FREEPRESS Mensile di cultura e spettacoli giugno 2015 n.7 ROMAGNA&DINTORNI
R O M A G N A & D I N T O R N I Una veduta dalla passata edizione del Molo Street Parade di Rimini, l’evento che a fine giugno dà il via ai festeggiamenti per la Notte Rosa
GIUGNO 2015
SUMMERFEST RASSEGNE IN TUTTA LA ROMAGNA PER SALUTARE L’ESTATE DELLA RIVIERA ALL’INTERNO musica • teatro • libri • arte • gusto • junior • cultura d’impresa
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Piccola guida al territorio
Fotografa Comacchio e vinci con #InstaCom Teatro diffuso, musica, festival e divertimento per famiglie Dopo la tappa, negli ultimi giorni di maggio del Ravenna Festival con l’allestimento Arpa di luce ai Trepponti, Comacchio si prepara a entrare nel vivo dell’estate, con eventi per il mese di giugno che vanno dallo sport all’animazione, dal teatro ai fuochi di artificio. Per aggiornamenti sul programma completo: www.turismocomacchio.it. Di seguito suggerimento per gli amanti dello spettacolo. L’ 1 e 2 giugno ci sarà la festa del cosidetto “teatro diffuso” e delle scuole di teatro per trasformare ancora una volta Comacchio e i suoi dintorni in un palcoscenico a cielo aperto. Si comincia lunedì 1 giugno alle 18.30 in piazza piazzetta Trepponti e si prosegue dalle 21 con marionette, burattini, attori, musicisti, che animeranno le vie del centro. Martedì 2 l’appuntamento è alle 21 con il festival delle scuole di teatro: quattro scuole di teatro si sfidano presentando estratti dai loro spettacoli nella splendida cornice del centro storico: il pubblico decreterà le vincitrici per la finale in programma al Teatro Comunale di Ferrara. Il 12 e 13 giugno, invece, l’appuntamento è sulla spiaggia libera di Porto Garibaldi per la seconda edizione del Comacchio Summer Fest – dal tramonto … all’alba, l’evento d’apertura della stagione estiva dei Lidi. Ingresso gratuito per lo spettacolo in spiaggia ma anche sul suggestivo lungomare adiacente dove, dalle 19 ci saranno animazione e musica, divertimento e spettacolo realizzato da scuole di danza, associazioni sportive, band e una coinvolgente parata su cui spiccherà il gruppo di ballerine e percussionisti brasiliani di Cento Carnevale d’Europa. Per le famiglie, anche i lidi di Comacchio saranno protagonisti
Museo Remo Brindisi
UN SCRIGNO D’ARTE: IL MARB
del Festival dei bambini che si svolge per tutta la riviera dell’Emilia Romagna con un caleidoscopico palcoscenico di spettacoli e divertimento dal 13 al 20 giugno che vedrà coinvolti, operatori di spiaggia, strutture ricettive e ristorative, parchi divertimento e una miriade di appuntamenti da non perdere.
#InstaCom: fotografa l’estate di Comacchio e vinci Novità dell’estate 2015 saranno anche una serie di contest fotografici di sicuro interesse e altrettanto fascino, riservati a tutti gli amanti del click, fotografi professionisti ed amatoriali. #InstaCom è dunque la nuova avventura, che l'Amministrazione Comunale lancia facendo leva sul sempre più dinamico mondo Instagram, Tra gli eventi per cui sarà attivato
Museo della Nave Romana
uno specifico contest fotografico, oltre ad Arpa di luce a fine maggio, "Comacchio Summer Fest" (Porto Garibaldi, dal 12 al 13 giugno 2015), "La Notte Rosa" (Comacchio e Lidi di Comacchio, dal 3 al 5 luglio 2015), "Anteprima Ferrara Buskers Festival" (Comacchio, 21 agosto 2015). Le 8 foto selezionate per ogni contest verranno pubblicate all'interno di una sezione specifica del portale www.turismocomacchio.it. Le stesse saranno poi esposte nell'ambito di una mostra che si svolgerà durante la Sagra dell’Anguilla (dal 25 Settembreall’11 ottobre prossimi) e potranno anche essere inserite all’interno delle pubblicazioni promozionali turistiche 2016 del territorio.Tra tutte le foto prescelte inoltre, la giuria selezionerà quella più rappresentativa, che si aggiudicherà in premio un soggiorno per due persone, presso una delle strutture ricettive dei Lidi di Comacchio. Tutti i dettagli su: www.turismocomacchio.it.
Valli di Comacchio
L’EPOCA ROMANA IN UNA NAVE
Si chiama Marb, Museo Albertativo Remo Brindisi, si trova a Lido di Spina ed è un gioiello di arte contemporanea senza eguali: è la casa museo di Remo Brindisi con oltre 2mila opere della sua collezione privata con i più grandi maestri del Novecento. Nei mesi di Giugno, Luglio e Agosto è aperto dal martedì alla domenica: apertura serale 19- 23. La visita è inclusa nel biglietto unico: Comacchio musei (Museo della Nave Romana + Museo Remo Brindisi + Manifattura dei Marinati Intero 7 euro - Ridotto 5 euro) e anche in quello che che comprende anche la gita in Barca Valli di Comacchio (Intero 16 euro - Ridotto 13 euro.
Nell’edificio del complesso di Palazzo Bellini ha sede il museo dedicato alla nave romana di epoca imperiale (fine del I secolo a.C.). Un’occasione straordinaria per un viaggio nel tempo e nella storia del mare e non solo. La visita è inclusa nel biglietto unico: Comacchio musei (Museo della Nave Romana + Museo Remo Brindisi + Manifattura dei Marinati Intero 7 euro - Ridotto 5 euro) e anche in quello che che comprende anche la gita in Barca Valli di Comacchio (Intero 16 euro - Ridotto 13 euro.
Via N. Pisano, 44029 Lido di Spina Telefono: 0533/314154 Da aprile/giugno: al sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18
Via della Pescheria, 3, Comacchio Telefono: 0533 314154 Da aprile ad ottobre apertura da martedì a domenica dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18.30.
TRA STORIA E NATURA Inserite nel Parco del Delta del Po, le Valli di Comacchio sono un ambiente naturale da scoprire, dove scattare foto, praticare birdwatching. Si possono percorrere a piedi, in bicicletta o naturalmente in barca. Una gita in barca è inclusa nel biglietto unico che comprende Museo della Nave Romana + Museo Remo Brindisi + Manifattura dei Marinati gita in Barca Valli di Comacchio Intero 16 euro - Ridotto 13 euro. Un’occasione per un viaggio tra storia, arte e natura. www.vallidicomacchio.info www.podeltatourism.it
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SOMMARIO
L’ EDITORIALE
• MUSICA Ravenna Festival: la top ten .....pag. 6
Necessariamente antirazzista
• TEATRO Va in scena il lavoro con le Albe ....pag. 13 • CINEMA Biopics, che passione...............pag. 18 • LIBRI Autori per i ragazzi a Rimini....pag. 20 • ARTE Disegno tra Firenze e Romagna....pag. 22 • GUSTO Da Bagnacavallo, il vino Burson ...pag. 26 • JUNIOR La riviera pensa ai bambini......pag. 29
Festival delle culture, si chiamano così le giornate che da alcuni anni si svolgono a Ravenna in Darsena a giugno richiamando mgiliaia di persone attorno a bancarelle di cibo etnico, spettacoli di danza, concerti, letture e in cui sono coinvolte le associazioni di stranieri che abitano in città. Era nato così, per offrire un momento di identità e incontro agli immigrati, per renderli protagonisti della vita cittadina. Poi è diventato una specie di laboratorio di partecipazione. Non solo, negli anni, come è naturale che sia, ha portato sempre più linguaggi meticciati, artisti figli di migranti stranieri capaci di contaminare i mezzi espressivi per creare nuovi codici estetici, oltreché etici. Del resto, in fondo, ogni forma culturale è questo e da sempre. Un meticciato, un mix, una reinvenzione, una contaminazione, una traduzione, anche quando non lo sembrano, anche quando sembrano rifarsi a tradizioni ancestrali. Del resto, contaminate lo sono le lingue stesse che parliamo. E la cultura intesa come l'insieme dei linguaggi espressivi dell'uomo non conosce “purezza” e dunque non conosce il suo opposto. Pensate alla musica, al teatro, alla letteratura e vedrete quanto di ciò che oggi ognuno di noi ama è dovuto a intrecci, incastri, rimandi, riletture. La cultura è precisamente questo. Per questo motivo è necessariamente (anche se magari inconsapevolmente) antirazzista, gli artisti hanno bisogno della diversità come forza rigenerante. Al festival delle culture tutto questo è particolarmente evidente (e la situazione è particolarmente divertente), ma in effetti non è che, nella sostanza, lì accada poi qualcosa di molto diverso di ciò che accade in qualsiasi altro luogo dove si facciano parlare i linguaggi di musica, danza, teatro, poesia o, perché no?, anche del cibo. Anche per questo, non lo nascondiamo, occuparci di questi linguaggi e di cultura ci sembra un’idea non male, di questi tempi.
• EXTRA I valori degli Industriali.................pag. 30
Il 5, 6 e 7 giugno, a Ravenna, nella Darsena di città, si terrà la nona edizione del Festival delle Culture (nella foto l’illustrazione di Alessandro Palmacci realizzata per questa edizione). Il tema centrale del festival è il diritto alla terra, inteso come diritto alle risorse naturali, al lavoro, alla sussistenza, alla libertà di movimento e di residenza, all'identità culturale. Durante la tre giorni densa di appuntamenti sono previsti quattro concerti tra cui quello di Santino Spinelli e Alexian Group, e danze popolari che si terranno alle Artificerie Almagià mentre, sulla scia del grande successo dello scorso anno, la banchina del canale Candiano sarà ancora una volta la piazza sul mare con otto punti ristoro multietnici e il mercato di prodotti artigianali e agricoli di vari paesi. Spazio anche ai dibattiti al circolo Dock 61 di via Magazzini Posteriori, e nella grande tenda magrebina che sarà installata nella testata del Candiano. Per il programma completo: www.festivaldelleculture.org.
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Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48100 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: direzione@reclam.ra.it tel. 0544 408312 - 392 9784242
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Magnani, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni. Redazione: tel. 0544 271068 Fax 0544 271651 redazione@ravennaedintorni.it Poste Italiane spa Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA
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MUSICA
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GUIDA PRATICA
Dal premio Oscar Piovani Ecco i dieci spettacoli da non perdere del Ravenna Festival Foto 4
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Dopo le anteprime fuori sede del Rocky Horror Show di Forlì e dell’installazione luminosa di Comacchio andate in scena in maggio, è tutto pronto per l’edizione 2015 di Ravenna Festival, in programma dal 4 giugno al 27 luglio in vari luoghi di Ravenna. Un programma sterminato – dedicato a Dante Alighieri, nei 750 anni dalla nascita – da cui qui, quasi per gioco, estrapoliamo dieci eventi da non perdere. Dieci spettacoli consigliati dalla redazione di R&D Cult che si terranno in giugno (a pagina 13 invece l’approfondimento sull’unico evento teatrale in programma, quello del Teatro delle Albe), in attesa di ritornare sul programma di luglio sul prossimo numero. Eccoli quindi, in rigoroso ordine cronologico e collegati alle foto di queste due pagine. Sabato 6 giugno, ore 21, Pala De André. Il premio Oscar Nicola Piovani (foto 1) porta in prima assoluta al Festival “La Vita Nuova”, partitura scritta dal maestro con l’ambizione di raccontare in musica l’emozione che può ancora dare la lettura dell’omonimo capolavoro giovanile dantesco; una cantata per voce recitante, soprano e piccola orchestra che vede il celebre attore Elio Germano alla voce recitante. Domenica 7 giugno, ore 21, teatro Alighieri. Pierre-Laurent Aimard (foto 2) e Tamara Stefanovich omaggiano Pierre Boulez per i suoi 90 anni con un’integrale dell'opera pianistica del grande musicista francese che ha segnato la storia della musica d’avanguardia del Novecento. Venerdì 12 giugno, ore 21, teatro Alighieri. Appuntamento fuori dagli schemi con Divina.com, versione per orchestra dell’opera multimediale in 36 episodi dedicata a Dante del pianista, compositore e musicologo Daniele Lombardi, commissionata dal Ravenna Festival e affidata, oltre che ai giovani strumentisti dell’Orchestra Cherubini, a un vocalist estremo come David Moss (foto 3)
e ai live electronics del centro Tempo Reale di Firenze. Sabato 13 giugno, ore 21.30, Pala De André. La compagnia inglese di Michael Clark (foto 4) porta la grande danza contemporanea al Festival con animal /vegetable / mineral, su musiche di Scritti Politti, Public Image Ltd, Sex Pistols e Pulp. Domenica 14 giugno, ore 21, Pala De André. Per gli appassionati di musica più popolare, l’appuntamento da segnare in agenda è quello con il “Professore” della canzone italiana, Roberto Vecchioni (foto 5), che a Ravenna si esibirà insieme all’Orchestra giovanile Cherubini per
una riedizione originale del suo repertorio. Martedì 16 giugno, ore 21, Palazzo dei Congressi. Altro evento particolare prettamente da festival con la film-performance di Ghislaine Avan che dal 2006 viaggia per il mondo filmando centinaia di persone che, in tutte le lingue in cui è stata tradotta la Divina Commedia, ne leggono un passo (foto 6). Di questo babelico materiale audiovisivo viene offerto a Ravenna, in anteprima mondiale, un primo montaggio, che verrà accompagnato live da due improvvisatori d’eccezione, Hélène
AGENDA JAZZ A FORLIMPOPOLI CON BOLTRO, GATTO, RUBINO... Settima edizione di “ArtusiJazz” che dopo i concerti invernali diventa “Jazz EXPOnenziale” omaggiando l’Expo e il cibo nell’ambito della Festa Artusiana di Forlimpopoli. L’appuntamento è dal 20 al 27 giugno. Il clou è in programma negli ultimi quattro giorni: il 24 all’arena di via Costa due big come il trombettista Flavio Boltro (nella foto) e Javier Girotto (sax) accompagneranno Rosario Bonaccorso (contrabbasso) nel suo “Viaggiando”; giovedì 25 sempre all’arena la star sarà il batterista Roberto Gatto, in compagnia dello stesso Bonaccorso ma anche di Avishai Cohen (tromba) e Francesco Bearzatti (sax); venerdì 26 appuntamento con il Jerry Bergonzi (sax) organ trio, mentre sabato serata dedicata al pianista Dino Rubino che sarà protagonista di due concerti, con Flavio Boltro e poi in solo alla Rocca, mentre nel mezzo, all’arena, l’evento con Nick The Nightfly alla voce, Claudio Colasazza al piano, Jerry Popolo (sax), Francesco Puglisi (contrabbasso) e Amedeo Ariano (batteria). Info e programma completo su www.artusijazzfestival.com.
A RAVENNA MUSICA DAL VIVO PER OLTRE 70 SERE IN PIAZZA Grande novità in centro a Ravenna dove questa estate, da giugno a settembre, si terranno oltre 70 concerti su un palco allestito nella centrale piazza del Popolo. Si tratta della rassegna "La musica in piazza"organizzata dai quattro locali che si affacciano sulla piazza stessa. In giugno suoneranno praticamente tutte le sere a partire da sabato 13: sul palco si alterneranno il duo Marianna Merola-Carlo Borsari, Sonia Davis e Soul Sisters.
MUSICA
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ai cavalli di Lindo Ferretti al via il 4 giugno, secondo la redazione di R&D Cult Breschand e Michel Godard. La stessa Ghislaine Avan darà il suo contributo ballando il tip-tap... Venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 giugno, ore 20, palazzo San Giacomo (Russi). L’ex leader e fondatore dei Cccp, Giovanni Lindo Ferretti, alle prese con Saga IV. Il Canto dei Canti, un’opera equestre che vedrà in scena, nell’ampia corte, oltre allo stesso Ferretti, un musicista, un maniscalco e, soprattutto, venti cavalli e alcuni cavalieri (foto 7). Sabato 20 giugno, ore 21, Pala De André. L’orchestra sinfonica della Rai (foto 8) in una
carrellata su 60 anni di sigle Rai, dal Gianburrasca di Nino Rota alla parentesi calcistica di 90° minuto, con Danilo Rea al pianoforte e musiche di Rossini, Bach, Liszt, Paradisi, Stravinskij. Domenica 21 giugno, ore 21, Pala De André. Prima esecuzione in Italia del Vivaldi Recomposed di Max Richter (foto 9), in cui il musicista tedesco ricompone Le quattro stagioni all’insegna di elettronica, minimalismo, ambient e progressive. Sul palco anche l’ensemble barocco L’Arte del Mondo. Venerdì 26 giugno, ore 21,
teatro Alighieri e martedì 30 giugno, ore 21,30, Pala De André. Doppio appuntamento di danza contemporanea con Aterballetto, punta di diamante tra le compagnie della nostra Penisola: all’Alighieri con un trittico tutto italiano e al De André con due coreografie, Lego (foto 10) di Giuseppe Spota con musiche anche di Johann Johannsson, Olafur Arnalds e Nils Frahm e l’inedito Antitesi. Info e calendario completo sul sito internet della manifestazione, www.ravennafestival.org.
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Sul Molo di Marina di Ravenna un tuffo nell’antica tradizione di pesce con 4 MENÙ DEGUSTAZIONE
MARINA DI RAVENNA Via Molo Dalmazia 37 - Tel. 0544 530231 www.trattoriacubana.it info@trattoriacubana.it
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3o Menù Degustazione
4o Menù Degustazione
• Antipasto a base di seppia calda • Tagliolino alle veraci €40 • 2 spiedini di gamberi, a persona 2 spiedini di seppia • 1 spiedino di gambero imperiale avvolto in pancetta • Assaggio di fritto
• Zuppa di pesce • Spaghetto o tagliolino allo scoglio • 2 spiedini di gamberi, 2 spiedini di seppia, 2 scampi €45 • 1 spiedino di gambero a persona imperiale avvolto in pancetta • Assaggio di fritto
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MUSICA
6 DAL VIVO
DEAD KENNEDYS, MC5, FLAMIN’ GROOVIES: LEGGENDE DEL ROCK CHE RITORNANO In giugno in Romagna passeranno alcune leggende della musica rock americana: il 7 al Treesessanta di Gambettola giornata intera dedicata agli MC5, tra i precursori del punk, con mercatini e concerti, tra cui quello dei newyorkesi The Dictators (foto a destra), band fondata da Manitoba, il cantante che si è esibito anche con gli MC5 nell'unico tour di reunion; mercoledì 24 sempre a Gambettola appuntamento con i californiani Flamin’ Groovies (a sinistra) nel loro ultimo tour di reunion. In mezzo (anche nella foto) la data del 13 giugno del Rock Planet di Pinarella di Cervia con i californiani Dead Kennedys, tra le band più amate della scena punk degli anni ‘80 (senza più il leader storico Jello Biafra). Al Rock Planet da segnalare anche i concerti di sabato 6 con The Last Internationale, hard-rock da New York, e del 27 giugno con gli Off!, punk da Los Angeles.
L’INTERVISTA
«Vogliamo far divertire chi ci ascolta» Parlano i forlivesi M+A, che aprono la rassegna “acieloaperto” a Villa Torlonia insieme agli inglesi Clark e Plaid di Luca Manservisi
Al via la rassegna musicale “acieloaperto”, con sei concerti in programma suddivisi in due location ricche di fascino e suggestione, la Rocca Malatestiana di Cesena e lo storico palazzo di Villa Torlonia a San Mauro Pascoli. Si parte venerdì 12 giugno proprio a Villa Torlonia con una serata all’insegna della musica elettronica (ma anche di proiezioni e installazioni) con i concerti del dj producer inglese Clark, dello storico duo inglese Plaid e degli M+A, duo forlivese di poco più di vent’anni, rivelazione dello scorso anno, esaltato dal Guardian e già salito sul palco del Glastonbury, uno dei festival più importanti del mondo. La loro è musica elettronica con una forte componente suonata, danzereccia e orgogliosamente “easy”, sull’onda del successo di gruppi come i Daft Punk. Hanno da poco pubblicato un nuovo Ep, Anyway Milkway, presentato a Londra, diventata quasi loro città adottiva. Abbiamo intervistato metà del gruppo forlivese, “M”, alias Michele Ducci (“A” invece è Alessandro Degli Angioli). Michele, qual è stato finora il segreto del vostro successo? Ve l’aspettavate? «Non lo so, quando sei dentro una cosa non ti accorgi sempre che si muove. Sapevamo cosa ci interessava, cosa volevamo fare, ecco. Ce lo aspettavamo nel senso che ci abbiamo lavorato molto». Come è nato il progetto M+A? Perché questo nome non proprio molto facile da promuovere? «Siamo nati a Forlì, quattro o cinque anni fa. Io e Ale facevamo parte di due band grunge. Una sera suonavamo nello stesso locale, ci siamo sentiti e abbiamo pensato che avremmo dovuto collaborare assieme. Il nome è complicatissimo da gestire, sopratutto per Google, lo si trova difficilmente. Il perché è semplice: non avevamo voglia di dare un titolo al progetto, perché in fondo non lo pensavamo nemmeno come un progetto, ma come un percorso, e la cosa più semplice erano i nostri nomi, le nostre iniziali. Poi graficamente ha comunque un suo senso». Come nascono i vostri pezzi? Quanto c’è di suonato con strumenti tradizionali e quanto peso ha l’elettronica? «I brani nascono in maniera piuttosto tradizionale, piano e voce, chitarra e voce. Facciamo delle bozze. Di suonato c'è un po' di tutto, dalle chitarrine rotte, che poi lavoriamo in fase di piena produzione, fino a batterie e percussioni. Poi ci sono campioni, synth. È un mix di tutto quello che ci capita tra le mani. L'elettronica ha un peso nel senso che il nostro sfondo musicale è anche quello, ma è un mezzo, non un fine: il fine è cercare di fare qualcosa di bello». Come cambiano le cose dal vivo? «In sala prove studiamo e sperimentiamo, dal vivo ci vogliamo divertire e vogliamo che si diverta anche chi ascolta. Odiamo l'approccio del maschio alfa che deve per forza fare vedere cha sa fare quel che sta facendo. Il live è un momento gioioso, non dimostrativo. Suoniamo voci, percussioni, tastiere e anche altro. I suoni dello scheletro li teniamo in base, il resto in qualche modo lo lanciamo». Perché due ragazzi di Forlì decidono di fare una musica così poco “italiana”? «Perché abbiamo sempre ascoltato musica poco italiana...» E come viene recepita dal pubblico italiano? Qui la scena cosiddetta alternativa ha sempre un po’ snobbato l’aspetto più festaiolo, diciamo così, molto presente invece nei vostri dischi... «In realtà piuttosto bene. Sai che io penso che un po' ci si sia svegliati? Si tratta di un lato festaiolo nel senso di celebrativo: è il lato della dépense (sorta di “consumo improduttivo” per alcune teorie filosofiche; Michele è studente di Filosofia, ndr). E credo che tutti in fondo ne abbiano bisogno». Sentendo la vostra musica vengono in mente molti nomi, i Daft Punk, Beck, Caribou, i Notwist, la musica caraibica… Con che dischi siete cresciuti? E cosa ascoltate in questo periodo? «Abbiamo ascoltato molto Stevie Wonder, i 5ive, Hosono (musicista giapponese tra i pionieri della musica
elettronica con la sua Yellow Magic Orchestra, ndr). Un disco che entrambi abbiamo ascoltato molto è Demon Days dei Gorillaz, sicuramente. Ultimamente invece un duo olandese: Weval». Quanto è stata importante la partecipazione a Glastonbury di cui si è parlato con orgoglio anche sui media generalisti nazionali? Vi ha lasciato qualcosa? «Il fango (ride, ndr). A parte gli scherzi sì, è stata importante nel senso che ci ha aperto molte porte. Ci hanno contattato un sacco di persone, subito dopo il concerto, e sono nate molte cose. I produttori di Jamiroquai ci hanno proposto di collaborare a un disco, cose così...». Dopo questo nuovo Ep, quando pubblicherete il nuovo album? Puoi anticiparci qualcosa sul disco, dal punto di vista del suono? «Domanda difficile. È ancora presto: abbiamo un archivio con quasi un centinaio di brani, ma portano tutti su strade diverse. Stiamo aspettando la visione, ancora». Che rapporto avete con Forlì? E vi sembra sia nata in questi anni una scena romagnola? «Non saprei. Sicuramente c’è molto fermento. Penso al Club Adriatico di Ravenna, per certi aspetti. C’è molta curiosità anche all'estero. Diciamo così: forse in generale è venuta meno, o sta cominciando a venir meno, la paura che la musica italiana non abbia senso fuori dal contesto italiano». Una curiosità: quanto tempo dedicate alla musica in una settimana tipo? «Fondamentalmente tutti i giorni, dalle tre alle cinque ore al giorno. Quando poi dobbiamo girarci i video clip o pensare ad altre cose collaterali alla musica anche molto di più». Riuscite e riuscirete a vivere campando di musica? «Viviamo di musica ma siamo praticamente un’organizzazione no profit». Qual è la cosa di cui andate più orgogliosi? «Forse stare in studio a Londra con il bassista e il chitarrista di Jamiroquai ad arrangiare i nostri pezzi. E poi il fatto che il The Guardian ci abbia nominato come una delle migliori band del 2014».
MUSICA
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7 DAL VIVO DIRK HAMILT ON AL BOCA
FOLK METAL DALLA TRANSILVANIA
Il noto cantautore country-blues americano Dirk Hamilton (nella foto) sarà il 19 giugno in concerto al Boca Barranca di Marina Romea (Ravenna), che il 1° giugno ospita invece, sempre dagli Usa, i Midwest Beat
Lo storico gruppo folk-metal rumeno Negura Banget – ispirato dai temi della natura e della spiritualità della Transilvania – sarà il 4 giugno al Sidro Club di Savignano
RICORDANDO GLI STEREOLAB A CESENA Itinerario Festival porta sabato 13 giugno alla Rocca Malatestiana di Cesena la storica frontman degli Stereolab – band di culto che mescolava easy listening al kraut-rock – la francese Lætitia Sadier. In apertura i forlivesi Santo Barbaro
RAP
J-Ax in piazza il 28 giugno a Sogliano Il 28 giugno in piazza a Sogliano concerto di J-Ax, tra i più famosi rapper d’Italia, noto anche per i suoi Articolo 31.
FESTIVAL
Ian Paice dei Deep Purple sulla spiaggia di Rimini Lo storico pub di Rimini “Rose & Crown”, con alle spalle oltre 50 anni di attività, organizza dall’11 al 18 giugno nella spiaggia antistante il locale il suo “Summer Festival”. Una vera e propria festa lunga una settimana che prende il via alle 18 e che alle 22 propone spettacoli a ingresso gratuito, tra cui concerti di livello internazionale come quello di giovedì 11 di Ian Paice, uno dei batteristi più conosciuti della storia del
Tra i protagonisti del Summer Festival di Rimini anche Eugenio Finardi
rock, divenuto famoso in particolare come membro dei Deep Purple. Insieme a lui sul palco anche il celebre chitarrista italiano Ricky Portera. Oltre a note cover band, il festival propone anche due nomi importanti della storia della musica italiana come il batterista Tullio De Piscopo (sul palco lunedì 15 insieme alla Dino Gnassi jazz band) e il cantautore Eugenio Finardi, che chiuderà la rassegna giovedì 18.
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MUSICA
8 AGENDA SUL PORTOCANALE DI CESENATICO NOBRAINO E IL RAP DI SLAT
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MARINA DI RAVENNA/1
Il festival rock in riva al mare Torna “Beaches Brew” con cinque giorni di concerti tra spiaggia e molo Giunge alla sua quarta edizione Beaches Brew, il festival sulla spiaggia dell’Hana-Bi – che quest’anno si espande anche in altri luoghi di Marina di Ravenna – curato insieme all’agenzia di concerti olandese Belmont Bookings. Tante e davvero importanti le band del circuito alternativo mondiale che si esibiranno – spesso in esclusiva per l’Italia – come sempre a ingresso gratuito. Ma vediamo il programma giorno per giorno.
Al Molo 9Cinque di Cesenatico continuano i concerti della rassegna “Moby Dick”. Il 5 giugno l’appuntamento è con il folk-rock dei riccionesi NoBraino (nella foto), band finita nell’occhio del ciclone per il loro post su Facebook sulla tragedia dei migranti dello scorso aprile al sud della Sicilia. Ad aprire la serata le debuttanti cesenati Io e la Tigre. Il 12 giugno serata hip hop con il cesenate Daniele “Slat” Ottaviani. Il 26 spazio infine al folk del Consorzio Portuali. Concerti a ingresso gratuito, dalle 22.
L’AMERICANO ROCKY VOTOLATO ALL’AUDITORIUM DI FUSIGNANO Lunedì 8 giugno (ore 21) all’auditorium Corelli di Fusignano concerto di Rocky Votolato, cantautore texano di alternative folk apprezzato in particolare in Italia.
Lunedì 1 giugno
Elijah Wood
Si parte dalle 19,45 al bagno HanaBi con il live di Stromboli, misteriosa one man band di Bologna che ha debuttato per la neonata etichetta di Jonathan Clancy muovendosi tra ambient e musica sperimentale. A seguire il live di elettronica di Godblesscomputers che presenta il suo ultimo disco (vedi recensione pagina 12) e poi il primo big del festival, Shabazz Palaces, da Seattle, tra i nomi di punta della scena di hip-hop sperimentale americana. A chiudere il primo giorno Dj Fitz e i Wooden
Wisdom, progetto che vedrà a Marina nientemeno che l’attore hollywoodiano (noto in particolare per la sua interpretazione dell’hobbit Frodo nel Signore degli anelli) Elijah Wood, in veste di dj.
rock degli olandesi Afterpartees e poi gli americani Kevin Morby (giovane cantautore folk-rock) e Strand Of Oaks, progetto folk-rock di Timothy Showalter acclamato dalla critica, entrambi in esclusiva per l’italia. Mercoledì 3 giugno Babes in Toyland
Strand Of Oaks
Martedì 2 giugno La seconda giornata parte già alle 16 all’Hana-Bi con i set acustici di due band locali, The Doormen e Sunday Morning (intervistati a pagina 12) per poi spostarsi per la prima volta nella storia del festival nel centro di Marina di Ravenna, sul molo Dalmazia, all’imbocco del canale Candiano (sarà attiva una navetta dall’Hana-Bi con ritorno alle 24), dove per l’occasione si terrà anche il Garage Sale, mercatino con abiti di seconda mano, mobili vintage di design, dischi e altro. I concerti veri e propri inizieranno alle 18.50 con il cantautore e chitarrista africano Mdou Moctar, tra i primi a riattualizzare la tradizione Tuareg in musica. Seguirà il garage
Si torna all’Hana-Bi (dalle 20) e si entra decisamente nel vivo con una serata che vedrà – oltre al secondo concerto degli Strand Of Oaks – come teorico headliner le americane punkrocker Babes in Toyland, riformatesi a sorpresa dopo quasi vent’anni. Ad aprire la serata l’indie-pop degli australiani Twerps, l’unica data italiana all’insegna del powerpop degli americani Ex Hex e il ritorno della psichedelia, sempre dagli Usa, dei Moon Duo, che già a Ravenn e all’Hana-bi hanno dedicato in passato un disco dal vivo.
Artisti da tutto il globo
anche in esclusiva italiana E incuriosisce Frodo l’hobbit
RISTORANTINO... A DUE PASSI DAL MARE... Dove potrete gustare ricette tradizionali e rivisitazioni dello chef di carne, di pesce e vegetariane con pasta al mattarello, dolci e pane fatto in casa. STABILIMENTO BALNEARE MOLOTREZERO Viale delle Nazioni, 248 - Marina di Ravenna Info e prenotazioni Tel. 0544 530793 www.molotrezero.com info@molotrezero.com
MUSICA
R&DCULT giugno 2015
9 MARINA DI RAVENNA/2 Una veduta dell’Hana-Bi di Marina di Ravenna durante un concerto delle passate stagioni
DAL VIVO ANCHE SOFT MOON, UNA BAND CILENA, EMIDIO CLEMENTI E U.S. GIRLS Al bagno Hana-Bi di Marina di Ravenna i concerti di caratura internazionale continuano per tutta l’estate anche dopo il festival Beaches Brew di cui parliamo in queste due pagine. Il 9 giugno in occasione dell’apertura della tradizionale festa del martedì, appuntamento con gli americani Soft Moon, tra i protagonisti del revival new wave e post-punk di questi anni; il 13 invece, sempre dall’America, ecco le Coathangers (garage-punk) mentre il 16 giugno un nome chiacchierato e dalla provenienza esotica: Föllakzoid, trio cileno di space rock psichedelico. Il programma continua il 23 con gli americani Satan’s Pilgrims (revival surf music), il 26 con il leader dei Massimo Volume Emidio Clementi (nella foto) e il suo progetto “Notturno americano” e infine il 27 l’americana Meg Remy con il suo progetto U. S. Girls tra atmosfere dark e sperimentazioni elettroniche.
EVENTI COLLATERALI ALL’HANA-BI INTERVISTE E KARAOKE AL FARGO CONCERTINI A MEZZODÌ
Giovedì 4 giugno
siva per l’Italia. Ad aprire il noise dei lombardi His Electro Blue Voice. Venerdì 5 giugno
Iceage
La quarta serata (si parte alle 19.50 sempre all’Hana-Bi) è probabilmente la più importante, con tre band molto considerate in questi ultimi tempi da un po’ tutta la stampa specializzata mondiale, tutte dedite a sonorità debitrici del cosiddetto post-punk. Si tratta dei danesi Iceage (accompagnati per l’occasione anche dai connazionale Yung) e dei canadesi Ought (dell’etichetta di culto Constellation) e Viet Cong (il cui album d’esordio è tra i meglio recensiti dell’anno), entrambi a Marina in esclu-
Thee oh Sees
L’ultima giornata del festival parte all’Hana-Bi alle 19.35 con i toscani Go!Zilla (che definiscono la loro musica fuzz-psychedelic-punk) e prosegue all’insegna del garage rock con i francesi JC Satàn e con alcuni esponenti di spicco della scena californiana come Wand, Mikal Cronin (entrambi del giro legato a Ty Segall) e soprattutto i travolgenti Thee oh Sees. Infoline: 333 2097141
Dal 3 al 5 giugno durante il festival Beaches Brew la Red Light Radio e Jason Groth propongono la seconda edizione del “Beaches Brew day program”, con dj set e interviste dalla spiaggia che si potranno ascoltare alla radio on-line ad alcuni degli artisti presenti a Marina di Ravenna. Durante i cinque giorni del festival all’Hana-Bi sarà anche allestita la mostra di Channel Draw (ossia il fumettista ravennate Gianluca Costantini) con i ritratti degli artisti di Beaches Brew 2015. Tra le curiosità di quest’anno anche l’happy hour con karaoke, condotto sempre da Jason Groth, tra le 18 e le 19 dal 3 al 5 giugno. Inoltre, il 3, 4 e 5 giugno ecco le “Fargo Acoustic Sessions” che vedranno protagonisti tre nomi della scena ravennate nel cuore del centro storico al Fargo Café di via Girolamo Rossi in un orario insolito come mezzogiorno. Mercoledì 3 di scena i Rigolò, giovedì Francesca Morello aka RYF (Restless Yellow Flowers), venerdì Derry, l’anima solista di Giacomo D'Attore dei Clever Square. (verrà predisposta una navetta andata e ritorno con l’Hana-Bi).
MARINA DI RAVENNA/3 PAOLO BENVEGNÙ E MASSIMO ZAMBONI PER “RADIO ” AL BAGNO PETER PAN Nuovo appuntamento fisso, in giugno, al bagno Peter Pan di Marina di Ravenna che il mercoledì trasmette in diretta dalla spiaggia al tramonto programmi radio in streaming condotti dal noto dj romagnolo Luigi Bertaccini. Una serie di interviste pubbliche a cui si potrà assistere al Peter Pan. Si parte il 10 giugno con ospite con il cantautore Paolo Benvegnù, ex leader degli Scisma. Il 17 sarà invece la volta di Massimo Zamboni (nella foto), storico fondatore di Cccp e Csi, mentre il 24 Bertaccini sarà in compagnia di Vinsanto, ossia il faentino Bruno Orioli. Al Peter Pan proseguono anche i concerti del sabato delle 17.30: il 6 giugno con il rock di Spaccailsilenzio, il 13 le tradizioni romagnole dei Quinzan, il 20 Lu Silver & String Band e il 27 gli Steppin’Razor.
COLAZIONE, PICCOLA RISTORAZIONE, APERITIVI
Aba e Piro vi aspettano per una estate all'insegna del divertimento e della qualità
VENERDÌ, SABATO E DOMENICA DJ SET Piazza del Popolo, Ravenna
NUOVA APERTURA
Bar BoaVista Viale delle nazioni 102/104 Marina di Ravenna Tel. 0544.530774 Cell. 327.1112840
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MUSICA
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CONSIGLI D’AUTORE
BASTONATE DI CARTA
Dall’America di Tom Petty ai cantautori italiani fino al miglior disco degli anni ‘90
(Audio)libri di testo su Ravenna
di Enrico Farnedi *
di Francesco Farabegoli *
Per un musicista l’unica cosa più divertente del suonare è parlare di dischi (o di strumenti musicali, specialmente di pedalini con gli effetti per le chitarre). Quando mi trovo a parlare di dischi agito le braccia come una piovra, alzo il volume della voce, parlo velocissimo e faccio domande a trabocchetto per capire se il mio malcapitato interlocutore mi sta veramente a sentire. Purtroppo, di tutto questo mi rendo conto solo quando è ormai troppo tardi, son tutto sudato e ho una gran voglia di una spuma. Per fortuna questa volta scriverò. Spero che troverete qualche stimolo e qualche canzone da cantare in questa lista poco organizzata: ci sono dischi da isola deserta, dischi che mi hanno segnato da bimbo, curiosità e altre cose, tutti tenuti insieme dalla sincerità che mi pare di riconoscere nelle voci e nei suoni che sento.
Storia di “Lario”, la canzone del bergamasco Caso sulla graphic novel di Reviati ambientata nell’ex Villaggio Anic
Enrico Farnedi in una foto di Eleonora Rapezzi A destra l’illustrazione di Davide Reviati citata nell’articolo di Farabegoli
Sergio Endrigo - Ci vuole un fiore Insieme a Gianni Rodari e a Luis Bacalov, Endrigo mette insieme il più bel disco di canzoni per bambini (ma non solo) di sempre. Ci L DISCO sono il surreale, la poesia, la comicità, un'orchestra incredibile, aquiloni rossi (che mi “AUGURI ALBERTA”, ELOGIO DELLA LEGGEREZZA fanno commuovere) e perle di saggezza. Una produzione impeccabile al servizio di canzoni Una bella sorpresa davvero, il nuovo disco di Enrico luminose che si rivolgono a tutti. Da ascoltaFarnedi. Si chiama “Auguri Alberta” e trae inevitabilmente ispirazione anche da certo cantautorato re spesso e volentieri. italiano nazionalpopolare (che mica è sempre sinoTom Petty - Greatest Hits In questi mesi nimo di scarsa qualità...) citato dallo stesso autore lo sto consumando: una band dal suono qui a fianco nei suoi “consigli”, ma lo fa in maniera purissimo e senza fronzoli, canzoni che donaoriginale e con una leggerezza che lo rende anche no energia, canzoni che commuovono, una molto “pop”, nell’accezione più nobile del termine. coerenza incredibile di fronte al mondo e Melodie cristalline che ricordano a tratti i migliori ritornelli perfetti. L’America in un disco solo. Perturbazione o per uscire dai confini nazionali, certi The Band - Rock of Ages Anche se i Belle & Sebastian, in versione orgogliosamente dischi più celebrati del quintetto guidato da romagnola (Farnedi non fa nulla per nascondere la Robbie Robertson sono i primi due, il mio presua cadenza cesenate e questo non fa altro che renferito è questo live: una sezione fiati sfolgodere il tutto ancora più autentico). Melodie a presa rante accompagna la Band nelle sue canzoni rapida, testi tra il surreale, l’ironico e il romantico, più famose e sembra marciare gioiosamente ma anche una grande varietà musicale (si passa dal come a una parata di New Orleans. Le voci folk alla balera, dal rock’n’roll a sfumature jazzy) e dei tre cantanti sono ispirate, la musica è strumentale, un disco suonato nei dettagli, mai esplosiva, suonata benissimo e trasuda dello troppo “pieno”, spesso anzi quasi ridotto all’osso, spirito del rock and roll. Divertimento assicucome nei pezzi migliori per chi scrive, l’iniziale rato. “Respira bene”, “Melo” e la chiusura noir – capolaLucio Dalla - Lucio Dalla Lego questo voro dell’album – di “Vedrai che passa”. (lu.ma.) disco ai ricordi di bambino, quando mi chiedevo cosa significasse il testo di Anna e Marco (“cos’è una checca?”) e mi spaventavo ascoltando L'ultima luna. Raramente uso questa parola, ma questo disco è un capolavoro, per testi, musica, suono e magia. In Tango Lucio canta “Dov’è la tua testa da accarezzare? Dov’è la tua mano?” mi si stringe il cuore, ogni volta. Randy Newman - The Good Ol' Boys Un album clamoroso, in cui Randy Newman parla dei rednecks, riuscendo a prenderli ferocemente in giro e contemporaneamente a dimostrargli affetto, spesso all'interno della stessa canzone. Suonato meravigliosamente bene, scritto anche meglio. Mi chiedo sempre: perché Randy Newman non è un divo? Poi andate ad ascoltare anche Sail Away e Little Criminals, ne vale la pena. The The - Dusk Forse, insieme a quello di Lucio Dalla, questo è il disco della vita. Dentro ci sono amore, morte, amicizia, sesso, violenza, melodie pop sfrigolanti e speranza, tanta speranza. Per me il miglior disco degli anni '90. “The world’s too big and life’s too short to be alone”. Charles Mingus - Mingus Ah Um La furia del rhythm'n'blues, il boogie, il lamento dei fiati, il jazz. Un disco gigantesco. Cochi e Renato - Le canzoni intelligenti Una raccolta esauriente (anche se alcune canzoni storiche sono presenti in versioni aggiornate non proprio felicissime) per cercare di capire il genio di Pozzetto, Ponzoni e Jannacci (quasi tutte le canzoni sono firmate anche dal medico cantautore). Comicità, canzone popolare, magoni e anarchia intellettuale, tutto ancora fresco e liberatorio. Edoardo Bennato - Sono solo canzonette Mi sono avvicinato a Bennato solo pochi anni fa. Ho scelto questo disco ma in quegli anni Edo era un vulcano, rock and roll, folk, produzioni brillanti, energia e canzoni che parlano praticamente a tutti, anche a distanza di tanti anni. Warren Zevon - Excitable Boy Un disco micidiale: storie di ragazzi sensibili che uccidono la propria compagna durante la festa della scuola, licantropi londinesi ben vestiti, mercenari senza testa in cerca di vendetta, figli di papà coinvolti in incidenti internazionali e tanto altro ancora, il tutto al ritmo di un rock apparentemente spensierato. Una bomba. Otis Redding Di Otis va bene tutto, fate voi.
I
* Cesenate di 43 anni, membro della swing band Good Fellas, polistrumentista, arrangiatore, compositore e autore di canzoni, Farnedi ha appena pubblicato il suo secondo album solista, Auguri Alberta.
Vivo a Ravenna da tre anni e non ho ancora ben capito questo popolo, alcune particolari evoluzioni linguistiche che sembrano comuni (tipo quando al supermercato dite ALTRO alla commessa e significa che non volete più niente, o la questione della E chiusa prima della R, o la noncuranza con cui chiamate PIZZA qualsiasi farinaceo di forma piatta, eccetera). Così insomma ho deciso di informarmi un po', ho comprato qualche libro di testo e ho cercato di capire. Il mio libro di testo preferito si chiama Morti di sonno: è una graphic novel uscita nel 2009 per Coconino, scritta e disegnata da un tizio di nome Davide Reviati che sta intorno ai 50 e vive al villaggio Anic. L'ho scoperta in un modo abbastanza bizzarro, vedendo un documentario su Ravenna a San Domenico in cui stava una collega della mia morosa: parlava del villaggio Anic e diceva cose molto belle su cose tipo il tempo che passa. Reviati è anche il massimo campione dell'unico reale motivo di superiorità di Ravenna rispetto a Cesena, a parte il calendario concerti: la cartellonistica. A Cesena è come in tutte le altre città, a Ravenna è come in tutte le altre città ma ogni tanto salta fuori un manifesto figo, tipo quelli del Club Adriatico o quelle cose che stavano in viale Randi con le facce dei ravennati. Nel 2012 ce n'era uno di Ravenna Viso in Aria in fondo a via d'Azeglio, sarà stato quattro metri per due, con il disegno di una bambina che volava via da un'altalena, ed era palesemente una cosa di Reviati, fatta tutta a china. Bellissimo, anche se non c'entra niente con l'oggetto dell'articolo. L'oggetto dell'articolo, in realtà, è un cantautore di Bergamo che si chiama Caso. È un ragazzone barbuto e senza capelli intorno ai trenta, magro come un chiodo, una di quelle facce che anche quando son serie ridono sempre un po'. Suonava la batteria in certi gruppi punk accacì del posto e poi s'è messo a far canzoni per voce e chitarra acustica. L’ho conosciuto all’altezza del terzo disco e mi sono innamorato. È roba molto cruda e senza filtri e lui quando canta ti ubriaca di parole e ha un tono triste confidenziale e scanzonato allo stesso tempo e dopo due pezzi ti sembra di essere seduto con lui al bar della stazione mentre entrambi cercate d’ammazzare il tempo. Caso sta registrando il suo quarto disco e sarà bello perché io alla musica un po’ ci credo. Dentro al disco ci finirà una canzone che si chiama Lario. È andata così: qualcuno gli ha consigliato di leggere Morti di sonno, lui l’ha fatto, si è innamorato, ha chiesto a Reviati il permesso di farci una canzone, Reviati ha detto di sì e ora la canzone c’è. Lario è uno dei personaggi della graphic novel, l’antieroe, il duro, “supereroe bullo sbruffone figlio d’operai come tutti nel quartiere”. La canzone parla di lui, e di tutte le altre cose di cui parla la graphic novel: giovinezza, adolescenza, destino, sopravvivere, giocare a pallone. Soprattutto l’ultima. Inizia così: “in alto il pallone fa un’eclisse col sole getta l’ombra cambia il tempo solo per un secondo”. Il villaggio Anic non c’è, ma le nubi di fumo chimico che escono dagli stabilimenti sì. Anche se il disco non è ancora uscito c’è un video in giro in alta qualità. I tizi di Sofar Sounds (un canale youtube di concerti dal vivo tipo Blogotheque) l’hanno ripreso mentre la suona in una casa a Milano. Dice che un giorno vorrebbe suonarla a Reviati, spera che gli piaccia. Secondo me è il miglior pezzo mai scritto su Ravenna: è vero che non ce ne sono poi tanti, ma diciamo che nella mia classifica sta sopra ai Massimo Volume e non è poco. La canzone la trovate su internet e spero di avervi dato abbastanza informazioni: se cercate “Caso Lario” su Google esce fuori la moglie di Berlusconi. * fondatore di Bastonate, miglior sito musicale italiano alle ultime due edizioni dei Macchianera Awards
MUSICA
R&DCULT giugno 2015
11 L’EVENTO
Dj e sardoncini aspettando la Notte Rosa Anche nel 2015 le danze della Notte Rosa prendono il via una settimana prima con la Molo Street Parade, sotto il segno dell’accoppiata dj-set e sardoncino. Dopo il successo della terza edizione, con oltre 200 mila presenze, il molo di Rimini si prepara ad accogliere dj da tutto il mondo e tanti ospiti, dall’aperitivo a notte fonda. Un chilometro di porto canale si trasforma nel più grande e suggestivo locale d'Italia a cielo aperto. Dodici i pescherecci coinvolti, 80 i dj, 100 i pescatori per 1 km di porto e un altro chilometro di lungomare. L’appuntamento è per sabato 27 giugno dalle 16 all’1. Al momento di andare in stampa non sono ancora stati diffusi i nomi dei dj. Il programma sarà aggiornato sul sito www.molostreetparade.it
ELETTRONICA
Gli inventori della techno al Cocoricò
LA FESTA DISCO
ALL’AQUAFAN CON
ARISA
Il 20 giugno all’Aquafan di Riccione, in stretta partnership con il Gruppo Cocoricò, si terrà la serata Tunga, da qualche anno uno degli appuntamenti di riferimento della nightlife italiana. Si attendono più di 8mila persone. Ospiti saranno le cantanti Arisa e Cristina D’Avena.
Lunedì 1 giugno serata da non perdere per tutti i romagnoli (e non solo) amanti della musica elettronica e da club. Allo storico Cocoricò di Riccione, infatti, l’appuntamento è nientemeno con quelli che sono di fatto considerati gli inventori della musica techno. Da Detroit, infatti, l’appuntamento è con i concittadini (e coetanei, entrambi hanno 52 anni) Derrick May – considerato il fondatore del genere – e Jeff Mills (nella foto), vero e proprio guru della seconda ondata della techno, oltre che leggenda nel turntablism per la sua capacità di suonare più di settanta dischi in un’ora. In consolle allo storico locale di Riccione anche il dj francese (ma italiano d’adozione) Idriss D. La serata – dal titolo Black & White – parte alle 23 per concludersi alle 5 del mattino. Dalle 3 la colazione direttamente in discoteca.
R&DCULT giugno 2015
MUSICA
12
L’INTERVISTA
LA ROMAGNA IN CUFFIA
Sunday Morning, 9 anni dopo
Il secondo album di Godblesscomputers, elettronica con gusto
Il nuovo disco della band cesenate, con Neil Young sempre nel cuore Una storia strana, quella dei cesenati Sunday Morning. Una quindicina d’anni fa fecero parlare di sé per i loro primi passi nel mondo del rock alternativo con Neil Young tra le loro ispirazioni principali. Dopo aver diviso il palco con artisti del calibro di The National, Karate e Archie Bronson Outfit, nel 2006 fanno uscire il loro primo disco, “Take These Flowers To Your Sister”. Poi, come a volte succede, qualcosa si spezza e il gruppo si ferma. Oggi, quasi dieci anni dopo, esce un po’ a sorpresa il loro secondo disco. Si chiama “Instant Lovers” e dentro ci sono dieci canzoni scritte e suonate da Andrea Cola, Jacopo Casadei, Luca Galassi e Federico Guardigni. Ne abbiamo parlato con Andrea Cola. Come è nato questo nuovo album? «Semplicemente abbiamo ripreso a suonare insieme alla fine del 2012 ed è semplicemente apparso chiaro a tutti e quattro che c’erano i presupposti per non fermarsi. Dopo un anno passato a provare, buttare giù brani nuovi e contemporaneamente rifinire l’allestimento del nostro studio/sala prove, lo StoneBridge, abbiamo deciso che avevamo abbastanza materiale per registrare un nuovo disco. Così, da marzo a settembre del 2014, compatibilmente con gli impegni di ognuno, ci siamo chiusi lì dentro e ne è uscito Instant Lovers». Cosa avete fatto in questi anni e perché vi eravate fermati? «In questi anni alcuni di noi hanno continuato a suonare in vari gruppi o situazioni diverse: Federico con i 64 Slices Of American Cheese, Jacopo con Lemeleagre, Francesco (che ora ha aperto un ristorante all’estero e non fa più parte della formazione, ndr) con i Tiger Tiger e io con Do Not Cry For The Country Boy, un progetto e un disco a mio nome. Ci siamo fermati semplicemente perché non siamo stati in grado di superare una fase di stanca in un momento in cui avremmo potuto farlo. Siamo rimasti comunque amici e, sinceramente, dal momento che siamo ritornati a suonare insieme quando siamo in studio o in sala prove non stiamo troppo a pensare a queste cose». Quali sono le novità maggiori che avete introdotto nel vostro suono? «La novità più evidente è che Jacopo, prima tastierista e chitarrista, è passato al basso, in sostituzione di Francesco che nel frattempo come detto si è trasferito all’estero, e ovviamente questo ha cambiato il passo e la sostanza delle nostre dinamiche interne. Siamo un gruppo rock standard di quattro elementi, senza fronzoli, molto diretto ma anche molto dinamico, dobbiamo fare i conti, musicalmente, solo con due chitarre, basso e batteria e la cosa ci piace molto e ci stimola». Quali invece le vostre influenze recenti? «Beh ognuno di noi ascolta varie cose, se dovessimo dare un paio di idee sulle influenze che sentiamo nel disco nuovo diremmo Big Star, Teenage Fanclub, The Jayhawks, Kevin Ayers, Neil Young, The Byrds, certo hard rock americano ma anche Sunny Day Real Estate o Karate, spiritualmente». “Instant Lovers” è uscito ufficialmente martedì 26 maggio. I Sunday Morning lo presenteranno dal vivo (oltre che in versione acustica all’Hana-Bi, vedi pagine 10-11) nel corso di una vera e propria festa (dalle 18) all’ex macello di Gambettola il 14 giugno. (lu.ma.)
di Luca Manservisi Il peccato di questo album è forse quello di aver piazzato quel piccolo capolavoro di “Closer” in apertura, come primo pezzo della tracklist, che poi non si raggiunge più quel livello di immediatezza da vero e prorio instant classic. Il che non non significa che il resto non sia all'altezza, ma è oggettivamente di meno d'impatto. Il disco in questione si chiama Plush and safe ed è a opera del lughese Lorenzo “Nada” Nadalin, che ormai con Lugo non ha più molto a che fare e fa uno strano effetto pure parlarne qui, in una rubrica che si chiama “Romagna in cuffia”. Lui che, come Godblesscomputers, è ormai da almeno un annetto sulla bocca di tutti quelli che qui in Italia si occupano di musica elettronica. Elettronica con l'anima, si dice in questi casi per capirci, ossia una musica calda, che unisce ai beat digitali le voci black, sospensioni ritmiche, campionamenti ma anche strumenti analogici, suoni ambientali e field recording. L’album – il secondo di Godblesscomputers a solo un anno dall’exploit di Veleno che era però come minutaggio ancora quasi un “mini” espanso, con la metà dei pezzi in scaletta rispetto al successivo – è fin troppo di livello, paradossalmente, tanto che forse l’unico suo altro difetto è quello di confondersi un po' tra la produzione (dubstep e dintorni) d'oltremanica. In generale a caratterizzare il disco è un filo conduttore all’apparenza banale: il buon gusto. Buon gusto di Lorenzo nel scegliere i suoni, nel decidere di restare il più possibile minimale, nel calibrare un disco molto ragionato. Buon gusto anche negli ascolti, a occhio e croce, che inevitabilmente lo hanno influenzato. Dal suo passato hip-hop, ora presenza lontana, fino ai fantasmi di Burial, Four Tet, Kruder & Dorfmeister, ma anche le sperimentazioni dei Books o dei Matmos. Il meglio forse l’album lo dà quando il tutto si fa più astratto, lontano dalla forma canzone (seppur a cantare ci sia per esempio anche Francesca Amati), alla ricerca del suono perfetto. In definitiva, lo si sarà capito, una grande conferma.
Osteonecrosi all’anca
La storia di Gianni, guarito grazie a 40 sedute di ossigenoterapia Gianni ha 45 anni, è di Ravenna e non ha mai praticato sport a livello agonistico. Nonostante ciò, lo scorso anno, da un momento all’altro viene colpito da un fortissimo dolore all’anca che lo fa preoccupare molto: non avendo mai sforzato l’articolazione non riesce proprio a capire da cosa sia causato. Nemmeno l’età è una motivazione: a 45 anni non si può certo pensare ad un “acciacco”! Gianni va subito dal medico che gli parla di coxalgia ingravescente, cioè un forte dolore all’articolazione dell’anca che aumenta progressivamente. Dopo un mese di sofferenza, decide di indagare meglio di cosa si tratta e si sottopone ad alcuni esami di approfondimento per capire quale sia la causa del suo dolore. La risonanza magnetica non lascia dubbi: si tratta di osteonecrosi. È ormai il mese di agosto e il medico specialista che sta seguendo Gianni in questo percorso gli suggerisce di contattare immediatamente il Centro Iperbarico di Ravenna per fissare un appuntamento: agendo tempestivamente potrebbe evitare l’intervento chirurgico di ricostruzione dell’anca. Lui non perde tempo: alza la cornetta e ci chiama, vuole capire subito se l’ossigenoterapia può aiutarlo a ridurre l’osteonecrosi e soprattutto a non avere più dolore.
Durante la prima visita, i medici del Centro Iperbarico gli prescrivono un ciclo di ossigenoterapia iperbarica di 40 sedute che Gianni deve fare una volta al giorno, tra il mese di ottobre e quello di dicembre. Nei casi di osteonecrosi la terapia iperbarica è davvero molto utile, sia perché permette di diminuire progressivamente il dolore fino a farlo scomparire, sia perché è una terapia non invasiva che permette di attivare un processo di rigenerazione cellulare e di evitare quindi l’intervento chirurgico. Il protocollo che seguiamo al Centro Iperbarico prevede un primo ciclo di 40 sedute perché le prime 20 servono per ridurre l’infiammazione e sono impostate a 2,5 ATA, mentre le 20 successive sono impostate a 2,2 ATA e servono per ricostruire l’osso. Al termine di queste si valuta se la ossigenoterapia ha già dato i risultati desiderati o se per la persona è necessario iniziare un altro ciclo di terapia. Gianni conclude il ciclo di ossigenoterapia prima di Natale e, come previsto dal protocollo del Centro Iperbarico, dopo un mese si reca dal fisiatra per la visita di controllo: il dolore è completamente scomparso e ha recuperato le funzionalità dell’anca. Anche dalla risonanza a cui si sottopone in mese successivo risulta che la terapia ha avuto massima efficacia: Gianni è completamente guarito! Le visite di controllo dal fisiatra e la risonanza magnetica a distanza di un mese dalla conclusione del ciclo di sedute sono importantissime perché gli effetti benefici dell’ossigeno iperbarico non si esauriscono durante il ciclo di terapia, ma esso continua ad agire positivamente sull’organismo anche nei mesi successivi. Per questo i risultati vanno controllati a distanza di un po’ di tempo e spesso i benefici
maggiori si avvertono proprio una volta concluse le sedute in camera iperbarica. Gianni ora sta benissimo, ha ripreso del tutto le sue attività quotidiane e non ha più avuto problemi all’anca, il periodo di tristezza legato ai momenti di profondo dolore della scorsa estate sono ormai solo un ricordo. A lui va un caloroso abbraccio da parte di tutto lo staff del Centro Iperbarico. Centro Iperbarico di Ravenna via A. Torre 3 - Ravenna tel. 0544 500152 segreteria@iperbaricoravenna.it www.iperbaricoravenna.it www.iperbaricoravennablog.it www.facebook.com/centroiperbarico.ravenna
TEATRO
R&DCULT giugno 2015
13
L’INTERVISTA
Il volo, per raccontare la dignità del lavoro Lo spettacolo del Teatro delle Albe, con Tahar Lamri e Luigi Dadina, che torna sulla tragedia della Macnavi Una tragedia può essere affrontata in molti modi diversi. Può aprire un baratro in cui sprofondare, oppure un varco per innalzare il ragionamento verso nuove e più ampie prospettive. La morte è squarcio nella quotidianità attraverso cui vedere altro. Luigi Dadina del Teatro delle Albe, lo scrittore algerino Tahar Lamri e l'autrice Laura Gambi stanno lavorando alla realizzazione dello spettacolo Il Volo – la ballata dei picchettini, nuovo lavoro firmato Teatro delle Albe e prodotto da Ravenna Festival che andrà in scena il 25 giugno al teatro Rasi di Ravenna. Luigi Dadina e Laura Gambi, da cosa nasce il titolo Il Volo? «Il giornalista argentino Horacio Verbitsky fu il primo a dimostrare i crimini della dittatura argentina con un libro basato sulla confessione di un ex ufficiale. Verbitsky raccontò dei moltissimi ragazzi di sinistra, marxisti e cattolici, che in quegli anni venivano portati in caserma, sedati, caricati sugli aerei e lanciati nel vuoto in mezzo all'oceano. Intitolò questo suo libro-inchiesta Il volo. Questo titolo ci ha molto colpito e abbiamo deciso di riprenderlo per questo spettacolo. Il volo contempla il precipitare, ma anche l'elevarsi verso l’alto. Nello spettacolo i morti continuano a parlarci, a sollecitarci: allora, una tragedia come quella della Mecnavi o quelle avvenute prima e dopo al porto di Ravenna, ci dicono qualcosa di importante sulla nostra città. Parliamo di tutto questo con “leggerezza”, così come la intende Italo Calvino nelle Lezioni americane, in cui dice che “alla precarietà dell'esistenza della tribù – siccità, malattie, influssi maligni – lo sciamano rispondeva annullando il peso del suo corpo, trasportandosi in volo in un altro mondo, in un altro livello di percezione, dove poteva trovare le forze per modificare la realtà». In che modo affronterete un tema così delicato come quello della tragedia della Elisabetta Montanari? «Non sarà un classico spettacolo di teatro civile, né solo di denuncia. Quello che si rischia di fare parlando della tragedia della Mecnavi è di fermarsi a dire “servono più norme di sicurezza” , rischiando di banalizzare un discorso ben più complesso, che ha a che fare con la dignità dell'essere umano in relazione al lavoro. La tragedia è una cosa concreta, ma riguarda anche l’intangibile. Simone Weil diceva “Mi sembra duro pensare che il rumore del vento tra le foglie non sia un oracolo; duro pensare che questo animale, mio fratello, non abbia anima; duro pensare che il coro delle stelle nei cieli non canti le lodi
A sinistra un’immagine della zona portuale di Ravenna. A destra Gigio Dadina e Tahar Lamri, autori, con Laura Gambi, de Il volo.
dell'Eterno”. Noi vogliamo provare a guardare nella direzione di questo eterno». C’è però una forte componente sociale in questo lavoro… «Una volta si parlava prevalentemente di lotta di classe, oggi questo concetto è diventato impronunciabile. Le cose però sono rimaste uguali. Il discorso da affrontare è quello della
«
Il narratore autoctono, Luigi, chiede aiuto allo straniero, Tahar, per leggere la propria realtà
»
distribuzione della ricchezza, che genera conflitti. Se c’è qualcuno oggi che può vivere con un certo stile di vita è perché altri vivono in condizioni disumane. La schiavitù non è stata abolita, è stata solo allontanata dallo sguardo. Sull'Elisabetta Montanari lavoravano in condizioni inumane. Davanti a quella tragedia, a quelle bare, nel Duomo della città, il cardi-
nal Tonini chiuse la sua omelia con queste parole: «Da oggi il sole non è più sole, il cielo non è più cielo, il bianco non è più bianco, niente più ha valore, niente più ha valore». Una domanda a Tahar Lamri: lei è un autore algerino che collabora con il Teatro delle Albe dall'inizio degli anni '90. Mi pare di comprendere che in questo viaggio lei sarà una sorta di guida… «Il viaggiatore, carico di storie e portatore di un altro sguardo, inevitabilmente feconda la società che lo accoglie, specie nei momenti di smarrimento. In questo caso il narratore autoctono, Luigi, chiede aiuto allo straniero, Tahar, per leggere la propria realtà. Luigi chiede aiuto perchè è ossessionato dalle sollecitazioni che gli arrivano dalla lapide/fotografia di Domenico Mazzotti, posta sul muro di un capannone, sotto l'unica gru rimasta in piedi nella Darsena di città. Domenico è morto sul lavoro nel marzo 1947, assieme a Marco Saporetti. Una tragedia avvenuta in marzo, come quella della Mecnavi, quarant'anni dopo». Lo spettacolo sarà strutturato appunto come una conferenza su quel 13 marzo. Come sarà lo svolgimento?
«Lo spettacolo sarà articolato in tre movimenti temporali. Il primo è il tempo del dubbio, in cui Luigi non sa dare un senso alle sollecitazioni di Domenico. Il secondo è il tempo dell’incontro, in cui i nostri narratori ripercorrono assieme la tragedia della Mecnavi, sottraendola alle celebrazioni e ponendola sul piano della coscienza che la città dovrebbe avere di se stessa. Il terzo movimento è il tempo della meraviglia in cui, attraverso il racconto, si è arrivati a una naturale corrispondenza delle cose nel mondo».
Dadina, un ruolo importante lo avranno le musiche, in che modo ci state lavorando? «Nello spettacolo si alternano narrazioni e testi in musica. Abbiamo lavorato sulla ballata, sul blues e sul rap, forme musicali che le classi popolari hanno utilizzato negli ultimi due secoli per comporre i propri canti di protesta. Un parlato ritmato, una base musicale fortemente sincopata: espressioni di protesta, che fanno uso di figure retoriche, ma anche di giochi di parole». Guido Sani
LA RIVISTA TUTTI GLI APPROFONDIMENTI SUL MAGAZINE DEL RAVENNA FESTIVAL L’intervista pubblicata in questa pagina è tratta da Ravenna Festival Magazine, la rivista annuale interamente dedicata a una delle manifestazioni culturali più prestigiose d’Italia che ha il suo cuore a Ravenna, ma si estende a tutta la Romagna. L’inagurazione per esempio è stata a Forlì, con il Rocky Horror Show a fine maggio. La rivista è edita da Reclam, come il Romagna&Dintorni Cult, e distribuita gratuitamente nei luoghi del festival e negli esercizi pubblici del territorio.
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TEATRO
14 CHI SONO ARTISTI NOMADI CHE DANNO NUOVA VITA AI RIFIUTI La Mutoid Waste Company nasce a Londra nel 1986. Il nome stesso della compagnia riassume la filosofia di vita dei suoi componenti: da rifiuti inorganici di diverso tipo quali ferro, plastica, gomma, fibra di vetro, alluminio, rame e ottone prendono vita sculture assolutamente uniche e inconfondibili. Un costante flusso di mutazione accompagna non solo l'ideazione ma la raccolta stessa dei materiali, la tecnica di lavorazione, l'attuazione fino alla rifinitura dei progetti. La Mutoid Waste Company si considera un gruppo di riciclatori capaci di riutilizzare i rifiuti urbani trasformandoli da rottami in opere d'arte. I Mutoid sono essenzialmente nomadi: viaggiano, lavorando in parti diverse del mondo, ciascuno con il proprio particolare stile e campo di applicazione favorito, sempre pronti a lasciarsi trascinare dalla passione di trarre nuove forme da oggetti già ripudiati e proprio per questo pronti ad assumere una nuova e diversissima natura. La trasformazione dei rottami richiede una notevole quantità d'attrezzature, quali flessibili, martelli, saldatrici, trapani, punzoni, rivettatrici, avvitatori, occhiellatrici, chiavi, bussole, pennelli, aerografi, colle, resine, a cui ovviamente si affianca l'esperienza ventennale dei componenti del gruppo, che hanno dato vita alle più svariate creazioni artistiche: sculture, lavori, collaborazioni, installazioni, esposizioni, spettacoli di palco, parate e show di piazza, feste, workshop, costruzioni per il teatro, parchi di divertimento, locali pubblici e costumi per il cinema e per la moda.
SANTARCANGELO
Dal parco Mutonia al festival dei teatri Il collettivo artistico dei Mutoids, a rischio sgombero, ora è salvo. Ecco i progetti futuri I Mutoid di Santarcangelo sono salvi. A comunicarlo lo stesso collettivo di artisti sul web. «Abiamo firmato una convenzione con il comune di Santarcangelo che formalmente riconosce la nostra comunità e il futuro del sito, definendolo Parco Artistico Mutonia», scrivono sulla pagina Facebook nata all’indomani dell’ordinanza di sgombero – ricorda in un recente articolo Repubblica, che qui
citiamo testualmente – che il Comune in provincia di Rimini ha emesso nel 2013 dopo aver perso la causa con un abitante di via Vecchia Marecchia, da anni in guerra con i suoi vicini di casa. I Mutoid vivono a Santarcangelo dal 1991, quando il nucleo della comunità, un gruppo di artisti del riciclo inglesi, si fermò nella ex cava abbandonata a fianco del fiume Marecchia. In questi 25 anni, con le loro
grandiose sculture metalliche, sono diventati parte integrante del paese: per questo la mobilitazione è stata diffusa e sentita. Ora, con la firma della convenzione, non rischiano più. L’amministrazione ha provveduto a regolarizzare con le Soprintendenze la loro presenza, i Mutoid dovranno sistemare e riqualificare alcune aree del campo che diventerà a tutti gli effetti un museo abita-
to e in movimento, un luogo d’incontro aperto ai visitatori 365 giorni all’anno. In programma “nuove iniziative dedicate alla città, come un percorso di opere che collegherà il Parco al centro urbano, una scultura che andrà posizionata su una delle rotonde della città e un progetto, in collaborazione con altri artisti, che sarà inserito in questa edizione del Festival dei Teatri.
TEATRO
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CONTEMPORANEO
COMICO
Un reading nel Borgomarina per il “rovescio del dolore” Martedì 2 giugno si conclude a Cervia la seconda edizione del piccolo festival di teatro contemporaneo dal titolo “Drammi collaterali” che ha visto la partecipazione anche del Teatro delle Albe (con Odisea in mezzo alla Saline). A chiudere l’edizione 2015 sarà “Il rovescio del dolore” di Luigi Socci: una performance a metà strada tra reading e teatro, con le opere del poeta marchigiano che si esibirà sul Borgomarina in occasione di “Cervia a lume di candela”: i mercatini di artigianato artistico faranno da cornice a questa lettura di poesie nella piazzetta dell’obelisco antistante al mercato dei pescatori. Il festival è organizzato dalle associazioni cervesi Pasto nudo e Zirialab.
Paolo Cevoli a Rimini e Cesena Nell’ambito della festa diocesana di Cesena, martedì 23 giugno alle 21, all’interno dei giardini pubblici, dopo il concerto del gruppo cristian-rock “The Sun” ci sarà una serata con il comico Paolo Cevoli, nel chiostro di San Francesco, che porta in scena “La penultima cena”. Cevoli, questa volta con il suo “Paolo Cevoli show” sarà anche a Rimini il 12 giugno al festival del pub Rose&Crown.
RICOSTRUZIONE STORICA A SAN LEO
SI TORNA NEL
1469,
PERFORMANCE AL TEMPO DEL
DUCA
Con il progetto denominato “Al tempo del duca” alla rocca di San Leo (Rimini) si svolge una due giorni di eventi di ricostruzione storica il 5 e 6 giugno. La manifestazione vedrà la ricostruzione della vita nel 1469 all'interno della fortezza animata da soldati, ufficiali e vivandiere, ognuno impegnato nei lavori di tutti i giorni. Si potranno visitare diversi ambienti all'interno della fortezza ricostruiti e riportati all'uso dell'epoca: l'armeria e la polveriera, i dormitori, la sala delle guardie, le cucine e la stanza conestabile. I visitatori della fortezza entreranno così nella storia, non all’interno di una rappresentazione teatrale, ma di una reale situazione dell’epoca ricostruita dai membri dell’Associazione Famaleonis e ricostruttori ospiti da tutta I talia.
LETTURE
DI
ELENA BUCCI
CON INTERVENTI ELETTRONICI LIVE
Martedì 2 giugno alle 21, nella chiesa di San Sebastiano, via Emilia Ponente, a Castel Bolognese (Ra), la compagnia Le Belle Bandiere propone la performance Canto alle presenze leggere, estratti da “In Canto e in Veglia”, una lettura di e con Elena Bucci, cura del suono e interventi elettronici dal vivo Raffaele Bassetti. Il tutto nell’ambito del progetto “Castel Bolognese tra storia e memoria - 70° anniversario della Resistenza e della Liberazione”. A proposito dello spettacolo l’autrice scrive: «Cercando di dare sollievo al dolore delle separazioni, riscopro il valore di affetti, di gesti, di racconti che nessun evento potrà mai portarmi via. Scopro che l’assenza delle persone amate diventa una compagnia soltanto quando smetto di piangere e disperarmi, contemplo il mondo intorno e ascolto il vivere mio e degli altri».
Il programma potrebbe subire variazioni. - Consultate il sito
www.confindustriaravenna.it
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CINEMA
CONTROCINEMA
Biopic, quando la persona diventa personaggio Dai film sui grandi nomi storici al racconto delle vite comuni, anche sull’onda dei vituperati reality di Albert Bucci *
Tra pochi giorni, dal 5 al 15 giugno, si svolgerà a Bologna il BiograFilm Festival, dedicato ai film e documentari biografici. Il film biografico (o biopic, abbreviazione di biopicture) è sempre stato un sottogenere fondamentale del cinema, molto più dell'equivalente letterario della biografia, che di solito, salvo rarissime eccezioni, è associata alla ricerca storica e non alla creatività del romanzo. Il cinema, al contrario, cercò fin da subito di innestare il fascino del “tratto da una storia vera” in una narrazione artistica, soprattutto in film che avessero per protagonisti personaggi storici famosi. In ordine sparso, senza pretese di completezza, dolendomi per le inevitabili dimenticanze: il Napolèon di Abel Gance; la Giovanna d'Arco di Carl Theodor Dreyer; Aleksandr Nevskij di Sergej Eisenstein; il Van Gogh di Brama di Vivere di Vincente Minnelli; Jack La Motta, il Toro Scatenato di Martin Scorsese; Nixon e The Doors di Oliver Stone; il Gandhi di Richard Attenborough; Mohammed Alì di Michael Mann e Malcom X di Spike Lee; J. Edgar di Clint Eastwood; The Social Network di David Fincher; il Lincoln di Steven Spielberg; il Pasolini di Abel Ferrara; A Beautiful Mind di Ron Howard con Russell Crowe, che rese famoso l'appena scomparso matematico John Nash; ecc. ecc. Oltre, naturalmente, alle innumerevoli passioni di Cristo, l'unico personaggio storico sul quale si siano realizzati più film che biografie letterarie convenzionali. Il mio Cristo preferito rimane quello dell'immenso Vangelo Secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini. Dopo Cristo, seguono in gerarchia i santi; tra i quali il più gettonato è San Francesco, e sul quale anche qui prediligo una misconosciuta versione italiana: il dolcissimo Francesco Giullare di Dio di Roberto Rossellini. Arrivati al cinema italiano, è doveroso ricordarne la grande tradizione nei biopic: Salvatore Giuliano e Il caso Mattei di Francesco Rosi, oppure Mussolini: ultimo atto di Carlo Lizzani, e in generale la tutta felice stagione del cinema italiano sulla guerra e sulla Resistenza; fino a Il Divo di Paolo Sorrentino su Andreotti, e Il giovane favoloso di Mario Martone su Leopardi. Una nuova tendenza del biopic degli ultimi anni è quella di narrare le vite di personaggi comuni,
protagonisti di storie vere, mantenendo la fedeltà al dato storico senza stravolgerlo e senza “romanzarlo”, come per esempio nel recente Pride di Matthew Warchus, che racconta di un gruppo di attivisti Lgbt che appoggiarono lo sciopero dei minatori nell'Inghilterra Thatcheriana degli anni '80. Sicuramente questa necessità di rimanere ancorati alla realtà storica è uno degli influssi che ha avuto il documentario sul cinema. Ma mi spingo oltre, riconoscendo che anche il vituperato genere televisivo del reality ha avuto un ruolo fondamentale in questa evoluzione del biopic. Il genere reality, di fatto, parte da persone comuni e le rende personaggi nel narrare le loro storie personali. Ed è proprio questo meccanismo di passaggio dalla persona al personaggio che si è
trasmesso al cinema, spiegando così il crescente successo dei biopic su persone “sconosciute”, in forme narrative sempre più ibride e complesse, come per esempio nel biopic documentario Sacro Gra di Gianfranco Rosi, vincitore di Venezia 2013.
The Name, sulla vita di Amy Winehouse, appena celebrato a Cannes, che sara presentato al Biografilm il 5 giugno e uscirà poi a settembre). The Yes Men Are Revolting su una famosa coppia di attivisti statunitensi che per sensibilizzare sui danni sociali e ambientali prodotti dalle grandi corporation hanno scelto l’arma della satira, fingendosi esponenti di spicco delle multinazionali petrolifere. Eisenstein in Messico del grande regista inglese Peter Greenaway: che racconta del periodo messicano del regista russo Sergej Eisenstein, durante le riprese del suo incompiuto film Que viva
La necessità di restare ancorati alla realtà storica è uno degli influssi che ha avuto il documentario sul cinema
Alcune mie segnalazioni sui prossimi biopic in arrivo tra giugno e settembre: L'inglese Amy – The Girl Behind
Mexico! sulla rivoluzione messicana. Louisiana (The Other Side) di Roberto Minervini: biopic documentario sui reietti abitanti della Louisiana, persone allo sbando che vivono in un cupo terzo mondo americano, la versione documentaria di True Detective. E poi, a settembre, preparatevi per Janis: Little Girl Blues su Janis Joplin; e Steve Jobs di Danny Boyle, interpretato da Michael Fassbender e Kate Winslet. * Albert Bucci (Ravenna, 1968) è direttore artistico del Ravenna Nightmare. È stato docente di Sceneggiatura e Tecniche della Narrazione presso la Università Iulm di Milano, e produttore esecutivo di spot pubblicitari televisivi. Possiede anche una laurea in Fisica Teorica. Il suo vero nome è Alberto, ma in effetti è meglio noto come Albert.
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L’INTERVISTA
Sinibaldi: «A Forlì per parlare di cultura e lavoro» A colloquio con il direttore di Radio 3 che dal 5 al 7 giugno farà resta nella città romagnola portando scrittori, attori, giornalisti La radio è un suono, o meglio un impasto sonoro che avvolge l’ascoltatore con parole, voci e musiche e lo conduce in un mondo che ognuno può immaginare come vuole. La radio per definizione non ha immagine, talvolta però la radio esce dal buio per uscire in strada e conoscere i propri ascoltatori. Dal 5 al 7 giugno Radio 3, uscirà dagli studi e scenderà in piazza a Forlì. Abbiamo parlato con Marino Sinibaldi, direttore di Radio3 (nella foto di Davide Baldrati a Ravenna a fine maggio per Scrittura Festival, dove ha intervistato David Grossman). Una radio che si vede, è un bel paradosso? «Noi spesso facciamo dirette in esterno, recentemente siamo stati anche al Salone del Libro di Torino, anche se credo che da un lato vedendo la radio qualcosa si perda sempre. Non perché siamo brutti, ma si perde l’incanto. Adesso vanno molto le webcam nelle radio, che è stato un modo per farle entrare in rete… Il web è ovviamente il futuro della radio, ma questa è anche qualcosa di misterioso. Senza immagini c’è solo musica e discussione. Quella che faremo a Forlì invece sarà una festa degli ascoltatori di Radio3, dove conoscerli e farci conoscere». Spesso su Radio3 raccontate le realtà locali dell’Italia, cosa racconterete di Forlì e della Romagna? «L’Italia è composta di molte culture. Fortunatamente in Italia non c’è una capitale che ha una schiacciante egemonia culturale - e lo dico da romano - ma sono vive forti realtà culturali locali. Questa sarà una immersione nella cultura romagnola, che non è la piadina come possono pensare ascoltatori lontani da qui. Parleremo della cultura del lavoro che è molto radicata in Romagna. A Forlì c’è un museo straordinario, e poco conosciuto, sul lavoro. Tra gli anni ’40 e ’50 Giuseppe Verzocchi chiese ai più grandi artisti di quel periodo un’opera sul tema del lavoro per la sua collezione. Stiamo parlando veramente di grandi artisti come Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Felice Casorati e Carlo Carrà. Si chiama Galleria Verzocchi ed è vicino alla istituzione museale della città, San Domenico. Partiremo da quei quadri per il nostro viaggio. Poi ospiteremo anche cose “nostre” come i ragazzi di Scampia di Punta Corsara che sono per altro nati grazie a un laboratorio teatrale molto romagnolo, quello tenuto a Scampia da Marco Martinelli del Teatro delle Albe. Ci sarà l’Orchestra di Piazza Vittorio, Diego Abatantuono, Riccardo Iacona che parlerà di lavoro e molti altri amici di Radio3». Quando è nato il cinema hanno detto che la radio sarebbe morta, quando è nata la televisio-
IL PROGRAMMA DA ABATANTUONO ALL’AVALLONE, FINO A MAGGIANI Venerdì 5 giugno 14.30 - 15 Piazza Guido da Montefeltro, Alza il Volume - conduce Valerio Corzani: John De Leo “JDL Grande Abarasse Orchestra” 15.10 - 16.00 Piazza Guido da Montefeltro, Fahrenheit - conduce Marino Sinibaldi: Cibo e lavoro, troppo o troppo poco? con Massimo Montanari, Don Pasta e Marino Niola 16.10 - 16.45 Piazza Guido da Montefeltro, Radio3 Scienza - conduce Rossella Panarese. Conversazione con Edoardo Boncinelli 17 - 18 Chiesa di San Giacomo Apostolo, Il Teatro di Radio3 - conduce Antonio Audino: Artusi Remix, Viaggio nella cucina popolare italiana di Daniele De Michele “Don Pasta” cucina e voce narrante 19 - 19.50 Chiesa di San Giacomo Apostolo Concerto – conduce Stefano Roffi Alti e Bassi 21.30 - 23.00 Piazza Guido da Montefeltro, Il Teatro di Radio3 - conduce Antonio Audino: Il mondo corre con Eugenio Bennato e la Compagnia teatrale Punta Corsara Sabato 6 giugno 2015 9 - 9.45 Chiesa di San Giacomo Apostolo; Lezioni di Musica - conduce Luca Mosca/ Il sesto Quartetto di Béla Bartók; Quartetto Foné 10.15 - 10.45 Piazza Guido da Montefeltro, File Urbani – conduce Valerio Corzani: Casadei Secondo Me, Simone Zanchini Quartet 11.10 - 11.40 Piazza Guido da Montefeltro Tutta la città ne parla – conduce Pietro Del Soldà Dalla Caveja all'Electrolux 12 - 13 Chiesa di San Giacomo Apostolo, Il Concerto del mattino - conduce Marco Mauceri Roberto Cominati, pianoforte 15 - 16 Chiesa di San Giacomo Apostolo Il Teatro di Radio3 - conduce Antonio Audino Cartongesso: Reading in forma scenica con Mirko Artuso, Giuliana Musso, Patrizia Laquidara e la Piccola Bottega Baltazar
«L’Italia è composta da molte culture, non c’è una schiacciante egemonia della capitale, e lo dico da romano» ne hanno detto che la radio sarebbe morta, quando è arrivato internet hanno detto che la radio sarebbe morta. La radio invece sta ancora benissimo, anche se ha mutato più volte pelle. Come è cambiato il modo di fare radio da quando ha iniziato? «Il rapporto con la rete è la cosa che ha stravolto di più questo lavoro. Quando ho iniziato ad ascoltare la radio esisteva solo Radio 3, attraverso la radio scoprivamo tutto: la musica, i libri... I ragazzi brillanti e con molti interessi oggi hanno la possibilità di scoprire attraverso moltissimi altri canali. Questo è stato uno shock forte per le radio, che hanno attraversato
una grave crisi di identità, ma credo che questo shock sia anche una grande opportunità. In qualche modo siamo più liberi, perché siamo sollevati dalla responsabilità di far sentire certe cose, che comunque arrivano alle persone per altri mezzi. Quindi possiamo osare di più e far scoprire cose diverse. Le radio oggi devono avere un’identità più forte di un tempo, gli ascoltatori sanno che su Radio3 sentono cose che possono sentire solo qui. Dall’altra parte si deve sfruttare la rete per connettere tra loro storie, come stiamo facendo con il progetto Wikiradio, una specie di enciclopedia radiofonica». Matteo Cavezzali
16.10 - 16.45 Piazza Guido da Montefeltro Fahrenheit - conduce Marino Sinibaldi: Raccontare il lavoro con Silvia Avallone, Edoardo Camurri, Riccardo Iacona, Maurizio Maggiani 19.10 - 20.00 Piazza Guido da Montefeltro Hollywood Party – conducono Steve Della Casa e Dario Zonta: Il cibo dei divi, Conversazione con Diego Abatantuono 21.30 - 23.00 Piazza A. Saffi, Concerto – conduce Valerio Corzani: Orchestra di Piazza Vittorio Domenica 7 giugno 2015 9.00 - 9.45 Chiesa di San Giacomo Apostolo, Lezioni di Musica - conduce Luca Mosca: L'ottavo Quartetto di Dmitri Shostakovich, Quartetto Foné 10.15 - 10.45 Piazza Guido da Montefeltro, File Urbani - conduce Valerio Corzani Sacri Cuori 11.00 - 11.30 Piazza Guido da Montefeltro, Hollywood Party - conducono Steve Della Casa e Dario Zonta: Storie di uomini in fabbrica, Conversazione con Mimmo Calopresti 11.30 - 12.00 Piazza Guido da Montefeltro, Il Teatro di Radio3 - conduce Antonio Audino: Di ferro e di fuoco con Ivano Marescotti 12.00 - 13.00 Chiesa di San Giacomo Apostolo, Il Concerto del mattino - conduce Marco Mauceri, Flos Florum
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L’EVENTO
Rimini: giovani lettori alla riscossa Torna il festival dedicato agli over 11 con i grandi nomi italiani e stranieri: da Silei a Larsson Unico nel suo genere, “Un mare di libri” è un festival letterario dedicato a giovani lettori nella fascia che va dalle scuole medie al liceo. A Rimini quest’anno dall’11 al 14 giugno tornano tre giorni con incontri, spettacoli, feste, premiazioni che vedranno protagonisti i grandi nomi della letteratura per ragazzi e non solo. Dal Teatro degli Atti alla biblioteca Gambalunga al Palazzo del Podestà, dal Museo della Città fino a Castel Sismondo e alla cineteca Comunale, sono decine gli appuntamenti (su prenotazione, prezzo medio per ogni ingresso di tre euro, ma alcuni eventi sono gratuiti, per ogni informazione e prenotazione consultare il sito www.maredilibri.it). I temi trattati sono tra i più vari e vanno dall’attualità più complessa al puro piacere della narrazione. Tra gli ospiti di spicco, ad affrontare il tema del razzismo c’è Tahar Ben Jalloun (venerdì 12 giugno e sabato 13 insieme a Igiaba Scego), ma si parlerà anche di mafia con Alessandro D’Avenia, autore anche del recento Ciò che inferno non è, in un incontro dedicato a Pino Puglisi, prete ucciso dalla mafia nel 1993. Per gli amanti dell’avventura, da non perdere l’incontro con un autore famoso in tutto il mondo per aver fatto rivivere Jules Verne e cioé Bjorn
Un’effigie del pirata John Silver, protagonista del romanzo di Bjorn Larsson, ospite a Rimini. A destra Fabrizio Silei, vincitore del prestigioso premio Andersen 2014.
Larsson, l’autore svedese del fortunato La vera storia del pirata Long John Silver, romanzo che narra la storia immaginaria di uno dei personaggi del
Oltre quaranta eventi tra incontri, reading, feste e spettacoli
romanzo L'isola del tesoro, raccontata in prima persona in un manoscritto nei suoi ultimi giorni di vita (venerdì 12 giugno alle 18). Due le lezioni sui generis per gli incontri “Alla lavagna!” e scoprire come anche la matematica può essere divertente, con Anna Cerasoli, e addirittura il latino, domenica mattina con Daniel B. Gallagher. Spazio anche alla scienza con i ragazzi del gruppo ToScience. Focus anche sulle biografie dei grandi come Ernesto Che Guevara e Nelson Mandela, con due incontri ad hoc. Per i più grandicelli (a partire dai 15 anni) spicca l’incontro con Alessandro Mari autore di L’anonima fine di Radice Quadrata intervistato dallo scrittore riminese Marco Missiroli, ai vertici delle classifiche per un libro che racconta la formazione sentimentale e sessuale di un ragazzo. E a proposito dei big della letteratura italiana, sempre domenica 14 giugno, alle 18, sarà Andrea Vitali che racconterà le gesta di un personaggio mitologico, Prometeo, mentre alle 16 il protagonista è Fabrizio Silei noto e apprezzato autore che nel 2014 ha vinto il premio Andersen come migliore autore per ragazzi. Letture e spettacolo animano le serate del festival: si comincia il venerdì con l’attrice Marina Massironi che legge L’evoluzione di Calpurnia al teatro degli Atti, mentre il sabato sera, sempre alle 21 sempre al teatro degli Atti, andrà in scena un vero e proprio
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LIBRI
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21 SCRITTURE DI FRONTIERA
spettacolo di Giorgio Scaramuzzino dal titolo (Non) voglio andare a scuola sul privilegio dei ragazzi occidentali di poter studiare. Contemporeanemente, alla biblioteca Gambalunga ci sarà invece Guido Catalano con un monologo-reading dal singificativo titolo: Se non ti piace la mia poesia alzati e vattene. A seguire, alle 23, ancora di guerre, profu-
ghi, catastrofi che riguardano oggi tante parti del mondo si parlerà nel reading (a ingresso libero) con Alessia Canducci che legge brani di Immagina di essere in guerra di Janne Teller. L’evento di chiusura, domenica sera, prima della festa in piazza Cavour alle 23, è affidato a Fabio de Luigi che legge Beatles, un romanzo di formazione dell’auto-
L’EVENTO
Doppio appuntamento con il Sherlock di Peacock Tra gli ospiti internazionali di “Un mare di libri” c’è anche Shane Peacock, canadese, l’autore della fortunata serie di romanzi sulla giovinezza di Sherlock Holmes vincitore di molti prestigiosi premi internazionali. Peacock sarà a Rimini sabato 13 alle 11.30 alla sala dell’Arengo e a Marina di Ravenna, domenica 14 giugno, per un’anteprima del festival GialloLuna Neronotte che si svolge a Ravenna nel mese di settembre. In questo caso l’appuntamento è alle 18.30 al bar Timone per un aperitivo con l’autore.
re norvegese Lars Saaybe Christensen che racconta i Fab Four. A seguire musica degli Elp, band riminese. Sono in tutto una quarantina gli appuntamenti tra autori, traduttori (ebbene sì, ci sarà anche un incontro con alcune traduttrici tra cui la voce italiana di Harry Potter), cacce al tesoro, letture e momenti dedicati ai libri. Il festival si apre con un evento speciale giovedì 11 giugno alle 16.30, alla Biblioteca Gambalunga: un incontro sulla lettura da giovani con James Lecesne, autore del celeberrimo Trevor, cortometraggio da Oscar sull’omosessualità da cui è stato tratto un libro pubblicato in Italia da Rizzoli, e Giusi Marchetta, autrice di “Lettori si cresce”, modera Alice Bigli Insomma, si tratta di un vero e proprio Festival di letteratura a misura di ragazzi nato nel 2008 da un’idea delle libraie della libreria Viale dei Ciliegi 17 di Rimini che, si legge sul sito, da «appassionate frequentatrici di festival ed eventi letterari, sognavano da tempo di realizzare un festival che fosse dedicato specificatamente ai ragazzi più grandi» e hanno così ideato “Mare di Libri” e presentato il loro progetto a Beatrice Masini, editor Rizzoli, che ha condiviso il loro entusiasmo. Grazie alla collaborazione con la casa editrice Rizzoli “Mare di Libri” è diventata realtà. Nel marzo 2008 è stata fondata l’Associazione Culturale omonima che gestisce completamente il Festival.
Igiaba Scego, Tahar Lamri e Wu Ming a Lido Adriano Torna la Festa della Repubblica al Cisim di Lido Adriano a Ravenna, tra teatro, parole, incontri. Si comincia lunedì 1 giugno alle 18.30 con la non-scuola del Teatro delle Albe e lo spettacolo Hansel e Gretel con i bambini della scuola elementare Iqbal Masih. Il 2 giugno alle 17 si inaugura il mosaico su disegno di Dissenso Cognitivo dai ragazzi del centro Agorà, si prosegue con vari appuntamenti fino alle 21.30 con il concerto dei laboratori di rap. Mercoledì 3 giugno dalle 18.30 si parla invece di “Scritture di frontiera” con gli scrittori Tahar Lamri e Igiaba Scego su migrazioni, culture e letterature e, alle 21, gli ospiti saranno Wu Ming 2 & Contradamerla con Surgelati – Opera a 10 mani per scrittore e gruppo rock. Alle 22.30, concerto di Vinsanto, progetto solista di Bruno Orioli. In collaborazione con Scrittura Festival e Festival delle culture.
AGENDA A RUSSI
SI PARLA DI LIBERTÀ DI PAROLA
Alla Rocca di Russi il 12 giugno la Uaar organizza la propria festa provinciale con un programma incentrato sulla libertà di parola e di satira. A partire dalle 18 interverranno: Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini (fumettisti e scrittori, Ravenna), sul rapporto tra fumetto e libertà d'opinione. Alle 19.30, Roberto Magnani (attore del Teatro delle Albe, Ravenna), sulla fede dell'attore; alle 20.30, Gaetano Alessi e Massimo Manzoli presenteranno il libro Periferie: Terre Forti.
LE PAROLACCE DI LEOPARDI E I RITRATTI DI ROMAGNOLI A LUGO Tra gli appunti di giugno del Caffé letterario di Lugo, si segnala lunedì 8 giugno, alle 21, all’Hotel Ala d'Oro l’incontro con Giuseppe Antonelli autore di Comunque anche Leopardi diceva le parolacce (Milano, Mondadori, 2014), introdotto da Licia Corbolante, per parlare dello stato di salute della lingua italiana. Mercoledì 10 giugno, invece, alla stessa ore e nello stesso posto ci sarà Vittorio Emiliani autore di Romagnoli e Romagnolacci, più di cento ritratti di quei romagnoli che l’autore ha conosciuto o incrociato come Sergio Zavoli, Tonino Guerra, Marco Pantani, Arrigo Sacchi, Serafino Ferruzzi, Raul Gardini, i tanti Mussolini.
Accademia di Teatro Musicale Parola, Canto, Musica, Danza
Con il contributo di
Con il patrocinio di
COMUNE DI RAVENNA
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ARTE LA MOSTRA
di Serena Simoni
Da qualsiasi punto della Romagna si parta, vale sicuramente la pena coprire la distanza fino la bella mostra allestita presso la sede del Padiglione delle Feste delle Terme di Castrocaro, un edificio esteticamente interessante costruito durante il Ventennio. “Modernità del disegno tra Romagna e Toscana 1880-1914” è l’esposizione progettata da Paola Babini, coordinatrice didattica dell'Accademia di Belle Arti di Ravenna, e curata insieme a Beatrice Sansavini, responsabile delle attività culturali del Padiglione: il percorso allestito si snoda attraverso 120 opere - prevalentemente disegni, ma anche dipinti - che mantengono come epicentro Firenze, uno dei maggiori poli di attrazione culturale per gli artisti attivi fra la fine dell'800 e la prima guerra mondiale. Divenuta ufficialmente capitale nel settembre 1864, un anno dopo la città toscana aveva visto l'insediamento del Parlamento in Palazzo Vecchio: l’avvenimento era stato salutato dalle coincidenti celebrazioni del sesto centenario di Dante, ma già tre anni prima la preferenza accordata alla città toscana rispetto a Torino si era concretizzata con l’inaugurazione della Grande Esposizione Nazionale. La fiera delle migliori produzioni italiane fra agricoltura, industria artigianato e arte aveva garantito un forte afflusso di artisti da tutte le regioni, per mettere in mostra i loro lavori. In un periodo di ricerca delle radici nazionali, Firenze poteva garantire il valore dell'arte italiana in quanto culla di grandi maestri e sede della prima Accademia artistica italiana (1563), trasformata duecento anni dopo nella rinomata Accademia di Belle Arti. La città aveva quindi visto crescere la sua
Nel disegno, la ricerca della modernità tra Firenze e la Romagna EVENTI COLLATERALI LA MOSTRA DI BOLDINI FINISCE CON CONCERTO AI MUSEI DI SAN DOMENICO In occasione della chiusura delle mostra dedicata a Boldini domenica 14 giugno alle 20.30 si terrà Madame la Harpe, concerto con i solisti dell'Orchestra Maderna: Davide Burani, arpa, Antonio De Lorenzi, direttore, nella sala Refettorio dei musei di San Domenico dove è allestita la mostra, piazza Guido da Montefeltro 12. Ingresso libero. Il 5 giugno invece, alle 21, ci sarà lo spettacolo “Donne nella Belle Époque” con la compagnia Emporio del Sale Direzione artistica: Moira Cappilli Nuovo Teatro dei Sozofili - piazza Berlinguer (ex Filandone) - Modigliana a cura dell'Associazione Big Ben.
Nelle immagini da sinistra: Silvestro Lega, Signora in giardino a Poggio Piano, disegno su pagina di taccuino, collezione privata; Angelo Torchi, Bambinaie alle cascine, matita contè su carta, collezione Mandolesi Folli, Rimini; Domenico Miserocchi (detto “Il Pompiere”), caricatura acquerellata su carta, collezione privata, Ravenna.
A Castrocaro una bella mostra
nella sede del Padiglione delle Feste delle Terme, edificio architettonicamente interessante
reputazione attraverso mostre e celebrazioni, e se la fama della sua scuola poteva garantire l’ossequio alla tradizione grazie all’insegnamento della pittura storicista e classicheggiante, anche i refusée dell'epoca potevano trovare una loro dimensione creativa: bastava un caffé - come il Michelangelo in via Larga, a poca distanza dalla stessa Accademia - per incontrarsi e decidere avventure creative più al passo con la modernità. Una delle due stanze del Michelangelo, fin dal 1848 frequentato da artisti e rivoluzionari, ospitò poco più tardi il gruppo dei Macchiaioli, forse l’unico gruppo italiano in grado di competere con le esperienze realiste d’Oltralpe. Intorno a Giovanni Fattori, Telemaco Signorini e al critico Diego Martelli, si radunarono artisti da varie parti d'Italia, prima fra tutte la Romagna. In mostra sono allora alcuni disegni dei grandi protagonisti della pittura di macchia – a cui occorre aggiungere quello romagnolo di Silvestro Lega –
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che permettono di comprendere le novità di una ricerca condotta sul reale e all'aria aperta. Nonostante la tecnica disegnativa non possa ovviamente riflettere quella pittura di macchia che eliminava il chiaroscuro e si affidava al contrasto netto di colori puri per creare zone di ombra e luce, è lo stesso possibile comprendere i principi di una ricerca condotta all'esterno degli studi, cogliendo la realtà con la freschezza di tratti abbreviati. Pochi tratti incisivi a penna rendono infatti chiara la poetica di Giovanni Fattori applicata ad un disegno che ritrae i suoi soggetti preferiti, soldati e cavalli. Le zone in luce emergono semplicemente dalla carta in contrasto con brevi tratteggi che delineano le aree in ombra, mentre un tratto preciso, non continuativo, delinea le figure. La bravura dell'artista sta nel suggerire la tridimensionalità grazie a poche linee che si allineano per velocità di esecuzione ai bozzetti realizzati dal vero. La stessa velocità esecutiva di dise-
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gno appuntato su studi dal vero è la caratteristica che si nota anche nelle matite su carta di Telemaco Signorini. A differenza di Fattori, i suoi tratti appaiono più decisi, più netti, riprendendo in linee parallele i contorni e ispessendosi nel creare le ombre, in modo da far emergere quei contrasti netti di luce e ombra che interessavano il gruppo della macchia. Questo segno nervoso, dilatato, appare caratteristica comune anche nei disegni di Silvestro Lega, il primo romagnolo a distinguersi
contesto. Fra i tanti epigoni dei Macchiaioli ci sono molti romagnoli fra cui emerge Giuseppe Rambelli, nato a Bagnacavallo e allievo di Fattori a Firenze. Introdotto nella buona società fiorentina grazie all'amico Gamberini e signora, ne diviene il ritrattista ufficiale pagando pegno per una pittura che doveva incontrare i gusti di quel pubblico. Per questi motivi la sua produzione più interessante appare proprio quella dei disegni, più estemporanea e meno
nel gruppo di Martelli: mentre si studiano in mostra i suoi disegni sintetici occorre quasi sforzarsi per riconoscere lo stesso autore dei dipinti più famosi, dove la tecnica sembra antitetica per controllo e precisione delle figure e del
esposta ai solleciti dei committenti, mentre la pittura ufficiale guarda al presto di Boldini, di cui Rambelli evita fortunatamente tutte le stucchevolezze. Proprio di Giovanni Boldini - la star a cui Forlì dedica una mostra in San
Domenico, a cui si collega strettamente questa esposizione – si vede a Castrocaro una Testa di signora a matita grassa, probabilmente databile già agli anni maturi del soggiorno parigino visto il tratto energico e la stereotipia fisiognomica. Per quanto interessante, sono proprio questi i caratteri che marcano la grande distanza del pittore ferrarese dal gruppo toscano, a cui aveva aderito in gioventù, rimproverati dagli stessi amici di un tempo. Altrettanto distante, se pure amico e frequentatore di Lega, è Arturo Moradei, una figura importante nel panorama artistico ravennate, città in cui viene ad insegnare dal 1870, lasciando Firenze dove era nato. La sua prima formazione accademica costruita sulla pittura di storia non cede molto alle novità dei colleghi Macchiaioli, non fosse per un impianto realista che evita denunce sociali, analisi di interni borghesi o paesaggi basati sui contrasti netti di luce e colore. Piuttosto la sua produzione vira sui ritratti – aderenti al vero, ma evitando qualsiasi introspezione psicologica – cedendo spesso alla pittura di genere, delicata, divertente e perdonabile solo in virtù di un'ottima capacità tecnica. È proprio questa grande esperienza e una forte predisposizione all’insegnamento che attiva per lunghi anni nell'Accademia di Ravenna a far sì che egli diventi una figura di riferimento per molti artisti locali, da Domenico Miserocchi e i due fratelli Guaccimanni a Edgardo Saporetti. Gli allievi imparano dal maestro una discreta qualità tecnica e la predisposizione per ritratti e figure di genere, ma c'è chi poi prenderà una strada propria approfondendo lo studio di Fattori e confrontandosi con altre esperienze tramite lunghi viaggi come Vittorio Guaccimanni, chi invece attraverserà la sponda divisionista come il Pastorino, di
cui in mostra sono anche alcune belle caricature. Fra i protagonisti di questa epoca non potevano mancare gli artisti faentini fra cui Giuseppe Ugonia, Publio Zanelli, Riccardo Gatti e Orazio Toschi. Tutti sostano a Firenze, ma ancora tutti si raccolgono a Faenza intorno alla figura carismatica di Domenico Baccarini, fondatore di un circolo che mette in moto discussioni e confronti sulla cultura e l'arte. Ormai lontano per generazione dalla possibilità di attinge-
re al realismo macchiaiolo, Baccarini esprime un'altra epoca, altre tensioni. La formazione accademica a Firenze gli permette una sicurezza di segno invidiabile e il passaggio storico al Simbolismo lo spinge a un disegno for-
temente emotivo, sia che si esprima nella dolcezza del pastello che nelle tensioni del carboncino. Fra gli artisti debitori di una formazione fiorentina vanno infine ricordati Silvio Gordini e Angelo Torchi. Il primo, nato a Russi nel 1849 si forma a Bologna e si perfeziona in Accademia a Firenze, ottenendo alla fine degli anni '80 una cattedra nell'Accademia del capoluogo emiliano e l'avvio di una brillante carriera parallela come decoratore e scenografo. In mostra sono alcuni suoi disegni – già esposti in passato a Russi, dove gli è stato dedicato un doveroso tributo – che rendono merito alla sua grande maestria tecnica, capace di rendere con sorprendente freschezza paesaggi, dettagli architettonici o semplici fiori. Le fotografie del catalogo, con interventi critici di vari autori, faticano a rendere giustizia ai suoi disegni acquerellati che vanno assolutamente visionati dal vero. Altrettanto delicato è il segno di Angelo Torchi, nato a Massa Lombarda nel 1856 e trasferitosi giovanissimo a Firenze con la famiglia per poter terminare i suoi studi. Interessanti i paesaggi eseguiti a matita, tratti in Toscana ma anche nella nativa Massa, dove Torchi frequentemente ritorna, che segnano il passaggio da una interpretazione realista ad una visione più fluida e filamentosa sulla scia dei Divisionisti, fino all'approdo di un segno semplificato per masse e chiaroscuri, secondo le direttive della pittura postimpressionista, vista direttamente a Parigi. Modernità del disegno tra Romagna e Toscana 1880-1914 - Castrocaro Terme, Padiglione delle Feste - fino al 28 giugno 2015 - apertura sabato e domenica 10-18, gli altri giorni su prenotazione telefonando al 0543 767114 ingresso gratuito
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FORMAZIONE
L’Accademia di Rimini? Molto fashion La tradizione della moda è molto radicata nella città di Fellini. La voce di una ex studentessa oggi a Melbourne Il nostro viaggio tra le occasioni formative nell’ambito delle vocazioni artistiche tocca oggi la spiaggia di Rimini. No, non quella degli ombrelloni a pioggia e delle piadinerie a strisce: esiste dietro la spiaggia una città che produce cultura visiva, che ha una tradizione importante nell'ambito in particolare della moda. Viene dall'epoca del merletto e del ricamo: lo segnalava già Elisa Ricci, moglie del più noto Corrado Ricci e grande storica di quest’arte, che in Romagna c’erano tesori inesplorati. Ora ovviamente tutto è mutato: ma questo scorcio storico ci permette di capire che il corso di Design indirizzo Fashion non è un vezzo da Accademia paritaria. Nata nel 2001 come sezione distaccata della LABA di Brescia, l’Accademia riminese si concentra sulla progettazione artistica d’impresa. Oltre al Design, la Fotografia e il Graphic Design sono i percorsi triennali legalmente riconosciuti che si possono scegliere. La sede è vicinissima alla stazione, comoda quindi anche per i pendolari, e la sua organizzazione, molto improntata alla costruzione di gruppi classe non troppo numerosi e all'utilizzo di device individuali, ricorda alcune accademie di stampo anglosassone dedicate alle arti applicate. Non ci sono le lauree specialistiche, ovvero i corsi biennali successivi al triennio, ma si può accedere a
quelli di qualsiasi altra Accademia. C’è invece un Master in Fashion System Design: un percorso più breve e più prettamente professionalizzante All’Accademia insegnano docenti giovani, ma già affermati, come il giovane designer cesenate Cannolicchio, e anche docenti che hanno fatto la storia di altre accademie come il pittore Vittorio d’Augusta. Vincenzo Izzo, che proviene da Ravenna e che qui ha dato avvio alla sua carriera, insegna da anni tra la città di Fellini e Perugia. Ci sono molti studenti che da altre città limitrofe prediligono Rimini, anche da città in cui operano altri istituti formativi: piace lo stile professionale, l'attenzione individualizzata allo studente, l'ambiente quasi scolastico, da classe, eppure aperto alle sinergie con il territorio. Anche se ovviamente essendo un'Accademia paritaria la retta è più salata di quelle del accademie pubbliche. Margherita Golfarelli, ex studentessa della Laba di Rimini e ora a 30 anni parte della diaspora creativa in Australia , ci racconta così la sua esperienza: «Come in molti altri ambienti l’esperienza la fanno le persone: ai tempi sono stata fortunata ad avere non solo docenti che ti spronavano a sperimentare e accogliere il fallimento come parte del processo di creazione, ma anche una serie di studenti che venendo da background diversi ti ispiravano
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DELLE ARTI A
CERVIA
SUL CANALE
Dal 26 al 28 giugno l’appuntamento estivo dedicato all’arte contemporanea, ai laboratori per bambini, alle arti visive torna nella cornice del Porto Canale di Cervia trasformando il piazzale dei Salinari in uno spazio denso di atmosfere, tra pittori, scultori, mosaicisti. Oltre 70 artisti che creano in diretta, a terra o sul cavalletto come in un grande atelier a cielo aperto, mentre i bambini sperimentano diverse espressioni artistiche nei laboratori a loro dedicati, tra colori, pennelli e matite.
Le foto, ispirate evidentemente al Caravaggio, costituiscono l’esito del progetto didattico condotto dai docenti di Fotografia, Storia dell’Arte, Pedagogia dell’Arte e Teoria della Percezione della LABA di Rimini. Il progetto multidisciplinare è documentato dal catalogo “Scatti Caravaggeschi” edito dalla casa editrice Guaraldi.
RAVENNA ULTIMI GIORNI PER LA MOSTRA IL AL MUSEO DI RAVENNA
BEL PAESE
Chiude il 14 giugno la mostra del Mar - Museo d'Arte della città di Ravenna "Il Bel Paese. L’Italia dal Risorgimento alla Grande Guerra, dai Macchiaioli ai Futuristi". Dedicate alle bellezze dell'Italia nel periodo storico compreso tra l'epopea risorgimentale e la Prima Guerra Mondiale, le sezioni della mostra raccontano il Paese dal punto di vista naturalistico ma anche sociale e culturale. Esposti dipinti di Induno, Fattori, Lega, Guaccimanni, Caffi, Bianchi e Segantini ma anche opere di artisti stranieri come Turner, Crane, Corot, Boudin. Ogni venerdì sera visita guidata e aperitivo, ogni sabato, visite guidate e laboratori pensati appositamente per i più piccoli.
e coinvolgevano costantemente. Il corso di Storia dell’Arte è stato il primo a fondare le basi per l’approccio metodologico a una ricerca che va a fondo alle questioni (non solo d’arte) e che porto tutt’ora con me nel mio lavoro. Il corso di Graphic Design più che andare troppo sul tecnico, mi ha permesso di spingere il modo di trovare e realizzare idee oltre il semplice fatto estetico». Margherita però è consapevole che ci possono essere difficoltà:
«Nell’insieme la mia è stata un’esperienza molto bella, ma mi rendo conto che chi non è molto determinato o ha chiarezza in cosa vuole fare, alla Laba ci si può perdere un po' per strada. Bisogna quindi avere le idee chiare e non andare a tentoni. Io dopo la triennale sono andata a Milano e poi 6 anni a Londra dove ho fatto l’illustratrice e la graphic designer. Ora sono a Melbourne dove faccio la designer on the go, e qui si può fare!» E quando le chiedo
quali sono le cose più importanti del clima riminesi non esita: «Sei molto seguito,non sei un numero, e hai la possibilità di partecipare a lezioni con studenti di altri corsi e migliorare l'approccio multidisciplinare». E il lavoro fotografico che correda questo articolo conferma sicuramente questa linea. Per maggiori informazioni http://accademia.rimini.it. Su Margherita Golfarelli http://apricot-juice.com Elettra Stamboulis
CESENATICO TENDE AL MARE NELLA SPIAGGIA LIBERA PER UNA MOSTRA A CIELO APERTO Sulla spiaggia libera antistante Piazza Andrea Costa di Cesenatico torna la XVIII edizione delle Tende al mare. Si tratta di una mostra a cielo aperto che tanto successo ha riscosso le scorse estati con le opere, fra gli altri, di Dario Fo, Tinin Mantegazza, Tono Zancanaro, Lele Luzzatti, Bruno Munari, Tonino Guerra, Ilario Fioravanti e Gek Tessaro.La mostra sarà allestita dal 25 giugno fino al 6 settembre. Ingresso gratuito. Visitabile tutti i giorni dalle 8 alle 20.
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ENOLOGIA
Bursôn, quel vino di gran carattere che ha radici nella Bassa Romagna di Fausto Piazza
nella comunità bagnacavallese dalla tradizione, per la ricorrenza di San Martino, di portare all'osteria o al bar il risultato della propria vendemmia, per un assaggio collettivo... E puntualmente il vino di Bursôn risultava il più buono e apprezzato. Non solo, i contadini chiedevano a Longanesi i “bacchetti”, le talee della vite, per coltivare anche nei loro poderi questa vite dai frutti talmente buoni. Così il vitigno si diffuse oltre i confini dei terreni di Longanesi. Naturalmente in quegli anni ognuno produceva quantità molto limitate, necessarie per uso familiare. Poi va evidenziato che, negli anni '70, con lo scandalo delle contraffazioni al metanolo, consumo e produzione di vino rosso subirono una dura crisi, che riportarono il Bursôn nel dimenticatoio». E quand'è che nasce l'interesse per questa vite indigena, conosciuta solo da pochi cultori della Bassa Romagna? «Nel 1995 a Faenza si tenne un convegno enologico a cui partecipò un mio caro amico, il perito agrario e coltivatore Roberto Ercolani, anche lui bagnacavallese. Nel corso della discussione, un agronomo di fama recitò il de profundis della vitivinicoltura di pianura, affermando che non aveva più senso, soprattutto sul piano economico, la cura della vite nella bassa romagnola, vocata e da indirizzare semmai alla frutticoltura. Ercolani non si convinse di questa “ritirata” e mi chiese di provare a dimostrare il contrario. In effetti, Ercolani, grazie alle sue competenze e alla sua intraprendenza, nei suoi terreni aveva sperimentato la coltivazione di varie specie autoctone, fra cui la vite di Bursôn. La sua tenacia e voglia di sperimentare mi coinvolsero, anche se io per le mie conoscenze posi la condizione che non potevamo accontentarci di coltivare una vite e produrre un vino per “tutti i giorni”. Dovevamo avere un'ambizione che andava ben oltre: viste le potenzialità dellle uve del vitigno di Longanesi, soprattuto per la loro naturale alta gradazione alcolica, dovevamo creare un vino da invecchiamento, magari prendendo spunto dai metodi di produzione di vini già nobili, come ad esempio l'Amarone, con la raccolta tardiva, l'uso delle barrique, e altre sperimentazioni in cantina». Quindi tutto è partito grazie alla forza alcolica naturale degli acini del vitigno di Longanesi...
C’era una volta, a metà del secolo scorso, una vite in un podere di Boncellino, nelle campagne di Bagnacavallo: un pianta indigena che cresceva sana e feconda. Dalle sue uve, il proprietario e coltivatore del podere, Antonio Longanesi, detto Bursôn, si mise in testa di ricavare del vino che si rivelò tosto, ruspante, nero di colore e generoso alla beva. A detta di tutti, che nel paese l’apprezzavano, era il buon vino di Bursôn. Quel vino del contadino oggi è diventato un prodotto d’eccellenza, frutto di sperimentazioni e ricerche. Anche grazie alla competenza e alla passione dell’enologo Sergio Ragazzini, che ce ne racconta la storia, la sfida e le prospettive. «Faccio l'enologo dalla seconda metà degli anni '60 – precisa Ragazzini – e tutto è nato intorno al 1969. Già allora avevo un laboratorio di analisi, quando un amico e cliente di Bagnacavallo, Franco Golfari, mi portò un campione di vino rosso da valutare. Io che esaminavo tutti i giorni rossi di pianura e trebbiano, dove riscontravo valori di gradazione alcolica fra il 7 gradi e mezzo e i 9 gradi, rimasi stupefatto da quel campione che superava i 14 gradi. Quando venne a ritirare il referto chiesi al produttore: “ma dove hai scovato questo vino, che è veramente fuori da ogni standard che solitamente trattiamo?” Mi rispose semplicemente, in dialetto: “mah, l'è e vén d'Bursôn”. A Bagnacavallo “e vén d'Bursôn” era noto fra gli agricoltori perché lo produceva, per suo uso domestico, il signor Antonio Longanesi, detto per l'appunto Bursôn, che dopo ogni vendemmia lo portava, com'era uso, all’osteria per un assaggio di rito, fra amici e colleghi dei campi». E come faceva Longanesi ad avere questa uva e questo vino? «Longanesi racconta che alla fine degli anni '30 del secolo scorso aveva trovato nel podere di famiglia questa vite abbarbicata a una quercia. Per diverse stagioni aveva lasciato la pianta a produrre una bell'uva che non raccoglieva, magari per attirare, visto che era cacciatore, i volatili nelle sue proprietà. Diversi anni dopo, nel primo dopoguerra, Longanesi aveva sovrainnestato questo vitigno ad arbusti di uva d'oro, trebbiano, canéna, tipici delle nostre terre, per ricavare un vino di famiglia. La rinomanza di questo vino nasce
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Az. Agr. LONGANESI DANIELE
TENUTA UCCELLINA
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27 «Beh certo quella della gradazione è una base di partenza notevole per creare un buon vino, ma bisogna sottolineare che non è solo una questione di consistenza degli zuccheri che determinano una certa forza alcolica. Quando andiamo a vinificare il Bursôn, a procedere nella fermentazione alcolica, otteniamo anche tutta una serie di elementi, per così dire “secondari”, ma importanti. Sostanze che, a partire dalla glicerina, contribuiscono in modo fondamentale alla struttura del vino, e influiscono sulle cosiddette “morbidezza” e “rotondità” del bere. La particolarita dei vitigno e della sua uva fa si che possiamo ottenere un colore del vino rosso cupo e intenso, e una notevole quantità di polifenoli e tannini. Caratteristiche fondamentali che si stemperano ed esaltano con la maturazione del vino ma che in fase iniziale, si esprimono in una forza e durezza che rendono il liquido appena nato quasi imbevibile. Per chi si intende di queste dinamiche sa che valgono per qualsiasi vino nobile, a partire dal Barolo. Va detto che le prime sperimentazioni di vinificazione in purezza e imbottigliamento del Bursôn portarono alla creazione di un vino particolarmente rude sgarbato, su cui poi apportammo le necessarie correzioni, sia in fase di vendemmia che in cantina. Tanto per fare un esempio, su un vino tipico di riferimento come il Sangiovese, scopriamo che la media dei polifenoli è attorno all’indice 1200-1330, ecco se facciamo la stessa analisi sul Bursôn l’indice schizza a 3600 - 4000. Insomma abbiamo a che fare, per usare una metafora, con un cavallo da corsa, che rischia di imbizzarrirsi...» E allora come avete fatto a domare questa esuberanza? «All’inizio abbiamo sperimentato, ad esempio, l’invecchiamento in barrique, ma anche i “tagli” con altri vini, come ad esempio il Merlot. La decisione fu comunque di vinificarlo e farlo invecchiare in purezza, senza alchimie di sorta. Un orientamento rigoroso che poi è entrato anche nel regolamento del Consorzio “Il Bagnacavalo” che tutela e promuove il marchio del Bursôn dal 1999. La prima produzione ufficiale, frutto delle sperimentazioni originarie, risale, con poco meno di 800 bottiglie, al 1997, in occasione della Festa patronale di San Michele a Bagnacavallo. Era un vino giovane, di appena un anno, lanciato come promozione di un vino tipico locale. Da lì poi si è arrivati, come accennavo, alla costituizione del Consorzio, formato da una quindicina di vitivinicoltori locali che coltivavano il vitigno Longanesi e anche da altri produttori di cibi tipici del territorio bagnacavallese. Dal punto di vista territoriale, in effetti, i confini di questa tutela geografica è stata allargato alle zone confinanti, da Russi a Lugo, da Faenza a Ravenna. Un po’ come il terroir dei francesi, che per noi sul piano naturale e climatico si estende nelle pianure segnate dai fiumi Lamone e Senio. E la storia del territorio e dei terreni segna anche le diversità dei vitigni Longanesi e dei Bursôn che si producono, con tanto di guadagnato in varietà di carattere dei vini». Ci dice qualcosa di più sul disciplinare adottato dai produttori del Consorzio Il Bagncavallo? «Innanzitutto abbiamo calibrato la quantità produttiva delle uve, che deve essere fra il 120-130 quintali per ettaro.
L’enologo Sergio Ragazzini
arla l'enologo Sergio Ragazzini, esperto e P mentore di un vino autoctono che, anno dopo
anno è diventato una eccellenza tipica stimata anche a livello internazionale. E questo grazie a un Consorzio di produttori che a Bagnacavallo e dintorni sta puntando sulla ricerca e la qualità in vigna e cantina.
Ordinariamente le colture vitivinicole del nostro territorio, quelle per capirci che producono uve per il Tavernello, si attestano sui 300-350 quintali per ettaro. Si tratta quindi di un sacrificio significativo in termini di realizzo economico immediato per gli agricoltori che aderiscono al protocollo del Bursôn. In vigna significa limitare gli impianti e diradare. Inoltre, altro parametro fondamentale che riguarda la raccolta, è che il 50 percento circa dell’uva da cui nasce il Bursôn si deve appassire sulla pianta. Si tratta di una sovramaturazione che può ritardare la raccolta di questa quantità di uve di un mese, quaranta giorni». E in cantina come si deve procedere nella vinificazione? «In cantina, abbiniamo le due uve differenziate, come si diceva, per maturazione, poi vinifichiamo in rosso per qualche settimana. Dopo, il disciplinare prevede che il vino deve restare come minimo due anni a maturare nei legni. All’inizio siamo partiti con le barrique, poi siamo passati ai tonneau, che consentono una microssigenazione nel processo di evoluzione del vino, senza un eccessivo rilascio di sapori legnosi. La microssigenazione consente anche di limitare al minimo l’ossidazione del vino e salvaguardare così una corretta maturazione. Per quanto riguarda i tonneau ci siamo orientati su legni tendenzialmente “dolci” e di diversa provenienza, che tutto sommato stemperano i potenti tannini del Bursôn. Infine, per completare la maturazione, prima della commercializzazione, c’è il riposo di un anno in bottiglia». Insomma, passano almeno quattro anni dalla vendemmia, un sorta di riserva... «Per il Bursôn non si può parlare di “riserva”, perché siamo nell’ambito del profilo Igp, che denomina l’area di produzione e l’annata... Una specificità che noi abbiamo preferito alla Doc. Oggi un buon Bursôn conta fra i cinque e i sette anni di invecchiamento». Visto anche il titolo della manifestazione annuale che lei ha ideato da tempo per testare, con l’ausilio di esperti e appassionati, l’evoluzione della qualità di questo vino, le chiedo “a che punto siamo” con il Bursôn? Siete riusciti finalmente a creare quel vino rosso d’eccellenza di pianura che state cercado di perfezionare da anni? «Direi che siamo a buon punto... I test rigorosamente alla cieca, che abbiamo organizzato fra esperti e produttori negli ultimi tempi hanno dato ottimi risultati. Il Bursôn si è rivelato in grado di competere con vini rossi di rango e ormai consolidati in qualità come Amarone, Brunello, Primitivo, Nero d’Avola... In varie circostanze il nostro vino si è distinto e a volte ha primeggiato fra i più apprezzati. Senza contare che i nostri produttori si stanno distinguendo alla grande, anche in concorsi internazionali come la recente fiera di Bruxelles dove i nostri Bursôn hanno portato a casa fior fiore di riconoscimenti, fra centinaia di competitori. Ci sono anche interessanti segnali sul piano commerciale, nell’export e sul mercato nazionale. Ma per coronare il nostro sogno di fare emergere fra i grandi vini italiani il nostro autoctono c’è ancora molto da fare, per affinare la qualità del prodotto e potenziare il marketing. Però gran parte del nostro impegno è già stato premiato, oltre ogni aspettativa».
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EVENTI/1
EVENTI/2
Forlimpopoli celebra Artusi con una festa lunga nove giorni
Il circo dei sapori a Rimini con Bottura e gli altri chef stellati
Con la Festa Artusiana, Forlimpopoli dal 20 al 28 giugno si trasforma nella capitale del “mangiar bene” per rendere omaggio al suo concittadino più illustre: il gastronomo Pellegrino Artusi, padre indiscusso della moderna cucina italiana. Un intreccio di suoni, profumi e sapori invade il centro storico della cittadina artusiana, teatro per nove serate di un inedito dialogo tra gastronomia, cultura e intrattenimento. Filo conduttore sono la cucina domestica e le oltre 700 ricette del celebre manuale artusiano “La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” che rivivono nei tanti ristoranti e punti di degustazione allestiti lungo le strade, le piazze e i vicoli di Forlimpopoli, rinominati per l’occasione secondo i capitoli del celebre libro. Il linguaggio della Festa si intinge dunque nelle parole, nei racconti e nello spaccato di quell’Italia che proprio il manuale ha contribuito a unificare dal punto di vista identitario, culturale, gastronomico e linguistico. Giunta alla sua 19° edizione, la Festa Artusiana intreccia l’offerta gastronomica con un ricco programma di spettacoli, concerti, animazioni, mostre ed eventi culturali (come il festival jazz, vedi pagina 4). Orario: tutte le sere dalle 19 a mezzanotte.
Dodici chef ‘stellati’ dell’Emilia Romagna incontrano dodici giovani chef da tutto il mondo per una kermesse del gusto unica. Dal 19 al 21 giugno torna a Rimini ‘Al Meni’, il grande circo 8 e ½ dei sapori capitanato dal celebre Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena, che invaderà letteralmente il cuore di Marina Centro, a due passi dal Grand Hotel (info: www.almeni.it). Un tendone colorato di 1.500 mq affacciato sul mare, omaggio allo spirito onirico di Fellini, si trasformerà in una vera e propria cucina a vista con i migliori talenti della gastronomia del pianeta che presenteranno al pubblico i grandi piatti e i grandi prodotti della cucina d’autore, tra show cooking e degustazioni a prezzi popolari.
Una veduta della Festa Artusiana
APERITIVI “A ROMA
CON GUSTO” AL MUSEO ARCHEOLOGICO
Al Maf, Museo Archeologico di Forlimpopoli, sabato 6 giugno alle 17.30 aperitivo archeologico organizzato dalla fondazione RavennAntica dal titolo “A Roma con gusto”, un viaggio gastronomico nella storia romana attraverso le sale del museo, fra la preparazione e la vera degustazione di un aperitivo romano.Si assaggeranno piatti tratti dalle ricette di famosi autori latini come Catone, Columella e soprattutto Apicio. Info e prenotazioni: 0544 36136 e 0543 748071.
AGENDA LE NOTTI
DELLE STREGHE CON SPETTACOLI E ROGHI A
SAN GIOVANNI
IN
MARIGNANO
Dal 19 al 23 giugno nel centro storico di San Giovanni in Marignano si svolge la 27esima edizione della Notte delle Streghe, cinque giorni di spettacoli, artisti di strada, maghi, giocolieri, mimi, musicisti, animatori, mangiafuoco. Passeggiando per le vie del borgo si potrà assaporare l’alchimia del mercatino magico, con i suoi prodotti artigianali, le essenze, i gusti, i manufatti e gli unguenti a base di erbe, e contemporaneamente degustare le proposte enogastroniche di ristoranti ed associazioni locali. A concludere la manifestazione il tradizionale ed evocativo “Rogo della Strega” nell’Alveo Ventena a mezzanotte del 23 giugno.
TORNA
IL
MERCATO
EUROPEO IN CENTRO A
CESENA
DAL
5 AL 7 GIUGNO
Ritorna dal 5 al 7 giugno (dalle 9 alle 23) il nuovo appuntamento con il Mercato Europeo, giunto quest'anno alla sesta edizione: un trionfo di bancarelle colorate provenienti da tutta Europa sbarcherà ed animerà il centro storico di Cesena. In occasione del Mercato Europeo le tipicità delle regioni italiane si incontreranno con quelle di Inghilterra, Spagna, Austria, Ungheria, Germania, Francia e tanti altri Paesi d'Europa.
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TEMPO LIBERO
Lego, burattini, castelli di sabbia: sulla riviera c’è il Festival dei bambini Torna, dal 13 al 20 giugno, la settimana dedicata ai più piccoli su tutta la riviera dell’Emilia Romagna in cui sono coinvolti operatori di spiaggia, strutture ricettive e ristorative, parchi divertimento con una miriade di appuntamenti ed eventi. San Mauro Mare, per esempio, si trasforma nel “Paese dei Balocchi” con “Fole e burattini”; comici, cabaret, mimi, e teatro di figura. Ogni giorno su tutto l’arenile, giochi, sfide, tornei dal “mondialini di calcio” al cheecotin, dal tiro al bersaglio alla “pignatta”. Ogni sera nell’arena si svolgerà uno spettacolo dedicato alle famiglie, mentre due postazioni fisse verranno dedicate al “luna park di una volta” e al microcirco. Il tutto sarà collegato dal “pifferaio magico” che condurrà i bimbi attraverso tutti gli intrattenimenti (info: www.amaresanmauro.it). A Gatteo a Mare, invece, in quei giorni si terranno le selezioni (il 18 e il 19 giugno) e la finalissima (il 20 giugno) del concorso canoro rivolto ai ragazzi tra i 6 ed i 16 anni. La madrina del festival, Cristina d’Avena, sarà presente alla serata finale (www.festivalmar.it). A Ravenna l’appuntamento è per il 13 giugno alle 18 con uno spettacolo per famiglie di buratti-
LABORATORI TORNA IL MOSAICO IN TOUR È iniziata la nona edizione di “Mosaico in tour” un’officina itinerante su quattro ruote, un “bus del mosaico” con attrezzature e insegnanti, che si sposta sulla costa romagnola per insegnare l’arte musiva ai più piccoli. Un centinaio gli appuntamenti sulla spiaggia da Pinarella di Cervia fino a Ravenna nei vari stabilimenti balneari. Se per l’estate 2014 erano più di ottanta i laboratori già prenotati per l’iniziativa ideata da Silvana Costa dell’associazione Il cerbero, quest’anno è stata raggiunta quota cento.
ni tradizionali tratto da antichi canovacci della commedia dell’arte nella splendida cornice della loggetta lombardesca all’inter-
no dei Giardini Pubblici. A Rimini, invece, torna la seconda edizione di “Castelli di Sabbia” per portare bimbi e genitori a co-
struire insieme il proprio castello. In palio tanti premi ed una settimana di vacanza gratis per tutta la famiglia nel 2016. Le adesioni dovranno essere comunicate presso l’hotel dove si alloggia entro il 14 giugno. Le gare semifinali si svolgeranno dal 15 al 18 giugno presso la zona spiaggia di riferimento e la grande kermesse finale nella spiaggia di Rimini Terme il 19 giugno dalle 9 alle 11 circa. E sempre a Rimini Terme il 20 dalle 16 alle 23 e il 21 giugno alle 11 alle 22 si svolgerà “Monta & Smonta – attività di prestito – 5/99 anni” con i mattoncini Lego. L’obiettivo è quello di avvicinare i bambini ad una attività costruttiva adeguata alle loro reali capacità, mentre per i ragazzi
una esperienza di costruzioni di maggiore difficoltà per mettere alla prova le loro competenze costruttive.Ci sarà inoltre un’area Duplo, adatta ai bambini dai 0 ai 4 anni per il gioco libero. A Cervia, invece, uno degli appuntamenti è dal 5 al 7 giugno in spiaggia, sul lungomare, Magazzini del Sale e Piazzale dei Salinari, per parlare degli elementi naturali di aria e acqua con esposizione di strumenti, prodotti legati all’aria ed all’acqua, oltre ad esibizioni, sport e laboratori di avviamento allo sport in aria ed in acqua. Per il programma aggiornato e completo di tutte le attività in programma: http://ilfestivaldeibambini.it.
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EXTRA
Prosegue il viaggio di R&D Cult nel mondo della cultura d’impresa incontrando i protagonisti del tessuto economico romagnolo. Questo mese intervistiamo il presidente di Confindustria Romagna, Guido Ottolenghi. A giugno Confindustria terrà a Ravenna la prima edizione del “Festival dell’industria e dei valori d’impresa”. Come nasce l’idea e quali sono i valori in cui si riconosce l’impresa associata? «Nel 2015 festeggiamo i 70 anni di Confindustria Ravenna. Dopo la guerra, in un momento difficile, un piccolo gruppo di imprenditori aveva già intuito l’importanza di un punto di riferimento dove incontrarsi e discutere su come affrontare le sfide quotidiane. Se vogliamo avevano già capito l’importanza della cultura d’impresa e oggi vogliamo onorare quel punto di partenza a distanza di settant’anni. In questi anni abbiamo dedicato molte energie, soprattutto al nostro interno, per far capire quanto sia importante la cultura perché non è così ovvio quanto influenza la nostra capacità di vivere bene. Fare cultura per l’impresa è anche conveniente, ma non significa sedersi in un salotto e parlare di cose alte ma discutere e ragionare per una analisi e poi le azioni per migliorare il mondo in cui viviamo. E questo è un aspetto tipico della cultura di impresa, più abituata di altri processi culturali a non incardinarsi su una ideologia pregressa ma a interessarsi alla ricerca di una soluzione». Come dobbiamo aspettarci questo festival? «Diciamo che sarà un assaggio di quello che potrebbe essere il museo dell’impresa e dell’ingegno, un’idea che abbiamo lanciato l’anno scorso e su cui stiamo ancora lavorando per raccontare la storia dell’impresa sul nostro territorio e permettere di conoscere come le imprese influiscono sul benessere del nostro territorio o sulla quotidianità dei cittadini. I nostri associati sono pronti a investire 1,5 milioni di euro per l’avviamento e la gestione dei primi tre anni e stiamo lavorando con le istituzioni per individuare un luogo che possa accogliere l’iniziativa. In attesa di individuare lo spazio ci siamo detti che il festival potrà essere un prova. Hanno già dato la loro adesione 50 imprese, ci sarà una mostra fotografica e momenti di dibattito e riflessione ma soprattutto vogliamo che le imprese si aprano verso l’esterno e accolgano la curiosità di chiun’INTERVISTA que». Che rapporto c’è tra gli imprenditori e i soggetti che fanno cultura nel senso più classico? «In Romagna c’è una passione largamente condivisa per le proprie radici, non conosco altri territori con queste slancio per la divulgazione riferita al locale. E il rapporto con l’industria è vivo. Non solo c’è il sostegno in termini di tempo e risorse che il singolo imprenditore dedica nei contesti più vicini alle sue passioni personali, ma mi sento di dire che non siamo da meno alle associazioni industriali più grandi. Con il premio Guidarello e il sostegno al Ravenna Festival dimostriamo la volontà di non abbandonare il dibattito culturale e alimentare le riflessioni». Eppure ogni tanto qualcuno vi tira per la giacchetta dicendo che potreste fare di più per la cultura... «Le critiche arrivano sempre ma non credo si possa dire che facciamo poco. Non solo in termini di fondi, che purtroppo sono oggettivamente più scarsi di una volta, ma penso si debba dare atto alla nostra associazione del contributo portato in termini di idee, riflessioni, iniziative culturali. Se guardiamo i dibattiti aperti alla città sotto il cappello Ravenna 2030 si trovano ragionamenti su economia, giustizia, legalità, finanza. Abbiamo permesso di dare un arricchimento di pensiero. Sosteniamo anche l’Università. A Forlì si è riusciti a fare di più per l’Ateneo ma là si sono alleate altre risorse». Ma allora Confindustria ha ancora un peso nel dibattito pubblico oppure ha perso l’importanza di un tempo? «Ha ancora influenza? Mi sembra di sì. C’è un potere soft e un potere hard. Il secondo Confindustria non lo esercita più da tempo e quando ancora lo faceva negava di farlo. Il potere soft invece è quello di avere idee, contributi, identificare soluzioni e mi sembra che questo non sia venuto a mancare. Confindustria ha sempre dimostrato capacità di concretezza, non abbiamo mai combattuto per il risultato perfetto ma per qualcosa un po’ meglio di quello che c’era prima. La capacità che oggi viene chiamata riformismo è una nostra qualità, un valore per gli associati e per la società. Ma certo che anche gli imprenditori a volte per-
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dono concretezza e fanno prevalere l’orgoglio». In uno degli ultimi numeri di maggio L’Espresso si chiedeva a cosa serva ancora Confindustria... «Credo che serva agli imprenditori per avere un posto dove confrontarsi, mettere insieme più cervelli per risolvere problemi. Non è vero che Confindustria è dominata dalle grandi aziende, anzi permette alle piccole di essere ascoltate meglio. E in alcuni casi aggregarsi aiuta a ottimizzare certi costi. Però è vero che è cambiata l’Italia e ovviamente dobbiamo adeguarci al cambiamento del tessuto industriale. Ci sono istanze di cambiamento dalle aziende e tentativi dell’associazione di adeguarsi, ma serve tempo». Fra un anno il comune capoluogo di Ravenna sceglierà il nuovo sindaco. Come si augura che sia il profilo dell’amministratore futuro? «È una persona che si appressa a svolgere un compito obiettivamente ingrato. Dovrà ascoltare tutti poi generare una visione per il futuro, ma deve avere anche il senso dei propri limiti lasciando spazio alla libera iniziativa del cittadino, in tutti i sensi, non solo imprenditoriale. Mi auguro sia una persona capace di usare un linguaggio chiaro, niente populismi ma in grado di parlare alla pancia della gente per spiegare quando necessario che sta andando verso una direzione che si ritiene sbagliata. Spero sia finito il tempo del linguaggio criptico e manipolativo. Mi auguro sia una persona concreta e di buon senso». Stiamo parlando di cultura ma è inevitabile una parentesi più economica sul mondo della portualità che lei conosce bene. Tra indagini, progetti sospesi e piani di riforme, cosa succederà allo scalo di Ravenna? «Prima di tutto bisogna decidere se è davvero importante per la città, perché tutti dicono che è così poi agiscono al contrario. E allora bisogna fare chiarezza. Smettendo di spiegare tutto con complotti. Per quanto riguarda la bozza di riforma Delrio (ipotesi di accorpamento delle Autorità portuali di Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste in un unico distretto con sede a Venezia, ndr) credo che parta da una premessa condivisibile: tutti i porti italiani messi insieme fanno meno di un sistema portuale olandese o tedesco. Questo è vero e impone delle riflessioni, almeno per dirci che non tutto è perfetto ma non è nemmeno detto che sia perfetta ogni proposta dal ministero. Dobbiamo capire perché nonostante una posizione logistica fortunata, l’Italia non riesca a sfruttare al massimo i suoi potenziali portuali. Però mi sembra di vedere la stessa reazione già vista in altri settori davanti a ogni riforma proposta dal Governo. Crediamo che dialogare serva ma il dialogo non sia strutmento di ricatto e immobilismo altrimenti si spinge il Governo ad agire in isolamento. Il Governo ci sta insegnando che la tecnica consolidata della lamentela per paralizzare tutto non funziona più. Certo che la riforma dei porti tocca un problema che esiste. Non conosco ancora la proposta Delrio nel dettaglio ma la massa critica è ormai una necessità per essere competitivi». Poi c’è il cosiddetto Progettone per l’approfondimento dei fondali... «Chiamiamolo progetto Hub Portuale, perché se questo è un Progettone allora come dovrebbero chiamare quelli dei porti in cui hanno investito centinaia di milioni? Noi abbiamo espresso le nostre perplessità sugli espropri e sulle modifiche al progetto già all’inizio dell’anno. Abbiamo chiesto alternative a quella linea e ci hanno detto che non c’erano alternative salvo ora sentirci dire che stanno cercando alternative. Magari sarebbe servito un tavolo tecnico per ragionare. Le debolezze denunciate da noi erano tutte lì visibili e quel progetto non si realizzerà, magari con un po’ di ingegno si potrà trovare l’alternativa. Ma constatiamo un fallimento della capacità di analisi». Torniamo alla cultura. Libri, film, teatro e musica: qualche consiglio dai suoi gusti personali? «Un libro che non può mancare sul comodino dell’imprenditore è “Pensieri lenti e veloci” di Daniel Kahneman ma è un po’ un mattone. Un film invece mi sento di citare un lavoro piuttosto banale ma con una scena splendida: in “Civil Action” i protagonisti si rendono conto di avere perso l’occasione per cambiare la loro vita e questo è qualcosa che accade spesso nella vita quotidiana. A teatro a non vado da molto tempo. Per la musica faccio solo tre nomi: Mozart, Rossini e i Doors». Andrea Alberizia
L’industria e i valori d’impresa Poi Kahneman e Jim Morrison
Il libro del Nobel per l’economia e i Doors tra le passioni di Guido Ottolenghi Il presidente di Confindustria Romagna e il rapporto con la cultura CHI È LAUREA
ALLA BOCCONI, MASTER ALLA AL TIMONE DELLA PIR DAL 1996
COLUMBIA,
Guido Ottolenghi nasce a Bologna nel 1966, dopo la laurea cum laude (1990) in Economia Politica alla Bocconi, lavora due anni come analista nella banca di investimenti Morgan Stanley International a Londra. Nel 1994 – dopo un Master (Mba) in Gestione Aziendale e Finanza alla Columbia Business School di New York al termine di un corso biennale – entra ne La Petrolifera Italo Rumena (Pir) che si occupa di logistica portuale per prodotti liquidi e solidi alla rinfusa e depositi costieri. Dal 1996 è amministratore delegato e direttore generale della Pir, iniziando l'avvicendamento tra padre (Emilio Ottolenghi) e figlio alla guida della società: la carica comprende anche la gestione delle aziende del Gruppo con la definizione delle strategie di marketing, investimenti, acquisizioni/dismissioni, programmazione e controllo finanziario e gestionale delle varie aree di business/società controllate e partecipate. La capogruppo segue importanti investimenti anche nei settori immobiliare e finanziario. Fin dall'inizio la sua conduzione è caratterizzata da una notevole spinta allo sviluppo internazionale, con importanti investimenti nel bacino del Mediterraneo. Dal 2002 ricopre vari incarichi in Confindustria Ravenna di cui è presidente dal 2011.
AZIENDE INFORMANO
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Impresa e territorio
Assicoop Romagna Futura al servizio di persone e imprese e a sostegno di cultura, sport e bisogni sociali delle comunità locali L'azienda ha contribuito con oltre 100mila euro al finanziamento di iniziative ed eventi di istituzioni e associazioni: un ritorno economico importante per il territorio romagnolo «Assicoop Romagna Futura contribuisce a diverse iniziative culturali e sociali nel territorio – afferma il presidente di Assicoop Romagna Futuro, Lorenzo Cottignoli –. In tutti questi anni, va ricordato che il 1963 è l’anno di nascita dell’agenzia di Forlì, la prima agenzia Unipol nel territorio della Romagna, abbiamo esercitato il mandato ricevuto dalla Compagnia nella coerenza dei nostri valori di radicamento nel territorio. Le peculiarità che distinguono la nostra azienda dai concorrenti è proprio lo stretto rapporto con le comunità locali e il suo impegno nella promozione dello sviluppo territoriale. Nel Consiglio d’Amministrazione convivono la tradizione del mondo cooperativo, la rappresentanza dei lavoratori dipendenti, le organizzazioni di artigiani, commercianti e del settore agricolo. Questa pluralità di rappresentanza rende unica la relazione tra Assicoop e il territorio di riferimento». Nello specifico sono oltre 100mila euro le risorse economiche che Assicoop Romagna Futura ha erogato nel corso del 2014 alle istituzioni, associazioni e organizzazioni locali per iniziative in ambito culturale (oltre il 50% del budget per musei, mostre d’arte, spettacoli…), sportivo (sia professionale che amatoriale) e sociale (manifestazioni e feste cittadine, politiche, sagre popolari…). A questi finanziamenti – che possono essere considerati a pieno titolo come ritorno economico per il territorio – si sommano gli interventi di promozione che ammontano a circa 50mila euro, a sostegno delle iniziative che le organizzazioni socie (organizzazioni e sindacati di categoria) presenti nella compagine azionaria di Assicoop Romagna Futura, rivolgono a beneficio dei propri iscritti e associati. Nel corso del 2014 Assicoop Romagna Futura ha contribuito a promuovere alcune attività in campo culturale e dello spettacolo, come: le visite ai Musei San Domenico di Forlì, la Settimana del Contemporaneo a Faenza, la programmazione di Ravenna Festival, la stagione d'opera del Teatro Rossini di Lugo, l'Associazione Amici dell'Arte di Forlì, i laboratori didattici del Museo Archeologico di Forlimpopoli, i venerdì gratuiti a TAMO di RavennAntica, la stagione di prosa di Ravenna Teatro, le attività di Anno Solare di Santarcangelo dei Teatri, i tradizionali spettacoli di San Lorenzo e Capodanno del Comune di Cervia. In campo sportivo e del volontariato il sostegno a: la Maratona Alzheimer di Cesena, l'iniziativa "Processo al calcio" di Cesenatico, le società sportive Basket Ravenna, Volley Ravenna e Softer Volley Forlì.
Profilo d’impresa
La struttura e i numeri dell’azienda assicurativa leader della Romagna Assicoop Romagna Futura, prima azienda assicurativa della Romagna, da cinquant'anni unisce l'affidabilità del Gruppo Unipol, il gruppo finanziario assicurativo leader del mercato nei rami danni, al rapporto costante e diretto con la comunità, con una presenza capillare sul territorio. L’azienda esprime un insieme di valori e competenze rivolte a persone e imprese con un’ampia gamma di prodotti e servizi di UnipolSai Assicurazioni, Unipol Banca e UniSalute. Con l’unificazione, nel 2012, tra Assicoop Ravenna e Assicoop Romagna, l’azienda ha preso il nome di Assicoop Romagna Futura, società partecipata dal Gruppo Unipol e dalle rappresentanze economiche del mondo del lavoro quali Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, Cia, Cna e Confesercenti. Con oltre 260 dipendenti e collaboratori e una rete composta da 50 punti vendita (13 agenzie generali, 2 agenzie speciali corporate, 35 sub agenzie) integrata alle 14 filiali di Unipol Banca, Assicoop Romagna Futura è il primo agente assicurativo della Romagna e ha un portafoglio di 90mila clienti, fra cui oltre 9mila imprese assicurate. Nel 2014 sono stati incassati premi per 76,9 milioni di euro nel comparto danni ed è stato gestito uno stock premi vita di 232,9 milioni. Il consuntivo 2014 registra una raccolta premi totale di circa 128 milioni di euro (+5,4% rispetto al 2013). Gran parte dei clienti (più del 70%) beneficiano di convenzioni vantaggiose con le organizzazioni di riferimento del mondo cooperativo, sindacale, dell’artigianato, del commercio e dell’agricoltura, tuttora presenti nella compagine azionaria di riferimento.
DONAZIONI
LA STORIA ASSICOOP
Il libro che racconta l’evoluzione di un’azienda leader
Un’ambulanza per il 118 «Noi in prima linea per la gente» Un’ambulanza attrezzata, dotata di tutte le strumentazioni di primo intervento per il mantenimento delle funzioni vitali. È il regalo che Assicoop Romagna Futura ha donato al 118 Ausl Romagna nel dicembre 2014 per celebrare i 50 anni di attività come agenzia assicurativa Unipol. La consegna ufficiale è avvenuta il 15 maggio davanti ai Musei di San Domenico a Forlì. «Volevamo un gesto tangibile – ha dichiarato il presidente di Assicoop Romagna Futura, Lorenzo Cottignoli – che toccasse tutti coloro che con la fiducia in Assicoop, ci hanno consentito di essere leader del mercato assicurativo del territorio. Nel 2012 Assicoop Romagna e Assicoop Ravenna si sono unite in Assicoop Romagna Futura, a breve distanza di tempo le Ausl del territorio si sono costituite in Ausl Romagna con un unico 118, quasi un passaggio di testimone, da noi a loro, in una visione integrata del territorio. E così è nata l’idea di donare un’ambulanza al 118 Romagna Soccorso, una scelta solidale rivolta a tutti». Nella foto, il presidente Cottignoli consegna le chiavi del mezzo di soccorso al direttore sanitario dell’Ausl Romagna Giorgio Guerra; al centro il sindaco di Forlì, Davide Drei.
Per celebrare i 50 anni di impegno di Assicoop Romagna Futura è stato pubblicato il libro “Una storia per il futuro”, che racconta le vicende dell’azienda dalle origini, le sue evoluzioni nelle tre provincie della Romagna, e quell’insieme di percorsi diversi per contesti, modalità e tempi ma uniti da un traguardo comune: sviluppare la Compagnia Unipol e coniugare i valori del radicamento sociale e dell’efficienza imprenditoriale. «Guardando a quei lontani anni Sessanta, ciò che separa l’attualità dell’oggi da allora è la “speranza”, la visione di una prospettiva che oggi il Paese sembra non avere, mentre allora era lo spirito della vita quotidiana – commenta il presidente Cottignoli –. Ed è proprio riflettendo sul passato per capire cosa siamo oggi, che si è concretizzata l’idea di raccontare la storia di questa impresa, delle donne e degli uomini che hanno contribuito ciascuno alla crescita progressiva di patrimonio e lavoro Assicoop Romagna Futura, oggi in posizione di leader del mercato».
Cerca l’agenzia più vicina a te su: www.assicoop.it/romagnafutura