FREEPRESS Mensile di cultura e spettacoli novembre 2015 n.12 ROMAGNA&DINTORNI
R O M A G N A & D I N T O R N I
NOVEMBRE 2015
Foto di Adriano Zanni
SI VA IN SCENA AL VIA LE STAGONI DEI TEATRI DELLA ROMAGNA, TRA CLASSICI E CONTEMPORANEI ALL’INTERNO musica • teatro • libri • arte • gusto • junior • cultura d’impresa
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R&DCULT novembre 2015
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SOMMARIO
L’ EDITORIALE
• MUSICA Il festival dell’avanguardia.......pag. 10
La Romagna, terra letteraria
• TEATRO Una storia di rugby e resistenza....pag. 12 • CINEMA Da Pasolini a Fantozzi..............pag. 17 • LIBRI La Faenza di Gene Gnocchi......pag. 18 • ARTE Cristallino e l’appartenenza ..........pag. 22 • GUSTO Il cibo al tempo dei romani..........pag. 26 • JUNIOR Tra spettacoli e letture ............pag. 29
Basterebbe forse citare il fatto che la Romagna è insieme la terra che accoglie le spoglie mortali del Sommo Poeta e che ha dato i natali a Giovanni Pascoli per assicurarle fama imperitura di terra letteraria. Ma i fatti che legano la Romagna alla grande storia della poesia e della narrativa sono ovviamente molto di più e più variegati e davvero non ci stupiremmo se diventasse meta di viaggi di appassionati lettori. Ultimo evento in ordine di apparizione che potrebbe portare qualche pellegrino, adepto di Tolkien, la scoperta che il grande scrittore inglese si sarebbe ispirato a Ravenna (dove sta per nascere anche il museo Byron) per la città di Minas Tirith, nel terzo tomo de Il Signore degli Anelli. Inutile cercarne le tracce, la fantasia di Tolkien ha giocato molto liberamente. Ma a Ravenna e dintorni si possono comunque trovare (e con certo maggiore facilità) alcune ambientazioni dei romanzi di Eraldo Baldini, letti e amati in Italia e all'estero, per non parlare della piccolissima Casola Valsenio, resa un luogo epico da Cristiano Cavina. A Santarcangelo si può respirare l'ambiente in cui è maturata la poesia di un poeta annoverato tra i maggiori del Novecento italiano: Raffaello Baldini, a cui vengono dedicati spettacoli, mostre, reading per tramandare, rinnovare e tenere quanto mai viva la sua parola dialettale. Un po' come la piccola Sant'Alberto (vicino a Ravenna) intende fare per celebrare il suo Olindo Guerrini. Non sarà infatti un caso che Guerrini e Baldini siano tra i trenta nomi scelta da Walter Della Monica per il suo recentissimo Trenta tra i maggiori auotri romagnoli dell'età moderna e contemporanea insieme a Renato Serra, Alfredo Oriani, Vincenzo Monti, l'indimenticato Leo Longanesi, Marino Moretti, Dante Arfelli, solo per citarne alcuni (Della Monica peraltro allarga giustamente la Romagna fino a Marradi e vi include anche l'autore dei Canti Orfici, Dino Campana). E ancora, basti pensare al numero di romanzi VVISO AI LETTORI ambientati a Rimini, da Tondelli a Lucarelli fino a Carlotto, IL 3 DICEMBRE NUMERO SPECIALE quella Rimini, dove è nato e cresciuto uno dei giovani autori che più sta facendo parlare di sé quest'anno come Marco In occasione delle feste di fine anno il Missiroli. Mentre forse non tutti sanno che uno dei più proprossimo numero di R&D Cult sarà bimefilici e più amati dai bambini, Stefano Bordiglioni, è forlivestrale e verrà distribuito in tutta la se. A questo punto, manca solo una guida sentimental letRomagna a partire da giovedì 3 dicembre. teraria, alla scoperta del lato più poetico e forse meno scontato di una terra probabilmente più famosa per altro...
A
• EXTRA Il supermercato del biologico .......pag. 30
TU A GI T U TTTT A L A M MA G IA DE G GI O D E L CA C ARR AV A V AAG G IO Tra i più celebri pittori di tutti i tempi, il Caravaggio (nella foto un particolare della sua testa di Medusa conservata agli Uffizi) sarà al centro di un vero e proprio spettacolo di prosa, con musica dal vivo, che vedrà protagonista il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, il 17 novembre al teatro Astra di Bellaria Igea Marina. La stagione proseguirà poi fino a primavera
Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001 R&D Cult nr. 12 supplemento a
R&D anno XIV nr. 650 del 29-10-2015
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MUSICA
di Francesco Farabegoli *
A un certo punto arriva un adulto e ti dice che non è musica e quello è il primo momento in cui l’arte si frappone tra due generazioni. Una delle due non capisce quella roba; l’altra, capendola, la usa come bandiera della propria peculiarità. Si sfottono a vicenda per un decennio e poi arriva un’altra generazione contro cui entrambe si coalizzano. Per quanto mi riguarda mi piacerebbe dire di essere stato fulminato dal punk in terza media, quando al campeggio dei boyscout il vice delle Pantere (tale Alberto) mi cantò tutto il primo disco dei Dead Kennedys usando un verso coi denti chiusi invece della chitarra. Ma in realtà la prima volta che qualcuno disse che non è musica, è rumore e che non sta cantando, sta urlando, fu due anni prima. Era la prima lezione di educazione musicale, in prima media, e il professore (un ventottenne di cui qualcuno disse essere flautista in orchestre prestigiosissime, un CV decisamente più impressionante di quello dei professori che lo seguirono), ci fece compilare un foglio di cinque o sei domande tra cui “che musica ascolti?”. Ognuno leggeva le proprie risposte ad alta voce. Essendo una cosa su cui non dovevamo studiare, le risposte erano piuttosto oneste: Vasco, Duran Duran e qualsiasi altra roba andasse in quel periodo. Il professore in ogni caso guardava tutti con occhio interessato e amorevole, il classico atteggiamento da non-biasimo che hanno le persone per cui Rachmaninov non ha alcun segreto. Sbotta solo, in maniera piuttosto pesante, quando la Simona legge “Jovanotti”. La interrompe e le dice di spiegare. Lei dice “no niente mi piacciono le canzoni, la sua musica”. Lui si raggela. “Intendi i suoi URLI, i suoi RUMORI”. È scuro in viso e preso male. Forse è in quel momento, in un contesto che lui probabilmente immaginava privo di pericoli, che quel giovane adulto si trova per la prima volta di fronte alla tremenda verità per cui puoi rintanarti nel più sicuro conservatorio in territorio italiano ma prima o poi la realtà verrà a bussare alla tua porta e lo farà al ritmo del peggior boom chaka boom in commercio. È la prima volta che vedo un’undicenne spezzare il cuore di un maschio adulto, e anche dopo non lo vedrò capitare spesso, al di là delle pagine di cronaca. Jovanotti per me inizia così, con una cesura generazionale noi/loro molto forte, il primo canto di ribellione della mia vita. Sfiga. Ho un ricordo vaghissimo di un’Italia musicale senza Jovanotti: erano gli anni ottanta, quelli di Miami Vice, e l’Italia era una Ritmo truccata che faceva finta d’essere la Lamborghini di Sonny Crockett, tutti presi bene da tutto, sintetizzatori a manetta e via andare. Claudio Cecchetto a quei tempi era già una figura mitologica, un Tony Wilson italiano per tutti coloro che non avrebbero mai avuto l’energia o l’inclinazione di conoscere il Tony Wilson originale ma avrebbero pagato una montagna di lire per farsi il viaggio. Riccione stava a Ibiza come la Ritmo alla Lamborghini, il
BASTONATE DI CARTA
Jovanotti, il rumore, gli scarafaggi Dal vago ricordo di un’Italia musicale senza di lui fino all’inquietante, ultimo, doppio album neonato Aquafan era un posto mitico dove i sogni si realizzavano e il Festivalbar a scorrazzare in giro per le piazze italiane buttandola in cassa per tutta l’estate. Jovanotti era la caricatura del ragazzo vestito da pagliaccio che il sabato sera faceva casino e la domenica arrivava in chiesa col mal di testa. Lo capivo, cioè capivo che c’era questo che urlava e che voleva farlo e che non c’era niente di male, anzi, immaginati se uno come lui si mettesse a cantare canzoni con una melodia; ma non necessariamente era uno dei nostri. Vasco era più cantautorale ma anche più compromesso, Zucchero flirtava con il lato oscuro in un paio di pezzi, poi arrivarono i gruppi seri e questa gente avrebbe potuto tranquillamente darsi fuoco in pubblico senza manco spettinar-
mi. Così è rimasto da allora: non riesco a ripercorrere la sua carriera da Gimme Five ad oggi, una carriera che purtroppo è stato inevitabile seguire passo per passo senza saltare manco mezzo episodio (lo dico nel caso in cui siate ventenni e qualcuno della mia età provi a menarvela col fatto che ai nostri tempi era tutto più bello romantico e importante: “bella zio, io sarò un pischellz ma tu hai vissuto per trent'anni con ‘sta musica addosso e hai pure il coraggio di rompermi il cazzo per Emis Killa”). So tutto di lui: il militare, la vita privata, la moglie, la figlia, tutti i singoli, la tripla antologia, decine di interviste ridicole e prese di posizione politiche che mi hanno dato il voltastomaco, il tutto senza che sia mai uscito un disco o anche solo un
IL CONCERTO GIOVEDÌ 19
E VENERDÌ
20
NOVEMBRE AL
105
STADIUM DI
RIMINI
Dopo quello negli stadi, parte da Rimini il tour nei palazzetti dello sport di Jovanotti. Al 105 Stadium l’appuntamento è per un doppio concerto, giovedì 19 e venerdì 20 novembre (ore 21.15). A quanto comunicato, il cantante presenterà uno spettacolo tutto nuovo rispetto agli stadi, che darà più spazio ai nuovi brani. Biglietti da 50 a 90 euro. Infoline: 0541/1613200 - 335 5991404. www.stadiumrimini.net.
singolo che mi abbia interessato, o stupito, o che mi sia anche solo scivolato bellamente addosso senza farmi in qualche modo del male. È una relazione complicata, quella tra me e Lorenzo Cherubini. Non possiamo stare insieme ma non possiamo nemmeno stare separati, come Jim Morrison e la sua tipa, tranne che nel mio caso non possiamo stare separati perché lui a cadenza regolare si ripresenta – ed è ovunque. Guardate cos’è successo con l’ultimo disco, un brutto e inquietante doppio album di pop pan musicale in italiano: pochi lo possiedono, ma se n’è parlato fino allo sfinimento. La radio passa i singoli a prescindere, l’occupazione quasi-militare dei canali (Tv, riviste, internet) è garantita. Non so dire se sia ogni volta peggio o se dipenda più semplicemente dal progressivo sfilacciarsi della mia pazienza, che già alle origini era poca. La cosa migliore di Jovanotti, da questo punto di vista, è che i suoi dischi non mi hanno mai deluso, non hanno mai messo in discussione quello che penso di lui come artista. Anzi, man mano che ha aggiunto collaboratori prestigiosi e dotati e pieni di cazzimma talento e street cred, per soddisfazione personale o per far breccia nel cuore di persone
come me, la sua musica si è fatta sempre più brutta e fastidiosa. Jovanotti è la testimonianza vivente del fatto che essere musicalmente interessanti non è musicalmente interessante. Eppure la sua capacità di stare sulla cresta dell’onda, di sopravvivere a tutto come gli scarafaggi, è così evidente da suscitare rispetto. Sono ormai trent’anni che ci provoca fastidio, e nessuno è ancora riuscito a farlo fuori, men che meno a prendere il suo posto. Questo mese suona a Rimini e sto considerando l’idea di fare un giro, cercare di capire qual è il trucco, fare un buco in quella corazza nera e lucida. Sezionarlo e capire cosa impedisce al nostro sistema immunitario di sintetizzare gli anticorpi necessari ad isolarlo e liberarci di lui. Del resto, devo ammettere, io faccio piuttosto fatica a liberarmi delle cose: da un paio d’anni, camminando per il centro di Ravenna, guardo i manifesti dei concerti di musica classica che fanno al teatro Alighieri e posti simili: di tanto in tanto, al flauto, compare il nome del mio professore di musica di prima media. * fondatore e autore di Bastonate, miglior sito musicale italiano alle ultime tre edizioni degli Oscar del web
MUSICA
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CESENA ROCK
CESENA POP
I Foo Fighters e quel concerto voluto (e ottenuto) dai fan
Arrivano Masini e Nek, non solo Sanremo
L’organizzatore Fabio Zaffagnini durante il Rockin’ 1000 (foto Andrea Bardi)
Il concerto dell’anno, in Romagna, dal punto di vista perlomeno della visibilità, è senza dubbio quello del 3 novembre al Carisport di Cesena. L’appuntamento è naturalmente con i Foo Fighters, degna conclusione di un tormentone che va avanti da mesi e che ha portato come ormai noto mille musicisti provenienti da ogni parte d’Italia a suonare a fine luglio a Cesena un brano della rock band americana di Dave Grohl. L’evento è poi diventato un video-appello (con al momento oltre 25 milioni di visualizzazioni su Youtube) rivolto allo stesso Grohl per convincerlo a organizzare un concerto a Cesena. Un progetto da Guinness dei Primati, ribattezzato Rockin’ 1000, che ha colto nel segno. I Foo Fighters hanno infatti accettato l’invito fin da subito e per mesi l’attesa dei fan è stata solo legata alla data, ufficializzata a metà ottobre. E venerdì 23 i biglietti disponibili (non è chiaro quanti ne siano stati riservati a chi aveva partecipato attivamente al progetto, tra i circa 3.500 posti del palazzetto) sono stati bruciati in prevendita sul web nel giro di pochi minuti (nonostante i Foo Fighters suonino anche una decina di giorni dopo a Bologna, anche qui nel tutto esaurito dell’Unipol Arena, che di spettatori ne contiene però 14mila). Il tutto è stato reso possibile in primis da Fabio Zaffagnini, 39enne fan cesenate (originario di Fusignano) che ha avuto l’idea di organizzare questo evento dal basso di cui hanno parlato davvero in tutto il mondo.
Due percorsi diversi, due stili diversi e due carriere diverse. Marco Masini e Filippo Neviani (per tutti, semplicemente, Nek) sono due personaggi molto diversi ma con un punto di contatto. Anzi, due: entrambi consacrati al Festival di Sanremo (e, curiosamente, partecipanti anche all'edizione di quest'anno) ed entrambi, a distanza ravvicinata, suoneranno a Cesena in novembre (Masini il 10 al teatro Verdi, Nek il 27 al Carisport). Dicevamo di Sanremo: uno di loro ha anche vinto la kermesse, e non una volta sola. Si tratta di Masini, che ha trionfato col suo vocione rauco e graffiante nella sezione Giovani nel 1990 grazie alla sua “Disperato” e ha bissato nel 2004, stavolta tra i Big, con la deliziosa “L'uomo volante”. Nek invece da Sanremo ha tratto soprattutto visibilità: la sua ormai mitologica “Laura Non C'è” si piazzò solo settima nel 1997 ma poi sappiamo tutti come andò a finire. In aggiunta, proprio quest’anno è andato molto vicino al colpaccio, sfiorando la vittoria per un soffio. Del resto la canzone vincitrice (“Grande Amore” de Il Volo) aveva un taglio molto più nazionalpopolare, rivelandosi più adatta al pubblico sanremese rispetto alla sua “Fatti Avanti Amore”, brano molto potente e diverso dagli schemi tipici del Festival. Un coraggio però premiato perché, anche in questo caso, il successo è arrivato nei mesi successivi in termini di vendite e passaggi radiofonici (canzone più trasmessa tra tutte le partecipanti). Con Masini e Nek parliamo di due figure musicali diverse tra loro ma anche diametralmente opposte a quelle dei nostri tempi che escono dai reality. Si tratta di due artisti della vecchia scuola, con una gavetta molto lunga, tortuosa e importante, fatta di provini andati male, di prove, di canzoni scritte e arrangiate per altri (anche nomi di un certo rilievo come Raf e Umberto Tozzi). Del resto, a differenza di ciò che accade oggi, in cui si viene catapultati al successo ai limiti della maggiore età (a volte anche prima), questi due sono riusciti a sfondare rispettivamente a 26 (Masini) e 25 (Nek) anni, in particolar modo grazie alle loro doti vocali. Già, la voce: così aspra e dura quella del toscano (quasi una voce rock metal prestata alle canzoni d’amore); così rassicurante, particolare e riconoscibile quella dell'emiliano che, a tratti, ricorda molto il vecchio Sting (non a caso, agli esordi, il buon Nek faceva parte proprio di una cover band dei Police). Eppure non sono mancati i problemi anche a successo già ottenuto, soprattutto per Masini che ha dovuto lottare per anni contro le accuse di jettatura (non si sa ancora da dove siano scaturite), oltre ad aver subìto critiche e addirittura censure per brani molto espliciti, quali “Vaffanculo” e “Bella Stronza”, pubblicati nel cuore della sua carriera. Nek invece non ha avuto particolari problemi anche se, dopo il boom dei primi anni, qualcuno lo accusava di sedersi sugli allori e di cercare di galleggiare nel mainstream italico senza più la vena creativa e la freschezza dei primi tempi. Cosa aspettarsi, dunque, al concerto di due personaggi del genere nel 2015 è presto detto: la serietà e l'esperienza di chi ha più di vent'anni di carriera alle spalle e crede in quello che fa. Matteo Fabbri
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MUSICA
6 LA ROMAGNA IN CUFFIA
Il nuovo folk-pop americano che arriva da Santarcangelo di Luca Manservisi Il miglior debutto folk-rock americano dell'anno è, probabilmente, quello di una band romagnola. E qui stanno pregi (molti) e difetti (pochissimi) di I’m good if yer good, disco d'esordio dei Jarred, The Caveman, così con la virgola, terzetto di Santarcangelo di Romagna che ad ascoltarlo pare davvero uno di quei gruppi spuntati fuori da chissà dove nel mezzo del Texas o del Kentucky. Chitarra spesso acustica che traccia la strada, contrabbasso, batteria essenziale, tocchi di banjo. Melodie a presa rapida e poi un cantante con una voce che ti fa sentire a casa, calda e roca quel tantino che basta, quella dell’argentino (trapiantato in Romagna) Alejandro Baigorri. E una decina di canzoni dall’enfasi trattenuta che ti entrano sottopelle con delicatezza, ricordandoti tanto, forse troppo, ascolti passati. Conor Oberst, Micah P. Hinson, certi Califone senza sperimentazioni, gli Okkervil River, in alcuni momenti più movimentati il Langhorne Slim che citano loro stessi nelle loro note biografiche, i momenti più riflessivi dei 16 Horsepower, e ancora M. Ward, Ryan Bingham, Bon Iver. Una platea di ispirazioni davvero da togliere il respiro, che più o meno inconsciamente omaggiano (con alcuni spunti sorprendenti come i coretti in coda di “Troubles” e “Amelia” o i dettagli estremamente curati grazie anche a collaborazioni come quelle di Antonio Gramentieri dei Sacri Cuori e Franco Naddei – che post-producono e missano il tutto – il violoncello dei Rigolò, i fiati di Enrico Farnedi...) in una quarantina di minuti di un disco che stupisce anche pensando alla giovane età dei protagonisti. Che ci segniamo già tra i nomi da non dimenticare e che attendiamo al varco al prossimo passo. I Jarred, The Caveman presenteranno il loro disco d’esordio, in novembre, il 1° nella loro Santarcangelo (Borgo Est), il 12 all’agriturismo La Terra dei Kaki di Montiano, il 13 alla Fiaschetteria Di Mortano di Santa Lucia e il 20 alla Locura di Misano Adriatico.
Sopra, Roberta Sammarelli, bassista dei Verdena. Sotto, il leader del Teatro degli Orrori, Pierpaolo Capovilla
GUIDA AI CONCERTI
I Verdena e gli altri: quando l’Italia è (anche) alternativa
AGENDA IL
TRIO DI
STEFANO DE BONIS
BELLEVILLE JAZZ CLUB
AL
RIMINI
DI
Il Belleville Jazz Club di Rimini (via Ghinelli 5, Rivazzurra) ha riaperto a fine ottobre con una rassegna di sei concerti che proseguirà fino a marzo sotto la direzione artistica di Jar - JazzAroundRimini. Il 13 novembre l’appuntamento è con il trio del pianista Stefano De Bonis. Sul palco con lui Andrea Lamacchia (contrabbasso) e Mirko Sabatini (batteria).
AL
TEATRO
CORTE
DI
CORIANO GLI ORSI
CON LIVE PAINTING
Il 14 novembre al teatro CorTe di Coriano concerto de Gli Orsi, band new folk riminese. A dare forma all’immaginario dei nuovi pezzi il live painting di Massimo Modula, in tempo reale su grande schermo.
FAB (E
I FIORI) E
THE STRIKEBALLS
AL
CAFFÈ ZAMPANÒ
DI
CESENA
I faentini Fab (e i fiori), con il loro folk-pop, saranno in concerto giovedì 12 novembre al Caffè Zampanò di Cesena (Corso Garibaldi 52), che invece giovedì 26 ospita un’altra band romagnola, da Savignano, gli Strikeballs, tra rock’ n’ roll, swing e country. Dalle 22.
I CAMILLAS,
DA ITALIA’S
GOT TALENT
ALLE COLLINE FORLIVESI
Reduci dal successo di Italia’s Got Talent, i Camillas saranno in concerto con il loro pop sbilenco e demenziale al circolo Arci La Betulla, in via Bidente 222, tra Meldola e Carpena sabato 7 novembre.
OTTONE PESANTE
AL CIRCOLO
BEVITORI LONGEVI
DI
FORLIMPOPOLI
Il 1° novembre al circolo Arci Bevitori Longevi di Forlimpopoli serata senza dubbio atipica con l’heavy brass metal, come lo definiscono loro, degli Ottone Pesante. Da segnalare anche il 14 il concerto del cantautore perugino Michele Maraglino con il suo rock-pop acustico. Presenterà l’album “Canzoni contro la comodità”.
IL
CANTAUTORE
ENRICO FARNEDI
SUONA A
FORLÌ, CESENA
E
RIMINI
Continua il tour del cantautore cesenate Enrico Farnedi che in novembre si esibirà il 6 al circolo Milleluci di Rimini; il 13 all'Area Sismica di Ravaldino in Monte (Forlì); il 14 (con lo spettacolo "Ciliegi rosa a primavera, memorie di un orchestrale") al Cosmonauta di Forlì; il 26 all'agriturismo Terra dei kaki, a Calisese di Cesena.
VISCUSO
E
SIBODE DJ
ALLA
CANTERA
DI
CESENA
Al pub La Cantera di Cesena rassegna dedicata a cantautori eccentrici: doppio appuntamento con artisti ravennati, mercoledì 11 live di Gianluca “Vis” Viscuso, mercoledì 25 appuntamento con Sibode Dj, il chitarrista di Johnny & Mongo. Domenica 15 novembre invece musica balcanica con i Radical Gypsies.
ANCHE I SUPERMARKET
E
FRIDA NERI
A
MISANO ADRIATICO
Al Locura di Misano Adriatico oltre al concerto dei Jarred, The Caveman (vedi recensione in alto), da segnalare venerdì 13 la “world music romagnola” dei Supermarket e il 27 il fado di Frida Neri.
Nel giro di pochi giorni passeranno dalla Romagna – e non è certo una novità – alcuni pesi massimi della cosiddetta scena alternativa italiana, che non se la passa poi in fondo così male nell'epoca dei social network, tanto che a volte sembra quasi esistere sul serio. E se esiste, i suoi alfieri quest'anno sono senza dubbio i Verdena. La rock band bergamasca ha festeggiato infatti i vent'anni di carriera pubblicando come noto due nuovi dischi nel giro di pochi mesi, che poi sono un solo unico lunghissimo album diviso in due volumi, Endkadenz. E così dopo il sold out del tour del volume 1, ora si apprestano ai prossimi bagni di folla, tra l'altro qui in Romagna sempre al Velvet di Rimini. Appuntamento il 7 novembre, un anno dopo, con la stessa ricetta: un rock che unisce la melodia alla vena psichedelica e più ruvida dei Verdena, che si divertono anche a sperimentare con i suoni, restando comunicativi. Tutt'altro clima attorno a Il Teatro degli Orrori, altro gruppo ormai storico del panorama italico (di scena il 21 novembre al Vidia di Cesena) che magari potrà contare su uno zoccolo di fan invariato, ma che con l’ultimo, omonimo, album ha diviso la critica e la pseudocritica, che si è divertita in alcuni casi anche a massacrarli. Forse pure per il carisma – di solito si usa sempre questa parola – di Pierpaolo Capovilla, il celebre leader della band noto anche per i suoi reading tra Majakovskij e Carmelo Bene, che non brilla certo per leggerezza. Il nuovo disco è piuttosto rumoroso, non sembra particolarmente riuscito in effetti, ma sicuramente dal vivo questa è una band che potrà soddisfare gli amanti delle chitarre. All’insegna del “rumore” anche il nuovo set, immaginiamo, dei Bachi da Pietra, passati dallo sporchissimo blues sotterraneo dei primi album (che hanno ormai quasi dieci anni) a una formula sempre più piena e che nell'ultimo disco sconfina fino al metal, al punto da sfiorare la parodia, non perdendo però in stile. Sarà divertente vedere Bruno Dorella e Giovanni Succi – ormai due piccole istituzioni nel panorama musicale alternativo italiano – anche questa volta (in novembre, dalle nostre parti, da segnalare il loro concerto di sabato 28 al Velvet di Rimini insieme a un nome in grande ascesa della psichedelia tricolore, i Sonic Jesus). Restando in ambiti piuttosto duri, torna l’assalto noise degli Zeus!, il frenetico duo basso-batteria in parte anche romagnolo che presenta il suo nuovissimo disco, Motomonotono, al Velvet di Rimini (il 14 novembre). Da non sottovalutare poi la data del 25 novembre al Diagonal di Forlì, dove il collettivo psichedelico C+C=Maxigross, nato sui monti della Lessinia, presenta il nuovo lavoro in uscita il 6 novembre, Fluttarn, che potrebbe essere quello della consacrazione di una band molto promettente. Non poteva mancare un nome storico, ma storico davvero, come Federico Fiumani, che sarà il 7 novembre al circolo Prometeo di Faenza per un concerto solista, “Confidenziale”, come il suo album del 1994 dall'animo sempre punk e new ave come solo lui, forse, lo è stato in Italia con i suoi Diaframma, in tour tra l'altro sempre in novembre, ma non in Romagna. Infine, tempo pochi mesi e forse in tanti si sono già dimenticati, ma il suo Egomostro, lo scorso febbraio, sembrava essere un instant classic di questo 2015 per molta critica specializzata: Colapesce continua a suonarlo in giro e il suo cantautorato gentile è da tenerselo stretto. A Cesena, il 15 novembre al Cineteatro Bogart, darà vita a un concerto del tutto particolare, “disegnato”, come viene definito, con il fumettista Alessandro Baronciani che farà rinascere le canzoni alle sue spalle in tempo reale (vedi pagina 21). (lu.ma.)
MUSICA
R&DCULT novembre 2015
7 UN DISCO AL MESE
A sinistra gli Aucan, che saranno in concerto al Velvet; a destra i Grasscut, attesi al Diagonal
Un sassofono e un violino per un viaggio stupefacente di Bruno Dorella *
ELETTRONICA
Tra techno e Bristol nei locali della Romagna Live da Ravenna a Rimini: in consolle anche artisti inglesi e americani Cresce anche in Romagna la cultura del clubbing e della musica prettamente elettronica, con diversi live in tutte e tre le province. In novembre torna l’ormai tradizionale serata mensile del Club Adriatico di Ravenna che sabato 7 novembre ospita all’Almagià (zona Darsena) l’americano Young Male, autore di una techno/house ruvida che farà da apertura per il dj set infuocato dell’inglese Hodge, uno dei nuovi esponenti dell’eclettica e vivace scena techno e bass di Bristol. Dall’Inghilterra viene anche il progetto Dead Fader, tra i nomi acclamati della scena techno e Idm degli ultimi anni, prota-
gonista sempre (curiosamente) il 7 novembre al teatro Comandini di Cesena (organizza Freddanotte). A Forlì il posto per gli amanti dell’elettronica è invece lo storico Diagonal, dove il 4 novembre arriva Petit Singe, progetto della giovane dj romagnola Hazina, mentre l’11 sono di scena i quotati inglesi Grasscut, tra suoni digitali e classica contemporanea, e il 18 i tedeschi The Beats. Un paio di serate da segnare sul calendario anche al Velvet di Rimini, che non è solo un club rock: il 17 novembre ospiterà per esempio la quarta serata del “club discontinuo” Moho, con dj-set di Danilo Betti e Nuel,
RAP/1 AL VIDIA
performance e il live di Tabache, progetto del romagnolo Francesco Tabanelli, al suo primo disco, che si esibirà anche il 7 novembre al Clandestino di Faenza. Sempre al Velvet, invece, il 21 novembre serata di elettronica “intelligente” con i bresciani Aucan e il “nostro” Godblesscomputers. Infine, da segnalare la serata di presentazione della neonata etichetta Light Item, creata anche da Rico della band di hip-hop sperimentale Uochi Toki. Si avvicenderanno sul palco il 7 novembre al Club Wave di Misano Adriatico alcuni esponenti dell’underground dell’elettronica italiana, tra cui lo stesso Rico.
RAP/2 ARRIVA
MADMAN
Sabato 14 novembre al Vidia di Cesena concerto del rapper Madman, che presenta il suo primo album solista pubblicato in settembre che vede anche una collaborazione con il celebre Fabri Fibra.
WILLIE PEYOTE
AL
CISIM
DI
LIDO ADRIANO
Sabato 21 novembre al Cisim di Lido Adriano (Ravenna) concerto del torinese Willie Peyote, rapper, polistrumentista, autore e compositore considerato tra le voci più interessanti in ambito hip-hop underground. Sul palco anche il Funk Shui Project.
Colin Stetson/Sarah Neufeld “Never were the way she was” (Constellation, 2015) Sono un fan di Colin Stetson, lo dico subito. Principalmente perché amo i musicisti trasversali, capaci di esprimersi ad alti livelli su strumenti diversi e in diversi generi. Lui suona sassofono e clarinetto basso, sguazza a suo agio nelle piscine a cinque stelle dell’indie rock di fama planetaria (ha suonato con Arcade Fire, National, Godspeed You Black Emperor) come nelle paludi di nicchia della libera improvvisazione freeform (visto qualche tempo fa all’Area Sismica di Meldola). Aggiungiamo svariati album con Tom Waits nel curriculum e direi che può bastare. Sarah Neufeld è la violinista degli Arcade Fire, ma anche lei si cimenta in generi diversi con la sua Bell Orchestre. Questo disco in duo avrebbe anche una specie di concept, ma non lo cito nemmeno perché mi pare del tutto secondario. Così come è superfluo soffermarsi sulle singole tracce. È un flusso immaginifico che lascia ampio margine per ogni umore e fantasia gli si voglia associare. Vale la pena spendere una definizione abusata: è un viaggio. La cosa impressionante è che non sono state usate sovraincisioni, e nemmeno loop. I due hanno davvero sviscerato una gamma notevole di suoni dai rispettivi strumenti, senza trucco e senza inganno. In qualche occasione mi è capitato addirittura di chiedermi chi stesse facendo cosa. Trattandosi di un sassofono e di un violino, converrete che la cosa sia alquanto bizzarra. Eppure, su strutture armoniche tutto sommato semplici, probabilmente figlie delle frequentazioni indie post rock della Neufeld, si sprigiona una gamma davvero stupefacente di poliritmie, timbri, rimandi soprattutto al minimalismo e alle sue microvariazioni. Come se i Mogwai dessero a Steve Reich uno dei loro giri più banali e gli dicessero “fanne quello che vuoi”. I due musicisti canadesi ci donano un disco fresco, ispirato e stimolante, usando due strumenti acustici in modo semplicemente creativo, ribadendo la certezza che si può sempre fare musica interessante, al di là dei generi e della strumentazione usata, quando si hanno idee e talento. Pare che abbiano lavorato insieme anche alla colonna sonora del film Blue Caprice. Toccherà procurarsela. * Batterista dei Bachi Da Pietra e degli OvO, chitarrista dei Ronin, membro della Byzanthium Experimental Orchestra, felicemente ex discografico, aspirante sommelier, orgoglioso ravennate d'adozione, in attesa della giornata di 48 ore per poter finire un paio di cose.
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R&DCULT novembre 2015
MUSICA
8 ROCK ALTERNATIVO
DAI MERCURY REV AI DEERHUNTER: BIG DALL’AMERICA IN ARRIVO AL BRONSON Entra decisamente nel vivo in novembre il cartellone del Bronson di Ravenna con alcuni big della scena americana del rock alternativo mondiale, a partire dai celebratissimi Deerhunter (foto al centro), che il 13 novembre presenteranno il nuovo album “Fading Frontier”. Il giorno dopo unica data italiana dei Mercury Rev (foto a sinistra), tornati con un nuovo disco dopo lungo silenzio, mentre il mese si apre il 2 con il cantautore texano Josh T. Pearson e prosegue il 7 con gli Unknown Mortal Orchestra (foto a destra).
CONSIGLI D’AUTORE
AGENDA ROCK
Dieci dischi per dieci cantautori fondamentali
RINGO DEATHSTARR
di Giacomo Toni *
Giacomo Toni
in una foto Di seguito elenco i miei personalissimi dieci candi Eleonora Rapezzi tautori fondamentali. Consapevole di escludere certi venerati maestri, includo quelli che mi hanno formato di più, che si sono occupati con rispetto del tempo libero della gente che li ascoltava. 1. Léo Ferré (disco consigliato: La solitudine) Forse uno dei migliori cantautori italiani è francese. In questo disco usa la lingua italiana con una raffinatezza che i nostri di rado hanno raggiunto. Le canzoni “Il tuo stile” (il tuo culo) e “Niente più” mescolano avanguardia e poetica classica (per un francese). “Pepee” dedicata alla sua scimmia è di uno strazio imperdibile. 2. Walter Valdi (disco consigliato: Storie di vita, d’amore e di malavita) Era considerato il padre del cabaret milanese. Senza il suo genio comico e surreale forse non avremmo avuto tutta la canzone comica che girava intorno a Milano. A parte questo disco si trovano 45 giri di capolavori umoristici come La Busa Noeva, Pot Pot-Gut Gut-Pot Pot, Faceva il palo nella banda dell'ortiga, El Baloss, I Wahha canzonettista”. La canzone satirica deve moltissimo a questo futurista. Put-Hanga. 8. Lucio Dalla (disco: Come è profondo il mare) Bhe 3. Enzo Jannacci (disco consigliato: Quelli che…) Una volta giuravo a tutti che quando sarebbe morto sareb- in questo album Lucio Dalla si inventa una maniera di scribe stato valutato per quello che è, forse il più grande. Non è vere delle canzoni enormi totalmente nuova. Penso che sia successo e forse è meglio. Così se lo gode chi gli vuol bene e il disco che sancisce la fine di una visione del cantautore scarseggiano i concerti in omaggio. Scelgo questo disco contrapposta a quella dell’interprete commerciale. Una perché contiene due capolavori assoluti come “Quelli visione pop della canzone d’arte con valenza poetica e vioche…” e “Vincenzina e la fabbrica”. Una produzione che lenza estetica. 9. Nino Scaffidi (disco: nessuno) È probabilmente mai si pone al di sopra degli uomini e delle cose. 4. Vasco Rossi (disco consigliato Vado al massimo) l’ultimo cantautore credibile. Vive a Bologna, nessuno Rivedere la sua performance al festival di Sanremo dell’82 credo che gli abbia mai chiesto di incidere un disco. Se lo con la sua faccia da geniaccio sballato mentre canta “Vado incontrate chiedetegli di suonare “Da dove sto chiamana gonfie vele” è una attività che ogni scrittore di canzoni do”. E salutatemelo. 10. CCCP (disco: Enjoy CCCP) Ultimamente c'è la dovrebbe fare una volta la settimana. 5. Skiantos (disco consigliato: Sogno improbabile) moda di considerare Giovanni Lindo Ferretti un povero rinIn una top ten di cantautori non può mancare Freak coglionito obnubilato dagli incensi della sua parrocchia di Antoni, soprattutto perché prima di tutti aveva capito che montagna. In verità qualsiasi orecchio attento avrebbe erano un fenomeno commerciale come il resto della produ- notato come la fede (la fedeltà?) sia sempre stata centrale zione discografica. Scelgo questo disco perchè contiene “La nella sua produzione. Resta, anche nelle canzoni di oggi, ballata del cantautore triste”. La ascolto sempre prima di uno scrittore misterioso, oscuro e profondissimo e mai banale. In ogni caso in questa compitation ci sono opere scrivere una ballata. È una minaccia. 6. Paolo Conte (disco consigliato: Elegia) È il disco di fondamentali fatte di slogan che incollano al primo ascolto Conte che preferisco per le raffinatezze degli arrangiamen- ma anche di costruzioni liriche enigmatiche e colte che non ti e le visioni paesaggistiche. Penso che raggiunga altezze cessano di sorprendere. ineguagliate nella musica italiana. * Giacomo Toni, classe 1983, è un cantautore e pianista for7. Rodolfo De Angelis (disco: Quattro piani di sensualità in uno stabilimento di bagni con violino e pia- livese, tra i più interessanti della nuova generazione. Il prossimo noforte) Quando De Angelis scriveva capolavori come “Ho anno è atteso il suo nuovo disco, seguito di “Musica per autoamperduto la cagnetta” e “Bravo, ma come parla bene”, l’uo- bulanze” del 2013. Insieme a Lorenzo Kruger dei Nobraino ha mo che inventò la parola “cantautore” doveva ancora dato vita anche al progetto Gli Scontati, tour tributo a Paolo nascere. Infatti un suo scritto si intitolava “ memorie di un Conte.
E
URGES
AL
SIDRO
Al Sidro club di Savignano sul Rubicone il 6 novembre concerto garage punk anni sessanta degli irlandesi The Urges. Il 23 novembre invece saranno di scena gli americani Ringo Deathstarr con il loro rock lo-fi.
I LEBANON HANOVER
AL
VIDIA
DI
CESENA
Venerdì 13 novembre al Vidia di Cesena due band della Fabrika Records della scena dark e cold wave contemporanea (tra chitarre e sintetizzatori). Sul palco i più noti Lebanon Hanover (metà inglesi e metà tedeschi, nella foto), reduci da sold out in tutta Europa, e i tedeschi Selofan.
METAL
E HARDCORE AL
ROCK PLANET
Sabato 14 novembre sonorità hardcore e metal al Rock Planet di Pinarella di Cervia (gli altri appuntamenti nella pagina a fianco) con tre band emiliano-romagnole: Damn City, Elyne e When You Collapse.
CHRIS BROKAW
AL
FARGO
DI
RAVENNA
Domenica 15 novembre alle 18.30 al Fargo Cafè di Ravenna concerto di Chris Brokaw, chitarrista, vocalist e batterista, tra i personaggi più importanti della scena slowcore americana, già membro fondatore di Come e Codeine.
I DANESI THE YOUTH AL MAGAZZINO PARALLELO Al Magazzino Parallelo di Cesena tre concerti da segnalare in novembre. Mercoledì 18 alle 21 sul palco i danesi The Youth, tra beat, garage e r’n’b. Sabato 21 l’appuntamento è invece con i ravennati Spacepony (folk-pop-psych) e mercoledì 25 con il cantautore riminese Giuseppe Righini che presenta il suo ultimo disco (condito anche da molta elettronica) Houdini.
MUSICA
R&DCULT novembre 2015
9 JAZZ MAUPIN-DEODATO-O’NEAL: TRIS D’ASSI Big del jazz mondiale in Romagna: a sinistra il polistrumentista americano Bennie Maupin, già attivo con Herbie Hancock e Miles Davis, che sarà con il suo quartetto il 26 novembre al teatro del Mare di Riccione; al centro il pianista e compositore brasiliano Eumir Deodato sarà in quintetto il 20 novembre al Teatro Socjale di Piangipane (Ravenna); sempre il 20, ma al teatro Verdi di Forlimpopoli, appuntamento con il trio del pianista e cantante americano Johnny O’Neal (foto a destra)
ROCK/1
E la storia passa anche da Pinarella ROCK/2 IAN SVENONIUS
Dal garage al punk con grandi nomi come Sonics, Christian Death e Stiff Little Fingers AL
MOOG
CON IL SUO DUO
XYZ
Ha alle spalle forse meno anni di carriera rispetto ai tre gruppi che citiamo nell’articolo qui a fianco, ma un piccolo pezzo della musica rock l’ha scritto pure l’americano Ian Svenonius, tra i padrini di un certo punk-rock post-hardcore e leader di band di culto come The Nation of Ulysses, The Make-Up e Weird War. Il 23 novembre sarà al Moog, in centro a Ravenna, per presentare il suo nuovo progetto XYZ, duo elettronico di glam-rock. Il 2 novembre al Moog da segnalare invece il garage rock dei canadesi Les Marinellis.
Tre gruppi che hanno fatto un piccolo pezzo di storia del rock mondiale saranno in Romagna in questo mese di novembre. A partire dagli esponenti forse più importanti e influenti del garage rock statunitense, The Sonics, nati agli inizi degli anni sessanta e tornati stabilmente dal 2008 con la formazione quasi originale. Dopo la data di agosto al festival siciliano Ypsigrock, saranno il 7 novembre al Barrumba di Pinarella di Cervia. Il concerto è annunciato alle 23, porte aperte dalle 21.15 (biglietti in prevendita a partire da 23 euro) e di spalla si esibiranno The Peawees, gruppo rock spezzino che festeggia i vent’anni di carriera. Restando a Pinarella e incredibilmente la stessa sera del 7 novembre, ma al Rock Planet, l’appuntamento è con un’altra storica band americana (dalla storia però piuttosto travaglia-
ta) come i Christian Death, tra gli alfieri del genere gothic rock, nati a Los Angeles sul finire degli anni Settanta ma che negli anni Novanta si sono come divisi in due, proseguendo l’attività in Europa con il leader Valor Kand (che sarà a Pinarella). Infine, da segnalare sempre al Rock Planet, ma sabato 28 novembre, l’unica data italiana degli Stiff Little Fingers, tra i gruppi punk rock europei (sono di Belfast, Irlanda del Nord) più importanti di sempre, con il loro primo album in particolare, Inflammable Material del 1979, che figura in tutte le enciclopedie di storia del rock che si rispettino. Nel corso degli anni sono stati diversi i cambi di formazione, che vede però ancora a chitarra e voce lo storico membro fondatore Jake Burns. Biglietti da 18 euro sul circuito Ticketone.
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MUSICA
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AVANGUARDIA/1
«L’intrattenimento non mi interessa...» Parla l’artista Nico Vascellari, curatore del festival Transmissions, a Ravenna dal 26 al 28 novembre di Luca Manservisi
discussione quelle che erano state le motivazioni principali per crearlo. With Love doveva essere Il 39enne artista e performer una sorta di veicolo di propaganveneto di fama internazionale da. Per questo tentavamo spesso (solo nel 2016 ha in programma di suonare davanti a un pubblico personali a Manchester e al non solo non preparato al nostro Maxxi di Roma) Nico Vascellari è suono ma anche ostile a ciò che il curatore dell’ottava edizione di dicevamo. Ninos Du Brasil al “Transmissions”, il festival di tempo avrebbe dovuto essere uno musica contemporanea e speristrano duo, formato da me e il mentale che l’associazione cultubatterista dei With Love, cioè i rale Bronson organizza a Ninos Du Brasil attuali, e avremRavenna da giovedì 26 a sabato 28 novembre, con un’anteprima mo dovuto aprire i concerti dei giovedì 5 allo stesso Bronson, With Love. A distanza di più di dieci anni dal concepimento quelclub di Madonna dell’Albero (vedi la idea mi è sembrata ancor più programma e artisti nel box qui a interessante come modo di rifletfianco). A sinistra, “Nico Vascellari tere su alcuni aspetti delle musica Lo abbiamo intervistato. Autoritratto” (Anno 2015) pop o più in generale dell'induQual è stato il criterio nello A destra l’artwork realizzato dall’artista stria dell'intrattenimento». scegliere gli artisti per per il festival: “Bathory Ora che ne stai curando Transmissions? E qual è, se (Transmissions)”. uno, qual è l'aspetto più esiste, il filo Courtesy Codalunga, 2015 importante secondo te conduttore? L PROGRAMMA in un festival? Quali «Ho cercato di sono i festival che ricorinvitare musiciDAI DEMDIKE STARE A ERIC COPELAND, PASSANDO PER SOFT MOON di con più entusiasmo sti la cui musica E IL 5 NOVEMBRE COME ANTEPRIMA, DA NEW YORK, ECCO PRURIENT da spettatore? mi sembra interessante e attua«Non sono un amante Il festival Transmissions avrà un’anteprima d’eccezione giovedì 5 novembre, le. Molti di loro dei festival. Troppa gente e al Bronson di Madonna dell’Albero (Ravenna), con il concerto di Prurient, sono amici, miei un'idea di musica come pseudonimo dedicato all’“elettronica da performance estreme” dell’artista e tra di loro. In intrattenimento che non multimediale di New York Dominick Fernow, uno dei nomi più noti e influenfin dei conti pasmi ha mai interessato. ti del suono noise. seremo quattro Trovo invece interessante Il festival vero e proprio inizierà invece giovedì 26 novembre all’Almagià (zona darsena di Ravenna) con la serata dedicata in particolare alla musigiorni insieme. la dimensione dei festival ca elettronica con un nome di punta di quella scena a livello mondiale, quello del duo britannico Demdike Stare che si muove tra dark ambient L’ambizione e la come Transmissions. Sono e techno sperimentale. In apertura destano curiosità il set del francese Extreme Precautions (minimal techno ispirata addirittura dal grindcore) e situazioni che riescono a speranza sono del progetto del veneto Riccardo Mazza (RM), mentre ai piatti sarà protagonista il dj francese Low Jack con la sua house intrisa di elementi noise, industrial, trance e techno. presentare ottimi artisti in che sia un Venerdì 27 si passa al Bronson per il gruppo forse più noto e sicuramente di più facile ascolto del lotto, The Soft Moon, band americana che si contesti intimi quanto tempo piacevole muove tra post-punk, krautrock, electro e darkwave. In apertura di serata i Ninos Du Brasil di Nico Vascellari, curatore del festival (vedi intervicalorosi. Non dimentiper tutte le persta), e gli americani Clay Rendering (tra i collaboratori anche di Wolf Eyes) che hanno l’obiettivo di unire generi lontani da loro come ambient, cherò mai la Two Days Of sone coinvolte». dream-pop e black metal. Struggle a Padova. E poi No Se non sbaInfine, sabato 28, sempre al Bronson, serata davvero fuori dagli schemi con un personaggio di culto come Ghédalia Tazartès, compositore dadaiFun a New York, Netmage glio sei stato sta d’avanguardia, “nomade musicale” e vocalist, nato a Parigi nel 1947. Il nome di punta è però forse quello di Eric Copeland, musicista d’aa Bologna e Dissonanze a prima musicivanguardia che suona elettronica psichedelica ispirata anche dagli Animal Collective, membro fondatore del collettivo noise/experimental di Roma. Sonar a Barcellona. sta che artista Brooklyn dei Black Dice. A completare il cast dell’ultimo giorno del festival ancora elettronica con Vaghe Stelle (progetto del produttore torinee poi sei tornaA ben pensarci, più per le se Daniele Mana), il dj americano Ron Morelli e poi spazio anche al filmmaker spagnolo Carlos Casas, il cui lavoro è un crossover tra film docuto alla musica, persone con le quali ho mentari, cinema e arti visive e sonore. seppur con condiviso quei momenti Biglietti di ogni serata singola, in prevendita, da 10 a 15 euro. Abbonamento a 25 euro. Info: transmissionsfestival.org e 333 2097141. altri metodi. piuttosto che per la musica Come ti definiin sé». resti e come descriveresti la tua parabola artistica? VANGUARDIA/2 «Non mi sono mai definito musicista. Ho sempre pensato al AL CLANDESTINO DI FAENZA SI PASSA DALL’AMERICANA AMY DENIO AI FATHER MURPHY mio attivismo in campo musicale come a un'esperienza politica. In Come al solito un programma di questo senso, suonare ha la stessa concerti quanto mai vario al valenza che organizzare un conClandestino di Faenza. certo o parteciparvi anche solo Il mese in musica parte il 4 come pubblico». novembre con l’americana Amy La tua musica da cosa è più Denio, produttrice, compositrice, influenzata? cantante, polistrumentista e «L’idea di Ninos Du Brasil (l’atimproviser, che si esibirà insieme tuale gruppo di Vascellari e con cui si al sestetto di world music sardo esibirà al festival Transmissions, Ou. Il 7 e il 14 novembre descritto come un improbabile mix appuntamenti con l’elettronica di batucada e noise, samba ed eletitaliana rispettivamente con tronica, ndr) nasce come reazione Tabache e Nagel mentre nel momento in cui avvertivo che mercoledì 18 arrivano i Father il mio gruppo precedente, With Murphy (nella foto) con il loro Love (band avant-noise-rock fondaavant-rock. Infine, il 28 novembre, ta da Vascellari negli anni novanta, concerto che esula dal campo ndr), stava ricevendo un consendell’avanguardia per una serata tra so da parte del pubblico che, per surf e rockabilly con gli americani quanto piccolo, metteva in Guantanamo Baywatch.
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MUSICA
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ALVIN CURRAN E ROB MAZUREK ALLA STAGIONE DELL’AREA SISMICA Entra nel vivo la stagione dell’Area Sismica di Ravaldino in Monte (Forlì): domenica 1 novembre (ore 18) due personaggi di spicco della scena d’avanguardia italiana (il contrabbassista Daniele Roccato) ed europea (lo svedese Ivo Nilsson al trombone); venerdì 20 e sabato 21 novembre (dalle 21) si terrà la quinta edizione del festival di musica contemporanea italiana (protagonisti Donato D’antonio, Francesco D’Orazio, Fabrizio Ottaviucci e Michele Lomuto) che culminerà domenica 22 (ore 18) con un ospite incredibile come Alvin Curran (nella foto a sinistra), storico compositore americano ormai trasferitosi da tempo in Italia; sabato 28 infine alle 22.30 un grande trio europeo di jazz attuale, composto dal pianista russo Simon Nabatov, Luc Houtkamp, sassofonista protagonista della scena free olandese, e Martin Blume, stella tedesca delle percussioni. In mezzo, domenica 15, fuori programma d’eccezione all’ex Filanda Maiani di Forlì, con i Black Cube SP, nuovo progetto di Rob Mazurek (foto a destra) in cui il celebre cornettista di Chicago riunisce musicisti creativi della scena di San Paolo.
CLASSICA/1 - GUIDA ALL’ASCOLTO
CLASSICA/2
Sulle note di Cajkovskij e Brahms
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Un approfondimento sul programma del concerto con il Quartetto della Scala a Rimini di Enrico Gramigna
La pianista
Manila In questa 66esima edizione della Sagra Musicale Malatestiana Santini avremo il piacere di ascoltare il Quartetto della Scala e la pianista Manila Santini sulle note di Webern, Cajkovskij e Brahms. Il concerto si terrà al Teatro degli Atti il 15 novembre alle ore 17 all’interno dei Concerti della Domenica (vedi box). Scritto da un Webern poco più che ventenne, durante una vacanza con la donna che poi sarebbe diventata sua moglie, il Langsamer Satz (movimento lento) è il prodotto di un promettente studente della scuola della Schwarzwal fondata proprio nell’autunno del 1904, l’anno prima della composizione del brano, da Arnold Schonberg, padre della rottura dodecafonica. Il romanticismo post-brahmsiano del quale vive il quartetto occulta la straordinaria scelta di Webern di distaccarsi dai modelli ottocenteschi: l’attento ascoltatore potrà riconoscere non i canonici due temi, ma ben tre, oltre alle molteplici sezioni di sviluppo ed al sapiente uso della sordina, impiegata anche da Cajkovskij nell’Andante cantabile del quartetto op.11 in re maggiore. Composto nel 1871, esso è il primo dei 3 quartetti scritti dal musicista russo ed è anche il L PROGRAMMA più apprezzato dalla critica coeva. Lontane A NCHE SALVATORE ACCARDO ALLA SAGRA MUSICALE MALATESTIANA dalle dispute ideologiche che stavano dividendo l’ambiente musicale russo, le composizioni Gran finale della Sagra Musicale di Cajkovskij risentono di quel respiro europeo Malatestiana di Rimini. Inserto di preal quale si può ascrivere la sua fortuna: un gio con la rassegna cameristica esempio su tutti è il momento del Trio nel autunnale de I Concerti della quale primo violino e viola presentano lo stesDomenica, quattro episodi di qualità so motivo a distanza d’ottava, meccanismo ormai divenuti un appuntamento presente fin dai quartetti di Schubert e che nel ricorrente per incontrare da vicino gli quintetto in fa minore op.34 di Brahms trova interpreti della musica da camera di larghissimo impiego. qualità, a cominciare da Ramin La genesi di questo quintetto, riscritto ben Bahrami (8 novembre), uno dei tre volte con altrettanti cambi di organico, migliori interpreti bachiani al mondo, sotto sapiente consiglio della vedova i Solisti del Teatro alla Scala con la Schumann, ha fine nel 1864, quando il compianista Manila Santini (15 novembre, positore lo licenzia dedicandolo alla principesvedi approfondimento nell’articolo sa Anna di Prussia. Il primo tempo è il manifequi a fianco), il duo di eccellenti pianisto della gravità e della seriosità della composisti di scuola riminese Davide Muccioli zione che riecheggia anche nello Scherzo, grae Davide Cavalli (22 novembre), fino a zie all’alienante pizzicato del violoncello ed al uno dei più grandi violinisti della sua fuoco che la scrittura richiama, prima di getgenerazione come Salvatore Accardo tarsi nell’oasi pacifica del Trio, mentre l’ultimo (nella foto), in duo con la pianista movimento grazie all’incipit fugato e dolente Laura Manzini (29 novembre). riconduce all’atmosfera contemplativa che Tutti i concerti si tengono al Teatro induce all’introspezione e rifugge lo slancio degli Atti a partire dalle 17. brioso dei grandi finali eroici ampiamente diffusi nella musica romantica ottocentesca.
I
Domenica 22 novembre alla chiesa di San Giacomo di Forlì il maestro Riccardo Muti terrà un concerto gratuito alla guida dell’orchestra giovanile Luigi Cherubini. In programma “Sinfonia n. 8 in si minore D759 Incompiuta di Franz Schubert; e la Sinfonia n. 5 in do minore op. 67 di Ludwig van Beethoven. Per partecipare è necessario prenotarsi telefonicamente seguendo le indicazioni che verranno fornite sul sito internet www.fondazionecariforli.it.
CLASSICA/3 A RAVENNA IL
CHITARRISTA
DALLA CHIARA
Continua la tradizione dei matinée in musica, anche a Ravenna, con i Concerti della Domenica (inizio ore 11 alla sala Corelli del teatro Alighieri): sul palco protagonisti con una carriera internazionale. Il pianista Riccardo Sandiford molto attivo anche all’estero terrà il suo recital l’8 novembre, il dinamico Trio Mythos che vanta numerose esibizioni in Italia e negli Stati Uniti sarà ospite il 15 novembre; Eugenio Della Chiara riconosciuto come uno dei migliori chitarristi italiani darà prova della sua straordinaria tecnica il 29 novembre. Il Quartetto Fauves, tra le più promettenti giovani formazioni ravennati, vincitore del progetto di riscoperta di Gian Battista Cirri, proporrà quartetti inediti del compositore forlivese, di cui presenterà anche una prima registrazione assoluta.
CLASSICA/4 LA FILARMONICA TOSCANINI A LUGO Incastonato fra la frizzante Sinfonia del Signor Bruschino di Rossini e la Sinfonia n. 49 in fa minore di Haydn, un capolavoro assoluto ma leggero ed elegante come una piuma: l'aereo Concerto in do maggiore per flauto, arpa e orchestra KV 299 di Mozart. È questo il programma del concerto della Filarmonica Toscanini che inaugura la stagione del teatro Rossini di Lugo sabato 28 novembre. Ad interpretarlo due solisti di valore quali Rosanna Valesi all'arpa e Sandu Nagy al flauto. A dirigere un giovane talento del podio, il ravennate Jacopo Rivani.
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TEATRO
PROSA/1
Mar del Plata: quando il rugby sfidò la dittatura Claudio Casadio nello spettacolo tratto dal testo di Claudio Fava su una storia vera dall’Argentina degli anni ‘70
La nuova coproduzione
di Federica Angelini
Dopo due spettacoli tratti da testi dello scrittore Massimo Carlotto, Accademia Perduta/Romagna Teatri arriva alla terza produzione in quattro anni di uno spettacolo contemporaneo su un testo nuovo in un allestimento che vede in scena anche il ravennate Claudio Casadio, tra i fondatori del centro di produzione faentino e attore di fama nazionale. Si tratta di Mar del Plata, basato su una storia scritta da Claudio Fava e incentrata sulla vicenda (vera) di una squadra di rugby che alla fine degli anni Settanta in Argentina vide scomparire i propri giocatori, i cui sostituti vollero però arrivare fino in fondo al campionato invece di trovare rifugio in Francia. «Un testo forte, ma che scorre via senza essere pesante o noioso, pur trattando di un tema importante» ci spiega Claudio Casadio contattato a Roma, dove si stanno svolgendo le prove dai primi di ottobre e dove lo spettacolo debutterà il 4 novembre. «Sì, saremo al teatro Eliseo, un teatro piccolo che ha una storia impor-
di Accademia Perduta sarà a fine novembre tra Cervia, Meldola e Bagnacavallo
Claudio Casadio (a destra) con altri due attori del cast: Giovanni Anzaldo (in basso) e Fabio Bussotti
chè non ci sono nomi di grande richiamo, ci sono tanti giovani e si tratta di un testo nuovo e anche se tanto si sente parlare della necessità di innovare il teatro, poi molto spesso le scelte di chi organizza le stagioni sono invece dettate dalla continuità, ma il nostro lavoro ormai è anche produrre, provare, innovare». Innovazione e sperimentazione che passano dunque dal numero e dell’età degli attori, dalla scelta di un testo contemporaneo dal forte contenuto sociale e, per Claudio Casadio, anche per il ruolo che è chiamato a interpretare. «Per la prima volta - racconta non amo il personggio che interpreto e non voglio che il pubblico lo ami: voglio ovviamente che lo trovi credibile e convicente, ma non affascinante. Si tratta di un fallito frustrato che il regime dittatoriale, come spesso accade, arruola per fargli fare di tutto e lui così trova un proprio spazio nella società e diventa spietato. Pochi giorni fa è venuto Claudio Fava a seguire le prove e mi ha detto che gli è piaciuto come l’ho interpretato, che era così che lui lo aveva in mente. La cosa ovviamente non può che farmi piacere». Dunque la dittatura, la frustrazione umana che può portare alla cattiveria senza redenzione, una storia vera di un coraggio che nasce anche dalla storia nobile di uno sport in cui i valori restano fondamentali. «Sì, nello spettacolo c’è molto rugby e nella scelta di queste persone di arrivare fino in fondo a qualunque costo c’è proprio, se vogliamo, un principio fondante del rugby».
Il protagonista: «Felice
di lavorare con attori giovani e di interpretare per la prima volta un personaggio che non amo» tante perché ha visto debuttare molti spettacoli innovativi». E piccoli saranno anche i tre teatri gestiti da Accademia Perduta in Romagna che vedranno in scena lo spettacolo in una sorta di minitournée tutta romagnola che toccherà Cervia (venerdì 27 e sabato 28 novembre), Meldola (domenica 29) e Bagnacavallo (il 30). Eppure lo spettacolo non ha nulla di piccolo. «In effetti siamo dieci attori più quattro tecnici e questo lo rende già di per sé un progetto per certi versi sperimentale – dice Casadio – perlatro per me si tratta di una sfida particolarmente interessante anche perché sette dei dieci attori sono giovanissimi, ragazzi poco più che ventenni, alcuni appena usciti dalle accademie e dalle scuole e questo confronto è un grande stimolo per tutti. Ma questi tre teatri romagnoli sono per noi importanti e per questo abbiamo deciso di far girare lì lo spettacolo che speriamo poi possa interessare agli operatori e possa andare in tournée l’anno prossimo. Sappiamo che non sarà facile per-
NEL DETTAGLIO/1 IL CAST DELLO SPETTACOLO
Lo spettacolo Mar del Plata, gli “angeli” del rugby che osarono sfidare il regime argentino è una coproduzione di Società per attori e Accademia Perduta su un testo di Claudio Fava e vede in scena Claudio Casadio, Giovanni Anzaldo, Fabio Bussotti, Andrea Paolotti, Tito Vittori e con Edoardo Frullini, Fiorenzo Lo Presti, Giorgia Palmucci, Alessandro Patregnani, Guglielmo Poggi. Scene di Alessandro Chiti, costumi di Sabrina Chiocchio, light design di Umile Vainieri per la regia Giuseppe Marini. Lo spettacolo ha il patrocinio dell’ambasciata argentina in Italia, della Federazione italiana rugby e di Amnesty International.
NEL DETTAGLIO/2 L’OSCENO SENTIMENTO DEL POTERE Dalle note dell’autore Claudio Fava: «[...] Ho provato a immaginare com’erano vissuti e perché avevano fatto quello che scelsero di fare. Non serviva a consolarsi ma a capire che dietro ogni violenza, a Buenos Aires come a Palermo, non c’era mai fatalità ma un pensiero malato, l’osceno sentimento del potere, l’avidità, il desiderio di impunità, la menzogna… In questo, Jorge Rafael Videla e Nitto Santapaola si rassomigliano. E si rassomigliano anche i loro morti. I ragazzi di Mar del Plata mi sono venuti incontro così, quasi per caso. Tutti morti, un solo sopravvissuto: Raul. Non aveva mai raccontato la sua storia. Nemmeno quando il regime dei militari era crollato come un castello di carte. Essere rimasti vivi, sopravvissuti al male, è sempre un peso insopportabile, il segno di una colpa che non esiste ma che ti covi dentro come un’ulcera. Succedeva agli scampati di Auschwitz, successe anche ai superstiti della mattanza argentina. Ho provato a immaginare i pensieri e i gesti di quei ragazzi che scelsero di restare e di morire. Ho cercato di riannodare i fili invisibili che legano vite lontane tra loro: i giovani agenti di Paolo Borsellino che rinunciano alle ferie per far da scorta al loro giudice, i giovani rugbisti di Mar del Plata che rinunciano a trovare rifugio in Francia pur di giocarsi fino all’ultima partita il loro campionato…»
TEATRO
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PROSA/2
Dalla Lupa a Fedra fino a Lady Mortaccia La stagione si apre all’insegna del femminile. In cartellone anche Preziosi con Molière
Veronica Pivetti nei panni di Lady Mortaccia
Lina Sastri interprete de La Lupa
Con novembre ricominciano le stagioni teatrali con i loro cartelloni ricchi e variegati. Ecco allora i primi appuntamenti nei principali teatri romagnoli per questo inizio di stagione 2015/2016, a cominciare dai classici. La grande prosa del Masini di Faenza (dal 17 al 19 novembre) e del Novelli di Rimini (dal 20 al 22 novembre) si apre per esempio con Franco Branciaroli e il suo Enrico IV di Luigi Pirandello, studio sul significato della pazzia e sul tema, caro all’autore, del rapporto tra personaggio e uomo, finzione e verità. L’allestimento è di Ctb Teatro Stabile di Brescia e Teatro de Gli Incamminati. Da un testo siciliano parte anche la prosa al Diego Fabbri di Forlì, dal 12 al 15 novembre, dove Lina Sastri interpreta uno dei ruoli femminili più noti della storia delle letteratura italiana dandole però un linguaggio contemporaneo: la Lupa. Tratto da un racconto di Giovanni Verga, il personaggio della donna tentatrice e feroce capace di soggiogare gli uomini è un mix di sofferenza, seduzione, dolore, sortilegio, istinto primordiale. Al Bonci di Cesena arriva invece una prima nazionale di Emilia
Romagna Teatro Fondazione e del Teatro Stabile di Torino che portano in scena un’altra figura femminile archetipica, ossia la Fedra di Seneca per la regia di Andrea De Rosa con in scena Laura Marinoni, Luca Lazzareschi, Anna Coppola, Fabrizio Falco, Tamara Balducci. Figura mitologica e archetipica, Fedra rappresenta l’incapacità di controllare amore e desiderio, la forza che travolge ogni resistenza per spingerci verso ciò che sappiamo essere moralmente sbagliato e che pure continuiamo a desiderare. Lo spettacolo sarà a Cesena dal 19 al 22 novembre e il 30 novembre al Teatro della Regina a Cattolica. Ma la stagione del teatro della Regina inizia già il 5 novembre con un grande classico del teatro francese, il Don Giovanni di Molière portato in scena da Alessandro Preziosi, regista e inteprete, per la traduzione e l’adattamento di Tommaso Mattei. «Don Giovanni – dice Preziosi su questo spettacolo – con la sua frenesia, il suo essere oltre, il suo slancio vitale e il suo destino di morte, attira tutti gli altri personaggi, sia uomini che donne; anche quando lo odiano o lo negano, non fanno che pensare a lui, parlare di lui, agire per lui. Il pro-
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tagonista è un autentico funambolo del trasformismo». Anche all’Alighieri di Ravenna il sipario si alza il 5 novembre, con repliche fino all’8 novembre, con la compagnia Luca De Filippo che propone il testo Non ti pago di Eduardo. Si tratta di una novità in esclusiva per l’Emilia Romagna. Assolutamente contemporaneo, irriverente, dalle tinte gotiche, tra denuncia e sberleffo, lo spettacolo musicale che va invece in scena a Cervia il 7 e l’8 novembre e il 9 novembre a Meldola. Veronica Pivetti è protagonista di Lady Mortaccia, la vita è meravigliosa! per il Teatro de Gli Incamminati. In scena vicino a Lady Mortaccia troviamo Sentenza, una dispettosa falce (Elisa Benedetta Marinoni) e Funesto, maggiordomo mite e sottomesso (Oreste Valente). A Lugo si dovrà aspettare fino al 12 novembre (in replica fino al 14) al teatro Rossini per vedere in scena la splendida Giuliana De Sio, diretto da Enrico Maria Lamanna, in Notturno di donna con ospiti, il testo di Annibale Ruccello di oltre trent’anni fa. Un testo che mescola dramma, commedia e tocca le corde del thriller.
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TEATRO
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Il murales sulla parete del Cisim di Lido Adriano
MAX ERA MAX E IGIABA SCEGO AL CISIM DI LIDO ADRIANO
Ivano Marescotti
Nuzzo Di Biase
Mr. Forest
Giovanni Cacioppo
COMICO
Dal ciclista al portiere di notte: per ridere
Riprende a novembre l’attività del Cisim a Lido Adriano di Ravenna. In particolare dal 2 all’8 novembre (pausa giovedì 5 novembre), alle 21 va in scena Max era Max, teatro-concerto di e con il rapper ravennate Max Penombra, per la regia di Luigi Dadina delle Albe. Lunedì 16 novembre, alle 21.30, invece appuntamento con la rassegna Cisimeet per la proiezione del documentario Asmarina di Alan Maglio e Medhin Paolos (2014) e a seguire l’incontro con Igiaba Scego che parla del suo nuovo libro Adua (Giunti, 2015), conduce Tahar Lamri.
I primi appuntamenti tra Ravenna, Cattolica, Longiano e Forlimpopoli
CON
All’Alighieri di Ravenna il comico prende il via martedì 3 novembre con un protagonista romagnolo: Ivano Marescotti, che porta in scena Bestiale, lo spettacolo nato in occasione della tappa lughese del Giro d’Italia e dedicato proprio al mondo del ciclismo con l’accompagnamento al pianoforte di Daniele Furlati (in scena anche al teatro di Coriano il 21). Il 5
Prende il via il 3 novembre Buio, rassegna di teatro/performance a cura di Teatro Onnivoro al Valtorto di Fornace Zarattini di Ravenna. Alle 21 ci sarà Tributo a Pasolini adulto della compagnia Phoebe Zeitgeist, ispirato a Petrolio di Pier Paolo Pasolini. Il 14 novembre dalle 10 alle 18 si svolgerà invece Sweet Home, laboratorio teatrale sul corpo e lo spazio condotto da Ilaria Dalle Donne, seguito nella sera del 15 novembre dall’omonimo spettacolo.
novembre (replica il 6) si ride anche al teatro Petrella di Longiano con l’anteprima nazionale dello spettacolo Gli impiegati dell’amore di Corrado Nuzzo e Maria di Biase tratto da una commedia francese di David Foenkinos che vede come protagonisti due single che lavorano in un’agenzia matrimoniale. il 27 novembre al teatro della
Regina di Cattolica inizia anche la stagione del comico con Mister Forest nello spettacolo Motel Forest, magie, follie e peripezie di un mancato portiere di notte scritto da Michele Foresta (che ne è ovviamente anche interprete) con Claudio Fois, Walter Fontana e Giò Tamborrino per la regia di Renato Sarti. Oltre che dall’angosciante e corruttibilissimo portiere di notte,
il motel è frequentato da pittoreschi ed improbabili personaggi. Tra i clienti più assidui e indesiderati c’è un mago che porta il nome del motel stesso che usa gli avventori come cavie per i suoi empirici e stralunati esperimenti. Arriva dalla tv anche il comico che animerà la sera del 27 novembre al Teatro Verdi di Forlimpopoli: Giovanni Cacioppo.
UN TRIBUTO A PASOLINI INIZIA BUIO AL VALTORTO
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TEATRO
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CONTEMPORANEO
Tra guerre e poveri cristi, tra narrazioni e i rumori di Stomp Non solo prosa e comico, a novembre prendono il via anche i cartelloni meno tradizionali, più legati alla narrazione o alla sperimentazione nella scelta dei testi, delle interpretazioni, degli allestimenti. E così al teatro Novelli di Rimini, il 18 novembre è di scena Ascanio Celestini con Laika, dove protagonista è un improbabile Gesù tornato sulla terra che vive chiuso in un appartamento di qualche periferia confrontandosi con i propri dubbi e le proprie paure. Accompagnato dalla fisarmonica di Gianluca Casadei, Celestini narra di come il crollo delle ideologie stia erodendo anche le religioni, osservandole attraverso gli occhi senza vista di un povero Cristo. Sempre a Rimini ma il 30 novembre va in scena Magazzino 18 di Simone Cristicchi e Jan Bernas che dà voce a una delle pagine più dimenticate della storia italiana, quando in seguito al trattato di pace del 1947 l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera e quasi 300 mila persone scelsero di lasciare le loro terre natali, destinate a essere jugoslave, per proseguire la loro esistenza in Italia. Il racconto si dipana nel Porto Vecchio di Trieste, dove gli esuli – senza casa e spesso prossimi ad affrontare lunghi periodi in campo profughi o estenuanti viaggi verso mete lontane nel mondo – lasciavano i loro beni in attesa di poterne in futuro rientrare in possesso: il Magazzino 18. Sempre a Rimini, ma al teatro degli Atti, martedì 24 novembre ci sarà Valentina Capone in Sole, un testo liberamente tratto da Le Troiane ed Ecuba di Euripide. «Ho immaginato la storia di “Etora” un personaggio di pura fantasia – spiega Capone, autrice e interprete – che commenta l’azione e le apparizioni sulla scena dal suo punto di vista. Etora, è l’improbabile amante del valoroso Ettore e cerca di raggiungere il suo eroe sul campo di battaglia. Ingenua e inconsapevole, con le sue battute spezza parzialmente il ritmo tragico e suggerisce un’altra dimensione in cui vivere il dramma, anche se, inevitabilmente, verrà assorbita dall’insensatezza della guerra e dall’immobilità dell’attesa. In Sole non ci sono distinzioni nette tra Bene e Male, non ci sono categorie assolute, assolute certezze. In Sole, semplicemente, ci sono frammenti di poesia e di lacrime». Al Fabbri di Forlì, il 24 e 25 novembre ci sarà un fuori abbondamento con l’esclusiva in regione di Stomp. Nata nel 1991 a Brighton dalla creatività di Luke Cresswell e Steve McNicholas, l’esperienza di Stomp sta per compiere i venticinque anni di successo nei più importanti festival e teatri del mondo, da Broadway a Parigi, da Los Angeles a Tokyo, in oltre 40 paesi e con 5 formazioni internazionali fisse. Tra i premi, Stomp ha vinto un Premio Laurence Olivier per la Migliore Coreografia ed è stato nominato per il Premio Laurence Olivier come Miglior Spettacolo. Senza trama, personaggi né parole, Stomp mette in scena il suono del nostro tempo, traducendo in una sinfonia intensa e ritmica i rumori e le sonorità della civiltà urbana contemporanea. Con strofinii, battiti e percussioni di ogni tipo, i ballerini-percussionisti-attori-acrobati di Stomp danno voce ai più “volgari”, banali e comuni oggetti della vita quotidiana: bidoni della spazzatura, pneumatici, lavandini, scope, spazzoloni, riciclandoli a uso della scelta. A Ravenna, al Rasi, l’appuntamento è con lo spettacolo del teatro della Albe di Luigi Dadina e Tahar Lamri (entrambi in scena) dedicato al tema delle morti al porto e non solo dal titolo Il volo – la ballata dei picchettini, dal 13 al 15 novembre. Lo spettacolo ha debuttato a giugno all’interno del Ravenna Festival e ora viene riproposto insieme a un momento di incontro dedicato proprio al tema del porto come luogo di frontiera, di lavoro, di scambio. A Cesena, invece, da giovedì a sabato 28 novembre va in scena La prima, la migliore con testo e regia di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari, entrambi anche in scena con Davide Berardi in uno spettacolo liberamente ispirato al romanzo confessione Niente di nuovo sul fronte occidentale di Eric Maria Remarque, che racconta la follia, il potere, le barbarie, il sacrificio e l’orgoglio dei giorni bui della prima (a questo fa riferimento il titolo) guerra mondiale.
In alto: Ascanio Celestini In basso: Stomp
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CINEMA
CONTROCINEMA
Pasolini, Fantozzi e i film d’essai Ricorrono i quarant’anni dalla morte del regista e dall’uscita della commedia di culto di Albert Bucci*
La scomparsa di Pasolini
Il Novembre 2015 vedrà a Ravenna la nuova edizione del Meff: Mosaico d'Essai Film Festival, che da anni proietta in città opere filmiche misconosciute ma premiate nei migliori festival internazionali. “Essai” è diventato una sorta di meta-genere filmico. Aggettivo francese che indicava in origine il cinema d’autore, inteso come lavoro artistico serio, spesso sperimentale, realizzato per ragioni estetiche e non commerciali. Ora, è vero che l’immaginario comune negli ultimi anni ha sempre più stigmatizzato certe contrapposizioni tra cinema d’arte e cinema commerciale, ma è altresì indubbio che questa divisione non renda giustizia alla complessità del cinema e alla mescolanza tra generi. E in questo senso, c'è una doppia ricorrenza simbolica che si sovrappone in questi giorni: i 40 anni della tragica morte di Pier Paolo Pasolini (2 novembre 1975) e dell'uscità del suo postumo Salò o le 120 giornate di Sodoma a Parigi il 22 novembre 1975; e i 40 anni del primo mitico Fantozzi (correva sempre l'anno 1975, e la regia era di un grande regista come Luciano Salce), celebrato in questi giorni alla Festa del Cinema di
Roma. Che non vanno affatto visti come eventi contrapposti o significativi di chissà quale decadenza dei costumi, ma solo come meraviglioso esempio della complessità dell’arte umana, film entrambi entrati nel mito per motivi diversissimi.
sembra quasi preconizzata dalla rarefatta e manierata ultraviolenza del film
Salò è la quintessenza del Male assoluto: la versione cinema delle 120 giornate di De Sade, ambientate durante la fascista repubblica di Salò. Film di cui scomparvero misteriosamente alcuni negativi
Fantozzi è la versione
satirica del biblico lamento di Giobbe contro il male del mondo
Fantozzi a tavola insieme alla moglie
durante la lavorazione; e che uscì a tre settimane dalla tragica morte di Pasolini: morte quasi preconizzata nella rarefatta e manierata ultraviolenza del film, che mantiene le geometrie assassine dello stile letterario del Marchese De Sade, ed è proprio
CINEMA
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Due fotogrammi del film Salò o le 120 giornate di Sodoma
questa “matematica” della perversione che costituisce l'aspetto più inquietante del film, che si può vedere solo come immersi in una ipnosi totale. Ma insieme a Salò, sono i 40 anni di Fantozzi. La regia dei primi Fantozzi fu del grande Luciano Salce, che aveva già diretto meravigliose commedie ciniche e satiriche quali L’anatra all’arancia con Ugo Tognazzi e Monica Vitti, e il Prof. Dott. Guido Tersilli con Alberto Sordi. Personaggio creato da Paolo Villaggio, il quale ha dichiarato che l’ispirazione per Fantozzi gli è venuto dalla sua esperienza di impiegato per quattro anni alla Italisder di Genova, in cui “ha capito esattamente cosa è l’infelicità”, vivendo una simbiosi totale tra artista e personaggio degna di Pirandello. La mitologia di Fantozzi è nota a tutti, un travet
comicamente kafkiano su cui si accentrano, in secula seculorum, tutte le disgrazie di questo universo, la versione satirica del biblico lamento di Giobbe contro il Male del mondo, per il quale esiste un'unica fondamentale domanda teologica: Se Dio esiste, da dove viene la sfiga? E così, tra Pasolini e Villaggio, scopriamo che entrambi parlano della stessa cosa, il Male, semplicemente sotto due angolazioni complementari. *Albert Bucci (Ravenna, 1968) è direttore artistico del Ravenna Nightmare. È stato docente di Sceneggiagtura e Tecniche della Narrazione alla Iulm di Milano e produttore esecutivo di spot pubblicitari televisivi. Possiede anche una laurea in Fisica Teorica. Il suo vero nome è Alberto, ma in effetti è meglio noto come Albert.
VIDEO
CLASSICI
Serata di performance alla Fabbrica delle candele di Forlì
Salò di Pasolini e la vita di Welles restaurati
Dopo l’edizione “pilota” dello scorso anno, il gruppo artistico Con.Tatto (Francesca Leoni e Davide Mastrangelo) in collaborazione con la neonata associazione culturale Vertov Project riproporranno l’evento ReAzione. Un’iniziativa dedicata alla video performance e performance live che ha l’obbiettivo di andare a riempire uno spazio rimasto vuoto nel panorama culturale contemporaneo della città di Forlì. L’evento si svolgerà sabato 14 novembre all’interno della Fabbrica delle Candele di Forlì e vedrà una vasta proposta di istallazioni video di artisti internazionali e di due selezioni video mirate, in collaborazione con la piattaforma di Videoarte Visual Container e con il critico d’arte Piero Deggiovanni, nelle diverse sale. In sala spettacolo, invece, un susseguirsi di performance e musica per rendere viva la serata. La proposta è quella di presentare al pubblico il panorama della video arte e performance art italiana, linguaggi contemporanei spesso emarginati dal grande pubblico. Dalle 19,30 alle 24. Entrata libera.
Per la rassegna “Il cinema ritrovato”, grandi classici restaurati in prima visione, due sono gli appuntamenti al cinema Saffi di Forlì. Lunedì 2 novembre alle 21.15 sarà proiettato Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini (foto sotto), mentre lunedì 30 novembre, sempra alle 21.15, si potrà vedere Magician: la straordinaria vita di Orson Welles di Chuck Workman.
IL FESTIVAL TORNA IL CINEMA D’ESSAI EUROPEO IN CENTRO A RAVENNA Il Mosaico d'Essai Film Fest, che torna a Ravenna con una nuova edizione dal 17 al 21 novembre 2015, al Palazzo del Cinema e dei Congressi di Largo Firenze, in pieno centro storico. Il festival – organizzato dall’Ufficio Attività Cinematografiche del Comune di Ravenna in collaborazione con la Fice, la Cicae e l’associazione culturale Ravenna Cinema e col sostegno del Ministero – celebra il suo nono anno di attività con un ricco programma di eventi e anteprime, sempre alla ricerca dei nuovi talenti del cinema contemporaneo europeo e con uno sguardo attento e devoto ai grandi maestri della cinematografia mondiale. A fianco della struttura centrale della manifestazione – il Concorso per lungometraggi Internazionali, una curata selezione delle migliori opere premiate dalle giurie dei principali film festival internazionali – spiccano eventi ed anteprime. Tra i film che si vedranno quest’anno: A Most Violent Year (foto) di J. C. Chandor, con Jessica Chastain e Oscar Isaac; e Jauja di Lisandro Alonso, con Viggo Mortensen, qui autore anche delle musiche del film.
CORTOMETRAGGI
Amarcort, pensando a Fellini Inizia il 1 dicembre l’ottava edizione di Amarcort Film Festival diretta da Simona Meriggi che si svolgerà a Rimini fino al 6 dicembre, nel teatro degli Atti e in altre location cittadine, e proporrà, in una veste rinnovata e ampliata, un programma fatto di vetrine per una marea di cortometraggi, di competizione artistica, di proiezioni e incontri anche per le scuole (come le lezioni su Federico Fellini per gli studenti delle superiori) e di numerose altre iniziative. Quattro le sezioni di concorso: “Amarcort”, dedicata a cortometraggi italiani e stranieri appartenenti al genere fiction della durata massima di 20 minuti; “Gradisca”, per corti sempre italiani e stranieri di fiction ma con durata massima di 4 minuti; "Rex", dedicata a cortometraggi italiani e stranieri appartenenti al genere animazione con durata massima di 17 minuti; “Fulgor” per corti di fiction romagnoli, con durata massima ancora di 17 minuti. Info e dettagli sul sito www.amarcort.it.
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LIBRI
L’INTERVISTA
Gene Gnocchi, un forestiero in Romagna L’autore di Cosa fare a Faenza quando sei morto (Bompiani): «Far ridere con la sola scrittura è più difficile» Comico, attore, cantante, ex calciatore, scrittore Gene Gnocchi, emiliano di origine, vive ormai da qualche anno a Faenza. Da questo trasloco, inusuale per un volto noto della televisione, ha preso spunto per un suo nuovo libro Cosa fare a Faenza quando sei morto (Bompiani). Il protagonista è Piero Schivazappa, in arte Rudi Ortolani detto Rudi O' che, in fuga dal frastuono del mondo finisce nella piccola cittadina del ravennate. “Se sei morto, o stai per diventarlo, Faenza è il buen retiro che hai sempre sognato”. Pensa Rudi O’. Ci si annoia davvero così tanto a Faenza? «Ma, in realtà credo sia il contrario, ovvero Faenza è un posto dove cercare la tranquillità in un mondo che ci sobilla con fatti che non interessano. C’è un grande rumore di fondo di notizie che sembrano sempre epocali, che ci mettono ansia e paura, ma che alla fine non hanno mai nessun valore». Faenza è quindi un oasi dove fuggire? «Sì. Credo che in fondo si fugge in ogni luogo in cui si va. Dipende però cosa vuole fare uno della propria esistenza, se si vuole sottrarre a questo rumore oppure buttarcisi dentro». La gente famosa, almeno nel luogo comune, vive a Milano o a Roma, perché lei, che non è nemmeno faentino di nascita, vive a Faenza? «L’ho fatto per un motivo di convenienza. Mi sono separato e convivo con una donna, abbiamo una bambina di due anni e una è in arrivo. Lei è di Faenza, e così siamo venuti qui, dove i bambini hanno i nonni». Come hanno accolto un libro intitolato “Cosa fare a Faenza quando sei morto” i suoi concittadini faentini? «Bene. Nella anticipazione uscita sul Sole24Ore avevano titolato “Morire di noia a Faenza” e i faentini avevano alzato tutti le sopracciglia pensando “ma cosa ne vuole sapere questo di come è Faenza, che è un forestiero”. Poi invece ho fatto una presentazione e ho visto che una volta letto il libro si sono tranquillizzati, anzi credo sia piaciuto».
e dei mass media in maniera tremenda. È così brutto? «Nel libro racconto tutto in maniera iperbolica. Volevo creare un contrasto tra il flusso di coscienza del protagonista e il mondo che gli sta attorno, per creare dei pretesti ad alcune situazioni comiche. Ho messo delle cose divertenti, non vere, ma verosimili». Nel libro pare che ci sia un suo rigetto verso la televisione di oggi? «Il problema è che la televisione non è più la stessa. Il programma generalista oggi non ha più senso. Ora sto facendo un programma per Supertennis in cui seguo i campionati di quarta categoria, dove ci sono i tennisti un po’ più scarsi. È un modo per rappresentare questo mondo. Mi piacerebbe fare programmi su cose che conosco come il rock o i costumi culturali. Mi piace fare quella televisione un po’ scritta e un po’ pensata. Mi pare che oggi molti programmi siano buttati su all’ultimo momento, senza nessuna preparazione. Avendo lavorato per molti anni in maniera diversa da come si fa adesso… sì, rimpiango la televisione di una volta». La televisione andrà verso programmi sempre più settoriali? «Secondo me sì. C’è la possibilità di vedere talmente tante cose oggi che non ha più senso pensare a un programma che vada bene per tutti. Ognuno può sceglie di vedere quello che gli interessa veramente». La sua comicità è prevalentemente orale, a teatro o in televisione, come cambia l’ironia nella scrittura? «Scrivere in maniera umoristica è molto diverso che far ridere recitando. Dal vivo hanno molto peso la mimica e le pause. Nella scrittura bisogna soppesare le parole, saper lavorare per sottrazione e cercare un effetto comico diverso. Sicuramente è molto più difficile far ridere un lettore di uno spettore. Ti mancano degli attrezzi del mestiere e devi sopperire in un altro modo». Matteo Cavezzali
«Mi sono trasferito qui per ragioni
familiari, ma non è poi molto diverso dal vivere in una grande città dove si fa tutto nel proprio quartiere. La differenza è solo negli spettacoli a teatro e nel traffico
»
L’Italia è un paese di provincia, forse senza nessuna vera metropoli… «Beh, non c’è molta differenza ormai tra una piccola città e una grande. Chi vive nelle grandi città finisce con vivere solo nel suo quartiere. Graviti in un raggio di azione ben circoscritto. Quando vado a trovare i miei amici a Milano o Roma vanno a giocare a calcetto o a tennis più vicino possibile da casa, si vedono solo nei posti vicini a casa. Alla fine le grandi città vengono vissute come un insieme di piccole province attaccate. Certo ci sono un po’ più di spettacoli a teatro, e un po’ più di traffico, ma non è così diverso». Nel libro descrive il mondo della televisione
LIBRI
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RAVENNA
CESENA
Dalle madri agli amori femminili: novembre ritrovato Proseguono a Ravenna gli incontri della rassegna “Il tempo ritrovato” organizzata dall’associazione Onnivoro con quattro autori di fama nazionale. Mercoledì 4 novembre alle 18.30 a Palazzo Rasponi l’ospite sarà Marco Peano, autore esordiente dello struggente romanzo L’invenzione della madre (Minimum Fax) in cui racconta, dal punto di vista dell’unico figlio maschio di una donna di poco più di cinquant’anni, l’ultimo anno trascorso accanto alla madre malata di cancro prima della morte di quest’utlima. Giovedì 12 novembre, sempre alle 18.30 a Palazzo Rasponi, sarà la volta di Edoardo Boncinelli con il suo Homo Faber (Baldini&Castoldi), un inno alla manualità guidata dall’intelligenza. Dalle caverne alle sonde spaziali, racconta come nei settori più diversi – agricoltura, scienza, energia, trasporti, arte – l’uomo abbia – letteralmente – preso in mano il proprio destino, affiancando, alla lentissima evoluzione biologica, l’evoluzione culturale che gli è propria. Ancora un incontro dedicato a temi di attualità e non di fiction quello di mercoledì 18, questa volta alle 18 alla biblioteca Classense, con Elisabetta Gualmini, nel ruolo di autrice del testo Le mamme ce la fanno.
Sopra Francesca Mazzuccato, sotto Elisabetta Gualmini, entrambe le autrici bolognesi saranno a Ravenna a novembre
A CENA CON L’EX CCCP ZAMBONI, ORA SCRITTORE Il 9 novembre secondo appuntamento a Cesena con Scritto a Soffritto, da L'Oste Da Ghigo, ciclo organizzato da Emiliano Visconti. Una cena in compagnia di un grande nome della musica emiliana, Massimo Zamboni, tra i fondatori di Cccp e Csi, e ora anche scrittore per Einaudi di una storia, L’eco dello sparo, ambientata nell’Emilia profonda della fine della seconda guerra mondiale.
FORLÌ IN ESCLUSIVA: BARCELLONA NON ESISTE
Storie di donne sempre in bilico tra famiglia, scuola e lavoro (Mondadori). Gualmini, politiloga, docente universitaria e da circa un anno vicepresidente della Regione Emilia Romagna e assessore alle Politiche di welfare e Politiche abitative nella giunta Bonaccini, è nata nel 1968 ed è madre di due figli. La rassegna si conclude con altro nome importante del panora-
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ma femminile, quello di Francesca Mazzuccato che il 25 novembre presenta il suo ultimo lavoro L’amore cattivo (Giraldi), un romanzo che racconta il sentimento dell’amore attraverso le vicende di una coppia, Nora e Alessandro, per mettere in luce le zone d’ombra e le ossessioni di un sentimento che sempre più spesso sfociano in tragedia.
Il 20 novembre alle 17, a San Giacomo di Forlì, si terrà l’incontro con lo scrittore catalano David Castillo autore del romanzo noir Barcellona non esiste, ambientato nel 2040, circa. La città vecchia continua ad essere nelle mani delle organizzazioni che hanno sempre detenuto il potere. I quartieri fuori dalle mura sono invece controllati dai “giovani squadroni”, gruppi di adolescenti guidati da un capriccioso bambino di 5 anni autoproclamatosi re. Il protagonista è un ex scrittore che sopravvive nella città vecchia. Tradotto per la rassegna in collaborazione con il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna con sede a Forlì.
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FUMETTO/1
Cesena, città delle nuvole La rassegna tra incontri con gli autori, proiezioni, laboratori, workshop E ci dispiace per i più grandicelli... Diciamocelo, i lettori cesenati che possono votare si sentono un pochino esclusi, ma certo il taglio di Cesena Comics & Stories è pensato per quella fascia d'età fluida, imprendibile e scivolosa che ha ancora un piede nell'infanzia e uno, un po' a rischio di storta, nell'adolescenza. Fino al 15 novembre un fittissimo calendario di laboratori, presentazioni, azioni, incontri, visioni porta i fumetti tra le dita di chi ha dai 6 anni in su, con una particolare attenzione a chi ne ha dai 10 ai 16. La Biblioteca Malatestiana è uno dei luoghi più frequentati, ma gli autori vanno soprattutto nei centri di quartiere, nei microluoghi in cui si ciondola, per fare capitombole e disegnare insieme. Vaste incusioni nelle scuole, ma anche momenti per gli educatori come il workshop del 4 e 5 novembre dal titolo programmatico “Mario Lodi. Pratiche di libertà nel Paese sbagliato” con gli autori del fumetto dedicato al grande maestro Piadena, ovvero Diego Di Masi, Alessio Surian e Silvio Boselli. C'è anche lo spazio baratto del fumetto: prima del cinema disegnato chi vuole può scambiare i propri albi. Una chicca per chi è dipendente dalle nuvole. I disegnatori invadono però anche le vetrine, ne segnano la trasparenza per far sì che il rito dell'aperitivo, diventato ormai un must sociale nell'era social, diventi anche un momento di contaminazione artistica. Gli eventi dedicati ai senior si concentrano nel fine settimana dal 13 a 15 novembre (segnaliamo il gran finale il 15 novembre con il concerto disegnato di Colapesce + Alessandro Baronciani al Cineteatro Bogart). Cesena Comics è rinata dopo un periodo di due anni di silenzio, dovuto ai tagli e alle difficoltà di bilancio dei Comuni, ma ora è tornata con una identità più definita nell'ormai differenziato calendario legato alla nona arte dell'Emilia Romagna: un festival che si rivolge in particolare ai giovani lettori irriverenti e curiosi, magari quelli più silenziosi, che osservano il mondo e lo riproducono con le matite. (el. sta.)
FUMETTO/2 L’INFANZIA
SEGRETA (E RAVENNATE ) DI
PIER PAOLO PASOLINI
Il 2 novembre ricorre il quarantesimo anniversario dell'omicidio di Pier Paolo Pasolini. Nato a Bologna, Pasolini aveva il padre di Ravenna. E sono legati alla città bizantina gli autori della graphic novel Diario segreto di Pasolini, edita da BeccoGiallo, Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini. Un romanzo grafico che ripercorre la vita di PPP nel momento in cui si forma, dall'infanzia alla gioventù, abbandonata con nostalgia alla morte del fratello Guido. Non poteva quindi non partire da Ravenna il viaggio di questo libro, realizzato anche con il sostegno di Arci nazionale. Folto è il calendario degli eventi legati a questa commemorazione. Il 2 novembre alle 18 alla Libreria Feltrinelli di via Diaz prima presentazione nazionale di Diario segreto di Pasolini, con gli autori, Roberta Cappelli (presidente di Arci Ravenna) e Iacopo Gardelli. Il 5 novembre inaugurazione della mostra con tavole originali dal libro presso Dock 61 di Ravenna in via Magazzini posteriori (darsena di città) alle 19 con gli autori (sempre al dock la sera dopo un incontro con il critico cinematografico Andrea Bruni sempre su Pasolini alle 20.30 e sabato 7 alle 19 aperitivo con letture di Lorenzo Carpinelli presentate da Alessandra Carini). Il 12 novembre al circolo Arci Gulliver di Alfonsine proiezione del film Non essere cattivo di Claudio Caligari, a seguire presentazione di Diario segreto di Pasolini con gli autori. Inoltre dal 26 al 28 novembre si svolgerà a Forlì “Strati della cultura”, incontro nazionale dei circoli Arci giunto alla sua ottava edizione e dedicato quest'anno proprio a Pasolini: il 26 novembre alle ore 21.30 alla Biblioteca Comunale in corso della Repubblica 72, “Serata Pasolini – I problemi non si risolvono, si vivono”, con la proiezione del film di Caligari e la presentazione del libro di Stamboulis e Costantini, alla presenza anche di Roberto Roversi (presidente Ucca).
DAL PROGRAMMA GLI INCONTRI CON GLI AUTORI Nel vastissimo programma di eventi con incontri aperti, riservati alle scuole, workshop per i ragazzi, abbiamo scelto di segnalare qui gli incontri con gli autori, adatti ad un pubblico non solo di ragazzi o famiglie. Domenica 8 novembre, ore 17 Aula Magna, Biblioteca Malatestiana Don Baronio, la vita a fumetti: Gli autori raccontano la realizzazione di un libro unico nel suo genere Venerdì 13 novembre, ore 20 Aula Magna, Biblioteca Malatestiana, piazza Bufalini 1 Life Zero: Stefano Vietti e Marco Checchetto Il nuovo progetto action horror firmato dai due maestri del fumetto italiano Sabato 14 novembre, ore 17 Aula Magna, Biblioteca Malatestiana, piazza Bufalini 1 Somnia. Il gioco del serpente, Liza E. Anzen e Federica Di Meo raccontano come creare manga in Italia Sabato 14 novembre, dalle 22 Magazzino Parallelo, via Genova, 70 Blasteroid Space Party: Fantaquiz, esposizione, DJ set e regali per tutti dai Blasteroid Bros. Ingresso gratuito, tessera Arci obbligatoria In collaborazione con Magazzino Parallelo Domenica 15 novembre, ore 21 Cineteatro Bogart, via Chiesa di Sant' Egidio, 110 La distanza - Concerto disegnato // Colapesce + Alessandro Baronciani (nella foto in alto e in quella grande un’illustrazione) Evento realizzato da Ass. Barbablù per il progetto Periferie! Grandi eventi a bordo città! Ingresso: euro 5. “Sostieni Cesena Comics” (biglietto + borsina): euro 8.
LIBRI
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L UGO
RAVENNA
FAENZA
Comici, astronauti, studiosi e cuoche al Caffé letterario Prosegue il ciclo di incontri del Caffè letterario di Lugo. Il 4 novembre, al Salone Estense della Rocca, Francesco Giubilei presenta il suo libro su uno dei più celebre dei bagncavallesi Leo Longanesi (Bologna, Odoya, 2015), introdotto da Paolo Cavassini. Il 6 novembre, ci si sposta all’Hotel Ala d’Oro, dove si terranno tutti gli altri eventi, per l’incontro con Maurizio Cheli che presenta il suo Tutto in un istante (Minerva Edizioni, 2015) – introduce Enrico Montanari – in cui racconta il suo incredibile percorso professionale che l’ha visto pilota, astronauta e infine imprenditore. Il 13 novembre è la volta di Maurizio Ferrari con Mobilitazione totale (Bari, Laterza, 2015) dove si parla di web inteso come panopticon. Il 18 novembre Umbero Curi presenta La porta stretta (Milano, Bollati Boringhieri, 2015), immagine evangelica e metaforica di un passaggio universale della condizione umana, la fuoriuscita dalla minorità. Un momento di comicità in rosa è previsto il 27 novembre con Maria Pia Timo e il suo La Vespa Teresa (a seguire per chi lo desidera cena con menù tratto dalle ricette del libro).
Morozzi presenta il nuovo romanzo Al Moog di Ravenna (vicolo Padenna), venerdì 13 novembre lo scrittore Gianluca Morozzi presenta il suo ultimo romanzo pubblicato da Fernandel (Morozzi da sempre oltre che con Guanda mantiene un rapporto privilegiato con la casa editrice ravennate): Anche il fuoco ha paura di me. Il 6 novembre invece l’ospite della rassegna (a cui collabora lo stesso Morozzi) ospita Francesca Viola Mazzoni con Una mente insolente (Il Ponte Vecchio).
MISANO
Da Cacciari a Sini per ragionare (ancora) intorno al potere Maria Pia Timo sarà ospite a Lugo di un incontro e una cena
Dopo lo straordinario successo e il tutto esaurito degli appuntamenti di ottobre, a Misano Adriatico proseguono per tutto il mese di novembre gli incontri organizzati dalla Bbilioteca con pensatori e filosofi interrogati sul tema del “Potere” in tutte le sue accezioni. Ecco allora che venerdì 6 novembre Roberta de Monticelli terrà la relazione dal titolo “Il potere e la realtà: il nuovo volto del realismo politico”, mentre il 13 il noto filosofo Massimo Cacciari perlarà de “Il potere che frena”, il 20 novembre Luigi Zoja tratterà della correlazione, certo non infrequente, tra potere e paranoia e infine il 27 novembre Carlo Sini chiuderà il ciclo di incontri parlando del potere della conoscenza. Gli incontri si tengono nel Cinema-Teatro Astra di Misano Adriatico, via d'Annunzio 20 con inizio alle ore 21. Ingresso libero sino ad esaurimento posti, non è prevista prenotazione. Info: 0541.618484.
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Prossima apertura a Ravenna Via Faentina, 273
DACIA MARAINI
IN MUSICA PER
ERF
IN
WINTER
Chiude la quarta edizione di Erf in Winter - giovedì 5 novembre (alle 21) – con “Al femminile”, uno spettacolo dedicato al ruolo della donna musicista e scrittrice a partire dal XVI secolo fino alla contemporaneità, con musica e letteratura che si legheranno assieme grazie alla voce di Lorna Windsor, uno dei migliori soprani del mondo, il Duo Des Alpes formazione italo-svizzera e soprattutto le letture di Dacia Maraini (foto), tra le autrici italiane più tradotte al mondo, e una delle più attente alle tematiche femminili, che parlerà sul tema “Musiciste e scrittrici in epoca di patriarcato”.
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ARTE
di Sabina Ghinassi
È sulla linea di partenza Cristallino – Luoghi per le arti visive, la grande manifestazione artistica e culturale di Santarcangelo di Romagna arrivata alla sua seconda edizione ( la prima è del 20132014). Si tratta di un progetto espositivo estremamente contaminato che vede al lavoro un team eclettico: Francesco Bocchini e Claudio Balestracci, direttori artistici e artisti visivi, Roberta Bertozzi, curatrice, critica d’arte, animatrice della piattaforma creativa e culturale Calligraphie e poetessa, Mario Turci, sociologo, architetto, antropologo culturale e direttore di musei molto particolari (il Musas certo, ma anche il Guattelli di Ozzano Taro di Collecchio) e l’amministrazione di Santarcangelo che da tempo gioca d’anticipo sulle scommesse culturali e le vince. Quest’anno il tema intorno al quale ruotano tutti i momenti di Cristallino, da fine novembre a luglio 2016, dichiarato nel Manifesto del progetto, è “un luogo in cui sperimentare un’appartenenza. “ Un’appartenenza che «non passa per scopi pratici, valori ideali o una figuratività condivisa: essa è incitata soltanto dall’urgenza di riprendere di nuovo possesso del nostro presente, di abitarlo concretamente, di popolarlo di figure e miti». La dichiarazione di intenti è piuttosto chiara e Cristallino, per vie assolutamente lontane da quelle maestre e obsolete che costruiscono comunemente gli “eventi”, mette in scena un grande palcoscenico felliniano, onirico come un grande teatro o un circo lunare, poetico e sghembo, dinamico. Costruisce luoghi, stabilisce connessioni altre, racconta storie, usa prospettive trasognate, punta all’azzardo e apre nuovi percorsi. Crea, in poche parole, una serie di relazioni, in primo luogo con l’identità del nostro territorio – che non sono soltanto gli artisti (non tutti romagnoli, ovviamente) – ma con quello speciale genius loci che c’è qui, astutamente sparso tra le colline morbide della Val Marecchia, nei chiari ravennati, nella bassa lughese, sino alle sabbie della Riviera: una specie di Mazapegul (il nostro folletto dal berretto rosso) che esce all’improvviso solo qui ed è insieme folle e geniale. In Cristallino si inizia con la mostra Il pensiero è un abissoImagerie, Cataloghi, Inventari dedicati a La Fondazione di Raffaello Baldini, pensata per il poeta nel decennale della sua morte, con vernice il 21 novembre alle 17.30. Il concept espositivo intende tradurre visivamente gli atti di pensiero del Cantiere poetico avviato dal Comune di Santarcangelo nel settembre scorso e si ispira a La Fondazione, uno degli ultimi, importanti monologhi del poeta. «(...) e beh, la roba la devi ammucchiare, d'accordo, ma non
Installazione di Claudio Ballestracci esposta nella passata edizione
MOSTRE
Cristallino, appartenenza da sperimentare Seconda edizione per la manifestazione artistica di Santarcangelo che andrà fino a luglio Giacomo Cossio, Piante, 2015 Fotografia di Massimo Dall'Argine
devono essere dei mucchi, così, alla rinfusa, la roba deve avere un suo ordine, una sua disposizione, e la disposizione deve essere giusta, deve piacere, deve darti l’idea che ci stai insieme con questa roba, che non è solo della roba, sono delle creature, che le hai create tu», scrive nel testo Raffaello Baldini. E le sue parole diventano una sorta di filo d’Arianna che accompagna dentro gli spazi del Musas gli artisti Giacomo Cossio, Massimiliano Fabbri, Gilberto Giovagnoli, Mariano Marini, Ilaria Margutti,
Il 21 novembre primo
appuntamento dedicato a “La Fondazione” di Raffaello Baldini Valentino Menghi, Rudy Mazzoni, Gregorio Ravaioli, Denis Riva, Fabrizio Zanuccoli. Loro, come una grande orchestra, rielaborano insieme il mondo delle cose di Baldini, interfacciandosi con le collezioni del Museo. Lo interpretano in tanti modi diversi, giocando sulle assonanze, riordinando o seguendo l’entropia dell’horror vacui, abbracciando la compulsione ossessiva, costruendo wunderkammer fané, scivolando abilmente tra il sacro e il profano dell’anima delle cose. Nel testo poetico “l’ammassa-
re, accostare, allestire” sono il segno della ricerca di un ordine «per far emergere un disegno, per rinvenire nell’opaca trafila delle cose una narrazione, un racconto… È proprio a questo meccanismo che si allineano le tavole, i compendiari, gli assemblaggi realizzati dagli artisti in mostra, dove trovano posto, con maniacalità certosina o assecondando una casualità di cui difficile è rinvenire la logica, oggetti di ogni tipo, di uso comune o assolutamente improbabili, accomunati dal fatto di essere posti in una nuova sequenza discorsiva, in una nuova mitologia”, scrive Roberta Bertozzi nella presentazione della mostra (http://www.cristallino.org/). Ed è da questa mostra che parte il viaggio del progetto, accompagnandolo, (il 29 novembre, dalle 18) con la presentazione della rivista semestrale di pratica cristallina Edel, con tema Paesaggi/ Landscapes ( di nuovo luoghi, quindi), con un concerto dell’artista soundscaper Luigi Berardi, e, in seguito con numerosi appuntamenti a partire da dicembre, tra cui visite “eccentriche” alla mostra. Il pensiero è un abisso, dal 21 novembre al 28 febbraio; Musas, via della Costa, 26; Santarcangelo di Romagna; aperto Sabato - Domenica e Festivi dalle 15,30 alle 18,30, Chiuso il 25 dicembre; INFO: 0541 624703, 339 4826441; cristallino.focus@gmail.com; www.facebook.com/cristallino.luoghiartivisive; www. Cristallino.org
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ARTE
24 ILLUSTRAZIONE
AGENDA MOSTRA TRA FOTOGRAFIA E ARCHEOLOGIA A FORLIMPOPOLI È aperta al Maf di Forlimpopoli la mostra fotografica “Archeologia a Fuoco” che nasce dal suggestivo e rinnovato connubio tra archeologia e fotografia e rappresenta il coronamento di un progetto, avviato nel 2013, che ha visto coinvolti diciassette fotografi con l’obiettivo di valorizzare i beni di interesse archeologico del territorio e di promuovere il sistema di parchi, aree e musei archeologici. È possibile visitare la mostra, negli orari di apertura del museo, fino al 22 novembre. http://www.maforlimpopoli.it.
UNA
Rock Motel e 64 Kamasutra, doppia mostra a Bonobolabo Sabato 14 Novembre alle 16 nello spazio Bonobolabo di via Centofanti 79 a Ravenna, in collaborazione con Squame verrà inaugurata ROCK MOTEL + 64 KAMASUTRA, doppia mostra d'illustrazione che celebra gli art-books pubblicati da Squame con una selezione d'immagini dedicate alle icone del rock e al più antico di tutti i giochi d'amore…
FIERA DEL FARE A
RIMINI
CON I
La Fiera di Rimini sabato 14 e domenica 15 novembre ospita la prima edizione di Rimini Beach Mini Maker Faire, un appuntamento dedicato ai makers, il movimento che sta cambiando le carte in tavola nel mondo della manifattura industriale, artigianale ed artistica. Una vera e propria Fiera del Fare, le cui parole chiave sono ricerca, innovazione, creatività, condivisione, divertimento. La Maker Faire sarà l’occasione anche per testare il proprio talento di artigiano del terzo millennio con workshop, presentazioni, laboratori didattici e naturalmente materiali, strumenti, componenti, elettronica per la realizzazione di progetti DIY (do-it-yourself) in cui il pubblico è protagonista attivo. Nell’ambito dell’evento sono previsti focus specifici sui trend più attuali: stampanti 3D, droni e UAV Unmanned aerial vehicle – videogame, elettronica, fotografia, musica, laboratori, tutorial, talk, contest ed esibizioni spettacolari di steampunk e cos-maker.
ARCHITETTURA
Lucere, alle origini del Woodpecker Le parole di chi ha progettato la storica discoteca dimenticata di Milano Marittima Giovedì 19 novembre alle 21, alle Cantine di Palazzo Rava (via di Roma 117) a Ravenna, in una serata dal titolo Lucere, Filippo Monti racconta il suo Woodpecker in una video-installazione che sarà proiettata in esclusiva. Dopo 45 anni di oblio, le immagini della storica discoteca di Milano Marittima dialogano virtualmente con l’architetto che la progettò negli anni ’60, senza più tornare a vederla dopo l’inaugurazione. È l’ultimo passo che il collettivo Magma compie sull’eco del Modulo Fest 2015, il festival itinerante che si è svolto in vari luoghi abbandonati di Cervia e Milano Marittima tra cui il Woodpecker, la discoteca dimenticata dal 1970, che a oggi conserva solo l’avveneristica cupola impreziosita negli ultimi anni dagli affreschi del writer Blu. Di seguito il testo della videoinstallazione, cortesemente inviatoci da Magma: Filippo Monti, faentino classe 1928, è l’architetto che negli anni ’60 progettò la discoteca abbandonata dal 1970 a Milano Marittima. L'intervista che segue, realizzata nella sua abitazione di Faenza il giugno scorso durante il Modulo Fest, è uno stralcio della video-installazione, che giovedì 19 novembre alle 21 occuperà gli spazi delle Cantine di Palazzo Rava a Ravenna. Com’era Non ci sono più tornato da quando chiuse, 45 anni fa, e non ci vado neanche. Non so perché, ma è così per tutti i lavori che ho fatto, non sono mai più tornato a vederli. Ora com’è? Non ci sono buchi nella cupola? Il marmo è ancora in buone condizioni? Quella scala doppia d’ingresso funziona ancora? E sull’argine, adesso, le piante soffocano tutto? Me lo ricordo come una pianura immensa, tutta coltivata a barbabietole, fino alla pineta verso il mare, non c’erano alberi. La chiamavano la Bassona. Da quella pianura, di notte, risalendo via Nullo Baldini verso Forlì, si vedevano in lontananza le luci di Bertinoro. La costruzione Ricordo il giorno della costruzione. Fu una lotta: trasportammo da Forlì le enormi falci realizzate da una ditta di barche da corsa, che dovevano reggere il rivestimento in vetroresina. Dovevamo montare tutto in un giorno. Non ce la facemmo per colpa di un tremendo temporale che arrivò verso sera. La cupola rimase a metà, una sorta di esedra. La notte, sentendo il vento, pensai che l’avremmo ritrovata in mare. Invece no, era là dove l’avevamo lasciata, più bella di prima. Quello fu il primo collaudo. Il giorno dopo chiudemmo tutto e completammo il lavoro, in tempi che oggi sarebbe impensabile rispettare. Cosa disse la gente Allora non c’era il distacco per giudicare se fosse brutto o bello. Le cose venivano accolte, soprattutto laggiù, dal punto di vista dell’efficienza e della resa. Quella doveva essere una discoteca, un tritacarne e non c’era nulla di male in questo. Fu accolto bene. Vennero personaggi illustri, l’architetto giapponese Kenzo Tange (l’architetto dei Giochi olimpici di Tokyo del ’64, ndr) e la Rai per l’inaugurazione, nonostante allora non fosse il tempo degli eventi architettonici. Poi, dopo la chiusura, il silenzio. Una ventina di anni fa mi sorprese la pubblicazione di un servizio fotografico in una rivista francese. Solo ultimamente c’è un nuovo interesse da parte delle facoltà di Architettura. L’idea, il falso mito del Brunelleschi e la leggenda dei coccodrilli Può essere che, come nota qualcuno, la cupola ricordi quella del Brunelleschi. Un riferimento involontario, forse, di quando studiavo a Firenze. Per me fu tutt’altra cosa. Volevo creare un occhio di cielo, come l’effetto delle saline. Dalla scalinata di marmo che permet-
MAKER
teva di risalire l’argine, l’acqua delle vasche attorno alla cupola doveva riflettere l’azzurro del cielo, in contrasto con il marmo giallo di Siena, ora rarissimo, che allora comprammo come uno qualsiasi. Io dissi “qui ci vogliono i coccodrilli”. Il proprietario non diceva mai di no, e l’idea, nata un po’ per scherzo, mi piaceva veramente perché introduceva anche la componente della paura, innata nella natura umana. Finì tutto in una risata… e poi chi gli avrebbe dato da mangiare? L’illuminazione Non fu mai risolto il problema delle luci anche perché il proprietario tentennava. Il mio pallino era fare un’illuminazione con dei fuochi, delle fiaccole. L’esperimento non andò bene. Un’altra idea era creare colonne di luce. Come una visione di quando ero ragazzino, durante la guerra: con l’avvicinarsi del fronte da Rimini si vedevano dei fasci di riflettori antiaerei, come colonne di luce che foravano il cielo. Col senno di poi, non saprei neanch’io come realizzarlo. Gli affreschi di Blu, il futuro In nome di non so quale purismo, i writer non mi sono mai piaciuti. Eppure i lavori di questo Blu all’interno della cupola, mi sembrano interessanti. Di certo, il futuro del Woodpecker lo vedrei libero dalla corrosione della natura. Lo immagino come un centro di aggregazione, magari legato alla poesia. Penso a letture della Divina Commedia tradotta in dialetto, o della Bibbia. In questo senso potrebbe essere competitivo con altri luoghi che ospitano queste iniziative. Un’idea troppo elitaria? Perché non dargli la funzione che aveva il teatro greco, aprirlo alle arti, puntare alla ‘polifocalità’; come il cinema, ma con una simultaneità di schermi e di eventi, con la gente che si muove nel mezzo. Sempre mantenendo un po’ di mistero.
ARTE
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GALLERIE
Marcolini a Forlì, spazio multidiscipliare lontano dallo sguardo di provincia Non ha ancora un anno ma non nasconde di essere ambiziosa e lontana dallo sguardo di provincia: la Galleria Marcolini di Forlì, inaugurata nel dicembre 2014 con la personale Argonauta di Nazzarena Poli Maramotti, vincitrice del Premio Euromobil under 30 ad ArteFiera 2014, ha un cuore che unisce la promozione di alcuni degli artisti giovani più intensi del panorama italiano a uno sguardo che si allarga liberamente ai profili internazionali. Collocata nell’area dei Musei di San Domenico e di Palazzo Romagnoli, vera e propria cittadella d’arte forlivese, ha scelto una sede già cara alla mappa emotiva della città per la particolarità architettonica: la Casa della Torretta di Via Marcolini 25. Marcolini nasce grazie all’intuizione coraggiosa di Roberto Farneti, saggista e docente alla Facoltà di Scienze Politiche di Bolzano, e della sorella Federica che hanno scommesso sulla creazione di uno spazio multidisciplinare, teatro di mostre ma anche luogo di sharing cultures e contaminazioni culturali, con l’obiettivo di raccontare l’arte attraverso uno sguardo aperto alle relazioni differenti. Nel far questo la galleria diventa uno spazio ibrido e aperto, allarga l’indagine alla sperimentazione più giovane e la
Ripari Virginio, Due fanciulle che lanciano fiori, Reggio Emilia, Phidias Antiques
L’itinerario delle esposizioni ha un fil rouge che parla di letteratura e filosofia
mette a confronto con artisti già storicizzati, attraverso una lente rizomatica in grado di riconoscere connessioni, suggerendole e alimentandole con incontri, conferenze, rapporti con altre gallerie
italiane e straniere. L’itinerario delle esposizioni ha un fil rouge che parla di letteratura e filosofia, si innesta nella poesia, nella psicologia. Il tutto attraverso suggestioni centrate e lucide, coerenti
Da oltre sessant’anni viviamo con te
con gli allestimenti e le scelte degli autori in mostra. Le scelte curatoriali di Roberto Farneti, coadiuvato da Elena Dolcini, sono sempre in una prospettiva multidisciplinare: molta pittura di qua-
lità, ma anche video, fotografia, installazione, tutto scelto puntando sulla qualità etica e di coerenza di linguaggio estetico degli artisti che, anche se frequentemente giovani, dimostrano già sicurezza di intenti e formazione. Il progetto è sistemico e, pur non nascendo in prospettiva unicamente commerciale, alla fine premia il coraggio con proposte che, sorprendentemente in questo periodo di crisi, vendono. Valgano a questo proposito il successo delle opere di Romina Bassu, di Giovanni Lanzoni e di CJ Taylo (quest’ultimo acquisito dalla Fondazione Domus ex Cariverona) ad ArtVerona lo scorso ottobre. La prossima mostra (vernissage il 21 novembre alle 18, visibile sino al 31 dicembre), è The vegetable eye, ispirata alla poesia When All My Five And Country Senses See di Dylan Thomas. Sono esposti i lavori “verdi”di Renata Boero, di Astrid Svangren e di Giorgia Severi. Di nuovo una sfida interessante: un’artista storicizzata ma sperimentale insieme a due artiste più giovani, ma già pienamente strutturate. Da non perdere tra gli appuntamenti del mese. Sabina Ghinassi Galleria Marcolinii Via Francesco Marcolini 25/A, 47121 Forlì, Italia 388 3711896 info@galleriamarcolini.it Mercoledì e giovedì dalle 16.30 alle 19.30, Venerdì e sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30
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GASTRONOMIA MILLENARIA
Alla ricerca del desco perduto: come l’archeologia svela il cibo degli antichi di Guido Sani
RavennAntica, intitolata proprio “La tavola degli antichi romani tra eccessi e frugalità” Su quali fonti si basa la conoscenza dell’alimentazione e dei riti della tavola degli antichi romani? Le fonti sono molteplici rispetto al bacino molto esteso della civiltà romana che va com’è noto, dalla penisola italiana al continente europeo, e dal bacino del Mediterraneo al Medio Oriente. Ci sono i testi di cronisti e scrittori dell’epoca e le raffigurazioni dei mosaici e degli affreschi. Ma molte informazioni emergono anche in campo archeologico, grazie ai reperti e a nuove tipologie di ricerche sul campo, nel terreno e fra gli strati degli scavi. le fonti storiche e archeologiche più ricche riguardano l’epoca repubblicana e poi quella imperiale e tardoantica che ci raccontano con abbondanza di particolari delle risorse alimentari, delle preparazioni gastronomiche e delle modalità conviviali Ma sono emerse testimonianze rilevanti anche sul cibo degli italici, partendo dalle origini dall'età del ferro, che evidenziano come per secoli le abitudini alimentare si sono fondate sulla pura necessità di procurarsi le materie prime per nutrirsi, che erano poche e scarse, determinando una civiltà della tavola piuttosto semplice e frugale che riguarda tutto quella civiltà. E vedremo che quello della frugalità è un tema che nel bene e nel male attraversa i secoli e arriva fino ai giorni nostri. C'è un arco di problematiche che ho affrontato studiando l’epoca romana, che vanno proprio dalla povertà dei consumi all'eccesso dispendioso di cibo. E che introduce naturalmente anche una diversificazione sociale della disponibilità e dell'approccio alimentare. Insomma si va dalle carestie alla mitica cena di Trimalcione. Però serve cautela perché anche le fonti scritte vanno trattate con cautela ed è necessario, per così dire, leggere i testi fra le righe. Abbiamo una quantità eccellente di fonti ma
Qualcuno ipotizza che la piadina sia antichissima, addirittura un'invenzione culinaria degli etruschi poi adottata dai romani. Ma sono ipotesi di dubbio fondamento storico-scientifico. È invece probabile che la piadina, ormai famosissima ben oltre i confini della Romagna, come noi la conosciamo e abbondantemente consumiamo oggi, sia un'alimento che ha sì e no un secolo, altro che un millennio… La questione è curiosa e rimanda ad una domanda più vasta. Ma cosa e come mangiavano gli antichi? Quali fonti ci svelano qual era il desco degli antenati romani, ad esempio? A quanto pare ne sappiamo abbastanza, non solo grazie alle testimonianze scritte tramandate dai cronisti dell’epoca ma anche grazie alle ricerche sempre più approfondite della paletnologia e dell'archeologia e a studi molto sofisticati sui reperti ritrovati negli scavi stratigrafici. Di queste avventurose e intriganti indagini ce ne parla Giovanna Montevecchi. La studiosa ravennate, si occupa di ricerca archeologica sul campo, di archeologia preventiva e di Carte delle Potenzialità archeologiche urbane e territoriali. Collabora con enti e soprintendenze all’allestimento di musei e aree archeologiche, di mostre temporanee e di gipsoteche. Si interessa di temi legati alla cultura materiale romana, alla ritualità funeraria e alla residenzialità nel mondo romano e tardoantico: in particolare ha curato il volume Archeologia urbana a Ravenna. Lo scavo di via d’Azeglio, meglio noto come “Domus dei Tappeti di Pietra”, l’area archeologica gestita dalla Fondazione RavennAntica e aperta al pubblico nel cuore di Ravenna. Giovanna ha recentemente divulgato le sue conoscenza a proposito di alimentazione del passato in una conferenza pubblica, promossa dalle fondazioni Ravenna Capitale e
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Piazza della Libertà 15 Bagnacavallo (RA) Tel. 0545 64468 www.malabocca.it Osteria Malabocca
L'Osteria Malabocca è un piccolo e confortevole locale a gestione familiare situato nella piazza principale di Bagnacavallo. Ci piace dire che la nostra cucina è priva di etichette, se non quella della "stagionalità", infatti i nostri menù cambiano con il mutare dei prodotti che la natura mette a disposizione, cercando di lavorarli nella maniera più semplice possibile. Tutto viene preparato giornalmente da noi, compresi le paste, i dolci e il pane. Roberto e Denise vi aspettano tutti i giorni escluso il mercoledì, mettendo a vostra disposizione un menù vegetariano, uno di pesce e uno di carne oltre ad una selezione di piatti dedicati ai sapori e ai profumi del territorio. Aperto dalle 12 alle 14,30 e dalle 19,30 alle 22,30
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GUSTO
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27 dobbiamo interpretare chi scrive e perché lo scrive. Ci fa qualche esempio? «Nel periodo imperiale abbiamo la letteratura di Galeno, che collega strettamente l'alimentazione alla salute. Lui è un medico e imposta la sua disciplina al rapporto fra nutrimento e salubrità. Lo studio dell'antichità ci riporta spesso, anche in modo inaspettato, temi come questo, di grande attualità. Mi è piaciuto studiare Galeno proprio perché ci avvicina ai problemi che noi viviamo oggi. Galeno, fra l’altro, dice che l'alimentazione migliore era quello dei tempi più antichi e che per non ammalarsi e vivere bene bisognava tornare ad un'alimentazione prevalentemente vegetariana. Incredibilmente, il medico degli imperatori e dei patrizi, invita i suoi contemporanei al ritorno ad una sorta di dieta mediterranea. Pochi e semplici alimenti sani… Un ritorno alle radici del cibarsi... Le radici alimentari sono quelle degli italici, poi coi laziali e la civiltà romana si espande e si evolve anche la cultura, oltreché intellettuale, pure del cibo. A Ravenna, ad esempio, che è stata sede della flotta militare romana erano presenti diverse razze e culture. I militari e marinai assoldati da tutti gli angoli dell’impero portavano in città le loro tradizioni. Ravenna è sempre stata una città aperta al resto del mondo, c'era una grande varietà linguistica, di stili di vita, di religioni e di regimi alimentari. Insomma era uno straordinario crogiuolo di razze, di usi e costumi... e di cibi diversi Passiamo al valore delle fonti archeologiche. Fonti archeologiche importanti, ad esempio, per capire la vita quotidiana e quindi anche l’alimentazione degli abitanti del porto ravennate di Classe sono le steli funerarie ritrovate negli scavi. Più in generale, durante le indagini archeologiche possiamo contare sul supporto di specialisti come gli archeobotanici che prelevando campioni di terreno di strati degli scavi possono analizzare in laboratorio una serie di elementi organici, fra cui i pollini, che hanno la caratteristica di conservarsi per secoli. In questo modosi riescono ad individuare in diverse epoche storiche o contesti ambientali, come una domus o una necropoli o un edificio religioso, qual era la vegetazione dei dintorni. Da cui si può ragionevolmente dedurre cosa veniva coltivato o cosa si poteva raccogliere per nutrirsi. Poi ci sono gli archeozoologi che analizzano le ossa animali, individuando eventuali resti di animali che potevano far parte dei attività di allevamento e quindi poi di cibo. Nel senso di latte, formaggi, uova o carni… Così si può ipotizzare e ricostruire cosa e quanto si consumava dal punto di vista vegetale e animale in quell'epoca, nella quotidianità. E le stoviglie o altri utensili che vengono ritrovati? Sono importantissimi per ricostruire come gli antichi disponevano la mensa, cucinavano e più in generale come movimetavano le derrate alimentari. Se prendiamo ad esem-
er comprendere l’alimentazione «P e i riti conviviali dei romani – spiega
l’archeologa Giovanna Montevecchi – oltre ai testi tramandati dei cronisti dell’epoca oggi possiamo contare anche su indagini di alto valore scientifico come quelle della archeobotanica e dell’archeozoologia
In alto un mosaico del I sec. a.C.. di Aquileia che rappresenta il pavimento non spazzato dopo un banchetto. Sopra l’archeologa ravennate Giovanna Montevecchi e, a fianco, affresco pompeiano di un panettiere.
pio il grande giacimento di informazione che deriva dagli scavi del porto di Classe, soprattuto per quanto riguarda l'età Teodoriciana, Bizantina e dell'Esarcato viene svelato molto sui commerci di quell’età. Le rotte verso oriente sono sempre le stesse da secoli ma oltre ai soldati ci sono gli scambi di materie prime molte delle quali alimentari. Ci sono le tipologie dei contenitori: dal vino all'olio alle granaglie fino al celebre garum. E un alimento primario come il pane? Beh se parliamo di pane dobbiamo aprtire dal fatto che in origine i romani mangiavano una poltiglia di farina di farro, una specie di polenta chiamata puls, Poi intorno al III secolo si inizia a fare il pane di frumento. Ne parla anche Plinio. È la Sicilia all'epoca il granaio d'Italia, e poi la parte settentrionale dell'Africa, in particolare l’attuale Tunisia. Comunque dal secondo secolo a. c. anche in Romagna abbiamo una consistente attività agricola. Ne è testimonianza la centuriazione nei dintorni di Cesena, con i campi a maglie regolari, strade e canali per bonificare le coltivazioni, orti... A Ostia abbiamo molti reperti di mole per la produzione di farina che ci dicono quanto pane era prodotto all'epoca. E un affresco di Pompei ci mostra in modo molto vivido una bottega del pane con il fornaio e gli avventori. Per gli altri alimenti fondamentali della cosiddetta dieta mediterranea l'olio di oliva e il vino ad esempio dobbiamo far riferimento alla conquista romana della Grecia e di altri territori del Mediterraneo orientale. In ogni caso si usavano i grassi animali, non si conosceva il burro, ma solo lo strutto. Si mangiava poca carne di animali allevati, quasi solo il maiale. Il vino lo bevevano in pochi, era appannaggio delle classi agiate e comunque aveva originariamente una funzione sacrali. Ma uno degli alimenti tanto sacri quanto fondamentali nel sistema alimentare romano era il sale, soprattuo per le sue proprietà contro la putrefazione e per la conservazione dei cibi. Torniamo all’alimentazione di tutti i giorni... La dieta, in particolare delle gente comune, era molto frugale, prevalentemente vegetariana: latte formaggio, uova, poca carne, il miele, ortaggi però senza pomodori, patate e fagioli, ma con zucche, fave e ceci, lattughe e ortiche. Anche i più poveri avevano l'orto. Nella fase di decadenza dell'impero arriva il rituale del convivo. Con banchetti fastosi legati ai liberti, agli arricchiti senza scrupoli, come scrive Svetonio, dove si ostentavano in quantità i piatti più strambi e raffinati, mischiando ogni genere di pietanze di terra e di mare, dolci e salati. Ma il convivum aveva anche un aspetto cerimoniale e sociale che implicava il concetto sacro di ospitalità. Va ricordato che chi fra i ricchi offriva un convivio donava comunque una sportula, una borsa con qualcosa da mangiare, anche a chi non era direttamente invitato al banchetto».
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EVENTI/1
EVENTI/2
Torna San Martino a Santarcangelo tra “corna” e osterie tipiche
Sua maestà il formaggio di fossa: fiere in arrivo a Sogliano e Talamello
San Martino è una ricorrenza che a Santarcangelo di Romagna ha assunto da tempo il ruolo di appuntamento autunnale più importante, conquistandosi la fama di fiera autenticamente popolare la cui notorietà supera ampiamente i confini locali. Quest’anno l’appuntamento è da venerdì 6 a mercoledì 11 novembre. In particolare sono due le cose che fanno della fiera di San Martino una manifestazione conosciuta a livello nazionale: i cantastorie, che si danno appuntamento ogni anno in occasione della Sagra Nazionale a loro dedicata e le “corna”: appese sotto l'Arco della centralissima Piazza Ganganelli dovrebbero segnalare, oscillando, se la persona che vi passa sotto in quel momento è stata vittima del tradimento dell'amata o dell’amato. La Fiera di San Martino è anche sinonimo di commercio: in Piazza Marini, per la gioia di tutti i buongustai, c'è la Casa dell'Autunno, una grande mostra mercato dove si possono trovare dai tartufi al miele, dall'olio al formaggio, dalle conserve al buon vino novello. Tra gli appuntamenti in programma il Palio della Piadina aperto a tutti, rigorosamente nonprofessionisti, mentre grandi protagoniste sono le osterie e i punti ristoro attrezzati per l’occasione in tutto il centro storico, circa una ventina.
La fiera di San Martino a Santarcangelo
CON LA FESTA DEL TORRONE È GIÀ NATALE A FORLÌ Con la Fiera di Santa Caterina a Forlì si inaugurano le festività natalizie. Nella Piazza Don Garbin, zona antistante la Chiesa di San Biagio, le bancarelle festeggeranno la tradizione del torrone regalato dai mariti alle loro spose. L’appuntamento è per mercoledì 25 novembre. Gli ambulanti saranno presenti dalla mattina (dalle 7.30) fino a sera (ore 20), con dolciumi e caramelle, giochi e tanto altro.
TRADIZIONE/1 LA FUGARENA A TERRA DEL SOLE Domenica 15 novembre dalle 8 alle 19 torna “La Fugarena”, la più antica sagra popolare di Terra del Sole. Cultura, giochi e gastronomia per un antico rito agreste propiziatorio di ringraziamento dell'anno agrario con offerta in chiesa dei frutti della terra. Durante l'intera giornata sono previste diverse iniziative: mercato ambulante, stand gastronomici, rassegna d'arte per l'infanzia, esibizioni musicali e giochi popolari di piazza quali la corsa nei sacchi, la pentolaccia e l'albero della cuccagna; alle 17 accensione del grande Falò al centro della piazza.
TRADIZIONE/2
Nelle ultime due domeniche di novembre e nella prima di dicembre torna la Fiera del formaggio di fossa di Sogliano sul Rubicone, rinomata ormai a livello nazionale, in cui è possibile degustare e assaggiare il noto formaggio, Dop dal 2007. L'evento è arricchito da numerose manifestazioni collaterali: mostre varie (di pittura, scultura, arte varia); presentazione de “Il parlar franco” (rivista che ha lo scopo di riscoprire la cultura romagnola e il dialetto); vari stand della Strada dei vini e dei sapori e stand dell'associazione “Città dei Sapori” (presso i quali sarà possibile degustare e acquistare i prodotti tipici che i Comuni aderenti presenteranno); spettacoli teatrali, convegni; stand degli allevatori e coltivatori di Sogliano. Domenica 8 e domenica 15 novembre si terrà anche un’altra storica fiera del formaggio di fossa, giunta alla XXIX edizione, nel borgo medievale di Talamello, nel Riminese. Una prelibatezza, definita dal poeta Tonino Guerra come “L’ambra di Talamello”, per via dello straordinario colore che assumono le arenarie alla riapertura delle fosse e da cui la festa prende il nome.
AGENDA FOSSA, TARTUFO
E
VENERE
A
MONDAINO
IL
15
E IL
22
NOVEMBRE
Si rinnova il 15 e il 22 novembre l'appuntamento con Fossa, Tartufo e Venere, una delle più famose sagre di Mondaino (Rimini). Due domeniche dedicate ai grandi protagonisti della gastronomia locale: il tartufo bianco e il formaggio di fossa. Le aziende del territorio faranno assaggiare le tante specialità preparate con queste eccellenze delle colline romagnole.
IL
TARTUFO BIANCO PREGIATO L’8 NOVEMBRE A
CUSERCOLI
Il tartufo bianco, pregiato prodotto del sottosuolo, sarà protagonista domenica 8 novembre nella sagra organizzata dalla Pro loco a Cusercoli, sulle colline forlivesi.
DAL “PORCELLO” ALLE PERE
VOLPINE : GLI APPUNTAMENTI DI
BRISIGHELLA
Domeniche di sagre, in novembre, a Brisighella: l’8 è in programma "Sagra del Porcello" che ricorda l'antico rito dell'uccisione del maiale; il 15 sarà la volta delle per volpine; il 22 del tartufo e il 29 dell’ulivo e dell’olio.
Questo locale ha scelto di distribuire
Ristorante • pizzeria • pub • disco showchef • cabaret • musica dal vivo
Sabato 14 novembre
a Rimini
Cena col comico
ANDREA PUCCI Prima serata in compagnia dei comici di Zelig Prevendita diretta al locale o al numero 348 7046583 Via San Vitale | Albergone, n. 27 Bagnacavallo (RA) Tel. 0545 61574 - Cell. 348 7046583 www.maisonbarcelona.com Maison Barcelona
Trattoria La Marianna Viale Tiberio, 19 - Rimini Chiamaci se vuoi far parte del nostro circuito di oltre 1200 punti di distribuzione qualificata
IN TUTTA LA ROMAGNA Info: 335 6610983
JUNIOR UNIVERSITÀ
LIBRI/1
Unijunior: e nel campus arrivano le lezioni anche per gli under 14 Dopo Rimini, approda anche a Forlì Unijunior, un’università per ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 14 anni nata con l’obiettivo di avvicinare i più piccoli allo studio di materie “importanti”, utilizzando strumenti come l’esperienza pratica, il gioco e il divertimento. La prima edizione di Unijunior Forlì inizierà sabato 7 novembre con un calendario che spazia dalle eclissi alla storia dell’anatomia, passando per lingue del mondo e interpreti, traduzione di cartoni animati, meccanica del volo, paghette e bilancio familiare. Le lezioni si svolgeranno nel campus di Forlì. Per quanto riguarda i temi, si comincia con un viaggio nel corpo umano e nel tempo, sulle orme di Morgagni per bambini tra gli 8 e 11 anni con docente Cora Ariane Droscher alle 15, mentre alle 16.30 c’è la lezione per i ragazzi dai 10 ai 14 anni. Il 21 novembre il tema è: “L'autobus, la scuola, il pronto soccorso: perché ci sono e perché funzionano” dalle 15, per ragazzi tra gli otto e i 14 anni con Roberto Rizza e Paolo Zurla e alle 16.30 il tema diventa “Perché il tuo giocattolo preferito costa 70,99 e non 36,00 euro?” con Monica Bartolini, sempre per ragazzi tra gli otto e i 14 anni. Il 28 novembre il titolo della lezione è “Creo la mia azienda per comprare la bici nuova” alle 15 con Franco Visani, mentre alle 16.30 “Lezioni di volo per bambine e bambini” dagli 8 agli 11 anni) con i docenti Fabrizio Giulietti e Matteo Turci. Le lezioni a Unijunior sono gratuite, è però necessario pagare la quota associativa/assicurativa di 25 euro a studente per poter entrare nelle aule universitarie assicurati e ricevere la tessera associativa e il libretto dello studente. Informazioni e iscrizioni: www.unijunior.it.
Gek Tessaro al Rasi per Casa Vignuzzi Per celebrare i vent’anni della biblioteca per ragazzi Casa Vignuzzi (via San Mama) di Ravenna si sussegono gli appuntamenti del sabato mattina con le letture dei lettori volontari Nati per Leggere e le letture bilingue e in particolare sabato 21 novembre ci sarà lo spettacolo “I Bestiolini” di Gek Tessaro al Teatro Rasi, a ingresso libero fino a esaurimento posti.
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TEATRO/1 DAL PICCOLO PRINCIPE AGLI SPETTACOLI PER I BEBÉ Prosegue la stagione le Arti delle Marionette all’Almagià di Ravenna (zona Darsena) organizzata da Il teatro del drago. Domenica 15 novembre alle 16.30 in scena lo spettacolo di teatro d’attore, pupazzi e immagini per bambini a partire dai 5 anni del teatro dell’Acquario tratto dal grande classico Il piccolo Principe. Domenica 22 novembre sarà invece in scena lo spettacolo comico e di clownerie All’incirca il circo de I ciarlatani. L’ultimo week end del mese è invece dedicato ai piccolissimi (a partire dai 20 mesi) con venerdì 27 alle 17 e sabato 28 alle 15.30 e alle 17 a Vulkano (S.Bartolo, nei pressi di Ravenna) Lo zoo di Pinocchio di Drammatico Vegetale e domenica 29 novembre alle 10 all’Almagià Teo alle orecchie curiose e nel pomeriggio alle 16.30 Piccolissimo, due produzioni del Teatro del Drago.
LIBRI/2
TEATRO/2
IL NUOVO ROMANZO DI GHINELLI E I RACCONTI DA PAURA DELL’OTTOCENTO
Alice, il lupo, i clown e il bruco Maisazio
Domenica 1 novembre a Rimini, in viale dei Ciliegi 17, per un Mare di libri la scrittrice riminese Lorenza Ghinelli presenta il suo ultimo libro, adatto a lettori a partire dagli 11 anni e che si intitola: “Almeno il cane è un tipo a posto”. Sempre per ragazzi amanti della letteratura, ma dai 6 ai 10 anni, è invece pensata la merenda di sabato 14 novembre alle 15.30, alla biblioteca comunale Podesti di Saludecio con storie e racconti noir scelti dai classici dell’800.
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Parte a novembre, nel bellissimo teatro Goldoni di Bagnacavallo la tradizionale rassegna “A Teatro con mamma e papà”con Sotto la neve, uno spettacolo di Marcello Chiarenza interpretato da Maurizio Casali e Mariolina Coppola, due attori-clown che coinvolgono il pubblico (15 novembre alle ore 17). Il 29 novembre seguirà Alice, uno spettacolo dei Fratelli di Taglia ispirato alla celeberrima fiaba di Lewis Carroll. Due spettacoli in programma anche a Faenza per la rassegna Favole al Masini. Domenica 8 novembre alle 16 va in scena Il gioco del lupo del Teatrodistinto, spettacolo vincitore del Festival Giocateatro (domenica 8 novembre alle ore 16), mentre il 22 sarà la volta di una nuova produzione di Accademia Perduta: L’infanzia del mago. Lunedì 30 novembre parte anche la stagione per ragazzi del teatro Astra di Bellaria con la compagnia Ca’ Luogo d’Arte e lo spettacolo “Storie fruttuose” ispirato al libro “Il piccolo bruco Maisazio”.
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«E questa mela? Può sembrare che il suo prezzo sia alto ma se conosci la storia di valori e qualità che ha dietro, capisci che c’è un motivo per cui la vendiamo a questo prezzo e alla fine sono convinto che per il consumatore non sia un problema pagarla così, sapendo cosa compra». Nicolò Bertaccini ha 37 anni ed è cotitolare di tre punti vendita Naturasì, due a Ravenna e uno a Forlì. “Bio per vocazione” è il claim sotto al logo del franchising nato una trentina di anni fa in Italia, arrivato a Ravenna nel 2001 grazie al padre di Nicolò e oggi presente con 170 punti sul territorio nazionale. Bertaccini, cominciamo da quella mela. Cosa c’è dietro che non si vede sullo scaffale? «Viene dal Trentino, dalla coltivazione di un terreno difficile che quindi aveva poca economicità, viene lavorata da una coop che impiega ragazzi disabili per il loro inserimento nella società. La nostra filosofia non è quella di andare dal produttore e imporre di abbassare i prezzi ma preferiamo spiegare al nostro cliente perché ha quel prezzo». E funziona? «Possiamo dire che la clientela non manca». Chi è il cliente di Naturasì? «Direi che si riconoscono due categorie. Una è quella dei neogenitori: essendoci già passato con due figlie, quando vedo i carrelli con le verdure riconosco gli ingredienti dei genitori che preparano il primo brodo dello svezzamento e fanno volentieri il sacrificio per acquistare prodotti di qualità. Poi c’è chi cura il benessere fisico in generale e magari si riconosce in un sistema di valori attento al rispetto dell’ambiente e alla legalità. Insomma non puoi scandalizzarti del caporalato in Puglia e poi pretendere che i pomodori abbiano certi prezzi». In un periodo di crisi verrebbe da pensare che le scelte con una filosofia biolo-
L’INTERVISTA
Quando il supermercato è verde «Per noi il biologico non è una moda» Parla il cotitolare di tre punti vendita Naturasì, a Ravenna e Forlì. «I nostri clienti? Neogenitori e persone sensibili ai temi del rispetto dell’ambiente e della legalità» gica-ambientalista dovrebbero risentirne per prime. Non è stato così? «Quando si ha meno da spendere si sta più attenti a come si spende. Non dedichiamo più il giusto tempo alla spesa, andiamo di corsa e facendo così non ci rendiamo conto che andiamo verso un consumo che non porta vantaggi. Al nostro cliente cerchiamo di dare un clima e
un tempo giusto: alla fine magari avrà speso di più ma butterà di meno». Il bisogno crea l’impresa o l’impresa crea il bisogno? «È nato prima l’uovo o la gallina? Alcuni episodi hanno acceso l’attenzione sull’alimentazione portando le persone a dedicare tempo e soldi a questi temi mettendo in moto un moto-
re che si alimenta». La domanda del consumatore orienta davvero l’offerta? «Nella mia realtà incide molto. I miei fornitori non sono colossi ma piccole realtà che vogliono sapere che cosa funziona. Il feedback del cliente è importante per capire qual è la mela giusta da vendere a quale giusto prezzo.
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Km zero
«Sugli scaffali anche il vino di produttori in grado di arrivare solo nel nostro negozio»
Valori
«Facevo il responsabile delle risorse umane in altre aziende: qui ho trovato un porto sereno»
Gli scaffali di uno dei punti vendita Naturasì a Ravenna. Sotto Nicolò Bertaccini, cotitolare dei due punti vendita di Ravenna e Forlì
Faccio un esempio estremo: se domani non si vendono più spaghetti non potrei mai andare dalla Barilla a dirgli di non fare più spaghetti invece potrò andare dal mio fornitore e con lui ragionare sul perché gli spaghetti non si vendono». Prodotti a km zero? «Certo, soprattutto con attenzione alla stagionalità. Non puoi chiedermi il km zero fuori stagione. E per noi km zero significa anche avere sullo scaffale il vino di un produttore di Predappio che ha una produzione sufficiente solo per arrivare nel mio punto vendita». E se l’attenzione all’alimentazione fosse una moda? «Il suffisso bio è un po’ abusato, ma il biologico è qualcosa in cui noi crediamo davvero. Cerchiamo di tutelare il fornitore allontanando la tentazione di salire su carri che vanno di moda e noi vorremmo conservare l’integrità della nostra filosofia. È impegnativo? Sì. Ma vuol dire fare il bottegaio con spirito genuino. Questo mi è piaciuto: facevo il responsabile
Critica
«Ci nutriamo più del necessario consumando pochi prodotti che alterniamo poco» delle risorse umane in altre aziende e poi questa realtà mi è sembrata un porto sereno. Ho avuto la sensazione di un’azienda con veri valori, con un sistema di valori importante, un’azienda che crede ancora nei fornitori come partner». Qualcuno dirà che è tutta roba da fighetti…
I LIMITI E LE POSSIBILITÀ DI FARE IMPRESA IN ITALIA COS’È LA FLAT TAX AL 15% E COME PUÒ ESSERE APPLICATA IN ITALIA
«Passando da fuori può sembrare così. Ma chi ha la curiosità di entrare potrà capire che c’è altro. Un esempio. In negozio c’era un padre con la figlia di 12-13 imbronciata. Lui mi dice che essendo celiaca ora potrà mangiare solo riso. Io gli ho fatto vedere il nostro reparto per celiaci dove ci sono anche merendine al cioccolato. Lei è diventata la bambina
più felice del mondo». La filosofia Naturasì è praticabile solo su piccola scala o dovrebbe essere l’orientamento per tutti? «Potrebbe essere praticabile ovunque se accompagnata da una vera educazione alimentare, mi piacerebbe fosse nelle scuole. Ci nutriamo più del necessario consumando pochi prodotti che alterniamo poco. Spero che la ventata dei reality sia utile per tornare a cucinare con più attenzione». L’allarme Oms per le carni lavorate che effetto fa? «Non mi spaventa perché la notizia va capita bene. Un certo tipo di carne in un certo tipo di alimentazione può avere determinate conseguenze. La segnalazione viene da una fonte seria ma anche l’analisi va fatta con serietà. Se il consumo di carne insaccata avviene in un piano alimentare equilibrato è un altro modo di vedere le cose». Qual è la cultura di impresa di Naturasì? «È quasi poco verosimile, è fatta di giusti ritmi e attenzione alle persone. Raccontata sembra inverosimile, una favola». Il titolare di un punto Naturasì consuma solo prodotti Naturasì? «Io sì, gli altri non so». Parliamo di cultura e di impresa. Qual è la sua dieta culturale? Teatro, musica, cinema, libri… «A teatro sono stato a fine ottobre a Ravenna allo spettacolo “Finché giudice non ci separi” a sostegno della fondazione Lucè (a cui Naturasì ha partecipato anche come sponsor, ndr). Cinema purtroppo con due bambine piccole da un po’ di tempo è tutto incentrato sull’animazione. L’ultimo libro letto è una ricostruzione dei fatti di Sigonella e musicalmente invece è un periodo di riscoperta dei Pearl Jam. Almeno in auto, perché a casa poi passa solo il Torero Camomillo e roba simile...». (and.a.)
INCONTRO
VENERDÌ 13 NOVEMBRE
ORE 17.30
RAVENNA VIA PONTE MARINO, 19
Interviene ARMANDO SIRI Fondatore dell’associazione “Flat tax for Italy - Flat tax for Europe” (www.flat-taxforeurope.org) è l’ideologo della Flat Tax applicata all’Italia, una soluzione messa a punto grazie ad una lunga collaborazione con Alvin Rabushka. Impegnato nella promozione del sistema a tassa piatta ha promosso nel corso del 2014 due importanti convegni in Italia sull’argomento, nei quali è stato relatore insieme al prof. Rabushka.
www.armandosiri.it Incontro promosso da