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FREEPRESS Mensile di cultura e spettacoli maggio 2016 n.17 ROMAGNA&DINTORNI

R O M A G N A & D I N T O R N I

MAGGIO 2016

Foto di Adriano Zanni

UN FESTIVAL DI LIBRI RASSEGNE A RAVENNA E CESENA CON I GRANDI DELLA LETTERATURA ALL’INTERNO musica • teatro • libri • arte • cinema • gusto • junior

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ISSN 2499-0205



R&DCULT maggio 2016

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SOMMARIO

L’ EDITORIALE

• MUSICA L’addio al Velvet........................pag. 8 • TEATRO Le giornate dell’Ipercorpo.......pag. 13 • CINEMA Il Bellaria Film Festival.............pag. 14 • LIBRI Intervista a Michele Mari.........pag. 15 • ARTE Il fascino dell’Egitto.................pag. 20 • JUNIOR Gli spettacoli di Artebebè.......pag. 24 • GUSTO Meldini racconta Stecchetti.....pag. 26

Se la cultura spostasse voti... Quanti voti sposta davvero la cultura? Siamo sotto elezioni in due dei principali comuni della Romagna, Ravenna e Rimini, due comuni che hanno in questi anni investito in cultura e che hanno puntato su questo capitolo come una risorsa in più di un significato. Parliamo di realtà ricche di eventi, di gruppi di produzione più o meno piccoli, di manifestazioni di portata internazionale come di rilievo circoscritto; non si tratta qui di fare classifiche. Ogni città vive una propria realtà, anche se non sarebbe forse male ricominciare a pensare, come si era iniziato a fare, a livello di Romagna anche in ambito culturale per magari mettere insieme risorse e idee (quanto può suonare blasfemo per esempio pensare a un unico centro per le grandi mostre d’arte a Forlì?). E ci permettiamo per esempio, da ravennati, di agurarci che il festival del fumetto Komikazen fuggito da Ravenna per mancanza, a detta degli organizzatori, di fiducia e condizioni per continuare a lavorare dopo undici anni e ora “ospitato” a Rimini, possa invece diventare un ponte tra le due città in futuro per poter crescere di più e magari in sinergia. In ogni caso, l’auspicio, sempre, in una campagna elettorale è quella che sia foriera di idee, proposte e anche momenti di riflessioni. Ed è quindi questo l’augurio che facciamo a Ravenna e Rimini, a tutte le loro forze politiche, a tutti gli operatori culturali, a tutti i cittadini. Cogliere l’occasione per capire cosa deve essere una buona politica culturale di un Comune, quanto deve intervenire nel merito, quanto debba dividere le risorse tra tutti coloro che si propongono o quanto invece debba scegliere e su quali basi e secondo quali criteri. Quanto debba contare la capacità di attrarre pubblico e parlare ai più o quanto invece la cultura debba sapere rompere con il canone e guardare avanti anche se incompresa dai più. Quanto, ancora, si debba preoccupare di una sorta di “educazione” delle giovani generazioni magari entrando nelle scuole e quanto invece debba considerare vitale l’aspetto dell’intrattenimento in chiave anche economico-turistica. Quanto debba insistere per trasformare la città, per appropriarsi di luoghi comuni e farli diventare contenitori nuovi e impensati (come è accaduto con la Rocca di Cesena, tanto per non andare lontano) o quanto preoccuparsi innanzitutto di farsi custode di una memoria. Quanto debba dare lustro con i grandi nomi o quanto debba “sporcarsi le mani” con i quartieri. Risposte naturalmente noi non ne abbiamo, ma coltiviamo il sogno che tanti cittadini in qualche modo le esigano. E sì, sogniamo il giorno in cui la cultura potrà spostare davvero tanti voti, tanti quanti il tema della sicurezza o dell’urbanistica o dei servizi sociali, perché del resto una città dove la cultura conta davvero e per tanti, se non per tutti, siamo convinti sarà anche una città più sicura, più vivibile e forse anche più solidale.

TTO O RN R N A LA L A MU M U SSII CA C A ( FO F OLL K ) N EL E L LLEE A IIEE A CA C A SSTT EL E L R AN A NII E RO RO Dal 5 all’8 maggio torna a Castel Raniero (sulle colline faentine) la sempre più partecipata rassegna “La Musica nelle Aie”, tra natura, visite guidate, buon cibo e soprattutto musica folk, da ascoltare lungo una strada di campagna chiusa per l’occasione al traffico, nelle aie, appunto. Tra gli ospiti Luca Bassanese, La Leggera e gli Swingari. Info e programma: www.musicanelleaie.it (Nella foto uno scatto da una delle passate edizioni realizzato da Patrick Wild)

R&D Cult nr. 17 - maggio 2016

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1427 del 9 febbraio 2016 Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: direzione@reclam.ra.it tel. 0544 408312 - 392 9784242 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872

Amministrazione: Alice Baldassarri, amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl Stabilimento di Imola - Via Selice 187/189 - 40026 Imola (Bo) Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Maria Cristina Giovannini, Gianluca Achilli (grafica). Collaboratori: Gloria Bernabini, Roberta Bezzi, Alberto Bucci, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Bruno Dorella, Matteo

Fabbri, Francesco Farabegoli, Nevio Galeati, Sabina Ghinassi, Enrico Gramigna, Giorgia Lagosti, Linda Landi, Fabio Magnani, Filippo Papetti, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni, Elettra Stamboulis. Redazione: tel. 0544 271068 redazione@ravennaedintorni.it Poste Italiane spa Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA


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MUSICA

CONCERTONI

NEGRAMARO, ELIO E LE STORIE TESE E MASSIMO RANIERI: TUTTO IN DUE GIORNI Tre giorni di concerti dal gusto nazionalpopolare in Romagna. Dopo quello del 12 a Cesena di Venditti (vedi articolo), venerdì 13 maggio al 105 Stadium di Rimini arrivano gli Elio e le Storie Tese mentre sabato 14 al palafiera di Forlì fa tappa il tour dei Negramaro di Giuliano Sangiorgi (foto a sinistra) e la stessa sera al Carisport di Cesena concerto-spettacolo di Massimo Ranieri dal titolo “Sogno o son desto”

di Francesco Farabegoli *

C’è questo tizio che ho conosciuto nel 2000, all’epoca lui aveva appena iniziato l’università e io stavo per andare fuori corso. Si chiama Marco e parlavamo di musica, era un fan di un sacco di cose che piacevano a me ma aveva questi gusti personalissimi e conosceva tutto. Sembrava non avere la più pallida idea di cosa pensassero gli altri di un tal gruppo o di tal altro, ascoltava indifferentemente i Painkiller e Luca Carboni e tutto il resto. A quei tempi gli ascoltatori a trecentosessanta gradi non erano mica tanti, o meglio, erano già tantissimi ma erano tutti come me, cioè, gente che ascoltava solo rock pesante e un po’ di rap e magari un paio di dischi drum'n'bass, il tutto con la convinzione di non avere alcun preconcetto. Ecco, Marco ti parlava di Max Pezzali con la stessa cognizione di causa con cui parlava dei Napalm Death, conosceva tutta la loro opera, per entrambi ammetteva l’esistenza di dischi così così e si concentrava sugli altri e li consigliava a tutti. Da Marco ho imparato un sacco di cose giuste, tipo che a parte Scum i Napalm Death erano quasi il peggior gruppo a cui i membri dei Napalm Death avessero messo mano – non è che non conoscessi i Godflesh, ma c'era questa sorta di imprinting che mi bloccava ed era legato a certa roba che avevo probabilmente letto sulle riviste. E poi ho imparato che la prima Rollins Band è molto meglio di qualsiasi cosa dei Black Flag, ad esempio, e poi mi ha infilato a forza in gola l'amore più totale per i Type O Negative. E ovviamente Venditti, l'Orso Bruno, secondo le sue parole uno dei più straordinari musicisti al mondo. È stata una cosa più recente: il 2 gennaio 2012 pubblicò senza dirmi nulla una dozzina di righe strabiliate a commento dell’esibizione di Venditti a Che tempo che fa, scrivendo tra l'altro che la canzone “E allora canta”, ultimo singolo del cantautore all'epoca, «è l’attimo cristallizzato ed espanso per cinque minuti e rotti in cui il groppo in gola si spezza, la faccia si disfa e ogni possibile argine di autocontrollo viene spazzato via per lasciare il campo al pianto incontrolla-

BASTONATE DI CARTA

Venditti e quella “fantastica storia”

IL CONCERTO I SUOI SUCCESSI IL 12 MAGGIO AL CARISPORT DI CESENA Antonello Venditti sarà in concerto il 12 maggio al Carisport di Cesena nell’ambito del suo tour “Tortuga in Paradiso” in cui ripercorre in musica la sua carriera, dai brani dell’ultimo album “Tortuga” fino ai grandi successi del Folkstudio.

to». Ai tempi Marco s'era già fatto un po' sfuggente, non ci beccavamo più così spesso in giro. A un certo punto ebbe un problema di salute e dovette essere ricoverato e tenuto in questo stato di dormiveglia da certe droghe e un annetto dopo mi parlò di questa cosa che gli era successa. Mi disse «ero lì e mi sentivo come in coma però vigile, forse non mi avevano dato abbastanza droga, così mi è venuta in mente quella volta che misero su un disco di Antonello Venditti a un bambino in coma e il bambino si era svegliato. Ero lì che pensavo, dai, speriamo che arrivi qualcuno e mi metta su un disco di Antonello Venditti». L’altra volta che mi parlò di Venditti l'aveva appena visto live da qualche parte per la prima volta, forse era una Notte Rosa nel riminese dove s'era trasferito. Era estasiato: Marco era un punk, guardava i concerti negli squat, ogni tanto faceva qualche evento da palazzetto ma nell'ordine di una volta ogni tre anni, e mi disse, «io non so se tu sei abituato a queste cose ma io non ne avevo idea e lui è arrivato sul palco e c'era tutta la gente che urlava, e nel suo gruppo c'erano due batterie e suonavano pesantissimo. Io ero ìl che c'ero finito quasi per caso e lui ha iniziato suonando “Che fantastica storia è la vita”, hai presente, no? Ecco, la gente la sapeva TUTTA, cantavano tutti il testo a memoria che quasi lui non si sentiva, così ho iniziato a cantare anche io e a un certo punto mi son venute giù le lacrime e non ho più smesso per tutto il concerto». Io non ho mai visto Antonello Venditti dal vivo e direi così a naso che non ho nemmeno un suo disco originale – ho recuperato una raccolta tripla per via di Marco ma la ascolto poco perchè le canzoni hanno perlopiù questi suoni di merda che non riesco a sopportare. Mi sta abbastanza sul cazzo perchè una volta lo vidi stra-

parlare ad una trasmissione di Santoro, forse era appena morto Falcone e lui parlava con dei ragazzi siciliani non capendoci un cazzo e facendomi desiderare la sua morte; e non riuscivo manco a capire cosa cazzo ci fosse da ridere nell'imitazione che faceva Guzzanti, cioè, bellissima e tutto ma una volta o due basta e avanza. E poi è il principale iniziatore della moda dei film romantici italiani tratti da una canzone romantica italiana (Notte prima degli esami, 1 e 2), e per questa cosa credo sia giusto detestarlo. Però c'è un momento in cui ha inchiodato il culo pure a me. Era uscita la raccolta Max 20, a celebrazione del ventennale di attività di Pezzali, ed era un terribile disco con un pugno di brutti inediti e le canzoni più famose di Pezzali a cui venivano aggiunte strofe cantate da ospiti presi più o meno a caso da tutta la musica italiana. Perlopiù aborti e merda di cane, ma a un certo punto arrivò “Quello che capita” cantata da Venditti. La canzone di per sé è un singolino, niente di che, ma lui entra dopo quattro righe e la rende la cosa più emotiva di tutta la carriera di Pezzali. Un mezzo miracolo. Così, insomma, la ascoltai e per prima cosa pensai a Marco e al fatto che anche su Venditti – come su tutto il resto – avesse ragione lui. Non lo sento più così spesso, ogni tanto scrive ancora sul nostro blog e perlopiù scrive cose giustissime. Credo non si sbracci più ad ascoltare molta musica nuova, anche io faccio molta fatica a stare al passo. Magari lo invito al concerto di Venditti e ci facciamo un bicchiere di aranciata amara in onore dei vecchi tempi. Spero che nel caso Venditti attacchi con “Che fantastica storia è la vita”. * fondatore e autore di Bastonate, miglior sito musicale italiano alle ultime tre edizioni degli Oscar del web


MUSICA

R&DCULT maggio 2016

5 IL FESTIVAL Il celebre bassista Saturnino sarà tra i mille musicisti del concertone di Cesena del 24 luglio

ALLA FIERA DI RIMINI GRANDI DJ INTERNAZIONALI E CANTAUTORI ITALIANI Dal 7 al 9 maggio alla fiera di Rimini appuntamento con il Music Inside, un intenso fine settimana per tutti gli appassionati di musica e spettacolo. Sabato 7 e domenica 8 maggio, in particolare, le notti del quartiere fieristico si accenderanno grazie alla prima edizione del MiF - Music inside Festival. Un evento che si colloca ai vertici europei grazie a una line up fatta di grandissimi nomi in campo house, techno e Edm. Tra gli act più importanti di sabato 7 (dalle 18 alle 4) Sven Väth, Tale Of Us, Solomun, Len Faki, Jamie Jones, CW/A, Ralf e ancora Kollektiv Turmstrasse, Undercatt, Flavio Vecchi, Lehar, Marco EffeeMargot. Domenica 8 invece, dalle 17 alle 2, Ricardo Villalobos (nella foto), Nina Kraviz, Ilario Alicante, Pan Pot, Recondite, Raresh, Sonja Moonear, Carola Pisaturo, Rame e Da Vid. Durante il giorno, invece, da segnalare il “Villaggio delle Arti” del Music Inside Art, che sarà costituito da vere e proprie ‘case’ nelle quali coabiteranno in ampi open space opere d’arte e protagonisti del mondo della musica. Annunciata la presenza di artisti italiani come Luca Bassanese, Simone Cristicchi, Vincenzo Costantino (Cinaski), Mauro Ermanno Giovanardi, Cristiano Godano, Irene Grandi, Jack Jaselli, Landlord, Mau Mau, Fausto Mesolella, Brunori Sas, Modena City Ramblers, Rezophonic, Ridillo e Violetta, che si esibiranno anche in alcune performance live. Per info e programma completo: www.musicinsiderimini.it.

IL PROGETTO

Dopo i Foo Fighters, altri mille sul “palco” per un vero concerto allo stadio di Cesena La data è già stata fissata: 24 luglio 2016. E lo stadio Manuzzi di Cesena prenotato. Ora si cercano i soldi e i mille musicisti che faranno parte di quella che potrebbe diventare la più grande band del mondo per realizzare un concerto intero, ripercorrendo in 20 canzoni la storia del rock. Gli organizzatori di “That’s live” – come è stato chiamato il progetto – sono gli stessi del Rockin’1000, l’evento organizzato l’anno scorso sempre a Cesena (in particolare dal fusignanese Fabio Zaffagnini) per invitare i Foo Fighters in Romagna e di cui ha parlato il mondo intero (con tanto di 30 milioni di visualizzazioni del video su Youtube). E come in quel caso, ora la palla passa ai sostenitori, per cercare di raccogliere i 100mila euro che servono per realizzare l’evento, tramite crowdfunding e la vendita dei biglietti, entro il 24 maggio. A un mese dalla chiusura, sono stati raccolti circa 30mila euro. Se tutto dovesse andare in porto, il prossimo 24 luglio a Cesena ci sarà anche Saturnino: il celebre bassista di Jovanotti, infatti, ha inviato un video per candidarsi alle selezioni. «Ciao a tutti – si presenta ironicamente l’artista nel filmato visibile sul web – sono Saturnino, sono un bassista e mi piacerebbe tantissimo poter partecipare a questa edizione del Rockin’1000. Il basso ce l’ho e quello che so fare è questo qua». Quindi attacca il celebre riff di Sunshine of your love dei Cream. «La mia voglia è tanta – conclude Saturnino – spero di essere preso in considerazione».

PRIMO MAGGIO IN

PIAZZALE

FELLINI

A

RIMINI LANDLORD, RIGHINI, MALATESTA...

Una line up di artisti riminesi per il concerto del 1° maggio di piazzale Fellini, a Rimini (dalle 16 a ingresso libero). Si esibiranno i Landlord (reduci da X Factor), Giuseppe Righini, Nashville & Backbones, Rangzen, Miami&the Groovers, Filippo Malatesta e Andrea Amati Band.

ALLA ROCCA MALATESTIANA DI CESENA ROCK’N’ROLL KAMIKAZES Dalle 15 alle 23 band emergenti, arte, dibattiti sul lavoro e punti ristoro per la festa del 1° maggio alla Rocca di Cesena. Il clou alle 21 con il live dei riminesi The Rock'n'Roll Kamikazes.

ANCHE DAL REGNO UNITO A RUSSI: SIGUE SIGUE SPUTNIK E TIGERTAILZ Torna il concertone del 1° maggio anche a Russi, in piazzale Farini, dalle 14, incentrato sui generi glam, new wave e metal. Headliner i londinesi Sigue Sigue Sputnik (molto famosi in particolare negli anni 80) e Tigertailz, tra i nomi di punta della scena glam-metal brittannica.

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R&DCULT maggio 2016

MUSICA

6 Gene Gnocchi

L’INTERVISTA

La radio di Gene Gnocchi Nuovo progetto musicale del comico. «Il pubblico sarà protagonista»

AGENDA ROCK E DINTORNI WHITE FANG, TRA MOOG DI

BURIERS E MANU LOUIS RAVENNA E CLAN DI FAENZA

Il collettivo anti-rap e alt.folk inglese Buriers nel corso del proprio tour italiano farà tappa il 5 maggio al Moog di Ravenna e il 14 al Clandestino di Faenza. Al Moog poi da segnalare il 12 maggio il concerto folk-rock degli svedesi Barbarisms – di cui il 2 maggio uscirà il secondo album, "Browser" – e soprattutto il 20 i White Fang, una delle band cardine dell’underground rock di Los Angeles. Al Clandestino, invece, in maggio anche l’ambient-drone, dalla Francia, di Witxes (mercoledì 4) e il pop surreale del belga Manu Louis (giovedì 5).

GARAGE ROCK DA FRANCIA E AUSTRALIA AL MAGAZZINO PARALLELO DI CESENA Il garage rock dei francesi Black Boys on Moped arriva in Italia con un tour che fa tappa il 4 maggio al Magazzino Parallelo di Cesena, che l’11 ospiterà (sempre in ambito garage) gli australiani The Ruminaters (anche l’8 all’Hana-Bi).

LA REGINETTA DELL’ANTI-FOLK ERIN K A GAMBETTOLA La cantautrice inglese Erin K, proclamata “la reginetta dell’anti-folk” sulla scena internazionale, sarà venerdì 6 maggio in concerto al Treesessanta di Gambettola.

IL BRANCO, DA ROMA, ALLA ROCCA MALATESTIANA DI CESENA Il tour dei romani Il Branco, con il loro stile cantautorale, farà tappa alla Rocca Malatestiana di Cesena il 14 maggio.

AL BOCA BARRANCA DAL SOUL DI WENA AL COUNTRY-FOLK DEL CANADESE CORB LUND Al Boca Barranca di Marina Romea il 6 maggio concerto di Wena, una delle voci più importanti della scena soul italiana, il 7 appuntamento con il canadese Corb Lund, tra i big della musica country-folk d’oltreoceano, il 20 il cantautore blues-folk-rock Cesare Carugi e infine il 27 il roots rock-americana degli italiani Mandolin' Brothers.

C'era una volta un certo Eugenio Ghiozzi: avvocato, ma anche cantante e calciatore. Forse più calciatore e cantante che avvocato. Poi gli anni passano e quel tizio scopre altre passioni e talenti tali da trasformarlo in uno dei personaggi più poliedrici – non solo un comico come potrebbe pensare il grande pubblico – del mondo dello spettacolo italiano degli ultimi trent’anni. Lo abbiamo intervistato in occasione del suo nuovo progetto (realizzato insieme a Bronson Produzioni e agenzia di comunicazione TuCo) assieme al figlio Ercole, “Radio Gnocchi”, che partirà il prossimo 4 maggio dal Bronson di Ravenna. Come è nata l’idea? Che tipo di show ci si può aspettare? «In realtà non si tratta di un qualcosa strutturato come un vero e proprio spettacolo. Sarà piuttosto una sorta di seduta d'ascolto intervallata da qualche considerazione ironica. Io e mio figlio metteremo i pezzi e, tra un brano e l'altro, si faranno due chiacchiere dando qualche informazione sulle canzoni, ovviamente sempre in chiave ironica. Si tratta, in fin dei conti, di un pretesto per far scoprire della musica che magari non si conosce o che non viene veicolata abitualmente». E il pubblico potrà interagire, giusto? «Be', essendo una proposta musicale chiaramente il pubblico è chiamato a decidere se una cosa è di suo gradimento o meno, in un modo un po' inconsueto che però non posso rivelare». Ci parli un attimo anche di suo figlio dato che, rispetto a lei, è meno sotto la luce dei riflettori. «Lavora a Milano, fa editing e mixing per una casa discografica. È appassionato e siamo un po' sulla stessa lunghezza d'onda. Mi faceva piacere coinvolgerlo anche perché solitamente ci vediamo poco. E in più è molto ferrato dal punto di vista musicale...». Quali sono i suoi musicisti preferiti o perlomeno quelli che ascolta maggiormente negli ultimi tempi? «In questo periodo sto facendo la scelta per questo evento perciò ascolto un po' di tutto: dall'americana della Graham Colton Band al rock n' roll di Paul Westerberg (ex leader dei Replacements, ndr) il cui nuovo disco è molto bello e lo proporremo al Bronson, passando per i Cheap Trick o ancora Gregg Alexander dei New Radicals, molto sottovalutati». Invece un genere o un periodo storico musicale che proprio non le piace? «Faccio molta fatica con sintetizzatori e moog. Per me il rock è chitarra, basso e batteria. Diciamo che gli anni 80, nonostante siano l'epoca della new wave che è la madre di molte cose che apprezzo (come ad esempio il brit-pop), mi piacciono un po' di meno. O ancora il periodo del progressive e delle suite lunghe 13-14 minuti non fa per me». Lei ha fatto e fa tante cose: attore, conduttore, comico, calciatore, cantante, scrittore... Ma c'è una cosa che attualmente preferisce fare più delle altre? «Al momento spero solo di migliorare il dritto nel tennis perché voglio partecipare agli “over 60” e cercare di portare a casa un risultato positivo. Però devo ammettere che con dei maestri come Sangiorgi e Casadei faccio molta fatica...». Come ultima domanda le chiedo di unire due sue passioni e quindi di accostare una canzone al suo Parma, dato che è appena stato promosso matematicamente tra i professionisti dopo il fallimento... «Una canzone da associare al Parma? Mi viene in mente “I Want You To Want Me” dei Cheap Trick. Voglio che tu mi voglia. Perché è un inno al rapporto reciproco che mi lega al Parma: io voglio che tu mi voglia bene perché io te ne voglio molto». Matteo Fabbri

INDIE-ROCK

Al Bronson anche i Dandy Warhols E in maggio iniziano i concerti in spiaggia Oltre al nuovo spettacolo di Gene Gnocchi di mercoledì 4 (vedi intervista in questa pagina), al Bronson di Madonna dell’Albero (Ravenna) in maggio l’appuntamento è per il 5 con una serata all’insegna del doom-metal-sperimentale con due nomi noti della scena italiana come Ufomammut e OvO, ma soprattutto per l’ultima data della stagione, quella di sabato 14 con gli americani The Dandy Warhols (foto in alto) e il loro altenrative rock che, soprattutto in passato, ha ottenuto anche un importante riscontro commerciale. Maggio, poi, è come da tradizione il mese in cui lo staff del Bronson si trasferisce al bagno Hana-Bi di Marina di Ravenna proponendo un cartellone di concerti indie-rock a ingresso gratuito, sempre di caratura internazionale. Si parte il 7 maggio con i newyorkesi Pop.1280, che presentano il terzo album, “Paradise”, ispirato all’immaginario cyber-punk, per proseguire l’8 con il garage degli australiani Ruminaters, il 12 con il rock psichedelico delle olandesi Blue Crime (foto in basso) e venerdì 13 con i Death Index, duo punk composto dall’americano Carson Cox dei Merchandise e il siciliano Marco Rapisarda (La Piovra, Sgurd, Archaic).


MUSICA

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7 ROCK USA & UK

UN DISCO AL MESE

Le tre vite di Paolo Mongardi di Bruno Dorella *

FLESHTONES E BELLRAYS AL SIDRO DI SAVIGNANO Gli americani The Fleshtones (foto in alto), leggenda garage-rock con 40 anni di carriera alle spalle, saranno il 12 maggio al Sidro di Savignano che poi il 18 ospita un’altra band garage americana (con influenze soul) The Bellrays (qui sotto la carismatica cantante Lisa Kekaula) e il 20 gli storici punk-rockers emiliani Paolino Paperino Band.

TRA METAL E PUNK, CON CONAN E MF&GG'S Qui sopra gli americani Me First and the Gimme Gimmes, noti per le loro cover punk di brani famosi, saranno il 7 maggio al Vidia di Cesena. Gli inglesi Conan (foto qui sotto), una delle band doom metal più chiacchierate, saranno invece il 20 al Wave di Misano in unica data italiana.

Zeus Motomonotono - Fuzz Orchestra Uccideteli Tutti! Dio riconoscerà I Suoi - Fulkanelli Harmonikes Mundi Questo mese voglio parlarvi di uno stakanovista che lavora per tre, per cui “un disco al mese” diventa trino. Il batterista Paolo Mongardi è uno dei musicisti italiani più interessanti in circolazione. Tecnica solida, curiosità a 360° che lo rende poliedrico negli ascolti e negli approcci musicali, sedere ben piantato sul furgone, macina centinaia di date ogni anno con i suoi tre progetti: Fulkanelli, Zeus! e Fuzz Orchestra. Viene da esperienze eterogenee (Transgender, Rebelde, Jennifer Gentle, Il Genio, è stato arruolato per un po’ anche nei miei Ronin), e ora ha trovato un equilibrio di intensità artistica con i suoi tre gruppi, che in pochi mesi hanno pubblicato tre dischi molto interessanti. Partiamo dai più pirotecnici del lotto, gli Zeus!, duo che unisce la furia del punk e del grindcore con strutture più complesse che rimandano al jazzcore e al prog, senza essere in realtà nulla di tutto questo. Originali e piuttosto impressionanti dal vivo, Mongardi e il suo socio Luca Cavina (anche nei Calibro35) hanno realizzato “Motomonotono”, che è un gran bel lavoro, anche se in parte ripete la formula già ascoltata sui precedenti “Zeus!” e “Opera”. Se ne è andata la sorpresa quindi, ma “Motomonotono” è il disco della consacrazione, che li posiziona definitivamente anche a livello internazionale. I Fuzz Orchestra nascono invece senza di lui, dalle ceneri dei benemeriti Bron Y Aur. Da quella esperienza, Luca Ciffo e Fiè ripartono col batterista Marco Mazzoldi, che lascia dopo il secondo album. E qui subentra Mongardi, dando al gruppo una nuova spinta propositiva che si riflette soprattutto nella quantità notevole di concerti in tutta Europa. Il nuovo album “Uccideteli Tutti! Dio riconoscerà I Suoi” è il quarto, ed anche qui, scoperta ormai la formula (riff sabbathiani con campioni presi da cinema di culto, archivi, registrazioni d’epoca eccetera), la sorpresa lascia il posto alla conferma di trovarsi davanti a un gruppo importante. L’apporto del geniale Enrico Gabrielli all’arrangiamento dei pezzi contribuisce a dare quella freschezza e quel mood cinematografico che potrebbero essere lo sviluppo più interessante per il gruppo in futuro. Chiudiamo con i più oscuri, e per certi versi anche più affascinanti del lotto, i Fulkanelli, duo di improvvisazione radicale con il chitarrista Cristian Naldi (anche nei Ronin e nei Mise En Abyme). Su “Harmonikes Mundi” non c’è formula, non c’è sentiero tracciato, si viaggia in equilibrio precario sui sentieri accidentati di improvvisazioni scomode, spigolose, ma con un elemento di circolarità quasi rituale che, superati gli eventuali blocchi iniziali e lasciando lavorare liberamente orecchie e cervello, catturano e coinvolgono in un’ architettura sinuosa. Speriamo dunque che Mongardi continui con questa intensità qualitativa e quantitativa. Non è da tutti. Teniamocelo stretto. * Batterista dei Bachi Da Pietra e degli OvO, chitarrista dei Ronin, membro della Byzanthium Experimental Orchestra, felicemente ex discografico, aspirante sommelier, orgoglioso ravennate d'adozione, in attesa della giornata di 48 ore per poter finire un paio di cose.

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R&DCULT maggio 2016

MUSICA

8 CONSIGLI D’AUTORE

Dischi (e libri) da isola deserta di Adriano Zanni *

Una volta per operazioni di questo tipo si tiravano in ballo isole deserte e ci si scervellava a compilare liste e classifiche delle quali non si era mai soddisfatti. Restavano inevitabilmente fuori milioni di dischi che avresti voluto inserire ma che per motivi di spazio non potevano essere della partita. Se te ne vengono chiesti 10, sei certo che avresti dovuto avere la possibilità di sceglierne almeno 20. Se sei alle prese con una top 20 ti sembrerà inconcepibile doverne escludeAdriano Zanni re un’altra trentina almeno e così via. (autoscatto) Piace illudersi che la giusta dimensione sarebbe quella, comoda comoda, dei 100 dischi della vita, anche se poi ci si roderebbe il fegato per l’esclusione del 101esimo. Questa volta pero e’ diverso, questa cosa si chiama “Consigli d’autore” ed immagino che sia una cosa diversa dai “dischi da portarsi su un’isola deserta”, sarà più’ semplice. No, non è vero, probabilmente perché non so quale fra le due parole “consigli” ed “autore” mi intimorisca maggiormente, e perché messa giù così e pensandomi autore che dà consigli sento il panico da playlist addirittura aumentare. Quindi, ok, ragiono alla vecchia maniera, me ne frego, penso all’isola deserta e mi scelgo un po’ di cose da portarmi dietro, cose utili, non il meglio del meglio, non le cose più importanti della storia, solo cose utili a passarsela un po’ meglio. Come scegliere i pezzi da caricare sul telefono prima di un viaggio. Che poi tanto, a destinazione, la voglia di ascoltare qualcosa che non ti sei portato prenderà il sopravvento su tutto, amen e via di rimpianti. The Velvet Underground & Nico (1967 Verve Records) Il disco della banana. C’è tutto in quel disco come forse mai più è successo nella storia del rock. Furia e dolcezza, eroina e poesia, arte e psichedelia, visioni e rock’n’roll. Poi, basterebbe anche solo “All tomorrow’s parties” per essere in pace con se stessi ed il mondo intero. Jesus & Mary Chain - Psychocandy (1985 Reprise Records) Non date retta ai vecchi rincoglioniti che quando parlano di grandi truffe del rock’n’roll tirano in ballo sesso e pistole, questa e’ l’unica vera e grande truffa del rock and roll. O forse sarebbe meglio dire che è la piu’ grande tentata truffa. Volevano farci credere che fosse rumore nascondendoci dentro pacchianamente melodia allo stato puro, come nemmeno quell’idiota di Brian Wilson in trip da Scientology avrebbe saputo fare. le melodie pop per definizione, il pop inglese. Non ci siamo cascati. Ramones - It’s alive ( 2LP 1979 Sire Records) Poche storie e poche chiacchiere, il rock’n’roll dell’era moderna. Una scelta ruffiana e comoda, un disco doppio, un milione di canzonette separate alla velocità della luce da quattro ragazzetti in jeans e giacche di cuoio ed intervallate dai piu’ leggendari di sempre “one two three four”. Gabba Gabba Hey. Hüsker Dü - Warehouse: Songs and Stories (2LP 1987 Warner Bros) Quelli fighi e colti vi consiglieranno tutta la vita Zen Arcade o magari qualcuno dei successivi usciti per SST, ma io mi porto sull’isola deserta il disco d’addio uscito per la major sporca e cattiva. Come a dire, siamo rimasti fremi a quel punto, non ci muoviamo da qui. Non abbiamo ancora avuto la forza di riprenderci. E lunga vita a Greg Norton. Cormack McCarty - The Road (2006 Einaudi) Un immensa e commuovente storia di amore e speranza, grande letteratura americana camuffata da romanzo di genere. Ce la caveremo? Sì, ce la caveremo e non succederà nulla di male perché noi portiamo il fuoco. Ah cavolo, è un libro, vabbè, il fuoco, al massimo potrete usarlo per accendere un fuoco. Sonic Youth - Daydream Nation (1988 Enigma Records) Che diavolo volete mai che si possa dire per descrivere un disco come questo… In questo caso l’essere inserito in una lista da isola deserta oppure in quella dei dischi più importanti di sempre, può coincidere senza problemi. Kraftwerk - Computer World (1981 - Warner Bros Records) Ma davvero è del 1981? Il disco dei Kraftwerk forse meno idolatrato da ogni intellighenzia, ma chi se ne frega, mi mette allegria con quelle ridicole voci sintetiche che recitano numeri e parole. E poi si balla, con quel disco si balla, e da soli, su un’isola deserta, ballare aiuta. The Wedding Present - George Best (1987 Reception Records) Sfigato, sfortunato e sottovalutato (come nelle migliori tradizioni) pop anfetaminico inglese. Velocità d’esecuzione chitarristica e drumming potente, canzonette d’amore e storie banali di tutti giorni. Non so resistere ai Wedding Present, da sempre, è più forte di me. E siccome sull’isola mi mancherà pure il calcio, la foto di George Best in copertina innescherà ricordi di epiche sfide e gloriosi mercoledì di coppa. Johnny Cash - Ring of fire, the legend of Johnny Cash (2005 Islan Records) Una delle mille raccolte di Cash. Non potrei immaginare di vivere isolato dal mondo e non poter ascoltare di tanto in tanto l’uomo in nero. A Dylan posso rinunciare, a Cash no. E allora niente robe strane e classici minori, tutti i suoi fottuti e leggendari cavalli di battaglia senza fronzoli. Tim Buckley - Starsailor (1970 Straight Records) Un disco bellissimo, di un autore immenso, la sua opera piu’ compiuta e irripetibile. Capace di commuovere e lasciare senza fiato. Jazz, folk, blues, psichedelia e la voce di Dio. Senza tempo. Suonate “Song to Siren“ all’alba sulla spiaggia dell’isola e attendete che le sirene arrivino. Perché arriveranno, statene certi. The Clash - London Calling (2LP 1979 Epic Records) Potevo anche esagerare e scegliere Sandinista che è triplo, ma London Calling è gia completo così ed è un disco epocale. Con questo ti porti dietro tutto quanto può servire in lungo periodo di isolamento, rock, punk reggae, rockabilly, funk. Muhammed Ali e Le Supremes. Judith Schalansky - L’atlante delle Isole remote (2014 Bompiani) Un piccolo capolavoro di inventiva e grafica, un girellino del quale ti innamori a prima vista, come una cotta al liceo. Tuttalpiu vi servirà a rendervi conto che tutto sommato potevate finire i vostri giorni in un isola ben peggiore di quella in cui siete finiti. Ah, è un altro libro, vabbè amen. Sound artist, field recordist, fotografo e videomaker, il 51enne ravennate Adriano Zanni con lo pseudonimo Punck ha pubblicato a inzio anni 2000 alcuni album di musica sperimentale che hanno attirato l’attezione anche della prestigiosa rivista inglese The Wire, finendo in una delle sue celebri compilation, “Tapper”.

Gli Afterhours al Velvet nel corso della festa organizzata in memoria del compianto fondatore del club riminese, Thomas Balsamini, in occasione del suo compleanno nell’aprile del 2015

L’INTERVISTA

L’ultimo ballo al Velvet Chiude dopo 27 anni la storica sede di Sant’Aquilina Parla Lucia Chiavari, tra ricordi e il futuro da scrivere

di Luca Manservisi

Per molti è stato un vero e proprio shock. Annunciato in un giorno di aprile su Facebook, come un concerto qualsiasi. Il Velvet chiude. O meglio, «abbandona la storica sede di Rimini, a Sant’Aquilina», per proseguire la propria attività «in altri luoghi e in altre forme», non ancora specificati. Tra qualche produzione esterna, concerti a Sant’Aquilina e allo Slego (l’altro storico club riminese, chiuso a Viserba nel 2000 per far posto a delle villette, la cui attività è proseguita poi di fatto allo stesso Velvet) hanno sfondato quota mille gli eventi organizzati in 27 anni di storia (l’apertura è del 1989), quasi tutti di caratura internazionale, tanto da far diventare il Velvet un punto di riferimento nel panorama della musica (alternativa, ma non solo) italiana, a partire dall’ormai inconfondibile logo. La decisione arriva – hanno ricordato dal locale – nell’imminenza della sentenza del Consiglio di Stato che sancirà la necessità di smontare la famosa sala grande del Velvet, dove si sono sempre tenuti i concerti più importanti, e di fronte alle difficoltà nel trovare un accordo con la proprietà (alla scadenza del contratto d’affitto) per l’acquisto dell’area al fine di sviluppare un nuovo progetto edilizio, sostenuto pure dall’Amministrazione. L’ultimo appuntamento sarà una grande festa di chiusura che il locale ha deciso di organizzare dal 20 al 22 maggio, giorno e notte nonstop, “Good Bye Velvet!”, con la partecipazione di artisti che in questi anni hanno incrociato la strada del club, a cui è stata inviata una sorta di chiamata aperta. Ne abbiamo chiesto di più a Lucia Chiavari – moglie del fondatore Thomas Balsamini, scomparso a 47 anni il 10 giugno 2013 per una malattia – che insieme a Renzo Travagliati gestisce attualmente il locale. Lucia, puoi già anticiparci qualcosa di questa festa? «Non si sa cosa accadrà durante l'evento finale. È un work in progress di energie, sentimenti, racconti, musica suonata e mixata, oggetti storici... Un puzzle che si comporrà nei prossimi giorni unendo tutti coloro che vorranno portare il loro contributo a questo saluto collettivo di un'epoca».

Ad alcuni giorni dal vostro annuncio, avete le idee più chiare sul futuro? «No, è prematuro dire oggi cosa faremo da qui in avanti. La decisione che ha preso l'attuale gestione del Velvet è troppo fresca e solo il fatto di metabolizzare la chiusura e organizzare un finale degno ci impegna tutte le energie possibili. Poi è chiaro, delle idee le abbiamo già, non siamo gente abituata a stare con le mani in mano, ma vogliamo anche prenderci il tempo per valutare le opzioni e le offerte migliori con calma e serenità». Qual è il risultato più importante che avete ottenuto in questi anni? Di cosa siete particolarmente orgogliosi? «Oltre al fatto evidente di aver portato a Rimini oltre mille concerti di musica dal vivo e di aver educato musicalmente due generazioni di affezionati e appassionati clienti, credo che il risultato più importante, e i commenti arrivati dopo l'annuncio della chiusura lo dimostrano, sia stato quello di aver offerto un luogo unico. Un luogo nel quale essere se stessi, da vivere senza preconcetti, un luogo a misura di tutte le età nel quale divertimento, musica, emozioni, cultura e arte hanno convissuto egregiamente per tanti anni alla portata di tutti arricchendo il patrimonio umano di questo territorio». Qual è il concerto a cui sei più legata? «Sicuramente gli Skunk Anansie, nel 1997, perché lo ricordo come fosse oggi in ogni dettaglio. È stato il primo concerto visto al Velvet e anche il mio primo giorno di lavoro in questo club incredibile. Cercavano una guardarobiera e il mio ex, che lavorava già al Velvet nella sicurezza e che oggi è un “pezzo grosso” nelle produzioni musicali italiane, mi aveva proposta. Esperienza incredibile perché l'atmosfera dentro al Velvet, quando ti vengono aperte le porte dello staff, è come un lungo, caldo abbraccio, che nel mio caso dura da 19 anni...». A restare nella storia, tra gli altri, anche quello di Deus e Pavement, nella stessa serata, con qualche problema tecnico... «Sì, è il secondo che mi viene in mente. Giugno 1999. Tra i due gruppi non fu semplice decidere a chi spettasse essere headliner, erano già importanti tutti e

In maggio la festa di chiusura, che durerà tre giorni


MUSICA

R&DCULT maggio 2016

9 due anche se in quel periodo per me e Thomas, e per molti altri affezionati clienti del Velvet, “The Ideal Crash” dei Deus era l'album del momento... Comunque, alla fine si decise che per primi avrebbero suonato i Deus: iniziarono regolarmente il loro concerto che durò in tutto credo due brani, il secondo dei quali, “Magdalene”, ricominciato e interrotto per ben tre volte e poi abbandonato dalla band per scendere dal palco e tornarsene nei camerini. Per un problema tecnico infatti la luce continuava a saltare, facendo spegnere ogni volta anche gli impianti audio. Il pubblico, giustamente inferocito, aveva iniziato a gridare “Velvet paga la luce! Paga la luce!”. Il gruppo, con la metà dei tecnici che sembrava aver fumato troppo (o forse era il caldo), era molto agitato e noi avremmo voluto seppellirci in quel momento. Per fortuna, si decise con grande coraggio di fare il cambio palco e far salire ugualmente i Pavement. Inutile descrivere per quanti minuti trattenemmo tutti il respiro prima di rilassarci e capire che avevano iniziato, stavano suonando e stava filando tutto liscio con la corrente. Sicuramente la bellezza di quel concerto nei miei ricordi è stata ampliata dalla sensazione di sollievo quando i Pavement terminarono il loro spettacolo senza ulteriori intoppi! Poi, dio grazie, anche per le nostre coscienze, dopo un paio di giorni venimmo a sapere che il giorno seguente, alla data prevista dei Deus ad Arezzo Wave era successa la stessa magagna...». Come sono cambiati in vent’anni, artisti e pubblico? «Siamo tutti figli del nostro tempo. Se vuoi sapere come sono oggi artisti e pubblico fai un giro sui social. Venti anni fa per saperlo dovevi guardarti intorno e i locali notturni erano un ottimo punto di osservazione». Quali sono i tuoi club preferiti?

ROMAGNA IN TOUR

LA ROMAGNA IN CUFFIA

GIACOMO TONI

Lucia Chiavari con Thomas Balsamini

Il cantautore forlivese Giacomo Toni sarà in concerto il 13 maggio al Petit Arquebuse con la sua 900 band e in versione “solo” con pianoforte il 19 al Cisim di Lido Adriano.

Il liscio di Mariani Prendere o lasciare? di Luca Manservisi

DUO BUCOLICO Il Duo Bucolico presenta il nuovo disco “Cosmicomio” il 7 maggio al Bikini di Cattolica.

THE DOORMEN

«Anche in Italia vedremo nascere strutture fantastiche per la musica: moderne, spaziose, ben areate... Ma il club è un’altra cosa O perlomeno il nostro Velvet lo era

»

«Quelli in cui, quando varco la porta d'ingresso, avverto di entrare nel mondo di qualcuno che ama la musica prima di tutto e poi possibilmente una serie di altre cose come l'arte, la fotografia, il cinema, il cibo e dove il lato umano di chi ci lavora e dei clienti è considerato un valore. L'identità è fondamentale». E la qualità più importante per la musica dal vivo? «Visto quello che sta succedendo in Italia da qualche anno e che nel resto del mondo succede già da un po’, la qualità che un club di musica dal vivo dovrebbe avere è quella di riuscire a rimanere un club. Entro i prossimi 20 anni anche in Italia vedremo nascere strutture fantastiche per la musica: moderne, spaziose, ben areate, con tutti i crismi per ospitare i più grandi show del mondo. Ma il club è un'altra cosa. O perlomeno lo era, nel caso del Velvet...».

Il 27 maggio The Doormen suoneranno in piazza Marsala, a Ravenna.

MARA La cantautrice ravennate Mara dal vivo il 22 maggio al Quevida di Porto Corsini e il 25 al Magazzino Parallelo di Cesena.

JARRED, THE CAVEMAN Il 21 maggio i Jarred, The Caveman, da Santarcangelo, live alla Rocca di Cesena.

LU SILVER STRING BAND Nuovo disco anche per i cesenati The Lu Silver String Band: live il 14 al Peter Pan (Marina di Ravenna) e il 29 al Caffè degli artisti di Cesenatico.

AMADEI E LES PASTÌS I riminesi Riccardo Amadei e Les Pastìs il 7 maggio alla Rocca di Cesena.

THE SPACEPONY I ravennati The Spacepony il 15 maggio dal vivo al bagno Waimea di Marina di Ravenna.

Da quello che si legge sul web o nella cartella stampa qua dentro dovrebbe esserci del “punk da balera” o comunque del liscio arrangiato in maniera sperimentale. Così ti viene voglia di ascoltarlo, questo bizzarro (fin dalla copertina) nuovo progetto di Mirco Mariani, cantautore e polistrumentista originario di San Piero in Bagno che si è fatto apprezzare con i suoi Saluti da Saturno e che viene spesso citato per essere da tempo tra i collaboratori di Vinicio Capossela. Un progetto – ribattezzato Extraliscio – che sulla carta sarebbe piaciuto pure a Vinicio, in effetti: rivisitare una tradizione distante anni luce dal mondo pop-rock come quella del liscio romagnolo, seppur già ampiamente sdoganata. Il problema è che più che a una rivisitazione, siamo di fronte a un omaggio (almeno in alcuni pezzi) fin troppo fedele. Tanto che se lo si ascolta distrattamente la domanda che potrebbe sorgere spontanea è: perché? Perché dare tutto questo spazio a Moreno il Biondo o a Mauro Ferrara, “La voce di Romagna Mia nel mondo” che, non so se mi spiego, è proprio quella voce di Romagna Mia? La risposta che mi sono dato è altrettanto semplice: perché Mariani si diverte come un pazzo. E ci prende pure anche un po’ in giro, probabilmente. Ma va bene, divertiamoci, e ascoltiamo queste “Canzoni da ballo” (come il nome del disco, uscito mesi fa per la bolognese Garrincha Dischi), che quando lo diventano meno, da ballare, crescono con gli ascolti e si fanno pure apprezzare. Perché il talento di Mariani (e degli ottimi musicisti che suonano nel disco) è intatto, e lo si nota a più riprese, qua e là lungo la scaletta. Tanto che l’altra banale considerazione da fare, forse, è: peccato. Peccato che non ce ne siano meno, di canzoni da ballo, e più invece come “A modo mio”, “La luna nel pozzo” o “Alla fermata”. Ma in quel caso non sarebbe nato Extraliscio. Prendere o lasciare.

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MUSICA

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Carmen Souza e i Take 6, tra i protagonisti di Ravenna Jazz

IL FESTIVAL/1

Il viaggio attraverso i continenti di Ravenna Jazz Da Avishai Cohen a Michel Camilo, dai Sacri Cuori a Carmen Souza alla 43esima edizione della rassegna Un vero mappamondo del jazz, con innumerevoli sfumature stilistiche: dal 2 al 14 maggio andrà in scena la 43eisma edizione del festival Ravenna Jazz. Sarà la monumentale produzione originale “Pazzi di Jazz” Young Project, a ingresso gratuito, a dare il via, lunedì 2 maggio, a Ravenna Jazz 2016. Sul palco allestito in Piazza del Popolo saliranno ben 250 giovanissimi esecutori. Sono le imponenti masse orchestrali e corali selezionate all'interno delle scuole ravennati e preparate dai grandi artisti che con loro condivideranno il palco: Paolo Fresu come solista di spicco alla tromba, Tommaso Vittorini come arrangiatore e direttore d'orchestra, Ambrogio Sparagna e Alien Dee come solisti-direttori. Il teatro Alighieri ospiterà poi quattro concerti ad alto impatto emotivo. Il trio tutto israeliano del contrabbassista Avishai Cohen (giovedì 5 maggio) mette in cortocircuito il jazz afro-americano più classico con le spezie sonore del Mediterraneo e il Medio Oriente. Un deciso cambio di rotta si avrà coi Take 6 (sabato 7): dopo essersi conquistato una fama planetaria per i suoi sofisticati impasti timbrici e l'ammirevole senso del ritmo nel campo del gospel, il R&B e più in generale del crossover canoro, questo gruppo vocale americano a cappella ha conquistato anche il mondo del jazz. I toscani Funk Off annunceranno la loro presenza a Ravenna Jazz con alcune parate a suon di musica lungo le strade del centro storico, con partenza sempre da Piazza del Popolo: tre uscite il 7 maggio (ore 12; ore 16; ore 19.45) e due l'8 maggio (ore 12; ore 17). Dopo essersi fatti apprezzare nella veste di marching band, la sera di sabato 8 saliranno insieme alla cantante Karima sul palco dell'Alighieri, dove avranno modo di far esplodere tutto il loro scatenato repertorio funk-jazz. Il festival aggiungerà poi un nuovo tassello alle tante star del jazz latino ospitate nel corso degli anni. Sabato 14 arriverà infatti il pianista dominicano Michel Camilo, solista di abbagliante virtuosismo, capace di infondere la propulsione cinetica delle musiche caraibiche nelle più sofisticate forme jazzistiche. All'interno della rassegna si distingue una sezione dedicata alle proposte più insolite: sono i concerti di “Ravenna 43° Jazz Club”. Il primo di questi appuntamenti, venerdì 6 maggio al Cisim di Lido Adriano, darà spazio al caleidoscopico blues psichedelico dei romagnoli Sacri Cuori, ai quali si aggiungerà il cantante Terry Lee Hale per dare ancor più risalto alla matrice cantautorale e ai riverberi texani della band guidata dal chitarrista Antonio Gramentieri. Il “Jazz Club” tornerà poi in scena tutte le sere dal 9 al 13 maggio, con una particolare attenzione alle mille sfumature del canto. Si inizia con i vividi colori del Brasile: lunedì 9 al Mama's Club con l'intreccio di voci, chitarre e percussioni del duo As Madalenas, ossia la musica brasiliana d'autore secondo Cristina Renzetti e Tati Valle. Nella stessa giornata del loro concerto, presso il Liceo Artistico "Nervi-Severini", le due artiste saranno anche protagoniste di un workshop, Di particolare intensità è anche l'arte canora di Carmen Souza, diva portoghese della world music: il suo quartetto Epistola, co-diretto con il bassista Theo Pascal, si ispira alle origini capoverdiane della cantante per dare vita a una musica che ha tutto il sapore di un jazz tropicale (martedì 10 al Teatro Socjale di Piangipane). Con i GoGo Penguin (mercoledì 11 al Cisim), da Manchester, si farà un tuffo nel più vorticoso nujazz britannico. Difficile immaginarsi qualcosa di musicalmente più insolito dei Blues Burdèl (giovedì 12 al Mama's Club): questo quartetto vocale esegue infatti un repertorio di canzoni romagnole, tradizionali e non, ambiziosamente trasformate con le sonorità del blues e le armonie del jazz. Con l’inglese Anthony Strong (venerdì 13 al Teatro Socjale) si passa al genere crooning: un classico del jazz cantato. Infine, sono ormai una tradizione del festival i concerti “Aperitifs”: appuntamenti pomeridiani nei locali del centro di Ravenna, tutti a ingresso gratuito e all'ora dell'aperitivo. La loro formula (sono tutte esibizioni in solo) è uno stimolo alla massima creatività per gli artisti coinvolti. Si partirà all’insegna ancora della musica brasiliana con il chitarrista e cantante Rogerio Tavares e il suo "Brasiliando" (giovedì 5 maggio s Leonardi Dolciumi 1957). "Just Music!" del chitarrista e cantante Filippo Tirincanti sarà un'eclettica miscela di rock, pop, R&B (venerdì 6, Caffè Pasticceria Palumbo). Sulla stessa sintonia proseguirà un altro cantante-chitarrista, Moris Pradella, il cui "Soul and More" accelera piuttosto sulla corsia del rock più graffiante e del soul (sabato 7, Pasticceria Ferrari). La musica brasiliana ritorna, inframmezzata dal canzoniere italiano, con "I dieci giardini" di Cristina Renzetti (domenica 8, l'Alighieri caffè) e poi ancora lunedì 9 a Casa Spadoni con la cantautrice Tati Valle e il suo "Livro dos dias". Il jazz più intenso sarà alla base di "Sax for Sonny" del sassofonista Alessandro Scala (martedì 10, Due Dame). Pop d'alto profilo e jazz sono il "My Favorite" del pianista e cantante Lorenzo Pagani (mercoledì 11, Caffè del Ponte Marino). Blues, Brasile e jazz costituiscono il "Variopinto" solo voce-chitarra di Federico Codicè (giovedì 12, Vineria Nuova). Cantautore ribelle e iconoclasta, il pianista-cantante Giacomo Toni porterà il suo "Piano Punk Cabaret" al Cabiria wine bar (venerdì 13). L'ultimo “Aperitif” sarà con Giorgio 'Mr. Blue' Cavalli e il suo "Non solo blues" per voce e chitarra (sabato 14, Pasticceria Ferrari). Info e programma completo: tel. 0544 405666 e www.ravennajazz.org.

IL FESTIVAL/2

Sam Paglia e l’elettricità: due sere live a Cesenatico Si terrà il 7 e l’8 maggio a Cesenatico la prima edizione dell’Electric Happiness Mini Festival, rassegna dedicata a tutta quella musica fuori dagli schemi e difficilmente collocabile in un genere ma con una certa attinenza con l’elettricità (da qui il nome): tastiere vintage come organi Hammond, piani elettrici e sintetizzatori uniti a soul, jazz, dance o afro funk. Il festival è ideato e curato da Sam Paglia, organista Hammond e compositore di Cesenatico, classe 1971 e primo artista ad aprire questo piccolo evento di due giorni che vedrà due gruppi distinti esibirsi nel Teatro Comunale di Cesenatico. Fuori dal coro sono le due proposte di questa prima edizione: Sam Paglia (nella foto), appunto, col suo quartetto (festeggiano i 20 anni di attività, 7 dischi e oltre 1200 concerti tra Italia ed estero, iniziando con le prime date proprio a Cesenatico) e i giovani bolognesi Rumba De Bodas, otto elementi uniti in questo progetto dal 2008, presenti nei migliori festival europei col loro sound che mischia swing, elettronica, ska, e dance.


MUSICA

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11 Prima di entrare nel vivo nella sua città natale in giugno (e il 31 maggio con Federico Buffa, vedi pagina 13), il Ravenna Festival propone due grandi eventi in maggio come sorta di anteprima dell’edizione 2016. Sabato 28 (dalle 21) l’appuntamento è alla Chiesa di San Giacomo con il concerto “Per Nelson Mandela” – a cui questa nuova edizione del Festival è dedicata – con protagonisti i Ladysmith Black Mambazo, gruppo corale sudafricano che compone e interpreta soprattutto musica tradizionale del Continente Nero. Nati nel 1960, i Ladysmith Black Mambazo, sono stati lanciati nell’86 dalla partecipazione al fortunato album Graceland di Paul Simon e da allora sono protagonisti di una intensissima attività concertistica e discografica, grazie alle quali si sono aggiudicati premi e riconoscimenti in tutto il mondo. Si cambia decisamente atmosfera il giorno dopo, domenica 29 maggio, sempre a Forlì ma al teatro Fabbri (ore 21), con il “piano solo” di un artista di fama mondiale come Stefano Bollani. Dal Conservatorio ai palchi più prestigiosi del mondo, insieme a grandi orchestre e in solo, Bollani ha sempre saputo unire le straordinarie qualità musicali alla propensione per l’ironia e il divertimento. Riesce così a passare dagli omaggi alla musica italiana degli anni Trenta e Quaranta, alle sperimentazioni con le quali coniuga musica e letteratura. Ma il Festival a Ravenna parte già dal 13 maggio con una novità di quest’anno che mira a rendere omaggio al Sommo Poeta e allo stesso tempo a promuovere dal punto di vista turistico la città. Per l’occasione è stato bandito nei mesi scorsi un concorso internazionale che ha raccolto quasi 70 progetti di giovani gruppi artistici, provenienti dall’Italia e dall’estero, che saranno prodotti e messi in scena per animare i Chiostri Francescani tutti i giorni (fino al 13 luglio) alle 11. Dalla tarda mattinata si passerà al tramonto, l’ora dei Vespri della tradizione cristiana, nella monumentale San Vitale per letture e canti di testi e versetti sacri. L’appuntamento anche per questi eventi quotidiani è alle ore 19, nella basilica bizantina che da sempre è teatro nella storica programmazione del Festival di concerti di musica sacra e antica, liturgie e straordinari dialoghi interreligiosi. Info e programma del Festival su www.ravennafestival.org.

ANTEPRIMA

Ravenna Festival porta a Forlì i canti africani e Bollani E dal 13 maggio tutti i giorni vespri e spettacoli alla basilica di San Vitale e alla tomba di Dante

Stefano Bollani e i Ladysmith Black Mambazo

CLASSICA A FORLÌ L’ORCHESTRA MADERNA

CON

BOCCADORO

E

MOLINELLI

Per la stagione musicale Forlimusica 2016, il compositore contemporaneo Carlo Boccadoro, insieme al poeta Milo de Angelis e all'orchestra Bruno Maderna, presenta tre pezzi, mercoledì 4 maggio alle ore 21 al teatro Diego Fabbri: la Sonata 4 n.1 in sol maggiore di Giacomo Rossini, l'Aria di vetro dello stesso Boccadoro e l'Appalachian Spring di A. Copland, suite orchestrale per 13 strumenti. Dalle 20.30 “Parliamo di Musica”, introduzione al concerti a cura di Ivan Bratti, docente di Musica e direttore della scuola musicale “Dante Alighieri” di Bertinoro. Martedì 31 maggio la stagione termina alle 21 all’auditorium San Giacomo con un’opera prima di Roberto Molinelli con musiche di Stefano Nanni e F.J. Haydn. Sul palco lo stesso Molinelli – compositore, direttore e violista marchigiano – con l’Orchestra Bruno Maderna di Forlì, Luisa Prandina all’arpa e Danilo Rossi alla viola, entrambi del teatro alla Scala. La stessa Maderna sarà protagonista sul palco del teatro Fabbri alle 21 di martedì 24 maggio per il concerto con i vincitori del concorso “Adotta un musicista”.

A due passi dal Teatro Alighieri

CUCINA BIOLOGICA TOSCO-ROMAGNOLA, VEGANA, VEGETARIANA Un ristorante davvero unico, perchè propone le specialità della cucina toscana e romagnola, insieme ad una accurata selezione di piatti della cucina vegana e vegetariana. Tutto rigorosamente bio. Un connubio così perfetto, che mette d’accordo tutti (in famiglia), può nascere solo dalla condivisione e passione per il proprio lavoro della gentilissima Marina e del toscanaccio Franco. Anche il luogo è originale, una terrazza unica nel cuore della città, al primo piano dell’edificio dell’orologio di piazza del Popolo.

Nuovo menù estivo In occasione della prima edizione della Festa del Cappelletto , che si terrà in piazza del Popolo a Ravenna il 13, 14 e 15 maggio, saremo presenti con il nostro stand per proporvi il cappelletto vegano con ragù di seitan e il cappelletto tradizionale al ragù, ma rigorosamente bio. Potrete così gustare le nostre specialità, passeggiando nel centro storico di Ravenna.

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TEATRO

FORLÌ DEBUTTO PER MARMO, NUOVO LAVORO DI MASQUE TEATRO Venerdì 6 maggio (alle 21) il Teatro Diego Fabbri di Forlì ospiterà il debutto in prima assoluta di Marmo su una civiltà esausta, nuova opera di Masque Teatro che partendo da La scrittura del disastro di Maurice Blanchot si fa carne in scena. Un riferimento culturale, Blanchot, che è parte endemica della compagnia fin dai suoi esordi e che oggi arriva e si collega a Emile Cioran. con Matteo Ramon Arevalos, Lorenzo Bazzocchi, Giacomo Piermatti, Silvia Proietti, Eleonora Sedioli. Ideazione e regia Lorenzo Bazzocchi, coproduzione Mood Indigo_Bologna, produzione Masque Teatro.

RAVENNA

Un Amleto in Medio Oriente

CESENA

Il nuovo progetto di Marco Paolini e Gabriele Vacis con ragazzi palestinesi In scena dal 10 al 13 maggio all’Alighieri di Ravenna, Amleto a Gerusalemme è uno spettacolo che riunisce due grandi protagonisti del teatro italiano, Gabriele Vacis e Marco Paolini, ed è prodotto dal Teatro Stabile di Torino con il patrocinio del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. La collaborazione con il ministero su questa iniziativa ha preso il via lo scorso autunno, e si è articolata attraverso una serie di laboratori a Gerusalemme con i giovani palestinesi che si sono svolti nel novembre 2015. A partire dallo scorso febbraio, sono iniziate le prove dello spettacolo nel campus teatrale delle Fonderie Limone di Moncalieri. Lo spettacolo parte da un’idea nata nel 2008 a Gerusalemme, al Palestinian National Theatre di Gerusalemme Est: una scuola di recitazione per ragazzi palestinesi, la cui voglia di lavorare in teatro è più forte dei pregiudizi sociali. L’anno successivo il laboratorio prosegue in Italia. Nucleo fondamentale della didattica che Vacis mette in opera è la schiera, un processo che unisce movimento e attenzione che da tempo è alla base dei lavori del regista: «Schiera (il nome del laboratorio, ndr) – spiega Vacis – è l’esercizio che sto elaborando da molti anni. Insegna a vedere quello che si guarda e ad ascoltare quello che si

Comico contro Politico: il ritorno di Beppe Grillo

sente. Saper vedere, sapere ascoltare, è necessario per un attore che voglia essere autore della propria presenza in scena». E la chiave per poter ascoltare e realizzare un percorso teatrale è partire dall’Amleto di Shakespeare, dalla consapevolezza «che in esso si

scorgono tutte le sfaccettature della vita, complicate dalle esperienze di chi vive in Palestina: i riti di passaggio, il rapporto uomo/donna, il conflitto con la famiglia, le generazioni a confronto, la rabbia, la pazzia, l’amore».

Sabato 21 maggio, tappa romagnola per Beppe Grillo, il comico fondatore del Movimento 5 Stelle, che da qualche mese è tornato sul palco con una tournée dal titolo “Grillo vs Grillo” al Nuovo teatro Carisport di Cesena. «In scena – si legge nella cartella stampa – proprio il Grillo Comico e il Grillo Politico: due entità incompatibili racchiuse in un unico corpo. Quando parla il comico, il politico s’incazza perché viene preso sul serio e perde i 25 milioni di voti di quelli che non hanno capito la battuta. Quando parla il politico, il comico s’incazza perché si domanda: ma dov’è la battuta?».


TEATRO

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13 SPORT IN SCENA

FEDERICO BUFFA Pharmakos, di Città di Ebla, in programma a Ipercorpo

IL FESTIVAL

Ipercorpo, per un festival del contemporaneo Edizione 2016 per Ipercorpo, festival delle arti che si svolgerà dal 25 al 29 maggio a Forlì. Una nuova puntata di una ricognizione focalizzata sugli artisti italiani di ultima generazione. Il punto di partenza rimane il teatro, con azioni che sfoceranno in musica, arte contemporanea e video-danza. Il programma prende il via Mercoledì 25 maggio, fino a domenica 29 con diversi appuntamenti in spazi disversi. Tra le proiezioni proposte ad Arte al Monte/Regnoli41 alle 21video quali Pontus Lidberg The Rain e Labyrinth Within (50 min) Bedosti (25 min) Città di Ebla Pharmakos (5 min). Alla chiesa di San Giacomo di Forlì sarà in scena il gruppo nanou con Strettamente confidenziale giovedì e venerdì 26 e 27 maggio, il progetto più ambizioso di questo festival che nasce dal desiderio di accompagnare lo spettatore all’interno dell’universo del percorso artistico di gruppo nanou. L’evento cessa per trasformarsi in un luogo che accoglie altre realtà artistiche, non affini nei linguaggi ma vicine per metodi. È il prototipo di un’opera museale coreografica: “l’ospite/spettatore è invitato a scegliere il suo tempo di fruizione muovendosi liberamente, scegliendo il suo percorso con la possibilità di tornare sui suoi passi per continuare a smarrirsi nel suo desiderio di visitatore”. Mentre sabato 28 maggio al teatro Diego Fabbri alle 21 andrà in scena Muta Imago con Hyperion. Tra i luoghi focali del festival c’è l’ex Centrale Avicola dove si potrà dedicarsi all’ascolto musicale con, tra gli altri, Filippo Aldovini e Umberto Maria Giardini e Dario Neri/Bruno Dorella. Info e programma: www.ipercorpo.cittadiebla.com.

NEL DETTAGLIO PIATTAFORMA PER OPERATORI ALLA QUARTA EDIZIONE Alla sua quarta edizione, Italian Performance Platform, nell’ambito di Ipercorpo, si attesta come un appuntamento importante per direttori artistici di festival e teatri di vari Paesi d’Europa, ideato e curato da Mara Serina. Tre giornate di visione di spettacoli, video danza, incontri con gli artisti, presentazione di estratti di lavori di giovani compagnie e confronto tra chi organizza e seleziona la programmazione internazionale. L’identità originale di IPP è quella di una piattaforma piccola ma di alto livello qualitativo aperta ad un numero contenuto di partecipanti e capace di favorire la creazione di solide relazioni tra operatori e artisti. I risultati del resto lo confermano: in 4 anni circa 50 operatori di 12 differenti nazionalità hanno frequentato la piattaforma, arricchito di esperienza, creatività e opportunità Ipercorpo, gli artisti suoi ospiti e la città di Forlì.

RACCONTA LE

OLIMPIADI

DEL

1936

Il calendario di spettacoli che il 13 maggio apriranno la ventisettesima edizione di Ravenna Festival conta un evento che coniuga sport e cultura nell’anno che celebra Ravenna Città Europea dello Sport. Il 31 maggio alle 21 sul parquet del Palasport Angelo Costa di Ravenna, l’affabulatore Federico Buffa porterà in scena la storia di Jesse Owens in Le Olimpiadi del 1936, uno spettacolo scritto a otto mani con Emilio Russo, Paolo Frusca e Jvan Sica. Nello spettacolo Buffa interpreterà la parte di Wolgang Furstner, comandante del villaggio olimpico. Con lui i musicisti Alessandro Nidi, Nadio Marenco e la giovane cantante Cecilia Gragnani. Ma il cantastorie Buffa non narra solo di Owens – l’atleta statunitense, nero, che nel 1936 vinse quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino, organizzate da Adolf Hitler per mostrare al mondo la potenza del nazismo – molti sono i personaggi e le storie che si intrecciano alle musiche e alle immagini dello straordinario film documentario – moderno ancora oggi – commissionato dallo stesso Hitler alla regista tedesca Leni Riefensthal.


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CINEMA

Un fotogramma da Anima galleggiante, girato sul Po e in programma a Bellaria

CONTROCINEMA

IL FESTIVAL

In attesa del Bellaria film festival

CONTAMINAZIONI FEMMINILI A RAVENNA

Fondato da Ghezzi, Morandini e Volpi, dal 26 al 29 maggio la 34esima edizione di Albert Bucci *

Dal 26 al 29 maggio, si svolgerà il 34mo Festival del Cinema di Bellaria, uno tra i più vecchi ma anche più emblematici festival di cinema della Romagna. Fu fondato nel 1983 da tre mostri sacri quali Enrico Ghezzi, Morando Morandini e Gianni Volpi, col nome di “Anteprima per il Cinema Indipendente Italiano”. In oltre tre decenni Bellaria ha lanciato e premiato alcuni dei migliori registi italiani, allora agli esordi o quasi; scorrendo il lunghissimo palmares leggiamo infatti il meglio dell'allora cinema “indipendente” (erano gli anni Ottanta e la parola andava di moda, sempre meglio dell'attuale fuori moda): nomi quali Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, Silvio Soldini, Gianluca Maria Tavarelli, Ciprì e Maresco, Pappi Corsicato, Roberta Torre, Davide Ferrario, Pietro Marcello, Silvano Agosti, Antonio Rezza; e attori come Ivano Marescotti, Filippo Timi, Toni Servillo, Valerio Mastrandrea. Ultimo tra i futuri famosi, nel 2009 fu premiato Below Sea Level, il primo film di Gianfranco Rosi, che poi si sarebbe affermato a Venezia nel 2013 con Sacro Gra e quest'anno a

Berlino con Fuocoammare. Bellaria è un festival al quale sono personalmente affezionato, non fosse altro che un po' di anni fa (era il 1997) vi partecipai come sceneggiatore e attore per il cortometraggio Bianco muove – vince in cinque mosse del bolognese Filippo Bettelli, nel quale ero co-

Tra gli eventi collaterali,

il reading musicale di Vasco Brondi e Massimo Zamboni protagonista insieme a Luigi Dadina di una surreale storia romagnola ambientata a San Zaccaria. Ma oltre a me, altri ravennati parteciparono e vinsero a Bellaria, affiancandosi così ai nomi più altisonanti di cui sopra: nel 1985 Carla Baroncelli vinse la sezione corti con la video-poesia Perché anche l’occhio; nel 1997 Edo Tagliavini vinse il Concorso 150 secondi a tema fisso col corto Il brufolo; Maria Martinelli vinse nel 1985 il Concorso Tre minuti insieme a Danilo Conti con Klidas, e nel 2006 il 2º Premio con la docu-soap L'amore che fugge.

Da circa dieci anni il festival di Bellaria si è convertito al genere documentario, non disdegnando il comune trend delle incursioni live e delle sonorizzazioni. Se l'anno scorso fu protagonista Vinicio Capossela con uno spettacolo dedicato a Roby Puma, quest'anno tra gli eventi ci sarà il reading musicale di Vasco Brondi (Le luci della centrale elettrica) e Massimo Zamboni (CCCP, CSI) tratto dal loro libro Anime galleggiati, trasposizione in musica e poesia del viaggio in zattera che i due musicisti hanno compiuto, sul Po, dalla pianura verso il mare. Altro del programma ancora non c'è; ma ricordatevi di cercarlo verso metà mese sul sito del festival. E fidatevi di quello che andrete a vedere, che sarà una bella gita cinefila fuori porta. Albert Bucci (Ravenna, 1968) è direttore artistico del Ravenna Nightmare e del Soundscreen Film Festival. È stato docente di Sceneggiatura presso l'Università Iulm di Milano, e produttore esecutivo di spot pubblicitari. In una vita parallela, possiede anche una laurea in Fisica Teorica. (Il suo vero nome è Alberto, ma in effetti è meglio noto come Albert).

TRA PROIEZIONI E ANIMAZIONE PER I BIMBI

Il 7 e 8 maggio torna al Palazzo del Cinema e dei Congressi di Ravenna la manifestazione di cinema e eonne dal titolo “Contaminazioni femminili”, organizzato da StartCinema. Il tema della terza edizione è quello dei figli, della progenie. Si comincia sabato 7 alle 18 con il film Primo Premio al Bergamo Film Meeting 2015, Mozes. Il pesce e la colomba di Virág Zomborácz. La regista trentenne non ha pretese sociologiche ma vuole descrivere un disagio esistenziale che colpisce il protagonista del film, alla ricerca del proprio “posto nel mondo” e nella vita, mentre è alle prese con un padre-padrone autoritario e inflessibile. La proiezione è ad ingresso gratuito. Alle 21 arriva, invece, uno dei film più potenti degli ultimi anni, improntato sul legame madre-figlio da cui dipende l’intera trama, Room di Lenny Abrahamson con protagonista la splendida Brie Larson, vincitrice del Premio Oscar 2016 e del Golden Globe 2016 come Miglior Attrice Protagonista. Non un è caso che la manifestazione quest’anno si svolga proprio nel weekend della Festa della Mamma e l’8 maggio alle 15.30 si partirà con il “Magic and Bubble Comedy Show”, spettacoli di magia, truccabimbi, palloncini e tanto altro; il tutto accompagnato da una merenda con tè e biscotti offerta gratuitamente a tutti i partecipanti. Alle 17 la giornata proseguirà con la proiezione, sempre a entrata libera, del film di Mark Osborne, Il Piccolo Principe, trasposizione cinematografica del romanzo capolavoro di Antoine de Saint Exupery. Info: segreteriastartcinema @gmail.com e www.startcinema.it.


RAVENNA R SPIAGGE

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I

UN’ESTATE PIENA DI DIVERTIMENTO

SERVIZI E INFORMAZIONI UTILI

PUNTA MARINA TERME

PISTA CICLABILE SUL LUNGOMARE DI MARINA PRONTA A GIUGNO

Marlin, il pescato in tavola

Continuano i lavori di realizzazione della pista ciclabile a Marina di Ravenna lungo il viale delle Nazioni che dovrebbe essere completata a fine maggio. Inoltre, sul lungomare tra Punta e Marina saranno installati, in via sperimentale, cinque posti moto con tanto di bauletto per il deposito di casco e giubbotto.

BAGNI APERTI FINO ALL’UNA DI NOTTE DAL LUNEDÌ AL GIOVEDÌ Fatta eccezione per le deroghe delle 3 di notte previste durante l’estate, fino all’1 novembre gli stabilimenti balneari potranno restare aperti dall’alba fino all’una di notte dal lunedì al giovedì e fino a mezzanotte gli altri giorni, con deroga fino all’una nelle giornate prefestive e festive del 30 aprile, 1 giugno e 2 luglio.

RIPARTE IL NAVETTO DAI PARCHEGGI SCAMBIATORI FIno a domenica 4 settembre torna nei weekend il servizio gratuito di bus navetta dai parcheggi di via del Marchesato e di via Trieste per il litorale di Marina di Ravenna e dal parcheggio di via Trieste per il litorale di Punta Marina Terme. Info e orari su ww.startromagna.it.

Fresche specialità marinare nel nuovo bagno-ristorante delle Terme Il ristorante e stabilimento balneare Marlin è una struttura inserita all’interno del complesso delle Terme di Punta Marina. Il locale si presenta in una veste completamente rinnovata con uno stile particolare e ricercato anche nei materiali ma allo stesso tempo semplice e soprattutto autentico. Lampade intrecciate o di recupero industriale, legno vivo e ferro senza dimenticare il colore e la vivacità del mare sono gli elementi che caratterizzano la sala sulla spiaggia. L’idea proposta dalla cucina è legata alla qualità dei prodotti e alla loro provenienza. Freschezza e quotidianità sono i due capisaldi su cui si basano le proposte del Marlin. Il locale si identifica principalmente come un ristorante di pesce dove viene servito solo pescato e di giornata. L’attenzione alla provenienza delle materie prime è decisamente l’imprinting del locale. Nonostante il pesce sia la cifra identificativa del locale, come testimonia il grande tonno sospeso sul bancone, opera dell’artista livornese Stefano Pilato (www.artpescefresco .com), per mantenere la tradizione locale il Marlin propone pasta sfoglia fatta a mano e i dolci sono tutti preparati dalla brigata di cucina. Il ristorante è aperto tutti i giorni a pranzo e cena ad esclusione della domenica sera

SOSTA A PAGAMENTO SUI LIDI NEL WEEKEND: TARIFFE INVARIATE È entrato in vigore nei fine settimana (dalle 20 di venerdì alle 22 della domenica) la sosta a pagamento in viale della Pace e in viale delle Nazioni a Marina di Ravenna, in viale Colombo a Punta Marina Terme, nell’area compresa tra i viali Del Duca/Piccarda e gli stabilimenti balneari a Lido di Dante. Tariffe invariate rispetto agli anni scorsi (50 centesimi all’ora e forfait da 4 e 3 euro).

RISCHIO MULTA NEGLI STRADELLI (206 EURO) FInoa a martedì 1 novembre saranno in vigore le ordinanze che regolamentano la sosta e gli accessi negli stradelli retrodunali a Marina di Ravenna e a Punta Marina Terme, nell’ambito del demanio marittimo. I divieti consentono di parcheggiare solo negli spazi allestiti dagli stabilimenti balneari. Si rischiano multe da 206 euro.

VIETATO L’ALCOL IN STRADA E VETRO SOLO AL TAVOLO A Marina di Ravenna (nella zona delle spiagge, fuori dal paese), nelle giornate di venerdì, sabato e domenica fino al 26 giugno, la festa del 2 giugno, e tutti i giorni dall’1 luglio al 31 agosto è fatto assoluto divieto di consumare all’aperto “bevande alcoliche ovvero bevande ed alimenti contenuti in bottiglie di vetro, lattine ed altri contenitori atti ad offendere”. È vietato anche vendere alcolici su viale delle Nazioni (se non consumati al tavolo) e nei bagni si può consumare in bottiglie e bicchieri di vetro solo al tavolo o al bancone.

NUOVA SERIE DI PASSERELLE PER PROTEGGERE LE DUNE Saranno completati nella prima settimana di maggio i lavori del secondo stralcio delle passerelle sulla duna tra Marina di Ravenna e Punta Marina. Prima dell’inaugurazione, il 7 maggio si terrà una giornata ecologica aperta a tutti i cittadini per pulire la duna. L'intervento prevede anche il coinvolgimento dell'Università e, in futuro, la piantumazione di specie vegetali autoctone.

MARINA DI RAVENNA

Arriva la grande festa al gusto di cuscus Dal 2 al 5 giugno organizzata dalla Pro Loco in gemellaggio con San Vito Lo Capo Forse non tutti sanno che il cuscus è un piatto tipico italiano – siciliano per la precisione – non solo una tradizione culinaria del Nord Africa. Questa specialità, un piatto unico profumato e dal gusto prelibato, sarà protagonista di una grande festa popolare in programma a Marina di Ravenna (piazza Dora Markus) da giovedì 2 a domenica 5 giugno. L’iniziativa, la prima importante festa dell’estate 2016, è promossa dalla Pro Loco, con il sostegna della BIA di Argenta (la più importante azienda produttrice di cuscus in Italia) e in gemellaggio con la Pro Loco di San Vito Lo Capo, la cittadina siciliana in provincia di Trapani, che ospita ogni anno la tradizionale “Cuscus Fest”, dedicata proprio ad uno dei piatti tipici della zona. Negli stand gastronomici di Marina il cuscus sarà servito nelle varianti con carne, pesce o verdure, e anche in una versione senza glutine per chi soffre di celiachia. Peraltro, in menù ci sarà anche un dolce a base di cuscus. Nelle serate del 3 e 5 giugno sono previsti anche degli show cooking con chef professionisti per vedere da vicino come si prepara questa pietanza ed assaggiarne le squisite creazioni. In occasione delle altre serate sono in previste animazioni e intrattenimenti musicali.


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II

DONNA ROSA EVENTI

MARINA DI RAVENNA

Ecco lo stile glamour del Donna Rosa Dal ristorante vista mare con gustosi piatti creativi a party danzanti con dj set Nato 17 anni fa dall’idea di tre amici e imprenditori Domenico, Luca e Massimo, il Donna Rosa è fra i più noti e frequentati stabilimenti balneri della riviera ravennate, per la cura dei servizi di spiaggia, l’elegante ambientazione di bar e ristorante, la qualità del menù proposto, il calendario stagionale degli eventi, sempre ricco di feste e intrattenimenti serali. Da sempre è uno spazio accogliente per il relax estivo delle famiglie, per chi ama gli sport di spiaggia, e un sano divertimento serale con gli aperitivi in musica e le feste danzanti. La spiaggia è attrezzata con 7 campi da racchettoni e 2 di beach volley e c’è anche un baby park dedicato ai più piccoli che ospita tutti i lunedì d’estate la rassegna di animazione per bimbi “Casina Biricchina”. La zona giovane ruota invece, in particolare il venerdì sera, attorno al chiringuito bar ideato dallo storico barman del Donna Rosa, Gianluca Cappetta, che propne drink classici, cocktail di frutta fresca, panini gourmet, tapas, piatti veloci e buona musica. L’ampio ristorante ai bordi della spiaggia, con vista mare, circondato da ulivi, propone i piatti dell’ottimo chef

PRO LOCO PORTO CORSINI FRA NATURA,

SPORT E AREA CAMPER ATTREZZATA

Porto Corsini è un’accogliente località balneare a due passi da Ravenna, e a pochi minuti da Mirabilandia. La splendida pineta, la valle, l’ampia spiaggia attrezzata per numerose attività sportive, la Diga Foranea che si estende per circa tre km sul mare, meta di pescatori e di suggestive passeggiate, sono alcune delle attrattive di Porto Corsini. Dal 2011 è stato aperto il nuovo Terminal Crociere che è diventato uno degli scali più importanti dell’Adriatico dove attraccano le navi da crociera delle più grandi compagnie del mondo. A pochi chilometri si possono visitare, il Capanno Garibaldi, la fattoria Guiccioli, con il museo di Anita Garibaldi e il parco del Delta del Po. Da Porto Corsini ha inizio la pista ciclabile con la quale si raggiunge il circolo ippico Manzone e, costeggiando la Pialassa Baiona si attraversa un ponte per ammirare i tipici capanni da pesca lungo canali a “spina di pesce”. Oltre a questo tuffo nella natura incontaminata Porto Corsini si conferma una località attrezzata per gli amanti del Camper grazie all’area sosta Ancora Blu, aperta tutto l’anno e completa di ogni servizio.

Riccardo Cevenini capace di reinventare in modo sempre inedito e creativo, e con grande attenzione alla qualità delle materie prime, la tradizione della cucina di pesce. A pranzo sono disponibili piatti semplici della gastronomia romagnola, insalate creative, piatti freddi tradizionali e internazionali, con un servizio più informale. A cena invece il locale si trasforma in un confortevole e raffinato ristorante gourmet, con i piatti più importanti preparati dallo chef e tanta attenzione ai dettagli, compresa un’accurata apparecchiatura artistica dei tavoli. Fra i piatti più apprezzati, un fritto di pesce davvero speciale e un antipasto di scampi, melanzane, fave e... cappelletti. Il servizio di ristorazione è aperto tutti i giorni fino a chiusura di stagione.

RIPARTE IL 17 MAGGIO LA FESTA DJ CLUB E LA DOMENICA C’È “RADIO ROCK 38” L’evento clou delle estati del Donna Rosa è la storica Festa Dj Club, iniziata agli esordi dello stabilimento balneare dai dj Robert-eno e Mitch che negli anni ha visto la partecipazione di diverse guest star fra cui il mitico Claudio Coccoluto. Questa festa, in programma tutti i martedì sera, partirà il 17 maggio, con una serata speciale animata da Nicola Zucchi, il dj club house di riferimento della riviera romagnola. Tutti i venerdì sera invece si può cenare in spiaggia con l’Easy Restaurant, una proposta del barman Gianluca Cappetta per chi vuole gustarsi in pieno relax un piatto unico preparato a vista abbinato a cocktail e vini di qualità. Il sabato sera è in programma l’aperitivo “balearico” in musica, con la musica selezionata dal dj Mitch. La domenica infine, almeno le prime tre di ogni mese estivo è una novità: “Radio Rock 38”, con una scaletta musicale a tutto rock di alta qualità, curata da dj Roberteno, che racconterà anche alcune curiosità legate ai brani selezionati provando anche a cantarli e a far cantare il pubblico. L’ultima domenica del mese sarà invece dedicata alla storica festa danzante “Remember Donna Rosa”.

PORTO CORSINI

AGENDA QUEVIDA

QueVida: tutta la vastità della spiaggia per giocare e rilassarsi all’aria aperta

DAL

Il bagno QueVida, gestito dallo scorso anno dai fratelli Alessia e Alessandro, si affaccia su una grande spiaggia a Porto Corsini, ideale per praticare ogni sport sulla sabbia e acquatico. Dispone di 9 campi da racchettoni, 6 beach volley, 1 campo da basket, 1 campo da beach soccer. E per chi il grande sport lo vuole anche vedere c’è un mega schermo per la visione delle grandi competizioni internazionali di ogni genere. Ampio e confortevole il ristorante-pizzeria che offre specialità marinare fra cui: battuta di tonno con frutto della passione e pistacchio, tagliata di tonno con crosta di sesamo su crema di arancia, cappellacci al nero di seppia con branzino, vongole su crema di finocchio, gran fritto servito con spiedini di pesce. E non mancano i piatti vegetariani e vegani. Immerso nella natura il QueVida ha attrezzato anche un ampio giardino ombreggiato per preparare il barbecue. Fra gli eventi proposti tutta l’estate, piccoli concerti aperitivo (in particolare la domenica), concerti live con band emergenti, raduni e feste danzanti, camp sportivi, cene a tema. E infine, gli incontri realizzati in collaborazione con l’associazione Il Mosaico, a fini benefici per sostenere il reparto di pediatria dell’ospedale di Ravenna.

DUO INDIE TUTTO FEMMINILE AL RADUNO DEI ROCKABILLY

Ecco il calendario dei prossimi appuntamenti al QueVida. Domenica 1 maggio: da Imola arrivano in spiaggia The Whiteware! per far ballare, cantare e divertire… Venerdi 13 maggio (dalle ore 21): “In.Versione Clotinsky”. Il duo Vale e Valli (voce, chitarra e batteria) in concerto fra indie-pop, lo-fi e folk Venerdi 20 maggio (dalle ore 18): La prima festaraduno nello stile rockabilly del QueVida. In programma nella stagione estiva anche un Camp Beach Volley e serate culinarie: tutti i martedì con paella e sangria e tutti i venerdì con cene dedicati alle cucine regionali e a sapori degli altri mondi


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III MARINA DI RAVENNA

PUNTA MARINA TERME

Tanta musica dal vivo rilassati sulla spiaggia del Peter Pan, fra rock, blues e ritmi caraibici Si ricomincia con il 1 maggio l'appuntamento settimanale live all’ora dell'aperitivo al Peter Pan, il bagno di Marina di Ravenna noto per l’atmosfera rilassata e gli ottimi cocktail a base anche di frutta fresca. Per l’inizio dell’estate lo stabilimento balneare propone un calendario di band che offrono un mix di rock, blues, funky all’insegna del divertimento e del rapporto autentico con il pubblico. Il tutto nella suggestiva e imperdibile cornice della spiaggia di Marina di Ravenna.

PETER PAN LIVE PRIMO MAGGIO REGGAE CON STEPPIN’ RAZOR

Accoglienza a suon di musica al bagno Ruvido: dj set, gruppi live, balli tex mex e buskers Il bagno Ruvido, come ogni estate, non mancherà di intrattenere il pubblico con una ricca serie di eventi musicali con dj set e gruppi dal vivo tutti da ascoltare e ballare. Dal mese di maggio inizieranno i consueti happy hours ogni sabato e domenica. Sabato 4 giugno Texas Style night darà il via ufficiale alla stagione con menù tipico texano e la scatenata animazione dei Crazy Bulls fra brani entusiasmanti e l’esibizione del corpo di ballo. Dal primo di giugno, tutti i mercoledì, in collaborazione con Romagna Reggae si potra danzare sui ritmi tropicali sia con musicisti dal vivo che con dj selezionati. Poi dal 15 giugno, tutti i sabati, sono in programma concerti dal vivo, soul, rock e R&B organizzati dallo staff del festival “Spiagge Soul”, mentre tutti i giovedì, dalle ore 21.30, i Buskers si esibiranno in straordinari shows per grandi e piccini. Con l’avvio della stagione balneare il ristorante Ruvido, con il suo tradizionale menu di pesce, resterà aperto tutti i giorni.

Ad aprire la stagione dei concerti live, domenica 1 maggio sarà il raggae degli Steppin’ Razor, combo di nove elementi, per poi tornare al tradizionale appuntamento del sabato pomeriggio, verso le 17.30. Sabato 7 maggio i ritmi di samba e raggae dei Caracoles, il 14 maggio è la volta della string band Lu Silver, il 21 maggio sono di scena i Pulp Dogs con le cover tratte dal cinema di Tarantino e Rodriguez mentre il 28 maggio è la volta del blues dei Poor Boys.

PUNTA MARINA TERME

Nautilus, gestione familiare, genuina cucina romagnola e un mare di eventi divertenti

MARINA DI RAVENNA

Dal 6 al 10 giugno torna anche “Frodo” al bagno Hana-Bi per “Beaches Brew” Elijah Wood torna a Marina di Ravenna. L’attore hollywoodiano – noto in particolare per aver impersonato i panni dell'hobbit Frodo nel Signore degli Anelli – sarà infatti nuovamente al bagno Hana-Bi a inizio giugno. L'occasione è ancora una volta il festival Beaches Brew, in cui vestirà come l’anno scorso i panni del dj nel suo duo Wooden Wisdom. L'edizione 2016 si terrà dal 6 al 10 giugno (coinvolgendo, come l'anno scorso, anche il paese di Marina): organizzato dallo staff del Bronson in collaborazione con l'agenzia olandese Belmont Bookings, il festival è dal 2011 una manifestazione dalla caratura internazionale, che porta a Marina di Ravenna rock band ma anche spettatori (lo testimoniano pure i dati turistici ufficiali) provenienti da tutto il mondo. Tra i protagonisti dell’edizione 2016, oltre ai Wooden Wisdom: Ty Segall & The Muggers, Destroyer, Suuns, Ata Kak, Föllakzoid, Car Seat Headrest, Cate Le Bon, White Fence, Royal Headache, Ninos Du Brasil, Girls Names, The Audacity, Adrian Crowley, The Abigails e Dirty Fences e anche i Beak di Geoff Barrow dei celebri Portishead oltre a un fuori programma alla Rocca Brancaleone di Ravenna con i Goblin che musicheranno dal vivo “Profondo rosso”. Il cast completo e tutte le informazioni su www.beachesbrew.com.

SERATE NAUTILUS HAPPY

HOUR , BALLI LATINI E PIANO BAR

Il Nautilus organizza tutte le domeniche happy hour a tutta birra dalle 18 alle 20. Il mercoledì (a partire dai primi di giugno) è dedicato invece ai balli latino americani. Il sabato sera aperitivo e cena con musica dal vivo del piano bar.

Il Nautilus è un bagno a gestione familiare, dotato di tutti i servizi di spiaggia, dalle attrezzatture sportive a quelle per i bambini, con un ricchissimo calendario di iniziative sia per le famiglie che per i più giovani. Ha un rinomato ristorante che offre piatti di carne e pesce e pasta fatta in casa della tradizione romagnola, sotto la guida esperta della titolare Mara Avveduti. La ristorazione aprirà dal 15 maggio tutti i giorni a pranzo e nel fine settimana anche a cena. Tutte le estati ospita gli eventi salutistici e didattici del progetto Happy Bio dedicati ad una buona e corretta alimentazione e attività fisica. Ma anche laboratori sul mosaico (con l’associazione Il Cerbero e RavennAntica) e incontri dedicati alla lettura, per grandi e piccoli. Assieme al Kojak ha organizzato in spiaggia, con grande successo, feste danzanti in spiaggia (nella foto) dedicate agli studenti universitari di Ravenna.


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IV MARINA DI RAVENNA

GLI APERITIVI DEL LUANA DRINK

E MUSICA NELLO STREET BAR ALL’APERTO

Al Luana Beach non manca mai il rito dell’aperitivo nella zona bar sulla spiaggia che si festeggia tutti i fine settimana e i giorni festivi alle 17, in stile pirata con musica. La domenica, in particolare è in programma l’happy hour sempre dalle 18 alle 19.

MARINA DI RAVENNA

Luana Beach, fra buona tavola e tavole da surf Nuova gestione del bagno Luana di Marina di Ravenna a Enrico Manganelli che viene da una esperienza decennale al Ruvido assieme ad altri soci . Da maggio il ristorante è aperto a pranzo tutti i giorni e per cena durante i weekend. La cucina è affidata a Umberto Casavecchia maestro nella preparazione e rivisitazione dei piatti della tradizione marina e nelle proposte di crudi realizzati con pescato rigorosamente selezionato. Fra i piatti forti gli spaghetti alle vongole e il gran fitto con verdure scelte ma anche un risotto agli asparagi trifolati e carpaccio di gamberoni. Il Luana Beach offre notevoli opportunità per gli amanti degli sport sulla sabbia con i suoi cinque campi di racchettoni e quello da beach volley. Il mare a ridosso della grande diga foranea sud consente la pratica di divertenti sport acquatici, e in caso di mare agitato anche del surf. Il bagno Luana a partire da giugno accoglie anche “Cre On The Beach”, giochi estivi e inziative di apprendimento per bambini che comprendono attività musicali e artistiche, laboratori di mosaico e per l’utilizzo materiale di recupero.

Marabou Beach Club un’oasi di tranquillità fra le dune, per un drink e una cena di pesce Il Marabou Beach Club e un oasi di pace e tranquillità, tra verde, fiori e design essenziale nel vasto orizzonte naturale della spiaggia di Marina di Ravenna. Da questa stagione lo stabilimento balneare è stato preso in gestione da Alessandro Pancaldi con un’esperienza di sette anni al bagno Matis di Lido di Savio. Dalla veranda all’area ristorante sopraelevata con vista mare, dalla zona cabine al chiringuito beach bar, il Marabou offre spazi di relax eleganti e confortevoli. All’interno della spiaggia è stata anche ritagliata un’area riservata ai più piccoli. Il ristorante propone una genuina cucina tradizionale di pesce con prodotti sempre freschi e di stagione. Fra le prelibatezze in menù: il tataki di tonno, il misto freddo di pesce “Marabou”, il gran fritto, le mazzancolle in gabbia di pasta cataifi con salsa guacamole, i passatelli asciutti con calamari, gamberi , pomodorini e crema di basilico Da maggio al Marabou si festeggia l’ora del aperitivo, tutti i giorni nel chiringuito in spiaggia. In estate sono in programma una serie di aperitivi in musica sulle dune. Il ristorante è aperto tutti i giorni della settimana, e offre a pranzo un menu del giorno a 15 euro. A maggio è aperto a cena solo nei fine settimana. Il bar è comunque aperto dalla mattina con ottime colazione e proposte vegetariane. In estate c’è anche un servizio pizzeria tutti i mercoledì.

CASAL BORSETTI

Bagno Calispo, in spiaggia con la famiglia Il Bagno Calipso a Casal Borsetti è gestito da Fabiana da oltre 15 anni. Lo stabilimento balneare ha un ampio parco giochi, rinnovato anche recentemente e per i suoi servizi di spiaggia e ristorazione è particolarmente congeniale alle famiglie anceh con bambini piccoli. Tutte le sere al bagno Calipso è possibile gustare l'aperitivo in riva al mare. In peina stagione sono in programma feste e tornei.

• LUANA via Lungomare 80 - Marina di Ravenna (RA) Tel. 335 6220040 FB: Bagno Luana

• MARABOU viale Delle Nazioni 286 - bagno 50 - Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 1884245 - 366 5430849 FB: Marabou Beach Club

• DONNA ROSA viale Delle Nazioni 262 - bagno 38 - Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 530026 FB: Spiaggia DONNA ROSA 38 www.spiaggiadonnarosa.com

• HANA BI viale Della Pace 452G - Marina di Ravenna (RA) Tel. 333 2097141 FB: Hana-Bi www.bronsonproduzioni.com/where/hana-bi

• PETERPAN viale Delle Nazioni 260 - bagno 36 - Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 530402 FB: Bagno PeterPan www.peterpan36.com

• MARLIN – beach and restaurant viale C. Colombo 161 - Punta Marina Terme (RA) Tel. 0544 439051 FB: Terme Beach Resort www.marlinbeach.it

• NAUTILUS

MARINA ROMEA

Aperitime al Romea Beach con Radio International Il Romea Beach accoglie i visitatori nell'area lounge con pavimento in legno teak e i salotti accoglienti. Nel corso della giornata si può fare colazione con estratti di frutta e verdura al Beach Café. E quando la fame comincia a farsi sentire il ristorante Kitchen mette in tavola prelibati piatti di pesce, con un occhio di riguardo anche per i più piccoli, che hanno una loro area riservata in spiaggia dove distrasi e giocare. Nel pomeriggio si anima l'area dell'Aperitime con la musica di Radio International fra i tavoli bianchi illuminati che creano un'atmosfera fantastica guardando direttamente il mare. In maggio sono previste alcune serate speciali a tema gastronomico, con cuochi e piatti di grande qualità: martedì 10 si tiene la cena delle “Ricette del cuore”; venerdì 20 quella dedicata al “Calzone Fritto”; martedì 24 è la volta dei “Crostacei alla Catalana”. Per quanto riguarda le attività sportive da praticare nei campi da beach volley e racchettoni sulla sabbia, va segnalato – in programma domenica 29 maggio – il primo torneo di racchettoni ufficiale della Federazione Italiana Tennis a Marina Romea.

viale C. Colombo 36 - Punta Marina Terme (RA) Tel. 0544 437136 FB: Bagno Nautilus

• RUVIDO via C. Colombo 2/B - Punta Marina Terme (RA) Tel. 0544 438400 FB: Bagno Ruvido www.ruvido.org

• QUEVIDA via Teseo Guerra 29 - Porto Corsini (RA) Tel. 340 4611262 www.spiaggiaquevida.com FB: QueVida

• ROMEA BEACH n. 28 viale Italia 129 - Marina Romea (RA) Tel. 0544 446081 - 347 7268758 www.romeabeach.it

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L’INTERVISTA

Quel capriccio letterario di Michele Mari Il grande autore, ospite al festival “La bellezza delle parole”, sul suo omaggio a Stevenson in Roderick Duddle di Matteo Cavezzali

Michele Mari è un autore atipico del panorama letterario italiano, che ama cimentarsi con imprese ardue. L’ultima è stata quella di scrivere un romanzo ispirato ai grandi classici della letteratura inglese dell’800, si intitola Roderick Duddle (Einaudi) e ne parlerà a “La bellezza della parole” a Cesena in un dialogo con Bjorn Larsson alle 15 di sabato 28 maggio. Come è nata l’idea di fare un tributo alla letteratura inglese dell’800? «È nato come un capriccio, per una sorta di debito di conoscenza a tradizione che ho amato fin da ragazzo. Mi piaceva l’idea di attraversare i romanzi Dickens e Stevenson come se fossero un unico metaromanzo, riprendendo topiche e stilemi. Provare a vivere questo immaginario come lettore e scrittore, entrare in quel tipo di storie in maniera ventriloquesca. Alla fine scrivo sempre di me e delle mie ossessione, ma lo faccio calato nelle forme altrui. E devo ammettere che mi sono divertito moltissimo». Qual è invece l’aspetto in cui Roderick si discosta di più dalla letteratura classica? «È il fatto che sia stato scritto adesso. Borges in un suo racconto parla di un autore che aveva riscritto Don Quichotte nel ‘800, copiandolo parola per parola, ma il libro che ne era venuto fuori non è più lo stesso libro. La mia intenzione è riattivare una tradizione museificata e renderla nuovamente viva. È un racconto che non prende le mosse dall’attualità, come lo era per Dickens, ma dal passato». La figura del narratore si rivolge spesso al lettore, rompendo il meccanismo narrativo, anche qui si trova la reinterpretazione di uno stilema narrativo classico. «Qui la citazione è quella del narratore settecentesco che usavano autori come Henry Fielding e Lawrence Sterne. È un modo per stemperare, raffreddare la temperatura. La modernità dell’elemento meta narrativo è data dalla modalità di sogno-incubo vissuto dal narratore che si chiama come me, Michele Mari». La trama è complessa, con moltissimi rivoli e sottotrame. È nata prima del libro o in fase di scrittura? «Non faccio mai programmi e scalette scrivo all’avventura, volta per volta. Ho applicato il metodo del romanzo di appendice: a ogni interruzione rincaro la dose di suspense. Sottostorie e sottotrame si sono moltiplicate mano a mano

IL PROGRAMMA DI CESENA

«È un omaggio feticistico alla tradizione. L’isola del tesoro di Stevenson si apre con una mappa. In questo caso serve anche al lettore per orientarsi nelle varie storie». Molti romanzi di Stevenson erano pensati per un pubblico di giovani, il suo sembra lontano da questo tipo di lettore… «Non scrivo pensando a un tipo di pubblico. Mi paralizzerebbe pensarci. Ci sono scene più scabrose di carnalità che forse sarebbero tagliate in una edizione per ragazzi, come quella della suora ermafrodita…» Lei è anche uno dei poeti contemporanei più venduti in Italia, eppure ha pubblicato solamente un libro di poesie Cento poesie d'amore a Ladyhawk (Einaudi 2007)… «È stata una sorpresa per me, è

DA LARSSON A MEACCI, CON VECCHIONI E C ONCITA D E G REGORIO Dal 26 al 29 maggio a Cesena torna il festival “La bellezza delle parole” per la direzione artistica di Emiliano Visconti con una varietà di appuntamenti che ruotano intorno appunto al tema della scrittura, quello che è protagonista anche del festival di Ravenna (vedi pagine seguenti): i due eventi lo scorso anno si sovrapponevano sul calendario, costringendo i romagnoli a scelte difficili, quest’anno finalmente sono stati invece programmati in modo da regalare di fatto un maggio di scoperte letterarie da far invidia a una capitale. Ad aprire le danze un monologo teatrale dal titolo appunto La bellezza delle parole per una produzione originale di Roberto Mercadini alle 21.E ancora all’insegna del teatro sarà la serata del 27 maggio dalle 18 con uno spettacolo per voce narrante e Pupi Siciliani della “Famiglia d’arte Bumbello” tratto da un racconto inedito di Fabio Stassi (e spettacoli di pupi ci saranno anche sabato 28 e domenica 29 alle 16). Alle 21.30 toccherà invece a Roberto Vecchioni con le sue “Storie di felicità”. Sabato 28 maggio si comincia la mattina alle 11 con lo scrittore svedese Bjorn Larsson, autore tra gli altri del celebrato e celeberrimo La vera storia del pirata Long John Silver (ed. Iperborea), che incontra gli studenti delle scuole di Cesena al mattino e alle 15 invece dialogherà con Michele Mari (vedi intervista) in un incontro dal titolo “Parole di mare, di terra e di fastamagonie”. A seguire, alle 17, un incontro sui personaggi Letterari con lo scrittore Fabio Stassi (che ha di recente pubblicato un libro che dà voce a una carrellata di protagonisti dei grandi classici) e il romagnolo Cristiano Cavina, l’autore di Marcos y Marcos che ha reso Casola Valsenio famosa in Italia, di cui è in uscita l’ultimo libro. La giornata si chiude con doppio appuntamento al femminile con la poesia e la musica: alle 18.45 è in programma lo spettacolo per voce sola di Patrizia Cavalli mentre alla sera si terrà un reading musicale di Teresa de Sio. La giornata conclusiva domenica 29 maggio si apre ancora con una protagonista al femminile: Concita de Gregorio Sopra Michele Mari, sotto Teresa alle 11 nell’incontro dal titolo de Sio e Cristiano “Cosa pensano le ragazze”. Il Cavina, tra gli ospiti poliedrico Luca Scarlini presendell’edizione 2016 terà il suo libro dedicato a David de “La bellezza Bowie Ziggy Stardust. La chiusa delle parole” è affidata a un incontro dedicato alle parole d’amore con Paolo di Paolo e Romana Petri. Altri eventi sono in programma e in attesa di conferma. Gli appuntamenti si snoderanno tra il Palazzo del Ridotto, Chiostro di San Francesco, Giardino Malatestiano, Centro Cinema San Biagio e la Rocca Malatestiana. Per il programma aggiornato, orari e luoghi: http://www.comune.cesena.fc.it oppure la pagina Facebook del festival.

«Bjorn Larsson? I suoi libri ricordano una rilettura del classico E trovo che abbia un bel senso del falso

Mari dialogherà con

l’autore della “Vera storia del pirata Long John Silver” che scrivevo, poi, a tre quarti del libro, ho iniziato un lavoro di sottrazione per ricondurre la trama a un unico filo. Quando scrivo navigo a vista senza mappa». A proposito di mappa, c’è una mappa disegnata da lei che apre il libro, anche questa una citazione?

»

stata una cosa atipica scrivere poesie e non ne scriverò altre. Quel libro è nato dalle sollecitazioni della vita, è stata una esigenza pratica. Questa biograficità così flagrante l’ha reso transitivo a tante altre esperienze ed è diventato inaspettatamente il mio libro più venduto. È una cosa molto sorprendente per me. Non sono un poeta, sono un prosatore che ha messo insieme dei versi per sdrammatizzare una situazione personale». Sta già pensando alla prossima sfida letteraria? «Adesso sto rifiatando. Scrivere Roderick è stato molto coinvolgente. Sto curando una edizione accresciuta dei saggi I demoni e la pasta sfoglia per Il Saggiatore che uscirà l’anno prossimo e due nuove traduzioni di Uomini e topi di Steinbeck e de La macchina del tempo di Herbert George Wells. Non mi forzo, quando mi verrà l’ispirazione scriverò». A Cesena dialogherà con Bjorn Larrson, qual è il vostro terreno di intesa? «I due libri che ha scritto riprendendo il personaggio del pirata Long John Silver e il modo in cui lo ha fatto proprio ricordano questa rilettura del classico. Ognuno ha chiaramente un suo modo di scrivere e di approcciarsi al testo, ma ho trovato che abbia un bel senso del “falso”».


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L’INTERVISTA

Tra Svizzera, Kafka e Bellano: il nuovo libro di Vitali Il noto autore, a Ravenna il 22 maggio, anticipa un po’ la trama del suo romanzo in uscita di Gloria Bernabini

In attesa di ScrittuRa Festival, che prende il via il 16 maggio a Ravenna (vedi pagina a fianco), abbiamo intervistato Andrea Vitali, uno dei più prolifici scrittori italiani che con i suoi romanzi, sempre ambientati nella natale Bellano sul lago di Como, offre scorci di vita di paese animati da personaggi dipinti con freschezza e ironia. L’autore incontrerà il pubblico il 22 maggio alle 21 in Piazza dell’Unità d’Italia, pochi giorni dopo l’uscita per Garzanti, il 12 maggio, del nuovo romanzo, Le mele di Kafka. Abbiamo quindi approfittato per chiedergli una piccola anticipazione, a partire dal significato del titolo. A cosa dobbiamo questo Le mele di Kafka? «L’origine del titolo risale a un mio viaggio a Lucerna per la presentazione di un libro. Facendo un giro sono capitato nell’albergo in cui nel 1911 Franz Kafka passò tre settimane e dove si lamentò col direttore perché gli era stata servita della frutta scadente. Da allora nella hall dell’albergo è presente un cestello pieno di mele, chiamate “le mele di Kafka” in memoria dell’episodio. Io ho sempre bisogno di un aneddoto che coaguli una serie di episodi, e questo è stato il motivo scatenante cha ha dato corpo alla storia di una coppia di giocatori di bocce a una settimana dall’importante semifinale di un campionato provinciale. La moglie di uno dei due ha una sorella che vive appunto a Lucerna, il cui marito è colpito da un ictus. Visto che è in pericolo di vita, è necessario andare subito a dargli un ultimo saluto. Intanto il tempo vola e la semifinale si avvicina». È la prima volta che un suo romanzo non è interamente ambientato a Bellano? «Non ero mai andato così lontano, ma la fedeltà all’episodio rendeva necessaria la collocazione di una parte degli eventi a Lucerna, anche se l’ombelico della storia rimane nel solito territorio. I riferimenti a Lucerna sono raccontati dal punto di vista del giocatore di bocce, che per la prima volta prende la sua macchinetta e se ne va all’estero. Sono gli anni ’60, andare in Svizzera allora era un’avventura e il soggiorno lucernese è visto in quest’ottica: il protagonista è disorientato, non capisce il tedesco, il cibo gli fa schifo e del cognato morente glie-

«Il mio personale

laboratorio di scrittura? Banalmente la lettura Il consiglio a chi vuole scrivere è leggere sempre e avere qualcosa da raccontare

»

ne frega poco perché è preoccupato soltanto di tornare in tempo per la semifinale; sono presenti tutti i luoghi comuni dell’italiano all’estero. La moglie, invece, grazie a questo viaggio fa una scoperta che sarà fondamentale per la risoluzione della storia: quando le parlano di Kafka resta molto impressionata da La Metamorfosi, dalla storia di quest’uomo che una mattina si ritrova scarafaggio, tanto che vuole cercare questo racconto nella piccola biblioteca di Bellano, perché è molto curiosa. Ci sono quindi due livelli narrativi che si intrecciano: quello legato a Kafka e alla storia di Gregor Samsa e quello legato alle vicende del bocciatore e della moglie». Facciamo un passo indietro: il suo romanzo precedente, Nel mio paese è successo un

fatto strano, edito da Salani, racconta appunto un episodio strano: un bel giorno gli abitanti di un paese si svegliano e si ritrovano avvolti da una fitta nebbia bianca che ferma gli orologi e fa sparire i giorni dal calendario. Che cosa simboleggia questa nebbia? «La noia, la depressione, l’accidia, ma anche domande molto complesse: il senso di ciò che si fa, il senso della vita; domande che ciascuno di noi si pone. La cappa di nebbia è un momento di disinteresse dentro il quale il tempo si ferma per dare un periodo di riflessione. Ci sono diversi livelli di lettura: lo si può leggere come una favoletta o ci si può chiedere il significato della metafora». Il libro sembra infatti parlare agli adulti, anche se è un racconto per ragazzi. «Non ho affrontato questa storia pensando a un’età precisa, mi interessava raccontarla e l’editore ha pensato di farne un libro destinato ai più giovani. Però dagli incontri recenti mi sono reso conto che è il pubblico adulto a interrogarmi di più su questa tematica». Anche perché sono gli adulti ad abbandonarsi spesso alla noia, mentre i bambini trovano la bellezza anche nelle cose più semplici. «Infatti, non per niente il vero protagonista è un bambino; è lui che scopre il fatto strano e che incidentalmente troverà il sistema per risolvere la situazione». Il festival ScrittuRa, oltre a incontri con gli autori, offre laboratori di scrittura per grandi e piccoli. Qual è stato il suo personale laboratorio di scrittura? «Banalmente è stato la lettura. Non ho mai partecipato a corsi di scrittura creativa, che mi lasciano abbastanza critico laddove si vogliono sostituire all’unico vero laboratorio che è leggere libri. Mi rendo conto che è banale, ma il mio consiglio è leggere continuamente. E poi bisogna avere qualcosa da raccontare, altrimenti si rischia di sfociare nei drammi interiori, che personalmente mi annoiano molto. I drammi interiori mi stanno bene quando sono descritti in termini narrativi, e ci sono esempi grandissimi di vicissitudini personali raccontate in forma di romanzo. Forse l’errore di molti è credere che la propria esperienza sia unica e irripetibile, mentre invece diventa condivisibile nel momento in cui la si racconta in termini romanzeschi. E questo lo insegnano i grandi narratori che hanno raccontato di sé facendo finta di non raccontare di sé».


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Da sinistra Shirin Ebadi, Simonetta Agnello Hornby, Elisabetta Sgarbi e Paolo di Paolo

IL PROGRAMMA

Incontri, lezioni, mostre, workshop: torna il festival ScrittuRa Tra gli ospiti anche il premio nobel Shirin Ebadi, e poi Moresco, Peano, Stancanelli, Vitale, Macchiavelli L'iraniana Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace nel 2003, sarà l'ospite di spicco dell'edizione 2016 di Scrittura, per la direzione artistica di Matteo Cavezzali, il festival di Ravenna dedicato alla letteratura che nelle edizioni precedenti ha portato in città autori importanti come Luis Sepulveda e David Grossman. L'appuntamento con Ebadi è per il 17 maggio a Palazzo dei Congressi alle 18.30. Il festival si svolgerà dal 16 al 22 maggio e dal 16 al 19 giugno andando anche oltre il confine di Ravenna con alcuni eventi che si svolgeranno a Lugo. Tra gli ospiti di questa edizione Antonio Moresco, una delle voci più vive del panorama letterario italiano e candidato al Premio Strega 2016, Simonetta Agnello Hornby autrice di libri di grande successo come La Menulara e Andrea Vitali (vedi intervista pagina a fianco), Loriano Macchiavelli, tra i padri del noir nostrano, Elena Stancanelli che con il suo nuovo romanzo è finalista al Premio Strega 2016, Viola Di Grado che è stata la più giovane vincitrice del Premio Campiello Opera Prima, e molti altri. Due importanti sguardi sul mondo dell'editoria saranno quelli di Elisabetta Sgarbi, exdirettrice editoriale di Bompiani che ha dato vita al nuovo progetto editoriale La Nave di Teseo con Umberto Eco, e Alberto Rollo, direttore letterario di Feltrinelli. Ci saranno lezioni di scrittura tenute da autori come Paolo Di Paolo, scrittore per Feltrinelli e critico culturale per la Stampa, Marco Peano, scrittore ed editor Einaudi, e Giorgio Pozzi, editore di Fernandel. Si parlerà di grandi autori della letteratura come il poeta Vladimir Majakovskij con Serena Vitale, scrittrice ed

esperta di letteratura russa, Giulio D'Antona porterà il pubblico nella America letteraria da Jennifer Egan a David Foster Wallace, l’incontro dedicato a Eduardo De Filippo sarà curato da Giulio Baffi, giornalista e critico del Corriere della Sera, e quello dedicato a Olindo Guerrini curato da Aic (vedi pagine 26-27). Novità di quest'anno saranno le giornate che prolungheranno il festival dal 16 al 19 giugno al Pavaglione di Lugo con spettacoli letterari come quello di Ermanno Cavazzoni "Gli eremiti del deserto", la lezione di storia dell'arte di Flavio Caroli, uno dei più importanti storici dell’arte italiani conosciuto per le sue brillanti lezioni a Che tempo che fa su Rai3. Parlerà di letteratura contemporanea Loredana Lipperini, voce di Fahrenheit di Rai Radio3, Paolo Albani invece terrà un incontro-spettacolo sull’Ulisse di James Joyce, mentre l’astrofisico Amedeo Balbi porterà i presenti in un viaggio nei segreti del cosmo. Saranno allestite due mostre legate al tema della scrittura. La prima è “Frontiera – Passaggio e possibilità” curata da Crac Arte con la collaborazione di Vira! in cui esporranno le loro opere 28 artisti alla Biblioteca Classense, alla sala espositiva ex palazzo del tribunale, in Piazzetta dell’Unità d’Italia e a Cresco, la sede del coworking dedicato a progetti d’innovazione sociale, creativa e culturale. Le opere saranno poi esposte sotto i portici del Pavaglione di Lugo. La seconda mostra vedrà esposte le tavole realizzate da LRNZ per i libri di Haruki Murakami alla galleria Bonobolabo. Info: www.scritturafestival.com.

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ROMAGNA LETTERARIA

La villa della “fata bianca” del Carducci Prima puntata di una geografia della terra che non è solo quella della piadina e degli ombrelloni di Elettra Stambouils

Ma Romagna vuol dire letteratura? Cosa si scrive e si è scritto nella terra della piadina e degli ombrelloni in serie? Partiamo con questo viaggio attraverso le case museo dedicate agli scrittori e poeti di questo lembo di terra, dicendo innanzitutto che nulla ha da invidiare alla densità poetica di luoghi in cui su questo si è costruita una tradizione turistica. Se negli ultimi decenni l'immagine della Romagna si è dapprima identificata con I vitelloni e Amarcord di Fellini, un luogo da cui si parte per uscire dalla provincia o un luogo in cui nostalgia, stupore e baionetta si uniscono in un unico corpo, per poi divenire la terra di conquista delle discoteche e dei parchi di divertimento, in questo inizio millennio si potrebbe cominciare una riconversione “ecologica” a terra di

scrittori e poeti. E forse non è un caso che proprio Amarcord, ambientato negli anni ’30 della memoria del regista riminese, sia stato sceneggiato insieme a Tonino Guerra, una delle grandi voci poetiche di questa terra, fertile non solo per prodotti agricoli. Può essere quindi straniante, ma anche evocativo, visitare la Romagna partendo dalle case museo dei suoi cantori, particolarmente concentrate tra Cesena e Rimini. Esse costituiscono un’altra geografia, quella delle parole che intessono la nostra percezione del luogo. Sono insomma una geografia sentimentale, che in realtà prevale su quella prettamente fisica. Partiamo quindi da uno dei suoi centri cruciali, forse il salotto che ha riacceso il fuoco nell'Italia appena unita, ovvero Villa Silvia – Carducci a Lizzano di Cesena. Si tratta di una meravigliosa villa settecentesca, che da sola vale la

Nella foto a sinistra: Carducci e gli ospiti a Villa Silvia. Sotto a destra: Silvia Pasolini accanto a una signora che suona il pianoforte. Sullo sfondo un ritratto di Giosue, forse un dipinto, tratto dalla foto scattata nel 1903 che ritrae il poeta in vestaglia nel suo studio. Sotto a sinistra: dettaglio del ritratto di Silvia Pasolini

Partiamo dalla

meravigliosa residenza cesenate settecentesca, che da sola vale la visita visita. Era la residenza estiva di questa famiglia di tradizioni liberali e dalle morbide colline cesenati permetteva un ristoro non solo del corpo. Oggi ospita al suo interno anche il museo di strumenti musicali meccanici ed è quindi particolarmente adatta ad una visita anche con i bambini, che potranno scoprire il tamburo da guerra di Leonardo da Vinci (costruito sulla base degli appun-

ti dell'artista nei codici conservati a Parigi e Venezia), i diversi tipi di organo, ma soprattutto la Sala Regina Margherita. La Regina di fatto non visitò mai la villa, ma la sala sembra sia stata preparata appositamente per lei: il piano melodico Racca che si può ammirare proprio in questa particolarissima sala ovale era amato non solo dalla prima regina consorte dell'Italia unita, ma anche da

Puccini e da Pascoli. Da non perdere anche il Giardino letterario, che guida attraverso un'esperienza uditiva i visitatori tra i ricordi e le voci di questo luogo. La villa deve il suo nome alla contessa Silvia Pasolini Zanelli. La brillante nobildonna, chiamata dal Carducci la “fata bianca”, fu sicuramente una delle animatrici culturali più attive della zona: nel suo salotto confluirono

gli scrittori Nazzareno Trovanelli, Antonio Messeri, Paolo Amaducci, i musicisti come Balilla Pratella, Achille Turchi, Federico Sarti, il celebre cantante lirico Alessandro Bonci e ovviamente Giosuè Carducci. Si erano conosciuti a Faenza, da dove il marito Pasolini Zanelli proveniva. Il “freddo tempo” dell'ultimo decennio del poeta nobelista fu particolarmente malinconico, confortato dalla amicizia elettiva con la contessa Silvia, che lo ospitò appunto in questa villa per più di dieci volte. La relazione extraconiugale del vate con la giovanissima scrittrice Annie Vivanti era divampata proprio nei primi anni della frequentazione di Villa Silvia: lei poco più che ventenne, lui, chiamato da lei amorevolmente l'Orco, consumarono in pochi anni una passione che non fu soltanto carnale. «Signorina, Nel mio codice poetico c’è questo articolo: – Ai preti e alle donne è vietato far versi. – Per i preti no, ma per Lei l’ho abrogato» le aveva detto il già illustre Carducci quando la Vivanti si era presentata con le sue poesie alla sua porta. Difatti, promosse la sua pubblicazione e ne rimase amico sincero, anche quando si sposò un avvocato irlandese. La stanza fu lasciata esattamente come il poeta l'aveva salutata nell'ultima permanenza: e così per testamento, quando fu donata al Comune di Cesena nel 1920, conservata sostanzialmente intatta. Il resto della casa ha subito numerosi rimaneggiamenti interni, visto che fu ricovero per i giovani poveri affetti di tubercolosi prima e poi scuola materna ed elementare. Silvia Pasolini, difatti, rimasta l'ultima a chiudere la porta della vicenda di questa famiglia, i cui figli erano morti molto piccoli, decise di donare la proprietà proprio in ricordo della permanenza del poeta di Pietrasanta, ma anche vincolarla per opere benefiche a favore della popolazione del luogo. Così i famosi versi di Jaufré Rudel di Carducci: Contessa, cos’è mai la vita? E’ l’ombra di un sogno fuggente, La favola breve è finita, Il vero immortale è l’amor. Suonano fondamentalmente profetici. Villa Silvia-Carducci, Via Lizzano, 1241 – 47522 Cesena (FC) Orari di ufficio: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30, visite guidate: sabato e domenica dalle 15 alle 19. Informazioni: tel. 0547 323425, villasilvia-carducci@ammi-italia.com o http://www.casemuseoromagna.it/.


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LUGO

RAVENNA CHIARA SARACENO

Da Reviati a Gramsci in cenere al Caffé letterario Fittissimo il maggio del Caffé Letterario di Lugo. Si comincia lunedì 2 alle 21 con Giorgio Ierano e il suo Gli eroi della guerra di Troia (Sonzogno) all’hotel Ala d'Oro, stesso luogo per l’appuntamento di sabato 7 maggio, ma alle 18. Stefano Simoncelli e Daniele Ferroni parleranno della raccolta di poesie Il collezionista di vetri (Ancona, Italic Pequod, 2015) in contemporanea alla mostra pittorica “Camere con vista”di Leonardo Cemak, autore anche della copertina del libro. Venerdì 13 maggio, ancora Hotel Ala d’oro alle 21 con Pierluigi Moressa e il suo “Piero della Francesca” (Rimini, Raffaelli Editore, 2016), introdotto da Carmine Della Corte. Venerdì 20, alle 21, ci si trasferisce invece al Salone Estense della Rocca di Lugo per l’incontro con il ravennate Davide Reviati, fumettista che ha appena dato alle stampe Sputa tre volte (Bologna, Coconino Press, 2016), lavoro accolto con entusiasmo dalla critica dopo lo straordinario successo di Morti di sonno. Domenica 22 si torna alle 21 all’Hotel Ala d’Oro, in collaborazione con il Conservatorio G.B.Martini di Bologna per una serata di musica e poesia a cura di Paolo Ravaglia con il clarinettista americano di origine italiana Jimmy Giuffre e il poeta, saggista, critico letterario e drammaturgo statunitense naturalizzato britannico Thomas Stearns Eliot (alle 19.30 ingresso + consumazione + cena a buffet 15 euro). Venerdì 27 maggio, alle 21, sempre all’hotel Ala d'Oro l’ospite è Guido Tonelli con La nascita imperfetta delle cose (Milano, Rizzoli, 2016). Sabato 28 maggio, alle 17.30, alla Libreria Alfabeta Alda Teodorani presenta Gramsci in cenere (Viterbo, Stampa Alternativa, 2016) con Paolo Galletti, un libro che è il ritratto di una generazione e di un momento storico ben preciso, gli anni ‘70, con le musiche, i film e la cultura che li hanno caratterizzati.

AL FESTIVAL

OPERA

DELLA

CGIL

Il festival del lavoro Opera, ideato e organizzato dalla Cgil di Ravenna, giunge alla sesta edizione. Come sempre la formula proporrà una contaminazione tra le varie forme d'arte. Nel corso di due giornate, il 27 e 28 maggio, la Camera del lavoro di Ravenna e l'antistante piazza Marsala si animeranno nel segno della cultura e dei temi del lavoro. Il tema di questa sesta edizione saranno i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Gli ingressi a tutti gli spettacoli saranno gratuiti. Gli ospiti in arrivo sono numerosi e tra questi vi sarà la sociologa Chiara Saraceno che presenterà il libro “Il lavoro non basta: La povertà in Europa negli anni della crisi”. L'autrice ne discuterà assieme alla giornalista Federica Angelini. Per il programma aggiornato: www.cgilra.it.

Davide Reviati

Chiara Saraceno

SANTARCANGELO E MISANO INCONTRI

CON

PAOLA MASTROCOLA E UGO CORNIA

Organizzato da Emiliano Visconti con la sua “Rapsodia”, nell’ambito di “Suggestioni d’autore” a Santarcangelo, giovedì 5 maggio si tiene l’incontro con la scrittrice Paola Mastrocola che parlerà del suo libro L’anno che non caddero le foglie (Guanda) alle 21 alla Biblioteca Baldini. Il 19 maggio, invece, incontro con Ugo Cornia alla biblioteca di Misano Adriatico con il suo Sono socievole fino all'eccesso, vita di Montaigne, Marcos y Marcos, sempre alle 21.

Ugo Cornia

OSTERIA MALABOCCA Piazza della Libertà 15 Bagnacavallo (RA) Tel. 0545 64468 www.malabocca.it Osteria Malabocca

L'Osteria Malabocca è un piccolo e confortevole locale a gestione familiare situato nella piazza principale di Bagnacavallo. Ci piace dire che la nostra cucina è priva di etichette, se non quella della "stagionalità", infatti i nostri menù cambiano con il mutare dei prodotti che la natura mette a disposizione, cercando di lavorarli nella maniera più semplice possibile. Tutto viene preparato giornalmente da noi, compresi le paste, i dolci e il pane. Roberto e Denise vi aspettano tutti i giorni escluso il mercoledì, mettendo a vostra disposizione un menù vegetariano, uno di pesce e uno di carne oltre ad una selezione di piatti dedicati ai sapori e ai profumi del territorio. Aperto dalle 12 alle 14,30 e dalle 19,30 alle 22,30

Chiuso il mercoledì

Ai piedi della Pieve di Paderno di Cesena si estende l’azienda vinicola Biologica di Galassi Maria. Un’azienda che da 4 generazioni lavora nel rispetto dell’ambiente ed è certificata Bio da 25 anni. Nell’azienda è possibile organizzare degustazioni con prodotti del territorio e acquistare i vini.

Il 16 LUGLIOconcerto di Andrea Amati dedicato a Fabrizio De Andrè con cena a buffet di ispirazione ligure organizzata da Giorgia Lagosti Azienda Agricola Biologica Galassi Maria Via Casetta, 688 - Paderno di Cesena (FC) Tel. 0547 21177 - Cell. 3387230288 www.galassimaria.it


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ARTE

L’INTERVISTA

Storia egizia: oltre quattromila anni in mostra

Parla Daniela Picchi, la curatrice (ravennate) della collezione di Bologna, la terza in Italia per importanza di Serena Simoni

Quando nel 1998 scomparve il grande Federico Zeri venne pubblicato un bel ricordo di Alvar GonzàlezPalacios che oltre a elencare in uno stile garbato le capacità geniali del collega metteva in luce anche alcune sue qualità a dir poco sconcertanti come quella di entrare talvolta in una sorta di trance, non estetica ma proprio medianica. Palacios, che aveva assistito per caso a uno di questi rari stati del maestro, lasciava la questione in sospeso e non azzardava ipotesi riguardo a questa rara capacità da veggente di trapassare i tempi in relazione a un luogo. Zeri aveva dato allora poche giustificazioni all'episodio mentre a noi deve bastare il sospetto che il suo genio si nutrisse non solo di una cultura e intelligenza straordinarie, ma anche di doti poco comuni fra i mortali. Accenno a questo ricordo perché se la metempsicosi fosse qualcosa in più di una favola che gli umani si raccontano per dare un poco di senso al tutto, riuscirei allora a spiegare quella strana sensazione – di trovarmi di fronte ad un'anima antica – che sento tutte le volte che incontro Daniela Picchi, ravennate, di professione egittologa e curatrice insieme a Paola Giovetti di una mostra che sta riscuotendo un grande successo di pubblico e l'attenzione di molti studiosi: “Egitto. Splendore millenario. Capolavori di Leiden a Bologna” aperta fino a metà luglio al Museo Civico Archeologico del capoluogo emiliano. Raggiungiamo Daniela al telefono per parlare di lei, della sua storia e di questa importante esposizione. Daniela, la tua è una professione non proprio così diffusa, soprattutto in Italia. Come è nata questa passione? «(Ride, ndr) Direi che è nata fin dai banchi delle elementari, dove già manifestavo questo “chiodo” dell'Egitto. È poi cresciuta con gli studi e si è concretizzata all'Università dove appena iscritta al primo anno di Lettere Classiche chiesi al professor Sergio Pernigotti di essere relatore della mia tesi finale: era un po’ sorpreso per una scelta così in anticipo sui tempi, ma mi diede consigli preziosi sull’indirizzo da dare al piano degli studi. Ovvio però che i miei primi due esami sono stati Papirologia ed Egittologia». E dopo gli studi? «Ho iniziato a collaborare col Museo Archeologico di Bologna dal 1990 per attività diverse, sia didattiche che scientifiche ed organizzative, poi nel 2006 ho vinto il concorso come curatrice della sezione egizia del museo. Si trattava di un figura curatoriale nuovo per il museo, nonostante la collezione egizia sia considerata la terza in Italia dopo quelle di Torino e Firenze. Pensa che per trovare l'ultimo mio predecesso-

Statue di Maya e Meryt, XVIII dinastia, regni di Tutankhamon (1333 – 1323 a.C.) e Horemheb (1319 – 1292 a.C.), calcare, Rijksmuseum van Ouheden, Leiden

In corso al Museo civico archeologico

un’esposizione nata dalla collaborazione con la città di Leiden, in Olanda re occorre risalire al 1881 ...» Ma come si lega la tua professione al contesto del patrimonio in Italia? «L'egittologia si muove da un ambito locale, legato principalmente ai musei e alle collezioni di formazione ottocentesca – ma non solo –, per passare poi a un piano nazionale e internazionale dove le progettualità si intrecciano con altri musei e paesi, a partire dall'Egitto. Il museo di Bologna è entrato in questo circuito internazionale da vari anni e la mostra attuale è uno degli effetti delle collaborazioni attivate». Ma come si è giunti alle collaborazioni con l'estero, in parti-

colare col Rijksmuseum van Oudheden della città di Leiden, in Olanda? «In realtà tutto risale a un “atto mancato” alla fine degli anni '70, quando il museo di Leiden chiese a Bologna le copie dei rilievi di Horemheb, generale di Tutankhamon e poi sovrano d’Egitto. I colleghi olandesi avevano appena scoperto la sua tomba a Saqqara in Egitto, a poca distanza dalla piramide a gradoni, e volevano collocare le copie al posto degli originali, conservati per la maggior parte proprio in Olanda e qui a Bologna. Le tecnologie disponibili all'epoca per duplicare i rilievi non garantiva-

no la sicurezza degli originali, e Bologna decise giustamente di non mettere a rischio la conservazione dei suoi capolavori. Poi, qualche anno fa, incontrai per lavoro Maarten Raven, il curatore della sezione egizia del museo olandese, che non aveva dimenticato l'episodio e parlando è nata l'idea di completare il progetto: nel 2011 i due musei sono giunti a un accordo quinquennale per collaborazioni di scavi, prestiti reciproci per mostre e condivisioni di progetti scientifici. Contestualmente, abbiamo creato modelli 3D dei rilievi di Horemheb mediante l’utilizzo di sistemi di acquisizione digitale, e di seguito

realizzato le copie, che sono state donate all'Egitto e posizionate a Saqqara». La partnership è quindi alla base della mostra attuale ... «Esatto, complici alcune felici coincidenze: Leiden doveva chiudere per ristrutturare la sede museale e movimentare opere altrimenti non disponibili al prestito. In contemporanea sono stati coinvolti il Museo Egizio di Torino, il cui direttore Christian Greco ha lavorato per molti anni a Leiden e il Museo Egizio di Firenze che ha una storia collezionistica in parte simile a quella di Bologna. Questo network ha permesso di organizzare la grande


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mostra in corso, in cui sono esposti 490 pezzi provenienti dall'Olanda e altri provenienti dai due musei italiani». Si tratta di una quantità notevole di opere! «In effetti quando ho presentato ai responsabili olandesi la “shopping list”, che corrispondeva a circa l'80 percento della collezione esposta, e quindi dei loro capolavori, ero pronta ad aspettarmi almeno un parziale rifiuto. Ma hanno mantenuto un à plomb invidiabile e hanno concesso tutto, a parte alcuni pezzi inamovibili per giuste questioni di conservazione e qualche altra opera, purtroppo già concessa in prestito al MET di New York». Esiste una relazione fra i pezzi di Leiden e la collezione di Bologna? «Chiarisco gli antefatti: nel 1827 Giuseppe Nizzoli - allora cancelliere del Consolato d’Austria in Egitto mise in vendita una collezione di antichità che fu acquisita di lì a poco dal pittore bolognese Pelagio Palagi, passando dopo la sua morte al museo della sua città di origine. Negli stessi anni Giovanni d’Anastasi, console svedese in Egitto, raccoglieva un’altra importante collezione che venne ceduta all'Olanda nel 1828. I capolavori di entrambe queste raccolte provengono dalla necropoli di Saqqara, datano al Nuovo Regno – in particolare alla XVIII dinastia –, talvolta si integrano, come nel caso dei rilievi di Horemheb – o si completano». Entriamo nel merito della mostra, perchè è così importante? «La mostra ha quasi raddoppiato il nostro solito itinerario di visita mettendo a confronto le collezioni di Leiden e di Bologna. Gli addetti ai

dovere ripensare la storia della civiltà egiziana. Studiarne l’itinerario è stata una bella sfida che ha permesso di ripensare tante cose, dal modo di suddividere la storia dell’antico Egitto a come focalizzare le tematiche ed esporre le

bella sinergia in città con il Mambo, il Museo della Musica e gli altri musei dell’Istituzione Bologna Musei per iniziative, mostre, conferenze sul tema dell’Egitto». Un commento che suggella il gradimento?

«Il commento più bello e più gratificante? Quello di un bambino delle elementari...» Stele di Aku, XII-XIII dinastia (1976 – 1648 a.C.), calcare con tracce di policromia, Abido. Collezione Palagi, già Nizzoli, Museo Civico Archeologico, Bologna

lavori colgono il filo rosso del confronto fra le due raccolte che corre senza togliere il divertimento al grande pubblico Si possono infatti ammirare opere che non sono mai state esposte fuori dalle loro sedi museali e di grande prestigio storico e artistico. Inoltre, per la prima volta sono riuniti i rilievi della

tomba di Horemheb e una quantità sorprendente di materiali di scavo della necropoli di Saqqara, solitamente separati in sedi molto distanti fra loro». Quali criteri sono stati individuati per l'allestimento? «Esporre oggetti che datano dal 4000 a.C. al III secolo d.C. significa

opere. Non ce l’aspettavamo, ma abbiamo addirittura messo in discussione alcuni “luoghi comuni” o approcci metodologici che riguardano la nostra disciplina. L'obiettivo però è stato non dimenticare mai il pubblico a cui è rivolta la mostra, che è suddivisa in sette sezioni cronologiche e tematiche». E quali sono le opere che consideri un colpo grosso? «Tre sculture: una di Maya, la seconda di sua moglie Meryt, la terza della loro coppia. Due di queste opere non sono mai uscite dal museo di Leiden. Oltre ai rilievi di Horemheb ovviamente…» Cosa incuriosisce di più il grande pubblico? «Beh, ci sono oggetti di cultura materiale molto interessanti e poi i sarcofagi e le mummie, alcune di animali...» I numeri di visitatori confermano un bel successo... «Sì, siamo davvero contenti: la mostra è visitata da un numero molto alto di persone di tutte le età, provenienti dall’Italia e dall’estero. Fra l’altro si è creato anche una

«Ce ne sarebbero molti, ma mi ha colpito quello di un bambino delle elementari che sul libro firma ha affermato: “A me gli Egizi non piacciono Egiziani ma adesso che ho visto il museo ho cambiato idea”!!! Valeva la pena organizzare la mostra solo per questo». Qualche anticipo sui progetti futuri? «Per ora chiudiamo la mostra con un workshop organizzato assieme al Comitato internazionale per l’Egittologia di ICOM (International Council of Museums)... Stiamo inoltre accarezzando l’idea di creare un nuovo network e di estendere la collaborazione a Vienna, visto che la figura del collezionista che sta alla base delle raccolte di Bologna e anche Firenze Giuseppe Nizzoli - ha venduto un primo nucleo di reperti all’Austria». C'è tempo anche per un salto a Ravenna? «Ci sarà! E presto, al Museo Nazionale, per una conferenza proprio su questa mostra».


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FAENZA

COLLETTIVA

Nove artisti per il paesaggio

Secoli di stili di vita raccontanti al Mic con i pezzi di nove musei “Souvenir d’Amérique” al Musas in collaborazione con la Biennale di Rimini di Sabina Ghinassi

Le forme della ceramica sono cambiate insieme agli usi e costumi della società e viceversa alcune forme hanno rivoluzionato modi di vivere che ora ci sembrano normali. “Stili di vita europei attraverso la ceramica. Dal Barocco ai giorni nostri” è una mostra itinerante allestita al Museo Internazionale di Faenza fino all’11 settembre e curata dal Mic, all’interno di Ceramics and its dimension, un più ampio progetto finanziato da Europa Creativa dedicato all’analisi del settore della ceramica in tutti suoi aspetti: artistici, architettonici, storici, di comunicazione e di design. Mette in mostra una parte della storia della ceramica - dal 1600 ai giorni nostri - fino ad oggi inesplorata dal punto di vista delle relazioni tra oggetti d’uso, sviluppo sociale e contesti geografici. I 200 oggetti - servizi per la tavola, vasi, zuppiere, scaldini, brocche, calamai, piastrelle - provenienti dai nove musei coinvolti (Museo di Arti Applicate di Belgrado; Museo “Porzellanikon”, Selb; Museo Nazionale della ceramica "González Martí" di Valencia; MIC Faenza; “Potteries Museum & Art Gallery” di Stoke on Trent; Museo di Arti Applicate e Design di Tallin; Museo di Arti Applicate di Riga; Museo di Arti decorative di Praga; Museo Nazionale di Ljubljana) raccontano come le forme della ceramica abbiano seguito di pari passo l’evoluzione dell’abitare, delle mode e delle abitudini alimentari, il progresso igienico e scientifico. Apertura: mar-dom 10-19. Ingresso: 8 euro. Info: 0546 697311.

Proseguono le mostre del Cantiere culturale Cristallino. Dal 30 aprile è aperta, sempre negli spazi del Musas di Santarcangelo, la collettiva “Souvenir d’Amérique”, con direzione artistica di Stefano Bocchini e Claudio Ballestracci e curatela di Roberta Bertozzi dell’Associazione Calligraphie, in collaborazione con la Biennale del Disegno di Rimini. Ad essere indagato è ancora il paesaggio attraverso l’azione estetica e poetica di nove artisti dai linguaggi differenti che, come in un teatro allargato, mettono in scena il loro sguardo sui luoghi: «un viaggio nella rappresentazione dello spazio, tra geografia e biografia, reticoli naturali e traiettorie umane», ognuno da una prospettiva diversa e laterale eppure sempre intensa e segno di un pensiero rizomatico, aperto al métissage, alle interferenze, alle interpretazioni dissonanti eppure sempre intenso e profondamente coerente. Il taglio curatoriale come un cammino iniziatico prende per mano lo spettatore attraverso l’affondo poetico e la fascinazione delle immagini, delle installazioni, delle materie e introduce alle opere di nove artisti: Veronica Azzinari, Carloni &

ORDINE ARCHITETTI RAVENNA

“Città sconosciuta” di Federico Guerri, 2015, grafite acquarello e pastello su tela cm130x170

Franceschetti, Federico Guerri, Luca Piovaccari, Pomelo, Gloria Salvatori, Giorgia Severi, Verter Turroni. Artisti diversi, si diceva, ma uniti da una specificità di racconto, di rivelazione del paesag-

Comune di Ravenna

Comune di Faenza

Comune di Cervia

Comune di Forlì

gio che si fa dialettica interna all’esistenza: Piovaccari con i suoi svelamenti lirici di Terzo Paesaggio, Guerri con le cartografie preziose, Turroni con le archisculture trasognate,

Comune di Cesena

GIOVEDÌ 19 MAGGIO SHOW ROOM

GODO (RA)

Via dei Mestieri, 9/11

Rossi&Tarabella

Ciclostile Architettura

Milano

Bologna

Otto incontri/confronti fra protagonisti esperti ed emergenti della progettazione contemporanea con tavola rotonda ore 20 Apertura, registrazione crediti formativi ore 20.30 Spazio Studio T ore 20.40 Ciclostile Architettura

ciclo di conferenze 2016 Info Reclam tel. 0544 408312 - redazione@trovacasa.ra.it - www.reclam.ra.it

ore 21.20 Rossi&Tarabella ore 22.15 TAVOLA ROTONDA ore 23 Brindisi e saluto conviviale Aziende sostenitrici

Aziende partner


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FUMETTO Azzinari e le sue fitografie, Pomelo e la sua visione tattile del paesaggio, Carloni & Franceschetti e il loro visual di tessiture poetiche, Severi e il suo racconto di ierofanie organiche, Salvatori e le sue topografie emotive. “.. Souvenir d’Amérique, allude proprio a questo “desiderio di paesaggio”, di orizzonte, di una “terra promessa”, reale o immaginaria, concreta o ipotetica che sia. E le opere in mostra accentuano e verticalizzano questa idea di uno spazio interstiziale situato fra soggetto e oggetto – la loro poetica oscilla fra migrazione e stabilità, mondo esterno e recinto interiore, secondo una disciplina di linee e sentieri che può, talvolta, sconfinare nell’arabesco, in una proliferazione di segni scissa da qualsiasi referente oggettivo: libera, articolata, germinativa – in grado di differenziarsi indefinitamente, pericolosamente in bilico tra il deserto bianco di un supporto e l’intrico generato dalla vegetazione espressiva» scrive Bertozzi nel testo in catalogo. Il risultato è ancora una volta un progetto raffinato e profondo che si pone come svelamento di una possibilità estetica sul paesaggio, non definitiva ma aperta ad altre ipotesi e per questo infinitamente affascinante. Da vedere quindi, nello scenario sempre bello del Musas. Souvenir d’Amérique; dal 30 aprile al 17 luglio al Musas, via della Costa 26, Santarcangelo di Romagna; aperto sabato, domenica e festivi dalle 15,30 alle 18,30; info: 0541 624703, 339 4826441; www.cristallino.org; cristallino.focus@gmail.com

Komikazen trasloca a Rimini: tra gli ospiti la siriana Brisly Il festival del fumetto di realtà Komikazen si trasferisce a Rimini per l’edizione 2016 (l’associazione Mirada che lo organizza ha infatti pubblicamente denunciato l’impossibilità di continuare a lavorare a Ravenna al momento). E così dal 20 al 22 maggio tra il Teatro degli Atti e la Domus del chirurgo all’interno della Biennale del disegno, tre giornate ospiteranno appunto il fumetto di realtà. Il programma prevede per tre giorni, tre disegnatori si alternino nella casa romana per lavorare in loco. I visitatori potranno osservare in diretta il farsi del loro lavoro. Ciascuno realizzerà una storia ispirata da questo suggestivo luogo della città e dalla storia che custodisce. Le tre storie verranno successivamente raccolte in un libro collettivo a fumetti che sarà anche il catalogo del progetto con Simone Pace e Maurizio Lacavalla. Venerdì disegna Simone Pace e Maurizio Lacavalla, sabato interviene anche Angelo Mennillo, mentre domenica disegna Chiara Abastanotti. L'evento è in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Al Teatro degli Atti invece gli appuntamenti partono dalle 17 e sabato si comincia con Pietra Scarnera e il suo “Una stella tranquilla” in “Disegnare Primo Levi”, alle 18 la presentazione di “Cinema Zenit” con l'autore Andrea Bruno e infine Diala Brisly, illustratrice siriana, racconta la sua esperienza di disegnatrice nei campi profughi del Libano. Domenica alle 17 l’ospite sarà Davide Reviati con il suo “Sputa tre volte” e poi un incontro con il primo portale italiano di informazione disegnata, e Drawing the Times, portale olandese raccontano cosa significhi raccontare le informazioni disegnando. Infine, alle 19, presentazione di L'argine con gli autori Marina Girardi e Rocco Lombardi, protagonisti anche della performance delle 20.30 con la musica dal vivo dei Ronin.

Eva Hilorst di “Drawing The Times”, ospite di Komikazen, quest’anno a Rimini

FOTOGRAFIA CICLO DI INCONTRI ALLA GALLERIA LILITH DI

RAVENNA

Fino al 3 giugno si terrà a Lilith, spazio e galleria d'arte a Ravenna, la rassegna “Intersum, dialoghi sulla fotografia contemporanea”. La galleria si trova in via di Roma 82Y. Intersum è una rassegna composta da nove incontri che vede artisti, curatori, editori, galleristi, stampatori raccontare il loro contributo all'arte fotografica oggi. Gli ospiti della rassegna sono: 29 aprile ore 21 Luca Panaro (curatore e critico d'arte); 3 maggio ore 19.30 Danilo Montanari (editore); 6 maggio ore 19.30 Carlo Furgeri Gilbert (fotografo); 17 maggio ore 19.30 Silvia Camporesi (artista); 20 maggio ore 19.30 Paolo Bernabini (fotografo); 24 maggio ore 20 Ulisse Bezzi (foto-amatore); 27 maggio ore 19.30 Valentina D'Accardi (artista); 31 maggio ore 19 Maria Livia Brunelli (gallerista); 3 giugno ore 20 Massimiliano Di Teodoro (stampatore). In ogni incontro pubblico e ospiti saranno invitati a interrogarsi sul significato e il ruolo della fotografia oggi, sulla posizione che occupa nel mercato dell'arte e sul suo linguaggio. Ingresso 5 euro per il singolo incontro, 20 euro per l'intera rassegna (necessaria tessera associativa Lilith anno 2016, costo 10 euro). Informazioni sul sito internet www.lilithstudiogallery.com.

Sabato 28 maggio 2016 ore 11.00 Sala Lignea della Biblioteca Malatestiana di Cesena

Presentazione del libro

Ravenna Disegnata di Paolo Bolzani Ravenna, Edizioni Reclam, 2016

Programma della presentazione ore 11.00 - Saluto di CHRISTIAN CASTORRI Assessore alla Cultura del Comune di Cesena

ore 11.10 - Introduzione di PASQUALINO SOLOMITA Architetto PhD

ore 11.25 - PAOLO BOLZANI Architetto, docente a contratto di Museologia Archeologia, Alma Mater, Università di Bologna

ore 12,00 - "Question time"


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PRIMA INFANZIA

Artebebé, quando il teatro è per i piccoli La rassegna della Drammatico Vegetale nel Ravennate Organizzato per il nono anno da Drammatico Vegetale/Ravenna Teatro tra Ravenna, Lugo, Alfonsine e Bagnacavallo, Artebebè è un festival di teatro per la prima infanzia che contraddistingue la stagione primaverile. tra aprile e maggio sono dieci le recite degli spettacoli in programma, a cui si aggiunge un appuntamento di cinema d’animazione a coinvolgere un pubblico dai due anni in su. Il tema centrale del festival di quest’anno è “L’infanzia rubata”. Dopo l’anteprima con due spettacoli a tema pedagogia e televisione (per genitori, insegnanti, adolescenti) di Fanny&Alexander e gli spettacoli dell’ultimo weekend di aprile al Rasi, il festival entra nel vivo sabato 7 maggio alle 17 al Salone Estense della Rocca di Lugo, domenica 8 maggio alle ore 11 al VulKano di San Bartolo (Ravenna) e alle ore 17 al Palazzo Vecchio a Bagnacavallo con Cucù!. Nato come studio teatrale, lo spettacolo inaugura il nuovo percorso di ricerca della Compagnia La Piccionaia, legato non solo alla prima ma anche alla primissima infanzia, ossia dai 2 ai 5 anni. Il percorso si propone di indagare il meccanismo della risata e prende le mosse dalla parola scelta per il titolo: una delle prime espressioni verbali con cui si è soliti interagire con i bambini più piccoli. «Una parola magica che nel gioco del “ci sono”… “non ci sono più”… “ritorno!” alterna l’emozione dell’assenza

alla gioia del ritrovarsi”. Lo studio ha preso forma compiuta nello spettacolo Cucù!, risultato della sperimentazione artistica realizzata in collaborazione con il Nido in Famiglia “La Casa di Mirtilla”, che ha coinvolto un gruppo di genitori di bambini della fascia 0-5 anni. Con il racconto dei giochi quotidiani con i loro bambini i genitori hanno infatti regalato idee ed emozioni per la costruzione delle azioni realizzate, in una relazione di scambio e condivisione di esperienze. In scena due giovani attrici - Francesca Bellini e Aurora Candelli - sperimentano e giocano al Cucù. Si prosegue poi domenica 15 maggio al cinema Gulliver di Alfonsine alle 16 con la proiezione de Il bambino che scoprì il mondo di Alê Abreu, un film di animazione sull’amore per la natura. Non è “solo” un film per bambini. È un film per tutte le fasce di età perché ognuno può trovarci un livello di lettura della contemporaneità adeguato a sé e alla propria capacità di decodificazione. La proiezione è in collaborazione con Arci Ravenna. Sabato 21 maggio alle 17 al Salone Estense della Rocca di Lugo e domenica 22 maggio alle 11 a VulKano, San Bartolo, andrà in scena Piccoli misteri, della compagnia barese Teatro Kismet. Si tratta di uno spettacolo che racconta del pane senza mai nominarlo. Con elementi semplici come il grano, della fari-

Ristorante Il Prato dei Fiorentini di Loretta Dalprato & C. snc

Ristorante - Piadineria Aperto dal mercoledì alla domenica e nei giorni festivi a pranzo, merenda e cena. Locale a gestione famigliare, con paste di produzione propria, carni fresche di qualità, piadina romagnola e fritta con formaggi e salumi nostrani. NO barriere architettoniche, ampio parcheggio Venerdì sera... POLENTA E BACCALÀ Via Cardello, 22 Casola Valsenio (RA) Tel. 0546.70875

L'immagine simbolo di Artebebè 2016 è "Rosie, la sgusciatrice di ostriche", una illustrazione di Marta Ricchi che ha vinto il primo premio "Infanzia Rubata" (su gentile concessione di sangiuseppe.org)


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na, dei teli bianchi, dei cocci, un’attrice riprende la memoria del fare il pane, così come gliel’hanno raccontata le donne dei paesi di Puglia, e la restituisce attraverso gesti di una ritualità quotidiana che nello stesso tempo evocano lo scorrere della vita tra nascita, festa, morte. Chiude Artebebè 2016 Drammatico Vegetale, che dopo essere stato apprezzato in Canada, Francia e Polonia torna a Bagnacavallo domenica 29 maggio alle ore 17 a Palazzo Vecchio con il suo classico Che sì che no. I suoni, i gesti, gli sguardi delle emozioni di Elvira Mascanzoni, Koro Izutegui e Piero Fenati, alle prese con la materia di cui sono fatti i sogni. Un colore che sporca una carta, una mano che fruga nella sabbia, un pezzo di legno che cade per terra e... poche parole. Il bambino guarda, ascolta, tocca tutto quello che ha attorno a sé e, facendo delle semplici scelte, scopre e interpreta il mondo; intanto cresce. Nel suo eterno presente passa da un sì a un no, da un no a un sì. Questo è bello, questo è brutto, mi piace non mi piace, lo voglio non lo voglio. Da un apparente banale sì-no costruisce, passo dopo passo, un mondo complesso di relazioni con le persone e le cose. Di questo parla lo spettacolo, cercando la sostanza o l’essenza delle cose; trascurando gli orpelli che rischiano di sommergere il bambino e trasformarlo da soggetto attivo della società in oggetto di consumo. In autunno Artebebé riprenderà con "Briciole di Artebebè 2016" una serie di incontri di approfondimento sul tema “vocazione e pedagogia” con studiosi, pedagogisti, artisti e un progetto di formazione per insegnanti con spettacoli e performance interattive. Posti limitati, è consigliata la prenotazione. Informazioni: tel 0544 36239; info@drammaticovegetale.com; www.drammaticovegetale.com

CERVIA TRA PARCO E CIELO Dal 21 maggio il parco di Cervia è in festa e tutti i sabato pomeriggio si potrà partecipare a “Ranger per un giorno” per affiancare il personale del parco nell’attività di cura e alimentazione dei diversi animali (info: www.atlantide.net/parcon aturale - Tel. 0544 995671). Sulla spiaggia di Pinarella invece, il 1 maggio si conclude il 36° festival degli aquiloni

A CESENA GIRA E GIOCA NELLA ROCCA Nelle domeniche 8, 15 e 22 maggio torna “Rocca Gira e Gioca” i laboratori e le visite alla Rocca Malatestiana di Cesena; ore 16.30. In particolare sarà proposta l’esperienza interattiva itinerate “Cappuccetto rosso o l’attraversare il bosco dei segreti”. Per bambini dai 3 anni in poi e per adulti.

Ortodonzia Prevenire è meglio che curare, così recitava un vecchio spot di una nota azienda di dentifrici. Niente di più vero anche in ortodonzia, la disciplina che si occupa di diagnosticare e risolvere problemi dentali e scheletrici delle ossa mascellari. Una visita precoce, già a 5 anni, permette al medico di valutare lo stadio di sviluppo scheletrico, controllare gli elementi dentari presenti in bocca, ed intercettare cattive abitudini come la respirazione orale, il succhiamento del dito e la deglutizione atipica. Il tutto per favorire la crescita armonica del piccolo paziente. Nella maggior parte dei casi, intercettare problematiche tra i 6 e gli 8 anni permette di evitare o rendere superfluo il trattamento con apparecchio fisso in adolescenza. Una domanda che mi sento porre spes-

so è: “dottore, non ho messo l'apparecchio da ragazzo, posso ancora migliorare il mio sorriso?” Assolutamente si. Da più 15 anni è possibile correggere disallineamenti dentali tramite Invisalign®, un set di mascherine trasparenti rimovibili progettate grazie alle più evolute tecnologie 3D. In questo modo è possibile ottenere il sorriso da sempre sognato con il massimo confort ed estetica. La durata del trattamento dipende da diversi fattori e può variare da 6 mesi fino ai 2 anni. Invisalign® è in grado di trattare un'ampia gamma di problemi di allineamento, da movimenti dentali di lieve entità fino a casi più complessi. Per scoprire se questa sistematica fa per te, vieni a trovarci. A cura del Dott. Michele Latini

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GUSTO

CELEBRAZIONI

Tutti i volti di Guerrini-Stecchetti, dai sonetti agli avanzi in cucina di Matteo Cavezzali

Gran letterato e intellettuale, ma allo stesso tempo gran provocatore, ironico e anticonformista, Olindo Guerrini (Forlì, 1845 Bologna, 1916) con i suoi diversi volti e diversi nomi, seppe intrecciare l’altissima accademia con il “letterariamente profano” come il dialetto romagnolo e la cucina “degli avanzi”. In occasione delle celebrazioni del centenario della morte abbiamo parlato di Olindo Guerrini con Piero Meldini, già direttore della Biblioteca Gambalunga di Rimini, storico e scrittore di numerosi saggi e romanzi, particolarmente esperto di cultura e storia della gastronomia. Che tipo di persona – o di persone – era Olindo Guerrini? «Era un personaggio all’epoca notissimo, conosciuto soprattutto con gli pseudonimi di Lorenzo Stecchetti e di Argia Sbolenfi. Stecchetti era il personaggio che si era inventato, di un giovane poeta morto a 31 anni di tisi. Guerrini fingeva di essere l’amico che aveva raccolto i suoi versi. Un altro pseudonimo era quello della poetessa e cuoca Argia Sbolenfi, con cui si divertì a pubblicare poesie con doppi sensi, sguaiate che parevano liriche di una ninfomane». Come mai utilizzava tutti questi pseudonimi? «A Guerrini piaceva molto fare scherzi. Pubblicava operette su Foscolo e Leopardi attribuendole a un editore di Bologna, scrivendo cose sulla loro vita totalmente inventate. C’era in questi scherzi anche un elemento perturbante. Basti pensare che la sua prima raccolta, che era totalmente seria, si chiama Postuma perché firmata da Lorenzo Stecchetti. Guerrini era un allievo di Carducci, era quindi ostile alla poesia dell’ultimo romanticismo, quello estremo. Questa raccolta invece è scritta nel più delirante degli stili vicino al maledettismo francesce a alla scapigliatura. Da una parte, come critico ed erudito, criti-

ntervista allo storico e scrittore I Piero Meldini sull’eclettico e polimorfo intellettuale romagnolo: critico, poeta, gastronomo, ciclista, fotografo... di cui quest’anno ricorre il primo centenario della morte

cava aspramente un genere di poesia che poi scriveva lui stesso sotto pseudonimo… Una sorta di dottor Jekyll e mister Hyde. Era un modo di scrivere molto contraddittorio e moderno, basti pensare al portoghese Pessoa, che inventò quattro o cinque suoi eteronimi con cui scriveva in maniera totalmente diversa a seconda della personalità di un suo diverso doppio». Come tematiche era spesso lontano dai temi classici… «Ha scritto alcune poesie molto spinte per l’epoca, altre molto dure, come quelle che contenevano maledizioni alle ragazze che non avevano ricambiato il suo amore: “morta tu giacerai dimenticata”». Ma anche la scelta di scrivere in dialetto era ben poco ortodossa. «Nella scrittura non c’era una tradizione del dialetto in romagnolo nell’800. I suoi Sonetti, poesie molto spiritose nel dialetto di Sant’Alberto di Ravenna, lo fecero diventare molto noto, ma dall’altra parte erano considerate letteratura marginale. Creava cose inedite, che non facevano gli altri, era anticonformista. La sua scrittura era lontana dall’establishment della letteratura dell’epoca. Lui era un noto studioso, era direttore della biblioteca universitaria di Bologna, ma si teneva lontano dal mondo accademico, anche se ne faceva parte». Tra bibliotecari… «Grande simpatia... Era un anticlericale, con spirito bonario e goliardico. Anche io ho fatto cose differenti dallo studioso

Cucina della tradizione romagnola con nuovi piatti a base di pesce

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27 rigoroso. E scritto su molte cose come la gastronomia e la sua storia». Le biblioteche mettono appetito? «Oppure lo saziano del tutto… Oggi le biblioteche sono diventate soprattutto un luogo di studio dei propri libri in periodo scolastico. Ma conservano un patrimonio bibliografico vastissimo che mi pare sia un po’ sprecato. È come andare in un ristorante stellato portandosi un panino da casa...». A proposito di ristoranti, come si avvicinò Guerrini alla gastronomia? «Era molto appassionato della cucina in modo erudito, ma anche della cucina cucinata. Aveva iniziato a interessarsi al tema pubblicando un codice trecentesco di ricette e divenne poi un collezionista di antichi ricettari». Come nasce il rapporto fra Guerrini e Artusi? «Artusi mandò una copia della terza edizione del suo La scienza in cucina a Guerrini. Era come mandare un libro a Umberto Eco, era molto noto all’epoca. Se non ché Guerrini ne aveva già acquistato già due copie. Gli era piaciuto molto il concetto, ma soprattutto il linguaggio di Artusi. Finalmente c’era un libro di cucina in buon italiano, in un linguaggio semplice ed efficace. Prima erano volumi per professionisti, scritti con i piedi, con termini tecnici storpiati dal francese, un po’ come quegli obbrobri che si sentono oggi in tv tipo “impiattare” o “risottare”». È vero che collaborò con Artusi per le edizioni succes-

LO STUDIOSO PIERO MELDINI

E LA PASSIONE PER LA GOLA

Piero Meldini, riminese, classe 1941, ha da sempre affiancato all’attività di studioso – per 25 anni ha diretto la storica Biblioteca Gambalunga di Rimini – quella del saggista e divulgatore, in particolare della cultura gastronomica nazionale e romagnola. È stato assiduo collaboratore sin dalla fondazione, nel 1982, della rivista “La Gola”, antesignana del dibattito contemporaneo sul cibo e la cultura materiale. Nel n.2 della rivista compare un suo articolo intitolato “L’arte degli avanzi”. Fra suo libri in tema vanno segnalati: i 4 volumi La cucina dell'Italietta (Guaraldi); Le pentole del diavolo (Camunia); La cucina romagnola (Guaraldi); La cultura del cibo tra Romagna e Marche (Minerva); Gli Italiani e il cibo negli ultimi due secoli (Guaraldi). Meldini, va ricordato, è anche un narratore di successo, con ben cinque romanzi pubblicati da Aldelphi e Mondadori che hanno ottenuto diversi premi letterari.

sive del suo celebre ricettario? «Tra i due nasce un rapporto epistolare di 19 lettere scritte tra 1896 e il 1906 in cui Guerrini suggerisce ricette, correzioni, e fa da mentore. Si ritiene più colto di Artusi e gli da delle lezioni. Artusi a volte accoglie i consigli a volte se ne frega. Artusi arricchiva di edizione in edizione il manuale grazie alla corrispondenza con molte persone, soprattutto signore esperte di cucina domestica. Artusi provava tutte le ricette, poi le modificava un po’, e se gli piacevano le pubblicava». Quali sono le ricette de La scienza in cucina riconducibili a Guerrini? «Sono sei ricette che Gerrini aveva trovato in ricettari antichi, come la “zuppa alla Stefani”, tratta dal manuale seicentesco di Bartolomeo Stefani. Infatti, Artusi apre quel capitolo dicendo “guardate come si mangiava a quel tempo”, come si trattasse di una curiosità». Come nasce invece il libro di Guerrini L’arte di utilizzare gli avanzi della mensa? «Guerrini consigliò ad Artusi di mettere una appendice al libro sull’arte di cucinare dedicata agli avanzi. Artusi non la scrive, allora ci si mette lo stesso Guerrini, ripescando e “ricucinando” ricette antiche, per poi trascriverle in una raccolta autonoma. Ma il suo ricettario non diventò mai un best seller come quello di Artusi». Immagino che il concetto di “avanzi” cento anni fa fosse molto diverso da quello che abbiamo oggi, considerando anche che nelle case non c’era il frigorifero… «Esatto, gli avanzi erano ciò che rimaneva dai grandi banchetti tenuti dalle persone benestanti. Guerrini suggeriva di fare grandi cene, così da poter mangiare con gli avanzi per una settimana, ma si riferiva ovviamente a un pubblico benestante. Alla maggior parte delle persone, in quegli anni, di avanzi non ne restavano, anzi era già tanto se avevano da mangiare, e quel poco che c’era veniva puntualmente consumato». Ma quello di Guerrini fu un ricettario utilizzato? «No, si trattava di un libro per eruditi, fu pubblicato postumo dai suoi eredi e divenne un libro per curiosi o esperti. Guerrini si era ispirato ad opere simili già pubblicate in Francia». L’Artusi invece potrebbe essere considerato, seppure con un livello letterario molto più alto, il primo dei ricettari che oggi vendono tanto in libreria? «Sicuramente quello di Artusi fu e resta un vero best seller: arrivò a 14 edizioni e vendette decine di migliaia di copie, una cifra folle per quel tempo. Le ricette di Artusi entrarono a far parte della cultura popolare, venivano trascritte e passavano di casa in casa, tra domestiche e cuoche, tanto che molti si convinsero che queste ricette fossero della propria famiglia, per poi accorgersi che invece erano arrivate indirettamente dalle pagine de La scienza in cucina».

CONVEGNO A RAVENNA

Stecchetti e l’arte culinaria del riuso L’arte del riuso nella tradizione gastronomica, come modernità tra i fornelli cent’anni dopo, è la tematica del convegno “Stecchetti gli avanzi in tavola”, promosso dalla delegazione di Ravenna dell’Accademia Italiana della Cucina. La giornata di approfondimento con esperti e studiosi, aperta a tutto il pubblico, e legata alle celebrazioni del centenario di Olindo Guerrini, si terrà sabato 14 maggio (dalle ore 9.30) nella sala Corelli del Teatro Alighieri di Ravenna. Al convegno di studi parteciperanno autorevoli relatori quali Giovanni Ballarini (presidente onorario dell’Aic), Massimo Montanari (docente all’Università di Bologna), Maurizio Campiverdi (delegato onorario Aic-Bologna San Luca), Giovanna Tagliati (studiosa di storia e cultura dell’alimentazione). Sono previste anche letture di testi di Guerrini/Stecchetti di Giuseppe Bellosi, saggista e dialettologo.



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