FREEPRESS Mensile di cultura e spettacoli giugno 2016 n.18 ROMAGNA&DINTORNI
R O M A G N A & D I N T O R N I
GIUGNO 2016
Foto di Eleonora Rapezzi
SUONI D’ESTATE AL VIA I PRIMI FESTIVAL TRA CONCERTI, BUSKERS E SPETTACOLI ALL’ARIA APERTA ALL’INTERNO musica • teatro • libri • arte • cinema • gusto • junior
spettacolI di danza indiana della regione sud India BHARTNATIAN Musica dal vivo con strumenti indiani TABLA e SITAR specializzati in matrimoni indiani e italiani gazebo estivo all’aperto cucina aperta fino alle 24 - asporto dalle 19 alle 20 via faentina, 273 tel. 0544 418623 ampio parcheggio fornace zarattini (RA) rotonda s. michele - uscita casello autostrada • Redazione tel 0544 271068 • redazione@ravennaedintorni.it • Pubblicità tel. 0544 408312 • info@reclam.ra.it
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ISSN 2499-0205
R&DCULT giugno 2016
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SOMMARIO
L’ EDITORIALE
• MUSICA L’esordio di Motta.....................pag. 5 • TEATRO I buskers a Pennabilli...............pag. 12 • CINEMA Il nuovo film di Mordini...........pag. 15 • LIBRI Scrittori per ragazzi a Rimini...pag. 20 • ARTE Mostra in piallassa...................pag. 22 • JUNIOR Il camp di musica classica ........pag. 24 • GUSTO Dolci di Romagna ....................pag. 26
Tempo di festival, tra Barcellona e Romagna Gli occhi degli appassionati di musica (rock, ma non solo) di tutto il globo nei primi giorni di giugno sono puntati su Barcellona, sul “best festival ever”, come viene ribattezzato ormai ogni anno il Primavera, con centinaia di concerti in pochi giorni di centinaia di band di caratura mondiale, che incredibilmente si danno tutte appuntamento a Barcellona, appunto, e altrettanto incredibilmente con una buona rappresentanza tra il pubblico di romagnoli. Che in questo campo d’altronde se ne intendono, avendo recentemente salutato nel migliore dei modi uno dei rock club storici del panorama italiano (una sorta di festival d’addio, per restare in tema, anche se quello del Velvet di Rimini speriamo tutti sia solo un arrivederci in altri luoghi) e potendo contare su almeno un festival di cui si è accorto un po’ tutto il mondo, finendo nei consigli di viaggio di più di una rivista americana, tanto per dire. Si tratta di “Beaches Brew”, cresciuto di edizione in edizione (su questo numero parliamo della quinta, in programma dal 6 giugno) tanto da poter rappresentare qui – in piccolissimo così come piccolissima è la location di Marina di Ravenna – quello che è nato a Barcellona (e in decine e decine di altre città di tutto il mondo, naturalmente): una comunità che per alcuni giorni si ritrova, condivide la stessa passione e fa festa insieme all’insegna (anche) della cultura. Il formato festival – inteso come più concerti concentrati in pochi giorni consecutivi con eventi collaterali e il coinvolgimento della località – è una delle poche cose che sta davvero funzionando, a quanto pare, nel settore della musica, così ormai invece stritolato dal crollo delle vendite. E la Romagna potrebbe forse ragionarci seriamente, su questa cosa, in un’ottica di area vasta che anche con questo giornale stiamo cercando di portare avanti fin dall’inizio. La Romagna può tranquillamente essere intesa come una grande città metropolitana dove succedono probabilmente in campo culturale molte più cose rispetto alle vere città metropolitane (su questo numero per esempio parliamo – per restare solo in campo musicale – anche del Ravenna Festival, dell’Itinerario di Cesena, del Punk Rock Summer Nationals di Rimini, dei buskers di Pennabilli, del concerto di Blixa Bargeld durante una rassegna di giornalismo – in attesa di approfondire i grandi live di Acieloaperto o di Verucchio nei prossimi mesi), nel giro di pochi chilometri, purtroppo però collegati in maniera scandalosa, tanto che parlare di metropolitana di superficie (una formalità, probabilmente, altrove) suona ancora come un’utopia. Peccato davvero non accorgersi – istituzioni e anche operatori in fase organizzativa – che la Romagna potrebbe essere molto più vicina a Barcellona di quello che si può pensare...
MO O S TTRR EE M O LLO E ETT PA P ARR AD A D EE:: DJ A R DO N CI M I NI D J E SSA D ON C IN NII A RI R IM NI Dopo le 200mila presenze dell’anno scorso, torna sabato 25 giugno il Molo Street Parade, dalle 19 alle 24 al porto canale di Rimini. La ricetta è sempre la stessa, dj di caratura internazionale e sardoncini alla griglia... Info: tel. 0541 53399 e www.molostreetparade.it
R&D Cult nr. 18 - giugno 2016
Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1427 del 9 febbraio 2016 Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: direzione@reclam.ra.it tel. 0544 408312 - 392 9784242 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872
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Fabbri, Francesco Farabegoli, Nevio Galeati, Sabina Ghinassi, Enrico Gramigna, Giorgia Lagosti, Linda Landi, Fabio Magnani, Filippo Papetti, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni, Elettra Stamboulis. Redazione: tel. 0544 271068 redazione@ravennaedintorni.it Poste Italiane spa Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA
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MUSICA
di Francesco Farabegoli *
Nel ’94 questa cosa del punk, del nuovo punk intendo, diventò un affare di prima grandezza del rock: tutti ne parlavano, tutti l’ascoltavano eccetera. In quell’anno erano successe diverse cose: Kurt Cobain si era suicidato, intanto, e poi era uscita una sfilza di dischi che sembravano perfetti per la programmazione di MTV di quel periodo. Dookie dei Green Day a febbraio, Smash degli Offspring ad aprile, Punk In Drublic dei Nofx in estate. Oddio, i Nofx odiavano MTV, erano un po’ più punk degli altri. La loro canzone più conosciuta fino a quel momento, e forse in generale, era un pezzo di tre minuti scarsi che si chiamava “Bob”. “Bob” parla di un tizio che dopo una vita di sbronze inizia ad avere grossi problemi al fegato; costretto a cambiar vita, si rasa la testa e inizia a frequentare i concerti punk, passando il tempo a menarsi con gli altri frequentatori. Però almeno ora è astemio. Fin quando durerà? Will he ever walk the line? Non si sa. A quei tempi, nel paesino dove vivevo (Calisese di Cesena, l’ultima frazione in pianura prima di salire verso Montiano o Longiano o Sorrivoli), se dicevi BOB nessuno pensava ancora ai Nofx. Il punk come sottocultura non aveva attaccato manco alla fine dei settanta, figurarci all’inizio dei novanta: qualcuno ascoltava i Nirvana, ma nessuno era davvero depresso, o comunque non per moda. Le uniche due sottoculture tra cui quelli della mia età potevano scegliere erano i rasta e i rapper. In senso stretto nemmeno queste erano vere e proprie sottoculture, nel senso, nessuno dei rasta del mio paese era effettivamente rastafariano, e nessun rapper si è mai applicato in una delle quattro discipline a parte una ragazza-writer che stava due anni sotto classe mia e di cui ero segretamente innamorato. Si intendeva per rapper una persona vestita con quei nuovi abiti oversize che si compravano a Cesena e ascoltava quel po’ di rap che passava il convento (quasi tutta roba italiana e perlopiù fetida, Articolo31 eccetera). I rasta erano ragazzi che indossavano pantaloni a zampa d’elefante, clark ai piedi e BOB nello stereo. BOB, sottinteso Marley, era il cantante dei Wailers: la lista di ascolti era abbastanza ridotta da potersi permettere di usare il nome di battesimo per quasi tutti i cantanti. Oltre a BOB andava molto forte JIM, cantante dei Doors, anche lui (oggi non saprei dire perché) ascoltato dai rasta. Io detestavo sia BOB che JIM, e quindi iniziai a chieder soldi alla mamma per comprare qualche vestito oversize. Di rap ne sapevo pochissimo, mi piaceva più che altro il rock duro, ma chi se ne fregava (c’erano i Body Count, alla peggio). Allora, questo pezzo dovrebbe parlare di un manipolo di gruppi che lungo l’estate suoneranno qui in Romagna, e che ricadono in un preciso canone musicale – il punk californiano degli anni novanta di cui sopra la scuola Epitaph/Fat Wreck, Nofx Offspring e Pennywise (più altri che quest’estate non suoneranno in Romagna ma secondo me dovrebbero, che so, i Rancid). Se volete avere una discussione su questa roba, ne so abbastanza e non c’è problema, ma in questo particolare momento non ne ho voglia. Piuttosto, mi piacerebbe
BASTONATE DI CARTA
Il punk e la rivoluzione sostenibile nel vestiario dei giovani romagnoli FESTIVAL A RIMINI IL 14 GIUGNO OFFSPRING, PENNYWISE E GOOD RIDDANCE IN AGOSTO I NOFX A BELLARIA Il tour mondiale “Punk Rock Summer Nationals” arriva anche in Italia per due date in giugno, il 13 a Milano e il 14 al parco Ovest della zona Fiera di Rimini. Sul palco vere e proprie leggende della scena punkrock californiana che in particolare negli anni novanta divenne popolare in tutto il mondo, Italia compresa. A partire da The Offspring, forse la band (formatasi nel 1989) che ha davvero sdoganato il punk, proiettandolo di prepotenza nel panorama mainstream con ritornelli orecchiabili e chitarre dai riff potenti accompagnate da una voce grezza: a oggi hanno tenuto più di 1.100 concerti in tutto il mondo e venduto più di 40 milioni di dischi. Insieme agli Offspring ci saranno anche i Pennywise, vera e propria istituzione del punk-rock californiano con alle spalle 28 anni di attività tra hardcore e surf punk melodico. Ad aprire le danze saranno i Good Riddance, altro nome di punta del melodic hardcore, formatisi all’inizio degli anni ‘90 e che si sono riuniti ora
a pochi anni dallo scioglimento del 2007. Biglietti a 32 euro. Altri nomi storici della scena punk-rock internazionale sono in arrivo in Romagna in agosto, al Bay Fest di Bellaria Igea Marina, il 14 e 15 agosto: tra quelli di punta Nofx, Strung Out, Screeching Weasel e Satanic Surfers. Ma ne parleremo nei numeri estivi...
spendere due righe per puntualizzare l’impatto determinante di quella roba sul vestiario dei giovani della provincia romagnola, il potere uniformante del punk rock anni novanta, che fece sparire d’un botto Jim Lindberg rapper e rasta e tutte le dei Pennywise altre micro-sottoculture del fashion, facendo diventare tutti skater. Gli skater era una sottocultura più o meno uguale alle altre, vale a dire che potevi tranquillamente essere uno skater senza dover imparare ad andare su uno skateboard. Bastava avere certi vestiti, certe scarpe, e un’infarinatura musicale di base. Dicevamo, era il 1994, dall’estate in avanti: arrivarono questi gruppi nuovi, c’erano i gruppi vecchi di cui tutti avevano un po’ cognizione di causa (Bad Religion, Dead Kennedys, Pistols, Gorilla Biscuits etc), erano cattivi ma melodici, mettevano d’accordo tutti. Così smettemmo tutti di ascoltare il rap e il reggae, e ci buttammo. Passare dall’essere rapper all’essere skater non comportava esborsi significativi. Potevi utilizzare gli stessi pantaloni, a patto che non fossero troppo orientati sul versante Sbirulino/Vanilla Ice. Le magliette erano da sostituire ma quelle degli skater costavano poco: la stampa di qualche gruppo, le t-shirt in tinta unita del supermercato. Dai piedi sparirono quelle brutture cosmiche che
imperversavano fino ai primi anni novanta, le Nike Air Jordan a cinque colori e le Reebok con la pompetta, sostituite da normalissime scarpette in cuoio griffate Vans o AirWalk; costavano uguale, ma erano molto più sobrie. Una volta rasati i capelli, era tutto perfetto. Anche i rasta potevano diventarlo a costo zero: tutti i jeans che avevi in casa, a parte quelli a campana, potevano essere jeans da skater, bastava abbassare il cavallo dei pantaloni fino a far vedere la parte superiore del culo. Volendo, i gruppi californiani avevano perfino qualche pezzo ska o reggae. E poi, boh, volendo potevi provare a salire su una tavola e andare a vedere qualche contest, interessarti all’estetica, imparare chi fossero Pushead e conoscere qualche local hero dello skate, ma non era così necessario. La parte più divertente: per un certo periodo i ragazzi mollarono BOB e si misero tutti ad ascoltare “Bob”, smisero di suonare i tamburini del cazzo e iniziarono a menarsi nelle piste rock dei posti che c’erano allora (Rock Planet, Vidia, Rigolò eccetera). Fu una rivoluzione. La parte migliore: fu una rivoluzione sostenibile. Una volta sparite le interpretazioni più radicali del movimento skatepunk (colla di pesce sui capelli, acqua ossigenata, pizzetto lunghissimo), si capì che era un modo di vestire non così impattante e descrittivo, in cui era possibile invecchiare. Così, piano piano, finì per diventare uno standard generale del vestire. Cinque o sei anni dopo anche i gentili avevano compreso la superiorità dei pantaloni a vita bassa, e per il ’99 era diventato fisicamente impossibile trovare jeans che si legavano in vita. I pantaloni oversize hanno pian piano smesso di esistere, certo, ma i jeans rotti e rattoppati continuano ad andare un sacco –persino i manager sessantenni ne indossano un paio ogni tanto. Mollammo tutti Offspring e Pennywise, certo: oggi sopravvivono più che altro come monumento a un’epoca a cui guardiamo con quel briciolo di tenerezza stile “ma quanto cazzo eravamo sfigati”. Il punto è che siamo vestiti più o meno come ci vestivamo allora, e forse conserviamo un paio di magliette di quell’epoca e i jeans Levi’s rattoppati ai tempi dalla zia Adelina che la prima volta che ce li han visti addosso stavano sbrodolando. Domenica ero in bicicletta su viale Randi ed è passata una Multipla coi finestrini abbassati e “Redemption Song” a palla. La sera ho ripescato il disco dei Nofx e ho risuonato “Bob” a palla. A un certo punto ci sono anche dieci secondi di chitarre in levare, poi ricominciano tutti a menarsi. * fondatore e autore di Bastonate, miglior sito musicale italiano alle ultime tre edizioni degli Oscar del web
MUSICA
R&DCULT giugno 2016
5 CONCERTONI MODENA CITY RAMBLERS IN PIAZZA A FORLÌ Giovedì 18 giugno in piazza Saffi a Forlì concerto a ingresso gratuito dei Modena City Ramblers, a sostegno della raccolta firme della Cgil per la Carta per i diritti universali del lavoro.
ELIO E LE STORIE TESE IN PIAZZA A FAENZA Il 29 giugno in piazza del Popolo a Faenza concerto gratuito di Elio e le Storie Tese. Anteprima del cartellone di Emilia Romagna Festival, è stato organizzato grazie al supporto di Caviro per i festeggiamenti dei suoi 50 anni di attività.
GLI STADIO IN PIAZZA A
SOGLIANO
I vincitori dell’ultimo festival di Sanremo, lo storico gruppo bolognese degli Stadio sabato 25 giugno alle 21 in concerto (a pagamento) in piazza Matteotti, a Sogliano.
BENJI E FEDE ALL’ARENA REGINA DI CATTOLICA Sabato 25 giugno arrivano all’Arena della Regina di Cattolica Benji e Fede. Si tratta dei giovani modenesi Benjamin Mascolo e Federico Rossi – chitarra e voce – diventati popolarissimi tra gli adolescenti italiani negli ultimi due anni, dopo aver iniziato a pubblicare su Facebook video di cover.
IL CONCERTO A SAVIGNANO IL 18 GIUGNO CI SARÀ ANCHE CALCUTTA Motta (che intervistiamo in questa pagina) sarà uno dei due grandi protagonisti del festival del 18 giugno a Savignano sul Rubicone, “Il rock è tratto”. Dalle 18 in avanti in centro storico bancarelle e musica dal vivo con protagonisti anche gli emergenti vincitori di un concorso. A chiudere la serata Motta e Calcutta, il caso musicale dell’anno, in Italia, grazie al successo del suo pop-rock nato come alternativo e diventato mainstream...
L’INTERVISTA
Francesco Motta
Motta e la fine dei vent’anni
di Luca Manservisi
Uscito solo lo scorso marzo, “La fine dei vent'anni” è già tra i debutti discografici più chiacchierati di questi ultimi anni in Italia. Si tratta del primo album di Motta – come ha scelto semplicemente di definirsi Francesco Motta, ormai ex leader dei toscani Criminal Jokers – che sarà in concerto in giugno a Savignano sul Rubicone (vedi box in alto). Un album che è fin dal titolo una sorta di summa dell’arte e allo stesso tempo di ripartenza di un ragazzo che di anni, come ricorda, in realtà ne compie 29, ma che ha già alle spalle una carriera importante con la sua vecchia band e come polistrumentista, avendo anche
collaborato con una icona della musica italiana come Nada, gruppi autorevoli come Pan del Diavolo e Zen Circus e un cantautore fuori dagli schemi come Giovanni Truppi. Il disco è vario e maturo, acclamato (giustamente) un po’ da tutta la critica, realizzato tra canzone d’autore, pop e rock grazie alla collaborazione di un produttore d’eccellenza come Riccardo Sinigallia («che è stato un po’ anche come uno psicologo per me», scherza Motta nell’intervista su Rockit) in una Roma divenuta da qualche anno nuova casa di Francesco, con cui parliamo al telefono a pochi giorni dall’avvio del suo primo tour solista. «In realtà sul palco siamo in cinque
(tra cui anche Cesare Petulicchio dei Bud Spencer Blues Explosion, ndr) e a Savignano ci sarà anche Laura Arzilli (compagna di Sinigallia ed ex bassista dei Tiromancino, ndr)». La fine dei vent’anni non pare essere un passaggio solo simbolico, insomma... «Diciamo che è un primo momento in cui è davvero possibile guardare indietro e poi anche in avanti, un modo per fare un bilancio». Ed è anche un momento particolare, per qualche motivo? «Beh, ho suonato per dieci anni con un gruppo che ora per il momento non c’è più, tanto per iniziare. Poi è appena nato mio nipote, mi sono rotto una gamba, ma ho anche iniziato a fare i conti con qualcosa di veramente bello nella mia vita privata...». Musicalmente parlando, invece il tuo album è vario e influenzato da diversi stili, dal cantautorato più classico fino al rock psichedelico. Merito dei tuoi ascolti? «In realtà durante la registrazione non ho ascoltato praticamente niente, non volevo seguire particolari generi o somigliare a nessuno...». Il suono è ricco e curato nei dettagli, la produzione fuori dai canoni standard, quanto c’è di ragionato e quanto di spontaneo in tutto questo? «Diciamo che con Riccardo (Sinigallia, ndr) abbiamo lavorato davvero tanto, perché per me le canzoni sono sacre e credo bisogna fare di tutto per renderle proprio come le vorresti. Di solito ho sempre preferito il live, ma per realizzare questo disco ho scoperto l’entusiasmo di restare anche da solo davanti a un computer per registrare». Quanto è difficile comporre testi in italiano e qual è l’errore più comune? «Nonostante sia sempre stato prima di tutto uno attento in particolare alla musica, comporre i testi è sicuramente la cosa più impegnativa. Penso che l’er-
rore più frequente sia quello di non riuscire a scrivere testi che davvero emozionano chi li ha scritti. Per questo credo che sia necessario lavorarci fino in fondo, tanto e duramente, come dicevo prima...». Stai assaporando ora una sorta di successo, almeno da quanto si percepisce, mentre a Savignano dividerai il palco con uno strano fenomeno diventato quasi mainstream come Calcutta: cosa ne pensi della scena cosiddetta alternativa e del suo rapporto con il successo? «Uno come Calcutta penso che ora dovrà dimostrare di avere le palle ancor più di prima, perché ha raggiunto il top in poco tempo, senza “preavviso”. In generale però credo che esista la meritocrazia, nella musica, e personalmente sono felice di aver fatto diversi anni di gavetta prima di questo disco che, sì, è stato accolto molto bene anche dal pubblico. E in questi primi concerti mi stupisce in particolare l’eterogeneità degli spettatori, che vanno dai ragazzini ai signori di mezza età...» In un paio di pezzi si sente una certa enfasi in stile Afterhours e mi pare di aver letto infatti che sono tra le tue influenze... «In realtà non credo che la mia musica sia simile a quella degli Afterhours, però sono certo che siano stati tra i pochissimi gruppi in Italia a contare davvero qualcosa e a influenzare altri artisti: un gruppo come loro oggi non lo vedo più nella scena italiana». E in questo momento la domanda sorge allora spontanea: cosa ne pensi di Manuel Agnelli giudice a X Factor? «Mah, lui è un grande personaggio, cercherà di rendere il programma un po’ più bello. Tanto lo sappiamo tutti che X Factor è una merda e lui sapeva che sarebbe stato crocifisso. Magari c’entrano anche i soldi, non ci sarebbe niente di male. In definitiva, dai, non mi interessa molto la questione...».
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MUSICA
6 CONSIGLI D’AUTORE
Da Jovanotti a Stravinskij, una top 5 dalla periferia...
Un momento della passata edizione di Beaches Brew in una foto di Francesca Sara Cauli
di Alfredo Nuti (dal Portone) *
Quando capita di confrontarsi con amici e colleghi in Alfredo Nuti merito ai dischi più importanti della “storia della musica”, mi rendo conto che la mia misera formazione come ascoltatore è avvenuta nei pochi modi consentiti a un ragazzo mezzo drogato, della periferia lontana, senza connessioni, né mondo, né negozi di dischi. Non è una captatio – oltretutto non petita - ma all’epoca in cui si ha ancora animo di farsi degli idoli i miei erano gli stessi di tutti, e non hanno, se si parla di una biografia d’ascoltatore, nessun carattere interessante: Nirvana, Led Zeppelin, eccetera. Mi fa sorridere sentire che qualche mio coetaneo possa avere, che ne so, “Dr. John” tra i propri ascolti seminali. Per me sono racconti esotici, “di città”, nell’ipotesi benevola che non si abbia davanti un millantatore – ipotesi alla quale tendo a credere, ad essere sincero, con molta facilità. All’università il fatto di frequentare intellettuali e di lavorare assieme a gente più grande, ha certamente migliorato la situazione, senza tuttavia modificarne la sostanza, che è sempre consistita in un generale disinteresse nei confronti della musica leggera e dei suoi eroi. Nei casi migliori, in una certa ripugnanza di doverne parlare. Normalmente se un disco mi piace ascolto per un anno quello, tutto il giorno, senza sentire nessun bisogno di sapere di più dell’artista e dei suoi cazzi di vita. Infine trovo poco estetico imparare a memoria biografie e discografie altrui. Di alcuni ascolti fondamentali per la mia vita ignoro il nome dell’autore, e della maggior parte degli autori conosciuti se essi siano ancora tra noi, o se siano tra i “discesi”. Date queste premesse incoraggianti passo dunque alla mia top five. Jovanotti - La mia moto (1989). Lo ascolto ancora con entusiasmo, l’unico rapper italiano ad aver fatto qualche cosa per l’integrazione di questa musica con qualcosa che fosse Italiano. Il disprezzo generale delle falangi rockettare e alternative nei confronti del suo insopportabile buonismo è sempre stato comprensibile solo alla luce dell’art rock come posa senza nessuna sostanza. Cose che sappiamo già, insomma. Igor Stravinskij - Oedipus Rex, mi pare sia del ’28 , ma non ho voglia di vedere su Wikipedia. Senza spendermi in un poco referenziato commento sulla musica, posso dire che questo oratorietto sacramentoso è stato al centro di una mia rivoluzione nel modo di intendere la storia dell’arte e non solo (ai tempi dell’università beninteso, ora ho altri problemi anche più gravi). Tutto è perduto del nervo vivo delle tradizioni, e l’unica mossa che ci è concessa sta nell’utilizzare quel poco che del passato ci rimane come un oggetto tra gli altri, con rispetto, ma solo fino a un certo punto. Sulla cosa ho anche scritto, passati dieci anni credo che il reato cada ampiamente in prescrizione. Latin Playboys - Dose (1999). Uno dei primi album dove ho capito l’importanza del produttore. E poi David Hidalgo: lasciamo stare. Credo si tratti di un progetto nato quasi per scherzo e questo me lo fa piacere ancora di più perché contiene un concetto crudele: passiamo la vita a fare dei dischi dove investiamo tutte le nostre energie migliori; dischi destinati a non andare da nessuna parte, poi la prima cagata concepita in un quarto d’ora felice è l’unica destinata a rimanere. Succede spesso. John Lennon - Plastic Ono band, del 1970, o giù di lì. Questo appartiene ai pochi amori totalmente irrazionali e incondizionati che ho, fin da bambino, quindi ho poco da dire in proposito. C’è una canzone sua per ogni momento della vita. Almeno della mia. Fenn O’Berg - The magic sound of fenn O’Berg (1999): Christian Fennesz, Peter Rehberg e Jim O'Rourke. Le prime volte che senti queste cose pensi sempre che la colpa sia tua. Quando capisci che la colpa è la loro, cominci ad amarle sul serio. Per imbroccare fuori dal Dams era perfetto e sono pronto a scommettere che funzionerebbe ancora. * Classe 1981 di San Piero in Bagno, operativo dalla fine degli anni '90 come chitarrista e arrangiatore all'interno di svariate realtà indipendenti e non, al momento attuale è chitarrista e arrangiatore per i Saluti da Saturno e Extraliscio di Mirco Mariani, e per il cantautore Giacomo Toni, oltre che nei Granturismo e per la pop band Jang Senato di cui è stato fondatore. È fondatore e compositore dei Supermarket, che hanno da poco pubblicato il loro primo vero e proprio album, “Portobello”. Assieme a membri di Nobraino e Duo Bucolico ha dato vita recentemente anche al progetto “Slavi, bravissime persone”, di cui parliamo brevemente nella pagina qui a fianco.
EVENTO SPECIALE I GOBLIN MUSICANO PROFONDO ROSSO
IL FESTIVAL
Il festival Beaches Brew di quest’anno termina il 10 giugno con un fuori programma alla Rocca Brancaleone di Ravenna: i leggendari Goblin di Claudio Simonetti musicheranno dal vivo Profondo Rosso di Dario Argento.
La spiaggia dell’indie-rock Ty Segall, Destroyer, Suuns e tanti altri (gratis) a Marina di Ravenna Torna per il quinto anno consecutivao a Marina di Ravenna “Beaches Brew”, il festival (totalmente gratuito) finito nelle guide di ogni parte del mondo degli eventi da non perdere per gli appassionati di rock alternativo, che dal 6 al 9 giugno (con gran finale a Ravenna il 10, vedi box qui sopra) avrà come quartier generale il bagno HanaBi, succursale estiva dello staff di Bronson Produzioni. La prima serata – come l’anno scorso – si svolgerà però direttamente in paese, con un palco montato appositamente nella zona dei pescherecci, vicino al canale, dove sarà allestito anche l’ormai celebre, nel Ravennate, mercatino del Garage Sale (a partire dalle 17). Ad aprire la serata sarà alle 18.50 il
cantautore irlandese (nato a Malta) Adrian Crowley, con il suo alt-folk. Gli altri protagonisti della prima giornata nel cuore di Marina saranno alle 21 gli americani Car Seat Headrest (indierock), a seguire i cileni Follakzoid (rock psichedelico) e l’interessantissima cantautrice gallese (ma ormai di stanza a Los Angeles) Cate Le Bon, che ha da poco sfornato un disco in grado di unire pop, folk, arte e sperimentalismi assortiti e che salirà sul palco a Marina alle 19.45. Il 7 giugno si passa quindi direttamente all’Hana-Bi, per la serata più rumorosa probabilmente del lotto, incentrata su sonorità prettamente garage-punk-rock della scena californiana e che vedrà il suo apice nella
performance (alle 00.30 sul palco grande montato in spiaggia) dell’attesissimo Ty Segall, divenuta vera e propria icona in questo campo, che si presenterà (lui che fa della prolificità un marchio di fabbrica) accompagnato dal suo ultimo gruppo, The Muggers. Gli altri protagonisti californiani della serata saranno Audacity, The Abigails (in cui il garage diventa un omaggio al country) e White Fence (tutti sotto l’ormai conosciutissima tettoia dell’Hana-Bi rispettivamente alle 22.05, 21 e 23.35), mentre da New York arrivano i punk-rocker Dirty Fences, che apriranno la serata alle 20, e a completare il cartellone saranno (alle 22.50 sul palco in spiaggia) gli australiani Royal Headache.
LA RASSEGNA
Radio Melody in 3d e in riva al mare con Canali, Sinigallia e Modena City Ramblers Riccardo Sinigallia
Torna sulla spiaggia di Marina di Ravenna, al bagno Peter Pan, la rassegna “Radio Melody in 3d”, ossia la diretta in spiaggia con i conduttori di Melody Box e la partecipazione dal vivo di alcuni dei più importanti nomi della musica italiana che si racconteranno intervistati dal curatore della rassegna Luigi Bertaccini (appuntamento dalle 22 a ingresso gratuito, con diretta radio sulla spiaggia già dalle 20). Si parte mercoledì 15 giugno con un punto di riferimento della scena nazionale come Giorgio Canali – passato dai Cccp ai Csi fino a una importante carriera come solista e produttore – per poi proseguire giovedì 23 con il cantautore (e anche lui produttore) romano Riccardo Sinigallia e mercoledì 29 con la storica band emiliana dei Modena City Ramblers. La diretta streaming verrà garantita grazie alla collaborazione con Radio Icaro Rubicone. In giugno proseguono anche i tradizionali concerti del sabato del Peter Pan all’orario dell’aperitivo: il 4 giugno arriva il folk dei Gattamolesta, l’11 i Malamanera, il 18 le Roipnol Witch, il 25 il rock degli Smal Jackets.
MUSICA
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7 GLI ALTRI LIVE
AGENDA SANDRO JOYEUX
E
COMANECI
AL
WAIMEA
Torna al bagno Waimea la rassegna “A cena con qualcuno”, organizzata dal Collettivo Antartide, tutti i mercoledì fino a fine agosto, con cene pensate appositamente per l’occasione e concerti gratuiti dalle 21.30. Si parte l’8 giugno con Sandro Joyeux, artista “nomade”: canta in francese, inglese, italiano, arabo e in svariati dialetti. Il 15 giugno l’appuntamento è invece con i Comaneci, duo di folk d’avanguardia della cantante ravennate Francesca Amati (Amycanbe) e del chitarrista Glauco Salvo. Il 22 serata invece tra satira, comicità, poesia e musica dal vivo con l’attore Matthias Martelli. Il mese si concluderà il 29 con il dream-pop di Armaud, progetto della romana Paola Fecarotta.
All’Hana-Bi anche Yeasayer e Jurado Oltre a Beaches Brew (di cui parliamo nell’articolo principale) in giugno all’Hana-Bi continua il calendario di concerti. Tra gli altri, segnaliamo: i californiani Tomorrows Tulips (garage rock, 1 giugno), l’australiano Nicholas Allbrook (psych, 14), gli americani The Shivas (garage/psych, 16), i texani Shearwater (indie-rock, 18), i newyorkesi Yeasayer (indie-rock, 21), White Hills (space-rock, 23) e Psychic Ills (psych, 25) e il cantautore americano Damien Jurado (30 giugno - nella foto di Francesca Sara Cauli durante un’intervista proprio all’Hana-Bi durante Beaches Brew 2014). Il 19 gli italiani Camillas.
La serata dell’8 giugno sarà molto più varia e dal sapore maggiormente intellettuale, a partire dal nuovo progetto che gioca con la new wave dei danesi Efterklang (che vede protagonista anche il percussionista finlandese Tatu Rönkkö), Liima (alle 22.50 sotto la tettoria) fino ad arrivare a nomi prestigiosi della scena “indie” mondiale come quelli di Destroyer (progetto folk-pop del cantautore canadese Dan Bejar, annunciato alle 22.20 in spiaggia), dei nord-irlandesi Girls Names (ore 21.30 sotto la tettoia) e degli inglesi Beak (krautrock, ore 00.15 in spiaggia), terzetto di Bristol che vede coinvolto anche Geoff Barrow dei Portishead. A completare il “cast” della terza serata ecco poco dopo le 20 Ryley Walker, tra i
GLI “SLAVI” AL QUE VIDA
E AL
CINETICO
Entra nel vivo la rassegna di concerti al bagno QueVida di Porto Corsini. In giugno da segnalare – tra gli altri – il mini-festival del 3 con anche il punk-grunge dei romagnoli Ricordi?, la canzone d’autore tra folk e rock acustico dei campani Spacca Il Silenzio il 5 giugno; le atmosfere da est Europa (il 19 giugno) dei trascinanti Slavi Bravissime Persone, nuovo progetto con musicisti di Nobraino, Duo bucolico e Supermarket; e infine il live della cantautrice ravennate Mara di domenica 26 (sempre all’orario dell’aperitivo), quando presenterà il suo ultimo disco (recensito a pagina 9). Gli Slavi Bravissime Persone saranno in concerto anche il 18 giugno al Bike Bar Cinetico di Montaletto, dove suoneranno anche Ponzio Pilates (4) e Afreak (25 giugno).
nomi più autorevoli del nuovo cantautorato “classicista” americano. L’ultima giornata all’Hana-Bi è infine quella più fuori dagli schemi, con filo rosso probabilmente quello dell’elettronica. Il nome di punta è forse quello dei canadesi Suuns, all’apice artistico secondo alcuni della loro carriera, che con il loro ultimo album pubblicato pochi mesi fa raggiungono un invidiabile equilibrio tra rock e sperimentazione (live a mezzanotte sul palco in spiaggia). Ma da segnalare con un circoletto rosso c’è anche la presenza (prima dei Suuns) per la prima volta in Europa del rapper Ata Kak con la sua band. Si tratta infatti di un musicista originario del Ghana emigrato in Canada, le cui cassette pubblicate in tiratura limitatissi-
ma in Africa sono state riscoperte circa vent’anni dopo quasi per caso, dando vita a una più che insolita carriera musicale. A completare la serata sarà il mix di batucada, noise, samba ed elettronica dei Ninos Du Brasil dell’artista Nico Vascellari e in apertura il producer milanese Go Dugong e quello olandese Dollkraut. Un imprevisto dell’ultimo minuto ha invece fatto saltare la presenza dei Wooden Wisdom di Elijah Wood, che avevamo annunciato sul numero dello scorso mese. Dal 7 al 9 giugno all’Hana-Bi tornano anche (dalle 11.30 alle 18) le trasmissioni dal vivo di Red Light Radio, con sessioni acustiche degli artisti presenti, interviste e dj-set. Info: www.beachesbrew.com. (lu.ma.)
UN DISCO AL MESE
Intensità, originalità e urgenza per andare oltre i confini di Bruno Dorella *
Kill The Vultures - “Carnelian” (2015) Mi capita ancora di dovermi ricordare il perché. Perché ho iniziato ad amare la musica in quel modo fisico, dalle budella prima ancora che dal cuore e dal cervello, che l’ha resa indispensabile alla mia sopravvivenza? Ogni tanto arriva quel concerto che mi ricorda come è iniziato tutto. L’ultimo in ordine cronologico è stato quello dei Kill The Vultures a Ravenna, dove non succede mai niente secondo la maggior parte dei locals. In due hanno riempito il palco come giganti. Se poi consideriamo che si tratta di un duo hip hop, e che Anatomy, il responsabile delle basi, se ne sta seduto a gambe incrociate su un tavolo, per lo più immobile ed impassibile, possiamo quasi dire che sia il solo MC, Crescent Moon, a riempire il palco. Non sarebbe giusto, perché quella presenza alle sue spalle è carismatica assai. Ma l’intensità dell’interpretazione di ogni brano del rapper di Minneapolis è strabiliante. Recentemente ho visto al cinema (a Ravenna, dove non succede mai niente) un Amleto teatrale interpretato da Benedict “Sherlock” Cumberbatch. Intervistato, gli chiedevano cosa si provasse a ripetere per l’ennesima volta la frase “to be or not to be...”. Lui ha risposto che non è la frase in sé ad essere pesante, quanto la concentrazione, l’intensità, che rendono “necessaria” quella frase, da secoli e nei secoli. Dirla ogni volta come fosse la prima volta. Ecco, Crescent Moon aveva quel demone in corpo quella sera, ogni cosa che diceva era necessaria, era vita vera. Ma mi rendo conto che sto parlando del concerto più che dell’album. Carnelian è un disco hip hop, senza dubbio. E nemmeno troppo di avanguardia. Eppure si fa fatica a contenerlo in un genere. Mancano i cliché. Si capisce perfettamente che è il risultato di un discorso consapevole e personale, che non tiene in alcun conto le aspettative del pubblico e le esigenze del mercato, e, riuscendo in pieno, fa proprio di questo il suo punto di forza. Mi ricorda in ciò i nostri Uochi Toki, anche se musicalmente siamo in territori abbastanza lontani. Le basi sono per lo più suonate e poi rimanipolate da Anatomy, le liriche di Crescent Moon sono criptiche e intime, piuttosto cupe come da tradizione del duo. Intensità, personalità, originalità, urgenza comunicativa unita a profonda consapevolezza, tutto molto a fuoco. Ecco perché questo disco supera i confini dei generi e, credo, supererà quelli del tempo. * Batterista dei Bachi Da Pietra e degli OvO, chitarrista dei Ronin, membro della Byzanthium Experimental Orchestra, felicemente ex discografico, aspirante sommelier, orgoglioso ravennate d'adozione, in attesa della giornata di 48 ore per poter finire un paio di cose.
R&DCULT giugno 2016
MUSICA
8 JAZZ SPERIMENTALE LA FIRE! ORCHESTRA A FORLì Nell’ambito della due giorni di “Forlì Open Music” (una 24 ore di concerti organizzata dall’Istituto Musicale Angelo Masini e il Liceo Musicale Statale) all’Auditorium di San Giacomo di Forlì da segnalare alcuni appuntamenti di spicco della scena di classica contemporanea e avanguardia. Sabato 4 giugno si parte alle 21 con il pianista Fabrizio Ottaviucci e il flautista Andrea Ceccomori; a seguire l’ensemble Ludus Gravis del controbassista di fama internazionale Daniele Roccato. Il giorno dopo si parte già dall’alba fino al grande evento serale, alle 21, con il jazz sperimentale della Fire! Orchestra (nella foto), capitanata dal sassofonista svedese Mats Gustafsson, che arriva a essere un collettivo fino a ventotto musicisti, attorno al nucleo formato dallo stesso Gustafsson, Johan Berthling e Andreas Werliin, cuore pulsante del Fire! Trio e già membri di The Thing, Tape e Wildbirds & Peacedrums. Ingresso libero fino a esaurimento posti.
ELETTRONICA: IL FESTIVAL
ELETTRONICA: L’INTERVISTA
Arte e dj nei luoghi abbandonati
Petit Singe tra Forlì, Milano e suoni dalla lontana India
Torna Modulo Fest a Cervia: tra i protagonisti anche Samuel Kerridge Seconda edizione del Modulo Fest, organizzata sempre dai ragazzi di Magma, che anche in questo 2016 continuano con il loro progetto di rivalutazione di edifici e strutture abbandonate nella zona tra Cervia e Milano Marittima. Un festival che si sviluppa nell'arco di circa due settimane, dal 23 giugno al 3 luglio, e che vedrà la partecipazione di numerosi artisti, locali e non. Il programma si preannuncia anche quest'anno molto ricco: tra mostre, workshop, visite guidate, esibizioni audio-video, dj-set e live di musica sperimentale. Tre le suggestive location in cui si svolgeranno le attività: il Magazzino Darsena di Cervia, meglio noto come magazzino del sale, oggi un importante esempio di archeologia industriale; il Centro Climatico Marino di Milano Marittima, ex-colonia ai tempi del fascismo e successivamente scuola elementare, noto anche per essere stato il collegio dei calciatori del tragico reality show “Campioni”, andato in onda una decina d'anni fa su Italia 1; e infine il Woodpecker di Cervia, exdiscoteca di fine anni Sessanta, costruita dall'architetto Filippo Monti e conosciuta per la sua cupola centrale, sotto cui oggi giganteggia un disegno del più grande street-artist in circolazione, ossia Blu. Il programma prevede l’inaugurazione venerdì 24 giugno al Centro Climatico Marino dove dalle 22 in avanti si terranno i live di Petit Singe e del collettivo svizzero Danse Noire, fondato da Aisha Devi. Il giorno seguente, sempre al Centro Climatico Marino, l’appuntamento clou della prima settimana è dalle 23 con la techno dell’inglese (ormai di stanza a Berlino) Samuel Kerridge. Il programma prosegue in luglio con, tra gli altri, il live del norvegese Biosphere (i dettagli sul prossimo numero del giornale). Info: www.magma.zone e su Facebook.
La cupola del Woodpecker di Milano Marittima e, sopra, Hazina Francia, in arte Petit Singe, tra i protagonisti del Modulo Fest di Magma
ELETTRONICA: LA RASSEGNA CLUB ADRIATICO
SI TRASFERISCE IN SPIAGGIA: AL VIA CON
HERVA
Club Adriatico, l’appuntamento mensile di musica elettronica e clubbing dell’Almagià di Ravenna, si trasferisce per l’estate sulla spiaggia del Boca Barranca di Marina Romea. L’opening party della prima edizione di Club Adriatico Summer (nella foto l’artwork della rassegna a cura di Michele Papetti) è per venerdi 3 giugno, dalle ore 23 alle ore 3, a ingresso gratuito. Protagonisti saranno Pit e Herva, resident di Club Adriatico. Herva, in particolare, è un giovanissimo producer e dj fiorentino che ha attratto in breve tempo l'interesse di venues e label internazionali: le sue sono intuizioni house e techno eterogenee, attraversate dalle venature afro del suo sangue ivoriano. Le serate successive si terranno il 16 e il 29 luglio e il 13 agosto, sempre al Boca Barranca.
Petit Singe – vero nome Hazina Francia – è una produttrice di musica elettronica forlivese, di origini indiane, oggi di base a Milano, dove lavora e porta avanti il suo progetto artistico. Si è imposta un paio di anni fa come uno dei nomi nuovi dell'elettronica made in Italy – con un Ep in cassetta, “Tregua”, uscito per l'ottima Haunter Records – e anche quest'anno si esibirà a Magma Modulo Fest (vedi altro articolo di questa pagina), dopo lo show della scorsa edizione. Il suo nome significa “scimmietta” in francese, è molto simpatica, fortissima a giocare a calcio balilla e tira fuori dal suo laptop un suono oscuro, multiforme e percussivo come ne potete trovare pochi in circolazione. L'abbiamo contattata per parlarci un po' di lei e del suo percorso musicale. Quanto c'è – se c'è – di romagnolo e quanto di indiano nella tua musica? «Di romagnolo direi nulla. Di indiano sicuramente l'uso delle tablas e dei vocals». Stai lavorando al tuo primo disco già da un po' di tempo. Quando uscirà? «Sì, ci sto lavorando già da un bel po', circa due anni. E ovviamente in questi due anni sono inclusi periodi di “riposo-ricerca-ascolti-che bello!- mollo tutto!”. Ci saranno moltissime differenze rispetto all'Ep precedente, proprio a partire dal mood, che sarà completamente diverso. D'altronde “Tregua” è nato in poco meno di una settimana, e non poteva che essere così. Spero si possa percepire l'impegno che stiamo mettendo, anche da parte dei ragazzi di Haunter Records, per la quale uscirà il tutto. Stiamo definendo assieme gli ultimi dettagli, ma mi sento di dire che per il prossimo autunno il disco dovrebbe essere pronto, e uscirà anche in vinile». Quali sono secondo te le realtà più interessanti in fatto di musica elettronica in Romagna? «Credo che in Romagna ci siano ancora poche realtà, anzi, forse ce n'è solo una: Club Adriatico, l'unica scena che seguo da quando è nata, sia per lavoro, che per passione. Se ci si sposta verso Bologna invece è da citare assolutamente Habitat». Suoni anche come dj. Ti va di consigliare qualche pezzo o brano che stai ascoltando in questo periodo? «In genere non ascolto molta musica. Mi fisso su pochi pezzi in particolare che ascolto in loop, anche per settimane; poi cambio. Per i miei dj-set faccio sempre una scelta a priori di pezzi in base alla serata che mi ospita. Costruisco i miei set con Ableton Live, non uso né Traktor né Cdj. Tra i pezzi con cui sono in fissa ultimamente c’è “Lifted” di Palmistry, ma se dovessi dirti cosa ascolto al momento, dopo sarei costretta a uccidermi (risate, ndr)». Filippo Papetti
MUSICA
R&DCULT giugno 2016
9 AGENDA ROCK
FAENZA
I NOBRAINO
A
LA ROMAGNA IN CUFFIA
BELLARIA
I Nobraino, nota band folk-rock di Riccione, saranno in concerto il 24 giugno al Beky Bay di Bellaria.
GLI STATUTO A CASTEL BOLOGNESE Gli Statuto, storica band mod torinese, sarà il 23 giugno in concerto alla festa Portofranko di Castel Bolognese. Da segnalare anche la data del 21 con Anansi (cantante ex Roy Paci & Aretuska).
Il folk-rock di Richard Thompson apre Strade Blu Anteprima in grande stile per il festival Strade Blu che in giugno porta al Mic di Faenza domenica 19 (ore 21.30) Richard Thompson, chitarrista e cantautore inglese noto in particolare per essere stato un membro cardine dei leggendari Fairport Convention. Si esibirà in solo, con ingresso a 15 euro.
PAOLO BENVEGNÙ
A
FORLÌ
Al termine di un tour europeo con band, Paolo Benvegnù ne ha intrapreso un altro in solo. Il cantautore milanese, leader degli Scisma, sarà al Diagonal di Forlì il 16 giugno.
I CUT ALLA ROCCA DELLA CAMINATE
RIMINI CRISTINA DI PIETRO
E
LANDLORD
A
“PERCUOTERE
LA MENTE ”
Nell’ambito della prestigiosa Sagra Musicale Malatestiana, torna la rassegna "Percuotere la Mente", alla Corte degli Agostiniani. Il 29 giugno è in programma un'anteprima con protagonisti giovani artisti del territorio, saliti alla ribalta grazie ai programmi tv The Voice of Italy e a X Factor: rispettivamente la cantante Cristina di Pietro e la band di rock elettronico Landlord (accompagnata per l’occasione dall'Orchestra d’Archi Rimini Classica, con gli arrangiamenti di Federico Mecozzi).
GLI EX SIMPLE MINDS
E
GIULIANO PALMA
AL
ROSE&CROWN
Saranno gli "XSM" (Ex Simple Minds) a inugurare il "Rose&Crown Summer Festival" edizione 2016, allo storico pub di viale Regina Elena a Rimini. Membri del gruppo sono due ex componenti – tra i fondatori – dei "Simple Minds", il batterista Brian McGee e il bassista Derek Forbes: appuntamento giovedì 9 giugno, per la serata inaugurale del festival. Gli eventi proseguiranno (a ingresso gratuito) fino al 17 giugno: da segnalare la "Notte delle chitarre", il live di Ivan Cattaneo e Stefano "Johnson" Righi dei Righeira, Giuliano Palma e i Ridillo.
I Cut, storica rock band bolognese, saranno in concerto il 24 giugno al Parco del Castello di Rocca delle Caminate (Meldola). In apertura i veneti Kill Your Boyfriend.
GLI OTTONE PESANTE
A
MISANO
Il 24 giugno al Wave Club di Misano torna il mini-festival A Summer of Noise con quattro band, appunto, piuttosto rumorose, ma anche raffinate. Tra queste i chiacchierati Ottone Pesante (che fanno metal con tromba, trombone e batteria) e i ravennati Void of Sleep, con una fama che supera anche i confini nazionali in campo prog-metal. Tra gli altri appuntamenti (sempre pesanti) del mese al Wave da segnalare il 13 gli americani Black Table e il 18 le atmosfere orrorifiche dei ravennati Arcana 13.
Mara e R.Y.F. alla prova del secondo album di Luca Manservisi Sono usciti a inizio anno nel giro di poche settimane uno dall’altro i dischi di due cantautrici ravennati, per la stessa, sempre più interessante, etichetta discografica: la Brutture Moderne di Russi, di Francesco Giampaoli e Andrea Scardovi. Solo una coincidenza, forse, ma che inevitabilmente le unisce. Una è Mara, anche musico-terapeuta, che dopo il fragile ma affascinante disco d’esordio del 2012 diventa in qualche modo adulta con questo secondo album, “Ottobre ‘66”, in cui si presenta più sicura, anche nella voce (che a tratti ricorda quella della concittadina Francesca Amati, tanto per dare alcune coordinate) e in generale nella compiutezza del tutto. Che resta legato, e anzi si àncora maggiormente, forse troppo, a certe atmosfere che si potrebbero definire quasi vintage. Non per forza un difetto, certo, ma un elemento che forse appiattisce un poco il disco verso un folk-rock piuttosto classico (suonato con classe anche da diversi ospiti autorevoli e cantato con estrema grazia) che a parere di chi scrive non gli fa spiccare del tutto il volo. Decisamente diversa la proposta di R.Y.F., la ravennate, in questo caso d’adozione, Francesca Morello, che – in totale solitudine – dà davvero l’impressione di sputare l’anima su questo “Love Songs for Freaks and Dead Souls”, secondo album anche per lei. Per quanto inevitabilmente minimale, il disco nasconte una rabbia vagamente inquietante e un suono (anche quando fatto solo di arpeggi) dall’indole hardcore pur rientrando nella categoria del cantautorato, al limite sadcore. Chitarra e voce – che neanche quando vuole (urlando) riesce a imbruttire – per un lavoro anche in questo caso sicuramente piacevole ma forse prevedibile, in cui, per esempio, ci sarebbe piaciuto sentire qualche tocco di elettronica, o comunque l’apporto di almeno un collaboratore a destabilizzare un po’ il tutto. In definitiva due dischi riusciti di due artiste sincere, forse però ancora interlocutori rispetto a strade più avventurose che entrambe hanno tutte le possibilità di intraprendere in futuro. Sempre che lo vogliano...
R&DCULT giugno 2016
MUSICA
10 Louis Moholo
AGENDA RAVENNA FESTIVAL: CONCERTI Tra lo sterminato programma del Ravenna Festival 2016 (dedicato quest’anno alla figura di Nelson Mandela e al tema della libertà), segnaliamo qui i concerti probabilmente più importanti (a nostra discrezione) del mese di giugno (nella pagina a fianco invece l’agenda degli spettacoli tra teatro e danza). Da segnalare anche gli spettacoli quotidiani alle 11 ai Chiostri Francescani e alle 19 alla basilica di San Vitale. Info e programma completo: www.ravennafestival.org.
LA
MITSUKO UCHIDA
LEGGENDARIA PIANISTA GIAPPONESE
AL TEATRO
ALIGHIERI
Mercoledì 1 giugno al teatro Alighieri di Ravenna concerto in esclusiva per l’Italia della leggendaria pianista giapponese (londinese d’adozione) Mitsuko Uchida. Protagonista indiscussa del Novecento, proporrà brani di da Bach e Schubert.
RAVENNA FESTIVAL/1
Dal jazz alla tradizione sudafricana con Moholo, Tippett e Julie Driscoll
TRE
GIORNATE ALL’INSEGNA DELLA CONTEMPORANEITÀ TRA
NONO
E
FELDMAN
Continua il viaggio del Ravenna Festival tra i protagonisti dell’avanguardia musicale del secolo scorso. La rassegna nella rassegna “La tradizione del nuovo” omaggia con due serate consecutive al refettorio di San Vitale (2 e 3 giugno) il compositore Luigi Nono, con la collaborazione dello storico centro di musica elettronica italiano Tempo Reale. La mini-rassegna terminerà domenica 5 giugno sempre a San Vitale con un omaggio a un altro grande compositore, come l’americano Morton Feldman (a opera del Quartetto Klimt)
di Roberto Valentino
RICCARDO MUTI, IVAN FISCHER
Nell’ambito del Ravenna Festival 2016 due serate nel solco del jazz europeo, con venature diverse ma con molti punti in comune. A far da collante ai due concerti di lunedì 20 (Rocca Brancaleone) e martedì 21 giugno (Teatro Rasi) saranno alcune personalità centrali del british jazz come si è sviluppato dagli anni Sessanta in avanti: il batterista sudafricano Louis MoholoMoholo, il pianista Keith Tippett e sua moglie Julie, avventurosa vocalist con lontani trascorsi nel rock. Tutti e tre figureranno il 20 in qualità di special guests della MinAfric Orchestra, ben assortita compagine guidata dal trombettista pugliese Pino Minafra, per poi ripresentarsi con le rispettive proposte la sera dopo. Invitata a Ravenna Festival per rendere omaggio a Nelson Mandela, la MinAfric Orchestra nasce nel 2007 come naturale prosecuzione del Sud Ensemble di Pino Minafra: alcuni dei suoi componenti, ad iniziare dallo stesso leader, hanno alle spalle l’importante esperienza della Italian Instabile Orchestra, sorta di nazionale del jazz italiano meno incline alle convenzioni attivissima (anche all’estero) negli anni Novanta e nel decennio successivo. Partendo da musicalità differenti, mescolando molteplici umori e colori, la MinAfric Orchestra intende dare voce e suono alle musiche del nostro tempo, volgendo lo sguardo a tutto l'orizzonte geografico e culturale del Sud, focalizzando la propria attenzione sulle complesse diversità che circondano la Puglia, naturale ponte verso l'Oriente, il Mediterraneo, l'Africa, i Balcani e oggi verso la Nuova Europa. L'orchestra, condivisa da Pino Minafra assieme al figlio Livio in veste di pianista, compositore e arrangiatore, è formata da altri valorosi jazzisti sia pugliesi, tra i quali i sassofonisti Roberto Ottaviano a Gaetano Partipilo, sia provenienti da altre regioni d’Italia (fra loro, il sassofonista piemontese Carlo Actis Dato e il trombonista siciliano Sebi Tramontana). Il progetto “For Mandela” è un invito a non dimenticare un tremendo periodo storico caratterizzato dall’apartheid, attraverso composizioni di Chris McGregor, Dudu Pukwana, Johnny Dyani, Mongezi Feza, Harry Miller, Enoche Sontoga , oltre a brani dello stesso Keith Tippett e una dedica di Pino Minafra al grande poeta cileno Pablo Neruda. A dare un significato particolare al concerto della MinAfric Orchestra è proprio la presenza di Louis Moholo-Moholo, ultimo testimone vivente della straordinaria e fertile stagione del jazz sudafricano degli anni Sessanta. Membro fondatore dei Blue Notes, successivamente componente dei Brotherhood of Breath e di altri gruppi, Louis Moholo-Moholo ha anche collaborato con uno dei guru della rivoluzione dl free jazz, il pianista Cecil Taylor, e con molti altri jazzmen delle due sponde dell’Atlantico (Steve Lacy, Derek Bailey, Roswell Rudd, Archie Shepp, John Tchicai, Keith Tippett, Peter Brötzmann, Enrico Rava, solo per citarne alcuni). In apertura della serata del 21, il settantaseienne batterista di Cape Town si proporrà alla testa dei suoi 5 Blokes, i cui componenti (i sassofonisti Jason Yarde e Shabaka Hutchings, il pianista Alexander Hawkins, nuova star del jazz europeo, e il contrabbassista John Edwards) sono ben sintonizzati sulla lunghezza d’onda di una musica che trae linfa vitale dalla spinta propulsiva del leader e da melodie ispirate dalla tradizione sudafricana. Il risultato è un rito sonoro cui è praticamente impossibile non restarne coinvolti. Anche la musica di Keith e Julie Tippett, solida coppia nella vita di tutti i giorni come nell’arte, possiede un che di spirituale, insieme a un pizzico di magia e mistero. Del pianista, il cui personale stile è un mix di influenze del free jazz americano e delle tradizioni europea e orientale, in molti ricordano tuttora la collaborazione con i King Crimson, gruppo icona del progressive rock, e la costituzione di una colossale orchestra denominata Centipede. Al centro del lavoro di Keith Tippett c’è da sempre il rapporto dialogico fra composizione e improvvisazione, dove l’una e l’altra convivono in armonia, talvolta confondendosi in una sorta di stimolante gioco mimetico. Affermatasi negli anni Sessanta al fianco dell’organista Brian Auger, con il nome di Julie Driscoll, Julie Tippett ha in seguito abbandonato il mondo del rock per concentrarsi esclusivamente sull’esplorazione delle proprie notevoli risorse vocali. Tra i suoi album spicca, in questa prospettiva, Shadow Puppeteer del 1999, seducente affresco per voce e strumenti vari che va annoverato tra gli esempi più alti della vocalità contemporanea. Da menzionare sono anche le collaborazioni con altri audaci esponenti del pianeta voce quali i connazionali Phil Minton e Maggie Nichols. Le performance del duo Keith e Julie Tippett, ospite della seconda parte della serata al Teatro Rasi del 21 giugno, sono un concentrato di lirismo, di poesia, di visionarie incursioni in territori dove la sperimentazione è sottesa da una palpabile tensione creativa. (Articolo tratto dal Ravenna Festival Magazine 2016)
Sabato 4 giugno al Pala De André il maestro Riccardo Muti alla guida dell’Orchestra Cherubini aprirà il ciclo del Festival dei grandi concerti sinfonici con uno dei programmi più noti al grande pubblico: la Sinfonia N.8 Incompiuta di Schubert e la Sinfonia n.5 di Beethoven. Il calendario dei concerti con orchestra prosegue in giugno il 10 con il direttore ungherese Ivan Fischer alla guida della sua Budapest Festival Orchestra (nella foto) e il 19 con la Mahler Chamber Orchestra, diretta dall’inglese Daniel Harding.
L’INVASIONE
E
DANIEL HARDING
DEI CENTO VIOLONCELLI DI
SOLLIMA
CON LE LORO ORCHESTRE
CON GRAN FINALE ALLA
ROCCA
Da domenica 12 a sabato 18 giugno Ravenna sarà invasa da violoncellisti provenienti da tutta Europa. Il progetto di Cellolandia, ideato e capitanato da Giovanni Sollima e Enrico Melozzi animerà un’intera settimana fino a notte fonda (e talvolta partendo dall’alba) con concerti ed esibizioni in ogni angolo della città, sia da parte di giovani musicisti entusiasti che di alcuni tra i più importanti violoncellisti della scena internazionale, come Mario Brunello, Ernst Reijseger, i Violoncellisti della Scala, l’irresistibile folletto statunitense Rushad Eggleston, oltre ovviamente allo stesso Giovanni Sollima. Il tutto si concluderà con un grandioso concerto finale che vedrà la partecipazione di tutti i 100Cellos e che avrà come tema il ballo, alla Rocca Brancaleone.
HUGH MASEKELA,
IL JAZZ DAL
SUDAFRICA
AL TEATRO
RASI
Trombettista, flicornista, vocalist, Hugh Masekela è l’emblema – con il pianista Abdullah Ibrahim – del rapporto di massa precocemente stretto dal Sudafrica con il jazz. Sarà in concerto con la sua band di cinque elementi giovedì 23 giugno al teatro Rasi di Ravenna.
LUNGHE
NOTTI A
SAN GIACOMO,
TRA BALLI IRLANDESI E LISCIO ROMAGNOLO
Tornano le scatenate serate del Ravenna Festival al palazzo San Giacomo di Russi. Sabato 25 sarà “La lunga notta irlandese”, tra musica e danza, con il supergruppo irlandese Lúnasa, ospiti di caratura internazionale, e i Birkin Tree, da trent’anni sulla scena musicale, unica formazione italiana a esibirsi regolarmente in Irlanda. Il giorno dopo, domenica 26, sarà invece “La lunga notta romagnola” con l’orchestra “futurista” del progetto Extraliscio, con Moreno il Biondo e Mirco Mariani e il loro omaggio al liscio romagnolo (in apertura Ivano Marescotti legge Stecchetti).
TALLIS SCHOLARS
A
SANT’APOLLINARE
IN
CLASSE
TRA
ARVO PART
E
PALESTRINA
Lunedì 27 giugno alle 21 alla basilica di Sant’Apollinare in Classe appuntamento con l’ensemble vocale britannico The Tallis Scholars, attivo da oltre 40 anni, con un repertorio che va di Arvo Pärt fino a classici inglesi come William Byrd, Thomas Tallis o John Taverner, passando per la scuola italiana di Palestrina e Allegri.
TEATRO
R&DCULT giugno 2016
11
RAVENNA FESTIVAL/2
La danzatrice divina che celebra l’Amore Svetlana Zakharova sarà al Pala De André il 30 giugno: «Non smettete mai di credere in voi stessi...» AGENDA SPETTACOLI Ecco il calendario degli altri spettacoli (i concerti sono nella pagina a fianco) del Ravenna Festival di giugno.
XEBECHE
della compagnia Gruppo Nanou (danza-teatro: 8, 9 e 10 giugno all’Almagià)
MANDELA TRILOGY
di Cape Town Opera (musical: 9, 10, 11 e 12 giugno al teatro Alighieri giugno all’Almagià)
UTSUSHI
della compagnia Sankai Juku (danza giapponese: 14 giugno al Pala De André)
FOLIA SHAKESPEARIANA
di e con Elena Bucci e Chiara Muti (teatro: 22 giugno al Parco Teodorico)
CHANTEUSE
DES RUES di Micha van Hoecke (teatro-musica omaggio a Édith Piaf e Jean Cocteau: 28 giugno all’Alighieri)
STABAT MATER
di Soqquadro Italiano (voce-danza: 29 giugno al teatro Rasi) Info e programma dettagliato su www.ravennafestival.org
Svetlana Zakharova
«Se Dio avesse pensato alla danza, avrebbe creato Svetlana Zakharova». Così il grande danzatore Michail Baryshnikov rende omaggio alla danzatrice attualmente più richiesta al mondo, considerata all’unanimità una delle migliori interpreti del “Lago dei Cigni” della storia. Lei è l’étoile russa, ma di origine ucraina, Svetlana Zakharova, sempre aggraziata ed elegante in scena come nella vita di tutti i giorni, che ritornerà sul palcoscenico del Ravenna Festival, giovedì 30 giugno (alle 21.30), nella cornice del Palazzo Mauro De André. Una serata magica, non a caso intitolata “Amore”, in cui l’artista sarà in compagnia di altre straordinarie étoile del Teatro Bolshoi di Mosca, come Mikhail Lobukhin e Denis Rodkin, per un bel programma concepito appositamente per Ravenna e che non a caso comprende un omaggio dantesco come Francesca da Rimini. Questo infatti il primo dei tre titoli in programma, con coreografie a cura di Yuri Possokhov, incline alle storie drammatiche, che definisce la partitura di Tchaikovsky come la più romantica mai letta, con un finale da apocalisse. A seguire, Rain Before it Falls, in cui il coreografo Patrick De Bana confeziona una delle sue miniatura per star, questa volta riservata alle luminose misure della Zakharova, su musiche di George Frederick Handel e Carlos Pino-Quintana. «Lavorare con Svetlana – rivela De Bana -, nella sala prove, dà l’impressione di camminare nella Città proibita e che l’ultima Imperatrice cinese ti inviti a danzare. È questa la mia sensazione». Nella terza variazione di contemporaneo della serata, Strokes Through The Tail, arrivano gli ironici e idissacranti “cigni” della coreografa irlandese Marguerite Donlon, che trova ispirazione nella sinfonia N. 40 di Wolfgang Amadeus Mozart e nelle personalità dei danzatori. Una creazione che unisce danze virtuose e un piacevole tocco di irriverenza. Incuriosita dalla tecnica di notazione musicale di Mozart, realizza infatti una coreografia in cui i danzatori incarnano la struttura di tale notazione rivelando il genio e l’umorismo del compositore. L’effetto sul pubblico è assicurato perché le sue creazioni, che sfuggono da qualsiasi ideologia artistica, sono assolutamente incapaci di annoiare, in quanto la mescolanza di classico e comico, avanguardia e Grand Guignol è molto divertente. Protagonista assoluta di questa sua nuova produzione è naturalmente la Zakharova, étoile di due palcoscenici – il Bolshoi di Mosca e la Scala di Milano – che ha maturato le sue linee affusolate e pure nella cornice del Mariinskij. E a quella prestigiosa formazione classica, oggi che la danzatrice è all’apice della sua carriera, si aggiungono doti di interprete moderna. Stella sin da piccola all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo, è passata nel 1996 al Balletto del Teatro Mariinskij, interpretando da subito i principali titoli del repertorio classico e contemporaneo. Dal 2003 lascia San Pietroburgo alla volta di Mosca, nel rassicurante quanto imponente Teatro Bolshoi, allargando a dismisura il proprio repertorio, toccando l’apice e girando il mondo più volte. Contestualmente alla presenza nei due teatri russi, la Zakharova sin dal 1999 è regolarmente guest artist nelle più prestigiose compagnie di balletto al mondo, fra cui New york City Ballet, Bayerisches Staatsballett, Teatro dell’Opera di Roma, Opéra di Parigi, Nuovo Teatro Nazionale di Tokyo, Teatro San Carlo di Napoli, American Ballet Theatre, Hamburg Ballet, Teatro alla Scala di Milano. Étoile con la valigia sempre in camerino, è anche moglie del celebre violinista Vadim Repin e madre della piccola Ania. Cosa vorrebbe che ereditassero da lei le giovani promesse della danza? «In modo in cui ho visuto la scuola di balletto – afferma -. Suggerisco ai tanti allievi in giro per il mondo di lavorare sodo ogni giorno, di credere sempre in se stessi e, soprattutto, di credere ciecamente nel lavoro del proprio maestro. Lui, e solo lui, potrà indicare la migliore via per ogni allievo. A me è andata proprio così. L’importante è non credere mai che si smetta di imparare. In secondo luogo consiglio l’umiltà». Queste le sagge parole della Zakharova che, nel suo futuro, vedrebbe anche la direzione di un grande teatro. Ma questa è un’altra storia, perché oggi il suo posto è ancora saldamente sul palcoscenico davanti al pubblico che è sempre in grado di regalarle grandi emozioni. Roberta Bezzi (Articolo tratto dal Ravenna Festival Magazine 2016)
È in distribuzione l’edizione 2016 di
RIVISTA UFFICIALE del Ravenna Festival edita da
R&DCULT giugno 2016
TEATRO • SPETTACOLO
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FESTIVAL/2 A Cesena, itinerari stabili tra la Rocca e la città inaspettata
FESTIVAL/1
Buskers nel paese di Tonino Guerra Musicisti, clown, circensi da tutto il mondo per la XX edizione di Artisti in Piazza Dall’1 al 5 giugno a Pennabilli, in provincia di Rimini, torna “Artisti in Piazza”, festival internazionale dell’arte in strada, giunto alla ventesima edizione. In cinque giorni il festival ospita circa 60 tra artisti e compagnie internazionali che si esibiscono in discipline come teatro, musica di ogni genere, nouveau cirque, danza e tutte le forme di arte e spettacolo riproducibili all'aperto. Un fitto programma che arriva a circa 400 repliche in 5 giorni. Ogni edizione è caratterizzata da debutti nazionali ed internazionali. Sorpresa per questa XX edizione sono le iniziative fuori programma del #20eventi, venti piccoli regali per il pubblico organizzati nel corso dei cinque giorni di festival, alle 20. Tra le particolarità dell’edizione 2016 anche la prima assoluta la nuova produzione della compagnia di circo contemporaneo El Grito: “Bagatelle et Frascherie”. Uno spettacolo creato per ricordare le origini della compagnia (Italia–Uruguay) che intreccia la narrazione poetica del circo contemporaneo con i numeri antichi del buffone e dell’acrobata. Diversi i debutti nazionali con tre spettacoli di compagnie spagnole. Kamchàtka diretta da Adrian Schvarzstein: un intenso, potente e contemporaneo teatro di strada che oltrepassa le barriere e la nostra umanità. Otto personaggi persi fra le vie del paese, ognuno con la propria valigia... Passanti o immigrati? Dovremmo costruire il nostro futuro con i membri del Kamchàtka o dovremmo semplicemente respingerli? C’è poi il clown Leandre che propone Rien à dire, uno spettacolo muto di humor poetico e “Zero en Conducta” con La dernière danse de Brigitte: un mondo fatto di danza, mimi, marionette e teatro visivo. Il clown inglese Chris Lynam (ETF Productions) mette in scena a Pennabilli un nuovo personaggio: ErictheFred, un clown che innalza a un nuovo meraviglioso livello la tradizionale arte della clownerie. Questa singolare produzione teatrale si fonde perfettamente con la proiezione di film e l'esecuzione di musica originale dal vivo. Joshua Monten dalla Svizzera con la danza apocalittica "Kill Your Darlings" che mette in scena una perfomance, per due danzatori, dove il semplice gioco da strada della "campana" si evolve e diventa sempre più complicato e fisicamente impegnativo. La sequenza di salti si trasforma in un'odissea di movimenti e ritmi di danza fino ad esplodere in un caos iperattivo. Comicità splatter arriva dal Belgio, con la compagnia Pikzpalace. In “Boucherie Bacul” due strani macellai vendono soffici merci… uno spettacolo dalla comicità deliziosamente dark. Dal Brasile il teatro di figura della compagnia Pigmãlio Escultura Que Mexe con lo spettacolo O Quadro de Uma Familia. Creato nel 2013, ritrae una famiglia prospera e felice che a poco a poco svela le imperfezioni e la natura intima di ognuno dei suoi componenti. Una famiglia animalizzata dove tutti sono porci umanizzati o umani porcizzati, ma sempre estremamente formali. “O Quadro de Uma Familia” mescola attori e marionette per fare un ritratto critico della struttura familiare contemporanea. Sul fronte musicale, il gruppo Dagamba (Lettonia) in “Bach goes to Iran” fonde la cultura musicale classica con quella moderna per formare un sound unico nel suo genere. Lo spirito ribelle si unisce alla loro capacità magistrale nel suonare strumenti classici. The Correspondents si sono formati nel 2007 dall'incontro fra il cantante-MC Mr.Bruce e il DJ-producer Chucks, entrambi nati nel sud di Londra. La loro musica è un mix di jazz, blues, hip hop, drum'n'bass e elettronica. Dall’ Olanda e dalla Nuova Zelanda arriva il trio psichedelico/sciamanico My baby, con il suo sound trance-funk-blues, ha lanciato una formidabile magia che ha conquistato persone di tutto il mondo. «Si resterà sedotti – assicurano gli organizzatori – dal Voodoo Électrique di questo frenetico gruppo da Amsterdam». Da segnalare che il Festival di Pennabilli è partner de “La Francia in scena”, la stagione artistica dell’Institut français Italia, che sarà realizzata da lunedì 7 maggio a martedì 15 novembre su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia. Artisti in Piazza ospiterà quattro compagnie d’oltralpe: La Fausse Compagnie, un insolito trio d'archi che trasporta gli spettatori in un viaggio musicale imprevedibile; Les Petits Détournements, che presenta uno spettacolo di circo acrobatico aereo “Les Rétro Cyclettes”; "Capharnaüm Forain" della compagnia Dare d'ART, un viaggio musicale, poetico ed acrobatico, in cui scoprire un mondo immaginario che gioca intorno agli scherzi della nostra umanità, facendoci sorridere; e Les Humains Gauches, che presentano a Pennabilli per la prima volta in Italia il loro ultimo spettacolo “Kalash e Moumoute”, due clown vagabondi, che mettono in scena uno spettacolo circolare in cui la povertà genera una sublime crudeltà di desiderio e gag disastrose. Come ogni anno un ampio spazio è dedicato all’artigianato locale e internazionale con il “Mercatino del solito e dell’insolito”, un mercato di artigianato artistico con circa 150 espositori e artigiani, italiani ed internazionali; stand della cucina della tradizione locale ed etnica. “La Gabbia della Fantasia”, la storica collettiva artistica inaugurata al festival 1997 e proposta in varie edizioni di Artisti in Piazza prende nel 2016 una nuova forma e direzione. Una serie di mostre, performance ed installazioni dislocate in spazi al chiuso e per le vie del paese. Esposizioni ed installazioni di arti visive come scultura, pittura, ceramica, artigianato artistico e creativo, stone balance. Una parte di programma è rivolta ai bambini, a cui viene riservato in particolare lo spazio dell’Orto dei Frutti Dimenticati (creazione di Tonino Guerra) all’interno del quale i più piccoli possono muoversi in libertà, assistere a spettacoli e partecipare a laboratori a loro dedicati. Info: www.artistiinpiazza.com.
Con questa XII edizione il festival Itinerario Stabile di musica, arte, paesaggio, performance architettura, torna a vagare libero in città, a Cesena, per illuminarne gli angoli nascosti ed esplorarne le zone d’ombra. Ad animarlo sarà una curiosità vagabonda che sa farsi attenzione: alle molteplici identità cittadine, al patrimonio architettonico pubblico, al rapporto – che è perenne e vicendevole trasformazione – tra l’uomo e il paesaggio urbano. Simbolo del festival: la maschera, nella celebre interpretazione che il disegnatore statunitense Saul Steinberg diede di questo insolito strumento di rappresentazione dell’identità. La Sezione Itinerante – Arte Paesaggio Architettura – si compone di due camminate urbane a partecipazione gratuita (solo su prenotazione) che faranno tappa in 6 luoghi ex della città: ex Serbatoio, ex Acquedotto, la Portaccia, gli ex Bagni pubblici sotterranei, l’ex Mulino Enel, Porta Fiume. A legarli idealmente insieme l’acqua, simbolo per eccellenza della trasformazione, del divenire. I due percorsi di camminata saranno animati da approfondimenti storici, suggestioni filosofiche, letture e interventi teatrali a cura di Lorenzo Bartolini (poeta/cantautore) e Roberto Mercadini (poeta), A spasso coi filosofi (gruppo di filosofi/narratori), Denis Medri (fumettista e illustratore) e Aidoru (con le sue “guide” Cristina Lentini e Lorenzo Bigiarini e un’installazione sonora a cura di Dario Giovannini). La giornata di domenica 19 giugno vedrà la realizzazione delle due camminate in versione “KIDZ”, dedicate ai bambini dai 3 anni in su, agli adulti e... ai loro passeggini. La Sezione stabile del Festival – musica performance – invece prenderà forma all’interno della Rocca Malatestiana di Cesena, con le performance live di Denis Medri (fumettista e illustratore), Focaccioni Killah (caraibica/tropicale anni 20′-70′), Ponzio Pilates (narcosamba esplosiva), Rolando Bruno y su Orchestra Midi (psychadelic garage beat cumbia) e Frei (cantautore, con il nuovo album “Evolution”). Direzione artistica generale e drammaturgia/scenografia delle camminate: Dario Giovannini, Roberta Magnani e Michele Montalti. Info e prenotazioni: 0547 22409 – 347 7748822.
TEATRO • SPETTACOLO
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L’EVENTO/1
Sui “luoghi comuni” dell’intercultura Tre giorni di iniziative in darsena a Ravenna con la decima edizione del Festival delle culture Concerti etno, world, hip hop, elettronica, danze popolari da Senegal, Nigeria, Filippine, Romania e dell'antica Persia. Ma anche incontri pubblici, ristorazione multietnica con ben 10 punti ristoro, mercato artigiano, stand delle associazioni di volontariato, mostre, laboratori e giochi per bambini. La X edizione del Festival delle Culture si terrà a Ravenna il 24, 25, 26 giugno. Il venerdì si partirà con la parata inaugurale da piazza del Popolo alle ore 17, in cui si esibiranno giovani artisti di parkour, breakdance, capoeira con la presenza della banda di murga argentina Los Adoquines de Spartaco. Si raggiungerà poi la Darsena di città, dove si terranno gli eventi del festival. Le Artificierie Almagià saranno il luogo degli spettacoli, dove si esibiranno tra gli altri la band ungherese dei Söndörgő così come il musicista eritreo Mihretu Ghide. Il circolo Arci Dock 61 sarà il luogo dei dibattiti pubblici (ne sono previsti sei, due per serata), mentre sulla banchina del canale Candiano si svilupperà il mercato e l'area gastronomica. Il tema scelto dal gruppo di lavoro partecipato, composto da migranti e autoctoni, che organizza la X edizione del Festival è “Luoghi comuni”, filo conduttore dal duplice significato: luo-
STREET ART
L’illustrazione scelta per il festival, a firma di Ahmet Poljac
A Marina tra writer, skater e breaker ghi comuni intesi come stereotipi, rispetto ai quali occorre un lavoro quotidiano di informazione e di promozione culturale, a cui si oppongono i luoghi comuni intesi come spazi di costruzione del sapere comune
Dal 2 al 5 giugno l'arte di strada incontra Marina di Ravenna e così writer, skater, breaker di fama internazionale si incontreranno per tre giorni nella suggestiva località marittima e non mancherà nemmeno un raduno di droni. Un’iniziativa legata alla stagione MarinaFlowers.
e della convivenza. Il Festival delle Culture 2016 è promosso dal Comune di Ravenna con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Info: www.festivaldelleculture.org.
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Fdr: la festa della Repubblica tra musica, teatro e hip hop Torna a Lido Adriano, FdR, due giornate per festeggiare la Festa della Repubblica nella periferia più multiculturale di Ravenna, uno dei luoghi di maggior meticciato di tutta la Romagna dove è attivo il laboratorio culturale Cisim. Mercoledì 1 giugno si comincia alle 16.30 con Cypher*, incontro sull’hip hop con Kenzie, Kyodo,Mastino e Moder. Alle 18, la non-scuola del Teatro delle Albe con i bambini e le bambine della Scuola Elementare Iqbal Masih e la sera il concerto dei laboratori hip hop: Cisim Lab (Ravenna), Hip Hop Filosophy (Bologna), Street Art Academy (Milano) mentre alle 22.30 è la volta del musicista elettronico di fama internazionale Godblesscomputers, chiude alle 23.30 Luigi Dadina del Teatro delle Albe che legge Sciacalli e arabi di Franz Kafka con Matteo Pozzi (chitarra). Giovedì 2 giugno, dalle 10 alle 17, si svolge la Fiera del Baratto e del Riuso nel cortile del Cisim mentre si alternano gli appuntamenti: alle 11 la parata per le strade di Lido Adriano guidata dai musicisti: Francesco Giampaoli, Simone Marzocchi, Moder, Max Penombra, Matteo Ricci e Marco Zanotti. Alle 12 l’esibizione del laboratorio di breaking con i bambini della Scuola Elementare Iqbal Masih di Lido Adriano. Alle 17: Anna Amadori interpreta un discorso di Herta Müller, mentre alle 17.30 ci saranno Confronti, ascolti, visioni, con Antonella Agnoli, Ouidad Bakkali, Elena Di Gioia, Lorenzo Donati, Tahar Lamri, Renata Molinari, Lanfranco Vicari. Alle 19.30 Francesca Mazza darà voce a Wislawa Szymborska e alle 21 Elena Bucci sarà interprete di Elfriede Jelinek. Alle 21.30 concerto di Cacao e alle 22 di Francesco Giampaoli con: Enrico Mao Bocchini (batteria), Enrico Farnedi (tromba e voce), Moder (rap), Diego Pasini (basso). Alle 23.30 chiude Luigi Dadina con la conclusione de I sommersi e i salvati di Primo Levi con Francesco Giampaoli (basso).
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Tahar Lamri e Luigi Dadina, entrambi saranno al Cisim tra l’1 e il 2 giugno
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TEATRO • SPETTACOLO
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L’EVENTO/1
Lo spettacolo della cronaca nera Per i Dig Awards in scena Lucarelli e I maniaci d’amore. Concerto di Teho Teardo e Blixa Bargeld Torna “Dig | Documentari Inchieste Giornalismi”, rassegna di giornalismo investigativo in programma a Riccione da giovedì 23 a domenica 26 giugno, che rinsalda i rapporti con Riccione Teatro. In calendario incontri con ospiti internazionali, workshop, proiezioni, mostre e l’assegnazione dei Dig Awards, premi del video-giornalismo d’inchiesta. Ad aprire le serate del festival è proprio uno spettacolo a metà strada tra intrattenimento e cronaca, prodotto da Dig e Riccione Teatro, e messo in scena in prima assoluta al festival. Giovedì 23 giugno, in piazzale Ceccarini, i Maniaci d’Amore e Carlo Lucarelli sono i protagonisti di Nera che porta via, conferenzaspettacolo su delitti, letteratura e morbosità (ore 21.30, ingresso libero). Dove c’è un morto c’è una storia, come sa bene la letteratura che, da Fëdor Dostoevskij a Émile Zola a Truman Capote, ha attinto a piene mani dalla cronaca nera. Ma ci sono tanti modi di raccontare un crimine: alcuni vanno nel profondo, verso le ragioni delle vite interrotte, altri restano nella superficie dei corpi violati. I Maniaci d’Amore, coppia di attori e drammaturghi di talento formata da Luciana Maniaci e Francesco d’Amore, portano in scena fatti di sangue poco noti e relazioni sul filo della follia. Insieme a loro, in scena, Carlo Lucarelli, grande narratore della metà oscura dell’animo umano, guida nel cuore della
Teho Teardo e Blixa Bargeld saranno allo spazio Tondelli il 24 giugno. Carlo Lucarelli in scena il 23 giugno in piazzale Ceccarini
nostra passione “troppo umana” per il male. Dal nero della cronaca al “nerissimo” della musica. Venerdì 24 giugno (ore 21.30) l’evento clou della seconda serata è in programma allo Spazio Tondelli. Sullo stesso palco che ha da poco ospitato la band islandese dei Múm, torna di scena la grande musica internazionale con Nerissimo Tour 2016, concerto di Teho Teardo e Blixa Bargeld. Il live nasce dall’album omonimo che, a tre anni di distanza da Still Smiling, ha certificato il valore della collaborazione fra Teardo, uno dei più importanti compositori di colonne sonore del cinema italiano, e Blixa Bargeld, leader degli Einstürzende Neubauten e storico chitarrista dei Bad Seeds di Nick Cave. Cantato in italiano, inglese e tedesco, Nerissimo racchiude in sé tutti i colori della musica ed è “un’affascinante colonna sonora per film inesistenti” (Internazionale) in cui, tra canzoni e brani sperimentali, si mescolano l’elettronica, la classica, il pop e anche una personalissima cover di Caetano Veloso.
L’EVENTO/2
Torna Rai Radio Tre per mettere insieme cultura e lavoro Dal 10 al 12 giugno tra gli ospiti il disegnatore Staino, gli autori Odifreddi, Nori e Vinci e l’attore Marchioni La chiesa di San Giacomo a Forlì, uno dei punti per la Festa di Rai Radio 3, a fianco Simona Vinci, tra gli ospiti
Torna a Forlì la festa di Radio3, “Arte, Cultura, Lavoro” con le voci e i suoni delle sue trasmissioni, i musicisti e gli scrittori più interessanti, il teatro, la scienza, la discussione pubblica. «Una festa tutta particolare – aveva dichiarato lo scorso anno Marino Sinibaldi, direttore Radio3 - a Forlì, Radio3 mette insieme arte, cultura e lavoro. Perché questi temi? E perché a Forlì? Forse basterebbe pensare alla storia di questa terra, la Romagna, e alle sue tradizioni artigianali, dunque a cavallo proprio tra arte e lavoro. O ricordare la sua peculiare cultura del lavoro, che ha intrecciato una forte inclinazione all’iniziativa individuale con una storica, capillare organizzazione cooperativa. Tutti nodi di grande attualità, in un momento in cui, dal profondo di una crisi che non è solo economica, occorre ripensare le forme di convivenza, di impresa, di occupazione e anche di cooperazione». La Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, l’Amministrazione Comunale e la Società Cooperativa Formula Servizi tornano a collaborare alla costruzione con Radio3 di quella che vuole essere una vera e propria festa, dedicata sempre ai temi del lavoro, dell’arte e della cultura, per dare ossigeno, linfa e vitalità ad un territorio che già si distingue per intraprendenza e vivacità. Radio3 sarà in diretta da venerdì 10 a domenica 12 giugno nelle due location adiacenti di Piazza Guido da Montefeltro e della Chiesa di San Giacomo Apostolo dal 10 al 12 giugno con tutti suoi programmi - e conduttori – più amati e seguiti. Tra gli ospiti di quest'anno, la scienziata già Ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza, il disegnatore Staino, il matematico e saggista Piergiorgio Odifreddi, gli autori Paolo Nori e Simona Vinci, i musicisti Petra Magoni e Ferrucci Spinetti e l'attore Vinicio Marchioni.
RAVENNA R SPIAGGE
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UN’ESTATE PIENA DI DIVERTIMENTO
CASALBORSETTI ~ MARINA ROMEA ~ PORTO CORSINI - MARINA DI RAVENNA PUNTA MARINA - LIDO ADRIANO - LIDO DI DANTE - LIDO DI CLASSE - LIDO DI SAVIO
MARINA DI RAVENNA
Grandi chef per Cous Cous Beach Festival Dal 2 al 5 giugno degustazioni e show cooking con Erika Liverani, Igles Corelli e altri prestigiosi cuochi. Fra musica e prelibatezze. Si presenta come un grande “contenitore“ di eventi gastronomici e musicali la prima edizione del “Cous Cous Beach Festival” proposto dalla Pro Loco di Marina di Ravenna, dal 2 al 5 giugno, i cui ingredienti principali sono i sapori del Mediterraneo racchiusi nel cous cous, gli show cooking con noti chef del calibro di Igles Corelli, Athos Migliari, Filippo La Mantia, nonché della vincitrice di “Masterchef 2016”, Erika Liverani, ma anche i concerti della Judy Testa Band e di Matthew Lee. Questa è la grande novità con cui si aprirà la stagione estiva della località che si è gemellata con San Vito Lo Capo, rinomato paese turistico nel Trapanese, dove dal 1998, ogni anno si celebra il “Cous Cous Fest“. «L’idea è di rilanciare Marina con una grande manifestazione di richiamo turistico – afferma il presidente della Pro Loco Marino Moroni –. Per farla nel migliore dei modi, ci siamo rivolti alla stessa agenzia del più rinomato festival siciliano, potendo inoltre contare sul fondamentale supporto dell’azienda Bia di Argenta, leader nella produzione del cous cous a livello nazionale. Oltre novanta le aziende che hanno aderito al progetto, fra cui Expo Fiere, compresi i due media partner Radio Italia e Teleromagna che ci seguiranno per tutta l’estate». Nel Cous Cous Food Village, in piazza Dora Markus dalle 18.30 alle 24, grande protagonista sarà il cous cous, piatto internazionale entrato a pieno titolo nelle cucine di tutto il mondo, proposto nelle tre versioni classiche: con verdure, con la carne di montone o con il pesce, quello pescato nell’Adriatico (vongole, cozze, pesce azzurro, etc.). Il costo del biglietto degustazioni è di dieci euro. Per chi invece non vuol perdersi le sperimentazioni sul tema di grandi chef ci sono gli show
cooking (80 posti a sedere, con prenotazione a proloco@marinadiravenna.org): venerdì 3 alle 19.30 con lo “stellato“ Igles Corelli e alle 21.30 con la giovane ed emergente Erica Liverani; domenica 5 alle 19.30 con Athos Migliari della Chiocciola di Quartiere e alle 21.30 con il siciliano Filippo La Mantia conosciuto per il suo estro. La conduzione delle serate è affidata a Fede & Tinto. Due le serate di intrattenimento musicale dalle 21, il 2 giugno con la Judy Testa Band e il 4 con Matthew Lee, vincitore della categoria Giovani al Coca Cola Summer Festival 2015. In attesa di rendere noto il ricco cartellone estivo, la Pro Loco di Marina ha presentato anche la novità dei fuochi d’artificio per la Notte Rosa il 1° luglio a mezzanotte. Roberta Bezzi
Da sinistra a destra: Fede e Tinto, Erica Liverani, Athos Migliari, Filippo La Mantia e Igles Corelli
LIDO DI DANTE Folk e piano bar, tarocchi, acquagym in tutto relax al bagno del Passatore Si inaugura giovedì 16 giugno la stagione estiva del bagno del Passatore gestito da Vittorio e Marcello Pollini, con una grande festa conviviale a tema e la gioiosa musica popolare del complesso dei Mélardòt. Per gli altri appuntamenti di giugno si segnalano giovedì 23 (ore 19.30) bambini in festa con l’animazione di Giuly e Roby; martedì 28 (ore 18) la serata di presentazione dell'associazione e scuola di formazione Reiki tradizionale, la tecnica giapponese per ritrovare naturalmente l'equilibrio psicofisico; giovedì 30 (ore 21), intrattenimento musicale con il piano bar con Davide Berdondini. Nel corso della stagione 2016, tutti i mercoledì alle 21 appuntamento con le divinazioni dei tarocchi di Rita, mentre tutti i lunedì e giovedì (dalle 16.30/18.30) e tutti i mercoledì e sabato (9.30/11.30) corsi in riva al mare di acquagym. In programma per tutta l'estate anche concerti dal vivo, spettacoli, ballo e aperitivo tutte le domeniche con il dj Mauri. Per i più piccoli l'appuntamento periodico è il sabato pomeriggio dalle 16 alle 19 con le animazioni di Giuly e Roby. Per quanto riguarda la ristorazione il bagno del Passatore propone specialità di pesce ma anche piadineria e pizzeria. Lo stabilimento, va sottolineato ha anche un parte di spiaggia attrezzata per cani.
PUNTA MARINA
Al Nautilus si suona e si danza la salsa fra una partita di calcio e l'altra Il Bagno Nautilus inaugura la stagione estiva mercoledì 1 giugno, dalle ore 19, con una serata danzante latino americana che vedrà protagonista la scuola di ballo "Salsa Caribe Dance" e il dj Lay e ricco buffet a 12 euro. Per tutto il mese di giugno, ogni mercoledì è in calendario questa festa latino americana con la scuola di ballo e un menu in abbinamento dai 12 ai 15 euro. Sempre a giugno è in programma la visione di grandi eventi sportivi su grande schermo come gli Europei di Calcio, le Olimpiadi e la Coppa America, il Moto GP e la Formula 1. Lunedì 13 giugno è la volta della prima partita Italia-Belgio sullo schermo gigante (dalle ore 21) con cena su prenotazione. Venerdì 17 giugno (dalle ore 15) si gioca ItaliaSvizzera, con apericena a seguire. Mercoledì 22 giugno (dalle ore 21) visione della partita Italia-Irlanda, con cena pre partita. Finale danzante con i ballerini della scuola “Salsa Gran Caribe“. Sabato 18 giugno prende il via l’appuntamento settimanale con musica dal vivo e ballo. Protagonista Roberto Franzoso interprete di canzoni di successo, dagli anni 60 ad oggi. Cena a tema su prenotazione, la “cappellettata“ con tre tipi diversi di condimenti. Sabato 25 giugno ore 20 serata musicale con Enrico Balducci con a grande richiesta cena a tema la “cappellettata“. Infine, mercoledì 29 giugno pomeriggio speciale con merenda in spiaggia a base di frutta biologica offerta in collaborazione con Happy Bio e la fattoria Fagioli di Cusercoli.
RAVENNASPIAGGE
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II PORTO CORSINI GIOVANI ROCK BAND, POP E FOLK NEI LIVE SULLA SABBIA DEL QUEVIDA
MARINA DI RAVENNA
Il Donna Rosa inaugura la stagione dj set fra feste danzanti e Radio Rock. Lunedì animazione per bambini e il venerdì l'Easy Restaurant Gestito da Domenico, Luca e Massimo, il Donna Rosa è uno dei più rinomati bagni di Marina Ravenna con un'ampia spiaggia attrezzata per lo sportivi (7 campi da racchettoni e 2 di beach volley) ma anche per per le famiglie, con un baby park che ospita le animazioni per i bambini “Casina Birichina” curata da Eros Goni. La rassegna inaugura lunedì 6 giugno (dalle ore 21) con Andrea Farnetani e lo spettacolo Trick Nic, spassoso per tutti. In tutte le date della "Casina Birichina", dalle ore 20 sarà a disposizione un menu speciale per i più piccoli (su prenotazione). Dal 3 giugno, dalle ore 20.30 prendono il via invece i venerdì del "Easy Restaurant" del Donna Rosa, tapas in riva al mare – proposte a cura di Gianluca Cappetta storico barman del Donna Rosa e appassionato di cucina. Chi vive la spiaggia in modo rilassato potrà degustare piatti di fantasia e accostamenti di sapori del mondo, mescolati alla nostra tradizione mediterranea, presentati in barattoli e forme varie sempre originali. Con l'avvio della stagione estiva Donna Rosa propone ogni saba-
to di giugno l'aperitivo balearico con i migliori dj lounge club music di Ibiza. Ogni martedi sera invece riprende la storica Festa Dj Club con i dj resident Robert- Eno e Mitch, mentre l'ultima domenica del mese va in onda "Radio Rock 38", presentazione di canzoni e autori (remixati e reinterpretati) che hanno segnato la storia musicale degli anni 60/70 /80 fra rock, funky, r&b. Da non perdere la gustosa e raffinata offerta culinaria del ristorante del Donna Rosa, sempre ricca di piatti innovativi. Il menù di giugno, propone fra la l'altro, Sushi e sashimi con insalata di frutta e Canocchie marinate con burrata e cipollotti.
MARINA DI RAVENNA
Con un fitto calendario di eventi fra sport e tanti concerti live con band giovani e originali, prende il via la stagione estiva del Quevida sulla grande spiaggia di Porto Corsini. Venerdì 3 giugno (dalle ore 20), free entry con piedi nella sabbia, piada e birretta nella mani si comincia con una serie di band strepitose, a partire dai ragazzi di Gruppo Urlaub e Cannibal Collective. Domenica 5 giugno tocca a Spacca il Silenzio, gruppo napoletano che propone canzoni d’autore. Domenica 12 giugno suonano invece i Malamanera. Domenica 19 giugno serata speciale a più voci intitolata “Slavi Bravissime Persone“con i musicisti dei Nobraino, Duo Bucolico, Supermarket, Howbeatswhy arrangiamenti sbilenchi ma mai banali. Venerdì 24 giugno è in programma una serata argentina con i Two For Tango e una cena-degustazione di piatti argentini, sulle calde note dei musicisti. Domenica 26 giugno spazio al folk rock di Mara, cantautrice ravennate. Appuntamento con i live sempre alle ore 20. Non potevano mancare in occasione degli europei di calcio la visione festosa e collettiva su maxi schermo di Italia-Belgio (lunedi 13 giugno, dalle ore 21, con offerta pizza e bibita a 9 euro), di Italia-Svizzera (venerdì 17 giugno, dalle ore 15, con happy hour, birra e cocktail) e di Italia-Irlanda (mercoledì 22 giugno, dalle ore 21, con offerta pizza e bibita a 9 euro).
PUNTA MARINA
Al Marlin nel piatto solo pescato di giornata E nella terrazza sul mare cene a tema ed eventi artistici Peter Pan: live d'autore con Radio Melody e cena sotto le stelle Entra nel vivo l’estate live del Peter Pan di Marina di Ravenna, spiaggia numero 36 su Viale delle Nazioni. A metà giugno infatti, dopo la felice esperienza dello scorso anno, torna Radio Melody dal vivo con un parterre di ospiti d’eccezione: mercoledì 15 giugno si comincia con Giorgio Canali, giovedì 23 con Riccardo Sinigallia e il 29 con i Modena City Ramblers per una serata di chiacchiere e musica (vedi pagina 8) tra le suggestive dune della lunga spiaggia sabbiosa. Per chi lo desidera, è possibile cenare sotto le stelle. E il sabato pomeriggio, invece, all’ora dell’aperitivo, mentre si gusta magari uno dei cocktail a base di frutta fresca per cui il Peter Pan è ormai celebre, si susseguiranno sul palco, per la rassegna diretta da Francesco Plazzi di "Spiagge Soul", il folk dei Gattamolesta (4 giugno), il tropicaldub, reggae, ska e folk dei Malamanera (11 giugno), il punk-rock delle Roipnol Witch (18 giugno) e il garage rock gli Small Jackets + Black Soul Golden Reunion. Ottima musica in un week end da passare sulla spiaggia, stesi su un lettino, o a sfidarsi in uno dei tanti campi da racchettoni o dopo qualche palleggio sul campo da basket. All’insegna del relax, del divertimento e delle buona musica.
Il nuovo ristorante e stabilimento Marlin delle Terme di Punta Marina è completamente rinnovato negli arredi e nelle proposte gastronomiche. Il punto forte della cucina è la qualità dei prodotti e la loro provenienza. Freschezza e quotidianità sono i due capisaldi su cui si basano i piatti del Marlin. La scelta del locale è quella di servire solo pesce pescato e di giornata. L’attenzione alla provenienza delle materie prime è decisamente l’imprinting del ristorante. Le serate a tema e la possibilità di cenare in riva al mare sono l’offerta più esclusiva di questa estate al Marlin insieme alla bellissima terrazza sul mare del Terme Beach Resort. Eventi culturali e artistici e cene tematiche saranno ospitate in questa cornice unica. La domenica sera il pesce lascia spazio ad un barbecue sulla spiaggia per avere la possibilità di cenare in maniera informale fino oltre il tramonto, sotto le stelle. Il ristorante è aperto tutti i giorni a pranzo e cena, esclusa la domenica sera.
R&DCULT giugno 2016
III MARINA DI RAVENNA
PUNTA MARINA
Al Marabou, piatti scelti di pescato e tanto sport
BALLI LATINI CON CUCINA DI PESCE E SICILIANA NELL'ELEGANTE BIANCO E NERO DEL BAGNO CHAPLYN
Dopo la serata inaugurale del 21 maggio con l'entusiasmante funky groove dei Titila and the Easy Groove feste musicali sono previste anche nel mese di giugno. Sempre da metà mese, tutti i giorni dalle 18 è prevista una lezione di yoga sulle dune. Dal primo giugno ogni mercoledì e domenica, serata dedicata alla pizza cotta nel forno a legna. Una volta al mese appuntamenti gastronomici a tema, come la paella. Il bagno Marabou apre tutti i giorni alle 7 di mattina per una colazione da assaporare immersi nella natura delle dune e della spiaggia di Marina. A fine mese, a servizio del ristorante sulla spiaggia, sarà aperto uno spazio Pescheria dove potere scegliere il pescato freschissimo e la cottura preferita. Intanto è sempre disponibile un menu del giorno a pranzo (dal lunedì al venerdì) al costo di 15 euro. Tutti i giorni sono serviti apertitivi sulle dune nel chiringuito bar, sempre aperto con frutta fresca ed esotica. Sulla spiaggia non mancheranno le sfide sportive sui campi di racchettone e volley, mentre nel super schermo in veranda sarà possibile la visione delle partite degli Europei di Calcio, delle Olimpiadi, delle gare Moto GP e della Coppa America. Il 13 giugno in occasione della prima partita dell'Italia contro il Belgio con menu dedicato alla Nazionale a base di pesce azzurro: sarde e sgombri alla griglia con contorno, acqua e vino incluso a soli 15 euro. Infine per le famiglie, a partire da metà giugno il Marabou ha in programma, durante i fine settimana, animazioni e giochi per tutti i bambini.
MARINA DI RAVENNA
Al Molo Tre Zero va in tavola la succulenta cucina toscana Nuova gestione per il bagno Molo Tre Zero, grazie a Fabrizio, Silvia e Marco, tre toscani doc, amici da sempre, che portano a Marina una ventata di simpatia, cordialità e buona cucina. Le attrezzature sportive sono quelle della grande spiaggia con campi da beach tennis, calcio tennis, foot volley e beach volley. Tutte le sere il cocktail bar propone aperitivi e miscelati a base di frutta fresca. Il punto forte del nuovo Molo Tre Zero è il ristorante con specialità toscane di carne e pesce e il meglio della cucina romagnola. In particolare, dal 2 giugno, per tutta la stagione estiva, ogni giovedì sera, è in programma una cena tipica toscana con due menù: il “Giro Carne Fiorentino“, un piatto unico con rosticciana (costine di maiale alla brace), salsiccia toscana, scamerita (coppa), alette di pollo e arrosticini di agnello, più contorno di patate fritte a 16 euro bevande escluse; oppure la “Cena Fiorentina ("quella vera"), per due persone con fiorentina di carne pregiata e certificata della coop. agricola Firenzuola di circa 1 kg, cotta come da tradizione e servita con patate al forno e verdure grigliate (42 euro a coppia).
CASAL BORSETTI FESTA ROCKABILLY, KARAOKE E A TEMA ANIMANO IL CALIPSO
CENE
Il bagno Calipso è uno dei punti di riferimento dei bagnanti che apprezzano la tranquillità e la familiarità della spiaggia di Casal Borsetti. In particolare la buona cucina fatta in casa proposta da Fabiana che offre, a pranzo e a cena, ottime specialità a base di pescato. Ma non mancano le occasioni di intrattenimento anche per i più giovani e per chi ama ballare: venerdì 3 giugno è in programma (dalle 21 alle 24) una festa rockabilly. Domenica 5 giugno anche il bagno ospiterà le proposte di animazione della festa “Casal Borsetti in musica“, a partire dal tardo pomeriggio fino a mezzanotte. Inoltre, dalla fine del mese, ripartiranno i divertenti venerdì con il karaoke e il programma delle cene a tema del sabato sera.
PORTO CORSINI NOTTI ROSA
Stile sobrio ed elegante, con toni bianco e nero e una splendida terrazza sul mare per il bagno Chaplyn dedicato al più grande comico del cinema di tutti i tempi. La gestione familiare di Giovanna, Mirella e Simona garantisce servizi accoglienti e di qualità sia al bar che al ristorante con proposte tipiche quali primi piatti di pesce e della tradizionale gastronomica siciliana dalla pasta alla Norma ai deliziosi cannoli e cassata fatti in casa. Non mancano le pizze di Angelo fra cui una strepitosa focaccia con cipolla. Mercoledì 1 giugno si inaugura l'estate 2016 del bagno Chaplyn e si festeggia il compleanno di dieci stagioni piene di sole e di emozioni. In programma una grande festa dalle ore 19.30 con ricco buffet per tutti. Dalle 21, musica ed esibizione di ballo delle scuole di ritmi latino americani Rosa Blanca e Dance Planet, fino all'una di notte, nella nuova pista per danzare vista mare. Poi dal 6 giugno tutti i lunedì è in calendario l'appuntamento fisso con la scuola di ballo Rosa Blanca per imparare e divertirsi danzando rueda de casino, kizomba, salsa, batchata (dalle 21:00 fino a tarda notte ) con possibilità di cenare. Dal 26 giugno, il sabato sera festa aperitivo e ogni domenica aperitivo latino in terrazza con la scuola di ballo Rosa Blanca (l'ultima domenica del mese con dimostrazioni di entrambe le scuole di ballo). Dal mese di luglio ogni venerdì è in programma “Cine Chaplyn“, proiezioni su grande schermo per bambini e ragazzi dalle 19 alle 23 (offerta pizza margherita e bibita a 6 euro) Sempre su grande schermo sono previste le visoni degli Europei di calcio e di altri competizioni internazionali: lunedì 13 giugno, dalle 21, Italia - Belgio (offerta pizza e bibita a scelta a 10 euro). Venerdì 17 giugno, dalle 15, Italia-Svizzera (con aperitivo). Mercoledì 22 giugno, dalle 21, Italia-Irlanda (offerta pizza a scelta e bibita a 10 euro). Lo stabilimento balneare dispone di una vasta area attrezzata di 650 metri quadrati, ideali per ospitare matrimoni, compleanni, cerimonie e feste private di ogni genere.
RICCHE DI EVENTI PER RAGAZZI E CAMPERISTI
La Pro Loco di Porto Corsini, località della riviera ravennate circondata dalla natura con ampie spiagge, molto apprezzata dalle famiglie e dagli amanti del camper per cui dispone una nota area attrezzata, organizza diverse inziative di animazione e intrattenimento per turisti, programmate fino ai primi di luglio. L'associazione presieduta da Onorio Venturini, organizza sabato 25 giugno (dalle ore 21), nella piazzetta di via Po “Porto Corsini Live Music“, con due band in concerto. Dalle ore 20 sempre nella piazzetta si potrà cenare con piatti a cura degli esercenti della località. Venerdì 1 luglio è in programma “La Notte Rosa dei Ragazzi“: alle ore 16 nella sede della Pro Loco si tiene un laboratorio creativo per bambini da 0 a 10 anni, a seguire e per tutta la serata è allestito un mercatino rosa (mercatino del riuso) nella piazzetta di via Po, con cena rosa a cura degli esercenti locali. Alle 21 sono previste una serie di attrazioni dedicate ai ragazzi. A mezzanotte si tiene il tradizionale spettacolo di fuochi d’artificio sul molo guardiano nord, in collaborazione con la Pro Loco di Marina di Ravenna. Sabato 2 luglio, infine, è in calendario l' ottava edizione della notte rosa del camperista: a partire dalle 19 grigliata di pesce azzurro offerto dalla Pro Loco agli ospiti presenti nell’area camper.
MARINA DI RAVENNA
Al Luana Beach tifo per gli europei di calcio, buona cucina di pesce e Cre per i più piccoli È partita in questi giorni la stagione estiva del bagno Luna di Marina con la nuova gestione di Enrico Manganelli. Lo stabilimento balneare ha già approntato le aree sportive in spiaggia con 5 campi da racchettoni e uno da beach volley. Sempre per gli appassionati di sport il 13 giugno, propone (dalle 21) la visione della partita degli europei di calcio Italia-Belgio, all'insegna della festa: “L’azzurro per gli azzurri, tifa con noi!“, happy hour con birra, saraghina alla griglia e patate fritte. Mercoledi 22 giugno (dalle 21), sempre in tema la proiezione del match Italia – Irlanda, con l'iniziativa “La romagna con gli azzurri ": cappelletti e happy birra. Il bagno Luana organizza tutte le domeniche uno speciale happy hour dalle 18 alle 19, mentre tutti i giorni si può sorseggiare un apertivo in spiaggia al chiringuito. Dal primo giugno tutti i giorni, a pranzo e cena, è aperto anche il ristorante che offre specialità di pesce, fra cui i rinomati spaghetti alle vongole e il carpaccio di gamberoni (è gradita la prenotazione al 0544 531156). Da segnalare per le famiglie, che Il bagno Luana, a partire dal 13 giugno accoglierà Cre estivi on the beach: giochi, animazioni e iniziative di apprendimento per bambini che comprendono attività musicali e artistiche, laboratori di mosaico e per l'utilizzo materiale di recupero. Info: www.creonthebeach.it
RAVENNASPIAGGE
R&DCULT giugno 2016
IV • CALIPSO via Ciceruacchio 58 - Casal Borsetti (RA) Tel. 0544 445400 • CHAPLYN via della Fontana - Punta Marina Terme (RA) Tel. 0544 1828289 FB: Bagno Chaplyn • DONNA ROSA viale Delle Nazioni 262 - bagno 38 - Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 530026 FB: Spiaggia DONNA ROSA 38 www.spiaggiadonnarosa.com • LUANA via Lungomare 80 - Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 531156 FB: Bagno Luana
CASAL BORSETTI
LIDO ADRIANO
Una fantastica corsa fra colori e musica La Pro Loco di Lido Adriano presieduta da Gianni De Lorenzo, organizza il 19 giugno la festosa e coloratissima corsa non competitiva di 5 chilometri per le strade della località balneare intitolata “Color Wave“. Il ritrovo (con iscrizione) è previsto a partire dalle ore 14 in Piazza Vivaldi. La partenza è fissata alle 16.30 con ritorno, dopo un percorso di 5 chilometri, sempre in piazza Vivaldi per una festa al traguardo con animazione e musica dei dj Matteo Manzoni, Steve Cartoceti e voice di Marco the Prince. Le iniziative promosse dalla Pro Loco di Lido Adriano proseguono il 25 e 26 giugno con il mercatino "Happy Lido" con fiori e artigianato italiano in Viale Virgilio. In serata, in piazza Vivaldi, concerto di rock and roll con la Marching Band. In luglio sono invece in programma: l'1, in occasione della “Notte rosa“, un percorso itinerante a suon di musica per le strade della località con la Marching Band, composta di oltre 40 elementi, e concerto finale in piazza Vivaldi. Sempre in piazza Vivaldi, il 3 è previsto un concerto di Rock Made in Italy e il 4 (come tutti i lunedì, fino al 22 agosto) la scuola di ballo con animazione per grandi e piccoli. Il 6, infine, è in calendario il concerto del cantautore Mirco Porrà. Inoltre, per le tre giornate (dalla mattina alla sera) dall'8 al 10 luglio, Lido Adriano ospita lungo viale Virgilio il Mercato Europeo con bancherelle e stand delle nazioni d'Europa ma anche di Argentina, Brasile, Messico e Marocco dedicate a gastronomia e prodotti artigianali.
PUNTA MARINA Concerti live, balli reggae e artisti di strada sulla spiaggia del Ruvido Il bagno Ruvido gestito da Davide Guerra offre agli appassionati di sport da spiaggia una serie di campi da racchettoni e volley, attrezzature per praticare slackline, indobord di vari tipi, sup e canoa a noleggio; organizza tornei di doge ball e ping pong, In un'ampia veranda vista mare, il servizio di ristorazione propone un menù a base di pesce, serate vegan e serate a tema con piatti tipici di diversi paesi del mondo. Fra gli appuntamenti serali dedicati a musica dal vivo, spettacoli, feste danzanti e aperitivi sono da segnalare ogni sabato, dalle ore 22, concerti live, il mercoledì sera (dalle 21.30) ballo reggae; il giovedì serata (dalle 21.30) esibizione di artisti di strada; sabato e domenica (dalle ore 18) happy hour con dj set.
DAL MERCATINO SVUOTA CANTINE ALLE SPIAGGE INVASE DALLA MUSICA La Pro Loco di Casal Borsetti presieduta da Massimo Farina, promuove mercoledì 4 giugno, dalle 16 alle 22, nella centrale piazzetta della Torre, “Il Mercatino svuota cantine” a cui possono partecipare, bambini, famiglie e collezionisti. Per informazioni e prenotazioni telefonare al 339 2743313 o al 0544 444912 - prolococb@gmail.com. Giovedì 5 giugno invece è in programma nel paese, con il coinvolgimento degli stabilimenti balneari, “Casal Borsetti in musica“, intrattenimenti musicali dalle ore 17 a mezzanotte con i dj Marco Genesi, Fabio Marchi, Paolino. In collaborazione con Radio Studio Delta, in diretta radiofonica.
MARINA ROMEA
Sui campi del Romea tornei e corsi di beach tennis
• MARABOU viale Delle Nazioni 286 - bagno 50 - Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 1884245 - 366 5430849 FB: Marabou Beach Club • MARLIN – beach and restaurant viale C. Colombo 161 - Punta Marina Terme (RA) Tel. 0544 439051 FB: Terme Beach Resort www.marlinbeach.it • MOLO TRE ZERO viale Delle Nazioni 248 - Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 530793 FB: Molo Trezero www.molotrezero.com • NAUTILUS viale C. Colombo 36 - Punta Marina Terme (RA) Tel. 0544 437136 FB: Bagno Nautilus • BAGNO DEL PASSATORE viale Matelda, 2 – Lido di Dante (RA) Tel. 0544 494432 – 335 6594085 – 340 6852695 www.bagnopassatore.com • PETERPAN viale Delle Nazioni 260 - bagno 36 - Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 530402 FB: Bagno PeterPan www.peterpan36.com
La stagione del Romea Beach sta entrando nel pieno delle attività estive. Domenica 29 maggio è in calendario il 1° Trofeo Romea Beach Fit di beach tennis. Sui 4 campi del Romea Beach due competizioni aperte a tutti con limitazioni terza e quarta categoria e bellissimi premi per le prime 4 coppie classificate di ogni torneo. Intanto, continuano le serate a tema: martedì 31 maggio "I Love Pizza" insieme a Gianni Pompetti master istruttore della scuola italiana pizzaioli per una degustazione continua di diversi tipi di pizza sia per il carnivoro che per il vegetariano. A seguire “La cena Salentina“ di martedì 14 giugno, e il grande ritorno della serata in collaborazione con La Capannina di Casal Borsetti prevista per mercoledì 29 giugno. Per gli Europei di Calcio il Romea Beach diventerà il covo dei tifosi che potranno vedere sugli schermi Sky tutte le partite pasteggiano con pizza o pasta insieme a tutti gli amici che ci saranno. La parte sportiva si arricchisce della Scuola di beach tennis sia individuale che collettiva gestita dal Bizantina Beach Tennis club e con una giornata speciale "Smart Beach Village" prevista sabato 25 giugno per presentare tutte le novità del mondo Smart in collaborazione con De Stefani Concessionario Ufficiale per le vendite della Smart a Ravenna, Cesena ed Imola. Una giornata intera in spiaggia per tutta la famiglia con il torneo junior e senior di beach tennis e un aperitivo favoloso che coinvolgerà tutti i partecipanti al torneo insieme allo staff De Stefani.
• QUEVIDA via Teseo Guerra 29 - Porto Corsini (RA) Tel. 340 4611262 www.spiaggiaquevida.com FB: QueVida • RUVIDO via C. Colombo 2/B - Punta Marina Terme (RA) Tel. 0544 438400 FB: Bagno Ruvido www.ruvido.org • ROMEA BEACH n. 28 viale Italia 129 - Marina Romea (RA) Tel. 0544 446081 - 347 7268758 www.romeabeach.it • Pro Loco di LIDO ADRIANO viale Francesco Petrarca, 434 - Lido Adriano (RA) Tel. 0544 495353 • Pro Loco di PORTO CORSINI via Po, 29 - Porto Corsini (RA) Tel. 0544 447399 • Pro Loco di MARINA DI RAVENNA piazzale Marinai d'Italia, 20, Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 530117 • Pro Loco di CASALBORSETTI via delle Viole, 1 - Casalborsetti (RA) Tel. 0544 444912
CINEMA
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CONTROCINEMA
Quel Pericle il Nero che vive a Bruxelles Il film del ravennate Mordini a Cannes. Tratto dal libro di Ferrandino che era invece ambientato a Napoli di Albert Bucci*
È Provincia Meccanica (2005): Berlino. Acciaio (2012): Venezia. E ora Pericle il Nero (2016): Cannes. Un bel trio di festival per i tre film realizzati dal marradese di nascita e ravennate di adozione Stefano Mordini, presente a Cannes nella sezione “Un Certain Regard” con il suo ultimo film Pericle il Nero, prodotto e interpretato da Riccardo Scamarcio. Come per Acciaio, tratto dal romanzo di Silvia Avallone, anche Pericle il Nero è un adattamento, tratto dall'omonimo libro di Giuseppe Ferrandino, un caso letterario nato quasi per caso. Il romanzo di Ferrandino uscì infatti molto anonimamente nel 1993 con la gloriosa Granata Press di Luigi Bernardi (che in quegli anni scoprì numerosi talenti) e con lo pseudonimo di Nicola Calata, ma fu paradossalmente “scoperto” in Francia quando la Gallimard lo tradusse per la sua collana Série Noir, riscuotendo un enorme successo che rimbalzò in Italia quando Adelphi lo ripubblicò nel 1998. Ferrandino esordisce come sceneggiatore di fumetti (quando ancora si chiamavano fumetti e non c’era bisogno di nobilitarli chiamandoli graphic novels), spaziando dagli albi di Orient Express e Nero a Lanciostory, Dylan Dog e Topolino, fino ad essere considerato tra i più importanti scrittori italiani di storie per fumetti di genere. E infatti anche il romanzo Pericle il Nero esce direttamente da quell’atmosfera pulp-crime-noir inizio anni ’90 (non dimentichiamoci che erano gli anni di esordio di Tarantino) che mescolò stili, atmosfere e soprattutto generi letterari e cinematografici fino ad allora non comunicanti. Pericle il Nero (libro) è una storia di camorra ambientata a Napoli. Ma uscite per una attimo dagli ultimi dieci anni e risalite col ricordo al 1993-98, quando uscì il romanzo: Napoli e la camorra non erano ancora dominate dall’immaginario alla “Gomorra”, alla Saviano, ma ricalcavano i temi letterari della mala classica, luoghi più simili agli hard-boiled della Los Angeles anni '30 o alle crime stories tra Bronx e clan dei Marsigliesi degli anni '70. Insomma, rileggendo il libro e guardando il film, non aspettatevi Roberto Saviano, bensì una storia più pulp che napoletana, più vicina ad autori francesi quali il Boris Vian di Sputerò sulle vostre tombe e il Jean Patrick Manchette di Piovono morti, intrecciati nel film dalle atmosfere del George Simenon più esistenziale. Basti leggere l’incipit del libro, che è l’incipit in voce fuori campo
iniziale nel film: «Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così a causa delle pizzerie … Io mi chiamo Pericle Scalzone. Ho trentotto anni. Sono un poco grasso e ho i capelli bianchi perchè mia madre dice che pure mio padre li aveva. Di mestiere faccio il culo alla gente...»
Pericle vive una solitudine divorante
dentro lo schema della mala classica, un personaggio involontariamente filosofico
Tradire il libro nella
Stefano Mordini e, in alto, Scamarcio in una scena di “Pericle il nero”
sua ambientazione è stata la scelta migliore Nel film di Mordini, come nel libro, la camorra è il pretesto per raccontare la storia di Pericle, porno attore ebefrenico prestato alle spedizioni punitive dei boss del quartiere, piccolo uomo troppo stupido per essere considerato uno di famiglia, e soprattutto troppo solo per poter mai essere membro o affiliato di qualcosa, costretto a scappare nella più classica getaway dopo aver colpito la persona sbagliata. Pericle vive una solitudine divorante dentro lo schema della mala classica, un personaggio involontariamente filosofico che non a caso interessò all'inizio anche il regista Abel Ferrara. E qui, come per ogni adattamento cinematografico, occorre capire che spesso i cambiamenti sono indispensabili nel passaggio da libro a film. Mordini parte con una scelta geniale: l'ambientazione del film è spostata da Napoli a Bruxelles,
RAVENNA FESTIVAL IL RICATTO
DI
HITCHCOCK SONORIZZATO
DAL VIVO
Nell’ambito del Ravenna Festival martedì 7 giugno al palazzo dei Congressi andrà in scena l’ultimo film muto e il primo sonoro inglese: Blackmail (Il ricatto) di Alfred Hitchcock sonorizzato dal vivo da Edison Studio, affiancati da due maestri della musica d’avanguardia come Ivo Nilsson (trombone) e Daniele Roccato (contrabbasso).
dall’Italia al Belgio. Da un lato, prende con decisione le distanze da un luogo che inevitabilmente avrebbe contaminato la storia con un immaginario-gomorra che non le appartiene; dall'altra, sposta tutti i personaggi in un luogo estraneo, marcandone la solitudine e l'estraneità a tutto (Pericle nel film è anche orfano di madre), che è la vera cifra stilistica del film. I personaggi sono tutti napoletani, ma Napoli non esiste più, nemmeno come luogo favoloso “origine” della vita: Napoli è lontana, rimossa, neanche più luogo di un’infanzia felice o di odori e sapori: nessuno tornerà a Napoli, perché la vita è qui, adesso, in Belgio. Che è certamente luogo scelto a causa della co-produzione, ma anche luogo francofono, dove il romanzo ebbe successo, ed è una frontiera naturale verso il mare, insieme di non-luoghi de-constetualizzati che ricalcano, per l'appunto, le torbide atmosfere del miglior Simenon. Tradire il libro nella sua ambientazione è stata la scelta migliore, così come modificare il personaggio femminile di cui Pericle si innamora, che dalla Natasha operaia polacca del libro si trasforma in Anastasia, commessa francese, tanto che la storia d’amore è sviluppata meglio e con più senso nel film, la crescita dell'affetto esce da certe forzature del romanzo ed evolve in uina metafora più globale nella quale Pericle diventa finalmente emigrante perché la donna che ama è emigrante. Un bel film che non lascia mai fuori vista il Pericle-Scamarcio, un film atipico proprio nelle sue atmosfere fatte di nebbie invisibili e umanità delocalizzate. Se c’è un piccolo limite nel film, forse, è di non avere tradito a sufficienza il romanzo: il finale è un po’ troppo precipitato, per i miei gusti, ma è comunque ciò che avviene nel libro e che rimane nel film. Pericle il Nero è un road-movie che tocca l’Atlantico, sospeso tra fuga e ricerca dell’amore, un film speciale grazie a questa scelta precisa di non adagiarsi su facili stereotipi narrativi, e di coltivare invece una messa in scena più europea, dal respiro più ampio e meno scontato, su un personaggio ambiguo e spregevole ma di cui ci innamoriamo subito, il più classico e mitologico degli antieroi. *Albert Bucci (Ravenna, 1968) è direttore artistico del Soundscreen Film Festival e consulente alla selezione del Ravenna Nightmare. È stato docente di Sceneggiatura presso l'Università Iulm di Milano, e produttore esecutivo di spot pubblicitari. In una vita parallela, possiede anche una laurea in Fisica Teorica. (Il suo vero nome è Alberto, ma in effetti è meglio noto come Albert).
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LIBRI Ermanno Cavazzoni ha collaborato con Federico Fellini al soggetto de La voce della luna, ispirato dal romanzo Il poema dei lunatici, di Cavazzoni stesso. Insegna poetica e retorica all'Università di Bologna ed è membro dell'OpLePo. A sinistra il Pavaglione di Lugo
IL FESTIVAL: L’INTERVISTA
Quegli artisti senza arte che erano gli eremiti Ermanno Cavazzoni al Pavaglione di Lugo in una serata tra letture e musica dedicata agli asceti del deserto di Matteo Cavezzali
Vivevano nei deserti dell’Egitto o della Siria tra ruderi di templi pagani, grotte o capanne di foglie, vivevano oltre cento anni, si nutrivano di pane ed erba e parlavano con voci e apparizioni a volte divine, a volte demoniache. Erano eremiti e santi vissuti tra il III e il IV secolo quelli che Ermanno Cavazzoni riporterà in vita in “Gli eremiti del deserto” in una serata di letture e musiche assieme a Vincenzo Vasi al teremin e alla violinista Valeria Sturba sabato 18 giugno alle 21 al Pavaglione di Lugo per la seconda parte del festival ScrittuRa. Come ti sei avvicinato a queste strane storie di Eremiti? «Leggo da molti anni testi che vanno dal I al V secolo sulla fuga
acclamato perché è un santone che fa miracoli ed è perseguitato dalla sua fama. Non riesce mai a trovare un luogo in cui isolarsi e questo lo fa dannare». Alcune di questi racconti ricordano le storie zen. «Sicuramente c’è una vicinanza con le filosofie orientali nel vedere la solitudine come grande maestra. L’eremita ricorda i maestri zen o indù, la forza e l’ispirazione non viene cercata nei monasteri affollati, ma in luoghi isolati. È un po’ come lo scrittore che cerca nella sua solitudine le storie, questi eremiti hanno un approccio da artisti sotto certi punti di vista. Degli artisti senza arte». Queste storie di solitudine, scritte in solitudine, arrivano al pubblico con questa lettura eseguita assieme ai musicisti. «È bello trovare l’analogo musicale a cose che uno legge. La musica non accompagna la lettura, ma è una sorta di alternanza, di gara tra il campo del racconto e del significato e il campo del suono che di per sé è senza significato, ma esprime qualcosa. Amo le musiche che Vasi che riesce a suonare con suoni buffi». Negli anni ti sei confrontato con molti autori da venerati maestri fino a giovani scrittori, come vedi il panorama letterario odierno? «Non sono molto aggiornato su quello che viene scritto oggi e che esce in grandi quantità. Amo leggere le persone che conosco e aiutare chi si affaccia alla scrittura cercando cose riuscite. Credo sia più interessante il processo che porta alla pubblicazione attraverso la scrittura e il confronto, che non la pubblicazione in sé». Con questo spettacolo torni in Romagna, terra che hai conosciuto quando lavoravi con Federico Fellini… «Fellini ha sempre mantenuto qualcosa del romagnolo, anche se viveva da anni a Roma. La Romagna ha prodotto autori come lui e Raffello Baldini, che io apprezzo molto e che hanno fatto della romagnolità il proprio tratto artistico. Credo che Fellini sia riuscito a trasformare in arte il “patacca” romagnolo. I suoi personaggi sono così, un po’ coglioni e un po’ geniali. Sono persone originali e buffe al tempo stesso. Patacca è anche la cosa falsa. Un noto patacca romagnolo era Mussolini che vendeva carriarmati finti ed eserciti falsi come se fossero grandi cose. Il patacca riesce a vendersi per qualcosa di più importante di quello che è. Fellini è riuscito a raccontare questo mondo di piccole truffe, questa tipologia di romagnolo che fa brillare anche cose di scarso valore con grande maestria».
«All’epoca c’erano terre che non appartenevano a nessuno. Oggi non puoi andare da nessuna parte senza finire a casa di qualcuno» dalle città popolose verso la solitudine. Sono avventure tra spiriti, demoni, apparizioni e allucinazioni vissute nel deserto, popolato da esseri interiori. Sono testi poco letti, nemmeno i frati li conoscono più». Si dice che ogni libro che viene pubblicato parla in qualche modo di oggi, cosa ci insegnano queste antiche storie sulla modernità? «È interessante notare come all’epoca ci fossero terre che non appartenevano a nessuno, in cui si poteva scappare. Oggi il mondo
Credo che Fellini sia riuscito a trasformare « in arte il “pataca” romagnolo. I suoi personaggi sono così, un po’ coglioni e un po’ geniali» è diviso in proprietà e ogni spazio è di uno stato e di una persona. Non puoi andare da nessuna parte senza finire a casa di qualcuno. Ci sono solo i greppi dei fiumi lungo cui si può camminare liberamente. Quell’epoca dove c’erano vasti territori di nessuno mi affascina e credo possa farci capire come è cambiata la concezione del mondo nell’epoca della proprietà». Racconti storie incredibili e surreali, a quale di questi pellegrini sei più affezionato? «Ci sono storie di masochismi e storie buffe in cui si sottopongono a prove assurde per sfidare se stessi. Oppure ci sono apparizioni, non di demoni ottocenteschi, ma di luci e presenze. Un personaggio che mi affascina molto è Ilarione lui è sempre inseguito e
IL FESTIVAL: IL PROGRAMMA DALLA REGISTA COMENCINI AL PROFESSORE VECCHIONI Dopo la prima settimana ravennate, con il Premio Nobel Shirin Ebadi e grandi nomi della letteratura italiana, torna Scrittura Festival dal 16 al 19 giugno al Pavaglione di Lugo (in caso di maltempo al Salone Estense). Si inizia giovedì 16 alle 18.30 con l’astrofisico Amedeo Balbi in "Dove sono tutti quanti? Viaggio tra stelle e pianeti alla ricerca della vita" incontro in cui il docente dell’università Tor Vergata di Roma condurrà il pubblico alla scoperta scientifica della vita nello spazio e nei misteri del cosmo. Alle 21 si festeggerà il "Bloomsday" con l’incontro dedicato all'Ulisse di James Joyce con lo scrittore Paolo Albani (vedi pagina a fianco). Venerdì 17 alle 18.30 sarà ospite la regista e scrittrice Cristina Comencini. Alle 21 Vito Mancuso, teologo ed editorialista di Repubblica ed autore di molti best seller, terrà un incontro dal titolo "Dio e il suo destino". Sabato 18 giugno alle 18.30 Flavio Caroli tra i più noti storici e critici d’arte italiani terrà l’incontro "Con gli occhi dei maestri dell'arte" un viaggio tra i maestri della critica e nelle storie dell’arte. Alle 21 Ermanno Cavazzoni narrerà le vite surreali ed avventurose de “Gli eremiti del deserto” (vedi intervista). Domenica 19 alle 18.30 Loredana Lipperini (nella foto), intellettuale di grande spessore e voce del programma Fahrenheit su Rai Radio3, terrà l’incontro "On Writing", un viaggio nella letteratura contemporanea dall’Italia al mondo e ritorno passando da Stephen King e molti altri. Alle 21 la grande chiusura di Scrittura 2016 spetterà a Roberto Vecchioni, cantautore, poeta a scrittore, che parlerà della felicità, in "La vita che si ama. Storie di felicità" (in caso di maltempo al Teatro Rossini). Durante le quattro giornate sotto i portici del Pavaglione ci saranno le istallazioni del progetto "Frontiera, passaggio e possibilità" a cura di Crac Arte. Tutti gli incontri sono ad ingresso gratuito. Info: www.scritturafestival.com.
LIBRI
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L’EDIZIONE
ARCHEOLOGIA
Traduzione o provocazione?
TORNA IL FESTIVAL DEL MONDO ANTICO A RIMINI (ANCHE PER I PIÙ PICCOLI ) Dal 10 al 12 giugno a Rimini si svolge la nuova edizione del Festival del Mondo Antico, la diciottesima di una rassegna nata con il titolo di Antico/Presente alla fine degli anni ’90 da un’idea di Marcello Di Bella, allora direttore degli Istituti Culturali del Comune di Rimini. Protagonisti di questa edizione incentrata sul tema del rapporto con l’antichità e l’archeologia saranno importanti studiosi quali Roberto Balzani, Luca Baraldi, Gastone Breccia, Attilio Brilli, Giovanni Brizzi, Federico Maria Butera, Luciano Canfora, Franco Cardini, Lorenzo Casini, Vezio De Lucia, Francesco Erbani, Maria Pia Guermandi, Pietro Giovanni Guzzo, Fabio Isman, Egidio Ivetic, Paolo Matthiae, Oscar Mei, Angelica Montanari, Maria Giuseppina Muzzarelli, Rita Paris, Stefano Pivato, Rodolfo Papa, Valeria Purcaro, Domenico Quirico, Serena Raffiotta, Sara Santoro, Andreas M. Steiner, Sergio Valzania, Alessandro Vanoli, Angelo Varni. Ancora una volta il festival dedica ai più piccoli uno spazio autonomo. A fianco delle iniziative per gli adulti, Piccolo Mondo Antico Festival offrirà ai ragazzi tante proposte nuove, inerenti il tema dell’edizione, con un’apertura sulla città e i suoi monumenti. Il tutto all’insegna del gioco, della creatività e del divertimento.
Una conferenza a Lugo in occasione del Bloomsday e di un Ulisse d’artista Una conferenza a metà tra una performance, una provocazione, un gioco intellettuale raffinatissimo, uno spunto di riflessione su un tema che di recente, forse per la prima volta, è finito al centro del dibattito culturale italiano, la traduzione. Questo è quanto è in programma a Lugo in occasione del Bloomsday, ossia il giorno in cui James Joyce scelse di ambientare il suo Ulisse. Infatti al salone Estense della Rocca di Lugo Paolo Albani terrà una conferenza incentrata su un volume uscito l’anno scorso che si propone come una nuova traduzione del capolavoro del grande autore dublinese. Un oggetto prezioso, un libro d’arte, in tiratura limitata con una sovracopertina bianca che vuole ricordare le ristampe che uscirono a Digione quando avevano consumato tutte le copertine blu, e con uno strappo fatto ad arte, a mano, per ricordare il “controllato per censura” anche perché i volumi venduti a clienti americani e inglesi venivano camuffati con le copertine di altri libri come Shakespeare o Merry Tales for Little Folks. Ma la vera sorpresa è quando si apre il libro che conta le 732 pagine della prima edizione, molte delle quali completamente bianche. Ogni tanto appare qualche segno grafico e, soprattutto, qualche frase in italiano. Quelle che comparivano nel testo di Joyce esattamente in quella posizio-
CAFFÉ LETTERARIO
INCONTRI LETTERARI
GLI ALTRI APPUNTAMENTI James Joyce
ne dentro quella pagina, nel testo originale. Un omaggio all’autore che diceva di non amare le traduzioni. Una provocazione sul senso stesso della traduzione. Questo libro sembra dire: si può tradurre solo ciò che non c’è bisogno di tradurre. L’appuntamento per approfondire è la conferenza dove non sarà presente il traduttore (che si cela sotto lo pseudonimo Aldo Merce e che si è avvalso anche della consulenza di
Rosa Bollati Boringhieri, docente universitaria tra le maggiori conoscitrici di Joyce) ma appunto Paolo Albani, che cura la postafazione di questo volume uscito, si legge nel frontespizio, per “illeggibili (libri per improbabili lettori)”. L’appuntamento dunque è per il 16 giugno alle 21. Introducono Mario Sangiorgi e il conoscitore di libri d’artista Dino Silvestroni. Federica Angelini
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AUTORI E DEGUSTAZIONI ALLA CORTE DI FORLÌ
Per il caffé letterario di Lugo, oltre alla conferenza in occasione del Bloomsday, lunedì 6 giugno alle 21 all’ hotel Ala d'Oro si tiene la serata di musica e poesia con Martin Dodman “I segni sono le note. Un dialogo russo fra poesia e musica”. Lunedì 13 giugno Rachele Ferrario sul suo volume Margherita Sarfatti (Milano, Mondadori, 2015). Domenica 19 giugno, alle 20.30, serata conclusiva conviviale con la maratona letteraria Lisistrata di Aristofane. È necessaria la prenotazione al numero: 0545 22388.
Comune di Ravenna
Comune di Faenza
Comune di Cervia
Comune di Forlì
Al via a Forlì il ciclo di presentazioni letterarie con degustazioni di vino e birre “12 gradi e mezzo”, dalle 18.30 nella corte interna del ristorante “La corte dei miracoli” di corso Diaz. Protagonisti saranno gli autori della casa editrice CartaCanta e Risguardi Edizioni: Emanuele Veronesi, Franco Ferlini, Davide Rondoni e Umberto Pasqui.
Comune di Cesena
GIOVEDÌ 16 GIUGNO Padiglione delle Feste
TERME DI CASTROCARO
CASTROCARO TERME (FC) Via Roma, 2
Zamboni Associati Architettura
Cavejastudio
Reggio Emilia
Forlì
Otto incontri/confronti fra protagonisti esperti ed emergenti della progettazione contemporanea con tavola rotonda ore 20 Apertura, registrazione crediti formativi ore 20.30 Spazio Artigiana Legno ore 20.40 Cavejastudio
ciclo di conferenze 2016 Info Reclam tel. 0544 408312 - redazione@trovacasa.ra.it - www.reclam.ra.it
ore 21.20 Zamboni Associati Architettura ore 22.15 TAVOLA ROTONDA ore 23 Brindisi e saluto conviviale Aziende sostenitrici
Aziende partner
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ROMAGNA LETTERARIA
La casa del quotidiano di Moretti
Sul canale leonardesco a Cesenatico l’abitazione del poeta “discolo e non officiale” di Elettra Stamboulis
Serenate delle zanzare: cosa dire di più realistico e ironico al contempo dell’estate romagnola? Ed è così che si intitola la rassegna estiva che si tiene ormai da cinque anni nella corte della casa museo Marino Moretti a Cesenatico. Sembra sentire il dolce, ehm, fastidioso verso dell’insetto più molesto della nostra sabbiosa costa, eppure nell’ambiente ovattato e fedelmente protetto della Casa museo sul canale leonardesco anche la zanzara sembra acquietarsi, essere meno molesta, addolcirsi in questo luogo che conserva le carte e gli oggetti del poeta e romanziere che disse “Io non ho nulla da dire...” per poi cesellare parole e versi per diversi decenni. Nato nel 1885, attraverso i primi 79 anni del secolo breve e fu un esempio di romagnolo inadempiente alle mode, discolo e non officiale. Figlio di una maestra, ovvero della prima classe colta femminile, fu uno scolaro irrequieto, che decise di abbandonare gli studi per seguire la scuola di recitazione di Luigi Rasi a Firenze, abbandonando poi anche quella. Non si era peraltro diplomato al ginnasio, e anche come attore risultò scadente: non lo era però nell'uso del lapis, che diventò la sua spada. Una spada che usò anche per firmare il manifesto degli intellettuali antifascisti di Croce. Ironico più che polemico, Moretti diventerà noto per la sua prosa e creerà scalpore per aver superato Una vita violenta di Pasolini con la sua raccolta di Novelle al premio Viareggio nel primo dopoguerra: lui che aveva rifutato i premi fascisti, si troverà al centro di questa sterile disputa italiana. Fu così lontano da queste discussioni, così vicino alla “quotidiana poeticità” di cui un segno lieve si può intravedere nella linda casa museo, che si può visitare solo, ahimé, con visita guidata. Dico questo perché, malgrado la passione delle guide di questi spazi, piace ad alcuni essere nel silenzio della propria esperienza, soprattutto quando si tratta di case di poeti e scrittori. Come successe con Hikmet e Joyce Lussu quando questa lo portò a visitare Roma e gli raccontava ogni cosa, per filo e per segno, e questo è di quello, e qui ci ha vissuto questo, e alla fine il grande poeta turco sbottò: «Mi hai rovinato Roma! Non potrò più scrivere niente su Roma! Non riuscirò a vedere Roma se non attraverso i tuoi occhi», così la precisa funzione delle guide non richieste che raccontano in modo anche troppo
Gli spazi sono rimasti molto casalinghi, poco musealizzati e quindi l’edificio vale sicuramente la pena, anche solo per rivedere un’abitazione ferma nel tempo preciso le abitudini del letterato Moretti, tendono a volte a togliere quell’aura di opportuno mistero, che invece non nuoce alle case museo. Chi infatti ama questo tipo di visite spesso accosta l'orecchio, come fa lo strano professore Keating de L'attimo fuggente, ai libri, agli oggetti, sperando di sentire se non il carpe diem oraziano, un qualche verso rivelatore che possa guidarci tra i bivi della vita, senza dimenticare che siamo “cibo per i vermi”. E questo non
appare blasfemo, parlando della casa Moretti, che ci raccontano che avesse proprio l’abitudine di conversare con “sorella fine”: «Nomina tranquillamente la morte (il che era ritenuto villano e impudico dagli imbecilli intellettuali); si intrattiene affabilmente col becchino del suo paese; conversa ogni domenica col cappellano del cimitero e risponde alle formule per la benedizione dell'acqua», racconta Casnati. Non fu però mai lontano dalla vita e per quanto solitario e fuori dalle risse editoriali nostrane, scrisse anche il soggetto di un episodio di un film di Blasetti, Tempi nostri. Gli spazi d’altro canto sono rimasti proprio casalinghi, poco musealizzati, e quindi l’edificio verde che ospitò a lungo Marino vale sicuramente la pena, anche solo per rivedere una abitazione ferma nel tempo: quel tempo che
fu vera materia della sua poesia e della sua prosa, che fu genericamente generoso con lui, visto che visse per più di 90 anni, e con la sua casa che continua ad essere un luogo in cui la poesia non solo si studia (è sede infatti anche di un prestigioso premio letterario), ma ancora si fa. Nel cortile, ovviamente con le zanzare. Casa Moretti Via Marino Moretti, 1 47042 Cesenatico FC – Italia tel. 0547-79279 casamoretti@cesenatico.it (direzione); infomusei@cesenatico.it (informazioni per visite guidate / gruppi) Orario visite guidate alla casa-museo: aperto sabato, domenica e festivi: 15:30-18:30 L'ingresso a Casa Moretti è gratuito
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IL FESTIVAL
NEL DETTAGLIO
Ragazzi lettori, tra libri e social Nona edizione per “Mare di libri” a Rimini. Tra gli ospiti Teo Benedetti di Gloria Bernabini
Ospiti del festival riminese “Mare di Libri” (vedi box) anche i giovani scrittori Teo Benedetti e Davide Morosinotto che parleranno di cyberbullismo e del rapporto dei bambini e degli adolescenti con le nuove tecnologie e i social network (sabato 18 giugno alle 11.30, Teatro Galli). Abbiamo fatto due chiacchiere proprio con Benedetti, che insieme a Morosinotto ha scritto Cyberbulli al tappeto, piccolo manuale per l’uso dei social (Editoriale Scienza). Il cyberbullismo, come ci ha spiegato Benedetti, è l’evoluzione digitale del bullismo, con la differenza che il cyberbullo si sente protetto da uno schermo e può perseguitare le sue vittime 24 ore su 24, tramite gli ambienti digitali come i social o la messaggistica istantanea. Quali sono i principali accorgimenti che genitori e insegnanti possono mettere in atto per garantire ai ragazzi un uso sicuro di internet e dei social network? «Il primo consiglio è quello di imparare a conoscere il territorio dove si muovono i ragazzi e gli adulti stessi. Internet è come una città sconosciuta, dove ci sono luoghi che si possono frequentare tranquillamente, ma anche tanti vicoletti che, se non si conosce il territorio, bisogna evitare. Il secondo è quello di rispettare le regole: per quanto internet sembri il regno della libertà di parola, è sostanzialmente una comunità con regole da rispettare, prima di tutto di buona educazione. Quello che chiediamo agli adulti è cercare di capire, anche se si sentono avulsi da questo mondo, e il nostro libro può essere d’aiuto, sebbene sia stato scritto per ragazzi di undici anni. Per esempio, molti insegnanti non conoscono il mondo degli youtuber, mentre dovrebbero farsene un’idea, perché oggi i ragazzi seguono gli youtuber allo stesso modo in cui noi guardavamo i cartoni animati». Nelle nostre scuole si dà abbastanza spazio all’informatica o se ne dovrebbe dare di più? «Si dovrebbe dare spazio a una sorta di educazione civica digitale sul comportamento online, per ricordare ai ragazzi che quello che viene loro insegnato nella vita reale deve essere trasposto nella vita digitale. Online avvengono le stesse dinamiche della vita reale, dove non puoi urlare per attirare l’attenzione o interrompere le persone. Io e Davide, con il nostro manuale, abbiamo voluto dare piccoli spunti senza cascare nell’avviso paranoico». Nel vostro manuale non parlate soltanto dei pericoli della rete, ma anche delle opportunità. Qual è il vantaggio più grande che offre internet? «Il fatto che sia una finestra che si affaccia sul mondo e che dà la possibilità di far sentire la propria voce, in ambito sia artistico sia comunicativo. Inoltre è favoloso per quanto riguarda lo scambio di informazioni, pensiamo ad esempio ai forum. Chiaramente, bisogna stare attenti alle bufale, e di questo parliamo anche nel libro. Infine, può essere uno stimolo creativo: Justin Bieber è esploso tramite YouTube, e un esempio del genere può essere uno stimolo, anche se d’altra parte crea il problema della
clonazione. La rete dà poi accesso a una serie di strumenti. Quando avevo vent’anni e avevo un gruppo l’unico posto dove andare era la sacra sala di registrazione, mentre oggi, con la digitalizzazione, è molto più facile fare un disco con la propria band e condividerlo con un pubblico ampio. Uno strumento creativo è Vine, che, applicato Instagram e a Twitter, dà la possibilità di girare video di dieci secondi e quindi può dare l’impulso a raccontare una storia in pochi istanti. Gli utenti devono però contribuire alla rete, perché se smettono di farlo essa smette di essere creativa e diventa soltanto qualcosa che ci scivola davanti». Sia tu che Davide Morosinotto avete scritto diversi libri per bambini, pubblicati da Einaudi ragazzi, EL e Piemme Battello a Vapore. Al giorno d’oggi l’offerta editoriale per ragazzi è molto varia, ma allo stesso tempo deve competere con le nuove tecnologie e con i videogiochi. Com’è cambiato l’approccio dei ragazzi alla lettura? «Ieri ero al Salone Internazionale de Libro di Torino e mentre ero fuori dalla sezione dedicata ai libri per ragazzi vedevo i bambini delle elementari che affollavano i banchi e prendevano i libri, li sfogliavaTeo Benedetti
Parla uno degli
autori del libro “Cyberbulli al tappeto”, piccolo manuale per l’uso
no , li indicavano al compagno… È cambiata l’offerta, sono cambiati gli autori, ma secondo me quando c’è la voglia di far provare i ragazzi a leggere, loro leggono. La cosa più bella dei bambini è che sono spugne e quindi sono molto propensi a dire: “Proviamo, vediamo com’è”. È chiaro che se si offre una sola opzione narrativa, come un videogioco, loro si adeguano a quel tipo di narrazione. In un videogioco c’è narrazione, ma è un mondo prefabbricato, mentre il libro offre una base di partenza per spiccare con la fantasia. La promozione della letteratura quindi passa attraverso l’abitudine. Noi autori poi siamo i primi a doverci mettere la faccia; è dagli incontri che nasce la fascinazione: vedi chi c’è dietro al libro, conosci l’autore e vedi che è completamente pazzo e delirante. Inoltre, il bello dei bambini è che non hanno filtro e se un libro non gli è piaciuto dicono che gli ha fatto schifo; a me è capitato. I ragazzi sono il pubblico peggiore e il più bello, perché non hanno vie mezzo, e incontrarli è la parte più bella del mio lavoro: portar loro le mie storie e rubare le loro, perché sono fonte inesauribile di immaginazione».
SCORCI DI PROGRAMMA: DAL FANTASY ALL’OMOFOBIA Chi ha detto che i ragazzi non leggono? A sfatare questo mito ci pensa ”Mare di libri”, festival nato da un’idea delle libraie della libreria per ragazzi Viale dei Ciliegi 17 che si svolgerà a Rimini dal 16 al 19 giugno. La manifestazione, giunta alla nona edizione, offrirà ai lettori delle scuole secondarie di primo e secondo grado incontri con gli autori, letture, dibattiti e giochi, e persino una lezione di astrofisica tenuta da Licia Troisi (ore 8.45 di sabato 18 giugno al teatro Galli). Festival dal respiro internazionale – la francese Marie-Aude Murail (alle 11.30 di sabato 18 giugno al Teatro degli Atti), la statunitense Jennifer Niven e l’irlandese John Boyne (alle 10 di domenica 19 al Teatro degli Atti) tra gli ospiti stranieri – “Mare di libri” darà spazio al fantasy e all’avventura o ai gialli: ci sarà infatti anche Alessandro Gatti a parlare della fortunata serie “Sherlock, Lupin e io” firmata da una giovanissima Irene Adler (venerdì 17 alle 16.30, Sala Dell’Arengo). Ma ci sarà anche molto contemporaneo con argomenti delicati come il divorzio, la depressione, la disabilità. Con Ivan Cotroneo (il 18 giugno alle 20.30, Teatro degli Atti), ad esempio, si affronterà il tema dell’omofobia, con la visione del film “Un Bacio”, tratto dal suo omonimo libro edito da Bombiani; mentre si parlerà di attualità con Giuseppe Catozzella, autore di “Non dirmi che hai paura” (Feltrinelli) e la giornalista Viviana Mazza, autrice di “Ragazze Rubate” (Mondadori), in cui, tra reportage e romanzo, racconta con la scrittrice nigeriana Adaobi Tricia Nwaubani la storia delle ragazze rapite da Boko Haram.
PAROLA DI TRADUTTRICE
Marie-Aude Murail: il tocco di un classico contemporaneo Tra gli ospiti a Rimini c'è anche la grande scrittrice francese Marie-Aude Murail che da anni pubblica in Italia per Giunti e che chi scrive ha avuto l'onore e il piacere di tradurre. Un onore perché si tratta di una grandissima scrittrice amata anche dagli adulti per la raffinatezza, l’originalità e la ricchezza dei suoi libri. Un piacere perché la sua scrittura è un raro equilibrio di stile dove una delicata ironia giunge sempre a stemperare il dramma senza tuttavia nulla togliere alla profondità dei sentimenti. Tra i suoi best seller in Italia c'è sicuramente il libro che l'ha consacrata al grande pubblico, “Oh, boy!”, che racconta una storia di fratelli, di malattia, di formazione, di omosessualità in una Francia che già allora appariva tanto più avanti dell'Italia su questo fronte. Il suo stile ha qualcosa di dichiaratamente dickensiano nel piacere del raccontare una storia per entrare in un mondo intero. Amore letterario peraltro esplicitato in una biografia romanzata che è un piccolo gioiello (“Picnic al cimitero e altre stranezze”) e in quello che forse resta il capolavoro della Murail: “Miss Charity”. Storia di formazione liberamente ispirata alla vita di Beatrix Potter di una fanciulla dell'alta nobiltà (quelle famiglie per cui lavorare era un disonore) della Londra vittoriana. La storia di una ribellione possibile a schemi e gabbie sociali di una ragazza timida e introversa che ama gli animali, i libri, gli acquerelli e il teatro. Un libro intenso che parla di formazione, di amore, di scoperta senza mai sfociare nel banale, continuando a sorprendere il lettore riga dopo riga. Un libro che ha un legame diretto con l'ultimo volume uscito, “3000 modi per dire ti amo”, con un trio di diciassettenni che attraverso il teatro scoprono se stessi e trovano la propria strada, lontano da quella pronosticata per loro dalle famiglie, dall'ambiente, dalla classe sociale. Sempre con la sua profonda calviniana leggerezza, un'ode al teatro, alla giovinezza e all'amore che, come i suoi libri precedenti, ha il passo e il respiro e l’ampiezza di un classico. Federica Angelini
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SAVIGNANO
Germinal, il “sentire originale” Il festival delle Arti torna con una collettiva e un worshop di incisione di Sabina Ghinassi
È un programma molto denso di iniziative quello di Germinal-Chiari del Bosco, il festival delle Arti che ritorna ad animare gli spazi di Palazzo Don Baronio, della Chiesa del Suffragio e della Piazzetta dell’Asilo di Savignano sul Rubicone, con patrocinio e collaborazione del Comune, del festival “Il rock è tratto”, della Biblioteca Ragazzi Savignano Sul Rubicone e in rete con Si Fest. Germinal è una sorta di scenario dilatato nel quale si parla il linguaggio dell'immaginazione, moltiplicando i segni e i sensi della realtà e alimentando la nostalgia delle cose attraverso l’arte. La regia è ancora una volta affidata all’Associazione Culturale Calligraphie che, con direzione artistica di Roberta Bertozzi e curatela e allestimenti alla coppia Claudio Ballestracci e Francesco Bocchini, coordina una pluralità di progetti che, intorno a un cuore pulsante che sono le mostre di cinque artisti, si dipana come un racconto dall’infanzia all’età più adulta, allargandosi sino alla musica con il sound mixed visual degli Opez. Filo d’Arianna dell’edizione di quest’anno è l’epifania dell’arte, intesa come attività capace di custodire il mistero, di rinnovare il senso del sacro e dell’enigmatico attraverso la decifrazione di ciò che è il “sentire originale”, come scriveva la filosofa María Zambrano nel libro Chiari del bosco da cui il festival mutua il titolo. Le tracce di quest’epifania si svelano grazie alle opere di artisti intensi come Federico Guerri, Luca Caccioni, Carlo Cavina, Andrea Salvatori e Oscar Dominguez (Palazzo Don Baronio e Chiesa del Suffragio con vernice il 17 giugno alle 19), seguendo il gesto inaspettato dei bambini guidati da Elena Tappi ed Elisa Grisanti davanti alle opere in mostra (Germinal Kidslunedì 20 giugno, martedì 21 giugno, mercoledì 22 giugno, h 15/17), accompagnandosi alla mano determinata e sensibile dell’artista Veronica Azzinari nel workshop dedicato all’incisione il 25 giugno dalle 9alle 13 e dalle 14 alle 18, assestandosi sul concerto “illustrato” degli Opez il 26 giugno, in contemporanea con il finissage delle mostre. Ingresso gratuito. Info e prenotazione workshop: 339 4960305; http://www.germinalarte.net/; germinal.art@gmail.com.
Traforato dall'aria 2015, grafite, acquarello e pastello su tela, cm160x140
ANCORA UN MESE PER PIERO DELLA FRANCESCA Chiude il 26 giugno la grande mostra ai Musei di San Domenico di Forlì del 2016 dedicata a uno degli artisti più amati di ogni tempo: “Piero della Francesca, indagine su un mito”. Tre appuntamenti musicali ancora in quella bella cornice a ingresso libero l’1 giugno alle 21, il 5 e il 12 giugno. Info: www.mostrefondazioneforli.it
RAVENNA
CHIUDE A GIUGNO LA GRANDE MOSTRA AL MAR Ultime settimane per visitare la mostra al Mar di Ravenna La seduzione dell’antico da Picasso a Duchamb, da De Chirico a Pistoletto che chiude il 26 giugno. Orari martedì - giovedì dalle 9 alle 18, venerdì 9-21, sabato e domenica 9-19.
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L’INTERVISTA
E la laguna diventa utero per una mostra
L’installazione di Laura Rambelli dal 4 giugno nella piallassa Baiona di Marina Romea di Linda Landi
Il 4 giugno dalle 18 alle 20 alla Pialassa Baiona di Marina Romea, uno dei lidi più suggestivi del Ravennate, prende il via la mostra Laguna di Laura Rambelli: le sue “Creature” saranno in esposizione sulle barene e nei capanni, proiettando gli spettatori all'interno dell'ambiente lagunare a stretto contatto con la natura e con l'arte. Un lavoro nato in stretta connessione con la personale “100 Uccelli” realizzata a Vienna alla galleria Schleifmühlgasse 12-14, dove un’invasione di leggerissimi origami ha dato concretezza al “risultato di un’attesa” dovuta alla chiusura inaspettata del progetto artistico già in gestazione, ma interrotto a causa dell’apertura dell’attività venatoria. Una sospensione che l’artista associa «Al processo di vita/morte/vita. Gli uccelli sono migrati, anche a causa della caccia, lasciando solo il suono degli spari - si legge in un’accorata nota - mi sento come loro, intrappolata nell’attesa di un nuovo inizio: vita appunto. La terra, la laguna, non sono altro che un utero, grembo primordiale nel quale si attende. All’improvviso, ho dovuto interrompere la mia ricerca a causa dell’inizio del periodo venatorio. Mi resta solo l’odore di palude della terra che porto con me, in questa installazione, con la funzione di
Spettacolo piro musicale Dalla mezzanotte e per circa 20 minuti il cielo dei lidi sarà illuminato da un grande spettacolo piro musicale. Fuochi d’artificio di nuovissima concezione che illumineranno il cielo a tempo di musica.
«Le opere rimarranno notte e giorno in balia
delle maree e sono curiosa anche io di vedere cosa succederà... chissà cosa ne diranno le garzette!
»
VENERDÌ 10 GIUGNO Fausto Leali Fiordaliso Francesco Gabbani Dear Jack
memoria olfattiva». Una palude ora pronta ad essere finalmente ri-vissuta, e in punta di piedi, poiché una delle particolarità di questo progetto risiede anche nella modalità di fruizione: l’installazione si potrà infatti visitare solo a bordo di un’imbarcazione. Ennesima dimostrazione della sensibilità e creatività della Rambelli che, nata a Lavezzola nel 1980 e diplomata al liceo artistico P. L. Nervi di Ravenna, per poi specializzarsi all'Accademia Cappiello di Firenze, oggi ha al suo attivo mostre collettive e personali in un percorso di ricerca guidato da passione, istinto e viaggi, dove il tema della femminilità, fortemente connesso a quello della procreazione, fa da ponte fra dimensione interiore ed esteriore. Dalla sua stessa voce, il racconto di quest’ultima avventura. Laura, il tuo progetto artistico vuole riscoprire e rivalutare la zona lagunare di Marina Romea: cosa servirebbe oggi a tuo parere per avvicinarsi a una natura che i ritmi moderni hanno visto allontanarsi dalle nostre abitudini? «Penso che sia un istinto che abbiamo tutti, in realtà non ci vorrebbe molto. Questa paura a rallentare andrebbe trasformata in un ascolto personale del proprio ritmo che sicuramente è più vicino a quello della natura». Per realizzare questa mostra, hai trascorso mesi nei luoghi dove esporrai i tuoi lavori, vivendoli appieno dall’alba al tramonto: cosa ti rimane di un’esperienza così penetrante e diretta? «Restano sempre gli odori, ma
SABATO 11 GIUGNO
Gli irrequieti Christian Cappellone Roberta Giarrusso
Marco Masini Noemi Le 13 Paolo Belli
Organizzazione evento e direzione artistica
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COTIGNOLA Dai muri dipinti ai Babalibri, passando per il teatro
anche una crescita personale e spirituale. Ma soprattutto resta la voglia di viverci». Le tue opere sono realizzate con componenti ecologici e di riciclo: un’attenzione particolare ai materiali anche per avvicinare il pubblico a forme d’arte più accessibili? «Sicuramente. In ogni caso questo materiale è stato scelto perché c’era l’esigenza di esporre sculture che non danneggiassero la natura del luogo e gli animali che ci vivono». La scelta di un luogo che hai definito inusuale per una
mostra è un modo per allargare i confini dell'arte stessa verso territori ancora poco esplorati? «La scelta del luogo è avvenuta grazie al mio contatto molto forte con essa, il resto è venuto di conseguenza… anche il concetto che sia inusuale!». All'interno del percorso previsto, i visitatori assisteranno a una performance: che cosa aggiungerà rispetto al già potente itinerario immersivo attraverso le tue creature? «La performance è per me un’inaugurazione (visto che non ci
sarà il giorno classico dell’apertura come da galleria d’arte), un momento di condivisione col pubblico che aggiungerà sacralità al concetto della metafora della Laguna come “grande utero”». Le installazioni resteranno giorno e notte in balia delle maree, che ne andranno a modificarne l'aspetto: un tentativo di mostrare la natura mutevole dell'arte nel tempo e a contatto con i suoi spazi? «Esattamente: sono curiosa anche io di vedere cosa succederà… chissà cosa diranno le garzette!».
Per una settimana la piccola Cotignola, nella Bassa lughese, nel Ravennate, si trasforma in un luogo davvero magico dove l’arte e la creatività si impossessano di spazi pubblici e privati. L’iniziativa è Cotignyork ed è a cura di Scuola Arti e Mestieri e Museo Civico Luigi Varoli con la collaborazione tra gli altri delle associazioni culturali Selvatico e Primola. Tra le cose che si potranno ammirare ci sono i muri dipinti con James Kalinda, Signora K, Marina Girardi e Rocco Lombardi che proseguonoil percorso diffuso di street art che collega ed espande il Museo Varoli al Fiume Senio e alla golena in cui d’estate si svolge il festival “L’arena delle balle di paglia”. Ci sarà poi la mostra “Fuochi diurni” di Denis Riva (nella foto) a Palazzo Sforza e “L’Argine” di Marina Girardi al museo Varoli (fino al 19 luglio). Mentre fino al 5 giugno ci sarà anche il teatro in mostra: burattini, pupazzi, sculture, marionette, fondali, baracche e altri oggetti di scena provenienti dagli spettacoli e collezioni della compagnia Teatro del Drago - Famiglia Monticelli. Dall’1 al 7 giugno, inoltre, la biblioteca Varoli ospita la Babamostra curata dalla casa editrice Babalibri e i “laboratori di quasi arte”.
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JUNIOR
CLASSICA
Un camp per sperimentare la musica Il progetto di Accademia Bizantina a Bagnacavallo dal 20 giugno al 2 luglio di Roberta Bezzi
Avvicinare i più giovani alla musica, al teatro e alle altre arti, per aiutarli a esprimersi e a scoprire i loro talenti. Questo è l’obiettivo principale del Music Summer Camp, il laboratorio estivo promosso da Accademia Bizantina dal 20 giugno al 2 luglio, a Bagnacavallo, rivolto a ragazzi da 8 a 16 anni. Giunta alla terza edizione, l’iniziativa è aperta principalmente a strumentisti e cantanti “in erba” con una formazione musicale di base, quali studenti delle scuole medie a indirizzo musicale, delle scuole di musica comunali e private, ma anche a ragazzi semplicemente interessati a sperimentare un’esperienza artistica nel campo della musica e del teatro. Grande novità di quest’anno sarà proprio il laboratorio di avviamento strumentale dedicato a tutti coloro che vogliano avvicinarsi per la prima volta allo studio di uno strumento musicale. Oltre ai corsi principali, i partecipanti saranno impegnati in laboratori artistici quali l’atelier d’arte, il corso di scrittura creativa e il laboratorio espressivo di sviluppo della musicalità, tenuti da professionisti del settore. Per la musica: Alice Bisanti (direttrice artistica del camp) e la organista, pianista e clavicembalista Valeria
Regina, liberamente tratto dal capolavoro operistico Flauto Magico di Mozart, così come l’anno prima ancora sulla favola in musica Orfeo di Claudio Monteverdi». Un laboratorio dunque in grado di soddisfare le esigenze dei giovani… «Sì. Sembra che ci sia un gap incolmabile tra la musica classica e colta e il resto della musica. Ma non è così, è solo una lingua che ha bisogno di essere conosciuta, con codici e regole da cui si può trarre giovamento. Il problema vera è un altro: a scuola la musica viene massacrata, perché studiata solo attraverso un’ottusa imposizione della pratica del flauto e con noiose nozioni di storia. Eppure la musica è così presente nei giovani, ogni giorno della loro vita! Se si supera questo scoglio, se si offrono
«Se si offrono ai ragazzi gli
strumenti per comprendere ecco che possono avvicinarsi anche alle forme più complesse
»
Montanari di Accademia Bizantina; per il teatro, Matteo Cavezzali del TeatrOnnivoro; per i laboratori, Margherita Tedaldi (atelier d’arte), Jenny Burnazzi (laboratorio espressivo per lo sviluppo della musicalità) e Flavia Montecchi (corso di scrittura creativa). Durante il corso, i ragazzi si prepareranno in vista della messa in scena di uno spettacolo musicale, in programma il 2 luglio al Teatro Goldoni, di cui
saranno creatori e interpreti, protagonisti dell’esecuzione musicale e dell’interpretazione teatrale. Per l’iscrizione ai corsi, che si svolgeranno tra la sede di Accademia Bizantina, la Scuola d’arte Ramenghi e la Sala delle Capriate del Convento di S. Francesco, c’è tempo fino al prossimo 31 maggio (info: 0545-61208). Alice Bisanti, come nasce l’idea del Music Summer Camp?
«Dalla mia esperienza di insegnante con i ragazzi di quell’età e dalla presa di consapevolezza di quanto entusiasmo ci sia in ciascuno di loro se portati ad avvicinarsi, con le giuste modalità, alla musica classica, barocca e ai miti, in definitiva a un universo che solo in apparenza sembra così lontano da loro. L’anno scorso, è stato commovente vedere con quanto impegno hanno lavorato sullo spettacolo Il segreto della
ai ragazzi gli strumenti per comprendere, ecco che possono avvicinarsi anche alle forme più complesse e varie della musica, sviluppare passioni e raggiungere risultati gratificanti». Quali sono le maggiori difficoltà che i ragazzi incontrano? «Anzitutto, concentrarsi e riflettere durante le due intense settimane di lezioni. Abituati alla velocità della tecnologia, è chiaro che si scontrano con uno studio
INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI. Ai sensi dell’art.13, d.lgs. 196/2003 La informiamo che i Suoi dati personali saranno trattati (per finalità di invio di materiale informativo) dalla Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, con sede in Milano, Via Zuretti, n.35 in qualità di “Titolare” del trattamento. Il trattamento riguarda esclusivamente dati comuni ed è svolto dal Titolare, tramite appositi incaricati al trattamento, con o senza l’ausilio di strumenti elettronici. Alcuni trattamenti potranno essere effettuati anche da soggetti esterni all’organizzazione del Titolare (Società di Servizi e di imbustamento), designati come Responsabili del trattamento. L’elenco completo e aggiornato dei Responsabili del trattamento è disponibile presso la sede del Titolare. I Suoi dati personali non saranno in alcun modo diffusi. Il trattamento dei dati personali sarà necessario per adempiere agli obblighi di legge in materia di registrazione della Vostra richiesta e per ogni adempimento relativo alla spedizione di materiale informativo. Potrà esercitare in ogni momento i diritti di cui all’art.7 d.lgs. 196/2003 (accesso, integrazione, correzione, opposizione, cancellazione dei dati) inviando una lettera al Titolare: Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, MT Via Zuretti, 35 - 20125 Milano.
JUNIOR
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25 RIVIERA UNA
SETTIMANA TUTTA PENSATA PER I BAMBINI
Valeria Montanari e Alice Bisanti
che non è facile come un “clic”. C’è poi da dire che, mentre i bimbi di due anni si muovono e vocalizzano seguendo l’istinto, a un certo punto della crescita il bambino/ragazzino si blocca. Ecco allora che cantare davanti agli altri diventa un momento di vergogna e paura. Il nostro compito è di restituire loro quella spontaneità!». La novità di quest’anno, il laboratorio di avviamento strumentale, nasce da una specifica richiesta? «Sì, tanti genitori hanno un figlio interessato a suonare e desiderano metterlo alla prova in un breve periodo “finestra” come il camp per sondare quale strumento è più adatto. Troppo spesso le famiglie delegano al figlio scelte che sono troppo grandi per l’età che hanno. Così il rischio è di perdere tempo inutilmente, magari con uno studio non idoneo che poi si rivela frustrante. Ci sono requisiti fisici e attitudini particolari per ogni strumento da non sottovalutare: per esempio, il vio-
loncello e il pianoforte richiedono mani grandi; ci sono strumenti in cui avere o meno orecchio musicale è più o meno importante. Anche nei caso di un grande “innamoramento”, il giovane va seguito con attenzione per prepararlo ai sacrifici e a superare gli ostacoli anche nel rapporto con i genitori, gli insegnanti, se stesso…». Se avesse la bacchetta magica, cosa farebbe per migliorare la conoscenza della musica classica? «Mi piacerebbe che, come in Germania, ogni scuola media avesse la sua orchestra, in modo che i ragazzi non studino solo un po’ di flauto dolce, ma anche l’oboe, la tromba, il corno, la viola, etc... Suonare insieme e condividere la musica dà grande motivazione. Vorrei che i ragazzi impegnati in queste cose non fossero visti come alieni da deridere, ma da imitare. Sarebbe bello che l’educazione musicale alzasse il livello qualitativo e fosse accessibile a tutti!».
In tutta la riviera Adriatica, per una intera settimana, dall’11 al 18 giugno, tutto ciò che accade è dedicato ai più piccoli: dalle feste alla gastronomia, dall’animazione alle iniziative di intrattenimento, dagli spettacoli alle proiezioni di film. Protagonisti saranno i bambini da 0 anni in su che avranno la possibilità di dare libero sfogo alle proprie capacità creative e di apprendimento, trasformando la spiaggia, il centro storico, le piazze e le vie della città in luoghi di incontro, gioco e divertimento. Gli eventi che vedranno coinvolti i bambini spaziano dalle letture animate ai laboratori didattici, dalla rassegna di cinema d'animazione alle iniziative dedicate al gioco. Tra gli appuntamenti da non perdere il 12 giugno dalle 15.30 alle 22 nel centro di San Leo una trentina di associazioni sociali e sportive della provincia di Rimini che lavorano con e per i bambini si metteranno in mostra nel coinvolgendo i piccoli ospiti in giochi, laboratori, dimostrazioni e spettacoli dando la possibilità di sperimentare e approcciarsi alle varie discipline. Si potrà provare e giocare a calcio, tennis, basket, baseball, tiro con l’arco. I bambini potranno confrontarsi in giochi di società o in percorsi di abilità tecnica e coordinamento. Inoltre mostre, laboratori, proiezioni, musica e tanto buon cibo. Altra “chicca” i laboratori alle 9.30 di scavo archeologico in programma presso sette spiagge di Cesenatico precedentemente selezionate. A tutti i partecipanti, seguiti da operatori specializzati nella didattica museale, verrà fornito il “kit dell’archeologo”, cioè tutto il materiale necessario per effettuare gli scavi. Per tutte le info: www.ilfestivaldeibambini.it.
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GUSTO
TIPICITÀ
IL BUSTRENGO
Ma perché la zuppa è “inglese”? A proposito di alcuni dolci della Romagna con una storia secolare di Giorgia Lagosti
Tanti sono i dolci di Romagna le cui radici affondano nel passato e che raccontano anche un pezzetto della nostra storia. Tra questi c’è sicuramente la zuppa inglese. È questo un dolce decisamente poco amato sia dai pasticcieri moderni che hanno preferito innovare altri dolci della tradizione italiana, sia dai ristoratori che lo stanno sempre più spesso sostituendo nelle carte dei menù a favore di Cheesecake, Panna Cotta, Tiramisù e Tortini al Cioccolato dal Cuore morbido. Certamente legato per la sua sopravvivenza alla tradizione familiare, la Zuppa Inglese è diffuso in molte regioni italiane tra cui l’Emilia Romagna, la Toscana, le Marche, il Lazio e la Campania. La sua origine non è certa, così come sono molteplici le motivazioni storico-linguistiche per cui questo dolce tutto italiano venga definito “inglese”. Alcune delle leggende sul nome dicono che sia stato inventato in terra francese durante la Guerra dei Cent’Anni: proprio per schernire il rivale inglese fu denominato “zuppa inglese”. Ma queste fonti non trovano un grande riscontro, solamente sporadici accenni in alcuni scritti dell’epoca. Di certo non sfugge la somiglianza con il trifle, dolce inglese
composto da una base di pasta morbida lievitata, intrisa di vino dolce, arricchita con pezzetti di frutta o frutti di bosco e coperta da crema pasticcera e panna. Da qui, una delle tesi più accreditate, afferma che la zuppa inglese sia stata creata nel 1500 a Ferrara dal pasticciere dei duchi d’Este, per soddisfare la richiesta fatta da un diplomatico di ritorno da Londra di riassaggiare il trifle: il pasticciere, non avendo a disposizione gli
ingredienti tipici anglosassoni, ne fece una versione con ingredienti nostrani. Altre fonti spostano l’origine del dolce in Toscana, a Siena in primis e nel resto della regione poi, in analogo periodo. In entrambi i casi si parla di un dolce destinato a nobili tavole, per cui si assiste alla sostituzione della pasta lievitata dolce con il più raffinato pandispagna, della panna con la crema pasticcera e dell’utilizzo dei più profumati alchermes e
QUELLA
RICETTA NATA PER NON BUTTARE IL PANE SECCO
“Bustreng”. Un appellativo dal suono duro, che riporta a qualcosa di rustico, antico, quasi “grezzo”. Il nome dialettale di questo dolce pare sia di origine barbarica (legato alla presenza dei Celti in Romagna), ma non è facile individuare la sua vera provenienza. Quel che è certo è che le prime tracce risalgono al Medioevo, che la sua paternità è contesa tra il mondo contadino della bassa Romagna (delle colline del cesenate e del riminese) e delle alte Marche (del Montefeltro) e che nasce dall’esigenza di non buttare il pane secco. La sua ricetta, oggi come secoli fa, varia sensibilmente da zona a zona, di contrada in contrada, di famiglia in famiglia. Il pane raffermo veniva ammollato nel latte (in passato veniva utilizzata anche la farina gialla o il pane nero di crusca), addizionato di zucchero, uova e strutto. Poi, era possibile trovare il Bustrengo profumato di spezie o addolcito con il cioccolato, con il Sangiovese al posto del latte, con il riso bollito in aggiunta al pane, con la farina di castagne o di ceci, con i fichi secchi o con mandorle, noci o pinoli. Un ruolo importante lo deteneva anche la frutta fresca che, quasi a scandire il susseguirsi delle stagioni, caratterizzava il suo impasto. La ricetta Bustrengo con le Fragole Ingredienti: 350 grammi di mollica di pane bianco; 500 millilitri di latte intero; 50 grammi di panna fresca; 150 grammi di zucchero di canna; 3 uova; 50 grammi di strutto; 50 grammi di pinoli; 30 grammi di rhum per ammollare l’uvetta; 50 grammi di uva sultanina; 250 grammi di fragola a cubetti Preparazione: innanzitutto, in una capiente ciotola porre in ammollo il pane nel latte e, a parte, l’uvetta nel rhum. Poi preparare l’impasto unendo al pane le uova, lo zucchero e lo strutto. Dopo aver mescolato bene, completare con tutti gli latri ingredienti. Rivestire una teglia rettangolare (25×35 circa) con della carta oleata, versare la massa e livellarla bene. Ora, con la panna, bagnare la superficie e terminare con una spolverata di zucchero di canna. Infornare infine a 175 gradi per circa 40/45 minuti, fino a quando il dolce non risulterà ben dorato. Da ultimo, è importante lasciar riposare il Bustrengo per un paio d’ora prima di assaggiarlo (il giorno dopo è ancora meglio!).
OSTERIA MALABOCCA Piazza della Libertà 15 Bagnacavallo (RA) Tel. 0545 64468 www.malabocca.it Osteria Malabocca
L'Osteria Malabocca è un piccolo e confortevole locale a gestione familiare situato nella piazza principale di Bagnacavallo. Ci piace dire che la nostra cucina è priva di etichette, se non quella della "stagionalità", infatti i nostri menù cambiano con il mutare dei prodotti che la natura mette a disposizione, cercando di lavorarli nella maniera più semplice possibile. Tutto viene preparato giornalmente da noi, compresi le paste, i dolci e il pane. Roberto e Denise vi aspettano tutti i giorni escluso il mercoledì, mettendo a vostra disposizione un menù vegetariano, uno di pesce e uno di carne oltre ad una selezione di piatti dedicati ai sapori e ai profumi del territorio. Aperto dalle 12 alle 14,30 e dalle 19,30 alle 22,30
Chiuso il mercoledì
GUSTO
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27 LA CIAMBELLA
AGENDA
PER LE FESTE SPECIALI QUANDO LE “AZDORE” ANDAVANO AL FORNO CON LE “RUOLE” È questo un dolce che appartiene al patrimonio semplice delle famiglie rurali della Romagna. Con la sua ricetta plurisecolare (pare che le prime tracce risalgano al 1250), oggi lo si prepara in mille occasioni e non è più quel lusso che in passato rappresentava la “ciambella dura” quando veniva cucinata solo per le domeniche speciali o per le grandi feste! E anche la sua preparazione rappresentava una piccolo rituale: erano poche infatti le case che avevano un forno e, in prossimità delle ricorrenze festive, ci si organizzava per andare dal panettiere del paese per cucinare i ciambelloni. Si iniziava già nelle ore prima dell'alba con gli impasti e, dopo che il fornaio finiva con la cottura del pane, le “azdore”, quasi in processione, si raccoglievano davanti al negozio con le “ruole”, una specie di lastre sulle quali venivano sistemati, perfettamente allineati, i ciambelloni. Il problema del riconoscimento dopo la cottura era facilmente risolto dando a questi dolci forme leggermente diverse o appoggiando sotto di essi piccoli oggettini come il mallo di una noce, un sassolino o un ferretto… ogni azdora così facendo avrebbe riconosciuto la sua proprietà. Nei giorni successivi si sarebbero centellinate le fette di questo fantastico dolce stando ben attenti a lasciarne qualcuna per preparare la Zuppa Inglese: prima imbibite nel rosolio, si alternavano a strati di crema gialla e al cioccolato. Era questa la vera zuppa inglese… i savoiardi qui da noi mai sono stati usati per questo dolce! Nota: il nome Brazadèla deriva dal fatto che solitamente veniva servita nelle osterie tenendola sotto un braccio mentre con l’altro si serviva il vino. E questo perché doveva essere “tocciata” nel vino, semmai un buon Sangiovese. Ancora, veniva regalata dal padrino o dalla madrina ai bambini che facevano la Cresima. La ricetta Il Ciambellone romagnolo (Brazadela, Zambèla, Zomblò) Ingredienti (per circa 10 persone): 500 grammi di farina 0; 280 grammi di zucchero semolato; 3 uova di medie dimensioni; 200 grammi di burro a temperatura ambiente (possibilmente di centrifuga); un cucchiaio di strutto (30 grammi); la buccia grattugiata di un limone o i semini di mezzo baccello di vaniglia; una bustina di lievito; qualche cucchiaio di zucchero di canna. Preparazione Riunire tutti gli ingredienti in una capace ciotola e impastare energicamente fino a che non si ottiene un composto perfettamente amalgamato. Modellare ora per ottenere il ciambellone (con questa dose se ne ottengono 2 grandi o 3 piccoli). Cospargere la superficie di zucchero di canna. Per quanto riguarda la cottura, scaldare il forno 170/180 gradi e cucinare per 25/30 minuti a seconda della grandezza delle forme.
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rosolio. Si narra che questa nuova versione del trifle risultò così gradita agli inglesi che soggiornavano a Firenze che da Zuppa del Duca mutò presto nome in Zuppa Inglese, nel senso di “zuppa molto gradita agli inglesi”. Rimanendo in Toscana, ma spostandosi cronologicamente più avanti e più precisamente nel 1800, troviamo un’altra storia legata a questo dolce.
Leo Codacci, in Civiltà della tavola contadina, scrive che la zuppa inglese è stata inventata da una donna che andava a servizio da una famiglia inglese residente sulle colline di Fiesole. Quella contadina toscana, avvezza da generazioni a non gettare niente di quanto restava sulla tavola, non riusciva a buttare via neppure gli avanzi dei biscotti e unì questi ad una crema pasticcera e al cacao. Siccome i biscotti del giorno prima
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erano divenuti secchi, per ammorbidirli li inzuppò con il vino dolce. Inoltre il nome “Zuppa Inglese” compare alla fine dell’Ottocento nella “bibbia” della cucina italiana scritta da Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, dove viene presentato come dolce popolare della tradizione emiliano romagnola. Nella presentazione del dolce l’Artusi suggerisce di prepararla con una crema pasticcera addensata con farina, composta di frutta e savoiardi intinti metà nel l i q u o r e Alchèrmes e metà nel Rosolio bianco. Non compare né la crema al cacao o cioccolato né il pandispagna. Come dolce regionale continuiamo ad averne testimonianza anche nelle raccolte di ricette tradizionali del 1900. Negli anni 30’, Ada Boni, nel suo Talismano della felicità, non modifica sostanzialmente gli ingredienti, ma introduce una nuova variante rispetto all’origine: Lazio e non Emilia Romagna o Toscana come fino ad allora riportato. Negli anni 60’, Anna Gossetti della Salda nel suo volume Le ricette regionali italiane ricolloca la Zuppa Inglese nelle pagine dedicate alla gastronomia emiliano romagnola con il nome di “Zuppa a Due Colori”
LA XX
FESTA ARTUSIANA NEL SEGNO DI OLINDO GUERRINI
Dal 25 giugno al 3 luglio si svolge la ventesima edizione delle Feste Artusiane che trasformano ogni anno Forlimpopoli nella capitale del “mangiar bene” per rendere omaggio al suo concittadino più illustre: il gastronomo Pellegrino Artusi, padre indiscusso della moderna cucina italiana. Filo conduttore sono la cucina domestica e le oltre 700 ricette del celebre manuale artusiano La Scienza in Cucina e l'Arte di Mangiar Bene che rivivono nei tanti ristoranti e punti di degustazione allestiti lungo le strade, le piazze e i vicoli di Forlimpopoli, rinominati per l'occasione secondo i capitoli del celebre libro. Un percorso che prende vita grazie anche alla collaborazione con Casa Artusi, cornice ideale per incontri, dibattiti, convegni. Nell’anno della ventesima edizione, la festa si congiunge alla celebrazione del centenario della morte di un personaggio importante per la cultura italiana: Olindo Guerrini, poeta e scrittore eclettico, ma anche amico e primo sostenitore del lavoro di Artusi.
AL MENI, LO CHEF BOTTURA IN UN CIRCO DELL’ALTA CUCINA È un remake di 8 e ½ tutto gastronomico quello che sorgerà all’ombra del Grand Hotel di Rimini dal 18 al 19 giugno con “Al Méni” – ovvero in dialetto romagnolo “le mani”, dal titolo di una poesia di Tonino Guerra - il circo mercato dei sapori tra degustazioni, show cooking stellati, laboratori. Nel tendone da circo che si trasforma in una grande cucina a vista Massimo Bottura chiama a raccolta 12 chef dell’Emilia Romagna per incontrare 12 giovani chef internazionali.