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FREEPRESS Mensile di cultura e spettacoli novembre 2016 n.23 ROMAGNA&DINTORNI

R O M A G N A & D I N T O R N I

NOVEMBRE 2016

Uno scatto dal “Faust” della China National Peking Opera Company, atteso a Ravenna e a Cesena

SUL PALCOSCENICO ENTRANO NEL VIVO LE STAGIONI NEI TEATRI DELLA ROMAGNA ALL’INTERNO musica • spettacoli • libri • arte • cinema • gusto • junior

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ISSN 2499-0205



R&DCULT novembre 2016

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SOMMARIO

L’ EDITORIALE

• MUSICA Torna il festival Transmissions ...pag. 8

Il migliore omaggio a Dario Fo

• TEATRO Intervista a Paolo Cevoli..........pag. 12 • CINEMA Greenaway a Riccione..............pag. 19 • LIBRI Paolo Rumiz e il viaggio...........pag. 20 • ARTE Chagall: la recensione..............pag. 24 • JUNIOR Le stagioni per famiglie...........pag. 28 • GUSTO Alla scoperta della pineta .......pag. 30

La sua ultima mostra, “Darwin. L’universo impossibile”, era stata allestita proprio a Cesenatico, per la prima volta, in quella che lui stesso considerava la sua città adottiva, che frequentava assiduamente da quando aveva cinque anni e dove aveva una fucina artistica. Ne era cittadino onorario dal 1994 e non era l’unica cittadinanza onoraria che vantava in Romagna, dal 1999 lo era pure della città dei mosaici, Ravenna, a cui aveva dedicato l’anno precedente anche un libro, in cui la descriveva senza infingimenti («Tubi, tralicci, ciminiere di raffinerie e in mezzo campanili a base circolare, palazzi antichi, chiese uniche al mondo annegate da casoni orrendi[...]», si legge su La vera storia di Ravenna). E Dario Fo in Romagna, dove aveva pure casa, era venuto tante volte, aveva stretto collaborazioni, inaugurato stagioni, recitato agli esordi davanti a venti persone e richiamato folle di migliaia di spettatori anche in un luogo non proprio centrale come Casola Valsenio, qualche anno dopo. Non si contano gli aneddoti, non si misura l’orgoglio di aver avuto un legame con un genio indiscusso quale è stato Dario Fo, che ha incarnato quell’idea di cultura popolare e irriverente, dirompente eppure non elitaria di cui oggi continuiamo a sentire una necessità vitale. La sua lezione è stata quella di un intellettuale che si è sempre sporcato le mani con la vita al di fuori di qualsiasi torre eburnea, attirandosi anche critiche e suscitando malumori. C’è già chi, poche settimane dopo la sua morte, cerca luogo da intitolargli e dagli amministratori locali sono arrivate parole di stima in suo ricordo. Ma naturalmente questa sua terra un po’ adottiva non potrà rendergli omaggio migliore che portando avanti la sua lezione di artista profondamente umano e intimamente rivoluzionario.

OPIEMME, IL POETA DELLA STREET ART Inaugurata in ottobre, resterà aperta fino al 5 dicembre a PalazzoRasponi2, a Ravenna, la mostra del cosiddetto “poeta della street art”, l’artista torinese Opiemme, dal titolo “Vortex, pensieri sulle stelle”, a cura di Elena Paloscia. In mostra opere create con tecniche e supporti differenti tra cui il dripping su tela o su tavola, e i lavori su carte d’epoca scelte con cura, come antiche carte nautiche (come quella nella foto di questa pagina), carte geografiche e quotidiani. R&D Cult nr. 23 - novembre 2016

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1427 del 9 febbraio 2016 Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: direzione@reclam.ra.it tel. 0544 408312 - 392 9784242 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872

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Fabbri, Francesco Farabegoli, Nevio Galeati, Sabina Ghinassi, Enrico Gramigna, Giorgia Lagosti, Linda Landi, Fabio Magnani, Filippo Papetti, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni, Elettra Stamboulis. Redazione: tel. 0544 271068 redazione@ravennaedintorni.it Poste Italiane spa Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA


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MUSICA BASTONATE DI CARTA

di Francesco Farabegoli *

In gioventù ci si muove per dare sfoggio alle più pittoresche perversioni e a un gusto per l’orrore che a volte può essere reale e più spesso nascere dal desiderio di fare i diversi e scioccare i benpensanti. Tanto per dire, a un certo punto nella vita ho avuto una fase di scimmia per i cantautori italiani. Non è durata poi molto, giusto il tempo di capire che non era la mia cosa, e ho smesso (di allora conservo solo qualche imbarazzante riflesso pavloviano, ad esempio mi metto a piangere tutte le volte che ascolto “La locomotiva”). Non è che non riesca a capire di pancia che De Gregori e Lucio Dalla siano dei grandi, ma intellettualmente ho sempre pensato che sovrastimare il cantautorato italiano ci abbia portato un mare di disgrazie e avversità, oltre che un irrisolto storico che si è esteso per decenni oltre la data di scadenza e ha generato alcuni dei più terribili obbrobri con cui la musica italiana abbia mai avuto a che fare. Vi ricordate, tanto per dire, tutto quel momento in cui il rock alternativo italiano (sull’onda di gente tipo Afterhours o Marlene, che non a caso oggi fanno il lavoro che fanno) si trovò d’improvviso ad aver bisogno di mutuare la propria espressività dalla canzone d’autore? Ecco, non mi è ancora passata l’incazzatura per certi dischi che ho ascoltato in quella fase, alcuni dei quali ancora sono considerati tra le massime opere mai prodotte dall’ingegno italico E INVECE, diocristo. E poi diciamocelo, cosa ci ha portato di buono tutta quella fase? (aspetto che qualcuno entri e mi risponda “i Baustelle” per tirar fuori il coltello) Insomma, a un certo punto nel giro indie uscì fuori questo ragazzetto con la chitarra acustica, tale Vasco Brondi, che si faceva chiamare Le Luci della Centrale Elettrica e urlava canzoni con testi ermetici a caso suonati con poco più che una chitarra acustica. Da una parte era il punto d’arrivo di tutta quella poetica del cazzo, dall’altro ne sembrava la critica più feroce. La roba che faceva era così semplice, comunque, che cercarono di copiarla in tantissimi. Tra i vari che si presentarono al mondo

Caso e il Nuovo Cantautorato Italiano Tra i vari che si sono presentati al mondo con chitarra e voce c’era un ragazzo di nome Andrea Casali...

Il cantautore bergamasco Andrea Casali, in arte semplicemente Caso

A RAVENNA ANCHE FERRARIO E GRIMM GRIMM Oltre al concerto del 23 novembre di Caso di cui si parla nell’articolo principale, il Moog di Ravenna ospita anche il 9 novembre il live del lombardo Giovanni Ferrario, figura storica della scena alterantiva italiana; il 17 la band di rock psichedelico cilena Chicos de Nazca e l’1 dicembre Grimm Grimm, cantatutore giapponese ora a Londra (space-folk).

con una chitarra classica e la voce, in quella fase, c’era un ragazzo di nome Andrea Casali, detto Caso. Veniva da un passato come batterista in certi gruppi punk bergamaschi e fece uscire un disco intitolato Dieci Tracce, copertina bianca e tutto fatto con quell’atteggiamento alla valà che vai bene. L’avessi ascoltato allora probabilmente l’avrei odiato. Lo ascoltai più tardi invece: stava uscendo il terzo disco, che si chiamava La linea che sta al centro. Lo ascoltai e pensai, diocristo che scrauso. Poi l’ho riascoltato, e poi l’ho riascoltato un’altra volta, e semplificando sono lì fermo da allora. Il cantautorato italiano è fondamentalmente di due tipi. Il primo è quello che sogna l’Italia degli anni settanta come luogo in cui era possibile fare ARTE (tutto maiuscolo) cantando delle

canzoni e magari in cui il mondo fosse ancora in divenire. Il secondo è quello che è nato in seno a una certa sinistra che aspira a essere world music e canzone di protesta, a costo di autoghettizzarsi e parlare una lingua di slogan che la gente normale non capisce più da decenni. Vasco Brondi, per dire, nella testa della gente è diventato la scelta 1, il Nuovo Cantautorato Italiano, l’ennesimo piccolo e medio Bob Dylan. Non ha mai perso particolarmente terreno, ma s’è scoperto che la sua musica non sarebbe bastata a salvarci. Caso, nel frattempo, continuava a suonare dal vivo. Le sue canzoni si sono fatte riconoscibili dal secondo disco, Tutti dicono guardiamo avanti: più che un cantautore anni settanta ricorda i Violent Femmes o certi solisti/gruppi folk-punk americani che suonavano velocissime canzo-

ni acustiche in mezzo a prati fioriti e centri sociali tra i più roots. Come mi disse una volta, «il mio concerto è lo stesso sia che mi capiti di aprire per il cantautore del momento in un posto da duemila persone, sia che mi capiti di suonare a un festival hardcore, ed è una cosa che mi piace molto». Le sue canzoni fanno piangere più di quelle degli altri, e dal vivo è il musicista preso meglio che ho mai visto suonare. Ho visto qualche musicista preso bene in vita mia, ma Caso è una classe a parte: suona i pezzi con e senza microfono, con e senza amplificazione, si butta in mezzo al pubblico, la gente canta qualche canzone, qualcuno sorride, qualcuno lo abbraccia. Lui le sue canzoni le spiega tutte, ti dice che poi ha trovato i fucili di suo nonno cacciatore, racconta tutte le storie della sua adolescenza in

un posto che è molto lontano da Ravenna ma sembra proprio uguale a qui. Ci fa ascoltare pezzi che ha scritto per un amico che si sposava, e poi ti racconta che al matrimonio non c’è stato modo di suonarli perchè erano tutti sbronzi. E non importa se metà del testo è fatta perchè la capisca solo lo sposo, perchè poi lo capisci che è la più bella canzone che sia mai stata scritta per un matrimonio e che in questo momento stai sentendo il concerto di un tizio con la chitarrina ma stai anche un po’ guardando Un mercoledì da leoni. Avete presente? Quelle cose dell’amicizia maschile, aiutarsi a vicenda e ubriacarsi e sostenersi quando LEI se n’è andata via. Non è complicato. Però conosco un sacco di gente a cui queste cose non fanno un baffo e preferiscono roba più profonda, più poetica eccetera, e questo forse è il motivo per cui a Ravenna lo vedi suonare in posticini minuscoli con poca gente, tipo il Fargo o il Brainstorm o il Moog dove suonerà il 23 novembre. Ma tutte le volte che lo vedi suonare dal vivo, per quanto anonima e periferica possa essere la situazione, c’è sempre qualcuno che canticchia le canzoni a memoria e spesso quel qualcuno sono io. A un certo punto dentro le canzoni c’è finita pure Ravenna: nell’ultimo disco, che si chiama Cervino, ha inserito un pezzo che si chiama “Lario”, ispirato a Morti di Sonno di Davide Reviati. Dice che l’ultima volta che ha suonato qui poi si sono incontrati e hanno fatto un po’ serata assieme, e il giorno dopo ha fatto un giro al villaggio Anic per vedere di persona i posti di cui canta. Che se sei un cantautore così e tiri per la tua strada magari succede anche che in gita ti mandino in dei posti un po’ sfigati, diciamo così. * fondatore e autore di Bastonate, miglior sito musicale italiano alle ultime tre edizioni degli Oscar del web

NEI (PICCOLI) CLUB AL NUOVO CIRCOLO KINOTTO IL PALERMITANO ALESSIO BONDÌ

AL VIDIA DICIOTTO BAND PER UNA SERA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE SOUNDIDO

AL CLANDESTINO JAZZ “LIBERO” CON SQUADRA OMEGA E KONSTRUKT

LORENZO KRUGER CANTA (AL PIANOFORTE) I NOBRAINO

Appena aperto, il nuovo circolo Arci Kinotto, alle porte di Ravenna (Borgo Masotti, via Canale Guiccioli) propone serate fuori dagli schemi con artisti locali e non, di cantautorato in qualche modo sperimentale. Si parte il 6 novembre (ore 18) con Sibode Dj, progetto del trombettista e compositore romagnolo Simone Marzocchi; martedì 8 (dalle 22) l’appuntamento è invece con il chiacchierato cantautore palermitano Alessio Bondì; domenica 13 (sempre dalle 18) si prosegue con il nuovo progetto di musicisti ravennati Karavan mentre il 17 (dalle 22) sarà la volta di Tegu, progetto folk-punk del marchigiano Matteo Sideri.

Sabato 5 novembre al Vidia di Cesena musicisti, promoter, band, pittori, dj, fotografi, videomaker, grafici per un’intera serata saranno a disposizione del pubblico per spiegare nei dettagli le caratteristiche, le opportunità e i servizi offerti dall’associazione Soundido. A fare da cornice all’happening ci saranno i concerti dal vivo e gli showcase di diciotto band e artisti che fanno parte del roster di Soundido Productions. Dalle 18 alle 3 circa (ingresso a offerta libera) si alternano sul palco del Vidia Opez, Nadimobil, The Urgonauts, Ponzio Pilates, R-Amen, Frei, Visioni di Cody, Secondo Wallace, The Romantowski, Bar Luna, Coy Connins, Fossatown, I Traditori, Isak Suzzi e Matt Bandelli Duo.

Sabato 5 novembre serata da segnare in agenda al Clandestino di Faenza, dove si concluderà il tour europeo partito in ottobre dei veneti Squadra Omega, collettivo aperto fra rock, jazz e psichedelia, in compagnia dei turchi Konstrukt e il loro “free-form” jazz. Tra gli altri eventi già programmati (molti sono annunciati solo last minute) allo storico club faentino, il concerto del 24 novembre all’insegna del latin rock della one man band sudamericana Rolando Bruno y Su Orquesta MIDI e quello dell’1 dicembre della cantautrice americana Rykarda Parasol (folk rock), che presenterà il suo ultimo album.

Il cantante e leader dei riccionesi Nobraino, Lorenzo Kruger, è impegnato in un tour in cui reinterpreta, da solo al pianoforte, le canzoni della sua band. In Romagna l’appuntamento è per il 18 novembre al Locura di Misano.


MUSICA

5 EVENTI/1

EVENTI/2

MENGONI ALLO STADIUM

IL PUNK DA BALERA DEGLI EXTRALISCIO L’11 NOVEMBRE AL TEATRO DI PIANGIPANE

Il 20 novembre al 105 Stadium di Rimini fa tappa il nuovo tour di Marco Mengoni. Il cantautore laziale divenuto celebre con la vittoria a X Factor ha da poco pubblicato un album “Live”

ELIO AL TEATRO ASTRA Elio (a sinistra) apre la stagione del teatro Astra di Bellaria Igea Marina venerdì 18 novembre con lo spettacolo “Minima Animalia”. L’istrionico cantante milanese presenta un omaggio al compositore Luca Lombardi e alla sua raccolta di brani dedicati agli animali più insignificanti del pianeta, accompagnato alle tastiere dal maestro Roberto Prosseda.

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al 105 el tour nta il t”

R&DCULT novembre 2016

BOBBY SOLO AL SOCJALE Venerdì 18 novembre al Teatro Socjale di Piangipane (Ravenna) “Una lacrima sul viso e molto altro ancora”, concerto-spettacolo di Bobby Solo con il suo gruppo, con cui ripercorre il suo repertorio, dagli anni sessanta in poi, ricco di citazioni e aneddoti

Il progetto di Mirco Mariani di ridare dignità al liscio romagnolo tramite una sorta di versione “punk” da balera continua. Il supergruppo Extraliscio con anche esponenti storici della tradizione come Moreno il Biondo e Mauro Ferrara sarà in concerto l’11 novembre al teatro Socjale di Piangipane (Ravenna).

EVENTI/3 A SAVIGNANO UN OMAGGIO “DISEGNATO” AL GRANDE GIORGIO GABER Giovedì 17 novembre alle 21 al cinema-teatro Moderno di Savignano va in scena l’omaggio a Giorgio Gaber del duo teatral-musicale Formazione Minima, tra monologhi e parti musicali. Lo spettacolo è in parte ispirato al primo volume a fumetti dedicato a Gaber, la graphic novel di Davide Barzì e Sergio Gerasi G&G. Sul palco ha un ruolo di primo piano lo stesso Gerasi, chiamato a commentare parole e melodie con i suoi disegni dal vivo.


R&DCULT novembre 2016

MUSICA

6 CONSIGLI D’AUTORE

METAL

HARD ROCK

Dagli At the Drive-In fino al migliore Battisti... di Gianluca Viscuso *

Ecco alcuni dei miei dischi preferiti. Ikara Colt - Chat and Business (2002) Una band formata al liceo artistico di Londra a fine anni 90. Garage punk tagliente con la voce di Paul Resende e un batterista che è una macchina. Vicini ai Sonic Youth ma più scorretti. At the Drive-In Relationship of command (2000) Ricordo di averli visti Gianluca Viscuso dal vivo a Bologna, grazie a un amico ho potuto assistere al concerto dal palco, osservando i movimenti indiavolati di Cedric e tutta la band carichissima. Non ci sono parole. Per molti miei coetanei è un disco imprescindibile. Cass McCombs - Dropping the Writ (2007) Sono talmente legato a questo disco, cosi coinvolto, a 9 anni dall'uscita, che non trovo argomenti. Forse il disco più bello di Cass, più quotidiano. Un folk country pop molto armonico. Ma i generi non esistono quando si superano certe soglie. Brian Eno - Music for Films (1978) Si tratta del settimo disco di Eno, sono frammenti anche di un minuto, immagini sonore pensate per eventuali scene da film. I brani scorrono piacevolmente rievocando suoni alla caverna magica di Vollenweider o viole e bassi elettrici alla Vangelis. Cave In - Jupiter (2000) Come per gli ATDI anche questo disco e questa band rappresentano molto per i miei coetanei. Maggiormente conosciuti per i loro trascorsi hard metal in Jupiter è la psicadelia e il progressive a comandare, la voce di Stephen Brodsky è una delle migliori voci americane nel mondo del rock e tutto qui fila liscio. Davvero potente e pieno di armonia. Lucio Battisti - Anima Latina (1974) Dal mio punto di vista il disco italiano più incredibile di sempre. Gli arrangiamenti innovativi, l'utilizzo delle voci ancora oggi assolutamente all'avanguardia, I temi trattati nei testi, i ritmi latini. 250 000 copie vendute e il primo posto in classifica per questo disco “anomalo” di Battisti. Allora in italia un pubblico pronto o più coraggioso, almeno nel ‘74 doveva esserci. Neu! - Neu!‘75 (1975) È il terzo album discografico della band krautrock tedesca Neu!, qui si spingono oltre “Hallogallo” e sono più presenti il cantato e variazioni di atmosfera. Siamo in territori che dopo un decennio spopoleranno, grandi anticipatori di molto generi contemporanei questi musicisti tedeschi hanno influenzato e non poco anche il percorso dei miei LaVis in fase di arrangiamento e attitudine. Alex Turner - Submarine (2011) Non ascolto gli Arctic Monkeys e gli altri progetti di Alex, semplicemente al Moog hanno messo questo disco e io me ne sono innamorato, ho chiesto chi fosse e, sorpreso, ho cominciato ad ascoltarlo. Chitarre acustiche, batterie leggere e cantati eleganti, con la voce da baritono di Alex. Un disco caldo e davvero piacevole. Skiantos - Kinotto (1979) Potevo segnalare i CCCP, oppure i Pulmanx o Daniele Pace... Certo non Elio e le storie tese, perchè qui siamo in altri luoghi, meno virtuosi e freddi ma molto più veri e genuini. Nessuna ipocrisia, molta scorrettezza e chitarracce punk italiane, la voce di Freak è al top. È un manifesto. Portishead - Dummy (1994) Mancava una voce femminile in questa lista di dischi: ho scelto lei, Beth Gibbons. È il disco di esordio dei Portishead, uno dei dischi di esordio più incredibili che si possano immaginare. Hanno cambiato tutto con il loro sound e influenzato decine e decine di band, tutt'ora i loro dischi hanno un tocco superiore, ma quasi sempre a Bristol certa musica ha un tocco superiore. E per concludere, due band di Ravenna che amo da sempre. Search - Energia (1996) È il disco di benvenuto che mi ha regalato Ravenna e uno dei motivi per cui amo questa città. le registrazioni non sono certo delle migliori ma lo spirito della band è unico e la voce di Siro inconfondibile ma basta leggere il libretto interno del cd per vedere super nomi della zona che all'epoca erano alle prime armi. Ancora quando lo faccio girare canto i testi a squaciagola e mi commuovo pensando al motorino e alla Ravenna di quegli anni. Steady Ground - We will be stoned again (2001) Semplicemente la band più potente che abbia mai partorito questa città. il disco non è mai uscito definitivamente, io sono uno dei pochi a possederlo, parliamo degli Steady Ground, di una miscela di generi dal rock al progressive, dallo stoner al grindcore, una miscela devastante per un disco compatto e di gusto dallo spessore internazionale. * Gianluca Viscuso è un cantautore siciliano – nato a Catania nel 1983 – ma ravennate d’adozione, noto in passato in particolare per l’attività con la sua band LaVis. Nel giugno del 2015 ha pubblicato il suo disco solista “Vivo alla giornata”.

QUIREBOYS AL SIDRO Toccherà l’11 novembre il Sidro di Savignano il mini tour in acustico degli inglesi The Quireboys (nella foto), con oltre trent’anni di carriera alle spalle punto di riferimento nel campo dell’hard rock “gypsy style”. Al Sidro da segnalare anche l’1 novembre gli spagnoli Los Chicos (portabandiera del rock'n'roll iberico) e il 23 il latin rock di Rolando Bruno Y Su Orquesta MIDI (anche il giorno dopo al Clandestino di Faenza)

OVERKILL, G.B.H. E AHAB IN ROMAGNA Mostri sacri del rock duro al Rock Planet di Pinarella. Il 4 novembre l’appuntamento è con gli Overkill (nella foto), storica band thrash metal americana nata nell’ormai lontanissimo 1980; il 12 novembre ecco invece i Charged G.B.H., gruppo hardcore punk-metal britannico nato nel 1979. Da segnalare anche i tedeschi AHAB (funeral doom metal) il 27 novembre al Wave di Misano.

PUNK PER TUTTI

PSICHEDELIA

LIVE A BAGNO E CIVITELLA

AL VIDIA I FINLEY FESTEGGIANO DIECI ANNI. E POI ECCO I TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI

Per gli amanti del rock psichedelico due live il 26 novembre: i mantovani Plastic Light Factory (nella foto) al Cheers di Bagno di Romagna e i vicentini Mother Island al Mazapegul di Civitella

Il Vidia di Cesena è una delle tappe del mini tour dei Finley, tra le band di maggior successo in Italia dello scorso decennio, che celebrano i dieci anni del loro primo disco. L’appuntamento con il loro punk-pop che piace in particolare ai ragazzini (nella foto) è per il 12 novembre (in apertura The Bastard Sons Of Dionisio). Il 26 novembre invece sarà al Vidia uno dei gruppi storici della scena alternativa italiana punk-rock, i Tre Allegri Ragazzi Morti.

LA ROMAGNA IN TOUR LU SILVER

A

RIMINI

E

SAVIGNANO

I cesenati Lu Silver String Band (pub-rock) in concerto da queste parti il 5 novembre al Neon Bar di Rimini e l’11 al Sidro di Savignano, prima di tornare in Romagna il 2 dicembre al Bar Bot di San Mauro.

HERNDANDEZ & SAMPEDRO NEL RAVENNATE I ravennati Hernandez & Sampedro (folk-rock) il 5 novembre all’Abbey di Cervia, l’11 all’Ebe di Faenza e il 26 al Gasoline di Ravenna.

I “KAMIKAZES” DEL ROCK’N’ROLL I santarcangiolesi The Rock'n'Roll Kamikazes (rock’n’roll) live l’1 novembre alla Rocca Malatestiana di Cesena e il 5 al Bradipop di Rimini.

IL

BRIT-ROCK RIVISTO DAI

THE DOORMEN

I ravennati The Doormen (brit-rock) saranno in concerto il 18 novembre al circolo Aurora di Ravenna.

RAP EN?GMA A LUGO Con il suo nuovo album Indaco ha debuttato nella top ten dei dischi più venduti in Italia. Lui è il rapper sardo En?gma, al secolo Marcello Scano (nella foto), e sarà domenica 20 novembre al Sax Pub di Lugo. Dalle 18 firmacopie e intervista, dalle 19.30 il live con in apertura, tra gli altri, anche Sid, rapper ravennate classe 1998 che ha pubblicato la scorsa estate il suo primo album, Distopia.

LA ROMAGNA IN CUFFIA

Il variegato ritorno del Collettivo Ginsberg di Luca Manservisi La bella copertina dell’artista faentino Domenico Demattia dice molto del nuovo disco dei forlivesi Collettivo Ginsberg, Tropico, che arriva a tre anni dall’ottimo esordio di Asa Nisi Masa. Rispetto a quello, il suono si fa meno tagliente e scuro ma decisamente più variegato. Un suono che arriva da un po’ tutto il mondo, dal beat inglese ai ritmi africani (ecco il mandrillo in copertina...), dal mambo alla canzone d’autore italiana, il tutto frullato con una sensibilità che lo rende comunque un disco in fin dei conti di rock cantato in italiano non così troppo originale. Ma con testi interessanti (un paio sono poesie in dialetto romagnolo che l’ottimo Cristian Fanti interpreta come fosse un cantante bohémien francese...), strumentazione vintage molto calda (tastiere, contrabbasso, percussioni, vibrafono, trombone, sax, clarinetto...) e soprattutto canzoni davvero riuscite, tra cui è doveroso citare almeno l’iniziale, trascinante, “Con due monete”, l’elettricità di “Metti che” e l’emozionante ballata “Portami con te”. Fossi in voi, sarei curioso di sentirli dal vivo: il tour è partito in ottobre e in novembre l’unica data in Romagna è quella di venerdì 4 all’Area Sismica, in occasione della festa di Radio Melody. Consigliatissima.


MUSICA

R&DCULT novembre 2015

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ELETTRONICA: L’INTERVISTA

FIELD RECORDING

Lorenzo Senni ora è «tra i giganti» ELETTRONICA: AGENDA AINÉ, CABEKI, MAKAI E SEQUOYAH TIGER AL DIAGONAL DI FORLÌ Quattro concerti in novembre al Diagonal di Forlì, con altrettanti musicisti accomunati da un nome d’arte scelto per i loro progetti, quasi tutti caratterizzati anche da una componente elettronica. Il 2 novembre l’appuntamento è con Ainé, da Roma, con una miscela di nu-soul, hip hop e r'n'b. il 9 novembre ecco invece Cabeki, progetto di Andrea Faccioli, chitarrista veronese tra blues, musica da camera ed elettronica minimale; il 16 novembre sarà la volta di Makai, tra elettronica nordica e songwriting intimista. Infine, il 30 novembre il dream pop, da Verona, di Sequoyah Tiger.

Lorenzo Senni in un ritratto di Michele Papetti

L’INGLESE LEE GAMBLE AL PLANETARIO E AL CLUB DI RAVENNA di Filippo Papetti

L’artista inglese Lee Gamble (nella foto) sarà l’ospite della serata del 12 novembre di Club Adriatico, all’Almagià di Ravenna. L’appuntamento sarà l’occasione per intraprendere una sorta di focus sulla sua nuova etichetta, la Uiq, con anche il live di uno degli artisti del roster, il lettone N1L. Lee Gamble sarà invece protagonista di un dj set all'Almagià e, a inizio serata, di un live pensato appositamente per il planetario di Ravenna, in collaborazione con la rassegna Paradoxes.

EXIT CLUB E BLASTOYZ&RANJI AL VIDIA DI CESENA Il 4 novembre il Vidia ospita l’Exit Club con 3 sale e 9 deejay, tra cui il veronese Raffa FL e il padovano Kama. Il 19 novembre sempre al club di Cesena serata dedicata all’elettronica trance con due celebri dj israeliani, Blastoyz e Ranji.

Lorenzo Senni è uno dei principali esponenti della musica elettronica in Italia. Nel corso degli anni si è esibito ovunque nel mondo, in contesti che vanno dall'avanguardia al clubbing, e ha inciso importanti dischi, tra cui il suo capolavoro Quantum Jelly, pubblicato nel 2012 dalla prestigiosa etichetta austriaca Editions Mego. Da un paio di settimane è entrato invece a far parte (primo italiano a riuscirci) del roster dell’inglese Warp, una delle più importanti etichette di musica elettronica di sempre: un traguardo meritato per un artista che è partito da Ronta, piccolo paese nelle campagne cesenati, e si è imposto sulla scena artistica interazionale grazie al suo talento, la sua visione e le sue intuizioni. Lo abbiamo intervistato per saperne di più. Hai già inciso per un'etichetta molto importante come la Editions Mego. Però la Warp è la Warp. Come ti sei sentito quando hai ricevuto la loro proposta? «Il mio percorso elettronico è nato e si è sviluppato seguendo la Mego, quindi quando Pita – il boss dell'etichetta – mi ha contattato per propormi di fare il disco per loro mi sentivo già come se avessi raggiunto quello che avevo sempre sognato: essere in catalogo con i miei eroi musicali. Ho sempre seguito anche la Warp, ma in maniera differente. Lì si parlava di giganti della musica elettronica come Autechre, Boards Of Canada, Aphex Twin, e in tutta onestà non mi era mai passata per la mente la possibilità di poter lavorare con un'etichetta del genere. Quando alcuni mesi fa mi è stato chiesto di poter ascoltare la musica a cui stavo lavorando ho capito che qualcuno mi stava osservando dai piani alti ed è stata una bellissima sensazione. Quindi ho riempito una cartella di file, ho preso un'aereo, mi son sistemato in una bettola a Londra e la mattina dopo sono andato in ufficio dai grandi capi. Spero di non dimenticare mai le emozioni provate quella notte». Quando uscirà il tuo primo disco con loro e cosa dobbiamo aspettarci? Stai continuando la tua ricerca sulla “pointillistic trance” o stai sviluppando qualcosa di nuovo? «L’11 novembre uscirà un Ep, intitolato Persona. Con questo debutto su Warp ho voluto racchiudere tutte quelle idee conosciute finora come “pointillistic” o “clean” trance in un insieme unico che io chiamo “rave voyeurism”, ossia

Parla l’artista cesenate,

primo italiano a firmare per l’inglese Warp: «Spero di non dimenticare mai le emozioni di Londra: in novembre uscirà l’Ep

»

una sorta di sguardo voyeuristico verso il contesto rave, club e tutti i suoi derivati. Mi sono reso conto negli anni che quello che ho fatto con la mia musica era spiare quel mondo con interesse ossessivo, e poi interpretarlo. In questo disco però, invece di limitarmi a dettare uno sguardo, ho voluto compiere un gesto più personale, ossia quello di invitare gli altri a guardare come sono diventato io e come è diventata la mia musica a forza di spiare». Una delle cose che mi ha sempre colpito del tuo fare musica è il fatto che i tuoi live show – a differenza di molti altri in ambito elettronico – sono estremamente coinvolgenti dal punto di vista sensuale ed emotivo. Anche per un fattore di presenza scenica. Come metti in relazione la tua fisicità con la tua musica? «Io vengo dal rock. Ho suonato chitarra e batteria in diversi gruppi punk, post-rock, in formazioni più vicine al free-jazz e in progetti prettamente noise. Non ho mai sognato di fare il dj, non ho speso quindi le mie giornate a mixare dischi – e per questo ancora non lo so fare, e nemmeno ci provo – e di conseguenza non sono mai stato immobile dietro a una console a godermi la musica. Quello che vivevo suonando in una band lo trasmettevo a chi mi stava attorno, in modo più o meno consapevole, anche attraverso il corpo». Questa primavera a C.A. Loose – il festival organizzato a Ravenna da Club Adriatico – hai portato sul palco il tuo side project Stargate, accompagnato live da un chitarrista. A mio parere è stato uno degli show più epici visti nell'ultimo periodo. Hai intenzione di riprendere questo discorso in futuro? «Sì, assolutamente sì. Stargate è un progetto che non

INCONTRI E PERFORMANCE A CESENA CON L’ASSOCIAZIONE MU L’associazione culturale MU organizza a Cesena una serie di attività laboratoriali rivolte ai giovani su valorizzazione degli spazi e sostenibilità delle pratiche artistiche, seguite in prima persona dai membri dell’associazione (gli artisti Giovanni Lami, Enrico Malatesta e Glauco Salvo). Interverranno inoltre artisti e ricercatori esterni attivi a livello nazionale e internazionale come Attila Faravelli (field recordings), il 20 novembre (ore 10) al Museo di Scienze Naturali di Cesena (il 19 nello stesso luogo l’appuntamento è invece alle 15 con lo stesso Malatesta, percussionista). Inoltre MU organizza alla biblioteca Malatestiana sessioni di ascolto, incontri e performance dedicati a musica tradizionale, etnografia sperimentale e field recording. Il 5 novembre ancora Malatesta tiene un incontro e un ascolto guidato dedicati alle manifestazioni e agli strumenti musicali della Papua Nuova Guinea; il 6 novembre Fabio Tricomi su Mediterraneo e del Vicino Oriente; il 26 Renato Rinaldi “Tra la voce ed il paesaggio alpino italofrancese” e il 27 Claudio Montanari sui repertori sonori e musicali della campana. Infine, MU promuove una due giorni all’ex macello di Gambettola in compagnia del compositore e artista sonoro Alessandro Bosetti che terrà il 12 novembre una performance in solo alle 21 e il giorno dopo dalle 15 un workshop su “Togliersi della voce”. Info e programma dettagliato al sito internet www.mmmu.it.

voglio certo abbandonare e quel preciso live assieme a Eddy Current è stato il primo in assoluto con un chitarrista al mio fianco. In Stargate le chitarre hanno giocato un ruolo fondamentale anche nei pezzi registrati in studio, poi finiti sull'unico disco uscito, e dopo aver riproposto in concerto questa combinazione trance/chitarre mi sono reso conto che la direzione prossima di Stargate sarà probabilmente quella di mettere su una vera e propria band». Passiamo al cinema. Collabori da anni con Yuri Ancarani, un altro romagnolo che sta riscuotendo grande successo a livello interazionale. Quest'anno The Challenge – il suo film sulla falconeria ambientato in Qatar, con tua colonna sonora – ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Festival di Locarno. Com'è nata la collaborazione tra di voi? Ti va di dirci due parole riguardo alla soundtrack del film? «Rispetto tantissimo Yuri e mi piace molto lavorare con lui, anche se il confronto è spietato e serratissimo. Yuri poi è molto preparato in materia musicale e talvolta questa cosa genera discussioni intense ma sempre interessanti. È il terzo lavoro che facciamo assieme, dopo Da Vinci e San Siro, e in questo caso ho coinvolto anche Francesco Fantini, un talentuoso musicista ligure con il quale condivido il progetto One Circle, assieme a Daniele Mana. La colonna sonora di The Challenge è stata registrata da un’orchestra di 40 elementi, ed è sicuramente uno dei progetti più ambiziosi a cui ho partecipato». Sei nato e cresciuto in un piccolo paese vicino a Cesena. Oggi vivi a Milano e ti esibisci dal vivo praticamente ovunque nel mondo. Ti senti legato in qualche modo al tuo luogo d'origine? C'è ancora – se c'è mai stata – la provincia nella tua musica? «Probabilmente non si percepisce nella musica in sé ma il mio approccio è rimasto quello di sempre. Quello da cameretta, computer generation: mouse nella mano destra e merendina nella sinistra. Personalmente ritengo che la provincia sia un territorio molto fertile dove si trova un bilanciamento perfetto tra isolamento, creatività ed entusiasmo. In una grande città sei sicuramente sottoposto ad input maggiori ma è più facile ritrovarsi a svolgere un ruolo passivo. La provincia al contrario ti stimola ad averne uno attivo, ma lo sforzo che richiede l'andare incontro a certe cose è sempre ripagato».


R&DCULT novembre 2016

MUSICA

8

AVANGUARDIA

ROCK

Il festival della contemporaneità A Ravenna torna Transmissions, tra musica jazz, elettronica, sperimentale, punk, rap...

AL BRONSON ANCHE SOPHIA, ALBUM LEAF E KVELERTAK Oltre a Transmissions, in novembre al Bronson prosegue la normale programmazione di concerti più “tradizionali”. Si parte il 2 con il post-rock degli americani The Album Leaf per poi proseguire, tra le altre

di Luca Manservisi

La Romagna è un luogo speciale, lo diciamo spesso, e in particolare in campo musicale (rock, per intenderci, ma in senso lato) può vantare tante eccellenze, locali, eventi, rassegne, una scena artistica forse mai così viva. L’elenco sarebbe troppo lungo e basterebbe sfogliare tutti i mesi questo giornale per rendersene un poco conto. C’è una cosa, però, che tra tutte le altre spicca per la sua unicità, lo diciamo senza timore di smentite. Una sorta di segreto sconosciuto alla maggior parte dei romagnoli ma che – tanto per citare un fatto realmente accaduto – è in grado di portare appositamente da queste parti appassionati pure dal Giappone. Senza contare quelli che arrivano abitualmente di anno in anno un po’ da tutta Europa. Stiamo parlando del festival di musica d’avanguardia e sperimentale Transmissions, organizzato (questo sarà il nono anno) a Ravenna dallo staff del Bronson, con un respiro del tutto internazionale. A partire dal format degli ultimi anni, che vede – sulla scia dei festival più prestigiosi al mondo – come curatore della rassegna di volta in volta un artista stesso, sempre diverso. Si è partiti nel 2012 con l’americano Stephen O’Malley dei Sunn O))) per poi proseguire con l’inglese Daniel O’Sullivan degli Ulver, gli A Hawk And A Hacksaw, dal Nuovo Messico, e l’anno scorso con il primo italiano, Nico Vascellari. Quest’anno sarà la volta addirittura di un ravennate (seppur d’adozione), Bruno Dorella, storico punto di riferimento della scena underground italiana che tutti i mesi tra l’altro ospitiamo con orgoglio su queste pagine dove consiglia dischi di genere più svariati, a testimonianza della sua grande cultura musicale. Su questo numero ne abbiamo approfittato per fargli presentare – nella rubrica che trovate in questa pagina – il “suo” Transmissions, che ha curato – dice – all’insegna di quattro parole chiave: «contemporaneità, curiosità, eclettismo e genere». Ma ecco nel dettaglio il programma di quello che ci aspetta, a Ravenna, dal 25 al 27 novembre per la nona edizione del festival. Venerdì 25 dalle 21 l’appuntamento è all’Almagià per una serata (la più importante dal punto di vista qualitativo, almeno per chi scrive) che avrà come apice l’esibizione dei Jaga Jazzist, supergruppo norvegese assente da alcuni anni dall’Italia, con il suo ipnotico mix tra jazz, rock ed elettronica. In apertura Sarah Neufeld, violinista canadese collaboratrice anche degli Arcade Fire, che presenta il suo ultimo album solista The Ridge e l’atipico (due bassi, due voci e una batteria) trio francese Le Singe Blanc, che parte da un punk-funk «quasi tribale – si legge nella cartella stampa – ma tra impennate ritmiche e un canto memore di ricordi primordiali e istanze dada non si nega sfuriate quasi metal o irresistibili groove». A rappresentare (anche) il territorio locale i ravennati Luca Maria Baldini con il suo progetto In Between e Giovanni Lami, field recordist il cui ultimo disco, Bias, è stato inserito dalla prestigiosa rivista inglese The Quietus tra i cento migliori usciti (naturalmente in tutto il mondo) nei primi sei mesi dell’anno. Sabato 26 novembre ci si sposta (sempre dalle 21) al Bronson, dove l’attesa è tutta per l’icona hip hop queer di New York Mykki Blanco, rapper transgender afroamericana, fotomodella, attivista politica, nota anche per aver pubblicamente rivelato di essere sieropositiva. In apertura lo svizzero Manuel Oberholzer, in arte Feldermelder, tra installazioni, musica analogica, jazz e avanguardia elettronica, e il progetto Azdora curato dell’artista svedese Markus Öhrn insieme a Stefania “Alos” Pedretti degli OvO, «uno scioccante rituale black metal – si legge sul web – che ha per protagoniste vecchie signore di casa romagnole (le azdore, appunto)». Il local hero – come lo definisce il Bronson – della seconda serata sarà il rapper ravennate Moder, in procinto di pubblicare il suo nuovo disco, mentre è

Una foto di Adriano Zanni in mostra nell’ambito di Transmissions e, a sinistra, uno dei protagonisti del festival, il rapper Mykki Blanco, in copertina sul settimanale newyorkese The Village Voice

cose, l’8 con i Sophia, progetto indierockslowcore dell’americano Robin ProperSheppard (nella foto); il 16 con i Ronin in compagnia della cantante Francesca Amati; il 19 con The Telescopes, tra i simboli della scena psichedelica britannica; il 23 con il black metal dei norvegesi Kvelertak e infine il 29 con il punk-rock della nuova superband newyorkese Cheena. Da segnalare anche i “concertifesta di presentazione nuovo album” di due band romagnole: il 4 l’appuntamento è con gli Hierophant (metal-punk) e il 5 con i Sunday Morning (indie-rock).

UN DISCO AL MESE

Tutti gli album di Transmissions di Bruno Dorella *

in programma anche il dj-set di Petit Singe, progetto della producer di origine indiana (ma romagnola di adozione) Hazina Francia. La giornata conclusiva del festival (ribattezzata “Transmissions OFF”) è ancor di più una commistione tra musica e arte, a partire dalla location, la suggestiva cornice del Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna, alla loggetta lombardesca di via di Roma. In questo caso (domenica 27 novembre) si partirà già alle 16 per terminare poco dopo le 21. Per quanto riguarda le esibizioni musicali dal vivo, l’appuntamento è con la chitarrista d’avanguardia americana – ora residente in Scozia – Heather Leigh e in apertura con il chitarrista milanese Nicola Ratti – ora più focalizzato sulla sperimentazione analotica e le installazioni sonore – e con la performance tra noise e industrial del misterioso progetto franco-maliano Klaus Legal. La giornata è completata dalle mostre-performance. Torna “80 mesh - la forma del suono”, il progetto acustico-visuale di Marte Associazione Culturale che indaga i concetti che appartengono al linguaggio del mosaico attraverso l’utilizzo del suono: protagonista il compositore trentino Raul Masu. autore di una composizione per computer music e violoncello realizzata durante una residenza al Bronson. Il fotografo ravennate Adriano Zanni allestisce invece la mostra “Cosa Resta (racconti d’osservazione)”, sulla Ravenna postDeserto Rosso. “Providence 2000-2010 - The Noise Decade” è ancora il titolo della mostra curata dalla statunitense Pippi Zornoza, che esplora i dieci anni della prolifica scena noise di Providence, tramite le locandine artistiche; infine la fotografa Silvia Bigi, insieme a Serena Dibiase, propone la mostra “Echo. Last things”, (preview alla Lilith Studio Gallery venerdì 25 alle 19). Le mostre resteranno allestite fino all’8 gennaio.

Novembre è il mese di Transmissions, festival che attendo ogni anno con trepidazione, e di cui ho il piacere e l’onore di essere curatore per questa edizione. Oso sperare che non mi giudichiate egocentrico se ve ne parlo in questa mia rubrica, perché lo ritengo un festival importante per la città e per chi desidera che si continui a proporre musica avventurosa e non banale a Ravenna. In fondo chi meglio di me può illustrarvi gli artisti che vi parteciperanno? Lo faccio con una rapida carrellata di un disco per ognuno, e comincio dai Jaga Jazzist, gli headliners del Venerdì. Il loro album più recente è Starfire, e condensa al meglio la loro pirotecnica idea di orchestra downtempo, una delle rare commistioni tra jazz ed elettronica davvero ben riuscite, con frequenti diversioni nella composizione classica ma anche nel rock colto. Personaggio molto più istrionico e iconografico Mykki Blanco, ormai simbolo della cultura queer afroamericana, rapper che sta vivendo veramente in prima persona il ruolo impegnativo di star ed attivista allo stesso tempo. Il suo recentissimo esordio sulla lunga distanza Mykki è il disco più chiacchierato del momento. Il primo nome che ho fatto quando mi è stata chiesta una lista di artisti per il festival è stato quello di Heather Leigh, virtuosa della pedal steel guitar, il cui I Abused Animals è una vera gemma. Della violinista Sarah Neufeld ho già parlato su queste colonne a causa del suo disco in duo con Colin Stetson, ma il grande pubblico la conosce come parte degli Arcade Fire. Musicista trasversale dunque, il cui nuovo disco solista si chiama The Ridge. Una delle curiosità del festival sarà Azdora, gruppo noise / black metal formato da vere azdore romagnole (!), da un’idea del regista teatrale Markus Ohrn. Hanno messo a soqquadro le due scorse edizioni di Santarcangelo, anche grazie alla supervisione musicale affidata a Stefania “?Alos” Pedretti, che sarà ospite anche sul palco insieme alle signore in occasione di Transmissions. Anche loro hanno fatto un disco (omonimo), che è oggetto da collezione in quanto l’intera stampa è andata esaurita in occasione della loro ultima, incredibile performance a Santarcangelo. Tra gli italiani che si stanno distinguendo nel panorama avant internazionale Nicola Ratti è tra quelli più attivi, Pressure Loss è un tripudio di synth modulari per orecchie curiose ed aperte. Grande spazio sarà dato ad artisti ravennati che sono ben inseriti nelle loro scene di riferimento, e che non temono confronti coi grandi nomi nazionali ed internazionali. Giovanni Lami col nuovo album Bias nel mondo del soundscape / field recording, il rapper Moder col recentissimo 8 Dicembre in quello hip hop, e il nuovo progetto di Luca Baldini In Between , in bilico tra shoegaze ed elettronica. Ben rappresentata anche la Francia, con l’unico gruppo rock del festival, Le Singe Blanc, che proporranno l’ultimo lavoro Aoutat, e Klaus Legal, che ci porterà in un immaginario alla Mad Max usando la luce come fonte sonora nonché suggestiva ambientazione della sua performance. La sua discografia è molto confusa e frammentata, converrà dare un’occhiata al suo banchetto merchandising al festival per lasciarsi ispirare tra vinili, cassette e split. Il bello di tutti questi dischi è che non sarà difficile trovarli, se venite a Transmissions! Mi sono tenuto per ultimi i Feldermelder, perché nel loro caso il formato album ha perso di significato. La loro attività si è ormai pienamente sviluppata in un mondo diverso, molto più contemporaneo, staccato dal supporto, in bilico tra installazione artistica e concerto live. La presenza di un progetto come questo rende l’idea del senso profondo di un festival come Transmissions. Ne riparleremo quando li avrete visti. Per ora, fidatevi. * Batterista dei Bachi Da Pietra e degli OvO, chitarrista dei Ronin, membro della Byzanthium Experimental Orchestra, felicemente ex discografico, aspirante sommelier, orgoglioso ravennate d'adozione, in attesa della giornata di 48 ore per poter finire un paio di cose.


MUSICA

R&DCULT novembre 2016

9 CONTEMPORANEA

JAZZ/2

Omaggi a Tosti, Villa-Lobos, Poulenc e alla Cina con “Erf & Masini”

VILLOTTI

Prosegue la quinta edizione di “Erf & MasiniMusica”, all’insegna della contemporaneità. Il 4 novembre, al ridotto del teatro Masini di Faenza, connubio di immagini e musica con il Duo Alterno – composto dal soprano Tiziana Scandaletti e dal pianista Riccardo Piacentini – che proporrà opere di Francesco Paolo Tosti, un omaggio a Faenza con una composizione di Aurelio Samorì e un’opera dello stesso Piacentini, accompagnata da suggestioni visive. Il 10 novembre approda a Faenza il progetto RelendoVilla-Lobos: Cristina Renzetti (voce, chitarra, percussioni), Michele Francesconi (pianoforte), Gabriele Zanchini (fisarmonica) ed Emilio Galante (flauto e ottavino) offrono una rilettura moderna e jazz del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos. Domenica 13 novembre al Museo Interna-

zionale delle Ceramiche di Faenza una visita guidata anticipa il concerto delle 18,30 dell’Ensemble Sarti – nato all’interno della scuola di musica omonima di Faenza – sestetto di fiati con pianoforte che proporrà musiche di musiche di Smit, Poulenc, e due prime esecuzioni assolute di Denis Zardi e Aurelio Samorì. Conclude la stagione, il 16 novembre, il concerto A Est del sole, a Ovest della luna: il magico lirismo pianistico di Haochen Zhang, giovane vincitore del 13° Concorso pianistico internazionale Van Cliburn di Fort Worth (Usa), si unirà ai talenti della Hangzhou Philharmonic Orchestra, diretti dal giovane Yang Yang. Il programma è strepitoso: una selezione di brani da “Yanhuang Fengqing” del cinese Bao Yuankai, il Concerto n. 1 di Liszt per piano e orchestra e in chiusura la Sinfonia n. 2 di Rachmaninov.

Haochen Zhang

Martusciello-Roccato-Rabbia-Meyer e i giapponesi Goat all’Area Sismica Prosegue l’avventuroso cartellone dell’Area Sismica di Ravaldino in Monte, a Forlì, tra jazz, musica contemporanea e sperimentale. Il 6 novembre (ore 18) l’appuntamento è con i Noise of Trouble di Marco Colonna, clarinettista e sassofonista di punta della scena jazz italiana. Area Sismica organizzerà poi (dal 17 al 19 novembre) una residenza di quattro tra i più noti artisti italiani: Elio Martusciello in ambito elettroacustico, Michele Rabbia in ambito jazz, Daniele Roccato in ambito di classica contemporanea e Sabina Meyer, voce poliedrica che spazia tra jazz e classica. Lavoreranno in un progetto comune che li vede per la prima volta tutti assieme e di cui si potranno godere i primi frutti nel concerto al termine della residenza, sabato 19 alle 22. Il giorno dopo, il 20 novembre alle 18, per la prima volta e in data unica italiana, un'altra formazione giapponese (dopo i Kukan Gendai

in ottobre), i Goat, anch'essi davvero atipici e inclassificabili, tra math-rock, elettronica e sperimentazione. Oltre alla rassegna stagionale, Area Sismica proporrà dal 25 al 27 novembre la sesta edizione del Festival di Musica Contemporanea Italiana, che quest’anno approfondirà il tema della musica aleatoria e che vedrà come sempre una forte componente divulgativa. I concerti: venerdì 25 e sabato 26 l’appuntamento è alla Sala Sangiorgi dell’Istituto Masini di Forlì (ore 21), rispettivamente con il Trio A.L.M.A. (musiche di Walter Branchi, Domenico Guaccero, Alvin Curran, Sylvano Bussotti); e con Francesco Prode al pianoforte (musiche anche di Luigi Nono); domenica 27 si torna all’Area Sismica, alle 18 con l’Ex Novo Ensemble (musiche di Osvaldo Coluccino, Giacomo Manzoni, Giacinto Scelsi, Bruno Maderna, Renato Miani).

JAZZ/1

WORLD DAL BRASILE ALLA MUSICA IRLANDESE AL MAMA’S DI RAVENNA Nell’ambito della stagione dello storico circolo Mama’s di Ravenna ampio spazio alla musica dal mondo. Tra gli altri da segnalare il concept show sul Brasile del Graùna Trio (5 novembre), l’omaggio a Django Reinhardt del Gypsy Project (12 novembre) e quello all’Irlanda dello storico collettivo ravennate Morrigan’s Wake (19 novembre).

DA

CA’ LEONI

Gli organizzatori ne parlano come del più piccolo jazz club del mondo: è a Forlì, si chiama Ca’ Leoni e propone una rassegna di concerti jazz tutti i giovedì a ingresso libero. Il 3 novembre l’appuntamento è con il noto chitarrista bolognese Jimmy Villotti; il 10 novembre sarà la volta della cantante forlivese Lorena Sali & Feeling Good Trio, il 17 la cantante imolese Lisa Manara e il pianista Federico Squassabia; il 24 il trio del pianista Pietro Beltrani e l’1 dicembre il trio del trombettista forlivese Giuseppe Zanca. Info e prenotazioni: 0543-24344.

Prosegue la rassegna jazz del venerdì sera al Mariani di Ravenna. Novembre si apre il 4 con il groove tipico degli Organ Trio proposto dall’Opus Funk Trio guidato dal sassofonista emiliano Alessio Alberghini. L’11 novembre un tuffo nell’Italia della Dolce Vita, con il concerto spettacolo della cantante Monia Angeli, accompagnata da Stefano Nanni al pianoforte. Sonorità soul e funk si uniscono alla passione per la musica africana nel concerto di Lisa Manara e il suo trio dal titolo “Funkier as a Mosquito’s Tweeter” in calendario il 25 novembre.

GIÒ BELLI IN GALLERIA A S. SOFIA Proseguono a Santa Sofia le iniziative collaterali legate al 57° Premio Campigna, allestito alla Galleria Stoppioni fino al 19 novembre. Sabato 5 novembre alle 18 è in programma il concerto del trio di Giò Belli “Jazz Manouche”. A seguire visite guidate alla mostra e degustazioni.

BURK

ALLO

ZINGARÒ

DI

FAENZA

OSTERIA MALABOCCA Piazza della Libertà 15 Bagnacavallo (RA) Tel. 0545 64468 www.malabocca.it Osteria Malabocca

ANTEPRIMA DI JAZZENATICO A TEATRO CON JAZZ INC. E JOYCE E. YUILLE Venerdì 11 novembre al teatro comunale di Cesenatico va in scena l’anteprima del festival Jazzenatico Winter. A partire dalle 21.30 il collettivo romagnolo Jazz Inc. presenterà il suo primo disco. Ospiti per l’occasione la cantante newyorkese Joyce E. Yuille, Beppe Di Benedetto al trombone e Alessandro Scala al sax baritono. Prenotazione biglietti allo 054779274.

FORLÌ

I VENERDÌ DEL MARIANI A RAVENNA

AVANGUARDIE

Marco Colonna

A

L'Osteria Malabocca è un piccolo e confortevole locale a gestione familiare situato nella piazza principale di Bagnacavallo. Ci piace dire che la nostra cucina è priva di etichette, se non quella della "stagionalità", infatti i nostri menù cambiano con il mutare dei prodotti che la natura mette a disposizione, cercando di lavorarli nella maniera più semplice possibile. Tutto viene preparato giornalmente da noi, compresi le paste, i dolci e il pane. Roberto e Denise vi aspettano tutti i giorni escluso il mercoledì, mettendo a vostra disposizione un menù vegetariano, uno di pesce e uno di carne oltre ad una selezione di piatti dedicati ai sapori e ai profumi del territorio. Aperto dalle 12 alle 14,30 e dalle 19,30 alle 22,30

Chiuso il mercoledì

Prosegue il jazz club del mercoledì allo Zingarò di Faenza. Il 2 novembre appuntamento con lo Standard Quartet del pianista cesenaticense Alessandro Gusella e del batterista Daniele Sabatani; il 9 novembre il quartetto della cantante e chitarrista Francesca Bertazzo Hart, cresciuta nella scena newyorkese; il 16 verrà presentato il documentario “Al capolinea - Quando a Milano c’era il jazz” di Marianna Cattaneo e, a seguire, concerto del duo Paolo Birro/Alfredo Ferrario; il 23 i ritmi del repertorio latin si uniscono al jazz mediterraneo con il quartetto di Paola Lorenzi e Pedro Mena Peraza. Infine, il 30 Greg Burk (nella foto) Expanding Trio con il pianista e compositore di Detroit, tra i più raffinati della scena jazz contemporanea; Stefano Senni al contrabbasso ed Enzo Carpentieri alla batteria.

LE DOMENICHE DI LOCURA A MISANO Prosegue in novembre la rassegna delle domeniche in jazz del Locura di Misano Adriatico, con concerti durante le cene. Tra i protagonisti Massimo Morganti (trombone), Daniele Bartoli (chitarra), Emiliano Pintori (organo) e Alessandro Pivi (batteria).


R&DCULT novembre 2016

MUSICA

10 LA RASSEGNA/1 CAPIRE LA MUSICA A RAVENNA CON E/R CONCERTI Il pianista Alexander Romanovsky che intervistiamo in questa pagina darà il via alla seconda edizione della rassegna “Capire la Musica”, il 16 novembre a Ridotto del teatro Alighieri di Ravenna. Presenterà un programma basato su due capisaldi della letteratura pianistica: il Carneval op. 9 di Schumann e “Quadri di una esposizione” di Mussorgsky. La rassegna – organizzata dalla cooperativa ravennate Emilia Romagna Concerti e che prevede otto concerti con alcuni dei migliori musicisti giovani (in particolare under 30) al mondo – prosegue Il 22 novembre, sempre all’Alighieri, con il tradizionale Concerto per Santa Cecilia patrona della musica e un violoncelliista finlandese diciottenne, Jonathan Roozeman (nella foto qui sotto): in programma Boccherini, Schubert, Brahms e Chopin.

Il pianista ucraino Alexander Romanovsky

L’INTERVISTA

Romanovsky, ucraino d’Italia Il pianista vincitore a 17 anni del concorso “Ferruccio Busoni” si racconta di Enrico Gramigna

Novembre si preannuncia carico di eventi musicali nella Rimini della Sagra Musicale Malatestiana: cominciano, infatti, i Concerti della Domenica, dedicati alla diffusione della musica da camera. Cinque appuntamenti dal 6 al 30 novembre (vedi box qui sotto). Proprio l’apertura di questa rassegna nella rassegna (oltre che di “Capire la musica”, vedi notizia in breve qui a fianco) è affidata alle mani sapienti di un giovane pianista ucraino naturalizzato italiano, Alexander Romanovsky, vincitore del concorso pianistico internazionale Ferruccio Busoni di Bolzano nel 2001 a soli 17 anni, che si è concesso in questa breve intervista. Maestro Romanovsky, innanzitutto, come cambia la vita di un diciassettenne ucraino venuto in Italia, non senza sacrifici, dopo la vittoria di un concorso cosi prestigioso come il Busoni? «La vittoria al Busoni è stata frutto di un lungo lavoro sviluppatosi nel corso degli anni grazie agli insegnamenti del mio maestro, Leonid Margarius. Il conseguimento di questo obbiettivo è stato la conferma che la strada che avevo intrapreso era quella giusta». Come è stato l’impatto con l’Italia per un giovane pianista ucraino? «Incredibilmente affascinante. Sono cresciuto nella cultura russa, sentendo solo parlare di ciò che di bello in Italia ci potesse

LA RASSEGNA/2 ALLE DOMENICHE DELLA SAGRA MUSICALE MALATESTIANA ANCHE QUATOUR AKILONE E LONQUICH Alexander Romanovsky – che intervistiamo in questa pagina – aprirà domenica 6 novembre al teatro degli Atti di Rimini i Concerti della domenica, la rassegna di musica da camera della Sagra Musicale Malatestiana. L’appuntamento successivo è in programma il 13 novembre con il debutto del napoletano Trio San Carlo (Giovanni Imparato al pianoforte, Luca Sartori al clarinetto e Luca Improta al violino) con un programma musicale di Mozart, Bruch e Francaix; il 20 invece ecco il Quatuor Akilone, quartetto d’archi francese (nella foto) vincitore quest’anno del concorso internazionale di Bordeaux, che propone un programma musicale che comprende Haydn, Mendelssohn e Ravel. Domenica 27 novembre un altra star della tastrier, il pianista tedesco Alexander Lonquich con un programma di musiche di Schumann. Tutti i concerti sono al teatro degli Atti alle 17 mentre la rassegna terminerà con un evento speciale a invito al teatro Novelli mercoledì 30 alle 21: il concerto dell'Orchestra d'Archi Rimini Classica con Laura Marzadori al violino solista, offerto alla città per volere e in ricordo di Minnie Torsani e con in programma “Le quattro stagioni op.8” di Vivaldi. Gli inviti saranno in distribuzione da martedì 29 novembre al Novelli fino ad esaurimento dei posti disponibili.

essere, perciò quando sono arrivato qui mi sono ritrovato tutta l’arte e tutte le bellezze che avevo solo potuto studiare sui libri». Entriamo nel merito del programma che eseguirà alla Sagra Musicale Malatestiana, tre dei quattro brani che eseguirà saranno di Schumann: ce n’è uno che predilige rispetto agli altri? «Beh, Schumann è un pilastro del romanticismo tedesco e la sua influenza arriva anche ai compositori russi. Il mio rapporto con i suoi brani è di amore incondizionato, il suo animo romantico mi è molto affine». L’ultimo brano, invece, è il celebre “Quadri di una esposizione” di Musorgskij. Un autore russo a lei molto vicino. «Sì, suonare i compositori russi è sempre grandioso poiché ciò che viene messo in musica riguarda spesso da vicino il folklore, come appunto nella composizione di Musorgskij, e quindi per chi è nato in quella cultura è una sorta di ritorno a se stessi». Schumann, Musorgskij, ma quali sono i compositori che lei ama maggiormente? «In realtà li amo tutti, Bach, Mozart, Beethoven, Chopin, Rachmaninov, Prokofiev solo per dire i primi che mi vengono in mente. Ognuno di loro ha un mondo proprio ed è proprio il gusto di scoprire questo mondo ciò che mi affascina di ogni compositore». Una curiosità: ci sono dei compositori che non suona spesso e che vorrebbe suonare di più? «Questa è una domanda molto interessante. In effetti, tutti si ricordano del concerto per violino di Chačaturjan, ma il bellissimo concerto per pianoforte viene, purtroppo, trascurato così come i concerti di un altro grande russo, Glazunov. A questo punto, abbiamo citato quasi tutti i russi del ‘900, manca lui, Dmitrij Šostakovič. «Una figura enigmatica. Un eccelso compositore, molto ermetico, sia nella sua vita privata sia nella sua arte compositiva. Sono convinto che ci vorrà ancora molto per venire a capo della sua personalità musicale giacché le sue opere hanno la particolarità di essere contemporaneamente immediate e molto codificate». I prossimi impegni musicali dove la porteranno? «Sarò prima in Inghilterra, poi a Mosca prima di venire in Italia a Rimini e a Ravenna. Ci tengo però a sottolineare un concerto di beneficenza che terrò il 7 novembre a Firenze per il trentesimo anniversario del disastro di Chernobyl. Purtroppo a distanza di anni ci sono ancora moltissime persone che ne patiscono gli effetti e non è bene che queste cose cadano nell’oblio».

«È stato molto affascinante ritrovare qui tutta l’arte che avevo studiato sui libri Suonare i compositori russi è sempre grandioso perché riscopro il folklore

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MUSICA

R&DCULT novembre 2016

11

CLASSICA/1

AGENDA TRA GOETHE

Tornano i Concerti della Domenica anche a Ravenna

Il direttore Carlo Tenan, atteso a Lugo alla guida della Toscanini

Dal 6 novembre al 18 dicembre, per sette domeniche consecutive, alla sala Corelli del Teatro Alighieri tornano i Concerti della Domenica, fortunato cartellone di musica da camera che l’associazione Mariani realizza da più di trenta anni con interpreti già attivi a livello internazionale. A inaugurare la rassegna il 6 sarà un quintetto composto da quattro fiati e un pianoforte. Appuntamento originale il 13 novembre con uno strumento tra i più affascinanti: l’arpa celtica. A suonarla un vero maestro nel suo campo Fabio Rizza, che presenterà un variegato programma che spazia da musiche tradizionali inglesi e danze bretoni LASSICA/2 a brani di autori contemporanei. Quindi il 20 novembre a prendere posto sul palco sarà la violoncellista Eva Zahn, primo violoncello dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, in duo con il giovane pianista Andrè Gallo, formatosi all’Accademia Pianistica di Imola e consideraPunta decisamente al classico la nuova stagione concerLASSICA/3 to uno dei talenti tistica 2016-17 al teatro Rossini di Lugo: con cinque più eclettici e creaappuntamenti, tutti di grande rilievo, dal 5 novembre al 15 AL COMUNALE DI RUSSI tivi della giovane marzo, la programmazione musicale del Rossini è sostanTRA PIANOFORTE E ARIE D’OPERA generazione. zialmente in linea col debutto del nuovo festival lughese Dedicato alla chi“Purtimiro” (dal 3 al 30 dicembre) che farà di Lugo una La stagione concertistica del Comunale di tarra sarà l’ultimo nuova capitale della musica barocca del Sei-Settecento. Russi propone in novembre martedì 8 il appuntamento di Ecco dunque le musiche di Mozart, Haydn, Paisiello, concerto del pianista Federico Nicoletta novembre, il 27, Rossini e Mercadante tutte ispirate al personaggio di Figaro con musiche di Liszt, Ligeti, Chopin, con Eugenio Della dalle commedie di Beaumarchais per il primo concerto Brahms e Paganini e martedì 22 Chiara, già esibisinfonico del 5 novembre con la Filarmonica Arturo “Serio+Buffo=Divertente”, concerto di arie d’opera, piuttosto raro nelle stagioni tosi con successo Toscanini diretta da Carlo Tenan. Segue – prima del festival di musica da camera. Sul palco Scilla nella scorsa edidel mese successivo – l’omaggio al genio del “lughese” Cristiano (soprano), Maurizio Leoni (barizione, questa volta Rossini il 12 novembre con l’attore Ivano Marescotti e il tono) e Claudio Rastelli (pianoforte e conin duo con un pianista Richard Barker per il debutto dello spettacolo “Il duzione). altro chitarrista, Maestro e il Cignale” su testi e musiche di Rossini e dei fraAndrea Dieci. telli Malerbi, i suoi primi maestri quando abitava a Lugo.

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Da Figaro a Rossini a Lugo, aspettando il festival sul barocco

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ORDINE ARCHITETTI RAVENNA

Comune di Ravenna

Comune di Faenza

E LIRICA, DUE APPUNTAMENTI A

FORLÌ

Ultimi due appuntamenti a Forlì della rassegna “Passioni in musica”, iniziativa promossa dall’associazione 50&Più e dalla Confcommercio che omaggia Il viaggio in Italia di Goethe, di cui ricorre il duecentesimo anniversario della pubblicazione, nella chiesa di Ravaldino in corso Diaz. Lucrezia Ercoli, direttrice artistica di Popsophia, sabato 5 novembre, terrà una lezione su “Il mito del Wanderer. Tra inquietudine e impossibilità di vivere il presente”. Il soprano Elena Bernardi eseguirà alcuni tra i più celebri partiture della tradizione liederistica, accompagnata al pianoforte da Manila Santini. L’ultimo appuntamento, sabato 12 novembre, è dedicato all’amicizia tra due tra i più celebri artisti del ‘900 nel campo della musica e della letteratura: Hans Werner Henze e la poetessa Ingeborg Bachmann, i quali trascorsero in Italia gran parte della loro vita. “Elegia per il Bel Paese” è il titolo scelto per il concerto conclusivo, che sarà introdotto da una riflessione di Rita Svandrlik, germanista dell’Università di Firenze. L’attrice Paola Contini interpreterà alcune liriche della Bachmann. L’organista Stefano Pellini, accompagnato dal violinista Gabriele Raspanti, eseguiranno partiture della gloriosa scuola napoletana.

ULTIMO

CONCERTO DEL

SUFFRAGIO

A

SAVIGNANO

Terminano domenica 13 novembre nell’omonima chiesa di Savignano i Concerti del Suffragio con le Kirchensonaten di Mozart eseguite all'organo dal riminese Alessandro Casali.

A FORLÌ

IL PIANISTA

COLLI

E L’OPERA DI

LAURENZI

Continuano i concerti organizzati dall’associazione Amici dell’Arte di Forlì. Sabato 12 novembre l’appuntamento è al teatro Il Piccolo con il giovane pianista bresciano Federico Colli (nella foto) che sta ottenendo un notevole successo di pubblico e di critica dopo aver vinto il Primo Premio al Concorso Mozart di Salisburgo nel 2011 e al Concorso Pianistico Internazionale di Leeds. In programma brani di Mozart, Beethoven e Schumann. Il 30 novembre invece ci si sposta alla chiesa di Ravaldino alla riscoperta del compositore bertinorese Filiberto Laurenzi, che condusse la sua vita di musicista fra Roma e le corti dei signori dell’epoca, e in particolare dell’opera La finta savia scritta nel 1643 ed allestita a Venezia durante il carnevale. Verrà proposta dall’Ensemble Sezione Aurea, che riunisce le esperienze di alcuni dei migliori musicisti attivi nell’ ambiente concertistico e discografico attuale con l’obiettivo di studiare ed eseguire il repertorio strumentale e vocale italiano del XVII e XVIII secolo. Sul palco Elena Cecchi Fedi (soprano) e Carlo Vistoli (controtenore).

Comune di Cervia

Comune di Forlì

Comune di Cesena

GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE Sala Conferenze PINACOTECA COMUNALE FAENZA

Massimo Iosa Ghini

ETB Tessari/Bandiera

Bologna

Treviso

Otto incontri/confronti fra protagonisti esperti ed emergenti della progettazione contemporanea con tavola rotonda

ciclo di conferenze 2016 Info Reclam tel. 0544 408312 - redazione@trovacasa.ra.it - www.reclam.ra.it

ore 20 Apertura, registrazione crediti formativi ore 20.40 ETB Tessari/Bandiera ore 21.20 Massimo Iosa Ghini ore 22.15 TAVOLA ROTONDA ore 23 Brindisi e saluto conviviale Aziende sostenitrici

Aziende partner


R&DCULT novembre 2016

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TEATRO

L’INTERVISTA

Cevoli e lo sguardo dal basso Il noto comico riccionese in scena con “Perché non parli” di Matteo Cavezzali

Paolo Cevoli è diventato famoso per i suoi personaggi grotteschi e caricaturali come l’Assessore Palmiro Cangini. Da alcuni anni però ha intrapreso una strada più ripida, ma che forse gli regala anche soddisfazioni più grandi, quella del teatro tout court. Il 29 novembre sarà in scena al teatro Alighieri di Ravenna con “Perché non parli” per la stagione del Comico organizzata da Romagna Teatri, tornerà poi nella sua Romagna al Diego Fabbri di Forlì il 14 dicembre e il 27 gennaio a Faenza. Perché non parli è la storia del garzone distratto e pasticcione di Michelangelo Buonarroti. Com’è vivere tutte le sere vicino a Michelangelo? «Diciamo che non è mica una brutta roba! È un grandissimo artista, controverso su certi aspetti, ma credo sia bello vivere all’ombra dei grandi. È la terza commedia di una serie. Nella prima ero il cuoco dell’ultima cena, poi ero la controfigura di Mussolini e ora il garzone di Michelangelo. Ho voluto raccontare tre tematiche: la religione, il potere e l’arte e per quest’ultima ho scelto il periodo in cui noi italiani eravamo al centro del mondo». C’è nostalgia di quell’epoca d’oro in questa scelta? «Non sono un nostalgico, penso sempre che il domani sarà migliore dell’oggi. Certo in quel periodo c’era da andare giù di testa: Michelangelo, Leonardo, Raffaello, Donatello… quindi ho scelto di rapportarmi con loro per raccontare l’oggi». Scegli sempre di interpretare personaggi vicino a pezzi grossi della storia, ma che rimangono in disparte. Come se in una foto di quei momenti fossero sempre pre-

senti, ma fuori dall’inquadratura… «Credo che sia più semplice raccontare le cose guardandole dal basso, soprattutto per un comico. È una tradizione che viene da lontano, fin da Arlecchino che era la figura del servitore. Spesso quelli che sono considerati grandi intellettuali sparano delle patàcate, credo che la verità arrivi sempre dalle figure marginali. Era così anche nel teatro di Shakespeare». Il tuo personaggio balbetta, è stato difficile interpretare questa caratteristica? «No perché anche io da giovane balbettavo e ancora adesso mi è più semplice fare casino con le parole che non fare un discorso che fila dritto…» Ci sono diversi aspetti autobiografici in questa commedia, come quello della balbuzie appunto, anche tu da piccolo avevi i capelli ricciolini? «Eh eh, sembra difficile a crederlo, ma era così… Ho inserito diversi aspetti autobiografici, come faccio sempre nei miei personaggi, perché questo mi aiuta a rendere la storia più vera, più mia». Come è la vita quotidiana di un comico famoso? Immagino che le persone che incontri si aspettino sempre che tu li faccia ridere… «A volte faccio ridere, altre volte sono smaronato, come tutti. Diciamo che noi in Romagna abbiamo questa cosa che quando siamo molto incavolati ci sfoghiamo sparando patàcate, così ci passa…» Alcuni comici dicono che non è sempre semplice andare in scena, e certe sere in cui si è girati male non si avrebbe voglia di far ridere… «Sì, c’è il mito del comico malinconico, ma non credo di essere uno di quelli. Ovviamente è un lavoro e per tutti ci

COMICO/1

sono giorni in cui uno non avrebbe voglia di lavorare, perché è stanco o girato di traverso, però è la vita». Le manca fare televisione? «Ho fatto solo Zelig e adesso che non c’è non faccio più niente in televisione, ma non mi manca. Non la guardo neanche più, mi annoia… » Che differenza c’è tra recitare un monologo in teatro rispetto a fare un sketch? «Ci sono aspetti simili, ma il teatro è più impegnativo perché parlando di fatti storici ci vuole un lungo lavoro di

«Noi in Romagna quando siamo smaronati ci sfoghiamo sparando patacate»

preparazione per non sparare patacàte, anzi per sparare patacàte! E poi il teatro ti obbliga a mettere a nudo aspetti di te. Cencio, il personaggio della commedia ha molti aspetti che mi riguardano. Anche lui come me era mancino fu obbligato a tenere la mano sinistra legata dietro la schiena, perché la sinistra era la mano del demonio, e a causa di questo ha iniziato a balbettare…» Sono aspetti molto dolorosi da toccare in una commedia… «Totò diceva che si può ridere sinceramente solo di quello che ci fa soffrire». Il personaggio di Cencio è mancino, come lei, ma anche come Adamo… «Questa è l’ironia della vita. Quando ho visto la Genesi di Michelangelo ho notato che Adamo porge a Dio la mano sinistra. Anche lui, il primo uomo sulla terra, era mancino! Vigliacca boia!»

COMICO/2

In scena Adamo e Deva per raccontare l’oggi

Le donne di Teresa Mannino

Giovedì 3 novembre al teatro comunale di Cervia primo spettacolo della rassegna comica con Vito e Claudia Penoni in Adamo e Deva di Francesco Freyrie e Andrea Zalone (regia di Daniele Sala). Freyrie e Zalone affrontano con ironia e divertito laicismo il tema più scottante di questi anni: la paura del diverso, la dittatura degli integralismi, lo scontro tra gli estremismi e la confusione tra fede e tifo da stadio.

Sono nata il ventitre è un monologo in cui Teresa Mannino con la stessa passione racconterà i tormenti di Penelope e quelli della vicina di casa. Si rifarà alle donne, eroine e non, dei classici, per dare consigli e consolare, soprattutto, le amiche con problemi di cuore. In scena al teatro Novelli di Rimini il 12 novembre.

COMICO/3 ORNANO E LALLI APRONO LA STAGIONE DI CORTE CORIANO Il teatro Corte Coriano apre la stagione 2016/2017 con il comico cabaret. Sabato 19 novembre all 21.15 Antonio Ornano salirà sul palco con il suo monologo Crostatina Stand Up, mentre sabato 26 novembre sarà la volta, sempre alle 21.15, di Velia Lalli con il suo testo Lasciate che i pargoli vengano a me. Info: 329 09461660.


TEATRO

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LA NOVITÀ

Un Faust made in China per Alighieri e Bonci Foto di Zhang Xinwei

Un dittico di Roy Assaf Dance Martedì 15 novembre sul palco del Fabbri di Forlì va in scena Six Years Later / The Hill, dittico di danza contemporanea della Roy Assaf Dance realizzato in collaborazione con l’ambasciata d’Israele con le coreografie di Assaf in scena con Madison Hoke, Igal Furman, Shlomi Biton. Musiche originali di Deefly, Shlomi Biton e di Beethoven, Handel, Marmalade, The Israeli Army Band, Yoram Taharlev e Bee Gees.

LIRICA IL NABUCCO

A Ravenna aprirà la “Stagione dei teatri” all’Alighieri, da giovedì 17 a domenica 20 novembre, mentre al Bonci di Cesena sarà in scena dal 24 al 27 novembre. Si tratta del Faust della China National Peking Opera Company, una ricerca attraverso il linguaggio dell’opera di Li Meini basato sul dramma Faust: prima parte di Johann Wolfgang Goethe (traduzione di

Fabrizio Massini, musiche originali composte da Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani e Chen Xiaoman eseguite dal vivo). Il progetto e la regia sono di Anna Peschke e si tratta di una coproduzione Emilia Romagna Teatro Fondazione /China National Peking Opera Company. Faust simboleggia l’archetipo dell’uomo contemporaneo che, in nome

MUSICAL

del proprio piacere e per avidità, sottomette e sfrutta la natura e le persone, noncurante della distruzione che genera. Anna Peschke crea un nuovo linguaggio che combina Oriente e Occidente: al canto e alla recitazione dell’opera tradizionale si aggiungono danza, arti acrobatiche e marziali dello stile affascinante dell’Opera di Pechino, oggi inclusa dall’Unesco nel “patrimonio culturale mondiale intangibile”. Sottotitolato.

ARRIVA AL TEATRO

BONCI

Al teatro Bonci di Cesena, il 6 novembre va in scena il Nabucco di Giuseppe Verdi realizzato dall’associazione "La Pomme" e il coro lirico "M. Callas” in collaborazione con il Comune di Cesena e Emilia Romagna Teatro Fondazione. Con l’orchestra Città di Ferrara e il direttore Francesco di Mauro e molti allievi di scuole di spettacolo del territorio diretti da Gianmaria Romagnoli.

CANTAUTORATO PAOLO ROSSI OMAGGIA

GIAN MARIA TESTA

Va in scena Cabaret La Compagnia della Rancia sarà in scena dal 25 al 27 al Novelli di Rimini con il musical Cabaret con Giampiero Ingrassia come “maestro di cerimonie”, uno spettacolo basato sulla commedia di Vand Druten e i racconti di Isherwood, per la regia di Saverio Marconi con musiche di John Van Druten.

Al teatro Novelli di Rimini, sabato 19 novembre il “giullare”, autore e attore Paolo Rossi porta in scena RossiinTesta uno spettacolo in cui Rossi porta in scena le canzoni di uno dei più apprezzati cantautori italiani, recentemente scomparso: Gian Maria Testa. I suoi testi poetici incontrano la satira di uno dei comici più geniali d’Italia. Alle chitarre Emanuele Dell’Aquila e in scena anche I Virtuosi del Carso.

regia: Otello Cenci con: Giampiero Bartolini, Andrea Carabelli, Giampiero Pizzol, Andrea Soffiantini e Isotta Ravaioli La fantastica occasione di vedere William Shakespeare in scena insieme ai due suoi più famosi attori e al suo rivale il poeta elisabettiano Munday è da non perdere. Ma ancor più se l'Opera alla prova è il dramma Thomas More, dedicato appunto allo straordinario politico e filosofo autore di Utopia. Il manoscritto shakespeariano giunge a noi dopo 400 anni e nasconde molti misteri. L'Opera coi suoi monologhi in difesa degli stranieri e della libertà di opinione, con le sue scene comiche e i versi poetici e taglienti in perfetto stile elisabettiano, apre il sipario sullo spettacolo unico ed eccezionale della vita.

Prenotazioni al 347.4862765


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TEATRO

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CESENA

FORLÌ

Il Macbeth di Branciaroli e il Pirandello di Lavia al Bonci A sinistra “Macbeth”, a destra “L’uomo dal fiore in bocca... e non solo”

Il giuoco delle parti secondo Orsini Da giovedì 24 a domenica 27 novembre alle 21, al teatro Diego Fabbri di Forlì, va in scena il grande classico pirandelliano Il giuoco delle parti nel nuovo adattamento di Valerio Orsini con le scene di Maurizio Balò e con Alvia Reale, Totò Onnis, Flavio Bonacci, Carlo De Ruggieri, Alessandro Federico, per la regia di Roberto Valerio.

FAENZA

La grande prosa del Bonci di Cesena si apre con un omaggio al Bardo nei 400 anni dalla morte di Shakespeare: dal 10 al 13 novembre va in scena il Macbeth di e con Franco Branciaroli. Il secondo appuntamento è invece con un classico italiano del teatro: Luigi Pirandello in un adattamento del grande Gabriele Lavia che è anche regista e protagonista. In scena lo spettacolo dal titolo L’uomo dal fiore in bocca... e non solo. L’atto unico è qui interpolato con parti di novelle che affrontano il tema (fatale per Pirandello) del tormentato rapporto tra marito e moglie, visto col distacco di un’ironia che rende i personaggi vicinissimi a noi. L’appuntamento è per il 18 e 19 novembre alle 21.

RUSSI SIPARIO IL 17 NOVEMBRE CON CARLO GOLDONI Si apre anche a Russi la stagione teatrale all’insegna di un grande autore classico: Carlo Goldoni. Al teatro comunale infatti il 17 novembre andrà in scena La bottega del caffé del Teatro degli incamminati con in scena Massimo Brizi, Antonio Zavatteri, Lisa Galantini, Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Roberto Serpi, Aldo Ottobrino, Pier Luigi Pasino, Mariella Speranza e la regia di Antonio Zavatteri

I Tradimenti di Pinter con Ambra Angiolini Dall’11 al 13 novembre al Masini di Faenza va in scena, per la regia di Michele Placido, uno dei lavori più noti di Harold Pinter: Tradimenti, nella traduzione di Alessandra Serra. In scena Ambra Angiolini e Francesco Scianna a dar voce a una commedia già portata sul grande schermo nel 1983, da David Hugh Jones. Sempre al Masini il 22 novembre Lucrezia Lante della Rovere porta invece Io sono Misia.

Guida alla stagione dei teatri di Ravenna e provincia

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TEATRO

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15 BAGNACAVALLO

MELDOLA

CERVIA

LUCIA LAVIA PORTA IN SCENA L’UNIVERSALE EMMA BOVARY DI FLAUBERT

IVA ZANICCHI, BARBARA BOUCHET E C ORINNE C LERY IN CERCA DI GUAI

GIULIANA DE SIO IN UN THRILLER DALLE ATMOSFERE DEGLI ANNI SETTANTA

Il più celebre dei romanzi di Gustave Flaubert (nella riscrittura di Letizia Russo) viene portato in scena dalla figlia d’arte Lucia Lavia con Woody Neri, Gabriele Portoghese, Mauro Conte, Laurence Mazzoni, Roberta Zanardo, Elisa di Eusanio, Xhuijo Petushi per la regia di Andrea Baracco. Madame Bovary è infatti il primo romanzo di Gustave Flaubert: messo sotto inchiesta per “oltraggio alla morale” appena pubblicato il 7 febbraio 1857, e divenuto subito dopo l’assoluzione un bestseller, oggi è considerato uno dei più grandi esempi di romanzo realista ed Emma Bovary è da molti considerato uno dei più grandi personaggi femminili della letteratura moderna. La vicenda di Emma, moglie adultera e divoratrice di libri, diventa la storia di un’anima tragica alla ricerca vana e continua di un sogno che non riesce a tradurre in realtà. In scena il 30 novembre al teatro Goldoni di Bagnacavallo.

Tre icone del mondo dello spettacolo riunite a teatro per una commedia brillante: Tre Donne in Cerca di Guai. Corinne Clery si è innamorata della pièce Les Amazones di Jean-Marie Chevret quando vi ha assistito a Parigi qualche anno fa, ha comprato i diritti e insieme al regista Nicasio Anzelmo ha messo su lo spettacolo adattandolo alla realtà italiana e coinvolgendo Barbara Buochet e Iva Zanicchi. In scena il 20 novembre al teatro Dragoni di Meldola, per la regia di Nicasio Anzelmo, Tre Donne in cerca di guai è una commedia divertente, in cui le tre protagoniste, autoironiche e molto affiatate sul palco, costruiscono scene esilaranti e allo stesso tempo offrono spunti di riflessioni sulla solitudine, sulla mezza età, sull’amicizia e sull’omosessualità con intelligenza e umorismo. In scena anche Giovanni Di Lonardo e Nicola Paduano

Notturno di donna con ospiti propone, ancora una volta, il viaggio che Annibale Ruccello aveva intrapreso nel quotidiano attraversato e contaminato dal thriller, nonché il viaggio nel panorama desolato della periferia urbana, dei ghetti degradati, tra le tv locali e le radio libere. Un percorso apparentemente triste, che però viene ravvivato ora da una miscellanea di sentimenti, ora da involontaria comicità. Una serie di colpi di scena con un occhio al cinema "thrilling" in cui domina il riferimento al cinema anni '70, per intenderci di Scorsese e di Kubrik. I canoni sono sempre gli stessi: il luogo isolato, il protagonista barricato all'interno, la minaccia esterna che semina terrore. In scena Giuliana de Sio con Gino Curcione, Rosaria De Cicco, Andrea De Venuti, Mimmo Esposito, Luigi Iacuzio, diretti da Enrico Maria Lamanna. Lo spettacolo sarà in scena al comunale di Cervia il 29 e il 30 novembre alle 21.


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TEATRO

16 CONTEMPORANEO/FORLÌ

CONTEMPORANEO/RIMINI

Per una rilettura del Riccardo III

Da Hamlet Travestie ai Barilotto Al Teatro degli Atti, Punta Corsara in scena il 17 novembre Giovedì 17 novembre alle 21 al Teatro degli Atti di Rimini prende il via la stagione del contemporaneo con Hamlet Travestie, da John Poole e Antonio Petito a William Shakespeare, a firma di Emanuele Valenti e Gianni Vastarella per la compagnia Punta Corsara, una produzione 369gradi in collaborazione con Teatro Franco Parenti. Scrivono gli autori: «A partire dalla suggestione di Hamlet Travestie, riscrittura burlesque settecentesca di John Poole in cui la parodia ribadisce l’autorità dell’Originale, passando per Don Fausto di Antonio Petito, lì dove invece l’Opera diventa vicenda matrice di altre vicende, immaginiamo una famiglia napoletana a noi contemporanea, i Barilotto, in un quadro di sopravvivenza quotidiana: il lavoro, la casa, i debiti, i figli. Ognuno vincolato al legame con l'altro, in una stasi violenta in nome dell'unità. Dissociato, se ne sta Amleto, il figlio senza padre, ad alimentare un conflitto di dubbi e paure. Intorno a lui, la vicenda shakespeariana diventa il canovaccio di un'improbabile tragedia redentiva, una fallimentare distribuzione di ruoli e di pesi, in una famiglia fuori di sesto». La regia e lo spazio spazio scenico sono di Emanuele Valenti, la dramaturgia di Marina Dammacco.

L’ANTICIPAZIONE Ermanna Montanari tra poesia e dialetto in Lus all’Alighieri Da giovedì 1 a domenica 4 dicembre va in scena al teatro Alighieri per “La stagione dei teatri” il concerto-spettacolo Lus, da un testo in dialetto romagnolo del poeta Nevio Spadoni, per la voce di Ermanna Montanari, musiche originali di Luigi Ceccarelli e Daniele Roccato eseguite dal vivo e la regia di Marco Martinelli. Una produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro Nevio Spadoni ha scritto per Ermanna Montanari (Premio Duse 2013, tre volte Premio Ubu come miglior attrice italiana) la storia di Bêlda, veggente e guaritrice delle campagne romagnole di inizio Novecento. Una figura potente di donna, vittima dell’ipocrisia del paese. Le scene sono di Ermanna Montanari e Margherita Manzelli, artista ravennate che espone a livello internazionale. Nella foto Ermanna Montanari in scena in una foto di Luca Del Pia.

CONTEMPORANEO/FAENZA H+ G: PROTAGONISTI

Il 3 novembre al teatro Testori di Forlì la compagnia Elsinor centro di produzione teatrale porta in scena Now, tratto da William Shakespeare, di e con Michele Sinisi scritto con Francesco M. Asselta (voce off Peter Speedwell). Si tratta di uno spettacolo-performance che utilizza le parole di William Shakespeare in lingua originale: solo il prologo di Riccardo III viene adoperato come partitura sonora. È infatti attraverso i suoni registrati, gli odori, l’uso degli oggetti scenografici e l’azione fisica portata all’estremo, che la vicenda di Riccardo III riemerge. I “fatti” shakespeariani che seguono il prologo vengono evocati attraverso la multidisciplinarietà linguistica della messa in scena. Lo spettacolo fa leva su un linguaggio contemporaneo che ricostruisce attraverso immagini e sensazioni la tragedia shakespeariana.

CONTEMPORANEO/RICCIONE

DELLA DIVERSITÀ

Al ridotto del Masini di Faenza lunedì 28 e martedì 29 novembre va in scena lo spettacolo H + G, un Hansel e Gretel sui generis con attori dell’Accademia Arte della diversità diretti da Alessandro Sarra in una coproduzione con Accademia Perduta e Teatro La Ribalta.

RAVENNA RUMORE DI ACQUE A SAN FRANCESCO Il Teatro delle Albe propone venerdì 4 novembre nella suggestiva basilica di San Francesco a Ravenna lo spettacolo, andato in scena per la prima volta nel 2010 e dedicato al dramma dei migranti che muoiono nella traversata del Mediterraneo, Rumore di acque con Alessandro Renda, firmato e diretto da Marco Martinelli. Alle 21 (all’interno del programma di Lacrime vedi pagina 25). Ingresso a offerta libera. Le offerte saranno devolute a favore del progetto “Protetto a casa mia” realizzato a cura dell’Ufficio per la Pastorale della Cultura.

Céline raccontato da Germano e Teardo Domenica 6 novembre a Riccione, allo Spazio Tondelli, l’attore Elio Germano e il musicista Teho Teardo propongono uno spettacolo tra voce e musica liberamente tratto dal romanzo di Ferdinand Céline Viaggio al termine della notte, capolavoro di scrittura che ritrova nuove dinamiche espressive nella combinazione di archi, chitarra e live electronics.

SAVIGNANO LE

PECORE NERE DI

STEFANO BENNI

Venerdì 4 novembre al Teatro Moderno di Savignano va in scena Pecore Nere di Stefano Benni per la regia di Alessandro Tedeschi, una pièce di nuovo tutta al femminile firmata dal noto scrittore bolognese dal caratteristico stile caustico e sagace. Con Valentina Chico, Elisa Benedetta Marinoni, Gisella Szaniszlò, Valenti Virando.



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18

CINEMA Una scena di Captain Fantastic

CONTROCINEMA

Da Venezia a Roma: premi meritati. Da non perdere Arrivano in sala il vincitore del Leone d’oro The woman who left e Captain Fantastic (primo nella capitale) di Albert Bucci*

Sui festival di cinema, e sui film premiati dalle giurie dei festival di cinema, si può scrivere tutto e il contrario di tutto. A volte i premi assegnati sembrano troppo elitari e assegnati a opere incomprensibili, altre volte troppo commerciali e subalterni alla potenza di fuoco delle grandi produzioni; ma in media, sappiatelo, le giurie conoscono il loro mestiere e sanno scegliere i buoni film. Questo mese parliamo di due film che arriveranno sui nostri schermi

con distribuzioni piccole, e che quindi dovrete “cercare” in giro, ma che sono stati di recente premiati nei due maggiori festival italiani di cinema: e cioè The woman who left, del filippino Lav Diaz, vincitore a Venezia 2016; e Captain Fantastic dell'americano Matt Ross, con protagonista Viggo Mortensen, lanciato dal Sundance, poi Miglior regia nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2016, e freschissimo vincitore a Roma 2016. Di The woman who left, il poco che si è letto finora sembra enfatizzarne la lunghezza (3 ore e 45 minuti) e la

provenienza (le Filippine), buttandola su una somma implicita: Filippine + lunghezza = film noioso. Ora, io sono il primo a battermi per lunghezze “umane”: adoro i film da 90 minuti e prediligo i romanzi brevi di 120 pagine ma solo perché spingersi oltre è di solito controproducente, a meno che non si sia dei grandi maestri, come le tre ore dei film di Scorsese o le 1.300 pagine di Forster Wallace. Ecco, qui siamo di fronte a un grande maestro come Lav Diaz. Confesso le me sensazioni: sono entrato in sala a Venezia abbastanza scettico, e ne sono uscito

«La pellicola filippina è un racconto dilatato ma mai prolisso» «Il tema centrale del film americano è come lasciare traccia di sé nel mondo»

estasiato. La lunghezza è coerente con una storia che è ispirata dal racconto di Tolstoi Dio vede la verità. Horacia è una donna che è rimasta ingiustamente in carcere per 30 anni per un omicidio non commesso. Esce nel 1997, quando le Filippine sono in piena emergenza criminalità; e di lì si dipana un racconto dilatato ma mai prolisso, che riprende gli stilemi del melodramma senza mai banalizzarli, che mescola quel che resta della famiglia di Horacia, la storia locale, e la morte contemporanea di Lady Diana; un’opera che racconta del

PROGRAMMA NOVEMBRE-DICEMBRE NOVEMBRE Martedì 8, ore 21

Agostino Galegati: Miti e tesori di Orione

Venerdì 11, ore 21

Daria Dall'Olio: Costellazione Manga: le stelle nel fumetto e nel cinema di animazione giapponese (in collaborazione con A.S.C.I.G. Associazione Culturale Italo Giapponese) ingresso libero

INFO E PRENOTAZIONI: Planetario di Ravenna Viale Santi Baldini 4/a Ravenna tel. 0544.62534 Lunedì-Venerdì 8.00-12.30 Martedì e Venerdì 21-23 www.planetarioravenna.it info@arar.it Ingresso intero € 5 ridotto € 2 Prenotazione consigliata

A seguire: OSSERVAZIONE DELLA VOLTA STELLATA Ingresso libero, cielo permettendo

Sabato 12, ore 16:30

“Un pomeriggio al Planetario” Marco Garoni: In gita sulla Luna attività adatta a bambini a partire da 6 anni

Domenica 13, ore 10:30 Osservazione del Sole Cielo permettendo Ingresso libero

Martedì 15, ore 21

Giuliano Deserti: Un tour per piccoli telescopi nel cielo di Novembre

Martedì 22, ore 21 Claudio Balella: Rosetta e Philae... sulla cometa insieme per sempre

Martedì 29, ore 21

Venerdì 9, ore 21 OSSERVAZIONE DELLA VOLTA STELLATA Cielo Permettendo, ingr. libero

Martedì 13, ore 21 Mauro Graziani: Il Cielo della Natività

Sabato 17, ore 16.30

“Un pomeriggio al Planetario” Sara Ciet: I pirati e le stelle... alla conquista delle coste attività adatta a bambini a partire da 6 anni

Massimo Berretti: La missione Juno a Giove

Domenica 18, ore 10:30

DICEMBRE

Martedì 20, ore 21

Martedì 6, ore 21 Amalia Persico: Disegnare il Cielo: interazioni tra arte e astronomia

OSSERVAZIONE DEL SOLE Cielo permettendo, ingr. libero

Paolo Morini, Lorenzo Soleri: "Terrore all'osservatorio di Avu" L'inquietante astronomia di H.G. Wells

o! l l e b è o il ciel oprilo sc con noi! Martedì 27, ore 21

Oriano Spazzoli: Storie di Natale sotto al cielo: racconti sotto le stelle del cielo invernale

Giovedì 29, ore 15:00 Mille stelle per A.I.L. attività adatta a bambini a partire da 6 anni Ingresso Offerta libera. Il ricavato verrà devoluto ad A.I.L. (Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi) Ravenna


CINEMA

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19 popolo e che si rivolge esplicitamente a un pubblico popolare, proprio perché può essere visto con pause temporali e rilassamenti mentali, come guardereste una serie Tv o leggereste un libro; un film che ipnotizza nel suo realistico bianco e nero e nella sua messa in scena fatta di lunghe inquadrature nelle quali i personaggi si comportano con una estrema libertà di azione per certi versi simile al surrealismo di Bunuel e alla disperata vitalità dei melodrammi sentimentali di Fassbinder. Un film impagabile e imperdibile. (A proposito, le Filippine non sono una nazione così retrogada, nel cinema) Captain Fantastic è un film americano. Ma nasce con un budget limitato, conquistando la presenza del protagonista Viggo Mortensen in una commedia drammatica e satirica che affronta, nemmeno troppo subliminalmente, le due anime opposte che fondarono e tuttora compongono gli Stati Uniti: lo spirito selvaggio dei pionieri, e la cultura come crescita sociale. Ben è un padre atipico: un po’ fricchettone, molto di sinistra e molto anticapitalista, ha cresciuto per anni i suoi sei figli nelle montagne, insegnando loro come sopravvivere nella natura, facendo leggere grandi classici e trattati di matematica, coltivando insomma un'esistenza pura, socialista, intellettuale e artistica. Ma la madre muore, suicida, dopo una lunga malattia mentale. E Ben, con i suoi figli, deve rientrare loro malgrado dentro quella civiltà dei consumi e dell'ignoranza generalizzata dalla quale volevano rimanere immuni. Un film molto bello e molto toccante, che riprende uno dei grandi temi nascosti della narrativa americana, e cioè il tema della famiglia. Ben e i suoi figli da un lato assomigliano ai pionieri padri pellegrini delle origini: la wilderness, l'esplorazione, la caccia e l'uso delle armi, il mito della famiglia a guida patriarcale che conquista terre desolate; ma dall'altro sono atei e comunisti, al posto del Natale festeggiano il compleanno di Noam Chomsky, leggono Dostoevskij e la Costituzione, e sanno tutto di educazione sessuale pur se inibiti nei rapporti con il sesso opposto. E la famiglia, e l'educazione ai figli, è il tema centrale: come lasciare traccia di sé nel mondo e migliorarlo; come mantenere la propria identità e la propria controcultura e non farsi schiacciare dal sistema dominante; come, sopratutto, restare umani anche se a volte ciò significa soffrire. Un film profondissimo, uno dei rari esempi di cinema che fa pensare. *Albert Bucci (Ravenna, 1968) è direttore artistico del Soundscreen Film Festival e consulente alla selezione del Ravenna Nightmare. È stato docente di Sceneggiatura presso l'Università Iulm di Milano, e produttore esecutivo di spot pubblicitari. In una vita parallela, possiede anche una laurea in Fisica Teorica. (Il suo vero nome è Alberto, ma in effetti è meglio noto come Albert).

SANTARCANGELO DA GRETA GARBO

A

FRITZ LANG, I

CLASSICI AL

SUPERCINEMA

Nel mese di novembre (il 7, 14 e 21) prosegue al Supercinema di Santarcangelo la rassegna Classics con le proiezioni di pellicole restaurate. Si parte con Ninotchka (1932), celebre pellicola diretta da Ernst Lubitsch, entrata nel mito per la prima risata di Greta Garbo; La morte corre sul fiume, di Charles Laughton, con la grande interpretazione di Robert Mitchum (copia restaurata in prima visione, 1955) e Metropolis di Fritz Lang (1927), capolavoro dell’espressionismo tedesco e capostipite dei film di fantascienza (nella foto). Tutte le proiezioni avranno inizio alle 21.Info: www.supercinemasantarcangelo.com e 0541 622454.

LA RASSEGNA Garrone e Greenaway al Ttv festival di Riccione tra grande schermo e teatro

RICCIONE MAGRELLI SULL’AMICO FELLINI

PER I

40

ANNI DEL

DON GIOVANNI

In occasione del 23° anniversario della morte di Federico Fellini e a quarant’anni dall’uscita de Il Casanova, Rimini celebra la ricorrenza con una serie di iniziative che si concluderà venerdì 4 novembre con una conferenza del poeta Valerio Magrelli (nella foto), amico intimo di Fellini, che nel 2015 ha pubblicato il libro Lo sciamano di famiglia. Una pubblicazione dedicata a Fellini e al loro rapporto che contiene anche 77 disegni erotici del regista. In collaborazione con Biblioterapia. Appuntamento alla biblioteca Gambalunga di Rimini alle 17.30. Ingresso: gratuito.

Sergio Rubini

Dal 3 all’8 novembre torna il Riccione Ttv Festival – performing arts on screen, giunto alla sua ventitreesima edizione. Storico appuntamento biennale dedicato al rapporto tra arti sceniche, video e nuove tecnologie, nato nel 1985 da un’idea di Franco Quadri, il festival diretto da Simone Bruscia rinnova la formula, schiude lo sguardo alle arti, alla musica e ai nuovi linguaggi e propone un’originale kermesse di cinema che racconta il teatro in collaborazione con la rassegna Cinema d’Autore del Comune di Riccione e con Giometti Cinema. Il racconto di questa speciale edizione del Riccione TTV Festival comincia però con Alessandro Baronciani, illustratore tra i più apprezzati del panorama artistico italiano, che a un anno esatto dall’inaugurazione dello Spazio Tondelli realizzerà un murale sulla facciata dello stabile che ospita il teatro rinnovato. L’artista disegnerà un’opera che sarà svelata al pubblico sabato 5 novembre e sarà protagonista la sera stessa di un evento speciale, il Concerto disegnato, insieme al cantautore siciliano Colapesce. Altro ospite d’onore del festival sarà Matteo Garrone, uno dei più grandi registi del cinema italiano, a cui il festival dedica un intero pomeriggio, sabato 5 novembre, al Cinepalace. Si parte con la proiezione del primo episodio di L’altro teatro, progetto corale di Giuseppe Bertolucci, Maria Bosio (presente in sala a Riccione) e Nico Garrone, critico teatrale e padre di Matteo. Il girato ripercorre le vicende del “teatro delle cantine”, che si impose soprattutto a Roma negli anni Settanta, in tre episodi (gli episodi due e tre saranno proiettati nel pomeriggio di domenica 6 novembre, presso la Villa Lodi Fè, sede storica di Riccione Teatro). Il pomeriggio in compagnia di Garrone prosegue con Estate Romana, terzo lungometraggio del regista. Il cinema che racconta il teatro apre le giornate del festival. Giovedì 3 novembre Ottavia Piccolo incontra il pubblico di Riccione in occasione della proiezione di 7 minuti, diretto da Michele Placido, di cui l’attrice è tra le protagoniste. Venerdì 4 novembre, il cinema racconta la grande danza contemporanea con Mr. Gaga, la straordinaria storia di Ohad Naharin, coreografo israeliano tra i più apprezzati e innovativi al mondo. La proiezione verrà presentata da un’introduzione di Andrea Zardi, danzatore e coreografo, unico in Italia a essere specializzato nella disciplina Gaga. Lunedì 7 novembre, torna a Riccione Peter Greenaway, tra i più importanti maestri del cinema d’autore. Greenaway incontra il pubblico in una proiezione-evento che chiude ufficialmente il brevissimo tour di presentazione del film Nightwatching, presentato in concorso alla 64a Mostra del cinema di Venezia. Sergio Rubini e Gianfranco Cabiddu, rispettivamente protagonista e regista di La stoffa dei sogni, chiudono, martedì 8 novembre, con la proiezione del film e con una conversazione, il 23° Riccione TTV Festival. Si tratta della storia di una modesta compagnia di teatranti che, sullo sfondo dell’immediato dopoguerra, naufraga sulle coste dell’Asinara insieme a un gruppo di pericolosi camorristi. Info e programma completo sul sito internet: www.riccioneteatro.it.


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LIBRI LA RASSEGNA TRA GLI OSPITI ANCHE ANTONELLA ANEDDA Fino al 7 novembre a Cesena prosegue la rassegna di filosofia, poesia, arti e teatro realizzata da Teatro Valdoca che quest’anno ha come filo rosso il cum, la parola “con”, declinata nella riflessione sul comune, “intorno a parole come compagno, commensale, fraternità, comunità, compassione… insomma intorno a ciò che ancora ci tiene insieme, nella generale separazione di ognuno dagli altri, nella frammentazione di ognuno in se stesso”, come ha scritto Mariangela Gualtieri. Gli appuntamenti del mese di novembre prevedono domenica 6 una letctio di Antonella Anedda, poeta e saggista (“Cosa ci rende umani?”). Viatico di questa lectio, il breve affresco teatrale Prologo delle bambine, con regia di Cesare Ronconi, testi di Mariangela Gualtieri e la partecipazione delle giovanissime Agata e Bettina Proserpio al Teatro G. Verdi alle 17, mentre lunedì 7 novembre incontro al Cinema San Biagio “I Narrabondi”: lo scrittore Paolo Rumiz narrerà il rapporto fra andatura e verso e Alessandro Scillitani il suo sguardo dietro la macchina da presa. A seguire, proiezione del doc-film Il cammino dell’Appia antica. Il 4, 5 e 6 novembre con “Percorsi per una cartografia performativa” della danzatrice e coreografa Lucia Palladino, il corpo diventerà strumento per l’improvvisazione e la composizione performativa. Info: Teatro Valdoca tel. 0547 24968.

L’INTERVISTA

In cammino con Rumiz, alla scoperta dell’Appia Il giornalista a Cesena: «Il viaggio smentisce sempre i pregiudizi. Non immaginavo che la strada fosse stata asfaltata e rimossa» di Matteo Cavezzali

Da quindici anni Paolo Rumiz, storica firma di “Repubblica”, ha ampliato il proprio lavoro a una parte sempre meno considerata della nobile professione del giornalista, ovvero di chi, per dovere e per vocazione, racconta il mondo che lo circonda percorrendolo. Quello che Rumiz ha restituito a questa professione è una delle caratteristiche che lo distinguevano agli albori, ovvero viaggiare. «A lavorare seduto dietro la scrivania, come fanno molti giornalisti, impazzirei» racconta Rumiz nella nostra chiacchierata in vista della sua presenza a “Ciò che ci rende umani” organizzato dal Teatro Valdoca con la direzione di Mariangela Gualtieri, che è in corso a Cesena fino al 7 novembre, giorno in cui Rumiz sarà ospite al Cinema San Biagio. Il tuo ultimo libro, nato dai reportage di “Repubblica” e edito da Feltrinelli, è dedicato alla via Appia. Come è nata l’idea di ripercorrere a piedi la storica strada dell’impero romano? «Sono coincise diverse cose. Avevo un vecchio sogno di percorrerla che risaliva ai tempi del liceo, quando leggevo Orazio Flacco, e poi volevo chiudere i miei viaggi di “Repubblica” con qualcosa che non avesse mai fatto nessuno, ma poi camminando ho scoperto moltissime altre ragioni per farlo, che non avevo nemmeno immaginato, ma non so più dire se erano motivi o conseguenze di questo viaggio». Quello che era il cuore dell’impero, si sente oggi periferia? «La via Appia attraversava zone che non avevo mai visto e che non riuscivo nemmeno a immaginare. L’Appia che era la via più centrale

all’epoca di Roma, oggi cuce insieme una serie di terre che sono uscite dall’immaginario e dalla conoscenza degli italiani. Chi è mai stato a Melfi? Chi sa dove è il vulcano del Vulture, Altamura a Fondi? Per me era tutto

simbolo rimosso, che era rimasto sepolto nelle generazioni tra le due guerre, al nostro passaggio abbiamo visto emergere memorie dimenticate. Sentivo dirmi “Sì mi ricordo che mio nonno mi diceva che qui passava una

nuovo. Sono molto attirato da ciò che non conosco. È come se invecchiando avessi bisogno di riempire gli spazi bianchi dell’Atlante». Cosa ha portato questi centri, un tempo così vitali, a diventare marginali? «Questi luoghi, scoprendo di essere stati un tempo centrali, sono obbligati a domandarsi: perché non lo siamo più? Quando è cambiato il mondo? Alcuni danno la colpa a Garibaldi, altri risalgono al dominio degli Spagnoli, altri ad ancora prima, al medioevo. Quelli di Taranto sostengono addirittura che la città ha cessato di esistere con l’antica Roma che ne ha snaturato la grande civiltà grecomediterranea… ho trovato al sud molti pessimisti, privi di autostima, che si danno tutte le colpe del mondo per non aver saputo valorizzare la propria storia. Purtroppo però ricoprire di cemento la storia per aprire un supermercato o fare un parcheggio è un male condiviso da tutto il paese». Le strade sono state uno dei grandi risultati della modernità dell’Impero Romano, sono state l’unione delle diversità delle genti. «Sono un simbolo dormiente. Un

grande via romana”. Oppure “trenta anni fa ho visto un professore dell’Università di Napoli che ci aveva parlato dell’Appia”. Noi, camminando lungo quella strada, sentivamo una lunghezza d’onda inudibile dagli storici. Parlando dell’Appia si risvegliava nelle persone il senso di appar-

abitano lungo quella via non avessero idea di appartenere a questa grande storia. Non immaginavo che fosse così evidente vedere come l’Appia sia oggi la strada con cui la Camorra entra a Roma risalendo l’Italia in diagonale dalle terre dei Casalesi. A stupirmi è stata però anche la presa d’atto che la strada fosse oggi più importante di quanto credessimo. Abbiamo visto da vicino il malaffare, ma il sud non può essere ridotto a cronaca nera. C’è una parte meravigliosa del sud, proprio nelle terre di Gomorra». C’è una persona che ti è rimasta particolarmente impressa di questo viaggio? «Un contadino del casalese, terra di camorra, ma anche di meravigliosi frutteti. Sorridente e con una cordialità di altri tempi ci ha offerto della frutta e ci ha insegnato quello che suo padre aveva insegnato a lui:

tenenza a un territorio. Riscoprivano un interesse per la loro terra. Dicevano: “Se questi del nord sono venuto fin qui per scoprire qualcosa, forse la nostra terra vale”». Prima di incamminarti lungo questa strada ti aspettavi che questo viaggio sarebbe stato così o hai dovuto rivedere l’idea che ti eri fatto? «Il viaggio smentisce sempre i pregiudizi. Non immaginavo che la via fosse stata cancellata e dimenticata, che fosse stata asfaltata e rimossa, non immaginavo che tantissimi che

“Non si deve raccogliere tutta la frutta che gli alberi ci danno. Bisogna lasciare sempre qualche frutto ‘ncoppa ‘a pianta, sull’albero, per i passeri e per chi passa lungo strada”». Come è iniziata la tua passione per la letteratura di viaggio, che è diventata la tua cifra stilistica? Come è iniziato il viaggio nel viaggio? «Ho sempre sognato di viaggiare, fin da bambino. Ho sempre rifiutato le tentazioni del mestiere di stare fermi alla scrivania. Se sto fermo mi ammalo. Poi ho avuto una grande

«Purtroppo ricoprire di cemento la storia per aprire un supermercato o fare un parcheggio è un male condiviso da tutto il paese»

«Il passo unito al pensiero è un generatore formidabile di immagini e di una metrica ritmica che chi è sedentario fatica a scrivere»

fortuna a inizio giugno 2001. Altan e Emilio Rigatti partivano in bicicletta per Istanbul. Io volevo andare con loro, ma non avevo le ferie, allora, preso dalla disperazione, ho tentato il colpo gobbo. Ho scritto a Ezio Mauro e ho detto, “potrei scrivere un reportage di queste terre, con i disegni di Altan”, e lui ha subito approvato!» Hai detto che questo sarà però il tuo ultimo viaggio da giornalista, è vero? «Non volevo diventare schiavo di un format. Ho deciso di fermarmi per tornare un po’ a Itaca e riscoprire la terra delle mie origini, le mie radici che amo profondamente, a cui dedicherò i prossimi scritti». Ci sono autori di viaggio che hanno segnato particolarmente la sua visione di questa esperienza? «Kapuscinski è ineludibile, Nicolas Bouvier autore de La polvere del mondo, poi amo molto gli inglesi come Fitzroy MacLean e il giovane Robert MacFarlane che scrive divinamente di cui è uscito due anni fa per Einaudi Le antiche vie e poi i grandi classici tra cui l’Odissea, Erodoto, Senofonte. Sarà l’età, ma amo tornare all’antico con le letture». C’è un rapporto tra il tempo del cammino e quello della narrazione? «Il respiro. Il passo unito al pensiero è un generatore formidabile di immagini e di una metrica ritmica che chi è sedentario fatica a scrivere. Quando cammino respiro al ritmo della litania. Quell’aria che entra e esce dai polmoni si esprime attraverso una espressione sillabica, ha la cadenza dell’endecasillabo che viene naturale camminando. Scrivere e camminare sono un allenamento continuo».


LIBRI

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21 SANTA SOFIA

MISANO ADRIATICO

Gli ultimi giorni di Gesù narrati da Corrado Augias in Ecce Homo

Dal “mito” della crescita economica al denaro: la filosofia si interroga sugli idoli

Al teatro Mentore di Santa Sofia sabato 12 novembre alle 21 sul palcoscenico ci sarà lo scrittore Corrado Augias, voce recitante di Ecce Homo Anatomia di una condanna con le musiche originali di Valentino Corvin,o elaborazioni video, luci e regia di Angelo Generali. Sulle ultime ore di Gesù in genere si sa poco; ancora meno si conosce della situazione politica e militare della Palestina in quegli anni. Eppure si tratta di elementi fondamentali per meglio capire la tragica sorte di quel Giusto. Perché Gesù venne arrestato? Quali le accuse? Che cosa spinse il procuratore romano ad emettere una sentenza capitale? I vangeli (canonici e non) danno una spiegazione esauriente – e concorde - degli avvenimenti? O no? Perché si parla così poco di Maria, nulla si dice di Giuseppe? Chi era davvero Giuda? Perché tradì? «Se ci si cominciano a porre queste domande – si legge nella cartella stampa dello spettacolo – si vede subito che di una vicenda raccontata cento volte si sa in generale pochissimo; i lati oscuri e le domande inevase prevalgono nettamente sui fatti noti». Lo spettacolo si avvale di immagini e di un «dolente» accompagnamento musicale per stimolare lo spettatore alla scoperta di un Gesù pronto a mettere in gioco per le sue idee la sua stessa vita. Prezzi: da 20 a 18 euro. Info: 0543 974551.

Per il ciclo di incontri filosofici a Misano Adriatico dal titolo “Idolatri - I miti del nostro tempo”, venerdìFoto 4 di Zhang novembre è atteso Umberto Galimberti per mettere Xinwei in discussione una credenza assai radicata nel presente: “Il mito della crescita economica”. Il noto filosofo mostrerà come la crescita economica costituisca al contrario una costruzione ideologica funzionale al perpetuarsi del sistema capitalistico. Il principale tra gli idoli del nostro tempo, “Il denaro”, sarà invece oggetto della conferenza che il filosofo Salvatore Natoli terrà venerdì 11 novembre. Venerdì 18 si parlerà invece di “Superstizioni”, relatore il filosofo Carlo Sini. Correntemente per superstizioni s’intendono credenze di natura irrazionale dettate dall’ignoranza, ma esiste una forma di superstizione tipica anche del sapere che si manifesta quando la scienza scambia le sue teorie per verità assolute, assumendo come referente una supposta realtà oggettiva. “Globalizzatevi!” è questo l’imperativo cui verrà dedicato l’appuntamento di chiusura della rassegna, nel quale si rifletterà sul mondialismo e le sue false promesse. All’incontro, che si terrà venerdì 25 novembre, interverrà il giovane filosofo Diego Fusaro, più volte ospite nel recente passato della kermesse misanese. Gli incontri si tegnono al Cinema-Teatro Astra di Misano Adriatico, via d'Annunzio 20 alle 21. Ingresso libero. Info: 0541 618484.

Corrado Augias

Umberto Galimberti

CESENA DUE

INCONTRI IN

MALATESTIANA

PER PARLARE DI MOSTRI MARINI ,

FRANKENSTEIN E

ZOMBIE

Per il ciclo di incontri organizzati dal Cicap alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, l’8 novembre alle 17 Lorenzo Rossi terrà un incontro dal titolo "Dal Kraken a Moby Dick: quando i mostri diventano veri" in cui si andrà dal capolavoro immortale di Melville ai miti dell'antica Grecia, un viaggio popolato da mostri marini, unicorni e sirene, per scoprire sino a che punto la realtà può superare la fantasia e come la metamorfosi di animali poco noti in bestie favolose ha dato vita a racconti e leggende. Il 29 novembre sempre alle 17 il relatore sarà invece Luigi Garlaschelli per una conferenza dal titolo: "Misteri macabri: da Frankenstein agli zombi”. L'idea per il romanzo sul mostro di Frankenstein ebbe forse origine da alcuni impressionanti esperimenti condotti dal grande scienziato inglese Davy nel 1803? Esistono gli zombi? Chi erano i pietrificatori di cadaveri? Un viaggio tra storia e leggenda, da oscuri laboratori a moderni istituti universitari, tra il misterioso e il macabro.

Un tema delicato affrontato con grande sensibilità, un libro che dovremmo leggere tutti Bullismo, un fenomeno inquietante dei nostri tempi che coinvolge gli adolescenti, le famiglie, la scuola e la società. Nelle parole di un romanzo le origini e le conseguenze di violenze e incomprensioni, alla ricerca di una via d'uscita per vittime e persecutori. Il giovane agronomo Franco Ranieri entra nel mondo della scuola come insegnante e si trova a svelare una serie di atti di bullismo, sopraffazione e violenza di cui sono vittima alcuni suoi studenti e studentesse. Il ritorno con la memoria alla sua adolescenza gli viene d’obbligo e così una parola, un luogo, un’azione, un profumo, un motivo musicale, il viso di una persona, o la consapevolezza che il tempo trascorre inesorabile, distruggono gli argini costruiti dalla sua mente e liberano un fiume di ricordi cui non è in grado di opporre resistenza: i sogni di un’intera vita balzano prepotentemente al suo cospetto, sia quelli realizzati che grondano gioia, sia quelli rubati, che la sua vita l’hanno portata altrove, su una strada imprevista e indesiderata: e niente è più come prima.

In tutte le librerie a 15 euro

Federico Randi è nato a Bagnacavallo nel 1950 e vive ad Ammonite di Ravenna. Ha una moglie, una figlia e due nipotini. Si è laureato nel 1977 a Bologna con il Professor Antoniani e con una tesi di laurea sulla concimazione delle colture orticole. Ha lavorato all’Ala Frutta di Alfonsine prima della laurea e, dopo la laurea, presso la Novartis e la Cibageigy. Dal 2011 opera a Lugo presso un vivaio di piante e si occupa di progettazione di giardini. Ha scritto, fin da giovane, numerosi testi in dialetto romagnolo. Questo romanzo è la sua opera prima in lingua italiana.


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LIBRI

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RAVENNA

LUGO

(Anche) lo scienziato e narratore Marco Malvaldi a Palazzo Rasponi

Scienza, filosofia e narrativa al Caffé letterario

A sinistra Marco Malvaldi, a destra Andrej Longo

Il Tempo Ritrovato, la rassegna letteraria organizzata da Matteo Cavezzali al Palazzo Rasponi delle Teste a Ravenna prosegue mercoledì 9 novembre con l’autore partenopeo Andrej Longo che con la sua scrittura spigolosa e incalzante ci racconta - in L’altra madre (Adelphi) - una certa Napoli, e gli uomini e le donne che la abitano: protervi e feriti, crudeli e generosi come nessun altro sa fare. Mercoledì 16 novembre sarà la volta del toscano campione di vendite Marco Malvaldi con L'infinito tra parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges (Rizzoli). La poesia e la scienza, ci spiega l'ironico autore dei gialli del Bar Lume, vagabondando tra un secolo e l'altro, non sono opposte, ma sono entrambe tensione alla conoscenza del mistero del

reale. Mercoledì 23 novembre sarà la volta del professor Antonio Panaino, docente di Conservazione dei Beni Culturali autore di Zoroastrismo (Morcelliana) che ci condurrà alla scoperta dell’antica religione iranica di Zarathustra in cui il piacere della carne era da santificare e che sopravvisse alla fine dell’impero persiano. Lunedì 28 novembre Silvia Pareschi scrittrice e traduttrice dei grandi autori anglo-americani come Jonathan Franzen, Cormac McCarty e Zadie Smith racconta gli aspetti meno noti e a tratti esilaranti degli Stati Uniti con I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani (Giunti). Gli incontri proseguiranno a dicembre con Giuliana Sgrena ed Eraldo Baldini.

CENTRO ESTETICO SOLIDEA

Prosegue la rassegna del Caffé letterario a Lugo con gli incontri con l'autore all’Hotel Ala d’Oro o alla Sala Estense della Rocca. Si comincia il 2 novembre con Lorenza Pieri e il racconto lungo quattro decenni ambientato all’isola del Giglio. L’autrice (al Salone Estense della Rocca)sarà introdotta da Patrizia Randi. Il 4 novembre l’appuntamento è invece con Massimo Cacciari (nella foto) coautore con Paolo Prodi del volume Occidente senza utopie (Bologna, Il Mulino, 2016) incentrato sul declino dell’Europa che non può essere letto solo come corruzione delle regole e delle istituzioni, ma come conseguenza di una crisi di civiltà. L’11 novembre al Salone Estense della Rocca Guido Barbujani presenta il saggio Gli africani siamo noi (Bari, Laterza, 2016), un titolo che rappresenta la sintesi, la più onesta possibile, delle nostre frammentarie conoscenze sulle origini dell’uomo e sulla nostra vicenda evolutiva. Il 18 novembre è la volta di Alessandro Amato con Sotto i nostri piedi (Torino, Codice Edizioni, 2016). Il 28 novembre Silvia Pareschi, autrice e traduttrice, presenta il suo I jeans di Bruce Springsteen libro, misto di memoir, reportage e fiction spesso esilarante e mai banale, Silvia Pareschi narra alcuni aspetti meno noti e forse per questo particolarmente rappresentativi di una nazione vasta come un continente,

INFORMAZIONE PROMOZIONALE

La tecnica Strobing, nuova tendenza make-up per un trucco da star Giovedì 17 novembre prenota una prova gratuita di maquillage Desiderate avere una pelle perfetta e luminosa come fosse di porcellana? Allora, provate la nuova tecnica Strobing e otterrete un trucco da star. Non a caso, infatti, è l’ultima tendenza in materia di maquillage che viene direttamente da Hollywood dove le prime a sperimentarla sono state proprio celebrities quali Miranda Kerr, Kim Kardashian e Jennifer Lopez. Di cosa si tratta? Il termine Strobing deriva da quello della luce stroboscopica, ovvero quella luce a intermittenza che illumina a tratti ciò che la circonda. «Quando si realizza questa tecnica – spiega Nicole Marchetti del Centro estetico Solidea di Ravenna –, è come se andassimo a creare questi flash di luce sul viso. L’obiettivo principale della tecnica Strobing è quello di illuminare, ossia enfatizzare i punti luce, mettendo in risalto le zone più sporgenti come mento, zigomi, naso e fronte, evitando di ombreggiare e “scavare” altre parti. Quello che occorre, principalmente, sono prodotti illuminanti, dei quali è bene fare un uso parsimonioso senza eccedere e finire in risultati “effetto wet”. Questa tecnica rappresenta un’ottima base per il trucco, richiede una certa sapienza da parte di chi esegue il make-up e l’utilizzo di pennelli professionali per stendere al meglio i prodotti». Per sperimentare questa nuova tecnica, il Centro estetico Solidea di Rita Fabbri, che si trova in via Porto Coriandro 7/C (di fronte alla Rocca Brancaleone) , propone una giornata di servizio trucco giovedì 17 novembre. Per l’occasione, le estetiste – che hanno appena seguito un corso di perfezionamento in Strobing – eseguiranno sulle clienti che prenoteranno un appuntamento, una prova gratuita di trucco

con questa innovativa tecnica. «Questa nuova tendenza make-up – aggiunge Nicole – riguarda la base viso ed è l’ideale per chi desidera un effetto naturale e perfetto, ossia un trucco minimal a prova di flash! I prodotti chiave sono gli illuminanti e il blush che si mescolano per dare un effetto radioso al viso. Su una base viso leggera, ma coprente, si possono sfruttare le naturali sporgenze del viso per dare volume dove serve e distendere i tratti, grazie a prodotti in polvere che tirano su lo sguardo, danno volume ottico alle labbra, levigano le guance. La versatilità è uno dei maggiori vantaggi di questo trucco. Di giorno, per l’ufficio, basta scegliere illuminanti viso in polvere dalle nuance delicate che esaltino la freschezza del viso grazie a un trucco occhi e labbra nude. Per una serata con le amiche, basta rinfrescare la base con stick cremosi da portare in borsetta e optare per un trucco occhi più deciso, per sentirsi come una modella!». Il Centro estetico Solidea è aperto dal martedì al giovedì dalle 10 alle 18 (orario continuato), il venerdì e sabato dalle 9 alle 18 (chiuso il lunedì). Info e prenotazioni: tel. 0544 456554 e www.centroesteticosolidea.it


LIBRI

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23 AGENDA DA SALUDECIO A GIOVECCA: IL “TOUR ” DI BALDINI E BELLOSI È un tour che coinvolge tutta la Romagna quello dello scrittore ravennate Eraldo Baldini (di cui si attende l’ultimo romanzo su Einaudi per la fine di novembre) con i suoi volumi sulle tradizioni e gli usi della Romagna riediti (in versione aggiornata e ampliata) da Il Ponte Vecchio di Cesena e in particolare l’ultimo dato alle stampe sul calendario e le tradizioni. Martedì 1 novembre alle 17 sarà infatti a Saludecio, nelle Cantine del Palazzo Pierino Albini con il coautore Giuseppe Bellosi per presentare Calendario e tradizioni in Romagna. Domenica 13 novembre, ore 15.30, i due saranno invece alla Biblioteca Liverani dell’ospedale di Ravenna, mentre venerdì 18 novembre Baldini sarà, sempre a Ravenna, alla Biblioteca del Seminario con I riti della tavola in Romagna e I riti del nasacere in Romagna. Lunedì 21 novembre, alle 21 l’appuntamento è al Centro culturale polivalente di Russi di nuovo con Bellosi e il Calendario e tradizioni in Romagna che sarà anche al centro dell’incontro del 24 novembre a Giovecca di Lugo, al centro civico di via Ferrara.

CESENA/1 ALLA FIERA DELL’ANTIQUARIATO ANCHE IL LIBRO ANTICO CON 70 ESPOSITORI La Fiera dell'Antiquariato di Cesena ogni mese propone una speciale sezione dedicata a uno specifico tema. Il 19 e 20 novembre, con replica in febbraio, ritorna il Libro Antico con volumi antichi, rari e fuori catalogo, stampe d'epoca che fanno della città malatestiana la capitale dei tomi da collezione. Allo Speciale “Libri&Stampe” partecipano oltre 70 espositori provenienti da tutt’Italia tra librerie specializzate e operatori nel campo della stampa antica e della cartografia. In mostra rarità e curiosità bibliografiche dal XVI sec. al XX sec., stampe d’arte, mappe geografiche, documenti storici e materiale cartaceo da collezione. Presso la Fiera sarà presente anche un punto informativo della Biblioteca Malatestiana.

CESENA/2 ANTONIA ARSLAN

SULLE IDENTITÀ FEMMINILI

Il 30 novembre alle 18 nella sala lignea della biblioteca Malatestiana di Cesena Emiliano Visconti incontra la scrittrice Antonia Arslan, nota in particolare per il suo libro La masseria delle allodole dedicato al dramma del popolo armeno. I due parleranno di “Identità femminili tra scrittura e discriminazioni di ogni tipo”.

SANTARCANGELO LE

LOTTE

NO TAV

SECONDO

WU MING 1

Sabato 26 novembre alla biblioteca Antonio Baldini, a Santarcangelo di Romagna, si terrà la presentazione del volume uscito il 31 ottobre per Einaudi Un viaggio che non promettiamo breve di Wu Ming 1 incentrato su 25 anni di lotte No Tav in val di Susa. Appuntamento alle 17. L’autore sarà intervistato da Emiliano Visconti.

CATTOLICA DA JIM MORRISON A BOB DYLAN Ultimi appuntamenti per la rassegna Good Vibrations al Palazzo del Turismo di Cattolica. Sabato 5 novembre interverrà Gianni D’Elia in un incontro dal titolo “Visioni di Jim Morrison”, mentre a chiudere sarà lo scrittore Gianluca Morozzi con “Le sette voci di Bob Dylan”, dedicato al cantautore che si è aggiudicato il premio Nobel per la letteratura poche settimane fa, accendendo un dibattito ancora molto caldo su cosa sia o non sia la letteratura.


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ARTE

LA RECENSIONE

A Bagnacavallo, un onirico e beffardo Chagall La bella mostra alle Cappuccine espone le 96 incisioni realizzate per illustrare Le anime morte di Gogol’ nel 1923 di Serena Simoni

La bella mostra inaugurata a settembre al Museo Civico delle Cappuccine a Bagnacavallo ha probabilmente centrato l'obiettivo di celebrare i suoi 40 anni di attività, esponendo al pubblico l’intero ciclo di incisioni di Marc Chagall dedicato all’illustrazione del romanzo Le anime morte di Gogol'. Si tratta, come sottolineano i due curatori della mostra - Diego Galizzi e Michele Tavola - di una delle più importanti imprese grafiche del '900, eseguita da uno dei massimi esponenti dell'arte occidentale di questo secolo. La mostra, che sta avendo un buon successo di pubblico, corrisponde fra l’altro a una delle vocazioni delle Cappuccine che mantiene vivo l’interesse verso le arti grafiche e incisorie, resistendo per così dire a quel processo di marginalizzazione che alcune tecniche artistiche hanno subito nel corso degli ultimi decenni. E a vedere le 96 incisioni di questo ciclo che venne realizzato da Chagall in Francia fra il 1923 e il 1926 ci si sorprende per l’attualità del lavoro e la bellezza dei risultati, pur sorvolando sulla mancanza di freschezza di alcune matrici probabilmente assai impiegate per le riproduzioni. L’autore di questa splendida serie interamente esposta è nato nel 1887 presso Vitebsk nell'attuale Bielorussia, al tempo parte dell’Impero russo, da una famiglia di origine ebrea hassidica osservante. Terminati gli studi a San Pietroburgo, Chagall parte per Parigi, all’epoca effervescente grazie alle numerose sperimentazioni delle Avanguardie fra cui i Fauves e il Cubismo, ma anche luogo di conservazione delle grandi opere del passato che permettono all’artista di studiare meglio Delacroix, Géricault, Watteau e Courbet. Proprio in questi anni Chagall mette a punto un linguaggio personale, basato su un’ispirazione lirica e fantastica, ricca di colori, dove è presente un dialogo serrato con la tradizione visiva e orale russa ed ebraica. Dopo un breve soggiorno a Berlino, ritorna a Vitebsk dove a causa dello scoppio della prima guerra mondiale rimane per alcuni anni dedicandosi all’insegnamento nella locale Accademia. I contrasti con i leader artistici della Rivoluzione, fra cui Malevic, lo portano ad abbandonare il progetto e a trasferirisi prima a Mosca e poi, dal 1922 a Berlino e a Parigi. Nella capitale francese Chagall prende contatto con Ambroise Vollard, una delle figure più importanti fra i collezionisti e mercanti d’arte dell’epoca, amico di Picasso e di numerosi artisti delle

zioni di La Fontaine in cui intravedeva lo stesso senso estetico, la stessa visione «densa e sottile, realistica e insieme fantastica». Si è poco lontani dal vero a giudicare dalla necessità di Chagall di prendere la nazionalità francese nel 1937, che non lo tutelerà da un arresto nel 1941 a cui segue fortunatamente l'espatrio negli Stati Uniti. Tornando al 1923, è difficile determinare le ragioni che orientarono le scelte di Vollard e Chagall sul testo di Gogol', pubblicato una settantina di anni prima in Russia. Possiamo dedurre che nonostante lo scandalo iniziale, l’interesse attorno a questo libro si fosse mantenuto costante grazie all’inflenza che gli riconobbero quasi tutti gli scrittori russi successivi. Chagall si sentiva molto vicino a Gogol' di cui aveva già disegnato i costumi per una produzione moscovita dell'Ispettore Generale, sentendolo affine in molti sensi con la propria vita. Tratto da un fatto di cronaca suggerito da Puškin a Gogol', il romanzo doveva far parte di una sorta di trilogia in forma romanzata sul modello della Commedia di Dante, dove l'unico volume conclu-

Le prospettive sgangherate e la semplificazione dei paesaggi si accordano con la tradizionale volontà dell’artista di riprendere un linguaggio popolare, tratto dalle decorazioni artigiane russe

Avanguardie. Da mecenate e intenditore di progetti, nel 1923 egli decide di affidare a Chagall l’illustrazione di un libro a stampa. Inizialmente i due si orientano verso un testo di storie di bambini di Sofia Rostopchina, contessa di Ségur, prima di decidere per il romanzo Le anime morte di Gogol, a cui seguiranno - terminato il lavoro nel 1926 - le favole di La Fontaine e una splendida edizione della Bibbia (1930). Nonostante i tre progetti venissero portati a termine secondo gli accordi, Vollard non riuscirà a vederne l’esito, morendo prima della loro pubblicazione, rimandata nel caso delle illustrazioni di Gogol’ fino al 1948, quando l'editore di origine greca Tériade concluderà l'operazione. Per molti critici la causa della mancata pubblicazione sarebbe da imputarsi alla mania di perfezione di Vollard, ma sembra più verosimile la ragione presentata recentemente in una biografia del collezionista, dove si spiega come l’ostacolo provenisse dalla marcata xenofobia francese di quegli anni. Vollard dovette infatti difendere la propria scelta di un artista “straniero”, soprattutto per le illustra-

so della Anime morte - scritto interamente a Roma nel 1841 - costituiva il girone infernale dei vizi russi dell’epoca. La trama infatti ha tutto il sapore di una farsa popolata da farabutti, uomini e donne che siano, appartenenti ad ogni grado sociale, il cui principe è il protagonista Čičikov, un modesto ex funzionario di Stato che cerca di arricchirsi comprando sulla carta servi della gleba già defunti (le anime morte) da altri possidenti, in modo da ipotecarli e costituire così un discreto capitale fantasma. Inutile dire che la truffa non andrà in porto e terminerà nella fuga precipitosa del protagonista. Tramite il racconto Gogol' aveva guardato in modo impietoso ai vizi morali della Russia scrivendone dall'Europa, così come Chagall ripassava le proprie memorie della giovinezza a Vitebsk stando a migliaia di chilometri di distanza. Utilizzato negli anni '20 dai Soviet come modello di critica sociale, Chagall reinterpretava il romanzo come commedia umana, riconducendolo al proprio contesto ottocentesco. Dobbiamo immaginare Bella, la moglie di Chagall, leggere ad alta voce le pagine del romanzo mentre Chagall riproduceva le scene e i personaggi, traducendoli nei segni apparentemente sgraziati delle incisioni. Le prospettive sgangherate e la semplificazione dei paesaggi si accordano con la tradizionale volontà dell'artista di riprendere un linguaggio popolare, tratto dalle decorazioni artigianali della propria terra. Animali e personaggi hanno in comune spesso una riduzione a tratti infantili che emergono dallo sfondo lasciato vuoto: solo i particolari colgono la verve del racconto, il malcostume e la bruttezza morale dei personaggi che in alcuni momenti assomigliano per posture e fisiognomie alle caricature del nostro Altan. Basta che una testa si incassi maggiormente e un busto venga reso più obliquo per rendere la falsità degli ossequi dei personaggi, così come un posteriore che si scopre mentre Čičikov cerca di salire sul proprio letto è sufficiente per circoscrivere la scena in un'aura beffarda e satirica. Il linearismo grafico in cui si esprime Chagall, mai più riproposto nei cicli a stampa successivi, riporta le scene a uno stadio onirico e fantastico, permettendo allo stesso tempo di mordere i personaggi attraverso un particolare - un occhio coperto, un profilo prominente, un ciuffo di capelli a barbabietola o un naso vermicolare rendendo in modo impietoso la loro morte e vacuità interiore. Bagnacavallo, Museo Civico delle Cappuccine, via V. Veneto 1/a - fino al 4 dicembre - orari: ma-me 15-18; gio 1012 e 15-18; ve-sa-do 10-12 e 15-19 (chiuso lu e postfestivi) - ingresso gratuito


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RAVENNA (E COTIGNOLA)

FAENZA CENTO

OPERE PER UN SECOLO DI CERAMICA GIAPPONESE AL

Lacrime, duecento ritratti per restituire la memoria

Una riflessione contemporanea sul vivere e sul morire a partire dall’ossario del cimitero di Ravenna. Questo è “Lacrime” la mostra delle opere di Lucia Nanni che si snoda su più sedi: al museo Arcivescovile, a palazzo Rasponi dalle Teste e al Museo Nazionale di Ravenna e al museo Luigi Varoli di Cotignola, per favorire e quasi “seminare” una riflessione su questo tema in città e non solo, a partire dalle oltre 200 “tele” di Nanni sul tema. Tutto parte da una passeggiata dell’artista al cimitero monumentale di Ravenna e da una sosta davanti all’ossario che poi diventerà un’abitudine. Osservando le foto raffigurate, che risalgono al periodo tra la metà dell’800 e la fine degli anni ’90 del XIX secolo, Lucia Nanni ha sentito la necessità di custodire la memoria delle persone raffigurate in queste foto, che pian piano stanno svanendo. E ha iniziato a riprodurre i volti che vedeva, con la sua macchina da cucire. Ne è nata una collezione di oltre 200 ritratti che emergono dall’intreccio di fili di cotone con vari materiali: tulle e canapa, ognuno diverso dall’altro, come le persone di cui restituiscono la memoria. Dal bambino che dorme, al giovane stroncato nel fiore degli anni, dai volti austeri di fine Ottocento, alle capigliature in voga negli anni ’70. Una vera e propria passeggiata nella memoria collettiva che affronta il tema antropologico della morte, cruciale per tutti, credenti e non credenti. Un tema universale e allo stesso tempo attuale, soprattutto se associato a quelli di altri morti “invisibili” come le migliaia di vittime dei naufragi di migranti nel Mediterraneo, che verrà affrontato il 4 novembre, nel primo degli eventi organizzati collateralmente alla mostra (inaugurata tre il 29 e il 30 ottobre (vedi pagina 16) a cui ne seguiranno molti altri nel corso dello stesso novembre, tra cui in particolare segnaliamo alle 17 di domenica 13 a Palazzo Sforza (Cotignola) “L'onda giovane dei capelli”: visita guidata alla mostra “Lacrime” con Massimiliano Fabbri e l'autrice Lucia Nanni con voce e chitarra di Francesca Amati (Comaneci, Amycanbe) e Matteo Sideri (Ronin, Above The Tree & E-Side), alle 18.30 a Casa Varoli invece “Oscillatori”, musica per fantasmi e ago meccanico e disegno a pedale con voce e theremin di Vincenzo Vasi, azione di Lucia Nanni.

MIC

Grazie al Premio Faenza, il Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea istituito dal 1938, il Mic di Faenza possiede la più grande raccolta extra territoriale di ceramica giapponese. Nell’ambito delle celebrazioni del 150esimo anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia che si svolgono in tutta Italia, fino al 27 novembre, il Museo Internazionale delle ceramiche in Faenza propone la mostra “Made in Japan. La scultura ceramica giapponese del XX secolo nelle collezioni del MIC”, a cura di Claudia Casali. Cento opere realizzate da artisti giapponesi, tra le più significative della sua collezione, per raccontare la storia della scultura ceramica nipponica del XX secolo. Nella foto: Shigeki Hayashi, Koz-o type R, 2008-2010, porcellana.

SANTA SOFIA FINO AL 19 NOVEMBRE LA MOSTRA DI DE VINCITORE DEL PREMIO 2016 CAMPIGNA

MITRI

Fino al 19 nomembre è possibile visitare AttraversaMenti in luce, la mostra personale di Giulio De Mitri (curata da Renato Barilli) che a settembre si è aggiudicato l’edizione 2016 del premio Campigna. L'esposizione consta di opere recenti e dell’ultimo decennio (2006-2016): una ricerca tra arte sociale e light art che si sviluppata in sei sezioni esposta a Santa Sofia alla Galleria d'arte contemporanea “Vero Stoppioni”. Nel parco di sculture all’aperto è inoltre visibile l'opera di De Mitri: “Il giardino di Psyché”. Info: 0543 975428-29.


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Matteo Lucca, Kusali, 2016, installazione, pane, misure variabili

di Sabina Ghinassi

Compie venti anni ed è diventato l’appuntamento con il mercato dell’arte più atteso del nostro territorio. È la Arte Forlì Contemporanea che, se l’anno scorso si è assestata sulla partecipazione di poco meno di cinquanta espositori, con l’edizione di quest’anno continua, con la partecipazione di circa sessanta gallerie nazionali, il suo percorso, ritagliandosi uno spazio privilegiato di confronto tra artisti e collezionisti di generazioni e percorsi diversi. Sin dagli esordi si è caratterizzata come un appuntamento con l’arte contemporanea progettato in modo puntuale per abbracciare quella parte di mercato amante della certezza qualitativa della tradizione pittorica e plastica del territorio (come Femminilità dello scultore forlivese Mario Bertozzi presente in fiera quest’anno). Gradualmente si è aperta a una selezione più sensibile e attenta al lavoro dei protagonisti dell’arte dell’ultima parte del secolo scorso, come accade in quest’edizione con l’artista pop Tano Festa, nella retrospettiva curata dalla Galleria Costa Deniarte, e con “LO DO LA FRA” della coppia Marco Lodola e Giovanna Fra, presentati in catalogo dal critico milanese Luca Beatrice e da Vittorio Sgarbi, mostra che vanta come introduzione al percorso espositivo un autentico coup de théatre: un maestoso elefante alto quasi 9 metri e pesante oltre 500 chilogrammi, una struttura bifacciale realizzata in lamiera di alluminio traforato a fresa computerizzata, progettata dagli artisti. Per quanto riguarda le istanze più innovative e sperimentali in tema di attualità trangenerazionale, queste risultano particolarmente visibili nella sezione “Spazio allo Spazio”, affidata

FORLÌ

I vent’anni di una fiera transgenerazionale da tredici anni alla direzione dell’artista e curatore Oscar Dominguez. Nelle intenzioni di Dominguez “ Spazio allo Spazio” nasce come luogo aperto, ponendosi attraverso una strategia opposta a quelle delle gallerie tradizionali, storicamente costrette a muoversi in una situazione sempre limitante, che può essere rappresentata dalla logica mercantile (un quadro è ovviamente più facile da vendere di un’installazione soprattutto in un contesto di provincia) ma anche dalla strategia estetica (cosa sceglie il mondo dell’arte, su cosa si deve puntare, che cosa prevale come gusto nel territorio? che indicazioni posso e voglio dare al collezionismo?). Gli artisti invitati a “Spazio allo Spazio” – quest’anno Ana Hillar, Carlos Ferrando, Silvia Granata, Paolo Poni, Ilario Sirri, più Erich Turroni, Claudio Ballestracci, Elena Fregni, Bruno Fronteddu e Matteo Lucca – invece lavorano soltanto sulle tre dimensioni, abitando il grande ambiente interno alla fiera con grande libertà di evocazione; non ci sono dipinti, se non come elementi interni a un progetto. Da non-luogo liminale e in attesa di definizione, vuoto come vuoti sono i padiglioni fieristici prima degli allestimenti degli stand, l’ambiente si tra-

Sotto la direzione di Oscar

Dominguez, un luogo liminale, vuoto come sono vuoti i padiglioni fieristici, si trasforma in un urban landscape per opere di grande impatto emotivo

sforma allora in urban landscape privilegiato, in grado di accogliere i dialoghi magici tra le opere degli artisti invitati. Così la struttura pauperista, raw e claustrale diventa teatro di una serie di azioni sceniche ad alto impatto emozionale eppure, a un tempo, declinabili come opere d’arte fruibili a un collezionismo non esclusivamente d’élite o museale. Tutte le opere sono di grandi dimensioni: Ana Hilar con “Habitat” costruisce una tessitura in ceramica fluttuante e sospesa, Ballestracci si inserisce sul filo della relazione tra processo narrativo e processo naturale, Matteo Lucca schiera il suo esercito fantasmico di uomini di pane, Bruno Fronteddu costruisce una grande struttura dove la carta incontra la sedimentazione del gesto e diventa natura, Carlos Ferrando continua la sua riflessione sui frames della contemporaneità, Elena Fregni incanta con i suoi bestiari di fili di ferro intrecciata, Silvia Granata presenta i suoi orditi di porcellana zen, Erich Turroni intreccia un reticolo biomorfico, Ilario Sirri racconta, attraverso moduli di ceramica, il suo atlante intimo, Paolo Poni sceglie il linguaggio ludico e libera una narrazione giocosa attraverso un assemblage colorato e vivace. Si tratta di un appuntamento con l’arte in grado di unire linguaggi e gusti differenti che segna, in modo profondo, un nuovo tipo di relazione con il mercato dell’arte nel nostro territorio, in grado di mantenere in equilibrio linee di indagine e di gusto diversi. Arte Forlì Contemporanea, Ventesima edizione dal 4 al 7 novembre, Fiera di Forlì. Orari: venerdì dalle 17 alle19.30; sabato e domenica dalle 10 alle 19.30; lunedì 10 -13.


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A sinistra, l’interno del Museo nazionale della Ghisa. A destra Tito Balestra.

LONGIANO/2 FONDAZIONE TITO BALESTRA: UNA RACCOLTA TRA ARTE ITALIANA E PEZZI INTERNAZIONALI

LONGIANO/1

L’arte per lo spazio pubblico In un ex capannone il Museo della Ghisa racconta (anche) la storia dell’illuminazione

di Elettra Stamboulis

Cos'è che rende Parigi inconfondibile? Non certo la lingua, o la dimensione, o lo smog... sono quei piccoli particolari, resi unici dal lavoro delle mani di piccoli artigiani, artisti ignoti e amanti del lavoro ben fatto, che hanno creato l'immagine condivisa di questa città. Insieme ovviamente all'assenzio e ai balletti russi... Contano di più le passeggiate sotto i lampioni in ghisa che le pacchiane discese di un parco divertimenti. E lo sanno persino i creatori dei film d'animazione. Naviga, non affonda (Fluctuat, nec mergituri) è nello stemma della capitale francese e di certo i particolari di ghisa che affollano molte strade, piazze, angoli non sono portati al naufragio. Anche se oggi l’architettura e l’arredo urbano sembrano essere lontani dal lavoro tipico della fonderia, ancora ne ammiriamo il romanticismo e la cura del dettaglio. È però l’ornato classico, la nascita e la diffusione delle scoperte dell’archeologia che cambiano il gusto a metà ottocento e portano le maggiori città europee a gareggiare nelle forme con l’antico, imitandone decorazioni, ma con un occhio alle tecnologie che nel frattempo si erano evolute. Insieme alla diffusione dell’illuminazione pubblica, la ghisa occuperà le strade per concedere alla notte di essere abitata. Nascerà così la vita notturna, sconosciuta per millenni agli essere umani. Esiste in Romagna, a Longiano

per la precisione, un museo che racconta questa straordinaria stagione, sia dal punto di vista tecnico che estetico, che continua a fare lavoro di ricerca sia sul passato che sul presente delle fonderie. E che è ovviamente una fondazione privata, legata alla ditta Neri, che si occupa di arredo urbano. Il fondatore, Domenico Neri, era artista e scultore, che mise la sua arte al servizio della bellezza dello spazio pubblico, fondando un'azienda che oggi opera in più di 100 paesi del mondo. Oggi il

Domenico Neri era

artista e scultore e mise la sua arte al servizio dello spazio urbano

I

l museo continua a fare lavoro di ricerca sia sul passato che sul presente delle fonderie cuore della produzione ruota intorno alla ricerca e sviluppo, con laboratori all’avanguardia, ma un occhio sempre attento alle radici. Ecco quindi l’impegno della memoria e della consapevolezza con l’apertura del Museo italiano

della Ghisa che occupa un ex capannone industriale, ma anche uno spazio all'aperto e Santa Maria delle Lacrime, chiesetta sconsacrata che ospita parte della collezione. Ottima per far conoscere agli studenti la storia dell’illuminazione, l'esperienza della visita è ugualmente interessante per chi vuole unire la conoscenza della storia della tecnologia all’ammirazione per le arti cosiddette minori, forse perché più diffuse e popolari. Museo Italiano della Ghisa - orari: Lunedì, mercoledì, venerdì dalle 9 alle 16/ Martedì e giovedì dalle 9 alle 12, Ss. Emilia, 1626, Longiano (FC), Tel. 0547 652171 652172 info@museoitalianoghisa.org

A chi visita Longiano è consigliato non perdersi, dentro al castello malatestiano, la visita alla Fondazione Tito Balestra. Non pensate di trovare materiali medioevali, si tratta invece di un archivio nato da un lascito, quello della vedova del poeta longianese, che era stato partigiano e vicesindaco per poco tempo del piccolo comune dopo la liberazione. Balestra aveva frequentato assiduamente la Galleria “La Vetrina” di via del Babuino a Roma, dove aveva frequentato quel mondo composito e ora di nuovo tornato sotto i riflettori dei critici d'arte della scuola romana, ma anche del realismo guttusiano, dell'impegno di Sughi. La raccolta spazia da Mafai a Rosai, da De Pisis a Sironi, passando per Guttuso, Morandi, Vespignani, Zancanaro, ma ci sono anche importanti pezzi internazionali che testimoniano un gusto non provinciale e amicale (Chagall, Goya, Kokoschka, Matisse, Twombly fra gli altri). Si tratta inoltre di una collezione frutto di scambi, incontri e baratti: è come se fosse la costellazione delle relazioni di Balestra, ossi di seppia delle sue fortuite amicizie. Come poeta fu sotto l'ala di Bertolucci, ma ovviamente la raccolta che da lui prende il nome racconta la storia di una passione visiva, che a pensarci bene è proprio limitrofa alla poesia, che è visione in parole. Numerosi sono i laboratori abbinabili alla visita, ma particolare menzione va fatta ai laboratori di poesia visiva, che riprendono proprio questa particolare congiuntura. Vi sono anche interessanti mostre temporanee, come quella che chiuderà i battenti il 13 novembre dedicata alla figura di Marcello Mascherini, di cui si testimonia in particolare l’attività di incisore per l’editoria, anche se ovviamente non si può dimenticare l’importante opera di scultore attivo sia durante il regime che nel dopoguerra, senza soluzione di continuità. (el.st.) Fondazione Tito Balestra Onlus - orari: dal martedì alla domenica e festivi, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Piazza Malatestiana, 1, Longiano (FC) - tel. 0547 665850 - 0547 665420.

MOSTRE IN CHIUSURA FINO

AL 19 NOVEMBRE A FORLÌ LA “TEORIA DELLA NUVOLA ” CON OPERE DI BERTOLO , GHIRRI E GUARESCHI

Fino al 19 novembre alla Galleria Marcolini di Forlì (via Francesco Marcolini 25a, tel. 3883711896) sarà visitabile a ingresso gratuito la mostra curata da Davide Ferri “Teoria della nuvola”, una collettiva che vede esposte opere di Luca Bertolo, Luigi Ghirri, Alice Guareschi, Giovanni Ozzola, Gabriele Picco, Antonio Rovaldi, Alessandro Sarra, Claudio Verna tutte legate al tema della nuvola. Orari: martedì e mercoledì 16-20, venerdì sabato 11-19.

A CESENA I BIOMORFISMI DI GILARDI, MORENI E BOCCHINI FINO AL 6 NOVEMBRE ALLA GALLERIA COMUNALE Alla Galleria Comunale d'Arte del Palazzo del Ridotto di Cesena, fino al 6 novembre è visitabile Biomorfismi, mostra dedicata agli artisti Piero Gilardi, Mattia Moreni e Francesco Bocchini, che pone l'accento sul rapporto Uomo/Natura e sulla sua eticità, nel concetto più ampio che comprende la "commons art".


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JUNIOR TEATRO

Ecco alcune segnalazioni tra le stagioni teatrali della Romagna dedicate a bambini, ragazzi e famiglie. per weekend all’insegna di un intrattenimento anche intelligente. Partiamo da Ravenna, dove è partita in ottobre la storica rassegna dell’Almagià (zona Darsena) organizzata dal Teatro del Drago, “Le arti della marionetta” (spettacoli alle 16.30). Domenica 6 novembre l’appuntamento è con I tre porcellini della compagnia toscana Giallo Mare Minimal per uno spettacolo di teatro d’attore e computer graphic per bambini a partire dai 5 anni (drammaturgia Renzo Boldrini, regia, scene e luci di Michelangelo Campanale). Sabato 26 e domenica 27 novembre all’Almagià va in scena invece una mini-rassegna nella rassegna, “Le arti per i piccolissimi”, dedicata appunto ai bambini più piccoli, rispettivamente con Teo ha le orecchie curiose del Teatro del Drago (a partire dai 20 mesi) e Il pesciolino d’oro (dai 3 anni) della compagnia Cta di Gorizia. Sempre nell’ambito delle Arti per i piccolissimi, a Palazzo Rasponi dalle Teste, in centro a Ravenna, domenica 27 (in replica il 4 dicembre) alle 11 Pin’occhio attraverso lo specchio, installazione a cura di Drammatico Vegetale per bambini dai 18 mesi ai 3 anni (posti limitati). Il 26 e il 27 novembre (repliche il 3, 4, 10 e 11 dicembre) alle 15.30 e alle 17 va poi in scena, Pin’occhio viaggio giocoso in sette movimenti, operaspettacolo a cura sempre di Drammatico Vegetale e sempre a Palazzo Rasponi, per bambini dai 3 ai 10 anni.

Si alza il sipario delle famiglie Gli spettacoli pensati per bambini e ragazzi sui palcoscenici della Romagna

A sinistra “I tre porcellini” di Giallo Mare Minimal, in programma a Ravenna; a destra l’insolita Biancaneve attesa invece a Faenza

Dalle “Marionette”

di Ravenna alla “Dispensa della nonna” di Rimini

Passando invece a Faenza, la rassegna per famiglie “Favole” parte il 20 novembre (ore 16 al teatro Masini) con la compagnia bolognese La Baracca che porta in scena la sua Biancaneve, di Bruno Cappagli e Fabio Galanti, con Andrea Aristidi, Bruno Cappagli e Fabio Galanti (età consigliata: dai 6 ai 10 anni). Al teatro Goldoni di Bagnacavallo la rassegna “Favole” –

organizzata, come a Faenza, da Accademia Perduta – parte il 13 novembre (ore 17) con la compagnia torinese Unoteatro e il suo A proposito di Piter Pan, liberamente ispirato alle visioni di J. M. Barrie, di Silvano Antonelli, con Silvano Antonelli e Laura Righi. Uno spettacolo (per bambini dai 3 ai 10 anni) che parla del rapporto tra “i desideri” e “le paure”; due archetipi dell'immaginario bam-

bino e universale. A Bagnacavallo la stagione prosegue domenica 27 novembre con la compagnia marchigiana Proscenio Teatro e Il brutto brutto anatroccolo di Marco Renzi, da Hans Christian Andersen, con Mirco Abbruzzetti e Simona Ripari e musiche originali di Giuseppe Franchellucci e Marco Pierini. Lo spettacolo (dai 4 ai 10 anni), giocato tra attori e pupazzi,


JUNIOR

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ARTE “Il Magazzino dei balocchi”: a Cervia la mostra dove è obbligatorio toccare...

Una scena de “Il folletto mangiasogni” dei Fratelli di Taglia, in scena al teatro Corte di Coriano

reinventa questa nota fiaba danese la cui metafora appare più attuale che mai, riscrivendola completamente. Passando a Forlì, in attesa della rassegna vera e propria, il teatro Diego Fabbri ospita per due giorni (il 5 novembre alle 21 e il giorno dopo alle 16) il musical C’era una volta a Duloc dell’associazione Il Sicomoro, ispirato alla fiaba sovversiva di Shrek.

Al via invece la rassegna per famiglie al teatro Corte di Coriano (Rimini), il 20 novembre alle 16.30, con Il folletto mangiasogni (età consigliata 3-8 anni) della compagnia riccionese Fratelli di Taglia, che cura l’intero cartellone. Infine, da segnalare alla Casa del Teatro e della Danza di Rimini (Viserba Monte) l’appuntamento di sabato 26 e domenica

27 novembre (dalle 16.30) a cura di Alcantara Teatro e dal titolo “La dispensa della Nonna”. Si tratta di un percorso sensoriale e interattivo in cui bambini e genitori potranno unire alle parole di un racconto legato ai ricordi di una infanzia ricca di sapere e sapori, il piacere di sperimentare piccole creazioni “gastronomiche” da assaggiare insieme (età: 5-8 anni).

Ai Magazzini del Sale di Cervia ha aperto a fine ottobre la nuova mostra interattiva di Immaginante, “Il Magazzino dei balocchi”, aperta fino al 20 novembre. Si tratta, come quelle passate, di una mostra concepita come spazio-laboratorio con installazioni artistiche da attivare da parte dei bambini, tra macchine e oggetti sonori, sculture, materiali plasmabili, picnic musicali, flipper giganti e “minimondi” di sabbia per pesci e dinosauri. Si può accedere alla mostra solo tramite visite guidate della durata di un’ora, in programma giovedì e venerdì (turni ore 16-19), sabato, domenica e il primo novembre (turni ore 10-13 e 14-19). Per prenotazioni 334 2804710 (biglietto euro 5). Tanti anche gli eventi collaterali, come il concerto interattivo del 20 o la Notte al Museo di sabato 12 novembre alle 21, per bambini dai 4 ai 10 anni accompagnati dai genitori. In programma, in quest’ultimo caso, una visita speciale notturna alle installazioni e la notte dentro al museo (si devono portare torcetta, stuoia da campeggio e sacco a pelo). Per tutta la durata della mostra, alla sala (adiacente) Rubicone sarà allestito un atelier permanente dal nome “Doll’s House” (foto in alto): una selezione di materiali di recupero per creare case in miniatura per bambole.


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GUSTO

PRODOTTI TIPICI/1

LE RICETTE

Le sorprese di pineta nel piatto Funghi, tartufi, rose canine, asparagi e lischi: i sapori tra mare e terra

LA MARMELLATA DI ROSA CANINA TRA GUSTO E SALUTE LaI cinorrodi della rosa (vale a dire i suoi finti frutti) sono ricchissimi in vitamina C (50 volte più del limone), tannini, pectine, polifenoli, carotenoidi e bioflavonoidi, hanno proprietà astringenti, antinfiammatorie e vasoprotettrici. La marmellata che si ricava da queste bacche è un ottimo rimedio in caso di tosse e infiammazioni bronchiali. Ingredienti: 500 grammi di bacche di rosa canina, 2 chiodi di garofano, la buccia di 1 limone grattugiata, 200 grammi di zucchero di canna, 1 cucchiaio di succo di limone, 1 pizzico di cannella macinata (facoltativa). Preparazione: dividere a metà ogni bacca e togliere sia semini che i piccoli peli urticanti al loro interno. Ora porli in una pentola con circa 350 millilitri di acqua, lo zucchero e portare a ebollizione. Far cuocere per circa 10 minuti, aggiungere il succo di limone e la buccia grattugiata, i chiodi di garofano e proseguire a fiamma moderata, cercando di mescolare abbastanza spesso. Quando il composto inizia ad addensarsi unire la cannella (se si è deciso di farne uso). Cuocere ancora per 10 minuti, fare la prova del piattino e invasare bollente.

LA CREMA FRITTA SI SPOSA BENE COI PINOLI

di Giorgia Lagosti

La bellissima pineta di San Vitale costituisce la parte più vasta del complesso boschivo che storicamente separava dal mare la città di Ravenna. Caratterizzata dalla presenza di aree poste sotto il livello del mare e quindi allagate alternate ad altre più elevate derivate da antiche dune, la nostra pineta è un fitto groviglio di pini, di frassini, di pioppi bianchi, di querce e farnie, molti dei quali vegetano con la base del proprio tronco immersa nell'acqua. Nel sottobosco troviamo invece biancospini, prugnoli, sanguinelle, olivastri,

ginestrelle, pungitopi, asparagi, funghi, rose selvatiche e altro ancora. Allargando poi i confini, includendo quindi anche la Piallassa salmastra della Baiona, la Valle Mandriole di acqua dolce e la foresta allagata di Punte Alberete, sorte nei luoghi di antiche dune fossili rimodellate dall’uomo con interventi di bonifica per colmata del Fiume Lamone dalla metà del 1800 in poi, identifichiamo un vero e proprio museo naturale che ci racconta la storia del nostro territorio. Sono luoghi che hanno segnato le genti e le tradizioni, le usanze e le consuetudini della vita quotidiana e, per-

«Le pigne hanno permesso la sopravvivenza dei “pinaroli”»

ché no, anche della gastronomia. Svariati sono i prodotti tipici della pineta, quelli che hanno permesso ai “pinaroli” di vivere (sopravvivere) nei secoli scorsi e che oggi ritroviamo in mille piatti della tradizione. Ad onor del vero va detto che, essendo le stagioni a scandire le raccolte, certamente la più generosa era la primavera ma anche l’autunno regalava veri tesori.

I pinoli? Perfetti nella crema fritta. Ingredienti: 1 uovo più 1 tuorlo; 100 grammi di farina 0; mezzo litro di latte fresco e intero scorza di mezzo limone; 2 cucchiai di zucchero; 100 grammi di pinoli; farina 0; tuorlo e pangrattato per la panatura della frittura. Preparazione: Mescolare con una frusta l’uovo e il tuorlo, la farina, lo zucchero, la scorza del limone e un cucchiaio di latte. Quando si avrà una crema liscia e omogenea, aggiungere, sempre mescolando, il resto del latte,. Ora porre il tutto sul fuoco e portare lentamente a bollore. Proseguire fino a che la crema non si addensa. Ritirare, aggiungere i pinoli e stenderla su una piastra di marmo bagnata, stendendola ad un’altezza di 2 centimetri circa. Tagliare infine l’impasto freddo a rombi e passarli nella farina, poi nell’uovo sbattuto e quindi nel pangrattato. Friggere i rombi di crema in olio bollente e servirli spolverizzateli di zucchero al velo.

Prendiamo per esempio i funghi autunnali, i piopparelli o i chiodini con i quali si preparavano profumati umidi con carni di maiale, come la salsiccia o le costine, o anche sughi per la pasta o per la polenta. Sempre in autunno si raccoglievano i frutti della rosa canina con cui si facevano (e si fanno ancora) meravigliose marmellate. Poi non dimentichiamoci dei pinoli

che, soprattutto all’inizio del secolo scorso, sono stati un prezioso alimento per chi ci ha preceduto. Nella tradizione romagnola li troviamo nel migliaccio, nel castagnaccio, in dolcetti, torte e biscotti. E sono indispensabili nel Dolce di San Michele tipico della zona di Bagnavacallo. La tradizione racconta che i pinoli venivano raccolti in ottobre ed in primavera e che le pigne venivano stese

Sogliano al Rubicone (FC) 42° FIERA DEL FORMAGGIO DI FOSSA DI SOGLIANO DOP domenica 20 e 27 novembre domenica 4 dicembre Degustazioni, spettacoli musicali e teatrali, convegni, stand degli allevatori e coltivatori di Sogliano e attività per bambini. INFO Ufficio Sviluppo Economico Comune di Sogliano al Rubicone Tel. 0541/817339

www.prolocosogliano.it


GUSTO

R&DCULT novembre 2016

31 CONSIGLI DI LETTURA

VINO

Non solo Dante e D’Annunzio, la pineta secondo Evangelisti e Baldini

UN CENTINAIO DI “ARTIGIANI” A FAENZA PER “BACK TO THE WINE”

Il fascino unico della pineta ravennate di origine romana l’ha resa famosa nei secoli. Sono stati innumerevoli i visitatori e gli artisti che l’hanno resa immortale con i loro versi a cominciare naturalmente dal più grande di tutti: Dante Alighieri. Ma nella pineta amava cavalcavare Byron nei pomeriggi del suo lungo soggiorno ravennate, dove quindi portò anche Shelley, ma ne hanno scritto anche Giovanni Pascoli e Gabriele D’Annunzio e gli innumerevoli viaggiatori che per secoli l’hanno considerata una meta anche più importante della visita ai misteriosi (e a lungo trascurati) mosaici bizantini. Parte integrante dell’essere “ravegnano” la pineta compare anche in diverse opere letterarie contemporanee. Tra queste ce ne sono due in cui emerge con nitida chiarezza quanto questo bosco sempreverde che sorge tra mare e valle fosse fondamentale per la vita quotidiana materiale e sentimentale delle popolazioni che vi vivevano. Uno è il primo volume della momumentale trilogia di Valerio Evangelisti “Il sol dell’avvenire” dove una delle prime cooperative di braccianti che si costituirono nel XIX secolo si rifiutò di abbattere la pineta per ragioni speculative, convinti com’era che fosse una protezione e una ricchezza per tutti. L’altro libro, forse meno noto, è del ravennate Eraldo Baldini e si intitola “Nevicava Sangue”. Per la verità quasi tutto il romanzo si svolge in Russia, ma il protagonista è proprio un uomo della pineta che vive al suo limitare e le prime e ultime pagine del romanzo rappresentano una fotografia e uno spaccato di grande fascino ed efficacia per chi vuole conoscere più a fondo queste zone di confine. Federica Angelini

Torna a Faenza un grande evento dedicato al vino. Ad ospitarlo la Fiera, per due giorni baricentro dell’enologia nazionale. Appuntamento domenica 13 e lunedì 14 novembre con la prima edizione di “Back to the Wine (Ritorno al Vino)”, curato da Andrea Marchetti, ideatore della comunità di Vinessum, con l’organizzazione di Blu Nautilus. Non un evento generalista, bensì un appuntamento che rende omaggio agli artigiani del vino, quelli con una produzione enoica di qualità a tiratura limitata, e con un particolare occhio di riguardo all’ecosostenibilità e al minimo interventismo in cantina. Un centinaio gli “artigiani” da tutta la Penisola. Presenti anche escursioni oltreconfine, con produttori da Francia e Slovenia. Insieme a loro alcune eccellenze del cibo di qualità, grandi firme della cucina, una selezione di birre artigianali. Arricchiscono l’evento incontri, presentazioni e degustazioni.

PRODOTTI TIPICI/2 A SOGLIANO LA 42ESIMA FIERA DEL FORMAGGIO DI FOSSA DOP

sulle aie, battute con mazze, poi grazie al calore del sole o di fuochi accesi, s’aprivano liberando i pinoli. Nell’aria si diffondeva un profumo aromatico e resinoso. Andiamo ora avanti di qualche mese e proviamo per un momento a immaginare l’arrivo della primavera: la pineta qui saprà dare il meglio. Troveremo il tartufo, quello marzolino e sarà perfetto per preparare ottimi risotti, per accom-

pagnare la polenta o ancora per condire i tagliolini fatti in casa o le tagliatelle. Passeggiando lungo i sentieri, poi, potremo anche raccogliere gli asparagi di pineta, intensi e piccanti o anche profumate erbe aromatiche come gli stridoli (erba silene) che tanti usavano anche per condire la pasta o i prelibati lischi, ottimi come contorno.

L’affascinante storia del formaggio di fossa si perde nel tempo. Considerato un piccolo tesoro già nel Rinascimento, le tecniche di infossatura si sono da allora sempre più raffinate e recentemente questo prodotto d’eccellenza romagnola ha ottenuto la Dop con la denominazione “Formaggio di Fossa di Sogliano DOP”. Il paese di Sogliano al Rubicone è “terra” ideale per il formaggio di fossa, sia per l’antica tradizione pastorizia che per la peculiare conformazione geologica del terreno. Durante i tre mesi di maturazione il formaggio infossato subisce trasformazioni fisico-chimiche che gli conferiscono aroma e gusto inconfondibili, oltre a migliorarne la digeribilità. Dà il meglio di sè quando abbinato a ingredienti che ne esaltino tutto il sapore, quali miele o fichi caramellati. La 42esima Fiera del Formaggio di Fossa di Sogliano Dop si svolgerà nelle domeniche 20, 27 novembre e 4 dicembre. Concerti e spettacoli teatrali allieteranno la manifestazione. Per informazioni: www.prolocosogliano.it.

PROSSIMA APERTURA Vecchia Ravenna, ristorante nel cuore storico della città, in cui è possibile ritrovare i sapori tradizionali della cucina romagnola con le minestre fatte in casa, secondi tipici, pesce e carne, accompagnati da ottimi vini locali e nazionali: il tutto in un’atmosfera di ospitalità e cortesia. Vecchia Ravenna propone infatti in autunno e in inverno i suoi tradizionali piatti per un viaggio alla riscoperta di antiche ricette della cucina romagnola, un tuffo indietro nel tempo per ritrovare vecchi sapori e profumi oggi dimenticati. Inoltre viene offerto un vasto ed orignale menù d’affari a prezzo fisso a tutti coloro che anche durante la pausa di lavoro non vogliono rinunciare alla buona cucina. Al ristorante Vecchia Ravenna rivive la cucina romagnola e anche qualcosa di più, grazie ad una consolidata esperienza e ad una gestione dinamica che è in grado di soddisfare ogni vostra esigenza.

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I gemelli rappresentano un modello biologico unico, utilizzato per comprendere l’origine di moltissime patologie. Infatti, i monozigoti (identici) hanno lo stesso DNA, mentre i dizigoti (diversi), pur avendo una genetica differente, condividono la gestazione, il parto, l’allattamento e l’ambiente dei primi mesi/anni di vita. Tutti questi elementi contribuiscono a modificare il microbiota (o flora intestinale) cioè i numerosissimi batteri che vivono nel nostro intestino. Negli ultimi anni il microbiota ha attirato l’attenzione del mondo scientifico, perché sembra essere coinvolto nello sviluppo di molte malattie croniche, come, ad esempio, il diabete e l’obesità. Per questo, la Fondazione Grigioni è interessata a trovare coppie di gemelli di cui almeno uno sia affetto da malattia di Parkinson. I gemelli interessati potranno avere l’opportunità di partecipare a uno studio, che prevede la raccolta di un diario delle abitudini alimentari e di un campione biologico. Grazie a questa collaborazione, potrà essere proseguito un’importante ricerca sul ruolo del microbiota nello sviluppo della malattia. Inoltre, i gemelli potranno essere coinvolti in studi futuri ed essere seguiti con regolari controlli neurologici. Lo studio sul microbiota intestinale non è rivolto solo a gemelli affetti da malattia di Parkinson, ma anche da parkinsonismi rari come atrofia multisistemica (MSA) o paralisi sopranucleare progressiva (PSP).


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