FREEPRESS Mensile di cultura e spettacoli settembre 2017 n.32 ROMAGNA&DINTORNI
R O M A G N A & D I N T O R N I
SETTEMBRE 2017
Uno scatto della fotografa tedesca Karen Knorr in mostra nell’ambito del Si Fest, in programma a partire dall’8 settembre a Savignano sul Rubicone
SCATTI MONDIALI FOTOGRAFIA PROTAGONISTA: DAL FESTIVAL DI SAVIGNANO ALLA MOSTRA DI FORLÌ ALL’INTERNO musica • teatro • cinema • libri • arte • junior • gusto
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ISSN 2499-0205
Quattro serate in (grande) musica Per “Note di settembre”: Rey, Grandi, Concato e I Musici di Guccini Comacchio si conferma regina del cantautorato con “Note di Settembre”, rassegna concertistica giunta alla terza edizione, organizzata dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo in collaborazione con Produzione Culturale. Due fine settimana (1-2 e 8-9 settembre) per quattro imperdibili appuntamenti all’Arena di Palazzo Bellini (ore 21.30) con il meglio della musica italiana tra pop, jazz, folk, rock ed un pizzico di videoarte. La kermesse alza il sipario - venerdì 1 settembre alle 21.30 - ospitando una tappa del tour acustico della cantautrice, batterista e percussionista Marina Rei, accompagnata al violoncello da Mattia Boschi (già con Marta sui tubi, Lucio Dalla, Malika Aiane, Franco Battiato). Qui voce e strumenti fluiscono in intime atmosfere atte ad esplorare territori sonori sempre nuovi e contaminati. Così la Rei ha deciso di reinterpretare la sua carriera, ripercorrendo anche i brani che l’hanno resa celebre. Sabato 2 settembre (ore 21.30) è invece la volta del particolarissimo “Lungoviaggio” di Irene Grandi & Pastis, spettacolo di videoarte musicale, o foto-concerto, in cui le immagini del quotidiano, i suoni e i rumori dell’umanità più varia, i volti degli spettatori, si fondono in una sorprendente performance interattiva con l’ausilio di chitarre, pianoforte, voce e macchina fotografica. e senso dell'umorismo, atta a denotare la leggerezza di chi sa scrutare con genuina curiosità.
Anche se Francesco Guccini non ha più intenzione di calcare i palcoscenici, Juan Carlos "Flaco" Biondini (voce, chitarre), Vince Tempera (pianoforte), Antonio Marangolo (percussioni, sax e tastiere) e Pierluigi Mingotti (basso), alias I Musici, proporranno - venerdì 8 settembre ore 21.30 - uno spettacolo denso di emozioni che ripercorre gli intramontabili successi del grande cantautore, compositore, scrittore e attore modenese. Note di Settembre chiude questa terza edizione, sabato 9 alle ore 21.30, celebrando i 40 anni della carriera di uno dei cantautori italiani più amati, Fabio Concato. Nel ripercorrere un percorso costellato di successi, di musica scritta e cantata sempre con lo stesso amore e lo stesso piacere, il cantautore milanese ha deciso reinterpretare in chiave jazzistica il suo vasto repertorio con il sostegno del trio capitanato dal talentuoso pianista Paolo Di Sabatino, completato da Marco Siniscalco al basso e Glauco Di Sabatino alla batteria. Tutti i concerti si svolgeranno all’Arena di Palazzo Bellini (Via Agatopisto 5, Comacchio – FE). In caso di maltempo saranno trasferiti alla Sala Polivalente, all’interno del palazzo.
Dal 29 settembre la nuova sagra dedicata all’anguilla Inizierà il 29 Settembre e proseguirà fino al 15 ottobre uno degli appuntamenti più attesi per Comacchio: la “Sagra dell’Anguilla”. Come sempre ci saranno degustazione di prelibati piatti a base di anguilla e di pesce di mare e di valle, stand espositivi, orchestre da ballo e bande musicali, animazione varia, angolo giochi per bambini, mercatino del collezionismo e delle curiosità. www.sagradellanguilla.it
Per informazioni tel. 0533 314154 www.comunecomacchio.fe.it www.turismocomacchio.it
Laboratori artistici alla casa museo di Remo Brindisi Giovedì 7 Settembre a Lido di Spina, nella magnifica Casa Museo Remo Brindisi dalle 19.30 alle 21.30 si svolgeranno laboratori artistici per bambini, gratuiti.
Dinner street a Lido degli Estensi Il 16 Settembre a Lido degli Estensi, in viale Carducci e Querce, dalle 18 alle 24 si svolgerà la “Dinner Street – cena all’aperto con menù a tema a base di prodotti tipici locali, servita dagli studenti della scuola alberghiera”. Prenotazioni e acquisto biglietto presso i ristoranti del Lido degli Estensi aderenti all’iniziativa.
Il chitarrista Dean Brown all’arena di Palazzo Bellin Il 16 Settembre all’Arena di Palazzo Bellini, alle 21.30 (in caso di maltempo lo spettacolo si svolgerà nell’adiacente Sala polivalente San Pietro), si tiene il concerto del chitarrista e arrangiatore Dean Brown. Ingresso a pagamento Info: Delta Input www.eventicomacchio.it – tel. 335 1340537.
Una pedalata tra arte e natura Il 24 Settembre in zona Ponte dei Trepponti alle 7.30 un appuntamento per sportivi e amanti di arte e natura: “Pedalando fra terra e acqua: Comacchio”, un evento di cicloturismo aperto a tutti, per scoprire Comacchio, le Valli e il Delta del Po, con visita guidata alla città. Info: Uisp Ferrara - ciclismo@uispfe.it - Tel: +39 0532 907611).
INFORMAZIONI: Biglietteria, Informazioni e Accoglienza Turistica: tel. 0533 311316 - comacchio.iat@comune.comacchio.fe.it
R&DCULT settembre 2017
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SOMMARIO
L’ EDITORIALE
• MUSICA Intervista a Marianne Mirage....pag. 6 • TEATRO La danza “ammutinata”...........pag. 13 • CINEMA Il capolavoro di Nolan.............pag. 15 • LIBRI I giorni del Buon Vivere..........pag. 16 • ARTE Il nuovo viaggio del Si Fest.....pag. 23 • JUNIOR Arrivano (ancora) dal mare ......pag. 28 • GUSTO Il tartufo e il “suo” cane ..........pag. 30
La Romagna che non si chiude Difficile eludere il tema in questi giorni: Romagna indipendente sì o no? Tralasciando questione politiche e di propaganda elettorale in un senso o nell’altro e anche questioni che attengono all’architettura istituzionale, ciò che colpisce ogni qualvolta il tema ritorna sono i tentativi di definire l’identità romagnola. Chi è il romagnolo doc in un mondo di migrazioni e meticciati? In una terra dove sono immigrati tantissimi italiani dalle regioni limitrofe nei decenni passati e dove oggi vivono famiglie che hanno le proprie origini al di là dei mari? E soprattutto, ha senso rivendicare appunto una presunta appartenenza così circoscritta? Non si rischia di chiudersi invece al vasto, sempre più vasto mondo? E ammesso che così non sia e che, con abusata metafora, servano radici solidi e profonde per poter distendere i rami il più lontano possibile, di cosa sono fatte queste radici? Davvero dobbiamo ancora raccontarci che la Romagna comincia là dove al viandante dai contadini viene offerto il vino invece dell’acqua? Certo, il cibo non si tocca e cappelletti e piadina di sicuro segnano ancora un certo confine. La lingua, nelle sue mille diversità e sfumature, un dialetto che ormai sta scomparendo dall’uso quotidiano per trasfigurarsi e diventare letteratura grazie ad autori come Raffaello Baldini o Giovanni Nadiani o Nevio Spadoni, solo per citarne alcuni. Ma bisogna per forza guardare al passato? Forse no, forse c’è qualche percorso quanto mai contemporaneo che invece si innerva per la Romagna di oggi, chiamando a raccolta artisti e voci su progetti comuni che coinvolgono un territorio sempre più vasto. È il caso ancora una volta di “Selvatico”, ma anche di “In Studio” di Cristallino o di Ram, che vi raccontiamo nelle pagine dell’arte di questo numero, insieme ai dialoghi a distanza che abbiamo visto tra Forlì e Faenza in occasione della mostra sul Liberty, ma anche di un festival come “Arrivano dal mare!” che ha saputo trasformarsi nei decenni e che oggi, abbandonata l’originaria Cervia ormai da tempo, abbraccia Ravenna e Montiano (ne parliamo nella sezione Junior). Senza dimenticare le sempre più frequenti tappe del Ravenna Festival a Forlì. Fili intessuti attraverso un territorio che ama riconoscersi come tale e che attraverso la cultura – teatro, concerti, mostre – si apre al mondo invece di chiudersi arroccandosi all’idea di un’identità statica e immutevole di cui, piadine e cappelletti a parte, non si sente forse alcun bisogno.
ANCHE NADA E MANNARINO AL CANTIERE POETICO DI SANTARCANGELO Torna dal 10 al 17 settembre il Cantiere poetico per Santarcangelo, festival dedicato quest’anno al poeta dialettale Nino Pedretti e che vedrà il ritorno di Eron, noto street artist al lavoro (questa volta sui muri della vecchia biblioteca) per il terzo anno a Santarcangelo (nella foto i panni stesi nella parete dell’anno scorso dedicata alla poetessa Giuliana Rocchi). Tra i protagonisti annunciati il cantautore romano Alessandro Mannarino, l’attrice Premio Ubu Elena Bucci e poi incontri e concerti con Ivano Marescotti, Annalisa Teodorani, Marco Martinelli, Paolo Nori, Giampiero Bellosi, il rapper Murubutu e la cantautrice Nada. Info e programma completo sul sito internet: www.cantierepoetico.org. R&D Cult nr. 32 - settembre 2017
Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1427 del 9 febbraio 2016 Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: direzione@reclam.ra.it tel. 0544 408312 - 392 9784242 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872
Amministrazione: Alice Baldassarri, amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl Stabilimento di Imola - Via Selice 187/189 - 40026 Imola (Bo) Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Maria Cristina Giovannini, Gianluca Achilli (grafica). Collaboratori: Gloria Bernabini, Roberta Bezzi, Alberto Bucci, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Bruno Dorella, Matteo
Fabbri, Francesco Farabegoli, Nevio Galeati, Sabina Ghinassi, Enrico Gramigna, Giorgia Lagosti, Linda Landi, Fabio Magnani, Filippo Papetti, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni, Elettra Stamboulis. Redazione: tel. 0544 271068 redazione@ravennaedintorni.it Poste Italiane spa Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA
R&DCULT settembre 2017
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MUSICA IL PROGRAMMA
BASTONATE DI CARTA
Il Meeting delle Etichette Indipendenti e l’anno di “rottura” del rock in italiano
AL MEI 2017 ATTESI BRUNORI SAS, ZAMBONI E IL CONCERTO PER IL PAPA CON SANTINO SPINELLI
Il Mei di Faenza parte il 29 settembre con una giornata dedicata alla valorizzazione delle tradizioni musicali romagnole, dalle 18 in piazza del Popolo con i cori e poi dalle 21 a Casa Spadoni, con i laboratori Ambrogio Sparagna. Dalle 20 in piazzale Pancrazi va in scena invece l’omaggio a Lucio Battisti con i Lato B e altri ospiti. di Francesco Farabegoli * Il giorno dopo l’appuntamento clou è al teatro Masini con l’esibizione di Brunori Sas. Il cantautore calabrese riceverà il premio come miglior artista indipendente (in precedenza verranno anche assegnati riconoscimenti ad altri artisti). In apertura la presentazione in anteprima del nuovo album del riminese Braschi, passato dall’ultimo Festival di Sanremo Giovani. La serata del 30 si accenderà come da tradizione anche in piazza del I Csi in una foto degli anni novanta, di cui parla Popolo, dalle 18, Farabegoli nell’articolo principale; a destra Freak con un omaggio Antoni, a cui il Mei di Faenza quest’anno dedica agli Skiantos e al un omaggio nella serata del 30 compianto leader Freak Antoni con «Un gruppo modenese che organizzava fiere del disco aveva prenotato i due capannoni della Fiera di Faenza per una mostra dedila partecipazione di Angela Baraldi e Massimo cata ai collezionisti, da svolgersi a fine novembre. Circa un mese prima, accortisi che non avrebbero riempito del tutto gli spazi, ci Zamboni. Attesi poi tra gli altri Spacca il Silenzio e la hanno contattati per chiederci se avevamo qualche idea per animare il capannone che rischiava di rimanere vuoto». Stando a quelmarching band emiliana Banda Rulli Frulli con ospite il lo che scrive Sangiorgi sul sito, il Meeting delle Etichette Indipendenti nasce così, nel 1997. E il 1997 è un anno – diciacantante dei Perturbazione Tommaso Cerasuolo. mo così - particolare, per il rock in italiano. Ve lo ricordate il rock italiano di quegli anni? Piccolo recap. Novità in stazione ferroviaria, dove va in scena la rasseAll’inizio dell’anno i Litfiba pubblicano Mondi Sommersi: conclude un’ideale tetralogia dedicata agli elementi, senza gna – direttamente da Grosseto – EdicolAcustica. Ma la sbracare manco troppo quel concetto litfibiano a cui il grosso dei gruppi “emergenti” italiani continua sostanzialmente a musica inonderà Faenza in molti altri punti: in centro far riferimento ancora nel ‘97. Le vendite vanno bene, ma i Litfiba di Mondi Sommersi non sembrano più al centro del sono previste quattro postazioni per buskers in contidiscorso musicale/mediatico del rock italiano, come erano ad esempio ai tempi del precedente Spirito. È un disco normanua rotazione e sono in programma mini-festival de le che funziona come un disco normale. Più o meno negli stessi giorni sta uscendo L’albero di Jovanotti, che invece fa molto “L’Altoparlante” e “Mi Sento Indie”, una rassegna hard rumore. Idealmente è il primo disco di Jovanotti in cui una (terribile, imho) idea di “cultura musicale” a trecentosessanta e heavy, le esibizioni dei vincitori dei festival collegati al gradi oscura quasi del tutto il Jovanotti originale, che ancora nel disco precedente era ultra-rintracciabile. Del resto il Mei, il progetto Independent Poetry tra musica e poemondo nel ‘97 sta mollando in blocco l’ortodossia rock e aprendosi a qualsiasi cosa potesse essere descritta ai tempi usansia (con Gio Evan) e poi ancora rap al palazzo delle do la temibile espressione “le sonorità”. World music, rap, elettronica più o meno avant. Tra i dischi dell’anno per le riviEsposizioni e techno alla fiera di Faenza, un palco per ste di settore finiranno Radiohead, Roni Size, Bjork, Chemical Brothers, Daft Punk, Spiritualized: se nel ‘92 un disco che selezioni live, il “festival dei festival del folk italiano” in fondeva rap pedestre e heavy metal pedestre era venduto come una rivoluzione, nel ‘96 inserire percussioni tradizionali piazzale Pancrazi e la Notte bianca della musica emeramazzoniche in un disco death metal era considerato una logica evoluzione del suono dei Sepultura. Il disco del ‘97 che gente in corso Mazzini. preferisco nel ‘97 lo realizzano tali Deftones, che riescono a far pensare che sia possibile far suonare un disco dei Depeche Programma che si ripresenterà simile il giorno dopo, 1 Mode ai Pantera senza buttarla sul ridere. Jovanotti è un po’ la testa di ponte di questo ideale della commistione culturaottobre, con anche il Superstage, lo storico contest del le nel mainstream pop italiano, e trova qualche penna a favore (su Rumore viene perfino intervistato, generando una Mei, e gran finale in serata all’Osteria della Sghisa. Nel discreta ondata di sdegno da parte dello zoccolo duro di lettori). Ma è la seconda parte dell’anno a fare terra bruciata. In pomeriggio, dalle 15 in piazza del Popolo, il Concerto estate arriva il disco più famoso degli Afterhours, Hai paura del buio?, salutato in tempo reale come una delle massime pieper la Pace (in occasione della visita il giorno stesso del Papa in Romagna, a Cesena), i Diritti, l’Ugugaglianza e tre miliari della musica italiana di ogni tempo. E più o meno contemporaneamente succede una cosa che nessuno aveva la Solidarietà con il gruppo di Santino Spinelli e previsto e che non ha precedenti nel mercato italiano: per una serie fortuita di coincidenze, Tabula Rasa Elettrificata dei CSI l’Orchestra Europea Per la Pace con artisti rom e sinti finisce per una settimana in cima alla hit parade degli album. Il primo settembre del ‘97, per giunta, Mtv apre ufficialmendiretta da Antonio Cericola. Ospite del concerto anche te il suo canale italiano. Ben lungi (soprattutto nella sua fase iniziale) dal limitarsi a rimbalzare i contenuti statunitensi il cantautore Diodato. del palinsesto, Mtv Italia finirà tra i principali sponsor di quella che necessariamente deve essere una “nuova” musica itaPer quanto riguarda gli incontri e gli approfondimenti, liana. E qui cambiano più o meno tutti i concetti: quelle che erano (chi più chi meno) solide realtà del bacino alternative da sottolineare la seconda edizione (30 settembre e 1 diventano le teste di serie di un nuovo movimento: Marlene Kuntz, Bluvertigo, Subsonica (che esordiscono nell’estate del ottobre nei saloni del Municipio) del Forum del giorna‘97, anche loro), Prozac+ e tutti quelli che verranno da qui in poi. lismo musicale, occasione di incontro e confronto coorChiaramente né gli Afterhours né i CSI (ex CCCP) sono dei debuttanti, tutt’altro: gli Afterhours hanno già fatto uscire dinata da Enrico Deregibus che l’anno scorso contò Germi, il primo disco in italiano, e Mina sta uscendo con una cover di un loro pezzo. Tabula Rasa arriva nei negozi col grupoltre 100 iscritti. Nella Galleria della Molinella si terrà po a un passo dallo scioglimento, i Marlene Kuntz hanno già pubblicato sia Catartica che Il Vile, i Bluvertigo ci sono già, i anche un incontro sul tema delle classifiche (con il canProzac+ ci sono già, c’è il sistema di etichette e management che li ha sostenuti fino a quel momento. Ma il ‘97 è un po’ tautore Zibba) e le premiazioni del concorso per le proil The Year Punk Broke del rock en italiano, il momento in cui tutto quel che era stato fatto prima porta i frutti economici. duzioni video. Qualcuno si spinge oltre e continua a chiamare Male Di Miele “la Smells Like Teen Spirit italiana”, come del resto la Fiat Per quanto riguarda le mostre, da segnalare (in municiPanda è il Boeing 747 italiano. Il MEI finisce in mezzo a tutto questo bailamme. pio e nella galleria) le opere a tema musicale del ritratSe ripenso a quegli anni non so bene come prenderla. A volte mi sembra ieri e a volte mi sembrano passati 60 anni. Quei tista Andrea Spinelli, le foto live di Danilo D’Auria, oltre gruppi continuano ad esistere, in quella forma o in un’altra, gli artisti ora lavorano ai talent show, i concerti sono pieni di a quelle di Raffaele Tassinari (scattate a grandi artisti gente, i dischi vanno in classifica anche se non si vendono più. Qualcuno di loro fa da ghostwriter per i grossi nomi del presenti al Mei negli ultimi 20 anni) e Giampiero Corelli, pop, qualcun altro continua a suonare nella sostanziale indifferenza di tutti. Me ne ricordo tutti gli anni ad autunno, persulle cantanti e dj rock e di liscio della Romagna. ché Il Meeting delle Etichette Indipendenti continua ad esistere, anche se si è spostato in centro a Faenza e il suo legame Ma il programma di live, incontri e seminari non è riascon le Etichette Indipendenti – le quali, anche loro, continuano ad esistere – è sempre più teorico e meno evidente. Ogni sumibile, tanto è vasto e ancora in via di completa defitanto apro la spambox, leggo uno dei comunicati stampa che il MEI invia con tale e tanta dovizia, e d’un tratto mi sembra nizione al momento di andare in stampa: per aggiornaessere tornato l’agosto del ‘97. Nel dubbio metto su Around The Fur, che vent’anni dopo è ancora il miglior disco dei menti consultare il sito internet www.meiweb.it.
Deftones, e il miglior disco di quell’anno.
* Fondatore e autore del blog musicale Bastonate
MUSICA
R&DCULT settembre 2017
5 POP-ROCK ITALIANO/2
POP-ROCK ITALIANO/1
Modena City Ramblers, Dik Dik e Marlene Kuntz alla Festa dell’Unità
IL TOUR DI LIGABUE RIPARTE DAL PALAZZETTO DI RIMINI Riparte lunedì 4 settembre, dal 105 Stadium di Rimini, il tour di Luciano Ligabue (qui in una foto di Jarno Iotti), interrotto due volte a causa di un problema alle corde vocali. Il “Made in Italy – Palasport 2017” vedrà l’artista protagonista nei palazzetti di tutta Italia per presentare i brani dell’ultimo album “Made in Italy” e i suoi grandi successi. Il concerto di Rimini è il recupero di quello inizialmente previsto il 10 aprile, i cui biglietti restano validi.
In settembre continua la festa provinciale dell’Unità di Ravenna, al Pala De André. Dando un’occhiata ai concerti, da segnalare quello del 2 settembre dei Marlene Kuntz, band piemontese che ha fatto la storia della musica rock alternativa, in Italia, con alle spalle quasi trent’anni di carriera. L’altro appuntamento con i “big” al palco centrale è quello di mercoledì 6 con i Modena City Ramblers, anche loro band storica (emiliana), portabandiera del cosiddetto “combat folk” italiano. Infine, da segnalare anche due concerti per i più nostalgici, quello del 3 settembre con i piemontesi Nuovi Angeli, formazione beat italiana che negli anni settanta ha ottenuto un grande successo e che si è riformata da poco grazie all’iniziativa del pianista Paki Canzi, unico membro originale. Il 10 invece, ormai tradizionale appuntamento con i loro “coetanei” Dik Dik. Il programma completo con i concerti minori e gli altri appuntamenti sul sito internet www.festaravenna.it.
LEGGERA ITALIANA IL
SICILIANO
SALVAGGIO
TRIONFA A
CASTROCARO
Luigi Salvaggio, 21 anni, di Caltanissetta, ha vinto la 60esima edizione del Festival Voci nuove di Castrocaro, trasmessa in diretta tv su Rai1 con la conduzione di Rossella Brescia e Marco Liorni. Come gli altri 11 finalisti (tra cui un solo romagnolo, la faentina Giulia Toschi) ha proposto una cover celebre di un artista che ha esordito a Castrocaro, nel suo caso “Nord Sud Ovest Est” degli 883, poi un brano inedito, “Il silenzio delle stelle”. Ora parteciperà di diritto alle selezioni nell'area Nuove proposte del Festival di Sanremo 2018. Le esibizioni sono state valutate da una giuria tecnica di qualità composta da Fio Zanotti, Giò Di Tonno, Silvia Mezzanotte e Claudio Cecchetto (presidente). Ospite della finale è stata Ivana Spagna, dopo il forfait di Patty Pravo, reduce da una brutta caduta.
R&DCULT settembre 2017
MUSICA
6 di Luca Manservisi
Patti Smith ha sentito una sua canzone su Youtube e l’ha voluta ad aprire i suoi concerti in Italia. Basterebbe questo più o meno piccolo aneddoto per capire dove è già arrivata Marianne Mirage, nome d’arte della 27enne forlivese – oggi di stanza a Milano – Giovanna Gardelli, tra le voci nuove più personali emerse negli ultimi anni nel panorama musicale italiano. L’abbiamo contattata pochi giorni prima il suo ritorno da queste parti, a Bertinoro, dove sarà in concerto l’1 settembre nell’ambito del Fricò 2017. Giovanna, partiamo proprio dal tuo rapporto con la Romagna... «Ci torno per stare con i miei, che sono molto anziani, e sono ancora molto legata alla Romagna in particolare per i ricordi della mia adolescenza, anche se l’ho trascorsa spesso in viaggio. Ricordo in particolare tutte quelle notti a sentire concerti o a fare musica nei club di Forlì e dintorni, e poi tutte quelle ore in bicicletta, io che ancor oggi non ho la patente per scelta. Ecco, sì, della Romagna mi piace molto l’abitudine di utilizzare la bicicletta…». Come è stato incontrare Patti Smith? «A quattordici anni avevo strappato da qualche parte il testo di una sua canzone e avevo conservato il foglio nel mio diario. L’ho ritirato fuori poco prima del concerto e quando l’ho incontrata è come se una parte di me fosse morta, credo sia così che ci si sente quando si incontra davvero il proprio idolo. Quando poi mi ha chiamata per cantare insieme “People have the power” mi sono messa a piangere sul palco, non ci ho capito più niente. È stato meraviglioso. Ora dovrei rivederla a New York (Marianne deve partecipare in settembre a un evento per il brand spagnolo di moda Desigual, di cui è testimonial, ndr), siamo rimaste in contatto». Come hai fatto a raggiungere il successo in tempi
Marianne Mirage durante il video registrato ai Deposito Zero Studios di Forlì per la serie “Live Zero” (info: www.depositozerostudios.com) La cantante forlivese sarà dal vivo l’1 settembre al Fricò di Bertinoro
L’INTERVISTA
Marianne Mirage, da Patti Smith al cinema La forlivese, in lacrime sul palco con il suo idolo, sarà protagonista con una canzone nel prossimo film di Genovese. «E voglio portare qualcosa di nuovo nel pop italiano...» così brevi? «La verità è che c’è stata tanta gavetta: da buona romagnola sono una che non si tira indietro, molto caparbia. Quello che si vede ora è solo una piccolissima parte di tutto il lavoro che c’è stato dietro». All’inizio il rischio di smettere, in questo campo, è sempre molto alto. Come hai fatto a rendere invece la musica il tuo mestiere? «Mi ha salvato forse anche il fatto di non rinunciare mai a suonare, quando
qualcuno me lo chiede (sorride, ndr). È successo per esempio dopo un concerto che ho tenuto davanti a quattro gatti, a Milano. Al termine mi sono fermata a bere gin-tonic con alcuni amici e un ragazzo che mi ha visto così, con la chitarra dentro il locale, pur senza conoscermi, mi ha chiesto di cantare qualcosa. Così l’ho fatto e dopo un po’ si è alzato da un tavolo Piero Chiambretti dicendomi che aveva bisogno di me e della mia voce nel suo programma in televisione (Marianne è stata presenza
fissa di “Grand hotel Chiambretti”, in seconda serata su Canale 5, ndr)». Dalla televisione al cinema, tu che sei anche attrice, dico bene? «Stiamo lavorando per una grande sorpresa, ma no, niente parti da attrice: una mia canzone sarà in un film in uscita in dicembre…» Quale film? «Diciamo che è l’atteso film di uno dei più grandi registi italiani, e con tanti attori noti» Qualche nome?
«Marco Giallini, Rocco Papaleo, Alba Rohrwacher, Sabrina Ferilli (si tratta, scopriamo poi sul web, di The Place di Paolo Genovese, reduce dal successo dello scorso anno di Perfetti sconosciuti, ndr)» Sei anche al lavoro sul nuovo album? «In questo periodo più che altro sto facendo canzoni di transizione (dopo il disco d’esordio Quelli come me, uscito nel marzo del 2016 e seguito nel febbraio scorso dalla pubblicazione dell’Ep Le canzoni fanno male, ndr): diciamo che sono in piena ricerca stilistica, voglio portare qualcosa di nuovo nel mondo del pop italiano, che in questo momento mi sembra pronto a recepire». Il tuo debutto era già un prodotto piuttosto originale, un disco all’apparenza rivolto al mercato mainstream ma con suoni ricercati di impronta black e nu-soul a servizio di canzoni cantate sia in italiano – soprattutto – che in francese. Un mix che non è usuale ascoltare da queste parti e che rimanda più a certi fenomeni americani, forse. «Esatto, proprio così. E i miei ascolti sono proprio sempre stati rivolti maggiormente all’America, da Bob Dylan a Billie Holiday, e prima di incontrare Caterina Caselli (che l’ha arruolata nella sua etichetta discografica, la Sugar, ndr) non cantavo proprio in italiano…». Qualche artista di riferimento che ti ha aiutato in questa svolta? «Lucio Battisti, Paolo Conte, Rino Gaetano, tutti maschi in realtà. Ma tanto è uguale, la voce viene dallo stomaco, non mi piacciono le belle voci, ma quelle che raccontano qualcosa di chi canta. Non amo la perfezione». Tu stessa nelle interviste parli infatti spesso dei tuoi difetti… «Il capello riccio, innanzitutto, non è mica tanto apprezzato: le donne italiane preferiscono farsi la piastra, tra l’altro anch'io la facevo, poi alla fine ho deciso di tenermeli, i ricci. Così come la mia voce, piena di imperfezioni, ma con la sua personalità...».
MUSICA
R&DCULT settembre 2017
7 ROCK DAL MONDO
LA ROMAGNA IN CUFFIA
Whispering Sons
I nuovi “Solchi” da non perdere di Godblesscomputers
Dal Belgio, i Whispering Sons (post-punk, nella foto la cantante Fenne Kuppens) aprono il 21 settembre la stagione del Diagonal di Forlì
di Luca Manservisi
Daughter I Daughter, terzetto di indie-folk britannico, in concerto il 5 settembre a Villa Torlonia (San Mauro Pascoli) per Acieloaperto
Spoiwo
Guantanamo Baywatch Gli americani Guantanamo Baywatch (surf-rock’n’roll-anni ‘50) il 9 settembre dal vivo all’Hana-Bi di Marina di Ravenna
I polacchi (post-rock) Spoiwo (nella foto) in concerto per la loro unica data italiana il 15 settembre al Wave di Misano che ospiterà, tra gli altri, anche il live dei francesi Horskh (electro-industrial), il 7
Tra gli album più attesi in Italia (non in Romagna, in Italia) di questa seconda parte dell’anno, annunciato da più parti e a più riprese sul web, esce l’8 settembre Solchi, il terzo disco di Godblesscomputers, nome d’arte del producer lughese – anche se ormai bolognese d’adozione – Lorenzo “Nada” Nadalin e tra quelli di punta (forse il nome di punta) di una certa scena elettronica della nostra penisola – quella più “calda” e “intelligente”, in scia a nomi di calibro internazionale come DJ Shadow, Prefuse 73, Four Tet o Burial. Alcuni battiti hip hop restano – nella metrica dell’iniziale “Brothers”, che parte con quello che sembra quasi un omaggio a Steve Reich –, ma ormai Godblesscomputers (che nel mondo rap ci è nato artisticamente con il collettivo ravennate Il Lato Oscuro della Costa) sembra interessato più che altro all’anima soul e black dei suoi pezzi, in maniera sia esplicita (tipo nella successiva “How About U” con la voce di Davide Shorty o nel reggae di “Life on Fire”, con al microfono invece Forelock) che un po’ più nascosta (come in un piccolo manifesto del suo suono qual è “Glue” o nella meraviglia di “Dreamers”, che farebbe bella figura in un disco di James Blake o simili). Fino ad arrivare a mettere completamente a nudo i sentimenti, come nella penultima, quasi radioheadiana, “Father’s Light” (in collaborazione questa volta con i pugliesi Inude). Sono diverse le canzoni vere e proprie (tra cui anche un’altra suggestiva collaborazione con Francesca Amati di Comaneci e Amycanbe) presenti in questo nuovo disco che di puramente elettronico ha sempre meno e che è invece frutto anche di vere e proprie jam in studio e di veri e propri strumenti. Come per sfuggire alle etichette, con un disco che pare già quello di una raggiunta maturità artistica (in attesa forse solo di un prodotto più omogeneo e ancor più personale, per gridare al capolavoro). Non per niente sarà presentato dal vivo non più in solitaria come abitudine, ma con una sorta di band formata da Giulio Abatangelo dei Klune (presente in più pezzi anche sull’album) a chitarra e basso e Federico Mazzolo (Ioshi, già batterista dei Mellow Mood) alla batteria. In settembre l’appuntamento è il 2 allo Human Festival di Carpi, l’8 a Pescara e il 23 al Sofàr Festival di Cavriago. Da non perdere, in attesa di rivederlo in Romagna.
ROCK ITALIANO LA
FESTA DI FINE TOUR DEGLI
ZEN CIRCUS
A
VILLA INFERNO
Gli Zen Circus, rock band toscana capitanata da Andrea Appino, saranno il 22 settembre a Villa Inferno (Cervia) per l’ormai tradizionale appuntamento di fine tour. Non un concerto canonico ma una festa per i fan, con possibilità di campeggiare.
AGENDA ROCK E DINTORNI GLI ACTIONMEN AL
BAGNO
PETER PAN
L’hardcore-punk fuori dagli schemi dei ravennati Actionmen – i cui show non sono certo così frequenti – sarà protagonista del primo concerto di settembre al bagno Peter Pan di Marina di Ravenna, il 2 settembre. La stagione si chiude poi il 9 con la rock band bolognese Le Birrette. All’ora dell’aperitivo e a ingresso gratuito.
AMADEI
E
THE DOORMEN ALL’OSTERIA
DEL
PANCOTTO
Ultimi aperitivi sui campi dell’osteria del Pancotto di Gambellara (Ravenna). Il 6 settembre appuntamento con il cantautore riminese Riccardo Amadei, tra il primo Capossela, Paolo Conte e i Baustelle. Ad accompagnarlo musicisti che compongono Les Pastìs. Il 13 invece si chiude con i ravennati The Doormen (brit-rock). Concerti alle 20. Dalle 18.30 buffet a cura dello chef Spadoni (ingresso gratuito con tessera Endas).
LA
VOCE DELLA BLACK MUSIC ITALIANA ,
SISTA AWA, AL NUFF NUFF
Il 9 settembre al Nuff Nuff Club di Cesena concerto di Sista Awa. La giovanissima cantante bergamasca di origini africane Awa Fall Mirone è una delle voci di riferimento della black music italiana. Dalle 22, ingresso a 5 euro.
Museo Civico delle Cappuccine - via Vittorio Veneto 1/a - Bagnacavallo (RA) centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it
R&DCULT settembre 2017
MUSICA
8 CONSIGLI D’AUTORE
Emanuela Drei, in arte Giungla, attesa dal vivo il 9 al Jfk Square Festival di Ravenna
Tre dischi per essere felici a cura di Massimiliano “Moro” Morini * Non sono un esperto musicale. Quando leggo recensioni dei miei dischi, lo faccio con vergogna e con il mouse a portata di mano – la metà dei riferimenti musicali che mi attribuiscono non li riconosco, e devo andarmeli a cercare su Wikipedia. Questa mia ignoranza è dovuta in gran parte al fatto che nella vita ho studiato altro, ma anche a una tendenza ad ascoltare solo musica che mi fa stare bene. Closer dei Joy Division? Fondamentale, per carità, ma mi mette tristezza. Il disco della banana dei Velvet Underground l'ho ascoltato, sì, ma per dovere e senza vero entusiasmo: molto meglio Transformer, con tutti quei coretti. Non è che io apprezzi solo l'arte allegra: in letteratura la tollero meglio, la tristezza, purché non sia compiaciuta. Ma la musica ha un effetto molto più immediato sul mio umore, e il mio umore tende già di suo al grigiastro. È comprensibile che un capellone mite e positivo si appassioni al death metal o alla new wave cimiteriale. Per un pessimista depresso cronico, invece, ci vogliono accordi maggiori (al più settime minori), armonie vocali perfette e ritmi pop ben oliati. Ecco quindi il criterio su cui baso la mia selezione di album da proporre ai lettori: la felicità, e in seconda e terza battuta la spensieratezza e la tranquillità. C'è però un sottocriterio, una postilla, che limita di molto le mie possibilità di scelta. Per una qualche deformazione congenita o culturale, non so apprezzare cose allegre che siano sciatte o ruffiane. In italiano, per esempio, una rima fra infiniti o passati remoti mi porta a cestinare immediatamente qualsiasi canzone. Quanto alla costruzione musicale, ogni accesso ai Queen mi è precluso – e non parlatemi nemmeno dei Toto. Lo so, son problemi miei. Ma ecco qui tre album allegri o rassicuranti, intelligenti o non troppo stupidi. Procedo in ordine discendente di allegria: Paul Weller - Paul Weller (1992) Paul Weller non può sbagliare. Di estrazione operaia ma di gran classe, punk ma anche e soprattutto pop (Jam), new romantic ma con i fiati e le chitarre (Style Council), è come se avesse passato la vita a rendermi piacevoli stili musicali che altrimenti non avrei apprezzato. Questo è il suo primo disco solista, ed è un album di pop-rock perfetto, trascinante e saltellante. Basterebbe già la prima canzone, “Uh Huh Oh Yeh”: impossibile non agitare gambe e braccia fin dalla rullata di batteria iniziale, difficile non notare che il testo è tutt'altro che banale. Weller ha trentaquattro anni, è nel giro musicale importante da almeno sedici, e apre il suo primo disco solista con il distico-scioglilingua autoanalitico “I took a trip down Boundary Lane / Tryin' to find myself again”. Boundary Lane è una via che esiste veramente, a casa di Paul Weller, ma è anche, ovviamente, metaforica. Quello che canta ti sta dicendo che ha appena passato un confine, ma con allegria, e ballando. Alla faccia del Bildungsroman tedesco dell'Ottocento. Ci sono un sacco di canzoni allegre e saltellanti, nel resto del disco. Al primo ascolto si assomigliano, al secondo no. Io ho passato anni a tirarmi giù gli accordi di “Round and Round”, “Above the Clouds”, “Amongst Butterflies”. The The - Dusk (1993) L'anno e l'autore dell'album la dicono lunga sulla mia età e la mia formazione. Matt Johnson è un musicista degli anni Ottanta che negli anni Novanta, smesse le tastiere e reimbracciate le chitarre, fa le sue cose migliori. In più, qui e nel precedente Mind Bomb (che però è un po' più cupo e apocalittico), c'è quel genio allegro di Johnny Marr che suona chitarre e armoniche. Basterebbe già l'impasto musicale a rendere il tutto memorabile. Invece, Matt è uno degli scrittori di testi più bravi che io abbia mai sentito: e a differenza di altri songwriter, non ti costringe ad ascoltare nove strofe e nove ritornelli sempre uguali per omaggiare la sua grandezza. Queste sono canzoni pop-rock, quasi tutte fra i tre e i quattro minuti, con testi enormi di cui quasi non senti il peso. Arriva “Dogs of Lust” e capisci che anche la masturbazione ha un senso, se sai scrivere. Ascolti “Slow Emotion Replay” e ringrazi Dio del fatto che, oltre agli americani, esistono anche gli inglesi: “And we look up to the stars / And we reach up and pray / To a deaf, dumb and blind God who never explains”. Simon & Garfunkel - Sounds of Silence (1966) Un album cumulativo, non certo pensato dall'inizio come unitario – eppure, sarà lo stile folk, sarà l'impasto di voci, sarà che è registrato in tre settimane, ma suona più organico dei loro dischi seguenti. Dopo il predicozzo cupo di “The Sound of Silence” – a cui però tocca voler bene, perché è grazie a questa canzone che esiste il resto – c'è quasi solo gioia. Delle maledette percussioni tropicali ancora non c'è traccia. Le armonizzazioni vocali sono cristalline. Paul Simon è uno scrittore vero prestatoalla musica, ma senza la bile gialla e nera di Leonard Cohen. “Leaves That Are Green” potrebbe essere un memento mori folk, se non fosse che l'ha scritta un ragazzotto di ventun anni. “A Most Peculiar Man” riesce a raccontare una storia compiuta in due minuti e mezzo, ed è come una poesia narrativa di Philip Larkin senza la disperazione. “April Come She Will” è la filastrocca più deliziosa che io abbia mai sentito. E se la leggerezza delle canzoni ti fa venir dubbi sul livello della scrittura, basta un verso di “I Am a Rock” per fugarli: “On a freshly fallen silent shroud of snow”. Il silenzio della coltre bianca, l'esultanza della neve fresca e insieme un senso sotterraneo di morte, ma senza angoscia. Il tutto cantato sottolineando le allitterazioni con gli accenti melodici, e con ritmica e melodia ascendenti, come a dire che va tutto bene. Va tutto bene. La perfezione. * Massimiliano Morini, in arte “Moro”, 44 anni da Forlì, ha formato nel 2010 e guida tuttora (chitarra e voce) i Moro & the Silent Revolution. Con il loro folk-rock in inglese sono finiti su radio e palchi italiani e stranieri; i loro cinque album di inediti sono stati recensiti su giornali nazionali e riviste di settore e non: Rumore ha scritto che «uno dei migliori autori di pop inglese in giro si chiama Massimiliano Morini, e viene da Forlì»; il cantautore inglese Tom Robinson ha dichiarato che è ora di «assegnare al Moro un posto onorario nel pantheon degli eccentrici del pop inglese. È chiaramente quella la sua casa».
RASSEGNE/1 ANCHE TONI, DOORMEN GIUNGLA AL JFK SQUARE
E
Nasce un festival rock per dare vita alla nuova piazza pedonale di Ravenna. Si tratta del Jfk Square Festival (qui sopra la locandina di Nicola Varesco ispirata proprio all’ex presidente americano Kennedy), in programma per quattro serate, appunto, in piazza Kennedy. A organizzare Luca Malatesta e Andrea Allodoli dei The Doormen, rock band ravennate (dalle influenze british) che sarà sul palco il 16 settembre insieme ai cesenati Sunday Morning (folkrock). Il festival partirà già sabato 2 con il punk-pop dei ravennati Sunset Radio (vedi intervista qui a fianco, in apertura i concittadini Kuf) e proseguirà il 9 con il nome forse più atteso, quello di Giungla, progetto electro-rock molto chiacchierato anche al di fuori dai confini nazionali (in settembre suonerà oltre che a Ravenna a Roma, in Canada e in Austria) di Emanuela Drei. In apertura un’altra band con esperienze internazionale alle spalle come i bolognesi Altre di B e i ravennati Cacao, progetto parallelo di due membri degli Actionmen. Ultima serata quella del 30 settembre con il rock al femminile delle milanesi I'm not a blonde e delle ravennati The Winonas e con il “piano-punk cabaret” del forlivese Giacomo Toni e la sua 900 Band.
RASSEGNE/2 “SUMMER
IN THE CITY ” CON GLI AMERICANI EMOTIONAL E DON ANTONIO
Prosegue in settembre la rassegna “Summer in the city” in piazza Unità d’Italia, in centro a Ravenna. Mercoledì 6 l’appuntamento è con i ravennati Molokai Cocktail (surf rock anni ‘60 interamente strumentale); il 13 unica data italiana per gli americani Emotional, progetto del cantautore Brian Wakefield “tra Kate Bush, Gram Parsons e The Smashing Pumpkins”. Infine, il 20 settembre l’appuntamento è con Don Antonio, progetto solista (rockblues desertico interamente strumentale) del chitarrista romagnolo Antonio Gramentieri dei Sacri Cuori. Ingresso libero, dalle 21.15.
INTERVISTA
I ravennati Sunset Radio da “Kennedy” al Giappone «Con il punk sulla pelle»
La nuova rassegna Jfk Square Festival di Ravenna di cui parliamo nel box qui a fianco verrà aperta il 2 settembre in piazza Kennedy dai ravennati Sunset Radio, band punk-rock che l’anno scorso ha pubblicato il primo album, Vices, ma con già esperienze internazionali, che in ottobre partirà per un tour addirittura in Giappone. Ne abbiamo parlato con il chitarrista Matteo Rossi. Che effetto fa? Come è nato questo tour asiatico? «Grazie alla nostra etichetta giapponese, che distribuisce il disco nei vari negozi del Sol Levante e che ha pensato a questi concerti promozionali. Per noi è un sogno che si realizza: il Giappone fa sicuramente parte di uno dei paesi top al mondo per quanto riguarda i concerti, sopratutto nel nostro genere». Genere, il punk-rock, in cui è difficile essere originali rispetto ai colleghi... Come si aggira questa sorta di mancanza più o meno forzata? «Direi che questo non è un problema solo per noi, perché nel 2017 è abbastanza complicato creare qualcosa di nuovo, di originale. Non vogliamo aggirare questa mancanza, come la chiami tu, cerchiamo sempre semplicemente di metterci tanto di noi dentro ai nostri brani, cercando anzi di rimanere negli standard delle scritture punk-rock». Quando è iniziato il vostro amore per il punk-rock in particolare californiano, a cui siete sicuramente debitori? Quali sono i vostri gruppi di riferimento? «Da quando eravamo in grado di intendere e di volere! Molti di noi hanno proprio la scritta punk-rock tatuata. Le band di riferimento sono veramente tante, da quelle un po più datate come No Use For A Name, Lagwagon, Nofx, Blink182, a quelle più moderne come State Champs, Neck Deep, The Story So Far». Com'è la Romagna in ambito punk-rock? C'è uno zoccolo duro di pubblico? O è paradossalmente più facile trovare fan anche all'estero? «Purtroppo sfondi una porta aperta, all’estero è tutto più facile, dal trovare fan al divertirsi, fino a far ascoltare la propria musica a gente molto più interessata. In Italia siamo più ottusi e ci focalizziamo sulle stesse band anche per qualche anno, quelle di moda, escludendo a priori nuovi progetti musicali interessanti. La Romagna fa parte dell’Italia, e anche se secondo me qui c’e un po più di “frullo”, siamo comunque negli standard italiani, nessuno zoccolo, se non nella forma del Paese». Siete già al lavoro sul nuovo album? «Inizieremo la pre produzione in gennaio, sperando di essere pronti già ad aprile con il tour». Luca Manservisi
MUSICA
R&DCULT settembre 2017
9 REGGAE
JAZZ & CANZONE
THE WAILERS A VILLA TORLONIA The Wailers, la storica band giamaicana di Bob Marley,in concerto a Villa Torlonia, San Mauro Pascoli, il 2 settembre, per “Acieloaperto”
JAZZ & WORLD LA “NUOVA” ELOISA ATTI AL BAGNO POLKA Eloisa Atti, cantante bolognese della scena jazz italiana, presenta il nuovo disco Edges in concerto il 2 settembre alle 18 al bagno Polka di Marina Romea, tra country-jazz, blues e folk americano. Il 9 invece al Polka tra cumbia, afro e psichedelia con i bolognesi Los Pollos Hermanos.
LA CUBA DI PENNABILLI AL QUEVIDA Il 3 settembre al Quevida di Porto Corsini i brani dei più famosi compositori cubani sono riproposti in una originalissima chiave timbrica dal Pennabilli Social Club
ELETTRONICA JAMIE JONES E TALE OF US IN CONSOLLE A RICCIONE Il produttore gallese Jamie Jones (nella foto) sarà al Cocoricò di Riccione il 9 settembre insieme allo scozzese Jackmaster Sabato 2 invece appuntamento con Tale of Us, duo italoamericano di fama mondiale
BATTISTI RIVIVE A RIMINI CON SERVILLOGIROTTO-BOSSOMARCOTULLI La voce degli Avion Travel Peppe Servillo (foto) protagonista a Rimini di un omaggio a Lucio Battisti in chiave jazz con un ensemble straordinario composto dal sax di Javier Girotto, la tromba di Fabrizio Bosso, il contrabbasso di Furio Di Castri, il pianoforte di Rita Marcotulli e la batteria di Mattia Barbieri. Il 12 settembre alla Corte degli Agostiniani, per “Percuotere la mente”
UN DISCO AL MESE
Il jazz “spirituale” della NTS: come (e cosa) non perdersi sul web di Bruno Dorella
Il web è una fonte inesauribile e gratuita di musica, questo l’abbiamo capito. La difficoltà talvolta è cercare di non perdersi, inondati da “consigliati per te” e link in ogni angolo della nostra benedetta pagina. Il fastidio del non poter surfare indisturbati non deve farci dimenticare che questa è comunque una grande risorsa. Allora a volte è bene sapere già dove andare. Ad esempio, i podcast. Sapete tutti cosa sono, ma per i pochi che “l’ho sentito nominare, ma non so esattamente...”, si tratta di selezioni musicali, per lo più radiofoniche, che restano sul web, a disposizione di chi voglia riascoltarle. Volete musica di qualità? Ci sono i podcast di “Battiti” di Radiotre, ad esempio. E già che siamo sulla pagina, non lo facciamo un giro sulle puntate de La Barcaccia? Allora io questo mese, al posto del solito disco, vi segnalo un podcast. Andate sul sito della benemerita NTS, dove troverete tanti bei mixcloud degli artisti più innovativi in circolazione, e cercate quello che si chiama History Of Spiritual Jazz. Da tempo cercavo la definizione esatta del tipo di jazz che mi piace di più. È vicino al free, ma nel calderone free c’è anche tanta roba molto fredda, invece “quel” free che dico io è caldo, trascinante. Ed ecco che arriva questo podcast fantastico, che lo chiama, con grande intuizione, Spiritual Jazz. E ci sono tutti: Alice e John Coltrane, Richard Abrahams, Albert Ayler, Art Ensemble Of Chicago, Douglas Kirk, Pharoah Sanders, Don Cherry, naturalmente Sun Ra, o gente che col free non c’entra nulla ma con lo spiritual sì, come Miles Davis o Lester Bowie, o perfetti sconosciuti (almeno alle mie povere orecchie): Kochi, Dwight Trible, Oneness Of Ju, The Village Poet... C’è perfino il nostro compianto Massimo Urbani. Gli episodi sono cinque, durano 2-3 ore l’uno, sono tutti fenomenali, tranne forse i primi 4-5 pezzi della puntata Psychedelic Jazz, che però poi si riprende alla grande e vola altissimo. Il bello del web è che potete ascoltarli, mollarli, riprenderli, ripartire daccapo, saltare avanti e indietro, insomma le stesse comodità che avete con ogni altro “device” (volevo troppo usare questa parola prima o poi). Basta prenderci confidenza. L’indirizzo completo, per chi vuole andare sul sicuro, è: http://www.nts.live/shows/black-classical-history-of-spiritual-jazz. Ma vi consiglio un giro su tutti i podcast di NTS. Lì sì che è bello perdersi.
* Batterista dei Bachi Da Pietra e degli OvO, chitarrista dei Ronin, membro della Byzanthium Experimental Orchestra, ex discografico, aspirante sommelier, orgoglioso ravennate d'adozione, in attesa della giornata di 48 ore per poter finire un paio di cose
R&DCULT settembre 2017
MUSICA
10 CLASSICA/1 L’ACCADEMIA DEL MAESTRO: E ANCHE MUTI SALE SUL PODIO L’Aida di Verdi sarà protagonista al teatro Alighieri di Ravenna nell’ambito dell’Italian Opera Academy (gli allievi sono direttori d’orchestra e maestri collaboratori selezionati fra centinaia di domande giunte anche quest’anno dai quattro angoli del globo) fondata da Riccardo Muti, che l’1 settembre presenterà l’opera al piano (alle 18), aprendo così ufficialmente la “scuola” anche a pubblico e uditori. Dal 2 al 10 settembre le prove al piano, con l’orchestra e con i cantanti; infine i due concerti finali con un programma di brani dell’opera verdiana: per il primo sarà Muti stesso a salire sul podio (12 settembre alle 20.30), per il secondo presenterà invece i giovani direttori suoi allievi (14 settembre alle 19). In buca sempre l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. Sul sito www.riccardomuti.com tutte le informazioni per partecipare come uditore, pubblico o sostenitore (nella foto di Silvia Lelli il maestro Muti con il cinese Jiao Yang nell’edizione dell’anno scorso dell’Academy).
CLASSICA/2
Alla scoperta della Sagra Musicale Malatestiana Panoramica sui concerti del mese: tra i protagonisti Yuri Temirkanov con l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo TEATRO
di Enrico Gramigna
Il settembre riminese si preannuncia molto ricco di appuntamenti musicali. La Sagra Musicale Malatestiana, giunta oramai alla 68esima edizione, proporrà, infatti, un calendario molto goloso per ogni amante della musica. Sarà l’Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia ad aprire le danze lunedì 4 con due tra le più celebri composizioni di Jean Sibelius, il poema sinfonico Finlandia e il grandioso Concerto per violino che sarà eseguito dal giovanissimo violinista armeno Sergey Khachatryan, a cui farà seguito la bellissima Sinfonia n.5 di Pëtr Il'ič Čajkovskij. Salirà sul podio il finlandese Mikko Franck, giovane e promettentissimo maestro, recentemente nominato Direttore Ospite Principale dell’orchestra ceciliana. Proseguendo con gli appuntamenti sinfonici (tutti alle 21 all’Auditorium della Fiera di Rimini), venerdì 8 sarà la volta della NDR Elbphilharmonie Orchestra, diretta dal valentissimo Juraj Valčuha. Il programma che l’orchestra amburghese eseguirà sarà incentrato su due dei più importanti poemi sinfonici scritti da Richard Strauss, il Don Juan e la Morte e Trasfigurazione. Sarà da prologo ad essi l’ispirata Sinfonia n.5 “Riforma” di Felix Mendelssohn. Lunedì 11 sarà la volta dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo diretta dal suo direttore principale fin dal 1988, Yuri Temirkanov, con il quale si cimenterà in un omaggio alla Russia musicale. Aprirà la serata il Concerto n.1 per violino di Dmitrij Dmitrievič Šostakovič eseguito dalla virtuosa spagnola Leticia Moreno prima delle Danze Sinfoniche, ultima composizione del grandissimo musicista russo Sergej Vasil'evič Rachmaninov. Chiuderà questa piccola rassegna orchestrale, venerdì 15, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna che eseguirà un programma dal titolo Disney’s Fantasia che lascia presagire la volontà di ricercare una sorta di captatio benevolentiae, infatti sarà il direttore statunitense Christopher Franklin a guidare la compagine emiliana tra le note che resero famosi i disegni dei due lungometraggi Disney. Sarà dunque interessante vedere come la bacchetta americana addomesticherà la compagine italiana durante la proiezione dei filmati contemporaneamente all’esecuzione dal vivo. Nella minirassegna interna “Musiche per Sigismondo”, settembre sarà il mese d’elezione per ascoltare musiche perdute (sempre alle 21). Si comincerà sabato 16 (alla chiesa del Suffragio) con l’Aminta Vocal Ensemble, coro diretto da Maria Elena Mazzella, che farà rivivere parte di quel bellissimo repertorio sacro quattro-cinquecentesco spesso ignorato dalle rassegne italiane. Martedì 19 (alla pieve San Michele) sarà la volta dell’Aminta Nuova Bottega Musicale Ferrarese che si occupa del recupero e della diffusione della musica vocale e strumentale rinascimentale con particolare attenzione alla produzione dell’area ferrarese. Il trio Reggiani-Catrani-Frana sarà di scena mercoledì 20 a Castel Sismondo e animerà la serata proponendo l’ascolto di brani di Guillaume Dufay intercalati da letture estratte dagli scritti di Henry de Montherlant. Sabato 30 sempre a Castel Sismondo chiuderà questo ciclo l’ensemble Il Turturino che eseguirà Donnes l’assault proprio Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini fino al 1468. Tra i progetti collaterali della Sagra il 24 settembre alle 21.15 all’Oratorio San Giovannino appuntamento per un dialogo a due tra il clavicembalista Francesco Cera e il tiorbista Francesco Romano, che indagheranno i rapporti tra Girolamo Frescobaldi e Johann Hieronymus Kapsberger nella Roma barocca di inizio ‘600. Concluderà questo settembre musicale, sabato 30 (alle 21 al teatro degl Atti), l’anteprima dei Concerti della Domenica con il Trio SCASM che suonerà l’eseguitissimo Piano Trio n.4 op.90 “Dumky” di Antonín Leopold Dvořák, il bel Piano Trio n.2 op.67 di Dmitrij Dmitrievič Šostakovič e in prima assoluta il Piano Trio “La preghiera della Pace” di Yevhen Fedorovych Stankovych. Info e programma completo: www.sagramusicalemalatestiana.it.
MUTA IMAGO ALLA SAGRA DI RIMINI METTE IN SCENA “CANTI GUERRIERI” CON LE MUSICHE DI MONTEVERDI
I
“Madrigali guerrieri, et amorosi con alcuni opuscoli in genere rappresentativo, che saranno per brevi episodi fra i canti senza gesto”. Questo il titolo-commento che accompagnò l’uscita, nel 1638, dell’Ottavo Libro di madrigali di Claudio Monteverdi, musicista cremonese del quale si festeggia quest’anno il 450° anniversario della nascita. La rappresentazione in forma scenica di questi madrigali è, quindi, prescritta precipuamente dal compositore e proprio questo sarà lo spettacolo che andrà in scena il 23 settembre alle 21.30 al Teatro degli Atti nell’ambito della Sagra Musicale Malatestiana. Darà vita alla prima delle due parti di questo libro, i madrigali guerrieri, l’Ensemble Arte Musica diretto dal clavicembalista Francesco Cera, non nuovo a queste prime rappresentazioni proprio nel festival romagnolo. Saranno dunque protagoniste le note di Monteverdi, adornate dalle parole di letterati di primissimo piano del Rinascimento quali Francesco Petrarca e soprattutto Torquato Tasso grazie al quale il compositore cremonese musicò il celeberrimo Combattimento di Tancredi e Clorinda, vertice massimo dei madrigali guerrieri dell’ottavo libro. L’ideazione dello spazio scenico è a cura di Muta Imago, compagnia romana che co-produce lo spettacolo insieme alla Sagra (nella foto una delle prove dell’allestimento).
MUSICA
R&DCULT settembre 2017
11 CONTEMPORANEA AL MUSEO ZAULI “OSSESSIONI”
TRA
SATIE
E
CAGE
“Ossessioni. Concetti sonori per menti libere” è un festival dedicato ai compositori contemperanei articolato in quattro serate (dal 10 al 13 settembre) al Museo Carlo Zauli di Faenza, in collaborazione con la Scuola di Musica Sarti e sotto la direzione artistica di Donato D’Antonio. Quattro concerti costruiti per porre l’attenzione su alcuni elementi tipici dei suoni dei nostri giorni attraverso evidenti relazioni con compositori che hanno fatto da apripista alle tematiche contemporanee: Satie, Cage, Scelsi. Il festival parte domenica 10 alle 18 con “Guovssahas - La luce che si può ascoltare”: Silvia Tarozzi al violino e Marco Padovani al pianoforte con videoproiezioni a cura di Marco Padovani e musiche di Pärt, Saariaho, Prokofiev, Catlin Smith, Cage, Arnold. Lunedì 11 alle 21 “Piano Soundscapes” con Lorenzo Meo al pianoforte e musiche di Monducci, Rääts, Pizzaleo, Saariaho, Deserti; martedì 12 alle 21 “Open Cage” con al pianoforte Agnese Toniutti e musiche di Cage e Dun; mercoledì 13 infine alle 21 “Prepared Piano” con il pianista Matteo Arevalos alle prese con brani di Satie, Cowell, Cage , Feldman, Bussotti, Razzi e sue composizioni. Prenotazione obbligatoria entro le 16 della giornata del concerto. Posti limitati. È possibile abbonarsi ai quattro concerti. Ingresso singolo concerto 8 euro, abbonamento 24 euro. Info e prenotazioni: 333 8511042 e museocarlozauli@gmail.com.
CLASSICA/3
Il pianista tedesco Knauer a Forlì per l’Emilia Romagna Festival L’Emilia Romagna Festival torna in Romagna in settembre – domenica 3 alle 21 al Chiostro dei Musei di San Domenico – con l’atteso concerto di Sebastian Knauer, pianista potente e versatile dal vasto repertorio, che si esibirà in recital con brani che andranno da Schubert a Beethoven fino alla famosa Rapsodia in Blu di Gershwin. Dal concerto di debutto a 14 anni presso la Laeiszhalle di Amburgo, sua città natale, Sebastian Knauer ha oggi alle spalle più di un quarto di secolo di carriera concertistica. Si è esibito in più di 50 paesi in quattro continenti e in prestigiosi contesti ed ospite regolare in famosi festival.
La Cappella Neapolitana di Antonio Florio, attesa a Lugo il 30 settembre
CLASSICA/5
Purtimiro riparte nel segno di Bach Il festival di Lugo torna con il direttore Alessandrini e il barocco napoletano Dopo il successo di pubblico e critica della prima edizione, torna (in anticipo rispetto al 2016) dal 29 settembre al 15 ottobre il festival barocco del teatro Rossini di Lugo, Purtimiro, sempre sotto la direzione musicale di quel grande musicista e studioso del periodo barocco che risponde al nome di Rinaldo Alessandrini. Clavicembalista, musicologo, direttore, ammirato internazionalmente quale interprete di riferimento per la musica del Sei-Settecento, Rinaldo Alessandrini ha intrapreso nel 2016 l’incarico di direttore musicale del festival con il proposito di fare di Lugo un centro di eccellenza per la presentazione, e in alcuni casi per la riscoperta, di perle del repertorio operistico italiano del tempo. Esattamente vent’anni dopo aver licenziato la sua lettura dell'Arte della Fuga di Bach – un'incisione ormai storica che ha vinto premi e ricevuto riconoscimenti internazionali – Alessandrini torna all'amatissimo Johann Sebastian Bach con una nuovissima lettura delle celebri Variazioni Goldberg nel concerto inaugurale di Purtimiro 2017, il 29 settembre al teatro Rossini, che prende il titolo “Variations on Variations” e sottotitolo “Le Variazioni Goldberg di Bach come non si sono mai sentite”. Si tratta infatti della prima esecuzione della sua nuova trascrizione per archi e cembalo dell'immenso capolavoro reso celebre dalle inter-
pretazioni pianistiche di Glenn Gould. Sabato 30 settembre sempre alle 20.30 sarà poi la volta di una rarità operistica di un compositore barocco di origine pugliese, poco conosciuto: Giovanni Cesare Netti, nato a Putignano di Bari nel 1649 e morto a Napoli nel 1686 a 36 anni. Di Netti, che fu prolifico autore di cantate e musiche liturgiche, si potrà ascoltare in forma di concerto l'opera La Filli, esempio di commedia pastorale di scuola napoletana in cui protagonisti sono due coppie di giovani amanti le cui storie d'amore si intrecciano con inevitabili travestimenti, equivoci e colpi di scena. A riportare in vita questo autentico gioiello operistico di Netti, che dal 1680 ricoprì l'ambito ruolo di Maestro di Cappella al Tesoro di San Gennaro al Duomo di Napoli, sarà il massimo campione della renaissance musicale del barocco napoletano, il direttore e musicologo Antonio Florio alla testa della sua Cappella Neapolitana. Complesso quest'ultimo con cui prosegue il suo cammino di ricerca e di approfondimento intrapreso oltre trent'anni or sono con la Cappella della Pietà de’ Turchini. Gli interpreti vocali saranno i soprani Federica Pagliuca (Filli) e Leslie Visco (Rosetta), il mezzosoprano Daniela Salvo (Berillo) e il tenore Rosario Totaro (Tirsi). Su R&D Cult di ottobre il resto del programma. Info: www.purtimiro.it.
CLASSICA/4
La musica antica con strumenti originali a Ravenna entra nel museo del mosaico Nuovo nome – “Tamo Barocca. I concerti di Accademia Bizantina” – e nuova location – il museo “Tamo-Tutta l’Avventura del Mosaico” di Ravenna – per la diciannovesima edizione della rassegna di musica antica promossa dall'ensemble Accademia Bizantina. Rassegna che propone esecuzioni filologiche con strumenti originali – con montature e accordature storiche – all’interno di una programmazione che spazierà nei repertori del Seicento e dell’Ottocento. Tamo Barocca si compone di sette concerti, in programma ogni domenica mattina alle 11 dal 10 settembre al 22 ottobre. Vediamo qui gli appuntamenti del mese di settembre. L’apertura, domenica 10, è affidata all'ensemble Harmonicus Concentus, che proporrà musiche di Biber, de Dalande e Telemann, per poi proseguire il 17 settembre con il Silverstein-Valli Duo & Friends (nella foto la violinista Elicia Silverstein) e le musiche di Franz Schubert. L'appuntamento successivo, il 24 settembre, vedrà invece protagonista l’Archipelago Ensemble, che eseguirà musiche di Buxtehude, Migali, Handel e Locatelli.
Colazioni, pranzi, aperitivi festeggiamo insieme il nostro primo anno di attività!
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TEATRO
FORLÌ
Crisalide di settembre con i Masque Tra filosofia, danza, teatro e performance: fino al 10 settembre la prima parte dello storico festival Lo storico festival Crisalide, diretto a Forlì da Masque teatro, torna e amplia la propria programmazione strutturandosi in due parti: la prima in chiusura della stagione estiva, dall’1 al 10 settembre, la seconda in autunno, dal 2 al 5 novembre. Il festival, che da anni intreccia una ricerca sulle arti performative a indagini filosofiche, avrà luogo principalmente nel teatro Félix Guattari, sorto a Forlì dalla ristrutturazione e dall’adeguamento degli spazi dell’Ex Filanda Maiani. Altri spazi della città utilizzati saranno La Fabbrica delle Candele e il Puntodonna. La XXIV edizione di Crisalide proporrà un programma di teatro, musica, danza (tutta al femminile), video performance, incontri e workshop, a cura di artisti e studiosi italiani e internazionali. Ecco il programma del primo step, quello va dall’1 al 10 settembre. Venerdì 1 settembre, Masque teatro presenterà Just Intonation, interpretato da Eleonora Sedioli. Il regista Lorenzo Bazzocchi suggerisce: «Il lavoro trae la sua origine da due polarità solo apparentemente distanti: da una parte l’interesse manifestato da Kafka per la pura intensa materia sonora, in un costante rapporto con la sua abolizione, dall’altra l’affezione di La Monte Young per un suono concepito come atomizzato, evento singolare con vita a sé stante, indipendente dall'esistenza umana». Sabato 2 settembre, dalle 10 alle
Meytal Blanaru, Aurora
17.30, al Puntodonna di Forlì, l’attrice e regista Catia Gatelli, ora di base a Berlino, e la direttrice artistica belga Frie Leysen cureranno la giornata di studio “Intorno all’esperienza”. Alle 21, al teatro Félix Guattari, Roberta Mosca e Canedicoda presenteranno Ci vorrebbe quel sonno che calma lo sguardo, frammento di Musica per un giorno, appuntamento performativo della durata di 24 ore che si svolge una sola volta l’anno per un
ciclo complessivo di 24 anni. Il 3 settembre, dalle 10 alle 18, alla Fabbrica delle Candele, Chiara Lagani di Fanny & Alexander condurrà il corso intensivo per attori “L’eterodirezione”. Alle 18 ll matematico Ivano Arcangeloni proporrà la conversazione L'(In)Esprimibilità Dell'irrazionale: «Prendendo le mosse dalla lettura del Menone di Platone si analizzerà la questione delle grandezze irrazionali nella
matematica greca». Alle 21, al Félix Guattari, il collettivo newyorchese Microscope Gallery, duo formato da Elle Burchill e Andrea Monti, proporrà Controlled Implosions, live performance che «utilizza video di demolizioni urbane girati da Burchill a New York che l’artista ha successivamente esposto ad accidentali ma controllati processi di interferenza e decostruzione digitale, accompagnati dalle sonorizzazioni
dal vivo di Monti». Chiude la densa giornata il filosofo forlivese Rocco Ronchi, che presenterà il suo ultimo libro Il canone minore. Verso una filosofia della natura (Feltrinelli, 2017). L’8 settembre, in due repliche, alle 19 e alle 21, al Félix Guattari, la Compagnia Opera presenterà Film, creazione originale che mette in scena un’attrice e una macchina cinematografica complessa. Sabato 9 settembre, alle 19, alla Fabbrica delle Candele, la coreografa e danzatrice Sonia Brunelli sarà in scena con RP Boo “Classics Vol.1”. Si proseguirà poi con la studiosa e dramaturga Piersandra Di Matteo, che al Félix Guattari alle 21 proporrà The Big Swallow. A seguire Eleonora Sedioli di Masque teatro sarà in scena con Il presente, di cui è autrice e interprete. Per l’ultima giornata, alle 18, Raimondo Guarino, Marco Pascarelli e Lorenzo Bazzocchi proporranno Il Sole Imprigionato, incontro che dà il titolo all’edizione 2017 del Festival Crisalide. L’incontro è dedicato a Locus Solus, capolavoro del grande scrittore francese Raymond Roussel di cui Marco Pascarelli, direttore delle Edizioni Grenelle, ha curato l’ultimissima traduzione ed edizione. Alle ore 21, al Félix Guattari, l’israeliana Meytal Blanaru presenterà a Crisalide il suo assolo Aurora: «Questo lavoro nasce da una domanda che continuava a tornarmi in mente: quanto di ciò che sono veramente viene da dentro di me e quanto è stato forgiato e plasmato dalle norme della società?». Chiuderà la serata il concerto di Matteo Ramon Arevalos, che eseguirà Palais de Mari, ultima opera per pianoforte di Morton Feldman. Info: www.crisalidefestival.eu.
TEATRO
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A sinistra il coreografo spagnolo Hector Plaza con Agnes Sales in Ehiza (foto di J. Garcia); a destra Manfredi Perego in Dei Crinali (foto G. Fantuzzi)
RAVENNA
“Ammutinamenti”: micro-utopie realizzabili Dal 9 al 19 settembre la danza urbana torna a colonizzare la città tra giovani autori e big della scena internazionale
Altri Paesaggi è il tema della diciannovesima edizione del festival Ammutinamenti in cui la danza diventa il dispositivo per raccontare gli altri paesaggi della contemporaneità. Dal 9 al 19 settembre la città diventerà scena per azioni performative che colonizzano, come erbe pioniere, i luoghi; ne muteranno radicalmente la fenomenologia, esponendoli a diversi punti di vista, a differenti pratiche umane, affettive, sociali e culturali. Ammutinamenti quest’anno aprirà la strada a micro-utopie realizzabili attraverso il corpo, l’azione e la parola. Protagonisti di questa edizione più di 40 danzatori e coreografi, tra artisti e compagnie emergenti – fra cui i selezionati per la Vetrina della giovane danza d'autore in scena dal 15 al 17 settembre – e big della scena nazionale e internazionale tra cui Hector Plaza, Daniele Albanese, Alessandro Carboni, CollettivO CineticO, Manfredi Perego, gruppo nanou e Nicola Galli. Si aprono le danze in piazza San Francesco con DEVICE Ravenna, evento speciale di CorpoGiochi, esito del laboratorio condotto da Monica Francia (ore 17.30). A seguire (ore 18) la piazza ospiterà il graditissimo ritorno in città del coreo-
grafo spagnolo Hector Plaza con Ehiza; alle 18.15 parte Dandelion – incursioni di corpi danzanti e parole, percorso itinerante in cui il pubblico sarà accompagnato dai giovani performer protagonisti delle incursioni nei locali dal centro alla Darsena, mentre il critico d’arte Sabina Ghinassi curerà i dialoghi per il progetto Appunti per un terzo paesaggio. La prima giornata si conclude poi con l'anteprima nazionale dello spettacolo VON di Daniele Albanese (Artificerie Almagià, ore 22, ransfer da Rimini. Per info 320 9552632) che debutterà poi nel prestigioso festival Torinodanza. Seconda giornata (domenica 10) altrettanto densa di appuntamenti: alle 11 iniziano l'immancabile mercatino vintage e second hand Garage Sale e, alle Artificerie Almagià, Invito alla danza appunti per nuovi innesti tra antico e contemporaneo: protagonisti le scuole di danza e i gruppi informali del territorio. La giornata continua con il laboratorio per adulti e bambini dai 5 anni CorpoGiochi OFF, condotto da Monica Francia e Francesca Serena Casadio presso la palestra della scuola Montanari (dalle 14.30, con dimostrazione finale nella banchina della Darsena alle 19.30). All'Ex Tiro a Segno di via d'Alaggio ci sarà
As if we were dust dell'artista interdisciplinare Alessandro Carboni (ore 18); mentre Darsena Pop Up ospiterà Shani Militello con Gabbie, performance realizzata per RAM “Facciamo un '77” (vedi p. 25). Magazzeno Art Gallery (ore 20.30) accoglierà la performance site specific del coreografo Nicola Galli, a cui seguirà il dj set a cura di Spoon. Dopo la pausa di lunedì, si riparte il 12 settembre con CollettivO CineticO e i loro 10 Miniballetti, mentre il 13 Manfredi Perego/Tir Danza presenterà Dei Crinali e Horizon Young: entrambi gli appuntamenti alle Artificerie Almagià ore 21.30. Da segnare in agenda anche gli appuntamenti con le “prove d'autore” dei talentuosi coreografi Davide Valrosso con il Balletto di Roma (15 settembre, Almagià) e Manfredi Perego con Balletto di Toscana Junior (17 settembre, Almagià). Appuntamento con gruppo nanou per domenica 17 (ore 16 e in replica ore 16.45, Ardis Hall) con l'apertura pubblica del progetto Alphabet – il corpo e lo spazio. Conclude come di consueto il festival il Compito in Piazza, dimostrazione di prove urbane dei laboratori CorpoGiochi a Scuola (19 settembre ore 10.30, piazza San Francesco).
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TEATRO
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LA FESTA
COMICO
Bagnacavallo ricorda Longanesi con Marescotti. Atteso anche Pedrini Leo Longanesi e uno scatto da una delle passate edizioni della festa di San Michele
Gli spettacoli della festa dell’Unità di Ravenna Due gli spettacoli teatrali alla festa dell’Unità provinciale di Ravenna, nell’area del Pala de André. Il 7 settembre alle 21 in scena ci saranno tre comici romagnoli: Maria Pia Timo, Maurizio Ferrini e Andrea Vasumi, al palco centrale. Mentre il 9 settembre, nella spazio “La piazza”, il bagnacavallese Ivano Marescotti si esibisce accompagnato al piano da Vittorio Bonetti.
A Leo Longanesi, giornalista, editore, pubblicitario e intellettuale di origini bagnacavallesi, è dedicata la Festa di San Michele, che si svolgerà a Bagnacavallo da giovedì 28 settembre a domenica 1 ottobre. Il giorno prima dell'inizio della festa si celebrano infatti i sessant'anni dalla scomparsa di questa figura controversa e geniale che ha segnato la sua epoca e che Bagnacavallo vuole ricordare con uno dei suoi aforismi, “La fantasia è la figlia diletta della libertà”, che ispirerà tutta la festa. Mostre d'arte, appuntamenti culturali, concerti e spettacoli saranno quindi dedicati alla libertà di espressione, alla forza liberante della creatività. A partire dall'inaugurazione della festa, affidata all'attore Ivano Marescotti che darà corpo e voce a Leo Longanesi nello spettacolo ospitato nel Giardino degli Aforismi giovedì 28 settembre alle 20.30. Longanesi è stato un intellettuale capace di grandi innovazioni nel campo dell'informazione e della comunicazione, innovazioni che saranno al centro di un calendario di appuntamenti a lui dedicato, che si svolgeranno prima, durante e dopo San Michele. La mostra d'arte principale sarà allestita al Museo Civico delle Cappuccine (vedi p. 26), mentre fra gli spettacoli sul palco centrale di piazza della Libertà, cuore della festa, sabato 30 settembre Bagnacavallo ospiterà Omar Pedrini in una tappa del suo tour per la presentazione del nuovo album Come se non ci fosse un domani. Momento speciale dell'edizione 2017 sarà poi “La domenica del pallone”, un'intera giornata (domenica 1 ottobre) dedicata all'antico gioco del pallone a bracciale, che nel corso dell'Ottocento rappresentò uno degli spettacoli di punta dela Festa di San Michele. L'antica tradizione, scomparsa sul finire degli anni '40 del Novecento, sarà fatta rivivere attraverso un libro, pubblicato grazie all'Art Bonus, la partita e un film.
DANTE INFERNO
NOVECENTO CON
RIONDINO
E
LOMBARDI
Alle 21 di venerdì 15 settembre, nei Chiostri Francescani a Ravenna, nell’ambito di Dante 2021 (vedi p. 19), uno spettacolo dedicato all’Inferno di Dante: due figure di riferimento della storia del teatro italiano, Sandro Lombardi e David Riondino metteno a confronto i personaggi della prima cantica con grandi icone o momenti cruciali del nostro tempo. Inferno Novecento (drammaturgia di Fabrizio Sinisi e regia di Federico Tiezzi) si propone come un racconto visionario dell’anomalo, tremendo secolo passato, che ora attualizza il poema e ora nobilita le prose moderne. Nel confronto fra poesia e cronaca canti dell’Inferno dantesco si avvicendano a brani di articoli di grandi giornalisti.
CINEMA
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CONTROCINEMA
Dunkirk, titanismo in azione per un capolavoro Il film di Nolan tra i migliori del decennio: la grande ritirata degli inglesi nel 1940 a Dunkerque diventa sforzo epico di Albert Bucci*
Il mese di settembre inizia molto bene. In attesa che entrino in sala i film di Cannes, e di vedere quello che offrirà Venezia, si potrà subito ammirare un grandissimo film che non potete perdere per nessuna ragione o giustificazione: Dunkirk, a partire dal 31 agosto. Dunkirk è il nuovo film di Christopher Nolan: sì, l'autore di Memento e Insomnia, di Batman e del Cavaliere Oscuro, di Inception e di Interstellar. Dunkirk è un film di guerra: la storia della evacuazione degli eserciti inglese e francese dal porto francese di Dunkerque durante la II guerra mondiale, maggio-giugno 1940, accerchiati dall'esercito nazista. Un momento memorabile della storia della guerra perché, pur di fronte alla ritirata, l'Inghilterra non capitolò, riuscendo a salvare più di 300mila soldati da un fronte militare
allora tutto a favore della Germania. Dirò subito cosa ne penso: Dunkirk è un capolavoro. Non so se sia il migliore film di Nolan, ma è stupefacente il cambio di direzione di questo grandissimo autore inglese. Perché Nolan si cimenta con il cinema di guerra, ma lo fa a modo suo, ribaltando completamente le classiche architravi narrative del genere. La storia narrata è antilineare, e sembra ricordare le complesse costruzioni fantascientifiche di Interstellar. Spazio, tempo e azione sono spezzati e poi ricostruiti. Il film si sviluppa lungo tre grandi tracciati: la battaglia di terra (che dura una settimana), un viaggio in mare (che dura un giorno) e la battaglia aerea in cielo (che dura un'ora), tre ambienti con tre tempi distinti, tre personaggi semi-protagonisti e tre azioni che si sovrappongono progressivamente come spirali. Per questo motivo, non c'è l'eroe protagonista singolo. Dunkirk è un
film corale, l'epopea intima dello sforzo collettivo di fronte a una tragedia collettiva. Ci sono come detto tre personaggi che catalizzano il punto di vista nelle tre linee principali del racconto, ma nessuno di loro può essere ricondotto al classico eroe salvatore. Altro elemento straniante: non si vede mai il nemico nazista, se non alla fine del film, e solo come figure nere in controluce. Sappiamo che i soldati inglesi stanno scappando dai tedeschi, ma questi ultimi non compaiono mai. E non vediamo mai nemmeno i generali e politici inglesi, nemmeno il mitico Churchill, coloro che hanno gestito e pianificato la ritirata. Il film è una completa immersione nei soldati che combattono e si ritirano. E ciò non può essere casuale. La grande ritirata dalla guerra, sviluppata sui tre grandi elementi Terra Acqua Aria, assume sempre più una dimensione epica di lotta contro il
tutto, come se si scappasse da una Natura che può accogliere ma anche uccidere, andando sempre più verso un clima da film catastrofico, survival, se non addirittura apocalittico. La ritirata non è più una sconfitta: diventa sforzo mitologico, titanismo in azione, esplosione della primordiale ansia di sopravvivere. Dunkirk segna una nuova tappa nel cinema, e non solo di guerra, e sicuramente finirà tra le migliori opere del decennio. *Albert Bucci (Ravenna, 1968) è direttore artistico del Soundscreen Film Festival e consulente alla selezione del Ravenna Nightmare. È stato docente di Sceneggiatura presso l'Università Iulm di Milano, e produttore esecutivo di spot pubblicitari. In una vita parallela, possiede anche una laurea in Fisica Teorica. (Il suo vero nome è Alberto, ma in effetti è meglio noto come Albert).
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SETTIMANA DAL BUON VIVERE/1
Cederna e l’attualità del naufrago Odisseo L’attore torna alla manifestazione di Forlì con una lettura dal poema epico per gli studenti di Federica Angelini
IL PROGETTO
Attore di cinema (chi non ricorda la sua presenza in Mediterraneo di Salvatores) e di serie tv (impersona l’ex magistrato Borrelli nelle serie 1992 e 1993), Giuseppe Cederna è anche narratore, autore, attore teatrale. Ed è un ospite più o meno fisso della Settimana del Buon Vivere, la manifestazione che torna quest’anno a Forlì per mescolare linguaggi e momenti di incontro attorno a temi trasversali che fanno la qualità della vita di una comunità (per il programma vedi p. 18). Quest’anno Cederna a Forlì porterà – il 25 settembre alle 10 in uno spettacolo pensato per le scuole ma non solo nella chiesa di San Giacomo – Odisseo all’isola dei Feaci. Non ti stai perdendo un’edizione della Settimana del Buon Vivere, ormai sei un testimonial... «Sì, è uno di quegli inviti che accetto a scatola chiusa, per il rapporto di amicizia e stima rispetto agli organizzatori. In Italia ci sono tantissimi festival e manifestazioni e a noi attori capita di frequentarne molti, e a volta capita di sentirsi al posto giusto con persone giuste: è quello che accade per me a Forlì. Certo, è lavoro, ma è anche altro. Sono andato non solo con spettacoli
IL POEMA A PUNTATE PER LE VOCI DI ATTORI CONTEMPORANEI
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I tre canti dell’Odissea che Giuseppe Cederna proporrà al pubblico del Buon Vivere sono in realtà una costola di un progetto più ampio nato in Liguria e che da anni prosegue coinvolgendo una molteplicità di attori, Odissea – Un racconto Mediterraneo ideato da Sergio Maifredi. Si tratta di «un progetto permanente, un percorso da costruire canto dopo canto scegliendo come compagni di viaggio i grandi cantori del teatro contemporaneo e quegli artisti che sappiano comunicare in modo estremamente diretto, non con la protezione del “buio in sala” ma guardando negli occhi il proprio pubblico, non proteggendosi dietro gli schermi delle belle luci o di una bella musica di sottofondo ma affrontando a mani nude la parola». Tra questi attori, oltre a Cederna, hanno partecipato anche Paolo Rossi, Moni Ovadia, Amanda Sandrelli, Davide Enia, solo per citarne alcuni. Spesso questi canti sono stati interpretati non in teatri, ma sulle spiagge della Penisola, in una sorta di racconto ininterrotto, una sorta di “fiction” a puntate dell’antichità che attraversa oggi il Mediterraneo da est a ovest
«Arrivato su un’isola sconosciuta,
Ulisse prega di essere accolto. È la preghiera che noi oggi preferiamo ignorare e dimenticare
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veri e propri, perché qui si possono raccontare viaggi e poesie e piccole visioni, è un luogo dove posso portare ciò che conta per me e tutto viene raccolto». Cosa porterai quest’anno al pubblico del Buon Vivere? «Una cosa particolare, a cui tengo molto e che fa parte di un
progetto più ampio (vedi box, ndr). Leggerò tre canti dell’Odissea che sono la parte centrale, quando Ulisse rinuncia all’immortalità e si mette in mare e naufraga su un’isola che non conosce. In quel momento è un naufrago e ha paura: ha perso il nome, è nudo, non sa come sarà accolto. Per
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17 SETTIMANA DEL BUON VIVERE/2 questo quando arriva sulla costa si inghinocchia e prega di essere accolto. È una preghiera che noi non sentiamo, perché non riusciamo a immaginarci come naufraghi. Di più, è una preghiera che non vogliamo sentire, che vogliamo dimenticare in fretta. Oggi magari ci commuoviamo sul momento, ma poi preferiamo dimenticare in fretta. Ecco, credo che l’epica e la poesia di 2.800 anni fa possa parlare anche dell’adesso». Il tema dei migranti è oggi quanto mai attuale e tira fuori spesso il peggio dalle persone, niente di più lontano dal “buon vivere”. Tu lo proporrai a un pubblico di studenti? Come pensi di essere ricevuto? Ti capita spesso di confrontarti con ragazzi così giovani? «Sì, è vero. Mi capita sempre più spesso di incontrare studenti universitari, ma anche di licei e scuole medie, a cui racconto come sono nati i miei spettacoli, qual è stato il mio percorso, i momenti difficili. Credo che quando sei sincero e sai trasmettere esperienze personali, puoi entrare in relazione, in empatia con questi ragazzi che stanno vivendo forse l’età più difficile e creare una relazione vera, ed è davvero una bella occasione. Sono particolarmente felice di poter recitare questi canti dell’Odissea anche perché sono
molto legato al Mediterraneo, sia personalmente che professionalmente. Da dopo il film, poi, sono tornato in Grecia ogni anno, nelle isole (Cederna si trovava in Grecia anche durante la nostra telefonata, ndr)». Sei stato anche in quelle di fronte alla Turchia, divenute negli ultimi anni meta dei profughi siriani in questi ultimi anni? «Sì, sono stato a Lesbo e a Samos e a ottobre debutterà il nuovo spettacolo che si intitola Da questa parte del mare con testi di Gianmaria Testa e una scrittura anche mia, nata proprio da un’eperienza molto forte, direi fisica, di un incontro che ho avuto a Samos. E trattandosi appunto di un’esperienza vissuta vengo creduto. Il tema è naturalmente quello dei migranti. Lo spettacolo che stiamo preparando sarà in prima a Torino». Speriamo allora di vederlo presto anche in Romagna. A parte la tappa al Buon Vivere che rapporto hai con questo angolo d’Italia? Ti è capitato di frequentarlo? Come appare a un romano? «Mi è capitato di produrre diversi spettacoli nel teatro di Longiano e l’ho sempre trovata un luogo accogliente, dove passare bei momenti anche a tavola, che è un aspetto importante, anche questo ha a che fare con il “buon vivere”».
«Al Buon Vivere
vengo sempre a scatola chiusa, perché mi sento al posto giusto, con le persone giuste
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Personae: la più grande mostra di Erwitt in Italia, il fotografo presente alla vernice La Settimana del Buon Vivere che si articolerà tra Cesena e Forlì dal 23 settembre al 1 ottobre, avrà una speciale anteprima il 22 settembre: l’inaugurazione della grande mostra antologica di Elliott Erwitt studiata in esclusiva per la tappa forlivese, la più ampia e completa mai allestita in Italia, che si intitolerà proprio come l’edizione di quest’anno: “Personae”. La mostra sarà visitabile fino al 7 gennaio ai Musei di San Domenico. Il grande fotografo sarà a Forlì il 22 settembre stesso, alle 21, nella Chiesa di San Giacomo, intervistato da Roberto Cotroneo.
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18 Dopo l’anteprima del il 22 settembre con Eliott Erwitt (vedi pag. 17), la Settimana del Buon Vivere – manifestazione ideata da Monica Fantini e quest’anno intitolata “Personae” – entrerà nel vivo sabato 23 con la tradizionale Notte Verde e dell’Innovazione Responsabile dedicata ai temi della sostenibilità e, quest’anno, focalizzata sulla tutela dell’Aria. In questa giornata, oltre agli eventi curati da centinaia di associazioni e aziende del territorio per diffondere la cultura green, sono previsti anche momenti di dibattito sul tema come il dialogo tra il professore emerito Vincenzo Balzani e il conduttore di Caterpillar Massimo Cirri (ore 18.30 Piazzetta della Misura). Alle 22.30 Piazza Saffi diventerà un teatro a cielo aperto con lo spettacolo di danza aerea Molecole Show. La serata prevede la partecipazione straordinaria di Cecilia Dazzi. Domenica 24 sarà la giornata dedicata alla solidarietà con l’ormai tradizionale Pranzo Solidale il cui ricavato andrà devoluto all’Emporio della Solidarietà della Caritas. Alle 21, alla Chiesa di San Giacomo, Neri Marcorè aprirà ufficialmente l’ottava edizione della Settimana del Buon con un monologo inedito sul tema. Lunedì 25, Giusppe Cederna rifletterà con gli studenti delle scuole sulle migrazioni (vedi pag. 16), mentre alle 18 alla Chiesa di San Giacomo il filosofo e teologo Vito Mancuso ragionerà sul concetto di libertà. Alle 21, la serata si animerà con un dialogo tra l’astrofisico Marco Bersanelli e il giornalista Gianni Riotta. Martedì 26 il primo degli “esercizi di valorizzazione del territorio” dedicato alla narrazione dell’eredità del Novecento. Nicola Saldutti, capo redattore economia del “Corriere della Sera”, condurrà alle 16 all’ex Gil, un percorso sul tema della crescita economica attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale. I partecipanti all’Executive Master del Sole24ore “Management
SETTIMANA DEL BUON VIVERE/3
Musica, teatro e dialoghi su innovazione, donne e libertà Geppy Cucciari (a sinistra) terrà uno spettacolo sulle donne; Neri Marcoré (a destra) introdurrà la settimana con un testo inedito
dell’Arte e dei Beni Culturali” presenteranno una proposta dedicata alla Romagna e frutto di un lavoro svolto in collaborazione con il progetto Terra del Buon Vivere. Alle 21 Mario Calabresi, direttore de La Repubblica, Gianni Riotta e Roberto Pinza (presidente Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì) attraverseranno gli ultimi 25 anni della storia del nostro paese. L’evento si inserirà nel programma elaborato per i 25 anni della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Mercoledì 27 il secondo “esercizio di valorizzazione del territorio”, alle 14 al Salone Municipale, sarà dedicato all’in-
novazione digitale “per ideare modalità, percorsi e prodotti capaci di promuovere la bellezza e la distintività di questa parte d’Italia”. Alle 15.30, per l’evento “Fattore R: Primo Forum dell’Economia della Romagna” l’economista Jean Paul Fitoussi dialogherà con Enrico Giovannini (già presidente Istat), Sandro Gozi (sottosegretario Presidenza dei Ministri), Stefano Bonaccini (presidente della regione Emilia Romagna), Davide Iacovone (Ernst Young) e Gianluca Semprini (Rai). Alle 21 alla Chiesa di San Giacomo Paola Minaccioni porterà in scena il suo spettacolo comico La ragazza con la vali-
gia. Giovedì 28 il terzo e ultimo degli “esercizi di valorizzazione del territorio” (alle 14 al Salone comunale) questa volta dedicato allo storytelling con Donald Smith e Giovanna Conforto (direttrice creativa del Centro Italiano Storytelling). Alle 21 alla Chiesa di San Giacomo Geppi Cucciari presenterà l’immancabile format del Buon Vivere: Il Punto di Vista della Virgola, sguardo sulle donne capaci di fare la differenza. Venerdì 29 la Settimana si sposterà si allargherà a Cesena: il giornalista Luca Pagliari, alle 10 e il giorno precedente alla stessa ora alla Chiesa di San Giacomo a Forlì, presenterà il format
ideato in collaborazione alla Settimana del Buon Vivere per parlare di bullismo fra i giovani e giovanissimi: #dodicidue. Alle 18 Serena Dandini condurrà il pomeriggio dedicato alla presentazione attività del Consorzio Romagna Iniziative e la nuova collaborazione con la Settimana del Buon Vivere. Alle 21 lo psicanalista e saggista Massimo Recalcati terrà una Lectio Magistralis dal titolo I figli ora capiscono di aver bisogno di un padre. A Forlì, invece, si svolgeranno le iniziative della Notte Europea dei Ricercatori. Sabato 30 si approfondiranno i temi della convenzione Onu sui diritti dei disabili, al Teatro Diego Fabbri: Simona Atzori alle 10 parteciperà danzando e raccontando la propria esperienza presentata da Roberto Mercadini e alle 16 un gruppo di attori guidati da Ivano Marescotti leggerà alcuni articoli della Convenzione delle Nazioni Unite. Alle 18, il fotografo di fama internazionale Ferdinando Scianna darà vita, con Denis Curti (direttore della Casa dei Tre Oci), a un dialogo intorno alla potenza delle immagini e dell’arte della fotografia. Alle 20.30, per i 10 anni dell’Irst (Istituto Tumori della Romagna), primo tra i partner della Settimana del Buon Vivere, si terrà il concerto del grande trombettista jazz Paolo Fresu. Domenica 1 ottobre la chiusura della Settimana alle 21 alla Chiesa di San Giacomo, l’occasione per rivivere i momenti più belli e per darsi appuntamento all’edizione 2018. Dal 25 settembre la Cittadella del Buon Vivere, nell’area antistante la Chiesa di San Giacomo e già attiva dal 23 agosto con la rassegna Estate in Barcaccia, verrà ulteriormente ampliata e animata tutti i giorni con workshop, incontri, giochi, presentazioni e proiezioni a cura delle tantissime associazioni che hanno risposto al bando. Il programma completo e sempre aggiornato su www.settimanadelbuonvivere.it.
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L’imprenditore Brunello Cucinelli, tra Corrado Augias ed Enrico Ruggeri, tutti attesi al festival Dante 2021
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Verso il 2021 tra teatro, incontri e premiazioni In scena Inferno Novecento con Riondino e Lombardi. Premiati Corrado Augias e Enrico Ruggeri Settembre si conferma il mese di Dante, a Ravenna, città che ne accoglie le spoglie, con tantissimi eventi dedicati al Sommo tra conferenze, visite guidate a tema, progetti con le scuole, letture pubbliche delle Commedia. Tra gli eventi clou torna anche il festival Dante 2021, giunto alla VII edizione e rivolto (da qui il nome) alle celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, il festival si articola quest’anno sotto il motto: «il lungo studio e ’l grande amore» (Inferno I, v. 83) Il Festival si apre mercoledì 13 settembre alle 17 agli Antichi Chiostri Francescani con i saluti di rito e l’incontro “Dante parla russo” con Alexander P. Lobodanov dell’Università Lomosonov di Mosca, che illustrerà la grande diffusione dell’amore per l’opera dantesca in Russia e quanto questa abbia contribuito ad arricchire la stessa poesia russa. Alle 18.30 l’inaugurazione della mostra che vedrà protagoniste le 22 Visioni dantesche di Aristide Foà. Alle 21 la Basilica di San Francesco si fa palcoscenico per il concerto promosso e offerto dall’Associazione Musicale Angelo
Mariani di Ravenna: per I canti del Purgatorio si esibiranno la soprano Giulia Semenzato e la mezzosoprano Josè Maria Lo Monaco, con la voce recitante di Marcello Prayer accanto al Coro Ludus Vocalis, il Coro Santo Spirito e l’Orchestra Città di Ferrara, diretti da Diego Terreni. Giovedì 14 settembre alle 17 nella Sala Dantesca della Biblioteca Classense, il direttore de La Stampa Maurizio Molinari e Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna e dell’Associazione Bancaria Italiana dialogheranno sulla perdita nella società contemporanea del “senso del noi”. Venerdì 15 settembre l’appuntamento è di nuovo alla Sala Dantesca della Classense con la dantista Teodolinda Barolini, per una conversazione dal titolo Paradiso: realismo e realtà, dedicata al “realismo concettuale” della terza cantica, con cui Dante cerca di sostenere il lettore nello sforzo immaginativo di comprendere l’indicibile. Alle 21 si ritorna ai Chiostri Francescani e si ritorna all’Inferno: guide, in questo caso, due figure di riferimento della storia del teatro italiano, Sandro Lombardi e David Riondino. Mettendo a confronto i personaggi della prima cantica con grandi icone o momenti cruciali del nostro tempo,
Inferno Novecento (drammaturgia di Fabrizio Sinisi e regia di Federico Tiezzi) si propone come un racconto visionario dell’anomalo, tremendo secolo passato. Sabato 16 settembre la giornata si svolgerà ai Chiostri Francescani: alle 11, conversazione guidata da Stefano Salis del domenicale del “Sole24ore” su “Impresa, studi umanistici e arte: un incontro possibile?” con Brunello Cucinelli – imprenditore di successo internazionale, mecenate che ha più volte ricordato il valore dell’arte come “risorsa necessaria” – e il filologo e critico Carlo Ossola. In una seconda sessione di incontro interverrà invece l’imprenditrice Rossella Bisazza dell’omonima Fondazione (collocata in un immenso spazio espositivo dedicato a designer e architetti internazionali alle porte di Vicenza) e dell’avvocato milanese Giuseppe La Scala (sostenitore di preziose imprese editoriali attraverso la Toogood Society); in dialogo con loro il rettore dell’Università di Udine Alberto De Toni, Antimo Cesaro (Sottosegretario Mibact e docente Seconda Università di Napoli) e Tommaso Sacchi (capo della segreteria Cultura del Comune di Firenze). Alle 21 invece arriva l’assegnazione dei premi. Con l’introduzione di Paolo D’Achille
dell’Università di Roma 3 sulla lingua della divulgazione, il premio Dante-Ravenna 2017 sarà assegnato a Corrado Augias e quello Musica e parole 2017 a Enrico Ruggeri, cantautore del rock italiano le cui creazioni hanno accompagnato generazioni; la sua partecipazione è realizzata in collaborazione con la Nazionale Italiana Cantanti. Domenica 17 settembre il percorso 2017 del Festival si conclude presso la sede della Casa Matha con “Dante nel Risorgimento”. Per ricostruire la percezione di Dante e della sua opera alla svolta epocale della formazione dello Stato italiano, è stato convocato Giuseppe Polimeni dell’Università Statale di Milano, uno studioso che all’interesse per Dante coniuga lo studio profondo della lingua e della letteratura dell’Ottocento e Novecento italiano. Alla luce del verso della Commedia «sanar le piaghe c’hanno italia morta» (Purgatorio VII, v. 95), Polimeni illustrerà il contributo che la lettura di Dante ha dato alla formazione del concetto moderno di Italia e alla sua realizzazione. Le letture di testi, da Foscolo e Francesco Lomonaco a Manzoni, sono affidate alla voce di Lorenzo Degl’Innocenti.
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Plus, il sorprendente volto del Poeta In mostra all’Oriani anche un’installazione di Ufocinque Alla Biblioteca di Storia Contemporanea “Alfredo Oriani” di via Corrado Ricci a Ravenna, adiacente alla Tomba di Dante, dal 9 settembre all’1 novembre torna la mostra dedicata al volto di Dante interpretato da artisti contemporanei diversissimi gli uni dagli altri che, dall'illustrazione al fumetto e alla street art, cercheranno di dar vita alla nuova identità del poeta. Per tutta la durata della mostra, nei giardini della sede, sarà presente un'installazione dell’artista Matteo Capobianco in arte Ufocinque, uno dei nomi più promettenti del panorama artistico italiano, che realizzerà 3 portali di dimensioni 4x4x2m che staranno a simboleggiare le porte del Paradiso, Purgatorio e Inferno, con la tecnica paper cut. Sarà realizzato un pannello di forex raffigurante il volto di Dante dall’artista Salvo Ligama e installato proprio di fronte alla tomba del Sommo Poeta; e ancora l’illustratore Riccardo Guasco farà un live painting su un pannello raffigurante il volto di Dante nel corso dell’inaugurazione. Si stamperanno in serigrafia live delle grafiche sul volto di Dante grazie a Serimal e verrà realizzato un catalogo della mostra che raccoglierà tutte le opere presentate dai singoli artisti. Tra gli artisti in mostra (le opere sono tutte in vendita): About Ponny, AKAB, Andrea D'Ascanio, Andrea Rivola, Arturo Lauria, Collettivo FX, Corrado Roi, Davide Sossella, Davide Bonazzi, Davide Saraceno, Denis Medri, DissensoCognitivo, DZIA, Elisa Seitzinger (nella foto la sua opera), Enrico D'Elia, Enrico Rambaldi, Francesco Dossena, Goran, Ilaria Urbinati, Jacopo Rosati, Lorenzo Gritti, Marcello Crescenzi, Martoz, Max Petrone, Mirko Càmia, Nicola Alessandrini, Oscar Diodoro, Osvaldo Casanova, Stefano Colferai, Victor Cavazzoni.
IL CAMMINO A A
PIEDI DA RAVENNA BRISIGHELLA
Dall’8 al 10 Settembre tour dantesco da Ravenna a Brisighella, organizzato dall’associazione “Terre di Dante”. Con partenza dalla Tomba di Dante a Ravenna, camminata fino alla sede dell’associazione “Cammino di Dante” (via Argine Sinistro Montone 135, San Marco, Ravenna). Presso la sede dell’associazione, rinfresco e letture della Divina Commedia e possibilità di accreditamento dei partecipanti. Poi la partenza dalla sede dell’associazione e l’escursione a piedi fino a Pontevico. Il secondo giorno si arriva a Oriolo dei Fichi per arrivare infine a piedi fino a Brisighella. Per informazioni e iscrizioni: www.camminodidante.com
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LIBRI
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L’ANTEPRIMA “Il tempo ritrovato” riparte da Osborne (e in Classense)
IL CONCORSO CARTOLINE
DI TESSUTO ISPIRATE AL CUSTODITO IN MALATESTIANA
COLLODI
Nell'ambito di ManualMente, salone della creatività femminile organizzato a Cesena Fiera dal 29 settembre all’1 ottobre, si terrà la seconda edizione di “In principio era il filo” un “salone nel salone” dedicato ai ricami, merletti e tessitura, che torna per la seconda edizione per una tre giorni di incontri, confronti e approfondimenti. Per l'occasione si conferma anche l’iniziativa a premi “Saluti da Cesena”, che prevede l’esecuzione di una cartolina tessile ispirata ai dettagli estrapolati dai testi della favola Pinocchio di Carlo Collodi, custoditi nella Biblioteca Malatestiana di Cesena. I lavori pervenuti verranno esposti e premiati durante il Salone. Il materiale o foto del lavoro finito con l’iscrizione deve essere consegnato entro lunedì 11 settembre. Info: www.comune.cesena.fc.it/malatestiana
FESTA DELL’UNITÀ Dalla psicologia al thriller: Parsi, Zilahy e Cavina
IN LIBRERIA
Il Tempo Ritrovato, la rassegna letteraria di Ravenna curata da Matteo Cavezzali, ricomincia in una nuova sede. Dopo Palazzo Rasponi, che l’ha ospitata per due edizioni, da ottobre sarà ogni mercoledì alla Biblioteca Classense. Una prestigiosa anteprima internazionale aprirà la kermesse. Sarà infatti ospite l’inglese Lawrence Osborne, considerato uno dei più importati scrittori di viaggio, ed erede di Bruce Chatwin. L’autore sarà ospite martedì 19 settembre alle 18 alla Classense dialogando con lo stesso Cavezzali. Nato in Inghilterra nel 1958, Osborne ha studiato Lingue moderne a Cambridge e Harvard. Ha vissuto a Parigi, a New York, in Messico, a Istanbul e a Bangkok, dove attualmente risiede. È autore di racconti e di numerosi libri, tra cui quelli pubblicati anche in Italia: Il turista nudo (2006) sul turismo moderno, Shangri-La (2008), un resoconto di viaggio in Cina nelle regioni di Sichuan e Yunnan e il libro di memorie Bangkok (2009). Cacciatori nel buio, esce ora per Adelphi racconta la parabola di una vita vissuta pericolosamente.
Graphic journalism: una raccolta di storie di Gianluca Costantini Esce il 14 settembre Fedele alla linea - Il mondo raccontato dal Graphic Journalism di Gianluca Costantini, 320 pagine a colori, per BeccoGiallo Edizioni. Costantini, disegnatore ravennate, traccia linee che raccontano il reale. Si tratta di “Graphic journalism”, che spazia dal reportage all’articolo di commento su argomenti nazionali e internazionali. Dalla zanzara Zika a Putin, dall’ascesa dei grillini a Parma agli attentatori di Charlie Hebdo, la matita di Costantini cartografa in modo puntuale gli eventi. Pubblicate in riviste internazionali, quotidiani, blog di attivisti per i diritti umani, le storie ci permettono di ricomporre un mosaico frantumato, rimanendo appunto “Fedeli alla linea”. La prefazione è di Luigi Spinola, la postfazione di Daniele Barbieri, i testi introduttivi di Elettra Stamboulis, con contributi di Maurizio Maggiani, Igiaba Scego, Allan Antliff, Laura Silvia Battaglia, Lara Crinò, Carlo Gubitosa, Gabriela Jacomella, Tahar Lamri, Alberto Testa e Francesca Tosarelli.
Tra gli incontri organizzati nella libreria della festa provinciale dell’Unità di Ravenna sempre alle 21, nell’area del Pala de André, l’1 settembre ci sarà il giornalista sportivo forlivese Marino Bartoletti con il suo Bar... toletti (edizioni Minerva), mentre domenica 3 settembre arriva Maria Rita Parsi con Se non ti amo più, la scrittrice, psicologa e psicoterapeuta italiana, affronta il tema della separazione come possibile risorsa anche per i figli. Il 5 settembre la scrittrice ravennate Laura Gambi sarà presente, intervistata da Iacopo Gardelli, con il suo Allora io vado (edizioni Pendragon). Spazio al thriller e a una Roma quanto mai oscura il 6 con Mirko Zilahy (nella foto) e il suo nuovo romanzo La forma del buio (edizioni Longanesi), con Ilaria Cerioli. E ancora narrativa, ma alla Tenda socjal club per un incontro tra muscia e parole, lo scrittore casolano Cristiano Cavina presenta il suo ultimo romanzo Fratelli nella notte (edizioni Feltrinelli), il 10 settembre.
Università - Campus di Ravenna
Dall’homo sapiens alla città in 3D: se la ricerca incontra i beni culturali Studi all’avanguardia nei laboratori del Dipartimento dell’Alma Mater nella città bizantina: dal Dna antico alla “tac” per le opere d’arte Dal progetto per realizzare l’atlante storico multimediale della città di Ravenna, alle ricostruzioni in 3d di antichi monumenti e piazze ravennati, dalle analisi dei materiali per l’autenticazione di opere d’arte, allo studio sui resti di Caravaggio e Pico della Mirandola. I laboratori di ricerca del Dipartimento di Beni Culturali a Ravenna partecipano ogni anno progetti di ricerca nei diversi ambiti del patrimonio culturale, significativi per la comunità scientifica e anche per il più ampio pubblico dei cittadini.
Alle origini dell’umanità: i laboratori di Antropologia fisica e Dna antico
che nel 2013 ha dato luogo a ArianInPiazza una mostra in piazza degli Ariani. Nel 2016/2017 il laboratorio ha ricostruito la perduta chiesa di Santa Maria in Porto Fuori distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Attualmente il laboratorio ha tre importanti progetti in corso. Il primo è sul palazzo ducale di Gubbio in Umbria. «Siamo stati chiamati per ricostruire lo studiolo di Federico da Montefeltro per restituire al piccolo ambiente la concordanza di insieme tra le tarsie lignee del registro inferiore attualmente al Metropolitan Museum di New York e la galleria degli uomini illustri di quello superiore. La visita virtuale consentirà inoltre di ascoltare alcune musiche composte per Federico e conosciute solo proprio grazie alle tarsie dello studiolo». L’altro progetto in itinere è Ravenna Atlas: una pianta multimediale della antica città di Ravenna attraverso cui ripercorrere le strade della città nei vari secoli, dall’età bizantina fino all’età moderna. «Utilizziamo la stessa tecnologia usata da Google per Google Maps, ma con l’idea di far viaggiare non solo nello spazio, ma anche nel tempo». Una prima versione è già navigabile sul sito framelab.unibo.it Infine, grazie a una convenzione con il Museo Egizio di Torino, il Frame Lab e gli studenti dei corsi di laurea in Beni culturali parteciperanno a un progetto di digitalizzazione della ricca raccolta di lastre fotografiche che documentano gli scavi in Egitto tra la fine dell’800 e i primi vent’anni del’900.
Il professor Stefano Benazzi è il referente dei Laboratori di Antropologia fisica e DNA antico, suddivisi nelle tre sezioni di Antropologia archeologica e forense, Antropologia virtuale e Antropologia molecolare e DNA antico, che rappresentano una realtà unica in Italia per l’approccio multidisciplinare integrato con cui si conducono ricerche sperimentali di biologia dei resti umani e anatomia e morfometria evolutiva e funzionale dello scheletro, unitamente ad analisi del DNA estratto da reperti del passato di interesse storico-archeologico e forense. Il professor Benazzi ci racconta: «Tra gli ultimi importanti studi del nostro laboratorio ci sono quelli su carie risalenti al Paleolitico», che hanno permesso di capire alcune questioni legate ai primordi della medicina. La carie risalente a 13mila anni fa, ovvero al Paleolitico Superiore, era stata otturata con del bitume. «Sulla parete dei denti abbiamo trovato una serie di minuscoli segni orizzontali: suggeriscono che per ampliare il foro sono state usate intercapedini realizzate con piccole pietre utensili». I fori – spiega – contengono tracce di bitume, incorporate con fibre vegetali e peli, pensiamo che sia la prova di preistoriche otturazioni dentali. Come nella moderna odontoiatria, il dentista del paleolitico avrebbe forato e riempito i buchi per ridurre il dolore e tenere il cibo fuori dalla camera pulpare». Un altro studio coordinato dal professore è stato quello sui primi Homo sapiens africani. Dal sito archeologico di Jebel Irhoud, in Marocco, sono venuti alla luce i più antichi fossili di Homo sapiens mai trovati: si tratta di reperti che risalgono a circa 300 mila anni fa e che portano indietro di circa 100 mila anni la data di origine della nostra specie. Lo Sopra il laboratorio del studio a cui si dedicherà ora il gruppo del professor Benazzi è Dna antico, sotto la camera multispettrale sulla comparsa dei primi Homo sapiens in Europa. Infatti uno per la “diagnosi” delle studio del professore pubblicato nel 2011, ha avanzato l’ipoteopere d’arte si che i primi Sapiens in Europa meridionale risalgano a 44/45 mila anni fa, retrodatando di 5 mila anni le ipotesi attualmente accreditate. «Questo significherebbe che per ben 6mila anni il Sapiens ha coabitato con il Neandertal. Con questo nuovo studio vogliamo approfondire una delle tematiche più dibattute all’archeologia, ovvero le cause dell’estinzione del Neandertal e della sopravvivenza del Sapiens». Il lavoro si inserisce all’interno del progetto europeo ERC Consolidator Grant – 724046 – SUCCESS, vinto recentemente dal profesor Benazzi.
Edifici perduti e tour viturali: il FrameLab, fotografico e multimediale Il FrameLab – Laboratorio Fotografico e Multimediale per i Beni Culturali coordinato dal professor Alessandro Iannucci nasce due anni fa, mettendo insieme le esperienze e le competenze di un gruppo di giovani ricercatori che attraverso il digital heritage hanno saputo sviluppare progetti di comunicazione del patrimonio culturale. Si tratta per esempio di ricostruzione 3D di monumenti perduti, musei e tour virtuali in grado di comunicare al grande pubblico conoscenze in genere parte solo di gruppi ristretti di esperti. Tra i lavori di questo team, da menzionare la ricostruzione dei monumenti dell’attuale piazzetta degli Ariani. «Questo ed altri sono progetti rivolti non solo alla comunità scientifica, ma soprattutto al più ampio pubblico dei cittadini e dei visitatori, che è la cosiddetta “terza missione” dell’università» spiega Iannucci illustrando il progetto
I segreti dei dipinti: il laboratorio diagnostico
Il laboratorio Diagnostico del Dipartimento di Beni culturali coordinato dalla professoressa Mariangela Vandini, impiega strumenti di analisi chimico-fisica per la conoscenza e la conservazione dei beni archeologici, storico-artistici e dell’edilizia storica. Il Laboratorio è impegnato nella collaborazione con istituzioni pubbliche e ditte private nel settore della conservazione e restauro dell’edilizia storica. Di particolare interesse è stato il progetto incentrato sullo studio degli apparati decorativi di Palazzo Guiccioli – già Osio, dimora storica nel cuore di Ravenna, futura sede del Museo del Risorgimento e di Lord Byron dal quale sono emersi interessanti dati per la datazione dei dipinti, oltre che un fondamentale supporto agli interventi di restauro. Il Laboratorio svolge anche indagini a supporto dei processi di autenticazione delle opere d’arte. «Le analisi vengono svolte secondo un processo metodologico che rappresenta un’eccellenza a livello internazionale, finalizzato a caratterizzare i materiali e a definire la tecnica pittorica dell’artista, per comprendere quando e dove è stata realizzata un’opera». Le indagini diagnostiche sulla pala con San Francesco che riceve le stimmate (1633), uno dei capolavori del Guercino, svolte durante l’esposizione a Piacenza “Guercino tra sacro e profano”, sono state l’occasione a proporre un ambizioso progetto: offrire la prima mappatura scientifica su tutte le opere del maestro centese in collaborazione con la docente di Storia dell’Arte Moderna del Dipartimento – professoressa Barbara Ghelfi. Nel 2016 il laboratorio ha lavorato sulle opere di Leonardo da Vinci e il risultato dello studio è stato esposto nella mostra “The School of Leonardo: una “Research Exhibition” all’Ermitage di San Pietroburgo. Nell’ambito di studio di materiali archeologici il Laboratorio è stato coinvolto in un progetto nazionale sullo studio del vetro archeologico di area altoadriatica per il quale ha dato un fondamentale apporto alla comprensione degli antichi flussi commerciali fra Venezia, Ravenna e l’Adriatico, concentrandosi sull’analisi delle composizioni chimiche di vetri dagli scavi di Classe e del Castello di Rontana – Brisighella (in collaborazione con il Dipartimento di Storia Culture Civiltà - DiSCi). Il Laboratorio è attivo anche sul tema della conservazione preventiva: «Nell’ottica che, anche per il patrimonio culturale è meglio prevenire che curare, in collaborazione con l’Istituzione Biblioteca Classense, abbiamo proposto un progetto dal titolo “Stima dei fattori di rischio ambientale per la salute e i beni culturali” nelle biblioteche che prevede la messa a punto di un’innovativa metodologia da sviluppare e testare in ambienti di particolare interesse della Classense, in cui sono conservati documenti di valore straordinario».
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LIBRI
22 di Elettra Stamboulis
Emilia vuol dire motori, Romagna significa bicicletta... L’importante è stare su due ruote, insomma. Questa identità, ogni tanto evocata, ma mai sedimentata veramente, comincia a costruirsi anche attorno ad alcune recenti iniziative museali, prima tra tutte il Museo Pantani di Cesenatico. Il “pirata” lo vediamo tutti immortalato nella celebre biglia sull’Autostrada Adriatica che segna come un confine emotivo tra la via Emilia e l'Est del mare: realizzata da Alessandra Andrini, originaria di Ravenna e adottata da Bologna, colorata e ed evocativa, è una specie di Madeleine visiva per tutti i viaggiatori distratti sull'asfalto veloce. Questa epifania, che tanti utenti di tripadvisor hanno commentato in modo entusiastico, caso più unico che raro nell'arte pubblica, può essere riattivata in modo più consapevole e riflessivo anche a Cesenatico. Visitare il Museo Pantani non è infatti solo rendere un tributo alla memoria, ma l'intento è far rivivere o conoscere allo spettatore le “eroiche imprese” di Marco. Ogni sala ha il nome di una vetta, Mortirolo, Alpe d'Huez e Bocchetta, conquistata dal pedale del ciclista tragicamente scomparso. Ci sono anche molti gadget in vendita: non infastiditevi. Lo spazio espositivo è stato voluto dalla famiglia, che ha scoperto solo dopo il decesso l'impegno nel sociale dello sportivo, e che ha voluto continuare nel suo nome questa opera. Ha trovato il sostegno del Comune e di altri soggetti che hanno portato alla creazione della Fondazione Pantani Onlus, che agisce soprattutto a sostegno dei bambini disabili. Si tratta insomma di un luogo che continua ad agire, non solo memoriale feticcio. E che agisce anche pedalando...il 3 settembre si svolgerà la decima “Pantanissima”, un'esperienza sicuramente empatica con il campione, visto che ripercorre un “riassunto” del suo allenamento, dei paesaggi che fino alle colline cesenati ne hanno segnato soprattutto la formazione. Una storia che simbolicamente ripercorre l'anello tra il mare e l'Appennino, quell'andare e tornare dalla valle alla costa che ha segnato la storia di questo territorio nei millenni. È una Granfondo ciclistica con due opzioni, media e lunga, adatta quindi a fiati diversi. Se invece non riuscite a rinunciare al vostro
LA VISITA
La Romagna sulle due ruote da Pantani a Simoncelli
A Rimini al museo
del motociclo c’è anche la mitica Werner
Con la collaborazione di Con il patrocinio di
Comune di Ravenna
Comune di Faenza
Comune di Cervia
Comune di Forlì
Comune di Cesena
Per info: tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it
ORDINE ARCHITETTI RAVENNA
GIOVEDÌ 28 SETTEMBRE ore 20.30
c/o
MAGAZZINI DEL SALE via Nazario Sauro CERVIA (RA) ore 22 TAVOLA ROTONDA ore 22.40 Brindisi e saluto conviviale
lato brum – brum, continuando sull'Adriatica potete raggiungere Rimini per una visita al Museo nazionale del motociclo. Aperto nel 1993, è il primo nel suo genere. Indirizzato soprattutto agli amanti dei modelli d'epoca, ha apertura saltuarie in inverno, ma molto partecipate in occasione delle mostre scambio, in cui i collezionisti possono mostrare e scambiare vari oggetti e condividere la propria dedizione. Apre il percorso un oggetto culto, la motocicletta Werner. Creata dai fratelli omonimi (eh sì, pare che il binomio parentale funzioni molto nella tecnica), fu messa a punto dai due russi naturalizzati francesi nel 1897 è uno dei primi veicoli a essere nominato appunto motocicletta. Ci sono però anche pezzi che possono far smuovere i bulloni del cuore a molti: la Moto Guzzi 500 GTV del 1937 appartenuta all'artista Antonio Ligabue o la rarissima Frera SS 4V del 1924, accanto a tantissimi modelli che testimoniano la passione che romba nel design dei motori a partire dalla fine del XIX secolo. È stata proprio questa passione che ha unito Germano Corvatta, Giuseppe Savoretti e Tino Zaghini, i collezionisti che hanno dato vita a questa originale esposizione che ha un valore inestimabile anche per gli studiosi, visto che vanta anche una collezione di oltre 10mila volumi consultabile sul tema. E se non siete ancora stanchi, il cuore pulsa al ritmo del pistone, potete, anzi dovete, prendere la strada per il dolce pendio della collina riminese e andare a Coriano al Museo del Sic: ovviamente si tratta del museo – memoriale al giovane sportivo del Moto GP Simoncelli. vi consiglio di andare di domenica, per assistere alla commovente e simbolica istallazione “Ogni domenica” che al tramonto incendia il ricordo e si mescola ai colori malva del mare e della vallata. Per 58 secondi una struttura semplice e perfetta spara 3 metri di fuoco paralleli al terreno: realizzata in uno stile dall'artista Arcangelo Sassolino, noto nel mondo dell'arte contemporanea internazionale per le sue sculture istallazioni che giocano con materiali industriali, al limite della sperimentazione da laboratorio, con un forte impatto emotivo. Tutti aspetti che potete sperimentare sul rasoio del ricordo del solare Sic, come tutti ormai lo chiamavano, cavaliere caduto a soli 24 anni in Malesia.
L’INCONTRO LORIS CAPIROSSI E LA SUA “SENZA PAURA” A FORLÌ
VITA
L’ex campione e pilota motociclistico romagnolo Loris Capirossi sarà il 6 settembre a Forlì per presentare il suo libro-autobiografia “65, la mia vita senza paura” con l’autore Simone Sarasso. L’appuntamento è alle 18.30 nella sala polifunzionale di America Graffiti, in via Costanzo II, 13. Conduce il giornalista Corrado Ravaioli. L'incontro è a numero chiuso, potranno accedere alla sala soltanto coloro che si saranno iscritti tramite la pagina su Eventbrite e si presenteranno all'ingresso muniti del biglietto.
ARTE
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FOTOGRAFIA di Matteo Cavezzali
Una strada soprelevata, forse un ponte, viene fatto saltare in aria. Si alza una nube di fumo denso e nero. Alcune auto bianche stanno ferme sull’orlo, vicino al baratro. Questa è l’immagine (in basso in questa pagina) che segna la ventiseiesima edizione di Si Fest – Savignano Immagini Festival, che si svolgerà dall’8 al 24 settembre con quindici mostre, incontri e letture portfolio. L’immagine di quel crollo è tratta dal progetto In Quarta Persona di Martin Errichiello & Filippo Menichetti, vincitori del Premio Marco Pesaresi per la Fotografia Contemporanea 2016. In Quarta Persona è una ricerca multimediale sulle trasformazioni antropologiche, geopolitiche e ambientali della Calabria, attraverso cinquant’anni di storia rimossa e frammentata. Percorrendo la traiettoria della Salerno – Reggio Calabria, simbolica linea narrativa del progetto, i due giovani fotografi investigano le iconografie e le storie di un paesaggio sospeso tra utopia e tradimento e ne compongono il mosaico di un immaginario fatto di oggetti e documenti. In mostra anche le origini della fotografia documentaria attraverso le fotografie di Farm Security Administration: le stampe della Library of Congress al Csac, a cura di Francesca Parenti. Caposaldo della cultura fotografica e seminale documento della società americana sulla soglia della Grande depressione degli anni Trenta, la mostra raccoglie le potentissime fotografie dei protagonisti di una delle prime e più importanti cronache fotografiche della storia: Dorothea Lange, Arthur Rothstein, Marion Post Wolcott, Jack Delano, Ben Shahn, Gordon Parks. Una storia di frammenti e rimozione quella narrata da Spasibo di Davide Monteleone, progetto vincitore del prestigioso Carmignac Gestion Photojournalism Award. Un’esplorazione dell’identità della popolazione cecena, messa in crisi da anni di conflitto, di cui Monteleone restituisce un ritratto sfaccettato e complesso di oppressione e rassegnazione. Durante il periodo trascorso presso l’agenzia Contrasto, Davide Monteleone conosce per un breve periodo Marco Pesaresi; per Sifest26 cura una selezione di fotografie inedite provenienti dal lungo peregrinaggio del celebrato fotografo riminese lungo il percorso della Transiberiana. Si Fest 26 presenta, inoltre, la mostra inedita di Mario Cresci In viaggio con Lauro Messori. Un’esplorazione, quella di Cresci, che non si svolge sul campo, ma nasce da una scoperta, da un ritrovamento, e si realizza sullo stesso supporto fotografico. Dai provini a contatto realizzati in Iran tra il 1958 e il 1960 dal “geologo Agip” Lauro Messori, Cresci inizia un “viaggio nel viaggio” e costruisce una cronistoria narrativa e simbolica, personalissima e una tra le tante possibili, che ripercorre le spedizioni di Messori a distanza di tempo. Cresci suggerisce la possibilità di una narrazione non
Le confluenze dei Si Fest Viaggio tra le mostre della rassegna di Savignano, dall’8 settembre lineare che sovrappone il passato al presente. Con soluzioni assai diverse, Stefano De Luigi mescola piani temporali diversi e le mitologie del passato con le tecnologie del presente: iDyssey, progetto realizzato attraverso l’utilizzo di un iPhone, traccia l’antico percorso descritto nell’Odissea scoprendo le idiosincrasie della contemporaneità, della crisi economica, dell’identità europea, della ridefinizione del concetto di confine. In un’unica mostra confluisce la moltitudine di fotografie realizzate da sole donne, dagli anni Trenta a oggi, provenienti dalla Collezione Donata Pizzi, che si compone di opere realizzate, tra le altre, da Letizia Battaglia, Marina Ballo Charmet, Anna Di Prospero. Molteplici sguardi femminili che raggiungono idealmente le fotografie dalla forte connotazione iconografica e dalla sorprendente capacità di messa in scena di Karen Knorr, fotografa di origine tedesca, dalla storia cosmopolita. Knorr esamina il potere che un patrimonio culturale sottende, sollevando questioni estetiche strettamente legate alla femminilità, alle strutture sociali e alla relazione tra mondo umano e mondo animale. Di convivenza possibile di ambienti diversi ci parla anche Pier Paolo Zani, fotografo e grande maestro del
bianco e nero romagnolo, a cui Si Fest rende omaggio. Le fotografie di Zani raccontano un mondo primordiale e in via di sparizione, in cui il
lavoro dell'uomo può ancora fondersi con le leggi della natura. Ne risulta un’intensa e intima indagine antropologica del mondo contadino
Dorothea Lange - Family of Mexican migrants looking for work, California, 1936 - Library of Congress, 1973_CSAC Università di Parma, Sezione Fotografia
nel territorio romagnolo, dove Zani è da sempre riconosciuto come uno dei più interessanti fotografi amatoriali. Nico Mingozzi, artista visivo, vive e lavora a Borghi. Nel suo lavoro, Mingozzi interviene con china, acrilico, graffio e inserti metallici su immagini del secolo scorso, raccolte pazientemente seguendo il fondamento concettuale del collezionismo fotografico. Corpi e volti di persone scomparse da tempo alterati da un tono poetico dominato da melanconia e ansioso turbamento. Di padre in figlio di Graziano Panfili, vincitore del Premio Portfolio Italia 2016 – Gran Premio Hasselblad e del Premio Si Fest “Lanfranco Colombo” 2016, è un’intima e profonda riflessione autobiografica sul rapporto padre-figlio. A partire dal dato personale, Panfili realizza, con un forte atto di consapevolezza e di possibile cambiamento, un’immagine delle relazioni affettive all’interno degli schemi familiari contemporanei. Compone il programma del festival un’importante restituzione. Attraversa il (tuo) Rubicone è il risultato del censimento fotografico svolto lo scorso anno, durante le giornate di Si Fest Alea Iacta Est, da Albert & Verzone. I due fotografi dell’Agenzia hanno dedicato a Savignano sul Rubicone un atelier che ha coinvolto, come soggetti, i suoi abitanti, il pubblico del festival e il fiume che attraversa la città. I ritratti realizzati tornano, un anno dopo, sugli argini del fiume, in un allestimento site specific che racconta e testimonia quell’esperienza.
L’INTERVISTA
«La fotografia è democratica, sta al fruitore scegliere» Giulia Marchi, del comitato artistico del Si Fest, presenta la ventiseiesima edizione A proposito di questa XXVI edizione del SiFest, di cui sopra illustriamo le mostre, abbiamo parlato con Giulia Marchi, del comitato artistico. Quali sono le novità principali di questa nuova edizione? «La novità principale è la tipologia delle mostre. A livello curatoriale siamo partiti dall’idea di confluenza,
ovvero la prima traccia del fiume. Ogni mostra confluisce nell’altra in un percorso. Ci sono punti di contatto tra le varie esperienze visive, non solo all’interno di una mostra ma per tutto il programma. Infatti il titolo che abbiamo dato “Ad confluentes”. A collegare le mostre saranno anche le letture dei portfolio eseguite con una modalità di analisi che rende unica la visione di ogni singola mostra». Come si lavora in un comitato artistico formaMartin to da curatori, fotografi Erricchiell ed editori? Avete visioni o e Filippo diverse? Menichetti “In Quarta «È molto semplice in Persona” realtà perché ci conosciamo tutti da tempo e abbiamo condiviso negli anni molte esperienze lavorative. Di nuova c’è solo Francesca Parenti che è appena entrata grazia a un bando. Però abbiamo subito condiviso una visione unica della direzione da dare al festival». Questo momento storico è molto particolare perché ogni persona ha sempre in tasca una macchina fotografica, spesso
senza nemmeno rendersene conto. Come ha cambiato l’approccio dei giovani fotografi a questa professione? «Credo che la fotografia sia diventata molto semplice come realizzazione e quindi è un momento in cui c’è bisogno di confrontarsi con professionisti per capire anche il valore del proprio lavoro. Le mostre possono essere utili per trarre insegnamenti per la propria metodologia fotografica perché affrontano approcci molto diversi tra loro. In questo momento c’è un grande proliferare di festival, a questo dedicheremo una giornata di studi. Il festival è infatti un momento in cui i fotografi professionisti e amatori possono incontrarsi di persona, mostrare il portfolio e comprendere meglio il proprio livello di capacità e di maturità del percorso individuale. Credo che la fotografia sia democratica, tutti la possono utilizzare. Sta nella capacità critica del fruitore capire cosa ha valore e cosa no, e per quale motivo». Ogni anno date molto spazio anche all’editoria fotografica, in questa edizione lo spazio dedicatogli è aumentato, cosa dobbiamo aspettarci? «La sezione dell’editoria è stata rivoluzionata e ampliata. Ci sarà una libreria di riferimento, la Block60 di Riccione, che ha un’ottima selezione e una libreria di Milano che ha testi fuori catalogo. Ci saranno come sempre gli editori e dedicheremo spazio anche a percorsi di self publishing, che da tempo si sono affiancati all’editoria tradizionale». (ma. ca.)
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L’APERTURA
LA RASSEGNA
Corte Zavattini 31, nuovo spazio per la sperimentazione
Riaprono gli studi d’artista per Cristallino. Si comincia con Blanco e Spinosi
Felix Schramm, Bent, “Spatial Intersection”, 2015
(Alessandro Gomma Antolini). La mostra dell’artista si collega, tematicamente, alla riflessione intorno allo Spazio, nucleo tematico intorno al quale si snodano la quinta edizione del Festival Cristallino e il prossimo numero della rivista Edel, in uscita a settembre, e accompagna, come fil rouge, tutte le iniziative 2017-18 di Calligraphie. «Spazio fisico, nel quale ci muoviamo, e spazio della rappresentazione, “zona”, scena, campo psichico… Nonché l'interazione tra i segni e lo spazio (argini, sconfinamenti, innesti, feritoie, inquadrature, strutture, linee di demarcazione, distribuiti
L’inaugurazione a
Cesena con “Solo Show” di Felix Schramm Il 24 settembre a Cesena si apre un nuovo luogo per la sperimentazione, per il flusso, gli incontri e la produzione di arti visive, design e cultura: Corte Zavattini 31. Coordinatori di questa realtà che, è intuibile, porterà non pochi stimoli al territorio romagnolo di area vasta, è l’associazione cesenate Calligraphie che arricchisce il suo percorso dotandosi di una “casa”, cioè di una radice, luogo di partenza, accoglienza, ritorno e messa in circolo di una varietà di indagine culturale che
racconta in modo intenso la pratica artistica a 360 gradi, innestandola secondo una visione innovativa e liberamente contaminata tra i generi: con musica, filosofia, design, tradizione, memoria, opere d’arte attraverso mostre, workshop, residenze artistiche, conferenze, concerti. Ad accompagnare l’opening della nuovissima officina artistica è Solo Show, personale dell’artista tedesco Felix Schramm, accompagnato da una performance del musicista e compositore Aga
tagli…)», spiega la curatrice Roberta Bertozzi. Il lavoro di Schramm, scelto per l’opening della Corte, infatti, si muove sul confine liminare tra architettura e scultura, grazie alla creazione di installazioni che generano nuove relazione emotive e percettive degli spazi, modificando il concetto di ambiente, da “spazio da riempire” a “spazio vivo e mutevole”, disposto a superare i suoi confini in funzione di una nuova dinamica del rapporto opera-spettatore. (sa. ghi.)
Dopo il successo dell’edizione 2016/17, a settembre riprende il viaggio di Cristallino negli studi di alcuni dei protagonisti dell’arte della zona romagnola, accompagnati dalle parole della curatrice Roberta Bertozzi e dal suono di musicisti del nostro territorio. Leitmotiv di Cristallino 2017 tra settembre e ottobre, sia per quanto riguarda la parte espositiva sia per quella musicale, è la ricognizione degli spazi della rappresentazione, intesa come zona metafisica (Blanco), tempio esperienziale (Spinosi), paesaggio frattale e parcellizzato (Guerri), luogo di diffrazione musiva (Medri). Ad aprire il percorso è “Dentro La Zona”, nell’atelier dell’artista sanmarinese Leonardo Blanco. «Il mio intento è di lavorare sul confine, sul passaggio», ha dichiarato Blanco recentemente. In lui questa personale dimensione di confine, libera e lontana da esigenze di catalogazione, scivola su opere polimateriche, dove le resine incontrano il legno, la carta, l’allumino, la calligrafia scivola nella pennellata gestuale, il pieno si alterna al vuoto, il lascito organico della materia si lascia sedurre dalla rarefazione. Ad accompagnare l’open studio di Blanco, la performance dei forlivesi Moro & the Silent Revolution (folk-rock). Domenica 17 settembre alle 18 “In Studio”, accompagnato dal Mauro Gazzoni Trio, è invece con “A Piombo”, da Graziano Spinosi che, proprio raccontando l’atmosfera del suo atelier e ciò che dà vita al suo intenso percorso d’ artista, ha recentemente raccontato: «Da bambino costruivo teatrini e piccole automobili con materiali di scarto trovati per strada: legnetti, fili di ferro ossidato, cartone. Era bello questo gioco e mi perdevo, nessuna colpa ne violava l’incanto. Trascorrevo intere giornate mettendo insieme questi materiali poveri. Un filo di spago legava le ali di cartone d’un piccolo aereo alla sua fusoliera e l’aereo volava lontano. Nello studio in cui lavoro oggi ci sono gli stessi materiali e mi perdo anche ora, come allora, pur coi limiti dell’età adulta. Non so più avere l’abbandono che hanno i bambini, ma per tentare di provocarlo comincio sempre dal materiale». (sa. ghi.) Sabato 3 settembre ore 18: Dentro la Zona: Leonardo Blanco/Moro & The Silent Revolution, via Ponte 17, Ponte Verucchio (Rimini) Domenica 17 settembre ore 18: A Piombo: Graziano Spinosi/ Mauro Gazzoni Trio, via San Giovenale 86, Viserba Monte (Rimini)
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LA MOSTRA di Serena Simoni
Per quanto gli anniversari possano infastidire, costituiscono un'occasione di reinterpretare la storia, anzi, le storie: a 40 anni di distanza dal movimento del ’77, la visibilità si deve principalmente a iniziative di intellettuali che quegli anni li hanno vissuti o studiati, sempre più a partire dagli ultimi due decenni: nel 2004 è uscito il film di Guido Chiesa Lavorare con lentezza su Radio Alice, l'emittente del movimento studentesco di Bologna; tre anni dopo Enrico Franceschini pubblica Avevo vent'anni che raccoglie i ricordi dei protagonisti del collettivo di Giurisprudenza di Bologna. Nel 2011, il fotografo Enrico Scuro dà alle stampe I ragazzi del ’77, un testo che ripercorre gli avvenimenti bolognesi attraverso immagini proprie e quelle inviate da un migliaio di persone grazie a FaceBook, e una sua personale sul tema viene ospitata quest'anno al Teatro Comunale di Bologna. Nel frattempo un saggio di Luca Falciola del 2015 (Il movimento del 1977 in Italia) ricostruisce faticosamente il contesto storico sociale – la grave crisi occupazionale giovanile, l'avanzare del Partito Comunista, gli accordi per il “compromesso storico” – e le varie anime del movimento giovanile, del rapporto drammatico con lo Stato, i partiti e in particolare col Pci. La crisi di rappresentanza vissuta da una generazione, di cui ancora oggi sono visibili le conseguenze, fu consumata in questa seconda ondata di contestazione di massa, unica al mondo fra i paesi che avevano contribuito al ’68. L'edizione di Ram – una rassegna artistica dedicata ai giovani che da anni rappresenta un appuntamento consolidato a Ravenna – ha accettato la sfida dell'anniversario prendendo a tema il '77 e proponendolo ad artiste, artisti e curatrici selezionati, per la prima volta
Ram: a confronto con il ‘77 Al museo di Ravenna giovani artisti romagnoli e le fotografie di Enrico Scuro
A sinistra: Shani Militello “Gabbie”, frame del video, A destra: Matilde Morri, “Mio padre”, china su due fogli di cartoncino bristol 140x120cm, 2017
provenienti da tutto il territorio romagnolo. Facciamo un '77 è il titolo che attraversa i lavori di Chiara Talacci e Michele Argnani (fotografia), Elena Pagliani (illustrazione), Matilde Morri (grafica d'arte), Shani Militello (performance), Lorenzo Jato e Agnese Scultz (pittura) e i testi di Emilie Gualtieri e Veronica Lanconelli, tutti giovani della generazione fra il 1984 e il '95. E poiché anche una breve riflessione sul ’77 andava ben oltre, Elettra Stamboulis – curatrice del progetto – ha arricchito la mostra con materiali inediti sul Festival Nazionale della Gioventù di Ravenna organizzato dalla
Federazione dei Giovani Comunisti Italiani fra luglio e agosto 1976. L’evento presentava un programma d’eccezione per la scena musicale italiana e internazionale che doveva essere concluso da un concerto di Joan Baez, forse annullato a causa dei disordini di quei giorni. Fra concerti, dibattiti e presentazioni di film, l’obiettivo era integrare quella grande fetta di giovani che da tempo aveva aderito a formazioni politiche più a sinistra del Pci ma anche a una pratica politica spontaneista, divisa fra gruppi pacifisti e violenti spesso contrapposti. La discussione doveva essere affrontata in spazi e per temi
preordinati come nei Festival dell'Unità, un'organizzazione che rileva la distanza dal tipo di confronto spontaneo, duro, attento alle manipolazioni che i ragazzi del movimento erano abituati a praticare. In mostra ci sarà il documentario Se non è ancora la felicità di Giuseppe Bertolucci – girato a Ravenna in quei giorni – che registra i confronti sul tema del lavoro e le fratture fra gli stessi compagni quando si trovano a discutere di famiglia e sessualità, poste al centro dalle femministe. Segue l’allestimento delle fotografie del bolognese Enrico Scuro prese a Ravenna che ritrae spazi e protagonisti,
quei giovani e uomini del servizio d'ordine del festival che si scontreranno duramente manifestando una totale incomprensione politica e generazionale. Ci sono le foto del campeggio “Di nuova generazione” a Lido Adriano, criticato dai ragazzi per la distanza, la sua alta recinzione e la sua torretta in stile lager, e quelle del campeggio alternativo innalzato dai ragazzi. Mancano le sparatorie da parte della polizia che ferirono due ragazzi, le spaccate delle vetrine operate dai manifestanti, il corteo che invase la città fino a Piazza del Popolo al grido di “assassini” quando si pensava che uno dei ragazzi fosse stato ucciso, l'autobus dato alle fiamme, gli schieramenti dei celerini chiamati da Bologna e Padova, il servizio d'ordine che picchiava là dove non arrivava la polizia. Per tutto ciò è utile ascoltare in mostra le trasmissioni di Corrado Molducci che per Radio Sonora ha ricostruito storicamente ognuno di quei 10 giorni sia dal punto di vista della cronaca che della musica (in onda fra gennaio-marzo 2017). L'idea complessiva è che questi eventi furono la dimostrazione di un antagonismo senza possibilità di dialogo, due modi inconciliabili di pensare al mondo e alla politica: l'ideale di una società diversa che i ragazzi del '77 pensavano di realizzare non aveva nessuna possibilità di rappresentanza. Ravenna fu il banco di prova del '77 a Bologna: il sogno di quella generazione soffocava fra i morti, la violenza della polizia, le P38 dell'ala radicale dei collettivi, l'incomprensione dei partiti e della vecchia generazione. Ram, Biennale dei giovani artisti della Romangna, Mar Museo d’Arte della città di Ravenna, 2 - 17 settembre. Progetto a cura di Elettra Stamboulis. Inaugurazione: 1 settembre alle 18. Orari: martedì-domenica 9-18, chiuso lunedì.
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RAVENNA
BAGNACAVALLO
Street art: torna Subsidenze Il festival al via il 13 settembre. All’opera anche Zamoc e Mr Thoms
Tra follia e ragione: le incisioni di Goya Inaugura il 16 settembre alle 18 e resterà aperta fino al 19 novembre una nuova importante mostra al Museo delle Cappuccine di Bagnacavallo a cura di Patrizia Foglia e Diego Galizzi: “Goya, follia e ragione all’alba della modernità”. In mostra i cicli di incisioni del grande artista spagnolo: i Capricci, i Disastri della guerra, le Follie e la Tauromachia.
MODIGLIANA IL MUSEO CIVICO DON GIOVANNI VERITÀ RINNOVATO E VALORIZZATO
Ad agosto ha inaugurato a Ravenna l'opera realizzata dal gruppo artistico Gue in Darsena Pop Up (nella foto). I due fratelli siciliani, in occasione del festival di street art Subsidenze, hanno dipinto tutta la superficie dello skate park come fecero con il campo da basket ad Alessandria, diventato famoso in tutto il mondo. Si tratta di una sorta di anteprima, in quanto il festival entrerà nel vivo sempre in darsena, nella vicina galleria d’arte Mag, il 13 settembre con l’inaugurazione di una mostra collettiva degli artisti che prendono parte a questa edizione di Subsidenze tra cui Luca Zamoc, reduce dal murales al Refettorio dello chef Bottura, che a Ravenna sarà impegnato a dipingere l’intera cupola di Kirekò di circa 500 metri quadrati. Tra gli altri muri che saranno dipinti c’è poi di nuovo una parete dell’Itis (su richesta della scuola), dove lavorerà Mr Thoms, mentre a metà ottobre in zona Gulli arriverà lo spagnolo Liqen, ma sono attesi anche altri importanti artisti internazionali. Non mancherà inoltre la pedalata per la città in un percorso tra i murales per una geografia urbana in continua mutazione. Durante il festival ci sarà inoltre, sempre alla galleria Mag, la proiezione di due documentari sulla street art: il 15 Con gli occhi al muro, il 22 settembre il video su Blu girato da Lorenzo Fonda.
Il 9 settembre alle 9.30 verrà inaugurato il rinnovato Museo Civico di Modigliana. Si tratta della realizzazione di un importante progetto che ha visto il risanamento dell'edificio della casa di Don Giovanni Verità, la conservazione della preziosa documentazione e delle stoffe, il riallestimento di tutti i settori espositivi, la dotazione di un allestimento tecnologico, il ripristino del verde e della pavimentazione nel giardino, la valorizzazione.
Un’immagine di Silvio Corbari esposta al museo
PITTURA
La foresta di Selvatico che si dirama per tutta la Romagna A settembre inaugurano mostre a Forlì, Fusignano, Cotignola, oltre quaranta artisti coinvolti fino a novembre
Torna il progetto “Selvatico”, geografia fatta di luoghi e persone, mappa che congiunge una pluralità di spazi e artisti all’interno di un percorso che si disegna e ramifica attraverso una costellazione di mostre diffuse nel paesaggio e in alcuni dei luoghi del contemporaneo in Romagna. L’immagine di questa edizione, curata da Massimiliano Fabbri, Irene Biolchini, Lorenzo Di Lucido e Massimo Pulini, è quella della foresta, intesa non tanto o non solo come sguardo rivolto a quell’attenzione che da parte di molti artisti si volge ancora e nuovamente alla natura e sua rappresentazione, e alla re-invenzione del paesaggio tutto per certi versi, ma anche e soprattutto come condizione della pittura stessa, linguaggio e dimensione che guidano la scelta, presenza e lavoro dei quaranta autori
in mostra. E che è intimamente connessa alla natura stessa di “Selvatico”, a partire dal suo titolo e dalla sua ostinata presenza e posizione ai margini, lontano dai grandi centri, perché è una rassegna di campagna alle sue origini, dodici anni e dodici mostre fa, e che ora chiude un cerchio, a partire dal suo stesso titolo e sguardo non addomesticato. Non solo la pittura è una foresta di immagini e segni senza fine, di visioni che ci investono, travolgono e poi sedimentano sommerse nella memoria e nel tempo. Ecco le mostre che inaugurano nel mese di settembre nel percorso “Selvatico”, altre toccheranno poi a ottobre Faenza, Bagnacavallo e Rimini: a Forlì, alla Galleria Marcolini, dal 6 settembre all’8 ottobre espongono Lorenzo di Lucido, Alessandro Finocchiaro, Giulio Catelli,
Annalisa Fulvi; a Fusignano il 7 settembre (e fino al 26 novembre), l’appuntamento è in Comune con Cesare Baracca, Lucia Baldini, Federica Giulianini e Martina Roberts, mentre al Museo civico San Rocco ci saranno Luca de Angelis, Giulia Dall’Olio, Cesare Baracca, Lucia Baldini e Marina Girardi; il 30 settembre ci si sposta a Cotignola a Palazzo Pezzi con Marco Samorè, Silvia Chiarini, Giovanni Lanzoni, Giulio Zanet, Marco Salvetti, Jacopo Casadei, Antonio Bardino, Matteo Nuti, Vera Portatadino, Giovanni Blanco, Domenico Grenci, Debora Romei, Marco Andrighetto, Denis Riva, a Palazzo Sforza per Rudy Cremonini e a Casa Varoli per Alessandro Saturno, Massimo Pulini, Alberto Zamboni e Vittorio D’Augusta.
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LA RECENSIONE
La straordinaria leggerezza di Fausto Melotti In mostra a Longiano una selezione di opere del grande maestro della scultura italiana del secolo scorso Fausto Melotti Uno sul cavallino_quattro sul cavallino 1951ca ceramica smaltata
A sinsitra e destra: senza titolo, 1985, matita acquarello e tempera.
di Sabina Ghinassi
«C'è stato un momento in cui dopo aver conosciuto lo scultore Fausto Melotti, uno dei primi astrattisti italiani, (...) mi veniva da scrivere città sottili come le sue sculture: città sui trampoli, città a ragnatela». A parlare è Italo Calvino a proposito della genesi di quel diario di viaggio meraviglioso che sono Le Città Invisibili. Melotti corrispondeva perfettamente alle Lezioni Americane di Calvino: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità, Coerenza – con Leggerezza al primo posto – come esigenza per il nuovo millennio. Melotti leggero lo è sempre stato, a partire da quella speciale condizione di nascita a Rovereto, una provincia illuminata dalla lezione futurista di Depero, dal fasto austroungarico e dall’orizzonte terso delle Dolomiti, a partire da una formazione speciale, con gli studi di matematica e fisica, una laurea in ingegneria meccanica e il diploma in pianoforte coronati dalla folgorazione per la scultura che lo portò all’Accademia di Brera: insegnante Adolfo Wildt, compagno di studi e amico per la vita un signore che si chiamava Lucio Fontana. La vita di Fausto Melotti è tutta all’insegna di rapidità e leggerezza, di molteplicità di talenti (poeta, musicista, matematico, scrittore e artista straordinario) e incontri meravigliosi e, per citare il poeta inglese Philip Larkin, di “finestre alte” aperte sul cielo, a partire dalla sua adesione all’arte astratta negli anni trenta, dal suo amore per Bach, per la scultura greca classica, per Piero
della Francesca. A tracciare, con levità e grazia intensa, molti di questi incontri è la mostra Fausto Melotti e Roma 19371985, curata da Giuseppe Appella – critico d’arte, giornalista, direttore del Mmsma di Matera e amico intimo di Melotti – e aperta sino al 12 ottobre alla Fondazione Tito Balestra Onlus di Longiano. Le opere esposte raccontano, attraverso un percorso che copre
quasi un cinquantennio, i rapporti dell’Artista con la Città eterna. Nella seconda metà degli anni trenta, a Roma Melotti incontrò Persico, De Pisis e De Chirico, ponendo le basi della decisa opposizione, poi portata avanti da “Il Milione”, alla cultura ufficiale rappresentata dal “Novecento” della Sarfatti, e iniziando quella rete di relazioni che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
Aveva una
molteplicità di talenti: era poeta, musicista, matematico, scrittore e artista
In seguito Melotti si fermò stabilmente a Roma dal 1941 al 1943, per poi trascorrervi lunghi periodi, sino alla sua scomparsa a Milano, nel 1986. Punto di riferimento dei momenti romani era “L’Arco. Studio Internazionale d’Arte Grafica”, in via Mario de’ Fiori 39/a, al centro tra la sua casa e il suo studio, che dal 1970 divenne luogo d’incontro per scrittori, artisti, stampatori e editori di grafica di tutto il mondo e, dal 1980, sede redazionale delle Edizioni della Cometa. Lì Melotti incontrava gli amici vecchi e nuovi: Vanni Scheiwiller, il gruppo “Forma 1” (Accardi, Consagra, Dorazio, Perilli, Sanfilippo, Turcato), Toti Scialoja e Gabriella Drudi, Carla Lonzi e Marisa Volpi, Lorenza Trucchi, Tito e Anna Balestra, Gatto, Rotella, Zavattini, Calvino, i Cascella, Nigro, Santomaso, Dadamaino, Sandro Penna, Tito Balestra, Italo Calvino, Tonino Guerra, Jim Dine sino a intellettuali e artisti molto più giovani come Nunzio e Tirelli. Qui s’intrecciavano storie e riflessioni in un cenacolo allargato, framily affettiva si direbbe ora, che ha costruito uno dei momenti più intensi della cultura italiana del secolo scorso, segnata da una produzione di opere straordinarie da parte di Melotti: piccoli teatri di latta, sculture in ceramiche delicate e insieme materiche, universi vibranti di musica visiva. Questo è in mostra a Longiano, nelle cinque sculture e nelle sei ceramiche, accompagnate da un importante gruppo di opere grafiche e su carta, esempio straordinario delle eredità indimenticabili che questo protagonista assoluto ci ha lasciato.
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JUNIOR L’Ubu della compagnia francese Pupella Nogues
IL FESTIVAL
Cinquanta spettacoli per “Arrivano dal mare” Artisti anche da Danimarca, Inghilterra, Francia e Argentina. Una sezione dedicata al tema disabilità Dal 26 settembre all’1 ottobre torna in Romagna il festival internazionale dei burattini e delle figure “Arrivano dal Mare!”. Giunto alla quarantaduesima edizione, il più antico festival italiano di teatro di figura, organizzato dal Teatro del Drago, ospiterà
oltre cinquanta spettacoli ed eventi per famiglie e per adulti con compagnie provenienti da Inghilterra, Francia, Danimarca, Argentina e Italia. Si parte da Ravenna (26 e 27) per approdare a Gambettola, Longiano Montiano e Gatteo (28-29-30 settem-
bre e 1 ottobre) con alcune anteprime nazionali e internazionali, e alcune produzioni inedite. Tra gli spettacoli da segnalare c’è GiocoVita con Circo Luna, unico circo d’ombre al mondo, preziosa produzione del Teatro Stabile di Innovazione diretto da
Diego Maj, che dopo sedici anni di repliche è diventato uno spettacolo classico, all’insegna della sorpresa e dell’incantamento. La danese Sofie Krog porta in scena Diva in cui gli spettatori sono attratti nel mistero all’interno delle mura di un cabaret scuro
JUNIOR
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29 ed eccentrico dove ogni personaggio s’imbatte in una serata sfortunata che potrebbe anche essere l’ultima. La storia di Krog attinge alla fantascienza e ad altri clichè cinematografici, mentre tutta l’azione avviene su diversi palcoscenici dall’interno di un piccolo teatro girevole. Sarà poi la volta di Bululu Théâtre di Horacio Peralta. L’animatore argentino si esibirà con Il burattinaio, uno spettacolo con pupazzi e burattini, che riassume il meglio dei numeri di animazione creati dall’artista in trentadue anni di carriera: un percorso iniziato con esibizioni nei vagoni della metro parigina e proseguito nei più prestigiosi teatri di marionette del mondo. La compagnia francese Pupella Nogues presenta UBU (S) ispirato all’opera di Alfred Jarry in cui il pubblico è invitato a sedere al tavolo con la figura sanguinaria e bonaria di Ubu, il dittatore cialtrone e sanguinario di una immaginaria Polonia. Lo spettacolo è una co-produzione del Festival Mondial des Théâtres de Marionnettes de CharlevilleMézières ed è stato presentato a Mosca nel Festival di Obratsov. Tra i giovani talenti della scena nostrana sarà presente la blasonatissima Marta Cuscunà vincitrice del Premio Scenario, menzione d’onore al Premio Eleonora Duse, vincitrice del Premio Last
Seen per il miglior spettacolo e il Premio Franco Enriquez, e finalista del Premio Ubu. Cuscunà presenterà È bello vivere liberi! un progetto di teatro civile per un'attrice, cinque burattini e un pupazzo. Lo spettacolo, vincitore del premio “Scenario per Ustica”, è ispirato alla biografia di Ondina Peteani, Prima Staffetta Par tigiana d'Italia. Deportata ad Auschwitz. Tra le compagine storiche La Ribalta presenterà Superabile una conferenza spettacolo in cui si parla di disabilità, quella di chi è costretto in carrozzina e deve affrontare giorno per giorno la sua condizione in modi per noi inimmaginabili. Un regista disegnatore dotato di lavagna magica creerà per il pubblico un mondo fatto di segni all’interno del quale si attori sono immersi come in una specie di fumetto vivente. A “linguaggi del teatro di figura, svantaggi e integrazione” sarà dedicato il progetto “Burattini con le ali” coordinato da Stefano Giunchi, che si sviluppa su tre piani: mostre, convegno e workshop, spettacoli. «Possono i burattini camminare? Possono farlo solo metaforicamente, poiché mancano a loro le gambe… Possono però “volare”. Possono portare fuori dai vincoli della forza di gravità (e da innumerevoli costrizioni e limiti, dati da deficit, difficoltà, svantaggi di varia natura) sia chi li manovra sia il pubblico coinvolto. Ad ogni spettacolo, queste sgraziate figu-
La storica
manifestazione si svolge dal 26 settembre all’1 ottobre tra Ravenna, Gambettola, Longiano, Montiano e Gatteo
rine trascinano bambini e adulti in mondi paralleli di fantasia dove i sentimenti e i conflitti risuonano come e più forti che nella realtà». Durante il festival si consegneranno “Le Sirene d’Oro” uno dei premi più antichi del teatro di figura in Italia, dato ogni anno a persone che con il loro lavoro “hanno saputo illuminare il teatro di figura nel mondo”. Sarà inoltre proiettato “Io di mestiere faccio il burattinaio” un video omaggio ai maestri della baraccai realizzato dal critico Mario Bianchi e Andrea Bernasconi. Il Festival Internazionale dei Burattini e delle Figure “Arrivano dal Mare!” è realizzato dal Teatro del Drago grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dei Comuni di Ravenna, Gambettola, Gatteo, Longiano e Montiano.
LA RASSEGNA ALLA ROCCA
DI CESENA TRA LANTERNE E CAPPUCCETTO
Tornano le domeniche pomeriggio dedicate alla famiglia, alla didattica museale. alla Rocca di Cesena. Domenica 10 settembre con “Lumen Malatesta - Percorso a lume di lanterna”, esperienza narrativa ed esplorativa con lanterne alla scoperta della Fortezza Malatestiana per bambini dai 3 anni in poi e per adulti. Pensieri e poesie, a lume di lanterna, per ricordare le origini, le usanze e la magia della Romagna, e coinvolto è anche un curioso folletto tutto romagnolo: il Mazapegul. Il 24 settembre ci sarà un nuovo spettacolo dedicato a Cappuccetto Rosso. Sempre alle 17 con prenotazione obbligatoria telefonando allo 0547 22409 o tramite sms al 347 7748822; durata 1ora e 30 minuti; costo 8 euro a persona.
LA SAGRA LABORATORI E
SPETTACOLI TRA LE ERBE PALUSTRI
Da venerdì 8 a lunedì 11 settembre si svolgerà a Villanova di Bagnacavallo la trentatreesima edizione della Sagra delle Erbe Palustri, iniziativa che ogni anno rievoca le antiche arti dell'utilizzo delle erbe di valle e del legno nostrano. In particolare, a partire dal pomeriggio di sabato 9 e per tutta la giornata di domenica 10 il centro del paese sarà gremito dalle bancarelle del grande mercatino del riuso “La Soffitta in piazza” e da domenica anche dal mercatino delle pulci dei bambini. Le vie, le piazze e il parco saranno animati da artisti di strada, dal teatro dei burattini, dall'energia dei Musicanti di San Crispino e dai balli nobiliari del Gruppo Risorgimentale Città di Lendinara. Nella giornata di domenica, per i più piccoli, sarà presente il maneggio con i pony del Centro Turismo Equestre “La Torre”.
Un'emozione unica nelle oasi naturali del delta del Po Escursioni in barca alla foce del fiume, a bordo di piccole e silenziose imbarcazioni in partenza da Gorino e Volano… … ed escursioni in barca e in bicicletta nelle Valli di Comacchio, la dimora di fenicotteri, con visita agli antichi casoni da pesca. Per assaporare piatti tipici a base di pesce e di anguilla, vi aspettiamo nei nostri ristoranti nel cuore del delta e delle Valli di Comacchio.
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ROSSO
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GUSTO LA GUIDA
L’ALIMENTO
I TARTUFI NOSTRANI E I TEMPI DI RACCOLTA
L’antico e afrodisiaco “aglio dei ricchi” e il cane romagnolo che lo sa scovare
Storia e curiosità del tartufo e del cane che dall’acqua si adattò alla montagna di Giorgia Lagosti
Il tartufo, ossia il preziosissimo fungo ipogeo, è un frutto della terra conosciuto dai tempi più antichi: si hanno testimonianze della sua presenza nella dieta dei sumeri (mescolato a vegetali e legumi) e al tempo del patriarca Giacobbe intorno al 17001600 a.C. Le prime tracce della sua diffusione in Europa invece, si trovano nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio (23-79 d.C.): gli aneddoti che riporta rivelano che il tartufo, in latino denominato terrae tuber (escrescenza della terra) o semplicemente tuber, era molto apprezzato sulle tavole degli antichi Romani che ne avevano ereditato l’uso gastronomico dagli Etruschi. Anche i Greci usavano il tartufo nella loro cucina, come dimostrato dal filosofo Plutarco di Cheronea che tramandò, a quei tempi (I secolo d.C.), l’idea che il raro e pregiato fungo nascesse dalla combinazione di alcuni elementi naturali come acqua, calore e fulmini. Da questa teoria prese spunto il poeta Giovenale secondo il quale l’origine del tartufo si deve a un fulmine scagliato dal padre degli dei, Giove, in prossimità di una quercia. E proprio da qui, dato che Giove era famoso per la sua prodigiosa attività sessuale, il tartufo veniva considerato altamente afrodisiaco.
Ravioli al tartufo
Nonostante il prezioso fungo fosse trattato da studiosi, filosofi e poeti, la vera essenza del tartufo però non fu mai stabilita tanto da non poter definire se fosse una pianta o un animale. Fu considerato come un’escrescenza degenerativa del terreno, più in là, addirittura, come cibo del diavolo o delle streghe. Infine, si credeva anche che, a seconda del luogo in cui cresce-
va, potesse contenere veleni letali. Infatti il Guainero nel suo manuale Pratica Medicinae tratta, tra gli altri argomenti, gli avvelenamenti da funghi e da tartufi e dopo aver descritto in modo dettagliato le sofferenze riportate dall’intossicazione, consiglia di far cuocere i funghi, e quindi anche i tartufi, con delle pere che, secondo questa teoria, avrebbero assorbito i veleni. In
realtà la validità di questa pratica si deve al semplice fatto che i funghi contengono sostanze tossiche termolabili a una temperatura pari a 60-70 gradi centigradi e in questo modo la cottura permette di eliminarle completamente. Nel medioevo del tartufo se ne perde traccia fino a quando non ricompare nell’età rinascimentale tra le tavole delle nobili Caterina de’ Medici e
Tartufo bianco pregiato Il Tartufo Bianco pregiato (Tuber Magnatum Pico) è considerato il tartufo per antonomasia perché riveste un’importanza commerciale notevole. Ha un aspetto globoso, con numerose depressioni sul peridio che lo rendono irregolare. La superficie esterna é liscia e leggermente vellutata. Il colore varia dall’ocra pallido al crema scuro fino al verdastro. La sua “carne” é inconfondibile e si presenta bianca e giallo grigiastra con sottili venature bianche. Il suo profumo piacevolmente aromatico, ma diverso dall’agliaceo degli altri tartufi, lo rende unico nel suo genere. Vive in simbiosi con querce, tigli, pioppi e salici e raramente lo si trova in concomitanza ad altri Tartufi. Il Tartufo Bianco, per nascere e svilupparsi, ha bisogno di terreni particolari con condizioni climatiche altrettanto particolari: il suolo deve essere soffice e umido per la gran parte dell’anno, deve essere ricco di calcio e con una buona circolazione di aria. La raccolta è da settembre a dicembre. Tartufo bianchetto Il Tartufo Bianchetto (Tuber Borchii Vitt) è un Tartufo molto ricercato nelle zone della Toscana, della Romagna e delle Marche. Esteriormente può essere confuso con il Tuber Magnatum, perché in origine si presenta con le stesse caratteristiche, irregolare, liscio e di colore bianco sporco ma quando giunge a maturazione, diventa più scuro. Anche la gleba da inizialmente chiara diventa scura. L’odore è la caratteristica che lo contraddistingue dal Tartufo Bianco perché, se all’inizio è tenue e gradevole, in un secondo tempo diventa aglioso e nauseante. Cresce in terreni di tipo calcareo, spesso nei boschi di latifoglie e conifere. Il periodo di raccolta è da gennaio a marzo . Tartufo estivo Il Tartufo Estivo (Tuber Aestivum Vitt) talvolta raggiunge dimensioni notevoli e si presenta molto simile al Tartufo Nero. La superficie esterna, si presenta con verruche piramidali di colore bruno. Ha un odore aromatico intenso, ma al taglio lo si distingue da quello Nero Pregiato, perché la gleba non diventa scura, ma tende ad un giallo scuro. Cresce sia in terreni sabbiosi che argillosi, nei boschi di latifoglie ma anche nelle pinete. È molto apprezzato ed é utilizzato per la produzione di insaccati e salse. Il periodo di raccolta é da maggio a dicembre.
Ristorante
Il Prato dei Fiorentini Locale a gestione famigliare, con paste di produzione propria, carni fresche di qualità, piadina romagnola e fritta con formaggi e salumi nostrani. Funghi e tartufo. NO BARRIERE ARCHITETTONICHE - AMPIO PARCHEGGIO
GIOVEDÌ SERATA DEL PESCE VENERDÌ SERA POLENTA E BACCALÀ Settembre 2017 aperto dal giovedì alla domenica
Via Cardello, 22 Casola Valsenio (RA) Tel. 333.8548936
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GUSTO
R&DCULT settembre 2017
31 Lucrezia Bolgia, oltre che nei banchetti più prestigiosi d’Europa. Il primo vero trattato, riguardante interamente il tartufo, lo si deve al medico umbro Alfonso Ciccarelli scritto nel 1564 dal titolo Opusculus de tuberis. Nello stesso secolo, inoltre, Andrea Cesalpino nomina per la prima volta i tartufi tra i funghi. Nell’Europa di questo periodo veniva anche denominato “aglio del ricco”, a causa del suo leggero odore riconducibile alla pianta. In Piemonte, nel 1600, se ne faceva un consumo rilevante per imitare quello della Francia ma a differenza dello stato transalpino, dove si trovavano quelli neri, nella regione piemontese si consumavano quelli bianchi. Un secolo più tardi, il tartufo bianco piemontese era considerato da tutte le corti europee come una delle cose più pregiate. Ma, nonostante questo, l’unica razza canina da tartufo riconosciuta è romagnola.
Un esemplare di Lagotto Romagnolo dell’allevamento di Lamberto Magnani, selezionatore e addestratore di questa antica razza canina
Il Lagotto Romagnolo è l’unica razza al mondo riconosciuta per la ricerca del tartufo
Quella del Lagotto Romagnolo è oggi l’unica razza riconosciuta al mondo per la ricerca del tartufo ma la sua storia parte da scopi e luoghi molto diversi. Sembra infatti che questo compagno dell’uomo abbia affondato le sue radici nei territori che dal ravennate si estendevano fino alle coste istriane, territori che prima delle bonifiche, si presentavano paludosi e di conseguenza ricchi di selvaggina, ambiente ideale per un piccolo cane da riporto su acqua che, grazie al suo ispido pelo arricciato e combinato con il fitto sottopelo, poteva nuotare per diverse ore, senza subire il freddo delle giornate invernali, con l’intento
di recuperare la selvaggina così tanto cara al suo conduttore. Questi cani affiancavano nelle loro varie attività i vallaroli o “lagotti”, pittoreschi personaggi che prima delle grandi bonifiche di fine ’800 furono la vera anima di quelle lagune ricchissime di selvaggina. Il nome di Lagotto deriva quindi dalla sua funzione primitiva di cane da acqua. Del resto nel dialetto romagnolo Càn Lagòt è sinonimo di “cane da acqua” o “cane da caccia in palude dal pelo riccio e ispido”. Naturalmente "romagnolo" deriva dal fatto che questa razza si diffuse maggiormente nelle lagune romagnole ma mi piace pensare che possa anche essere un omaggio a tutti gli abitanti del nostro territorio che per anni utilizzarono questo fantastico cane scongiurandone l’estinzione. I vallaroli, infatti, che avevano in concessione le ben note “tinelle” (o “botti”) per la caccia di valle, accompagnavano abitualmente i signori in quell'affascinante e difficile pratica
Piazza della Libertà 15 Bagnacavallo (RA) Tel. 0545 64468 www.malabocca.it Osteria Malabocca
L'Osteria Malabocca è un piccolo e confortevole locale a gestione familiare situato nella piazza principale di Bagnacavallo. Ci piace dire che la nostra cucina è priva di etichette, se non quella della "stagionalità", infatti i nostri menù cambiano con il mutare dei prodotti che la natura mette a disposizione, cercando di lavorarli nella maniera più semplice possibile. Tutto viene preparato giornalmente da noi, compresi le paste, i dolci e il pane. Roberto e Denise vi aspettano tutti i giorni escluso il mercoledì, mettendo a vostra disposizione un menù vegetariano, uno di pesce e uno di carne oltre ad una selezione di piatti dedicati ai sapori e ai profumi del territorio. Aperto dalle 12 alle 14,30 e dalle 19,30 alle 22,30
Chiuso il mercoledì
venatoria, ma non era l'unica attività alla quale si dedicavano: in quel periodo anche se la conoscenza del tartufo era minore, i vallaroli si dedicavano comunque alla sua ricerca utilizzando e sfruttando l’altra dote tipica di quel cane riccioluto quale la duttilità e l’intelligenza a svolgere qualsiasi tipo di ricerca. Questa doppia utilizzazione ha permesso a questa razza di non estinguersi durante, appunto, la bonifica di quelle paludi alla fine del 1800, ma di reinventarsi quali cani specializzati per la ricerca del mitico tartufo, grazie come sempre al pelo riccio che permetteva di penetrare senza indugio nel fitto sottobosco, là dove altre razze a pelo raso esitavano ad andare. La stretta selezione fatta dai vallaroli per mantenere e conservare le qualità fisiche e caratteriali dei loro cani da riporto venne però messa a dura prova dai tartufai di quell’epoca che alle caratteristiche fisiche e caratteriale preferivano quelle olfattive, incrociando così cani di razze diverse che però presentavano una dedizione spiccata alla ricerca del tartufo, non interessandosi affatto all'aspetto cinofilo ma solo a quello pratico del ritrovamento del tuber che andava via via facendosi conoscere in tutte le piazze italiane garantendo un buon riscontro economico ai loro cercatori. Fu solo grazie a quattro appassionati cinofili (Quintino Toschi, presidente del locale gruppo cinofilo, Francesco Ballotta, grande allevatore e giudice Enci, Antonio Morsiani, cinologo, giudice ed allevatore di fama mondiale e Lodovico Babini, esperto cinofilo) e ai tartufai che di tempo li allevavano che il lagotto a partire dal 1970 riemerse dal baratro dell'estinzione per fissare indelebilmente i suoi tratti morfologici e genetici odierni. Nel suo nome dunque la sua storia, quella di un cane da riporto su acqua che seppe adattarsi nel cercare l’ambito tartufo in quel dell'appennino romagnolo.
CERVIA Tutti i sapori del sale: dal lampredotto al nuovo “Polentami”
In occasione della tradizionale rimessa del sale, a settembre, a Cervia torna “Sapore di Sale” dal 7 al 10 settembre. Un appuntamento che mescola cultura, tradizione, storia ed enogastronomia in una delle capitali del sale. Sono in programma infatti convegni, ma anche lancio di nuovi prodotti e nuovi gusti tra i più fantasiosi e particolari. È il caso di “Polentami” un ardito matrimonio fra dolce salato, piccante e speziato presentato venerdì alle 18 al Magazzino del Sale. Ci saranno show cooking (di Mauro Uliassi) e degustazioni di salumi, vini, oli fino al lampredotto al sale di Cervia e gli stand gastronomici dei più importanti esercenti cervesi. Numerosi ristoranti saranno inoltre impegnati in menù dedicati al sale di Cervia con il Percorso del Sale organizzato da Confcommercio e Confesercenti. Non mancheranno le mostre tra fotografiche e quelle dei sali del mondo. Sabato e domenica i laboratori di piadina a cura di Cna e Confartigianato, e da venerdì i laboratori di pasta fresca e pane curati dell’associazione Casa delle Aie in sala Rubicone e il Mercatino dei Sapori concentrato sotto alla torre San Michele. Il programma completo su www.ravennaedintorni.it, sezione “Gusto”.
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