R&D CULT Giugno 2019

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FREEPRESS n. 51

MUSICA • TEATRO • LIBRI • ARTE • CINEMA • GUSTO • RUBRICHE

PASSIONE FESTIVAL DANZA, TEATRO, GRANDE MUSICA, A RAVENNA E NON SOLO

Un’immagine della Martha Graham Company, in scena al Ravenna Festival il 17 giugno

GIUGNO 2019 Prezzo €AGG 0,08IO PIA OM CO ISSN 2499-0205



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MUSICA I GRANDI NOMI DEL RAVENNA FESTIVAL

L’INTERVISTA PARLA IL CANTAUTORE RICCARDO SINIGALLIA

TEATRO A TU PER TU CON RANDISI, TRA SENECA E LUCREZIO

CINEMA LA WEBSERIE DI CEVOLI SUI ROMAGNOLI “DOP”

ARTE LA RECENSIONE DELLA MOSTRA DEL FUMETTISTA DAVIDE REVIATI

LIBRI DISTEFANO ALLA RASSEGNA PER RAGAZZI DI RIMINI

CASE EDITRICI LA STORIA DI FERNANDEL, ALLA SCOPERTA DI TALENTI

GUSTO I SAPORI DEL GELATO, ANCHE AL SANGIOVESE

TORNA “PERCUOTERE LA MENTE” Il cantautore britannico Tom Walker (nella foto), in cima all’airplay radiofonico negli ultimi mesi grazie all’ultimo singolo “Just you and I” e noto in Italia anche per il duetto con Marco Mengoni (“Hola - I say”), sarà la star internazionale di “Percuotere la mente”, la sezione contemporanea della Sagra Musicale Malatestiana. Walker presenterà il suo album di debutto in concerto il 24 giugno alla Corte degli Agostiniani di Rimini. A tenere a battesimo l’edizione 2019 della rassegna sarà però qualche giorno prima il nuovo Teatro Galli di Rimini che sabato 15 giugno ospiterà “Chet to Chet”, una serata esclusiva con Fabrizio Bosso, uno dei più grandi trombettisti jazz internazionali, protagonista di un omaggio a Chet Baker. Ad accompagnarlo i JAZZinc. La rassegna proseguirà in luglio con Rufus Wainwright, gli Echo and the Bunnymann, la coppia Bartolomey-Bittmann oltre a un particolare progetto in anteprima nazionale dedicato al trentennale dalla caduta del Muro di Berlino con Massimo Zamboni e Nada.

R&D Cult nr. 51 - giugno 2019

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1427 del 9 febbraio 2016 Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: direzione@reclam.ra.it tel. 0544 408312 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872

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Gardelli, Sabina Ghinassi, Enrico Gramigna, Giorgia Lagosti, Linda Landi, Filippo Papetti, Guido Sani, Serena Simoni, Elettra Stamboulis. Redazione: tel. 0544 271068 redazione@ravennaedintorni.it Poste Italiane spa Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA


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suoni UN DISCO AL MESE

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Il capolavoro “inspiegabile”, parte seconda di Bruno Dorella *

Miles Davis - Bithes Brew (1970) Il mese scorso ho cercato di ricostruire il clima in cui nacque “BB”. Davis, come tutti i grandi, è bravissimo a scegliere i collaboratori e tenere insieme il gruppo. Questo però è da capogiro: doppio basso (Harvey Brooks e Dave Holland), doppia batteria (Jack DeJohnette e Lenny White), doppie percussioni (Juma Santos e Don Alias), doppio piano elettrico (Chick Corea e Joe Zawinul), chitarra (John Mc Laughlin), clarinetto basso (Bennie Maupin), sax soprano (Wayne Shorter) e naturalmente la sua tromba. Tutti in stato di grazia in quegli anni. I musicisti sono disposti in cerchio, l’idea è quella di una grande improvvisazione orchestrata (da Miles) che verrà poi rielaborata manipolando i nastri in studio (da Teo Macero, a tutti gli effetti un produttore-compositore in questo disco). I temi scritti sono pochi, spesso semplici, talvolta “rubati” ai collaboratori (i grandi sono spesso abilissimi ladri di idee: Joe Zawinul diceva che quando Miles ascolta un tema che lo colpisce, quel tema diventa suo). Il disco si apre con i 20 minuti di “Pharaoh's Dance”, capolavoro di postproduzione di Teo Macero. Non dimentichiamoci che, quando si dice che “BB” è stato registrato in 3 giorni, si parla in realtà di sessioni dalle 10 alle 13. Cioè questo doppio album è stato registrato in 9 ore. Sin dall'inizio Miles aveva in testa, per questo brano, una registrazione di varie parti, che sarebbero poi state assemblate da Macero, con un buon grado di libertà. Ed ecco che Teo taglia, cuce, incolla, crea artigianalmente loop, esclude o aggiunge parti, utilizzando a fondo le possibilità del nastro magnetico, ottenendo un pezzo da molteplici brevi frammenti. I seguenti 26 minuti della title-track seguono un processo più organizzato, essendo il frutto di due sessioni lunghe, che vengono comunque tagliate da Macero, che di nuova sposta, riattacca, ricrea dal materiale di partenza per giungere a qualcosa di nuovo e diverso, contribuendo così a quel senso di inspiegabile che pervade tutto il disco. “Spanish Key” viene suonata a spezzoni, e poi di nuovo assemblata in post-produzione, seguendo però apparentemente una linea già prefissata. “John Mc Laughlin” (Miles aveva il vizio di chiamare alcuni brani coi nomi dei musicisti) nasce da un'idea estemporanea che, di nuovo, ha assunto una forma solo dopo il lavoro di post-produzione dei nastri. “Miles Run The Voodoo Down” è l'unica take che sia stata utilizzata interamente, senza interventi a posteriori. Infine “Sanctuary” è l'unione di due diverse take dello stesso brano, a formarne uno nuovo. Il nastro magnetico esisteva da circa 20 anni, e con esso si era già sperimentato molto, sia nella musica colta (Stockhausen, Cage, Varese) sia, in minor misura, nel jazz (soprattutto Lennie Tristano). Qui però siamo nel campo del visionario, dell'olistico, del magico. Un campo in cui ad un processo freddamente spiegabile, segue un risultato di grandezza inspiegabile...

* Batterista di Bachi Da Pietra e OvO, chitarrista di Ronin e Tiresia, factotum come Jack Cannon, membro della Byzantium Experimental Orchestra, del GDG Modern Trio e dei Sigillum S, ex discografico, orgoglioso ravennate d'adozione.

L’omaggio a Miles Davis del gruppo nanou all’Alighieri Bruno Dorella, che qui sopra parla del suo album forse più celebre, sarà impegnato alle percussioni nello spettacolo del Ravenna Festival in cui il gruppo nanou – compagnia ravennate di danza contemporanea – omaggia Miles Davis. L’appuntamento è per mercoledì 26 giugno al teatro Alighieri (dalle 21) con “We want Miles, in a silent way” (progetto e coreografia di Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci).

STEWART COPELAND (CON ORCHESTRA) IN ESCLUSIVA ITALIANA Tra i nomi di punta dell’intero cartellone del Ravenna Festial, lo storico batterista dei Police, Stewart Copeland, sarà al Pala De André sabato 29 giugno insieme all'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, diretta da Troy Miller. Il concerto ripercorre i momenti salienti della sua carriera musicale, prima come rockstar poi come compositore cinematografico, così come nei vari mondi dell’opera, del balletto e della musica contemporanea. Dai brani della sua band storica – riarrangiati per orchestra – alle sue colonne sonore più famose.

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L’invasione delle percussioni, dal minimalismo alla techno Dieci giorni di rassegna nella rassegna: gran finale con i Tamburi nella notte Rassegna nella rassegna, dal 6 al 15 giugno il Ravenna Festival si appresta a ospitare – dopo i violoncelli e le chitarre degli ultimi due anni – un’altra invasione, quella delle percussioni, con una serie di appuntamenti organizzati in collaborazione con l’Accademia Musicale Chigiana, fra le più antiche e importanti istituzioni musicali. Si parte con una conversazione a cura di Francesco Martinelli dedicata al “ravennate a Parigi” Franco Manzecchi, pioniere della batteria jazz moderna (6 giugno nel Chiostro della Biblioteca Classense) seguita da Harmograph, trittico di omaggi firmati da Matteo Scaioli: Igor Stravinsky, Egisto Macchi e Giusto Pio saranno celebrati in tre concerti dal 7 al 9 giugno, tutti nella Sala del Refettorio del Museo Nazionale. Le “100 percussioni” incontrano inoltre un appuntamento ormai tradizionale del Festival: il concerto trekking in collaborazione con Trail Romagna, che domenica 9 giugno accompagnerà il pubblico con un percorso musicale e gastronomico tra argini, capanni e la foce dei Fiumi Uniti. Tra gli incontri, le poesie dialettali di Nevio Spadoni, i racconti di pesca dello scrittore Fabio Fiori, ma anche le percussioni sciamaniche di Vince Vallicelli con Don Antonio per Musica senza argini, i ritmi di Alejandro Oliva e Marco Zanotti, i suoni della regina della m’bira Stella Chiweshe, dallo Zimbabwe, che converserà inoltre con Zanotti sabato 8 giugno al Cisim di Lido Adriano. Lunedì 10 giugno si comincia nel tardo pomeriggio da Piazza del Popolo con le prove aperte dell’Officina del Ritmo: conexión Buenos Aires con l’ensemble di percussioni diretto da Alejandro Oliva e coordinato da Marco Zanotti. A Palazzo dei Congressi il concerto serale è una performance di percussioni e maratona: L’umiliazione delle stelle vedrà percussioni, strumenti a fiato ed elettronica dell’ensemble Ars Ludi accompagnare il video-romanzo scritto e recitato da Mauro Covacich, autore finalista del premio Strega. Infine, Nihiloxica (foto) all’Almagià: tra techno e percussioni ugandesi.

Martedì 11 giugno è tempo di scoprire un tesoro nascosto quale Occam Ocean - Occam XXVI di Eliane Radigue, eseguito da Enrico Malatesta nel Refettorio del Museo Nazionale. Al Teatro Rasi invece doppio programma: mentre l’ensemble Ars Ludi (Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi, Gianluca Ruggeri) si esibisce in Ostinato di Giorgio Battistelli, il Chigiana Percussion Ensemble, guidato da Antonio Caggiano (che è anche docente al Conservatorio di Santa Cecilia) e spalleggiato dal soprano Silvia Lee, dal contralto Chiara Tavolieri e dall’ottavino di Manuel Zurria, si misura con il capolavoro assoluto del minimalismo Drumming di Steve Reich. Mercoledì 12 giugno torna Officina del Ritmo, ma alla Darsena Pop Up, mentre giovedì 13 incursione a Forlì per l’esecuzione di un altro caposaldo della musica contemporanea: la Chiesa di S. Giacomo accoglie Kathinkas Gesang als Luzifers Requiem (Il canto di Kathinka ovvero il Requiem per Lucifero da Samstag aus Licht) di Karlheinz Stockhausen, con flauto di Manuel Zurria e live electronics di Alvise Vidolin, pioniere fra i più influenti del sound design, accompagnati dal Chigiana Percussion Ensemble. La rassegna si fa in quattro venerdì 14 giugno: si comincia dal teatro Alighieri con Terra di Nicola Sani, affidato alle percussioni di Antonio Caggiano e al live electronics di Alvise Vidolin, e si continua nel centro storico con il Chigiana Percussion Ensemble mutato in marching band. Il ritmo sbarca ancora una volta in Darsena, prima con il concerto alle Artificerie Almagià del virtuoso statunitense e vincitore del Grammy Glen Velez, i cui tamburi a cornice si sposeranno al canto ritmico di Loire Cotler (con la partecipazione di Paolo Rossetti e Francesco Savoretti), e poi alla Darsena Pop Up con Percussion Voyager, altra notte di pulsazioni - in salsa dance floor - firmate da Matteo Scaioli e Maurizio Rizzuto. La rassegna si conclude con una festa di suoni: una grande orchestra di sole percussioni, cento, sarà la star di sabato 15 giugno al Pala De André. Tamburi nella notte è infatti anche il titolo della nuovissima composizione commissionata dal Festival a Michele Tadini, già autore del brano che ha coronato l’avventura delle 100 chitarre elettriche nella passata edizione. Per formare questo vasto organismo sonoro, il Festival ha lanciato una chiamata pubblica.


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Non solo il maestro Muti, tutti gli appuntamenti con la grande classica Dalla sinfonica fino alla sacra, con la maratona del celebre gruppo britannico Tallis Scholars Ecco una rapida panoramica sui concerti di musica classica in programma in giugno nell’ambito della XXX edizione del Ravenna Festival, a cura del nostro musicologo Enrico Gramigna. Per quanto riguarda la sinfonica (concerti al Pala De André), si parte il 5 giugno quando, alla testa dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, il padrone di casa Riccardo Muti farà risuonare le note di Meeresstille und glüchliche Fahrt, ouverture da concerto in re maggiore per orchestra op.27 di Felix Mendelssohn-Bartholdy. In programma anche l’ostinato affidato al rullante nel Boléro di Maurice Ravel. Racchiusi tra queste pagine saranno due concerti per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart eseguiti per l’occasione dal pianista Maurizio Pollini. Sarà, invece, il tema del viaggio quello che l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini si troverà ad affrontare il 12 giugno agli ordini di un Leonidas Kavakos in veste di violino solista e direttore. In programma due pagine mozartiane assai note: il Concerto per violino e orchestra n.3 in sol maggiore KV 216 e la Sinfonia n.31 in re maggiore KV 297 nota come “Parigi” proprio per il luogo in cui venne composta. Come ideale conclusione di questo viaggio, la Sinfonia n.1 in do minore op.68 di Johannes Brahms, celebrata quale paradigma della consacrazione del musicista quale redivivo Beethoven. Passando alla cameristica, il Quintetto di Ottoni dell’Orchestra Luigi Cherubini affronterà, il 7 giugno (alle 19 alla Sapir, al porto di Ravenna), un repertorio pensato come un viaggio à rebours dalle nuove sonorità novecentesche degli Stati Uniti verso l’Inghilterra dei Fab Four e discendendo in Francia e poi fino all’Italia. Nell’ambito della musica antica ecco invece comparire, il 19 giugno al Pala De André, un programma nato tra le braccia di due giganti del Classicismo. Di Franz Joseph Haydn l'ouverture dall'opera L'isola disabitata Hob 28/9 che aprirà il capitolo di approfondimento delle sonorità classiche affidato al Giardino Armonico diretto da Giovanni Antonini. A seguire ci sarà un raro appuntamento con i concerti per due tastiere. Protagoniste saranno le sorelle Katia e Marielle Labèque al fortepiano. Il 23 giugno (a Sant’Apollinare in Classe) protagonista sarà il Barocco che, nella sua declinazione sacra, si manifesterà al pubblico ravennate con l’esecuzione del Messiah composto da Georg Friedrich Händel e affidata al Coro Costanzo Porta e all'Ensemble Cremona Antiqua, diretti da Antonio Greco. Questo concerto introduce un vasto ambito, da sempre molto indagato da Ravenna Festival, la musica sacra: il concerto del 28 giugno (alla Classense) vedrà la cantante Nektaria Karantzi avvicinare il canto sacro bizantino e greco alla musica europea grazie all’intercessione del pianoforte, suonato da Vassilis Tsabropoulos. Il tentativo di creare un ponte tra due idee differenti sarà affrontato anche il 30 giugno (a Sant’Apollinare in Classe) quando l'Estonian Philharmonic Chambers Choir, diretto da Kaspars Putniņš, avvicinerà la lingua slava ecclesiastica della Chiesa ortodossa russa alla rappresentazione del sacro di Arvo Pärt, racchiusa nell'idea sonora dello stile “tintinnabuli” del quale il Kanon Pokajanen è un fulgido esempio. Vi saranno, come ormai di consueto, due rassegne sacre interne a questo Ravenna Festival. La prima di esse è “In Templi Domini”, volta ad animare le sante messe domenicali all'interno delle basiliche ravennati. La seconda i “Vespri a San Vitale” saranno, invece, la testimonianza del sacro nel quotidiano (in basilica alle 19).

Sempre nell’ambito della musica sacra, il Ravenna Festival presenta in via eccezionale il 16 giugno (dopo la presentazione del 15 alla Classense) “Le ore sacre del giorno”, una celebrazione della “Liturgia delle ore” che suddivide la giornata in punti fermi per sostare e riflettere, in forma di ascolto o di preghiera. Un percorso (con appuntamenti a mezzanotte, alle 7, alle 9.30, alle 12, alle 15.30, alle 19 e alle 21.30 in varie chiese della città) guidato dal gruppo vocale britannico dei Tallis Scholars (nella foto), il riferimento della musica vocale sacra a cappella, diretto da Peter Phillips.

DA MODUGNO A FABER ANCHE DE GREGORI A RUSSI Francesco De Gregori (nella foto) sarà il super ospite del concerto del 21 giugno a Russi (palazzo S. Giacomo) del grande musicista napoletano Enzo Avitabile, ispirato dall’isola di Lampedusa, tra world music e tradizioni partenopee. Il giorno dopo sempre a Russi la “grande notte del ballo popolare” con l’Orchestrona di Forlimpopoli e i Bevano Est.

Tra gli omaggi ai grandi della musica italiana il 23 giugno al teatro Fabbri di Forlì Peppe Servillo e la sua jazz band riporteranno in vita Modugno; il 27 giugno al Pavaglione di Lugo invece Neri Marcoré (nella foto) omaggerà Fabrizio De André con lo Gnu Quartet.

DA “ZORBA IL GRECO” AL PREMIO OSCAR Musica e cinema si intrecciano, come sempre, al Festival: tra gli appuntamenti di giugno segnaliamo in questo senso il concerto del 7 alla chiesa di San Giacomo di Forlì con l’Orchestra Arcangelo Corelli e il Coro Euridice che portano in scena “Zorba il greco” e il celebre sirtaki ballato sulla spiaggia da Anthony Quinn nell’omonimo film... Il 28 giugno invece a Lugo “La Musica è pericolosa” del maestro premio Oscar Nicola Piovani (nella foto), tra colonne sonore e un omaggio a De André.


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POPPONI Il Decameron del pop, limitatamente a quel che succede il mese prossimo in un raggio di 30 km di Francesco Farabegoli

“Una sorta di Azealia Banks dei poveri senza un decimo del talento di cui già l’Azealia originale è priva”

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racconti

IL PROGRAMMA 2019

Succede solo a “Beaches Brew” Di quella volta che la tempesta di sabbia rese indimenticabile il concerto degli Shellac

A un certo punto inizia a girar voce che gli Shellac stasera non suoneranno. È il 7 giugno del 2017 e il tempo si sta mettendo male. Da qualche giorno girava una specie di allerta meteo legata a una possibile tempesta che prima o poi avrebbe potuto colpire, o non colpire, la costa romagnola. Le ultime previsioni a cui avevo guardato, nel tardo pomeriggio, la davano in arrivo per la tarda notte di quel giorno: buon per me, potrò vedere il gruppo che più mi piace veder suonare nel posto dove preferisco vedere concerti. A quanto pare però la tempesta si è voluta portare un po’ avanti: sto bevendo una birra a uno dei bar davanti alla tettoia, e quando arriva la prima cosa che sento è un silenzio improvviso –Weyes Blood stava suonando sul palco in spiaggia fino a un secondo prima, poi d’un tratto smette. Butto un occhio verso il mare e vedo nuvole nere dove pochi minuti prima, ne sono certo, c’era solo un cielo terso al tramonto. E poi inizia ad arrivare la montagna di sabbia che s’è alzata e la gente che era a vedere il concerto sta correndo a ripararsi sotto la tettoia. Beaches Brew è un festival un po’ particolare. Evento infrasettimanale costruito probabilmente sui day-off del Primavera Sound di Barcellona, s’è ritagliato in pochi anni la reputazione di evento cardine dell’estate europea in musica. Se parli con qualcuno che viene da fuori è abbastanza facile capire perché preferiscono venire qui piuttosto che altrove: pomeriggio in spiaggia con clima mite, birre buonissime, a fine giornata puoi vederti dei concerti di livello senza manco doverti scrollare di dosso la sabbia. Il lato negativo: non è ancora estate piena, e a volte il meteo si mette di traverso. Il festival s’è ingrandito abbastanza da far sì che fosse necessario aggiungere un palco grande in piena spiaggia, subito dietro la collinetta. Una volta che l’hai montato, tocca sperare per il meglio. Nel palco sotto la tettoia, dove all’Hana-bi si fanno di solito i concerti, si può suonare anche con la pioggia. Stasera però butta male. I Preoccupations hanno il set pronto al coperto, basta girare il palco e si può suonare; non è banale ma non è impossibile. Ma stasera c’è così tanta gente, ed è tutta sotto la tettoia a ripararsi, saremo mille persone, che ne so, il triplo della gente che riesce a stare in questo spazio. E ho fortuna che sono capitato vicino ad un’amica che non vedo da tan-

to e possiamo farci pari con le chiacchiere, perché seguire i Preoccupations è difficile –un po’ per via della calca e un po’ perché i Preoccupations sono uno di quei gruppi postpunk che danno il loro meglio quando non li stai ascoltando. Poi incontro anche altre persone, perché il Beaches Brew è anche il festival in cui vengono a Ravenna le persone che il resto dell’anno ascoltano musica in altre città. Mi sento piuttosto sciolto e rilassato, a dispetto di tutto. Sono del tutto incosciente del fatto che a venti metri dalla mia testa si stia combattendo una specie di guerra. Non ho mai lavorato all’organizzazione di un festival. Di tutto quel che succede a un concerto, fuori dal palco e dalla platea, la maggior parte dei presenti non sa quasi nulla. Lo staff è informalmente tenuto a fare quanto in suo potere per alimentare questo stato d’ignoranza, perché anche noi in questo posto abbiamo il nostro lavoro da fare – bere birre, contribuire al buonumore, amare i gruppi che suonano, limonare le nostre fidanzatine eccetera eccetera. Mentre noi continuiamo a intossicarci di birrette, lo staff e gli Shellac hanno deciso di spostare il concerto: dal palco grande, già montato, trasferiranno sotto la tettoia il minimo indispensabile per suonare. Per farlo, i ragazzi del service dovranno bardarsi come dei personaggi di Mad Max (abiti contro il vento, una maglietta calata sul viso per tener liberi naso e bocca) e iniziare a spostare amplificatori e testate in mezzo alla tempesta di neve. Viene ricavata una specie di via sicura, appena dietro il palco sotto la tettoia, e i ragazzi iniziano a lavorare di braccia. Poi all’improvviso la tempesta si quieta, il piazzale torna a essere agibile e la folla si disperde un pochetto: qualcuno è a torso nudo, visibilmente intossicato e sudato fradicio, qualche ragazza ha addosso un telo da bagno e qualcun altro resiste con una giacca a vento. Ce n’è per tutti i climi. L’estasi ubriaca dei primi fricchettoni che si rimettono in piedi sulla collina si porta via quel po’ di brutto tempo che è rimasto. La luce del palco grande splende dietro di loro e li rende il soggetto perfetto per la foto di Francesca Sara Cauli che mi arriverà tra qualche giorno. Poi gli Shellac possono iniziare a suonare. È che al Beaches Brew funziona sempre tutto a meraviglia, ecco.

Gli Shellac in una foto di Francesca Sara Cauli durante l’ormai mitologico concerto al Beaches Brew 2017, di cui parla Farabegoli nell’articolo principale

AL FESTIVAL DELL’HANA-BI ANCHE COURTNEY BARTNETT E BIG THIEF Si parte dal molo, poi tre giorni in spiaggia: 19 concerti con artisti da tutto il mondo Il pubblico del Beaches Brew 2018 in una foto di Francesca Sara Cauli

Da lunedì 3 a giovedì 6 giugno appuntamento sulla spiaggia di Marina di Ravenna per l’ottava edizione di Beaches Brew, il festival di associazione culturale Bronson che presenta il meglio del panorama rock e contemporaneo senza preclusione di generi, davanti a un pubblico internazionale (quasi il 50 percento delle presenze, nelle ultime due edizioni della manifestazione, proveniva dall’estero), in una quattro giorni di musica completamente gratuita. Anche quest’edizione 2019 del festival vedrà esibirsi decine di musicisti da ogni angolo del pianeta: 19 i concerti in programma, provenienti da 9 paesi del mondo (Niger, Turchia, Australia, Usa, Sud Africa, Irlanda, Repubblica Dominicana, Olanda, Italia), 3 palchi per oltre 24 ore di musica e sperimentazioni sonore. Si parte lunedì 3 giugno al Molo Dalmazia di Marina con protagonisti il rock Tuareg e i beat elettronici della band belga Kel Assouf, la nuova creatura dell’icona post-punk Ian Svenonious, Escape-Ism, e la neo-psichedelia sixties di Umut Adan; martedì 4 giugno si passerà sulla spiaggia dell’Hana-Bi, dove verranno allestiti i due palchi principali della manifestazione, con la stella del cantautorato australiano Courtney Bartnett; i conterranei Tropical Fuck Storm, tra le band più chiacchierate della nuova scena art rock internazionale; la next-big-thing del garage indie rock Ron Gallo, da Philadelphia; Crack Cloud, collettivo multimediale canadese che mescola post-punk, afro beat e hip hop e il talento di Adele Nigro aka Any Other a rappresentare l’indie rock made in Italy. Mercoledì 5 giugno sarà la serata di una delle protagoniste più attese di questa nona edizione, la rapper del Tennesee BbyMutha, indicata da Pitchfork come uno dei 10 nomi su cui puntare nel 2019; il collettivo BCUC, che dai sobborghi di Soweto racconta il Sud Africa reale grazie al suo afro beat contaminato; Kelman Duran, artista dominicano cresciuto nei sobborghi di New York e Los Angeles, capace di dare vita a una club music con influenze afro e caraibiche; i newyorkesi Big Thief, freschi di firma con la prestigiosa etichetta 4AD con cui hanno inciso un disco folk-slowcore acclamato dalla critica; e infine il rock dei cesenati Sunday Morning. Giovedì 6 giugno si chiude con due ospiti statunitensi: l’icona della scena footwork di Chicago Rp Boo, per l’occasione in trio con Gabriel Ferrandini al sax e Pedro Sousa alla batteria, e il duo di Richmond Prison Religion, tra i nomi più interessanti della scena hardcorerap. Con loro all’Hana-Bi una band leggendaria del combat rock olandese, The Ex, che festeggia quest’anno i 40 anni di carriera in cui ha saputo miscelare l’anima punk con improvvisazioni jazz e influenze afro; da Istanbul, il virtuoso del clarinetto gipsy Cüneyt Sepetçi; gli italiani Cucoma Combo, nuovo progetto tutto romagnolo diviso tra afrobeat e tropical music.


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ROCK INTERNAZIONALE/2 Thurston Moore dei Sonic Youth allo Spazio Tondelli Sabato 1 giugno dalle 22 allo Spazio Tondelli di Riccione è in programma il grande appuntamento musicale del Dig, il festival del giornalismo d’inchiesta: l’unico solo show italiano di Thurston Moore, leggenda dell’alternative, protagonista di una lunga carriera solista e prima co-fondatore dei Sonic Youth. Prima di Moore sarà sul palco uno dei protagonisti della nuova scena itpop, Giorgio Poi.

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Johnny Marr, atteso il 18 giugno alla Rocca Malatestiana di Cesena per “Acieloaperto”

Anche Johnny Marr sul palco della Rocca di Cesena Il co-fondatore degli Smiths al festival Acieloaperto con Fantastic Negrito e Butler

I Therapy? (per Emergency) a Mercato Saraceno

Dopo l’anteprima di maggio con il poeta “rock” Guido Catalano il festival Acieloaperto entra nel vivo in giugno con i concerti veri e propri, sempre di caratura internazionale. Si parte con Fantastic Negrito, venerdì 14 giugno alla Rocca Malatestiana di Cesena per l’unica data in regione tra le nuove quattro fissate in Italia dopo il doppio sold out dei concerti milanesi di metà novembre scorso. Il cantautore americano (che spazia tra blues, R&B e musica roots) Xavier Amin Dphrepaulezz, in arte Fantastic Negrito, presenterà dal vivo il nuovo album Please Don't Be Dead, che dice di aver scritto «preoccupato per la vita dei miei fratelli neri». Il festival proseguirà sempre alla Rocca di Cesena il 18 giugno nientemeno che con il co-fondatore ed ex chitarrista degli Smiths, Johnny Marr, in concerto con il suo ultimo disco Call The Comet, pubblicato un anno fa e a proposito del quale dice: «È più emozionale [rispetto agli altri album, ndr], i testi sono più profondi. Riguarda soprattutto le cose che mi circondano, ma ci sono anche un paio di canzoni che hanno a che fare con me». Dopo aver lasciato gli Smiths nel 1987, Marr ha continuato la sua carriera come membro ufficiale o chitarrista in tour per diversi gruppi acclamati tra cui The The, Electronic, Modest Mouse e The Cribs e ha anche preso parte alle registrazioni di Pet Shop Boys, John Frusciante, Talking Heads e Beck. Innumerevoli i musicisti che hanno citato Marr come significativa ispirazione musicale, in particolare per Noel Gallagher e Radiohead. A chiudere il programma di giugno, sabato 29, sarà il John Butler Trio, una delle rock band australiane di maggior successo, influenzata anche da reggae, roots e bluegrass. Presenterà l’ultimo album, Home (Jarrah Records), pubblicato lo scorso 28 settembre. In luglio sarà poi atteso il nuovo gruppo di Pete Doherty dei Libertines. Il programma completo su www.acieloaperto.it.

I Therapy? – storica band nordirlandese di alternative metal – tornano in Italia per un concerto in programma sabato 1 giugno al Big Fish Day di Mercato Saraceno. Ingresso gratuito (al campo sportivo), con il ricavato della serata che sarà devoluto a Emergency.

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I DREAM SYNDICATE ALLA “RIBALTA” DI CESENATICO Giovedì 20 giugno all’Arena dei Cappuccini di Cesenatico, per la rassegna estiva “Ribalta Marea”, concerto dei The Dream Syndicate, i principali esponenti del cosiddetto Paisley Underground (scena musicale nata negli anni ‘80 nell’ambito del rock psichedelico), appena tornati con un nuovo album (il loro secondo dopo la reunion).

ROCK INTERNAZIONALE/4 A Pinarella dai Puddle of Mudd alle cover dei Me First and The Gimme La storica band altmetal/grunge americana Puddle of Mudd (nella foto) torna in Italia con un live show rinnovato. L’appuntamento – l’unico nel nostro Paese – è confermato per sabato 15 giugno al Rock Planet Club di Pinarella di Cervia. E sempre al Rock Planet arriva il 20 giugno in esclusiva italiana un’altra band americana con alle spalle decenni di carriera, i californiani Ugly Kid Joe, con il loro mix di hard e southern rock, funk, rap e thrash-metal. L’ultima esclusiva del mese, al club di Pinarella di Cervia, è in programma martedì 25, quando sul palco saliranno i Me First and The Gimme Gimmes, supergruppo americano noto per le cover in versione punk di canzoni famose. La band passa agilmente dalla motown al country, dal pop giapponese alla canzone napoletana, tutto rigorosamente in lingua originale e con una sana di dose di irriverenza.

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12 GIUGNO SONNO E TECNICHE DI RILASSAMENTO DOTTORESSA SILVIA BONDIO E ALTRI OSPITI

3 LUGLIO ALLONTANA ABITUDINI E PERSONE NEGATIVE MARINA RONCAGLIO

17 LUGLIO LIBERTÀ FINANZIARIA MICHELE PELÒ

31 LUGLIO AIUTO, GRATITUDINE E CRESCITA PERSONALE DOTTORESSA SILVIA BONDIO

19.30 APERITIVO 20.00 SERATA INFORMATIVA 21.00 CENA MENÙ A TEMA 28,00 EURO


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l’intervista

Riccardo Sinigallia e la magia della canzone Il cantautore romano a Savignano: «La differenza la fa l’unione tra testo e musica Con i Tiromancino il successo, ma oggi i miei concerti sono riti collettivi» di Luca Manservisi

Produttore, cantautore, autore (per altri, oltre che per il cinema), Riccardo Sinigallia è protagonista da trent’anni della scena romana e senza dubbio tra le figure chiave dell’intero panorama musicale italiano, quella che una volta si sarebbe detto indipendente. Nell’ambito del tour estivo di presentazione del suo nuovo album, Ciao Cuore, sarà in concerto l’8 giugno in piazza a Savignano sul Rubicone per la rassegna “Il rock è tratto” (ingresso gratuito). Lo abbiamo contattato all’indomani della sua partecipazione al MiAmi festival di Milano. E la nostra chiacchierata parte proprio da qui. Il MiAmi offre sempre uno spaccato della scena musicale italiana e quest’anno è stato la dimostrazione plastica di come sembra siano cadute le barriere tra rock, pop, rap e trap, tanto che tra gli headliner c’era anche Sferaebbasta. Che aria si respirava? «Era prevedibile questa apertura, i tipi del MiAmi sono molto bravi e attenti a quello che sta accadendo. C’era grande entusiasmo, molto fermento, e sono felice di poter partecipare a iniziative di questo tipo. Non ho visto però cadere barriere, semplicemente continuano a esserci, come sempre in Italia, fenomeni commerciali abbastanza specializzati a cavalcare tendenze extra-musicali...». Ma ti piace il nuovo indie italiano? Lo segui? «Non sono fan di molti artisti indie, ma li seguo con interesse e curiosità. È un bene che ci sia stato un grande cambiamento in questi anni. Rispetto al passato la vera differenza sta nei numeri dal vivo, ora davvero impressionanti, e nella questione produttiva: oggi un artista può pubblicare con un gruppo di amici e piccole etichette appassionate in modo veloce, non essendoci più bisogno di strutture mastodontiche e lente a orchestrare il tutto…». Dal punto di vista proprio della produzione, il tuo ultimo disco invece spicca per un’attenzione maniacale per i suoni: si sentono i fruscii, i rumori delle corde, non una cosa così abituale ascoltando un disco italiano... «Si tratta in effetti di una caratteristica a cui ho sempre prestato attenzione, mi piace conservare i momenti di purezza, mi piace sentire anche delle parti “sbagliate”, non aggiustare troppo le cose: quando produco i pezzi mi affeziono anche alle loro fragilità». Come nascono le tue canzoni? «In modi molto diversi, sul divano con una chitarra in braccio in pochi minuti o in intere giornate in studio su sperimentazioni elettroniche. Porto avanti tante bozze che poi magari restano tali: la cosa principale che fa sopravvivere una canzone rispetto a un’altra, nel mio caso, è la magia che si crea tra musica e testo». Su questo ultimo album mi pare tu abbia sperimentato molto anche con la voce... «In effetti avevo un po’ mollato questo aspetto, cercando di puntare invece su una voce meno artefatta possibile. Poi anche grazie ai consigli dei miei collaboratori, di Caterina

IL CONCERTO

Caselli in primis (patron della Sugar Music per cui è uscito il disco, ndr) ho ricominciato a cantare, senza più questo approccio diffidente verso la mia voce. Diciamo che ho cercato di portare avanti una ricerca “canterina”». Cosa ne pensi della critica musicale? «Purtroppo oggi ha effetti minori rispetto a molti anni fa e questo mi dispiace. Ci sono ottimi critici, anche se sono pochi e lavorano difficilmente in testate istituzionali, anzi fanno fatica a emergere perché realmente indipendenti, ma quando scrivono è confortante e fanno la differenza. Spero che rinasca una fiducia nei confronti di questa nuova generazione, anche perché sono sempre stato un fan del critico indipendente; riviste come Rumore e Blow Up mi hanno fatto scoprire dischi che poi mi hanno cambiato la vita». Quali sono? Chi sono gli artisti che ti hanno formato? «Da bambino i primi a farmi innamorare del rock sono stati gli AC/DC, quelli dei primi dischi con Bon Scott, che mi hanno portato verso l’heavy metal. Poi un passaggio fondamentale per la mia formazione è stato invece scoprire i Police, che mi hanno fatto scoprire la raffinatezza. E così ho continuato a seguire con interesse ogni passaggio epocale della storia della musica, dal punk alla musica elettronica. Ma il vero grande e definitivo cambiamento in me è stato scoprire la musica che potevo davvero comprendere, quella cantata nella mia lingua, scoprire la magia del testo insieme al suono, di cui parlavo prima. E così i grandi cantautori, Battisti sopra tutti, e poi il primo Battiato. Quello che mi ritrovo ad ascoltare più assiduamente ancora oggi è invece Paolo Conte». Come riesci a ricoprire così agilmente diversi ruoli, dal produttore all’autore di colonne sonore? «L’approccio è simile, ma la parte da produttore, da autore per il cinema o per altri, la intendo come quello che è, ossia un vero e proprio lavoro a pagamento. Le mie cose invece le proteggo, rappresentano un’esigenza di vita: riesco a separare bene i due aspetti dal punto di vista attitudinale». Sei tra gli autori di due canzoni in particolare che in molti indicano nelle enciclopedie musicali tra le più importanti della storia della musica italiana, “Quelli che benpensano” di Frankie hi-nrg e “La descrizione di un attimo” con i Tiromancino. Che ricordi hai? «Sono due casi molti diversi. Ricordo che mentre lavoravo a “Quelli che benpensano” avevo paura di stare rovinando la canzone di Francesco, sai all’epoca era un sacrilegio cantare in un pezzo rap (Sinigallia canta il ritornello, ndr). Poi subito dopo mi sono reso conto effettivamente di aver contribuito, insieme a Ice One, a realizzare qualcosa di speciale, un pezzo ancora attualissimo oggi. “La descrizione di un attimo” non so invece se è davvero la canzone più bella che ho scritto, è sicuramente ispirata, ma fondamentali sono state le contingenze, il successo ottenuto grazie al film di Ozpetek».

Hai mai sentito l’esigenza di suonare in una band, dopo aver lasciato i Tiromancino? Che ricordi hai di quel periodo? «È stato tutto molto bello, ricordo la costruzione dell’album (“La descrizione di un attimo”, in cui Sinigallia ha di fatto cambiato la direzione musicale del gruppo, ndr) il successo repentino: siamo passati dal suonare davanti a 20-30 persone da un giorno all’altro, o quasi, al concerto di Torino, che ricorderò per sempre, dove ci chiedevamo chi suonasse dopo di noi, per capire cosa ci faceva quel fiume di gente e poi scoprire invece che era lì per noi, 10mila persone. Ma poi ci sono state anche sofferenze, arrivando da esterno il mio intervento, così fortunato, forse ha rovinato qualche equilibrio, ora sono contento di avere comunque un buon rapporto con Federico (Zampaglione, ndr), ma non sento l’esigenza di suonare in una band, voglio essere libero di esprimere tutto quello che voglio, senza dover tener conto delle vite degli altri e delle leggi che condizionano le band». Hai parlato del successo con i Tiromancino, ora che rapporto hai invece con il tuo pubblico? «Diciamo che il mio è un pubblico molto molto selezionato, ma quei pochi mi amano come si ama un artista fondamentale, in modo molto maturo e consapevole, non perché “funziona”. Ricordo nei momenti in cui suonavo davanti a 20 persone che i fan più accaniti erano loro stessi delusi, mi chiedevano come fosse possibile. Adesso che per fortuna le cose sono migliorate, che raccolgo più soddisfazioni, continuano a essere lì con grande affetto. Diciamo che si è coronato il mio sogno, non posso chiedere di meglio quando vedo il pubblico veramente ascoltare ogni parola come se fosse scritta da loro, cantarle come una specie di rito collettivo».

«Mentre lavoravo a Quelli che benpensano avevo paura di rovinarla, poi ho realizzato che era qualcosa di speciale»

CARL BRAVE IN PIAZZA A CERVIA Farà tappa il 28 giugno in piazza Garibaldi a Cervia il tour estivo di Carl Brave, il camaleontico rapper e cantautore romano che torna a esibirsi dal vivo dopo i concerti nei teatri dello scorso inverno. Presenta il suo ultimo lavoro discografico “Notti Brave (After)”, che contiene il celebre singolo “Posso”, cantato con Max Gazzè, un grande successo così come lo era stato “Fotografia”, in quel caso con Francesca Michielin.



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suoni CONSIGLI D’AUTORE

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la rassegna

Sei dischi nell’armadio a cura di Clever Square *

Ogni anno per quattro volte (sempre meno puntuali a dire il vero) i cambi di stagione ci obbligano a ripetere la stessa routine. Apri l’armadio per mettere via i vestiti invernali e scopri sempre che tra quelli dell’anno precedente ce ne sono due o tre che non ricordavi. Li tiri fuori per provarli e scopri che ti vanno ancora bene, puoi tenerli una stagione in più. Con i dischi ci capita qualcosa di molto simile: abbiamo i nostri preferiti, indimenticati e indimenticabili sempre in bella vista sulla libreria, le nuove uscite che I Clever Square: il leader Giacomo D’Attorre (al centro), il chitarrista non vediamo l’ora di tirare fuori per le clasFrancesco Lima (a destra) e il batterista Andrea Napolitano sifiche di fine anno e poi questi. Ascolti incastrati nella nostra memoria che magari non fanno più parte della nostra quotidianità ma che rispolveriamo a ogni cambio di stagione riscoprendoli a loro modo perfetti, come i vestiti sul fondo dell'armadio. Gec e Fra ne hanno scelti sei e ve li proponiamo così: (Gec - Giacomo D’Attorre, cantante e chitarrista) Birchville Cat Motel - Beautiful Speck Triumph (2004) Campbell Kneale è un tizio neozelandese che fa droni, io che di questa roba capisco poco sono sempre rimasto molto colpito da come si possa catturare l'attenzione facendo suonare il nulla, orchestrandolo. Lui ci riesce egregiamente. In questo doppio album c'è un po' di tutto, organetti, chitarre, percussioni, ma anche rumori di tutti i giorni, glitch e fruscii vari. Un sacco di roba, ma tutta accennata, sussurrata, tenuta rigorosamente sotto controllo e resa armoniosa come una sinfonia di Beethoven. È il nulla cosmico messo su nastro: ci sono momenti in cui una cosa del genere può valere più di mille parole. The Dead C - Secret Earth (2008) Quando penso a questo disco mi viene in mente il termine “brodo primordiale”, che è - stando a Wikipedia - “un ipotetico ambiente ancestrale in cui si pensa possano essere avvenuti gli eventi chimico-fisici che avrebbero poi dato origine alla vita sulla terra”; le immagini sono tutte di pozze con sfumature surreali che vanno dall’arancione al blu. I Dead C fanno un gran casino da più di trent'anni con un savoir-faire invidiabile e rendono piuttosto bene l'idea di “brodo primordiale”: origine del tutto, situazione in cui ogni evento si manifesta in maniera più che mai incontrollata e spontanea, seguendo regole proprie. Per me i Dead C sono questo, musica che arriva dalle viscere della terra. In questo disco i tre sono più in forma che mai e ci tirano addosso 45 minuti di caos puro, senza compromessi, a tratti straziante, a tratti infantile e, nel complesso, totalmente noncurante della possibilità che qualcuno lo ascolti. Phish - A Live One (1995) Tutte le volte che tiro fuori questo disco mi danno del “riccardone”, ma non credo che molti appartenenti alla categoria lo annovererebbero tra i loro dischi preferiti. I Phish sono una cosiddetta "jam band" americana che negli Stati Uniti fa numeri da capogiro e organizza enormi festival attorno ai quali si è letteralmente creato un culto, ma soprattutto sono una band capace di sfornare pezzoni pop di fronte ai quali io non so resistere. E poi suonano, svisano, sbrodolano in modo molto divertente. Sono un gruppo che sa intrattenere piuttosto bene, diciamo così. A Live One è la loro prima pubblicazione live ufficiale e dentro ci sono alcuni dei loro pezzi migliori, oltre ad essere meglio di qualsiasi loro album in studio, dimensione in cui rischiano quasi sempre di diventare un po' noiosi. (Fra - Francesco Lima, chitarrista) Motorpsycho - Timothy's Monster (1995) L'ultimo anno di liceo mi ricordo che ero in fissa con i Verdena (dal primo Lp fino a Requiem). Ero un vero fanboy, ne parlavo con tutti i miei amici finchè un mio amico più grande, che non ne poteva praticamente più, mi obbligò ad ascoltare i Motorpsycho. Il "problema" principale della band norvegese è che hanno una discografia che di anno in anno diventa una montagna difficilissima da scalare. Dal 1989 hanno pubblicato 27 dischi con cui hanno coperto praticamente qualunque sfumatura dell'alternative-rock mischiandolo con il filone emo, l'hard rock, il jazz, il desert rock, addirittura il metal, una discografia massiccia e a tratti spiazzante. Timothy's Monster è il disco che sceglierei tra tutti, un disco a cui è sempre bello tornare, anche solo per rubare qualche idea. Colapesce - Un meraviglioso declino (2012) Vivevo ancora a Catania quando uscì questo disco. Era il 2012 e Colapesce, siciliano anche lui, con il suo primo disco (preceduto da uno splendido ep che oggi si trova nell'edizione Deluxe del declino) tentava di far comunicare mondi che sembravano distanti anni luce tra loro. Il cantautorato italiano, la musica pop, l'indie-folk americano si incontrano a Siracusa per un disco che a suo tempo ho letteralmente consumato. Il fatto che qualcuno potesse farmi pensare ai Fleet Foxes o ai Wilco cantando di un castello a 70 km da casa è ancora un unicum nel suo genere. Da lì Lorenzo è diventato sempre più bravo ma questo disco qui occupa ancora un posto speciale per me. NZCA LINES - Infinite Summer (2016) Il secondo disco da solista di Michael Lovett (Metronomy, Christine & The Queens) è un gioiello di pop ed elettronica. Ambientazione sci-fi, sintetizzatori vintage, ritmiche sostenute ma anche tanta malinconia. Il video di “Persephone Dreams”, il mio pezzo preferito, è una chicca, provare per credere. * I Clever Square sono una band ravennate di indie-rock. Hanno da poco pubblicato il loro terzo album, omonimo, per Bronson Recordings. Lo presenteranno dal vivo sabato 1 giugno all’Hana-Bi di Marina di Ravenna

I Mau Mau, attesi al Peter Pan il 12 giugno

Il rock torna “on air” con la radio in spiaggia Interviste e live al Peter Pan con protagonisti della scena italiana. Ne parla il dj Bertaccini Musicisti emergenti, artisti affermati e alcuni fra gli speaker radiofonici più amati di Radio Rai tornano sulla spiaggia di Marina di Ravenna con “Peter Pan in 3d”, sotto la direzione artistica dello storico dj di Radio Melody Luigi Bertaccini, al bagno Peter Pan. Dal 5 giugno al 28 agosto appuntamento con le interviste agli artisti, come veri salotti musicali, con mini-live acustici di artisti come Mau Mau (il 12 giugno), Assalti Frontali, Frankie Hi Nrg ed Ermanno Giovanardi. A questi si affiancano alcune voci emergenti degli ultimi anni come Lucio Leoni (che inaugurerà la rassegna con un concerto il 5 giugno), Campos (il 26 giugno) e Fadi e le serate di radio libera in spiaggia con gli speaker di Radio Rai Valerio Corzani (il 19 giugno) e Paola De Angelis. Le serate iniziano alle 20 con la musica e l’intrattenimento dei dj di Radio Melody (in diretta su radio Icaro Rubicone), poi alle 22 iniziano le interviste o i live (sempre a ingresso gratuito). Bertaccini, perché funziona la rassegna? «L’idea, che è una mia antica ossessione, è scoprire “cosa significa fare musica” e ritrovarsi in uno spazio molto intimo con artisti che si stimano. Così è nata una rete affezionata. E credo che il formato radiofonico abbia dato un risvolto affascinante agli incontri. In quattro anni ho visto la rassegna crescere e migliorare attraverso un interesse sempre crescente verso la musica italiana». Ma esiste ancora il rock in Italia? «Secondo me si deve uscire dai cliché del “rock è morto”. Prima di tutto cosa significa rock in Italia? Se sono gli Zen Circus o i Fast Animals Slow Kids allora è sano e vivo. Ma so già che subito qualcuno direbbe che non sono gruppi all’avanguardia… Quindi, come nella politica, l’idea sul rock nel nostro paese è frammentata proprio dove dovrebbero esserci invece unità di intenti. Il rap e le sue evoluzioni dominano la cultura pop e di conseguenza si riverberano in luoghi improbabili fino a pochi mesi fa. Ascolto dischi italiani sempre in quantità esagerata, e spesso mi ritrovo ad apprezzare quello che sento, ma non apprezzo invece quello che leggo su quei dischi. Rock per me è sempre stata contaminazione, adesso invece forse è tutto molto diviso tra sezioni impermeabili, almeno apparentemente. Ma ce n’è sempre molto in circolo, basterebbe guardarsi attorno e non farsi accecare dalle mode e dai social». Come sono stati scelti gli artisti di questa edizione della rassegna al Peter Pan? «La scelta è sempre molto attenta, almeno lo spero, verso quello che accade. E per il “3d” ho voluto lavorare su un’idea “resistente” con artisti provenienti dalla scuola degli anni ’90 e per la prima volta anche del rap con gli Assalti Frontali e Frankie Hi Nrg che presenteranno entrambi i loro libri autobiografici. Ma sempre con una visione aperta a commistioni che adesso sono quasi scomparse nella musica del nostro paese. La scelta di invitare Valerio Corzani e Paola De Angelis di Radio Rai Tre è legata al mio amore verso il media radiofonico che culminerà nell’autocitazione dell’ultima serata (il 28 agosto, ndr) dedicata all’esperienza del Melody Box e di Radio Melody con una diretta radio di tutti gli speaker e la mostra con le foto degli anni ’80 e ’90 della radio e del Vidia Club». (lu.ma.)


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WORLD MUSIC A Bagnacavallo l’israeliano Adam Ben Ezra

JAZZ Anche il figlio di Clint Eastwood al Woodstock del festival Artusi

Martedì 4 giugno all’Antico Convento di San Francesco, a Bagnacavallo, nell’ambito della rassegna di jazz “Crossroads” l’appuntamento è con il contrabbassista israeliano Adam Ben Ezra, in grado di fondere elementi classici, musica araba, flamenco, jazz e rock.

L'Artusi Jazz Festival giunge all’undicesima edizione e, a 50 anni da Woodstock, omaggia quel memorabile evento musicale fin dal titolo, “Foodstock”, disputandosi a Forlimpopoli (dal 25 al 29 giugno) nell’ambito della celebre Festa Artusiana. In programma due concerti (al Cortile di Berta e Rita di via Saffi 78), quello del “Border Trio” di Giovanni Falzone (a tromba ed elettronica) il 26 e quello del trio del sassofonista Francesco Bearzatti il 27 – nel corso dei quali sarà proposta una rivisitazione in chiave jazz di alcuni brani rock tra i più emblematici degli anni sessanta e settanta (i Led Zeppelin in particolare nel caso di Bearzatti). In entrambe le serate, prima del concerto, il musicologo Francesco Giardinazzo farà rivivere al pubblico l’atmosfera di Woodstock. Ancora musica e cibo saranno i protagonisti, in Piazza Pompilio, dello spettacolo “Spaghetti Swing”, con spaghetti che verranno cucinati “on stage” e serviti al pubblico (a seguire, dalle 23.30, al museo Aldini il duo composto da Giancarlo Bianchetti a chitarra ed elettronica e dal batterista Marco Frattini). Il festival inizierà il 25 (dalle 22) nella Corte di Casa Artusi con il concerto del Pipe Dream quintet, capitanato dal leggendario violoncellista newyorchese Hank Roberts (nella foto) per terminare sempre lì con il concerto di un quartetto di super assi, Kyle Eastwood (il figlio nientemeno di Clint) al contrabbasso, Antonio Faraò al pianoforte, Mike Baker alla batteria e alla voce il belga David Linx. A completare il programma il 27 giugno dalle 19 alla corte di Casa Artusi la presentazione del libro Woodstock ‘69 Rock Revolution, di Ernesto Assante.

AVANGUARDIA Gli OoopopoiooO “giocano” con violino e theremin

In giugno due serate con cena e concerto nello spazio aperto dell’Area Sismica di Ravaldino in Monte (Forlì). Il 9 giugno Edison Studio musica dal vivo il film capolavoro del 1919 Das Cabinet des Dr.Caligari (vedi p. 16); il 30 giugno concerto degli OoopopoiooO (foto), duo di theremin con Valeria Sturba e Vincenzo Vasi che crea una miscela in cui convivono “musica contemporanea, minimalismo, tarantelle techno, rap, musica popolare e filastrocche”. In caso di maltempo le serate si terranno all’interno.

LA ROMAGNA IN CUFFIA

Dante diventa “popolare” nel nuovo album degli Equ di Luca Manservisi

È un disco divertente, questo Durante, dei romagnoli Equ, gruppo di Santa Sofia, con alle spalle tre album, un salto a Sanremo e importanti collaborazioni per il teatro, tra cui uno spettacolo vincitore del premio Ubu. Questo quarto lavoro, uscito il 10 maggio per Egea Music, rappresenta una storia a parte, essendo frutto di uno spettacolo commissionato da Ravenna Festival per l’edizione 2018, una rilettura surreale della Divina Commedia in tre narrazioni (Inferno, Purgatorio, Paradiso) intercalate da canzoni. Le dodici finite nel disco non sono però una mera citazione dell’opera dantesca, tutt’altro. I testi, a tratti surreali, del cantante Gabriele Graziani (realizzati sotto la supervisione dello scrittore ravennate Eugenio Baroncelli) si orientano più che altro verso la memoria collettiva della Commedia, andando poi in tutt’altra direzione (riuscendo a citare pure Leopardi) e portando Dante in una dimensione popolare, così come la tradizione popolare è ben presente nelle musiche, dai valzer fino ai ritmi sudamericani, passando per il jazz o la banda di paese (ma con una precisione e una qualità delle esecuzioni più da musica classica). Per un risultato che deve molto (compromettendo un po’ la riuscita complessiva) al repertorio più movimentato di Paolo Conte o – soprattutto – al primo Vinicio Capossela, quello più legato alla forma canzone. Ecco quindi che i momenti migliori sono quelli che si distaccano dalle sonorità più danzerecce, come le tese “Anna allo specchio” e “Beatrice”, due gioielli rock in salsa folk, proprio quando non te li aspetteresti. Notevoli, oltre alla performance dello stesso Graziani, il lavoro dei fiati (sassofoni e trombone) e quello di Vanni Crociani a pianoforte, tastiere e fisarmonica, per un disco che ha anche il pregio di vivere in totale autonomia rispetto allo spettacolo da cui è nato.


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La vita, la morte, l’etica, il tempo: dialogo tra Seneca e Lucrezio La coppia Vetrano-Randisi porta in scena il testo di Ivano Dionigi che immagina uno scambio tra i due filosofi latini, uno legato allo stoicismo l’altro all’epicureismo Vetrano e Randisi in scena in un precedente spettacolo

RAVENNA FESTIVAL/2 La nuova rivista pubblicata da Reclam È in distribuzione la nuova rivista Ravenna Festival Magazine realizzata da Reclam (editore anche di R&D Cult). All’interno una serie di approfondimenti multidisciplinari sui temi e gli eventi principali di questa 30esima edizione del Ravenna Festival firmati anche da molti collaboratori della nostra testata come Elettra Stamboulis, Bruno Dorella, Serena Simoni, Erika Baldini, Linda Landi, Sabina Ghinassi, Enrico Gramigna e Luca Manservisi, oltre a quelli di Alberto Giorgio Cassani, Anna De Lutiis, Marina Mannucci, Roberto Valentino, Roberta Bezzi, Attilia Tartagni. Interviste, recensioni, dissertazioni sul tema di quest’anno della manifestazione che citando il verso di Dante “Per l’alto mare aperto” affronta il tema del rapporto con l’antichità greca e con il Mediterraneo, spaziando anche attraverso diversi omaggi musicali (vedi pp. 4 e 5).

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Non potrebbe esserci spettacolo più in linea con il tema del Ravenna Festival di quest'anno. Quando la vita ti viene a trovare torna alle origini classiche dell'identità occidentale mettendo in scena un dialogo immaginario fra Lucrezio, il poeta dell'epicureismo, e Seneca, moralista principe dello stoicismo romano. A scrivere questo dialogo è Ivano Dionigi, tra i più fini latinisti italiani ed ex rettore dell'Università di Bologna; a metterlo in scena una delle più affermate coppie teatrali di questo paese, i palermitani Enzo Vetrano e Stefano Randisi, ormai naturalizzati romagnoli. Il 20 giugno, all'Alighieri, i due proporranno in anteprima nazionale gli esiti di questa nuova produzione targata ERT. Stefano Randisi mi ha parlato di questa scommessa. Questo lavoro è prodotto da ERT: il testo vi è stato proposto o avete deciso voi di metterlo in scena? «Ci era stata proposta una lettura scenica. Dopo questa esperienza, insieme a Dionigi e a Claudio Longhi, direttore di ERT, ci siamo resi conto che c'era materia, e molto interessante, per farne uno spettacolo. Quindi è intervenuto Ravenna Festival: da qui l'inclusione della musica dal vivo». Dal punto di vista registico come avete immaginato questo dialogo? «La difficoltà principale è stata quella di trovare un luogo credibile e riconoscibile dal pubblico di oggi nel quale abitare. I personaggi parlano con le parole di duemila anni fa, ma i loro argomenti sono ancora vivi: l'esistenza, la natura, l'universo, la morte, il potere, la moralità. Perciò il luogo della scena doveva tenere assieme passato, presente e futuro. Abbiamo pensato al mare, un paesaggio che attraversa i secoli. Sarà proiettato su uno sfondo di tulle che ci abbraccerà. Davanti a noi, nello spazio vuoto, ci sarà un grande parallelepipedo, una citazione del famoso monolite di Kubrick». Qualcosa che alluda a un rudere? «A un rudere perfetto. C’è in questo oggetto un'allusione all'antichità, ma allo stesso tempo alla futuribilità. Questa è l'idea, ma ancora non abbiamo costruito la scena. Dietro o dentro allo schermo ci piacerebbe far apparire delle visioni: i musicisti, tra i quali il compositore Alessandro Cipriano; ma anche i cori lucreziani e senechiani». Di che si tratta? «Sono tre momenti in cui Dionigi ha inserito delle citazioni pure dei testi dei due filosofi. Nello spettacolo abbiamo deciso, su suggerimento di Dionigi, di coinvolgere gli studenti della scuola Iolanda Gazzerro di ERT, a Modena. Questi giovani diplomandi hanno registrato le loro voci come se fossero non semplici declamazioni, ma conversazioni accese fra gruppi di giovani dalle idee diverse. Vorremmo mantenere nello spettacolo la vitalità di questi dialoghi». Una scelta che rispecchia perfettamente la conce-

zione didattica di Dionigi. «Infatti è stato il primo desiderio che Dionigi ci ha espresso. Voleva che questo spettacolo nascesse dai giovani. È molto fiducioso verso le nuove generazioni: ci ha lavorato una vita e ne conosce la ricchezza». Dionigi ha definito il ruolo degli studi umanistici “imparare ad imparare”. C'è qualcosa in comune anche con la pratica teatrale? «Sicuramente. È il mestiere del teatrante: ogni volta è una scommessa nuova, si impara, si cerca di capire che cosa di nuovo possiamo trovare in quelle parole». Che cosa avete imparato dal libro di Dionigi? «C'è prima di tutto la comprensibilità e la lucidità delle parole di questi filosofi. I dialoghi tra Lucrezio e Seneca sono trasparenti, c'è un confronto vivo tra le due personalità, che si rinfacciano scelte di vita e mettono a bilancio le loro esistenze. Anche dal titolo, il confronto è fra quello che si è pensato e la vita che si è vissuta». La questione della coerenza. «Ma anche della difficoltà di sintesi fra l'idea e la prassi. Un discorso per noi davvero appassionante. Non pensavamo di provare un tale trasporto». Domanda sciocca: dei due filosofi quale preferisce? E come vi siete spartiti i ruoli lei e Vetrano? «Enzo ha detto subito “non ci sono dubbi, io sono Lucrezio”. A me è dispiaciuto un po': Lucrezio è un esempio del rapporto puro e laico con la natura, che sento molto vicino. Però, lavorando forzatamente su Seneca, mi sono reso conto di quanto in realtà gli assomigli. Io ed Enzo lavoriamo insieme da 40 anni. Abbiamo un rapporto con testi, regìa e recitazione molto diverso: c'è chi ha una maggiore genialità creativa, che è lui, Lucrezio; e c'è una necessità razionalizzante, la mia, Seneca. Enzo dice sempre che, se facesse uno spettacolo da solo sarebbe bellissimo, ma non ci si capirebbe niente; se lo facessi da solo io, sarebbe troppo arido. Insieme si trova un accordo. Questi stessi ruoli appartengono a Lucrezio e a Seneca». Due figure complementari. «Sì. E mi sto convincendo sempre di più che Lucrezio dice sì delle cose bellissime, ma dice anche delle cazzate enormi; e Seneca, pur nelle sue contraddizioni, aveva molte ragioni. E soprattutto ci sono tratti comuni in entrambi, ad esempio la rigidità. Si può pensare che Seneca sia il più moralista, il più razionale dei due; ma anche Lucrezio non è esente da un certo dogmatismo, per questo suo grande bisogno di coerenza». Mercoledì 19 giugno, alle 18, alla Biblioteca Classense l’autore del testo da cui è tratto lo spettacolo, Ivano Dionigi, ne parlerà con Matteo Cavezzali. Iacopo Gardelli

GLI INCROCI DEL MEDITERRANEO CON GUANCIALE E VANOLI In scena al Museo Classis un attore, uno storico e un musicista

Alessandro Vanoli, bolognese classe '69, è uno storico atipico. In lui l'urgenza di parlare a un pubblico più vasto, mettendosi in gioco in prima persona, convive con la rigida disciplina propria della sua materia. Da qui nascono i suoi libri, che mischiano autobiografia e storia del Mediterraneo; da qui nasce questo spettacolo, dal titolo Le parole e il mare scritto insieme a Lino Guanciale, che ne sarà anche interprete. In scena anche il musicista Marco Morandi che “narrerà in musica” e non avrà dunque solo un ruolo di accompagnamento. Ancora una volta, dopo i suoi libri di successo, tra tutti Quando guidavano le stelle (Il Mulino), Vanoli ha tessuto un racconto che vuole varcare la soglia dell'accademia per parlare a tutti, mettendo il pubblico davanti a un fatto incontrovertibile: siamo figli della mescolanza mediterranea e lo sono le parole che usiamo. Il 24 giugno, lo spettacolo sarà in scena al museo Classis, a pochi metri da un antico luogo di quella stessa mescolanza: il porto di Classe e il pubblico potrà assistere a un originale gioco delle parti, dove lo storico fingerà di fare l’attore e l’attore si fingerà storico.


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RAVENNA FESTIVAL/4 Chiara Muti voce recitante nel melologo Medea Sarà la voce di Chiara Muti (nella foto) a far rivivere al Ravenna Festival il melologo Medea di Jiří Antonín Benda, su libretto di Friedrich Wilhelm Gotter e il libero adattamento e traduzione di Giuseppe Di Leva. In scena a dialogare con la voce recitante il pianoforte di Johannes Jess-Kropfitsch e il Trio Hager. È della voce di filosofi come Rousseau e Lessing che si nutre il dibattito settecentesco su musica e linguaggio: autori e pensatori che non si limitarono a esprimere posizioni teoriche ma che allargarono la riflessione all’attività di drammaturghi. E proprio le idee di Lessing su un possibile teatro musicale in lingua tedesca arrivarono ad accendere l’immaginazione creativa di Benda: il compositore céco che in Medea elabora il dramma di una voce declamata in continuo dialogo con l’orchestra. Mozart la ascoltò a Mannheim nel 1778 e rimase molto colpito dall’inedito stile vocale: “questo dramma è eccellente, la musica è un recitativo, e la parola che si recita sullo sfondo musicale è di splendido effetto […]. Penso che la maggior parte dei recitativi operistici debbano essere trattati in questo modo e cantati solo occasionalmente, quando le parole possono essere espresse perfettamente dalla musica”. Appuntamento martedì 18 giugno alle 21.30 ai chiostri della Biblioteca Classense.

L’OMAGGIO DI MICHA VAN HOECKE AI PINK FLOYD CON “SHINE!” Dal connubio creativo fra il coreografo e regista russo-belga Micha van Hoecke, il corpo di ballo Compagnia Daniele Cipriani e l’acclamata band Pink Floyd Legend, nasce lo spettacolo Shine! Pink Floyd Moon, proposto all’edizione 2019 del Ravenna Festival in prima assoluta. Si tratta dell’avvio della sezione Danza, in programma sabato 8 giugno alle 21.30, nella cornice del Palazzo Mauro De André.

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GRAHAM DANCE COMPANY Il 17 giugno al Pala De André alle 21.30 arriva l’attesa tappa del tour della storica Martha Graham Dance Company che porterà in scena cinque pezzi tra tradizione e nuove sperimentazioni: lo storico Errand into the Maze (coreografia di Graham e musiche di Menotti); Lamentation Variations sulle musiche di Mahler, Dowland e Chopin; Ekstasis, in cui Virginie Mécène a riprende la omonima coreografia del 1933, Diversion of Angels che trae ispirazione da un’opera di Kandinski, Deo, in debutto al Joyce Theatre di New York nell’aprile scorso.

RAVENNA FESTIVAL/7 Luciano Canfora sulle origini dell’Occidente Nell’ambito del Ravenna Festival, giovedì 20 giugno nel chiostro della Biblioteca Classense alle 18 si terrà una conversazione dal titolo “Atene, Gerusalemme, Roma. Alle origini dell'Occidente” che vedrà coinvolti il filologo e storico dell’Università di Bari Luciano Canfora con la conduttrice Rai e saggista Gabriella Caramore. Introduce Giorgio Gualdrini. Ingresso libero.

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E dopo l’Inferno arriva anche il Purgatorio partecipato dalla città Seconda tappa del progetto del Teatro delle Albe in scena dal 25 giugno al Festival dopo il debutto a Matera

Due anni fa ci fu l’Inferno, il 2019 è l’anno del Purgatorio, seconda tappa del progetto dantesco del teatro delle Albe di Ravenna che si concluderà nel 2021 con il Paradiso. Come due anni fa, le Albe stanno realizzando un progetto allargato e partecipato a tutta la cittadinanza che voglia prendere parte all’evento, che di nuovo avrà il suo centro nevralgico al teatro Rasi, ma prevederà comunque una parte anche attraverso la città. Marco Martinelli e Ermanna Montanari hanno raccolto la sfida di trasformare in teatro la Divina Commedia, il capolavoro che ha dato origine alla lingua italiana, pensando l’opera in corto circuito tra la sacra rappresentazione medievale e il teatro di massa di Majakovskij: «la città è un palcoscenico – spiegano – e i cittadini sono chiamati a “farsi luogo” nell’epoca dei “non-luoghi” e della comunità dispersa e frantumata. L’opera vive di una sostanza corale e sono gli spettatori a fare il viaggio nei regni ultraterreni: ognuno di loro è Dante. È l’umanità intera che fa quel viaggio, così come ci suggerisce Ezra Pound, definendo Dante “Everyman”». Il 17 maggio lo spettacolo ha debuttato a Matera (dove prosegue fino al 2 giugno) in occasione degli eventi per la Capitale europea della cultura per il 2019, ma a Ravenna la “Chiamata Pubblica” è ancora aperta a tutti i cittadini, senza limiti di numero, lingua o preparazione specifica, che desiderano partecipare alla realizzazione della messa in scena per uno spettacolo che sarà replicato, nell’ambito del Ravenna festival, dal 25 giugno al 14 luglio. Inoltre è appena uscito, per la casa editrice Ponte alle Grazie, Nel nome di Dante di Marco Martinelli in cui, accanto alle parole di Dante e ai racconti del suo tempo l’autore associa memorie più personali ed eventi più recenti, più contemporanei in un percorso personale e originale che affonda nella rilettura e messa in vita per il teatro della Commedia.

IL RICORDO Mercadini racconta Alfredo Panzini Venerdì 21 giugno dalle 21, alla casa Rossa di Alfredo Panzini, in via Pisino, 1, 47814 Bellaria-Igea Marina si terrà “Parole Insonni”, evento speciale in occasione dell'ottantesimo anniversario dalla scomparsa dello scrittore. Il racconto è affidato a Roberto Mercadini, autore, attore e moderno cantastorie. Un ritratto controcorrente dello scrittore della “Casa Rossa” attraverso le parole, i paesaggi ed i personaggi della sua vita e delle sue opere più note.

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E NEI CHIOSTRI TORNANO I GIOVANI ARTISTI PER REINTERPRETARE LA COMMEDIA Spettacoli multidisciplinari ogni giorno a Ravenna tra musica, teatro, poesia, danza Torna per il quarto anno la rassegna che il Ravenna Festival dedica a Dante Dante chiedendo a giovani artisti di varie discipline una propria reintepretazione della sua opera. Alle 11 di mattina, per tutta la durata del festival, gli Antichi Chiostri Francescani accanto alla Tomba di Dante si trasformano in palcoscenico per spettacoli che ne celebrano, riscoprono, esplorano i paesaggi linguistici, intellettuali, sentimentali. Al timone studenti, attori, musicisti, danzatori con spettacoli al prezzo simbolico di 1 euro. Giovedì 6 giugno apre la rassegna L’amore degli angeli (repliche fino all’8 giugno). Il Liceo Artistico “Nervi-Severini” di Ravenna ritorna ai Chiostri prendendo come punto di partenza “L’amore degli angeli” dello scultore milanese Giulio Bergonzoli per una riflessione in forma di spettacolo. Dal 9 al 15 giugno si rinnova un’altra collaborazione: è infatti grazie al dialogo con Cantieri Danza, che dal 1994 promuove e stimola lo sviluppo e la pratica di una cultura originale sulla danza d’autore e di ricerca, che il Festival figura fra i partner di Sedimenti, sezione del progetto Petrolio dedicato al rapporto fra uomo e natura nell’ambito di Matera 2019. Ravenna diventa sede di una delle residenze creative per quattro giovani coreografi e danzatori del Mediterraneo (gli italiani Olimpia Fortuni e Leonardo Maietto, il libanese Bassam Abou Diab, il nicaraguense residente in Spagna Yeinner Chicas) e la rassegna ai Chiostri si farà vetrina per gli sviluppi della creazione Who Cares?, in vista del debutto a Matera. Dal 16 al 20 giugno ritorno al futuro: nel 2121 Ravenna è sede dell’ennesimo convegno dantesco che si interroga sul significato della Commedia, ormai incomprensibile in un’epoca dominata dai traduttori automatici. Ma uno strano marchingegno, metà macchina del tempo e metà apparato del Dottor Frankenstein, potrebbe svelare il mistero…Il Collettivo Lunedidante firma Dante 2k21, interrogandosi sul paradosso di un classico troppo e al contempo troppo poco studiato. Dal 21 al 27 giugno si riparte per un altro viaggio impossibile, questa volta con Le stelle di Dante in compagnia di Moka e Hertz, due strambi alieni robotici con una grande passione per tutti i reperti provenienti dal pianeta Terra. La narrazione è affidata alle marionette di Gianluca Palma e Mariasole Brusa, dal cui incontro - nel 2011 - è nato All’inCirco. Dal 28 giugno al 4 luglio è in scena il canto XXI dell’Inferno, il più teatrale, comico e satirico di tutta la Commedia. Qui i politici corrotti sono immersi nella pece bollente e qui vive la peggior specie di diavoli: i Malebranche! Ma dato che il Poeta descrive questi diavoli anche come goffi e irascibili burloni, Il canto dei diavoli vede un gruppo di bambini nei panni dei demoni, tutti identificati con gli stereotipi di oggi, Dal 5 all’11 luglio un’operina che si innesta su uno dei fil rouge del Festival 2019, quello dell’omaggio alla Grecia, orizzonte con cui si confronta tutta la cultura occidentale, Dante non escluso. Nasce così lo spettacolo basato sul patrimonio di melodie greche pervenute fino, Teleion. Grazie alle traduzioni traslitterazioni di Dimitris Soukoulis, l’attrice-cantante Camilla Lopez e il pianista Matteo Ramon Arevalos esplorano un universo sonoro mitico e pressoché sconosciuto, complici percussioni e un pianoforte preparato. Dal 12 al 14 luglio Dante incontra Bob Dylan: ma cosa hanno a che fare l’uno con l’altro? L’album di Dylan Blood on the Tracks, uscito nel 1975, è segnato dalle lacerazioni di anime dannate, luoghi desolati, peccati mortali, ma comprende anche nella canzone Tangled Up in Blue - una menzione di Dante, del quale ogni parola “suona vera e risplende come carboni ardenti”. Basato sull’omonimo libro di Luca Grossi, Bob Dylan in Hell è un viaggio nell’Inferno attraverso le canzoni del cantautore americano vincitore del premio Nobel e con la guida della Malafesta Theatre Company, con Vinx Lamarmora, Enrico Gardini (chitarra e voce), Gianluca Morelli (piano e programmazioni). Attilia Tartagni



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Guida teatrale per spettatori nomadi

contemporaneo

TEATRO AKROPOLIS E MUTA IMAGO CHIUDONO IPERCORPO A FORLÌ Da Dante a Melville, dalla mitologia greca alla filosofia latina di Iacopo Gardelli

Il Moby Dick in scena a Pennabilli

Scrivo e piove, continua a piovere, sempre pioverà. Fiumi esondano, raccolti marciscono. Si delinea un'estate avara, per questo 2019. In attesa di aprire l'ombrellone, apriamo gli ombrelli, e consoliamoci del caro sole estinto con i festival del territorio. L’itinerario può partire da Forlì, dove, in questi primi giorni di giugno, Ipercorpo dà gli ultimi colpi di coda. Il festival internazionale delle arti dal vivo, da sempre attento a proporre al suo pubblico il meglio delle produzioni performative italiane e non, compie 16 anni e ospita in chiusura qualche gruppo teatrale interessante. Il 1° giugno, nella Chiesa di San Giacomo, va in scena Birdie, curiosa performance della Agrupación Señor Serrano, compagine di Barcellona. Lo spettacolo è datato 2016: si tratta di una sorta di gioco infantile e inquietante, che attraverso l'uso massiccio di giocattoli, miniature e riprese dal vivo, racconta delle migrazioni umane contemporanee strizzando un occhio agli Uccelli di Hitchcock. Quindi Ipercorpo si sposta negli spazi dell'ex-ATR, ospitando due gruppi italiani importanti: l'8 giugno i Muta Imago presentano l'esito di un laboratorio per performer professionisti dedicato al tema del tempo, intitolato (un po' pomposamente) Fuori dal dominio del tempo; il 16 giugno i genovesi di Teatro Akropolis affrontano la mitologia greca con Pragma, performance dedicata alla figura della dea Kore. Seconda tappa, l'appennino riminese. Risaliamo il Marecchia, verso la paciosa e sognante Pennabilli. Qui, come ormai da 23 anni, il paesino diventa un teatro all'aperto grazie al festival Artisti in piazza. Dal 13 al 16 giugno la lista degli appuntamenti è ricchissima, e si snoda fra circo, performance, concerti e dj set. Da segnalare la data del 14 giugno, quando i modenesi del Teatro dei Venti porteranno una produzione dell'anno scorso che aveva già fatto parlare di sé: si tratta di Moby Dick, uno spettacolo che si presenta smisurato come il libro-enciclopedia da cui è tratto. Ben venti artisti, fra attori, musicisti, ballerini e acrobati, guidati dalla regìa di Stefano Tè, affronteranno la visionarietà di Melville, esibendosi su un palco mobile di 12 metri a forma di Pequod. Inevitabile, infine, scendere verso i lidi bizantini per la prima parte del Ravenna Festival. L'anniversario tondo (quest'anno la kermesse festeggia il 30° anno d'attività) ha rappresentato il giusto pretesto per tornare verso Oriente, in Grecia, culla della civiltà occidentale. Non è un caso che molti dei titoli teatrali quest'anno in cartellone si confrontino, in un qualche modo, con la tradizione classica. Il 20 giugno, all'Alighieri, Enzo Vetrano e Stefano Randisi portano in scena una riduzione teatrale dell'ultimo libro di Ivano Dionigi, ex rettore dell'Università di Bologna, Quando la vita ti viene a trovare. Questa anteprima nazionale, prodotta da ERT, tratta di un dialogo immaginario, more platonico, fra Lucrezio e Seneca; una sorta di singolar tenzone argomentativa fra il poeta degli epicurei e il più moralista degli stoici. Ma è giusto citare anche lo spettacolo Le parole e il mare, che vede protagonista un peculiare terzetto formato da Lino Guanciale, lo storico Alessandro Vanoli e il musicista Marco Morandi. Il 24 giugno, al Museo Classis, il pubblico capirà come il Mediterraneo abbia plasmato (e continui a farlo) la nostra identità europea. Non posso chiudere questo Beadeker senza citare il vero, grande appuntamento teatrale regionale di questo giugno: parlo naturalmente del Purgatorio del Teatro delle Albe, al Rasi di Ravenna dal 25 giugno al 14 luglio. La cantica dantesca del passaggio, del battesimo, della purificazione secondo la mistica di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari.

Appuntamenti l’1 e il 2 giugno a San Giacomo e l’8 e il 16 nell’ex Atr per il festival di Città di Ebla Dopo il primo fine settimana di giugno, prosegue con altre due date, l’8 e il 16 giugno, Ipercorpo, il festival organizzato da Città di Ebla che unisce teatro, danza, arti visive e musica, nella sua declinazione più sperimentale allineata alla ricerca e ai suoni delle avanguardie internazionali. «Il tema di questa sedicesima edizione – spiegano gli organizzatori – è la pratica quotidinana, un concept e un titolo che nasconde un pericolo. Il diktat generalizzato è legato alla velocità costante del cambiamento, al ribaltamento immediato delle idee, dei metodi, degli sguardi. La cloaca comunicativa ha fame di strategie sempre nuove e in costante accelerazione. Dunque quale valore può avere una pratica quotidiana? Siamo in grado di poterla esperire davvero? Oppure dobbiamo arrenderci all’imperativo della interruzione e della distrazione da qualunque cosa? Anche da noi stessi». L’1 e 2 giugno l’appuntamento che prevede una serie di eventi in successione (programma completo su www.ipercorpo.it) è nella cornice della chiesa di San Giacomo accanto ai Musei di San Domenica, l’8 giugno, per Fuori dal tempo degli Imago Muta all’ex Atr (alle 21) così come il 16 giugno per Pragma del teatro Akropolis (nella foto).

TEATRO DI STRADA

A PENNABILLI TORNANO DECINE DI ARTISTI IN PIAZZA Dal 13 al 16 giugno torna a Pennabilli la manifestazione “Artisti in piazza” che dal 1997 rappresenta uno dei più importanti festival multidisciplinari in programma in Italia. Nei quattro giorni di festival il centro storico di Pennabilli accoglie le performance di 60 compagnie internazionali fra teatro, musica, nouveau cirque, danza, teatro di figura e tutte le forme di spettacolo riproducibili all’aperto, incantando la cittadina nota per essere disseminata di opere di Tonino Guerra che la scelse come patria elettiva. Ventiquattro punti spettacolo dislocati negli angoli più suggestivi del centro storico di Pennabilli ; dal primo pomeriggio fino a tarda notte si svolgono show di arte varia: teatro, musica di ogni genere, giocoleria, magia, cirque nouveau, danza, face painting, walking act. E ogni anno migliaia di spettatori (nella foto la compagnia Zero en conducta).


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in sala

CONTROCINEMA Esplorazioni atipiche dentro le nuove forme del cinema

Dai morti viventi di Jarmusch al documentario d’arte su Christo Tra i film da non perdere di giugno anche il biopic su Elton John

Iggy Pop in versione “zombie” nell’ultimo film di Jim Jarmusch, “I morti non muoiono”, tra i film in sala in giugno

AGENDA CINEMA Bauman, Latouche e Mujica si confrontano sulle grande trasformazioni, in un doc a Rimini Al cinema Tiberio di Rimini continua la rassegna dedicata al cinema della realtà “Doc Doc Chi è?” con opere di produzione nazionale e internazionale, che il pubblico potrà vedere in versione originale sottotitolata in italiano. Le visioni sono accompagnate da momenti di approfondimento e di dialogo con ospiti. Il 6 giugno l’appuntamento è dalle 17 con lo spagnolo “In the same boat”, di Rudy Gnutti, in cui alcuni tra i più autorevoli studiosi internazionali (Zygmunt Bauman, Tony Atkinson, Serge Latouche, Erik Brynjolfsson, Mariana Mazzucato, Pepe Mujica e altri) si interrogano sulle grandi trasformazioni (globalizzazione, progresso tecnico, avvento della robotica, immigrazione) in atto nelle economie avanzate e sull’impatto che queste potranno avere sul mercato del lavoro, sulla distribuzione del reddito e sui sistemi di sicurezza sociale.

di Albert Bucci

Direttore artistico del Soundscreen Film Festival e consulente alla selezione del Ravenna Nightmare, è stato docente di Sceneggiatura alla Iulm di Milano, e produttore esecutivo di spot pubblicitari.

Confesso che non ho visto in anteprima nessuna delle prossime uscite di giugno al cinema. Per cui vi segnalerò quello che andrò a vedere al cinema, sulla fiducia. Il primo è sicuramente I morti non muoiono, l'ultimo film di Jim Jarmusch presente all’ultimo Cannes. Dopo i vampiri di Solo gli amanti sopravvivono, ecco una nuova incursione nell'horror con gli zombies, questa volta in versione intrisa di gustosissimo black humor interpretata da mostri sacri quali Bill Murray, Adam Driver, Tilda Swinton, Chloë Sevigny, Steve Buscemi, RZA, Tom Waits, Iggy Pop. Il mondo ha sfruttato tutte le sue risorse, la calotta polare si scioglie, l'asse terrestre si sposta, e quindi notte e giorno iniziano a invertirsi. Ed ecco che in una tranquilla cittadina nel mezzo dell'Ohio si vedono le prime conseguenze dello sfasamento: i morti non muoiono, ma escono dalle loro tombe e vagano nutrendosi di carne umana. Il filone classico sugli zombie che sarà sicuramente rielaborato con soave cattiveria dal grandissimo regista americano, interessato a cercare nel genere i temi che più gli interessano da sempre: il rapporto tra umanità e assoluto, tra caducità ed eternità, e di come il mondo sia bruttissimo e bellissimo al tempo stesso. E poi, sapere che RZA, Tom Waits e Iggy Pop saranno alcuni degli affamati morti viventi, è per me già fantastico. Esce poi un documentario d'arte molto bello: Christo – Walking on Water, che mostra la realizzazione dell'opera The Floating Piers, il ponte galleggiante lungo 3 Km che nel 2016, per un mese, ha unito le sponde del lago d’Iseo, opera concepita insieme alla moglie Jeanne-Claude, ma realizzata solo 10 anni dopo la sua morte. Film magistrale che racconta Christo nella costruzione di una delle opere d’arte più grandi che siano mai state realizzate, la sua vita sempre dedicata a imprese epiche e folli (il Werner Herzog dell'arte contemporanea), dove le sfide tecnologiche e i compromessi politici portano a sognare la forza piena e totale della natura e della mente creatrice umana. Sono poi curioso di vedere un altro film presente a Cannes, e cioè Rocketman, il biopic su Elton John prodotto da lui medesimo, anche se pare che il paragone con Bohemian Rapsody sia improponibile. Pare che non si nasconda nulla della travagliata vita di Elton John, ma anche che il coté scandaloso della giovinezza sia poi addolcito dalla serena maturità dedita all'arte e alla beneficenza.

WEB SERIE

Un capolavoro dell’espressionismo tedesco musicato dal vivo all’Area Sismica

Il 9 giugno dalle 20 all’Area Sismica di Ravaldino in Monte (Forlì) cena e proiezione de “Il gabinetto del dottor Caligari” (Germania, 1920): un losco imbonitore da fiera che si è identificato con un ipnotizzatore del Settecento, fa compiere azioni delittuose a un sonnambulo di cui controlla la volontà. E se invece tutto fosse solo l’allucinazione dell’ospite di un manicomio? L’opera dell’allora esordiente Robert Wiene è considerata capolavoro assoluto dell’espressionismo tedesco, progenitore del genere fantasy e horror e di future pietre miliari. Il film sarà musicato dal vivo da Edison Studio: Luigi Ceccarelli, Mauro Cardi, Fabio Cifariello Ciardi, Alessandro Cipriani.

PAOLO CEVOLI RACCONTA I ROMAGNOLI IN TREDICI PUNTATE, ON LINE OGNI GIOVEDÌ “Romagnoli DOP” è il titolo della web serie che dal 23 maggio va in onda ogni giovedì sul canale YouTube e sulla pagina Facebook di Paolo Cevoli. Un progetto di comunicazione realizzato dal comico insieme alla Regione Emilia Romagna e a Visit Romagna con l’obiettivo di tutelare e valorizzare le caratteristiche dei romagnoli. In 13 puntate Cevoli racconta le particolarità del “Romagnolo DOP” attraverso interviste a personaggi più o meno noti, ma anche a comuni turisti. Tra i volti noti: Rudy Zerbi, Giuseppe Giacobazzi, Gianni Morandi, Gianni Fantoni (foto), Kevin Schwantz, Roberto Mercadini, Davide Cassani, Guido Meda, Andrea Mingardi, Aldo Drudi, Duilio Pizzocchi, Andrea Vasumi.


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la recensione

Tra grottesco e realismo, le tavole di Reviati per il nuovo graphic novel In mostra i lavori del noto fumettista ravennate, in attesa del volume Chickamauga di Serena Simoni

Per ora ci dovremo accontentare solo di vedere le tavole originali del nuovo lavoro di Davide Reviati esposte alla Manica Lunga della Classense di Ravenna, visto che la pubblicazione della nuova graphic novel Chickamauga non è ancora giunta in porto. Il responsabile della casa editrice romana che ha in carico il lavoro si è scusato col folto pubblico accorso alla presentazione affermando che a questo tipo di libri vanno dedicate molta cura e pazienza. In sostituzione abbiamo almeno un piccolo catalogo della mostra curata da Paolo Trioschi e Massimo Marcucci, che oltre alle immagini dell'autore raccoglie i testi di presentazione di Goffredo Fofi e Walter Pretolani insieme a una breve analisi di Giovanni Russo, dedicata a Morti di sonno e Sputa tre volte, le opere precedenti che hanno reso celebre Reviati. Alcune delle tavole di queste due graphic novel sono esposte insieme alle nuove, rendendo chiara la virata imposta dall’autore al proprio lavoro. La prima differenza riguarda la storia narrata: abbandonate le storie dei suoi ragazzi in bilico fra giochi, desideri e dura realtà, tralasciata la tipologia di narrazione di Dimenticare Tiananmen - sospesa fra memorie personali e dimensione della grande storia -, la nuova opera si ispira a un breve testo narrativo dello statunitense Ambrose Bierce, vissuto fra il 1842 e il 1914, i cui racconti sono stati pubblicati poco più di una decina di anni fa da Fanucci. La storia di Bierce è esemplare per comprenderne stile e contenuti: a 19 anni si arruolò come volontario nell'esercito nordista e partecipò senza quasi interruzione ai quattro anni della guerra civile, fino alla sua conclusione nel 1865. Trasferitosi poi a San Francisco, iniziò la carriera di giornalista avviando la pubblicazione di racconti che si caratterizzano per uno stile macabro e cinico. La durezza e la dimensione sarcastica, che gli valsero il titolo di “The Bitter”, non sono le uniche corde stilistiche di Bierce ma indubbiamente esiste una relazione fra l’aura amara delle sue narrazioni, poco inclini ad assolvere il genere umano, e la partecipazione in prima linea alla guerra civile. Lo scrittore partecipò infatti ad alcune fra gli scontri più tragici di quel conflitto, come Shiloh e Missionary Ridge, dove fu testimone diretto di eventi terribili. Il peggio lo aspettava però a Chickamauga, una località che secondo alcuni in lingua Cherokee significherebbe “fiume di sangue”. Considerata la battaglia più sanguinosa della guerra civile dopo quella di Gettysburg, questa battaglia e i suoi 16mila caduti risultarono indelebili alla memoria di Bierce che tornò a parlarne in un breve saggio autobiografico e nel racconto fantastico su cui ha lavorato Reviati. Seguendo le tavole in mostra, si segue il racconto che ha per protagonista un ragazzino, figlio di contadini, che gioca in solitudine nei boschi e che a causa dello spavento per un animale, per il lettore un semplice coniglio - perde l’orientamento e vaga fra i boschi, fino ad addormentarsi per lo sfinimen-

In alto a sinistra una tavola da “Morti di sonno”, in alto a destra “Sputa tre volte”, al centro un’immagina da “Chickamauga”

to. Al risveglio una strana nebbia è teatro per altri incontri di animali e di strani uomini: il bambino si ritrova fra i due eserciti, in quella no man's land in cui numerosi feriti arrancano a carponi mentre altri muoiono fra gli spasmi. In una sorta di scambio surreale, al bambino i volti dei soldati appaiono quelli di pagliacci tinti di rosso, le loro lacrime gli ricordano i compagni di gioco. Il protagonista dà quindi inizio a una recita grottesca, cavalcando i moribondi per gioco e guidando con la spada di legno immaginari plotoni di soldati.

Alcune delle immagini dei due precedenti lavori accanto alle nuove rendono chiara la virata imposta dall’autore al suo lavoro

Finzione e realtà, registro grottesco e narrazione realistica si mescolano continuamente capovolgendo i motivi dell’orrore: solo il ritorno a casa pone fine agli slittamenti di senso, trasformando il bambino da attore inconsapevole di un ruolo caricaturale nell’ennesima vittima della carneficina. Si tratta di una sfida con un testo dai registri molteplici che - a giudicare dalle tavole in mostra - Reviati riesce ad assolvere con grande sensibilità. La sua dimestichezza col mondo interiore e fantastico di protagonisti di questa fascia d’età conferma l’interpretazione di un mondo rarefatto e poetico: l’atmosfera è sempre sospesa, la dimensione credibile e priva di suoni, come deve essere per fedeltà al racconto. Il grottesco non è forse fra le caratteristiche usuali del disegnatore ma credo che la lettura continuativa delle tavole, una volta pubblicate, possa restituire anche questa dimensione del racconto di Bierce. Oltre alla differenza di ispirazione, va segnalata una scelta stilistica del tutto innovativa da parte dell'autore: dal segno più sintetico e contrastato dei lavori precedenti, le nuove tavole sono passate a uno stile più pittorico e sbavato, che ricorda per gli effetti quello di Stefano Ricci, un altro grande disegnatore contemporaneo. Le immagini di Reviati risultano più incisive mentre la gamma cromatica rimane chiusa fra il bianco e nero – con tutte le gradazioni intermedie – e il rosso, restituendo un potente effetto visionario che ben si adatta alle tinte restituite dal racconto di Bierce. Davide Reviati, Cuori bruciati; fino al 16 giugno 2019; Biblioteca Classense di Ravenna, Manica Lunga; orari: MA-DO 15.30-18.30 (chiuso LU e il 2 giugno)


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la mostra

Al Mic la prima antologica del ceramista Miquel Barcelò con un progetto speciale Dall’1 giugno al 6 ottobre, l’esposizione a cura di Irene Biolchini e Cécile Pocheau Lesteven

Grand Mur de Tetes, 2016

Dall’1 giugno al 6 ottobre il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza dedica una grande personale all’artista spagnolo Miquel Barceló, uno dei massimi protagonisti della scena contemporanea internazionale. La mostra faentina, a cura di Irene Biolchini e Cécile Pocheau Lesteven, è la prima vera antologica in Italia dedicata alla sua produzione ceramica, dagli esordi ai giorni nostri, e vede nascere un progetto speciale realizzato dall’artista appositamente per il MIC di Faenza in dialogo con le opere della storia della ceramica esposte nel più grande museo al mondo dedicato a questo linguaggio. Per il Mic di Faenza l’artista creerà un’installazione in dialogo con la sezione dedicata alle ceramiche faentine. All’interno della sala l’artista posizionerà le sue ceramiche, dai primi lavori in argilla della fine degli anni Novanta ai giorni nostri. Inoltre, in tributo alla storia del MIC, selezionerà per affinità alcuni pezzi chiave della collezione ed interverrà all’interno delle vetrine in maniera mimetica, in un racconto autobiografico in cui l’elemento privato si mischia alla storia. La mostra proseguirà negli spazi destinati alle mostre temporanee del museo.

VISITE GUIDATE Le date per scoprire la mostra dedicata a Tinin Mantegazza In occasione della mostra dedicata a Tinin Mantegazza al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo si tengono una serie di visite guidate, alle 18 del 6 e 20 giugno e il 4 luglio. La mostra, curata da Diego Galizzi e Flaminio Balestra, è la prima antologica dedicata alla carriera artistica di Tinin Mantegazza, illustratore, pittore, scenografo e scrittore, instancabile mente creativa che ha saputo spaziare nel campo del giornalismo, della regia, della televisione, dell’animazione culturale e dell’organizzazione teatrale. Nel percorso espositivo, composto da più di 250 disegni originali, dipinti, pupazzi, fotografie, filmati e documenti, non mancano le testimonianze della sua graffiante critica sociale e politica, nonché delle sue realizzazioni più note al grande pubblico, come il celebre sig. Toto delle schede di approfondimento di Enzo Biagi o il pupazzo Dodò, protagonista del programma Rai per bambini L’Albero Azzurro. La mostra, organizzata in collaborazione con la Fondazione Tito Balestra Onlus e Accademia Perduta/Romagna Teatri, sarà visitabile fino a domenica 7 luglio nei seguenti orari: martedì e mercoledì 15-18; giovedì 10-12 e 15-18; venerdì, sabato e domenica 10-12 e 15-19. L’ingresso è gratuito.

CONCORSI Il Premio internazionale Gaem per artisti under 40 ll Museo d’Arte della Città di Ravenna indice la Quinta Edizione del Premio Internazionale GAeM - Giovani Artisti e Mosaico. Il premio ha la finalità di promuovere il mosaico contemporaneo sia nelle sue espressioni legate alla tradizione storica, sia nelle forme più innovative e sperimentali. Il concorso si suddivide in quattro sezioni e prevede l’assegnazione di quattro premi, l’allestimento di una Mostra collettiva, organizzata dal Museo d’Arte della Città di Ravenna, e la pubblicazione delle opere selezionate in un catalogo. La mostra sarà parte integrante della sesta edizione della Rassegna Biennale di Mosaico Contemporaneo RavennaMosaico (Ravenna, 6 ottobre – 24 novembre 2019). Nel corso del 2020 le opere saranno presentate negli spazi di Villa Paris, a Roseto degli Abruzzi, sede espositiva della Fondazione Cingoli. Il Premio è aperto a tutti gli artisti di età inferiore ai 40 anni, senza limiti di nazionalità o di altra qualificazione. La partecipazione è gratuita. È possibile partecipare singolarmente o in team. Gli artisti possono iscriversi, entro e non oltre le ore 14 del 28 giugno.


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immagini LA MOSTRA “VogliAMO tutto” alla Classense diventa un momento in memoria di Nanni Balestrini Sarebbe dovuto essere a Ravenna venerdì 21 giugno l'artista Nanni Balestrini per inaugurare “VogliAMO tutto”, il secondo capitolo di “Ascoltare Bellezza 2019” alla Classense, il progetto che porta a ogni cambio di stagione un’opera e un artista nella sala del Mosaico della biblioteca Classense. Purtroppo, dopo una grave malattia, l’artista è morto il 19 maggio a Roma. La mostra ravennate diventa così un omaggio alla memoria. Il titolo riprende esplicitamente il libro cult di Nanni Balestrini del 1969, VogliAMO tutto, a oggi il libro più riuscito che abbia saputo dare voce letteraria a quel grande movimento socio-culturale che è stato il Sessantotto. La stessa forza innovativa, comunicativa ed emotiva viene trasmessa nelle opere visive di Nanni Balestrini: cascate di parole, immagini e pensieri, a breve visibili nella Sala del Mosaico della biblioteca ravennate. Questa particolare giornata di “Ascoltare Bellezza”prevista per il primo giorno di estate, anche per volontà degli amici e delle persone a lui più vicine, anzi, sarà quindi occasione di un ricordo affettuoso e partecipe dell'artista con letture di alcune tra le sue opere più significative e la testimonianza di Davide Di Maggio, suo amico e collaboratore. Poi, sempre presso la Sala del Mosaico della Biblioteca Classense, poco dopo le 18 verrà presentato l'intervento artistico di Nanni Balestrini, una grande tela di cm 500x400 accompagnata da una serie di piccole opere, sempre realizzate a collage e che resterà visibile fino al 20 agosto.

MUSEI A CIELO APERTO Due giornate tra musica, poesia e letteratura nel cimitero monumentale di Lugo Sabato 1 e domenica 2 giugno fa tappa al cimitero monumentale di Lugo la quarta edizione di “Musei a cielo aperto. Tra passato e presente un territorio si racconta”, con visite guidate, percorsi tematici, letture, teatro, poesia e musica. Tra gli appuntamenti L’1 giugno alle 15 il poeta Ivan Tabanelli legge liriche dalla sua raccolta Il mondo che non muore (Epika), alle 15.30 “Gli enti benefici a Lugo. Dagli spedali e confraternite ai Fratelli Zucchini” a cura di Sonia Muzzarelli (Gruppo cultura Ausl Romagna); il primo intervento musicale è alle 16.15 con Nicoletta Bassetti (violino) e Piergiorgio Anzelmo (violoncello), che eseguono musiche di Bach; alle 16.40 Alessandro Guerrini presenta il suo libro Tra le radici e il cuore. Una famiglia nella storia della Bassa Romagna (Il Ponte Vecchio); segue il secondo intervento musicale del duo Bassetti/Anzelmo con musiche di Vivaldi e Brahms. Alle 17.45 l’arte incontra la poesia: gli “Angeli” di Laura Medici (esposti nel corso del pomeriggio) e i versi da Dare il nome alle cose (edizioni Minerva) di Rossella Renzi. Tra gli appuntamenti del 2 giugno alle 9.30 “Il Ghetto di Lugo all’inizio dell’800. Popolazione, economia, architettura” a cura di Silvia Pattuelli; alle 11.45 Gian Ruggero Manzoni presenta Cesare Baracca e le sue opere esposte nel corso della mattinata. Nel pomeriggio, alle 15.45 Paolo Casadio e Roberto Matatia presentano, interagendo tra loro, i rispettivi libri Il bambino del treno (Piemme) e I vicini scomodi (Giuntina), l’attore Franco Costantini legge brani tratti dai due romanzi e Stefano Savini (chitarra) esegue brani di Bach, Paganini, Giuliani, Tárrega. A conclusione dell’evento, alle 17.30, il centro Diego Fabbri presenta “Ciò che resta dei poeti. A funeral tea party”, un viaggio alla scoperta delle maggiori personalità della letteratura italiana, conferenza spettacolo di e con Paolo Rambelli, letture di Laura Sciancalepore, musiche composte ed eseguite dal vivo da Paolo Benedetti, regia di Daniela Piccari.

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MATERIA OSCURA

Sgarbi salati ai Magazzini di Cervia di Linda Landi

I Magazzeni del Sale a Cervia

Ricordate una vecchia pubblicità in cui la signora protagonista - tale Luisa, energica, ruvida e ben conscia del fatto suo - “arrivava presto, andava via presto e non puliva il water”? Ultimamente mi è capitato di ripensare a lei. La signora in questione era indubbiamente una professionista del suo settore, la pulizia del wc, e questo le dava quella sicurezza spavalda di chi detta legge e non perde tempo a lasciare spazio alle repliche, uscendo di scena chiudendo la porta con gesto sicuro. Alla fine era simpatica la signora Luisa, anche se un po’ prepotente. La signora Luisa aveva ragione e ha vinto tutto. Vittorio Sgarbi ha bandito un progetto per mille artisti in cui, forte della sua esperienza (come la signora Luisa) e del suo nome si mette a disposizione come curatore per selezione, mostra, e catalogo ai Magazzini del Sale di Cervia dal 31 maggio al 9 giugno 2019. Aperto a tutti gli artisti, di qualsiasi età e nazionalità, il bando ammette opere pittoriche, sculture, opere grafiche e di computer grafica, fotografia. La quota di partecipazione è 75 euro Iva inclusa per ogni sezione. I selezionati, si legge ancora nel bando “potranno partecipare alla mostra e al catalogo con una, due o tre opere, a seconda della scelta operata da Vittorio Sgarbi: la quota di partecipazione con un’opera è di 500 euro Iva inclusa. La quota di partecipazione con due opere è di 800 euro Iva inclusa. La quota di partecipazione con tre opere è di 1000 euro Iva inclusa. La modalità di pagamento avverrà in un'unica soluzione entro e non oltre il 10 maggio 2019”. Non sapremo mai quanto la signora Luisa guadagnasse di stipendio per la sua rinomata esperienza, ma la qualità - siamo tutti d’accordo - è giusto che abbia un prezzo. Continuiamo: «Invio, restituzione e assicurazione delle opere sono a carico dei par-tecipanti in imballaggio idoneo e sicuro. Al momento dell’arrivo delle opere, la se-greteria verificherà e documenterà lo stato di integrità delle stesse e provvederà al-la loro custodia, ma non potrà essere ritenuta responsabile in nessun caso di eventuali danni». La signora Luisa non potrà mica farsi carico di tutto. La consegna delle opere è prevista tra il 27 e il 30 maggio 2019, momento in cui vengono allestite con cura per essere presentate al pubblico all’inaugurazione del giorno successivo: «il 31 maggio 2019 Vittorio Sgarbi incontra gli artisti al cocktail inaugurale. Alle 21.30 sarà al Teatro di Cervia per una Conferenza sull’Arte». Dalle 18 alle 21.30 ci sono tre ore e mezza, per un totale di duecentodieci minuti: lasciamo alla signora Luisa il conto di quanti ne spettano a ciascuno dei mille artisti per promuoversi con il loro beniamino. In ogni caso, per farsi conoscere c’è tempo anche il 1 e 2 giugno e un intero altro week-end dal 7 al 9 giugno prima che i Magazzini si ritrasformino in zucca. Ci siete rimasti male? “la partecipazione all’evento “I Mille di Sgarbi” comporta l’incondizionata accettazione del presente regolamento”. La signora Luisa ha già chiuso la porta.


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ULTIME SETTIMANE PER L’800 A SAN DOMENICO Chiude il 16 giugno la grande mostra a Forlì inaugurata a febbraio

Chiude il 16 giugno la grande mostra ai Musei di San Domenico di Forlì inaugurata a febbraio, curata Fernando Mazzocca e Francesco Leone, dal titolo “Il grande Ottocento tra Hayez e Segantini”. In particolare nella mostra viene preso in considerazione il il mezzo secolo che va dall’ Unità d’Italia alla Grande Guerra. Oggetto di un’indagine mai tentata prima sono dunque anni che hanno visto gli intellettuali e gli artisti impegnarsi sul fronte comune della nascita di una nuova coscienza unitaria, di un’identità nazionale che rispecchiasse l’avvenuta unificazione politica del paese. «Come la letteratura, dominata da Carducci, Pascoli e D’Annunzio grandi interpreti dell’orgoglio e delle aspirazioni nazionali, e la musica – spiegano dai Musei – che con Verdi, Puccini e Mascagni ha saputo esprimere le grandi passioni proiettate nella storia come nella contemporaneità, anche le arti figurative, ed in particolare la pittura la cui presenza è dominante anche se in un affascinante dialogo con la scultura, sono state un formidabile strumento di aggregazione. Hanno esplorato infatti nuovi territori tra l’esaltante mitizzazione della storia, la memoria delle recenti lotte risorgimentali, viste come una grandiosa epopea popolare, e la dolorosa testimonianza del presente caratterizzato da forti tensioni sociali. Per capire le attese, le speranze, le delusioni di un paese che ancora profondamente diviso antropologicamente, economicamente, socialmente e culturalmente, faticava a stare unito, la mostra propone un confronto, finora mai tentato, tra le esperienze dei movimenti più sperimentali che, come i Macchiaioli e i Divisionisti, si sono espressi come un’alternativa alla cultura figurativa dominante e la cosiddetta arte “ufficiale” che è stata invece, nel bene e nel male, non solo un formidabile strumento celebrativo e di propaganda, ma anche e soprattutto il mezzo più efficace e popolare per fare conoscere agli italiani i percorsi appassionanti e contradditori di una storia antica e recente caratterizzata da aspirazioni e slanci comuni, ma anche da drammatiche tensioni e divisioni».

FOTOGRAFIA Tre mostre in corso al Mar Chiudono il 30 giugno le tre mostre di fotografia allestite al Mar di Ravenna e tra queste in particolare quella dedicata alla carriera di Oliviero Toscani e intitolata “Più di 50 anni di magnifici fallimenti” dove sono esposte anche alcune delle immagini iconiche delle campagne pubblicitarie realizzate dal fotografo per Benetton. Sempre fino al 30 giugno, inoltre, sono in corso le mostre “Arrigo Dolcini, professione fotografo” (nella foto) e “Looking on, sguardi e prospettive sulla nuova fotografia italiana”.


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Un mare di autori, reading, incontri e di pubblico al festival di Rimini Torna la manifestazione dedicata ai libri per adolescenti con tanti appuntamenti e grandi nomi tra cui Chambers, Murgia, Morosinotto, Vinci, Lowery, Distefano, Troisi, Sanna, Baccalario

Torna a Rimini “Un mare di libri”, il grande festival di letteratura per ragazzi, anzi più precisamente per adolescenti e cosiddetti young adults. Le intense giornate dal 13 al 16 giugno saranno attraversate da alcuni temi come quello ambientale, sulla spinta anche di Greta Thurnberg, dalle “antologie multimediali” tematiche incentrati sui lupi, demoni e squali, ci sarà spazio per il genio di Leonardo per le “storie da paura” e a “speed date” con gli editor. Il festival sarà ricco di reading, incontri, spettacoli in una moltitudine di eventi da prenotare (alcuni sono già esauriti) e dove non mancheranno i grandi nomi dell’editoria per ragazzi e non solo. E dove la precedenza, nel pubblico, è data agli stessi ragazzi. Si comincia con un’anteprima giovedì 13 giugno alle 21 alla Biblioteca Gambalunga: “Leggere il Novecento” con Matteo Corradini e Marco Pellati. Tra gli eventi principali di venerdì 14 giugno c’è al Teatro degli Atti ”Non solo di Pane” incontro con Gigliola Alvisi e Raffaela Milano, e quello alle 16.30 al cinema dedicato ad Anna Frank. Alle 19.30 a Palazzo Guidi Simona Vinci leggerà uno dei suoi racconti preferiti (Ingresso gratuito fino a esaurimento posti), Vinci sarà anche protagonista del reading alle 23 in biblioteca per le “Fiabe da paura”, mentre alle 21 ci sarà un reading “Poesie per cuori giovani” con Silvia Vecchini, Sualzo e Isabella Leardini. Sabato 15, un evento particolarmente atteso è alle 9.45 al Cinema Fulgor: Aidan Chambers parlerà dei libri della sua vita, mentre alla stessa ora al Teatro degli Atti sarà protagonista Tommaso Percivale intervistato dai ragazzi del gruppo 7 minuti dopo la mezzanotte di Torino, coordinati da Andrea Vico. Un evento speciale è anche quello alle 14.30 a Palazzo Guidi, Cappella con Michela

Adain Chambers

Murgia che legge un racconto a scelta, mentre l’autrice e traduttrice Beatrice Pasini parlerà di Louisa May Alcott alle 15 al Museo della città (ma alle 19.30 a Palazzo Guidi leggerà anche lei un racconto a scelta). Altro attesissimo evento è quello delle 16.30 alla Gambalunga con Davide Morosinotti e il suo nuovo romanzo Voi. Un’altra grande autrice Frances Harding sarà invece alle 16.30 al Cinema Fulgor intervistata dai ragazzi del gruppo Qualcuno con cui correre di Firenze, coordinati da Matteo Biagi, mentre alle 18 al

Teatro degli Atti si scoprirà tutto su un autore molto amato: Pierdomenico Baccalario sarà intervistato dai ragazzi della libreria Controvento di Telese Terme, coordinati da Filomena Grimaldi. Ancora Murgia protagonista insieme al grande autore e attore teatrale Ascanio Celestini alle 21.30 al Teatro degli Atti con una serata dal titolo Noi siamo tempesta (come l’ultimo libro per ragazzi della scrittrice sarda). La domenica 16 giugno vede altri ospiti di grande rilievo a cominciare dalle 9.45 al Museo della Città con Mark Lowery e, contemporaneamente al cinema Fulgor con Antonio Dikele Stefano Incontro con Antonio Dikele Distefano intervistato da Simonetta Bitasi. Alle 11.30 al Museo della Città seguirà un incontro dal titolo “Siamo tutti femministi?” con Giulia Blasi e Giusi Marchetta, modera Lodovica Cima , mentre al Teatro degli Atti ci sarà Luigi Garlando, sempre alle 11.30. A Palazzo Guidi terzo appuntamento con gli scrittori che leggono un racconto scelto, questa volta con Licia Troisi alle 14.30, mentre alle 15 al Museo della città Laura Bonalumi sarà intervistata dai ragazzi del gruppo LeggiAmo: Circolo di Giovani Lettori di San Pietro in Campiano, coordinati da Elisa. Stessa ora ma al teatro degli atti incontro con Mino Milani mentre Sara Taylor sarà alle 16.30 alla Gambalunga e al Fulgor ci sarà Kristina Ohlsson. Alle 18 al Museo della Città arriva Alessandro Sanna intervistato da Silvia Paccassoni . Alle 19 al teatro Galli ecco il premio Mare di Libri. Si chiude con un reading di Luigi Garlando e Licia Troisi e Alessia Canducci, interventi musicali a cura dei volontari di Mare di Libri al teatro degli Atti alle 21.30 prima della festa finale in piazza Cavour alle 23.

RAGAZZI/2 Elena Lazzaretto e Davide Morosinotto in corte Cavour a Ravenna

Ristorante

Il Prato Dei Fiorentini di Marino Fiorentini & C. sas

Locale a gestione famigliare, con paste di produzione propria, carni fresche di qualità, piadina romagnola e fritta con formaggi e salumi nostrani. Funghi e tartufo!

Due appuntamenti con la letteratura per ragazzi a Ravenna in corte Cavour, grazie alla libreria Dante. Martedì 4 giugno alle 17 Elena Lazzaretto presenta il libro La luna sbagliata su tutti gli errati luoghi comuni che riguardano appunto la luna. Adatto a bambini dagli 8 anni in su. Giovedì 6 giugno, invece, alle 18, ecco il graditissimo ritorno di Davide Morosinotto che oltre a essere a Rimini (vedi sopra) presenterà anche a Ravenna il suo ultimo romanzo Voi. Evento gratuito per bambini dai 10 anni in su. Gli incontri sono organizzati in collaborazione con la biblioteca Classense e ScrittuRa Festival.

MUSICA&LETTERATURA A Gatteo quattro incontri con gli scrittori che raccontano i grandi della musica

Dal mercoledì al venerdì Serate a Tema MERCOLEDÌ SERA SPAGHETTERIA E...

GIOVEDÌ SERA MENÙ DI PESCE

VENERDÌ SERA POLENTA E BACCALÀ

da maggio a settembre

da maggio a settembre

esclusi luglio e agosto

APERTO dal mercoledì alla domenica e giorni festivi a pranzo, merenda e cena Via Cardello, 22 - Casola Valsenio (RA) - Tel. 333.8548936

www.ilpratodeifiorentini.it

Torna a Gatteo la rassegna tra musica e letteratura “Gatteo Calling” curata da Rapsodia. Si comincia il 6 giugno con Lou Reed raccontato da Andrea Tarabbia per proseguire il 13 giugno con Prince in una “lezione” di Emiliano Visconti. Il 20 giugno sarà lo scrittore Matteo B. Bianchi a parlare invece di John & Yoko. La chiusura è invece affidata ai Wu Ming in un incontro dal titolo “Massive Attack vs Bansky”. Appuntamento sempre alle 21.30 nel Castello di Gatteo.


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il libro

Non ho mai avuto la mia età, una dura storia di formazione da leggere per ragazzi e adulti Il romanzo di Antonio Dikele Distefano sulla non facile infanzia e adolescenza di un ragazzo nero nella periferia delle provincia

Tra gli ospiti di “Un mare di libri” (vedi pagina a fianco) c'è il ravennate d'adozione Antonio Dikele Distefano con un libro che per molti versi è un pugno nello stomaco: Non ho mai avuto la mia età. L'io narrante racconta un'infanzia funestata da abbandoni e non detti, da miseria economica, da genitori troppo spesso inadeguati alle necessità di un bambino e poi di un ragazzo. Racconta come in questa Italia anche la periferia di provincia può diventare un luogo di esclusione, un luogo dove essere “negri” (e poveri) diventa prevalente su tutto il resto. Zero, questo il soprannome che viene dato dagli amici al protagonista, è costretto a elaborare da solo traumi e solitudini, è costretto appunto a crescere troppo in fretta. Il contrasto con la fanciullezza e l'adolescenza di bianchi italiani della media borghesia cresciuti a cinque minuti dalle case popolari di via Tommaso Gulli (in un noto quartiere periferico di Ravenna) fa male al cuore, semplicemente. E però dentro questa storia così dura, ci sono sentimenti autentici, il rapporto con la sorella, gli amici, le prime scoperte. Un padre che comunque cerca di fare del proprio meglio e che viene guardato con occhio indulgente e protettivo dei figli. La storia personale di Distefano, oggi 26enne, è quella di un ragazzo originario dell'Angola davvero cresciuto nella periferia ravennate e arrivato a diventare uno scrittore di successo (ha già cinque libri all’attivo con Mondadori) attingendo soprattutto alla propria biografia. E la voce di un'Italia nuova che per troppo tempo forse non siamo riusciti a vedere e su cui ci apre gli occhi raccontandoci innanzitutto il percorso di un essere umano nelle sue complessità e sfaccettature. Il tutto con uno stile semplice, a tratti quasi sincopato nei brevissimi capitoli e nelle numerose frasi a effetto che riescono però, in questo Non ho mai avuto la mia età, a non sfociare nel retorico grazie ai colori vividi e così reali del contesto in cui nascono. Un libro per ragazzi (grandicelli, i cosiddetti young adults) sicuramente, ma consigliatissimo a tutti quegli adulti che dei ragazzi vorrebbero capire qualcosa di più. Federica Angelini

CESENA La festa di Radio Rai 3 con scrittori, scienziati attori per parlare di “Realtà e Immaginazione” Torna fino al 2 giugno a Cesena la Festa di Rai Radio 3. Quasi 24 ore di trasmissioni in diretta tra eventi, dibattiti, musica e spettacoli che si terranno tra il Teatro Bonci e il Teatro Verdi. Realtà e Immaginazione saranno le parole guida dell’edizione 2019 che vedrà come sempre ospiti molti protagonisti della vita culturale itlaiana come l’architetto e restauratore Antonio Forcellino, gli scrittori Marco Malvaldi, Serena Vitale, Wu Ming 4 ed Emanuele Trevi, l’antropologo Marino Niola e l’ingegnere Vittorio Marchis. Tra gli spettacoli, la pianista Mariangela Vacatello e gli attori Ascanio Celestini, Enrico Ianniello e il gruppo Kepler 452. Mentre per le serate ci saranno il concerto di Vinicio Capossela e uno spettacolo di Alessandro Bergonzoni. Ma si parlerà anche di scienza, robotica, architettura con lo sguardo rivolto a Leonardo da Vinci.

riccione

IL GIORNALISMO DI INCHIESTA AL DIG CON NAOMI KLEIN Prosegue fino al 2 giugno l’edizione 2019 di Dig a Riccione, evento interamente dedicato al giornalismo d’inchiesta con proiezioni di inchieste video, anticipazioni, premi e ospiti e incontri internazionali (tra cui Naomi Klein che è anche presidente della giuria e sarà protagonista di un incontro sabato alle 18.30), . Tra i temi trattati i Panama Papers, l’Afghanistan, donne, giornalismo. Per il programma completo: dig-awards.org.


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RAVENNA Allo ScrittuRa Festival Kim Rossi Stuart e Jonathan Coe Ultime battute per ScrittuRa Festival a Ravenna diretto da Matteo Cavezzali. L’1 giugno sarà ospite l’attore Kim Rossi Stuart che ha dato alle stampe la raccolta di racconti Le guarigioni (La nave di Teseo). L’appuntamento è al Palazzo dei Congressi alle 18. Stessa ora e stesso luogo lunedì 3 giugno per l’ultimo appuntamento con il grandissimo Jonathan Coe (nella foto), lo scrittore inglese che forse più di ogni altro è riuscito a raccontare il Regno Unito degli ultimi trent’anni tra società, costume, politica, cultura. Nel suo ultimo romanzo Middle England, in particolare, racconta la Brexit.

LUGO Enrico Palandri ed Elena Loewenthal al Caffè letterario Ultimi appuntamenti con il caffé letterario di Lugo, all’hotel Ala D’oro (incontri alle 21). Giovedì 6 giugno arriva Enrico Palandri con il suo romanzo Verso l’infinito (Bompiani, 2019). Duecento anni dopo la sua stesura, L'infinito, poesia del 22enne Leopardi, amplia ancora lo sguardo. Venerdì 14 giugno, sarà invece la volta di Elena Loewenthal (nella foto) con il suo Nessuno ritorna a Baghdad, un romanzo che attraversa il Novecento per raccontare la storia di una famiglia attraverso una madre e i suoi figli.

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LA ROMAGNA IN PAGINA

Quando Freud e Jung passarono per Ravenna... di Matteo Cavezzali

Ravenna ha avuto un ruolo per il subconscio. Entrambi i padri della psicanalisi vennero in città, non rimasero colpiti solo dalla bellezza del luogo, ma nel loro subconscio qualcosa rimase. Vediamo perché. Sigmund Freud venne in città nel 1869 e ne rimase deluso. Immaginava il luogo in cui era seppellito il grande Teodorico come una città ancora nobile, ma la trovò molto diversa. Ne parlò nelle sue lettere come di un “buco miserando”, piena di poveri e vagabondi, che vivevano anche abbarbicati tra i resti del palazzo dell’imperatore Teodorico. Apprezzò solamente tre cose: i mosaici, i fichi raccolti accanto al mausoleo di Teodorico e soprattutto il vino: «stiamo splendidamente, credo che a questo contribuisca molto il vino» scriverà alla moglie Martha, dopo essersi ripreso dalla prima delusione. Ma Ravenna tornerà a visitare Freud nei suoi sogni. Nel suo L’interpretazione dei sogni, infatti, scriverà di aver visto nel sonno «una città che non ho mai visto da sveglio» dopo un po’, procedendo passo dopo passo in questo luogo surreale il professore riconoscerà quel luogo in cui in realtà è già stato: «Scopro il paesaggio del sogno nei suoi elementi, i fiori bianchi indicano la città di Ravenna, che io conosco e che almeno per un breve periodo ha strappato a Roma il privilegio di essere capitale d’Italia. Negli acquitrini di Ravenna, avevamo colto nell’acqua nera le più belle ninfee… ci era costata molta fatica coglierli nell’acqua». Volendo quindi psicanalizzare Freud si può intuire nel suo racconto che Ravenna è diventata nel suo subconscio un simbolo ambivalente: da una parte la decadenza fisica (la povertà miseranda delle condizioni della città a fine Ottocento) e quella simbolica (la città in cui è tramontata la storia dell’impero), dall’altro però è anche segno di rinascita (le ninfee bianche che spuntano dall’acqua nera, che possono però essere raccolte solo dopo un grande sforzo). Il secondo padre della psicanalisi che visitò Ravenna fu Carl Gustav Jung che in questa città visse una esperienza paranormale, che non si potrebbe spiegare se non grazie al subconscio. Jung infatti visitò Ravenna nel 1914 assieme a una sua assistente. Quando tornò i due scrissero assieme un saggio partendo dall’analisi di un mosaico che avevano osservato nel battistero neoniano, era l’immagine di Pietro che affoga. Analizzarono quella figura come un archetipo, una sorta di principio. Quando però tornarono a Ravenna esattamente venti anni dopo fecero un’agghiacciante scoperta: quel mosaico non era mai esistito. Avevano scritto pagine e pagine su una cosa inesistente. Come era stato possibile che entrambi avessero visto qualcosa che non c’era? Si erano forse fatti suggestionare da qualcosa? Nelle sue memorie “Ricordi, sogni, riflessioni” racconta: «Ho conservato un chiarissimo ricordo del mosaico di Pietro che affoga, e ancora oggi posso vederne ogni dettaglio. Appena lasciato il battistero mi recai subito da Alinari per comprare fotografie dei mosaici, ma non ne potei trovare. Quando ero di nuovo in patria, chiesi a un mio conoscente che andava a Ravenna di procurarmi le riproduzioni. Naturalmente non poté trovarle, perché poté constatare che i mosaici che io avevo descritto non esistevano!».Anche in questo caso c’è un segno di inizio e di fine. Jung vede Pietro, il padre fondatore della Chiesa, morire affogato, scomparire per sempre nell’elemento vitale che circonda la città, ovvero l’acqua. Spesso Jung parlerà dell’acqua come simbolo di vita, fin dalla rottura delle acque prima del parto. Inizio e fine coincidono nuovamente. Eppure niente di questo è avvenuto davvero, Pietro non è mai affogato perché è morto crocefisso a testa in giù per mano dei romani, e nessuno lo ha mai ritratto in un mosaico, ma tutto questo è avvenuto solo nella parte nascosta della mente Jung. Ravenna è quindi un archetipo da cui nemmeno i padri della psicologia hanno saputo difendersi. E a voi, Ravenna, è mai apparsa in sogno?

Realtà e Immaginazione Da Leonardo all’intelligenza artificiale la festa di

Teatro Bonci

Teatro Verdi

Incontri • Concerti • Teatro • Letteratura • Scienza con tanti ospiti e con la partecipazione di INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI Info: Ufficio Turistico Cesena tel. 0547 356327 - iat@comune.cesena.fc.it Scarica il programma completo su www.raiplayradio.it - La festa di-Radio3 a Cesena


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case editrici

Fernandel, quel rapporto informale con i libri e la conoscenza Dal 1997 la realtà ravennate, nata da una rivista oggi on line, si è sempre distinta per il lavoro di scouting scoprendo autori come Nori, Morozzi, Verasani

Per chi è stato bambino molti anni fa e per i culturi di un certo cinema popolare in bianco e nero, il nome non può che richiamare alla mente il sorriso sornione di Fernandel, pseudonimo del comico, attore e cantante francese Fernand-Joseph-Désiré Contandin, il famosissimo Don Camillo, volto cinematografico del prete reazionario creato dalla penna di Giovannino Guareschi. Ma chi ama leggere sa bene che Fernandel è una grintosa realtà editoriale indipendente nata a Ravenna nel 1997, un vero e proprio punto di riferimento per le tematiche giovanili e per l'impagabile lavoro di scounting svolto: tra gli esordi “eccellenti” ad esempio Paolo Nori, Gianluca Morozzi, Grazia Verasani, Piersandro Pallavicini... La storia inizia in realtà nel 1994, quando Giorgio Pozzi, assieme ad alcuni amici, fonda una rivista letteraria (dal 2007 disponibile solo online, gratis) che già dal nome – evocatore di “un’immagine paterna e bonaria, vagamente surreale”, come il Don Camillo di cui sopra - prende le distanze dal mondo accademico per diventare uno strumento di confronto per le diverse esperienze di scrittura. Una rivista che cerca soprattutto di superare l’isolamento che all’epoca circonda gli esordienti. Isolamento che però oggi lo stesso editore in qualche modo rimpiange. Nell'epoca precedente alla Rete, ci spiega, «c'era molta curiosità per ciò che si poteva scoprire nei cassetti degli aspiranti scrittori, per il loro immaginario e i loro motivi di ispirazione. Oggi che siamo tutti connessi c'è meno originalità, mi sembra che la maggior parte delle scritture siano standardizzate, appiattite sui generi o sulle situazioni narrative del momento, si segue la moda sperando nel colpaccio di realizzare un film o una fiction televisiva. Da questo punto di vista l'isolamento precedente, anche se avvertito come un limite, era forse un vantaggio rispetto alla globalizzazione culturale a cui stiamo assistendo da anni, che è anche un'omologazione delle proposte». C'è però speranza e spazio per nuove entusiasmanti scoperte, Pozzi garantisce che resta intatto, anche dopo 25 anni d'esperienza e dopo la fondazione del marchio di saggistica Giorgio Pozzi Editore, «il piacere di entusiasmarmi per un manoscritto, il piacere di lavorare con le parole altrui, e in generale la magia nei confronti del libro, inteso sia come oggetto sia come strumento di conoscenza». DaViserbella Outliners dell'autore ravennate Stefano Fabbri all'ultima novità pubblicata, l'intrigante romanzo del riminese Giovanni Pannacci La donna che vedi, il catalogo Fernandel conta 250 volumi tra grandi nomi, come Eraldo Baldini o Pablo Echaurren, e tanti esordienti. Grande apertura viene data poi ad altri generi e ad altre forme di comunicazione con la proposta di diverse collane editoriali: Laboratorio Fernandel contiene testi narrativi scritti a più mani, romanzi collettivi frutto di laboratori di scrittura, libri di approfondimento su temi letterari ed extraletterari; Illustorie è una collana di graphic novel e fumetti; Vite dei santi dà spazio a personaggi dello spettacolo, della cultura e dell’arte che hanno saputo rinunciare al facile successo per seguire “la via più difficile” della coerenza con se stessi; Fernandel Scientifica è una collana che raccoglie saggi di storia economica e sociale, storia locale e archeologia... L'obiettivo dei libri firmati Fernandel è quello di «stabilire un rapporto informale con il lettore, privilegiando una dimensione narrativa che racconti il tempo in cui viviamo, meglio se con uno sguardo critico, ma non necessariamente ideologico, nei confronti della società e dei suoi meccanismi». Erika Baldini

Giorgio Pozzi della casa editrice Fernandel

Giorgio Pozzi: «Oggi che siamo tutti connessi c’è meno originalità, mi sembra che la maggior parte delle scritture siano standardizzate, appiattite sui generi o sulle situazioni narrative del momento» Colazioni, pranzi, aperitivi

Piazza Mazzini, 35

LUGO

LOGGE DEL PAVAGLIONE


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Dall’antico Egitto alla Cina, la millenaria storia del gelato Un alimento che non smette di incantare e che non ha mai conosciuto crisi di Giorgia Lagosti

Non è facile attribuire una “paternità” al gelato ma è certo che quella che potrebbe definirsi la prima coppa “fredda” della storia sia stata trovata in Egitto dentro una tomba della II dinastia (2.700 a.C.). Si tratta di una specie di stampo composto da due scodelle in argento: in una veniva posta la neve, o il ghiaccio tritato, estratti dalle “neviere” e nell'altra della frutta cotta, forse addolcita con miele. La prima testimonianza scritta invece ci arriva da un poeta greco del 500 a.C. di Atene che ci parla di qualcosa di simile al gelato, di una preparazione rinfrescante con poco limone, miele e molto succo di melograno servita con neve o ghiaccio. Ancora, nella Bibbia, Isacco, offre ad Abramo latte di capra misto a neve. Poi furono gli antichi Romani a distinguersi grazie alle loro “nivatae potiones”, veri e propri dessert freddi. Nell’antica Roma infatti esistevano dei pozzi per il ghiaccio e la neve che gli schiavi portavano giù dalle montagne. Tra le rovine di Pompei addirittura vi sono tracce che fanno pensare a negozi in cui si vendeva il ghiaccio proveniente dal Vesuvio, tritato e addolcito con miele. Andando ora molto lontano, non possiamo non citare che la raccolta di ghiaccio per la conservazione di alimenti era in uso in Giappone (l’imperatore Nintoku nel V secolo proclamò una giornata del ghiaccio) e in Cina fin dagli albori della civiltà. E ce lo testimonia l'antica raccolta di odi Shih Ching in cui si parla di un festival della raccolta del ghiaccio. Durante la Dinastia Tang poi, si beveva una bevanda di latte (di capra, mucca o bufala) cotto con farina e canfora e messo in contenitori di ferro sotto neve o ghiaccio. Ancora, gli arabi preparavano bevande fredde con ciliegie, cotogne e melograni. La parola “sorbetto” proviene proprio dal turco sherbet, bevanda fresca, e dall'arabo sharab, sorbire, bere. Il primo “gelato” del continente americano invece è il gelato di

“paila”, tradizione delle popolazioni native dell'Ecuador: i Caranqui (o Caras) facevano spedizioni per andare a prendere blocchi di ghiaccio e neve dalla cima del vicino vulcano Imbabura e li confezionavano in spessi strati di paglia e foglie di frailejón (una comune erba spontanea sudamericana) come isolanti termici. Il gelato qui si faceva versando ghiaccio, neve e succhi di frutta in un grande paiolo chiamato “paila" (a volte veniva aggiunto anche latte) e poi si mescolava velocemente fino a quando la massa non cominciava a cristallizzare. Con questa tecnica ancestrale, via via perfezionatasi, gli helados de paila si preparano ancora oggi in modo tradizionale in alcune città dell’Ecuador, in particolare nell’odierna provincia equadoregna di Imbabura. Ci avviciniamo ora nel tempo e torniamo in Italia dove, nel Rinascimento, la famiglia de’ Medici organizzava ogni anno un concorso gastronomico che premiava i piatti più originali. I diari di quegli anni narrano che una volta vinse un tal Ruggeri, pollivendolo, con una ricetta di una composta raffreddata di acqua, zucchero e frutta: “ghiaccio all’acqua inzuccherata e profumata” ma probabilmente, più che un gelato, si trattava di una granita o a una cremolata. Se poi fu proprio Caterina de’ Medici, in occasione delle nozze con il Duca d’Orleans, futuro Enrico II, a portar con sé Ruggeri e quest’arte Oltralpe, questo è oggetto di disputa. Altra leggenda in bilico con la realtà è quella dell’architetto Bernardo Buontalenti e la sua firma su un dessert ghiacciato offerto a Carlo V, re di Spagna, per una celebre festa di inaugurazione di Forte Belvedere da Cosimo I de' Medici nel 1559. Per quest’occasione alcuni reputano Buontalenti il vero inventore del gelato: una crema fredda a base di latte, miele, tuorlo d’uovo, un tocco di vino, aromatizzata con bergamotto, limoni, arance e sale (per una ben nota legge fisica quest’ultimo abbassa la temperatura). Di sicuro, questa è la base della “crema Fiorentina” o

“gelato Buontalenti” che ancora oggi si può gustare in tutte le migliori gelaterie di Firenze. Sembra anche che il Buontalenti sia arrivato a costruire un macchinario formato da pale fatte ruotare a manovella per mantecare il composto e da un cilindro cavo pieno di ghiaccio intorno a cui veniva lavorato il gelato. Successivamente, nel 1686, l'intraprendente siciliano Francesco Procopio, trasferitosi a Parigi, inaugurò il "Café Procope”, tutt'ora esistente, dove ideò una nuova ricetta per fare il sorbetto/gelato utilizzando frutta, miele, zucchero e ghiaccio. Infine, un altro passo importante per la produzione e divulgazione del gelato fu compiuto negli Stati Uniti, dove Nancy Johnson, del New Jersey, nel 1846 mise a punto la prima gelatiera: un mastello pieno di ghiaccio e sale dove Nancy inserì un cilindro metallico con la massa da gelare. Due anni dopo William Le Young si occupò di applicare un motore al mastello, consentendo un raffreddamento più uniforme del composto. Il resto è storia recente. Una storia che negli ultimi 150 anni non ha mai conosciuto crisi. Sì perché il gelato artigianale, alimento gustoso, igienicamente impeccabile, con ottime proprietà nutrizionali in una gamma infinita di varianti e gusti sempre nuovi, non ha mai smesso di affascinare, generazione dopo generazione.

DESSERT/2 E in Romagna si trovano i gusti al Sangiovese, squacquerone e anche allo scalogno

Piazza 1° Maggio, 8 - Lugo Tel. 0545 1920146 - Cell. 3498477655 cremeriadellaroccalugo

Di fronte al crescente numero di aperture di nuove gelaterie, e spinti soprattutto da formule gestionali come il franchising e le catene che offrivano prodotti sempre più standardizzati, negli ultimi 10/15 anni, le gelaterie tradizionali che volevano emergere hanno puntando sempre più su gusti originali, legati ai prodotti tipici del loro territorio. E anche la Romagna non è stata da meno. E non sto parlando della creazione di gusti stravaganti, ma di una tendenza che ha coinvolto i nostri migliori gelatieri artigiani i quali, trasformando con capacità i prodotti che caratterizzano la Romagna, hanno ideato proposte con caratteristiche di unicità e irripetibilità sia per il sapore sia per i valori che esprime. E i riferimenti non sono stati solo i prodotti agro alimentari Dop e Igp, ma anche i dolci tipici e i vini dei quali la nostra terra è ricca. Così oggi non è difficile incontrare gelaterie dove, oltre ai gusti tradizionali come la vaniglia, la nocciola, il pistacchio, il limone, la fragola, si possono degustare anche delle vere e proprie eccellenze locali. Solo per fare qualche esempio troviamo, a volte solo stagionalmente, il gusto alle Erbe Officinali di Casola Valsenio, alla Castagna di Castel del Rio o al Centesimino delle colline del faentino. Ancora, più diffuso, quello al Sangiovese o allo Squacquerone, semmai accostato ai Fichi Caramellati o ad un Crumble di Piadina e Savor. Meno fantasiosi ma certamente di grande valore, possiamo vantare anche i sorbetti alla Pesca o alla Pera Igp di Romagna. Addirittura, ho assaggiato di recente un gelato allo Scalogno Igp di Romagna fermentato … buonissimo. Ecco allora che, pur non avendo la nostra terra nella sua storia gastronomica un capitolo intitolato “il gelato”, possiamo ugualmente parlare di gelato romagnolo e possiamo farlo senza correre il rischio di commettere errori. (gio. la.)



I / speciale giugno 2019

un’estate piena di divertimento punta marina terme

marina di ravenna

NUOVA GESTIONE AL BAGNO TRE PINI: ANIMAZIONE BIMBI, SPORT IN SPIAGGIA E TANTA BUONA GASTRONOMIA

PARTE UN’ESTATE GUSTOSA AI TAVOLI DEL LUANA BEACH E sulla spiaggia gli aperitivi della domenica con musica live

marina di ravenna

AL VIA AL FINISTERRE I CONCERTI DAL VIVO DEL VENERDÌ SERA, DAL 7 GIUGNO Per la rassegna, in programma il 14, il concerto omaggio a Faber con l’interpretazione di Bandeandrè Il 7 giugno si apre ufficialmente la stagione di eventi del Finisterre Beach con il concerto dei Coco Manhattan Trio. La settimana successiva grande appuntamento con il cantautorato italiano, un omaggio a Fabrizio De Andrè nel ventesimo anniversario della sua scomparsa eseguito dalla Bandeandrè. Tutte le sere sarà possibile cenare gustando i raffinati piatti dello chef Alberto Caprara nella rilassante cornice del Finisterre. Ecco la rassegna completa dei concerti del venerdì in giugno, sempre con inizio alle ore 21. Venerdì 7 giugno: Coco Manhattan Trio. Un mix di soul, jazz, latin brazilian e funk con Alex Scala (sax), Mecco Guidi (organ & keyboards), Luca Florian (drums & percussions). Il gruppo strumentale si è formato negli anni '90. Nel progetto sono ruotati molti featuring, tra cui Mario Biondi, Fabrizio Bosso, Raphael Gualazzi, Giovanni Amato, Daniele Scannapieco, Lorenzo Tucci... Venerdì 14 giugno: Bandeandrè in Caro Fabrizio. Sono vent'anni che Fabrizio De Andrè è scomparso dalle scene ma il suo ricordo è più vivo che mai. Bandeandrè, nel decimo anno della sua attività, continua a riproporre l'opera di questo grande autore. Bandeandré è formato da GianluigiTartaull (voce e chitarra), Nazzarena Galassi (voce), Caterina Sangiorgi (flauti e voce), Stefano Fabbri (percussioni), Raimondo Raimondi (chitarra, mandolino, mandola), Giacomo Sangiorgi (basso elettrico), Luca Vassura (fisarmonica). Venerdì 21 giugno: Baobab Trio. Dalla “selection” proposta live sbocciano gemme di calypso e di mento, tenere foglioline di jazz e ramoscelli di rhythm’n’blues. Il trio è formato da Bruno “Vinsanto” Orioli, Francesco “King Frisko” Plazzi, Marco “Benny” Pretolani. Venerdì 28 giugno: Supermarket Trio. Supermarket è sinonimo di marchetta musicale. Nata nel 2010 per proporre una sorta di World music romagnola fra calypso, jazz, funk, reggae... La banda è composta da Alfredo Nuti Dal Portone (chitarra), Marcello Jandu Detti (trombone/bassotuba /conchiglie) e Lorenzo Perinelli (basso).

Il bagno Tre Pini è uno stabilimento balneare tradizionale di Punta Marina Terme che da quest’anno è gestito dai soci Angelo Cassarono e Massimo Morolli che hanno mantenuto l’offerta specializzata verso le famiglie e i bambini. Infatti oltre ai giochi di spiaggia sono previsti per i più piccoli spettacoli di burattini della compagnia “I burattini di Massimiliano Venturi” con primo spettacolo il 30 giugno. Ai Tre Pini trovate la spiaggia attrezzata con gli immancabili campi di racchettoni, un comodo parcheggio interno e locali ampi che si prestano ad una accogliente ristorazione, a cene di classe e feste di compleanno. Il menu proposto è rigorosamente romagnolo, cappelletti e tagliatelle in primis ma anche proposte di pesce con tagliolino allo scoglio , spaghetti alle vongole, strozzapreti alle canocchie, fritto, spiedini di pesce e per chi preferisce un pranzo o una cena più veloci panini e piadina di produzione propria e hamburger. Se invece volete qualcosa di diverso e anche scenografico vi suggeriamo il martedì con la paella di carne e pesce davvero spettacolare, cucinata in un grandissimo padellone che rende l’evento curioso oltreché gustoso. Il sabato, al domenica e il martedì vengono proposte cene e aperitivi a tema (prezzi contenuti cibo a volontà): dalla paella per l’appunto alla seppia coi piselli, dalle cozze alla saraghina, dalla pizza alla piadina con salsiccia o porchetta. Quest’estate sono previste serate con concerti live, mentre gli aperitivi della domenica saranno accompagnati da intrattenimenti musicali Per restate aggiornati c’è la pagina Facebook: bagno tre pini nuova gestione.

L’estate sta veramente arrivando e al Bagno Luana di Marina di Ravenna si parte con le serate e tutti i mercoledi sera si può gustare un’ottima paella, accompagnata da una rinfrescante Sangria. Il ristorante comunque è aperto tutti i giorni a pranzo e cena con le specialità di pesce, freschissimo e lavorato dalle sapienti mani dello chef Rudy Barbadoro Sia per la serata a tema che per tutte le sere è consigliata la prenotazione, tel. 0544 531156. Per gli amanti dell’aperitivo in spiaggia, tutte le domeniche sere al Bagno Luana l’aperitivo è in formato happy hour con musica live!


II

giugno 2019

marina di ravenna

LA VENTESIMA STAGIONE DEL MOSQUITO COAST SEMPRE SULL’ONDA DEI SUONI DAL MONDO Un bagno, un mito in riviera dello spirito rilassato e libertario, anche quest’anno ricco di proposte musicali e culinarie Ha attraversato tutte le stagioni di Marina di Ravenna, trasformandosi ma rimanendo fedele allo spirito libertario che aveva quando è nato nel 2000: il Mosquito Coast si prepara alla stagione balneare, la ventesima sul litorale della località turistica. C'erano ancora le lire quando il Mosquito Coast portava sulla costa ravennate, per la prima volta, il Brasile. Prima che la moda dilagasse, al Mosquito la musica proveniente dal Sudamerica cullava già i pomeriggi e le serate. Da subito, lo stabilimento balneare si è contraddistinto per una grande attenzione alla cura dei cocktail. In pochi, allora, utilizzavano la frutta fresca nei pestati mentre era un primato assoluto la churrascaria in spiaggia. Con i piedi piantati in questa ormai lunga tradizione il Mosquito Coast si affaccia al suo ventesimo anno di attività con molte novità. Il Brasile, nel frattempo, ha lasciato sempre più spazio all'Oriente e oggi si può dire che il bagno sia il più multietnico del litorale. I due titolari, Benny e Jimi, hanno deciso di festeggiare come si deve il compleanno dello stabilimento balneare con un fitto calendario di eventi e uno speciale logo per il ventennale. Come ogni anno è in programma un importante calendario di concerti: a giugno si esibiranno Ladies Zeppelin (il 2), Walk Hard + Whisky Wives (il 16), Aldi dallo Spazio (il 23) e Sunset Radio (il 30). Il venerdì sera è immancabile la serata Thai e spazio come sempre anche alla churrascaria. Tra le novità della stagione invece il primo contest a livello amatoriale sulla spiaggia di Barbecue Smoke Americano. Lo stabilimento balneare si conferma così ancora pioniere organizzando i primi corsi di Barbecue al mare, sotto le stelle. Alla fine del contest sarà eletto il Master Grill 2019 del Mosquito Coast. Il 21 luglio si festeggerà invece il compleanno dello stabilimento balneare: musica, drink e giochi. Sarà organizzato l'Iron Beer: una gara a staffetta con otto squadre (composte da quattro uomini e una donna) di cui una sola uscirà vincitrice. La festa è in qualche modo gemellata con “Nottambula”, la Festa della Birra di Granarolo Faentino che invierà come guest star il suo presentatore. Durante tutta l'estate sono previsti eventi con cene a tema, tutto in una cornice in cui i colori dello stabilimento sono stati rinnovati e rinfrescati. Naturalmente in piena estate il ristorante è aperto tutti i giorni, con 150 coperti, e una cucina che fonde elementi di semplicità ad altri più etnici. Il Mosquito è diventato grande ma in fondo lo è sempre stato. «Da parte nostra – dicono i titolari – ringraziamo tutto lo staff che ci sta accompagnando in questo nuovo percorso della ventesima stagione».

lido di dante

porto corsini

AL BARBAGNO L’ORA DELL’APERITIVO È A RITMO DI MUSICA E DEI FANTASIOSI COCKTAIL DELLA BARWOMAN SARA Tutti i venerdì Afro Party con dj e percussioni, il sabato concerti live e serate dance fra suoni acustici, popolari e tropicali Al BarBagno di Porto Corsini si aspetta che l'estate parta alla grande gustando gli aperitivi in spiaggia. L'aperitivo infatti, è il momento della della giornata in cui rilassarsi, mettere i piedi sulla sabbia e gustare uno dei fantastici cocktail preparati dalle sapienti mani di Sara, magari al suono della musica live! Tutti i venerdí Afro Party con il dj Ricki dj Shama e Denislivepercussion! Sabato 8 giugno l'appuntamento è “Paella di Punti” con il gruppo acustico Lost in Trio. Sabato 22 giugno si balla con i Gajé Gipsy Swing. Per finire in bellezza il mese di giugno, sabato 29 al BarBagno il tropical sound dei Focaccioni Killah.

Via dell'Almagià Darsena PopUp Ravenna

Tel. 340 254 0374 Aperto dalle 12:00 alle 23:00

AL RISTORANTE DEL SARAGHINA BEACH UN TRIONFO DI PIATTI DI PESCE, SEMPRE FRESCO Saraghina Beach a Lido di Dante vi aspetta per coccolarvi con prelibati piatti di mare in un ambiente rilassante e confortevole. Francesco e il suo staff sono sempre attenti a proporre alla propria clientela tante novità per garantire un soggiorno piacevole. A pranzo e a cena si possono gustare piatti di pesce con tante proposte sfiziose per valorizzare al massimo il pescato del giorno. A partire da giugno la domenica pomeriggio l’aperitivo si anima con la musica dei dj set, per concludere in bellezza il fine settimana.

Materie prime selezionate e creatività di sapori Dedicato alla Romagna il gusto:

Zabaione all'albana e scroccadenti


III marina di ravenna

giugno 2019

casalborsetti

AL VIA IN GIUGNO LA RASSEGNA “PETER PAN 3D” PER UN MERCOLEDÌ MUSICALE CON ESIBIZIONI LIVE, TRA VOCI EMERGENTI, GRANDI NOMI E RADIO EVENTI Nel bagno di Marina proseguono inoltre, all’ora dell’aperitivo, i concerti del sabato tra swing, funk e folk Al Peter Pan di Marina di Ravenna, sulla spiaggia del 36 di viale delle Nazioni nota per gli ottimi cocktail e l'ottima musica, a giugno l'estate prende il largo. Mercoledì 5 infatti inizia la rassegna "Peter Pan 3d" che raccoglie l'eredità del passato ma si amplia, si allunga, si articola in serate diverse, sempre sotto la direzione artistica dello storico dj di Radio Melody Luigi Bertaccini. Torneranno così le serate con i mini-live acustici e le interviste ad artisti come Mau Mau (ospiti il 12 giugno) accanto a un'altra serie di appuntamenti con voci emergenti, come quella di Lucio Leoni che aprirà la rassegna e i Campos il 26 giugno. Infine non mancheranno serate di "radio libera in spiaggia" con alcuni tra i più noti e amati speaker di Radio Rai che prepareranno una sorta di "trasmissione" appositamente per il pubblico del Peter Pan. Ecco allora il ritorno di Valerio Corzani il 19 giugno. Le serate saranno trasmesse diretta radiofonica con Radio Icaro Rubicone fm 90.0 e in streaming su http://www.radioicarorubicone.it e poi il podcast su Mixcloud nella sezione di Melody Box. Si comincia alle 20 con i dj di Radio Melody, alle 22 vanno in scena gli artisti. L’ingresso è libero e per chi lo desidera è possibile cenare in spiaggia. Accanto ai mercoledì, proseguono però anche i live del sabato pomeriggio all'ora dell'aperitivo, alle 18 circa. Ecco che l'1 giugno sono di scena i Bantubeat, band nata da un'idea di Fabio Di Summa, bassista del gruppo, che appassionato di musica afrofunk incontra e riesce a mettere insieme musicisti di diversa provenienza. L'8 giugno tornano i Slavi bravissime persone che mettono insieme musicisti dei Nobraino, Duo Bucolico e Supermarket per uno spettacolo particolarmente gaudente. Il 15 giugno è la volta dei Savana Funk con Nicola Peruch (nella foto), mentre il 22 giugno Los Cumbiamberos porteranno in scena l’energia de "las canciones mas sabrosas di cumbia colombiana". Il 29 giugno chiudono il mese con il loro mix di twist e surf Los beginners, ironico nome per un trio formato da Fabrais Casadei, Marco Bovi ed Enrico Farnedi che ha maturato esperienza e affiatamento in 26 anni di concerti con The Good Fellas, una delle band swing- r’n’r più popolari d’Europa, e nei molteplici percorsi musicali individuali.

AL BAGNO CALIPSO VA IN TAVOLA IL MEGLIO DELLA TRADIZIONE SICILIANA, DALLA PASTA AL PESCE FINO AI DELIZIOSI CANNOLI Comincia l’estate al bagno Calipso di Casalborsetti. Il ristorante propone specialità di pesce freschissimo con piatti della tradizione siciliana è aperto a pranzo e a cena. Se ancora non avete pensato alla location per festeggiare la fine dell’anno scolastico o per i corsi, Il ristorante è a disposizione, con la possibilità di concordare un menu e organizzare cena o pranzo per tutte le esigenze. Mentre i bambini possono svagarsi nel vasto parco giochi. Intanto le serate iniziano ad animarsi e da sabato 15, poi anche il 22 e 29 si può cenare e poi scatenarsi con il Karaoke con live music, per queste serate il ristorante propone menu alla carta (e in tal caso è consigliata la prenotazione, tel. 0544 445400).


IV

giugno 2019

porto corsini

MOVIDA IN BALLO AL QUEVIDA, DALLA RASSEGNA DI CONCERTI LA DOMENICA, AI SORPRENDENTI “SCONCERTI” DEL VENERDÌ

PETER PAN

FINISTERRE BEACH

OASI BEACH

marina romea

Al via anche i “live” del sabato e le proposte gastronomiche. Il 23 giugno Gran Prix di biglie

Tante anche le serate in programma per chi ama la musica live sulla spiaggia. Sabato 1 giugno, ore 18, i Rovere propongono il loro Indie italiano. Sabato 8 giugno, ore 18.30, si balla con i ritmi Savana Funk, funk, crossover, reggae, blues. Sabato 15 giugno, ore 18.30, ecco i MòN con le loro proposte alternative/indie. Sabato 22 giugno, ore 18.30, live dei Rps Surfers, si balla con il surf rock. Sabato 29 giugno, ore 18.30, concerto dei Vanarin per gli amanti del pop/electro rock. Non mancano gli appuntamenti per gli amanti del teatro, che da metà giugno potranno godersi, Venerdì 14 giugno, alle ore 19, Vai… e vola basso, teatro di strada, circo e magia comica, a cura di Urana Marchesini. Venerdì 21 giugno, alle ore 19, va in scena invece Horror Puppet Show, teatro di strada e di figura a cura di El Bechin, mentre venerdì 28 giugno, alle ore 19, ci sarà Un po’ di magia, street magik a cura di Alex Turra. Ultimo da segnalare, ma molto atteso da grandi e piccini, l'appuntamento di domenica 23 giugno, ore 15, con il Gran Prix gare di biglie, individuali, di velocità e a cronometro. Per bambini e eternamente bambini!

MOSQUITO COAST

Viale delle Nazioni 194 Marina Di Ravenna Tel. 0544 530854 Fb: MosquitoCoast20

Il bagno Polka a Marina Romea si prepara all'estate dando il via a tanti appuntamenti per tutte le età e per tutte le esigenze di relax.

Ma anche dalla cucina del Bagno Polca arrivano tante novità: da mercoledi 12 giugno con cene originali e sorprendenti, per una visione innovativa della cucina (i menú sul tema della cena sulla pagina Fb o IG del bagno - prenotazioni allo 0544 446606). Il giovedi sera, dal 13 giugno, il Bagno Polka diventa Kitchen Off Pesce alla Griglia: pescato freschissimo, scelto dalla vetrina e immediatamente cucinato dai cuochi del Polka.

viale delle Nazioni 242c - bagno 28 Marina di Ravenna (RA) Tel 349 2841775 www.finisterrebeach.it

Viale delle Pace 462 Marina Di Ravenna Tel 338 125 2177 Fb: OasiBeach

TUTTI I CORSI FRA SPORT E BENESSERE DEL BAGNO POLKA, PER GRANDI E PICCOLI

A partire dal 15 giugno, ogni sabato (ore 10/10.50 corso di Acquaticità con bimbi da 4 a 24 mesi e dalle 11 alle 11.50 Acquaticità in gravidanza (dalla12ma settimana) entrambi condotti dall'ostetrica Federica Tamburini (info e prenotazione obbligatoria 339 1655576). Per i bimbi piu grandi c’è Giochiamo al teatro! (per bambini 2/5 anni, accompagnati da un adulto), con Eleonora Mazzotti, cantante e attrice. Sempre di sabato ore 11 11.50 (info e prenotazione obbligatoria al 370 3319966). A partire da martedi 11 giugno e ogni martedì dalle 17 alle 18 si tiene il corso di Beach Tennis, con Enrico Minguzzi, istruttore Uisp. Corsi under 6, 8 e 10, dalle 15.30 alle 17; under 12 e 14, dalle 17 alle 18.30 (info e prenotazioni 338 1630068). Partono anche le lezioni di nuoto per grandi e bambini, individuali e a piccoli gruppi. Per informazioni e prenotazioni 0544 446606 Per rimettersi in forma c'è anche l'Acquagym il martedi e il giovedi dalle 18 alle 19 a partire dall’11 giugno e la Zumba con Sara Cimatti dal 16 giugno, ogni domenica alle 10.

viale delle Nazioni 260 - bagno 36 Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 530402 FB: Bagno PeterPan www.peterpan36.com

L'estate tarda ad arrivare? Può darsi, ma il divertimento sicuramente no! Al QueVida di Porto Corsini la spiaggia è di chi se la merita a suon di musica, tutte le domeniche, Live dalle ore 18 Si parte il 2 giugno con gli Urgonauts a suon di ritmi rocksteady e ska, mentre il 9 si esibiscono i Sista Ila & the Navigators, poi il 16 giugno arriva il song writer Annibale song writer, e il 23 giugno ecco il live dei Supermarket (world music romagnola) e la rassegna si conclude il mese con la folk chanson di Raoul Vignal, il 30 giugno. Il venerdi sera invece di si anima da metà mese con gli “sconcerti”, dalle ore 21.30. Il 14 giugno si esibiscono i Dang Dang, rock elettronica sperimentale. Il 21 giugno è la volta di Dollaro D'onore, spaghetti western rock & film. Il 28 giugno va in scena Pietro Sparacino, stand up comedy v.m.18 anni Tutti i sabati sera, invece Dj set con SeaWeedSound 16 e, dalle 21, Lucah P Conti & Marco Petrini, Il ristorante è aperto tutti i giorni a pranzo e a cena (escluso il lunedi sera). Mercoledi sera proposta pizza e bibita a 9 euro.

BARETTO

LUANA BEACH

BAGNO 3 PINI

QUEVIDA

BARBAGNO6

POLKA

CALIPSO

SARAGHINA BEACH AND RESTAURANT

Via molo Dalmazia 89/a Marina Di Ravenna Tel. 0544 531664 Fb: Il Baretto viale delle Nazioni, 80 Marina di Ravenna (RA) Tel 0544 531156 FB: Bagno Luana Lungomare C. Colombo, 141 Punta Marina (RA) Tel. 340 9870313 Email: angelo5584@alice.it via Teseo Guerra 29 Porto Corsini (RA) Tel. 340 4611262 FB: QueVida www.spiaggiaquevida.com Via Teseo Guerra 31 Porto Corsini Fb:barbagno6 viale Italia, 83 Marina Romea (RA) Tel. 0544 446606 FB: Polka www.polka50.com via Ciceruacchio, 58 Casal Borsetti (RA) Tel. 0544 445400

viale Matelda, 2/a Lido di Dante (RA) Tel 392 0826915 FB: Saraghina-beach and restaurant Email: direzione@bagnosaraghina.it



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