FREEPRESS Mensile di cultura e spettacoli maggio 2017 n.28 ROMAGNA&DINTORNI
R O M A G N A & D I N T O R N I
“Quarry” di Meredith Monk in una foto di Lelli e Masotti tra quelle in mostra al Mar in occasione del nuovo Ravenna Festival
MAGGIO 2017
TRA FESTIVAL E INFERNI AL VIA LE RASSEGNE CULTURALI IN ROMAGNA. E LA DIVINA COMMEDIA È PARTECIPATA ALL’INTERNO musica • teatro • libri • arte • cinema • gusto • junior
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ISSN 2499-0205
R&DCULT maggio 2017
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SOMMARIO
L’ EDITORIALE
• MUSICA Partono i festival primaverili......pag. 4 • TEATRO L’Inferno itinerante delle Albe...pag. 12 • CINEMA Aspettando Cannes...................pag. 15 • LIBRI Parla Alessandro Robecchi........pag. 16 • ARTE Le foto del Ravenna Festival.....pag. 22 • JUNIOR I ragazzi in scena.......................pag. 25 • GUSTO Le erbe di campo......................pag. 26
Perché la lettura ci rende immortali... “Si sono persi quattro milioni di lettori di libri di carta”. Lo abbiamo letto tutti su agenzie di stampa e giornali che citavano una ricerca presentata alla prima edizione del salone milanese dei libri. Allarme generalizzato tra gli amanti della lettura e gli addetti ai lavori, anche se non è proprio chiarissimo cosa si intende per lettori di libri di carta, che ormai i libri non sono più fatti solo di carta – e già da un po’ – e non è che poi proprio tutti i libri di carta siano così imperdibili. Resta vero che l’Italia è sempre stata in fondo alle classifiche europee per numero di lettori con un divario tra sud e nord enorme e che non è mai stato colmato. È grave? Quanto lo è? E come si risolve? Il discorso sarebbe lungo e complesso e non potrebbe prescindere da un mercato editoriale alquanto peculiare con il suo sistema di resi e distribuzione, la concentrazione dei grandi marchi, tanti piccoli editori che faticano ma che regalano ancora perle che i colossi rischiano di trascurare (come Kent Haruf, di cui parlavano nell’ultimo numero), iniziative più o meno (spesso meno) riuscite per promuovere la lettura da parte del ministero. Di sicuro a maggio, mese del libro, l’impressione è che di lettori ancora in giro ce ne siano, almeno in Romagna. Due i festival che portano tra Cesena e Ravenna alcuni tra i nomi più imporanti della scena italiana, senza strizzare l’occhio a dinamiche commerciali, senza spocchia da accademici, organizzando incontri, confronti, chiacchierate che sono un balsamo per chi ama leggere e parlare o sentir parlare di libri. A giugno poi arriverà a Rimini “Mare di libri”, per i più giovani. Il tutto in un tessuto dove tante biblioteche indipendenti resistono, dove si possono vantare biblioteche importanti, tra cui spiccano Malatestiana e Classense, ma anche biblioteche capillari sul territorio, lettori volontari, rassegne, iniziative e soprattutto una rete interbibliotecaria che ha fatto scuola in Italia e che ora, complice l’azzeramento di fatto delle Province, è finanziata un po’ dai Comuni e un po’ dalla Regione. Ecco, non sarebbe male che il primo grande progetto della cosiddetta Area Vasta, insieme all’Ausl, magari fosse proprio quello della Rete delle biblioteche. Per una Romagna che si prenda cura della salute dei suoi residenti, e non solo nel senso tradizionalmente inteso. Perché al di là di tanti discorsi su quanto sia importante la lettura, per diventare innanzitutto cittadini consapevoli e informati restano vere le parole di Umberto Eco: «Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro».
UNA GRANDE FESTA BEATLESIANA PER I 50 ANNI DI “STRAWBERRY FIELDS FOREVER” Considerata tra le migliori canzoni dei Beatles, “Strawberry Fields Forever” compie 50 anni (così come l’album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, dalle cui registrazioni è tratta questa foto) e l’anniversario verrà festeggiato in occasione del Macfrut, la fiera internazionale dell’ortofrutta di Rimini. In programma due serate di concerto tributo e un contest nazionale organizzato sotto la direzione artistica del Mei di Faenza. Un’anteprima è in programma a Cesena il 7 maggio in piazza Amendola a partire dalle 18 con i romagnoli Miscellanea Beat. La serata finale sarà a Rimini il 13 maggio in piazza Cavour con le migliori Beatles Band italiane a partire dalle 18, guidate dai riminesi Rangzen, spesso presenti in Rai. La piazza sarà animata già a partire dalle 14 con espositori di merchandising beatlesiano e vintage anni ‘60 e ‘70 oltre a espositori e produttori di fragole. Alle 18 un incontro su John Lennon con ospite Antonio Taormina, il più noto “lennonologo” italiano
R&D Cult nr. 28 - maggio 2017
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MUSICA FESTIVAL/1
Il Workout a Santarcangelo, il Primo Maggio
FESTIVAL/3
Il 1° maggio a Mutonia, Santarcangelo, appuntamento con il Workout Festival. Festa dei lavoratori, ma anche una festa di artisti per gli artisti: sul palco cinque band che spaziano dal math rock all'elettronica – Musica per bambini, Karl Marx was a broker, Zolle, Sdang e Marrano – e poi esposizioni artistiche e mercatini. Dalle 14 alle 23.
La sassofonista Grace Kelly e il chitarrista Pat Metheny, tra gli ospiti del Ravenna Jazz
FESTIVAL/2
I giganti del Ravenna Jazz, da Pat Metheny a Marc Ribot
Anche Bugo ai concerti nelle aziende
Al teatro Alighieri anche il batterista Billy Cobham. Il programma FESTIVAL/4
Torna nella Bassa Romagna ravennate Ingranaggi Festival, rassegna organizzata da Radio Sonora che unisce arte e musica dal vivo – all’ora dell’aperitivo – in una cornice insolita come quella della sede di un’azienda. Il programma prevede venerdì 5 maggio l’electro-pop delle milanesi I'm not a blonde alla Ponzi srl di Bagnara di Romagna (con mostra di Diletta Ricci Maccarini), venerdì 12 il folk-pop delle ravennati In.versione Clotinsky alla GZ di Lugo (con mostra di Giovanni Lanzoni) e il 26 maggio il noise-pop dei riminesi Cosmetic alla Minipan di Massa Lombarda (con mostra di Silvia Chiarini). L’appuntamento clou sarà quello a Natura Nuova, Bagnacavallo, di venerdì 19 maggio con la mostra di Giovanni Colaneri e in particolare il concerto di Bugo, nell’ambito del tour in solo dello storico cantautore milanese che il giorno dopo (sabato 20 alle 22) sarà anche al Sidro di Savignano.
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Tutto pronto per la 44esima edizione del festival Ravenna Jazz che si svolgerà dal 5 al 14 maggio con CROSSROADS OMAGGIA NAT KING COLE una veste grafica rinnovata, di volta in volta affidata allo sguardo dei più affermati fotografi di jazz. Il Il festival Crossroads farà come da tradizione manifesto del festival è realizzato sulla base di uno tappa il 1° maggio a Forlì (alle 21 al teatro scatto di Roberto Masotti: “H.B. kit / W.F.M.1977”, Fabbri). Una sorta di kolossal jazz forlivese che ritrae l’armamentario batteristico di Han quest’anno dedicato a Nat King Cole (1919Bennink a Berlino nel 1977. 1965), jazzista sopraffino il cui successo è stato Il teatro Alighieri aprirà le sue porte per tre serate di tanto debordante da farne un artista amato grande richiamo. Quella di domenica 7 maggio sarà ben al di là delle categorie dei generi. Sul certamente la più attesa: ogni esibizione del chitarrista palco forlivese, assieme al variegato organico Pat Metheny è in sé un evento; a Ravenna arriverà dell’Italian Jazz Orchestra diretta da Fabio alla testa di un quartetto dalla spiccata propensione Petretti (16 elementi con una strumentazione jazzistica. Il batterista Billy Cobham ha invece un crossover tra jazz e musica classica), saliranno il punto di forza nella sua inossidabile fedeltà al genere trombettista Fabrizio Bosso e il cantante musicale che lo ha reso celebre: la fusion anni Settanta. Walter Ricci. Con la sua attuale band calcherà sabato 13 il palco dell’Alighieri. Sempre a teatro si terrà una terza serata a ingresso gratuito: lunedì 8 andrà in scena il “Pazzi di Jazz” Young Project, un monumentale concerto che porta a coronamento mesi di lavoro didattico nelle scuole ravennati realizzato dal trombettista Paolo Fresu, il direttore e arrangiatore Tommaso Vittorini, l’organettista Ambrogio Sparagna e il beatboxer Alien Dee; per l’occasione alla guida di una compagine orchestrale e corale formata da ben 250 giovanissimi esecutori. Le serate del festival ravennate si spostano poi in vari club della città e dei dintorni, esplorando le più varie frontiere stilistiche della musica improvvisata. Sarà proprio uno di questi live a dare il via ufficiale a Ravenna Jazz 2017, venerdì 5 maggio al Cisim di Lido Adriano: protagonista il Trio Bobo, che sprigiona scintille con una fusion spinta ai massimi livelli virtuosistici, jazz-rock dalle tinte vintage incastonato tra ammiccamenti di irresistibile ironia (del resto i ‘Bobo’ sono Faso e Christian Meyer delle Storie Tese, oltre ad Alessio Menconi). Sonorità non meno alternative sono quelle degli Istanbul Sessions guidati dal sassofonista Ilhan Ersahin, tra funk, rock, ritmi ballabili e jazz (sabato 6 al Bronson di Madonna dell’Albero). Sodale di Elvis Costello, Tom Waits e John Zorn, il chitarrista Marc Ribot, guru della scena avanguardistica downtown di New York sarà martedì 9 al Cisim. La vocalist Laura Avanzolini tra standard e jazz più ortodosso si esibirà dal vivo in trio mercoledì 10 al Mama’s Club e nello stesso giorno sarà anche protagonista del workshop di “Mister Jazz”. Giovedì 11 sempre ancora al Mama’s la cantante e pianista Avery Sunshine in duo con il chitarrista Dana Johnson tra soul, gospel, jazz, R&B. Gli ultimi due concerti nei club si terranno al teatro Socjale di Piangipane: venerdì 12 il clarinettista Nico Gori scorrerà a ritroso il calendario sino agli anni fastosi dello swing orchestrale assieme al suo Swing 10tet e al tap dancer Ernesto Tacco; domenica 14 la giovane sassofonista e cantante Grace Kelly, già star di prima grandezza a livello internazionale, arriva per la prima volta in Italia con la sua vorticosa commistione di jazz puro e concitati additivi rock. Tornano anche quest’anno i concerti ‘Aperitifs’, coi quali la musica esce dai suoi luoghi canonici (teatri e club) per andare incontro a un pubblico che preferisce una situazione di ascolto più informale (in solo, a ingresso gratuito e in orario da aperitivo). Si parte con le “Canzoni nel cassetto” del bandoneonista Pepe Medri (venerdì 5 maggio a Leonardi Dolciumi 1957). Si andrà poi “A spasso con il basso” assieme al bassista e cantante Giacomo Da Ros (sabato 6, Caffè Pasticceria Palumbo). Da lì si passerà al Caffè del Teatro con lo “(S)concerto per chitarra sola” di Aldo Betto (domenica 7) e poi al Fresco Cocktails & Tapas con le “Note di viaggio: dal tango al jazz” dettate dalla fisarmonica di Massimo Tagliata (lunedì 8). Martedì 9 a Casa Spadoni ci si butterà in “Caduta libera” coi suoni etnici e jazz del chitarrista Tolga During. Ancora chitarra mercoledì 10 al Caffè del Ponte Marino, con le “6 + 1 Songs” per la 7 corde di Daniele Santimone. Giovedì 11, al Due Dame, si passa al sax di Alessandro Scala con il suo “Omaggio a Dexter Gordon”. Venerdì 12 tornerà a grande richiesta il pianista-cantante Giacomo Toni col suo “Piano Punk Cabaret” (Cabiria wine bar). I pomeriggi musicali di Ravenna Jazz si chiuderanno poi a suon di chitarra con Antonio Stragapede e le sue “Storie italiane di uomini e chitarre” (sabato 13, Al Cairoli) e con il solo “In My World” di Daniele Bartoli (domenica 14, Naturalmente Burger). Info: 0544 405666, fax 0544 405656.
MUSICA
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FESTIVAL/5 Pierpaolo Capovilla ai reading del mercoledì nella chiesa di Savignano
Io e la Tigre
Una rassegna tra parole e musica a Savignano sul Rubicone, tutti i mercoledì di maggio, alla chiesa del Suffragio (dalle 21). È il We Reading Festival, nato dall’esperienza di We Reading, incontri non convenzionali in cui il lettore sceglie cosa leggere e come impostare l’evento. Si parte il 3 maggio con le parodie letterarie e il sarcasmo raffinato delle opere di Giorgio Manganelli, reinterpretate dal cantautore e pianista forlivese Giacomo Toni; per poi proseguire il 10 con l’attore Ettore Nicoletti e una carrellata sui personaggi di Shakespeare (e riferimenti a Pasolini e Muller); il 17 maggio con il carismatico leader de Il Teatro degli Orrori, Pierpaolo Capovilla, che racconta Sergej Esenin, interpretando alcuni dei suoi componimenti più noti; il 24 maggio appuntamento con Andy MacFarlane, cantante, chitarrista e compositore scozzese dei Rock’n’roll Kamikazes e fondatore degli Hormonauts, per un viaggio al centro dei Cramps, attraverso il libro di Dick Porter; il 31 maggio il duo cesenate Io e la Tigre per una serata su “La vita di Rita Pavone nei fotoromanzi degli anni ‘60”. Al termine di ogni appuntamento il festival prosegue con i concerti a cura del collettivo À la plage al Sidro Club, sempre a Savignano: appuntamento il 3 maggio con il cantautore Michele Alessandri, il 10 con il noise-punk dei Sonic-3; il 17 con il lo-fi soul dei Mareina; il 24 con il post-punk dei Qlowski e il 31 con l’easy wave dei Regata. Gran finale il 3 giugno, in occasione del festival “Il Rock è tratto”, con Pop X e le poesie di Simone Cattaneo, a cui seguirà una speciale performance del progetto più indecifrabile della scena pop italiana, a mezzanotte in piazza Borghesi.
FESTIVAL/6
Grandi deejay in fiera a Rimini con il Music Inside Il 5 e 6 maggio nei padiglioni espositivi della Fiera di Rimini torna il Music Inside Festival (17.000 presenze nel 2016) con una selezione di deejay di fama mondiale. Ad alcune conferme (SvenVäth o Dj Ralf, nuovi big come LenFaki, Ilario Alicante) si aggiunge prima di tutto l’headliner di questa edizione, il tedesco Paul Kalkbrenner. Il mondo più strettamente techno sarà rappresentato da alcuni campioni globali del genere (Chris Liebing, Sam Paganini, Sasha Carassi); il crocevia tra techno,
electro e house sarà presidiato da Loco Dice, MathiasTanzmann, Sasha Carassi, Patrick Topping, SergeDevant, &Me, The Drifter, Julian Perez, SergeDevant; e poi fuoriclasse come The Martinez Brothers, Jackmaster, Davide Squillace. Ci sarà anche una grande presenza di dj/producer italiani, guidata dalle leggende Pastaboys, Bastinov e dal live dei Pôngo. Biglietti a 28 (il venerdì) e 38 (il sabato) euro, con possibilità di pacchetti cumulativi.
FESTIVAL/7
Concerti folk nelle aie a Castel Raniero
La foto di Franco Poletti che ha vinto il concorso riservato ai migliori scatti dell’edizione 2016 del festival
FESTIVAL/8
FESTIVAL/9
FINGER FOOD CON EUSEBIO MARTINELLI
La finale regionale di Arezzo Wave
Arriva in Romagna il festival itinerante che valorizza le eccellenze italiane e straniere del cibo di strada. Si tratta del Finger Food Festival che propone anche una programmazione musicale fatta di live e djset, a cura dell’Estragon, storico club di Bologna. L’appuntamento è a Forlì dal 5 al 7 maggio con i concerti della Gypsy Orkestar del trombettista emiliano Eusebio Martinelli e quello folkpunk dei cesenati Lennon Kelly. Martinelli sarà protagonista anche della tappa successiva di Marina di Ravenna (in collaborazione con Marina Flower), in programma dal 26 al 28 maggio in piazzale della Marina con anche i Bomba Titinka, tra swing ed elettronica.
Il celebre dj tedesco Paul Kalkbrenner atteso a Rimini
Per la prima volta la finale delle selezioni regionali delle rock band dell’Emilia-Romagna in corsa per esibirsi allo storico festival Arezzo Wave si terrà a Ravenna. L’appuntamento è per venerdì 5 maggio alla Darsena Pop Up. Si partirà alle 18 con i dj-set di Area51-Radio Città del Capo mentre i live dei cinque gruppi finalisti (al momento di andare in stampa ancora in fase di valutazione) partiranno dalle 20. Ogni gruppo si esibirà per 30 minuti e una giuria di addetti ai lavori decreterà il vincitore di Arezzo Wave Emilia-Romagna 2017. Chi vincerà il titolo a Ravenna parteciperà alla finalissima nazionale che si terrà il 23 e il 24 giugno al Parco Forlanini di Milano, all'interno della Festa della Musica.
Torna dall’11 al 14 maggio “La Musica nelle Aie”, il Folk Festival, tra concerti, paesaggi primaverili ed enogastronomia nel verde di Castel Raniero, nel Faentino. Tra i concerti da segnalare giovedì 11 i balli popolari con Filippo Gambetta e Carmelo Russo; venerdì Sleego & La Tresca;
sabato i Daran, Gli Orsi e la storica folk-band piemontese Lou Dalfin; domenica il grande festival pomeridiano con concerti nelle aie, appunto, e il gran finale alle 21 del 14 maggio con il liscio romagnolo rivisitato (ma neanche troppo) degli Extraliscio di Mirco Mariani.
Ballo Scalza - Ogni venerdì c/o Bagno Lucciola Viale delle Nazioni, 266 - Marina di Ravenna (RA) Info lines 0544.530186 - 347.5313967 - Aperto a pranzo tutti i giorni
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MUSICA
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CLASSICA/1 Due Quartetti per il finale di stagione del teatro Alighieri
Ultimo appuntamento della stagione “Ravenna Musica 2017” curata dall’associazione Angelo Mariani: martedì 9 maggio al teatro Alighieri alle 20.30 si svolgerà l’esibizione del Quartetto di Cremona e del Quartetto Guadagnini, che recuperano il concerto non effettuato in marzo, quando era inizialmente previsto (su queste pagine ai tempi avevamo pubblicato anche un’intervista). Nella prima parte della serata il Quartetto di Cremona, una delle realtà cameristiche più interessanti della scena internazionale nata nel 2000 in seno all’Accademia Stauffer di Cremona, eseguirà il Capriccio op. 81 n. 3 di Mendelssohn e il Quartetto op. 135 n. 16 di Beethoven. Nella seconda parte sarà affiancato dal Quartetto Guadagnini, gruppo formatosi nel 2012 e vincitore nel 2014 del Premio Abbiati, alto riconoscimento della critica musicale. Insieme interpreteranno uno dei capolavori di Mendelssohn di raro ascolto, l’Ottetto op. 20 per archi.
CLASSICA/2 AL FABBRI DI FORLÌ STUDENTI E POI GLI OTTONI DI MILANO Brani di Brahms e Cajkovskij in programma lunedì 8 maggio alle 21 al teatro Fabbri di Forlì: protagonista la formazione orchestrale con la partecipazione degli studenti dei Conservatori di Cesena, Ravenna, Rimini e del Liceo Musicale Statale di Forlì sotto la direzione di Luigi Piovano, primo violoncello solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (e Grazia Raimondi al violino). L’appuntamento conclusivo della stagione musicale del teatro Fabbri di Forlì è invece in programma il 15 maggio, sempre alle 21, con il Quintetto di Ottoni dell’Opera di Milano e la Banda Città di Forlì, tra arie operistiche e colonne sonore del mondo del cinema.
CLASSICA/3
Il Ravenna Festival riparte dalla bacchetta di Bychkov
ANTICA
“Tasti”, tra Santa Giustina e Montefiore Conca Prosegue la rassegna “Tasti”, organizzata dall’associazione Collegium Musicum Classense, alla scoperta di nuovi spazi e musiche antiche. Sabato 13 maggio l’appuntamento è a Ravenna, alle 21 alla poco conosciuta chiesa di Santa Giustina, con un’introduzione a cura di don Paolo Szczepaniak e il concerto nello spazio circolare di Riccardo Tanesini, all’organo (secentesco). Domenica 7 e domenica 28 maggio ci si sposta invece a Montefiore Conca (Rimini), prima al castello per una visita guidata (e il 7 anche un laboratorio di danza rinascimentale) e poi al teatro Malatesta (in entrambe le occasione dalle 18.30 con i concerti, rispettivamente, di Patxi Montero (viola da gamba) e Laura Valentini (clavicembalo) dal titolo “Una viola tedesca” e “Una serata con Goldberg” con Lorenzo Antinori al clavicembalo. Info: www.collegiummc/racine.ra.it.
Dopo la spettacolare (in tutti i sensi) rappresentazione dell’Inferno da parte delle Albe (vedi pagina 12), il primo vero appuntamento del Ravenna Festival 2017 è anche quello che apre la rassegna dei concerti sinfonici, il 28 maggio (ore 21) al Pala De André, con il ritorno a Ravenna del grande direttore di scuola russa, Semyon Bychkov, con la Munich Philharmonic. In programma il concerto n. 1 in si bemolle minore di Cˇajkovskij – solista al pianoforte Jean-Yves Thibaudet – e la Symphonie fantastique di Louis-Hector Berlioz. Ma il Ravenna Festival animerà la città già a partire dal 25 maggio, tutti i giorni (fino al 2 luglio) con l’appuntamento mattutino (ore 11) con i “Giovani artisti per Dante” – una nuova generazione di creativi e appassionati di Dante chiamata a progettare brevi spettacoli destinati ai Chiostri Francescani accanto alla Tomba del Poeta – e quello serale i “Vespri a San Vitale” che quotidianamente animano la Basilica alle 19, dal 25 maggio al 2 luglio, con cori provenienti da tutta Europa selezionati attraverso un bando, fanno parte di quell’ideale paesaggio sonoro che accompagnava il Poeta stesso durante la stesura del suo Paradiso.
MUSICA
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7 IL MUSICAL
“NOTRE DAME DE PARIS” A RIMINI Fa tappa al 105 Stadium di Rimini il musical Notre Dame de Paris, il grande successo con le musiche di Riccardo Cocciante e il testo di Luc Plamondon, nella versione Italiana di Pasquale Panella. Coreografie e movimenti in scena sono curati da Martino Muller; i costumi da Fred Sathal e le scene di Christian Ratz; il regista è Gilles Maheu A Rimini sono in programma quattro repliche: due serali, alle 21, venerdì 5 e sabato 6 maggio, e due pomeridiane, sabato 6 alle 16 e domenica 7 maggio alle 17.
L’EVENTO
Il maestro Muti (e Mannarino) a Ravenna con il Corriere della Sera Partito da Bari lo scorso 22 aprile, il roadshow del Corriere della Sera, “Bello dell’Italia”, toccherà altre cinque città italiane, facendo tappa anche in Romagna. Il progetto prevede incontri, proiezioni, visite guidate, laboratori, concerti e performance, tutto gratis, fino a esaurimento dei posti di volta in volta disponibili. L’appuntamento da queste parti è a Ravenna, il 20 maggio. Al momento di andare in stampa il programma non era ancora stato definito nel dettaglio ma già confermati i protagonisti, tra cui il maestro Riccardo Muti per un evento nell’evento con il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana. Tra gli altri ospiti, il cantautore Alessandro Mannarino, il fisico del Cern Guido Tonelli e Marisa Bruni Tedeschi (attrice e pianista madre dell'ex première dame Carla Bruni e dell'attrice e regista Valeria Bruni Tedeschi) per una giornata dal titolo “Altri mondi” che sarà tutta incentrata sulle declinazioni dell’energia, da quella economica a quella culturale. Maggiori informazioni: www.corriere.it/bello-italia/.
IL PERSONAGGIO GUCCINI A CESENA Il 13 maggio al Carisport di Cesena arriva il tour di Francesco Guccini. Un tour del tutto particolare perché Guccini non sarà impegnato in un concerto, ma in uno speciale confronto con il pubblico: si racconterà percorrendo l’Italia dal dopoguerra ai giorni nostri attraverso le sue canzoni e i suoi libri e attraverso i suoi miti, le sue origini, le sue ispirazioni. A coronare la serata un concerto dei Musici, i musicisti che hanno accompagnato Guccini in una lunga carriera di concerti live
dal 28 al 30 Aprile - Comacchio
20-21 e 27-28 Maggio – Porto Garibaldi
NEROLAGUNA – COMACCHIO BOOK FESTIVAL Prima edizione del Festival del libro giallo e noir: si alterneranno presentazioni di libri, attività didattiche e proiezioni cinematografiche. Tra gli autori presenti: Maurizio De Giovanni, Carlo Lucarelli e Roberta Bruzzone. Direzione artistica di Marcello Simoni.
SAGRA DELLA SEPPIA E DELLA CANOCCHIA Settima edizione della Sagra della Seppia e della Canocchia. Grande stand gastronomico, eventi musicali, giochi per bambini, escursioni in motonave e tante altre opportunità di svago. Anche i maestri della gastronomia locale vi attendono presso il mercato ittico, per farvi assaggiare succulente ricette a base di seppie, canocchie e prodotti ittici locali, cucinati seconda l'antica tradizione dai pescatori del luogo. I ristoratori locali per l’occasione, proporranno “divagazioni sul tema”.
Info: Biblioteca 0533 315882 animazionedidattica@comune.comacchio.fe.it
6 e 7 Maggio – Comacchio e Parco del Delta del Po BIRDWATCHING DAYS Un weekend speciale dedicato al birdwatching in cui verranno organizzate escursioni speciali in barca, a piedi e in bici alla scoperta dei siti più suggestivi del Delta del Po accompagnati da guide specializzate che vi faranno scoprire la varietà di avifauna con le modalità di fruizione più disparate. Info: Delta 2000 - tel. 0533 57693 www.primaveraslow.it
Info: www.portogaribaldi.eu
21 Maggio – Comacchio TRADIZIONALE RADUNO DI AUTO E MOTO D'EPOCA A cura del Circolo Amatoriale Comacchiese Auto Moto e Bici d'epoca. Ritrovo in Piazza XX Settembre dalle ore 8:30 - Partenza ore 10:30 Info: Umberto 349 7938960
R&DCULT maggio 2017
MUSICA
8 CONSIGLI D’AUTORE
Cinque album da viaggio a cura di Cacao *
ROMAGNA IN TOUR/1
ROMAGNA IN TOUR/2
SAM PAGLIA TRIO
ALL’EX MACELLO
Il trio di Sam Paglia, tra soul e funk, in maggio in concerto il 3 al Caffè degli Artisti di Cesenatico e il 5 al Bike Bar Cinetico di Montaletto di Cervia.
Il 6 maggio sul palco dell’ex Macello di Gambettola una rosa di band romagnole del roster Soundido Productions (factory di Bagno di Romagna): Isak Suzzi, Visioni di Cody, Frei Rossi, Bar Luna e Coy Connins. Concerti dalle 19, con stand gastronomico.
AMYCANBE I Cacao sono Matteo Pozzi (a sinistra) e Diego Pasini
I cervesi Amycanbe (indie-pop elettronico) in tour in maggio. In Romagna suoneranno il 5 alla Cantera di Cesena e il 7 al Bike Bar Cinetico di Montaletto di Cervia.
HEARTFALL E OUT OF ORDER
Cari concittadini, questi sono tra i dischi che abbiamo ascoltato di più durante i nostri viaggi in macchina, spostandoci da un concerto all’altro. Sono tutti dischi con sonorità apparentemente lontane ed estranee a quelle dei Cacao, in realtà sono stati tutti grandi dischi ispiratori per noi, oltre che fidati compagni di viaggio. 1. Lack of interest - Trapped inside La California è bella ma qui è più che stupenda: un mix di tecnicismo punk, gutturale, sudato e tropicale, non sappiamo realmente il perché ma è illuminante. Psichedelico e misantropo (a senso unico). Consigliatissimo per non addormentarsi alla guida. 2. Bob Marley & The Wailers - Uprising Jah parla al suo popolo attraverso le parole di Bob e il groove dei suoi fratelli: lo senti, è il ritmo del cuore. Questa è la nostra arma segreta che sfoderiamo nei momenti di tensione: code in autostrada, condizioni atmosferiche avverse, buche della E-45, bastano le prime note per spazzar via qualsiasi malumore e riesce a riequilibrarci anche nelle situazioni più amare. Terapeutico. 3. Mastodon - Blood Mountain Mastodontico come la montagna di sangue che riesce a descrivere, eclettico e schizofrenico con un’eleganza rara. È un concept album, scorre dall'inizio alla fine raccontando della forza della natura e di creature fantastiche. In questo disco confluiscono in un delta sonoro la psichedelia, il post hardcore, il metal, il progressive. Lo metti su e un'ora vola via senza accorgersene. Per un bel viaggione, in tutti i sensi. 4. X-Mary - Green Tuba Da San Colombano in provincia di Lodi ecco i fantastici X-Mary. Sono uno dei nostri gruppi preferiti, i loro concerti sono leggendari per potenza, presenza scenica e durata, fu indimenticabile un concerto a Xm 24, a Bologna, che iniziò leggermente in ritardo, verso le 2 e mezza di notte, e non ricordiamo l'orario esatto in cui finì ma quando uscimmo stava albeggiando. Qualche anno fa siamo andati a vederli fino a Lodi, e al ritorno abbiamo ascoltato questo disco (che avevamo comprato al banchetto) ininterrottamente fino a casa. Sarà una piacevole sorpresa. 5. Belvedere - ‘Twas Hell Former Child Questo disco da giovanotti ci ha segnato fortemente. Suonarono per la prima volta a Ravenna alla festa dell'Unità nel 2002, non avevamo mai sentito suonare il punk-rock così. Nei mesi successivi questo disco passò di mano in mano e folgorò un’intera generazione di punk-rocker romagnoli. Il bello è che poi anni dopo siamo diventati amici di questi ragazzi canadesi, abbiamo condiviso il palco con loro in qualche occasione, due di loro con un altro gruppo, i This is A Standoff, ci hanno invitato con gli Actionmen (che sarebbero i Cacao prima dei Cacao con un batterista) per un tour di un mese in Europa. Tutto è partito da questo disco. Per cui ascoltarlo ha sempre un sapore particolare. E se è piaciuto anche a Bruno Dorella, ospite fisso di queste pagine, che lo ha ascoltato per un mese nel tour europeo dei Ronin , non ci sono dubbi. * I Cacao sono i ravennati Diego Pasini e Matteo Pozzi Pasini dal novembre 2012 è entrato a far parte dei Ronin e nel 2015 ha partecipato allo spettacolo della compagnia teatrale Teatro delle Albe “Il volo” Pozzi fa il barista e il grafico: sotto lo pseudonimo di Mavritivs produce paesaggi sonori lisergici ispirandosi a Flying Lotus e Aphex Twin Entrambi sono membri fondatori della band punk-hardcore Actionmen e suonano nella live band di Mara
LE BAND DI
SOUNDIDO
ROMAGNA IN TOUR/3 TORNANO
I LIVE AL BAGNO
PETER PAN
Al bagno Peter Pan di Marina di Ravenna ripartono i concerti in maggio: sabato 6 gli emiliani Lovesick Trio (blues-country), il 13 i cesenati The Lu Silver String Band (rock-blues); il 20 i forlivesi Gattamolesta (patchanka); il 27 i ravennati Banana Boat (soul-reggae-blues).
RAP CLAVER GOLD A RIMINI
Venerdì 5 maggio al Sidro di Savignano release party di "Hell is a sound" nuovo disco dei cesenati Heartfall (alternative punk-rock). In apertura Skulljerks (punk-rock da Venezia) e Honey (skate punk da Bellaria). Il 12 maggio sempre al Sidro serata tra grunge, stoner-rock e noise newyorkese con gli Out of Order, da Cesenatico.
Sabato 6 maggio allo spazio Casa Madiba di Rimini è in programma il festival Urban Roots, sulla cultura underground, con live rap e hip hop dalle 22. Sul palco Alfre D' o Ness; Polly, Cal e in particolare il marchigiano Claver Gold, tra i nomi più autorevoli della scena italiana
PONZIO PILATES La “narcosamba esplosiva”, come la chiamano loro, dei riminesi Ponzio Pilates arriva il 6 alla manifestazione “Ben venga maggio” di Gatteo e il 14 al Que Vida di Porto Corsini.
MORO & THE SILENT REVOLUTION Il folk-rock ispirato dai maestri anglosassoni dei forlivesi Moro & The Silent Revolution farà tappa in maggio in Romagna il 6 al “Ben Venga Maggio” di Gatteo e il 28 al bagno Polka di Marina Romea.
THE URGONAUTS The Urgonauts in tour: gli otto musicisti romagnoli che formano questa orchestra giamaicana (tra rock steady, reggae e cumbia) in maggio sono attesi il 20 al Campus Festival di Forlì, il 28 sulla spiaggia del Que Vida di Porto Corsini e il 29 al Castello di Sorrivoli.
GIACOMO TONI Tra i sempre numerosi concerti del cantautore forlivese Giacomo Toni, in maggio già confermato il live in versione trio del 26 al Bar Berardi di San Mauro Pascoli.
LA ROMAGNA IN CUFFIA
Il disco campione d’eleganza di Valli di Luca Manservisi Disco di eleganza e stile (minimale) come se ne sentono pochi in Italia, questo Atlas, acclamato giustamente anche da buona parte della critica nazionale. Si tratta dell’album d’esordio del cesenate Pieralberto Valli (pubblicato in febbraio da Ribèss Records), già noto per aver fondato in Romagna i Santo Barbaro – con cui ha pubblicato quattro dischi tra post-punk e avant-rock tra il 2008 e il 2014 –, insegnante di neanche quarant’anni che ora vive e lavora a Roma dopo aver vissuto anche in Inghilterra, Bosnia e Spagna. Sarà anche questo a rendere il suo debutto solista così poco italiano – nonostante in italiano sia interamente cantato – frutto probabilmente di un’apertura mentale (ben testimoniata anche dagli originali “consigli d’autore” a sua firma che è possibile leggere su www.ravennaedintorni.it nella sezione dedicata a R&D Cult) che lo tiene a distanza siderale dagli stilemi della cosiddetta scena “indie” italiana. La ripartenza di Valli, a tre anni dall’ultimo Santo Barbaro, è con un pezzo strepitoso, in apertura di disco, “Atlantide”, pianoforte, battito elettronico alla Massive Attack, un cantato-recitato che ricorda l’ultimo (capo)lavoro di IOSONOUNCANE, con cui forse ha qualcosa in comune, se non certo i suoni, quantomeno l’ambizione. Atlas prosegue tra alcuni picchi (il suono grasso e le melodie sospese di “Frontiera” o l’ambientazione Notwist-Lali Puna di “I nostri resti” o ancora i richiami Radiohead di “Esodo”) e un’atmosfera generale che non riserva grosse sorprese, una volta apprezzato il pianoforte in stile quasi neoclassico, i synth, l’elettronica (a cura in particolare del sodale, anche nei Santo Barbaro, Franco Naddei), gli inserti di violino (di Valeria Sturba) o le orchestrazioni. Una sorta di piacevole prevedibilità che rappresenta forse anche il difetto del disco, insieme a qualche enfasi un po’ troppo giovanni-lindoferrettiana (in “Cosa rimane” la citazione è fin troppo esplicita...). Dettagli, lo si sarà capito, per un disco che è da conservare tra le cose migliori uscite in questo 2017 in Italia, non solo in Romagna.
MUSICA
R&DCULT maggio 2017
9
L’INTERVISTA
POP-ROCK
Braschi, dalla Romagna al mondo
DA FRANCIA, CANADA E SVEZIA AL MOOG
Parla il cantautore di Santarcangelo preso di mira da Salvini all’ultimo Sanremo e che incide per l’etichetta che vuole esportare il pop italiano negli Stati Uniti
Al Moog di Ravenna continuano i concerti anche in maggio. Martedì 2 appuntamento con i francesi Acquaserge (rock, noise, progressive); giovedì 11 con i canadesi The Luyas, sorta di superband di “folktronica” e pop con anche collaboratori di Arcade Fire e Bell Orchestre; mercoledì 31 con il cantautore svedese Bjorn Magnusson.
IL MODENESE ED AL CCA LUGHÉ ll 5 maggio al Cca Lughé di Lugo concerto indie-pop di ED, progetto del cantautore modenese Marco Rossi ispirato, tra gli altri, dai Teenage Fanclub.
RIDILLO, ITCHY TEETH E WENA AL BOCA Entrano nel vivo i concerti al Boca Barranca di Marina Romea. Il 5 maggio l’appuntamento è con il mix di funky, soul, jazz e lounge dei Ridillo; il 13 tra pop-rock e anni ’60 con gli inglesi Itchy Teeth; il 19 ecco invece One Man Bluez, sigla dietro cui si cela il cantante, chitarrista, armonicista e compositore romano Davide Lipari (garage-rock-blues); il 26 maggio Wena, tra le voci più note del panorama soul italiano, con i suoi The Souldiers.
GLI AMERICANI DEAD MEADOW AL NEON
Classe 1991, nato e cresciuto a Santarcangelo, Federico Braschi – in arte solo Braschi – è uno dei nomi in ascesa nel panorama del cantautorato italiano. Protagonista tra le “Nuove proposte” all’ultimo Festival di Sanremo (anche suo malgrado di una polemica con il leader della Lega Matteo Salvini che l’ha invitato a ospitare a casa sua i migranti di cui si parlava nella canzone), ha pubblicato il vero e proprio primo album a suo nome lo scorso febbraio, “Trasparente”, per la iMean Music & Management, l’etichetta nata tra Milano e New York (dove Braschi ha registrato anche il videoclip del singolo) a cura di Roberto Mancinelli, talent scout che sta tentando di far incontrare il pop americano con quello italiano. Contattiamo Federico il giorno dopo l’annuncio che sarebbe stato l’unico artista romagnolo sul palco del concerto del Primo Maggio di Roma. «Sono davvero molto contento – è stato il suo commento a caldo – è un evento sempre importante per la musica italiana e quest’anno oltretutto nel cast ci sono tanti gruppi che mi piacciono molto, Motta e Vasco Brondi (Luci della Centrale Elettrica, ndr) in primis: penso che i loro ultimi dischi siano tra i migliori album di canzoni usciti in questi anni in Italia, di quelli che resteranno». Rispetto ai tuoi primi passi in cui era più marcata l’influenza di certo rock americano, e non solo per la collaborazione con i Calexico, nel tuo ultimo disco è chiara l’influenza dello stile cantautorale italiano... «Sono riuscito a collaborare con i Calexico grazie al produttore americano JD Foster (che produce anche “Trasparente”, ndr) ed è vero, come dici tu, che qualcosa è cambiato: ascolto ancora musica d’oltreoceano, ma negli ultimi tempi mi sono concentrato molto su quella italiana, credo sia giusto riscoprire le nostre radici e anche cercare di promuoverle». Quali sono invece le tue principali influenze? «Diciamo che la mia formazione musicale è incentrata sulle canzoni con le parole messe al centro e non asservite per essere una sorta di jingle senza contenuti. Penso quindi a De André, a De Gregori, ma anche a Dylan e Springsteen, artisti che mi hanno cambiato la vita, convincendomi a tentare di fare questo mestiere». Nel disco però, oltre a queste influenze classiche, ci sono anche suoni molto contemporanei… «Esattamente. Ho pensato a come certi cantautori potessero suonare oggi, come potevano essere spendibili: e la risposta è questo disco, di cui sono molto soddisfatto, di cui vado fiero». Come sta andando in termini di riscontri? «Bene, sono abbastanza contento, certo non è un momento roseo per i dischi, oltretutto non è ancora stato promosso con un tour. Speriamo di ottenere qualcosa in più con i concerti. Sul palco, dal Primo Maggio in avanti, saremo la band di Sanremo, in quattro, per un live piuttosto rock». Ascoltando il disco non è chiaro il target di riferimento: c’è, come
detto, un certo cantautorato “alternativo” ma ci sono anche suoni e melodie “sanremesi” che potrebbero anche far storcere il naso a un certo pubblico indie… «È vero, proprio così: lo sapevo fin dall’inizio che ci sarebbe stato questo rischio, ma me ne sono assolutamente sbattuto. Ho fatto il disco che volevo fare con le persone che volevo, con un’impalcatura sonora il più contemporanea possibile, senza pensare a come avrebbe potuto essere recepito dal pubblico». Come è stato composto il disco e come nascono i testi? Ci sono autori letterari che ti hanno ispirato? «Da quando abbiamo iniziato a registrarlo a quando lo abbiamo finito sono passati due anni, quindi è per forza di cose un album stratificato, con diversi produttori artistici e molti musicisti coinvolti. Per i testi non saprei, di certo leggo molto, credo di essere stato influenzato da cose diverse, da Tondelli fino a Pasolini». Qual è il tuo bilancio dell’esperienza a Sanremo? Lo rifaresti? «Anche domattina: è stata un’esperienza molto bella, che mi ha cambiato, una delle più importanti della mia vita. Forse anche perché per salire sul palco del Festival ho fatto tutta la trafila, passando per le selezioni di Area Sanremo: ricordo ancora la sensazione strana della notte in cui abbiamo saputo che saremmo stati all’Ariston, come una sorta di sensazione di invincibilità». Com’è stato suonare con un’orchestra? «Non solo un’orchestra, ma un’orchestra così grande... È stato molto potente, una botta notevole». E il rapporto con il pubblico di Sanremo? «Tutto molto strano, perché la gente ti fermava in giro per la strada, si facevano code, solo per il fatto che eri lì. In quel momento ti senti un dio, anche se non saprei dirti se è stato bello o brutto. Anche perché poi tutto finisce, succede solo in quei giorni del festival fuori dall’Ariston...». Ti aspettavi la polemica con Salvini? «No, certo che no. E in quei due-tre giorni è stato sinceramente un po’ pesante: ho ricevuto minacce di morte, tantissimi insulti da parte della sua gente... Poi dopo qualche giorno è diventato divertente parlarne, devo dire. Ma lo stupore resta: non pensavo che una canzone che parla di persone che vengono da Paesi martoriati potesse scatenare tanto odio». Che rapporto hai con la Romagna? «La Romagna, la provincia, è il posto da cui vengo, ma da cui ho sempre cercato di fuggire, non vedevo l’ora di prendere un aereo per Milano, per New York. Poi in questi ultimi anni mi sono reso conto che non ce n’era motivo, di scappare da Rimini. E poi in Romagna deve esserci davvero un’aria buona, qui le relazioni umane forse hanno ancora più valore e si creano collaborazioni e mini-scene musicali più facilmente che altrove...». Luca Manservisi
«Al Festival per la mia canzone sui migranti ho ricevuto minacce di morte»
Il tour degli americani Dead Meadow fa tappa il 6 maggio al Neon Cafè di Rimini. Formatisi nel 1998, hanno all’attivo sette album tra psichedelia, hard rock anni 70 e folk.
ANTONIO MAGGIO AL MARIANI Serata dedicata al pop al Mariani di Ravenna che ospiterà il 10 maggio l’unica data in Romagna del tour del cantautore pugliese Antonio Maggio, vincitore del Festival di Sanremo 2013 nella categoria Giovani.
LA RAPPRESENTANTE DI LISTA AL SIDRO Fa tappa il 26 maggio al Sidro di Savignano il tour italiano dei La Rappresentante di Lista, band indie-pop che si autodefinisce queer, «strambo, oltre ilgenere, trasversale», formata dal siciliano Dario Mangiaracina (chitarrista, fisarmonicista, sassofonista) e dalla cantante toscana Veronica Lucchesi.
DISCO
Norman degli Spandau Ballet al Bikini Al Bikini Disco Dinner di Cattolica serata di revival electro-pop con Alessia Ciccone & Ciccone Bros con ospite Steve Norman (nella foto), storico membro, sassofonista e percussionista degli Spandau Ballet.
R&DCULT maggio 2017
MUSICA
10 BASTONATE DI CARTA
STORIA DELLA MUSICA
Uno dei più grandi gruppi soul della storia di Francesco Farabegoli *
Whitesplaining jazz è un'espressione che ho letto in merito a un film che si chiama La La Land ed è indirettamente rivolta al regista del film, Damien Chazelle. In pratica la sua colpa è quella di propagandare un’idea falsa di jazz con i suoi film, affidandoli a protagonisti bianchi che interpretano personaggi bianchi con un’idea falsa di jazz. Whitesplaining è un’espressione odiosa che deriva da un’altra espressione odiosa, mansplaining. Mansplaining sarebbe quell'accesso di paternalismo e di “senti qua che t’insegno a stare al mondo” di un uomo mentre sta discutendo con una donna. E naturalmente è un problema reale che ha generato una classe dominante sostanzialmente maschia e maschilista in cui la femmina è tenuta ai margini. Ovviamente è una cosa diciamo nuanced, ci sono dei margini di errore nell'individuare il mansplaining (nella maggior parte dei casi non ha senso dividere tra mansplaining e stupidità) e la buona idea iniziale ha generato tutta un’intera sottocultura per cui l’esistenza del paternalismo uomo-donna ha creato un’ideologia per cui su certi argomenti il maschio deve stare muto. Whitesplaining nasce da questa accezione e significa che i bianchi non hanno alcun diritto di raccontarci la musica nera. Io con la black music ho qualche problema, non con la musica in sé ma con la visione critica della stessa; ad esempio, perchè esce un disco di black music osservante anni '70 fatta da musicisti neri virtuosissimi (che ne so, Kamasi Washington) si parla di genio e se la stessa cosa viene fatta da dei bianchi virtuosi (tipo che so, i Mars Volta) si tende a considerarli una manica di scoppiati? Perché si considera la musica secondo due standard diversi? Volendo ho anche delle teorie, ma in realtà le righe che avete letto fino ad ora non fanno davvero parte del pezzo che sto scrivendo. Mi è solo venuto in mente perchè il 2 maggio gli Oxbow suonano a Ravenna, e qualche volta ho pensato che gli Oxbow fossero uno dei più grandi gruppi soul della storia, una delle più autentiche espressioni del blues contemporaneo. Però ho smesso di dirlo in pubblico per non chiamarmi contro l’ira funesta di quelli che sanno tutto di soul e blues e io sono bianco e ascolto metal. Poco importa, è solo che credo sia un bel modo di pensare a loro. Gli Oxbow comunque sono un gruppo con trent'anni di attività ai massimi livelli: il loro primo disco si chiama Fuckfest (inglese per “venerdì sera”), è uscito nel 1989 e ancora oggi fa cacare sotto dalla paura. Loro però non fanno black music: volendo descriverli suppongo dovrei parlare di “indierock”, magari la frangia più pesante dello stesso (Melvins, AmRep, Iceburn e robe così). E hanno un cantante nero, che ha un’impostazione da cantante soul, un po’ dalle parti di Otis Redding, però non ha proprio la delicatezza di Otis. E così supplisce con urla sussurri e lamenti e beh, non c’è un singolo minuto di musica da lui registrata che non valga la pena. Lui si chiama Eugene Robinson, è una specie di uomo del rinascimento: scrittore, lottatore amatoriale, giornalista occasionale. Sul palco si presenta in giacca e cravatta, poi inizia a strapparsi i vestiti di dosso e finisce il concerto in mutande. L'evoluzione dell’indierock ha generato due tronconi ideologici, uno che ha iniziato a diventare “pop music” e l'altro che agisce indisturbato nei canali dedicati al metal e al noise. Di mio sono sempre stato più appassionato del secondo troncone, della gente brutta con le chitarre alte e la barba e sotto il palco la
gente si mena. Ultimamente sto avendo qualche ripensamento perchè sopra al palco la gente sta compiendo 45/50 anni e sotto il palco siamo sui 37 di media, e che cazzo vuoi star lì a menarti, giusto? E non c’è mai nessuno che voglia fare roba più estrema e insidiosa di quella che ha ascoltato nei dischi degli altri. Così tutte le volte che mi arriva sottomano un disco di postcore apocalittico mogwaiano lo metto su e nel giro di dieci minuti l’ho già cambiato in favore di qualche smanceria coi campanellini twee-pop. Voglio dire, almeno non fanno finta. A volte mi chiedo se non sia colpa mia, se magari non sono diventato come quelli che a un certo punto han deciso che loro di metal peso non ne vogliono più sentir parlare. Così gli Oxbow sono diventati la mia ancora di salvezza, come il totem di Inception, presente? Rimetto su un disco della mia personale top 3 degli Oxbow (Serenade in Red, An Evil Heat, The Narcotic Story) e aspetto che arrivino le scariche elettriche. Non sono mai deluso. Nel tempo è diventata una sicurezza: qualunque progetto a cui Eugene Robinson abbia prestato la voce (compresa roba improbabile tipo i Bunuel, l’ultimo disco degli One Dimensional Man e perfino uno spinoff secondario dei Black Flag, tali Black Face) vale la pena di essere ascoltato. Ma alla fine la sua espressione più pura e incontaminata sono ancora gli Oxbow. Sta per uscire il loro nuovo disco, mentre scrivo c'è solo un estratto su Bandcamp e sembra roba insolitamente pop per i loro standard. Magari hanno cambiato sponda anche loro, ma ne dubito.
Il batterista degli AC/DC e i pionieri del reggae al Rock Planet di Pinarella Sabato 6 maggio al Rock Planet di Pinarella di Cervia concerto dell’australiano Phil Rudd (nella foto), il batterista più longevo e importante nella carriera dei leggendari AC/DC, avendo suonato in 15 dei loro 18 album in studio. Presenterà il proprio album solista e proporrà alcune canzoni della storica band. Un altro tuffo nella storia della musica, sempre al Rock Planet, il 12 maggio con il concerto di Toots & The Maytals, band chiave della scena reggae, nota anche per essere stata la prima a utilizzare proprio la parola "reggae", citandolo nel brano "Do the Reggay" del 1968.
* fondatore e autore del blog Bastonate
METAL Eugene Robinson degli Oxbow; in basso David Eugene Edwards dei Wovenhand
AL WAVE
DI MISANO I TEDESCHI IMPLORE
Il 12 maggio al Wave Club di Misano concerto dei tedeschi Implore (grind/death metal). In apertura i ravennati Rusco e i marchigiani Obliterated.
AL VALTORTO DI RAVENNA ARRIVANO I VISCERA Il 7 maggio al Valtorto di Fornace Zarattini (Ravenna) concerto dei piacentini Viscera, trio di post-metal psichedelico attualmente impegnato in tour per presentare il nuovo album. AL SIDRO DI SAVIGNANO I MONTEZUMA
CONCERTI GLI OXBOW AL BRONSON CON I SUMAC, IN MAGGIO ANCHE GIORGIO POI E WOVENHAND. TORNANO I LIVE ALL’HANA-BI Gli Oxbow di cui parla Farabegoli nella sua rubrica suoneranno al Bronson di Madonna dell’Albero (Ravenna) il 2 maggio con gli americani Sumac. Il programma del mese del club ravennate proseguirà poi con uno dei nomi più caldi della scena cantautorale “deviata” italiana, Giorgio Poi (venerdì 5), con il folk-blues-rock dei Wovenhand del cantautore americano David Eugene Edwards (martedì 9) e il giorno dopo (mercoledì 10 maggio) con un concerto più sperimentale della cult band italiana Larsen che per l’occasione dividerà il palco con il multistrumentista americano Thor Harris (collaboratore tra gli altri degli Swans) “& Friends” con un repertorio basato sull’uso ripetitivo di marimba, vibrafono e xilofono. Da segnalare poi il Sonic Ritual Fest in programma il 19 maggio al Bronson in collaborazione con Heavy Psych Sounds Records & Booking e la riapertura della succursale al mare del Bronson, il bagno Hana-Bi di Marina di Ravenna, che in maggio propone, tra le altre cose, il concerto di sabato 20 con un trio d'eccezione per l’indie americano: Ducktails, set solista di Matt Mondanile (ex Real Estate), il progetto vaporwave di James Ferraro (The Skaters) e la creatura sci-fi di Spencer Clark (The Skaters) che prende il nome di Typhonian Highlife.
I Montezuma, post metal da Pesaro, presentano il loro nuovo album il 27 maggio al Sidro di Savignano. In apertura i genovesi Naat (post/doom metal).
REGGAE A MORCIANO BURI MOA ANBESSA Termina la tre giorni dedicata alla cultura reggae a 360 gradi e alla sound system culture al Santuario degli Uccelli di Morciano. Il 1° maggio l’appuntamento di Reggaebush è con Buri Moa Anbessa del collettivo musicale veneziano Moa Anbessa.
MUSICA
R&DCULT maggio 2017
11 JAZZ & AVANT
UN DISCO AL MESE ARASHI ALL’AREA SISMICA La 27esima stagione dell’Area Sismica di Forlì termina il 7 maggio con il concerto (dalle 18) di Arashi, trio di jazz contemporaneo che unisce la tradizione giapponese a stilemi tipicamente occidentali. Il fondatore è il leggendario sassofonista Akira Sakata, affiancato dal batterista norvegese Paal Nilssen-Love (capace di tenere 250 concerti all’anno e di incidere oltre 300 album) e dal bassista svedese Johan Berthling, divenuto popolare con la Fire! Orchestra
JAZZ & ROCK
JAZZ & WORLD SUDOKU KILLER ALL’EX MACELLO Fa tappa il 27 maggio al Treesessanta di Gambettola il tour (con diverse tappe anche fuori dai confini italiani) della contrabbassista romana Caterina Palazzi con i suoi Sudoku Killer, tra jazz, rock psichedelico e colonna sonora. Sempre all’ex macello di Gambettola da segnalare anche il blues-rock dei varesini There Will Be Blood, il 13 maggio
SPERIMENTALE L’AMERICANA EMILY WELLS
AL
THE BONGO HOP ALLA ROCCA
CLANDESTINO
Dall'afrobeat alla musica colombiana, dalle sonorità caraibiche al jazz: The Bongo Hop è il progetto del trombettista francese Etienne Sevet dopo anni spesi in Colombia come dj, promoter, esploratore musicale e giornalista. Lo presenterà in concerto venerdì 12 maggio dalle 22 alla Rocca Malatestiana di Cesena
L’11 maggio al Clandestino di Faenza unica tappa in regione del tour europeo della polistrumentista, cantante e compositrice americana Emily Wells. Nata come violinista, si esibisce con diversi strumenti tra cui violoncelli, viola, sintetizzatori analogici e campionatori.
www.quatarca.it info@quatarca.it
008SA
SANTARCANGELO CESENATICO Realizzazione di prestigio superiore in piena zona residenziale di Cesenatico, vicinissima al centro storico, alla vena Mazzarini ed al mare. Una soluzione abitativa incredibilmente spaziosa, tecnologicamente all'avanguardia ed esclusiva, realizzata nei primi mesi del 2016 in Classe A con finiture d'eccellenza, unitamente ad una posizione invidiabile. Appartamento su due livelli, grande terrazzo, tre letti, tre bagni, grande zona giorno e cucina. Ancora ulteriormente personalizzabile. Garage interrato. € 580.000,00
Loft unico nel suo genere nel cuore del Borgo storico In contesto di casa indipendente, dotata di corte pertinenziale privata, l'immobile è stato oggetto di recente ristrutturazione. Gli ambienti, luminosi e raffinati hanno un sapore particolare dato dal contrasto fra lo shabby provenzale e l'industriale. La luminosità è garantita dai 4 grandi lucernari e dalle 5 porte finestre presenti nell'immobile. Si presta all'utilizzo abitativo, professionale, ricettivo.Tetto rifatto in legno verniciato bianco, Pavimento cemento bianco Piano terra e legno primo piano, Scala industriale, Porte antiche ristrutturate, Porte finestre e serra con infisso francese prodotte artigianalmente e su misura. € 340.000,00
di Bruno Dorella *
Counterparts - Tragedy will find us (2015) Strana bestia, gli Zu. Partono negli anni ‘90 come gruppo jazzcore con Roy Paci alla tromba. Nella prima decade del ventunesimo secolo entrano nel mito, diventando il gruppo italiano col maggior riconoscimento internazionale, tour dopo tour, collaborazione dopo collaborazione (Melvins e Mike Patton su tutti). Considerato che si tratta di un gruppo strumentale molto vicino ad ambiti quali avanguardia e sperimentazione, capite che la cosa ha dell’incredibile. Poi arriva il successo vero con l’inarrivabile album Carboniferous, ed arriva anche, brutalmente rapido, il declino. Se ne va il carismatico batterista Jacopo Battaglia, mentre Massimo Pupillo (basso) e Luca Mai (sax) prendono strade diverse per un po’. Nessuno crede veramente che sia finita, ma intanto passano gli anni. Poi ecco il ritorno, che avrebbe potuto essere perentorio, e invece arriva in punta di piedi, con un EP interlocutorio (Goodnight Civilisation), un album in collaborazione con Eugene Robinson degli Oxbow, e finalmente un album vero, Cortar Todo, accolto un po’ freddamente e che vede presto sgretolarsi di nuovo la formazione, col batterista Gabe Serbian (Locust) che entra ed esce come una meteora dal cosmo dei Nostri. Di nuovo a piedi, sembra tutto finito. Arriva però un nuovo batterista, tale Tomas Jarmyr, norvegese, che ora suona anche nei Motorpsycho. Ne dicono tutti un gran bene, quindi me li vado a vedere dal vivo, in occasione della tappa ravennate del tour. Il concerto scorre fluido, i pezzi storici sono riarrangiati, il nuovo batterista sembra affiatato, ma poi succede qualcosa. Sale sul palco Lorenzo Stecconi (Lento) alla chitarra, e parte un mantra che coinvolge inizialmente solo lui e Pupillo, poi raggiunti dagli altri due per una mezzoretta circa di ambient noise rituale. Come se i Phurpa usassero i giri armonici degli Earth, se riuscite ad immaginarlo. C’è molto stacco tra le due parti del concerto, mi sento un po’ spiazzato. Compro Jhator, il disco nuovo. Ed ecco spiegato il tutto. Due lunghe tracce di drone mistico, con buona pace di chi come me aspettava di vedere se Tomas Jarmyr avrebbe retto i voli pindarici e le poliritmie degli altri due. Niente da fare. Qui si medita, con un nutrito gruppo di ospiti che accresce paradossalmente il sospetto di un’altra prova interlocutoria. Oltre a Stecconi abbiamo Stefano Pilia (suona in troppi gruppi per nominarli tutti, ma ne parleremo presto), Jessica Moss (Silver Mt. Zion), la virtuosa di koto giapponese Michiyo Yagi, eccetera. Ma i dubbi svaniscono al primo ascolto. Questi sono talmente bravi che si svegliano un bel giorno decidendo di fare ambient noise ritual drone tibetano o chiamatelo come volete, ed escono con una prova che li mette al livello dei migliori al mondo. Con soli due pezzi da una ventina di minuti l’uno, entrano in un circolo mistico cucito da un ipotetico filo che lega Sunn(((O, Earth, Phurpa, Tim Hecker, Goren & Der Club Of Gore. Ed entrano dalla porta principale sedendo subito tra i grandissimi. Magari nella posizione del loto. * Batterista dei Bachi Da Pietra e degli OvO, chitarrista dei Ronin, membro della Byzanthium Experimental Orchestra, felicemente ex discografico, aspirante sommelier, orgoglioso ravennate d'adozione, in attesa della giornata di 48 ore per poter finire un paio di cose.
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R&DCULT maggio 2017
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TEATRO
LO SPETTACOLO
L’Inferno itinerante secondo i ravennati Il grande progetto del Teatro della Albe al Ravenna Festival che porta in scena 600 cittadini dal 25 maggio «Se non riuscirete a essere presenti in questi giorni non preoccupatevi, ci saranno altri giorni di prove». «* Chiediamo alle ragazze che sono iscritte al Coro di Paolo e Francesca di portare con sé per questa prova un proprio abitino (o gonna) e, per chi ce l'ha, una felpa (preferibilmente con cappuccio). Portate quello che avete in casa». Sono i messaggi che si possono leggere sulla bacheca di Ravenna Teatro/Teatro delle Albe in queste settimane. Messaggi rivolti a quelle
centinaia di persone, circa 600 per la precisione, che hanno risposto alla “chiamata” che la storica compagnia di Ravenna ha rivolto all’intera cittadinanza senza distinzione di sesso, età, attitudine o meno alla recitazione. Tutti sono stati invitati nei mesi scorsi a partecipare a un’impresa per certi versi epica: una messa in scena collettiva, ispirata alla forma che si utilizzava nel Medievo, dell’Inferno dantesco dentro quella che è la casa del Teatro delle Albe, il teatro Rasi, in via di
CIBO | VINO | MUSICA... E GIN TONIC
Via Gordini 29 RAVENNA - T. 338.8298110 - vicino al Teatro Alighieri Segui gli eventi sulla pagina
L'Alighieri Caffè e Cucina
Roma a Ravenna. Una produzione commissionata dal Ravenna Festival che ha messo in cartellone questo progetto pluriennale di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, fondatori della compagnia, che proseguirà nel 2019 con il Purgatorio fino al 2021 (settecentenario della morte del Poeta) con il Paradiso. Virgilio sarà impersonato dagli stessi Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, mentre Dante sarà il pubblico stesso. Nel concepire l’opera, i due artisti hanno tenuto conto della lettura di Ezra Pound secondo cui l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso prima ancora che paesaggi sono stati mentali in cui si trova ogni uomo in vita; riletto sotto quest’ottica, il viaggio di Dante diventa prima di tutto un viaggio dell’anima. Lo spettatore sarà itinerante proprio come l’esule Dante, si muoverà nelle tenebre infernali del teatro guidato da Marco ed Ermanna. La rappresentazione sarà scandita dai cori, costituiti dalle centinaia di persone che hanno deciso di prender parte al “Cantiere Dante”; ogni coro avrà una o più fra le guide delle Albe, che accompagneranno i partecipanti durante tutta la creazione dello spettacolo, dal backstage alla messa in scena. Proprio perché gli “attori” coinvolti saranno moltissimi, il pubblico volta per volta conterà massimo 80 persone circa (il biglietto costa 20 euro). Inferno sarà uno spettacolo itinerante che partirà dalla tomba di Dante arrivando al Teatro Rasi per una durata di circa tre ore. E agli spettatori si consiglia di indossare abiti e scarpe comode, di portare una bottiglietta d’acqua e di segnalare se si hanno problemi di claustrofobia. Lo spettacolo sarà in scena con 34 repliche dal 25 maggio al 3 luglio.
FORLÌ/1 DAVID ESPINOSA
A
PALAZZO ROMAGNOLI
Giovedì 4 maggio (alle 18, 20 e 22) a Palazzo Romagnoli di Forlì in scena David Espinosa con Mi gran obra, un treatro in scala 1:87 in cui accade tutto ciò che il regista avrebbe voluto fare un con un budget illimitato nel più grande teatro del mondo. Sabato 5 maggio, sempre a Palazzo Romagnoli, ma alle 20.30 e 22, invece è la volta di Maan (Much ado about nothing) sempre di Espinosa. In questo caso le miniature dell’artista mettono in scena in un solo spettacolo tutti i capolavori di Shakespeare.
FORLÌ/2
MASQUE TEATRO PORTA IN SCENA NIKOLA TESLA ALL’EX FILANDA Venerdì 12 e sabato 13 maggio al Teatro Félix Guattari di Forlì (ex Filanda Maiani) va in scena la compagnia Masque Teatro con Nikola Tesla. Lectures, conferenza / esperimento, di e con Lorenzo Bazzocchi. In questa performance/esperimento Bazzocchi, fondatore della compagnia e costruttore di una delle più stupefacenti invenzioni di Nikola Tesla, affronta la storia del grande scienziato serbo.
TEATRO
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IL FESTIVAL
L’INTERVISTA
Ipercorpo: le arti performative sul “patrimonio”
Nanou e la costruzione della danza
Maggio a Forlì è il mese della quattordicesima edizione di Ipercorpo, Festival internazionale delle arti dal vivo ideato e curato dalla compagnia Città di Ebla. Dall’8 al 14 maggio sarà possibile entrare nel progetto ExATRLab, cioè visitare su prenotazione la case popolari che circondano ATR e fare conoscenza con i proprietari e le loro vite. Ideato da Muta Imago, MK e Veronica Cruciani, ExATRLab è realizzato a Forlì grazie alla collaborazione con Spazi Indecisi. Ma il clou del festival si svolgerà dal 25 al 28 maggio con giornate fitte di performance, proposte, spettacoli incentrate sul tema del “Patrimonio”. «Perchè usare un parola così densa? Quale senso rispetto allo spettacolo dal vivo? Cosa rimane? Cosa è patrimonializzabile e perché?» si chiede Claudio Angelini, ideatore e direttore artistico di Ipercorpo che definisce la sua kermesse «un percorso estraneo all'economia corrente dello spettacolo in cui tentare di costruire una comunità piuttosto che cercare continue strategie per ingaggiarla. Chiedere a persone sconosciute di aprire la propria casa a un estraneo per pochi minuti, incontrandolo. Cercare famiglie che insieme ad artisti lavorino alla costruzione della loro propria storia. Percorrere un viale monumentale scoprendo che lo spazio pubblico non è più il luogo in cui le informazioni vengono distribuite. Riportare alla luce un mural dimenticato che racconta di esilio, lanciando dal passato un interrogativo che ci costringe a ripensare il futuro. Restituire alla parola “simposio” la sua dignità e dedicare intere giornate ad agirlo». L’idea è quella di «Immaginare i teatri, le sale da concerto, gli spazi per l'arte, come palestre di partecipazione alla vita democratica». Un progetto alla ricerca di «un autoritratto collettivo e condiviso». Tra gli eventi che contraddistinguono lo spirito del festival, le masterclass del 26 e del 27 maggio con Iva Horvat (direttrice agenzia di promozione Art Republic - Barcellona), Stéphanie Pécourt (direttrice Les Halles Saint Gery – Bruxelles), Silvja Stipanov (direttrice Ganz Novi Fest), Pia Kramer (responsabile formazione O Espacio do Tempo) e la presentazione di tutti gli operatori ospiti di IPP e free counselling. Per quanto invece la parte performativa tutti i giorni lo spazio apre con area bar a cura di Poderi dei Nespoli e food truck all’ex Atr, ma altri luoghi del festival saranno le Case Acer del Comune di Forlì, al Diagonal Loft Club e in settembre alla Cantina di via Firenze. Tra gli appuntamenti nelle tre serate gli spettacoli “Family affair” di ZimmerFrei giovedì “Milite ignoto” di Muna Mussie, “Corpo centrale” di Città di Ebla, “Anarchy” di Societat Doctor Alonso, “xebece” di gruppo nanou, R.Osa di Silvia Gribaudi (nella foto) oltre a videoinstallazioni (nella foto quella di e performance di numerosi artisti. Programma su www.ipercorpo.it.
La compagnia ravennate a Forlì con Xebechee sui nuovi progetti come Alphabet
Gruppo Nanou, tra le compagnie ospiti dell’edizione 2017 di Ipercorpo a Forlì, nasce nel 2004 a Ravenna dall’incontro tra Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Roberto Rettura. Il denominatore comune del lavoro di questa compagnia è costituito da un approfondito e netto lavoro sull’immagine, sul suono, sulla luce e sul tempo della performance nel loro rapporto con la figura umana. Gli ultimi tre spettacoli sono progetti composti da più step: Dancing Hall (2012/2013), Strettamente Confidenziale (2013/2015) e J.D., tutt’ora in corso, incentrato sulla perdita dell’identità, e Xebechee (nella foto, lo stesso che sarà a Forì). Quali nuovi progetti avete per i prossimi anni? «C’è molta carne al fuoco. È un momento molto produttivo per la compagnia. Al momento stiamo lavorando al progetto Alphabet, un percorso di ricerca pluriennale che intende incontrare persone, che non necessariamente frequentano la danza, per confrontarsi sul linguaggio artistico e renderlo efficace ed evidente. Ci saranno diversi appuntamenti con studenti universitari, architetti, fotografi, danzatori con cui, ogni volta, diversamente, si analizzeranno degli aspetti del nostro lavoro coreografico in dialogo. Allo stesso tempo stiamo lavorando sul nostro futuro spettacolo suggestionati dal lavoro di Miles Davis. Il suono che Miles Davis ha composto, la meraviglia che ogni silenzio prodotto genera perché sempre inatteso, “sbagliato”, è ciò che stiamo tentando di afferrare. Ma questo avverrà non prima del 2019. Sarà il nostro sbarco sulla luna». Come é mutato il vostro modo di lavorare da quando avete iniziato ad oggi? «Tantissimo, ma allo stesso tempo stiamo tornando dove abbiamo iniziato. Eravamo tre e tutti i giorni andavamo in sala prove per costruire il nostro linguaggio. Il lavoro in sala era fondamentale. Questo è accaduto fino al 2008. Un impegno quotidiano che doveva essere assunto per costruire la nostra identità. Poi le cose sono cambiate, non si è trovato il tempo quotidiano. Ci si è concentrati su periodi intensivi che puntavano spesso ad una produzione. L’anno scorso, con la produzione di Ravenna Festival, Xebeche [csèbece], abbiamo incontrato dei nuovi danzatori stupendi. Il lavoro di sala è tornato ad essere necessario perché era giunto il momento di reinventare il linguaggio grazie anche a quei corpi nuovi. Ecco che nasce il progetto Alphabet, ecco che si ritorna in sala prove il più possibile senza un vero obiettivo di produzione spettacolare ma
per affrontare il metodo, l’allenamento, le possibilità coreografiche pure. Un cambiamento importante però è che questo nuovo lavoro di sala, non è più chiuso fra noi, anzi, si cerca di aprirlo il più possibile per mettere in pericolo tutte le certezze e cercare le sorprese». Nei vostri lavori c'è sempre un forte legame con lo spazio fisico che scegliete per la performance. Che rapporto c'è tra il danzatore-performer e lo spazio in cui danza? «Lo spazio è fondamentale per la costruzione della danza. La danza stessa è creazione di spazio. L’obiettivo coreografico è sempre quello di entrare in un luogo e spostarlo, modificarlo percettivamente. Ogni spazio è diverso e ogni spazio è nutrimento. La coreografia, il corpo deve necessariamente misurarsi con questa diversità ogni volta, non solo per capire la sua posizione, ma per capire la qualità della sua azione. La danza diventa dunque architettura poiché idea, erige e progetta continuamente luoghi nei luoghi». Ci sono artisti che vi hanno particolarmente influenzato? «Più che influenzato direi suggerito strade e interrogativi, indagini da perseguire. Gregory Crewdson per quanto riguarda la luce e l’opportunità di racconto attraverso la collocazione di un corpo in uno spazio. Hans Bellmer e Francis Bacon certamente per il rapporto del corpo nello spazio. Nella danza William Forsythe e certamente MK, a mio avviso la compagnia più interessante perché capace di rimettere sempre tutto in discussione, così come Monica Francia per l’esattezza del lavoro sul corpo». Qual è la scena della danza contemporanea italiana? «Sono molto preoccupato. L’ultimo decreto ministeriale ha creato un problema non piccolo sulla circuitazione della ricerca e sull’esistenza delle compagnie chiedendo, implicitamente, di chiudere le realtà piccole per aggregarsi alle strutture. Questo percorso però dimentica che la forza della danza contemporanea italiana è il linguaggio che è stato sempre all’avanguardia grazie proprio al lavoro di compagnia che dagli anni ’80 ai primi del 2000 ha reso nota l’Italia nel mondo per la sua originalità. Stanno nascendo tantissimi nuovi coreografi che però non fanno compagnia. Il risultato è spesso di idee, anche buone e ben sviluppate, che però vengono spese come cartucce per il raggiungimento di un prodotto immediato e vendibile. Si perde così la ricerca e l’originalità linguistica. (ma. ca.)
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TEATRO
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IL PERSONAGGIO
PROSA
Marescotti si racconta tra cinema e teatro Ivano Marescotti in un ritratto e (sotto) in scena per Tam
Due partite di Cristina Comencini al Rossini Dall’8 all’11 maggio al teatro Rossini di Lugo si recupera lo spettacolo Due partite di Cristina Comencini con Giulia Michelini, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti, Tatiana Lepore. Scene di Nicolas Bovey e la regia di Paola Rota. Un testo tutto in “rosa”, basato sulla femminilità, l’emancipazione della donna, la maternità, le relazioni di coppia e il rapporto madri-figlie. La Comencini mette a confronto due generazioni di donne a distanza di 40 anni.
CONTEMPORANEO AL CISIM ARRIVA IL CAFÉ BERLIN DEL TEATRO DELL’ELFO Dall’11 al 13 maggio al Cisim di Lido Adriano (Ravenna) si chiude la Stagione dei teatri con Café Berlin, una produzione Teatro dell’Elfo ambientata a Berlino, nel periodo a cavallo tra la Repubblica di Weimar e l’avvento del nazismo. «Siamo in quei kaffè dove la decadenza si aggrappa alle pareti dove la musica zoppica a ritmo del disagio che si mastica e della diversità che si beve. O forse non siamo né a Berlino né a Milano, né nei primi del Novecento né nei primi del Duemila. Non ci siamo e basta, sospesi, sbattuti, gravitanti in uno spazio che diventa un gioco di specchi… Café Berlin è abitato da personaggi che oscillano tra essere qui ed essere altrove, tra essere nella propria Prigione/Rifugio e nel Bordello/Desiderio» spiega il regista Marco Maria Linzi. In scena Massimo Airoldi, Stefania Apuzzo, Micaela Brignone, Fabio Brusadin, Angelica della Torre, Sabrina Faroldi, Stefano Slocovich, Stefano Tornese, Eugenio Vaccaro, Giacomo Valentini, Nazaré Xavier.
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Si sono spente le luci del teatro comunale di Cesenatico dopo l’esibizione dei primi 21 attori o aspiranti tali, che hanno partecipato alle “100 ore con Marescotti”. Ivano Marescotti ci riceve in camerino, soddisfatto della riuscita del saggio, e ci racconta della sua carriera e dei suoi progetti futuri: l’attore darà vita a Ravenna a Tam, Teatro Accademia Marescotti, insieme con il Circolo degli attori, dal prossimo autunno. Intanto il 7 maggio sarà di nuovo in scena Cesenatico. Che bilancio trae da questa prima esperienza? «Dai corsi è emerso uno sviluppo in tutti gli allievi a prescindere che sia la loro professione reale. Ciò che
distingue un buon attore da un attore professionista è che il secondo si fa pagare. Ci sono infatti professionisti scarsi e non professionisti bravi ma senza contratto. Il mio metodo di insegnamento della recitazione è il frutto di una ricerca per stabilire il percorso più efficace per sviluppare talento e, man mano che lo applico, mi convince sempre di più. Non è tanto una questione di insegnare tecniche, seppur importanti come la dizione, ad esempio, quanto di sviluppare la capacità individuale di rendersi disponibile al personaggio, ad aprirsi a lui negando sé stessi. Quindi la capacità di recitare consiste nell’incarnare un personaggio, provare emozioni che non sono tue ma del personaggio ed essere al cento per cento a sua disposizione». Ci parli di Tam. Perché questo progetto e a chi si rivolge? «Tam, con l’aggiunta di un apostrofo e una “o” diventa “t’amo”, una dichiarazione d’amore al teatro che si esprime in questo caso con il tentativo di avviare a Ravenna una vera e propria scuola di formazione attoriale. Dopo l’esperimento dei due corsi delle “100 ore” condotti da me, Tam propone un percorso formativo più articolato con altri docenti che mi affiancheranno per insegnare dizione, analisi del testo ed esercizi inerenti la attività fisica degli attori nei vari personaggi. È un progetto che si rivolge a tutti: dagli adolescenti agli adulti. Il percorso formativo aiuterà soprattutto i più giovani che vorranno cimentarsi nella carriera di attore, oppure potrà rappresentare una esperienza personale e fisica di arricchimento culturale profondo».
Perché la sede a Ravenna, città di provincia e abbastanza lontana dai circuiti artistici? «È vero, Ravenna è fuori dai circuiti. Il cinema si fa a Roma, dove ho vissuto per 10 anni ma che ho lasciato perché non sopportavo più il clima autoreferenziale del mondo cinematografico, scarso di rapporti umani. Ho continuato a fare cinema e fiction Tv ma la metà della mia vita professionale è teatrale ed è soprattutto in Emilia Romagna. La proposta di aprire Tam me l’ha fatta Il Circolo degli attori di Ravenna e io ho accettato.
n arrivo una scuola I di recitazione e due film con Stefania Sandrelli e Claudia Cardinale
Avrei fatto la stessa cosa se me l’avessero proposto a Modena o altrove. E comunque, se vogliamo, l’Emilia Romagna è ormai una megalopoli: da Parma a Rimini le città sono collegate e non esiste più la provincia intesa come una volta in termini di opportunità culturali. Poi c’è il caso di Santarcangelo, un piccolo centro, che è diventato famoso sul piano internazionale per il suo festival di teatro. Non è il luogo in sé che è importante quanto cosa produce». Nonostante il successo e la possibilità di lavorare anche all'estero, ha scelto di vivere qua, di mantenere un forte legame anche artistico con la sua terra attraverso il dialetto, e adesso con Tam. Cosa la muove in questa direzione? «Fare l’attore non è come fare il poeta o lo scrittore o il pittore che può abitare e produrre le sue opere in qualsiasi posto e poi diffonderle senza che questo richieda la sua presenza fisica. L’attore invece deve essere presente fisicamente soprattutto con la sua voce e le sue parole che sono l’espressione del suo corpo fisico e della lingua che parla. Io come posso staccarmi dal mio territorio di cui sono espressione profonda? È impossibile. Ciò non significa che io debba vivere a Villanova di Bagnacavallo ma io sono comunque l’espressione di quella cultura e di quel retroterra al di fuori dei quali mi sentirei un estraneo, anche a me stesso. Del resto parte della mia professione è legata al dialetto e agli spettacoli teatrali che porto in giro e mi hanno reso per questo molto popolare in Emilia Romagna». A cosa sta lavorando in questo periodo? «L’anno prossimo, dopo tanti anni, sono stato scritturato in una compagnia nazionale per fare una tournée con Valentina Lodovini, per la regia di Gabriele Guidi dello spettacolo I have a dream. Intanto, stanno per uscire due film che ho girato l’anno scorso: Il crimine non va in pensione, opera prima del regista Fabio Fulco, dove io e Stefania Sandrelli andiamo a rapinare una sala bingo, e Nobili bugie, una commedia nera per la regia di Antonio Pisu con Giancarlo Giannini e Claudia Cardinale, girato a Bologna». Vogliamo chiudere con un verso del poeta romagnolo Raffaello Baldini a cui ha dedicato tanto del suo lavoro teatrale? «E pu bàsta, a m so stòff, tòt i dè l’è d’quèla, un s ni n pò piò. A m voi fè crèssr i bafi!» Patrizia Cevoli
RAVENNA R SPIAGGE SERVIZI E INFORMAZIONI UTILI BAGNI APERTI FINO ALLE 2 DI NOTTE TUTTI I GIORNI La nuova ordinanza comunale prevede che a discrezioni dei gestori gli stabilimenti balneari potranno restare aperti tutti i giorni fino alle 2 di notte. Fanno eccezione le serate in deroga dell’1 giugno, del fine settimana della Notte Rosa (venerdì e sabato) e del 14 agosto, durante le quali la chiusura è posticipata alle 3 di notte.
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UN’ESTATE PIENA DI DIVERTIMENTO
MARINA DI RAVENNA
Torna a giugno il Cous Cous Festival con le delizie di quattro grandi chef Show cooking di Beppe Buffa, Filippo La Mantia, Sergio Barzetti e Andy Luotto
FIno a domenica 3 settembre è attivo nei weekend il servizio gratuito di bus navetta dai parcheggi di via del Marchesato e di via Trieste per il litorale di Marina di Ravenna e dal parcheggio di via Trieste per il litorale di Punta Marina Terme. Info e orari su ww.startromagna.it.
SOSTA A PAGAMENTO SUI LIDI NEL WEEKEND È in vigore fino al 3 settembre nei fine settimana la sosta a pagamento in viale della Pace e in viale delle Nazioni a Marina di Ravenna, in viale Colombo a Punta Marina Terme, nell’area compresa tra i viali Del Duca/Piccarda e gli stabilimenti balneari a Lido di Dante. La sosta sarà a pagamento il venerdì (ad esclusione del 2 giugno) e giovedì 1 giugno dalle 20 alle 2. Nelle giornate del sabato e nei giorni venerdì 2 giugno, domenica 9 luglio, domenica 13 agosto, lunedì 14 agosto e martedì 15 agosto dalle 9 alle 2. Nelle giornate della domenica (ad esclusione del 9 luglio e 13 agosto) e nela giornata dell’1 maggio dalle 9 alle 22. Le tariffe sono invariate rispetto agli anni scorsi: 50 centesimi all’ora nella fascia 9-18, con possibilità di forfait diurno per 3 euro complessivi; 1 euro all’ora dalle 18 al termine, con possibilità di forfait serale – notturno per 4 euro complessivi. MULTE
“SALATE“ PER SOSTA ABUSIVA NEGLI STRADELLI
Per tutta l’estate sono in vigore le ordinanze che regolamentano la sosta e gli accessi negli stradelli retrodunali a Marina di Ravenna e a Punta Marina Terme, nell’ambito del demanio marittimo. I divieti consentono di parcheggiare solo negli spazi allestiti dagli stabilimenti balneari. Si rischiano multe da oltre 200 euro.
L’ATTRAZIONE
Mega scivolo acquatico in luglio a Marina di Ravenna Dopo una prima tappa a Cesena (vedi foto), arriva anche in riviera il tour di “Slide in Town”. Si tratta di un mega scivolo acquatico gonfiabile di circa 150 metri – «il più lungo d’Italia» secondo gli organizzatori – che sarà a disposizione di tutti dalla mattina di venerdì, 22 luglio, fino alle 21 di domenica 24 a Marina di Ravenna.L’iniziativa è promossa dall’associazione Marina Flower.
Quattro giorni di spettacoli, cooking show e tanto divertimento in riva al mare. Dall’1 al 4 giugno torna a Marina di Ravenna il Cous Cous Beach Festival, la rassegna, alla seconda edizione, promossa dalla Pro Loco di Marina di Ravenna in collaborazione con Bia Spa di Argenta, l’azienda che da oltre 10 anni produce interamente in Italia cous cous di qualità. Consulente del festival l’agenzia Feedback di Palermo, organizzatrice, da 20 anni, del Cous Cous Fest a San Vito Lo Capo, in Sicilia. Protagonista della manifestazione sarà, ancora una volta, il cous cous, che sarà possibile degustare in tantissime varianti al food village, in piazza Dora Markus: dalle verdure alla carne, dal pesce alle preparazioni dolci. Per il Cous Cous Fest in tour, direttamente da San Vito Lo Capo arriva lo chef Beppe Buffa che proporrà la ricetta a base di pesce tipica della cittadina siciliana sia al food village che nell’ambito di un cooking show. Al Palco Marinara si potranno assaggiare le ricette preparate da grandi chef come l’oste e cuoco più famoso d’Italia, Filippo La Mantia, Sergio Barzetti, il Mr Alloro volto della Prova del cuoco su Rai 1 e lo chef e attore italo-americano dalla simpatia travolgente, Andy Luotto. I cooking show, tutti gratuiti, daranno la possi-
bilità al pubblico di degustare le ricette firmate dai grandi chef e di assistere dal vivo alla loro preparazione, scoprendo tutte le varietà di cous cous prodotte da Bia: semola integrale o semi-integrale, farro, kamut, orzo, 4 cereali, mais e riso e quinoa e la linea benessere, cous cous ricchi di proteine vegetali e fibre come ceci e lenticchie rosse o grano saraceno. Tutti gli appuntamenti sul palco saranno condotti da Andy Luotto e dalla showgirl siciliana Eliana Chiavetta. Sono dedicati ai più piccoli gli appuntamenti con la blogger e presentatrice Chiara Maci – sabato 3 e domenica 4 giugno alle ore 18 - che guiderà i bambini nella preparazione di golose ricette a base di Bia cous cous utilizzando prodotti stagionali e locali all’insegna di un’alimentazione sana e nutriente. Novità di questa edizione l’apericouscous on the beach: da venerdì a domenica Filippo La Mantia firmerà gli assaggi di cous cous direttamente in riva al mare, per non perdere le ricette più golose anche sotto l’ombrellone. Tutti i giorni, dalle 10 alle 24, in viale delle Nazioni l’expo village con la possibilità di fare shopping tra le produzioni agroalimentari di qualità del territorio. E la sera spazio all’intrattenimento con concerti, spettacoli e vj-set al Palco Marinara.
RAVENNASPIAGGE
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II PUNTA MARINA TERME
Marlin: aperitivi a suon di soul, blues e reggae e in tavola buon pescato
MARINA DI RAVENNA
Peter Pan compie vent’anni all’insegna del relax e della buona musica dal vivo Vent’anni fa era un bagno dal passato glorioso e dal presente incerto. Oggi è uno dei più noti e frequentati di Marina di Ravenna. Allora si chiamava Bagno Trieste, dal 1997 è il Peter Pan, viale delle Nazioni, Marina di Ravenna 36. Da allora gestito da Stefano De Ruvo e Mirna Tozzola a cui negli anni si sono aggiunte anche Erika Villa e Francesca Fabbri. «Quando abbiamo cominciato – racconta De Ruvo, oggi 44 anni, da dietro il bancone dei cocktail – venivano i nostri amici, di Lugo, e pochi altri». Con il tempo gli avventori sono aumentati e cresciuti in tutti i sensi. «Molti sono cresciuti insieme a noi, so che non siamo percepiti come un bagno per famiglie, ma qui di fatto è pieno di bambini, e ormai ragazzi, di tutte le età… Perché abbiamo sempre cercato di creare un luogo che fosse anche a misura di famiglia, che poi cosa significa? Un posto in cui potessero stare bene i bambini, ma anche i genitori». Musica scelta con grande attenzione e piuttosto lontana dalle mode dei vari momenti, mai un happy hour, nemmeno nei momenti in cui questa formula andava per la maggiore. «Noi in realtà abbiamo sempre fatto quello che ci interessava fare senza inseguire le mode del momento, è stata più la moda a seguire noi… I cocktail? Sono una passione, mi piace provarne dei nuovi, studiare, e abbiamo sempre usato ingredienti di qualità, e quando usi cose buone, è anche più facile che ti vengano bene! Certo devi rinunciare magari a un ricarico maggiore. Ma questo con il tempo ci ha premiato». Se nel 1997 erano cinque persone a lavorarci oggi sono poco meno di trenta, compresi i quattro soci, mentre gli ombrelloni sono passati dai cinquanta ai centossessanta di oggi. «Per forza – scherza De Ruvo – quando si mette su famiglia, come è successo a tanti nostri clienti che oggi sono quarantenni o a noi stessi, serve l’ombrellone, il lettino non basta più». Perché al Peter Pan ci sono anche tanti clienti fissi, che ci passano la giornata appena possono magari
Il Marlin – stabilimento balneare e ristorante all’interno del complesso delle Terme di Punta Marina – è nato ed apprezzato per la sua varia e fantasiosa cucina di pesce legata alla qualità della materia prima e alla sua provenienza. Freschezza e quotidianità del pescato sono i due capisaldi del menù proposto. Ma si tratta anche di un locale che abbina la buona tavola e il paicevole rito dell’aperitivo con notevoli concerti live che spaziano dal solul al blues, dal jazz al funk fino al ritmo caraibico del reggae. Per la serie degli apertivi con concerto #WeLove SoulMusic, organizzati in collaborazione con il festival “Spiagge Soul”, il Marlin propone, per tutto maggio, una serie di appuntamenti (a partire dalle ore 18) da non perdere per i cultori di questi generi musicali. Si parte domenica 30 aprile con il trio Gloria Turrini, Michele Guidi e Bruno Farinelli (funk, soul, blues); domenica 7 maggio si esibiranno i Wild Wood (country, folk, blues) mentre domenica 14 maggio è la volta della vocalist statunitense Shanna Waterstown (nella foto); sabato 20 maggio saliranno sul palco del Marlin gli Steppin Razor, veri cultori dei ritmi giamaicani e dell’immortale repertorio reggae di Bob Marley; questa prima parte della rassegna si chiude sempre di sabato, il 27 maggio, con Miserable Man, straordinaria one man band, che spazia dal reggae al rocksteady allo ska. Una serata del tutto speciale, dal titolo “Sunset Soul” è invece in programma giovedì 8 giugno, che prevede una cena sulla terrazza panoramica del Terme Beach Resort (che offre una straordinaria vista mare) con menù a base di pesce fresco pescato dell'Adriatico accompagnata dalla musica della “soul queen“ newyorkese Joyce E. Jouille accompagnata dalla band Jazz. Inc. Un’evento di grande atmosfera, per palati raffinati, sia a tavola che in campo musicale.
MARINA DI RAVENNA UNA GRANDE SPIAGGIA PER LO SPORT E LA FAMIGLIA E TUTTI I SABATI LA MITICA PAELLA AL BAGNO ULISSE praticando sport sulla piastra di basket o nei sei campi da racchettoni e i due da beach tennis. E poi c’è il ristorante e la musica, dal vivo ogni settimana. «La musica dal vivo è sempre stata un elemento fondamentale. Ci abbiamo creduto da subito e non abbiamo mai abbandonato il progetto». Accanto ai concerti del sabato pomeriggio si sono affiancate le serate con Radio Melody e le collaborazioni con Spiagge Soul. Un’attenzione alle produzioni musicali del territorio che qui ha portato negli anni personaggi come Giacomo Toni, Supermarket e anche I Sacri Cuori, senza contare un concerto a ingresso libero sulla sabbia di Mannarino. E anche per l’estate 2017 la programmazione si annuncia piuttosto varia: la musica live del sabato comincia già il 29 aprile con The Marvellous, mentre il 6 maggio è la volta dei Lovesick Trio, a seguire The Lu Silver String Band (13 maggio), i Gattamolesta (nella foto, il 20 maggio) e per chiudere il 27 maggio i Banana Boat in 4. A giugno, oltre ai concerti del sabato, si aggiungerà anche Radio Melody “live” con la formule delle interviste a grandi artisti, il mercoledì sera, sempre dedicate al dj cesenate Magnus, tragicamente scomparso a febbraio.
Storico stabilimento balneare di Marina di Ravenna, al numero 78 del Lungomare, dal 2016 ha cambiato gestione con l'intraprendenza, la cortesia e il senso dell'ospitalità di Angelo Cassarino e Massimo Morolli. Nella grande spiaggia si può praticare ogni genere di sport all'aria aperta, grazie a un campo da calcetto, un campo di beach volley e cinque campi da bacchettoni. Ottimo il servizio di cucina, in estate a pranzo e a cena, con piatti fatti in casa e genuini della tradizione romagnola e di mare. Da sabato 13 maggio, tutti sabati sera, a partire dalle 20.30 è pronta in tavola la mitica paella (che, bisogna ricordarsi, è solo su prenotazione per 170 i posti disponibili). Spazio anche per i più piccoli e le famiglie in area attrezzata e protetta dove i bimbi possono giocare sicuri e “sotto controllo”. Il bagno Ulisse può ospitare feste e compleanni su prenotazione, anche in caso di maltempo, vista una grande sala al coperto e riscaldata. Info aggiornate su proposte culinarie ed eventi alla pagina facebook del Bagno Ulisse.
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III MARINA ROMEA
PUNTA MARINA TERME
Eventi imprevedibili e cucina generosa al nuovissimo Polka
Live music e happy hour danzanti al Ruvido con un nuovo ristorante… in giardino
Polka è un nuvo bagno nella localiltà “giardino” di Marina Romea ideato da un gruppo di giovani già esperti nella gestione di locali e associazioni culturali. luogo ideale per stare in spiaggia, un posto perfetto dove potersi rilassare, divertire, fare sport o anche solo assaporare il profumo del mare. Al Polka si può trovare una splendida piscina adatta a tutti, anche ai più piccini, per una tranquilla balneazione tutti i giorni dell'estate. Sono organizzate attività e corsi per adulti e bambini. Il Polka vuole essere anche un luogo per spettacoli, musica live, Dj set, e performance imprevedibili che stimolano, ogni volta, la curiosità e la voglia di godersi un bel momento al mare. Per il mese di maggio il Polka propone: martedì 1 maggio alle ore 16.30, Mr Turra Magic Show! Magia comica, carte sparizioni, nodi impossibili, anelli e palle volanti; domenica 7 maggio a partire dalle ore 17.30, la speciale compagnia dei Kalifà Kone Special Trio con un repertorio di afro, jazz, blues ricco, sorprendente, ipnotico e onirico. Il 14 maggio, dalle 17.30, la domenica si arricchisce con Maver Trio feat Capelli rossi e la "musica del porto", profumi di tango, Africa e sapori mediterranei. Domenica 21 maggio dalle ore 17.30 Zambra Mora con colori e sonorità balcaniche e zingare. Domenica 28 maggio dale 18, Moro e Silent Revolution con il loro folkpop transaltlantico Per quanto riguarda la ristorazione Polka ha scelto la tradizione della gastronomia romagnola alla base di ogni piatto, talvolta rivisitata con una creatività tutta contemporanea, senza rinunciare alla generosità dei sapori. Particolare cura viene prestata alla scelta delle materie prime di qualità, fondamentali nella storia della Romagna e alla presentazione dei piatti che possono essere gustati con i piedi sulla sabbia o nelle atmosfere dei colori della veranda, a seconda dell'umore, della
Dagli anni '90 uno dei bagni più vivaci della riviera ravennate, il Ruvido anche quest'anno proporrà eventi musicali dal vivo, divertenti serate aperitivo danzanti e ristorazione di qualità. Dopo il successo dello scorso anno, i martedì sera d'estate saranno dedicati alle istrioniche esibizioni musicali e circensi di Buskers. Come tradizione, ogni sabato pomeriggio sono in programma happy hour con musica dal vivo (pop, rock, blues, soul…) e un ricco buffet. La domenica, dalle ore 18 ancora happy hour, animato dalla musiche per ballare di un dj set. Per gli sportivi, oltre ai campi di beach volley e beach tennis, è disponibile anche un campo dedicato al dodgeball. A fianco del classico e sempre suggestivo ristorante in spiaggia con vista mare, quest'estate sarà allestito anche una nuovo spazio per pranzare e cenare nel “giardino” del Ruvido. Come sempre la cucina proporrà gustosi piatti della tradizione romagnola e marinara e particolari serate con menù a tema.
CASAL BORSETTI
Bagno Calipso, la spiaggia ideale per giovani e bambini
compagnia e dello stato d'animo. Al Polka c'è spazio per i bambini, le famiglie, l'animazione come ad esempio "Stradelli di Sabbia", una rassegna settimanale di spettacoli per bambini e famiglie, momenti di aggregazione e di ascolto collettivo. Performances dedicate ai bambini, molto gradite anche a un pubblico adulto che hanno l’intento di diffondere l’arte e creare momenti aggregativi e culturali fruibili da tutti. Al Polka si possono trovare spazi attrezzati con giochi creativi e dinamici, dove i bambini possono inventare giochi, arrampicarsi, scivolare, camminare in equilibrio, farsi spingere sulle altalene, ecc. I più piccoli possono giocare in zone d'ombra attrezzate.
La gestione del Bagno Calipso propone ormai da quasi 20 anni la possibilità di rilassarsi in riva al mare lasciando i bambini nell'ampia area giochi rinnovata di recente: un posto veramente ideale per le famiglie con bimbi piccoli! Già da maggio è possibile gustare un pranzo al mare, con la possibilità di scegliere diversi piatti anche per i piccoli o un aperitivo in compagnia. Da giugno partiranno anche i classici tornei estivi e un ricco programma di feste e appuntamenti musicali.
RAVENNASPIAGGE
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IV PORTO CORSINI
• ULISSE
Sport e concerti live sulla dolce spiaggia del QueVida. E in tavola buon pesce, pizza e piatti vegan
viale Lungomare 78 - Marina di Ravenna (RA) Tel. Tel. 0544 530515 - 340 9870313 FB: Bagno Ulisse
• PETERPAN viale Delle Nazioni 260 - bagno 36 Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 530402 FB: Bagno PeterPan www.peterpan36.com
• MARLIN – beach and restaurant viale C. Colombo 161 Punta Marina Terme (RA) Tel. 0544 439051 FB: Terme Beach Resort www.marlinbeach.it
• RUVIDO via C. Colombo 173 - Punta Marina Terme (RA) Tel. 0544 438400 - 342 8517915 FB: Bagno Ruvido www.ruvido.org
• QUEVIDA Alessia e Alessandro da ormai tre anni gestiscono il Bagno QueVida con energia e vitalità, per vivere l’estate alla grande. In primo piano lo sport: lo stabilimento è dotato di diversi campi da racchettoni, beach volley, un campo da basket e uno da beach soccer per venire incontro alle esigenze di tutti gli sportivi che in spiaggia amano cimentarsi in gare e tornei. Per chi lo sport lo ama guardare invece c’è il maxi schermo per seguire i più importanti eventi nazionali e internazionali. Il ristorante è aperto tutti i giorni a pranzo e a cena: fino a quando le temperature non consentiranno di mangiare all’aperto si potrà cenare nella veranda riscaldata. Il ristorante propone interessanti piatti di pesce e proposte vegetariane e vegane, non manca però la pizza cotta nel forno a legna. Tutti i sabati aperitivo con happy hour e la domenica concerti aperitivo. Il programma delle prossime domeniche, sempre con inizio alle ore 17, prevede già a maggio un ricco cartellone musicale live: domenica 30 aprile il pop anni ’80 di The Godivas (nella foto); domenica 7 maggio rock & southern stuff con i Gigowatt; domenica 14 maggio narco samba esplosivo con Ponzio Pilates; domenica 21 maggio soul rythm & blues con Stefania Martin Band; domenica 28 maggio dalla valle dell’Urgone, il rocksteady di The Urgonauts.
via Teseo Guerra 29 - Porto Corsini (RA) Tel. 340 4611262 www.spiaggiaquevida.com FB: QueVida
• POLKA viale Italia 83 - Marina Romea (RA) Tel. 0544 446606 FB: Polka www.polka50.com
CASAL BORSETTI
Overbeach, in riva al mare con gli amici a 4 zampe Da nove anni la gestione dell’albergo Bella Romagna, gestisce anche il primo bagno che trovate arrivando a Casalborsetti: il bagno Overbeach. Qui è possibile trascorrere le giornate in spiaggia in compagnia del proprio amico a 4 zampe, che può stare sotto l’ombrellone con i propri proprietari, inoltre proprio a fianco allo stabilimento si trova il tratto di arenile comunale in cui i cani possono fare il bagno: 70 metri di battigia per rinfrescarsi e divertirsi con il mare. Il bagno offre inoltre servizio di ristorante con specialità di pesce e pizzeria con forno a legna. E’ sempre possibile gustarsi un aperitivo in spiaggia e tra qualche settimana partiranno tante serate a tema ed eventi! Per chi viene da lontano o vuole passare la vacanza sempre con il proprio cane a seguito, all’albergo Bella Romagna, situato quasi di fronte allo stabilimento, si può alloggiare e disporre di una sala per colazioni e ristorante con l’accesso per i cani.
• OVERBEACH Via Ortolani 1 - Casalborsetti (RA) Tel. 0544 445600 Email: info@overbeach.it
• CALIPSO via Ciceruacchio 58 - Casal Borsetti (RA) Tel. 0544 445400 •
Pro Loco di MARINA DI RAVENNA
piazzale Marinai d'Italia, 20, Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 530117 •
Pro Loco di LIDO ADRIANO
viale Francesco Petrarca, 434 Lido Adriano (RA) Tel. 0544 495353
CINEMA
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CONTROCINEMA
L’EVENTO
Uno sguardo verso Cannes
Bollani musica Buster Keaton per chiudere il festival di Bellaria
I film in concorso e non che (forse) vedremo durante l’anno
“Blade of the Immortal” di Takashi Miike
di Albert Bucci *
Maggio è il mese del Festival di Cannes, film di grandi autori che quindi incontreremo nella prossima stagione, e che vale la pena guardare in panoramica. In concorso seguirei il nuovo Aus dem Nichts di Fatih Akin (La Sposa Turca), che fa riferimento al terrorismo neonazista in Germania; Noah Baumbach (già sceneggiatore di Wes Anderson) con The Meyerowitz Stories, storia di un anziano attore (Dustin Hoffman), con Adam Sandler e Ben Stiller. Il francese Robin Campillo fu già autore di Les revenants, da cui venne tratta la serie Tv omonima, e ora presenterà 120 battements par minute, ambientato a inizio anni '90 e che narra delle prime organizzazioni che lottarono contro il dilagare dell'Aids. Sofia Coppola invece porterà The Beguiled, remake del grande classico del cinema “nero” degli anni '70 La notte brava del soldato Jonathan (di Don Segel, con Clint Eastwood): qui il ruolo di Clint ora sarà preso da Colin Farrell, affiancato da Nicole Kidman e Kirsten Dunst, per una truce storia ambientata durante la guerra civile americana. E poi Michael Haneke e il suo nuovo Happy End con Isabelle Huppert e Jean-Louis Trintignant, con una famiglia borghese di Calais e il dramma dei rifugiati; Todd Haynes con Wonderstruck, altra surreale storia di universi paralleli tra il 1927 e il 1977, come già nel biopic su Bob Dylan Io non sono qui. Di sicuro sarà sorprendente il nuovo film di Michel Hazanavicius che, dopo l'omaggio al cinema muto di The Artist, si butta in un progetto al limite della follia: Le Redoutable, ovvero la biografia di Jean Luc Godard al tempo de La Cinese (maggio '68) e del suo matrimonio con l'attrice musa Anne Wiazemsky, qui interpretati da Louis Garrel e Berenice Bejo. Il greco Yorgos Lanthimos, che ricordete per la fantascienza distopica di The Lobster con Colin Farrell, ritorna con un nuovo film altrettanto misterioso e dalle venature horror quale The Killing of a Sacred Deer, altra disamina dell’evoluzione allucinatoria dei rapporti interpersonali, sempre con Colin Farrell affiancato da Nicole Kidman. Infine, fuori concorso, per chi ama il Giappone medievale, l'ultraviolenza e i manga, imperdibile sarà poi Blade of the Immortal di Takashi Miike, ispirato al manga L’immortale di Hiroaki Samura, storia di un Ronin immortale che deve vendicare, per conto di una ragazza, lo sterminio della sua famiglia. Probabilmente sarà il mio film preferito e, altrettanto probabilmente, non uscirà in Italia. Per cui spero di mostrarvelo in futuro in qualche festival ravennate. *Albert Bucci (Ravenna, 1968) è direttore artistico del Soundscreen Film Festival e consulente alla selezione del Ravenna Nightmare. È stato docente di Sceneggiatura presso l'Università Iulm di Milano, e produttore esecutivo di spot pubblicitari. In una vita parallela, possiede anche una laurea in Fisica Teorica. (Il suo vero nome è Alberto, ma in effetti è meglio noto come Albert).
DOCUMENTARI ULTIME
PROIEZIONI PER IL
“DOC
IN TOUR”
Ultimi appuntamenti in Romagna per la rassegna “Doc in tour” dedicata alle migliori produzioni di case di produzione dell’Emilia-Romagna, di autori residenti in un comune della regione e dei film con tematiche legate alla stessa Emilia-Romagna. In particolare sono previste proiezioni nella sale del Ravennate e del Riminese. Per il programma completo: http://cinema.emiliaromagnacreativa.it/it
Dal 25 al 28 maggio torna il Bellaria Film Festival giunto alla 35esima edizione, naturalmente a Bellaria Igea Marina. Ottimo il risultato delle iscrizioni (che si sono chiuse il 31 marzo): quasi 150 opere in concorso. Nel momento in cui andiamo in stampa non sono ancora stati comunicati i nomi dei 18 finalisti, che saranno invitati a presentare i loro i film al festival la cui direzione artistica è affidata a Simone Bruscia. Nato nel 1983 come Anteprima per il cinema indipendente italiano, negli ultimi anni il Bellaria Film Festival si è sviluppato come osservatorio sulla cinematografia documentaria attraverso due concorsi: Italia Doc, aperto a film documentari italiani di qualsiasi durata e formato, e Casa Rossa Art Doc, riservato ai film documentari dedicati al mondo dell’arte. I vincitori uscenti sono i film Mia madre fa l’attrice di Mario Balsamo e Il solengo di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, premiati ex aequo nel concorso Italia Doc, e Nicola Costantino. La artefacta di Natalie Cristiani, opera vincitrice del concorso Casa Rossa Art Doc. La cerimonia di premiazione del 35esimo Bellaria Film Festival si svolgerà domenica 28 maggio nel Parco culturale La Casa Rossa di Alfredo Panzini, con un ospite d’eccezione: il pianista e compositore Stefano Bollani. Al termine della premiazione, Bollani accompagnerà al pianoforte la proiezione del film di Buster Keaton Come vinsi la guerra, eseguendo dal vivo la colonna sonora da lui stesso composta per questo straordinario film comico, che è al tempo stesso un trascinante racconto d’avventura: uno dei primi 25 capolavori selezionati dal National Film Registry per la conservazione nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
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LIBRI
L’INTERVISTA
«La narrativa è uno spazio di libertà» Robecchi sarà a Ravenna con il giallo Torto marcio, mix di critica, satira e suspense
di Federica Angelini
Ospite a Scrittura Festival a Ravenna (in piazza Unità d’Italia il 28 maggio alle 18.30), Alessandro Robecchi è una firma storica della satira in Italia e da qualche anno anche un autore di narrativa. La sua serie di gialli editi da Sellerio è arrivata al quarto romanzo, Torto marcio, uscito nel 2017, con i protagonisti che avevamo conosciuto dal 2014 nel primo Questa non è una canzone d’amore. Scrivi programmi tv, articoli di giornali, saggi, rubriche. Non ti bastava? Perché la narrativa? «Verrebbe da dire: e perché no? Il mio mestiere è scrivere, mi piace provare diversi registri, linguaggi, forme. Ho fatto i giornali, la radio, la televisione. Ogni mezzo ha la sua specificità, il suo ritmo, direi. Ho scritto il primo romanzo perché avevo una storia in testa, e lì ho scoperto che la narrativa è davvero uno spazio di libertà: di tutte le scritture è quella che ha meno mediazioni tra quello che vuoi dire e quello che i lettori avranno in mano, non hai tempi, né misure tassative, meno condizionamenti. E poi, cosa sarebbero queste categorie? Tutti ricordiamo Flaiano per i suoi aforismi e i suoi pastiches saggistici, ma scrisse anche un grande romanzo (Tempo di uccidere). Beppe Viola scriveva di sport per la Rai, ma anche le canzoni di Jannacci, racconti e storie, Rossini scriveva opere buffe ma anche la Pétite Messe Solennelle. Fallo, divertiti e fallo bene». Tempo fa si sentiva spesso dire che il “giallo” è il nuovo “romanzo sociale”. I tuoi romanzi sono in effetti spaccati (anche) sociali, oltreché umani. Stai scrivendo il nuovo romanzo sociale? «Credo che la definizione del giallo come nuovo romanzo sociale sia di Petros Markaris, ma credo che ormai concordino un po’ tutti. Io vorrei allargare il concetto. Tutto quello che si scrive è in qualche modo “sociale”, dal romanzo alla lista della spesa. Se io scrivo di un delitto, delle sue vittime, di chi lo compie, di chi mette insieme i fili per risolvere il mistero, il luogo e il tempo in cui tutto accade non è estraneo alla vicenda, ne spiega i contorni, le motivazioni … Però non voglio sottrarmi alla domanda: forse se oggi il giallo appare “romanzo sociale” è perché spesso la narrativa non gialla lo è meno, molto “privata”, autoriferita». Nei tuoi romanzi è molto forte l’elemento della “classe”. Il tuo protagonista sembra quasi in imbarazzo dalla ricchezza che gli è toccata grazie al lavoro di autore di discutibili programmi televisivi e poi però vi si adagia comodamente mentre la sua governante dell’est gli attacca volantini per Medjougorie in giro per casa, con effetti peraltro esilaranti. Ma la
Alessandro Robecchi (foto Ivan Mattioli)
«I regimi puniscono l’indignazione e l’ironia, che è una buona arma, uno spirito critico condensato in una battuta» sinistra ormai è prerogativa di intellettuali che mangiano avocado e ascoltano Bob Dylan? «Se posso dire una cosa démodé, le classi sociali esistono. Ci sono gli ultraricchi, i ricchi, una classe media sempre più compressa e (tenetevi forte) i proletari, più infinite tonalità di tutto questo. Carlo Monterossi non ha alcuna sfumatura ideologica, ma ha un suo spiccato senso della giustizia. Ecco, io credo che se si ha un minimo senso di giustizia non si può ignorare la “questione di classe”, non si può fingere di non sapere che c’è chi ha troppo e chi troppo poco. La questione sulla sinistra garantita e benestante non mi entusiasma, credo che ormai si chiami sinistra per inerzia, per convenzione. Per me è “sinistra” chi lavora per ridurre le diseguaglianze e risolvere le ingiustizie sociali. Il resto è fuffa e opportunismo. Quanto a Dylan non so che dire: quelli “di sini-
stra” ascoltano Malher? Boh… Io spero di sì, spero che lo ascoltino tutti, anzi, così come per Dylan, o Shakespeare, o Majakovskij: ascoltare i poeti non fa mai male, rende liberi. Loro rimarranno, la caricatura di sinistra di cui parli tu, vedremo».
Rispetto al giallo classico i tuoi romanzi hanno altre due caratteristiche: i personaggi seriali e il rapporto molto stretto con Milano. Avevi in mente qualche modello in particolare? Quanto ha pesato Milano nella genesi dei tuoi romanzi? «No, non avevo in mente nessun modello, non sapevo che dopo il primo libro sarebbe nata una serie, ma Monterossi e i suoi co-protagonisti mi sono sembrati perfetti per dire quello che volevo dire e quindi ho scritto altre storie. In Di rabbia e di vento e in Torto marcio il combinato dei personaggi e della storia mi ha permesso di riflettere su due questioni: la rabbia non è più collettiva, è diventata un rancore privato. E poi la giustizia: è ancora possibile? Quanto è lontana la legge dalla giustizia? E quanto è lontana la giustizia amministrata ogni giorno dal nostro senso di giustizia, quello umano e profondo, se ancora ce l’abbiamo? Milano fa da sfondo a tutto questo, ma ne è anche parte in causa. La percezione che se ne ha nel resto del Paese è monodimensionale: moda, design, alti redditi, bei negozi… Invece è molto, molto altro. La questione degli alloggi popolari sfitti che vengono occupati che c’è in Torto marcio non è inventata: a Milano ci sono migliaia di alloggi popolari vuoti e sigillati, e gente che dorme in macchina o per la strada. E intanto ci si bea del “modello per il Paese” e della retorica sulla “capitale morale”, ci si vanta degli appartamenti da 15.000 euro al metro quadro nei grattacieli che il mondo ci invidia. Ecco, non beviamoci solo la narrazione ufficiale della luminosa capitale morale». Quanto il nostro sguardo sul mondo può cambiare in base alla città in cui viviamo? Roma, Milano e Napoli sono tre Italie diverse? «Ma ogni Italia è diversa, ogni città ha la sua anima e quindi il suo sguardo, per non dire la provincia… Io amo certi esilaranti cinismi romani, e al tempo stesso so riconoscere le sfumature calviniste milanesi. I luoghi comuni sono dietro l’angolo, sempre in agguato, però se sono
NEL DETTAGLIO TRA
GLI AUTORI DI
CROZZA
E AUTORE DE IL FATTO QUOTIDIANO
Sul suo sito www.alessandrorobecchi.it alla voce bio, Robecchi inizia così l’articolato racconto della sua ricca biografia (che si intreccia all’ampia bibliografia): «Sono nato a Milano, nel 1960. Per anni era abbastanza semplice, bastava dire che facevo il giornalista, ed era pure vero… poi le cose si sono un po’ complicate e ora non sarei più così sicuro (giornali, libri, romanzi, tivù, teatro… insomma… boh) Attualmente sono nella squadra di autori che scrive i programmi e gli spettacoli di Maurizio Crozza, collaboro con alcuni giornali come Il Fatto Quotidiano, pagina99 e Micromega.Ho scritto qualche libro (li trovate più sotto), ma solo qualche anno fa ho deciso di provare con i romanzi (gialli? noir?…mai capito la differenza…) per l’editore Sellerio di Palermo. Il protagonista si chiama Carlo Monterossi ed è uno che ha la tendenza a mettersi nei guai…»
“comuni” qualcosa di vero avranno. Siamo un paese con tanti popoli, più quelli che arrivano, io credo che questa sia una ricchezza». Nonostante cadaveri, misteri e ingiustizie di vario genere, nei tuoi libri si ride continuamente, a volte si ride amaro, a volte di gusto. Ma esiste secondo te il rischio che l’ironia si trasformi in una sorta di sguardo disincantato che scherma la realtà e permette di mantenere una distanza rispetto a ciò che magari ci dovrebbe indignare? «Maneggio la satira da quasi trent’anni e rifuggo come la peste la discussione teorica sull’argomento… Si ride perché nella vita, per fortuna, si ride anche. Ma vorrei dire che ridere può essere eversivo. Si ride di quello che ci pare assurdo, anzi, scrivendo, si racconta l’assurdo che ci circonda, e mostrarne il ridicolo è anche una forma di lotta, di denuncia. Non vedo contraddizione tra ironia e indignazione, tanto è vero che i regimi puniscono l’indignazione ma anche l’ironia, il Kgb batteva i bar e i mercati e arrestava chi raccontava barzellette sul regime, in Turchia puoi andare in galera per una vignetta... L’ironia è una buona arma, è uno spirito critico condensato». Scrivevi sul Manifesto, ora su Il fatto quotidiano, la prima domanda è: sei diventato grillino? «(Ride, ndr) Ero libero sul Manifesto, sono libero al Fatto Quotidiano. Totalmente. Quanto alle appartenenze politiche dirò questo: oggi abbiamo un tripolarismo perfetto, tra l’altro con tre poli con evidenti elementi di destra. Io rivendico il mio essere “equilontano”, non ascrivibile a questo o a quello. Poi siamo in una fase in cui se dici no a Renzi sei grillino, se dici no a Grillo sei renziano… divertente, a volte irritante, ma non è un problema mio, so che essere liberi espone alla critiche di chi lo è un po’ meno». La seconda domanda è: in epoca di social, post-verità, disintermediazione, scontri continui tra stampa e politica o stampa e comunità scientifica (per esempio sul tema vaccini), per raccontare il reale ci resta forse solo la finzione della narrativa? «Si racconta il mondo come si sa e come si può, la narrativa, la letteratura, giocano la loro partita. Certo, sulla Roma fascista ci ha detto di più e meglio il Gadda del Pasticciaccio che molti saggi, e un articolo onesto può dire cose sensate, può farlo anche una canzone… Credo che oggi, la narrativa sia ancora un grande territorio di libertà, cosa che si può dire assai meno dei media. Ma il sogno di una disintermediazione totale non regge: avremo sempre bisogno di qualcuno che traduce in parole quello che pensa. Rubo una frase a Gabriel Garcia Marquez: “Il dovere rivoluzionario di uno scrittore è di scrivere bene”».
LIBRI
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Da sinistra: Mauro Corona, Loredana Lipperini, Stefano Benni
L’INIZIATIVA
Da Kureishi a Benni: lo Scrittura Festival Nuova edizione per la kermesse dedicata ai libri e agli autori. Dal 22 maggio Inizia il 22 maggio a Ravenna la nuova edizione di Scrittura Festival dell’Associazione Onnivoro, per la direzione artistica di Matteo Cavezzali, dopo l’anteprima di primavera con Roberto Saviano. Come sempre gli spazi sono quelli del centro città e in particolare la piazzetta Unità d’Italia e Palazzo Rasponi, e la rinnovata sala Dantesca della Biblioteca Classense (in caso di maltempo gli incontri in programma all’aperto si tengono tutti a Palazzo Rasponi). Si comincia con uno sguardo all’estero e un autore di culto come Hanif Kureishi che parlerà del suo ultimo Uno Zero con Davide Tortorella, traduttore e autore televisivo, nella sala Dantesca della Biblioteca Classense alle 18.30. Il 23 maggio a Palazzo Rasponi alle 18.30 appuntamento invece con il giornalismo d’inchiesta: ci sraà infatti Emiliano Fittipaldi dell’Espresso, autore del best seller Avarizia. Le carte che svelano ricchezza, scandali e segreti della Chiesa di Francesco che gli è costato un processo a Città del Vaticano e parlerà di Lussuria. Peccati, scandali e tradimenti di una Chiesa fatta di uomini (Feltrinelli). Il 24 maggio sempre alle18.30 si terrà un incontro con gli autori finalisti del Premio Bancarella Matteo Strukul autore de I Medici – Una dinastia al potere e Valeria Benatti con Gocce di veleno al bagno Perla di Punta Marina. Il 25 maggio tocca invece a Giulia Gianni, a Palazzo Rasponi, con il libro rivelazione del momento sull tragicomiche avventure di una famiglia di nome e di fatto dal titolo
Stiamo tutti bene (La Nave di Teseo) che racconta di una famiglia omogenitoriale. Altra ospite attesa, autrice di un libro di cui si è parlato e letto tantissimo, è quella del 26 maggio: Andrea Marcolongo sarà in Piazza Unità d’Italia con il uo Greco lingua geniale dove offre nove ragioni per amare e per raccontare ciò che il greco sa dire in modo unico, speciale, diverso da ogni altra lingua. Alle 21 invece sarà ospite Mauro Corona, lo scrittore amante della montagna. Alpinista e arrampicatore, talmente noto da essere diventato di recente anche oggetto di un’esilarante imitazione da parte di Maurizio Crozza. Il giorno successivo si ricomincia in piazza alle 18.30
NEL DETTAGLIO TRE MATTINE PER
SCRIVERE CON MOZZI, PIEDIMONTE E STANCANELLI
Come ogni anno si terrà un laboratorio di scrittura nelle tre mattinate del 24, 25 e 26 dalle 10 alle 13 con altrettanti autori al Mar, Museo d’Arte di Ravenna. Quest’anno in particolare ci saranno Giulio Mozzi con una lezione dal titolo “Introduzione al dispositivo drammatico”, Stefano Piedimonte con “Epica di una giornata qualunque” ed Elena Stancanelli con “Scrivere per non lavorare. L’iscrizione alle tre giornate costa 50 euro, per una sola giornata la quota è di 25 euro. È possibile iscriversi presso la libreria Dante di Longo in via Diaz 39 o a info@scritturafestival.com
con Silvia Avallone che esordì con il libro Acciaio in cui ci mostrava il lato operaio della Toscana, lontano da colline del Chianti e negozi di souvenir, e che sarà a Ravenna per parlare di Da dove la vita è perfetta. Alle 21 sarà invece la volta un vero e proprio autore di culto come Stefano Benni tornato da poco in libreria dopo i successi degli ultimi quarant’anni con Prendiluna.Domenica 26 chiusura in bellezza con altri due grandi nomi: alle 18.30 Alessandro Robecchi (vedi pagina 12) e alle 21 Loredana Lipperini, giornalista culturale di Repubblica e voce di Fahrenheit su Rai Radio3 ha scritto saggi sulla questione femminile e su importanti autori come Stephen King, Alice Munro e molti altri, da poco in libreria con il romanzo L’arrivo di Saturno (Bompiani). ScrittuRa Festival tornerà poi dall’8 all’11 giugno a Lugo, da due anni seconda casa del festival. Si inizierà con l’inviato di Repubblica Riccardo Staglianò che racconterà di come la tecnologia rivoluzionerà il nostro modo di vivere nei prossimi anni, sarà poi ospite la scrittrice Teresa Ciabatti (vedi p. ), Alberto Rollo, storico direttore editoriale di Feltrinelli che ha lanciato molti degli autori più importanti del panorama italiano, oggi passato a Baldini&Castolidi; l’autrice Lidia Ravera che con Porci con le ali segnò l’immaginario del ’68 e ora torna per raccontare come quei giovani ribelli sono invecchiati con Il terzo tempo (Bompiani). Michele Dalai, editore e autore ironico torna col romanzo La lentezza della luce (Mondadori) sul gioco del calcio visto dagli occhi di un ragazzino e sul fatto che “ci vuole talento anche a non aver talento”. Sarà poi ospite Luca Briasco, per anni editor della narrativa straniera di Einaudi, oggi di MinimumFax, che parlerà di letteratura americana contemporanea. L’autore di molti best seller Andrea Vitali, scrittore amatissimo che ha venduto oltre tre milioni di copie sarà ospite dell’ultima giornata che verrà conclusa da un ospite a sorpresa.
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LIBRI
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L’INTERVISTA
«Stavo raccontando da anni la stessa cosa» Teresa Ciabatti, finalista allo Strega con il romanzo autobiografico La più amata, sarà a Cesena e a Lugo di Matteo Cavezzali
«No ti prego Matteo, l’intervista no. Dico sempre le stesse cose nelle interviste». Incontro Teresa Ciabatti a Tempo di Libri, la fiera del libro di Milano, in cui interviene in diversi incontri, ma pare che di rilasciare interviste non ne abbia più voglia. «Vedrò di farti domande diverse
così che tu non possa rispondere alla solita maniera». Insisto. «Va bene, ma solo perché siete una radio, perché di giornali non ne voglio fare più. Però ora ho poca voce, forse è meglio che rimandiamo». Veramente siamo un giornale cartaceo. «Ah». Teresa Ciabatti con La più amata (Mondadori) è una dei candidati favoriti per vincere il Premio
Strega 2017. Il suo romanzo è autobiografico e racconta il suo rapporto col padre Lorenzo Ciabatti, il Professore come lo chiamavano tutti, primario dell'ospedale di Orbetello, fascista convinto e amico di Licio Gelli. Teresa Ciabatti sarà ospite alla rassegna “La bellezza delle parole” (il 13 maggio, vedi p. 19) a Cesena e anche a ScrittuRa Festival a Lugo (l’8 giugno, vedi pag. 17). Nel tuo romanzo, come hanno detto anche nel candidarla allo Strega, unisce due filoni narrativi molto italiani, quello dell'autobiografia e quello dei “misteri italiani” é stata una decisione consapevole o é nata naturalmente dalla scrittura? «Decisione obbligata. Volendo parlare di mio padre, dei suoi misteri, di tutto quello che ho visto da bambina, dovevo per forza parlare di Massoneria e P2, seppur sullo sfondo». Quanto ti é costato umanamente mettere a nudo la tua infanzia in questo romanzo? «In realtà mi sono resa conto che stavo raccontando la stessa cosa da anni. Dal primo libro. E dunque anche la sofferenza ha avuto una sua trasformazione nel tempo. A un certo punto della scrittura è stata liberazione, congedo». Con questo romanzo hai “stregato” critica e pubblico, diventando da subito un fenomeno molto importante di questa annata letteraria, cosa ha di diverso questo libro rispetto ai suoi precedenti? «Credo sia più empatico. Nei precedenti non riuscivo a emozionare. Forse perchè esisteva una grande
parte di rimosso della mia vita. Mi sono sempre raccontata una storia un po' diversa. Ho dovuto raccontare la mia vera storia per riuscire a emozionare». Come giornalista hai intervistato molti dei grandi narratori contemporanei, quale ti ha segnato di più come incontro? E come scrittura? «Una delle interviste più belle è stata a Niccolò Ammaniti. Ma anche la recente conversazione con Walter Siti e Marco Santagata. Riguardo alla scrittura invece, sono molti gli scrittori contemporanei ad avermi condizionata: Sandro Veronesi, Edoardo Nesi, Alessandro Piperno, Rosa Matteucci, Valeria Parrella, Michela Murgia, Francesco Pacifico, Walter Siti, Simona Vinci. E altri». Hai detto che la narrativa italiana contemporanea é sottovalutata soprattutto dagli stessi intellettuali italiani. C'è una sorta di snobismo degli italiani verso se stessi? «Si tende a leggere più stranieri. Se si leggessero più italiani, si scoprirebbero autori e romanzi straordinari. Cito solo due romanzi bellissimi usciti da poco: Mi chiamo Sara, vuol dire principessa di Violetta Bellocchio (edizione Marsilio) e La nostalgia degli altri di Federica Manzon (edizione Feltrinelli)». Hai detto che nelle interviste rischi di dire sempre le stesse cose, quale domanda ti piacerebbe farti se dovessi, per assurdo, intervistarti da sola? Come ti risponderesti? «Vorresti tornare all'infanzia? Mi chiederei. La risposta oggi, solo oggi, sarebbe no. Rimango nel presente».
LIBRI
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Da sinistra: Bergonzoni, Fontana, Manzini e Vinci
IL FESTIVAL
Manzini, Vinci, Bergonzoni: tre giorni di “Bellezza delle parole” Alla Malatestiana denso programma con tanti big della scena nazionale tra dialoghi, reading, teatro e cinema Torna a Cesena, alla biblioteca Malatestiana, dall’11 al 14 maggio la rassegna “La Bellezza delle Parole”, un percorso tra poesia e musica, storie e immagini, cinema e teatro incentrato sull’idea di dialogo tra scrittori. Ecco allora che il 13 maggio alle 17 in L’io e i suoi doppi le ospiti saranno Loredana Lipperini, autrice, intellettuale, conduttrice radio, e Teresa Ciabatti (tra i favoriti per lo Strega con il suo recentissimo e lodatissimo La più amata vedi p. 18) mentre alle 15 del 14 maggio in Letterature Indipendenti si confronteranno Giorgio Fontana, autore Sellerio già vincitore del premio Campiello, e Claudia Durastanti, autrice e traduttrice di autori come Nickolas Butler. Camilo Sánchez incontrerà Giovanni Montanaro in un viaggio da Raffaello a Van Gogh, alle 21.15 del 13 maggio. Due giallisti e sceneggiatori tra i più importanti e amati d’Italia, Maurizio De Giovanni e Carlo
Lucarelli, parleranno dei misteri del Belpaese alle 11 del 14 maggio. E di misteri si occupa anche Antonio Manzini, l’ormai arcinoto scrittore che ha inventato il vicequestore Rocco Schiavone, a cui è affidata invece l’apertura di questa edizione alle 21 dell’11 maggio. Ma i grandi nomi della letteratura italiana non finiscono qui: Valerio Magrelli alle 18.45 del 13 maggio sarà impegnato in un reading-spettacolo dai suoi libri di poesia, mentre Laura Pariani indosserà le vesti di narratrice e burattinaia e, accompagnata dalla musica delle Malecorde, porterà gli spettatori con Dante e la guida di Rodari, nei gironi che descrivono l’Inferno dei tempi moderni (per bambini da 8 anni, alle 18 del 12 maggio). Reading anche del bravissimo Davide Enia con Appunti per un naufragio (ore 21 del 13 maggio), mentre il 14 maggio toccherà a Karen Venturini e a Simona Vinci che leggerà da La prima verità, il libro
CONVERSAZIONI
A confronto tra antichi e moderni: Boitani e Cacciari alla Malatestiana Alla Malatestiana prosegue il percorso nell'eccellenza e nell'autorevolezza della libreria di Malatesta Novello, accompagnati da un magister di oggi che guida alla lettura e alla comprensione del messaggio di un magister di ieri. E così il 5 maggio alle 17, nell’aula magna Piero Boitani terrà la conferenza dal titolo "Il grande racconto di Ulisse". Professore ordinario di Letterature comparate alla Sapienza - Università di Roma, filologo, dantista, scrittore, traduttore, critico letterario, ha vinto, fra i tanti, il premio Balzan per la letteratura comparata nel 2016; è membro di numerose Accademie italiane ed europee, compresa quella dei Lincei. Il 19 maggio invece a tenere la lezione “Umanesimo oggi” sarà Massimo Cacciari, filosofo, accademico e uomo politico (è stato parlamentare, eurodeputato, sindaco di Venezia per due mandati), professore emerito di Estetica all’Università di Venezia e di Filosofia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano (sua la fondazione della Facoltà); membro di varie istituzioni europee, è tra i fondatori d’importanti riviste di filosofia e cultura; è autore di volumi di grande spessore e respiro; da ultimo, un saggio capitale (Ripensare l’Umanesimo) nel volume "Umanisti italiani. Pensiero e destino (Einaudi 2016)".
che si è aggiudicato l’ultimo Campiello. Ad affrontare il complesso tema dell’adolescenza saranno invece Fabio Geda (autore di numerosi romanzi sul tema usciti per Einaudi), Giacomo Mazzariol, l’autore del fortunato Mio fratello rincorre i dinosauri (Einaudi), e il fumettista ravennate di fama internazionale Davide Reviati autore, tra l’altro, di Sputa tre volte (Coconino press) alle 15.30 del 13 maggio. Nelle sale del San Biagio il 14 maggio dalle 18.30 accompagnerà il pubblico Ermanno Cavazzoni, già autore per Fellini e istrionico prestigiatore di ogni forma di scrittura, anche quella che corre sopra le immagini come nel suo docufilm Vacanze al mare, e la chiusura alle 21.15 del 14 un dialogo più unico che raro tra Alessandro Bergonzoni e Roberto Mercadini. La direzione artistica della rassegna è di Emiliano Visconti di Rapsodia.
Cucina della tradizione romagnola con nuovi piatti a base di pesce
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LIBRI
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IL FESTIVAL
POESIA
Graphic design in volume Settima edizione per Fahrenheit 39 con Karel Martens Arriva a maggio la nuova edizione del festival Fahrenheit 39, a Ravenna alle Artificerie Almagià dal 19 al 21. F39 è il festival ideato e curato da Associazione Culturale Strativari di Ravenna che mette al centro della sua ricerca le pratiche di graphic design applicate al mondo del libro, con una particolare attenzione alle sue forme più innovative e di ricerca. Primo festival in Italia a occuparsi di questo tema, anno dopo anno è divenuto un punto di riferimento anche in Europa, grazie alla serie di conferenze tenute da curatori, studi grafici e designer provenienti da tutto il Vecchio Continente, alla mostra di libri d’artista ed editoria indipendente italiana e allo spazio di fiera/mercato dedicato agli editori per presentare e vendere i propri libri al pubblico. Per la prima volta il team di F39, composto da Emilio Macchia, Erica Preli, Fabio Sbaraglia e Gioia Boattini, sarà affiancato dalla presenza di un curatore esterno, l’artista e designer Stefano Faoro. In particolare, la settima edizione di F39 è dedicata al rapporto tra l’editoria e le pratiche performative, tema individuato proprio dal curatore. Una relazione la cui base si trova nel linguaggio – la parola parlata, trascritta, letta, raccontata, annotata – e nell’uso del corpo – i movimenti e segni nello spazio, la loro trascrizione e invenzione. Nei tre giorni della fiera si indagheranno i momenti in cui le due pratiche, editoria e performance, si uniscono. Il festival ravennate svilupperà allora un focus di ricerca sulle pratiche della grafica e del design in relazione alle arti performative, potendo contare sulla presenza di ospiti come Karel Martens (punto di riferimento della grafica olandese), la designer austriaca Astrid Seme, la critica e curatrice d'arte Barbara Casavecchia, il collettivo svizzero Maximage, Jonathan Pierini per la rivista "Progetto Grafico" di Aiap, e dei belgi Eurogroupe (ossia Laure Giletti e Gregory Dapra), tra gli altri. L’immagine della settima edizione di F39 (nella foto) è stata realizzata dall’artista ravennate Michele Papetti.
I N
Catalano sul palco del Bronson Il 15 maggio arriva al Bronson di Madonna dell’Albero (Ravenna), rock club di fama ormai nazionale, il poeta torinese alla ribalta della scene da qualche anno con i suoi versi d’amore: Roberto Catalano. Al momento è impegnato nel tour di un reading tra il lirico e l’esilarante Ogni volta che mi baci muore un nazista.
LA RASSEGNA MARCO TUTINO E DONATELLA DI PIETRANTONIO AL CAFFÉ LETTERARIO DI LUGO IN DUE INCONTRI
La direzione artistica
è affidata a un curatore esterno: Stefano Faoro
Venerdì 12 maggio alle 21 per la rassegna Caffé Letterario a Lugo, alla Sala del Carmine, Marco Tutino presenterà il suo libro Il mestiere dell’aria che vibra (Milano, Ponte alle Grazie, 2017). Nel volume, l’importante compositore racconta la passione per il suo lavoro, la genesi delle sue opere e i segreti del palcoscenico, le scelte tecniche e le fatiche organizzative che stanno dietro un singolo allestimento o una stagione teatrale, gli incontri felici e i feroci scontri con il potere, in tutte le sue incarnazioni. Venerdì 19 maggio, invece, alle 21, all’Hotel Ala d’Oro, Donatella di Pietrantonio presenta il suo L'Arminuta (Torino, Einaudi, 2017) in cui l’autrice affronta il tema della maternità, della responsabilità e della cura, da una prospettiva originale.
LABORATORIO
L I B R E R I A
Ravenna Disegnata di Paolo Bolzani
La nuova guida di Ravenna al tratto Le meraviglie di Ravenna come non si erano mai viste. In 45 eleganti disegni architettonici, le facciate e i particolari dei monumenti e degli edifici storici della millenaria città d'arte. Completano l’edizione bilingue italiano e inglese cenni storici e 11 percorsi turistici urbani. In libreria a 10 euro
LA SCRITTURA AUTOBIOGRAFICA IN TRE INCONTRI ALLA BIBLIOTECA LUIGI VAROLI Laboratorio di scrittura autobiografica alla biblioteca Luigi Varoli di Cotignola dal titolo “Madame Bovary sono io - come raccontare storie a partire da sé” con Elettra Stamboulis. Gli appuntamenti sono il 6, il 20 e il 27 maggio dalle 10 alle 12. Prenotazioni ( è possibile partecipare anche a uno solo degli incontri) allo 0545 908874 o varoli@sbn.provincia.ra.it.
TRADIZIONI BELLOSI
E BALDINI IN DUE APPUNTAMENTI
Doppio appuntamento per Eraldo Baldini (foto) e Giuseppe Bellosi, giovedì 4 maggio. Alle 17 saranno infatti ospiti della biblioteca Trisi di Lugo per la presentazione di “Misteri e curisosità della Bassa Romagna”, ed. Il Ponte Vecchio, mentre alle 21 saranno entrambi ospiti a Savarna a Ca’ Segurini (via degli Orsini 4) per parlare dei loro numerosi ultimi libri dedicati alle tradizioni, agli usi e alle curiosità della Romagna, sempre editi da Ponte Vecchio.
LIBRI
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STORIA
NEL DETTAGLIO/1 CINQUE MOSTRE TRA ARCHITETTURE E DINTORNI
Il festival del 900 nella città di Forlì Iniziato in aprile con i primi eventi, si snoderà fino a giugno e lungo tutto il mese di maggio il festival “Forlì Città del Novecento” organizzato da Atrium. Un progetto molto articolato che prevede intrecci con altre manifestazioni culturali in città (come il festival di arti performative Ipercorpo, vedi p. 13) e che comprende mostre, incontri, dibattiti, visite guidate, giornate di studio, “networking cafés” e proiezioni incrociando in particolare il mondo universitario. Tra questi il 17 maggio una tavola rotonda dal titolo “Diritti e Rivoluzione” dalle 11 alle 13 nell’aula 14 del Campus con Matteo Battistini, Marco Balboni, Steefano Bianchini e Raffaella Ghirardi (tutti del Campus di Forlì). Di Russia si parlerà anche il 12 maggio dalle 16 alle 18 all’ex Gil in un’altra tavola rotonda dal titolo “Censura e Semizdat nella Russia Sovietica” (a cui è dedicata anche una mostra nella stessa sede) con, tra gli altri, Boris Bekìlenkin (direttore della biblioteca “Memorial” di Mosca), Francesca Gori (Presidente di Memorial Italia) e le docenti universitarie Antonella Salomoni e Maria Zalambani. Sempre nei locali dell’ex Gil l’11 maggio si parlerà invece (alle 16) del volume di Carlo Greppi Uomini in grigio insieme all’autore e a Gianluca Corzani, mentre il 19 maggio l’intera giornata sarà dedicata a un confronto sull’Italia nella Grande Guerra, tra nuove ricerche e bilanci storiografici. Il 20 maggio alle 18 il tema sarà: “Fascismo e società italiana”, un dibattito aperto a partire dal volume di Carlo de Maria che coordinerà anche la conferenza dal titolo “Fare storia locale oggi, tra ricerca, didattica e uso pubblico della storia” con Maurizio Ridolfi, Marco Carretttieri, Elena Paoletti e Mario Proli, il 26 maggio alle 17. Il 31 maggio invece Gianfranco Miro Gori presenterà il suo volume Le radici di Fellini, romagnolo nel mondo, il 31 maggio sempre alle 17. Spiccano poi nel programma anche le due giornate di studio del 25 e 26 maggio sempre all’ex Gil che vedono la partecipazione anche di Roberto Balzani, storico, docente ed ex sindaco della città. E ancora, il 13 maggio sarà invece dedicato alla biblitoeca come Spazio pubblico.
Cinque le mostre allestite all’interno del Festival. Per tutta la durata dela rassegna è in programma “Architettura e Urbanistica nelle Terre d’Oltremare, Dodecaneso, Etiopia, Albania (1924-1943)” con visite guidate il 1, 14 e 21 maggio alle 10.30 e il 27 maggio alle 16.30. La mostra è allestita nei locali dell’ex Gil di via Libertà. Negli stessi locali è inoltre possibile vedere anche altre quattro mostre che inaugurano nel corso del festival con eventi collaterali collegati ai diversi temi e che sono: “Why Revolution? 1917: Parole e immagini”, mostra dei lavori degli studenti delle scuole di Forlì e dei Mirees (5 maggio), “Dalla censura e dai samizdat alla libertà di stampa URSS 1917-1990” (12 maggio), “Il nuovo Santarelli: da Asilo infantile a hub culturale” (24 maggio). Dal 21 maggio sarà visibile, infine, anche “Una ricognizione. Torri dell’acqua in Romagna”.
L’ex Gil di Forlì
NEL DETTAGLIO/2 PASSEGGIATE PATRIMONIALI ALLA SCOPERTA DELLA CITTÀ Diversi gli appuntamenti con le cosiddette “passeggiate patrimoniali” alla scoperta appunto delle architetture novecentesche. Il 3 maggio si andrà nel centro storico di Ca’ Ossi, mentre il 21 maggio dalle 20.30 un viaggio nella Forlì sotto le bombe: rifugi, macerie e speranze: una passeggiata guidata in centro storico alla ricerca di testimonianze sui mesi terribili del secondo conflitto mondiale con partenza dal bar Roma.
ARTE
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FOTOGRAFIA/1
CERAMICA
Ravenna Festival va al museo In mostra “Musiche” di Lelli e Masotti e la videoinstallazione “Vuoto con memoria” CINQUANT’ANNI DI ALCHIMIE DI GIO URBINATI ALLA FAR DI RIMINI
Una foto di Lelli e Masotti in mostra al Mar Steve Beresford “Workshop Freie Musik” Berlino, Akademie Der Kunste
Primo evento in calendario per Il Ravenna Festival è quest’anno al Mar di Ravenna dal 19 maggio all’11 luglio (ogni giorno tranne il lunedì) dalle 9 alle 18 con la grande fotografia d’autore. Due sono le proposte ospitate al Mar. La prima è la rassegna “Musiche” di Roberto Masotti e Silvia Lelli, viaggio fotografico tra i protagonisti di linguaggi musicali tra loro molto diversi, da Keith Jarrett ad Arvo Pärt, da Astor Piazzolla a Claudio Abbado. «Non più musica alta e bassa – scrivono Lelli e
Masotti – seria, leggera, pesante, ma compresenza attiva nel paesaggio musicale che vive attorno a noi. Non c’è volontà di catalogazione, di elenco, di tassonomia, c’è una serie che si compone e si scompone, un percorso personale ed evocativo che ricorda momenti inesorabilmente fissati». La seconda proposta del Mar è la videoinstallazione “Vuoto con memoria” di Lelli, esito di un’ininterrotta ricerca negli spazi silenziosi di quella meraviglia architettonica che è Palazzo San Giacomo a Russi, con musiche di Luigi Ceccarelli.
Fino al 7 maggio alla Far – Fabbrica Arte è visitabile la mostra di Gio Urbinati dal titolo Cinquant’anni più uno di alchimie. Mezzo secolo di attività costituisce un significativo traguardo professionale che l’artista ha voluto celebrare con una grande mostra antologica condensando i suoi lavori ceramici dagli anni ’70 ad oggi. «Acqua e fango si son presi i miei sogni, il fuoco li ha resi solidi» è solito dire Gio Urbinati. La virtù dell'artefice risiede nel saper raccontare. E quello di Gio Urbinati è un racconto spesso intriso di mito e di favole. Un racconto che dura ormai da cinquant’anni, sfrontato, divertito, vigoroso come la sua indole, sfruttando tutte le piste alchemiche che l’argilla e le sue trasformazioni può produrre. Dalle città verticali e fantastiche costruite con i suoi precarissimi castelli di carte ceramici, metafora di una vita sempre in bilico tra cadute e risalite, alla pasticceria in ceramica che dissimula il vero con una virtuosistica imitazione di prelibatezze dolci. Dalle serie di ciotole simbolo ancestrale e contenitore ab antiquo, ai totem che si innalzano poderosi come una selva in cui perdersi; sino ai teatrini beffardi e grotteschi che mettono in scena lo spettacolo della vita.Orario: 1013 e 16-19 chiuso i lunedì non festivi.
CONTEMPORANEA
ILLUSTRAZIONE
UNA RASSEGNA DEDICATA ALLA VITA E ALLE OPERE DI HERMANN NITSCH
Volti e paesaggi di Tullio Pericoli al Museo delle Cappuccine di Bagnacavallo
Fino al 4 giugno alla Galleria FaroArte di Marina di Ravenna sarà allestita la mostra "Hermann Nitsch. La Crudeltà nell’Arte". La retrospettiva dedicata a uno dei più discussi interpreti viventi dell’arte internazionale dalla seconda metà del Novecento è a cura di Capit Ravenna. La retrospettiva, che ricorre nel decimo anno dalla visita di Hermann Nitsch proprio a Marina di Ravenna in occasione della mostra allestita da Capit al Park Hotel nel 2007, è stata curata in collaborazione con la Fondazione Nitsch di Vienna e la famiglia Nitsch stessa. Durante la mostra è proiettato anche un documentario ideato da Capit che ripercorre i momenti importanti della vita dell’artista. La mostra è divisa in sezioni tematiche, che raccontano le varie sfaccettature dell’opera nitschiana sia tramite vere e proprie opere pittoriche singole provenienti da collezioni private o facenti parte del materiale d’archivio della Fondazione Nitsch concesso gentilmente dall’artista stesso, sia grazie alle straordinarie fotografie che illustrano le sue performance e agli oggetti utilizzati durante le varie Aktionen. La mostra è visitabile nella Galleria FaroArte di Marina di Ravenna Piazza Marinai d’Italia 20 - nei seguenti giorni e orari: martedì, giovedì, sabato, domenica e festivi, dalle 15 alle 18. Altri giorni su appuntamento.
FOTOGRAFIA/2 LE
STAR DI
HOLLYWOOD
A
CESENATICO
Fino all’11 giugno a Cesenatico, alla galleria d’arte Leonardo da Vinci (viale Anita Garibaldi), sarà possibile visitare La mia Hollywood - Una vita inseguendo le stelle, mostra fotografica di Arnaldo Magnani con oltre settanta foto di star del cinema. La famiglia Magnani vanta un archivio di oltre 21mila immagini, delle quali la metà inerenti i divi fotografati nella Grande Mela. Da questa mole, archiviata in cartaceo e in digitale con la supervisione di Mirko Pastorelli e Mario Magnani, sono state selezionate le 300 fotografie che l'editore Roberto Mugavero di Minerva ha inserito nel libro fresco di stampa, i cui testi e le interviste sono state curate dal giornalista Giacomo Mascellani. Una selezione di 70 foto compone la mostra curata dallo stesso Mascellani e da Elena Mantucci. Ingresso gratuito.
Al Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo inagura il 29 aprile e sarà visitabile fino al 23 luglio una mostra dedicata al grande Tullio Pericoli realizzata in collaborazione con Galleria Ceribelli di Bergamo. In un percorso di più di settanta opere la mostra Storie di volti e di terre racconta l’immaginario creativo di Tullio Pericoli, non solo uno dei più amati disegnatori italiani ma artista a tutto tondo, in grado di spaziare con disinvoltura tra tematiche e linguaggi diversi, dalla caricatura alla pittura di paesaggio, dall’illustrazione alla scenografia, dalla ritrattistica alla regia teatrale. Seguire le opere di Tullio Pericoli esposte in mostra vuol soprattutto dire ripercorrere la storia di una doppia e irrinunciabile attrazione, quella per la forza evocativa e narrativa del paesaggio e del volto umano. L’opera è raccontata attraverso una cifra stilistica, fondata spesso su raffinate trame grafiche e sottili registri tonali. Sono paesaggi che si rivelano come volti, il volto in questo caso della terra marchigiana, dove lo sguardo di Pericoli sa muoversi con estrema confidenza. La stessa sensibilità si riscontra nei ritratti più intensi di Pericoli, dove i volti sfumano in paesaggio e il segno ripercorre tracce biografiche altrimenti segrete. Come il volto di Samuel Beckett, che appare come un terreno accidentato, o quello di Eugenio Montale, dal profilo austero e immobile come un promontorio. Orari mostra: martedì e mercoledì, 15-18; giovedì, 10-12 e 15-18; da venerdì a domenica 10-12 e 15-19. Chiuso il lunedì. Aperto il 1 maggio e il 2 giugno. Ingresso gratuito. Info: www.museocivicobagnacavallo.it.
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FORLIMPOPOLI
L’antica anima multiculturale della Romagna Dentro al Maf, nato dalla passione di un campanaro professionista e poi da quella di un maestro, oggi gestito da Ravennantica di Elettra Stamboulis
ma anche mostre temporanee, eventi e le imperdibili archeogite tra didattica e teatro
preparata, segno dei tempi che cambiano... Ora il museo è ovviamente un’altra cosa: un centro di conservazione e ricerca, ma anche un luogo di incontro e approfondimento ed è gestito da Ravennantica, che segue sostanzialmente lo stesso format dello spazio espositivo di Ravenna. Visite guidate, programma di attività laboratoriali per i più giovani, conferenze divulgative sull’antico e non solo, mostre temporanee come quella fotografica sulla resistenza femminile visitabile fino al 2 giugno Occhi che hanno visto con scatti di Fracchiolla e Bardi dei volti delle staffette partigiane ancora in vita. È anche questa un’archeologia della nostalgia tutto sommato, che indaga in un volto la geografia di un paese che sembra perso per sempre ed è quindi tutto sommato naturale che venga ospitata insieme alle epigrafi dei primi secoli dell’età nostra che testimoniano quanto Forlimpopoli, o meglio Forum Popili, fosse eterogenea dal punto di vista linguistico ed etnico. Se vi soffermate e leggete in nomi, scrutate nelle steli e immaginate, un po’ come faceva Kavafis nelle sue poesie, chi furono questi ospiti della terra sotto di noi, scoprirete che la Romagna multiculturale non è cosa di oggi. Nelle sei sale che compongono la mostra navigherete in un tempo lungo, ma non perdetevi nelle ricostruzioni dei buchi, godete invece di quanto c'è. Oltre alla visita da soli o in compagnia, vorrei fare una menzione particolare per le archeogite, una novità della didattica di quest’anno: si tratta di percorsi di 2 ore e mezzo, pensati in particolare per le scuole, che prevedono sia la classica visita guidata, ma anche l’animazione teatrale, il mascheramento, la rappresentazione drammatizzata... ad esempio nelle vesti degli antichi romani, oppure alla corte del signore, il tutto condotto dall’animatore e regista teatrale Roberto Fabbri. Un’occasione di qualità e vicina per far fare un’esperienza veramente immersiva nella storia. Senza dimenticare che la sedimentata Forlimpopoli è la patria dell’Artusi e che quindi si può mangiare veramente bene...
passato: condurrà scavi importantissimi, per esempio quello di Podere Canestri, uno dei più importanti per il Paleolitico inferiore di tutta la Romagna. E nella nuova veste il museo è diretto da una donna, laureata e molto
Info: www.maforlimpopoli.it Venerdì: dalle 9 alle 13; sabato; dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.30; domenica: dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 18,30, mercoledì e il giovedì dalle 9 alle 13 apertura su richiesta. Per le archeogite: tel. 0543 748071.
Cosa c’era in Romagna 6mila anni fa? E nel Paleolitico, vale a dire 1 milione di anni fa (grosso modo, eh)? La nostra immaginazione nel pensare gli altri nel tempo tutto sommato è limitata. Viviamo in un eterno presente, pensando al massimo alle generazioni dei nostri nonni, e in questo non siamo diversi da chi ci ha preceduto. Eppure l’archeologia è la forma di indagine immaginativa, una forma quasi leopardiana di sapere, tra le più suggestive. Essa è nata parallelamente all’imperialismo, questo è un dato di fatto, ma ne è anche una sua temeraria e indomita avversaria, se diviene strumento di conoscenza e immaginazione di un altro che fu qualcosa di diverso da noi, ma allo stesso tempo simile. L’archeologia risveglia una nostalgia del futuro, è una forma blanda di memento mori, ci ricorda inevitabilmente la nostra fragilità e temporalità. È un buon antidoto al narcisismo, ed è sicuramente una buona siepe per immaginare l’infinito e reo tempo. E in Romagna è stata molto amata. Un po’ perché siamo terra di confine, un po’ perché siamo una pianura di terra da arare e coltivare, le storie dalla terra
NEL DETTAGLIO LE
CONFERENZE DI MAGGIO
In programma al Maf, nel mese di maggio: venerdì 12 alle 18 “Il ripostiglio di Forlimpopoli tra studi passati e recenti scoperte del Bronzo finale” con Annalisa Pozzi, archeologa, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna; venerdì 19 maggio alle 18 “La morte che racconta la vita: l’antropologo sul campo” Mirko Traversari, antropologo, dell’Università di Bologna; sabato 27 maggio alle 18, “Fedro. Le favole. Presentazione della nuova traduzione per Rusconi Libri (Classici Greci e Latini)” con Lorenzo Montanari, docente di Lettere nei Licei, traduttore di testi classici, letture a cura dei volontari del Fai Giovani Forlì-Cesena. Musiche a cura di IRIS Quarte.
sono sempre state ben praticate e il museo di Forlimpopoli, riaperto nel 1961 e rinnovato nel 2014, fa parte di quel particolare reticolo di piccoli musei dell'antico che caratterizzano molte esposizioni che puntellano il nostro territorio e che ci mostrano attraverso gli oggetti sopravvissuti al naufragio dei tempi che qui c’era qualcun altro prima di noi. Soprattutto ci attestano l’interesse di “non addetti ai lavori”, di autodidatti, di appassionati piccoli Schliemann, per la conservazione e la raccolta di questi fossili della memoria. Il museo Tobia Aldini, ora per questa mania che si ispira al Moma di New York ribattezzato Maf, deve la sua esistenza in particolare a un personaggio di que-
sto tipo, Andrea Benini. Era un campanaro, che aveva potuto completare solo le elementari per andare direttissimo a lavorare. Ma era curioso, raccoglieva, annotava, conservava. Nel 1935 riescì a esporre in una sala questi suoi cimeli, che andavano da documenti sulla storia del paese a reperti archeologici di varie epoche. Nel 1951 però l’interesse si spegne, e si deve far spazio ad un cinema: niente nostalgia del passato, siamo innamorati
della visione in movimento... Eppure Benini continua e dieci anni dopo riapre ufficialmente il museo nella grande sala al piano nobile della Rocca. Nominato ispettore onorario dalla Soprintendeza alle Antichità di Bologna, dovrà cedere il passo alla direzione del museo a Tobia Aldini, che rappresenta un’altra figura tipica dell’intellettualità locale romagnola, quella del maestro. Aldini infatti ha completato gli studi alle Magistrali, ma ha sempre coltivato la passione per il
Non solo reperti,
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TEATRO
150 ragazzi in scena per gioco A Rimini e Santarcangelo la 14esima rassegna del Laboratorio Stabile Alcantara Al via sui palcoscenici di Rimini e Santarcangelo di Romagna la 14esima rassegna Teatropergioco con gli spettacoli dei ragazzi del Laboratorio Stabile Alcantara. Si comincia già sabato 29 aprile alla Casa del Teatro e della Danza (Rimini) quando i giovani, ispirati da Roal Dahl, si ribellano alle imposizioni della scuola per incontrare “La maestra perfetta”. Fino al 28 maggio un mese di allestimenti inediti che coinvolgono 150 ragazzi in un felice percorso creativo collettivo che vuole essere, spiegano dall’organizzazione «opportunità di maturazione e crescita, dentro e fuori dal palco, attraverso tour nell’Inferno dantesco, futuri da riscrivere, dubbi da sciogliere, giardini segreti e contesi, favole senza lieto fine, vissuti che diventano esperienza da condividere». Dal 1988 il Laboratorio Stabile Alcantara fa vivere l’esperienza teatrale a bambini e ragazzi. Progetto educativo a lungo termine che diventa luogo di formazione in cui giovani e giovanissimi giocano il proprio teatro di vita, scoprono valori importanti (rispetto, fiducia, attenzione, sensibilità, ascolto), conoscono l’autocritica e l’ironia per esprimersi e comunicare sviluppando uno sguardo sul mondo e su loro stessi. Energia, divertimento e creatività sono state le parole d’ordine delle 150 persone (bambini, adolescenti, giovani, adulti, la sezione “psicosociale”…) coinvolte nelle differenti attività da Damiano Scarpa, Anna Rita Pizzioli, Grazia Perazzini, Sara Galli, Elena Manenti e Marco Cesto-
naro presso le sedi di Rimini e Santarcangelo di Romagna. A completamento del percorso sono ora pronti a debuttare gli spettacoli inediti di Teatropergioco, in cui i partecipanti raccontano, e si raccontano, al pubblico attraverso una forma artistica compiuta e curata. Lavori collettivi contraddistinti dal caratteristico approccio dei laboratori Alcantara: non si “prepara” lo spettacolo ma “ci si prepara” allo spettacolo, creando le condizioni di responsabilità, partecipazione e collaborazione che rendono pos-
sibile la magia dell’arte della scena. Teatropergioco 2017 presenta 10 spettacoli, per 13 repliche complessive, dal 29 aprile al 28 maggio tra il Teatro degli Atti di Rimini, la Casa del Teatro e della Danza di Viserba Monte e il Teatro Il Lavatoio di Santarcangelo di Romagna. Ecco il programma: sabato 6 maggio, alle 21, al Teatro degli Atti di Rimini “Dramma o commedia?”: un tour last minute alquanto particolare, organizzato fra i gironi dell’Inferno dantesco, permette di avvicinarsi alle
figure principali della Divina Commedia. Domenica 7 maggio, ore 18, al Teatro degli Atti di Rimini va invece in scena Più o meno teatro, un surreale laboratorio teatrale, durante il quale i ragazzi sono chiamati a decidere il tema su cui lavorare. Giovedì 11 maggio, alle 21, al Lavatoio di Santarcangelo di Romagna si fanno “Due passi nel futuro” in cui, catapultati in due ipotetici scenari futuri, i ragazzi rimangono imprigionati fra le tenebre di una presunta catastrofe e le luci del progresso tecnologico. Sabato 13
maggio, alle 21, si torna al Teatro degli Atti di Rimini per “OZ – andata e ritorno”, trasposizione metaforica del celebre “Mago di Oz”, viaggio di scoperta e crescita durante il quale ognuno esprime il proprio personale approccio nei confronti della realtà. Domenica 14 maggio, ancora gli Atti di Rimini, doppio appuntamento: alle 18 “Il giardino segreto” - liberamente ispirato a “Il bambino che sognava l’infinito” di Jean Giono e alle 19 “Il giardino conteso” - liberamente ispirato a “Il bambino sotto vuoto” di Christine Nostlinger, mentre giovedì 18 maggio sempre agli Atti ma alle 21 ecco gli “Appunti di bellezza” tra autobiografia, fiabe tradizionali e monologhi d’autore. Domenica 21 maggio, alle 18 si torna invece al Lavatoio di Santarcangelo per “Alice oltre lo schermo” mentre sabato 27( ore 21) e domenica 28 maggio (ore 19 e 21) il finale è alla Casa del Teatro e della Danza di Viserba di Rimini con “Vie”, cinque vie, cinque percorsi per trovare e trovarsi, per esplorare luoghi dell’anima e luoghi fisici, per conoscersi, imparare e insegnare. All’interno di uno spazio scenico inusuale gli attori macinano strade e parole. Vissuto che diventa esperienza, da rivivere e condividere. Posti limitati, prenotazione obbligatoria a info@marcocestonaro.it Gli spettacoli di Teatropergioco più rappresentativi, per tematiche e tecniche di rappresentazione, verranno selezionati per il cartellone della Stagione Teatrale di Arcipelago Ragazzi 2017/2018 dedicata alle scuole della provincia. Ingresso a donazione libera in favore di Emergency per l’ospedale pediatrico di Mayo (Africa). Informazioni: 0541 727773 – 320 0261464. Info: www.alcatarateatroragazzi.it, Facebook Alcantara Teatro.
IL FESTIVAL
Quando il teatro pensa anche ai più piccoli: Artebebé Tra Lugo, Bagnacavallo e Alfonsine la rassegna di Drammatico Vegetale con appuntamenti adatti anche a bimbi di un anno Dal 4 al 27 maggio tra Alfonsine, Bagnacavallo e Lugo va in censa “Artebebè 2017 L’importanza del colibrì”, festival di arte e teatro per bambini e bambine da 1 a 11 anni. Drammatico Vegetale propone come di consueto da dieci anni, in collaborazione con le rassegne “La città dei bambini di Lugo e di Bagnacavallo” e per il terzo anno con il cinema Gulliver di Alfonsine, un’edizione primaverile di Artebebé. L’immagine del festival di arte e teatro per la prima infanzia è stata affidata all’illustratore marchigiano Luca Di Sciullo (i suoi disegni sono apparsi su Lo Straniero e su Hamelin), il cui lievissimo colibrì, il volatile più piccolo del mondo, rappresenta la composita meraviglia dei bambini (http://cargocollective.com/lucadisciullo). Nel dettaglio il programma della decima edizione di Artebebè sarà così articolato: giovedì 4 e giovedì 11 alle 21, ad Alfonsine (Cinema Gulliver) sarà proiettato il film La tartaruga rossa di Michaël Dudok de Wit (Francia, Belgio, Giapponefilm d’animazione dai 6 anni e adulti); domenica 7 alle 17, a Bagnacavallo (Palazzo Vecchio) vanno in scena I Circondati con Tri quater! (nella foto),
teatro di strada dai 3 anni e adulti. Sabato 13 alle 17 appuntamento a Lugo, nel Salone Estense della Rocca con Drammatico Vegetale e lo spettacolo ispirato ai classici del grande autore danese: Quattro volte Andersen (adatto dai 3 agli 8 anni) mentre il 14 si torna a Bagnavallo sempre con Drammatico Vegetale che presenta questa volta l’installazione interattiva da uno a tre anni Pin’occhio, in replica a Lugo il 27 maggio. Sabato 20 ancora alle 17 a Lugo, al Salone Estense della Rocca, il teatro multisensoriale di ScarlattineTeatro - Campsirago Residenza con Mileomaya (da 1 a 3 anni) in replica domenica 21 alle 17 a Bagnacavallo, Palazzo Vecchio Prenotazioni spettacoli e installazioni: Ravenna Teatro t. 0544 242365 in orario d’ufficio, dal lunedì al venerdì. Posti limitati. Informazioni e prenotazioni posti ancora disponibili un’ora prima t. 344 3897683. Ingressi spettacoli e installazioni a offerta libera, film di animazione 5 euro, biglietteria aperta un’ora prima. Informazioni: Ravenna Teatro, via di Roma 39 – RA – t. 0544 36239 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17.
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GUSTO
Una pianta di ortica e, a destra, il crescione
IN NATURA
Quell’antica conoscenza delle erbe di campo
Ortica, crescione, luppolo, tra le piante che dai fossi finivano in tavola dopo una passeggiata in famiglia di Giorgia Lagosti
Terra ricca di antiche tradizioni, la Romagna da sempre vanta la millenaria consuetudine rurale di saper riconosce e saper usare le erbe di campo, quelle spontanee che nascono in pianura lungo i fossi o sugli argini dei fiumi, nei prati, nelle pinete o, salendo, nei boschi collinari. In un passato infatti non troppo lontano, maga-
ri durante una soleggiata giornata primaverile, si partiva tutti insieme per la campagna a raccogliere quelle erbe, fiori o radici, che più che belle erano buone e benefiche: infatti, oltre a essere un utile rimedio per alleviare i piccoli disturbi quotidiani, quei raccolti erano la base di alcune tipiche pietanze da gustare in famiglia, riuniti attorno alla tavola.
Una specie di rituale culturale che poco più di cinquant’anni fa faceva felici tutti, dagli adulti ai bambini. Questi ultimi poi trovavano in quella esperienza l’espressione della propria libertà e, insieme, l’occasione perfetta stare all’aria aperta ad imparare a riconoscere i frutti della terra. Le nonne di Romagna hanno tramandato nel tempo una conoscenza pressoché esatta
delle erbe che crescono stagionalmente sulle nostre colline e nella nostra pianura, nonché dell’utilizzo che se ne può fare in cucina. Ed è così che possiamo trovare tutt’ora sulle nostre tavole piatti a base di erbe spontanee. Come non citare a tal proposito, i crescioni alle erbe (rosole, tarassaco, ortiche…), una delle più tipiche e apprezzate proposte gastronomi-
che della nostra terra, che traggono origine proprio dalla tradizione rurale. Poi le tagliatelle o i curzùl verdi di ortiche, le frittate con erbe miste, il sugo agli stridoli, i ripieni per i tortelli al crescione… E ancora gli asparagi selvatici, la cicoria, la carota selvatica, il luppolo selvatico, il tarassaco, lo scarpigno… l’elenco potrebbe essere ancora lungo.
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In collaborazione con Prenotazioni a partire dal 1° aprile fino al raggiungimento di 100 persone. L’evento si svolgerà anche in caso di maltempo con mezzi propri. La pedalata è assistita dalle Ciclo Guide Lugo.
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MAGGIO
R&DCULT maggio 2017
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L’ERBA/1
I mille nomi (e usi) degli strigoli in cucina Conosciuti anche con il nome di carletti, sclopit, schioppettini, sonaglini, cavoli della comare, bubbolini, cannatella, tagliatelle della Madonna, erba del cucco, gli stridoli sono una delle erbe spontanee più facili da riconoscere. Il nome? Sono mille le interpretazioni! Quello scientifico è silene vulgaris mentre “stridolo” forse deriva dallo stridore che fanno gli steli allo sfregamento. Poi c’è “schioppettino” che certamente è stato generato dallo suono che emette il fiore a palloncino quando viene schiacciato. Ancora, c’è la leggenda: si narra un certo Sileno, compagno di Bacco, avesse una grande pancia rotonda e da qui l’associazione al fiore panciuto dello stridolo; secondo altri racconti invece, il nome deriverebbe da “Selene”, la luna. Infine, il nome è anche connesso con la parola greca sialon (= saliva), riferito alla sostanza bianca attaccaticcia rilasciata dal fusto. Piante perenni, diffuse in tutta Italia, dal mare ai monti, fino a 1.600 metri di altitudine, crescono in pieno sole, soprattutto in terreni calcarei poco fertili e non eccessivamente ricchi di vegetazione, poiché temono la competizione di altre piante spontanee. Noti come pianta alimentare da tempi antichissimi, merita menzione una citazione del 1685 che riporta che, a seguito di una invasione di cavallette che distrusse gran parte delle coltivazioni nell’isola di Minorca (Spagna), gli abitanti si cibarono abbondantemente di strigoli. Veniamo ora alla loro raccolta che avviene solitamente in due momenti diversi dell’anno: le giovani piantine, nate dal seme caduto in estate, vengono prelevate da settembre fino a primavera quando fioriscono. Alcuni semi germinano invece in marzo-aprile ed allora le piante fioriscono più tardi, da fine primavera all’estate. Le foglie degli strigoli hanno una consistenza piuttosto carnosa e risultano particolarmente gradevoli, proprio perché croccanti, quando vengono aggiunte crude all’insalata. Il loro sapore ricorda un po’ quello dei piselli appena raccolti. Le foglie, insieme alle cimette, si usano anche cotte come tutte le altre verdure, ma si gustano soprattutto unite a frittate, sughi per pasta o ripassate in padella. Tipico è l’uso come ripieno per i ravioli, insieme a ricotta e parmigiano, al posto degli spinaci. Il modo migliore, però, per cuocere gli strigoli, è di scottarli direttamente in olio e burro in padella. In alternativa si possono usare al posto dell’ortica per il risotto. Ma con gli strigoli si possono realizzare anche pizze, polpette vegetali, tagliatelle, torte salate, minestre e minestroni. Recenti studi indicano negli strigoli un contenuto in sali minerali ed in fenoli più alto che negli spinaci, oltre che una buona percentuale di vitamina C. Per quanto riguarda le proprietà medicinali, gli strigoli risultano essere una pianta utile nelle oftalmie (affezioni degli occhi).
Una pianta di strigoli
L’ERBA/2 SCARPÈGN E PESALÈT LESSI O IN INSALATA Lo Scarpigno (in dialetto scarpègn) ed il tarassaco (sufiòn o pesalèt) sono due fra le erbe di campagna classiche della storia dei sapori della Romagna. Il primo viene usato per le insalate rustiche crude oppure viene lessato e poi saltato in padella, diventando un fantastico ripieno per la piadina. I suoi boccioli gialli poi, messi a conservare sotto sale, possono sostituire i capperi. Una curiosità: in passato allo scarpigno era riconosciuto il merito di favorire la produzione di latte nei bovini. Venendo al tarassaco, il cui nome deriva dal greco e significa turbamento, la credenza popolare del Cinquecento ce lo racconta come strumento per carpire la benevolenza del prossimo. Nel ‘600 le foglie erano portate al collo a mo’ di amuleti e le fanciulle, per sapere quanti anni mancassero al matrimonio, contavano i soffi per disperdere il palloncino. Pianta perenne, il tarassaco cresce dappertutto: incolti, giardini, lungo le strade, sia in campagna, sia in città (insomma: l’inquinamento Una pianta gli fa un baffo). di tarassaco In cucina se ne fa un uso del tutto simile allo scarpigno: sia in insalata, sia lesso.
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