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Ferrara
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Realizzato da COMUNICANDO di Balboni Nilla via Valli, 264 - Mirandola (MO) tel. 380 3892719 redazione.comunicando@gmail.com Stampa: Litocolor San Rocco di Guastalla (RE)
CON IL PATROCINIO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA FERRARA, STORIA E TIPICITÀ TRA TERRA E MARE EDIZIONE 2019
Ferrara, storia e tipicità tra terra e mare è un prodotto creato per essere un compagno di viaggio, un ricordo e perchè no un ricettario di specialità tipiche ferraresi da conservare o regalare.
“Valorizzazione e Promozione del territorio e delle sue eccellenze attraverso la scoperta delle specialità culinarie, delle tradizioni culturali ed edifici di interesse storico”. Con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, che ne ha capito lo scopo finale. L’obiettivo di questa iniziativa editoriale è proprio quello promuovere La bellissima Ferrara con i suoi palazzi e la sua storia, raccontare i paesi della pianura a volte dimenticati. Intendiamo promuovere tutti i comuni del territorio, con i percorsi turistici, beni culturali ed evidenziando l’importanza delle tradizioni enogastronomiche. Alla scoperta della variegata produzione agroalimentare locale che si caratterizza per un ampio numero di prodotti tipici. Portando il lettore a visitare i siti dei comuni e attingere informazioni. Così come la valorizzazione del dialetto di questa terra, da non dimenticare! La guida sarà bilingue Italiano, Inglese e ogni spiegazione storica essenziale ma abbinata ad un QR-CODE per chi fosse interessato ad approfondire. Se abbiamo dimenticato, sbagliato, mal interpretato, siamo a disposizione per migliorare ed integrare l’anno prossimo, siamo a disposizione di pro Loco, comuni, associazioni e cittadini che vorranno comunicarci le loro sagre e fiere e sarà ns. cura pubblicarle, così come le ricette della tradizione, o storie scritte in dialetto, per non dimenticare! Ringraziamo gli sponsor che hanno permesso la realizzazione di questo prodotto e la divulgazione gratuita per il cittadino e i turisti. Dove potete trovare le guide gratuitamente. Un grazie particolare a Lisa e a chi con dedizione e fatica ne ha permesso la realizzazione. Un gradito arrivederci all’anno prossimo! Nilla Balboni COMUNICANDO
FERRARA! “Città delle biciclette” Situata nella pianura emiliana, la città sorge a pochi chilometri a sud del fiume Po, a circa 50 km dal mare. Ferrara è una splendida città d’arte da assaporare passeggiando per le sue strade, scoprendo nei vicoli i sapori della storia che hanno reso Ferrara la capitale del Rinascimento e cogliendo da questo glorioso passato le ragioni del suo presente. Per tre secoli gli Estensi la governarono e grazie a loro ancora oggi ha un’urbanistica unica che armoniosamente fonde Medioevo e Rinascimento e ne fa la prima città moderna d’Europa. Proprio per questa sua caratteristica, è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio Mondiale dall’Umanità. E’ una città silenziosa, a misura d’uomo, da percorrere a piedi o in bicicletta, rivivendo ad ogni passo magiche atmosfere del passato. Da non perdere i numerosi musei che, lungi dall’essere semplici contenitori di opere d’arte, si contraddistinguono per i ricchi rimandi alla realtà che li circonda, sia essa retaggio del passato o testimonianza del presente. Reperti della favolosa città di Spina, testimonianze del mondo greco ed etrusco, sono custoditi nelle sale di Palazzo Costabili; la grande pittura del Quattrocento e Cinquecento a Palazzo dei Diamanti e poi ancora l’arte di Boldini, di de Pisis e le opere dei contemporanei a Palazzo Massari. (Palazzo Massari è temporaneamente chiuso). Da ammirare, Palazzo Schifanoia con il suo splendido Salone dei Mesi affrescato nel XV secolo dai pittori dell’Officina Ferrarese; il Castello Estense, antica residenza dei duchi d’Este; l’armoniosa Cattedrale romanico-gotica e il suo Museo con opere di grandissimo pregio, tra cui le ante d’orga-
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no raffiguranti l’Annunciazione e San Giorgio che uccide il drago, opera di Cosmè Tura (1469), maestro della Scuola ferrarese. Sul fianco sinistro della cattedrale, affacciata sulla piazza, si trova la Loggia dei Merciai, occupata da negozi e botteghe fin dall’epoca medievale. I periodi migliori per visitare la città estense sono la primavera e l’autunno. Maggio in particolare è un mese di festeggiamenti, legati al celebre Palio di San Giorgio, in marzo e settembre mostre prestigiose attirano numerosissimi visitatori a Palazzo Diamanti, gioiello del Rinascimento ferrarese, mentre nell’ultima settimana di agosto musicisti di strada da tutto il mondo si riuniscono al Ferrara Buskers Festival riempiendo di note le sere di fine estate. Non puoi partire senza aver fatto una passeggiata nelle sue suggestive vie medievali e un giro in bicicletta sulle mura rinascimentali che hanno mantenuto pressoché intatto il loro aspetto originario. Addentrandosi nella zona medievale si scoprono poi gioielli di arte religiosa, come il Monastero di Sant’Antonio in Polesine con i suoi affreschi di scuola giottesca, o la Chiesa di Santa Maria in Vado, meta di pellegrinaggi in seguito al miracolo eucaristico che qui ebbe luogo nel XII secolo Famosa la “coppia”, il saporito pane ferrarese dalla forma elaborata, insignito del marchio IGP; popolarissimi i “cappellacci”, tortelli ripieni di zucca e parmigiano e il “pasticcio di maccheroni”, vera sintesi delle tradizioni cortigiane; mescolanza inusuale di carni di maiale, è la “salama da sugo”. Il “pampepato”, un pan di spezie rivestito da una crosta di cioccolato fuso. Ferrara è toccata dalla “Via delle Corti Estensi” e dalla “Via del Grande Fiume” delle Strade dei Vini e dei Sapori.
Le aziende storiche che ancora oggi emergono e che hanno una storia enogastronomica come ZABOV E’ un liquore dolce ed energetico: si beve caldo come corroborante, naturale o freddo in ogni momento della giornata. E’ il 1946 e un giovane commerciante di Ferrara, animato dalla passione per le novità, con grande coraggio decide di abbandonare la tranquillità degli affari di famiglia per intraprendere una attività imprenditoriale e fonda la “Distillerie A.R.P.A. di Mauro Moccia Sas” società per la “produzione e commercializzazione di liquori, sciroppi e affini”, creando l’originale ricetta che si è fatta conoscere in tutto il mondo. Da marzo 2011 questo famoso liquore ferrarese è stato inserito tra i prodotti agroalimentari tradizionali della regione Emilia-Romagna. PAMPEPATO ORSATTI Le origini della società risalgono al 1860, quando Stefano Orsatti entrò come apprendista in un panificio del centro di Ferrara. Originario di Felonica, piccolo centro del Mantovano, il giovane garzone riuscì a rilevare l’attività e a tramandarla al figlio Arturo e da questi a Roberto. Specializzata nella produzione del celebre pane ferrarese, la svolta per la famiglia Orsatti giunse nell’immediato secondo dopoguerra, quando Luciano decise di affiancare alla tradizionale attività di panificazione la produzione di pampapato, il dolce caratteristico della tradizione estense. La riscoperta e la valorizzazione di questa specialità permise all’impresa di intraprendere un percorso di rapido sviluppo, che avrebbe coinvolto non solo il mercato interno ma anche quello internazionale. Il negozio di via Cortevecchia 33, infatti, diventò un punto di riferimento per quella clientela, anche mondiale, che ricercava i prodotti tipici della panificazione e della pasticceria ferrarese. Passata di mano fino alla quinta generazione Orsatti, con Alessandro l’impresa nell’ultimo decennio ha tentato la via della diversificazione entrando in altri settori quali l’alta gastronomia, la ristorazione, il bar e la gelateria. La nascita dell’Orsatti Group è stata resa possibile dall’incontro tra Alessandro Orsatti e Davide Trombini, anche quest’ultimo discendente da una famiglia di panificatori attivi a Ferrara già dai primi del ‘900.
Per finire nei dintorni merita senz’altro una visita il circuito delle Delizie Estensi, le residenze di svago dei Duchi di Ferrara disseminate in tutto il territorio. Per chi ama il mare, i Lidi di Comacchio, sette località balneari, vantano larghe spiagge e un’ampia scelta di intrattenimenti. Paradiso per naturalisti, biologi, scienziati e birdwatchers, è invece il Parco del Delta del Po, una delle zone umide più importanti d’Europa, una vastissima area verde incorniciata da boschi secolari, pinete ed oasi che si alternano a testimonianze architettoniche, eredità della dorata Signoria estense.
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Ferrara è un comune italiano di 131 834 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia in Emilia-Romagna. Fu capitale del Ducato di Ferrara nel periodo degli Estensi, quando rappresentò un importante centro politico, artistico e culturale. Lo sviluppo urbanistico avvenuto durante il Rinascimento, la rese la prima capitale moderna d’Europa. Ferrara è sede universitaria (Università degli Studi di Ferrara) ed arcivescovile (arcidiocesi di Ferrara-Comacchio). Il territorio, considerata la sua genesi e le vicende storiche, è contraddistinto da numerosi canali artificiali per l’irrigazione ed il drenaggio delle campagne, rese coltivabili e abitabili. Il fiume Po (che nel corso dei secoli ha più volte cambiato il suo corso) ha influenzato la città sin dalla nascita e ne ha condizionato lo sviluppo. La città è ad un’altitudine inferiore al livello medio delle acque del Po ed il fiume deve essere controllato da argini imponenti. La nascita della città di Ferrara si deve alle continue invasioni barbariche che devastarono Voghenza fra il VII e l’VIII secolo mentre papato ed esarcato continuavano a contendersi il controllo dell’allora sede vescovile. Ferrara uscì dalla sfera di influenza bizantina e venne occupata dai Longobardi. Attorno alla metà dell’VIII secolo l’intera regione, che comprendeva anche Ravenna, Bologna ed Adria, venne donata da Pipino il Breve, re dei Franchi, a papa Stefano II. Ferrara rimase tuttavia legata alla Chiesa e papa Giovanni XV, dopo la morte di Ottone e considerando l’emergere di nuove famiglie nobili (tra le quali i Canossa), concesse la città come feudo a Tedaldo di Canossa. Nel 1135 la sede vescovile venne spostata nella nuova cat-
Ferrara is an Italian town of 131 834 inhabitants, capital of the homonymous province in Emilia-Romagna. It was the capital of the Duchy of Ferrara during the Este period, when it represented an important political, artistic and cultural center. The urban development that took place during the Renaissance, made it the first modern capital of Europe. Ferrara is home to the university (University of Ferrara) and archiepiscopal (archdiocese of Ferrara-Comacchio). The territory, given its genesis and historical events, is characterized by numerous artificial canals for irrigation and
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tedrale di Ferrara. L’affermarsi di distinti poteri (religioso e politico) unito alla struttura urbana che si stava delineando concluse questa fase di città nascente. Adelardi e Giocoli (guelfi) e Salinguerra e Torelli (ghibellini) si combatterono a lungo sin dal XIII secolo per il controllo cittadino ma il matrimonio di Azzo VI d’Este con l’ultima
drainage of the countryside, made cultivable and habitable. The river Po (which over the centuries has changed its course several times) has influenced the city since birth and has affected its development. The city is at an altitude lower than the average water level of the Po and the river must be controlled by imposing banks. The birth of the city of Ferrara is due to the continuous barbarian invasions that devastated Voghenza between the 7th and 8th centuries, while the papacy and the exarchate continued to contend for control of the then episcopal center. Ferrara came out of the Byzantine sphere of influence and was occupied by the Lombards. Around the middle of the 8th century the entire region, which also included Ravenna, Bologna and Adria, was donated by Pepin the Short, king of the Franks, to Pope Stephen II. Ferrara, however, remained linked to the Church and Pope John XV, after the death of Ottone and considering the emergence of new noble families (including the Canossa), granted the city as a fiefdom to Tedaldo di Canossa. In 1135 the bishopric was moved to the new cathedral of Ferrara. The emergence of distinct powers (religious and political) combined with the emerging urban structure concluded this phase of a nascent city. Adelardi and Giocoli (Guelphs) and Salinguerra and Torelli (Ghibellines) fought for a long time since the 13th century for city control, but the marriage of Azzo VI d’Este with the last heir of the Adelards ended the struggles; the Este family took power for the Guelph faction. In 1240 Ferrara
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erede degli Adelardi pose fine alle lotte; gli estensi presero il potere per la fazione guelfa. Nel 1240 Ferrara fu assediata dai veneziani, alleati con i mantovani. Azzo VIII d’Este chiese aiuto alla Repubblica di Venezia ottenendo rinforzi, ma alla sua morte il trono passò al nipote Folco II d’Este e non al figlio Fresco d’Este, che venne escluso dalla successione. Fresco, per sostenere il suo diritto, offrì il feudo di Ferrara a papa Clemente V: lo sostenne. La Repubblica di Venezia dichiarò guerra allo Stato della Chiesa. Il conflitto ebbe un esito favorevole per gli estensi ma dovettero aspettare il 1332 per riavere il potere stabilmente nelle loro mani. Ferrara tornò sotto controllo diretto dello Stato Pontificio nel 1598 quando la mancanza di figli legittimi del duca Alfonso II d’Este permise al papa Clemente VIII di riappropriarsi del feudo. Negli anni successivi venne valorizzata la vocazione agricola del territorio e, a sostegno di questa nuova economia emergente, venne fondata, nel 1838, la Cassa di Risparmio. All’inizio del XX secolo pure a Ferrara si visse il clima che precedette lo scoppio della prima guerra mondiale. Con lo scoppio della guerra, in diversi partirono volontari anche se Ferrara rimase lontana dal fronte, poco coinvolta diret-
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was besieged by the Venetians, allied with the Mantovans. Azzo VIII d’Este asked the Republic of Venice for help, obtaining reinforcements, but on his death the throne passed to his nephew Folco II d’Este and not to his son Fresco d’Este, who was excluded from the succession. Fresco, to support his right, offered the feud of Ferrara to Pope Clement V: he supported it. The Republic of Venice declared war on the State of the Church. The conflict had a favorable outcome for the Este family but they had to wait until 1332 to regain power permanently in their hands. Ferrara returned to direct control of the Papal States in 1598 when the lack of legitimate sons of Duke Alfonso II d’Este allowed Pope Clement VIII to regain possession of the feud. In the following years the agricultural vocation of the territory was enhanced and, in support of this new emerging economy, the Cassa di Risparmio was founded in 1838. At the beginning of the 20th century Ferrara also experienced the climate that preceded the outbreak of the First World War. With the outbreak of war, several volunteered to leave even though Ferrara remained far from the front, little involved directly in the war operations. Even
tamente nelle operazioni belliche. Ancor prima che fossero promulgate le Leggi razziali fasciste si dimise dalla sua carica il podestà Renzo Ravenna perché ebreo e che poi prese le distanze dal regime. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la morte di Italo Balbo, la successiva caduta del fascismo e l’inizio della guerra di liberazione vi furono attentati e rappresaglie. Il federale Igino Ghisellini cadde in un’imboscata, ne furono accusati gli antifascisti e undici ferraresi vennero fucilati accanto al Castello Estense il 15 novembre del 1943. I bombardamenti alleati portarono morte e danni ai palazzi storici, alle infrastrutture ed alle abitazioni private. Per la città la guerra finì con l’arrivo delle truppe inglesi il 24 aprile 1945.Nel 1995 ottenne dall’UNESCO il riconoscimento di patrimonio dell’umanità come città del Rinascimento e nel 1999 ne ottenne un secondo per il delta del Po e per le sue delizie estensi. Nel 2012 la città è stata colpita, nel mese di maggio, da un violento sisma che ha provocato ingenti danni ma per fortuna nessuna vittima sul territorio comunale.
before the fascist racial laws were promulgated, the mayor Renzo Ravenna resigned from his post because he was Jewish and then distanced himself from the regime. With the outbreak of the Second World War, the death of Italo Balbo, the subsequent fall of fascism and the beginning of the war of liberation there were attacks and reprisals. The federal Igino Ghisellini fell into an ambush, the antifa-
SCAN ME scists were accused and eleven Ferrarese were shot next to the Estense Castle on 15 November 1943. Allied bombing brought death and damage to historic buildings, infrastructure and private homes. For the city the war ended with the arrival of British troops on April 24, 1945. In 1995 it obtained the recognition of the patrimony of humanity as a city of the Renaissance by UNESCO and in 1999 it obtained a second one for the Po delta and for its extensive delights. In 2012 the city was hit, in May, by a violent earthquake that caused considerable damage but fortunately no victims on the municipal territory.
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CASTELLO ESTENSE E’ il maestoso simbolo di Ferrara con le sue quattro torri circondate dal fossato. A Ferrara nel 1385, una pericolosa rivolta convinse Niccolò II d’Este della necessità di erigere una poderosa difesa per sé e la sua famiglia sorse così il Castello di San Michele. A quel periodo risalgono la massiccia imponenza, il fossato, i ponti levatoi, le torri austere. Un passaggio coperto, ancora esistente, univa l’edificio militare al palazzo dei marchesi, oggi Palazzo Municipale. Passarono i secoli e i pericoli di sommosse cessarono. Allora il castello fu abbellito e slanciato per divenire la magnifica residenza della corte: venne arricchito dalle altane sopra le torri, dai balconi di marmo, dal cortile d’onore di linee cinquecentesche e dai fastosi appartamenti affrescati, ancor oggi visitabili all’interno del percorso museale. Piano terra: Cucine ducali, Prigioni e sala del cordolo; Piano dei nobili: Giardino pensile, camerino dei baccanali, Sala dell’Aurora, Saletta dei giochi… Le imponenti torri, poste ai quattro angoli del Castello svettano ancora oggi sulla città, simbolo indelebile della grandezza e magnificenza della Famiglia D’Este: Torre Marchesana, Torre di San Paolo, Torre di Santa Caterina, Torre dei Leoni. Sito web: www.castelloestense.it
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CASTELLO ESTENSE It is the majestic symbol of Ferrara with its four towers surrounded by the moat. In Ferrara in 1385, a dangerous uprising convinced Niccolò II d’Este of the need to erect a mighty defense for himself and his family thus arose the Castle of San Michele. The massive grandeur, the moat, the drawbridges, the austere towers date back to that period. A covered passage, still existing, connected the military building to the marquis palace, today Palazzo Municipale. Centuries passed and the dangers of riots ceased. Then the castle was embellished and slender to become the magnificent residence of the court: it was enriched by the roof terraces above the towers, the marble balconies, the courtyard of honor of sixteenth-century lines and the sumptuous frescoed apartments, which can still be visited within the route museum. Ground floor: Cucine ducali, Prigioni e sala del cordolo; Plan of the nobles: Giardino pensile, camerino dei baccanali, Sala dell’Aurora, Saletta dei giochi… The imposing towers, located at the four corners of the Castle, still stand out over the city, an indelible symbol of the greatness and magnificence of the D’Este family: Torre Marchesana, Torre di San Paolo, Torre di Santa Caterina, Torre dei Leoni.
PALAZZO DEI DIAMANTI Lo splendido Palazzo dei Diamanti di Ferrara si trova al centro dell’Addizione Erculea, sull’importante incrocio chiamato “Quadrivio degli Angeli” ed era la residenza di Sigismondo d’Este, fratello del duca Ercole I. Più di 8000 bugne, a forma di piramide o di “diamante”, in marmo bianco e rosa, ne coprono le due facciate, dandogli il nome. L’architetto Biagio Rossetti ne fece un capolavoro urbanistico. L’angolo è impreziosito da splendide candelabre scolpite da Gabriele Frisoni e da un grazioso balconcino, di poco posteriore, che accentua la direttrice visiva verso la vicina Piazza Ariostea. Il palazzo è oggi sede di musei: al piano nobile la Pinacoteca Nazionale e al piano terra lo Spazio espositivo, in cui si tengono le rinomate mostre del Palazzo dei Diamanti organizzate da Ferrara Arte. Sito web: www.palazzodiamanti.it
PALAZZO DEI DIAMANTI It is the majestic symbol of Ferrara with its four towers surrounded by the moat. In Ferrara in 1385, a dangerous uprising convinced Niccolò II d’Este of the need to erect a mighty defense for himself and his family thus arose the Castle of San Michele. The massive grandeur, the moat, the drawbridges, the austere towers date back to that period. A covered passage, still existing, connected the military building to the marquis palace, today Palazzo Municipale. Centuries passed and the dangers of riots ceased. Then the castle was embellished and slender to become the magnificent residence of the court: it was enriched by the roof terraces above the towers, the marble balconies, the courtyard of honor of sixteenth-century lines and the sumptuous frescoed apartments, which can still be visited within the route museum. Ground floor: Cucine ducali, Prigioni e sala del cordolo; Plan of the nobles: Giardino pensile, camerino dei baccanali, Sala dell’Aurora, Saletta dei giochi… The imposing towers, located at the four corners of the Castle, still stand out over the city, an indelible symbol of the greatness and magnificence of the D’Este family: Torre Marchesana, Torre di San Paolo, Torre di Santa Caterina, Torre dei Leoni.
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PALAZZO SCHIFANOIA Palazzo Schifanoia è l’emblema della riconquista da parte di Ferrara di una porzione importante della propria storia. Schifanoia fu costruito, a partire dalla fine del Trecento, in una zona ricca di verde presso l’antico corso del fiume Po, per volere di Alberto V d’Este. Il nome del palazzo deriva dal motto schivar la noia e si riferisce alla funzione di svago e ricreazione dell’edificio, in quanto “delizia” estense. Attualmente il palazzo appare come un lungo edificio suddiviso il due ali: ad ovest l’ala trecentesca ad un unico piano, sede del Museo Civico di arte antica, ad est quella del Quattrocento a due piani che costituisce l’ampliamento promosso dal Duca Borso negli anni 1465-1467. Dal 1898 Schifanoia ospita le collezioni dei Musei Civici d’Arte Antica, le cui ricche raccolte sono distribuite nell’ala tardo trecentesca dell’edificio e nelle sale del Quattrocento. Momentaneamente chiuso per lavori di messa a norma antisismica.
PALAZZO TURCHI DI BAGNO The palace was built in 1498 and the works were partly followed directly by the Duke Ercole I d’Este before selling it to Aldobrandino Turchi. It was ceded to the military domain in 1933 and heavily damaged by the bombings of the Second World War. Following the restructuring, it was used as a university and museum site. Now it is home to some university departments and the University Museum System.
PALAZZO SCHIFANOIA Palazzo Schifanoia is the emblem of the reconquest by Ferrara of an important portion of its history. Schifanoia was built, starting from the end of the fourteenth century, in an area rich in greenery near the ancient course of the river Po, at the behest of Alberto V d’Este. The name of the building derives from the motto of dodging boredom and refers to the function of recreation and recreation of the building, as it is an extensive “delight”. Currently the building appears as a long building divided
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PALAZZO TURCHI DI BAGNO Il palazzo fu edificato nel 1498 ed i lavori furono in parte seguiti direttamente dal duca Ercole I d’Este prima di venderlo ad Aldobrandino Turchi. Viene ceduto al demanio militare nel 1933 e pesantemente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. In seguito alla ristrutturazione, è stato adibito a sede universitaria e museale. Ora è sede di alcuni dipartimenti universitari e del Sistema Museale di Ateneo.
over the two wings: to the west the fourteenth-century wing on a single floor, seat of the Civic Museum of ancient art, to the east the two-story fifteenth century which constitutes the extension promoted by the Duke Borso in the years 1465-1467. Since 1898 Schifanoia has housed the collections of the Civic Museums of Ancient Art, whose rich collections are distributed in the late fourteenth-century wing of the building and in the rooms of the fifteenth century. Temporarily closed due to earthquake-proofing works.
CONVENZIONATO U.L.S.S. E INAIL ORTOPEDIA SU MISURA PALAZZO BONACOSSI Venne edificato nel 1468 per Diotisalvi Neroni, un esule fiorentino protetto da Borso d’Este. L’aspetto attuale risale alla seconda metà del Cinquecento quando fu unito alla vicina Palazzina Marfisa d’Este. Nel 1643 la proprietà passò ai conti Bonacossi ai quali si deve l’apertura delle finestre attuali e l’inserimento dei balconi oltre alle decorazioni interne di epoca barocca e neoclassica. Il palazzo è sede dei Musei Civici d’Arte Antica. Inoltre all’interno, nell’ambito di un percorso espositivo che dà visibilità al consistente patrimonio storico e artistico conservato presso i musei ed ancora poco conosciuto, è allestita la preziosa collezione Riminaldi che costituisce uno dei nuclei più rappresentativi dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara.
PALAZZO BONACOSSI It was built in 1468 for Diotisalvi Neroni, a Florentine exile protected by Borso d’Este. The current appearance dates back to the second half of the sixteenth century when it was joined to the nearby Palazzina Marfisa d’Este. In 1643 the property passed to the Bonacossi counts to whom we owe the opening of the current windows and the insertion of the balconies in addition to the interior decorations of the baroque and neoclassical
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www.sanitariaocchiobello.it era. The palace is home to the Civic Museums of Ancient Art. Also inside, as part of an exhibition that gives visibility to the substantial historical and artistic heritage preserved in the museums and still little known, the precious Riminaldi collection is set up which is one of the most representative nuclei of the Civic Museums of Ancient Art in Ferrara.
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CASA DI LUDOVICO ARIOSTO L’abitazione, realizzata probabilmente su disegno di Girolamo da Carpi, presenta una facciata semplice ma elegante in mattoni a vista. Interno: al primo piano è sistemato un piccolo museo dedicato al grande poeta. In alcuni registri dei visitatori sono evidenziate le firme del re Vittorio Emanuele III, di Giuseppe Verdi, Alberto Moravia, Elsa Morante e Giorgio Bassani. Nel piccolo corridoio centrale è conservata in una vetrina la preziosa edizione dell’Orlando Furioso illustrata da Gustave Doré, del 1881. Sul retro della casa si trova un giardino creato all’epoca del poeta, oggi utilizzato per concerti ed iniziative temporanee.
CASA DI LUDOVICO ARIOSTO The house, probably designed by Girolamo da Carpi, has a simple but elegant façade in exposed brick. Interior: on the first floor there is a small museum dedicated to the great poet. In some visitor registers the signatures of King Vittorio Emanuele III, Giuseppe Verdi, Alberto Moravia, Elsa Morante and Giorgio Bassani are highlighted. In the small central corridor, the precious edition of the Orlando Furioso illustrated by Gustave Doré from 1881 is preserved in a showcase. On the back of the house there is a garden created at the time of the poet, now used for concerts and temporary initiatives.
CASA ROMEI Magnificent example of a noble residence between the Middle Ages and the Renaissance. The architect, probably Pietrobono Brasavola, used typically medieval elements alongside other fully Renaissance ones. It was built by the merchant Giovanni Romei around the middle of the fifteenth century and was enlarged and embellished on the occasion of his wedding with Polissena d’Este. The late-Gothic courtyard and flower decorations, the Room of the Sibyls and the Prophets, the wooden ceilings and the frescoed vaults and the “Alcova”; constitute a unique artistic body in Ferrara. Acquired to the State property in 1898, Casa Romei became a real museum in 1953, welcoming collections of detached frescoes, sculptures and decorations. The extraordinary and exemplary value of the architecture and its apparatuses is therefore accompanied by the interest of the art collections hosted in it.
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PALAZZO OBIZZI
Brevi cenni storici del palazzo Obizzi, sede della nostra Stru ura, ce li fornisce la lapide posta a metà dello scalone principale. Sebbene non si abbiano notiz e precise di costruzione salicon certezza cheposta fu voluto Brevi cenni storici delsull'anno palazzo Obizzi, sede della dello nostrastabile, Struttura,sice fornisce la lapide a metàda quel GherarPALAZZO OBIZZI
scalone principale. Sebbene nonRoberto si abbiano precise costruzioneperò dellouna stabile, do Obizzi che venne a dello Ferrara nel 1313 a nome del Re di notizie Napoli, e chesull’anno l'edific odi ampliava stru ura precesi sa con certezza che fu voluto da quel Gherardo Obizzi che venne a Ferrara nel 1313 a nome del dente appartenente agli Adelardi, potente famiglia che rappresentava in Ferrara la fazione guelfa, in contrapposizione ai ghiRe Roberto di Napoli, e che l’edificio ampliava però una struttura prece-dente appartenente agli Adebellini cui eranoininFerrara competiz one per il primato nella citt .aiGuglielmo lardi,Torelli-Salinguerra potente famiglia che con rappresentava la fazione guelfa, in contrapposizione ghibellini III, figura tra Torelli-Salinguerra cui erano in competizione per il primato nella città. Guglielmo III, figura le le più rappresenta con ve degli Adelardi, è tra i benefa ori a cui si deve la costruzione deltraDuomo di Ferrara, rappresentative degli Adelardi, i benefattori a cui si deve la costruzione DuomoMarchesella, di Ferrara, figlia del franonpiùavendo eredi diretti disposeèiltrapassaggio dell’intero patrimonio alladel nipote non avendo eredi diretti, dispose il passaggio dell’intero patrimonio alla nipote Marchesella, figlia del tello Adelardo, a ché potesse, con la cospicua dote e sposando un Torelli-Salinguerra, porre fine alle fratello Adelardo, affinché potesse, con la cospicua dote e sposando un Torelli-Salinguerra, porre fine discordie che laceravano Ferrara. Nel ancheAdelardo, Adelardo, il ravvennate alle discordie che laceravano Ferrara. Nel1185 1185però però morì morì anche e il eravvennate PietroPietro Tra- Traversari, versari, alloraditutore di Marchesella (che all’epoca aveva solo anni) decise decise didiassecondare i piani allora tutore Marchesella (che all'epoca aveva solo sesette e anni) assecondare i piani di espansiodelObizzo marchese I da Este che ad mirava ad entrare in Ferrara, suggellandogliglisponsali sponsali (non il mati ne di delespansione marchese I daObizzo Este che mirava entrare in Ferrara, suggellando (non il matimonio perchè la legge canonica prescriveva per le donne i dodici anni) col sedicenne Azzo VI monio perchè legge prescriveva per lefidanzata donne ei dodici sedicenne Azzo VI da Este. Doda Este. Dopoladue annicanonica muore Marchesella, la bimba Obizzo anni) I d’Estecol si trovò così investito po dei duebeni anni muore Marchesella, la bimba fi anzata e Obizzo I d'Este si da trovò investi degli Adelardi e già il 21 Marzo del 1188 troviamo il marchese Obizzo Estecosì insediato nellao dei beni degli loro casa, esattamente come citato sullaillapide del nostro scalone; non èinsediato quindi azzardato Adelardi e già il 21 Marzo deltroviamo 1188 troviamo marchese Obizzo da Este nella dire loro casa, esa ache lacome “primatroviamo casa” degli Estensi a Ferrara essere stata proprio Paradiso. mente citato sulla lapidepotrebbe del nostro scalone; non èl’attuale quindi residenza azzardato dire che la "prima Ritornando alla casata degli Obizzi, si hanno loro notizie sino al XVII secolo, in virtù della fama che seppecasa" degli Estensi Ferrara potrebbe essere stata non proprio l'a possibile uale residenza Paradiso. ro conquistarsi sia acome uomini d’arme che di cultura; ci è stato risalire poi a quando e Ritornando alla casata degli Obizzi,ilsipalazzo. hannoSuccessivi loro notizproprietari e sino alfurono XVII secolo, virtù della fama che seppeper quale motivo gli Obizzi lasciarono i conti DalinVerme, famiglia Stato Pontificio. al 1867 quando ro conquistarsi sia come uomini d'armelegata che allo di cultura; non ci Arriviamo è stato possibile risalire“... poila anobildonna quando eprincipessa per quale moti o gli Marianna Pallavicini TrottiVerme, riscattavalo dai conti Dal Verme e riparando Obizzi lasciarono il palazzo. Successivi proprietari furonocontessa i conti Dal famiglia legata allo Stato Pontifialleo. Arriviamo al ingiurie del tempo, alla incuria degli uomini, dava splendido esempio di rara muni1867 quando "...la nobildonna principessa Marianna Pallavicini contessa Trotti risca avalo DalS.Verme ficenza, di virtù religiosa e civile, convertendolo in sacro asilodai alleconti figlie di Anna, e riparando alle ingiurie del tempo, alla incuria degli dava dedicato splendido rara munific nza, dialvirtù religiosa cheuomini, lor vita hanno allaesempio istruzione di delle famiglie del popolo, soccorso degli e civile, conpalazzo ora soggetto a vincolo da parte della Sovraintendenza ai beni vertendolo in sacro asilo alle figlie di S.infermi…”. Anna, cheIl lor vitaèhanno culturali e alle Belle Arti e girando per l’edificio, si può tentare di immaginare lo stato dedicato alla istruzione delle famiglie del popolo, al soccorso dell’antica struttura: salendo lo scalone d’onore, passando per i saloni, ammirando la cappella o gli degli infermi… ". Il palazzo è ora o a che vincolo da parte della affreschi edsogge i cassettoni decorano i soffitti di alcune stanze, con la fantasia possiamo sentirci come i “pronipoti Ed eè girando con questo spirito che ospitiamo, in questa prestigiosa sede, i nostri Sovraintendenza ai beni culturalidieCasa alle d’Este”. Belle Arti per Ospiti impegnandociloa stato rendere il loro periodo l'edific o, si può tentare di immaginare dell'anti a di permanenza il periodo più sereno. stru ura: salendo lo scalone d'onore, passando per i saloni, ammirando la cappella o gli a reschi ed i casse oni che decorano i soffi i alcune stanze, con la fantasia possiamo sen rci come i "pronipoti di Casa d'Este". Ed è con questo spirito che ospi amo, in questa presti iosa sede, i nostri Ospiti impegnandoci a rendere il loro periodo di permanenza il periodoper più sereno. Casa Residenza anziani non autosufficienti Accreditata SCAN ME Via Saraceno, 95 • 44121 Ferrara • tel. 0532 760029 • info@residenzaparadiso.net Via Saraceno, 95 www.residenzaparadiso.net 19 44121 Ferrara 0532 760029 info@residenzaparadiso.net Casa Residenza per anziani non autosu ienti www.residenzaparadiso.net
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CASA ROMEI Magnifico esempio di residenza signorile fra Medioevo e Rinascimento. L’architetto, probabilmente Pietrobono Brasavola, vi usò elementi tipicamente medievali accanto ad altri pienamente rinascimentali. Fu costruita dal mercante Giovanni Romei circa alla metà del XV secolo e fu ingrandita e abbellita in occasione delle sue nozze con Polissena d’Este. Il cortile dai modi tardogotici e le decorazioni fiorite, la Sala delle Sibille e dei Profeti, i soffitti lignei e le volte affrescate e l’”Alcova”; costituiscono un corpus artistico unico a Ferrara. Acquisita al demanio dello Stato nel 1898, Casa Romei divenne un vero e proprio Museo nel 1953, accogliendo raccolte di affreschi staccati, sculture e decorazioni. Al valore straordinario ed esemplare dell’architettura e dei suoi apparati si affianca pertanto l’interesse delle raccolte d’arte in essa ospitata.
MONASTERY OF SANT’ANTONIO IN POLESINE Before the year 1000 the monastery was born on an island in the bed of the Po. In the middle of the thirteenth century the convent complex houses the Benedictine nuns gathered around Beatrice d’Este, founder of the religious community. The nuns continued to dwell here and early in the morning it is possible to hear their mass sung with the melodies of the Gregorian chants. From the smaller door under the narthex, one finds oneself in the portico of the ancient cloister, in which a chapel has been obtained containing the remains of the beatified Beatrice of Este. A narrow door allows the entrance to the nuns’ choir, one of the most fascinating areas of Ferrara: the large room, on whose sides the stalls are lined up, is dominated on one side by a large altarpiece by Nicolò Roselli. On the opposite side there are three chapels, all decorated with precious frescoes.
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MONASTERO DI SANT’ANTONIO IN POLESINE Prima del Mille il monastero nasce su un’isola nell’alveo del Po. A metà del Duecento il complesso conventuale accoglie le monache benedettine riunite attorno a Beatrice d’Este, fondatrice della comunità religiosa. Le monache hanno continuato a dimorare qui e al mattino presto è possibile sentire la loro messa cantata con le melodie dei canti gregoriani. Dalla porta più piccola sotto il nartece, ci si trova nel portico dell’antico chiostro, in cui è stata ricavata una cappella contenente i resti della beata Beatrice d’Este. Una stretta porta consente l’ingresso al coro delle monache, uno degli ambienti più affascinanti di Ferrara: la grande stanza, sui cui lati sono allineati gli scanni, è dominata da un lato da una grande pala d’altare di Nicolò Roselli. Sul lato opposto si aprono tre cappelle, tutte decorate da preziosi affreschi.
SCAN ME CATTEDRALE La Cattedrale di Ferrara, costruita a partire dal XII sec., porta i segni di tutte le epoche storiche attraversate dalla città. La grandiosa facciata, dalla particolarissima struttura a tre cuspidi, fu iniziata in stile romanico, ancora prevalente nella parte inferiore. La parte superiore, di qualche decennio più tarda, è in stile gotico. Nella parte bassa della facciata, a sinistra, una lapide ricorda il passaggio di Ferrara dal potere estense a quello del papa Clemente VIII. La fiancata posta lungo la piazza Trento e Trieste è decorata da due logge con colonnette scolpite. In basso corre la Loggia dei Merciai, occupata da negozi fin dai tempi del Medioevo. Al centro della fiancata si notano le strutture superstiti dell’antica Porta dei Mesi, distrutta nel XVIII secolo, le cui sculture sono in parte conservate nel Museo della Cattedrale. L’imponente campanile rinascimentale, in marmo bianco erosa, è opera incompiuta attribuita a Leon Battista Alberti. L’abside in laterizio è opera del massimo architetto e urbanista ferrarese, Biagio Rossetti. L’interno fu interamente rifatto in varie epoche; l’abside nel XVI secolo, il transetto nel XVII e le navate nel
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XVIII. Oggi si presenta in stile classico, con una complessa e sontuosa decorazione pittorica e scultorea. Cattedrale (visita interna) chiusa dal 4 marzo 2019 per lavori fino a data da destinarsi. Facciata parzialmente coperta fino a data da destinarsi.
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CHIESA DEL GESÙ Edificata per i Gesuiti nel 1570 su progetto dell’architetto Alberto Schiatti, la chiesa presenta una facciata semplice e austera in laterizio, divisa in due parti e con tre portali decorati in marmo. L’interno in origine ad un’unica navata con sei cappelle laterali. Tra le opere d’arte, di grande interesse è il gruppo di statue di terracotta policroma del Compianto sul Cristo Morto di Guido Mazzoni. Dietro l’altare maggiore è il monumento sepolcrale della duchessa Barbara d’Austria, moglie di Alfonso II. CHURCH OF GESÙ Built for the Jesuits in 1570 by architect Alberto Schiatti, the church has a simple and austere brick façade, divided into two parts and with three portals decorated in marble. The interior was originally a single nave with six side chapels. Among the works of art, of great interest is the group of polychrome terracotta statues of the Lamentation over the Dead Christ by Guido Mazzoni. Behind the main altar is the sepulchral monument of the duchess Barbara of Austria, wife of Alfonso II.
CATHEDRAL The Cathedral of Ferrara, built from the 12th century onwards, bears the marks of all the historical periods crossed by the city. The grandiose façade, with its very particular three cuspid structure, was begun in Romanesque style, still prevalent in the lower part. The upper part, of a few decades later, is in Gothic style. In the lower part of the façade, on the left, a plaque commemorates the passage of Ferrara from the Este power to that of Pope Clement VIII. The side along Piazza Trento e Trieste is decorated with two loggias with sculpted columns. Below runs the Loggia dei Merciai, occupied by shops since the Middle Ages. At the center of the side you can see the surviving structures of the ancient Porta dei Mesi, destroyed in the 18th century, whose sculptures are partly preserved in the Cathedral Museum. The imposing Renaissance bell tower, in eroded white marble, is an unfinished work attributed to Leon Battista Alberti. The brick apse is the work of the greatest Ferrara architect and urban planner, Biagio Rossetti. The interior was entirely rebuilt at various times; the apse in the sixteenth century, the transept in the seventeenth and the naves in the eighteenth. Today it is presented in a classic style, with a complex and sumptuous pictorial and sculptural decoration.
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TEMPIO DI SAN CRISTOFORO ALLA CERTOSA Fu Borso d’Este a promuovere, nel 1452, la costruzione di un monastero certosino lontano dal centro abitato. Nel 1498 circa, per volere di Ercole I d’Este fu avviata la costruzione del nuovo e attuale Tempio di San Cristoforo che è una delle opere più originali del Rinascimento ferrarese attribuita a Biagio Rossetti. Alla fine del Settecento, a seguito delle soppressioni napoleoniche, i monaci persero il possesso del convento e della Chiesa, il cui ricco patrimonio artistico fu in parte disperso. Acquisito dal Comune di Ferrara, il Tempio venne riaperto al culto nel 1813, mentre l’area adiacente fu adibita a cimitero pubblico. A decenni dal terribile bombardamento subito da Ferrara nel 1944, dopo anni di intenso restauro, è stata riaperta al culto la chiesa di San Cristoforo alla Certosa raggiungendo l’obiettivo di mettere a disposizione del pubblico parte dell’immenso patrimonio di opere d’arte.
Cathedral (internal visit) closed since 4 March 2019 for works until a later date. Facade partially covered until a later date. TEMPLE OF SAN CRISTOFORO ALLA CERTOSA It was Borso d’Este who, in 1452, promoted the construction of a Carthusian monastery far from the town. In about 1498, at the behest of Ercole I d’Este the construction of the new and current Temple of San Cristoforo was started, which is one of the most original works of the Ferrarese Renaissance attributed to Biagio Rossetti. At the end of the eighteenth century, following the Napoleonic suppression, the monks lost possession of the convent and of the Church, whose rich artistic heritage was partly lost. Acquired by the Municipality of Ferrara, the Temple was reopened for worship in 1813, while the adjacent area was used as a public cemetery. A decades after the terrible bombardment suffered by Ferrara in 1944, after years of intense restoration, the church of San Cristoforo alla Certosa was reopened for worship, reaching the goal of making part of the immense patrimony of works of art available to the public.
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CHIESA DI SAN FRANCESCO Fondata dai Francescani fin dagli anni in cui il santo fondatore era in vita, la comunità ricevette favori e benefici da parte di molte famiglie influenti e ricche, ed in particolare dagli Estensi. Nel 1494 Biagio Rossetti venne incaricato dal Duca Ercole I di erigere l’attuale edificio.
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CHIESA DI SAN PAOLO Risale alla fine del ‘500 e fu costruita dall’architetto Alberto Schiatti; sostituisce un edificio più antico, dedicato al Santo Apostolo, distrutto o comunque seriamente danneggiato dal terremoto del 1570. Alla chiesa sono adiacenti l’ex Monastero di San Paolo e la Torre dei Leuti, l’edificio più antico di Ferrara (IX secolo), donata dal marchese Nicolò II ai monaci della chiesa per farne il loro campanile.
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CHURCH OF SAN FRANCESCO Founded by the Franciscans since the years when the holy founder was alive, the community received favors and benefits from many influential and rich families, and in particular from the Estensi. In 1494 Biagio Rossetti was commissioned by the Duke Ercole I to erect the current building.
CHURCH OF SAN PAOLO It dates back to the end of the 1500s and was built by the architect Alberto Schiatti; replaces an older building, dedicated to the Holy Apostle, destroyed or in any way seriously damaged by the earthquake of 1570. Adjacent to the church are the former Monastery of San Paolo and the Torre dei Leuti, the oldest building in Ferrara (IX century), donated by the Marquis Nicolò II to the monks of the church to make it their bell tower. CHURCH OF SANTA MARIA IN VADO Of very ancient origins, this church stood near a ford (I go) that allowed the crossing of one of the many canals that intersected the area. Its religious importance is linked to the Eucharistic miracle that took place on Easter 1171, when the blood gushed from the host at the time of the consecration and went to wet the apsidal basin above the altar. Immediately became a place of pilgrimage, it was enlarged by order of Duke Ercole I d’Este starting from 1495 with important interventions by the architect Biagio Rossetti. Due to its location and internal layout, the building can be considered as the intersection of two independent and closely connected churches, characterized by a main façade (on Via Borgovado) and a secondary one (on Via Scandiana).
CORSO GIOVECCA The current Corso della Giovecca runs along the line that corresponded to the external moat of the medieval fortifications, before the extension of the city of Ferrara towards the north was realized that took place starting from the year 1492. Now it represents the dividing line between
the Medieval city to the south and the Renaissance city to the north. The Renaissance palaces and seventeenthcentury churches along the street are: the Palazzina di Marfisa, the Church of Santa Chiara, Palazzo Roverella; the Teatini church; the church of San Carlo; the Municipal Theater. CHIESA DI SANTA MARIA IN VADO Di origini antichissime, questa chiesa sorgeva nei pressi di un guado (vado) che permetteva l’attraversamento di uno dei numerosi canali che intersecavano la zona. La sua importanza religiosa è legata al miracolo eucaristico avvenuto nel giorno di Pasqua 1171, quando il sangue sgorgò dall’ostia al momento della consacrazione e andò a bagnare il catino absidale sopra l’altare. Divenuta immediatamente luogo di pellegrinaggio, venne ingrandita per ordine del duca Ercole I d’Este a partire dal 1495 con importanti interventi dell’architetto Biagio Rossetti. Per la sua dislocazione e la sua disposizione interna, l’edificio può essere considerato come l’incrocio di due chiese indipendenti e strettamente connesse, caratterizzate da una facciata principale (su via Borgovado) e una secondaria (su via Scandiana).
CORSO GIOVECCA L’attuale Corso della Giovecca percorre la linea che corrispondeva al fossato esterno delle fortificazioni medioevali, prima che venisse realizzata l’estensione della città di Ferrara verso nord che avvenne a partire dall’anno 1492. Ora rappresenta la linea divisoria tra la città Medievale, a sud, e la città Rinascimentale, a nord. I palazzi rinascimentali e le chiese seicentesche che si trovano lungo la via, sono: la Palazzina di Marfisa, la Chiesa di Santa Chiara, Palazzo Roverella; la chiesa dei Teatini; la chiesa di San Carlo; il Teatro Comunale.
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PIAZZA ARIOSTEA La particolarissima piazza dalla forma ovale e dal piano ribassato, famosa anche per le corse del Palio, è opera dell’architetto Biagio Rossetti. L’intento urbanistico era di dotare la città nuova di un suo punto di aggregazione autonomo, che potesse prendere vita come “nuova piazza del mercato”. La piazza, incorniciata da due palazzi rossettiani con loggiato, veniva anticamente chiamata Piazza Nuova, mentre ora prende il nome dal poeta Ludovico Ariosto, la cui statua è posta al centro su di una colonna.
PIAZZA ARIOSTEA The very particular square with its oval shape and low floor, also famous for the Palio races, is the work of the architect Biagio Rossetti. The urbanistic intent was to provide the new city with its own point of aggregation, which could come to life as a “new market square”. The square, framed by two Rossettian palaces with a loggia, was formerly called Piazza Nuova, while now it takes its name from the poet Ludovico Ariosto, whose statue is placed in the center on a column.
PIAZZA TRENTO TRIESTE La piazza risale al Medioevo quando venne costruita la nuova cattedrale dedicata a San Giorgio. Sulla piazza confluirono tutti i centri di potere: oltre alla cattedrale, anche le case del Vescovo, in luogo dell’attuale Palazzo Arcivescovile; il Palazzo della Ragione, la loggia dei Notai, il primo nucleo del Palazzo Ducale, attuale Palazzo Municipale.
PIAZZA TRENTO TRIESTE The square dates back to the Middle Ages when the new cathedral dedicated to Saint George was built. All the centers of power converged on the square: in addition to the cathedral, there were also the houses of the Bishop, in place of the current Archbishop’s Palace; the Palazzo della Ragione, the loggia dei Notai, the first nucleus of the Palazzo Ducale, now the Town Hall.
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GHETTO EBRAICO E SINAGOGHE Il quartiere medievale di Ferrara conserva le memorie di una comunità ebraica tra le più antiche d’Italia e del ghetto in cui essa venne segregata dal 1627 all’Unità d’Italia. Via Mazzini era la strada principale dell’antico ghetto, dove un tempo si concentravano i negozi degli ebrei e i vecchi edifici che hanno mantenuto la loro struttura originaria. Al n. 95 di Via Mazzini si trova la Sinagoga: fin dal 1485 il ricco banchiere romano Ser Samuel Melli aveva acquistato una grande casa e l’aveva donata agli ebrei ferraresi perché ne facessero la sede delle loro istituzioni. La casa intatta, serve tuttora da centro della vita dell’ormai piccola comunità locale. La Sinagoga ospita il Museo Ebraico: temporaneamente chiusi per restauro.
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CORSO ERCOLE I D’ESTE Privo di esercizi commerciali ed affiancato da bellissimi palazzi, mantiene a tutt’oggi la caratteristica di arteria residenziale che il duca le volle conferire. Il suo punto focale è il Quadrivio degli Angeli, all’incrocio con l’altro asse dell’addizione e sottolineato dalla presenza di tre palazzi riccamente decorati: Palazzo Turchi di Bagno, Palazzo Prosperi Sacrati ed il magnifico Palazzo di Diamanti. Nella seconda parte della strada, quella che conduce alle mura ed alla Porta degli Angeli, le costruzioni vanno gradatamente diminuendo di numero e d’importanza, fino a che la via diviene del tutto simile a una strada di campagna, fiancheggiata da alti pioppi.
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GHETTO EBRAICO E SINAGOGHE The medieval quarter of Ferrara preserves the memories of one of the oldest Jewish communities in Italy and of the ghetto in which it was segregated from 1627 to the Unity of Italy. Via Mazzini was the main street of the ancient ghetto, where once the Jewish shops were concentrated and the old buildings that kept their original structure. At no. 95 of Via Mazzini there is the Synagogue: since 1485 the rich Roman banker Ser Samuel Melli had bought a large house and donated it to the Jews of Ferrara to make it the seat of their institutions. The intact house still serves as the center of the life of the now small local community. The Synagogue houses the Jewish Museum: temporarily closed for restoration.
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f.lli arveda dal 1980 a Ferrara e provincia il clima giusto per la tua casa SCAN ME
www.fratelliarveda.it LE MURA Le antiche mura di Ferrara circondano il centro storico per nove chilometri pressoché ininterrotti, costituendo uno dei sistemi difensivi più imponenti del Medioevo e del Rinascimento. Vi si riconoscono tutte le tecniche difensive del ‘400 e del ‘500: porte storiche, baluardi, torrioni, fuciliere e cannoniere. Il tratto di mura ad oriente fu concepito da Alfonso I d’Este all’inizio del ‘500, mentre quelle meridionali si caratterizzano per quattro imponenti baluardi ad “asso di picche”, costruiti per volere di Alfonso II fra il 1575 e il 1585. All’ingresso meridionale delle mura è collocata la Porta Paola; ad ovest si incontrano due bastioni che facevano parte di una grandiosa Fortezza pentagonale, demolita a partire dall’epoca napoleonica. Oggi le mura costituiscono un luogo d’incontro, un tranquillo giardino con comodi percorsi attrezzati e ciclabili.
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CORSO ERCOLE I D’ESTE Lacking commercial establishments and flanked by beautiful buildings, it still retains the characteristic of a residential artery that the duke wanted to confer on it. Its focal point is the Quadrivio degli Angeli, at the intersection with the other axis of addition and underlined by the presence of three richly decorated palaces: Palazzo Turchi di Bagno, Palazzo Prosperi Sacrati and the magnificent Palazzo di Diamanti. In the second part of the road, the one that leads to the walls and to the Porta degli Angeli, the buildings are gradually decreasing in number and importance, until the street becomes completely similar to a country road, flanked by high poplars.
PORTA PAOLA Porta Paola fu eretta nel 1612 su disegno di Giovan Battista Aleotti e dedicata a papa Paolo V, allora regnante. Come tutte le porte di Ferrara, nel periodo dell’occupazione francese fu ribattezzata con un nome più repubblicano: Porta Reno. Perciò questo monumentale ingresso alla città reca un nome sul prospetto esterno e un altro, diverso, su quello interno. PORTA DEGLI ANGELI La tradizione vuole che dalla Porta degli Angeli sia uscito Cesare d’Este, l’ultimo duca di Ferrara, quando, nel 1598, la città fu devoluta allo Stato Pontificio e che immediatamente dopo, in ricordo dell’evento, i fornici siano stati tamponati. Negli anni ’80 è stato recuperato l’aspetto cinquecentesco del monumento e ripristinato l’accesso alla sommità della torre, da cui lo sguardo spazia a 360° sulla città, le mura degli Angeli e il Parco Urbano “G. Bassani”. L’unica porta della città visitabile anche nel suo interno. PORTA PAOLA Porta Paola was built in 1612 to a design by Giovan Battista Aleotti and dedicated to Pope Paul V, then reigning. Like all the gates of Ferrara, in the period of the French occupation it was renamed with a more republican name: Porta Reno. Therefore this monumental entrance to the city bears a name on the external elevation and another, different, on the inner one. PORTA DEGLI ANGELI Tradition has it that Cesare d’Este, the last Duke of Ferrara, came out of the Porta degli Angeli when, in 1598, the city was devolved to the Papal States and that immediately afterwards, in memory of the event, the archways were walled up. In the 1980s the sixteenth-century appearance of the monument was restored and access to the top of the tower was restored, from which the view extends 360 ° over the city, the walls of the Angels and the Urban Park “G. Bassani“. The only door of the city can also be visited inside.
LE MURA The layout of Bologna’s 16th century ghetto can still be precisely traced amid the narrow streets in the medieval heart of the city: here, a maze of alleys, covered bridges and small windows tells the story of a whole community forced to live in a specific area of the town by order of the Papal State beginning from 1556. In Bologna, Jews lived in the ghetto until 1569, when they were expelled for the first time. In 1586, they were allowed to come back to town and lived here again until 1593, year of their final expulsion: 900 people left Bologna and no Jewish community was allowed into town for more than two centuries.
PARCO MASSARI È il più vasto dei giardini pubblici entro le mura della città. La superficie è di circa 4 ettari. Progettato nel 1780 dall’architetto ferrarese Luigi Bertelli per il marchese Camillo Bevilacqua. Il disegno delle aiuole è quello ottocentesco e molti alberi sono più che secolari. Dal 1936 è proprietà del Comune di Ferrara, che lo ha adibito a parco pubblico.
PARCO MASSARI It is the largest of the public gardens within the city walls. The surface is about 4 hectares. Designed in 1780 by the Ferrara architect Luigi Bertelli for the Marquis Camillo Bevilacqua. The design of the flower beds is that of the nineteenth century and many trees are more than centuries old. Since 1936 it has been owned by the Municipality of Ferrara, which turned it into a public park.
GIARDINO DELLE DUCHESSE Il Giardino del Duca detto “delle Duchesse” fu realizzato tra il 1473 ed il 1481 nell’ambito delle trasformazioni edilizie volute da Ercole I d’Este. Le modifiche operate nel giardino dai vari proprietari dopo il periodo estense, ci hanno consegnano un’area verde in cui sono presenti alcuni piccoli edifici, tratti di muri di recinzione, piante da frutto ed altre essenze arboree. Con i recenti lavori realizzati nel giardino dall’Amministrazione Comunale viene aperto, sia pur parzialmente, ai cittadini e ai turisti, nel quale rimangono ancora segni evidenti dell’antico splendore. Il giardino è aperto saltuariamente, solo in occasione di eventi.
IL GIARDINO DELLE DUCHESSE The Garden of the Duke known as “delle Duchesse” was built between 1473 and 1481 as part of the building transformations commissioned by Ercole I d’Este. The changes made in the garden by the various owners after the Este period have given us a green area in which there are some small buildings, sections of enclosure walls, fruit trees and other tree species. With the recent works carried out in the garden by the Municipal Administration it is opened, albeit partially, to citizens and tourists, in which there are still evident signs of ancient splendor. The garden is occasionally open, only for events.
• Cucina creativa di Carne, pesce, • Menù x vegani e hamburger gourmet • Pane e pasta fatti a mano • Birre Artigianali
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Coppia ferrarese Prima del XII secolo era confezionato a mo’ di pagnotta, senza orli, bordi o ricami. Successivamente i legislatori della signoria estense dettarono severe norme per la confezione del pane, per la sua conservazione e per l’identificazione del produttore. Uno statuto del 1287 ordinava ai panettieri di fare pane: - con orletti - che non si abbassasse quando si cuoceva - di un peso specifico - ben cotto - quando ultimato di coprirlo con un drappo bianco - apporre un sigillo che identificasse il produttore - i forni non dovevano essere situati nelle vie più trafficate perché il pane non si impolverasse La versione più rassomigliante nella forma all’attuale coppia ferrarese si può far risalire al carnevale del 1536. Quando in una cena imbandita in onore del duca di Ferrara, secondo la leggenda, messer Giglio presentò in tavola un pane ritorto,
PANE TRADIZIONALE FERRARESE A LIEVITAZIONE NATURALE
un piacere tutto da gustare
Via Copparo, 228/A • BOARA (FE) tel. 333 5484585 Via Chiesa, 246 • S. MARTINO (FE) tel. 333 3314040
Ingredienti: • 500 gr di farina • 220 ml di acqua • 50 gr di burro o strutto • 10 gr di sale • 12 gr di lievito di birra • 1 cucchiaio di olio
con i caratteristici “crostini” aventi una forma simile a cornetto. Il 27 febbraio 2004 si è costituito il Consorzio di tutela per la coppia ferrarese IGP.
Procedimento Disporre la farina a fontana e versare al centro il lievito e l’acqua a temperatura ambiente. Impastare, aggiungere il burro ed il sale e continuare a lavorare ancora per 10 minuti, aggiungendo anche un cucchiaio d’olio. Formare una palla e fare lievitare per 2 ore. Dividere l’impasto in 3 parti. Poi ogni parte in due metà ed un pallino. Stendere ogni pezzo grande in un triangolo. Poi iniziare ad arrotolare la pasta da entrambi i lati fino ad arrivare al centro. Unire con la pallina di impasto e formare così le coppie. Lasciare riposare ancora per circa 30 minuti su una placca da forno, cuocere poi nel forno già caldo a 220°C per 20 minuti. Lasciare raffreddare le coppie ferraresi su una gratella prima di servirle.
Panata La panata è una minestra povera nata probabilmente nei periodi di grande indigenza quando le massaie avevano pochissimo a disposizione , compreso il pane duro, per preparare il pasto. Piatto che è rimasto nella tradizione.
Ingredienti • 250 gr. di pane sminuzzato, (vi consigliamo la coppia di pane ferrarese per la friabilità); • 50 gr. di burro; • 30 gr. di parmigiano grattugiato; • 1 l. di brodo di manzo; • olio di oliva; • sale e pepe
Mettere in una pentola capiente, un litro abbondante di brodo salato, aggiungere il pane già sminuzzato e lasciare cuocere per 20 minuti. Unire quindi, mescolando bene, il burro, 2 cucchiai di olio, pepe e parmigiano. Lasciare cuocere per altri 5 minuti. Servire ben caldo. Prima di servire, spolverare con un’altra manciata di parmigiano grattugiato.
Telefono 0532 1860507 Via Chiesa, 124 San Martino FERRARA Chiuso il lunedì
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la vera pizza napoletana!
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Cappelletti Caplit
Preparazione Rosolare in un tegame con un po’ di olio i vari tipi di carne ,tritare la carne ed unire il parmigiano , la noce moscata, l’uovo, sale. Amalgamare il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo e consistente ma morbido. E’ consigliabile preparare l’impasto il giorno prima in modo che riposando i sapori si possono amalgamare meglio. Preparare la sfoglia, tirandola allo spessore di circa un paio di mm. Tagliarla a quadretti sui quali porrete un cucchiaino abbondante di ripieno. Unire le punte non contigue dei quadretti di pasta, per ottenere un triangolo ripieno le cui punte libere si saldano nuovamente. Versare i cappelletti in un buon brodo di carne e portare a ebollizione per 5 10 minuti. Ingredienti Per il ripieno (al batù): • gr 100 di polpa di suino • gr 100 di petti di pollo • gr 100 di goletta • gr 100 di polpa di vitello • gr 100 di salame da pentola • gr 200 di parmigiano grattato
• 1 uovo • noce moscata • sale • olio di oliva. Per la sfoglia (la sfoja): • gr 500 di farina • 5 uova.
Vini del Bosco Eliceo DOC L’innesto del vitigno nelle Valli avvenne probabilmente nel 1528, quando Ercole II Duca d’Este sposò Renata di Francia, figlia di Luigi XII, la quale portò in dote un vitigno della Côte d’Or della Borgogna, l’Uva d’Oro appunto, che trovò il perfetto habitat nelle zone delle Dune Sabbiose del Delta e nei Dossi del Bosco Eliceo. L’ambiente particolarmente umido, nebbioso e statico, l’aria e il terreno fortemente salmastri, la vicinanza costante del mare e la mancanza di acqua dolce contribuiscono, nei secoli, alla formazione di un’uva dal fortissimo carattere. I Vini delle sabbie I Vini del Bosco, Fortana, Merlot, Bianco del Bosco, Sauvignon, dal gusto leggero e aromatico, leggermente sapido,
bianco o rosso che sia, riesce a sposarsi alla perfezione con i piatti di carne e di pesce. Il Fortana si distingue per il colore rosso rubino, il profumo vinoso caratteristico del vitigno e il sapore asciutto. La gradazione minima è di 10,5°. Il Merlot ha un colore rosso rubino intenso da giovane, più chiaro in maturità: il profumo caratteristico, leggermente erbaceo; il sapore secco. La gradazione minima è di 10,5°. Il Sauvignon ha un colore giallo paglierino, il profumo delicato e leggermente aromatico, il sapore asciutto. La gradazione minima è di 11°. Il Bianco si distingue per il colore giallo paglierino scarico; il profumo delicato, il sapore fresco. La gradazione minima è di 10,5°.
Ferrara Buskers Festival
Il progetto del Ferrara Buskers Festival nasce nel 1987, dalla mente di Stefano Bottoni, ancora oggi direttore artistico della manifestazione. Tanti piccoli spunti si sono accumulati nella sua testa ma uno, soprattutto, ha dato vita all’idea.
Si tratta di un articolo apparso sul quotidiano locale, datato 30 luglio 1987, in cui si riferiva di due musicisti, con chitarra e batteria, allontanati dai Vigili Urbani. Stefano Bottoni decise quindi che sarebbe potuta esistere una città, o almeno un periodo, in cui si potesse suonare per strada: la sua Ferrara. Serviva dare un nome e forza a questa idea, che a quel tempo pareva poter essere al massimo una rassegna biennale. Scritto il progetto e fatta la squadra – la stessa Associazione attiva oggi – bisognava trovare un
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nome, un nome forte, incisivo ed internazionale. Nacque così, anche in Italia, la parola Buskers che oggi tutti conoscono e riconoscono nella figura del musicista di strada. Nel 1987 Stefano Bottoni, nella sua officina incontrò, grazie ad un fortuito gioco del destino, Lucio Dalla. Oggi il festival è alla sua 32° edizione e conta tantissimi emulatori ma resta invariato lo spirito iniziale, nato da un uomo nella sua officina. Il festival si svolge nel centro storico di Ferrara, occupando quindi circa 200.000 m² e per circa 1000 artisti. Si svolge ogni anno a fine agosto. Originariamente il festival aveva la durata di sette giorni, dal 2008 l’evento comprende due week end, dal sabato alla domenica successiva, a Ferrara. L’anteprima del festival si svolge a Comacchio il primo venerdì. Ogni anno, dalla terza edizione - il festival viene dedicato ad una nazione ospite dalla quale provengono la maggior parte dei 20 gruppi invitati. A questi si aggiungono i gruppi accreditati che partecipano a proprie spese e a seconda della selezione possono esibirsi anche un solo giorno. Nessun artista riceve cachet ma solo le offerte del pubblico nel cappello. L’ingresso alla manifestazione è gratuito. Gli spettacoli si basano sul principio della rotazione, variando la posizione dei gruppi ogni giorno.
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DONARE SANGUE!
Un gesto semplicemente importante
Donare sangue è un atto solidale che ciascuno di noi dovrebbe fare. Il sangue è infatti un tessuto fondamentale per la sopravvivenza che non è possibile riprodurre in laboratorio. La donazione è sempre preceduta da uno screening ematologico volto a tutelare il ricevente e a garantire contemporaneamente al donatore una diagnosi e una terapia precoce in caso di malattia. CHI può donare? Occorre aver compiuto 18 anni, pesare almeno 50 Kg ed essere in buone condizioni di salute. Si può donare sangue intero (globuli rossi, globuli bianchi, plasma e piastrine) o solo plasma, fino a 70 anni (dai 67 in poi a giudizio del medico), tramite la donazione differita. COME SI SVOLGE la donazione differita? Prevede: colloquio e visita medica per valutare l’idoneità del candidato, misurazione dell’emoglobina e prelievo per effettuare gli esami ematici ed ECG (eventuale Radiografia del Torace). L'aspirante donatore riceverà lettera di idoneità e la convocazione alla prima donazione. Se il giudizio di idoneità verrà riconfermato, potrà effettuare la donazione e prenotare l’elettrocardiogramma. La donazione differita intende tutelare la salute del donatore e garantire la massima sicurezza del ricevente. Il donatore abituale che sospende l’attività di donazione per un periodo superiore a 2 anni, deve sottoporsi alla donazione differita eseguendo i controlli di idoneità. QUANDO si può donare? Gli uomini possono donare sangue intero fino a 4 volte l’anno; le donne in età fertile, fino a 2 volte l’anno, successivamente possono donare 4 volte l’anno. Fra ogni donazione devono trascorrere almeno 90 giorni. COME si dona il sangue? Presentandosi in uno dei punti di raccolta (verificando i giorni e gli orari di apertura), non necessariamente a digiuno. È consentita una colazione leggera con tè o caffè, fette biscottate, marmellata, frutta: da evitare il latte e i suoi derivati. La donazione dura circa 10-12 minuti. Dopo una breve pausa viene offerto un ristoro per reintegrare liquidi, zuccheri e sostanze nutrienti. COME si dona il plasma? Il plasma rappresenta la componente liquida del sangue, grazie al quale le cellule possono circolare nell’organismo. Può essere donato anche da chi non può donare il sangue per valori di emoglobina bassi, comunque non inferiori a 11,5 per le donne e 12,5 per gli uomini (es.: microcitemici). La donazione dura fra i 30 e i 40 minuti ed avviene tramite l’uso di separatori cellulari con kit sterili monouso. Si effettua previo appuntamento. A COSA servono il sangue e il plasma donati? Il sangue intero raccolto viene frazionato nei suoi emocomponenti dai Servizi Trasfusionali della regione. Buona parte del plasma viene poi avviata alla lavorazione industriale per ottenere prodotti emoderivati. Tra gli emocomponenti, i Concentrati di Globuli Rossi servono per correggere le gravi anemie di varia natura (nelle leucemie, nei tumori, dopo le emorragie, nella talassemia, ecc.), i Concentrati di Piastrine servono per tamponare o prevenire le gravi emorragie conseguenti a difetti del numero o della funzionalità di queste cellule, il Plasma fresco per uso clinico serve per tamponare o prevenire talune emorragie conseguenti a difetti della coagulazione. A CHI serve il sangue donato? Ai feriti in incidenti stradali, sul lavoro e nell’ambiente domestico. A chi si sottopone ad intervento chirurgico programmato o urgente. Ai pazienti affetti da anemia indotta da differenti patologie (carenza di ferro, talassemia leucemia, emofilia). A coloro che devono subire il trapianto di midollo osseo o di organi.
PER SALVARE UNA VITA, BASTA POCO! DONA SANGUE … UN GESTO SEMPLICEMENTE IMPORTANTE!
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Ph Giampiero Varetti
Ferrara BALLOONS Festival Il Ferrara Balloons Festival è un festival organizzato dalla Provincia e dal Comune di Ferrara dedicato alle mongolfiere e al mondo dell’aria. Si svolge dal 2005 nel Parco urbano Giorgio Bassani, in settembre. La manifestazione, col passare delle edizioni, è divenuta l’evento più importante d’Italia e uno fra i più importanti nel mondo per il settore del volo aerostatico, tanto da richiamare nell’edizione 2012 circa 120.000 spettatori e turisti a Ferrara.
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Sono circa 50 gli equipaggi tradizionali, italiani e stranieri, da Europa, Russia, Stati Uniti che prendono parte all’iniziativa e dieci le Special Shapes, ovvero mongolfiere dalle forme più strane e divertenti. All’interno del Parco Urbano è allestita una vasta area verde di 23.000 metri quadrati chiamata Villaggio dell’Aria, il cuore pulsante di tutto il Festival. Nel Villaggio dell’Aria prendono vita anche le attività non legate al mondo delle mongolfiere come il Villaggio dello Sport interamente dedicato alla pratica di diverse attività sportive, La Città Magica (ricostruzione di un villaggio rinascimentale curata dal Rione Santo Spirito dell’Ente Palio di Ferrara), lo stand promozionale interattivo dell’Aeronautica Militare, spettacoli e concerti dal vivo, l’area ristoro e stand gastronomici, l’infopoint, il noleggio bici e il Balloons Store che vende gadget del festival.
Argenta
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ARGENTA Arzènta in dialetto argentano Abitanti: Argentani Comune Piazza Garibaldi , 1............... tel. 0532 330111 Pro Loco Argenta .......prolocoargenta@gmail.com
È un comune italiano di 21 352 abitanti della provincia di Ferrara in Emilia-Romagna. La fondazione di Argenta risale ad epoca romana, ma le tracce più significative della storia argentana, le testimonianze storiche, urbanistiche ed architettoniche del territorio sono state spazzate via nel corso dei secoli, da alluvioni, allagamenti, terremoti e guerre. L’ultimo evento bellico, in particolare, ha letteralmente raso al suolo ogni traccia del passato sul piano architettonico ed urbanistico, quindi, la città rappresenta oggi il frutto di un’imponente e faticosa opera di ricostruzione che ha impegnato l’Amministrazione comunale e tutta la società civile, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi. La storia argentana è oggi raccontata attraverso le tracce più significative; dagli antichi documenti, i monumenti rimasti, i reperti archeologici, ma anche le sue acque, le valli, la storia delle bonifiche e dei mutamenti idrografici dell’ambiente avvenuti nei secoli.
It is an Italian town of 21 352 inhabitants in the province of Ferrara in Emilia-Romagna. The foundation of Argenta dates back to Roman times, but the most significant traces of Argentine history, the historical, urban and architectural testimonies of the territory have been wiped out over the centuries, from floods, floods, earthquakes and wars. The last war event, in particular, has literally razed all traces of the past from an architectural and urbanistic point of view, therefore, the city represents today the fruit of an impressive and laborious reconstruction work that has engaged the municipal administration and all civil society, starting from the end of the Second World War to the present. Argentine history is today told through the most significant traces; from the ancient documents, the remaining monuments, the archaeological finds, but also its waters, the valleys, the history of reclamations and the hydrographic changes of the environment occurred over the centuries.
PIEVE DI SAN GIORGIO Venne fondata nel 569 per volere dell’arcivescovo di Ravenna. È una delle chiese più antiche dell’Emilia-Romagna. La pianta originaria della chiesa era a tre navate, mentre oggi la chiesa si presenta con la sola navata centrale. Buona parte del piano originario si trova circa tre metri sotto il livello del suolo. Negli scavi effettuati negli anni ‘80 sono stati rinvenuti, nella zona absidale, parti del mosaico che decorava l’originario pavimento e frammenti di decorazione muraria ad affresco risalenti all’epoca agnelliana (IX secolo).
PIEVE DI SAN GIORGIO Itwasfounded in 569 at the behest of the archbishop of Ravenna. Itis one of the oldestchurches in Emilia-Romagna. The original plan of the churchhadthreenaves, whiletoday the churchhasonly the central nave. Most of the original plan islocatedaboutthreemetersbelow ground level. In the excavationscarried out in the 1980s, parts of the mosaicdecorating the originalfloor and fragments of fresco walldecorationdating back to the Agnellian era werefound in the apse area. Inside thereis a Byzantine altar and traces of painting dating back to the 12th century.
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SS. GIOVANNI BATTISTA ED EVANGELISTA La Confraternita dei Battuti Bianchi costruirono nel 1499 il proprio oratorio sopra l’infermeria dell’Ospedale; avevano un proprio stendardo, custodito ed esposto oggi, nella prospiciente San Domenico, nella sezione Pinacoteca del Museo Civico. A partire dal 1588, la confraternita, probabilmente per l’esigenza di radicare maggiormente le funzioni di predicazione e sostegno ai bisognosi, demolì la chiesetta e il vecchio oratorio per costruirvi il nuovo Tempio.
SANTUARIO DELLA CELLETTA Un tempo cella rinascimentale e poi tempio barocco, il Santuario che oggi è possibile ammirare venne innalzato a partire dai primi anni del ‘600 per fare fronte al crescente numero di fedeli che in seguito all’apparizione della Madonna, cominciarono ad affluire in questo luogo dove vi era una piccola cappella. Al centro dell’abside si trova l’altare maggiore in marmo, cui lavorò l’Aleotti nel 1627 e che racchiude la Madonna della Celletta con il Bambino del Garofalo (1481-1559). Questo affresco si trovava nella primitiva chiesetta e venne trasferito qui insieme al muro; le immagini dei SS. Nicolò e Giacomo, patroni delle due parrocchie di Argenta sembrano aggiunti successivamente per opera di Balestri
SS. GIOVANNI BATTISTA ED EVANGELISTA In 1499 the Confraternity of the Battuti Bianchi builttheirownoratoryabove the hospital infirmary; theyhadtheirown banner, guarded and displayedtoday, in the facing San Domenico, in the Pinacoteca section of the Civic Museum. Starting in 1588, the confraternity, probably due to the need to further root the functions of preaching and support for the needy, demolished the small church and the oldoratory to build the new Temple. The interiordecorationswereentrusted to the painter Marco Nicolò Balestri, author of the monumentalTriptychdedicated to the birth and the stories of the Baptist, alsotodayexhibited in the Pinacoteca.
SANCTUARY OF CELLETTA Once a Renaissance cell and then a Baroquetemple, the Sanctuarythat can be admiredtodaywasraised from the early 1600s to cope with the growingnumber of faithfulwho, following the apparition of the Madonna, began to flow intothis place wheretherewas a small chapel. At the center of the apseis the high altar in marble, to which Aleotti worked in 1627 and whichcontains the Madonna della Celletta with the Bambino del Garofalo (1481-1559). This fresco was in the primitive church and wastransferredherealong with the wall; the images of the Saints Nicolò and Giacomo, patrons of the twoparishes of Argenta seem to be addedlater by Balestri.
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DUOMO DI SAN NICOLÒ La prima data certa che abbiamo della chiesa è quella della sua consacrazione, avvenuta il 23 gennaio 1122, ma essa dovrebbe avere origini molto più antiche (seconda metà dell’VIII sec. secondo il Bandi). Era comunemente chiamata San Nicolò in Borgo, perché si trovava nel borgo di Argenta, cioè in quella parte di paese non recintata da mura. A metà del 1200 venne trasferita la fonte battesimale dalla Pieve di San Giorgio. Verso il 1500 venne ingrandita e fu consacrata nel 1577. Nell’antica facciata rinascimentale vi era collocata una statua di S. Nicolò. Notevoli sono le notizie che testimoniano l’importanza raggiunta nei secoli: andata completamente distrutta nel bombardamento del 1945, ricostruita nel dopoguerra, la nuova chiesa venne inaugurata nel 1954.
CATHEDRAL OF SAN NICOLÒ The first certain date wehave of the churchisthat of hisconsecration, whichtook place on January 23, 1122, butitshouldhavemucholderorigins (second half of the VIII centuryaccording to il Bandi). Itwascommonlycalled San Nicolò in Borgo, becauseitwaslocated in the village of Argenta, thatis in that part of the townnotenclosed by walls. In the middle of 1200 the baptismal font wastransferred from the Pieve di San Giorgio. Around 1500 itwasenlarged and consecrated in 1577. In the ancient Renaissance façadetherewas a statue of St. Nicholas. Noteworthy are the news thattestify to the importancereached over the centuries: goingcompletelydestroyed in the bombing of 1945, rebuilt after the war, the new churchwasinaugurated in 1954.
SAN DOMENICO La chiesa viene costruita a partire dal 1522 in mattoni faccia a vista, secondo gli stilemi di architettura quattrocentesca ispirata ai modelli rossettiani. Negli affreschi dell’abside, di XVI secolo attribuiti all’ambito dei Coda, si riconoscono scene di S. Giovanni Battista, ed in modo particolare la Decollazione del Battista, ritenuta la parte più pregevole degli affreschi. L’edificio subì un importante restauro nel 1973 per potere accogliere la Pinacoteca comunale dal 1975; dal 1998 è sede del Museo Civico, terza sezione dell’Ecomuseo, istituito per riunire insieme la Pinacoteca e la Sezione archeologica, mettendo in evidenza non solo l’evoluzione dell’arte e della cultura, ma pure le forme dei popolamenti e degli insediamenti argentani.
SAN DOMENICO The churchwasbuiltstarting from 1522 in exposedbrick, according to the style of fifteenth-centuryarchitectureinspired by the Rossetti models. In the frescoes of the apse, of the sixteenthcenturyattributed to the area of the Coda, scenes of St. John the Baptist can be recognized, and in particular the Beheading of the Baptist, considered the mostvaluable part of the frescoes. The building underwent a major restoration in 1973 to house the Municipal Art Gallery since 1975; since 1998 ithashoused the Civic Museum, the thirdsection of the Ecomuseum, established to bringtogether the Pinacoteca and the ArchaeologicalSection, highlightingnotonly the evolution of art and culture, butalso the forms of Argentinianpopulations and settlements. Worthy of note are the collections with canvases, shovels, tablesdatingbetween the fifteenth and eighteenthcenturies, amongwhichemerges the “Madonna with Child between the Saints Lazzaro and Giobbe” by Benvenuto Tisi called Garofalo (1481-1589) . While in the central part of the churchthere are exhibits (dating from the 6th to the 17th century) foundduringexcavationscarried out in the area between 1980 and 1993.
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ORATORIO DI S. CROCE L’Oratorio di S. Croce nacque nel XVI secolo come sede della Compagnia della Croce, legata all’Inquisizione e all’ordine domenicano. L’edificio fu costruito nel corso del 1500, solo nel 1610 vi lavorò l’Aleotti alla costruzione della facciata monumentale. La facciata dell’Oratorio miracolosamente sopravvissuta al terribile bombardamento del 1945 è stata restaurata recentemente ed ora spicca fra i palazzi moderni della via. Il nome dell’antica via S. Francesco era legato anche alla presenza di una maestosa chiesa dedicata al Santo, che venne completamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. La chiesa si presentava come un complesso conventuale con annesso cimitero, costruita nella seconda metà del XIV secolo.
ORATORY OF S.CROCE The Oratory of S. Croce wasborn in the 16th centuryas the headquarters of the Compagnia della Croce, linked to the Inquisition and the Dominicanorder. The building wasbuiltduring the 1500s, only in 1610 did Aleotti work on the construction of the monumentalfacade. The facade of the Oratorymiraculouslysurvived the terriblebombing of 1945 and wasrecentlyrestored and now stands out among the modern buildings of the street. The name of the ancient Via S. Francesco wasalsolinked to the presence of a majesticchurchdedicated to the Saint, whichwascompletelydestroyedduring the Second World War. The churchappearedas a conventcomplex with an attachedcemetery, built in the second half of the 14th century.
DELIZIA DI BENVIGNANTE La famiglia Calcagnini mantenne la proprietà della grandiosa villa per tutto il periodo del dominio estense. Con la caduta degli Estensi anche la delizia cadde in sventura, passando di mano in mano fino all’800 quando venne acquistata dal Conte Luigi Gulinelli. La famiglia Gulinelli la fece dotare di meravigliose scuderie per allevarvi cavalli da corsa e modificò anche l’aspetto originale dell’impianto dell’antica delizia. Rimase tale fino alla Seconda Guerra Mondiale quando con i bombardamenti che colpirono tutta l’area argentana nel 1944, stravolsero di nuovo il profilo della delizia. La posizione di questa residenza, che permette di dominare i terreni circostanti, con il suo poderoso torrione merlato centrale, doveva essere stata pensata, non solo come luogo di riposo e svago, ma anche con funzioni di controllo, più che difensive del territorio argentano. Il complesso non è visitabile ma è circondato da quattro ettari di terreno adibiti a parco, ripristinato dopo gli eventi bellici. Dal 1990 la Delizia è stata rilevata dal Comune di Argenta e rientra nel patrimonio di valorizzazione dell’Ecomuseo di Argenta, ed è curata per iniziative dalla locale associazione “Il Torrione della Delizia di Benvignante” L’ampio parco viene infatti utilizzato per attività culturali e feste, in quanto inserito nel programma degli spettacoli estivi promossi dall’Amministrazione provinciale e dai Comuni “ Delizie d’Estate”. Le prospicienti scuderie e l’essiccatoio del tabacco sono invece di proprietà privata. Nell’anno 2000, le Delizie ferraresi, tra cui anche Benvignante, vennero dichiarate dall’Unesco patrimonio dell’Umanità. Attualmente mediante il progetto Mappe di Comunità, il Comune di Argenta e la Provincia di Ferrara, con la partecipazione della comunità e dell’Associazionismo locale, stanno definendo un progetto di consolidamento della struttura storica al fine di renderla accessibile anche internamente col proposito di rivitalizzare l’antico borgo rurale e inserirla nel circuito delle Delizi Estensi.
DELIZIA DI BENVIGNANTE The Calcagnini family maintained ownership of the grandiose villa for the entireperiod of the Este dominion. With the fall of the Estensi also the delightfellintomisfortune, passing from hand to hand until the 800 whenitwasbought by Count Luigi Gulinelli. The Gulinelli family haditequipped with wonderfulstables to breed race horses and alsochanged the originalappearance of the ancientdelightplant. Itremained so until the Second World War when with the bombingthat hit the entire Argentine area in 1944, theyagaindistorted the profile of delight. The location of this residence, whichallowsit to dominate the surroundingland, with itspowerfulcrenellatedcentral tower, must havebeendesigned, notonlyas a place of rest and recreation, butalso with control functions, ratherthandefensive of the Argentine territory.The complexcannot be visitedbutissurrounded by fourhectares of landusedas a park, restored after the war events.Since 1990 the Delizia hasbeentaken over by the Municipality of Argenta and is part of the enhancementheritage of the Argenta Ecomuseum, and iscurated for initiatives by the localassociation “Il Torrione della Delizia di Benvignante”. The large park is in factused for cultural activities and parties, asitisincluded in the program of summer shows promoted by the Provincial Administration and by the “Delizie d’Estate” Municipalities. The facingstables and the tobaccodryer are insteadprivatelyowned. In the year 2000, the Ferrara Delights, including Benvignante, weredeclared a UNESCO World Heritage Site. Currently, through the Community Maps project, the Municipality of Argenta and the Province of Ferrara, with the participation of the community and localassociations, are defining a project to consolidate the historicalstructure in order to make itaccessibleinternally with the aim of revitalizing the ancient rural village and insertit in the circuit of the Estense Delices.
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SAN LORENZO E CONVENTO CAPPUCCINI L’età di edificazione del complesso religioso e della chiesa viene fatta risalire dalle fonti letterarie ed archivistiche al 1568-69 con l’ingresso dei frati Cappuccini nel 1570. Il convento tra i secoli XVIII e XIX venne sottoposto dapprima alle soppressioni napoleoniche e, nel 1867 viene abbandonato dalla comunità dei religiosi e sconsacrato. Il Convento divenne così di proprietà Comune di Argenta che lo adibì ad Ospedale civile e come tale funzionò fino al 1939; dopo di che esso funzionò da casa e da ricovero per famiglie indigenti, subendo un progressivo e inarrestabile degrado. Solo nel 1985 l’Amministrazione Comunale provvide al suo restauro per ospitarvi nel 1987 la Biblioteca Comunale, intitolata al canonico argentano Francesco Leopoldo Bertoldi, e il Centro culturale. Oggi il complesso storico dei Cappuccini ospita ancora la Biblioteca Comunale e l’Archivio storico ed i vari servizi annessi. “Dall’anno 2000 è, anche sede decentrata dell’Università di Ferrara, dove si svolgono le attività in presenza del Corso di Laurea on line “Tecnologo della comunicazione audiovisiva e multimediale” e master universitari legati all’E–Learning, all’interno delle sale informatiche, dei laboratori multimediali, dell’Aula Magna.”
SAN LORENZO AND CONVENTO CAPPUCCINI The building age of the religiouscomplex and of the churchdates back to literary and archival sources from 1568 to 69 with the entry of the Capuchinfriars in 1570. The conventbetween the eighteenth and nineteenthcenturieswas first subjected to Napoleonicsuppressionsand, in 1867, wasabandoned by the religious community and deconsecrated.. The Conventthusbecame the property of the Municipality of Argenta whichturneditinto a civil hospital and assuchoperateduntil 1939; after whichitfunctionedas a home and as a shelter for poor families, undergoing a progressive and unstoppabledecline. Only in 1985 did the Municipal Administration provide for itsrestoration to house the Municipal Library in 1987, named after the Argentine canon Francesco Leopoldo Bertoldi, and the Cultural Center. Today the historicalCapuchincomplexstillhouses the Municipal Library and the Historical Archive and the variousannexed services. “Since the year 2000 itisalso the decentralized site of the University of Ferrara, where activities take place in the presence of the online Degree Course” Technologist of audiovisual and multimedia communication “and master’s degrees related to E-Learning, within of computer rooms, multimedia laboratories, of the Aula Magna. “
MUSEO DELLA BONIFICA Già in parte realizzato nel 1994, è stato completato nel 2002 con l’inclusione delle centrali storiche che originariamente azionavano gli impianti idrovori. Arrivando alle grandi centrali storiche, termica con le caldaie, turbina per il vapore, elettrica e alternatori soppiantati da moderni generatori. MUSEUM OF RECLAMATION Alreadypartlyrealized in 1994, itwascompleted in 2002 with the inclusion of the historical power plantsthatoriginallyoperated the water-scoopingplants. Itis an example of industrial archeology and, at the same time, of active work site. The routewindsthrough the MechanicalReclamationplant with which the Renana Land Reclamation Consortium controls and oversees the vast system of canals, expan-
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sioncrates, gullies and Vincian gates scatteredin avastterritorybetween the Bolognese Apennines and the Adriatic Sea, of which Argenta is the nerve center in the water management. Inside the museum you can observe the organization of the workers at work and realize the complexitythatunderlies the hydraulicregulationthrough the operation of large hydraulicequipment.
MUSEO DELLE VALLI DI ARGENTA Il Museo delle Valli di Argenta, documenta l’evoluzione dell’ambiente naturale e gli interventi dell’uomo in un’area caratterizzata dalle acque. Il Museo delle Valli è inoltre il centro organizzativo di tutto l’Ecomuseo di Argenta, per servizi, orari, eventi, attività educative, informazioni e prenotazioni visite. Il Museo delle Valli è stato riconosciuto “Museo dell’anno” nel 1992 dal Consiglio d’Europa e Centro di Educazione ambientale dal 1996 con apposita normativa regionale. L’atelier consente pure l’approfondimento delle tematiche per scolaresche e adulti mediante le attività esperienziali e i laboratori naturalistici; vengono proposte anche le attività artigianali, come impagliare sedie e produrre piccoli manufatti, mediante l’intreccio della canna comune, abilità che sapienti mani hanno ereditato dalla tradizione vallante e che ancora sanno esibire.
MUSEUM OF THE ARGENTA VALLEYS The Museum of the Argenta Valleysdocuments the evolution of the naturalenvironment and human interventions in an area characterized by water. The Museo delle Valli isalso the organizational center of the wholeEcomuseum of Argenta, for services, schedules, events, educational activities, information and booking visits. The Museo delle Valli wasrecognizedas “Museum of the Year” in 1992 by the Council of Europe and Center for EnvironmentalEducationsince 1996 with specificregionallegislation. The atelier alsoallows the deepening of the themes for schools and adultsthroughexperiential activities and naturalisticlaboratories; craft activities are alsooffered, suchasfoldingchairs and producing small items, through the intertwining of the common cane, skills thatskilled hands haveinherited from the valleytradition and thattheystill know how to exhibit.
MUSEO CIVICO Il Museo Civico, nella chiesa di San Domenico, si compone della Pinacoteca Comunale e della Sezione archeologica; documenta aspetti di vita artistica della città ed, in particolare con le raccolte archeologiche, l’evoluzione dei popolamenti sparsi fino agli insediamenti urbani, cinti da mura, in un’area da sempre dominata dalle acque.
CIVIC MUSEUM The Civic Museum, in the church of San Domenico, consists of the Municipal Picture Gallery and the ArchaeologicalSecti on;documentsaspects of the city’sartistic life and, in particular with the archaeologicalcollections, the evolution of populationsscattered to urbansettlements, surrounded by walls, in an area alwaysdominated by water.
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VALLI DI ARGENTA Delle antiche Valli di Argenta e Marmorta ora rimangono solo le Valli di Campotto, che oggi vengono principalmente utilizzate durante le piene dei fiumi nel territorio. Quello che resta delle antiche Valli di Argenta è suddiviso in tre principali comparti: Oasi di Campotto e Bassarone, che presentano una serie di valli di acqua dolce connesse tra di loro e collegate ai principali fiume della zona da canali; Valle Santa, caratterizzata da canneti e piante di ninfee, è il luogo ideale per la sosta e nidificazione di molte specie di uccelli; Bosco di Traversante, rappresenta uno degli ultimi lembi di foresta igrofila della Pianura Padana. Le Valli di Campotto e il Bosco di Traversante sono accessibili solo con una guida e si possono visitare a piedi o in bicicletta. Visitabile liberamente invece Valle Santa, nelle cui vicinanze è possibile accedere ad una torretta di osservazione da cui si ha una meravigliosa vista dall’alto delle Valli. Le Valli di Argenta, insieme al Museo delle Valli, il Museo Civico di Argenta, e il Museo della Bonifica,formano l’Ecomuseo di Argenta parte integrante del Parco del Delta del Po.
OASI DI BOSCOFORTE In prossimità dell’abitato di Anita, a sinistra del fiume Reno si estende l’Oasi di Boscoforte, collocata nel Parco del Delta del Po dell’Emilia - Romagna- stazione delle Valli di Comacchio. Boscoforte è un vero e proprio “paradiso naturalistico”, localizzato su un cordone dunoso di epoca etrusca, che divide la valle di Porto dalla valle Lido di Magnavacca, uno degli angoli più suggestivi del Parco del Delta del Po. L’area è caratterizzata da una notevole varietà di ambienti, legati alla contemporanea presenza di zone di acqua dolce e di acqua salmastra: canneti, salicoroneti, dossi sabbiosi e canali.
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THE VALLEYS OF ARGENTA Of the ancientValleys of Argenta and Marmorta nowonly the Campotto Valleysremain, whichtoday are mainlyusedduring the flooding of rivers in the territory. Whatremains of the ancientValleys of Argenta isdividedintothreemainsectors: Oasis of Campotto and Bassarone, whichpresent a series of freshwatervalleysconnected to eachother and connected to the mainrivers of the area by channels; Valle Santa, characterized by reeds and water lilies, is the ideal place for stopping and nesting of manyspecies of birds; Bosco di Traversante, represents one of the last strips of hygrophilousforest in the Po Valley. The Campotto Valleys and the Traversante Woods are accessibleonly with a guide and can be visited on foot or by bicycle. Instead, you can visit Valle Santa freely, in the vicinity of whichyou can access an observation tower from whichyouhave a wonderfulview of the valleys from above. The Valli di Argenta, together with the Museo delle Valli, the Civic Museum of Argenta, and the Museo della Bonifica, form the Ecomuseo di Argenta, an integral part of the Po Delta Park.
OASIS OF BOSCOFORTE Near the built-up area of Anita, to the left of the Reno riverextends the Oasis of Boscoforte, located in the Po Delta Park of Emilia - Romagna- station of the Comacchio Valleys. Boscoforteis a real “naturalisticparadise”, located on a dune cord of the Etruscan era, whichdivides the Porto valley from the Lido di Magnavaccavalley, one of the most suggestive corners of the Po Delta Park. The area ischaracterized by a remarkablevariety of environments, linked to the simultaneouspresence of freshwater and brackish water areas: reed beds, salicoroneti, sandybumps and canals. Itis the privileged place for nesting and resting of foxes, avocets, spatulas and flamingos.
CÀ ANITA Il villaggio di Anita sorse alla fine degli anni 30 a seguito della grande bonificazione del Mantello, a testimonianza di ciò gli edifici simbolo del paese le scuole, la casa littoria e la chiesa sono di chiara ispirazione razionalista. Il paese durante l’ultimo conflitto mondiale è stato teatro di numerosi scontri che hanno lasciato segni indelebili nella memoria collettiva, a ricordo della lotta di Liberazione, la piazza centrale fu intitolata ai Caduti per la Libertà e nel 1996 fu inaugurato il monumento alla Pace che ricorda gli eroici caduti della Resistenza. Recentemente, l’Amministrazione Comunale ha provveduto a risanare e recuperare il complesso scolastico e la casa littoria destinandoli a sede di servizi turistico-ricettivi e culturali.
Fiera di Argenta Dal 6 al 9 Settembre per il 62 ^anno consecutivo si svolge la Fiera di Argenta, che ha ottenuto il riconoscimento dalla Regione Emilia-Romagna, dall’edizione 2002, di Fiera regionale. I motori della Fiera di Argenta, edizione 2019, sono entrati a pieno regime.
la brazadela Il nome Brazadela, deriva dal fatto che veniva servita infilataal braccio destro, mentre con il sinistro si versava il vino. E’ una ricetta molto antica che risale al 1250. In passato, questo dolce, veniva fatto nelle occasioni speciali perché era sostanzioso e non vi erano soldi per comprare cioccolato oaltri dolciumi.
CÀ ANITA The village of Anita aroseat the end of the 1930s following the greatreclamation of the Mantello, a testimony to which the symbolic buildings of the town, the schools, the lictor house and the church are clearlyrationalist. During the last world war the townwas the scene of numerousclashesthatleftindeliblemarks in the collectivememory, in memory of the Liberation struggle, the centralsquarewasnamed after the Fallen for Freedom and in 1996 the monument to Peace wasinauguratedwhichremembers the heroicfallen of the Resistance.
Sono confermate molte delle manifestazioni e iniziative, che arricchiscono anno dopo anno le edizioni. Nel settore enogastronomico Cuochi di classe, Oro d’Argenta, Ciak si mangia e Melasogno. Per lo spettacolo, Il giardino incantato, Argenta Comics Cosplay & Games, Cantando sotto le stelle e Social Music Gazebo. Per lo sport, FAR gravelcicloavventura lungo il Po di Primaro, E tu di che sport sei? in piazza Giovanni XXIII, Tornei di basket giovanili e 3 vs 3 e L’arrampicata sportiva quest’anno nella palestra delle scuole elementari.
Ingredienti -1 kg di farina - 4 uova - 350 gr. di zucchero - 150 gr. di burro - 1 bicchiere di latte - lievito di birra - scorza di limone - zucchero in granelli
Procedimento Mescolare bene il burro con uova e zucchero poi a uno a uno aggiungere gli altri ingredienti. Versare alcune cucchiate di latte sull’impasto e aggiungere un pizzico di sale. Ungere e spolverizzare con zucchero uno stampo con foro in mezzo e versare il composto, Infornare nel forno caldo e cuocere per 30 minuti a 180°.
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Bondeno
www.comune.bondeno.fe.it
BONDENO Bundén in dialetto bondenese Abitanti: bondenesi o bondesani Comune Piazza G. Garibaldi, 1 . ...........tel 0535 899211 Pro Loco Bondeno .......proloco.bondeno@gmail.com
È un comune di 14093 abitanti della provincia di Ferrara, situato sulle sponde del fiume Panaro. Importante centro di produzione e manifatturazione della frutta, è il più antico insediamento del territorio. Il toponimo sembra provenire dall’antico nome del fiume, Bondicus. Indagini archeologiche condotte nel territorio comunale attestano la presenza di insediamenti umani sia del neolitico che di età romana. Quella di Bondeno è una lunga storia di alluvioni e di grandi opere intraprese per difendersi dalle acque e incanalarle in modo da consentire la coltivazione. Nel Medioevo appartenne al monastero di Nonantola per donazione di re Astolfo, poi fece parte dei possessi di Matilde di Canossa che all’inizio del XII secolo fece costruire a difesa della città un castello, poi distrutto da Alfonso I d’Este. Nel 2010 Bondeno viene insignita del titolo di Città dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Un nuovo Stemma della Città di Bondeno è stato concesso con decreto del Presidente della Repubblica in data 2 Dicembre 2010, unitamente al conferimento del titolo onorifico di “Città”. It is a town of 14093 inhabitants in the province of Ferrara, located on the banks of the Panaro river. An important center for fruit production and manufacturing, it is the oldest settlement in the area. The toponym seems to come from the ancient name of the river, Bondicus. Archaeological surveys conducted in the municipal area attest to the presence of human settlements from both the Neolithic and Roman periods. That of Bondeno is a long history of floods and of great works undertaken to defend themselves from the waters and channel them so as to allow cultivation. In the Middle Ages it belonged to the monastery of Nonantola by donation of King Astolfo, then it was part of the possessions of Matilde di Canossa that at the
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Chiesa della Natività della Beata Vergine Maria La chiesa parrocchiale attuale risale al sec. XV, ricostruita dalla comunità di Bondeno. Essa è il risultato di più restauri e tuttavia conserva della sua prima foggia le dimensioni, la fisionomia e lo stile.
Chiesa della Natività della Beata Vergine Maria The current parish church dates back to the century XV, rebuilt by the community of Bondeno. . It is the result of several restorations and yet retains the dimensions, the physiognomy and the style of its first shape. beginning of the XII century had a castle built to defend the city, then destroyed by Alfonso I d’Este. In 2010 Bondeno was awarded the title of City by the President of the Republic Giorgio Napolitano on the occasion of the 150th Anniversary of the Unification of Italy. A new Coat of Arms of the City of Bondeno was granted by decree of the President of the Republic on 2 December 2010, together with the conferment of the honorary title of “City”.
Rocca Possente di Stellata Edificata intorno all’anno 1000. Posta lungo la sponda destra del Po, permetteva di controllare la navigazione. Particolare è la configurazione delle mura, poste di sbieco, per meglio opporsi alle artiglierie nemiche. Rocca Possente di Stellata Built around the year 1000. Placed along the right bank of the Po, it allowed to control the navigation. Particular is the configuration of the walls, bias posts, to better oppose the enemy artillery.
Oasi “Zarda” Situata presso la località Settepolesini, a pochi chilometri da Bondeno; Un importante luogo di interesse archeologico che fornisce informazioni sugli ultimi cinquantamila anni di storia della Bassa Padana. Oasi “Zarda” Located near Settepolesini, a few kilometers from Bondeno; An important place of archaeological interest that provides information on the last fifty thousand years of history of the Po Valley.
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Oasi di Vigarano Pieve a ridosso del percorso ciclabile Ferrara-Bondeno, vi è una cava trasformata in un’area verde aperta al pubblico ove è possibile trascorrere attimi di relax o per gli sportivi amanti della bicicletta e della corsa, una rilassante passeggiata in mezzo alla natura. Chi vorrà cimentarsi con pagaia e canoa, potrà farlo nei momenti dedicati all’iniziativa “Prova la canoa”, che consente di muovere le prima pagaiate, con la possibilità successivamente di effettuare un vero e proprio corso di canoa. L’Oasi è gestita dal Canoa Club Ferrara.
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Oasi di Vigarano Pieve Close to the Ferrara-Bondeno cycle path, there is a quarry transformed into a green area open to the public where it is possible to spend moments of relaxation or for sports enthusiasts who love cycling and running, a relaxing walk surrounded by nature. Those who want to try their hand at paddling and canoeing can do so in the moments dedicated to the “Try the canoe” initiative, which allows you to move the first paddling, with the possibility of subsequently performing a real canoe course. The Oasis is managed by the Canoa Club Ferrara.
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Sagra della rana La sagra di svolge a Santa Bianca, è un piccolo borgo di campagna appoggiato all’argine destro del fiume Panaro. La SAGRA della RANA è una manifestazione gastronomica di grande successo da moltissimi anni, un menù completo a base di rane, dai primi ai secondi alla pizza, senza trascurare i piatti tipici della tradizione come i cappellacci di zucca fatti a mano e molto altro ancora. Solitamente si svolge dal terzo week end del mese di Agosto, fino al primo week end di settembre. Nei giorni di venerdì, sabato, domenica, diverse orchestre accompagneranno la sagra della rana.
Rane Di questo anfibio, molto apprezzato per le sue carni delicate esistono in Italia due specie buone a fini alimentari: la rana verde (Rana esculenta) e quella comune (Rana temporaria). Pur essendo uno degli abitanti più popolari di stagni ed acquitrini del nord, la rana ha sempre colpito la fantasia dell’uomo.
Esistono infatti, molte credenze e proverbi ricollegati a questo animale. In passato si credeva che le rane nascessero dalla terra fecondata dagli acquazzoni estivi, oppure che fossero concepite dalla pioggia direttamente nel cielo. Fu in Italia e Francia che durante l’alto Medioevo si affermò l’uso di mangiare rane, identificate come un cibo povero e magro, la cui pesca era liberamente concessa ai contadini delle zone ricche d’acqua. Ancora pochi decenni or sono, schiere di “ranari” anche nelle campagne del ferrarese vagavano notti intere per fossi e acquitrini alla ricerca di questi animaletti. Alla mattina, quando i sacchi erano pieni, venivano preparati per consumarli freschi marinati (fritti o bolliti), oppure conservati sotto sale. Oggi le difficoltà sia d’approvvigionamento che di preparazione (spellatura e pulitura), ne fanno un cibo piuttosto costoso e non comune, da gustarsi quasi esclusivamente al ristorante.
Cento
www.comune.cento.fe.it
CENTO (FE) Zènt in dialetto centese e ferrarese, Zèint in dialetto bolognese settentrionale, Zänt in dialetto bolognese Abitanti: Centesi Comune Via Provenzali, 15 . .................. tel 051 6843111 Comune di Cento Biblioteca P.zzale della Rocca . ..............tel. 051 6843141 Pro Loco Cento IAT Info turistiche P.zza Guercino, 39 tel. 051 6843334
Cento comune di 35 432 abitanti è definita spesso terra di confine perché, nonostante sia in provincia di Ferrara, dista 25 km da Bologna, 32 da Ferrara e 38 da Modena. Più volte si è discusso per cambiare provincia senza mai concretizzare l’idea.Frazioni: Alberone, Renazzo, Casumaro, Pilastrello, Corporeno, Buonacompra, Dodici Morelli, Reno Centese. Cento inoltre come Pieve di Cento conserva la struttura dei portici e del centro storico, in stile bolognese, e per la sua gastronomia, che presenta numerosi piatti tipici del capoluogo dell’Emilia-Romagna. Esistono varie ipotesi sull’origine del nome Cento: quella più accreditata lo fa risalire all’epoca romana, da Centum, poiché all’epoca i territori venivano divisi in centurie agrimensorie, oppure, sempre risalente all’epoca del dominio romano, da “Cento iugeri”, che sarebbe la porzione di territorio assegnato ai coloni all’epoca. Cento la patria del Guercino, la Città della Partecipanza, sistema di suddivisione delle terre, nato nel medioevo ed esistente ancora oggi. La città del Carnevale d’Europa. Il Guercino già autore delle prime tele carnevalesche nel Seicento.
One hundred town of 35 432 inhabitants is often called borderland because, despite being in the province of Ferrara, it is 25 km from Bologna, 32 from Ferrara and 38 from Modena. Several times we have discussed to change the province without ever realizing the idea. Fractions: Alberone, Renazzo, Casumaro, Pilastrello, Corporeno, Buonacompra, Dodici Morelli, Reno Centese. Moreover, like Pieve di Cento, it preserves the structure of the arcades and the historical center, in the Bolognese style, and for its gastronomy, which presents numerous typical dishes of the capital of Emilia-Romagna.One hundred Guercino’s homeland, the Città della Partecipanza, a system of subdivision of the lands, born in the Middle Ages and still existing today. The city of the Carnival of Europe. Guercino already author of the first carnival paintings in the seventeenth century.
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PINACOTECA CIVICA Palazzo del 1872 ed ospita la pinacoteca civica, Giovanni Callegari fu l’architetto che la progettò La pinacoteca ospita il maggior numero di opere al mondo del Guercino e della sua Bottega compresi disegni e incisioni E’ per tanto possibile seguire l’evoluzione stilistica del Maestro PALAZZO COMUNALE risale al XVIII Secolo e venne ultimata la facciata nel 1756. dates back to the 18th century and the facade was completed in 1756.
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PINACOTECA CIVICA Palace of 1872 and houses the civic art gallery, Giovanni Callegari was the architect who designed it The art gallery houses the greatest number of works in the world by Guercino and his Workshop including drawings and engravings It is therefore possible to follow the Maestro’s stylistic evolution. PALAZZO COMUNALE Dates back to the 18th century and the facade was completed in 1756. PALAZZO DEL GOVERNATORE The construction of the Governor’s Palace was commissioned by the Estensi in 1502, on the occasion of the marriage between Alfonso I d’Este and Lucrezia Borgia, daughter of Pope Alexander VI, brought the territory of the Centopievese to her husband, previously subjected to the lordship of the bishop of Bologna but always coveted by the lords of Ferrara. The current neo-medieval aspect of the palace dates back to the radical restoration of 1919.
PALAZZO DEL GOVERNATORE La costruzione del Palazzo del Governatore fu commissionata dagli Estensi nel 1502, in occasione del matrimonio fra Alfonso I d’Este e Lucrezia Borgia, figlia del papa Alessandro VI, portò in dote al marito il territorio del Centopievese, in precedenza sotto-
posto alla signoria del vescovo di Bologna ma sempre ambito dai signori di Ferrara. L’attuale aspetto neo-medioevale del palazzo risale al radicale restauro del 1919. ROCCA DI CENTO Questa splendida fortificazione che si trova all’inizio di Via
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Guercino venendo da Bologna, venne edificata per volere del vescovo di Bologna BernardoBonnevalle nel 1378 che affidò l’incarico all’Architetto Antonio di Vincenzo. Venne poi a metà del 400 ristrutturata per conformarla alle nuove soluzioni difensive. TEATRO BORGATTI Oltre alla tradizione artistica, pittorica e letteraria , Cento vanta a nche una tradizione musicale il noto Giuseppe Borgatti (18711950) al noto intrprete Wagneriano è dedivcato il Teatro Borgatti costruito tra il 1856 e 1861 su disegno di Antonio Giordani. BASILICA COLLEGIATA DI SAN BIAGIO È il Duomo di Cento, chiesa dedicata ai Santi Biagio e Severino è attestata a Cento già
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ROCCA DI CENTO This splendid fortification located at the beginning of Via Guercino coming from Bologna, was built at the behest of the bishop of Bologna Bernardo Bonnevalle in 1378 who entrusted the task to the architect Antonio di Vincenzo. Then came in the middle of the 400 restructured to conform it to the new defensive solutions. TEATRO BORGATTI In addition to the artistic, pictorial and literary tradition, Cento also boasts the well-known Giuseppe Borgatti (18711950) to the well-known Wagnerian performer, the Borgatti Theater built between 1856 and 1861 based on a design by Antonio Giordani. BASILICA COLLEGIATA DI SAN BIAGIO Church dedicated to Saints Biagio and Severino is attested in Cento already in the XI century. It became a parish church and was given the baptismal font in 1378 at the behest of Cardinal Filippo Carafa della Serra. The building was enlarged in 1409 and, in 1566, a side nave was added. The current collegiate church was built between 1732 and 1744 to a design by Alfonso Torreggiani.
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EX GHETTO EBRAICO La presenza ebraica a Cento risale alla fine del XIV secolo, ma è con gli Estensi che vive il suo periodo di fioritura. Dal XVII secolo inizia un progressivo decadimento che porta nei primi del Novecento alla fusione con la comunità ebraica di Ferrara.
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nell’XI secolo. Essa divenne pieve e fu dotata del fonte battesimale nel 1378 per volere del cardinale Filippo Carafa della Serra. L’edificio venne ampliato nel 1409 e, nel 1566, fu aggiunta una navata laterale. L’attuale collegiata venne costruita tra il 1732 ed il 1744 su progetto di Alfonso Torreggiani
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GALLERIA D’ARTE AROLDO BONZAGNI Raccolta di opere tra il 1905 e 1918 significativa testimonianza dell’attività del pittore scomparso nel 1918. MUSEO “SANDRO PARMEGIANI” Artista nato a Milano da genitori Centesi, trascorse un periodo della sua vita a cento Pittore figurativo naturalista. Il museo si trova nel palazzo della delegazione di Renazzo, paese dove lui trasse ispirazione per molte sue opere.
GALLERIA D’ARTE AROLDO BONZAGNI Art gallery Aroldo Bonzagni collection of works between 1905 and 1918 significant testimony of the activity of the painter who died in 1918. “SANDRO PARMEGIANI” MUSEUM Artist born in Milan of Centesi parents, he spent a period of his life as a hundred figurative naturalist painter. The museum is located in the building of the Renazzo delegation, a town where he drew inspiration for many of his works. EX-GHETTO EBRAICO The Jewish presence in Cento dates back to the end of the 14th century, but it is with the Este family that its flowering period lives on. From the seventeenth century began a progressive decay that led in the early twentieth century to the merger with the Jewish community of Ferrara.
Malaguti Lorenzo Pizzotti Luciano Onoranze Funebri
Cento (FE) - Via Vicini, 1/3 - Via Donati, 22 Mirabello (FE) - Corso Italia, 348 Sant’Agostino (FE) - Via Statale, 186b Tel. e Fax 051.902078 - Tel. 051.904001 onoranzefunebripizzotti@yahoo.it onoranzefunebripizzotti@alice.it
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Gastronomia La tradizione enogastronomica, debitrice delle tre città, per la contaminazione dei piatti Bologna (tortellini, tortelloni di ricotta, nocino), Modena (cotechino, salame alla brace, zampone, lambrusco) e Ferrara (pane, lumache, salama da sugo, tortelloni di zucca) al centro delle quali il territorio Centese si sviluppa. Alcune eccellenze del territorio: Lumaca: le “lumache alla casumarese” sono una specialità, in origine natalizia, cucinata secondo un’antica ricetta che risale al tempo degli Estensi e che troviamo scritta per la prima volta nel 1611. Dal 1999 Casumaro gode del titolo di “Città della Lumaca” conferitogli dall’Associazione Italiana Elicicoltori. Salama da sugo: la salama da sugo (insaccato di carni suine macinate, insaporite da vino e spezie) è un tipico prodotto ferrarese, nato sulle rive del Po di Primaro dall’insediamento di porcaioli trentini durante il Medioevo. Fu molto
Cappellacci Caplaz Ingredienti per 6 persone Per la pasta • 6 uova • 7 etti di farina Per il ripieno • 1 kg di zucca violina • 300 grammi di parmigiano grattugiato • 1 uovo • sale, pepe e noce moscata
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apprezzata dagli Este, tanto che nel 1481 il duca Ercole I ne spedì una a Lorenzo il Magnifico. Dal 2005 la salama da sugo di Buonacompra ha ottenuto il marchio di Indicazione Geografica Tipica (IGT). Tortellone: i tortelloni di zucca sono un piatto nato nel centese durante la dominazione estense, infatti La prima ricetta scritta dei cappellacci di zucca risale al 1584 ed è di Giovanni Battista Rossetti, cuoco della corte di Alfonso II d’Este, che la pubblica nella sua opera “Dello Scalco”. Da allora ad oggi la ricetta è cambiata radicalmente. Prima nel ripieno, in puro stile rinascimentale, si trovavano anche zenzero e cannella e poi con l’andare del tempo i cappellacci sono diventati ricetta popolare: oggi rimane solo la noce moscata come spezia a ricordo di quel passato aristocratico. Per questa ricetta è stata usata la zucca violina, chiamata butternut in inglese, tipica del ferrarese, la più adatta per la sua dolcezza che crea un eccezionale sapore agro-dolce quando si mescola agli altri ingredienti. Il nome cappellacci, caplaz in dialetto, deriva dal cappello di paglia a tesa larga dei contadini, non dimentichiamoci che per secoli la zucca è stata la principale fonte di sostentamento nelle campagne.
Procedimento Preparare una sfoglia con 6 uova e lasciatela riposare per 30 minuti. Nel frattempo tagliate la zucca a pezzi, eliminate i semi ed i filamenti e cuocetela al forno. Servendovi di un cucchiaio togliete la parte più tenera della polpa lontano dalla buccia e passatela poi al setaccio. Amalgamatela poi con gli altri ingredienti. Fate i tortelli e cuoceteli 5-6 minuti, conditeli con il ragù di carne bolognese. Serviteli con una spolveratina di parmigiano o grana. La ricetta è semplice, tutto si basa sulla zucca, che deve essere perfetta, dolce, ben soda. Non esagerate con la noce moscata, serve solo una spolverata per smussare la dolcezza della zucca e aggiungere ulteriore dimensione. Se il ripieno dovesse essere troppo bagnato aggiungete pane grattugiato. Come detto prima noi usiamo la zucca violina, che ha un sapore più intenso e gustoso, ma ogni zona ha la propria zucca da difendere!
Codigoro
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CODIGORO Codgòr in dialetto ferrarese Abitanti: codigoresi Comune Piazza Giacomo Matteotti, 60 .tel. 0533 729111 Pro Loco Codigoro ......comacchioproloco@gmail.com
È un comune italiano di 11 554 abitanti della provincia di Ferrara, in Emilia-Romagna. Fa parte dell’Unione Delta del Po. La storia di Codigoro la si fa ricondurre in epoca longobarda al VII secolo, quando una comunità di monaci benedettini di San Colombano di Bobbio si insedia nel territorio dell’attuale Pomposa. È in questi anni che prende avvio la costruzione dell’Abbazia di Pomposa la quale diede risalto a Codigoro e al suo territorio. Nei secoli successivi la Repubblica Veneta fece sboccare più a sud il Po di Levante, compromettendo il deflusso delle acque dei canali che, insieme all’abbassamento del terreno, rese vane le opere dei Signori di Ferrara. Nel 1598, subentrò la dominazione Pontificia che proseguirà, fino all’Unità d’Italia. Tra la metà e la fine dell’800, con la costruzione del primo impianto idrovoro, iniziarono le bonifiche e vennero prosciugati 56.000 ettari di terreno. Per Codigoro, questo, significò lavoro, sviluppo e l’arrivo di tantissime famiglie dal Veneto e dalla Romagna.
CHIESA DI SAN MARTINO VESCOVO La prima citazione di una chiesa a Codigoro risale al 1155; in un documento del 1565 la stessa, che era in stile romanico, definita pieve. Questo edificio, a causa di millantati cedimenti strutturali mai comprovati, fu chiusa al culto nel 1902 e demolita nel 1917 per ingrandire la piazza. L’amministrazione di allora decise che la chiesa non sarebbe stata ricostruita. Dopo la seconda guerra mondiale l’interesse per l’antica chiesa di San Martino rinacque e si deliberò di riedificarla. L’attuale parrocchiale venne costruita tra il 1951 ed il 1952 e consacrata in quello stesso anno dal vescovo di Comacchio Natale Mosconi. Nel 1980 furono realizzate la sagrestia e l’abside.
It is an Italian town of 11 554 inhabitants in the province of Ferrara, in Emilia-Romagna. It is part of the Po Delta Union. The history of Codigoro can be traced back to the 7th century in the Lombard era, when a community of Benedictine monks from San Colombano di Bobbio settled in the territory of what is today Pomposa. It was in these years that the construction of the Abbey of Pomposa began, which highlighted Codigoro and its territory. In the following centuries the Venetian Republic caused the Po di Levante to flow southwards, jeopardizing the flow of the waters of the canals which, together with the lowering of the terrain, rendered the works of the Lords of Ferrara vain. In 1598, the Pontifical domination took over and will continue until the unification of Italy. Between the middle and the end of the 800, with the construction of the first hydrodrainage plant, the reclamations began and 56.000 hectares of land were drained. For Codigoro, this meant work, development and the arrival of many families from Veneto and Romagna.
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ABBAZIA DI POMPOSA L’origine dell’Abbazia risale ai secoli VI-VII, quando sorse un insediamento benedettino su quella che era l’Insula Pomposa. Dopo il Mille divenne centro monastico. Il monastero pomposiano accolse illustri personaggi del tempo, tra i quali è da ricordare Guido d’Arezzo, il monaco inventore della scrittura musicale basata sul sistema delle sette note. All’interno della Basilica di Santa Maria è possibile ammirare uno dei cicli di affreschi più preziosi di tutta la provincia di ispirazione giottesca e il bellissimo pavimento a mosaico con intarsi di preziosi marmi collocati tra il VI e XII secolo.
CHURCH OF SAN MARTINO VESCOVO The first mention of a church in Codigoro dates back to 1155; in a document of 1565 the same one, which was in Romanesque style, called pieve. This building, due to untested claims to structural failures, was closed to worship in 1902 and demolished in 1917 to enlarge the square. The administration at the time decided that the church would not be rebuilt. After the Second World War the interest in the ancient church of San Martino was reborn and it was decided to rebuild it. The current parish church was built between 1951 and 1952 and consecrated in the same year by the Bishop of Comacchio Natale Mosconi. In 1980 the sacristy and the apse were built.
PALAZZO DEL VESCOVO Questo monumento si configura come un unicum denso di significati, sia per gli stilemi di matrice veneta, che per il fatto d’essere l’unico esempio importante dell’antico tessuto architettonico codigorese. Anticamente si chiamava Domus Dominicata ed era la sede amministrativa dei Benedettini. All’inizio del 1732 viene restaurato in puro stile veneziano dai Cestari di Chioggia, che lo donano, successivamente, al Vescovo di Comacchio, Monsignor Virgili, e da qui il nome di Palazzo del Vescovo. In particolare negli anni che precedono il primo Conflitto Mondiale, il Palazzo del Vescovo viene messo a disposizione di molte famiglie codigoresi e i vescovi non utilizzano nemmeno le stanze al piano nobile. Il periodo in cui accoglie un così ingente numero di persone si protrae per circa una quarantina di anni e comporta un notevole danno. Negli anni ‘60 viene acquistato dal Comune di Codigoro e ristrutturato negli anni 1975-1978; in
POMPOSA ABBEY The origin of the Abbey dates back to the VI-VII centuries, when a Benedictine settlement was built on what was the Insula Pomposa. After the year 1000 it became a monastic center. The Pomposian monastery welcomed illustrious figures of the time, among whom is to remember Guido d’Arezzo, the monk inventor of musical writing based on the seven note system. Inside the Basilica of Santa Maria it is possible to admire one of the most precious fresco cycles of the whole province of Giotto-inspired and the beautiful mosaic floor with inlays of precious marbles placed between the 6th and 12th century.
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seguito diventa Biblioteca Comunale, con oltre 40.000 libri, e centro culturale promotore di importanti manifestazioni, eventi, mostre e appuntamenti letterari.
BISHOP’S PALACE This monument is configured as a unicum full of meaning, both for the stylistic elements of the Venetian matrix, and for the fact of being the only important example of the ancient Codigorese architectural fabric.In ancient times it was called Domus Dominicata and was the administrative headquarters of the Benedictines. At the beginning of 1732 it was restored in pure Venetian style by the Cestari of Chioggia, who later donated it to the Bishop of Comacchio, Monsignor Virgili, and hence the name of Palazzo del Vescovo. Particularly in the years preceding the first World War, the Bishop’s Palace is made available to many Codensi families and the bishops do not even use the rooms on the noble floor. The period in which it receives such a large number of people lasts for about forty years and involves considerable damage. In the 1960s it was purchased by the Municipality of Codigoro and renovated in the years 1975-1978; later it became the Municipal Library, with over 40,000 books, and a cultural center promoting important events, events, exhibitions and literary events.
TORRE DELLA FINANZA La Torre fu realizzata nei primi del ‘700 per mantenere la difesa armata del porto ed esercitare il controllo dei traffici commerciali chi si svolgevano alla foce del Po di Volano. Adibita a caserma della Guardia di Finanza all’inizio del ‘900, la Torre appartiene al demanio dello Stato.
TOWER OF FINANCE The Tower was built at the beginning of the 18th century to maintain the armed defense of the port and to exercise control over the commercial traffic that took place at the mouth of the Po di Volano. Used as a Guardia di Finanza barracks at the beginning of the 20th century, the Tower belongs to the State domain.
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Antica fiera di Santa Croce e Sagra del pomodoro L’Antica Fiera di S. Croce risale al lontanissimo XVII sec. come mercato e occasione di scambio e commercio di mercanzie. Dal dopoguerra, la Fiera di Codigoro è andata consolidando e sviluppando, fino a diventare, ai giorni nostri, uno degli appuntamenti più importanti dell’intera comunità codigorese. La fiera di S. Croce si svolge ogni anno, attorno alla seconda domenica di settembre, da venerdì a martedì, e interessa tutto il centro cittadino, interamente occupato dal Luna Park, dalle numerosissime bancarelle, dal mercatino serale e da mostre ed esposizioni. Tra le tradizionali iniziative di promozione
Pampapato o pampepato
delle attività produttive, sportive e culturali del territorio, va ricordato il “Motorfest”, esposizione di autoveicoli, fiera del mare e delle attività nautiche. Per quanto riguarda la gastronomia invece, va ricordata la “Sagra del Pomodoro”, l’oro rosso del delta, che si svolge in via Prampolini, in pieno centro, e che prevede un mercatino gastronomico a tema e un ristorante con menù tipico. Durante i giorni della fiera, si svolgono gare di pesca (con lenza e d’altura), una spettacolare fiaccolata in canoa, con accompagnamento di musica e fuochi e mostre sia nella Sala Pro Loco, sia presso il Palazzo del Vescovo che presso il Palazzetto dello Sport. La Fiera di S, Croce, termina il martedì notte con un spettacolo pirotecnico sul fiume Po, tombola e lotteria.
Ingredienti • 200 gr. di farina • 100 gr di mandorle • 100 gr di zucchero o meglio di miele • 100 gr. di cacao in polvere • 100 gr di frutta candita tagliuzzata • 2 gr, di cannella • 2 gr. di chiodi di garofano tritati • 80 gr. Di cioccolato fondente per copertura. Tempo di preparazione: 2 ore circa.
Procedimento Impastare in acqua tiepida o latte gli ingredienti indicati lavorare a lungo, fino ad ottenere un composto abbastanza sodo. Formare il pampepato, dandogli la caratteristica forma a calotta. Cuocerlo in forno, con la massima attenzione, perché se brucia prende l’amaro.
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Comacchio
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COMACCHIO Cmâc’ in dialetto comacchiese Abitanti: comacchiesi Comune Piazza Folegatti, 15 tel. 0533 310111 Pro Loco Comacchio comacchioproloco@gmail.com
È un comune italiano di 22 058 abitanti della provincia di Ferrara, in Emilia-Romagna. È il terzo comune della provincia per estensione e per popolazione. Se si fa riferimento ai primi insediamenti, il toponimo potrebbe derivare dal greco “kuma”= onda, attestato nella voce altomedioevale “cumaculum” = piccola onda, ma un’altra interpretazione lo riconduce a “commeatulus” = raduno di navi oppure di dossi, dato che la leggenda vuole che il paese sia sorto su 13 isolotti. La storia di Comacchio è legata all’evoluzione morfologica ed idrografica del territorio ed al progressivo avanzamento della linea costiera, dovuto agli apporti alluvionali del Po: questi fattori hanno profondamente influenzato la connotazione del paese. Comacchio ebbe origine da un insediamento fortificato ( castrum) eretto lungo il fiume a protezione dall’area di influsso longobardo. Le prime evidenze archeologiche riguardanti il villaggio sono del VII-VIII secolo d.C., ebbe origine da un insediamento fortificato eretto lungo il fiume a protezione dall’area di influsso longobardo. Le valli di Comacchio hanno sempre rappresentato la risorsa principale dell’economia locale e la loro gestione fu sempre al centro delle vicende storiche. A partire dagli Anni ‘80 la cittadina lagunare è meta anche di un turismo naturalistico, legato al Parco del Delta del Po, di cui Comacchio è il cuore. Ponti, canali, strade e case vivacemente colorate le conferiscono i connotati di vera città lagunare, quasi una piccola Venezia, peculiare anche per le sue emergenze culturali ed architettoniche.
It is an Italian town of 22 058 inhabitants in the province of Ferrara, in Emilia-Romagna. It is the third municipality in the province by extension and population. If we refer to the first settlements, the toponym could derive from the Greek “kuma” = wave, attested in the early Middle Ages “cumaculum” = small wave, but another interpretation leads him back to “commeatulus” = gathering of ships or bumps, given that the legend has it that the village was built on 13 islets. The history of Comacchio is linked to the morphological and hydrographic evolution of the territory and to the progressive advancement of the coastline, due to the flooding of the Po: these factors have profoundly influenced the connotation of the country. Comacchio originated from a fortified settlement (castrum) built along the river to protect it from the area of Longobard influence. The first archaeological evidences concerning the village date back to the 7th-8th century AD, originating from a fortified settlement built along the river to protect it from the area of Longobard influence. The Comacchio valleys have always represented the main resource of the local economy and their management was always at the center of historical events. Since the 1980s, the lagoon town has also been a destination for nature tourism, linked to the Po Delta Park, of which Comacchio is the heart. Bridges, canals, streets and brightly colored houses give it the connotations of a true lagoon city, almost a small Venice, peculiar also for its cultural and architectural emergencies.
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SETTECENTESCO OSPEDALE DEGLI INFERMI (MUSEO DELTA ANTICO) È una bellissima e preziosa testimonianza dello stile e del dibattito sociale del Neoclassicismo. Eretto tra il 1778 e il 1784, è stato costruito dal Comune di Comacchio su impulso di Papa Clemente XIV. L’Ospedale è stato concepito come luogo a carattere “sacro”, un vero tempio della salute, eretto per aiutare la “sofferente umana” ma è altresì caratterizzato da un impianto fortemente razionale e innovativo. Il Settecentesco Ospedale degli Infermi è ora sede del Museo Delta Antico.
DUOMO DI SAN CASSIANO Le antiche origini della diocesi sono incerte, una lapide conservata in sacrestia attribuisce al vescovo Vincenzo nel 708 la fondazione della prima cattedrale romanica dedicata al santo. L’attuale, progettata dall’architetto romano Angelo Cerruti e consacrata nel 1740, appare, specie se contestualizzata allora, davvero di una grandezza spropositata se raffrontata al contesto urbano. Nella piazza sul fianco del duomo si innalza coeva la Torre Campanaria, opera del veneziano Giorgio Fossati. All’entrata della chiesa una tavola pittorica illustra l’ambizioso progetto originale, che si ridusse di altezza, perdendo lo slancio iniziale, a seguito di un crollo verificatosi a lavori praticamente ultimati nel 1757 che lasciò intatta solo la base in pietra d’Istria. Il campanile fu riedificato dopo oltre un secolo nel 1868.
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ANCIENT HOSPITAL OF THE SICK It is a beautiful and precious testimony of the style and social debate of Neoclassicism. Built between 1778 and 1784, it was built by the Municipality of Comacchio on the initiative of Pope Clement XIV. The hospital was conceived as a “sacred” place, a true temple of health, erected to help the “human suffering” but is also characterized by a highly rational and innovative system. The eighteenth-century Ospedale degli Infermi is now home to the Ancient Delta Museum.
CATHEDRAL OF SAN CASSIANO The ancient origins of the diocese are uncertain, a plaque preserved in the sacristy gives Bishop Vincenzo in 708 the foundation of the first Romanesque cathedral dedicated to the saint. The current one, designed by the Roman architect Angelo Cerruti and consecrated in 1740, appears, especially if then contextualized, really of a disproportionate size when compared to the urban context. The bell tower rises in the square on the side of the cathedral, by the Venetian Giorgio Fossati. At the entrance of the church a pictorial table illustrates the ambitious original project, which was reduced in height, losing the initial impetus, following a collapse that occurred in works almost completed in 1757 that left intact only the Istrian stone base. The bell tower was rebuilt after more than a century in 1868.
PIEVE DI SANTA MARIA IN PADOVETERE Costituisce il più antico luogo di culto cristiano per il territorio di Comacchio. Nell’area di Valle Pega si trovano i resti della antica pieve paleocristiana di Santa Maria in Padovetere, un impianto ecclesiale risalente al VI secolo d.C. Le fondamenta dell’ antica pieve paleocristiana sono emerse durante i lavori di bonifica idraulica che hanno portato al prosciugamento di gran parte delle Valli di Comacchio. In occasione di una nuova campagna di scavo avviata nel 2015, è stata rinvenuta nella zona, insieme ad altri importantissimi reperti, anche un’imbarcazione lignea di circa 15 metri, collocabile tra l’età romana e quella alto-medievale.
PARISH CHURCH OF SANTA MARIA IN PADOVETERE It is the oldest Christian place of worship for the territory of Comacchio. In the area of Valle Pega there are the remains of the ancient early Christian church of Santa Maria in Padovetere, an ecclesiastical plant dating back to the 6th century AD. The foundations of the ancient early Christian church emerged during the hydraulic reclamation works that led to the drying up of most of the Comacchio Valleys. On the occasion of a new excavation campaign launched in 2015, it was found in the area, along with other very important finds, also a wooden boat of about 15 meters, which can be placed between the Roman age and the high-medieval one.
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PALAZZO BELLINI Dal nome dell’originario proprietario, l’imprenditore locale Luigi Bellini senior (1831-1908). All’interno, molte sale presentano soffitti decorati dal pittore bolognese Ferdinando Torchi, che aveva sposato Veturia Bellini, figlia di Luigi. Il palazzo signorile costruito nella seconda metà dell’Ottocento, è attualmente sede della Biblioteca Civica L. A. Muratori e dell’Archivio Storico Comunale. Ospita come Galleria d’Arte le numerose mostre che tradizionalmente vi vengono organizzate
TREPPONTI Venne edificato intorno al 1638 su disegno dell’architetto Luca Danese di Ravenna per volere del cardinale legato Giovan Battista Pallotta (1631-1634). Il Trepponti o Ponte Pallotta era all’epoca la porta fortificata della città per chi proveniva dal mare lungo il canale navigabile. Il disegno iniziale è stato nel corso dei secoli adattato per necessità pratiche ed estetiche, che hanno comportato l’aggiunta ad esempio delle due torri di guardia e dei sei pilastrini in cima alle scalinate.
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BELLINI PALACE From the name of the original owner, the local entrepreneur Luigi Bellini senior (1831-1908). Inside, many rooms have ceilings decorated by the Bolognese painter Ferdinando Torchi, who had married Veturia Bellini, daughter of Luigi. The mansion built in the second half of the nineteenth century, is currently home to the L. A. Muratori Civic Library and the Municipal Historical Archive. It hosts the numerous exhibitions that are traditionally organized as art galleries.
TREPPONTI It was built around 1638 on a design by the architect Luca Danese of Ravenna at the behest of the tied cardinal Giovan Battista Pallotta (16311634). The Trepponti or Ponte Pallotta was at the time the fortified gate of the city for those coming from the sea along the navigable canal. The initial design has been adapted over the centuries for practical and aesthetic needs, which involved the addition, for example, of the two watchtowers and the six small pillars at the top of the stairways.
PONTE DEGLI SBIRRI Situato al centro di Comacchio ed eretto nel 1631-35 fu voluto dal Cardinale Pallotta e ideato dall’Architetto Luca Danese. Quasi interamente in cotto prende il nome dalle vicine ex prigioni.
PONTE DEGLI SBIRRI Located in the center of Comacchio and erected in 1631-35, it was built by Cardinal Pallotta and designed by the architect Luca Danese. Almost entirely in terracotta, it takes its name from the nearby former prisons.
PONTE DI SAN PIETRO Realizzato nella seconda metà del ‘600, si erge al centro del Canal Maggiore, nel tratto del canale che porta il nome dell’omonimo santo. PONTE DEL CARMINE Il Canale del Carmine presenta tre ponti in sequenza: il Ponte del Teatro, di seguito, il Ponte del Carmine, infine il Ponte Pizzetti.
PONTE DI SAN PIETRO Built in the second half of the 1600s, it stands in the center of the Canal Maggiore, in the stretch of the canal that bears the name of the homonymous saint.
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PONTE DEL CARMINE The Canale del Carmine has three bridges in sequence: the Theater Bridge, hereinafter, the Ponte del Carmine, and finally the Pizzetti Bridge.
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LOGGIATO DEI CAPPUCCINI Una sequenza di 142 archi, sostenuti da altrettante colonne in marmo. Fu fatto edificare per volere del cardinale Stefano Donghi nel 1647 e successivamente ricostruito in quanto distrutto da un terremoto. Negli ultimi due secoli ha subito notevoli rimaneggiamenti. CIPPO A GIUSEPPE GARIBALDI Un cippo in memoria dell’eroe dei due mondi sbarcato 162 anni fa (3 agosto 1849). Il monumento era stato eretto nel 1884 presso la spiaggia di Magnavacca in occasione del 35^ anniversario dello sbarco, ma negli anni Ottanta fu rimosso. In seguito all’opera di restauro, eseguita sotto la cura del geometra Paolo Carli, il cippo è stato inaugurato nel settembre 2011 ed oggi è visitabile liberamente passeggiando sulla banchina di via Caduti del Mare del lido di Porto Garibaldi. CHIESA DEL SUFFRAGIO O CHIESA DI SANT’ANTONIO DI PADOVA La Chiesa del Suffragio del 1644 o di Sant’Antonio da Padova è stata sottoposta a restauri nella seconda metà del secolo scorso che ne hanno perduto l’aspetto originario. Ricca di colore e di sentimento, essa è opera rara del bolognese Antonio Randa (1577-1650), allievo di Guido Reni. CHIESA DEL ROSARIO Fu fatta edificare negli anni che vanno dal 1622 al 1640 della Confraternita del Santo Rosario. I restauri del secondo dopoguerra hanno privato il tempio di tutti gli elementi decorativi che l’abbellivano, coprendo le pareti nude e fredde lastre di marmo. Il vero tesoro della chiesa è la statua del Seicento della Madonna del Rosario. La Vergine, vestita di una bianca tunica, siede su una ricca cattedra e regge il Bambino in piedi sulle ginocchia.
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LOGGIATO DEI CAPPUCCINI A sequence of 142 arches, supported by as many marble columns. It was built at the behest of cardinal Stefano Donghi in 1647 and subsequently rebuilt as it was destroyed by an earthquake. In the last two centuries it has undergone considerable changes. CIPPO TO GIUSEPPE GARIBALDI A memorial stone in memory of the hero of the two worlds landed 162 years ago (august 3, 1849). The monument was erected in 1884 at the Magnavacca beach on the occasion of the 35th anniversary of the landing, but in the 1980s it was removed. Following the work of restoration, carried out under the care of the surveyor Paolo Carli, the cippus was inaugurated in September 2011 and today it can be visited freely walking on the quay of Via Caduti del Mare of the Porto Garibaldi lido.
CHURCH OF SUFFRAGIO - CHURCH OF S. ANTONIO The Church of Suffragio of 1644 or of Sant’Antonio da Padova was subjected to restoration in the second half of the last century, which lost its original appearance. Rich in color and feeling, it is a rare work by the Bolognese Antonio Randa (1577-1650), a pupil of Guido Reni. CHURCH OF THE ROSARIO It was built in the years from 1622 to 1640 of the Confraternity of the Holy Rosary. Post-World War II restorations deprived the temple of all the decorative elements that embellished it, covering the bare walls and cold marble slabs. The true treasure of the church is the statue of the seventeenth century of the Madonna del Rosario. The Virgin, dressed in a white tunic, sits on a rich desk and holds the Child standing on her knees.
IN BICICLETTA L’itinerario inizia al Lido degli Estensi, in prossimità del traghetto di collegamento con Porto Garibaldi, adibito al trasporto di pedoni e biciclette. Uscendo dal Lido, verso l’entroterra, si incrocia e si segue sulla destra Via Cagliari che sottopassa la Strada Statale 309 Romea all’altezza del ponte sul Porto-Canale; in breve si raggiungono gli ampi spazi tranquilli delle Valli di Comacchio. Dopo il Canale Logonovo, dove pescano le reti dei bilancioni, si giunge alla Salina di Comacchio, rifugio di vivaci colonie di uccelli acquatici, tra cui gli splendidi fenicotteri rosa. Lungo il sentiero verso Casone Foce si ammira la Torre Rossa, antica costruzione difensiva. Da Stazione Foce partono le escursioni guidate nelle valli e in salina, a piedi o in battello (solo su prenotazione). Seguendo a destra la strada arginale di Valle Fattibello, si raggiunge il centro storico di Comacchio: ponti, canali, musei, chiese, portici e profumo di pesce sono le note di questa pittoresca cittadina. Una sosta alla Manifattura dei Marinati è d’obbligo per conoscere la storia e la lavorazione dell’anguilla. Da Comacchio una ciclabile conduce a Porto Garibaldi.
Risotto con anguilla
Percorso Storico Naturalistico Valli di Comacchio Dal mare alle Valli di Comacchio IN MOTONAVE Stazione Foce è il punto di partenza delle motonavi che conducono alla scoperta dei vecchi casoni di pesca recuperati e allestiti come un tempo. L’escursione dura circa 2 ore e permette di girare in barca lungo i canali interni dello specchio vallivo su un circuito circolare che, sulla via del ritorno, prevede la navigazione in valle aperta.
Ingredienti • Anguilla (500/ 600 g) • Riso vialone nano 250 g • Triplo concentrato di pomodoro • un cucchiaino • Cipolla • Sedano e carota • Olio di arachidi • Noce moscata q.b. • Sale e pepe q.b.
Procedimento Tagliare la testa e la coda all’anguilla, eviscerarla, sfilare la pelle e separare la polpa. Preparare un brodo di anguilla con spina centrale, pelle, testa e coda ben lavate, aggiungere cipolla, sedano e carota. Salare. Portare l’acqua a bollore, se necessario schiumare e lasciar cuocere a lungo. In un altro tegame far cuocere la polpa di anguilla aggiungendo un po’ d’acqua. In una casseruola far soffriggere nell’olio mezza cipolla tagliata finemente , incorporare la polpa di anguilla cotta, il concentrato di pomodoro, noce moscata, sale, pepe q.b. e brodo di anguilla: infine aggiungere il riso. Mescolare il risotto aggiungendo via via il brodo di anguilla fino alla completa cottura del riso (10/12’). Man mano che procede la cottura mescolare il risotto con più energia (quando è cotto dovrà avere una consistenza cremosa). Al termine, a fuoco spento, aggiungere una generosa manciata di parmigiano: a piacere anche una noce di burro. Impiattare e guarnire con uno spicchio di limone che può essere spremuto sul risotto.
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Copparo
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È un comune di 14093 abitanti della provincia di Ferrara, situato sulle sponde del fiume Panaro. Importante centro di produzione e manifatturazione della frutta, è il più antico insediamento del territorio. Il toponimo sembra provenire dall’antico nome del fiume, Bondicus. Indagini archeologiche condotte nel territorio comunale attestano la presenza di insediamenti umani sia del neolitico che di età romana. Quella di Bondeno è una lunga storia di alluvioni e di grandi opere intraprese per difendersi dalle acque e incanalarle in modo da consentire la coltivazione. Nel Medioevo appartenne al monastero di Nonantola per donazione di re Astolfo, poi fece parte dei possessi di Matilde di Canossa che all’inizio del XII secolo fece costruire a difesa della città un castello, poi distrutto da Alfonso I d’Este. Nel 2010 Bondeno viene insignita del titolo di Città dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Un nuovo Stemma della Città di Bondeno è stato concesso con decreto del Presidente della Repubblica in data 2 Dicembre 2010, unitamente al conferimento del titolo onorifico di “Città”.
DELIZIA ESTENSE L’antica Delizia fu fatta edificare tra il 1540 ed il 1547 da Ercole II d’Este sui ruderi di un preesistente castello adibito a dimora di caccia, distrutto dai veneziani all’inizio del sec. XVI. La realizzazione del palazzo venne affidata all’architetto Terzo de Terzi. A decorare l’edificio furono chiamati alcuni tra i più importanti artisti attivi a Ferrara, fra cui Girolamo da Carpi e Benvenuto Tisi da Garofalo, Battista Dossi. I dipinti vennero distrutti nel terribile incendio del 1808. Nel 1862 il Sindaco Spisani lo acquistò per conto del Comune e nel 1875 lo fece restaurare facendolo diventare sede della Residenza Municipale. Detta “al Turiòn”, emblema della Delizia Estense, è l’ultima sopravvissuta delle cinque torri del progetto originale del castello. Oggi la Delizia di Copparo, rimane a testimonianza dell’illustre passato di questo territorio ed è sede degli uffici comunali. L’ultima ristrutturazione dell’edificio risale al giugno 2003.
Copparo is a town of 16351 inhabitants in the province of Ferrara. The origin of the name Copparo is uncertain and historians have long tried to reconstruct the etymology. The town was built around 2500 years ago, but the oldest document that speaks of Copparo is from the year 870 of Pope Adrian II. In the 16th century, numerous land reclamation initiatives were undertaken to make room for wheat cultivation. To dry up the large swampy area between Copparo, Codigoro and Mesola, the Estensi started the reclamation project
known as Grande Bonifica Estense (1566-1572). In 1808, the castle of Copparo was prey to a terrible fire, sixty years later the Mayor Spisani bought it on behalf of the Municipality and in 1875 he had it restored making it become the seat of the Municipal Residence. The restoration was almost complete and gave life to the current shape of the building. The first strikes took place in 1894-95. In 1908 the Parliament approved the division of the Municipality of Copparo; thus the municipalities of Ro, Berra, Formignana and Le Venezie were established.
DELIZIA ESTENSE The ancient Delizia was built between 1540 and 1547 by Ercole II d’Este on the ruins of a pre-existing castle used as a hunting lodge, destroyed by the Venetians at the beginning of the century. XVI. The construction of the building was entrusted to the architect Terzo de Terzi. Some of the most important artists active in Ferrara were called to decorate the building, including Girolamo da Carpi and Benvenuto Tisi da Garofalo, Battista Dossi. The paintings were destroyed in the terrible fire of 1808. In 1862 the Mayor Spisani bought it on behalf of the Municipality and in 1875 he had it restored making it the seat of the Municipal Residence. Called “al Turiòn”, emblem of the Estense Delizia, it is the last survivor of the five towers of the original castle project. Today the Delight of Copparo remains as evidence of the illustrious past of this area and is the seat of the municipal offices. The last renovation of the building dates back to June 2003.
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PIEVE DI SAN VENANZIO La chiesa romanica di S. Maria di Savonuzzo, detta di S. Venanzio, fu costruita nel 1344 sul dosso di un antico alveo fluviale per volere di Giovanni da Saletta. Egli intendeva infatti dotare i suoi possedimenti di un luogo per la cura delle anime. Dopo diverse acquisizioni, la chiesa fu donata nel 1983 dall’ultimo proprietario al Comune di Copparo. All’interno della chiesa sono stati recuperati alcuni resti di affreschi di scuola bolognese del XIV sec. dedicati alle storie di vita della Vergine. PIEVE DI SAN VENANZIO The Romanesque church of S. Maria di Savonuzzo, called of S. Venanzio, was built in 1344 on the back of an ancient river bed by Giovanni da Saletta. He intended in fact to equip his
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possessions with a place for the care of souls. After several acquisitions, the church was donated in 1983 by the last owner to the Municipality of Copparo. Inside the church some remains of frescoes from the Bolognese school from the 14th century have been recovered. dedicated to the life stories of the Virgin.
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PALAZZO DI ZENZALINO E PARCO Il Palazzo risale al XV secolo, venne riedificato nel XIX secolo ed attualmente è dimora privata. Nella tenuta vi è un famoso allevamento di cavalli da trotto. La proprietà è privata e non accessibile al pubblico. PALAZZO DI ZENZALINO E PARCO The Palace dates back to the fifteenth century, was rebuilt in the nineteenth century and is currently a private residence. On the estate there is a famous trotting horse farm. The property is private and not accessible to the public.
CHIESA DELLA SS. ANNUNZIATA DI AMBROGIO Una prima chiesa è attestata nel 1188 dedicata a Santa Maria. Alla fine degli anni ‘50 del secolo scorso, durante gli scavi per la ricostruzione della chiesa, furono rinvenute le fondamenta di un precedente edificio: una pieve. La chiesa attuale è il risultato del rifacimento ricordato sopra e fu consacrata nel maggio 1961 da monsignor Salvatore Baldassarri.
CHIESA DELLA SS. ANNUNZIATA DI AMBROGIO A first church is attested in 1188 dedicated to Santa Maria. At the end of the 50s of the last century, during the excavations for the reconstruction of the church, the foundations of a previous building were found: a parish church. The present church is the result of the reconstruction mentioned above and was consecrated in May 1961 by Monsignor Salvatore Baldassarri.
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VILLA DELLA MENSA Costruita nel 1480 dal vescovo Bartolomeo della Revere, diventa residenza di villeggiatura vescovile dell’epoca. L’edificio è in corso di ristrutturazione da parte di Comune di Copparo e Provincia di Ferrara, proprietari dell’immobile. CASA DEL POETA CORRADO GOVONI A Tamara, a soli sei chilometri da Copparo, si trova la casa del poeta Corrado Govoni. MUSEO VILLA BIGHI Villa Bighi a Copparo è l’unica opera di architettura moderna disegnata dall’eclettico artista Dante Bighi. Costruita nel 1963, è ancora oggi una delle opere di architettura moderna “minore” presente nel territorio ferrarese. Villa Bighi non è mai stata una semplice abitazione. Durante tutta la vita del proprietario è stata lo spazio espositivo in cui mettere in mostra il proprio lavoro per l’arte e per le cose belle, per ospitare artisti ed intellettuali del secolo scorso provenienti da tutto il mondo. Nel 1989 Bighi dona al Comune di Copparo la sua collezione privata di opere d’arte contemporanea; mentre nel 1994 dona al Comune la sua Villa di Copparo con tutto ciò che contiene, dagli arredi alle opere, dai complementi alla grande biblioteca. L’unico vincolo che pone al suo lascito consiste nella volontà di destinare questo luogo alla crescita culturale e intellettuale. Il Centro Studi Dante Bighi nasce nel 2007, trova sede nella Villa e persegue le finalità culturali trascritte nel testamento di Bighi del 1994 nonché si pone l’obiettivo dell’educazione e della progettazione culturale mirata anche alla rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico dismesso come disegno civico e leva di crescita per la/le comunità. MUSEO VILLA BIGHI Villa Bighi in Copparo is the only work of modern architecture designed by the eclectic artist Dante Bighi. Built in 1963, it is still one of the works of modern architecture “minor” present in the Ferrara area. Villa Bighi has never been a simple home. Throughout the life of the owner it was the exhibition space in which to showcase their work for art and beautiful things, to host artists and intellectuals from the last century from all over the world. In 1989 Bighi donated his private collection of contemporary art to the Municipality of Copparo; while in 1994 he donated his Villa di Copparo to the Municipality with everything in it, from the furnishings to the works,
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VILLA DELLA MENSA Built in 1480 by the bishop Bartolomeo della Revere, it became the episcopal holiday residence of the time. The building is being renovated by the Municipality of Copparo and the Province of Ferrara, owners of the building. CASA DEL POETA CORRADO GOVONI In Tamara, just six kilometers from Copparo, is the house of the poet Corrado Govoni. from the accessories to the large library. The only constraint that he places on his legacy consists in the desire to assign this place to cultural and intellectual growth. The Dante Bighi Study Center was founded in 2007, is located in the Villa and pursues the cultural aims transcribed in the will of Bighi in 1994, as well as the goal of education and cultural planning also aimed at regenerating the abandoned public real estate as a civic design and growth lever for the community (s).
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CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO A SALETTA Voluta dall’architetto Alfonso Magnanini nel 1804, viene costruita dal 1810 al 1842, anno a cui risale la facciata. All’interno della chiesa si può ammirare un organo del Callido di inizio Ottocento. Inoltre sono conservati due preziosi altari marmorei settecenteschi: altare dell’Immacolata Concezione e altare di San Giuseppe. Si ipotizza che entrambi sarebbero stati qui trasferiti da monasteri ferraresi appartenenti all’ordine dei domenicani.
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA A TAMARA Si presume che l’edificio risalga al 1434, quando san Giorgio ne era il santo patrono; fu ricostruita interamente nel 1839 dal parroco Francesco Boari. CHIESA DEI SANTI LORENZO E VITO A GRADIZZA La chiesa è menzionata già a partire dal 1142, è stata ricostruita nel 1741 e nel 1813. È visitabile solo esternamente. Dal 2007 è possibile anche visitare l’interno.
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CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO A SALETTA Commissioned by the architect Alfonso Magnanini in 1804, it was built from 1810 to 1842, the year in which the façade dates back to. Inside the church you can admire an organ of Callido from the early nineteenth century. Furthermore, two precious eighteenth-century marble altars are preserved: altar of the Immaculate Conception and altar of St. Joseph. It is assumed that both would have been transferred here from Ferrarese monasteries belonging to the Dominican order. CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA A TAMARA It is assumed that the building dates back to 1434, when St. George was its patron saint; it was entirely rebuilt in 1839 by the parish priest Francesco Boari. CHIESA DEI SANTI LORENZO E VITO A GRADIZZA The church is mentioned as early as 1142, it was rebuilt in 1741 and 1813. It can only be visited externally. From 2007 it is also possible to visit the interior.
Settembre copparese Le Attività Produttive saranno una parte importante dell’offerta al pubblico, con molte imprese locali coinvolte, come ad esempio l’area dedicata ai produttori agricoli locali. L’Associazionismo e volontariato sarà presente con i moltissimi volontari coinvolti che mettono a disposizione della comunità il loro tempo libero. Quattro le aree di spettacolo, il palco centrale di fronte alla Residenza Municipale, un secondo punto di fronte alla Pasticceria Delizia in via Roma, un terzo punto in via Cavour e il quarto punto di spettacolo in via Garibaldi. Gli aspetti culturali sono presenti nell’offerta
Torta tenerina
Ingredienti • 200 gr. di cioccolato fondente; • 125 gr. di burro; • 2 uova; • 100 gr. di zucchero; • 2 cucchiai scarsi di farina; • pizzico di sale.
della Fiera e in ognuno dei quattro giorni della fiera, vi sarà un appuntamento pomeridiano alla Biblioteca Anne Frank, con strie, presentazione di libri, dibattiti. E a proposito di libri, per il progetto bookcrossing “Alberi sapienti”, scambio gratuito di libri, raccolti come frutti preziosi dagli alberi dei giardini pubblici di piazza delle Libertà. Un appuntamento a tutti per il 20 settembre alla Midnight Walk & Run, camminata solidale di 5 km il cui ricavato andrà a favore di Ail e del Gruppo di mamme di Adotta una LIM. Il progetto adotta una Lim, partito da un anno, ha acquistato e installato nelle scuole del territorio 14 lavagne interattive, e conta di completare il progetto con le ultime due Lim mancanti con le prossime iniziative in programma, un risultato sorprendente che premia la bravura di questi volontari.
Procedimento Mettere a sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria fino a che divenga cremoso e liscio. Aggiungere il burro a cubetti e lasciate intiepidire il composto. Nel frattempo montate i tuorli con lo zucchero: sbattete per bene fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Sempre sbattendo, unite il composto di cioccolato e burro a quello di tuorli e zucchero e alla farina: versate la crema ottenuta in una ciotola capiente. Se il composto è troppo denso aggiungere un po’ di latte, dovrà risultare liscio e cremoso. A parte, montate gli albumi con un pizzico di sale, sbattete fino a che non si formi un crema bianca compatta; poi, incorporateli delicatamente al composto di cioccolato (dal basso verso l’alto). Imburrate e infarinate una tortiera del diametro di 24 cm. e versateci dentro l’impasto della torta: infornate in forno già caldo a 180° per 25-30 minuti, quindi spegnete il forno e lasciate raffreddare la torta tenendo lo sportello del forno socchiuso. Una volta fredda ponetela su di un piatto da portata e cospargetela di zucchero a velo.
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Fiscaglia
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FISCAGLIA Fiscàja in dialetto ferrarese Abitanti: fiscagliesi Comune Piazza XXV Aprile, 8............. tel. 0533 654150 Pro Loco Massa Fiscaglia. diegodestefani@alice.it
È un comune italiano sparso di 8 704 abitanti della provincia di Ferrara in Emilia-Romagna. È stato istituito il 1º gennaio 2014 dalla fusione dei comuni di Massa Fiscaglia, Migliarino e Migliaro, che ne costituisce il capoluogo. La prima menzione certa appare nel 921 in una bolla di papa Giovanni X il quale la concedeva ad Onesto, arcivescovo di Ravenna. La prima menzione del nome «Migliaro» ricade nel primo statuto comunale “concesso” da Ferrara il 26 maggio 1219. Infine la prima occorrenza del nome «Milliarini» è nel 1287 negli Statuta Ferrariae. L’antica Fiscaglia però non corrisponde all’odierna Massa Fiscaglia, ma era un territorio molto più ampio che si estendeva interamente sulla destra del Po di Volano e sulla sinistra del Verginese tra Medelana, Codigoro e Lagosanto avendo come confine orientale il fiume Trebba. Per la zona giocò sempre un ruolo determinante il Volano, lungo il quale sorgono i tre nuclei abitativi di Massa Fiscaglia, Migliaro e Migliarino. Tale ramo del Po ne fu il principale ramo deltizio a partire dal sconvolgimento idrologico del VI secolo, acquistando importanza nella navigazione fluviale, nonché militare. Dal 9 febbraio al 4 luglio 1849 ci fu il breve governo della Repubblica romana prima della restaurazione dello Stato Pontificio, mentre il 21 giugno 1859 l’Emilia Romagna entrerà a far parte del Regno di Sardegna fino ad arrivare all’unità d’Italia.
It is a scattered Italian municipality of 8 704 inhabitants in the province of Ferrara in Emilia-Romagna. It was established on 1 January 2014 by the merger of the municipalities of Massa Fiscaglia, Migliarino and Migliaro, which constitutes its capital. The first certain mention appears in 921 in a bull of Pope John X which granted it to Honest, archbishop of Ravenna. The first mention of the name “Migliaro” falls under the first municipal statute “granted” by Ferrara on 26 May 1219. Finally the first occurrence of the name “Milliarini” is in 1287 in the Statuta Ferrariae. The ancient Fiscaglia however does not correspond to today’s Massa Fiscaglia, but it was a much wider territory that extended entirely on the right of the Po di Volano and on the left of the Verginese between Medelana, Codigoro and Lagosanto having the Trebba river as its eastern border. The Volano played a decisive role in the area, along which the three residential areas of Massa Fiscaglia, Migliaro and Migliarino rise. This branch of the Po was its main delta branch starting from the 6th century hydrological upheaval, gaining importance in river navigation as well as military navigation. From 9 February to 4 July 1849 there was the brief rule of the Roman Republic before the restoration of the Papal State, while on 21 June 1859 Emilia Romagna will become part of the Kingdom of Sardinia until it reaches the unity of Italy.
MASSA FISCAGLIA TORRE DI TIENI Torre difensiva, con funzioni anche doganali, eretta dagli Estensi in difesa dagli attacchi dei
TOWER OF TIENI Defensive tower, with customs duties, built by the Este family in defense against the attacks of
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Veneziani. Lungo il Po di Volano, infatti, gli scontri furono frequenti, soprattutto per il predominio del commercio del sale: si ricordano gli scontri del 1405 e del 1482-83, entrambi avvenuti in località Tieni. Pare che sulla sponda opposta esistesse una seconda torre e che tra le due venisse tesa una catena per impedire la navigazione lungo il Po. Non si è in grado di datarla con precisione: alcune fonti le attribuiscono come committente Bonifacio, padre di Matilde di Canossa.
the Venetians. Indeed, along the Po di Volano, clashes were frequent, above all due to the predominance of the salt trade: we recall the clashes of 1405 and 1482-83, both of which took place in the Tieni area. It seems that on the opposite bank there was a second tower and that a chain was stretched between the two to prevent navigation along the Po. It is not possible to date it precisely: some sources attribute it to the commissioner of Bonifacio, father of Matilde di Canossa. CHURCH OF SAINTS PETER AND JAMES Renewed between 1763 and 1796-1830 with a façade made of terracotta in a sober neoclassical style, on the remains of a parish church from the 12th - 13th century, of which survives the bell tower in Lombard Romanesque and some remains visible on the left side.
CHIESA DEI SS. PIETRO E GIACOMO Rieretta tra il 1763 e il 1796-1830 con facciata realizzata in cotto in un sobrio stile neoclassico, sui resti di una pieve del XII - XIII secolo, di cui sopravvive il campanile in romanico lombardo e alcuni resti visibili sul lato sinistro. BISHOP’S PALACE Former episcopate, a building that has been reworked and enlarged several times (the last important intervention in 1878) of which there is a certain trace from 1430, the seat of the then diocese of Cervia-Massa di Fiscaglia, at the time the site of a seminary and a rectory. Since 2006 it has been a museum with objects of sacred art. PALAZZO DEL VESCOVO Ex episcopio, edificio più volte rimaneggiato ed ampliato (l'ultimo importante intervento nel 1878) di cui vi è traccia certa dal 1430, sede dell'allora diocesi di Cervia-Massa di Fiscaglia, nel tempo sede di seminario e casa canonica. Dal 2006 è sede museale con oggetti di arte sacra.
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ORATORIO DI SANTA MARIA DELLA ROVERE oggi del Crocifisso della Rovere, in origine cappella privata di fine 1500, con interventi ottocenteschi e nel 1935
MIGLIARO
ORATORY OF SANTA MARIA DELLA ROVERE today of the Crocifisso della Rovere, originally a private chapel from the end of the 1500s, with 19th-century interventions and in 1935
CHIESA DELLA NATIVITÀ DI MARIA SANTISSIMA già citata nel 1240, riedificata nella seconda metà del XVI secolo, con una Madonna in Gloria del Scarsellino e torre campanaria utilizzata un tempo come faro per i pescatori.
CHURCH OF THE NATIVITY OF MARIA SANTISSIMA already mentioned in 1240, rebuilt in the second half of the 16th century, with a Madonna in Gloria del Scarsellino and a bell tower once used as a lighthouse for fishermen.
PALAZZO BOCCACCINI sobrio edificio dalla parte inferiore del 1780 ed in quella superiore con aspetti ottocenteschi.
BOCCACCINI PALACE sober building from the lower part of 1780 and in the upper one with nineteenthcentury aspects.
MIGLIARINO CHIESA DI SANTA CROCE Edificata attorno al 1592, con elementi veneti, estensi e di scuola bolognese, facciata del 1838. CHURCH OF SANTA CROCE Built around 1592, with Venetian, Este and Bolognese school elements, facade from 1838. CHIESA DELL’ASSUNZIONE DI MARIA VERGINE IN CORNACERVINA Già citata nel IX secolo, riedificata nel XVI secolo, campanile del XII secolo, con dipinti della scuola di Dosso Dossi.
CHURCH OF THE ASSUMPTION OF MARIA VERGINE IN CORNACERVINA Already mentioned in the 9th century, rebuilt in the 16th century, bell tower from the 12th century, with paintings from the school of Dosso Dossi.
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SETTE TORRI Alcune delle quali merlate in stile neomedievale, volute dal Pavanelli nel periodo della costruzione del palazzo comunale. SEVEN TOWERS Some of them embattled in a neo-medieval style, commissioned by Pavanelli during the construction of the town hall.
PANINFESTA
frittelle di riso
Cuocere il riso in latte e acqua. Aggiungervi farina, lo zucchero, l’uovo, il limone e, se gradita, l’uva sultanina, fatta rinvenire in acqua calda e leggermente infarinata. Mescolare bene l’impasto ottenuto, poi friggere in olio bollente a cucchiaiate. Una volta cotte, le frittelle vanno poste su carta assorbente e spolverizzate di zucchero.
Ingredienti: • 200 gr. di riso • ½ litro di latte • 174 di litro di acqua • 3 cucchiai di farina • 4 cucchiai di zucchero • 1 uovo • scorza grattugiata di limone • olio per friggere • a piacere uva sultanina.
Torna dal 31 maggio al 4 giugno Paninfesta, la manifestazione fieristica che a Massa Fiscaglia accende i riflettori su una delle tipicità gastronomiche della nostra provincia, il pane ferrarese. Si parte con l'inaugurazione il 31 maggio alle 18 alla presenza delle autorità locali. Alle 20 il volontariato protagonista per una serata con cena di beneficenza organizzata per la ricerca contro la fibrosi cistica. Alle 21 spazio al Palio dei Rioni, con le premiazioni delle squadre più forti tra le otto in gara. Il 1° giugno presso la darsena alle 21 una serata di moda e hair styling con l'evento 'Massa sotto le stelle', con la partecipazione del make up artist Max Moretto, mentre alle 22.30 tutti invitati al 'Panino Festa Party' in via Bianchi, per una cena in compagnia che proseguirà fino alla mezzanotte quando l'estrazione della tombola da 5 mila euro chiuderà la serata. Il 2 giugno la giornata parte alle 09,30 con la pedalata ecologica dei bimbi, alla scoperta del territorio, con partenza dal ricreatorio e arrivo sulla Darsena. Alle 10.30 partirà poi l'iniziativa 'Puliamo un Po', progetto di raccolta e recupero rifiuti in collaborazione con Clara, Delta Sup e Amici del Fiume di Migliarino. In serata grande concerto dei Turbo Max, cover band degli 883, alle 21. Il 3 giugno alle 21 la compagnia 'La Ciocca' presenterà la commedia in tre atti 'Piassetà del pollame', scritta da Giovanni Braga, mentre il 4 giugno per il gran finale arrivano sul palco Duilio Pizzocchi e Andrea Poltronieri per una serata di grande comicità. A chiudere Paninfesta, alla mezzanotte, lo spettacolo pirotecnico sulla Darsena e l'estrazione della lotteria, che mette in palio un viaggio per 2 persone a New York (9 giorni e 7 notti, con possibilità di cambiare destinazione). A tutto questo si aggiungono interessanti mostre e iniziative culturali. A partire dalle esposizioni nel Museo della civiltà contadina e nel Museo parrocchiale d'arte sacra, nella biblioteca comunale in via Castello ospiterà invece la mostra di Marco Biagi, 'Quando non so cosa fare’. In via Giordano Bruno invece si potrà visitare la mostra personale fotografica di Armanda Bonsi, intitolata 'I miei luoghi' e presso la sala civica del teatro Vittoria la 'Fiera di libri'. E ancora, sempre in sala civica, 'Spazio Fumetto', un'esposizione di fumetti, libri e dischi conservati da collezionisti locali. Infine presso la ex scuola elementare di via Gramsci esporranno gli artisti Silvia Zamboni ,Sauro Beltrami, l'associazione Tracce d'Arte, l'Auser di Massa Fiscaglia e il Consorzio Bonifica Pianura di Ferrara.
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Goro
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GORO Gòr in dialetto ferrarese; Goro in dialetto gorese Abitanti: goresi Comune Piazza Dante Alighieri, 19.... tel. 0533 792911 Proloco Goro . ..................... prolocogoro@tiscali.it
È un comune italiano di 3 679 abitanti della provincia di Ferrara in Emilia-Romagna. Il toponimo di Goro deriva da "Gaurus", un vecchio ramo del Po di derivazione del Volano. Dall'inizio del '600 il porto si spostò progressivamente verso sud-est per il rapido avanzamento della costa che arrivò, un secolo dopo, all'altezza dell'attuale abitato di Goro, iniziando la formazione dell'attuale nota "Sacca di Goro". La storia di Goro è caratterizzata dalla continua lotta dell'uomo contro le acque del mare e del fiume. Ne sono testimonianza gli antichi manufatti di regimazione idraulica, che dimostrano l'incessante modificarsi del territorio. Nella notte tra il 12 e 13 novembre del 1958 l'argine ad est del porto di Goro non resistette alla mareggiata provocata dal forte vento di Scirocco che soffiava da giorni, e l'acqua subito invase la Valle Bonello appena bonificata, poche ore dopo fu travolto dalle onde anche l'argine della marina davanti a Ca' Romanina allagando Valle Pioppa e la Scola' e quindi venne allagato il paese. Nel 1962 Goro, fino ad allora frazione di Mesola, divenne comune autonomo. Goro è un porto moderno che conserva tratti del borgo peschereccio di un tempo. Pesca e mitilicoltura sono al primo posto nell'economia locale e la locale flottiglia supera le 2.500 imbarcazioni.
It is an Italian town of 3 679 inhabitants in the province of Ferrara in Emilia-Romagna. The toponym of Goro derives from “Gaurus”, an old branch of the Po of derivation of the Volano. From the beginning of the seventeenth century the port progressively moved towards the south-east due to the rapid advancement of the coast that arrived, a century later, at the level of the present town of Goro, beginning the formation of the current known “Sacca di Goro” . The history of Goro is characterized by the continuous struggle of man against the waters of the sea and the river. Proof of this are the ancient artifacts of hydraulic regulation, which demonstrate the constant change of the territory. In the night between 12 and 13 November 1958 the bank to the east of the port of Goro could not withstand the storm caused by the strong Scirocco wind that had been blowing for days, and the water immediately invaded the newly reclaimed Bonello Valley, a few hours later it was overwhelmed by the waves also the embankment of the marina in front of Ca ‘Romanina flooding Valle Pioppa and the Scola’ and then the town was flooded. In 1962 Goro, until then a hamlet of Mesola, became an independent municipality. Goro is a modern port that preserves features of the old fishing village. Fishing and mussel farming are in first place in the local economy and the local fleet exceeds 2,500 boats.
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FARO DI GORO Con l'avanzamento della foce del Po che ha permesso l'emergere di una nuova area di mare la lanterna vecchia diventò brevemente inservibile. Ne fu quindi costruito uno più avanzato, che però venne fatto esplodere nel 45' dall'esercito tedesco prima della ritirata. Nel 1950, all'imbarco del Po di Goro, circondato da una parte da dune sabbiose e dall'altra dalla laguna, su una lingua di sabbia denominata "Scanno" o "Scannone" fu costruito il Faro di Goro. La struttura a base cilindrica alta circa 22 metri è sormontata da una lanterna che ha tuttora un fascio luminoso di 10 miglia. Fino al 1981, la lanterna è stata alimentata con bombole a gas metano sostituite ogni 3 o 4 mesi. Da alcuni anni un cavo submarino proveniente dalla vicina sponda veneta, raggiunge lo scanno e permette il funzionamento della lanterna grazie a corrente elettrica. Attigua al Faro si trova la "casa del guardiano" ora trasformata in punto d'accoglienza in seguito a lavori di restauro eseguiti dalla Provincia di Ferrara e dal Comune di Goro, nel 1987.
GORO LIGHTHOUSE With the advance of the Po mouth that allowed the emergence of a new sea area the old lantern became briefly useless. A more advanced one was therefore built, but it was detonated in 45 'by the German army before the retreat. In 1950, at the embarkation of the Po di Goro, surrounded on one side by sand dunes and on the other by the lagoon, the Goro Lighthouse was built on a strip of sand called "Scanno" or "Scannone". The structure with a cylindrical base about 22 meters high is surmounted by a lantern that still has a light beam of 10 miles. Until 1981, the lantern was powered by methane gas cylinders replaced every 3 or 4 months. For some years a submarine cable coming from the nearby Venetian shore, reaches the bench and allows the operation of the lantern thanks to electric current. Adjacent to the Lighthouse is the "house of the guardian" now transformed into a reception point following restoration work carried out by the Province of Ferrara and the Municipality of Goro, in 1987.
LA CASA DEL POPOLO Una mappa del 1899 dimostra la trasformazione di un primo edificio sorto nella prima metà dell'800. La Casa del Popolo era costruita a forma di elle e presentava una piccola area cortiliva sul retro. La sistemazione avvenne intorno al 1911 e fu sede delle prime leghe cooperative a carattere sociale dei pescatori e degli operai volte a migliorare le condizioni di vita degli ope-
THE HOUSE OF THE PEOPLE A map from 1899 demonstrates the transformation of a first building built in the first half of the 19th century. The People's House was built in the shape of an L and presented a small courtyard area at the back. The settlement took place around 1911 and was the site of the first social cooperative leagues of fishermen and workers aimed at improving the living conditions of the workers at the beginning of the century. This alloy was already active before
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Via Maria Majocchi Plattis 12 FERRARA
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antifurti ri all'inizio del secolo. Tale lega era già attiva prima ancora dell'acquisizione di tale struttura. La sistemazione a teatro è avvenuta poco dopo l'acquisizione dell'edificio da parte della Lega di Miglioramento, con l'abbattimento di un solaio intermedio. Nel 1980 il Comune di Goro ha acquistato l'edificio mentre nell'82 si è vagliata la possibile destinazione di "Centro Culturale Polivalente". La particolarità dell'edificio, la sua ubicazione nel cuore ottocentesco dell'abitato ne fanno un manufatto degno di attenzione e di rivalutazione ai fini sociali. La "Casa del Popolo" ha rappresentato un punto di aggregazione per l'intera popolazione gorese, quando i mezzi di comunicazione (informazione) di oggi non esistevano.
the acquisition of this structure. The theater arrangement took place shortly after the acquisition of the building by the Lega di Miglioramento, with the demolition of an intermediate floor. In 1980 the Municipality of Goro bought the building while in 1982 it examined the possible destination of "Multipurpose Cultural Center". The particularity of the building, its
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www.edielettronica.it location in the nineteenth-century heart of the town make it an artifact worthy of attention and re-evaluation for social purposes. The "Casa del Popolo" represented an aggregation point for the entire Gorese population, when the media (information) of today did not exist.
LE VALLI SALMASTRE VALLE VALLAZZA Ottima valle di pesca e di caccia che, a differenza di altre, dava anche capitoni. La valle aveva la chiavica maggiore di adduzione dell'acqua dolce sul Po di Goro, la chiavica per la pesca ubicata presso l'argine perimetrale della Sacca di Goro e due chiuse minori. Popolata da folaghe ed altre specie di uccelli venne sfruttata anche per la caccia, come le altri valli fu sempre diretta da fattori di valle Goresi.
Excellent fishing and hunting valley which, unlike others, also gave capitoni. The valley had the largest gully for the supply of fresh water on the Po di Goro, the fishing gully located at the perimeter bank of the Sacca di Goro and two smaller locks. Populated by coots and other species of birds, it was also used for hunting, as the other valleys were always directed by factors of the Goresi valley.
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VALLE BONELLO Valle con fondo piuttosto alto che contava oltre alla chiusa maggiore per la montata del pesce, oltre quattro chiuse minori, una presso il porto di Goro, nel punto ove nel 1958 avvenne una rotta di mare, le altre dislocate lungo l'argine perimetrale a mare, Vi crescevano bene cefali ed anguille. La valle del Bonello era divisa da quella della Vallazza da una strada che portava dal paese all'argine più a nord, dove diversi pescatori goresi tenevano piccole imbarcazioni per la pesca e la caccia in sacca.
VALLE BONELLO Valley with rather high ground that counted over the greater lock for the mounted of the fish, more than four smaller sluices, one near the port of Goro, in the point where in 1958 a sea course happened, the others dislocated along the perimeter embankment to sea , Mullets and eels grew well there. The Bonello valley was divided from that of Vallazza by a road that led from the village to the northernmost bank, where several Goranian fishermen kept small boats for fishing and hunting in bags.
VALLE GOARA Aveva due chiuse, una rivolta a levante e una a scirocco. Venne sistemata a vivaio ittico all'inizio di questo secolo dal direttore del tenimento di Mesola, la denominazione stessa della valle deriva proprio da "gò", nome che indica uno dei pesci più comuni della Sacca di Goro, in quanto questa specie, insieme ad altre veniva tenuta in vita sia entro grandi vasche di muratura appositamente costruita, sia entro specchi di acqua naturali difesi a mare da argini artificiali.
VALLE GOARA It had two locks, one facing east and one southward. It was arranged as a fish farm at the beginning of this century by the director of the tenure of Mesola, the name of the valley itself derives from "gò", a name that indicates one of the most common fish of the Sacca di Goro, as this species, together with others were kept alive both in large specially built masonry tanks, and in natural water mirrors defended by artificial banks.
VALLE SCOLA' Posta tra il Bosco e la Valle Pioppa, aveva una sola chiusa con relativo lavoriero ed in piccolo casone di pesca, dava varie qualità di cefali ed anguille ed era rimasta per la caccia in botte. Con il prosciugamento di queste "Valli Salmastre", frutto dell'opera di bonifica operata in tutto il territorio del Bosco Ferrarese, sono stati creati nuovi terreni agricoli che, dati in seguito in assegnazione a famiglie di braccianti hanno costituito per anni la riserva agricola del Comune. Oggi le "Valli di Gorino" e parte della Goara sono gli unici bacini salmastri che ancora vengono sfruttati per la pesca di anguille, gamberi e passere. La maggior parte della Laguna viene sfruttata infatti per gli allacciamenti di vongole che dai primi anni 80 rappresentano la massima espressione dell'economia locale legata alla pesca. Inquinamento, bioalghe e insabbiamento dei canali sublagunari, stanno mettendo però, sempre di più a dura prova la tenuta della "Sacca di Goro". Le morie di vongole e cozze verificatesi verso la fine degli 90, hanno fatto trasparire la fragilità di questi habitat marini, bonificando il lavoro e le risorse investite da numerose famiglie di pescatori.
VALLE SCOLA' Placed between the Bosco and the Valle Pioppa, it had only one sluice with a relative working and in a small fishing lodge, it gave various qualities of mullets and eels and remained for hunting in barrels. With the drying up of these "Salmastre Valleys", the result of reclamation work carried out in the whole territory of the Bosco Ferrarese, new agricultural lands were created which, given later on in assignment to families of laborers constituted for years the agricultural reserve of the Common. Today the "Valli di Gorino" and part of the Goara are the only brackish basins that are still exploited for fishing for eels, prawns and flounder. In fact, most of the Lagoon is exploited for clam connections, which since the early 1980s have been the maximum expression of the local economy linked to fishing. Pollution, bioalgae and silting up of the sublagunari canals, however, are increasingly putting the estate of the "Sacca di Goro" to the test. The deaths of clams and mussels that occurred towards the end of the 90s revealed the fragility of these marine habitats, reclaiming the work and resources invested by numerous fishing families.
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SAGRA DEL PESCE Penultima settimana di maggio e tutto giugno, ogni fine settimana (sabato e domenica). E' una festa tipicamente gastronomica e, fra le tante specialità, un posto di riguardo è riservato al piatto tipico D.O.C. : il fritto misto, composto da seppie, calamari, anguilla, sogliola e gamberi. Un'altra specialità è il brodetto d'anguilla con polenta. Il tutto è condito da intrattenimento musicale di gruppi folcloristici locali.
SAGRA DELLA VONGOLA Si svolge nel secondo e terzo fine settimana di luglio. La Sacca di Goro è l'habitat ideale per una grande quantità di cefali, orate, branzini e per la riproduzione e l'allevamento di cozze, ostriche e vongole veraci. Qui si possono assaporare mille ricette gustose prevalentemente a base di vongole, cozze, crostacei e gamberi di valle. La Sagra della Vongola è l'omaggio che il paese dedica al proprio prodotto più importante ed è l'offerta al visitatore di tutti i sapori e le tradizioni di Goro.
brodetto di anguilla della Sacca di Goro Far bollire l’acqua per la polenta, abbassare il fuoco per non fare grumi prima di versare la farina a pioggia, mescolando con una frusta. Dopo qualche minuto mettere il coperchio. Lavare l’anguilla, tagliarla a tronchetti e metterla in acqua fredda per togliere il sangue. Riporla in una padella con l’olio e la cipolla finemente affettata. Condire con il sale e il pepe bianco. Porre il tegame su fuoco dolce scuotendolo ogni tanto affinché l’anguilla non si attacchi sul fondo. Quando la parte a contatto con il fondo del tegame sarà sufficientemente rosolata, aggiungere il concentrato di pomodoro diluito in un po’ d’acqua e l’aceto bianco fino a bagnare i 2/3 del pesce. Mettere il coperchio e proseguire la cottura a fuoco dolce per 8-10 minuti. Impiattare.
Ingredienti: • 800 g di anguille non troppo grosse • 200 g di farina di polenta bianca • 1 grossa cipolla • 4 cucchiai di aceto bianco • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro • olio extra vergine d’oliva • sale e pepe bianco.
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Jolanda di Savoia
www.comune.jolandadisavoia.fe.it
JOLANDA DI SAVOIA Jôlánda in dialetto locale Abitanti: jolandini Comune Piazza Unità D’Italia............. tel. 0532 396501 Proloco Jolanda di Savoia pabista@yahoo.it
È un comune italiano di 2 784 abitanti della provincia di Ferrara in Emilia-Romagna. La storia di Jolanda abbraccia tempi piuttosto recenti; nel XIX secolo infatti, era un territorio ricoperto da acque e paludi, sotto l’amministrazione di Copparo. Fu fondata, con il nome di Le Venezie, nel 1903, in una zona paludosa bonificata da un’opera di prosciugamento iniziata nel 1882 da parte della società Bonifiche Ferraresi; assunse il nome attuale nel 1911, in onore della principessa Jolanda, primogenita del re d’Italia Vittorio Emanuele III che in quell’anno fece visita alla cittadina.
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It is an Italian town of 2 784 inhabitants in the province of Ferrara in Emilia-Romagna. The history of Jolanda embraces rather recent times; in the nineteenth century in fact, it was a territory covered by water and marshes, under the administration of Copparo. It was founded, with the name of Le Venezie, in 1903, in a marshy area reclaimed by a drainage project begun in 1882 by the Bonifiche Ferraresi company; it took its present name in 1911, in honor of Princess Jolanda, the eldest son of the Italian king Vittorio Emanuele III, who visited the town that year.
CHIESA DI SAN GIUSEPPE SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA La chiesa fu edificata a partire dal 1904 e venne completata nel 1914
CHURCH OF SAN GIUSEPPE, HUSBAND OF THE BLESSED VIRGIN MARY The church was built starting in 1904 and was completed in 1914
SAGRA DEL RISO Il paese di Jolanda di Savoia, in gran parte situato sotto il livello del mare, tanto da essere il paese più "basso d'Italia”, sorge in un territorio caratterizzato da suggestive risaie e lande piatte che lasciano spaziare lo sguardo fino all'orizzonte. La manifestazione, che anno dopo anno sta conquistando un successo crescente, si ripropone di promuovere un territorio che punta sulla valorizzazione del suo principale prodotto tipico: il riso. La sagra si svolge dal 22 agosto al 1° settembre
torta di riso Cuocere il riso nel latte poi aggiungere lo zucchero e fare raffreddare. Unire al riso burro, sambuca e i 4 tuorli. Montare i 3 albumi a neve ed incorporare al composto. Mettere il tutto in uno stampo, porre sulla superficie qualche fiocchetto di burro e far cuocere in forno a 150 gradi per i primi 15 minuti, poi a 170 gradi per altri 45 minuti. Si possono unire uvetta, mandorle tritate o canditi
Durante "Le giornate del Riso" di Jolanda di Savoia si trovano: . stand gastronomico dove assaporare tanti risotti . stand espositivi . momenti dedicati all'agricoltura . esibizioni di traino di trattori e non solo . visite guidate naturalistiche e tecniche . aree giochi per i bimbi . tanto per gli amici a quattro zampe . luna park . espositori
Ingredienti • Riso gr. 300 • Un litro di latte • Zucchero gr. 180 • Scorza di ½ limone • Burro gr. 50 • 4 uova (4 tuorli + 3 albumi) • Un bicchierino di sambuca
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Lagosanto
www.comune.lagosanto.fe.it
Lagosanto Làgh in dialetto laghese Abitanti: laghesi o lagotti Comune Piazza Primo Maggio,1........ tel. 0533 909511 Proloco Lagosanto prolocolagosanto.fe@gmail.com
È un comune italiano di 4 814 abitanti della provincia di Ferrara, in Emilia-Romagna. Il comune nacque nel 1013, dalla concessione di un territorio alla comunità laghese da parte dell’allora potente Abbazia di Pomposa. Sino agli anni venti del Novecento, Lagosanto era circondato per tre quarti dalle valli (Valle Pega, Ponti e Trebba). Dagli anni trenta in poi Lagosanto si è trasformato in un paese a vocazione agricola palesata nella locale sagra della fragola. Un tempo parte delle valli tra Lagosanto e Comacchio erano laghesi, ma il rogito Giletti stipulato tra delegazione francese napoleonica e Comacchio vendette tutte le valli al comune di Comacchio, che di conseguenza ne divenne l’unico legittimo proprietario. Nel 1814, la comunità laghese ha intentato una causa nei confronti di Comacchio; durò per più di 100 anni e si concluse nel 1927 con un lodo arbitrario nel quale venne data ragione a Comacchio e Lagosanto venne relegata nei confini in cui ancora oggi si ritrova. Questo ha determinato la famosa rivalità che c’è tuttora tra i due paesi. It is an Italian town of 4 814 inhabitants in the province of Ferrara, in Emilia-Romagna. The municipality was born in 1013, from the concession of a territory to the laghese community by the then powerful Pomposa Abbey. Until the twenties of the twentieth century, Lagosanto was surrounded for three quarters by the valleys (Valle Pega, Ponti and Trebba). From the thirties onwards Lagosanto became a village with an agricultural vocation clearly displayed in the local strawberry festival. Once part of the valleys between Lagosanto and Comacchio were laghesi, but the Giletti deed signed between the French Napoleonic delegation and Comacchio sold all the valleys to the municipality of Comacchio, which consequen-
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tly became the only legitimate owner. In 1814, the Laghese community filed a lawsuit against Comacchio; it lasted for more than 100 years and ended in 1927 with an arbitrary award in which it was given reason to Comacchio and Lagosanto was relegated to the borders where it is still found today. This has led to the famous rivalry that still exists between the two countries.
IMPIANTO IDROVORO DI MAROZZO Si pianificò, sul finire del XIX secolo, un’opera di bonifica meccanica per la Grande Valle Gallare. Nel 1873 venne realizzato lo stabilimento idrovoro del Marozzo ed all’interno messe in funzione le “ruote-pompe”. L'impianto, mosso inizialmente dalla forza vapore, subì diversi interventi per la modifica ed il potenziamento, mano a mano che alla Valle Gallare venivano collegate le valli Trebba e Ponti. Il lavoro del complesso continuò incessantemente fino all'anno 1986 quando il degrado delle strutture ne suggerì la dismissione e l’abbandono. L'attività di presidio delle valli bonificate fu affidata ad un nuovo e moderno impianto idrovoro, costruito nelle immediate vicinanze. L'antico idrovoro ospita nella palazzina attigua, l'erbario del territorio laghese.
chiuso il martedì
Via Cavour, 8 44034 COPPARO (FE) Tel. 0532 413738 333 5053934 SCAN ME
www.ilveronesi.com WATER SCOOPING PLANT OF MAROZZO At the end of the 19th century, a mechanical reclamation work was planned for the Grande Valle Gallare. In 1873 the hydro-drilling plant of Marozzo was built and the "pump-wheels" were put into operation. The plant, initially moved by the steam force, underwent various interventions for modification and strengthening, as the Trebba and Ponti valleys were connected to the Gallare Valley.
The work of the complex continued incessantly until 1986 when the deterioration of the structures suggested its disposal and abandonment. The garrison activity of the reclaimed valleys was entrusted to a new and modern water supply plant, built in the immediate vicinity. In the adjoining building, the ancient water-hole hosts the herbarium of the Laghese territory.
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CASA DELLA MEMORIA Ubicata nell’area dell’impianto idrovoro. Si tratta di un primo allestimento museale nell’ambito del più ampio progetto che prevede il completo recupero strutturale dell’ex idrovoro di Marozzo per destinarlo a museo e centro di documentazione della bonifica meccanica. L’allestimento è particolarmente innovativo in quanto accessibile anche ai disabili sia visivi che motori e proprio per questo ha ricevuto il patrocinio del Segretariato sociale della Rai. Non è attualmente visitabile causa lavori di ristrutturazione.
HOUSE OF MEMORY Located in the water drainage plant area. It is a first museum set-up in the context of the wider project that foresees the complete structural recovery of the former Marozzo de-pumping unit to be used as a museum and documentation center for mechanical reclamation. The set-up is particularly innovative as it is also accessible to both visually impaired and motorized disabled and for this reason has received the patronage of the Rai Social Action Department. It cannot currently be visited due to renovation works.
SAGRA DELLA FRAGOLA La Sagra della Fragola a maggio tutti gli anni, in occasione della ricorrenza del Santo Patrono San Venanzio (18 maggio). È diventata da molti anni il simbolo della cittadina di Lagosanto, dove si coltiva il 90% delle piante di fragola prodotte in Italia. Oltre allo stand gastronomico di piatti tradizionali, la sagra sarà caratterizzata da spettacoli, mercatini, area espositori, area commerciale e parco giochi per tutti i bambini Numerosi i punti vendita dove acquistare sia il prodotto fresco, sia le piantine per la coltivazione. E per chi ama scoprire le virtù delle erbe officinali e delle piante a Lagosanto da alcuni anni è attivo, nella torre dell’orologio, l’erbario comunale.
Baccalà alla ferrarese Oltre al diffuso consumo della classica anguilla cucinata in vari modi e sempre molto gustosa, il “baccalà” ha sempre avuto la sua importanza e i suoi estimatori nella gastronomia ferrarese.
Ingredienti • 4 pezzi di baccalà bagnato (circa 1 kg.) • prezzemolo • aglio • pomodoro • 4 cucchiai di olio • ½ bicchiere di vino bianco • farina q.b Procedimento Dopo aver asciugato con cura il baccalà infarinarlo e friggerlo finchè acquista un colore dorato. Preparare a parte 1 trito di cipolla, aglio, prezzemolo, 4 cucchiai di olio e far appassire il tutto. Aggiungere, poi, il baccalà fritto, sale, pepe, pomodoro, vino bianco e cuocere a fuoco moderato per ½ ora circa.
Masi Torello
www.comune.masitorello.fe.it
MASI TORELLO Màs Turèl in dialetto ferrarese Abitanti: masesi Comune Piazza Cesare Toschi 3 . ........... tel. 0532 819113 Proloco Masi San Giacomo prolocomasisangiacomo@gmail.com
È un comune italiano di 2.292 abitanti della provincia di Ferrara in EmiliaRomagna. Masi Torello è divenuto un comune nel 1959; prima di allora era una frazione di Portomaggiore. Non è nota, per l’assenza di testimonianze documentali, la sua esatta origine: il fatto che non fosse citato in alcun documento anteriore al XIII secolo porta a credere che non esistesse questa località prima di quest’epoca. L’origine del nome sarebbe da attribuire a “manso” misura agraria locale o “mansus” fondo coltivato quest’ultima ipotesi associata a “torelus” ove s’intendeva la corda ritorta, può far pensare a un podere specializzato nella lavorazione della corda. Certo è che dagli inizi del XIV secolo s’instaurarono fitti rapporto con il borgo e Ferrara e quindi Masi Torello ne seguì le vicende, passando dagli estensi allo Stato Pontificio. Annessa nel 1798 alla repubblica cisalpina, fu unita al Comune di Trova, con sede municipale a Portomaggiore. Il 25 settembre 1959 riconquistò la propria autonomia, il 28 novembre 1960 s’insediò il primo Consiglio Comunale. CHIESA DI SAN LEONARDO L'aspetto attuale è attribuibile ad Antonio Foschini, mentre la facciata fu inaugurata nel 1943. Gli interventi più significativi comunque rimangono quelli in stile barocco. Il soffitto della chiesa, realizzato a pseudovolte, raffigura al centro la Madonna e San Leonardo; al centro dell'abside fa bella mostra un quadro seicentesco sempre con Madonna, San Giuseppe e San Leonardo. Si ammirano numerosi altari con
It is an Italian town of 2 292 inhabitants in the province of Ferrara in Emilia-Romagna. Masi Torello became a municipality in 1959; before that it was a fraction of Portomaggiore. Its exact origin is unknown due to the absence of documentary evidence: the fact that it was not mentioned in any document prior to the 13th century leads us to believe that this place did not exist before this time. The origin of the name would be attributed to “manso” local agrarian measure or “mansus” fund cultivated the latter hypothesis associated with “torelus” where it meant the twisted rope, may suggest a farm specializing in rope processing. What is certain is that from the beginning of the 14th century a close relationship was established with the village and Ferrara, and therefore Masi Torello followed its vicissitudes, passing from the Este to the Papal States. Annexed in 1798 to the Cisalpine republic, it was joined to the Comune di Trova, with municipal headquarters in Portomaggiore. On September 25th 1959 he regained his autonomy, on November 28th 1960 he established the first City Council.
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affreschi, statue, dipinti. San Leonardo da Noblac è patrono di Masi Torello. La sua storia risale alla fine del V sec. e si svolge in territorio francese, dove è sepolto. E' certo che nei libri storici già nel '300 viene citato San Leonardo protettore di questa comunità.
CHURCH OF SAN LEONARDO The current appearance is attributable to Antonio Foschini, while the facade was inaugurated in 1943. However, the most significant interventions remain those in the Baroque style. The ceiling of the church, built in pseudovolte, depicts the Madonna and San Leonardo in the center; in the center of the apse, a seventeenth-century painting shows with Madonna, San Giuseppe and San Leonardo. You can admire numerous altars with frescoes, statues, paintings. San Leonardo da Noblac is the patron saint of Masi Torello. La sua storia risale alla fine del V sec. e si svolge in territorio francese, dove è sepolto. It is certain that in the historical books already in the 1300s San Leonardo was cited as protector of this community.
SAGRA DEI MASI Gratini “gratin” Sagra dei Masi a presso l’Impianto Sportivo di Masi Torello. La Sagra dei Masi è un evento organizzato dalla società ACD Masi 2013 e dai volontari del territorio di comunale di Masi Torello comprendente i paesi di Masi Torello, Masi San Giacomo e Borgo Sant’Anna. Si posso gustare specialità di Pesce e Carne. La Sagra a partire dal 2014 è andata a sostituire la Sagra del Toro che veniva organizzata nel medesimo periodo dalla società ACD Masi Torello. Sagra paesana (Fine maggio inizio giugno) Sagra paesana dedicata a San Rocco La manifestazione é organizzata dall’Associazione San Leonardo Abate, con varie iniziative culturali, sportive, ricreative. Serate musicali, distribuzione di specialità gastronomiche Ferraresi Festa dello sport (Fiera del toro allo spiedo) Fine agosto inizio settembre Masi Torello Sagra del Mais (Circa dall’8 all’11 di settembre) Masi S. Giacomo INFO FIERE E SAGRE : Sig. Paolo Veronesi Tel: 0532.819113 p.veronesi@comune.masitorello.fe.it Suap Uff. Comm. e Att. Produttive - Comune Via Mazzini 3, 44020 Masi Torello Sig. Paolo Veronesi Informazioni: 366 1947360
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È una minestra semplice e genuina derivante dalla necessità e abitudine d’utilizzare in cucina il più possibile ciò che restava di minestre più importanti. È costituita di piccoli cubetti o pallini minuscoli ricavati dalla sfoglia o dagli avanzi della stessa. Tritata finemente a coltello , e poi con una mano infarinata ci si passa sopra con fare circolare in modo che questi piccoli pezzetti pasta, assumano una forma circolare come tanti piccoli pallini di pasta. Si usava e si usa cucinarla in brodo o con fagioli. Fra l’altro è molto usata anche come alimentazione per bambini e malati in quanto si può ingoiare senza masticazione.
Mesola
www.comune.mesola.fe.it
MESOLA La Mèsula in dialetto ferrarese Abitanti: mesolani Comune Viale Roma 2 ....................... tel. 0533.993719 Proloco Mesola info@prolocomesola.com
Il toponimo di Mesola, “media insula”, indica come l’origine e lo sviluppo di questo territorio siano legati all’equilibrio tra terra e acqua dell’antica Valle Padusa. Partendo quindi dal Medioevo, la storia del territorio è legata dagli estremi confini est sul mare dei possedimenti dell’Esarcato di Ravenna sino al dominio dello Stato Pontificio e degli Estensi. Furono proprio gli Estensi a valorizzare il territorio intraprendendo una grande opera di bonifica, progettando il porto di Alcina sul Po di Goro. Edificarono a Mesola il Castello e la Tenuta. Mesola è comune dal 1º luglio 1828. Il comune incorpora dalla stessa data anche il comune di Massenzatica, istituito sin dal Medioevo. Nel 1860, in seguito alla seconda guerra di indipendenza, fa parte del Regno d’Italia. Nel 1962, con decreto del Presidente della Repubblica, Goro, in precedenza frazione di Mesola, è stato istituito comune autonomo.
The toponym of Mesola, “media insula”, indicates how the origin and development of this territory are linked to the balance between land and water of the ancient Valle Padusa. Starting therefore from the Middle Ages, the history of the territory is linked from the extreme east boundaries on the sea to the possessions of the Exarchate of Ravenna up to the dominion of the Papal State and the Estensi. It was precisely the Este family to enhance the area by undertaking a major reclamation project, designing the port of Alcina on the Po di Goro. The Castle and the Estate were built in Mesola. Mesola has been common since 1 July 1828. The municipality also incorporates the municipality of Massenzatica, established since the Middle Ages, from the same date. In 1860, following the second war of independence, it is part of the Kingdom of Italy. In 1962, by decree of the President of the Republic, Goro, previously a fraction of Mesola, was established as an independent municipality.
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CASTELLO ESTENSE Venne realizzato tra il 1578 ed il 1583 per volere di Alfonso II d'Este. Piuttosto che baluardo per la difesa dei traffici fluviali al confine con la Repubblica di Venezia, è più suggestivo pensare al Castello come "l'ultima delizia" voluta dal duca in onore della sua sposa Margherita Gonzaga, per ospitare la Corte, che qui si sarebbe dedicata ad ameni svaghi e a imponenti cacce e pesche nella foresta circostante e sul litorale. Rimase di proprietà degli Estensi fino al 1771. Seguirono vari passaggi di proprietà fino al 1952 quando passò sotto il controllo dell'Ente Delta Padano ed ora è in proprietà della Provincia di Ferrara. Oggi, restaurato ed adibito ad uso pubblico, il Castello è sede del Centro Visita del Parco Regionale del Delta del Po ed ospita attività congressuali ed espositive.
THE ESTENSE CASTLE It was built between 1578 and 1583 by order of Alfonso II d'Este. Rather than a bulwark for the defense of river traffic on the border with the Republic of Venice, it is more suggestive to think of the Castle as "the last delight" desired by the duke in honor of his wife Margherita Gonzaga, to host the Court, which here would be dedicated to pleasant entertainment and imposing hunts and peaches in the surrounding forest and on the coast. It remained the property of the Estensi until 1771. Several changes of ownership followed until 1952 when it came under the control of the Ente Delta Padano and is now owned by the Province of Ferrara. Today, restored and used for public use, the Castle is home to the Visitor Center of the Regional Park of the Po Delta and hosts conference and exhibition activities.
TORRE ABATE Questo manufatto idraulico fu edificato intorno al 1580 (ricostruito nella parte superiore nel 1650) nel quadro
TORRE ABATE This hydraulic artifact was built around 1580 (rebuilt at the top in 1650) within the framework of the "Great Reclamation Enterprise" project undertaken by the Este family.
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del progetto della "Grande Impresa di Bonifica" intrapreso dagli Estensi. Attraverso un sistema di porte a vento o "vinciane" regolava il deflusso a mare delle acque interne. Esaurita già all'inizio del '600 la funzione di chiusa idraulica, sia per l'abbassamento del terreno che per gli interramenti conseguenti il taglio di Porto Viro, l'edificio venne utilizzato come torre di guardia. Oggi l'edificio restaurato è aperto al pubblico.
Through a system of wind gates or "vinciane" it regulated the outflow of inland waters to the sea. Exhausted already at the beginning of the seventeenth century the function of hydraulic lock, both for the lowering of the land and for the landfills resulting from the cutting of Porto Viro, the building was used as a watchtower. Today the restored building is open to the public.
LA CHIESA ARCIPRETALE A voler dotare Mesola di un proprio edificio di culto fu l'imperatrice Maria Teresa d'Austria. La chiesa ebbe comunque il suo completamento sotto il pontificato di Papa Pio VI intorno al 1785. Il tempio si presenta a navata unica con un ampio coro e un largo presbiterio; pareti e soffitti non sono decorati né affrescati, tuttavia la chiesa ospita alcune pale d'altare e tele del XVIII secolo. Inoltre è presente un prezioso organo a canne, posto sopra il coro, opera di Filippo Fedeli (1795).
THE ARCHPRIEST CHURCH The empress Maria Theresa of Austria wanted to equip Mesola with her own building of worship However, the church had its completion under the pontificate of Pope Pius VI around 1785. The temple has a single nave with a large choir and a large presbytery; walls and ceilings are not decorated or painted, however the church houses some altarpieces and canvases from the 18th century. There is also a precious pipe organ, placed above the choir, by Filippo Fedeli (1795).
IL BOSCO DELLA MESOLA Rappresenta con i suoi 1058 ettari la più estesa area boschiva del ferrarese e certamente la più rilevante dal punto di vista naturalistico. Il Bosco della Mesola è dal 1977 Riserva Naturale per il suo notevole interesse vegetazionale, che presenta sia specie termofile, tipiche della macchia me-
THE MESOLA WOOD With its 1058 hectares it represents the largest wooded area in the Ferrara area and certainly the most significant from a naturalistic point of view. The Bosco della Mesola has been a Nature Reserve since 1977 due to its remarkable vegetational interest, which presents both thermophilic species, typical of the Mediterranean maquis, as well as mesophilic-hygrophilous, but above all
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diterraneo, che mesofiloigrofile, ma soprattutto per la varietà e peculiarità della fauna: in primo luogo la popolazione di cervi autoctoni. Le visite sono possibili in un'area dedicata al pubblico di circa 100 ettari, nella quale sono segnalati alcuni itinerari consigliati, con differenti tempi di percorrenza. La durata della visita è facoltativa, precisando comunque che la riserva naturale è aperta dalle ore 8:00 alle ore 16:00 durante il periodo di ora solare e dalle ore 8:00 alle ore 18:00 durante il periodo di ora legale. Visite straordinarie accompagnate dal Personale del Corpo Forestale dello Stato nelle aree di norma precluse al pubblico (Corte Ducale, Stradone maestro, Taglio della Falce, Parco delle Duchesse, Stradone Mezzogiorno), vengono effettuate nei giorni di Pasquetta, 25 Aprile e 1° Maggio. Inoltre, nei giorni di apertura è possibile effettuare escursioni guidate lungo un itinerario che attraversa l'intera area del bosco con un automezzo scoperto.
for the variety and peculiarities of the fauna: first of all the native deer population . Visits are possible in an area dedicated to the public of about 100 hectares, in which some recommended itineraries are reported, with different travel times. The duration of the visit is optional, specifying however that the nature reserve is open from 8:00 am to 4:00 pm during the solar time period and from 8:00 am to 6:00 pm during the summer time period. Extraordinary visits accompanied by the staff of the State Forestry Corps in areas normally closed to the public (Corte Ducale, Stradone maestro, Taglio della Falce, Parco delle Duchesse, Stradone Mezzogiorno), are carried out on Easter Monday, April 25th and May 1st. Furthermore, on opening days it is possible to take guided hikes along an itinerary that crosses the entire area of the forest with an open vehicle.
DUNE FOSSILI DI MASSENZATICA L'area di circa 50 ettari, costituisce il più importante apparato dunoso di età preetrusca (II millennio a.C.) associato a cordoni litoranei dell'antica linea di costa rinvenuti da Ravenna a Chioggia. Le paleodune sono importanti perché rappresentano il relitto di una struttura geomorfologia pressoché scomparsa nel paesaggio della Bassa Padana. Meno di 5000 anni fa infatti, tutta la regione in questione era sotto il livello del mare e le Dune di Massenzatica, che oggi si ergono isolate in una campagna intensamente coltivata, rappresentano una delle più antiche linee di costa tra quelle che si sono succedute da allora ai giorni nostri. Per la sua importanza storico-naturalistica l'intero complesso è sottoposto a vincolo integrale e oggi è incluso tra le Riserve Naturali della Regione Emilia-Romagna.
FOSSIL DUNES OF MASSENZATICA The area of about 50 hectares, is the most important dune apparatus of the pre-Etruscan age (II millennium BC) associated with coastal cords of the ancient coastline found from Ravenna to Chioggia. The paleodunas are important because they represent the wreckage of a geomorphological structure almost disappeared in the landscape of the Bassa Padana. In fact, less than 5000 years ago, the entire region in question was below sea level and the Dunes of Massenzatica, which today stand isolated in an intensely cultivated countryside, represent one of the oldest coastline between those that have succeeded one another. then to the present day. Due to its historical and naturalistic importance, the whole complex is subjected to full restrictions and is now included among the Nature Reserves of the Emilia-Romagna Region.
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FIERA DELL’ASPARAGO Sono le sabbie del Delta del Po a creare il microclima ideale per far crescere l’asparago migliore della zona ferrarese. La fiera dell’asparago, in programma dal 25 aprile al 1° maggio, coinvolge l’intero borgo, ne anima le strade e le piazze fin negli spazi rinascimentali del Castello Estense. I numerosi stand propongono degustazioni gratuite del prodotto principe di questa terra, servito in ogni sua forma. Durante la manifestazione sono in programma laboratori per i più piccini, escursioni in bicicletta e in barca.
LA SAGRA DEL RADICCHIO A BOSCO MESOLA La sagra si svolge dal 27 settembre al 7 ottobre nel Bosco Mesola. Lo stand gastronomico che per dieci giorni è il cuore della Sagra del Radicchio lo porta in tavola in accostamenti fantasiosi dall’antipasto al dolce. Nei due fine settimana compresi nella Sagra, ci sono occasioni per la scoperta del territorio: visite guidate al Gran Bo sco della Mesola o al rinascimentale Castello di Mesola.
ravioli con radicchio, stracchino e noci Lavare bene il radicchio e lasciarlo scolare dall’acqua. Dentro una padella antiaderente fare sciogliere il burro, aggiungere il radicchio asciutto tagliuzzato, cuocere per circa 8 minuti a fuoco moderato, mescolando. Preparare l’impasto, setacciare le farine e disporle a fontana; fare un buco al centro e versare le uova. Aggiungere olio extra vergine di oliva e sale. Rompere le uova con una forchetta facendo attenzione a non fare uscire il composto fuori dalla fontana, aiutarsi con il palmo della mano libera, se necessario. Non appena l’impasto sarà solido, iniziare a lavorarlo con le mani. Disporlo dentro un recipiente di vetro coperto con un canovaccio umido e lasciarlo riposare per 30 minuti. Tostare i gherigli di noci a fuoco moderato senza smettere di mescolare. Con la mezzaluna tagliuzzarli a pezzetti. Creare il ripieno: dentro una ciotola unisci il radicchio, con il parmigiano grattugiato e le noci. Assicurarsi che il composto del radicchio sia freddo, unire lo stracchino, il sale ed il pepe macinato e mescolare. Dividere l’impasto in due e proseguire a preparare i ravioli. Cuoci i ravioli in acqua bollente salata per 5 minuti o fino a quando i ravioli verranno a galla. Dentro una padella fare sciogliere il restante burro con le noci e la salvia; unire i ravioli scolati dall’acqua di cottura; amalgamarli con la salsa di burro e noci delicatamente. Impiattare.
Ingredienti Per l’impasto: • 300 g di farina 00 • 150 g di semola • 4 uova • 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva • un pizzico di sale Per il ripieno: • 2 cespi grandi di radicchio rosso • 50 g di parmigiano grattugiato • 100 g di formaggio stracchino • 150 g di gherigli di noci • 30 g di burro • sale e pepe Per la salsa: • 80 g di gherigli di noci • 3 foglie di salvia • 30 g di burro
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Occhiobello
www.comune.occhiobello.ro.it
Occhiobello Ugbèl ˇ in dialetto ferrarese, Ociobeło in dialetto veneto Abitanti: occhiobellesi Comune P.zza G. Matteotti 15 Rovigo tel. 0425 766111 Pro Loco Occhiobello S. Maria Maddalena prolocoocchiobello@libero.it La storia del territorio occhiobellese risale a molti secoli fa. Rilevamenti archeologici testimoniano, infatti, che già nella preistoria erano presenti nel territorio occhiobellese prime forme di vita associata localizzate a nord dell’attuale territorio di Occhiobello, nei pressi della località Piacentina. Nel corso dei millenni il territorio di Occhiobello subì notevoli trasformazioni sia di origine naturale, sia di origine storico-politica in seguito alle continue invasioni di civiltà diverse tra cui i Celti, gli Etruschi, i Galli ecc. Il destino storico e culturale era legato al governo ferrarese che, intorno all’anno 1000, affidò ai marchesi de’ Contrari, una nobile famiglia di Ferrara, il marchesato del Polesine ferrarese. Il marchesato era formato da tre località: Le Casette, ossia l’attuale Occhiobello, da Gurzone e da Santa Maria Maddalena ancora unita a Pontelagoscuro fino al 1152. Il territorio rimase sotto il dominio estense fino al 1597 quando, morto Alfonso II d’Este senza eredi, tutto il suo ducato passò allo Stato Pontificio. È soprattutto nel 1700, anno in cui “Le Casette” iniziò ad essere chiamata Occhiobello, che Santa Maria Maddalena si ingrandì anche sotto il profilo demografico; crescita favorita dalla sua vicinanza con la città di Ferrara. Il dominio della Santa Sede, durato circa duecento anni, fu bruscamente interrotto dall’invasione napoleonica nel 1797. Nel 1815, dopo il Congresso di Vienna, ai Francesi subentrarono gli Austriaci che portarono ancora più malcontento tra la popolazione soprattutto per l’annessione alla provincia di Rovigo; nei pressi del paese si combatté la battaglia di Occhiobello, episodio della guerra austro-napoletana, in cui
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The history of the eye area dates back to many centuries ago. Archaeological surveys testify, in fact, that in prehistoric times the earliest forms of associated life were present in the territory of the north of the present Occhiobello area, near the town of Piacentina. Over the millennia the territory of Occhiobello underwent significant transformations of both natural and historicalpolitical origin following the continuous invasions of different civilizations including the Celts, the Etruscans, the Gauls etc. The historical and cultural destiny was linked to the Ferrara government which, around the year 1000, entrusted the marquisate of the Ferrara Polesine to the marquis de 'Contrari, a noble family of Ferrara. The marquisate consisted of three localities: Le Casette, that is the current Occhiobello, from Gurzone and from Santa Maria Maddalena still united to Pontelagoscuro until 1152. The territory remained under Estense dominion until 1597 when, after Alfonso II d'Este died without heirs, all his duchy passed to the Papal State. It is especially in the 1700s, the year in which "Le Casette" began to be called Occhiobello, which Santa Maria Maddalena also expanded under the demographic profile; growth favored by its proximity to the city of Ferrara. The rule of
il Re di Napoli Gioacchino Murat fu sconfitto dal generale austriaco Johann Maria Philipp Frimont. Nel 1866, con la pace di Vienna, terminò la dominazione austriaca ed il Veneto fu ceduto al Regno d’Italia. Diverse furono le costruzioni in ambito edilizio: comparsa della ferrovia, costruzione del ponte ferroviario in ferro, impianto di pubblica illuminazione ad Occhiobello, ecc. L’incremento economico e sociale fu molto rallentato in seguito alle due guerre mondiali che travolsero l’Italia. L’ultimo conflitto mondiale ha impegnato nella lotta alla Resistenza un elevato numero di vite umane, i centri abitati hanno subito bombardamenti, opere d’arte di grande valore distrutte. A guerra finita riprese la ricostruzione del paese, ricostruzione che subì ancora un altro rallentamento a causa dell’alluvione del Po del 14 novembre 1951.
the Holy See, which lasted about two hundred years, was abruptly interrupted by the Napoleonic invasion in 1797. In 1815, after the Congress of Vienna, the Austrians were replaced by the Austrians who brought even more discontent among the population, especially due to the annexation to the province of Rovigo; near the town the battle of Occhiobello was fought, an episode of the Austro-Neapolitan war, in which the King of Naples Gioacchino Murat was defeated by the Austrian general Johann Maria Philipp Frimont. In 1866, with the peace of Vienna, the Austrian domination ended and the Veneto was ceded to the Kingdom of Italy. There were several buildings in the building sector: the appearance of the railway, construction of the iron railway bridge, public lighting system in Occhiobello, etc. The economic and social growth was very slow following the two world wars that swept Italy. The last world war has involved a high number of human lives in the struggle against the Resistance, the inhabited centers have been bombed, works of art of great value destroyed. Once the war was over, the reconstruction of the town resumed, a reconstruction that suffered another slowdown due to the flood of the Po on November 14, 1951.
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LA PARROCCHIA ARCIPRETALE DI S. LORENZO La ricostruzione delle origini e delle vicende della chiesa parrocchiale di Occhiobello è alquanto complessa. L'edificio ha subito numerose ricostruzioni a cominciare da quella testimoniata da una lapide sulla faccia, che addirittura ne fa risalire l'erezione delle fondamenta al 1525; per proseguire
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THE ARCHPRIEST PARISH OF S. LORENZO The reconstruction of the origins and events of the Occhiobello parish church is quite complex. The building has undergone numerous reconstructions, beginning with the one witnessed by a plaque on the face, which even traces the erection of the foundations to 1525;
con la segnalazione, da parte del Malaspina, di successive aggiunte a completamento dell'edificio. Nel 1715 il Malaspina dà inizio alla ricostruzione del nuovo edificio, pagando di tasca propria, egli dice. Nel 1717 viene ricostruita la sacrestia e nel 1725 la cupola. La chiesa nel frattempo era stata intitolata a S. Lorenzo Martire. Nella visita del maggio 1757 il Card. Crescenzi definisce "perfectum et elegantissimum", ossia completamente rifinito anche all'interno. La consacrazione avvenne quasi cento anni dopo il 10 agosto 1851. Durante la seconda guerra mondiale crollò il campanile che era incorporato nell'edificio accanto all'abside e venne poi ricostruito separato dalla chiesa. Queste dunque le vicende costruttive, travagliate quanto l'attribuzione che è confortata soltanto dalla presenza di parte del progetto all'interno di una anonima raccolta dei disegni degli architetti Santini, conservata presso la biblioteca del seminario Arcivescovile di Ferrara.
to continue with the reporting by the Malaspina of subsequent additions to complete the building. In 1715 the Malaspina begins the reconstruction of the new building, paying from his own pocket, he says. In 1717 the sacristy was rebuilt and in 1725 the dome. The church in the meantime had been named after St. Lawrence Martyr. In the visit of May 1757, Card. Crescenzi defines "perfectum et elegantissimum", that is completely finished also inside. The consecration took place almost a hundred years after 10 August 1851. During the Second World War the bell tower that was incorporated in the building next to the apse collapsed and was later rebuilt separated from the church. These are therefore the constructive events, as troubled as the attribution which is supported only by the presence of part of the project in an anonymous collection of Santini architects' drawings, preserved in the library of the Archiepiscopal seminary of Ferrara.
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VILLA SAVONAROLA La nobile famiglia Savonarola dopo Giovanni I si divise in due rami; quello di Ferrara iniziato dal figlio Girolamo cavaliere Gerosolimitano. I rapporti con gli Estensi iniziano già con Lionello d'Este e la donazione a Michele Savonarola di una decima a Rovigo, detta di S. Elena. Il 28 luglio 1563, il Duca Alfonso II investì Michele IV Savonarola. La proprietà Savonarola rimase, anche dopo la devoluzione allo Stato Pontificio del Ducato Estense, fino al 1696, quando passò in proprietà alle R.R.M.M. di S. Caterina da Siena di Ferrara, mentre restò alla famiglia Savonarola l'annesso oratorio. Successivamente il 18 settembre 1870 passa ai fratelli Maccari, e da questo momento inizia un "andirivieni" dal catasto rustico a quello urbano, fino al 1920 quando viene acquistato da Antonio Previati di Stienta; per rimanere a questa famiglia fino all’attuale sistemazione come albergo.
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VILLA SAVONAROLA The noble Savonarola family after John I split into two branches; that of Ferrara begun by his son Girolamo, a knight of the Gerosolimitano. Relations with the Este family already began with Lionello d'Este and the donation to Michele Savonarola of a tenth in Rovigo, known as S. Elena. On 28 July 1563, Duke Alfonso II invested Michele IV Savonarola. The Savonarola property remained, even after devolution to the Papal State of the Duchy of Este, until 1696, when it became the property of the R.R.M.M. of S. Caterina da Siena of Ferrara, while the annexed oratory remained with the Savonarola family. Subsequently on 18 September 1870 it passed to the Maccari brothers, and from this moment began a "coming and going" from the rustic land registry to the urban one, until 1920 when it was bought by Antonio Previati from Stienta; to stay with this family until the current accommodation as a hotel.
EDILIZIA ECCLESIALE Annesso alla villa Savonarola è un Oratorio, in origine probabilmente intitolato alla Vergine. Esso fu costruito dopo il 1724; l'8 agosto di quell'anno infatti, il Papa Clemente XI con un Breve concesse a Francesco Savonarola e alla moglie, di costruire un Oratorio nella loro villa di campagna. Solo dalla visita Pastorale del 1844 si desume che anche la proprietà dell'Oratorio è nel frattempo cambiata, passando alla famiglia che lo dedicò a S. Giuseppe; prese poi il nome di S. Maria Madre di Dio, e dal 1920 (proprietà Previati), di S. Gaetano. Questo edificio ha conosciuto anche momenti di degrado, oggi superati dall'ultimo radicale restauro.
EDILIZIA ECCLESIALE Attached to the villa Savonarola is an Oratory, originally probably named after the Virgin. It was built after 1724; on 8 August of that year, in fact, Pope Clement XI with a brief granted to Francesco Savonarola and his wife, to build an Oratory in their country villa. Only from the Pastoral Visit of 1844 it is clear that the Oratory property has in the meantime changed, passing to the family that dedicated it to St. Joseph; then took the name of St. Mary Mother of God, and from 1920 (Previati property), of St. Gaetano. This building has also experienced moments of degradation, now overcome by the last radical restoration.
SAGRA DEL MAIALE La sagra si svolge il primo week end di Luglio. Organizzata dai volontari della Protezione civile di Occhiobello con lo scopo di finanziare la loro attività. Il giardino della sede del Gruppo in via Gurzone 10 si trasforma, come ogni anno, per tre giorni in un piccolo ristorante all’aperto, con un menu a tema come sempre basato sulla filosofia del cotto e mangiato: nessun precotto ed una attenzione particolare agli ingredienti. La sagra della Protezione civile di Occhiobello è stata la prima “plastic free”. Non vengono utilizzate plastiche monouso, per lasciare spazio all’impiego di materiali nobili come il vetro o materiali biodegradabili. Tante le specialità del menu: primi piatti al momento, grigliata imperiale, la famosissima braciola al manico e stinco di maiale (specialità della sagra); dolci: salame al cioccolato, biscotti “maialosi” serviti con Passito di Pantelleria.
risotto con pere e tartufo
Ingredienti: • riso del Delta del Po; • brodo vegetale; • 1 pera abate; • vino bianco tipo Prosecco; • olio extravergine d’oliva; • burro; • grana; • tartufo.
Preparare del semplice brodo vegetale salato in modo delicato. Tostare leggermente il riso (circa due tazzine da caffè o pugni a persona) in un tegame dai bordi alti con l’olio d’oliva, due cucchiai circa. Dopo un paio di minuti, sfumare con un po’ di Prosecco a fuoco vivace. Aggiungere il brodo, due mestoli per persona, e lasciare andare mescolando di tanto in tanto. Man mano che si asciuga, allungarlo nuovamente. Nel mentre sbucciare la pera e tagliarla a dadini. Non scegliere di usarne una poco o troppo matura. Unirla al risotto a circa 5 minuti da fine cottura. Aggiustare di sale se necessario. A cottura ultimata, spegnere il fuoco. Sbattere la pentola in modo che il riso rilasci amido e mantecarlo, quindi, con un pochino di burro (un’ottima alternativa è quello al tartufo) e grana. Servire ancora caldo su piatto e affrettarsi ad affettare sopra una bella quantità di scaglie di tartufo con l’apposito utensile.
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Ostellato
www.comune.ostellato.fe.it
Ostellato Ustlà in dialetto ferrarese Abitanti: ostellatesi Comune Piazza Repubblica, 1.................. tel. 0533 683911 Proloco Ostellato ostellatoproloco@libero.it
La storia di Ostellato ha origini antichissime, come testimoniano i numerosi reperti archeologici, rinvenuti durante gli scavi e le opere di bonifica. La prima attestazione risale al 997, quando fu citato col nome di “Ustullatum” in una bolla papale emessa da Gregorio V. Appartenne prima a Comacchio, poi all’Abbazia di Pomposa, sotto Guido Monaco, finché venne a far parte dei possedimenti Estensi. Dopo la devoluzione del 1598, quando gli Estensi persero il ducato di Ferrara, Ostellato tornò, come tutta la provincia, sotto il governo Pontificio, che portò il territorio a subire progressivamente la perdita delle valli, in favore di Comacchio. L’indifferenza nella gestione delle acque dimostrata dal Papato fece sì che imperversassero le inondazioni e le epidemie. Solo a partire dalla metà del XIX secolo la situazione migliorò, grazie alle massicce e radicali opere di bonifica, concluse definitivamente solo negli anni ‘60 di questo secolo.
The history of Ostellato has very ancient origins, as evidenced by the numerous archaeological finds discovered during excavations and reclamation works. The first attestation dates back to 997, when it was mentioned with the name of “Ustullatum” in a papal bull issued by Gregorio V. It belonged first to Comacchio, then to the Abbey of Pomposa, under Guido Monaco, until it became part of the Estensi estates. After the devolution of 1598, when the Estensi lost the duchy of Ferrara, Ostellato returned, like the whole province, under the Pontifical government, which led the territory to progressively suffer the loss of the valleys, in favor of Comacchio. The indifference in water management demonstrated by the Papacy led to floods and epidemics. Only from the middle of the nineteenth century the situation improved, thanks to the massive and radical land reclamation works, definitively concluded only in the 60s of this century.
PIEVE DI SAN VITO Venne edificata nel 1027 ed è a costruzione basicale in puro stile romanico, a tre navate e tre absidi con cripta. Questa era una delle più importanti ed antiche pievi dell'arcidiocesi ravennate. Il carattere e i particolari decorativi della costruzione sono prova della sua origine collocata nella prima metà del sec. XII, in sostituzione
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PARISH CHURCH OF SAN VITO It was built in 1027 and has a basic construction in pure Romanesque style, with three naves and three apses with a crypt. This was one of the most important and ancient churches of the archdiocese of Ravenna. The character and the decorative details of the building are proof of its origin placed
probabilmente di un campanile a vela per una o due piccole campane. La pieve fu riconsacrata il 26 marzo 1927. Il terremoto del 2012 procurò alcuni danni alla struttura, la quale fu ristrutturata tra il 2015 ed il 2016.
in the first half of the century. XII, probably replacing a bell tower for one or two small bells. The parish was consecrated on March 26, 1927. The earthquake of 2012 caused some damage to the structure, which was restructured between 2015 and 2016.
CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO La prima citazione risale al 997. Si sa che questa chiesa era un’antica pieve della Diocesi di Ravenna, che fu distrutta e ricostruita in un altro luogo nel 1638. Nel 1797 la facciata fu interessata da alcuni lavori di consolidamento e, nel 1907, il pavimento venne rifatto. Nel 1945 la parte posteriore dell'edificio fu bombardata e, nel 1950, ricostruita. Infine, nel 2000 il pavimento ha subito un ulteriore rifacimento.
CHURCH OF SAN PIETRO E PAOLO The first mention dates back to 997. It is known that this church was an ancient church of the Diocese of Ravenna, which was destroyed and rebuilt in another place in 1638. In 1797 the facade was affected by some consolidation work and, in 1907, the floor was redone. In 1945 the rear of the building was bombed and, in 1950, rebuilt. Finally, in 2000 the floor underwent a further renovation.
CIELOSTELLATO Nato nel 1998, il Parco di Scultura delle Vallette di Ostellato è un progetto finanziato dal Comune di Ostellato, da Delta 2000, dalla Regione EmiliaRomagna e dalla Comunità Europea. È una zona umida di grande fascino, in una situazione ambientale e faunistica assolutamente straordinaria. Dal 1998 sono stati organizzati tre Simposi/Ateliers estivi di scultura
CIELOSTELLATO Born in 1998, the Vallette di Ostellato Sculpture Park is a project financed by the Municipality of Ostellato, Delta 2000, the Emilia-Romagna Region and the European Community. It is a fascinating wetland,
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all'aperto con scultori italiani di diversa generazione e provenienza geografica. Ogni artista ha progettato un'opera realizzata nel parco e per il parco sul tema del cielo, delle stelle e dell'acquaticità del territorio. Il Parco è composto, al momento, da n. 21 opere di proprietà comunale più n. 5 opere in deposito. Il nucleo di sculture propone un'indagine sulla scultura italiana "figurazionista" di questi ultimi anni, documentando come la ricerca di una iconicità si svolga sui diversi percorsi della poesia, della narrazione, dell'evocazione e dei concetti.
ANSE VALLIVE O VALLETTE DI OSTELLATO Si tratta di un lembo di acqua dolce e terra di circa 200 ettari, situato in zona di preparco del Delta del Po, tra due canali che ne rappresentano i confini naturali: il Navigabile ed il Circondariale. L'Oasi comprende quattro anse vallive: la Valle San Carillo, Valle Fossa, Valle Fornace e San Zagno, che costituiscono un biotopo di zona umida di acqua dolce peculiare ed unico nel territorio del Basso Ferrarese, anzitutto per la quantità e varietà di animali che lo popolano. Nelle Vallette sono presenti, nidificanti o di passo, ben 150 specie di uccelli acquatici, su un totale di circa 450 presenti in Italia. Si possono vedere tutti i tipi di aironi (bianco maggiore, cenerino e rosso), numerosi trampolieri. Massiccia è la presenza di lepri, fagiani, volpi, ricci, testuggini di palude e nutrie. Da qualche anno sono in atto alcuni progetti di reintroduzione della fauna selvatica un tempo presente e successivamente scomparsa da queste zone. Il progetto "Amica cicogna" è stato avviato nel 1996 dall'Amministrazione Provinciale di Ferrara ed ha reso finora ottimi risultati.
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in an absolutely extraordinary environmental and faunal situation. Since 1998 three outdoor sculpture symposia / outdoor workshops have been organized with Italian sculptors of different generations and geographical origins. Each artist has designed a work created in the park and for the park on the theme of the sky, the stars and the aquaticity of the territory. The Park is currently composed of n. 21 municipal property works plus n. 5 works on deposit. The core of sculptures proposes a survey on Italian sculpture “figurationist” of recent years, documenting how the search for an iconicity takes place on the different paths of poetry, narration, evocation and concepts. ANSE VALLIVE It is a strip of fresh water and land of about 200 hectares, located in the pre-park area of the Po Delta, between two canals that represent its natural borders: the Navigable and the District. The Oasis includes four valley loops: the Valle San Carillo, Valle Fossa, Valle Fornace and San Zagno, which constitute a unique and unique biotope of wetland freshwater in the territory of the Lower Ferrara, first of all for the quantity and variety of animals that populate it.
In the Vallette, there are as many as 150 species of water birds nesting or passing, out of a total of about 450 present in Italy. You can see all types of heron (white major, gray and red), numerous waders. Massive is the presence of hares, pheasants, foxes, hedgehogs, swamp tortoises and nutria. For some years now, there have been some projects to reintroduce wildlife that was once present and subsequently disappeared from these areas. The "Amica cicogna" project was started in 1996 by the Provincial Administration of Ferrara and has made excellent results so far.
torta tenerina alla zucca Cuocere la zucca in forno e una volta sfornata eliminare la buccia e i filamenti. Schiacciare con una forchetta e porla in una terrina. A parte montare gli albumi. In un’altra ciotola montare il burro assieme allo zucchero e infine unire i tuorli. Unire la fecola alla zucca. Infine aggiungere al composto il liquore e per ultimi gli albumi. Trasferire il composto in uno stampo a cerniera foderato di carta da forno. Cuocere a 180° per 25/30 minuti.
Ingredienti • 210 gr di zucca delicata o violina cotta al forno • 3 uova intere • 125 gr burro morbido • 100 gr zucchero semolato • 45 gr fecola di patate • un pizzico di sale • la scorza grattugiata di un’arancia (facoltativo) • un cucchiaino e mezzo di liquore all’Amaretto
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Poggio Renatico
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Poggio Renatico Al Puz in dialetto poggese Abitanti: poggesi Comune Piazza Castello, 1....................... tel. 0532 824511 Proloco Poggiorenatico............................................... prolocopoggiorenatico@gmail.com
Non è possibile definire con sicurezza l’origine di Poggio Renatico. I primi documenti che menzionano il paese come Podio, Podio Rognatico o Raunatico e infine Poggio Renatico sono di epoca medievale. Il feudo è appartenuto alla famiglia Lambertini probabilmente fin dal 972, anche se altre fonti fanno risalire l’investitura della famiglia al XIII secolo. In ogni caso la dinastia Lambertini dominò a lungo Poggio Renatico fino alla sua estinzione del ramo maschile all’inizio del XVIII secolo e con il conseguente passaggio del paese sotto lo Stato Pontificio. Dopo l’Unità d’Italia il paese entrò a far parte della Provincia di Ferrara ed iniziò il suo sviluppo economico a partire dall’inaugurazione della tratta ferroviaria Bologna-Ferrara del 1862. Poggio Renatico è stato colpito dai terremoti dell’Emilia del 2012. Le scosse sismiche hanno provocato il crollo della torre dell’orologio del Castello Lambertini e il danneggiamento del campanile e della cupola della Chiesa Abbaziale di San Michele Arcangelo, con conseguenze pesanti per il patrimonio artistico locale. Il 4 giugno 2012 il campanile della chiesa di San Michele, la cui instabilità stava mettendo a rischio la chiesa sottostante, è stato demolito con delle cariche esplosive.
It is not possible to define with certainty the origin of Poggio Renatico. The first documents that mention the town as Podio, Podio Rognatico or Raunatico and finally Poggio Renatico are from the Middle Ages. The fiefdom belonged to the Lambertini family probably as early as 972, although other sources trace the investiture of the family back to the 13th century. In any case the Lambertini dynasty dominated Poggio Renatico for a long time until its extinction of the male branch at the beginning of the XVIII century and with the consequent passage of the town under the Papal State. After the Unification of Italy the country became part of the Province of Ferrara and began its economic development starting from the inauguration of the Bologna-Ferrara railway section of 1862. Poggio Renatico was hit by the earthquakes of Emilia in 2012. The seismic shocks caused the collapse of the clock tower of the Lambertini Castle and the damage to the bell tower and the dome of the Abbey Church of San Michele Arcangelo, with heavy consequences for the local artistic heritage. On June 4, 2012 the bell tower of the church of San Michele, whose instability was putting the church below at risk, was demolished with explosive charges.
ABBAZIA DI SAN MICHELE ARCANGELO La chiesa venne costruita anteriormente al 1200 ed è una delle più antiche della Diocesi di Bologna. Dopo le alluvioni del XVII secolo che lo danneggiarono parzialmente, l'edificio venne restaurato nel 1792 e, in una seconda fase, nel 1804. I lavori
ABBEY OF SAN MICHELE ARCANGELO The church was built before 1200 and is one of the oldest in the Diocese of Bologna. After the floods of the seventeenth century that partially damaged it, the building was restored in 1792 and, in a second phase, in 1804. The work left unchanged the external appearance in Romanesque style, but the interior was rebuilt in neoclassical style, with a coffered ceiling in plaster
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lasciarono invariato l'aspetto esterno in stile romanico, ma l'interno venne ricostruito in stile neoclassico, con un soffitto a cassettoni in gesso a copertura dell'originale in legno. Il 21 marzo 1901 la struttura, probabilmente a causa delle infiltrazioni, subì un crollo parziale che ne decretò la sua chiusura al culto. Dopo un lungo contenzioso tra chi desiderava il restauro della vecchia chiesa e chi prospettava invece la costruzione di un nuovo edificio di culto più vicino al nucleo attorno al quale si stava sviluppando il paese, nel 1904 il Comune di Poggio Renatico ne decretò la definitiva chiusura e nel 1907 fu consacrata una nuova chiesa parrocchiale costruita accanto al Castello Lambertini, sempre intitolata a San Michele. Seguì un periodo di progressivo abbandono della vecchia chiesa, fino ad essere utilizzata dall'esercito tedesco come magazzino durante la seconda guerra mondiale. Nel 2002 venne completamente restaurata ed adibita a sala polivalente fino al crollo del tetto per il terremoto del 2012 che ne ha determinato la chiusura al pubblico. CASTELLO LAMBERTINI Fu costruito nel medioevo dalla famiglia Guastavillani come struttura a carattere difensivo, divenendo poi proprietà della famiglia Lambertini nel XV secolo. Nel corso degli anni l'antica costruzione ha subito numerose trasformazioni e rifacimenti. Nel progetto originale il castello era composto
covering the original in wood. On March 21, 1901 the structure, probably due to infiltration, suffered a partial collapse which decreed its closure for worship. After a long dispute between those who wanted the restoration of the old church and those who proposed instead the construction of a new cult building closer to the nucleus around which the town was developing, in 1904 the Municipality of Poggio Renatico decreed its final closure and in 1907 a new parish church was consecrated built next to the Lambertini Castle, still dedicated to San Michele. A period of progressive abandonment of the old church followed, until it was used by the German army as a warehouse during the Second World War. In 2002 it was completely restored and used as a multi-purpose hall until the collapse of the roof due to the 2012 earthquake that led to its closure to the public. LAMBERTINI CASTLE It was built in the Middle Ages by the Guastavillani family as a defensive structure, later becoming the property of the Lambertini family in the 15th century. Over the years the ancient building has undergone numerous transformations and renovations. In the original project the castle consisted of numerous buildings, which over time have been grouped into a single building. In 1822 the castle became the property of the “Pogio et Uniti” community after the extinction of the male branch of the
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da numerosi edifici, che col passare del tempo sono stati raggruppati in un'unica costruzione. Nel 1822 il castello divenne proprietà della comunità del "Pogio et Uniti" dopo l'estinzione del ramo maschile della dinastia dei Lambertini. Il castello è stato sede del Comune di Poggio Renatico nonché di altri servizi, quali la biblioteca pubblica ed il po-
Lambertini dynasty. The castle was the seat of the Municipality of Poggio Renatico as well as other services, such as the public library and the clinic, until the earthquake of May 20, 2012 which destroyed the imposing clock tower and damaged the entire structure. liambulatorio, fino al terremoto del 20 maggio 2012 che ha distrutto l'imponente torre dell'orologio e ha danneggiato l'intera struttura.Lungo tutto il territorio di Poggio Renatico, a partire dall'alto Medioevo sono state costruite dai bolognesi nell'arco dei secoli numerose torri e castelli, sia come presidio della pesca e dei trasporti lungo le vie d'acqua, sia come controllo dei confini con Ferrara. Alcune di queste costruzioni sono ancora esistenti.
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Also called Torre dell'Ortolano or Torre Fornasini it was probably built around 1240-1250. The tower was originally used by the Municipality of Bologna as a watchtower, guarded by sentinels for the sighting of enemies. A few years later the tower was ceded to the Benedictine Monastery of San Procolo. Later the tower passed to the Gustavillani family; subsequently the tower passed to the last owners, the Fornasini family, who gave the tower one of the names with which it was later identified. Starting from the 1980s of the last century, after a restoration by the Emilia-Romagna Region and the Superintendency of Fine Arts, the tower was temporarily used as a municipal library, which was later transferred to the Lambertini Castle.
Torre del Poggio Denominata anche Torre dell'Ortolano o Torre Fornasini venne edificata probabilmente intorno al 1240-1250. La torre era stata in origine adibita dal Comune di Bologna a torre di guardia, presidiata da sentinelle per l'avvistamento di nemici. Pochi anni dopo la torre venne ceduta al Monastero benedettino di San Procolo. In seguito la torre passò alla famiglia Gustavillani; successivamente la torre passò agli ultimi proprietari, la famiglia Fornasini, che diede alla torre uno dei nomi con i quali è stata in seguito identificata. A partire dagli anni 80 del secolo scorso, dopo un restauro a cura della Regione Emilia-Romagna e dalla Sovrintendenza alle belle arti, la torre venne temporaneamente adibita a biblioteca comunale, che in seguito fu trasferita all'interno del Castello Lambertini.
The tower was erected by the Municipality of Bologna for defensive purposes and to control the territory near an important communication route between Bologna and Ferrara. Construction began in 1242, although the sources are not in agreement, and the works lasted until 1250 due also to continuous enemy attacks. This garrison lost its strategic importance when Alfonso d'Este stripped it of the bell to which it was equipped to recover the bronze necessary to melt new guns and above all following the reclamation of the territory, when the communication route at which it rose was no longer used. The tower was then gradually abandoned and dropped into ruins.It divides the horizontal body of the façade of Castello Lambertini, of which it is the oldest element. The building, 25 meters high, is spread over four floors and was once the site of the castle's prisons, of which the sturdy wooden doors are preserved with numerous iron bolts. The tower houses the clock's ancient gear mechanism and the more sophisticated device that replaced it, as well as the bells.
Torre dell'Uccellino La torre venne eretta dal Comune di Bologna a scopi difensivi e di controllo del territorio nei pressi di un'importante via di comunicazione tra Bologna e Ferrara. La costruzione iniziò nel 1242, anche se le fonti non sono concordi, e i lavori si protrassero fino al 1250 a causa anche dei continui attacchi nemici. Questo presidio perse la sua importanza strategica quando Alfonso d'Este la spogliò della campana cui era dotata per recuperare il bronzo necessario per fondere nuovi cannoni e soprattutto in seguito alla bonifica del territorio, quando la via di comunicazione presso cui sorgeva non venne più utilizzata. La torre venne quindi progressivamente abbandonata e lasciata cadere in rovina. Torre Dell'orologio Divide il corpo orizzontale della facciata di Castello Lambertini, di cui rappresenta l’elemento più antico. La costruzione, alta 25 metri, si sviluppa su quattro piani e un tempo era sede delle prigioni del castello, di cui si conservano le robuste porte di legno munite di numerosi chiavistelli in ferro. La torre ospita l’antico meccanismo a ingranaggi dell’orologio e il congegno più sofisticato che lo ha sostituito, nonché le campane.
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Torre del Cocenno La sua costruzione è di datazione incerta, probabilmente risale al 1233. Edificata nella zona di confluenza dei fiumi Cocenno e Riolo, venne utilizzata a partire dal XIII secolo per funzioni di sorveglianza per contrastare il potere dei marchesi d’Este, con i quali il Comune di Bologna era in lotta. A partire dalla metà del XVI secolo fino alla fine del Settecento fu di proprietà dei Padri Olivetani di San Michele in Bosco di Bologna, assieme ai terreni agricoli circostanti. La torre, venne ristrutturata nel XIV secolo e nel 1700 le vennero addossate delle abitazioni rurali. Nel 1796 venne confiscata dalle truppe napoleoniche e nel 1806 venne ceduta da Napoleone Buonaparte all'Università di Bologna con i terreni agricoli su cui sorgeva. In seguito al terremoto dell'Emilia del 2012 la torre è crollata completamente.
Its construction is of uncertain date, probably dating back to 1233. Built in the confluence zone of the Cocenno and Riolo rivers, it was used starting from the XIII century for surveillance functions to contrast the power of the Marquis of Este, with whom the Municipality of Bologna was fighting From the mid-sixteenth century until the end of the eighteenth century it was owned by the Olivetan Fathers of San Michele in Bosco in Bologna, along with the surrounding agricultural land. The tower was restructured in the 14th century and in the 18th century rural houses were added to it. In 1796 it was confiscated by Napoleon's troops and in 1806 it was ceded by Napoleone Buonaparte to the University of Bologna with the agricultural land on which it stood. Following the 2012 Emilia earthquake the tower collapsed completely.
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SAGRA DELLA BONDIOLA
La sagra è organizzata dalla Polisportiva Poggese per sostenere le proprie attività, in particolare quelle legate al calcio e allo sport giovanile: propone buona cucina, sport, musica e solidarietà. Si svolge dal 31 agosto al 22 settembre (solo weekend). Il forte legame fra sport e infanzia è ribadito anche dai tradizionali appuntamenti il cui ricavato è interamente devoluto all’Unicef: la Camminata della Bondiola; il Torneo di Calcio giovanile con il Trofeo Andrea Baraldi e il Trofeo Bruno Zucchini; il concerto del Coro dei piccoli cantori di San Francesco di Ferrara e Rimini, diretto da padre Orazio Bruno. Il maestro salumiere Carlo Alberto Montanari è il rifornitore ufficiale della sagra: alle sue sapienti mani è affidata la ricetta tramandata dal 1873, prima dal nonno Ottavio, norcino a Bagnarola di Budrio, poi dal papà Mario, maestro salumiere fino all’età di 100 anni e vissuto per 103 anni. La bondiola poggese è un salume insaccato in vescica suina, fatto con capocollo, cotenna battuta e spezie, che non viene stagionato. Necessita di una paziente cottura a regola d’arte: sistemata in un sacco di tela e fissata a un legnetto, la bondiola non deve toccare il recipiente in cui deve bollire non meno di quattro ore. Va infine servita a fette accompagnata da purè di patate.
torta di pesche Lavorare il burro ammorbidito con lo zucchero di canna, fino ad ottenere una spuma: incorporate la grappa, la scorza grattugiata di linone e i tuorli. Unire il lievito, la farina e un pizzico di sale; aggiungere poi il latte e mescolare. Sbucciare e tagliare a spicchi le pesche. Disporle sul fondo di una pirofila imburrata e spolverizzarle con lo zucchero mescolato alla cannella. Versare sulle pesche il composto preparato, livellando bene e mettere il forno già caldo a 170° per 40/45 minuti. Servire sia caldo sia freddo.
Ingredienti: • 5 grosse pesche • 2 tuorli d’uovo • 70 gr. di zucchero di canna • 120 gr. di farina • 70 gr. di burro • 1 cucchiaio di grappa alla frutta • una bustina di lievito per dolci • ½ bicchiere di latte • 100 gr. di zucchero semolato • 1 cucchiaio di cannella • 1 limone • sale
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Portomaggiore
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PORTOMAGGIORE Portmagiòr in dialetto ferrarese Abitanti: portuensi Comune Piazza Umberto I, 5.................tel 0532 323011 Pro Loco Portomaggiore info@prolocoportomaggiore.it
Il primo documento scritto relativo alla città è una carta scritta da Regimbaldo di Santa Maria in Palazzolo del 955. Il toponimo moderno si avrà solo nel 1249. La terra di Portomaggiore fu a lungo contesa tra i poteri arcivescovili ravennati e quelli ferraresi; solo nel 1277, si poterono dire definitivamente ferraresi perché delimitati da una fossa fatta costruire da Azzo Novello a scopo di delimitare i propri confini. Gli Estensi governarono Portomaggiore per tutto il periodo della durata del Ducato di Ferrara e fino alla sua devoluzione allo Stato Pontificio. Essi apportarono in queste terre notevoli migliorie, specie in termini di bonifiche. Del periodo pontificio nel Portuense non si hanno memorie significative, tranne il definitivo sfaldamento del Castello e l’inaugurazione della Chiesa della Madonna dell’Olmo. L’Ottocento fu anche il secolo delle grandi bonifiche; con
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The first written document relating to the city is a map written by Regimbaldo of Santa Maria in Palazzolo of 955. The modern toponym will come only in 1249. The land of Portomaggiore was long disputed between the archiepiscopal powers of Ravenna and those of Ferrara; only in 1277, could one say definitively Ferrarese because they were delimited by a pit built by Azzo Novello in order to delimit their own borders. The Este family ruled Portomaggiore for the entire duration of the Duchy of Ferrara and until its devolution to the Papal State. They brought significant improvements to these lands, especially in terms of land reclamation. There are no significant memories of the pontifical period in the Portuense, except for the definitive collapse of the Castle and the inauguration of the Church of the Madonna dell’Olmo.
esse divamparono le lotte sociali che valsero a Portomaggiore l’appellativo di “capitale degli scioperi”. Già nel 1901 si potevano contare nel Portuense numerose organizzazioni politico-sindacali come le Leghe di Resistenza e Miglioramento che riunivano obbligati e disobbligati, muratori e operai. Il fascismo e le due guerre lasciarono lutti e profonde lacerazioni nel tessuto urbano-architettonico di Portomaggiore. Tra il 1944 e il 1945 le incursioni aeree determinarono la distruzione della centrale elettrica, della stazione ferroviaria, delle prigioni, del Palazzo degli Uffici governativi, dell’ospedale Eppi, della Collegiata (il Duomo) e di centinaia di abitazioni. Il 19 aprile, all’entrata in città dell’VIII armata inglese, Portomaggiore si presentava come un cumulo di macerie. Negli anni Cinquanta del 1900 vennero realizzati strade, case, scuole e l’ospedale; fu attuato un piano regolatore che portò ad una struttura urbanistica tra le più moderne del tempo. Durante gli anni del boom economico, fiorirono a Portomaggiore diverse attività artigianali ed industriali. Nel 1986 Portomaggiore fu ritenuta il luogo più idoneo per realizzare un “mega-villaggio satellite americano”; furono quindi impiegati 5000 metri quadrati per la costruzione del sogno “made in USA”. A partire dagli anni 2000 nella cittadina è esploso il fenomeno dell’immigrazione, tutt’oggi Portomaggiore con una percentuale di cittadini stranieri attorno al 12% è il comune più “etnico” della provincia.
DELIZIA ESTENSE DEL VERGINESE Alla morte del Duca, la dama vi si ritirò facendone la sua piccola corte privata e ne ordinò la ristrutturazione, eseguita principalmente da Girolamo da Carpi.
The nineteenth century was also the century of great land reclamation; with them the social struggles that won Portomaggiore the nickname “capital of strikes” flared up. Already in 1901 in the Portuense numerous political-union organizations could be counted such as the Leagues of Resistance and Improvement which brought together obliged and non-obligatory masons and workers. Fascism and the two wars left mourning and deep lacerations in the urban-architectural fabric of Portomaggiore. Between 1944 and 1945 the air raids determined the destruction of the power station, the railway station, the prisons, the Palazzo degli Uffici government, the Eppi hospital, the Collegiata (the Duomo) and hundreds of homes. On April 19, when the English VIII army entered the city, Portomaggiore appeared as a pile of rubble. In the 1950s, roads, houses, schools and the hospital were built; a regulatory plan was implemented which led to an urban structure among the most modern of the time. During the years of the economic boom, various craft and industrial activities flourished in Portomaggiore. In 1986 Portomaggiore was considered the most suitable place to build an “American satellite mega-village”; 5000 square meters were then used for the construction of the “made in USA” dream. Since the 2000s the phenomenon of immigration has exploded in the town, still today Portomaggiore with a percentage of foreign citizens around 12% is the most “ethnic” municipality in the province.
DELIZIA ESTENSE BY VERGINESE At the death of the Duke, the lady retired there, making her small private court and ordered its renovation, carried out mainly by Girolamo da Carpi. He designed the castle as a rectangular building with two orders, bordered by four crenellated towers with a square plan. On the side there is a small eighteenth-century church, joined to the building through a portico, also from the same period. The interior was decorated starting from the XVIIIth century with stuccos, flowers in liberty style in tempera, shells, rosettes, volutes and thick frames that outline the ceilings. The rooms of the Verginese are the site of the permanent exhibition Mors Inmatura. The Fadieni burial ground documenting the discovery of a small Ro
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Questi configurò il castello come un edificio a pianta rettangolare e a due ordini, delimitato da quattro torri merlate e a pianta quadrata. A lato è posta una piccola chiesa settecentesca, unita all’edificio tramite un portico, anch’esso della stessa epoca. L’interno venne decorato a partire dal XVIII secolo con stucchi, fiori in stile liberty a tempera, conchiglie, rosoni, volute e spesse cornici che delineano soffitti. Le sale del Verginese sono sede della mostra permanente Mors Inmatura. Il sepolcreto dei Fadieni che documenta la scoperta di una piccola necropoli romana a pochi passi dalla Delizia. Oltre alle cinque stele sono esposti gli oltre 200 reperti rinvenuti nelle tombe, materiali fittili, manufatti in bronzo, finimenti di cavallo, una serie di monete e un’eccezionale raccolta di vasellame in vetro, integro e finemente lavorato, assai raro per il territorio ferrarese. All’esterno è stato ricostruito il giardino afferente alla delizia, denominato brolo, costituito nel Rinascimento essenzialmente da fiori e da alberi da frutto, per unire il diletto dei colori e dei profumi all’utile della produzione di frutti per la mensa. La ex cappella del castello, direttamente comunicante ed adiacente al portico e al giardino storico, è utilizzata per la celebrazione di matrimoni civili.
man necropolis just a few steps from the Delizia. In addition to the five steles, over 200 exhibits found in the tombs are exhibited, clay materials, bronze artifacts, horse harnesses, a series of coins and an exceptional collection of glass dishes, intact and finely worked, very rare for the Ferrara area. Outside, the garden relating to the delight, called brolo, was reconstructed, consisting mainly of flowers and fruit trees in the Renaissance, to combine the delight of colors and scents with the usefulness of fruit production for the canteen. The former chapel of the castle, directly communicating and adjacent to the portico and the historic garden, is used for the celebration of civil marriages.
PALAZZO MUNICIPALE Fu costruito nel 1842 sui ruderi del vecchio palazzo pretoriale di fronte all’antica chiesa Collegiata distrutta dal bombardamento del 13 aprile 1945. Nel 1856 terminarono i lavori e fu collocato l’orologio che ancora sovrasta la piazza, che andò ad assumere il ruolo di orologio pubblico fino ad allora detenuto dall’orologio del campanile. Al piano nobile dell’edificio, raggiungibile salendo un imponente scalone di marmo, si trova la splendida Sala Consigliare in ciliegio ed olmo intagliato. L’intervento di restauro che ha interessato il piano nobile dell’edificio e il porticato, insieme alla Piazza antistante, dà modo di apprezzare le decorazioni che sono riemerse. Nel 2009 sono terminati i lavori di consolidamento e restauro della Residenza Municipale.
PALAZZO MUNICIPALE It was built in 1842 on the ruins of the old praetorian palace in front of the ancient Collegiate church destroyed by the bombing of 13 April 1945. In 1856 the works were finished and the clock was placed that still dominates the square, which went on to assume the role of public clock until then held by the clock of the bell tower. On the noble floor of the building, reachable by climbing an imposing marble staircase, is the splendid Sala Consigliare in cherry and carved elm. The restoration intervention that has affected the noble floor of the building and the porch, together with the square in front, gives way to appreciate the decorations that have resurfaced. In 2009 the consolidation and restoration works of the Municipal Residence were completed.
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TEATRO CONCORDIA Fu progettato dall’Architetto Giovanni Tosi, nei primi decenni del 1800, su mandato della società per azioni del “Teatro Sociale della Concordia” costituita da un gruppo di notabili dell’alta borghesia portuense. Inaugurato il 15 ottobre 1844 il teatro, era costituito da 44 palchi disposti su tre ordini che potevano, unitamente alla platea, ospitare circa 450 spettatori. La particolarità del Teatro era che, attraverso un complesso sistema di pulegge, il pavimento del piccolo teatro si poteva alzare fino all’altezza del palco per costituire un unico e più grande piano da utilizzare in occasione di feste da ballo. L’abbandono ed il declino fino agli anni’ 80 quando il Comune decise di recuperare l’edificio per destinarlo a centro sociale, dopo aver scontato le difficoltà nell’acquisirlo al proprio patrimonio a causa della proprietà così frazionata. Al termine dei lavori di restauro si è ripristinato il Ridotto del teatro per eventi ed iniziative. Le sale del Ridotto del piano terra ospitano mostre e rassegne; salendo al primo piano, sono esposti i quadri del pittore ritrattista portuense Federico Bernagozzi (1859-1916) e nell’ultima saletta i ritratti di ferraresi illustri del ‘900, opere del pittore ferrarese Remo Brindisi.
CONCORDIA THEATER It was designed by the architect Giovanni Tosi, in the early decades of the 1800s, on behalf of the joint-stock company of the “Teatro Sociale della Concordia” formed by a group of notable upper middle class portuense. The theater was inaugurated on October 15, 1844. It consisted of 44 stages arranged on three orders that could, together with the audience, accommodate around 450 spectators. The peculiarity of the theater was that, through a complex system of pulleys, the floor of the small theater could be raised to the height of the stage to constitute a single and larger floor to be used for dance parties. The abandonment and decline until the 80s when the Municipality decided to recover the building to be used as a social center, after having served the difficulties in acquiring it due to the property thus divided. At the end of the restoration work the theater Redoil was restored for events and initiatives. The Ridotto rooms on the ground floor host exhibitions and reviews; going up to the first floor, there are the paintings of portuguese painter Federico Bernagozzi (1859-1916) and in the last room portraits of illustrious twentieth-century Ferrarese, works of the Ferrara painter Remo Brindisi.
PALAZZO GULINELLI D’origine settecentesca, ha assunto l’attuale aspetto di residenza signorile nell’Ottocento per volere del Conte Luigi Gulinelli. Oggi è sede della Biblioteca Comunale. Al piano terra in quella che oggi è la sala di lettura per bambini, è stato restaurato e mantenuto l’antico pozzo in pietra che era parte integrante delle cucine del palazzo. Al piano nobile fanno bella mostra di sé, in due sale di lettura, due camini settecenteschi decorati a stucco e soffitti affrescati con motivi liberty, di cui restano alcune tracce, così come per il soffitto del grande salone centrale.
PALAZZO GULINELLI Of eighteenth-century origin, it took on the current aspect of a noble residence in the nineteenth century at the behest of Count Luigi Gulinelli. Today it is the seat of the Municipal Library. On the ground floor, in what is now the children’s reading room, the ancient stone well was restored and was an integral part of the kitchens of the building. On the noble floor, two eighteenth-century stucco-decorated chimneys and frescoed ceilings with liberty motifs, of which some traces remain, as well as the ceiling of the great central hall, are displayed in two reading rooms.
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Nel suo insieme questa dimora, con il grande atrio fiancheggiato da tre ambienti su ambo i lati, l’ampio scalone ed il ripetersi al piano superiore di questa impostazione abitativa d’impronta rinascimentale, è particolarmente gradevole.
As a whole this dwelling, with the large atrium flanked by three rooms on both sides, the wide staircase and the repetition of this Renaissance style setting on the upper floor is particularly pleasant.
CHIESA DELLA B.V. MADONNA DELL’OLMO La chiesetta fu costruita su un terreno donato dal Conte Aventi poco distante da dove sorgeva un grande olmo ed inaugurata solennemente il 5 maggio 1666. Tre secoli dopo nel 1966 è stata consacrata santuario mariano. Fuori il piccolo e snello campanile, continua con le sue campane, a segnare il trascorrere del tempo dal 1684.
CHURCH OF BV MADONNA DELL’OLMO The church was built on land donated by the Count Aventi not far from where a large elm rose and was solemnly inaugurated on 5 May 1666. Three centuries later in 1966 it was consecrated Marian shrine. Outside the small and slender bell tower, continues with its bells, to mark the passage of time from 1684. ‘Curiosity’ In 1660 a terrible famine was afflicting the Portuense, the priest Apollonio Boari assiduously went to pray the Virgin in the countryside just outside the town, at the foot of a large elm tree with a small plaster image of the Madonna and her child. The people followed the example of the priest joining “in prayerful pilgrimage” in a journey of faith still recognizable today from the Collegiate to the small Sanctuary. The famine ceased almost miraculously, so much so that the people all asked to erect a sacred building designed to accommodate the small plaster tablet. Even today in May the plaster statuette is carried in procession through the streets of the town, which for the occasion is decorated with drapes and rose petals, while the beloved “Madonnina” is surrounded by suffused lights, prayers and songs.
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‘Curiosità’ Nel 1660 una tremenda carestia stava affliggendo il Portuense, il sacerdote Apollonio Boari si recava assiduamente a pregare la Vergine nella campagna poco fuori l’abitato, ai piedi di un grande olmo cui era appesa una piccola immagine di gesso della Madonna con il suo bambino. Il popolo seguì l’esempio del sacerdote unendosi “in orante pellegrinaggio” in un percorso di fede riconoscibile ancora oggi dalla Collegiata fino al piccolo Santuario. La carestia cessò quasi miracolosamente, tanto che il popolo tutto chiese di erigere un edificio sacro atto ad accogliere la piccola tavoletta di gesso. Ancora oggi nel mese di maggio la statuetta di gesso è portata in processione per le vie del paese che per l’occasione si decora di drappi e di petali di rose, mentre l’amata “Madonnina” è circondata da soffuse luci, preghiere e canti.
COLLEGIATE CHURCH SANTA MARIA ASSUNTA It was built in the 50s-60s of the last century, on a project by the architect Giuseppe Vaccaro (1896-1970) one of the greatest Italian architects of the twentieth century. The new Church, although like the previous one is dedicated to S. Maria Assunta, rises in a different place from that in which for centuries the ancient Cathedral was erected, destroyed by the bombing of April 13, 1945. From the rubble few sacred vestments were extracted and a single work of art that today can be admired inside the Collegiate, to the left of the main altar; it is a polychrome terracotta of the Emilian school of the fifteenth century depicting the suffering Christ “ECCE HOMO” the Nazarene Portuense by an unknown author. In front of the altarpiece that was once the main altar of the destroyed Duomo, of the sixteenth-century Venetian school, this recently restored Assumption of the Virgin is for Portomaggiore an important testimony of its Marian faith.
CHIESA COLLEGIATA SANTA MARIA ASSUNTA Fu costruita negli anni ‘50-60 del secolo scorso, su progetto dell’Architetto Giuseppe Vaccaro (1896-1970) uno dei maggiori architetti italiani del novecento. La nuova Chiesa, anche se come la precedente è dedicata a S. Maria Assunta, sorge in un luogo diverso da quello in cui per secoli si erigeva l’antico Duomo andato distrutto dai bombardamenti del 13 aprile 1945. Dalle macerie furono estratti pochi paramenti sacri ed un’unica opera d’arte che oggi si può ammirare all’interno della Collegiata, a sinistra dell’altare maggiore; si tratta di una terracotta policroma di scuola emiliana del XV secolo raffigurante il Cristo sofferente “ECCE HOMO” il Nazareno Portuense di autore sconosciuto. Dinanzi alla pala che un tempo fu dell’altare maggiore del distrutto Duomo, di scuola veneta cinquecentesca, questa Assunzione della Vergine recentemente restaurata, è per Portomaggiore un importante testimonianza della sua fede mariana.
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Antica Fiera di Portomaggiore Ieri… La prima attestazione della Fiera portuense risale al Quattrocento: è infatti in data 12 agosto 1424 che la marchesa Parisina Malatesta, moglie di Nicolò II D’Este, redasse un invito diretto ai suoi fattori a non recarsi alla festa di Portomaggiore, per scongiurare il rischio di contagio della Peste che allora aveva colpito Ferrara. Evidentemente, l’invito si basava sul fondato timore di una possibile espansione del contagio, a causa dell’alta concentrazione di persone che si prevedeva dovessero raggiungere Portomaggiore in occasione della sagra del 15 agosto. Questo ci suggerisce che già allora la Fiera doveva essere molto frequentata. Nel corso dei secoli, la sua popolarità non potè che crescere, soprattutto in seguito all’apparizione della Madonna dell’Olmo, miracolo che verrà festeggiato insieme alla Fiera in settembre a partire dal 1660. Fu invece a partire dal 1896 che venne invece sancita la data del 20 settembre, a ricordo della Breccia di Porta Pia. Da allora, la Fiera si è sempre festeggiata attorno alla terza settimana di questo mese, continuando a tramandare una tradizione che attraverserà ben 6 secoli. La Fiera sarà interrotta solo durante il secondo conflitto mondiale, e precisamente dal 1943 al 1945, per poi essere ripresa l’anno successivo grazie all’attività dei commercianti portuensi. A partire dagli anni ‘50, la Fiera ritorna al suo antico splendore, il tutto dando il via anche a diverse iniziative culturali, sportive e ricreative. Tra queste ultime spicca il Luna Park, allestito oggi in Piazza della Repubblica, che ospita le attrazioni di alcune storiche famiglie da intere generazioni.
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Oggi… Oggi l’Antica Fiera di Portomaggiore è capace di richiamare in pochi giorni più di 200.000 presenze. Agricoltura, enogastronomia, intrattenimento e musica vanno in scena in centro ogni anno rendendo questa istituzione così antica ancora giovane e attuale. Fiera vuol dire anche divertimento; in Piazza della Repubblica prende vita il Luna Park più grande della provincia e uno dei più importanti a livello regionale, con tante attrazioni per famiglie che si rinnovano ogni anno con novità spesso uniche in Italia. Anche musica, concerti e manifestazioni trovano spazio all’interno della Fiera: soprattutto negli ultimi anni, si è cercato di dare sempre più rilievo agli eventi per giovani, con alcune iniziative dedicate ad artisti emergenti e allo sport. Inoltre, insieme al Premio “Federico Bernagozzi”, durante l’Antica Fiera di Portomaggiore viene conferito anche il Filippide D’Argento, che dal 1989 premia un personaggio sportivo del territorio portuense. Inoltre il Premio “Impresa Locale dell’anno”, dedicata alle imprese che contribuiscono con la loro attività all’arricchimento economico, sociale ed occupazionale del territorio. Tra i punti di forza dell’Antica Fiera portuense ci sono anche le ormai tradizionali lotterie e tombole. I lauti premi messi in palio richiamano da sempre in città un pubblico numeroso, confermando il momento delle estrazioni tra gli eventi più attesi dai visitatori. Si svolge dal 13 al 16 settembre.
Pasticcio di Maccheroni
Ingredienti per la pasta frolla: 450 gr di farina, 180/200 gr. dr burro, 100 gr. di zucchero, 4 tuorli d’uovo, un cucchiaio raso di scorza di limone grattugiata, una presa di sale. Ingredienti per il sugo: 150 gr. di polpa di vitello tritata, 150 gr di polpa di manzo tritata, 150 gr di petto di pollo tritato, 150 gr. di rigaglie di pollo, mezzo bicchiere di vino bianco secco, alcuni cucchiai di marsala, 50 gr di burro, poco olio di oliva, sedano, cipolle e carota tritati, sale. Ingredienti per la besciamella: mezzo litro di latte, 1 cucchiaio di farina, una noce di burro, un po’ di noce moscata, sale Ingredienti per il ripieno: 25 gr. di funghi secchi, 50 gr. di parmigiano grattugiato, 250 gr. di maccheroncini rigati, tartufo.
Procedimento Preparare la pasta lavorando velocemente gli ingredienti e lasciarla riposare in luogo fresco. Far rosolare intanto le carni, separatamente, in burro ed olio, salare e sfumare col vino ed il marsala. Lessare i funghi, precedentemente ammollati in poca acqua salata e una noce di burro. Anche le verdure, non indispensabili, vanno soffri tre in olio e burro. Preparare poi la besciamella, insaporendola, a fine cottura, con la noce moscata grattugiata. Lessare i maccheroncini al dente, scolarli e condirli con la besciamella tiepida, funghi, il ragù ottenuto unendo tutte le carni, il parmigiano grattugiato e lamelle di tartufo, mescolando con estrema delicatezza. Stendere la pasta frolla e disporre un disco sulla teglia imburrata, adagiare il ripieno formando la caratteristica calotta, ricoprire con un’altro disco di pasta, chiudere i bordi e decorai, premendo energicamente con una forchetta. Pennellare la superficie con rosso d’uovo sbattuto. Infornare e a doratura avvenuta, servire ben caldo.
Ricetta di: https://www.ferraraterraeacqua.it/
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Riva del Po
www.comune.rivadelpo.fe.it
Riva del Po berresi, roesi Abitanti: poggesi Comune Via 2 Febbraio,23 1 . ................ tel. 0532 390011 Proloco Serravalleinsieme . ...................................... prolocoserravalleinsieme@gmail.com
Riva del Po è un comune italiano sparso di 7.776 abitanti della provincia di Ferrara in Emilia-Romagna. È stato istituito il 1º gennaio 2019 dalla fusione dei comuni di Berra (sede comunale) e Ro.
Berra
Berra La Bèra in dialetto ferrarese Abitanti: berresi
l l Comune di Berra ha circa 5.088 abitanti ed è stato fondato nel 1908 da un frazionamento più ampio del comune di Copparo. Esso comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Cologna e Serravalle e forma una lunga e stretta fascia di territorio in fregio al Po che, proprio all'altezza di Serravalle, si biforca nel Po di Venezia e nel Po di Goro formando in questo modo il suo delta. La storia di queste zone è soprattutto storia dell'evoluzione del corso del fiume che attraverso i secoli ha mutato più volte tracciato. Fa parte del Parco Regionale del Delta del PoUn territorio ricchissimo di vegetazione selvaggia, popolato da fauna che è tornata grazie alla salvaguardia delle aree naturali presenti soprattutto lungo l'argine destro del Fiume Po, pista ciclabile che parte da Stellata in territorio del Comune di Bondeno e che arriva sino a Gorino, ben 84 km per gli amatori della bicicletta o delle camminate in salute. TERRITORIO L'elemento naturalistico che caratterizza tutto il comune di Berra è il corso del fiume Po. L'ambiente naturale è ancora intatto e si possono rivivere le atmosfere del grande fiume.
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l The Municipality of Berra has around 5,088 inhabitants and was founded in 1908 by a larger division of the municipality of Copparo. It includes, in addition to the chief town, the hamlets of Cologna and Serravalle and forms a long and narrow strip of land in frieze to the Po that, just at the height of Serravalle, forks in the Po of Venice and in the Po of Goro forming in this way his delta. The history of these areas is above all the history of the evolution of the course of the river that has changed path over the centuries, ...... It is part of the Regional Park of the Po Delta. A territory rich in wild vegetation, populated by fauna that has returned thanks to the preservation of the natural areas present above all along the right bank of the Po River, a cycle path that starts from Stellata in the Municipality of Bondeno and that goes as far as Gorino, a good 84 km for lovers of cycling or healthy walks.
TERRITORY The naturalistic element that characterizes the entire municipality of Berra is the course of the river Po. The natural environment is still intact and the atmospheres of the great river can be relived.
Infatti, nella golena di Cologna, proposta come zona protetta dal comune e dalla lega ambiente, si può ammirare un habitat ancora ben salvaguardato per flora e fauna locali; tra stagni e macchie boschive si possono notare alcuni insediamenti di "golenanti", povere case, ora abbandonate, un tempo residenza di braccianti o piccoli proprietari, che per varie volte all'anno venivano in parte sommerse dalla piena del Po. Anche di fronte a Berra un'ampia spiaggia fluviale fa da sfondo ad una golena boscosa ben curata. Un attracco turistico si trova dove, fino a pochi anni fa, era ancora attivo il Traghetto, unico superstite tra i due ponti di Polesella e Ariano-Corbola, che univa Berra con Villanova Marchesana. L'attuale attracco turistico è posto sul luogo un tempo destinato a "piarda" cioè ad attracco delle imbarcazioni che trasportavano merci lungo il fiume. La navigazione sul fiume era il mezzo di trasporto più rapido ed economico in un'epoca di strade scarse e sterrate. Vicini alle piarde venivano ancorati i famosi Mulini del Po, attivi ancora nei primi decenni del '900. Bacchelli ambientò gli avvenimenti del suo famoso romanzo nel vicino centro di Guarda ferrarese, ora in comune di Ro. Infine a Serravalle, esattamente nel punto in cui inizia il Delta del fiume, di fronte alla Punta di Santa Maria, sempre in zona golenale, è stata ricavata da un vecchio insediamento di "golenanti", la Porta del Delta, centro turistico attrezzato, con ristorante, campeggio privato, impianti sportivi ed un attracco fluviale che consente alle imbarcazioni di diporto che solcano il fiume di fermarsi per una sosta ristoratrice.
In fact, in the flood plain of Cologna, proposed as an area protected by the municipality and the league environment, you can admire a habitat still well preserved for local flora and fauna; among ponds and wooded spots you can see some settlements of "flood", poor houses, now abandoned, once the residence of laborers or small owners, who for several times a year were partially submerged by the flood of the Po. Also in front of Berra a wide river beach is the background of a well-kept wooded flood plain. A tourist berth is where, until a few years ago, the Ferry was still active, the only survivor between the two bridges of Polesella and Ariano-Corbola, which connected Berra with Villanova Marchesana. The current tourist berth is located on the site once destined to be a "yard", that is to say the docking of the boats that transported goods along the river. River navigation was the fastest and cheapest means of transport in an age of scarce and unpaved roads. The famous Mulini del Po, still active in the first decades of the 1900s, were anchored near the piarde trees. Bacchelli set the events of his famous novel in the nearby town of Guarda Ferrarese, now in the municipality of Ro. Finally in Serravalle, exactly at the point where the Delta of the river begins, in front of the Punta di Santa Maria, always in the flood plain area, it was obtained from an old settlement of "floodplains", the Porta del Delta, an equipped tourist center, with restaurant, private camping, sports facilities and a river berth that allows pleasure boats that ply the river to stop for a refreshment stop.
CHIESA DI SANTA MARGHERITA Nella frazione di Cologna si può visitare la chiesa di Santa Margherita con facciata neoclassica e campanile cuspidato
CHIESA DI SANTA MARGHERITA In the hamlet of Cologna you can visit the church of Santa Margherita with a neoclassical façade and a cuspidated bell tower CHIESA DI SAN ROCCO XX SEC. E CAMPANILE 1864 It arose in place of the pre-existing and demolished modest church in neoclassical style. Essential is the interior, the large crucifix placed behind the marble altar, the ceramic baptistery, the large painting depicting baptism, on the opposite side the large wall ceramic depicting the last supper, on the paerimetric sides the wooden via crucis. At the opposite side of the modern church the bell tower dating back to 1864
CHIESA DI SAN ROCCO XX SEC. E CAMPANILE 1864 Sorta al posto della preesistente ed abbattuta modesta chiesa in stile neoclassico. Essenziale l'interno, il grande crocifisso posto dietro l'altare di marmo, il battistero in ceramica, il grande dipinto raffigurante il battesimo, al lato opposto la grande ceramica a parete raffigurante l'ultima cena, ai lati paerimetrali la via crucis lignea. Al lato opposto della moderna chiesa il campanile risalente al 1864
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Santuario della "MADONNA DELLA GALVANA" circa quattro km dal centro del paese, sorge un piccolo Santuario dedicato alla Madonna della Galvana. La tradizione popolare vuole che in zona Galvana, presumibilmente intorno al 1686, dopo la rottura degli argini del fiume Po, venisse visto galleggiare sulle acque che avevano invaso la zona, un quadro raffigurante una Madonna. Il quadro si fermò fra i rami di una pianta di sambuco. L'immagine dipinta su carta, divenne subito oggetto di devozione. Trasportato il quadro nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta a Villanova Marchesana (Ro) che allora deteneva la giurisdizione parrocchiale dell'intero territorio Berrese, si dice che Essa ritornasse miracolosamente nel luogo del primo rinvenimento. Si incrementò così la devozione, mai affievolitasi nel tempo. Nel 1803 compare la prima documentazione sicura della presenza del capitello, seguito dalla costruzione di una celletta e successivamente circa nel 1842 di un vero e proprio oratorio. Nel 1915, un incendio causato dalle numerose lampade votive, causò ingenti danni alla struttura, risparmiando però il dipinto. Negli anni l'oratorio subì svariati lavori che ne modificarono la struttura e le dimensioni. Recenti lavori di ristrutturazione a cura della comunità Berrese, di un gruppo di volontari e dell'impegno dell'arciprete Don Leonardo Bacelle, hanno modificato l'interno e l'esterno del santuario così come oggi lo vediamo. Ogni cinque anni (l'ultima volta è stato nel 2015) durante il mese di maggio, il dipinto viene ospitato dalle famiglie Berresi, durante le celebrazioni del mese Mariano, tutte le sere presso la famiglia ospitante si recita il S.Rosario al cospetto del dipinto, solennemente addobbato e si prosegue in pellegrinaggio verso la famiglia che lo accoglie per la sera successiva. Le celebrazioni si concludono con il pellegrinaggio lungo l'argine del fiume Po al Santuario della Galvana, presieduto dall'Arcivescovo, dove il quadro viene riposto.
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Santuario della "MADONNA DELLA GALVANA" about four kilometers from the center of the town, there is a small Sanctuary dedicated to the Madonna of Galvana. Popular tradition has it that in the area of Galvana, presumably around 1686, after the breaking of the banks of the river Po, a painting depicting a Madonna was seen floating on the waters that had invaded the area. The painting stopped between the branches of an elder plant. The image painted on paper immediately became the object of devotion. The painting was transported to the Parish Church of Santa Maria Assunta in Villanova Marchesana (Ro), which then held the parochial jurisdiction of the entire Berrese territory, it is said that it miraculously returned to the place of the first discovery. Thus the devotion increased, never weakened over time. In 1803 the first safe documentation of the presence of the capital appears, followed by the construction of a cell and then in about 1842 of a real oratory. In 1915, a fire caused by the numerous votive lamps caused extensive damage to the structure, but saved the painting. Over the years the oratory underwent several works that modified its structure and dimensions. Recent renovations by the Berrese community, a group of volunteers and the commitment of the archpriest Don Leonardo Bacelle, have changed the interior and exterior of the sanctuary as we see it today. Every five years (the last time it was in 2015) during the month of May, the painting is hosted by the Berresi families, during the celebrations of the Mariano month, every evening at the host family the S.Rosario is recited in the presence of painting, solemnly decorated and continuing on a pilgrimage to the family that welcomes him for the following evening. The celebrations conclude with the pilgrimage along the bank of the Po river to the Sanctuary of Galvana, presided over by the Archbishop, where the painting is stored.
La terra del riso Itinerario alla scoperta dei paesaggi, delle tradizioni e dei sapori legati al riso del Delta. Si snoda nella zona di produzione del Riso del Delta del Po - IGP per lo più inserite nel perimetro della Grande Bonifica Ferrarese, tra i comuni di Jolanda di Savoia, Massa Fiscaglia, Berra e due frazioni di Codigoro, Mezzogoro e Pontelangorino. Le varietà più diffuse sono: baldo, arborio, carnaroli, volano. Gli appassionati della buona cucina percorrendo la strada potranno conoscere e godersi un prodotto unico e genuino. Inoltre il percorrere questo itinerario sarà occasione per approfondire la conoscenza di un territorio ricco di testimonianze architettoniche e culturali e che ha saputo conservare e valorizzare molti dei suoi antichi usi e sapori.
SAGRE SAGRA DELLA ZANZARA
si tiene ad Agosto.
il riso in brodo con la cunza Il riso in brodo con uovo e formaggio, è semplice e nutriente. L’avevo vista fare mille volte dalla nonna e, pur piacendomi, non avevo mai dato la giusta importanza a questa preparazione, Invecchiando chissà perché, ho cambiato opinione. Questo piatto tipico della bassa Ferrarese mi è rimasto nel cuore visto che la Nonna era Ferrarese. Preparate il brodo di carne in anticipo • Fate bollire il brodo. • Mettete il riso a cuocere nel brodo bollente (15 minuti circa a seconda del riso che utilizzate e del grado di cottura che preferite). • Nel frattempo in una tazza, sbattete il tuorlo d’uovo con il parmigiano e la noce moscata. • Aggiungete al tuorlo sbattuto, 2 cucchiai di brodo, prelevato dal tegame dove si sta cuocendo il riso. • Mescolate bene il composto. • Quando il riso sarà cotto unite alla minestra la crema ottenuta con tuorlo e formaggio. Mescolate velocemente. • Preparate i piatti e servite subito.
Ingredienti: • 160 gr di riso • 1 tuorlo d’uovo • 2 cucchiai di parmigiano grattugiato • Noce moscata • 2 litri di brodo Tempo di preparazione: 10 minuti Tempo di cottura: 15 minuti Porzioni: 2
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Ro
Ro Rò in dialetto ferrarese Abitanti: Roesi
www.comune.ro.fe.it
Ro è una frazione del comune italiano di Riva del Po della provincia di Ferrara, in Emilia-Romagna, che il 1º gennaio 2019 si è fuso con Berra per formare il nuovo comune di Riva del Po. Contava 3 187 abitanti e faceva parte dell'Unione Terre e Fiumi. Il comune di Ro deteneva, con Ne, Re, Lu e Vo', il record del nome di comune italiano più corto (2 lettere).
Ro is a fraction of the Italian municipality of Riva del Po in the province of Ferrara, in Emilia-Romagna, which on 1 January 2019 merged with Berra to form the new municipality of Riva del Po.It had 3 187 inhabitants and was part of the Union of Lands and Rivers.The municipality of Ro held, with Ne, Re, Lu and Vo ', the record of the shortest Italian municipality name (2 letters).
Il Comune di Ro si trova ad est di Ferrara, città d’arte estense, e a breve distanza dalla natura del Delta del Po. Tutti i centri abitati del comune, Ro, Ruina, Zocca, Guarda, Alberone sono interamente distesi lungo il fiume e seguono perfettamente la linea del suo percorso. Incarnano un preciso esempio di “magnetismo dell’acqua”, cioè di quell’attrazione fatale ed ancestrale che spinge l’uomo verso le fonti. Anche la natura, varia ed incontaminata, sembra incorniciare ancora oggi questi luoghi citati dal Bacchelli nel romanzo “Il mulino del Po”. Lontano dalle grandi aree industriali, lo sguardo può cogliere a perdita d’occhio il verde delle golene, degli spalti arginali, dei campi divisi da perfette geometrie, delle macchie boschive che circondano ataviche ville, dei numerosi canali e delle opere idrauliche rassicuranti per l’uomo. Il turismo lento trova qui il suo trionfo! E’ un vero incrocio di ciclisti, camperisti, nautici, appassionati di birdwatching, naturalisti.
The Municipality of Ro is located to the east of Ferrara, an art city of the Estes, and a short distance from the nature of the Po Delta. All the inhabited centers of the commune, Ro, Ruina, Zocca, Guarda, Alberone are entirely lying along the river and perfectly follow the line of its course. They embody a precise example of "water magnetism", that is, of that fatal and ancestral attraction that drives man towards the sources. Even the nature, varied and unspoiled, still seems to frame these places mentioned by Bacchelli in the novel "Il mulino del Po". Far from the large industrial areas, the eye can catch a glimpse of the greenery of the flood plains, of the banks of the banks, of the fields divided by perfect geometries, of the woodlands that surround ancestral villas, of the numerous canals and of reassuring hydraulic works for the man.
IL MULINO NATANTE Il mulino sul Po è ormai il vero simbolo di questo territorio ed il volano di una nuova economia dalla sua inaugurazione nel 2005. Si tratta della fedele ricostruzione dei mulini natanti che po-
IL MULINO NATANTE The mill on the Po is now the true symbol of this territory and the driving force of a new economy since its inauguration in 2005. This is the faithful reconstruction of the floating mills that
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polavano il fiume fino al 1912. Frutto di ricerca negli archivi locali, è costituito dal modello più semplice con due scafi, una sola ruota ed una sola macina , perfettamente funzionanti. Nel realizzarlo si è tenuto conto delle tecniche costruttive di un tempo per renderlo il più rappresentativo possibile ed ha impegnato calafati di Gorino per gli scafi (“sandoni”) ed artigiani del legno di Treviso per la ruota. Ha una lunghezza di m. 12,20 ed una larghezza di m.9,36 ed è possibile visitarlo perché appiardato presso la golena attrezzata di Ro.
I Luoghi Bacchelliani E' un itinerario di 6,450 chilometri che integra il contesto esistente dei percorsi ciclabili comunali ed intercomunali attraverso i caratteristici luoghi "Bacchelliani". Partendo da Ro, dove peraltro insiste il collegamento con la pista ciclabile "Destra Po" che attraversa per 17 chilometri il comune e l'intercomunale "Copparo/Ro" per altri 10 chilometri, il percorso ciclabile, connotato da una piazzola di sosta di circa 160 metri quadrati. Si dirige in direzione della località di Guarda, mettendo in evidenza emergenze d'interesse storico testimoniale come il "Palazzone" e la "Vallazza", delle fattorie a vocazione turistico-didattica. Complessivamente il territorio è attraversato da circa 30 chilometri di piste
populated the river until 1912. Fruit of research in the local archives, it consists of the simplest model with two hulls, a single wheel and a single mill, perfectly functioning. In making it, the construction techniques of the past were taken into account to make it as representative as possible and engaged calafati of Gorino for the hulls ("sandoni") and craftsmen of the Treviso wood for the wheel. It has a length of m. 12.20 and a width of m.9,36 and it is possible to visit it because it was placed near the floodplain of Ro.
I Luoghi Bacchelliani It is an itinerary of 6,450 kilometers that integrates the existing context of municipal and inter-municipal cycle routes through the characteristic "Bacchellian" places. Starting from Ro, where the connection with the "Destra Po" cycle path which crosses the town for 17 kilometers and the "Copparo / Ro" municipality for another 10 kilometers, insists on the cycle path, characterized by a rest area of about 160 square meters. It heads in the direction of the locality of Guarda, highlighting emergencies of historical interest such as the "Palazzone" and the "Vallazza", of the farms with a tourist-educational vocation. Altogether the territory is crossed by about 30 kilometers of cycle paths. ciclabili.
L’area golenale Parco perifluviale e arboreto di Ro Il parco perifluviale del Po interessa circa 9 ettari di area boschiva. E' attrazzato con aree di sostra per pic-nic e sentieri ciclopedonali collegati con l'argine maestro del Po. Adiacente al Parco si sta sviluppando un arboreo per produzione di seme forestale autoctono di elevata qualità. Sarà un impianto permanente, unico a livello nazionale.
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Attracco fluviale completo di passerella disabili ed alaggio per imbarcazioni L’attracco fluviale di Ro è un approdo turistico modulare autogovernate in acciaio, raggiungibile mediante passerelle in acciaio collegate alla terra ferma, dotato di colonnine per l’erogazione di acqua potabile ed energia elettrica, nonché rampa per l’accessibilità a soggetti diversamente abili. L’alaggio di Ro è quella struttura che consente la posa in acqua o il recupero dal fiume di medio/piccole imbarcazioni da diporto mediante sistema ad argano motorizzato sorretto da intelaiatura metallica e dotato di impalcato movibile e recinzioni perimetrali di protezione. Riccardo Bacchelli Bacchelli nacque a Bologna il 19 aprile 1891, primo di cinque fratelli. Il padre Giuseppe, amministratore cittadino di idee liberali, fu avvocato stimato, e la madre Anna Bumiller, sveva, aiutò Giosuè Carducci a imparare il tedesco. Bacchelli frequentò il liceo classico e si iscrisse alla Facoltà di Lettere, ma non portò a termine gli studi per seguire i propri interessi culturali. Negli anni sessanta ha condiretto la collana Le letterature del mondo. Il 17 aprile 1971 ricevette l'Archiginnasio d'oro, massimo riconoscimento del Comune di Bologna. Fu il primo italiano illustre a ricevere l'assegno vitalizio previsto dalla legge Bacchelli, dell'8 agosto 1985, che prende il nome proprio dal noto scrittore. Bacchelli morì a Monza, nel 1985, alla veneranda età di 94 anni, e fu sepolto nel cimitero di Bologna. "Il mulino sul Po", che ha un posto di rilievo nella storia della letteratura italiana, composta di oltre duemila pagine e suddivisa in tre parti, ciascuna con singola titolazione, è frutto di un immane lavoro di ricerca nella cultura e nella storia locale e narra la saga di una famiglia ferrarese, dedita all'avventurosa professione di mugnai sulle rive ferraresi del fiume Po, sullo sfondo di uno scenario storico-sociale più che centenario che va dall'epoca napoleonica alla prima guerra mondiale. Nella vicenda rivivono figure e fatti della storia e della tradizione locale, inquadrati peraltro con rara sensibilità e competenza, a volte anche con richiami espliciti, nel più ampio contesto della storia nazionale. A questo romanzo si ispirano uno sceneggiato televisivo prodotto dalla RAI, andato in onda nel 1963, e il film del 1949 diretto da Alberto Lattuada, Il mulino del Po
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Riccardo Bacchelli Bacchelli was born in Bologna on 19 April 1891, the first of five brothers. His father Giuseppe, a city administrator of liberal ideas, was an esteemed lawyer, and his mother Anna Bumiller, a Swabian, helped Giosuè Carducci learn German. Bacchelli attended high school and enrolled in the Faculty of Arts, but did not complete his studies to follow his cultural interests. In the sixties he co-directed the series The literatures of the world. On 17 April 1971 he received the Golden Archiginnasio, the highest award of the Municipality of Bologna. He was the first illustrious Italian to receive the life allowance provided for by the Bacchelli law of 8 August 1985, which takes its name from the famous writer. Bacchelli died in Monza, in 1985, at the venerable age of 94, and was buried in the cemetery of Bologna. "The mill on the Po", which has a prominent place in the history of Italian literature, composed of over two thousand pages and divided into three parts, each with a single title, is the result of an immense research work in local culture and history and tells the saga of a Ferrarese family, dedicated to the adventurous profession of millers on the banks of the Po river in Ferrara, against the background of a historicalsocial scenario that goes from the Napoleonic era to the First World War. In the story relive figures and facts of local history and tradition, framed with rare sensitivity and competence, sometimes with explicit references, in the broader context of national history. This novel is inspired by a television drama produced by RAI, aired in 1963, and the 1949 film directed by Alberto Lattuada, Il mulino del Po
LE SAGRE
Nel territorio di Ro sono attive numerose sagre paesane. L’eccellenza per l’enogastonomia del territorio roese mette in mostra i suoi prodotti tipici
LA SALAMA DA TAJ La “Sagra dla salama da tai” di Guarda di Ro è una manifestazione che vede come protagonista per eccellenza appunto “la salama da tai”, insaccato tipico locale dal gusto ricco e dall’aroma caratteristico, simile nella forma sferica alla più nota salama da sugo ferrarese, che viene prodotto artigianalmente secondo i vecchi metodi della tradizione locale utilizzando esclusivamente carne di suino, sale, pepe, vino e tempo, passione e maestria. La salama da tai viene consumata cruda, tagliata a fette e preferibilmente accompagnata dal melone. Ma oltre a gustare questa salama, in occasione della manifestazione enogastronomica è possibile assaporare tanti altri piatti tipici ferraresi e della tradizione locale, preparati e serviti dai volontari della NUOVA ASSOCIAZIONE DI GUARDA, presidente Lauro Dolcetti, e da quanti collaborano con passione e buona volontà al successo di tale festa.nata per riscoprire i piatti poveri, ma gustosi del passato. Si svolge nel mese di Giugno a Guarda Ferrarese.
ZANIN festa del fagiolo ASSOCIAZIONE PRO ALBERONE Via Belvedere n. 16 44030 – Alberone di Ro (Fe)Tel. 0532 839541 Il terzo e quarto week-end del mese di settembre, come ormai consuetudine da diversi anni, organizza la Sagra del Zanin (Festa del Fagiolo). “Al ZANIN” (Giovannino) è l’animaletto che si sviluppa dentro il fagiolo quando non vi è una buona conservazione. Il fagiolo in questione è un legume particolare, di piccole dimensioni, colore beige a striature marroni, e contraddistinto all’attaccatura del baccello da un cerchio nero a forma di occhio per l’alone che circonda l’ileo. Questo tipo di legume, a differenza degli altri, è una qualità tardiva: veniva piantato in giugno, dopo lo scampato pericolo delle alluvioni del Po o subito dopo, e per metà agosto arrivava a maturazione. Il ricavato delle iniziative viene adoperato per migliorare le attività di aggregazione della comunità e per fini sociali
LA MISERIA “Sagra dla Miseria” Tel. 3281034038 Mail: ssdroese@alice.it La “Sagra dla Miseria” di Ro è una manifestazione nata per riscoprire i piatti poveri, ma gustosi del passato. Si svolge tra l’ultima settimana d’Agosto e la prima di Settembre, a cura della Società Sportiva Roese, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Ro ed il Centro Studi Territorio – Ambiente Riccardo Bacchelli. Il nome potrebbe far pensare alla scaramanzia: ad una formula magica per propiziarsi la fortuna, una festa, un rito per allontanare le forze malefiche o eludere le avversità.
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S. Martino Il gruppo è nato nel 1999 cominciando per scherzo ad organizzare la prima Sagra di Ruina. Perché da anni a Ruina mancavano attività e momenti associativi e ricreativi, così da tre persone si è formato il Comitato Fiera che è andato ingrossando man mano le proprie fila con l’aiuto d’altri volontari del paese stimolati dall’ottimo risultato ottenuto con la prima Sagra. Lo stesso gruppo nel 2005 fonda l’associazione S.Martino con l’intento di proseguire nell’opera di rilancio della Frazione attraverso opere ed iniziative in cui includere e ricomprendere tutte le fasce d’età.
La Snìza COMITATO FIERA DI ZOCCA Via Madonnina 60 44030 Ro (Fe) cell. 334/3203953 Il COMITATO FIERA DI ZOCCA Con i suoi associati ed il presidente Felisati Fabio, vuole essere un momento di aggregazione e di condivisione di usi, di costumi e di tradizioni locali, attraverso la proposizione di piatti tipici della tradizione del territorio con l’aggiunta di qualche proposta originale da scoprire visitando lo stand gastronomico. Si tratta della Sagra della Sniza, , a partire dalle ultime due settimane di aprile e prime due settimane di maggio e la seconda e terza settimana di agosto. Il ricavato delle iniziative viene adoperato per migliorare le attività della comunità e per fini sociali
ECCELLENZE IN TAVOLA Qui Slow Food ha abbracciato il progetto della filiera locale e biologica del pane tipico ferrarese: la coppia, definita dal Bacchelli “Il pane migliore del mondo”. La farina, prodotta appositamente e macinata al fiume gli conferisce un sapore unico, ormai riposto nella memoria collettiva. E’ possibile trovarlo nelle numerose sagre di cui è costellato il territorio nel periodo estivo. I volontari addetti propongono anche prodotti locali come la salama da taglio, i fagioli, le grigliate. I nomi con cui sono indicate sono spesso evocativi dei difficili tempi passati o collegati alla tradizione letteraria locale. Qui vi do la ricetta della mariconda o paparucci, che da piccola vedevo mangiare dai miei zii e dalla nonna e che da piccola non amavo particolarmente , ma che crescendo ho imparato ad apprezzare......
paparucci o mariconda Mettete a bollire il brodo di fagioli e aggiungete la farina di mais a pioggia con una frusta fino ad ottenere un impasto omogeneo e continuate a cuocere a fuoco lento per un ora. Nel frattempo fate appassire la cipolla aggiungendo il lardo a cubetti. Al termine dell’ora di cottura dell polenta aggiungete due cucchiai di olio d’oliva, aggiungete il soffritto, qualche fagiolo borlotto e mescolate. Togliete dal foco e mettetela a piacere nei piatti, condire a caldo con olio d’oliva rosmarino e scaglie di grana. Il giorno dopo se vi è rimasta, vi consiglio di tagliarla a listarelle e friggerla, fantastica!!!
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Ingredienti per 4/5 persone • 1 lt. Di brodo di fagioli • 120 g farina di mais ( per polenta) • 1 cipolla bianca • 500 gr di lardo di suino • Olio di oliva
Terre del Reno Comune di Terre del Reno, Via Giacomo Matteotti 7 44047 Terre del Reno FE..............Tel. 0532 844411 E-mail: polizialocale@comune.terredelreno.fe.it.
Proloco Terre del Reno prolocoterredelreno@gmail.com
Terre del Reno è un comune italiano sparso di 10 001, isituito il 1 gennaio nel 2017 dalla fusione Dei Comuni Di S.Agostino e Mirabello o, a seguito di un referendum consultivo tra i cittadini, conclusosi con 1.654 sì contro 1.254 no. Le frazioni: Mirabello, Sant’Agostino, Dosso, Roversetto, San Carlo
Mirabello
Mirabello Mirabèl in dialetto ferrarese Abitanti: Mirabellesi Comune: 0532 - 844411
Oggi Mirabello è una frazione di 3.300 abitanti. L’abitato, situato in una zona pianeggiante, sorge lungo l’antico corso del fiume Reno. Le origini di Mirabello sono antiche, anche se le prime notizie certe si hanno solamente a partire dal XVII secolo. La contessa Matilde di Canossa e i Monaci di Nonantola nei secoli XI e XII estesero la loro autorità amministrativa attraverso il sistema della “partecipanza” nei territori compresi tra Cento e Ferrara, stimolando una prima attività di bonifica e avviando un’economia agricola produttiva. Dopo il Medioevo però la zona tornò dominio delle acque e il fiume Reno, incanalato fra argini rettilinei che correvano da Sant’Agostino a Mirabello e poi Vigarano Mainarda, deponeva sulle terre le proprie torbide iniziando un innalzamento del fondo delle antiche valli e conferendo a questi terreni caratteristiche particolari. Canalizzato il Reno si cominciarono a costruire le prime strade e ben presto la zona divenne un importante punto d’incontro tra bolognesi, ferraresi e comacchiesi con un ampio reticolo di strade tra le diverse proprietà che assicuravano le comunicazioni tra i notabili. La zona fu inizialmente popolata da contadini che avevano iniziato a coltivare le terre, solo in un secondo momento apparve evidente l’interesse dell’aristocrazia. Le proprietà tendevano ad allinearsi lungo il fiume da una parte e dall’altra: le terre dei Ruini dalla parte destra vennero
Pro Loco Mirabello
The town, located in a flat area, rises along the ancient course of the Reno river.The origins of Mirabello are ancient, although the first certain information is only available from the seventeenth century.The Countess Matilde di Canossa and the Monks of Nonantola in the 11th and 12th centuries extended their administrative authority through the “participation” system in the territories between Cento and Ferrara, stimulating a first reclamation activity and starting up a productive agricultural economy. After the Middle Ages, however, the area returned to its waters and the Reno river, channeled between straight banks that ran from Sant’Agostino to Mirabello and then Vigarano Mainarda, laid its turbid waters on the ground, beginning to raise the bottom of the ancient valleys and giving them special features land. Once the Rhine was channeled, the first roads began to be built and soon the area became an important meeting point for Bolognese, Ferrara and Comacchio with a wide network of roads among the various properties that ensured communications between notables. The area was initially populated by peasants who had begun to cultivate the land, only later did the interest of the aristocracy become evident. The properties tended to align along the river on one side and on the other: the Ruini lands on the right side were purchased in the eighteenth century by Cardinal Pompeo
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acquistate nel Settecento dal Cardinale Pompeo Aldrovandi, mentre tra le varie proprietà del lato sinistro quelle dei conti Prosperi andarono a costruire l’abitato di Mirabello. La situazione attuale non è sostanzialmente mutata da allora: l’arteria principale di Mirabello segue oggi l’antico greto del fiume Reno e le terre dei Prosperi corrispondono quasi esattamente al vecchio centro cittadino. Nel 1840 Mirabello diventa parrocchia e nel 1959 diventa comune autonomo staccandosi da Sant’Agostino. Dal 2001 insieme a S.Agostino formano un unico comune TERRE DEL RENO. Nel 2012 anche Mirabello è stata colpita da una scossa di terremoto che ha causato molti danni, ancora oggi ne stanno subendo le conseguenze . L’economia del paese è caratterizzata dalla frutticoltura e dalla zootecnia, con presenza di artigianato e piccola industria Chiesa di San Paolo. Nel 1795 l'arciprete Serra iniziò la costruzione della prima chiesa in stile toscano ad una sola navata dedicata a San Paolo, portata a compimento nel 1804. Questo edificio venne completamente demolito e nel 1929 iniziò la costruzione
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Aldrovandi, while among the various properties on the left side those of the Prosperi counts went to build the town of Mirabello. The current situation has not substantially changed since then: the main artery of Mirabello follows today the ancient bed of the river Reno and the lands of the Prosperi correspond almost exactly to the old city center. In 1840 Mirabello became a parish and in 1959 it became an autonomous municipality separating itself from Sant’Agostino. Since 2001, together with S. Agostino, they have formed a single municipality, TERRE DEL RENO. In 2012 Mirabello was also hit by an earthquake that caused a lot of damage, and they are still suffering the consequences today. The country’s economy is characterized by fruitgrowing and animal husbandry, with the presence of crafts and small industries Chiesa di San Paolo In 1795 the archpriest Serra began the construction of the first Tuscan-style church with a single nave dedicated to St. Paul, completed in 1804. This building was completely demolished and in 1929 the construction of the current
dell'attuale chiesa di San Paolo, su progetto dell'ingegnere Luigi Gulli, terminata nel 1943. Il campanile, inaugurato nel 1905 su progetto dello stesso ingegner Gulli, è di altezza considerevole (56 m) e sostituì uno più piccolo poi abbattuto. La cupola rigonfia a padiglione del campanile ricorda la Mole Antonelliana di Torino. La chiesa ha subito gravissimi danni a seguito del terremoto che ha colpito diverse province dell'Emilia-Romagna il 20 maggio 2012.
church of San Paolo began, on designed by engineer Luigi Gulli, completed in 1943. The bell tower, inaugurated in 1905 by engineer Gulli himself, is of considerable height (56 m) and replaced a smaller one which was later demolished. The bell-shaped bulging dome of the bell tower recalls the Mole Antonelliana in Turin. The church suffered serious damage following the earthquake that struck several provinces of Emilia-Romagna on May 20, 2012.
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Palazzo Sessa/Aldrovandi Al limite del paese, preceduto da un lungo viale di querce fiammate, sorge il Palazzo Sessa/Aldrovrandi. Fu costruito nel Settecento dal cardinale Pompeo Aldrovandi, trasformando una casina edificata dai Ruini prima del 1561. Il progetto fu affidato all'architetto Franco Maria Angelini[7] e ad Alfonso Torreggiani. Il Palazzo sorgeva al centro di una grande azienda agricola detta l'Impresa. Con la ristrutturazione di Deodato Monti del 1740, dopo la grande rotta del Reno alla bòtta Bisacca del 1731, l'edificio fu arricchito dal campaniletto a vela e assunse l'aspetto attuale. La facciata è scandita dal ripetersi regolare delle finestre del piano nobile, cui corrispondono le aperture quadrate del piano terreno; una cornice marca la suddivisione orizzontale in due piani. Nel 1878 il Palazzo fu acquistato dall'industriale milanese Carlo Sessa e da allora è rimasto in proprietà della nobile famiglia Sessa. Oggi il piano terra ospita il Museo della Civiltà Contadina - Rodolfo e Luigi Sessa.
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Palazzo Sessa /Aldrovandi At the edge of the town, preceded by a long avenue of flamed oaks, stands the Palazzo Sessa / Aldrovrandi. It was built in the eighteenth century by Cardinal Pompeo Aldrovandi, transforming a small house built by Ruini before 1561. The project was entrusted to the architect Franco Maria Angelini [7] and to Alfonso Torreggiani. . The Palace stood at the center of a large farm called the Enterprise. With the renovation of Deodato Monti in 1740, after the great route of the Rhine to the Bisacca peak in 1731, the building was enriched by the small bell tower and took on its current appearance. The façade is punctuated by the regular repetition of the windows of the noble floor, which correspond to the square openings of the ground floor; a frame marks the horizontal subdivision in two planes. In 1878 the Palace was purchased by the Milanese industrialist Carlo Sessa and since then it has remained in the ownership of the noble family Sessa. Today the ground floor houses the Museum of Rural Life - Rodolfo and Luigi Sessa.
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Iniziative a Mirabello (per date esatte, menu’ e prenotazioni visitate pagina fb pro loco mirabello oppure chiamate il 338 2199426) Marzo
FESTA DEI CICCIOLI “MIRACIOCCIOLOBELLO”
A Mirabello dove ci sarà la gara DEL CICCIOLO TRADIZIONALE FERRARESE. Maggio
MIRABELLO FOOD FESTIVAL
Tanti punti di ristoro dove assaggiare le eccellenze e specialità del territorio. Organizzata dalla proloco dalle associazioni e commercianti che in uno sforzo comune promuovono il loro territorio. Giugno
NOTTI GIALLO AZZURRE
Aspettando la sagra della cotoletta mirabellese. Iniziativa che dura tre giorni . Luglio
LA PESCIATA
che dal 2012 si svolge tutti gli anni a Luglio, menù a base di pesce, per info data e orari tel. 338/2199426 si tiene al campo sportivo. Settembre
SAGRA COTOLETTA ALLA MIRABELLESE
che si svolge a Settembre per un periodo di due settimane, al campo sportivo di Mirabello- Fe Via Belvedere, 64 – info 338 2199426 OTTOBRE
FIERA DI SAN SIMONE
cappellacci di patate e pancetta Per preparare i tortelli di patate e pancetta con burro e salvia iniziate dalla preparazione della sfoglia per i tortelli: versate la farina su una spianatoia (potete restare un po’ indietro con la dose di farina, e aggiungerne al bisogno mano a mano che lavorate l’impasto) e nel mezzo aggiungete le uova . Sbattetele un po' con la forchetta per amalgamare gli ingredienti dopodiché compattate con le mani. Nel caso l'impasto dovesse risultare duro o non riuscisse a incorporare tutta la farina, potete aggiungere uno o due cucchiai di acqua tiepida. Se invece l'impasto dovesse sembrarvi troppo liquido, aggiungete al bisogno un pizzico di farina in più. Continuate a lavorare l'impasto finché non sarà liscio e compatto poi avvolgete la pasta nella pellicola trasparente e lasciatela riposare per
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• Preparazione: 45 min • Cottura: 45 min • Dosi per: 4 persone Nota: + 30 minuti per il riposo della pasta Ingredienti: PER IL RIPIENO • Patate 150 g • Ricotta vaccina 50 g • Pancetta affumicata 30 g • 50 g Parmigiano Reggiano DOP (da grattuggiare) • Uova (piccolo) 1 • Sale fino q.b., Pepe nero q.b. PER CONDIRE • Burro 80 g • Salvia 16 foglie • Sale fino q.b.,Pepe nero q.b.
30 minuti in un luogo fresco e asciutto. Nel frattempo occupatevi delle patate: lavatele e mettetele a lessare in acqua bollente intere e con la loro buccia lasciandole cuocere per circa 40 minuti, fino a quando saranno tenere. Quando saranno cotte, scolatele e lasciatele intiepidire. Passate ora alla pancetta: tagliatela prima a striscioline poi a cubetti e infine tritatela finemente con un coltello, in modo da ottenere pezzetti molto piccoli Mettete sul fuoco una padella antiaderente e, quando sarà calda, aggiungete la pancetta lasciandola rosolare per 2-3 minuti fino a quando non diventerà croccante . Prendete le patate, che nel frattempo si saranno intiepidite, e schiacciatele nello schiacciapatate, raccogliendo la polpa in una ciotola Aggiungete alle patate la pancetta croccante , la ricotta e il Parmigiano grattugiato . Unite anche l'uovo, aggiustate di sale e di pepe e mescolate bene per incorporare gli ingredienti . Il ripieno è pronto: potete coprirlo e metterlo in frigorifero. Riprendete la pasta fresca e dividete il panetto in due parti, riponendo in frigorifero il panetto che non lavorerete subito, sempre lasciandolo coperto da pellicola. Lavorate il primo panetto di pasta e stendetelo nella tirapasta , iniziando dallo spessore piÚ grande fino ad arrivare al penultimo numero: mezzo centimetro. Appoggiate le sfoglie tirate sul piano di lavoro e cominciate a distribuire su una delle due sfoglie un cucchiaino di ripieno alla volta, formando dei mucchietti distanziati tra loro 2 o 3 centimetri . (20-21). Procedete fino a terminare l'impasto e a questo punto fate i tortelloni. Potete condirli con burro e salvia passandoli in padella previa bollitura in acqua per 2 minuti, oppure anche con semplice sugo di pomodoro.
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CONSERVAZIONE Si consiglia di consumare i tortelli di patate e pancetta con burro e salvia appena cotti e conditi. Se ve ne dovessero avanzate, potete conservarli in frigorifero per 1-2 giorni al massimo, in un contenitore ermetico. Potete anche preparare i tortelli e congelarli da crudi: fateli congelare prima su un vassoio, ben distanziati tra loro, e una volta congelati trasferiteli nei sacchetti da freezer. Potete cuocerli direttamente da congelati, prolungando la cottura di 2 minuti
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S. Agostino Proloco Sant’Agostino
Sant’Agostino Sant’Agustin in dialetto ferrarese Abitanti: santagostinesi FRAZIONE DI TERRE DEL RENO Comune Piazza Marconi, 2 - 44047 Sant’Agostino (Ferrara) Tel. 0532 844411
Sant’Agostino è stato un comune italiano di 6.944 abitanti della provincia di Ferrara da sempre legato culturalmente all'area centese, in particolar modo la frazione di Dosso. Il dialetto locale è una variante del dialetto bolognese di area centese. Ha tre frazioni, Dosso, Roversetto e San Carlo, e si trova al margine settentrionale del Bosco della Panfilia. Il comune nel 2016 ha avviato l'iter per la fusione con il confinante Mirabello, operazione approvata dalla popolazione coinvolta a seguito del referendum consultivo, conclusosi con 1.654 sì, contro a 1.254 no. Il comune di Sant'Agostino è stato quindi soppresso il 31 dicembre 2016 per costituire, mediante fusione con il comune di Mirabello, il nuovo co-
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Sant’Agostino was an Italian town of 6,944 inhabitants in the province of Ferrara which has always been culturally linked to the Cento area, especially the village of Dosso. The local dialect is a variant of the Bolognese dialect of the Centese area. It has three hamlets, Dosso, Roversetto and San Carlo, and is located at the northern edge of the Bosco della Panfilia. In 2016 the municipality started the process for the merger with neighboring Mirabello, an operation approved by the population involved following the consultative referendum, which ended with 1,654 yes, against 1,254 no. The municipality of Sant'Agostino was therefore suppressed on 31 December 2016 to establish, by merging
mune di Terre del Reno. Sant'Agostino è stato colpito dai terremoti dell'Emilia del 2012, in particolare dalle scosse del 20 maggio che nel comune hanno provocato quattro vittime. La chiesa parrocchiale e il municipio sono stati gravemente danneggiati. Il municipio è stato abbattuto, nonostante al suo interno fossero presenti importanti opere d'arte. Nella frazione di San Carlo si è avuto il fenomeno della liquefazione delle sabbie, con rischio di sprofondamento nel suolo di diverse abitazioni.
with the municipality of Mirabello, the new municipality of Terre del Reno. Sant'Agostino was struck by the earthquakes of Emilia in 2012, in particular by the earthquakes of 20 May which caused four casualties in the municipality. The parish church and the town hall were severely damaged. The town hall was demolished, although important works of art were present inside. In the hamlet of San Carlo there was the phenomenon of the liquefaction of the sands, with the risk of sinking into the soil of several houses.
Economia Nel territorio di Sant'Agostino sorgono molte aziende storiche, tra queste c'è Tassinari Bilance fondata nel 1910 che produce sistemi di pesatura industriale e medicale. Inoltre è presente la Ceramica Sant'Agostino, fondata nel 1964 e nella quale lavorano 400 operai[7], e in parte crollata con il terremoto del 2012, durante il quale persero la vita due operai. Sant'Agostino fa parte dell'Associazione "Città del Tartufo" [9] poiché nel Bosco della Panfilia, ubicato quasi interamente nel territorio comunale lungo il corso del fiume Reno, si raccoglie la specie più pregiata di tartufo: il Tartufo bianco (Tuber magnatum). In the Sant'Agostino area there are many historic companies, among these is Tassinari Bilance founded in 1910 which produces industrial and medical weighing systems. Also present is Ceramica Sant'Agostino, founded in 1964 and in which 400 workers work [7], and partly collapsed with the 2012 earthquake, during which two workers lost their lives. Sant'Agostino is part of the "Città del Tartufo" Association [9] since in the Bosco della Panfilia, located almost entirely in the municipal territory along the course of the Reno river, the most valuable species of truffle is gathered: the white truffle (Tuber magnatum ).
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PALAZZO QUATTRO TORRI Antico e suggestivo edificio, mostra una tipologia molto frequente in area bolognese nel XVI secolo: incentrato sul robusto corpo cubico, è movimentato agli angoli da quattro torrette cilindriche che arrivano al livello della copertura, costituita da un cornicione sgusciato e da un sottotetto a fascia scandito da finestrelle quadrate; sulla facciata principale si apre il portone archivoltato, sormontato da un finestrone identico.
PALAZZO QUATTRO TORRI An ancient and evocative building, it shows a very frequent typology in the Bolognese area in the sixteenth century: focused on the robust cubic body, it is moved at the corners by four cylindrical turrets that reach the level of the roof, consisting of a shelled cornice and a banded attic scanned from square windows; on the main facade the arched door opens, surmounted by an identical window.
VILLA CASSINI RABBONI La villa, edificata nel corso del 1.700 e successivamente ampliata, era di proprietà dei fattori Rabboni, famiglia che ereditò l'immobile ai tempi di Napoleone. La Villa prende il nome di Rabboni Cassini, in quanto la signora Rabboni (erede della villa) sposò il generale Cassini.
The villa, built during the 1700s and later expanded, was owned by the Rabboni factors, a family that inherited the property in Napoleon's time. The Villa takes the name of Rabboni Cassini, as Signora Rabboni (heir of the villa) married General Cassini.
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BOSCO PANFILIA E IL TARTUFO BIANCO Il Bosco della Panfilia è una rara foresta planiziale situata in Emilia-Romagna e più precisamente a Sant'Agostino, al confine tra le province di Ferrara e Bologna, in un'ampia ansa golenale lungo la sponda sinistra del fiume Reno. Ha una estensione di 81 ettari così suddivisi: 50 sono di bosco naturale, 28 di rimboschimenti con specie autoctone effettuati a partire dai primi anni ‘80 e 3 ettari di stradoni e fossi di sgrondo. È delimitato ad ovest dal Cavo Napoleonico, a nord dall'abitato di Sant'Agostino, a est dalle campagne di Poggio Renatico e a sud dall'alveo del Reno (che divide le province di Ferrara e Bologna). Il Canale Emiliano Romagnolo sottopassa il lembo est del bosco e lo stesso fiume. Il "Bosco di Sant'Agostino o Panfilia" fa parte del patrimonio indisponibile della Regione Emilia-Romagna ed è tra i siti di interesse comunitario con codice IT40600009. La Società Botanica Italiana lo ha classificato nel 1971 “biotopo di rilevante interesse vegetazionale”. Di fronte al Bosco Panfilia, nella golena bolognese del Reno, dopo una serie di interventi di rinaturazione e di rimboschimento curati dai Comuni di Galliera e Pieve di Cento e dal WWF Alto Ferrarese, è stata istituita l'Area di Riequilibrio Ecologico "Bisana" su una superficie complessiva di circa 65 ettari.
The Bosco della Panfilia is a rare lowland forest located in Emilia-Romagna and more precisely in Sant'Agostino, on the border between the provinces of Ferrara and Bologna, in a wide floodplain bend along the left bank of the river Reno. It has an extension of 81 hectares divided as follows: 50 are of natural forest, 28 of reforestation with autochthonous species carried out since the early 1980s and 3 hectares of dirt roads and ditches. It is bordered to the west by the Cavo Napoleonico, to the north by the town of Sant'Agostino, to the east by the countryside of Poggio Renatico and to the south by the bed of the Rhine (which divides the provinces of Ferrara and Bologna). The Emiliano Romagnolo Canal passes under the eastern edge of the forest and the river itself. The "Bosco di Sant'Agostino or Panfilia" is part of the unavailable heritage of the Emilia-Romagna Region and is among the sites of community interest with code IT40600009.
In 1971, the Italian Botanical Society classified it as a "biotope of significant vegetational interest". In front of the Bosco Panfilia, in the Bolognese floodplain of the Reno, after a series of renaturation and reforestation operations carried out by the Municipalities of Galliera and Pieve di Cento and by the WWF Alto Ferrarese, the "Bisana" Ecological Rebalancing Area was established on a total area of about 65 hectares.
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In the Wood of Panfilia there are many varieties of epigeal fungi in addition to some species of hypogeal fungi, namely truffles. In a recent census carried out on behalf of the Emilia-Romagna Region, 176 species of macromycetes were reported]. Among the epigeal fungi there are abundant lignicole species (parasites and saprophytes, which live at the expense of decomposing wood). Among the edibles are Morchella esculenta, Morchella semilibera, Pioppino, Flammulina velutipes, Armillaria mellea and Coprinus comatus. There are many fungi of the Polyporaceae and Agaricaceae family, as well as other genera such as Pholiota, Auricularia, Lentinus and Mixomiceti. Hypogeous fungi, once very abundant, are now rarer, probably due to environmental degradation and climate change. The most prized truffle is the white one (Tuber magnatum). There are also some species of black truffle, especially the Tuber macrosporum.
Funghi e tartufi Nel Bosco della Panfilia sono presenti molte varietà di funghi epigei oltre ad alcune specie di funghi ipogei, cioè i tartufi. In un recente censimento realizzato per conto della Regione Emilia-Romagna sono state segnalate 176 specie di macromiceti]. Fra i funghi epigei abbondano le specie lignicole (parassite e saprofite, che vivono a spese del legno in decomposizione). Tra i commestibili si trovano la Morchella esculenta, la Morchella semilibera, il Pioppino, la Flammulina velutipes, l'Armillaria mellea e il Coprinus comatus. Numerosi sono i funghi della famiglia delle Polyporaceae e delle Agaricaceae, così come sono presenti altri generi come Pholiota, Auricularia, Lentinus e Mixomiceti. È possibile imbattersi anche in varie specie di funghi tossici e velenosi, compreso la temuta Amanita phalloides. Fra gli Aphyllophorales alcune specie sono
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rare, come ad esempio il Fibricium subceraceum, il Lindtneria panphyliensis (specie nuova rinvenuta solo nel bosco Panfilia, nel 1986) e lo Steccherinum rubustius (primo ritrovamento in Italia). Nel Bosco Panfilia sono state segnalate anche altre specie rare come il Coprinus strossmayeri, che cresce alla base dei pioppi, e l'Entoloma moserianum, che invece predilige i boschi di querce[13]. I funghi ipogei, un tempo molto abbondanti, sono ora più rari, probabilmente a causa del degrado ambientale e dei cambiamenti climatici. Il tartufo più pregiato è quello bianco (Tuber magnatum). Sono pure presenti alcune specie di tartufo nero, soprattutto il Tuber macrosporum.
Eventi e sagre SANT’AGOSTINO Agosto
FESTA DEL PATRONO “CAMMINA DAVANTI A ME” Novembre
SAGRA DEL TARTUFO AUTUNNALE che si tiene tutti gli anni a novembre , dove si possono gustare piatti fatti con tartufo bianco del bosco della panfilia. Info 33968112551 Per Informazioni: infosagratartufo@gmail.com Novembre
FESTA D’AUTUNNO
castagne Vino Novello e ciacciari In Piazza Marconi SAN CARLO Ottobre
SAGRA DELLA ZUCCA E DEL SUO CAPPELLACCIO FERRARESE IGP Novembre
FESTA D’AUTUNNO Zona mercato castagne vino Novello e gnocchi fritti 24 DICEMBRE
BABBO NATALE QUANDO ARRIVA.........ARRIVA DOSSO Novembre
FESTA D’AUTUNNO in piazza Garibaldi Castagne ,Vino Brulè Mistocchine,cicciari, polentunta, ciambella
crostoni di uova e tartufo bianco
Ingredienti: • 4 fette di pane • 1 tartufo bianco • due uova • burro
Friggete i crostoni in padella con del burro e salateli moderatamente, quando pronti teneteli in caldo Friggete due uova in nuovo burro e condite solo con poco sale. Impiattate e unite abbondanti lamelle di tartufo.
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Tresignana TRESIGNANA Abitanti: Tresignanesi Comune TRESIGALLO Piazza Italia 32 .tel 0533 607711 Costruiamotresignana
Tresignana è un comune italiano sparso di 7 022 abitanti della provincia di Ferrara in Emilia-Romagna. È stato istituito il 1º gennaio 2019 dalla fusione dei comuni di Tresigallo (sede comunale) e Formignana. Tresignana is a scattered Italian municipality of 7 022 inhabitants in the province of Ferrara in Emilia-Romagna. It was established on 1 January 2019 by the merger of the municipalities of Tresigallo (municipal seat) and Formignana
Tresigallo TRESIGALLO Trasgàl in dialetto ferrarese Abitanti: Tresigallesi
Tresigallo è stato un comune italiano di 4 397 abitanti della provincia di Ferrara, in EmiliaRomagna. Faceva parte dell’Unione Terre e Fiumi. È situato sulle sponde del Po di Volano ed è immerso nella Pianura Padana e la sua fondazione la si fa ricondurre al Medioevo. Era il comune meno esteso della provincia di Ferrara. Dal primo gennaio 2019 si è fuso con il comune di Formignana per dare vita al nuovo comune di Tresignana, del quale è capoluogo. Tresigallo è l’unica Città di Fondazione riconosciuta Città d’Arte e grazie alle sue particolari geometrie e cromatismi è definita “La città metafisica” Situato sulla sponda sinistra del Po di Volano, nella pianura orientale della provincia di Ferrara, è uno dei più antichi centri della zona. La sua “pieve” è documentata almeno dal 1044 d.C. e nella denominazione di S. Apollinare rivela l’origine dall’Esarcato di Ravenna. Negli “Statuti di Ferrara” del 1287 Tresigallo è citato come borgo di poche case in una zona circondata da vastissime paludi. Nel secolo XIII la pieve di Tresigallo ebbe come arciprete,
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The roads, squares, large infrastructures, sports, educational, health and industrial centers were built, all following an urban and symbolic-formal logic, wanted by the then union minister Edmondo Rossoni, a native of Tresigallo revolutionary, to curb the exodus towards the city. Tresigallo is therefore one of the few remaining examples of a refounding city, designed at a table, where the city becomes the geometry of social relations. Tresigallo was an Italian town of 4 397 inhabitants in the province of Ferrara, in Emilia-Romagna. It was part of the Union of Lands and Rivers. It is located on the banks of the Po di Volano and is immersed in the Po Valley and its foundation can be traced back to the Middle Ages. It was the least extended municipality of the province of Ferrara. From the first of January 2019 it merged with the municipality of Formignana to create the new municipality of Tresignana, of which it is the capital. Tresigallo is the only City of Foundation recognized as a City of Art and thanks to its particular geometries and colors it is called “The metaphysical city”
fino al 1256, Giovanni da Gaibana, che fu poi “calligrafo” (amanuense) rinomatissimo della Cattedrale di Padova. Per secoli il territorio di Tresigallo, dove si insediarono i feudatari veneziani Quirini, Moro, Fontana, Badoer, Faliero, restò circondato da valli e paludi oltre l’argine (allora detto “cale”) che ad ovest dell’abitato metteva capo al Finale e raggiungeva il Po ad Ariano. Da ciò forse deriva il nome di Tresigallo: “transcalem”, aldilà dell’argine. Quest’argine fu poi in parte sostituito da Brazzolo ad est del paese. Questo è il segno delle successive opere di progressiva bonificazione delle attigue valli, in particolare di quella voluta da Alfonso II d’Este, la quale partì da Tresigallo ed impegnò molte famiglie nobili o alto-borghesi ferraresi legate alla Signoria Estense. Si citano le casate dei Gualenghi, Macchiavelli, Freguglia, Isnardi, Aventi, Nigrisoli, Tassoni e Faruffini. Il capostipite di quest’ultima casata, Alessandro, fece costruire fra il 1517 ed il 1533 il palazzo turrito, che alla metà del secolo XVII nella persona del card. Carlo Pio della famiglia dei principi Pio di Savoia, prese il nome di Palazzo Pio. Sui campi delle “possessioni” si svolgeva la dura attività contadina delle famiglie che abitavano sui fondi, composte talvolta da venti, trenta ed anche quaranta persone, mentre nei borghi e nel centro abitato risiedevano i braccianti. Nella seconda metà dell’Ottocento, con la grande bonificazione ferrarese, qui si sviluppò fortemente il bracciantato, che trovò un suo grande organizzatore nel giovanissimo Edmondo Rossoni (1884-1965) nativo di Tresigallo. La cittadina godette di una particolare notorietà a partire dal 1930 quando, su impulso di Edmondo Rossoni, venne completamente ricostruita con architetture razionaliste, come avveniva allora per le cosiddette città di fondazione, quali Predappio Nuova o alcune zone di Forlì: per tale motivo Tresigallo ha ottenuto la denominazione di Città d’Arte, quale esempio di città di nuova fondazione
Located on the left bank of the Po di Volano, in the eastern plain of the province of Ferrara, it is one of the oldest centers in the area. His “pieve” is documented at least from 1044 AD and in the denomination of S. Apollinare reveals the origin from the Exarchate of Ravenna. In the “Statutes of Ferrara” of 1287 Tresigallo is mentioned as a village of a few houses in an area surrounded by vast swamps. In the 13th century, the parish church of Tresigallo had as its archpriest, until 1256, Giovanni da Gaibana, who was then the highly renowned calligrapher of the Cathedral of Padua. For centuries the territory of Tresigallo, where the Venetian feudal lords Quirini, Moro, Fontana, Badoer, Faliero settled, remained surrounded by valleys and marshes beyond the embankment (then called “cale”) which to the west of the built-up area led to the Finale and reached the Po at Ariano. From this comes perhaps the name of Tresigallo: “transcalem”, beyond the bank. This bank was then partly replaced by Brazzolo to the east of the village. This is the sign of the successive works of progressive reclamation of the neighboring valleys, in particular that desired by Alfonso II d’Este, who left Tresigallo and engaged many noble families from Ferrara or Lordship of the Este Lordship. The families of Gualenghi, Macchiavelli, Freguglia, Isnardi, Aventi, Nigrisoli, Tassoni and Faruffini are mentioned. The forefather of this last lineage, Alessandro, had the turreted palace built between 1517 and 1533, which in the midseventeenth century was the person of the card. Carlo Pio of the family of princes Pio di Savoia, took the name of Palazzo Pio. On the fields of the “possessions” there was the hard peasant activity of the families who lived on the land, sometimes consisting of twenty, thirty and even forty people, while in the villages and in the town lived
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caratterizzata dalla modernità architettonica e urbanistica. Vennero costruite le strade, le piazze, le grandi infrastrutture, i centri sportivi, educativi, sanitari, industriali, tutti seguenti una logica urbanistica e simbolico-formale, voluta dall’allora ministro dell’agricoltura Edmondo Rossoni, nativo di Tresigallo, dalle origini sindacaliste rivoluzionarie, per frenare l’esodo verso la città. Tresigallo è quindi uno dei pochi esempi rimasti di città di rifondazione, progettata a tavolino, in cui la città si fa geometria dei rapporti sociali.
PALAZZO PIO Venne costruito tra il 1517 e il 1531 da Alessandro Feruffino, capitano delle milizie del duca Alfonso I d’Este nella tenuta detta “La motta”. Le proprietà a Tresigallo gli venivano dalla moglie, Caterina Machiavelli Dalle Frutta. Passò quindi in eredità alla figlia Ippolita, sposata a Federico Quais (detto Quaino) di Mantova, e da questi alla figlia Fiordimonte Quaina, sposata a Giovan Francesco Nigrisoli. Nel 1622 subentrarono nel possesso del castello i Gualengo, ma nel 1653, in assenza di un erede maschio la mensa arcivescovile assegnò la proprietà al cardinale Carlo Pio di Savoia, dal quale passò ai suoi nipoti: in questo periodo la residenza venne utilizzata dai fattori della tenuta. All’estinzione del ramo spagnolo della famiglia, nel 1776 passò ai Falcò e quindi alla pubblica amministrazione durante il dominio francese. Venduto ad una lunga serie di proprietari, passò ancora nel 1872 alla “Società bonifiche territori ferraresi”.
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the laborers. In the second half of the nineteenth century, with the great Ferrara reclamation, the laborer developed strongly here, finding a great organizer in the very young Edmondo Rossoni (1884-1965) a native of Tresigallo. The town enjoyed a particular notoriety starting from 1930 when, at the instigation of Edmondo Rossoni, it was completely rebuilt with rationalist architectures, as was the case for the so-called foundation cities, such as Predappio Nuova or some areas of Forlì: for this reason Tresigallo has obtained the name of Città d’Arte, as an example of a newly founded city characterized by architectural and urban modernity.
PALAZZO PIO It was built between 1517 and 1531 by Alessandro Feruffino, captain of the militias of Duke Alfonso I d’Este on the estate called “La motta”. The properties in Tresigallo came from his wife, Caterina Machiavelli Dalle Frutta. He then inherited his daughter Ippolita, married to Federico Quais (known as Quaino) of Mantua, and from these to his daughter Fiordimonte Quaina, married to Giovan Francesco Nigrisoli. In 1622 the Gualengo took possession of the castle, but in 1653, in the absence of a male heir, the archiepiscopal table assigned the property to Cardinal Carlo Pio di Savoia, from which it passed to his nephews: in this period the residence was used by the factors of the estate. To the extinction of the Spanish branch of the family, in 1776 it passed to the Falcò and then to the public administration during the French dominion. Sold to a long series of owners, it passed again in 1872 to the “Società bonifiche territorie ferraresi”.
Fiera di S. Apollinare
Sagra del Somarino
che solitamente si tiene la prima metà di Luglio porta nella cittadina ferrarese cibo di strada, musica, mostre, spettacoli comune Info. Tel.: 0533 607711
a metà Luglio dove allo stand gastronomico, si potranno gustare speacialità a base di somarino ma anche numerosi piatti della gastronomia ferrarese. La cosa importante di questa manifestazione è che parte dell’incasso delle serate dedicate alla beneficenza.
Sagra dicembrina di Tresigallo ”AZZUEN AL MAIAL.....IN PIAZA! “ La tradizionale sagra dicembrina di Tresigallo, permetterà al visitatore di riscoprire l’antico rito contadino di “Disfare il maiale” : erano giorni di festa per tutta la famiglia. Oltre ad assaporare i gusti legati a questa festa presso lo stand, potranno essere acquistati: salami da pentola, cotechini, salamine, salsicce e salami da taglio creati dalle sapienti mani dei nostri “norcini”. Questo piatto fumante di ossi di maiale lessati, è un classico della cucina Ferrarese, non a tutti può piacere ma se vorrete provarli dovete attenervi alla tradizione di mangiarli con sale, cren e… con le mani! Il maiale ha avuto da sempre un’importanza primaria nella tradizione popolare del Ferrarese; questo perchè la regione in cui ho vissuto fino ai 22 anni ha fondato una buona parte della propria economia sull’agricoltura e l’allevamento di animali da cortile. Ancora adesso è presente nelle famiglie, che hanno la possibilità di tenere animali, la tradizione dell’uccisione del maiale. Anticamente questo evento coinvolgeva non solo la famiglia stessa, ma anche parenti e amici creando ansia (per la lunga lavorazione e lavoro) ma anche un
clima di festa. Secondo la tradizione da Santa Caterina a Sant’Antonio Abate (17 gennaio) Si fa la festa al Maiale Info pro tresigallo tel. 338 2701661
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Gli ossi di maiale bolliti
PERGliSALVARE UNA VITA, BASTA POCO! DONA SANGUE … UN GESTO SEMPLICEMENTE IMPORTANTE! ossi di maiale sono quel che rimane della lavorazione dell’animale, dopo aver preparato i salumi. Durante la preparazione di sopresse, salsicce, salamine e quant’altro, le ossa venivano messe in un pentolone con acqua e odori e venivano fatti bollire per circa tre ore; alla fine si mangiavano spolpandoli con le mani e accompagnandoli con cren, la radice di rafano mescolato con aceto bianco, e sale.
La ricetta degli ossi di maiale bolliti La ricetta è semplicissima, l’importante per la riuscita è la qualità degli ossi che tradizione vuole siano quelli del collo del maiale perchè più gustosi; messi a bollire con alloro, sedano, carota, cipolla e chiodi di garofano si cuociono a lungo (tradizione vuole 3 ore) ma se avete meno tempo vi assicuro che anche in 1 ora e mezza sono ottimi.
OSSA DI MAIALE Ingredienti BOLLITE • 1 kg di ossa di maiale DOSI PER 2 PERSONE • 1 costa di sedano PREPARAZIONE 5 MIN • 3 chiodi di garofano COTTURA 3 H. • 1 patata • 1/2 cipolla • 1 rametto di alloro • 2 carote medie • 2 litri di acqua
PER SALVARE UNA VITA, BASTA POCO! DONA SANGUE … UN GESTO SEMPLICEMENTE IMPORTANTE!
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Formignana FORMIGNANA Furmgnàna in dialetto ferrarese Abitanti: formignanesi
Formignana è stato un comune italiano di 2.680 abitanti della provincia di Ferrara, in Emilia-Romagna. Faceva parte dell’Unione Terre e Fiumi. Dal primo gennaio 2019 si è fuso con il comune di Tresigallo per dare vita al nuovo comune di Tresignana. Formignana si trova sulle sponde del Po di Volano a circa 30 km dai lidi Ferraresi. Abitanti accoglienti, Biblioteca splendida e ben fornita. Si hanno notizie certe dell’esistenza di Formignana già da un documento di Papa Adriano II dell’870 con il quale riconosceva ai fratelli Firmignanus i possedimenti terrieri della Corte Forminiana, da cui presumibilmente deriva l’attuale nome del paese. La Corte, i cui confini risultavano essere molto più ampi rispetto a quanto sono oggi, fu spesso oggetto di diatribe fra la chiesa di Ferrara e quella di Ravenna fino al definitivo passaggio al ducato degli Este nel 1251. Dall’Unità d’Italia sino al 1908 Formignana fece parte del comune di Copparo dal quale si staccò divenendo un comune autonomo assieme alla costituzione dei paesi di Ro, Berra e Jolanda di Savoia. Nel 1961 Tresigallo, fino ad allora frazione di Formignana, divenne un comune autonomo. VILLA DELLA MENSA VILLA DELLA MENSA Info 0532/864633 La quattrocentesca villa fu edificata per volontà di Bartolomeo della Rovere, vescovo di Ferrara dal 1474 al 1495, nipote di papa Sisto IV e fratello del successore di costui, Giulio II, Giuliano della Rovere. L’edificio presenta ancora molti caratteri quattrocenteschi pur essendo stato modificato nel Seicento e nel Settecento. Ha una pianta poligonale e un cortile a chiostro. La facciata, volta a occidente, si prolunga con due muraglie (sormontate da merlature) che immettono nei cortili di servizio laterali alla villa. Per rendere fruibile la visita al palazzo sono stati predisposti circa 150 metri di passerella che accompagnano i visitatori in un percorso di visita protetto, dal loggiato alle stanze del piano nobile, fino al salone d’onore e alla cappella, per ridiscendere al piano terreno al granaio e alle stanze di servizio.
Formignana was an Italian town of 2,680 inhabitants in the province of Ferrara, in Emilia-Romagna. It was part of the Union of Lands and Rivers. From the first of January 2019 it merged with the municipality of Tresigallo to give life to the new municipality of Tresignana. Formignana is located on the banks of the Po di Volano, about 30 km from the Ferrarese shores.Welcoming inhabitants, splendid and wellstocked library. We have definite information about the existence of Formignana already from a document of Pope Adrian II of 870 with which he recognized the Firmignanus brothers the land holdings of the Forminian Court, from which the current name of the town presumably derives. The Court, whose boundaries turned out to be much wider than they are today, was often the object of diatribes between the church of Ferrara and that of Ravenna until the definitive passage to the duchy of the Este in 1251. From the Unification of Italy until 1908 Formignana was part of the municipality of Copparo from which it broke away becoming an autonomous municipality together with the constitution of the countries of Ro, Berra and Jolanda di Savoia. In 1961 Tresigallo, until then a fraction of Formignana, became an independent municipality. VILLA DELLA MENSA The fifteenth-century villa was built by Bartolomeo della Rovere, bishop of Ferrara from 1474 to 1495, nephew of Pope Sixtus IV and brother of his successor, Giulio II, Giuliano della Rovere. The building still has many 15th century features despite having been modified in the seventeenth and eighteenth
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centuries. It has a polygonal plan and a cloister courtyard. The west facing façade extends with two walls (surmounted by battlements) which lead into the service courtyards on the side of the villa. To make the visit to the palace accessible, around 150 meters of walkways have been set up to accompany visitors on
Sagra del pollo Pera sull’aia Festa di Pui Festa di San Martino
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a protected tour, from the loggia to the rooms on the main floor, up to the hall of honor and the chapel, to go back down to the ground floor. barn and service rooms.
a Formignana si tiene l’ultima quindicina di Luglio che si tiene a Settembre con degustazione di prodotti della terra che si tiene suggestiva “Villa Mari” a Formignana di Tresignana 349 5294600 dura due giorni la prima settimana di Ottobre e si possono gustare piatti della cucina Ferrarese e pollo cucinato in vari modi. Non mancano i tortellini cotti nel brodo di cappone!
intorno all’ 11 Novembre by Pro Loco Formignana. Caldarroste, pinzini, tamplun (frittelle con farina di castagne)
Cappone arrosto con verdure Il cappone arrosto è una ricetta di Natale tra le più apprezzate: un secondo piatto servito in molte regioni italiane. Il cappone nella provincia Ferrarese si usa a fare un buon brodo specialmente a Natale, da gustare con i tortellini, tradizione emiliana. Tempo di preparazione15 m Tempo di cottura2 h 30 m
Ingredienti per 8 porzioni • Cappone 1 • Rosmarino 2 rametti • Salvia 10 foglie • Aglio 2/3 spicchi • Sale grosso 1 cucchiaio • Pepe nero 5 grani • Brodo 2 tazze • Strutto 4 cucchiai abbondanti Per il contorno • Patate 4 • Carote 2 • Cavolfiori 2 • Carciofi 2
Procedimento Prima di iniziare a preparare la ricetta del cappone arrosto al forno, procuratevi una grossa teglia dove posizionarlo per cuocerlo in forno. Scaldate il forno ventilato a 180°C. Preparate un trito di aglio, rosmarino, salvia qualche grano di pepe e sale grosso. Massaggiate dentro e fuori il cappone e ungetelo con lo strutto. Unite intorno al cappone le verdure mondate e tagliatele a spicchi. Mettetelo a cuocere in forno, girandolo ogni tanto e aggiungendo il brodo, a metà cottura coprite con un coperchio o con carta argentata. Provate a infilare una forchetta nella carne: se entra facilmente, significa che è cotta. Prima di togliere dal forno lasciate sotto il grill per una decina di minuti in modo che si formi una bella crosticina. Le verdure cuociono prima: a 40 minuti circa dall’inizio della cottura verificate con una forchetta e se sono cotte toglietele dalla teglia, tenendole al caldo sino al momento di servire. La ricetta del cappone arrosto con contorno è pronta per essere gustata.
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Vigarano Mainarda
www.comune.vigarano.fe.it
VIGARANO MAINARDA Vigaràn Mainarda in dialetto ferrarese Abitanti: vigaranesi Comune Via Municipio n.1................. tel. 0532 436923 Pro Civitate di Vigarano Pieve info@prolocodiamantina.it
Il toponimo Vigarano deriverebbe dal nome di età romana di Vicus Varianus che indicava probabilmente i possedimenti di Varius. Il territorio è stato soggetto nei secoli alle alluvioni ed ai cambiamenti di corso del Po e del Reno, di cui sono evidenti tuttora le tracce, in forma di argini e vecchi alvei. Nel medioevo l’insediamento principale era nella zona dell’attuale Vigarano Pieve, che si trovava sul corso principale del Po; nel XII secolo, con la rotta di Ficarolo, il Po spostò il corso principale verso Nord, abbandonando il territorio di Vigarano. La parte sud del territorio era in quei secoli tenuta dalla famiglia Mainardi, di origini forlivesi e di parte ghibellina, che aveva costruito una torre, chiamata torre della Mainarda, da cui derivò il nome che oggi individua il capoluogo. Il territorio restò soggetto a frequenti alluvioni del Reno, fino al XVIII secolo, quando il fiume fu inalveato nell’attuale corso. Vigarano Mainarda fu colpita dai terremoti dell’Emilia del 2012, in particolare dalle scosse del 20 maggio che nel comune provocarono gravi danni alle strutture agricole ed industriali. Fu inoltre epicentro di una forte scossa di assestamento, di magnitudo 5.1, avvenuta il 29 maggio, successiva alla scossa principale di 5.9.
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The toponym Vigarano derives from the Roman age name of Vicus Varianus which probably indicated the possessions of Varius. Over the centuries the territory has been subject to floods and changes in the course of the Po and the Reno, of which traces are still evident, in the form of embankments and old riverbeds. In the Middle Ages the main settlement was in the area of the current Vigarano Pieve, which was located on the main course of the Po; in the 12th century, with the course of Ficarolo, the Po moved the main course northwards, leaving the territory of Vigarano. The southern part of the territory was in those centuries held by the Mainardi family, of Forli and Ghibelline origins, who had built a tower, called the Mainarda tower, from which derived the name that today identifies the capital. The territory remained subject to frequent floods of the Rhine, until the XVIII century, when the river was invaded in the current course. Vigarano Mainarda was struck by the earthquakes of Emilia in 2012, in particular by the shocks of 20 May which caused serious damage to agricultural and industrial structures in the municipality. It was also the epicenter of a strong afterglow of magnitude 5.1 on 29 May, following the main shock of 5.9.
CHIESA DELLA NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA La primitiva chiesa di Vigarano Mainarda fu edificata nel XVI secolo, aveva il titolo di Santa Maria delle Ghiare ed era, presumibilmente, filiale della pieve dei Santi Pietro e Paolo. Si presume che l’attuale chiesa sia stata edificata ed eretta a parrocchiale nel 1599, in base anche a quanto scritto nel resoconto della visita pastorale del 1602, effettuata dal vescovo Giovanni Fontana. È certo, però, che l’edificio subì nei secoli successivi numerosi restauri ed ampliamenti. Il terremoto dell’Emilia del 2012 ha provocato seri danni alla chiesa, che ha dovuto pertanto subire un’importante ristrutturazione.
CHURCH OF THE NATIVITY OF THE BLESSED VIRGIN MARY The primitive church of Vigarano Mainarda was built in the 16th century, it had the title of Santa Maria delle Ghiare and was, presumably, a branch of the parish of Saints Peter and Paul. It is assumed that the present church was built and erected as a parish church in 1599, based also on what was written in the report of the pastoral visit of 1602, made by the bishop Giovanni Fontana. It is certain, however, that the building underwent numerous restorations and expansions over the following centuries. The earthquake of Emilia in 2012 caused serious damage to the church, which therefore had to undergo an important restructuring.
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CHIESA DEI SANTI PIETRO E PAOLO La primitiva pieve di Vigarano, dedicata a Santa Maria, venne costruita probabilmente nell'XI secolo. L'edificio fu poi rifatto nel Cinquecento. Nel 1709 alcuni soldati tedeschi devastarono la pieve, spogliandola di ogni bene. L'attuale parrocchiale venne edificata su progetto di Antonio Foschini tra il 1760 ed il 1776 e consacrata l'anno successivo dall'arcivescovo Alessandro Mattei. Nel 2012 la chiesa è rimasta lesionata dal terremoto dell'Emilia del maggio 2012, rivelando i suoi effetti all'esterno nella parte superiore del campanile. Vista l'entità delle lesioni l'edificio rimase chiuso nei sei anni successivi e solo nel settembre 2018 vennero avviati i definitivi lavori di restauro per ripristinarne aspetto e agibilità. CHURCH OF SAINTS PETER AND PAUL The primitive parish church of Vigarano, dedicated to Santa Maria, was probably built in the 11th century. The building was then rebuilt in the sixteenth century. In 1709 some German soldiers devastated the parish, stripping it of all good. The current parish church was built to a design by Antonio Foschini between 1760 and 1776 and consecrated the following year by Archbishop Alessandro Mattei. In 2012 the church was damaged by the earthquake of Emilia in May 2012, revealing its effects on the outside in the upper part of the bell tower. Given the magnitude of the injuries the building remained closed for the next six years and only in September 2018 the definitive restoration work was started to restore its appearance and usability.
SAGRA DEI SANTI PIETRO E PAOLO
Nasce nel 1959 e, per 3 anni, prende vita nel 4° Week end di Ottobre: data designata, nel 1777, dal Vescovo di Ferrara per celebrare l’anniversario di consacrazione della Chiesa intitolata alla Madonna Assunta e ai Santi Pietro e Paolo. Nel 1962 arriva a Vigarano Pieve la statua lignea di San Pietro commissionata dall’allora Parroco Don Mario Ferraresi ad uno scultore della Val Gardena. La statua di San Paolo, in vetroresina, sarà acquistata solo nel 1992, dall’attuale Parroco Don Raffaele Benini. Dal 1962 i festeggiamenti si svolgono nel mese di Giugno per ricordare i Santi Pietro e Paolo (29 Giugno). Tra le particolarità che caratterizzano la festa ricordiamo l’animazione delle celebrazioni solenni della Corale “Mazzolani” negli anni 60 e della corale “Scagliarini” dagli anni 80 a tutt’oggi. Tra le curiosità vi sveliamo le origini della tradizione del cabaret sul palco della Sagra di Vigarano Pieve; era il 21 Ottobre 1960 e per l’occasione si esibiva il noto umorista “Zurzin”. Tra gli eventi che hanno fanno la storia della festa citiamo la “Gimkana” degli anni 70 il torneo “Piccoli azzurri” degli anni 80 / 90, il guinnes dei primati realizzato il 22 Giugno 2002 con “Al Pinzin più grand dal mond” e l’esilarante commedia “Il Campan ad Don Camil” interpretata nel 2008 da Daniele Palombo nelle vesti del Parroco e da Don Raffaele Benini nei panni del Sindaco. Area e-games, serata musicale, teatro, esibizioni, balli, orchestra e giochi senza frontiere, accompagnano la sagra paesana. Sabato alle 18:00 presso la Chiesa temporanea Santa Messa dei Santi Patroni; Domenica alle ore 10.00 presso la Chiesa temporanea Santa Messa per la celebrazione degli Anniversari di Matrimonio. Presso lo stand gastronomico della Sagra dei Santi Pietro e Paolo potete gustare una selezione di piatti tipici della cucina Ferrarese comodamente seduti mentre guardate lo spettacolo.
petti di pollo alle pere Separare i petti di pollo e batterli leggermente. In una padella imbiondire la cipolla in burro, olio e cannella; mettervi i petti leggermente infarinati e rosolarli da ambo le parti. Salare, pepare e spruzzare con il vino. Appena evaporato, unire le pere sbucciate, senza torsolo e tagliate a spicchi sottili; irrorare il tutto con succo di limone e cuocere a fuoco moderato per pochi minuti, rimescolando delicatamente. Disporre i petti di pollo su un piatto caldo, distribuirvi le pere e servire decorando con prezzemolo.
Ingredienti: • 4 petti di pollo (600 gr. circa); • 30 gr. di burro; • 1 cucchiaio di olio di oliva; • un cucchiaio di cipolla tritata; • un pezzetto di cannella; • vino bianco secco; • 2 pere; • succo di limone; • sale e pepe.
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Voghiera
www.comune.voghiera.fe.it
VOGHIERA Vughièra in dialetto ferrarese Abitanti: voghieresi Comune Via Buozzi, 12/B................... tel. 0532 328511 Proloco Voghiera prolocovoghiera@gmail.com
Voghiera si trova al centro di un territorio che rappresenta le radici stesse della storia ferrarese, dei primi insediamenti padani dopo la decadenza di Spina, con i romani che scelsero i dossi parafluviali del voghierese per istituire il loro centro di potere nel basso Po, cui seguì la nascita della prima diocesi di quello che fu poi definito “ferrarese”. Voghiera ha origini più antiche rispetto all’importante centro romano di Voghenza - Vicus Aventiae, posto sull’altra sponda e che deve il suo nome proprio al fiume Avenza. Voghiera e Voghenza, dunque l’una a destra e l’altra alla sinistra del Po, erano situate in corrispondenza della grande isola fluviale che oggi è identificabile nel Parco Massari-Mazzoni. Luogo di villeggiatura tradizionale della buona società, nei secoli il suo territorio si arricchì di ville e case patrizie: furono gli Estensi a rilanciare queste zone a partire dal XV secolo, quando il marchese Niccolò II decise di costruire a Voghiera il Castello di Belriguardo, la prima delizia fuori dalle mura cittadine. Voghiera fu una frazione di Portomaggiore fino al 20 gennaio 1960, quando venne proclamata comune.
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Voghiera is at the center of a territory that represents the very roots of Ferrara’s history, of the first Po valley settlements after the decline of Spina, with the Romans who chose the parafluvial bumps of the Voghieri to establish their center of power in the lower Po, which was followed by the birth of the first diocese of what was later called “Ferrara”. Voghiera has more ancient origins than the important Roman center of Voghenza - Vicus Aventiae, located on the other side and which owes its name to the river Avenza. Voghiera and Voghenza, therefore one on the right and the other on the left of the Po, were located in correspondence of the great river island that today is identifiable in the Massari-Mazzoni Park. A traditional resort of good society, over the centuries its territory was enriched with villas and patrician houses: it was the Estensi who relaunched these areas starting from the fifteenth century, when the Marquis Niccolò II decided to build the Castle of Belriguardo in Voghiera, the first delight outside the city walls. Voghiera was a fraction of Portomaggiore until 20 January 1960, when it was proclaimed a municipality.
DELIZIA DI BELRIGUARDO La reggia estiva estense di Belriguardo, a Voghiera, nel secolo scorso venne definita la Versailles degli Estensi. Il primo nucleo della costruzione risale al 1435, per volere del marchese di Ferrara Niccolò III d’Este. I signori estensi vollero realizzare una serie di residenze fastose che in seguito furono definite "Delizie", la più sontuosa tra tutte fu Belriguardo che aveva anche la funzione di reggia estiva. Decine di saloni affrescati dai maggiori artisti delle varie epoche ed incredibili enormi giardini caratterizzavano questa vera oasi di bellezza. Il castello di Belriguardo era disposto attorno a due corti. Di fronte alla maestosa torre d’ingresso, superato il primo grande cortile, era la cosiddetta alta corte, residenza del principe, interamente realizzata su due piani (oggi la vediamo purtroppo solamente a metà della sua altezza originale) con logge e portici ovunque, i muri erano intonacati e dipinti con le armi estensi e sul retro si aprivano sterminati giardini scanditi da perfetti ritmi geometrici con corsi d’acqua, fontane, ponticelli, piante esotiche e labirinti di siepi, per rendere più ameno possibile il soggiorno degli ospiti e della Corte Estense. La Sala della Vigna è il prezioso ed unico elemento superstite alla foga devastatrice che ha pervaso per quattro secoli tutti coloro che hanno utilizzato il Belriguardo, da quando cioè la famiglia estense, nel 1598, fu costretta ad abbandonare mestamente il feudo ferrarese per restituirlo al Papa, ritirandosi a Modena e Reggio, feudi che i signori Estensi avevano invece ottenuto dall’Imperatore.
BELRIGUARDO'S DELIGHT The Estense summer palace of Belriguardo, in Voghiera, in the last century was called the Versailles of the Estensi. The first nucleus of the building dates back to 1435, at the behest of the Marquis of Ferrara Niccolò III d'Este. The Este lords wanted to build a series of sumptuous residences that were later called "Delizie", the most sumptuous of all was Belriguardo which also served as a summer palace. Dozens of salons frescoed by the greatest artists of the various eras and incredible enormous gardens characterized this true oasis of beauty. The castle of Belriguardo was arranged around two courtyards. In front of the majestic entrance tower, past the first large courtyard, was the so-called high court, residence of the prince, entirely built on two floors (today we unfortunately only see it at half of its original height) with loggias and porticos everywhere, the walls were plastered and painted with Estense weapons and on the backside endless gardens opened marked by perfect geometric rhythms with streams, fountains, bridges, exotic plants and hedge mazes, to make the guests' and Court's stay as pleasant as possible Estense. The Sala della Vigna is the precious and unique element that survived the devastating heat that has pervaded all those who used the Belriguardo for four centuries, since the Estense family, in 1598, was forced to sadly abandon the Ferrara feud to return it to the Pope , withdrawing to Modena and Reggio, fiefdoms that the Estensi lords had instead obtained from the Emperor. The great halls of the palace were transformed into stables
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Le grandi sale della reggia vennero trasformate in stalle e granai e le eleganti colonne delle logge divennero monumentali e squadrati pilastri per rustici ricoveri. I contadini insediarono negli spazi rimanenti le loro famiglie, creando così un atipico, grande “condominio” che ci porta sino ai giorni nostri. Un’ala della reggia ospita il Museo Civico di Belriguardo, che raccoglie reperti della Necropoli di Voghenza.
and granaries and the elegant columns of the loggias became monumental and square pillars for rustic shelters. The peasants settled their families in the remaining spaces, thus creating an atypical, large "condominium" that takes us to the present day. A wing of the palace houses the Civic Museum of Belriguardo, which collects finds from the Necropolis of Voghenza.
MUSEO CIVICO DI BELRIGUARDO La reggia estiva estense di Belriguardo ospita il Museo Civico, istituito ufficialmente nel 2001 ed originariamente suddiviso in tre aree espositive: archeologica, rinascimentale e d'arte moderna, con spazi didattici di servizio per le scuole. Dal 2014 il Museo è stato ulteriormente arricchito da una nuova sezione di Archeologia Industriale. Sezione Archeologica Si trova nel corpo centrale dell’ex reggia estense, sotto il Salone delle Bifore; la collezione è stata recentemente ampliata grazie all’ingresso dei reperti di Fondo Tesoro, area dove è stato rinvenuto l’antico abitato di Voghenza romana imperiale, parzialmente esplorata con gli scavi degli anni ’80 del secolo scorso. Questi reperti, assieme a quelli della vicina necropoli romana, offrono uno spaccato reale della vita quotidiana e del rituale funerario di allora.
Archaeological Section It is located in the central body of the former Este palace, under the Salone delle Bifore; the collection has recently been extended thanks to the entrance of the finds of Fondo Tesoro, an area where the ancient imperial Roman town of Voghenza was found, partially explored with excavations in the 1980s of the last century. These findings, together with those of the nearby Roman necropolis, offer a real crosssection of everyday life and the funeral ritual of the time.
Sezione Rinascimentale È ospitata nella Sala della Vigna, decorata da file di cariatidi che sorreggono un loggiato, attraverso le cui prospettive si scorgono splendidi paesaggi. La sala ospita una pregevole raccolta di ceramiche ferraresi dal XIV al XVII secolo reperite nel territorio ed una serie di materiali provenienti da una fossa da butto Rinascimentale rinvenuta a Belriguardo. E’ anche sede di mostre temporanee.
Renaissance section It is housed in the Sala della Vigna, decorated with rows of caryatids that support a loggia, through whose outlook splendid landscapes can be seen. The room houses a valuable collection of Ferrarese ceramics from the 14th to the 17th century found in the territory and a series of materials from a Renaissance throw pit found in Belriguardo. It is also home to temporary exhibitions.
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Sezione arte Moderna Comprende la Sala Giuseppe Virgili e spazi per mostre artistiche temporanee. Giuseppe Virgili (Voghiera 1894 -Bologna 1968), direttore dell’Istituto d’Arte Dosso Dossi di Ferrara, fu uno dei principali maestri dell’Arte ferrarese del ‘900 e Voghiera, sua città natale, ha voluto dedicargli questa sala permanente. Molte importanti opere del Maestro si trovano in altri Musei e luoghi pubblici.
Modern art section Includes the Sala Giuseppe Virgili and spaces for temporary art exhibitions. Giuseppe Virgili (Voghiera 1894 -Bologna 1968), director of the Dosso Dossi Art Institute of Ferrara, was one of the leading masters of the art of Ferrara of the '900 and Voghiera, his hometown, wanted to dedicate this permanent room to him. Many important works of the Maestro are found in other museums and public places.
Archeologia industriale È stata inaugurata nel dicembre 2014. L’esposizione occupa alcuni spazi adiacenti alla torre d’ingresso di Belriguardo; sono esposti oggetti di uso quotidiano e domestico prodotti esclusivamente da Aziende metallurgiche ferraresi dalla fine dell’Ottocento alla metà del Novecento.
Industrial archeology It was inaugurated in December 2014. The exhibition occupies some spaces adjacent to the entrance tower of Belriguardo; objects for everyday and domestic use produced exclusively by Ferrara metallurgical companies from the late nineteenth to the mid-twentieth century are exhibited.
CHIESA PARROCCHIALE DI SAN LEO La chiesa di Voghenza fu distrutta durante la seconda guerra mondiale e, oggi ricostruita, è dedicata a San Leo. Narra la leggenda che il 14 febbraio 1016 l'imperatore Enrico II dovette lasciare a Voghenza il sarcofago che custodiva le spoglie del Santo e che originariamente doveva essere trasportato fino a Spira, in Germania; l'imperatore aveva ottenuto tali reliquie dal Papa, in cambio della sconfitta inflitta ai Greci e ai Saraceni nelle vicinanze di Roma. Più verosimilmente il sarcofago con le reliquie, tuttora custodito all'interno della chiesa, rimase qui durante uno dei viaggi che, nell'Alto Medioevo, si facevano compiere alle reliquie sacre, trasportate per i villaggi e le città colpite da calamità naturali o da pestilenze. La chiesa contiene anche il coperchio di un altro sarcofago, del XII vescovo di Voghenza, Mauricino (VI secolo).
PARISH CHURCH OF SAN LEO The church of Voghenza was destroyed during the Second World War and, today rebuilt, is dedicated to San Leo. Legend has it that on February 14, 1016 Emperor Henry II had to leave Voghenza the sarcophagus which held the remains of the Saint and which was originally to be transported to Speyer, Germany; the emperor had obtained these relics from the Pope, in exchange for the defeat inflicted on the Greeks and the Saracens in the vicinity of Rome. More likely the sarcophagus with the relics, still preserved inside the church, remained here during one of the trips that, in the High Middle Ages, were made to the sacred relics, transported to the villages and cities hit by natural disasters or pestilences. The church also contains the cover of another sarcophagus, of the XII bishop of Voghenza, Mauricino (6th century).
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FIERA DELL’AGLIO DI VOGHIERA DOP
www.agliodivoghiera.it/progetti
Si svolge ogni anno il primo week end di Agosto presso la Delizia Estense di Belriguardo, con stand gastronomici, mercato dei sapori e tanti eventi. La lavorazione fatta tradizionalmente a mano e la maestria artigianale dei suoi produttori ne fanno un prodotto unico e inimitabile, garantito dal Consorzio Produttori Aglio di Voghiera. Il Consorzio Produttori Aglio di Voghiera, in collaborazione con la locale Amministrazione Comunale, prosegue l’iniziativa di valorizzazione di questo prodotto tipico con momenti di mostra mercato, degustazione di ricette a base di Aglio di Voghiera, specialità, curiosità e spettacoli nella suggestiva cornice nella Delizia di Belriguardo, splendida delizia estense. Risale all’epoca della denominazione estense la coltivazione nel ferrarese delle erbe aromatiche e prodotti d’orto. La caratteristica leggerezza del suolo dovuta alla composizione sabbiosa di origine fluviale ha reso infatti quest’area ferrarese particolarmente indicata per la coltivazione dell’aglio, e proprio la composizione del terreno gli ha donato quelle proprietà che lo rendono unico nel suo genere.
baccalà con tartufo rapa rossa e aglio nero di Voghiera Iniziare con il cuocere il baccalà sottovuoto a bassa temperatura (55°) con olio EVO, pepe, aglio di Voghiera in camicia e il bouquet di erbe aromatiche. Dividere quindi la rapa rossa in due: una parte tagliarla a lamelle sottili e disidratarla per 2 ore circa a 60° mentre la parte restante cuocerla e frullarla al naturale condirla successivamente con un pizzico di sale e tartufo nero. Rosolare a fuoco dolce gli spicchi sbucciati di aglio Nero di Voghiera insieme a un cucchiaio di olio di semi, sfumare con 1 dl di brodo di pesce quindi lasciare cuocere a fuoco lento per altri 15 minuti fino ad ammorbidire gli spicchi. Versare brodo e spicchi nel bicchiere del mixer a immersione, aggiustare di sale e frullare fino ad ottenere un’emulsione liscia. Friggere la pelle del baccalà precedentemente infarinata per toglierle umidità e infine fare una pil pil di baccalà, cioè una maionese leggera ottenuta emulsionando l’olio di cottura sous vide del baccalà con il collagene estratto dalla sua pelle. Comporre il piatto adagiando il filetto di baccalà guarnendolo con le fette di rapa rossa essiccata, l’emulsione di rapa rossa al tartufo, l’emulsione di aglio nero e una puntinatura di pil pil di baccalà.
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Ingredienti: • 200 gr di baccalà • 6 spicchi di aglio Nero di Voghiera • Erbe aromatiche a piacere • 1dl di brodo di pesce • Farina • Olio di semi • Aglio di Voghiera • Olio EVO • Sale e pepe
FESTE e SAGRE a Ferrara e provincia • • • • • • • • • • • • •
A tavola con il tartufo - Casumaro (FE) Astro Gastro – Bondeno (FE) Cerchia della lumaca - Casumaro (FE) Festa dei nonni con pesce e bollicine - Lido degli Scacchi (FE) Festa del Fungo - Mostra Micologica - Giacciano con Baruchella (RO) Festa del Gnocco di Patate – Canda (RO) Festa del Vino – Giacciano con Baruchella (RO) Festa della Birra - Gallo’s Beer – Gallo (FE) Festa della Lumaca e Lumaca in tavola – Casumaro (FE) Festa di Fine estate – Scortichino (FE) Festa dla Salama da Tai – Guarda (FE) Festa dla Spoja - Jolanda di Savoia (FE) Fiera di San Lorenzo – Sagra della lumaca e Sagra della Lumaca d’èlite –
Casumaro (FE)
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I 6 giorni del Cotechino - Alberone di Cento (FE) La funtana in Festa - Festa dei nonni - San Giuseppe (FE) La Giostra del Borgo – Ferrara (FE) La tavola Rotonda - La Selvaggina a corte - Ferrara (FE) Lo Storione a Tavola - Casumaro (FE) Melasogno - Consandolo (FE) Rane in Festa - Chiesa Nuova (FE) Sagra dei Primi Piatti – Festa di San Giovanni Battista – Tamara -(FE) Sagra del Balanzon di San Giacomo – Casaglia (FE) Sagra del Bue allo Spiedo e Fiorentina alla Brace – Corporeno di Cento (FE) Sagra del Caplaz - Scortichino (FE) Sagra del Cappelletto Ferrarese – Vigarano Pieve (FE) Sagra del Castrato e della Porchetta – Gallo (FE) Sagra del Cotechino – Alberone di Cento (FE) Sagra del Maccherone al Pettine - Pieve di Cento (FE) Sagra del Pesce di Gorino - Gorino (FE) Sagra del Pinzino e dell’ Arrosticino – Ferrara (FE) Sagra del Radicchio di Bosco - Bosco Mesola (FE)
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Sagra del Salame alla Brace - Dodici Morelli (FE) Sagra del Tartufo di Sant’Agostino Tuber magnatum Pico del Bosco della Panfilia – Sant’Agostino (FE) Sagra del Tortellino Tipico di Reno Centese – Reno Centese (FE) Sagra del Tortellone e Sagra del tortellone d’Autunno Bevilacqua di Crevalcore (BO)
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Sagra della Bondiola – Poggio Renatico (FE) Sagra della Canapa Alimentare – Madonna Boschi (FE) Sagra della Cotoletta Mirabellese – Mirabello (FE) Sagra della Cozza D.O.P. - Santa Giulia di Porto Tolle (RO) Sagra della Lumaca d’Èlite - Casumaro (FE) Sagra della Patata – San Nicolò (FE) Sagra della Pera in Tavola - Vigarano Pieve (FE) Sagra della Pizza – Cassana (FE) Sagra della Rana – Santa Bianca (FE) Sagra della Salama da Sugo I.G.P di Buonacompra
Buonacompra (FE)
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Sagra della Salamina al cucchiaio di Madonna Boschi
Madonna Boschi (FE)
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Sagra della Vongola Verace - Goro (FE) Sagra della Zucca e del suo Capellaccio Ferrarese I.G.P. e Sapori d’Autunno – San Carlo (FE) • Sagra delle Rane e Rane in Festa – Chiesa Nuova (Poggio Renatico, FE) • Sagra dello Storione in Tavola - Santa Bianca (FE) • Sagra dell’Anatra – Stellata (FE) • Sagra dell’Arrosticino di Codrea – Codrea (FE) • Sagra dell’uva in cucina - San Nicolò (FE) • Sagra di Bigul al Torc, Sagra di Santa Sofia – Canaro (RO) • Sagra Paesana ” Festa Contadina” – Diamantina (FE) • Fiera dell’Asparago di Mesola - Mesola (FE) • Sagra della Cozza DOP - Santa Giulia di Porto Tolle (RO) • Sagra dello Storione e dei Sapori Ficarolesi – Ficarolo (RO)
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indice FERRARA .........................................................................................9 ARGENTA ..................................................................................... 41 BONDENO .................................................................................... 50 CENTO .......................................................................................... 53 CODIGORO .................................................................................. 61 COMACCHIO ............................................................................... 65 COPPARO ..................................................................................... 72 FISCAGLIA ................................................................................... 79 GORO . ........................................................................................... 83 JOLANDA DI SAVOIA . .............................................................. 90 LAGOSANTO ............................................................................... 92 MASI TORELLO .......................................................................... 95 MESOLA . ...................................................................................... 97 OCCHIOBELLO ......................................................................... 102 OSTELLATO . ............................................................................. 108 POGGIO RENATICO . ............................................................... 112 PORTOMAGGIORE .................................................................. 118 RIVA DEL PO . ............................................................................ 126 TERRE DEL RENO .................................................................... 135 TRESIGNANA ............................................................................ 146 VIGARANO MAINARDA ......................................................... 154 VOGHIERA ................................................................................. 158
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