Italiadagustare gennaio febbraio 2018

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Anno 5 - Febbraio 2018

La rocca e i ruderi del castello di Calascio (AQ)

Cultura del territorio, Turismo e Benessere

Personaggio

ALEX ZANARDI UNA VITA STRAORDINARIA

Scopri l’Italia

LA STRADA DEI CASTELLI NEL FRIULI COLLINARE

[ S TILE

ITALIANO

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1883-2018 PASCUCCI IL PIACERE DEL CAFFÈ DA 135 ANNI



Febbraio 2018

indice [ PERSONAGGIO] 6

Alex Zanardi: una vita “straordinaria”

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La strada dei castelli e dei sapori nel friuli collinare

[ SCOPRI L’ITALIA]

12 Ville palladiane nei borghi medievali vicentini

[ STILE ITALIANO]

14 Pascucci, tutto il piacere del caffè da 135 anni

[ GOURMET]

16 Ristorante “Nostrano” di Stefano Ciotti

[ SOMMELIER]

17 Susumaniello tenute Rubino una “perla” del Salento

[ SALUTE & BENESSERE]

18 È importante combattere i radicali liberi

[ LIBRI]

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20 “Quando un uomo” di Elena D’ambrogio Navone 21 Le nostre recensioni

[ AGENDA ITALIA] 22 San Valentino

Direttore Responsabile Dario Bordet Direttore Editoriale Evelina Flachi ViceDirettore Editoriale Alessandro Trani Art Director Patrizia Colombo Progetto grafico/Impaginazione Milano Graphic Studio S.r.l. Caporedattore Riccardo Lagorio Hanno collaborato Francesca Bastoni Valerio Consonni Francesco Garosci Carlo Kauffmann febbraio 2018

Luca Medici Sandro Nobili Milena Passigato Alessia Placchi Momi Symon Media Partner Pubblicità, Promozione & PR Le Roy Advertising - Milano Edizioni Le Roy srl redazione@le-roy.it www.italiadagustare.com Stampa La Serigrafica Arti Grafiche Via Toscanelli 26 - Buccinasco

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Desideriamo informarLa che i suoi dati personali raccolti direttamente presso di lei o fornitici saranno utilizzati da parte di “Italia da Gustare” nel pieno rispetto dei principi fondamentali dettati dalla direttiva 95/46/CE e dal D.lgs. 171/98 per la tutela della Privacy nelle Telecomunicazioni e dalla direttiva 97/07/CE e dal d.lgs. 185/99. Eventuali detentori di copywriting sulle immagini - ai quali non siamo riusciti a risalire - sono invitati a mettersi in contatto con: Le Roy srl

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F E B B R A I O

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Care Lettrici e Cari Lettori, è trascorso un mese dall’inizio di questo nuovo anno e gli appassionati di neve stanno ancora godendosi le piste delle nostre bellissime montagne imbiancate. Qualcun altro, invece, stanco dei raffreddori e di altri malanni invernali, non vede l’ora che tornino le tiepide giornate primaverili, per non parlare di chi già sta pensando alla calda estate. Questo numero si apre con un personaggio dalla storia unica e straordinaria, Alex Zanardi, un modello di grande vitalità, tenacia e coraggio, conosciuto e amato in tutto il mondo. I nostri itinerari vi propongono due accattivanti percorsi: il primo tra i borghi medievali nei dintorni della città del Palladio, Vicenza, e il secondo in provincia di Udine. Il campione del mondo dei sommelier, Giuseppe Vaccarini, questa volta ci presenta alcune perle del Salento. L’argomento che ho scelto per voi, tratto dal mio libro “La dieta del 5”, parla degli alimenti che sono nostri alleati per prevenire l’invecchiamento, perché contrastano l’azione negativa dei radicali liberi. Non perdetevi infine le rubriche dei libri che abbiamo scelto per voi e la nostra Agenda Italia, dove scoprirete una serie di luoghi, sconosciuti ai più, dove poter trascorrere un romantico San Valentino 2018.

SCARICALO ORA! Hai il nostro numero precedente? Se non ce l’hai, non preoccuparti: puoi scaricarlo gratuitamente tramite il nostro sito: www.24orenews.it febbraio 2018

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[ per s onaggio ]

ALEX ZANARDI

UNA VITA “STRAORDINARIA” Passione. Umiltà. Opportunità. Parole della vita, che Alex Zanardi usa spesso. Un grande sportivo, ma prima di tutto un uomo dalla storia unica e straordinaria. Quando racconta del suo incidente del 2001 in Germania, ne parla come una grande opportunità. Sembra qualcosa di pazzesco, e invece le medaglie d’oro conquistate ai giochi paralimpici di Londra 2012 e Rio 2016 e i titoli ai campionati mondiali su strada dimostrano in effetti che ha ragione lui. Alex si sente un privilegiato, sa che il fatto di chiamarsi Zanardi in parte lo ha aiutato, ma quello che più di tutto lo ha portato a vivere sempre con passione la sua vita sono la curiosità e la forza di volontà. Insieme a tanti sogni A cura di Momi Symon

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ome ci si sente ad essere un eroe, un simbolo, un mito assoluto per il mondo intero?

Non mi sento affatto un eroe. Sono consapevole che là fuori ci siano tantissime persone che hanno più meriti di quanti ne abbia io, solo che sono “meno visibili”. Credo di essere un punto di riferimento per le persone che si trovano a vivere delle difficoltà - anche di natura diversa dalla mia - e che guardandomi pensano «caspita, se ce l’ha fatta lui, ci posso provare anch’io».

La tua è una storia straordinaria. Una sfida dopo l’altra, nella prima e nella tua “seconda vita”

Come dico sempre, mi sento davvero un privilegiato se ripenso alla mia vita, alla quantità delle cose che ho fatto. Non è una seconda vita, è sempre la stessa che cerco ogni volta di arricchire con un altro pezzetto del puzzle, un’altra esperienza. Mio padre diceva sempre: «Prendi ogni giornata come una nuova opportunità per aggiungere qualcosa al servizio della tua passione e pian piano le cose accadrannoı». Ecco, credo che questa sia una grande verità per andare avanti e rincorrere i propri sogni.

Dici spesso di non essere stato uno studente

2005/2009

Il vero rientro alle corse: divenne pilota BMW per il Mondiale Turismo, ottenendo quattro vittorie ed otto podi complessivi

2001

Il pilota bolognese, vittima in Germania di un terribile scontro in pista in cui perse le gambe, dopo 16 operazioni e 7 arresti cardiaci è rinato grazie al suo intramontabile coraggio

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2012/2016

Alex Zanardi conquista 2 ori alle Olimpiadi di Londra 2012 e il suo terzo oro paralimpico alle Olimpiadi di Rio nel 2016 febbraio 2018


[ per s ona ggio ] su quella pista che fu teatro del primo giorno di quell’avventura meravigliosa che è stata la mia carriera sportiva. Ricordo che quando abbassai la visiera del casco mi ritrovai comodissimo nella mia solitudine dentro quel go-kart, che andava e rombava mentre tutti mi sfrecciavano davanti… Quel giorno ero nettamente il più lento in pista, ma ricordo che nonostante tutto dicevo dentro di me «andate, andate, tanto vi prendo tutti!».

Sappiamo del tuo ritorno nel 2019 al volante di una BMW, alla “24 ore di Daytona”. Ce ne parli? Sì. Il progetto “Road to Daytona” è stato ideato dai mei amici tedeschi della BMW. È uno degli eventi più importanti nel panorama del motorsport d’America, che è un po’ il continente dove ho trovato la mia fortuna. È una gara che mi ha sempre attratto moltissimo e vi parteciperò con un equipaggio che è ancora da definire, perché “24 ore” non me le faccio da solo. Sarà una figata provarci!

Un’altra importante sfida si chiama “Obiettivo 3”. In cosa consiste? modello. I tuoi genitori, come reagivano?

Ho avuto due genitori meravigliosi, che mi hanno riempito la borsa di attrezzi, metaforicamente parlando, che mi sono serviti in tante occasioni difficili nella vita. Papà Dino, che faceva l’idraulico, diceva sempre «chi copia piglia 5, ma è un buon punto di partenza». Voleva dirmi, sii curioso, gira la testa, osserva gli altri. Copiare è il punto di partenza, poi devi fare il tuo.

Come l’hanno presa quando hai detto che volevi fare il pilota da corsa?

Avevo 11 anni quando confidai a papà che da grande avrei voluto fare il pilota di Formula 1. Lui si grattò la testa, chiedendosi «e adesso come glielo spiego che non è una cosa così facile?». Poi, siccome io insistevo, mi disse «Sandrino, io mi rendo conto che a studiare la matematica e la letteratura non ti senta vicino alla realizzazione del tuo sogno, ma siccome è ciò che puoi fare oggi, fai quello, perché facendo bene quella cosa lì potrai infilare nella borsa degli attrezzi, che magari un domani ti serviranno a fare altro».

Qual è stato il momento in cui hai capito che essere un pilota sarebbe stato il tuo futuro? Fu quando mio padre mi regalò il primo go-kart. Avevo 13 anni e mi portò a Vado, sulle colline bolognesi, febbraio 2018

Lo sport, si sa, è per tutti. Quando però a confrontarsi con una disciplina è una persona disabile, tutto è maledettamente complicato perché servono ausili altamente tecnici, conoscenze approfondite e soprattutto ha costi elevati. Con obiettivo 3 vogliamo avviare allo sport quante più persone disabili possibile e poi individuarne almeno 3 per cercare le qualificazioni ai prossimi Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. Tutto questo grazie all’importante sostegno di realtà non-profit come la Fondazione Vodafone Italia. Portare tre atleti a Tokyo diventa da un lato il coronamento finale di un lungo e complesso percorso, dall’altro la creazione di nuovi modelli positivi non solo per il mondo disabile, ma soprattutto per la nostra società.

Concludiamo con un momento che ricordi con particolare gioia…

L’esperienza di Berlino del 2015. C’era il sole e Berlino è un po’ la città della mia seconda venuta al mondo, perché proprio lì mi hanno salvato la vita il 15 settembre 2001 e in quella città ho ricominciato a vivere. È stato meraviglioso anche alle Hawaii. Ma devo dire che le corse rappresentano una bella fetta della mia storia, ma non sono di certo la parte più importante. Le mie più grandi passioni sono mio figlio Nicolò, le tagliatelle al ragù di mia madre e mia moglie Daniela… non necessariamente in quest’ordine!

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LA STRADA DEI CASTELLI E DEI SAPORI

NEL FRIULI COLLINARE

Anche in questo 2018 i nostri itinerari vi guideranno alla scoperta di luoghi che non sono tra i più noti ma che possono riservare molte piacevoli sorprese. Qui visiteremo suggestivi borghi del Friuli Venezia Giulia: partendo da Cividale del Friuli, avvolti da atmosfere longobarde, giungeremo sino a Cassacco, passando per la “Strada dei Castelli e dei Sapori nel Friuli Collinare”. Percorreremo un’area tra le più interessanti della regione, alla scoperta di abbinamenti tra le risorse storico-artistiche e le numerose eccellenze agroalimentari A cura di Sandro Nobili

Osoppo

San Daniele del Friuli

Cassacco

Fagagna Remanzacco Cividale del Friuli UDINE

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Fondata da Giulio Cesare con il nome di Forum Iulii, da cui viene il nome Friuli, Cividale nel 568 d.C. divenne sede del primo ducato longobardo in Italia e in seguito, per alcuni secoli, residenza dei Patriarchi di Aquileia. La città conserva significative testimonianze longobarde, prima fra tutte il Tempietto, una delle più straordinarie e misteriose architetture alto-medievali occidentali che nel 2017 si è riconfermato una delle mete turistiche più apprezzate del Friuli Venezia Giulia. Altri tesori sono custoditi nei 2 musei cittadini: nel prezioso Museo Cristiano del Duomo si trovano l’altare fatto costruire dal Duca Ratchis e il Battistero del patriarca Callisto, mentre nel Museo Archeologico Nazionale si possono ammirare i corredi delle necropoli longobarde cividalesi. Un patrimonio storico e artistico riconosciuto nel 2011 dall’UNESCO, che pone Cividale all’inizio di un itinerario longobardo che consente di scoprire tesori stupendi, anche se poco noti, a cominciare febbraio 2018


[ s copr i

l’ita lia ]

GOLF CLUB UDINE

Il Golf Club Udine si trova in uno dei borghi più belli d’Italia, contornato da splendide colline di querce e faggi che svettano sullo sfondo delle Alpi Carniche. Fondato nel 1970, ottenne l’affiliazione alla Federazione nel 1972. Attualmente il tracciato di gara è un Par 72. Tecnicamente impegnativo, si sviluppa su una lunghezza di oltre 6300 metri, rispettando la morfologia delle colline moreniche dove è sito. Importanti anche gli interventi che hanno portato ad un completo restyling della Club House e alla realizzazione di un nuovo bellissimo campo pratica.

Da sinistra in senso orario: Cividale; il Museo Gino Tonutti a Remanzacco; il Golf Club Udine; un particolare del Borgo di Fagagna e l’interno della casa “Cjase Cocel” nel Museo della Vita Contadina

dal Nord-Est del Bel Paese. Da Cividale ci spostiamo a Remanzacco per una visita al Museo Gino Tonutti, che documenta in 4 interessanti sezioni un secolo di attività nella produzione di attrezzature e macchine agricole rurali ed espone prestigiosi autoveicoli e motocicli d’epoca. La sezione dedicata all’archeologia industriale (dal tardo ‘800 agli anni ‘60) raccoglie macchinari, utensili e attrezzature (perfettamente funzionanti) tra i quali i primi trapani a mano e i primi attrezzi per la fabbricazione dei carri e aratri a trazione animale. Il reparto delle macchine agricole presenta ogni sorta di strumenti del lavoro rurale e di macchine che hanno caratterizzato la meccanizzazione agricola degli anni Trenta e Quaranta. Di particolare interesse un motore a vapore che aziona una trebbiatrice collegata ad un’imballatrice. La sezione auto d’epoca dedica ampio spazio alle automobili storiche (circa un’ottantina dal 1915 ai giorni nostri) tra cui la prima Ford modello “T”, una febbraio 2018

Chevrolet del 1929, quattro Rolls Royce, la Jacquard XK 120 del 1952, la Delorean (auto del film “Ritorno al futuro”), una Corvette Batman, varie Ferrari (tra cui la F40) e diverse Lamborghini. Infine, la sezione moto d’epoca (dai primi del ‘900 agli anni ‘80) comprende più di una settantina di moto sto-

riche di vari costruttori italiani, europei e americani. Da Remanzacco, superata Udine, entriamo in un tratto molto suggestivo della “Strada dei Castelli e del Prosciutto”, che si snoda tra ridenti paesi adagiati sui colli, nel cuore del Friuli collinare: un cuore dal battito lieve e gentile. Arriviamo a Fagagna. Questo incantevole borgo era incluso nella lista dei 5 castelli che l’Imperatore cedette al Patriarca di Aquileia nel 983 e rappresentò sempre una comunità importante. Fagagna è ricca di zone verdi, parchi e percorsi naturalistici, di opere d’arte e di luoghi di interesse storico. Qui, immerso in uno dei borghi più belli d’Italia, gli appassionati di golf possono fare una sosta al Golf Club Udine a 18 buche integrate in 73 ettari di campo, con un tracciato di gara Par 72. Il Museo della vita contadina e l’Oasi del Quadris completano lo scenario in un connubio tra tradizione e natura. A Fagagna, inoltre, si mangia e si beve bene: qui non possiamo non degustare l’omoni-

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[ scopri

l’italia ]

Il Forte di Osoppo

San Daniele del Friuli

mo formaggio locale, noto per le sue caratteristiche organolettiche. Infine, in località Villalta, troviamo un altro bellissimo castello, molto ben conservato, che da una piccola altura domina il territorio intorno, che ormai si è fatto pianura. Lasciata Fagagna, ci muoviamo verso nord e raggiungiamo San Daniele del Friuli, il centro principale del Friuli Collinare, da cui si godono panorami molto suggestivi su dolci distese di colline. Conosciuta a livello internazionale per la produzione della trota affumicata e soprattutto di un prosciutto dal sapore inimitabile, frutto di un microclima unico e di una tradizione millenaria. Fin dal Medioevo, infatti, in questi luoghi venivano lavorate le carni di maiale per produrre quello che oggi è l’apprezzatissimo prosciutto di San Daniele, le cui qualità e caratteristiche organolettiche sono uniche. La cit-

tadina è ricca di perle artistiche e storiche. Restiamo “abbagliati” dal bianco del Duomo del XVIII secolo e dagli affreschi dell’ex Chiesa di Sant’Antonio Abate, il più importante ciclo d’affreschi rinascimentali della regione, tanto da far guadagnare a San Daniele l’appellativo di “piccola Siena del Friuli”. Merita una visita anche la Biblioteca Guarneriana, una delle più prestigiose biblioteche d’Italia nonché la più antica del Friuli Venezia Giulia, che conserva preziosi codici miniati. Procediamo alla tappa successiva della nostra “Strada dei Castelli e dei Sapori nel Friuli Collinare” che ci porta ad Osoppo legata al più celebre dei suoi colli, denominato “Il Forte”, che domina la zona in cui gli ultimi rilievi prealpini vengono erosi dal Tagliamento e si stemperano nella pianura. I principali monumenti della località furono gravemente danneggiati dal terremoto del 1976, tuttavia molte opere architettoniche sono state sapientemente restaurate ed oggi possono essere nuovamente ammirate. Il Parco del Rivellino ad Osoppo è un parco naturale, ricco di alberi e prati immensi, che si estende per oltre 240mila mq lunCastello di Cassacco

go un costone di roccia dove si erge a strapiombo una fortezza del XIV secolo. Il colle e la Fortezza di Osoppo rappresentano un complesso di grande interesse storico e naturalistico. Il colle è stato teatro di alcuni episodi gloriosi ed è stato utilizzato fin dall’antichità come struttura militare continuamente adeguata al modificarsi delle strategie e delle tecniche militari: oggi si possono visitare gallerie, fossati, trinceramenti e casematte; per questi motivi nel 1923 la Fortezza di Osoppo fu dichiarata “monumento nazionale”. Nella parte meridionale del colle sono visibili orme fossili di mammiferi vissuti da 2 a 10 milioni di anni fa. Lasciamo Osoppo per giungere all’ultima tappa del nostro viaggio. Cassacco è una località posta sulle colline dell’anfiteatro morenico del fiume Tagliamento. Tra questi ameni luoghi, tra i primi rilievi sulla pianura, troviamo il nostro primo castello: il Castello di Cassacco. La costruzione attuale risale al Duecento con l’apporto di alcune modifiche posteriori. Le lotte feudali non distrussero mai il castello che perciò ha conservato gran parte delle strutture, con alcune modifiche apportate nel basso Medioevo e nel Quattrocento quando fu costruita la chiesetta di Santa Maria Assunta. Una leggenda narra che questo castello e il vicino castello di Tricesimo, per oltre un secolo appartenuti alla stessa famiglia dei Montegnacco, fossero collegati da un cunicolo sotterraneo, a cui si accedeva scendendo quaranta gradini, che nessuno ha mai individuato. febbraio 2018



[ s copr i l’ita lia ]

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VILLE PALLADIANE E SCACCHI VIVENTI NEI BORGHI MEDIEVALI VICENTINI A cura di Riccardo Lagorio

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Breganze si annuncia da lontano. Il suo biglietto da

visita è il campanile, 90 metri di altezza, secondo nel Veneto solo a San Marco. Dietro, le colline e l’Altopiano di Asiago. L’arrivo nella piazza è animato ed è il centro di una striscia pedemontana tra i fiumi Astico e Brenta, tra Thiene e Bassano del Grappa. Breganze è terra operosa: dai fratelli Scotton, tre preti strenui difensori del potere temporale del papa nell’Ottocento, ma anche dei Laverda che qui impiantarono le loro aziende, dai cannoni antigrandine, alle moto da corso, passando per le macchine agricole che ancora oggi si producono. A favore di un’agricoltura che qui fa rima con vino. Patria della Vespaiola, un’uva a buccia bianca che si trova solo in quest’area e che matura abbastanza tardi. La sua naturale acidità rende il vino adatto ai piatti locali, il bacalà alla vicentina e quelli a base di Asparagi bianchi di Bassano DOP. Ma con la Vespaiola si ottiene anche il caratteristico Torcolato di Breganze DOC, ottenuto dai migliori grappoli “intorcolati” ovvero appassiti attorcigliati negli spaghi appesi alle soffitte

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l’ita lia ]

e, secondo tradizione, pigiati nel mese di gennaio. E a Breganze sorge anche il quartier generale dell’azienda di abbigliamento Diesel, il marchio noto in tutto il mondo. Intorno il paesaggio racconta dell’attività di Andrea Palladio e delle ville costruite grazie ai progetti dell’architetto rinascimentale, che hanno valso al territorio l’inserimento nei beni Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco già nel 1996. Tra queste Villa Angarano, commissionata nel 1554 da Giacomo Angarano a Palladio e che ora è sede dell’omonima azienda vitivinicola. Si trova appena fuori Bassano del Grappa, nella parte più orientale della zona Breganze DOC (villaangarano.com). Dopo avere passeggiato sul Ponte Vecchio e lungo le caratteristiche piazze di Bassano, si passa a Marostica. Città murata, nacque come fortezza militare alle pendici dell’Altopiano di Asiago. Oggi è riconoscibile per i due castelli: uno sul colle dal quale dominare i possedimenti circostanti; l’altro al piano, con al centro la grande piazza dove annualmente si tiene dal 1954 la Partita degli scacchi viventi e la rievocazione storica con 600 figuranti della contesa tra Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara per la bella Lionora. Per gli amanti delle rievocazioni storiche Thiene rappresenta ogni anno la concessione del Mercato franco da dazi, ottenuto nel 1492. Sport e tempo libero a misura di famiglia sono altri due punti di forza della zona. Gli appassionati delle due ruote e di city bike possono infatti percorrere chilometri lungo strade poco battute e chi si vuole avventurare a piedi, passeggiando o praticando trekking, il territorio offre percorsi adatti a tutti i tipi di escursionismo e sentieri adatti alle famiglie. Al ritorno una merenda con il caratteristico pane biscottato e la sopressa, il salame morbido dalla grana sottile, è d’obbligo. Sosta quindi all’azienda agricola di Emilio Vitacchio a Breganze (vitacchioemilio.com) o alla ricerca dell’agriturismo Contrà Soarda di Bassano del Grappa (contrasoarda.it) per piatti cucinati con prodotti locali. febbraio 2018

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PASCUCCI

A cura di Monica Rota

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Pascucci Milano è il coffee shop n.468, un luogo dal contenuto internazionale ma con cuore ed essenza italiana. Questo di corso Europa 22 rappresenta un mix fra il laboratorio artigianale e il salotto “buono” di casa. Pascucci Milano si può vivere quotidianamente con grande piacevolezza pur essendo fondato sulla qualità spesso estrema di caffè di tanti tipi diversi. Lo si deve vivere come un ambiente dove allargare la propria visione sul mondo del caffè inteso come bevanda, Pascucci è un contenitore che raccoglie e unisce prodotti e cose di differenti culture cercando di farle condividere a Milano, la città più dinamica d’Italia e certamente fra le prime d’Europa e del mondo. Questo nuovo,

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TUTTO IL PIACERE DEL CAFFÈ, DA 135 ANNI

originale locale offre la possibilità di una pausa rilassante sperimentando vari modi per bere il caffè, provando sentori meno tipici per il nostro gusto. La filosofia del Pascucci mette al centro il biologico. Gli ingredienti più importanti e di maggior diffusione, come bevande, latte, uova, infusi, cioccolato e soprattutto caffè sono provenienti da agricoltura biologica certificata. Il blend Pascucci Bio è composto da caffè di differenti origini, come India, Papua Nuova Guinea, Messico, Honduras ed Etiopia, per offrire una tazza sconvolgente, che rompe il mercato convenzionale del caffè con le sue caratteristiche organolettiche primitive e originali. È importante sottolineare che tutti i giovani ba-

risti presenti da Pascucci vengono dalla sua scuola di formazione e che all’interno del locale c’è un piccolo laboratorio di tostatura e assaggio. Tutto il locale di Corso Europa è arricchito da arredi originali di design italiano. È stata una piacevolissima scoperta questo Pascucci Shop anche se dobbiamo ricordare che la storia del Caffè Pascucci è ultracentenaria essendo iniziata nel lontano 1883. I tanti clienti, giovani e meno giovani, che ogni giorno si ritrovano ad affollare il locale milanese, hanno già decretato che la storia del caffè Pascucci è destinata a continuare nel tempo e chissà con quante nuove scoperte di ulteriori sapori di caffè sconosciuti che impareremo a gustare. febbraio 2018


LA TUA CASA…

ANZI, MOLTO DI PIÙ!! www.casebio.it


[ gour met ]

NOSTRANO DI STEFANO CIOTTI “OMAGGIO A ROSSINI”

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A cura di Riccardo Lagorio

Il 2018 è, per legge, Anno Rossiniano. Non solo spartiti e libretti affollavano i giorni del grande maestro. Pesaro ricorderà Gioacchino Rossini, che era noto anche come buongustaio, con una serie di iniziative. Così, anche per rendere omaggio all’appetito del compositore, il cuoco stellato Stefano Ciotti del Ristorante Nostrano di Pesaro gli ha anche dedicato una ricetta che riportiamo qui a lato. «Il Maestro era tanto appassionato di cucina, tanto da lasciare alla gastronomia anche un piatto a lui intitolato, il tournedos alla Rossini. Si racconta che i suoi abbinamenti fossero calorici e ghiotti e che nella sua dispensa non mancassero mai tartufi e foie gras», racconta Ciotti. «L’Anno Rossiniano - continua, con emozione - sarà un’estensione di quello accade a Pesaro nei 10 giorni di agosto durante il Rossini Opera Festival, una sfilata di buon gusto e di bellezza. In quei dieci giorni qui si parlano tutte le lingue del mondo e la città letteralmente si trasforma». «Non si poteva non celebrare l’evento con una ricetta che riprende i gusti del Maestro, ma con prodotti prevalentemente locali, con carni dell’Alto Metauro e tartufo di Acqualagna». Che cosa berci? «Il vino che io suggerisco è un Pinot Nero pesarese». Al di là di questa iniziativa, quale è il piatto che più rappresenta la tua cucina?

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«Sono senz’altro i calamari cotti sul testo, accompagnati da crema di vaniglia e pere con polvere di capperi e origano. Si tratta di una tecnica di cottura locale e antica applicata a un piatto moderno e coerente con i tempi di oggi».

Ristorante Nostrano Piazzale della Liberta, 7 Pesaro Telefono 0721639813 www.nostranoristorante.it

SALTIMBOCCA D’ANATRA, FOIE GRAS, TARTUFO NERO DI ACQUALAGNA, COMPOSTA DI VISCIOLE DI PERGOLA E MANDORLE

Ingredienti 1 petto d’anatra 4 scaloppe di foie gras 8 foglie di basilico 8 foglie di salvia grandi 20 grammi di Parmigiano Reggiano DOP 30 grammi di tartufo nero di Acqualagna tagliato a bastoncini 40 grammi di composta di visciole di Pergola Mezzo bicchiere di Madeira Sale e pepe

Preparazione Si mette il petto d’anatra nel congelatore per farlo rassodare e con l’aiuto di un’affettatrice si ottengono fette alte 3 mm. Si stendono su un tavolo e si posizionano una a fianco all’altra. A parte di rosolano le scaloppe di fegato in una padella già calda, lasciandole crude al centro; poi si tagliano a metà. Si sala ogni fetta d’anatra, si mette un po’ di Parmigiano Reggiano DOP, una foglia di basilico, una di salvia, un pezzo di scaloppa di foie gras e un po’ di tartufo. Si arrotola tutto ottenendo un involtino e rosolare i saltimbocca in una padella, finendo la cottura in forno a 180°C per 3 minuti. Al fondo della casseruola si unisce il Madeira e si fa addensare. A parte si mescola la composta di visciole. Si tagliano i saltimbocca a fette di 1,5 cm di spessore e si impiattano con la composta di visciole, finendole con il Madeira e un filo d’olio di Cartoceto.

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SUSUMANIELLO TENUTE RUBINO

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Una “perla” del Salento

La riscoperta dei vitigni autoctoni pugliesi è la linea guida fondamentale della produzione delle Tenute Rubino. Nelle quattro tenute della cantina, situate a Jaddico, Marmorelle, Uggìo e Punta Aquila, vengono coltivati i vitigni Negroamaro, Malvasia Nera, Malvasia Bianca, Primitivo e Susumaniello. Terroir d’eccellenza enologica per l’altissimo livello dei vini a cui dà i natali, Jaddico è probabilmente la tenuta più rappresentativa della famiglia Rubino. La vicinanza al mare e la costante ventilazione sono caratteristiche distintive della tenuta, che insieme alla vicina Marmorelle era parte integrante di un antico fundus romano. Scavi archeologici hanno riportato alla luce l’antica casa padronale e le fornaci in cui Visellio, l’antico proprietario della tenuta, cuoceva le anfore vinarie. Il Susumaniello Coltivato nella tenuta di Jaddico, il Susumaniello è il vitigno autoctono che identifica maggiormente Tenute Rubino. Uva a bacca nera di probabili origini dalmate, deve il suo nome all’abbondante produzione iniziale, ridottasi sensibilmente - col susseguirsi delle vendemmie - fino a una media al di sotto del chilogrammo per pianta. Questo probabilmente spiega il graduale abbandono di questa varietà così particolare. I vigneti, a spalliera, poggiano su terreni calcarei e sabbiosi, sono frutto di una rigorosa selezione operata su piante di 75 anni. Il progetto Susumaniello prende il via con la produzione nel 2000 del Torre Testa, un rosso che rimane ad oggi l’emblema di Tenute Rubino, già oggi considerato una delle perle enologiche della Puglia.

Luigi Rubino e Romina Leopardi

Torre Testa Susumaniello

Un vino intenso, di gran classe ed eleganza, frutto di uve in parte appassite. Capofila del progetto Susumaniello e simbolo della rinnovata verve enologica salentina, dalla spinta acida poderosa e tannini di una finezza senza pari, ha colore rosso cupo molto intenso, con riflessi violacei, un bouquet in cui si avvertono distintamente note eleganti, eteree e complesse di ciliegia nera e prugna sotto spirito, ribes e mora in confettura, che si alternano a deliziosi sentori di cioccolato, ginepro, noce moscata, liquirizia, cannella e inchiostro. Al gusto sorprende per classe ed armonia: intenso, di persistenza interminabile, risultante straordinaria di un frutto potente e fragrante, spinta acida poderosa e tannini di una finezza senza pari. Si abbina a pappardelle al sugo di salsiccia, gnocchi al ragù di agnello, pennette al cinghiale, cosciotto di capretto delle Murge al forno, arrosto misto alla brace, formaggi stagionati. Servire a 16-18 °C in calici con coppa ampia.

Giuseppe Vaccarini Miglior Sommelier del Mondo A.S.I.® Presidente dell’Associazione della Sommellerie Professionale Italiana

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[ s alute & benes s er e ]

È IMPORTANTE COMBATTERE I RADICALI LIBERI A cura di Evelina Flachi

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Invecchiamento, senescenza e longevità sono fenomeni correlati relativi a processi ritenuti per lungo tempo impossibili da analizzare da un punto di vista strettamente scientifico. Oggi non è più così in quanto si è visto che tali processi sono sottoposti a controllo genetico. Da circa venti anni sono stati isolati i geni responsabili della longevità, soprattutto in diverse specie di invertebrati. Fra gli umani sono stati isolati geni responsabili di numerose malattie ereditarie, tra cui il morbo di Alzheimer, ritenute fino ad allora collegate al processo di invecchiamento. Numerosi studi hanno suggerito l’esistenza di un 20-40% di ereditarietà per la lunghezza della vita nell’uomo. Possiamo affermare che, nella specie umana, il processo di invecchiamento è legato per circa un terzo a fattori genetici e per due terzi a fattori esterni, al nostro stile di vita. La genetica costituisce uno stru-

mento importante applicato all’analisi dei processi di invecchiamento e si spera che i progressi che si stanno compiendo possano portare al raggiungimento, in un futuro non troppo lontano, di terapie in grado di modificare difetti che sono responsabili per circa un terzo di un invecchiamento accelerato. Per il momento la nostra attenzione è rivolta verso i cosiddetti fattori esterni responsabili del processo. A tutt’oggi, la teoria più accreditata come causa di invecchiamento da fattori esterni è quella dello stress ossidativo da radicali liberi. I radicali liberi sono sostanze che si possono sviluppare all’interno del nostro organismo e che sono in grado di danneggiare le cellule, ossidando le loro pareti, fino alla distruzione del loro nucleo contenente il DNA. La morte di queste cellule rappresenta il punto di partenza verso la degenerazione di organi e apparati e, quindi, verso la perdita di quegli equilibri che regolano la nostra vita. Il nostro organismo presenta delle sostanze in grado di contrastare l’azione negativa dei radicali liberi, ma non sempre questo è possibile, vuoi per il loro numero troppo elevato, vuoi per il numero troppo scarso di sostanze antiradicaliche (antiossidanti) presenti. Al momento, quindi, quello che possiamo fare è cercare di prevenire l’invecchiamento, da un lato cercando di ridurre il più possibile la quantità di radicali presenti nel nostro organismo e, dall’altro, cercando di aumentare la quantità di sostanze in grado di combatterli. A tale proposito è interessante sapere che esistono delle spezie (curcuma, zafferano, cannella, bacche di vaniglia, noce moscata) e degli alimenti in grado di neutralizzare i radicali liberi. Il ministero dell’Agricoltura americano, dopo aver dimo-

Tratto dal libro “La dieta del 5” 18

febbraio 2018


[ s a lute

strato tale capacità, ha stilato una sorta di classifica in cui sono inseriti numerosi alimenti, di uso comune, sulla base del loro differente potere antiossidante, antiradicalico. E si è arrivati anche a definire un quantitativo minimo consigliato di queste sostanze: ogni giorno dovremmo assorbire con la dieta fra le 3000 e le 5000 unità di ORAC (Oxygen Radical Absorbance Capacity). Nella tabella trovate le unità di ORAC presenti in una porzione dei diversi alimenti.

& benes s er e ]

Alimenti che apportano fino a 500 unità di ORAC a porzione Alimento (quantità) Unità Cetrioli (1) Pomodori (1) Albicocche (3) Spinaci crudi (1 piatto) Melone (3 fette) Pera (1) Banana (1) Pesca (1) Mela (1) Melanzana (1) Uva bianca (1 grappolo) Cipolla (1) Uvetta nera (1 cucchiaio) Cavolfiore cotto (1 tazza) Fagiolini cotti (1 tazza) Patata americana (1) Kiwi (1)

36 116 172 182 197 222 223 248 301 326 357 360 396 400 404 433 458

Alimenti che apportano da 500 a 1000 unità di ORAC Alimento (quantità) Unità Peperone (1) Uva nera (1 grappolino) Avocado (1) Patata arrosto (1) Susina (1) Arancia (1)

529 569 571 575 626 983

Alimenti che apportano oltre 2000 unità di ORAC Alimento (quantità)

Cavolo verde cotto (1 tazza) Mirtilli (1 tazza) Succo di uva nera (1 bicchiere)

Alimenti che apportano da 1000 a 2000 unità di ORAC Alimento (quantità) Unità Succo di arancia (1 bicchiere) Fragole (1 tazza) Pompelmo rosa (1) Succo di pompelmo (1 bicchiere) Cavoli di Bruxelles cotti (1 tazza) Prugne nere (3) More (1 tazza) Barbabietola cotta (1 tazza)

Unità 2048 3480 5216

1142 1170 1188 1274 1384 1454 1466 1782


ELENA D’AMBROGIO NAVONE

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E

Elena D’Ambrogio Navone, scrittrice ed imprenditrice, descrive in questo amabilissimo libro la vita di Giuseppe Navone, imprenditore edile, avvocato e dirigente torinese. Un uomo che ha affrontato grandi successi lavorativi, ma anche un uomo coraggioso che non ha mai ceduto, nonostante le terribili vicende subite. Un uomo sconosciuto ai più: lo ricordano i “vecchi” tifosi del Torino Calcio di cui fu vice presidente dal 1962 al 1979 (contribuendo allo storico scudetto del Toro del 1976) e quanti “condivisero” il drammatico episodio di cronaca del 1977 che vide Giuseppe vittima di un terribile rapimento. Ma il libro è anche una testimonianza densa di emozione, prima che una biografia. È lo spaccato di un Paese, dagli anni della rinascita a quelli cupi e oscuri del dopo boom economico. Chi l’ha scritto, Elena D’Ambrogio, conosceva bene Giuseppe: ha sposato il figlio Giorgio. Ci sono parti del libro tratte proprio dal diario dell’uomo: gli anni giovanili nell’astigiano, il viaggio con il padre verso San Paolo Solbrito e un castello da restaurare. Poi la guerra e gli anni della ricostruzione. L’Italia da rimettere in piedi. Si parla di sentimenti forti, profondi, di personalità predominanti, di storie di vita concrete. “Quando un uomo” è stato pubblicato da Urbano Cairo, presidente del Torino. La stessa autrice ancora giovanissima, aveva nel cuore la squadra granata, ancor prima di conoscere

Ph. Nick Zonna

LIBRI A cura di Valerio Consonni

la famiglia Navone e in questo volume dedica ampio spazio al Toro e a uno dei suoi miti, Gigi Meroni, la Farfalla Granata che morì a soli 24 anni. «Chi legge queste pagine» - ha spiegato Vittorio Feltri, che ne ha curato la prefazione - «scritte con delicatezza poetica e rigore documentario, si imbatterà in una di quelle figure che gli antropologi chiamano “archetipe”. Insomma, trattasi delle colonne che reggono l’umanità, che le hanno consentito, con la loro opera e la loro testimonianza, di crescere e poi di reggere ai colpi della Storia, di non arrendersi davanti al male che cerca di sommergerla da ogni parte. Senza questi uomini e donne, tutto si sfalderebbe. Per questa ragione, in questa epoca dove tutto si liquefa, è opportuno recuperare la memoria dell’essenziale incarnato da personalità di questa caratura morale. Navone è stato, ed è tuttora, invisibile alle masse: uno di quei piloni immarcescibili, di cui non conosciamo neppure l’esistenza, ma che, dopo questo libro, oso sperare, sarà possibile identificare anche da lontano, anzi sarà imperdonabile non sapere chi sia stato e quale debito abbiamo, come italiche genti, verso di lui. Con una caratteristica unica, che si nota da vicino e da lontano: una colonna granata, un pilastro torinista». Un libro dunque che trasmette grande curiosità e voglia di conoscere meglio quest’uomo straordinario. Brava Elena! febbraio 2018


[ libri ] LA VERTIGINE DEI CONSUMI

Il libero accesso, i prezzi fissi, la fiducia e la tutela legale dei consumatori sono i valori costitutivi dell’invenzione del lusso democratico e del cibo uguale per tutti, ma sono anche gli elementi identificativi della nostra società dei consumi. Il libro ci offre un lungo percorso fra i tanti cambiamenti sociali di questi ultimi 2 secoli, grazie al variegato mondo del commercio. Il testo è arricchito dai contributi di Costantino Cipolla e Riccardo Garosci. Franco A. Fava (Franco Angeli)

FESTA DI FAMIGLIA

Bice Cairati ci racconta una storia di 4 giovani amiche, donne del nostro tempo, con i loro sogni e le loro incertezze. A Milano è quasi Natale e in un ristorante già addobbato a festa, le 4 donne si ritrovano come ogni giovedì per regalarsi un momento di chiacchiere e confidenze. Quella sera avranno un compleanno da festeggiare ma anche una confessione davvero imprevista. Sveva Casati Modignani (Sperling § Kupfer)

LA SERA A ROMA

Non lo scopriamo certo con questo romanzo il modo elegante di scrivere di Enrico Vanzina. Ma in questo racconto troviamo l’amore con cui l’autore descrive una Roma eternamente avvinta alle sue meraviglie e ai suoi difetti indistruttibili. Ne viene fuori un racconto straordinario, un vero e proprio giallo che ha come sfondo l’immagine di una città profondamente amata, nonostante tutto. Enrico Vanzina (Mondadori)

FIORI SOPRA L’INFERNO

La tranquillità di un piccolo paese delle Dolomiti friulane viene improvvisamente sconvolta da una serie di delitti efferati. Una presenza sconvolge gli abitanti con aggressioni feroci e la foresta, complice, la nasconde. Le indagini vengono affidate al commissario Teresa Battaglia, eroina atipica ed empatica, capace di emozionare il lettore con la sua umanità. Ilaria Tuti (Longanesi)

LEALTÀ

Uno straordinario romanzo sul potere, sulla natura del desiderio, sul bisogno assoluto di trovare un nuovo linguaggio e di sviluppare nuove relazioni umane. Giulia, la protagonista, è un personaggio forte (con una sottile vena di malinconia) capace di sedurre il lettore pagina dopo pagina, interrogandosi sulla fragilità che riguarda sempre tutti in quanto “esseri umani”. Letizia Pezzali (Einaudi)

CASTIGO DI DIO

È l’estate del 1943 a Bari, quando un uomo corrotto e malvagio che tutti chiamano “Amaro” decide di rapire la figlia dodicenne di un ricco proprietario terriero della provincia. A capo di un’organizzazione malavitosa dai contorni inquietanti, Amaro è il re della Socia, un immenso palazzo fatiscente che nel corso degli anni ha subito un progressivo e inarrestabile degrado. Ed è in questa alternanza tra bene e male, tra giusto e ingiusto, tra bello e orrendo che il romanzo si compie. Marcello Introna (Mondadori)

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[ a genda italia ]

SAN VALENTINO

In questo numero vogliamo proporvi di festeggiare San Valentino prendendovi un weekend lungo (se potete…) per andare in uno di questi meravigliosi borghi italiani che abbiamo scelto per voi. Sarà una esperienza bellissima e tornerete a casa portandovi nel cuore ciò che avete visto, ciò che avete mangiato e la tenerezza del vostro festeggiamento tanto personale ORTA SAN GIULIO (NO)

La vostra fuga romantica, nell’incantevole borgo piemontese di Orta San Giulio, affacciato sul Lago d’Orta. Il paese si arrampica sulle alture a bordo del lago, con stradine e piazzette caratteristiche e guarda alla pittoresca isola di San Giulio, al centro del lago, raggiungibile con il servizio di imbarcazione dalla piazza centrale del borgo, con la sua panoramica terrazza a pelo d’acqua. Sul Lago d’Orta potrete cenare all’esclusivo ristorante Villa Crespi dello Chef Antonino Cannavacciuolo. VERNAZZA (SP)

Questo è certamente uno dei borghi più belli delle Cinque Terre, con le sue piccole case tutte colorate arrampicate su un promontorio roccioso a picco sul mare. Anche Vernazza ospita un castello e un porticciolo che, grazie ad un piccolo molo, crea un golfo davvero incantevole. È difficile consigliarvi un ambiente così perfetto per una vacanza romantica, tra i colori, i sapori e i profumi di questa terra straordinaria. GRADARA (PU)

Questo borgo con il suo castello offre una vista magnifica e un ambiente suggestivo, con i suoi pittoreschi vicoli e i ristorantini tipici. È un altro luogo simbolo dell’amore travolgente, ricordate Paolo e Francesca, nella Divina Commedia? Il castello è una storica Rocca Malatestiana del ‘400, a cui è annesso un caratteristico borgo, circondato da un’imponente cinta muraria. Con San Valentino a Gradara sceglierete le bellissime Marche.

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SANTA SEVERA (RM)

Per una fuga romantica vicino a Roma, vi consigliamo la bellissima Santa Severa, specialmente a chi ama il mare d’inverno. Il suo suggestivo imponente castello svetta infatti da una punta che sporge sul mare. Alle spalle del castello sorgono gli edifici e i palazzi del borgo medievale. Da visitare anche la vicina area archeologica. Un San Valentino originale e romanticissimo. ROCCA CALASCIO (AQ)

È la nostra ultima segnalazione per un San Valentino davvero indimenticabile. Siamo in provincia dell’Aquila nel Parco Nazionale del Gran Sasso. Possiamo definirlo uno dei luoghi più suggestivi d’Italia. L’antico rudere di questo castello è stato recuperato e valorizzato. Il borgo antico di Calascio si trova appena sotto la torre di guardia. Le camere sono state tutte ricavate restaurando gli antichi ruderi arredate secondo lo stile del luogo. Romanticissimo! febbraio 2018




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