COME STAI?
TOLLERARE L’INTOLLERABILE A cura di MARINA NEGRI
Q
uesto è il motto che mi piace scrivere e di cui mi piace parlare quando penso alla malattia che mi ha colpito nel 2003. Come molte donne anch’io ho incontrato il cancro al seno, avevo 44 anni, ero ancora abbastanza giovane ma avevo già una figlia adolescente e un bel pezzo di vita alle spalle. Tante tra noi non hanno avuto la mia stessa fortuna! Ritrovarmi mastectomizzata, senza capelli per la chemio, in menopausa e più grassa di 10 kg nel giro di pochi mesi è stato come entrare in un vortice di paura e di dolore che in certi momenti sembrava davvero intollerabile. Appena prima della diagnosi però avevo cominciato un corso inerente al mio lavoro di fisioterapista, che insegna a metabolizzare i sintomi e gli effetti dei traumi attraverso le sensazioni somatiche e le risorse che la fisiologia della nostra specie ci mette a disposizione. Non ero in grado di utilizzare nessuna delle mie competenze per aiutarmi, avevo bisogno di uno spazio dove potermi ritrovare e sentirmi al sicuro, magari con qualcuno che come me era passato in quel vortice e ne era uscito o aveva capito come starci insieme. Così che è cominciata la mia avventura in Attivecomeprima. È un viaggio che mi ha aiutato e insegnato molto su ciò che il nostro “essere umani” significa sia in termini di vulnerabilità sia di capacità. Il contenitore in cui fare spazio all’intollerabile: la paura di morire, l’ammalarsi di nuovo, subire altri interventi e altre perdite si è allargato dandomi la possibilità di recuperare ogni giorno qualcosa che assomiglia a un’evoluzione che mi rende ormai irriconoscibile ai miei occhi sia nello specchio che nello sguardo del cuore. Ho terminato il corso triennale per operatori di Somatic Experiencing® e ho cominciato a usarlo nella mia professione. Contemporaneamente, vivevo il ruolo
di fiduciaria che porta la sua esperienza in associazione. Ho incontrato tantissime coraggiose e potenti compagne di avventura oncologica che frequentano gli stessi gruppi di supporto psicologico che tanto mi avevano aiutato a riemergere dal vortice del trauma. Ho scoperto che tutti noi possiamo allargare il contenitore degli eventi difficili perché il nostro sistema nervoso è disegnato per farlo. É così che la razza umana è sopravvissuta! Con questa consapevolezza, sostenuta da ricerche ormai trentennali, dal 2012 mi appassiono ai gruppi di donne che in Attive si mettono in gioco insieme a me per esplorare ciò che il loro organismo mette a disposizione per tornare a essere sul binario della vita e della salute, qualunque sia quello percorso dalla malattia. Grazie alla pandemia gli incontri si sono trasformati in esperienze online, in ogni caso ricchi di emozione e di autenticità. Ed è grazie a tutto questo che la “me insicura e titubante” si è trasformata a tal punto da riconoscere i dubbi e le incertezze non più come blocchi da temere, ma come pietre su cui appoggiarmi a ogni passo per continuare il mio percorso di vita.
Per contattare Attivecomeprima: www.attive.org | Tel. 026889647 | segreteria@attive.org | supportoinrete@attive.org 38
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