POSTE ITALIANE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE -70% AUT. DCB/TORINO NR. 6 ANNO 2012
GIUGNO 2012
MENSILE DI CARMAGNOLA, CARIGNANO, RACCONIGI, VILLASTELLONE E DINTORNI
ANNO XXII - NUMERO 233
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IL DESTINO DELL’EDIFICIO È AL VAGLIO DELLA SECONDA COMMISSIONE CONSILIARE
Coro di “no” all’ipotesi di ABBATTERE LA STAZIONE DEL TRAMWAY Che fine farà la stazione del Tramway di via Chiffi? Lo storico edificio in mattoni, inaugurato nel 1881 e utilizzato fino al 1945 come capolinea della linea tramviaria che collegava con Carignano e Torino, rischia infatti di essere abbattuto, per fare spazio alle nuove costruzioni della cosiddetta “Area Ronco” già al centro di polemiche nei mesi scorsi. Le prime stime parlano di circa 200 mila euro necessari per rimettere a nuovo l’edificio -80 metri quadri in totale sui due piani (a pian terreno c’erano il telegrafo, un magazzino e la sala d’attesa; al primo piano risiedeva il capostazione)- premesso che non intralci la nuova viabilità della zona che si renderà necessaria una volta costruiti i nuovi palazzi previsti. Con questi conti alla mano, alcuni esponenti dell’Amministrazione Testa, a partire dal presidente del Consiglio Pino Mandarano, hanno già espresso alcuni dubbi sul mantenimento della struttura, ritenuto troppo oneroso. Tutto, però, è stato rimandato per approfondimenti all’analisi della seconda Commissione consiliare. Nel frattempo in città si registrano già numerose voci contro il possibile abbattimento, che raccolgono crescenti consensi bi-partisan. Il primo a sollevare la questione è stato l’ex consigliere Pasquale Sicilia, convinto “che la maggioranza potrebbe decidere per l’abbattimento della stazione del Tramway, adducendo che per ristrutturarla non ci sono soldi e anche perché avrebbero delle idee contrastanti sulla sua destinazione finale”. Sicilia ha già anche lanciato una raccolta firme con banchetti nei principali mercati cittadini: «Non possiamo perdere una struttura che ha un secolo di storia e fa parte della storia della città». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il capogruppo leghista, Massimiliano Pampaloni: «Edifici come quello aiutano a mantenere viva la memoria della città e il tutto, restaurato e rivisitato, è sicuramente degno di essere conservato nel tempo –afferma- Il fabbricato del Tramway potrebbe, ad esempio, ospitare la sede di alcune associazioni cittadine, penso all’Anpi e a una possibile “Biblioteca della Resistenza”, oppure un’installazione museale. Credo sia un preciso dovere di chi ha a cuore il futuro di Carmagnola conservarne le tracce migliori del passato ed impedire che la nostra città diventi un asettico “contenitore di palazzi”, magari luccicante e funzionale ma senza storia e, quindi, senza futuro». La soluzione proposta dalla Lega? «Se non è possibile intervenire ora, basta non demolire il fabbricato aspettando tempi migliori». Voci critiche nei confronti dell’abbattimento si registrano anche a sinistra, seppure con qualche cautela in più. «La nostra posizione è immutata: vorremmo salvaguardare la memoria –è il commento di Sinistra Ecologia Libertà- Però, in un momento di grave crisi economica e di problematiche gravi nella società civile, le priorità devono essere rivolte a temi più vicini ai cittadini» . «Sono dell’opinione che quella struttura vada preservata in tutti i modi possibili e ritengo che la soluzione migliore rimanga quella di una sua totale ristrutturazione e inglobamento nelle nuove strutture a compito dei privati –ribadisce il capogruppo dell’Idv, Roberto Reginato, presidente della seconda Commissione consiliare- A Zurigo, recentemente, è stato spostato di 60 metri, senza abbatterlo, un edificio di tre piani, antico di 122 anni: un’esperienza che può essere di esempio». Lo stesso Reginato -che ha sempre sottolineato come, a differenza del precedente progetto, quello approvato dall’Amministrazione Testa preveda la salvaguardia della stazione del Tramway- sul suo blog personale ha anche lanciato un sondaggio, chiedendo agli utenti cosa pensassero a riguardo: l’ipotesi di abbatterla non ha ricevuto neanche un consenso; il 10% ha suggerito di mantenere solo la facciata mentre il 90% si è detto favorevole a un restauro che permetta di restituire l’edificio alla città per scopi sociali.
2 giugno, Festa della Repubblica