MENSILE DI CARMAGNOLA, CARIGNANO, RACCONIGI, VILLASTELLONE E DINTORNI
ANNO XXIII - NUMERO 244
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SUL “PUNTO NASCITE” IL COMUNE RICORRE AL TAR
NUBI NERE SUL FUTURO DEL SAN LORENZO: NESSUNA MARCIA INDIETRO DELLA REGIONE
Foto E. Perotti
POSTE ITALIANE - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE -70% AUT. DCB/TORINO NR. 6 ANNO 2013
GIUGNO 2013
All’interno inserto staccabile “La
La Regione va avanti, senza modifiche, sul nuovo Piano Sanitario, confermando la chiusura di diversi ospedali e reparti tra cui il “punto nascite” del San Lorenzo di Carmagnola. Il neo assessore alla Sanità della Giunta Cota, Ugo Cavallera (Pdl), ha infatti confermato quanto deciso dal suo predecessore, Paolo Monferino, nonostante le promesse di revisione del Piano fatte nelle settimane precedenti al sindaco Silvia Testa e a numerosi esponenti locali del centrodestra. Il Comune di Carmagnola, quindi, ha scelto di ricorrere al Tar del Piemonte contro la chiusura, come peraltro previsto nella mozione approvata all’unanimità in aprile dal Consiglio comunale, avvalendosi degli avvocati milanesi CavallaroLombardo-Cosmo-Bonini, che già seguono un ricorso analogo per l’ospedale di Domodossola. La linea legale si baserà innanzitutto sull’oggettività dei dati: solo nel 2011, quando il “punto nascite” restò chiuso per tre mesi, il totale dei parti fu infatti inferiore alla quota-500 stabilita dalle nuove norme regionali. Inoltre verrà sottolineata l’eccellenza del reparto carmagnolese, una struttura a norma nonché la più sicura dell’Asl TO5. Il ricorso prevede anche la richiesta di sospensiva del Piano Sanitario regionale, che sarà valutata dal Tribunale entro il 30 giugno, data in cui è prevista la partenza della riorganizzazione. «Esprimo profondo rammarico per la mancata concertazione, con apertura di un tavolo tecnico, di cui si era parlato con l’assessore Cavallera: da parte sua, a discapito delle vane promesse, non c’è stato alcun ascolto del territorio –commenta il sindaco Silvia Testa- Riteniamo che il nostro ricorso, oltre a essere oggettivamente fondato, sia doppiamente valido: da un lato mira a ottimizzare le risorse pubbliche, considerando i soldi investiti in questi ultimi anni sul San Lorenzo (450 mila euro solo per la pediatria, oltre alla “piastra dei servizi” e le nuove sale operatorie, ndr), dall’altro tutela il territorio, dato che il San Lorenzo serve un bacino di oltre 60 mila persone che vivono nel raggio di 100 chilometri. Mi chiedo, peraltro, se gli ospedali limitrofi, come Moncalieri, Chieri e Savigliano, saranno in grado di accogliere 600-700 parti in più all’anno». In città, intanto, è partita anche una nuova raccolta firme, avallata da numerose manifestazioni organizzate a sostegno del “punto nascite”, accompagnata da una petizione online sul sito Change.org che nel giro di pochi giorni ha già raccolto oltre mille firme. «La Giunta regionale vuole chiudere uno degli ospedali con maggiori prospettive di sviluppo dell’intero Piemonte –si legge nel testo- La scelta si basa su numeri falsi e sull’inquinamento dei dati per cercare di privilegiare scelte di parte e partitiche, anche a costo della loro onerosità. Si sta cercando di svendere ai privati il San Lorenzo, una scelta contro ogni logica di buon governo».
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