Studenti Isolati: gli insegnanti di fronte al rischio di sociale in adolescenza Anna Arcari
Il fenomeno del ritiro Progressivamente negli ultimi decenni si è osservato un aumento del numero di adolescenti, in prevalenza maschi, che in assenza di deficit o patologie o eventi traumatici: abbandonano la scuola e anche altre attività sociali vivono nella loro stanza e in internet invertono il giorno con la notte non hanno un profilo psicopatologico se sostenuti riprendono il loro percorso dopo l’adolescenza
Il ritiro potrebbe essere… ü Depressione: eppure permangono motivazioni e vitalità in certe condizioni ü Psicosi: ma questi adolescenti non perdono del tutto il contatto con la realtà, se non intorno allo sguardo sul corpo ü Disturbo pervasivo dello sviluppo (autismo): ma la barriera di protezione non rimane chiusa, sono possibili aperture ü Disturbo narcisistico di personalità: ma in adolescenza è meglio parlare di fragilità narcisistica ü D.O.C.: ma le fissazioni sono organizzate dal dismorfismo corporeo ü Disturbo schizoide/evitante: troppe aperture improvvise ü Dipendenza da internet? Internet Gaming Disorder? Ma spesso è un utilizzo evolutivo della rete che rende meno severo il ritiro ü Effetto pandemia..?
La prospettiva evolutiva I problemi che si manifestano in adolescenza possono essere interpretati come DIFFICOLTÀ DI ADATTAMENTO tentativi di soluzione ai compiti di crescita Si può osservare un ritiro «primario»: manifestazione attuale di alcuni processi tipici della fase adolescenziale che non sono riconducibili a psicopatologia Ma richiedono intervento di sostegno evolutivo
La prospettiva evolutiva L’intervento a supporto della crescita nei casi di ritiro sociale: ü è rivolto al rapporto tra il soggetto e il suo ambiente di sviluppo, ü è finalizzato a superare un problema evolutivo in funzione di un compito in cui l’adolescente rischia di bloccarsi ü è utile capire, prima di decidere e agire: quali risorse e difficoltà manifesta l’adolescente nel ritiro? Quali interventi del contesto vanno sintonizzati con lo sviluppo adolescenziale?
I compiti evolutivi in adolescenza ü SEPARAZIONE-INDIVIDUAZIONE (svincolo dalla famiglia di origine), ü IDENTITA’ DI GENERE (valori maschili e femminili), ü MENTALIZZAZIONE DEL SÉ CORPOREO (bellezza, prestazione, forza, intelligenza, talento - comporta anche la mentalizzazione della nuova mente), ü RUOLO SOCIALE, ü DEFINIZIONE E FORMAZIONE DI VALORI E IDEALI.
I compiti evolutivi in adolescenza Il corpo pubere e l’emergente Sé sessuale e sociale portano
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fuori dalla famiglia L’adolescente «deve» cercare nuovi oggetti, ridefinire le
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relazioni e sperimentare nuove competenze ü
L'adolescente utilizza il contesto come «spazio psichico allargato» per la sperimentazione dei nuovi Sé
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Gli agiti (anche l’apparente immobilismo del ritirato) sono rivolti alla mente adulta chiamata a contenere e restituire un senso integrato ai comportamenti dell'adolescente.
Gli ostacoli ai compiti evolutivi in adolescenza oggi ü
La pressione alla realizzazione del Sé non è controbilanciata dalla accettazione della non linearità dei processi, in primis dagli adulti
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Errori, malattia e morte sono aspetti che si tende a evitare e negare ü
Il contesto esterno alla famiglia e il futuro sono spesso rappresentati come «inospitali»
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La crisi delle istituzioni nel fare da garanti al buon esito del processo di sviluppo del Sé lascia spazio alla valutazione e alla guida «orizzontale»
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Gli ostacoli ai compiti evolutivi in adolescenza oggi L’adolescente attribuisce gli scarti che sperimenta tra Sé reale e
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Sé ideale alla scoperta dolorosa di avere un Sé difettoso (fenomeno della bruttezza immaginaria) Nel gruppo cerca un improbabile rispecchiamento narcisistico
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per un immagine di Sé che presenta ancora sembianze infantili da cui sembra impossibile separarsi ü
Può venire meno anche il rispecchiamento narcisistico degli adulti che non comprendono e si spaventano degli insuccessi
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La lettura evolutiva del ritiro Sulla nuova immagine corporea può concentrarsi il conflitto tra la fisiologica insicurezza e le aspettative ideali
FOBIA DELLO SGUARDO perché lo sguardo del coetaneo potrebbe confermare che il nuovo Sé è inadeguato
la fobia scolare è fobia sociale, ovvero paura di esporre il nuovo Sé (nuovo corpo e nuovi pensieri) al gruppo dei pari che potrebbe «svelare» l’impresentabilità Il ritiro può diventare una difesa in attesa di trovare soluzioni, ma è molto costosa, può generare dipendenza e rischia di cronicizzarsi
E’ colpa dei genitori? ü Non c’è un contesto familiare specifico che causa il ritiro ü Il ritiro del figlio può rappresentare e complicare a sua svolta i processi di sviluppo del sistema familiare, che va sostenuto ü Anche il sistema familiare come l’adolescente si sviluppa in relazione al contesto socio-culturale e alla rappresentazione catastrofica di futuro; può essere testimone della fiducia nell'imprevedibilità del processo
E’ colpa della mamma? ü Il ritiro in casa richiede all’adolescente un riavvicinamento strumentale temporaneo ü Si osservano tuttavia movimenti di differenziazione, ad es. orari, riti ecc. ü La mamma può fungere da mediatrice tra mondo interno e mondo esterno
E’ colpa della scuola? ü La scuola rappresenta il contesto sociale in cui è impossibile sottrarsi allo sguardo, deluso degli adulti e critico dei pari ü Il richiamo all’impegno e al sacrificio viene frainteso dagli adolescenti «ritirati» che si sentono mortificati e confermati nella loro inadeguatezza (bruttezza ma anche stupidità «immaginaria») ü L'investimento sui nuovi apprendimenti resta possibile se rappresenta uno spazio di esplorazione protetta dallo sguardo dei pari e garantisce rispecchiamento narcisistico ü La scuola può proporre compromessi che aiutano l'adolescente a intravedere una speranza di crescere
E’ colpa di internet? ü Stare sempre connessi è la cifra della nuova generazione, anche quella degli adulti ü L’utilizzo dei dispositivi e l’esplorazione virtuale è attiva (non passivizzante e infantilizzante) e finalizzata alla ricerca dei nuovi oggetti e alla costruzione del nuovo Sé (anche nuovi valori, es. manga à storie mitiche intorno ai temi della vita), ü Interruzioni possibili senza astinenza (alcuni es. di vacanza).
E’ colpa della pandemia? ü Il ritiro del corpo per decreto dalla scena sociale ha impedito a molti adolescenti di utilizzare a pieno il gruppo come risorsa per la crescita ü Il gruppo sostituisce in parte la famiglia nel distanziarsi dall’infanzia, per la ricerca di vicinanza anche fisica che è una fonte della sicurezza personale ü Il corpo in presenza può far vergognare ma anche essere desiderato e percepito nelle sue nuove potenzialità; la mentalizzazione del corpo può essere socializzata e condivisa, es. le mode
Segnali di allarme alle scuole medie üAutoesclusione e evitamento del gruppo: es. timidezza, adesività al mandato degli adulti üVissuti di prevaricazione e comportamenti di resa üAssenze scolastiche per sintomi fisici üCrisi alleanza scuola-famiglia (es. attacchi, manipolazioni, poca trasparenza, confusione)
Può succedere che…. üUna ragazza venga rimproverata e accusata dai compagni di fare la «vittima» o la «maestrina» o sia mutacica o sembri sempre assente üUn ragazzo non reagisca a prese in giro o piccole aggressioni e rifiuti l’aiuto degli adulti üAumentino le assenze o la frequenza sia discontinua al rientro dalle vacanze (es. di Natale) o da periodi di malattia üGenitori e preadolescente reagiscano sulla difensiva come se fossero accusati o si sentano giudicati üUn ragazzo/una ragazza lamentino spesso malori fisici, chiedano di uscire o chiamare a casa
Segnali di allarme alle scuole superiori üCrollo della prestazione scolastica e difficoltà di apprendimento (ma è diverso dall’inibizione) üAutoesclusione e evitamento del gruppo e della sua cultura (anche nella forma dello snobismo «sono immaturi», «non mi interessa») üAssenze scolastiche (poco: sintomi fisici), interruzione hobby e sport (impegno maggiore nello studio?.....), uso solipsistico della rete
Può succedere che…. üLe assenze siano «strategiche» (certe ore o certe discipline, es. educazione fisica) üL’adolescente mostri un comportamento molto diverso nelle attività e periodi ad «alta scolarizzazione» rispetto a momenti «meno sociali» (dell’anno o dell’attività scolastica) üL’adolescente studi o sia appassionato ad alcuni temi ma non abbia successo a scuola üL’adolescente generi antipatia e distacco sia da parte dei docenti che dei compagni
Gli interventi: scuola, famiglia, contesto Come logica di fondo: prevenire solitudine e isolamento, sostenere i processi riflessivi ü Fare rete e alleanza tra ruoli per dare senso e sintonizzare il contesto ai compiti di crescita (non fare niente non è normale né comodo in adolescenza) ü Valorizzare la differenziazione nella scuola, ad es. dare senso all’errore e alla deviazione (competizione mortificante VS inclusione VS adesività)
Gli interventi: scuola, famiglia, contesto Si traduce concretamente in: ü Spazi protetti di dialogo e confronto: osservare e integrare diversi punti di vista per capire prima di agire ü Flessibilità da parte del contesto scolastico riguardo alla frequenza ü Invio ai servizi ü La psicoterapia evolutiva, anche solo coi genitori, ü Il coinvolgimento degli adulti di riferimento (docenti, sacerdote, allenatori-istruttori…) ü L'intervento domiciliare ü Laboratorio individuale e di piccolo gruppo
I colloqui con gli adulti. Dalla condivisione delle informazioni.. ü
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Raccogliere informazioni per aumentare la nostra comprensione delle difficoltà emergenti es. n. assenze, periodo insorgenza sintomi fisici, socialità extrascuola ecc. Stimolare le capacità osservative degli adulti per ridurre la tendenza a vedere solo quello che non c’è e comprendere meglio come funziona l’adolescente es. utilizzo della rete Contestualizzare le difficoltà nel percorso evolutivo rispetto ai compiti fase-specifici e ri-significare la difficoltà es. ha relazioni amicali significative? Cura il corpo? Esprime pensiero/volontà divergente?
..alla costruzione di una “rete pensante” ü Intercettare eventuali risorse e competenze emergenti in altre aree di esperienza ü Costruire l'alleanza per una nuova integrazione tra ruoli; sostenere il rapporto scuola-famiglia: sollevare gli adolescenti dal compito di “non soffrire” per riparare e proteggere gli adulti dal senso di inadeguatezza, ü Attivare una rete pensante, che produca nuovo sapere, tornando ad essere un possibile modello per i ragazzi, favorendo l'avvio del processo di differenziazione.
Interventi a scuola üDal rischio di minimizzare gli eventi alla cura dell’accoglienza: non aiuta individuare e correggere chi sbaglia, ma favorire inclusione (primo: non mortificare), offrire opportunità di espressione all'esperienza soggettiva delle difficoltà (scoprire la logica degli errori e il valore delle differenze), raccogliere i segnali e tenere insieme i diversi punti di vista
Interventi a scuola üDal rischio di colpevolizzare alla ricerca del senso: non aiuta ricostruire la «verità delle assenze» e convincere al rientro, ma aprire un confronto sui motivi e ipotesi di aiuto; il fraintendimento educativo: le regole non c'entrano, l’adolescente non si sottrae alla norma ma allo sguardo dei pari
Interventi a scuola ü Dalla paura in solitudine alla costruzione della rete: non aiuta non dire per non drammatizzare, ma attivare precocemente il confronto con adulti (es. Consiglio di classe, psicologo scolastico, servizi); socializzare i dati sulla frequenza e sui casi ü Dal blocco all’intervento: non aiuta temporeggiare, ma tentare strade «percorribili» (es. Bes, riorientamento, segnalazione, invio); i tentativi di intervento offrono informazioni sulle risorse e le difficoltà
Bibliografia Pietropolli Charmet G., Bignamini S., Comazzi D., La psicoterapia evolutiva dell’adolescente, Franco Angeli, 2010 Pietropolli Charmet G., La paura di essere brutti, Cortina, 2013 Provantini K., Scuola Media, Mondadori, 2014 Spiniello, Piotti, Comazzi, Il corpo in una stanza. Adolescenti ritirati che vivono di computer, Franco Angeli, 2015 Numero monografico sulle Difficoltà di Apprendimento in Adolescenza di Psichiatria e Psicoterapia, n° 1, marzo 2017, Giovanni Fioriti Editore Pietropolli Charmet G., L’insostenibile bisogno di ammirazione, Laterza, 2018
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