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Anno 29 - N° 12 - € 0,50

Dicembre 2010

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Api Lecco accompagna dodici aziende alla Swisstech di Basilea Presenti in collettiva con il supporto dello staff dell’Ufficio Estero

Aziende presenti alla collettiva organizzata dall’Ufficio Estero:

Si respira aria di ripresa e voglia di affrontare nuovi mercati nei padiglioni della Swisstech di Basilea, il più importante salone europeo della subfornitura e della meccanica di alta precisione che ha animato la cittadina svizzera dal 16 al 19 novembre. Se la scorsa edizione del 2008 aveva infatti risentito della difficile congiuntura economica, il mercato della subfornitura sembra ora essersi lasciato alle spalle il peggio e gli imprenditori sono pronti per ripartire. Seppur quest’anno gli espositori, dai 629 della scorsa edizione, siano diminuiti, i partecipanti hanno espresso una grande soddisfazione in termini di contatti e di qualità dei visitatori e degli espositori stessi.

Ad esprimere l’importanza di partecipare alla Swisstech le dodici aziende presenti in collettiva con l’Ufficio Estero di Api Lecco e Confartigianato e il suo staff (Doretta Rigamonti e Susanne Martin). Per dare una maggiore visibilità al territorio lecchese, all’interno dello spazio collettivo era presente con uno stand anche Lariodesk, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio. “Mai come in questo momento fiere e missioni sono fondamentali per le Pmi che si affacciano ai mercati stranieri – ha commentato Marco Piazza, responsabile dell’Ufficio Estero per l’Api di Lecco – in particolare la Swisstech è una fiera di grande interesse per la subfornitura e che, come hanno confermato le

aziende presenti alla collettiva, ha attirato sia espositori che visitatori interessati. La partecipazione tramite un’area collettiva ha inoltre premesso ai partecipanti di poter disporre non solo delle competenze dello staff dell’Ufficio Estero, ma anche di un luogo di incontro e scambio con altri rappresentanti del territorio lecchesi”. “Da un punto di vista tecnologico questo salone, situato in una posizione geografica strategica, è una vetrina che mostra espositori interessanti e rappresenta un’importante opportunità non solo per conoscere ma anche per valutare i propri concorrenti”. Così Stefano Milza, amministratore della F. Colombo Attrezzi e Utensili srl parla della Swisstech e sostiene l’operato dell’Ufficio Estero. E’ la terza edizione

a cui l’azienda di Cernusco Lombardone, associata all’Api di Lecco, partecipa. Specializzata nello stampaggio di metalli a caldo da quasi settant’anni, la F. Colombo occupa 15 dipendenti, ha un fatturato di 2 milioni di Euro con una quota export, come subfornitori, dell’80%. Con la collettiva dell’Ufficio Estero, alla volta della fiera svizzera, è partita per la prima volta anche la D.C.F. Group srl. “Già a partire dalla prossima settimana mi incontrerò con alcuni potenziali clienti frutto di contatti ottenuti in questi giorni” ha spiegato soddisfatto Cesare Dell’Oro, sales manager dell’azienda di Valmadrera associata all’Api di Lecco. Affermata nel campo della produzione per conto

1. Arredindustria e Lory Srl 2. Arlem Spa 3. Atag Spa 4. Bermec Snc di Bertolini E. & C. 5. Chemical Machining Spa 6. D.C.F. Group Srl 7. Eredi Baitelli Spa 8. F.Colombo Attrezzi Utensili srl 9. Gamba srl 10. Officine Elettromeccaniche Chiovenda Snc 11. Omf srl – Industria meccanica di precisione 12. Pilotti Felice srl terzi di alberi per motori elettrici, l’impresa occupa 14 dipendenti per un fatturato di 1,5 milioni di Euro con una quota export che in pochi anni ha raggiunto il 10%. “La collettiva è stata un appoggio per le competenze tecniche del qualificato staff, ma anche un punto di ritrovo per i lecchesi presenti in fiera”. Prima partecipazione

anche per Arredindustria e Lory srl di Galbiate, associata all’Api di Lecco. “Abbiamo deciso di aderire alla collettiva per ampliare il mercato svizzero, soprattutto nella parte tedesca – ha detto Donatella Corti – Il nostro è un mercato prevalentemente italiano ma questa fiera vuole essere l’occasione per incrementare la nostra presenza anche all’estero”.

Formazione per migliorare la sicurezza nelle Pmi

Pronti 40 corsi gratuiti per oltre 500 lavoratori impiegati presso aziende associate Calveri: “La progettazione dei corsi ha tenuto conto dei dati e delle esigenze di formazione emersi dal progetto e-merging” Supportare l’investimento sul capitale umano delle aziende associate e migliorare le conoscenze e le competenze di chi in azienda ha il compito di presidiare i processi produttivi con un’attenzione particolare alle problematiche legate al sistema sicurezza. Questi sono gli obiettivi delle 472 ore di formazione gratuita finanziata dal Fapi, il Fondo di Formazione della Piccola e Media Industria di Confapi e dalle associazioni sindacali CGIL, CISL e UIL. Sono infatti due i piani, per un totale di 40 corsi, presentati dall’Api di Lecco e approvati dal Fondo Formazione Pmi lo scorso 22 ottobre nell’ambito dell’avviso 2-2010 per la formazione continua nell’area sicurezza. “A partire dall’esperienza positiva del progetto e-merging, che Api Lecco sta realizzando in collaborazione con il Politecnico e con l’INAIL, e utilizzando i primi dati elaborati nella fase di sperimentazione – ha spiegato il responsabile dell’Area Formazione, Domenico Calveri - abbiamo presentato al Fapi due piani che forniscono alle Pmi le necessarie conoscenze di

base e le competenze specifiche per impostare un modello di sviluppo che rivolga la massima attenzione alle problematiche della sicurezza e adotti le logiche competitive che coinvolgono sia i fattori interni dell’impresa (risorse, competenze e sistemi organizzativi) che quelli esterni (mercato, fornitori e clienti)”. La progettazione dei corsi ha tenuto conto della situazione congiunturale del sistema produttivo e della crisi diffusa che ha coinvolto il territorio lecchese. Proprio per questo l’Associazione di via Pergola ha ritenuto importante aiutare le aziende ad avere, nel momento della ripresa, una struttura interna solida e ben organizzata, sia dal punto di vista tecnologico che della preparazione del personale per consentire loro di sfruttare al meglio tutte le occasioni che si presenteranno sul mercato. L’attività formativa proposta: 2 piani per 40 corsi per oltre 500 lavoratori - Oltre 500 lavoratori, occupati presso 120 aziende associate, parteciperanno ai 40 corsi di formazione gratuiti organizzati dall’Api

di Lecco. A partecipare ai percorsi formativi in programma saranno per la maggior parte gli operai delle aziende interessate (circa il 55% del totale) seguiti dagli impiegati, dai quadri e dirigenti. Un dato importante visto che solitamente nelle Pmi ad essere maggiormente coinvolte in processi formativi sono soprattutto le figure impiegatizie. “Le piccole imprese trovano generalmente difficoltà nel fare partecipare gli operai alla formazione continua. Questa risulta invece un’importante opportunità anche per gli operai che possono migliorare la loro preparazione e acquisire maggiori competenze – ha ribadito Calveri, che ha continuato - Le attività formative programmate nei piani sono state definite a partire dalle specifiche esigenze delle imprese che attraverso interventi aziendali o interaziendali potranno conseguire l’obiettivo di sensibilizzare i lavoratori alla sicurezza riducendo il rischio di infortuni in azienda e migliorare le conoscenze in tema di sicurezza delle figure chiave aziendali. Inoltre i lavoratori coinvolti potranno meglio

comprendere l’importanza del proprio ruolo nell’organizzazione della sicurezza e nell’organizzazione per la qualità dell’azienda”. Il progetto e-merging - “I contenuti del progetto finanziato dal Fapi – ha ribadito Calveri – rispondono alle esigenze di formazione emerse dalla fase di sperimentazione del progetto emerging”. Questo, realizzato dall’Api di Lecco in collaborazione con INAIL e il Politecnico di Milano, si pone come obiettivo quello di predisporre uno strumento software web finalizzato a supportare le Pmi nelle principali attività di gestione della sicurezza favorendo l’informazione e la formazione dei lavoratori nell’ottica della diffusione della cultura e delle prassi della prevenzione degli infortuni. Tra gli aspetti innovativi del progetto c’è l’opportunità per le aziende di realizzare il check up della propria condizione strutturale e operativa in relazione alla sicurezza. I dati conseguiti saranno poi elaborati per formare figure professionali con competenze specifiche, in grado di sviluppare metodologie, contenuti e interventi a beneficio di tutti i lavoratori delle Pmi del territorio provinciale.


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Quando è il momento di farsi sostenere Per la cura delle persone anziane - Residenza Sanitaria Assistenziale - Nucleo Alzheimer - Centro Diurno Integrato - Assistenza Domiciliare Integrata Gli Istituti offrono un servizio medico, infermieristico ed assistenziale continuativo nelle 24 ore, di riabilitazione e terapia occupazionale, di animazione con presenza attiva del volontariato in ampi spazi di socializzazione che si aprono su un rigoglioso parco secolare.

ente morale con personalità giuridica di diritto privato fondato nel 1594

LECCO • via Airoldi e Muzzi, 2 • tel. 0341 497172 • fax 0341 250354 • info@airoldiemuzzi.it Gli Istituti svolgono la propria attività anche grazie all’opera di volontariato e alle donazioni di chi con generosità ne sostiene il passo. Aiutare le persone anziane è un dovere civile che, fatto con amore e professionalità, diventa un bene sociale.


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Confartigianato Imprese Lecco ha assegnato 43 riconoscimenti a imprenditori e dipendentI

Premio Fedeltà, festa dell’eccellenza

I RICONOSCIMENTI Fedeltà Associativa • Soldà Adelio - Abbadia L. • Leucoplast di Gerosa C. e C. - Ballabio • Autofficina F.lli Carozzi Di Carozzi - Brivio • Eurotecnica Briantea - Brivio • Impianti Termotecnici Viganò - Casatenovo • Pessina Anna Maria - Casatenovo • Autotrasporti Pozzoni E. & C. - Cernusco • Gritti e Rusconi di Gritti F. - Dolzago • Nastrificio A. Bartesaghi e C. - Galbiate • Mauri E Perego - Lecco • Mesagna Francesco - Lecco • Off.mecc. riparazioni Caramba - Lecco • Pozzi Giovanni - Lecco • Caglio di Caglio Paolo & C. - Merate • Lario Vetri di Canali G. & C. - Pescate • Of.met. di Vittorio Melesi e C. - Primaluna • Suffia Filippo - Rovagnate • Carpenteria F.lli Rusconi - Valmadrera • A.I.L. di Invernizzi A. e C. - Vercurago • Ornaghi Romeo e F. - Viganò • Corbetta Mario - Galbiate • Brivio Aldo - Missaglia • Termoidraulica Bonanomi - Sirtori • Rusconi Virgilio V.A.P. - Valgreghentino • F.lli Pezzolin di Gianola G. e M. - Premana • Colombo Angelo - Cernusco • Carrozzeria Aldeghi - Oggiono • Falegnameria F.lli Carsana - Calolziocorte • Negri Orazio - Oggiono Premi Speciali • Tiziano Crippa • Giuseppe Fustinoni • Giuliano Arizzi Fedeltà Aziendale Dipendenti in pensione • Luigi Pontiggia • Albino Sala • Gianpietro Sala • Adriano Stasi Dipendenti in servizio • Mario Ballabio • Marco Bonacina • Donatella Brusadelli • Luisa Colombo • Alessio Corti • Cinzia Perego • Angelo Tentori

Appuntamento di festa e occasione di riflessione lo scorso 7 novembre per la nona edizione del Premio Fedeltà Associativa, che ha festeggiato sul palco della sala di via Galilei le imprese associate da più di 40 anni e i dipendenti di Confartigianato Imprese Lecco che vantano le più lunghe carriere di servizio. Quest’anno gli artigiani premiati sono stati ventinove, più tre premi speciali ad imprenditori con meriti particolari. Le ditte associate da più tempo sono la Termoidraulica Negri Orazio di Oggiono e la Falegnameria fratelli Carsana di Calolzio, nostre tesserate da ben 56 anni e 55 anni. Il significato del Premio, come ha spiegato il direttore Paolo Galbiati, è ringraziare coloro che hanno saputo operare con tenacia per far crescere il tessuto economico lecchese negli ultimi decenni, percorrendo il loro cammino assieme a Confartigianato. “Ci ha fatto piacere notare – ha detto Galbiati - come le nostre imprese guardino a questo appuntamento non come a una circostanza puramente celebrativa dedicata alle singole persone, ma credano nel valore di questo Premio come momento collettivo di festeggiamento dell’eccellenza della nostra Associazione”. La cerimonia si è aperta con i saluti del prevosto di Lecco Franco Cecchin, dell’assessore allo sviluppo economico del Comune di Lecco Armando Volontè, del viceprefetto Giuseppe Guetta e la lettura della lettera inviata personalmente dal senatore Roberto Castelli. A premiare gli artigiani sono intervenuti i parlamentari lecchesi Lucia Codurelli, Antonio Rusconi e Lorenzo Bodega. Il presidente Arnaldo Redaelli ha concluso il suo discorso ribadendo la sua fiducia nel nel “saper fare” e nel “saper stare insieme”, come ingredienti essenziali per trarre lo slancio necessario a superare le difficoltà: “Le strategie di contrasto utilizzate oggi, o cinquanta o cento anni fa - ha spiegato Redaelli - pur in un quadro completamente differente, hanno alla base lo stesso elemento: il cuore dell’imprenditore, e una consapevolezza: l’unica, vera crisi che può farci crollare è il non voler lottare per superarla”. I riconoscimenti agli undici dipendenti dell’Associazione sono stati consegnati dal presidente Arnaldo Redaelli e dal direttore Paolo Galbiati a fianco del segretario generale di Confartigianato Imprese Cesare Fumagalli. Portando ad esempio gli imprenditori premiati, ha rivolto l’invito a non arrendersi di fronte alle difficoltà e a guardare avanti, senza aspettarsi più di tanto dallo Stato: “Rimbocchiamoci ancora una volta le maniche – ha esortato Fumagalli – e costruiamoci da soli gli strumenti per risollevarci e dare, con le nostre collaudate capacità, un nuovo impulso all’economia”.

Il presidente Arnaldo Redaelli e il direttore Paolo Galbiati con Orazio Negri, associato da 56 anni, premiato dal senatore Antonio Rusconi

Il Coro Brianza, che ha lietamente accompagnato la celebrazione del Premio Fedeltà 2010, nasce a Missaglia nel 1968 quando un gruppo di amici decide di concretizzare la comune passione per il canto di montagna. Fin dagli esordi si dimostra molto sensibile verso le iniziative a scopo benefico e si impegna con entusiasmo in manifestazioni di solidarietà sul territorio. Con il tempo, il Coro Brianza si spinge verso nuovi generi musicali tra cui il Gospel, arricchendo il proprio bagaglio musicale e facendosi conoscere in tutta Italia e all’estero, specialmente in Francia e Germania. Attualmente il Coro si avvale della direzione del maestro Fabio Triulzi ed è presieduto da Mario Scaccabarozzi, nostro associato e presidente della categoria Pittori Edili. Fra i suoi componenti figurano altri artigiani associati, tra cui Franco Tavecchio, componente insieme al presidente Scaccabarozzi del Consiglio direttivo di Confartigianato Imprese Lecco.


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Un successo il convegno su scadenze e adempimenti indetto da Federutility e Confservizi Cispel

Lario Reti Holding e i servizi pubblici locali

Nella foto a sinistra, il tavolo dei relatori del convegno. Al centro, terzo da sinistra, il presidente di Lario reti holding spa Vittorio Proserpio. Nella foto di destra, da sinistra, il sindaco di Lecco Virginio Brivio, il presidente della Provincia di Lecco Daniele Nava e il presidente Proserpio

I servizi pubblici locali di rilevanza economica (energia, idrico, ambiente) sono oggetto di ricorrenti aggiornamenti del quadro regolatorio. Il quadro di legge nazionale e regionale impegna gli azionisti delle società di gestione ed erogazione dei servizi (ovvero i Comuni soci), nonché gli Amministratori delle Società, a una costante attenzione verso gli adempimenti necessari. Lario reti holding S.p.A., attraverso il suo presidente Vittorio Proserpio, ha dunque promosso un convegno con le associazioni di categoria, Confservizi Cispel Lombardia e Federutility, per favorire la corretta comprensione della fase evolutiva in essere. Così nella Sala Conferenze di Confindustria Lecco, in Via Caprera n° 4 a Lecco, si è tenuto il seminario specialistico: “Scadenze e adempimenti degli

Enti locali e delle Aziende dei Servizi pubblici locali in materia di: società partecipate, compensi amministratori, affidamenti servizio gas, affidamento servizio acqua”. Un convegno ripartito in due parti. Nella mattinata le istituzioni (il Presidente della Provincia di Lecco Daniele Nava e il Sindaco di Lecco Virginio Brivio) e l’Assessore Regionale all’Ambiente Energia e Reti Marcello Raimondi, nonché il Presidente di Confservizi Cispel Lombardia (Giovanni Bordoni) e il Vicepresidente Delegato di Federutility (Mauro D’Ascenzi) hanno definito quadro e indirizzi strategici per i servizi locali di pubblica utilità. Quindi sono state le riconosciute competenze tecniche di Mario Calzoni (collaboratore di Confservizi Cispel Lombardia), di Fabio Santini (Direttore Area Mercato dell’Energia di Federutility) e di Lorenzo

Bardelli (Responsabile Servizio Giuridico-Legislativo di Federutility), hanno consentito un approfondimento sulle tematiche principali del quadro di regolazione. In particolare sono stati chiariti i vincoli di partecipazione societaria per gli enti locali, le novità in materia di requisiti e compensi per gli Amministratori delle Società e le scadenze per i procedimenti di assegnazione delle attività di distribuzione del gas naturale e di gestione del Servizio Idrico Integrato. Folta e qualificata la partecipazione (più di settanta gli intervenuti), vista l’importanza degli argomenti trattati: amministratori pubblici, società pubbliche della Provincia di Lecco, aziende delle province di Lecco, Como, Sondrio e anche di altre province lombarde.

È intervenuto l’assessore regionale

Marcello Raimondi: l’acqua resta pubblica L’assessore regionale all’energia, ambiente e reti, al termine della mattinata di lavori del seminario promosso da Lario reti holding S.p.A., Marcello Raimondi, si è detto soddisfatto della reazione degli addetti ai lavori e degli enti locali alla nuova legge sul riassetto del servizio idrico integrato. «L’argomento sta a cuore a tutti i nostri amministratori pubblici e non solo. D’altronde la nuova legge regionale sugli affidamenti del servizio idrico integrato è solo l’ultimo vagone di un treno in mar-

cia già dal 2003. Tutto è migliorabile, ma una tale compartecipazione a questo problema credo che si trovi solamente in Lombardia». Il passaggio di consegne da Ato (ambito territoriale ottimale) a Province e il successivo problema dell’affidamento, in tema di acqua, deve lasciare tranquilli i cittadini: «Abbiamo stabilito per legge – ha aggiunto l’assessore - chi deve decidere e non cosa verrà deciso. Per me l’acqua in Lombardia rimarrà pubblica perché questa è una tradizione e

una volontà dei nostri concittadini. Cercheremo di dare un servizio idrico di qualità che migliorerà nel tempo a tariffe contenute. Non partiamo certo da zero…». Gli enti locali sono molto attivi nel cercare di capire le nuove dinamiche: «Sicuramente questi argomenti per i nostri amministratori sono di primario interesse. Bisogna migliorare e tarare le risposte, ma i nostri enti locali sono già da tempo attenti agli sviluppi del settore».


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CMO S.p.A. adotta la suite InteGRa e si aggiudica la finale del premio “Innovazione ICT Milano 2010”

SMAU 2010 premia l’Italia che innova Intervista a Mario Goretti, Responsabile Sviluppo Software di Agomir S.p.A.

Un’edizione, quella di SMAU 2010, che può essere definita del “rilancio”. Da rumorosa e colorata vetrina di anteprime internazionali, forse un po’ troppo orientata al mondo consumer, nella sua 47° edizione SMAU ha ormai completato la sua trasformazione in un pacato punto di incontro tra domanda e offerta nel settore ICT. “L’impresa che parla all’impresa. È questo il ruolo che SMAU ha ri-guadagnato negli ultimi anni in cui, accanto alle novità in materia di applicazioni, ha prestato una grande attenzione alle PMI e ai casi di eccellenza che dimostrano come la ricetta vincente, che oggi riesce a fare la differenza, abbia come ingrediente principale l’innovazione” racconta Mario Goretti, Responsabile Sviluppo Software di Agomir S.p.A. Dal 20 al 22 ottobre

scorsi, un pubblico di senti a SMAU, oltre che ad di sperimentare le ultime oltre 51 mila tra decisori altri appuntamenti fieristici frontiere dell’innovazione e aziendali e professionisti e convegni, era ancora più toccare con mano i vantagICT ha animato SMAU, importante. La ripresa del gi offerti dalle nuove tecnoevento all’insegna del- nostro sistema è legata allo logie, visualizzando luoghi l’innovazione, in tutte sviluppo dell’innovazione e, famigliari in cui l’ICT può le possibili declinazio- in uno scenario di profonda rappresentare un valore agni: “La ripresa economica trasformazione economica giunto.” Quale obiettivo si era dell’Italia è trainata dalle e competitiva, le tecnologie imprese di medie dimensio- dell’informazione e della co- posta Agomir partecipanni che operano nei settori municazione rappresentano do a SMAU? “Essere un attradizionali tore di riferimento dell’imprennel campo ICT per ditoria del la Piccola Media nostro Paese Impresa italiana è e che sanno la sfida con la quaadottare le le Agomir si miinnovazioni sura ogni giorno. tecnologiche Lo fa proponendo al momento investimenti dai giusto”. E’ ritorni misurabili questo, in e prodotti frutto di sintesi, ciò tecnologie consoche emerge da uno Finalisti Premio ICT Milano 2010, 29 settembre 2010 lidate, pensati per Mario Goretti (da destra, quinto in prima fila) Responsabile studio del- Sviluppo Software di Agomir S.p.A. alla consegna della targa essere facilmente e l ’ O s s e r v a - di riconoscimento da parte dei Responsabili Osservatorio implementati ispirati a principi torio SMAU SMAU School of Management Politecnico di Milano di costante innova- School of Management del Poli- una leva strategica fonda- zione. L’offerta della nostra tecnico di Milano, pre- mentale. Accanto al consue- società rappresenta infatti la sentato all’apertura del- to spazio espositivo, SMAU sintesi della nostra mission: 2010 ha presentato alcune creare e fornire soluzioni di la fiera. iniziative speciali ideate alto livello qualitativo, semPerché SMAU? “Quest’anno essere pre- per consentire ai visitatori plici da implementare e facili

da utilizzare. La partecipazione di Agomir a SMAU, con una propria postazione all’interno di IBM Village, ha rappresentato un momento importante di condivisione di idee ed esperienze e una vetrina sul mercato per illustrare le soluzioni software più innovative della suite InteGRa e le sue verticalizzazioni”, continua Mario Goretti. A proposito di innovazione, quali sono le evoluzioni in atto? “Da diversi mesi Agomir ha intrapreso un percorso evolutivo che la vede impegnata su molti fronti: strategie operative, novità nell’area software, investimenti su nuovi sistemi e valorizzazione del canale di vendita, sia diretta che indiretta. Una conferma del successo della politica di rinnovamento messa in atto dall’azienda è stato l’annuncio del caso di successo CMO S.p.A. - azienda di Cesano Maderno specializzata nelle lavorazioni meccaniche a

disegno – tra i finalisti del Premio Innovazione ICT Milano 2010, nella categoria Sistemi Gestionali Integrati e nelle funzioni Logistica, Operations e Supply Chain. Un riconoscimento importante, istituito dall’Osservatorio SMAU-Politecnico, che ha premiato il cliente CMO, e la sua collaborazione con Agomir, per essersi distinto tra le imprese italiane che hanno migliorato con successo il proprio business, attraverso l’utilizzo di soluzioni tecnologiche innovative.

Un riconoscimento che ci vede ancora più impegnati nell’ottica di una continua evoluzione della nostra suite di prodotti e servizi”.


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Confindustria Lecco per il rilancio dell’istruzione tecnica Il rilancio dell’istruzione tecnica e la sua importanza strategica per il futuro del sistema produttivo sono stati i temi al centro del convegno organizzato per il 19 novembre a Modena da Confindustria e Club dei 15, del quale Confindustria Lecco fa parte, sul tema “Oltre le apparenze: scuola e impresa del terzo millennio”. L’incontro è stato anche l’occasione per fare un bilancio del primo anno del Progetto “Club degli Istituti dell’innovazione manifatturiera”, lanciato dal Club dei 15 e Confindustria, con l’obiettivo primario della valorizzazione dell’istruzione tecnica, attraverso la creazione di una rete di partnership con un numero selezionato e ristretto di istituti tecnici chiamati a realizzare iniziative per innovare e modernizzare la scuola, i metodi di insegnamento e i programmi di stage. Ed è l’ITIS Badoni di Lecco, diretto da Roberto Peverelli, l’Istituto direttamente coinvolto come parte del “Club degli Istituti dell’innovazione

manifatturiera” quale interlocutore prezioso di un’area dove si registra ancora una carenza di manodopera specializzata. “È davvero paradossale – commenta il Responsabile del Gruppo Scuola di Confindustria Lecco, Lorenzo Riva – che in un territorio come il nostro ad alta incidenza del settore manifatturiero si registri una carenza cronica di diplomati ad indirizzo tecnico. In un momento di crisi come questo, molte delle nostre aziende sono alla ricerca di figure specializzate che non sempre trovano”. “Per questo, come Confindustria Lecco – prosegue Lorenzo Riva - abbiamo aderito al progetto e ci siamo inoltre fatti parte attiva coordinando l’iniziativa per la promozione della formazione tecnica declinata al femminile, Progetto Rosa”. Nell’ambito dell’incontro di Modena, la necessità di avere un’apertura verso l’esterno, che metta in grado di confrontarsi con le strategie di internazionalizzazione

delle imprese, la visione del nuovo e lo stimolo per lo sviluppo delle capacità sono stati gli elementi cruciali messi in evidenza per vincere la vera sfida: salvare il primato intellettuale e industriale del Paese. “Da molti anni operiamo nel campo dell’istruzione tecnica e non ci mancano riconoscimenti prestigiosi, anche in ragione di una offerta qualificata e molto

completa – commenta Roberto Peverelli, Dirigente Scolastico dell’ITIS Badoni di Lecco che ha fatto parte del panel dei relatori al convegno. Ma uno dei nostri maggiori punti di forza è l’ormai da tempo consolidato rapporto di collaborazione con il tessuto produttivo del territorio”. “L’istruzione tecnica di qualità – conclude Roberto Peverelli – non può esistere se

non in stretta connessione con le imprese, a vantaggio di tutti: degli alunni che solo in questo modo possono acquisire un saper fare autentico preparando il terreno al loro inserimento nel mondo del lavoro, e alle aziende, il cui successo futuro risiede anche nella possibilità di disporre di collaboratori adeguati”. Fra le figure professionali con una

formazione tecnico specialistica richieste dal territorio lecchese evidenziate dalle aziende, i progettisti di motori elettrici, gli operatori di macchine utensili, gli attrezzisti, gli operai meccanici ed elettronici disponibili anche alle trasferte per le installazioni ed i collaudi delle macchine, i tecnici commerciali per le attività di vendita e post vendita e i responsabili di reparto.

MONDO, EUROPA, IMPRESE Cosa è cambiato con la crisi Il 2010 segna l’avvio di un nuovo inizio? Quale eredità ci ha lasciato la crisi? Cosa è cambiato nello scenario mondiale ed europeo che si offre alle imprese? Sono queste le domande che hanno offerto gli spunti di riflessione del Convegno che si è tenuto il 15 novembre presso Confindustria Lecco sul tema “MONDO, EUROPA, IMPRESE. Cosa è cambiato con la crisi”. “La lunga crisi che le economie mondiali hanno affrontato segna, da un lato, una cesura rispetto alle dinamiche precedenti, dall’altro pone davanti a delle scelte per individuare differenti modelli di business e di crescita – sottolinea il Vicepresidente di Confindustria Lecco, Giovanni Maggi (nella foto) – Gli imprenditori in questo momento navigano a vista, sono certi che qualcosa è profondamente cambiato ma

sono alla ricerca di una nuova bussola per scegliere più consapevolmente come orientare le loro attività”. “La crisi nel 2009 ha fatto registrare alle imprese del lecchese un calo del fatturato – continua Giovanni Maggi – Ora le aziende stanno vivendo una lenta ripresa ma per agganciarla, come è emerso dal dibattito attraverso le voci degli intervenuti, sappiamo che dobbiamo continuare ad andare con ancora più determinazione verso l’innovazione, da un lato, e l’internazionalizzazione, dall’altro”. Al convegno, oltre al Vicepresidente Giovanni Maggi, hanno partecipato Luca Paolazzi – Direttore del Centro Studi di Confindustria, Giorgio Squinzi – Comitato Tecnico per l’Europa di Confindustria, Roberto Giovannini - Partner di KPMG Advisory e l’Onorevole Adolfo Urso, moderati dal giornalista Giuseppe Cruciani di Radio 24.


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L’Assemblea annuale di ANCE Lecco

Il coraggio di un’impresa Federico Macchi, campione nella vita e nello sport

Nel titolo scelto quale filo conduttore dell’assemblea annuale 2010 di ANCE Lecco, “Il coraggio di un’impresa” c’è tutto il significato del messaggio che il presidente Mario Sangiorgio ha voluto lanciare ai rappresentanti del mondo politico ed istituzionale del territorio. Un messaggio che è, al tempo stesso, affermazione orgogliosa del ruolo economico e sociale delle PMI, ma anche invito ad una presa di coscienza della situazione di estrema difficoltà in cui si trova oggi un imprenditore, soprattutto in edilizia, nello svolgere la propria attività, e richiesta di risposte concrete e tempestive da parte della pubblica amministrazione e del mondo della politica. “A noi imprenditori serve oggi una quantità straordinaria di volontà e coraggio per superare i limiti e gli ostacoli che, quotidianamente, ci si parano innanzi nella nostra attività – ha affermato Sangiorgio -. Limiti e ostacoli che, il più delle volte, non appartengono a carenze della nostra organizzazione e struttura aziendale, né alle dinamiche del mercato in cui abbiamo scelto di operare. A imporceli, paradossalmente, è lo Stato, in tutte le sue articolazioni: ovvero chi avrebbe tutto l’interesse a rimuoverceli, in quanto socio di maggioranza delle nostre imprese”. Sull’impresa i costi dell’inefficienza dello Stato Ma quali sono questi ostacoli? Il presidente dei costruttori lecchesi li ha ricordati, uno per uno. A cominciare dai costi della burocrazia: un fardello che pesa per oltre 23 mila Euro all’anno su ogni piccola e media azienda italiana, a cui servono ben 24 giorni per adempiere ai propri obblighi nei confronti della pubblica amministrazione. Costi che per altro sono in costante aumento “anche a causa di una pratica distorta da parte dello Stato che, soprattutto negli ultimi anni, tende a scaricare sull’impresa i costi e le responsabilità connesse a funzioni di controllo che lo Stato stesso non appare in grado di assolvere”. Ci sono poi i costi del “non fare”, della mancanza di efficienza della macchina pubblica. “Costi – ha ricordato Sangiorgio che richiedono non solo atti formali ma rimedi sostanziali. A cominciare dal sovvertimento radicale del “principio di non responsabilità” che oggi regola la pubblica amministrazione. Un principio in base al quale se un pubblico funzionario non risponde o, meglio ancora, risponde in modo negativo ad una richiesta, non incorre in nessun rischio. Se invece dà un parere favorevole, assumendosi delle responsabilità sulla base di un procedimento che viene avviato, ecco allora che rischia”. Ancora vi sono i costi dovuti alla mancanza di chiarezza delle normative, anche di quelli pensati magari per agevolare le imprese, e quelli causati dallo scollamento tra Stato centrale ed Enti periferici. Ad essi va aggiunto un peso fiscale che colloca l’Italia al 167esimo posto su 183 paesi per carico complessivo di tributi e contributi, che divorano il 70% dei profitti e del lavoro. Il peso “immorale” dei ritardi nei pagamenti della Pubblica amministrazione A rendere ancora più drammatico il quadro ci sono i ritardi nel pagamento, da parte della pubblica amministrazione, delle opere realizzate dai propri fornitori, a causa dei limiti di spesa

a cui sono sottoposte le pubbliche amministrazioni dal rispetto del “patto di stabilità”: “Una vera e propria montagna – ha ricordato il presidente dei costruttori lecchesi - che è alta il 4% del PIL e pesa quasi 70 miliardi di Euro, se consideriamo tutte le forniture, di cui ben 14 miliardi per le imprese di costruzione. Una situazione gravissima, che vede il nostro Paese all’ultimo posto in Europa: su 300 miliardi di insoluti a livello europeo, oltre un quarto grava sulle nostre imprese. La media nei ritardi è di 128 giorni, con punte che arrivano però anche agli 800. È un “cancro” che rischia di ammazzare la stessa economia: nell’ultimo biennio nel nostro settore si sono persi complessivamente oltre 250 mila posti di lavoro. È un’assurdità priva di ogni presupposto morale, a cui non possiamo rassegnarci”. Di qui la richiesta, da un lato, di un provvedimento politico urgente che ponga rimedio a questa situazione, ma anche l’invito ad una riforma che introduca meccanismi di premialità per i comuni e gli enti più efficienti. E, ancora, la domanda di “un federalismo vero, che consenta realmente di far restare sul territorio una quota adeguata delle risorse prodotte, necessario per realizzare le opere di cui abbiamo bisogno, a cominciare da quell’autostrada regionale Lecco-Como-Varese voluta da ben 23 associazioni imprenditoriali delle tre province, che permetterebbe di andare in 35/40 minuti da Lecco a Varese”. Serve, dunque, a detta del presidente di ANCE Lecco, “una politica industriale per le piccole e medie imprese ed una legislazione che, anche quando recepisce le direttive europee, lo faccia tenendo conto delle caratteristiche del nostro sistema economico, fatto da PMI”. Non esiste un’industria buona ed una cattiva Da parte loro, i costruttori lecchesi vogliono continuare, come nel passato, a impegnarsi con coraggio e responsabilità nel proprio ruolo, affrontando il mercato e creando ricchezza e occupazione diffusa. Ma per farlo “è necessario smettere di pensare all’industria con occhio strabico, distinguendo tra un’industria buona, fatta di capannoni e macchine, ed una cattiva, fatta di gru e cantieri. Le analisi condotte con rigidi criteri non stanno dietro alla modificazione continua della società. Così come non pagano posizioni che, dietro slogan di facile presa, tendono a negare il delicato equilibrio di cui è fatto un sistema economico”. “Occorre cogliere, insieme, l’occasione che ci è data di progettare in modo strategico il futuro delle nostre città e dei nostri paesi, - ha concluso Sangiorgio - salvaguardando le vocazioni tradizionali ma anche con il coraggio di chi vuol individuare nuove strade di sviluppo, pensandone l’evoluzione sociale ed economica in prospettiva. Ecco, serve il coraggio di cambiare realizzando uno scenario in cui la libertà d’impresa e la responsabilità di ciascuno si coniughino con l’interesse e il bene comune”. La risposta delle istituzioni Un appello, quello del presidente di ANCE Lecco, che è stato immediatamente accolto da tutte le istituzioni intervenute. Lo ha fatto il Sindaco di Lecco, Virginio Brivio, spiegando come il nuovo PGT “è stato pensato come un’opportunità per ridefinire le priorità” e sottolineando come, se esso stabilisce quale principio

I premiati all’Assemblea di ANCE LECCO In occasione dell’assemblea di ANCE Lecco sono state premiate quattro imprese che hanno raggiunto il traguardo dei 45 anni di fedeltà associativa: Pozzi Costruzioni Edili snc di Barzago, Sirtori Costruzioni srl di Barzago, Gilardi Costruzioni srl di Lecco, Brivio srl Costruzioni Edili di Robbiate. Inoltre hanno ottenuto un riconoscimento speciale per l’impegno diretto alla crescita ed allo sviluppo dell’Associazione: Antonio Colombo, Presidente della Colombo Costruzioni spa, in occasione dei 105 anni della Sua costituzione, per aver saputo far crescere nel tempo un ‘impresa che rappresenta un simbolo di orgoglio per l’edilizia lecchese, affiancando al successo nell’attività imprenditoriale l’impegno e la dedizione in ambito associativo. Monica Bonazzi, preziosa collaboratrice di Ance Lecco, per il costante impegno profuso - in 25 anni di servizio - a favore della crescita dell’Associazione e della soddisfazione dei suoi iscritti.

L’Assemblea di ANCE Lecco si è caratterizzata per la testimonianza di Federico Macchi, pistard e ciclista su strada, campione mondiale e olimpionico ai Giochi parolimpici e Medaglia d’Oro al Valore Atletico, intervistato da Lorenzo Dallari, Vicedirettore Sky Sport. Una testimonianza estramamente toccante, quella offerta da questo campione che, nato a Varese nel 1970, ancora giovanissimo scoprì, dopo un colpo al ginocchio il cui dolore non passava, di avere un tumore osseo e dovette subire l’amputazione della gamba sinistra. “Lo sport per me è stata una medicina, l’occasione per tornare a vivere e darmi una dimensione nella società”, ha raccontato. “Quando, a 13 anni, ho subito l’amputazione, è stato l’affetto dei miei genitori a darmi la forza per reagire. Li sentivo sempre parlare di futuro: e guardare al futuro è la cosa più importante”. Di Macchi è stato presentato un breve stralcio del filmato che ripercorre una delle sue numerose imprese, il giro d’Europa in bicicletta: “Insieme agli amici di Sky Sport, l’abbiamo chiamato “Il sogno del fenicottero”. In occasione dell’anno europeo delle persone disabili, ho percorso l’Europa in bicicletta da Bruxelles al Passo Pordoi, insieme ad amici e campioni. E’ stato un modo per lanciare un messaggio: quello di abbattere i muri. Tutti siamo uguali: non ci sono disabili”. E ora un nuovo sogno aspetta Macchi: le Olimpiadi di Londra 2012. quello di non consumare nuovo territorio prima che sia valorizzato l’esistente, prevede d’altra parte nuovi ambiti per una collaborazione con il settore delle costruzioni finalizzata a dotare la città di quelle strutture di servizio di cui Lecco è priva. Anche il Presidente della Provincia, Daniele Nava, ha offerto importanti segnali di apertura ad una collaborazione tra imprese ed istituzioni per una nuova fase di sviluppo del territorio: dall’impegno a ridurre i tempi della pubblica amministrazione, alla disponibilità di riaprire con il nuovo anno la discussione sul PTCP, per renderlo più aderente alla realtà in continua evoluzione. E se il Presidente della Camera di commercio di Lecco Vico Valassi ha rimarcato l’importanza di fare sistema, offrendo la disponibilità dell’Ente camerale quale ambito di dialogo per l’intero mondo economico e sociale, il Prefetto di Lecco Marco Valentini ha documentato l’attività di confronto con le istituzioni e le imprese avviato dalla Prefettura in questi mesi indirizzato a contrastare il fenomeno dell’illegalità. Particolarmente ricco di spunti l’intervento conclusivo dell’On. Raffaello Vignali, Vicepresidente della Commissione Attività Produttive della Camera e neo-Consigliere per le PMI del Ministro Romani. Vignali, dopo aver sottolineato “lo straordinario senso di responsabilità dimostrato dagli imprenditori, soprattutto di questo territorio, in questa fase di crisi”, ha segnalato il paradosso del sistema-Italia: un Paese con il più alto tasso di imprenditori ma dove è anche più difficile fare impresa. Quindi ha rimarcato il bisogno di un sistema di regole normali e di controlli severi: “È inutile alzare costantemente l’asticella delle norme: questo rende impossibile la vita agli imprenditori onesti e non scalfisce i disonesti, che con più facilità vi passano sotto”. Prioritario è anche “ribaltare il principio della non responsabilità della P.A, introducendo meccanismi di premia lità per l’efficienza: una pubblica amministrazione efficiente è fattore di competitività per il Paese, oltre che per le imprese. Ogni anno, a causa dei costi del “non fare”, perdiamo circa 2 punti di PIL”. Sul fronte della politica industriale, Vignali si è detto contrario al dirigismo e favorevole all’utilizzo della “leva fiscale, che premia il risultato, è democratica, taglia le discrezionalità e non falsa il mercato”, mentre si è impegnato a risollecitare il Governo per porre un rimedio al ritardo nei pagamenti: “La strada, a mio avviso, è quello di un consolidamento del debito degli enti locali, con un accordo con la Cassa Depositi e Prestiti per la loro liquidazione a fronte di una certificazione da parte della Corte dei Conti dei crediti maturati dai fornitori “. “Occorre smettere con la cultura del sospetto verso chi fa impresa. – ha concluso – Chi produce ricchezza con l’impresa, rischia in proprio del proprio per costruire il bene per tutti. A muoverlo sono passione e responsabilità, che sono anche le due leve da cui ripartire per uscire dalla crisi. E la politica deve avere il coraggio di cambiare, mettendosi al servizio di ciò che è positivo lì dove esso si manifesta”.


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Il casatese Aldo Sangalli ancora protagonista di due straordinarie sottoscrizioni

Viveri e fondi per i poveri del Perù Con due sottoscrizioni a favore dei poveri aiutati da Padre Hugo De Censi, fondatore dell’OMG, organizzazione Mato Grosso: è questo il fine che Aldo Sangalli si prodiga da molti anni per raccogliere fondi e viveri destinati a sostenere gli obiettivi dell’amico fraterno Padre Hugo. Ecco il risultato delle due sottoscrizioni: Raccolta fondi 1a sottoscrizione: consegnati personalmente il 14 marzo 2009 a Padre Hugo 37.500 euro Raccolta viveri 2a sottoscrizione: spediti in giugno 2010 presso la sede di Lima (Perù) 42 tonnellate di alimenti (farina, riso, pasta, olio)

Berbenno (So) - 14 Marzo 2009 - Aldo consegna a Padre Hugo”Raccolta fondi per case terremotati”

Conosco Padre Hugo dal 1960, io Barabitt e lui educatore di giovani in difficoltà ad Arese, e vi posso testimoniare il suo straordinario operato a favore dei giovani e poveri e la grande validità dei progetti da lui eseguiti e da eseguire in quei luoghi. Le sottoscrizioni da me promosse hanno permesso in questi anni di dare un contributo fondamentale alle costruzioni di scuole, asili, case, stalle, case per anziani e ospedali in paesi del Perù che ne erano sprovvisti. Pertanto ogni Natale spedisco regolarmente a circa 500 tra amici e conoscenti un bollettino per invitarli a donare e quindi intendo proseguire con le mie sottoscrizioni. La prossima sottoscrizione che avvierò, su desiderio di Padre Hugo, per il Natale 2010 sarà:

ATTREZZATURE MEDICHE PER OSPEDALE DI CHACAS in Perù, Chacas - “A mezzogiorno c’è un piatto di minestra per tutti”

ospedale voluto e costruito da Padre Hugo, con reparti: Pronto Soccorso - Radiologia - Ortopedia - Sala Parto Sala Operatoria - Farmacia - Studio Dentistico.

Chi volesse aderire a questa mia nuova sottoscrizione può fare un versamento su conto corrente postale n. 59272864 a me intestato. Tengo a precisare che ogni centesimo che ricevo è consegnato personalmente da me a Padre Hugo. Padre Hugo torna in Italia il prossimo gennaio 2011 per ritiri e controllo “salute d’ottantaseienne”. Ripartirà a fine febbraio. Facciamogli una grande sorpresa con… tante palanche!

Chacas - Ospedale “Mama Ashu” (dove i poveri sono curati gratuitamente e con amore)

“Un gesto di carità per una vita in più!...” Buon Natale e Buon Anno 2011

Aldo Sangalli


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Liete festivitĂ


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la Comunità Montana, la pecora brianzola sta tornando ad essere apprezzata. Sono motivo di incoraggiamento Dicembre 2010 da un lato il riconoscimento ufficiale di razza da parte dell’Associazione nazionale della pastorizia, che ha restituito alla brianzola la sua antica dignità fra le innumerevoli razze ovine esistenti, dall’altro il consolidarsi dell’interesse da parte degli allevatori locali, riunitisi in associazione e sinceramente desiderosi di sviluppare attraverso l’allevamento un ulteriore motivo di orgoglio e soddisfazione personale. “Il lavoro non si ferma – dice Cesare Perego, presidente della Comunità Montana – la nostra convinzione, attraverso questo progetto, è quella di restituire al nostro territorio, oltre ad un patrimonio culturale e storico, anche un valore aggiunto per l’economia zootecnica. Infatti, come per l’olivicoltura, l’allevamento della pecora nel nostro territorio rivela soprattutto l’attaccamento ad una tradizione. Questo attaccamento si esprime attraverso la diffusa dedizione all’allevamento delle pecore, che trova oggi maggiore identità con la razza autoctona e con il desiderio di recuperare una cucina fortemente legata al territorio per riproporla”. Alla tradizione fa riferimento anche il presidente dell’Associazione della pecora brianzola, Pasquale Redaelli: “L’interesse e la passione di alcuni allevatori nel 1995 portò la Comunità Montana del Lario Orientale, sensibile e disponibile sull’argomento, ad iniziare una prima indagine volta a verificare la reale esistenza di

mente superiori a quanto indicato dall’atlante etnografico delle popolazioni ovine e caprine allevate in Italia che dava questa razza quasi per estinta. Rassicurati e confortati dai dati riscontrati sul territorio, iniziò un lavoro di pubblicazione e sensibilizzazione riguardo al problema della salvaguardia, che portò alla costituzione dell’associazione della pecora brianzola. Attualmente ne fanno parte allevatori delle province di Lecco, Como e Milano. Per questi appassionati, l’allevamento della brianzola rappresenta un’attività marginale in termini di reddito ma la determinazione e il grande attaccamento al a questa pecora e i successi ottenuti, devono costituire un incoraggiamento a continuare con entusiasmo il lavoro intrapreso”. Se la prima edizione della mostra della pecora brianzola – a Galbiate sabato 22 e domenica 23 ottobre 2005 – era stata una sfida lanciata dall’animale più antico e più mite della storia dell’uomo, nella seconda edizione a Suello questo animale è riuscito a fare un salto di qualità che lo consacra protagonista sul territorio brianzolo e particolarmente legato alla realtà lecchese. Dopo il convegno su “tradizione e innovazione”, che il sabato ha aperto la manifestazione, domenica l’esposizione degli animali ha richiamato per l’intera giornata un pubblico foltissimo, gratificando così gli sforzi di Cesare Perego e di Pasquale Redaelli impegnati a fare gli onori di casa. Tutti ad osservare da vicino gli esemplari selezionati di questa popolazione ovina che si caratterizza, nel rispet-

feriscono mai un aspetto pesante alla testa, con un vello di colore bianco esteso su tutto il tronco ma che lascia nude le zone del ventre, delle gambe e della testa rendendo più facili le operazioni di tosatura. La pecora brianzola ha così conquistato il grande pubblico (tantissime le famiglie intere, con nonni, genitori e figli grandi e piccoli) confermando il successo crescente che trova anche nel mondo agricolo. Basta un dato: all’inizio l’associazione che li raggruppa era formata da sette allevatori e da poco più di una decina di pecore. Oggi gli allevatori associati sono 24 con un totale di 570 capi iscritti al libro genealogico. Una svolta significativa, se si pensa che solo dieci anni fa si parlava ormai di estinzione di un animale di origine antiche, che a partire dal 1920 viene identificato come pecora brianzola o pecora di Oggiono. La popolazione brianzola per la sua morfologia è riconducibile al gruppo delle pecore alpine giganti da carne. Fino all’ultimo conflitto mondiale si era diffusa e tipizzata raggiungendo in quegli anni la massima espansione numerica, superando i quattromila capi. Patrimonio economico, culturale e sociale della Brianza, fu allevata con maggiore interesse nella fascia pedemontana, dove ha lasciato molte tracce della sua antica presenza. Il primo a descriverla fu Luigi Formigoni (nel 1940 e nel 1942), veterinario referente per la Cattedra ambulante di agraria e, in seguito, direttore dell’Ispettorato provinciale agrario di Como. Il quale la classificò come popolazione au-

evidenti, rispetto a quest’ultimo carattere, ma ugualmente eccellenti, si dimostravano le produzioni di latte e lana. Ma di questo animale si parlava già nel 1500

un’attività part time riservata generalmente a persone che dispongono di piccoli appezzamenti di terreno nei pressi delle abitazioni con greggi che mediamente van-

Siamo comunque ancora in un ambito sperimentale ed è presto per parlare di un recupero della pecora brianzola anche come produttrice di lana.

Augura alla gentile clientela liete festività

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