INFORMA
Anno VI - n.16/2019 - Poste Italiane s.p.a. - Sped.abb.post. D.L. 353/2003 conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1 c. 1, copia: 0,10
N.98 - dicembre 2019
PERIODICO DELLA FNP CISL MONZA BRIANZA LECCO
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EDITORIALE
FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ,
POVERTÀ, FRAGILITÀ, NON AUTOSUFFICIENZA. Fra i genitori occupati con figli minori di 15 anni, il 36% delle madri e il 34,5% dei padri lamentano problemi non indifferenti nel conciliare il lavoro e la famiglia. L’11% di donne con almeno un figlio, dichiarano che non hanno mai potuto lavorare per prendersi cura dei figli. Poco meno di un terzo dei nuclei familiari con figli minori usa i servizi (troppo cari), il resto delle famiglie conta sull’ aiuto dei familiari, in particolare dei nonni, oppure di amici. A ciò bisogna aggiungere quanti si devono prendere cura di parenti malati, disabili o anziani. Sempre dai dati Istat emerge che nel nostro Paese 1.800.000 famiglie (il 7% dei nuclei familiari), risultano oggi in uno stato di povertà assoluta per un totale di circa 5.000.000 di persone (l ‘ 8,4% della popolazione). Livello di reddito insufficiente, lavoro precario, assenza di reddito, problemi abitativi e di salute sono i motivi determinanti. Pure è in costante crescita, rispetto al passato, la quota di chi vive in fragilità sul fronte della salute: una persona su cinque soffre di disturbi psicologici, di patologie oncologiche e cardiovascolari spesso in condizioni di non autosufficienza. Alla fine del mese di novembre le domande pervenute all‘ Inps relativamente al Reddito e alla Pensione di Cittadinanza sono state 1.579.742, di cui 1.021.761 accolte, 130.409 in lavorazione e 427.572 respinte o cancellate. Nelle regioni del sud e delle isole sono state accolte 617.090 domande rispetto alle 880.085 presentate; nelle regioni del centro sono state accolte 155.434 rispetto alle 258.200 presentate; nelle regioni del nord sono state accolte 249.237 rispetto alle 441.457 presentate. In base alle domande accolte risulta che godono del reddito di cittadinanza 857.141 famiglie pari a 2.230457 persone
mentre godono della pensione di cittadinanza 120.703 famiglie pari a 137.318 persone. 12.746 persone, tra i 18 e i 64 anni, pari al 34,6 % della popolazione si prendono cura dei figli minori. Ci sono 2.847.814 persone non autosufficienti in gran parte anziani, in Italia, cui si dedicano circa 8.000.000 di familiari. Le badanti censite sono poco meno di un 1.000.00 e costano alle famiglie circa 1.500 euro al mese. Siamo di fronte ad un‘ emergenza nazionale di cui nessuno parla. Per le famiglie si tratta di un peso insostenibile, cui devono farvi fronte da sole, rischiando di andare in povertà. A oggi la risposta delle istituzioni è stata inadeguata, disorganizzata e frammentata nella spesa, nelle risorse, negli interventi, nei servizi e nelle responsabilità tra enti diversi. Siamo stati a Roma il 16 novembre alla Manifestazione nazionale unitaria dei pensionati anche per questo. SERVONO SOLUZIONI …SERVE UNA LEGGE NAZIONALE SPECIFICA CHE METTA A DISPOSIZIONE RISORSE PER GARANTIRE SERVIZI ED ASSISTENZA IN TUTTA ITALIA!!! Siamo 16.000.000 di pensionati in Italia….non siamo invisibili….. ci spetta una risposta.
Giorgio Galbusera Segretario generale FNP MBL
INFORMA - Periodico - Aut. Trib. n° 7 del 20/11/04 - Dir. resp.: Barbara L. - Stampa: Nuova Grafica
MANIFESTAZIONE
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16 NOVEMBRE A ROMA PER LA SECONDA VOLTA PER UNA LEGGE SULLA NON AUTOSUFFICIENZA Le motivazioni della manifestazione di sabato 16 novembre 2019 erano chiaramente espresse da un comunicato congiunto delle confederazioni nazionali dei sindacati dei pensionati che
poneva al centro dell’iniziativa la rivalutazione delle pensioni, l’allargamento della quattordicesima, la riduzione delle tasse all’insegna di un fisco più equo, la sanità ed una legge sulla non autosufficienza. Al Circo Massimo siamo confluiti da tutta l’Italia. C’erano anche un centinaio di persone arrivate con due pullman dalla Brianza e da Lecco. Tutti con l’intenzione di farci vedere e farci sentire ben espresso dallo slogan “Invisibili no! Siamo sedici milioni”. In un clima tranquillo, in una parentesi di tempo sereno in giornate
d’acqua incessante, ogni gruppo regionale ha sfilato davanti ai cartelli che ne contrassegnavano l’appartenenza. Sul palco sono saliti i segretari nazionali Landini, Barbagallo e Furlan, hanno parlato i segretari nazionali dei pensionati, ma soprattutto è stato dato spazio a quelle esperienze personali e sociali nel campo della autosufficienza. Tante testimonianze positive segno di un’Italia che vuole cambiare e crescere nel rispetto dei nostri anziani malati. Tra queste, anche l’intervento di Stefano Buzzi che riportiamo all’interno del giornale. Per ora il Governo si é defilato e si fa strada l’idea di indire uno sciopero generale di tutte le categorie di lavoratori uniti ai pensionati. Gigi Bonfanti segretario Fnp Cisl non ha avuto mezze misure e forte è stata la sua proposta. Ha infatti così chiuso
la manifestazione: «È giunto il momento che insieme Cgil, Cisl e Uil proponiamo una grande manifestazione nazionale dei lavoratori e dei pensionati sui temi che ci uniscono: bisogna fare uno sciopero generale del paese, per i diritti, il lavoro e le pensioni. Ci rivedremo presto». Felice Asnaghi
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CONTRATTAZIONE SOCIALE
LA CONTRATTAZIONE RAVVIVA UN FEDERALISMO FIACCO SERVE MENO TIMIDEZZA NEL CONTRASTO ALL'EVASIONE Il comune in cui risiedo utilizza in modo efficace ed efficiente le risorse di cui dispone? I servizi realizzati sul territorio sono completi o si potrebbe desiderare qualche cosa di meglio? E le tasse che mi tocca pagare non sono un po’ alte? Perché c’è sempre qualcuno che paga poco la mensa scolastica e poi fa sfoggio di un tenore di vita più elevato del mio? Sono solo alcune delle domande che ogni cittadino prima o poi finisce col porsi. Sono domande del tutto legittime perché il comune è la pubblica amministrazione più vicina quando si manifesta un bisogno. Il comune, quindi, è l’ente che realizza gran parte dei servizi che agevolano la vita quotidiana, dai servizi scolastici alla casa fino agli interventi in caso di indigenza. Ma ha anche in mano uno strumento che, a volte, crea qualche fastidio: la leva fiscale. Spesso, però, il cittadino non ha a disposizione gli strumenti per darsi le risposte che vorrebbe: troppo complicati i bilanci, spesso pretestuose e poco obiettive le risposte di coloro che siedono in consiglio comunale, magari all’opposizione. Il sindacato, da qualche decennio, sostiene una attività che intende dare qualche risposta a quelle domande dei cittadini, ma soprattutto vuole intensificare le relazioni fra i diversi enti che operano sullo stesso territorio per dare risposte più puntuali alle necessità di ciascun cittadino. Si tratta della negoziazione sociale, nome sotto il quale si muovono, senza esagerare, almeno un centinaio di incontri con sindaci, assessori, direttori generali e altri responsabili, riunioni per mettere a punto le richieste, documenti in cui vengono riassunti gli accordi raggiunti e le modalità per verificarne la realizzazione. La Cisl Federazione dei pensionati, per rendere maggiormente efficace tale azione, si è dotata anche di strumenti in grado di fornire dati che spesso si rivelano utili a conoscere la realtà con cui si ha a che fare.
Vediamo qualche dato che emerge da tali strumenti. Quanto spendono in media i comuni per i servizi sociali? Sappiamo che a livello nazionale la spesa si aggira intorno ai 116 euro pro-capite. Da noi cosa succede? In Brianza la spesa media per ciascun cittadino è di 129,5 euro mentre nel Lecchese è di 77 euro. Circa il 10% al di sopra del dato nazionale nel primo caso, notevolmente sotto nel secondo. Tuttavia, in questo caso, non crediamo si possa parlare di un dato negativo. Le due realtà sono ben diverse: gran parte dei comuni lecchesi sono di piccole e piccolissime dimensioni e in quelle realtà resiste una struttura sociale ancora ben solida che non richiede grandi investimenti. Proseguendo nelle domande: rispetto alla spesa corrente dei comuni, la spesa per il sociale, nel corso degli anni, è variata e come? Paragonando i dati dell’ultimo quinquennio disponibile, abbiamo questi dati: in Brianza si passa dalla media del 18,5% al 20,5%; nel lecchese la media è stabile intorno all’11,5%, ma nel capoluogo Lecco la media passa dal 26,5% al 33% o, per fare un altro caso, Casatenovo passa dal 14,5% al 15,5%. Sono dati che testimoniano di come la tendenza delle realtà più popolose vada verso un incremento della spesa sociale. Sarà anche merito della negoziazione sociale del sindacato? Sul versante fiscale, qual è la media delle aliquote applicate nell’addizionale Irpef? In Brianza la media delle aliquote è allo 0,65% mentre nel lecchese si attesta sullo 0,56%. La differenza di un decimale sembrerebbe di poco conto, ma si traduce pur sempre in qualche decina di euro che, perpetuate negli anni fanno un discreto gruzzolo. E poi lo 0,65 è troppo pericolosamente vicino alla addizionale massima applicabile, cioè lo 0,8%. Come dire che è avvenuto, nel corso degli anni, un eccessivo appiattimento verso l’alto. Ormai, se si scor-
CONTRATTAZIONE SOCIALE
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re l’elenco comune per comune, sono rari i casi in cui non figuri il prelievo massimo dello 0,8. La rincorsa verso l’alto è tuttora in corso, se si tiene conto del fatto che, lo scorso anno, sono state sbloccate le aliquote. Qualche amministrazione non si è lasciata sfuggire l’occasione di aumentare la percentuale.
di cittadini. Gli iscritti al sindacato, con la sensibilità che li contraddistingue, sono la vera forza che consente di tenere viva l’attenzione per raddrizzare qualche pianta che minaccia di crescere storta. A.M.
Tab. 1 Recupero evasione Provincia Monza e Brianza (euro all’anno) 2015 2016 2017 2018 Arcore 6.428 15.464 2.700 7.051 Besana Brianza 2.080 Cavenago 100 Concorezzo 22.005 Limbiate 657 Lissone 19.727 45.119 33.316 4.203 Monza 16.130 44.724 876 Seregno 3.273 1.077 Vedano al L. 650 300 Brugherio 250 100
OCCUPARSI MAGGIORMENTE DEGLI ULTIMI
Tab. 2 Recupero evasione Provincia Lecco (euro all’anno) 2015 Carenno
2016
2017
2018
428
285
208
Ballabio Calco
50 1738
Dervio Tremenico
803 100
Introbio
150
Perego
11.874
S. Maria Hoè
561 200
980
C’è infine il contrasto all’evasione fiscale. E’ una battaglia a cui il sindacato tiene in modo particolare per motivi evidenti. Se tutti pagano il dovuto, è auspicabile che ciascuno paghi di meno. In questa lotta i comuni potrebbero avere un ruolo importante, sottolineato dalle leggi vigenti che destinano al comune che ha stanato l’evasore, l’intera somma recuperata. Ma i dati non sono particolarmente confortanti. In Brianza si era partiti bene nel 2016 con una decina di comuni che in totale avevano recuperato circa 107.000 euro, ma l’ultimo dato del 2018 vede solo tre comuni in campo per un recupero di soli 11.000 euro. In provincia di Lecco otto comuni si erano spartiti circa quindicimila di euro, ma lo scorso anno appena un paio di comuni hanno racimolato solo 250 euro. Un evidente calo di tensione, forse dovuto anche ai comportamenti poco incoraggianti dell’Agenzia delle entrate, ma che denota poca attenzione a questo che è un cardine fondamentale del federalismo tanto proclamato e poco praticato. Ebbene, su questi temi la Fnp e la Cisl nel suo insieme non intendono cedere le armi. Continueremo a tornare sui tavoli a sottolineare l’evidenza di questi dati. Del resto, chi si occupa, con pari strumenti e con visione complessiva del territorio, nel ricercare un effettivo equilibrio fra prelievo fiscale e servizi erogati se non il sindacato? All’orizzonte non ci sembra che compaia nessun’altro soggetto capace di fare sintesi delle istanze di diverse centinaia di migliaia
Piergiorgio Caprioli, classe 1952 bergamasco, è stato segretario generale nazionale della Fim Cisl dal 1999 al2008 (gli anni dei contratti separati). In seguito si è anche occupato di contrattazione sociale. E’ venuto a Monza a presentare il suo bel libro “Roma non mi piace”, un diario della sua esperienza. Abbiamo colto l’occasione per fargli qualche domanda. Ti sei occupato, in momenti diversi, di contrattazione di categoria e di contrattazione sociale. Ritieni giusto parlare di due facce della stessa medaglia? La contrattazione di categoria sta subendo profondi cambiamenti: da rivendicazioni prevalentemente salariali si sta passando ad accrescere i diritti dei lavoratori, prima di tutto a richiedere flessibilità del tempo (non più in base soltanto alle esigenze delle imprese, ma anche a quelle dei lavoratori) e all’integrazione del welfare pubblico (previdenza e sanità integrativa). La contrattazione sociale si occupa invece dei pensionati e (forse) di quelli – sempre più numerosi – di cui il sindacato parla molto, ma per i quali ottiene poco: i disoccupati e i precari. Il sindacato si è sempre occupato degli ultimi, ma la rappresentanza di questi gli è sfuggita di mano: noi oggi rappresentiamo i penultimi. La contrattazione sociale può contribuire a colmare questo vuoto se, accanto ai pensionati, diventeranno protagoniste le confederazioni. Sta prendendo piede il welfare aziendale. Cosa ne pensi e come si potrebbe realizzare una collaborazione con il welfare locale? Il welfare aziendale sta, piano piano prendendo parte del posto che una volta occupava il salario. Ciò è un bene, ma vale, per ora, solo per quel 20%-30% di lavoratori che fanno contrattazione aziendale. Non è possibile estenderla a tutti, perché la dispersione dei lavoratori è troppo vasta. Qui potrebbe intervenire il welfare locale, coinvolgendo appunto i lavoratori delle piccole fabbriche e i precari. Quali suggerimenti ti senti di dare a chi fa contrattazione sociale? Suggerirei, anche se in parte lo stanno già facendo, di non preoccuparsi solo dei pensionati. Quindi di coinvolgere, senza inutili gelosie, le confederazioni, per tutelare anche i dipendenti delle piccole fabbriche, i precari, e i numerosissimi dipendenti del terziario dispersi in una miriade di piccole realtà. Le confederazioni, a loro volta, dovrebbero attrezzarsi organizzativamente per contrattare per questi lavoratori che altrimenti nessuno tutela.
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PREVIDENZA
CON LA RATA DICEMBRE 2019 ALCUNI PENSIONATI POSSONO AVERE 154 € IN PIU’. Abbiamo parlato altre volte attraverso le pagine di questo notiziario FNP CISL dei “diritti inespressi” e l’importo aggiuntivo di 154,94 euro è uno fra quelli meno conosciuti. Questo beneficio riguarda i pensionati cosiddetti “incapienti” ovvero titolari di una rendita pensionistica il cui importo complessivo annuo è inferiore o pari al trattamento minimo Inps (2019 = 513,013 euro) che, pur avendo il diritto alle detrazioni fiscali, non possono goderne perchè il loro importo è superiore all’importo che dovrebbero pagare. A disporre il rimborso di cui parliamo è stata la legge Finanziaria per il 2001. La legge stabilisce che l’importo aggiuntivo sia corrisposto dall’Inps contemporaneamente al pagamento della 13ma e, pertanto, la somma aggiuntiva 2019 dovrebbe essere pagata con la rata 12 del mese di dicembre dello stesso anno. Generalmente non è necessario inoltrare domanda in quanto l’INPS, attraverso la campagna RED, dovrebbe essere già in possesso di tutti i dati necessari per l’erogazione di questo importo. Il requisito richiesto è quello legato ai limiti di reddito, indipendentemente dall’età. Per avere diritto a questa somma aggiuntiva occorre dunque verificare due parametri reddituali che devono sussistere contemporaneamente: 1) L’importo complessivo della pensione, comprese eventuali maggiorazioni sociali; 2) Il reddito personale o coniugale
Precisiamo il requisito personale (punto 1), ovvero l’importo della pensione per il 2019: a) Se l’importo della pensione è fino a 6.669,13 € (T.M. 513,01x13) spetta l’intera somma aggiuntiva b) Con una pensione oltre i 6.824,07 € non spetta la somma aggiuntiva. All’interno dei due importi spetta solo la differenza (da 154,94 in giù) I limiti di reddito (punto 2) assoggettabili all’irpef risultano invece dalla seguente tabella:
Anno 2019
Pensionato solo (T.M.x13x1,5) 10.003,70 €
Pensionato coniugato (T.M.x39) 20.007,39 €
Non hanno diritto a questa somma aggiuntiva i titolari di pensioni categoria: INVCIV, PS, AS. Chi ne ha diritto e non l’avesse ricevuta, può inoltrare domanda. La richiesta va rivolta all’Inps e dovrà avvenire solo per via telematica. Per gli iscritti Fnp/Cisl o per quelli che si iscrivono, l’invio telematico per il tramite del Patronato Inas/Cisl sarà gratuito. Per i non iscritti sarà a pagamento. Per eventuali informazioni e/o precisazioni, le nostre sedi e racapiti Fnp/Cisl sono a disposizione. Stefano Buzzi
SETTIMANA DI MOBILITAZIONE PER UNA MANOVRA PIÙ GIUSTA Manovra, riforme, contratti. Cgil, Cisl, Uil si mobilitano sui grandi temi e lo fanno attraverso una settimana di iniziative, dal 10 al 17 dicembre. I sindacati confermano e ribadiscono il proprio giudizio sul-
la manovra: bene la disponibilità dell’Esecutivo al confronto, ma le risorse messe in campo sui capitoli della piattaforma unitaria sono “insufficienti”. Per questo Cgil, Cisl Uil hanno deciso di dare continuità alla mobilitazione, per ottenere miglioramenti sul fronte della manovra. In particolare, la giornata del 17 dicembre avrà al centro: la riforma fiscale “per una redistribuzione a vantaggio dei lavoratori dipendenti e dei pen-
sionati e per ridurre l’evasione”; la previdenza, “per un’effettiva rivalutazione delle pensioni e per proseguire la riforma della legge Fornero in un’ottica di effettiva flessibilità verso il pensionamento”; un welfare “più giusto” e una legge sulla non autosufficienza. Si conferma quindi di assoluta attualità la richiesta della Cisl e della nostra Federazione dei pensionati di ottenere già da gennaio 2020 una rivalutazione delle pensioni piena ed equa, con l’applicazione dei più favorevoli criteri previsti dalla legge 388/2000 come convenuto con il Governo nel novembre 2017.
PREVIDENZA
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2020, RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI: ECCO LE NOVITA’
L’operazione di rivalutazione o perequazione automatica delle pensioni consiste nell’adeguare l’importo dell’assegno al costo della vita. Come ogni anno nel mese di gennaio 2020, gli importi pensione pagati dai diversi enti previdenziali, Inps, ex Inpdap, Inail e le diverse casse professionali, sono oggetto di rivalutazione in base al dato ISTAT, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 20 novembre 2019. La percentuale di inflazione rilevata e provvisoria per il 2020 è pari a + 0,4 %. Per effetto di questa rivalutazione il trattamento minimo, che per il 2019 era pari a € 513,01 passerà a € 515,06 ovvero + 2,05 di aumento mensile. E’ opportuno ricordare che per il 2019 la rivalutazione piena, pari a 1,1%, è stata applicata ai titolari di pensione fino a 3 volte il trattamento minimo. Inoltre, l’ISTAT ha confermato in modo definitivo tale percentuale e pertanto, con la rata di gennaio 2020 non sono previsti conguagli. La novità più importante introdotta con la manovra 2020, quindi non ancora approvata, in materia di rivalutazione degli assegni pensionistici per il 2020 è che la rivalutazione piena (100%) sarà allargata alle pensioni fino a 4 volte il minimo, vale a dire, fino a € 2.052 lorde (513,01 x 4). Alle pensioni superiori a tale importo invece verrà applicata una percentuale progressiva a scalare rispetto al valore della pensione. In pratica, considerata la percentuale di rivalutazione provvisoria per il 2020, per queste pensioni la percentuale di + 0,4% sarà così declinata: • alle pensioni fino a 4 volte il minimo si applicherà un tasso di rivalutazione piena pari allo 0,4%; • alle pensioni di importo da 4 a 5 volte il minimo sarà del 77% • alle pensioni di importo da 5 a 6 volte il minimo sarà del 52% • alle pensioni di importo da 6 a 8 volte il minimo sarà del 47% • alle pensioni di importo da 8 a 9 volte il minimo sarà del 45% • alle pensioni di importo oltre 9 volte il minimo sarà del 40% Ma su questa parte ritorneremo in modo più dettagliato dopo l’approvazione definitiva della legge di Bilancio. Questo criterio di indicizzazione con fasce, salvo ulteriori interventi legislativi, sarà operativo fino al 2021. La variazione provvisoria dello 0,40 per la rivalutazione
rappresenta un nuovo minimo di crescita rispetto agli anni precedenti. Infatti, a parte la rivalutazione + 1,10 per il 2019, nel 2018 l’indice di rivalutazione è stato pari a zero e - 0,1% nel 2015 - 2016 allor quando si applicò un indice pari a zero, in virtù di una specifica norma adottata per evitare la diminuzione degli importi. L’aver previsto il 100% fino a quattro volte il minimo, inserito nella legge di bilancio per il 2020, ancora da approvare, è per il sindacato unitario una misura troppo esigua rispetto alle nostre aspettative. Riteniamo vi sia ancora tempo per migliorare il testo relativo al capitolo delle rivalutazioni pensionistiche. Ma ancora di più è il sistema di rivalutazione con il paniere di riferimento che sono del tutto inadeguati. Se solo pensiamo all’impennata dei rincari dei costi energetici quali il gas, luce e acqua in rapporto all’incremento dello 0,4%, risulta del tutto evidente l’inadeguatezza del sistema attuale quale sistema protettivo del reale potere d’acquisto. L’aumento attuato per la rivalutazione delle pensioni 2020 è pari a 0,40%, cioè meno della metà di quello applicato nel 2019 che fu pari a 1,1. Inoltre, l’aumento + 2,05 € al mese per le pensioni minime tra il 2019 e il 2020 rappresenta a malapena il costo di un litro di latte. Se non interverranno cambiamenti dal 2022 è già previsto un sistema perequativo articolato su tre scaglioni, cosi come già stabilito dalla legge 388/2000: 100% della variazione fino a tre volte il minimo; 90% per le pensioni tra tre e cinque volte il T.M. (trattamento minimo) e il 75% per gli assegni oltre cinque volte il T.M. Il 16 novembre 2019, come sindacato unitario dei pensionati, abbiamo manifestato andando a Roma la nostra disapprovazione per gli orientamenti del governo nel merito della nostra piattaforma rivendicativa. Oltre al fisco e alla non autosufficienza, abbiamo sottolineato l’inadeguatezza del sistema di rivalutazione per le pensioni, che per la Fnp Cisl continua a rappresentare una priorità. Dopo 7 anni di ripetuti interventi governativi sulle pensioni abbiamo il diritto di vedere rinnovato anche “il nostro contratto con lo Stato”, di ristabilire un’equa perequazione delle pensioni contro il caro vita di ogni giorno. Segnaliamo infine, per dovere di cronaca, che è stato confermato il taglio delle pensioni d’oro. Anche per il 2020, dunque, le pensioni d’importo superiore a 100 mila euro annui continueranno a subire un taglio fisso in misura percentuale dal 15% al 40% per fasce di reddito. Stefano Buzzi.
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TRACCE PER RIFLETTERE
IL “PAESE RITROVATO”
ALLA RIBALTA DELLA MANIFESTAZIONE A ROMA La manifestazione dei sindacati dei pensionati, il 16 novembre a Roma, aveva fra i suoi temi quello della necessità di una legge sulla non-autosufficienza. Fra gli oratori che si sono avvicendati dal palco, il nostro Stefano Buzzi ha illustrato l’esperienza tutta monzese del “Paese ritrovato”, un luogo dove i malati di Alzheimer ritrovano una dimensione che rievoca i momenti della loro vita passata. Il progetto è stato realizzato e gestito dalla cooperativa sociale “La meridiana”, un sodalizio che da oltre quarant’anni si occupa di cura dell’anziano e della non autosufficienza. Ecco il testo dell’intervento.
L’ANALISI E IL PUNTO DI PARTENZA Il rapporto sanità OCSE 2019 (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo) rileva che il nostro paese ha la seconda prevalenza più alta di demenza di tutti i paesi aderenti all’OCSE - ovvero: 23 casi per ogni 1000 abitanti ed entro il 2050 si stima ci saranno 25 persone su 1000 colpite da una forma di demenza. In Italia sono oltre 1.200.000 i malati di Alzheimer diagnosticati, un numero purtroppo costantemente in crescita e, nonostante l’importante sforzo scientifico, siamo ancora lontani dall’avere cure mirate alla guarigione. Attualmente il sistema di cura delle forme di demenza presenta un vuoto: si passa direttamente dal domicilio alla RSA, dove esistono nuclei specifici per la cura dell’Alzheimer, che però non sempre risultano adeguati alle esigenze della persona. Infatti, la persona con demenza ha bisogno di muoversi liberamente e di vivere la quotidianità con interesse, partecipazione e coinvolgimento.
UN BORGO PER CONTRASTARE LO STRESS La cura della demenza richiede non solo un approccio clinico ma impone di progettare nuove prospettive, spazi adeguati, necessita di ricostruire l’architettura ambientale e organizzativa oltre che a personale qualificato. Con straordinario dinamismo, in meno di 24 mesi la cooperativa “La meridiana” è passata dalla progettazione alla realizzazione della struttura, con un costo di oltre 10 milioni di euro, di cui 7milioni provenienti da donazioni e contributi privati. Per rassicurare tutti i donatori che ogni euro versato fosse destinato al progetto e al suo funzionamento,
si è costituito un Comitato di garanzia, con il compito di offrire trasparenza sulle finalità, ma anche di partecipare attivamente alla costruzione e sviluppo del progetto. L’inaugurazione della struttura è avvenuta il 24 febbraio 2018. Si tratta di un borgo che sorge su un’area di oltre 14.000 mq., di cui 5350 mq. calpestabili o parte costruita. Una realtà dove ogni residente è libero di scegliere se passeggiare, partecipare alle attività di animazione oppure fare ginnastica, andare dal parrucchiere, dedicarsi al bricolage ed esercitarsi nei giochi di mantenimento cognitivo, o stare nel proprio appartamento. Un vero piccolo villaggio, costituito da otto appartamenti che accolgono 64 persone con la presenza di negozi, teatro, chiesetta, bar e un mini-market. Il centro è stato progettato per consentire ai pazienti di mantenere le proprie abitudini quotidiane e valorizzare le abilità residue, consentendo loro di muoversi il più liberamente possibile. All’interno del Paese ritrovato si accolgono persone residenti in Lombardia con diagnosi di Alzheimer o demenza rilasciata da centro UVA o da specialista in geriatria o neurologia. Devono, inoltre, essere capaci di camminare da sole o con presidi utilizzati in autonomia. I disturbi del comportamento e l’eventuale incontinenza non costituiscono elementi di esclusione. Non si accolgono pazienti psichiatrici.
LA VITA NEL VILLAGGIO Ogni residente è libero di scegliere quello che preferisce fare. Gli operatori assecondano le preferenze dei residenti per migliorare il benessere del singolo ospite. Il lunedì viene distribuito l’elenco delle attività della settimana. Si avverte un clima di serenità che si diffonde anche tra gli operatori impegnati nell’assistenza e coadiuvati nel loro lavoro dalla tecnologia. Attraverso un sistema tecnologico si è in grado di monitorare in modo non invasivo i movimenti, gli stazionamenti e le preferenze nonché le attività scelte da ciascun residente.
IL GIUDIZIO DEI MEDICI Anche i medici e lo staff sanitario mostrano la loro soddisfazione. “La socializzazione favorita dalla vita quotidiana del borgo, molto coinvolgente, aiuta con-
TRACCE PER RIFLETTERE siderevolmente il benessere dei residenti con una riduzione sensibile dei farmaci. Il fatto di potersi muovere liberamente, di fare ciò che si desidera, di sviluppare le proprie capacità residue abbassa lo stress della persona con demenza. In questi primi mesi di attività non si registrano episodi di disagio o di aggressività tra gli ospiti, segno che la possibilità di riprendere una vita normale adeguata alle loro residuali capacità è uno degli elementi fondamentali nel sostegno alla persona con Alzheimer”.
LA POLITICA: RICONOSCIMENTO E UN TIMIDO IMPEGNO L’11 febbraio 2019 il Presidente della regione Lombardia dott. Fontana, con un nutrito seguito di operatori politici regionali, ha fatto visita alla struttura per esprimere l’interesse, il riconoscimento e la vicinanza della politica verso il progetto realizzato. A conferma di questo riconoscimento e impegno, Regione Lombardia ha deliberato per il 2019 un contributo giornaliero di 29 euro per persona residente. Un modesto ma doveroso e concreto riconoscimento. Si tratta però di un contributo temporaneo e non strutturale, e questo è un vero problema per le famiglie che intendono avvalersi del servizio in prospettiva. Attualmente la retta di ospitalità è di 93 euro al giorno, totalmente a carico dell’ospite. Tuttavia, questo onere non riesce a coprire l’intero costo e quindi il progetto è partito con l’assunzione di una perdita da parte della cooperativa “La Meridiana”. Attualmente la struttura è completa ed esiste una lista di attesa. Dopo una visita personale alla struttura del Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, nel mese di settembre 2019, in occasione della giornata mondiale dell’Alzheimer, lo staff medico/scientifico della cooperativa è stato invitato per una presentazione del progetto alla commissione del Senato della Repubblica. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Il Paese Ritrovato è un bene comune riconosciuto e apprezzato dal nostro territorio. Un modello aperto e dialogante, tanto che, con le istituzioni territoriali, sono stati realizzati percorsi di informazione/formazione, rivolti a familiari che al proprio domicilio si prendono cura di persone con demenza o Alzheimer. L’auspicio è che questa dimensione sperimentale e d’avanguardia possa un giorno diventare uno standard di assoluta qualità diffuso sul territorio lombardo e nazionale, per dare risposte innovative di cure
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per il benessere della persona fragile. La ragione prevalente di tutto il progetto, oltre alle modalità di cura, è l’affermazione della dignità della persona. E’ stato chiesto ad un familiare di un ospite, che da mesi è presente nella struttura, di comunicare le sue impressioni sul modello assistenziale sperimentato e verificato. Questa la risposta: “L’Alzheimer è una malattia crudele perché cancella i ricordi …, ruba la vita di chi ne soffre e stravolge la vita di chi gli vive accanto. Il Paese Ritrovato ha ridato il sorriso alla mia mamma. Il villaggio le consente di vivere in libertà, sotto l’occhio costante e discreto degli operatori, che con amore e professionalità li seguono e li accompagnano giorno dopo giorno. Il “Paese ritrovato" è l’“isola che non c’era” per mia mamma e per tutte le mamme e i papà a cui un destino crudele ha strappato il passato”. Per quanto la vita, in certe condizioni, sia sicuramente difficile, c'è sempre qualcosa che si può fare per alleviare le sofferenze. L'opera umana più bella è quella di essere utili al prossimo. Su questi temi la politica deve però fare la sua parte per colmare i ritardi, ma soprattutto per dare risposte concrete non più rinviabili al mondo della fragilità e delle loro famiglie. Una legge quadro sulla non autosufficienza oggi più che mai, rappresenta la risposta dovuta per una società civile. Stefano Buzzi Componente Consiglio di Amministrazione Cooperativa “LA MERIDIANA”
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TRACCE PER RIFLETTERE
LAVORO E CRISTIANESIMO. Un appunto. Lo scorso 20 novembre a Seregno, su iniziativa della Fnp Cisl e delle Acli locali è stato presentato il libro “Lavoro e cristianesimo. Un problema aperto” di Sandro Antoniazzi e Costantino Corbari. Oltre agli autori sono intervenuti il prevosto di Seregno mons. Bruno Molinari, il segretario delle Acli milanesi Sergio Colomberotto e Giorgio Galbusera segretario generale della Fnp Cisl Monza Brianza Lecco. Un dibattito interessante, a seguito del quale uno dei relatori ci ha trasmesso il seguente articolo. Cinquant’anni fa sarebbe stato un argomento pacifico. Avevamo idee abbastanza chiare su entrambi i temi. Ora non è più così. Sia il lavoro che il cristianesimo sono diventati problematici e potremmo unire i loro problemi sotto lo stesso titolo: la perdita dei valori. Prendo spunto da un episodio: un incontro delle Scuole politiche-sociali diocesane di tempo fa. Ad un incontro in provincia c’erano pochissime persone e scusandosi il Prevosto diceva: “Qui la maggior parte delle persone frequenta la Messa, a Pasqua e a Natale la partecipazione è generale, se abbiamo bisogno di riparazioni alla chiesa in una settimana o due raccogliamo i fondi. Però sui loro affari, sui loro rapporti personali/sessuali, sulla politica, noi non contiamo niente, fanno quello che credono. Dunque, la religione va bene, è un rito che unisce la comunità e da conservare, un po’ di religione e di spiritualità non fa male, purchè eviti di toccare i problemi della nostra vita, dove decidiamo noi”. Ciò che in questo episodio si esprime a livello personale, è un riflesso di quello che avviene organicamente, strutturalmente, a livello generale, della società intera. E’ ciò che i sociologi chiamano “differenziazione funzionale”; nella società sempre più complessa, ogni campo, ogni settore, ogni disciplina, si specializza, si differenzia. Questo processo è necessario per svilupparsi ma la conseguenza inevitabile è la separatezza: ognuno procede per una strada propria e tanto più si specializza, tanto più si isola. L’eccesso di specializzazione è un problema per tutti (e spesso viene criticato, ad esempio in medicina), ma è particolarmente grave per la religione che ritiene di avere una verità, un senso che riguarda l’insieme della realtà. Invece la religione oggi non è più una re-
altà che comprende tutte le altre, ma si presenta come una realtà accanto alle altre, una tra le altre. Non è neppure considerata pubblicamente come la più importante. L’economia (che comprende il lavoro, i consumi, la finanza), i mezzi di comunicazione (televisione, computer, cellulari), la scienza e la tecnica (basti pensare alla biotecnologia) sono vissute nella quotidianità come più importanti. (Se penso ai miei viaggi quotidiani in metropolitana, solo una persona su cento legge la Bibbia o il Corano, l’altro 99% guarda facebook, messaggini e filmini). Ma queste realtà così potenti, che tanto determinano della nostra vita, non sono portatrici di valori. In genere ne sono del tutto prive, sono per così dire neutre, neutrali, propongono solo traguardi quantitativi, cose sempre nuove, l’invito ad andare sempre avanti, ad avere di più, di meglio; non si preoccupano di avere dei riferimenti di valore. Ciò porta ad una situazione di aridità, ad una condizione antropologica particolarmente povera, dove l’unico criterio di scelta rimane quello individuale, ma che avviene in un deserto di valori. (E’ ciò di cui parlano Magatti e Giaccardi ne “La scommessa cattolica”). La religione come sfera separata viene generalmente vissuta a “bassa intensità”, cosa che va bene a molti perché consente una gestione comoda, a propria discrezione; è una soluzione che si può considerare di adattamento alla situazione. Noi spesso siamo critici a riguardo, ma non si tratta di una posizione del tutto irragionevole, perché se la religione non conta molto nella realtà generale, perché e come dovrebbe e potrebbe contare molto nella vita della gente? Il pensiero di Papa Francesco si pone con forza qui, in questo crocevia, in questo passaggio fondamentale. E’ una critica molto esplicita di questa situazione comoda, di questa soluzione al ribasso, di questo cristianesimo minimo per proporre invece la vita cristiana nella sua interezza. Si tratta nientemeno che di rompere questa separatezza tra la religione e gli altri aspetti della vita. Impresa gigantesca. In questa prospettiva il Papa affronta i problemi sia dall’alto che dal basso: dall’alto perché affronta con coraggio queste forze ultrapotenti come l’economia e la scienza e chiede che cambino in una prospettiva umana (e quindi chiede una vera e propria trasforma-
TRACCE PER RIFLETTERE zione del sistema); dal basso perché ritiene che solo un movimento dal basso, che parta dalla gente e dai popoli e dalle condizioni reali di vita (terra, lavoro, casa) può portare a soluzioni più giuste. Per il papa questi non sono discorsi “sociali” a sé stanti, non è quello che la chiesa ha da dire sul sociale (questa sarebbe dottrina sociale, cioè un discorso morale, di morale sociale); per il papa questi sono discorsi cristiani, di come essere cristiani nella realtà di oggi, nella società, nel lavoro. Non è un discorso morale, è un discorso di fede. (Si può leggere a riguardo il documento finale del Sinodo sulla Amazzonia. Ad esempio, il paragrafo 70. “Per i cristiani l’interesse e la preoccupazione della promozione e del rispetto dei diritti dell’uomo, sia individuali che collettivi, non sono facoltativi. L’essere umano è creato a immagine e a somiglianza del Dio Creatore e la sua dignità è inviolabile. E’ la ragione per cui la promozione e la difesa dei diritti dell’uomo non sono solo un dovere politico o un compito sociale, ma anche e prima di tutto un’esigenza di fede. Noi non saremo forse in grado di modificare immediatamente il modello di sviluppo dominante, distruttore ed estrattivo, ma noi abbiamo bisogno di sapere e di indicare chiaramente dove siamo. E poi, a chi apparteniamo? Quale prospettiva adottiamo? Trasmettiamo la dimensione politica ed etica della nostra parola di fede e di vita?) Veniamo ora al lavoro. il mondo del lavoro attuale è pieno di problemi e già questo sarebbe un motivo di impegno, un motivo per buttarsi nella mischia. Ma, come abbiamo visto per i cristiani c’è un motivo in più: la possibilità di una vita cristiana autentica passa da qui, passa dal lavoro, dall’economia, dalla tecnica, perché sono queste forze, queste realtà, che producono questo deserto di valori, che va affrontato. Ciò significa che i lavoratori non hanno bisogno solo di risposte materiali, ma hanno bisogno che il loro lavoro e la loro vita abbiano un senso. Quindi questo impegno per ricostruire un senso al lavoro è tanto importante per il lavoro quanto per il cristianesimo, è un’esigenza umana fondamentale. Ma non possiamo sostenere l’idea del lavoro in astratto, perché il lavoro non è un’idea, è una realtà. Il valore del lavoro non può essere una pura idea teorica, deve essere una cosa che si può vivere, devono esserci forme di vita concrete che lo esprimano. E’ un lavoro ricostruttivo quello che si impone oggi, perché le
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finalità che ieri davano valore al lavoro, oggi sono superate. Il valore del lavoro ieri consisteva: 1) nel senso di fare il proprio dovere, di comportarsi in modo giusto. 2) nel creare un avvenire per sé, per la propria famiglia (era motivo di orgoglio realizzarsi). Oggi l’unico valore rimasto è la soddisfazione personale, quando è possibile. E’ difficile oggi pensare di proporre una valore del lavoro che abbia un senso generale. Occorre probabilmente procedere per esempi differenziati, in campi diversi. Per ridare senso al lavoro occorre comunque, almeno in prospettiva, operare su questioni di fondo, operare in termini di trasformazione (anche Zamagni recentemente ha parlato di trasformazione): 1) Perchè il lavoro abbia un senso occorre operare in una società giusta che tenda a fini giusti. Se si fa bene il proprio lavoro in un’impresa sbagliata, c’è una contraddizione. Il contesto è importante e bisogna battersi per questo (aziende giuste, prodotti giusti, ambiente giusto, società giusta). 2) Il lavoro è concreto, quotidiano. Il lavoratore deve poter fare un lavoro dignitoso, che esprima valore, tutti i giorni. Qui il tema centrale è la partecipazione che pone sempre di più la necessità di una riforma sostanziale dell’impresa. 3) Il deserto di valori favorisce l’individualismo estremo. Occorre sostenere e rafforzare tutto ciò che è sociale (fra cui l’economia sociale, i beni comuni, un sindacato che lavora per la vita collettiva, ecc…). Tutto questo, che è compito nostro, laico, umano, sociale (sindacale soprattutto), politico, si iscrive in senso più ampio nella concezione del lavoro che è propria del cristianesimo: per il cristiano, il lavoro, ogni lavoro, è servizio. Dice infatti la Lettera di S.Paolo ai Filippesi (Fil 2,6) “non ritenne un privilegio essere come Dio, ma svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo… “. Non servo degli uomini, ma servo di Dio. Così, a somiglianza di Cristo, la condizione del cristiano, la condizione dell’uomo, la nostra vita, il nostro lavoro, anche Il più umile, il più piccolo, il più quotidiano, ha la natura, il significato profondo, il fondamento ultimo dell’essere un servizio. Sandro Antoniazzi
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UNA NUOVA CULTURA NEL RAPPORTO UOMO DONNA Il sindacato può fare molto
“Ogni volta che una donna viene uccisa per mano di un uomo, si aggiorna il contatore delle morti da relazione, ci si indigna ma poi ci si rassegna. Nelle testate giornalistiche la notizia scivola sempre più in basso. Eppure i femminicidi sono tragedie assolutamente evitabili. Le convenzioni e le leggi, in Europa e in Italia ci sono. Le politiche pensate per creare un diverso approccio culturale nei confronti del rispetto del genere femminile anche. Si tratta allora di lavorare sulla cultura, di applicare gli istituti, di fare i processi in maniera intelligente, di lavorare con un approccio multidisciplinare sul caso, di formare tutti gli operatori che vengono a contatto con una donna vittima di violenza”. E’ la tesi sostenuta da Fabio Roia, magistrato presso il Tribunale di Milano. Da anni si occupa della violenza nei confronti delle donne, ha scritto un libro ed è venuto il 26 novembre a Monza a parlare alle donne e agli uomini della Cgil Cisl Uil in occasione della “Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza nei confronti delle donne”. Nella sala del cinema Teodolinda erano presenti de-
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NOVEMBRE 2019 per l’eliminazione iORNata internazionale della violenza contro le donne
Martedì
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ore 14.30 Cinema Teatro Teodolinda Via Cortelonga 4 Monza
inConTRo
Con il MaGiSTRaTo
FaBio Roia
MONZA BRIANZA LECCO
BRIANZA
legati, pensionati, operatori sindacali che non sono precisamente “addetti ai lavori” come possono esserlo avvocati, giornalisti, poliziotti, assistenti sociali. Figure che, nell’esercizio delle loro funzioni, hanno a che fare con donne vittime di stalking, di molestie, per non parlare dei casi estremi di femminicidio. Ma le donne e gli uomini del sindacato sono a contatto quotidiano con i bisogni e i problemi dei lavoratori e dei pensionati e, non raramente, incontrano il tema delle molestie nei luoghi di lavoro, della violenza nelle famiglie, dello stalking, della discriminazione di genere. Le donne che si rivolgono al sindacato vengono accolte, ascoltate, supportate; vengono loro fornite informazioni sui Centri di Aiuto alle Donne Maltrattate, sulle istituzioni, gli enti e le associazioni alle quali rivolgersi per un accompagnamento alla risoluzione dei problemi. Ma non è sufficiente. Il dott. Roia ha insistito molto su questo punto: “Abbiamo bisogno di un diverso approccio culturale. Oggi siamo in presenza di un “conformismo culturalmente corretto” che copre pregiudizi, stereotipi. Una sub-cultura di retroguardia che alimenta ancora il modello della donna oggetto, di proprietà dell’uomo. Quando nel 1992, nella mia funzione di Pubblico ministero presso la Pretura di Milano, interrogai nel carcere di San Vittore un uomo, cittadino italiano di media età e cultura accusato di gravi maltrattamenti nei confronti della propria compagna, non mi sembrò falsa e strumentale la sua dichiarazione con la quale mi confessò “Dottore, ma io non sapevo che non si potesse picchiare la propria moglie”. Quel maschio era figlio della nostra storia.”. Il sindacato è ancora oggi un soggetto capace di fare cultura; insieme agli altri soggetti sociali e alle agenzie educative e di informazione, dovremmo sempre di più farci promotori di un nuovo modo di interpretare i rapporti tra gli uomini e le donne. Perché crediamo nella pari dignità e libertà degli uomini come delle donne. Al termine dell’incontro con il magistrato, la classe 5A del Liceo artistico della Villa Reale di Monza “Nanni Valentini”, in collaborazione con l’Associazione ArcoDonna ha messo in scena una performance teatrale dal titolo “Dimmi come eri vestita”. La domanda che le vittime di violenza si sentono rivolgere più spesso. Una domanda che è un’altra forma di violenza, perché porta con sé la condanna della vittima e la giustificazione per il carnefice: sì, ma tu com’eri vestita?”. Maria Grazia Misani
COORDINAMENTO DONNE
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DONNE IN PRIGIONE SI RACCONTANO Cgil Cisl Uil insieme a Spi Fnp e Uilp di Lecco, il 25 novembre scorso, in occasione della “Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza nei confronti delle donne” hanno organizzato la proiezione del docu-film “Donne in prigione si raccontano” diretto da Jo Squillo e scritto con Giusy Versace e Francesca Carollo. Il documentario si inserisce all’interno delle iniziative della onlus “Wall of Dolls” (il Muro delle Bambole), a sostegno dei progetti culturali al femminile contro la violenza sulle donne e la violenza di genere. Il video-racconto, girato all’interno del carcere di San Vittore, ripercorre il percorso di alcune donne che hanno commesso un reato, sono cadute ma affrontano la risalita. Un percorso che le ha portate anche ad imparare una professione, quella delle cine-operatrici. Perché sono
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state loro stesse, dopo un corso all’interno del carcere a filmare le loro interviste, a immortalare sensazioni ed immagini, a diventare registe delle loro storie. Cosa ha portato le protagoniste del docu-film a tanta violenza? Quale trascorso di sofferenza portano con loro in quelle celle? Come può il carcere aiutarle a rinascere? Interrogativi ai quali il docu-film cerca di dare delle risposte, proprio tramite la voce delle detenute che, con coraggio e lealtà si sono messe in gioco, raccontando le loro vite. Francesca Masini, funzionario giuridico-pedagogico della sezione femminile della Casa Circondariale di San Vittore, conferma l’importanza dell’arte e della creatività nel processo di riacquisizione di sé: “Il documentario è una tappa significativa per le donne impegnate in questo progetto con un ruolo attivo, perché ha permesso loro di raccontarsi mettendo in ordine la propria biografia e gli eventi devianti in essa contenuti. È inoltre molto motivante per queste donne sapere GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE che c’è qualcuno fuori interessato ad DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE ascoltare la loro storia, qualcuno che vuole capire e non giudicare. Dare un nome agli errori e assumersene la responsabilità è un passaggio fondamentale anche dal punto di vista della sicurezza sociale”. Al termine della proiezione, le avvocate Monica Rosano e Alessandra Colombo hanno illustrato gli aspetti più significativi della Legge 19 luglio 2019, n.69, conosciuta come “Codice Rosso”. Una legge che, nelle intenzioni, ha come obiettivo quello di garantire una maggior tutela alle vittime di maltrattamento, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni, commessi in contesti familiari o nell’ambito di relazioni di convivenza, assicurando la tempestività dell’adozione degli interventi cautelari o di prevenzione e preservando l’incolumità delle vittime di violenza. In sala erano presenti i ragazzi del Liceo Artistico “Medardo Rosso” i quali, al termine dell’incontro, hanno dipinto di rosso una panchina, segno ormai riconosciuto di denuncia della violenza nei confronti delle donne. Verrà collocata nel parcheggio davanti alla sede di Cisl e Cgil di Organizzato dai Coordinamenti donne Lecco.
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UNA LUCE IN FONDO AL TUNNEL
Maria Grazia Misani
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TRACCE PER RIFLETTERE
RIGURGITI E ANTICORPI Chi pensa che una volta ottenuta la vittoria sul fascismo non avremmo più visto le atrocità commesse, si deve ricredere. In realtà il fascismo è stato vinto, ma non è mai morto; finora è stato tenuto a bada. Purtroppo molti segnali ci dicono che è ancora attivo con la compiacenza di alcuni partiti che lo sono realmente. Allora quali antidoti sono necessari prima che sia troppo tardi? La nuova Italia democratica, nata dalla resistenza con la sua Costituzione, ha in sé gli anticorpi per contrastare questa ondata oscura, non solo italiana. Bisogna farli penetrare nel tessuto sociale e rafforzarli. Un impegno tutt’altro che semplice di tutti i cittadini che hanno a cuore il benessere della nostra nazione e delle persone. La "Libertà come valore” è tale se non è intesa come: fare ciò che voglio, fare i miei interessi anche a scapito delle persone. Fare un uso della libertà a proprio vantaggio, senza pensare al bene degli altri
è stravolgere il senso, facendo del male alle persone e alla comunità. “Rispetto delle persone”. Ogni persona ha una propria dignità. Se calpesto quella degli altri, in un certo senso calpesto anche la mia. Se uso una persona per fare i miei interessi, provoco una ferita alla sua dignità. Ciò succede non solo a livello privato, ma anche sociale. Esistono strutture che opprimono le persone nel pensiero, nella libera espressione, nel lavoro, nel salario, nella famiglia. “ Bandire la violenza”, anche quella giustificata dalla protesta ad un sopruso.. La violenza genera sempre altra violenza. Occorre usare la ragione più che la forza. Il metodo del dialogo, del confronto, delle relazioni, è molto più impegnativo di quello delle decisioni unilaterali, ma consente di mantenere il conflitto ad un livello accettabile e aperto alle soluzioni. "Stare nella legalità". Le regole della civiltà vanno osservate per impedire che si incorra nel caos
e nell'anarchia, ambiente in cui il più forte ha buon gioco sul più debole. Agire nella legalità significa operare nel giusto, non sfruttare, pagare le tasse secondo la propria capacità economica, è la forma più nobile di convivenza sociale. L'inganno consapevole per frodare il fisco è la forma becera del menefreghismo: così aumenta la disuguaglianza sociale. Opporre la “ricerca della verità" ai predicatori di falsità, non accontentarsi di ascoltare i proclami televisivi e social, ma verificare sempre per non essere presi in giro. E allora: libertà come valore, rispetto delle persone, nonviolenza attiva, legalità, ricerca della verità, possono rappresentare antidoti, un modo di essere attenti e partecipi alla vita della nostra comunità che può evitare la deriva autoritaria. Un lavoro che dura una vita e non esclude nessuno, neanche chi scrive. Rachele
GLI ANZIANI MERITANO RISPETTO Qualche settimana fa, Beppe Grillo ha lanciato la proposta di togliere il diritto di voto agli anziani. Secondo il comico una volta raggiunta una certa età, i cittadini meno giovani si preoccuperanno di meno del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni più giovani. La proposta, come era prevedibile, ha suscitato non poche reazioni. Prevalgono, ovviamente, dichiarazioni a favore del ruolo degli anziani come risorsa, anche se viene riconosciuto che esiste uno squilibrio tra generazioni, fonte di inquietudine e qualche tensione tra genitori e nonni. Così Anna Maria Furlan (Segretaria Generale Cisl) Una proposta assurda ed offensiva quella di Grillo di voler togliere il voto agli anziani. Il suffragio universale è un caposaldo della nostra democrazia. Gli anziani rappresentano le nostre radici. Meritano rispetto, risposte alla loro istanza, più considerazione dalla politica. La paura che sulle giovani generazioni ricada il peso degli anziani è reale. L'Istat ci dice che oggi abbiamo quasi 14 milioni di italiani con più di 65 anni, e prevede che nel 2037, in un contesto di calo della popolazione avremo 4,5 mi-
lioni di cittadini anziani in più. La percentuale di loro che non sarà autosufficiente è destinata a crescere esponenzialmente. Se teniamo al futuro delle prossime generazioni dovremmo parlarne di più, e aiutarle per tempo ad affrontare le emergenze dell’invecchiamento della popolazione. Il Presidente della repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di consegna delle insegne di Cavaliere del lavoro al Quirinale, ha sollecitato a non emarginare i giovani. “Nessuna comunità - aveva affermato il Presidente Mattarella - può progredire se si spezza la catena della fiducia, della trasmissione dell'esperienza, della speranza di pensare e realizzare, insieme, un futuro migliore. Talvolta si levano voci che tendono a creare artificiose contrapposizioni giovani - anziani, a porre in concorrenza le generazioni per quanto attiene alla distribuzione delle risorse pubbliche: è un terreno insidioso che pone in discussione la stessa coesione sociale”. Noi pensiamo che la risposta che i pensionati hanno saputo dare il 16 novembre nella manifestazione a Roma sia più che eloquente per chi pensa di zittire i pensionati o di contrapporli agli altri cittadini. Franco Montrasio
TRACCE PER RIFLETTERE FNP
PENSIONATI
Monza Brianza Lecco IMMIGRAZIONE SENZA PREGIUDIZI
SPORTELLO SOCIALE
ASCOLTO, INFORMAZIONE E ORIENTAMENTO Servizi alla persona gestiti a livello comunale o distrettuale
Amministratore di sostegno
Servizi e agevolazioni per persone diversamente abili
Agevolazioni trasporti
Buoni sociali e agevolazioni erogati a livello nazionale, regionale, locale
Esenzioni farmaci e prestazioni ambulatoriali per patologia, reddito o condizione
Contributi a sostegno della genitorialità e della famiglia Dimissioni protette, RSA, centri diurni e strutture di ricovero di sollievo Servizi per la domiciliarità
SEDE
ORARI
Orientamento ai servizi finalizzati all’assunzionedi collaboratori domestici e assistenti familiari per persone non autosufficienti
DOVE TROVARCI
BARZANÒ
Martedì 9-12.00
DESIO
Martedì 9.30-12.00
CONTATTI
Sede Cisl Barzanò - Via Pirovano, 42 - Tel. 039.956539 Sede Cisl Desio - Via Monsignor Cattaneo, 23 - Tel. 039.2399500
GIUSSANO
Lunedì 15-17.30
LECCO
Lunedì,Mercoledì eGiovedì 15-17.30
LENTATE SUL SEVESO
Martedì 9.30-11.30
MERATE
Lunedì 9-12.00 eVenerdì 9-12.00
MONZA
Giovedì 14.30-17.00
MUGGIÒ
Mercoledì 14.30-16.00
Sede Cisl Muggiò - Via S. Rocco, 34 - Tel. 039.2399540
SEREGNO
Giovedì 15-17.30
Sede Cisl Seregno - Via Ballerini, 10 - Tel. 039.2399450
SEVESO
Martedì 15-17.30
Sede Cisl Seveso - Via S. Martino, 27 - Tel. 039.2399591
VIMERCATE
Martedì 9.30-12.00 e Giovedì 9.30-12.00
Sede Cisl Giussano - Via Alberto da Giussano, 35 - Tel. 039.2399441 Sede Cisl Lecco - Via Besonda Inferiore, 11 - Tel. 0341.275585 Sede Cisl Lentate sul Seveso - P.zza san Vito, 3- Tel. 039.2399590 Sede Cisl Merate - Via Trento, 10 - Tel. 039.9905239 Sede Cisl Monza - Via Dante, 17/A - Tel. 039.2399218
SedeCislVimercate -Via Rota,9 - Numero diretto 039.2399361 -Centralino 039.6083383
DA GENNAIO 2020 SI PREVEDONO LE APERTURE NELLE SEDI DI: BESANA BRIANZA, BUSNAGO, CESANO MADERNO, CARATE, CORNETA D'ADDA, MANDELLO E OGGIONO
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DALLE SEDI FNP
DA RESPONSABILI, NEL SINDACATO Paolo Collesei, responsabile della zona Desio-Seregno del sindacato pensionati Fnp Cisl, dice spesso che non siamo “soli”, rinchiusi ognuno nelle proprie case o sedi sindacali, ostaggi delle cose che a volte non vanno e sembrano vanificare il nostro contributo per una socialità più solidale, ma siamo parte sia di un comprensorio vasto (Monza, Brianza, Lecco) e di una grande organizzazione regionale e nazionale. La mission che si è assegnato è di rispondere ai bisogni degli iscritti. Il suo impegno è quello di condividere ed ascoltare ogni associato. Lo abbiamo intervistato. Paolo, sono tanti anni che sei impegnato nel sindacato? Ho iniziato da quando avevo 16 anni, partecipando a quelle che una volta si chiamavano Commissioni interne (lavoravo alla Cassina di Meda). Non volevo rimanere indifferente alle ingiustizie e nel sindacato ho trovato lo strumento per operare per il bene di tutti e crescere come persona. Perché iscriversi al sindacato oggi? Il sindacato oggi è il luogo dove parole come solidarietà, giustizia sociale, bene comune, valore del lavoro, possono trovare una sintesi e trasformarsi in una piattaforma rivendicativa. Il sindacato è una delle poche organizzazioni che stanno in piedi grazie al contributo dei suoi iscritti, che ha un rapporto continuo con le persone. Aderire vuol dire dare la possibilità di offrire luoghi di ascolto, servizi e soprattutto svolgere un ruolo di baluardo rispetto ai valori prima citati. Quali sono le motivazioni per iscriversi? Normalmente ci si iscrive al sindacato per un bisogno; difficilmente la scelta è fatta per motivi ideali. Il sindacato lo si incontra attraverso i volti delle persone. Vivere il sindacato è un po’ andare contro corrente, richiede maggiore responsabilità personale e la voglia di mettere del proprio. Come è andata la campagna di tesseramento? I fattori che hanno influito sono diversi. La Federazione Nazionale Pensionati risente dei cambiamenti demografici, dell’innalzamento dell’età pensionabile, della crisi armai strutturale del paese ed è difficile mantenere i numeri degli anni passati nel nostro territorio (Monza-Brianza-Lecco) che si attestavano sulle 50.000 unità. Oggi gli iscritti sono circa 47mila. Di contro, ogni anno incontriamo persone nuove che aderiscono alla FNP Cisl e questo è stimolo per un impegno sempre maggiore. Le sedi sul territorio sono sufficientemente organizzate per rispondere ai bisogni degli utenti? Purtroppo no e questo si ripercuote sul servizio al cittadino. È un aspetto dolente! A volte si formano code
estenuanti agli sportelli, con persone che si presentano alle 6.00 del mattino pur di non perdere il servizio. Questo è anche dovuto al fatto che i contributi che vengono prelevati ai lavoratori per questi servizi vengono in buona parte destinati dal governo ad altro. Da parte nostra cerchiamo almeno di favorire i nostri iscritti dando possibilità di prenotare la prestazione. Sul piano politico, qual è la vostra posizione sulla perequazione delle pensioni? Per quanto riguarda la perequazione si richiede un principio molto semplice: rispettare accordi pattuiti. Faccio notare che i pensionati non sono un peso e neppure un bancomat: con il loro contributo, non solo economico, hanno permesso al nostro paese in crisi di uscirne con le ossa un po’ meno rotte, evitando scontri sociali. Invece riguardo l’evasione fiscale? Premessa: la fiscalità diretta e indiretta ha raggiunto soglie insopportabili. Il principio “pagare meno e pagare tutti” mi sembra ovvio. Il problema culturale dell’evasione fiscale sembra che si affronti solo
DALLE SEDI FNP attraverso i condoni e questo non va bene. La lotta all’evasione fiscale deve essere supportata da valori alti come la solidarietà; ne va la stessa sopravvivenza dello stato sociale, della sanità… A proposito di sanità e autosufficienza cosa mi dici? Noi pensionati della FNP, siamo impegnati quotidianamente all’interno delle istituzioni affinché le risorse, non indifferenti, vengano utilizzate al meglio e soprattutto che si definiscano i “Lea” (livelli essenziali di assistenza). La nostra attenzione si focalizza sulle situazioni, ormai sempre in crescita, di non autosufficienza che, se lasciate sole, provocano drammi di solitudine e povertà. Vista la precarietà del tessuto familiare e sociale, povertà e disabilità vanno di pari passo. Incombe una scelta: essere “Sparta” cioè cultura dello scarto, oppure “Atene” ovvero cultura dell’inclu-
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sione. La non autosufficienza non è generalizzabile, interessa ogni stadio della vita umana. I bambini sino ad una certa età sono tutti non autosufficienti, poi esiste una non autosufficienza che accompagna tutta la vita, oppure può arrivare improvvisamente per un incidente, una grave malattia. Se molteplici sono le situazioni (il più delle volte uniche), molteplici devono essere gli aiuti le risposte. È un invito a vedere sempre la legge come cornice e non soggetto del quadro. Per questo noi chiediamo una legge nazionale sulla non autosufficienza come abbiamo fatto nella manifestazione del 16 novembre scorso. Vogliamo contribuire a tracciare la strada, siamo convinti che le regole sono la strada e sta alla nostra responsabilità percorrerla. Felice Asnaghi *Intervista apparsa su “Medainforma”.
LA FNP ALLA FIERA DI S. CATERINA A Besana Brianza il 25 novembre, per tradizione ultracentenaria si festeggia S. Caterina con tanto di bancarelle, folklore e gastronomia. Si è fatta sentire la presenza della Fnp con abbondante distribuzione di caldarroste e tanta simpatia.
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www.monzalecco.lombardia.cisl.it
FNP
DICEMBRE ORE 10.30
PENSIONATI
Monza Brianza Lecco
INVITO ALL’INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE FNP CISL A BEVERATE DI BRIVIO
via Simpliciano, 11
Beverate di Brivio (LC)
PROGRAMMA ► Ritrovo alle 10.30 ► Taglio del nastro ► Benedizione della sede intitolata a CIPRIANO MASSIRONI ► Saluto delle autorità ► Saluto del Segretario Nazionale Marco Colombo ► Rinfresco alle ore 12
Saranno presenti all'inaugurazione rappresentanti della UST-CISL Territoriale, della FNP-CISL Nazionale - Regionale - Territoriale e le Rappresentanze Locali Sindacali della FNP di Monza Brianza Lecco. Sono invitati gli iscritti e i simpatizzanti e sono inoltre invitate all'evento tutte le categorie e gli enti della CISL Monza Brianza Lecco.
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DALLE SEDI FNP
LA FNP VALSASSINA IN GITA A CASTELL’ARQUATO Lo scorso ottobre iscritti e attivisti della Valsassina si sono recati in gita a Castell’Arquato e Grazzano Visconti. Bella e calda giornata e ottima compagnia. Ma dalle parti di Lecco, sotto la regia dei responsabili Silvano e Pietro, non mancano momenti di socialità animati da tombolate combattute fino all’ultimo numero.
CHIEDI NELLE SEDI FNP LA BOCHURE O VAI SUL SITO WWW.PENSIONATI.CISL.IT
800 201 102
NUOVO NUMERO PER CHIAMARE LA GUARDIA MEDICA Ecco dunque il nuovo numero da comporre per mettersi in contatto con la Guardia medica: 800 201 102. Come è noto, questo servizio è attivo dal lunedì al venerdì d alle 20 alle 8 del giorno successivo, sabato e domenica dalle 8 alle 8 del giorno successivo. Ad esso ci si rivolge per visite mediche e prescrizione di farmaci per una terapia immediata.
TEMPO LIBERO
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LECCO
MONZA
Via Besonda, 11 Tel. 0341.275.444 lecco@grignaexpress.it
MERATE
Via Trento, 10 Tel. 039.99.09.105 merate@grignaexpress.it
Via Dante Alighieri, 6 Tel. 039.23.99.347 monza@grignaexpress.it
tutti i nostri programmi su www.grignaexpress.it
OGGIONO
Via I maggio, 4/6 Tel. 0341.576.110 int. 4 martedì e venerdì 9.00-12.00
Festeggiamo il Carnevale
16.02 Venezia € 60 14-16.02 Borgogna € 365 01.03 Mentone € 63
Pasqua
9-14.04 Senigallia e tour marche € 450 9-14.04 Slovenia (Lubiana, Bled, Maribor, Postumia) € 625 9-15.04 Pasqua in Versilia (con escursioni all’Isola d’Elba e a Pistoia) € 630 5-14.04 Alassio - Hotel Europa e Concordia € 650 5-14.04 Finale Ligure - Hotel Corallo € 490
Gite di Primavera
15.03 Parata dei fiori a Sanremo € 41 28.03 Sacra di San Michele e Laghi di Avigliana € 80 1-5.04 Puglia e Matera € 595 con prenota prima 05.04 Ferrara € 65 31.05 Engadina e Trenino del Bernina € 110 con prenota prima
Offerte viaggi in aereo con accompagnatore
27.02-3.03 Dubai e Abu Dhabi da € 1235 23-28.04 New York da € 1440 28.05-02.06 New York da € 1440 3-11.06 Costa Est Usa (new York, Washington, Cascate Niagara) da € 2115
In viaggio tra arte e fede
21-22.03 Cascia e i luoghi di Santa Rita € 165 19.04 Santuario di Arenzano e Savona € 78 05.04 Eremo di Santa Caterina e Arona € 74 15-17.05 Collevalenza e Todi € 180 31.05 Padova e Santuario di Sant’Antonio € 72 27.09 Este, i colli euganei e l’Abbazia di Praglia € 75 10-11.10 Le Abbazie delle valle del Chienti e Macerata € 225 7-8.11 Assisi € 185
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TEMPO LIBERO Pellegrinaggi
29.04-01.05 Lourdes in aereo € 490 21-28.06 Terra Santa € 1460 29.06-3.07 Medjugorie in bus € 240 23.09-25.09 Lourdes in aereo € 490 30.10-3.11 Medjugorie in bus € 240
Mare e terme a Ischia
Partenze con treno frecciarossa Hotel Villa Svizzera - Lacco Ameno 22.03-5.04 € 880 05-19.04 € 960 19.04-3.05 € 1015 26.04-10.05 € 1025
Speciale Mare Grecia
Hotel Golden Coast – Marathonos 3 – 17.06 � 1250 17.06 – 1.07 � 1345 10 – 24.07 � 1520 5 – 19.09 � 1260
Mare estate in Versilia
Hotel Pineta mare - Lido di camaiore 3.06-14.06 € 725 14-28.06 € 915 28.06-12.07 € 970 12-26.07 € 995 30.08-13.09 € 910 13.09-23.09 € 620
Hotel Smeraldo - Lido di camaiore 14-28.06 € 850 28.06-12.07 € 930 12-26.07 € 950 26.07-02.08 € 570 30.08-13.09 € 820
Hotel Maita - Lido di camaiore con servizio spiaggia 14-28.06 € 895 28.06-12.07 € 975 30.08-13.09 € 880
Teatro e Concerti
23.02 Teatro Arcimboldi - Ghost il Musical € 58 26.09 Arena di Verona - Zucchero € 85 29.03 Teatro Creberg - I Legnanesi € 52
SERVIZI
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GAS ED ELETTRICITÀ NEL LIBERO MERCATO Quello che bisogna sapere per andare incontro ad un passaggio delicato “Signora, abbiamo un bel regalo per lei se accetta di passare con noi per la fornitura di gas…”; “Quanto spende al mese per la corrente elettrica?...noi le facciamo pagare la metà”. Quante telefonate di questo tenore ci arrivano in casa? Almeno una al giorno. E quante persone hanno suonato al nostro campanello con in mano un contratto che si doveva firmare subito, altrimenti si perdevano mirabolanti vantaggi? Una miriade. Anni fa queste cose non succedevano: non c’erano dubbi su chi ci forniva luce e gas. Cosa sta succedendo da un po’ di tempo in qua? Lo abbiamo chiesto a Giancarlo esperto dell’Adiconsum di Monza. Sta succedendo che siamo entrati nel “Libero mercato” e quindi i fornitori possono essere tanti, ciascuno con un prezzo più o meno allettante. Finora, chi non ha scelto un suo fornitore, era garantito dalla cosiddetta “maggior tutela” che però, dal 1° luglio del prossimo anno, non ci sarà più. Che differenza c’è tra le due modalità? Nel mercato di tutela i costi commerciali e della materia prima (gas e corrente) e le condizioni stabilite nel contratto vengono fissate ogni tre mese dall’autorità nazionale (ARERA), nel mercato libero è il fornitore che decide tutto pur rispettando le regole di contrattazione dell'ARERA - Autorità di Regolazione per Energia, Reti ed Ambiente. Quindi bisognerà scegliere un fornitore. Quali sono i criteri della scelta? Noi suggeriamo tre forme di precauzione: innanzitutto non lasciarci convincere dalla prima offerta (specialmente se telefonica). La seconda è quella di confrontare più offerte di vari venditori. Infine, richiedere una offerta scritta dove siano ben evidenziati il costo della materia prima (energia elettrica e/o gas); se il prezzo è variabile o fisso per un dato periodo; quanto dura il contratto; che ci sia una fat-
turazione distinta tra gas ed elettricità, visto che il fornitore potrebbe essere unico; ci siano specificate dettagliatamente le voci che compongono la bolletta. Ci dica in un orecchio chi è il venditore migliore… Impossibile. Sono troppo le variabili. Dico però di valutare che il venditore abbia un nome conosciuto. E’ ovvio che i grossi nomi diano più garanzie anche se, a volte, sono difficili da contattare. Ci sono fornitori locali che magari hanno l’ufficio sotto casa e quindi meglio raggiungibile nel caso si debbano risolvere problematiche amministrative. C’è qualche altro elemento di cui tener conto? Aggiungerei che bisogna tenere in considerazione le cosiddette offerte “PLACET”. Bisogna infatti sapere che l’autorità nazionale obbliga tutti i venditori ad inserire fra le proprie proposte un’offerta rivolta alle famiglie che sia chiara e comprensibile, a prezzi determinati liberamente ma con condizioni contrattuali definite dall’autorità stessa. Queste offerte, così concepite, sono facilmente confrontabili fra loro. Qualora il venditore, alla scadenza dei dodici mesi, dovesse decidere di modificare le condizioni, deve comunicarlo anticipatamente al cliente il quale potrà decidere di passare ad un altro fornitore. E se uno dovesse decidere di non decidere? Meglio di no, perché c’è si una forma di salvaguardia, ma gli toccherà pagare sicuramente di più che optando per il libero mercato. Dove si possono avere ulteriori informazioni? Collegarsi al sito www.arera.it A.M. DOVE TROVARE ADICONSUM: Monza, Via Dante 28 tel. 039 2399260 Lecco, Via Besonda inf. 11 tel. 0341 275556
QUI ANTEAS
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DALL’ANTEAS LECCO Ecco quel che si suol dire “intergenerazionalità”, un bell’esempio di integrazione nonni-nipoti: “Il vecchio edificio della scuola materna, prima ancora sede del Comune di S.Giovanni, abbandonato e decadente, è tornato a rivivere grazie all’iniziativa del Comune di Lecco che ha progettato la nascita della Casa della Solidarietà e della Terza Età alla cui ristrutturazione hanno partecipato anche le Associazioni Auser e Anteas. I nostri 39 bambini hanno seguito curiosi i lavori di riqualificazione dell’edificio e degli spazi esterni. Quando poi sono arrivate le persone a vivere in questa bella casa, la curiosità è salita alle stelle. Ecco allora l’idea di andare alla scoperta dei nostri nuovi vicini conoscendo pian piano una bella esperienza di volontariato come quella di Auser e Anteas che ci hanno accolto a braccia aperte e ci hanno condotti nei diversi uffici della grande struttura.
L’incontro con il mondo del volontariato ha colpito molto i bambini, soprattutto il pensare che ci siano persone che lavorino GRATIS per il bene comune. Un altro aspetto che ha stupito i bambini è stato quello di vedere una forma di volontariato serio e ben organizzato, ma nello stesso tempo svolto con il sorriso. Quel sorriso che abbiamo trovato sul volto di tutti i volontari, un po’ stupiti e commossi di incontrare così tanti bambini pronti a fare mille domande. Questa esperienza ha entusiasmato anche noi insegnanti, perciò è sorto in noi il desiderio di far sì che questo sia un primo passo di un lungo cammino di amicizia e di scambio. Le insegnanti delle classi prime della Scuola Primaria “Armando Diaz” Istituto Comprensivo Lecco II” E noi saremo sempre disponibili a rispondere alle domande dei bambini.
AMICI CHE CI HANNO LASCIATO Gianni Panzeri Amava molto ciò che faceva come Volontario di Anteas. Seguiva tutto quanto era inerente alle auto, sempre disponibile anche di domenica. Proprio di domenica, il 20 ottobre, si è' spento improvvisamente in ufficio Anteas, dove era andato per preparare delle cartellette nuove che voleva mettere su ogni auto. Sempre sorridente, sempre positivo verso tutti: un esempio per ciascuno. Durante le esequie abbiamo ringraziato tutti il Signore per averci dato la possibilità di conoscere una persone così speciale, veramente speciale. Si dice di molte persone, ma in questo caso è proprio così. Anche nelle foto in cui compare è sempre sorridente come era nella vita di tutti giorni.
Elvio Pulici Sabato 2 novembre, giornata della commemorazione dei defunti ci ha lasciati il nostro amico ELVIO PULICI di Varedo. Generoso collaboratore presso le nostre sedi di Varedo, Bovisio M., Limbiate e instancabile anche in parrocchia e anche con i giovani che organizzava in attività utili ed educative. Lo ricordiamo con la consolazione che viene dalla speranza cristiana che lenisce il dolore dei familiari e degli amici.
CREATIVITÀ
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SESTA EDIZIONE CONCORSO DI LETTERATURA ED ARTI FIGURATIVE organizzato da FNP CISL E e ANTEAS Monza-Lecco
MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE Art 1 Il concorso, giunto alla sua sesta edizione, organizzato da Pensionati CISL e ANTEAS Monza – Lecco, è riservato a tutti i pensionati, iscritti e non iscritti, delle province di Monza Brianza e Lecco. Sono previste le seguenti sezioni: - POESIA A TEMA LIBERO. E’ prevista la presentazione di 1 solo testo, in tre copie di cui una recante la firma dell’autore, senza limiti di lunghezza, dovrà essere inedito e non premiato in altri concorsi (pena la non valutazione) Se in dialetto dovra essere presentato con allegato la traduzione in lingua italiana. Inoltre si dovrà allegare la scheda di partecipazione e la liberatoria debitamente firmata. - RACCONTO A TEMA “EPISODIO SIGNIFICATIVO AVVENUTO DURANTE L’ATTIVITA’ LAVORATIVA” E’ prevista la presentazione di 1 solo testo, in tre copie di cui una recante la firma dell’autore e contenuto in due cartelle. Inoltre si dovrà allegare la scheda di partecipazione e la liberatoria debitamente firmata. - FOTOGRAFIA A TEMA LIBERO E’ prevista la presentazione di 1 solo scatto, formato cm 20x30 a colori o in bianco/nero. Inoltre si dovrà allegare la scheda di partecipazione e la liberatoria debitamente firmata. - PITTURA A TEMA LIBERO E’ prevista la presentazione di 1 sola opera, eseguita con qualsiasi tecnica pittorica. L’opera potrà essere presentata con cornice o senza, ma con la dovuta attaccaglia. L’opera pittorica dovrà essere presentata (a differenza delle altre sezioni) solo l’ultima settimana di marzo 2020. Inoltre si dovrà allegare la scheda di partecipazione e la liberatoria debitamente firmata. Art 2 Non è prevista nessuna quota di partecipazione. I partecipanti dovranno compilare in ogni parte la scheda di partecipazione e consegnarla con gli elaborati o le opere figurative in busta chiusa. Art. 3 La consegna delle opere (ad eccezione della sezione Pittura) dovrà essere effettuata presso le sedi sindacali CISL FNP della zona, agli indirizzi qui sotto specificati, oppure tramite lettera raccomandata, oppure a mezzo
mail - Concorso di Letteratura e Arti figurative FNP pensionati CISL – Via Besonda, n. 11 – 23100 LECCO mail: fnp.brianza. lecco@cisl.it ANTEAS LECCO – C.so Monte Santo 12 – 23100 LECCO – mail: lecco@ anteaslombardia.org - Concorso di Letteratura e Arti figurative FNP pensionati CISL – Via Dante, n. 17/A – 20052 MONZA BR – mail: fnp.brianza.lecco@cisl.it ANTEAS BRIANZA – Via Dante 3 - 20052 MONZA BR – mail: brianza@anteaslombardia.org entro e non oltre il 29 febbraio 2020 Art. 4 Sono previsti tre premi ai primi tre classificati per ogni categoria: - Euro 200 in buono libri + diploma di riconoscimento - Euro 100 in buono libri + diploma di riconoscimento - Euro 50 in buono libri + diploma di riconoscimento Art. 5 Gli elaborati e le opere figurative saranno valutate dai seguenti componenti della giuria: - Alessandra Spreafico (ex insegnante) - Carla Colombo (pittrice-poetessa) - Mariadele Rossi (insegnante) - Giovanni Lischio (ex insegnante –scrittore) - Giorgio Galbusera (Segretario Generale FNP CISL Monza Brianza-Lecco) Art. 6 E’ prevista la cerimonia di premiazione il cui luogo e data saranno comunicati in tempo utile per garantire la presenza dei partecipanti. Art. 7 FNP – CISL è responsabile dei dati sensibili e del trattamento dei medesimi, avrà cura degli elaborati e realizzerà una silloge contente tutti gli elaborati presentati, la cui distribuzione sarà gratuita. Solo le opere pittoriche e fotografiche saranno restituite al termine della cerimonia di premiazione. E’ possibile il ritiro della scheda di partecipazione/ liberatoria presso le sedi sopra indicate o presso le segreterie. Recapiti telef. FNP CISL MONZA – 039 2399219 FNP CISL LECCO 0341 275667 mail fnp-brianza.lecco@cisl.it
LA TESSERA CISL DA DIRITTO A CONVENZIONI TRA CUI: Polizza Infortuni La convenzione con la compagnia assicuratrice UNIPOLSAI offre agli iscritti FNP una polizza che prevede, in caso di ricovero a seguito di infortunio, con franchigia di due giorni: • un indennizzo giornaliero di € 30,00 per i primi 30 giorni e, nel caso di ricovero continuativo, di € 50,00 per i successivi fino al 60°giorno • una indennità aggiuntiva di € 15,00 in caso di sospensione dell’invalidità di accompagnamento • un rimborso pari al 50% e fino a un massimo di € 125,00 delle spese per acquisto o noleggio di carrozzelle ortopediche, di apparecchi protesici e terapeutici di qualsiasi tipo, sostenute entro i 90 giorni dalla data di dimissione dall’istituto di cura • una diaria di € 30,00 fino a 4 giorni, per terapie di riabilitazione e sostegno L’indennizzo si somma al rimborso delle altre coperture assicurative dell’iscritto ed è esente da qualsiasi tipo di tassazione. Fondo di solidarietà furti e scippi Il Fondo di Solidarietà non ha articolazioni assimilabili ad una assicurazione, in quanto il finanziamento è a totale carico della Federazione. Il Fondo interviene in caso di furto o scippo subito dall’iscritto che, entro 30 giorni dall’evento, si dovrà recare presso la sede FNP più vicina portando la denuncia in originale presentata all’autorità competente (Carabinieri o Polizia di Stato) entro 10 giorni dall’evento oltre a un documento di identità in corso di validità. Rimborsi: 1 - Furto di denaro contante fino a 150,00€ 2 - Furto del cellulare fino a 80,00€ 3 - Furto di oggetti d’oro 50,00€ cadauno (massimo 3 oggetti) 4 - Rifacimento a seguito del furto della carta di identità 20,00€, della patente 30,00€, chiavi e serrature 50,00€. Nel caso in cui il furto riguardi due o più voci sopra elencate, il massimale non potrà risultare superiore a 80 euro In caso di cumulo delle voci (1,2,3,4) il rimborso non può superare il massimale di 250 euro. Nel caso in cui venisse presentata una denuncia che riguarda più soggetti iscritti si potrà procedere al rimborso degli oggetti indicati dall’autorità competente come rubati riferiti a ciascun soggetto.
CONTATTI FNP Monza Brianza - Lecco Monza - Via Dante 17/A tel. 039 2399218 Lecco - Via Besonda, 11 tel. 0341 275667 - 0341 275440 mail: fnp.brianza.lecco@cisl.it