REIKI MAGAZINE 2013

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Giugno 2013

Komyo Reiki 光明レイキ

MAGAZINE

Aperiodico d’informazione per praticanti Reiki edito da Komyo Reiki kai Italia www.komyoreiki.it

Reiki Terapeutico

testimonianze

Polarity e Reiki La via del Cuore


Komyo Reiki MAGAZINE

In questo numero... Editoriale

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Reiki Testimonianze

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La via del cuore

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Sciamanesimo Messicano

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Reiki e Polarity

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Polarity therapy

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Giugno 2013

Coordinatore di progetto Chiara Grandi

Redazione

Veruska Sbrofatti

Fotografie

Giuseppe Masini

Hanno collaborato a questo numero

Celeste Dino Chenet Giovanni Albanese Cavalieri Massimo Zambelli Citlalli Castaneda Chiara Bresciani Enrico Feudo

Contatti

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Questa pubblicazione può essere diffusa esclusivamente nella sua forma completa e solo in modo gratuito. Per informazioni circa le limitazioni d’uso contattare la redazione.

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Komyo Reiki Kai Italia via Toscanini, 13 - 25086 Rezzato (Bs) www.komyoreiki.it info@komyoreiki.it

Le indicazioni e le esperienze riportate nelle seguenti pagine non costituiscono e non sostituiscono alcuna terapia medica. Si consiglia, in presenza di disturbi, di rivolgersi al medico curante. La Redazione di Komyo Reiki Magazine declina quindi ogni tipo di responsabilità sull’uso ed interpretazione impropri dei contenuti e delle esperienze presenti all’interno della rivista.


Editoriale

Giugno 2013

Editoriale

Komyo Reiki MAGAZINE

Buongiorno a tutti i lettori. Come già sapete, pratichiamo la tecnica Reiki Ryoho perchè ci rilassa, ci dona energia, e ci alleggerisce la mente quando siamo sotto stress; a volte ci mostra la via da percorrere per cambiare profondamente dentro, e tirare fuori il meglio da noi stessi. Questo magazine contiene articoli scritti da praticanti della tecnica Reiki Ryoho, che con le loro esperienze ci ricordano che questa Energia Universale che sostiene ogni forma di vita, a volte ci aiuta anche a risolvere problemi che sembrano complicatissimi. Non possiamo garantire che tutti saranno fortunati come coloro che hanno scritto i seguenti articoli, ma possiamo raccontare la loro esperienza per dare speranza anche a chi ne ha poca. Non mancherà , poi, anche uno sguardo sulle altre discipline olistiche. Buona lettura, Chiara Grandi

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Il mio nome è Celeste di Celeste Dino Chenet Vorrei raccontarvi in poche parole la storia che mi ha portato a conoscere il Reiki e come esso è diventato parte integrante della mia vita. Inizio dicendovi che sono un praticante ed un maestro di karate e che … nel 1991 improvvisamente cominciai a stare male, non capivo che cosa mi stesse succedendo, ma dopo alcuni esami medici mi fu diagnosticata una leucemia mieloide acuta. Il mondo mi cadde addosso. Come Maestro delle Arti Marziali insegnavo l’Autodifesa ed ero un combattente, ma questo era un combattimento inaspettato e mi ritrovai di colpo a dovermi difendere da un male che non conoscevo, e che in quel momento mi sembrava un nemico insuperabile, difficile da comprendere, poiché mi stava minando alla base della vita stessa, combattendo contro il mio DNA. Fui messo sotto pressione medica, iniziando con chemioterapie fortissime. Mi misero in isolamento, e non vi dico quello che provai dentro di me in quei momenti di solitudine e malattia. L’espressione che ho usato, dicendo che “il mondo mi crollò addosso”, sarebbe stato più esatto dire che ebbi la sensazione che la terra mi stesse scivolando via sotto i piedi, poiché non ero neppure sicuro di essere capace di superare quel momento e quelle ore di difficoltà fisica ed emotiva. Avevo febbri fortissime e reazioni fisicamente estenuanti. A quel tempo i miei figli erano ancora piccoli, e mi attaccai a loro con amore e speranza per poter superare le avversità della situazione fisica e trovai la forza e la volontà grazie anche all’aiuto e all’incoraggiamento di una gran donna, mia moglie, che vorrei qui ringraziare perché mi è stata sempre accanto. Riuscii a superare, dopo sei lunghi mesi di terapie e cure intensive, il primo impatto della malattia stessa. Dovetti rientrare al lavoro ma dopo sette mesi il male riapparve ripresentandosi con forza e caddi nella più completa disperazione. Ma ad aiutarmi, questa volta fu la Fede e la volontà di vivere, che mi spinsero ad andare avanti ed affrontare nuovamente altre chemioterapie. Questa volta i medici mi consigliarono di andare a Roma per sottopormi ad un trapianto autologo del midollo osseo.

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4 Lo superai grazie a tante cose unite assieme: alla bravura degli operatori e dei medici, all’amore ed al supporto della mia famiglia, ed infine ma non meno importanti, alle persone che ci ospitarono tutto il periodo che rimasi a Roma. Dovetti continuare a fare delle cure per poter rinforzare la mia salute per altri due lunghi anni, facendo spesso delle analisi e dei controlli periodici. Tornai a lavorare, superando dei momenti di stress forse dovuti alle cure, e quindi di nervosismo e di ansia, sapendo bene che tutto ciò non mi avrebbe aiutato, ma al contrario mi avrebbe potuto far ancora del male. La mia famiglia aveva bisogno di avere un introito e quindi il lavoro era importante e perderlo in quel momento avrebbe reso più complicata la nostra vita. In quel periodo un caro amico mi disse che sua madre aveva fatto un corso di Reiki e che dalle sue mani emanava un calore che trasmetteva un beneficio. Incuriosito del fatto, andai a fare una visita al gruppo d’incontro Reiki nel luogo dove gli associati si ritrovavano. Ricevetti dalle sue amorevoli mani il mio primo trattamento, quando mi alzai mi sentii così bene che riconobbi in me quella pace interiore che stavo perdendo a causa dello stress lavorativo. Da quel momento cercai un Maestro che mi potesse insegnare e quindi darmi la capacità di trasmettere a mia volta quel calore e quella serenità spirituale che avevo percepito. Era il 1999. Conobbi così il mio insegnante, che ricordo sempre con affetto, e ricevetti da lui gli insegnamenti ed il potere di usare il Reiki come una disciplina al servizio degli altri, da poter condividere con amore e spiritualità. Da subito mi sentii di avere più forza e ritornai in palestra riprendendo a fare del Karatè.Sembrava che questa energia ritrovata attraverso il Reiki mi permettesse di eseguire gli allenamenti che prima trovavo difficoltà a svolgere a causa delle cure che mi erano debilitato. Poi, dopo un certo periodo il maestro mi propose di ricevere il secondo livello. Quello per me fu un giorno bellissimo, poiché sentivo che stavo ricevendo qualche cosa d’importante, avrei avuto la possibilità di aiutare qualcuno anche se distante da me fisicamente. Giugno 2013

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Agli incontri sentivo spesso chi aveva il secondo livello mettersi d’accordo su chi poter aiutare. Onestamente mi sentivo impotente in quei momenti. Alcuni giorni dopo, ricevuto il secondo livello, fui chiamato per andare a fare dei controlli medici (a quel tempo li facevo ogni tre mesi) e per me era come un incubo, cercavo di aprire la lettera con i risultati delle prove lentamente mentre in cuor mio pregavo che gli esiti fossero buoni poiché non mi sentivo pronto per un’altra sconfitta. Quel giorno con stupore scoprii che le piastrine del sangue erano raddoppiate di colpo.Questo, prima, non era mai accaduto e quindi i valori erano buoni! Dalla felicità chiamai la compagna del mio insegnante e con le lacrime agli occhi le raccontai con gioia la sorpresa che avevo ricevuto dall’esame medico.Passai un bel periodo, ma un giorno il mio Maestro partì; così decidemmo, assieme ad altri amici, di continuare a riunirci e portare avanti l’idea di continuità in modo da poter mantenere i nostri incontri Reiki. Su invito andavamo di casa in casa. Con il passare del tempo pensai di intraprendere il percorso d’insegnante, poiché di volta in volta persone nuove venivano agli incontri e quindi chiedevano anche di poter avere la possibilità di trasmettere questa energia Reiki. Da allora sono passati dieci anni, e come allora noi continuiamo a ritrovarci settimanalmente. Quando ci viene richiesto, con umiltà ci attiviamo per condividere e trasmettere Reiki, sia di persona che a distanza, a seconda delle varie necessità. Manteniamo un contatto riservato con la persone o con la famiglia che ci chiede di intervenire. Io, personalment, e coloro che con me si riuniscono per questo scopo, pensiamo che questo sia un modo corretto di affrontare le varie situazioni in modo tale da non interferire psicologicamente sui soggetti direttamente trattati. Io sono certo che i trattamenti Reiki aiutano, e sento in me che azioni di cuore rivolte con amore verso il nostro prossimo aiutano tutti, compresi noi stessi.Due anni fa è stata l’ultima visita di controllo medico che feci all’ospedale, e là trovai una dottoressa che mi chiese come ero stato capace di rimettermi così bene dopo tutto quello che avevo passato. Risposi che dovevo ringraziare il buon Dio e l’energia dell’amore che permea ogni cosa, ed il Reiki che mi sostiene ogni giorno. Dentro di me ringrazio il Sensei Mikao Usui che ci ha dato la possibilità di attingere a questa conoscenza. Naturalmente un ringraziamento va a tutti coloro che hanno fatto sì che direttamente o indirettamente oggi potessi condividere con voi questa mia testimonianza. Un abbraccio a tutti voi cordialmente.


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La mia esperienza di Giovanni Albanese Cavallieri Ciao a tutti i lettori del Reiki magazine. Mi chiamo Giovanni, sono un ebreo veneziano non praticante, ma comunque con delle manifestazioni simboliche religiose, forse intrisiche nel mio dna. Non voglio pontificare nulla, ma semplicemente e molto umilmente desidero condividere con voi lettori il mio breve percorso Reiki, con tutte le sue emozioni. Mi è stato donato da tre mesi il secondo livello (Chuden) di Reiki tradizionale giapponese della scuola Komyo, e sono ben consapevole che il mio percorso di crescita è ancora lungo. Desidero attirare l’attenzione all’ultima pagina del manuale di secondo livello, dove viene spiegato il Reiki Ryoho ed il cibo. E’ incredibile la similitudine di questo pensiero con le regole alimentari Ebraiche millenarie. Mi ero avvicinato al Reiki casualmente, ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere il mio Maestro Sig. Luigi Francesca, al momento unico maestro di komyo Reiki a Como e provincia. E così, dopo pochi incontri di Reiki, nei quali si pratica lo scambio di Energia riequilibrante fra i presenti, ho inviato al mio maestro un messaggio che diceva: “Maestro mi sento pronto a fare il tuo percorso”. Questo percorso mi ha aiutato a superare le mie ansie viscerali, evitandomi il sonnifero serale; sono guarito da un disturbo periodico ma cronico alla pelle; le mie corde vocali hanno ripreso un buon tono; ho rallentato dalla morsa del fumo. Ma la cosa più eclatante è che il Reiki ha supportato la Radioterapia che ho ricevuto per un carcinoma alle corde vocali, e....abbiamo vinto! Le persone scettiche direbbero: “Sei un miracolato!” No, cari lettori: SEMPLICEMENTE REIKI. In giusta dose sono orgoglioso di avervi fatti partecipi di questo mio percorso. Per finire, ma non per ultimo, è mio dovere ringraziare il Maestro Luigi Francesca, a lui la mia eterna gratitudine per avermi portato a conoscenza di questa semplice e meravigliosa disciplina.

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Un’abbraccio di Luce a tutti voi! Giugno 2013


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La via del cuore

di Massimo Zambelli

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Nella pratica reiki il cuore e’ il centro di tutto: e’ l’inizio, il mezzo, il fine. Il cuore e’ la sede della nostra anima. E’ il luogo delle emozioni, è dove si matura l’esperienza spirituale. Lavorando su di sé, con intento e disponibilità , corpo mente e spirito sono in equilibrio, in unità, proiettandoci verso un’ unica direzione: la nostra crescita. Ogni nostra esperienza espande la coscienza; con questo termine mi riferisco alla consapevolezza che ogni soggetto ha di sé; nel senso più specifico si tratta di un sapere che accompagna la nostra esperienza quotidiana, anche per quanto riguarda l’aspetto spirituale. Con la pratica si sviluppa l’esperienza del sentire. Sentire vuol dire aprirsi all’ ascolto generoso e privo di pregiudizi. Sentire e’ ascoltare; ascoltare e’ accogliere la voce dello spirito. Praticando si sviluppa la sensibilità nei confronti di se stessi e del mondo intero. Reiki e’ un dono prezioso nella vita di un essere umano. La sua energia di amore incondizionato agisce sullo spazio del cuore, accompagnandoci verso la nostra meta: la pace interiore. Tutto ciò che ho vissuto con la pratica Reiki ha aperto in me uno spazio più ampio di comprensione. Mi ha permesso di approfondire il significato di dare senza aspettarsi nulla in cambio. Purtroppo, nel nostro mondo materialista, ogni azione è compiuta per avere poi un tornaconto: mi sono chiesto se sono vittima di qualche idealismo. La risposta che mi dò ora è che Reiki mi ha offerto la possibilità di affidarmi all’energia del cosmo, a qualcosa di più grande, che va oltre i miei piccoli pensieri. E mi lascio andare a tutto ciò, scoprendo come nel disegno divino vi sia per me il dono del servizio, quello spazio dove posso essere me stesso in libertà, senza aspettative, sentendomi connesso con il tutto. Questo movimento del dare (e ricevere) credo sia la danza della vita. Sono grato al Reiki perché la sto vivendo. L’autotrattamento, la meditazione, pratiche costanti nel quotidiano, mi aiutano ad entrare più in profondità sia nella pratica, che nella riflessione. Se il nostro cuore è aperto, possiamo commuoverci anche per una goccia di rugiada su un filo d’erba illuminata dal sole, per il sorriso di un bambino; è come aprire gli occhi su questo mondo, è come risvegliarsi da un torpore per vedere oltre. Reiki fa accedere ad una parte di noi che non ci accorgiamo di avere. In me è successo qualcosa che mi ha cambiato per sempre. Non riesco a definire cosa, ma so che c’è stato un vero cambiamento. Il cambiamento agevola la crescita e credo anche la guarigione. Credo inoltre che una guarigione vera e profonda sia solo possibile se cambiamo il modo in cui vediamo noi stessi e gli altri. Negli ultimi tempi mi sto spingendo verso una nuova fase di comprensione: la resa incondizionata, è offrire me stesso al servizio del progetto divino, portare energia e amore nei cuori di tutte le creature. Sono molto grato di questo e penso a tutti gli amici di Reiki, con il quale voglio condividere queste esperienze. Giugno 2013


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Sciamanesimo messicano di Citlalli Castaneda

Sono cresciuta in Messico e per noi messicani è normale sapere che nel nostro Paese non c’erano solo i Maya e gli Aztechi, ma molte altre popolazione che avevano tutti gli attributi per essere chiamate “Civiltà”. Nell’esistenza di questi popoli, i famosi rituali di riconnessione con la Terra erano le normali prassi quotidiane; fondamentale era crescere ed evolversi in armonia con la natura alla quale apparteniamo. Tutto ciò che ci circonda merita rispetto, e questo è rimasto nella loro società attuale: questa dottrina che ha attraversato i secoli e le conquiste spagnole, integrandosi successivamente con la religione cristiana portata dagli europei, viene diffusa ancora oggi dai discendenti delle native popolazioni che vivono sui monti, lontani dalla moderna tecnologia. Questi sciamani che ho frequentato mantengono la tradizione Tolteca e Cicimeca; vivono condividendo tutto, anche il bicchiere nel quale bevono.

Queste persone con le quali ho vissuto, sono semplici, gentili e sempre sorridenti. La loro consapevolezza l’hanno creata da soli, perchè fin da giovanissimi erano stati spinti personalizzare le esperienze. Anche una notte trascorsa in solitudine dentro un fitto e pericoloso bosco può essere un modo per conoscere se stesso, per capire i nostri limiti e la nostra forza.

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A vent’anni ero andata a studiare in una Univeristà di una grande capitale europea, ed avevo notato l’ interesse che gli occidentali stanno sviluppando verso questo tipo di consapevolezza. Tornata in Messico, ho allora approfondito ciò che già sapevo, diventando “Donna Del Fuoco”, in grado di purificare l’aura delle persone e di radicarle alla Madre Terra con delle procedure che utilizzano incensi ed il loro fumo. Ho poi chiesto alla mia anziana maestra il permesso di diffondere queste conoscenze in Europa. Lei e tutto il suo gruppo erano felici per questa mia decisione. Ho avuto la fortuna di viaggiare e capire che tutte le antiche conoscenze pagane spingevano l’uomo a considerarsi un tutt’uno con ciò che gli sta intorno, a non suddividere la mente ed il corpo come qualcosa di separato, ma di unirle nel momento presente. Ho scoperto affinità con tutto ciò che ho imparato in tecniche di diversi continenti, come per esempio il Reiki Ryoho. Come con il Reiki, nel quale l’essere umano si abbandona ad una saggezza superiore, ecco che la tecnica della depurazione dell’individuo utilizza il potere di una forza superiore: quella del fuoco. Il profumo degli incensi naturali, creati dalla resina degli alberi, mescolati con i colori delle fiamme che creano il fuoco purificatore.. Dettagli che ci fanno capire che intorno a noi c’è già ciò di cui abbiamo bisogno. www.sciamanesimomessicano.com

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Reiki e Polarity Therapy di Chiara Bresciani Il principio che li accumuna potrebbe essere: “Guarisci te stesso!”. S�amo parlando di due tecniche di tra�amento energe�co per stare bene e mantenere l’equilibrio psico-fisico con lo scopo di perseguire un percorso evolu�vo: Reiki e Polarity therapy. Entrambe diventano poi uno strumento per aiutare il prossimo. Per capire bene i parallelismi tra i due facciamo riferimento alla prefazione del libro ”Polarity Therapy, guarire con l’energia vitale”, di Alan Siegel, il quale afferma che la chiave per un mondo in armonia “sta nel comprendere la vera natura della vita in se stessa: l’energia”, al fine di raggiungere la felicita’e di accrescere la nostra realizzazione massima e la nostra spiritualita’, cio’ che nel Reiki e’ definito il Satori (l’assoluta pace interiore).

E’a�raverso la pra�ca di tecniche e di tra�amen� energe�ci, quindi lavorando con l’energia che ci cos�tuisce e ci circonda,che si ricrea il cosidde�o equilibrio vitale a livello fisico,emo�vo,spirituale. L’Amore, inteso come l’energia e la forza piu’ potente che esista, e’ “l’essenza della vita ovunque nell’universo”(Pierre Panne�er, insegnante Polarity Therapy) e le due tecniche sono accomunate dal fa�o di considerare l’amore come vero potere di guarigione, perche’ anche Reiki u�lizza questa energia sacra dell’universo per vivere in salute e in pace la vita di tu� i giorni (Rei:etereo,trascendente,sacro e Ki:so�le,energia dell’universo). Fra le differenze possiamo riscontrare la semplicita’ del Reiki a livello di tecnica, rispe�o alla complessita’ di Polarity, nel senso che, assieme ai vari tra�amen�, Polarity puo’ diventare uno s�le di vita seguendo pra�che medita�ve,consigli alimentari ed esercizio fisico. Una spiegazione scien�fica sul meccanismo di funzionamento della polarita’ umana puo’ essere dato dall’ele�romagne�smo,infa� dietro Polarity Therapy c’e’ uno studio approfondito sull’essere umano e una logica nel posizionamento delle mani e nelle manovre dei tra�amen�, anche se l’a�eggiamento in entrambe le ar� e’ lo stesso, e deve essere sempre quello del lasciar scorrere l’energia vitale.

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La guarigione infa� non viene dal terapeuta, ma egli e’ un tramite perchè l’energia possa agire…“Quando sen�te muovere l’energia avete raggiunto l’obie�vo della manipolazione.L’energia vitale è intelligente. Una volta risvegliata, sa cosa fare e dove andare”(libro Polarity Therapy di Alan Siegel).

Uno dei tra�amen� di Polarity Therapy piu simili al tra�amento Reiki e’ il riequilibrio delle corren� energe�che del corpo eterico e causale, perche’ si tra�a di lasciar scorrere l’energia senza pressione, con conta� satvici che, secondo la tradizione ayurvedica, sono riferi� al conta�o di �po delicato, ada�abile, potenziale, neutro, senza movimento, collegato all’energia eterica che perme�e l’interazione con le energie degli altri elemen�. Infa� l’energia si muove a�raverso gli elemen� cominciando dall’etere, che e’ il primo, e a�raverso il chakra dell’etere si organizzano tu� gli altri. Secondo la mia piccola esperienza nella pra�ca di entrambi, Reiki rafforza il lavoro di Polarity e può essere di sostegno al terapeuta prima e durante i tra�amen� perche’ lo aiuta a canalizzare al meglio l’energia universale verso l’assis�to, mantenendosi come puro strumento senza interferire con la propria energia. Personalmente mi ha dato il LA per avere una visione diversa delle situazioni, sia personali che lavora�ve, che mi capitavano quo�dianamente, nel non avere aspe�a�ve e nell’ affidarmi all’ energia universale con serenita’. Giugno 2013


Polarity Therapy

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di Enrico Feudo

La Polarity Therapy nasce come tale subito dopo la seconda guerra mondiale ad opera di un geniale austro-americano, il dott. Randolph Stone, che dedicò tutta la vita alla ricerca della chiave per la salute a tutti i livelli. Formatosi come osteopata, chiropratico e naturopata sentì la necessità di comprendere le antiche medicine, in particolare ayurvedica e cinese, per capire la complessità dell’essere umano, composto da un corpo fisico, da un corpo mentale e psichico e da un corpo spirituale. Studiò inoltre l’antica kabala e fece parte di associazioni di studi esoterici dove incontrò personaggi come M.me Blavatsky, Yogananda, Ramathirta e Krishnamurti, tra i tanti. Dott. Stone rimase inoltre affascinato dagli studi in campo atomico e cellulare, dai quali prese il modello della polarità, insita in ogni atomo e organismo vivente. Come conseguenza della polarità nella vita, tutto deve essere in movimento, dal piano atomico a qualsiasi apparato cellulare. Sviluppò un sistema di salute basato fondamentalmente su tecniche di lavoro corporeo, dieta, esercizi individuali e l’indirizzo della mente su piani evolutivi spirituali ispirati dall’essenza del mondo cristiano, dal quale proveniva, e dai principi delle filosofie himalayane e di altre origini. La sua ricerca procedette per sessant’anni fino agli anni 70, quando decise di passare gli ultimi anni della sua vita nella preparazione all’abbandono del suo corpo, nel 1981, all’età di quasi 92 anni. Mi sono avvicinato a questo sistema già quando appresi la tecnica dello Shiatsu negli anni 80, ma non c’erano testi esaustivi tradotti dall’inglese, così non mi spinsi oltre. Nel 2008 ho cominciato la mia formazione in Irlanda completandola col corso insegnanti presso la Masterworks International, sotto la guida di due guide eccellenti, Phil Young e Morag Campbell. Ho tradotto un libro e sto completando un testo delle tecniche operative, frutto della traduzione di altri libri sull’argomento. Quello che mi ha attratto nell’avvicinarmi a Polarity è stato il bisogno di collegare anni di studio ed esperienze varie sotto le ali di una visione coerente e collegata. Ho trovato una chiara visione energetica, fisiologica e strutturale con la possibilità di coniugare la mia curiosità sul suono, la luce, i metalli e le pietre, la biochimica alimentare, la matematica e la geometria sacra, che sono alla base di qualsiasi elemento biologico e minerale. Come successe al dott. Stone ho potuto trovare un filo conduttore col sottile filo che lega l’essere umano al suo corpo tramite la sua mente, quello che sente, che mangia e che pensa, da qualsiasi ispirazione provenga, per capire che “il malessere” fa parte dell’uomo incarnato come una sfida necessaria per evolvere sul piano spirituale. Giugno 2013

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13 Un po’ come capire che la realtà fisica dominata dalla polarità è illusoria se non si comprende il mondo invisibile dell’energia e dell’origine dell’universo dal quale proveniamo. Come operatore professionista ritengo non basti alleviare o annullare un sintomo, ma sia interessante poterlo comprendere e decifrare in termini di comunicazioni di un disagio che nasce nell’anima, per poter aiutare le persone affinché siano stimolate verso una guarigione globale e un’autonomia maggiore nella gestione dei propri processi psicofisici.

Trovo che questo possa dare dignità alla nostra complessità evolutiva da oltre 100 milioni di anni di storia e ai nostri 70 trilioni di cellule, ognuna con mille funzioni riconosciute e in costante cambiamento. La simbologia dalla quale attinge il sistema della P.T. è basata sui 5 elementi della tradizione indoeuropea, che si trovano coinvolti a tutti i livelli in un processo di creazione uno dall’altro, in sintonia e compenetrazione tra loro. Etere, Aria, Fuoco, Acqua e Terra sono gli elementi che, in relazione coi relativi Chakra, concorrono nello sbilanciare e nel riallineare il complesso di corpo e mente. Se si parla di processo involutivo, riferito alla discesa e alla creazione da Etere fino alla materia cristallizzata (Terra), si descrive anche la necessità dell’energia di risalire a Etere (processo evolutivo), ovvero alla Sorgente, comunque la si intenda. Con questa simbologia si possono comprendere le relazioni fisiologiche, emozionali e mentali al nostro interno e nella relazione con quello che ci circonda.

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14 E’ evidente che, nell’analisi delle problematiche sociali attuali, l’umanità sia bloccata nell’elemento Terra (economia, lavoro, aspetti materiali in genere..). Il dott. Stone amava ricordare che tutto quello che ci è stato dato deve essere restituito, in termini di abbandono del corpo materiale e nella direzione dell’origine della creazione. Polarity è inoltre un sistema di medicina dei riflessi, più complessa e in relazione con tutto il corpo, rispetto alla ‘Zone Therapy’ tradizionale, più conosciuta come Riflessologia del piede. Ogni parte del corpo si riflette in altre, come per le triadi astrologiche e la cosiddetta ‘somiglianza di forma, sempre nella regola della polarità del corpo. Oltre al lavoro corporeo Polarity si occupa dell’energia degli alimenti, con molteplici considerazioni rispetto gli elementi, la visione ayurvedica e gli studi moderni di biochimica della nutrizione. Il dott. Stone era un convinto vegetariano e non si occupava di coloro che si nutrivano di carne, in quanto non desiderosi, inconsciamente, di migliorare le loro condizioni di salute. Nei tempi attuali la visione si è allargata all’insegna della moderazione e di altri punti di vista. Dopo decenni di approfondimento sullo Yoga, il dott. Stone studiò, espressamente per la popolazione occidentale molto indaffarata, una serie di esercizi brevi e facili da eseguire ovunque, per contrastare il fenomeno della “specializzazione muscolare” che ogni lavoro comporta; l’efficacia di questo Yoga mi permette personalmente di non risentire più di fastidi che ricorrono anche nel mio lavoro e così li consiglio ai miei clienti con entusiastica convinzione. Ottimo anche per cambiare in breve tempo stati umorali perturbati. Una grande attenzione viene rivolta alla qualità dei pensieri, spesso conseguente a metodiche alimentari scorrette oltre ad abitudini provenienti dall’inconsapevolezza. Il consiglio è di prendere coscienza di come i pensieri guidano le nostre azioni e come la meditazione, la contemplazione e la preghiera siano le medicine più importanti. Prestigiose ricerche scientifiche confermano che tali pratiche consentono di connettersi profondamente col sistema immunitario, sede di autoriparazione di ogni problematica della salute. Lavoro corporeo, dieta, esercizi e consigli su come indirizzare meglio il pensiero: questo è Polarity, con l’espressa intenzione di rendere il paziente soggetto della sua guarigione e non oggetto di cura, nel rispetto ed accoglienza delle regole del cosmo e della terra per una sua autonomia e responsabilità nella gestione del proprio equilibrio. www.polarity.it Giugno 2013

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