Silvana Carbone (RD2)

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M A S T E R R E L AT I O N A L D E S I G N

Tesi finale di Silvana Carbone

QUALCOSA SUCCEDE3 CINQUE REGOLE PER UN MANUALE TRA SPAZIO PUBBLICO E SOCIAL NETWORKS

Relatore Marco Lampugnani

2015


alla vita che è un’esperienza meravigliosa


ABS TRA CT


Nel 2013 conclusi la tesi della mia Laurea in Ingegneria Edile/Architettura sull’abitare sociale, con un immagine rappresentativa del fatto che lo spazio pubblico tra gli edifici (e non solo) è lo scenario ideale per la vita sociale e social della gente. Oggi, dopo due anni, torno sull’argomento per approfondirlo con un occhio più critico e con la convinzione e la consapevolezza che un forte legame tra social network e spazio pubblico c’è e si vede. A partire dalle considerazioni di Luca Acito (Aalto University) in Design with social network. Exploration about new approaches to collaborative design. 5 principles to design with social media e dall’analisi di casi studio, la tesi vuole dimostrare come l’utilizzo dei social network sia ormai diventato parte integrante della vita della città e specialmente di ciò che succede nello spazio pubblico, dalla sua progettazione alla sua gestione, al suo potenziale esperienziale e relazionale. Siamo ormai sempre più vittime inconsapevoli di gesti social, quali selfie (che ne uccidono più degli squali) e condivisioni ossessivo compulsive, di clichè dai quali è difficile scappare, che l’indagine su come queste dinamiche possano influenzare e migliorare la fruizione stessa dello spazio pubblico risulta pressoché necessaria. L’albero della vita è l’attrazione più fotografata di Expo 2015, come dare il medesimo eco allo spazio pubblico attraverso i social? Se usati bene, possono essere lo strumento giusto? Quali sono le regole per sfruttarli nel modo corretto? Attraverso analisi qualitative dei casi studio e col supporto della letteratura attuale del caso, l’obiettivo della tesi è quello di produrre un piccolo manuale non esaustivo delle 5 buone pratiche da mettere in atto per la progettazione di uno spazio pubblico, unitamente ai social network, paragonabili, per citare Michel Foucault, a un moderno controspazio, ossia luoghi in cui le regole del gioco vengono ribaltate dando origine a nuovi spazi altri, complessi, il cui fine è quello di migliorare la fruizione e la vivibilità dello spazio stesso, intesa non solo come luogo in cui è bello vivere, ma come luogo in cui rafforzare la propria identità e l’appartenenza alla … community.


09 introduzione

CAP

01 CAP

02

spazio pubblico smart 14 cos’è lo spazio pubblico oggi 22 quali attività si svolgono nello spazio pubblico 30 smart cities, socialità urbana e cittadinanza attiva: spazio pubblico 2.0

social networks 42 uno sguardo non tecnico sugli usi e costumi dei social networks 52 comunità community e comunicazione 60 trasformiamo tutto in un brand 64 il lato oscuro dei social networks

CAP

03

spazio pubblico e social networks 72 semiotica tra spazio pubblico e social networks 76 quali casi studio? 82 nevicata 14 94 el campo de cebada 102 metropoliz 110 social street 122 frutta urbana 130 cena in bianco 140 cenaconme! 148 perchè devo usare i social in una piazza?


CAP

04

cinque regole... giusto per cominciare 158 il metodo 164 le regole #01 wi fi for free #02 (hash)tagga consapevolmente #03 comunicare la vision #04 on/off #05 co3

CAP

05

conclusioni 176 vantaggi e limiti 180 in conclusione

188 bibliografia 190 ringraziamenti


I N T R O D U Z I O N E

“Prevedo la spoliticizzazione completa dell’Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso… Ma sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche. La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.” 1 Le parole di Pasolini, riportate da Luisella Re ne “Il nudo e la rabbia” (Stampa sera, 9 Gennaio 1975) risultano quanto mai profetiche ed attuali, anche se probabilmente egli stesso non avrebbe mai immaginato che si sarebbero potute applicare alle nuove forme di comunicazione e di relazione digitale di oggi. Il mondo attuale, sempre più caratterizzato da un’ossessione compulsiva per la partecipazione e per l’essere social, contiene in sé diversi frammenti della visione futurista di Pasolini, il quale anticipò le possibili problematiche dovute alle nuove forme di “libertà di” e non più di “libertà da”. Liberi (o piuttosto schiavi) di condividere, postare, pubblicare, commentare, partecipare, spammare, i social network e i media online hanno acquisito nel corso degli anni un forte potere di cui più o meno tutti, oggi, siamo vittime: come rivela il sito mashable nel 2015 il selfie ha ucciso più degli squali (12 decessi contro 8)2. Si tratta

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Luisella Re, Il nudo e la rabbia. Stampa sera, 9 Gennaio 1975

1

Mashable.com, Shark vs selfies

2


I N T R O D U Z I O N E

di un potere, come lo stesso Pasolini sostiene, che manipola le nostre coscienze, istituendo dei nuovi valori, alienanti e falsi3 che spesso ci allontanano dal mondo reale, in cui i modelli di comportamento sono stati sostituiti da altri4. Abbiamo voluto noi questa rivoluzione, è avvenuta dal basso, o Zuckerberg aveva previsto che il 24 Agosto 2015 un miliardo di utenti sarebbero stati attivi contemporaneamente su facebook permettendogli di sostenere che un mondo più aperto e connesso è un mondo migliore? Quale potere hanno quindi assunto e conquistato i social network nella vita reale di oggi? E trasferendo quest’ interrogativo alla città, quanto incidono nella progettazione, nella costruzione e nella gestione, di uno spazio pubblico? Siamo, da qualche anno nell’era dello spazio pubblico 2.0, un’era in cui l’attenzione verso i progetti di spazio pubblico, il recupero delle periferie, e la riappropriazione spontanea di spazi dismessi ha subito un’inversione di tendenza. O forse attraverso la velocità e facilità di trasmissione sui social media, ne sentiamo parlare molto di più. La tesi, a partire dall’analisi qualitativa di alcuni casi Citato in Pasolini prossimo nostro, film di Giuseppe Bertolucci

3

4

Ibidem

studio, vuole indagare le possibili connessioni tra social network e spazio pubblico ponendosi come obiettivo primario quello di ricercare le cause e le conseguenze

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I N T R O D U Z I O N E

dell’utilizzo dei social nello e per lo spazio pubblico, arrivando a smontare quelli che sono ormai i clichè del vivere e dell’agire online e definendo un piccolo manuale non esaustivo di buone pratiche. I social network sono uno strumento per far vivere lo spazio pubblico e per creare nuovi processi di produzione dello stesso, così come potrebbero esserlo per un’attività commerciale o sono solamente qualcosa da cui non possiamo più prescindere per sentirci parte della realtà (virtuale)? Qualcosa succede3 vuole essere un piccolo manuale capace di mostrare che un buon processo è quello che innesca sempre delle nuove dinamiche, una domanda/ risposta continua, perchè come diceva Jan Gehl5 “qualcosa succede perchè qualcosa succede perchè qualcosa succede”.

5 Jane Ghel (1936), architetto e urbanista danese (fonte wikipedia)

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