reset 2-2004

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02 rivista mensile gratuita per le nuove tendenze: musica sport moda hi-tech eventi cinema letteratura arte

www.resetmagazine.ch

trend.setters SuicideGirls.com

hi.tech Games

trend.setters www.60x1.com

free.style BMX, tra passato e presente

03.2004

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editoriale Il glam è esagerazione ed ostentazione, è fare di tutto per non passare inosservati esprimendo la propria individualità, l'attitudine, l'ironia e lo stile di vita. Chi non vorrebbe una volta nella vita “esagerare” senza remore e falsi moralismi? C’è una sottile linea che divide il glam dal trash e dal kitsch, e la nostra ricerca si è fermata entro quest’impercettibile demarcazione. Questo il tema del mese che abbiamo sviluppato sulle gesta di alcuni personaggi della cultura e della musica, dei glammers per antonomasia. Quindi alcuni tra i protagonisti che troverete su queste pagine rispecchiano perfettamente lo stile glam. Uno stile che sta tornando prepotentemente di moda, soprattutto nella musica e nei trend dell’abbigliamento. Quest’estate andremo tutti in giro con paillettes e tutine glitter color fucsia? Non credo proprio, ma sicuramente ci faremo contagiare dall’allegria e dalla spensieratezza che questo coloratissimo e fantasioso trend ispira. Inventiva, originalità, brio… proprio quel che ci voleva in questi anni bui e pieni d’incertezze. Respiriamo a pieni polmoni quest’ondata di freschezza, ci può far solo del bene. In questo spazio vorremo ringraziare inoltre tutti gli abbonati che hanno rinnovato la loro adesione a re.set. Ciò per noi è motivo d’orgoglio: significa che il nostro lavoro è apprezzato e condiviso da voi lettori. Ricordiamo che chi si abbona al nostro mensile otterrà la re.set card, una tessera che offre alcuni vantaggi su spettacoli e concerti in Ticino, e che stiamo elaborando ulteriormente per offrirvi nuove opportunità da rendere la vostra sete di cultura più accessibile. re.set è qui, tra le vostre mani… Che aspettate? Voltate subito pagina!

la redazione


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trend.setters Report - Oh là là, che gambe! & SuicideGirls.com Report - www.60x1.com Report - Pubblicità e censura

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free.style Report - BMX, tra passato e presente

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hi.tech Product Webcorner & websoft Cyberflash Games - Il lato oscuro del gioco di ruolo online Gameflash

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re.view re.play Dischi - Recensioni Report - Tommy, la prima opera rock Report - Einstürzende Neubauten & Joss Stone Report - Dio salvi la regina Report - From the ghetto Localcorner - Zero In On Localcorner Live Live - M4MUSIC Live - Agenda & Livespot

024 028 029 030 031 032 033 034 036 037

re.vision Cinema - Dirottato dai pirati Cinema - Musica alla Berlinale Cinema - Welcome to the jungle & The School of Rock Nextscreen Rassegne

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re.ad Libri - Recensioni Report- Urban Slam Poetry

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re.art Teatro - Agenda Mostre - Agenda Gallery - Annie Leibovitz Concorso di fotografia

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Abo Impressum

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copertina by raffinerie - zurich www.raffinerie.ch


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Gentile redazione, avrei una curiosità da soddisfare. Con quale criterio scegliete i dischi da recensire? Ho notato che la vostra rivista è forse l'unica svizzera (studio a Zurigo, quindi posso esprimermi in questo senso) che ha una selezione di novità piuttosto ricercata, e che tende a sfuggire i titoli di successo commerciale. Grazie alle vostre recensioni ho trovato alcuni Cd che mai avrei immaginato di scoprire, come per esempio i Sophia recensiti sul numero di febbraio. Complimenti per il vostro lavoro e grazie ancora di esistere! Lucia Fornari Grazie Lucia per il tuo sostegno, sappiamo che come moltissimi altri lettori hai rinnovato il tuo abbonamento a re.set e questo ci rende particolarmente stimolati a lavorare con sempre più impegno. La tua è una curiosità che molti lettori ci hanno già espresso in diverse situazioni. I Cd che proponiamo su re.set (come d'altronde i libri) sono frutto di una ricerca approfondita sostenuta dalle informazioni inviateci dalle case discografiche, nonché da un attenta lettura di riviste specializzate. Inoltre molti dei collaboratori che scrivono di musica per noi si adoperano a proporci le novità più interessanti, e questo ci è di grande aiuto. Vorrei fare un'importante precisazione: i cd recensiti sono tutti giudicati in base a vari ascolti, su re.set non esiste una recensione redatta solo "ispirandosi" da comunicati stampa o da altre critiche pubblicate su Internet e su riviste

Caro staff di re.set, vorrei fare i miei complimenti ai redattori delle pagine dedicate all'hi-tech e ai games. Ogni mese attendo con ansia la pubblicazione di re.set per questi articoli (anche per gli altri, naturalmente, ma per questi in particolare). Quello che mi convince è l'affidabilità dei redattori, mai una volta sono stato deluso dalle loro critiche che spesso ho condiviso. Gli (vi) auguro buon lavoro. Continuate così! Ciao Giovanni Siamo molto orgogliosi di queste due rubriche, difatti ci è già stato dimostrato l'apprezzamento da parte di esperti del settore. Se avete suggerimenti e dritte da indirizzare ai nostri redattori dell'hi.tech e dei giochi (Alessio Cassis, Michael Bartolotti e Marco Mascaro), sono sempre benvenuti!

Grazie per il Cd dei Vomitiors che mi avete inviato (è fantastico)! Seguo con passione re.set dalla sua nascita e per la prima volta ho partecipato ad uno dei vostri concorsi. Non m'aspettavo di vincere, ma soprattutto non m'aspettavo un servizio così veloce ed immediato! Ancora grazie, di sicuro parteciperò ancora. Ciao, Mattia Cogliamo l'occasione di questa lettera per ricordare ai lettori che i concorsi (biglietti concerti e spettacoli, dischi, gadgets) che trovate su re.set si trovano anche sul nostro sito, anzi, spesso alcuni concorsi non riusciamo a pubblicarli sulla rivista per questioni di termini temporali, quindi sono annunciati solo sul sito. Perciò invito i lettori a tenere regolarmente d'occhio il nostro sito dove si possono trovare tutti i vari concorsi.

Volevo ringraziare il giornalista Stoner per l'articolo su Jodorowsky pubblicato sullo scorso re.set, interessantissimo e scritto molto bene! Grazie per avermi fatto scoprire questo grande personaggio che ora m'affascina oltremodo. Lascio il mio e-mail in quanto vorrei chiedere a Stoner dove è possibile reperire velocemente i tarocchi originali progettati da Jodorowsky. Vi ringrazio per l'aiuto. Stefania Miller Il tuo messaggio è stato girato al diretto interessato. Siamo sempre a disposizione per eventuali dettagli sugli articoli pubblicati.

Errata Corrige

Purtroppo sul numero di re.set del mese scorso, a causa di una svista in fase di stampa, la doppia pagina dedicata all'arte di M.C. Escher è stata pubblicata solo a metà. Ci scusiamo per l'accaduto con tutti i lettori e con il redattore dell'articolo. Per gli interessati è possibile scaricare l'articolo completo in versione .pdf a questo indirizzo web: www.resetmagazine.ch Grazie per la comprensione.

La redazione.

redazione@resetmagazine.ch


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Zampe di velluto per gattine grintose!

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repor t

trend.setters di apache

Oh là là, che gambe! Il ritorno della minigonna La minigonna, come tutta la moda swinging nata nella Londra degli anni Sessanta, agli inizi fu il simbolo della ribellione delle giovani che non si riconoscevano più nella morale collettiva. La mini è l'immagine della trasgressione, della contestazione sociale, della rivoluzione culturale, del desiderio d'innovazione. E' anche simbolo di legame generazionale: oggi, dalle madri alle ragazzine, tutte la indossano. Fu la stilista inglese Mary Quant ad inventare la minigonna facendola indossare alla mitica Twiggy, la prima topmodel teen ager della storia. La stessa Mary Quant ebbe modo di dire che "le vere creatrici della mini sono le ragazze, le stesse che si vedono per la strada". Da questo momento in poi l'abbigliamento femminile subì delle profonde modifiche. Per indossare la mini furono adottati per la prima volta i "collant", e ci fu pure una rivoluzione della biancheria intima, difatti nacquero così la mini guaina e la mini con il reggicalze incorporato.

In epoche alterne la mini ha assunto il ruolo di simbolo di liberazione ed emancipazione femminile: dal cinema anni '60 con Jane Fonda nelle vesti di Barbarella, ai primi hippies, che faranno moda dal '68 con lo stile flower power; dai movimenti new-wave e punk degli anni '80 (ricordate Deborah Harry in minigonna di pelle nera?), alla fashion edonistica dei '90 a firma di Versace & Co. La minigonna oggi ha compiuto quattro decenni di vita ed è più in forma (e più corta) che mai, sulla cresta dell'onda quale simbolo sensuale con la voglia di piacere e libertà. Il segreto del fascino della minigonna? Lo stilista Cesare Paciotti afferma che "La minigonna è la lunghezza ideale di un concetto: lunga sufficientemente da coprire l'argomento e al tempo stesso abbastanza corta da renderlo interessante". Corte, cortissime, micro, le mini-minimal che oggi molti stilisti lanciano sul mercato hanno un taglio semplice e squadrato, e sono prodotte in denim, lana, seta, addirittura in stile militare. Il problema è che non nascondono proprio nulla! Né le gambe, né il fondoschiena, e nemmeno i minimi difetti, per non parlare di quelli più evidenti. Il consiglio dunque è: mini sì, ma con moderazione. Ridotta ai minimi termini la mini (perdonate le rime!) è tornata, decisa a non fallire il suo mandato rivoluzionario. Agli inizi era l’immagine della ribellione, e della protesta sociale e culturale. Oggi è qui per ricordare a tutti che non è mai troppo tardi per iniziare una rivoluzione. E' una missione, donne, tirate fuori le gambe!

SuicideGirls.com Le nuove pin-up. Avete già visto il video Shake your blood che lancia il disco-tributo Probot, quello con Dave Grohl e Lemmy dei Motorhead che suonano circondati da una sessantina di ragazze carine e provocanti? Ebbene, quelle giovani donne sono membri delle SuicideGirls.com, una comunità di agguerrite ragazze decise a difendere un'estetica "diversa" e alla portata di tutte. Sono giovani, intraprendenti, simpatiche, sicure di sé. Sono le SuicideGirls, fanno parte di una webcommunity formata da giovani donne di maggior età che, in un'era dove la bellezza fisica è fatta di figure stereotipate ed asessuate, hanno deciso di difendere in una maniera anticonformista il concetto di bellezza "diversa", quella tutta umana fatta di pregi e difetti. Ma di che si tratta esattamente? SuicideGirls.com sarebbe il più popolare sito per adulti rivolto alla gente che si ritiene fuori dal mainstream culturale odierno. E' il luogo dove tantissime giovani donne possono creare il proprio profilo, mantenere un diario e conoscere altre persone. Qui oltre a duecentocinquanta Suicidegirls americane, europee ed asiatiche aggiornano le loro schede ogni giorno, con foto (che ora si contano a decine di migliaia) e parole (ad oggi 270mila interventi con due milioni di commenti). Permesse solo immagini sexy, in questo sito non si scade mai nel porno, su questo punto le audaci progenitrici di questa webcommunity sono intransigenti.

E' un massiccio ritorno delle "tradizionali" pin-up, ora più moderne ed aggressive. La differenza con gli altri sexy-siti di questo genere sta nelle "modelle", qui sono tutte ragazze decise a rivendicare la propria "diversità". Difatti si distinguono per lo stile nel vestire (in genere gothik-punk), per i tanti tatuaggi e piercing vari, ma non solo. Ciccia e sproporzioni sono esibite senza pudore, quasi a rivendicare un ritorno alla pastosità fisica: umano è bello, sembrano dire queste ragazze. SuicideGirls.com in definitiva potrebbe essere considerato un Playboy on-line in versione punk.Negli Stati Uniti le Suicidegirls organizzano dei meeting in occasione di concerti ed avvenimenti e spesso sono invitate a spettacoli e party per animare l'atmosfera. Alcune interessanti testimonianze sul fenomeno si possono trovare pubblicate sul sito: più di seicento interviste a personaggi famosi del firmamento rock e della cultura, tra cui lo scrittore Chuck Palahniuk, l'attore Ewan McGregor e la band The Flaming Lips. Su SuicideGirls.com naturalmente l'anonimato è garantito per tutti. Tramite questo sito alcune ragazze hanno poi trovato l'amore e si sono felicemente sposate. E' un fenomeno di costume dirompente, che però è arginato da una severa selezione sulle ragazze che vorrebbero iscriversi, un punto d'onore per le fondatrici che stanno molto attente nell'impedire abusi e promiscuità d'ogni tipo sul loro sito. Ad ogni modo mi preme ricordare alle eventuali temerarie intenzionate ad iscriversi, che, come in ogni webcommunity che si rispetti, la prudenza non è mai troppa. www.suicidegirls.com



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trend.setters di erik console

WWW.111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111.COM Basta digitare sessanta volte "1", e si entra in un sito web che fa della fantasia delirante la propria espressione contestataria. Sessanta pagine flash dove simboli e personaggi della politica mondiale diventano figure improbabili ed inquietanti. Un tripudio di colori e immagini, velenose allucinazioni cromatiche, personaggi famosi che mutano in alieni, questo è 60x1.com, il sito di Kenneth Hung, un creativo che condisce con semplici e dinamiche animazioni il vero argomento di cui va fiero fra i suoi diversi progetti, e cioè le splash-pages. Net artista di Honk Kong stabilitosi a San Francisco, Hung ha recentemente esposto alcune sue opere a Milano, presso il centro sociale Conchetta, ed in Inghilterra, alla Cartwright Hall di Bradford. Attualmente sta lavorando ad un nuovo sito (www.globalelection.org), un progetto concepito per essere punto di riferimento della controinformazione du-

rante le elezioni presidenziali di quest'anno negli Stati Uniti. Hung è un creativo coccolato anche da molti brand: difatti ha firmato un contratto con l'azienda orologiera svizzera Swatch per il design della nuova collezione 2004. Con il suo dominio composto da soli "numeri uno", Hung assembla con scioltezza molte icone della storia e della pubblicità in un unica schermata, confondendo gli utenti che faticano a trovare il pur evidente link alla pagina successiva (il tasto Enter che si trova nascosto tra le pieghe delle animazioni, in genere in fondo alla pagina). Sessanta pagine in totale che si susseguono in assurde e deliranti immagini che dissacrano innumerevoli simbologie e fatti della storia recente. Bush, Blair, Berlusconi, Saddam, Arafat, Sharon, Bin Laden, Mao e tanti altri, si ritrovano in questo sito ad interpretare ruoli surreali che però, a ben vedere, simboleggiano certe peculiarità del loro carattere e delle loro azioni, quelle azioni che decidono il destino del mondo.


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repor t censura P u b b li c it à e Negli ultimi due anni sui quotidiani si è molto discusso di limitazioni pubblicitarie, e sulle stesse affissioni nelle strade avrete di sicuro potuto notare delle autocensure di famosi brand con la segnalazione del sito www.basta-divieti-pubblicita.ch. Tutto nasce con le nuove regolamentazioni restrittive volute da Bruxelles che dovrebbero entrare in vigore con il 2005. Particolarmente prese di mira le automobili, gli alimentari, gli alcolici e naturalmente le sigarette. Secondo questi divieti, promossi da associazioni per la tutela dei consumatori, non vedremo più slogan come "privo di zucchero", "povero in grassi", "XX mette le ali...". Non vedremo più bambini su automobili, e saranno fortemente limitate le pubblicità di prodotti destinati all'infanzia. Anche la Svizzera sta seguendo questo trend europeo, primo fra tutti il canton Ginevra. Sono infatti già state bandite le pubblicità dei famigerati "alcopop" e regolamentate quelle sul tabacco. Proprio il tabacco è il più colpito dalle nuove regolamentazioni UE, per il fumo si prevede infatti un divieto pubblicitario praticamente totale. I big del tabacco punteranno quindi tutto sull'unico spazio che gli rimane: il pacchetto. La pack-art delle sigarette non è una novità, negli ultimi anni marche come Lucky Strike e Parisienne ci han-

no già abituato a questo tipo di comunicazione visiva, e recentemente anche la Barclay ha intrapreso questa via per comunicare la propria immagine di lifestyle. Vedremo in futuro pacchetti di sigarette multimediali con tanto di mini schermi e sonoro? E chi pagherà Valentino Rossi nel prossimo MotoGP? Sui divieti stanno sorgendo anche altri dubbi, legati alla reale efficacia che questi avrebbero verso alcuni problemi sociali da affrontare: obesità infantile, tabagismo e alcolismo: basta un divieto pubblicitario per lavarsene le mani? Un'argomento controverso sul quale si discuterà ancora molto. E voi che ne pensate? Dateci una vostra opinione inviando un'e-mail a redazione@resetmagazine.ch. Le lettere più interessanti verranno pubblicate sul prossimo numero di re.set.

Il nuovo art-pack Barclay

>> La smart roadster-coupé. smart vi restituisce una grande emozione: il piacere di guida allo stato puro. Nella smart roadster, l’autentica tradizione roadster ossia la coppia di un potente motore turbo, il peso ridotto ed il baricentro ribassato – si fonde con i più moderni standard di sicurezza. Le sensazioni? Meglio fare un giro di prova. A voi la scelta della versione: smart roadster o smart roadster-coupé. E della potenza: da 61 a 101 CV*. La smart roadster può esser vostra già a partire da 22 900 Franchi**. Per maggiori informazioni: www.smart.com. *Categoria di consumo A–C ** Prezzo indicativo senza impegno, incl. 7,6% IVA.




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free.style

BMX tra passato e presente Il BMX, che sta per Bicycle Motorbyke Crosscountry, nacque in California nel '69 quando un gruppo di ragazzini provarono ad imitare i loro eroi del motocross, e ben presto organizzarono le prime gare su sterrato sulle loro bici "truccate" di marca Schwinn Stingray. Cominciò così una fulminea ascesa per questo sport che univa ad un divertimento enorme, anche una completezza nel gesto atletico, composto da velocità, sincronismo ed agilità su una piccola bicicletta molto resistente con ruote a venti pollici e senza cambio od optionals. Attorno al '76, il BMX venne presentato al gran pubblico durante un episodio di Chips (vi ricordate i due poliziotti motociclisti?). In quell'occasione venne mostrata la tecnica per eseguire dei salti con la piccola bici, tecnica che venne immediatamente emulata da miriadi di adolescenti dell'epoca. Da quel momento il BMX prese una valenza inequivocabilmente acrobatica, anche per motivi puramente agonistici che già allora erano di livello professionale: difatti un salto più lungo e temerario procura dei vantaggi sui tempi in gara. In seguito al film E.T. l'extraterrestre (1982) il nuovo fenomeno a due ruote esplose mondialmente, fino a diventare oggi uno sport internazionale con tutti i crismi, cioè regole e sottodiscipline ben distinte. Secondo le statistiche, il BMX è considerato uno degli sport giovanili più sicuri, grazie ad una regolamentazione rigida sulle protezioni, sia per i corridori sia per il pubblico. Questa cura particolare per la sicurezza è dovuta alla partecipa collaborazione delle famiglie (a differenza dello skate) che alla nascita di questa disciplina si premunirono immediatamente di salvaguardare l'incolumità dei figli. I corridori hanno l'obbligo d'indossare t-shirt a maniche lunghe, guanti, casco, protezioni alle articolazioni, e durante le gare più agguerrite s'indossano degli indumenti appositi imbottiti nei punti più a rischio.

Le discipline che costellano il mondo BMX sono quattro. Vediamo in dettaglio le loro dinamiche: Flatland Il flat si pratica su di un pavimento con la sola bici e senza altri accessori. E' un esercizio d'equilibrio e di controllo. Si tratta di combinare delle figure su una ruota sola senza mettere piede a terra. In questa disciplina occorre molta forza di volontà e originalità per ottenere dei risultati soddisfacenti, un esercizio interiore che i migliori riescono ad eseguire anche senza l'ausilio dei freni.

Street Lo street è un'attività direttamente ispirata dallo skate e viene praticato nelle zone urbane alla ricerca di architetture che permettano di eseguire salti, passaggi acrobatici ed equilibrismi con una predilezione per le scale. Una disciplina pericolosa per l'alto rischio d'incidenti e quindi richiede un minimo di protezione. Questo stile non è particolarmente amato dalle amministrazioni comunali e spesso si trasforma in un salta e scappa.

Rampa Questa è sicuramente la disciplina più pericolosa ed impressionante. Richiede una protezione integrale e viene praticata solo dai più coraggiosi. Si possono vedere dei rider in volo a più di sei metri dal suolo a dipendenza dall'altezza della rampa!

Race Praticamente un circuito da motocross su terra che richiede molta resistenza fisica: chi primo arriva vince.


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3 e 4 aprile Airport Flatland Jam Swiss BMX Freestyle è un'associazione nazionale dedicata al BMX, ossia la giovane disciplina sportiva su due ruote che sta prendendo sempre più piede in Svizzera. L'associazione Swiss BMX Freestyle è nata nel marzo 2002 a Ginevra per la volontà di alcuni rider romandi d'offrire una piattaforma di scambio e d'aggregazione alla scena svizzera di questa disciplina. Lo scopo di questo progetto è di organizzare delle competizioni, dei raduni non competitivi dimostrativi e dei roadtrip sia in Svizzera che all'estero. I membri dell'associazione sono tenuti al corrente su tutte le attività e le manifestazioni legate al BMX in Svizzera ed in Europa. Swiss BMX Freestyle organizza dei corsi d'iniziazione alle differenti discipline, ed ogni anno produce un video che riunisce i filmati delle diverse attività dell'associazione. Prossimamente è prevista una visita in Ticino di alcuni membri dell'associazione Swiss BMX Freestyle per provare la "piscina" dello skate-park di Cornaredo. Per essere informati sulla data esatta inviare un e-mail in francese o in inglese a: info@swissbmx.ch

Aeroporto Cointrin Ginevra Quest'anno il contest organizzato dall'associazione Swiss BMX Freestyle viene disputato in un aeroporto, una scelta azzeccata per la facilità a raggiungere la location grazie al basso costo dei biglietti d'aereo di oggi. Quest'evento è inserito nel contesto di “Pâque aux Galleries”, una festa pasquale che attira migliaia di persone all’aeroporto di Ginevra. Le dimostrazioni sono affidate al teem Felt International, sono previste inoltre delle jam per tutti i rider che accorreranno, e si potranno visitare diversi stand di materiale BMX, il tutto naturalmente accompagnato da animazioni e Dj set. Per iscriversi alla competizione internazionale di BMX Flatland è sufficente versare la somma di dieci franchi, il montepremi ammonta a mille franchi e sarà diviso tra i primi cinque classificati, per i seguenti cinque sono previsti dei premi in materiale sportivo. Per informazioni e scaricare il programma completo visitate il sito www.swissbmx.ch

Tutti gli interessati possono diventare membri di Swiss BMX Freestyle. Il costo d'iscrizione è di trenta franchi, basta solo scaricare il formulario dal sito www.swissbmx.ch, compilarlo ed inviarlo a: Swiss BMX Freestyle Rue des Bains 26 - 1205 Ginevra

BMX Club Ticino BMX Club Ticino è un'associazione senza scopo di lucro che riconosce il regolamento della Federazione Internazionale BMX. Fondata nel 1985, la sua sede si trova al Centro sportivo regionale di Magadino la cui pista di terra battuta è dotata di un impianto d'illuminazione, ed è lunga 325 metri con nove ostacoli a disposizione. Il BMX è uno sport che può essere praticato da tutti, grandi e piccoli (dai cinque anni in poi), maschi e femmine; difatti presso il Club Ticino sono rappresentate tutte le fasce d'età fino ai cinquant'anni. L'allenamento si svolge ogni mercoledì dalle 17.30 alle 20.00. Per i nuovi interessati basta presentarsi alla pista, il club mette a disposizione il materiale necessario. Per informazioni: BMX Club Ticino www.swissgalaxy.ch/bmx-ticino e-mail: bmxclub@ticino.com tel.: 091- 795 29 51 L'associazione BMX Club Ticino organizza per il 10 e 11 maggio prossimi un week-end dedicato alla terza edizione della Gara Interregionale di BMX, presso il Centro Sportivo di Magadino. Inoltre, sempre a maggio, nei giorni 24 e 25, sarà organizzata la terza edizione della Gara Interregionale di Mountain-bike su pista BMX. Per chi volesse avvicinarsi a questo sport questi due eventi sportivi sono l'occasione ideale. (Per informazioni ed iscrizioni: 091- 611 29 50).


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hi.tech

Multimedia technology Come accennato nell'ultimo numero di re.set (vedi articolo 2004 Visioni e previsioni), probabilmente quest'anno saranno i multimedia center a monopolizzare l'attenzione del mercato del home entertainment. Le ragioni? I computer di oggi, anche i più scarsi, offrono possibilità molto interessanti e ancora poco sfruttate nella gestione di immagini, musica, TV, internet, filmati e sono in grado di ridurre il numero dei costosi apparecchi prima necessari. Decisamente non trascurabile è poi la crescente offerta di servizi di vendita o noleggio online e l'avvento della nuova televisione digitale interattiva.

I due apparecchi che habbiamo scelto di presentarvi in questo numero di re.set sono prodotti da una ditta di riferimento che in questo settore negli ultimi anni ha saputo farsi un nome. La Hauppauge propone una vasta gamma di prodotti multimedia principalmente impostata sull'interazione tra il mondo della televisione con il PC. Eccoli.

Hauppauge

Con WinTV-PVR-usb2 è quindi possibile registrare filmati nei formati DV o DVD (MPEG2) per poi editarli facilmente con DVD MovieFactory 2, il software fornito nel pacchetto d'acquisto, creando videoCD o DVD da poi guardarvi sul vostro Pc o nel lettore DVD del vostro salotto. Altre possibilità interessanti di questo apparecchio sono per esempio guardare l'inizio di un film mentre l'hardware ne sta registrando la fine, quindi per esempio mentre guardate un programma televisivo potrete in tempo reale tornare indietro per rivedere delle scene senza perdervi niente. Avrete anche la possibilità di programmare il Pc per avviare la registrazione in vostra assenza. Non poteva mancare il telecomando con il quale pilotare a piacimento i vostri filmati come se aveste a che fare con un video registratore standard. Un ultima citazione va fatta per gli utilizzatori del teletex, con questo apparecchio non avrete bisogno di un costoso televisore per sfruttare le potenzialità di questo servizio, inoltre potrete anche stamparne i contenuti.

WinTV-PVR-usb2

Già dal suo nome si possono capire le funzioni di questa scatoletta multimediatica. In pratica si tratta di una scheda Win TV per l'acquisizione di video nel vostro Pc, si tratta quindi di un prodotto destinato a chi desidera vedere la TV sullo schermo del Pc o registra dei filmati dalla TV per poi editarli. PVR sta per Personal Video Recorder, poiché si tratta di una scheda di acquisizione esterna munita però di un hardware, quindi di una memoria. usb2 è il (relativamente) nuovo bus seriale che permette una trasmissione dati a 480 Mbps contro i 12 del vecchio usb 1.0/1.1.

Configurazione base richiesta: - processore Pc da almeno 500MHz - carta grafica compatibile DirectDraw - sistema operativo Windows 98SE, Me, 2000 e XP

Hauppauge MediaMVP Network Media Decoder

MVP sta per Music Video Pictures, questo prodotto é ideato per prendere un file multimediale da un Pc collegato ad una rete ethernet, decodificarlo e riprodurlo tramite una televisione o un sistema Hi-Fi. Dal comfort del vostro salotto vi sarà possibile quindi aver accesso a video, mp3, immagini, fotografie e a tutti i file multimediali direttamente sul vostro impianto audio-video. Tutti i dati ai quali vorrete avere accesso si troveranno nella cartella condivisa oppure sul CD o il DVD inserito nel vostro Pc.

Configurazione base richiesta: - Pocessore Pc da almeno 750 MHz - 20 Giga disco fisso - sistema operativo Windows 2000 o XP e Internet Explorer 6.0 - sistema di rete 10/100Mbps Ethernet, con router, switch o hub

Grazie al telecomando non dovrete nemmeno spostarvi fisicamente per andare davanti al Pc, questo è un grande vantaggio che permette l'accesso ai file contenuti nel computer anche a chi non è avvezzo ai computer, anche vostra nonna potrà quindi approfittare di questo servizio multimedia senza nemmeno sapere come è fatto un mouse. Il tutto diventa ancora più interessante se collegate il sistema MVP ad un ricetrasmettitore wireless, non avrete bisogno di installare scomodi cablaggi dal vostro studio al salotto. Il MediaMVP puo' essere sfruttato anche per organizzare un'installazione multimedia per l'intrattenimento di una serata dove sullo schermo del vostro televisore potranno essere proiettate in sequenza delle immagini o dei filmati, mentre dallo stereo verrà diffusa la compilazione musicale che avrete preimpostato sul Pc, naturamente avendo la possibilità di interagire in tempo reale con il telecomano.


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product Gennaio 2004 la Apple lancia iLife.

di webspider

Si tratta di una confezione dal costo di Fr 69.-, contenente 5 programmi 4 dei quali sono compresi nella dotazione di base dei computer Apple. Con iLife li ritroviamo tutti su un CD di installazione rilasciati come pacchetti singoli completi e aggiornati alla loro ultima e migliorata versione. Il quinto elemento, che è anche nuovo arrivato in casa Apple, si trova invece su un DVD, si chiama GarageBand ed insieme ad iTunes, iPhoto, iMovie e iDVD allarga le prospettive dei fenomenali strumenti per manipolare a piacimento audio, foto, video e creare cd e dvd con dati, foto, filmati o musica.

ni musicali ma anche di effetti sonori (nel web se ne trovano di belli anche gratuiti e in vari formati) è anche qui semplice ed efficace nonostante tutti i dettagli che un “documento” di questo tipo si trascina con sè: Interprete, album, anno di uscita, genere, preferenze, ultimo ascolto, copertina e altro ancora. Come gli album della libreria di iPhoto, anche con iTunes possiamo crearci delle playlist dalla libreria principale. Ad esempio se il tempo totale di una presentazione creata con iPhoto dura 14 minuti, in iTunes possiamo creare un lista contenente dei brani musicali dedicati allo scopo. La libreria di iTunes e le playlist sono facilmente accessibili da iPhoto.

iPhoto crea delle miniature delle immagini che avete importato dalla vostra macchina fotografica. A questo punto è possibile visualizzare a piacimento le foto e riorganizzarle, inizia quindi un lavoro di catalogazione, ad esempio creando degli album a tema partendo dalle immagini presenti nella libreria principale.Un click sulla foto e si apre a grandezza naturale per poter eseguire dei fotoritocchi classici tipo la correzione degli occhi rossi, rotazioni, luminosità, contrasti ed effetti cromatici. Selezionando poi un’album di quelli creati è i possibile creare delle presentazioni visualizzando le foto intercalate da transizioni ed effetti più numerosi delle versioni di precedenti e decidere il tempo d’attesa fra ogni immagine. Il tempo risultante è la durata totale della nostra presentazione ma potrebbe essere anche quello di un brano musicale, e neanche a farlo apposta ecco il sonico iTunes !

iDVD non fa i miracoli ma può prendere le librerie di iTunes, iPhoto e i filmati finali prodotti da iMovie e permettervi di creare un DVD completo di menù per poter visualizzare e scegliere il filmato, l’album iPhoto, la playlist… se invece volete essere i protagonisti delle vostre creazioni musicali la risposta è racchiusa in GarageBand. E’ il fratello minore di Soundtrack (vedi re.set 08/2003), ma porta con se qualcosa di intrigante. Ci sono anche qui loop e brani musicali eseguiti da strumenti reali da miscelare con effetti sonori e naturalmente la possibilità di stravolgere l’esistente per creare nuove sonorità arricchendole con filtri ed effetti veramente paragonabili a quelli professionali. Una tastiera di pianoforte appare in mezzo allo schermo e con questa possiamo scegliere fra una miriade di strumenti digitali con cui suonare o interagire durante la creazione di nuovi brani. Ma la vera sorpresa sta nel poter collegare una chitarra elettrica tramite un’adattatore all’ entrata audio del Mac e suonare degli assoli da integrare alle basi create. Ci pensa GarageBand a simulare gli amplificatori a valvole!

iTunes da la possibilità di ascoltare via web qualche centinaio di stazioni radio, superfluo dire che c`è di tutto. La catalogazione e la ricerca dei bra-

Anche iMovie è giunto alla versione 4 e crescendo alcune sue pecche perdonabili ma antipatiche lasciano il posto a nuove funzionalità e naturalmente all’integrazione coi compagni di vita digitale iTunes e iPhoto. I filmati vengono importati attraverso la connessione firewire e disposti in una scacchiera come delle mini scenette da montare a piacimento utilizzando transizioni, sfumature ed effetti per collegare le sequenze fra di loro, basta poi attingere a colpi di click e di fantasia agli archivi di iPhoto e iTunes per integrare immagini e musica.

Hercules DJ Console: the ultimate mixing experience. Doveva arrivare ed eccolo. Il mixer di nuova generazione. Uscito la fine dell'anno scorso da casa Hercules questo piccolo mostro di tecnologia dovrebbe soddisfare le nuove generazioni di DJ fornendo loro nuove armi creative. Del "vecchio" mixer non si perde niente, però viene aggiunta l'interazione con il computer e quindi con la vostra collezione di

MP3. Con questo mixer composto dall'aggressiva regia che potete vedere nell'immagine e da una performante scheda di aquisizione audio USB da inserire nel vostro PC potrete quindi: manipolare a piacimento i vostri MP3 in tempo reale con tanto di effetti, loop, scratch, pitch bend, ... acquisire strumenti, microfoni, audio MIDI e qualsiasi altra sorgente sonora con entrate analogiche, ottiche e coassiali digitali con un alta resa qualitativa da riprodurre in live. Ascoltare la vostra musica con un sistema surround 5.1canali. Ad alcuni risulterà una grave pecca: non è Mac compatibile .Il suo costo è di circa chf 385.- www.hercules.com

Namco Arcade 5-in-1 classic TV Games: il gusto del retrò

Acer Ferrari 3000: una testarossa abbordabile

Vi ricordate? Lo aveva già fatto la Atari (vedi re.set 10/2003), ora tocca la Arcade riproporre i propri cavalli di battaglia degli anni ottanta integrati in un joystick retrò per dare in tutto e per tutto le stesse sensazioni di allora. Pac-Man, Dig Dug, Galaxian, Bosconian e Rally-X. Li potrete giocare (o rigiocare) semplicemente inserendo le batterie nel joystick e due spinotti RCA nel vostro televisore. Una vera chicca antitecnologica, per nostalgici, per un divertimento alternativo o semplicemente perché vintage è bello. Costo: circa chf 35.-

Il mondo della formula uno non si combatte più solo con meccanica ed aerodinamica, con l'entrata in gioco della Acer nel team Ferrari la battaglia con la Williams (supportata da Hewlet & Packard) diventa anche tecnologica. Il prossimo campionato di F1 sancirà quindi forse anche il campione del mondo dei notebook? Andando oltre le speculazioni pseudo-sportive, in questo laptop potrete trovare ovviamente le ultimissime tecnologie, dal bluetooth alla SDRAM espanadbile a 2048 MB, al processore da AMD da 2.5 Giga, ai test per carica elettrostatica, temperatura e umidità, ... prezzo: chf 2'800.- >vroom...


018

webcorner

hi.tech di alessio cassis

www.gibsonmagic.com

rimpiantitelevisivi.4mg.com

www.londraweb.com

www.bestflashanimationsite.com

Henry Juszkiewicz CEO di Gibson Guitar, la società che produce le famose chitarre Gibson Les Paul e Gibson SG, si prepara a rivoluzionare per sempre il mondo delle sei corde. Dopo aver investito 50 milioni di dollari in ricerca e sviluppo, Henry Juszkiewicz presenta al mondo Magic, lo standard che trasformerà la chitarra in uno strumento digitale. Fino ad oggi nessun’altro ci aveva provato a causa dei tempi di latenza delle conversioni, ora HJ sostiene che i tempi sono maturi e che si ha a disposizione la tecnologia necessaria. Su questo sito troverete tutte le informazioni a proposito di Magic. Sorprendente l’immagine di una Les Paul con una presa ethernet cat.5 al posto del solito jack!

Rimpianti televisivi. A dire il vero qualche volta si tratta di incubi ricorrenti e di trasmissioni che ha hanno traumatizzato generazioni di telespettatori. Scherzi a parte, questo sito ripropone immagini, sigle e storie delle trasmissioni televisive degli anni settanta e ottanta.Vi si possono trovare brevi biografie su personaggi, dai conduttori alle signorine buonasera, senza dimenticare una sezione dedicata ai pupazzi che hanno fatto la storia della televisione italiana. Il creatore di queste pagine propone anche una rubrica dedicata alla nostra TSI, con il mitico gatto Arturo, Scacciapensieri e quel dinosauro del Bigio. Sarà per tutti un divertente salto nel passato.

Chi di voi non ha mai pensato di mollare tutto e andare farsi una vita in un altra città, magari la suggestiva Londra. Che stiate meditando la fuga, o semplicemente qualche giorno di vacanza, londraweb.com offre informazioni per tutte le esigenze. Dai consigli per trovarsi un lavoro, hotel e ostelli, trucchi per risparmiare qualche soldo, corsi d’inglese, posti da visitare e molto altro ancora. Sul sito è presente un piccolo motore di ricerca che vi permette di trovare alloggio secondo le disponibilità finanziarie e il periodo di visita, inoltre si possono trovare informazioni su hotel e appartamenti nelle principali città europee.

Ritorniamo a parlare di siti web sviluppati con il tool Flash di Macromedia. Di solito le prime volte in cui si visita un sito, se è il caso, si viene colpiti dalla sua bellezza. Ma se occorre navigare tra queste pagine tutti i giorni, magari più volte al giorno, la semplicità del sito acquista molta più importanza. In special modo, se si pensa ad internauti non più giovanissimi o con problemi di vista, ci si rende conto che animazioni 3D spinte e filmati psichedelici non sono adatti a tutti i siti. Detto questo, gustatevi questa splendida raccolta di siti, giochi e animazioni provenienti da ogni parte del mondo. Le pagine di bestflashanimationsite.com ospitano anche una fornitissima rubrica con decine di link a risorse e guide per coloro che lavorano con Flash.

websoft The browser, reloaded! Mozilla Foundation - FireFox 0.8

Linux facile, facile Lindows - Lindows OS Live 4.5 www.mozilla.org

I tempi sono ormai maturi per FireFox, il browser Web sviluppato dal gruppo open-source Mozilla Foundation, già creatore dell’omonimo Mozilla, versione open di Netscape. Il battesimo è stato alquanto agitato. In origine il nome di questo prodotto era Phoenix, cambiato poi in FireBird a causa delle minacce avanzate da BIOS Phoenix Technologies, a sua volta sostituito in FireFox in seguito ad un altro progetto open-source di database relazionali che per primo lo aveva adottato. Questa volta però assicurano, è quella buona. FireFox è un browser leggero ed estremamente veloce, integra una funzione per il blocco delle finestre pop-up, una barra per la ricerca in Google, permette l’apertura di più pagine nella stessa finestra e naturalmente dispone di tutte le funzioni di base di un buon navigatore. La versione 0.8 è di fatto ancora una beta, ma dovrebbe essere l’ultima prima del rilascio della definitiva e stabile 1.0. FireFox è stato separato volutamente da Thunderbird, il client e-mail che completa l’offerta per la grande sfida contro Internet Explorer e Outlook Express. Secondo la Mozilla Foundation, nei primi venti giorni dal rilascio della versione 0.8 i download hanno superato il milione, ottime premesse per la giovane volpe che fin da ora può contare su un nutrito manipolo di sostenitori. FireFox e Thunderbird sono disponibili per piattaforme Windows, Linux e Mac OS X.

www.lindows.com www.lin---s.com Lindows, il sistema operativo che, a causa della somiglianza del nome con Windows, si è guadagnato l’attenzione di buona parte degli avvocati di Microsoft, non ha nessuna intenzione di rendere la vita facile a Gates e soci. In seguito alle cause legali in corso, sono già cinque le nazioni europee che hanno vietato la vendita di Lindows almeno fino alla chiusura dei processi. Nonostante negli USA i giudici abbiano sancito che “Windows” (finestre) sia un termine troppo generico per rivendicarne i diritti, Svezia, Finlandia, Belgio, Lussemburgo e Olanda hanno deciso di bloccarne la vendita. Per questo motivo, oltre a cambiare Lindows in Lin---s, ha cominciato a distribuire gratuitamente sulle reti p2p LindowsLive!, una versione del programma che non ha bisogno ne d’installazione, ne di un disco rigido. È sufficiente selezionare il boot dal cd e in pochi minuti Linux funziona degnamente, con tanto di collegamento a Internet. Naturalmente il file da scaricare è piuttosto voluminoso, ci vogliono quindi alcune ore e una linea a banda larga per ottenere i circa 500 megabyte in formato iso. Tuttavia può essere una buona occasione per coloro che desiderano avvicinarsi a Linux, come pure per gli utenti già esperti in materia di pinguini. Il nome del file sarà del tipo LindowsLive-4.5.2xx.iso.


019

Cyberflash Microsoft perde i pezzi

Linux, apparizioni e sparizioni

Uno degli incubi peggiori di Microsoft si è avverato. A causa di una fuga di notizie par-

Grossi guai in arrivo per MandrakeSoft, la società francese produttrice di

te dei codici sorgente di Windows NT e di Windows 2000, il sistema operativo più

Mandrake, una delle distribuzioni Linux più diffusa e apprezzata. Mandrake è il

diffuso nel mondo, sono diventati di dominio pubblico finendo sulle reti p2p. I due file,

mago protagonista di una serie a fumetti nata nella metà degli anni trenta. Avete

di circa 200 mega l’uno, sarebbero sfuggiti di mano a Mainsoft, società partner di

già indovinato? I detentori dei diritti del personaggio a fumetti hanno querelato

Microsoft, che nonostante gli sforzi per arginare la diffusione del codice, sono deci-

MandrakeSoft, che nel primo processo si sono visti negare dal giudice l’utilizzo di

ne di migliaia cracker, concorrenti, e semplici curiosi che già sono riusciti ad entrarne

nomi e domini legati a Mandrake. Nel mondo open source le diatribe legate ai dirit-

in possesso. Nel frattempo è già stata trovata una prima falla all’interno di Internet

ti sui marchi stanno diventando piuttosto frequenti, spesso a causa dell’impossi-

Explorer 5, proprio grazie all’analisi dei codici da parte di un esperto, mentre pochi

bilità finanziaria da parte di piccole società di registrare i nomi dei propri prodotti.

giorni dopo la prima fuga, anche il buon vecchio MS-DOS è finito in pasto alla Rete.

I consumatori onesti ne fanno le spese Come t’incentivo la banda larga

È ormai da alcuni anni che i produttori di cd audio tentano di trovare un sistema

La concorrenza nel campo dei fornitori di accesso a Internet è sempre più spieta-

che impedisca la copia dei loro prodotti. Fino ad ora, però, nessuna tecnologia si è

ta. Inoltre, il mercato comincia ad essere saturo e che coloro che navigano in rete

dimostrata valida. Se troppo blanda risulta inefficace, come quella che veniva resa

giusto cinque minuti per controllare la posta, difficilmente si fanno convincere a

innocua con un semplice pennarello, mentre se troppo aggressiva peggiora la

sottoscrivere un abbonamento ADSL o via cavo. È noto anche che i provider di

qualità dell’audio, o addirittura rende inutilizzabile il supporto su impianti vetusti e

tutto il mondo traggano grossi giovamenti dal fenomeno file sharing e dalla diffu-

nelle autoradio Dopo aver attirato le critiche di consumatori e produttori d’impianti

sione di materiali pirata. Ecco allora un fornitore belga, Tv C@ble Net, uscire allo

audio, le major accusano quest’ultimi di non adattare i nuovi apparecchi agli stan-

scoperto e pubblicizzare disinvoltamente i volumi di trasferimento mensile in film

dard di protezione. Dato che nessuno sarà più sicuro di poter usufruire dell’ultima

DivX e album mp3, invece dei soliti GigaByte. Viva la sincerità!

novità discografica, queste protezioni rischiano paradossalmente di spingere ancora più gente nell’illegalità

Finalmente Intel si è decisa, arrivano i 64 La prima a lanciare sul mercato un processore a 64 bit, compatibile con i program-

Oscurata la Repubblica della Terra

mi a 32 bit, per sistemi desktop era stata AMD con il suo Athlon64. Intel, società che

Le autorità italiane hanno oscurato a titolo preventivo sette siti appartenenti alla

con le sue CPU Pentium è leader del mercato, sosteneva finora che fosse prema-

misteriosa società Avatar S.p.A.. Questa holding, fondata da un certo Rodolfo

turo passare ad un’architettura a 64 bit. Ora invece, a causa del successo della po-

Marosi Guareschi, ha già fatto parlare di se sui canali italiani per i suoi “modesti”

litica di AMD e dell’inusuale situazione in cui, per la prima, si ritrova ad inseguire la

obiettivi e la sua a dir poco nebulosa struttura. La creazione della Republicca della

sua rivale, Intel ha deciso di fare il grande passo. La decisione di Intel è molto im-

Terra (!) e adozione di un'unica moneta chiamata "dhana" sono alcuni degli scopi

portante per l’evoluzione del settore. Se finora molti produttori di software ancora

di questa società, che è finita nei guai a causa della direttiva europea sul commer-

non avevano sviluppato versioni a 64 bit dei loro programmi, ora la migrazione

cio elettronico. Avatar Spa pur dichiarando un capitale sociale di 199 miliardi di eu-

verso la nuova architettura subirà un’accelerazione molto marcata. I nuovi pro-

ro, un’enormità quindi, sarebbe alla ricerca di finanziatori per la realizzazione di

dotti sono previsti verso la metà del 2004.

progetti quali auto volanti e la soluzione al problema idrico nel mondo.


020

hi.tech di marco mascaro

Il lato oscuro del gioco di ruolo online

Eve-online

Eve-online

Neocron

Star Wars Galaxies

World War 2 Online

Abbiamo parlato alcuni mesi fa dei giochi di ruolo di massa online (o MMORPG). Riassumendo si tratta di titoli in cui è necessaria una connessione internet per giocare. Una volta connessi al server ci si ritrova a interpretare il ruolo di un personaggio da noi creato in mezzo a migliaia d'altri giocatori. La definizione non sarebbe però completa, se non includessimo il fatto che il mondo ospite di tutti questi personaggi è persistente, cioè viene modificato dalle azioni degli altri giocatori, anche quando noi siamo sconnessi. In questo senso l’ambientazione di un MMORPG risulta viva come in nessun altro gioco. Da alcuni anni il genere sta riscuotendo un successo inatteso, e per buoni motivi aggiungerei: l’idea appassiona, l’ambientazione immerge, il gameplay diverte e l’interazione totale con gli altri personaggi, che sono perlopiù guidati da altre persone, aggiunge all’esperienza una nuova dimensione mai provata prima. Ma scopo di quest'articolo non è tessere le lodi di un’idea di fondo geniale (ogni prodotto andrebbe poi valutato singolarmente), in quanto lo abbiamo già fatto. Vorrei invece parlare di uno spiacevole fenomeno che accompagna la storia di molti MMORPG. Intendiamoci, non è una “malattia” che affligge ogni esponente di questa fortunata schiera; ma si manifesta così di frequente, che molti sono ormai convinti si tratti di una regola, quando si ha a che fare con questo tipo di giochi. E’ capitato più volte (e probabilmente accadrà ancora in futuro) che un MMORPG venisse rilasciato sul mercato prima che il suo sviluppo fosse definitivamente concluso. Questo non vuol dire che il gioco non funzionasse, ma alcuni contenuti mancavano, alcuni dettagli, anche importanti, non erano rifiniti e magari il codice non era stabile, facendo a volte bloccare tutto il programma. Le dinamiche per cui questo avviene non sono chiarissime, dopotutto nessuno di noi lavora nelle software house che producono questi titoli. Possiamo però provare a delineare le varie cause che potrebbero portare al misfatto.

Va detto innanzitutto, che quando s'inizia lo sviluppo di un gioco di ruolo online di massa ci si trova di fronte ad un progetto di dimensioni colossali, decisamente maggiori di un qualunque altro gioco. Non solo il mondo da costruire è solitamente più grande, e le creature che lo abitano maggiori numericamente. Vanno anche posizionate tutte le quest che devono essere contemporaneamente infinite e uniche, nonché interessanti. Va creato un sistema economico senza falle ed attraente, perché dopotutto bisogna trovare un qualche interesse per creare un personaggio lavoratore, senza il rischio di cadere nella noia. Bisogna aggiungere una buona quantità di cose da fare per personaggi esperti, perché nei normali titoli in single player, quando si raggiunge il livello più alto, scatta il filmato di chiusura. Qui no. Le varie classi e combinazioni d'abilità giocabili devono essere bilanciate tra di loro, in modo che negli scontri tra giocatori, a parità di livello, lo scontro sia equo. Ed infine il tutto va rifinito più e più volte per eliminare tutti i difetti di programmazione, che possono crearsi nella scrittura di un codice di tali proporzioni, e per far sì che la connessione tra utente e server sia stabile e sufficientemente veloce. Chiaramente con una tabella di marcia così fitta è difficile per i programmatori rispettare le date di scadenza. Il nostro MMORPG viene quindi ritardato, ma la situazione non si può ripetere troppe volte, perché sia la software house (che sviluppa) ed il publisher (che pubblica) devono mantenere una certa credibilità, ed oltre a ciò devono recuperare i soldi che hanno speso nel progetto. Se a questo scenario uniamo degli incentivi, come per esempio una massa di fan scalpitanti che si lamentano per il loro giocattolo tanto atteso che sembra non uscire mai, oppure una software house concorrente in procinto di pubblicare un prodotto simile, con il conseguente rischio di perdere acquirenti, possiamo in parte capire la fretta di rilasciare il prodotto. E così, non appena il lavoro entra nelle ultime fasi dello sviluppo e il programma si può considerare più o meno finito, questo viene pubblicato. Gli sviluppatori sono chiaramente consapevoli del fatto che il loro prodotto è incompleto, ma sanno anche di poter risolvere gli ultimi problemi rilasciando delle patch nei mesi successivi.


021

games Come già detto non ci troviamo di fronte ad un fenomeno totale, ma i casi sono molti, ed i nomi famosi non mancano. Lo stesso Ultima Online peccava di stabilità nelle prime settimane dalla pubblicazione. Tra gli altri casi potremmo citare Neocron, Star Wars Galaxies, World War 2 Online, e molti altri giochi, pubblicati nonostante avessero ancora mancanze o difetti più o meno evidenti. Attenzione però, perché non obbligatoriamente i titoli afflitti da questo problema si rivelano qualitativamente scarsi. Per esempio Eve-online, MMORPG spaziale pubblicato da CCP; uscì l’anno scorso nonostante alcune sezioni, tra cui tutte le missioni, non fossero ancora pronte. Dopo un inizio difficile il suddetto titolo ha avuto uno dei più brillanti successi per quanto riguarda il settore, con svariati record d'utenti connessi contemporaneamente. Non voglio certo alzare un’invettiva contro una fetta del mercato videoludico che io stesso seguo da appassionato. Bensì voglio semplicemente mettere in guardia chiunque voglia avvicinarsi al genere da una frequente problematica che potrebbe rovinarne l’esperienza. In definitiva se volete iniziare a giocare ad un MMORPG il mio consiglio è innanzitutto di aspettare qualche tempo dopo l’uscita sugli scaffali. Sarebbe meglio inoltre farsene un’idea più approfondita, visitando siti specializzati e forum dedicati all’argomento, in modo da sapere in che situazione si trova. Dopotutto un MMORPG, a causa della tassa mensile, è un investimento, soprattutto per i giocatori più giovani.

Eve-online

Gamesflash Legacy of Kain: Defiance Crystal Dynamics per PC, PS2, Xbox

Kain e Raziel ritornano nel primo capitolo della serie Legacy of Kain che li vede entrambi protagonisti. L’azione, che pone in primo piano il combattimento a discapito dell’esplorazione, si svolge alternandosi tra i panni del vampiro e quelli del demone mangia anime, i quali visiteranno luoghi diversi per buona parte dell’avventura. Il titolo si presenta con un’ottima veste grafica, una storia interessante e qualche enigma ben congegnato. Per il resto l’ultimo prodotto di Crystal Diynamics è una piccola delusione. Un sistema di telecamere isterico non vi permetterà di avere il pieno controllo del vostro personaggio, rendendo l’azione snervante. Il gioco è fin troppo breve e ripetitivo, anche a causa del limitato numero di mosse a vostra disposizione, uguali per entrambi i personaggi. Nonostante avesse tutte le carte in regola per diventare un capolavoro, Legacy of Kain: Defiance è a conti fatti l’ultimo episodio di una serie che, a causa di scelte poco oculate da parte dei programmatori, regredisce al posto di progredire.

Metroid: Zero Mission Nintendo per Game Boy Advance

Seguendo la moda (per niente negativa) di riproporre per GBA i vecchi capolavori delle console del passato Nintendo, la software house nipponica pubblica questo mese la riedizione delle prime avventure di Samus Aran, uscite originariamente per NES quasi venti anni fa. Rispetto al titolo originale, Metroid: Zero Mission, un classico gioco d’azione e piattaforme in due dimensioni, ha subito un totale restyling grafico, nonché l’aggiunta di molte sezioni, oggetti ed abilità. Sorprende osservare come dopo tutto questo tempo, Metroid rimanga giocabilissimo e molto divertente. In definitiva siamo davanti all’ennesimo ottimo gioco per GBA; peccato solo per la scarsa longevità e per il livello di difficoltà troppo basso.

Baldur’s Gate: Dark Alliance 2 Interplay / Black Isle Studios per PS2, Xbox

Baldur’s Gate: Dark Alliance 2 è il seguito del primo GDR d’azione (o Hack and Slash alla Diablo) uscito per tutte le console di ultima generazione. Un prodotto di questo genere può essere descritto come un gioco di ruolo che pone l’accento sul combattimento e l’esplorazione dei sotterranei, tralasciando in parte l’interpretazione, i dialoghi e la risoluzione di enigmi. Una specie di GDR per chi non ama i GDR. L’ultimo titolo interplay sfoggia cinque nuovi personaggi giocabili ben caratterizzati (per quanto riguarda le abilità), una serie di livelli ben disegnati ed una buona storia, che sfortunatamente finisce in maniera un po’ blanda. Baldur’s Gate: Dark Alliance 2 è in conclusione un gioco molto godibile e di buona fattura, ma non migliora in nessun modo rispetto al predecessore, né offre alcuna novità sostanziale.

Pitfall: The Lost Expedition Activision per Game Cube, XBox, PS2

Per la gioia degli amanti dei giochi di piattaforme, torna la serie di Pitfall con il suo più recente capitolo edito da Activision. Ci troviamo di fronte ad un classico platform 3D, in cui obiettivo è guidare il protagonista, Harry Pitfall, attraverso una serie di livelli in cui dovrete usare le articolazioni inferiori di Harry per saltare di sporgenza in sporgenza e superare i vari ostacoli. Questa volta il gioco è accompagnato da una storia, seppur semplice, ed il personaggio principale ha finalmente una personalità. Per il resto ci troviamo di fronte ad una discreta produzione, la cui valutazione finale è minata da alcuni piccoli difetti, tra cui una telecamera non sufficientemente agile, una generale difficoltà nel controllare Harry durante i combattimenti più affollati, ed alcuni livelli mal strutturati. Consigliato agli amanti del genere che hanno già giocato tutto il resto.


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Art. 10 OTab/TabV

Nuit gravement à la santé. Rauchen gefährdet die Gesundheit. Fumare mette in pericolo la salute.


023

re.play From the ghetto

re.vision Musica alla Berlinale

re.ad Urban Slam Poetry

re.art Annie Leibovitz

Courtney Love Dio salvi la regina


024

dischi

re.play

Norah Jones

Ani di Franco

Von Bondies

Franz Ferdinand

Feels like home Blue Note

Educated guess Rightouse Babe

Pawn Shoppe Heart Rhino

Take Me Out Domino

by owen

by owen

by naca

by stoner

Quando nel 2002 la Blue Note fece uscire Come away with me, il debutto di Norah Jones, la giovanissima artista (è nata nel 1979 a New York) dalla voce "miele e fumo" fu colta di sorpresa dall'entusiastica risposta ricevuta dal pubblico e critica, e non solo negli Stati Uniti. "Non avevo grandi aspettative - dice la Jones - per questo sono rimasta positivamente sorpresa quando le cose hanno iniziato a girare bene". Come away with me ha difatti lasciato dietro di sé un’impressionante serie di riconoscimenti: 16 milioni di copie vendute, otto Grammy vinti, il titolo di disco più venduto on line dalla nascita di Internet a oggi, e il record di album jazz più venduto della storia. Ora è il momento cruciale del secondo capitolo della sua carriera, Feels like home. Qui l’approccio musicale è lo stesso del precedente album, però le grandi aspettative che avevo sull'artista non sono state soddisfatte, difatti qui la noia è in agguato dietro molti brani. In Feels Like Home gli echi riverberano principalmente in direzione roots, difatti tra gli ospiti illustri troviamo Dolly Parton, la leggendaria country-singer, con la quale la Jones duetta in Creepin' In, forse la canzone più interessante del lotto. Due chicche d'autore anche le cover di Be Here To Love Me di Townes Van Zandt, e Melancholia, di Duke Ellington, ribattezzata Don't Miss You At All e riscritto dalla stessa Jones. Senza dubbio un buon disco, ma manca irrimediabilmente del respiro caratteriale che aveva caratterizzato il lavoro di debutto. Sarà per la prossima volta.

Ani di Franco, la cantautrice trentunenne di Buffalo, è un artista indipendente che spesso ha rappresentato la canzone di protesta, ma anche la voce sanguigna della nuova scrittura a stelle e strisce, naturalmente condendo tutti i suoi intenti con la una notoria verve anti-conformista. Già fin dagli inizi, Ani ha scelto di produrre e pubblicare i suoi dischi per conto proprio, fondando la pugnace etichetta Rightouse Babe, e scegliendo così di liberarsi dalle imposizioni del mercato discografico. Una scelta radicale, che spesso è stata criticata dai colleghi più in vista, ma che agli occhi del pubblico ha reso questa cantautrice più vicina e simpatica. Le sue canzoni professano un femminismo militante, con testi scabrosi ed acuti, che toccano temi come la violenza, lo stupro, l’aborto e il sessismo. Musicalmente, il suo stile scaturisce dal blues del Delta e dal folk degli Appalachi, ma anche dal punk e dal riot-rock femminile. Il nuovo album che è appena uscito è forse quello che si potrebbe indicare come il più intimo e personale della cantante. Registrato con un otto piste analogico tra le mura domestiche, Ani ha "sfornato" un lavoro formato da quattordici brani incisi nel corso degli ultimi dieci anni, fra cui spiccano Bubble e Swim, dove Ani rivisita amori passati e medita sulla lezione che ne ha conseguito. Da citare inoltre lo spoken word di Grand Canyon, dove Ani riflette sui fraintendimenti che nascono dal patriottismo fanatico. Pensieri "educati" e suoni intimi. Interessante.

Avete in mente Jack White dei White Stripes? Qual è la sua relazione con i Von Bondies di Jason Stollsteimer? A parte la loro provenienza - entrambe le band sono originarie di Detroit - tra questi due personaggi è anche nata una particolare amicizia, basata su una bella scazzottata durante la quale White aveva letteralmente spaccato la faccia al povero frontman dei Von Bondies, e tutto per la conquista di una bella bionda. Ad ogni modo, a sentire questo Pawn Stoppe Heart, i cazzotti proprio male non devono fare. Infatti, astraendosi da questi tristi eventi già finiti in tribunale, il debutto per una major dei Von Bondies non delude le attese di coloro che, da questa band “cugina” dei White Stripes, si attendevano una conferma. Dalle prime note di No Regrets fino alla pura energia del primo singolo C’mon C’mon i Von Bondies sfornano un lavoro soddisfacente, che rimane sempre e comunque ancorato a quelle caratteristiche che danno risultati, almeno a livello di vendite, garantiti. Niente di trascendentale quindi, a parte un modesto e coerente disco di garage rock, sulla falsa riga della miriade di band che ultimamente sembrano crescere sugli alberi. Un disco sicuramente consigliato per gli amanti del genere e degno di un attento ascolto per coloro che invece cominciano ad essere annoiati dal fiorire di queste band fatte con lo stampino. Decisamente interessante la produzione dell’album, confidata ad un vecchio leone del panorama musicale, Jerry Harrison dei Talking Heads.

Capitolo nuovi talenti del garage rock/post punk revival. E’ il primo album per i Franz Ferdinand, un giovane gruppo scozzese perfettamente allineato alla tendenza dell'attuale rock indi(e)pendente. Vi sono piaciuti The Raptures, The Strokes, The Coral ? Ecco un nuovo gruppo per voi! I Franz Ferdinand si sono fatti notare subito per talento ed ispirazione già con l'utimo EP Darts of Pleasure che ha anticipato l'uscita di questo Take Me Out. L'album inizia con un branopreludio acustico seguito dall'incalzante sound sixty super edonistico e danzereccio di Tell Her Tonight dove si può già intuire dove il quartetto vuole andare a parare: influenze indie anni novanta amalgamate con memorie storiche dai Beatles a David Bowie. Eccoci quindi alla coinvolgente title track Take me Out, un grande pezzo che farà impazzire molta gente. Segue l'estrosa, radiante e psichedelica Matinee. Con Auf Asche, il pezzo romantico dell'album, entriamo in terriotorio anni Ottanta post punk. In Cheating On You il ritmo si fa incalzante in una danza scatenata da indie dancefloor. This Fire è un brano oscuro e ruvido che si distanzia un po' della magia del resto del disco, Darts of Pleasure rimette le cose a posto, uno dei pezzi più ispirati. Una Capatina sexy newwave in Michael e poi via verso da Come on Home, una stupenda ballata capace di emozionare e la conclusiva 40 Ft, degno pezzo di chiusura per quanto sentito in precedenza. Magari ci fossero tutti i mesi delle sorprese così. Imperdibile!


025

Oneida

Lambchop

Seachange

Machine Head

Secret wars Rough Trade / Jagjaguwar

Aw C'mon - No You C'mon

Lay of the land Matador

Through The Ashes Of Empires Roadrunner

City Slang

by iggi

by owen

by gabi

by stoner

Ogni tanto capita che mi dica "...per fortuna escono dischi come questo!". Mi commuovo davvero a questo pensiero. Dischi che pochi considerano, che rimangono accanto ai lettori Cd di rari aficionados. Gli Oneida sono Papa Crazy alla chitarra-voce, Bobby Matador alle tastiere, Kid Million alla batteria e Hanoi Jane al basso. Quello che fanno non è facilemente definibile. Garage? Noise? Rock? Punk? Indie? È una band che destrutturizza, che sfascia, che smantella a brandelli i generi e ne fa un unico patchwork: rumoroso, stridente, straniante, ma molto, anzi parecchio trascinante. Per avvicinarcisi forse non basta solo il loro nuovo ottimo e persuadente Secret wars. Tra dischi ed Ep, in totale, nella loro decennale cariera, ne hanno sfornati otto. Se avete la possibilità date un orecchio anche a Each one teach one (Jagjaguwar - 2002), ed a Anthem of the moon (Jagjaguwar - 2001). Due dischi da rispolverare senza alcun indugio. Dagli Oneida tutti trovano tutto. Il garage dei MC5 e Stooges, la psichedelia dei Blue Cheer, il noise dei Sonic Youth, i graffi dei Jesus Lizard, le nevrosi dei Brainac, le furie dei GvsB, la gigioneria dei Butthole Surfers e la smodatezza dei The Contorsions. Una goduria per me, adoro tutte queste band. Questi musicisti spontanei ed immediati (il loro motto è: "buona la prima!"), sono anche caustici, sferzanti, ossessionanti, ma in assoluto mai opprimenti. Delle persone intelligenti, che sanno come raccontare la vera America. Disco del mese.

Due cd, venduti separatamente o in coppia con ventiquattro canzoni inedite, di cui sei strumentali. E' l'imponente nuovo disco targato Lambchop, il collettivo guidato dal cantante Kurt Wagner ed da i suoi (molti) musicisti. Dopo un primo ascolto ritengo che i Lambchop di Nashville siano una splendida band, e che la loro musica rasenti da vicino il confine con la poesia. Questo lungo progetto si muove ai confini del country, o della "americana" come oggi si suol dire. I due cd sono piuttosto omogenei anche se la parte No You C'Mon contiene alcuni pezzi ritmati (come ad esempio Nothing Adventurous Please) in uno stile quasi indie-rock che si differenzia dal contesto generale. Tra i solchi a volte risuona il mood soul di Isaac Hayes e di Barry White, di Lloyd Cole e di Burt Bacharach. Wagner come il leggendario Bacharach, un nume tutelare difficilmente imitabile ma devo ammettere che il talento di Wagner ci si avvicina "pericolosamente". Bellissimi i brani For Pounds In Two Days, Steve McQueen, Something Goin On, There's Still Time, I Hate Candy, ed inoltre tutti i pezzi che sono sorretti da una solida melodia e da archi d'idilliaca raffinatezza musicale. Per godersi queste canzoni profonde, intime, malinconiche è meglio mettersi belli svaccati su una poltrona e lasciar andare la fantasia, magari con un bel bicchiere di vino in mano. Tra le molte produzioni Usa, quella dei Lambchop è una delle più stimolanti, innovative ed originali proposte musicali dell'anno, indubitabilmente. Consigliato.

Tutto quello che la stampa inglese ci presenta come la novità del mese, cioè quella che dovrebbe far ricordare il 2004 come l'anno della rinascita del rock, spesso delude le aspettative. Non è il caso della nuova acclamata sensazione che proviene dall'Inghilterra, i Seachange. Lay of the land è il loro impressionante debutto, un vibrante album che presenta una band decisa, con talento, vitalità ed ottime idee. I Seachange hanno forgiato questo lavoro al fuoco di un sentimento drammatico, crudo, ma pure delicato che aleggia come una nube sui vari generi proposti tra i solchi di questo disco. Nu-dark rock, mi verrebbe da dire, una definizione tanto inutile quanto esplicativa, con le dovute proporzioni. Forse possono aiutare anche alcuni riferimenti musicali, che oscillano tra Guided By Voices e Afghan Whigs, ma anche una certa wave anni '80. Questa band si è formata degli anni '90 a Notthinghan, Inghilterra, e da allora ha sviluppato un gusto raffinato abbinando una potente scrittura musicale allo splendido violino di Johanna Woodnutt, membro a tutti gli effetti. L'enigmatico vocalist e compositore Dan Eastop ben ricalca la figura ideale per interpretare la magia della band, una magia indefinibile, sfuggente, che si fa rincorrere. Splendide le canzoni Glitterball, The Nightwatch, Forty Nights e Carousel, ma non da meno le altre otto rimanenti tracce. I Seachange sono indefinibili, ma talmente affascinanti che rimangono impressi, in maniera indelebile. Grande classe per un grande debutto.

I Machine Head ci omaggiano del quinto album in studio, dal titolo Through The Ashes Of Empires, licenziato a fine 2003 dalla Roadrunner. I Machine Head nelle varie interviste affermano di considerarlo la rinascita dopo un difficilissimo periodo per la band. Leggiamo le loro parole all'uscita di cotanto lavoro: "Quest'album rappresenta un nuovo inizio, Supercharger (il quarto album della band) era la fine dell'evoluzione che stavamo seguendo musicalmente". "Eravamo diventati l'ennesima band fagocitata dall'industria musicale - non avevamo singoli, i nostri video non venivano programmati e non avevamo una tournée. In un certo senso, avevamo le mani legate dietro la schiena. Ciò che davvero feriva era l'essere privi di un contratto per un po' di tempo, ma, guardandoci indietro, questo può essere stato uno dei motivi principali per cui abbiamo cominciato a comporre Through The Ashes Of Empires in questo modo". "… a questo punto c'era una mentalità tranquilla, che ci riportò al punto in cui la band aveva iniziato, dal niente! Quindi abbiamo cominciato a scrivere un album che ci soddisfacesse completamente a livello musicale". "Canzoni più lunghe, parti in controtempo, assoli. Non ci siamo preoccupati se questa o quella canzone sarebbe stata passata dalle radio o meno.". "Ci sentiamo come se Through The Ashes Of Empires fosse il nostro primo album, può fare ciò che ha fatto Burn My Eyes, cioè affermare i Machine Head come una delle migliori metal band sulla scena". Il definitivo ritorno dell'Impero.


026

re.play

Massimo Zamboni

Yo Yo Mundi

Neurosis & Jarboe

Savath & Savalas

Sorella sconfitta Radiofandango

54 Mescal

Neurosis & Jarboe Neurot Recordings

Apropa`t Warp

by aliosha k.

by owen

by stoner

by naca

Ne sono passati di suoni distorti nei cavi della chitarra di Zamboni da quel primo approccio al rock nichilista, pensato più di vent’anni fa nella plumbea Berlino, e realizzato poi nella pingue Emilia con il compagno di sempre Giovanni Lindo Ferretti; dando vita ai leggendari CCCP Fedeli alla linea, divenuti poi CSI, convenuti oggi - senza più Zamboni - nell’alterna esperienza PGR. Proprio la figura di Ferretti sembra vegliare dall’alto, non solo per le affinità musicali, quanto per quel suo surreale salmodiare che ti aspetti e che non ritrovi. Quasi a voler consacrare un’improbabile riconciliazione, anche Zamboni alleggerisce la propria presenza, delegando gran parte dell’espressione vocale a quattro interpreti d’eccezione: Lalli (ex Franti), Nada, Fiamma e il soprano Marina Parente. La voce grintosa di Nada scuote, in stile CCCP, le atmosfere punk di Su Di Giri. In Miccia Prende Fuoco si passa ai ritmi in levare in puro dogma CSI. In Blu Di Prussia l’autore recita “disciplinathamente” la sua crisi di valori. L’apice dell’album lo si raggiunge con Sorella Sconfitta, inno lucido e nostalgico ai frammenti dolenti di una vita sempre imprevedibile e Ultimo Volo America, matrimonio curioso fra le qualità vocali della Parente e un tappeto di pulsante elettronica. Lo spirito inquieto del disco cerca di ricomporre la controversa natura della sconfitta e si placa nell’afflato strumentale di Santa Maria Elettrica, degna aperturachiusura di un lavoro non originale, ma onesto, e oggi non è poco.

In questo Cd la musica degli Yo Yo Mundi e il romanzo 54 (Einaudi - 2002) di Wu Ming si intrecciano in modo sorprendentemente sollecito per un progetto tanto particolare quanto ammaliante. Testimonianza registrata dello spettacolo che la band sta portando in giro per l'Italia, 54 presenta canzoni e trame sonore raffinate per interpretare alcuni momenti salienti tratti dal libro, e per dare voce e vita a molti degli straordinari protagonisti dell'opera. Gli Yo Yo Mundi, dopo il successo del disco combat-folk Sciopero (2001 - Il Manifesto), con rinnovata energia e creatività spiazzano ancora il pubblico con inedite sonorità bizzarre e travolgenti, quando non suadenti e malinconiche. Lo fanno con quest'album inciso in presa diretta durante lo spettacolo, inventandosi così un suono in equilibrio tra musica brada espressa nei fugaci momenti d'improvvisazione, e tra composizioni dalla struttura più complessa ed articolata musicalmente. 54 è un viaggio musicale di oltre sessanta minuti, un lavoro dal sapore artigianale e dai forti contenuti politici e storici, caratterizzato, inoltre, da una preziosa ed accurata confezione in digipack che porta con sé una pregevole galleria di fotografie d'epoca e uno scritto inedito di Wu Ming. I testi sono interpretati dalle precise ed attente voci d'attori di teatro quali Marco Baliani, Giuseppe Cederna, Fabrizio Pagella e dalla partecipazione di quel grande interprete che è Francesco Di Bella dei 24 Grana. Progetto stimolante, se possibile da vedere dal vivo.

In questo coraggioso disco uscito la fine dell’anno scorso per l’etichetta ultra indipendente Neurot Recordings troviamo i mitici Neurosis (fondatori dell’etichetta) in collaborazione con Jarboe, membro dei leggendari Swans. Un sodalizio riuscitissimo, chi conosce i due gruppi che ho citato starà già sugli attenti. I Neurosis dopo il grande successo riscosso con il loro post hardcore/metal industrial hanno dato vita a vari progetti sperimentali di indubbio valore portando di diritto e con onestà il "lato oscuro" nella scena della musica contemporanea. Sopra tutti il progetto Tribes of Neurot. Adaptation and Survival (2002) si poteva ascontare contemporaneamente a Times of Grace dei Neurosis(1999) con due lettori cd sincronizzati formando una terza opera… roba spinta! Decisamente più abbordabile è questo Neurosis & Jarboe, dove troviamo questa volta in un unico disco la pesante potenza dei Neurosis e le atmosfere sulfuree di forte richiamo industriale dell'alterego Tribes of Neurot. La presenza vocale da songwriter della Jarboe, drammatica e melanconica, crea un contrasto che risulta il pregio di maggior interesse di questo inedito duo. Un disco di incredibile potenza catartica e devastante bellezza, a volte epico dove vengono espressi nei testi i soffocanti misteri della morte e delle religioni. Un esperienza musicale spirituale quindi. Il lato oscuro della New Age? Se siete incuriositi potete scaricare il brano His Last Words dal sito internet www.neurotrecordings.com.

Ma chi è che sta sotto a Savath & Savalas? Ancora Scott Herren? Lo stesso dei Prefuse 73? Ma chi è Scott Herren in realtà? Ha pubblicato dischi con talmente tanti alias che nemmeno di questo che sembrerebbe il suo nome di battesimo possiamo fidarci. Nel 1999 quando il suo primo disco come Savath & Savalas è stato pubblicato, Folk Songs for Trains, Trees and Honey, ci si trovava di fronte ad un lavoro mastodontico, completamente suonato e prodotto dall’ispiratissima mente di questo fantomatico personaggio. Bassi, batterie e tastiere per creare un’atmosfera calda, tranquilla, con ritmi rilassanti. Poi nel 2002 arriva l’ep Rolls and Waves che già marcava un cambiamento nelle tematiche di Herren, andando a flirtare con delle atmosfere più jazzy. Oggi con in mano questo Apropa’t il cerchio si chiude. Herren, infatti, cambia completamente rotta, e per fare ciò si regala la presenza di una vocalist spagnola. Sorprendentemente, infatti, il disco è tutto cantato in spagnolo e catalano e persino Herren si firma come Guillermo Scott. Le sensazioni che Atropa’t regala all’ascolto sono enigmatiche, indecifrabili, come se Herren non volesse completamente lasciarsi andare e aprirsi a chi lo ascolta. Le ragioni alla base di questa voglia di Spagna sono a noi sconosciute, ma il risultato di questa produzione è sicuramente molto interessante rimanendo però poco accessibile: coloro che erano rimasti molto impressionati dalle sue produzioni come Prefuse 73 troveranno in Apropa’t pane per i loro denti.


027

dischi Keb' Mo'

Sens Unik

Howie Day

Daniele Silvestri

Keep it simple Epic

Mea Culpa Muve Recordings

Stop all the world now Epic

Livre Transito Panama/Sony Music

by owen

by mr. loop

by gabi

by gabi

Keb' Mo', una delle realtà migliori del blues odierno, ci regala con Keep it simple un pregevolissimo album che, come di consueto per l'artista in questione, si rifà al blues delle origini: il dichiarato amore di Keb' per Robert Johnson la dice lunga sulle sue coordinate musicali. Un acquisto caldamente suggerito grazie al raffinato e semplice soul-blues di questo bluesman losangelino dal grande talento, un talento d'altri tempi, oggi più unico che raro. Come dice Keb' Mo, la vita prendetela semplice.

I Sens Unik sono una delle poche band nazionali che sono riuscite a meritarsi il rispetto al di fuori dei confini. Con Mea Culpa, il loro quinto album in uscita per il 22 marzo, il combo romando conferma ancora una volta la caratura del proprio rap in francese, mantenendo così il titolo di gruppo hip-hop svizzero di punta. Un buon lavoro che si può assaporare dal vivo durante la prossima edizione della fiera M4Music a Zurigo, presso il Rohstofflager il prossimo 1° aprile. Rap impegnato, parlez-vous français?

Fermate il mondo, è il momento di Howie Day, un giovane ventiduenne del Maine che si è fatto le ossa suonando nei locali di Boston. I critici americani lo hanno salutato come il nuovo Jeff Buckley, grazie anche al suo amore dichiarato per David Gray ed i Radiohead. Bel disco questo, intenso, pregno di un mood sobrio e minimale che cita i maestri del folk rock: ballate sublimi, luci soffuse e parole sussurrate sulla punta delle labbra. Sta nascendo un grande songwriter, tenetelo attentamente d’occhio.

Non è nostra abitudine recensire album live, ma per questo Livre transito di Silvestri facciamo una piccola eccezione. Questo doppio Cd è un riassunto che tratteggia il percorso decennale di crescita musicale e spirituale del Nostro. Qui solo musica dal vivo tratta dall'ultimo trionfale tour, senza superflui missaggi e senza post-produzioni: 25 tracce per più di due ore di musica, tra cui gli inediti Kunta Kinte e Il secondo a sinistra. Ascoltate questo live, vi ritroverete a cantare a sguarciagola.

Dani Siciliano

Terranova

Isan

Kera

Peace is though !K7

Meet next life Morr Music

One By One Damp Music

Likes... !K7 by owen

by mr. loop

by mr. Loop

by stoner

Dopo avere dato spirito e voce ai lavori del suo noto compagno Matthew Herbert, Dani Siciliano debutta con un lavoro solista che la vede in veste di factotum, con brani minimali in cui la dolcezza della linea vocale fluttua su una nuvola di glitches, rari fiati ed archi impercettibili. Bellissimo e particolare album elettronico, elegante, di gran gusto. Da citare la cover di Come As You Are di Nirvana, in una versione straniata ma piacevolissima. Una musicista davvero intelligente, da scoprire.

Techno, synth electro, Ebm e quant'altro nella raccolta dei Terrannova licenziata dalla !K7. Da ascoltare a volume alto vicino agli altoparlanti, e da ballare grazie a potenti ritmiche minimali e a melodie stranianti. Sexy-industro glam, ecco la definizione più appropriata per i Terranova che qui ci regalano momenti da godere dall'inizio alla fine, e che si prestano bene ad essere il biglietto di visita ideale da presentare ad un pubblico ignaro sulle loro imprese. Let's go with Terranova kickin' sound.

Musica electro ambientale di gran classe! Il background del duo inglese Isan è da individuare nell'electro di fine fillenio di Aphex Twin, Autechre e Boards of Canada anche se il primo accostamento che viene in mente è quello con Four Tet, forse per lo stile caldo e raffinato nel maneggiare i suoni più semplici che fa entrare in un morbido mood da sogno ad occhi aperti. Gli Isan si sono fatti notare la prima volta in un remix sui Seefeel per la Warp. Da ascoltare anche Lucky Cat (2001) e Clockwork Menagerie (2002).

Ottimo debutto per questo progetto nato a Neuchâtel dopo un ambizioso processo artistico durato cinque anni e al quale hanno partecipato circa venti musicisti. Qualcuno di voi li avrà visti forse al Festival Jazz di Chiasso a febbraio. In effetti il territorio di Kera è il nu-jazz, dove elettronica, drum'n'bass, jazz e interventi di vari cantanti danno vita a continue contaminazioni e processi compositivi. Una fonte d’ispirazione è stato sicuramente l'illuminante lavoro di Nils Petter Malvoer. Swiss music kick the ass!


028

re.play di owen

See me, feel me rock a r e p o a rim p la , y m Tom The Who sono stati l'incarnazione dell'inquietudine giovanile inglese dei Sixties, viste le loro origini mod e il fortunato disco d'esordio My Generation (1965), poi acclamati profeti glam-pop con il concept album Tommy (1969), infine paladini di un hard rock poderoso e tonico, a partire da Who's Next (1971). Questa è una delle band più influenti della musica rock britannica e forse l'unica che seppe adeguarsi con modestia e coerenza al cambiare delThe Who - Tommy - Polydor

le mode musicali in terra d'Albione tra i '60 e '70.

The Who erano una combinazione etereogenea di caratteri: il rissoso Keith Moon, impareggiabile e sregolato batterista morto poi nel 1978 per overdose di psicofarmaci, l'eccellente vocalist Roger Daltrey, insolente e carismatico animale da palco, John Entwistle, il bassista e "diplomatico" della band (scomparso per crisi cardiaca nel 2002), ed infine Pete Townshend, il chitarrista intellettuale e compositore geniale nonché esempio magistrale nel suonare il suo strumento. Tra le poche ad avere successo negli Stati Uniti, la band The Who nel 1967 fece una lunga tournée in America, di cui il momento topico fu il festival di Monterey, dove Moon distrusse l’ennesima batteria, Daltrey l'ennesimo microfono, Townshed fece i suoi acrobatici salti, e Entwistle vigilò che nessuno si facesse male. Fu un trionfo e la consacrazione definitiva. Nel 1969 esplose tra le mani dei quattro inglesi il botto di Tommy, la prima opera rock della storia che riuscì ad impostare un ruolo nuovo per la musica giovane. Il segreto del successo di questo lavoro, uscito ai tempi in doppio Lp, è la coinvolgente storia di un bambino, Tommy, che vede il padre uccidere l’amante della madre e lo shock lo rende cieco, muto e sordo. Subisce poi violenze sessuali da uno zio e dal cugino più grande. Ma il piccolo Tommy ha una dote: è un eccellente giocatore di flipper. Diventerà un divo a livello mondiale riempiendo arene e stadi, per poi infine fallire nel suo intento di potere assoluto. “Tommy can you ear me?” è la frase ricorrente della storia, un leit-motiv che accompagna il protagonista lungo la sua storia. La trama dell'epopea del protagonista si svolge attraverso una serie d'indimenticabili brani, come I'm Free, Sparks, The Acid Queen, Tommy Can You Hear Me?, See Me Feel Me e We're Not Gonna Take It. Grazie a questi brani, Townshend seppe dimostrare il proprio genio a critici e colleghi, facendosi così paladino dei strabilianti progressi raggiunti dalla musica pop sino a quel punto, e che da allora sfociò nel rock sinfonico e progressive.

L'importanza di Tommy non è solo prettamente musicale: si tratta soprattutto di un album d'alto spessore sociologico, essendo stato nel rock il primissimo processo d'abbattimento della forma canzone fine a sé stessa. L'impostazione concettuale del disco fu abbinata poi ad un acclamato film diretto dal regista Ken Russel (Tommy: The Movie - 1975), un'indimenticabile pellicola fantasticante, dall’ambientazione tipicamente glam degli anni settanta, coloratissima, cangiante, con visioni irrazionali ed un formidabile Roger Daltrey nelle vesti di Tommy. Fantastici pure gli attori del cast oltre al resto della band: Eric Clapton nel ruolo del Predicatore, Jack Nicholson nel Medico Specialista (!), Tina Turner in quello "stupefacente" di Regina del Lsd ed Elton John è un vivace PinBall con occhialoni e completi kitsch di raso; inoltre ci sono Oliver Red, Robert Powell e Ann Margret. Un film assolutamente da rivedere. La storia della band, da allora in poi, sarà segnata dal fantasma del campione di flipper e dal confronto con questo doppio capolavoro, confronto sostenuto più che ottimamente con il più grande capolavoro della loro carriera, il leggendario Who's Next, disco che gli segnò l'entrata nel mondo dell'hard rock e nell'Olimpo dei Grandi Classici. Ma questa è un'altra (lunga) storia. The Kids are allrights!


029

report Einstürzende Neubauten

Compressori d'aria Gli Einstürzende Neubauten di Berlino sono dei terroristi sonori che durante gli anni Ottanta diedero un'importante svolta stilistica alle coordinate musicali in zona industrial. Durante i loro primi infuocati live sbigottirono pubblico e critica per l'utilizzo, come strumenti sonori, di materiali e scarti industriali: bidoni, sbarre di ferro, lame da segheria, catene, piastre metalliche, barili di petrolio, lamiere in alluminio, cemento, vetri, plastica, e svariati elettrodomestici, il tutto riciclato in applicazioni musicali devastanti. L'impatto di quest'originale e coerente maniera di concepire l'industrial scaturisce da un florilegio di ritmi ossessivi ad opera di Rudi Moser e Andrew Chudy, incalzati dal profondo e viscerale basso di Alexander Hacke. Una sezione ritmica bombardiera accompagnata dalla chitarra di Jochen Arbeit - ipnotica, tagliente, spesso e volentieri sferragliante - e dal plateale carisma interpretativo del cantante Blixa Bargeld, un personaggio enigmaticamente sulfureo noto anche per la sua (ormai fu) militanza nei Bad Seeds di Nick Cave. Questa band è forse una delle poche mitteleuropee ad avere una vastissima schiera d'aficionados in tutto il mondo, nonostante l'osticità della lingua - il tedesco con cui principalmente s'esprime Bargeld. Proprio grazie all'affetto dei fan, nonché all'urgenza d'emanciparsi dal controllo totalitario del music business odierno, per la nona opera della loro venticinquinnale carriera, Perpetuum Mobile,

Joss Stone Ha sedici anni, è bianca ed è inglese. Ha una voce da paura, tanto da spingere i discografici a farle incidere il suo debut album con alcuni veterani storici del Miami Sound, una miscela di soul e rhythm & blues in voga nella metà degli anni settanta.

Joss Stone, così si chiama la biondina del Devonshire, è stata notata tre anni fa ad uno show televisivo della Bbc Star for a night. I produttori londinesi Andy Dean e Ben Wolfe (i Boilerhouse Boys) segnalarono subito la giovane Stone a Steve Greenberg. Steve Greenberg è il fondatore della S-Curve Records, l’etichetta discografica che ha pubblicato il primo disco della StoneThe Soul Sessions, noto per aver lanciato gli Hanson e per essersi aggiudicato tre anni fa un Grammy per la produzione di Who Let The Dogs Out dei Baha Man. A far da balia (e da personal trainer) ad una teenager debuttante ci voleva

di iggi

gli Einstürzende hanno deciso di produrre tutto da soli e d'aprire una community in Rete (www.neubauten.org), tramite la quale interagire direttamente con il pubblico; difatti, durante il concepimento di Perpetuum Mobile, i sostenitori iscritti al sito hanno potuto esprimere la loro opinione in merito. Lo stesso Bargeld afferma che è stato arduo "accettare" le critiche e le valutazioni dal pubblico, anche se alcune delle quali sono state gran motivo di riflessione. Risultato? Un disco affascinante - anche se meno impetuoso e massiccio dei precedenti lavori ribollente, oscillante, paradossalmente "arioso". Non a caso quest'ultima definizione: aria dai potenti compressori nelle mani di Moser e Chudy che scandiscono le atmosfere di molti brani (tra cui la bellissima Ozean Und Brandung), aria nei testi e nella voce matura di Bargeld (Youme And Meyou, Dead Friends Around The Corner e Paradiesseits), aria nei rari interventi elettronici intessuti impercettibilmente nelle trame melodiche, aria nei metalli percossi come gong tibetani (Grundstück), aria in strumenti a fiato e violini. Vento in un perpetuo movimento. Questa volta il clangore industriale è accennato in maniera elegante e snella, ed esplora territori che oserei definire quasi "ambient". Non mancano però tre brani dalla classica impostazione "metallurgica": Ein Seltener Vogel, Selbstportrait Mit Kater (qui un immenso Blixa) e l'imponente title track. Un lavoro non semplice, ma nemmeno ostico: una volta ascoltato, induce a ripremere il tasto play, inesorabilmente stregati e confusi. Per me, è già uno dei dischi dell'anno.

La biondina del Devonshire

di Cheu

un’ex teenager già passata attraverso tutto questo.Greenberg reclutò Betty Wright, una figura importante per il Miami sound negli anni settanta (sicuramente ricordata per Clean Up Woman che raggiunse il secondo posto nella classifica R&B e il sesto in quella pop nel ’71, e per aver vinto un Grammy con Where Is The Love? nel ’74). Betty Wright ha pensato bene di chiamare altri musicisti di quell’epoca ormai dimenticata per registrare The Soul Sessions, ed ecco ricomparire dopo trent’anni Benny Latimore al piano, Willie “Little Beaver” Hale alla chitarra e Timmy Thomas all’organo.Da non dimenticare la bravissima Cindy Blackman (già batterista di Lenny Kravitz) che si occupa della ritmica nella maggior parte del disco. Per la gioia dei puristi, la produzione ha fatto scelte molto intelligenti per la scaletta del disco: soul genuino e per nulla scontato, nella quale spiccano una ballata di Carla Thomas I’ve Fallen In Love With You, un brano più funkeggiante, interpretato all’epoca da Sugar Billy “Super Duper Love” e due brani che pur amalgamandosi benissimo nel suono vintage del disco hanno scelte radicalmente diverse I Had A Dream (che John Sebastian presentò a Woodstock) e il singolo Fell In Love With A Boy (titolo originale Fell In Love With A Girl di Jack White dei White Stripes) rivisitato e prodotto magistralmente dai Roots con i cori di Angie Stone (nessuna parentela con la giovane Joss, visto che è di pelle nera). Il bello è che con Joss Stone si ascoltano canzoni autentiche - non uno sfoggio di virtuosismo fine a sé stesso od un’imitazione dei suoi idoli - scampando così alle forzature stilistiche di tante colleghe (non facciamo nomi, sono le solite note). Insomma un gran bel disco, caldo, scuro, retrò e visceralmente soul. Direi che questa ragazzina è da tenere attentamente d’occhio, sperando che ci possa stupire di nuovo con tale maestria. Joss Stone The Soul Sessions S-Curve Records


030

re.play

report

di iggi

Dio salvi la regina

Imprevedibile, selvatica, unica … sono solo alcuni degli aggettivi adatti per descrivere colei che è, inconfutabilmente, la regina del rock: Courtney Love.

ey love

Lo ammetto, questa donna mi confonde. Le sue ultime vicende personali l'hanno data (quasi) per spacciata. Gravi problemi di tossicomania non ben definiti, faccende di giustizia per intemperanze e vandalismi vari, rogne con i tribunali e la suocera per l'affidamento della figlia, grane con i propri avvocati per parcelle non onorate… Courtney Love negli ultimi tempi ha fatto parlar di sé per questioni che riguardano esclusivamente la sua sfera privata. Non me ne vogliano i fan più sfegatati, ma la signora Cobain ha fatto ben poco per evitare d'essere un tema di punta su tutte le riviste di gossip. Per fortuna che c'è ancora qualcuno (la Virgin?) che ha fiducia in lei e nelle eventuali vendite discografiche future, riuscendo ad incanalare (non senza qualche difficoltà immagino) la furia che da sempre anima la Love. La Fidanzatina d'America, come lei stessa si battezza con il titolo del suo nuovo album, ha il puro rock nel sangue. Courtney Love è la mutazione delle “riot grrl” anni '90: astiosa, pungente, cinica, ma dietro la sua facciata orgogliosa ed arrogante si trova un essere sensibile e fragile. Un'ambiguità che rende questa rockeuse affascinante ed unica: un mistero che, come dicevo all'inizio, disorienta. In definitiva la cosa che importa di più è il nuovo disco della Love, il primo solista a sei anni dopo lo scioglimento della sua band Hole. Gran parte di America's Sweetheart è stato scritto assieme a Linda Perry, ex-vocalist tutta dreadlocks e piercing dei 4NonBlondes ed ora autrice dei successi di Christina Aguilera e Pink. Una collaborazione che ha dato i suoi vantaggi e che ha accentuato l'energia spontanea di Nostra Signora del Rock riportandola sulle direttive che furono del periodo Hole di Live Through This. Il tono un po’ rauco ed urlato della sua voce è inconfondibile, e la potenza aggressiva delle canzoni pure. Qui siamo nel cuore del Love-pensiero più tormentato. Per esempio il singolo Mono che esordisce con: "Hey, God, you owe me one more song/ So I can prove to you/ That I'm so much better than him". Si son già fatte congetture su chi possa essere questo "him". Kurt Cobain? Si è sempre malignato che le

canzoni della Love fossero opera del marito… Oppure Billy Corgan con il quale la Love ha un rapporto di stimaamore-odio? Invece la Love stessa afferma che questo brano è pensato per Fred Durst, quale tacita denuncia dello stupro collettivo avvenuto nell'indifferenza generale tra il pubblico durante una delle ultime edizioni del festival di Woodstock, mentre i Limp Bizkit erano sul palco. Altro campione indicativo del carattere fiero della Love è il brano But Julian, I'm A Little Older Than You, in cui la "veterana" navigata ed esperta spiega come va il mondo a Julian Casablancas degli Strokes. Inoltre questa donna non elude passato e presente della sua way-of-life, come dimostrano le canzoni Sunset Strip e All The Drugs. America's Sweetheart ha tutte le regole per diventare una delle colonne sonore di quest'anno: grintoso, dinamico, potente, colmo della consueta veemenza canora e spirituale che l'artista sparge senza risparmiarsi. Un disco furioso per questa Fidanzatina d'America intemperante, smodata e senza freni. Dio salvi la regina del rock, forse uno degli ultimi genuini e pugnaci baluardi contro l'Ordine Morale Mondiale imperante e appiattente.

Courtney Love America's Sweetheart Virgin


031

o t t e h g e h t m o Fr

Il rap, nato come massima forma d'espressione e di rivolta degli afro americani nei ghetti delle grandi città USA, è ora il genere musicale che va per la maggiore negli States. Basta dare un’occhiata su Mtv o nelle classifiche di vendita per rendersi conto che l’hip hop commerciale e l’r&b hanno invaso il panorama musicale mondiale. Video zeppi di donne adoranti, soldi, bellissime auto, case lussuose e vestiti griffati. E’ questo che è diventato l’hip hop dei block party nei ghetti; una sfilata di moda? La cultura hip hop nasce negli Usa alla fine degli anni ’70 nelle strade dei ghetti urbani. I temi affrontati nelle canzoni dai primi Mc sono povertà, miseria e rabbia del sottoproletariato nero. Questo nuovo movimento diventa oltre che un mezzo di protesta, uno spiraglio per i ragazzi che vivono nei ghetti, un modo per uscire dalla povertà e spesso dalla criminalità. Grazie ai dollari prodotti dalle prime star del genere l’hip hop prende sempre più piede e a metà anni ’80 le etichette specializzate nel genere si sono triplicate. Nascono così dei veri colossi come la Def Jam, la Tommy Boy e la Death Row.

di blindFREAK

Già dagli esordi il rap dimostra diverse contraddizioni e da quando questo stile di musica inizia a fruttare soldi le cose peggiorano radicalmente. Le rime avvelenate di rabbia contro il governo, l’ingiustizia e la povertà diventano frasi d'ostentazione di denaro e donne appena il successo bussa alla porta di spacciatori e piccoli criminali. Tutt’ora le maggiori star dell’hip hop come Eminem, Nelly, 50 Cent, Jay Z, R Kelly e ovviamente Puff Daddy con le loro canzoni raccontano avvolti in completi firmati Gucci e Dolce e Gabbana - di quando bazzicavano per le strade impugnando pistole e dei lavori umili e sottopagati che hanno dovuto fare per tirare avanti. Non da meno sono le donne, una su tutte Jennifer Lopez che in una canzone afferma “I’m still Jenny from the Block”… Lil’ Kim, Foxy Brown, Beyoncè e la geniale Missy Elliot sfoggiano nei loro videoclip i completi all’ultima moda degli stilisti italiani, gli originalissimi Outkast vestono in lattice e nei colori più sgargianti dando prova che anche il rap può essere glam, Busta Rhymes colleziona auto sportive che complessivamente sfamerebbero una nazione africana, Puff Daddy cammina nell’oro, 50 Cent sfoggia bicipiti e pettorali e collanone con medaglioni di un peso non inferiore ai dieci chili mentre Nelly fa da sponsor ambulante alle maggiori marche d’abbigliamento sportivo. Jay Z ha deciso addirittura d'abbandonare il music business per dedicarsi completamente ai lauti guadagni delle collezioni di moda che portano la sua firma. Ricordiamo poi che le donne, nel 90% dei casi, hanno l’unico ruolo di sfoggiare tanga e di strusciarsi contro l’Mc del momento, sminuendo non poco la figura femminile e dando prova di misoginia. E la musica? In tutto questo sfoggio di lusso (e lussuria) passa in secondo piano, purtroppo! Per fortuna sopravvivono moltissimi gruppi hip hop, soprattutto in Europa, che non danno peso alla ricchezza, e che continuano a trasformare in rime vera e propria poesia e filosofia. L’hip hop a volte si dimentica da dove viene realmente e anche se il successo di tutte queste persone è meritatissimo, talvolta dovrebbero pensare meno ad auto e scarpe e più a chi nel ghetto ci vive ancora.

immagini da sinistra: Jay-Z / 50 Cent / Jennifer Lopez / Beyoncé / Bustha Rhymes / Lil'Kim / Foxy Brown / Outkast


032

re.play di apache

Zero In On

La fiera della dimenticanza "Leave me on this bloody ground / Now it’s up to you / Save the world / Tonight you can / Leave me in this cloudy day / I want to be glad / About your beauty / I live alone…" Questo è il testo di Bloody Ground, il trascinante pezzo d'apertura di The Oblivion Fair, il cd di debutto dei locarnesi Zero In On. Parole ermetiche, evocatrici di stati d'animo che catturano l'ascoltatore e lo trasportano in poetici territori crepuscolari, ma allo stesso tempo illuminati da suoni e ritmiche etereogenei e brillanti.

Bel disco, anzi ottimo, questo debutto degli Zero In On. Attivi dal 2000, sono riusciti a realizzare il significato del loro nome, cioè di centrare il bersaglio. The Oblivion Fair (titolo con cui si vuole materializzare una fiera dove persone dimenticate trattano di cose altrettanto dimenticate) scorre via che è un piacere, è disinvolto, sciolto, e non manca di picchi emozionali dal forte impatto sonico. I suoni robusti e trascinanti delle chitarre, la fantasiosa sfacciataggine del basso e la risolutezza precisa della batteria creano una musica a tratti densa, a tratti fugace, sempre sotto un unico comune denominatore: uno spiccato senso della dinamica. Elias, chitarra, talentuoso vocalist e compositore dei pezzi, slitta con voce e strumento su melodie celesti, e marca la sua interpretazione con toccante dolcezza che spesso con grazia cede il passo a momenti di grintosa irruenza. Affascinante combinazione che ben s'amalgama con la valida sezione ritmica: Alex con il suo coinvolgente e flessibile basso, e Mattia alle potenti e persuasive percussioni creano un unicum compatto e travolgente. Tre personalità distinte, ognuna delle quali porta al progetto il proprio sensibile e dotato contributo. Appaiono anche strumenti inediti, come il pianoforte ed il mandolino suonati da Elias, un tocco che porta a piacevoli risultati. Le assonanze ed i riferimenti musicali sono vicini soprattutto a Placebo, Muse e Radiohead, ma anche ai '90 in bilico tra il grunge e l'indie. Molte le atmosfere che rieccheggiano, sensazioni che sono richiamate anche dalla grafica Milena Strozzega, curatrice del rappresentativo layout di copertina.

Una nota di merito va pure a Mario Krag dello studio Phat Sonics di Tenero, valido fonico che ha saputo cogliere l’essenza del messaggio musicale degli Zero In On, equilibrando con maestria ed eleganza i suoni delle tre distinte entità che compongono la band. Ho molto apprezzato le canzoni (oltre al tirato brano d'apertura già citato) Rowdiness At Night (il cavallo di battaglia durante i vari concerti della band, qui in una versione grintosa e convincente), Queen (uno dei pezzi più scattanti del lotto), Keys e The Light Devides Me (due brani dai potenti stacchi chitarrosi, con basso e ritmica serratissimi), Fucking Souls e Novel (ballate dolcissime ed evocative), e poi la stupenda Maybe, una composizione che incanterà molti ascoltatori… Ecco un cd in cui immergersi completamente. Lavoro d'ascoltare tutto d’un fiato: tredici belle canzoni che hanno ognuna una propria avvincente e particolare storia da raccontare. Zero In On è una band che vi raccomando di tenere attentamente d'occhio. Zero In On The Oblivion Fair distribuzione Disque Office (in vendita in tutti i migliori negozi di musica della Svizzera)

Gli Zero In On mettono in palio una copia del loro nuovo Cd ai primi dieci lettori di re.set che invieranno un e-mail a redazione@resetmagazine.ch con l'intestazione "Oblivion Fair" (indicare sul mail nome, cognome ed indirizzo personale).


033

localcorner Cantine.org

La musica in libertà

di Nightatopera

Lettori-musicisti di re.set, in questo numero vi presento il sito www.cantine.org, un portale musicale nato nel 1997. Al suo interno presenta diverse scelte molto interessanti e stimolanti per gruppi emergenti che hanno intenzione di esportare la propria musica nella vicina penisola italiana. Innanzi tutto è possibile iscrivere la propria band a www.cantine.org presentandosi con biografia, nomi dei membri della band, foto, concerti e mp3. Il numero di mp3 è illimitato e tutto il servizio è completamente gratuito. Sotto la voce "rassegne e festival", sono elencate diverse manifestazioni che si svolgono in Italia su tutto l’arco dell’anno. Si tratta di festival o concorsi creati su misura per le band emergenti. Tra queste manifestazioni spicca il nome di Arezzo Wave, prestigioso concorso ed importante vetrina per le band e produttori discografici. Diventando membri del portale è possibile iscriversi direttamente ai numerosi eventi musicali presenti sotto questa rubrica. I bandi dei concorsi e festival sono presenti sul sito assieme all'e-mail e al link diretto ai siti ufficiali. Non è ancora tutto… Il portale collabora con Radio Torino realizzando il programma musicale Spazio Radio, al quale è possibile partecipare con un’intervista oppure con l'inserimento nella playlist. I responsabili del portale vi segnaleranno in quale giorno verrà inserita la vostra band. Un ulteriore servizio di cantine.org è la rivendita ticket on-line che permette di acquistare i biglietti di alcuni degli eventi promossi nelle pagine. Cantine.org è una collaborazione proficua tra due ideali mezzi di comunicazione per la diffusione della musica creata nelle cantine, garage o qualsiasi altro locale adibito a tale scopo, e che è a disposizione di tutti. Approfittatene!

In un mercato discografico in crisi, dove le vendite e gli investimenti sono confinati ai grandi nomi del circuito internazionale, è dato poco spazio a quanti tentano di proporre la propria musica. Nell’era della condivisione e della vendita online dei brani musicali, free your music vuole ricreare il legame diretto tra il cantante/gruppo ed il pubblico. Free your music non è un’etichetta discografica ma un meccanismo senza scopo di lucro che "libera" la musica, e non nasce per contrastare le case discografiche, né il diritto alla proprietà delle opere, bensì per unificare, dando un’identità forte, tutti gli artisti che vogliono proporsi anche in modo non professionale, registrando e masterizzando i propri brani in casa, in garage, nella sala prove. Un aiuto, insomma, a tutta quella musica che, anche se ritenuta poco interessante dalle etichette, ha desiderio di uscire dall’anonimato per proporsi al pubblico. Il meccanismo è semplice. Basta sacricare il logo free your music dal sito www.freeyourmusic.com ed inserirlo in bella vista sulla copertina della vostra opera musicale. Poi abbandonare varie copie del disco in giro, tra il pubblico, che verrano raccolte dai curiosi. Questi ultimi vengono invitati (tramite un'annuncio sul Cd e sul vostro - o di free your music - sito web) ad ascoltare, eventualmente duplicare, e poi a "liberare" il Cd. Il primo a seguire questo nuovo concetto di condivisione della musica con il pubblico è stato il cantautore luganese Gionata, il quale, appoggiando con entusiasmo questo canale di promozione anticonfomista, ha sparso nell'autunno del'anno scorso 999 copie del suo disco-raccolta Clone per la Svizzera, destando così un notevole interesse sul progetto. I diritti sul logo free your music sono di proprietà dell'agenzia 4th Floor Communications & Design di Lamone, ma l’utilizzo dello stesso è libero da ogni vincolo, se non quello di essere utilizzato solamente per la distribuzione musicale gratuita. Per informazioni: www.freeyourmusic.com / e-mail: info@4thfloor.ch


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live

re.play

Duracell del progressive

di Tanica

Dream Theater - 5 febbraio - FilaForum - Assago

Mike Portnoy

I Dream Theater durante il loro concerto del 5 febbraio scorso a supporto dell’ultimo album Train of Thought al Filaforum di Milano, hanno suonato per ben tre ore e venti minuti .

Fuori dal tempo, qualcosa di anacronistico, qualcosa di cui non si ricorda l’inizio. Nessuno storcerebbe il naso se arrivassero sul palco a cavallo, oppure su un disco volante. Dei cantastorie non si ricorda l’età, ma soltanto quello che raccontano. Questo vale anche per i DT che a Milano hanno aperto i battenti suonando As I am, mentre alle loro spalle immagini del defunto Frank Zappa riempiono i megaschermi. Pur appartenendo ad un certo genere musicale, i DT rimangano inimitabili. Sono i soli a riuscire ad attualizzare le saghe che hanno in testa, come l'epica Images and words e sul finire della prima parte del concerto la splendida Finally free, che ha completato idealmente Scenes from a memory. Poi, memori della nobile famiglia Stuart a cui rimanda il simbo-

lo del gruppo e del martirio di Maria Stuarta, anche noi abbiamo sopportato la tortura dei quindici minuti di pausa. Un sorriso ci ha soccorso quando lo show è ricominciato e Portnoy si è presentato con la canotta azzurra della nazionale italiana di basket. Quello stesso sorriso si è poi cementato in ammirazione ascoltando il suo assolo in coda a Caught in a web. Però devo dirlo: la voce, questa volta, non l'ha fatta da protagonista. LaBrie ha ceduto il passo ad una triade travolgente: una chitarra ispirata dalle dita agili di Petrucci, gli sticks frenetici di Portnoy che sono schizzati impazziti verso il pubblico, ed un virus di nome Rudess che su Voices è parso un ubriaco sul punto di cadere. Nel nome di Dio si chiude così la seconda parte del concerto.Cori di rito chiamano il ritorno di questi templari. E non è stato necessario pregare eccessivamente. I cavalli non ci sono più, ma la bestia è ben visibile sui megaschermi. Hallowed be thy name degli Iced Hearts, una cover fedele anche se un po’ troppo statica. Avete presente i coast-to-coast di Dickinson sul palco? Alla fine tutti se ne tornano al loro villaggio, dopo che i Dream Theater ci hanno omaggiato della loro Metropolis pt I. E' stato un vero spettacolo e una magnifica serata.

Grande Notte Live 7 La Commissione Grande Notte Live del Comitato Studenti del Liceo di Mendrisio, in collaborazione con l’Ufficio dei Giovani, della Maternità e dell’Infanzia del Dipartimento della Sanità e della Socialità, l’Associazione Svizzera Non Fumatori e Radix, è lieta di presentare una grand'occasione per promuovere le attività del Comitato, ma soprattutto un’opportunità di ritrovo all’insegna della musica, rivolta a tutti i giovani ticinesi e d’oltre confine. Alla vigilia della sua settima edizione si può tranquillamente affermare che la Grande Notte Live è ormai uno dei più consolidati eventi musicali del Mendrisiotto che offre un rodato palcoscenico per permettere ad alcuni gruppi di giovani musicisti di esibirsi dinnanzi ad un gran pubblico. Ospiti d'onore per l'occasione la simpaticissima band hip hop romana Colle Der Fomento.

Nel pomeriggio ci sarà uno skate contest: vista la grande affluenza di pubblico nelle scorse edizioni, il comitato organizzativo propone anche quest’anno una gara di abilità sullo skateboard presso il piazzale adiacente al Mercato Coperto dalle ore 14.00 alle ore 18.00. Una serata davvero giovane da non perdere! 19 marzo Centro Manifestazioni Mercato Coperto - Mendrisio La Grande Notte Live 7 Live con Marchio Registrato (ska), Cafelactice (indie-jesto) Radical Sound (reggae) Vad Vuc (skauntry irish folk) e Colle der Fomento (hiphop) Per informazioni: http://grandenottelive.mendrisiotto.ch Colle der Fomento

Shandon Yin e lo Yang in musica Finalmente è apparso sugli scaffali dei negozi di dischi il nuovo album degli Shandon (ci avevano lasciati due anni fa con Not so happy to be sad), cioè Sixtynine, un lavoro che segna un’importante svolta nella carriera della band. Una carriera nata nel 1994 a ritmo di punk rock melodico e che nel corso degli anni ha inglobato molte influenze musicali, dal rock’a’billy al punk, dall’hardcore allo ska. Proprio da questo ultimo connubio di stili si è iniziato a identificare gli Shandon come gruppo skacore italiano per eccellenza, etichetta che però ai Nostri da tempo sta stretta e che piano piano, album dopo album, hanno tentato di staccarsi di dosso, diminuendo leggermente i fiati nelle loro canzoni e lasciandosi trasportare dal rock e dalla melodia. Ne è una dimostrazione Sixtynine, che, prendendo influenze e spunti da diversi contesti musicali, crea qualcosa di non etichettabile. E’ la libertà il filo conduttore del disco, la voglia di non confinarsi ad un solo genere musicale ma di spaziare senza badare all’opinione altrui. Il titolo Sixtynine sta proprio a rappresentare il simbolo dello Yin e lo Yang, ovvero l’equilibrio che si crea tra gli opposti e che esiste in ognuno di noi, come nella musica degli Shandon, che racchiude aggressività e melodia, malinconia e allegria, distorsione e pulizia.

Quest'ultima fatica targata Shandon vira decisamente in una direzione diversa rispetto al passato; lo ska e il punk, pur essendo ancora presenti in alcuni pezzi, lasciano spazio a sonorità più ricercate. In Sixtynine convivono emo, rock e atmosfere decisamente più mature. I pezzi più riusciti dell’album sono proprio quelli dove il rock e le melodie risaltano ulteriormente: Wrong Way, Time e Emotional Deep. Allo skapunk di It Was A Promise risponde a dovere From Out Nowhere cover dei Faith No More. Gli Shandon si dimostrano, quindi, pronti per abbandonare definitivamente i meandri, talvolta fin troppo ripetitivi, dello ska, e affacciarsi coraggiosamente verso un futuro lontano da facili categorizzazioni. Non a tutti possono piacere questi contrasti e forse la svolta sonora degli Shandon verrà criticata da alcuni, ma probabilmente a commentare saranno persone che non sanno colgliere in questa scelta una grande apertura mentale e un’innegabile vena artistica e creativa. Per tutti i fans della band ricordiamo che gli Shandon hanno anche realizzato dei videoclip che sono disponibili on-line di blindFREAK al sito di Mtv italia (www.mtv.it). 26 marzo / Metrò Club / Lugano / Live con Shandon e No One In omaggio un'entrata gratuita ai primi otto lettori che invieranno un'email a redazione@resetmagazine.ch con intestazione Shandon (indicare nel mail nome e cognome )



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re.play

Live programma giovedì 1° aprile

DAL 1° AL 3 APRILE TONI-AREAL - ZURIGO

Rohstofflager VIVA Comet Award Night (dalle 20.00) live con Sens Unik, QL, Scream, Mousse T. (D), Carmen Fenk (MusicStar) e altri venerdì 2 aprile

Swiss-rock rulez! Nata seguendo l’esempio del Midem, un congresso annuale ed internazionale a Cannes dedicata alla discografia europea, la fiera annuale M4MUSIC intende superare le barriere stilistiche proponendo una piattaforma di variate risorse destinate al giro della live&club culture e delle musiche attuali, come il rap, il rock e la musica elettronica. Quest’interessante manifestazione annuale tasta il polso alla situazione della musica prodotta in Svizzera e da inserire nel mercato nazionale ed internazionale. Attualmente la forte crisi del mercato discografico elvetico impedisce uno sviluppo di talenti nazionali, che si vedono costretti in circuiti di nicchia sprovvisti di un’ampia visibilità. E’in quest’ambito che M4MUSIC 04 aprirà uno spazio, i giorni dal 1° al 3 aprile nel Toni-Areal (presso i locali Toni Mölkerei e il Rohstofflager) di Zurigo, favorevole all’incontro tra le varie attività e realtà nel settore discografico svizzero. Il pubblico e gli addetti ai lavori potranno analizzare ed affrontare il tema della musica giovane in Svizzera in tutte le sue sfaccettature, cercando sinergie e opportunità atte a trovare nuove soluzioni. M4MUSIC è lo spazio ideale per approfondire i propri contatti nel business della musica, familiarizzarsi con nuovi punti di vista ed idee inedite, e scoprire nuovi talenti musicali nazionali. La tre giorni prevede delle conferenze, un'ampia e interessante rassegna di concerti e una zona Contact-Lounge.

Rohstofflager Beat it (Main stage) 21:00 Jimi Tenor 22:30 filewile (CH/BE) 23:15 Mouse on Mars (D) 00:45 filewile (CH/BE) 01:15 Luciano LIVE (CH/GE) 02:15 Miss Kittin (F) Imploz.com (Main stage) 03:15 LuLúxpo (CH/GE) 04:15 Mirweis Sangin (CH/GE) 05:15 Sonja Moonear (CH/GE) Rohstofflager Stratos INZEC-REC. 21:30 Alphageneric (CH/BE) 22:00 Alphatronic (CH/BE) 22:50 Sinibiotik (CH/BE) Meadow, Ritmic & Bitboutique 00:00 Clos-O-Mat (CH/ZH) 00:45 Downpressor (CH/ZH) 01:45 Marc A. Brook vs. Arian Cerddor (CH/ZH) 03:00 Kompiler (CH/ZH)

Demotape-Clinic/ Diesel-U-Music All’interno della manifestazione M4MUSIC ci sarà inoltre la seconda edizione del progetto Demotape-Clinic/ Diesel-U-Music. Organizzato da Migros Percento Culturale, quest’iniziativa è rivolta a tutte le band emergenti ed a tutti i musicisti residenti in Svizzera che sentono il bisogno di una valutazione professionale sul proprio lavoro. I partecipanti riceveranno delle critiche costruttive, delle proposte dirette e dei consigli competenti da parte della giuria composta di tecnici del suono, compositori, discografici e giornalisti del settore. Un’occasione unica per migliorare il proprio lavoro musicale e per promuoversi. Infatti le band e gli artisti più promettenti delle quattro categorie saranno premiati dal Diesel-U-Music Award, che si svolgerà durante il M4MUSIC Live Festival. La collaborazione con il concorso internazionale Diesel-U-Music è un ideale trampolino di lancio promozionale, pure all’estero. Informazioni più dettagliate sulla manifestazione M4Music e sulla Demotape-Clinic le potete trovare su : www.m4music.ch

M4MUSIC LIVE Il programma musicale di M4Music è ampio e variato, con un'occhio particolare verso la musica più nuova che segue le tendenze del rock e dell'elettronica. Importanti nomi internazionali in cartellone: per l'elettronica Jimi Tenor, Miss Kittin e i Mouse Of Mars, per il rock Peaches e Melissa Auf der Maur. Tra le band svizzere emergenti che suoneranno al Winner Stage di sabato 2 aprile presso il Rohstofflager nella sala Stratos, abbiamo l'onore di menzionare i ticinesi Maja che suoneranno grazie al re.set award. Difatti gli organizzatori di M4Music hanno ufficialmente delegato a re.set la scelta della band più rappresentativa della nostra regione. La nostra scelta è caduta sui Maja, i quali avranno così l'occasione di presentare a livello nazionale il loro nuovo Cd, esibendosi in un ambito professionale e di sicuro interesse promozionale. Ticino rocks!

ToniMolkerei Raps & Lyrics 22:00 DJs Reedo & Rolexx (CH) 22:30 Luut & Tüütli (CH/GL) 23:00 Wurzel5 (CH/BE) 23:45 Sektion Kuchikäschtli (CH/GR) 01:00 DJs Reedo & Rolexx w sabato 3 aprile Rohstofflager Rock it "Rockstar" stage 21:00 Melissa Auf der Maur 23:40 Kissogram (D) 00:30 Peaches (CAN) 02:00 A Touch of Class (CH, USA) 05:00 Mr. Flazh (CH/GE) Rohstofflager Stratos Winner Stage 19:45 Lunkhead (ZH) 20:35 Made in Mind (winner Diesel-U-Music, LU) 22:00 Toilet (winner Sprung-Brett, BS) 22:50 Water Lily (winner Nouvelles Scènes, VD) 00:00 Maja (winner re.set Award, TI) 00:50 (winner Breakthrough Contest, SG) ToniMolkerei Voices & Riddims 20:30 Ali Baba Sound (CH/ZH) 21:30 Michael doum doum Dread (CH/GE) 22:00 Pete Penicka (CH/ZH) 22:30 Namusoke (CH/ZH) 23:00 Seven (CH/AG) 23:30 Skarra Mucci (JAM) + Ali Baba Sound (CH) +General Levy (UK) 24:00 Skarra Mucci (JAM) + Phenomden (CH/ZH)


037

agenda marzo 11 giovedi

Auditorio RSI - Lugano Concerti Jazz Rete Due RSI live con ANDREW HILL QUARTET (jazz)

Garage Music - Castione live con ANTI-FLAG, PIPEDOWN, DARKEST HOUR e VOMITIORS (punk-metal)

Hieronymus - Chiasso live con INFINITY (rock-hardrock)

12 venerdi Metrò Club - Lugano Selezioni Palco Ai Giovani live con diverse band locali (rock)

Garage Music - Castione Zodiac Space Night dj set con MESH AND BOON, ROLL e BARON VON SCHMOK (d'n'b & deep elctroclash)

18 giovedi Garage Music - Castione Acb Party (Associazione Calcio Bellinzona) live con VASCO JAM e MANUPIA (cover rock)

Living room - Lugano From Dub Club St.Gallen dj set con PATEE & DJ P-BEAT (nu breakbeat & d’n’b)

13

sabato

Living room - Lugano live & dj set con CASCIO DELAY (Irma Records/909 Rec./Minuta Rec)

Garage Music - Castione live con QUINTORIGO (support TRESTATO)

Zion Live - Morbio Inferiore live con CHICHIMECA (rock)

Living room - Lugano Dustman Jazz! live con ANDRÈS (guitar) segue Dj set con SAM & DJ ROLAND ESCALIER (techouse)

Auditorio RSI - Lugano Concerti Jazz Rete Due RSI live con HUNCH QUARTET e CHALACUBANA (jazz)

Zion Live - Morbio Inferiore live con GIÖBIA & BIG FUKIN'FAMILY (rock demenziale)

20

sabato

Garage Music - Castione live con CLANDESTINO (rock italiano) Living room - Lugano Cubase.it party 6.0 dj set con TABLE, GONZO48K, VARVEZ e ALLO (downpop, nu-funk, cinematic) live showcase con BRUNORI featuring TETRAPAK + STEGI featuring JED videoproiezioni di GIOVANOTTI MONDANI MECCANICI Hieronymus - Chiasso live con NOT FOR SALE (rock-blues)

25

Living room - Lugano dj set con SILLYBOYBLUE (rock’n’beat) Metrò Club live con NO ONE e SHANDON (ska-punk-rock)

27

Garage Music - Castione live con KRAY-Z & JOE COLOMBO (blues & rock) Living room - Lugano dj set Frammenti elettronici con MPZAMP (elektro punk & no wave, 80ies) Hieronymus - Chiasso live con DOS DE PICOS (funky-punk-rock)

sabato

28 Living room - Lugano live Tributo a Frank Zappa con JAZZY JAMS

26

sabato

domenica

Arena Live - Mendrisio live con FEDE POGGIOPOLLINI (rock d'autore)

venerdi

Garage Music - Castione live con MASSIMO BUBOLA (rock d'autore, support GEORGE)

Le date indicate sono quelle pervenuteci entro la chiusura redazinale. Potete trovare costanti aggiornamenti sui concerti nella nostra regione al link "Agenda" presso il nostro sito web: www.resetmagazine.ch

livespot ••

Peter Gabriel torna dalle nostre parti con il suo Still Growing Up 2004 Tour. Tre concerti da non perdere: a Milano (Forum di

Assago, 11 maggio), a Pesaro (BPA Palas, 12 maggio) e a Zurigo (Hallenstadium, 25 maggio). La prevendita dei biglietti è già stata avviata.(www.ticketone.it e www.goodnews.ch) •• Reduci dal tour americano Back 2 Basics assieme ai Korn, i Limp Bizkit di Fred Durst sbarcano in Europa per alcune date. La loro esibizioni più vicine: 25 marzo all’Alcatraz di Milano e 26 marzo all'Hallenstadion di Zurigo (www.ticketone.it)

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I Muse, di ritorno dal Big Day Out australiano in Italia per un'unica data. Il 25 marzo a Torino (luogo da

definire, www.ticketone.it) •• Il reggae bianco e vivace degli UB40 torna in concerto. Gli inglesi UB 40 saranno il 24 marzo a Zurigo presso l'Hallenstadion. (www.goodnews.ch) •• Di sicuro fascino il concerto di Norah Jones che si terrà il 5 maggio presso l'Arena di Ginevra. (www.goodnews.ch) •• Attesissimo il potente live dei Metallica: il 18 giugno sono attesi presso il Letzigrund Stadion di Zurigo. (www.goodnews.ch) Transilvania.

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Il tour promozionale per il nuovo disco dei Lost Prophets farà tappa l'11 marzo a Milano al

I Franz Ferdinand, la band sensazione di questo mese sarà in tournée in Italia per le date 12 marzo (Rainbow,

Milano) e 13 marzo (Covo, Bologna). Info su www.italygiglist.it •• Attesi con trepidazione dai fan i Belle & Sebastian che ammalieranno il pubblico con le loro melodie il 17 marzo, a Milano all'Alcatraz. Info su www.italygiglist.it •• Un'evento da non perdere il concerto dei Monster Magnet con i Gluecifer e i The Quill il 30 marzo al Transilvania di Milano. Info su www.italygiglist.it.


038

re.vision di squalo

Ebbene sì : vi ho mentito! Per svariati numeri di re.set (almeno due) vi avevo ufficialmente annunciato che quest’anno Hollywood si era trasferita nei Caraibi all’arrebbaggio di spettatori assetati di corsa-

irati p i a d to a t t o r i D Infatti tra La Maledizione della Prima

ri&filibusta.

Luna (quante gliene ho lanciate!), Simbad e Master & Commander il mood sembrava proprio essere quello. Invece con il passare del tempo e lo scorrere della pellicola

m’è venuto il dubbio che l’annata

2003-2004 verrà, se non ricordata, almeno segnata dallo sbarco di team-up e crossover. Non so nemmeno se i termini che ho usato per definirli siano esatti (anzi : non so nemmeno se qualcuno si sia premurato di coniarli per la Settima Arte…nel qual caso state assistendo ad una primizia!), lo confesso : li ho rubati paro-paro dal mondo dei fumetti dove questa pratica è in auge da molto più tempo. La ricetta di un team-up (o del crossover, una differenza dovrebbe esserci ma mica l’ho capita) è semplice: si prende un super-eroe, solitamente racchiuso nella sua bella testata, e lo si fa interagire insieme ad un altro di un’altra serie. I primi vagiti di questa tendenza si erano avuti agli albori dell’edizioni Marvel quando Johnny Storm (l’Uomo Torcia dei Fantastici Quattro) e Peter Parker (Uomo Ragno) si scambiavano visite di "cortesia" (in verità si detestavano neanche troppo garbatamente) nelle reciproche testate. Il vero boom dei team-up c’era stato negli anni '90 con una mini-serie che mi aveva fatto impazzire : Le Guerre Segrete. Qualcuno aveva rapito su un lontano pianeta tutti i maggiori Super Eroi e Super Cattivi della Marvel affinchè lottassero tra loro. Uomo Ragno, Fantastici Quattro, Vendicatori, X Men tutti insieme appassionatamente contro la peggio teppa di questo ed altri sistemi stellari. Anche sul fronte della D.C. Comics e Dark Horse team-up e crossover iniziarono a prender piede nella mia collezione di fumetti. I miti restano senza dubbio le apparizioni tra le pagine di Hitman di Superman e Batman (quando Tommy Monaghan vomitò sul bat-mantello mi rotolai dalle risate!) e lo strano frullato di Alien Vs. Predator. Strano all’inizio ma straordinario nella trama e nelle trovate, nelle sfumature di una storia davvero entusiasmante! Ecco che (finalmente!) arriviamo al cinema. Verso i primi di giugno dovrebbe uscire sugli schermi statunitensi il team-up tra l’alieno creato da H.R.Giger ed il predatore già smazzuolato da Schwarzy. Dal trailer (visionabile dal sito ufficiale (www.avpmovie.com) e dalle notizie scovate in rete, sembra che l’unica cosa veramente tosta sia lo slogan sul poster: “Whoever wins...we lose.” (“Chiunque vinca…noi perdiamo.”).

Perchè del fumetto originale pare che il regista Paul W.S. Anderson (quello di Resident Evil) abbia mantenuto unicamente il titolo e l’ispirazione. E se dovremo aspettare ancora un po’ per gustarci questo scontro di titani per la battaglia tra altre due icone del male, possiamo già andare in videoteca visto che i nostri gestori delle sale hanno decisamente snobbato Freddy vs. Jason. Anche Krueger contro Voorhees non sembra all’altezza delle speranze dei fans (soprattutto pensando che ci sono voluti più di dieci anni per portarlo sugli schermi) ma come titolo, bisogna ammetterlo, è decisamente accattivante. Forse accattivante è proprio il termine più consono per questi team-up/crossover: rendono molto bene come poster, come trailer, mettono l’acquolina in bocca ai fans per deludere immediatamente ogni e qualsiasi speranza appena strappato il biglietto. La Leggenda degli Uomini Straordinari (casper : Quatermain, Nemo, Harker, l’uomo invisibile, Gray, Sawyer e Jekyll/ Hyde erano una bella ammucchiata !) e per Underworld (vampiri contro licantropi di base, il peggio de Il Corvo, Blade e Matrix shakerati in effetti) non si può certo dire abbiano mantenuto le promesse e Van Helsing (Dracula e consorte), ancora l’uomo lupo, l’intera famiglia Frankenstein e Igor, sono il prossimo appuntamento previsto per la prima settimana di maggio. Però il rotellone (a metà tra quelli ninja e quelli di Goldrake) esibito sul poster non promette nulla di buono. C’è solo la speranza che la tendenza non degeneri definitivamente creando strani ibridi altrimenti nelle sale rischieremo di ritrovarci Indiana Jones vs. James Bond, Hulk contro Zorro, Bridget Jones vs. Don Camillo e Lara Croft contro Nonna Papera…


039

cinema

di eric bouzigon

Musica alla Berlinale Si è svolta dal 5 al 15 febbraio scorso la 54ima edizione della Berlinale, una delle massime manifestazioni cinematografiche mondiali. Vetrina di quest'importantissimo festival è naturalmente la competizione internazionale che ha visto concorrere ventisei film. Il vincitore di quest'edizione è stato il tedesco d'origine turca, Fatih Akin col suo Gegen die Wand. Come spesso succede sono state però le sezioni parallele come "Panorama" che hanno offerto alcune delle cose più interessanti. Uno degli aspetti marcanti è stata l’abbondanza di documentari su gruppi musicali o cantanti che a loro modo hanno cambiato o influenzato la cultura pop e rock gli anni passati. Dentro sale piene all’inverosimile, i documentari su Bob Dylan, Klaus Nomi, Metallica e Ramones si sono ritagliati la parte del leone. Don't look back è un vecchio documentario del 1967 rimasto inedito per anni che ritrae un giovane Bob Dylan durante il suo tour inglese del 1965. Il film alterna canzoni live ad interviste al cantautore americano. L’aspetto curioso di questo documentario sono le domande completamente sciocche dei diversi giornalisti dell’epoca, visibilmente poco preparati per non dire completamente ignoranti sulla nascita di nuove tendenze culturali giovanili di questo periodo, in piena rottura con i canoni musicali dell’epoca. Se l’inizio è interessante, dopo una ventina di minuti questo documentario comincia a ripetersi e quindi ad annoiare. Molto diverso è invece il ritratto del cantate techno-lirico Klaus Nomi nello straordinario The Nomi Song, girato con molta fantasia dal regista statunitense Andrew Horn. Nato in Baviera nel 1944 Klaus Nomi s'interessa giovanissimo al canto lirico. Rapidamente si fà conoscere negli ambienti classici soprattutto grazie alla sua voce in falsetto. Quando sembra avvicinarsi al successo, a causa della sua eccentricità il mondo lirico lo rigetta. Espatriatosi a New-York molto rapidamente diventa una delle colonne portanti della cultura omosessuale underground locale. Crea una setta di uomini spaziali, si esibisce come attore in diversi film sperimentali, fonda un gruppo di musica elettronica, disegna vestiti e scrive poesie. Verso la fine degli anni '70 è una star a tal punto da diventare il costumista personale di David Bowie. Sempre impegnato nell’universo musicale, finalmente comincia ad incidere. Il primo disco è un flop totale, non però il secondo che spopola soprattutto in Europa ma, gravemente ammalato, non potrà godersi questa popolarità. Morirà di Aids nel 1983, abbandonato da tutti. Sempre a New-York, i registi Jim Fields e Michael Gramaglia ci mostrano nel loro End of the century : the story of the Ramones, vita, morte e miracoli dei precursoni del punk americano. Conosciutisi nel Queens questi ragazzotti diventeranno, come Klaus Nomi ma nell’ambiente rock, una bandiera dell’underground di New-York. Girato con molta intelligenza, i registi mescolano abilmente la vita del gruppo con il mondo che li circonda. Ultimo film musicale presente a Berlino, è Metallica: some kind of monster. Questo documentario è parecchio diverso dagli altri, non solo per quel che concerne l’inedita lunghezza (dura 140 minuti) ma soprattutto per quel che riguarda l’approccio. Non un documentario di tipo storico, ma piuttosto un quasi trattato di psicologia rock. I due registi Joe Berlinger e Bruce Sinofsky ci mostrano le frustrazioni, gioie e tensioni dei membri del gruppo prima, durante e dopo l’incisione del loro ultimo disco St. Anger. Molta musica a Berlino quindi. L’unico rammarico è comunque sempre lo stesso; visto le dimensioni del Ticino e la sua avversità a vedere film in versione originale; molto difficilmente questi film giungeranno nelle sale cinematografiche alle nostre latitudini. Non resta quindi ai fans che sperare che una qualche televisione musicale li diffonda.


040

re.vision

cinema

di ado bader

Welcome to the jungle Un wrestler nella giungla In arte è “The Rock”, ma con la musica ha ben poco a che fare. Le sue specialità, infatti, sono i muscoli ed il cinema d’azione. Vi stiamo parlando dell’attore Dwayne Douglas Johnson, e del suo ultimo film Welcome to the jungle. Nel film il famoso wrestler veste i panni di Beck, una sorta di gorilla specializzato nella riscossione di debiti. La sua affidabilità ed i suoi metodi spicci gli hanno guadagnato il rispetto e la fiducia dei più facoltosi boss della malavita. Ma Beck, stanco di darle (e prenderle) di santa ragione, è deciso a ritirarsi dal mercato per lanciarsi nel campo della ristorazione. Uno dei suoi clienti, però, lo convince a portare a termine un ultimo incarico: il recupero del figlio scomparso nelle foreste pluviali del SudAmerica. Diretto dal regista di Cose molto cattive Peter Berg (ed inoltre interpretato da Sean William Scott, Christopher Walken e la bella Rosario Dawson), Welcome to the jungle è un divertentissimo film che, seguendo le orme di Indiana Jones, miscela alla perfezione gli elementi del cinema avventuroso con l’ironia tipica di The Rock.

Inseguimenti mozzafiato, combattimenti nel cuore della giungla, frutti allucinogeni e scimmie impazzite: questo ed altro nell’imprevedibile e godibilissimo Welcome to the jungle. In occasione dell’uscita di Welcome to the Jungle nelle nostre sale la Buena Vista Pictures mette in palio dei bellissimi gadget del film ai primi cinque lettori che risponderanno correttamente alla seguente domanda: Qual è la professione del personaggio interpretato da The Rock in Welcome to the Jungle? 1. Buttafuori 2. Esattore di debiti 3. Gestore di ristorante Inviare un e-mail (con l’intestazione “Welcome to the Jungle”) a redazione@resetmagazine.ch indicando la risposta esatta e l’indirizzo personale.

The School of Rock Un rocker alle elementari

Sei deluso dalla persistente crisi economica e frustrato perché non riesci a realizzare i tuoi sogni? Canta che ti passa! Sembra un'affermazione azzardata in periodi di “magra” come questi, eppure c’è chi prendendola alla lettera si è ritrovato la fortuna dalla propria parte.

Al protagonista di The School of Rock succede più o meno la stessa cosa. Dewey Finn (Jack Black) è uno sfigatissimo chitarrista hard-rock che vive nell’appartamento del suo migliore amico. La compagna di quest’ultimo, però, non ne può più dello stile di vita del ospite che è perennemente squattrinato e non riesce a pagare le rate d’affitto. Ma Dewey vuole solo rincorrere il suo sogno e un giorno, forse, sarà famoso e potrà esibirsi davanti a vaste platee di fan.

Le brutte notizie, però, sono dietro l’angolo: la sua band, infatti, decide di licenziarlo in tronco ed i suoi coinquilini lo informano che se non pagherà l’affitto nel giro di una settimana, dovrà levare le tende dall’appartamento. Grazie ad uno stratagemma e ad un pizzico di fortuna, Dewey riesce a farsi assumere come supplente presso una scuola elementare. Il suo piano? Reclutare una band tra i suoi allievi e vincere il prossimo importante concorso rock. Oltreoceano, The School of Rock (di cui vi avevamo brevemente accennato qualche mese fa in occasione dell’anteprima al Festival di Toronto) è stato uno strepitoso successo. Il merito lo si deve al talento dell’attore Jack Black che nel film è scatenato più che mai: con il risultato che il film non solo è riuscito, ma annovera una simpatica colonna sonora e gustosi ammiccamenti al mondo del rock. In visione nelle sale ticinesi.

Per questa esclusiva TCS in omaggio due biglietti d'entrata al Cinestar di Lugano ai primi dieci lettori che invieranno un e-mail (con l'intestazione "School of rock") a redazione@resetmagazine.ch indicando nome, cognome e il proprio indirizzo personale.


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nextscreen

di erik console

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Nuova sfida per Johnny Depp: la riduzione per il grande schermo di un romanzo che sembrava impossibile portare al cinema (The Diving Bell And The Butterfly). Il libro in questione è l'autobiografia di JeanDominique Bauby, che a seguito di un infarto si è ritrovato con il cervello perfettamente funzionante, ma il corpo totalmente paralizzato. Fa eccezione la palpebra sinistra, grazie alla quale riesce a comunicare con l'esterno. Il romanzo narra la sua vita prima dell'incidente, la condizione in cui si trova dopo, i viaggi immaginari in posti esotici nei quali si rifugia per sfuggire alla paralisi. JeanDominique Bauby è morto tre giorni dopo la pubblicazione del suo libro. La Universal Pictures ha finalmente affidato la realizzazione del film a Julian Schnabel. Il poliedrico Schnabel, che è anche un pittore neo-espressionista, ha già diretto Basquiat (1996) e Prima Che Sia Notte (premio speciale della Giuria al Festival di Venezia 2000).

77 Nel mirino della critica per il film The Passion of Christ, definito di stampo antisemita, Mel Gibson fa ancora parlare di sé per questioni religiose: pare che sia proprietario di una chiesa a Malibu, a nord di Los Angeles, in California. In base alle dichiarazioni fiscali dell'attore, si è scoperto che ha versato cinque milioni di dollari alla Holy Family Catholic Church di Agoura Hill. La chiesa è di fede cattolica tradizionalista, in quanto non riconosce gli insegnamenti del Concilio Vaticano Secondo. Intanto, in un'intervista tv esclusiva a SkyTg24, Mel Gibson si difende dalle accuse di antisemitismo piovute sul suo film. "Condanniamo gli autori di chi ha ucciso Gesu, ma non i loro antenati o i loro discendenti" afferma Gibson "non è assolutamente un film antisemita. Non avrei potuto farlo. I principi alla base della mia fede cattolica mi dicono che devo essere tollerante con tutti gli uomini. Considero qualsiasi forma di razzismo una vergogna e un peccato". Un film, questo, che farà ancora discutere.

Cosa bisogna fare: è sufficiente scrivere un testo-parodia, in italiano o in dialetto, sulla melodia di un grande successo rock: SATISFACTION dei Rolling Stones. Spedisci il testo a Rete Tre, Radio Svizzera, 6903 Lugano, oppure invialo via e-mail all’indirizzo rock@rtsi.ch. entro il 20 marzo! Se sarai tra i migliori “apprendisti rockettari”, Rete Tre ti richiamerà per farti cantare!!!

77

Spike Lee è uno specialista nel confonderci le idee… Per realizzare il suo film su Joe Louis, il leggendario pugile meticcio, ha scritturato il bianco Van Diesel. Come risolverà il problema sul colore della pelle? Staremo a vedere. Intanto possimao anticiparvi che Spike Lee (Fa La Cosa Giusta, Jungle Fever, Malcom X e La 25° Ora) ha scelto come soggetto Joe Louis, detto il bombardiere nero, per la ricchezza d'avvenimenti che hanno costellato la sua vita. Nato nel 1914 in Alabama (la madre è d'origini cherokee, il padre è un meticcio) all'età di 23 anni Louis divenne campione del mondo dei pesi massimi. Nel 1938 affrontò sul ring il tedesco Max Schmeling e venne sconfitto: la propaganda nazista ne approfittò per celebrare la superiorità ariana. I due pugili si sfidarono di nuovo in un clima che va ben oltre l'evento sportivo: Joe Louis si aggiudicò la vittoria al primo round, dopo una micidiale raffica di cinquanta colpi. Amico di Frank Sinatra e Sammy Davis, sposato tre volte e padre di diversi figli, Louis ha disputato settantuno incontri da professionista: sessantotto vittorie, tre sconfitte.

77 Silvio Soldini torna dietro la macchina da presa e chiama a raccolta Licia Maglietta, Giuseppe Battiston e Marina Massironi, tutti protagonisti del suo fortunato film Pane e Tulipani. Il ritorno alla commedia per il regista italiano, dopo la parentesi drammatica di Brucio nel vento, s'ititola Agata e la tempesta. Agata ama i libri, il suo lavoro, suo fratello ed un uomo più giovane di lei. Ha una vita quasi normale, se si esclude il dono di far fulminare le lampadine ad ogni suo passaggio, che cambia drasticamente quando si rende conto che Gustavo, in realtà non è suo fratello. E’ l’inizio di una serie d'eventi che cambieranno la sua vita e quella di chi le sta vicino. Da marzo nelle sale cinematografiche italiane.

L’autore del testo più bello si aggiudicherà una chitarra Epiphone (valore 500.- franchi) autografata dal protagonista di “School of Rock” Jack Black (la sua firma non ha prezzo). Non è tutto: i primi tre vinceranno un Corso Antisbandamento TCS (valore 300.- franchi). E poi colonne sonore, t-shirt e gadgets di Rete Tre agli altri partecipanti. La premiazione avverrà in occasione dell’anteprima del 31 marzo al Cinestar di Lugano. Per informazioni 091-803 91 74


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re.vision

La rassegna Cineroom coordinata dal collettivo Cinemino procede con regolarità la sua stagione cinefila del mercoledì sera presso il Living room, il noto locale luganese situato in via Trevano. Per la serie Roman Polanski - La trilogia degli appartamenti in programma il leggendario e discusso film di Polansky del 1968, Rosmary’s baby. S'inserisce questo mese la serie Dogma, che presenterà il noto film danese Festen di Thomas Vinterberg. In cartellone inoltre una proiezione per il ciclo Difficili convivenze - Il cinema del conflitto rivolto alle tematiche sociali, ed una dedicata al Cinema di genere. Cineroom è l'occasione fuori dal comune e dall'atmosfera accogliente dedicata a molti capolavori del cinema, nonché a film che difficilmente si possono vedere dalle nostre parti. L'entrata è gratuita. Apertura alle 21.00 ed inizio proiezione alle 21.30. Per informazioni: www.livingroomclub.ch www.thermos.org/cinemino 10 marzo Roman Polanski - La trilogia degli appartamenti Rosmary’s baby (Usa, 1968) regia di Roman Polanski soggetto di Ira Levin musiche di Cristopher Komeda e Ludwig Van Beethoven con Mia Farrow, John Cassavetes, Ruth Gordon, Sidney Balckmer, Maurice Evans. (versione originale inglese con sottotitoli in italiano) 17 marzo Il cinema di genere Harold and Maude (Usa, 1971) regia di Hal Ashby dal suo romanzo omonimo di Colin Higgins musiche originali di Cat Stevens con Bud Cort, Ruth Gordon, George Wood, Eric Christmas, Cyril Cusack, Ellen Geer, Vivian Pickles, Charles Tyner. (versione originale inglese con sottotitoli in italiano) 24 marzo Difficili convivenze - il cinema del conflitto Yossi & Jagger (Israele, 2002) regia di Eytan Fox soggetto e sceneggiatura di Avner Bernheimer musiche originali di Ivri Lider con Ohad Knoller, Yehuda Levi, Assi Cohen, Aya Steinovitz, Hani Furstenberg (versione originale con sottotitoli in italiano) 31 marzo Dogma Festen (Danimarca 1998) regia e soggetto di Thomas Vinterberg musiche originali di Lars Bo Jensen con Klaus Bondam, Gbatokai Dakinai, Helle Dolleris, Trine Dyrholm, Therese Glahn e altri (versione in italiano) 11 marzo Living room - Lugano No Artificial Anything di Patrik Soergel e Ryan Fenson-Hood Al di fuori della rassegna Cineroom, giovedì 11 marzo verrà presentato in anteprima presso il Living room l'interessante road movie/documentario No Artificial Anything, girato negli Stati Uniti dal cineasta ticinese Patrik Soergel in collaborazione al suo omologo statunitense Ryan Fenson-Hood.

rassegne Freaks

a Chiasso

Prosegue la rassegna cinematografica Freaks presso il Cinema Teatro di Chiasso, un festival rivolto alle figure "mostruose" del cinema. Tre i film in programma, tra cui lo storico King Kong del 1933 diretto da Ernst B. Schoedsack che è già stato proiettato il 19 febbraio. In marzo e aprile saranno proposte le restanti due pellicole. Il 27 marzo è la volta de Il gabinetto del dottor Caligari (a regia di Robert Wiene, nel 1919), il capolavoro del cinema espressionista tedesco dove si dipana la vicenda dell'inquietante dottor Caligari che esibisce in un baraccone da fiera il sonnambulo Cesare, l'inconsapevole esecutore dei suoi atroci delitti. Un film del brivido la cui colonna sonora sarà curata dal vivo da Marco Dalpane al piano e Ugo Mantiglia al violino. Una proiezione storica pure per il 24 aprile, ovvero Lo sconosciuto (The Unknown, 1927) ad opera di Tod Browning, un regista a tutt’ora insuperato nel trascendere le barriere che dividono l’umanità dalla bestialità (si ricordi il suo capolavoro Freaks), che ha costruito questa pellicola sull'eccezionale bravura dell'attore Lon Chaney, qui affiancato da una giovanissima Joan Crawford al suo primo ciak. Per l'occasione la colonna sonora sarà eseguita da quattro giovani svizzeri specializzati in questo tipo d'esecuzione musicale: Zeno Garbaglio al violoncello, Dragos Tara al contrabbasso, Laurent Bruttin e Benoit Moreu ai clarinetti. Entrambi i film iniziano alle 20.30. La biglietteria del Cinema Teatro è aperta al pubblico per prenotazioni ed acquisto da mercoledì a sabato dalle ore 17.00 alle ore 19.30 (tel. 091.6950916). Per informazioni: www.chiasso.ch (cliccare su Calendario spettacoli 2004)

ari 27 marzo Dr. Calig ) inet des mania, 1919 er G i Das Cab ar ig l Dottor Cal de to et in ab (Il G ert Wiene lino) regia di Rob Mantiglia (vio poste m co he ic (piano) e Ugo mus ne pa al D da Marco ed eseguite

24 aprile The Unkn own (Usa, 1927) regia di Tod Browning con Lon Cha ney e Joan Crawford musiche co mposte ed eseguite da Dragos Tara Zeno Gabag (contrabbass lio (violoncel o), Laurent B e Benoit Mor lo), ruttin (clarinet eau (clarinet to basso) to)


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re.ad di stefano kirk

Garth Nix Sabriel Nord Fin da piccola, Sabriel ha vissuto in un collegio al di qua del grande muro che delimita il confine col Vecchio Regno, fuori quindi della portata della Libera Magia e lontano dai Morti che non si rassegnano a rimanere tali. Ma adesso suo padre, il mago Abhorsen, è scomparso, e Sabriel deve andare nel mondo dei morti per salvarlo. Sulla via troverà dei compari che la accompagneranno nel suo cammino: Mogget, la cui forma felina nasconde un potente spirito, e Touchstone, un giovane mago che è stato a lungo schiavo di un sortilegio. Circondati da trappole e pericoli, i tre viaggeranno attraverso il Vecchio Regno, verso uno scontro che li costringerà a confrontarsi con le forze originarie della vita e della morte e che porterà Sabriel faccia a faccia con il suo stesso destino. Classica trama fantasy che non mancherà d'ammaliare grandi e piccini che, dopo Harry Potter e il Signore degli anelli, hanno sempre più voglia di coinvolgenti avventure magiche. Il quarantenne autore australiano Garth Nix con questa sua opera prima è stato nominato il migliore esordiente del 2003 dalla giuria del British Book Award. Ottima peraltro la traduzione ad opera di Fabrizia Villari Gerli. Un libro davvero per tutti, piacevole e narrato in maniera convincente.

Claudia Salvatori Ildegarda - Badessa, visionaria, esorcista Mondadori Claudia Salvatori si è laureata in lettere con una tesi su Santa Caterina da Siena. Sceneggiatrice di fumetti e di cinema, ha vinto nel 1985 il Premio Tedeschi con Più tardi da Amelia. Ha pubblicato con Mondadori numerosi romanzi thriller vincendo il Premio Scerbanenco nel 2001 con Sublime anima di donna. La Salvatori si cimenta questa volta con una biografia storica che penetra il mistero della personalità di Ildegarda di Bingen (1098-1179), una delle più importanti figure della gran mistica femminile medievale: nata nel 1098, Ildegarda potrebbe essere una donna moderna d'oggi, per l'universalità del suo messaggio. Monaca benedettina, fu mistica visionaria, grande scrittrice, profetessa, musicista, medico e alchimista, ed una studiosa eclettica. Pellegrinò per tutta la Germania predicando, e fu in contatto con re, imperatori e papi. Si occupò di medicina e letteratura, di scienze naturali e cosmologia, di teologia e poesia con la stessa passione impiegata per la preghiera. Come badessa di San Rupert e di Eibingen, Ildegarda fu un'abile imprenditrice che amministrò terreni e beni immobili e diede lavoro a numerose famiglie di contadini e artigiani. Nella sua vita conobbe le più grandi gioie e le più terribili tragedie; e per rimanere fedele a se stessa, alle sue visioni, alla fede, si oppose al potere, si tratti di sfidare l'imperatore Federico Barbarossa o i suoi stessi diretti superiori nella gerarchia ecclesiastica. Questo romanzo storico, che avvince per scorrevolezza e capacità d'intrigare il lettore, fa rivivere un personaggio affascinate, che ha amato, sofferto e combattuto le sue battaglie con una forza esemplare, quella forza misteriosa ed universale che anima tante donne nel mondo.

Dennis Lehane Buio prendimi per mano Piemme pocket Un buon thriller, anche se non esaltante, questo di Dennis Lehane pubblicato in pocket per i tipi della Piemme. L'autore è considerato uno dei nuovi grandi talenti del thriller americano. La sua definitiva consacrazione è giunta con l'ottimo romanzo La morte non dimentica, che è rimasto a lungo ai vertici delle classifiche e da cui è stato tratto il film di Clint Eastwood, Mystic River. Per Piemme ha pubblicato inoltre Pioggia nera e La casa buia. In Buio prendimi per mano l'investigatore privato Pat Kenzie, ha l’incarico di proteggere il figlio di una nota psicologa perseguitato da minacce e messaggi anonimi. Sembra un caso semplice. E' invece l’inizio di un incubo angoscioso, cioè un'inevitabile serie di terrificanti assassinii apparentemente senza collegamenti, a parte uno: le vittime, su cui l’assassino si è accanito crudelmente, sono tutte persone che Pat Kenzie ha conosciuto in passato. E quindi il prossimo bersaglio potrebbe essere lui. La vicenda lo riporta di prepotenza agli anni vissuti in uno dei quartieri più abbruttiti e violenti di Boston. Come nel consueto stile dell'autore un romanzo che descrive un uomo ad un bivio, in bilico con la coscienza tra passato, presente e futuro.Godibile.


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libri Margaret Atwood L'ultimo degli uomini Ponte alle grazie

Uomo delle Nevi vive su un albero vicino al mare, avvolto in un lenzuolo sporco. Non sa che ore sono, ormai nessuno lo sa più. Uomo delle Nevi fruga di continuo: cerca cibo, che spesso trova avariato, nelle terre desolate e infestate da animali ibridati e mutanti. Fruga fra i resti lasciati da una società distrutta inesorabilmente. Uomo delle Nevi ricorda le curiosità della sua gioventù, e rimugina di continuo sulle sue scelte che hanno contribuito a portare la Terra al tracollo, in nome di una scienza distruttrice. Uomo delle Nevi fruga nella sua mente alla ricerca dei tasselli di una storia antica quanto il mondo, cerca nomi, fatti, date. Storie che poi cerca di raccontare ai Figli di Crake, l'unica forma di vita intelligente reduce sulla Terra, frutto dell'ingegneria genetica responsabile del disastro totale. I Figli di Crake chiedono, vogliono sapere, ma lui come fa a spiegare il passato? Come fa a spiegare un tostapane, un'automobile, un hamburger? "Oh! Raccontaci, Uomo delle Nevi…". Uomo delle Nevi racconta storie, e le ripete fino allo sfinimento perché i Figli di Clarke vogliono imparare, hanno sete di leggende, di una ragione d'esistere, loro, esseri perfetti composti di clorofilla. Uomo delle Nevi però si sente solo e dunque s'abbandona al ricordo di Oryx, donna enigmatica e quieta, e al rancore per l'amico Crake, colui che con il suo sogno d'onnipotenza è riuscito a distruggere la diversità che ha caratterizzato l'umanità, creandone una nuova, più inquietante… La scrittrice canadese Margaret Atwood, con L'ultimo degli uomini, ci svela un mondo "oltre" alle possibili ipotesi d'eventuale catastrofe a causa delle nuove tecnologie scientifiche. L'ingegneria biogenetica non è un mistero per la Atwood, figlia di dottori in biologia, e il mondo dei sentimenti neppure: quest'autrice ha una sensibilità nel raccontare le sue storie a dir poco stupefacente ed avvincente. Come lei stessa dice: "Non voglio che questo mio romanzo sia considerato contrario alla scienza. La scienza è un mezzo per conoscere il mondo che ci circonda, e come tutti i mezzi può essere usata per bassi fini, può essere venduta e comprata, come spesso accade, ma in sé stessa non è un mezzo cattivo: è neutrale, come l'elettricità. Come ha sempre scritto ogni poeta, da Yeats a Blake, la forza che muove il mondo è il cuore umano, sono le emozioni. Queste ultime diventano sempre più forti. E' l'odio a distruggere le città, non le bombe. Mi chiedo allora se come specie abbiamo la maturità emotiva e la saggezza indispensabili per fare buon uso di questi mezzi tanto potenti… E sfido chiunque ad alzare la mano per rispondere che le abbiamo ". L'ultimo degli uomini è una presa di posizione verso quella scienza che rinuncia a una visione umana del mondo e che scavalca l'esigenza più profonda dell'umanità: la spiritualità in tutte le sue molteplici espressioni e manifestazioni. Consigliato.

comics Marianne Satrapi Persepolis Lizard Marianne Satrapi è nata nel 1969 a Rasht, sulla riva del Mar Caspio. Solo nel 1984 si trasferisce in Austria per frequentare il liceo francese di Vienna, quindi nel medesimo anno si reca a Strasburgo per partecipare ad un concorso d'arte. Trascorre gli anni successivi in Francia, dove inizia la carriera di fumettista, debuttando nel novembre 2000 con il primo volume di Persepolis, opera per la quale riceverà prestigiosi premi. Quest'opera a fumetti è l'autobiografia dell'autrice iraniana raccontata in un bianco e nero sobrio, resa avvincente dall'umorismo di fondo e dal tono leggero dovuto alla distanza che l'autrice prende dalla vicenda malgrado la gravità e la tragicità degli eventi narrati, un po' alla maniera del grande Art Spiegelmann con il suo leggendario Maus. Il quarto volume della serie appena uscito per la Lizard racconta di quando Marianne, dopo alcune disavventure in Europa, ritorna a casa in Iran dopo l'avvento dei religiosi fondamentalisti alla guida del suo paese. L'impatto con la sua famiglia che non vede da anni, con le amiche, con i conterranei e con regole ed obblighi severissimi, è sconvolgente, ed all'inzio ne rimane annichilita ammalandosi di depressione. Marianne però non si lascia perdere d'animo, e grazie alla sua proverbiale caparbietà s'adopererà ad avviare dei piccoli ma definitivi cambiamenti nell'ambiente circostante. Consiglio la lettura di tutti i quattro volumi di questa serie ironica, profonda ed immediata. Utile per vedere con occhi diversi la vita della gente comune in Iran, che, malgrado i soprusi e la dittatura, è animata da uno spirito di rivalsa che s'esprime soprattutto nei piccoli gesti quotidiani. Una piccola nota di demerito agli editori per la superficiale cura alla traduzione e alla trascrizione dei testi, errori minimali che frenano un po' la scorrevolezza della lettura.


046

report

re.ad di apache

Le origini

ueste ito: q r r e u ero agg spirit elle p d o n o r u o ed , ovve sati. rofon oetry c i p m rovvi m p n a l u s m i , dello ti od oesia nziali recita Una p e i s s r s e e v i enti olpi d mpon eac d i le co f s delle ce o n a m for Lello Voce, slam fighter.

Il fenomeno slam è nato come un movimento sociale ed aggregante. La sua data di nascita risale a metà anni '80 quando a Chicago il jazz-club Green Mill fu eletto ritrovo dei poeti della città. Lo storico locale Green Mill è un luogo di ritrovo centenario, dove sono passati i più grandi artisti del jazz. Durante il probizionismo era in mano alla mafia ed era il luogo preferito di Al Capone e compari, come documentano le tante fotografie appese sul muro dietro il massiccio bancone del bar. Il riferimento incontrastato dello slam poetry degli inzi fu Marc Smith, un muratore amante della poesia che dovunque c’era la possibilità di avere un “open mike” (un microfono) leggeva le sue composizioni. Smith leggeva le sue poesie con furore, interpretandole in uno stile dal forte impatto emotivo. Voleva che il pubblico stesso diventasse parte attiva, in scontri tra il poeta e gli astanti. Smith aveva inventato lo “slamming”: la poesia contro le norme, la poesia controccorrente, la poesia come sfida, la poesia in mano al pubblico. Fin dall'inizio, quindi, si capì che lo slam non era un affare per letterati schizzinosi, trattandosi di multiforme poesia "urbana" e a livello d'uomo. Lo slam puro è un'arte orale che in genere rifiuta la pubblicazione e gli editori. Così, senza intermediari, la poesia ha finalmente raggiunto un pubblico popolare e giovane.

Siete interessati ad organizzare una sfida di slam poetry? Le regole internazionali delle sfide di slam sono: 1. L'Mc (Master of Ceremony) deve dirigere la manifestazione interagendo e facendo interagire il pubblico il più possibile. 2. Possono partecipare tutti, senza limiti di età, sesso, fede religiosa o politica, purché in grado di scrivere e soprattutto di leggere ad alta Voce. 3. Ogni poesia deve essere stata scritta dal performer. 4. C'è assoluta libertà di tema, metrica ed espressione. 5. Non sono permessi accompagnamenti musicali d'alcun genere, solo voce e microfono. 6. Una giuria sorteggiata fra il pubblico e composta di cinque persone giudicherà ciascuna performance. Saranno eliminati il voto più alto e il voto più basso. 7. Ogni poeta avrà tre minuti per effettuare la sua lettura, pena una graduale riduzione dei punti acquisiti (mezzo punto per ogni dieci secondi in più di lettura). Alcuni slam hanno variazioni leggere sulle regole che la Poetry Slam, Inc. (www.poetryslam.com) ha sviluppato, ma la maggior parte seguono questa guida di riferimento. La regola chiave nello slam è che i giudici siano scelti all'interno del pubblico.

Oggi la slam poetry ha conquistato ogni parte del mondo. A volte, ma solo durante le performances di poeti singoli, e mai durante le gare, è presente pure un sottofondo musicale, in genere jazz improvvisato. Personaggio di spicco dello slamming italiano è il napoletano Lello Voce, colui che ha importato, dopo un soggiorno a New York, quest'arte nel Bel Paese. Combattente, caustico, dinamico, il quarantenne Voce è un poeta fuoco e fiamme il cui motto è "Poets go home ! Let us subvertising!", ed è definito come il Bono Vox della poesia italiana per carisma ed impegno politico-sociale (www.lellovoce.it). Di Voce è in uscita in maggio per Luca Sossella Editore (www.lucasossellaeditore.it) la sua quinta raccolta poetica, un libro-disco che raccoglie i quattro testi che hanno vinto il premio di poesia "Antonio Delfini" nel 2003 col titolo L'esercizio della lingua. Un'opera multimediale i cui temi sono quelli della crisi di fine millennio, della globalizzazione incipiente, della perdita del sogno e dell'utopia. Avvalendosi delle composizioni elettroniche di Frank Nemola, da tempo tra i collaboratori più stretti di Vasco Rossi, la recitazione di Voce costruisce il filo ritmico di uno spoken word ossessivo e assai ritmato, in cui parola e suono s'intrecciano e si completano a vicenda, disegnando così la nuova strada italiana dello slamming. Per il progetto Voce e Nemola hanno chiamato alcuni musicisti di valore e notorietà internazionale, tra cui il jazzista italiano Paolo Fresu, il tedesco Michael Gross (già tromba solista per Frank Zappa, autore di musiche per teatro e membro dei Berliner). Quaranta minuti di poesia che spazzano via ogni preconcetto sulla stessa.

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m osto. . E in Mi sp eloce v o n agni. lc a c "Io so di, i meiei pie eta. O e, i m b m m a a z sen mie g . ce. E eloce . Velo io g g ono v ia s v Io in . mino Sono il cam ideneta è m e, non ia il m b ia la c trac glio, on rin bile, n a u id div rmai. Non in sso, o e n n o. o c ammin no dis ora c e. So Io il . b e a tific a ret ri dall …" ce fuo s e p iorno un opo g d Sono o n d ior t Bloo etri, g da Fas chilom tratto , o e in c c o V Ma Lello


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teatro

re.art

............................................................................. 10 marzo

............................................................................. 27 marzo

Cinema Teatro - Chiasso La morte di Danton di Georg Büchner

T eatro Sociale - Bellizona Mondo Secondo di Duccio Camerini e Chiara Noschese

regia di Aleksandar Popovski con Cristian Maria Giammarini, Roberto Latini, Alessandro Riceci e altri (Teatro Stabile di Innovazione del Friuli-Venezia-Giulia)

regia di Duccio Camerini con Chiara Noschese

.............................................................................

............................................................................. 10 e 11 marzo Teatro Cittadella - Lugano La scuola delle mogli di Molière regia di Jaques Lassalle con Giulia Bosetti e Sandra Franzo (F.N.M. Srl)

............................................................................. dal 16 al 18 marzo Teatro di Locarno Camere da letto di Alan Ayckbourn regia di Stefano Messina con Viviana Toniolo, Stefano Altieri, Annalisa di Nola, Stefano Messina (Compagnia Attori e Tecnici)

............................................................................. 18 e 19 marzo Cinema Teatro - Chiasso La dodicesima notte o quel che volete di William Shakespeare regia di Antonio Latella con Anja Sesia, Angela Burico, Silvia Ajelli e altri (Teatro Stabile dell’Umbria)

............................................................................. dal 23 al 25 marzo Teatro Cittadella - Lugano The pretty story of a woman di Antonia Brancati e Francesco Bellomo regia di Ennio Coltorti con Manuela Arcuri e Francesco Bellomo

................................................................................... 31 marzo / 1 e 2 aprile Teatro di Locarno Notturno di donna con ospiti di Annibale Ruccello regia di E. M. Lamanna con Giuliana De Sio, Rino Marcelli

Notturno di donna con ospiti di Annibale Ruccello, con una bravissima Giuliana De Sio, è di forte impatto drammatico. Incomincia come commedia ravvivata dai sentimenti e da un’involontaria comicità popolare, ma finisce in tragedia, con l’andamento di un thriller cinematografico. In una periferia degradata, Adriana, sposata con figli, la notte è sempre sola. Si addormenta davanti al televisore acceso e sogna. Tra l’immaginario e il reale, arrivano in casa degli ospiti che sono la proiezione della sua mente. Alcuni di essi hanno stili di vita e comportamenti che le sono suggeriti dai modelli televisivi. Il finale, agghiacciante, ricorda recenti fatti di cronaca e la mitologica vendetta di Medea. Emozionante. Info e prenotazioni: tel. 091 756 10 93 / e-mail: info@teatrodilocarno.ch ................................................................................... dal 10 al 13 marzo

Entrata libera ............................................................................. 24 e 25 marzo

Teatro Sociale - Bellinzona Morte accidentale di un anarchico di Dario Fo

Cinema Teatro - Chiasso La visita della vecchia signora

regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani con Eugenio Allegri e la Compagnia del Teatro dell’Elfo di Milano

di Friedrich Dürrenmatt regia di Armando Pugliese con Isa Danieli, Massimo Foschi e altri (Compagnia Gli Ipocriti - Napoli)

............................................................................. dal 25 al 27 marzo Teatro Sociale Muratori di Edoardo Erba regia di Massimo Venturiello con Nicola Pistoia, Paolo Triestino e Compagnia

............................................................................. 1 e 2 aprile Teatro Cittadella L'anatra all'arancia di William Douglas Home e Marc Gilbert Sauvajon regia di Bruno Montefusco con Giancarlo Zanetti e Laura Lattuada

............................................................................. 26 marzo

Prendendo spunto da uno degli episodi più oscuri della storia italiana, Dario Fo ha costruito una commedia esilarante, nella quale l’ironia più surreale va di pari passo con la volontà di reclamare giustizia per la strage di piazza Fontana e per la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, volato da una finestra della questura. Il testo pesca a piene mani nelle dichiarazioni ufficiali e incongruenti che seguirono l’accaduto, già di ricche di spunti tragicomici. Una commedia esilarante, una farsa feroce che illustra in che modo “nulla eguaglia, come nella realtà, la stupidità degli uomini, specie quando possiedono il potere”. Un ottimo spettacolo interpretato da un istrionico e irrefrenabile Eugenio Allegri. ................................................................................... dal 17 al 19 marzo Il sess, che stress! - 16. Festival della comicità Dammi il tuo cuore … mi serve di Natalino Balasso con Natalino Balasso, Rita Pelusio e Compagnia

Nuovo Studio Foce - Lugano Quando le donne si raccontano spettacolo di danza regia e coreografia di Tiziana Arnaboldi con Elisa Cuppini, Alessandra Ferrari, Caroline Lam e Rosalia Ortega

............................................................................. 27 marzo Nuovo Studio Foce - Lugano Rassegna Teatri Possibili Olivetti - Alle radici di un sogno

Per la rassegna Il sess, che stress! - 16. Festival della comicità presso il Teatro Sociale di Bellinzona, in previsione il 17, il 18 e il 19 marzo una divertentissima commedia degli equivoci in cui sono coinvolti uno psichiatra, un matto, una bella paziente che s'innamora del matto, un’indagine poliziesca e un convento di campagna. E' il riuscito risultato comico della prima commedia scritta e interpretata dal comico Natalino Balasso.

regia di Gabriele Vaci con Laura Curino

Info e prenotazioni: Bellinzona Turismo tel 091 825 48 18

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re.ar t

................................................................. fino al 14 marzo

................................................................. fino al 18 maggio

Museo Cantonale (Ala Est) - Lugano Adriano Pitschen composizioni 1994 - 2003 ................................................................. fino al 4 aprile

Museo Civico di Belle Arti (Villa Ciani) - Lugano Arte in Ticino: il confronto con la modernità 1914-1953 opere dei massimi interpreti ed esponenti dell'arte ticinese d'inizio Novecento. ................................................................. fino al 15 giugno

Deposito TPL - Lugano pitture di Giorgio Zuncheller ................................................................. fino al 14 aprile Casa Cavalier Pellanda - Biasca mostra fotografica di Reza Khatir ................................................................. dal 12 marzo al 17 aprile La Fabbrica - Losone Pietre in valle Verzasca Fotografie di Mario De Biasi ................................................................. fino al 18 aprile Museo Villa dei Cedri - Bellinzona personale di Sonja Markus Salati ................................................................. fino al 18 aprile Museo Cantonale - Lugano Collezione permanente: I protagonisti con opere di Medardo Rosso, Edgar Degas, Camille Pissarro, Pierre-Auguste Renoir, gruppo Rot-Blau, Hans Richter, Oskar Schlemmer, César Domela, Julius Bissier, Jean Arp, Sophie Taeuber-Arp, Fritz Glarner. Massimo Cavalli, Livio Bernasconi, Flavio Paolucci, Gianfredo Camesi, Joseph Beuys, Thomas Schütte, Jean Vercruysse, Roni Horn, Anne e Patrick Poirier, Thomas Struth e altri. Due sezioni, una dedicata alla fotografia e l'altra all'arte contemporanea nella nostra regione, completano l'allestimento della collezione.

................................................................. fino al 30 aprile Art Room Fasco Group - Lugano Figure e nature dipinti a olio di Donatella Landi Vanoni ................................................................. dal 29 marzo al 9 maggio Museo Cantonale d'Arte (Ala Est) - Lugano opere pittoriche di Gregorio Pedroli ................................................................. dal 12 marzo al 30 maggio Pinacoteca Cantonale Giovanni Zuest - Rancate fotografie di Filippo Franzoni ................................................................. dal 23 marzo al 29 maggio Galleria Gottardo - Lugano Res. Lo stato delle cose fotografie di Antonio Biasiucci

Il Museo in Erba - Bellinzona In viaggio con Gauguin esposizione-gioco sull'arte di Paul Gauguin .................................................................

............................................................................. fino al 30 maggio Pinacoteca Comunale Casa Rusca retrospettiva di Pietro Dorazio - Roma 1927 Il pittore Piero Dorazio (Roma 1927) contribuì dopo il 1945 all’affermazione dell’astrattismo in Italia. La Pinacoteca Casa Rusca di Locarno ospiterà fin al 30 maggio una mostra retrospettiva della sua opera, forse la rassegna più puntuale nell’affrontare storicamente la creatività lungo tutto l’iter evolutivo dell'artista. Locarno ha diversi valori per Dorazio che, giovane artista, veniva spesso a far visita a Jean Arp che vi soggiornava. Arp ha avuto un ruolo centrale nel processo che ha portato Dorazio al riconoscimento della propria identità artistica, quanto è stata importante l’amicizia, durata tutta la vita, con il pittore e pioniere del cinema astratto Hans Richter. La rassegna accoglie dipinti realizzati tra il 1947 e il 2003, dipinti che mostrano sia il processo personale di Dorazio che ha intrapreso nella sua formazione artistica, sia il percorso che, proprio grazie al suo contributo fondamentale, ha consentito all’Italia di accostarsi alla scena artistica internazionale. Le opere esposte provengono prevalentemente dalla sua collezione privata, presupposto che garantisce l’elevata qualità dell’esposizione. Suoi lavori sono presenti in grandi musei di città sia europee sia americane (Amsterdam, Austin, Basilea, Berna, Berlino, Buffalo, Chicago, Düsseldorf, Francoforte, Londra, Milano, Mannheim, Monaco, New York, Parigi, Filadelfia, Roma, Stoccolma, Stoccarda, Vienna, Zurigo). L’impostazione della mostra è stata curata da Annette PapenbergWeber di Heidelberg, autrice della monografia Piero Dorazio, la via italiana verso l’astrattismo, Skira Editori, Milano (in tedesco: Verlag Schwabe & Co., Basilea).

................................................................. dal 26 marzo al 13 giugno Museo d'Arte Moderna - Lugano opere di Arnaldo Pomodoro ................................................................. .............................................................................


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fino al 19 settembre Il MoMA a Berlino Neue Nationalgalerie

René Magritte - The False Mirror

Vincent van Gogh- Nuit Etoilée

Amedeo Modigliani - Le grand nu

mostre

Per facilitare il restauro delle sue sale, il famoso museo d'arte moderna MoMA di New York ha deciso di esporre duecento capolavori del Ventesimo secolo a Berlino.

Un imponente ed irripetibile avvenimento la vasta mostra che è in programma fino al 19 settembre alla Neue Nationalgalerie di Berlino, dove per la prima volta duecento dei più importanti capolavori custoditi al MoMA (Museum of Modern Art) di New York sono visibili in Europa. Per quella che sarà una delle più interessanti mostre dell'anno in Europa, la scelta delle opere del MoMA destinate alla trasferta berlinese copre un periodo che va dal tardo impressionismo alla fine del '900. Fra i dipinti in mostra il famosissimo quadro La notte stellata di Van Gogh, la prima versione del dipinto La danza di Henri Matisse, e Il falso specchio di René Magritte, nonché splendidi capolavori di celebri artisti fra cui Cézanne, Picasso, Dali, Kandinsky, Modigliani, Braque, Léger, Balla, Carrà, Boccioni, Mondrian, Mirò, Hopper, Pollock, Rothko, de Koonig, Lichtenstein, Warhol… un'esposizione da togliere il fiato, per la quale vale la pena dedicare un intero weekend nella capitale tedesca.

L'avvenimento sarà arricchito da un intenso programma di scambi culturali fra le due metropoli, che spazierà dalla musica al cinema e al teatro: a Berlino è previsto un vasto programma in campo teatrale, musicale ed operistico, oltre a serate letterarie e cinematografiche. Il patrocinio della mostra - costata otto milioni e mezzo di Euro è del ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer e del suo collega statunitense, il segretario di stato Colin Powell. Uno scambio culturale trans-continentale che, prescindendo dall’ incalcolabile valore artistico dell'evento, definisce con chiarezza (dopo il "grande freddo" durante la guerra in Iraq) la ritrovata distensione dei rapporti tra Stati Uniti e Germania. Info su: www.das-moma-in-berlin.de

Es Baluard a Palma de Mallorca Non solo mare e sole

Una vacanza a Palma de Mallorca ora ha un valore aggiunto culturale d'alto spessore. Difatti, dove un tempo sorgeva l'antico fortino conosciuto come il Baluardo di San Pietro, situato nel cuore del centro turistico, è stato inaugurato il nuovo museo d'arte moderna e contemporanea Es Baluard.

Progettato all'interno delle mura rinascimentali del fortino, Es Baluard è un edificio di cemento bianco dalle linee pulite ed essenziali che si dipanano su tre piani collegati tra loro, all’interno e all’esterno, attraverso rampe, lucernari e balconate, e che propongono un dialogo costante tra l'antico baluardo e il nuovo edificio, tra modernità e tradizione.

L’edificio, che ha una superficie totale di 5.000 metri quadri di cui 2.500 dedicati agli spazi espositivi, è stato progettato dagli architetti Luis & Jaime García-Ruiz, Vicente Tomás e Ángel Sánchez-Cantalejo. Il museo ha una duplice attrattiva: artistica (con le sue collezioni, mostre e attività culturali di vario genere) e quella turistica, con la visita non solo dello spazio espositivo ma anche dell'interessante monumento storico le cui terrazze offrono al visitatore una vista spettacolare sulla città e sul golfo. Attualmente, nello spazio antico dell'edificio, cioè l'Aljibe dove c'è la "fonte" del fortino, è in corso l'esposizione della nota artista tedesca Rebecca Horn, qui con un'incantevole istallazione di luci, testi e suoni che trasformano i solidi muri di pietra e il soffitto a volta in uno spazio surreale, etereo e mutevole.

Es Baluard ospita inoltre un'ampia collezione permanente d'arte moderna, risultato di una selezione d'opere d'artisti nazionali appartenenti alle raccolte pubbliche assemblate negli anni dalle istituzioni governative delle Baleari. Sono esposte, inoltre, un’importante collezione d'opere su carta della tappa maiorchina di Joan Miró, ed una rilevante raccolta di ceramiche di Picasso, realizzate a partire dagli anni '40. In mostra pure un’ampia rappresentazione di artisti astratti della seconda metà del Ventesimo secolo: i francesi Masson, Mathieu, Fautrier o Klein e gli spagnoli Saura, Millares, Juana Francés, José Guerrero, Feito, Guinovart, Mompó, Labra Suazo e Andreu Alfaro; o artisti del nord d’Europa come Karel Appel e i tedeschi Wols, Hans Hartung e Will Faber. Info su: www.esbaluard.org


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re.ar t di gabi

© 2003 by Annie Leibovitz. The White Stripes, New York City, 2003

© 2001 by Annie Leibovitz. Lucinda Williams, Austin, Texas, 2001


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gallery Annie Leibovitz

Una leggenda tra le icone della musica americana Il nuovo museo The Hospital di Londra ha in corso fino al 9 maggio un'importante mostra dal titolo American Music in trasferta per la prima volta in Europa, che espone le opere di una leggendaria fotografa americana, Annie Liebovitz. Nata nel 1947 nel Cunnecticut, Annie Leibovitz iniziò la sua carriera di fotografa presso la rivista Rolling Stones nel 1970, ricevendo rapidamente il plauso degli addetti al settore, e divenendone a breve la fotografa principale. Da allora la Leibovitz ha proposto con gran successo immagini che hanno testimoniato i sogni e le sfide che da sempre accompagnano la cultura popolare americana. Le sue foto sono state pubblicate nel corso degli anni anche da riviste internazionali quali Vogue e Vanity Fair. Le icone del rock sono da sempre il suo soggetto preferito. Assurti a simbolo dei tempi che cambiano, gli artisti del music-business si sono spesso affidati al suo occhio penetrante per le immagini di copertina e promozionali: ricordate l'immagine dei Blues Brothers con sigaretta in bocca, capello, occhiali e il viso dipinto di blu? Oppure quella foto di John Lennon nudo in posizione fetale che abbraccia Yoko Ono vestita, entrambi sdraiati sul pavimento? Oppure ancora quella di Jim Morrison a petto nudo e riccioli, raffigurato come un dio Adone? Tutte opere di Annie Leibovitz… e non saranno di certo le sue uniche famose immagini che per caso avete già visto su riviste e dischi.

© 2002 by Annie Leibovitz. Ryan Adams, Los Angeles, 2002

American Music è un progetto a lungo accarezzato dalla fotografa americana. Ripreso dopo anni d'accantonamento, la Leibovitz si è riavvicinata all'argomento con un occhio più maturo ed analitico. Nella mostra presso il museo The Hospital le icone della musica americana s'incontrano sotto lo stesso comune denominatore, cioè l'epopea della musica negli States. La mostra, progettata in maniera da delineare il corso della storia popolare statunitense, espone sessanta bellissime immagini di star del blues, del gospel, del jazz, nonché del rock, del country e del rap. © 1999 by Annie Leibovitz. Mary J. Blige, New York City, 1999

Partendo dal primo soggetto fotografato in passato per questo progetto, il noto blues-man R.L. Burnside, la fotografa ha percorso in lungo ed in largo gli Stati Uniti per cinque anni, dal profondo sud fino a Los Angeles, e dalle zone rurali del Texas fino a Detroit. Catturando momenti intimi e particolari, essa ha colto i soggetti in situazioni molto personali e famigliari. Leggende come B.B. King, Johnny Cash, Willie Nelson, Bruce Springsteen e Dolly Parton, e inoltre Eminem, Dr. Dre, The White Stripes, Mary J. Blige e molti altri s'offrono così al pubblico - tramite l'acuta e perspicace lente della Leibovitz in tutta la loro spontaneità ed autenticità. Per gli appassionati di musica questa è una mostra imprescindibile. The Hospital è un nuovissimo complesso espositivo multiforme ed originale situato nel Convent Garden di Londra, e che comprende spazi per mostre di tutti i generi, studi di registrazione Tv e musicali, ed alcuni spazi di ristoro. Per informazioni: www.thehospital.co.uk Fino al 9 maggio The Hospital - Londra American Music Fotografie di Annie Leibovitz

© 2001 by Annie Leibovitz. Willie Nelson, Spicewood, Texas, 2001


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re.ar t

concorso Musica dal vivo

Concorso di fotografia Ispirati dalla storia della grande fotografa Annie Leibovitz, sulla quale trovate un articolo nelle pagine precedenti, abbiamo deciso di lanciare questo concorso di fotografia il cui tema è Musica dal vivo. L’interpretazione di questo soggetto è libera, l’importante è che le vostre immagini rappresentino con efficacia l’argomento. Le tre opere più interessanti saranno giudicate dallo staff di re.set e pubblicate tra le pagine del numero di giugno e sul nostro sito. Verranno inoltre esposte, con le altre pervenute in redazione, presso lo stand re.set che sarà presente a molte manifestazioni musicali openair di quest’estate. Un’occasione unica d’esporre al pubblico le vostre opere, non mancatela! Gli interessati sono quindi invitati ad inviarci le loro immagini, possibilmente stampate su carta in formato A5 (più o meno), in bianco e nero oppure a colori, a vostra scelta. Il termine per l’invio è il 30 aprile. Non dimenticate d’indicarci i vostri dati ed il vostro recapito, affinché vi si possa contattare per eventuali informazioni e dettagli tecnici. Le immagini pervenute non saranno restituite. Le immagini non conformi al tema e alle dimensioni richieste non saranno prese in considerazione. Non verrà scambiata alcuna corrispondenza in merito. Inviate il vostro materiale a : re.set magazine Casella postale 4632 - 6904 Lugano Per informazioni scrivere a: redazione@resetmagazine.ch



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