reset 9-2003

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09 rivista mensile gratuita per le nuove tendenze: musica sport moda hi-tech eventi cinema letteratura arte

www.resetmagazine.ch

open.space Lettere dei lettori

hi.tech Pro Evolution Soccer 3

trend.setters Infiltration

free.style Bluewin Fly Session 03

11.2003

frozen



prenderò a pretesto il titolo che abbiamo scelto questo mese, ovvero ghiacciato, congelato, bloccato, per alcune considerazioni rivolte alle iniziative culturali giovanili in ambito universitario. A sette anni dalla sua fondazione l’Universtità della Svizzera Italiana si confronta con una ricerca a livello nazionale pubblicata a fine ottobre che fornisce i dati sull’indice di gradimento da parte degli studenti svizzeri verso i vari atenei universitari elvetici. Ebbene, l’USI ne esce abbastanza male, unici punti di lode in questa ricerca sono l’alto livello dei professori d’architettura della facoltà di Mendrisio e l’inserimento nel mondo professionale offerto della facoltà delle Scienze della Comunicazione di Lugano, per il resto si è rimediata una pubblicità estremamente negativa agli occhi del mondo studentesco elvetico. A dire il vero questa non è una novità, personalmente ho avuto modo di parlare con diversi studenti sia ticinesi che provenienti dalla Svizzera Interna che hanno o stanno frequentando il mondo universitario ticinese e che sono rimasti delusi dal suo ambiente generale dove verrebbe a mancare una componente di cultura umanistica e l’opportunità di sviluppare quelle attività o quei progetti collaterali basilari per un’esperienza universitaria. Colpa di un Ateneo restrittivo che blocca sul nascere le iniziative o colpa degli studenti che non si sanno organizzare? Comunque si voglia interpretare la questione non si prescinde dal fatto che delle soluzioni concrete vadano trovate immediatamente, rendere attrattivo il nostro polo universitario ai giovani helvet è fondamentale! I giovani ticinesi migrano a studiare in altre città portando il loro contributo, ma i presupposti per una contropartita in questo senso sembrano ancora non esserci. E’ in quest’ottica che trovo ancora congelato il fermento culturale che il challenge di una Università avrebbe dovuto portare al Ticino. Lettore di re.set, cosa ne pensi? Invito tutti coloro che hanno qualcosa da dire su questo argomento, re.set darà volentieri spazio alle vostre impressioni nella nostra rubrica open.space.

R.C.

editoriale

Caro lettore,


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index 08 open.space Lettere dei lettori

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trend.setters Report - Infiltration Report - Guerra d'idee Report - Lokarno in katalessi?

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free.style Report - Bluewin Fly Session 03

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hi.tech Webcorner & Websoft Cybercorner - 1983-2003 A vent’anni dalla nascita del Cd Report - Nokia Observation Camera & Cyberflash Games - Pro Evolution Soccer 3 Games - Dance Dance Revolution & Gameflash

016 018 019 020 021

re.view re.play Dischi - Recensioni Report - The Distillers & The Strokes Report - Ambasciatori della techno-(r)evolution Report - Scandinavian sound Live - Recensioni Live - Live preview Live - Agenda Localcorner

024 028 029 030 031 032 033 034

re.vision Cinema - Kill Bill Cinema - Lost In Translation Cinema - Rassegne Report - Promised Land Kult - Psycho

036 037 038 039 040

re.ad Libri - Camille De Toledo Libri - Recensioni & Kult Libri - Patrick McGrath & Bookcrossing Comics- La fantasia a Manorfumetto

041 042 043 044

re.art Teatro - Agenda Report - Laboratorio Mostre Gallery - Arte in movimento Gallery - Stefan Sagmeister

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Abo Impressum

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copertina by marco cassino


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mail LETTERE DEI LETTORI redazione@resetmagazine.ch

Ciao Gabi Volevo farti i complimenti per il numero di ottobre e per la bella intervista ai due "rampega" a tratti è davvero poetica! Basta con le lodi. Devo confessarti che ho letto con piecere (e sconforto) la recensione di Ha Ha Suond dei Broadcast, non voglio sindacare il guidizio di Mr.Loop ma scrivere che questo è il secondo disco della band… ahi, ahi… così si tralascia il disco Work and non work (Warp 1997) una vera perla di pop kosmiko. Ok, capita anche nelle migliori famiglie… Un abbraccio e buon lavoro Matteo Capobianco

open.space

Sì, è vero, la rubrica hi.tech è molto curata. Cogliamo l'occasione per ringraziare Alessio Cassis (che cura la sezione Cyber e Webcorner) e Michael Bartolotti, che con il bravo Marco Mascaro, cura la sezione Games, oltre ai collaboratori occasionali che contribuiscono con redazionali a tema. Un team di cui andiamo orgogliosi, senza di loro non sapremmo come fare!

Ciao Gabriella, grazie per il cd dei Godiva, l'ho già ricevuto ed ascoltato, ottimo! simile ai Sinner, Primal Fear etc. , molto melodico e un po' anni ottanta, proprio come piace a me! Ok allora, alla prossima! bye bye Walter

Risposta di Mr. Loop: Caro Matteo, Work And Non Work al quale ti riferisci non è un album ufficiale, ma bensi una complilazione di singoli usciti precedentemente per altre etichette, per questo motivo considero Ha Ha Sound dei Broadcastcome il secondo album ufficiale dopo il primo, The Noise Made by People del 2000. Comunque grazie per l'attenzione che poni sulle mie recensioni. Sapere d'avere dei lettori attenti come te è più che stimolante! Ciao

Ciao Gabriella Perdindirindina che tempismo! Beh! mi fa piacere ricevere il cd dei Godiva, tra l'altro ho notato che è in vendita al City Disc, io ho consigliato di fare il concorso a tre miei corispondenti italiani consigliandoli anche di visionare il sito, sisamai che un giorno vi espandete anche nella vicina penisola! Ciao da Andrea

Cari amici della redazione, è con piacere che leggo ogni mese la vostra rubrica hi.tech. Complimenti ai collaboratori che curano questa sezione che seguo ogni mese con attenzione. Il vostro magazine è completo, interessante ed ognuno ci può trovare molti stimoli e novità. Apprezzo il vostro lavoro e vi auguro di continuare così, su quest'onda travolgente. Hasta la vista! Roberto

Grazie a Walter ed Andrea per aver partecipato al nostro concorso dedicato ai Godiva (recensione in questo numero). Ricordiamo ai lettori di re.set che, oltre ad ricevere un Cd in omaggio se vi abbonate alla nostra rivista, è anche possibile vincere dei lavori discografici in promozione. Per saperne di più andate sul nostro sito www.resetmagazine.ch, dove, sotto il link Concorsi, trovate i dettagli in merito. Fatevi sotto!

Gentile redazione, sono una vostra affezionata lettrice fin dai vostri inizi. Re.set mi piace perché, pur essendo gratuito, è ricco d'informazioni e curiosità, oltrettutto dà uno spazio senza eguali nella nostra regione alla cultura giovanile ticinese. Una domanda però: da qualche mese avete lasciato perdere la rubrica di moda. Era una bella rubrica, ben fatta e con belle idee. Un po' mi dispiace di non trovarla più fra le vostre pagine. C'è un motivo particolare per questa "defezione"? Con affetto e stima Clara Pedretti Abbiamo notato che sui tagliandi di chi s'abbona (dove c'è uno spazio che chiede: Qual è la tua rubrica preferita?) non è mai stata segnata la rubrica life.style, mentre tutte le altre sono state più o meno indicate come preferite dai nostri 250 abbonati. Non abbiamo eliminato definitivamente la moda dalle nostre pagine, ne parleremo ad inzio stagione primaverile puntanto i riflettori su stilisti e creativi della nostra regione, oppure sui i trend street-style più originali. Abbi fiducia Clara, ritorneremo presto con novità e curiosità dal mondo fashion…

Errata corrige: ci scusiamo con Cultura Chiasso ed i rispettivi organizzatori per aver indicato sullo scorso numero di re.set delle date sbagliate riguardanti lo spettacolo di Beppe Grillo presso il Cinema Teatro di Chiasso.


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trend.setters di tanica

Infiltration Una disciplina per coraggiosi C’è chi dice che gli oggetti vengano sporcati dalla frequentazione umana, pertanto, quando le piante e le forme di vita randagie s’impossessano degli edifici e delle strutture metalliche, questi acquistano un nuovo significato, più aderente al loro aspetto estetico. Ora, anche Diderot affermava che “L‘attrazione irresistibile che il tema delle rovine esercita sulla sensibilità settecentesca è intimamente legata alla poesia struggente delle cose perdute”.


repor t

Tuttavia, non volendo entrare nel correntone filosofico secondo cui i ruderi, contemplati per se stessi, suscitano il ricordo di civiltà remote e inducono a meditare sulla fragilità delle sorti umane, preferisco rivelarvi il mio assoluto voler essere profano. E quindi vi parlerò sì di ruderi e di edifici abbandonati, ma come ne parlerebbe Indiana Jones. E fortunatamente non c’è suo padre qui a bacchettarmi (vi ricordate Indiana Jones e L’ultima Crociata?). Quando la natura comincia a impossessarsi di quanto è stato abbandonato dall’uomo, un gruppo di persone, sparse per il globo, si mettono in azione. Sono spiriti avventurosi, in discreta forma fisica, rinunciano volentieri alla discoteca e molto probabilmente, da bambini, facevano quel gioco per cui nelle notti d’estate bisognava andare solitari fino al fiume, per il sentiero fra i due campi di grano, per poi tornare superando la prova contro l’ignoto. E così, sì che ti passa la paura! Si fanno chiamare Urban Explorers, ma tendono a esplorare qualsiasi cosa sia stata abbandonata. Speleologi fai da te, non amano rilassarsi sotto una palma. Preferiscono, indubbiamente muniti di torce, guanti, cellulari o walkie talkie per non perdere mai il contatto, il brivido delle catacombe di Parigi, dei sotterranei di New York o delle cartiere di Amalfi. Pensate che una delle mete più gettonate di questi “infiltrati” è il lago artificiale di Vagli, situato nella parte orientale delle Alpi Apuane, vicino a Lucca. Questo lago fu realizzato nel 1941-1953 ostruendo con una diga il corso del torrente Edron. L'invaso coprì interamente il paese di Fabbrica di Careggine, fondato nel tredicesimo secolo lungo le sponde del fiume. Ogni dieci anni - la prossima volta sara' nel 2004 - il lago viene svuotato per consentire i lavori di manutenzione e per circa due mesi il paese riemerge, con le sue strade di fango, dal suo umido sonno. Immaginate qualcosa di più sfizioso per gli explorers?

State pensando a problemi di legalità? I diretti interessati si

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difendono così: “Non siamo né vandali, né predatori, ma solo esploratori interessati alla raccolta e alla divulgazione di materiale fotografico di luoghi dove la gente comune non è ammessa”. Speleologi non autorizzati insomma, che si organizzano in gruppo, scelgono gli obiettivi e si tengono in contatto tra loro attraverso una fitta rete di siti internet su cui si scambiano foto, mappe e informazioni. Sono questi dunque gli Indiana Jones del terzo millennio; chissà, forse anche in Ticino questa disciplina potrà avere i suoi seguaci. Certo gli edifici abbandonati non mancano. Adrenalinico è anche il rischio di venire beccati. Good luck!

Su internet esiste una vera e propria rete di appassionati di Infiltration. Ecco alcuni siti per entrare in questo sub-mondo: www.infiltration.org Sito canadese, una guida per chi vuole avvicinarsi a questa attività. www.urbanexplorers.net Sito americano, vi troverete consigli dall’eludere la sorveglianza, all’arrampicarsi lungo le pareti di un edificio e all’equipaggiamento necessario. www.geocities.com/sbaliani Portale italiano, raccoglie molte foto, vari articoli e citazioni sui luoghi abbandonati http://digilander.libero.it/weviolate.htm Home page di un gruppo d’esploratori italiani che raccontano le loro imprese.


>> Un’auto come tutte le altre? Non è da noi.

>> open your mind.


La smart forfour sta arrivando. Per maggiori informazioni, chiamate lo 0844 848 400 (max. 6,7 centesimi al minuto) o visitate il sito www.smart.com


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trend.setters di apache

Guerra d'idee Si chiama Guerrilla Marketing, il termine è stato introdotto dall'americano Jay Conrad Levinson che ne ha formalizzato le procedure ed i significati. Si tratta di marketing non tradizionale, progettato per arrivare ai massimi risultati con le minime risorse. Negli ultimi anni è stato adottato anche dalle grosse multinazionali, come per esempio la Nike, che ha lasciato uno dei propri loghi sui muri di molte città come se fosse un graffito. Tutti sanno che la pubblicità è estremamente efficace. Si sa pure che è terribilmente costosa. Un costo che si ripercuote sui prezzi dei prodotti. Essere in grado di pianificare l'ideale campagna pubblicitaria e riuscire a far sì che i costi siano nettamente inferiori ai ricavi non è semplice. Il Guerrilla Marketing intende essere la risposta valida a quest'esigenza di risparmio. Questa nuova tattica pubblicitaria, inventata dal pioniere Levinson, è un insieme di tecniche di comunicazione che consentono d'ottenere il massimo della visibilità con un minimo di sforzo economico. Tra le idee portanti di questo tipo di promozione innovativa c'è la messa in scena di pseudo-eventi concepiti in armonia con l'immagine dell'azienda. Vi faccio un recente esempio: l'Adidas si è affidata all'azienda TBWA, leader nelle tecniche di comunicazione pubblicitarie d'avanguardia, ed ha organizzato recentemente a Tokyo una partita di calcio "particolare": sullo sfondo di un enorme manifesto affisso ad una parete raffigurante un campo di calcio, due calciatori appesi a delle funi si sono sfidati in una partita colpendo un pallone legato ad un elastico. Il tutto è durato dieci minuti, un corto lasso di tempo durante il quale questa trovata e il marchio non sono passati inosservati. Guerrilla Marketing non vuol dire solo grandi eventi, ma anche piccole performance, come l'ultima trovata della Sony: dotare di nuovi cellulari con fotocamera dei finti turisti che si fanno poi fotografare dai passanti. In questa maniera le novità dell'azienda giapponese arrivano direttamente in mano al pubblico che, ignaro, può verificarne immediatamente la validità. Un altro esempio che sta facendo scalpore negli Stati Uniti sono i ragazzi che pubblicizzano i pneumatici Dunlop. Girando per le vie di Boston con un taglio di capelli a zig-zag, indossano occhiali scuri e una maglietta con su una strisciata di gomma e la scritta: "What's up with my head?". Ecco un'altra trovata pubblicitaria a basso costo, ma dal sicuro effetto sul target che si vuole colpire, in questo caso i giovani motociclisti.

Proprio la Nike, azienda sempre un passo avanti nella pubblicità e sostenitrice del Guerrilla Marketing, ha subito un contrattacco ordito da un'aggressiva agenzia viennese, la 0100101110101101.ORG. Questi i fatti: nella capitale austriaca, in piazza Karlsplatz, è apparso improvvisamente un infopoint targato Nike sulle cui finestre una curiosa scritta cattura l'attenzione dei passanti: "Questa piazza cambierà presto il nome in Nikeplatz. Entra per saperne di più.". Nell'infobox una planimetria 3D fornisce informazioni su una scultura gigante che dal prossimo anno sorgerà proprio al centro di "Nikeplatz". E' un monumento raffigurante il famoso logo della Nike, lungo 36 metri e alto 18, formato da una "…speciale lega in acciaio ricoperta con una rivoluzionaria resina rossa ottenuta dalle suole delle scarpe riciclate.". In seguito alle pesanti lamentele dei cittadini viennesi, la Nike è subito corsa ai ripari annunciando pubblicamente che non ha mai commissionato questa campagna all'agenzia viennese. Intanto gli autori di questa performance surreale, che così si sono auto-promossi con notevole successo, promettono che l'infobox rimarrà nella piazza per ancora qualche tempo. Piattaforma privilegiata del Guerrilla Marketing è Internet. Gli utenti della rete si auto-raggruppano in forum, chat e mailinglist, ovvero quelle zone franche che sono facilmente bombardabili da messaggi pubblicitari "subliminali". Le aziende si sono rese conto che partecipare a tutte queste attività sulla rete è di fondamentale importanza: si possono raggiungere i potenziali clienti quando meno se lo aspettano e quando non sono psicologicamente preparati a "contrastare" il messaggio pubblicitario, come spesso avviene davanti ai classici tre minuti di spot televisivo. Una subdola strategia a dir poco inquietante! Magari ora vi viene in mente quell'amico conosciuto in chat che continua a segnalarvi dischi, libri e film… Sicuri che non sia un rampante "guerrigliero" di marketing on-line? Proprio sicuri?

Per informazioni in merito: www.gmarketing.com www.guerrigliamarketing.com www.0100101110101101.org


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repor t

di olipili

ssi? e l a t a k in Lokarnono autogestita! No, Lokar Trent'anni fa giusti giusti, Locarno si era fatta riconoscere per un progetto d'autogestione chiamato Cantiere della Gioventù. Era una cosa, per quei tempi, molto innovativa, quasi utopica, eppure la si fece, occupando tutto Largo Zorzi con tende e tendine, saloni di ritrovo e padiglioni musicali. Fu un episodio temporaneo, solo per dimostrare che i giovani sanno gestirsi da soli. E ci riuscirono molto bene! Dopo questo glorioso primo capitolo, ne sono succeduti altri, altrettanto sporadici, come Syamo, Rosita, Kemacello e BarBon. Gli anni passano, i nomi anche, ma l'esigenza di proporre anche a Locarno una controcorrente culturale e sociale è più che mai attuale e non muta, anzi si rafforza. Ho incontrato un manipolo di questi irriducibili chiedendo loro se in città ci sarebbero gli spazi adatti. Certo che ci sono… - rispondono all'unisono - Uno più bello dell'altro: c'è l'ex Macello, l'ex saponificio, le ex scuole comunali, tutti sarebbero agibili da subito con interventi minimi. Poi c'è anche lo stabile delle officine FART che ha i giorni contati perché intendono abbatterlo per farci un posteggio! Insomma, un centro sociale no, ma un parcheggio sì! È un po' demoralizzante. Avete fatto richiesta per questi spazi? (Mi guardano come se vivessi su un'astronave) Certo, da sempre rivendichiamo uno spazio ma il Municipio fa orecchie da mercante e si barcamena con scuse che stanno diventando, col passare del tempo, sempre meno plausibili. Ad ogni modo, sia chiaro, non intendiamo desistere! Intanto il gruppo continua a lavorare e propone attività interessanti. Nei prossimi mesi sono in programma un thè danzante, un inter-

Sono una quarantina tra i 18 e i 50 anni, e si ritrovano regolarmente, nonostante la mancanza di un luogo fisso. Hanno le idee chiare, sono determinati e testardi. Mooolto pazienti (forse troppo?) e testardi.

vento contro l'abbattimento delle officine FART e la presentazione delle attività del CSOA il Molino. Il concerto dei Mordazas, gruppo punk oi!, ha dovuto tenersi al Molino perché a Locarno non è stato concesso nessuno spazio nonostante le molteplici richieste. Alla faccia dell'apertura culturale! Me ne vado e li lascio a confabulare dei loro progetti. Sapere che anche a Locarno c'è uno spirito libero, rappresentato da singoli individui che credono nell'importanza di una contro-cultura e nella necessità di un centro sociale, mi farà dormire sonni più tranquilli! Chi volesse essere informato sulle attività di questi ragazzi o partecipare alle loro riunioni underground può contattarli ai seguenti indirizzi: Lokarno autogestita C/o Gianni Artaria - Via Valmella 11 - 6600 Locarno e-mail: lokarno_autogestita@yahoo.it


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repor t

free.style

Questo novembre la Bluewin Fly Session organizza l'unico snowboard city tour della Svizzera, ovvero tre week-end all'insegna dello sport sfrenato e spettacolare. La manifestazione si ferma nelle piazze di Bienne, Sciaffusa e Lugano. Proprio a Lugano si terrà la finalissima.

Mettersi in gioco con i migliori snowboarders-riders del mondo? Gareggiare in competizione con i propri eroi? Sono questi i desideri che Bluewin Fly Session vuole soddisfare con una struttura superspecializzata in un ambiente cordiale e simpatico. Per il giovane snowboarder che, durante la Bluewin Fly Session 03, più di tutti dimostrerà le sua capacità c'è in premio un piazzamento tra i concorrenti di una grossa gara che si troverà a Davos a Capodanno, la O'Neill SB-Jam 20003/04, dove saranno in gara i più grandi del mondo. Inoltre, durante le tre serate saranno distribuiti premi per un valore totale di 11'000 franchi.

29 novembre Piazza della Riforma - Lugano

Bluewin Fly Session 03

Giunta alla sua quarta edizione, quest'evento di successo (l'anno scorso l'hanno seguito in totale cira 50'000 persone) è una gara spettacolosa inserita in un ambiente rilassato ed atmosferico. Organizzate nel cuore di tre città rappresentanti le tre regioni linguistiche, le gare di quest'evento sono qualcosa di memorabile. Principale attrazione sarà lo Snowskate Open Contest (con in palio una nuova e fiammeggiante tavola snowboard), ma gran successo avranno anche lo Freestyle Contest, momento in cui gli sportivi si lanciano effettuando delle incredibili acrobazie di propria fantasia, e il divertente concorso Waterslide (riders che si lanciano in costume da bagno in una vasca d’acqua… brrrr!).

L'appuntamento in Ticino è previsto per il 29 novembre in piazza della Riforma a Lugano. Tra le tre date, lasciatecelo dire, è forse quella più d'impatto. La rampa Big Air alta 14 metri, larga 10 metri, lunga 50 metri, e ricoperta da oltre 100 metri cubi di neve (fornita dalla pista di pattinaggio cittadina Resega), ben inserisce nella cornice della piazza. Un'atmosfera mozzafiato, soprattutto per i concorrenti che si butteranno giù dall'impressionante rampa. Acrobazie, mattane, ironia, ma anche gran professionalità, sicurezza e disciplina sono le prerogative di ques'evento particolare. La finale a Lugano sarà accompagnata dal contributo di moderatori e di Dj, che animeranno con i loro interventi a base di musica lungo tutta la sua durata delle competizioni. Sarà allestito un gran tendone ricco d’animazioni e non mancheranno le proiezioni di filmati e replays su grandi schermi, giochi, stazioni internet per navigare nel web, performance di ballo, show di luci e suoni che renderanno l'atmosfera davvero speciale. Un appuntamento per tutti, spettacolo garantito! Per programma e orari consultare: www.bluewin-flysession.ch


Freestyle season Finalmente l’inverno è alle porte e con lui… arrivano gli eventi di snowboard! Ricomincia quindi la stagione prediletta dagli amanti di questa disciplina. Tanti i contest in programma in Svizzera entro la fine dell'anno. Per non parlare dei party che seguono inesorabili ogni gara! Vi indichiamo le date più importanti previste per dicembre.

5 - 7 dicembre Swiss SB Series Jakobshorn - Davos 12 dicembre High5 Freestyle-X-Masters 04 Silvaplana - Corvatsch 21 dicembre ZSSV Snowboard Series Engelberg-Titlis 26 dicembre Rock the Mountain Sedrun-Milez 29 dicebre - 1 gennaio O'Neill SB-Jam Jakobshorn - Davos Per programmi ed informazioni consultare: www.ssba.ch

Skatelugano.ch

Ha una grafica accattivante, è piena d'informazioni, è di facile consultazione e rende un ottimo servizio: è il nuovo sito web legato allo skate-park di Lugano, skatelugano.ch, elaborato graficamente dallo studio Idealab. Come noto, lo skate è un'attività che sta prendendo sempre più i connotati di una vera disciplina sportiva, e quella che si considerava una moda passeggera destinata a consumarsi, sta invece sempre più consolidandosi nell'ambiente giovanile del Cantone. Uno sviluppo che ha implicato i sostegni ed i supporti dei dicasteri competenti, un aiuto necessario all'evoluzione dello skate in Ticino. Come l'ampio skate park di Lugano, per il quale è ora in previsione una street-area per completare l'offerta ai riders. Questo ampio skate-park offre uno spazio ideale per le scorribande dei riders di qualsiasi provenienza: dalla regione, da oltre Gottardo e dalla vicina Italia. E' nata quindi l'esigenza di un vettore promozionale e privilegiato per ampliare la visibiltà della scena locale e su questa struttura a disposizione di tutti. Che c'è di meglio di un sito web in questa era di smanettoni al computer? Il proposito di skatelugano.ch è di concentrare nel suo dominio tutte le attività legate allo skate e alle altre attività collegate ad esso, come musica, quindi informazioni su concerti ed eventi da non perdere, e graffitti, con galleria di opere, schede artisti, ecc. Tante altre informazioni completano il quadro di questo sito accessibile anche dal sito ufficiale di Lugano (www.lugano.ch).


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webcorner

hi.tech di alessio cassis

http://spam.abuse.net

www.cultur-e.it/default2.asp

www.warnews.it

www.filmup.com

Spam: tutti ne parlano, pochi lo conoscono veramente e ancor meno coloro che, alla stregua di novelli Don Chisciotte, si mobilitano per arginare il fenomeno. Se siete stufi di cambiare indirizzo e-mail perché inutilizzabile, o se cercate maggiori informazioni sull’argomento, spam.abuse.net è un ottimo punto di partenza. Vi siete mai chiesti se cliccando sul link “remove your address” i messaggi smettano realmente di arrivare? Vi basti sapere che nel campo dello spam, la regola n°1 è la seguente: gli spammer mentono sempre.

Quando agli albori di Internet si pensava che la Rete avrebbe abbattuto le frontiere, non credo che ci si riferisse al chattare con l’amico della porta accanto…Questo è invece l’ambizioso progetto di cultur-e.it, la rivista on-line che grazie ad articoli, dossier e un motore di ricerca, permette di raggiungere angoli del pianeta di cui noi distratti occidentali ignoriamo l’esistenza. E di colpo il visitatore si ritrova in una sorta di teletrasporto virtuale, dove con un semplice clic si può saltare da un estremo all’altro del pianeta.

Non passa giorno senza che giornali, radio e tg ci informino sui conflitti armati in ogni parte del globo. Eppure sono sicuro che se qualcuno vi chiedesse di elencare tutte le guerre di cui siete a conoscenza, arrivereste a malapena a citarne una decina. Visitando warnews.it, rimarrete sorpresi del numero di lotte armate in atto nel mondo e spesso ignorate o poco seguite dai media europei.

Se cercate informazioni su un film, un attore, una colonna sonora o qualsiasi altro argomento legato al cinema, filmup.com è il sito di cui avete bisogno. Grazie al facile motore di ricerca disponibile cliccando sul link “ecerca” potrete trovare schede informative sui film, recensioni, curiosità e un forum con le opinioni dei visitatori. Per i palati più raffinati è da notare che, nonostante l’attenzione di filmup.com sia rivolta soprattutto al cinema per così dire commerciale, anche alcune produzioni indipendenti qui trovano il loro spazio.

websoft AHEAD Nero 6 Ultra Edition Per molti ma non per tutti

www.ahead.de

La tedesca AHEAD dopo l’uscita di Nero 6, lancia sul mercato la suite Nero 6 Ultra Edition. Per chi già non lo sapesse, Nero Burning Rom è forse il programma più utilizzato al mondo per la masterizzazione di CD fatti in casa. In questo nuovo pacchetto di software, oltre al classico NeroBR e NeroExpress, vi sono numerose utilities che permettono di personalizzare i vostri contenuti digitali. Creare copertine ed etichette, mixare i vostri brani preferiti, masterizzare VideoCd e Dvd, acquisire e ripulire sorgenti audio analogiche, sono solo alcune delle possibilità che Nero 6 Ultra Edition vi offre. Chiaramente tutti questi strumenti non sono indispensabili per la maggior parte degli utenti, ma per chi ha fatto dei filmini delle vacanze una ragione di vita o si dedica alla stampa pirata senza ritegno, possono rivelarsi molto pratici. Un avvertimento infine per chi già possiede Nero 6: fino alla versione 6.0.0.10 sembra che ci sia un bug che, in determinate condizioni, possa portare all’eliminazione di tutti i file presenti sul disco fisso. Occhio!

Apple iTunes for Windows La mela sbarca sul PC

www.apple.com/itunes

Ha suscitato grande interesse l’arrivo della versione PC del popolare software del big di Cupertino (città in cui ha sede la Apple). Il celebre iTunes, oltre che funzionare come un normale audio player e gestire il vostro iPod, offre anche la possibilità di scaricare legalmente da Internet brani musicali. Questo servizio, che ha causa delle restrizioni imposte dalle majors è disponibile solo negli Stati Uniti, aveva ottenuto un successo strepitoso al momento del suo lancio, vendendo oltre un milione di pezzi nel giro di una settimana. Considerando che Apple copre un misero 5% del mercato desktop, gli esperti ora vogliono verificare se il successo iniziale di iTunes fosse dovuto alla fedeltà degli utenti targati Mac, o se si siano spalancate le porte a un business senza precedenti. Anche lo sviluppo di iTunes non è stato indolore. La prima versione di iTunes 2.0 per MacOS X, conteneva un errore capace di eliminare ogni file dall’hard-disk. Anche numerosi utenti Windows segnalano problemi di stabilità del sistema, segno questo che il pargolo della mela ha ancora bisogno di crescere.


W

Notizie e divertimento a portata di clic sul vostro cellulare:

sunrise live. problema: Manca il manuale? Nessun i sunrise. tor ndi rive i sso lo trovate pre

Informazioni su www.sunrise.ch/live oppure presso il rivenditore sunrise pi첫 vicino.


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hi.tech di damiano müller

1983-2003

A vent’anni dalla nascita del Cd

Era l’inizio degli anni '80 quando la Philips annunciava al mondo, con una campagna pubblicitaria senza precedenti, la nascita del compact disc. Il nuovo supporto veniva presentato come un indistruttibile, rivoluzionario riferimento della qualità nella riproduzione audio.

Stupefacente fu la presentazione televisiva dell’ingegnere capo del progetto Philips; davanti alle tv di tutto il mondo “feriva” con un cacciavite allo stesso modo un disco in vinile e un Cd, dimostrando che mentre l’Lp diventava inutilizzabile, il Cd funzionava perfettamente. Quello che allora nessuno sapeva è che il cd comincia a leggere dall’interno del disco, quindi il graffio nello stesso punto danneggia la prima traccia dell'Lp ma l’ultima del cd. Riproducendo su entrambi i dischi la prima canzone nel Lp è danneggiata e nel Cd no. Oggi tutti hanno a loro spese scoperto che anche il Cd va trattato con cura o può saltare, bloccarsi o non partire. Anche se continuiamo a considerarlo come un Lp, tutti appoggiano istintivamente il Cd con l'etichetta verso il basso convinti che sia la parte non danneggiabile. Invece il laser del Cd attraversa lo strato plastico e legge l’incisione stampata sotto la fragile etichetta: è da questa parte che un semplice granello può creare danni irreparabili! Nei Cd player i primi processori lavoravano a 14 bit e i risultati erano inizialmente inferiori ad un buon giradischi. Qualcuno sostiene che lo siano ancora oggi. L’evoluzione dei sistemi di conversione negli anni ha apportato enormi miglioramenti, tuttavia il supporto è sempre rimasto lo stesso. Diversi tentativi di migliorarlo come HDCDe CD24 bit, sono miseramente falliti, perché il consumatore non era disposto ad investire per cambiare il lettore, e non hanno mai avuto il supporto delle case discogafiche.

Nel frattempo grazie alle ultime tecnologie in grado di aumentare e comprimere memoria è nato il Dvd. Un dischetto argenteo in tutto e per tutto simile al Cd ma fino a trenta volte più capiente. Dalla sua nascita si è cominciato a ritenerlo il supporto ideale per il video digitale, in pochi anni ha già superato le vendite delle videocassette preregistrate affermandosi come supporto video universale. Universale nei limiti dei formati di decodifica e dei codici di zona, ma questo è un discorso a parte. Qualcuno ha invece cominciato a valutare la possibilità di sfruttare tutto questo spazio in più per ri-incidere i dischi audio con potenzialità qualitative inimmaginabili. Nascono i Dvd-audio e SACD, e grazie ai nuovi standar imposti dal video ritorna, dopo un’infelice quadrifonia degli anni ’70, l’audio multicanale. Fermo restando che i due supporti sono qualitativamente superiori al Cd la loro affermazione sul mercato è tutt'altro che scontata. Una approndita ricerca effettuata dalla rivista The Absolute Sound conclude che per la stragrande maggioranza dei consumatori la qualità del cd è più che sufficiente e che non esiste una vera necessità di un nuovo supporto musicale.

I tre sistemi conviveranno, e anche se con orgoglio il SACD annuncia in catalogo già oltre duemila titoli e il Dvd non è da meno, lo stesso numero di titoli viene stampato giornalmente in Cd di cui il catalogo a livello mondiale è incalcolabile. Con tutti i suoi difetti sembra che sarà proprio difficile sostituire il Cd, e che dovremo continuare a conviverci per ancora molti anni.


cybercorner

019

Nokia Observation Camera … is watching for you Il noto fabbricante svedese applica una propria tecnologia dell’automazione professionale, applicandola al mercato del cosiddetto consumer, e dunque propone una videocamera che è in grado di inviare fotografie tramite MMS ed e-mail ad intervalli regolari, stimolata quando percepisce un movimento oppure un cambiamento di temperatura. La Nokia Observation Camera viene presentata come un utile strumento per tener d’occhio i propri figli - sostituendo così il vecchio sistema dei walkie-talkie - la propria abitazione oppure la propria attività commerciale che saranno sempre sotto controllo ad un costo contenuto rispetto ai sistemi professionali. Ma dissimulato e nascosto potrebbe essere anche usato per spiare e così ledere alla privacy personale. Se qualcuno riuscisse a connettersi nell’etere e ricevere in copia le fotografie? Allarmismo: e se mettessimo tutti un aggeggio di questo genere in casa potremmo essere controllati come nel noto romanzo di Orwell, 1984… sicuramente non sarà il caso, ma con tutti questi nuovi sistemi di video comunicazione mobile un pensierino sulla perdita della privacy ogni tanto io lo farei. Come spesso accade nell’ambito tecnologico dipenderà sempre dalla singola persona fare buon uso di questi potenti giocattoli, possibilmente evitando sprechi ed inquinamento elettromagnetico. La Observation Camera è in vendita a 650 franchi, decisamente un buon prezzo per l’acquisto di un occhio al vostro servizio che osservi per voi quando siete assenti.

Cyberflash

di alessio cassis

Masturbazione “à la carte”…

Brevetto sul download

Simpatica trovata del webmaster del sito francese di vendita on-line Houra.fr. Inserendo la parola “vibratore” nel motore di ricerca del sito, al posto dei classici “rassodanti per il viso”, la visitatrice si vedeva proporre cesti di carote, zucchine e, per le più esigenti, dei paffuti cocomeri. Imbarazzato dalle domande di consumatori e curiosi, lo staff di Houra ha purtroppo deciso di rimuovere questo piccante riferimento vegetale per dare una risposta più seria ai consumatori in cerca di… calore.

Sembra una barzelletta per informatici, invece la vicenda è serissima e si parla di milioni. La società E-Data, che da anni ormai è impegnata in numerose battaglie legali, ritorna a rivendicare i diritti su un nebuloso brevetto sul download in suo possesso. E punta decisamente in alto. Microsoft e Tiscali sono alcuni dei big chiamati in causa da E-Data con l’esplicita richiesta di versare delle royalty sui loro servizi download. Speriamo solo che nessuno si faccia ispirare da questa storia, rivendicando magari i diritti sull’invenzione della ruota…

SCOCI, polizia virtuale, ma non troppo

Wi-Fi ed elettrosmog: i consumatori denunciano

Da gennaio 2003 è stato creato in Svizzera lo SCOCI, servizio di coordinazione nazionale contro la criminalità su Internet. Il SCOCI è stato creato in seno alla Polizia Federale svizzera per la lotta al crimine su Internet. Composto da specialisti di polizia, giurisprudenza e tecnici IT, questo dipartimento si occupa di monitorare la Rete alla ricerca d’attività criminose e di raccogliere le segnalazioni dei cittadini su siti dal contenuto sospetto. Strumento importante quindi, ma che senza leggi adeguate non potrà essere efficace al 100%. Leggi per esempio che regolino spam e uso di dialer, ma che nessuno si decide a proporre, forse a causa del giro milionario che si nasconde dietro attività apparentemente innocue.

Con l’entrata in scena delle tecnologie wireless, sembrava che nessuno avesse tenuto conto del fattore elettrosmog. Ma dopo che una scuola americana è stata denunciata da alcuni cittadini per aver installato un sistema wireless per l’accesso Internet, già si parla di risveglio delle coscienze. I consumatori sembra si stiano lentamente accorgendo che, in attesa di uno studio che confermi o smentisca, forse, gli ipotetici pericoli derivanti dall’irradiazione di onde elettromagnetiche, sarà meglio essere cauti con queste tecnologie. Che per l’industria del Wi-Fi si prospetti una crisi anticipata? O, come per il GSM, il comfort avrà il sopravvento sulla moderazione?

Halflife II, piratato alla sorgente

Benvenuti alla metà del nulla

Come se non bastassero le banali copie pirata a rendere la vita difficile ai produttori di videogiochi, ecco una nuova minaccia arrivare inaspettata e colpire senza pietà. Ignoti si sono introdotti in un server della Valve Software, produttrice di Halflife sottraendo i codici sorgente di Halflife II, che come noto era prossimo all’uscita sul mercato. L’intrusione nei sistemi della Valve sembra sia stata eseguita così bene che da più parti sono partiti commenti su un probabile atto di spionaggio industriale. Intanto la caccia ai cracker è partita con il sostegno di buona parte della comunità.

È ufficiale. Stiamo per assistere al sorpasso della spazzatura, al tripudio dell’inutile e all’apoteosi delle nefandezze. Tutto questo non è altro che la metà del traffico e-mail giornaliero. In altre parole, il 50% di tutte le e-mail inviate mondialmente non è altro che SPAM e contenuti spazzatura in generale. Se decenni di sviluppo tecnologico e culturale sono serviti solo a trasformare la rete delle reti in una sorta di discarica digitale, allora tanto vale farla finita subito e staccare la spina una volta per tutte.


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hi.tech di michael bartolotti

Pro Evolution Soccer 3 per PS2 Ressa ai botteghini, le grida del bagarino fuori dagli spalti, l’odore dei fumogeni prima di una partita. Sensazioni familiari per tutti gli amanti di uno degli sport più seguiti dell’emisfero. Il calcio. Una peculiarità che accomuna tutti i videogiochi di questa disciplina è che sono sempre protagonisti d’innumerevoli seguiti, più o meno riusciti. Il gioco in questione è alla sua terza apparizione per Playstation 2 e sfodera tutto il prestigio dei suoi precursori e promuove alcune novità che lo confermano la killer application della categoria di questa disciplina sportiva. Dal punto di vista tecnico siamo di fronte ad un ottimo prodotto che propone differenti modalità di gioco. Dalla partita veloce, al campionato, fino alla modalità Master League con quattro divisioni. Il sistema di training per imparare a giocare è strutturato in maniera facile ed intuitiva e rende la struttura di gioco accattivante anche ai profani del genere. Vengono spiegate le azioni base e le regole in maniera intuitiva. Inoltre prima di affrontare una partita vera e propria, è possibile poter allenarsi in un campo d’addestramento virtuale cercando di mettere a punto gli schemi imparati precedentemente. Bisogna dire che per prendere dimestichezza e diventare abili giocatori ci vorrà del tempo a causa proprio della natura curata e complessa, tipica di tutti i Pro Evolution Soccer. Ciò che rende il prodotto Konami differente rispetto ai suoi rivali, citando soprattutto il più agguerrito: FIFA 2004 (appena uscito nei negozi), è una cura maniacale per quel che riguarda le tattiche, le strategie, le abilità dei giocatori che differenziano un buon gioco d’azione, da un vero e proprio simulatore del pallone, che è Pro Evolution Soccer 3. E forse in questo pecca di una mancanza d’immediatezza rispetto all’ultimo arrivato della Electronic Arts (FIFA), che invece è molto più diretto del balocco targato Konami. Altro limite di questo prodotto è che non tutte le novità apportate rispetto al predecessore risultano azzeccate. Citerò soltanto l’introduzione della norma del vantaggio, che crea una certa frustrazione per la stragrande maggioranza dei falli che non vengono fischiati. Inoltre, benché sia presente un editor, dove è possibile modificare il nome sia delle squadre sia dei giocatori, mancano le licenze ufficiali, che invece sono presenti in FIFA. Per quel che riguarda la grafica, un balzo in avanti è stato fatto sia a livello delle texture dei giocatori, sia a livello del motion-capture delle animazioni di questi ultimi, che ormai rasentano la soglia del foto-realismo. Ulteriore nota d’encomio, è che la velocità della versione giapponese del gioco (che nel paese del Sol Levante ha il nome di Winning Eleven 7) è stata mantenuta quasi totalmente. L’azione pertanto risulterà frenetica, anche se ogni tanto capiterà che in area di rigore i continui rimpalli trasformino il tutto in un’involontaria partita a flipper. Per concludere direi che anche questa volta, forse più che mai siamo di fronte al capostipite del genere delle simulazioni del gioco del pallone. C’è poco da aggiungere. Aspettiamo il fischio dell’arbitro e che vinca il migliore!


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games Dance Dance Revolution Konami per Playstation 2 E chi ha mai detto che giocare coi videogames non sia anche sport faticoso? Preparate luci psichedeliche ed effetti stroboscopici nella vostra confortevole cameretta perché in men che non si dica si trasformerà in una vera e propria discoteca casalinga. Sto parlando anche a voi, vecchi nostalgici estimatori di quelle estenuanti e interminabili sedute televisive di aerobica con Jane Fonda e compagnia bella. Ecco il gioco che come si dice, unisce l’utile al dilettevole: Dance Dance Revolution per Playstation 2. Il gioco che necessitando dell’ausilio di un apposito tappetino dove poter eseguire i propri passi di danza, richiederà riflessi pronti e un buon senso del ritmo, per divertirsi appieno con questo

prodotto originale e divertente. Lo schema di gioco, di per sé è molto semplice; su un tappetino che ripropone le direzioni di un joypad bisognerà mettere i piedi sul “tasto” giusto mentre sullo schermo scorreranno delle frecce indicanti il passo da eseguire e la sua tempistica. Ovviamente tutto questo a ritmo delle più famose musiche pop e da discoteca. Di questo tipo di gioco esistono diverse versioni. Oltre a quelle sponsorizzate da cantanti famosi come Britney Spears, esiste una versione, uscita anche per il PC che ha come ambientazione quella del Libro della Giungla ed è indirizzato ovviamente ad un pubblico più giovane. Avete capito allora! Scegliete il ritmo che più vi aggrada e tuffatevi nelle più folli danze sfrenate. Ahh giusto: a tutti gli abitanti di condominio: meglio evitare di giocare la sera tardi. Potreste destare le ire funeste dei poco tolleranti vicini di casa…

Gamesflash Jack II (Naugty Dog) per PS2 di M. Bartolotti

Otogi (From Software) per Xbox di M. Bartolotti

Final Fantasy Tactics Advance (Square Enix) per Game Boy Advance di Marco Mascaro

Combat Evolved (Bungie Software) per PC di Marco Mascaro

Viewtiful Joe (Capcom) per Game Cube di Marco Mascaro

Passano gli anni e ancora ci si chiede come possano i platform non venire mai a noia. In fin dei conti si tratta sempre di saltare, raccogliere, cercare, risaltare, ecc. La risposta è semplice: creatività e giocabilità allo stato puro. E in questo i ragazzi della Naughty Dog hanno dato prova più di una volta di saperci davvero fare. E non deludono nemmeno stavolta. Seguito dell’acclamato Jack and Dexter, Jack II si svolge duecento anni dopo gli avvenimenti del primo episodio in un futuro tutt’altro che roseo.In una metropoli simile a quella di Blade Runner, i nostri protagonisti si ritroveranno loro malgrado al centro di un’escalation tra le creature malvagie create dall Echo Scuro e l’esercito del Barone, bramoso di potere. Connubio riuscitissimo di differenti tipologie di gioco (platform, gioco di guida, gioco di skateboard e altro ancora) Jack II vi terrà incollati alla sedia sia per il divertimento mai ripetitivo, sia per una trama complessa e coinvolgente. Piacevole sorpresa! In un giappone mitologico, dove potenti divinità si sfidano in duelli per la supremazia delle sfere celesti, un impavido eroe dal nome Rajko viene assoldato da una misteriosa principessa per fronteggiare una minaccia che potrebbe sconvolgere i delicati equilibri dell’universo intero… Impressionante vero?! Beh, a parte tutto questo pomposo pathos, questo Otogi è una versione semplificata e corretta di un Devil may cry su PS2. Per chi non conoscesse il titolo in questione, è un gioco dall’azione frenetica e dalla grafica eccellente, condito tutto con una musica giapponese da capogiro. Non un capolavoro, ma indubbiamente il meglio del suo genere su Xbox. Immaginate che una notte un incantesimo trasformi la vostra città in un mondo fantastico, abitato da creature descritte solo nei libri, e nei videogiochi. Il mondo dei vostri sogni. E immaginate che questo mondo offra a voi ed ai vostri amici tutte le possibilità che la normale vita non vi permette. Cosa fate? Cercate un modo di andarvene, o rimanete? Questo il tema principale attorno al quale ruotano le vicende narrate nell’ultimo capitolo della serie Final Fantasy per Game Boy Advance. A differenza dei normali capitoli della serie i combattimenti in questo titolo avvengono su dei campi di battaglia strutturati a mo’ di scacchiera, dove a contare sulle prestazioni dei vostri uomini e dei nemici contano il movimento, il tipo di terreno ed i dislivelli. Il gioco offre una trama decisamente interessante ed una struttura di gioco molto complessa ed aperta, con la possibilità di personalizzare il proprio gruppo grazie ad un sistema di razze e di classi molto complesso e di personalizzare la mappa di gioco. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico grafica e sonoro si attestano su livelli molto buoni, nonostante non raggiungano il livello di Golden Sun 2. In conclusione un titolo dotato di uno spessore notevole, e decisamente un “must” per gli appassionati del genere e dei giochi tattici. Arriva finalmente per Pc la conversione del primo grande capolavoro della “sfortunata” Xbox. La trasposizione è avvenuta in maniera pressochè perfetta, e l’FPS di casa Bungie guadagna in questa versione un sistema di comandi più preciso ed un supporto per il multiplayer via internet migliorato. Per il resto i punti di forza di questo titolo sono gli stessi della versione originale: un’ottima veste grafica, una storia ben articolata, una delle migliori intelligenze artificiali viste in un prodotto del genere ed un’ambientazione ben caratterizzata. Sfortunatamente il motore grafico non e’ stato ottimizzato a dovere, per cui il gioco potrebbe scattare anche su computer di fascia media. Consigliato agli amanti degli sparatutto e della fantascienza. Nell’ultimo titolo di casa Capcom per Game Cube vestirete i panni di un ragazzo qualunque, il quale entra nel suo film di supereroi giapponesi preferito e ne sostituisce il protagonista, al fine di salvare la sua ragazza, rapita dal cattivone di turno ad inizio film. Il gioco si sviluppa come un incrocio tra un platform ed un picchiaduro a scorrimento. Grande pregio di questo gioco è la varietà: le situazioni nelle quali vi imbatterete sono molto diversificate, come anche i nemici da affrontare. Il protagonista a sua volta dispone di un repertorio di mosse molto vasto, e ne impara man mano che la storia prosegue. I toni del gioco sono decisamente umoristici e la trama stessa è una parodia del genere di film a cui si ispira. Dal punto di vista grafico l’uso del Cell Shading da alla produzione Capcom un aspetto da cartone animato, decisamente adatto al tipo d’ambientazione. Viewtiful Joe è un titolo che difficilmente vi annoierà, ed il cui carisma rischia di entrare nella storia.


>Skytalk

Corri, bella, corri! L’SMS è perentorio: «Principessa, controlla la tua mailbox!» Risultato: gambe che tremano, cuore che batte all’impazzata, mani che sudano. Ebbene sì, sono cotta, anzi stracotta! Un computer, presto, mi serve immediatamente un computer! Schiaccio «Stop» per fermare l’autobus e, rosicchiandomi nervosamente le unghie, cerco di fare mente locale su dove sia l’Internet caffè più vicino. Il telefonino incalza «Sbrigati, dolcezza!» Finalmente, dopo un tempo che mi sembra un’eternità, il bus arriva alla fermata. Mi precipito fuori e comincio a correre sotto la pioggia. Mi sento come la rossa del film «Lola corre», solo che io sono bionda e per giunta nel bel mezzo di un temporale. «Vrrrr», il telefonino nella tasca della giacca ormai inzuppata si mette a vibrare. Schizzo sotto una tettoia, prendo fiato e leggo: «Tesoro, dove sei?» Riprendo a correre. La pioggia mi scende sul viso, e il mascara fa lo stesso! Ma non ho tempo di preoccuparmene perché il mio uomo insiste: «È importante! Apri subito la mail!» E ancora: «Aspetto online!» Ahh… comodo lui: al calduccio e all’asciutto, seduto davanti al monitor, mi riempie di SMS gratis da Internet. E mi pensa. Che carino... Finalmente ecco il tanto agognato Internet caffè. Mi scuoto l’acqua di dosso a mo’ di cane e, con le scarpe da ginnastica scricchiolanti, piombo nel locale e mi butto sul primo computer libero. Digito la password sulla tastiera ormai grondante e, con il cuore a mille, apro la sua e-mail: «Cara, non dimenticarti di prendere l’ombrello. Sta piovendo!» Ma dai, davvero!?

>Facts Per tutti gli abbonati NATEL® di Swisscom Mobile: * Tutti gli utenti registrati con meno di 22 anni possono inviare SMS dal SMS-Center del sito www.natelskyline.ch. Gratis e in numero illimitato. L’SMS-Center può essere utilizzato anche per gli MMS. * Il sito www.natelskyline.ch si è fatto il lifting. Look nuovo, contenuti inediti e tanti attraenti servizi. Altra novità: l’accesso è consentito solo agli Skyliner registrati. Per avervi accesso, tutti gli Skyliner devono annunciarsi di nuovo. Sponsored by NATEL® Skyline www.natelskyline.ch


023

re.vision Lost in Translation

re.ad Patrick McGrath

re.art Stefan Sagmeister

The Distillers Energia e furore

re.play Scandinavian Sound


024

dischi

re.play

Belle & Sebastian

Travis

Chicks On Speed

Basement Jaxx

Dear Catastophe Waitress Rough Trade

12 Memories Epic

99 Cents Chicks On Speed records

Kish Kash

XL Recordings

by ze paranoico

by cheu

by iggi

by mr. loop

-Orca!- Sì, è proprio "orca" la prima parola che mi è passata per la mente quando mi è stato chiesto di recensire il nuovo dei Belle & Sebastian. Il sound folkpop di questa band è abbastanza particolare, e non è facile creare qualche cosa di nuovo senza rischiare di proporre una copia mal fatta dei precedenti lavori. A mettersi di mezzo nella lavorazione anche un produttore dalla più o meno dubbia qualità artistica: Trevorn Horn, lo stesso delle Tatu e di Frankie Goes To Hollywood… Inoltre da poco se ne è andata la violoncellista e cantante Isobell Campbell. Insomma: i motivi per cui sono portato a inserire nel lettore CD con estrema cautela nel nuovo dei Belle & Sebastian ci sono. Ebbene sì, a fine ascolto ho ripetuto la stessa stupida esclamazione. Cear Catastrophes Waitress è o no un disco che si inserisce bene nel mood musicale odierno fatto di canzoni allegre e raffinate che si ascoltano volentieri? O che è un album che va via liscio anche se qua e là nasconde due o tre finezze assolutamente irriverenti da parte dei suoi autori ? O che alcune canzoni hanno il pregio di farmi sorridere come un ebete a qualunque volume le ascolti? Trovato! Potrei scrivere che c'è una dinamica bella con momenti pieni e altri leggeri! Una cosa che oggi va sempre più perdendosi. No, non va bene. Di tutte queste cose se ne accorgerebbe chiunque appena fatto girare il CD. Allora cosa scrivo? Limitiamoci ad un: ascoltatelo, è più pop, più vendibile dei primi dischi, e se siete dello spirito giusto apprezzerete.

Il quarto album di Fran Healey e compagni contiene undici brani - più una ghost track - che riconfermano tutto il talento della pop band scozzese. 12 Memories è stato prodotto dagli stessi Travis e mixato da Tchad Blake ai Realworld Studios, per poi passare tra le mani del guru della masterizzazione Bob Ludwig. Il singolo ReOffender, che segna il ritorno del gruppo dopo un’assenza discografica di oltre un anno, è incentrato sul delicato tema delle violenze domestiche e rende subito riconoscibile il suono dei Travis. Interessante il video che lo accompagna (diretto dal celebre fotografo rock Anton Corbjin) ovviamente già programmatissimo dai canali tv musicali. Dimenticatevi brani come Sing o Side oppure Flowers in the Window, tutto il contenuto di questo disco è molto più scuro, cupo, dalle tematiche trattate nei testi fino alle sonorità che lo caratterizzano. D’accordo, ReOffender è molto orecchiabile come pure la beatlesiana Somewhere Else, ma sicuramente per il resto non è un disco di facile ascolto e per quanto l’intero album sia molto ricercato, pur restando minimalista, non riesce a convincere del tutto. Tra l’altro la trovata del titolo 12 Memories, ricorda Purple degli Stone Temple Pilots, dove, nella foto sul retro della copertina, c’era scritto 12 Gracious melodies… I Travis sono una band di spicco del panorama musicale britannico, e con questo 12 Memories avrebbe potuto regalarci una perla, ma hanno preferito farci aspettare ancora un po’. Peccato.

In questo momento la novità dell'anno è la folle canadese Peaches, ma le tre Chicks On Speed non sono da meno: Melissa, Alex e Kiki, tre "brave" ragazze del circuito dei club disco-punk bavaresi, hanno creato il loro trio quasi per scherzo a Monaco, cominciando come un marchio di moda "destrutturizzata". Colpite dalla febbre dell'electroclash, subito dopo si sono trasferite nella capitale per agganciarsi al carrozzone della scena berlinese. Immaginatevi un concentrato lisergico dei TomTomClub miscelato con una punta acida di B52's, e più o meno ci siamo. Altri loro riferimenti? Gli anni Ottanta, gli Human League, Ultravox, Kraftwerk, le Slits, Nina Hagen e Lene Lovich. Con tutti questi nomi avrete capito dove le "galline in acido" vanno a parare. Irriverenti, autoironiche, colte e a volte genialoidi, durante i loro concerti inscenano delle vere e proprie performance di pop-art e musica. Ora è arrivata l’ora della consacrazione definitiva: è il loro momento con il nuovo 99 Cents, che vale l’acquisto anche solo per la cover dell’indimenticabile Wordy Rappinghood dei Tom Tom Club, ed inoltre porta il video-kult We Don't Play Guitar, con una glammy Peaches (eh! chi si somiglia si piglia) che suona un sexy-assolo alla chitarra. Divertenti, stilose, scafate, le tre Chicks On Speed valgono quanto un'intera azienda d'esperti di marketing. Quest'album è un pot pourri demenziale quanto eccitante di rock, new wave, hip hop, electro e techno. Niente di seminale, ma fatto tremendamente bene.

Gli album dei Basement Jaxx sono sempre un affare eclettico: un po' di ragga, un pizzico di pop, uno spruzzo di punk… combinazione che agli inizi ha reso questa band stimolante ed innovativa. Peccato che la formula non sembri poi così duratura: il nuovo album riprende le stesse coordinate degli album precedenti senza grosse innovazioni che possano definire uno sviluppo creativo importante. C'è da dire però che in Kish Kash i suoni sono più urbani e le canzoni sono più corpose, sia nelle liriche sia nella trama musicale. Non male, ma nemmeno eccelso. L'inizio è buono, Good Luck ha tutti gli elementi classici del duo di Brixton: vibranti linee di basso, synth poppeggianti, con in aggiunta delle chitarre. Il seguente brano Right Here To The Spot (con Meshell Ndegeoncello alla voce) stabilizza le vibrazioni su schemi già rodati. Lucky Star, il primo singolo e punto più alto dell'album, vede la collaborazione del nuovo fenomeno del rap Dizzee Rascal, che urla e strepita dando un contributo energizzante; degna di nota anche Cish Cash con la dark lady Siouxie Sioux che imposta il brano su melodie housepunk. Kish Kash non raggiungerà mai i livelli di popolarità di Rooty, in quanto troppo stagionato ed autoreferenziale. Adagiandosi sugli allori e dimenticando che il loro debutto fu acclamato come un passo decisivo della musica house, i Jaxx dimostrano una sottile pigrizia. In questi duri tempi di competizione serrata nel mondo discografico, una pigrizia tale potrebbe costare caro ed essere fatale. Album discreto.


025

Fantomas

Desert Sessions

Necro

Outkast

Delirium Cordia Ipecac

Vol. 9 & 10 Ipecac

Brutality part 1 Psychological Records

Speakerboxxx / The Love Below

Arista

by naca

by naca

by gass

by mr.loop

Fantomas è una delle dimensioni più eccentriche della personalità di Mike Patton (Faith no More, Tomahawk, Mr. Bungle) e anche questo Delirium Cordia non smentisce la sua consolidata abitudine di sfornare dischi difficilmente digeribili. Composto da Buzz “King Buzzo” “El Hombre” Osborne, leader dei mitici Melvins, Dave Lombardo degli Slayer, Trevor Dunn di Mr. Bungle, e il mitico, come già detto, Mike Patton. Fantomas, in onore dell’anti eroe da cui è ispirato il nome, sfida l’industria musicale nella stessa pungente maniera ostentata dall’originale nei confronti della società borghese. Il risultato musicale di questa sfida può solo essere giudicato unico, originale a dir poco, sottile e raffinato a momenti, brutale ed esplosivo in altri. Influenzato alla stessa maniera dall’hardcore metal e dalla musica da Film alla Ennio Morricone, Fantomas riesce a creare un’ambiente cinematografico, con sali e scendi emotivi che si sviluppano come la più classica sceneggiatura. Delirium Cordia è il loro terzo disco, formato da una traccia unica che unisce momenti di vario stampo musicale, senza però mai annoiare o risultare ripetitiva. Lo sviluppo dell’album su una traccia unica vuole sicuramente portare l’ascoltatore alla sensazione di trovarsi di fronte ad una storia, come se fosse la soundtrack di un incubo sotto l’effetto di una febbre da cavallo dove caos e confusione la fanno largamente da padrone. Inutile dire che non si avrà mai l’insana possibilità di sentire un disco del genere alla radio. Voto impossibile.

Le sessioni di registrazione numero 9 e 10 come sempre organizzate da Josh Homme dei Queens of the Stone Age hanno avuto luogo durante il febbraio 2003 al celeberrimo Joshua Tree. I partecipanti, come sempre musicisti da leccarsi i baffi, hanno sfornato un gioiello d'immediatezza sonora. Tra questi occorre ricordare la presenza di Polly Jean Harvey, Dean Ween (Ween), Alain Johannes (Eleven), Twiggy Ramirez (ex-Marilyn Manson), Chris Goss (Masters of Reality), D. Catching (Mondo Generator), Joey Castillo (QOTSA, Danzig), Troy Van Leeuwen (QOTSA, A Perfect Circle). Registrati senza troppi fronzoli in otto giorni al Rancho de Luna Studio, la dozzina di pezzi che compongono questa particolare collaborazione, svariano attraverso tutte le influenze musicali che gli invitati portano nel loro DNA. L’avventura musicale, l’assoluta mancanza di affiatamento nel songwriting, fanno di queste Desert Sessions, un ritorno alle origini, in cui si lascia libero sfogo allo spirito di improvvisazione. A differenza dei precedenti volumi però, questa volta Josh Homme e soci, rimangono stranamente più ancorati alle radici stoner, riuscendo in ogni modo a creare l’atmosfera da evento che solamente i musicisti presenti avrebbero potuto regalarci. Una chicca da non perdere, che dimostra come la genuinità di un prodotto completamente indipendente dalle necessità discografiche, sia sicuramente più vero del marasma preconfezionato che l’industria musicale ci spinge ad ascoltare.

Necro ritorna con una allargata raccolta di freestyles e collaborazioni: insieme al Mc e produttore appaiono, infatti, anche Ill Bill e Goretex dei Non Phixion e l'hype man Mr. Hyde. Rispetto ai trucidi precedenti lavori, Brutality part I risulta piu curato per quanto riguarda la produzione: i beats altalenano tra estratti di colonne sonore splatter-gore alla Lucio Fulci, litanie mediorientali si affiancano a echi di dancehall e di reggae (una prima assoluta per Necro). In quanto a brutalità il disco mantiene le sue promesse splatter-gore con continui riferimenti a torture efferate, ad omicidi, a malattie veneree ed a serial killers molto pericolosi. Dei quattro Mc in questione è forse Goretex a risultare il più eclettico, proponendo tematiche più impegnate socialmente, sintomo di un diffuso male di vivere riscontrato nei projects di Brooklyn. I pezzi migliori sono senza dubbio Reign In Blood, bell'esempio di hip hop con una spiccata attitudine death metal. White Slavery è un inquietante ritratto sullo sfruttamento e la prostituzione di donne bianche (soprattutto dell'ex blocco comunista); Swordfish vede Ill Bill rimbalzare con dimestichezza su un loop yiddish; ed infine Our Life è una vera e propria autoconfessione dei due fratelli Ill Bill e Necro. Brutality part 1 non è esattamente materiale da Mtv, anzi, ma rappresenta sicuramente un'evoluzione ed un passo avanti per la Psychological Records. Roba solo per stomaci forti.

Gli affermati Outkast di Atlanta ritornano alla grande! Lo fanno a tre anni di distanza dal loro ultimo album e dopo un periodo di crisi creativa e d'identità in cui stava pericolosamente ristagnando l’hip hop commerciale USA. Ma come mai l’indivisibile duo esce con un doppio Cd splittato? Sembra che Dré e Big Boi abbiano lavorato separatamente e non abbiano avuto il tempo di fusionare il loro lavoro se non in piccola parte. Si parlava di crisi dell’hip hop, ebbene questo doppio è stato definito la risposta, lo spartiacque tra il vecchio ed il nuovo stabilendo le nuove coordinate per il rinnovamento. Il pubblico americano sembra avere apprezzato visto che ad una settimana dall’uscita ha già venduto più di mezzo milione di copie! Quest'album ha saputo accontentare sia i discografici, balzando in testa alle maggiori classifiche americane, sia il pubblico sensibile alla critica sociale grazie all'attacco pesante diretto all’accoppiata BushChenney: “…basically, America, you got fucked…”. Musicalmente Speakerboxxx di Big Boi è più legato alla tradizione dell’hip hop rappato, dinamico, con innesti di trombe e raffinate ritmiche elettroniche. Le maggiori sorprese le riserva The Love Below di Dré con delicate orchestrazioni jazz, spoken words, soul, funk sensuale e due spiazzanti colpi di genio come Spread e Hey Ya! Gli Outkast riconfermano il senso del proprio nome sfuggendo alla banale etichettazione, cosa rara per i best-sellers americani.


026

re.play

UNKLE

Ursula Rucker

Brian Setzer

Cesare Basile

Never Never land Island

Silver or Lead !K7

Nitro Burnin' Funny Daddy Surf Dog

Gran Calavera Elettrica Mescal

by iggi

by gabi

by the pussywarmers

by gabi

E' uscito da un mese il nuovo degli UNKLE Si chiama Never Never Land come un disco di black metal, ma James Lavelle e Richard File ci tengono a dire che il nome è preso dallo studio di registrazione utilizzato. L'album è stato prodotto dall’ex tastierista delle Elastica, Ant Genn. Gli UNKLE, abbandonate le sonorità tendenti all'hip-hop del lontano Psyence fiction (1998), hanno puntato sulla techno-rock e sulla sua controparte più lenta e trasognata: questi marziani con il cranio a cono e le orecchie a punta ci accompagnano in un lungo e tortuoso viaggio siderale. Avete in mente la radio accesa in Songs for the deaf dei QOTSA? Sembra di fare in viaggio su una macchinona americana attraverso il confine con il Messico. Ecco, con Never Never Land sembra di fare lo stesso, solo con un'astronave ai confini dello spazio… L’intro recitato che apre il disco è sviluppato su un campionamento di Changes dei Black Sabbath. Si parte bene. Ottimi i pezzi più tirati, il singolo An Eye For An Eye, o Safe In Mind con un grande Josh Homme alla voce. Pure Reign con Ian Brown e Mani degli Stone Roses è un altro bel momento, sdolcinato ma bello. In Invasion c'è un 3D in piena forma, mentre Brian Eno e Jarvis Cocker sfoderano i sintetizzatori ambient in I Need Something Stronger. Lo strano viaggio prosegue senza sobbalzi fino alla fine tra la screamadelica Glow e la bellissima ballata conclusiva Inside. Disco interessante, colmo di dettagli. Nu-progressive. Assolutamente da ascoltare (e

Se credete che l'hip hop e il nusoul significhino solo formose bitchies con bikini in lurex su Mtv, ora dovete per forza ricredervi. C'è un lato dell'hip hop deciso e consapevole dei limiti che il music business porta con sé. Silver or lead è una sintesi di electro, rap, trip hop, r’n’b e nu jazz, ed i testi di Ursula Rucker sono dei veri e propri "spoken words" tratti da spaccati di vita, e lanciati come macigni sui luoghi comuni e sul pensiero conformista, preconfezionato e passivo che domina i nostri tempi. La dolcezza della sua voce magnetica dal timbro caldo e sensuale, immerge nella dura vita delle emarginate donne afroamericane mettendo luce sulla violenza imperante della società statunitense di stampo maschilista, ed usando le parole come lame affilate lanciate contro una pochezza di pensiero che si sta diffondendo come un morbo inesorabile anche tra i giovani. I temi sono ancora quelli legati all'universo femminile e alla politica, ma la fusione tra parole e musica, tra ritmo e poesia è ancora più appassionata e trascinante. Il risultato è eccezionale e rende questo disco ancora più provocatorio, sempre in bilico tra analisi socio-politica e forza emotiva. La splendida voce di Ursula, qui insieme alla musica di The Roots, Jazzanova, King Britt, 4 Hero, Little Louie Vega e altri ancora, sarebbe capace di metter in piedi una rivoluzione, già solo grazie alla determinazione della sua lucida coscienza sociale. Per chi capisce bene l'inglese, ecco un disco che lascia senza fiato.

“Like a tall smooth drink with a poisonous twist”, così viene descritto il nuovo cd di Brian Setzer nel suo sito ufficiale (briansetzer.com). A dire il vero, dopo i primi due sorsi verrebbe da voltarsi verso il barman e chiedergli se é il drink giusto, quello che si ha tra le mani….il sound incazzato dei primi brani é infatti un chiaro monito, non del tutto inatteso, della cristallina volontà di Setzer e compagnia (l’ormai collaudato Bernie Dresel alla batteria e la new-entry Johnny Hatton al contrabbasso) di uscire dagli schemi e dai generi musicali con i quali essi sono abitualmente associati. La linfa vitale del cd giunge infatti non solo dalla vena - pur sempre pulsante - hot-rod rockabilly dell’ex Stray Cat, ma qui come mai prima d’ora l’ispirazione sembra sgorgare dalle sue esperienze di vita piu intime. E così nei testi si oscilla tra riflessioni sull’amaro fatalismo e l’effimero della vita di Sixty Years (dedicata a Joey Ramone), fino ad esplorare l’importanza dell’affidarsi con sincerità alla preghiera intesa come speranza di salvezza in St. Jude. Questi temi così disparati vengono espressi attraverso un altrettanto eclettico ed esuberante collage di forme e sonorità, spaziando con sapienza e virtuosa abilità tecnica di genere in genere, dallo street-corner doo wop alle ballate anni '50, sfiorando ritmi da colonne sonore di film western, ma soprattutto affidandosi al blues quale comune denominatore. Risultato: un cocktail veramente esplosivo, da gustare, e rigustare…

Un disco scuro e atmosferico, Gran calavera elettrica, un album in cui Cesare Basile canta tormentate storie soffuse da una flebile luce di sensazioni sottili come seta. Un disco meraviglioso e duro, dal realismo cupo. Quest'album ha un fascino sconfinato, ma si rivelerà solo di volta in volta. Un disco contemporaneo che, oltre ad essere una precisa sintesi degli ultimi dieci anni di musica alternativa italiana, lascia intravedere vibrazioni che potrebbero piacere ai Calexico od a Nick Cave e Tom Waits. Prodotto da John Parish (Eels, PJ Harvey), che con tocco fatato che ha contribuito senza invadere, Gran calavera elettrica s'imprime inesorabilmente nell'anima di chi lo sa ascoltare. Un grande cantautore il catanese Basile, un'autorevole voce che procede a volte rude ed intransigente, altre volte meditabonda ed afflitta, per improvvisamente esplodere in rari attimi liberatori che esprimono una turbata rabbia repressa. Disco difficile questo, borderline, maturo, che canta di miserie e d'emarginazione, di solitudini e disperazione, venato dal blues più denso e viscerale: crudo in apparenza, ma in realtà assai raffinato ed intenso. Le melodie spezzate ed i suoni sghembi, le voci mai scontate di Nada, Valentina Calvagna e Marta Collica, l'atmosfera cinematografica, la poesia diretta delle liriche, la straziata religiosità di fondo: tutto ciò rende questo lavoro ruvidamente elegante ed appassionante. Inutile descrivervi le canzoni una per una. Potete capire solo ascoltando. Inestimabile.


027

dischi The Wisdom Of Harry

Me'Shell NdegéOcello

Torch Division Matador

Comfort Woman Maverick

kult

by owen

by owen

Il progetto The Wisdom Of Harry del duo inglese (Peter Astor e David Sheppard, in compagnia del sassofonista Tom Hodges) esce con Torch Division, un prezioso album imbevuto da echi alla Mazzy Star, Neil Young, Nick Drake e Calexico. Un lavoro colmo di calore e charme, astutamente naive e calidescopico. Con cover di Randy Newman, The Blue Orchids e Richard Hell. Una chicca consigliata a chi ama l'electro-indie-pop più eccentrica. Torch è un segreto misterioso da non svelare a chicchessia. Tenetevelo stretto.

Per arrivare subito al punto, Me'Shell NdegéOcello ha prodotto uno degli album soul più belli di quest'anno. Sensuale, ricco, ardente e groove, Comfort Woman riprende sonorità reggae-dub miscelandole con eleganza e destrezza ad espliciti palpiti soul anni '70: "If you want me, baby, just call/Let me kiss your body/Fill you with love/Let me feed your body/Feed it with love/I can't sleep...this is love/This is how I love you...". Wow! Momento magico per la bella cantante…

Guilty Method

Godiva

Touch About Rock

Godiva Limb Music by owen

by iggi

Uscito sotto l'etichetta About Rock per la Sony Italia, il nuovo Guilty Method, Touch, attesta con decisione le notevoli capacita della band lombarda, confermandola come la realtà di spicco della scena metal-crossover italiana più dotata. I Guilty hanno una cura maniacale per gli arraggiamenti e riescono pure a turbare per un approccio alla melodia tremendamente matura. Nell'attesa di rivederli in concerto dalle nostre parti, procuratevi questo Cd. Ne vale davvero la pena. Info: www.guiltymethod.com

Disco atteso dai fans svizzeri del genere, Godiva della band omonima ha tutti i numeri per portare la bandiera rossocrociata del heavy metal svizzero nel mondo. Produzione killer (con la benedizione di Tom Naumann dei Sinner), esecuzioni dense e coinvolgenti tra Mötley Crüe, Primal Fear e Silent Force. Una band dal background nazionale storico che lascia ben sperare. Heavy swiss thunders! Questo Cd in omaggio ai primi cinque che invieranno un email a redazione@resetmagazine.ch con l'intestazione GODIVA.

Bjork

Debut 1993, One Little

di iggi

Geograficamente e culturalmente isolata, in decenni di storia l’Islanda ha prodotto relativamente pochi personaggi internazionalmente famosi. Tutto cio’ fino a pochi anni fa, quando l’ex cantante degli Sugarcubes, Bjork (che in islandese si pronuncia "Byerk"), è divenuta il personaggio islandese più famoso al mondo ed ha fatto conoscere il suo paese al resto del mondo meglio di qualunque ente turistico. Nata il 21 ottobre 1966 a Reykjavik, Bjork dall’eta’ di 6 anni fino ai 14 ha frequentato una scuola di musica locale, dove ha studiato i classici, ed ha imparato a suonare il flauto ed il pianoforte. La casa di famiglia era una comune hippy, con un giro vorticoso d'artisti e musicisti. Questo clima libero lasciò un segno nel background culturale di Bjork, che da undicenne produsse un frutto immaturo, ma già di una certa importanza, ovvero il suo primo album da solista, intitolato Bjork e pubblicato in Islanda nel 1977 che ebbe un discreto successo nazionale. Nel '81 Bjork formo’ la sua prima band, i Tappi Tikarrass, che registrò due gradevoli albums di stampo pop-newwave. In seguito, nel '86 formò, i Sycurmolnarnir, ovvero gli Sugarcubes che allora furono definiti la miglior band dai tempi degli Smiths. Col loro singolo di debutto, Ein mol a mann (One cube per head), che conteneva Ammaeli (Birthday) e Kottur (Cat), Bjork espose al mondo intero la duttilità della sua voce. Dopo anni di successo, ma decisa a diventar indipendente e dopo una piccola parentesi jazz con il progetto Glin-Glò (una perla da riascoltare!), Bjork nel 1992 lasciò gli Sugarcubes ed intraprese la carriera solistica. Uscì quindi il sofisticato Debut (1993), che assestò senza ombra di dubbio il calibro di Bjork come artista di prima categoria. C’è quasi tutto in Debut: ritmi house, un’orchestra indiana di venti elementi, influenze arabiche, ma soprattutto la sua meravigliosa voce: un lavoro musicale multiculturale in cui Bjork appare curiosa ed esuberante come non mai. Un disco particolare, forse acerbo, ma tremendamente "vero". Da quel momento la carriera della piccola islandese prosegue mantenendosi ai livelli più alti, ma ci vorrebbe un libro intero per raccontarne l'intera cronologia. Oggi la cantante ha avuto una figlia dal controverso artista Matthew Barney, e continua a meravigliarci per il suo sguardo infantile e fresco, femminile e contemporaneo. Un personaggio incredibile, senza tempo. Per chi volesse approcciare la sterminata discografia di questa poliedrica artista, consiglio naturalmente Debut, ma anche il cofanetto di sei Cd Family Trees, uscito l'anno scorso per la One Little Indian.

penoso

sufficente

discreto

buono

ottimo

capolavoro


028

re.play

The Distillers Da più di quattro anni The Distillers percorrono il cammino del punk-rock, ed ora questa band nella sua terza incarnazione esce con Coral Fang, un lavoro che innanzi tutto conferma una certezza assoluta: la cantante Brody Dalle ha un talento immenso! Questa cantante australiana dai polmoni d'acciaio è l'unica compositrice della band e anche l'unica rimasta del nucleo originario. She's the boss. Brody è forse la rock-woman più esplosiva del momento. Dopo venticinque anni vissuti intensamente ha preso in mano le redini del suo destino rompendo con il passato: ha firmato per una major, ha divorziato dal marito Tim Amstrong dei Rancid e si è legata pubblicamente con Josh Homme dei QOTSA. Una rivoluzione personale, seguita da questa rinascita discografica. La sua musica è rimasta tenacemente punk, almeno per quanto riguarda i tre primi pezzi del nuovo album: l'iniziale Drain The Blood, la californiana Dismantle Me, e l'irresistibile Die On A Rope. Però, a partire dal quarto pezzo la rotta delle sonorità vira leggermente su frequenze più soniche: la stupenda The Gallon Is God sarà una sorpresa per i fan più radicali che sentiranno echeggiare river-

Concentrato d'energia

beri alla Sonic Youth e PJ Harvey, sotto forma di una Brody intensa, feroce e matura. La title track che segue riassesta i timpani su giri punk-hardcore, per poi accedere ad un'altra sorpresa, The Hunger: dopo un intro acustico scatta un impressionante urlo liberatorio, chitarroni pesanti, e poi giù melodia, e ancora melodia…grunge? Poi di nuovo un urlo, chitarroni, batteria in primo piano, melodia di stampo Nirvana. Wow, bellissima! In questo disco Brody ha messo in gioco alcuni capisaldi della musica anni '90, con una maestria tale da mettere in ombra alcune colleghe più esperte. Dimostrazione? Ascoltare Hall Of Mirrors, un consistente brano che fa letteralmente impallidire la Courtney Love dei tempi migliori (alla quale Brody è stata sempre comparata). Scioltezza, rock'n'roll, una voce acre e dinamica: Hole-sound, sì, ma interpretato molto, molto meglio. Il resto dell'album si mantiene tonico e potente. Cito ancora la catartica Death Sex, un pezzo di quasi tredici minuti che alterna un bestiale tiro speed-punk a spettrali free-divagazioni soniche. La voce e la chitarra di Brody sono accompagnate da una band suprema (l'eccelso batterista Andy Granelli, il bassista Ryan

The Strokes

Sinn e il "new entry" Tony Bradley alla seconda chitarra), e si sono avvalse di una produzione più che degna (Gil Norton), nonché di una registrazione favolosa (Jon Dunne e Andy Wallace). La grafica di copertina ad opera di Tim Presley è dissacrante quanto basta… che dire di più? Che il futuro del rock è Donna! The Distillers - Coral Fang - Hellcat/Wea

Senza sorprese

Room on Fire, l’attesissimo sequel del sorprendente Is this it? è finalmente arrivato. I pargoletti protegés dell’industria musicale a stelle e strisce sono tornati per completare la missione ingiustamente affidatagli di salvare il Rock. Gli Strokes, per chi non si ricorda, erano stati il principale uragano musicale del 2001, catapultati su tutte le copertine e le televisioni con un fiuto storico per l’affare da NME e dal music business britannico. Questo quintetto di New York aveva sconvolto, per così dire, la scena alternativa, regalandole una nuova ventata di freschezza e una sana vitalità, che aveva fatto felicemente urlare al miracolo la maggior parte degli amanti del rock’n roll. Ora con questo Room On Fire gli Strokes tornano sulla scena per cercare di confermare il loro status di genietti del pop rock, e per farlo decidono di non rischiare una cicca, propinandoci un disco tristemente troppo simile al precedente. Room on fire è infatti una raccapricciante e riuscitissima fotocopia di Is this it?, in tutto il suo splendore e per tutto quello che la ripetitività può comportare.

di iggi

di naca

Nel tentativo di spiegare le ragioni di questa scelta piuttosto autolesionista, bisogna tenere sicuramente conto del ritorno sui propri passi, quando a metà della produzione del disco, si è deciso di lasciare perdere “mr. Radiohead” Noel Godrich per ritornare a lavorare con il medesimo produttore del primo album, Gordon Raphael. Il problema purtroppo si trova nel difetto d'immediatezza che la scoperta comporta… il fattore sorpresa del capolavoro venuto dal nulla, quella sensazione di essere all’ascolto di qualcosa che tutti devono ancora scovare. Non fraintendete, i nostri asseriti salvatori ci regalano nuovamente un disco bello e interessante, che però lascia l’amaro in bocca a coloro, che come me, s'aspettavano una nuova sorpresa. Squadra che vince non si cambia, avranno pensato, peccato che nella musica non è solo il risultato finale che conta.

The Stokes Room on fire BMG


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Ambasciatori della techno-(r)evolution Nei primi anni novanta si espande a macchia d’olio in tutto il mondo un nuovo fenomeno culturale: il movimento techno. Cogliendo l’occasione di tre uscite discografiche apparse negli ultimi mesi vi presentiamo i tre maggiori guru-ambasciatori di questo movimento, alchimisti del rapporto mente-macchina che attraverso la loro arte hanno espresso le percezioni e le deformazioni sensoriali all’alba dell’era techno-logica. by stoner

LFO Sheath Warp Sono passati sette anni dall’ultimo album dei LFO, progetto nato nel 1991 da Mark Bell e Gez Varley e che in 12 anni ha prodotto tre album, Frequencies, Advance e il nuovo Sheath dove ritroviamo il solo Mark Bell (Gez Varley ha abbandonato la nave per divergenze artistiche). Il marchio LFO si è soprattutto distinto per i maxi single per DJ, le infinite collaborazioni, e per aver fatto decollare l’etichetta inglese WARP. Colonna portante degli LFO è comunque sempre stato Mark Bell, che ritroviamo in veste di produttorearchitetto di molti artisti come nel magnifico Homogenic di Björk (per la quale sta curando anche prossimo album), di Exiter dei Depeche Mode e indicato da molti come il degno erede dei Kraftwerk. Sheath non delude le aspettative, il mastro-artigiano dell’elettronica sale in cattedra…le composizioni passano dalle musiche plananti di Blown, Modeylips, Nervertheless ai perfetti inni techno come in Mum-Man e Freak (che ricorda i suoi primi singoli di successo). In Afraid To Linger troviamo lo stesso synth che ha caratterizzato il sommo Tri Repetae degli Authechre. Questo terzo lavoro prova, ancora una volta, come Bell sia il produttore più creativo della techno britannica

Plastikman Closer Novamute Richie Hawtin è nato artisticamente come Dj a Detroit, dove già da giovanissimo si esibiva nei party e nelle radio seguendo le orme dei pionieri della techno. Dopo le prime produzioni di successo come Plus 8 & Minus, nel 1993 crea il suo alterego Plastikman, progetto artistico con il quale l’uomo di plastilina esplora le nuove frontiere della techno minimale e dell’elettronica modellandosi a piacimento, con l’uso dichiarato dei famosi cartoncini di LSD, musica che molti hanno definito ipocondriaca e di scheletrica bellezza. Parallelamente Richie Hawtin è organizzatore di rave party sempre più imponenti, molti dei quali illegali, in America (dove viene diffidato per 18 mesi), in Australia e si esibisce da dieci anni senza sosta in DJ set diventando uno dei DJ più richiesti e rinomati al mondo. A cinque anni dalla sua ultima apparizione Plastikman ritorna con un nuovo lavoro, meno minimal techno, più darkambient, sempre sperimentale, ma con una novità: la voce filtratissima di Richie Hawtin. Closer è decisamente più catartico dei suoi predecessori, solo in un paio di brani si sentono le proverbiali ritmiche di bassi sequenziali. Un album spiazzante, ermetico, che pretende dall’ascoltatore un approccio alla globalità del progetto artistico Plastikman.

Various Rephlexions: A Compilation Of Braindance Rephlex Con questa compilazione la Rephlex festeggia i suoi dodici anni di vita e indirettamente il festeggiato, essendone il fondatore, è Richard D. James, alias Aphex Twin. Aphex (AFX) fonda questa etichetta nel 1991 incidendo i suoi primi dischi, in seguito firma un contratto discografico con la WARP records e pubblica vari dischi per le Major. Grande sperimentatore ed innovatore, passa molto in fretta dal successo della scena underground a quella internazionale e ciò gli permette di rafforzare la sua etichetta personale inglobando artisti come Bogdan Raczynski, Kosmik kommando, Leila, µZiq... Aphex è ormai da anni un guru, un alchiminista dell’elettronica che ha illuminato le produzioni e la creatività di molti artisti oltre ad aver avuto il merito di aprire le porte di MTV e delle Major al bizzarro e al pop nichilista di fine millennio, infatti con suo comportamento iconoclastico, i suoi video allucinanti ha fatto da precursore ai vari Nine Inch Nails e Marilyn Manson. Essere pubblicati dall’indipendente Rephlex è quindi un grande onore, offerto a chi come lui, attraverso un atteggiamento ludico e genialoide, sperimenta e cerca percorsi alternativi senza pregiudizi.


030

repor t

re.play di blindFREAK

Sarà il fatto che suonare riscalda e da quelle parti è sempre freddo, sarà che (sempre per colpa del gelo) la gente sta più in casa e magari non sapendo che fare inizia a suonare uno strumento, sta di fatto che la Scandinavia è una delle zone più produttive di band dei più diversi generi musicali. In questi ultimi anni la scena che ha senza dubbio fatto parlare più di se è quella del buon vecchio caro rock’n’roll e dal nord si sono rivelate band presenti da anni nella scena scandinava ma ignote al mondo intero.

Tutto è iniziato con la White Jazz, un’etichetta che anni fa decise di produrre band (divenute poi capostipite del movimento rock’n’roll scandinavo) come gli Hellacopters, i Gluecifer e i Backyard Babies. Tutte queste formazioni, comprese quelle minori che ruotano intorno ad esse, sono molto diverse tra loro, ma hanno in comune la stessa attitudine, ovvero il fatto di vivere, pensare e soprattutto suonare il rock in un certo modo, diretto, d’impatto e divertente. Questo vale per gruppi più glam come i Backyard Babies, a quelli più incentrati sullo stoner, come i Misdemeanor, al garage come i Sewergrooves e al punk dei Puffball. E’ senza dubbio la Svezia ad offrire il maggior (e anche miglior) numero di band. Ma anche la vicina Norvegia ha i suoi ottimi prodotti da esportazione, come i già citati e lanciati Gluecifer, o gli sconvolgenti Turbonegro, che con i loro show oltraggiosi e provocatori sono tornati da poco sui palchi di tutto il mondo, dopo una violenta rottura che sembrava aver messo la parola fine a questi paladini del “gay metal”. Le maggiori etichette scandinave che hanno appoggiato i gruppi locali sono la già citata White Jazz, la svedese Burning Heart e la danese Bad Afro. La prima è probabilmente la più conosciuta, che si occupa di band soprattutto punk e hardcore melodico come i vari Satanic Surfers, Millencolin e No Fun At All, ma si dedica anche a generi più ricercati e con diverse contaminazioni come per il rock sixties dei Peepshows fino all’hardcore dei Raised First passando per i fenomenali The Hives, che hanno spopolato in mezzo mondo. Sempre sotto la Burning Heart troviamo anche gli (International) Noise Conspiracy, combat band nata dalla mente dell’ex Refused Dennis Lyxzén, ex cantante di quella che fu la band più malata e sperimentale della storia dell’hardcore punk. La Bad Afro si occupa di band più underground come Chronics, Maggots, Royal Beat Conspiracy e i Falming Sideburns, solo per citarne alcuni. La scena scandinava è davvero infinita e cercare di riassumerla in poche righe è un’impresa assai ardua, quindi mi scuso per tutti i fans delle band che ho dovuto tralasciare. Per chiudere ecco un’ultima carrellata di nomi d'altre band nordiche, come i Kent, Sigur Ros, Randy, Teenage Idols, Motorpsycho, Rasmus (che dopo anni di gavetta sono esplosi ovunque da qualche mese con il singolo In the Shadows), i vari gruppi metal dai Nightwish agli Opeth, Stratovarius, DimmuBorgir, Emperor, Sentenced, Bathory, Entombed e tanti altri, senza dimenticarci che al freddo e al gelo c’è anche chi ascolta hip hop, come gli svedesi Looptroop. Check all they out!

Motorpsycho

Falming Sideburns

Turbonegro

Gluecifer

Raised First

Looptroop

(International) Noise Conspiracy

The Rasmus

Sentenced

Vi segnalo alcune nuove skandinavian uscite degne di nota:

The Hives

Bad Afro Records

Burning Heart Records

Sweatmaster - Sharp The Royal Beat Conspiracy - Dig It! Baby Woodrose - Live at Gutter Island

Nine - Killing Angels Give Up The Ghost - We’re Down Till We’re Underground Sparks Of Seven - Album No.1 Dimmu Borgir


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live Muse Un’odissea nel suono

Cancelli del Palamazda di Milano. E’ la sera del 27 ottobre. Siamo quasi tutti senza giacca, sappiamo bene cosa ci aspetta dentro, ed il caldo che farà. C’è chi corre dalla macchina fino all’entrata, chi invece stappa già la prima birra aspettando gli amici.

Sono solo le 20.00, ma già tutti si affrettano nell’immenso tendone. Il gruppo di spalla porta il nome di Cave In. Forse allora è meglio chiamarli gruppo di "propulsione". Effettivamente partire con una promessa del rock ti mette subito di buon umore, mentre l’adrenalina sale nell’attesa dei Muse. Tutto è iniziato all’insegna di Absolution. Dominique Howard che per primo sul palco e ripete la marcia introduttiva presente nell’album. E poi l’apocalisse, questa volta senza chiedere per favore. Ci sono due parole che danno la giusta idea di cosa sia stato questo concerto: Butterflies And Hurricanes. Non è un caso che questi due termini, che formano un ossimoro nel loro accostamento, siano anche titolo di una canzone nel nuovo album dei Muse. La performance di questo tridente ne è testimone. Matt Bellamy è un moderno icaro, uno che all’ordine d'ondate di archi e pianoforte, ha contrapposto riff grintosi e atmosfere tese. Proprio Butterflies And Hurricanes ha coinciso con l’esplosione

di Tanica

dell’atmosfera all’interno del palazzetto. Fino a quel momento, più che veder gente arrivare sotto il palco trasportata da mille mani e braccata dalla security, non avevo visto. Alla chiamata bohèmienne di Butterflies And Hurricanes tutti hanno usato la loro chance d'essere ascoltati, e si sono messi a cantare. Plug In Baby era un tripudio di mani alzate, l’apice del folle volo dei Muse. E questo momento è durato fino al termine del concerto con la metallica Stockholm Syndrome. Intanto sui megaschermi passavano immagini caleidoscopiche, specchio della sperimentazione sonora spinta con cui i Muse sottolineano la loro (e la nostra) fragilissima emotività e ci legano a un giuramento di devozione eterno; non smetteranno di sperimentare, ne siamo certi. Su questo permettetemi di lasciar perdere i paragoni con i Radiohead, molto più avanti nella propria traversata musicale. Sì, Time Is Running Out, ma non anticipiamoli questi benedetti tempi.

Heater Nova 1° ottobre Volkshaus - Zurich Heather Nova è una delle realtà musicali femminili più interessanti del momento. Come quinto cd è appena uscito Storm, completamente autoprodotto. Molti la ricorderanno per Siren, con due hit come London Rain e Heart and Shoulders. Figura un po’ scomoda, dice chiaramente quello che le sta a cuore. Incontrarla è stata un’occasione da non perdere. Come sei cambiata musicalmente? Innanzi tutto ho voluto diventare indipendente, producendo da sola il mio nuovo disco Storm. Ero stanca di sottostare alle leggi delle major che t'impongono di riscrivere i brani in modo più commerciale, utilizzando produttori di fama. Questo è successo per il mio penultimo lavoro, South, dove alla fine avevo la sensazione che i miei brani mi fossero stati portati via e restituiti non come li volevo. Ora invece ho anche curato personalmente la distribuzione selezionando le diverse label nazione per nazione. Sono molto contenta perché mi stanno sostenendo benissimo. Certo, l’impegno è aumentato, ma almeno godo di una libertà totale a livello compositivo e non sono più obbligata a sedermi nell’ufficio di qualcuno per fargli ascoltare i miei brani. Quale musica ascolti? Ultimamente non molta, anche perché quando ho registrato Storm ero concentrata sulla mia musica e quando sono in tour nel tempo libero preferisco riposarmi. Oggi ho acquistato qui all’angolo il nuovo cd di Emmilou Harris. Mi piacciono le canzoni in genere e fra gli interpreti amo Iggy Pop.

One Day June (contenuta in Storm) cosa significa? Oh, niente di particolare. E’ un’allegoria. Parla di tentazione e di tutto quel complesso di cose che c’è dietro, di quello che facciamo e ci diciamo quando la vita ci mette davanti ad una scelta. Come componi? Per tre mesi scrivo e poi scelgo quali canzoni incidere. Per Storm ne ho scritte trentacinque e sull’album sono andate solo quelle che amo. Adoro comporre, il processo del creare; nel mio caso, testo e musica nascono assieme. I’m the Girl è un brano del ‘98 incluso in Siren: è ancora attuale per te? Certamente, perché parla della donna. Ogni donna è l’insieme di tutte le donne che l’hanno preceduta, con tutto quanto ciò ha comportato. E’ un ciclo che continua e si evolve, e lo sento molto, adesso che sto per diventare mamma. Le donne hanno una forza interiore molto potente ed una sorta di saggezza. Non che gli uomini siano deboli: ne conosco di molto forti. Quando sei incinta senti che c’è qualcosa di ancestrale in te che sta succedendo. Un miracolo legato alla natura, dove la tecnologia non ha nulla a che fare. Di per sé è incredibile, appunto un miracolo. Cos’è la libertà? Libertà è conoscere te stesso. Se conosci te stesso non sei preoccupato di cosa l’altra gente pensa di te, a cosa dovresti fare. Libertà è seguire il tuo istinto. Cosa ti dice l’istinto ora? Appena terminato il tour prenderò un periodo di assestamento, rendermi conto che sarò madre e finalmente avere tempo per me, portare altre cose nella

di AS127

mia vita. Fino ad oggi la mia carriera è stata la mia vita, quindi molti concerti, incidere dischi… Avevo rari momenti per me, per vivere. Ci deve essere un equilibrio. Essere in tour per dieci mesi è follia, anche se adoro suonare, come vedi… Il palco è molto semplice, qualche telo dal soffitto, luci soffuse. S'inizia, con One Day in June, un concerto rarefatto ma estremamente potente, forte, profondo. In scaletta molte canzoni di Storm, ma anche brani più vecchi completamente riarrangiati e suonati, come molto probabilmente sono davvero nati. Il pubblico (sold-out al Volkshaus) ascolta e partecipa. Sorride quando Heather ricorda il sogno da bambina d'essere Heidi, sebbene solcasse con i suoi il Mar dei Caraibi. Al terzo bis, sola sul palco, Heater dedicherà Storm al pubblico alzatosi per una standing ovation sulla quale, poco per volta, riesce a far breccia la sua voce.


032

re.play

Contemporary Culture Convention IV Una mostra per la cultura over & sub underground

Musica elettronica, grafica, video e film con un punto di partenza contemporaneo, sono i pilastri della cultura menzionata nella denominazione dell'evento Contemporary Culture Convention (CCC), che giungerà alla quarta edizione a maggio dell'anno prossimo. Questa manifestazione è la dimostrazione pratica delle attività che si svolgono tramite il forum web R3S3T Eletronic Network rivolto alla musica elettronica (http://r3s3t.ch). R3S3T è una piattaforma d'attivisti del settore che oltre a lanciare e promuovere la scena elettronica svizzera in rete, organizza regolari serate nel Dachstock di Berna e altrove, combinando musica e arte in un'euritmica interazione culturale. L’edizione del CCC dell’anno scorso è riuscita a scavalcare l'isolamento delle scene musicali e culturali locali delle differenti regioni della Svizzera. Inoltre, in quell'occasione sono stati creati dei progetti i quali hanno dimostrato la forte e comune volontà di uno scambio culturale ed interregionale. Gli organizzatori vogliono perfezionare questi obiettivi per la prossima edizione, difatti in quest'ambito CCC vuole sensibilizzare gli artisti interessati (anche quelli ticinesi) ad essere elementi di questo network utile allo scambio di generi ed esperienze. Per aumentare l'attrattiva della manifestazione ogni anno alla CCC vengono invitati gli esponenti di un paese ospite (per la prossima edizione sarà l'Italia), con quale stabilire uno scambio puntuale con gli artisti che fanno parte del network. Come di tradizione gli organizzatori del CCC programmano l'evento con filosofia no-profit.

Per esempio gli artisti non saranno pagati, ma saranno rimborsati delle loro spese di trasferta e saranno alloggiati in spazi appositamente adibiti. Lo stesso avviene per i differenti partecipanti della mostra. E' evidente che ciò non sarebbe possibile se non ci fosse l'aiuto di fondazioni culturali, di organizzazioni sensibili al tema e di sponsor privati. Il desiderio della CCC non è solo di servire gli interessi del pubblico, ma anche di soddisfare tutta una serie d'esigenze degli artisti, nonché di mettere in valore Berna come punto geografico centrale. Oltretutto l'evento gode di una riconoscenza internazionale grazie ad un' annuale compilation su Cd e vinile, nonché tramite l'operosità applicata al sito web. La manifestazione si svolgerà dal 14 al 16 maggio 2004, presso la grande sala del Reithalle di Berna, come pure nelle altre sale dove verrano messe in esposizione opere inerenti all'avvenimento e stand di riviste, etichette e rivenditori di dischi. Sono previste delle installazioni video e delle proiezioni cinematografiche. Un evento senza uguali. Gli organizzatori del CCC invitano quindi gli interessati della scena artistica ed elettronica ticinese a partecipare in rappresentanza della nostra regione. Un'invito da non sottovalutare: le iscrizioni sono aperte! Per informazioni ed iscrizioni: email: ccc_artists@r3s3t.ch - www.r3s3t.ch/ccc

Orgy 2003 29 novembre 2003 - Usine à Gaz - Nyon L’associazione TrocK, fondata nel 1994 a Losanna, è un’associazione senza scopo di lucro e s’occupa dello sviluppo della scena musicale svizzera. TrocK è una piattaforma dinamica e professionale che favorisce la scoperta di nuovi talenti e lo scambio tra i professionisti della musica. Dal 2002 Trock si è legata all’associazione nazionale Action Swiss Music, ed oggi rappresenta la scena musicale della Svizzera romanda, ma anche quella della Svizzera italiana. Le serate TrocK presentano al pubblico gli artisti svizzeri scoperti durante l’anno, e riuniscono i professionisti della scena musicale in una situazione favorevole ai contatti. In quest'ottica, dal 1997 ogni anno a fine novembre TrocK organizza il festival invernale Orgy. Questa serata annuale presenta al pubblico, come ai professionisti del settore, una selezione d'artisti che particolarmente meritano d'essere messi in scena. Facilitata dalla qualità e dall'audacia delle proposte, la programmazione non esita mai a rompere le barriere che frenano lo siluppo della scena musicale nazionale. Band, live-acts e dj set provenienti da tutte le regioni linguistiche s'uniranno per dimostrare che il rock, l'elettronica e il groove possono associarsi armoniosamente. In totale parteciperanno 16 realtà musicali provenienti da ogni dove della nazione. Questa sesta edizione si svolgerà per la prima vol-

Live-acts Bak XIII, électro-dark, GE Zodiac Project, électro-pop, TI Michael Doum Doum Dread, ragga, VD Shaper, big beat, VD Messenger High Soundsystem, reggae-dub, FR

ta all'Usine à Gaz di Nyon, che per l'occasione sarà appositamente predisposta con due sale supplementari. Le band ed i Dj si spartiranno i due palchi e il chill out, dalle 20 alle 4 del mattino. Quest'anno due identità ticinesi, i Zodiac Project e Dj Albruic, rappresenteranno la scena ticinese. Era prevista anche la partecipazione della band Maja, che purtroppo ha dovuto rifiutare l'invito perché impossibilitata ad essere presente, in quanto per questa data sarà negli Stati Uniti a completare la registrazione del prossimo album. Prima dell'inizo della serata, gli amatori come gli addetti al settore potranno incontrarsi in una cornice propizia al contatto. Il Music Meeting, che raggruppa ogni anno più di duecento persone, si svolge dalle 17 alle 20, sempre presso l'Usine a Gaz. Parte di quest'evento verrà replicato in base alla vocazione itinerante dell'evento che promuovendo nelle differenti regioni alcuni appuntamenti intende stabilire una vera dinamica di scambio. Info presso: TrocK music network / tel. 021- 648 0848 www.trock.ch / email: office@trock.ch

Gruppi Jah Man Gang, reggae-ragga, FR Watykan, néo métal, VD Watch the Men Fall, trip hop, NE Open Season, reggae-ska, BE Fullstop, hardcore, VD

DJs St Plomb, old school tekhouse, VD (Mental Groove, Viking Music) Rolla, drum bass, GE (Freebase Corporation) Frank François, métal, VD (Couleur 3) Electro da Jack aka Jack Demon, eletcro-tek, VS (The Players, The Box) Hathor, goa, VD (Deltaforce) Albruic, trip hop, TI


agenda novembre 7

8

venerdì

Le date indicate sono quelle pervenuteci entro la chiusura redazionale. Potete trovare costanti aggiornamenti sui concerti nella nostra regione al link "Agenda" presso il nostro sito web: www.resetmagazine.ch

14 venerdì

Garage Music - Castione Live con POCAFERA & Friends (Ticino-rock)

Garage Music - Castione Live con BLUES FEELING e LES FLEURS DU MAL (blues-rock)

Living room - Lugano T.E.S.T. Dj set con HART (Canada) & AELIEN (Denmark) + Live con SISMA & BLASE' (Elettrock)

Living room - Lugano Dj set con HEADCANDY (rock alternativo) Entrata a metà prezzo per i possessori della re.set card

à validit validità e cognom nome

20 giovedì Garage Music - Castione Extra Music Dal Garage Selezione con PUNKSECK, MEDIEVAL NIGHT e MENIAL Living room - Lugano Dinner & live Jazzy Jams con JAM SESSION (dalle ore 19.00)

21 venerdì

La Fabbrica - Losone Live con MAG TRIO (jazz)

sabato

Garage Music - Castione Collegati by Collettivo Lesbico e Gay Ticino Cabaret con RENATO FULLIN

15 sabato

Garage Music - Castione Live con TOXTWINS (Aereosmith tribute)

Garage Music - Castione Live con SYNCHRONICITY (Police-tribute)

Living room - Lugano Dj set Le nouveau funk con KISSTRASPARENZ + Dj Minuta set con TABLE (soudscapes, ambient, chillout, down pop)

Living room - Lugano Dj set con JAY-K (hip hop, r&b, reggae)

Bar Temus - Agno Live con SOLD OUT (rock)

13 giovedì Garage Music - Castione Extra Music dal Garage Selezione con FRANCES FARMER, GOOD THINGS e HEAVY DEMONS BAND Living room - Lugano Dj set con SILLYBOYBLUE (ambient)

033

re . p l a y

Metrò Club - Lugano Honey Night Live con HONEYFLOWES, THE GONE OVERSEAS e MY STUPID DREAM (punk e emo-core) In omaggio ai primi cinque che invieranno un email a redazione@resetmagazine.ch (intestazione HONEY) un biglietto d'entrata a questa serata. CSOA Il Molino - Lugano Live con LISAGENETICA (rock) Bar Temus - Agno Live con ALTO VOLTAGGIO (cover-rock)

à validit validità e cognom nome

Living room - Lugano Dj set Mondofunk con RICO (e-funk, two step) Entrata a metà prezzo per i possessori della re.set card

Il 29 novembre il Dicastero Giovani Formazione Tempo Libero organizza una grande serata dedicata alla tradizione irlandese e alla sua musica. Presso il Centro Esposizioni di Lugano il pubblico potrà assaporare musica, balli, birra e tanto divertimento a go-go, in un ampio ambiente, dove la tradizione irish, festaiola e dinamica come non mai, potrà esprimere le sue caratteristiche più positive. Durante la serata suoneranno i lombardi Inis Fail, una band più volte ospite del festival a Tesserete. Dal vivo questa band s'infiamma contagiando il pubblico per brio e per pro-

Garage Music - Castione Extra Music dal Garage Selezione con WATER LILY, PUSSYWARMERS e ADVISORY CLUB Living room - Lugano Dj set con JAY-K (hip hop, r&b, reggae)

28 venerdì Garage Music - Castione Lachrima Krisma Live con KRISMA e MORGAN (from Bluvertigo) From elektricity to electroclash Living room - Lugano Dj set Night of Living Drums con SHADOW DRUMMER & DJ SNOOZE

29 sabato 22 sabato Cubase.it Party 5.0 con TABLE, TETRA-PAK SYMPHONIE e GONE + MAURO ERMANNO GIOVANARDI (from La Crus) + Dj set con VARVEZ & Video by Giovanotti Mondani Meccanici Metrò Club - Lugano Ticinobynight Party Party Dj set di musica latina e house CSOA Il Molino - Lugano Live con SMALL OIL LAMP e PUSSYWARMERS (rock & r'n'roll) Bar Temus - Agno Live con SPIRITO (blues-rock)

29 novembre Notte Irlandese Centro Esposizioni Lugano

27 giovedì

Garage Music - Castione Live con GEM BOY (skiantos-rock) Living room - Lugano Dj set Living...in the 80's con D (music & videoclips) Centro Esposizioni - Lugano Notte Irlandese Live & dance con INIS FAIL e TARA SCHOOL CSOA Il Molino - Lugano Live con NEW BAG con CRISTY DORAN (rock-jazz) Bar Temus - Agno Chili Gonzalez presenta Live con MANUPIA (rock)

fessionale tenuta di palco dal vivace spirito, tra chitarre e cornamuse, batteria e percussioni, flauti e corde vocali. In quest'occasione gli Inis Fail saranno affiancati dalla scuola di ballo Tara School di Milano. Assieme proporranno uno show di sfrenata musica irlandese con ben dieci ballerini, impegnati in momenti di grande allegria e d'intenso trasporto. Sarà una serata che delizierà i presenti. Nel corso della stessa ci sarà pure la premiazione della band che ha vinto lo scorso Palco ai Giovani, cioè i Vad Vuc, che dal grande palco installato per l'evento si prodigheranno a dispensare la loro scatenata (e scatenante) eterogeneità musicale, opportunamente definita skauntry irish folk. Ecco la formula magica di questo evento: melodia, passione, spettacolo, innaffiati da indiavolati ritmi irlandesi… di quelli che fan venire le gambe ballerine!

Per l'occasione gli organizzatori della serata mettono in palio un biglietto d'entrata gratuito ai primi cinque lettori che invieranno un'email a redazione@resetmagazine con l'intestazione IRISH.


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re.play

Proiezioni melodiche

E' disponibile il Cd singolo della canzone di chiusura tratta dalla colonna sonora di DeGENERE, il film opera prima di Tobia Botta, che attualmente sta girando per i teatri della regione. Meglio Così si presenta in tre versioni: due in studio (quella ufficiale) o dal vivo con la voce, e una strumentale. Le prime due sono interpretate da Valeria Gilardi, la brava ex-vocalist della nota band Seaside. Meglio così è un brano dolce, fluente, e Valeria ha una voce stupenda, che ben s'adatta al tema musicale scritto da Zeno Gabaglio e in questo caso suonato da lui alle tastiere e Anthony Gjezi al violoncello. Un'esperienza diversa per la capace vocalist, difatti qui canta ottimamente in italiano. Chiediamo direttamente all'interessata come ha vissuto l'esperienza. Come è avvenuto il contatto con Tobia Botta? Un pomeriggio di gennaio, grazie ad un giro di telefonate, mi chiama Tobia (che non conoscevo) che mi chiede di prestare la voce al tema sonoro del suo film. Mi ha contattato perché in passato seguiva i Seaside, ed ha sempre apprezzato il mio timbro vocale ed l'interpretazione delle canzoni. Quindi un'esperienza diversa, anche perchè canti in italiano. Hai composto tu il brano? Ho accettato di cantare (senza aver visto fino alla fine il film) soprattutto per provare una nuova strada, diversa da quello che "sento" ed ho già fatto musicalmente. La musica non è stata composta da me, e quindi è stata una sfida personale doversi adattare ad una melodia estranea ai propri schemi interiori di composizione, schemi che se curati ti facilitano nella creazione, ma nello stesso tempo rischiano di farti cadere nella ripe-

tizione. Inoltre la seconda sfida è stata di cantare in italiano, e soprattutto di scrivere un testo in italiano che potesse rispecchiare il messaggio che il regista voleva dare, rispecchiando contemporaneamente anche i miei sentimenti e la mia interpretazione personale. Ecco perché durante tutta la lavorazione del brano non ho voluto vedere il film, per essere libera di interpretare gli imput di Tobia e rielabolarli a modo mio, come quando si legge un libro e nella propria testa ci s'immagina dei personaggi... Dove è avvenuta la registrazione? La registrazione è avvenuta ad aprile a Rozzano (vicino Milano), nello studio di Riccardo Zara, noto compositore di canzoni per cartoni animati degli anni '70-'80 (Uomo Tigre, Lady Oscar). In quello studio il tempo sembrava essersi fermato alla fine degli anni '70, luci arancioni, apparecchiature analogiche e strumentazioni vintage. Tutto sommato anche questa è stata una nuova esperienza: lavorare con un tecnico che segue i suoi schemi. Quali sono i tuoi prossimi progetti? Spero che nel mio futuro ci sia ancora musica disinteressata, solo per il piacere di farla, bene e nel modo che piace a me. La voglia di tornare sul palco è tanta, succederà quando sarà il momento giusto di condividere con gli altri quello che sento veramente. Una serata stravagante e divertente quella di DeGENERE, opera prima del regista ticinese Tobia Botta. Il suo film è un ironico excursus nella storia del cinema e dei suoi luoghi comuni o caratteristici, che attraversa i diversi generi cinematografici, dall’horror al western, dalla fantascienza al war movie. La serata poi prosegue con un "dietro alle quinte" curioso e coinvolgente. Un evento originale al quale sarebbe peccato mancare, anche perché alla prossima proiezione Valeria Gilardi interpreterà dal vivo la sigla finale. Appuntamento quindi a giovedì 20 novembre, Cinema Lux - Lugano/Massagno, dalle 20.30. (info: www.bobina.org) In omaggio un Cdsingle DeGENERE - Meglio così, ai primi cinque che invieranno un email a redazione@resetmagazine.ch con l'intestazione "Degenere"

Suisse Diagonales Jazz 05 Suisse Diagonales Jazz, la cui prossima edizione è prevista dal 7 al 23 gennaio 2005, è una kermesse musicale che viene ospitata in sedici locali svizzeri che presenteranno a rotazione, durante questa dieci giorni musicale, sedici formazioni jazz svizzere. L’intento di quest’interessante rassegna è di proporre al pubblico una panoramica sulla scena musicale svizzera, con nuovi gruppi e musicisti originali, ciascuno con una propria visione allargata ed attuale del jazz. Questo festival itinerante vuole creare un legame tra locali, organizzatori di concerti e musicisti, superando le frontiere regionali e stilistiche. Quindi, tutte le regioni verranno toccate dall’evento, Ticino compreso, per la prossima edizione nel teatro dell’Osteria Sociale di Riva San Vitale.

Bando di concorso per il festival di scambio Suisse Diagonales Jazz 05

Per l’iscrizione all’evento le formazioni ticinesi si possono rivolgere direttamente al contatto regionale, nel nostro caso è l’etichetta Altri Suoni (per dettagli vedi riquadro). Il contatto regionale vaglierà poi le proposte da presentare al comitato organizzativo di Suisse Diagonales Jazz (www.diagonales.ch). Le formazioni infine prescelte avranno così la possibilità di suonare a rotazione in sedici locali svizzeri. Un’occasione unica per esprimere la propria musica, supportata in questo caso da un’organizzazione d’alto livello nei locali più prestigiosi della Svizzera in ambito jazz.

Svizzera italiana (TI/GR) Altri suoni, Christian Gilardi Cp 113 - 6928 Manno

Suisse Diagonales Jazz 05 presenta opere del jazz svizzero attuale e organizza in forma concentrata esibizioni interregionali di produzioni originali di interpreti svizzeri, rispettivamente interpreti domiciliati in Svizzera. La prossima edizione di Suisse Diagonales Jazz 05 avrà luogo dal 7 al 23 gennaio 2005 in quindici luoghi diversi. Vi giungeranno 16 complessi e la selezione sarà regolamentata dall’associazione Suisse Diagonales Jazz. L’ingaggio ammonterà a frs. 300 a musicista, rispettivamente (o al massimo) frs. 1'500 per complesso. Musicisti ed autori possono concorrere con i propri nuovi progetti, inviando la documentazione completa di un supporto sonoro all’organizzatore responsabile della propria regione: Svizzera occidentale (GE/VS/VD/FR/JU/NE) AMR, Christian Steulet 10, rue des Alpes - 1201 Genève Svizzera centrale (BE/SO/BS/BL/AG/LU) Be Jazz, Marc Schär Marzilistrasse 47 - 3005 Bern

Svizzera orientale (ZH/SH/SG/TG/AR/AI/GL/GR) Jazz in Winterthur, Michael Wegener Postfach 467 - 8402 Winterthur Data ultima per l’invio è il 31 dicembre 2003


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localcorner BCS

Lozza punk!

In occasione del nuovo disco della giovane punk band BCS, Rabbia e Disgusto (Nextpunk Records), abbiamo per i lettori di re.set un’esclusiva intervista con la band stessa... Chi sono i BCS e da dove vengono? I BCS sono innanzitutto un gruppo di amici, infatti tre componenti su quattro risiedono nel ridente villaggio di Rovio, che sorge sulle pendici del monte Generoso. Questa frequentazione assidua ha fatto emergere un denominatore comune: la musica! Così ha inizio il progetto BCS, cioè l’apprendimento dei rudimenti dei vari strumenti con passione e impegno, ed inizia di seguito anche la serie delle esibizioni dal vivo, che in quattro anni ci hanno portato in giro per il cantone con circa trenta date! Attualmente i BCS sono: Acio, voce e chitarra; Tino, chitarra; Andrea, basso; e Andy, batteria. Attualmente siete sulla Nextpunk Records, e avete appena stampato il vostro primo disco Rabbia e Disgusto. Come vi trovate con questa etichetta? Rabbia e disgusto è il nostro primo vero album, che segue la demo del 2001, Nudi con le mani in tasca, per questo disco abbiamo avuto la fortuna di poter contare sulla preziosa collaborazione di Dexter che incarna la neonata etichetta ticinese, che fa anche riferimento al portale punk ticinese Nextpunk.ch; questa collaborazione è l'inizio di un progetto che ha come fine quello di divulgare ciò che la nostra regione propone. E’ un progetto che reputiamo molto importante e che seguiremo con grande interesse; per ora ringraziamo moltissimo l'apporto che la Nextpunk Records ci sta offrendo! Parlateci quindi un po' del vostro disco. Come è nato e si è sviluppato. Il disco è stato da poco pubblicato, ma ha origini piuttosto attempate, infatti alcune delle canzoni contenute nel Cd, risalgono al repertorio del 2002, quando la band ha subito un’importante mutazione nella formazione. Quando One, l’ex- chitarrista, ha passato le consegne a Tino ad ottobre del 2001, la band ha subito un'inevitabile variazione di stile. Nel nuovo disco quindi sono presenti diverse sonorità, che spaziano dal punk-rock all'hardcore melodico toccando pure la canzone lenta, con altrettante disparate tematiche trattate nei testi. Insomma si tratta di un crogiuolo del meglio che la band ha prodotto tra giugno 2001 e marzo 2002.

Quali sono le vostre influenze musicali? Partiti da un'ispirazione grunge, i nostri primi modelli erano chiaramente i Nirvana, poi la band ha teso sempre più ad orientarsi sul punk e quindi le influenze cominciano a essere NOFX, Pennywise, No Use for A Name, insomma la scena californiana. Influenti sono anche le molte band che popolano il panorama italiano e ticinese, con cui abbiamo anche condiviso i palcoscenici, tra cui: Punkreas, Banda Bassotti, Peter Punk, Vomitiors ecc. Secondo voi come va oggi la scena ticinese? A nostro modo di vedere la situazione si sta evolvendo piuttosto bene, c'è molto fermento nella scena ticinese, le band si moltiplicano in lungo e in largo tra Chiasso e Airolo. Da notare quanti giovanissimi intraprendono questa passione, con ampii margini di crescita, quindi se c'è convinzione, passione, e voglia di divertirsi, si può ben sperare per il futuro della realtà alternativa ticinese! A chi vi rivolgete con la vostra musica? Come anticipavamo già prima, le tematiche trattate dei testi sanno spaziare in un ventaglio di tipologie che vanno dal testo di denuncia sociale fino all'emo, senza sdegnare argomenti più frivoli, o meglio: demenziali! In questo modo cerchiamo di rendere accessibile al pubblico tutto ciò che ci passa per la mente senza escludere a priori alcuni temi, e fare in modo che la nostra musica possa rivolgersi davvero a chiunque! Quali sono i vostri sogni? Niente di particolare, ci piacerebbe però che attraverso la nostra musica passassero determinati messaggi; e ci auguriamo di tutto cuore che la situazione, intendiamo in termini del tutto generici, possa davvero migliorare in modo da risanare questo nostro malandato mondo! C'é qualcosa che cambiereste nella società attuale? La nostra posizione è ben chiara nel disco, è lo è anche nel nuovo repertorio della band, il titolo stesso esprime il nostro dissenso per una situazione quella attuale, in cui ci sono una miriade di cose da cambiare, una quantità esorbitante di ingiustizie da sanare, dalla fame alle guerre, passando per la sfrenata corsa al potere e l’adorazione del dio denaro. Noi ci schieriamo contro tutto questo!

Progetti futuri? Cosa avete in mente? Per ora stiamo organizzando alcune date in giro per il Ticino e possibilmente nella vicina penisola per promuovere il nostro disco, cosa che dovrebbe tenerci occupati fino a fine d’anno. Per l’inizio dell’anno prossimo invece cominceremo a dare vita ad un seguito per questo album, in cantiere, infatti, ci sono nuove canzoni che scalpitano per essere registrare. Entreremo prossimamente in studio per rivedere, riarrangiare ed infine registrare appunto, i nuovi pezzi, che andranno a comporre un nuovo disco che dovrebbe venire alla luce approssimativamente nell’autunno del 2004! Un saluto finale? Vogliamo salutare tutti i lettori di re.set, tutte le band con cui abbiamo suonato e quelle che ci sono amiche, tutti quelli che hanno in qualche modo collaborato con noi, tutti gli amici e tutti quelli che ci vengono a sentire, e infine un saluto particolare a quelle persone che ci vogliono bene (fidanzate, parenti, amici, ecc.), senza i quali non saremmo qui! per info: www.bcspunk.tk www.nextpunk.ch

BCS - Rabbia e Disgusto - (Nextpunk Records)


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re.vision di eric bouzigon

Kill Bill

Iniziato a girare nel 2001, finito oltre un anno dopo, annunciato al Festival di Cannes 2003

nella sua versione di oltre tre ore, poi a Venezia in una versione raccorciata, è solo a fine agosto che il regista ha deciso di dividere il suo film, Kill Bill, in due parti e di farle uscire a novembre e febbraio. Dopo sei anni d’attesa ecco quindi arrivare sugli schermi delle nostre sale il tanto atteso quarto lungometraggio di Quentin Tarantino, senz’altro uno dei cineasti americani più in vista. Ammirato oppure odiato, le sue opere non passano mai inosservate, merito non solo delle sue notevoli qualità registiche, ma soprattutto di quello spirito innovativo che da sempre contraddistingue il suo cinema. Nel 1992 (Reservoir dogs) ha creato un genere, nel 1994 (Pulp fiction) ha salvato il cinema americano in profonda crisi, nel 1997 (Jackie Brown) è riuscito a realizzare a soli 34 anni un film adulto. Nel 2003 (Kill Bill) il nostro si dà ai film d’arti marziali, con diversi anni di ritardo rispetto alle grosse produzioni americane ed internazionali. Un primo segno di declino? A giudicare da quello che aspetta lo spettatore al cinema, decisamente no. Kill Bill- Part 1, è un film decisamente riuscito sia sotto il punto di vista estetico sia sotto quello cinematografico. Film magmatico, risulta molto difficile poterlo commentare in poche righe. La storia è quella classica della vendetta. Bill (un David Carradine enigmatico che non si vede mai ma di cui si sente solo la voce) manda quattro super killers ad assaltare una chiesa nella quale si sta sposando una donna (una Uma Thurman senza nome) incinta del figlio di lui. Gli assassini e la vittima si conoscono poiché fanno o facevano tutti parte di una gang chiamata Deadly Viper Assassination Squad. Il colpo fallisce e lei sopravvive. Dopo quattro anni passati sul letto d’ospedale in un coma profondo, la donna si sveglia e decide di vendicarsi dei quattro assalitori e del loro mandante, Bill. Sarà un massacro. Due moriranno in questo film, mentre per la sorte degli altri tre bisognerà aspettare la seconda

parte in febbraio. Più veloce di Spiderman, più forte del Terminator, più abile di Neo di Matrix, Uma Thurman con la sua tutina “alla Emma Peel” e armata di una super spada giapponese, taglia braccia, teste, piedi, aorte e scalpi con una furia inaudita. Chi si mette sulla sua strada (e sono in tanti) è spazzato via. Dopo la parentesi Jackie Brown, Tarantino ritorna dunque a dei temi più sanguinolenti, quelli di Reservoir Dogs per intenderci. La narrazione è tesissima, e l’equilibrio tra le caratterizzazioni degli attori e gli scenari è perfetto. Anche la fine è molto ben costruita; nè troppo brusca, nè troppo artificiale. L’abilità del regista è quella di riuscire a concentrare perfettamente molti temi in un solo lungometraggio. Dalle citazioni cinematografiche alle sequenze in bianco e nero, dalla miscela dei diversi generi al cinema d’animazione (notevolissimo il manga che introduce Lucy Liu), dalla colonna sonora ai giochi di luci, dal gangster movie americano al film di samurai giapponese. Come Truffaut in passato, Tarantino esplora e nel contempo fa da tramite tra il cinema e l’estetica del passato con quelli del presente. Innumerevoli le citazioni, da Bruce Lee a Akira Kurosawa ma il tono rimane comunque quello dello spaghetti-western di Sergio Leone rivisto e riletto sotto forma di scontro tra samurai-yakuza moderni alla Seijun Suzuki, senza nessuna introspezione psicologica o narrazione tematica. L’unico limite di questo film è forse questo: tutto è troppo legato ad un gioco di ruoli e a una compilation di film già visti. Giudizio forse severo, ma in mancanza della seconda parte che si preannuncia, grazie ad un colpo di scena negli ultimi secondi del film, aperta ed imprevedibile, Kill Bill, potrebbe sorprenderci ancora di più.


037

cinema

di ado bader

Due anime perse a Tokyo Presentato in anteprima ai festival di Venezia e di Toronto, l’ultima opera di Sofia Coppola è una pellicola che illustra in maniera originale e riuscita la solitudine e l’incomunicabilità di due strani individui. In Lost in Translation, Bill Murray e Scarlett Johansson sono i tragici protagonisti “intrappolati” in un albergo della suggestiva e colorata capitale giapponese, come mai prima d’ora, al cinema, era capitato di vedere.

Lost In Translation di Sofia Coppola con Bill Murray, Scarlett Johanson, Anna Faris

Gli appassionati del grande schermo si ricorderanno sicuramente della prima prova cinematografica di Sofia Coppola, figlia del grande regista di Apocalypse Now ed Il Padrino. Qualche anno fa Il Giardino delle Vergini Suicide, interessante escursione tra le mura domestiche di una problematica famiglia americana di provincia, destò l’attenzione di critica e pubblico. Ora con Lost in Translation, recentemente apprezzato ai maggiori festival internazionali, la giovane cineasta americana sembra aver nuovamente fatto centro. Sì perché il film, a differenza di ciò che si può presumere è tutt’altro che un’altra commedia brillante con Bill Murray. Lost in Translation è un film tragico dove l’incomunicabilità e la solitudine dei suoi protagonisti sono i sintomi di un malessere profondo e tipico delle società moderne. I due principali interpreti, infatti, sono due individui smarriti, lontani da casa e con grossi problemi esistenziali. Bill Murray interpreta Bob Harris, un famoso attore americano giunto a Tokyo per un servizio pubblicitario (in Giappone è infatti molto in voga ricorrere a celebrità hollywoodiane al fine di promuovere con maggior successo prodotti di marca) della durata di qualche giorno. Il primo impatto con gli usi ed i costumi della capitale nipponica non è dei più felici. Nessuno sembra parlare la sua lingua e la comunicazione si svolge in modo alquanto impacciato lasciando lo spazio a malintesi ed incomprensioni. Costretto suo malgrado a prolungare il suo soggiorno, Bob vaga nell’hotel privo di forze e distrutto dall’insonnia. Sarà l’incontro con la giovane moglie di un fotografo, di nome Charlotte (un’intensa Scarlett Johansson) a cambiargli la vita. Bill Murray (forse per la prima volta confrontato con un personaggio drammatico) è perfetto nel ruolo di Bob e la sua è, forse, un’interpretazione che riserverà delle sorprese alla prossima notte degli Oscar. Sofia Coppola, d’altra parte, avrà senz’altro intuito che un film come Lost in Translation si sarebbe potuto trasformare in un’operazione rischiosa. Le credenziali del suo interprete principale, infatti, avrebbero potuto trarre in inganno il pubblico abituato ai classici ruoli di Bill Murray. Viene in mente un tentativo analogo sperimentato dal sempre grande John Carpenter. Per il suo Memoirs of an Invisibile Man, film che in maniera analoga trattava temi come l’invisibilità e l’inadeguatezza dell’uomo della società

moderna, scelse Chevy Chase (celebre volto comico della commedia USA) e fu un “flop”. Ma Lost in Translation, fortunatamente, è stato notato diversamente dal pubblico che sembra coglierne il suo valore. Seppure il film della Coppola giochi la carta dei più famosi stereotipi che noi occidentali abbiamo nei confronti giapponesi (tutti pazzi per karaoke, videogiochi e inguaribili fumatori accaniti), ciò che ne traspare è il gusto amaro di un film malinconico e tragico. Le situazioni in cui si trova confrontato il suo protagonista sono all’apparenza divertenti scenette che scaturiscono dallo “scontro” tra due culture lontanissime tra loro. Bob è un attore famoso ma non per questo la sua è una vita priva d’imperfezioni. I dialoghi con la moglie al telefono sono superficiali, i rapporti con i fan sono privi di stimoli, la vita dietro i riflettori - al contrario di quella rappresentata da La Dolce Vita di Fellini, le cui emblematiche immagini scorrono dentro ad un televisore durante una scena del film - non sembra più così attraente. Bob è affranto e sfugge intimorito i paparazzi e gli appuntamenti lavorativi. Ma non è il solo a cercare una risposta all’infelicità. Anche chi, seppur in modo indiretto, ha a che fare con i media può manifestare gli spiacevoli sintomi della solitudine: e Charlotte, in piena crisi esistenziale, ne è il concreto esempio. Suo marito (il sempre bravo Giovanni Ribisi) è un fotografo piuttosto impegnato a seguire una band locale e, quindi, costretto a lasciare sola la sua compagna. Abbandonata tra le soffici moquettes della stanza d’albergo, Charlotte incontra Bob ed insieme, a poco a poco, capiscono d’avere lo stesso tragico problema. I due sembrano essere sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda ed insieme finalmente provano a fuggire alla ricerca di risposte che ancora non conoscono. La giovane lo accompagna alla scoperta di Tokyo in una sequenza che è sicuramente la più riuscita ed autentica illustrazione delle grandi realtà urbane nipponiche mai rappresentata al cinema. Un applauso a Sofia Coppola, emergente promessa del cinema indipendente americano, che scrive e dirige in maniera efficace. Assistere alla proiezione di Lost in Translation è un’esperienza insolita. Si esce tranquillizzati da tanta semplicità narrativa e calma nell’esposizione dei personaggi. L’atmosfera particolare che si respira nella pellicola, caratterizzata da sonorità “lounge” e da un’accurata fotografia, lascia una sensazione di pace interiore. Forse proprio il tipo di sentimento che le anime dei due protagonisti cercano disperatamente per tutto il film.


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re.vision

Continua la rassegna di film Cineroom presso il Living room di Lugano curata dal collettivo che punta i riflettori su interessanti pellicole di cui il criterio di scelta è basato su regia, attori protagonisti, trama, fotografia e colonna sonora. La rassegna comprende varie tematiche: il completo ciclo dedicato a François Truffaut dal titolo François Truffaut, l'enfant sauvage e l’interessante panoramica dedicata a Jim Jarmusch - Personaggi in cerca di America. In previsione, inoltre, un ciclo dedicato al cinema del conflitto intitolato Difficili convivenze - Il cinema del conflitto, e dei cicli dedicati al cinema di culto, di genere, e al nuovo cinema italiano. Appuntamento quindi, al Cineroom, tutti i mercoledì dalle 21 (apertura 20.30, ingresso libero)

5 novembre Cinema di genere L'auberge espagnole (L’appartamento spagnolo - Francia 2002) Regia di Cédric Klapisch

Musiche non originali di Loïc Dury, Radiohead, Daft Punk Con Romain Duris, Audrey Tautou, Judith Godrèche, Xavier de Guillebon, e altri Versione originale francese con sottotitoli in italiano

12 novembre François Truffaut -L'enfant sauvage L'histoire d'Adèle H. (Adele H. una storia d'amore - Francia, 1975) Regia di François Truffaut

Musiche non originali di Maurice Jaubert Con Isabelle Adjani, Bruce Robinson, Sylvia Marriott, Joseph Blatchley, e altri Versione originale francese con sottotitoli in Italiano

19 novembre Difficili convivenze - Il cinema del conflitto Günese Yolculuk (Voyage vers le soleil - Turchia, 1999) Regia di Yesim Ustaoglu

Musiche originali di Vlatko Stefanovski Con Nazmi Qirix, Newroz Baz, Mizgin Kapazan, Ara Güler e altri Versione originale turca con sottotitoli in francese

26 novembre Jim Jarmusch - Personaggi in cerca di America Mystery Train (USA, 1989) Regia di Jim Jarmusch

3 dicembre Uno sguardo al nuovo cinema italiano L'imbalsamatore (Italia, 2002) Regia di Matteo Garrone 10 dicembre François Truffaut - L'enfant sauvage L'argent de poche (Gli anni in tasca, Francia, 1976) Regia di François Truffaut

Dal 15 al 22 novembre torna il cinema giovane del Festival Castellinaria di Bellinzona. La tradizionale rassegna di cinema dedicata ai ragazzi compie sedici anni, come l'età minima per l'accesso alle proiezioni del Concorso 16-20 anni che è ormai in modo definitivo una presenza "forte" nel programma del Festival. La passione con cui sono state seguite le proiezioni dello scorso anno e quella dimostrata dai giurati, hanno confermato che il persorso intrapreso dalla direzione artistica andava confermato. Così, come nell'ormai storico Concorso 6-15 andava rafforzata la presenza di film dedicati agli allievi delle scuole elementari, quest'anno la qualità del mercato cinematografico ha permesso di realizzare l'obiettivo di soddisfare appieno tutte le categorie. In programma allora varie pellicole di respiro internazionale di sicuro interesse, alcune delle quali saranno presentate in anteprima a Bellinzona. Castellinaria convince anche perché coinvolge direttamente i ragazzi, come giurati e come pubblico, mettendoli a diretto contatto con temi di alto valore civico e morale.

Musiche originali di John Lurie Montaggio: Melody London Con Masatoshi Nagase, Youki Kudoh, Screamin' Jay Hawkins, Cinqué Lee, Rufus Thomas, Jodie Markell, William Hoch, Nicoletta Braschi, Elizabeth Bracco, Joe Strummer e altri Versione originale inglese

Musiche originali di Banda Osiris Con Ernesto Mahieux, Valerio Foglia Manzillo, Elisabetta Rocchetti e altri

Musiche non originali di Maurice Jaubert, Charles Trenet Con Geory Desmouceaux, Philippe Goldman, Nicole Félix, Chantal Mercier, Jean-François Stévenin, Virginie Thévenet, Tania Torrens e altri Versione originale francese

Per informazioni dettagliate sui film in concorso e sul programma visitare il sito: www.castellinaria.ch

Rete Tre sarà, come di consuetudine, presente durante questo festival in rappresentanza della RSI. Difatti la redazione del magazine delle 17 Metropolis si trasferirà con armi e bagagli all’Espocentro di Bellinzona, ed avrà ogni giorno in programma delle interviste con gli ospiti ed i protagonisti di Castellinaria, corollate da forum radiofonici con ragazzi-spettatori e piccoli viaggi alla scoperta dell’universo giovanile del bellinzonese. Inoltre lunedì 17 novembre alle 11, la nuova trasmissione di mitologia pop Cult va in onda in diretta dall’Espocentro con la cronistoria del telefilm Minaccia dallo spazio, una serie fantascientifica che ha atterrito la generazione d’inizio anni ’70, quando lo trasmetteva anche la TSI. Il comandante Straker in persona, ovvero Ed Bishop, verrà omaggiato da Cult con un’intervista. Il miglior cinema, a volte, è (anche) alla radio.


039

repor t

re.vision testo paolo vandini

foto di gustavo oliva

Promised Land Tra febbraio e marzo 2003 è stato girato a Los Angeles e nei suoi dintorni il lungometraggio dal titolo Promised Land. Fin qui niente di strano, visto che a Hollywood le riprese di un film sono all’ordine del giorno. La particolarità è che il film è stato prodotto dall’Amka Film di Savosa nell’ambito di una coproduzione tra Svizzera ed Italia: il regista Michael Beltrami e diversi altri componenti della troupe sono ticinesi. Il film è stato montato a Roma la scorsa estate e uscirà l’anno prossimo nei cinema. La pellicola è un road movie interamente girato in inglese e tratta la storia di Ethan Wildwood, un uomo sulla trentina, attore bambino che recitò in un film dal titolo “The little cowboy” che gli valse anche una nomination all’Oscar. Ma da quel momento in poi la sua vita è solo una parabola discendente, non è mai più riuscito ad avere lo stesso successo come attore. Con il passare degli anni diventa un’icona di Hollywood, tutti lo conoscono come “quello famoso per non essere famoso”, bazzica su Hollywood Boulevard cercando di farsi notare e magari farsi scritturare in un nuovo film; ma ormai è solo una macchietta, vive in una roulotte e gira con una macchina tappezzata di sue foto per farsi pubblicità. Ethan Wildwood, stufo di vivere in questo modo, decide di dare un calcio al passato, brucia la sua roulotte e lascia Los Angeles. Un suo amico, un giornalista italiano, lo raggiunge in un luogo roccioso teatro di molti film western e lo convince a prendere una videocamera digitale e iniziare a documentare “la vera America”. Ethan accetta e si ritrova a vagare per gli Stati Uniti facendo alcuni incontri che cambieranno la sua vita e il suo modo di pensare. Fa amicizia con una cantante, Vicky Dalton, in cerca della figlia scomparsa anni prima durante un concerto, e con Norma, una ragazza di strada che potrebbe anche essere la figlia di Vicky. Micheal Beltrami per il soggetto del film si è ispirato ad una figura veramente esistente a Hollywood, un tale di nome Dennis Woodrow, che circola sull’Hollywood Boulevard con una macchina coperta di sue foto e con una scritta a caratteri cubitali, “fatemi recitare in un film” , sperando un giorno di essere ingaggiato come attore da qualche produttore Hollywoodiano.

Il cast del film è di tutto rispetto, Ethan Wildwood è interpretato da Chad Smith, un attore emergente che ha anche recitato al fianco di Bruce Willis nel film Tears of the sun. Norma è interpretata da Lalaine, un’attrice che gode di gran popolarità tra gli adolescenti americani, in quanto recita nella serie televisiva Lizzie McGuire prodotta dalla Disney. Vicky Dalton è interpretata da Ruth Gerson, cantante d’assoluto valore qui alla sua prima esperienza come attrice. La Gerson è conosciuta anche in Ticino per essersi già esibita in un paio di concerti. Completano il cast: Giuseppe Cederna, nella parte del giornalista italiano, già visto in Mediterraneo di Gabriele Salvatores; Patrick Bauchau, attore che ha lavorato con Wim Wenders nel film Lo stato delle cose; William Sanderson, che ha nella sua filmografia anche il cult movie Blade Runner di Ridley Scott. Il film ha, inoltre, diverse interessanti location: si è girato nella downtown di Los Angeles, e all’Ambassador Hotel, un grande albergo che oggi viene usato unicamente come set cinematografico e nei pressi della spiaggia di Santa Monica. Altre scene sono state girate nel deserto della California e in una cittadina di nome Lindsay che dista circa tre ore da Los Angeles. Qui la sceneggiatura ha previsto che Ruth Gerson si esibisse in un miniconcerto con molte comparse reclutate sul luogo. Raramente si vedono dei film di produzione europea negli Stati Uniti, ed è ancora più difficile avere una pellicola prodotta da una casa di produzione ticinese. Anche se il budget non era elevatissimo per gli standard hollywoodiani, Promised land ha sicuramente tutte le carte in regola per poter competere con i film prodotti dai grossi studios americani.


040

kult

re.vision di pablo

di Alfred Hitchock con Anthony Perkins, Janet Leigh, Vera, John Gavin, John McIntire e altri.

“Quando un uomo mantiene uno stile fatto essenzialmente di un modo esemplare di spogliare i personaggi e immergerli nell’universo astratto delle loro passioni, mi sembra difficile non ammettere che ci si trova per una volta di fronte a cio’ che appare sempre piu’ raro in questa industria: un autore di film.” Alexandre Astruc - Cahiers du Cinema

Dai più considerato come il giallo dei gialli, Psycho è un capolavoro senza età che ha fatto dell’opera di Hitchcock (pur non essendone il film migliore) un culto per tutti i cinefili del mondo. Hitchcock ha inaugurato un percorso interamente incentrato sul genere giallo e sulla suspense, in cui alla lettera degli intrecci raccontati corrispondono teoremi morali nei quali la colpa e il peccato, la dicotomia tra realtà e apparenza, l’angoscia e il sospetto acquistano una dimensione più profonda. Il film si snoda in due storie: la prima, che racconta la vicenda di Marion (Janet Leigh), una donna innamorata che ruba 40 mila dollari per fuggire con il suo amato, è un escamotage creato per sviare l’attenzione del pubblico dal motivo principale del film. La seconda è l’agghiacciante storia di Norman Bathes (Anthony Perkins), un giovane mentalmente disturbato nella cui psiche convive la personalità della madre morta, gelosa e oppressiva nei confronti del figlio. Il tema del doppio e della schizofrenia è il leit motiv del film; il regista porta il pubblico a provare simpatia e compassione anche per personaggi che si macchiano d'azioni meschine. Così proviamo tenerezza e paura per la fuga di Marion e addirittura compiacimento per Norman, che da bravo figlio devoto, ripulisce minuziosamente la scena del crimine “compiuto da sua madre”.

Dal punto di vista formale il film contiene delle perle di tecnica e maestria: una su tutte la famigerata scena dell’omicidio nella doccia, che giunge completamente inaspettata e colpisce con una violenza inaudite e una crudezza senza precedenti. La sequenza è girata in montaggio analogico di ejsensteiana memoria, e attraverso diversi dettagli come l’inquadratura dell’occhio, quella del coltello e quella del sangue, Hitchcock fornisce un quadro agghiacciante, frammentando la follia omicida coadiuvato da una colonna sonora da brivido. Questo è il cinema di un autore vero e proprio di film, un cinema che lascia inchiodati alla poltrona, dove la soluzione è rimandata di scena in scena, dove la risposta ad ogni quesito è svelata solo alla fine. Hitchcock è stato il primo regista ad intuire quali potenzialità avesse il cinema, e ogni suo film è un capolavoro in cui ad una visione tumultuosa delle paranoie psicologiche umane si mischiano tecnica, maestria, intelligenza e una spiccata dose di humour propriamente inglese: “Mia madre? Mia madre non è molto in sé oggi…”

Nextscreen == Il controverso colossal biblico di Mel Gibson, La Passione di Cristo, che racconta le ultime ore della vita di Gesù, ha finalmente trovato un distributore negli Usa - la NewMarket - e ha una data di uscita: il 15 febbraio 2004, Mercoledì delle Ceneri. == Robert De Niro, 60 anni, ha scoperto d'avere un tumore alla prostata. Il male, ancora nella fase iniziale, è stato diagnosticato dai medici durante uno dei check-up ai quale l'attore si sottopone periodicamente. Poichè il tumore è stato individuato precocemente e grazie alle eccellenti condizioni fisiche di De Niro i medici prevedono che si rimetterà completamente. == Dopo Confessioni di una mente pericolosa, George Clooney dirigerà The Jacket, che sarà interpretato dal premio Oscar Adrien Brody (Il pianista). Il film, un thriller girato in Scozia, racconterà la storia di un ex-soldato della guerra del Golfo che, dopo essere stato imprigionato e torturato durante il conflitto, è soggetto a delle premonizioni == l regista americano Elia Kazan è morto a New York, all'età di 94 anni. Fondatore, nel 1947, del famoso Actor's Studio insieme a Lee Strasberg ha vinto l'Oscar nel 1954 per il film Fronte del porto che segnò anche il successo del suo protagonista Marlon Brando. Tra i molti altri film di Kazan, vanno ricordati Un tram che si chiama desiderio (1951), La valle dell'Eden (1955), Baby Doll (1956), Gli ultimi fuochi (1976). == Brad Pitt e Jennifer Aniston lavoreranno insieme in un film su Daniel Pearl, il giornalista americano del Wall Steet Journal morto in Pakistan. Per la produzione della Plan B, la coppia ha infatti acquistato i diritti delle memorie del giornalista, pubblicate dalla moglie Mariane in A Mighty Heart: The Brave Life And Death Of My Husband Danny Pearl. Il 38enne inviato del Wall Street Journal venne ucciso nel 2002 da un gruppo di militanti pakistani che si sospetta abbia legami con Al-Qaida.


041

libri

re.ad

Camille De Toledo Disobbediente nato Camille de Toledo è nato nel 1976, ha studiato storia in Inghilterra, fotografia e cinema a New York, la falsa trasgressione a Parigi, l'esotismo fittizio a Tangeri, la nostalgia a Buenos Aires. D'estrazione borghese - è l'erede di un'importante ditta alimentare francese - De Toledo ha una naturale inclinazione alla disobbedienza.

De Toledo ha ventisette anni acutamente vissuti. Basta dare uno sguardo al suo impressionante curriculum. Ha frequentato le migliori scuole francesi, è passato per Sciences Po e la London School of Economics, finendo poi a New York a studiare cinema e fotografia. La sua formazione se l'è fatta anche in Chiapas, e nelle assemblee di Porto Alegre o tra i manifestanti di Davos e Genova. Dall'immersione nel mondo della contestazione "no global" ha poi tratto una trilogia di documentari per la televisione franco-tedesca Arte, passando in seguito al cinema con ottimi risultati. L'anno scorso, a Cannes, De Toledo ha presentato Tango de olvido (Tango dell'oblio), un film girato in bianco e nero in Argentina apprezzato da Scorsese e Kiarostami. Ora, oltre a lavorare al suo primo romanzo, sta finendo il montaggio di Racontez-nous, Anna una satira feroce e senza concessioni sul mondo della real tv, per girare la quale si è molto ispirato a Pasolini. Superpunk Arcimondano è un'opera molto stimata negli ambienti della contestazione francese. In queste pagine Camille De Toledo critica le derive del presente, la follia della società dello spettacolo, il conformismo di massa, la falsa contestazione e il nichilismo fastfood, passando, con una scrittura sfacciata, duttile e sciolta, attraverso il punk, la società dello spettacolo, i zapatisti, il "dandismo di massa", per arrivare infine al movimento no-global e alle tute bianche di Genova. "Sono un asmatico dell’anima." scrive l'autore "Con ciò intendo dire che l’epoca mi provoca un problema respiratorio. E questo mi ha spinto molto presto a cercare, nel guazzabuglio dei miei anni novanta, qualche spazio, due o tre idee… per respirare. Non penso di essere il solo. Anzi, sono pronto a scommettere: questo IO soffocante è un NOI; il NOI di una generazione che ha plasmato la sua coscienza tra due date curiosamente simmetriche: 9/11, per il 9 novembre 1989. 11/9, per l’11 settembre 2001. La caduta di un muro e la caduta delle torri. Bum prima. Badabum poi. Due volte 9, due volte 11, e due crolli.".

Camille De Toledo sente il passato come un peso e il futuro come una sfida. Con genialità, scioltezza ed uno spiccato senso critico invoca un taglio: "Mi arrabbio ogni giorno per l’impudenza con cui i vecchi si dilungano e si allargano. Che muoiano, per la miseria, e che si portino dietro i loro ricordi, il loro Stato, la loro liberazione sessuale, le loro rivoluzioni fallite, le loro disillusioni. Non ne vogliamo più sapere della storia che scrivono. Ecco la nostra!". Combattivo e diretto, quest'autore non le manda a dire. "Sono l'erede di un'enorme yogurteria. Me lo sono tenuto nascosto per un sacco di tempo. Non volevo accollarmi il mucchio di nevrosi di cui è preda la mia famiglia… Ricordo, in particolare, la primavera del 2001. La primavera dei licenziati. Danone, Marks & Spencer, Moulinex, Bata. La famiglia o l'umanità? La contestazione o l'eredità? La legge dei rendimenti o la denigrazione di sé, di noi, di tutto quanto ci ha generati e abbracciati e nutriti? Se il sangue è lo stesso, bisogna sentirsi responsabili? Io non ho altre risposte: se non si vuole partecipare alla grande carneficina, se si desidera sinceramente non rafforzare la reclusione e l'influsso, allora bisogna disertare, ripudiare il potere...". Parole racchiuse nell'epilogo di questo provocatorio "cahier" colmo d'irritazione per le deformazioni del nostro presente, ma anche ricco di stimolanti, a volte surreali, proposte per raddrizzarle. Un libro consigliato a tutti quelli che non hanno ancora perso la speranza.


042

re.ad di stefano kirk

Harry Mulisch Siegfried Rizzoli Uno scrittore olandese d'origine austriaca, Rudolf Herter, giugne a Vienna per la presentazione di un suo libro. Durante un'intervista espone la sua particolare tecnica d'analisi caratteriale che applica sui personaggi famosi. In poche parole Herter afferma che collocare qualcuno di noto al pubblico in una situazione di fantasia, ma probabile, permette di osservarlo sotto un'altra ottica e di scoprire nuove peculiarità sulla sua personalità. Durante l'intervista Harter cita Hitler come personalità enigmatica che ancora oggi non si è potuta ancora spiegare appieno, sia sotto il profilo psicologico, sia sotto quello storico-sociale. In seguito a quest'intervento alla radio una coppia d'anziani austriaci si presenta allo scrittore, proponendogli un invito nella loro abitazione e una storia da raccontargli. Durante l'invito lo scrittore viene a scoprire che i due vecchietti furono assunti come domestici personali di Hitler nel suo rifugio montano di Berchtesgaden. I due coniugi sanno qualcosa di segreto che concerne il dittatore, un fatto che non è stato mai reso pubblico, ed ora hanno deciso di rivelare ad Harter ogni cosa… Come nel romanzo che lo ha rivelato al gran pubblico, La scoperta del cielo, lo scrittore olandese Harry Mulish coniuga sapientemente la verità storica all'immaginazione più libera, tramite affilati strumenti biografici abbinati alla riflessione filosofica - qui in particolare sui temi del nichilismo, dell'Anticristo e della morte di Dio elaborati da Nietzsche - per costruire una vicenda in grado di comunicare al cuore e alla mente dei lettori. Romanzo interessante e particolare.

Anne Siety Matematica, mio terrore Salani Blocco in matematica. Alzi la mano chi non l'ha mai provato almeno una volta nella vita? La matematica è un universo di perplessità, d'angoscie, di scoraggiamenti, di delusioni che si possono protrarre per ore, settimane, mesi, anni. Per molti, anzi per tanti, la matematica è oltre alla comprensione, e la logica di tutti i giorni non è sufficiente a risolvere i suoi enigmi. Un calvario! Lasciatevelo dire da uno che con questa materia ha fatto sempre a botte, uscendone a pezzi. Per la matematica non basta un po' di studio o qualche spiegazione raffazzonata qua e là. Per entrare in quest'universo ignoto ci vuole la chiave giusta. Anne Siety, partendo dalla sua esperienza di psicopedagogista, ci dimostra come un atteggiamento di rifiuto o di rinuncia fatalista nasconda in realtà un livello di forte convolgimento emotivo che per un bambino od un adolescente non ha paragoni con altre materie dell'attività scolastica. Con un linguaggio semplice e chiaro, l'autrice propone una serie di preziosi e concreti suggerimenti utili ad aprire la mente a questa materia, e a trovare giocosamente in sè stessi le risorse per scoprire che la matematica in fondo non è un ostacolo insormontabile e nemico. Un libro indispensabie agli studenti ed insegnanti, ma anche per chi a scuola non ci va più da tempo.

kult

Boris Pasternak Il dottor Zivago Economica Universale Feltrinelli

Boris Leonidovic Pasternak, scrittore sovietico e sommo poeta universalmente noto per il suo romanzo Il dottor Zivago (tradotto in ventinove lingue e venduto in milioni di copie), nacque a Mosca il 10 febbraio 1890 da una famiglia di intellettuali di origine ebrea. Il padre Leonid era pittore di fama e amico di Tolstoj, la madre Rozalija una concertista. Boris studiò inizialmente composizione al conservatorio e filologia all'università di Mosca ma poi si laureò in filosofia. Esordì in campo letterario nel 1914 con una raccolta di poesie dal titolo Il gemello delle nuvole, per poi dar vita a molte altre importanti raccolte, alcune delle quali dedicate alla vita comune e lavorativa del popolo russo dei tempi. Dopo gli sconvolgimenti della rivoluzione Pasternak decise di restare in patria, dove aveva un posto privilegiato tra i poeti contemporanei, ma cominciò a sognare un’altra Russia alternativa a quella comunista, cioè una Russia dello spirito, europea, universale. Prese posizione contro le terribili condizioni dei contadini collettivizzati e mantenne inoltre costanti contatti con esuli e internati. Nel 1946 Pasternak cominciò la stesura del suo capolavoro Il dottor Zivago, che gli procurò moltissime grane. Il dattiloscritto, pur non essendo un'opera anticomunista, venne rifiutato in patria dall’Unione degli Scrittori e non poté esser pubblicato, in quanto tacciato come pamphlet antisovietico. Fortunatamente nel 1957 Feltrinelli lo pubblicò in Italia, dopo varie e complesse traversìe editoriali. La critica occidentale accolse il libro trionfalmente, tanto che nel l958 a Pasternak fu assegnato il Premio Nobel per la letteratura. La notizia fu considerata in Russia come un insulto alla rivoluzione e Pasternak accusato di tradimento e minacciato d'espulsione. Il regime lo costrinse a rinunciare al Nobel, e da quel momento in poi lo scrittore si chiuse in un acre silenzio, rifugiandosi nell'esilio della sua dacia a Peredelkino, nei pressi di Mosca. Boris Pasternak visse i suoi ultimi anni controllato dal regime e morì nel suo ritiro nel 1960. Il romanzo dell'autore moscovita, uscito in Italia nel 1957, è ambientato in Russia e attraversa gli anni della Rivoluzione d'Ottobre, della guerra civile, dello scontro con i tedeschi. Questo libro si può accomunare anche agli altri classici della letteratura russa tra i quali s'inserisce con naturalezza tale è la sua forza comunicatrice. Il protagonista Jurij Andrèevic, un medico, cerca di preservare e salvare la propria umanità, la propria capacità di amare, il proprio diritto alla felicità nonostante la tragedia terribile della guerra in cui è coinvolto. Alla fine, dopo una breve, illusoria parentesi di serenità, dovrà arrendersi al corso tragico della realtà. Il romanzo, pur parlando degli orrori bellici e denunciando la loro assurdità con un'efficacia magistrale, è soprattutto una grande storia d'amore. Quella tra Jurij e Lara. I due, accomunati da un animo assolutamente nobile, finiscono per intrecciare inscindibilmente i propri destini, salvo andare incontro ad una separazione forzata e lacerante. Nonostante sia stata osteggiata e incompresa in patria, tutta l'opera poetica di questo grande scrittore, in particolare Il Dottor Zivago, ha aperto le porte alla letteratura russa moderna. Libro fondamentale. "Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno mai inciampato. A loro non si è svelata la bellezza della vita."


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libri Patrick McGrath Patrick Mcgrath Acqua e sangue Bompiani

Il romanzo neogotico Follia, il kafkiano Grottesco, il destabilizzante Il morbo di Haggard, l'avventuroso e cupo Martha Peake, il teso Spider (da cui Cronenberg ha tratto il suo film) … Queste le opere letterarie più famose di Patrick McGrath, un popolare autore inglese attualmente domiciliato in America. McGrath è uno di quegli scrittori che turbano o irritano, ad ogni modo non è mai indifferente a nessuno. Moltissimi i suoi fans (tra cui m'annovero anch'io), altrettanti i suoi detrattori. La più riconosciuta abilità di McGrath è di saper raccontare i turbamenti e le ambiguità della mente umana, viaggiando con scioltezza tra i labirinti mentali dei suoi personaggi, e dando vita, con una sottile maestria, a figure dissociate e pericolosamente vicine a quei limiti che separano la realtà dalla schizofrenia. Questao talento a sondare le profondità della psiche è l'innegabile pregio di McGrath, apprezzatissimo dal pubblico, ma anche visto - dai critici - come un espediente adottato a profusione dall'autore per attirare i lettori più "morbosi". Non questo il mio parere, anzi ammiro molto McGrath di sa-

persi trattenere dal calcare troppo la mano, evitando così di confinarsi nella letteratura di maniera. Per avvicinare quest'autore posso consigliare, oltre alle opere già citate, una raccolta di racconti recentemente uscita per la Bompiani, Acqua e sangue. Qui si trovano "…tredici racconti dell'orrore scritti con grande stile e magistrale gusto per la perversione. Il frutto di una visione unica…". Queste le parole di Clive Barker, uno dei più grandi scrittori dell'horror odierno. Non lasciatevi impressionare dalla presentazione, Acqua e Sangue porta tredici (da notare la scelta del numero) storie raffinate, non invasive, ma allo stesso tempo sconvolgenti e surreali. Come quella de La Mano Del Maniaco, il racconto di un onanista compulsivo che si taglia la mano destra per liberarsi dal vizio e la chiude poi in una scatola di scarpe. La mano continua a tormentarlo di notte, infilandosi sotto il lenzuolo. Ma il vizioso è irremovibile, non ne vuole più sapere, quindi la mano scappa e si rifugia in un night. Il resto scopritelo voi stessi. Patrick McGrath è un autore da leggere: questa raccolta, le altre sue opere…comunque decidiate, di sicuro non ve ne pentirete.

Bookorsari Il primo meet-up BookCrossing.com è un’interessante proposta letteraria che ha preso piede anche in Ticino. Cos’è il bookcrossing vi chiederete? È un club letterario che attraversa il tempo e lo spazio, in altre parole un gruppo di lettura che non conosce confini geografici e del quale potete fare parte anche voi. I bookorsari ticinesi hanno effettuato il primo meet-up, e visto il successo di questo incontro ne seguiranno altri. Il primo meet-up ticinese è stato veramente un gran successo: quattordici persone, di cui dodici bookorsari in maggioranza svizzeri che hanno ospitato il 13 ottobre scorso (presso il ristorante Al Trenin di Lugano) una piccola delegazione di bookorsari italiana. Si è mangiato, bevuto e fatto conoscenza (in gran parte del tipo "Ah, ma sei tu Xyz!"). Si è parlato di tutto, e non solo di libri e di letteratura! Una serata intensa… Presenti erano i bookorsari conosciuti sotto i nickname Artois, Attrappe-Moi, Cuteboy, Edom, Floreana, Freedog, Ilmagodilussino, Marcello Basie, Minni, Pikappa73, Theut e Yubi40, con alcuni amici che probabilmente diventeranno anche loro dei "seguaci" dei libri liberi. A mezzanotte i camerieri del ristorante hanno quasi dovuto buttar fuori i festanti, che troppo contenti di essersi conosciuti facevano molta fatica ad interrompere l'incontro… Vista la riuscita della serata e il desiderio di partecipare d'altri bookcrossers impossibilitati per quella data, si è già stabilito il secondo incontro, naturalmente in compagnia di qualche buon libro. L'invito è aperto a tutti i bookorsari ticinesi e a quelli che lo diventeranno entro la data del prossimo meeting. 25 novembre 2° Meet-up BookCrossing Ticino Bibliocaffé Tra - Lugano a partire dalle ore 20.30

Bookcrossing Istruzioni per l'uso I libri amati da questa comunità virtuale sono autonomi, viaggiano di mano in mano e fanno diventare il mondo come un’immensa libreria, le cui opere si possono trovare ovunque: su una panchina in centro città, dentro un vaso di fiori in una scuola, su un tavolo in un bar ... è come una caccia del tesoro. Ne avevamo già parlato nel numero di dicembre del 2002, e con piacere oggi possiamo affermare che il book-crossing ha ampliato i suoi sostenitori anche qui in Ticino. Come funziona il book-crossing? È semplice, gratuito e divertente. Ci si connette su www.bookcrossing.com ed entrati nel sito, che è redatto in un inglese molto semplice, ci s’iscrive nel Members login. Un soprannome (nickname), qualche dettaglio (soprattutto sulla postazione geografica, le proprie generalità non sono obbligatorie) e si è già membri. Si ha la possibilità, a scelta, di gestire una propria pagina dove indicare le preferenze in materia letteraria e quant’altro. Forum, recensioni, concorsi, novità e -naturalmente- la possibilità di acquistare i libri on-line fanno parte degli optional del sito. Vuoi lanciare un titolo che reputi possa interessare ad altri? Si prende il libro in questione in mano e, tramite l’icona Register sull’home page, s’inseriscono i dati dello stesso, qualche parola sul motivo della scelta, la postazione dove lo si lascerà (e qui ci vuole fantasia!), ed il gioco è fatto! Al vostro libro - che fra poco non lo sarà più sarà assegnato un codice numerico BCID. Infine basta solo stampare una delle etichette a disposizione sul sito (sull’etichetta è indicata tutta la prassi per usufruire di questo simpatico servizio), compilarla (è importante non dimenticarsi d’indicare il numero di riconoscimento BCID del vostro libro) e incollarla sul volume. Infine si lascia il libro sul posto prescelto, possibilmente il più presto possibile. Dopo qualche giorno, se si è curiosi, è sufficiente ricollegarsi al sito per verificare che viaggio sta intraprendendo e anche per comunicare con i lettori che lo hanno trovato. E tu, che aspetti ad iscriverti e a liberare i tuoi libri? La comunità di bookorsari ticinese è già attiva, e non aspetta altro che nuove forze!


044

re.ad

La fantasia a Manorfumetto Concorso di fumetti

comics (1)

Gran successo ha ottenuto il concorso di fumetti indetto dalla RSI/Rete Tre in occasione della sedicesima edizione di Manorfumetto, svoltasi dal 2 al 13 ottobre scorsi. Le tavole pervenute sono state numerosissime e la scelta dei giurati è stata (2)

decisamente ardua. Pubblichiamo con piacere le tre tavole che hanno vinto. Complimenti alla Rete Tre per la riuscita iniziativa, come pure a tutti gli altri illustratori che hanno avuto una menzione speciale.

Più di centosettanta i disegni arrivati, che sono andati a costituire una sorta di mostra parallela a quella su Hugo Pratt, protagonista dell'edizione 2003 della kermesse fumettistica. Ed è proprio Corto Maltese, insieme ad un Dylan Dog "ladro", il soggetto scelto dal vincitore Mario Mondo di Arzo, che si aggiudica i 500.- franchi in buoni acquisto del primo premio con la tavola dal titolo Furto a Manorfumetto (1). Tantissimi disegni anche dall'estero. Uno da Buenos Aires, numerosi da Sicilia, Toscana, Piemonte, Lombardia e Campania, da cui arriva il secondo classificato, il napoletano Mattia Antolino, che con Il telefono (2) vince 300.- franchi. Terzo, invece, un promettentissimo sedicenne di Bedigliora, Marco Scorti, che si aggiudica 200.- franchi con un fumetto fantasy azzeccato, Il traditore (3). La giuria, composta da Antonio Carboni (curatore di Manorfumetto) Giancarlo Berardi (autore di Ken Parker e Julia) e Laura Scarpa (direttrice della rivista Scuola di fumetto), ha poi voluto segnalare alcuni giovani promettenti: Muriel e Giorgia Berdon di Losanna, Alessandro Paratore di Brione, Giancarlo Diethelm di Minusio, Michela Selvaggio di Como, più i due "piccoli" Sara Groisman di Locarno (12 anni) e Francesca Leiser di SalaCapriasca (10 anni). A loro andranno regali speciali. A tutti i partecipanti sono stati offerti gadgets della Tre, più la possibilità di apparire sul calendario della rete giovane RSI. Già il mese prossimo, durante la settimana (dal 15 al 22 novembre) di trasmissioni bellinzonesi da Bellinzona, in occasione di Castellinaria (vd. pagina 38), Rete Tre rimetterà in mostra le opere, per permettere anche a chi non era a Manorfumetto di apprezzare e votare la notevole creatività di ticinesi e non. Difatti il pubblico del festival avrà la possibilità di eleggere il miglior fumetto secondo il proprio gusto, partecipando così ad un concorso con in palio una videocamera.

(3)


045

teatro

re.ar t

................................................................. 8 novembre

................................................................. 25 - 27 novembre

Nuovo Studio Foce - Lugano Ti-Teatro & Danza '03 Mo-de Di A. Vidach e C. Prati Con D.Albanese, M. Molinari, C. Pinzus, S. Trivellin e A. Vidach

Teatro di Locarno Uno sguardo dal ponte Regia di G. P. Griffi Con sebastiano Lo Monaco, Marina Biondi, Alfonso Liguori, Melania Giglio e Michele Riondino

................................................................. 10 novembre Nuovo Studio Foce - Lugano Ti-Teatro & Danza '03 L'anno del rospo Coreografie e danza di M. Huber ................................................................. 10-12 novembre Teatro di Locarno Parenti apparenti Regia di Andrea Brambilla Con Zuzzurro e Gaspare ................................................................. 11-15 novembre Teatro Sociale - Bellinzona I bambini sono di sinistra Regia di Michele Serra e Giorgio Terruzzi Con Claudio Bisio e il Quartetto Zelig

................................................................. 26 - 27 novembre Teatro Sociale - Bellinzona Odissea Di Omero Con il Teatro Del Carretto ................................................................. 29 novembre Cinema Teatro - Chiasso Di ombre cerchiate + Indissolubile eco Coreografia ed interpretazione di Simona Bucci e Paolo Meru .................................................................

................................................................. 13 novembre Cinema Teatro - Chiasso Linguaggio drammaturgico e Teatro di Poesia Incontro con Sandro Lombardi e Federico Tiezzi ................................................................. 14 novembre Nuovo Studio Foce - Lugano Ti-Teatro & Danza '03 Binari Regia di M. M. Bartelt Con T. Beck, R. Foures, S. Kimura, V. Maillard, J. Morand e M. Orlowsky ................................................................. 14 novembre Cinema Teatro - Chiasso L'Ambleto Regia di Federico Tiezzi Con sandro Lombardi, Iaia Forte, Massimo Verdastro, Allessandro Schiavo e Andrea Carabelli ................................................................. 16 novembre

................................................................. Nuovo Studio Foce 2003 - 2004 Il Nuovo Studio Foce di Lugano inaugura la nuova stagione teatrale per l'anno 2003-2004 con numerosi appuntamenti che si susseguiranno fino a giugno dell'anno prossimo. Teatro, concerti, danza, monologhi ed incontri animeranno l'atmosfera della sala teatrale che, dopo il recente restauro, ha già collezionato numerose presenze accorse agli appuntamenti proposti da compagnie e attori locali o di richiamo internazionale. Quest'anno la direzione, curata dal Dicastero Giovani Formazione e Tempo Libero presenta la stagione in due parti (autunno-inverno/primavera). La parte autunnale è caratterizzata da importanti rassegne, tra cui Ti-Teatro & Danza '03, in programma per novembre. Si riapre quindi il sipario alla 14esima edizione di questa rassegna organizzata dal TASI. Un'occasione per scoprire e conoscere le compagne teatrali indipendenti della Svizzera Italiana, nonché un modo per sostenere gli artisti che da anni sono impegnati in quest'ambito.

Nuovo Studio Foce - Lugano Ti-Teatro & Danza '03 Barbablù Regia di G. Tapella Con C. Morandi

Spettacoli, danza e marionette, un'asta teatrale, la possibilità d'incontrare gli artisti dopo lo spettacolo, ecco qualche ragione per assistere a questo rinnovato evento.

................................................................. 20 - 22 novembre

Informazioni e prenotazioni:

Teatro Sociale - Bellinzona Casa di bambola di Henrik Ibsen Con la Compagnia Parole e Musica

Dicastero Giovani Formazione Tempo Libero Lugano Tel. 091/ 800 82 30 (orari d'ufficio) web: www.lugano.ch/giovani e-mail: gftl@lugano.ch

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re.ar t

L'unione fa la forza Il Laboratorio è il primo portale web della Svizzera Italiana (http://laboratorio.virtuatom.com) per le arti visive e la musica, ed è nato in primo luogo con lo scopo di dare visibilità all'attività di gruppo formato da persone operanti, sia come professionisti sia non, nel campo dell'illustrazione, della grafica, della fotografia, della musica e di tutte le arti visive in generale, esponendo così il loro lavoro in rete. Dunque il Laboratorio è una vetrina, una galleria di lavori, ma non è aperta a tutti: infatti, chi volesse far parte dei membri del Laboratorio deve innanzi tutto collaborare con uno di essi ad un progetto e in un secondo tempo, se lo desidera, può presentare la sua candidatura. In secondo luogo il Laboratorio vuole essere un punto d'incontro con l'esterno: infatti, per chi visita il sito c'é la possibilità di lasciare il suo contributo nel link "Ospiti" con un messaggio o di partecipare alla "Copertina". Gli spazi dedicati agli ospiti e ai contributi esterni saranno ampliati nel prossimo restyling del sito, attualmente in fase di progettazione. Il sito cresce e si sviluppa secondo la combinazione di questi due elementi, e secondo il tipo di partecipazione ed interazione sia dei suoi membri sia degli ospiti. Incuriositi da questo progetto abbiamo fatto qualche domanda in merito ad uno dei membri del Laboratorio, il fotografo Piotr Bugno. Un progetto interessante, racconta com'è nato, da che bisogno è scaturito? In questo sito sono state concretizzare alcune esigenze di un gruppo di professionisti attivi nel campo delle arti visive: innanzi tutto avere la possibilità di mostrare il proprio lavoro, in secondo luogo poter lasciare una traccia, tenendo un diario dei progetti realizzati in comune ed infine stabilire un luogo d’incontro e di scambio all’interno del gruppo e con l’esterno. Quanti sono i membri del Laboratorio? Sono tutti ticinesi? Attualmente i membri sono tredici, non tutti sono ticinesi: tutti però svolongono la loro attività in Ticino. Come si fa ad accedere al Laboratorio? L’accesso alla parte dedicata ai membri si basa sulla collaborazione. Chiunque partecipi ad un progetto interessante nell’ambito delle arti visive che coinvolga uno dei membri attuali del Laboratorio ha la possibilità sia di presentare il progetto nel Diario, sia di diventare un nuovo membro. Quali sono le arti maggiormente contemplete dal Laboratorio? E’ principalmente un portale per le arti visive, come l’illustrazione, la fotografia, o la grafica, ma, come si può vedere dall’elenco dei membri, c’è spazio anche per musicisti o make-up artists. Il termine interazione oggi è molto utilizzato. Qual è il vostro concetto d'interazione? Il sito dedica due spazi all’interazione: chiunque può dare un contributo ai contenuti del sito lasciando un messaggio oppure inviando un’immagine e partecipando alla “Copertina” del Laboratorio. Nella prossima versione del sito questi spazi verranno ampliati e di conseguenza aumenterà l’interazione.

Il Laboratorio è un’alternativa ai classici canali per una maggiore visibilità nel mondo del lavoro? Il sito è stato pensato come uno strumento che assume la propria funzione in base all’utilizzo che ciascuno dei membri ne fa: l’autopromozione sul mercato del lavoro è solo uno dei possibili utilizzi. Per rendersi visibili, oltre ad Internet, c’è bisogno anche di una promozione “classica”. Avete altri canali di promozione sul territorio? No, per ora il Laboratorio non si appoggia a nessun altro tipo di promozione al di fuori a quella possibile in rete. Ringraziamo Piotr per la sua gentile disponibilità ad esporci questo progetto che si profila sempre più interessante, passo per passo, grazie ai contributi di notevole spessore comunicativo dei suoi membri. Per chi fosse interessato a collaborare con gli amici del Laboratorio, faccia una visita su http://laboratorio.virtuatom.com. Sul sito troverà tutte le indicazioni per contattare il collettivo.

................................................................. fino al 25 novembre 2003 La Fabbrica - Losone The Gunfighters opere di Gino Lucente The Gunfighters, la mostra personale dell'artista italiano emergente Gino Lucente, è visitabile presso La Fabbrica di Losone fino a fine novembre. Questo multiforme artista ha realizzato ed installato nell'atelier de La Fabbrica un gran dipinto murale, tre fotografie, quindici disegni preparati con una tecnica assai particolare, ed un'opera su marmo. The Gunfighters - i pistoleri dell’antico West - è una rassegna d'icone del passato, personaggi maledetti ripresi nella drammaticità dei loro luoghi: paesaggi misteriosi ed inquietanti. Gino Lucente riprende e restituisce, rifotografa e ritaglia, toglie e aggiunge elementi grafici figurativi, come nei disegni montati su un supporto bianco e plastificato presentandosi come delle formelle bianche e preziose. Dietro ogni lavoro presentato in mostra, si nasconde una macchinazione tra il visuale ed il concettuale: di grande impatto emotivo il grande dipinto murale che si presenta come un’installazione multiforme e la stampa su marmo, realizzata con una tecnica digitale sofisticata. La mostra è curata da Michele Robecchi, editor di Flash Art International.


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mostre ticino ................................................................. Dal 25 ottobre al 6 gennaio

................................................................. Fino al 30 novembre

Museo d’Arte - Mendrisio Sculture di Selim

Castello Montebello - Bellinzona Blitzarte 3 Con un filo di luce

................................................................. Fino al 15 Novembre

Una mostra che vive e si modifica durante la giornata. Silenti sotto la luce del sole le opere si animano al calar della sera. Una fonte luminescente innovativa diviene il filo di luce che affianca e lega le opere.

OfficinaArte - Magliaso Le sculture del dolore, oltre il dolore Fotografie di Luciano Saporito ................................................................. Fino al 16 novembre Museo Vela - Ligornetto Racconto di forme e colori Opere di Petra Weiss ................................................................. Fino al 22 novembre Museo d'Arte Moderna Villa Malpensata - Lugano L'opera incisa di Giovanni Fattori ................................................................. Fino al 22 novembre Galleria Gottardo - Lugano The Spiritual Landscape Opere di A. Gleizes, V. Kandinsky, F. Marc, P. Mondrian, G. Münter e E. Nolde ................................................................. Fino al 22 novembre La Fabbrica - Losone The Gunfighters Foto, disegni e wall painting di Gino Lucente ................................................................. Fino al 23 novembre Stazione Ferroviaria internazionale - Chiasso Chiasso, culture in movimento Fotografie, istallazioni video ed illustrazioni di Stefania Beretta, Gian Paolo Minelli, Raffaella Ferloni-Hörttrich, Cristina Galbiani e Serafino Marietti ................................................................. Fino al 25 novembre La Fabbrica - Losone San Pietroburgo e la magia dei giardini di Peterhof fotografie di Alexandr Kitaev ................................................................. Fino al 30 novembre La Fabbrica - Losone Tra pittura di paese e pittura animalista Opere di Luigi Chialiva ................................................................. Fino al 21 dicembre Pinacoteca Casa Rusca - Locarno Antologica su Italo Valenti ................................................................. Fino al 4 gennaio 2004 Museo Villa dei Cedri - Bellinzona Opere di Serge Brignoni .................................................................

Organizzato in ambito di Visarte, gruppo regionale ticinese della società svizzera delle arti visive, l’esposizione d’arte Con un filo di luce è formata dalle opere di Fiorenza Bassetti, Hanny Bürgin, Ivano Facchinetti, Aurora Ghielmini, Marco Prati e Antonio Tabet. Esposte nella suggestiva corte del Castello Montebello saranno visibili fino al 30 novembre. Questa è un’esposizione che consigliamo di visitare soprattutto di notte, difatti per l’occasione il Castello Montebello sarà agibile al pubblico fino alle ore 22. Con un filo di luce è una mostra atipica e speciale, che vive lungo il luminoso percorso della luce naturale di giorno ed artificiale di notte, offrendo un’occasione unica per scoprire gli angoli più intimi ed incantevoli e del castello Montebello.

................................................................. Fino al 11 gennaio Museo Cantonale d’Arte - Lugano Accademia di architettura - Mendrisio Dal mito al progetto La cultura architettonica dei maestri italiani e ticinesi nella Russia neoclassica In collaborazione con il Museo Ermitage di San Pietroburgo l'esposizione Dal mito al progetto - La cultura architettonica dei maestri italiani e ticinesi nella Russia neoclassica, è visibile fino all’11 gennaio 2004 presso il Museo Cantonale d'Arte, a Lugano, e presso l'Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura, a Mendrisio. L’evento si svolge sotto l'alto patronato del Presidente della Confederazione Elvetica Pascal Couchepin e del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi. La mostra è sostenuta dall’Ambasciata di Svizzera a Mosca e dall’Ambasciata della Federazione Russa a Berna. Dal mito al progetto intende indicare e documentare la specificità del contributo offerto dalla tradizione artistica italiana e ticinese alla formazione della cultura architettonica russa nel periodo compreso tra l'ascesa al trono di Caterina II (1762) e la morte dello zar Alessandro I (1825). Nella Russia di quegli anni l’architettura si sviluppò dal confronto e dall'interazione tra le diverse culture dei progettisti chiamati da ogni parte d'Europa a San Pietroburgo, a Mosca e nelle maggiori città dell'impero. In mostra, quindi, circa 350 opere - quadri, antichi modelli, tempere, acquarelli e disegni - molte delle quali inedite ed esposte al pubblico per la prima volta. Disegni, studi e modelli dei maggiori monumenti russi di epoca neoclassica saranno affiancati da dipinti e oggetti d'arte, provenienti da collezioni russe, italiane e svizzere. La mostra presenta inoltre disegni conservati nelle raccolte private ticinesi, per lo più provenienti dai discendenti delle famiglie degli architetti che operarono in Russia nel XVIII secolo. Le opere esposte, di alto valore artistico e in gran parte inedite, consentiranno di conoscere il significativo contributo offerto alla cultura architettonica russa dagli architetti di scuola italiana italiana, come, per esempio, gli italiani Giacomo Quarenghi, Vincenzo Brenna e Carlo Rossi, i ticinesi Luigi Rusca, Domenico Gilardi, Domenico e Antonio Adamini, lo scozzese Charles Cameron, i russi Ivan Starov, Nikolaj L’vov e Andrej Voronichin

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gallery

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Arte in movimento Fino al 15 dicembre Galleria Palladio - Lugano Mostra collettiva Opere di Martin Disler, Marcel Dupertuis, Fabrizio Giannini, Gianpaolo Minelli, Silvano Repetto, Raymundo Sesma, Donald Sultan, Emilio Vedova, Francesco Vella

Presso la Galleria Palladio di Lugano si è inaugurata una mostra collettiva che propone gli artisti di maggior spicco dell'arte moderna ticinese. In esposizione opere dalle varie ispirazioni e tecniche che passano dalla pittura all'elaborazione digitale, dalla fotografia alle installazioni video. La Galleria Palladio, diretta dal luganese Daniele Cavallini, è presente in via Nassa fin dal 1981. La filosofia di questa galleria è di creare un luogo espositivo alternativo dove il rapporto con l'arte sia attivo, instaurando così un legame costante che accompagni la sua evoluzione. Quindi, da più di vent'anni, questo è lo spazio privilegiato per le giovani leve, alcune delle quali oggi sono internazionalmente riconosciute. E' in quest'ottica che Cavallini presenta, con la collettiva in corso, gli artisti già esposti in passato presso la sua galleria, e che egli ha seguito durante i loro sviluppi artistici. Parliamo di Martin Disler, Marcel Dupertuis, Fabrizio Giannini, Gianpaolo Minelli, Silvano Repetto, Raymundo Sesma, Donald Sultan, Emilio Vedova e Francesco Vella, dei rinomati creativi che hanno raggiunto la maturità artistica sperimentando con ogni forma possibile di linguaggio visuale. Questa è una collettiva di notevole spessore da visitare con attenzione per tastare il polso all'arte moderna ticinese, ed una valente opera di divulgazione che merita tutto il sostegno del pubblico.

Per informazioni: Galleria Palladio - Lugano 091 - 923 48 61 info@galleriapalladio.com lunedì - sabato dalle 15.00 alle 17.00

dall’alto: Fabrizio Giannini from the series Global Nestlè 2003, digital print, cm 70x100 Donald Sultan Red Flower 1998, conté su bianco somerset, cm 162x102 Silvano Repetto Orchestra photoframe da installazione video


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re.art

Stefan Sagmeister Design e stile


gallery Stiamo parlando di uno noto per aver lavorato nel packaging industriale e nell'industria discografica per musicisti come Rolling Stones, Aerosmith, Lou Reed e David Byrne. Nato nel 1962 a Breganza (Austria) Stefan Sagmeister ha studiato arte e design a Basilea. Dopo gli studi, e grazie ad un carattere propositivo, la sua carriera si è subitaneamente delineata. Oggi le sue provocanti ed anticonvenzionali grafiche s'ispirano consapevolmente al sintetiL'austriaco Stefan Sagmeister è senza dubbio uno dei più intesmo informatico, con il pregio di non scadere mai in banali risultati che ormai sono ressanti designers del tempo presente. La sua abilità ad imporalla portata di tutti. Il suo motto è "hand made", in quanto l'ispirazione è sì d'estrare un talento che si bilancia in equilibrio tra concetto e stile, e la zione tecnologica, ma la messa a punto è essenzialmente manuale. sua destrezza a rendere partecipi i propri clienti al suo estro Una parte importante e caratteristica del creativo, gli sono valsi la fama internazionale. Grazie alla sua lavoro di Sagmeister è il coinvolgimento totale del cliente in ogni parte del procesattitudine nel produrre originali giochi ottici ed anticonformistici so creativo. La sua ricerca visiva (e dei creativi impiegati nel suo mega-studio di impulsi nel mondo della creatività, Sagmeister si è rivelato come New York) si profila inoltre sulla composizione materiale dell'oggetto la cui essenil genio del design europeo. za viene "interpretata" in maniera stravagante. Impaginare un libro d'arte visuale? Ecco che Sagmeister concepisce un libro la cui copertina è da personalizzare secondo il piacere del lettore. Ideare la copertina di un cd per una rockstar? Lo stile anticonformista di Sagmeister si amalgama alla perfezione con la personalità del committente, dando risultati sorprendenti. Proporre la locandina di una sua esposizione in un museo? Sagmeister stesso, con il corpo nudo pieno di tagli, personifica ed interpreta la locandina in questione... E' con questa sua estrema performance - incidersi il testo del manifesto direttamente sulla pelle non sarà stato di certo indolore - che l'influente designer consacra l'attuale direzione concettuale del design, cioe di rendere il processo di realizzazione di un'idea importante quanto il risultato della stessa. Un personaggio creativo, originale, provocatorio, estroso. Stefan Sagmeister è stato descritto dai critici come un genio, seppur maniacale ed esibizionista, difetti che lui stesso ammette senza remore, anzi con ironica sfacciataggine. Enfant terrible… www.sagmeister.com

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