Unione degli Studenti Sicilia, il Sindacato Studentesco
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Piattaforma rivendicativa studenti siciliani in mobilitazione a cura dell'Unione degli Studenti Sicilia, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza https://www.facebook.com/uds.sicilia/ unionestudentisicilia@gmail.com
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Siamo le studentesse e gli studenti che, a partire dallo scorso anno, si sono mobilitati per un’istruzione gratuita, di qualità, realmente accessibile a tutti, e contro la Buona Scuola e la forzatura democratica che il Governo Renzi ha compiuto con l’approvazione di quella legge, così come in precedenza era avvenuto con il Jobs Act e lo Sblocca Italia. Il 9 ottobre siamo scesi nuovamente in cento piazze in tutta Italia per il diritto allo studio, la democrazia e il reddito per garantire una vita degna a tutte e tutti. Siamo scesi in piazza anche il17 novembre, nella giornata internazionale dello studente, per noi non semplice celebrazione, ma occasione importante per riprendere parola sul dramma che viviamo nel nostro Paese. Abbiamo di fronte ai nostri occhi la totale assenza di risorse sul diritto allo studio, una riforma del fisco che favorisce solo pochi privilegiati e una Legge di Stabilità che fissa uno zero nel capitolo di spesa sul diritto allo studio. I Governi che si sono succeduti in Italia negli ultimi anni hanno sempre fatto gli interessi dei pochi che stanno in alto. La Legge di Stabilità è soltanto l’ultimo provvedimento di una lunga serie di politiche antisociali, portate avanti nelle nostre città. Ci hanno raccontato che la crisi ci imponeva di stringere la cinghia, di fare dei sacrifici, mentre i soliti noti si sono arricchiti anche grazie a politiche inique che hanno garantito i loro privilegi. Deve essere chiaro a tutti che noi vogliamo potere nelle nostre scuole, nelle nostre cittá e nelle nostre vite. E non ci stancheremo di ribadire con vigore che conoscenza, reddito e democrazia sono #nellenostremani. La nostra azione rivendicativa riguarda quattro fondamentali concetti: #vogliamopotereSTUDIARE #vogliamopotereRESTARE #vogliamopotereCAMBIARE Proseguiamo con l'analisi di ogni rivendicazione.
VOGLIAMO POTER STUDIARE Vent'anni di rivendicazioni non sono stati sufficienti per dare centralità alla questione, ancora aperta, riguardante il diritto allo studio. Procedere all’analisi su cosa esso consista è fondamentale per coglierne l’importanza all’interno del panorama non solo scolastico ed universitario, ma più in generale democratico. Secondo la carta costituzionale tutti i cittadini di un Paese possono dirsi tali in quanto hanno dei diritti e dei doveri. Tra questi rientrano i diritti di cittadinanza che rispondono alle esigenze insopprimibili dell'essere umano, in quanto senza essi non si potrebbe parlare di reale cittadinanza. Posto che la nostra societá si fonda sul diritto e non sul privilegio, è appropriato delineare il diritto allo studio come un reale diritto di cittadinanza, che garantisce in un'ottica universale a tutti i cittadini (italiani e non) di accedere liberamente ai saperi senza vincoli di natura sociale, culturale, materiale o economica. La formale tutela di tale diritto, molto generale e poco incisiva, è sancita nei seguenti articoli della Costituzione:
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Dall'articolo 3 della Costituzione Italiana: "É compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando la libertà e l'uguaglianza, impediscono il pieno sviluppo della persona umana (...)" Dall'articolo 33 della Costituzione Italiana: "La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione (...)" Dall'articolo 34 della Costituzione Italiana: "La scuola è aperta a tutti (...)" Mediante il seguente articolo (riformato dalla legge costituzionale n.3/2001) si deduce che se da un lato l'istruzione ed il diritto allo studio sono competenza di Stato e Regioni, resta ferma la potestà statale di determinare i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) in materia di diritti civili e sociali: Dall'articolo 117 della Costituzione Italiana: "Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: (...) m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; n) norme generali sull'istruzione; (...) Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: (...) istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale (...)" In particolare la determinazione dei LEP riguarda in modo prioritario gli ambiti della sanità e dell'istruzione. Se però il legislatore statale si è mosso sin da subito per i LEP di sanità, ciò non è accaduto per l'istruzione. Sostanzialmente lo Stato ha il mandato costituzionale di fissare i LEP all'interno dei quali le Regioni possono espletare pienamente le proprie funzioni. Quindi un intervento serio in questo senso costituirebbe la soluzione verso l'eliminazione della forte sperequazione che vi è tra le varie leggi regionali sul diritto allo studio, che ad oggi sono addirittura venti. Tirando le somme, è innegabile che la Repubblica Italiana non garantisca a tutti il libero accesso ai canali formativi, ma bensì leghi l'apprendimento alle condizioni economiche e sociali di partenza. A dimostrazione di ciò, il tasso di scolarizzazione e di frequenza ai percorsi formativi è nettamente inferiore rispetto a quello di Paesi come la Germania, la Gran Bretagna o i paesi Scandinavi. Proprio per questo all'interno del progetto di rivendicazione di una legge nazionale sul diritto allo studio, si inserisce l'esigenza di uno strumento efficace per gli studenti, che si identifica con il reddito di formazione, ossia un sistema integrato che punti a garantire a tutti i soggetti in formazione la possibilità di accesso ai canali formativi, alle borse di studio, ad una fitta rete di servizi sul territorio e alle agevolazioni sui consumi culturali. Tutto ciò manca in Italia e denota una forte insufficienza della governance odierna. Esigiamo che si dia centralità alla questione e che si avvii un radicale cambiamento di rotta nel campo dell'istruzione, in contrasto con l'atteggiamento autoritario ed impositivo che rischia di celare una preoccupante intenzione di dequalificare e svalutare il concetto di libero accesso alla cultura ed alla formazione, trascinando nel baratro non solo le studentesse e gli studenti, ma l'intera societá. E’ necessario un investimento sul diritto allo studio anche a livello regionale, con politiche di Piattaforma rivendicativa studenti siciliani in mobilitazione a cura dell'Unione degli Studenti Sicilia, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza https://www.facebook.com/uds.sicilia/ unionestudentisicilia@gmail.com
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welfare studentesco da integrare alla nuova legge regionale sul diritto allo studio. Vogliamo migliorare la legge perseguendo i seguenti obiettivi: borse di studio senza vincolo di spesa, improntate su un forte principio reddituale; reddito diretto ed indiretto per i soggetti in formazione; accesso gratuito o agevolato alle iniziative e ai consumi culturali; forti agevolazioni sui trasporti; comodato d’uso per i libri di testo; sportelli d’orientamento in ogni scuola; misure per tutelare la multiculturalità e l’integrazione degli immigrati; supporto agli studenti portatori di handicap; istituzione di Conferenze regionali sul diritto allo studio, affinché si vigili sull’applicazione delle norme e si instauri un dialogo fra le componenti della scuola.
LIBERO ACCESSO AI SAPERI Con questa espressione si intende la possibilità di accedere gratuitamente prescindendo dalle condizioni sociali e/o economiche sia all'istruzione sia ai "saperi informali", quali possono essere ritrovati nei teatri, nei musei, nei cinema e nelle librerie. Purtroppo oggi l'accesso ai saperi è fortemente limitato. Sono fin troppi gli ostacoli che i giovani di questa società devono affrontare per accedere alla cultura ed ai saperi, che dovrebbero essere elementi garantiti a tutt*, senza distinzione alcuna, essendo costitutivi di una società democraticamente organizzata. L’università a numero chiuso, il costo eccessivo dei libri nelle scuole pubbliche e i trasporti inefficienti e costosi sono alcune tra le tante croci che gravano sui giovani poco coinvolti e sulle famiglie, ormai allo stremo. La solitudine e l’isolamento dello studente non riguardano solo i saperi scolastici ma anche e sopratutto i i "saperi informali" che al giorno d'oggi sono troppo costosi e poco diffusi. La messa in atto della legge della Buona Scuola non potrebbe far altro che peggiorare tale situazione di crisi sociale e culturale. Le soluzioni che noi poniamo a questi problemi sono due: -una scuola pubblica aperta a tutt* -un reddito di formazione che rientri nell'idea generale di reddito di dignità o cittadinanza. Intendiamo due tipi di reddito: sia diretto (somme rese direttamente allo studente) sia indiretto, ovvero sconti per teatri, cinema, musei o librerie. Vogliamo poter usufruire gratuitamente di ciò che ci spetta di diritto!
TRASPORTI PUBBLICI Tra le tante spese che ogni nucleo familiare si trova costretto ad affrontare per istruire i propri figli, tra tasse scolastiche e libri di testo, vi è anche quella per i trasporti. Non tutti hanno la possibilità di muoversi autonomamente, per questo motivo bisogna garantire un servizio efficiente di trasporto, soprattutto per chi ne ha la necessità. Il trasporto è un elemento indispensabile per garantire una corretta partecipazione alla vita scolastica e inoltre per tamponare il fenomeno della dispersione scolastica, incrementata senza dubbio dall'impossibilità di raggiungere le scuole. Per questo motivo, abbiamo intenzione di rendere i trasporti pubblici veri e propri servizi dello studente. Piattaforma rivendicativa studenti siciliani in mobilitazione a cura dell'Unione degli Studenti Sicilia, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza https://www.facebook.com/uds.sicilia/ unionestudentisicilia@gmail.com
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Vogliamo che le aziende rendano innanzitutto più capillare il trasporto di linea, soprattutto nelle ore critiche ovvero nelle ore di inizio e fine lezioni, creando altre fermate nelle zone dove risiedono maggiormente i giovani; infine, solo rendendo i trasporti totalmente gratuiti si raggiungerà un vero libero accesso ad un servizio fondamentale che deve essere garantito agli studenti.
EDILIZIA SCOLASTICA Noi non siamo macchine ma persone. La nostra vita vale più di un semplice patto di stabilità ed è importante che questo sia chiaro a chiunque si accosti al problema dell’edilizia. É necessario, quasi fondamentale, parlare e occuparsi di edilizia scolastica. La didattica non potrà essere innovata, non potrà fare il salto di qualità di cui ha bisogno se prima non si guarderà con il giusto interesse all'ambiente in cui essa si svolge. Serenità e sicurezza sono le parole chiave per un percorso formativo degno di questo nome. Come si può studiare dovendosi guardare intorno con fare circospetto, temendo il crollo del tetto o di una finestra? Come si può valutare realmente un qualsiasi istituto tecnico se non si investe, come si dovrebbe, in laboratori e strutture? Come si può sviluppare un linguistico senza laboratori, senza stage o progetti adeguati? Le uniche risposte sono quelle della solita retorica e della scioccante idea di una buona scuola che vuole strutture belle ma mai funzionali ed adeguate. L'edilizia non è solo scolastica ma comprende anche l'ambiente in cui viviamo, le nostre città. I giovani hanno bisogno di luoghi di aggregazione. La città ha bisogno di recuperare i luoghi in disuso e di costruirne altri. La città ha bisogno di edilizia come nuova linfa vitale in grado di racchiudere le energie che circolano nella città.
VOGLIAMO POTERE RESTARE La Sicilia da sempre è stata terra di emigrazione, terra di fuga, ed è stata una terra amata dai turisti ma spesso, troppo spesso, odiata e abbandonata dai suoi stessi figli per la povertà, per la disperazione, per la difficoltà nel trovare opportunità di lavoro. Dopo gli esplosivi boom economici del dopoguerra inoltrato, le città di pescatori si ritrovavano in pochi anni con nuove attività, nuova ricchezza, nuovi stili di vita, nuove aspirazione, in una parola, con il “benessere”, ma negli ultimi anni la situazione ha fatto molti passi indietro. Il sistema economico tradizionale ristagna, il lavoro scarseggia, e molti devono abbandonare i luoghi dove sono nati e cresciuti. Ma anche le cose più scontate, qui, sono ormai rovinate, sfaldate: L’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo, le strade dove camminiamo. La Sicilia, conseguentemente al boom economico e alla pesante e sregolata industrializzazione soprattutto nella zona sud orientale dell’isola, presenta un quadro variegato di situazioni ambientali. All’inizio il forte incremento dell’offerta di lavoro ebbe come contraltare la deturpazione di alcune Piattaforma rivendicativa studenti siciliani in mobilitazione a cura dell'Unione degli Studenti Sicilia, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza https://www.facebook.com/uds.sicilia/ unionestudentisicilia@gmail.com
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delle coste più belle della Sicilia, la distruzione di siti archeologici quali Thapsos e Megara Hyblaea, fino anche alla soppressione violenta di un centro abitato: “Marina di Melilli”. Oggi in questa area ci troviamo a subire un inquinamento costante e intenso a fronte di una riduzione drastica dell’offerta di lavoro. In particolare questa estate gli abitanti di queste zone hanno potuto osservare un incremento significativo di sfiaccolamenti dalle ciminiere e hanno percepito immissioni maleodoranti che non sono state analizzate dalle centraline di rilevamento dell’inquinamento atmosferico della provincia, poiché 7 su 11 di esse sono tuttora ferme o malfunzionanti. L’intera area è caratterizzata da coste bellissime e potenzialmente balneabili, tuttavia molte di queste non possono essere fruite dagli abitanti. Lunghi tratti di coste sono occupati dai pontili di attracco e dagli stabilimenti industriali che sversano sostanze chimiche nelle acque dei fiumi e dei mari; altri tratti sono caratterizzati dalla presenza di mucillaggine che quest’estate è arrivata a lambire le coste di Ognina di Siracusa. Tutte le coste della Sicilia presentano problemi di inquinamento come ha dimostrato quest’anno il laboratorio mobile di Goletta Verde che su 26 punti monitorati in Sicilia ne ha giudicati 14 inquinati o fortemente inquinati. Le cattive condizioni dell’aria e dell’acqua esercitano effetti inquinanti anche sulla terra , tutto il contesto ambientale influisce quindi sull’acqua che beviamo e sul cibo che mangiamo. Le coltivazioni risentono della presenza d’inquinanti nel terreno e nelle falde acquifere . Le carni e i pesci che arrivano sulla nostra tavola derivano la loro salubrità dalle condizioni in cui versano i campi e i mari dove sono stati allevati. A tutto questo si aggiunge l’adozione di tecniche di allevamento e di coltivazione intensive e con strumenti chimici inquinanti (diserbanti, pesticidi, ecc.). Un altro degli elementi più appariscenti della qualità delle condizioni delle città in cui viviamo è la capacità di gestire lo smaltimento della grande mole di rifiuti che quotidianamente viene prodotta. Il superamento del sistema delle discariche, ormai oggi quasi tutte sature, è la raccolta differenziata, che eviterebbe un ulteriore inquinamento della terra e delle acque. La Sicilia però rappresenta il fanalino di coda in tutte le classifiche nazionali sulla raccolta differenziata con l’ 85% dei rifiuti ancora gestiti attraverso le discariche. I singoli capoluoghi presentano i seguenti risultati di raccolta differenziata: · Ragusa 25,3% · Trapani 18,5% · Caltanissetta 12,5% · Agrigento 12% · Palermo 10,1% · Catania 10% · Enna 9% · Messina 6% · Siracusa 3% Questi drammatici risultati sono dovuti ad una scarsa cultura dell’utenza siciliana che trova rispondenza nella mancata sensibilità al problema mostrata dai comuni nella gestione dei rifiuti. Piattaforma rivendicativa studenti siciliani in mobilitazione a cura dell'Unione degli Studenti Sicilia, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza https://www.facebook.com/uds.sicilia/ unionestudentisicilia@gmail.com
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I problemi sono tanti e tutti collegati fra loro. Occorre la capacità di vedere tutto nell’insieme e di trovare soluzioni organiche e coerenti. Vogliamo piani integrati che prevedano: un sistema di controlli certificati verificati e monitorati costantemente che prevengano l’emissione di sostanze inquinanti di industrie ancora vive ed economicamente solide, la bonifica dei territori inquinati e il rilancio di una industria agroalimentare di qualità e lo sfruttamento dell’ immenso giacimento di bellezze archeologiche naturali e artistiche attraverso un’ attività di sostegno al turismo. Questa capacità richiede l’impegno congiunto di tutte le forze sane della nostra società, imprese, lavoratori e soprattutto la classe dirigente delle nostre città e della regione. A questi soggetti noi studenti chiediamo il massimo impegno e la massima determinazione nel rendere sempre più vivibili, sotto tutti i profili, i luoghi dove abitiamo e dove vogliamo poter restare. Ma non è tutto. Le statistiche dimostrano che la Sicilia è allo stremo, economicamente, socialmente e, più in generale, su tutti i livelli. È impensabile che in una regione martoriata come la nostra non si porti avanti un nuovo modello di sviluppo. Noi crediamo fermamente che un futuro si possa costruire solamente avendo come base principi la cooperazione e l'ecosostenibilità. Non è sufficiente infatti soffermarsi alla promozione di politiche eco-sociali migliori, ma bisogna andare più a fondo e sconvolgere completamente le logiche su cui si fonda il modello attuale, quelle profittuali. L'obiettivo non è solamente di investire di più nella tutela dell'ambiente ma, grazie alle innovazioni in tutti i settori dell'economia che utilizzano sostanze già presenti in natura, di effettuare minori investimenti, creare più posti di lavoro e conseguire un ricavo maggiore da far ricadere nel territorio. È una forma di sviluppo quindi che non ostacola le possibilità di crescita delle generazioni future, avendo cura del patrimonio e delle riserve naturali esauribili. Non si tratta di un blocco della crescita, bensì della crescita economica rispettosa dell'ambiente e dei suoi limiti. La scommessa che si deve fare è infatti puntare a questo tipo di sviluppo finanziando la ricerca e promuovendo una continua condivisione delle conoscenze; quello che è necessario quindi, è conciliare il fabbisogno umano con le capacità produttive del territorio. Proprio in Sicilia anni fa è nato quel che poteva essere uno dei primi tentativi di questo modello di sviluppo, nato dall'impegno nel costituire insieme ad altri paesi del Mediterraneo, un Distretto unico: sistema di responsabilità e di concreta partecipazione di tutti gli attori della pesca e dell'agroindustria ad una produzione rispettosa dell'ambiente e capace di valorizzare le risorse del territorio costiero, basato sul dialogo e la collaborazione. La soluzione da dare quindi, è radicale.
VOGLIAMO POTER CAMBIARE! La voglia di cambiamento nella regione Sicilia non ha storia recente recente ma affonda le sue radici nel passato, sono già tante la battaglie condotte per una sana attività scolastica e lavorativa ma anche del quieto vivere. Fra le più antiche contese vi è naturalmente la capillare presenza della criminalità organizzata: da Piattaforma rivendicativa studenti siciliani in mobilitazione a cura dell'Unione degli Studenti Sicilia, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza https://www.facebook.com/uds.sicilia/ unionestudentisicilia@gmail.com
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sempre i liberi cittadini hanno tentato di ostacolare il losco operato di stampo mafioso, ormai insito non solo nella società civile ma anche nelle amministrazioni pubbliche e che tende solo ad aumentare comportando un peggioramento drastico della situazione. Non è quindi solo uno slogan quello che spinge a contrastare la criminalità organizzata ma un necessità: bisogna perseverare per ottenere una politica territoriale onesta e dedita a servire il popolo. In Sicilia c’è una lotta contro i potenti proprietari industriali che purtroppo non è sempre stata unitaria. Tanti sono stati infatti gli operai terrorizzati dall'idea di perdere lo stipendio. Ma questa battaglia non è contro il lavoro, non è per al chiusura della zona industriale, ma ha come unico fine quello di chiedere un cambiamento, di pretendere innovazione, bonifiche e quindi un rinnovamento collettivo che punta al benessere di tutti, anche degli operai stessi, prime e dirette vittime di quei veleni. Il deturpamento della costa gioca a sfavore anche del turismo nell'isola , una delle gambe portanti dell'economia siciliana sia nei grandi centri abitati sia nei i paesi più piccoli, colpito anche dall’assenza di un piano per la conservazione dei Beni Culturali. Noi, giovani definiti "choosy," "schizzinosi" e "fannulloni". Noi, giovani costretti a lasciare casa sia per studiare che per lavorare. Noi che in questi anni abbiamo assistito con rammarico a governi non votati e non rappresentativi, umili seguaci di politiche d'austerità, poco adatte allo sviluppo italiano, e a riforme responsabili del declino della scuola pubblica e della ricerca. Abbiamo visto due presidenti della regione indagati per mafia e stiamo osservando l'immobilismo esasperante dell'attuale governo regionale che si era invece annunciato come strenuo difensore del rinnovamento. Nessun piano industriale, nessun programma di trasporto pubblico, nessun tipo di iniziativa per un accesso al sapere libero e più capillare. Nelle nostre città ci si ammala, si perde la vita, lavorando ma anche solo respirando; non ci sono regole o norme, solo uno stato d'inerzia che sta provocando il collasso della Sicilia. Di questi anni e di questi governi rimangono solo macerie. In Italia la ricchezza è ben salda nelle mani di pochi, la dispersione scolastica ha raggiunto tassi più che allarmanti e adesso siamo noi ad essere in credito. Noi siamo in credito e ci riapproprieremo delle nostre scuole, noi vogliamo potere e vogliamo riscuotere il dovuto. In una Italia con potenzialità ma senza progetti, in una Sicilia debole senza trasporti, infrastrutture e servizi, abbiamo tanti, troppi, motivi per attivarci nelle nostre scuole. Se ogni collettivo sarà partecipato, se ogni riunione sarà sentita, se ogni scuola sarà mobilitata, nessuno potrà fermare l'ondata che scateneremo. Occuperemo e autogestiremo per le nostre scuole, per una didattica nuova, per un sistema fiscale migliore, per una società diversa, per le nostre famiglie e per le future generazioni. Non cambierà niente solo se non saremo uniti e non ci crederemo davvero, se invece centremo l'obbiettivo su: Conoscenza, Reddito e Democrazia, creeremo una ventata di cambiamento Piattaforma rivendicativa studenti siciliani in mobilitazione a cura dell'Unione degli Studenti Sicilia, il Sindacato Studentesco – aderisce alla Rete della Conoscenza https://www.facebook.com/uds.sicilia/ unionestudentisicilia@gmail.com
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irrefrenabile e travolgente che non lascerà indietro nessuno ma ci consentirà di essere i protagonisti, di essere noi stessi, di muoverci e di studiare in libertà e gratuitamente, di vivere in salute e di lavorare valorizzati e ben retribuiti. Uniti riusciremo a studiare, a decidere, a restare e a cambiare quello che ci circonda. In ogni scuola, in ogni città e in ogni collettivo risuonerà forte e intensa la nostra voglia di potere, l'unica molla in grado di fare scattare il cambiamento di cui l'Italia e la Sicilia hanno bisogno, ma di cui noi giovani e studenti dobbiamo essere precursori e diretti destinatari. Con le nostre mani, a partire da Dicembre, nelle nostre scuole e nelle nostre città, daremo un segnale forte a chi da troppo tempo finge di non sentire.
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