4 VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLE CARTIERE DEL TERRITORIO DI CARBONERA - Parte 4

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RETE DELLE GEO STORIE A SCALA LOCALE

Istituto Comprensivo di Carbonera (TV)

STORIE DI SCRITTURE DI CARTE E DI CARTIERE tra presente e passato

Scuola Primaria “De Amicis”

classi 4 A – 4 B

Ins. L. Bordin – G. Torresan

A.S. 2010 - 11 1


Indice STORIE DI SCRITTURE, DI CARTE E DI CARTIERE tra presente e passato

Carbonera e le sue cartiere ieri e oggi Parte 4

 Uscita nel territorio per vedere i siti delle cartiere di un tempo  Uno schema per collocare e raccogliere le informazioni durante l’uscita nel territorio  Localizziamo i siti degli antichi mulini da carta a Carbonera  Istruzioni per copiare in usb foto scattate alle antiche cartiere durante l’uscita  Un esempio di immagine di un sito di cartiera tratta da Google Earth  Visita guidata alla “Cartiera Burgo”  Racconta quello che hai capito dopo la visita guidata alla “Cartiera Burgo”  Il laboratorio scientifico della “Cartiera Burgo”  Verifica: i macchinari e le sequenze di produzione  Come si fa la carta nella “Cartiera Burgo”  Con Google Earth: Carbonera vista dal satellite  Aspetti geografici e climatici del territorio di Carbonera  Nel web: istruzioni per cercare immagini di mulini ad acqua 2


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con il motore di ricerca “Google” Analizziamo una mappa storica (mappe del Catasto Veneziano) Una griglia-guida per analizzare le mappe del Catasto veneziano Le mappe storiche dell’ASTV Con la lim leggiamo una mappa spazio-temporale (dal 1300 al 1900) e localizziamo tutti gli opifici del territorio e segnaliamo quelli osservati durante l’uscita (discussione) Le fonti storiografiche: documenti e tabelle relative alle cartiere a Carbonera Con la lim - tabuliamo le informazioni ricavate dalle tabelle delle fonti storiografiche Con la lim comprendiamo una fonte storiografica Ringraziamenti

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CARBONERA E LE SUE CARTIERE ieri e oggi

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USCITA NEL TERRITORIO PER VEDERE I SITI DELLE CARTIERE DI UN TEMPO ITINERARIO PREVISTO Itinerario per l’uscita sul territorio di Carbonera del 13 aprile 2011 per vedere cartiere e antichi edifici adibiti a cartiera (visita esterna agli edifici). Dalle 10 alle 12. Partenza: Scuola primaria di Carbonera Carbonera: Via Melma (Fonderia Perali) Carbonera: Via Roma (Mulino Zanardo) Carbonera: Via Roma (Ufficio Postale) Mignagola: via Duca d’Aosta (Cartiera Burgo) Mignagola: via Codalunga-Via Cartiere (Rio Bagnon) Pezzan: Via Cadorna- via Cal di Breda (Cartiera di Pezzan) Carbonera: via 4 Novembre (Rio Rul) Arrivo: Scuola Primaria

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UNO SCHEMA PER COLLOCARE E RACCOGLIERE LE INFORMAZIONI DURANTE L’USCITA NEL TERRITORIO

ponte

LABORATORIO INFORMATICA: con la LIM per confrontare e rappresentare con linguaggio convenzionale concordato dalla classe. 6


LOCALIZZIAMO I SITI DEGLI ANTICHI MULINI DA CARTA A CARBONERA

Siti antichi mulini da carta

LABORATORIO INFORMATICO: Mappa localizzazione delle cartiere (LIM). 7

del

territorio

comunale

e


Un’alunna al lavoro sulla sua cartina del comune.

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Carbonera- Cartiera a cavallo del fiume Melma oggi fonderia Perali e centrale idroelettrica.

Carbonera – Cartiera oggi Molino “Zanardo� al centro del paese.

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Carbonera – Cartiera poi Opificio ex zoccolificio oggi sede dell’ufficio postale.

Mignagola – Cartiera “Burgo” sorge sul sito di una cartiera del ‘700.

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Mignagola – Cartiera a cavallo del rio Bagnon oggi fonderia artiginale.

Pezzan – ex Cartiera di Pezzan attiva fino a pochi anni fa. Sorge sul sito di una delle cartiere piÚ antiche del territorio.

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Biban – Cartiera sul rio Rul ed ex falegnameria.

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ISTRUZIONI PER COPIARE NELLA CHIAVETTA USB LE FOTO SCATTATE DURANTE L’USCITA PER OSSERVARE LE ANTICHE CARTIERE DI CARBONERA 1- Estrai dall’alloggiamento della macchina fotografica digitale la schedina elettronica. 2- Inseriscila nel tuo computer nell’apposita “porta”. 3- Apri la cartella in cui si sono memorizzate le fotografie che hai scattato. 4- Inserisci la tua chiavetta USB nel tuo computer. 5- Attendi che il computer riconosca la tua chiavetta USB e poi aprila. 6- Crea una cartella nuova che chiamerai come preferisci (scrivi sempre anche il tuo nome. Ad esempio: LUCIA FOTO CARTIERE). 7- Ritorna alle tue fotografie e con il metodo “copia e incolla” trasferiscile nella tua nuova cartella. 8- Chiudi la schedina della macchina digitale e toglila dal computer. 9- Chiudi la cartella delle tue foto che hai salvato nella chiavetta USB. 10- Cerca l’icona che ti permette di rimuovere (staccare) in sicurezza la chiavetta e clicca sul comando che ti permette di rimuoverla. 11- Quando comparirà la finestra con un messaggio simile a questo “E’ ora possibile rimuovere…” allora potrai staccare la chiavetta dal computer. 12- Porta la chiavetta a scuola…

LABORATORIO INFORMATICA 13


UN ESEMPIO DI IMMAGINE DI UN SITO DI CARTIERA TRATTA DA GOOGLE EARTH

La Fonderia Perali e la centrale a turbina idroelettrica a cavallo del fiume Melma a Carbonera anticamente costituivano un’unica cartiera.

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VISITA GUIDATA ALLA CARTIERA BURGO

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RACCONTA QUELLO CHE HAI CAPITO DOPO LA VISITA GUIDATA ALLA CARTIERA “BURGO” DI CARBONERAMIGNAGOLA (testo individuale)

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Relazione dopo la visita

COME SI FA LA CARTA NELLA CARTIERA BURGO Martedì 3 maggio siamo stati in visita alla Cartiera Burgo di Mignagola. Ci hanno accolti il direttore e i suoi ingegneri. Dopo una breve presentazione della fabbrica siamo stati divisi in due gruppi: il primo è andato a visitare la fabbrica e il secondo ha visitato il laboratorio poi i due gruppi si sono scambiati. La nostra visita doveva servire a farci capire come si fa la carta oggi nelle cartiere moderne. IL PROCESSO DI PRODUZIONE Nella fabbrica Burgo che abbiamo visitato noi, si produce un tipo di carta particolare: quella per usi alimentari. Ad esempio: per avvolgere i salumi, per confezionare le fette biscottate, per contenere lo zucchero in bustine, i sacchetti per il pane, ecc. Poiché si tratta di carta che deve stare a contatto con gli alimenti devono usare solo cellulosa pura. Non è possibile utilizzare la carta riciclata. La nostra visita guidata è iniziata dal MAGAZZINO. In questo luogo arrivano tanti pacchi di CELLULOSA provenienti da tante parti del mondo (da tutti quei luoghi in cui crescono tanti alberi, ad esempio il Brasile, il Canada, il Nord Europa, ...). L'ingegnere ci ha spiegato che per fare la carta servono due tipi di cellulosa: quella che si ricava dalle CONIFERE (come i pini) ed è a fibra lunga e resistente; e dalle LATIFOGLIE (come i pioppi, l'eucalipto) che hanno fibre corte e rendono la carta più bella. Nel reparto successivo abbiamo visto il PULPER una specie di enorme frullatore che funziona in questo modo: 1- un nastro trasportatore porta i pacchi di cellulosa verso il pulper; 2- questi finiscono in una specie di imbuto che li riduce in tante striscioline bagnate; 3- l'"imbuto" si apre e le strisce di cellulosa cadono nella vasca del pulper che le macina fino a farle diventare una poltiglia (chiamata PASTA) di colore bianchissimo simile a tanti fiocchi di cotone bagnato; 19


4- dopo avere continuato per un po' a sminuzzare la pasta il pulper si svuota verso il basso e questa finisce in una serie di tubature che la trasportano alla MACCHINA CONTINUA. Quando la pasta si trova nel pulper è al 95% cellulosa e 5% acqua. Quando la pasta arriva alla macchina continua le proporzioni sono invertite: 5% di cellulosa e 95% di acqua. La MACCHINA CONTINUA funziona in questo modo: 1-la pasta di cellulosa cade sulla prima parte della macchina stessa che si chiama TAVOLA PIANA. Qui si forma un lunghissimo foglio largo 3 metri e lungo chilometri. Lungo la tavola piana l'acqua cade verso il basso e il foglio comincia a vedersi; 2-il foglio viene fatto passare attraverso una serie di cilindri che lo pressano per appiattirlo meglio e togliere ancora acqua; 3-successivamente passa tra altri cilindri riscaldati (la SECCHERIA) che asciugano del tutto il foglio; 4-poi passa su un enorme cilindro (il CILINDRO MONOLUCIDO) che rende lucida una parte della carta mentre l'altra resta ruvida; 5-la fase conclusiva consiste nel tagliare il lunghissimo foglio ogni 60 Km. avvolgendolo in grandi BOBINE; 6- ogni bobina viene a sua volta tagliata in bobine più piccole che vengono trasportate nel magazzino. 7- da qui potranno essere inviate con i camion dove ne richiedono l'utilizzo (cioè ai clienti della Burgo). Questa visita ci ha fatto capire che oggi è più facile produrre la carta perché basta controllare i macchinari che la producono, mentre una volta era molto più faticoso. (classe 4 B testo collettivo)

LABORATORIO INFORMATICA (con la LIM) 20


Relazione dopo la visita

COME SI FA LA CARTA NELLA CARTIERA BURGO Martedì 17 maggio siamo stati in visita alla Cartiera Burgo di Mignagola. Ci hanno accolti il direttore, un ingegnere e un tecnico di laboratorio. Dopo una breve presentazione della fabbrica ci siamo divisi in due gruppi: il primo è andato a visitare la fabbrica accompagnato dall'ingegner Lorenzo, mentre il secondo si è recato nel laboratorio assieme al tecnico signor Paolo; poi i gruppi si sono scambiati. La nostra visita doveva servirci a capire come si fa la carta oggi nelle cartiere moderne. IL PROCEDIMENTO PER FARE LA CARTA ALIMENTARE Nella Cartiera Burgo che abbiamo visitato noi, si produce un tipo di carta speciale: quella che si usa per gli alimenti. Ad esempio: per avvolgere i salumi, i formaggi, per confezionare le fette biscottate, per contenere lo zucchero in bustine o i sacchetti del pane... Poiché si tratta di carta che deve stare a contatto con gli alimenti devono usare solo cellulosa pura. Non è possibile utilizzare la carta riciclata. La nostra visita guidata è iniziata dal MAGAZZINO. In questo luogo arrivano i pacchi di CELLULOSA provenienti da tante parti del mondo. L'ingegnere ci ha spiegato che per fare la carta alimentare servono due tipi di cellulosa: quella che si ricava dalle CONIFERE (e proviene dalle foreste del Nord Europa) e quella che si ottiene dalle LATIFOGLIE (che proviene dai paesi caldi). La prima produce una cellulosa a fibra lunga e resistente, la seconda una fibra corta che serve a rendere bella la carta. Nel reparto successivo abbiamo visto il PULPER una specie di enorme frullatore che funziona nel seguente modo: 1- un nastro trasportatore porta i pacchi di cellulosa verso il pulper; 2- questi finiscono in una specie di imbuto che li riduce in tante striscioline bagnate;

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3- l'imbuto si apre e le strisce di cellulosa cadono nella grande vasca del pulper che le macina fino a quando diventano una poltiglia (chiamata PASTA) di colore bianchissimo simile a fiocchi di cotone bagnato; 4- dopo aver continuato per un po' a sminuzzare la pasta il pulper si svuota verso il basso e questa finisce in una serie di tubature che la trasportano verso la MACCHINA CONTINUA. Quando la pasta si trova nel pulper è composta dal 95% di pasta e 5% d'acqua. Quando la pasta arriva alla macchina continua le proporzioni sono invertite: 5% di pasta e 95% d'acqua. La MACCHINA CONTINUA funziona nel seguente modo: 1- la pasta di cellulosa esce dalla CASSA D'AFFLUSSO e cade nella prima parte della macchina che si chiama TAVOLA PIANA. Qui si forma un lunghissimo foglio largo 3 metri e mezzo e lungo 90 km. Lungo la tavola piana l'acqua cade verso il basso e il foglio comincia a formarsi; 2- il foglio viene fatto passare tra una serie di cilindri che lo pressano (cioè le PRESSE) e lo appiattiscono meglio e tolgono altra acqua; 3- successivamente passa tra altri cilindri riscaldati (la SECCHERIA) che asciugano del tutto il foglio; 4- poi passa su un enorme cilindro (il CILINDRO MONOLUCIDO) che lucida una parte della carta mentre l'altra resta ruvida; 5- la fase conclusiva consiste nell'avvolgere il foglio in un lunghissimo rotolo di 90 km detto JUMBO. 6- il jumbo viene a sua volta tagliato in rotoli più piccoli (chiamati BOBINE) che vengono trasportati nel magazzino di spedizione; 7- da qui le bobine potranno essere inviate con i camion dove ne richiedono l'utilizzo (cioè i clienti della Burgo). Questa visita ci ha fatto capire che oggi è molto più facile fare la carta perché basta controllare i macchinari che la producono, mentre una volta era molto più faticoso. (Classe 4 A testo collettivo)

LABORATORIO INFORMATICA (con la LIM) 22


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VERIFICA (con supporto della LIM)

1-Riordina le parole-sequenze dei macchinari e delle diverse fasi di produzione della carta nella Cartiera Burgo 2-Dopo aver osservato le fotografie scrivi accanto ad ogni sequenza il numero di riferimento. PULPER PRESSE MAGAZZINO DELLA CELLULOSA SECCHERIA TAVOLA PIANA JUMBO CILINDRO MONOLUCIDO MAGAZZINO SPEDIZIONE BOBINE

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CON GOOGLE EARTH CARBONERA VISTA DAL SATELLITE 1-Osservazione del territorio di Carbonera con Google Earth http://maps.google.it/maps?client=firefoxa&rls=org.mozilla:it:official&hl=it&tab=wl

2-Osservazione su mappa geografica del comune la conformazione del paese 3-Individuazione dei corsi d’acqua

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Scheda informativa

ASPETTO GEOGRAFICO E CLIMATICO DEL TERRITORIO DI CARBONERA Carbonera è il primo comune a nord-est di Treviso. Confina con i comuni di Treviso, Villorba, Spresiano, Maserada, Breda di Piave e San Biagio di Callalta. Il comune di Carbonera comprende le seguenti frazioni: Mignagola, Pezzan, San Giacomo di Musestrelle e Vascon. Vi sono inoltre le località di Biban e Castello. Il suo territorio, dalla forma geometrica irregolare, misura Kmq. 19.784 ed è collocato in quella fascia nord-orientale della provincia di Treviso compresa tra i fiumi Sile e Piave. Il sottosuolo è costituito prevalentemente da banchi di ghiaia e di misto alluvionale, provenienti dalle periodiche alluvioni del fiume Piave. Le alluvioni antiche e quelle più recenti hanno dato origine allo strato di ghiaia sottostante su cui si fonda Carbonera; inoltre le alluvioni più recenti hanno concorso a formare lo strato superficiale agrario di natura misto-argillosa sabbiosa. Lo strato ghiaioso, di grande potenza e permeabilità, è attraversato da numerose falde acquifere artesiane aventi in genere ottimi requisiti di potabilità dalle quali la popolazione del comune trae l'acqua necessaria agli usi civili e industriali. Il territorio del comune di Carbonera è essenzialmente pianeggiante con differenze di quota, da zona a zona, relativamente piccole (da 15 a 18 metri sul livello del mare). Oltre che dalla rete dei piccoli corsi d'acqua il comune di Carbonera è tagliato, lungo i confini delle proprietà o in corrispondenza dei limiti di coltura, da fossi di raccolta delle acque piovane. Il terreno è completamente coltivato ed è suddiviso in proprietà o zone di coltura per lo più di modeste entità. La natura del terreno e la presenza di acqua assicurano la riuscita a molte colture, oltre a favorire la crescita di piante di alto fusto lungo i fossati e i corsi d'acqua. ll comune di Carbonera è percorso dai fiumi Melma, Piovensan, Rul, Mignagola, Nerbon, Pulise, Rio Bagnon, Musestre, Musestrelle, Rivo le Fontane, Rivo Ghirada, Rivo e Scolo la Peschiera. I percorsi di questi principali fiumi sono brevi e tranquilli, senza sobbalzi vorticosi e nascosti da una rigogliosa vegetazione di vario tipo. Le loro acque sono limpide, però, quando piove, aumentano e divengono melmose. Molte volte emergono a fior d'acqua chiazze di una vegetazione tipicamente acquea. Per quanto riguarda il clima, il territorio di Carbonera presenta le caratteristiche tipiche della zona nord-orientale della pianura Padana con lievi differenze dovute alla relativa vicinanza del mare Adriatico. L'andamento del clima non si discosta da quello medio-temperato, tuttavia ci sono alcune notazioni particolari: notevole umidità per quanto riguarda l'autunno e l'inverno e la presenza di banchi di nebbia. (tratto dal fascicolo edito dalla Biblioteca Comunale nel 1999) 26


NEL WEB

ISTRUZIONI PER CERCARE IMMAGINI DI MULINI AD ACQUA CON IL MOTORE DI RICERCA “GOOGLE” Attività da svolgere sotto il controllo di una adulto o di una persona che sa usare internet. 1-Collegarsi ad internet 2-Se non è già presente nel computer scrivere “Google” e aprire il sito del motore di ricerca 3-Cercare la parola “immagini” (scritta in azzurro e sottolineata nella barra Web) e cliccarci sopra 4-Si aprirà la pagina che permette di entrare nell’archivio delle immagini di Google 5-Scrivi nella barra in cui lampeggia il cursore le parole MULINO AD ACQUA ti comparirà un archivio di immagini di mulini di vario tipo, osservali cliccando sopra ciascuna immagine che si ingrandirà e potrai guardarla meglio.

Quelli che vedrai sono mulini che servivano per produrre farina ed altro ma anche la carta. Questa attività serve per capire meglio com’erano fatti anche i mulini di Carbonera. La differenza sta nel tipo di paesaggio in cui si trovano.

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ANALIZZIAMO UNA MAPPA STORICA (Catasto Veneziano 1680 – 1719) Griglia di osservazione DATA SCALA LEGENDA TIPO DI SCRITTURA LINGUAGGIO SIGLE NUMERI ELEMENTI DEL PAESAGGIO (confini, punti cardinali, fiumi, strade, terreni, edifici, ecc.)

Le mappe rappresentano tutto il territorio così com’era suddiviso a quel tempo: CARBONERA BIBAN CASTEL DI CARBONERA PEZZAN DI MELMA MIGNAGOLA SAN GIACOMO VASCON

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UN PAIO DI ESEMPI

BIBAN nel periodo veneziano (particolare)

PEZZAN DI MELMA nel periodo veneziano (particolare)

(Immagini tratte dall’ASTV)

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UNA GRIGLIA-GUIDA PER ANALIZZARE LE MAPPE DEL CATASTO VENEZIANO

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La rappresentazione degli edifici nelle mappe veneziane

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LE MAPPE STORICHE DELL’ARCHIVIO DI STATO DI TREVISO Le mappe storiche che abbiamo osservato sono state disegnate tra il 1680 e il 1719. Gli originali si trovano nell’ARCHIVIO DI STATO DI TREVISO. Si tratta di documenti storici molto importanti perché …....……………………………… ………………………………………………………………………………………………… Queste carte sono state realizzate per far vedere come fosse diviso il territorio del Comune di Carbonera1: si vedono, infatti, tutti i terreni su alcuni dei quali sono stati disegnati anche degli edifici ……………………………………… di varie dimensioni e aspetto. Sono state disegnate anche le strade e ………………. Queste carte servivano per mostrare quanto estesi fossero e dove si trovassero i terreni i quali venivano misurati con le unità di misura di quel tempo cioè le PERTICHE (1 PERTICA = circa 2 metri lineari) e quali edifici vi fossero costruiti sopra. Tutti i terreni sono contrassegnati con un numero. Ma che cosa indica ciascun numero? Bisogna sapere che in Archivio di Stato, insieme alle mappe, sono conservati anche dei grossi registri che le accompagnano. In questi registri ogni terreno è descritto brevemente: chi è il proprietario, quanto esteso è il terreno, come è coltivato, se vi sono edifici, quanto valgono e come sono fatti e con quali altre proprietà confina. Questo tipo di registro si chiama REGISTRO D’ESTIMO. In questo registro ogni terreno lo si può riconoscere in base al numero che c’è scritto sulla mappa storica quindi, se voglio sapere chi fosse il proprietario, ad esempio del terreno n° 1 o 25 o 97 devo individuare …..…………………………………. …………… e trovarlo nel registro che mi darà le informazioni che cerco. Nel registro d’estimo sono descritti anche i mulini. Tra questi ci sono anche quelli adibiti a cartiere. Ma a cosa servivano queste mappe? Servivano allo Stato Veneziano che allora governava il nostro territorio per stabilire quante tasse far pagare ai proprietari dei terreni di quel tempo (tanti terreni = più tasse, meno terreni = meno tasse). Una curiosità: Gli edifici che si vedono sulle mappe sono abbastanza simili a quelli reali e sono stati disegnati perché erano fatti di mattoni coi tetti di tegole e quindi appartenevano a proprietari ricchi abbastanza da poter pagare le tasse. Edifici costruiti con legno, fango e paglia, come i casoni, ne sono stati disegnati pochissimi ma, probabilmente, nella realtà ce n’erano molti di più, e i proprietari non dovevano pagare le tasse anche per quelli. 1

A quel tempo il territorio di Carbonera non era considerato unico ma era diviso nelle diverse frazioni e località che si trovano scritte anche sulle mappe: Carbonera, Biban, Castel di Carbonera, Pezzan di Melma, Vascon, Mignadola e San Giacomo.

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LEGGIAMO UNA CARTA GEO-STORICA PER OSSERVARE CHE ...

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CON LA LIM LEGGIAMO UNA MAPPA SPAZIO-TEMPORALE (DAL 1300 AL 1900) LOCALIZZIAMO TUTTI GLI OPIFICI DEL TERRITORIO E SEGNALIAMO QUELLI OSSERVATI DURANTE L’USCITA (discussione)

(mappa geo-storica elaborata dal prof. P. Cagnin) 35


FONTI SCRITTE STORIOGRAFICHE I testi che leggerai di seguito sono stati tratti da due libri che contengono ricerche fatte da storici locali. Sono molto utili per conoscere preziose informazioni sulle cartiere esistenti in passato nel territorio di Carbonera. Leggili con attenzione e farai delle interessanti scoperte.

CARTAI A CARBONERA DAL 1500 AL 1800 Tratto e adattato da: Danilo Gasparini, CARTIERE E CARTAI NEL TREVIGIANO TRA XVI E XIX SECOLO in Cartai e stampatori in Veneto, Marchi Group, 2001.

Attorno al fiume Melma per tutto il ‘500 e oltre è qui che si fabbrica carta. Gli estimi di metà 1400 ci segnalano la presenza di 3 folloni (mulini) da carta: 2 a Biban e 1 a Carbonera. Il follo (mulino da carta) appartiene a Vettor Gradenigo ed è in affitto a mastro Gasparo carter. Nella prima cartiera a Biban ci lavora mastro Francesco da Pordenon, mentre l’altra, un impianto di dimensioni notevoli, con 3 ruote e 7 pile, è di proprietà di Fabrizio da Prato: si tratta della cartiera in cui aveva lavorato mastro Pace da Fabriano nel corso del 1300. Nel 1495 un documento di affitto ci descrive gli impianti della cartiera: 7 pile, 3 ruote esterne, 4 tine, 2 tino per la collatura, e 2 stenditoi, uno al piano superiore uno a quello inferiore. Per quanto riguarda gli stracci non ci sono documenti che testimonino se ci fossero persone addette alla loro raccolta (i cosiddetti strazzaroli): è molto probabile quindi che fossero gli stessi cartai ad andare a raccoglierli personalmente per le case per poi portarli alla loro cartiera e trasformarli in fogli di carta. In una mappa di fine ‘600 conservata presso l’Archivio parrocchiale di Carbonera, sono dislocati gli opifici2 lungo il corso del fiume Melma e dei suoi affluenti: 4 Per opificio (dal latino opificium, luogo di lavoro) si intende una fabbrica o uno stabilimento industriale all’interno del quale avviene la trasformazione di una materia prima in un prodotto finito. Attualmente la definizione di opificio ha assunto però un significato più ampio, quello di luogo di lavoro dove avviene una qualunque attività industriale. Esistono molteplici tipologie di opificio, quali gli opifici industriali, artigianali, orafi, tessili etc, a seconda del tipo di attività lavorativa che viene svolta al loro interno. (da Wikipedia) 2

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cartiere e 1 battirame. Le cartiere appartengono alla famiglia dei conti Avian di Vicenza, ai signori Righettini di Treviso, al nobile Gradenigo e alla famiglia DondiOrologio-Dolfin. In un tratto di fiume lungo cinque chilometri, quindi, si trovavano 5 mulini. Nell’estimo stilato nel periodo 1680-1719 scopriamo informazioni utili sulle cartiere che si trovano nel territorio intorno a Treviso. (vedi tabella 2) La cartiera Righettini resterà per decenni uno degli impianti più complessi e “imponenti”. Nel 1650 sarà trasformata in cartiera: nel 1653 3 ruote e 4 folloni (cioè 4 pile a pestelli), azionano la cartiera poi, attraverso modifiche successive, nel 1751 la cartiera avrà 7 ruote. A Mignagola la cartiera della famiglia Ciassi partita con 2 ruote arriverà nel 1764 ad averne 7.

Nel secolo XIX le informazioni sulle cartiere di Carbonera sono maggiori. Nel 1807 Napoleone ordina il censimento del territorio e di tutte le attività che vi si svolgono. A Carbonera vengono segnalati 17 tini da carta, distribuiti in 9 cartiere. Per ogni tino servono 4-5 operai, un direttore ogni due tini, più altrettante donne per preparare stracci e cenci e per stendere la carta; vale a dire circa 190 persone impiegate in tutto. Gli abitanti di Carbonera in quegli anni erano circa 1300 ciò significa che circa il 15% della popolazione lavorava nelle cartiere. In altri documenti si scrive che su 1250 abitanti, a Carbonera, 352, cioè quasi il 30%, appartengono a famiglie di cartolai, cartai, cartieri. (vedi tabella 3 e 4).

GLI OPIFICI DEL BACINO DEL SILE IN ETÀ VENEZIANA (tratto da: Mauro Pitteri, in Il Sile, Cierre edizioni, 1998)

Nel 1545 la maggioranza dei mulini posti lungo gli affluenti del fiume Sile erano usati per macinare i cereali. Una parte però serviva per produrre la carta. Il Melma presso Carbonera dava lavoro a 3 cartiere o “folli da carta”, com’erano allora chiamate, a due folli da panni e a un battirame. Questo era il segnale che in seguito le cartiere si diffonderanno soprattutto a partire dalla seconda metà del secolo XVII. Il mulino che si trovava sul Melma a Carbonera era di proprietà del nobile Domenico Tiepolo dal 1514, nel 1634 venne venduto alla famiglia Sala e nel 1764 era sicuramente adibito a cartiera. (tabella 6) 37


Il numero delle cartiere attive nel Settecento è rilevante. Nel trevigiano, dalla raccolta degli stracci pestati coi magli e macerati nelle tine si produceva soprattutto carta fine da scrittura e da stampa per le tipografie della Dominante (la Repubblica di Venezia) e per le esportazioni verso l’Oriente. Inoltre, nella prima metà del Settecento, l’editoria veneziana ebbe un notevole sviluppo e richiese la produzione di molta carta per la stampa. Di conseguenza divenne un buon affare costruire altre cartiere lungo gli affluenti del Sile grazie alla limpidezza delle acque risorgive e alla facilità di trasporto via fiume sia del lavoro finito (le risme di carta), sia degli stracci. Così accanto alle cartiere di Carbonera ne sorsero anche a Pezzan e a Mignagola. Nel 1645 A Mignagola vi era un mulino da grani di 3 ruote, ma nel 1687 i documenti riportano notizie anche di una cartiera con 2 ruote idrauliche. Questi opifici erano stati acquistati entrambi nel 1709 da Antonio Ciassi che chiese di poter costruire una rosta (un salto d’acqua lungo il corso d’acqua) “per far girar altra piccola rodetta de cartera, per portar l’acqua nelli pistoni (nella pila a pestelli) della medesima”. In realtà costruì 3 ruote e quando nel 1763 la cartiera fu acquistata da Giobatta Greguoli i motori idraulici (cioè le ruote) erano 5 e l’anno dopo diventarono 6, quando venne chiesta l’autorizzazione a trasformare in cartiera anche la parte del mulino da grani. Anche Pezzan di Melma divenne tra Sei e Settecento un importante centro per la raccolta degli stracci. Infatti nel 1518 il mulino esistente serviva per produrre panni e circa un secolo (inizio del 1600) dopo era ridotto in rovina. Il proprietario lo diede in affitto a Girolamo Righettini che lo ristrutturò e usò 2 delle 4 ruote per produrre carta. Quando il signor Righettini acquistò il mulino nel 1650 chiese di sostituire 4 delle 7 ruote del mulino che si erano rovinate e di trasformare tutto l’edificio in cartiera. Iniziò da quel momento il possesso dell’impianto da parte di questa famiglia di cartai; così nel 1710 Francesco Righettini dichiarò di avere due cartiere di 2 ruote ciascuna e Girolamo nel 1750 chiese di cambiare uno dei 7 motori idraulici. Anche l’altra cartiera di Pezzan nel Seicento ospitava un mulino da panni con 3 ruote e il proprietario, il conte Girolamo Aviano, chiese di destinarlo a edificio da carta. Nel 1745 si costruì una nuova cartiera ad opera dei nobili Loredan lungo “ la piccola roggia d’acqua detta Bagnonzin”.

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CON LA LIM - TABULIAMO LE INFORMAZIONI RICAVATE DALLE TABELLE DELLE FONTI STORIOGRAFICHE


Comprendiamo una fonte scritta storiografica CARTIERE E CARTAI NEL TREVIGIANO TRA XVI E XIX SECOLO (da Danilo Gasparini, in Cartai e stampatori in Veneto, Marchi, 2001) I fattori e le cause che hanno permesso la nascita e lo sviluppo delle cartiere nel territorio trevigiano. (Con la LIM) 1-Dal punto di vista geo-morfologico una vasta area a nord di Treviso è caratterizzata dalla presenza di fontanili, dentro a quella fascia che per settanta chilometri e per una larghezza che va dai due agli otto chilometri corre come una cerniera tra alta e bassa pianura da Vicenza a Treviso. 2-Di questo geoecosistema fa parte il Sile che riceve da nord le acque di numerosi corsi d’acqua; partendo da ovest il torrente Cerca, il Giavera che confluisce nel fiume Pegorile che a sua volta di butta nel Botteniga il quale, unendosi fuori della città di Treviso al Piavesella, canale derivato dal Piave a metà del 1400, entra in città ramificandosi nei tre Cagnani; proseguendo verso est il Limbraga, lo Storga, il Melma che riceve le acque del Rul e del Piovenzan, il Mignagola che riceve il Rio Bagnon e si riversa nel Musetre, il Rio Nerbon, il Vallio che si unisce poi al Meolo. 3-C’è poi da aggiungere la costanza della portata delle acque che hanno certamente favorito lo sfruttamento energetico di questi corsi d’acqua. 4-La vicinanza alla città di Treviso che diventa un luogo di uffici amministrativi che devono usare molta carta per la stesura dei documenti che producono (ad esempio estimi, catasti, cioè documenti che servono per pagare le tasse alla Repubblica di Venezia). 5-La vicinanza a Venezia. 6-I soldi che i ricchi veneziani investono nei territori trevigiani per acquistare terreni, costruire ville, ma anche edifici di lavoro (opifici) come ad esempio le cartiere. 7-La nascita della stampa che richiede uso di molta carta e il fatto che a Venezia ci fossero molti stampatori-editori.




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