ESPERIENZE DI GEOSTORIA ALLA SCUOLA DELL'INFANZIA

Page 1

RETE DELLE GEO STORIE A SCALA LOCALE

ESPERIENZE DI GEOSTORIA ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA Andersen - 1 Circolo Spinea (VE) a.s. 2009/10

Di Anna Aiolfi


MOTIVAZIONE Avviare la «formazione geografica e storica» del bambino nella scuola dell’infanzia significa contribuire alla formazione del futuro cittadino I PROGETTI DI GEO-STORIA DELLA SC. DELL’ INFANZIA ANDERSEN si intrecciano per obbiettivi e contenuti al progetto Cittadinanza e Costituzione del Circolo e al progetto pluriennale della scuola di Intercultura.. Il progetto viene svolto nei mesi di gennaio e febbraio tutti i giorni escluso il venerdì dalle 14.00 alle 15.30 E’ previsto alla fine del progetto uno spettacolo teatrale realizzato dai bambini e rivolto ai genitori dove viene il luogo viene rivisitato con la realizzazione di macrostrutture e drammatizzazione


COMPETENZA ATTESA Scoprire, leggere, analizzare aspetti del territorio di Spinea che si trovano vicini alla scuola attraverso l’osservazione del luogo e dei suoi segni

LA SCELTA DEI LUOGHI

ANNI 5 PIAZZA FERMI ANNI 3 PARCO NUOVE GEMME

Anni 4 LA FORNACE CAVASIN


TRAGUARDI DI SVILUPPO (alla fine dei tre anni di scuola)

Dimostra curiositĂ verso i luoghi del territorio osservati nelle sue caratteristiche geografiche e storiche Racconta ciò che vede e lo rappresenta Si sente emotivamente coinvolto nella conoscenza del territorio Scopre, legge, analizza gli aspetti del territorio che si trovano vicini alla scuola attraverso l’osservazione del luogo e dei suoi segni Collega le informazioni ricevute da fonti orali e iconografiche con il luogo di oggi rilevando il cambiamento Immagina la vita del luogo nel tempo passato e lo simula


I PUNTI FORTI DEI PERCORSI

OSSERVARE RIPETUTAMENTE IL LUOGO

FOTOGRAFARE GLI ELEMENTI RICOSTRUIRE IL LUOGO OSSERVATO

Esplorare lo spazio

ricostruire lo spazio

CONFRONTO

ASCOLTO DELLE TESTIMONIANZE OSSERVAZIONE DELLE FOTO DI UNA VOLTA RICOSTRUZIONE DEL LUOGO DI UNA VOLTA SIMULAZIONE DELLA VITA IN QUEL LUOGO

Far finta di essere Interpretare una foto


Le fasi principali, le scelte didattiche, le difficoltĂ nel percorso dei bambini di anni 4


IN PASSEGGIATA DIETRO LA NOSTRA SCUOLA Osserviamo il paesaggio …Raccontiamo quello che vediamo..

In fondo c’è un camino altissimo

Elementi vicini: •La stradina di sassi che percorriamo •Gli alberi secchi lungo la stradina •Il canale con poca acqua a fianco della stradina Elementi lontani: •Case nuove, macchine, pali della luce •Bidoni delle immondizie, alberi e tanta erba •Tante case vecchie di mattoni •Un camino altisssimo

COSA PUO’ ESSERE?

…è una casa che non si usa più perché è fatta di mattoni vecchi.. ..si vede che è vecchia perché non ha le porte forse sono rotte e nessuno abita dentro....sembra una città di case vecchie…..Io vedo tantissimo camini e anche uno altissimo .. Sembra una torre …ma non è un castello.. ..è è un camino grande perché le case avevano freddo..


CON IL DITO SEGUIAMO LA LINEA DELL’ ORIZZONTE

•Scegliamo un albero che sarà il nostro punto da cui osservare durante le nostre uscite. •Mettiamoci con le spalle al canale e con il dito della mano seguiamo come se dovessimo disegnarla la linea che divide il cielo con la terra.. •Decidiamo il due punti da cui partire da una parte il cancello arancione dall’ altra i bidoni dell’immondizia •Ripetiamo più volte l’ operazione nominando insieme le cose che troviamo lungo il tratteggio immaginario da una parte e dall’ altra.


INDIZI EMERSI dall’ osservazione A scuola con le fotografie scattate proviamo a ricostruire il luogo che abbiamo osservato e per farlo ricomponiamo la linea dell’ orizzonte mettendo in ordine gli elementi :

Bidoni dell’ immondizia (partenza/arrivo)

Case nuove Macchine Siepe pali della luce

Un camino altissimo

Un po’ di case nuove Macchine che corrono

Vecchie case con mattoni “passati senza porte e finestre Il cancello arancione ( partenza/arrivo) Tanti alberi secchi con poche foglie


LA LINEA CHE EVIDENZIA Sopra la ricostruzione fotografica appoggiamo un foglio trasparente e con un pennarello nero tracciamo la linea che divide il cielo dagli elementi che si trovano sopra la terra.


LUNGO LA LINEA C’E’… ..La casa nuova non ha le crepe sul muro come quando c’è il terremoto e poi c’è l’antenna che fa vedere la televisione bene..e puoi vedere i cartoni.. ..ha anche il camino nuovo e i giardino bello e ordinato

..La Fornace ha l’erba alta e non ha i cespugli belli ma sono lunghi lunghi .. ..Vicino alla casa nuova c’è anche il palo della luce che serve per far vedere la strada di notte alle persone che tornano a casa.. Nella Fornace non c’è un bel niente perché non ci abita nessuno..


UNA CORNICE PER IL PAESAGGIO Torniamo ad osservare la linea dell’ orizzonte e con una cornice di cartoncino evidenziamo dal paesaggio la parte che ci interessa: L’EDIFICIO DELLA FORNACE Ogni bambino posiziona la sua cornice in modo da creare un quadro che ha come soggetto il gruppo di case vecchie e la ciminiera che impariamo a chiamare: fornace

EVIDENZIAMO L’ELEMENTO Utilizziamo dei rotoli di cartone per scrutare l’ orizzonte e cercare la ciminiera che ci indica il luogo che vogliamo conoscere meglio. Questa operazione permette di evidenziare l’ elemento estrapolandolo dal contesto.


L’ ESPERIENZA CONTINUA…

Con il tubo cerchiamo la ciminiera nella ricostruzione fotografica…

Evidenziamo la fornace e la sua ciminiera indicando il punto sulla linea che mostra il cambio di forma della linea…


DENTRO AD UN CERCHIO RAPPRESENTIAMO LA FORNACE

..sono io che guardo dentro al tubo e vedo la fornace..



LA RICOSTRUZIONE DEL LUOGO OSSERVATO E’ UNA CASA NUOVA PERCHE’… ..è una casa nuova perché è tutta pulita Ha le antenne perché dentro c’è la tv e i bambini che la guardano..si capisce anche percè c’è un bel giardino e la siepe è tutta fatta ben.. E poi vicino ha anche il palo della luce per la gente che sta dentro e deve vedere.. E poi ci sono anche le macchine parcheggiate..

Lavoriamo a coppie dividendosi i compiti Nei giorni successivi rappresentiamo con la pittura gli elementi della fornace e del paesaggio osservato che serviranno per realizzare un grande collage sulla parete del salone..


Osserviamo il paesaggio che a a poco a poco stiamo allestendo cosa manca al centro?

Case nuove

?

I campi stradina

L’ albero scelto come punto di osservazione


CONFRONTIAMO LA RICOSTRUZIONE FOTOGRAFICA

CON LA RICOSTRUZIONE FATTA DA NOI CON I NOSTRI DISEGNI


Analizziamo un pezzo ( scatto fotografico) alla volta per controllare gli elementi.

1 scatto I fili della luce

Le macchine I bidoni dell’ immondizia

I bambini in passeggiata sulla stradina


Le antenne

La casa bianca

siepe

Gli alberi lungo la strada

Palo della luce

Case nuove

2 scatto


La ciminiera

La vecchia fornace

Il nostro albero dove ci fermiamo per osservare

3 scatto


4 scatto

Fili della luce

I fili della luce Case nuove

Case nuove e macchine


5 scatto

Fili della luce

macchine

Il cancello alla fine della stradina


NONNO FERUCCIO RACCONTA ..Io lavoravo alla Fornace Cavasin dove si facevano i mattoni. ..Tanti mattoni come questi che vi ho portato…che sono proprio quelli che facevo io..I mattoni si facevano dalla terra che era creta impastata con l’acqua. C’era una gru che prendeva la terra che c’era li vicino alla fornace e la rompeva e muoveva e poi la caricava su un camion e poi la portava li vicino.Tutta la terra si metteva insieme e si faceva una montagna e là rimaneva un anno ad essiccare. Poi c’era un’ macchina che serviva per spaccare la terra che poi veniva fatta più molla. Si rompevano i pezzi grossi fino a farla fina e si mescolava con l’ acqua del canale, per farla morbida e poi si impastava con i badili cosi si mescolava bene….


COSA SI COSTRUIVA …. Con la terra diventata buona da mattone si faceva una striscia lunga che si muoveva sopra un nastro.. poi c’erano delle macchine che tagliavano come un coltello questa striscia lunga e si facevano i mattoni tutti della stessa misura.. Erano le donne che poi prendevano questi mattoni e anche io a 17 anni prendevo i mattoni e 3 alla volta li mettevo su un carrello che poi spostava i mattoni ad asciugare. COPPI Si faceva come una treccia tre alla volta uno sopra all’altro. Con un po’ di spazio cosi si asciugavano con il caldo che faceva la fornace. Da giugno a settembre si asciugavano i mattoni più grossi, quelli che MATTONI servivano per fare i muri portanti delle case. C’erano poi i mattoni con i buchi, più leggeri, che si chiamavano mattonelle o piastrelle che servivano per fare i pavimenti. … …………………………………………………. PIASTRELLE

per fare il tetto

Per fare i muri

per fare i pavimenti


UN DISEGNO PER SPIEGARE MEGLIO LA PRODUZIONE ..immaginate che questa sia la fornace con tutte le bocche da dove usciva il calore che cucinava i mattoni che stavano tutti dritti accatastati

Quando erano cotti e si sentiva perchĂŠ si toccavano allora si mettevano sopra dei carrelli che stavano sopra i binari che giravano attorno e andavano fuori fino ad un altro posto ..i depositi ..


..I bambini stanno ascoltando nonno Feruccio che dice come faceva i mattoni nella fornace, si facevano con la terra che si prendeva vicino nel buco e si metteva con l’acqua e si mescolava tutto come una pappetta e poi si faceva il mattone che cucinava nel forno.. ..C’erano 3 tipi di mattoni quelli tutti grigetti per fare i muri grossi e pesanti poi c’era quello piatto per fare il pavimento come la piastrella poi c’era il coppo un pò tondo e si metteva sopra il tetto cosi l’ acqua cadeva bene..

mattone piastrella coppo


Pesante e ruvido

Liscia e con i buchi

Tocchiamo il mattone, la piastrella, e il coppo cerchiamo le differenze ricordando quello che nonno Feruccio ci ha raccontato: …il mattone si sente che gratta sotto le mani è fatto di sassolini e poi è grigio.. ..la piastrella è liscia e anche leggera perché dentro ci sono i buchi, il mattone è pesante.. perché deve fare il muro.. .. Il coppo è tondo perché cosi l’ acqua scivola giù dal tetto e poi si mette uno sopra l’ altro come ha detto il nonno…


‌La forma e la terra dentro è diversa perchĂŠ fanno cose diverse..

Tondo che fa scivolare


TOCCARE PER CONOSCERE

NEL CONFRONTARE I TRE COPPI TROVIAMO SEGNI DIVERSI

•Tre righe •Tre righe una scritta tre righe •Una scritta in lungo


CON LA TECNICA DEL FROTTAGE EVIDENZIAMO LE SCRITTE

-FORNACE CAVASIN IN SPINEA- VE- FORNACE CAVASIN IN SPINEA - PREMIATA FORNACE DELLA GIOVANNA - ORIAGO-VENEZIA


CERCHIAMO LE MODALITA’ GIUSTE PER COSTRUIRE UN MURO

Allineare, raggruppare, mettere vicini, uno sopra l’ altro, alternare..controllare …


OSSERVIAMO LA FOTO DELLA FORNACE PER TROVARE GLI ELEMENTI IMPORTANTI DA REALIZZARE PER UNA MAXI-AMBIENTAZIONE Attacchiamo gli elementi sopra un cartone posizionandoli tra loro in modo simile a quello della fotografia. .. La casa grande davanti perché è dove si cucinano i mattoni e dietro la ciminiera che fa vedere che dentro c’è il fuoco.. Da una parte il tetto del magazzino e sotto ci vanno i mattoni in fila.. E poi la casa della mensa.. E dove dormivano


Il plastico che raccoglie gli elementi essenziali che costituiscono il luogo della fornace

Decidiamo di mostrare ai bambini una serie di vecchie foto di operai al lavoro nella fornace accompagnandole con il racconto di alcune testimonianze. Il materiale è stato trovato nei siti dedicati al ricordo della fornace Rubini e Cavallini.


CERCHIAMO NONNO FERUCCIO ….. OSSERVIAMO I VESTITI CERCHIAMO I PARTICOLARI

1943 ..sono vestiti da lavoro con gli stivali perché stanno dentro alla terra e al fango.. …il signore ha il sacco sulla spalla perché dentro ha le sue cose… …Loro arrivano al lavoro con le biciclette.. ..Hanno anche la giacca da lavoro che è un po’ sporca


LA CAVA Per preparare i mattoni veniva impiegata dell’argilla in cui vi fosse anche della sabbia..si trovava nei campi li vicino e si caricava su dei vagoncini L’argilla veniva cavata in autunno e inverno con una draga e messa a riposo nell’aia per la primavera. Il datore di lavoro controllava il lavorante che attingeva alla sera il materiale per il giorno dopo

L'argilla veniva bagnata prendendo l'acqua dal ruscello vicino, zappata, lavorata con il badile ed anche pigiata con i piedi per renderla morbida, uniforme senza bolle d'aria, maneggiabile. (testimonianza di un operaio)


Il lavoro terminava a fine autunno, alla Fornace c'era una cava e un deposito di argilla che veniva portata da camion e rimaneva tutto l'inverno. A primavera verso Pasqua, si riprendeva la fabbricazione dei mattoni. Alla cava vi era una scavatrice, draga, a forma di pale che girando scavavano la argilla e la mandavano sui vagoni di un trenino che la portava nel portico dove c'era la macchina che faceva i mattoni, l'argilla veniva fatta passare nella macchina, schiacciata da rulli, veniva lavorata, poi passata nei vari stampi formava i mattoni, le tegole ecc. -Testimonianza di un operaio-



I mattoni venivano portati con carrelli e messi ad essiccare nei seccatoi (gambetti)che erano delle tettoie ricoperte di tegole, aperte ai lati, si mettevano lunghe file di mattoni ad asciugare, ai lati c'erano i stuoini di paglia (sturoi) si facevano scendere quando pioveva e quando c’era troppo sole. Al momento giusto i mattoni venivano


COME IMMAGINO IL LAVORO DI UNA VOLTA NELLA FORNACE


ACCANTO ALLE FOTO VECCHIE CHE RACCONTANO LE FASI DEL LAVORO LE RAPPRESENTAZIONI DEI B.


LO SPETTACIOLO TEATRALE : IO CITTADINO DI SPINEA NELLA CARTA DEL TERRITORIO VENGONO EVIDENZIATI I LUOGHI VICINO ALLA SCUOLA CHE TESTIMONIANO CON LA LORO PRESENZA UN TEMPO PASSATO

Piazza fermi

Il parco che abbraccia la scuola

Dietro alla nostra scuola sulla linea dell’ orizzonte si vede la ciminiera e la fornace


LA SQUADRA DEI FORNACINI

GRUPPO ANNI 4

I BAMBINI DAVANTI ALLO SFONDO DELLA FORNACE POSANO PRIMA DI INIZARE LA DRAMMATIZZAZIONE CHE LI VEDRA’ IMPEGANTI A SIMULARE IL LAVORO DI UNA VOLTA NELLA CAVA E NELLA FORNACE CAVASIN


.. Alla mattina presto gli operai si recano alla cava dove spezzano la terra e la mescolano con la sabbia e acqua .. Quando è morbida viene messa nei vagoni‌

LA CAVA




“VECCHIO MATTONE, QUANTO TEMPO È PASSATO” Di Gabriella Bosmin All'orizzonte, si stagliava nel cielo un'alta ciminiera sottile. “Sarà bene che mi fermi là per riscaldarmi un po'”, decise Bino. Contento, allungò le zampe per planare sul bordo del camino. “Ma sei freddo! Non esce un bel fumo caldo da te. Non mi posso scaldare!” “Etciuu!!” lo sternuto fece sobbalzare il gabbiano, “Babba bia, che raffreddore bi sono presa, etciuu!” disse una voce, in basso. “Salute. Ma, dì un po', com'è questa faccenda che non scaldi?” “Eh, caro bio, è tanto di quel tempo che sono spenta. Sono vecchia orbai, tutta acciaccata e rotta. Dal tetto e dalle finestre senza vetri entra tanto di quel vento e di quell'aria gelida! D'estate sto anche bene, ba d'inverno... Etciuu!” Il gabbiano scese sul campo davanti alla Fornace.“Ma nessuno si occupa di te?” “Bi hanno abbandonata, non sapevano più cosa farsene di be... Eh... ba non è sempre stato così. Una volta ero bella, giovane, piena di vita...” .


“… Ma il calore aumentò, aumentò e noi ci sentivamo male. Aumentò ancora! Ci mettemmo a urlare: “basta, è troppo caldo, fermatevi, non lo sopportiamo!” Uno accanto a me si ruppe, due dall’altra parte, si sciolsero. Davanti a me, altri si saldarono stretti, stretti, contorti in un blocco unico. Lamenti e scricchiolii da ogni parte. Che cosa stava succedendo? Era una catastrofe. Io resistetti, ma ancora un poco e sarei crollato. Quando ci raffreddammo, ormai la maggior parte dei miei fratelli era distrutta. Me la cavai con pochi altri, ma fummo gettati qui in parte alla Fornace. E qui sono rimasto per tutto questo tempo”. Il mattone rimase in silenzio……


“Povero vecchio mattone, che storia triste”, disse Bino e nessuno aggiunse più nulla. Un pullman si fermò poco distante. “Arrivano umani, io me la svigno, ciao vecchio mio”, salutò Bino, spiccò il volo e tornò sul bordo della ciminiera. “Ci sono visite”, si risvegliò la Fornace, “che bellezza, un po’ di movimento, un po’ di chiasso”. Un bel gruppo di bambini si avvicinò, con le maestre, al vecchio edificio. Lo guardarono, entrarono, uscirono, giocarono un po’ lì intorno, fecero merenda. “Maestra”, chiamò Enrico, “guarda, c’è un mattone tutto rotto, lo posso prendere?” “Beh, sì, portiamolo con noi, a scuola, così lo guardiamo bene”: “Hai visto, è arrivata anche per te l’occasione di andartene. Non l’avresti mai detto eh? Addio, amico, buona fortuna”. E Bino, preso il volo, si diresse verso casa.


In modalità simile per gli anni 3 l’ osservazione del Parco Nuove Gemme il racconto del nonno la rielaborazione dei dati e la rappresentazione teatrale

Scelta di un luogo conosciuto vicino a scuola SemplicitĂ degli elementi Forte componente corporea


Piazza Fermi - gruppo anni 5

La piazza vista da un angolo - Il luogo scelto è piÚ lontano dalla scuola e riveste un ruolo sociale per la gente - maggiore complessità di elementi - ricostruzione del percorso fatto


Il diverso utilizzo del luogo

La storia di G. Bosmin drammatizzata dai bambini La costruzione del luogo di una volta


Progettare il cambiamento del luogo


Conoscere e vivere i luoghi del territorio Accettare le iniziative locali

Utilizzare le risorse vicino a scuola Sentirsi cittadini

La geo-storia alla scuola dell’infanzia per…

Riconoscere il cambiamento come possibilità di crescità Dare valore a pezzi di vita che non si possono condividere Partecipare alla formazione dell’idea di tempo, alla sua complessa astrazione


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.