I VENETI ANTICHI 2013-14

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RETE DELLE GEO STORIE A SCALA LOCALE

I.C. Spinea 1 (VE) Scuola Primaria “A. Mantegna” a. s. 2013/2014

classe IV

Ins. Tiziana Barbui

I VENETI ANTICHI


COME SARÀ STATO IL TERRITORIO DEL VENETO FRA IL VI E IL V SECOLO a. C.?

SCOPRIAMOLO


IL TERRITORIO DEL VENETO Nel periodo fra VIII e V sec. a. C. (cioè …………………….anni

In questo ambiente umido e boscoso era impossibile per i Veneti

fa), il Veneto era una regione coperta da fitti boschi e attraversata da

muoversi da un posto all’altro per procurarsi il cibo e per scambiare

numerosi corsi d’acqua che, nei periodi piovosi, uscivano dal loro

merci, come la lana, con i vicini. Allora gli abitanti, specie nella

letto inondando i terreni circostanti. La vegetazione si era sviluppata

buona stagione, si spostavano su imbarcazioni lungo vie d’acqua.

ed estesa, sia in pianura che sulle pendici dei monti; vaste zone dei

Nel Veneto antico, infatti, non esistevano vere strade, ma soltanto

versanti montani delle Prealpi, delle zone collinari e anche dell’alta

piste in terra battuta che, durante la cattiva stagione, venivano di-

pianura erano ricoperte dalla foresta. La pianura alternava alle aree

strutte dalla pioggia e dalla neve.

di foresta quelle coperte da boschi, oppure altre aree, sulle quali crescevano rigogliose erbe ed arbusti. Nella bassa pianura e via via che ci si accostava al mare, erano molto ampie le zone paludose e lagunari. La flora era particolarmente rigogliosa; i boschi, molto estesi, erano formati soprattutto da querce, olmi, tigli, noccioli. Questo ambiente era particolarmente favorevole per gli erbivori: il cavallo, il bisonte, il cervo, il capriolo ed il cinghiale. I corsi d’acqua erano ric-

Da Anselmi, Bellò, Turri , “Storia e leggenda dei Veneti”,– 1987

chissimi di pesci. Data l’abbondanza delle possibili prede, anche gli animali predatori trovavano un ambiente adatto alla loro vita: continuavano a riprodursi ed erano assai numerosi in alcune località i lupi.

I . Mattozzi, R. di Blasi Burzotta, “La civiltà dei Veneti antichi nel Museo Archeologico Nazionale di Este” – Itinerari Educativi, Venezia


IL VENETO ERA COSÍ…


DISEGNA L’AMBIENTE GEOGRAFICO COME POTEVA ESSERE STATO 3000 ANNI FA (Ricava le informazioni dalla lettura della scheda)


Secondo te quali zone l’uomo avrebbe potuto scegliere per costruire i suoi villaggi e le prime città ? Prova a spiegarne le ragioni.




DALLE NOSTRE IPOTESI ALL’ANALISI DI UN TESTO INFORMATIVO





I PRIMI INSEDIAMENTI





LE CITTÁ DEI VENETI ANTICHI




(da “Altino antica Dai Veneti a Venezia” Marsilio, 2011)


IL BRONZO: UN METALLO USATO CON PERIZIA DAI VENETI ANTICHI










LE SEPOLTURE



SEPOLTURA DI OSSUARI


TOMBA A CASSETTA


SEPOLTURA NEL DOLIO


È ARRIVATO IL MOMENTO DI PRESENTARE

LA SITULA BENVENUTI
















MA C’È CHI LA PENSA DIVERSAMENTE







QUALCHE COSA SULLA RELIGIONE






IL VENETICO ERA UNA SCRITTURA “CONTINUA”




ADESSO PUOI SCRIVERE IN VENETICO ANCHE TU!




CHE RAPPORTI AVEVANO

I VENETI ANTICHI CON GLI ETRUSCHI? … E CON I GRECI?




LA SITULA DELLA CERTOSA E LA SITULA BENVENUTI

A CONFRONTO












CHE COSA HO IMPARATO? Il Veneto fisico di 2800-2500 anni fa era pieno di paludi per via della quantità d’acqua: infatti c’era un lago, il mare e moltissimi fiumi; c’erano anche grandi boschi da cui ricavare la cacciagione, per via degli animali che vivevano al suo interno. Da quello che noi abbiamo capito, si sono insediati qui, perché nelle acque si poteva pescare e raccogliere molluschi. Le acque potevano essere usate anche come via di comunicazione; ma i primi abitanti si sono fermati qui anche per i boschi e la terra fertile (sempre per via dell’acqua). Le attività svolte a quel tempo erano l’agricoltura (con la terra fertile che ci si ritrovava), l’allevamento, la pesca e l’artigianato che produceva oggetti di uso quotidiano (tranne le situle): erano fatti di terracotta, ceramica e bronzo. Il bronzo veniva trasportato lungo la valle dell’Adige o dall’Etruria (gli Etruschi che avevano il “bronzo etrusco” lo vendevano ai Veneti antichi). Le abitazioni venete (rettangolari) di quel tempo erano costituite da una sola stanza, con un focolare al centro, avevano anche delle piccole dispense interrate e seminterrate, che facevano da “frigorifero” per conservare le carni ed altri cibi. Nel VI secolo a. c. le città (ormai grandi e sviluppate) avevano le abitazioni assai diverse: erano sempre rettangolari, ma più grandi e con più stanze. La stanza più grande era sempre occupata al centro dal focolare e avevano più stanze dove poter conservare il cibo e davanti alla porta avevano (fuori di casa) le “antenate” delle tettoie, che servivano per non far entrare l’acqua delle piogge in casa; avevano il tetto di paglia come le altre abitazioni e le porte erano di bastoni coperti di fango secco (a differenza delle precedenti che erano forse solo frasche). I fiumi venivano usati anche come sistema di difesa quando vi tagliavano i ponti (probabilmente di legno per agevolare le cose) con i nemici in vista; venivano costruiti argini di terra lungo le sponde dei fiumi per evitare che il fiume straripasse e inondasse la loro città (potevano morire annegati gli animali e poteva morire il raccolto).


Le attività svolte erano l’allevamento, l’agricoltura, il fabbro, il cacciatore, il pescatore e il mercante. Venivano svolti scambi e commerci fra Veneti ed Etruschi; in qualche modo gli Etruschi avevano un contatto con i Greci: questo vuol dire che i Veneti scambiavano oggetti e animali con i Greci attraverso gli Etruschi. Nella loro religione si riconoscevano due dei importanti : la dea Reitia e il dio padre. Le sepolture avvenivano così: c’era un morto, mettevano il suo corpo su una pila di legno e poi gli davano fuoco; le ceneri rimaste venivano messe dentro le situle (questo per i più ricchi); i più poveri invece venivano sotterrati senza essere bruciati. I santuari venivano chiamati così: “santuari di frontiera” perché infatti venivano fondati sul confine del territorio veneto, il più vicino possibile all’acqua; non prevedevano la costruzione di templi (i santuari), ma erano così attaccati alla loro religione che attribuivano (i veneti) poteri di guarigione alla loro dea. I santuari venivano segnalati da cippi o muri. Ad esempio il santuario di Montegrotto era stato messo lì anche per difese contro gli altri paesi. I santuari venivano conosciuti anche come scuola, il che era privilegio per pochi. Tra quei pochi c’erano la donna, infatti era lei che insegnava e che faceva la sacerdotessa. COMMENTI: a me questo lavoro ha dato stupore perché abbiamo scoperto tante cose nuove sui Veneti. È stato un po’ come scoprire le origini dei nostri antenati più vecchi.

(Testo individuale)


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