RASSEGNA STAMPA SOFTWORK 2010
Applicazioni Logistica
Votati
all’innovazione Con il progetto di ricerca applicativa della tecnologia Rfid nella logistica, Lima Corporate conferma la sua vocazione all’innovazione, mirando a procedure più snelle ed efficienti nella fornitura dei prodotti di Simonetta Fusi*
L
ima Corporate, multinazionale italiana di ortopedia e traumatologia, opera da oltre sessant’anni nel settore medicale realizzando protesi impiantabili sostitutive delle articolazioni ossee per ginocchio, anca, spalla e articolazioni minori. L’azienda, con sede a San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, punta alla definizione di un sistema completo di moduli intercambiabili per meglio adattare l’impianto al quadro patologico del paziente, riducendo i tempi chirurgici e incrementando il recupero funzionale. Il core business di Lima Corporate coniuga l’esperienza nel settore medicale con il know-how nel campo dei materiali impiantabili della biomeccanica, vantando l’applicazione di concetti distintivi come la modularità e l’utilizzo di materiali innovativi quali il titanio trabecolare e le bioceramiche. Con oltre 400 dipendenti e una forte
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Automazione Industriale - Gennaio 2010
vocazione all’internazionalizzazione, la struttura aziendale comprende tre moderni stabilimenti in Italia (Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Sicilia) e 14 filiali all’estero. Le attività principali dell’azienda sono ricerca, progettazione, produzione e distribuzione di sistemi di protesi ortopediche, per le quali Lima Corporate ricopre un ruolo di continua innovazione supportata dalla collaborazione con università italiane ed europee, istituti di ricerca e istituti clinici. Un altro importante tratto distintivo in Lima è la continua ricerca di tecnologie volte al miglioramento dei processi produttivi, come testimonia la recente implementazione dell’Rfid per la gestione automatizzata della movimentazione dei prodotti, area decisiva in un settore in cui il costo e il valore medico del singolo
bene ne rendono necessaria l’esatta localizzazione in ogni istante. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Beantech, softwarehouse udinese specializzata nell’integrazione di sistemi e nello sviluppo di prodotti informatici per la logistica distributiva, su tecnologia Rfid di Softwork, distributore a valore aggiunto di infrastrutture hardware Rfid.
S Protesi
Un processo delicato Il progetto realizzato in Lima coinvolge il flusso delle protesi e degli strumenti chirurgici necessari alla loro applicazione, dalla realizzazione al confezionamento, passando attraverso le delicate fasi di sterilizzazione in autoclave, la tracciabilità della movimentazione dei materiali medicali in entrata e in uscita tramite l’installazione di varchi nelle baie di carico-scarico,
modulare di spalla Smr
Logistica Applicazioni
per finire con lo stoccaggio dei prodotti presso la sede principale di San Daniele del Friuli, prima della consegna agli ospedali, ai distributori e alle filiali. L’attuale workflow del processo in Lima comprende tre fasi principali. Prima di tutto, nello stabilimento di produzione di Villanova il processo si snoda in produzione, lavaggio, controllo qualità, inserimento delle protesi in blister e confezionamento nell’apposita stanza grigia dove le protesi sono ordinate all’interno di scatole, in cui sono inserite, oltre al prodotto in blister, anche le istruzioni e le etichette con barcode. Ultimata questa prima fase, le confezioni sono inserite in appositi scatoloni e gli strumenti chirurgici in contenitori di metallo, entrambi escono dalla stanza grigia, dove è presente una baia di carico, attraverso un tunnel che collega l’area di spedizione assicurando un ambiente asettico. Le protesi e gli strumenti sono quindi sterilizzati presso aziende terziste che, ultimata la lavorazione, le restituiscono all’unità logistica di San Daniele del Friuli. Infine, la terza fase prevede che le merci, così sterilizzate, siano caricate a magazzino e rese disponibili all’invio nelle varie sedi. Battezziamo i tag A fronte degli incoraggianti risultati ottenuti dal progetto, il nuovo processo che si intende implementare prevede l’introduzione, tra la fase due e la fase tre, di un’etichettatura Rfid automatizzata. Nel dettaglio, terminata la sterilizzazione (fase due) le confezioni contenenti le protesi sono poste sul nastro trasportatore e fatte transitare davanti ad un lettore di codice a barre che trasferisce le
A Interno dello stabilimento di produzione di Villanova di San Daniele del Friuli
informazioni alla stampante Rfid per il battezzo del tag; infine, un braccio automatizzato posiziona l’etichetta Rfid sulla scatola. Una soluzione, questa, che, oltre a garantire una verifica immediata e automatica della merce in ingresso al magazzino, permette l’elaborazione di statistiche sulle tempistiche e una certa affidabilità delle operazioni esterne. Per adempie re agli intenti manifestati da Lima, la fase di apposizione e battezzo dei tag Rfid sarebbe dovuta avvenire durante il confezionamento delle protesi. Il processo successivo di sterilizzazione è risultato un ostacolo all’operatività del transponder, perché resettava l’area di memoria preposta a contenere il codice articolo-lotto della protesi corrispondente. Sono state vagliate due possibili soluzioni: l’utilizzo di tag specifici HF, capaci di resistere alle radiazioni elettromagnetiche Gamma, e l’apposizione dei transponder durante la fase d’ingresso delle
merci presso il magazzino della sede principale di Villanova. Nel primo caso all’adozione della soluzione è vincolante il costo unitario dei tag e la difficoltà di ottenere sufficienti distanze di lettura con dispositivi palmari; nel secondo caso si perdono parte dei benefici derivanti dalla tracciabilità completa garantendosi per contro la libertà di scelta del tipo di transponder. In uscita dal magazzino della sede principale di San Daniele le etichette sono rilevate ‘hand-free’ tramite il transito attraverso varchi Rfid posti sulle baie di carico e scarico delle merci, tracciando così i singoli cartoni-scatoloni movimentati e assemblati sui pallet. I vantaggi che ne derivano sono il controllo delle merci in fase di spedizione, la riduzione dei tempi di carico a magazzino delle filiali e d’inventario nei magazzini ospedalieri. Il medesimo varco sarà utilizzato per gestire i complessi flussi di ‘reverse logistic’ che interessano Lima.
Gennaio 2010 - Automazione Industriale
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Applicazioni Logistica
Rintracciabili ovunque Dopo aver analizzato i tag Rfid resistenti alla sterilizzazione ai raggi Gamma e valutato l’impatto economico della loro introduzione, si è decisa l’etichettatura Rfid delle protesi al rientro dalla sterilizzazione. L’architettura Rfid in Lima è stata scelta soprattutto per facilitare gli inventari remoti in magazzini ospedalieri utilizzando la tecnologia in radiofrequenza Uhf, che meglio permette letture massime di tag disponendo di tecniche anticollisione e una distanza di lettura fino a 3 m. I test svolti hanno reso possibile la lettura di scaffali metallici contenenti 300 protesi; la presenza di materiale metallico sia all’interno della scatola sia all’esterno è stato oggetto di uno studio approfondito per ricercare palmari ad hoc e prestazionali. Le analisi sulla dislocazione delle protesi alla ricerca delle zone d’ombra si sono concluse con la rilevazione fino ad almeno cinque file in profondità di protesi dotate di tag Rfid. In merito all’invio del materiale verso
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le sedi ospedaliere o estere di Lima, i cartoni sono tracciati attraverso il transito in varchi Rfid 3D Uhf (868 MHz), composti dal controller Long Range Lru2000 Lan collegato a quattro antenne a polarizzazione circolare U250x250. La scelta tecnologica di Beantech è ricaduta sull’Rfid per garantire la gestione in real-time della locazione dei prodotti. I vantaggi derivanti dall’uso dei sistemi di rilevazione in radiofrequenza si possono riassumere nell’ottimizzazione dei tempi nella fase di ingresso-uscita delle merci presso la sede centrale o nelle filiali, nella possibilità di compiere frequenti inventari remoti presso i clienti e nella prospettiva di integrazione futura con i sistemi di qualità ospedalieri. In Lima Corporate il progetto è coerente con la strategia aziendale di sviluppo sempre più diretta ad acquisire un reale vantaggio tecnologico nei prodotti commercializzati e nell’ottimizzazione della logistica. La necessità che emerge è quella
Automazione Industriale - Gennaio 2010
A Test di implementazione della tecnologia Rfid per la gestione automatizzata nella movimentazione dei prodotti
di ridurre i costi ottimizzando i processi interni ed esterni. A tal proposito una strategia di gestione efficiente del magazzino e la sua ottimizzazione mediante apparecchiature Rfid potrebbe risultare quella vincente. L’obiettivo primario che si desidera raggiungere con l’adozione della tecnologia Rfid consiste nell’accertamento e nella identificazione automatica nei processi logistici (packing, spedizione ecc.) dei prodotti movimentati, dotando di adeguati strumenti gli operatori e attrezzando opportunamente le postazioni di lavoro e i mezzi di movimentazione delle merci. Interessanti anche le prospettive future considerate da Lima, tra cui l’integrazione con i sistemi di qualità ospedalieri che permetteranno lo scarico immediato delle protesi impiantate. In particolare, per le protesi l’intento è di monitorare la composizione della scatola, del cartone e del pallet, l’entrata e l’uscita delle merci, controllandone i consumi presso gli ospedali tramite l’inventario remoto delle protesi presso la struttura sanitaria, al fine di garantire il tempestivo reintegro delle scorte; per gli strumenti imputati all’impianto delle protesi, lo scopo della tecnologia Rfid consiste nel controllare la composizione del contenitore, del cartone e del pallet, unitamente all’uscita e al rientro delle merci. • *Simonetta Fusi è Scientific Manager in Lima Corporate.
Per informazioni Lima Corporate www.lima.it Softwork www.rf-id.it
Gennaio 2010
Automazione Integrata
Estratto da pag. 72 Sezione “Vetrina”
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Gennaio 2010
Top Trade Informatica
Estratto da pagg. 55 e 62 Dossier Barcode & RFID
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Febbraio 2010
Distribuzione Moderna
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto dal sito www.distribuzionemoderna.info
3 Febbraio 2010
Newsletter DM
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto dalla newsletter Distribizione Moderna
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Paola Visentin Da:
Google Alert [googlealerts-noreply@google.com]
Inviato: mercoledĂŹ 3 febbraio 2010 22.36 A:
Paola Visentin
Oggetto: Google Alert - rfid
Google News Alert per: rfid Rfid: arriva la terza generazione
DM Distribuzione Moderna
DM - Distribuzione Moderna Con il nuovo controller Rfid Lru3500 di Feig Electronic, distribuito in esclusiva in Italia da Softwork, accompagnato da una nuova generazione di antenne ... Mostra tutti gli articoli su questo argomento
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04/02/2010
Gennaio/Febbraio 2010
BancaMatica
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto da pag. 108
Febbraio 2010
IEN Italia
Estratto dal sito www.ien-italia.eu
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Genn.-Mar. 2010
ETI&COD
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto da pag. 28
Febbraio 2010
ETI&COD
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto dal sito
Febbraio 2010
Logistica
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto da pag. 80
Gennaio/Febbraio 2010
DATACollection
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto da pag. 38
RFID, TRACCIABILITÀ E SUPLLY CHAIN
LOCALIZZAZIONE IMMEDIATA DEI PALLET ■ Rocco Bombarda
RFID per controllo di materie prime e prodotti finiti Una primaria azienda abruzzese del comparto alimentare ha affidato all’RFID la gestione dei processi per una maggior efficienza dei flussi e tempestività delle movimentazioni.
I
l Gruppo Alimonti, importante realtà nella produzione di farine di grano tenero e semole di grano duro, opera con tre stabilimenti dedicati alla macinazione di grano tenero, duro e semiduro, con una capacità molitoria di oltre 2500 quintali di materia prima al giorno, impiegando impianti all’avanguardia e macchinari allo stato dell’arte della tecnologia. In questo contesto si è inserita un’ulteriore innovazione centrata sull’identificazione in radiofrequenza, che ha riguardato lo stabilimento della Molino Alimonti di Ortona, in Abruzzo, azienda capofila del Gruppo. Applicazione RFID: tecniche e fasi di implementazione Il progetto RFID, realizzato da Polymatics di S.Giovanni Teatino (Chieti) con tecnologia Softwork, nasce dall’esigenza primaria di Molino Alimonti di identificare e tracciare i prodotti, e di automatizzare i processi di spedizione delle merci. L’RFID è già presente a monte del processo produttivo, nell’identificazione e tracciabilità delle diverse varietà e quantità di grano in ingresso, poi tracciate e monitorate, durante tutto il percorso nelle diverse fasi di pulitura, vagliatura e macinazione, con un software di gestione del processo produttivo integrato con il gestionale aziendale. Con questa applicazione RFID si perfeziona e snellisce la tracciabilità del ciclo a valle, cioè fino a quando i prodotti finiti non raggiungono il cliente finale. Nello stabilimento di Ortona, dopo
la fase produttiva, si avvia l’impianto di confezionamento che termina con quattro linee di palletizzazione automatica per organizzare i sacchi confezionati in pallet omogenei, poi prelevati tramite carrello elevatore per la collocazione in magazzino. Ogni linea di palletizzazione è gestita da un PLC e da un PC host che sovraintendono al funzionamento di tutti gli apparati collegati, tra cui la stampante e il lettore RFID che provvedono all’identificazione del pallet con l’applicazione di un’etichetta contenente i dati identificativi del prodotto (qualità, formato, peso e lotto di produzione), e con l’abbinamento della merce alla matricola del tag collocato a bordo del pallet. Le aree operative che nella Molino Alimonti prevedono sistemi di identificazione automatica in radiofrequenza sono le linee di produzione/palletizzazione, l’area di ricomposizione pallet e picking, l’area di spedizione merci (muletti o baie di carico). Nelle linee di palletizzazione, ogni pallet è dotato di tag RFID lettura/
L’architettura RFID attiva della Molino Alimonti, di tipo UHF a 868MHz, prevede anche i controller i-PORT R2 di Softwork per l’identificazione automatica a grandi distanze (fino a 100 m).
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Nelle linee di palletizzazione della Molino Alimonti, ogni pallet è dotato di tag RFID di tipo attivo e recuperabile, posizionato in modo da non essere danneggiato nella movimentazione.
scrittura di tipo attivo e recuperabile, cioè non a perdere (opzione tipica dei processi di identificazione closed-loop), posizionato in modo da non essere danneggiato nella movimentazione. Si ricorda che la tecnologia RFID si divide sostanzialmente in sistemi che fanno uso di tag RFID passivi (non alimentati da batterie) e di tag RFID attivi (con batterie interne, generalmente al litio, con durata anche fino a 5 anni, almeno nel caso in esame): questi ultimi permettono di raggiungere distanze di collegamento superiori al caso passivo. Nell’applicazione Alimonti il tag viene collocato sul pallet nel momento in cui si carica la baia dei pallet vuoti che saranno prelevati automaticamente dall’impianto di pallettizzazione, mentre alla fine di ogni linea di confezionamento e nelle aree di picking sono operativi controller RFID per la rilevazione automatica di questi tag e, quindi, dei pallet
a essi associati. Il sistema gestionale memorizza la packing list collegata al numero del pallet e alla matricola del tag installato sul pallet stesso. Per l’operazione di picking per l’allestimento di pallet con prodotti diversi (è il 50% dei casi), si utilizza un terminale industriale wireless con integrata la tecnologia RFID, cioè, di fatto un RFID reader; l’operatore, tramite il terminale, ricava direttamente dal sistema informativo aziendale la picking list da preparare, attribuisce il nuovo tag al pallet di destinazione in preparazione, individua il pallet di prelievo, e poi legge i barcode dalle confezioni caricate o trasferite sul pallet in preparazione confermando (o meno) le quantità proposte. Il sistema gestionale provvede ad aggiornare le packing list dei pallet modificati e conseguentemente, in automatico, le giacenze di magazzino. Nella fase della spedizione il magazziniere, a fronte della lista di carico elettronica, attiva la funzione di “carico ordine” imputando il numero del gate dove caricare. I controller RFID opportunamente collocati nel gate rilevano il transito del pallet con tag e trasmettono l’informazione al sistema informativo che
Applicazione Molino Alimonti: particolare della baia di carico, in cui sono visibili le antenne custom incorporate nelle fasce trasparenti.
Particolare del tag RFID attivo Work-Tag i-B2 utilizzato in Molino Alimonti.
provvede a caricare sul DDT (documento di trasporto) la packing list collegata. Il sistema controlla che il contenuto del pallet sia conforme a quanto previsto dall’ordine in evasione, segnalando con allarme visivo e sonoro un messaggio sul monitor di controllo in caso di errore. Al termine delle operazioni, il magazziniere attiva la funzione “fine carico gate”, con il sistema che in automatico emette il documento di trasporto, e recupera i tag RFID a mano a mano che carica i pallet sul mezzo di trasporto, depositandoli in un contenitore monitorato dal sistema, per successivo riutilizzo. La tecnologia adottata L’architettura RFID attiva della Molino Alimonti è di tipo UHF a 868 MHz, e prevede tag di tipo Work-Tag i-B2 e controller i-PORT R2 di Softwork, ultima generazione della famiglia Work-Tag attiva Broadcast, per l’identificazione automatica a grandi distanze (fino a 100 m), ideale soprattutto per la tracciabilità di oggetti e persone, inventari in tempo reale e localizzazione di beni e persone in specifiche aree. Proprio la tecnologia attiva di tipo “Broadcast” è alla base di un ulteriore plus innovativo nel progetto: il tag RFID, infatti, opera come un “radio-trasmettitore”, in cui il trasferimento del codice UID (Unique Identifier) può avvenire a intervalli regolari, variabili da 0,5 msec a 20 sec (l’impostazione è definita all’origine). Da sottolineare che a differenza della tecnologia attiva precedente, il tag i-B2 non deve essere sollecitato dal reader per attivare la comunicazione dati, e questo ne agevola l’utilizzo nel caso in cui vi siano particolari “barriere”, quali lastre, griglie di metallo o liquidi, che si interpongono alla trasmissione. In particolare, le informazioni sono automazioneintegrata
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memorizzate nel server e collegate alla matricola del tag, che invia continuamente secondo “ping rate” (intervalli programmabili) e senza alcuna richiesta proveniente dal controller, la propria matricola cui il gestionale ha associato la packing list del pallet a essa collegato, ottenendone così la presenza e l’ubicazione. Altra importante caratteristica del sistema RFID Broadcast è il sofisticato algoritmo di anticollisione che permette la comunicazione simultanea di centinaia di tag all’interno della zona di lettura. Racchiuso in un box di alluminio, il controller i-Port R2 è collegato all’host tramite interfaccia RS422 e comunica con l’antenna W900R a polarizzazione lineare: questa scelta di tipo di antenna è stata dettata dal fatto che un’antenna a polarizzazione lineare focalizza l’energia radio proveniente dal lettore in un unico orientamento (o polarità), consentendo di aumentare la distanza di lettura con incremento della capacità di penetrazione dell’onda radio emessa. Conclusioni e futuri sviluppi Dopo la fase di test e start-up, il progetto è oggi in fase di implementazione, e per il futuro, dopo il consolidamento di questa esperienza, è in programma l’ulteriore estensione dell’RFID anche agli altri stabilimenti con soluzioni più sofisticate per l’individuazione e localizzazione di prodotti in magazzino con le relative giacenze (just in time). Tra i benefit attesi dall’RFID: localizzazione immediata dei pallet, anche in aree estese, diminuzione dell’intervento umano e relativi errori, riduzione dei costi, ottimizzazione nell’uso delle risorse. ■
Soluzioni elettroniche embedded
FOCUS
IL MERCATO
Segnali positivi per l’Embedded Il mercato dei sistemi embedded, cioè dedicati e a bordo, con hardware e software costruito attorno all’applicazione, sta iniziando a manifestare quell’inversione di tendenza che è auspicata anche negli altri settori dell’automazione.
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ittorio Baiocco, Key Account Sales Manager, evidenzia i cospicui investimenti di Advantech nello sviluppo di prodotti che esprimono concretamente tecnologia, affidabilità e qualità, e come prodotto di punta nell’embedded indica la famiglia di PC industriali serie UNO. Tommaso Bazzaro, Responsabile Marketing&Communication di ASEM, cita i PC embedded, fanless e compatti, con SW HMI ed eventualmente SoftPLC, atti a sostituire i pannelli operatori e, in certe casi, i PLC; forte interesse anche per i PAC, malgrado il permanere di diffidenze culturali nell’affidare il controllo a una soluzione completamente software. Alessandro Damian, Marketing Manager di Contradata, evidenzia i moduli Qseven, standard a più rapida diffusione nel mercato embedded, con oltre 20 produttori e 10 distributori consociati nel consorzio: «Alle caratteristiche innovative dello standard, Congatec, azienda da noi distribuita, unisce il proprio know-how in materia di BIOS embedded, con features uniche nel mercato. Offriamo inoltre la possibilità di usare, con i moduli Congatec, il software Hypervisor di Real Time Systems. In pratica, moduli con CPU Multicore o Hyperthreading come Intel Atom, possono sfruttare appieno le potenzialità di questo software che permette sistemi operativi multipli in modalità realtime a bordo di un’unica architettura software. Abbiamo di recente presentato un kit Qseven con
software RTS per virtualizzazione realtime, offrendo così una soluzione unica. Su una piattaforma ultra compatta si può usare per esempio un sistema operativo realtime per il controllo, come QNX, VxWork, Linux Real Time, Windows CE, e uno per l’interfaccia grafica, come Windows XP». Claudio Censi, Amministratore Delegato e Responsabile Commerciale di KSE, sottolinea la disponibilità di soluzioni per varie applicazioni di nicchia, dove il rapporto prezzo/ prestazioni rende molto conveniente la gamma dei controlli dell’azienda, dal monoasse fino ai 16 assi, Fabio automazioneintegrata
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Filipponi, Product Manager di Telestar cita i prodotti di primari partner, quali 3S-Smart Software Solutions (produttore di CoDeSys), TR-electronic, Unitronics e Systeme Helmholz, mentre Mauro Cerea, Sales Manager Human Machine Interface & Industrial PCs, Siemens Industry Sector, indica, nei PC industriali Embedded, il modello IPC 477C. «Stiamo spingendo molto», ci dice Cristiano Bertinotti, Product & Area Manager di Sistemi Avanzati Elettronici, «Oltre che sui PC embedded, anche sull’acquisizione dati ad alte prestazioni e sui terminali HMI nei vari formati, con una proposta molto vantaggiosa». Tex Computer, precisa Mirco Sparaventi, Area Marketing e Comunicazione, ha ampliato verso il basso la gamma dei Controllori “All In One” serie Power, in grado di gestire con un unico processore le task PLC, CNC ed HMI con grafica vettoriale: «Probabilmente siamo l’unico costruttore italiano che realizza tali sistemi senza usare una piattaforma PC, e questo ci differenzia dalla concorrenza». Riccardo Bastero, Responsabile Marketing Italia di Vacon, società che produce e commercializza solo inverter, indica l’inverter NXP che copre tutta la gamma di tensioni e potenze normalmente richieste dal mercato (fino a 5MW) e che alcuni grandi concorrenti non hanno: «È un prodotto consolidato e ad altissime prestazioni, tanto che, abbinato ai nostri software embedded, si avvicina molto al confine del Motion Control con motori
brushless. Possiamo personalizzare ogni tipo di prodotto in tempi brevissimi, e questo fa la differenza». Massimo Damiani, Amministratore di Softwork, distributore a valore aggiunto (VAR) di sistemi RFID, si focalizza sull’RFID embedded, ossia l’integrazione di controller/moduli in un prodotto, e indica tre linee di prodotti: la linea Classic Pro di Feig Electronic, sia in versione OEM che in box, per applicazioni di ticketing, pagamenti, electronic-wallet; i dispositivi OEM di potenza più elevata per HF e UHF; i moduli RFID OEM di SkyeTek, per soluzioni embedded HF e UHF. «Per facilitare l’adozione di questi moduli abbiamo predisposto dei Developer Kit, con anche accessori, antenne, transponder, HDK, SDK e software library, corredati da servizi quali attività educational, supporto tecnico online e dettagliata documentazione». L’interesse del mercato per l’offerta Beckhoff, ci dice Pierluigi Olivari, Managing Director, è una conferma della decisione di puntare sulle soluzioni più che sui singoli prodotti: «Offrire sistemi aperti con controllo PC, sempre in linea con le richieste del mercato, con attenzione a innovazione tecnologica, performance e flessibilità, ci ha sempre premiato». Giuseppe Leto, Product Manager Divisione IT, cita i sistemi di climatizzazione, dai condizionatori per quadri di comando fino agli scambiatori aria-acqua di precisione, in grado di raffreddare fino a 40kW di potenza in un solo
Vittorio Baiocco,
Key Account Sales Manager di Advantech.
di scambio, l’impiego di refrigerante eco-compatibile basato su CO2 o l’uso di ventole e compressori EC, Rittal consolida la sua posizione di fornitore leader di mercato».
rack: «Queste soluzioni si distinguono dalla concorrenza per qualità e innovazione. Con il rivestimento a base nanotecnologico sulle batterie
Tommaso Bazzaro,
Responsabile Marketing & Communication di ASEM.
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Le richieste del mercato L’analisi dei risultati di vendita, ci dice Baiocco (Advantech), indica una distribuzione equilibrata delle scelte dei clienti, anche se la linea UNO contempla oltre 25 modelli diversamente configurabili; sono comunque identificabili due macro gruppi riferiti ai microprocessori Intel Celeron 1GHz e Core2Duo 1,5GHz. Censi (KSE) indica maggiore interfacciabilità ai vari bus di campo e facilità d’uso dell’HMI, Olivari (Beckhoff) cita incremento delle prestazioni e contenimento dei costi, Cerea (Siemens) punta su robustezza, potenza di elaborazione, memoria dati, funzionamento a elevate temperature e bassa dissipazione, Filipponi (Telestar) afferma che l’hardware embedded è il mezzo tramite cui rendere fruibili le potenzialità del software CoDeSys, Bertinotti (SISAV) evidenzia dimensioni compatte, prestazioni relativamente elevate e costi molto limitati, mentre per Bazzaro (ASEM) si deve parlare di sistemi tali da ottimizzare dimensioni, prestazioni, affidabilità e connettività, a un prezzo competitivo e con efficienza energetica ottimale, e secondo Sparaventi (Tex Computer) sarà sempre più importante fornire ai clienti ampie librerie di funzioni applicative di base già testate e collaudate. «Per
Alessandro Damian,
Marketing Manager di Contradata.
Mauro Cerea, Sales Manager Human Machine Interface & Industrial PCs, Siemens Industry Sector.
Soluzioni elettroniche embedded
FOCUS
IL MERCATO
progetti di un certo volume», afferma Damian (Contradata), «La soluzione più adottata è quella di costruirsi il sistema embedded partendo da prodotti standard come COM, Computer-onModules, sviluppando una carrier board con la periferia necessaria alle proprie specifiche funzioni. La carrier board, poi, sfrutta la potenza di calcolo di moduli CPU intercambiabili e scalabili che, costruiti in base a standard industriali ben precisi quali ETX, XTX, COM Express, Qseven, garantiscono disponibilità da diversi produttori in un’ottica di lungo termine. Per applicazioni meno specifiche e di volume più contenuto, le soluzioni COTS, Commercial Of The Shelf, coprono tutte le esigenze di applicazione grazie ai diversi standard disponibili e alla scalabilità della gamma offerta. Come Contradata partiamo da schede in formato 2.5» fino al glorioso EBX, passando per tutti i formati. Anche per la realtà COTS offriamo soluzioni -40°+85° per applicazioni gravose». Il sistema
Cristiano Bertinotti,
Product & Area Manager di Sistemi Avanzati Elettronici.
Vacon con PLC integrato nell’inverter anche nella gamma micro, sottolinea Bastero, è sempre più apprezzato rispetto ad alcuni anni fa quando poteva essere visto come applicazione di “nicchia”, e anche la comunicazione integrata ormai è un dato di fatto, quasi uno standard, e talvolta è richiesta doppia comunicazione, per comando e controllo da un lato, e diagnostica dall’altro, e proprio per questo i prodotti Vacon prevedono più slot di espansione. «Mentre nel caso dell’RFID tradizionale l’attenzione è spesso focalizzata sul tag», afferma Damiani (Softwork), «Nell’RFID embedded ci si concentra soprattutto sul reader; le prestazioni più attese sono dimensioni contenute abbinate a performance elevate, attenzione al consumo, soprattutto per applicazioni mobili, e all’intelligenza a bordo, facile integrazione e accesso una volta installato, rapido upgrade del firmware per implementare nuovi standard, compatibilità di un unico device a più standard per agevolarne l’applicazione, ottimizzazione prezzo/ prestazioni, ampia documentazione. Ecco perché, per soddisfare un simile ventaglio di aspettative, trattiamo marchi di produttori ben consolidati, tra cui Feig Electronic, la cui affidabilità è testimoniata, tra l’altro, da un dato significativo: 500.000 ore d’esercizio garantite per i suoi dispositivi». Secondo Leto (Rittal), il mercato è sempre più sensibile alle potenzialità dei sistemi di monitoraggio embedded, non solo per garantire la
Massimo Damiani,
sicurezza dell’infrastruttura IT, ma anche per tutelare ambienti produttivi industriali: «Ai costruttori è richiesto un impegno costante per aumentare il numero di sensori, incrementare le funzionalità del prodotto ed estendere l’interoperabilità con prodotti di terze parti, il tutto mantenendo alti livelli di sicurezza. Stiamo già lavorando a sistemi embedded di nuova generazione, dotati di porte USB e storage di massa, unico anello mancante nel confronto con i più diffusi software di network management». I trend tecnologici Baiocco (Advantech), preferisce parlare di affinamento di alcune tecnologie complementari ai sistemi embedded: «I nostri moduli di memoria Compact Flash, per esempio, hanno oramai raggiunto un elevato grado di maturazione tecnologica, con alte prestazioni elevate elevato MTBF a costi che a breve potranno sovrapporsi alla fascia inferiore di prodotti consolidati come gli hard-disk». Bertinotti (SISAV) vede come vincente per i prossimi anni la strada del basso
Riccardo Bastero,
Amministratore di Softwork.
Responsabile Marketing Italia di Vacon.
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Pierluigi Olivari,
Managing Director di Beckhoff Automation.
consumo, Sparaventi (Tex Computer) cita i collegamenti internet/intranet via Web Server, Bazzaro (ASEM) evidenzia le nuove architetture di processori core ATOM, mentre Cerea (Siemens) indica le memorie di massa allo stato solido sempre più veloci e capienti (per esempio SSD) che compenseranno la limitazione di data storing imposta dalle precedenti soluzioni Compact Flash. Damian (Contradata) sottolinea che la soluzione Qseven, compatta, personalizzabile e a costo contenuto, è in grado, associata al software Hypervisor, di gestire sistemi operativi multipli a bordo della stessa CPU (Intel Atom Z530): «Questo standard è orientato ad applicazioni mobili e prevede interfacce seriali ad alta velocità come PCI Express e SATA, da cui continuità e compatibilità con le future generazioni di Chipset». Damiani (Softwork) vede come spinte tecnologiche per l’RFID embedded il continuo aggiornamento del firmware, per rendere compatibili i controller ai nuovi standard ISO, il supporto allo standard NFC, in particolare per ticketing e pagamenti, la sicurezza dei transiti
Giuseppe Leto,
Product Manager Divisione IT di Rittal.
monetari, con l’integrazione dei moduli SAM (Security Access Module), e controller e antenne embedded sempre più miniaturizzati e performanti. Bastero (Vacon) cita i sistemi “plug and play”, in cui non ci si deve più preoccupare di associare esternamente al prodotto elettromeccanica di interscambio, filtri antiarmoniche, filtri EMC, comunicazione, telediagnosi o quant’altro; sottolinea inoltre che proprio sugli inverter l’utente ricerca il sistema che più lo aiuti a ottenere un significativo risparmio energetico, e negli inverter Vacon si trovano le risposte grazie ad algoritmi e IGBT di ultima generazione, che confermano una spiccata ricerca e innovazione tecnologica. «Per loro natura», afferma Leto (Rittal), «I sistemi embedded inseguono la tecnologia, basandosi su standard e protocolli ampiamente adottati, la cui implementazione sia economicamente sostenibile. A mio avviso la proliferazione di USB 3.0 e la diffusione del protocollo IPv6 potranno dare input tecnologici di rilievo». Le prospettive per il futuro Baiocco (Advantech) ipotizza timidi miglioramenti, ma solo dopo la seconda metà dell’anno: «Dobbiamo attenderci un periodo ancora difficile, meglio mantenere la concentrazione e non abbassare la guardia». Bazzaro (ASEM) non vede segnali incoraggianti di inversione del trend di contrazione di ordinativi e produzione; ritiene poi che le opportunità per gli operatori
Fabio Filipponi,
Product Manager di Telestar.
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FOCUS
IL MERCATO
del settore sono legate principalmente alla capacità delle aziende cliente (costruttori di macchine e system integrator) di esportare i loro macchinari nei paesi emergenti (Brasile, Cina, India) le cui economie sono ancora in crescita come PIL, ma anche al ritorno degli investimenti e alla domanda dal Nord America. Damian (Contradata) prevede un’attenuazione delle difficoltà economiche dato che la crisi finanziaria sta giungendo al termine, anche se resta una profonda crisi di tipo industriale che da anni sta colpendo l’Italia. Segni di ripresa ancora molto deboli per Filipponi (Telestar): «Nella migliore delle ipotesi prevediamo una sostanziale stabilità, senza ulteriore calo ma anche senza netto miglioramento». Ottimista Cerea (Siemens): «Ci sono tutti i presupposti di una ripresa i cui effetti dovrebbero vedersi dalla primavera 2010. Come indicatore, un maggior fermento degli OEMs che si traduce in richieste di delucidazioni tecniche e applicative, di aiuto in fase di configurazione/scelta prodotto, e in ricerca di soluzioni tecniche all’avanguardia». Per Sparaventi (Tex Computer) il 2010 consentirà di recuperare una discreta percentuale dei volumi di vendita persi nel 2009, anche se per tornare ai livelli precedenti ci vorranno almeno un paio di anni, mentre per Bertinotti (SISAV) non è possibile valutare con precisione le prospettive future, pur considerando la leggera ripresa degli ultimi due mesi del 2009 come un indicatore positivo per il 2010, anno che secondo Leto (Rittal) sarà ancora difficile: «La ripresa sarà lenta perché manca la fiducia da parte degli investitori, la domanda resta bassa e molti progetti di cui abbiamo visibilità sono investimenti del 2009 posticipati al 2010; nonostante ciò, contiamo di far crescere il fatturato salvaguardando la marginalità». Censi (KSE) inizia a intravedere, almeno per il Veneto, alcuni indicatori positivi, con aziende medio-grandi che cessano la cassa integrazione e iniziano timidamente automazioneintegrata
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in alcuni casi a fare straordinari. Segnali positivi anche per Bastero (Vacon), già dalla seconda metà di settembre 2009: «Purtroppo vi sono ancora settori stagnanti e in seria difficoltà, ma si deve credere e aver fiducia negli investimenti, per permettere al volano dell’economia di ripartire, possiamo dire, in rampa di accelerazione». Olivari (Beckhoff) ci informa che dalle stime del Centro Studi di Confindustria la produzione industriale di dicembre ha registrato un incremento dello 0,2% rispetto al mese precedente e che anche il flusso degli ordinativi di dicembre ha segnato un aumento, da cui una lieve ripresa anche se l’occupazione resta un tasto dolente. Ragionevolmente ottimista Damiani (Softwork): «Sono aumentati i clienti fidelizzati, operatori di canale cioè che dopo un primo test RFID hanno continuato nella partnership con noi non solo nell’estensione del progetto pilota ma anche in nuove implementazioni, adottando la nostra architettura RFID. Notiamo poi un interesse reale, basato su conoscenze e approfondimenti dei nostri interlocutori, ossia gli operatori di canale, desiderosi di sviscerare concretamente le potenzialità dell’RFID nei loro specifici casi aziendali. Infine, abbiamo registrato nel 2009 un incremento nel 2009 dei partecipanti ai nostri seminari e corsi di formazione, unitamente all’uso dei servizi del nostro RFID Testing Center, con prove e collaudi prima dello start-up del progetto RFID». n
SOLUZIONI ELETTRONICHE EMBEDDED
FOCUS
PRODOTTI
AziendA
nome del prodotto
CArAtteristiChe teCniChe e plus innovAtivi
note AddizionAli
sistemi Avanzati elettronici srl Via Marconi 11/d, 13836 Cossato (BI) Tel. 015 983206 - Fax 015 980668 www.sisav.it email: c.bertinotti@sisav.it (Produttore: Diamond Systems Corporation)
Octavio (Sistema embedded basato sul formato PC104 con sezione di acquisizione dati integrata)
Octavio è basato sui processori VIA Mark o Vortex86, dispone di 16 ingressi analogici a 16 bit, 4 uscite analogiche e fino a 40 I/O digitali programmabili; viene fornito completo di immagine Linux embedded 2.6.23 oppure CE6.0, driver SW ed esempi di codice per realizzare i propri programmi applicativi. A bordo sono disponibili 4 porte seriali RS232/422/485, 4USB 2.0 e una porta Ethernet . Il sistema costituisce un’unità CPU completa di sezione di I/O, per la quale vengono forniti il sistema operativo embedded su flash e contenitore con connettori “standard”.
Ideale per applicazioni critiche, sul campo, e laddove urti, vibrazioni, sollecitazioni termiche sono elementi dominanti. Ideale anche in quelle applicazioni ove sia richiesta compattezza e grande affidabilità.
Softwork srl (distributore a valore aggiunto di tecnologie RFID) Via Giuseppe Zanardelli13/A, 25062 Concesio (Brescia) Tel.: 030 2008149 www.rf-id.it email: info@rf-id.it (Produttore: Feig Electronic GmbH, Lange Straße 4, Weilburg, Germania)
Small UHF Reader Module ID ISC.MU02 (RFID small controller OEM, banda UHF, EPC)
Dotato di 2 antenne (interne o esterne) multiplexate, dimensioni ridotte (50x50 mm), consumo massimo 2,5 Watts, frequenza 865-868 MHz, supporta transponder RFID EPC Gen2 (opzione ISO 18000-6-C), range di temperatura -25° C + 75° C (in funzione). Supporto Software: Protocollo Feig ISO Host Mode, Scan Mode. Interfacce standard: RS232, TTL, USB; in opzione: Data-Clock, USB. Piena compatibilità sia dell’hardware che delle interfacce con la linea HF dei moduli Feig, facilitando così l’implementazione tecnica dei dispositivi e preservandone l’investimento economico.
Campi di applicazione: medicale e sanità, tracciabilità nella linea di produzione e distribuzione dei prodotti, identificazione oggetti/ persone
CPU Marvell PXA303@600 MHz, memoria Flash 1GB, memoria RAM 64MB, alimentazione 10…30VDC +/- 0%, connettore a vite estraibile, porta Ethernet 10/100 connettore RJ45, porta seriale RS232/485 connettore a vite estraibile, connettore per display LCD diagonale 3,5”, risoluzione 320x240, retroilluminazione a Led, touchscreen. Runtime CoDeSys PLC + HMI e stack di comunicazione (Modbus, ethercat, CAN) già integrati. Connettore di espansione per 2 porte Ethernet, 2 UART, 2 porte USB, 1 SD Card, BUS CPU o GPIO, connessioni per display (fino a 15” XGA) e touchscreen.
Ambiente di sviluppo CoDeSys. Interfacce: Seriale RS232/485 con Modbus master, Ethernet TCP/IP, Modbus TCP, Ethercat master e CAN Master (in preparazione) GPIO. Campi di applicazione: automazione industriale, domotica, automotive.
telestar srl Via C. Colombo 13, 22069 Rovellasca (CO) Tel. 02 250 650 238 – Fax 02 96 74 02 73 www.telestar-automation.it email: cortese@telestar-automation.it (Produttore: Telestar)
CoDeSys ARM embedded CPU (Embedded ARM9 CPU)
tex Computer srl Via Mercadante 35, 47841 Cattolica (RN) Tel. 0541 832511 - Fax 0541 832519 www.texcomputer.com email: msparaventi@texcomputer.com (Produttore: Tex Computer)
Power P (PLC + HMI + MC)
Controllore “All In One” per gestione integrata di I/O digitali e analogici, comunicazioni seriali, bus di campo, interfacce HMI colore con possibilità di grafica vettoriale, funzioni evolute di motion control. Oltre all’ambiente di sviluppo e debug già integrato nel controllo, sono disponibili alcuni pacchetti per SO Windows tra cui il Drawing Tools per gestire progetti e creare graficamente pagine HMI, e Power Studio per debug del programma applicativo in locale o remoto. Supporto a CANopen, EtherCAT, Mecatrolink, Modbus, gestione porta USB con supporto di tastiera, mouse e memory key, collegamento a reti Ethernet, cablate o wireless, via TCP/IP ed FTP con funzioni OPC server e Web server. Gestione integrata di task PLC, HMI e MC tramite un solo processore con SO realtime multitasking.
Campi di applicazione: macchine industriali stazionarie o mobili, robot cartesiani o scara, plotter, dispenser, AGV (Automated Guided Vehicles), data logger, puntatori astronomici per impianti solari, turbine eoliche, automazione navale da diporto, building automation. Il prodotto è appena stato commercializzato e perciò non sono disponibili esempi applicativi reali.
vacon spa filiale Italiana della multinazionale Finlandese Vacon Plc Via F.lli Guerra 35, 42100 Reggio Emilia Tel: 0522 276811 – Fax 0522 276890 www.vacon.it email: vacon.italy@vacon.com (Produttore: Vacon Plc, Runsorintie 7, 65380 Vaasa, Finland)
Inverter Vacon della gamma NXP (Convertitore di frequenza con funzioni PLC integrate programmabili in più linguaggi secondo IEC 61131-3, per sviluppare funzioni non standard al prodotto)
Alimentazione 200, 400, 500, 690 V. Gestione motori da 0,37 kW a 5 MW, sincroni e asincroni. Anello aperto e chiuso. Protezione IP21 e IP54. Sistemi DC bus. Raffreddamento aria/acqua. Induttanza AC, chopper e filtri EMC integrati. Personalizzazioni HW e SW. Software NCDrive, per configurazione, parametrizzazione, controllo e diagnosi, e NCLoad per applicazioni. Interfacce Modbus, CANopen, Profibus, DeviceNet, Ethernet, BACnet, Lonworks. Omogeneità di gamma fino a 5 MW con ricambi comuni, fino a 5 slot di espansione per schede opzionali, filtri di base per riduzione armoniche ed EMC, algoritmi e funzioni dedicate per ogni applicazione, comunicazione drive to drive veloce via fibra ottica, regolazione di coppia, sistemi di rigenerazione in rete con front-end attivi, certificato Cat3 SIL 2 e ATEX.
Campi di applicazione: Automazione, Sollevamento, Lift, HVAC, pompaggio, Trattamento acque, Building Automation, Cartario, lavorazione vetro, lavorazione legno, lavorazione pietra e ceramica, lavorazione ferro, tessile, Oil & Gas, Petrolchimico, Magazzini automatici, Navale, Mining & Minerals, Packaging, Food & Beverage, Farmaceutico, Plastica e Gomma, Eolico, Fotovoltaico.
automazioneintegrata
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febbraio 2010
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NEWS
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EONEWS n. 527 - 25 FEBBRAIO 2010
Entrambi gli ADC garantiscono una risoluzione NMC (No Missing Code) a 16 bit e una velocità di uscita selezionabile a 250 sps o 1 ksps. L’LTC2470 e l’LTC2472 sono ideali per il monitoraggio ambientale e dei sistemi, oltre che per le soluzioni di acquisizione dei dati che richiedono elevate velocità di uscita. Questi convertitori ADC, che utilizzano un’unica alimentazione compresa tra 2,7 V e 5,5 V, sono progettati per la misurazione di sensori single-ended (LTC2470) o differenziali (LTC2472) tramite un’interfaccia seriale SPI. readerservice n. 40
Molex
Sistema in rame e a fibre ottiche
Molex Incorporated ha annunciato il sistema di interconnessione in rame e a fibre ottiche iPass+ High-Speed Channel (HSC) adatto per CXP che offre 12 canali di dati a 10 Gbps, per una larghezza di banda complessiva massima di 120 Gbps. Il sistema iPass+ CPX consente soluzioni di collegamento diretto in rame e a fibre ottiche per la stessa porta del sistema, con conseguente aumento della flessibilità dell’hardware a livello di sistema per gli utilizzatori finali.
Microchip
La famiglia di microcontroller a 8-bit
Microchip annuncia un nuovo modello della nota famiglia di microcontroller (MCU) PIC a 8-bit PIC16F61X da 8 e 14 pin destinato alle applicazioni general-purpose p i ù e c o n o m i c h e . L’ M C U PIC12F617 prevede una dotazione
di 3,5 kbyte di memoria programma Flash auto-programmabile e varie periferiche, tra le quali un ADC (Analogue-to-Digital Converter) a 10 bit, un comparatore, un modulo PWM (Pulse-Width Modulator) e un modulo Vref per le applicazioni di controllo a loop chiuso. Il tutto è alloggiato in un package DFN 3 mm x 3 mm miniaturizzato. L’MCU PIC12F617 offre 3.5 kbyte di memoria programmabile Flash con capacità di auto-scrittura che assicura un’alternativa a basso costo alle Eeprom dati. Il microcontroller mette anche a disposizione un oscillatore interno a 8MHz, un ADC on-chip a 4 canali a 10-bit, un comparatore con isteresi e un PWM con uscite complementari che assicura una piattaforma ideale per applicazioni legate al controllo dell’illuminazione a LED, al controllo motori, al rilevamento tattile capacitivo e al monitoraggio di sistema. readerservice n. 41
nenti privi di piombo e conformi alle direttive RoHS comprendono: RDS(on) fino a soli 13 mΩ, intensità di corrente sino a 76 A, controllati al 100% in condizioni di conduzione a valanga, qualificati a norme AEC-Q101.
Il gruppo singolo connettore con innesto a pressione e gabbia consente il collegamento in un’unica fase sulla scheda host ed è disponibile nelle configurazioni a singola e doppia porta impilata. I cavi in rame ad attacco diretto Molex CXP 12X sono progettati per consentire l’impiego di configurazioni con connettore singolo, in serie o impilato in presenza di requisiti di elevata densità. I cavi in rame CXP passivi sono disponibili in un’ampia gamma di lunghezze. Il sistema di interconnessione iPass comprende connettori e cavi compatibili in termini di flessibilità della velocità per applicazioni comprese da 1 a 10 Gbps e rappresentano la soluzione ideale per il crescente mercato dell’elaborazione dati a elevate prestazioni e i centri dati.
readerservice n. 44 possono operare con tensioni fino a 14 kVDC a secondo dei modelli. Il modello più piccolo della serie, identificato dalla sigla MHR0307SA, disponibile in versioni con valori di resistenza compresi tra 1 e 500 MOhm, è caratterizzato da tensioni di funzionamento fino a 3 kVDC e potenza nominale di 0,3 W. MHR0307SA ha dimensioni pari a 7,6 x 5 x 2,5 mm con passo tra i terminali (lead pitch) di 5,08 mm. Il più grande è invece il modello MHR0319SA, di dimensioni pari a 20,2 x 5 x 2,5 mm con passo di 17,78 mm. In grado di operare in presenza di tensioni pari a 14 kVDC con potenza nominale di 1 W, questo modello è disponibile con valori di resistenza fino a 1.000 MOhm. readerservice n. 43
Diamond Systems, azienda che produce SBC embedded e schede di I/O per BUS PC/104, presenta i PC compatti e robusti della serie Octavio pensati per applicazioni in cui è necessario gestire I/O analogici e digitali con la massima affidabilità. Grazie al formato ‘unico’ adottato da Diamond Systems che unisce su una sola scheda la parte di CPU e quella di acquisizione dati, le soluzioni offrono un sistema completo di I/O in contenitore alto meno di 5 cm. Octavio è fortemente robusto a urti e vibrazioni, in grado di lavorare fanless e in range di temperatura da -40 a +85°C. La sezione di acquisizione dati in-
Mosfet a canale-N
ON Semiconductor ha ampliato la sua gamma di Mosfet di potenza a canale-N con 12 nuovi dispositivi a 100 volt (V). Grazie alla migliore caratteristica di resistenza all’effetto valanga tra i dispositivi sul
Murata
Murata ha reso noto che i resistori per alte tensioni della serie MHR03xx sono ora disponibili con tolleranze più strette rispetto a quelle delle precedenti versioni. I modelli con resistenze comprese tra 1 e 100 MOhm sono caratterizzati da tolleranze di ± 5% mentre i modelli con resistenze che arrivano a 500 MOhm possono essere realizzate con tolleranze pari a ±1%. I resistori della famiglia MHR03xx
PC compatto
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Softwork
Controller LRU3500 di ultima generazione
Softwork presenta il nuovo controller RFID LRU3500 di Feig Electronic, produttore tedesco di sistemi Rfid passivi. Si tratta del reader più performante della linea Work-Tag passiva UHF di Softwork, progettato e realizzato anche in un’ottica di facile e rapida installazione grazie alle numerose interfacce e alle uscite d’antenna: tra le peculiarità di spicco del nuovo device, la sua elevata sensibilità che permette una distanza di rilevazione del tag
ON Semiconductor
readerservice n. 42
I resistori per alte tensioni
Sistemi Avanzati Elettronici
cativo. È disponibile anche il supporto per Windows CE6.0 come opzione per Octavio-HLV, e di QNX per Octavio-ATHM.
mercato, pari a 500 millijoules (mJ) collaudati su ogni dispositivo, i Mosfet di potenza a canale-N di ON Semiconductor sono ideali per i progetti dove possono verificarsi notevoli sovratensioni dovute alla presenza di carichi induttivi non smorzati. Le applicazioni tipiche dei Mosfet di potenza a 100 V di ON Semiconductor comprendono il controllo di motori industriali, gli alimentatori, gli inverter, i gruppi di continuità (UPS) e gli iniettori utilizzati in campo automobilistico. Le caratteristiche tecniche chiave di questi compo-
tegrata opzionale dispone di 16 canali analogici da 16bit, con un sampling rate fino a 100kHz, Fifo da 512 o 2048 sample, e auto calibrazione. Vi sono poi 4 uscite analogiche da 12 bit, 16, 24 o 40 I/O digitali tipo TTL e counter/timer per timing. Tutte le interfacce di I/O sono accessibili esternamente tramite connettori standard presenti sul pannello superiore. Al pannello è possibile collegare internamente anche eventuali schede di I/O aggiuntive per bus PC/104 disponibili tra la vasta gamma dei prodotti dello stesso costruttore. Tutti i sistemi Octavio sono forniti con un’immagine di Linux embedded basata sul kernel 2.6.23, consentendo l’operatività del sistema in pochi secondi. Lo sviluppo di applicazioni è ulteriormente facilitato dalla presenza di driver, utility e codice sorgente a titolo esemplifi-
non solo superiore ma anche notevolmente più accurata, poiché riduce quasi a zero il fenomeno tipico nella banda UHF dei buchi di lettura (reading hole). L’identikit tecnico del nuovo device UHF Long Range Reader ID ISC.LRU3500 si contraddistingue quindi con molte features aggiuntive: luce di lettura fino a 10 m; funzione di anti-collisione; Power over Ethernet (PoE); identificazione di transponder EPC Gen2, ISO 18000-6-B/-C e Sensor Tag; 4 uscite d’antenna, evidenziate con Led dai diversi codici cromatici; 16 Led diagnostici per segnalare eventuali errori e lo stato di funzionamento del controller; 5 interfacce: Ethernet, RS232, RS485, USB ed USB-Host per WLAN o memory stick; ACC con sistema operativo Linux, permettendo così l’installazione di software applicativi direttamente sulla piattaforma del reader; 4 diverse modalità di lettura: ISO Host Mode, Scan Mode, Notification Mode, Buffered Read Mode; RSSI Data Readout: nel rilevare il tag, il controller LRU3500 recepisce anche il livello del segnale radio trasmesso dal tag stesso. readerservice n. 46
Genn./Febbr. 2010
IEN Italia Industrial Engineering News
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto da pag. 16 Speciale: Motori & Drives
Identificazione automatica
RFID
Tecnologia per la pietra naturale Aldo Cavalcoli
Un sistema logistico basato sull’identificazione in radiofrequenza è riuscito ad apportare innovazione di valore e servizi distintivi nella pre e post vendita di una primaria azienda attiva nella produzione di pietra naturale, generando un ROI chiaro e misurabile.
Nella lavorazione e produzione di pietra naturale, per poter essere annoverati tra i principali leader in un settore caratterizzato da una concorrenzialità molto elevata, occorre prima di tutto poter offrire un’ampia varietà di materiali per soddisfare le più svariate esigenze. La società Antolini Luigi & C., tratta quasi 1.000 materiali diversi tra marmi, graniti, limestone, onici, travertini e semipreziosi, e questo comporta una logistica di magazzino particolarmente onerosa, ma la costante attenzione alle nuove tecnologie e l’apertura all’innovazione ha
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permesso al management dell’azienda di affrontare il problema ottenendo una soluzione che ha consentito anche un ritorno dell’investimento ben preciso, obiettivo non sempre facile soprattutto se si parla di RFID. Per meglio tratteggiare il contesto dell’azienda, va ricordato che la sua fondazione risale al 1956, quindi nel periodo del secondo dopoguerra, quando, tra l’altro, vi erano ampi spazi imprenditoriali se supportati da idee di mercato attentamente omogenee con le esigenze che la ripresa in atto nel periodo
avrebbero evidenziato. Attualmente l’azienda, con una sede a Sega di Cavaion, vicino Verona, che si sviluppa su oltre 200.000 m 2 di cui 30.000 coperti, occupa circa 200 dipendenti e la sua produzione si articola su 6 sedi dislocate in tutto il mondo, dalla Spagna al Brasile e Madagascar, con una fitta rete di concessionari. Per meglio inquadrare la leadership di Antolini, bastano questi dati: 1,5 milioni di m 2 di lastre prodotte ogni anno, 30 container e camion in uscita ogni giorno dalla sede nel veronese, estrazione in esclusiva di marmi e graniti da cave dislocate in molti diversi Paesi, dalla Norvegia al Brasile, dall’Iran al Sudafrica, dal Cile all’India. Questo sviluppo dagli anni ’50 a oggi è anche conseguenza della scelta imprenditoriale di integrare sempre, ovviamente con le dovute attenzioni a ritorni di investimento tangibili, nuove tecnologie nei processi. Su questo terreno particolarmente fertile si è potuto innestare con successo anche l’RFID, con un’applicazione che esemplifica in modo emblematico come le potenzialità della tecnologia possano realmente tradursi in vantaggi pratici per un’azienda. Ma veniamo direttamente alle “cause scatenanti”. La prima esigenza che la Antolini doveva soddisfare consisteva nel quantificare il materiale presente in magazzino: prima dell’RFID, la risposta al quesito era sostanzialmente racchiusa nella memoria umana dei capi reparto, che dovevano ricordare i circa 10.000 blocchi di materiale differente in arrivo da tutti i Paesi del mondo e la collocazione delle circa 900.000 lastre prodotte annualmente. Si ripresenta quindi, anche in questo caso, il concetto basilare della logistica sul quale poggia anche il buon funzionamento di qualsiasi azienda: l’informazione, la sua affidabilità e immediata disponibilità. In questo contesto è stata implementata la soluzione StoneID, che ha visto come protagonisti il distributore di tecnologie RFID Softwork e la società di consulenza e servizi informatici F.C.S. Solutions. Prima
Applicazione Antolini: particolare di un blocco, dov’è visibile l’area dedicata al tag RFID, in basso a destra dell’etichetta applicata al blocco.
di passare a un dettaglio, val la pena sottolineare che StoneID è una soluzione omnicomprensiva, basata su tecnologia RFID, del processo di lavorazione della pietra naturale dall’ingresso del “blocco” in fabbrica sino alla localizzazione delle singole lastre nel magazzino e alla loro gestione post-vendita. Ciclo produttivo della lavorazione della pietra naturale Il ciclo produttivo inizia con l’acquisto del blocco di materia prima, che viene poi etichettato all’ingresso in azienda associandogli un codice identificativo alfanumerico che consentirà un riferimento al materiale originale per ogni fase dei processi successivi. L’etichetta, che si configura come foglio in formato A4, plastificato e dotato di tag RFID contenente il codice del blocco, è configurabile a piacere permettendo così all’utente finale di sceglierne formato e aspetto grafico. Questo tipo di etichetta, seppur semplice e di basso costo, ha dimostrato una notevole
resistenza agli agenti atmosferici nel corso del periodo in cui è stata utilizzata in Antolini, e ha ridotto sensibilmente il tempo necessario per gestire l’inventario dei blocchi: si è infatti passati da circa 3540 ore/uomo a sole circa 3-4 ore/uomo in cantiere e, grazie all’integrazione con il gestionale, da circa 15 giorni a meno di uno per la riconciliazione dei dati reali e di magazzino. L’acquisizione dei dati dei blocchi e dei dati di inventario viene effettuata in modo “volontario”, utilizzando palmari industriali mobili RFID. La segagione del blocco Per quanto il termine possa apparire strano, è assolutamente corretto nel contesto della lavorazione della pietra: per “segagione” si intende il taglio in lastre di un blocco, e, una volta avviata questa operazione, il processo StoneID permette di tracciare l’ingresso nel telaio delle lastre e la successiva uscita. Il software di gestione della segagione permette di associare i dati di consumo
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L’identificazione delle singole lastre con i tag UHF permette, tramite i palmari, di opzionare direttamente il materiale “sul campo” in presenza del cliente o di verificarne lo stato di “venduto” o “opzionato”.
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di lame e graniglia dei telai e fornire dati previsionali riguardo all’uscita delle lastre, salvo poi integrare questi dati “provvisori” con quelli definitivi; inoltre, consente di stampare e “battezzare” le etichette che verranno in seguito incollate sulle lastre. Queste etichette, progettate da Softwork espressamente per F.C.S. Solutions, sono in PE ad alta densità, resistenti agli agenti atmosferici e a lavorazioni delle lastre quali resinatura, lucidatura, e al loro interno sono dotate, come prima evidenziato, di un chip RFID Impinji “Monza 3” UHF. Ovviamente il software rende disponibili i report di carico, scarico e lavorazione, ma l’integrazione completa con il gestionale consente di ridurre al minimo la stampa e lo scambio di documenti cartacei con risparmi di tempo e con riduzione di possibili errori di trascrizione e compilazione. Opzionalmente è disponibile un modulo per l’integrazione con il software di gestione dei telai permettendo l’input automatico dei dati di consumo di elettricità e materiali. Quando il blocco esce dal telaio, mentre è ancora sul carrello, vengono etichettate le singole lastre utilizzando le etichette stampate in precedenza nella stessa segheria, e una colla bi-componente Loctite che garantisce aderenza alle lastre, con una superficie raramente
liscia, durante le lavorazioni successive; il processo di etichettatura è talmente rapido che occorrono meno di dieci minuti per identificare le lastre di un intero carrello contenente più di 200 lastre. Il percorso della lastra La lastra etichettata è identificata in modo univoco con memorizzazione dei dati in un apposito database: da questo momento in poi diventa possibile tracciare le varie lavorazioni della lastra, associando i costi di produzione al prodotto finale. L’inizio e la fine delle varie fasi prevedono una rilevazione completamente automatica: i controller RFID LRU2000 e le antenne sono collegate con i PC industriali OT1200 del produttore ASEM che, tramite un’interfaccia utente di semplice uso, provvedono alla gestione dei report di lavorazione e consentono in ogni momento di conoscere lo stato di lavorazione di ogni lastra. La sofisticata architettura di rilevazione del sistema utilizza anche un PLC per acquisire i dati e per fornire indicazioni visive sull’ingresso e sull’uscita delle lastre dalle linee, garantendo quel completo isolamento elettrico tra la logica di gestione e la linea di produzione, indispensabile in ogni apparato affidabile per uso industriale. L’integrazione del sistema StoneID con
il gestionale aziendale semplifica poi il carico e lo scarico delle varie lavorazioni con un intervento minimo e controllato da parte dell’operatore amministrativo: tutte le operazioni, infatti, possono essere rese talmente automatiche da richiedere solo un controllo di supervisione evitando così possibili dimenticanze ed errori di inserimento dati. La flessibilità di StoneID consente l’attivazione di sistemi di fotografia automatica della lastra con associazione univoca tra foto e lastra. Questo non è solo un vantaggio per la gestione della pre-vendita, dato che il cliente finale può sapere in anticipo quale lastra riceverà, ma è anche un valido supporto in caso di eventuali contestazioni in post-vendita. Inoltre, il sistema StoneID permette di identificare la posizione della lastra all’interno dei depositi tracciando tutti gli spostamenti, indipendentemente dalle dimensioni dei depositi stessi, annullando gli sprechi di tempo derivanti dalla ricerca di lastre già disponibili in deposito ed evitando inutili lavorazioni di blocchi per gestire ordini di materiali già pronti. Il ciclo logistico Iniziamo con l’inventario, processo che viene gestito in modo simile sia per i blocchi che per le lastre: l’operatore attiva l’apposita funzione sul palmare industriale, transitando poi vicino ai blocchi o alle lastre, e la notevole distanza a cui possono essere letti i tag UHF e la velocità di acquisizione dati consentono di ridurre drasticamente i tempi di inventario; a differenza dei vecchi tag HF o dei barcode che avrebbero richiesto letture a “contatto” o pazienti allineamenti del lettore barcode con l’etichetta, i tag RFID UHF permettono di rilevare blocchi o lastre semplicemente passando il lettore vicino all’etichetta, indipendentemente
Linea di produzione in Antolini, dov’è visibile l’antenna UHF di rilevazione automatica.
dal fatto che questa sia sporca o poco raggiungibile. Inoltre i dati rilevati possono essere automaticamente confrontati con quelli del gestionale, evidenziando immediatamente eventuali discrepanze. Come esempio, si consideri che prima di questa implementazione RFID, l’inventario semestrale dei blocchi in deposito richiedeva il lavoro di due persone per più di due giorni in cantiere, oltre al lavoro di un operatrice in ufficio per quasi due settimane per controllare la congruità dei dati. Ora, l’intero processo di inventario richiede meno di tre ore e l’operatrice si limita a lanciare un programma che in pochi secondi segnala le differenze tra i dati. Passando al magazzino, va subito evidenziata la velocità di lettura dei tag UHF che permette di gestire con la massima semplicità lo spostamento dei pacchi di lastre secondo le diverse necessità dell’azienda, fino a quando le lastre sono caricate nei container o sui camion per la consegna al cliente. La precisa identificazione dei depositi e delle “cavallette”, ossia paletti in metallo sui quali sono appoggiate le lastre, grazie a speciali tag on-metal insensibili alla presenza di metallo, garantisce la flessibilità necessaria a ogni tipologia
di deposito, mentre l’uso dei palmari libera gli operatori dalla necessità di “appunti” manuali e garantisce che non vi saranno errori nell’identificazione del posizionamento delle lastre. Un cenno all’attività commerciale: il fatto che il personale di vendita sappia sempre ed esattamente dove è situata la merce e il suo stato di lavorazione, permette di fornire ai clienti informazioni tempestive e precise, con un chiaro appeal del brand dell’azienda. Inoltre l’identificazione delle singole lastre con i tag UHF permette, tramite i palmari, di opzionare direttamente il materiale “sul campo” in presenza del cliente o di verificarne lo stato di “venduto” o “opzionato”. Al rientro in ufficio sarà quindi facile stampare la conferma d’ordine per la merce visionata, senza inutili attese. Alcune prime conclusioni La scelta dell’RFID da parte di Antolini nasce dalla capacità di questa tecnologia di soddisfare sia le esigenze operative richieste dal management dell’azienda senza ostacolare la tempistica e l’iter del processo produttivo, che le aspettative tecniche valutate da F.C.S. Solutions.
L’implementazione genera poi una serie di benefit preziosi per migliorare la funzionalità della lavorazione, con un chiaro ritorno economico. Prima di tutto, identificazione e reperimento veloce del materiale, ossia conoscere realtime la disponibilità del magazzino, facilita l’attività commerciale, evitando la giacenza di un materiale spesso molto costoso (alcune lastre possono raggiungere il valore di 8.000-10.000 euro) potendo evadere con celerità altre richieste. Poi, l’implementazione RFID permette di migliorare le varie tipologie di lavorazione, ottimizzando i tempi e le modalità operative di ogni singolo processo che sarà calibrato in base al tipo di materiale: identificando automaticamente la tipologia di materiale prima della lavorazione (per esempio marmi o graniti) è possibile programmare il macchinario in modo automatico, evitando errori di lavorazione. La base tecnologica dell’applicazione La soluzione StoneID racchiude una cospicua valenza tecnologica, frutto di studi e progettazioni ad hoc che hanno superato tre principali ostacoli: agenti atmosferici quali luce solare e pioggia, dato che la merce è per la maggior parte stoccata all’aperto per periodi anche di un anno; ambiente industriale di lavorazione caratterizzato dalla presenza di fanghiglia, polvere e acqua, oltre a metallo; capacità dei tag RFID di rimanere, in un simile habitat, aderenti alle lastre, spesso con superfici irregolari, mantenendo intatte le prestazioni. StoneID si basa su una tecnologia RFID operativa alla banda UHF e si compone, in particolare, di: controller LRU2000 e relative antenne per l’identificazione automatica delle lastre all’inizio e alla fine delle fasi di lavorazione; palmare mobile industriale integrato con modulo RFID per la rilevazione volontaria dei blocchi di pietra; stampante RFID; tag UHF EPC Class 1 Gen 2 incollate alle lastre; tag onMetal UHF apposti sulle “cavallette” su cui poggiano le lastre a magazzino.
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Marzo 2010
Layout Supplemento a GDOWeek
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Estratto da pag. 50
Gennaio/Febbraio 2010
il Giornale della Logistica
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Estratto da pag. 108
Febbraio 2010
RFID im Blick (mensile tedesco di settore tiratura: 6.000 copie)
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Estratto da pag. 11
Marzo 2010
DATACollection
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Estratto da pag. 40
Ornellaia: quando il gusto si sposa con Di Cecilia Biondi
Casa vinicola fra le più prestigiose al mondo, L'Ornellaia sposa la tecnologia RFID come veicolo di identificazione e controllo dei suoi vini contesi in tutto il mondo. Grazie a questa soluzione si ottiene una completa tracciabilità lungo tutta la supply chain, a difesa del brand e nel pieno rispetto della bellezza e bontà del prodotto 14 DATACollection MARZO 2010
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a tecnologia RFID ha debuttato nel settore vitivinicolo, con una soluzione completa di identificazione delle singole bottiglie nata dalla collaborazione fra la casa vinicola L'Ornellaia, Softwork e Modulgraf come fornitore delle etichette autoadesive dotate di tag HF. Questa installazione, già presentata al pubblico tecnico nel corso dell'ultima edizione di Trace.ID (www.traceid.eu), è stata oggetto di una nostra visita nella quale abbiamo potuto entrare ancora più nel dettaglio del sistema, apprezzando nel contempo l'eccezionalità dell'azienda committente. A farci da guida, è stata Paola Palestra, Direttore acquisti e investimenti della Tenuta dell’Ornellaia e anima di diversi progetti tecnologici per l'azienda, tra cui il sistema RFID.
Un profilo dell'azienda La zona collinare di Bolgheri è ormai fittamente ricoperta di vigneti, che danno origine ad alcuni dei più famosi “Super Tuscan” e vini doc famosi in Italia e nel mondo. L'Ornellaia dal canto suo produce quattro vini: da Le Volte (450mila bottiglie all'anno) e Le Serre Nuove (190mila bottiglie anno) ai più pregiati Ornellaia (150mila) e infine Masseto, con sole 30mila bottiglie all'anno.
la tecnologia Non si fraintenda la classifica, i vini Ornellaia sono buoni dal primo all'ultimo e anzi siamo ancora lieti di elogiare, anche sulle fredde pagine di questa rivista tecnica, il Serre Nuove 2006 che gentilmente ci è stato offerto a pranzo nel corso della nostra visita. Dalle quantità si capisce anche il livello di costo di questi prodotti: infatti Le Volte, con il maggior numero di bottiglie, porta circa il 20% di fatturato dell'azienda, mentre i numeri sono esattamente l'opposto per Ornellaia e Masseto.
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in field Società relativamente giovane, nasce 25 anni fa dall'iniziativa di Lodovico Antinori, che nel 1982 decise di piantare sui terreni ereditati dalla madre, Carlotta della Gherardesca, vitigni merlot e cabernet, anziché l'autoctono sangiovese. La cantina, che nacque già allora con stampo imprenditoriale, dopo aver superato una serie di riassetti societari, appartiene oggi alla holding Tenute di Toscana creata dai marchesi Frescobaldi per tre delle loro società di punta, una delle quali è appunto Ornellaia. La cantina gestisce circa 100 ettari di vigneti, con 130 dipendenti di cui 40 operatori fissi e il rimanente stagionali che fanno da 180 a 250 giornate ciascuno – da febbraio alla raccolta delle olive - ma in assoluta continuità anno dopo anno. I vigneti originari, che circondano la cantina vera e propria, sono 45 ettari: al di là di Bolgheri e del famoso viale dei cipressi, ci
L’enologo di Ornellaia Axel Heinz, a destra, con il Capo Cantina Maurizio Peccianti.
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sono gli altri 55 ettari di terreno, acquisiti successivamente e per alcuni anni chiamati “vigneti giovani”, ma che oggi cominciano a dare prodotti di buona qualità. I vigneti sono estremamente parcellizzati per esposizione al sole, orientamento, tipo di terreno, età della pianta e vitigno; tali differenziazioni vengono scrupolosamente mantenute fino alle prime fasi di affinamento, dando origine a 70 vini base. Da cui, con un blend successivo, nascono le quattro etichette di Ornellaia. «L'azienda ha un approccio molto tecnologico, e i nostri vigneti sono curati come giardini» illustra Paola Palestra, dal tetto della cantina – un moderno edificio in vetro e cemento progettato dall'architetto Massimo Farinelli di Firenze
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(merita uno sguardo il sito www.massimofarinelli.it), edificio a quattro braccia che si sviluppa intorno a un leccio secolare - dal quale ha avuto inizio la nostra visita. «Questo per la nostra attenzione quasi maniacale alla qualità e all'eccellenza del prodotto». La visita è poi proseguita con le tinaie, dove abbiamo visto i grandi tini in acciaio per la fermentazione dell'uva, da 250, 150 o 75 ettolitri a seconda delle quantità di uva di una stessa tipologia, climatizzati singolarmente con un sistema informatico. Dall'acciaio si passa poi all'affinamento in barrique dove Ornellaia sosterà per 18 mesi e Masseto per 24, legno dunque, prima di passare alle bottiglie per una maturazione di ancora un anno. Nel periodo di vendemmia, i trattori portano l'uva che viene pesata e scaricata nella zona di ricezione, con nastri trasportatori installati su un palco affinché rimangano alla stessa altezza dei trattori: in questo modo l’uva verrà appoggiata sul nastro e non buttata in basso, quindi senza subire traumi. Per lo stesso motivo si utilizzano solo cassette da 15 kg, riempite a metà, utilizzando con ghiaccio secco per mantenere la temperatura nelle giornate troppo calde. L'uva vien poi controllata ad ogni grappolo, prima di entrare nella diraspatrice, anzi ad ogni chicco quando si tratta dei vini top. La tracciabilità delle uve comincia qui, in maniera non automatica, ma pur sempre rigorosa e permanente fino alle barrique che verranno poi miscelate per comporre i vini veri e propri.
La tecnologia a servizio della qualità «Noi utilizziamo il massimo della tecnologia, ma applicata al massimo della manualità e per riprodurre al massimo le buone norme della tradizione» prosegue Paola Palestra, descrivendo la filosofia di base della cantina. «Si guardi
per esempio questa pressa: è una macchina verticale che consente una pigiatura morbida, soffice, lentissima, simulando, né più ne meno, i piedi dei vecchi vignaioli, che pigiavano l'uva senza rovinare l'acino. Così abbiamo potuto evitare l'utilizzo di presse orizzontali, più aggressive nei confronti del prodotto. Insomma siamo attenti e ricerchiamo sempre l'ultima tecnologia, ma non per essere più industriali o per aumentare le quantità, ma per elevare il più possibile la qualità della produzione». Un altro esempio ci viene portato dalla pratica agricola della potatura: non solo dei vigneti, ma anche dei 2500 olivi di proprietà dell'azienda. «Per agevolare il lavoro, diamo ai nostri operai forbici e legatrici elettroniche, affinché il lavoro manuale non abbia elementi di fatica inutile, ma possa essere fatto con precisione e continuità per tutta una giornata».
Tecnologia a servizio dell’ambiente «Per fare un litro di vino ci vogliono due litri di acqua» precisa Paola Palestra accanto al bacino di fitodepurazione, un sistema installato dalla società Iridra, primo ad essere utilizzato in una cantina, che consente di riciclare per altri scopi l'acqua utilizzata nella cantina. «Essendo un'azienda alimentare, e vista la nostra rigorosa attenzione alla sicurezza, dobbiamo utilizzare tanta acqua potabile per la pulizia e sanificazione della cantina. Ma purtroppo, in questa zona di Bolgheri, c’è grande penuria di acqua. Con questo impianto, utilizziamo l'acqua dei lavaggi per l'irrigazione delle aree verdi che circondano l'edificio. L'impianto comprende tre vasche di decantazione, al termine della quale l'acqua convoglia in questo laghetto da cui si può nuovamente prelevare (e che in primavera diventa uno spettacolo, con colonie di ranocchi e ninfee in fiore). Come approvvigionamenti, disponiamo, oltre che dell'acquedotto, di un nostro bacino di raccolta delle acque, al quale presto se ne aggiungerà un secondo.
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Ed è anche previsto l'ampliamento dell'impianto di depurazione». Ci sarà inoltre un impianto fotovoltaico da 50 kW, che dovrebbe rendere la cantina praticamente autonoma dal punto di vista energetico. Infine, l'edificio è immerso nella vegetazione, con un effetto mimetico aumentato anche dalla presenza di prati d'erba sul tetto, che danno un notevole vantaggio in termini di temperatura e di coibentazione degli spazi sottostanti, soprattutto d'estate.
Tecnologia applicata alla gestione del prodotto Perché, dunque, la scelta della tecnologia RFID per la gestione di questi prodotti? Per rispondere a un duplice obiettivo: l'identificazione delle bottiglie singole, con tag HF, per ragioni di tracciabilità del singolo prodotto, e l'identificazione con tag UHF delle scatole/colli, per migliorare tutti i processi di inventario, di stoccaggio e di spedizione. Relativamente al primo obiettivo, questo è il contesto nel quale è maturato il progetto: «Ornellaia è un'azienda che deve dire di no a chi vuole il vino. Noi lavoriamo su assegnazione, per tutti quanti i nostri vini» spiega la dott. ssa Palestra. «È il capillare lavoro del nostro marketing, che stabilisce esattamente la quantità di bottiglie da inviare ai diversi mercati e Paesi. Ciò che indebitamente modifica questo equilibrio, è per noi un danno enorme». E questo, per due problematiche molto diverse: «La prima è quella dell'anticontraffazione del prodotto, la seconda è quella della correttezza della distribuzione. Sono due temi completamente separati e differenti, che fortunatamente si risolvono con la stessa procedura. Nel primo caso, vi sarà qualcuno che tenta di imitare le nostre bottiglie: oggi sarà molto più difficile per lui riprodurre il nostro tag, e in ogni caso, il suo codice non corrisponderà ai nostri, evidenziando facilmente il prodotto falsificato. Nel secondo, vi possono essere distribuzioni non autorizzate con conseguenti turbative di mercato: anche in questo caso il tag ci consente di controllare esattamente se è lecito che la bottiglia in questione si trovi là dove si trova, per esempio sul tavolo di un ristorante in Austria quando doveva essere distribuita in Puglia». Il secondo obiettivo, relativo alle operazioni di magazzino, si intende raggiungere con l'identificazione del collo o confezione, dato che le bottiglie non si vendono singolarmente, bensì in confezioni da tre o sei. Per questo, il sistema messo a punto
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prevedeva l'associazione al tag della scatola di tutte le bottiglie contenute in quella scatola – oppure l'identificazione della sola scatola con il suo contenuto, qualora privo di tag -, e poi, l'associazione di tutti i colli in un solo pallet, con la creazione di una rete di “fratelli”, senza che fosse necessaria la presenza di un tag “genitore”. Tuttavia, tale aspetto del progetto è in via di revisione per i vini di livello più basso, a favore di altri sviluppi del sistema per i vini di livello più alto. Ad oggi infatti il sistema prevede l'identificazione di tutte le bottiglie di vini Ornellaia e Masseto, diversamente dalle prime fasi di progetto in cui, per la presenza di un'etichetta regionale diversa da tutte le altre e quindi maggiormente riconoscibile, erano state escluse le bottiglie dirette a Canada e Stati Uniti. Gli altri due vini di Ornellaia, ovvero Le Volte e Le Serre Nuove, erano invece identificati soltanto a livello di collo e non di bottiglia singola, per gli utilizzi di magazzino, ma al momento tale aspetto del progetto è in via di revisione a favore appunto dell'estensione dell'identificazione singola a tutta la produzione dei vini top. Come e dove applicare il tag HF? «Si è deciso di applicarlo sulla retroetichetta, che abbiamo appositamente allargato di qualche millimetro, per non danneggiare la bellezza e la raffinatezza dell'etichetta frontale, e anche perché è meno soggetta al tocco delle persone» spiega Paola Palestra. «In più, per consentire un utilizzo più esteso
in field del sistema, abbiamo aggiunto la stampa in chiaro del codice ID del tag: ogni etichetta viene quindi applicata e battezzata, e subito dopo si stampa in linea il corrispondente codice univoco del chip». Come e dove applicare il tag UHF? «Una richiesta importante ai nostri collaboratori, che si è vista particolarmente in questa fase del progetto, è stata quella di non portare alcuna modifica nella gestualità e nelle procedure dei nostri operai della linea di confezionamento» spiega ancora la dott.ssa Palestra. «Volevamo limitare al massimo le modifiche alla manualità delle operaie, per non portare fonti di errore o di allungamento dei tempi, alias costi. Per questo il tag UHF, che le operaie pongono all’interno delle confezioni, viene attivato con un semplice gesto di lettura e in automatico si associa ai tag HF, grazie alla presenza dell'antenna HF sotto al banco di lavoro». A parte le procedure di magazzino, che vedremo in seguito, che cosa si può fare con il numero identificativo o tag, quando la bottiglia termina il suo viaggio? «Inserendo tale codice manualmente, o acquisendo il dato del tag con un lettore RFID portatile, che stiamo attualmente testando con alcuni dei nostri area manager, si può accedere alla nostra rete Intranet. Appariranno quindi tutti i dati relativi a quella bottiglia: che cosa è, e a chi è stata spedita direttamente: importatore, distributore od operatore logistico che smista ai vari ristoranti ed eno-
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l salone di ingresso alla cantina è stato ristrutturato nel maggio 2009, con l'avvio di un nuovo progetto pluriennale che ha come titolo Vendemmia d'Artista. Ogni anno a fine maggio, all'uscita di Ornellaia, uno dei due vini di punta, l'azienda commissiona un'opera a un artista contemporaneo. Nel 2009 si è scelto Luigi Ontani, eccentrico ceramista che ha realizzato le quattro fontane ispirate alle quattro stagioni – ma nelle quali rappresenta sempre se stesso, come in tutte le sue opere. Inoltre, ha anche disegnato le etichette dei “magnum” da collezione: l'esemplare unico da 9 litri, i 20 pezzi da 6 litri e i 100 pezzi da 3 litri. Il tema 2009 era “l'Esuberanza”, corrispondente al carattere della vendemmia Ornellaia 2006, e allo spirito dell'artista. La bottiglia da 9 litri è stata battuta all'asta a Roma da Gelardini&Romani per 17mila euro e acquistata dall'Enoteca Pinchiorri. La Tenuta dell’Ornellaia che legge il progetto Vendemmia d’Artista come Committenza Rinascimentale in chiave moderna ha poi devoluto l’intera cifra al museo Poldi Pezzoli di Milano, per il restauro dell'opera in esso conservata “Ritratto d'uomo e Memento mori” di Andrea Previtali (1508 ca) detto Cordeliaghi. Nelle foto, Paola Palestra mostra una riproduzione dell'etichetta “Esuberanza”, disegnata da Luigi Ontani. Sotto, l'ingresso in cantina con le fontane realizzate dall'artista.
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in field teche. Si può così evidenziare subito la zona di distribuzione e verificare se la bottiglia è autentica». Un altro possibile sviluppo futuro, su cui l'azienda sta lavorando, è la sincronizzazione delle informazioni utili direttamente sul palmare dell'operatore, attivata tramite la lettura RFID.
La linea di confezionamento La linea di imbottigliamento ha una capacità massima di circa 6000 bottiglie all'ora. Al momento della nostra visita, erano imbottigliati i vini Le Volte, quindi con velocità intorno alle 5000 bottiglie all'ora. In questo caso, ovvero per la maggior parte della produzione, la linea di imbottigliamento è completamente automatica: si parte dalla bottiglia vuota e si
arriva al pallet completo, il tutto in linea. Nel caso dei vini Masseto la linea opera più lentamente, a circa 3000 bottiglie/ ora, dato che le fasi di confezionamento sono più lunghe. Guardando l'immagine, si può vedere l'arrivo delle bottiglie sulla sinistra, con il depallettizzatore che le posiziona sul tappeto della macchina. Le bottiglie entrano poi nel monoblocco sterile di riempimento e tappatura, e all'uscita vengono lavate esternamente. Un'apposita serpentina consente alle bottiglie appena tappate di attendere i tre minuti necessari per la dilatazione del tappo di sughero, che con i suoi 24 mm di diametro viene “strizzato” nei 19 mm del collo e deve appunto rilasciarsi per tappare correttamente la bottiglia. Si prosegue poi con la capsulatrice e con l'etichettatrice che applica tutte le normali etichette e, sulle bottiglie dove è previsto, la retroetichetta con il tag integrato.
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In tal caso, le retroetichette applicate automaticamente sono già accoppiate e dotate di RFID. In questo modo la bottiglia prende già il suo nome. Quando arriva al banchetto di confezionamento, l'operatrice procederà in questo modo: prende la cassetta, prende un tag UHF dal rotolo, lo battezza facendo vedere all'antenna di lettura di fronte a sé, lo applica internamente alla cassetta. A questo punto il tag che è stato inserito non fa che associarsi a tutte le bottiglie che vengono introdotte in quella scatola, in automatico mediante la lettura da parte dell'antenna HF, sotto al tavolino. In questo modo l'operatrice fa sostanzialmente tutto ciò che era già abituata a fare prima, con l'unica avvertenza di controllare la luce verde della lettura corretta, o luce rossa di lettura irregolare. Essendo l'ambiente
in field molto rumoroso, sono stati esclusi segnali sonori, a favore di questi segnali luminosi. Come già sottolineato nel corso di Trace.ID, i tavolini di confezionamento metallici sono stati sostituiti da tavolini in compensato laminato, per consentire la lettura RFID. Nell'ultimo tratto della rulliera, due antenne UHF portatili, collegate a un computer, battezzano e associano tra di loro tutti i cartoni di un unico pallet. Si creano insomma direttamente tutti i fratelli di un unico pallet, senza bisogno di aggiungere un tag originario.
Il magazzino prodotti finiti Nella zona industriale di Bolgheri, quindi più favorevole al carico da parte di mezzi
pesanti, vi è il magazzino prodotti finiti di Ornellaia, dove peraltro i vini sostano per tutto il tempo necessario per l'affinamento in bottiglia, che è di un anno circa per i vini top. Per questo, il capannone è stato appositamente tamponato, climatizzato e protetto da un potente impianto di sorveglianza e allarme, per diventare insieme magazzino di affinamento in bottiglia e di spedizione. Per far fronte all'ampliamento della cantina, e ottenere il massimo dall'investimento, il progetto curato da Paola Palestra ha visto l'installazione di un magazzino compattabile, fornito dalla società Dexion, grazie al quale si sono potuti ottenere 950 posti pallet in luogo dei 440 possibili con un magazzino tradizionale, soddisfacendo quindi del tutto anche le crescenti esigenze della produzione. Tuttavia lo spazio rimane piuttosto limitato e per questo si è dovuta escludere
una soluzione di lettura RFID fissa, un portale insomma: le antenne di lettura RFID sono invece sull'unico muletto, che inevitabilmente andrà a contatto con tutti i pallet del magazzino, siano essi in ingresso, in uscita o in movimentazione interna. Vi sono quindi due antenne, una laterale e una frontale; la prima legge i bancali interi inforcati per la spedizione, mentre la seconda serve maggiormente per la movimentazione interna. La lettura si può pilotare o anche effettuare direttamente con un terminale portatile, dotato anch'esso di antenna RFID. Il sistema RFID è completamente integrato con quello di gestione delle spedizioni, basato su liste di carico che vengono controllate e supportate dalla lettura RFID. Infine, il sistema di gestione magazzino consente anche una più facile scomposizione e ricomposizione di pallet misti o spezzati in uscita, che prima costituivano una maggior fonte di errore.
L'aspetto delicato del sistema in questo momento è costituito dalla decisione di non applicare più il tag sulle confezioni di alcuni vini, cosa che porterà inevitabilmente a una gestione mista barcode/RFID con quanto ne consegue, ma come detto, alcuni aspetti del sistema sono ancora in via di evoluzione e allargamento. Ma soprattutto, una cosa Ornellaia fa, e sempre farà: per il suo vino, solo tappi di sughero!
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Trade
Due bande, un unico tool A cura di Valerio Salvi
oftwork, distributore a valore aggiunto di tecnologia RFID, propone con l’HF/UHF Handheld Reader ID ISC.PRHD102 un tool tecnologico mobile che riunisce la banda HF ed UHF: un unico device, quindi, in grado di identificare sia persone che oggetti e dalle prestazioni modulari proprio perché somma le per formance tipiche delle due bande di frequenza (HF ed UHF), e con un chiaro risvolto anche in termini di contenimento dei costi in un progetto RFID. Particolarità di spicco del device mobile UHF (860 - 960 MHz) è infatti la capacità di operare anche nella banda HF (13,56 MHz), incorporando al suo interno 2 antenne (una
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Con il dispositivo Dual Frequency Handheld Reader la linea UHF di Softwork interseca quella HF in un unico device: ID ISC.PRHD102, proposta unica nello scenario internazionale dellÊRFID.
HF ed una UHF), senza alcuna interferenza tra di loro; dotato di interfaccia Bluetooth o USB per comunicare con l’host, il reader è particolarmente adatto per applicazioni nella logistica ed industria, come singola working station oppure, ad esempio, nel controllare le merci in ingresso/uscita a magazzino o inventory.
In par ticolare, l’ambito sanitario e medicale ha recepito favorevolmente il reader RFID con test e progetti per l’identificazione del paziente dotato di braccialetto RFID, la tracciabilità di protesi or topediche, materiale ematico, referti biologici e colture batteriche, di cui è possibile rilevare anche le temperature di conservazione tramite appositi tag: il reader RFID dual frequency opera in banda HF quando la distanza di lettura è contenuta, commutato in banda UHF nel caso in cui la luce di rilevazione del tag sia superiore al metro, oppure per letture massive e ad elevata velocità dei tag RFID. Le interfacce permettono poi di collegare il nuovo dual frequency reader sia ad un host fisso (PC, notebook etc.) nel caso dell’USB, lavorando anche in emulazione di tastiera, sia ad un PDA o mobile phone in caso del Bluetooth. La nuova proposta di Softwork ge-
Trade
nera così a cascata altri benefit: innanzitutto l’utente può scegliere se operare in una sola delle due bande oppure contemporaneamente in tutte e due (HF ed UHF); la commutabilità HF / UHF poggia poi su una sola libreria software, permettendo così di preservare gli investimenti e lasciando la soluzione aper ta in vista di una possibile evoluzione ed ampliamento del progetto. A questo si aggiunge poi il prezzo particolarmente contenuto del nuovo device ISC.PRHD102. Tra le feature del nuovo dispositivo
HF/UHF: • Funzione di anti-collisione, per la lettura simultanea di numerosi tag RFID, apposti ad esempio su protesi oppure referti biologici, • Low Power Mode per meglio gestire e regolare la distanza di lettura nella banda UHF, • Due modalità operative (ScanMode e FEIG ISO Host-Mode), ossia due modalità di comunicazione tra il reader ed il computer, permettendo così una maggiore flessibilità nell’applicazione. Il dual frequency reader ID
ISC.PRHD102 raggiunge una distanza di lettura di ca. 15 cm in banda HF e da 5 cm fino a ca. 2 metri in UHF, in base alla potenza di erogazione in cui il reader è settato ed alla tipologia di transponder utilizzati. Racchiuso in un housing in ABS IP30, il dual frequency reader rileva tag ISO 15693, EPC Gen2, ISO 18000-6-C: un solo device, quindi, dalla dimensione compatta ed ergonomica, con batterie ricaricabili per un’elevata autonomia operativa (versione Bluetooth). ■ e-HealthCare 95
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Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
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Maggio 2010
GDOWeek
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto da pag. 78
esperienze
L’RFID migliora il rapporto tra ASM e cittadino
ASM di Venaria Reale raffina ulteriormente la qualità dei suoi servizi al cittadino grazie al plus tecnologico dell’RFID, inaugurando un nuovo modo di concepire il “citizen care” TESTO - Paola Visentin
ASM di Venaria ed i suoi servizi al cittadino L’ASM, acronimo di Azienda Speciale Multiservizi, di Venaria è un’azienda del Comune di Venaria Reale (Torino), istituita nel 1972 e dotata di personalità giuridica, autonomia statutaria e imprenditoriale, nel rispetto delle linee guida tracciate dal Consiglio Comunale. L’azienda si struttura e caratterizza per i 3 settori in cui opera: settore farmacie: ad oggi l’ASM gestisce 15 farmacie dislocate in Venaria ed altri comuni limitrofi del torinese, garantendo ai cittadini la fruizione di servizi quali misurazione della pressione e del peso, esami di autodiagnostica (glicemia, colesterolo, trigliceridi); settore servizi al cittadino / welfare: servizio mensa e trasporto scolastico per le scuole materne, elementari e medie di Venaria Reale, servizi per la gestione di due asili nido; settore cultura: promozione di attività culturali, ricreative, turistiche, espositive e gestione dei relativi impianti coperti o all’aperto; rientra in questo settore la gestione del Teatro della Concordia, punto di riferimento culturale e artistico dell’area torinese, con caleidoscopiche stagioni di eventi, dai grandi concerti internazionali agli spettacoli di generi diversi e rivolti ad un pubblico eterogeneo.
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Proprio per migliorare e rendere più fluida l’erogazione di questi servizi da parte del gestore e la loro fruizione da parte del cittadino, l’ASM di Venaria ha adottato la soluzione RFID di H&S Custom, denominata ASMCard. Applicazione RFID: tecniche, prodotti, servizi, fasi di implementazione ASMCard è una tessera RFID multiservizi, che permette al cittadino l’accesso a più servizi erogati da ASM Venaria e basata sulla tecnologia RFID “contactless” per il riconoscimento dell’utente, la memorizzazione ed il trasporto dei dati tra i vari punti del sistema. La carta personale, codificata da ASM Venaria nel sistema di sede tramite l’abilitazione ai servizi prescelti e la registrazione dei dati necessari alla gestione del servizio stesso, viene consegnata all’utente che la utilizza come metodo di accesso ai
servizi preposti, ad esempio per prenotare un pasto alla mensa scolastica, per il pagamento dei pasti al punto di riscossione, per la memorizzazione di autoanalisi e pressione sanguigna presso le farmacie comunali. La soluzione, di cui la carta in tecnologia RFID costituisce un elemento di trasporto, consente quindi l’integrazione di servizi diversi, tra cui la gestione delle mense scolastiche, delle farmacie, i trasporti ed i parcheggi e gli accessi ad attività culturali o sportive. Una caratteristica fondamentale del progetto è stata la possibilità di accesso ai dati. I dati trasferiti nelle basi dati dei vari sistemi vengono organizzati e resi visibili su WEB, accedendo con il codice carta ed una password assegnata o sugli appositi totem presso la sede di ASM Venaria ed in altri punti, avvicinando la carta ad un punto di lettura. Il genitore può così accedere al dettaglio dei pasti, avere
Dalla rete
RFID (o Radio Frequency IDentification o Identificazione a radio frequenza) è una tecnologia per la identificazione automatica di oggetti, animali o persone (AIDC Automatic Identifing and Data Capture) basata sulla capacità di memorizzare e accedere a distanza a tali dati usando dispositivi elettronici (chiamati TAG o transponder) che sono in grado di rispondere comunicando le informazioni in essi contenute quando “interrogati”. In un certo senso sono un sistema di lettura “senza fili”. (Wikipedia)
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l’estratto conto dei pagamenti della mensa effettuati o accedere all’elenco degli scontrini fiscali delle spese in farmaci, ai fini della dichiarazione dei redditi. Un altro aspetto peculiare di ASMCard è la sicurezza. La carta non può essere duplicata e non può essere letta in caso di smarrimento, garantendo la privacy dell’utente. Solo le applicazioni predisposte possono accedere ai dati ed interpretarli, ed è possibile gestire “black-list” con i numeri di carte smarrite o disabilitate, per cui di fatto le carte possono essere bloccate quando si tentasse di utilizzarle. Focus sulla gestione mense scolastiche La prima applicazione realizzata da H&S Custom per ASM Venaria è la gestione della prenotazione delle mense scolastiche, tema ambizioso che prevede ogni giorno la gestione di oltre 2500 allievi distribuiti in 19 scuole, servite da una società di catering che ogni giorno prepara 70 tipi di diete personalizzate in base ai regimi alimentari degli allievi, soggetta a due regimi di pagamento dei corrispettivi, pre-pagato e post-pagato. Le informazioni sulle prenotazioni devono essere validate e trasmesse entro le 10 di ogni mattina alla società di catering che prepara e consegna i pasti alle scuole. Nel passato, la gestione delle mense ha sempre generato problemi ad ASM Venaria, soprattutto ad inizio anno, quando i pochi addetti dovevano verificare in pochi giorni la situazione di presenza di migliaia di alunni presso le varie scuole, spesso aggiornare i costi addebitati per i pasti e dover modificare una per una le tessere precedentemente esistenti, richiedendo ai genitori degli alunni all’inizio dell’anno scolastico di presentarsi agli sportelli di ASM Venaria, con comprensibili code e disagi. Nell’estate del 2007 H&S Custom ha installato trenta punti di prenotazione collegati via modem alla sede centrale e quattro punti di ricarica nelle farmacie comunali. A settembre sono
state distribuite le ASMCard che sono state utilizzate dal primo giorno di scuola. Le inevitabili variazioni di classe, dieta e corrispettivo sono state gestite telefonicamente, inserendo i dati al computer ed aggiornando automaticamente i punti prenotazione e le tessere alla prima lettura, velocemente e senza più code agli sportelli. Gli utenti possono controllare i propri dati ed estratti conto su internet o al totem di ASM Venaria. Il maggior rigore ed i controlli automatici nella gestione dei pagamenti hanno generato benefici alla gestione di ASM Venaria, sia in termini di riduzione delle attività, sia in una più efficiente procedura di riscossione dei corrispettivi (pre-pagato verso post-pagato, solleciti automatici ai cittadini morosi ecc.). Focus sulla gestione dei dati sanitari: CartaFarma L’Azienda Speciale Multiservizi di Venaria, dopo aver messo a punto la “ASMCard” nella gestione delle mense scolastiche, ha deciso di ampliarne l’utilizzo anche nel campo sanitario, implementando un programma per la registrazione degli acquisti e delle autoanalisi di prima istanza effettuati presso le farmacie gestite dalla ASM. Così ASMCard è diventata anche una carta personale della salute, dove memorizzare gli esiti degli esami in farmacia: ad ogni analisi, i dati della pressione sanguigna, del colesterolo, della glicemia o di altri esami, unitamente alla data della loro effettuazione, vengono così registrati sulla tessera RFID. Ciò permette al cittadino di richiedere, ad una delle 15 farmacie convenzionate, la stampa storica degli esami ed il grafico che ne riflette l’andamento nel tempo, monitorando quindi in modo costante e sicuro lo stato della propria salute e facendo della tessera RFID una sorta di diario sanitario. Quale ulteriore vantaggio, ASMCard permette all’utente di amministrare anche il proprio status contabile, richiedendo alla farmacia un rendiconto periodico degli scontrini e degli importi corrisposti per ticket e acquisti: il report servirà così come supporto alla contabilità personale,
alla dichiarazione dei redditi o come allegato alle pratiche assicurative. Il servizio a valore di ASMCard si riflette non solo sull’utente, ma anche sulla farmacia, per la quale ASMCard è uno strumento di fidelizzazione della clientela: gestione di sconti e programmi a punti, oltre ad azioni mirate, come ad esempio il lancio di un nuovo prodotto o servizio. Focus sulla gestione dei parcheggi per disabili: ParkID A marzo 2009 è iniziata a Venaria Reale la distribuzione dei nuovi Permessi Disabili per l’accesso alla ZTL e per i parcheggi: i nuovi permessi, dotati di transponder a radiofrequenza HF, insieme ai terminali mobili RFID in dotazione alla Polizia Municipale e al nuovo sistema di gestione dell’emissione e del controllo dei permessi permetterà, al Comune di Venaria Reale di verificare il corretto utilizzo dei permessi eliminando gli abusi nell’utilizzo del Contrassegno Invalidi previsto dal Regolamento del Codice della Strada. Ogni permesso, quindi, incorpora un transponder RFID unico e non duplicabile e contiene i dati caratteristici del permesso stesso, l’anagrafica del disabile e le targhe delle auto abilitate all’uso del contrassegno. Attraverso la sua lettura alla distanza di una decina di centimetri mediante un palmare dotato di lettore a radiofrequenza di Softwork, gli agenti della Polizia Municipale verificano che il permesso sia originale, che non sia scaduto, che il soggetto sia tuttora in vita ed abbia titolo ad usufruire del permesso, e che il contrassegno sia esposto su una della vetture autorizzate al trasporto del disabile. Il futuro aperto di ASMCard Innumerevoli sono le prospettive future di estensione nell’utilizzo di ASMCard: dalla gestione dell’accesso ad eventi culturali, sportivi o fieristici in cui è richiesto il riconoscimento dell’utente, alla gestione del bike sharing, dei parcheggi e dei trasporti, dal ticketing, dove la tessera è utilizzata come sistema di pagamento dei servi-
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zi, ricaricata ai punti di pagamento o su internet e scaricata poi all’utilizzo del servizio, ad un nuovo modo di concepire il customer relationship management per programmi di promozione dei servizi presso l’utenza, dove ASMCard diventa lo strumento per raccogliere informazioni sul successo delle proprie iniziative o sulla preferenza dell’utenza. Perché RFID? In considerazione degli obiettivi del progetto, la scelta della tecnologia RFID “contactless” e dello standard ISO14443 è stata per H&S Custom una scelta praticamente obbligata: la necessità di utilizzare un sistema aperto e codificato fruibile da molteplici partner contemporaneamente ha reso obbligatorio l’impiego di una tecnologia standard; la quantità di dati potenziali da gestire ed i requisiti di “privacy” e sicurezza hanno determinato la scelta della tecnologia RFID, che non può essere facilmente duplicata e che è protetta dalla lettura; la necessità di aggiornare e trasportare i dati sulla tessera, oltre alla velocità di lettura, critica nella funzioni di controllo accesso, ha determinato la scelta dell’ RFID rispetto ad altre tecnologie. Nel backstage della soluzione: l’architettura HW RFID firmata Softwork La varietà di applicazioni ha richiesto l’utilizzo di diversi apparati RFID di Softwork, dai più semplici lettori di prossimità, connessi ad un personal computer ed utilizzati nei totem, nelle farmacie e in sede, fino ai nuovi terminali Plus stand-alone, dotati di intelligenza locale e di modem tradizionali, e GPRS per la connessione remota, che sono stati utilizzati per le prenotazioni della mensa nelle 17 scuole e nei due nidi di Venaria, oltre ai palmari mobili a corredo della soluzione ParkID. Nelle prossime applicazioni è previsto l’utilizzo di moduli di lettura RFID inseriti in tornelli, in varchi nei parcheggi e nei cicloposteggi del bike sharing. ASMCard in Venaria opera alla frequenza 13.56 MHz (HF), standard
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internazionale ISO14443/A per l’identificazione; si tratta del medesimo standard utilizzato per le carte di credito “contactless” e recentemente selezionato per la realizzazione dei passaporti elettronici. La scelta è caduta su questo standard perché, oltre alle caratteristiche di sicurezza superiori a quelle di altre tecnologie utilizzate nella realizzazione di carte - i vari settori di dati contenuti nella tessera sono protetti da una doppia password ed i dati trasmessi possono essere criptati per la massima sicurezza dell’utente - offre altri impagabili vantaggi: capacità di memorizzare molti dati (a partire da 1000 caratteri nella versione base fino a diverse migliaia); standard aperto, che può quindi essere letto da apparati di diversi produttori e fornitori: caratteristica indispensabile in una tessera multi servizi da utilizzare in diversi contesti da parte di operatori diversi.
da una più efficiente gestione dei pagamenti dei pasti, che passano da post-pagati a pre-pagati e dal controllo automatico della morosità. Da settembre 2007 sono inoltre disponibili i servizi di rendicontazione delle spese farmaceutiche e sono in avviamento le registrazioni delle autoanalisi e della pressione sanguigna. Nei prossimi mesi sono previsti ulteriori servizi basati su ASMCard, tra i quali la gestione dei prestiti nelle biblioteche comunali, il bike sharing, servizi di accesso ad attività culturali e sportive. Ma le potenzialità di ASMCard sono praticamente illimitate ed ogni giorno gli assessori del comuni di Venaria o ASM trovano possibili aree di interesse da applicare in un prossimo futuro.
Al di là dalle funzioni di base dello standard, con ASM Venaria è stata stabilito un protocollo per l’utilizzo della carta da parte di numerosi operatori, che operano indipendentemente, con criteri di assegnazione dei segmenti della carta e regole per la gestione dei dati anagrafici comuni. Conclusioni: gli obiettivi raggiunti Il primo progetto di gestione delle mense scolastiche con ASMCard, varato in dicembre 2006, è andato in produzione con l’inizio dell’anno scolastico 2007-2008, come pianificato. Il sistema è utilizzato ogni giorno da 2500 alunni in 19 scuole e su 30 terminali, e dalla società di catering che ogni giorno riceve le prenotazioni delle scuole e prepara 70 differenti diete per soddisfare le esigenze della popolazione scolastica del comune di Venaria. Oltre 300 famiglie accedono via Internet alla rendicontazione del servizio mensa, mentre un numero crescente fa ricorso al totem di ASMVenaria. Sono attesi significativi benefici
PAOLA VISENTIN Responsabile Marketing & Comunicazione, Softwork
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Il mercato della distribuzione embedded nel 2010 Il 2010 sarà un anno positivo. Alcune categorie di prodotto confermeranno le tendenze del 2009, tutto sommato soddisfacenti visti i tempi di crisi (segni negativi contenuti rispetto all’insieme della distribuzione elettronica), altre torneranno a crescere o a manifestare le loro potenzialità già entro l’anno Francesca Prandi
la sintesi di ciò che è emerso dai colloqui con gli operatori che hanno partecipato a questo Focus ON: Paolo Facchi, EMEA Marketing director for Embedded Solution di Arrow Electronics, Alessandro Damian, responsabile Marketing di Contradata, Mirko Garuti, Sales manager di Exel, Fabio Portaluppi di Fenway Embedded Systems, Cristiano Bertinotti, Product & Area manager di Sistemi Avanzati Elettronici, Paola Visentin, responsabile Marketing e Comunicazione di Softwork, Pietro Milani, titolare di T-Pole. La molteplicità dei prodotti, la diversità dei modelli di business dei distributori interpellati e degli ambiti tecnologici e applicativi dove sono presenti, non consente di scendere nel dettaglio delle valutazioni in modo univoco. Nel presente articolo si è scelto quindi di presentare alcune visioni di questo poliedrico mercato che, al di là dei risultati congiunturali, si delinea decisamente dinamico e promettente. “Dopo un 2009 interessante, quest’anno il mercato delle schede si è avviato bene” afferma Pietro Milani di TPole. “C’è sicuramente più Pietro Milani, titolare di fermento e stanno prenden- T-Pole
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do quota i progetti che lo scorso anno erano rimasti congelati. Settori trainanti sono il fotovoltaico, e più in generale quello delle energie pulite, la videosorveglianza e il digital signage, che anche nel 2009, insieme al medicale e al ferroviario, avevano compensato il calo riscontrato in altri ambiti”. Paolo Facchi di Arrow Electronics osserva come, nella generale sofferenza della distribuzione elettronica 2009, i prodotti embedded siano andati meglio. Precisa poi che “tuttavia bisogna tenere in considerazione che, per la natura dei prodotti stessi, l’approvvigionamento avviene normalmente con tempi diversi rispetto al materiale che i clienti utilizzano per la produzione delle loro schede (Semiconduttori e PEMCO). Paolo Facchi, EMEA Pertanto, il calo dei prodot- Marketing director for ti embedded si è avvertito Embedded Solution di in ritardo e di conseguenza, Arrow Electronics ci si può aspettare che la ripresa avvenga con un ritardo di almeno un quarter. Si cominciano poi ad avvertire gli effetti dell’atteso spostamento verso il ‘buy’ a svantaggio del ‘make’; la situazione economica ha fatto sì che gli investimenti per sviluppare hardware siano stati limitati al fine di favorire il EMBEDDED
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vero valore aggiunto delle aziende (software e applicazioni). C’è stata pertanto una crescita di schede per applicazioni industriali, ma anche di alimentatori e di moduli in genere. Nel 2010 ci si aspetta un ulteriore incremento delle schede embedded, soprattutto con processori in grado di offrire prestazioni sempre più vicine a quelle dei normali computer. Un grande ruolo lo gioca sicuramente la famiglia di CPU Atom di Intel per quanto riguarda l’ambiente X86, ma sono disponibili anche diverse soluzioni ‘finite’ che adottano processori ad alte prestazioni, che sono basati su piattaforme differenti”. “Nell’ambito ARM, quello in cui siamo specializzati, nel 2009 c’è stata una generale flessione -dice Mirko Garuti di Exel. Tuttavia ritengo che sia vicina una svolta. Le velocità e i range di prestazioni sono in aumento e stanno avvicinando gli ARM ai prodotti storici Intel. Con ARM 11 Freescale 31 si è già arrivati a 500 Mhz. Nell’embedded di basso livello, la svolta si raggiungerà quando si arriverà a un ARM di 700 Mhz e 1giga. A quel punto si potrà avviare un discorso di personalizzazione nell’automazione, che darà sicuramente buoni risultati”. ll mondo ARM, già interessante per tutti i prodotti portatili, in quanto risponde a Mirko Garuti, esigenze di minimo ingom- Sales manager di Exel bro, comincia a riscontrare interesse anche da parte del digital signage per via dei bassi consumi. Un altro settore finale molto promettente, secondo Exel è quello della domotica. “Chi è in grado di lavorare contemporaneamente sul software e sulla personalizzazione delle periferiche, avrà presto delle opportunità notevoli” conclude Garuti. “L’embedded è un mondo a sé, dove i prodotti e le soluzioni sono in continuo cambiamento e per questo ha sostanzialmente tenuto anche nel 2009 -osser va Cristiano Bertinotti di Sistemi Avanzati Elettronici. Ciò che più attira i clienti sono le caratteristiche sempre rinnovate dei prodotti, le novità sulle periferiche e le funzionalità offerte, le soluzioni complete in spazi sempre più ridotti, l’assenza di ventole e poi la riduzione dei consumi”. L’Atom sta crescendo favorito dalla conoscenza del pro-
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dotto nel consumer. Tuttavia “resta una soluzione richiesta solo se ci sono forti esigenze di compattare gli spazi e ridurre i consumi, senza la necessità di ottenere prestazioni particolarmente elevate”. I mercati finali in crescita nel 2010 sono il medicale e l’automotive. “La domanda riguarda solu- Cristiano Bertinotti Prozioni embedded nell’ambito duct & Area manager di del PC con CPU associate Sistemi Avanzati Eletcon alcune risorse di inter- tronici facciamento. Molto interessanti sono le tendenze nell’ambito dell’acquisizione dati, soprattutto per quanto riguarda i sistemi in grado di lavorare stand alone, che sono paragonabili a un PC con un’acquisizione dati integrata. A nostro parere questo è sicuramente un elemento vincente negli anni a venire perché prosegue la filosofia di “embeddizzazione” dei sistemi e allo stesso tempo sposa una ricerca di prestazioni nella accuratezza, nel numero, qualità e tipologia delle risorse disponibili, tutto con dimensioni sempre molto compatte”. “Nel 2010 prevediamo anche un ampliamento nella richiesta di modalità di controllo decentrate. Non più quindi il controllo accentrato in un’unica postazione, con trasferimento a bordo macchina attraverso collegamenti cablati, bensì decentralizzazione dell’intelligenza sulle varie unità collegate in rete Ethernet. In questa logica, l’unità centrale svolge il ruolo di supervisione”. Di RFID embedded parla Paola Visentin di Softwork, che per il 2010 prevede un mercato decisamente positivo. “Dopo un 2009 stagnante, in cui l’onda crescente del 2008 si è smorzata a causa della contingenza economica, il 2010 è iniziato all’insegna di un aumento del numero di richieste, della loro qualità e concretezza” annuncia Visentin. A ciò contribuiscono i dispositivi dell’ultima generazione e principalmente il modulo RFID UHF MU02 e quello HF M02.M8: device dalle dimensioni ridotte, low cost con features aggiuntive e compatibili tra di loro, pur operando in bande di frequenza diverse. Il modulo/controller UHF MU02, dotato di 2 antenne multiplexate, raggiunge elevate distante di lettura del tag (fino a 2m), funzione di anti-collisione ed elevata velocità di rilevazione del tag; è quindi ideale per appliEMBEDDED
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cazioni quali mobile devices, terminali di controllo accessi e booking systems. Il modulo M02.M8 (frequenza HF), è dotato invece di 8 uscite di antenna multiplexate, permettendo così a un unico device di gestire più punti di lettura, ad esempio lungo una linea di produzione, abbinando così prestazioni e contenimento Paola Visentin, respondei costi. sabile Marketing e Co“Tra gli ambiti applicativi municazione di Softsono particolarmente dina- work mici il settore sanitario, dove macchine medicali intelligenti possono azzerare l’errore umano dell’operatore, la manutenzione delle macchine, dove l’RFID embedded può evitare le frodi nella corretta sostituzione dei pezzi di ricambio, e l’ambito ludico con la produzione di totem informativi o tavoli intelligenti. La domanda cresce anche nel manufacturing, soprattutto per la tracciabilità dei prodotti agro-alimentari. Altri scenari fervidi sono il ticketing, il trasporto, l’NFC (Near Field Communication), il borsellino elettronico e i micro-pagamenti, la gestione stock tramite inventory”. Quest’anno un po’ tutti i prodotti embedded avranno spazi di crescita, secondo Alessandro Damian di Contradata. “Sulla scia dei processori Atom, già nel 2009 il x86 ha ottenuto nuove richieste nei mercati del medicale e dell’automotive. Interessanti sono il comportamento elettromagnetico, i bassi consumi, la grafica avanzata e l’annunciato prolungamento della disponibilità del prodotto ad almeno 7 anni”. Crescerà il business sui moduli COM, Alessandro Damian, dove Contradata ha già iniresponsabile Marketing ziato a cogliere i frutti della di Contradata partnership con congatec.
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“È vincente la sua offerta estremamente specializzata– dice Damian. Infatti per l’OEM è interessante sviluppare una propria carrier board, difficilmente imitabile, e utilizzare un engine scalabile come il modulo. Accanto alle aziende che lavorano sui volumi, il modulo desta attenzione anche presso realtà differenti, dove sta diventando una sorta di moda. Il COM Express è richiesto per applicazioni di fascia alta e il Q7 soprattutto per le macchine portabili. Quest’ultimo formato, molto innovativo, sta espandendosi sul mercato in modo deciso dopo che il Consorzio ha definito le specifiche dello standard. Il 2010 dovrebbe essere proprio l’anno del suo grande lancio”. Vanno bene anche i COTS e gli all-in-one, ovvero i panelPC. “La nostra linea fanless chipset con CPU low power piace al mercato del digital signage –commenta Damian– un settore che mostra un trend sicuramente positivo”. Diversamente dall’hardware e servizi collegati, non sono felici le prospettive di business per la distribuzione di software per l’embedded, dove la crisi economica sta danneggiando i distributori classici, come spiega Fabio Portaluppi di Fenway Embedded Systems. “È un mercato dove prevale il concetto di risparmio, per cui il cliente approfitta del softwa- Fabio Portaluppi di re fornito dai distributori Fenway Embedded Syhardware oppure si orienta stems verso l’open source. Ancora per il 2010, e probabilmente anche nella prima metà del 2011, la qualità del software commerciale e del supporto forniti dai distributori specializzati ben difficilmente riusciranno ad essere vincenti sul prezzo”. Il mercato fin qui descritto appare quindi piuttosto vivace e ricettivo rispetto alle novità. A tal riguardo Embedded ha chiesto ai suoi interlocutori un commento sulle prospettive di business con i nuovi processori Intel i7. Di seguito alcune opinioni. “In ambito industriale non ritengo che gli i7 possano riscuotere un particolare successo –commenta Paolo EMBEDDED
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Automazione e Strumentazione
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto da pag. 104 Speciale BIAS
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In principio è la pietra… Il sistema StoneID a base Rfid è utilizzato da Antolini per gestire il processo di lavorazione e la logistica nel mercato della pietra naturale PAOLA VISENTIN
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ntolini Luigi & C. è una società unica nel suo genere, tanto da collocarsi ai vertici del mercato mondiale della produzione e distribuzione della pietra al naturale. Alcuni dati sintetizzano efficacemente la portata di quest’azienda, fondata nel 1956 a Sega di Cavaion, vicino Verona: quasi mille materiali trattati,
tra cui marmi, graniti, limestone, onici, travertini e semipreziosi; una superficie di oltre 200 mila m2, di cui 30 mila coperti, dove operano più di 200 addetti; sei sedi produttive dislocate nel mondo, dalla Spagna al Brasile, al Madagascar, oltre all’headquarter nel veronese, e una fitta rete di concessionari. A ciò si aggiunge una produzione annuale di 1,5 milione di m2 di lastre, 30 container e camion in uscita ogni giorno dalla sede e l’attività di estrazione in esclusiva di marmi e graniti da cave dislocate in tutto il mondo, dalla Norvegia al Particolare del Brasile, dall’Iran al blocco: è visibile in basso a destra Sudafrica, dal Cile all’India. Stone Gallery, del foglio l’area dedicata al tag Stone Boutique, Antolini Rfid Lifestyle, Onyx Pavillon, Shellstone Showroom e Stone Museum sono i sei raffinati show-room della società, creati con gusto e ricercatezza per meglio trasmettere ad architetti, designer e progettisti la qualità e il valore delle pietre. La prima esigenza che Blocchi di pietra in arrivo alla sede centrale nel veronese Antolini Luigi & C. intendeva soddisfare era
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quantificare il materiale presente in magazzino. Prima dell’avvento del sistema Rfid, la risposta al quesito era racchiusa nella memoria ‘umana’ dei capi reparto, che dovevano ricordare i circa 10 mila blocchi di materiale differente in arrivo da tutto il mondo e la collocazione delle circa 900 mila lastre prodotte annualmente. Si ripresenta, dunque, un concetto basilare della logistica, sul quale poggia il buon funzionamento di qualsiasi azienda: l’importanza dell’informazione, che sia anche affidabile e immediata. È questo il contesto sul quale opera la soluzione StoneID realizzata da F.C.S. Solutions, società di consulenza e servizi informatici, coinvolgendo l’intero ciclo produttivo e logistico della pietra naturale in Antolini. Basata sulla tecnologia Rfid, StoneID è una soluzione omnicomprensiva per la lavorazione della pietra naturale; segue infatti tutte le fasi del processo, dall’ingresso del blocco in fabbrica fino alla localizzazione delle singole lastre in magazzino e alla gestione postvendita.
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Linea di produzione in Antolini: l’antenna Rfid rileva in automatico il tag apposto sulla lastra
dei telai e fornire dati previsionali riguardo all’uscita delle lastre, salvo poi integrare questi dati Il ciclo produttivo provvisori con quelli definitivi; Il ciclo produttivo della pietra naturale ha iniinoltre, consente di stampare e zio con l’acquisto del blocco di materia ‘battezzare’ le etichette che verprima, che viene etichettato all’ingresso in ranno in seguito incollate sulle azienda o, se possibile, addirittura al collaulastre. do, associandogli un codice alfanumerico Le etichette, progettate da destinato a diventarne l’identificativo per Softworks per F.C.S. Solutions, ogni fase dei processi successivi, consentensono in PE ad alta densità, resido di risalire facilmente al materiale originastenti agli agenti atmosferici e ai le. Nello specifico, l’etichetta consiste in un processi di lavorazione delle lastre foglio A4, plastificato e dotato d’identificati(resinatura, lucidatura ecc.); all’invo Rfid contenente il codice del blocco. terno sono dotate di un chip L’etichetta è configurabile a piacere, per cui Impinji ‘Monza 3’ che opera nella l’utente finale può sceglierne il formato e l’a- Il controller LRU2000 banda UHF. spetto grafico. Il software rende disponibili i costituisce il ‘cuore Il tipo di etichetta usato, seppure semplice e tecnologico’ del sistema Rfid report di carico, scarico e lavoradi basso costo, si è dimostrato resistente agli lungo la linea di produzione zione, ma l’integrazione completa agenti atmosferici nel corso dei due anni in con il gestionale consente di ridurcui è stato in produzione presso Antolini e ha re al minimo la stampa e lo scamridotto sensibilmente il tempo necessario a gestire l’in- bio di documenti cartacei, con evidenti risparmi di tempo ventario dei blocchi: si è passati da circa 35-40 h/uomo a e riduzione dei possibili errori di trascrizione e di compi3-4 h/uomo in cantiere; grazie poi all’integrazione con il lazione. Opzionalmente, è disponibile un modulo che gestionale, da circa 15 gg a meno di 1 g per la riconcilia- consente l’integrazione con il software di gestione dei zione dei dati reali e di magazzino. telai, se presente, permettendo l’input automatico dei dati L’acquisizione dei dati dei blocchi e dei dati d’inventario di consumo (elettricità, graniglia e calce ecc.). avviene in modo volontario, utilizzando i palmari indu- Quando il blocco esce dal telaio, mentre è ancora sul carstriali mobili Rfid. rello, vengono etichettate le singole lastre utilizzando le Il passaggio successivo del processo di lavorazione consi- etichette stampate in precedenza nella stessa segheria e ste nella segagione del blocco: StoneID permette di trac- una colla bi-componente che Loctite ha studiato essere la ciare l’ingresso del blocco nel telaio e la successiva usci- migliore per garantire l’aderenza delle etichette alle ta delle lastre. Il software di gestione della segagione per- lastre, che presentano una superficie raramente liscia; il mette di associare i dati di consumo di lame e graniglia processo di etichettatura è talmente rapido che servono MAGGIO 2010 • AUTOMAZIONE OGGI 335
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meno di dieci minuti per identificare le lastre di un intero carrello, che ne contiene più di 200.
Il percorso della lastra La lastra etichettata è identificata in maniera univoca e memorizzata in un apposito database: da questo momento in poi è possibile tracciare tutte le lavorazioni che la lastra subisce, associando i costi di produzione al prodot-
costituisce un grande vantaggio non solo per la gestione della pre-vendita, dato che il cliente finale può sapere in anticipo quale lastra riceverà, ma anche per la gestione di eventuali contestazioni in post-vendita. Inoltre, StoneID permette di identificare la posizione della lastra all’interno dei depositi, tracciando in modo rapido e preciso tutti gli spostamenti, indipendentemente dalle dimensioni dei depositi stessi, e annullando gli sprechi di tempo derivanti dalla ricerca di lastre già disponibili in deposito. Si evitano così lavorazioni inutili di blocchi per gestire ordini di materiali già pronti. Il tutto si traduce anche in un migliore servizio al cliente finale in termini di velocità di realizzazione delle commesse.
Il ciclo logistico Il processo d’inventario viene gestito in modo simile sia per i blocchi che per le lastre: l’operatore attiva l’apposita funzione sul palmare industriale, transitando poi vicino ai blocchi o alle lastre. La notevole distanza di lettura a cui possono arrivare le etichette UHF e la velocità di acquisizione delle informazioni consentono di ridurre i tempi d’inventario in modo drastico. Le vecchie etichette in tecnologia HF o le etichette con codice a barre richieParticolare dei tag Rfid custom sulle lastre, appositamente progettati per soddisfare le richieste di Antolini
to finale. L’inizio e la fine delle varie fasi sono rilevati in modo automatico. I controller LRU2000 e le antenne, collegate con i PC industriali OT1200 di Asem attraverso un’interfaccia utente semplice e intuitiva, provvedono in modo automatico alla gestione dei report di lavorazione e consentono in ogni momento di conoscere lo stato di ogni lastra. La sofisticata architettura di rilevazione del sistema utilizza un PLC per acquisire i dati e per fornire indicazioni visive sull’inLastre con tag Rfid stoccate all’esterno gresso e l’uscita delle lastre dalle linee, garantendo il completo isolamento elettrico tra la logica di gestione e la linea di pro- dono infatti letture a contatto, o pazienti allineamenti del duzione, indispensabile in ogni apparato affidabile per lettore con l’etichetta, mentre la tecnologia UHF permette di rilevare blocchi o lastre semplicemente passando il uso industriale. L’integrazione del sistema StoneID con il gestionale lettore vicino all’etichetta, indipendentemente dal fatto aziendale semplifica il carico e lo scarico delle varie lavo- che questa sia sporca o poco raggiungibile. Inoltre, i dati razioni, con un intervento minimo e controllato da parte rilevati possono essere automaticamente confrontati con dell’operatore amministrativo. Tutte le operazioni, infatti, quelli disponibili dal gestionale, evidenziando immediatapossono essere rese automatiche in modo da richiedere mente eventuali discrepanze. solo un controllo di supervisione, evitando possibili Come esempio si consideri che l’inventario semestrale dei dimenticanze ed errori d’inserimento dati. La grande fles- blocchi in deposito presso Antolini, prima dell’avvento sibilità del sistema StoneID consente l’attivazione di della tecnologia Rfid, richiedeva il lavoro di due persone sistemi di fotografia automatica della lastra e garantisce per più di due giorni in cantiere e il lavoro di un’operatril’associazione univoca delle foto alla lastra stessa. Questo ce d’ufficio per quasi due settimane per controllare la
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congruità dei dati. Ora l’intero processo d’inventario dei blocchi richiede meno di tre ore e l’operatrice si limita a lanciare un programma che in pochi secondi segnala le differenze tra i dati reali con quelli memorizzati nel gestionale. A livello di magazzino, la velocità di lettura delle etichette UHF permette di gestire con la massima semplicità d’uso lo spostamento dei pacchi di lastre, seguendo le varie necessità dell’azienda sino al momento in cui le
L’implementazione genera poi una serie di benefit preziosi per migliorare la funzionalità della lavorazione, con un chiaro ritorno economico. Prima di tutto, è possibile identificare e reperire velocemente il materiale, conoscendo in tempo reale le disponibilità a magazzino. Questo facilita l’attività commerciale ed evita la giacenza di un materiale spesso molto costoso, dato che alcune lastre possono raggiungere il valore di 8.000 o anche 10.000 euro, potendo evadere con celerità altre richieste. L’implementazione dell’Rfid permette poi di migliorare le varie tipologie di lavorazione, ottimizzando i tempi e le modalità operative di ogni processo, che può essere calibrato in base al tipo di materiale. Identificando automaticamente la tipologia del materiale prima della lavorazione (ossia marmi, graniti ecc.), è possibile infatti programmare il macchinario in modo automatico, evitando errori di lavorazione. La soluzione StoneID adottata da Antolini
Particolari del reader Rfid UHF LRU2000 e del tag Rfid UHF onMetal di Softwork
lastre stesse sono caricate nei container o sui camion per essere consegnate ai clienti. La precisa identificazione dei depositi e delle ‘cavallette’, ossia i paletti in metallo sui quali sono appoggiate le lastre, grazie ai tag on-metal, garantisce la flessibilità necessaria a ogni tipologia di deposito. L’uso dei palmari poi libera gli operatori da ogni necessità di prendere appunti manualmente e garantisce che non vi saranno errori nell’identificazione del posizionamento delle lastre. Infine, a livello commerciale, il grande vantaggio offerto dalla tecnologia Rfid al personale di vendita consiste nel poter sapere sempre, esattamente, dove è situata la merce e il suo stato di lavorazione, per fornire ai clienti dati tempestivi e precisi, con un chiaro appeal del brand Antolini. Inoltre, l’identificazione delle singole lastre con le etichette UHF permette, attraverso l’uso dei palmari, di opzionare direttamente il materiale sul campo in presenza del cliente, o di verificarne lo stato di ‘venduto’ oppure ‘opzionato’. Al rientro in ufficio sarà quindi facile stampare la conferma d’ordine per la merce senza inutili attese.
Perché l’Rfid? La scelta di utilizzare la tecnologia Rfid nasce dalla capacità di questa tecnologia di soddisfare sia le esigenze operative richieste dal management di Antolini, in modo da non ostacolare la tempistica e l’iter del processo produttivo, sia le aspettative tecniche valutate da F.C.S. Solutions.
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racchiude una cospicua valenza tecnologica, frutto di studi e progettazioni ad hoc che hanno superato tre principali ostacoli: l’esposizione ad agenti atmosferici quali sole e pioggia, poiché la merce è per la maggior parte stoccata all’aperto anche per lunghi periodi (fino a 1 anno); poi, la necessità di operare in un ambiente industriale, caratterizzato dalla presenza di fanghiglia, polvere e acqua, oltre che di metallo. Il transponder Rfid doveva dunque essere in grado di rimanere incollato alla lastra in un simile habitat, posto su superfici irregolari, mantenendo intatte le proprie prestazioni. StoneID poggia su tecnologia Rfid operativa nella banda UHF; il sistema si compone di controller LRU2000 e relative antenne per l’identificazione automatica delle lastre all’inizio e alla fine delle fasi di lavorazione; palmare mobile industriale integrato con modulo Rfid per la rilevazione volontaria dei blocchi di pietra; stampante Rfid; transponder UHF EPC Class 1 Gen 2 incollate alle lastre e transponder onMetal ■ UHF apposti sulle ‘cavallette’. readerservice@fieramilanoeditore.it Softwork n. 66
Maggio 2010
DATACollection
Estratto da pagg. 25, 26 e 27
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
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RFID, SUPPLY CHAIN E TRACCIABILITÀ
Ridurre quasi a zero il reading hole L’ultima generazione dell’RFID, banda UHF, per i processi produttivi: controller LRU3500 dal cuore tecnologico all’avanguardia e vantaggi di facile e modulare implementazione, accompagnato da nuove antenne RFID UHF. ■ A cura della redazione
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l nuovo controller RFID LRU3500 di Feig Electronic, il produttore tedesco di sistemi RFID passivi distribuiti in esclusiva in Italia da Softwork, è il più performante della linea passiva UHF di Softwork, progettato e realizzato anche in un’ottica di facile e rapida installazione grazie alle numerose interfacce ed alle uscite d’antenna: tra le peculiarità di spicco del nuovo device, la sua elevata sensibilità che permette una distanza di rilevazione del tag non solo superiore ma anche notevolmente più accurata, poiché riduce quasi a zero il fenomeno tipico nella banda UHF dei “buchi di lettura” (reading hole).
Le applicazioni Ideale in svariati scenari applicativi, tra cui retail, logistica, controllo di produzione e settore industriale in generale, il nuovo controller è racchiuso in un resistente box d’alluminio fino a IP 65 (dotato di cap opzionale), protetto anche in caso di eventuali anomalie, come scariche elettrostatiche o disallineamento delle antenne. Particolare attenzione, in fase di progettazione, è stata dedicata anche alla facilità di implementazione: il controller, ad esempio, può essere fissato a parete o integrato in un
Caratteristiche tecniche L’identikit tecnico del nuovo device UHF Long Range Reader ID ISC.LRU3500 si contraddistingue quindi con molte features aggiuntive: - Luce di lettura fino a 10 m, - Funzione di anti-collisione, - Power over Ethernet (PoE), - Identificazione di transponder EPC Gen2, ISO 18000-6-B/-C e Sensor Tag, 4 uscite d’antenna, - 16 led “diagnostici” per segnalare eventuali errori e lo stato di funzionamento del controller, - 5 interfacce: Ethernet, RS232, RS485, USB ed USB-Host per WLAN o memory stick, - ACC (Application Connectivity Controller) con sistema operativo Linux, permettendo così l’installazione di software applicativi direttamente sulla piattaforma del reader, - RSSI (Received Signal Strength Indication) Data Readout: nel rilevare il tag, il controller LRU3500 recepisce anche il livello del segnale radio trasmesso dal tag stesso; questo valore permette di avere un’indicazione della distanza a cui il tag si trova rispetto all’antenna e di localizzarne la posizione.
sistema elettronico, mentre tutti gli I/O e connessioni d’antenne sono esterni, senza rendere così necessaria l’apertura dell’housing in fase di integrazione ed installazione. Operativo alla banda UHF (860-960 MHz), l’LRU3500 prevede diverse opzioni di configurazioni a livello sia hardware che software, tra cui la connessione automatica a più multiplexer UHF per creare un sistema di antenne a cascata fino ad oltre 2000 unità. ■ automazioneintegrata
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giugno 2010
Logistica Rfid
L’Rfid va in porto Grendi Trasporti Marittimi utilizza una soluzione Rfid Uhf di Softwork per la logistica portuale e la gestione delle spedizioni In-Out dei container di Giorgia Andrei
SF Il Gruppo Grendi è un operatore logistico con trasporto intermodale dal Nord Italia alla Sicilia e alla Sardegna ed è l’unico corriere specializzato sull’isola sarda, capace di eseguire ogni fase del trasporto door to door, dal collettame
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l Gruppo Grendi è un operatore logistico con trasporto intermodale dal Nord Italia alla Sicilia e alla Sardegna ed è l’unico corriere specializzato sull’isola sarda, capace di eseguire ogni fase del trasporto door to door, dal collettame al carico completo, con i propri mezzi: navi, terminal, container, camion e magazzini. Attiva da 182 anni, l’azienda ha sede principale a Cagliari e uffici nel porto di Genova, con terminal rispettivamente di 40.000 e 50.000 m2 per lo stoccaggio di oltre 2mila container. Tre navi da trasporto merci percorrono la rotta CagliariGenova più volte la settimana per tutto l’anno.
al carico completo, con i propri mezzi. Da destra, controller e antenne Rfid passive per tracciare imbarco/sbarco dei container della nave e antenne Rfid attive sullo stacker
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Automazione Industriale - Giugno 2010
Grendi ha scelto la tecnologia Softwork per realizzare una soluzione Rfid Uhf da estendere all’intera filiera di trasporto, secondo una logica di open-loop (logica secondo la quale l’Rfid è usato in contenitori a perdere e riusabili, sostituendo il tag dopo ogni viaggio, ndr). L’applicazione è realizzata da Eurosystem 2000, system partner di Softwork. Le fasi del progetto Accesso dei container su camion al terminal, gestione automatizzata dell’imbarco/sbarco container da navi mercantili e operazioni di back-office rappresentano le tre fasi in cui è articolata l’applicazione. Nella prima fase, ancora in sviluppo, è prevista la tracciabilità automatica dei container posti sui camion in entrata e in uscita dai terminal di Genova e Cagliari; su ogni container sono apposti due tag Rfid onMetal, rivettati con viti autofilettanti su ciascuno dei due lati lunghi del container e rilevati in automatico dalle antenne poste all’ingresso del terminal. Il secondo passaggio contempla, invece, lo stoccaggio all’aperto dei terminal e la
loro movimentazione mediante impilatori, che li prelevano dall’area di deposito e li caricano in coperta della nave. All’ingresso delle due bocche di carico e scarico della nave opera un reader Uhf Lru2000, collegato a quattro antenne 250X250, due per ciascuna bocca, che rilevano in automatico il passaggio dei container stessi. Nella fase di back-office, infine, il sistema riceve i codici seriali dei transponder posti sui container e memorizzati all’interno di un database. Una volta terminate le operazioni di movimentazione container, un software gestionale realizzato da Eurosystem 2000 elabora le informazioni. “Una volta giunta la nave a destinazione, sia essa Cagliari o Genova, la stessa logica permette di tracciare lo spostamento dei container in uscita dalla nave prima e dal terminal su gomma poi”, spiegano in Softwork. Basata sull’identificazione automatica dei container dotati di tag, in un’ottica M2M, la soluzione Rfid adottata in Grendi velocizza le operazioni di tracking & tracing nelle navi e nei terminal e consente di utilizzare tutte le informazioni che la tecnologia può gestire in modo automatico.
L’Rfid aumenta la sicurezza Il progetto Rfid in Grendi interessa un altro importante tema: la sicurezza degli addetti alla movimentazione container a terra, che è realizzata tramite appositi mezzi di movimentazione, i Reach Stacker, in grado di sollevare un carico fino a 45 t. La guida di tali mezzi è ostacolata da un cono d’ombra sul retro, un’area scarsamente visibile al conducente dello stacker, con comprensibili rischi e pericoli in fase di retromarcia del veicolo. “Grazie a un Rfid di tipo attivo, che si aggiunge ai sistemi di sicurezza già presenti in Grendi, è segnalato, tramite allarmi acustici e visivi, l’eventuale ingresso in questa zona cieca di altri operatori”, spiegano in Softwork. A bordo dello stacker opera, infatti, il reader I-Port collegato a due antenne, che rilevano la presenza di tag, apposti a mostrina sulle spalle degli operai, entro un raggio di quasi 7 m dallo stacker stesso. Sia il reader I-Port MB, sia le due antenne 160/160 collegate, sono installati a bordo dello stacker e da questo alimentati; in particolare, le antenne sono posizionate in modo che l’irradiazione/ricezione delle onde elettromagnetiche del tag coinvolga l’area posteriore dello stacker, non visibile al guidatore. Nel caso specifico opera anche una soluzione Rssi (Received Signal Strenght Indication): nel rilevare il tag, il controller I-Port recepisce anche il livello del segnale radio trasmesso dal tag stesso; questo valore permette di avere un’indicazione della distanza a cui il tag si trova rispetto all’antenna e di localizzarne la posizione. Il controller attivo I-Port MB2 è dotato di due uscite d’antenna e interfaccia Rs422, mentre i tag Rfid sono i Micro Tag i B2 indossabili. • Per informazioni Gruppo Grendi www.grendi.it Softwork www.softwork.it
Luglio 2010
Automazione Integrata
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Estratto da pag. 69
Giugno 2010
Largo Consumo
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Estratto da pagg. 108, 109
Luglio 2010
Automazione Oggi
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Estratto da pagg. 64 e 65
Settembre 2010
Automazione Integrata
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto da pag. 72
Italian Stone Company Carves Out Savings With RFID Topics/Verticals: Operations, Inventory/Warehouse Management, Manufacturing
Antolini Luigi & Co. estimates that using EPC Gen 2 tags to track blocks and slabs reduces its labor costs by 40 percent, and improves inventory accuracy by 80 percent. By Mary Catherine O'Connor Aug. 13, 2010——Antolini Luigi & Co. S.p.A., an Italian producer and distributor of granite, marble and other stone products, is using RFID to track the manufacture and location of the 900,000 slabs of polished stone it sells each year, as well as the large blocks of rock from which the slabs are cut. The finished products are sold to a global network of distributors, and many end up being used as flooring or countertops in high-end interiors for luxury hotels or homes. The system, which uses customized UHF EPC Gen 2 passive RFID tags, allows the company to determine its inventory with 80 percent more accuracy than before it used RFID and makes it easier for employees to locate the finished slabs—some of which are worth up to €10,000. The company also estimates that using RFID to track and trace its products within its facility reduces its labor costs by 40 percent, since many of the steps that used to be manual—such as counting inventory and generating reports—are now automated. When a large block of unfinished material arrives at the company's factory in Verona, Italy, a label in the European standard A4 size (slightly larger than a U.S. 8.5-by-11-inch sheet of paper) is attached, with an adhesive, to the slab. The label is covered in a waterproof material so that it can withstand exposure to weather and the dust and vibrations inside industrial stone-cutting machinery. Encoded to the passive UHF Gen 2 tag embedded in the label is a unique alphanumeric ID number used to identify the slab during each phase of its processing. When the large block is ready to be processed, it is positioned in front of a cutting machine, where a Feig Electronic LRU2000 EPC Gen 2 reader is mounted, with its antennas positioned to capture the ID number encoded to the tag. The reader captures this code and sends it to a software application developed by the project system integrator F.C.S. Solutions. This software sends the ID number to Antolini's production management system, which tracks all of the slab production at the plant.
http://www.rfidjournal.com/article/view/7808
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Italian Stone Company Carves Out Savings With RFID Topics/Verticals: Operations, Inventory/Warehouse Management, Manufacturing
At the company's cutting machine, an RFID antenna is positioned to capture the ID number encoded to a stone block's EPC Gen 2 tag.
The machine cuts the large block into a number of smaller, polished slabs. These slabs vary from 90 centimeters by 155 centimeters in size to 205 centimeters by 340 centimeters, and their weight varies greatly based on the type of stone. At this point, the cut slabs are put through other machines that give each slab the polish or surface treatment required to fulfill the order. Once this step is done, an Antolini employee uses a handheld EPC Gen 2 reader to collect the ID from the A4 label that is still attached to one of the cut slabs (an end piece). He or she then manually attaches a small EPC Gen 2 RFID label to the edge of each individual slab and uses the reader to associate the label places on the finished slab with the ID encoded to the larger label used to identify the large block from which the slab was cut. Softwork, the provider of hardware for the deployment, had a third-party converter custom-make these small tags specifically for tracking the cut slabs. The tags, which contain Impinj's Monza 3 chip, are
http://www.rfidjournal.com/article/view/7808
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Italian Stone Company Carves Out Savings With RFID Topics/Verticals: Operations, Inventory/Warehouse Management, Manufacturing
embedded in high-density polyethylene to protect them from weather and dust (the cut stones are stored outside). They are less than an inch wide, so they fit onto the edge of any slab produced at the plant. The software running on the reader associates each of the ID numbers from the customized tags with the tag number encoded to the A4 label, and forwards this data to the production-management software through a wireless network. This way, the individual slabs will always be linked to the large, raw block from which they were cut.
EPC Gen 2 tags embedded in white high-density polyethylene are glued to the edges of finished slabs, which are then stored on racks in the plant's stockyard.
http://www.rfidjournal.com/article/view/7808
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The individual slabs are stored in racks in the plant's stockyard. A specialized EPC Gen 2 tag, made by Confid and designed for mounting onto metal surfaces, is attached to each rack. After the cut slabs are placed onto a rack, the employee collects the ID number of the rack's tag and associates it with the IDs from the slabs' tags. Then, when an employee needs to retrieve a specific slab later, he can simply call up its rack number, which is saved to the production software. To perform semi-annual inventory of every block and slab in the entire stockyard, which is roughly 200,000 square meters in size, employees use the handheld reader to walk up and down each rack in the stockyard and collect the unique ID from each tag. Before using RFID, it took two Antolini employees two days to manually collect the ID numbers used to identify each piece of stone. Now, it takes one employee less than three hours to take inventory of all its blocks and slabs, which includes up to 30,000 large blocks and 100,000 finished (cut and polished) slabs, on average.
A specialized EPC Gen 2 tag, made by Confidex and designed for mounting onto metal surfaces, is attached to each rack to identify a slab’s storage location.
When fulfilling orders, Antolini also uses the RFID tags to find specific slabs in the stockyard. Workers know the rack location of each slab by referring to the inventory records in the stockyard management software. Once they find the rack, they use the handheld readers to collect the tag ID associated with the slab being purchased and automatically update the inventory records to show it is being retrieved to fulfill an order.
http://www.rfidjournal.com/article/view/7808
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Italian Stone Company Carves Out Savings With RFID Topics/Verticals: Operations, Inventory/Warehouse Management, Manufacturing
Antolini had earlier tested bar code and high-frequency RFID systems before settling on the passive UHF system, called StoneID, that it deployed. These other technologies did not provide the read distance or reliability that the UHF system provides, explains Paola Visentin, Softwork's marketing and communications manager. The passive HF tags it tested required that the employees get very close to each tag to read it, so performing inventory of the tagged slabs or locating them was not as easy as the company had hoped. And bar codes, while the cheapest auto-ID option, are difficult to reliability read in a dusty environment such as the plant. Minera Norge, a Norwegian company that manufactures slate tiles, blocks and related products, is also using RFID, as well as GPS technology, to track its finished products, as well as the forklifts used to transport them (see Slate Maker Adopts System to Track Products, Even When Buried Under Snow).
http://www.rfidjournal.com/article/view/7808
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Settembre 2010
DATACollection
Estratto da pag. 38 Speciale Bigliettazione Elettronica
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Settembre 2010
DATACollection
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Estratto da pagg. 40, 41 e 42
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Rete di vendita
L’RFID in aiuto alla distribuzione Distributore a valore aggiunto di tecnologie RFID attive e passive nelle varie bande di frequenza, l’azienda bresciana Softwork opera attraverso il canale specializzato. Ci spiega le caratteristiche di questo settore Paola Visentin, Marketing & Communication Manager.
a cura di Ilaria Conciato
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a oltre un decennio, nella sede di Concesio in provincia di Brescia, Softwork focalizza le proprie energie alle tecnologie RFID. Abbiamo intervistato Paola Visentin, Marketing & Communication Manager, per conoscere meglio la realtà in cui opera questa azienda, nata nel 1987 come distributore di Information & Communication Technology. “Dal 1998 ci siamo specializzati nella tecnologia RFId,” spiega Visentin, “divenendo fornitore e distributore globale di soluzioni attive e passive.” Questo sistema di identificazione automatica si basa sulla tecnologia elettromagnetica mediante etichette leggibili a distanza con un segnale in radiofrequenza. Permette quindi di identificare con certezza e precisione persone, oggetti o animali, di gestire e controllare il flusso dati all’interno di una azienda o di un processo distributivo, disponendo delle informazioni in modo rapido ed esente da errori. “Le applicazioni spaziano dal settore industriale e dell’automazione a quello del turismo e dell’intrattenimento, dal farmaceutico/ospedaliero all’agro-alimentare, solo per citare alcuni esempi. Data l’ampiezza e la varietà dei campi applicativi, è impossibile avere una conoscenza approfondita delle varie specificità. Da qui la nostra decisione di interagire unicamente con gli operatori del settore e non con i clienti finali,” ha aggiunto Visentin. Il canale trade a cui si rivolge Softwork è composto prevalentemente da software hou-
Paola Visentin, Marketing & Communication Manager Softwork. Il RFID Testing Center è un’officina attiva dove collaudare i sistemi messi a punto dal dipartimento R&S, a disposizione dei partner e dei loro clienti.
se, system integrator, ICT, istituti di ricerca e università, dislocati in tutto il territorio nazionale.
PROPOSITORI DI TECNOLOGIA Visentin ha dichiarato che l’obiettivo di Softwork è di essere propositore di tecnologia RFID e non semplice fornitore. Quindi prevede tra le varie attività la continua immissione di nuove componenti dei sistemi RFID, riferite non solo ai marchi distribuiti già consolidati, ma anche a nuove acquisizioni di distribuzione. In aggiunta all’ ampia offerta qualitativa di prodotti e sistemi, l’azienda crea valore aggiunto attraverso i servizi specifici rivolti ai rivenditori/partner, che integrano la componente hardware RFID nei loro progetti, per offrire al cliente finale soluzioni chiavi in mano. “Il valore aggiunto di Softwork si traduce in una gamma di servizi distin-
tivi valoriali che accompagnano il rivenditore lungo il processo di acquisizione di competenza, analisi della soluzione migliore e sua implementazione,” ha spiegato Visentin. I servizi si articolano su vari livelli. Innanzitutto, attraverso corsi di formazione suddivisi per tecnologia e per tipo di utenza (tecnica o commerciale), con lo scopo di rendere autonomo il partner. Questi si suddividono in seminari, con cadenza bimestrale e
un approccio informativo, che sintetizzano in una mattinata le capacità dell’RFID, zoomando poi sull’identikit del parco dispostivi e sui loro scenari applicativi (case history); corsi di formazione suddivisi per contenuti (applicativi e tecnico-sistemistici) e per tipologia di RFID (attiva e passiva), proposti in 3 sessioni annuali. A questa opera di informazione, segue il servizio di consulenza attivabile in caso di necessità, tramite con-
tatto telefonico oppure on-line. In aggiunta, Softwork affianca il partner nella stesura degli studi di fattibilità, sia nella prima fase di analisi teorica del progetto che nello studio on-site presso il cliente finale. “Quest’ultimo momento è cruciale,” aggiunge Visentin, “in quanto in laboratorio non si riescono a replicare perfettamente le condizioni reali, soprattutto per il settore industriale.” Un altro servizio a disposizione degli utenti è il RFID Testing Center. Inaugurato ad ottobre 2007 in occasione dei vent’anni dalla fondazione, il centro opera in simbiosi con il Dipartimento di R&S, testandone i dispositivi e soluzioni create. Non si tratta quindi di un semplice show-room, ma di un’officina attiva, dove collaudare i sistemi messi a punto dal dipartimento R&S, a disposizione dei partner e dei loro clienti. Infine, Softwork affianca il partner nella stesura del progetto pilota, soprattutto per i progetti particolarmente complessi.
COMPETENZA A DISPOSIZIONE Il cuore tecnologico di Softwork si trova nel Dipartimento Ricerca & Sviluppo. L’équipe tecnica, costantemente aggiornata sul parco dispositivi in distribuzione, supporta i rivenditori nello studio e implementazione dell’architettura RFID, anche con soluzioni custom. I progettisti interni completano infatti il catalogo prodotti con device non contemplati dai brand distribuiti, al fine di rendere la proposta RFID integrale in tutte le linee prodotti, progettando e realizzando ad hoc per i rivenditori le componenti RFID (tag, controller, antenne e periferiche) quando queste, per formato, materiale o prestazione, non figurano a catalogo.
L’IMPORTANZA DI UNA BUONA COMUNICAZIONE (a sinistra) Il settore della sanità sta introducendo l’RFId in maniera sempre maggiore, ad esempio nel controllo della somministrazione farmaci o per il controllo flusso materiali nelle sale chirurgiche, nella gestione cartelle cliniche, per il monitoraggio e controllo pazienti e per il controllo accessi limitati. (sopra) Numerose sono le applicazioni RFID nel settore industriale e dell’automazione.
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Ottobre 2010
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FLUID Trasmissioni di Potenza
Per poter svolgere al meglio il ruolo di propositore di tecnologia, l’azienda cura con particolare attenzione la comunicazione e il marketing. “Avendo la necessità di spiegare come funziona la tecnologia RFID sia a tecnici che ai non addetti ai lavori, cioè i clienti finali, ricorriamo spesso alle case history, cioè articoli in cui descriviamo alcuni proget-
ti che abbiamo sviluppato con i nostri integratori, le soluzioni prese e i risultati ottenuti. “ spiega Visentin. “Riteniamo sia un modo efficace per trasmettere le potenzialità offerte dai nostri prodotti.” Partecipa a eventi, quali fiere, conferenze ed esposizioni, sia autonomamente che in cobranding con i partner. Utilizza inoltre sistematicamente la stampa specializzata per informare i propri partner sulle novità di mercato.
PRESENTE E FUTURO Dato che le applicazioni sono ad ampio spettro, gli effetti della crisi sono stati sentiti in maniera meno pesante che non per altri distributori. “Il 2009 è stato sicuramente un anno complesso, ma vediamo dei segnali di ripresa in questi primi mesi del 2010, soprattuto in alcuni settori,” ha dichiarato Visentin. “L’RFID nell’agro-alimentare sta riscontrando una forte crescita anche per effetto dell’entrata in vigore delle normative UE su tracciabilità e anticontraffazione.” Anche il settore della sanità sta introducendo l’RFId in maniera sempre maggiore, ad esempio nel controllo della somministrazione farmaci o per il controllo flusso materiali nelle sale chirurgiche, nella gestione cartelle cliniche, per il monitoraggio e controllo pazienti e per il controllo accessi limitati. Alcuni fra i progetti più originali in cui Softwork è stata coinvolta in quest’ultimo periodo hanno riguardato il settore della valorizzazione turistica. Nei castelli del Salento sono ora disponibili dei palmari PDA dotati di reader RFID che sentono i tag nascosti nelle sale e forniscono le informazioni ai visitatori. Un’applicazione simile è stata utilizzata anche per il giardino botanico del Parco di Monza. Per quanto riguarda gli obiettivi per il prossimo futuro, Visentin non ha dubbi. “Ci prefiggiamo di riuscire a proporre a 360° tutto ciò che serve per il RFID, arricchendo sempre più la gamma di prodotti e sistemi, sempre mantenendo la modalità di lavoro di squadra che ci contraddistingue. Anche sul versante commerciale puntiamo su un servizio sempre più accurato grazie al potenziamento dell’organico, mentre in tema comunicazione stiamo percorrendo nuove strade, tra cui quella del web 2.0, avendo sposato i principi ispiratori di trasparenza, condivisione e networking”. ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ottobre 2010
Automazione Industriale
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Focus: Logistica pagg. 90-95
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Novembre 2010
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Estratto da pag. 21
Novembre 2010
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Inserto: TraceID Fashion Pag. 26
Novembre 2010
DATACollection
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Estratto da pagg. 24, 25
Novembre 2010
DATACollection
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Sezione: Offerta Pag. 40
Novembre 2010
RFID Italia
web
Estratto da web; la proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte indicata in testa – Softwork, Area Comunicazione
Estratto da web; la proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte indicata in testa – Softwork, Area Comunicazione
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Paola Visentin Da:
Google Alert [googlealerts-noreply@google.com]
Inviato: lunedì 15 novembre 2010 15.28 A:
Paola Visentin
Oggetto: Google Alert - rfid News
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Vino: tracciabilità Rfid nella Tenuta Ornellaia RFID Italia In dettaglio, l'ingegnerizzazione in chiave Rfid è stata pensata per tracciare ogni bottiglia dei due prodotti di punta maggiormente premiati, ... Guarda tutti gli articoli su questo argomento »
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15/11/2010
novembre 2010
Automazione Oggi
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Sezione: In Breve pag. 28
Speciale Applicazioni
Hf e Uhf, la giusta
combinazione Nella Tenuta dell’Ornellaia, l’eccellenza del gusto sposa l’avanguardia tecnologica dell’Rfid, con un mix Hf e Uhf per la produzione, la logistica e il controllo della rete distributiva a livello mondiale di Paola Visentin
F A sinistra il reader Rfid MRU200 fornito da Softwork alla Tenuta dell’Ornellaia, sulla destra la linea di imbottigliamento della Tenuta dell’Ornellaia
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enuta dell’Ornellaia, fondata nel 1981, è parte della holding Tenute di Toscana, subholding controllata dal Gruppo Marchesi de’ Frescobaldi. La visione di Tenuta dell’Ornellaia, ci fanno sapere i gestori della struttura, si riassume in ‘qualità globale’, intesa come “un sapiente mix di elementi della natura e di talento dell’uomo:
Automazione Industriale - Novembre 2010
scelta del posto giusto, le colline maremmane sul Mar Tirreno, del momento propizio per intervenire lungo la filiera produttiva, dalla cura e gestione del vitigno alla vendemmia, dalla selezione manuale di ogni grappolo e acino per eliminare anche la più piccola parte vegetale residua alla vinificazione con assaggi metodici e quotidiani, per giungere all’affinamento in barrique di rovere francese prima e in bottiglia poi”. La tenuta propone al mercato tre diverse etichette: Ornellaia Bolgheri Superiore, vino simbolo dell’azienda, Le Serre Nuove e Le Volte. A queste tre, se ne aggiunge una quarta, l’etichetta Masseto, Merlot vinificato in purezza che deriva dai soli 7 ettari della collina Masseto. La produzione annua delle quattro etichette è di circa 790mila bottiglie, distribuite in 60 Nazioni (54 per Masseto).
Tag in bottiglia All’avanguardia nell’innovazione tecnologica con impianti di fitodepurazione e pannelli fotovoltaici, Tenuta dell’Ornellaia conferma con il progetto Rfid il valore del suo brand e il suo spirito pionieristico; si definisce infatti “la prima azienda in Italia ad adottare l’Rfid per l’identificazione non solo del lotto, ma anche di ogni singola bottiglia”. Il progetto intrapreso dall’azienda mira infatti a tracciare ogni bottiglia dei due prodotti di punta maggiormente premiati,
A Ogni bottiglia è dotata sul retro-etichetta di un tag Rfid che contiene preziose informazioni: articolo, cliente e relativa anagrafica, dati di fatturazione e di spedizione, prodotto e numero d’ordine
Ornellaia e Masseto, nel processo sia produttivo e logistico all’interno dell’azienda sia distributivo all’esterno sui mercati mondiali, per un totale di circa 180mila bottiglie all’anno. Per meglio rispondere a queste aspettative, l’architettura Rfid in Tenuta dell’Ornellaia, firmata Softwork, è di natura mista, ossia Hf e Uhf: ogni bottiglia è dotata sul retro-etichetta di un tag Rfid Hf, mentre sulla scatola di legno o cartone contenente fino a sei bottiglie è apposto un tag Rfid Uhf. In particolare, l’Rfid entra in azione nella parte finale della linea di imbottigliamento della tenuta, senza intaccare e appesantire il consolidato flusso operativo e le relative tempistiche. Prima di tutto, l’operatore associa il tag Uhf alla scatola che sta confezionando e gli attribuisce le informazione necessarie avvicinando il tag al reader predisposto frontalmente alla postazione di lavoro; successivamente preleva dalla rulliera le bottiglie e le depone nella scatola: così facendo, i tag Hf presenti sul retro-etichetta della bottiglia sono automaticamente rilevati e associati al tag Uhf della scatola grazie all’antenna Rfid posta sotto il desk. La confezione, adagiata sulla rulliera, arriva poi a fondo linea ed è automaticamente identificata da antenne Rfid Uhf prima della composizione dei pallet, con l’obiettivo di identificare in modo certo la composizione stessa. Trasportati nel magazzino di circa 800 m2, con una capacità di stoccaggio di quasi mille pallet, dove il vino prosegue il suo affinamento, i pallet sono movimentati e identificati in entrata
Speciale Applicazioni
un allineamento elettronico più sicuro tra il fisico e il contabile e un’unificazione delle procedure logistiche”. A questo si affianca la dotazione, per ogni singola bottiglia di Masseto e Ornellaia, di una carta d’identità univoca per tracciarne il percorso distributivo sul mercato internazionale, al fine di prevenire la falsificazione e, quindi, tutelare ulteriormente il valore del brand Ornellaia. e in uscita grazie alla presenza di reader Uhf e palmari mobili Rfid sul muletto. L’Rfid vive anche quando la bottiglia è immessa sul mercato internazionale, con la possibilità di lettura del tag e, quindi, verifica del percorso di vendita. Senza interferire minimamente con il design e l’estetica del packaging di Ornellaia, l’Rfid non ha intaccato nemmeno le consolidate procedure operative della linea di confezionamento e composizione pallet: l’unico cambiamento richiesto dall’adozione della tecnologia Rfid è la sostituzione dei tavoli in cui avviene il confezionamento, prima in metallo e ora in legno. “L’Rfid ha permesso di migliorare i processi produttivi, logistici e d’inventario interni”, dicono in azienda, “dotando ogni cartone e collo di tag Uhf; questo significa una gestione semplificata degli inventari,
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A I pallet sono movimentati e identificati in entrata e in uscita grazie alla presenza di reader Uhf e palmari mobili Rfid sul muletto
Automazione Industriale - Novembre 2010
Un sistema misto Il sistema Rfid in Ornellaia è di matrice ‘mista’, poiché unisce la banda Hf e Uhf per meglio rispondere agli obiettivi individuati, con soluzioni anche ad hoc, appositamente studiate e realizzate per la tenuta. A ogni postazione di lavoro sulla linea di confezionamento opera un box custom che ospita al suo interno reader Hf e Uhf, dotati di led esterni e buzzer per segnalare la correttezza o l’eventuale errore nella procedura operativa. In particolare, l’Uhf segue, ossia traccia, il tragitto della scatola contenente le bottiglie dal momento del confezionamento lungo il percorso logistico della tenuta: formazione pallet, entrata e uscita dei colli dal magazzino. L’architettura Uhf è composta da: moduli Rfid Uhf in ogni working station della linea di confezionamento; tag Rfid Uhf
adesivi; reader Rfid Mru200 collegati ad antenne U250x250, posizionati alla fine della linea di confezionamento e sul muletto in magazzino; palmare industriale mobile Rfid Uhf, assegnato al magazziniere per le operazioni di picking & packing. L’Hf accompagna invece la vita di ogni singola bottiglia, monitorandone le vie distributive sia in Italia che all’estero: gli area manager sono infatti dotati di appositi palmari per ‘leggere’ l’etichetta Hf, con la possibilità inoltre di accedere alla Intranet digitando il codice univoco del tag, stampato in chiaro sull’etichetta della bottiglia e acquisire così preziose informazioni (articolo, cliente e relativa anagrafica, dati di fatturazione e di spedizione, prodotto e numero d’ordine). L’architettura Hf operativa in Ornellaia, invece, è composta da un modulo Rfid Hf MRM101 in ogni working station della linea di confezionamento, collegato ad un’antenna custom realizzata con circuito tuning Mat di Feig Electronic, e da tag Rfid Hf apposti sul retro-etichetta della bottiglia. • Per informazioni Softwork www.softwork.it Tenuta Ornellaia www.ornellaia.it
da settembre 2010
Portale della Logistica (web)
Scheda Softwork
Estratto da web; la proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte indicata in testa – Softwork, Area Comunicazione
infotainment
RFID
nel Parco Naturale VEGLIA DEVERO Allestimenti sensoriali che emanano le fragranze di montagne, guide multimediali gestite dalla tecnologia RFID sono alcune note distintive del sistema DidĂ operativo nel parco piemontese. Un sistema che trasforma una semplice visita in un'esperienza piĂš ricca ed emozionale 26
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infotainment
l Parco Naturale Veglia Devero è un’area protetta di oltre 8.500 ettari, che si estende nei comuni di Varzo, Trasquera, Crodo e Baceno (Verbania) lungo il confine con la Svizzera. A un’altitudine compresa tra i 1600 ed i 3553 m s.l.m., il parco è stato istituito nel 1995 per tutelare le caratteristiche ambientali e naturali di due ampie conche alpine alla testata delle Valli Divedro e Devero, contornate dalle più alte vette delle Alpi Lepontine Occidentali. Si tratta di un ambiente alpino dolce e austero, che alterna praterie ondulate d'alta quota alla severità delle grandi montagne e immense giogaie battute dal vento, con un ricco patrimonio floristico e faunistico: vero e proprio giardino botanico alpino, il parco ospita oltre cinquecento specie diverse di fiori, tra cui primule, viole, genziane, crisantemi, ranuncoli e orchidee, mentre le quote più altre sono ammantate da boschi di larici, abete rosso e bianco e sorbo alpino. Altrettanto variegata è la popolazione faunistica del parco, composta da camosci, caprioli, cervi, stambecchi, marmotte, volpi, ermellini, tritone alpestre e aquile reali, per citarne solamente alcuni. La ragion d’essere del parco consiste nel coniugare la conservazione di una simile natura, tra le più preziose delle Alpi, con lo sviluppo sostenibile per le popolazioni di montagna: tra le attività svolte con questa mission figura anche la sen-
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infotainment tieristica, ossia la predisposizione di appositi percorsi che, grazie anche al sistema Didà di Demetra, permettono una scoperta avventurosa delle bellezze del parco, con un’interazione costruttiva tra il visitatore ed il contesto naturalistico.
Le aspettative del Parco Naturale Veglia Devero L’innovazione tecnologica adottata dal parco naturale Veglia Devero rientra nel progetto di pianificazione gestionale, riqualificazione e divulgazione ambientale nelle ZPS (Zone di Protezione Speciale) dell’alta Val d’Ossola, finanziato da Fondazione Cariplo e Regione Piemonte e inserita nel più ampio sistema europeo di aree tutelate Rete Natura 2000. Tra gli obiettivi del progetto figura anche la predisposizione di sentieri natura per disabili (ipovedenti) e la sensibilizzazione della popolazione locale, scolaresche, escursionisti, turisti e alpinisti sui temi della conservazione della biodiversità. Dotato di apposite strutture distribuite sul territorio per agevolarne la fruizione, tra cui centri visitatori e uffici di informazioni, il Parco Naturale Veglia Devero mira ad un servizio distintivo che, avvalendosi degli ultimi ritrovati tecnologici, renda unica l’esperienza dell’ospite, per ammirare e apprezzare di più la particolarità naturalistica di quest’area, il tutto senza appesantire o rallentare il percorso dell’ospite: è nella cornice di queste aspettative che nasce la soluzione Didà di Demetra, azienda brianzola che opera nel settore dei servizi per il verde e l’ambiente tramite interventi di progettazione, realizzazione, manutenzione, mappatura del territorio e consulenza per il verde pubblico e privato.
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Soluzione RFID: Sistema Didà Didà è una guida multimediale sensibile all’ambiente, che accompagna il visitatore del parco lungo i sentieri, informandolo sulle particolarità del contesto in cui è immerso, ad esempio il tipo di albero e di fiori nelle vicinanze, le caratteristiche morfologiche dell’area, la storia e le leggende legate all’ambiente, trasformando così l’esplorazione del parco in un’esperienza consapevole dell’unicità dell’ambiente ospitante. Il plus distintivo di Didà consiste anche nella tecnologia RFID che incorpora: ad ogni punto d’interesse spicca infatti un cippo in legno, nel pieno rispetto dei criteri CAI, contenente all’interno un tag RFID che, avvertendo la vicinanza ((nel nell ra ne ragg ggio gg io d io dii 10 m met etri et ri)) de ri dell raggio metri)
infotainment dispositivo mobile consegnato all’inizio dell’escursione al visitatore, fa avviare in modo automatico il commento sonoro e visivo relativo al punto di interesse e guida l’ospite nella visita del Parco. Ad oggi il sistema Didà è presente nel percorso di circa 2 km della Piana di Devero, usufruibile in tre lingue (italiano, inglese e tedesco). I contenuti multimediali sono stati elaborati da Demetra sulla base del materiale fornito dal Parco, come testi, foto e video; si tratta di punti di interesse che toccano diverse tematiche: flora, fauna e profumi del parco, essenze legnose, geomorfologia, centrale idroelettrica, insediamenti e tradizioni rurali. Un modo nuovo e divertente, quindi, per esplorare e apprezzare la meraviglia del Parco. Lungo il percorso Demetra ha realizzato anche dei particolari allestimenti sensoriali dedicati al tatto, all'udito e all'olfatto: una bacheca in legno sprigiona le essenze e gli odori di alcuni elementi tipici del Parco, come larice, abete, timo, fiori di campo/prato, miele, achillea, origano, genepì. Inoltre Demetra ha provveduto a installare un dendrofono realizzato con le specie arboree presenti nel Parco: larice, ontano, salice e abete rosso. Entrambe queste installazioni hanno un design accurato che ben si integra con il Paesaggio alpino, per avvolgere il visitatore in un’esperienza multi-sensoriale!
Perché RFID? La scelta tecnologica di Demetra è caduta sull’RFID per le capacità prestazionali, tra cui spicca la rilevazione automatica del tag inglobato del cippo, senza bisogno di un intervento manuale da parte del visitatore, e l’affidabilità operativa, senza alterare la bellezza e l’estetica del paesaggio alpino. Nell’ambito del progetto, l’avere a disposizione strumenti che riducono al minimo la necessità di “intervento”, anche da parte di persone disabili (ipovedenti, ipoudenti, visitatori con difficoltà di movimento, bambini e anziani) si è rivelato fondamentale per poter offrire una soluzione diretta a un’utenza allargata.
I tag RFID (modello i-B2) sono nascosti all’interno dei cippi, sollecitati dall’avvicinarsi dal lettore (modello i-Card CF) integrato del dispositivo mobile consegnato al visitatore, tramite la propagazione nell’aria di onde radio e il “colloquio” di riconoscimento che si avvia tra il tag e il lettore RFID.
Conclusioni: dalle aspettative iniziali agli obiettivi raggiunti e possibili evoluzioni future Con le videoguide di ultima generazione Didà il Parco riesce nell’obiettivo di valorizzare i percorsi, estendendone la fruizione anche alle persone non vedenti, ipovedenti e diversamente abili, che figura come uno degli scopi primari del progetto. Il sistema Didà permette poi al visitatore del Parco Naturale Veglia Devero di scoprire un nuovo concetto di turismo: un modo divertente ed educativo di vivere il tempo libero, valorizzando il territorio con strumenti di facile e intuitivo impiego, oltre ad incentivare comportamenti ambientalmente corretti e rispettosi del territorio. Didà è studiato poi in un’ottica flessibile: il suo guscio di protezione ergonomico può essere infatti tenuto in mano o appeso al collo tramite un cordoncino, minimizzando così il rischio di cadute e consentendone l’utilizzo in spazi aperti e in qualsiasi condizione ambientale; per i percorsi in mountain-bike Didà viene montato direttamente sul mezzo attraverso un apposito supporto; in particolare, nel percorso del Parco Veglia Devero Didà è dotato di un cordoncino per essere appeso al collo. Siti di riferimento del parco: www.cariplovegliadevero.it - www.parcovegliadevero.it
L’ecosistema RFID nel parco Nel backstage del sistema Didà opera “silenziosamente” la tecnologia RFID che permette, grazie ad un’apposita architettura, di rilevare l’avvicinamento del visitatore dotato di palmare ai dieci punti d’interesse e tre punti di direzione dislocati lungo il percorso di circa due km della Piana di Devero. In particolare, si tratta della tecnologia RFID di tipo attivo per meglio soddisfare le elevate distanze di lettura richieste dal Parco di circa dieci metri.
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novembre 2010
Logistica Management
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto da pagg. 41, 42
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
novembre 2010
Logistica Management
Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione
Estratto da pagg. 48, 49
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Rete WEB
web
Estratto da web; la proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte indicata in testa – Softwork, Area Comunicazione
Il sistema operativo che sta su una card
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Paola Visentin Da:
01netTRADE Agency [newsletter.01net@businessmedia24.com]
Inviato: venerdì 3 dicembre 2010 10.23 A:
Paola Visentin
Oggetto: Il sistema operativo che sta su una card Qualora non visualizzassi questa comunicazione correttamente, clicca qui per la versione online.
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Il sistema operativo su una card Grande come una carta di credito e arricchito dai contenuti di Legambiente, Keepod Green Edition è un device Usb messo a punto dalla milanese Bloonn, in vendita a 44,90 euro in 300 negozi Eco Store. Ma l'offerta per gli utenti business è dietro l'angolo.
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380 Head Hunter e Società di Selezione per Provincia e Settore: una directory esclusiva di Manager.it
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Nuovo brand nella famiglia Softwork
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Eventi
Rfid
Nuovo brand nella famiglia Softwork Con il brand RedWave, che firma apparati in diverse bande di frequenza, si amplia la gamma dei dispositivi Rfid di Softwork 02 Dicembre 2010
Si ramifica ulteriormente il parco prodotti di Softwork, il distributore a valore aggiunto di sistemi Rfid, con la new entry RedWave, la linea di dispositivi in banda sia HF che Uhf prodotti dallo stesso distributore: con la creazione del brand RedWave, Softwork completa così ancora più minuziosamente il suo mosaico di sistemi Rfid, dopo la recente acquisizione della distribuzione di Pda mobili di Nordic ID, annoverando così oltre 400 dispositivi nel proprio parco prodotti. RedWave, in particolare, nasce da precise richieste applicative provenienti dai Channel partner di Softwork, attivi in svariati scenari di mercato: apparati Rfid HF con capacità multi-Iso e device Uhf Epc, dalle dimensioni contenute (desk-top) agli slim-gate, in grado di coniugare avanzate prestazioni di identificazione in radio frequenza a costi contenuti e dal design curato. Basata su cuore tecnologico Feig Electronic, la linea RedWave consente di utilizzare i medesimi protocolli di comunicazione di tutti i dispositivi Feig, in banda sia HF che Uhf, preservando così gli investimenti nello sviluppo applicativo in caso di future estensioni del progetto o di migrazioni da una frequenza all'altra.
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Eventi DICEMBRE 2010
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06/12/2010
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RFID Italia
Estratto da web
Estratto da web; la proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte indicata in testa – Softwork, Area Comunicazione
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Identificazione automatica
Logistica delle farine
RFID nel magazzino Paola Curatolo
Molino Alimonti affida all’RFID la logistica del proprio magazzino per una maggior efficienza dei flussi e tempestività delle movimentazion.
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Vista esterna di Molino Alimonti.
LOGISTICA - novembre 2010
Il Gruppo Alimonti è protagonista in Italia nella produzione di farine di grano tenero e semole di grano duro, annovera 3 stabilimenti di lavorazione, dedicati alla macinazione di grano tenero, duro e semiduro con una capacità molitoria di oltre 2500 q di materia prima lavorata ogni giorno, impianti all’avanguardia e macchinari di alta tecnologia. Giunta alla terza generazione, l’azienda si caratterizza per un’ampia diversificazione di prodotti, da quelli professionali per fornai, pizzaioli e pasticceri, a quelli per la casa. La Molino Alimonti, con i suoi 100 di-
pendenti nello stabilimento di Ortona in Abruzzo, che si sviluppa su una superficie totale di 90.000 m2 di cui 22.500 occupati dagli impianti e 30.000 dedicati ai sili di stoccaggio grani, esterni agli impianti, è a capo del Gruppo Alimonti. Come ben sintetizza anche il pay-off dell’azienda “Farina, Amore e Innovazione”, Molino Alimonti fa della qualità delle materie prime, dell’innovazione e delle avanzate tecniche produttive il faro delle propria attività, confermato anche dalle certificazioni di qualità ottenute: Sistema Qualità - ISO 9001 : 2000, BRC - British Retail Consortium ed IFS - International
Particolare del pallet contenente i prodotti di Molino Alimonti, in cui è visibile il tag RFID di colore blu.
modo da non essere danneggiato nella movimentazione. Il tag viene collocato sul pallet nel momento in cui si carica la baia dei pallet vuoti che saranno prelevati automaticamente dall’impianto di pallettizzazione, mentre alla fine di ogni linea di confezionamento e nelle aree di picking sono operativi controller RFID per la rilevazione automatica di detti tag e, quindi, pallet ad essi associati. Il sistema gestionale memorizza la packing list collegata al numero del pallet e alla matricola del transponder installato sul pallet stesso.
Food Standard. È in questa cornice che si inserisce un’ulteriore corrente innovativa, realizzata da Polymatic su tecnologia RFID di Softwork, rivolta a rafforzare ulteriormente il sistema di controllo delle materie prime e dei prodotti finiti di Molino Alimonti. L’applicazione RFID Il progetto RFID nasce dall’esigenza primaria di Molino Alimonti di identificare e tracciare i prodotti, oltre ad automatizzare i processi di spedizione delle merci. Già sviluppata a monte del processo produttivo, nell’identificazione e tracciabilità delle diverse varietà e quantità di grano in ingresso, poi tracciate e monitorate durante tutto il percorso svolto nelle diverse fasi di pulitura, vagliatura e macinazione attraverso il sofisticato software di gestione del processo produttivo perfettamente integrato col software gestionale, con l’applicazione RFID si perfeziona e si snellisce la tracciabilità del ciclo a valle, ossia fino a che i prodotti finiti non raggiungono il cliente finale. Nello stabilimento di Ortona, dopo la fase produttiva, si avvia l’impianto di
confezionamento che termina con 4 linee di palletizzazione automatica per organizzare i sacchi confezionati in pallet omogenei. Successivamente i pallet vengono prelevati tramite carrello elevatore (muletto) per la collocazione definitiva in magazzino. Ogni linea di palletizzazione è governata da un PLC e un Pc Host che sovraintendono al funzionamento di tutti gli apparati ad essa collegati: la stampante e il lettore Rfid che provvedono all’identificazione logistica del pallet con l’applicazione di un’etichetta contenente i dati identificativi del prodotto (qualità, formato, peso e lotto di produzione) e con l’abbinamento della merce alla matricola del tag collocato a bordo del pallet.Le aree di attività equipaggiate con sistemi di identificazione automatica RFID in Molino Alimonti sono: • linee di produzione/palletizzazione; • ricomposizione pallet/picking; • spedizione merci (muletti o baie di carico). Linee di produzione/palletizzazione Ciascun pallet è dotato di transponder RFID attivo “recuperabile”, posizionato in
Picking Per effettuare l’operazione di picking per allestimento di pallet con prodotti diversi (50% dei casi), si usa un palmare industriale mobile, integrato con tecnologia RFID: l’operatore, munito del palmare integrato con tecnologia RFID di Softwork, ricava la picking list da preparare direttamente dal sistema informativo aziendale, attribuisce il nuovo tag al pallet di destinazione in preparazione, individua il pallet di prelievo e poi legge i codici a barre dalle confezioni caricate o trasferite sul pallet in preparazione confermando (o meno) le quantità proposte. Il sistema gestionale provvede ad aggiornare le packing list dei pallets modificati e quindi le giacenze di magazzino. Spedizione merci (muletti o baie di carico) La fase della spedizione prevede che il magazziniere, a fronte della lista di carico elettronica, attivi la funzione di “carico ordine” imputando il numero del gate dove caricare. I controller RFID posti in modo adeguato nel gate rilevano il transito del pallet dotato di tag e trasmettono l’informazione al sistema informativo che provvede a caricare sul DDT la packing list collegata. Il sistema controlla che il contenuto del pallet sia conforme a quanto previsto
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Identificazione automatica
dall’ordine in corso di evasione, segnalando con allarme visivo e sonoro un messaggio sul monitor di controllo in caso di errore (merce non prevista). Ad attività conclusa il magazziniere attiva la funzione di fine carico del gate e il sistema in automatico emette il documento di trasporto. Il magazziniere recupera i tag RFID a mano a mano che carica i pallet sul mezzo di trasporto e li deposita in un cestino monitorato dal sistema, lasciandoli disponibili per il prossimo uso. Perché l’RFID? Molino Alimonti ha scelto di dotarsi di tale sistema, affidando a Polymatic la realizzazione del progetto RFID per la gestione della logistica del proprio magazzino, per i seguenti motivi: • la necessità di avere una corretta gestione del magazzino; • l’esigenza di adottare le nuove normative di legge espresse per la tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti; • la molteplicità di prodotti gestiti in azienda e la loro identificazione; • la gestione di un sistema di monitoraggio e controllo dei prodotti in magazzino semplice, che non impatta ulteriormente sull’operatività delle maestranze addette; lo spirito di innovazione che è parte integrante del dna dell’azienda abruzzese.
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Dietro le quinte della filiera L’architettura RFID UHF (868 MHz) in Molino Alimonti è di tipo attivo, composta da
Primo piano del tag RFID attivo con il relativo supporto per essere agganciato al pallet.
Il controller RFID attivo utilizzato in Molino Alimonti (e distribuito da Softwork).
Work-Tag i-B2 e controller i-PORT. Si tratta dell’ultima generazione della famiglia Work-Tag attiva Broadcast, per l’identificazione automatica a grandi distanze (fino a 100 m), ideale soprattutto per la tracciabilità di oggetti e persone, inventari in tempo reale e localizzazione di beni e persone in specifiche aree. Proprio la tecnologia attiva di tipo “Broadcast” apporta nel progetto in Molino Alimonti un ulteriore quid innovativo: il tag RFID, infatti, opera come un “radiotrasmettitore”, in cui il trasferimento del codice UID può avvenire a intervalli regolari, variabili da 0,5 m/sec a 20 sec (l’impostazione è definita all’origine). A differenza della precedente tecnologia, il tag i-B2 non deve essere sollecitato per attivare la comunicazione, agevolandone così l’utilizzo nel caso in cui ci siano particolari “barriere” (ad esempio lastre o griglie di metallo e acqua) che si sovrappongono alla trasmissione. In particolare, le informazioni sono memorizzate nel server e collegate alla matricola del tag, che invia continuamente ad intervalli programmabili (ping rate), senza alcuna richiesta proveniente dal controller, la propria matricola alla quale il gestionale ha associato la packing list del pallet ad essa collegata, ottenendone così la presenza e l’ubicazione. L’attività di trasmissione dei tag può arrivare fino a 5 anni. Altra importante caratteristica del sistema RFID Broadcast è il sofisticato algoritmo di anti-collisione che permette la comunicazione simultanea di centinaia di tag all’interno della zona di lettura. Racchiuso in un box di alluminio, il controller i-Port è collegato all’host tramite interfaccia RS422 e comunica con l’antenna W900R a polarizzazione lineare, dalla facile e rapida installazione.
Conclusioni Dopo la fase di test e start-up risalente al 2007, il progetto in Molino Alimonti è oggi in fase di implementazione, nel rispetto delle tempistiche aziendale per il rinnovo degli impianti di confezionamento già esistenti, che ha preceduto il decollo definitivo dell’RFID. Per quanto riguarda le aspettative, l’azienda abruzzese punta a risolvere grazie all’apporto tecnologico le problematiche anzidette, enzima della ricerca di questa soluzione. Per il futuro, dopo aver concretizzato bene questa esperienza, è in programma l’ulteriore estensione dell’RFID anche negli altri stabilimenti con soluzioni più sofisticate per l’individuazione e localizzazione di prodotti in magazzino con le relative giacenze (just in time) e far sì che tutto questo possa diventare la base a cui collegare un sistema CRM efficiente. Tra i benefit attesi dalla soluzione RFID: localizzazione immediata dei pallet, anche in aree estese, diminuzione dell’intervento umano e relativi errori, riduzione dei costi, ottimizzazione nell’uso delle risorse. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Novembre 2010
RFID Italia
web
Estratto da web; la proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte indicata in testa – Softwork, Area Comunicazione
Estratto da web; la proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte indicata in testa – Softwork, Area Comunicazione
dicembre 2010
Social WEB
Ottica Avanzi: estratto da web
Estratto da web; la proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte indicata in testa – Softwork, Area Comunicazione
RFID, supply chain e tracciabilità
Identificazione in radiofrequenza, novità e prospettive Dove stà andando l’identificazione in radiofrequenza per applicazioni industriali? Quali le principali innovazioni che potrebbero ampliarne l’azione? Dal colloquio con uno dei principali player italiano del settore la risposta a queste e altre domande. ■
Emilio Griesser
L’
identificazione in radiofrequenza ha vissuto negli ultimi anni dei momenti abbastanza contrastanti. All’inizio, quando la tecnologia è stata “scoperta” anche in Italia, se ne parlava poco e con un approccio per certi versi non adeguato a spingere con efficacia la tecnologia, probabilmente perché ai vendor mancava una solida base di esperienza. Poi se ne è parlato addirittura troppo, crendo anche aspettative esagerate, spesso lontane da una reale logica applicativa. E adesso pare che l’argomento RFID stia lentamente declinando, non certo come tecnologia abilitante ma come richiamo di interesse da parte dei media. E dato che questo accade sempre quando una tecnologia diventa veramente fruibile per applicazioni che possono garantire ritorni tangibili, si potrebbe affermare che finalmente ci siamo. Ne abbiamo parlato con Paola Visentin, Marketing & Communication Manager di Softwork. Come affrontare oggi il mercato dell’identificazione in radiofrequenza La vostra azienda è sempre stata in prima linea nella ricerca e proposta di soluzioni adeguate al mercato, senza dimenticare il vostro impegno nel diffondere una cultura dell’RFID. Per cui, oggi come ci si deve porre sul mercato e con quali obiettivi? Essendo Softwork un distributore di tecnologie RFID, la nostra attenzione è focalizzata esclusivamente sull’architettura hardware di queste soluzioni, quindi reader, antenne, mobile device, periferiche, transponder.
A questo si somma un costante “ascolto” degli input e delle richieste del mercato, in particolare dei nostri Integrator Partner; questa attenzione ci ha condotti in questo periodo del 2010 soprattutto verso due linee di prodotti: una in banda HF, contraddistinta dal nome Classic e Classic-Pro, dedicata a biglietteria elettronica, ticketing, sistemi di pagamento, controllo accessi e sicurezza; l’altra, operativa in banda sia HF che UHF, riunisce con il nuovo brand RedWave dispositivi da noi prodotti su base tecnologica del costruttore tedesco Feig Electronic GmbH. A monte di queste scelte vi
«Abbiamo affrontato il 2010 con un ragionevole ottimismo, consapevoli del delicato momento delll’economia globale sta vivendo, ma fiduciosi delle nostre scelte e strategie ormai ben collaudate»: Paola Visentin, Marketing & Communication Manager di Softwork.
automazioneintegrata
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è l’obiettivo di rendere sempre più puntuale e completo il nostro carnet RFID, con proposte speculari nelle due frequenze, spaziando dai moduli OEM ai Long Range Reader. Il puro hardware è poi rivestito da una mirata serie di servizi valoriali, che accompagnano l’Integrator Partner lungo l’intera filiera d’implementazione: formazione con training suddivisi per contenuti e tipologie di RFID; disponibilità presso la nostra sede dell’RFID Testing Center per valutare la migliore architettura di un progetto in corso; supporto on site, ossia presso l’azienda utilizzatrice dell’RFID, durante lo studio di fattibilità prima e il progetto pilota dopo; assistenza tecnica online e telefonica, e, una volta avviata concretamente l’applicazione, servizi di comunicazione per darne visibilità nel mercato di riferimento. Insomma, il Partner è “avvolto”da molteplici servizi: tecnici, commerciali e di marketing. Perché e dove utilizzare l’RFID Considerando l’attuale stato dell’arte dell’RFID, a suo avviso quali sono le principali motivazioni che potrebbero spingere un utente a impiegare questa tecnologia? La scelta di adottare questa soluzione tecnologica si sintetizza in poche ma decisive parole: automazione di produzione avanzata, gestione hand-free dei processi produttivi e logistici, plus di valore nell’industria in termini di velocità e precisione delle operazioni, affidabilità delle informazioni trasmesse. In tema di sicurezza, poi, l’RFID compie continue evoluzioni nella sua struttura tecnologica, quindi anche nelle sue prestazioni, tanto
da garantire elevate soglie di sicurezza. Per esempio, il reader CPR40.30, che proponiamo per applicazioni di e-Commerce, e-Banking, Loyalty, PoS, eVisa e micropagamenti, è stato aggiornato già nel 2009 nel firmware con una nuova “security function”, che prevede algoritmi aggiuntivi di autenticazione, blindando di fatto ogni attività e transazione effettuata tramite questo dispositivo. Si tenga comunque presente che, essendo i progetti RFID industriali operativi all’interno del perimetro dello stabilimento, non risentono dei tradizionali problemi di sicurezza del wireless. L’orientamento del mercato industriale A suo avviso su quali tipologie di dispositivi si concentra oggi la richiesta del mercato e quali sono le prestazioni ritenute prioritarie dall’utente? Nell’ambito industriale, le scelte dell’RFID riguardano fondamentalmente le due bande di frequenza: l’HF è ideale nel controllo di produzione, dove è richiesta la rilevazione del singolo tag, mentre l’UHF ben soddisfa le aspettative della logistica come maggiore e più veloce distanza di lettura. Altra feature spesso richiesta è la capacità del dispositivo di operare in modalità stand-alone, senza cioè collegarsi a un PC di gestione, snellendo e rendendo così più flessibile non solo l’hardware del progetto ma talvolta anche la procedura operativa degli addetti ai lavori. Infine, frequente nel settore industriale è la richiesta di apparati RFID dotati di I/O digitali e relé, per collegarsi a sensori, fotocellule e altri attuatori. Innovazioni per una più ampia applicabilità dell’RFID Parlando di innovazioni nell’RFID, cosa ritiene oggi più importante per il miglioramento e allargamento delle applicazioni? Tra le più recenti innovazioni RFID spiccano i tag, progettati e realizzati proprio in funzione delle peculiarità dell’ambiente industriale. È questo il caso della gamma UHF Special Tag e Hard Tag onMetal, prodotti da Confidex e da
Il Controller RFID MRU80, per tag EPC Class 1 Gen 2 – ISO 18000-6C, prevede interfacce USB e RS232, opzione digital I/O, relé, Wi-Fi e Ethernet, multiplexer integrato, 2 uscite d’antenna, firmware aggiornabile conforme alla normativa europea sulle radio emissioni EN 302 208.
noi distribuiti in Italia; le caratteristiche di spicco sono il rivestimento, ideale per applicazioni industriali fino a IP68, le modalità di fissaggio dei tag, per esempio magnetico o adesivo con la disponibilità di appositi kit di montaggio, e la resistenza a contesti metallici, operando indisturbati a contatto con i metalli, e ad ambienti ostili, con temperature oltre 200°C e presenza di solventi chimici. Nello specifico, poi, i tag sono mirati per forma, dimensione, materiale di rivestimento e performance a particolari applicazioni, tra cui il vetro, con il modello Casey, la produzione di pneumatici con il modello Cruiser, il legno, modello Pino, e il metallo, modello Ironside. Il modello SteelBIT, per esempio, è ideale per l’asset management, pre-codificato secondo gli schemi FSTC, con matrice 2D stampata con codice ID del tag, con possibilità di lay-out personalizzato con logo aziendale. Il mercato ha reagito positivamente alla nuova proposta di Confidex, tanto da trovare a breve una concreta implementazione nella logistica, sicurezza e asset management. Un altro trend tecnologico potrebbe essere rappresentato dal tag non più in silicio, bensì thin print automazioneintegrata
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novembre 2010
circuit, punto d’incontro tra stampa ed elettronica tramite inchiostri conduttivi: se i limiti prestazionali di questa frontiera tecnologica, per esempio la capacità di memoria ridotta rispetto al tradizionale chip in silicio, sono compatibili con le esigenze del progetto RFID, il thin print circuit presenta indiscussi vantaggi, tra cui il costo ridotto, la flessibilità produttiva e applicativa. Le difficoltà dei mercati e la percezione della tecnologia RFID In conclusione, una sua valutazione sullo stato del mercato industriale in generale. Possiamo dire che la crisi sia alle spalle? Sono vari gli indicatori che ci spingono a un ragionevole ottimismo: tra questi l’aumento dei clienti fidelizzati, e l’investimento nell’innovazione tecnologica delle aziende grazie a un mercato maturo per concretizzare quanto proposto. Infine, notiamo un interesse sempre più reale, basato su conoscenze e approfondimenti dei nostri interlocutori, desiderosi di sviscerare concretamente le potenzialità dell’RFID nei loro specifici casi aziendali. n © RIPRODUZIONE RISERVATA