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Inceneritore - Domande frequenti (FAQ)
Inceneritori - Aspetti generali .................................................................................................... 5 Ma il termine termovalorizzatore è corretto ? ..................................................................... 5 Gli inceneritori eliminano il problema dei rifiuti? ................................................................. 5 L’inceneritore distrugge i rifiuti? ......................................................................................... 5 E' vero che le ceneri si possono impiegare nei calcestruzzi? ............................................ 6 L'inceneritore può convivere con la raccolta differenziata? ............................................... 6 E' meglio costruire piccoli inceneritori? .............................................................................. 6 L’inceneritore e il Green Washing ...................................................................................... 7 Negli Stati Uniti si costruiscono inceneritori ? .................................................................... 7 Quanti inceneritori sono attivi in Europa? .......................................................................... 7 Ci sono esempi di gestione dei rifiuti senza inceneritori ? ................................................. 7 L’inceneritore funziona senza carta e plastica ? ................................................................ 8 Gli inceneritori producono energia ? .................................................................................. 8 Perché gli inceneritori hanno un rendimento molto basso? ............................................... 8 1
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In Italia ci sono mai stati inceneritori posti sotto sequestro ? ............................................. 8 Com’è sviluppata l’impiantistica in Italia ? .......................................................................... 8 Gli inceneritori e l’ambiente ....................................................................................................... 9 E' vero che gli inceneritori moderni non inquinano? .......................................................... 9 Cosa succede in un inceneritore? ...................................................................................... 9 Ci sono studi che indicano i danni sanitari causati dagli inceneritori ? ............................ 10 E’ vero che gli inceneritori “puliscono l’aria?” ................................................................... 10 Gli inceneritori causano l’incremento di gas serra ? ........................................................ 10 A Vienna l'inceneritore è in centro città. Quindi non fa male?.......................................... 10 Inceneritori - Aspetti economici ............................................................................................... 11 L'inceneritore porta benefici all'economia locale? ............................................................ 11 Quali sono le ricadute economiche negative causate dall’inceneritore? ......................... 11 Quali sono le ricadute occupazionali? ............................................................................. 12 Rispetto al tipo di materiali qual’è la differenza di consumo di energia tra riciclato e materiale vergine? ........................................................................................................... 12 Dal punto di vista energetico è più economica la raccolta stradale o domiciliare ? ......... 12 Cosa sono gli acquisti verdi? ........................................................................................... 12 Il riciclo conviene anche alle aziende ? ............................................................................ 12 Cos’è un certificato verde? .............................................................................................. 13 Incenerire è conveniente ? ............................................................................................... 13 Che danni economici provocano gli inceneritori ? ........................................................... 13 Esempi virtuosi ........................................................................................................................ 13 C’è qualche esempio di riduzione rifiuti nel campo dell’igiene ? ...................................... 13 C’è qualche esempio di riduzione rifiuti negli arredi ? ...................................................... 13 E’ obbligatorio bruciare i rifiuti ospedalieri ? .................................................................... 13 E’ obbligatorio bruciare i Cd e i Dvd non più utilizzabili ? ................................................ 14 Ci sono esempi virtuosi di applicazione della raccolta differenziata porta a porta? ......... 14 Raccolta differenziata e riduzione ........................................................................................... 14 Ma l’Europa che indicazioni dá sulla gestione dei rifiuti ? ................................................ 14 Come vengono smaltiti i rifiuti in Italia ? ........................................................................... 14 I nostri rifiuti urbani di che cosa sono composti ? ............................................................ 14 Qual’è la produzione di rifiuti urbani in Italia ? ................................................................. 14 Quali sono le percentuali di raccolta differenziata in Italia ? ............................................ 14 Quanto rifiuto residuo si produce rispetto al tipo di gestione dei materiali di scarto ? ..... 15 Che cos’è la tariffa puntuale ? ......................................................................................... 15 Ma anche se si differenzia molto, resterà sempre qualcosa da smaltire: cosa ne facciamo? ......................................................................................................................... 15 Come influiscono i sistemi di raccolta rispetto alla percentuale di RD ? .......................... 15 Fare il porta a porta costa di più? .................................................................................... 16 Perché conviene riciclare piuttosto che usare materie prime ? ....................................... 16 Come si fanno a ridurre i rifiuti prodotti ? ......................................................................... 16
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Quali sono i record di riciclo a livello internazionale ? ..................................................... 16 Come si può incrementare la pratica del riciclo fuori casa ? ............................................ 16 Il riciclo fuori casa funziona ? ........................................................................................... 17 Ma il riciclo è solo una fissa italiana ? .............................................................................. 17 Cosa cambia con il metodo porta a porta ? ..................................................................... 17 La raccolta differenziata ha raggiunto la massima percentuale possibile già ora? .......... 17 E' vero che la raccolta differenziata la mettono insieme a tutti i rifiuti? ............................ 18 Ma la raccolta differenziata costa di più? ......................................................................... 18 Come si impiegano i materiali riciclati? ............................................................................ 19 Quali sono i vantaggi del porta a porta ? ......................................................................... 20 Con la raccolta differenziata serve ancora l'inceneritore? ............................................... 20 Si può ottenere compost da selezione meccanica dell'indifferenziato? ........................... 21 Quali sono le sigle dei rifiuti ? .......................................................................................... 21 Cosa si produce con il materiale riciclato ? ...................................................................... 22 Quanti e quali sono i consorzi per il riciclaggio dei materiali in Italia ? ............................ 22 Qual’è la percentuale di rifiuti organici presenti nei nostri Rsu ? ..................................... 22 Perché fare il compostaggio ? ......................................................................................... 22 C’è qualche esempio di riduzione dei rifiuti nel campo degli sfalci verdi ? ...................... 22 Quali sono i materiali in gioco con i rifiuti ? ...................................................................... 23 E’ vero che a Napoli non si fa la raccolta differenziata ? ................................................. 23 Come mai rimane ancora una quota di rifiuto indifferenziato nonostante il porta a porta ? ......................................................................................................................................... 23 I pannolini costituiscono un problema ? ........................................................................... 23 Ma le percentuali di raccolta differenziata sono un valore significativo? ......................... 23 Come posso ridurre la mia produzione di rifiuti? .............................................................. 24 Quali sono le azioni che un’amministrazione locale può mettere in campo per ridurre la produzione di rifiuti? ......................................................................................................... 24 Rifiuti – Tecnologie alternative ................................................................................................ 25 Il Trattamento Meccanico Biologico è utilizzato altrove ? ................................................ 25 Il Trattamento Meccanico Biologico inquina ? ................................................................. 25 Che impatti ambientali hanno incenerimento e riciclaggio ? ............................................ 25 Il caso Parma – Aspetti economici .......................................................................................... 26 Quanto costa l’inceneritore di Parma? ............................................................................. 26 Esiste un piano di dismissione per il cantiere dell'inceneritore? ...................................... 26 Finanziamento Bei (Bank European of Investment) ........................................................ 26 E' vero che il teleriscaldamento costerà di più delle bollette attuali? ............................... 26 Il caso Parma – Il progetto del PAIP ....................................................................................... 26 Che cos'è il Paip? ............................................................................................................ 26 L'inceneritore di Parma è sovradimensionato? ................................................................ 27 Quali sono i passaggi salienti del progetto inceneritore? ................................................. 27 Se il piano provinciale prevede un impianto di incenerimento è obbligatorio costruirlo? . 27
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Cos'è la Conferenza dei Servizi? ..................................................................................... 28 Cos'è il CTS? ................................................................................................................... 28 E’ vero che l’inceneritore brucerà fango? ........................................................................ 28 L’inceneritore di Parma è in avanzato stato di costruzione. Come si fa con i soldi investiti e le penali previste in caso di stop ? ................................................................................ 28 E’ vero che il progetto dell’inceneritore manca di permesso a costruire ? ....................... 29 Cos'è l'Osservatorio sui Rifiuti? ....................................................................................... 29 E' vero che l'Osservatorio sui rifiuti giudica l'inceneritore sovradimensionato? ............... 29 E' vero che la Provincia di Parma intende bruciare nell'inceneritore le vecchie discariche? ......................................................................................................................................... 30 Il caso Parma – Aspetti sanitari ............................................................................................... 30 Qual’è la quantità di aria sporca espulsa dal camino ? .................................................... 30 Per quante ore all’anno sarà in funzione l’inceneritore ? ................................................. 30 Quanti inceneritori ci sono nella Provincia di Parma? ...................................................... 30 Il caso Parma – Aspetti legali .................................................................................................. 31 Abuso edilizio ................................................................................................................... 31 Piano Economico Finanziario .......................................................................................... 31 Modifiche al progetto ........................................................................................................ 31 Iren-Hera .......................................................................................................................... 31 L Morselli .......................................................................................................................... 31 Filtri Made in China? ........................................................................................................ 31 La gara d'appalto mancata............................................................................................... 32 La gara d'appalto snobbata (43,8 milioni di Euro)............................................................ 32 Esposto alla Commissione Europea ................................................................................ 32 Teleriscaldamento illegittimo ............................................................................................ 32 La provenienza dei rifiuti .................................................................................................. 32 Diffida ad Ato ................................................................................................................... 33 Condanna di Andrea Viero ............................................................................................... 33 Denuncia sull'appalto del sistema elettrico ...................................................................... 33 Il caso Parma – Le ricadute sull’immagine .............................................................................. 33 Dove è posizionato il costruendo inceneritore di Parma? ................................................ 33 Che tipo di impatto avrà il nuovo impianto? ..................................................................... 33 Quale sarà l’immagine di Parma dopo la costruzione dell’inceneritore? ......................... 34 Il caso Parma – Gli industriali e la politica ............................................................................... 34 Quali sono i partiti politici a favore dell’inceneritore? ....................................................... 34 Quali sono i partiti politici contro l’inceneritore? ............................................................... 34 Ma il Pd è contro o a favore dell’inceneritore ? ................................................................ 34 Quali sono le posizioni degli industriali di Parma? ........................................................... 34 Il caso Parma – Le proposte alternative .................................................................................. 35 E’ mai stato proposto un piano alternativo per la gestione dei rifiuti di Parma senza l’utilizzo dell’inceneritore ? ............................................................................................... 35
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Il piano alternativo come prevede di gestire il rifiuto residuo ? ........................................ 35 Il caso Parma – Iren ................................................................................................................ 35 Iren è trasparente sull’inceneritore? ................................................................................. 35 Il Rifiutologo distribuito da Iren è corretto ? ..................................................................... 36 Il caso Parma – I dati sui rifiuti e raccolta differenziata ........................................................... 36 Quanti rifiuti ha prodotto la provincia di Parma nel 2010 ? .............................................. 36 La raccolta differenziata è estesa a tutto il territorio provinciale ? ................................... 36 Vengono riciclate le cassette degli ortofrutta? ................................................................. 36 Come viene fatta la raccolta dell’organico a Parma ? ...................................................... 37 La produzione di rifiuti a Parma aumenta o diminuisce ? ................................................ 37 La Rd nella provincia di Parma funziona ? ...................................................................... 37 Che cos'è il PPGR? ......................................................................................................... 37
Inceneritori - Aspetti generali Ma il termine termovalorizzatore è corretto ? No, questo termine non esiste nella legislazione di settore italiana ed europea ed è stato coniato dai sostenitori dell’incenerimento per ingentilire la parola che più li infastidiva, che era, appunto, inceneritore. I nuovi impianti, quelli che recuperano parte del calore e dell’energia emessa nel processo di combustione, vengono identificati con il termine “inceneritori con recupero energetico”.
Gli inceneritori eliminano il problema dei rifiuti? No, sul totale del peso dei rifiuti bruciati rimane comunque un 30% di scorie e ceneri che devono essere smaltite in qualche modo. Nel caso dell’inceneritore di Parma sono certificati dai progettisti 38.900 tonnellate di scorie e ceneri da combustione. La destinazione certa di questi scarti non è ancora stata stabilita. Nel 30% di scorie ci sono le ceneri volanti (quelle intercettate dai filtri) che sono altamente tossiche e vanno stoccate in discariche particolari. A Brescia ad esempio le mandano nelle miniere di salgemma in Germania.
L’inceneritore distrugge i rifiuti? No, semplicemente li trasforma. Da una tonnellata di rifiuti esce una tonnellata di fumi, 300 kg di ceneri “solide”, 30 kg di ceneri “volanti”, 650 kg di acqua di scarico, 25 kg di gesso. Quanto esce è maggiore di quello che entra.
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E' vero che le ceneri si possono impiegare nei calcestruzzi? Sì e No. Ci sono alcune esperienze in atto per l'utilizzo delle ceneri nel clinker, la componente base del cemento. Il problema sta nel fatto che le ceneri di fondo caldaia hanno contenuti importanti di metalli pesanti, diossine, furani, che praticamente vengono trasferite nei mattoni, che andranno poi nelle nostre case. A causa del naturale deterioramento dei mattoni e della loro manipolazione, si finisce per riportare nelle abitazioni quello che si era pensato di espellere con l'inceneritore.
L'inceneritore può convivere con la raccolta differenziata? No, perché è alternativo a qualsiasi forma di recupero, riutilizzazione e riciclaggio. Gli inceneritori utilizzano la stessa materia prima (carta, plastica, tessuti, ecc…) che si può riciclare. In Germania, dove negli anni scorsi sono nati molti inceneritori, dopo l'avvio di un programma di recupero di imballaggi ed il consolidarsi della raccolta differenziata e riciclaggio, molti impianti sono stati disattivati ed altri bruciano al di sotto delle loro capacità. In altri paesi, infine, come la Finlandia e la Svizzera, si ricorre addirittura all'importazione di rifiuti per sostenere il sovradimensionamento degli impianti.
E' meglio costruire piccoli inceneritori? No, è falso. Esiste una soglia di convenienza economica, metà del costo di costruzione degli inceneritori moderni è dovuto alla realizzazione della sezione di depurazione fumi. Per questo, costruire impianti piccoli è una strategia completamente sbagliata, in quanto comporta due sole possibili conseguenze alternative. O si verifica una moltiplicazione ingiustificata dei costi, con la duplicazione di sezioni impiantistiche, oppure per ottenere un risparmio questo deve essere ottenuto a scapito della depurazione dei fumi, non costruendo sistemi allo stato dell’arte, determinando quindi un aumento dell'inquinamento generato a parità di rifiuti smaltiti. Ad esempio, l'impianto di Amburgo ha una potenzialità annua di 600mila tonnellate. Per dare un’idea della taglia degli impianti di riferimento in Italia, i benchmark sono l’inceneritore di Brescia (definito «migliore impianto del mondo» dal Waste-to-Energy Research and Technology Council), che ha una capacità di trattamento di 750mila t/a, e l’inceneritore di Milano Silla 2, che è sull’ordine delle 450mila t/a trattate annualmente. La riduzione del numero di impianti consente inoltre di contenere un noto fenomeno, che soprattutto in Germania ha determinato un sensibile aumento dei costi specifici di trattamento dei rifiuti. La costruzione di impianti nel corso degli anni ’90 quando era ancora ritenuto ottimistico pensare che la Rd superasse il 50% o addirittura il 40% (il 50% adesso è divenuto una normalità in alcune regioni) ha fatto sì che in Germania al grande successo della Rd sia corrisposto una drastica diminuzione dei rifiuti a
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incenerimento; chi non aveva bacini limitrofi che inviassero i propri rifiuti all’impianto di incenerimento ha visto persino raddoppiare i costi specifici di gestione dei rifiuti.
L’inceneritore e il Green Washing Quando si presenta un nuovo progetto si cerca sempre di renderlo apprezzabile all’opinione pubblica. Nel 1975, all’inaugurazione dell’inceneritore del Cornocchio (impianto rimasto attivo fino al 2001), lo si dipingeva come “soluzione tecnica che tutela maggiormente contro ogni pericolo di inquinamento dell’aria e dell’acqua”. Oggi tutti concordano sul fatto che quell’inceneritore inquinava tantissimo. Oggi il nuovo inceneritore è presentato come una chicca tecnologica senza difetto alcuno.
Negli Stati Uniti si costruiscono inceneritori ? Dal 1995 negli Usa non si costruiscono più inceneritori. Sono state bocciate 300 proposte per nuovi impianti.
Quanti inceneritori sono attivi in Europa? In Europa sono attivi 354 impianti di incenerimento, in 18 nazioni. In alcune situazioni, impianti di questo genere sono da tempo inseriti in contesti urbani, ad esempio a Vienna, Parigi, Londra, Copenaghen. Paesi quali Svezia (circa il 45% del rifiuto viene incenerito), Svizzera (~100%), Danimarca (~50%) e Germania (~35%) ne fanno largo uso; in Olanda (in particolare ad Avr e Amsterdam) sorgono alcuni fra i più grandi inceneritori d'Europa, che permettono di smaltire fino a un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti all'anno (~33% del totale). In Olanda la politica – oltre a porsi l'obiettivo di ridurre il conferimento in discarica di rifiuti recuperabili – è quella di bruciare sempre meno rifiuti a favore di prevenzione, riciclo e riuso (ad esempio mediante incentivi, come cauzioni e riconsegna presso i centri commerciali sul riutilizzo delle bottiglie di vetro e di plastica). Di contro altri paesi europei ne fanno un uso molto limitato o nullo: Austria (~10%), Spagna e Inghilterra (~4-7%), Finlandia, Irlanda e Grecia (0%) sono esempi in tal senso.
Ci sono esempi di gestione dei rifiuti senza inceneritori ? Quello più recente e vicino a noi è Reggio Emilia che dal 2012 spegnerà l’inceneritore senza sostituirlo con uno nuovo ma utilizzando il trattamento meccanico biologico. Un altro territorio senza inceneritori è Lucca, dove a seguito del sequestro dell’impianto di incenerimento di Pietrasanta (che aveva avvelenato due torrenti che sfociano dopo pochi chilometri direttamente sulla spiaggia della Versilia) ha deciso di costruire un
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piano dei rifiuti senza utilizzare inceneritori. Significa che è possibile, basta la volontà per farlo.
L’inceneritore funziona senza carta e plastica ? Se togliessimo tutta la carta, tutta la plastica e tutto il legno dai rifiuti indifferenziati che vanno all’inceneritore sparirebbe il 90% del potere calorifico, rendendo impossibile la combustione senza apporto di altri carburanti accessori come il gas metano. E’ per questo motivo che Iren prevede una bassissima percentuale di intercettazione della plastica (17%) nonostante il piano provinciale preveda il 59,7 %.
Gli inceneritori producono energia ? L’apporto energetico degli inceneritori rispetto al fabbisogno nazionale è irrisorio. Si calcola che solo il 2% dell’energia prodotta in Itaila derivi dall’incenerimento dei rifiuti, con un resa molto bassa e grande dispersione di calore.
Perché gli inceneritori hanno un rendimento molto basso? Il “carburante” rifiuti è molto disomogeneo e variabile e non consente una combustione corretta e lineare, essendo il potere calorifico dei rifiuti molto differenziato in base agli apporti giornalieri. Spesso capita che sia necessario integrare il combustibile rifiuto con apporto di gas metano, anche per mantenere una temperatura elevata in camera di combustione, al fine di ridurre la produzione di inquinanti (in particolare le diossine).
In Italia ci sono mai stati inceneritori posti sotto sequestro ? Sì, la lista degli impianti sequestrati per gravi episodi di inquinamento ambientale è lunga. Vediamo alcuni esempi. Pietrasanta (impianto Veolia) luglio 2010; Arezzo (impianto Chimet) marzo 2010; Taranto (impianto Amniu) gennaio 2010; Colleferro (impianto Ama) marzo 2009, 13 arresti, 25 avvisi di garanzia; Brindisi (impianto Veolia) 2009, dati emissioni manomessi di software; Bari (impianto Marcegaglia) 2008.
Com’è sviluppata l’impiantistica in Italia ? In Italia sono operative 400 discariche di cui 117 al Nord, 52 al Centro, 231 al Sud. Gli inceneritori sono 52 di cui 31 al Nord (8 in Emilia Romagna), 13 al Centro, 6 al Sud. 114 sono gli impianti di compostaggio.
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Gli inceneritori e l’ambiente E' vero che gli inceneritori moderni non inquinano? No, è falso. I limiti di legge sono obsoleti. L’inceneritore di Amburgo emette 0,001 nanogrammi di diossina per metro cubo di fumi. Si tratta di un quantitativo inferiore di ben due ordini di grandezza rispetto alle emissioni degli inceneritori italiani, allineate al limite di legge di 0,1 nanogrammi per ogni Normal Metro Cubo di fumi. Ma anche l’inceneritore di Amburgo non si può dire che “non inquini”. La sostanza più tossica del mondo fa parte del gruppo delle diossine e per questo si applicano limiti di legge su quantità inverosimilmente basse. Basta veramente poca diossina, infatti, per provocare danni irreparabili. La tendenza dovrebbe essere quindi di uno stato dell’arte impiantistico che consenta di raggiungere valori di 0,001 nanogrammi, ma al momento non c’è alcun segnale di una revisione della normativa in questo senso. Quindi bruciare rifiuti a norma di legge in Italia significa emettere cento volte più diossina che ad Amburgo, a parità di quantitativi trattati. Più si diminuisce la diossina, più aumentano le polveri sottili. Non esistono veri sistemi per abbattere le diossine emesse da un impianto di combustione. La riduzione dei quantitativi specifici di diossine viene ottenuta solo operando sulla temperatura di combustione e sulla geometria della camera di combustione ed eventuale camera di post-combustione. Ad esempio, gli inceneritori moderni superano sempre i 1050°C di temperatura nella camera di combustione; l’impianto di Amburgo arriva addirittura a 1380°C! Ma bruciare a temperatura più alta, se da un lato significa ridurre la formazione di diossine, dall’altro significa anche ridurre la dimensione delle particelle presenti nei fumi. All’aumentare della temperatura, particelle incombuste, metalli pesanti e altre sostanze inquinanti hanno quindi una dimensione di pochi micron che rende più difficile intercettarle con i vari sistemi di filtraggio (a umido, elettrostatici, ecc.). Quanto più è ridotta la dimensione del particolato, quanto più sono dannosi i suoi effetti. Tant’è che dopo il PM10 si è passati a rilevare il PM2,5 e adesso si comincia addirittura a parlare di PM1. Il problema è però che la diminuzione delle dimensioni delle particelle sottili le rende più pericolose, oltre che più difficili da misurare. In sostanza, questo significa che un impianto come quello di Amburgo può fornire maggiori garanzie per quanto riguarda diossine e furani, ma presenta un pericolo ancora più insidioso sul fronte delle polveri sottili, pericolosissime e responsabili di migliaia di morti nella città italiane ogni anno.
Cosa succede in un inceneritore? Durante la combustione dei rifiuti si rompono i legami chimici delle sostanze in entrata, ricombinandosi. Questo processo anche quando si svolge in condizioni ottimali, genera reazioni casuali in cui si producono migliaia di nuovi composti chimici chiamati PIC 9
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(Prodotti di Combustione Incompleta) di cui solo duecento sono stati individuati. Le altre sostanze sono sconosciute anche nei loro effetti sulla salute. Nella fase di raffreddamento, in uscita dal forno, si formano tra gli altri PIC, diossine (PCDD), furani (PCDF) e esaclorobenzene, tra le sostanze più tossiche e persistenti che siano state studiate.
Ci sono studi che indicano i danni sanitari causati dagli inceneritori ? Certo, ormai la bibliografia è vasta. Citiamo lo studio francese del febbraio 2010 nella regione del sud est (21 inceneritori operativi) con 304 neonati con difetti dell’apparato genitale (problemi renali e uropatia ostruttiva) http://oem.bmj.com/content/67/7/493.abstract Oppure quello inglese con gli inceneritori di Coventry e Kirklees, dove l’incremento della mortalità è di 9 volte maggiore per le popolazioni esposte. Vedi http://www.ukhr.org/ioncineration/kirklees.pdf
E’ vero che gli inceneritori “puliscono l’aria?” Certamente no! Secondo una analisi dell’Istituto Negri l’aria ambiente in pianura Padana ha una concentrazione di diossina di 0,18 picogrammi per metro cubo. All’uscita da un inceneritore (come migliore prestazione) la concentrazione è di 8 picogrammi per metro cubo. All’uscita da un biofltro (nel trattamento meccanico biologico) la concentrazione è di 0,01 picogrammi. I dati sugli inceneritori attivi in Europa sono allarmanti. Inceneritori in Gran Bretagna 400 picogrammi per metro cubo, nell’inceneritore di Vienna 40 picogrammi per metro cubo.
Gli inceneritori causano l’incremento di gas serra ? Certamente. Il confronto tra incenerimento e riciclaggio e compostaggio porta a questa conclusione. L’incenerimento produce 46 volte gas serra in più per ogni tonnellata di rifiuti gestita.
A Vienna l'inceneritore è in centro città. Quindi non fa male? Certo che fa male, ma l'Austria è un esempio di come si può fare a meno degli inceneritori, non il contrario. L’impianto di Vienna - Spittelau venne costruito nel 1969: in pratica un’altra “era geologica” nella gestione dei rifiuti, la stessa epoca in cui veniva costruito alle porte di Firenze l’inceneritore di San Donnino, inaugurato nel 1973 e poi chiuso nel 1986 a causa delle eccessive emissioni di diossina, tali da contaminare i terreni circostanti. Ha una potenzialità di 250mila t/a e fu costruito in città allo scopo di fornire energia termica al vicino ospedale. Sebbene fosse stato costruito con una tecnologia ormai obsoleta, non è stato più demolito, perché grazie alle sue caratteristiche decorazioni stile Secessione Viennese è ormai diventato un landmark
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turistico della città. Nel 1985 è stato ristrutturato ed adeguato alla normativa ambientale con l’aggiunta di una sezione di depurazione fumi. A Vienna è presente un altro inceneritore, quello di Flötzersteig, da 180mila t/a. E’ per molti aspetti simile a quello di Spittelau: fu costruito tra il 1959 e il 1963, è situato in città, a 4,5 km dal centro, per fornire calore ad alcuni ospedali. I due impianti viennesi e il piccolo impianto di Wels (60mila t/a) sono gli unici inceneritori attivi in Austria. Questo significa che, dopo la costruzione dei due impianti viennesi e nonostante l’incremento registrato nella produzione dei rifiuti, è da 50 anni che in Austria non si costruisce un inceneritore. Ha fatto eccezione nel 1995 solo l’impianto di Wels, che è comunque solo una delle sezioni di processo che costituiscono un impianto integrato da 160mila t/a per la selezione e il riciclaggio di rifiuti domestici, industriali e di costruzione. Quindi citare l’Austria come esempio significa in sostanza indicare un paese che negli ultimi 50 anni, facendo a meno degli inceneritori, ha sviluppato uno dei sistemi più avanzati al mondo per la riduzione alla fonte e il recupero dei rifiuti, basato ad esempio su sistemi di avanguardia per la tariffazione puntuale dei rifiuti, applicati da molto tempo in tutto il territorio austriaco. In pratica, i veri esperti di rifiuti portano come esempio l’Austria non per un paio di obsoleti inceneritori, risalenti alla stessa epoca del famigerato impianto di San Donnino a Firenze, bensì per l’organizzazione dei sistemi integrati di gestione dei rifiuti, a partire dai metodi di raccolta domiciliare, tra i più efficaci al mondo nell’applicare il principio “chi più produce rifiuti, più paga”.
Inceneritori - Aspetti economici L'inceneritore porta benefici all'economia locale? L'inceneritore ha un indotto molto limitato: genera pochissima occupazione (poche decine di addetti), per incenerire un milione di tonnellate di rifiuti occorrono 80 persone invece che 1.200 necessarie per il riciclaggio a parità di volumi trattati, scoraggia la localizzazione di attività economiche in una zona soggetta a forte inquinamento ambientale, porta alla svalutazione degli immobili ad uso abitativo e, infine, una direttiva comunitaria dequalifica i prodotti agricoli provenienti da zone limitrofe ad impianti di incenerimento.
Quali sono le ricadute economiche negative causate dall’inceneritore? Parma è riuscita a contenere gli effetti della crisi grazie alle sue produzioni d’eccellenza dell’agro alimentare. Gli inceneritori sono classificati come impianti insalubri di classe prima (art.216 RD 1265/34 DM 5.9/1194), la peggiore. Sono inoltre non idonee a 11
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ospitare inceneritori le zone agricole caratterizzate per qualità e tipicità dei prodotti. Non sarà semplice coniugare questi aspetti con prodotti sani che noi proponiamo al mondo intero.
Quali sono le ricadute occupazionali? Per ogni persona impiegata in un inceneritore se ne generano 15 nella raccolta differenziata (fonte Conai). Con la raccolta differenziata si generano 2 posti di lavoro ogni 1.000 abitanti.
Rispetto al tipo di materiali qual’è la differenza di consumo di energia tra riciclato e materiale vergine? Le differenze sono notevoli ed importanti. Eccone alcuni esempi. Alluminio, produrlo ex novo impegna 28 volte l’energia necessaria al riciclo dello stesso quantitativo. Plastica PET: 4 volte, Plastica HDPE 8 volte, Giornali 2 volte, Carta 2 volte, Acciaio 8 volte, Vetro 1,3 volte.
Dal punto di vista energetico è più economica la raccolta stradale o domiciliare ? Senz’altro quella domiciliare. Vediamo i dettagli. Come energia necessaria alla raccolta quella stradale impiega 1,575 milioni di MJ (mega joule), mentre la domiciliare 2.281 milioni. Ma l’energia recuperata è con quella stradale di 549,502 milioni e con quella domiciliare di 64,514 milioni di MJ. Il saldo è a favore della raccolta domiciliare per 4,3 milioni di MJ. (Fonte Tea Mantova)
Cosa sono gli acquisti verdi? Il Green Pubblic Procuremens (GPP) è una modalità di acquisto delle pubbliche amministrazioni che da priorità ai prodotti eco compatibili rispetto alla produzione tradizionale. Viene così incrementato il giro d’affari dell’industria del riciclo. Il mercato di questi prodotti di consumo genera posti si lavoro e incentiva il cittadino a praticare un corretto riciclo dei materiali.
Il riciclo conviene anche alle aziende ? La Xerox (macchine ufficio) ha avviato un programma di recupero delle vecchia macchine in oltre 16 Paesi. Raccolte in enormi magazzini in Olanda, vengono smontate ed oltre il 95% dei materiali viene riutilizzato con un risparmio, ad esempio per l’anno 2000, di 76 milioni i dollari.
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Cos’è un certificato verde? E’ una forma di incentivazione per l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. In Italia i certificati sono emessi dal Gestore del Servizio Energetico (GSE). Sono stati introdotti in Italia dal decreto Bersani e premiano la produzione di energia elettrica per 8 anni dall’entrata in funzione dell’impianto o per 15 se l’impianto è stato costruito dopo il 2007. L’Italia è però l’unico Paese in Europa in cui è incentivata anche la produzione di energia con carbone o rifiuti. Per questo motivo è stata avviata la procedura di in infrazione contro il nostro paese. Questo provvedimento ha fatto sì che gli inceneritori cannibalizzassero il mercato accaparrandosi la maggior parte degli incentivi.
Incenerire è conveniente ? Privato di sussidi pubblici l’incenerimento non si sostiene da solo ed è il metodo più costoso di smaltimento dei rifiuti (Studio Light My Fire Capitalia)
Che danni economici provocano gli inceneritori ? I danni economici causati dagli inceneritori sono calcolati da 4 a 21 euro per tonnellata smaltita, quelli da discarica da 10 a 13 euro per tonnellata gestita. (Ecole des Mines Paris 2008)
Esempi virtuosi C’è qualche esempio di riduzione rifiuti nel campo dell’igiene ? Sì, a Cambridge, Gran Bretagna, è stato portato a termine uno studio per sostituire la carta monouso con i rotoloni in stoffa nei bagni dei propri uffici (2605 persone). Il risparmio calcolato è di 12.488 sterline all’anno con un risparmio di rifiuti di 7,5 tonnellate all’anno. (www.wastewatch.org.uk ).
C’è qualche esempio di riduzione rifiuti negli arredi ? Sì, a Bristol è in corso un progetto di rete di riutilizzo degli arredi che produce ogni anno un risparmio del 60% sullo smaltimento in discarica e un recupero di 85.000 tonnellate di materiali.
E’ obbligatorio bruciare i rifiuti ospedalieri ? No, esiste già le tecnologia per trattare questo tipo di rifiuti senza ricorrere all’inceneritore. Econos, www.econos.it , consente di triturare e sterilizzare i rifiuti infettivi direttamente all’interno degli ospedali, trasformando questi rifiuti in rifiuto urbano.
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E’ obbligatorio bruciare i Cd e i Dvd non più utilizzabili ? No, esiste già un impianto prodotto dalla Ipmi di Nizza che stratta 1 milione di cd/dvd al mese (1 turno da 8 ore), separando la parte superiore (metallo + vernici) da quella inferiore (policarbonato) permettendone il recupero.
Ci sono esempi virtuosi di applicazione della raccolta differenziata porta a porta? Sì, nel comune di Ponte delle Alpi nel 2007 la raccolta differenziata era bloccata al 24% e 3.000 tonnellate di rifiuti andavano a discarica per una spesa complessiva di 475 mila euro. Nel 2009, applicando la raccolta differenziata porta a porta, la percentuale è passata all’85%, con 341 tonnellate di rifiuti a discarica e una spesa di 56 mila euro.
Raccolta differenziata e riduzione Ma l’Europa che indicazioni dá sulla gestione dei rifiuti ? La direttiva europea 98/2008 indica una gerarchia nella gestione dei materiali postutilizzo. Viene prima la prevenzione, poi la preparazione per il riutilizzo, poi il riciclaggio, al quarto posto il recupero di altro tipo, tra cui il recupero energetico, a caldo o a freddo ed infine lo smaltimento.
Come vengono smaltiti i rifiuti in Italia ? Il 68% dei rifiuti vanno in discarica, il 18% a riciclo, il 12% agli inceneritori, il 5% diventa compost.
I nostri rifiuti urbani di che cosa sono composti ? L’organico rappresenta il 28/30% dei rifiuti, carta e cartone 23%, plastica 11/15%, vetro 7%, legno 5%, metalli 2%, tessili 5%, altri materiali 18%.
Qual’è la produzione di rifiuti urbani in Italia ? In Italia si attesta su 32 milioni di tonnellate/annue (550 kg per persona), in Emilia Romagna 2,9 milioni (673 kg/abitante), a Parma 267 mila tonnellate (605 kg / abitante).
Quali sono le percentuali di raccolta differenziata in Italia ? La situazione è molto variegata e dipende dal tipo di gestione dei rifiuti che viene applicata nel singolo territorio. Dove è stata implementata la raccolta differenziata porta a porta i risultati sono evidenti: Novara (63,10%), Treviso 3 (78,73%). A Parma siamo fermi al 52,48%, a Brescia dopo dieci anni di inceneritore la Rd è bloccata al 39,10%. Sul nostro territorio ci sono però esempi clamorosi di corretta applicazione della 14
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Raccolta differenziata spinta, che hanno dato risultati eccezionali. Noceto (86%), Soragna (80,56%), Fidenza (65,99%), Roccabianca (80,20%), Sala Baganza (78,20%).
Quanto rifiuto residuo si produce rispetto al tipo di gestione dei materiali di scarto ? Il Consorzio Priula ha stimato nel 2002 la produzione di rifiuti pro capite rispetto al sistema di gestione adottato. Raccolta stradale dei rifiuti: 327 kg/abitante anno, raccolta domiciliare: 153 kg/abitante. Raccolta domiciliare e tariffa puntuale: 64 kg/ abitante.
Che cos’è la tariffa puntuale ? La tariffa puntuale è quel tipo di tariffa che fa pagare il cittadino in base a quello che effettivamente produce di rifiuto da smaltire. Si intende così premiare i comportamenti virtuosi di quei cittadini che trattano correttamente i materiali riciclando tutto quello è possibile riciclare. Si è notato che attraverso l’applicazione di questo tipo di tariffa la produzione di rifiuti residuo indifferenziato cala drasticamente in quanto il cittadino è portato a comportarsi in modo corretto, dato che i suoi gesti toccano direttamente il suo portafoglio.
Ma anche se si differenzia molto, resterà sempre qualcosa da smaltire: cosa ne facciamo? Purtroppo oggi vengono ancora prodotti beni non completamente riciclabili. Applicando una corretta raccolta differenziata porta a porta si possono raggiungere percentuali altissime, attorno all’80% e oltre. Quello che rimane può essere trattato da un impianto a freddo che si chiama Trattamento Meccanico Biologico, che asciuga e rende inerte il materiale residuo. Il poco che rimane è comunque una quantità inferiore al rifiuto prodotto da un inceneritore (30% dei rifiuti bruciati). Con una legislazione adeguata si potrà presto raggiungere il 100% di raccolta differenziata azzerando il problema e raggiungendo il riciclo totale. Nel frattempo possiamo stoccare questo piccolo quantitativo in discarica senza che crei alcun tipo di percolato o emissione inquinante.
Come influiscono i sistemi di raccolta rispetto alla percentuale di RD ? La raccolta differenziata dipende proprio dal tipo di gestione dei rifiuti che si è importata. L’esperienza italiana, ma anche quella europea, ha tracciato una sorta di asticella che sale con l’incremento della specializzazione. Con una raccolta stradale e cassonetti per il secco solo stradali si arriva al 10% di Rd. Con l’implementazione dell’umido, sempre con cassonetti stradali, si può raggiungere il 20% di Rd. Con un sistema porta a porta di alcune frazioni come la carta è possibile arrivare al 40%. Ma solo adottando il porta a
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porta sia del secco che dell’umido si può raggiungere il 70% che diventa 80% quando si aggiunge anche la tariffa puntuale.
Fare il porta a porta costa di più? No. Il sistema porta a porta ha un costo evidentemente maggiore nella fase di raccolta del rifiuti impiegando maggiore personale, ma si risparmia sia sui mezzi, che sono più semplici e di più facile manutenzione, che nella fase dello smaltimento, visto che il porta a porta ha come risultati il calo drastico del rifiuto da smaltire (quindi meno spese per i comuni) e l’aumento dei contributi Conai ai comuni stessi (aumento delle frazioni riciclate).
Perché conviene riciclare piuttosto che usare materie prime ? La produzione di un nuovo oggetto, realizzato partendo dalle materie prime, richiede più energia di quella necessaria per il suo riciclo e di quella ottenibile con il suo incenerimento. Produrre ad esempio una tonnellata di carta richiede partendo dalla Natura 164 kg equivalenti di petrolio. Attraverso il riciclo la stessa quantità di carta la si ottiene con 52 kg equivalenti di petrolio. Bruciare la stessa quantità di carta produce 101 kg equivalente di petrolio (con rendimento elettrico del 25%).
Come si fanno a ridurre i rifiuti prodotti ? Ci sono tante iniziative che sommate tra loro portano a forti riduzioni della produzione pro capite di rifiuto. Il progetto europeo -100kg pro capite prevede queste azioni. Compostaggio domestico (-30 kg/anno), azioni contro lo spreco di cibo (-8 kg), pannolini lavabili (-2 kg), riduzione invio volantini (-5 kg), dematerializzazione cartacea a scuole e in ufficio (-10 kg), vuoto a rendere (-12 kg), acqua rubinetto e fontane del sindaco (-2 kg), sacchetti e borse riutilizzabili (-1 kg), misure anti imballaggio inutile (-10 kg), riutilizzo abiti (-4 kg), riutilizzo giocattoli e forniture (-10 kg), misure contro acquisti eccessivi (-3 kg).
Quali sono i record di riciclo a livello internazionale ? Pordenone, 51.000 abitanti, 2010 (76%), Capannori (Lucca), 45.000 abitanti, 2010 (81%), Ponte sulle Alpi (Belluno); 8.500 abitanti, 2010 (88%), Suzzara (Mantova) 20.134 abitanti, 2010 (83%), San Francisco (California), 808.000 abitanti, (71%), Fiandre (Belgio) 6,1 milioni di abitanti, 71%.
Come si può incrementare la pratica del riciclo fuori casa ? Si devono incrementare i luoghi in cui sono attivi piani e punti di raccolta differenziata, in modo da rendere facile e comodo differenziare i materiali. Quindi attivare punto di Rd anche nelle scuole, negli impianti sportivi, nei cinema, nei centri commerciali, nella 16
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parrocchie, nei parchi, nei musei, nei ristoranti, nei teatri, nei negozi, negli uffici pubblici, nei Comuni, nelle edicole...
Il riciclo fuori casa funziona ? Ci sono già alcune importanti esperienze pilota che danno il senso delle potenzialità ancora inespresse da questo particolare settore. Alle scuole di Treviso attraverso la collaborazione con il Centro Riciclo Vedelago, la percentuale di Rd ha raggiunto il 99% con costi uguali a zero. Ai Mondiali Antirazzisti di Casalecchio, 30 mila persone, la Rd ha raggiunto il 73%. Alla manifestazione Woodstock 5 Stelle di Cesena si è riciclato il 91% dei rifiuti. A Gardaland si ricicla già dai primi mesi di attivazione l’80% dei rifiuti.
Ma il riciclo è solo una fissa italiana ? No, anche Barack Obama cita sul suo sito questa importante pratica: “Recycle as much as possible, which includes buying products with recycled content. I think we, as a nation, should set federal standards with achievable target dates requiring all states to recycle plastic, aluminium, paper, etc., incrementally working toward a goal of zero waste” http://my.barackobama.com/page/group/ReduceReuseRecycle
Cosa cambia con il metodo porta a porta ? Intanto vengono eliminati i cassonetti stradali, con un miglioramento dell’impatto sul decoro urbano della gestione dei rifiuti, liberando aree pubbliche per altre funzioni, con strade più pulite. I rifiuti vengono poi classificati e separati alla fonte nelle case dei cittadini con appositi contenitori. In particolare si separa il “secco” dall’ “umido” consentendo di non sporcare la frazione secca indifferenziata. I rifiuti vengono raccolti in giorni prestabiliti, direttamente presso il domicilio previo esposizione del relativo cassonetto. La fase finale è la tariffazione puntuale che consente di parametrare la tariffa sulla base della effettiva produzione di rifiuti indifferenziato, l’unica frazione che comporta un costo per il comune.
La raccolta differenziata ha raggiunto la massima percentuale possibile già ora? No, la Rd in Italia è in costante crescita e continua ad aumentare anche nell’attuale periodo di crisi. Ad esempio, i dati Conai mostrano che nel 2008 si è recuperato l'1,3% in più di rifiuti di imballaggio rispetto all'anno precedente. E nel 2007 sono state raccolte oltre 2,6 milioni di tonnellate di rifiuti cellulosici, con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente. Questo tipo di RD si sta sviluppando anche nel Sud Italia, da cui ormai proviene il 17% dei rifiuti cellulosici recuperati a livello nazionale. Non ha quindi alcuna
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ragione di essere l’obiezione che il sistema di RD abbia raggiunto in Italia il proprio limite. Tale limite, ammesso che esista (i materiali di recupero vengono tranquillamente esportati) è in realtà ancora molto lontano. In Toscana succede addirittura che, sul fronte della raccolta, si raccolga anche troppo. Nel 2009, con la Rd multimateriale ogni giorno si sono raccolti più rifiuti riciclabili di quanti ne possano essere trattati quotidianamente nell’impianto della ditta Revet, pure di nuova costruzione. La Revet non ha infatti adeguato l’impianto nonostante il trend di crescita fosse evidente da anni. Ma un adeguamento della potenzialità dell’impianto risolverà il problema. Ma, aldilà di eventuali difficoltà sul fronte del trattamento in impianto, ciò che conta è che non esistono problemi per la collocazione della maggior parte del materiale recuperato. Di sicuro non ci sono problemi per collocare i rifiuti cellulosici in Toscana: il 50% delle cartiere italiane si trova in Lucchesia. E per gli altri materiali, gli accordi vigenti coi consorzi di filiera garantiscono il collocamento in un quadro di prezzi garantiti. Anche per quanto riguarda la frazione organica non ci sono motivi di ostacolo per incrementare le quantità recuperate con la Rd, dato che non ci sono problemi per trattare tutto il materiale raccolto. Diversi impianti di compostaggio sono tuttora sottoutilizzati e ben lungi dal raggiungere la saturazione della capacità nominale. E, nel caso, nuovi impianti di compostaggio possono essere realizzati, in tempi molto più brevi e a costi che normalmente sono inferiori di DUE ordini di grandezza rispetto a un impianto di incenerimento.
E' vero che la raccolta differenziata la mettono insieme a tutti i rifiuti? Potrebbe capitare che i mezzi utilizzati per la raccolta dell'indifferenziato siano usati anche, in altre giornate, per la raccolta differenziata. In generale però la Rd viene correttamente svolta, infatti i risultati sono in costante crescita a livello italiano. Esistono però ancora dei buchi neri pericolosi. E' il caso ad esempio delle frazioni plastiche. Con la scusa che non tutte sono riciclabili (o meglio non tutte sono inserite nel ciclo del Conai) dalla differenziata della plastica vengono tolti materiali che vanno all'incenerimento. Succederà a Parma dove Iren ha progettato nero su bianco che l'intercettazione della plastica scenderà al 17%, nonostante il PPGR indichi una percentuale del 59,7%.
Ma la raccolta differenziata costa di più? No, la Rd porta a porta dei rifiuti organici riduce i costi complessivi di gestione. Per chi è capace di creare sistemi efficienti di gestione dei rifiuti, i costi sono gli stessi. E’ dimostrato che quando supera la soglia del 40-50%, con una elevata intercettazione della frazione organica, la Rd può costare meno rispetto alla gestione degli
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indifferenziati. Una Rd ben progettata consente di ottenere enormi risparmi nei costi di gestione dei rifiuti, anche perché diminuiscono anche i quantitativi complessivi di rifiuti da gestire. Come spiega il Consorzio Priula (TV) nel proprio sito: Il sistema Priula ha permesso il raggiungimento di un'elevata percentuale di raccolta differenziata (media del 78% nel 2007), una riduzione della produzione procapite di rifiuti (da 440 kg/abitante/anno nel 2000 a 364 kg/abitante/anno nel 2007) ed, in particolare, di quelli non riciclabili (il secco non riciclabile è passato da 321 kg/abitante/anno nel 2000 a 81,5 kg/abitante/anno nel 2007). E’ ormai da una decina di anni che per gli esperti l’economicità della Rd, a certe condizioni, è un fatto scontato, dimostrato da numerosi studi e ricerche, quali ad esempio quelli prodotti dal gruppo di lavoro della Scuola Agraria del Parco di Monza, uno dei migliori riferimenti a livello mondiale per il compostaggio e le buone pratiche nella gestione dei rifiuti. La pluriennale esperienza di dozzine e dozzine comuni lombardi e veneti ha dimostrato che separare alla fonte mediante la RD una quota di rifiuti organici pari all’80-90% della frazione consente di riformare il servizio ordinario di raccolta dei rifiuti, con una riduzione dei costi complessivi. Ciò è dovuto principalmente a due fattori: per effetto della separazione della sostanza organica i rifiuti indifferenziati sono meno putrescibili e quindi si può ridurre la loro frequenza di prelievo, ad esempio svuotando i bidoni solo una volta alla settimana; dato che i rifiuti organici hanno una densità maggiore rispetto ai rifiuti indifferenziati, per la Rd di questa frazione si possono impiegare mezzi a vasca non compattanti, molto meno costosi dei mezzi compattatori, anche in termini di costo di esercizio. E’ infine utile ricordare che quando i sistemi avanzati di Rd vengano uniti a sistemi di tariffazione puntuale, che incentivano il contenimento individuale della generazione di scarti, ciò determina una rilevante diminuzione della produzione procapite dei rifiuti, che nei bacini veneti è addirittura pari alla metà della media nazionale. Aldilà dei tassi di RD, una forte riduzione dei quantitativi assoluti da trattare determina inevitabilmente una forte riduzione anche dei costi complessivi di gestione dei rifiuti.
Come si impiegano i materiali riciclati? In Italia si ricicla quasi il 60% degli imballaggi. La maggior parte dei materiali recuperati con la Rd viene riciclata come materiale e siamo ancora lontani dalla saturazione della capacità di collocazione delle materie seconde nell’industria italiana. Secondo i dati Conai, in Italia viene raccolto in modo differenziato e riciclato il 57% degli imballaggi immessi al consumo. La percentuale di riciclo a livello di singolo materiale varia dal massimo di materiali cellulosici e acciaio (vicini al 70% di tasso di riciclo) al minimo della plastica, che ha un tasso di riciclo del 28%. Questi dati, uniti a quelli dei quantitativi di materie seconde da rifiuto importate dall’estero, fanno facilmente capire come in Italia
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esistano ancora ampi margini di collocazione delle materie seconde recuperate con la Rd. Basti pensare che, nonostante un tasso di riciclo dei materiali cellulosici del 80%, nel 2008 è aumentato del 7% la quantità di carta e cartone recuperata con la Rd e sono state importate dall’estero circa mezzo milione di tonnellate di macero. Non ci sono problemi neanche per quanto riguarda il vetro, che ha un tasso di riciclo del 60%. E si deve tenere presente che, qualora si venisse raggiunta la saturazione della capacità di riciclo in impianto, nuovi spazi di mercato possono essere creati grazie alla separazione per colore. In pratica significa fare la Rd del vetro con contenitori diversificati in base al colore: una cosa che in Germania si fa da decenni. Inoltre, un grande impulso alla collocazione dei materiali di recupero deriverebbe dalla applicazione della legge che fissa una quota minima di prodotti contenente materiale riciclati negli acquisti della Pubblica Amministrazione (Decreto Interministeriale n. 135 dell'11 Aprile 2008 ). Questa legge è invece finora stata abbastanza disattesa, nonostante il dichiarato impegno del Ministero dell'Ambiente nei confronti del Green Public Procurement.
Quali sono i vantaggi del porta a porta ? Il più evidente è l’aumento della raccolta differenziata e il calo dello smaltimento di rifiuti. Poi vi è una maggiore qualità delle frazioni raccolte con conseguente incremento del tasso di riciclo. Si blocca il costante aumento dei costi di raccolta e smaltimento. Il decoro urbano guadagna dall’eliminazione dei cassonetti stradali, incrementando nel contempo la disponibilità di parcheggi, migliorando la pulizia delle strade. Vengono responsabilizzati i cittadini anche attraverso la tariffa puntuale e le eventuali sanzioni, favorendo al contempo un maggiore contatto con gli operatori. Infine la raccolta porta a porta è più comoda della differenziata stradale.
Con la raccolta differenziata serve ancora l'inceneritore? Se si fa molta Rd, spesso poi non serve più incenerire. Si deve prestare attenzione a un concetto importante. Se si progettano efficaci sistemi di Rd e di tariffazione puntuale si raggiungono facilmente tassi superiori all’obiettivo di legge del 65%. Ma, soprattutto, l’effetto combinato della differenziazione dei materiali recuperabili e di riduzione alla fonte della produzione di rifiuti (dovuto all’introduzione della tariffa) fa sì che in moltissimi bacini di gestione i quantitativi di rifiuti indifferenziati si riducono enormemente. Fino al punto di non rendere conveniente la costruzione di un inceneritore. Questo è ad esempio il caso della Provincia di Treviso, area estremamente produttiva e industrializzata, ma che fa a meno di ricorrere
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all’incenerimento grazie all’esempio virtuoso di buona gestione dei suoi tre bacini di raccolta, uno dei quali (il Consorzio Priula) riesce a riciclare ben l’80% dei propri rifiuti. Quando succede che sono le province a decidere con i propri piani la dotazione impiantistica del territorio, è facile che il risultato sia la presenza di una rete impiantistica non ottimizzata, con presenza di impianti sovradimensionati, che - al fine di saturare la capacità di trattamento, per evitare il conseguente aumento dei costi specifici di smaltimento - sono poi costretti a trattare rifiuti prodotti fuori dal bacino.
Si può ottenere compost da selezione meccanica dell'indifferenziato? No, solo la Rd consente la necessaria purezza merceologica. Già all’inizio degli anni ’90, l’ingegnere responsabile della gestione dei rifiuti a Vienna (in cui venne creato uno dei primi sistemi integrati di gestione della frazione organica) spiegava che poteva bastare l’errato conferimento nella Rd dei rifiuti organici di un fazzolettino per la pulizia degli occhiali per contaminare di sostanze chimiche indesiderate e rovinare un’intera partita di compost. L’evoluzione tecnica di questi ultimi anni non ha consentito neanche di creare efficaci macchine lacerasacchi: e per questo è vivamente raccomandabile l’uso dei sacchetti in plastica biodegradabile o di carta nelle Rd dell’organico. Non deve stupire che anche la separazione meccanica della frazione organica sia ben lungi dall’essere efficace. A causa della scarsa qualità del conferimento differenziato, dovuta a scarsa comunicazione sulla Rd o a sistemi di Rd mal progettati, persino alcuni impianti di compostaggio di frazione organica da Rd fanno molta fatica ad ottenere compost utilizzabile in agricoltura piuttosto che per copertura quotidiana delle discariche. Bisogna quindi rassegnarsi: se dalla frazione organica dei rifiuti si vuole ottenere un compost di qualità e realmente impiegabile in agricoltura, la Rd è un passo obbligato. L’esperienza della Lombardia, in cui la maggior parte della popolazione è servita dalla Rd della sostanza organica e in cui la percentuale di scarti rinvenuti nei rifiuti organici è prossima allo zero (si veda a pagina 13 del Rapporto sulla gestione dei rifiuti della Regione Lombardia), dimostra che si può ottenere materiale idoneo al compostaggio di qualità direttamente dalla Rd, senza bisogno di ricorrere a inefficaci scorciatoie impiantistiche.
Quali sono le sigle dei rifiuti ? Rifiuti Urbani (RU), Rifiuti Assimilati agli Urbani (RAU), Rifiuti Urbani Pericolosi (RUP), Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), Rifiuti Urbani Ingombranti (RUI), Rifiuti Speciali non Pericolosi (RSnP), Rifiuti Speciali Inerti (RS), Frazione
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Organica Fermentiscibile (FOF), Frazione Secca (FS), Frazione Umida (FU), Combustibile da Rifiuti (CdR), Rifiuti Speciali Pericolosi (RSP)
Cosa si produce con il materiale riciclato ? Con 37 lattine di alluminio si può produrre una nuova caffettiera, con 800 lattine una nuova bicicletta.
Quanti e quali sono i consorzi per il riciclaggio dei materiali in Italia ? I consorzi obbligatori sono il Conai (http://www.conai.org/ ), il Comieco (carta; http://www.comieco.org/ ), il Corepla (plastica; http://www.corepla.it/ ), il Cna (acciaio; http://www.consorzio-acciaio.org/ ), il Rilegno (legno; http://www.rilegno.it/ ), il Coreve (vetro; http://www.coreve.it/ ), il Cial (alluminio; http://www.cial.it/ ), Cobat (batterie; http://www.cobat.it/ ), il Conoe (oli e grassi vegetali e animali; http://www.consorzioconoe.it/ ), il Coou (oli minerali; http://www.coou.it/ ). I consorzi volontari sono Raee (elettrodomestici; http://www.cdcraee.it ), Conip (cassette in plastica; http://www.conip.it/) ed altri.
Qual’è la percentuale di rifiuti organici presenti nei nostri Rsu ? Il rifiuto organico rappresenta il 35% dei rifiuti urbani. Se conferiti in discarica sono responsabili della produzione di percolato e di metano, gas clima alterante 21 volte più potente della CO2. Il 30% di tutte le emissioni antropiche di metano vengono dalle discariche. Il rifiuto organico, se portato all’incenerimento, essendo costituito da acqua al 70% fa calare il potere calorifico del rifiuto.
Perché fare il compostaggio ? E’ il trattamento meno costoso rispetto alla discarica e all’incenerimento, recuperando l’organico si produce il compost, ricco di sostanze organiche, che contribuisce al miglioramento del suolo, alla riduzione dell’erosione, meno consumi idrici e meno uso di fertilizzanti chimici. Il compost è inoltre un deposito di carbonio.
C’è qualche esempio di riduzione dei rifiuti nel campo degli sfalci verdi ? Certamente. In Gran Bretagna, dal 2002, i parchi reali di Londra centrale hanno introdotto il compostaggio del verde sul posto per ridurre l’apporto di concimi nei 4 parchi reali. Dopo una approfondita fase di studio il progetto ha preso avvio nel 2005 comportando il recupero del 100% degli sfalci e delle potature (http://www.royalparks.org.uk/ ).
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Quali sono i materiali in gioco con i rifiuti ? Qualunque sia il metodo di trattamento dei rifiuti i materiali presenti sono vetro e inerti, metalli, plastiche, scarti di cibo, sfalci d’erba, legno, carta e cartone, tessuti (lana, cotone...). Circa il 60% dei rifiuti è biodegradabile, circa l’80 / 86% dei rifiuti è compostabile e riciclabile.
E’ vero che a Napoli non si fa la raccolta differenziata ? Non in tutta la città. Ad esempio un quartiere di Napoli (211.500 abitanti) ha raggiunto nel 2009 il 75% di RD, diventando uno dei maggiori esempi in Italia di eccellenza nella raccolta differenziata, insieme a Salerno (139.000 abitanti; 72% di RD), Reggio Emilia (6° Circoscrizione) 70%, Novara (105.000 abitanti; 68% di RD).
Come mai rimane ancora una quota di rifiuto indifferenziato nonostante il porta a porta ? Tutto ciò che rimane a valle di una corretta gestione dei rifiuti è un errore di progettazione. Tutti i prodotti infatti andrebbero costruiti ed assemblati considerando anche il loro destino post utilizzo. E’ quindi necessaria anche una rimodulazione normativa per imporre alle aziende produttrici di porre sul mercato beni che siano completamente e facilmente riciclabili, riutilizzabili, compostabili, prodotti quindi che non si possano trasformare in rifiuti non recuperabili.
I pannolini costituiscono un problema ? Sì, si tratta di materiale complesso da gestire in quanto misto di materiali plastici, cellulosici e organici. Oggi si cerca di affrontare questi flussi in modo differenziato costruendo una apposita raccolta dedicata. Il pannolino infatti “sporca” il rifiuto indifferenziato causandone un calo qualitativo. In Inghilterra e Canada esistono impianti che separano le 3 frazioni per produrre compost e materie prime secondarie. Si cerca inoltre di sviluppare campagne informative che incoraggino l’utilizzo di pannolini lavabili, riciclabili, compostabili.
Ma le percentuali di raccolta differenziata sono un valore significativo? Sì, ma occorre andare oltre. La produzione di rifiuti pro capite è un altro valore di cui tener conto in un piano di corretta gestione dei rifiuti. Esistono dati molto variabili anche tra regioni che hanno caratteristiche simili che fanno capire come il dato sia da tenere in considerazione. Ad esempio in Emilia-Romagna abbiamo una produzione di rifiuti pari a 620 kg per abitante/anno mentre nel Veneto il dato scende a 470 kg per abitante/anno.
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Il motivo? Mentre in Emilia-Romagna sono ancora diffusi i metodi di raccolta con cassonetto stradale, in Veneto sono adottati da tempo sistemi di raccolta porta a porta che impediscono il conferimento di rifiuti dalle attività commerciali.
Come posso ridurre la mia produzione di rifiuti? Tanti sono i piccoli gesti che si possono compiere quotidianamente per ridurre i rifiuti prodotti e molti derivano dalle scelte dei prodotti che acquistiamo. Scegliere dei prodotti alla spina o delle ricariche piuttosto che acquistare ogni volta le confezioni usa e getta (detersivi o latte alla spina, pasta sfusa, etc), preferire prodotti che utilizzano imballi minimi e che non siano multi-materiale, bere acqua del rubinetto (è sufficiente lasciarla a decantare in caraffa per mezz’ora per far sparire il sapore di cloro), utilizzare fazzoletti e tovaglioli di stoffa anziché usa e getta, optare per posate , bicchieri e piatti compostabili per pic-nic o feste di compleanno, settare le stampanti in casa e in ufficio nella modalità fronte-retro. Queste sono alcune delle azioni che ci possono aiutare a ridimensionare il problema della gestione del rifiuto residuo e i margini di miglioramento sono elevatissimi se si pensa che a Parma ogni cittadino produce 311 kg di rifiuto da smaltire in discarica o a incenerimento, mentre a Ponte delle Alpi in provincia di Belluno hanno raggiunto il 90% di raccolta differenziata e solo 20 kg per abitante all’anno di rifiuto residuo da smaltire.
Quali sono le azioni che un’amministrazione locale può mettere in campo per ridurre la produzione di rifiuti? Le iniziative da intraprendere sono davvero tantissime. Eccone alcune: COMMERCIO • Accordo con la grande distribuzione per favorire la raccolta di imballaggi direttamente presso i punti vendita. • Accordo con la grande distribuzione per riportare in auge il vetro e rendere e in generale i prodotti che consentono di riutilizzare o di riportare al negozio il contenitore. SCUOLA • Eliminazione dalle mense scolastiche delle bottigliette d'acqua di plastica. • Inserimento in tutte le scuole dell'acqua da rubinetto filtrata per gli eventuali cattivi odori. • Eliminazione dalle mense scolastiche di tutte le stoviglie usa e getta. • Inserimento negli asili dei pannolini riutilizzabili o compostabili. FAMIGLIA • Attivazione presso le famiglie del ritiro separato di pannolini e pannoloni. • Attivazione della tariffa puntuale: paghi solo per la produzione di indifferenziato. ENTI PUBBLICI
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• •
Introduzione di acqua di rubinetto al posto dei distributori di bottigliette di acqua usa e getta. Eliminazione delle salviette usa e getta da tutti i bagni ed introduzione di rulli lavabili e riutilizzabili.
CITTADINANZA • Realizzazione di centri del riciclo, del recupero e del riuso dove poter accentrare gli oggetti non più utilizzati o rotti per favorire il recupero, la rimessa in funzione, la rivendita. • Diffusione in tutti i quartieri delle fontana pubbliche con acqua filtrata e refrigerata. • Diffusione e sostegno economico del compostaggio domestico • Diffusione del compostaggio degli sfalci direttamente nelle aree verdi pubbliche con angoli dedicati a cui possano contribuire i cittadini • Librerie diffuse di testi usati • Diffusione del baratto e dello scambio di beni
Rifiuti – Tecnologie alternative Il Trattamento Meccanico Biologico è utilizzato altrove ? Sì, in Italia ci sono 131 impianti di TMB che trattano 7,5 milioni di tonnellate di materiali post utilizzo contro 50 inceneritori che trattano 4,6 milioni di rifiuti (dati del 2008). Ad Asslar (Germania) è in attività un impianto di Tmb che tratta 120.000 tonnellate di materiali post utilizzo all’anno.
Il Trattamento Meccanico Biologico inquina ? No, e per rispondere possiamo fare un paragone tra TMB e incenerimento. Come emissioni di ossidi di azoto il paragone è Inceneritore 577 grammi / tonnellata, TMB 78; ossidi di carbonio Inceneritore 134 grammi/tonnellata, TMB 78; Polveri Incenerimento 38 grammi/tonnellata, Tmb 5 grammi (Fonte Department for Environment, Food and Rural Affire , Gran Breatagna 2003)
Che impatti ambientali hanno incenerimento e riciclaggio ? Nel 2004 la Cewep stessa (Confederazione Europea Termovalorizzatori, l’associazione che raggruppa le aziende che costruiscono inceneritori) ha elaborato uno studio sugli impatti delle due gestioni arrivando a questa conclusione: “Il riciclaggio di materiali, raccolti alla fonte con una buona differenziazione, provoca un minor impatto ambientale rispetto all’incenerimento”. 25
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Il caso Parma – Aspetti economici Quanto costa l’inceneritore di Parma? L’inceneritore costerà più di 200 milioni di euro, cosa si potrebbe fare con questa cifra? La messa in moto dell’impianto bloccherà l’incremento della raccolta differenziata come è successo a Brescia (39% di RD), visto che senza plastica e carta i rifiuti non possono bruciare, rappresentanti queste frazioni il 90% del potere calorifico del rifiuto.
Esiste un piano di dismissione per il cantiere dell'inceneritore? La multiutility olandese van Gansewinkel ha predisposto un piano di riconversione del Paip di Parma che prevede la ricollocazione sul mercato internazionale dei macchinari già acquistati o installati sul cantiere. Tale previsioni ha tenuto conto anche delle penali eventualmente dovute alle aziende coinvolte nel progetto attuale e una fase di mezzo in cui la riconversione del Paip con la gestione a freddo non è ancora pronta. In questa fase temporanea la VGW si farebbe carico, a tariffe concorrenziali, della gestione dei rifiuti indifferenziati.
Finanziamento Bei (Bank European of Investment) A luglio 2009 si viene a conoscenza del finanziamento della Bei ad Enia di 100 milioni di euro. Enia dichiara un investimento di 265 milioni di euro. A Parma Iren insiste affermando che la spesa è sotto i duecento milioni. Dati che non collimano.
E' vero che il teleriscaldamento costerà di più delle bollette attuali? Sì. Il metodo di calcolo delle bollette del teleriscaldamento fa riferimento al rendimento delle caldaie di parecchi anni fa e non è paragonato al rendimento delle caldaie moderne a condensazione. Ne risulta quindi che le tariffe sono superiori (in alcuni casi anche del 40%) a quanto si paga ora. In più si è obbligati a dismettere gli impianti presenti rendendo quasi impossibile un ripensamento.
Il caso Parma – Il progetto del PAIP Che cos'è il Paip? E' il Polo Ambientale Integrato di Parma, anche chiamato Pai. Si tratta del complesso dell'inceneritore in costruzione a Ugozzolo, area che verrà dedicata alla gestione dei rifiuti provinciali. In questa area verranno conferiti i rifiuti raccolti sul territorio e convogliata la parte non riciclabile, al forno. E' altresì prevista la gestione e
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incenerimento di rifiuti speciali come rifiuti cimiteriali, sanitari, di origine commerciale industriale, artigianale, fanghi da depurazione. Ecco il progetto definitivo http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/PAI-DEFINITIVO.pdf
L'inceneritore di Parma è sovradimensionato? Sì, la produzione di rifiuti urbani indifferenziati secchi è ad oggi (2011) di circa 65.000 tonnellate all'anno. L'inceneritore è grande il doppio. Verranno bruciati infatti anche i rifiuti speciali, che non sono obbligo del settore pubblico ma vengono gestiti dal mercato privato.
Quali sono i passaggi salienti del progetto inceneritore? Il Pai trae origine nel PPGR quando nelle sue conclusioni si evidenzia la necessità di un impianto complesso per il trattamento dei rifiuti collocandolo anche nella zona dello Spip. A seguito dell'approvazione del PPGR Amps presentò una proposta al comune di Parma in cui si proponeva come attore della costruzione dell'inceneritore, chiedendo la modifica urbanistica necessaria e stringendo un accordo con il comune in cui ognuno si impegnava per la realizzazione dell'opera. Amps di presentò in comune con una delibera di Ato, in cui l'ente si dichiarava favorevole alla costruzione dell'impianto, pur non avendo competenze. Il progetto viene presentato da Amps-Enia alla Provincia che apre la Conferenza dei Servizi, che durante la prima metà del 2008 approva il Pai. Nel 2009 l'apertura del cantiere. Accensione prevista maggio 2012. Il 1° luglio 2011 il cantiere è sospeso dal comune di Parma per abuso edilizio.
Se il piano provinciale prevede un impianto di incenerimento è obbligatorio costruirlo? No, i piani di smaltimento sono soggetti a revisione periodica, quello di Parma, datato 2005, poteva già essere revisionato dal 2010. Qualsiasi piano di smaltimento è infatti soggetto a periodica revisione, alla luce delle nuove e mutate condizioni al contorno. Cambiamenti nella composizione merceologica dei rifiuti, aumento o diminuzione della produzione, andamento della Rd sono tutte condizioni che motivano l’aggiornamento di un piano di smaltimento, anche nelle sue impostazioni strategiche. Questo è il caso tipico dei piani realizzati negli anni ’90. In quell'epoca era veramente difficile immaginare che recuperare oltre il 50% degli RSU fosse possibile anche in Italia. Il fatto che adesso in Italia si riesca a raggiungere, anche a livello di bacino, tassi di RD pari all’80% ha reso obsoleta ogni scelta strategica risalente agli anni ’90. Quindi le previsioni di piano non sono fisse e immutabili nel tempo. Nuove condizioni, errori strategici o anche
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l’accorpamento di bacini possono rendere non solo possibile ma doveroso revisionare e aggiornare la pianificazione vigente. Recentemente sono avvenuti grandi cambiamenti.
Cos'è la Conferenza dei Servizi? La conferenza dei servizi è un organo che viene attivato in occasione di un procedimento decisionale in materia di realizzazione di interventi sul territorio assumendo in un unico contesto tutti i pareri, autorizzazioni, nulla osta o assensi delle varie amministrazioni coinvolte. Si tratta in genere di progetti industriali di forte impatto territoriale e ambientale.
Cos'è il CTS? Il CTS è il Comitato Tecnico Scientifico di Alta Sorveglianza sul Pai. E' composto da Mariella Maffini (Comune di Parma), Gabriele Alifraco (Provincia di Parma), Corrado Zanelli (Comuni limitrofi all'impianto), Silvano Attolini (Ato), Antonio Bodini (Legambiente), Francesco Giuliano (Università di Parma), Mario Cesari (Quartere San Leonardo), Silvia Ceci (Enia Spa). Si occupa di verificare la corretta realizzazione dell'inceneritore di Parma. Questo è il sito dove sono presenti i verbali http://www.comune.parma.it/comune/Consiglio-comunale/comitato-tecnico-pai_m35.aspx
E’ vero che l’inceneritore brucerà fango? Sì, esattamente 20.000 tonnellate di fanghi da depurazione essiccati prima al calore dello stesso inceneritore. Ma i fanghi potrebbero essere utilmente impiegati in agricoltura, dopo un processo di abbattimento del tenore dei metalli, per il loro importante apporto di fosforo ai terreni. Questa è infatti la direzione che sta prendendo l’Europa ed anche una recente sentenza del Tar Lombardia che ha dato ragione alle aziende che impiegavano i fanghi in agricoltura (al PAI arriveranno ben 50 mila tonnellate di fanghi da depurazione). I fanghi possono essere gestiti diversamente senza inquinare sfruttandone la fermentazioni in impianti a biogas, per produrre energia elettrica. Si stima che i fanghi bruciati porteranno al gestore i certificati verdi, per ben 7,5 milioni di euro all’anno, dato che i fanghi sono considerati biomassa.
L’inceneritore di Parma è in avanzato stato di costruzione. Come si fa con i soldi investiti e le penali previste in caso di stop ? L’inceneritore è un impianto che funziona per almeno 30 anni, quindi è su questa prospettiva temporale che va elaborata la riflessione. Per 30 anni questo impianto causerà un forte inquinamento ambientale che si tradurrà in un aumento di malattie e
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ricoveri ospedalieri con relative spese per la comunità. Anche questi soldi vanno considerati. Se poi il progetto dell’inceneritore dovesse essere riconosciuto gravato da pesanti illegalità nulla è dovuto come penali al costruttore. GCR però si è anche preoccupata di gestire un’eventuale dismissione dell’impianto attivando una collaborazione con van Gansewinkel, una multi-utility olandese che si è resa disponibile a vendere sul mercato internazionale i pezzi dell’inceneritore già impiegati per recuperare parte dell’investimento. Gli inceneritori hanno comunque un alto costo di gestione annua che verrebbe risparmiato in una ottica di riconversione impiantistica.
E’ vero che il progetto dell’inceneritore manca di permesso a costruire ? Sì, durante l’iter autorizzativo la Via (Valutazione Impatto Ambientale) e l’Aia (Autorizzazione Integrale Ambientale) hanno indicato la necessità di ottenere da parte del proprietario (Iren Enia) il titolo edilizio dal comune di Parma. Ma Iren non ne ha mai fatto richiesta, rimandando ad una legge regionale che non riguarda le opere private, come è l’inceneritore di Parma, ma solo quelle opere pubbliche che sono di proprietà di enti locali e amministrazioni comunali. Di fatto si sta costruendo l’impianto in modo abusivo. Quando gli avvocati De Angelis e Allegri si sono accorti di questa stortura, hanno depositato un esposto alla Procura della Repubblica. GCR ha per suo conto fatto un esposto al Nucleo Abusi Edilizi del Comune di Parma, che ha di fatto portato allo stop dei lavori del 1° luglio 2011.
Cos'è l'Osservatorio sui Rifiuti? E' un organo della Provincia di Parma che si occupa del monitoraggio della gestione provinciale dei rifiuti. Ogni anno erige un rapporto dove vengono indicati i risultati di gestione per ogni comune del territorio provinciale. Ecco il sito http://www3.provincia.parma.it/osservatoriorifiuti/
E' vero che l'Osservatorio sui rifiuti giudica l'inceneritore sovradimensionato? Sì, nella riunione del 10 luglio 2008, in cui erano presenti Ato (Aldo Spina), Provincia (Giancarlo Castellani), Osservatorio Rifiuti (Gabriele Alifraco e Lorenzo Frattini ), Arpa (Giuseppe Dallara e Valerio Pessina), si scrive che è probabile che si determini al 2020 “un sovradimensionamento dell'impianto con un funzionamento a regimi ridotti”. http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/osservatoriorifiuti.pdf
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E' vero che la Provincia di Parma intende bruciare nell'inceneritore le vecchie discariche? Sì, nello stesso documento dove si evidenzia il sovradimensionamento dell'impianto viene previsto l'utilizzo dell'inceneritore per bonificare le discariche, prevedendo “l'avvio di parte dei rifiuti all'impianto di termovalorizzazione, agevolando le operazioni stesse di bonifica con una destinazione certa e vicina, riducendo contestualmente i costi”. Ma cosa c'è dentro le discariche di decine di anni fa? Quali materiali? Quali rischi?
Il caso Parma – Aspetti sanitari Qual’è la quantità di aria sporca espulsa dal camino ? L’inceneritore di Parma, che ha una capacità di 130.000 tonnellate di rifiuti all’anno, emetterà 144.000 metri cubi di aria sporca all’ora, essendo 72.000 metri cubi il volume di uscite per ogni linea. Si capisce con evidenza la portata di questo impianto che irrorerà l’area di impatto con questi giganteschi volumi.
Per quante ore all’anno sarà in funzione l’inceneritore ? L’inceneritore di Parma sarà acceso per 8 mila ore all’anno, 24 ore al giorno. In pratica tutto l’anno, tranne 1 mese dedicato alla manutenzione. In realtà essendo formato da 2 linee di incenerimento, ne verrà spenta una alla volta, consentendo di bruciare rifiuti su tutti i 365 giorni.
Quanti inceneritori ci sono nella Provincia di Parma? Anche se la popolazione non ne è al corrente sul territorio di Parma e Provincia è attivo un co inceneritore di rifiuti speciali pericolosi a Rubbiano di Solignano, a poche centinaia di metri dallo stabilimento Barilla. Si tratta della Leca, che utilizza dal 2000 oli esausti ed altri rifiuti speciali pericolosi e tossici per alimentare il forno che produce le palline di argilla espansa. Fino al 2001 nel quartiere del Cornocchio è rimasto attivo il forno inceneritore, inaugurato nel 1975, con gravi ripercussioni ambientali sul territorio circostante e sul torrente Parma adiacente. A Noceto è attivo un impianto per lo smaltimento delle polveri da sparo di bombe, cartucce, materiale militare in genere. Essendo area militare non è facile nemmeno conoscerne l'esistenza.
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Il caso Parma – Aspetti legali Abuso edilizio Il 7 dicembre 2011 il Tar entrerà nel merito della questione sollevata da Gcr alla fine di giugno. Nel progetto manca il permesso a costruire e si ipotizza l'abuso edilizio, che è sanabile pagando il doppio del costruito o abbattendo l'opera. Sullo stesso tema gli avvocati De Angelis e Allegri hanno depositato esposto in Procura. Dal 1° luglio, a seguito dell'esposto al Nucleo Abusi Edilizi il cantiere è fermo.
Piano Economico Finanziario Da oltre un anno (maggio 2010) Iren nega il piano economico finanziario dell'inceneritore, dove si potrebbe capire come l'azienda intenda rientrare dall'investimento e quanto costa davvero l'impianto. Ma il piano è negato al Gcr, come al sindaco di Parma, come ai Media da oltre un anno.
Modifiche al progetto A giugno 2011 vengono alla luce importanti modifiche al progetto che riguardano il sistema di filtraggio degli inquinanti e la gestione dei fanghi del costruendo inceneritore. Due uscite dal progetto che secondo le prescrizioni necessitano di riapertura della Conferenza dei Servizi.
Iren-Hera Emergono i progetti dell'inceneritore di Parma e dalle tavole si scopre che in realtà la progettazione è stata affidata ad Hera, multiutility concorrente di Iren, addirittura indicata, sul sito di Politecnica, come committente del progetto.
L Morselli Luciano Morselli è il professore bolognese scelto dalla Provincia per vigilare sulla costruzione del forno. Ma è anche persona molto vicina ad Hera, con la quale il docente ha attivato master, corsi, fiere, workshop. Nel progetto, su alcune tavole intestate Hera, appare come progettista tale L Morselli.
Filtri Made in China? Lettera anonima al GCR. Il sistema di filtraggio usufruirà di un filtro cinese mai utilizzato in Europa e di dubbia validità (ditta Marubeni).
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La gara d'appalto mancata L'inceneritore viene affidato nel 2008 ad Iren senza provvedere a nessuna gara d'appalto pubblica che potesse mettere in concorrenza le aziende proponenti e garantire ci contribuenti il miglior progetto al miglior prezzo.
La gara d'appalto snobbata (43,8 milioni di Euro) Nel 2010 viene assegnata l'opera edilizia relativa all'inceneritore. A fronte di una gara d'appalto europea del valore di 43,8 milioni di Euro, incredibilmente si presenta una sola azienda aggiudicandosi i lavori. E' la CCC di Bologna, cooperativa rossa già nota alle cronache per il caso delle tangenti Falck in cui è stato coinvolto l’ex presidente della provincia di Miliano Penati (PD).
Esposto alla Commissione Europea Nell'ottobre 2010 gli avvocati De Angelis e Allegri segnalano all'Europa le anomalie legate al progetto dell'inceneritore di Parma ed in particolare l'affidamento diretto ad Enia senza adire gara pubblica d'appalto.
Teleriscaldamento illegittimo A febbraio 2011 gli avvocati Allegri e De Angelis depositano un esposto alla Procura sulla rete di teleriscaldamento, chiedendo di verificare il fatto che sia stata ceduta a Iren pur essendo vietato per legge. A marzo 2011 gli avvocati Allegri e De Angelis diffidano il sindaco di Parma sulla rete di teleriscaldamento. Essendo Iren una società privata non si può regalar loro la rete e le centraline, ma solo portare a gara la gestione. E' anche dubbio che Iren sostenga la necessità del forno per alimentare il teleriscaldamento: a Reggio il teleriscaldamento è molto esteso, ma l'inceneritore lo spengono lo stesso, utilizzando il gas metano che garantisce rendimenti più alti e minori emissioni.
La provenienza dei rifiuti Nell'autorizzazione integrale ambientale sono indicate le prescrizioni legate all'affidamento del progetto del PAI ad Enia. Alla prescrizione numero 5 si sottolinea che i rifiuti debbano provenire dall'ambito provinciale, ma si lascia spazio per eventualità difformi, “salvo autorizzazioni delle autorità competenti”. Un buco nel quale tutto può passare, come successe a Piacenza, quando nell'inceneritore bruciarono il petrolio del Lambro, con una semplice firma del presidente della regione Errani.
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Diffida ad Ato A febbraio 2011 parte la diffida ad Ato da parte degli avvocati Allegri e De Angelis, visto che nel contratto Enia Ato del 2004 è scritto espressamente che la convenzione non riguarda lo smaltimento dei rifiuti, che quindi non sarebbe di competenza di Enia.
Condanna di Andrea Viero La Corte dei Conti ha condannato il direttore generale di Iren Andrea Viero per un danno erariale da mezzo milione di euro quando era alla regione Friuli. Per il consiglio comunale di Reggio Emilia i condannati per questi reati vanno allontanati delle cariche in aziende pubbliche.
Denuncia sull'appalto del sistema elettrico Nel febbraio 2011 l'azienda Ceif ricorre al Tar per reclamare contro l'affidamento dell'appalto di 2,5 milioni di euro a Siemens.
Il caso Parma – Le ricadute sull’immagine Dove è posizionato il costruendo inceneritore di Parma? Il Paip (Polo Ambientale Integrato di Parma), notate i termini tranquillizzanti utilizzati, si trova a 4 Km in linea d’aria da piazza Duomo, a fianco dello stabilimento Barilla, del centro commerciale Ikea, all’interno dello Spip (l’area industriale di Parma), non lontano dallo stabilimento Greci, vicino al nuovo centro della Chiesi. In questa zona, dichiarata nel progetto a “bassa intensità abitativa” vivono 8 ore al giorno circa 10.000 lavoratori. In questo sito è visibile un immagine panoramica a 360° che da un idea di come siano vicine alcune delle più importanti aziende del territorio: http://www.gestionecorrettarifiuti.it/pano/panorama/Panorama.html
Che tipo di impatto avrà il nuovo impianto? Il nuovo inceneritore Iren avrà un forte impatto in diversi aspetti della nostra vita. Ci sarà un impatto sanitario importante, legato alle ricadute emissive, un impatto sull’economia, visto che essendo a fianco dell’autostrada, diventerà il simbolo di Parma, con evidente opportunità per i concorrenti dei nostri prodotti di sbeffeggiarci, ma avrà anche un risvolto politico. La popolazione è contraria a questo impianto e i partiti che lo sosterranno avranno una risposta negativa alle urne. 33
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Quale sarà l’immagine di Parma dopo la costruzione dell’inceneritore? L’inceneritore sorgerà a fianco di Barilla, Greci, Chiesi Ikea, Parma Retail, a fianco dell’autostrada del Sole, con un camino di 70 metri, e diventerà una sorta di icona della città. A Reggio Emilia hanno scelto come icona il ponte di Calatrava, noi l’inceneritore. Guido Barilla: “Sono preoccupato per la percezione che avranno i consumatori...” (23 aprile 2010)
Il caso Parma – Gli industriali e la politica Quali sono i partiti politici a favore dell’inceneritore? Partito Democratico, Udc (Unione di Centro), Parma Civica, Civiltà Parmigiana, Italia dei Valori (Idv), Pdl (Popolo della Libertà), Altra Politica.
Quali sono i partiti politici contro l’inceneritore? Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, Sinistra Ecologia e Libertà, Lega Nord, Movimento Repubblicani Europei, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani.
Ma il Pd è contro o a favore dell’inceneritore ? Dipende. A Parma è a favore, anzi strenuamente a favore. A Reggio Emilia è contro, a Lucca è contro. La stessa politica nazionale del Pd non è a favore dell’incenerimento ma per il riciclo e il recupero della materia. Non sappiamo il motivo per cui a Parma il Pd sia così legato a questo progetto. Qualche motivo ci sarà...
Quali sono le posizioni degli industriali di Parma? Guido Barilla (Barilla Spa): “Sono preoccupato per la percezione che i consumatori avranno sulla vicinanza dell'impianto agli stabilimenti Barilla” (aprile 2010). Alberto Chiesi (Chiesi Farmaceutici): “Abbiamo ascoltato le argomentazioni dei proponenti la realizzazione dell’inceneritore (ndr: Enia Spa) e anche quelle di chi si oppone all’opera ritenendo ci siano delle alternative meno impattanti sull’ambiente. Stiamo valutando le informazioni ricevute e nei prossimi giorni matureremo una nostra opinione sul tema. Personalmente sono convinto che se esistono delle modalità percorribili che possono risolvere il problema del trattamento dei rifiuti esse devono essere prese in attenta considerazione prima di assumere la decisione di costruire un inceneritore il cui ammortamento richiederà 20-25 anni di esercizio. Per quanto riguarda gli effetti dell’impianto sui nostri ambienti di produzione e laboratori, siamo molto
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tranquilli perché l’aria che entrerà sarà tutta controllata e passata attraverso dei filtri d’ingresso. Cosa diversa per quanto riguarda gli uffici dove andranno a lavorare i nostri dipendenti. Non temiamo per i nostri prodotti ma qualche preoccupazione per le persone ce l’abbiamo”.
Il caso Parma – Le proposte alternative E’ mai stato proposto un piano alternativo per la gestione dei rifiuti di Parma senza l’utilizzo dell’inceneritore ? il 16 giugno del 2010 l’associazione GCR ha presentato a Provincia di Parma e Comune di Parma una analisi di fattibilità che prevedeva la gestione dei rifiuti senza inceneritore. Lo studio è stato realizzato da un pool di ingegneri e chimici dei rispettivi albi e prende spunto dai flussi dei materiali elaborato dallo stesso Paip di Parma. Ad oggi i due enti non si sono pronunciati ufficialmente sul piano alternativo.
Il piano alternativo come prevede di gestire il rifiuto residuo ? Il rifiuto residuo viene ulteriormente selezionato meccanicamente per recuperare i materiali ancora riciclabili. Poi viene sottoposto al trattamento meccanico biologico che asciuga il rifiuto eliminando la parte organica e riducendo il volume. Lo scarto finale è un materiale inerte che si può stoccare in attesa di ulteriore passi avanti della tecnologia che ne consentano il recupero totale. Con gli scarti della raccolta differenziata della plastica ed alcune parti recuperate dalla selezione si produce il granulato plastico detto sabbia sintetica da utilizzare in edilizia e nel comparto dello stampaggio plastico. Con 10 milioni di euro un centro riciclo è in grado di funzionare a pieno regime. Con 2 centri riciclo si possono gestire i flussi di Parma. 20 milioni di euro contro i 200 dell’inceneritore.
Il caso Parma – Iren Iren è trasparente sull’inceneritore? Nonostante una delibera del consiglio comunale di Parma (n 45 del 31 marzo 2006) Iren nega ai cittadini ed al Sindaco di Parma il Piano Economico Finanziario dove si evincerebbe come l’azienda intenda rientrare dall’investimento. GCR ha chiesto ufficialmente il PEF il 31 maggio 2010, senza averlo mai ricevuto. A fronte di un impegno di spesa indicato nella relazione generale in 175 milioni di euro, oggi la spesa per l’inceneritore ammonta ad oltre 200 milioni. Nella richiesta di finanziamento alla Bei
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(la Banca Europea Investimenti) Iren ha dichiarato una spesa di 265 milioni. Le tariffe applicate ai cittadini saranno commisurate alle spesa sostenuta.
Il Rifiutologo distribuito da Iren è corretto ? Nel Rifiutologo Iren ci sono oltre 100 oggetti che vanno a finire in discarica o all’inceneritore. Per la maggior parte si tratta di materiali plastici altamente inquinanti se bruciati. Materiali che potrebbero essere facilmente recuperati per esempio attraverso l’estrusore, utilizzato a Vedelago da Carla Poli (titolare del Centro Riciclo di Vedelago http://www.centroriciclo.com/ ), ma anche dalla Revet a Pontedera, in collaborazione con Piaggio, per formare nuovi prodotti plastici.
Il caso Parma – I dati sui rifiuti e raccolta differenziata Quanti rifiuti ha prodotto la provincia di Parma nel 2010 ? I rifiuti indifferenziati sono stati 111.200 tonnellate avviate ai preselettori del Cornocchio e di Tiedolo. Da questi impianti sono uscite 65.300 tonnellate di “secco”, da avviare a inceneritori o discariche, e 42.400 tonnellate di “umido” da avviare a impianti di stabilizzazione. Quindi la necessità di impiantistica a caldo per i rifiuti urbani del 2010 è stata di 65.300 tonnellate (l’inceneritore sarà grande il doppio, per accogliere i rifiuti speciali)
La raccolta differenziata è estesa a tutto il territorio provinciale ? No, ad esempio la raccolta separata secco-umido è attiva sulla metà circa della popolazione provinciale (225.000 abitanti).
Vengono riciclate le cassette degli ortofrutta? No, nonostante un progetto dell’amministrazione comunale di Parma, e nonostante le nostre ripetute denunce, ad ogni mercato vengono gettate via (all’inceneritore) cassette di plastica, legno e cartone, praticamente nuove. Potrebbero, anzi dovrebbero, essere riciclate, ma il gestore probabilmente preferisce ottenerne un ottimo combustibile per il forno.
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Come viene fatta la raccolta dell’organico a Parma ? Purtroppo vengono utilizzati i sacchetti di plastica (polietilene) che pregiudicano la qualità del prodotto (26% di scarto). Parma aveva adottato in partenza il sacchetto in mater bi per poi cambiarlo senza avvertire gli utenti. In altre città si usa il mater bi (derivato dal mais) oppure la carta (ancor meglio perché traspirante). L’organico viene poi esportato fuori provincia. A Malcantone l’impianto di compostaggio non ha mai funzionato, incrementando così costi e km da far percorrere al nostro organico.
La produzione di rifiuti a Parma aumenta o diminuisce ? I rifiuti urbani sono in costante calo nella Provincia anche a fronte di un incremento della popolazione. I parmensi hanno prodotto nel 2007 619 kg/anno pro capite, nel 2008 614, nel 2009 612, nel 2010 605 kg.
La Rd nella provincia di Parma funziona ? Dove è stato applicata la gestione domiciliare porta a porta la differenziata è schizzata verso l’alto. Nel 2010 sono 17 i comuni che hanno superato il 70% di raccolta differenziata per un totale di 100.000 abitanti, quindi un quarto circa della popolazione delle Provincia. Il capofila del riciclo? Noceto, all’86% di Rd!
Che cos'è il PPGR? E' il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti che sulla base dei dati raccolti indica gli scenari futuri del territorio in merito alla gestione dei materiali di scarto. L'ultimo piano è stato approvato nel 2005, ha una durata di 10 anni e può essere revisionato dopo 5 anni. Nel PPGR era indicata la necessità per il territorio di Parma di costruire un impianto complesso di trattamento a caldo dei rifiuti della capienza di 65.000 tonnellate, riferendosi alle necessità dei rifiuti urbani resideui previsti sul territorio al 2012. Ecco uno dei documenti del PPGR http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/PPGRPREMESSA.pdf
Rilasciato nel mese di dicembre 2011 GCR – Parma Per segnalazioni scrivete a gestionecorrettarifiuti@gmail.com
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