Sharing Life - Annual Report 2009

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I N S I E M E

P E R

CO N DI V I DE R E

ANNUAL REPORT 2009


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I NSI E M E

P ER

CO N D I V I DE R E


INDEX -

Obiettivo Principi di elaborazione del bilancio Discorso alla Nazione Dicembre 2008, Barack Obama Lettera aperta: Paolo Marandola Mission Storia Le domande accreditamenti e coordinamenti collaborazioni strategiche partner e strumenti operativi Il modello di Governance organigramma societario Perchè un bilancio sociale nel 2009? Il consiglio di amministrazione italiano La Scuola 1.KAMAILA FOREST SCHOOL 2. PARTNERSHIP TRA SHARING LIFE E L’HEALTH JOURNAL OF ZAMBIA 3. UNITA’ DI RIPRODUZIONE PROTETTA ED ASSISTITA (URIPA) 4. FOREST NURSERY SCHOOL 5. SCUOLA DI KAVALAMANJA MIGLIORARE L’AMBIENTE PER MIGLIORARE LA VITA IMPATTO SUL TERRITORIO

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I N S I EME

Sharing Life onlus (D.Lgs. 460/97) Via della Tecnica 2/B 27010 Cura Carpignano (PV) C.F. 90007520183 www.sharinglife.it

Sede Missione Sharing Life ngo Zambia Clay Building - Showground Great East Road P. O. Box 38828 Lusaka (Zambia) Tel +260 979 4522 223 Email zambia@sharinglifenet.org

Sede Operativa Sharing Life onlus Via Savona 97 20144 Milano Tel +39 02 8324 1655 Fax +39 02 8320 0679 Email info@sharinglifenet.org N.Verde 800 134 912

PER

COND I VI DE RE

BILANCIO SOCIALE SL 1999-2009 Redazione/Editing: Staff Sharing Life Onlus Traduzione: Luisa Liberale Supervisione: Ivan Marandola Assistenza Metodologica: Urbana Coop Onlus Grafica e Stampa: Azero Srl -stampato su carta ecologicaFOTO: Archivio storico Sharing Life Si ringraziano inoltre per le foto raccolte negli ultimi 10 anni: Isabella Raso, Michel Scarantino, Raz De Gan, Anwar Maggi, Giada Raimondo, Adriana Giotta, Alessandro Ricci, Leonardo Formigli, Daniele Calasso, Alfonso Laratta, Sanga YakulaSanga, Paul Ngoma, Thomas Lungu, Jackie Rundquist, Sylvia Aparicio, Enrico Labriola. DONAZIONI IBAN Banca Prossima > IT45N0335901600100000002135 C/C Postale 70175773 ONLINE > www.sharinglife.it


RELAZIONE DEI REVISORI DEI CONTI

Al Consiglio Direttivo di Sharing Life Onlus Abbiamo svolto la revisione contabile del bilancio di esercizio dell’Associazione Sharing Life Onlus costituito dallo stato patrimoniale, dal rendiconto della gestione della nota integrativa chiuso al 31 Dicembre 2008. Tale bilancio, è stato redatto secondo i principi contabili ed i criteri illustrati nella nota integrativa nei paragrafi “struttura e contenuto del bilancio” e “principi contabili e criteri di valutazione. La responsabilità della redazione del bilancio compete agli amministratori dell’Associazione. E’ nostra la responsabilità del giudizio professionale espresso sul bilancio e basato sulla revisione contabile. La presente relazione non è emessa ai sensi di legge stante il fatto che il controllo legale dei conti, come previsto dall’art. 20 bis DPR 600/73 ultimo comma come modificato dall’art. 25 del D.lgs 460/97, è esercitato da altro soggetto, diverso dallo scrivente collegio dei sindaci. Il nostro esame è stato condotto secondo gli statuiti principi di revisione. In conformità ai predetti principi la revisione è stata pianificata e svolta al fine di acquisire ogni elemento necessario per accertare se il bilancio d’esercizio sia viziato da errori significativi e se risulti, nel suo complesso, attendibile. Il procedimento di revisione comprende l’esame, sulla base di verifiche a campione, degli elementi probativi a supporto dei saldi e delle informazioni contenuti nel bilancio, nonchè la valutazione dell’adeguatezza e della correttezza dei criteri contabili utilizzati e della ragionevolezza delle stime effettuate dagli Amministratori. Per il giudizio relativo al bilancio d’esercizio precedente (2007), i cui dati sono presentati ai fini comparativi, si fa riferimento alla relazione da noi emessa in data 23 Maggio 2008. A nostro giudizio, il bilancio d’esercizio dell’Associazione Sharing Life Onlus al 31 Dicembre 2008 è conforme ai principi ed ai criteri richiamati al paragrafo 1; esso, pertanto, è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato gestionale dell’Associazione. Milano 14 Maggio 2009. Il Presidente del Collegio Sindacale Dott. Gaetano Petraglia

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NOTA METODOLOGICA

Obie Il Bilancio Sociale SHARING LIFE (SH) Italia 2009 rappresenta il primo sforzo verso la rendicontazione della sostenibilità sociale da parte dell’organizzazione e si riferisce all’anno solare 2008 (1 gennaio-31 dicembre); in alcuni casi si è fatto riferimento a dati relativi all’esercizio solare 2007/2006 con l’obiettivo di restituire un’immagine dinamica dell’organizzazione. Il Bilancio Sociale SH 2008 verà stampato in 250 copie utilizzate per la presentazione Ufficiale del Modello TPHI che si terrà a Roma presso la sede dell’Ambasciata dello Zambia in Italia il 15 settembre 2009. Verranno inoltre utilizzate le rimanenti copie per l’invio ai rappresentanti dei maggiori stakeholder e parti sociali interessate. Una sintesi di bilancio verrà inoltre spedita in 25.000 copie attraverso il periodico “Newsletter Condividendo Insieme Per la Vita” ai donatori e sostenitori attivi di SH Italia.

Il bilancio è disponibile in internet, in formato PDF nella pagina del sito web: www.sharinglife.it/bilanciosociale.php Ulteriori informazioni relative allo stesso possono essere richieste all’indirizzo email: amministrazione@sharinglifenet.org


ettivo U.N. / World Bank / Global Fund

Presso la sede sono inoltre disponibili per varie informazioni di carattere sociale i referenti: Claudia De Paoli: Responsabile Amministrazione e Controllo Vicenzo Cuffaro: Responsabile Relazione con i Donatori

Big Donors (Fondazioni Bancarie Private)

Aziende sostenitrici

I PORTATORI DI INTERESSE (Gli Stake Hodelrs) Il processo di redazione del Bilancio Sociale SH 2008, il primo della storia di SHARING LIFE Onlus Italia, ha avuto inizio dall’identificazione degli stakeholders (portatori di interesse) maggiormente rilevanti per l’associazione. Il percorso, costruito a partire dalla centralità della salute della coppia, ha coinvolto i rappresentanti delle maggiori funzioni pedagogiche e scientifiche e cliniche ai quali è stato distribuito un questionario che ha permesso l’elaborazione di questa mappa percettiva al fine di meglio comprendere lo scenario di interlocutori, di partner e sponsor potenziali a cui rivolgere il nostro messaggio. La fase di preparazione del Bilancio Sociale iniziata a Gennaio 2009, ha portato all’identificazione di alcuni portatori d’interesse di particolare importanza che attraverso questo documento si vogliono coinvolgere:

Comuni e Scuole locali

La Salute della Coppia

Media Partners

Governi Locali M.A.E.

Ong Partners

Donatori Privati

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BILANCIO SOCIALE SH 2009

Principi di Elaborazione del Bilancio 8


Il bilancio sociale, ispirandosi ai principi cardine del GBS, risulta essere:

Nel processo di elaborazione del Bilancio Sociale TDH 2007 sono state applicate le indicazioni di massima di 3 organismi: • i principi guida del GBS (Gruppo di studio per il Bilancio Sociale); • i principi emanati dal progetto CSR-SC (Corporate Social Responsability-Social Commitment) promosso dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali; • le indicazioni del GRI (Global Reporting Iniziative).

• trasparente in quanto tutti i destinatari sono posti in condizione di comprendere il procedimento logico di rilevazione, riclassificazione e formazione, nelle sue componenti procedurali e tecniche e riguardo agli elementi discrezionali adottati; • inclusivo in quanto dà voce direttamente o indirettamente a tutti gli stakeholder identificati; • coerente in quanto fornisce una descrizione esplicita della conformità delle politiche e delle scelte del management ai valori dichiarati; • neutrale - il bilancio sociale è imparziale ed indipendente da interessi di parte o da particolari coalizioni; • prudente in quanto gli effetti sociali positivi e negativi sono rappresentati in modo tale da non sopravvalutare il quadro della realtà aziendale e della sua rappresentazione. Quelli che si riferiscono a valori contabili sono indicati in base al costo; • comprensibile e chiaro; • omogeneo - tutte le espressioni quantitative monetarie devono essere espresse nell’unica moneta di conto; verificabile nell’informazione; • attendibile - le informazioni desumibili dal bilancio sociale si ritengono scevre da errori.

Essendo questo il primo bilancio sociale di Sharing Life Onlus non è stato possibile fare una comparazione con l’esercizio precedente per tutti gli indicatori. Gli indicatori emanati dai tre organismi sopra citati e utilizzati per l’elaborazione di questo documento sono riassunti al termine dello stesso. Sharing Life rispetta i principi guida del Global Compact derivati dalla: • Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo (1948) • Dichiarazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sui principi e i Diritti Fondamentali nel Lavoro (1998) • Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e lo Sviluppo (1992) • Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (2000) • Nel suo operato si attiene ai principi espressi dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989). • Come Organizzazione Non Governativa riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri nella Repubblica dello Zambia, e vista la missione e scopo sociale e le aree d’intervento di pertinenza, SH è tenuta a rispettare i principi guidati stilati nella carta dei Diritti del Global Allied Fund delle Nazioni Unite.

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e g ! n n a a h c c e a y r w y a e b n n g o d i o n t e n a u , l d h “C y revo prece ative towa e m n r e d A st b affe ttitu mas , u e m ssiv ing a g the pa allengamon ch ange ple�. ch r peo ou 10

Discorso alla Nazione Dicembre 2008, Barack Obama


n ds r a w of ss

Vale qui la pena di riportare una significativa affermazione del Presidente degli Stati Uniti di America, Barack Obama : “ Qualsiasi cambiamento rivoluzionario deve essere preceduto da comportamenti passivi, affermativi, non conflittuali, verso un cambiamento di massa della nostra gente”, concetto che era alla base dell’ormai popolare e vincente slogan “Change WE CAN”, che corrisponde perfettamente allo slogan zambiano “UMODZI PAMODZI” che significa “ Uno per Tutti“ una “coppia sana, libera di esercitare un sesso sicuro, al di là del condom, dell’astinenza e della fedeltà, imposte dall’alto. La nostra mission potrà avere successo solo se le comunità di popoli e i loro governanti diventano parte attiva del complesso e lungo processo.

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Il 2009 segna un momento di grande soddisfazione per il lavoro portato a termine in modo silenzioso e umile anche se estremamente complesso e faticoso. La gente comune e ancora di più il donatore abituale, vede l’attività di una ONLUS-ONG con le immagini stereotipate di fare vaccinazioni, distribuire cibo nei villaggi, costruire una scuola, scavare un pozzo, adottare dei bambini. Perchè una Onlus dovrebbe dedicare gran parte delle sue poche risorse alla elaborazione di una strategia della salute e di contrasto all’HIV/ AIDS, compito che dovrebbe toccare ai Governi e alle agenzie dell’ONU? Non essendo degli sprovveduti, dal 2005, basandoci sull’analisi dei dati epidemiologici delle STI ci siamo posti il problema e abbiamo avviato uno studio mirato a definire nuovi strumenti di controllo e prevenzione dell’HIV; ma la decisione di imprimere una forte accelerazione al lavoro già in atto, sulla strada della ricerca di una nuova strategia, è venuta dopo aver ascoltato il messaggio del Presidente Bush nel 2007, al Congresso Mondiale sull’HIV, a Melbourne “We have lost the war against HIV-AIDS”, “Abbiamo perso la guerra contro l’HIV/AIDS”. Questo storico annuncio del Presidente che, da solo, metteva a disposizione della guerra all’HIV-AIDS, 15 miliardi di dollari, non era solo una onesta ammissione di impotenza, ma un chiaro appello al mondo scientifico della ricerca e agli operatori della solidarietà, di cercare nuove strade e nuove visioni.

Sapevamo che i centri di ricerca universitaria, oltre ad essere lenti, erano orientati alla ricerca di vaccini non più preventivi, ma terapeutici, i laboratori di ricerca delle case farmaceutiche orientati a trovare farmaci più efficaci e meno tossici, i centri di ricerca specializzati e finanziati erano, invece, orientati allo studio dei meccanismi di interazione tra virus e cellula. Sapevamo che tutte queste ricerche non si svolgevano in Africa, ma nei paesi ricchi. Sapevamo anche, alla fine, che nessuno concentrava la propria ricerca sulla gente africana, che, in fondo, era il vero attore-vittima del disastro. A nostro giudizio la causa principale del fallimento della lotta all’HIV, risiede nella totale mancanza di comunicazione e interazione tra coloro che hanno fatto ricerca in occidente - per lo più virologi e immunologi – e i medici clinici (per lo più internisti, ginecologi e urologi) che erano e sono impegnati quotidianamente sul campo, in Africa, a fronteggiare il disastro umanitario. La situazione era simile a quella di molte guerre in cui gli eserciti si scontrano e uccidono, senza tener conto delle vittime civili, che, quindi, pagano il prezzo più pesante.

• Quindi, il problema sta nella modalità del rapporto sessuale! • Vi sono, in Africa, medici responsabili della sessualità maschile e femminil? e NO ! • Certamente nessuno dei ricercatori impegnati a trovare soluzioni in laboratorio ha avuto modo di vedere le devastazioni dell’apparato genitale maschile e femminile, causate dalle infezioni a trasmissione sessuale ( STI), di cui e’ portatore cronico l’80% della popolazione rurale e suburbana africana • I ginecologi e gli urologi sono coloro che si prendono cura, giornalmente, di tutte le disfunzioni e le patologie che interessano gli apparati genitali. Ma essi,inspiegabilmente, non sono mai stati coinvolti, a livello internazionale, nella elaborazione dei programmi di lotta all’HIV.

Abbiamo fatto, noi medici sul campo, un ragionamento di buon senso, utilizzando una logica da casalinga:

• Era ora, percio’, che ci assumessimo in proprio le nostre responsabilità: nostro dovere era non solo di prestare il nostro quotidiano servizio al malato, ma anche quello, ancora più impegnativo di trovare, sul campo, e nel vivo della sofferenza e della morte dei nostri pazienti, le soluzioni più idonee per porre fine ad un genocidio che si consuma ogni giorno davanti ai nostri occhi.

• In Africa, il 99,9% della trasmissione del virus HIV avviene attraverso rapporti etero-sessuali e, verosimilmente, la coppia etero-sessuale africana subisce la stessa intensità di trasmissione della coppia omosessuale in occidente!

Non avendo altri strumenti, abbiamo deciso, convinti di essere sulla strada giusta, di utilizzare una ONG-ONLUS per coordinare e sostenere il lavoro di studio e di verifica per mettere a punto una strategia vincente. Paolo Marandola


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MISSION

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Come ogni altra associazione no-profit, anche Sharing Life ha seguito, fino al 2005, il trend generale indicato dalle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite, dedicandosi a interventi sanitari e alimentari, tesi a migliorare le condizioni di vita di un gruppo di popolazione diseredata e disconosciuta anche dal proprio Governo. Poi, utilizzando lo studio già avviato e la loro lunga e intensa esperienza sul campo, i medici di Sharing Life, presero coscienza che i dati internazionali relativi all’HIV dimostravano, senza ombra di dubbio, che la strategia basata fondamentalmente sulla terapia, fosse definitivamente fallita. Perciò arrivarono alla decisione, da una parte, di dare risposte inoppugnabili ai tanti “perchè” l’HIV si presentasse in forma pandemica solo nei paesi subsahariani e dall’altra, a trovare una nuova strategia, idonea a garantire una continuità generazionale e una vita esente da questa infezione mortale alle prossime generazioni. La mission è di creare nuovi modelli di intervento, destinati al singolo individuo e alla coppia, cominciando dalla nascita, con strumenti medici, educativi e informazionali.


1999

TORI

Nasce il comitato locale Sharing Life

Sharing Life è ufficialmente nata nel 1999 nell’area della foresta di Karubwe, nel distretto di Chibombo, Zambia, con la costituzione di un “Joint Committee for the management of Karubwe & Chisamba Forests”, tra Sharing Life e i rappresentanti locali del Governo e dell’autorità tribale. Il Comitato Congiunto aveva come scopo il controllo e la pianificazione dell’uso delle foreste e degli animali selvatici da parte degli occupanti abusivi che avevano già fatto nascere il villaggio di Katete e di nuovi arrivati che si insediavano in modo incontrollato in ogni angolo delle foreste. Poichè le uniche attività di questa popolazione erano, innanzitutto la produzione di carbonella, la vendita di sabbia per l’edilizia e la caccia di frodo, in pochi anni, la foresta era stata completamente distrutta, nonostante la minaccia del Governo centrale di inviare l’esercito e i numerosi tentativi della Sharing Life di fare approvare un piano di sfruttamento sostenibile del grande patrimonio esistente. Di fronte all’impotenza del governo e al contenzioso tra esso e la capo tribù Mungule, Sharing Life ha spostato la sua attenzione

verso l’educazione e l’assistenza sanitaria della popolazione che aveva occupato i 20.000 ettari di foreste e di quella che lavorava nelle numerose fattorie circostanti. La vecchia e cadente scuola elementare e secondaria di Kamaila e il villaggio di Katete divennero l’obiettivo della Sharing Life, con interventi educativi ed alimentari, soprattutto nel periodo della siccità del 2002-2003. Fallito il “Comitato di gestione congiunta”, nel 2003 l’Associazione venne registrata in Italia come prima come associazione di volontariato e poi come “Sharing Life Onlus” nel 2005 e in Zambia nel 2006 come “Sharing Life-NGO, Zambia”. Con la nuova struttura, in considerazione del peggioramento dei dati epidemiologici assai preoccupanti relativi alla diffusione dell’HIV, il Prof. Marandola, in collaborazione con il Prof. Labib, urologo, il Prof. Kasonga,ginecologo, il dr. Yassa, specialista delle malattie a trasmissione sessuale (STI) e la d.ssa Mulundu, virologa, decise di avviare uno studio sul rapporto STI-HIV.


2006

I soci di Sharing Life, avendo realizzato che tanti interventi a pioggia, scoordinati e insufficienti risultavano, alla fine, inefficaci per la riduzione dell’incidenza delle grandi pandemie (HIV, tubercolosi, malaria), decisero per una politica di cooperazione diretta con il Governo zambiano, per cui avendo modificato drasticamente missione e obiettivi aprirono un ufficio prima a Milano e poi a Lusaka

2005

2002

Contemporaneamente la Onlus cominciò una campagna di raccolta fondi in Italia per continuare a sostenere interventi alimentari, scolastici e sanitari e coprire i costi dello studio di STI e HIV.

Nasce Sharing Life Onlus a Pavia con la volontà di mettere a punto un modello strategico e trasversale per la lotta alle MTS, applicabile a livello organico in tutti i Paesi colpiti dalla pandemia dell’AIDS, partendo dallo Zambia, scelto come Paese Pilota.

L’anno della svolta

SL Zambia viene riconosciuta Organizzazione Non Governativa dalla Zambian Chamber of Society e dal Zambian National Aids Council (NAC) e dal Zambia Integrated Health Programme (ZIHP). Inizia cosi l’avvio dei lavori di concordato con il Governo Zambiano, nella fattispece con il Ministero dell’Educazione e della Sanità.

Sharing Life N.G.O.

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Per capire il problema bisogna soffermarsi sul bisogno

2009

2008

Con l’urologo Prof. Mohamed Labib, la virologa Prof.ssa Gina Mulundu e l’esperto di malattie a trasmissione sessuale (STI) Dr. Pierre Yassa, il Prof. Marandola avviò un dibattito che, presto, si trasformò in ricerca per dare risposte a questioni fondamentali per il destino di milioni di africani

Si completa la stesura del modello TPHI che viene definitivamente approvato dal Governo dello Zambia

SL decide di implementare con la CELIM ONG il primo progetto pilota sul territorio suddiviso in 4 aree d’intervento; Kamaila, Kavalamanja, Lusitu e Lilanda



Su 600 ONG attive in Zambia, oltre 450 si occupano di programmi di intervento su HIV/AIDS di cui il 70% per i già contagiati

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600 “Non c’è stato giorno che non vi fosse una richiesta di aiuto per lasciare il lavoro e recarsi presso una famiglia in lutto. Questo “lutto collettivo” e l’esperienza del Prof. Marandola presso l’Ospedale Universitario (U.T.H.) di Lusaka, dove svolgeva il ruolo di Professore onorario di Urologia, sono stati i fattori che hanno cambiato la missione e gli obiettivi dell’Associazione. La decisione di fermarsi a riflettere sul perchè di tante migliaia di morti, fu presa un giorno, quando il Prof. Marandola scattò delle foto, impubblicabili, di cadaveri trasportati su carriole dal reparto di urgenza dell’UTH alla sala mortuaria.”


Le domande che ci siamo posti: Perchè l’Africa Sub Equatoriale? Perché la pandemia si diffonde solo nei Paesi al Sud del Sahara? Perchè, nonostante gli enormi investimenti, la guerra all’ HIV/AIDS è stata persa, come dirà, nel 2007, al Congresso Mondiale sull’HIV, lo stesso Presidente degli Stati Uniti? Perchè la disponibilità a basso costo dei farmaci antiretrovirali (ARV) non ha modificato, in modo significativo, l’incidenza dell’HIV? Perchè si nasconde al mondo la vera realtà di un disastro umanitario annunciato?

“Non avendo trovato risposte esaustive ai tanti “perchè”, abbiamo capito che la medicina, da sola, non sarebbe stata sufficiente. Essa doveva allearsi con l’Educazione, l’Informazione e la Comunicazione. Abbiamo, perciò trovato nei medici, nei docenti di scuola, nei pedagoghi, negli esperti di info-comunicazione, degli alleati preziosi, senza i quali non saremmo andati da nessuna parte.

A tutti loro va il merito di aver prodotto un documento di eccezionale valore per la vita delle future generazioni di africani. Sono certo che sentiranno lo stesso mio orgoglio per aver partecipato a questo lavoro. Altrettanto importanti, se non essenziali, sono stati i nostri donatori, quelli molto generosi che, anche con 5 euro, hanno voluto partecipare; gli alunni, i docenti e i dirigenti delle scuole italiane, che meravigliosamente, hanno sostenuto il nostro impegno.”


accreditamenti e coordinamenti Sharing Life-Italia è una Onlus registrata in Italia il 12.5.2005 .all’atto n. 192/132 di repertorio numero192 e iscritta al consiglio delleONG in Zambia, Sharing Life è in attesa di certificazione per: NGOCC-Zambia (Nongovernamental Organisation Coordinating Council) Riconoscimento e registrazione da parte del Ministero degli Affari Esteri,Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo Riconoscimento di partnership con ECHO (Ufficio della Commissione Umanitaria Europea) Registrazione presso l’Albo della Commissione dell’Unione Europea, Ufficio Cooperazione-Europe Aid. Riconoscimento da parte del CONCORD, organizzazione di collegamento tra le ONG e l’Unione Europea.

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collaborazioni strategiche Sharing Life ha stabilito solide e permanenti relazioni con le seguenti organizzazioni: CELIM (Centro Laici Italiani per le Missioni) con questa ONG Milanese si sta preparando la presentazione del progetto al Ministero degli Affari Esteri a Roma, relativamente all’implementazione del progetto nell’area di Kamaila. Con la stessa è stato sottoscritto un accordo di collaborazione per lo sviluppo e l’implementazione in altri Paesi del modello Sharing Life. U.N.Z.A. (Università della Zambia) sono stati sottoscritti veri protocolli di collaborazione, soprattutto nel settore dell’educazione e della virologia. Il Policlinico Universitario di Lusaka (UTH, University Teaching Hospital) ha messo a disposizione di Sharing Life un’area di 10.000 m2 per la costruzione dell’Istituto per la Salute della coppia (The Two Partners in Health Institute). Il Ministero del Turismo e della Foresta ha dato in concessione a Sharing Life, nell’area di Kamaila: - un edificio da trasformare in Centro Medico (Clinic). - un edificio da ristrutturare e adibire a Casa degli Ospiti per i donatori e i volontari che arrivano dall’Italia. - un terreno di 3000 m2 per la costruzione della scuola materna nel villaggio di Katete. - un terreno di 1000 m2 nel villaggio Katete per costruire i bagni pubblici. - un terreno di 10.000 m2, presso la scuola di Kamaila per costruire le case degli insegnanti.

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E’l’unica pubblicazione (mensile) dedicata interamente alle problematiche sanitarie, Grazie a un memorandum di intesa, il giornale è diventato la voce di Sharing Life per la promozione dei concetti del “Modello”.

Il Ministero della Sanità, attraverso l’UTH e i distretti sanitari di riferimento delle 3 aree pilota – Chibombo, Lusaka e Luangwa – dopo aver approvato il “Modello”, ha autorizzato la costruzione di un Health Center (Clinic) a Kamaila e l ’ut i l izzazione degl i Health Center pubblici di Lilanda e Kavalamanja per l’esecuzione del progetto. Il Ministero dei Lavori Pubblici ha messo a disposizione gli architetti per la preparazione dei disegni e la valutazione dei costi di tutte le strutture attinenti al progetto.

Ministero Sanità Zambia

Si tratta di una ONG americana che ha creato e gestisce una scuola-orfanotrofio (Upeme School) nella foresta di Kamaila, a 5 km dalla scuola di Kamaila. Il Memorandum di Intesa con la Sharing Life permetterà di trasformare la Scuola co-gestita in scuola dedicata ai bambini svantaggiati e vulnerabili con l’inserimento del “Modello”.

The Health Journal

E’ una ONG zambiana di grande prestigio dedicata alle pari opportunità, soprattutto nel campo dell’educazione dei bambini e delle donne. Il Memorandum di Intesa con Sharing Life permetterà a “Women for Change” di applicare il “Modello” nelle numerose comunità e scuole da essa gestita e trasferire il modello in altri paesi.

Africa Hope

Women for Change

partner e strumenti operativi


Il modello di Governance Assemblea dei Soci in Italia

7 Soci Fondatori P. Marandola, I. Marandola, C.Marandola, P.Donetti, L. Mangione, L.Formigli, A.Setti 15 Soci Sostenitori Dott. D. Bokun, Dr. T. D’Errico, Avv. E.Gastini, Sig.ra F. Imbriglio, Dr. S. Marandola, Rag. S. Muda, G.Priano, Dott. A.Ricci, Dr. M. Scarantino 3 Soci Onorari - S.E. U. Plaja (Ambasciatore) - Dr. D. Gorgoglione (ex prefetto di Pavia) - Dr. V Portaccio (ex Prefetto)

Il revisore dei conti

1 Italia Dott. Gaetano Petraglia, Revisore iscritto all’albo. 1 Zambia Robert Kamwendo, Commercialista e Revisore

Il Consiglio Direttivo in Italia

6 Membri Presidente Paolo Marandola Vice Presidente Luciano Mangione Segr. Generale Ivan Marandola Consiglieri - Paolo Donetti - Antonio Setti Pres.Onorario - S.E. U. Plaja (Ambasciatore)

Il Consiglio Direttivo in Zambia

8 Membri Presidente Paolo Marandola Vice Presidente Vicario Michelle Bobo Banda Segr. Generale Candy Marandola Tesoriere Romeo Kasengele Consiglieri - Peter Lambart - Georgina Mulund - Pierre Yassa - Jones Nkole

Il sistema di controllo. A garanzia della continuità con la missione storica, controllo edi gestione e quindi una struttura operativa snella e antiburocratica sono previsti 2 consigli direttivi, autonomi, nominati dall’Assemblea dei Soci fondatori in Italia. Per garantire il massimo di trasparenza verso i donatori, Sharing Life ha inserito nel suo programma, da realizzare entro il 2009, una “guest house” con la ristrutturazione di una casa nell’area di Kamaila, messa a disposizione dal Governo Zambiano, per ospitare i donatori che volessero visitare la Zambia, per verificare l’utilizzo dei proprie donazione e stabilire un rapporto diretto con la gente dei villaggi e visitare le cascate Vittoria e i parchi nazionali della Zambia. Per garantire la piena adesione alle politiche di sviluppo e alla cultura locale, Sharing life Italia ha costituito e registrato un Consiglio di Amministrazione della Sharing Life Zambia, costituito in larga parte da professionisti zambiani.

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Assemblea dei Soci /Founders Board Consiglio Direttivo / Board of Directors Chairman > Paolo Marandola

Sharing Life N.G.O. Zambia Consiglio Direttivo/Board of Directors Chairman> Paolo Marandola

Segreteria/ Secreteriat > Aline Teboul Cons. Delegato / Secretary General > Ivan Marandola Gestione ufficio e sicurezza/ Duty Officer > William Modanesi

Sostegno a distanza Child Sponsorship Resp/Head > Isabella Raso

Gestione Progetti / Project Management

Responsabile/ Head > Giada Raimondo

Comunicazione e raccolta fondi / Marketing & Fund Raising

Responsabile/Head > Paolo Donetti

Country: Zambia - Uganda - TPHI - KAMAILA - LILANDA - KAVALAMANJA - LUSITO - CHKUMBI - URIPA

Zambia Delegati Paese/ Coun > Candy Marandola > Jackie Rundquist > Bobo Banda > Pierre Yassa > Gina Mulundu > Jones Nkole > Romeo Kasengele > T.K. Lambart

Aziende/Corporate > Ivan Marandola Campagne > MariaGrazia Zollo IDMC Srl Web / Eventi > Vincenzo Cuffaro Donors Management > Stage/Intern

Strategia e Ufficio St Mktg & Press Office > Giusi Martarelli Comunicazioni Socia

Consulenza Legale/ A & Legal Advise > Carlo Mazzini

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Amministrazione e Controllo / Administration & Accountability

Rervisore dei conti / Auditor > Gaetano Petraglia

Gestione ContabilitĂ / Accounting Supervisor > Vincenza Mancini Urbana Coop Arl

Amministrazione & R G&A and Human Res > Claudia De Paoli


organigramma societario

ntry Representatives

ampa /

ali Srl

Comitati Scientifici / Scientific and technical Commitees: > SanitĂ (Health) > Istruzione (Education) > Supporto Psicologico > Ubanistica (House Planning) > Infrastrutture (Building) > Comunicazione (Comunication)

Relazione Istituzionali / Grant Application > Giada Raimondo > Stage / Intern

Advocacy

Risorse Umane/ sources

ContabilitĂ Progetti Zambia/ Zambia Project Accounting > Thomas Lungu


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Perchè un bilancio sociale nel 2009?

Il lettore e il donatore si chiederanno perchè il Consiglio di Amministrazione (CdA) di Sharing Life ha “improvvisamente” deciso di pubblicare il suo primo bilancio sociale nel 2009. La risposta la troveranno nel contesto stesso del documento, ma mi sembra utile riassumerne il senso in poche righe. Quest’anno ricorre il primo decennale di vita della Onlus e questo potrebbe già essere un buon motivo per fare un bilancio di questi lunghi anni di sacrifici, tuttavia questo è l’ultimo dei motivi. Il 2009, e precisamente il 2 Febbraio 2009, segna la fine di 4 anni di studi e ricerche e l’inizio della fase operativa. Il Bilancio sociale vuole condensare in poche parole e qualche cifra, il lavoro svolto da oltre 50 esperti dal 2005 ad oggi, alla ricerca di una nuova e più efficace strategia di lotta all’HIV/AIDS. Dal 1999 al 2005, l’Associazione, nata in Zambia da un piccolo gruppo di medici e imprenditori, e senza alcun legame con parrocchie o gruppi organizzati di donatori, aveva svolto, come qualsiasi altra Onlus o ONG, attività solidali nell’area di Kamaila-Katete, nel distretto di Chibombo, Provincia Centrale, di cui è capitale Lusaka. Fornendo alla scuola e al villaggio, di volta in volta, cibo, sussidi scolastici, sostegni all’aratura dei campi, piccole adozioni, organizzazione di attività sportive, fornitura di sementi e acquisto di prodotti locali. L’attività medica era sostanzialmente basata sulla fornitura gratuita di farmaci e preservativi, su visite mediche e accompagnamento dei malati o delle gestanti negli ospedali o cliniche della città. Il 2008 segna anche una forte crescita della raccolta fondi totale (+25,9%) che ha avviato una salutare diversificazione sia dei donatori pubblici che di quelli privati ormai consolidati a circa 47.000 donatori sostenitori con una donazione media di 12,8 € a testa. Un dato rilevante questo soprattutto in un momento di grandi crisi del non-profit a livello mondiale dove solo progetti ad alta innovazione e valore aggiunto dimostrano di poter essere sostenibili. Abbiamo avuto un incremento del 18,9% della raccolta da parte di enti e scuole pubbliche a fronte di una spesa per comunicazione e marketing, che si attesta nei valori di riferimento. Ivan Marandola Segretario Generale


IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ITALIANO Esso ha tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione e, inoltre, quello di nominare il CdA in Zambia. Presidente: Paolo Marandola, Professore di Urologia presso l’Università di Pavia e professore ordinario di Urologia nelle Università di Pechino e di Lusaka. Ha trascorso 15 anni, come capo missione medica, nella Cooperazione Internazionale, insegnando nelle Università di Makerere (Uganda), Mogadiscio (Somalia), UNZA (Zambia) e Medunsa (Sud Africa). E’ Membro dei “Flying Angels” di Johannesburg, con i quali ha fatto più di 500 ore di volo per operare nelle aree più inaccessibili dell’Africa del Sud. E’ Presidente della Fondazione scientifica Scarpa-Gaia.

Segretario Generale: Ivan Marandola, nato nel 1979 a Lusaka. Laureato in Scienze diplomatiche e Finanza Internazionale. Ha frequentato il 4° Liceo Scientifico nella Scuola di Oak Harbor (USA). Dopo un master a Boston , alla Harward School di Economia, si è dedicato alla gestione della Medicina della Salute e allo Sviluppo e Cooperazione Internazionale, apportando alla Sharing Life una ventata di dinamismo ed efficienza.

Vice Presidente: Luciano Mangione. Grande dirigente aziendale di Milano, è riuscito a dedicare passione e tempo alla buona gestione dell’Associazione apportando i criteri di una sana e moderna gestione. Tesoriere: Antonio Setti. Ex direttore di banca, ha organizzato il controllo e la registrazione della rendicontazione, sacrificando molto tempo alla sua vita privata. Paolo Donetti, imprenditore ed agente di informatica. Ha dedicato il suo tempo a gestire le iniziative di fund raising, diventando lo stimolatore per l’organizzazione di eventi. 29


CONTESTO GENERALE L’educazione scolastica ed alla salute sono le armi più potenti per combattere la pandemia HIV-AIDS 30

Esiste un legame molto stretto tra educazione, sanità e sviluppo. La mancanza di presidi medici e didattici sono alla base della povertà di un paese. Nondimeno importanti sono le risorse idriche, strettamente connesse alla salute della comunità: diverse patologie sono legate al consumo di acqua inquinata (il tasso percentuale di decessi di bambini per diarrea è altissimo), ma non dimentichiamo che la carenza d’acqua potabile va a deteriorare fortemente le condizioni igieniche della popolazione. In particolare gli apparati genitale e intestinale sono soggetti a molteplici infezioni e malattie a trasmissione sessuale (MTS) che diventano un ulteriore porta d’accesso privilegiata alla diffusione del virus HIVAIDS. Per comprendere bene il ruolo strategico che oggi bisogna assegnare all’Istruzione, primaria o secondaria, in Africa, è necessario richiamare alcune note socio-culturali sulle cosiddette “Comunità svantaggiate” dei Paesi poveri: alle relazioni tra i sessi, al rapporto tra le età e ai nessi tra educazione e malattie. Scorrendo la vasta letteratura disponibile tra HIV-AIDS e scolarizzazione, osserviamo che, mentre tra il 1984 e il 1995 l’incidenza dei nuovi casi di HIV tra persone con elevato grado d’istruzione, soprattutto giovani, era comparabile a quella delle persone non scolarizzate e povere, negli ultimi 10 anni si è verificato un netto cambiamento. Le persone con un più alto grado di istruzione hanno modificato il loro comportamento ed esercitano scelte individuali volte a preservare se stessi, i loro partners ed i figli. Ciò è naturalmente dovuto ad un più facile e completo accesso all’informazione ed alla messa in atto di strategie difensive. Nonostante il gravissimo indebitamento della Zambia (161% del PIL), il Paese difende con ogni mezzo i programmi educativi e può vantare una relativa alta proporzione di giovani iscritti alla Scuola. Tuttavia la crisi economica, causata da una gestione approssimativa della cosa pubblica a tutti i livelli, ma anche dalle norme di contenimento della spesa pubblica imposte dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, fa sì che il Paese debba affrontare i problemi della sopravvivenza giorno per giorno, a livello sia collettivo che familiare. In questo contesto si accumulano, esponenzialmente, gravi ostacoli allo sviluppo e al mantenimento del sistema scolastico – educativo, come vedremo parlando del progetto Scuola di Kamaila.


La Scuola, quindi, è al centro dell’intera promozione sociale, sia a livello individuale che di gruppo o comunità. 31


CONTESTO ORIGINARIO La Scuola era costituita da un blocco di 2 classi costruite nel 1952 e un blocco adiacente di 2 classi, costruito nel 1985. Il pavimento non esisteva, essendo in parte in cemento e in parte di terra battuta. Non vi erano né porte, né finestre. Il tetto era pericolante con molti buchi aperti alla pioggia. C’erano a diposizione solo 15 banchi e 2 scrivanie. Nessuna toilette. Niente acqua né luce elettrica, nonostante i pali dell’elettricità fossero a 5 metri dall’edificio. Vi sono 15 case per i maestri, costruite dagli inglesi nel 1952, solo 10 con elettricità e tutte senza acqua. L’Utenza è costituita da circa 1500 bambini di cui, in ognuno dei 3 turni giornalieri, almeno 400 bambini sedevano (e tuttora alcuni siedono) per terra. Le classi vanno dal grado 1° al grado 9°, l’obiettivo è quello di portarlo al 12°. La media distanza da percorrere è di 10 km all’andata e 10 km al ritorno, senza alcun mezzo di trasporto.

KAMAILA FOREST SCHOOL

I bambini provengono dai villaggi e dalle fattorie circostanti le foreste nazionali di Karubwe e Chisamba. L’economia di sussistenza della maggior parte dei villaggi è basata sull’abbattimento illegale di alberi per la produzione di carbone per la capitale. I bambini più piccoli spesso rimangono a casa. Non vi sono centri medici nell’intera area. Il I° ambulatorio, privo di medici e di medicine, si trova presso la Scuola di Chikumbi, a 30 km di distanza, a sud-ovest, mentre la Scuola di Katuba a è 35 km a Sud. Non vi sono mense scolastiche


OBBIETTIVI RAGGIUNTI - Creazione di un comitato composto da genitori ed insegnanti atto a discutere i problemi e deliberare: la PTA (Parents Teachers Association) composta da 7 membri: 3 maestri, 3 genitori e il preside. - Costruzione di un intero nuovo edificio con 3 classi più una sala professori - Acquisto materiale e presidi didattici - Acquisto di 60 nuovi e comodissimi banchi - Ristrutturazione tetti - Costruzione 3 pompe ad acqua - Organizzazione corsi formativi e di sensibilizzazione per mamme e bambini - Acquisizione di nuovo Referente, Insegnante Isabella Raso, per l’attività di Coordinamento Didattico con le scuole del Comune di Caserta. - Lancio del nuovo progetto web con portale interattivo e piattaforma di gestione dinamica del database dei soci - La Maison Cavalli ha sostenuto i progetti di Sharing Life mettendo a disposizione il locale Just Cavalli nel cuore del parco Sempione a Milano e sostenendo l’evento di beneficenza “Just 4 Sharing” Natale 2006. All’evento hanno partecipato personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, sono intervenute circa 200 persone ed è stata battuta una divertente Asta del Cuore per raccogliere fondi destinati ai progetti educativi. - Il Circolo didattico di Roccamonfina e Galluccio (CE) da anni sostengono Sharing Life. Quest’anno sono stati coinvolti diversi insegnanti, dirigenti scolastici, famiglie, enti comunali e studenti nell’organizzazione di un evento istituzionale di raccolta fondi. Durante l’anno scolastico sono state promosse varie iniziative di sensibilizzazione, culminate in un evento che ha visto come protagonisti proprio i bambini, le famiglie e i docenti. L’insegnante Isabella Raso è partita nel mese di agosto per visitare la scuola di Kamaila in Zambia ed ha presenziato all’inaugurazione delle nuove aule.

L’Istruzione come chiave per un futuro migliore

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OBBIETTIVI DA RAGGIUNGERE - Costruzione altri 3 edifici a Kamaila - Implementazione modello educativo-sanitario di Kamaila presso la scuola di Kavalamanjia sul fiume Zambesi - Costruzione di una mensa a Kamaila - Ristrutturazione case maestri a Kamaila - Acquisto 2 Scuola Bus - Organizzazione corsi di igiene ed educazione sessuale per studenti di tutte le età, per genitori, insegnanti, assistenti sociali e tutta la comunità di adulti coinvolta nella crescita del bambino. - Portare il curriculum scolastico al 12° - Costruzione di una piccola clinica per il distretto di Chisamba - Costruzione Guest House per soci donatori - Implementazione ufficio operativo in Lusaka (con 3 persone a tempo pieno) in collaborazione con Ufficio Redazione della giornale “health Journal” - Acquisizione di nuove risorse umane per competenze specifiche per la sede operative Milanese.

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Durante l’ultima missione compiuta dall’associazione nel mese di agosto, si è stabilito un accordo con un importante giornale di settore: l’Health Journal of Zambia. Questo mensile può diventare uno strumento incredibilmente efficace per veicolare messaggi, informare e sensibilizzare la popolazione ed il governo. La casa editrice è favorevole ed entusiasta di diventare la vera voce di Sharing Life Onlus. Una campagna d’informazione a più ampio spettro sarà organizzata più avanti: campagna che comprenderà l’utilizzo di altri mezzi di comunicazione fruibili a diversi livelli (radio, tv, eventi). Il giornale sopravvive con pochi fondi, per questo diventa importante provvedere alle spese relative la stampa in cambio di questo prezioso spazio grazie al quale potremo raggiungere e coinvolgere la comunità e le organizzazioni internazionali a vari livelli. Si parla di una vera strategia di marketing virale: il giornale viene infatti distrubuito in molti compounds e nelle aree più povere della città assumendo un ruolo fondamentale per coinvolgere larghe fasce di popolazione, nello specifico le più bisognose.

PARTNERSHIP TRA SHARING LIFE E L’HEALTH JOURNAL OF ZAMBIA


36 Una Società devastata da grandi epidemie quali la malaria, la tubercolosi e l’HIV-AIDS, non è in condizioni di crescere. Una Società priva di istruzione non ha accesso alla conoscenza e all’informazione: strumenti fondamentali per la difesa della Salute del singolo e della Comunità. L’analisi dei dati della Zambia relativi allo stato dell’istruzione e della salute ha messo in evidenza:

1) Un’allarmante carenza dell’informazione, più grave nella fascia di età 14 – 24 anni, soprattutto per quanto concerne le malattie a trasmissione sessuale (MTS) e le modalità di prevenzione; 2) La prevalenza dell’HIV che rimane molto alta: circa 18 – 20%; 3) Una percentuale molto alta di trasmissione del virus HIV tra coppie discordanti e tra madre e bambino; 4) Più di 1 su 4 adulti che vivono nelle città della Zambia è sieropositivo, e più di 1 su 7 lo è nelle aree rurali; 5) La percentuale di ragazze, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, in stato interessante sieropositive a Lusaka, si è quasi dimezzata negli ultimi 10 anni. La percentuale di nubili, sessualmente attiva è scesa dal 52% al 35% tra il 1990 e il 2000. Due dati positivi che indicano una inversione di tendenza nei comportamenti sessuali a rischio.

UNITA’ DI RIPRODUZIONE PROTETTA ED ASSISTITA (URIPA) PRESSO L’UNIVERSITY TEACHING HOSPITAL (UTH) DI LUSAKA

6) Uno studio zambiano ha dimostrato che in un ospedale i decessi tra i lavoratori del settore sanitario è aumentata di 13 volte nei 10 anni tra il 1990 e il 2000, a causa dell’AIDS. 7) Il numero di pazienti HIV-AIDS trattati con antiretrovirali è, nel 2005, di circa 25.000 individui, rispetto a 1.250.000 malati di HIVAIDS che necessitano una terapia salvavita. 8) Una percentuale preoccupante di malattie a trasmissione sessuale: gonorrea, sifilide, clamidia, ureaplasma - che nella fascia 16 – 35 anni costituiscono, a nostro giudizio, il fattore di rischio più importante per la trasmissione del virus HIV.


CONTESTO GENERALE La nostra risposta a questo flagello è la costruzione dell’Istituto per la Salute della Coppia. Si tratta di una struttura integrata dove alla cura e alla prevenzione dell’HIV/AIDS e delle malattie sessualmente trasmissibili si affiancherà un continuo processo di educazione, informazione e formazione per ciò che concerne i comportamenti sessuali. L’Istituto è l’obiettivo principale del progetto Sharing Life Zambia. Esso dovrà rappresentare un modello adottabile in altri Paesi, per il controllo delle malattie trasmesse sessualmente, in particolar modo l’HIV, visto che il 92% delle infezioni HIV in Africa si verificano attraverso i rapporti eterosessuali. I progressi dell’ultimo anno ci fanno vedere il nostro obiettivo più vicino: Sharing Life ha firmato un accordo con il Governo della Zambia per costruire, nel perimetro dell’Ospedale Universitario di Lusaka, l’Istituto per la Salute della Coppia. Nell’ultimo anno sono stati firmati gli accordi tra la nostra ONG, l’University Teaching Hospital (UTH) e il Ministero dell’Educazione, accordi grazie ai quali l’ospedale ha concesso un’area su cui costruire l’Istituto per la Coppia. Oltre alla concessione del sito questi accordi ci permettono di avere il patrocinio a livello nazionale, un contatto con il Governo locale per far si che il progetto venga adottato come modello prioritario a livello nazionale, assistenza medica e tecnica e accesso ai servizi già in possesso dell’UTH. Il Progetto “The Two Partners in Health Institute” ha preso il via nel mese di Agosto 2007. L’impresa è colossale, il Comitato Medico-Scientifico Internazionale, che ha messo a punto il programma è sicuro di produrre il risultato promesso, ma Sharing Life, da sola, non potrà mettere insieme l’enorme quantità di denaro necessario per costruire e gestire l’operazione.


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OBBIETTIVI RAGGIUNTI

CONTES GENERA

Realizzazione progetto architettonico da parte del Ministero dei Lavori Pubblici Firma accordi ufficiali di collaborazione tra Sharing Life Onlus, l’UTH e il Ministero della Sanità Nell’attesa che si reperiscano i fondi necessari per portare a termine la costruzione dell’ Istituto di Salute per la Coppia, modello di prevenzione del virus HIV-AIDS e progetto cardine dell’associazione Sharing Life, abbiamo ritenuto importante importante alcune delle misure di intervento per diminuire l’incidenza dell’HIV in Zambia. Sono molteplici le richieste di aiuto da parte del Governo e della popolazione. Si è scelto di avviare negli spazi concessi dall’University Teaching Hospital (UTH) di Lusaka, l’Unità di Riproduzione Protetta ed Assistita (URIPA). Queste tecnologie, assolutamente innovative per il paese in oggetto, giocano un ruolo fondamentale nella salvaguardia della salute del nascituro e della coppia stessa (ci riferiamo soprattutto a coppie discordanti per HIV). Nel rispetto dei valori della famiglia è fondamentale far si che coppie desiderose di prole (discordanti per HIV o entrambi sieropositivi) possano concepire senza inficiare la salute del bambino ed evitando di contagiare il partner sano. Ci riferiamo in particolare all’auto inseminazione, al lavaggio dello sperma, all’inseminazione in vitro ed alla prevenzione delle Malattie a Trasmissione Sessuale (MTS) che sono la vera via di accesso al virus HIV.

una moltitudine di bambini in età scolare non frequenta la scuola in quanto la famiglia è troppo povera per permettersi di pagare la retta scolastica,se pur minimale; bambine che vengono delegate alla sorveglianza dei fratelli più piccoli o dei cugini, per permettere alle mamme di poter lavorare, non ricevono nessuna istruzione; bambini orfani di entrambi i genitori ( causa maggiore morte per AIDS ) non hanno la possibilità di frequentare la scuola; i più fortunati sono accolti, dove ci sono, in comunità che si occupano di questi bambini più sfortunati; bambini che vivono nei villaggi ubicati all’interno della foresta troppo distanti dall’edificio scolastico non hanno la possibilità di andare a scuola perché il percorso da fare a piedi è troppo oneroso per la loro giovane età, o comunque iniziano a frequentare quando sono troppo grandi ( anche a 12 anni ) Questa realtà è presente anche nel Comprensorio di Kamaila. Alla luce di suddetta situazione, Sharing Life ha sentito l’esigenza di aprire una scuola che accolga i bambini in età prescolare e i bambini in età scolare del I grado. In questo modo le mamme lavoratrici potranno mandare i loro figli nella scuola di Kamaila mentre i piccolini saranno affidati ad una maestra nella nuova scuola materna ; per i bambini che vivono troppo distanti dalla scuola di Kamaila, si è pensato di formare una classe Grade I, quale complesso distaccato di Kamaila, all’interno della stessa Scuola Materna .


STO ALE

OBBIETTIVI DA RAGGIUNGERE ristrutturare uno stabile e adibirlo a scuola materna assumere un insegnante e un assistente per i piccoli

Lo stabile preso in considerazione è una struttura messa a disposizione dalla fattoria “Ivandale” e che Sharing Life si ripropone di ristrutturare. Lo stabile si trova vicino ad un villaggio e due fattorie, quindi facilmente raggiungibile dai bambini. E’composto da tre ampi locali antistanti l’edificio e tre locali sul retro dello stesso. Un ampio spazio di giardino lo circonda.

SCUOLA MATERNA – FOREST NURSERY SCHOOL


SCUOLA DI KAVALAMANJA FIUME ZAMBESI NUOVO PROGETTO

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Sharing Life ha identificato una nuova scuola, sulle rive del fiume Zambesi, che necessita d’interventi per migliorare le difficili condizioni dei bambini che gravitano nell’area. Si tratta di circa 400, di cui più della metà orfani di padre e di madre a causa del virus HIV-AIDS. Mai come in un contesto simile diventa prioritario intervenire, soprattutto per proporre il modello educativo di Sharing Life ed inserire corsi di igiene ed educazione alla sessualità per proteggere questa generazione di bambini incredibilmente svantaggiata. La struttura è in buono stato, e la comunità è ben predisposta a collaborare. I maggiori problemi riguardano la mancanza di case per I maestri che abitano in capanne, la mancanza di energia elettrica e di un pozzo.



MIGLIORARE L’AMBIENTE PER MIGLIORARE LA VITA L’impegno di Sharing Life si allarga anche in campo ambientale. Nel desiderio di riabilitare l’area di Kamaila è fondamentale comprendere le problematiche del territorio e della popolazione che lo abitano ed intervenire in campo legislativo (in collaborazione col governo), ambientale ed agricolo. La situazione in quest’area è disastrosa. Il Governo se ne disinteressa ed ha lasciato la zona in stato di anarchia ad autogestirsi. I soldi e gli aiuti promessi non arrivano mai, tanto meno il personale necessario a controllare un area di circa 10.000 ettari. Ne risulta un incontrollato abuso edilizio (costruzione case all’interno della foresta protetta), distribuzione illegale e non regolamentata delle terre, corruzione, traffico di legname, caccia non regolamentata, deforestazione incontrollata, attività illegali, insensibilità ambientale, scomparsa degli animali e totale incapacità di praticare un’agricoltura sostenibile. Manca il volere politico di proteggere l’ambiente, per questo è necessaria una forte collaborazione tra governo, ONG ed autorità locali. Nelle due foreste nell’area di Kamaila, gli interventi umani lesivi all’ambiente sono visibili ovunque. Se non si interviene nell’immediato si andrà incontro a problemi ambientali molto seri. Il primo passo per invertire questa tendenza è quella di organizzare grandi campagne di sensibilizzazione all’interno delle comunità locali. E’ importante spronare le persone a riforestare, fornir loro semi per piantare, proporre soluzioni alternative e diverse fonti di sostentamento.

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IMPATTO SUL TERRITORIO Avendo a disposizione elementi fondamentali per la sopravvivenza quali l’acqua e il cibo, la Scuola, nell’accezione più larga, rimane di fatto l’unica frontiera contro le epidemie. Un luogo per apprendere, modificare le attitudini scorrette, crescere e promuovere lo sviluppo di un paese. L’accesso all’acqua pulita migliorerà sensibilmente le condizioni di vita della comunità interessata. Ogni singolo individuo disporrà, non distante da casa, di minimo 20/25 litri d’acqua al giorno (rispetto ai 5/10 attuali). La fornitura d’acqua aiuterà la produzione di cibo, la coltivazione degli orti e quindi promuoverà una agricoltura sostenibile per gli anni a seguire. Ma ancora di più renderà possibile la messa in pratica dei consigli derivanti dai corsi di igiene ed educazione sessuale. Il focus sull’educazione scolastica e sanitaria miglioreranno fortemente le condizioni di salute e fermeranno la trasmissione di malattie infettive, ma soprattutto ridurrano il tasso di mortalità infantile. I corsi di formazione alla comunità garantiranno il proseguimento e la sostenibilità dei progetti. Ad un livello più ampio l’educazione rimane il nostro ultimo investimento per formare delle generazioni di giovani istruiti e consapevoli. Educare significa erigere una barriera tra queste generazioni e la pandemia del virus HIV-AIDS.

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onlus

I N S I E M E

P E R

CO N DI V I DE R E

Per informazioni si prega contattare: Paolo Marandola Sharing Life O.n.l.u.s Chairman T. 02/83241655 F. 02/83200679 Chairman@sharinglifenet.org

Giada Raimondo Sharing Life Onlus Project Manager T. 02/83241655 V. 800 134 912 graimondo@sharinglifenet.org


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