Testata iscritta presso il Tribunale di Firenze il 12/3/2009, reg. n. 5707
informazione libera
#02 Aprile 09
Amministrative 2009 -Valdo Spini -Ornella De Zordo
Musica: -Intervista ad Entics -Woodstock strikes Back
Cinema: -Speciale Giappone
Sport: -Il cheese-rolling
I soliti noti #02 - Aprile 2009
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Pub, Osteria, Panini, Mescita, Birreria, Creperia
SPINA o GOTTINO DI BIRRA+ caffè a soli € 5 OGNI SABATO CENA E SERATA A TEMA!!! 4/04 FESTA DELLA BIRRA€ 15 DA LUN A VEN dalle 8:00 A TARDA NOTTE SAB E DOM DALLE 17 IAMERICAN BREAKFAST GIOV E VEN APERICENA DALLE 18 ALLE 22 € 5 SKY E Wi-fi Cercaci su facebook: Il Re del Panino: “da Tommy”
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#02 - Aprile 2009
L’editoriale
SOMMARIO
Riot Agenda Orson Welles definiva i mass media “il quarto potere”. Quello che sappiamo sull’agire dei nostri politici, di cosa succede nel paese, di tutto ciò che è informazione. Percepiamo lo stato delle cose dalla mediazione tra ciò che accade e ciò che viene raccontato. Tenendo conto che la maggior parte degli italiani si informa tramite la tv, se un fatto viene omesso o viene esposto in modo sbrigativo dal tg, paradossalmente non esiste, non è mai avvenuto. Accade anche il contrario: un fatto viene messo in heavy rotation, neanche fosse il nuovo singolo dei Killers. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, gli autori di stupro sono di nazionalità italiana nel 60,9% dei casi [tra questi solo il 7,8 % è romeno] e gli episodi di violenze sessuali nel 2008 sono diminuiti dell 8,4% secondo i dati diffusi dal dipartimento della Pubblica sicurezza. I dati parlano chiaro, i media un po’ meno. Le notizie sugli stupri sono sulla cresta dell’onda insieme a quelle sugli omicidi. Sono pane quotidiano. Sono carne da talk show. Vespa sfoderò addirittura un modellino della “casa degli orrori” - vedi Franzoni. Poi ci sono Meredith. Omar e Erika, Rosa e Olindo. Un’agenda setting* piuttosto truce, quella dei media nostrani. Morbosa. Occhio ad uscire di casa, ci sono gli immigrati malvagi e gli psicopatici pronti ad uccidere. V per Vendetta ce lo insegna: una nazione impaurita è una nazione più facile da soggiogare. Quando l’informazione è controllata dai partiti (RAI), dalla famiglia Berlusconi (mediaset) e da Telecom (la7), è difficile capire come, negli USA, essa possa essere considerata il mastino a guardia della democrazia. Qua, coloro che dovrebbero essere controllati, sono anche quelli che controllano. Si auto-controllano. “Stiamo andando bene? Si. Avanti così.” Più che un mastino, pare un chihuahua schizofrenico.
Politica Amministrative 2009 Valdo Spini Ornella De Zordo
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Cinema di pura entropia Miyazaki
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La riforma della giustizia
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Erasmus tra Aarhus e Lisbona
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Analisi del lodo Alfano
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Articolo 266
Formalmente
Esteri Cubalibre?
La questione cubana
Prodigy
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Nuove frontiere musicali
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Entics television
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Quarant’anni dopo
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Woodstock
Cultura & Spettacolo Il nerd dentro te
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p18
Rubriche Simpson&filosofia Il cerchio delle bestie
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Il nostro oroscopo
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Ingranaggi che girano
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L’angolo di Bastiano
Giochi
Nerd è trend
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Prima la parola, poi il palco
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Lo stato di mediocrità
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Cinema italiano
I love this game Il Glossario della Nba
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Intervista ad Entics
Sport Arbitri e televisioni
Il nuovo Album
Nuova era sonora
In viaggio con Schoen
Italiani figli della moviola
Musica
Ascanio Celestini *Agenda setting «Un insieme di temi che vengono comunicati secondo una certa gerarchia di importanza in un determinato momento». L’azione di definizione dell’agenda si divide in due aspetti, quelli di selezione e quello di gerarchizzazione dei temi. L’aspetto della selezione sostiene che «la gente tende ad includere o escludere dalle proprie conoscenze ciò che i media includono o escludono dal proprio contenuto»; mentre quello della gerarchizzazione «il pubblico tende ad assegnare alla realtà un’importanza che riflette l’enfasi attribuita dai mass media agli eventi, ai problemi, alle persone»
Speciale Giappone
Il Filiman Crosswords
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Eventi
Da non perdere
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In copertina: grafica RiotVan
Niccolò Seccafieno
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Amministrative 2009 A giugno si terranno le amministrative fiorentine. Viaggio tra le diverse realtà in competizione. Le prime due liste che abbiamo incontrato sono quelle di Valdo Spini (“Insieme per Firenze” e “I Verdi”) e di Ornella De Zordo (“Perunaltracittà”). A cura di Mauro Andreani e Andrea Lattanzi
Valdo Spini “Insieme per Firenze” e “i Verdi” Iniziamo doverosamente dall’università. Lapo Pistelli, prima delle primarie in cui è stato sconfitto da Renzi, ha dichiarato che l'Ateneo è percepito perlopiù come un corpo estraneo al tessuto cittadino. Ha anche aggiunto che a suo parere Firenze non è e non deve essere una città universitaria. Valdo Spini come pensa di gestire questo rapporto città-università? Anzitutto è vera una cosa: un tempo il mondo accademico partecipava in maniera attiva all'amministrazione cittadina, basti pensare a figure come Giacomo Becattini ed Edoardo Detti, entrambi docenti universitari. I partiti si sforzavano di portare in consiglio esponenti di spicco della realtà universitaria fiorentina. A mio parere, uno dei segnali di decadenza della politica è che questo processo non avviene più. Se dovesse toccare a me fare il sindaco, cercherò invece di rilanciarlo. Ovviamente anche l'aspetto urbanistico merita attenzione, vista la mancanza di un piano regolatore vero e proprio. In passato si era detto di concentrare gli edifici universitari attorno al polo di Sesto, a Careggi e nella zona del centro. Al contrario si è assistito ad una disseminazione dei luoghi dell'università che ha reso difficile gestire la vita di studenti e docenti che devono spostarsi da un luogo ad un altro con grande difficoltà. Occorre quindi affrontare il problema tanto dell'accessibilità, garantendo trasporti e servizi efficaci, quanto della vivibilità, puntando sugli studenti fuori sede e su quelli provenienti dai paesei emergenti come Cina. Fare di questo insediamento universitario una forza per la città ed un elemento riqualificante per il centro storico, che oggi rischia di essere senza funzioni. A proposito del centro storico: la città si espande e il centro si svuota. Dal 2004 ad oggi la popolazione del centro storico è diminuita di circa 1000 unità, mentre è aumentato di 2500
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unità il numero di stranieri che risiede in centro. Questo spopolamento coinvolge anche attività ed uffici: alcuni edifici funzionali si stanno spostando, come il palazzo di Giustizia. Che logica applicare a queste dismissioni? Vendita o reinvestimento pubblico? Le occasioni ci sono, si tratta di avere una forte coscienza di potere pubblico. I grandi contenitori della Difesa, come l'ospedale di San Gallo, sono inutilizzati, e a breve anche quelli giudiziari lo saranno. Invece di applicare una logica privatistica, affidandoli a chi vuol fare più quattrini possibili, potrebbero essere utili alla riqualificazione del centro attirando nuovi abitanti e, per che no, una vita culturale intensa. In una città d'arte, il centro rappresenta anche il motore delle attività economiche. La crisi sta avanzando e il turismo è in calo. Quali soluzioni possono dare nuovo slancio al settore turistico? Ho pensato e mi sono mosso per organizzare un'iniziativa internazionale sull'opera di Michelangelo, i cui costi sarebbero limitati grazie all'elevata disponibilità di materiale (sculture, casa Buonarroti, documenti). Permetterebbe sicuramente di attrarre turisti che stazionino in città più di ventiquattro ore. E per quanto riguarda sicurezza e degrado? Non occorre avere un carabiniere per finestra. Occorre invece garantire un effettivo controllo del territorio, cioè sincronizzare carabinieri, polizia e vigili urbani, per attribuire quote di territorio alla responsabilità diretta di operatori della sicurezza. Si veda a questo proposito l'esperienza di alcuni anni fa del poliziotto di quartiere, molto positiva. Si potrebbero affidare ai vigili urbani di certe zone delle competenze generali per la tutela del cittadino. Questo è un punto importante. Punta sulla figura del vigile urbano, peraltro molto contestata a Firenze. Punto su una figura di operatore di sicurezza nel quartiere, che possono essere carabinieri, poliziotti o vigili urbani. Nello specifico, credo che la polizia municipale debba essere ricondotta alle sue vere competenze. Non si tratta solo di fare del-
le multe, ma di tornare ad essere un figura amica, che aiuti a rispettare le regole. Lo slogan della sua campagna elettorale è "Rilanciare Firenze". Per farlo occorre senz'altro occuparsi del problema della viabilità. Pensa che la tramvia ne sia causa o soluzione? Sarebbe stato necessario realizzare un piano del traffico prima di costruire la tramvia, al contrario di come è stato fatto. Ammesso che possa rivelarsi utile, lo sarà solo per alcuni settori della città. Le ditte appaltatrici dovrebbero rimodulare il piano, concentrandosi sul collegamento con le zone periferiche, piuttosto che invadere il centro storico. E come vede una pedonalizzazione del centro storico? Credo che il centro storico, inteso come l'antico castrum, debba essere reso area pedonale, sfruttando mezzi alternativi come gli autobus elettrici. Passiamo alla politica partitica. C'è stato del movimento a sinistra di Renzi, a cominciare dalla conferenza programmatica di Rifondazione cui lei era presente. Ci sono possibilità d'alleanze o sarà una corsa solitaria? Questo non lo so. Come si usa dire, se son rose fioriranno se son spine pungeranno. Noi non siamo una lista di partito, ma una lista nata da un appello di personalità della società civile. Registriamo con soddisfazione un interesse da parte di alcune forze della sinistra nei nostri confronti. Saluto molto positivamente l’accordo raggiunto con i Verdi. Saluto molto positivamente l’accordo raggiunto con i Verdi. Per il resto da qui alla presentazione delle liste (7-8 maggio) vedremo cosa avverrà a sinistra. Concludendo. Abbiamo parlato di manifestazioni internazionali, revisioni di piani regolarori e investimenti nell'immobile. Un sindaco senza l'Ici e con meno multe, dovre troverà i fondi per queste opere? Credo che si possa cercare di ottenere dei contributi che non siano delle vessazioni. Ad esempio si potrebbe permettere ai cittadini di versare una quota annuale in cambio della concessione di un posto auto fisso. Penso che chiunque preferisca pagare un quota fissa e avere il parcheggio garantito, piuttosto che giocare a nascondino con i vigili urbani.
Amministrative 2009 A cura di Mauro Andreani e Andrea Lattanzi
foto: archivio Riotvan
Ornella De Zordo “Per un altra città” Sappiamo che c’è stato in questi giorni un tavolo di trattative con le altre realtà alla sinistra di Renzi. Quali sono stati gli esiti? Si è svolto un tavolo di trattative per creare a Firenze un fronte molto ampio di opposizione a Renzi, il quale ha determinato l’emergere di tanti soggetti a lui opposti. Erano anche quelli che hanno fatto le primarie e a cui non è piaciuto il risultato. C’erano diversi soggetti, incluso Valdo Spini. Le intenzioni erano le migliori, anche in vista di un eventuale terzo polo politico. Ci interessava soprattutto la prospettiva nazionale, valeva la pena di provarci. Spini e la sua lista, i Verdi, Rifondazione Comunista, i Comunisti Italiani, una parte di Sinistra Democratica. Dal resoconto del tavolo era emersa una condivisione di contenuti. Sui contenuti ci sono venuti dietro. Chiunque voglia essere l’alternativa a Renzi non può basarsi solo sull’anti-renzismo. Il tavolo si è rotto, ma non sui contenuti, bensì sul discorso delle candidature. Non avevate pensato ad un sistema di primarie? Paul Ginsborg l’aveva proposto a suo tempo e io ho ripreso l’argomento all’interno del tavolo. Ho proposto una consultazione democratica della base e degli attivi di questa area. Se da lì fosse uscita la legittimazione di qualcuno, gli altri si sarebbero dovuti adeguare. Nessuna campagna elettorale, quattro seggi cittadini, costi ridottissimi. La proposta non è passata per vari motivi. Forse siamo stati frenati dalla paura del confronto: noi avremmo mosso un migliaio di attivi, il Pd ne ha mossi 38000. Alla fine è successo quello che qualcuno già poteva intravedere: una frammentazione. “Per un’altra città” andrà per conto suo quindi? Ancora non lo sappiamo, vedremo se esiste ancora un margine. Ci interessava parlare dell’Università, del suo rapporto con la città e delle sue prospettive future. Le scelte culturali del comune di Firenze sono state assolutamente inesistenti. Ha appaltato la gestione della propria cultura alla Fondazione Palazzo Strozzi, abdicando come consiglio comunale e come cittadinanza, a dare delle direzioni alle scelte culturali. Una logica gestionale che si è rivelata non all’altezza. Se noi abbiamo una politica culturale cittadina così imbrigliata e poco aperta ai giovani, è chiaro che i rapporti UniversitàComune siano del tutto istituzionali, gerarchici. Non c’è un apertura nei confronti di quella produzione culturale che viene
dal mondo degli studenti. Le uniche iniziative che abbiamo visto in comune sono state iniziative di “altissimo livello” che passano sulla testa degli studenti. Questo non è coinvolgere l’Università. Il mondo studentesco è escluso anche dall’Univer sità stessa. L’università è anche coinvolta nel processo di spostamento che coinvolge tutto il centro storico: uffici, residenze, tutto si trasferisce verso la periferia. Di questo passo il centro non rischia di diventare una mera esposizione di monumenti? Penso che il centro dovrebbe mantenere una molteplicità di funzioni: deve essere vissuto. Questo implica un misto di residenza, alberghi, esercizi commerciali. Sfruttando anche i grandi contenitori disponibili, evitando di lasciarli in mano alla speculazione edilizia, come è successo col palazzo in via dell’Anguillara. Serve anche avere una gestione della mobilità diversa. Noi proponiamo di costruire dei parcheggi scambiatori al limitare del centro, creando una rete di navette ecologiche che portino in centro, e dei percorsi artistici differenziati per i turisti. Ora come ora ci sono quattro piazze e tre monumenti presi d’assalto, mentre tutto il resto è abbandonato. Serve un “turismo responsabile in ingresso”, che abbia un effetto calmierante sulla congestione del centro. Parlando del centro storico non si può non affrontare il tema della sicurezza e del degrado. Il questore e il prefetto sostengono che a Firenze non esiste un problema sicurezza, non esiste un’emergenza. Si dovrebbe abrogare il regolamento di polizia municipale, che l’assessore Cioni ha voluto ed imposto. Un regolamento inapplicabile e la cui applicazione è stata affidata alla discrezionalità dei singoli agenti, che devono valutare singolarmente ogni caso. Si potrebbe sostituire questo regolamento con un testo di convivenza civile vero e proprio. Esiste una legge in cui troviamo già tutto, non servono altri regolamenti. La città sicura è la città vissuta. Fondamentalmente abbiamo perso il senso di comunità, di collettività. La mobilità cittadina è un altro tema che merita attenzione: Firenze ha una media di 1140 macchine ogni 1000 abitanti. Ci sono quindi circa 50000 macchine in più rispetto alla popolazione. Il problema della mobilità non è stato mai affrontato. Credo che debba essere analizzato nella sua complessità. Non ci si può limitare a metodi palliativi, dobbiamo pensare a come collegare il trasporto
pubblico locale con il trasporto privato e con tutto il sistema di parcheggi. Diversamente non troveremo mai una soluzione al problema della mobilità. Si potrebbe pensare di valorizzare la rete ferroviaria esistente: abbiamo ben sette stazioni in questa città. La tramvia è un sistema ecologico collaudato, che funziona in tutto il mondo. “Per un altra città” è sempre stata contraria a questo progetto. Contro la tramvia o contro questa tramvia? La tramvia va bene, il problema sono i tracciati che non vengono da degli studi. Il comune si è impegnato con la “Rtp” a garantire 40 milioni di biglietti all’anno. I tracciati delle linee 2 e 3 non sembrano in grado di garantire un numero così elevato di biglietti. Il comune rischia di dover coprire di tasca propria la parte invenduta. Recentemente si è tornati a parlare molto di ambiente, soprattutto di inceneritori. Noi pensiamo che si possa raggiungere il 75% di raccolta differenziata, tramite un sistema di raccolta misto: raccolta porta a porta e isole ecologiche. Si deve smettere di contrapporre ambiente e lavoro. L’inceneritore non serve. Il 30% di residuo prodotto dall’inceneritore, lo devi comunque portare in discarica. Per non parlare della questione delle nano-particelle. Voi siete una realtà territoriale, nata dal territorio. Il futuro passa dal territorio? Noi crediamo che dalle varie realtà territoriali nasca un esperienza che è più generale. Si sta creando una rete di realtà vicine alla nostra, che condividono qualcosa. Le esperienze di cittadinanza attiva possono organizzarsi e sfidare i partiti, mettendo in comune esperienze e competenze. Tutti quelli che lavorano con noi hanno scelto di non fare politica di professione.
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Politica
ART 266 C.P.P.: La riforma della giustizia
MISSION IMPOSSIBLE!
Il 19 febbraio 2009 la commissione Giustizia della Camera ha approvato il Ddl sulle intercettazioni, con il voto favorevole della maggioranza e l’astensione dell’Udc. Le novità introdotte sono molte. Allo stato attuale per effettuare le intercettazioni occorre un solo requisito, l’indizio di reato. Se il p.m. concretamente suppone che sia stato commesso un reato può procedere con le intercettazioni. Il testo riformato invece prevede che per avviare un’intercettazione occordemocratica” (1976) da Licio Gelli (tra rano gli evidenti indizi di colpevolezli, sarà impossibile trovarli, dal momento za. L’assurdità della cosa sta nel fatto che che uno stesso giudice non potrà rivestire le riforme giudiziarie più urgenti vi era il divieto di nominare sulla stampa i magise vi sono evidenti indizi di colpevolezza più ruoli (ad esempio inquirente, requistrati comunque investiti di procedimenti un soggetto non viene intercettato, benrente o giudicante) senza cadere nell’ingiudiziari), il quale progettava l’infiltraziosì arrestato. Se un soggetto viene giudicompatibilità. Questo meccanismo quindi ne nella magistratura di suoi uomini opcato colpevole le indagini si chiudono e porterà alla paralisi e all’impossibilità di portunamente dislocati. Grazie a questo il soggetto viene rinviato a giudizio. Ciò intercettare per “mancanza di personaprovvedimento i nomi e le facce dei magisignifica che se non si ha la certezza che le”. strati collusi non sarebbero mai emersi. un individuo sia colpevole non è possibile La questione relativa alle intercettazioni Tutto ciò mostra un piano ben preciso e intercettarlo, ma quando si scopre che è dà fastidio a quasi tutto l’apparato polidelineato. Si vuole evitare che colpevole l’intercettazione diventa inutitico, trasversalmente da destra si facciano delle indagini e che le, perché a quel punto si può procedere a sinistra, e a dimostrazione di I giornali non queste vengano raccontate. Si all’arresto (quantomeno in via cautelaciò basta richiamare quanto afmira alla creazione di un penre). fermato da Rutelli in merito al potranno fare siero unico. Tutto ciò ha come Solo per i reati di mafia e terrorismo sai nomi dei “caso Genchi”. conseguenza principale il fatto ranno invece sufficienti i gravi indizi di Genchi, consulente tecnico di De magistrati che il terzo e il cosiddetto “quarreato. Magistris, è stato accusato da to potere” dello stato stanno La cosa ancora più scioccante è che vi Rutelli, presidente del Comitato sempre più diventando un tutt’ uno con sono reati, come il sequestro di persona, per la Sicurezza della Repubblica, di aver l’esecutivo. per i quali non sempre, anzi, raramente, messo su un imponente archivio informaSi è tanto parlato delle leggi ad persosi conoscono i rei, e per avere delle infortico contenente dati sensibili riguardanti nam. Quella sopra citata però non è da mazioni si mettono sotto controllo i telecentinaia di migliaia di cittadini mai indaritenere appartenente a queste. Ormai foni dei familiari della vittima. Ovviamengati. Mr. B ha praticamente portato a termine te non perché questi siano colpevoli. Se il Ciò che però è strano (o forse no, ndr) la grande opera su cui sta lavorando da ddl resterà invariato d’ora in poi non sarà è che Rutelli non riesca a capire che nel 15 anni a questa parte e cioè una “super più possibile fare niente del genere. fare le intercettazioni non si possono incorazza” che lo renda immune da qualsiUn’altra novità riguarda la durata delle intercettare solo persone indagate. Questo voglia condanna nei processi in cui è statercettazioni: 45 giorni (più 15 massimo perché le persone indagate non parlano to rinviato a giudizio (l’ultimo tassello è di proroga). solo ed esclusivamente tra di loro, ma Inserire un limite di tempo per le intercetanche con altre persone non indagate. stato posto con il Lodo Alfano, e qualora questo venisse giudicato incostituzionale tazioni è una cosa insensata (ovviamente Di conseguenza potrà succedere, o medalla Consulta c’è comunque pronta la rise si ritiene che le intercettazioni siano glio, quasi sempre succede, senza che ciò forma dell’articolo 238 bis del codice uno strumento per coadiuvare le indagini, debba o possa far gridare allo scandalo o di procedura penale, la quale, magicae non un impedimento ai criminali per de- al complotto, che coloro che su incarico mente, “traghetterebbe” il reato di Mr. B linquere in totale libertà), soprattutto perdella magistratura effettuano delle interverso la tanto agognata prescrizione, che chè questo limite è improrogabile. Anche cettazioni abbiano nei loro archivi converin Italia, come è stato dimostrato dal caso se ci fosse la certezza che il giorsazioni di persone estranee alle Andreotti, è sinonimo di innocenza. no seguente l’intercettato(per indagini ma che comunque, per Quello che stiamo vedendo adesso è un es. un sequestratore) rivelasse Da indizio di motivi leciti, conversino telefonipremier più altruista: un soggetto volto a un elemento importantissimo ai reato ad indicamente con gli indagati. garantire l’impunità non solo a se stesso, fini dell’indagine (per es. dove zio di colpevoma anche all’intera classe dirigente, che è nascosta la vittima), anche in Legata alle intercettazioni c’è anlezza in questo modo è sempre più “casta” . questo caso l’intercettazione doche la questione relativa all’imOrmai il piano di rinascita democratica vrebbe cessare. possibilità per i giornalisti di è stato praticamente portato a termine, Le intercettazioni ambientali potranno fare i nomi dei magistrati (pena il caressere disposte solo se esiste il fondato cere fino a tre mesi e una multa fino a e tutto ciò grazie alla tessera n°1816. D’altronde anche lo stesso Gelli aveva afmotivo per ritenere che sia in corso 10.000 euro). un’attività criminale in quel luogo. Questa norma apparentemente insensata fermato: «Il mio Piano di rinascita? Solo Questa è ovviamente una cosa assurda, ha invece un duplice effetto: da un lato, Berlusconi può farcela» dal momento che è impossibile sapere in se i magistrati verranno attaccati, trasfeanticipo dove un reato verrà commesso. riti etc.. non si saprà mai. In questo modo Più che “Rialzati, Italia” occorrerebbe dire “Svegliati, Italia!”. Se per esempio viene messa una cimice non si creeranno casi come quelli – tanto Purtroppo, nonostante ciò che dice il nonell’ufficio di un mafioso o presunto tale, è per citare i più attuali – della Forleo, di stro inno nazionale, l’Italia non s’è ancora raro che questo commetta un reato diretDe Magistris o dei quattro giudici di Sadesta! tamente in casa sua. La microspia viene lerno. D’altronde ognuno ha il governo che si posta nella sua abitazione nella speranDall’altro sarà possibile per alcuni mamerita. za che il soggetto riveli informazioni che gistrati (come il giudice Carnevale, il possano portare alla sua incriminazione. cosiddetto ammazzasentenze) passare In fondo, questa è “l’altra faccia della democrazia”! adesso per disporre le intercettazioni è nell’ombra. sufficiente un GIP. Con la riforma sarà I cultori del genere noteranno una soCaterina Bianchini necessario un collegio di tre giudici. Ciò miglianza tra questo provvedimento e porterà al risultato che nei tribunali piccoquello suggerito in “Piano di rinascita
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Politica
Formalmente. Sulla forma formale di governo all’italiana
Grafica Riot Van
È il luglio 2008 e gli italiani prendono il sole ascoltando l'opinabile “Badabum cha cha” di Marracash. La benzina costa un euro e 56 centesimi al litro e nei mercoledì sera del bel paese, spopola la fiction Carabinieri 7. L'attività parlamentare, in sintonia con la rete autostradale, è solitamente paralizzata all'arrivo del solleone. Ma non nel luglio 2008. Verranno approvate, infatti, la famosa 133 – a seguito della quale si registreranno mobilitazioni studentesche – la riforma della pubblica amministrazione – con il tornello d'ingresso che assume fantozziane sembianze – e il Lodo Alfano (l. 124 del 23 luglio 2008). Ma tralasciando scritture storicistiche e citazioni d'altri tempi, bisogna per davvero chiedersi che cosa sia e quali conseguenze abbia per la nostra democrazia tale provvedimento. Iniziamo col dire che, quando si vuole discutere di un qualsiasi argomento, è bene accordarsi sulle basi condivise del dialogo. È fatto innegabile, anche da un punto di vista strettamente tecnico, che spesso le calibrate dichiarazioni di Silvio Berlusconi escano dal politically correct per entrare in una zona grigia fra demagogia e paternalismo. Fanno parte del suo modo di gestire il potere, ed ogni
giorno sì e un giorno no ad un'udienza: non avrebbe potuto convocare il consiglio dei ministri [...] mi sembra che in una democrazia, quando si verificano cose come una magistratura che tenta di sovvertire il risultato delle elezioni, il lodo in questione sia il minimo che essa possa apprestare a difesa della sua libertà” (nb: l'Italia è l'unico paese europeo che concede immunità penale a cariche governative – fonte: Associazione Italiana Costituzionalisti – però non è l'unica che indaga sui suoi politici). Ma anche prima dell'approvazione del lodo, il difensore delle istituzioni Berlusconi aveva invitato ad una riflessione sulla sua situazione penale: “La vittima di 14 anni Berlusconi, viene indicata come colui che deve avere un vantaggio da ne rafforzino le strutture. queste norme. Non è così, io rinuncio asPer questo motivo, come il fascismo necessitò delle leggi fascistissime, o come solutamente a qualunque vantaggio, non gli articoli della nostra costituzione neces- ho bisogno di nuove norme. Mi sono semsitano di norme attuative, anche il berlu- pre difeso nei processi, sono il recordman universale dei processi in tutta la storia sconismo vuole i suoi elementi di rinforzo. Per il discorso che segue, è bene chiarire dell'uomo e anche delle altre creature che vivono su altri pianeti”. che il lodo Alfano rientra in questa serie Non è la prima volta che il premier utilizdi strumenti stabilizzatori, ed è categoza la sua posizione di potere per scamrizzabile sotto l'etichetta di “legge berlupare alle sentenze di un tribunale, come sconissima”. E lo è perché, oltre a garantire l'immuni- fece ad esempio per il processo Lentini, in cui era indagato per falso in bilancio. Nel tà per le quattro principali cariche dello gennaio 2002, il consiglio dei ministri del stato, sospende tutti i processi penali in governo da lui presieduto apcui i loro detentori sono coinvolti. provò, rendendole immediataI presidenti di Camera, Senato e mente operative, nuove norme Repubblica non sono attualmen- Berlusconi: in materia di diritto societario. te coinvolti in processi penali, ma “Il lodo serve riforma ha comportato una Berlusconi sì. È infatti indagato per difendere Tale diversa valutazione del reato di per compravendita illecita di falso in bilancio, con modifiche diritti televisivi, falso in bilan- la libertà” incidenti anche in materia di cio, frode fiscale, appropriazioprescrizione, riducendo i temne indebita e corruzione illecipi di quest'ultima rispetto all'inizio del ta. procedimento. Al tribunale competente Quest'ultimo capo d'imputazione, è dovuto a qualche spicciolo passato all'av- non restò che prenderne atto ed anziché vocato inglese David Mills, reo di aver prescrivere Berlusconi nel 2004, o sentenziare prima, estinse il reato nel 2002, ricevuto 600.000 dollari dallo stesso come da volontà del premier (fonti: par“Mr B”. Il versamento sarebbe avvenuto tramite il manager Fininvest Carlo Berna- lamento.it e codice di procedura penale, sconi, in cambio della falsa testimonian- art. 129). Ma torniamo all'angusto presente. Dopo za dinnanzi al tribunale di Milano, che Mills fornì a sostegno di Berlusconi durante l'approvazione del lodo, i giudici del Tribunale di Milano che devono giudicare sulla i processi per corruzione alla Guardia di Finanza e quello sui fondi neri della com- vicenda Berlusconi-Mills, hanno sollevato i primi dubbi di costituzionalità. In partipagnia All Iberian. statista ha le proprie, che sfrutta differenDavid Mills, è stato è stato condannato colare, il pm Fabio De Pasquale ha sostetemente a seconda della situazione: lo scorso 17 febbraio a 4 anni nuto che esso contrasta con l'articolo Andreotti ha le sue ed Obama pure. 3 della Costituzione, “Tutti i cittadini e 6 mesi per corruzione in atti È fatto altresì innegabile, che Berlu- Una legge sono eguali davanti alla legge, senza digiudiziari dai giudici del Tribunasconi abbia istituito un nuovo tipo di berluscostinzione di sesso, di razza, di lingua, di le di Milano. Il lodo Alfano, però, regime – laddove la parola “regime” religione, di opinioni politiche, di condi(approvato col tempo record di nissima indica semplicemente un sinonimo zioni personali e sociali”. venti ore) all'art 1, sospende tutdi forma di governo, come repubbliCogliendo la palla al balzo, il premier, che ti i procedimenti a carico di Silca o dittatura – che molti, anche tra polinon ha bisogno di nuove norme e gode vio Berlusconi in quanto alta carica dello tologi e scienziati, non hanno esitato a denell'esser processato, ha inviato i suoi stato, perciò la sua posizione giuridica nel finire “berlusconismo”. Ora, ogni regime, processo dove è coinputato con Mills, è legali Niccolò Ghedini e Piero Longo in e in questo senso anche uno di carattere stata stralciata, “congelata”. tribunale, per richiedere che l'eccezione non politico, ha una naturale vocazione di costituzionalità fosse respinta, così da L'ipocrisia tutta italiana, derivante dalla alla ricerca della propria solidità. E come nostra sudditanza mediatica, può facilcongelare il processo a data da definirsi nel campo dell’economia, per esempio, (mai ndr). mente condurre a considerare la legge il regime capitalistico ha necessitato di Il 4 ottobre scorso però, i giudici della de124 come un normale tassello da inserire invenzioni e adattamenti progressivi per cima sezione penale del tribunale di Minel grande mosaico di una completa deraggiungere massima produttività e relalano, hanno stabilito che il processo per mocrazia. Del resto, le parole di Mr B a ritiva stabilità, così a tutti i regimi politici David Mills sarebbe andato avanti, poiché guardo furono molto chiare: “Il presidenservono leggi, meccanismi e strategie che te del consiglio avrebbe dovuto andare un hanno accolto l’eccezione di costituziona#02 - Aprile 2009
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Politica
lità sollevata da De Pasquale (articoli in questione: 3, 68, 96, 112 e 138). Pertanto, al lodo Alfano potrebbe toccare la stessa sorte che si abbatté su un altro lodo, il Maccanico – Schifani, che bloccò il procedimento penale a carico di Silvio Berlusconi nella vicenda Sme, fra il 2003 ed il 2004. La norma fu però abrogata dalla Corte Costituzionale perché manifestamente incostituzionale. Il processo riprese e il tribunale ritenne provati i fatti di corruzione, ma prosciolse il presidente del consiglio ”perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato” (Il Giornale). Comunque, anche in caso di dichiarata incostituzionalità dell'Alfano, anche il processo Mills-Berlusconi sembra destinato a svanire in una bolla di prescrizione. Infatti, nel testo di riforma della giustizia varato dal governo, è stato modificato anche l'articolo 238 bis del codice di procedura penale, che in precedenza consentiva l'utilizzo di sentenze irrevocabili come prove per altri processi. Ciò significa che, se un imputato è sotto processo per dentenzione di sostanze stupefacenti, e viene dimostrato un suo legame con uno spacciatore condannato in via definitiva, la sentenza che grava su quest'ultimo può essere utilizzata come prova a suo carico. Ma dopo la riforma, non sarà più esattamente così. Infatti, la modifica introdotta a questo articolo prevede che sì, le sentenze irrevocabili possano essere sfruttate come prove per altri processi, ma solo se questi riguardano mafia, terrorismo, armi da guerra e stupefacenti. La ricaduta sul processo Berlusconi-Mills è evidente: la sentenza di condanna sull’avvocato inglese, infatti, non potrà essere utilizzata come prova contro il presidente del consiglio. Di conseguenza, il processo pagherà un ovvio ritardo che lo potrà avvicinare ad una possibile - anche se non certa - prescrizione nel 2012. Il lodo Alfano è una norma a protezione di un imputato particolare, in un contesto politico particolare: le volontà di riforma costituzionale espresse più volte, accompagnate dalla sua brama di abitare il Quirinale; l'uso smodato del decreto legge che esautora il Parlamento dalla sua funzione principe e cioè, fare le leggi; il bavaglio che si sta abbattendo sulla stampa e sulla magistratura con le nuove disposizioni in materia di intercettazioni – si vedano a tal proposito le denunce delle federazioni di editori e giornalisti, oltre alle mobilitazioni del Csm - sono tutti elementi di una nuova e sofisticata ingegneria istituzionale. Indirizzata ad una governance di tipo autoritario, trova il suo cardine nel controllo – o parziale controllo - dei mezzi di comunicazione di massa e dei circuiti economici principali. È di recente costituzione e formalmente si fa chiamare ancora democrazia. Formalmente.
Brevemente,
il Lodo Alfano
SOSPENSIONE Sono sospesi, per tutta la durata della carica, i processi penali nei confronti del presidente della Repubblica, del presidente del Consiglio e dei presidenti di Camera e Senato. I procedimenti giudiziari che restano sospesi possono anche riferirsi a fatti commessi prima della assunzione dell’Alta carica e possono essere già in corso, in ogni fase o grado di giudizio. NON REITERABILITÀ La sospensione del processo non è reiterabile. Ciò vuol dire che una stessa persona non può goderne se, cessata una carica, ne assume un’altra. Il testo del lodo prevede espressamente una sola eccezione, quella del capo del governo che venga nominato di nuovo nella stessa legislatura. Ma l’opposizione sostiene che la norma non è abbastanza chiara da escludere ogni altra possibilità. RIPRESA PROCESSO IN CASO DI NUOVA CARICA L’emendamento del Pd, che la maggioranza ha accolto alla Camera, prevede in maniera esplicita che uno dei quatAngelino Alfano tro vertici dello Stato non Ritratto di Mattia Vegni possa cambiare carica o funzione, nella stessa legislatura, senza che si riprenda il processo nei suoi confronti. Si eliminerebbe così ogni possibile dubbio: il presidente del Consiglio se eletto capo dello Stato non potrebbe godere di nuovo della sospensione, neanche se assumesse la nuova carica nella stessa legislatura. RINUNCIABILITÀ Per tutelare il proprio diritto a difendersi in giudizio, chi ricopre l’Alta carica può comunque rinunciare «in ogni momento» alla sospensione. NON DECORRE PRESCRIZIONE Quando il processo si blocca, viene sospesa anche la prescrizione. Il giudice può in ogni caso assumere le prove non rinviabili. TUTELA DELLE ALTRE PARTI Accogliendo una delle indicazioni della Corte Costituzionale, che nel 2004 aveva bocciato l’allora lodo Schifani, la 124 prevede che l’altra parte possa sempre trasferire il processo in sede civile, dove la sua causa gode di una priorità. ENTRATA IN VIGORE Il lodo entra in vigore e quindi i processi alle Alte cariche vengono sospesi, dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Non dovranno, dunque, decorrere i 15 giorni previsti di solito per le leggi ordinarie.
Brama di abitare il Quirinale
Andrea Lattanzi
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Per saperne di più
http://www.guardian.co.uk/politics/2009/ feb/17/david-mills-berlusconi-trial-letter http://www.lastampa.it http://www.corriere.it
“La giustizia è uguale per tutti i cittadini, ma questo cittadino è forse un po' più uguale degli altri, visto che più del 50% degli italiani gli ha conferito la responsabilità di governare il paese” Silvio Berlusconi, dichiarazioni spontanee al processo Sme, 17 giugno 2003
Esteri blica, quantun- i diritti legalmente acquisiti in virtù deque con sovra- gli stessi siano mantenuti e protetti.[...]" nità limitata dal L'obiettivo era non permettere ad aldiritto norda- tre potenze coloniali di intervenire mericano all’in- nella politica cubana e ottenere congerenza nei loro seguentemente un controllo de facCon il recente insediamento del 44° preaffari interni. to sull'isola e sulla politica interna. sidente degli Stati Uniti, Barack ObaL'emendamento fu girato in fretta e fu- L'emendamento Platt è stato abrogato ma, e le sue relative dichiarazioni sul ria al Presidente della Convenzione Costi- e sostituito nel 1934 da un documento proposito di smantellare la prigione mimolto conciso intitolato "Trattato tuente Cubana, Domingo Méndez litare nel territorio della baia di Guandi reciprocità fra Cuba e gli StaCapote, per essere accettato ed Gli USA tànamo, vale la pena di ritornare sulti Uniti". Questo secondo testo inserito come appendice alla Cole vicende storiche che hanno portato i annulla l'emendamento Platt, stituzione il 12 giugno 1901. Gli potranno precedenti governi statunitensi ad intema precisa che la base navale USA misero però forte pressione, rimanere a ressarsi ad una piccola isola come Cuba. costringendo il Presidente ad una Cuba finchè di Guantànamo sarebbe rimasta In primis la legittimità della presenza sotto il controllo ed il dominio descelta forzatamente frettolosa. vorranno della base militare è contestata dal gogli Stati Uniti finchè le due parti, Secondo l'emendamento Platt: "il verno cubano, che considera la baia L'Avana e Washington, decidesGoverno di Cuba non potrà stabicome un'area occupata da forze stranielire con qualsiasi Potere o Poteri stranieri sero di comune accordo di porvi fine. re. Lo stesso Ricardo Alarcòn de Quesaalcun Trattato o altro accordo che riduca Con questo trattato da una parte gli Stati da (presidente dell'Assemblea nazionale o tenti di ridurre l’indipendenza di Cuba, Uniti rinunciano al loro "diritto" d'introcubana) ha dichiarato in un'intervista né autorizzi in qualsiasi modo o permet- missione nella vita politica ed economica a Salim Lamrani, ricercatore della Sorta a qualsiasi Potere o Poteri stranieri, di cubana, ma dall'altra controllano a tempo bona e autore del libro "Fidel Castro, ottenere attraverso la colonizzazione o indeterminato la base navale di GuantàCuba, gli Stati Uniti", che sono più di per propositi militari o navali, o in altro namo. In effetti l'abbandono della baia di quarantacinque anni che denuncia presmodo, insediamento o controllo su Guantànamo non dipende da un calendaso le organizzazioni internazioqualsiasi parte di detta isola.[...]" rio giuridico preciso, ma solo dalla volonnali questa presenza criminale. 45 anni di Ma soprattuto il passaggio più im- tà del governo statunitense. In altre paCome spiega Lamrani nel suo li- presenza portante e che evidenzia chiara- role, secondo quel testo gli Usa potranno bro, l'origine dell' accordo sulla mente il motivo di tanto interesse rimanere a Cuba finchè vorranno. Questo cessione di Guantànamo risale criminale della politica americana nei con- è ciò che si può definire con molte riserall'intervento nordamericano nelfronti di questa piccola isola è: ve il quadro giuridico di Guantànamo. ... la guerra ispano-cubana del 1898. "[...] Che il Governo di Cuba accon- Riusciremo a vedere Guantanàmo chiuAl termine di questo conflitto gli Stati Uniti senta che gli Stati Uniti possano esercitare dere? Obama spezzerà l'eterno embarhanno sostituito la Spagna come potenza il diritto di intervenire per la salvaguardia go? Riusciremo finalmente a vedere un coloniale dominante su Cuba. Per ritirare dell’indipendenza cubana, per il manteni- processo diplomatico realmente bilale truppe, ponendo così fine all'occupaziomento di un Governo adeguato alla pro- terale fra le due nazioni così vicine e ne militare, gli Stati Uniti hanno imposto tezione delle vite, delle proprietà e delle lontane allo stesso tempo? il famoso emendamento Platt. Nel 1901, libertà individuali[..]" e ancora "[...]Che al momento della conclusione della legiAlessandro Giovannini tutti gli atti realizzati dagli Stati Uniti a slatura del CongresCuba durante la loro occupazione militare, so degli Stati Uniti, il siano ritenuti validi, ratificati e che tutti Senato (43 a 20) e la Camera dei Rappresentanti (159 a 134) approvarono e il Presidente ratificò – come se fosse un qualsiasi affare interno e in soli quattro giorni – otto clausole obbligatorie che i cubani avrebbero dovuto aggiungere come appendice alla loro Costituzione per avere una loro Repub-
Cuba-libre?
immagine da www.map.primorye.ru
Il rapporto tra Washington e l’Avana
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Musica
L’Editoriale:
Rumori dal sottosuolo
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sottobosco della musica, dal genio di un dj-compositore, Liam Howlett, e di due ballerini dalla rocambolesca vita privata, Leeroy Thornhill e Keith Flint. Neanche un anno dopo la loro formazione esce il singolo “Charly”, una miscela acid house costruita da un campione di voce proveniente da un cartone anni ‘70. Il brano si piazza incredibilmente al terzo posto delle classifiche singoli UK scaraventando l’attenzione del pubblico su questo mondo in gran parte sconosciuto. E’ una rivoluzione: la musica rave comincia a defluire rapidamente dalle classifiche underground a quelle pop. Keith, grazie alla sua forte personalità, diventa l’icona del gruppo: Prodigy diventa sinonimo di “pazzoide schizzato con anello al naso e crestini verde fosforescente sulla testa”. Il successo del singolo “Firestarter” è dovuto anche al forte impatto mediatico del video che a causa della presenza di questo inquietante personaggio viene preso di mira dai telespettatori più bigotti. ”Firestarter” spiana la strada al terzo album “The Fat Of The Land” che entra nel guinnes dei primati per record di vendite più veloce in UK.
Prodigy,
tra musica e follia Sarà perchè la genialità ha una naturale propensione alla pazzia ma, ogni volta che i Prodigy tirano fuori qualcosa di nuovo, non si sa mai cosa aspettarsi. Ignorando qualsiasi confine, deridendo ogni sorta di etichettatura, prendono la musica, la tagliuzzano, la affettano e la ricompongono in uno psichedelico minestrone di suoni. Nei primi anni ‘90 furono pionieri del Big Beat ( insieme a Chemical Brothers e Fatboy Slim ) genere musicale partorito da tale alchimistica sperimentazione. “Invaders Must Die”, l’ultimo album della band inglese, racchiude tutto questo in 11 nuove tracce, che sembrano ripercorrere le varie fasi della loro maturazione. Ci sono sonorità’ rock e punk, con l’aggiunta dei caratteristici synth da videogioco e beat ancora aggrappati con le unghie alla scena rave delle origini. Una formula vincente, che ha già procurato una sfilza di sold out nel nuovo attesissimo tour mondiale. I Prodigy aggiungono, così, un altro trofeo alla loro collezione che, pur ricca di gratificazioni economiche, comprende successi ben più significativi. Quali? Per prima cosa immaginate una brulicante massa di corpi sudati, con i capelli appiccicati sul- La copertina del la fronte e gli occhi persi in trip nuovo album dei Prodigy monumentali. Una bolgia che si agita in maniera scoordinata, seguendo un ritmo martellante, veloce ed energico. E’ più o meno il 1990 e siete in uno di quei numerosi rave party che, a partire dalle fabbriche di Detroit e approdati poi in Inghilterra, stanno spuntando come erbacce in tutta Europa. Qui, dove la ribellione verso i dogmi della società occidentale si traduce nella totale noncuranza verso ogni genere di aspettativa sociale, il concetto è che, almeno per una notte, ognuno può fare ciò che gli pare. è un mondo sotterraneo, che fonda la sua esistenza sulla clandestinità. I Prodigy nascono qui, nel
Stefano Lascialfari Prodigy
immagini da www.theprodigy.com
Nella scorsa edizione di questo spazio sulla musica indipendente, abbiamo proposto argomenti non convenzionali cercando nuove orecchie a cui raccontare storie nuove; siamo stati ascoltati, e forse anche capiti: non potevamo chiedere di meglio. Oggi ci spingiamo ancora un po’ più giù. Daremo un’occhiata più in profondità, nel materno calore delle viscere ospitali dell’Underground. Nello scorso numero si era parlato di come non serva un genere, o un sound, per essere parte del movimento. La battaglia donchischiottesca della scena musicale Underground contro i mulini a vento delle etichette generistiche potrebbe non vedere mai un epilogo, nel ciclico ripetersi della sequenza “sperimentare - vendere i primi dischi - venire etichettati”. C’è chi rifiuta il genere, chi rifiuta la categorizzazione, c’è chi - molto candidamente - se ne frega (Underground è, in primis, libertà, vivaddio). Ma non solo. Tra i musici anticonvenzionalisti del Sottosuolo, c’è chi si spinge anche oltre, e con il più estremo dei gesti di ribellione, arriva a mettere in discussione i singoli mattoni che tengono in piedi la definizione stessa di musica: le note. Non serve un esperto per capire che abbiamo a che fare con un’avanguardia tra le più originali ed ardite dell’età contemporanea, con artisti capaci di abbandonare una strada iniziata nel secolo XII e seguita da milioni di musicisti in quasi nove secoli (per capire l’entità della sfida, provate ad inventare una nuova lingua, che non utilizzi più le nostre consonanti!). Non è facile, non è orecchiabile, non è melodia: questo è il noise. Dissonanza, sperimentazione, filosofia. Questa avanguardia è leggibile a vari livelli: si può vedere il noise come l’infantile istinto di un bimbo che picchia su una pentola per attirare l’attenzione, ed allo stesso tempo come una nuova corrente di pensiero, una filosofia che argomenta un ciclopico “No!” a quelle sette note che, in fondo, non sono altro che delle sillabe inventate da un frate. E ancora, si può pensare il noise come una scienza vera e propria, basata sull’uso calcolato del suono per riprodurre sensazioni, o addirittura equazioni matematiche: è il caso di artisti come il collettivo audiovisuale Psychic TV o come il dj Aphex Twin. è molto facile discutere della musicalità del noise. Si può snobbare l’avanguardia noise con la stessa superficiale leggerezza di chi guarda un lavoro di Kandinskij e pensa “lo sapevo fare anch’io”. Chi cade in questo errore, perde di vista il nodo della questione: nell’Underground, la musica è libertà. E’ Jimi Hendrix che nel ‘69 suonava l’inno americano con la chitarra elettrica, alternandolo a suoni laceranti e roventi come le bombe al napalm che colpivano le foreste del Vietnam; è Kurt Cobain che graffiava le corde della chitarra per fare sentire a tutti l’angoscia che lo tormentava. E’ John Coltrane che da un sassofono tirava fuori il suono di un tram. E’ Underground gente, l’ho già detto: è libertà. Giovanni Macca
Musica
Nuova Era Sonora Non possiamo più far finta di niente, la musica prima di tutto, passa da internet. Il web sta dando un grande impulso e una grande mano ad artisti emergenti. Se ancora non lo ha fatto, Internet sta cambiando la comunicazione musicale. Chi lavora in questo ambiente lo sa bene, tanto che anche le Major stanno buttando denaro su questa ricerca navigata. Possiamo spaziare dal reggae al rap al rock, ma anche al solo eroico cantautore. Anche le radio ormai non possono fare a meno di stare attenti a questo mutamento. Le maggiori protagoniste di tutto questo sono MySpace, YouTube e LastFm. Partiamo dalla prima piattaforma digitale: MYSPACE è una comunità virtuale, più precisamente una rete sociale, creata nel 1998 da Tom Anderson e Chris DeWolfe. È attualmente il sesto sito più popolare al mondo. Tutti i gruppi devono avere la propria pagina MySpace. Ci si riesce a far conoscere, far sentire i propri pezzi e commentare o lasciare messaggi. Offre ai suoi utenti blog, profili personali, gruppi, foto, musica e video. Grazie a questo spazio su internet, artisti e gruppi musicali come gli Arctic Monkeys, Lily Allen, i Belladonna ed i Cansei de Ser Sexy sono diventati famosi in tutto il mondo ancora prima di mettere effettivamente sul mercato i loro dischi. YOUTUBE, come ormai tutti sappiamo, è un sito web che consente la condivisione di video tra i suoi utenti. Molto meno plasmato per i musicisti, ma di fondamentale importanza per il caricamento dei video delle proprie esibizioni. Con una semplice fotocamera un qualsiasi interprete può ri-
prendersi e mettere la sua performance a disposizione di tutti. Per questo è meno selettivo e capita di trovare veramente di tutto. YouTube consente l'incorporazione dei propri video all'interno di altri siti web, e si occupa anche di generare il codice HTML necessario. Più dispersivo per chi vuole conoscere gruppi musicali nuovi, ma molto efficace nel trovare video specifici. LAST.FM, quest’ultima è una vera e propria radio su internet e anche un social network. Nato dal suo sito gemello Audioscrobbler, il sistema costruisce un dettagliato profilo per ogni utente, e include i suoi artisti e canzoni preferiti in un sito web personalizzabile. Questo prevede statistiche di artisti e tracce più ascoltate dell'ultima settimana, degli ultimi sei mesi, o dal momento della registrazione. è possibile condividere le stesse passioni con altri utenti, ascoltare nuova musica e una radio personalizzata. Etichette discografiche e artisti sono incoraggiati a promuovere la loro musica su Last.fm, perché verrà proposta agli utenti che hanno espresso preferenze simili, grazie al suo sistema di filtri e raccomandazioni. Adesso non ci resta che definire di quale note e tipo di musica abbiamo necessità, connettersi e sguazzare nel piacere che questa meravigliosa arte dei suoni ci può trasmettere. Senza dover aspettare decisioni altrui. Francesco Guerri
Tutti davanti al computer,
c’è Entics Television Ma non era un writer? O un mc? Ma no fa reggae... troppi interrogativi, andiamo a chiederglielo! Bella Entics, un saluto da Firenze. Bella raga, un saluto ai massicci fiorentini. Innanzitutto vogliamo sapere come è nata l’idea di lanciare un canale in streaming da un gruppo di writer, mc’s e amanti del raggae/dancehall. Mah, è nata come nascono tante cose, tra una “jolla” e una pizza; volevamo uno spazio dove ognuno di noi, coi propri interessi e vocazioni (musica, design, cucina, calcio, ecc) potesse parlare liberamente, e quindi è venuta fuori l’idea di creare Entics Tv. Noi come BN-Crew siamo uniti, ma ovviamente abbiamo preso strade diverse sia nel mondo del lavoro che “artisticamente”. Quindi abbiamo pensato che ognuno di noi, con le proprie skills, potesse parlare di ciò che più gli piace in un programma “ad hoc”, tanto abbiamo sempre cazzate da dire e il Nano (Fabio Berton) sforna grafiche nuove per i video. Oggi in Italia un progetto del genere può nascere solo auto-producendolo
o le etichette sono disposte a credere in queste nuove realtà? Il concetto principale di Etv è l’essere nata, e il continuare a essere, una produzione totalmente indipendente. Fatta da noi, coi nostri soldi (pochi) e con le nostre grafiche. Oggi difficilmente una major appoggerebbe un progetto del genere, e se succedesse non sarebbe libero come è oggi Etv. Ci imporrebbero un packaging più pulito, preconfezionato. Noi con i nostri mezzi e poco cash siamo riusciti a diffondere carisma e carattere, e di questo andiamo fieri. C’è un palinsesto o chi vuol dire la sua accende la webcam e fa il suo programma? Come ti dicevo qui ognuno fa la sua parte, ci siamo organizzati a seconda di quello che più ci piace: lo skater milanese Edo Paris che insegna i suoi triks, Fabio Berton, tra i top 100 designer italiani, Lella, che nel suo “angolo” insegna come essere perfette groupie. Io invece mi occupo di cucina in Kitchentics, insomma tutti han-
no il proprio spazio, la bellezza del progetto è proprio questa. Nel 2008 esce l’omonimo album ”Entics Television”, (scaricabile dal sito e dal myspace di Etv), veramente “esplosivo” sia dal punto di vista grafico che dei pezzi, ce ne vuoi parlare? Come tutto il resto il disco è “made at home”, è stato prodotto e concepito sopra riddim jamaicani, anche se in alcuni pezzi compare più la rima tipicamente hip-hop. Ho cominciato il mio percorso suonando con Vacca e altri artisti nella scena milanese, facendomi notare nella nicchia hip-hop italiana. Poi mi sono accorto che oggi non è più un genere legato alla strada, al quartiere, ma si è commercializzato, quindi ho deciso di passare al reggae #02 - Aprile 2009
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Musiche
musicali. è ancora vivo questo sentimento? Allora, io non sono ipocrita. Ovviamente la risonanza mediatica che ti può dare il legarti ad una major fa gola e ogni artista vorrebbe provarla. Prendo coscienza però dei meccanismi distorti che ti influenzaQuindi come si può classificare queno e ti cambiano, e quindi diciamo sto album, e soprattutto il che sono contento di avere fatto tuo stile? Reggae, hip-hop, tutto da solo, mi sento appagato dancehall, oppure un miscu- Non amo le a livello morale più che finanziario glio tra tutti questi suoni... etichette. La Ma guarda, a me non piace mia musica è e mi va bene così. Al principio non avevamo grosse pretese di rientro molto mettermi addosso delle economico, volevamo più che altro etichette, la musica che faccio genuina passare “roba buona” e diffondere è tutto frutto di quando prendo carattere. la penna in mano e provo a trasmettere emozioni e sentimenti, senza un E se si presentasse l’occasione? Beh, se domani avessi la possibilità di fircanone stabilito, tutto genuino diciamo. mare un contratto lo farei. Ripeto, bisoAttingo da tante fonti ma non ho influenze, è la mia libertà di espressione. Come gna prendere coscienza e valutare le scelte durante il proprio percorso, ti ricordi la nel disco così su Etv, portiamo allegria frase di Forrest Gump no? e spensieratezza senza pensarci troppo, senza pensare a chi mi rifaccio o cosa può La metafora della scatola di cioccolatini? sembrare. Esatto, è troppo vera, quella che ieri poteva essere una scelta sbagliata può non A proposito di etichette, nel featuring esserlo domani. con Reverendo “La Mia Guerra”, parli della contrapposizione tipica della Ultimamente ti abbiamo visto nel viscena underground contro le major mantenendo però qualche reminescenza hip-hop: il disco può così piacere al rapper innovativo e all’amante del reggae che magari oggi trova la scena italiana un pò “morta” sotto questo punto di vista.
deo promo di “tocca a noi” (vedi riotvan n1). Funzionerà questa idea? Credi che lanciarla da una rete fatta per e da ragazzi possa aiutare i giovani a sbloccarsi e parlare di tematiche adulte? Le prospettive perché funzioni ci sono, io ci ho messo la faccia perché mi faceva piacere e ci ho creduto. Ovviamente può essere una bella idea fatta per i ragazzi come invece potrebbe avere scopi subdoli architettati da chissà chi... non mi fido di nessuno, spero solo che riesca a far rivalutare l’idea generale dei giovani senza ideali. Che cosa hai in mente per il futuro? Nuovi progetti o per adesso vi concentrate su Etv? Per Borderline (negozio di streetwear a Milano n.d.r.) stiamo creando una nuova linea, c’è il video promo fatto da Mostro su Youtube, è stata fatta in collaborazione con importanti produttori e artisti italiani affermati. Vedrete, spaccherà! Per quanto riguarda Etv abbiamo un nuovo video in cantiere e ne è uscito uno da poche settimane. Stiamo valutando l’idea di creare una casa di produzione Etv per rimanere “non etichettati”, quindi tranquilli. Anche se sembra che non facciamo niente qualcosa esploderà di nuovo. Un’ultima domanda, anzi, più una richiesta in realtà. Quando capiterai da queste parti a fare un po’ di bordello? Se trovate uno spazio dove farmi suonare io vengo di corsa, anche perché qui cominciano a non sopportarmi più! Big Up ragazzi, alla prossima! Giulio Schoen
Entics ospite negli studi di Mtv
Biography
Cristiano Zuncheddu nasce nel 1985 nella periferia ovest di Milano. Nel 1998 si avvicina alla cultura hip hop, prevalentemente come writer. Nel 2001 inizia a scrivere i suoi primi testi musicali, entra a far parte della crew “Voodoo smokers” e accompagna l’artista Vacca per tutto il tour italiano dell’album “vh”. Nel 2006 produce il singolo “Welcome to Baggio”, il cui videoclip scala le classifiche di YouTube. Nel 2007 fonda, insieme al designer Fabio Berton (YoClas), Entics Television, e durante questa esperienza confeziona l’omonimo album da solista in autoproduzione.
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foto: gentile concessione di Entics
myspace.com/enticstv enticsmusic.com
Foto di sfondo da: www.southern.ohiou.edu
Musicat
Woodstock, quaranta anni dopo
Erano gli anni '60 e il mondo era segnato da eventi che avrebbero cambiato il corso della storia. Gli anni della guerra in Vietnam, dell'attentato a John Fitzgerald Kennedy, dell'omicidio di Che Guevara e di Martin Luther King. I movimenti di massa in questi anni iniziavano a crescere e si affermavano sempre di più. L'obiettivo comune era abbattere il sistema facendo crollare i governi ed eliminando la società capitalista ormai al collasso. Portando avanti gli ideali di uguaglianza, rispetto e pace, il movimento hippie raggiunse il suo apice nel '68, in seguito ai raduni che caratterizzavano quella che era chiamata la “summer of love”. Erano migliaia i giovani che partecipavano da tutto il mondo. È in questo scenario che si svolse il festival di Woodstock: 400.000 ragazzi da tutto il mondo raggiunsero Bethel, un paese di campagna nello stato di New York. Fu il più grande rock-festival della storia. Nacque inizialmente come progetto a sfondo economico ma dopo poco divenne una manifestazione ad ingresso libero poiché l'affluenza era di proporzioni fuori da ogni previsione(186mila biglietti furono venduti solo nella prevendita ndr).
La città si paralizzò per tre giorni. L'unico modo per raggiungere Bethel era in elicottero. Si alternarono sul palco artisti come: The Who, Santana, Canned Heat, Creedence Clearwater Revival, Jefferson Airplane, Joe Cocker e ovviamente Mr. Jimi Hendrix.
Sono passati quarant'anni da quell'agosto del 1969 e il palco più ambito dai gruppi rock riapre i battenti. In passato ci sono già stati dei raduni: nel '79, nel '89, nel '94 e l'ultima nel '99. Ma finora i risultati non sono stati all'altezza di quelli raggiunti nel '69. Almeno finora. Sembra infatti che il nuovo millennio prometta bene. Due date principali per ricordare un evento unico e irripetibile: Berlino 22-23 agosto, New York 15-16 agosto. Alcuni artisti sopracitati (come i Canned Heat e la tribute band di Hendrix) li rivedremo di nuovo sul palco per vivere giorni di musica e pace. Sono stati invitati a partecipare anche i Led Zeppelin e Bob Dylan ma la loro presenza ancora non è stata confermata ufficialmente. L'ingresso, a sorpresa, sarà completamente gratuito per entrambe le manifestazioni e infatti lo slogan quest'anno recita: “For a green world, it's a free concert from now”. Le premesse ci sono tutte, non resta altro che aspettare l'estate, per fare un salto nel passato e rivivere le emozioni che solo un evento come Woodstock può offrire. Giuseppe di Marzo
copertina del LIFE MAGAZINE del ‘69.
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Cultura & Spettacolo
Il Nerd dentro te,
ti sta chiamando? Ormai ne si sente parlare ovunque ed è il tema più stuzzicato sui programmi TV, sulle pagine di gossip e adirittura su facebook sui canali musicali (All Music e MTV). Essere sfigati è una moda. Il movimento è stato sottile, quasi impalpabile, lo stile classico ha richiesto l’esigenza del ritorno al tradizionale, da qui il passo si è fatto breve, quando quello che noi con disprezzo definivamo vecchio, ha ritrovato nuova forma e vita con il termine Vintage o come piace dire anche alla neo vincitrice del Festival di Sanremo Arisa, Retrò. Il vintage piace. Ha iniziato a piacere da un paio di anni a questa parte, e con esso si è ribaltata la concezione dello stile N.E.R.D. Per chi ancora non avesse chiaro cosa significhi la sigla N.E.R.D è presto accon-
tentato: N.E.R.D è l’acronimo di No one Ever Really Dies (nessuno muore mai veramente), come dire dalle nostre parti non c’è fine all’orrore!!! Questo acronimo nasce negli Usa, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, per indicare appunto soggetti tendenti all’asocialità; per chi si contraddistingue per il suo livello di QI; per chi ha una svenevole predisposizione alla ricerca intellettuale, quasi maniacale, ma è incapace nei rapporti interpersonali. Il nerd lo si trova in natura o molto grasso o molto magro, questo perché non ha regolarità alimentare, e non si applica nello sport; ama argomenti come i fumetti, i giochi di ruolo, la musica classica, storie di fantascienza (per citarne tra le più note, “Star Trek”; “Star Wars”). Oggi come oggi nerd é definito anche (in linguaggio informatico) una persona che sta sempre da-
vanti al computer, giorno e notte, senza alcuna vita sociale. Attenzione, interessi e comportamento non sono gli unisi cliché su cui intoppa un nerd. A contraddistinguerlo nella storia è stato anche il suo stile: un abbigliamento tipicamente ostile alla moda e alla tendenza; quello stile insomma che spesso si vede indossare a chi è avanti con l’età piuttosto che a giovani ragazzi. Già negli anni ’90 questo termine assume una connotazione positiva per la distinzione di chi era dotato di intelletto e competenze tecniche. Ma chi avrebbe mai detto che addirittura il gusto dei nerd
Grafica Riot Van
Ascanio Celestini Illustrazione di Mattia Vegni
La parola prima di tutto.
Poi, il palco. Intervista ad Ascanio Celestini “Io credo che tutto il teatro o quasi tutto sia narrazione, perché da sempre nel teatro si raccontano storie. La differenza è che in scena non troviamo la dinamica dei personaggi, cioè attori che interpretano un copione. Io, quando vado in scena, parlo in prima persona come se fossi un operaio o un paziente di un manicomio. Lo spettatore vede me: Ascanio Celestini. Con la mia barba e il mio vestito. Non vede un altro. A me interessa che lo spettatore immagini la storia che io gli racconto piuttosto che la veda rappresentata in scena.” Ascanio Celestini fin dai suoi primi lavori fa emergere il suo stile, caratterizzato da un'economia scenografica e di movimenti. I suoi spettacoli si distinguono per essere molto “poveri”. Ma proprio per questo di grande efficacia. “L'attenzione si deve concentrare sul linguaggio, sulla parola. Se voglio parlare, per esempio, di razzismo io prendo
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e lo apro, lo faccio a pezzi. Comincio a lavorare dal suo interno. Quello che viene fuori è magari il monologo di uno che è razzista. E questo non diventa una critica del razzismo, ma una critica al linguaggio razzista. Magari lo spettatore, alla fine, sentendo me, può trovare delle somiglianze e pensare: ''Ma anch'io a volte parlo così!”. ” Il lavoro di ricerca di questo autore-attore è alla base dei suoi spettacoli e parte dalla raccolta di testimonianze dirette. Documenti. Interviste. Toccare con mano ciò di cui vorrebbe narrare. Così come ha fatto per il suo ultimo spettacolo: “Appunti per un film sulla lotta di classe”
che è venuta fuori è stata quella di creare una specie di concerto. Dove non c'è un' unica storia ma tante e diverse storie e canzoni che possono essere smontate, scambiate, riprese. Mi sembrava più adatto che non ci fosse una storia singola che tenesse insieme tutto, ma fossero pezzi abbastanza sconnessi, anche perché dal 2006 ad oggi sono cambiate alcune cose e alcuni dei racconti che avevamo all'inizio per esempio non li facciamo più. Quindi tutt'ora il lavoro continua, lo spettacolo cambia sempre, è in continua evoluzione.”
“Lo spettacolo nasce nel maggio del 2006 come una serie di appunti, una raccolta di circa 12 racconti scritti a partire dalle interviste che abbiamo fatto ai lavoratori precari di uno dei più grandi call-center di Roma: Atesia. Nel tempo abbiamo raccolto e trascritto appunti e canzoni, e l'idea
“”
Alessandra Giachetti
“Anche tra gli attori più giovani ci sono quelli bravi e bravissimi, come il romano Ascanio Celestini” Dario Fo
Cultura & Spettacolo sarebbe stato apprezzato a tal punto da divenire trend! Sebbene non ci siano più le penne a portata di taschino, gli occhialoni spessi, con tanto di montatura nera e grossolana (magari anche rotti e sistemati alla meglio con un nastro adesivo), sono super gettonati, assieme ai pantaloni a pinocchietto (oggi rivisitati in formato denime /jeans stretti) con tanto di caviglie scoperte; abiti formali contraddistinti da camicie di vario genere, ma principalmente a quadri: se prima si andava a prediligere colori spenti e opachi il “nerd victime” azzarda colori più disparati. Inoltre per rendere il tutto più ricco e completo, si possono accompagnare alla mise un bel paio di bretelle, un papillon o una cravatta a scelta.
Se per l’individuo nerd l’acconciatura era l’ultimo problema, per il nerd victime è chiave essenziale del suo aspetto: capelli rigorosamente arruffati oppure all’indietro, aiutati da gel, lacca e phon. Ma sappiamo tutti che la moda è prettamente donna, ecco perché anche tra le proposte femminili troviamo maglie larghe over-size, gonne e pantaloni a vita alta, calze a tinta unita, dai colori più svariati (mi riferisco ovviamente alla stagione autunno-invernale ormai alle porte, anche se per la primavera-estate già si avvistano le prime giacche di lino o di seta, lunghe e strette). La cosa più curiosa è la ricchezza che può trovare una donna nel suo armadio. Infatti, a regalare novità, vengono proposti anche abiti tipicamente maschili, rivisitati sulle curve
femminili. Ne è l’esempio eclatante la collezione di “Boy by Band of Outsiders” proposte sul mercato statunitense. E per chi volesse trovare qualcosa di simile a basso costo e soprattutto sotto casa, ci sono sempre Zara e H&M. Ovviamente queste tendenze hanno visto il loro consumo quest’inverno e chissà che non possano resistere anche tutta l’estate. Basta veramente un occhiale per essere nerd?? La domanda in cui molti si potranno imbattere può trovare risposta: sembra infatti che portare i pantaloni, le camicie e soprattutto gli occhiali da nerd, non dimostri affatto che i giovani che oggi li indossano siano sfigati. Contrariamente alle aspettative del luogo comune, l’effetto è opposto. Ciò che rendeva il nerd sfigato era proprio l’estraniamento dalla corrente, ma in questo ribaltamento di senso, sboccia invece come una avanguardia dello stile, che ancora non tutti a quanto pare percepisco, e la sentono propria. Insomma colta o non colta è comunque una tendenza che le grandi firme hanno saputo apprezzare, e tutti, chi più chi meno, possono sentirsi Nerd. Del resto come dice lo scrittore Stefano Priarone, nel libro “NERD POWER”: “dentro siamo un po’ tutti nerd, e non si scappa!”. Maria Zheng
Cinema
Dimenticatevi “Il Divo” e “Gomorra” Cancellate dalla vostra mente gli ultimi lavori, non essendo stupendi è anche più facile, di Ozpetek e Pupi Avati. Il cinema italiano è, ancora una volta, sprofondato in uno stato di mediocrità quasi irreversibile. Quasi tutti i film nostrani usciti nell'ultimo periodo sono di una furbizia sconcertante. Prodotti infarciti di attori bravi, del livello di Sergio Castellitto o Silvio Orlando, diretti da coloro che qualcuno definisce come gli eredi di Risi, Monicelli e Germi (ERESIA!): Giovanni Veronesi e Fausto Brizzi. Veronesi ci ha deliziato con perle come "Streghe verso Nord", con un Mammucari da oscar , oppure con "Il mio West" e una surreale accoppiata Pieraccioni-David Bowie, evolvendosi (per fortuna) nei due “Manuale d'amore”. Brizzi è reduce dai fasti di “Notte prima
degli esami”. Mica pizza e fichi. Per farvi capire meglio lo spessore dei due personaggi sopracitati: entrambi sono degli affermati sceneggiatori di non pochi film, come "Faccia di Picasso", "Una moglie bellissima" "Il ciclone" nel caso di Veronesi; "Natale a New York","Natale in India" e "Natale a Brozzi" nel caso di Brizzi. Natale a Brozzi ovviamente non esiste, o meglio, non ancora. Brizzi e Veronesi dunque, due dall'incasso facile. Due che quindi hanno ragione: il loro cinema leggero e senza pretese vince sempre. Guai a prenderli troppo sul serio, perchè potrebbero pure risentirsi. E guai a parlare male dei loro film, perchè si passa per snob. Quindi zitti ed accontentatevi. Per fortuna che ci sono le alternative : “Iago” e “Questo piccolo grande amore”.
Il primo è una rivistazione in salsa giovanile dell'Otello di Shakespeare, con Vaporidis e Laura Chiatti. Parlarne male, pur senza averlo visto, è talmente facile che preferisco sorvolare. Il secondo invece è tratto niente meno che da un album di Claudio Baglioni. Tra vent'anni magari toccherà a Povia o ai Gemelli Diversi. Mai avrei pensato di rimpiangere film come "Non pensarci" o "Pranzo di Ferragosto". Film che io definisco con due semplici parole: Carino Però. Film che al confronto con quelli che sono ora in sala, sembrano dei capolavori senzatempo. É lo stato di mediocrità purtroppo. O è lo stato di normalità? Francesco Cecchini
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Cultura & Spettacolo
SPECIALE GIAPPONE
Cinema di pura entropia Koji Wakamatsu Koji Wakamatsu nasce nel 1936 in Giappone ed è ritenuto uno dei maggiori autori di “pinku eiga” degli anni ’60 (genere cinematografico in cui il contenuto erotico softcore assume valenze politiche e di critica alla società giapponese). Ad oggi Wakamatsu ha diretto più di cento opere tra film e documentari. “L’embrione caccia in segreto” (1966) è un film di 72 minuti in bianco e nero che tratta temi insoliti come il rifiuto della procreazione umana associato ad una visione pessimistica della vita terrena e la denuncia della visione del corpo femminile inteso come “oggetto” che riacquista una sacrale purezza attraverso la violenza. Altro capolavoro di Wakamatsu è “Angeli violati” del 1967, pellicola in bianco e nero con alcune scene a colori utilizzate per accentuare il pathos. Ispirato ad una vicenda realmente accaduta a Chicago, il film affronta la follia parallela del protagonista e della società in cui vive. Un giovane disturbato mentalmente, si introduce in un dormitorio di infermiere che verranno uccise tutte sistematicamente, tranne una. Il ragazzo irrompe nella vita appartata e paradisia-
ca delle donne come il peso incombente della storia, dando vita ad un massacro infernale (con numerosi riferimenti freudiani) che le incatena al suolo trafiggendole, privandole di quella leggerezza dell’anima che permetteva loro di volare. L’unica sopravvissuta, che rappresenta metaforicamente il Giappone, domanda al ragazzo: “Perché tutto questo sangue se volevi soltanto arrivare a me?” .E’ qui evidente una critica alla lotta per il paese e all’esasperante nazionalismo. L’ alienazione sessuale che causa una “rivolta” individuale è legata all’alienazione economica, politica e ideologica della società capitalista. La vicenda è alternata da scene di manifestazioni studentesche e pestaggi della polizia. In “Estasi degli angeli”, film del 1972, il tema politico è prevalente e la trama più esplicita e lineare rispetto agli altri film del regista. La vicenda è incentrata intorno a dei gruppi di anarchici. I loro nomi sono presi dai giorni della settimana mentre quello della loro organizzazione dai mesi dell’anno. I due mesi che rappresentano l’azione politica sono Ottobre (nome del leader del gruppo) e Febbra-
io. I due mesi rappresentano un evidente omaggio alla rivoluzione russa. Sorgono delle divergenze tra i giovani che portano alla disgregazione dei gruppi e la causa di tutto è ovviamente una donna. E’ proprio quest’ultima ad elogiare l’anarchia individuale affermando che “occorre non temere l’indipendenza”. Koji Wakamatsu è un regista difficile da digerire, spesso classificato come “maschilista” e “depravato”, troppo facilmente fraintendibile se studiato superficialmente. I suoi film sono paragonabili ad un pugno nello stomaco; i dialoghi sporadici ,le trame implicite, la rigorosa costante del bianco e nero ne delineano l’inconfondibile stile sovversivo. Un cinema libero, disinibito, un cinema di pura entropia che tende alla provocazione più accorta e finisce per sgretolare i castelli di ipocrisie perbeniste, lasciando sui volti degli spettatori indelebili rughe di stupefazione. Cinzia Puggioni
Grafica Riot Van
Miyazaki: un cinema da riscoprire Alla vigilia dell’uscita nelle sale cinematografiche italiane dell’ultimo lungometraggio del maestro d’animazione giapponese Miyazaki Hayao, “Ponyo sulla Scogliera”, può forse essere utile ripercorrerne brevemente la carriera. Dopo quarant’anni anni il maestro ritorna a raffigurare un mondo senza apparenti contrasti e zone d’ombra che invece abbondavano nei suoi lavori più recenti. Se per esempio “Princess Mononoke”( 1997) ha rappresentato il vertice di una visione pessimista sull’ essere umano, con questo lavoro si ritorna a quel mondo senza grandi conflitti tipico invece delle sue produzioni seriali più celebri come ad esempio “Heidi” o “Lupin”. In questo potrebbe essere infatti maggiormente apprezzato da un pubblico nostrano, che distratto dalla totalizzante presenza dello “stile Disney” ha sempre ritenuto l’animazione materia per un pubblico under 12. Ponyo si presenta infatti perfetta in questo tipo di scenario, fiaba moderna ambientata in un mondo idilliaco tra mare e
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terra, dove un bambino di 5 anni, Sosuke, inizia il suo percorso di crescita grazie all’incontro con Ponyo, una moderna sirenetta. Una pellicola critica da coloro che dopo “La città incantata“(2001 )e “Il castello errante di Howl”(2004) si aspettavano un Miyazaki meno infantile, più mistico e maturo. In linea cioè con le sue opere di maggior spessore quali Nausicaa e Princess Mononoke , film che trattano in modo profondo e non scontato del complesso rapporto tra uomo e natura. Per non parlare dei mondi fantastici e visionari che emergono dai suoi disegni e che ci lasciano sbalorditi. Dai paesaggi delle lande e delle maledizioni di Howl agli spiriti e gli dei della città incantata,passare allo scenario marino di Ponyo -con tanto di canzoncina teneramente fastidiosa- ha forse per questo lasciato un po’ perplessi i tanti fan. Ma un ottimo motivo per sedersi davanti allo schermo del cinema sta nella spettacolarità dei disegni, interamente fatti a mano. Contro il riduzionismo che colpisce
tutto il cinema d’ animazione, Miyazaki, nell’era della tecnologia digitale, "sospende" la computer graphic e restituisce la complessità del mare alla matita di settanta artisti che hanno disegnato a mano centosettantamila tavole. Il film, distribuito in Italia da Lucky red, aspetterà il suo sceneggiatore per la prova del nove ai botteghini. Se il film riscuoterà un certo successo, verrà portato avanti il progetto di far conoscere anche in Italia il grande artista giapponese attraverso l uscita, sia al cinema che in dvd, dei suoi lavori più importanti. E noi ce lo auguriamo, Come le serie animate che hanno caratterizzato la nostra infanzia sono rimaste impresse nei nostri ricordi, così i suoi lungometraggi sapranno catapultarci in un mondo fantastico dove gironzolano maiali parlanti, spiriti del bosco e castelli che si muovono da sé. Chiara Morellato Edoardo Calamassi
Cultura & Spettacolo
In viaggio con Schoen...
Erasmus tra Aarhus e Lisbona
Negli scorsi numeri questa rubrica riportava le esperienze di studenti in erasmus da 2 città diverse dello stesso paese, questa volta invece andremo dal mare gelido della Danimarca alle coste assolate del Portogallo. Bernardo, 21 anni, erasmus a Lisbona. Leonardo, 22 anni, studia in Danimarca. Prime impressioni sulla città (gente, vita, alloggi, prezzi, ecc) B - Lisbona è una città fantastica, direi magica. La presenza dell’oceano e del fiume Tejo che divide il bellissimo centro storico creano un’atmosfera speciale. Dal punto di vista dei prezzi Lisbona e il Portogallo in generale non hanno paragoni con nessuna città italiana ed Europea. Una camera singola con connessione internet a Praça do Commercio (come dire Piazza della Signoria a Firenze) costa non più di 250-280 euro al mese, spese comprese; lo stesso vale per la vita di tutti i giorni: il cibo costa molto meno, al ristorante non spendi più di 10-12 euro, con 3 euro bevi la migliore caipirinha del continente, una “imperial” (bicchiere grande di birra) costa 1 euro, entrare in discoteca il più delle volte è gratis altrimenti te la cavi con 6 euro (ma con due consumazioni gratuite). L - Aarhus è la seconda città della Danimarca ma non è assolutamente grande, si gira tranquillamente in bicicletta o con l’autobus. La scelta fra i due mezzi di trasporto è dettata soprattutto dal tempo: pur essendo sul mare infatti, la mattina può capitare di trovare la città sommersa dalla neve (questo non scoraggia assolutamente gli abituali ciclisti danesi). Il biglietto dell’autobus costa molto, quasi due euro e cinquanta per tragitti che difficilmente durano più di un quarto d’ora. Nei negozi i prezzi delle biciclette sono proibitivi, il modo migliore per procurarsene una è partecipare all’asta di quelle abbandonate che ogni mese la polizia raccoglie; per poche Corone si trovano biciclette veramente belle. La città è pulitissima, in centro c’è un canale su cui si affacciano moltissimi locali ed è sempre pieno di studenti, come tutta la città. L’alloggio datomi dall’università consiste in una stanza singola con cucina e bagno in uno dei tanti collegi che ci sono e pago tremila corone, cioè quattrocento euro al mese. Gli orari dei supermercati sono una cosa a cui ci si abitua difficilmente: molti negozi chiudono alle cinque e il sabato è quasi tutto chiuso.
sostanziali. Le classi non superano i 20-25 studenti, cosa che rende il lavoro molto più facile, meno caotico e soprattutto permette ai professori di revisionare più volte e con più cura il lavoro di ogni singolo studente. Le strutture sono moltissime, abbiamo una sala di lavoro comune su due piani che rimane aperta tutta la notte, i computer migliori, una sala di plottaggio molto efficiente ed economica, uno shop che vende materiali di tutti i tipi, da quelli per fare i plastici alle matite, i fogli, le penne, etc a prezzi studenteschi. L - Dal punto di vista amministrativo il sistema universitario funziona a meraviglia: lo studente erasmus viene affidato ad uno studente danese che ti viene a prendere quando arrivi e che risolve qualsiasi tipo di problema tu possa avere durante il semestre. Se hai qualche problema nella tua stanza basta segnalarlo all’ufficio relazioni internazionali e ti viene sostituita la mattina seguente. Le lezioni si svolgono in classi che sono da 25/30 persone e la frequenza non è obbligatoria. Se si decide di frequentare di volta in volta bisogna prepararsi a casa perché agli studenti è richiesta continuamente una partecipazione attiva: tutto il materiale per le lezioni (dispense, appunti, ecc) viene messo su internet. Io studio Giurisprudenza e per me gli esami saranno orali: un esaminatore esterno e il professore mi faranno estrarre a sorte una o più domande sul programma svolto e ne dovrò parlare per circa un quarto d’ora. I docenti sono tutti giovanissimi e il livello d’insegnamento è ottimo. I divertimenti tipo degli universitari (locali, feste, ritrovi culturali) B - Il divertimento tipo dello studente Lisboeta è sicuramente uscire la sera al Bairro Alto, un piccolo quartiere del centro con la più alta concentrazione di bar d’Europa. Nel Bairro si passa tutta la notte per strada, anche perché i bar sono molto piccoli e spesso interamente occupati da piccoli gruppi musicali (brasiliani, an-
golani e capoverdiani soprattutto) poi dopo le due di notte quando i bar chiudono, ci si sposta nelle numerose discoteche come il Lux (di proprietà di John Malkovich), la Lx Factory, il Jamaica, il Minimercado e molte altre ancora. Infine nel quartiere dell’Alfama (forse uno dei più belli che abbia visto) si va a sentire il Fado, melanconica musica portoghese che va presa a piccole dosi. Consiglio poi a tutti di andare al carnevale dell’isola di Madeira, pazzesco! L - Ogni kollegiet ha un bar e uno spazio comune gestito dagli studenti dove vengono organizzate feste quasi tutti i fine settimana. Più di trentamila su trecentomila abitanti sono studenti, quindi in centro ci sono locali che organizzano serate proprio per gli erasmus dove spesso per un’ora regalano la birra. Dopo qualche tempo si scoprono molti posti per andare a ballare frequentati soprattutto da danesi dove suonano benissimo. Ogni venerdì in tutte le facoltà, dalle due del pomeriggio alle sei, ci sono i Friday Bar con musica dal vivo e dj, e gli studenti bevono in tutte le mense (che sono parecchio più accoglienti che da noi). Perchè hai scelto di andare in erasmus? B - Ho scelto di andare in erasmus a Lisbona sotto consiglio di un mio professore dell’anno scorso che mi ha consigliato l’università che adesso frequento, mai scelta fu più azzeccata. L - Ho scelto di andare in Erasmus perché avevo voglia di andare via da Firenze per un pò ma non volevo interrompere gli studi. E’ anche un’occasione per provare a vivere da solo, tra l’altro in un paese in cui probabilmente non avrei mai vissuto. Ho scelto la Danimarca perché posso studiare in inglese, non c’ero mai stato e quando ho partecipato al bando mi piaceva l’idea di un porto scandinavo del mare con la neve. Sono più che convinto di aver scelto bene adesso che ci sono, ma ogni volta che nevica, per qualche secondo, mi ricordo che tra le opzioni c’era anche Siviglia. Giulio Schoen
Università, le differenze con l’Italia (lezioni, programma, attività, funzionalità) B – Qui frequento un’università privata, e premetto che sto parlando da studente di architettura, ho quindi esigenze particolari (plotter, sala computer attrezzata, aule con tavoli grandi su cui poter disegnare, etc) Le differenze con l’Italia sono comunque
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Sport
Italiani, figli della moviola.
esiste nemmeno in Francia o in Spagna, e’ un fatto esclusivamente italiano. In Inghilterra, un allenatore lascia lo stadio 15 minuti dopo la partita. In Italia passano 2 ore perchè si parla di un rigore”. In Inghilterra nessun giornale o programma televisivo giudica l’arbitro marchiandolo con un voto prettamente scolastico, mentre qui abbiamo addirittura le pagelle riservate agli arbitri da Studio Sport. A rovinare uno sport bellissimo non ci pensano solamente questi emiri arabi, ricconi americani o russi con i loro giri miliardari; anche le multinazionali con i contratti sponsor da sette zeri e le televisioni che sborsano fior fior di quattrini alle grandi società per acquisirne i diritti. Non basta tutto questo a rovinare uno sport stupendo ma, com’è tipico della cultura italiana, continuiamo a tirarci la zappa sui piedi tralasciando la parte fondamentale della questione: la partita. Quei sacrosanti 90 minuti in cui si gioca a pallone e niente più. Lapo Manni
I love this game, i don’t want to sleep Ore 1.00 am. L’Italia dorme beatamente, o almeno, buona parte di essa dorme beatamente. Un’altra parte del bel paese non riesce a dormire, si rotola nel letto, conta ovini, si prepara una camomilla… Niente: il sonno non arriva. L’italiano senza riposo, che aveva imparato ad aiutare Morfeo con una buona dose di Marzullo, ha ormai sviluppato un’intolleranza pure a lui, il giornalista dalle domande contorte. Dormire ormai gli è dunque del tutto impossibile. Ossessionante il pensiero di non chiudere occhio, già ossessionante, stancante… Ma (c’è sempre un ma!) una parte di quell’Italia senza sonno, non solo non cerca ogni modo per addormentarsi il prima possibile, ma anzi fa di tutto per resistere sveglia davanti alla tv… Resistere perchè, ogni notte, la National Basket Association, diventa il luogo in cui “the amazing happens”, il luogo in cui l’incredibile accade. E allora, accompagnati dai commentatori americani, dato che quelli italiani sono già a letto, alcune persone con l’amore per il gioco restano sveglie, in attesa che l’incredibile continui ad accadere. In attesa che questo mondo magico regali le emozioni per cui è valsa la pena restare in piedi. In attesa della giocata che fa sobbalzare sul divano, in attesa di quel grido, che si è costretti a strozzare in gola, perché tutti a quell’ora dormono… E non sanno cosa si perdono. Fabio Ferri
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Grafica Riot Van
Rigore o simulazione? Fuori o dentro l’area? Fallo di mano o gesto involontario? Goal o non goal? In Italia da molti anni, che si tratti del circolino di paese o dei maggiori programmi televisivi sportivi, si è smesso di parlare di calcio. Il centro delle discussioni sono diventati solo ed esclusivamente gli episodi dubbi. Così domenica dopo domenica, tra una partita e l’altra, un’intera nazione si ritrova a discutere se andava fischiato o meno il fallo da rigore su Balotelli, piuttosto che di una splendida partita tra due squadre che si sono affrontate a viso aperto. La moviola è un esclusiva made in Italy. In Inghilterra ad esempio non esiste neanche un termine che stia ad indicarla, al massimio si parla di un semplice “replay”, che però non viene riprodotto in continuazione. questo costruiscono intere puntate con i A fine gennaio c’è stata la partita Liverpoloro “esperti della moviola”. ol-Chelsea, con le due squadre seconde Come non pensare a Maurizio Mosca ai in classifica a pari merito dietro il Mantempi de “Il Processo” con addirittura la chester United, finita 2-0 per i Reds. Una Supermoviola, immagini 3d realizzate al partita di grande importanza quindi, che computer con annesse improbabili perè stata condizionata però da un errore formance del giornalista. dell’arbitro che, al 60°sul punteggio di E adesso largo a chi la spara più grossa: 0-0, espelle ingiustamente il centrocamchi propone l’aggiunta di 2 arbitri in campista del Chelsea Lampard. po, chi i sensori elettronici, chi telecameMatch of the day, il “90° minuto” re ovunque... Tutto questo perchè in Italia inglese, che va in onda il sabato In Italia vige il sera alle 23 per circa due ore, ha culto del sospetto vige il culto del sospetto,e non è più possibile sbagliare dedicato all’episodio un servizio senza che l’errore venga tradi appena una ventina di secondi. Il giorno dopo l’arbitro in questione sformato in atto volontario. dopo aver visto il filmato, ha chiamato In un recente intervento ai microfoni di “La politica nel pallone”, Flavio Briatore, Lampard gli ha posto le sue scuse, ha azionista del QPR (squadra che milita nelcambiato il referto sulla partita, il giocala serie b inglese,ndr) ha dichiarato:’Qui tore non ha preso la squalifica e tutto è in Inghilterra non c’è la moviola, non esifinito li. ste questo apparecchio. E poi non sapOra non possiamo non pensare ai vari piamo nemmeno come si chiami l’arbitro’’ Controcampo, Studio Sport, Il processo di Biscardi, Stadio Sprint, e chi più ne ha . E ancora:’’Anche qui gli arbitri sbagliapiù ne metta, che proprio su episodi come no, ma non se ne parla. La moviola non
Sport
Il glossario del meraviglioso mondo NBA 180°: schiacciata effettuata con una rotazione di centottanta gradi, in cui il giocatore si ritrova a schiacciare dando la schiena al canestro. 360°: schiacciata che richiede un atletismo strabordante, in cui il giocatore in salto effettua un’intera rotazione su se stesso prima di schiacciare. A Air Ball: termine che viene utilizzato per descrivere un tiro in cui il pallone non arriva neanche al ferro. “…And one!”: tipica frase dei commentatori NBA, utilizzata quando un giocatore subisce fallo mentre sta tirando, segna il tiro ed è premiato con un libero supplementare. Il telecronista dice “And one!” (e uno!). Tale esclamazione è divenuta anche il nome di una nota casa produttrice di scarpe da ginnastica specializzata in calzature ed abbigliamento da basket. All Star Game: ovvero divertimento allo stato puro e difese in uno stato pietoso. L’All Star Game è la partita delle stelle. Dal 1951 i migliori interpreti del gioco si sfidano in un’epica battaglia tra appartenenti a squadre dell’est e appartenenti a squadre dell’ovest. Il quintetto iniziale è scelto dal pubblico tramite votazione,
mentre dieci sostituti per conference vengano scelti dall’allenatore. All Star Weekend: il fine settimana delle stelle che comprende il già citato All Star Game, la gara delle schiacciate, del tiro da tre punti e la partita dei Rookie. Alley-oop: un giorno Al Tucker disse a suo fratello Gerald: «Hey, salta in alto stavolta, perchè io ti alzo il pallone e mentre è in area lo schiacci nel canestro…» Gerald deve aver pensato: «…Facile No! Chissà perché non ci hanno pensato prima». Erano i mirabolanti anni ’60 e nasceva l’alley-oop. A dire il vero, non so quale dei due fratelli alzò il pallone e quale volò a schiacciarlo dentro il canestro. Ma so che il risultato fu senza dubbio spettacolare. Il cosiddetto alley-oop è infatti una delle giocate più esaltanti della pallacanestro. Necessita di una buona coordinazione, doti atletiche e affiatamento tra due compagni. Un giocatore infatti effettua un passaggio alto, non teso, verso il ferro (senza tirare), mentre un compagno salta, afferra la palla al volo e la schiaccia a canestro. Il termine deriva dal francese allez-oop, usato dagli acrobati del circo prima di un salto. Anello: il titolo NBA. AK47: soprannome di Andrej Kirilenko
che gioca con le iniziali e il numero di maglia (47) del cestista russo, formando la sigla del celebre fucile-mitragliatore Kalashnikov, fra l’altro progettato proprio nella città natale dell’ala degli Utah Jazz. The Answer: la Risposta. Soprannome del miglior marcatore NBA dell’epoca post-Jordan, ovvero Allen Iverson. Playmaker e guardia tiratrice, che nonostante sia alto soltanto 1,80 m per 74,8 chili è riuscito ad imporsi anche nel basket professionistico, grazie ad una reattività non comune, doti tecniche superiori alla norma ed una grinta da leone. Fabio Ferri
Sono le sette di sera. Tra otto ore, si va in stampa con questo maledetto giornale, ancora maledettamente da finire. Com’è che si chiama poi? Raiovan? Raiotvein? Ritovan? Il funambolo dell’analisi ippica che doveva fare questo articolo, ci ha dato buca. Niente. Questa volta, nemmeno una Ferrari presa da gazzettapuntoit. Nisba. Legrottaglie che s’improvvisa pastore al grido di “Io sto col Papa”, non piace ai clericali. E neppure la Canalis, che nella giornata mondiale contro il razzismo sostiene la causa passando da Reginaldo-a-Balotelli-sosta-Maicon, sembrerebbe appetibile. Nel mentre, attendiamo con ansia fine maggio per assistere alla finale di cheese-rolling. La disciplina praticata in Inghilterra, vede i partecipanti inseguire una forma di formaggio lasciata rotolare dalla collina di Cooper Hill. Interessante, ma i tempi del cheese-rolling non sono ancora maturi. Infine, scartato l’indultato Gaucci, padre modello e mago della finanza, non ci resta che parlare di uno dei pochi sport genuini rimasti: il rugby. È un piovoso pomeriggio del 1832 nella cittadina inglese di Rugby, nei pressi di Birmingham. Due squadre di college stanno disputando una vivacissima partita di pallone. L’inferiorità della squadra di casa è palese e le sorti della partita sembrano già scritte in favore degli ospiti. All’improvviso, un po’ per frustrazione, un po’ per nazionalismo, il bomber irlandese William Webb Ellis, incitando la folla, prende in mano il pallone. Si lancia verso la porta avversaria e scaraventa la sfera in rete. Cosi è nato il rugby. Infine per dovere di cronaca, siamo costretti a segnalare anche quest’anno la disfatta della compagine azzurra. I ragazzi di Nick Mallett hanno, La caciotta di formaggio puo raggiungere i 120 km orari. oltreché peggiorato i loro standard di gioco, riSono previsti al massimo 20 atleti mediato cinque sconfitte su cinque gare dispuVince chi arriva prima alla fine della collina. Poiché, a ben pentate. Il cucchiaio di legno, riconoscenza attribuisarci, è impossibile raggiungere i 120 all’ora e afferrare una cata all’ultima squadra classificata, è stato più che ciotta. meritato. Nessuno sa quando questo gioco sia nato esattamente, ma è successo circa 200 anni fa. Era parte di un rituale pagano curativo. L.A.M Sembra che per i pagani, i rituali curativi, comportassero il ferirsi in maniera veramente pesante.
immagine da: www.latimes.com
Circa il concetto di informazione sportiva
Lo sapevate che...?
Cheese Rolling
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Misticismi
Anche i filosofi hanno un cuore
Ovvero: i Simpson sono una cosa seria. “Assomiglia più la mamma a Marge che il babbo a Homer”. Ore 3.00 am, con questa affermazione tanto innocente quanto emblematica è partita la mia riflessione sul libro “I Simpson e la filosofia”. Il solo Brian Johnson, mi ascoltava mentre cantando “You shook me all night long” squarciava il silenzio della mia macchina con la sua voce stridente ed aggressiva. Pensavo al libro. Riflettevo, da solo, ad alta voce: in fondo nel mondo occidentale, non solo nell’universo USA, quanti possono rivedersi, o rivedere altri, nei personaggi della famiglia Groeninghiana. Mia madre assomiglia a Marge, almeno un po’: doti, manie, vizi. Mio Padre assomiglia ad Homer, forse non troppo. Anche perché il pater familias in questione (dai, non ridete!) è senza dubbio anche il personaggio di evasione comica del programma, che, per il suo carattere caricaturale tende forse a distaccarsi, grottesco, dalla realtà. Anche se Homer Jay Simpson è effettivamente più profondo e reale di quanto possa apparire. Non finisce però qui, quanti hanno un nonno vagamente delirante, quante hanno avuto un fratello teppista e distruttore di bambole e quanti hanno avuto una sorella “perfettina”, di cui bisogna ammetterlo, almeno a volte si è stati gelosi. “I Simpson e la filosofia”, analizzando il Fenomeno Giallo, si diverte e diverte pur non rinnegando il suo scopo principale: sfruttare la situation comedy animata, per iniziare una discussione filosofica che, senza presunzione, vuole avvicinare “l’Homer qualunque” al mondo spesso inaccessibile della disciplina che fu di Aristotele. Insomma, i personaggi della famiglia
Simpson vengono vivisezionati dai filosofi di “I Simpson e la filosofia”, neanche fosse uno speciale di Halloween. Ma a finire sotto la lente di ingrandimento del gruppo di pensatori, c’è anche la società springfieldiana, composta da quella miriade di personaggi riconoscibili di cui ormai forse anche noi facciamo un po’ parte. Così emergono le nostre relazioni con vicini fastidiosi fastidiosini fastidiosetti, con parenti lontani, conoscenti, insegnanti, superiori, media, tutori della legge e istituzioni politiche, disegnando, dietro quei trenta minuti di spassosa trasmissione, il nostro mondo fatto di lotta con la quotidianità. Così, per diciotto saggi, l’equipe di venti filosofi guidata da William Irwin, professore di filosofia al King’s College in Pennsilvania, Mark T. Conard, scrittore, e Aeon J. Skoble, che insegna filosofia all’Accademia Militare di West Point, ci conduce
lungo un cammino che parte da Aristotele ed arriva fino a Nietzsche e che, senza lo zucchero dei Simpson, difficilmente sarebbe stato buttato giù. Accompagnandoci in questo viaggio, gli autori non sostengono che I Simpson siano un’opera scritta e disegnata da un Kant fumettista. Né tanto meno vogliono paragonare il loro lavoro ad analisi filosofiche di opere Shakespeariane o di altre opere letterarie di profondo significato. Ma sostengono, questo sì, che I Simpson siano abbastanza profondi e soprattutto abbastanza divertenti da valere quell’attenzione che attraverso questo libro gli viene dedicata. Oltre alla satira che I Simpson ci propongono, gli autori riconoscono all’interno delle avventure della famiglia la possibilità di poter parlare di filosofia, perché Matt Groening non è un filosofo, ma le situazioni che delinea per le sue “creature” sono talmente vive da poter ravvisare in esse un significato filosofico. Dunque Bart, il ragazzino pestifero, senza regole, graffitaro e skater può essere l’incarnazione dell’ideale nichilista? E il vecchio signor Burns, tetro “vampiro” capitalista dalle lunghe dita ossute come artigli, può darci delle risposte sulla natura della felicità umana? Oppure la piccola Maggie, che di parlare non ne vuol proprio sapere, può insegnarci qualcosa sul valore che le filosofie orientali e occidentali hanno dato al silenzio? Tutte queste domande e molte altre vengono trattate nel libro, sapendo che i cartoni animati sono incoerenti e che non si sta prendendo in esame azioni reali compiute da uomini in carne ed ossa, ma sapendo anche che I Simpson sono una cosa seria. Ora, non c’è più Illustrazione di: Chiara Di Vivona solo Matt Groening a crederlo.
IL CERCHIO DELLE BESTIE
Introduzione “Chi non sa scrivere, beh, chi non sa scrivere scrive oroscopi.” Fabio Ferri “Un lavoro sporco” Ariete (21 marzo - 20 aprile) Marte dispettoso. Il vostro vicino di casa vi ama e vi rispetta a tal punto che, passando davanti alla porta di casa vostra con un chewing gum in bocca, preferisce attaccarlo al vostro campanello.
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Fabio Ferri
Toro (Dal 21 aprile al 21 maggio) Fregati da Mercurio: al colloquio di lavoro arrivate dopo quel tipo a cui i “vostri”, non più possibili, datori di lavoro hanno fatto grandi sorrisi e a cui hanno detto «allora, caro Zampella, inizierà lunedì mattina alle 8.00». Vi fregano il parcheggio mentre venite bloccati da un Panda 750, 4 marce, guidata da un maledetto “oroscopista” distratto da un fugace pensiero a Paolo Fox,e al suo conseguente squallido futuro imminente. E per finire… A letto arriva prima la vostra donna, poi l’amante, infine voi. Terzo Posto disonorevole, con sorriso ebete annesso ad un ingenuo: «Cara, non importava scomodare il vicino, ti aiutavo io a girare il materasso».
ha fatto la ricarica you & me con la sua tipa (una Mastercard) e voi avrete una ricarica di 50€ ogni minuto di chiamata… ma non solo, cari Gemelli. Ad un semaforo un signore a bordo di una Ferrari si commuoverà vedendovi patire dentro una panda 750, 4 marce, 542.000 km (ufficialmente), e con quella che solo all’inizio crederete una battuta, vi domanderà simpaticamente :«Famo a cambio?». Cari Gemelli, non mi voglio fermare qui. In redazione mi crederanno pazzo, ma alle prime cento e-mail che riceverò regalerò io personalmente il Set da 140 Pentole in acciaio inox che Mastrotta vi ha sempre promesso e che Mastrotta non vi ha mai inviato.
Gemelli (22 maggio - 21 giugno) In genere non dico queste cose, ma questo mese vorrei essere dei Gemelli. Il periodo che segue sarà eccitante, divertente, spumeggiante, eccezionale… Incontri interessanti, con persone stimolanti. Vincerete al “Gratta e Vinci” senza comprarlo, il vostro Bancomat vi comunicherà che
Cancro (22 Giugno - 22 Luglio) Ho scritto un oroscopo troppo lungo per i Cari Gemelli, non ho spazio per l’oroscopo del Cancro. Scusate. Leone (23 Luglio - 22 Agosto) Il vostro lato animale influenzato da Marte e Venere si sta risvegliando. Grandi
Rubriche
Tutto quello che mi fa girare gli ingranaggi Mi fanno girare gli ingranaggi quei quattro deficienti che, mentre gli altri mille manifestano con un atto importante e delicato come una parata per le strade del centro, spaccano tutto quello che trovano e seminano il terrore, a dispetto di ogni logica, senso civico, intelligenza, rispetto per il prossimo, compresi gli altri manifestanti. Così facendo, oltre a vanificare qualsiasi sano principio che può dare luogo ad una manifestazione, sono la principale causa di cariche da parte della polizia: alla fine prende sempre le botte “quello che non c’entrava niente”. Sto parlando in particolare (ma succede spesso) della street parade dello scorso martedì grasso, “organizzata” per protesta contro gli ultimi decreti sicurezza e, ovviamente, non autorizzata. Non vedo il nesso tra “la sicurezza” e “spaccare i finestrini delle auto”. Mi fa girare gli ingranaggi la portinaia del plesso: per fare un esempio calzante mi servirò di un aneddoto, dove la protagonista, appunto la portinaia, rappresenta allegoricamente le autorità accademiche. Di fronte all’innocente richiesta “posso lasciare dei giornalini in bacheca?” Sua simpatia mi risponde con “nemmeno per sogno”. Sto parlando di QUESTO giornale, con tanto di timbro dell’unifi. Beh, noi all’università praticamente ci viviamo, vorremmo che fosse un luogo dove, oltre che studiare, si possa anche “passare il tempo”, tipo sfogliare sane riviste. Perché negarcelo? Perché chiudere le facoltà il sabato, con la luce che rimane accesa? Tutto mentre Azione Universitaria PUò lasciare i suoi cari volantini sui tavolini del bar. Dio mio. Mi fanno girare gli ingranaggi gli “Studenti per la libertà” che si ostinano a dichiararsi “un gruppo universitario”. La questione è delicata: voi sui volantini ci potete scrivere quello che vi pare, nessuno può impedirvelo. Neanche, purtroppo, il buon gusto. Ma VOI non siete UN GRUPPO UNIVERSITARIO CON DELLE IDEE: voi rappresentate un partito; ve ne eravate accorti? Quindi è
inutile scrivere volantini, tanto non sono fatti di “roba vostra”. Almeno risparmiate la carta, ci arrivano già abbastanza troiate via etere. Mi fa girare gli ingranaggi la Chiesa cattolica, che di fronte al più che citato “caso Englaro” pretende di ergersi a pensiero assoluto nella testa della gente che non ha il proprio – fortezza degli umili - mettendo la sua boccaccia in questioni che non la riguardano (come non riguardano il politico di turno, ma questa è un’altra storia). O meglio, più democraticamente: tutti, Chiesa compresa, possono dire la loro riguardo a problemi del genere; poi ognuno gli darà il peso che crede. Ma senza arrivare allo scontro e attaccare dal pulpito un povero padre in QUELLA situazione. Vorrei concludere come di consueto con un borbottio da pensionato alla “governo ladro”. Il “vicolo di san Marco vecchio” è uno stradello che dolcemente declinando arriva misteriosamente alle Cure, iniziato poco prima il suo percorso sulla via Bolognese con una bella curva a gomito. Ebbene, mi fa girare gli ingranaggi il fatto che, nonostante ci passino forse due carrozzine appaiate, il vicolo sia annunciato da un cartello che credo significhi “occhio, è doppio senso”. Ora io, spensierato, vi entro dalla Bolognese - storie di vita vissuta - e mi vedo arrivare, svoltato l’angolo repentinamente, un Ducato in - io penso - contromano. Quindi lo infamo. Quindi lui infama me, brutta fava guarda il cartello. Beh, caro Ducato, you are right. Resta il fatto che QUELLA non può essere una via a doppio senso: è come buttare una salsiccia in un corridoio. No il concetto è il contrario. E’ come buttare un corridoio in una salsiccia. Vabbè. Bastiano
“accidenti alla portinaia!”
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Da Roberto Copisteria
Vantaggi all’orizzonte: Quando il Geometra Giovanni Giovannini, noto come “il Gazzella”, nonché come il vicino di casa che deve farla sul cerchione della vostra Panda 750, 4 marce pur essendo ormai a due metri da casa; cercherà di scappare dopo che lo avrete “sgamato” ma riuscirete a saltargli alla giugulare e sbranarlo. Vi piace di più la carne cruda di quella cotta e dunque non dovete cucinare. Non avete la menata di andare a fare la spesa perché vi è rimasto ancora metà del Geometra Giovannini. Vergine (23 Agosto - 22 Settembre) Dicono di voi che siete pignoli, ma non è vero. Questo mese, non vi preoccupate, sarete persone tranquille e rilassate… se escludiamo quelle vostre piccole manie: come contare manualmente, ogni mattina, il numero dei vostri capelli per fare un grafico mensile illustrativo del fenomeno crescita zero (prime calvizie). Bevete solo acqua frizzante e solo se è conservata a 7,5°C. Chiedete una perizia ad un esperto di erosione per sapere quando dovrete comprare il vostro nuovo
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spazzolino da denti.∏ per voi non è 3,14 ma 3,1415926535897932384626433832 795… a voler essere poco precisi. Bilancia (23 Settembre - 22 Ottobre) Gino P., Riotvanner sportivo, nato sotto il segno delle Bilancia, ha detto che non gli piacciono i miei oroscopi. Ha detto che trova i miei oroscopi stupidi e tralaltro lo ha detto con un tono di voce provocatorio. Bene. E allora: che schifo la Bilancia. Scorpione (23 Ottobre - 22 Novembre) “Lei” ha detto :«Basta con gli oroscopi negativi per lo Scorpione». Io? Obbedisco: questo mese tutto una favola per lo Scorpione. Sagittario (23 novembre - 21 dicembre) Partirete per un viaggio e alla dogana, guardando la vostra data di nascita sul passaporto, capiranno che siete del Sagittario. Vi daranno 20€ perché avete finito un giro e siete passati dal Via, ma soprattutto non faranno domande su quella sacca che vi portate dietro in cui sembra che vi sia il cadavere menomato del fungo
Via Forlanini, 6 Tel. 055-4378596 ----------OFFERTA--------Ogni 600 fotocopie 1 rilegatura gratis rapito all’albergo di Parco della Vittoria. Capricorno (22 Dicembre - 20 Gennaio) Diventerete interisti. Ultimamente sembra ci sia poco di peggio al mondo. Acquario (21 Gennaio - 19 Febbraio) Giove vi dà grande sicurezza negli affari: 1.Bologna – Cagliari 1X 2.Torino – Sampdoria 2 3.Maiorca – Atletico Madrid 2 (anche se, continuare a fidarsi dell’Atletico Madrid è una mossa da fessi). Pesci (20 Febbraio - 19 Marzo) Ve la passate peggio dei Gemelli, ma anche voi in questo mese avrete diversi eventi fortunati. Il migliore sarà senza dubbio lo sconto di 100€ che il vostro carrozziere farà sulla restaurazione della Panda 750, 4 marce, che ancora vi ostinate a non cambiare…squattrinati dal fascino retrò. Il “Vostro” Bugiardo di fiducia
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Il Cruciverba (Filiman) Kenioti. 31- (Foto) E’ Occhi blu in un suo film. 32- E’ Aureus per Apuleio.
ORIZZONTALI : 1- Ospiti immancabili della Torre di Londra . 4- Catalana presentatrice (iniz.). 6- Sagace. 11- Istruisce milioni di bambini. 12- Ministro del Pdl. 15- Ricetta tipica della Valle Brembana. 18- Sposò Claudia Mori. 19- Ex di
“Bobo”. 21- Raramente lo è uno slogan elettorale. 22- Ha un filo instabile. 23Può essere di cuoio, miele, fiori e molto altro. 24- Ha il padre cocainomane. 25- Marca d’orologi. 26- Il Bedi attore. 27- Targa della Toscana. 28- Pullula di
VERTICALI : 1- Azienda ospedaliera. 2- Duetta spesso con Gino Paoli (iniz.) .3- Erano mille e suonati dal vento in una nota canzone. 4- E’ un diritto da non sprecare. 5- Verdone in viaggio di nozze. 6- E’ lo sbocco verso l’esterno dell’apparato digerente. 7- Vicina al Golfo dell’Asinara. 8- Ne ha molti la Regina Elisabetta. 9- Manca a chi soffre di ipoacusia. 10-Precede quasi sempre il più inflazionato dei verbi romantici. 12- Einstein. 13- Sono costosi quelli in radica. 14- Che non crede a nessun Dio, neanche alle consonanti. 15- Presidente dello stato d’Israele. 16- Lo è lo Skonto. 17- Di lui parla un famoso libretto rosso. 18- Riccioluto ex arbitro. 20-E’ così che finiscono i concerti. 22- Giovane terzino sinistro del Torino. 24- Uno Sgarbi meno stronzo. 25- Fratello di Set e Jafet. 26Isola greca poco conosciuta. 29- Compagna di Matteo Ferrari (iniz.). 30- Dio egizio.
Eventi Concerti
venerdì 17 aprile 2009 Rosalia de Souza, Flog sabato 18 aprile 2009 Bob Dylan “Neverending Tour”, Mandela Forum domenica 19 aprile 2009 I Nomadi, Saschall mercoledì 22 2009 William Parker Quartet, Flog mercoledì 22 aprile 2009 Millencolin, Viper theatre sabato 25 aprile 2009 Marlene Kuntz, Flog
Soluzioni numero precedente
Spettacoli
7 aprile 2009 Corrado Guzzanti in tour, Mandela Forum 16 aprile 2009 Gigi Proietti “Di nuovo buonasera”, Mandela Forum 6- Orizzontale, la provincia non è sarda ma campana.
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Siete stanchi della solita mensa??? Venite al “Bar Massimo”…. …a due passi dal università!!! I nostri prezzi: -primo + acqua + caffè = 5.70e -secondo +contorno + acqua=8.00 -insalate 4.50e(mista,greca,vegetariana) siamo aperti anche il sabato!!! (facciamo anche stuzzichini d’ asporto per feste)e (cene organizzate)
Bar massimo
Via carlo del prete 9\r Firenze -tel055\410174 #02 - Aprile 2009
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Vita di Loggia
Succede sempre qualcosa alla fine. Chiamala fortuna, chiamalo fato, chiamalo destino. Per l'ennesima volta un ex-direttore, navigato editorialista, è riuscito a sfangarla. Un’idea fulminea, un’intuizione in uno di quei momenti che lui stesso definisce "di puro estro". Nessuno ha capito di cosa si tratti, nè che cosa abbia voluto dire, con il suo illuminato "Eureka". Nessuno riesce a spiegarsi come abbia potuto essere direttore. Si sa, da cosa nasce cosa. Preso da un incontenibile quanto inspiegabile entusiasmo, il noto epistemologo Joy Joseph of March (JoJo), si è dilungato in un complesso ragionamento sulla filosofia dell'individuo, disciplina sperimentale di origine sconosciuta. Tutto è nato da un funesto dialogo citofonico, la classica risposta: sono io. In effetti la scelta dall’interlocutore non si è rivelata azzeccata. Un ragazzotto dall’aria sbattuta, razza caucasico-appenninica. Indossava un giubbotto da uomo-di-mondo verde bosco e un paio di pantaloni viola di un pigiama. Addosso, i segni di una notte brava, e di una probabile colluttazione con una bicicletta. Non possono essere solo coincidenze. L'ambiente della loggia è mistico. Soggetti totalmente rivolti alla ricerca di una verità superiore, votati alla raggiungimento di qualcosa conosciuto come un "pizzo sciallo". Una targa di betulla fissata con un chiodo d'acciaio alla parete. Sopra, una frase: riempiremo il mondo con il nulla che produciamo. Viviamo strani giorni.
Direttore Responsabile: Michele Manzotti Direttore Esecutivo: Niccolò Seccafieno Redazione: Andrea Lattanzi, Giuseppe Di Marzo, Giovanni Macca, Mauro Andreani, Giulio Schoen, Fabio Ferri, Bastiano, Lapo Manni, Francesco Cecchini, Francesco Guerri, Edoardo Amato, Chiara Morellato, Alessandra Giachetti, Edoardo Calamassi, Maria Zheng, Caterina Bianchini, Alessandro Giovannini, Stefano Lascialfari, Cinzia Puggioni Grafica e Impaginazione: Tiziano Berti, Michele Santella, Mattia Vegni. Illustrazioni: Chiara Di Vivona, Mattia Vegni. Sito Internet: Andrea Gherardi. Indirizzo e-mail: redazione@riotvan.net Sito web: www.riotvan.net Stampa: La Giuntina, Firenze Tiratura: 2.400 copie IN CARTA RICICLATA
Finanziato con i fondi per le iniziative studentesche dell’ateneo fiorentino.
Sono stati fatti tutti gli sforzi per segnalare e allocare correttamente i crediti fotografici. Ricordiamo che il diritto dell’immagine fotografica resta dell’autore.
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