STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO
FERRUCCIO BOTTI
LA LOGISTICA DELL'ESERCITO ITALIANO (1831-1981)
VOLUME IV DALLA GUERRA INTEGRALE ALLA GUERRA NUCLEARE (1940-1981) TOM02 LA LOGISTICA DEL DOPOGUERRA (1945-1981)
Roma 1995
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PARTE PRIMA
TRA IL VECCHIO E IL NUOVO: DOTTRINE, ORDINAMENTI E ORGANIZZAZIONE LOGISTICA DELL'ETÀ NUCLEARE
CAPITOLO IX
LA PRIMA REGOLAMENTAZIONE LOGISTICA DEL DOPOGUERRA (1949 - 1955)
J • Caratteri salienti del periodo Nel periodo in esame, conclusivo di una vicenda iniziala nel lontano I 831, gli eventi sono numerosi e senz'altro di grande rilievo logistico: la costituzione di un unico Ministero della Difesa (1947) al posto dei tre tradizionali Ministeri di forza armata, che dovrebbe innescare un processo di semplificazione e integrazione amministrativa del quale si sente gran bisogno da un secolo almeno; il superamento - oltre che degli angusti confini di forza armata - dei confini della logistica nazionale, conseguente all 'entrata dell'Italia nella NATO nel 1949; la logistica nucleare, conseguente alla strategia nucleare; la diffusione sempre maggiore dell'elicottero e dclk varie versioni dell'aviazione da trasporto, che consentono di distaccare l'organizzazione logistica, almeno in parte, dai tradizionali concetti di "fronte" e di "retrovia"; la spinta verso la motorizzazione e meccanizzazione integrale; il passaggio graduale dalla logistica per materia a quella per funzioni e, fast not least, l'accresciuta importanza della guerriglia e dell'azione di sabotatori, che, come già nelle guerre coloniali, creano anche in un contesto di guerra "europea" una nuova categoria di problemi per la protezione degli organi dei Servizi e delle vie di comunicazione, al di là di esigenze meramente funzionali che invece spingerebbero a frazionarli e ad aumentarne il carattere tecnico a scapito di quello tattico. Di queste ragioni di trasformazione e quindi di crisi, quella che forse comporta i maggiori riflessi e il maggiore travaglio ordinativo e legislativo è il passaggio dalla logistica per materia a quella per funzioni, che richiede una vera rivoluzione - anche se graduata nel tempo - e l'avvio di processi non semplici di unificazione e razionalizzazione; per tutte le altre bastano degli adattamenti e delle accelerazioni di tendenze già in atto e delle quali da decenni si discute.
2. I Servizi logistici nel battaglione di fanteria inglese ( 1944)
Nonostante gli ammaestramenti della guerra, non sempre la regolamentazione ai minori livelli assegna alla logistica il dovuto rilievo. Ciò
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
avviene anche con altri eserciti, visto che la Pub. SME o. 4701 Addestramento della fanteria - Parte I Il battaglione di fanteria - Ed. 1944 (tradotta dall'inglese e applicata dalle unità italiane della guerra di liberazione) dedica alla logistic a meno di 9 pagine su 78 e non usa il termine logistica, ma quelli di movimento e di servizi, senza alcun approfondimento di argomenti elementari importanti come la manutenzione de i mezzi, materiali e armi, il meccanismo generale dei rifornimenti ecc .. Riportiamo tuttavia - per quanto di interesse - i contenuti della predetta pubblicazione, che in certo senso rappresentano l'"area di sedime" sulla quale si innestano le nostre norme logistiche a l livello di minori unità dopo il 1945, e sono un vero modello di chiarezza, semplicità e praticità anche se a volte cadono nell'ovvio. SEZIONE 6" - MOVIMENTO 27. Disciplina di marcia. a) la disciplina di marcia costitui sce iJ mezzo migliore per garantire che le truppe, sia a piedi, sia autotrasportate, si spostino da un punto all 'altro nel modo più celere e con la minore fatica possibile. Essa rappresenta un elemento importante dell'intero movimento. b) le norme relative a lla disciplina di marcia sono contenute nel fascicolo M.T.P. 47 (Military Training Pamphlet: fo~cicu lo sull' addestramento, ora in revisione). Esse d ebbono essere conosciute dal personale di tutti i gradi e i comandanti debbono insistere suli' esatta osser vazione di esse. e) Si deve compie re ogni sfon.o per mantenere strade e piste il più possibile sgombere per il libero sviluppo del movimento. Tutti i com andanti de bbo no vigi lare su questo punto cd impartire ordini adeguati al riguardo. d) Bisogna badare in particolare a tenere sgombe ra la strada durante le soste, all ' uccultamcoto e a tenere un conveniente intervallo tra i vari autoveicoli. e) Per ogni spostamento dev ' essere studiato u n apposito piano per la protezione degli attacchi aerei. Tale piano dev'essere c hiaro e nolo a tutti. 28. Movimento a piedi. a) Le formazioni in cui muoveranno le truppe marcianti muteranno a seconda del tipo di strada e della condizioni del traffico. b) I reparti muoveranno intervallati. Prima di dare degli ordini bisogna esaminare vantaggi e svantaggi che offrono fo rma7.ioni di marcia serrate o scaglionate. e) Quando non è probabile un immediato attacco terrestre nemico. la maggiore quantità possibile di automezzi si sposterà in un blocco solo a seguito del battaglione. d) Se invece l' incontro col nemico è probabile, almeno lo scaglione automezzi "A I" si sposterà con i propri reparti, mantenendo un intervallo di almeno 40 yards tra un autocarro e l'altro. e) Quando il gruppo trasporti si muove a tergo delle truppe, dovrà. se possibile, spostarsi a ba lzi da una zona coperta ad un 'altra. Tali zone debbono essere precedentemente riconosciute da un ufficiale o da un sottufficiale del gruppo trasporti. I) Tutte le truppe in marcia sosteranno ogni ora per I O minuti . g) Durante queste soste truppe e automen:i sgomberano la s trada, e se possibile, si dispongono al coperto. h) Se non vi è copertura. oppure se i veicoli non possono uscire dalla strada, bisognerà ad ogni costo mantenere libero il transito luogo la strada e provvedere a distanziare ime:ai. 29. Movime nti con automezzi . Per la buona esecuzione del movimento con gli automezzi occorre buona organizzazione e controllo del traffico e buona disciplina di marcia.
IX - La prima regolamentazione del dopoguerra (1949-1955)
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30. a) Il reparto trasporli dev'essere ridotto iu modo tale che nessun automezzo non necessario sia compreso nella parte combattente del battaglione. b) I ballaglioni avranno sempre almeno un plotone al comando di un ufficiale addestrato e pratico in fatto di controllo del traffico. c) I ballaglioni saranno altresì addestrali al movimento in colonna a gruppi di sei a dodici automezzi agli ordini di un determinato comandante, nonchè al controllo di tale colonna mediante lulli i motociclisti disponibili. 31. a} Ciascun reparto sarà addestrato in un determinato modo per quanto riguarda ordini da dare ai conduttori e al modo nel quale questi debbono salire sugli autoveicoli e metterli in moto: operazioni durante le soste per compiere il controllo e tenere sgombro l'itinerario; protezione durante le soste; manutenzione degli automezzi durante le soste. b) I reparti debbono addestrarsi al carico col sistema dello "della piattaforma" in base al quale tutte le truppe vengono caricate a turno nello stesso punto, o in più punti, per marciare in colonna rada. e) Analogamente debbono essere addestrati allo scarico, per poi continuare la marcia a piedi, o entrare in azione, in caso di emergenza. 32. a} Verranno forniti a tutù i condullori indicazioni relative alla strada, preferi bilmente sulla carta itineraria. h) Ogni conrluHon, avrà al suo fianco un uomo col compito di seguire la strada sulla carta - ove disponibile - e di coadiuvarlo a seguire la strada giusta. Quest'uomo sarà anche responsabile del controllo del traffico durante le soste. c) In ogni autocarro trasportante truppa vi dovrà essere una sentinella contraerei, che dev'essere frequentemente rilevata a causa dello sforzo che il servizio comporta. d ) Un uomo deve sempre guardare all'indietro per mantenere il collegamento e fare segnalazioni al veicolo che la segue. 33. a) Tutte le autocolonne faranno una sosta di IO minuti ogni ora; se nella colonna vi sono carri armali, la sosta sarà di 20 minuti. b) Le truppe scenderanno dagli a utocarri, ma dovranno tenersi a l coperto. L 'ordine di scendere verrà dato dall'ufficiale o sottufficiale più e levato in grado dell' autocarro. In nessun caso le truppe dovranno scendere senza o rdine. c) Verrà quindi disposta - secondo g li ordini dati in precedenza dal comandante di battaglione - la difesa conlroaerei e quella controcarro, e verranno impiegale le reti mimetic he . d ) Se la colonna compie fermate non previste della durata d i qualche minuto, ogni comandante di reparto ha l'obb.ligo di accertarne la causa. Molto spesso i conduttori, se stanchi, si addormentano improvvisamente al primo arresto della colonna e si vengono a creare dei vuoti. Se la sosta è dovuta a qualche ostacolo, il comandante della colonna farà tutto il possibile per eliminarlo, o per aggirarlo. Nello stesso tempo dovrà informare del fallo il suo immediato superiore all'indietro nonchè il più vicino posto controllo traffico. e) Scmprechè possibile, un ufficiale o sottufficiale in motocicletta dovrà precedere il battaglione di circa un miglio allo scopo di dare tempestive notizie circa controlli od ostacoli.
SEZIONE 7A - SERVIZI
34. Trasporti. La guerra di movimento richiede per i servizi un sistema elastico di trasporti. Abbiamo visto battaglioni, che, dopo essere stati impiegati a lungo nel deserto, si sono trovati, nel volgere di poche sellimane, ad agire in zone montagnose. I comandanti di tutti i gradi devono sapere come improvvisare ed adattare i loro servizi alle necessità del momento.
La logistica dell'esercito - Vol. N
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35. a) I trasporti di prima linea CQillprendono due scaglioni: scaglione "A", comprendente tutti gli automezzi che Comando e reparti debbono avere al seguito o che comunque debbono essere prontamente disponibili per il combattimento. Lo scaglione "A" può essere - a sua volta - suddiviso in: scaglione "A - l" (a volte chiamato anche scaglione "C"), comprendente i mezzi trasportanti materiali ed equipaggiamenti effettivamente necessari per il prossimo combattimento; scaglione " A - 2", comprendente i mezzi richiesti per il trasporto di materiali di equipaggiamento che occorreranno durante il combattimento, ma in una fase più avanzata; scaglione "B", comprendente i mezzi trasportanti materiale ed equipaggiamento che non saranno richiesti se non in una pausa del combattimento. b) Lo scaglione "A -1", sarà controllato dal comandante del battaglione. Lo scaglione "A-2'" può essere controllato dal comandante di battaglione, ma più probabilmente dal comandante della brigata o della divisione e sarà spesso a una distanza di 15-25 miglia dalla zona di combattimento avanzata. 36. La costituzione dei singoli scaglioni varierà a seconda dell'azione da svolgere. Il comandante di battaglione deve stabilire come deve essere costituito ciascun scaglione. Egli curerà di tenere la zona avanzata il piò possibile sgombera di automezzi, specialmente se le strade sono scarse e strette. 37. E' compito degli ufficiali e souufficiali addetti agli autotrasporti nei differenti scaglioni assicurarsi che questi siano sempre ben fomiti di carburante. Oltre ai carburanti di riserva, che gli automezzi possono trasportare con sè, vi è un'apposita autocisterna in ogni battaglione. L' ufficiale o il sottufficiale addetto ai trasporti rifornirà, sempre che necessario, tale autocisterna presso i posti curburante divisionali [quindi il rifornimento carburanti va dall'avanti all'indietro, eia! hnllaglione presso i posti distribuzione della divisione - N.d.a.]. 38. a) Ogni ufficiale o sottuffic iule addcuo agli autotrasporti ha il dovere di assicu rarsi che anche durante il combattimento vengano effettuati i compiti giornalieri di manutenzione. Quanto più disagiate saran no le condizioni, tanto più i conduttori tenderanno a trascurare tali compiti. Il buono stato degli uutomezzi ha una grande influenza sull'efficienza combattiva del battaglione e pertanto sono necessari severa disciplina e ordini chiari. b) Ogni ufficiale o sottuffic iale addetto a un veicolo che abbia subito avarie ne farà al più presto rapporto al comando di hattnglione. Se i materiali trasportati urgono per 11 combattimento in corso, li farà portare avanti a mano. c) Se un autocarro si guastu, l' ulfic ialc o sottufficiale addetto a i trasporti del battaglione vedrà se può essere ripurnto i:on i meni del bauaglione. Diversamente riferirà l'incidente alla L.A.D. (nucleo leggero soccorsi) della brigata. d) Tutti i rapporti riguartlu1111 incidenti di automezzi devono contenere chiara indi cazione del punto ove trovasi l'uuwvcicolo, riferita alla carta topografica. 39. Gli ufficiali o sot1111fic 1oli addetti agli scaglioni A2 e B del battaglione debbono tenersi in continuo persona Il- cu111a110 col comandante del battaglione e al corrente dello sviluppo del combattinwn111 p1•r quanto riguarda i trasporti.
Munizioni. 40. a) Le richieste 1111111i,111111 costtluiscono parte automatica dello schema di combattimento di plotone e 1.:0111pur 11i u, 1 i:omandi di battaglione e di compagnia devono essere previdenti per assicur1111· 111 tJl( IIÌ momento il flusso dei rifornimenti. b) I comandanti di t·o111p111•11111, servendosi dei rispellivi sottufficiali alle munizioni, non debbono attendcn• , ,i:1111·,11• 111 p1t•n11 regola per decidersi ud inviare i rifornimenti munizioni. E' meglio avt·11· 11v111111 111un111oni in eccedenza anzichè in difetto.
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41. a) Analogamente il comandante di battaglione, servendosi dell'ufficiale o sottufficiale all'uopo incaricato, deve sempre prevedere o provvedere al consumo delle munizioni. b) Gli automezzi addetti al trasporto munizioni sono di solito gli autocarri di 3 T., trasportanti munizioni di tulti i tipi. Per trasportare in linea minore quantitativi dei vari tipi richiesti occorre organizzare nell'ambito del battaglione una specie di servizio. e) L'ufficiale o sottufficiale incaricato deve curare che le richieste vengano inoltrate al posto rifornimento munizioni divisionale, in tempo utile, in modo da reintegrare il posto stesso e poter far fronte alle probabili richieste future.
42. Uno dei problemi più difficili che il comandante del battaglione deve risolvere è quello di veltovagliare i suoi uomini nel giusto momento, specialmente con cibo caldo. Benchè gli uomini possano fare a meno di mangiare per lunghi periodi, il comandante di battaglione non deve mai fare affidamento su tale possibilità. Tanto lui quanto il suo Comando debbono sempre cogliere l 'occasione di vettovagliare gli uomini. 43. Se gli automezzi vettovagliamento cucina possono essere decentrati alle compagnie. vi sono maggiori possibilità di vettovagliare gli uomini; possibilità che mancherebbero, qualorn gli automezzi dovessero affluire da tergo. Tuttavia tale disposizione non sarà sempre attuabile. 44_ a) Semprechè possibile, tenere presente l'importanza di fornire vivande calde. A meno che il rancio non possa essere a llestito in appositi carri durante lo spostamento, tale esigenza implicherà una particolare organizzazione dei trasporti, per assicurarsi che la cucina possa impiantarsi e funzionare di giorno al coperto. b) I comandi di battaglione possono disporre che il rancio affluisca ai reparti parzialmente preparalo e cotto, in modo che gli uomini possano facilmente completarne la confezione, servendosi delle proprie gavette.
45. Ogni plotone deve disporre, presso mezzi di trasporto propri o della compagnia, di materiale e rifornimenti per preparare bevande in qualsiasi momento. 46. a) Il quartiermastro ha il compito di prelevare i viveri giornalmente presso il R.A.S .C. della divisione, probabilmente presso un posto rifornimento, bcnchè le razioni possano essere portate allo scaglione "B". b) Egli deve avere un sistema per la rapida distribuzione dei viveri e fare quanto è possibile per semplificare la preparazione del rancio nell'a mbito del battaglione.
47. Perdite. La procedura per segnalare le perdite è contenuta nel F.S.P.B. - Manuale per il servizio in campagna, parte ]-fascicolo 13. Tale segnalazione forma anche parte dello schema di plotone e di compagnia (cfr. Add.to Fanteria - Parti lll e VIH). 48. a) Gli uomini impegnati in combattimento non dovrebbero mai distrarsi dal loro compito per occuparsi delle perdite. 1 feriti in grado di c amminare e di cavarsela da sè possono dare anche aiuto ai loro compagni più gravemente feriti. b) E' compito dei portaferiti, aiutati dai feriti in grado di camminare, nonchè da distaccamenti di sanità, di trasportare i feriti al posto di medicazione reggimentale.
49. Il posto di medicazione reggimentale dev'essere dislocato in un punto vicino al Comando di battaglione, in modo che ognuno possa rintracciarlo. Uomini sani e feriti in grado di camminare non debbono aggirarsi nei pressi del posto di medicazione reggimentale.
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SO. L'ufficiale medico del reggimento deve stabilire quali feriti devono essere barellati e quali , essendo in grado di camminare, devono essere avviati ai Posti Raccolta Feriti, dove potranno trovare i mezzi di trasporlo.
51. r feriti non devono mai portare con sè munizioni. Queste debbono essere raccolte e tenute a disposizione della compagnia o del plotone.
52. Bagaglio.
Poichè la fanteria deve sempre impegnarsi in combattimento col minor numero possibile di impedimenti, dev'essere stabilito quale equipaggiamento e quali materiali deve portare con sè. I comandanti di battaglione debbono organizzare il trasporto dei materiali occorrenti al riordinamento e al controllo delle loro truppe, da fare affluire durante le pause del cornbauimento. 53. II problema del trasporto dell'equipaggiamento e degli effetti personali tolti all'uomo per alleggerirlo dev'essere sempre risolto mediante improvvisazione. I battaglioni dovrebbero avere sistemi g ià stabiliti per tale trasporto cd addestrarsi ad attuarli. I comandanti di battaglione debbono disporre che gli uomini siano provvisti del cappotto e anche delle coperte, a seconda delle condizioni del tempo. All'uopo si richiedono disposizioni elastiche, non soltanto per quanto riguarda la prima ripartizione dei mezzi di trasporto nei s ingoli scaglioni, ma anche per le varianti che si apporteranno a tale ripartizione nel corso del combattimento.
3. La prima variante dottrinale del dopoguerra (Circ. SME 6000/Serv. - 1949) La prima variante alla regolamentazione logistica della guerra viene diramata con la Circ. n. 6000/Serv. in data 15 settembre 1949 M emoria orientativa sull'organizzazione e funzionamento dei Servizi in guerra, che rappresenta la prima normativa dottrinale in assoluto emanata dopo il 1945, precedendo la pubblicazione Organizzazione difensiva (1950) e ancor più La difesa su ampie fronti (1951). Si ha motivo di ritenere che la data non sia casuale: il 4 aprile 1949 viene firmato a Washington il Trattato del Nord Atlantico, al quale aderisce anche l'Italia. La prima, concreta esigenza che si pone è quindi quella di definire i criteri per il supporto logistico delle forze già schierate al confine di nord-est e onnai da inglobare nel sistema difensivo NATO, tenuto anche conto del mutato ordinamento delle Grandi Unità e degli organi dei Servizi, ordinamento assunto prescindendo da criteri dottrinali e per ragioni contingenti di vario ordine, sui quali pesano comunque le soluzioni inglesi. Poichè intende rispondere solo aun'esigenza pratica e immediata in un quadro strategico e ordinativo ancora in via di assestamento, la Circ. 6000 oltre a non considerare l'incide nza dell'arma nucleare limita al li vello di armata/ scacchiere la definizione della nuova organizzazione logistica, esordendo con un' indicazione dei lineamenti essenziali del problema dalla quale traspare chiaramente il peso delle negative esperienze della seconda guerra mondiale, anche se la sostanza ùdk afferma-
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zioni che sottolineano l'importanza della logistica non è nuova, maricorre nella regolamentazione dal 1915 in poi: 1) Qualunque operazione - nel campo tattico ed in quello strategico - deve tenere stretto conto delle esigenze e delle possibilità logistiche. Ciò significa che i mezzi devono essere adeguati agli scopi da raggiungere e gli obiettivi alle possibilità logistiche. La trasformazione che i nuovi mezzi e i nuovi procedimenti d'impiego hanno impresso al quadro complessivo della lotta accentua maggiormente la necessità di questa continua armonia, anche nei riflessi che il funzionamento dei servizi ha sul morale delle truppe.
LA BATIAGLI A DEVE ESSERE VINTA ANZITUTIO NEL CAMPO LOGISTICO. L 'omissione di tale norma fondamentale può rendere sterile qualsiasi geniale concezione operativa e viene pagata sempre a caro prezzo. 2) Il problema logistico conserva anch'esso inalterati i suoi lineamenti essen:Giali. Ma la profonda trasformazione dell'ambiente in cui si esplica e l'accresciuta entità dei bisogni, impongono nuovi procedimenti e l' adozione su vasta scala di mezzi moderni anche nel campo logistico, rendendo in pari tempo più ardua la soluzione dei complessi problemi inerenti alla raccolta, conservazione e distribuzione dei materiali. L'entità dei bisot,'llÌ ha aggravato particolarmente il problema logistico, perchè la guerra moderna ric hiede l'impiego di materiali di armamento molteplici, complessi e abbondanti e porta a consumi molto estesi, anche se convenientemente disciplinati. Influiscono in particolare modo sul problema della organizzazione e funzionamento dei servizi: la nuova struttura delle G.U. in relazione ai moderni c riteri d'impiego; lo sviluppo ingente della motorizzazione, e dei mezzi blindati in specie; l'enorme importanza assunta dal fattore aereo nelle sue svariate forme d' impiego; l' immanenza dell'offesa nemica (diretta o indiretta) che, nelle s ue varie forme, estende la sua minaccia su qualsiasi parte del territorio nazionale. 1
Fino a che punto i nuovi mezzi e materiali comparsi in gran copia dal 1940 in poi agevolano i vari organi dei Servizi nello svolgimento dei loro compiti? La risposta della circolare 6000 è negativa, o per lo meno dubbia. Assicurare la disponibilità di una ingente quantità di materia li di ogni specie e provvedere la loro rifornimento e alla loro manutenzione - essa afferma - è problema assai complesso, che viene ancor più complicato dalla necessità di aderire - con accelerazioni nel te mpo e forte estensione in profondità - al maggiore dinamismo delle operazioni, e di assicurare in ogni circostanza la protezione degli elementi dei servizi contro l 'offesa aerea e terrestre. La circolare, molto sintetica, non esamina i singoli Servizi e intende costituire solo una premessa al prossimo aggiornamento della regolamentazione, facendo riferimento - come base da rielaborare - alla Pub. n. 2420 Nonne generali per l'organizzazione e il funz ionamento dei servizi in guerra edizione 1938 (semplice ristampa delle analoghe Norme del 1932), ma non alla Pub. n. 2662 (BOZZA) Norme generali per l 'organizzazione e funzionamento dei servizi di guerra edizione 1940, che pure innova notevolmente la materia (difficile, oggi, capire la ragione
1
Circ. 6000/Scrv., p. 9.
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di questa mancata citazione: forse perchè quella del 1940 è una bozza?). E pur considerando solo il livello di armata, accenna alla possibilità che in caso di impiego di aggruppamenti di forze di ordine superiore o di G.U. complesse corazzate o meccanizzate risulti più opportuna o più economica - per tutti i Servizi o solo per taluni - un'organizzazione logistica per scacchieri operativi, 2 comprendenti nel loro ambito un insieme di più armate. Questo orientamento dottrinale "trova già pratica corrispondenza nell'attuale prevista organizzazione logistica di frontiera, poggiata preminentemente sull'organizzazione terdtoriale, preordinata in funzione operativa". L'organizzazione logistica di scacchiere (che peraltro non è presentata come una prescrizione rigida, ma solo come una possibilità) non è una novità assoluta, in quanto, come si è visto nella parte I, era già stata attuata nel corso della guerra. E della esperienza e della dottrina precedenti la Circolare 6000 conserva e anzi rafforza il ruolo fondamentale dell'armata, Grande Unità strategica che costituisce anche l'unità - base dell'organizzazione logistica. L'Intendenza d'armata, questa volta considerata "branca particolare dello S.M. dell ' annata" (quindi non più un Coniando separato) rimane organo coordinatore dei Servizi. Non nuovo l'accenno alla necessità che la logistica assuma un carattere più dinamico e che ogni soldato dei Servizi sia addestralo anche come combattente: "l'estensione di tale concetto potrà portare talvolta anche alla costituzione di caposaldi presidiati prevalentemente da elementi dei servizi". Infine, viene ripreso il motivo (anch'esso non nuovo) dei trasporti aerei, "che in determinate circostanze potranno assumere importanza predominante per i rifornimenti e gli sgomberi". L ' Intendenza d'armata, se la situazione delle forze e del terreno lo consiglia, può avvalersi di due o più delegazioni di Intendenza, altri organi non nuovi e largamente impiegati - oltre che nella prima guerra mondiale - in Etiopia, Spagna e nella seconda guerra mondiale, pur non essendo esplicitamente previsti dalla regolamentazione 1932, 1938 e 1940. La Circolare 6000 accentua il loro ruolo, fino a farle diventare dei veri e propri Comandi di Centro logistico d'Intendenza e degli strumenti primari per realizzare la flessibilità e l'aderenza del supporto logistico a lle G.U .: tali delegazioni assumono sostanzialmente la fisionomia e funzione di distaccamenti d ' Intendenza, ossia di centri logistici avanzati - costituiti da un complesso organico di elementi di più Se.rvizi - che, per delega dell'Intendenza, agiscono anche d' iniziativa, nel qua-
2 Per scacchiere si intende "Regione geografica lungo la quale si sviluppano le ostilità per il raggiungimento di obiettivi strategici, lungo linee di operazioni formanti sistema" (Pub. n. 4891 Nomenclatore organico - tattico logistico - Ed. 1951, p . 97). Nel dopoguem1, lo "scacchiere" per eccellenza specie per l'esercito e l'aeronautica è quello corrispondente al confine nord-est e alla pianura veneto-friulana, le cui caratteristiche ed esigenze difensive condizionano fortemente e costantemente sia la regolamentazione tattic a che quella logistica fino agli anni 80.
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dro dell 'organizzazione generale e del funzionamento dei servizi d'Intendenza. Le delegazioni d' Intendenza hanno quindi sostanzialmente il compito di articolare l 'organizzazione logistica dell'armala e saldarla con lo schieramento delle G.U., facilitando la tempestiva manovra dei rifornimenti in stretta adesione con gli sviluppi operativi e con la situazione particolare delle G.U. di prima schiera. Non hanno struttura organica costante, nè rigido schema di applicazione ... 3
L'ossatura dell'organizzazione logistica d'Intendenza è costituita da un complesso di stabilimenti e di unità dei trasporti. Sulla dislocazione e costituzione degli organi dei Servizi (DOCUMENTO 8) influi.,. scono due fattori dagli effetti contrapposti: uno, quello aereo, orrnai antico e già considerato nella regolamentazione 1924 e l'altro invece più recente, mutuato dall'esperienza della guerra (guerriglieri, paracadutisti). Ne consegue che tutte le zone di dislocazione dei servizi devono essere difese. TI pericolo dell'offesa aerea impone l'occultamento ed il frazionamento dei mezzi, da disseminare su ampia zona. A sua volta il pericolo di offese da parte di elementi paracadutisti, e di azioni di sabotaggio da parte di elementi sovversivi, impone un nuovo vincolo - spesso in contrasto col precedente - sia nella scelta delle zone di schieramento, sia nel raggruppamento dei mezzi. Occorrerà di volta in volta valutare e contemperare tale duplice ordine di esigcnze. 4
Gli stabilimenti di armata sono normalmente suddivisi in frazioni principali e avanzate. Poichè nè la regolamentazione 1932 nè quella 1940 prevedevano questa distinzione (peraltro sempre, in pratica, attuata) si ritorna sotto questo aspetto alla regolamentazione 1915 e 1924. Gli stabilimenti arretrati sono dislocati nella fascia più arretrata delle retrovie d'armata con il criterio di sottrarli alle oscillazioni del fronte (che sono da prevedersi più sensibili che in passato), in località ben servite da strade e da fe rrovie, anche se - come già stabiliva la regolamentazione 1924 - "subordinatamente a tale necessità è da evitare però - per quanto possibile - la loro dislocazione presso centri ferroviari di notevole importanza, che costituiscono obiettivo costante dell'offesa aerea nemica". Essi sono riforniti direttamente dagli stabilime nti territoriali , dalle basi marittime e dai depositi centrali. Questi ultimi sono conservati, ma non sono più enti di normale assegnazione all'armata e rimangono alle esclusive dipenden ze delle Autorità Centrali (Intendenza generale). Le frazioni avanzate degli stabilimenti di armata "costituiscono le necessarie propaggini avanzate degli stabilimenti di armata, destinate ad aÌimentare direttamente le G.U. di ordine inferiore aJl'armata". Sono di conseguenza dislocate in modo da consentire il normale, diretto rifornimento logistico fino agli organi dei Servizi divisionali o di brigata, quindi nei limiti della tappa automobilistica:
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C irc. 6000/Serv ., p. 16 ivi, p . 12.
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devono tuttavia costituire elementi leggeri, quasi di transito, destinati ad esaurirsi, ove necessario, in breve tempo; la loro organizzazione e la loro struttura devono essere improntate a criteri di mobilità per renderne agevole e tempestivo lo spostamento in avanti e l' arretrarnento.5
Fin qui nulla di veramente nuovo e di inedito: viene perciò da chiedersi in che cosa la circolare 6000 apporta delle innovazioni in un settore che dopo tutto dal 1940 al 1943 si era sicuramente dimostrato il meno adeguato agli imperativi della guerra moderna. Va anzitutto ricordato un particolare di importanza non trascurabile: la nuova terminologia che la circolare introduce. A parte il concetto essenziale di centro logistico, essa precisa che per la prima volta il significato da attribuire ad organi che continuamente ricorrono nel linguaggio logistico, non citati fino a quel momento nei nomenclatori ufficiali. La denominazione di "stabilimenti" è generica e va riferita a qualsi asi elemento fisso o mobile dei Servizi di armata. Comprende quindi: "depositi ", con prevalente carattere di stabilità; "magazzini", con prevalente carattere di leggerezza e mobilità, particolarmente ne lle frazioni in c ui si articolano; "officina e laboratori", con prevalente carattere di stabilità salvo le frazioni e distaccamenti, che devono assumere normalmente carattere di mobilità; "parchi", enti di raccolta - con carattere campale - di veicoli efficienti da distribuire o di veicoli-inefficienti da avviare agli organi delle riparazioni e dei recuperi. Per estensione la denominazione va riferita anche ad enti di raccolta quadrupedi e materiali.6
Nell'impostazione logistica che la terminologia sottintende va notata la trasformazione del concetto di parco, che fino al 1918 è un volano logistico mobile e insieme un organo fondamentale e di rifornimento per i Servizi di artiglieria, genio e tras porti delle Grandi Unità elementari e complesse e ora sembra per il momento decaduto a semplice centro di raccolta di veicoli e materiali, a danno della sua aderenza alle unità di 1" linea: per il resto, anche al momento attuale le definizioni rispondono all'impiego effettivo degli organi. L'innovazione più profonda della circolare 6000 - tuttora operante - è però l'eliminazione della sia pur parziale funzione di anello logistico nei confronti delle divisioni dipendenti per il corpo d'armata, e la correlata attribuzione alla divisione ( e brigata alpina o corazzata), cioè al livello di G.U. elementare, di una più compiuta autonomia logistica, in raccordo diretto con l'armata. Ciò significa il fallimento dell'impostazione introdotta nel periodo tra le due guerre e attuata nel corso della guerra, e il ritorno a una spiccata fisionomia logistica della divisione che ricorda quella del I 915: il corpo d'armata è da considerare unità prevalentemente di carattere tattico. A differe nza di quanto previsto nella regolamentazione prebellica, non costituisce, di norma, anello di congiunzione nel campo logi stico tra l'Armata e la divisione Lma lo era solo in parte - N.d.a ]. La sua funzione logistica v iene ridotta a tutto vantaggio delle funzioni tal-
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ivi, p. 14. i vi, p. 13.
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tiche cd è limitata di norma al rifornimento delle truppe e dei servizi direttamente dipendenti [ ... ] la divisione, in relazione alla sua mutata struttura organica, ha acquistato - rispetto al passato - maggiore rilievo logistico ed una più accentuata mobilità ed autonomia. Sono a tale riguardo da considerare i seguenti elementi: la notevole massa di nonnali rifornimenti, in conseguenza dell'aumentata entità, consistenza ed armamento dei reparti che la costituiscono; la maggiore consistenza dei propri enti dei servizi, i quali sono tutti motorizzati; tutti i reparti inoltre hanno in proprio una aliquota di automezzi sufficiente in ogni caso ad assicurare il funzionamento interno dei servizi; la maggiore ampiezza di dotazioni e conseguente maggiore autonomia; l'assegnazione organica di un consistente reparto trasporti, quale elemento di manovra per i rifornimenti; il normale schieramento su fronti più ampie e profonde, rispetto a quelle previste in passato. In sostanza quindi la Divisione ha assicurati in proprio i mezzi per la vita e l'azione ed è di massima in grado di poter prevedere da sola ai rifornimenti, facendo normal mente e direttamente capo alle frazioni avanzate degli stabilimenti di intendenza. 26) L ' ingente massa di automezzi organicamente assegnati; l'entità e consistenza dei propri enti dei servizi; la permanente minaccia di offesa sia aerea che terrestre, impongono un notevole scaglionamento in profondità tutto il complesso dei servizi divisionali. Ciò comporta, nell 'ambito di ogni Divisione, la necessità di organizzare a tergo dello schieramento - in funzione tattica-logistica - una Zona dei Servizi Divisionali (Zo.Se.D), la quale a sua volta, comprende una Zona Avanzata dei Servizi Divisionali (Z.A.Se.D). La Zo.Se.lJ., si estenderà per una fascia di notevole profondità (10-20 km) a tergo dello schieramento dei reparti di I O scaglione, allo scopo di sottrarre dalla zona avanzata le aliquote di automezzi non di combattimento e le unità dei servizi non strettamente legale delle truppe/
La maggiore autonomia del livello di divisione e la completa motorizzazione dei Servizi consentono di eliJJ1inare una fondamentale costante dal 1919 in poi: l'afflusso diretto a cura dell'Intendenza, dall'indietro in avanti, dei rifornimenti fino al livello di divisione. Invece oggi tale divis ione è sostanzialmente mutata, in quanto mentre è devoluto normalmente ali' Armata il compito di far giungere i rifornimenti fino alle frazioni avanzate dei dipendenti stabilimenti. per l' ulteriore flusso in avanti provvedono direttamente le divisioni e i corpi d 'annata (questi ulliuù limitatamente a lle proprie truppe). Gli stessi reparti inoltre provvedono di nonna al ritiro e avviamento dei materiali dagli organi di distribuzione divisionali e di C.A . . 8
In tal modo, si stabilisce un raccordo diretto non solo tra divisione e armata, ma anche tra battaglioni e divisione, con gli automezzi delle minori unità che effettuano i prelevamenti e versamenti direttamente presso gli organi esecutivi della divisione e non - come avveniva in precedenza - presso quelli del reggimento. A tal fine i mezzi di trasporto in dotazione organica alle minori unità (trasporti di I" linea) sono normalmente suddivisi in due scaglioni: scaglione A o di combattimento, per le esigenze di impiego e operative in genere, e scaglione B (non di combattimento) che raggruppa i mezzi destinati al trasporto di materiali
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ivi pp. 19-20. ivi, p. 24.
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non strettamente legati all'azione delle truppe. Il controllo sullo scaglione A è normalmente esercitato dal Comando di reggimento, quello sullo scaglione B è esteso al Comando di G.U .. Nonostante questo decentramento di funzioni e responsabilità che tocca in particolar modo i trasporti, iJ livello di corpo d'armata mantiene una propria ridotta funzione logistica anche nei riguardi delle G.U . dipendenti. Dispone di un Ufficio Servizi articolato in sezioni corrispondenti ai vari Servizi, e oltre agli organi esecutivi necessari per il supporto logistico alle unità alle dirette dipendenze, ha assegnati organicamente: a) un autogruppo di manovra con compiti normalmente operativi (autotrasporto delle G.U. dipendenti ecc.) ed eventualmente logistici; b) un'unità per il movimento stradale (per l'organizzazione di itinerari interessanti più divisioni); c) personale di manovalanza. Inoltre la funzione logistica del C.A. può essere estesa, sia per qualche Servizio che per tutti i Servizi. In q-uesto caso, il Comando del C.A. può assumere alle sue dipendenze una delegazione d' Intendenza, oppure far svolgere al proprio Ufficio Servizi anche le funzioni di delegazione d'Intendenza. Un altro corollario importante è il nuovo concetto di zona dei Servizi, a Lutti i livelli e non solo per la divisione: per l'armata (Zo. S.A.), per il corpo d'armata (Zo. S.C.A .), per la divisione o brigata (Zo. Se. D. o B.) e per i reggimenti e battaglioni (Zo. S. Rp.). L'innovazione risponde sia a esigenze di coordinamento del funzionamento dei vari Servizi, sia a disciplina, controllo, difesa vicina e antiaerea (passiva e attiva). La Zo. Se. D. differisce sostanzialmente da quelle del corpo d' armata e della divisione, perchè normalmente ha organi molto mobili e di ridotta autonomia e non dispone di riserve immagazzinate, ma solo di dotazioni di 2A linea (sempre che possibile su ruote). Non si intende rinunciare del tutto, infatti, al requisito della leggerezza così mal interpretato e applicato nella seconda guerra mondiale, e il timore dell'appesantimento tipico della guerra di trincea è sempre ben presente: si ribadisce la necessità di mantenere l 'organizzazione logistica della Divisione il più possibile leggera nei confronti delle dotazioni da assegnare in proprio, sia per non creare ulteriori impacci al movimento delle G.U. e sia per evitare pregiudizievoli perdite di materiali in seguito ·a normali e sempre prevedibili vicende del combattimento. Occorre in sostanza - in relazione all'entità dei mezzi di trasporto oggi disponibili nella organizzazione logistica - reagire sempre alla tendenza accaparratrice c he porta inevitabilme nte a moltiplicare, anche nella zona avanzata, magazzini e depositi, disperdendo i materiali (la cui disponibilità deve essere amministrata con criteri di rigida economia) e aggravando, o anche ponendo in grave crisi, la manovra e l'impiego dei materiali disponibili. 9
Mantenimento, dunque, di concetti contrastanti e contraddittori? Questa volta la situazione è ben diversa da quella del 1939-1940, perchè la divisione ha finalmente tutti i Servizi motorizzati e dispone di un
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ivi, pp. 22-23.
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consistente volano di mezzi di trasporto, per mantenere buona parte delle dotazioni su ruote e per ripianare all'occorrenza con mezzi propri i consumi: in una parola, dispone veramente di tutti gli strumenti indispensabili per assicurare leggerezza e flessibilità al dispositivo e ridurre al minimo l'immagazzinamento dei materiali. Di qui l'importanza basilare del rifornimento dall'avanti all'indietro per la divisione, che è l'innovazione fondamentale perchè, per il resto, il livello di corpo d'armata conserva un sia pur ridotto ruolo di concorso e coordinamento. L'organizzazione logistica divisionale è caratterizzata dalla costituzione di posti distribuzione e avviamento materiali (p.d.a.) per carburanti, munizioni, materiali di rafforzamento, a carattere temporaneo, di leggera consistenza, che sono l'ultimo anello della catena dei rifornimenti presso i reparti. Presso di essi i battaglioni/gruppi prelevano i rifornimenti con i propri mezzi, fatta salva l'eventualità del rifornimento diretto dei reparti dipendenti da parte della divisione, che si avvale dei propri mezzi di trasporto o di quelli non di combattimento delle unità dipendenti. La zona dei Servizi divisionali (Zo. Se. D.) è posta alle dipendenze di un comandante responsabile per la difesa, sicurezza e disciplina. Il controllo generale sulle Zo. Se. D. è e sercitato dal Comando di C. A .. Ciascuna Zo. Se. D. comprende una Zona avanzata dei Servizi Divisionali (Z.A. Se. D.) sulla quale sono normalmente schierati: - elementi stabili: sezione sussistenza e relativi nuclei, che provvede giornalmente al rifornimento di viveri, legna e eventualmente foraggi, e sezione sanità e relativi reparti, che dispone di una piccola scorta di materiali sanitari sia per le proprie esigenze che per que11e dei reparti della G .U .; - elementi a carattere temporaneo (di norma per le sole divisioni di 1" schiera): posti distribuzione e avviamento munizioni e materiali di rafforzamento, che sono legati a contingenti esigenze operative e devono assicurare l'immediatezza dei rifornimenti, "anche in considerazione che è sempre da prevedere un ritardo o un temporaneo arresto del flusso dei rifornimenti per difficoltà di comunicazioni e per l'azione aerea nemica"IO (questa possibilità, come si è visto, era stata completamente trascurata nell' impostazione dei Servizi de11a divisione nel 1940). Nella Zo. S. D. rimangono normalmente arretrati i rimanenti organi dei Servizi (ospedali da campo; sezione panettieri; officina mobile; parco mobile per il rifornimento dei materiali dei Servizi della motorizzazione "carburanti esclusi", di artiglieria "munizioni escluse" e dei collegamenti; posti distribuzione e avviamento carburanti). Parco e officina mobile sono gli unici organi esecutivi in precedenza non previsti al livello di G.U. di fanteria, e in quanto formazioni pluri-Servizi a carattere misto denotano già la tendenza a superare l'organizzazione lo-
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ivi, p. 22.
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gistica rigidamente suddivisa per materia, unificando rispettivamente le attività di rifornimento e di mantenimento. Per il resto, la circolare 6000 si limita ad accennare agli organi esecutivi dei principali Servizi previsti ai vari livelli, che per la massima parte sono ancora quelli della regolamentazione 1940: I) Servizio di sanità Posto di medicazione di btg. Posto sosta feriti (eventuale) Sezione di Sanità per rgt. alpino Infermerie temporanee (eventuali) Sezione di Sanità divisionale Ospedali da campo Nucleo chirurgico Ambulanza radiologica Ambulanza odontoiatrica Centro di smistamento di C.A. (eventuale) Sezione ambulanze Sezione per bonifica gassati (eventuale) Sezione disinfezione Laboratorio chimico da campo Navi ospedaliere (eventuali) Treni o spedalieri (eventuali) Ospedali di riserva Campi contumac iali Convalescenziari (eventuali) Laboratorio chimico batteriologico Magazzino di Sanità d'annata con relative frazioni
2) Servizio di commissariato Sezione sussistenza per rgt. alpino Sezione sussistenza Sezione panellieri Reparto lavanderia e bagni (in corso di studio) Stabilimenti frigoriferi Magazzini V.E. di Armata con relative frazioni Magaz7,ini V .A. (viveri e avena) di Armata con relative frazioni Magazzini F.P.L. di Armala con relative frazioni Stabilimenti recuperi 3) Servizio di artiglieria Posti munizioni di btg. Posti distribuzione ed avviamento munizioni Parco mobile divisionale (per il materiale di competenza del servizio) Officina mobile divisionale (per il materiale di competenza del servizio) Officina mobile di C.A. (per il materiale di competenza del servizio) Magazzino di artiglieria d'armata con relative frazioni 4) Servizio del genio Posti distribuzione ed avviamento materiali d el genio Parco mobile divisiona le (per il materiale di competenza del servizio) Officina mobile divisionale (per il materiale di competen za del servizio) Parco mobile di C.A. (per il materiale di compe tenza del servizio) Officina mobile di C.A. (per il materiale di competenza del servizio) Magazzino genio d'armata
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5) Servizio trasporli Salmeria Reparto salmerie per rgt. alpino (eventuale) Reparto salmerie di C.A. Parco quadrupedi, carreggio e bardature d'annata con relative frazioni Automezzi Autosezione reggimentale Aulosezione brigata alpina Reparto tras porti divisionale Autogruppo di C.A. Autoraggruppamento d'Armala Ferroviari-Marittimi Posti di vigilanza ferroviari Comandi militari di Stazione Uffici imbarc hi e sbarchi 6) Servizio della motorizzazione
Posti distribuzione carburanti e lubrificanti Parco mobile (per il materiale di competenza <lei servizio) Offic ina mobile (per il materiale di competenza del servizio) Depositi carburanti d'Armala Parco veicoli efficienti d' Armata Officina riparazioni auto d'Armala Magazzini materiali auto con relative frazioni 7) Servizio tappa
Comandi di tappa Uffici di tappa l l
4 . Le nuove voci logistiche nel Nomenclatore del 1951 (Pub. SME n. 4891)
Nel 1951 vede la luce la Pub. SME n. 4891 Nomenclatore organico - tattico logistico, che sostituisce l' analoga pubblicazione dell' anteguerra (1938) e contiene diverse nuove voci logistiche, molte delle quali superano quelle riportate nella circolare 6000. Per contro, il nuovo nomenclatore conserva quali unità di misura: - l'UNCEL, unità di misura carburanti e lubrificanti introdotta nel 1940, corrispondente al consumo medio di un automezzo isolato di un certo tipo su un percorso di 50 km, che "nel caso di movimento in colonna, può essere conguagliata al consumo di 2 ore di funzionamento" (quest'ultima precisazione manca nella definizione del 1940); - l'UNFOC, unità di misura per il munizionamento definita per ciascuna arma, usata anche nell ' anteguerra nei calcoli relativi alla costituzione di magazzini, depositi e scorte.
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ivi, pp. 29-31.
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Ci limitiamo per il momento a citare, tra i nuovi termini più importanti: - il centro Logistico, organo-chiave del dopoguerra definito "raggruppamento unità dei Servizi, gravitanti su una determinata località, costituenti, ai fini dello schieramento, della difesa e dell'impiego, un complesso unitario posto sotto unico comando"; - il centro avviamento munizioni, costituito da una G.U. per l'ammassamento cti munizioni in previsione di un'azione tattica; - l'officina leggera, "organo esecutivo a carattere misto della organizzazione logistica delle minori unità. Assolve il compito delle riparazioni per i materiali dei Servizi di artiglieria, genio, motorizzazione" e l'officina mobile, "organo esecutivo a carattere misto dell'organizzazione logistica decisionale e di brigata. Assolve il compito delle riparazioni per i materiali dei Servizi di artiglieria, genio collegamenti, motorizzazione" ; - i posti di distribuzione, posti mobili di rifornimento avanzati per viveri, munizioni, materiali del genio e carburanti, che sostituiscono i posti di distribuzione e avviamento del 1940 e della Circ. 6000; - il posto munizioni al livello di battaglione o compagnia, costituito con le dotazioni e i trasporti di 1" linea; - la nuova distinzione tra rifornimenti ordinari (per mantenere a numero le dotazioni di 1" 2" linea) e rifornimenti straordinari (per provvedere a esigenze di carattere straordinario); - la distinzione tra salmerie di primo scaglione (trasportano le armi, i mezzi e materiali necessari per il combattimento) e di secondo scaglione (trasportano i materiali necessari per la vita del reparto - viveri, cucine ecc.); - la suddivisione dei trasporti di 1" linea in tre scaglioni (F, A e B) e non più in due come la Circ. 6000; - l'aggiunta alla velocità di marcia delle autocolonne (distanza percorsa in un'ora, compresi i tempi di fermata) della velocità di crociera (velocità stabilita nell'organizzazione del movimento, che deve essere costantemente mantenuta compatibilmente con le condizioni dell' itinerario e le necessità tecniche) e della velocità media (risultante dal rapporto tra lunghezza dell'itinerario e tempo impiegato a percorrerlo); - la ridefinizione delle zone di sgombero per feriti e ammalati, che meglio esamineremo in seguito, e l' introduzione della zana di lancio (scelta per il lancio di truppe e materiali dagli aerei); - le dotazioni di l" linea (quantitativi prescritti di generi e materiali essenziali assegnati ai corpi e reparti per le normali esigenze di vita e combattimento e come piccole scorte. Si suddividono in dotazioni individuali o di arma e in dotazioni di reparto. Sono caricate sui trasporti di l" linea); - le dotazioni di 2" linea (caricate sui trasporti di 2" linea, funzionano da volano al livello di G.U. - B., D. e C.A. - e sono anch'esse predeterminate); - le scorte d'Intendenza, fissate di volta in volta e non necessariamente trasportate su automezzi.
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5. La prima e fondamentale regolamentazione organica del dopoguerra (Pub. SME n. 6300 s.d. - Ed. 1955) I parziali ma significativi mutamenti intrndotti in prima istanza dalla circolare 6000 sono consolidati, confermati e completati dalla Pub. n. 5044 (6300 s.d.) Norme generali pe r l'organizzazione logistica e il funzionamento dei Servizi in guerra, emanata in bozza di stampa il 31 marzo 1955 e da considerare parzialmente valida fino a tutto il 1980 (anche se il titolo è seguito dall'aggettivo limitativo "provvisorie"). La nuova pubblicazione abroga le analoghe Norme del 1940 e la circolare 6000, e, come già si è accennato nell'introduzione al presente volume, non considera l'ambiente nucleare e "intende colmare al più presto una grave lacuna nel campo della regolamentazione", procrastinando per questa ragione l'emanazione di direttive per il passaggio dall'organizzazione per materia a quella per funzione e precisando che "il presente fascicolo segna pertanto un traguardo intermedio nell'evoluzione della nostra organizzazione logistica". La Pub. 6300 precede di tre anni la prima pubblicazione dottrinale strategica e tattica del dopoguerra (Pub. n. 600 del 1958): ciò significa che si dà una volta tanto la precedenza al fattore logistico, riconoscendo l'esigenza di colmare le lacune prima di tutto in questo settore. Con questa collocazione temporale e dottrinale, la Pub. n. 6300 non contiene novità eclatanti, conferma il nuovo ruolo della divisione e si rifà in parecchi punti anche alla regolamentazione anteguerra. Ormai di routine l'accenno alla maggiore importanza della logistica e alle difficoltà dei rifornimenti, per le quali riprende sostanzialmente la Circ. 6000. Anche in questo caso viene adottata la distinzione tra Servizi territoriali (dislocati nella zona territoriale) e di campagna (dislocati nella zona delle operazioni), trattando solo questi ultimi. La ripartizione ai fini dell'organizzazione logistica di campagna della zona delle operazioni (Z.0.) è riportata nel DOCUMENTO 9. A parte i mutamenti di terminologia, la suddivisione prevista dalla 6300 si distingue da quella della 6000 soprattutto per la fusione della zona dei Servizi di di G.U. elementare con quella di corpo d'armata, e per l'abolizione della distinzione tra organi logistici arretrati e avanzati nell'ambito della stessa divisione. Ciò diventa possibile perchè il ruolo logistico del corpo d'armata sostanzialmente non si differenzia da quello della divisione, anche se la 6300 prevede (para. 17) che il corpo d'armata eserciti funzioni di controllo nei riguardi delle G.U. dipendenti e possa esplicare funzioni logistiche a loro favore per quanto concerne il Servizio trasporti e le attività ad esso connesse (organizzazione del movimento, manovalanza). In aderenza a questi orientamenti la 6300 introduce per la prima volta il concetto - da allora valido - di grado e anello logistico, a ciascuno dei quali corrispondono Comandi e unità di un determinato rango, organi logistici di determinate caratteristiche e schierati in determinate zone logistiche, determinati livelli di dotazioni e scorte e determinate lavorazioni sui materiali. In tal modo, viene supe-
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rata definitivamente la tradizionale distinzione degli organi esecutivi in Servizi di 11\ linea, Servizi di 2" linea e stabilimenti di riserva, che le Norme del 1940 mantenevano. I gradi sono 4, con crescente complessità di attribuzioni e lavorazioni, crescente specializzazione, crescente peso anche in termini di dotazioni e scorte, crescente distanza dalla linea di contatto e decrescente carattere campale, decrescente mobilità e decrescente aderenza: - 1° grado - reggimenti e minori reparti autonomi; - 2° grado - brigate, divisioni, corpi d'armata; - 3° grado - armate e scacchieri operativi; - 4° grado - Servizi territoriali. Ciascun grado costituisce un anello, con tale termine intendendo "denominazione convenzionale che indica, con riferimento alla catena funzionale logistica, il livello al quale i vari organi di comando, direttivi ed esecutivi svolgono l'attività logistica di competenza e che ne determina il grado di attività logistica" .12 L'attività di 1° grado corrisponde ai livelli ordinativi inferiori alla divisione (reggimento, battaglione/gruppo, reparto autonomo) ed è svolta da organi ed elementi dei Servizi non specializzati per le varie branche di ciascun Servizio, che fanno parte organica delle stesse unità, appartengono al1e stesse Armi e specialità (e non ai Servizi) e dipendono in linea tecnico-amministrativa dall'organo direttivo del Servizio interessato. Questi organi sono schierati nella zona di schieramento dei reparti (Zo. Rep.), hanno mobilità totale e immediata, e sono dotati di mezzi di trasporto sufficienti al caricamento integrale delle dotazioni ad essi in consegna (11\ linea). Sui materiali effettuano solo manutenzione straordinaria (quella ordinaria è affidata ai singoli individui oppure, per i materiali di reparto, agli stessi reparti), piccole riparazioni e sostituzione di parti elementari. Si avvalgono di piccole attrezzature non specializzate (la natura delle riparazioni di ciascun grado e le relative attrezzature sono definite nel dettaglio dalle direzioni generali competenti per ciascun servizio). L'attività di 2° grado (tipica dei livelli di brigata, divisione e corpo d'armata) è svolta da unità di formazione dei vari Servizi a carattere campale, dislocate nella zona dei Servizi di } I\ schiera (Zo. Pri. S.), che hanno mobilità totale entro 24 ore e si avvalgono di mezzi di trasporto in proprio - con l'eventuale rinforzo di unità del Servizio trasporti - anche per il trasporto delle relative dotazioni (di 2/\ linea). Sui materiali effettuano controlli tecnici medi e riparazioni di 2° grado, con sostituzione anche di complessi. Si avvalgono di macchine utensili di uso generale.
12 Pub. SME n. 5895 Nomenclatore militare (Esercito) - Ed. 1969, p. 4. Il termine non compare nei nomenclatori 1951, 1956 e 1962.
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L'attività di 3° grado, tipica dei livelli di scacchiere e annata, è svolta da unità e formazioni tipiche d'Intendenza appartenenti ai vari servizi, normalmente specializzate. Date le loro caratteristiche, gli stabilimenti di 3° grado sono opportunamente scaglionati nel senso della fronte e in profondità e si dividono in stabilimenti principali e stabilimenti e formazioni avanzate (frazioni). Gli stabilimenti principali, dislocati nella zona arretrata dei Servizi d'Intendenza (Z. Ar. S. I.), non hanno carattere campale. Effettuano attività caratterizzate da elevata specializzazione e improntate a criteri di organizzazione in serie, con mobilità piuttosto modesta e capacità di spostamento graduale (per ferrovia ove possibile) dietro adeguato preavviso. Gli stabilimenti avanzati (e le loro frazioni) costituiscono l'immediato supporto logistico delle G.U. inferiori all'armata. Devono perciò trovarsi a portata dei mezzi di trasporto di queste ultime, hanno carattere semicampale e sono dislocati nella zona avanzata dei Servizi d ' Intendenza (Z.A.S.l.). In essi la specializzazione non è sempre realizzata: le frazioni, pertanto, possono essere miste per le varie branche di ciascun S ervizio. La loro mobilità è maggiore di quella degli stabilimenti arretrati e hanno capacità di spostamento graduale ( di norma non per ferrovia ma per via ordinaria, e utilizzando automezzi forniti dall' intendenza). Effettuano medie riparazioni di 3° grado, con macchinari più complessi di quelli previsti per il 2 ° grado e personale anche specializzato. Le attività di 4° grado compe tono agli organi dei Servizi territoriali schierati nella zona territoriale, ove con specializzazione spinta e lavorazioni in serie sono effettuate grandi riparazioni, revisioni generali, smantellamenti, confezioni e trasformazioni. Per taluni materiali, presso determinati gradi possono non essere previste lavorazioni. Gli organi addetti alle lavorazioni di un dato grado hanno come compito eventuale le lavorazioni di grado superiore, quando dispongono di capacità lavorativa in eccedenza, oppure possono effettuare lavorazioni di grado inferiore, quando gli organi inferiori per varie ragioni non sono in grado di fare fronte alle attività previste al loro livello. Correlalo al concetto di grado e anello è quello di dotazioni e di scorte per i materiali, i mezzi e le muni zioni. Le dotazioni sono aliquote di materiali previste per gli organi di I O grado (dotazioni di 1" linea) e per quelli di 2° grado (dotazioni di 2" linea), sono fisse e stabilite una tantum con disposizioni di carattere permanente e funzionano da volano al fine di assicurare la continuità dei rifornimenti. In particolare quelle di 2" linea costituiscono una prima riserva avanzata di materiali, mentre quelle di 1" linea garantiscono a11e unità fino al livello di reggimento un minimo di autonomia logistica nella fase iniziale del combattimento. Le dotazioni devono essere tenute a numero, di massima, con frequenza giornaliera e sono interamente trasportate sui trasporti di I " 2" linea. Le scorte sono invece aliquote di materiali di riserva dei vari Servizi non predeterminate ma stabilite di volta in volta in relazione alla situazione operativa, e mantenuta a numero con frequenza variabile in relazione al ritmo prevedibile dei consumi.
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Sono custodite dagli organi dei Servizi di 3° e 4° grado (al livello di scacchiere e di armata, cioè di Intendenza, oppure di Servizi territoriali). In casi particolari possono essere custodite anche dai Servizi di 2° grado (al livello di corpo d'armata, divisione o brigata). Non sono trasportate - come le dotazioni - dai mezzi di trasporto organico, ma da automezzi assegnati - di volta in volta e nella misura necessaria - dall'Intendenza o per ferrovia. A seconda dei casi, possono essere mantenute a terra o su ruote. I Servizi previsti dalla Pub. 6300 sono: di sanità; di commissariato; armi e munizioni; delle trasmissioni; materiali del genio; lavori ponti e strade; della motorizzazione; atomico, biologico e chimico; di veterinaria e rimonta; trasporti; delle tappe; postale e telegrafico; di amministrazione. In totale 13 Servizi contro i I 6 delle Norme del 1940 (ivi compreso il Servizio recuperi istituito nell'agosto 1941): una riduzione che in certo senso segna un'inversione di tendenza e un ritorno verso l'antico, visto che i Servizi nelle Norme del J 932 erano solo 11 e quelli previsti delle Norme 1924 solo 9. Per altro verso, la diminuzione del loro numero rispetto al 1940 denota la tendenza a superare l'organizzazione logistica per materia. I nuovi Servizi previsti sono solo due: delle trasmissioni e lavori ponti e strade. Quello veramente nuovo però è il primo, imposto dalla costituzione dell'Arma delle trasmissioni (1952). Il Servizio lavori ponti e strade, come meglio si vedrà in seguito, assorbe funzioni e attività di Servizi aboliti: infatti non sono più previsti i Servizi legnami, idrico, delle strade, delle acque e recuperi, e la Pub. 6300 (para. 9) precisa che le attività di questi Servizi sono svolte dagli altri Servizi. Da notare infine, rispetto al 1940, il nuovo ordine di elencazione dei Servizi (che è quello prima riportato e che noi seguiremo fedelmente) e il cambiamento di nome di alcuni Servizi. Il Servizio di artiglieria del 1940 diventa "armi e munizioni", il Servizio del genio "materiali del genio", il Sfavizio chimico "atomico, biologico e chimico", il Servizio di ippica e veterinaria "di veterinaria e rimonta", il Servizio automobilistico "della motorizzazione". L'organizzazione di comando e controllo riprende sostanzialmente molti degli aspetti e criteri delle Norme del 1932, ritornando a prevedere - oltre che l'Intendenza di armata - l'Intendenza generale soppressa nel 1940, e meglio precisando il ruolo logistico del comandante, che nel 1932 e 1940 veniva indicato semplicemente come organo coordinatore di tutti i Servizi, il che si può prestare ad equivoci perchè il comandante non può essere solo un coordinatore (e al tempo stesso l'azione di comando già implica il coordinamento). In maniera più approfondita e con maggiore chiarezza, la 6300 stabilisce (para. 10- 11) che: in ciascuna unità il Comandante è responsabile dell'impiego dei servizi. Esplica tale attività attraverso i suoi normali organi di comando e si avvale di essi per il coordinamento tra Operazioni e Servizi. Il coordinamento dei Servizi viene effettuato: - dall'Intendenza, nello Scacchiere Operativo o nell'Armata;
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- dal Capo Ufficio Servizi nelle altre G.U. (corpo d'annata, divisione, brigata). L••• J Nell' ambito dei singoli Servizi esistono, ai vari livelli, un organo direttivo e uno o più organi esecutivi. L'organo direttivo è responsabile del funzionamento del Servizio, più specialmente per quanto concerne l'andamento tecnico - amministrativo interno del Servizio stesso. Dipende per l'impiego dall'Intendente o dal Capo Ufficio Servizi della G.U.; per la parte tecnico-amministrativa dell'organo direttivo di grado superiore del ri spettivo Servizio.
Gli organi direttivi e esecutivi hanno come sempre una duplice dipendenza (di comando, per l'impiego e per le questioni disciplinari, dall'organo di comando dell'unità alla quale sono addetti; tecnico-amministrativa e per il funzionamento, dell'organo tecnico del Servizio superiore. Vale naturalmente, il principio che "la dipendenza di comando ha sempre la precedenza su quella tecnico-amministrativa" (para. 31 ). Oltre alla figura del comandante, acquista rilievo anche la nuova figura del Capo Ufficio Servizi (nei Comandi di capo d'armata, divisione e brigata), che prende su di sè l'onere del coordinamento e controllo dei Servizi (nel 1940 affidato direttamente al comandante e/o, per il comandante, al Capo di Stato Maggiore del Comando). La 6300 riprende e accentua ulteriormente il ruolo delle delegazioni d'Intendenza o distaccamenti d'Intendenza, distinguendo le funzioni di quest'ultimi da quelle - di ordine inferiore - dei centri logistici di Intendenza che nelJa circ. 6000 venivano invece indicati come coincidenti con gli stessi distaccamenti. Per la 6300, la situazione può suggerire la convenienza di raggruppare unità dei vari Servizi e aliquote avanzate degli stabilimenti d'Jntendenza in qualche settore operativo che rivesta particolare individualità. A seconda della loro importanza, all' organizzazione logistica di tali settori viene attribuita la figura di: - delegazione d'Intendenza, vero e proprio distaccamento di Intendenza retto da un delegato Intendente, che per delega dell'Intendente coordina un complesso di frazioni di stabilimenti nella zona avanzata dei Servizi d'Intendenza, si tiene in continuo contatto con i Comandi di G.U. operanti nel settore di competenza e adegua tempestivamente l' organizzazione logistica alle esigenze operative di tali G.U.; - centro logistico, raggruppamento di frazioni di stabilimenti d'Intendenza costituito dall'lntendenza e dalla delegazione d'Intendenza e quindi alle sue dirette dipendenze, che forma un complesso unitario posto sotto unico comando ai fini dello schieramento, della difesa e dell'impiego. Anche i criteri ai quali deve essere improntata l'azione dei Comandi e degli organi dei Servizi (para 30-32) non hanno nulla di nuovo: - come per le truppe, così per il Servizi non esistono schemi e regole d' impiego valide per tutti i casi (precisazione ricorrente in campo tattico e logistico dalla regolamentazione 1915 in poi); - i mezzi di trasporto e i reparti di manovalanza devono essere tenuti, finchè possibile, accentrati (norma anche questa costante, anzi generalmente esasperata). Il loro impiego è devoluto al Capo Ufficio Ser-
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vizi delle G.U .. Nei comandi dove esiste un organo direttivo specifico del Servizio trasporti , questi agisce in stretto contatto con lo Stato Maggiore (di Intendenza o di delegazione); - alle delegazioni d'Intendenza non sono attribuiti - di massima compiti di trasporto. Esse vengono rifornite (dall'indietro in avanti) a cura dell' Intendenza da cui dipendono; - i prelevamenti delle G.U. con propri mezzi presso gli organi esecutivi della zona avanzata dei Servizi d'Intendenza sono previsti di massima (e non di norma come la circ. 6000): non è quindi escluso il rifornimento diretto da parte dell'Intendenza degli organi esecutivi delle G.U., dall'indietro in avanti come in passato. Gli altri criteri fondamentali da seguire rimangono quelli delle Norme del 1940 (agevolare fino al limite delle possibilità le operazioni delle unità combattenti ; non appesantirle; tenere in riserva aliquote di materiali e mezzi per fronteggiare situazioni impreviste; ridurre al minimo i trasbordi). Manca però l'accenno alla necessità di "liberare le truppe e i servizi a loro contatto da apprensioni circa l'entità e tempestività dei rifornimenti e sgomberi loro occorrenti", scagliando al loro tergo i mezzi necessari ecc. (para. 42 delle Norme 1940). Forse si ritiene, giustamente, che queste apprensioni possono essere veramente eliminate solo mettendo le unità in grado di prelevare esse stesse - in ogni momento - quanto loro occorre, senza dipendere da altri e senza macchinose, scoraggianti procedure burocratiche per le richieste. La fisionomia degli organi direttivi ed esecutivi ai vari livelli derivante dalla sommatoria di criteri e principi prima esposti presenta dei mutamenti sostanziali solo al livello di G .U. e particolarmente al livello di divisione, e per il resto può essere definita classica. Al vertice, l'Intendenza generale dell'Esercito con le relative direzioni generali. Al livello di armata e scacchiere, l'Intendenza con direzioni di tutti i Servizi e le eventuali delegazioni d'Intendenza (che possono essere tenute anche di riserva), con capi ufficio per tutti i Servizi. Lo schema grafico dell 'organizzazione logisti ca al livello di G .U . è riportato nel DOCUMENTO 10. Vi si nota l'aumento degli organi direttivi ed esecutivi soprattutto al liveUo di G.U. elementare (divisione e brigata), inevitabile riflesso della sua accresci uta autonomia logistica. Rispetto al 1940 (vds. capitolo I) il Comando divisione ha una struttura del tutto diversa, corrispondente del resto al suo ben diverso - e maggiore - ruolo logistico: - mantiene (però senza attribuzioni logistiche dirette) i Comandi di artiglieria e genio; - diversamente dal 1940 ba un Capo Ufficio Servizi, ufficiale di Stato Maggiore responsabile dell'organizzazione e del funzionamento di tutti i Servizi alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore; - ha un capo ufficio trasmissioni, che per la branca logistica collabora con il Capo Ufficio Servizi, anch'esso alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore; - diversamente dal 1940 ha nell'ufficio Servizi una sezione di SM al-
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la quale è affidata la branca trasporti, manovalanza e Servizi minori, e per il resto, ha Capi Servizio (e non più capi ufficio) per i vari Servizi (meno trasmissioni, lavori-ponti e strade, A. B.C., veterinaria e rimonta, trasporti, tappe). Gli organi esecutivi saranno presi in esame trattando di ciascun Servizio. Va comunque notata la disponibilità - oltre che di organi esecutivi a carattere misto come il parco mobile e l'officina mobile - di una compagnia mista Servizi e di un reparto trasporti, organi che più di tutti assicurano alla divisione una spiccata autonomia per le attività di 2° grado, con particolare riguardo a personale e mezzi ad hoc per la costituzione dei posti distribuzione materiali e per eventuali rifornimenti straordinari e a domicilio. Gli organi direttivi ed esecutivi del corpo d ' armata hanno costituzione analoga a quelli della divisione, sia pure con fisionomia organica più ampia: va comunque notato il reparto R .R.R. (rifornimenti, riparazioni, recuperi e - naturalmente - anche sgomberi), tipico organo esecutivo a carattere misto per i materiali dei Servizi Armi e munizioni (munizioni escluse), materiali del genio (escluse le unità del genio), trasmissioni e motorizzazione. Solo a questo livello, il parco e l'officina mobile fanno parte organica del reparto RRR.
a. Servizio di sanità Conserva sostanzialmente immutati i compiti del 1940, ai quali si aggiungono quelli di assicurare il servizio medico-legale in zona delle operazioni e di organizzare in collegamento con il servizio informazioni oper:itivo il servizio di informazioni sanitarie (S.l.S.), per la scoperta di apprestamenti nemici nel campo della guerra biologica e per il controllo de11e notizie provenienti da fonti varie. Lo schema grafico dell'organizzazione e funzionamento del Serviz io è riportato nel DOCUMENTO 11. Rispetto al 1940, al livello centrale si nota l'abolizione dei depositi centrali, sostituiti da "stabilimenti e depositi territoriali " e la presenza di campi contumaciali, convalescenziari, ospedali per grandi epidemie e lazzaretti, la cui costituzione era prima prevista anche al livello di armata. A quest'ultimo livello le innovazioni sono notevoli e riguardano soprattutto una diversa fisionomia degli ospedali. Sono previsti i seguenti nuovi organi: - sezioni di sanità di Intendenza, con compiti e costituzione organica propri, per la costituzione di centri di smistamento feriti-malati, o di infermerie temporanee di sgombero; - ospedali ausiliari di Intendenza tipo A e tipo B, formazioni sanitarie ad alto livello di specializzazione dotate soltanto di personale e attrezzature per il funzionamento, da impiantare in immobili di idonee caratteristiche, con capacità di ricovero da 500 a 1500 posti letto; - ospedali da campo di Intendenza, formazioni mobili campali con
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capacità di ricovero di 200 posti letto (elevabili a 400 mediante l'utilizzazione di risorse locali). Dispongono di mezzi di trasporto per le sole esigenze di vita e funzionamento interno; - ospedali da campo: hanno capacità di 50 posti letto elevabili a 100 con l'utilizzazione di risorse locali. Diversamente dal 1940 dispongo·no di mezzi di trasporto in proprio per gli spostamenti. Sono assegnati all' Intendenza come riserva; · - automotrici sanitarie, adibite nella zona dei Servizi d'Intendenza allo sgombero feriti dalle teste di carico ferroviarie, sino alle quali non sia possibile e conveniente spingere i treni ospedale. Trasportano di massima 18 feriti barellati e 32 seduti. Sempre a livello di armata sono conservati - con compiti invariati - i rimanenti organi esecutivi indicati dalla regolamentazione 1940, tranne le ambulanze chirurgiche, gli ospedali di riserva e le navi ospedale, previste solo al livello centrale. Al livello di corpo d'armata non figurano nuovi organi e ne sono anzi aboliti altri (sezioni auto-ambulanze, campi contumaciali e laboratorio chimico da caf!1pO). L'inquadramento delle autoambulanze in reparti a sè stanti non è più necessario in relazione al nuovo organico delle sezioni di sanità di corpo d'armata e divisione, che hanno automezzi e autoambulanze in proprio e si articolano su reparto autocarreggiato, reparto porta-feriti, reparto disinfezione e nucleo bagni (con in organico, quindi, anche l'autobagno). Al livello di divisione sono conservati gli organi previsti nel 1940, più i nuclei chirurgici, le autoambulanze radiologiche e le autoambulanze odontoiatriche, che si appoggiano agli ospedali da campo impiantati e diversamente dal passato fanno parte organica della G. U.. Le modalità, le zone di sgombero e i compiti sommari dei principali organi sono riportati nel DOCUMENTO 11. Rispetto al 1940, da rilevare che: - le zone di sgombero sono 4 e non 3, e di ciascuna di esse è precisata la funzione. La zona di sgombero nella quale sono schierate le formazioni sanitarie di armata, che nel 1940 era unica, è ora suddivi sa in due: zona di 2° sgombero nella zona avanzata dei Servizi di Intendenza, nella quale sono ricoverati i feriti abbisognevoli di intervento operatorio entro le 6 ore, e zona di 3° sgombero nella zona arretrata dei Servizi d'Intendenza, per i feriti per i quali è necessario l'intervento operatorio oltre le 6 ore e per i degenti recuperabili entro i 30 giorni; - rimane invariata la funzione della zona di 1° sgombero (feriti e malati intrasportabili e abbisognevoli di intervento chirurgico urgente) e di 4 ° sgombero (zona territoriale - degenti recuperabili oltre i 30 giorni). Come già nel 1940, la riparti zione in zone non ha carattere tassativo e immutabile, ma viene di volta in volta fissata (sulla base della situazione e delle presumibili perdite indicate dal Comando) dal piano di smistamento compilato dalla direzione sanità d'intendenza; - sono previsti due nuovi organi esecutivi: posti raccolta feriti nella Zo. Rep_., dove vengono raccolti i feriti tra i posti medicazione e la linea del fuoco, previo cambio dei mezz.i di trasporto, (*) e centrismi-
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stamento feriti e malati (C.S.F.), costituiti con personale e mezzi delle sezioni di sanità d'Intendenza normalmente verso il margine anteriore della zona avanzata dei Servizi d'Intendenza (Z.A.S.I.). Hanno il compito di smistare secondo gli ordini dell'Intendenza (o della delegazione d'Intendenza) i feriti e i malati che le sezioni di sanità di G.U. vi fanno affluire, trattenendo nella zona di primo sgombero solo gli intrasportabili e gli abbisognevoli di intervento chirurgico urgente. A ciascun centro di smistamento è affiancato un ospedale da campo, per il ricovero di degenti non in grado di proseguire per le formazioni sanitarie arretrate. Non è escluso, anche nella 6300, l'impiego di semplici autocarri attrezzati per il trasporto dei feriti e nell'ambito dell'Intendenza, di autobus e/o di treni sanitari di circostanza. Per il trasporto dei feriti dalla linea di fuoco ai posti di medicazione (di competenza, come sempre, dei portaferiti dei corpi e reparti) si prescrive di utilizzare, dovunque possibile, mezzi motorizzati in dotazione ai reparti, e in particolare AR attrezzate. Per la prima volta sono fomite sia pur sommarie indicazioni per il trasporto di feriti e ammalati con aerei leggeri o elicotteri; a tal fine nei pressi dei centri di smistamento devono essere predisposte idonee teste di sbarco aereo (campi di atterraggio, vie d'accesso ecc.). Tn generale (para. 48): lo sgombero per via aerea di feriti e di malati potrà essere previsto quando le disponibilità di mezzi di trasporto lo constmlano e quando particolari esigenze operative lo impongano: precedenza ai casi più gravi, da sgombrare direttamente sulla Zo. T .. L ' eventuale sgombero, a mezzo di aerei leggeri o di elicotteri , spec ie da posizioni isolate di difficile accesso, si arresterà di norma ai centri di smistamento della Z.A .S.I., dai quali proseguirà con le modalità usuali.
Nessuna variante rispetto al 1940 per il rifornimento, recupero, sgombero e riparazione dei materiali: i corpi e reparti fanno capo per i rifornimenti e sgomberi alle sezioni di sanità, queste ultime e le altre formazioni sanitarie alle frazioni del magazzino di sanità di armata o direttamente al magazzino stesso. Praticamente invariato anche il compito delle Associazioni di soccorso in guerra. Al loro concorso, nella zona delle operazioni, allo sgombero dei feriti e ammalati per ferrovia si aggiunge anche il concorso allo sgombero per via aerea: a tal fine, mentre la C.R.I allestisce solo treni ospedale, il SMOM può allestire anche aerei sanitari.
(*) La Pub. n. 2662 - Ed . 1940 (para. 54-55) prevedeva posti sosta feriti, sia per il cambio dei portaferiti (in montagna) sia per il cambio del mezzo di trasporto.
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b. Servizio di commissariato Nella Pub. 6300 i compiti del Servizio sono meglio formulati rispetto al 1940, anche se nella sostanza non mutano: a) servizio di vettovagliamento; b) rifornimento, riparazione, ricupero e sgombero degli oggetti di vestiario ed equipaggiamento e dei materiali: - di servizio vario; - costituenti dotazione tecnica delle formazioni campali del servizio; c) lavatura corredo e bagni igienici.
Nell'ambito del vettovagliamento, il Servizio si occupa anche del rifornimento della legna da ardere che nel 1940 era affidato al Servizio legnami, branca peraltro notevolmente ridimensionata dopo l'intrnduzione delle cucine rotabili a nafta. Non compare più il compito di svolgere le pratiche relative alle contribuzioni di guerra e alle prede belliche che è affidato al Servizio delle tappe; viene invece specificato quello della lavatura corredo e dei bagni igienici (attività spesso abbinate, di fatto svolte anche in precedenza). Per muteriuli di servizio vario si intendono: a) materiali di servizio generale (cassette per denaro, casseforti, tende varie, co1li per riparazioni da calzolaio, sacchi per riparazione vestiario, ecc.); b) materiali da cucina (cucine rotabili, casse di cottura, utensili vari ecc.); c) materiali, recipienti e mezzi vari per la conservazione e distribuzione dell'acqua; d) materiali di cancelleria. I materiali per le formazioni campali del Servizio sono: forni mobili ed accessori per la panificazione, autofrigoriferi, lavanderie, autobagni (meno la parte motorizzazione), serie di attrezzi speciali per sezioni di sussistenza, attrezzature di magazzino ecc. Per ciascun Comando, reparto e organo dei Servizi è prevista una dotazione prefissata di materiali di servizio vario e di materiali campali di commissariato. Lo schema grafico dell'organizzazione del Servizio è riportata nel DOCUMENTO 12. Rispetto al 1940 al livello centrale non si riscontra alcuna variante, e continuano ad essere previsti i depositi centrali (viveri e avena; vestiario ed equipaggiamento). Il livello di armata non presenta mutamenti di rilievo, a parte una diversa denominazione degli organi e - a volte - una diversa ripartizione dei compiti. L'unico organo esecutivo nuovo, che compare anche ai livelli inferiori, è la sezione vestiario, lavanderia e bagni (VLB) d'Intendenza, che ha tre compiti: assicurare la distribuzione degli oggetti di vestiario e di equipaggiamento ai corpi e reparti (dotazioni individuali e di reparto), effettuare la lavatura e le piccole riparazioni del corredo, azionare i mezzi per il bagno periodico del personale. La sz. VLB è presente anche ai livelli di corpo d'armata e divisione, insieme con le sezioni sussistenza e le sezioni panettieri. Queste ultime, coronando un faticoso processo di avvicinamento alle unità di 1,... linea fanno ormai parte organica anche della divisione e sono un altro riflesso importante della nuova fisionomia logistica assunta dalla divisione stessa.
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Il vettovagliamento rimane la branca più importante del Servizio, che provvede a rifornire le unità di viveri, foraggi, paglia, tabacchi, sapone, grasso per calzature e combustibili, ed è normalmente alimentata con rifornimenti provenienti da tergo. Il commissariato fornisce direttamente solo combustibili solidi (legna, carbone, scaldarancio sintetico solido ecc.): per i combustibili liquidi, si appoggia al Servizio della motorizzazione. Mentre nel 1940 si consideravano solo due tipi di razioni viveri (ordinari e di riserva, questi ultimi composti dalla classica galletta e scatoletta), la 6300 considera (riflesso delle maggiori esigenze di benessere del soldato) tre tipi di razioni viveri (para. 63): - viveri ordinari: pane, carne (normalmente congelata; eccezionalmente fresca e/o macellata sul posto ricorrendo alle risorse locali) e viveri complementari (cioè tutti i generi - pane e carne esclusi - che compongono la razione viveri); - viveri da combattimento (di nuova adozione: contenuta in uno speciale involucro con le derrate sufficienti per tre pasti giornalieri); - viveri di riserva: galletta e carne in conserva. L a raz ione viveri da combattimento viene distribuita solo su ordine dei comandanti responsabili, in combattimento o in circostanze eccezionali quando non è possibile provvedere altrimenti, e viene reintegrata al più presto. In sua mancanza si consuma la razione viveri di riserva integrata, se pos sibile, da una razione generi di conforto. La sezione s ussiste nz;a di G . U. - comple ta me nte motorizzata e con autofrigoriferi in dotazione organica - rimane l ' organo fondamentale del Servizio. Costituisce uno o più posti di distribuzione sussistenza (p.d.su.) presso i quali gli scaglioni A dei battaglioni delle G .U . e/o le truppe direttamente dipendenti dalle G.U. elementare o comples sa prelevano giornalmente - con turni, orari e modalità di afflusso e deflusso prefissate - le razioni viveri, foraggi, combustibili solidi, tabacchi, sapone c grasso per calzature (i combustibili liquidi sono prelevati presso i posti distribuzione carburanti e lubrificanti gestiti dal Servi zio motorizzazione) . A sua volta, la sezione sussistenza si rifornisce presso le frazioni di mag azzino di commissariato della zona avanzata Servizi d' Intendenza. Il pane e la carne sono prelevati giornalmente . La carne è prelevata dagli autofrigoriferi in dotazione alla sezione sussistenza presso i frigoriferi mobili delle frazioni di magazzino d ' Intendenza, costituiti da autofrigoriferi e rimorchi auto-refrigeranti. Nelle operazioni di rifornimento delle frazioni è normale lo scambio di rimorchi carichi con altrettanti vuoti. 11 prelevamento degli altri generi presso le frazioni avviene con gli automezzi del reparto trasporti della G.U. a giorni alterni, ma in giorni diversi da quelli destinati al rifornimento delle frazioni da tergo. Quando particolari circostanze lo consigliano, la distribuzione alle truppe può essere fatta a domicilio, dall' indietro in avanti, sia per derrate eventualmente già esistenti presso le sezioni sussistenza, sia per derrate inviate direttamente dai magazzini d'Intendenza con carichi organizzati a razioni complete.
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Le modalità di rifornimento prima descritte sono incentrate nell'afflusso da tergo: tuttavia la 6300 non esclude quel ricorso alJe risorse locali e alle requisizioni e incette, (*) che fino al 1915 era il compito principale degli organi di commissariato e rappresentava la principale fonte di rifornimento. Di massima spetta ai Comandi di scacchiere o d'armata decidere direttamente (o su proposta dei Comandi inferiori) sulla convenienza ed opportunità di ricorrere alla utilizzazione delJe risorse locali. In casi di urgenza e sempre su ordine dei Comandi di G.U. responsabili, le operazioni di incetta o di requisizione possono essere eseguite direttamente dagli stessi corpi o reparti a cui le derrate sono destinate; negli altri casi, competono sempre agli organi direttivi ed esecutivi di commissariato la determinazione dei fabbisogni , le operazioni di incetta e requisizione e la raccolta, immagazzinamento, conservazione e distribuzione delle derrate.
c. Servizio armi e munizioni Rispetto al Servizio di artiglieria del 1940 i suoi compiti non mutano e le attività di rifornimento, riparazione, recupero e sgombero i-iguarùanu
essenzialmente due diverse branche, ciascuna con propri organi (munizioni e armi, accessori e materiali vari). In quest'ultima branca la 6300 include anche radar e centrali di tiro (cioè due nuove componenti fondamentali dei materiali d ' artiglieria specie controaerei) e i materiali di selleria (bardature e accessori). Le attività logistiche su questi ultimi materiali non figuravano nei compiti del Servizio di artiglieria del 1940 ed erano di competenza del Servizio di ippica e veterinaria: tuttavia erano sempre, di fatto, rimasti materiali di artiglieria (gruppo C). Lo schema grafico dell'organizzazione del Servizio è riportato nel DOCUMENTO 13. In linea generale, rispetto al 1940 si ha una maggiore differenziazione di organi, con esclusione da attribuzioni direttive riguardanti il rifornimento munizioni dei Comandi di artiglieria, ai quali rimangono affidate solo funzioni ispettive nell'ambito del corpo d'armata e delle G.U. inferiori. Al livello centrale, mentre nel 1940 era previsto un solo deposito centrale di artiglieria, la 6300 prevede depositi centrali distinti per munizioni e per armi e materiali. Al livello di armata, l'unico magazzino di artiglieria di armata previsto nel 1940 è sostituito da: a) magazzino munizioni, che può anche provvedere, eventualmente, al rifornimento diretto delle G.U.; b) magazzino materiali d'armamento; c) compagnia artificieri, nuovo elemento di manovra a disposizio-
(*) La requisizione è un acquisto con atto d' imperio e a prezzi d'imperio di derrate o un'imposizione di cessione a prezzo d'imperio di materiali o immobili. l'incetta è un acquisto dal libero commercio a prezzi concordati " st,uza akun allo d"imperio.
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ne del magazzino munizioni che deve fornire nuclei organici di personale specializzato per l'impianto di nuovi depositi, per rinforzare i posti distribuzione munizioni delle G. U. o per effettuare eventuali operazioni di bonifica del terreno. I predetti magazzini, oltre a costituire frazioni di magazzino nella zona avanzata dei Servizi d'Intendenza, possono dar vita anche afrazioni miste di magazzino materiali di armamento e munizioni. I mutamenti maggiori si hanno dal livello di corpo armata in giù, ivi compresi i corpi e reparti. A questi livelli, le Norme del 1940 prevedevano solo posti distribuzione e avviamento di corpo d'armata e di divisione, costituiti con personale di circostanza fornito dagli stessi reparti utilizzatori . Gli organi esecutivi previsti dalla 6300 sono tutti nuovi: - posti distribuzione munizioni di corpo d' armata e divisione (p.d.mu.) costituiti in numero vario con personale della compagnia mista servizi eventualmente rinforzato da personale della compagnia artificieri d' armata e da personale di manovalanza. Dispongono delle dotazioni e trasporti di 2A linea e di eventuali scorte. A seconda delle circostanze possono essere costituiti con tutti i tipi di munizioni, o essere distinti per fanteria e artiglieria. La loro fisionomia è dunque ben diversa, e ben più completa, rispetto ai posti di distribuz ione e avviamento del 1940; - parco mobile di corpo d'armata, divisione e brigata, organo misto che per quanto di competenza del Servizio rifornisce i reparti di armi, accessori e materiali vari; - officina mohile di corpo d 'armata, divisione e brigata, che per quanto di competenza del Servizio provvede alla riparazione di armi, accessori e materiali vari dei reparti; - posti munizioni di battaglione o compagnia (p.mu.),costituiti di massima con le dotazioni di 1 A linea (a terra o su ruote o cingoli) e officine leggere al liveHo di corpi/reparti. Queste ultime per quanto di competenza del Servizio armi e munizioni assolvono compiti di manutenzione ed effettuano semplici sostituzioni di parti : eccezionalmente,. provvedono anche a piccole riparazioni. I rifornimenti dei magazzini d ' Intendenza sono e ffettuati - di massima - daHa Zo.T., a mezzo di convogli ferroviari (tre ni munizioni). I magazzini d ' Intendenza nella Z.Ar.S.I. riforniscono, a loro volta, le frazioni d'Intendenza nella Z.A.S.l. per via ordinaria, con automezzi fomiti dall ' Intendenza. Non è escluso, tuttavia, che i convogli munizioni provenienti dalla~o.T. riforniscano le frazioni, o che queste ultime siano rifornite per mezzo di autocolonne facenti capo alle tes te di scarico ferroviarie più vicine. Le G.U. effettuano i rifornimenti ordinari presso le frazioni, con i mezzi dei reparti trasporti. Possono essere richiesti dalle G.U. all'Intendenza anche rifornimenti straordinari. Tali rifornimenti se possibile sono avviati a cura dell'Intendenza ai p.d.mu. delle G.U. dall' indietro in avanti, con propri mezzi di trasporto. In fase dinamica delle operazioni, anche i rifornimenti ordinari possono ess ere avviati a cura dell'Intendenza con colonne mobili ùi rifornimento.
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Presso le unità di fanteria, spetta ai comandanti di battaglione e di compagnia il compito di assicurare il rifornimento delle munizioni della rispettiva unità, costituendo con le dotazioni di reparto i posti munizioni (p.mu.) presso i quali le minori unità a livello compagnia/batteria reintegrano le dotazioni individuali e d'arma. I p.mu. dei battaglioni sono tenuti a numero con prelevamenti degli scaglioni A presso i p.d.mu. della G.U .. Detti prelevamenti in fase di stasi operativa sono effettuati non appena necessario e quando si verificano consumi di una certa entità; durante il combattimento essi hanno carattere continuativo. Particolari condizioni di ambiente e situazione possono imporre la costituzione di p.mu. reggimentali intermedi tra i p.d.mu. di divisione e i p. mu. di battaglione, con funzioni di smistamento e di eventuale primo volano. li rifornimento a domicilio dei p.mu. di battaglione è eccezionale. Il rifornimento di munizioni delle unità di artiglieria, dati i maggiori pesi e volumi che comporta, assume connotazioni particolari. Normal mente le munizioni sono trasportate con automezzi della linea pezzi e con autocarri munizioni dei gruppi, che inviano i propri veicoli a reintegrare le munizioni direttamente presso i p.d.mu. della divisione. In casi di particolare urgenza, o quando le munizioni dei p.d.mu. sono tulle u in parte su ruote, si ricorre - dietro semplice richiesta delle unità di artiglieria - a rifornimenti a domicilio, e i mezzi carichi sono avviati dai p.d.mu. di G.U. direttamente agli schieramenti. I posti munizioni di gruppo vengono costituiti nelle località di normale sosta degli autocarri munizioni, specie quando il rifornimento con automezzi deve arrestarsi in tali località. E' buona norma evitare, per quanto possibile, onerosi trasbordi di munizioni. In previsioni di operazioni importanti, sono effettuati presso i reparti di artiglieria e fanteria degli ammassamenti munizioni, che sono "essenziale e precipua azione di comando". Tipo e entità degli ammassamenti e relative modalità per i rifornimenti sono stabiliti dallo Stato Maggiore delle G.U. d'intesa con il Comando artiglieria. Sulla base di tali elementi l'ufficio Servizi concreta un piano di ammassamento, nel quale possono essere previsti uno o più centri avviamento munizioni (e.a. mu.) al comando di un ufficiale, con il compito di regolare l'afflusso delle munizioni, fornire guide per il trasporto fino alle linee pezzi e controllare la regolare attuazione del piano. Come già aveva fatto spesso la precedente regolamentazione, anche la 6300 si preoccupa di sottolineare l'importanza vitale del rifornimento munizioni, che richiede la prevalenza delle esigenze operative su ogni altra considerazione. In casi di urgenza i comandanti dei reparti impegnati possono rivolgersi direttamente (senza far capo - come avviene normalmente - all'Ufficio Servizi della G.U. o ai comandanti) ad uno qualsiasi degli organi incaricati del rifornimento munizioni, che è tenuto ad aderire nei limiti delle proprie possibilità, dandone immediata comunicazione a chi di dovere. Ogni comandante deve essere sempre al corrente della situazione munizioni delle unità dipendenti e delle possibilità di rifornimento da tergo. A sua volta, l'urgano direttivo del Servi-
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zio deve essere sempre informato degli intendimenti operativi, per poter adottare tempestivamente i provvedimenti di sua competenza. Anche per il rifornimento dei materiali d'armamento possono essere adottate procedure d'urgenza (fatto, questo, nuovo). I corpi e reparti normalmente segnalano le esigenze all'Ufficio Servizi della G.U., che vagliate le necessità autorizza il prelevamento presso il parco mobile, ma in casi di urgenza azione durante possono prelevare direttamente presso il parco mobile i materiali indispensabili, senza preventiva autorizzazione dell'Ufficio Servizi, dandogliene comunicazione non appena possibile. d. Servizio delle trasmissioni Di nuova istituzione, il Servizio delle trasmissioni provvede a: - rifornimento, riparazione, recupero e sgombero dei mezzi dcl1e trasmissioni in dotazione alle unità delle varie Armi e Servizi, nonchè dei materiali per la alimentazione, manutenzione e riparazione dei mezzi stessi; - progettazione cd esecuzione ne11a zona dei Servizi d'Intendenza su richiesta dell'ufficio trasmissioni del Comando di scacchiere o di armata e mediante utilizzazione di mano d'opera civile - di nuovi impianti di telecomunicazione, e manutenzione di quelli esistenti; - raccolta, approvvigionamento e distribuzione dei materiali occorrenti per gli impianti rissi di telecomunicazioni nella zona dei Servizi d'Intendenza. Il Servizio comprende due distinte branche: materiali e impianti. Lo schema grafico dell'organizzazione del Servizio è riportato nel DOCUMENTO 14. Al livello di G.U., secondo l'allegato 8 alla Pub. 6300 il Servizio è diretto da un capo ufficio trasmissioni alle dipendenze dirette del Capo di Stato Maggiore, responsabile sia per la parte impiego che per la parte materiali e impianti, dal quale dipendono le sezioni di parco mobile e officina media di G.U. che rispettivamente provvedono al rifornimento e alla riparazione di mezzi e materiali. Peraltro, l'allegato 3 alla predetta Pub. n. 6300 (DOCUMENTO 10) prevede anche un raccordo paritario tra capo ufficio trasmissioni e capo ufficio Servizi, dal quale in senso stretto non risulta dipendere la branca logistica delle trasmissioni. Se ne deduce che tra i due capi ufficio vi è un rapporto paritario di collaborazione. e. Servizio materiali del genio In seguito alla costituzione del Servizio delle trasmissioni e del Servizio lavori, ponti e strade, i suoi compiti risultano più ridotti rispetto al 1940 e attengono solamente alle attività logistiche sui materiali del genio, esclusi naturalmente quelli delle trasmissioni. In particolare, il servizio provvede:
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a) al rifornimento, riparazione, recupero e sgombero dei materiali e attrezzi per i lavori sul campo di battaglia occorrenti a tutte le Armi e delle mine ed esplosivi per i lavori da mina; b) alla raccolta, allestimento e distribuzione delle attrezzature e materiali vari occorrenti per i lavori da eseguire a cura dei Comandi genio di G.U. e del Servizio lavori, ponti e strade. In tal modo, il Servizio acquista o meglio riacquista talune competenze affidate nel 1940 al Servizio legnami per la parte che concerne legnami da costruzione, mentre il rifornimento del legname da ardere è affidato, come si è visto, al Servizio di commissariato. Lo schema grafico dell'organizzazione del Servizio è riportato nel DOCUMENTO 15. Come avviene per il Servizio Armi e munizioni, nonostante la riduzione di taluni suoi compiti anche il Servizio materiali del genio ha organi più differenziati e numerosi rispetto al 1940. Al livello centrale, oltre ai depositi centrali sono indicati gli stabilimenti territoriali del genio (che peraltro esistevano anche prima). Non è più costituita la colonna gas, che serviva per gli aerostati. Al livello di armata, oltre al magazzino materiali del genio è prevista l'officina riparazioni materiali genio (0.R.G.), che avvalendosi anche di stabilimenti civili esegue le riparazioni di competenza ed è anch' essa, come il magazzino, articolabile in aliquote a funzionamento autonomo. Gli organi esecutivi avanzati al livello di armata sono le frazioni di magazzino materiali genio con laboratorio, che pertanto riuniscono in sè tutte le attività logistiche, ad eccezione dell'approvvigionamento dei materiali, dell'esecuzione di lavorazioni e dell'allestimento di materiali. Al livello di G.U. l'organo esecutivo per il rifornimento e sgombero dei materiali del genio è il parco mobile. L'officina mobile provvede alla riparazione dei soli mezzi e materiali del genio in dotazione a reparti non del genio. Alle riparazioO ni di I e 2° grado dei loro materiali provvedono gli stessi reparti del genio, che all'occorrenza ricorrono ai laboratori delle frazioni genio di magazzino d'Intendenza e/o all ' officina riparazioni genio d'Intendenza. Per ragioni di peso e ingombro, le dotazioni di materiali per i lavori sul campo di battaglia assegnate ai reparti comprendono solo un'aliquota minima dei materiali di più comune impiego; tutti gli altri materiali (e in particolare legname, ferro, cemento, rame, materiale di rafforzamento) devono essere forniti di volta in volta dall'Intendenza, sfruttando ove possibile le risorse locali. Per la gestione e distribuzione dei materiali del genio nell' ambito delle G.U. sono costituiti - solo quando necessario e non di norma come avviene per gli altri posti distribuzione - i posti distribu zione materiali del ~enio (p.d.g.); non è prevista la costituzione di organi esclusivi al livello inferiore alla G.U .. I p.d.g. sono costituiti: - al livello di divisione e brigata, con personale del parco mobile del la G.U. rinforzata da elementi della compagnia mista servizi (o plotone) e eventualmente del battaglione (o compagnia) genio, più manovalanza assegnata di volta in volta; - al livello di corpo d'armata, con personale del parco mobile rinfor-
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zato da elementi del battaglione ausiliario di C.A. (cp. mista servizi) e eventualmente da personale delle unità genio interessate, oltre che da manovalanza dello stesso battaglione ausiliario. Le G.U. effettuano i rifornimenti normali presso le frazioni di magazzino d'Intendenza con propri mezzi di trasporto. Per i rifornimenti straordinari di mine e di materiali di rafforzamento si preferisce la diretta alimentazione dei p.d.g. dalle frazioni, con mezzi di trasporto dell'intendenza. I reparti, a loro volta, si riforniscono normalmente presso i p.d.g. della G.U. (costituiti in numero vario, a seconda delle necessità). In casi di particolare urgenza e qualora i p.d.g. siano in tutto o in parte su ruote, i materiali di rafforzamento e le mine vengono avviati a cura della G.U. dagli stessi p.d.g. alle zone d'impiego, con rifornimenti a domicilio. Per facilitare i rifornimenti dei materiali per i lavori sul campo di battaglia, la Pub. 6300 (para. 165) istituisce le unità attrezzi (Al, A2) e m ateriali (M). Le unità attrezzi sono "complessi di attrezzi e di materiali necessari ad un reparto (battaglione, compagnia, plotone o reparto equivalente) per l' immediato inizio dei lavori da fortificazione campale. Nei casi di urgenza, costituiscono unità di misura ai fini delle richieste, rendendo automatici i rifornimenti". 13 Le unità materiali sono "aliquote prefissate di materiali da rafforzamento necessari alla esecuzione dei lavori di fortificazione campale. In caso di urgenza, costituiscono unità di misura ai fini delle richieste, rendendo automatici i rifornimenti" . 14
f. Servizio lavori, ponti e strade (L.P.S.) Di nuova istituzione, il Servizio risponde allo scopo di liberare i Comandi e le unità del genio dalle attribuzioni relative ai lavori di carattere logistico nella zona dei Servizi d'Intendenza , e al tempo stesso di riunire in un unico Servizio compiti che nel 1940 erano affidati ai Servizi delle acque, idrico, strade e genio civile e in parte anche al Servizio trasporti (ivi compresi la costruzione nella Zo.S.I. di ponti di equipaggio e di circostanza e l'impiego di mezzi d i traghettamento). Di conseguenza, i compiti del Servizio risultano particolarmente complessi e ne fanno il braccio esecutivo dei Comandi nella Zo.S.I., consentendo così a Comandi e unità del genio di concentrare le loro attività nella Zo.Pri.S.: a) provve dere all 'organizzazione ed esecuzione di lavori a carattere preminentemente logis tico nella Zo.S.T., quali: - manutenzione e riparazione di manufatti militari;
13 14
Pub. SME. n. 52 11 Nomenclatore organico - tattico - logistico - Ed. 1956, p . 116. ivi, p. 117.
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- lavori interessanti la sistemazione e la vita di truppe e Servizi ed il funzionamento di questi; - manutenzione, riattamento e costruzione di vie di comunicazione e relative opere d'arte; - costruzione di ponti di equipaggio e di circostanza, impiego di mezzi di traghettamento; - accertamento ed utilizzazione delle risorse idriche, lavori di ampliamento ed adattamento degli impianti idrici esistenti; - lavori per l' impianto di depositi carburanti e di oleodotti campali; - lavori per la protezione antiaerea degli organi dei Servizi; - estinzione di incendi; b) concorrere con unità dell'Arma del Genio alla esecuzione nella Zo.S.I. di lavori a carattere prevalentemente operativo, quali : - allestimento di eventuali sistemazioni difensi ve arretrate; -predisposizioni per allagamenti, interruzioni e distruzioni; - lavori per la protezione antiaerea di particolare obicttivi.15
Lo schema grafico dell'organizzazione del Servizio è riportato nel DOCUMENTO 16. Gli organi esecutivi sono per la maggior parte costituiti da formazioni civili (imprese private e organi dell' A.N.A.S.), militarizzate o mobilitate, con strutture e consistenza in relazione ai lavori. Fanno eccezione: - i centri materiale da ponte (C.P.), unità di soli materiali e senza mezzi di trasporto in proprio, che dispongono di uno o più equipaggi da ponte, una o più unità da ponte stradale per interruzioni, portiere e materiali di traghettamento. Sono dislocate nelle posizioni più idonee per assicurare ovunque la pronta disponibilità di materiali per il ripristino di interruzioni stradali e di passaggi dei corsi d'acqua; - i battaglioni antincendi, impiegati per 1'estinzione di incendi presso gli stabilimenti d'Intendenza; - le compagnie idriche, che eseguono lavori per l'utilizzazione delle risorse idriche e l'impianto e la manutenzione di posti di conservazione e distribuzione acqua (gestiti dal Servizio di commissariato). Nel campo dei servizi antincendio, la direzione L.P.S. di Intendenza impiega i reparti antincendio, emana diretlive per la prevenzione degli incendi e distribuisce i materiali necessari per il primo intervento. Se gli incendi avvengono a seguito di offesa atomica, l'impiego dei reparti antincendio avviene in stretta collaborazione con il Servizio A.B.C. (atomico, biologico, chimico).
g. Servizio della motorizzazione Riprende - con denominazione mutata - i compiti del Servizio automobilistico del 1940. Da notare che l'esame del Servizio de11a motorizzazione precede il Servizio trasporti, mentre nel 1940 lo seguiva im-
15 Pub. SME n. 6300, para. 167.
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mediatamente. Ciò avviene probabilmente perchè nella Pub. 6300 si ritiene più corretto esaminare verso la fine il Servizio trasporti, che come quello di amministrazione - ultimo dei Servizi - ha l ' influsso maggiore sul funzionamento degli altri e in certo senso ne riassume e condiziona le attività. Rispetto al 1940, i compiti sono meglio definiti e indicati in maniera più particolareggiata: Provvedere: a) a rifornimento, riparazione e sgombero di: - automotoveicoli e mezzi da combattimento in dotazione ai Comandi. Corpi, reparti e Servizi dell'Esercito di campagna (la riparazione dei mezzi da combattimento viene effettuata con la collahorazione dei Servizi Armi e Munizioni e delle Trasmissioni, per la parte di rispettiva competenza) ; - complessivi meccanici, ricambi, gomme, cingoli, batterie e materie di consumo relativi agli automotoveicoli ed ai mezzi di combattimento di cui al comma precedente; - attrezzature di officina e di manutenzione ; b) a rifornimento, conservazione e distribuzione dei carburanti e lubrificanti; c) a rifornimento, distribuzione e sgombern dei materiali per il contenimento, il trasporto ed il travaso dei carburanti; d) al soccorso ed al ricupero degli automotoveicoli e mezzi di combattimento in dotazione ai Comandi, Corpi, reparti e Servizi dell 'Esercito di campagna;
e) alla consulenza ed alla sorveglianza tecnica sull'impiego di tutti gli automptoveicoli e mezzi da combattimento e su tutte le officine che provvedono a]la loro riparazione e manutenzione; f) a ricupero, riparazione e reimpiego dei mezzi e materiali di preda bellica. 16
Lo schema grafico degli organi del Servizio è riportata nel DOCUMENTO 17. Rispetto al 1940, vanno notati l'incremento del numero degli organi direttivi ed esecutivi, la loro maggiore specializzazione e la loro presenza anche al livello di corpi e reparti (non prevista nel 1940). In particolare al livello centrale anzichè un solo deposito centrale e un solo parco automobilistico sono presenti depositi distinti per gli automezzi, i ricambi auto e i carburanti e lubrificanti, più officine riparazioni (queste ultime esistevano anche nel 1940, ma non erano indicate nella regolamentazione). Al livello di armata, anzichè il solo parco automobilistico di armata è prevista tutta una serie di nuovi organi esecutivi articolabili in aliquote autonome, alcuni dei quali già istituiti durante la guerra di Spagna (vds. Vol. III, capitoli X e Xl): - parco veicoli efficienti (Pa.V.E.) articolabile in aliquote, per laricezione, la custodia e il rifornimento alle unità degli automezzi e mezzi corazzati provenienti dalla Zo.T.; - parco veicoli inefficienti (Pa.V .I.) articolabile in aliquote, per la raccolta di mezzi inefficienti o di preda bellica in attesa di riparazione, sgombero o demolizione o per il concorso al recupero e sgombero dei mezzi inefficienti giacenti presso le O.RM.I. o nei'centri organizzati lungo gli itinerari;
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ivi, para. 181.
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- magazzino materiali auto, articolabile in aliquote, per il rifornimento, recupero o sgombero di complessivi meccanici, ricambi, gomme, cingoli, batterie, attrezzature di officina ecc.; - magazzino carburanti, che oltre all'accantonamento, conservazione e rotazione delle scorte e al rifornimento di carburanti e lubrificanti, fustame e impianti di travaso ai depositi campali e alle unità di- · pendenti provvede anche all'impianto (con il concorso del Servizio L.P.S.) e gestione di depositi e oleodotti campali e alla gestione di depositi e oleodotti civili eventualmente utilizzati; - officine riparazioni motorizzazione di Intendenza (0.R.M.I.), per la riparazione di mezzi nell'ambito delle competenze loro attribuite, la sorveglianza tecnica sulle officine civili eventualmente utilizzate e lo sgombero dei mezzi non riparabili in posto. Possono essere di tipo campale o permanente. Queste ultime utilizzano impianti già esistenti in zona; in relazione alla loro attrezzatura possono essere specializzate per la lavorazione di determinati tipi di materiali. Possono far parte sia degli stabilimenti principali che di quelli avanzati; in quest' ultimo caso, non sono specializzate. Ai livelli inferiori dell'armata (dove nel 1940 erano previsti solo organi per la distribuzione carburanti) va sottolineata la presenza di organi direttivi ed esecutivi specializzati fino al livello di corpo o reparto compreso. E come si è già visto per i Servizi anni e munizioni, delle trasmissioni e materiali del genio, anche per i rifornimenti e le riparazioni del Servizio sono disponibili il parco mobile e l'officina mobile. Come organi direttivi per i corpi e reparti, sono previsti per la prima volta a questo livello ufficiali d'Arma addetti agli automezzi, con una serie di nuovi organi esecutivi che rispetto al 1940 accrescono le possibilità di riparazione ai minori livelli: - officine leggere, organi esecutivi a carattere misto assegnati ai reggimenti o battaglioni/gruppi autonomi e alle unità del Servizio trasporti. Effettuano lavorazioni di 1° grado anche a favore del Servizio armi e munizioni, con prevalente carattere di manutenzione. Dispongono di auto speciali per il loro spostamento e di mezzi per il soccorso stradale; - posti riparazione (p.r.), in dotazione di norma ai battaglioni e unità corrispondenti. Svolgono prevalentemente funzioni di manutenzione; - posti manutenzione (p.m .), in dotazione al parco mobile per l'assegnazione, di volta in volta, alle compagnie (o reparti corrispondenti) temporaneamente distaccate. Sono costituiti da sole attrezzature e sono gestiti, di massima, dai meccanici dei reparti a cui vengono assegnati. Particolare rilievo assume l'organizzazione di soccorso, recupero e sgombero dei mezzi inefficienti. 11 soccorso ha lo scopo di consentire al veicolo la prosecuzione della marcia. E' svolto dall'organo del servizio riparazioni più vicino al veicolo in avaria per mezzo dell' autosoccorso in dotazione alle officine leggere e ai reparti movieri, che dispongono di meccanici per automezzi e organi speciali per il traino e il so11evamenlo. TI recupero è svolto con autorecuperi, montati su telai di
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trattori pesanti, in dotazione alle officine mobili , alle officine di grado superiore e ai reparti movieri. Lungo gli itinerari organizzati i reparti movieri - il cui compito principale consiste nell'assicurare la percorribilità dell'itinerario - limitano la loro opera alla raccolta dei veicoli inefficienti in appositi centri scaglionati lungo gli itinerari. Lo sgombero dei veicoli da tali centri è affidato alle officine di riparazione d'Intendenza, rinforzate, se necessario, dal parco veicoli inefficienti (reparti recuperi). Per i mezzi corazzati, sul campo di battaglia il recupero è effettuato con carri-gru (in dotazione ai reparti corazzati e alle officine mobili) e su strada è effettuato con appositi traini (trattori e rimorchi) dotati di verricello (in dotazione alle officine leggere, alle officine mobili e ad altri Enti del Servizio motorizzazione e trasporti).
h. Servizio atomico - biologico (A.B.C.) Equivale al Servizio chimico del 1940, rispetto al quale muta il nome e estende i suoi compiti alla nuova offesa atomica e, oltre alle attività relative ai materiali, riacquista quelle relative alla bonifica del terreno, degli ambienti e dei materiali sui quali si è abbattuta l'offesa A.B.C.. I suoi compiti sono: a) -attuare, in stretto rapporto col Servizio di SaniLà, la bonifica dei colpiti da offesa chilnica e. per quanlo possibile. dei colpili da offesa aLomica e biologica: b) bonificare terreno, ambienle e maleriali sui quali si è abbattuLa l'offesa A.B.C. ; c) rifornire i materiali tecnici, protettivi e le materie di consumo sia ai reparti specializzati del Servizio s ia alle unità dell'Esercito di campagna; d) rimettere in efficienza i materiali del Servizio non abbisognevoli di grandi ripa razioni; e) sgomberare sulla Zo.T. i materiali abbisognevoli di grandi riparazioni, previa di sinfezione effeuuata da reparti specializzati; f) fornire consulen za in merito a dislocazione, costruzione e funzionamento dei ricoveri ..a prova" pe r truppe e civili ed alla divulgazione di informazioni sulla gue rra A .B.C. (Difesa civile)_!?
La Pub. 6300 non fornisce altri elementi in merito ad attribuzioni del Servizio A.B.C., organi direttivi ed esecutivi e loro ripartizione, funzioname nto del Servizio, rimandando ad apposita appendice di prossima pubblicazione.
i. Servizio di ve terinari a e rimonta Conserva i compiti che nel 1940 erano attribuiti al Servizio ippica e veterinaria, tranne quello di "provvedere al rifornimento, riparazione
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ivi, para. 204.
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e sgombero del carreggio, bardature e finimenti". Ciò avviene perchè il carreggio dopo il 1945 è praticamente scomparso dall'esercito, mentre alle attività logistiche relative a bardature e finimenti delle salmerie (ormai per le sole truppe alpine) provvede, come si è visto, il Servizio armi e munizioni. In definitiva, i compiti del Servizio possono essere raggruppati in tre branche: - provvedere a tutte le attività logistiche relative ai quadrupedi (rifornimento, cura, sgombero e recupero), al controllo delle condizioni sanitarie, alla prevenzione delle malattie e relative norme di igiene e profilassi; - provvedere a tutte le attività logistiche relative ai materiali di veterinaria e mascalcia; - assicurare, in stretto rapporto con i Servizi di sanità e commissariato, la sorveglianza igienico-sanitaria e l'accertamento della buona qualità degli alimenti di origine animale e dei foraggi destinati al consumo. Lo schema grafico dcli' organizzazione del Servizio è riportato nel DOCUMENTO 18. Rispetto al 1940, invece dell'Ispettorato è prevista una direzione generale di veterinaria e rimonta e manca il deposito centrale carreggio, bardature e mascalcia. Notevoli le innovazioni al livello di armata. Il magazzino di veterinaria e mascalcia è sostituito dal parco quadrupedi, veterinaria e mascalcia (Pa.Q. Vet. M.), che provvede al rifornimento dei quadrupedi, medicinali e materiali vari del Servizio. Il parco quadrupedi, carreggio e bardature è eliminato. Quali nuovi organi di cura al posto delle infermerie sono previsti l'ospedale veterinario (0. Vet.), che provvede al ricovero e alla cura dei quadrupedi feriti o ammalati sgomberati dalle G.U., e il convalescenziario temporaneo quadrupedi (Con. t.q.), che non ha costituzione organica prefissata e viene costituito dalla direzione rimonta di Intendenza a seconda delle necessità e con personale tratto da quello esistente. Infine, per la saldatura tra gli organi esecutivi di Intendenza e quelli delle G.U. è prevista una sezione veterinaria mobile da campo (Sz. vet.), che riunisce su scala più ridotta i compiti del parco quadrupedi, veterinaria e mascalcia e dell ' ospedale veterinario, con una capacità di ricovero di 50 quadrupedi (elevabili a 100). Di massima, fatta eccezione per casi particolari la Sz. vet. non dispone in proprio di quadrupedi per il rifornimento alle G.U .. L'organizzazione del Servizio ai livelli inferiori all'armata concerne essenzialmente le unità alpine o attrezzate per la montagna, che come tali possono disporre di quadrupedi. Al livello di brigata alpina o divisione attrezzata per la montagna sono previste (come già nel 1940) infermerie temporanee quadrupedi (l.t.q.); al livello di corpo, posti medicazione quadrupedi (p.me.q.), che non esistevano nel 1940. L 'ite r del quadrupede ferito o ammalato è definito in termini più precisi di quelli del 1940, con indicazione anche dei tempi di cura: - i quadrupedi feriti o ammalati prontamente recuperabili (entro 7 giorni) sono curati di massima presso i corpi e reparti o presso le infermerie temporanee delle G.U. ;
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- i quadrupedi feriti o ammalati non recuperabili prontamente sono sgomberati sulle sezioni veterinarie mobili da campo, per mezzo degli autocarri attrezzati dei quali dispongono le stesse sezioni; - le sezioni veterinarie provvedono allo smistamento, ricoverando quelli recuperabili in breve tempo (in genere non più di I O giorni) e gli intrasportabili e sgomberando gli altri sul più vicino ospedale veterinario (il tramite delle sezioni veterinarie non è lassativo, perchè quest'ultimc possono anche non essere costituite). I quadrupedi rimessi in efficienza presso le Sezioni veterinarie sono trattenuti per fronteggiare eventuali urgenti richieste di rifornimento. Quelli recuperati presso gli ospedali veterinari o presso i convalescenziari sono immessi, per la riutilizzazione, nel parco quadrupedi, veterinaria e mascalcia; i quadrupedi la cui guarigione non risulta possibile sono abbattuti.
I. Servizio trasporti Conserva immutati i compiti del 1940 (organizzare ed eseguire i trasporti con qualsiasi mezzo e sistema per le forze operanti, termine non del tutto chiaro). Peraltro - confermando quanto già stabiliva il para. 189 della Pub. n. 2662 del 1940 - il para. 226 della Pub. n. 6300 afferma che "la direzione e responsabilità dei trasporti di interesse militare per le FF.AA su tutto il territorio nazionale sono attribuite alla Direzione Superiore Trasporti, che agisce in stretto contatto con le Autorità Centrali delle F.S.". La Pub. 6300 fa precedere la trattazione del Servizio da considerazioni che ne sottolineano la particolare importanza: U Servizio Trasporti costituisce fattore essenziale dcli' attività logistica e di quella operativa, in quanto qualsiasi atto tattico o strategico e qualsiasi funzione logistica si tradu cono sempre in una attività di trasporto. L 'organizzazione de l Servizio compete agli SS.MM. e richiede: - azione coordinatrice nel quadro generale dell'attività logistica e stretto collegamento cogli organi operativi; - capacità di previsione e di manovra, che comporta: disponibilità di riserve; impiego elastico ed economico dei mezzi; tempestività di intervento; immediatezza nel superare crisi ed imprevisti; - visione unitaria dell'attività del Servizio, mediante uno stretto coordinamento dei vari sistemi di trasporto impiegati secondo il loro massimo rendimento; - accurata organizzazione del movimento e degli ilinerari. 18
li Se rvizio non si occupa solo dell'organizzazione e esecuzione dei trasporti, ma sovraintende anche al mantenimento in efficienza della rete stradale e ferroviaria. A tal fine: - assicura - con l'impiego di reparti ferroviari di lavoro e con l'even-
1s ivi, para. 2 15.
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tuale concorso del Servizio L.P.S. - il ripristino di eventuali interruzioni ferroviarie, e le riparazioni ad impianti ed opere d'arte; - promuove dal Servizio L.P.S. il ripristino di eventuali interruzioni stradali, la costruzione di raccordi, allacciamenti, deviazioni ed ogni altro lavoro interessante il miglioramento delle possibilità di circolazione stradale. Pur essendo unitario nella direzione e organizzazione, il Servizio trasporti si suddivide, come nel 1940, in 4 branche (trasporti per ferrovia, per via ordinaria, per via aerea, per via acquea) e si esplica mediante l'impiego coordinato e l'armonica combinazione dei singoli sistemi, anche se non viene più prevista - come nel 1940 - l' ulteriore suddi visione in trasporti per esigenze organiche, strategiche e logistiche. Lo schema grafico dell'organizzazione del Servizio è riportato nel DOCUMENTO 19. Come nel 1940, a ciascun livello l'organo direttivo è unico per i diversi sistemi di trasporto, mentre gli organi esecutivi sono specializzati per ciascun sistema.
Trasporti per ferro via Non casualmente la Pub. 6300 li prende in esame per primi. Interessano principalmente i rifornimenti tra la Zo.T. e gli stabilimenti principali di Intendenza nella Z.Ar.S.I., sono effettuati per alimentare g li stabilimenti avanzati nella Z .A.S .T. saltuariamente e solo quando è possibile. Tuttavia assume grande importanza, ai fini logistici ed operativi, l'utilizzazione della rete ferroviaria al massimo della sua capacità di rendimento e per la maggior profondità possibile.19
Ciò significa che il trasporto ferroviario anche dopo il 1945 è ancora ritenuto insostituibile per alimentare la Zo.Op. dalla Zo.T. La maggiore incidenza della minaccia aerea viene fronteggiata prevedendo una serie di misure, del resto già adottate nel corso della guerra: difesa contraerea dei nodi ferroviari e ponti, inte nsificazione dei movimenti notturni, rapido riattamento delle interruzioni e loro tempestivo aggiramento, immediato trasbordo e proseguimento per via ordinaria quando ciò è necessario, e infine con un'efficace protezione degli impianti dagli atti di sabotaggio, "i quali costituiscono per la rete ferroviaria un pericolo di gran lunga superiore a quello dell 'offesa aerea" [questo lo si era visto anche in Spagna - N .d.a.]. La Pub. 6300 non accenna più a specifici provvedimenti di legge contenenti le misure eccezionali _da adottare per i trasporti in caso di mo-
19 ivi, para. 229.
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bilitazione, ma precisa tuttavia che le esigenze militari hanno "assoluta precedenza" su quelle civili, e che le limitazioni al traffico civile vengono determinate dalla Direzione Superiore Trasporti o - per la rete interessante la Z.O. - dai Comandi di Scacchiere, su proposta dell'Intendente e possibilmente (SIC) d'intesa con le Autorità civili.20
Gli organi direttivi principali non mutano rispetto al 1940: direzione superiore trasporti, delegazioni trasporti militari, Comandi militari di stazione, direzione trasporti di armata. Tra gli organi esecutivi, non sono più previsti i reparti del genio pontieri, i reparti automobilistici, le compagnie e sezioni ferroviarie mobilitate.
Trasporti per via ordinaria In relazione all'accresciuta importanza del mezzo a motore e alla diminuita importanza dei quadrupedi, non si suddividono più (come nei' 1940) in trasporti a trazione animale e trasporti a trazione meccanica. Sono previsti o rgani direttivi per questa branca fino al livello corpi e reparti (aiutante maggiore di battaglione/gruppo). Al livello di corpo d'armata non esiste più una direzione trasporli ma un ufficio Servizi di C.A. con una sezione di SM che dirige la branca trasporti. Per gli organi esecutivi, è finalmente previsto un reparto trasporti fino al livello di divisione/brigata compreso, mentre il ricorso ad imprese di trasporli civili al livello di Intendenza è ancora ammesso. Rimangono invariate anche le procedure per la requisizione di veicoli del periodo di guerra. In relazione alle finalità di impiego, i trasporti automobilistici si suddividono in trasporti di rifornimento e sgombero e autotrasporti di truppe; a loro volta, i trasporti di rifornimento e sgombero comprendono trasporti ordinari e trasporti straordinari. I trasporti ordinari riguardano, come si è visto, le esigenze di rifornimento e sgomhero per il ripianamento dei normali consumi e per il mantenimento a numero delle dotazioni e scorte. Rappresentano una esigenza periodica a carattere ed entità costante, e nell'ambito dell'Intende nza si esauriscono nel ciclo stabilimenti principali - frazioni avanzate. I trasporti straordinari sono regolamentati dalla Pub. 6300 in maniera assai più dettagliata del nomenclatore 1951, e riguardano: - i rifornimenti preventivi, effettuati per assicurare il soddisfacimento di esigenze di carattere straordinario in relazione a particolari compiti operativi (ammassamenti di munizioni, di carburanti ecc.). Sono caratterizzati da elevato peso logistico, concentrazione nel tempo, limiti di tempo spesso ristretti, raggio di azione spinto fino agli organi di di-
2o ivi, para. 230. Fino a gli anni 80, è comunque sempre in vigore il R.D. 16 nove m bre 1939, n. 2167 Regolamento per l'esecuzione dei grandi trasporti militari in ferrovia.
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stribuzione dei corpi d'armata, divisioni e brigate, eventuale servizio a domicilio; - i rifornimenti diretti a G.U. penetrate profondamente nel dispositivo avversario. In tale caso, i trasporti assumono minore peso e minore concentrazione nel tempo; per contro comportano maggiore raggio d'azione, tempestività e continuità per assicurare l'alimentazione logfstica dell'azione, particolari disposizioni per la sicurezza. Per gli autotrasporti di truppe si distinguono due casi: - assegnazione di aliquote di mezzi a determinate unità, ad integrazione di quelli ed esse in organico (in tal caso, l'intervento della G.U. superiore si limita all'assegnazione dei mezzi); - autotrasporto a cura della G.U. superiore di intere unità organiche (in tal caso l'intervento comprende anche l'organizzazione del trasporto). L'impiego dei mezzi nell'ambito dell'Intendenza risponde ai seguenti criteri: - gli autotrasporti di truppe sono di massima eseguiti con unità automobilistiche militari; - i trasporti di rifornimenti ordinari sono eseguiti - ove possibile <la imprese civili requisite; - i trasporti di rifornimenti straordinari possono richiedere l'utilizzazione contemporanea di unità automobilistiche militari e di imprese civili, con impiego prevalente delle prime per i trasporti diretti alla zona dei Servizi di I" schiera (Zo.Pri.S.). Normalmente le unità automobilistiche di Intendenza sono ripartite in varie aliquote. Il criterio preferenziale per il loro impiego è sempre l'accentramento, anche se la 6300 intende accentuarne il carattere operativo, precisando che la dislocazione delle unità automobilistiche non deve mai assumere carallere statico e territoriale ma solo carattere di provvisoria sistemazione campale, in quanto tali unità van no considerate alla stregua di reparti operali vi . L ' impiego decentrato può essere visto solo come eccezionale, in condizioni particolari di ambiente e per particolari necessità; comunque, ha sempre carattere parziale e limitato nel tempo.21
In aderenza a tali criteri, la maggior parte dei mezzi di trasporto costituisce massa di manovra alle dirette dipendenze della direzione trasporti di Intendenza, mentre ai singoli settori della zona avanzata dei Servizi d'Intendenza e/o alle delegazioni di Intendenza sono assegnate aliquote di mezzi di trasporto militari e civili. Ai livelli inferiori all'armata: - l'autogruppo di corpo d'armata oltre a provvedere alle esigenze di trasporto interessanti le truppe e i Servizi di corpo d'armata costituisce elemento di riserva - e quindi di manovra - da impiegare se necessario a favore delle G.U. dipendenti, in relazione alla loro limitata capacità
21
ivi, para. 237.
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di autotraspoTto di truppe ed eventualmente peT esigenze di rifornimento (specie di rifornimenti straordinari); - i reparti trasporti di divisione e brigata prnvvedono normalmente al trasporto parziale delle dotazioni di 2" linea e alla esecuzione dei rifornimenti e degli sgomberi. Soddisfatte tali necessità di trasporto, possono esseTe destinati interamente o in parte all'autotrasporto di truppe (unità fucilieTi appiedate); - le minori unità, con i mezzi di trasporto in dotazione, provvedono al trasporto delle dotazioni di 1" linea, al'prelevamento dei materiali occorrenti per la vita dei reparti e agli sgomberi; - il complesso dei mezzi di trasporto delle minoTi unità costituisce i trasporti di I " linea, e per l'impiego viene suddiviso in tre scaglioni (F, A e B), anzichè in due (A e B) come nella Circ. 6000 del 1949; - lo scaglione F raggruppa i mezzi di combattimento e gli automezzi di combattimento (carrette cingolate, vetture da ricognizione, trattori ecc.). Il controllo su tale scaglione è di competenza dei comandanti di corpo e reparto; - lo scaglione A raggruppa i mezzi di trasporto per i rifornimenti di primo impiego (munizioni, carburanti, viveri) ed è anche esso sotto il controllo dei comandanti di corpo e reparto; - lo scaglione B raggruppa i mezzi per il traspoTto dei rifornimenti meno immediati e delle impedimenta ed è sotto il controllo dei Comandi di G.U .. La Pub. 6300 dedica molto spazio all'organizzazione del movimento, degli itinerari e alle predisposizioni diTctte a garantire al movimento stesso il massimo rendimento. I criteri che presiedono a queste attività sono i seguenti: Di massima sono organizzati per autocolonne i movimenti relativi a: - rifornimenti ordinari nell'ambito della Zo.S.l. (fino a lle frazioni); - rifornimenti straordinari ; - autotrasporti d i truppe. Il movimento di tali autocolonne d eve essere contenuto, finchè possibile, entro l'arco notturno. E' preferibile fare ricorso al movimento diurno di leggere e veloci unità automobi li stiche per i rifornimenti ordinari dei Corpi d ' Armata, Divisioni e Briga te. ' Questa modalità di organin.azione favorisce altresì un adeguato scaglionamento in profondità dell' apparato logistico. E' necessario ricercare - in ogni caso - l' economia dei trasporti mediante: - utili zzazione razionale e graduata nel tempo dei cantieri di carico e scarico, in re lazione alla loro potenzialità, allo scopo di eliminare i "tempi morti"; - armonizzazione dei trasporti di rifornimenti con quelli di sgombero, al lo scopo di e liminare i viaggi a vuoto; - adeguamento dei tipi di veicolo a lla natura d ei trasporti ed alle caratteristiche degli itinerari , allo scopo di sfruttare razionalmente i me7.7:i; - ripartizione dei servizi tra le varie unità di trasporto disponibili, allo scopo di assicurare la rotazione necessaria a mantenere l'efficienza de i mezzi. Obiettivi fondamentali da raggiungere nel movimento: - continuità di flusso; - eliminazione di cause perturbatrici; - ma<;simo rendimento.
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Al conseguimento di tali obiettivi sono diretti: a) l'organizzazione del movimento; b) l'organizzazione degli itinerari; e) il controllo e la disciplina del movimento.22
Non vi sono, in questi criteri e obiettivi, novità sostanziali rispetto al periodo di guerra. E anche le relative modalità esecutive indicate dalla Pub. n. 6300 riprendono, in molte parti, la Pub. n . 3120 organizzazione stradale e disciplina del movimento in guerra - Ed. 1939, ancor vigente nel l 955. Organo esecutivo fondamentale per assicurare il controllo e la disciplina del movimento e l'organizzazione degli itinerari è il battaglione movieri al livello di Inte nden za/armata, integrato ai livelli inferiori dalla campagna movieri di corpo d'armata e dal plotone movieri della divisione corazzata. Nel battaglione movieri sono armonicamente combinati: - elementi per l'organizzazione (commissariati di movimento e commissariati di sezione); - organi fissi per la segnalazione. la disciplina e il controllo del movimento (compagnie movieri); - organi mobili per il controllo volante del movimento (plotone motociclisti); - organi per le trasmissioni (plotoni trasmissioni); - organi di soccorso, recupero e sgombero (drappello di soccorso, plotone recupero). Il controllo e la disciplina del movimento su itinerari organizzati sono compiti del battaglione movieri. Su itinerari non organizzati sono devoluti a seconda dei casi alla compagnia movieri di corpo d'armata, al plotone movieri della divisione corazzata e a pattuglie di polizia militare nelle altre G.U., con l'ausilio di mezzi di soccorso. Ogni comando di battaglione movieri costituisce, di norma, una centrale di movimento; dalla centrale dipendono due o più commissariati di movimento.23 Il controllo e la disciplina del movimento si basano essenzialmente sull'efficienza delle trasmissioni (ovunque possibile, i mezzi di trasmissione militare in dotazione organica sono integrati con quelli civili) e sulla disponibilità di riserve, di personale direttivo e esecutivo e di mezzi.
22 ivi. para. 245-248. . 2 3 La centrale di movimento è Wl "organo esecutivo del Servizio trasporti preposto al coordinamento, controllo e disciplina di movimento in una z ona di competenza (Pub. SME n. 52 l l - Cit., p. 19). Il commissariato di movimento ha funzioni analoghe, in una zona di competenza più ristretta (Pub. SME n. 5211 , p. 25). La Pub. n. 3 120 del 1939 non prevedeva le centrali di movimento, e invece del battaglione movieri prevedeva un battaglione movimento stradale.
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Trasporti in montagna Cos tituiscono solo un caso particolare di trasporto per via ordinaria. Nel 1940, invece, l' intera regolamentazione logistica - e non solo il Servi zio trasporti - era ancora influenzata in misura determinante dalle esigenze e dalle particolari condizioni del trasporto in montagna anche per le normali unità di fanteria, del quale teneva molto conto anche la fisionomia organica delle formazioni dei Servizi, in tal modo rivelatasi inadeguata alle esigenze della guerra motorizzata e meccanizzata. Secondo la Pub. 6300 l'impiego di G.U. in terreni montani non pone particolari problemi ai livelli ordinativi più elevati (armata e corpo d'armata) ma impone limitazioni più o meno rilevanti ai trasporti automobilistici al livello di divisione e brigata, rendendo necessaria l'integrazione di tali trasporti - specie nell'ambito delle minori unità - con salmerie ed eventualmente anche con portatori o altri mezzi sussidiari (slitte, teleferiche, elicotteri). Al livello di Intendenza e corpo d'armata sono organicamente previsti reparti salmerie che costituiscono elemento di riserva e di manovra da assegnare, di volta in volta, alle divisioni di fanteria e brigate alpine. Tuttavia in relazione allo sviluppo raggiunto dalla viabilità nelle zone montane, i mezzi motori zzati possono Lrovare ampio impiego, sempre che jmpjego e mezzi vengano opportunamente adattati all'ambiente. L'utilizzazione de l mezzo di trasporto animale, qua nto mai oneroso, deve essere pertanto limitata allo slretlo indispensabiJe.24 [Si noti il capovolgime nto di fil osofi a: ne ll 'anteguerra era il trasporto a motore ad essere giud icato oneroso - N .d .a.].
Il sistema dei trasporti in montagna si basa sulla combinazione dell ' impiego dei vari mezzi di trasporto in relazione alle loro possibilità, riservando alle salmerie le zone più avanzate non transitabili per i mezzi a motore. Sono previsti: - trasporti motorizzati di G . U, spinti fin dove è possibile l'impiego di ACM (teste dei trasporti motoriz;zati di G .U .) . In tali località sono costituiti i posti distribuzione materiali di G .U .; - trasporti motorizzati leggeri, spinti fin dove è ancora consentito l'impiego di AR e/o di altri mez zi leggeri speciali in dotazione ai reparti (teste dei trasporti motorizzati legg eri). In corrispondenza di tale limite sono costituiti posti distribuzione avanzati a cura dei reparti stessi; - trasporti a mezzo salmerie, che sotto il controllo e la responsabilità dei comandanti di reparto inoltrano i rifornimenti dai posti distribuzione avan zati fino alle teste dei trasporti a salma dislocate presso i reparti. In tali località si costituiscono posti di rifornimento, ai quali fanno capo le minori unità.
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Pub. SME n. 6300, para. 259.
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Trasporti per via aerea La Pub. 6300 tratta questa branca in maniera più particolareggiata delle Norme del 1940, indicando anche le principali modalità per aereocooperazione e precisando che, in linea generale i trasporti per via aerea - sia a fini operativi, sia a fini logistici - assumono, in particolari circostanze, somma importanza e possono costituire, in determinate situazioni, l' uni ca att.ività possibile al fine di assicurare la continuità e la tempes tività dei rifornimenti e degli sgomberi. Tenuto conto però delle lim.itate possibilità dei mezzi necessari , dispen diosi e di rapida usura, l'utilizzazione di tale sistema cli trasporto deve costituire eccezione e non norma: impiego accentrato al massimo_2.,
L'organizzazione ed esecuzione dei trasporti per via aerea richiedono cooperazione tra esercito e aereonautica e coordinamento a livello interforze. In particolare l'esercito: rappresenta le esigenze di trasporto e i relativi dati di base; provvede all'impianto di basi per il rifornimento e sgombero per via aerea; provvede alla raccolta, conservazione, imballaggio e afflusso agli aeroporti del materiale da trasportare; organizza le zone di scarico e di carico; fornisce l'aiuto necessario in personale per il carico, lo scarico o il lancio; assicura il collegamento con le unità interessate. In sostanza, l'esercito è responsabile in partenza della confezione, afflusso e consegna dei carichi alla aereonautica e in arrivo della ricezione dei lanci, scarico, recupero e sgombero dei materiali trasportati. Le basi di rifornimento e sgombero sono dislocate in località prossime agli aeroporti e s01~0 servite dalla compagnia aviorifornimenti . Possono essere anche costituite, nell'ambito delle G.U. da rifornire, delle basi avanzate di rifornimento e sgombero via aerea, in collegamento con le retrostanti basi di rifornimento e sgombero e con gli aeroporti. Il rifornimento viene normalmente deciso e attuato ai livelli più elevati. Nell'ambito d elJa divisione e brigata ha carattere eventuale e viene effettuato, mediante aviolanci, in situazioni particolari (capisaldi o reparti isolati, reparti penetrati profondamente nel dispositivo avversario, ecc.). Più frequente la sua attuazione, sempre mediante aviolanci , a favore di G. U. corazzate.
Trasporti per via acquea Assolvono, di massima, una fun zione limitata e sussidiaria. I trasporti marittimi di maggior rilievo non sono esaminati dalla Pub. 6300, perchè - essa afferma - rientrano nel quadro del!' alimentazione territoriale e non dei Servizi di campagna. Le operazioni ad essi inerenti, per quan-
2~
ivi, para. 263 .
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to riguarda l'esercito, sono - come già nel 1940 - di competenza degli uffici militari imbarchi e sbarchi (U.M.I.S.), definiti in maniera un po' pleonastica e generica dai Nomenclatori organici - tattici - logistici ed. 1951 e 1956 come organo di cui lo Stato Maggiore Esercito - Ufficio Trasporti. si avvale. per tramite della delegazione trasporti militari, per facilitare l'esecuzione dei trasporli militari marittimi per le FF.AA. dello Stato.
All' ufficio imbarchi e sbarchi (esercito - SME) si affianca come sempre la commissione di allestimento e imbarco, " organo che si costituisce in occasione di spedizioni oltremare per attendere all'allestimento di unità mercantili, all'imbarco del corpo di spedizione, alle operazioni di rifornimento. E' costituito da ufficiali delle tre FF.AA. e presieduto da un capitano di vascello e dipende dal comando militare marittimo di giurisdizione" (Pub. SME n. 4891 Nomenclatore. Cit., pp. 2223). I trasporti marittimi nella zona delle operazioni sono limitati a saltuarie operazioni di piccolo cabotaggio o di traffico lagunare. I trasporti per idrovia, di esecuzione lenta. sono condizionati dalla rete navigabile interna e dalla disponibilità di merci, e sono utili zzati per movimenti non urgenti di materiali pesanti e ingombranti. Eventualmente, ad essi si ricorre anche per lo sgombero di feriti e malati.
m. Servizio delle tappe Conserva sostanzialmente il tradizionale compito di agevolare i movimenti di truppe e materiali da e per le zone più avanzate (nella fattispecie tra Zo.Rep. e Zo.Pri.S.) e di assicurare la disciplina delle retrovie nella zona delle operazioni. Tuttavia rispetto al 1940 assume nuovi compiti che ne estendono la sfera d'azione a attività non strettamente concernenti il movimento e attinenti anche all' alimentazione logistica delle forze e al loro benessere. In particolare deve: a) provvedere all 'impianto ed al funzionamento di speciali servizi per le truppe di passaggio od in sosta nella zona di giurisdizione e di campi contumaciali; b) assicurare l'assistenza a militari isolati od a piccoli drappelli in transito; c) provvedere alla complessa attività concernente l'assiste nza morale - ricreativa informativa. che va sotto il nome di "benessere del soldato"; d) provvedere all'impianto di campi prigionieri e concorrere al loro funzionamento secondo le richieste de lla poli2.ia militare. a cui competono l'organizzazione e la gestione dei campi stessi; e) provvedere alla raccolta ed al ricupero di materiali di pertinenza non specifica di altri Servizi; f) intrattenere rapporti con le autorità civili in posto per tulle le questioni attinenti all' organizzazione logistica; g) agevolare le operazioni di incetta e di requisizione fornendo al personale tecnico interessato le indicazioni e l'assistenza necessarie; h) agevolare le Autorità civili nell' assistenza ai profughi di passaggio od in sosta nel-
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la zona; i) svolgere le pratiche relative alJe contribuzioni di guerra ed alle prede belliche.26
Compare tra i compiti del Servizio, con un rilievo specifico mancato nella dottrina logistica fino al 1955, l'attività relativa al benessere del soldato (affidata di massima a personale civile). Altre nuove attività sono lo svolgimento di pratiche per le contribuzioni di guerra e per le prede belliche (prima affidate al Servizio di commissariato), l'impianto di campi contumaciali e campi prigionieri e il concorso al loro funzionamento, la collaborazione con le autorità civili per agevolare l'assistenza ai profughi. Non del tutto nuove, anche se non esplicitamente previste dalla regolamentazione 1940, sono le attività intese a facilitare le operazioni di incetta e requisizione o l'utilizzazione delle risorse locali (anche in fatto di manodopera civile). Infine, poichè la 6300 non prevede più il Servizio recuperi autonomo istituito nell'agosto 1941, il Servizio tappe assume di nuovo il compito di recuperare i materiali di interesse generale non appartenenti ad altri Servizi. Non è più previsto, invece, il concorso alla disciplina del traffico s tradale. TI Servizio delle tappe funziona nell' ambito della zona dei Servizi d'Intendenza (Zo.S.I.). Solo eccezionalmente la sua organizzazione si estende anche alla Zo.Pri.S .. I principali organi (vds. DOCUMENTO 20) sono: - Comandi di tappa principali e secondari (C.Ta.P. e C.Ta.S .); - Posti tappa (P.Ta.), che corrispondono agli uffici tappa del 1940; - reparti misti di tappa (Rep.mi.Ta.), frazionati fra le varie zone, per l'impianto e la gestione di posti d' avviamento, di informazione, ristoro, sosta, circoli, mense, alloggi ecc.; - unità quadro (U.Q.), per l'inquadramento e l'amministrazione del personale militare in sosta temporanea e della manovalanza civile ingaggiata in zona; - campi sosta con sale mediche, posti distribuzione viveri, carburanti, paglia, legna, mense, spacci, alloggi, dislocati in zone appartate ma facilmente raggiungibili dalle grandi linee di comunicazione e con buona copertura e disponibilità di acqua.
n. Servizio postale e telegrafico Lo schema grafico dell'organizzazione del Servizio è riportato nel DOCUMENTO 21. I compiti , l'organizzazione e il funzionamento non presentano novità rispetto a quanto previsto dalle Norme del 1940. L'unica variante è che l'ufficio P.M. di corpo d'annata non ripartisce più - come nel 1940 - la corrispondenza tra il Comando di corpo d'armata, gli elementi non indivisionati assegnati al corpo d ' armata e le divisioni o brigate dipendenti, ma tratta solo la corrispondenza del Co-
26
ivi, para. 268.
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mando di corpo d ' armata e delle unità da esso direttamente dipendenti. In tal modo si stabilisce per la prima volta un canale diretto tra divisioni/brigate e uffici postali di concentramento.
o. Servizio di amministrazione I compiti del Servizio in guerra sono formulati in maniera diversa, più particolareggiata e più nuova, ma la sua organizzazione e funzionamento sostanzialmente non mutano rispetto al 1940. In particolare il Servizio deve: a) assolvere funzioni anuninistrative presso gli enti mobilitati e curare la resa dei conti presso tutti i Corpi; b) assicurare l'assistenza giuridico-amministrativa, economica e finanziaria presso tutti i reparti, nonchè i riscontri ed i controlli previsti dalle varie disposizioni; c) provvedere aJ servizio di cassa; d ) svolgere azione ispettiva e di vigilanza sulle gestioni in contanti ed in materia e sul funzionamento delle casse militari ; e) provvedere alla revisione della contahilità; O assicurare il servizio di stato civile e redigere o ricevere gli atti giuridici dei militari , ai sen si della "Legge di guerra"; g) comunicare a i centri di mobilitazione le variazioni di stato del personale ai fini dell'aggiornamento dei ruoli e dei documenti matricolari ; h) is truire e svolgere le pratiche attinenti al denaro, ai valori ed agli oggetti lasciali dai militari deceduti. prigionieri e dispersi; i) impartire direttive in ma teria di questioni valutarie.27
Lo schema grafico dell'organizzazione del Servizio è riportato nel DOCUMENTO 22. Di rilievo la prescrizione della 6300 che gli organi direttivi devono "informare l' azione degli organi del Servizio alle esigenze belliche, in relazione alle circostanze eccezionali derivanti dallo stato di guerra, diramando le direttive necessarie". Rimangono punti fermi: - il controllo e la revisione della contabilità in contanti e in materia al livello di armata/direzione di amministrazione d'Intendenza, mentre " l'ufficio amministrazione di delegazione d ' Intendenza, la sezione am ministrazione di corpo d'armata e i Capi Servizio di amministrazione di divisione e di brigata pur assolvendo su scala ridotta le stesse attribuzioni, non eseguono revisioni di contabilità e non hanno ingerenza sugli Uffici e Posti Cambio"; - il ruolo sempre centrale dei capi ufficio amministrazione degli enti amministrativamente autonomi e degli ufficiali incaricati di funzioni amministrativo-contabili nei reparti minori, che compiono le operazioni di cassa, rendono i conti della gestione in contanti, ricevono e raccolgono gli atti giuridici e di stato civile dei militari ai sensi della legge di guerra e ne curano la trasmissione agli organi competenti; - il mantenimento di un canale diretto, per la sola parte matricola-
27
ivi, para. 297.
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re, tra gli uffici di amministrazione dei corpi e reparti e il centro di mobilitazione dei corpi e reparti stessi; - la gestione dei materiali in carico ai reparti e stabilimenti da parte dei consegnatari, che rendono i conti con le modalità prescritte alla direzione di amministrazione d'Intendenza e ai sensi del R.A. l 927; - la gestione delle casse militari (previste solo al livello di Intendenza e delegazione d'Intendenza), da parte di personale civile del Ministero del tesoro (controllore e cassiere). Ai livelli di corpo d'armata e divisione sono previste diversamente dal 1940 casse militari sussidiarie (Ca.m.s.), organi mobili di riserva temporaneamente distaccati dall'Intendenza presso le G.U., solo nel caso che a causa della loro dislocazione non sia agevole rifornirle di fondi a mezzo delle casse militari d ' Intendenza previste ai livelli superiori; - la gestione con proprio personale delle rispettive casse, da parte di Comandi, corpi, Servizi e reparti con amministrazione autonoma. Il perno del sistema è dunque la direzione di amministrazione d'Intendenza, che: - riceve mensilmente da tutti g li enti amministrativamente autonomi la contabilità in contanti, e, alla scadenza prescritta, la contabilità in materia. In caso di ritardo nella resa dei conti, informa l'Ufficio Servizi (Capo ufficio amministrazione) dell'unità interessata; - assicura, a mezzo del proprio ufficio revisione, il controllo e la revisione delle contabilità in contanti e in materia degli Enti, disponendo la regolarizzazione delle differenze e la rettifica di errori e impartendo, a tal fine, le disposizioni necessarie. Per quanto attiene alla normativa specifica di riferimento, oltre che la legge di guerra del 1938 valgono sempre le Istruzioni amministrative per le truppe in campagna del 1940 (cfr. Vol. III, capitolo VII).
5. Cenni sugli aspetti logistici degli ordinamenti delle G. V. nell'immediato dopoguerra (1945-1955) a. Generalità E' difficile seguire, specie per la parte logistica, le minute tappe degli ordinamenti del secondo dopoguerra. Mancano infatti ordinamenti definitivi e completi dell'esercito sanciti da leggi ordinative (come era avvenuto fino al 1940) e le continue modifiche alla struttura organica delle G.U. derivano dall'esigenza di fare fronte a situazioni contingenti nelle quali hanno magna pars, più che l'evoluzione del quadro dottrinale, gli impegni internazionali dell'Italia per la difesa del confine di nordest a fronte di un costante quadro di scarsità di risorse. Di qui un'obbligata tendenza a ricercare non il meglio ma il meno peggio, con tutta una serie di continue costituzioni, soppressioni e modifiche di Comandi, unità e organi dei Servizi dovute a temporanee esigenze che raramente modificano in maniera sostanziale la filosofia ordinativa e comunque non corrispondono a indirizzi e obiettivi chiari e costanti di politica militare.
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E' tuttavia possibile individuare nel decennio considerato (19451955) due momenti fondamentali: gli ordinamenti dell'immediato dopoguerra (1945-1950), dettati sopratutto dalla disponibilità effettiva di materiali e ispirati in prevalenza al modello inglese, e gli ordinamenti del 1955, che ne rappresentano un perfezionamento con alcuni elementi di novità derivanti dall'emanazione della pubblicazione 6300. Quest' ultima oltre a non prevedere i riflessi dell'ambiente operativo nucleare provoca più che altro una razionalizzazione e un contenuto rinnovamento degli organi dei Servizi esistenti, anche in relazione agli obblighi militari che derivano all'Italia dall'ingresso nell'Alleanza Atlantica (1949). 11 periodo dal 1950 al 1955 è però meritevole di attenzione, più che per la dottrina, per il considerevole rinnovamento dei materiali (mezzi ruotati e cingolati, artiglierie, armi portatili) nei quali i nuovi prodotti italiani o i materiali americani di produzione post-bellica sostituiscono i mezzi americani e inglesi ereditati dalla seconda guerra mondiale, non senza progressi significativi anche nei materiali e mezzi dei Servizi, alcuni dei quali di nuova concezione nazionale. In questa prospettiva, i dati numerici che verranno citati su personale, mezzi e materiali sono da considerare orientativi, perchè soggetti a rettifiche anche minute che è difficile seguire: attraverso di essi è però possibile ricostruire il peso concreto attribuito ai Servizi, anche al di là della dottrina.
b. Aspetti logistici dell'ordinamento della nuova divisione di fanteria ( 1946-1 950) Nell'immediato dopoguerra non sono ricostituite divisioni corazzate. In armonia con i nuovi orientamenti dottrinali che le richiedono maggiore autonomia tattico-logistica, la divisione di fanteria 1946 - 1950 è caratterizzata, rispetto agli ordinamenti dell'anteguerra e della guerra, da un forte aumento dei mezzi di fuoco e di trasporto/combattimento, al quale corri sponde l'aumento del numero e della tipologia degli organi dei Servizi. La divisione 1950 è composta da: Comando, I gruppo cavalleria blindata, 2-3 reggimenti fanteria, 5 reggimenti di artiglieria delle varie specialità (da campagna, controcarri, controaerei leggera) con ben 140 pezzi dei vari calibri, reparto specialisti artiglieria, battaglione artieri, battaglione collegamenti, unità dei Servizi. 1n totale (organici di pace 1950) 794 U., 1392 SU., 12343 Tr., 271 lanciabombe anticarro, 177 mitragliatrici, 105 mortai da 60, 84 mortai da 81, 38 cannoni c/c da 57 /50, 72 cannoni da campagna da 88/27, 16 cannoni c/c da 76/55, 36 cannoni e/a da 40/56, 18 carri armati leggeri, 65 autoblindo, 21 scout-cars, 1638 automezzi, 222 carrette cingolate, 149 trattori, 328 rimorchi . 28
28
AUSSM E, Rep. M /7, Racc. 403/11.
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Rispetto al periodo di guerra il Comando divisione conserva i comandanti di artiglieria e del genio; il Comando artiglieria dispone anche di due sottufficiali artificieri per la costituzione di due posti di distribuzione e avviamento munizioni. Gli organi direttivi dei Servizi sempre rispetto alla guerra sono aumentati. Non sono più previsti l ' ufficio ippica e veterinaria (la divisione non ha quadrupedi) e l'ufficio chimico (sostituito, con una circolare SME del giugno 1950, da un ufficiale addetto alla difesa chimica per ogni G.U., reggimento e battaglione). La novità di maggior rilievo è l'ufficio Servizi, diretto da un ufficiale superiore di Stato Maggiore con alle dipendenze ufficiali inferiori capi sezione (di sanità, commissariato e automobilistica). Oltre all'ufficio Servizi, ha competenze di carattere logistico anche il nuovo ufficio benessere (per tutto ciò che rientra nelle provvidenze per il benessere del soldato, come spacci, attività ricreative, ecc.). Del quartier generale, infine, fanno parte (come durante la guerra) un ufficio amministrazione (per le sole esigenze del Comando) e un ufficio postale. Gli organi esecutivi dei Servizi al livello di divisione (1950) comprendono: 1 sezione sanità, 2 ospedali da campo, l sezione di sussistenza, 1 reparto trasporti, 1 officina mobile per Comando divisione, 10 officine mobili leggere (a livello rgt/reparto autonomo), 1 parco mobile, 1 sezione panettieri. Ad alcune divisioni (quelle di pronto impiego dislocate alla frontiera orientale) sono assegnati fin dal tempo di pace anche I nucleo chirurgico, 1 ambulanza radiologica, 1 ambulanza odontoiatrica. Diversamente dall'anteguerra, la maggior parte dei Servizi non sono costituiti e assegnati alla divisione solo all'atto della mobilitazione, ma entrano nella sua composizione organica fin dal tempo di pace e non sono considerati intercambiabili tra le divisioni, pur mantenendo in pace un organico opportunamente ridotto e differenziato (con fisionomia più completa per le G.U. dislocate alla frontiera orientale). Poiehè le divisioni possono essere su 2 o 3 reggimenti fanteria, quelle ternarie dislocate alla fanteria di nord-est hanno le sezioni di sanità, s ussistenza e panettieri rinforzate, in modo da potersi articolare su 3 nuclei invece di 2. La sezione sanità, comandata da un maggiore medico, comprende (1950) Comando e autodrappello, 2 reparti autocarreggiati (3 nella divisione "Mantova"), I reparto portaferiti (2 nella divisione "Mantova"), 1 reparto disinfezione e difesa antimalarica, 1 nucleo bagni, per un totale (considerando l'organico " Mantova" ternario) di 18 ufficiali, 14 sottufficiali, 401 militari di truppa, 7 moto, 6 jeep, 25 ACM, 27 autoambulanze (9 per reparto autocarreggiato) 1 autobagno e 2 bagni campali "Ranieri", 3 autobotti ( I per reparto autocarreggiato), I rimorchfo per acqua. Gli ufficiali del Comando della sezione sono 6: maggiore medico comandante, ufficiale medico malariologo, ufficiale chimico-farmacista, ufficiale subalterno di amministrazione, ufficiale subalterno automobilista, cappellano. Gli altri ufficiali comandano i reparti autocarreggiati (3 ufficiali medici), i reparti portaferiti (2 ufficiali subalterni d'Arma), il reparto disinfezione (1 ufficiale medico). Ciascun
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reparto autocarreggiato ha un autodrappello comandato da un sottufficiale. del Servizio automobilistico; sono inoltre al comando di sottufficiali i plotoni portaferiti e il nucleo bagni. La sezione è amministrativamente autonoma, e oltre all'ufficiale di amministrazione dispone di un sottufficiale di contabilità e di un ufficiale del corpo automobilistico per la gestione e la manutenzione del consistente numero di automezzi. L'ospedale da campo è composto da 6 ufficiali (di cui 3 medici, 1 chimico farmacista, 1 di amministrazione, 1 cappellano), 2 sottufficiali (1 di contabilità) e 42 militari di truppa (di cui 18 infermieri, 7 portaferiti e 1 conduttore di caldaie), con 4 ACM, 1 autobotte e 1 rimorchio per acqua. Il nucleo chirurgico (1946) è composto di 3 ufficiali medici (di cui uno versato in radiologia) e 26 militari di truppa (di cui 6 infermieri , 6 portaferiti e 2 meccanici elettricisti), con 1 autovettura e 2 autocarri speciali. L'ambulanza radiologica (1946) è composta da 1 maggiore o capitano radiologo, 1 sottufficiale aiuto radiologo, 5 militari di truppa e 2 auto-ambulanze radiologiche. L'ambulanza odontoiatrica è composta da 1 ufficiale direttore odontoiatra e 3 militari di truppa ( di cui un graduat9 odontotecnico), con un' autoambulanza odontoiatrica. La sezione sussistenza (1946-1950) è composta da Comando, 2 nuclei sussistenza (3 per la divisione "Mantova"), magazzino vestiario equipaggiamento e autodrappello, con 4 ufficiali di sussistenza ( 1 capitano comandante, 2 comandanti di nucleo, 1 addetto al magazzino), 7 sottufficiali (1 di contabilità, 3 magazzinieri, 2 addetti alla macellazione, I comandante dell'autodrappello), 39 militari di truppa, 3 moto, 1 jeep, 4 ACP (poi ACM) e 3 autofrigoriferi. Ciascun nucleo sussistenza è composto da 1 ufficiale, 1 sottufficiale magazziniere addetto alla contabilità generi e materiali, 1 sottufficiale addetto alla macellazione, 5 militari di truppa addetti alla distribuzione viveri, 2 militari di truppa macellai, 1 ACM, 1 moto, 1 autofrigorifero. La sezione panettieri ( 1950) comprende un Comando (2 ufficiali di sussistenza, I sottufficiale di contahilità, I sottufficiale addetto al Comando) e 3 squadre panettieri al comando di un sottufficiale, ciascuno con 23 militari di truppa di cui 2 graduati panettieri e fornai. In totale 2 ufficiali, 5 sottufficiali, 80 militari di truppa, 1 moto, 1 ACL, I rimorchio per acqua. Sono ancora in dotazione ( 1950) forni residuati di guerra. Il reparto trasporti si articola su comando, 4 auto-sezioni di 5 squadre e un'officina. Fino al giugno 1950 ciascuna autosezione è composta da 24 ACM; dal giugno 1950 in poi di 34 ACP (con 5 rimorchi). In totale il reparto trasporti (1950) dispone di 13 moto, 5 jeep, 8 ACL, 138 ACP, 1 autocisterna carburanti, 1 ACP magazzino, 1 ACP materiali officina, 1 ACP officina, 1 ACP soccorso, 23 rimorchi e 6 rimorchi per acqua. Le autosezioni trasportano le dotazioni di generi e materiali da distribuire al livello di divisione (2" linea). Infatti i vari organi esecutivi della G.U. (sezioni di sanità, di sussistenza, ospedali da campo ecc.) hanno automezzi in proprio solo per il trasporto del personale e ma-
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teriale necessari per la gestione delle dotazioni da distribuire e - nel caso della sezione di sanità - anche per lo sgombero dei feriti. L'officina mobile per Comando divisione fanteria (1948) provvede alle riparazioni e al recupero del materiale automobilistico, delle armi portatili, delle artiglierie, dei materiali di collegamento e dei materiali di precisione; è inoltre dotata di mezzi per il soccorso stradale. Si articola su direzione, sezione officina, sezione recuperi e sezione materiali, per un totale di 6 ufficiali, 22 sottufficiali, 181 militari di truppa, 5 moto, 54 automezzi ( di cui 1 autobotte, 11 ACL e 17 ACP specializzati per il trasporto delle attrezzature di magazzino e officina e per il soccorso; per quest'ultima esigenza sono impiegati 4 ACP e 2 trattori soccorso). L'officina mobile è diretta da un maggiore del Servizio automobilistico, che si avvale di un ufficiale addetto (subalterno del genio collegamenti), di un ufficiale con funzioni amministrative (subalterno), di 3 ufficiali capi sezione (di cui uno di artiglieria) e di un civile ragioniere di artiglieria consegnatario. I sottufficiali e la truppa appartengono al Servizio automobilistico, ad eccezione del personale specializzato per le riparazioni alle armi, alle artiglierie e ai mezzi di collegamento (5 sottufficiali armaioli - di cui un capo armaiolo - di fanteria; 2 sottufficiali capi operai di artiglieria e 5 operai di artiglieria; l sottufficiale meccanico di precisione di artiglieria e 4 meccanici di precisione di artiglieria; I sottufficiale capo montatore, 1 radiomontatore e 2 apparecchiatori telegrafonici del genio). Tl parco mohile si articola su Comando, ufficio amministrazione, ufficio e magazzino materiali del gruppo A e B, ufficio e magazzino materiali del gruppo C (su sezione auto, sezione amministrazione e sezione materiale vario), autodrappello. E' il magazzino mobile di rifornimento per parti di ricambio di automezzi, armi, materiali di precisione e materiali di collegamento. Comprende in totale 10 ufficiali, 15 sottufficiali, 69 truppa, 2 moto, 3 jeep, 4 ACL, 14 ACM (12 per materiali del gruppo C e 2 per materiali dei gruppi A e B), 13 autoscaffalati, l autogru, 1 autobotte. Il comandante (tenente colonnello d'artiglieria) si avvale di l vicecomandante relatore e capo ufficio amministrazione (maggiore del corpo automobilistico), I aiutante maggiore, I direttore dei conti (capitano di amministrazione), I ufficiale pagatore (subalterno d'Arma), I ufficiale addetto alla matricola, I consegnatario dei materiali del gruppo A e B (capitano d'Arma), 1 capo ufficio materiale del gruppo C (capitano di artiglieria), 1 ufficiale addetto ai materiali del gruppo C (subalterno del corpo automobilistico), 1 comandante dell'autodrappello (subalterno del corpo automobilistico). Nel 1950 viene costituita nell'ambito della divisione di fanteria una compagnia mista Servizi, che raggruppa il personale per la gestione dei posti di distribuzione dei vari Servizi ed è composta da comandante, squadra Comando, 1 plotone misto Servizi (su squadra artiglieria, squadra genio e squadra servizio automobilistico), 2 plotoni ausiliari (manovalanza), con 3 ACM. Questo reparto fa fronte a un'esigenza di
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personale ad incarico esclusivo per la gestione e distribuzione non certo nuova, emersa fin dalla guerra di Spagna: per altro verso esso ha la fisionomia di organo pluriservizi e quindi prelude al passaggio dall' organizzazione logistica per materia a quella per funzioni. Al livello superiore alla divisione, la tendenza a un'organizzazione logistica per funzioni si manifesta in maniera assai più esplicita con la costituzione il 13 marzo 1950 di un reparto R R R (rifornimenti, riparazioni e recuperi)29 di corpo d'armata. Si tratta di un tipico organo esecutivo misto pluriservizi non ancora esplicitamente previsto dalla Pub. 6000/Serv. del 1949 ma in linea con la nuova filosofia logistica che introduce la Pub. 6300 qualche anno più tardi. Comprende Comando, officina mobile leggera rinforzata, sezione parco (magazzino materiali e ricambi, nucleo parco veicoli efficienti, nucleo parco veicoli inefficienti) e sezione gestione e distribuzione carburanti (che può costituire 2 posti distribuzione carburanti e lubrificanti). Come già si è accennato, l'officina mobile leggera e il magazzino materiali e ricambi svolgono la loro attività per più Servizi (armi e munizioni, materiali del genio, trasmissioni e motorizzazione). Al tempo stesso, la disponibilità del nucleo parco veicoli efficienti consente al corpo d'armata di svolgere una sia pur limitata funzione di volano anche per il rifornimento di automezzi, nell'ambito della funzione di concorso a favore delle unità dipendenti che la Pub. 6000/Serv. già gli assegna. Il C.A. può esercitare la funzione di concorso nel campo dei trasporti e della movimentazione dei materiali nei riguardi delle G.U. dipendenti anche avvalendosi di: - una cp. movieri; - un btg. ausiliario di C.A. (2 cp. ausiliari su 4 pl. e I cp. mista servizi su 3 pl., per un totale di 19 U . e 473 SU. e Tr.); - un autogruppo di C.A. (Comando e 2 autoreparti misti, per un totale di 251 automezzi tra i quali un'autosezione di 24 autoambulanze, 8 autobotti, 3 autocisterne ecc .. Ciascun autoreparto misto ha 62 conduttori di riserva). L ' accresciuta importanza dell'automezzo e dei relativi organi di riparazione non significa, tuttavia, che l'esercito rinunci del tutto alle salmerie, che oltre che per le unità alpine, sono previste anche per le di visioni di fanteria destinate a operare in montagna, in applicazione del criterio enunciato dal maggiore Forlenza nel 194730 di adattare la struttura ordinativa dell'esercito al carattere prevalentemente montano del territorio nazionale e in particolare della zona di confine di nord-est. Pertanto, l' 11 gennaio 1950 sono costituite 3 sezioni di salmerie di 40 muli messe ai disposizione dei reggimenti di fanteria per le esercitazioni estive 3 1 e nell'aprile 1952 assegnate alla divisione "Mantova". Successivamente (1953) le salmerie diventano supporti di corpo d'armata, 29 30 31
ivi, Rep. M/7, Racc. 825. L. Forienza, Art. cii., "Rivista Militare" dicembre 1947. AUSSME, Rcp. M/7, Racc. 825.
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e ne viene normalmente previsto il decentramento alle divisioni a ragion veduta. Il reparto salmerie di C.A. (organico dei primi anni 50) è composto da Comando e 4 sezioni salmerie su 8 squadre di 12 muli ciascuna, per un totale di 8 cavalli da sella e 409 muli. c. Aspetti logi stici dell'ordinamento del reggimento fanteria ( I 946 - 195 I ) Come elemento qualificante e pedina di base della divisione, anche il reggimento di fanteria accresce numero e potenza dei mezzi di fuoco e numero e tipo dei mezzi di trasporto, con corrispondente sensibile aumento di organi direttivi ed esecutivi dei Servizi al livello di reggimento, specie per la parte amministrazione e gestione dei materiali e per la motorizzazione. Nel 1950 il reggimento è composto da Comando, compagnia comando di reggimento, 3 battaglioni di fanteria, compagnia mortai da 81, compagnia controcarri da 57/50. Il Comando si articola su comandante, ufficiali del Comando (9 ufficiali) e ufficio amministrazione (6 ufficiali). Degli ufficiali del Comando hanno incarichi di carattere logistico l'aiutante maggiore in I", l 'ufficiale addetto ai rifornimenti e spaccio, 2 ufficiali addetti a incarichi vari (uno agli automezzi e uno ai collegamenti), il dirigente del Servizio sanitario (capitano medico), il cappellano. L'ufficio amministrazione, retto dal vice - comandante e relatore (tenente colonnello) si articola su 4 sezioni (conti e cassa, materiali gruppo A e B, materiali gruppo C, matricola) e oltre al relatore ne fanno parte 1 ufficiale superiore d'Arma addetto ai materiali del gruppo C, 1 direttore dei conti (capitano di amministrazione), 2 ufficiali inferiori d'Arma con incarichi vari (uno addetto ai materiali del gruppo A e B e uno alla matricola), 1 ufficiale inferiore d'arma pagatore. Nell'ufficio amministrazione sono inoltre previsti ben 9 sottufficiali: 2 di contabilità e 7 con incarichi vari. La compagnia comando di reggimento è composta da plotone comando (del quale fanno parte una squadra collegamenti e una squadra Servizi) e autosezione mista (su 3 squadre: ACL, ACM e altri automezzi), con un totale di 11 moto, 3 autovetture (2 jeep), 9 ACL, 12 ACM, I autocisterna, 1 autobotte, 1 ACP - ufficio, 4 rimorchi. Come sottufficiali specialisti, ha un armaiolo e un marconista. La compagnia mortai da 81 di reggimento ha 8 mortai da 81, 2 mitragliatrici Browning 12,7 antiaeree, 4 moto, 21 automezzi e 8 rimorchi. La compagn ia controcarri ha 6 cannoni controcarri da 57/50, 4 moto e 21 automezzi. Per le attività di riparazione e di recupero di 1 ° grado di tutti gli automezzi compresi quelli dei battaglioni, il reggimento di fanteria dispone di un'officina mobile leggera con 2 sottufficiali (maresciallo capo officina e sottufficiale motorista) e 12 militari di truppa, 1 moto, 3 automezzi (di cui uno officina e uno per magazzino) e 1 trattore-soccorso con gru. L'officina leggera non è assegnata solo al reggimento, ma a tutte
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le unità a livello reggimento e battaglione autonomo: la divisione dispone perciò di I O officine leggere, più quella già compresa negli organici del reggimento di cavalleria blindata. In totale il reggimento 1950 (formazione di guerra) ha 117 ufficiali, 244 sottufficiali, 2284 militari di truppa, 188 automezzi, 65 carrette cingolate, 21 rimorchi, 26 mitragliatrici Browoing 12,7, 26 mortai da 81, 6 cannoni controcarri da 57/50, 33 mortai da 45, 24 mitragliatrici Breda, 144 fucili mitragliatori Bren, 49 lanciarazzi controcarri. Gli organi di Comando e logistici e le armi d'accompagnamento di compagnia, battaglione e reggimento sono interamente motorizzati. In pratica i plotoni fucilieri delle compagnie fucilieri sono gli unici elementi appiedati del reggimento e della divisione, perchè l'artiglieria, il genio, i reparti collegamenti e i Servizi a tutti i livelli sono motorizzati. d . Aspetti logistici dell'ordinamento del battaglione di fanteria (1946 -1951) Al livello di battaglione il costante incremento dei mezzi di fuoco e di trasporto a partire dal 1946 non provoca - come avviene per la divisione e il reggimento - un parallelo aumento degli organi logistici, anche se la Pub. 6000/Serv. del 1949 delinea per il battaglione un'autonoma organizzazione logistica facente direttamente capo al livello di divisione. Infatti nel 1950 il battaglione di fanteria si articola s u Comando (7 moto, 19 automezzi, 3 rimorchi). 3 compagnie fucilieri (ciascuna con 14 fucili mitragliatori, 3 mortai da 45, 4 lanciarazzi controcarri, 4 autocarri), I compagnia armi accompagnamento (con 8 mitragliatrici Breda, 6 mortai da 81, 2 mitragliatrici Browning 12,7 contraeree, 30 automezzi per l'integrale trasporto delle armi di reparto, del personale e delle dotazioni di I A linea). In totale il battaglione (organico di guerra) ha 30 ufficiali, 65 sollufficiali, 662 militari di truppa, 45 fucili mitragliatori, 8 mitragliatrici, 9 mortai da 45, 6 mortai da 81, 7 Browning 12,7 contraeree, 15 lanc iarazzi controcarri , 61 automezzi, 3 rimorchi . Nei primi anni 50 questi organici sono ulteriormente potenziati e il battaglione arriva a comprendere: - Comando (comandante, vice-comandante, aiutante maggiore, ufficiale addetto ai rifornimenti, ufficiale medico) ; - compagnia Comando (plotone comando; plotone collegamenti; plotone pionieri; autosezione mista con 2 jeep, 8 ACL di cui 2 per il plotone pionieri, 3 ACM, 1 autobotte, I rimorchio per acqua, 2 rimorchi); - plotone cingolato su 3 squadre, alle dirette dipendenze del Comando battaglione (preludio alla meccanizzazione della fanteria); - 3 compagnie fucilieri, ciascuna su: plotone comando su squadra comando e squadra servizi con 4 ACM (rispettivamente al comando del sottufficiale di contabilità e del sottufficiale adde tto ai rifornimenti); 3 plotoni fucilieri; plotone armi di compagnia costituito a fine 1950 (con 2 mitragliatrici Breda trasportate da 4 carrette cingolate, squadra mortai da 60 su 3 armi, 1 lanciarazzi controcarri e 1 Browning 12,7 antiaerea);
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- compagnia armi di accompagnamento con 3 plotoni mortai da 81 di 3 mOTtai ciascuno (totale 9 anni), 2 plotoni mitraglieri (totale 8 armi), un plotone cannoni senza rinculo da 75 (totale 4 armi), 2 Browning l 2, 7 antiaeree, 34 automezzi per il trasporto delle armi, del personale e delle munizioni. All'accresciuto peso delle pedine di fuoco e dei mezzi di trasporto da alimentare corrisponde un'organizzazione logistica che non prevede alcun sostanziale elemento di novità rispetto alla guerra e all' anteguerra, anche se la circolare SME n . 2400 in data 1° luglio 1950 Lineamenti d'impiego del battaglione di fanteria implicitamente ne riconosce il nuovo ruolo logistico dedicando - per la prima volta nella regolamentazione tattica riferita a questo livello - un sia pur ridotto spazio (due paragrafi) anche ali' organizzazione dei Servizi. Secondo la circolare l'organo di comando dei Servizi nel battaglione è il sotto comandante dell'unità (maggiore), che si avvale dell'ufficiale addetto ai rifornimenti e dell'ufficiale addetto agli automezzi; egli risponde del funzionamento dei Servizi al comandante. Gli organi esecutivi avanzati sono: - uno o due posti medicazione, che in fase di attacco sono scaglionati in profondità ed entrano alternativamente in azione, mentre in difesa sono schierati in settori di versi; - un posto munizioni, che in fase di attacco comprende se possibile mezzi a motore (carrette cingolate, jeep, autocarri) già carichi; - un posto carburanti. Con gli scaglioni A c B, in posizione più arretrata, sono previsti i rimanenti organi logistici, e in particolare: - " fuori della zona di combattimento" con lo scaglione A, le cucine e un 'aliquota di mezzi di trasporto; - in zona arretrata, con lo scaglione B, il posto distribuzione viveri, il grosso dei mezzi di trasporto, riserve di munizioni, carburanti e materiali vari.
e. Considerazioni riassuntive sugli ordinamenti 1946-1950. Nell'organizzazione logistica del 1950 salta s ubito all'occhio la tendenza ormai superata a ritenere i viveri e le cucine qualcosa che non deve stare a ridosso del combattente ma "fuori dalla zona di com- · battimento", espressione ambigua e imprecisa che sembra indicare una dislocazione delle cucine non a qualche centinaio di metri daIIa linea di fuoco, ma molto più indietro. E poichè lo scaglione B riunisce i mezzi residui che non fanno parte dello scaglione F ( carrette cingolate, trattori, AR, non impiegabili per il combattimento) e dello scaglione A (automezzi per i rifornimenti essenziali, cioè viveri, munizioni e carburanti), non si comprende perchè dello scaglione B debbano far parte il grosso dei mezzi di trasporto, il posto di distribuzione viveri e le riserve di munizioni e carburanti.
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Al tempo stesso, rispetto all'organizzazione logistica del reggimento e del battaglione del 1929 (vds. VoL Ill - capitolo !Il) tutto sommato le reali innovazioni sono modeste: anche il battaglione del 1929 aveva almeno un posto di medicazione, un posto munizioni, un posto viveri e cucine e un subalterno addetto ai rifornimenti. Le novità si riducono dunque a due: la nuova figura del sottocomandante di battaglione responsabile e coordinatore di Servizi, che significa un maggior rilievo della parte logistica, e la presenza di un ufficiale addetto agli automezzi, resa necessaria da una sia pur limitata motorizzazione, che tuttavia richiederebbe uno specifico organo di riparazione del quale il battaglione al momento manca ancora. Lo specchio che segue mette a confronto i principali dati numerici relativi al reggimento di fanteria dal 1940 al 1950. PERSONALE EMEZZI
1. PERSONALE Ufficiali Sunuffidali Truppa TOTALE 2. ARMAMENTO DI REPARTO fmtr. mitragliatrici lez o fucili e/e mortai leggeri mortai medi cannoni c/c mtr. e/a 3. AUTOMEZZI Automezzi vari carrette cingolate rimorchi
RGT.F. D.F. NORMALE 1940
RGT.F. D.F. MOT. A.S.41
115 171 3162
100
131
138
1417
219 3556
117 244 2284
3448
1655
3906
2645
108 25
-
78 28 30
RGT. F. D .F. NORMALE 1943
103 36
-
54 6 4 (65/17)
-
-
8 (20 mm)
27 18 19 (7 smv. da 75) 8 (20 mm)
12
147 (*)
72
-
-
9 16
7
}
79
RGT.F. D.F. 1950
144 24 49 33 26 6 (57/50) 26 (12,7 mm)
188 } 65 21
-
-
7
4. QUADRUPEDI
572
-
575
-
5. CARRETTE
32
-
-
-
253
(*) Di cui I autofficina mod. 38, 8 autocarri «dovunque», 4 A VT, 75 ACL , 35 autocarri per fanteria, 24 ACP.
A parte la scomparsa dei quadrupedi e delle carrette, il dato principale che lo specchio mette in evidenza è il forte aumento degli automezzi del reggimento del dopoguerra, a fronte di una sensibile diminuzione del personale. Si passa da I automezzo ogni 287 uomini del reggimento 1940 a I automezzo ogni 47 uomini ùel reggimento 1943 e a 1 automezzo ogni 10,5
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
uomini del reggimento 1950. Aumentano anche i rimorchi, che passano dagli O del 1940 e del 1942 ai 7 del 1943 e ai 21 del 1950. Per le armi di reparto, se si eccettua il cospicuo incremento dei mortai non vi sono differenze numeriche rilevanti: il vantaggio del reggimento 1950 va ricercato piuttosto nel migliorato rapporto numerico delle anni di reparto con il totale del personale, e nelle migliori e maggiori prestazioni delle armi stesse. Nonostante alcuni limiti, il salto di qualità degli organi logistici della divisione 1950 rispetto a quelli della divisione 1942 - 1943 è notevole e segna il definitivo abbandono de11a funesta filosofia dell'alleggerimento e l'incremento della motorizzazione. Nulla di completamente nuovo, però: la divisione di fanteria dell'immediato dopoguerra recepisce, estende e migliora soluzioni già adottate in larga parte nelle divisioni motorizzate e corazzate in Africa Settentrionale nel 1941 - 1942 (officina mobile pesante, organi per il movimento e soccorso stradale, panettieri in proprio, 2 ospedali da campo, consistente volano di automezzi). L'unico organo veramente nuovo anche rispetto alle divisioni d' élite della guerra è il parco mobile, che consente un aumento significativo dell' autonomia logistica per le riparazioni e per il reintegro pezzi di ricambio, cioè - volendo usare il termine attuale - per il mantenimento dei mezzi e materiali. Altri utili spunti possono essere tratti mettendo a confronto il personale e gli automezzi previsti per i vari tipi di divisione dal 1939 al 1950, e nell'ambito di ciascun tipo di divisione, l'incidenza di personale e automezzi degli organi dei Servizi sul totale: TIPO DIVISIONE A.S. 1939
PERSONALE 7569
ORGANI DEI SERVIZI
AUTOMEZZI QUADRUPEDI
PERSONALE
AUTOMEZZI
185
-
-
Autotrasportabilc tipo A.S. (1940)
?
'!
---2!
552
_l_ 139
6942
359
191
2 --
I'. NORMALE 1942
11721
265 3218
552
I 139
F. AUTOTRASPORTABILE 1940-1942
10404
533
56
_3
I'. NORMALE 1943 (escluso rgl. a.)
10356
488 1383
673
F. 1950
14529
2009 (*)
10978
434
F.NORMALE
12979
3424
A.S. 42
-
913
1441
Nota(*) più 83 carri e autoblindo, 21 scout-care 328 rimorchi.
-
157
86 315 -
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Sulla base di questi dati riassuntivi, il rapporto tra automezzi e personale passa - per le divisioni A.S. - da 1 automezzo ogni 41 uomini del 1939 a 1 automezzo ogni 25 uomini del 1940 e 1 automezzo ogni 19 uomini del 1942. Anche per le di visioni di fanteria normale tale rapporto migliora progressivamente durante la guerra, per raggiungere poi un'impennata con la divisione 1950: da 1 automezzo ogni 224 uomini (1940) a 1 automezzo ogni 44 uomini (divisione normale 1942) e 1 automezzo ogni 19,5 uomini (divisione autotrasportabile) fino a 1 automezzo ogni 7,2 uomini della divisione 1950. Il rapporto numerico tra il personale degli organi esecutivi dei Servizi e il totale della divisione è del 4,2% nella divisione normale 1940, del 2,7% nella divisione A.S. 42, del 4,71 % nella divisione normale 1942 e del 9,9% nella divisione 1950. Per gli automezzi dei Servizi, si può stabilire un rapporto indicativo solo per la divisione 1950 (19,6%). Questi ultimi dati vanno esattamente interpretati. Anzitutto, a causa della mancanza di dati fissi e certi sull'artiglieria non si è presa in considerazione la divisione normale 1943, che pure segna una netta inversione di tendenza e un migliorato rapporto automezzi/uomini e Servizi/restanti unità rispetto alle soluzioni precedenti. Anche considerando - nella peggiore delle ipotesi - un reggimento di artiglieria con fisionomia organica uguale a quella della divisione 1940 (2689 uomini e 22 automezzi), il rapporto numerico tra il personale dei Servizi e il totale (5, 15%) di questa divisione rimane comunque superiore a tutti quelli precedenti, e per gli automezzj dei Servizi raggiunge la punta massima (31 % del totale) anche rispetto alla divisione 1950. L'elevato rapporto automezzi/uomini e Servizi/restanti unità della divisione post-bellica corrisponde, evidentemente, a un mutato concetto del ruolo logistico della divisione, opposto a quello della guerra. Pertanto i dati relativi alla divisione 1950 vanno confrontati con quelli delle divisioni 1940-1943, tenendo presente che il confronto, pur sempre indicativo, è solo in parte basato su dati omogenei e andrebbe integrato con gli organi logistici - peraltro variabili e comunque scarsi - che operano a favore della divisione (o ad essa possono essere decentrati) ai livelli di corpo d'armata e armala (organi sanitari, panettieri, trasporti ecc.). Si deve anche tenere conto che, come si è potuto constatare nell'esame degli organi logistici della guerra, i pur modesti obiettivi di motorizzazione e armamento pesante previsti dagli ordinamenti e le relative dotazioni ben raramente vengono raggiunti durante la guerra: di questo fatto bisogna tenere conto prima di giudicare soluzioni che se pienamente attuate avrebbero certamente fornito risultati migliori (questo vale anche per la divisione 1950, il cui organico di pace di automezzi raramente è stato raggiunto).
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
f. La divisione di fanteria edizione 1955: analogie e differenze Nel 1955, cioè nello stesso anno de Il' uscita della pubblicazione 6300, la divisione di fanteria viene riordinala con un ulteriore aumento dei mezzi di fuoco e di trasporto, l'adozione definitiva della formazione ternaria (cioè su 3 reggimenti di fanteria) e le artiglierie riunite in un solo reggimento. Sono eliminate numerose armi della 2° guerra mondiale (fucile Enfield, moschetto 91, lanciarazzi da 60, lanciabombe Piat., mortaio da 45 mm, cannone da 88/27) e sono introdotti i pezzi USA da 105/22 e 155/23, i mortai USA di calibro maggiore (da 60 e da 107 mm) e soprattutto i cannoni controcarri senza rinculo da 57 /21 e da 75, triplicando anche i lanciarazzi controcarri (da 88 e non più da 60). Gli organi esecutivi dei Servizi al livello di divisione presentano rispetto al 1950 alcune novità, derivanti dai criteri introdotti con la Pub. 6300 e concernenti principalmente le attività sul personale: - gli ospedali da campo sono diminuiti da 2 a I (sempre con capacità di 50 - 70 posti letto), probabile riflesso dei nuovi criteri per lo sgombero introdotti dalla Pub. 6300, che prevede 4 zone di sgombero (3 nel 1940) e la cura al li vello di divisione e corpo d'armata solo dei feriti e ammalati intrasportabili o abbisognevoli di intervento chirurgico immediato, mentre anche gli abbisognevoli di intervento chirurgico urgente (cioè entro 6 ore) sono sgomberati a tergo; - per contro, alla sezione sanità viene aggiunto un nucleo rianimazione e trasfusione; - viene costituita la sezione vestiario lavanderia bagni, organo logistico di un certo peso ( 4 ufficiali, 8 sottufficiali, 88 militari di truppa, 12 automezzi, 9 rimorchi) che risponde a un criterio di specializzazione e di decentramento, quindi di tempestività d'intervento, per queste attività così importanti per il benessere e l'igiene del personale, da sempre trascurato nell'esercito italiano e affidate al raccordo diretto reggimento o corpo/armata, raccordo estremamente difficile da realizzare in operazioni.3 2 Gli organi logistici tipici della divisione 1950 non subiscono modifiche di rilievo, con tendenza tuttavia all'aumento del personale e degli automezzi, che specie per le sezioni di sanità e sussistenza deriva dall'esigenza di assicurare il sostegno logistico a un maggior numero di uomini, suddividendosi in tre nuclei. Rimangono invece invariati, nonostante l'incremento dei pesi logistici delle dotazioni di 2" linea dovuti ai più potenti mezzi di fuoco, il reparto trasporti della divisione e la compagnia mista Servizi. E', questo, il più serio limite della divisione 1955 (rispetto alle 20 autoambulanze della divisione motorizzata 1941, molto meno numerosa, sono comunque scarse anche le 27 autoambulanze).
32 Cfr. Pub. MG n. 5528 Istruzion e per l'impiego della sezione vesliario, lavanderia e bagni, Roma, 1962.
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li reggimento di fanteria 1955 ha 144 U., 297 SU., 3198 Tr., 163 f.mitr., 30 mitr., 26 mitr. e/a, 27 mo. 60, 27 mo. 81 , 6 mo. I07, 6 cn. 57/50, 27 cn.sr. da 57/21, 12 cn.sr. da 75/23 , 203 automezzi, 124 carrette cingolate o AR, 63 rimorchi. Rispetto al reggimento 1950, quindi, aumentano il personale (del 37%), i fucili mitragliatori e mitragliatrici (del 15%), i mortai pesanti (da O a 6), i cannoni controcarri (del 750%), gli automezzi e carrette cingolate (del 15,5%) e i rimorchi (del 300%). E poichè il personale aumenta più degli automezzi, ne risulta lievemente peggiorato rispetto al 1950 il rapporto automezzi/uomini (da 10,5 a 11,1), che peraltro va corretto con la disponibilità molto superiore di rimorchi: soluzione, questa, che dovrebbe compensare anche il notevole aumento delle dotazioni di 1" linea. La divisione 1955 risulta, nel complesso, assai pesante: 18287 uomini, 2138 automezzi, 617 rimorchi e 55 carri in totale, dei quali 1565 uomini, 321 automezzi e 46 rimorchi appartenenti ai Servizi divisionali. Rispetto alla divisione 1950 il rapporto automezzi/personale peggiora (da 1 automezzo ogni 7,2 uomini a un automezzo ogni 8,5), mentre rispetto al totale i Servizi incidono per 1'8,5 % del personale (9,9% nella divisione 1950) e per il 15 % degli automezzi (19,6% nel 1950). Si nota anche una diminuzione dei carri armati (da 83 a 55) e un notevole aumento dei rimorchi (da 328 a 617). Se ne deduce che rispetto alla divisione 1950 la divisione 1955, più numerosa, risulta sostanzialmente sotto dimensionata nel campo dei Servizi e specialmente dei trasporti, anche se si deve tener conto de11'espediente del raddoppio dei rimorchi .
7. Conclusione: aspetti positivi e ruolo della Pub. 6300. Limiti degli ordinamenti La nuova normativa della Pub. 6300 va giudicata come un'evoluzione prudente ed equilibrata della dottrina del 1940. Essa prende buona nota degli ammaestramenti della guerra passata senza perdere di vista le peculiarità della situazione italiana, a cominciare dall'ambiente naturale (che già condizionava la logistica del 1940) e dalla strategia difensiva (nuovo fattore di base, con importanti riflessi logistici) . Con la 6300 l'obiettivo (mancato nel 1940) della motorizzazione integrale dei Servizi, delle armi di reparto e delle dotazioni è finalmente raggiunto. Il suo aspetto più nuovo e apprezzabile è la rinuncia al mito della "leggerezza" e l' assegnazione ai livelli di divisione e di battaglione/gruppo di un ruolo logistico paritario rispetto alle unità di ordine s uperiore (rispettivamente, corpo d' armata e reggimento, ai quali rimangono solo funzioni di concorso, coordinamento e controllo). L'ordinamento 1955 della divisione recepisce sostanzialmente queste esigenze, anche se i trasporti divisionali risultano sottodimensionati e il battaglione è ancora lungi dall 'aver acquistato una fisionomia logistica corrispondente al suo nuovo ruolo tattico: ancora una volta si fanno evidentemente sentire esigenze derivanti dalla ùispuuibililà effelli-
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
va di personale specializzato, mezzi e materiali. Non si può imputare alla 6300 di non prendere in esame l'ambiente operativo nucleare, per la semplice ragione che, come si è visto, nel 1955 non è ancora stata emanata (nè in Italia nè in altri Paesi) una dottrina tattica che tenga conto dell'arma nucleare, dottrina dalla quale quella logistica dovrebbe derivare. D'altro canto, attendere l'emanazione della nuova dottrina tattica significava non prendere atto nemmeno dei mutamenti logistici (e ordinativi in genere) intervenuti durante la guerra e nell'immediato dopoguerra, mutamenti di un peso tale da non poter più essere ignorati in sede dottrinale. Almeno a prima vista, l'unico limite della 6300 potrebbe essere quello di non prendere atto della logistica integrale, che richiederebbe un quadro interforze, e di limitare come sempre (si vedano le Norme del 1932 e 1940) la trattazione ai Servizi di campagna, tralasciando i Servizi territoriali che ne sono la base. L'unico accenno ad una logistica interforze è, in effetti, il seguente (para. 7): in particolari condizioni di situazione e di ambiente i Servizi dell'esercito possono esse re chiamati a fornire appoggio ad unità di altre FF.AA .. In tali casi, le esigenze delle altre FF.AA vengono vagliale dai Comandi ed enti responsabili unitamente a quelli delle unità dell'esercito e soddisfatte, nei limiti delle possibilità, con quello spirito di fattiva collaborazione che caratterizza i rapporti tra le FF.AA . ai fini del raggiungimento dello scopo comune.
Lo spirito di collaborazione non basta, occorrono norme chiare. Ma questo è un vero limite? Se si volge lo sguardo al contesto generale politico -militare italiano degli anni Cinquanta, si deve ammettere che quelle della 6300 sono piuttosto omissioni obbligate e inevitabili, perchè derivanti da stati di fatto creati da ragioni di politica interna e dalla perdurante separatezza tra forze armate. Per queste ragioni la 6300 va ritenuta la pubblicazione dottrinale logistica più realistica ed equilibrata comparsa fino a quel momento, il che non è un piccolo pregio.
CAPITOLO X
VERSO LA LOGISTICA PER FUNZIONI: L ' EVOLUZIONE DELLA DOTTRINA LOGISTICA DAL 1956AL 1981
I • Generalità Il periodo dal 1955 ai primi anni 80 vede mutare con frequenza il quadro strategico di riferimento. Rimangono però costanti due fattori che hanno grande influenza sulla regolamentazione logistica e sugli ordinamenti in genere: l'identificazione del ruolo preminente dell'esercito nella difesa del confine di nord-est e la scarsità di risorse in rapporto alla missione da compiere e al numero di Grandi Unità costituite. Accanto ali' evoluzione della regolamentazione tattico-strategica va considerata anche la ristrutturazione del 1975, quale svolta (o meglio tentativo di svolta) che prescindendo dal quadro dottrinale intenderebbe ridurre le forze operative (e in particolare la fanteria) migliorandone però la qualità, motorizzando o meccanizzando interamente la fanteria stessa e assegnando alla brigata - e non più alla divisione - il ruolo di G.U. elementare fondamentale e tipica. La dottrina tattico-strategica si riassume in una serie di tappe, che alla resa dei conti condizionano l'evoluzione della dottrina logistica meno di quanto possa sembrare: - Pub. SME n. 5373 (600 s.d.) Memoria sull'azione difensiva in terreni di pianura e collinosi con impiego di armi atomiche - Ed. 1958, che prevede un impiego ancor limitato di armi atomiche in campo tattico c si fonda sulla bivalenza, indicando cioè procedimenti validi anche in operazioni convenzionali. Elemento caratteristico della difesa è il caposaldo di battaglione a struttura nucleare; - Pub. SME n. 5564 (700 s.d.) Impiego delle G. U. complesse ed. 1963, che in un quadro di larga disponibilità di armi nucleari sostituisce al concetto di bivalenza quello di duttilità e polivalenza dello strumento bellico, esaltando di conseguenza il ruolo delle unità corazzate e meccanizzate come quelle che assicurano la maggiore flessibilità e protezione, e prevedendo capisaldi di compagnia e non più di battaglione; - Pub. SME n. 5935 (800 s.d.) Direttive per l'impiego delle G. U. complesse - Ed. 1970, che ritiene improbabile un ricorso generalizzato alle armi nucleari, rivaluta di conseguenza le forze convenzionali e tiene in particolare considerazione - diversamente dalla 700 - le esigenze del teatro operativo nazionale, prevedendo un impiego limitato, seletLivu e bilaterale ùdk armi uudcari;
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La logistica dell'esercito - Vol. N
- Pub. SME n. 6176 (900 s.d.) Memoria sull'impiego delle Grandi Unità - Voi. I Le operazioni difensive - Ed. 1977, che dando maggior credito alle guerre limitate e ai conflitti locali mantiene sostanzialmente invariato il quadro operativo della precedente Pub. 800 e conferma la prospettiva d'impiego limitato, selettivo, bilaterale delle armi nucleari, adeguando i procedimenti d'impiego alla nuova fisionomia organica assunta dall'esercito dopo la ristrutturazione del 1975 (non è la prima volta che non si segue - per ragioni contingenti - il processo inverso). li ruolo assegnato alla logistica nella regolamentazione del dopoguerra tende a superare i concetti validi fino al 1940. Mentre la Pub. 600 non vi accenna, la Pub. 700 ribadisce il peso determinante del fattore logistico, specie al livello di armata: · attività tattiche e logistiche devono essere slretlamente connesse e interdipendenti. Soprattutto al livello di armata, la logistica più che mai condiz.iona la tattica: - in sede concettuale, perché determina le possibilità di vita, di movimento e di combattimento; - in sede organizzativa, perché la messa a punto dell'apparato logistico precede, di norma, nel tempo l'inizio della battaglia; - in sede di condolla, pcr<:ùi, senza alimentazione adeguata ogni azione è destinata ad esaurirsi. I
Anche la Pub. 800 si sofferma sul rapporto tra fattore logistico e fattore operativo, assegna la prevalenza al primo e - per la prima volta non ammette alcuna distinzione o separazione tra problema logistico e problema operativo: indipendentemente dalla forma delle operazioni e dal livello delle unità, l'esito favore vole della manovra è subordinato al fattore logistico, che incide in misura determinante sulle possibilità d 'azione delle forze. Il problema logistico costituisce parte integrante del problema operativo, nel cui quadro va impostato, analizzato e risolto, pena l'insuccesso dell'azione. Esso postula una soluzione che garantisca, inizialmente un'organizzazione di supporto aderente alla concezione strategica o tattica e, successivamente il progressivo adeguamento all'evolvere della situaz ione.2
A sua volta la Pub. 900 conferma le precedenti affermazioni e ricorda che il problema logistico deve essere affrontato e risolto fin dal tempo di pace: Le operazioni offensive e difensive non possono prescindere da un potenz iale logistico opportunamente predisposto e commisurato agli scopi da conseguire. n problema operativo è inscindibile nei suoi aspetti tattico e logistico e deve essere impostato, analizzato e risolto entro i limiti delle possibilità logistiche. L'aspetto logistico deve trovare soluzione fin dal tempo di pace, alla base dell'ipotesi operativa più onerosa e della necessità di fronteggiare ogni evoluzione della situazione [nostra sottolineatura - N.d.a.J. Presup-
1 2
Pub. SME 700, para. 64. Pub. SME 800, para. 12.
X - Evoluzione della dottrina logistica ( 1956-/98/)
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pone la disponibilità di organi logistici cui sia stata conferita, con ordinamenti a livelli di efficienza appropriati e con opportuni schiemmenti, la capacità di: - assicurare all'emergenza, con i minori adeguamenti possibili, l'alimentazione iniziale delle forze operanti; - adeguare in seguito le proprie possibilità di sostegno al prevedibile dilatarsi delle esigenze.3
Queste prese di posizione testimoniano la profonda differenza tra l'ottica dell'anteguerra e quella del dopoguerra. Le Direttive per l'impiego delle G. U. del 1935 (vds. Introduzione) riconoscevano alla logistica un ruolo paritario rispetto alla strategia e tattica, che era già un progresso se si tiene conto che, all'inizio del secolo XX e fino al 1915, vigevano (non solo in Italia) i motti I' lntendence .mivra e 1 Servizi sono fatti per servire, cioè non devono creare troppi vincoli alla strategia, devo~o "arrangiarsi", perché il concetto strategico e operativo prevale su tut~o. come ai tempi di Napoleone. i Popo il 1945, non solo la dottrina tattico-strategica è concorde nelÌ~ammettere che il problema operativo deve essere impostato e risolto entrò i limiti delle possibilità logistiche (che dunque sono la base da cui partiée) ma pretende anche - per la prima volta - un'accurata preparazione · fin dal tempo di pace, in modo che l ' organizzazione logistica (cosa mai avvenuta) sia veramente in grado di assicurare fin dal primo momento dell ' emergenza l'alimentazione delle forze operanti. Nel concreto, ciò significa niente più organi logistici da mobilitare magari dopo le truppe, ma organi logistici già impiantati fin dall'inizio almeno nelle componenti essenziali e in grado di funzionare ad ogni livello, senza attendere misure di mobilitazione che - come è avvenuto nel 1940 possono anche non essere dichiarate, o comunque essere tardive rispetto alla domanda immediata di organi logistici ben funzionanti e in grado di far subito fronte alle esigenze elementari di vita e combattimento delle unità destinate ad entrare subito in azione. Ciò premesso, gli ordinamenti che conseguono all'evoluzione del quadro tattico - strategico di riferimento si riassumono - per quanto di interes se logistico - in tre caratteristiche: - progressivo incremento della motorizzazione e meccanizzazione della fanteria, completata solo nel 1975 non tanto per ragioni dottrinali (già la Pub. 600 precisava che "la reattività della difesa deve poggiare prevalentemente sul binomio armi atomiche - unità corazzate") 4 ma per la solita scarsità di risorse; - tendenza a realizzare gradualmente un'organizzazione logistica per funzioni, estendendo la costituzione di organi esecutivi a carattere ~isto già iniziata con la Pub. 6300 (reparti R.R.R.) fino a costituire definitivamente, nel 1975, il battaglione logistico al livello di G.U. elementare e complessa;
3 Pub. SME 900, para. 11. 4 Pub. SME 600, para. 29.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
- mantenimento del quadro generale della Pub. 6300, con adeguamenti peraltro significativi richiesti da11'ambiente nucleare, dal conferimento sia pur parziale al livello di battaglione/gruppo della fisionomia logistico-amministrativa prima prevista per il livello di reggimento/corpo, e da11'estensione alle unità di fanteria meccanizzate e corazzate - come già era stato fatto nel dopoguerra per quelle alpine - del modulo di brigata come G.U. elementare tipica, con funzioni di 2° grado della catena logistica (1975). 2. Nuove voci logistiche del "Nomenclatore" 1956 Nel 1956 viene emanata la Pub. SME o. 521 I Nomenclatore organico - tattico - logistico, che abroga l'analogo nomenclatore del 1951 e contiene talune voci logistiche non contemplate nella Pub. 6300 e/o nel precedente nomenclatore 1951. Essa fornisce inoltre, una precisa definizione di Intendenza generale (I.G.): organo logistico centrale che ha per principali attribuzioni: - organizzare e disciplinare la produzione nel territorio nazionale in concorso con altri Enti dell'Amministrazione dello Stato; - raccogliere i materiali di produzione nazionale ed estera; - alimentare le Forze Armate nella Zona territoriale e nelle Zone delle operazioni; - provvedere a sgomberi, riparazioni , recuperi; - assicurare il rendimento delle comunicazioni della Zona territoriale.
Tra le nuove voci più significative, citiamo: - per tutti i Servizi: la giornata di rifornimento, "quantitativo di rifornimenti giornalieri adottato quale misura nella valutazione del consumo medio giornaliero di materiali di varia specie. Tale misura può essere espressa in termini di: Kg di rifornimenti per uomo al giorno, colpi per arma al giorno, ecc .. Di norma, la giornata di rifornimento si riferisce alla media dei consumi nel1'ambito di un teatro d'operazioni e non alla media dei consumi de1le singole unità", e il materiale critico, "materiali essenziali, di disponibilità limitata o prevista tale": - condizionaménto (di un ferito): "complesso di pratiche medico-chirurgiche (trasfusione, rianimazione, medicazione, immobilizzazione) effettuate su di un ferito grave intrasportabile, per metterlo in condizione di essere sgomberato, ovvero sottoposto a importante intervento chirurgico"; - centro ospedaliero, "concentrazione funzionale in zona adatta di formazioni sanitarie di tipo e numero diverso" e centro chirurgico avanzato, "complesso di formazioni sanitarie di cura (ospedale da campo, nucleo chirurgico e autoambulanza radiologica) impiantato nella Zo.Pri.S. a cura dei Comandi di G.U. di 1" schiera per interventi d'urgenza sui feriti gravi intrasportabili"; - politica di sgombero feriti e malati di competenza del Comando, "direttiva fissata di volta in volta che definisce i criteri di base da seguire per lo sgombero dei feriti e ammalati dalla Zo.S.1. al1a Zo.T., sulla base dei tempi ùi presumibile recupero espressi in giorni";
X - Evoluzione della dottrina logistica (1956-1981)
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Riflesso dell'introduzione della giornata di rifornimento, non compare più l'UNCEL (unità di misura cel.) e in sua sostituzione si adotta la giornata carburanti e lubrificanti (GIO.CEL), "unità di misura convenzionale carburanti e lubrificanti, corrispondente al consumo medio di un mezzo di trasporto e combattimento per un percorso di 50 Km." (per inciso, non compare più nemmeno l'UNFOC per il Servizio Armi e Munizioni, ma non viene indicata un'altra unità di misura); Per il Servizio motorizzazione viene introdotta l'UNRIC, "unità di misura convenzionale di ricambi necessari per la riparazione degli autoveicoli". Si distingue in: - UNRIC di 1 ° grado: "quantitativo di ricambi necessario per le riparazioni di 1° grado per 3 giorni e per 20 autoveicoli"; - UNRIC di 2° grado: "quantitativo di ricambi necessari per le riparazioni di 2° grado per 3 giorni e per 100 autoveicoli". Sono inoltre previste le serie di esercizio: "quantitativo di ricambi necessario per le riparazioni di 3° grado per 1 mese e per 100 autoveicoli", e le serie per revisione generale: "quantitativo di ricambi necessario per le riparazioni di 4° grado e per un numero di autoveicoli variabile da 1O a 100".
3. La dottrina Logistica in ambiente nucleare (Pub. SME n 630 - 1957) Nel febbraio 1957, cioè a distanza di due anni dal1a Pub. 6300, viene emanata la Pub. SME n. 5377 (630 s.d.) Memoria orientativa sui riflessi logistici dell'impiego dell'arma atomica. Pur precedendo di un anno la Pub. 600, la nuova pubblicazione può già tenere conto dell'evoluzione tattica e ordinativa conseguente all'impiego dell'arma nucleare sul campo di battaglia, le cui modalità sono delineate - a premessa di una sperimentazione pratica non ancora conclusa nel febbraio 1957 - con la Circ. SME n. 600/S del I 956 . In aderenza alla predetta circolare, la Pub. 630 indica i criteri e procedimenti che devono essere adottati per assicurare sia in difensiva che in offensiva l'efficienza e la funzionalità dell'apparato logistico, conservando tuttavia - per quanto possibile - il quadro dottrinale di base della Pub. 6300. Sul piano generale, l'impiego dell'arma atomica accresce notevolmente le difficoltà di funzionamento dei Servizi e gli oneri logistici. La nuova arma esaspera i problemi già creati dall'impiego del mezzo aereo e dalla guerriglia, accentuando la vulnerabilità dell'intera organizzazione e imponendo maggiori consumi a fronte di una prevedibile riduzione de11e risorse disponibili, provocata dal probabile concentramento iniziale dell'offesa atomica su obiettivi strategici e sulle fonti arretrate di alimentazione. È necessario fronteggiare anche maggiori esigenze di intervento logistico a favore della popolazione civile, a causa delle ingenti distruzioni di impianti e servizi, di movimenti disordinati di profughi ecc ..
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La logistica de/l'esercito - Vol. TV
Per fronteggiare un'offesa così articolata e nuova, si applicano all'organizzazione logistica i principi: - della sicurezza, ottenuta con il diradamento delle formazioni, il frazionamento delle risorse e la ricerca della protezione passiva del personale e del materiale (incavernamento, interramento, occultamento, mascheramento); - della flessibilità, intesa come elasticità organizzativa, articolabilità delle formazioni e degli stabilimenti, intercambiabilità dei vari organi; - della mobilità, ottenuta assegnando alle unità dei Servizi un numero di mezzi di trasporto tale da consentirne la completa autonomia di movimento, diminuendo il peso logistico di talune di esse (con particolare riguardo agli organi di riparazione e conseguenti attrezzature e dotazioni), rivedendo le dotazioni in modo da eliminare i pesi superflui, assegnando ai Comandi logistici e agli organi direttivi dei Servizi le attrezzature campali necessarie per consentirne il funzionamento in ogni luogo e in ogni circostanza; - della manovra (che richiede riserve, mezzi delle trasmissioni, Comandi alternati e opportunamente articolati, ecc.). La realizzazione di questi principi richiede - anche in relazione alla necessità di contemperare il diradamento con le maggiori esigenze di sicurezza contro le offese terrestri - la costituzione di un numero notevole di complessi logistici opportunamente scaglionati sulla fronte e in profondità, composti da aliquote di tutti i Servizi essenziali. Sulla base di questa esigenza, con la Pub. 630 il centro logistico, al quale già accennavano - solo per il livello di Intendenza - la Circ. 6000/Serv. e la Pub. 6300, diventa la struttura portante dell 'organizzazione logistica nucleare sia nella zona territoriale che nella zona delle operazioni,.fino ai livelli di divisione/brigata compresi. Esso mantiene sostanzialmente la fisionomia che già indicava la Pub. 6300, e viene definito come elemento fondamentale dell'organizzazione log istica(... ) costituito dal raggruppamento di aliquote di più Servizi con il compito di sostegno logistico, possib.ilmcnte comple to, a favore di determinate unità o complessi di forze. E' posto sotto unico comando ai fini della protezione, della difesa e della disciplina.5
Ciascun centro logistico ha un compito normale e uno o più eventuali; alcuni di essi possono avere anche funzioni di riserva. I centri logistici hanno estensione e peso logistico diverso, a seconda del compito, delle esigenze della situazione e della prevedibile offesa nemica. In aderenza al criterio di alleggerire il più possibile le formazioni logisti che avanzate per sottrarle al pericolo di profonde penetrazioni e aggiramenti verticali da parte dell'avversario, i centri logistici della Z.A.S.I., relativamente numerosi e dislocati su due o più ordini, hanno caratte-
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Pub. SME n. 5514 Nomenclatore organico-tattico-logistico ed. 1962, p. 51.
X - Evoluzione della dottrina logi:.·tica ( 1956-1981)
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risticbe di accentuata snellezza e mobilità, con funzioni essenzialmente di distribuzione e scorte limitate a 2-4 giorni; quelli della Z.Ar.S.J. hanno funzione di volano, estensione e peso maggiore e mobilità inferiore, con scorte di 6-3 giorni ciascuno. Un centro logistico dispone sempre di organi sanitari per il primo soccorso, elementi per l'organizzazione degli itinerari e la disciplina del movimento, unità antincendio dislocate all'interno o nelle vicinanze. Sulla sua dislocazione influiscono il compito, la natura e copertura del terreno, le vie di comunicazione, la distanza delle unità da rifornire (non superiore a mezza tappa automobilistica). 6 La zona dei Servizi di prima schiera (Zo.Pri.S.) e la zona dei Servizi d'Intendenza (Zo.S.I.) acquistano maggiore profondità, con un'organizzazione settoriale a scacchiera dove si alternano dislocazioni di truppe e dislocazioni dei Servizi. In particolare, la zona territoriale torna a distinguersi in zana delle comunicazioni (dove sono dislocati i principali fasci di comunicazione, le principali infrastrutture territoriali di rifornimento e sgombero e l'organizzazione di base per il sostegno logistico dell'esercito di campagna) e zana dell 'interno, costituita dalla res tante parte del territorio nazionale. Nella zona territoriale si possono ugualmeme porre esigenze di sostegno logistico di unità operanti, perché le caratteristiche dei moderni mezzi di lotta e la possibilità di aggiramenti verticali, operazioni anfibie, azioni di guerriglia ecc. possono richiedere l'intervento anche di forze consistenti. Nella Zo.S.I. acquistano particolare rilievo le delegazioni d'Intendenza, costituite in numero superiore al passato, che possono anche essere tenute in riserva. Le zone logistiche - specie nella Z.A.S.I. - sono suddivise in settori di competenza di una delegazione d'Intendenza responsabile del supporto logistico di una G.U. complessa (corpo d'armata, armata), che coordina un certo numero di centri logistici e adegua l'organizzazione logistica alle esigenze della G.U. complessa avente giurisdizione sul settore, mantenendo un continuo contatto con il Comando di tale G.U. e assicurando la migliore saldatura fra l'organizzazione d'Intendenza e l'organizzazione logistica di divisione e corpo d'armata. Il delegato intendente ha una duplice dipendenza: tecnico-funzionale (a carattere permanente) dall' Intendente di scacchiere; di impiego, dal comandante della G.U. complessa avente giurisdizione operativa sul settore. Quest'ultima dipendenza ha carattere temporaneo, e cessa allorchè il settore sul quale la delegazione logistica ba giurisdizione viene assegnato ad altra G.U., oppure quando la delegazione viene impiegata. Rispetto alla Pub. 6300, questa organizzazione dà maggior rilievo
6 Per tappa automobilistica nel 1956 si intende "il percorso che un autoveicolo può effettuare in 24 ore tenendo conto delle esigenze di vita e di riposo del personale e di manutenzione dell'autoveicolo. La sua lunghezza è altrcsl influe nzata da fattori tecnici, operativi, logistici, ambientali" (Pub. SME n. 52 11 Nomenclatore organico - tattico - lo · gistico, Ed. 1956, p. 109).
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
allo scacchiere e minor rilievo all'armata. L'Intendenza si affianca normalmente al Comando di scacchiere e non al livello di armata: a quest'ultimo livello (o al livello di corpo d' armata) è prevista la delegazione d ' Intendenza. L'armata dispone di un' Intendenza solo quando agisce isolata, mentre la delegazione d'Intendenza si affianca al Comando di corpo d'armata o divisione. Anche le moda}jtà per la costituzione degli organi di comando logistico acquistano, finalmente, il dovuto rilievo: le Intendenze territoriali devono assumere un'organizzazione di pace aderente aJle più probabili ipotesi operative, in modo da essere in grado, all'emergenza, di trasformarsi agevolmente e rapidamente in Intendenze di ~cacchiere e di organizzare la Z.Ar.S.I. sulla base di una pianificazione già predisposta. Il ruolo logistico dei livelli ordinativi inferiori all'armata (corpo d ' armata, cioè G. U. complessa; divisione o brigata, cioè G.U. elementare; reggimento; battaglione) ri sulta confermato, con accentuazione dell'autonomia logistica del battaglione e della divisione. Il corpo d 'armata conserva la sua fisionomia di G.U. a composizione variabile svincolata da oneri logistici, ad eccezione delle attività di 2° grado a favore delle truppe e Servizi alle dirette dipendenze e delle funzioni di concorso (nel campo dei trasporti) e di controllo nei confronti delle divisioni e brigate che ne fanno parte. La divisione potenzia la branca rifornimento dei materiali essenziali (munizioni, carburanti, mine, viveri) e al contrario alleggerisce la branca riparazioni, tendendo a trasferire le riparazioni di 2° grado al livello superiore in modo da assorbire le accresciute esigenze di I grado. I Servizi divisionali si articolano normalmente in tre centri logistici tendenzialmente identici e corrispondenti ai tre com plessi di forze nelle quali la G.U. normalmente si articola in operazioni, dei quali due in posi zione avanzata e uno in posizione arretrata. In ciascun centro, oltre ai normali posti di distribuzione sono dislocate dotazioni miste su ruote di taluni materiali, decentrabili ad autocarri interi, éhe consentono di far fronte ad esigenze improvvise, anche per soccorrere o sostituire parzialmente uno degli altri centri logistici colpito da offes a atomica. In tal modo, si soddisfa al requisito della massima flessibilità e mobilità del dispositivo logistico.7 A titolo di esempio, i quantitativi di materiale in tonnellate e il corrispettivo fabbisogno di mezzi di trasporlo per ciascun tipo di centro logistico nella divisione di pianura (avanzalo, per il sostegno logistico di uno dei due raggruppamenti di ·fanteria; arretrato, per il raggruppamento corazzato di riserva) risultano dal seguente specchio orientativo: O
7 Sull'organizzazione logistica divisionale in ambiente nucleare Cfr., tra l' altro: Panorama logistico 1958 (non firmato, quindi ufficioso), "Rivista Militare" n. 5/1958; V. Cincinnati, Note sul funzionamento dei Servizi nella divisione fanteria, "Rivista Militare.. n. 5/1959; U. All, Note sull'organizzazione e funzionamento dei Servizi divisionali nell'azione difensiva, "Rivista Militare" n. 11/1962.
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X - Evoluzione della dottrina logistica (1956-1981)
Munizioni per (t)
UNITÀ
"' ·e ~
~
·5"'
~
-~
-~
Materiale genio (t) Carburanti e di raffor- lubrifiu e ·e zamcnto canti (1)
Totale
I.
fabbisogno autom. medi
- C.L avanzato per rgptt. di f. (su 3 blg.f.; I gr. a. camp.: aliquote unità minori)
6(1)
9
-
20(2)
16(4)
9 (5)
60
20
- C.L. arretrato per rgpt. cor.
1(1)
9
6
15 (3)
4 (4)
25 (5)
60
20
(su I bgt.f.; I btg. carri; I gr.a.smv.; aliquote unità minori) (I)- anni individuali: 5% - fucili mitragliatori e mitragliatrici: 25% - mortai: 45% - rimanenti anni: 25%; (2) - 1600 mine a.e. e 4000 mine a.u.; (3) - 1200 mine a.e. e 3000 mine a.u.; (4)- 4 unità Al per ogni btg. f. o gr. a. camp.; (5) - I gio. ccl per tuni i mezzi in dotazione.
Al livello inferiore alla divisione la tendenza sempre più frequente a operare per gruppi o raggruppamenti tattici a composizione variabi-
le diminuisce ancora l'importanza e l'utilità dell'anello logistico reggimentale, a vantaggio dei livelli superiore (divisione) e inferiore (battaglione)_ In particolare l'ambiente operativo nucleare rende frequentemente necessario per le unità a livello battaglione operare lontano dai centri logistici e in condizioni di temporaneo isolamento. In tal caso, la loro autonomia di base (dotazioni di l" linea) viene incrementata con dotazioni speciali aggiuntive (e relativi mezzi di trasporto) e poiché questo provvedimento non è da ritenersi sufficiente, diventa indispensabile fare anche ricorso a rifornimenti aerei d'emergenza_ L'ambiente nucleare influisce sull'organizzazione e funzionamento dei singoli Servizi, con particolare riguardo ai Servizi di sanità e trasporti _Tn relazione alle prevedibili forti perdite concentrate nel tempo e nello spazio, il Servizio di sanità deve fronteggiare due ordini di problemi: raccolta e sgombero di feriti e ammalati (con relativo aumento delle esigenze di cura, sgombero e ricovero urgente) e decontaminazione_ Oltre all'incremento delle formazioni sanitarie campali in genere, alla costituzione di riserve, al potenziamento dei mezzi di sgombero e all'adeguamento quantitativo e qualitativo delle dotazioni e scorte (con particolare riguardo alle banche del sangue e antibiotici), si rende necessario: a) supplire alle insufficienti possibilità di sgombero e ricovero al livello di G. U. tattiche ( corpo d'armata, divisione, brigata) manovrando i mezzi logistici e predisponendo colonne mobili di soccorso; b) potenziare i mezzi di sgombero con l'incremento degli sgomberi per via aerea (velivoli sanitari e soprattutto eli-ambulanze); c) costituire ai livelli di Intendenza e corpo d'armata sezioni di decontaminazione articolabili in nuclei;
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La logistica de/l'esercito - Voi. IV
d) evitare la costituzione di grossi centri ospedalieri, potenziando i nuclei chirurgici di G.U. e gli organi sanitari al livello di battaglione (due posti medicazione invece di uno). I trasporti in ambiente nucleare accrescono ulteriormente la loro importanza e complessità di funzionamento. Data la loro accentuata vulnerabilità, non è più possibile fare affidamento principalmente sui trasporti per ferrovia e si rende necessario ricorrere alla utilizzazione integrale di tutte le vie di comunicazione terrestri, aeree e fluviali. Di fatto, acquistano un ruolo maggiore i trasporti per via ordinaria e i trasporti aerei. Per i primi esiste anzitutto un problema quantitativo, legato alle maggiori esigenze di automezzi. Ne consegue che nonostante gli sforzi per incrementare gli automezzi militari disponibili, fin dal tempo di pace diventa di nuovo necessario prevedere - come nell'anteguerra - un largo ricorso alla requisizione di automezzi civili. Per il rçsto, il criterio. fondamentale da adottare è quello di diradare sia i mezzi che le formazioni di movimento costituendo autocolonne molto piccole e articolate, e di sottrarre i mezzi in sosta ali ' esplorazione aerea ricorrendo su larga scala al mascheramento, all'occultamento e alla tecnica d'inganno. 1 trasporti per via aerea acquistano rilievo ancor maggiore. Gli aerei da trasporto sono normalmente impiegati per i trasporti fra la zona territoriale e la zona dei Servizi d'Intendenza, all'interno di quest'ultima e eccezionalmente fino alla zona dei Servizi di 1" schiera, o per aviolanci e aviorifornimenti. Gli elicotteri, non legati a campi di atterraggio, sono impiegati soprattutto a favore delle unità più avanzate e per soddisfare esigenze di assoluta emergenza. L'ambiente nucleare ha riflessi di un certo rilievo anche sul Servizio di commissariato, imponendo - oltre al diradamento e frazionamento degli organi - il ricorso esclusivo ai rifornimenti da tergo, l'impiego su larga scala di prodotti scatolati e di recipienti chiusi per l ' acqua e i prodotti freschi, l'introduzione nelle dotazioni individuali di particolari indumenti protettivi, la riduzione dei tempi di immagazzinamento e di movimentazione dei materiali mediante la standardizzazione dei colli e il largo ricorso ai mezzi meccanici. Per i Servizi delle trasmissioni, materiali del genio e lavori ponti e strade si pongono esigenze prevalentemente quantitative, relative cioè alla maggiore quantità di lavori, impianti e materiali necessari. Per i Servizi armi e munizioni e motorizzazione prevalgono le misure per la protezione passiva dei depositi, da realizzare - oltre che con il diradamento, il frazionamento, il mascheramento ecc. - anche interrando i depositi carburanti e per munizioni nucleari. Le misure relative all'organizzazione logistica in generale e ai singoli Servizi non bastano: bisogna anche predisporre un apposita organizzazione sempre pronta ad entrare in azione per fronteggiare le situazioni di crisi nelle zone che hanno subito l'offesa atomica. Tale organizzazione è denominata 0.E.Z.E.D. (organizzazione di emergenza di zone eccezionalmente danneggiate) cd è definita come
X - Evoluzione della dottrina logistica ( 1956-1981)
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insieme di organi, mezzi e formazioni che hanno lo scopo di assicurare la sopravvivenza dell'organizzazione militare nel suo complesso e l'efficienza operativa delle unità direttamente impegnate nella lotta terrestre, in caso di attacchi atomici, biologici, chimici e convenzionali su vasta scala. Sono compiti dell'O.E.Z.E.D.: - la pianificazione e l'attuazione di provvedimenti diretti a ridurre al minimo i danni dell'offesa nemica; - la raccolta, le prime cure e lo sgombero dei colpiti; - il sollecito ripristino, almeno nelle linee essenziali, dell'efficienza di organi, Enti e unità dell' Esercito di campagna e ddl'organizzazione territoriale e la riattivazione dei sistemi delle trasmissioni; - la riattivazione delle linee di comunicazione di particolare interesse. Le predisposizioni e le misure riguardanti l'O.E.z.e.D. sono raccolte in apposito documento denominato Piano 0.E.Z.E.D .. 8
La O.E.Z.E.D. si basa su tre criteri: 1) suddivisione settoriale in zone di responsabilità affidate a controllori di zona che dispongono di apposito posto controllo O.E.Z.E.D. (l' Intendente, i delegati Intendenti, gli Intendenti territoriali sono i naturali controllori neJle rispettive zone di giurisdizione); 2) pronto impiego di piccole fOTmazioni di soccorso nell'ambito di ciascuna unità e formazione logistica; 3) successivo intervento di formazioni di riserva. All' O.E.Z.E.D. sono particolarmente interessati i Servizi di sanità, commissarialo, A.B.C., lavori ponti e strade e trasporti. Nella zona de11e operazioni la O.E.Z.E.D. costituisce un problema eminentemente operativo, pertanto la sua pianificazione rientra nelle competenze degli organi di comando operativo. Nella zona territoriale essa è pianificata a cura dei Comandi territoriali e si inserisce nell'apposita organizzazione della difesa civile, di competenza dell'autorità politica. Per le nuove modalità organizzative ed esecutive che introduce specie al livello di I O e 2° grado e per la nuova fisionomfa organica delle formazioni dei Servizi che rende necessaria, la nuova Pub. 630 non va vista come un semplice adeguamento della Pub. 6300 in un settore particolare, ma come un suo rifacimento in settori significativi. I principì e le modalità che introduce - dimensionati per il caso peggiore - sopravvivono anche quando le probabilità di impiego dell' arma nucleare diminuiscono (Pub. 800 e 900). Di qui la sua lunga vita: fino a tutti gli anni 70 non sono emanate vere e proprie pubblicazioni dottrinali logistiche, ma solamente delle ciTcolari che ne approfondiscono taluni aspetti, o delle pubblicazioni concernenti singoli Servizi o singole branche di un servizio.
4. Gli adeguamenti e completamenti della dottrina logistica nel 1959 Nel 1959 sono apportati alle norme sancite dalla pub. n. 6300 e 630 taluni ritocchi e completamenti che non ne alterano i criteri ispiratori
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Pub. SME n. 5514 - ed. 1962, p. 157.
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La logistica dell'esercito - Vol. N
ma piuttosto ne sono la conseguenza. Ai 13 servizi della Pub. n. 6300 se ne aggiunge un 14°: il Servizio onoranze caduti in guerra istituito dalla eirc. SME n. L0461 - 0/181545 in data 12 marzo 1959 con il compito di identificare le salme dei caduti, effettuare la loro tumulazione, trasmettere le partecipazioni di morte ai familiari e inviare loro gli oggetti personali, registrare le tombe e curare la manutenzione dei cimiteri di guerra (in precedenza, la tumulazione dei caduti era affidata a drappelli di truppe comandati di volta in volta, e rientrava nelle operazioni di risanamento del campo di battaglia affidate al Servizio di sanità). Più che una diminutio capitis di quest'ultimo Servizio o di altri, l'istituzione del nuovo Servizio va vista come riflesso della maggiore importanza di tutto ciò che attiene alla cura del personale e, al tempo stesso, dell'ambiente operativo nucleare che aumenta le prevedibili perdite. Sono previsti organi esecutivi del Servizio al livello di Intendenza (compagnia onoranze caduti in guerra) e di corpo d ' armata, divisione o brigata (plotoni e squadre onoranze caduti in guerra). L'organizzazione e il funzionamento del Servizio sono definiti nello ST ANAa 2070. Sono previsti tre tipi di tumulazioni. - d'urgenza (1 A FASE), effettuate normalmente sul campo di battaglia ( nella Zo.Rep.) quando non è possibile lo sgombero delle salme a tergo; - provvisorie (2A FASE), in cimiteri provvisori della Zo.Pri.S., quando non è possibile lo sgombero a tergo delle salme; - permanenti (3A fase), effettuate in cimiteri permanenti della Zo.S.J. o della Zo.T .. Normalmente le salme dei caduti sono trasportate ai posti raccolta caduti (P. R. C.) costituiti e gestiti a cura del pl. O.e.a. della a.u., dove si provvede all'identificazione formale delle salme e alla compilazione dell'atto di morte, alla confezione dei sacchetti contenenti gli oggetti personali e all'introduzione delle salme in sacchi impermeabili, al loro sgombero su cimiteri permanenti e alla loro tumulazione provvisoria. Nelle tumulazioni d'urgenza lo stesso comandante del reparto è responsabile della identificazione delle salme, della compilazione dei documenti relativi e dell'inoltro agli organi direttivi della G.U. dei sacchetti contenenti gli oggetti personali dei caduti. Le salme tumulate d'urgenza e/o nei cimiteri provvisori sono successivamente disseppellite e trasportate nei cimiteri permanenti. All'opera del Servizio o.e.a. concorrono altri Servizi, e in particolar modo il Servizio di sanità (per l'emanazione di norme igieniche e i materiali di disinfezione), di commissariato (per i sacchi impermeabili per le salme e i sacchetti per gli oggetti personali) e materiali del genio (per i materiali necessari per le tumulazioni e le eventuali attrezzature meccaniche per scavo). Altre norme a carattere integrativo riguardano la collaborazione (più che cooperazione) tra esercito e aereonautica in una branca di vitale importanza fin dall ' ultima guerra, quale è quella dei trasporti.
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Il Servizio di sanità - come anche quello di commissariato - si presta particolarmente ad assumere dimensioni interforze che peraltro la Pub. n. 6300 non considera, dando solo qualche cenno degli sgomberi per via aerea. Almeno per il Servizio di sanità, il reciproco appoggio tra forze terrestri, marittime e aeree è regolato con la eirc. SME - Servizi n. 12541 - S/154 del 1959, frutto di una serie di riunioni a livello interforze tenute nel 1958. A tale circolare è unita una memoria che regolamenta: - sgombero e cura dei feriti e malati delle forze marittime e aeree; - sgomberi via mare e via aerea; - rifornimento di materiali sanitari per le forze marittime e aeree. La memoria - della quale si fa cenno anche neJl'articolo ufficioso Panorama logistico sulla "Rivista Militare" del giugno 1959 - approfondisce soprattutto il settore degli sgomberi per via aerea, con la costituzione di nuovi organi e l'indicazione dei compiti e delle relazioni tra di essi intercorrenti. A una distanza di circa 20 Km da ciascuna base aerea con possibi1ità di sgombero feriti viene impiantato a cura dei competenti organi direttivi del Servizio di sanità dell'esercito un centro avviamento via aerea (C.A.Y.A.), al quale affluiscono, dai cenlri smistamento d'Intendenza, i feriti e gli ammalati . Il C.A. V .A., oltre a raccogliere i feriti e ammalati dell'esercito da sgomberare per via aerea: - riceve è smista presso gli organi sanitari dell'esercito il personale della base aerea ferito o ammalato, non abbisognevole di sgombero per via aerea; - provvede al ricovero presso l'ospedale da campo che gli viene affiancato dei feriti e ammalati che dopo la partenza dal centro smistamento d'Intendenza si sono aggravati e non sono in grado di affrontare il viaggio per via aerea. I feriti e malati da sgomberare per via aerea sono trasportati a cura del e.A.V.A., dopo aver compilato la documentazione necessaria, ali' infermeria di tappa aerea (I.T.A.), impiantata dal Servizio di sanità dell ' aeronautica in vicinanza della base aerea. L'I.T.A. ha i seguenti compiti: - richiedere al e.A.V.A. - quando sono già stati predisposti gli aerei necessari - l'invio dei feriti e ammalati da sgomberare; - approntare la documentazione necessaria per la ripartizione del carichi sugli aerei; - provvedere all'imbarco sugli aerei dei feriti e ammalati; - trattenere e restituire al e.A.V.A. coloro che non vengono riconosciuti in grado di affrontare il viaggio per via aerea. L'esercito è responsabile dei trasporti fino al C.A.V.A. e fra il e.A.V.A. e l' l.T.A.; l'aeronautica tra l'I.T.A. e gli aerei. Quando non è necessaria la sosta presso l'I.T.A., i feriti e ammalati sono trasportati con le stesse ambulanze dei l'esercito, se possibile, fino agli aerei. 1 feriti e ammalati sgomberati per via aerea al loro arrivo negli aeroporti della zona territoriale sono raccolti a cura dell'aeronautica militare
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nell'I.T.A. della base, dalla quale a cura della competente direzione di sanità territoriale sono smistati sugli organi sanitari dipendenti. Nello stesso anno 1959, a seguito delle prescrizioni di cui ali' Art. 23 della Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949 (che raccomanda la creazione di zone e località sanitarie) sono portati a compimento gli studi in merito, che si erano protratti nel tempo perché richiedevano sia accordi interforze, sia laboriosi accordi con i dicasteri civili interessati diretti ad evitare interferenze o sovrapposizioni tra analoghe organizzazioni militari e civili e a rendere possibile un razionale e coordinato sfruttamento delle risorse locali. Sono così delimitate 15 zone sanitarie, delle quali 12 sono assegnate all'esercito. Nel loro complesso, le zone sanitarie dell'esercito costituiscono all'emergenza la "zona di 4° sgombero" dei feriti e ammalati delle unità operative e della difesa territoriale, conferendo agli ospedali militari territoriali la preminente funzione di organi sanitari di 3° grado per le unità della difesa territoriale. In ciascuna zona è prevista la requisizione di mezzi e attrezzature e sono programmati i necessari acquisti di scorte di medicinali e materiali sanitari. Infine le modalità per l'organizzazione e il funzionamento di un altro importante st:rvizio, quello di commissariato, sono definite nel dettaglio con la Pub. MDE-DGSCA n. 5433 Istituzione per il Servizio di commissariato in guerra- ed. 1959, che abroga le norme del periodo bellico, tiene conto anche dell'ambiente operativo nucleare ed è ancora in vigore negli anni 70.
5. La nuova regolamentazione sulle dotazioni e procedure per il rifornimento munizioni (Pub. SME n . 5369-1958)
Nel 1958 viene diramata la Pub. SME n. 5369 Muniz ioni - dotaz ioni - procedura per il rifornimento, la prima pubblicazione organica del genere perché la materia era stata in precedenza trattata solo con circolari su aspetti parziali. Oltre a fissare le dotazioni di l" linea (suddivise in d'arma e di reparto) e di 2" linea (queste ultime per c iascun tipo di G.U. e di unità di cavalleria, gruppo di artiglieria, ecc.), la pubblicazione indica anche tutti i dati necessari per il trasporto: pesi e volumi di 100 colpi di ciascun tipo di munizioni con imballaggio; totali delle dotazioni di 2" linea per ciascuna G. U.; numero dei colpi e numero di imballaggi per: una tonnellata, un ACL (1,5 t), un ACM (3 t), un ACP (5 t). In aderenza allo STANAG n. 2034, essa fornisce inoltre gli elementi per il calcolo dei fabbisogni e le procedure per il rifornimento munizioni, con indicazione dei relativi documenti. Riprendendo ed estendendo le prescrizioni della Pub. 6300, vi si precisa che il rifornimento munizioni va considerato come responsabilità di comando: ciascun comandante deve provvedere affinché le unità dipendenti dispongano di
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un quantitativo sufficiente di munizioni e dei relativi mezzi di trasporto, e deve tenere sempre informato il Comando superiore della consistenza delle sue dotazioni e delle sue esigenze. La parte più importante della pubblicazione è però quella relativa all'indicazione di nuove unità di misura per il calcolo dei fabbisogni al livello di Intendenza e G.U.: - giornata di rifornimento munizioni (gio. mu.), quantitativo medio giornaliero di munizioni (espresso in numero di colpi/ arma/giorno) fissato dal l'Autorità centrale, ritenuto necessario per condurre operazioni belliche in un teatro operativo; sostituisce l'UNFOC, in vigore già nell'anteguerra.9 Viene usata per la determinazione delle scorte (d'Intendenza generale o dell' Intendenza nord-est) o per la valutazione della consistenza del munizionamento da accantonare presso i magazzini e depositi munizioni d ' Intendenza. E' valida solo per complessi di forze non inferiori ai 150. 000 uomini. Si divide in: gio. mu. A , riferita a tutto il corso di una guerra della durata di più anni; gio. mu. B, riferita al primo anno di guerra; gio. mu. C, riferita ai primi 90 giorni di guerra; 10 - tasso di rifornimento necessario, quantitativo di munizioni espresso in numero di colpi/arma/giorno (o in allru muùo, per le munizioni od artifizi il cui impiego prescinde dall'armamento) ritenuto necessario per consentire a una G: U. o reparto di svolgere la propria atti vi tà operativa, senza restrizioni, per un determinato periodo di tempo. E' usato dai Comandi di G.U. e dai reparti combattenti per determinare a intervalli prestabiliti il fabbisogno di munizioni per le operazioni previste. Viene comunicato al Comando superiore, che a sua volta, sulla base dei tassi di rifornimento necessario segnalati dai Comandi inferiori e dei fattori operativi in suo possesso, determina i propri tassi di rifornimento necessario da comunicare al Comando da cui dipende; 11 - tasso di consumo autorizzato: quantitativo di munizioni, espresso in numero di colpi/arma/giorno (o in altro modo, per le munizioni e artifizi il cui impiego prescinde dall'armamento) e riferito a un determinato periodo di tempo, che un'unità è autorizzata a consumare per quel periodo di tempo. Nell'ambito di ciascun Comando i suoi valori sono diversi a seconda dei compiti e delle condizioni logis tico-operative delle unità dipendenti. Sono perciò fissati, a ciascun livello di comando, entro i limiti dei tassi di consumo autorizzato prescritti dal Comando superiore e tenendo conto dei tassi di rifornimento necessario, delle di-
9 Per UNFOC (unità dj fuoco) si intendeva "Unità dì misura per il munizionamento definita per ciascuna arma o tipo di arma. E' term.ioe convenzionale usato nei calcoli relativi alla consistenza di m agazzini e depositi munizioni e negli ordini per la costituzione di eventuali scorte io previsione di azioni" (Pub. M6-SME o. 498 1 Nomenclatore organico-tattico-logistico - Ed. 1951 , p. 113). 10 Pub. SME n. 55 14 - Ed. 1962, pp. 108-109. 11 ivi, p. 237.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
sponibilità contingenti di munizioni, delle previsioni logistico-operative e dei compiti delle G.U. e reparti dipendenti. 12
6. Le nuove voci logistiche nel "Nomenclatore" 1962 I predetti termini sono riportati anche neJla Pub. SME n. 5514 Nomenclatore organico-tattico logistico ( 1962), che sostituisce il nomenclatore 1956 e contiene anch'essa diverse voci logistiche non menzionate nella regolamentazione precedente.
a. Nuovi termini di carattere generale La pubblicazione 5514 è l'unica del dopoguerra a riportare la voce logistica, definendola "branca dell'arte militare che tratta le attività dirette ad assicurare alle FF.AA. quanto necessario per vivere, muovere e combattere nelle migliori condizioni di efficienza". Numerose levoci riferite all'organizzazione centrale, a cominciare da Intendenza e Intendenza generale, che risultano modificate rispetto alle precedenti del nomenc1atore 1956. L ' Intendenza è semplicemente tale (non più "di scacchiere o d'armata") e ha il compito di coordinare (non più di "disciplinare e organizzare") l'attività e il funzionamento dei Servizi, per soddisfare le esigenze di vita e di azione di uno scacchiere operativo (non più "dello scacchiere o dell'armata"). L'Intendenza generale vede i suoi compiti sostanzialmente ridotti, perché deve: - coordinare, al livello centrale, le attività logistiche dell'esercito [quindi, non ha più il compito di "organizzare e controllare la produzione nel territorio nazionale, in concorso ecc." - N.d.a.J; - raccogliere i materiali di produzione nazionale ed estera [invariato - N.d.a.]; - alimentare le forze dell'esercito di campagna e della difesa inte rna del territorio [non più "le forze armate nella zona territoriale e nella zona de lle operazioni", compilo questo che di conseguenza nel 1956 era esteso a tutte le forze dell'esercito e a tulle le forze armate - N.d.a.J; - assicurare il rendimento delle comunicazioni ne lle zone non comprese negli scac chieri operativi [e non più "della zona territoriale" perché nel nuovo quadro strategico si possono avere anche scacchieri operativi inglobati nella zona territoriale in seguito a sbarchi o azioni di guerriglia - N.d.a.J .
Sempre riguardo agli organi centrali compaiono due importanti nuove voci: comitato tecnico interministeriale dei rifornimenti (di prevista costituzione .alJ'emergenza per determinare natura ed entità dei rifornimenti necessari per esigenze civili e militari) e comitato tecnico interministeriale dei tra:.porti (che coordina la pianificazione dei trasporti
12
ivi.
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in rapporto alle esigenze civili e militari). A fattor comune per tutti i Servizi, il nomenclatore 1962 contiene per la prima volta i termini Servizio logistico (complesso di organi direttivi ed esecutivi specializzati preposti, ai diversi livelli, allo svolgimento delle attività logistiche relative a una determinata esigenza funzionale o a un complesso di esigenze), attività logistiche (attività di approvvigionamento, rifornimento, recupero, sgombero e riparazione, dirette a soddisfare le esigenze di vita e combattimento dell'esercito e suddivise in 4 gradi) e politica di una attività logistica (direttiva di comando che definisce i criteri da seguire nell'organizzazione e svolgimento di una data attività logistica, fissati di volta in volta sulla base della situazione operativa, della disponibilità di mezzi, delle prevedibili perdite e consumi e del tempo disponibile). Anche i termini Servizi di campagna e Servizi territoriali sono riformulati. I Servizi di campagna nel 1962 sono definiti come un complesso di organi e unità che provvede alle attività logistiche di I O , 2° e 3° grado a favore dell'esercito di campagna. I Servizi territoriali sono la base delle attività logistiche dei Servizi di campagna e alimentano direttamente le forze della difesa interna del territorio, mentre nel 1956 li si definiva "a carattere statico" e oltre a costituire base per i Servizi di campagna provvedevano alle esigenze delle unità dislocate nella zona territoriale. Di conseguenza nel 1962 gli organi dei Servizi risultano meno rigidamente legati alla dislocazione delle unità che alimentano (nella zona delle operazioni o nella zona territoriale) e scompare anche - per la prima volta - l'antica separazione tra Servizi d'Intendenza e unità dell'esercito di campagna (con i relativi Servizi), separazione che riaffiora nella definizione del 1956 ed è suffragata da una precisa affermazione della Pub. 6300 (para. 5), affermazione peraltro non del tutto giustificata dal generale contesto e tale da poter indurre in errore, perché attribuisce ai Servizi di campagna la funzione di raccordo tra i Servizi territoriali e le unità di campagna. Da notare anche la comparsa dell'Ordine logistico-amministrativo (STANAG N. 2032), cioè del documento emanato dal comandante, intendente o delegato Intendente e contenente le disposizioni per i Servizi, il personale e gli affari civili, che costituisce paragrafo 4 dell'ordine di operazione e nei Comandi più elevati può essere e manato a parte. Una serie di nuove voci di interesse generale riguarda, infine, i livelli di magazzino dei singoli materiali e i criteri per decidere il loro ripianamento: 13 livello di richiesta (limite di disponibilità, ragguagliato al 75% del livello massimo, raggiunto il quale si rende necessario l' inoltro di una richiesta di rifornimento); livello massimo (massima quantità che può essere immagazzinata in relazione ai prevedibili fabbisogni di
13
Si vedano anche le c ircolari n. 10454 - R (emanata dall'Ufficio Servizi dello
SMb) e n. 622U/6U (emanata dall ' Ufficio del Segretario generale).
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ripianamento dei consumi); livello minimo di sicurezza (minima quantità che deve sempre esistere, raggiunta la quale si inoltra una richiesta straordinaria urgente); livello teorico (autonomia espressa in numero di giorni che deve possedere un determinato organo logistico per fronteggiare i prevedibili consumi); livello pratico di magazzino (quantità di un determinato materiale che deve essere disponibile presso un organo esecutivo, per fronteggiare i consumi reali nel periodo di tempo previsto dal livello teorico. Può essere massimo, di richiesta o minimo); tasso di usura, quantitativo percentuale medio di mezzi e materiali non di consumo, che si prevede abbisognevole di sostituzione o di riparazioni dopo un certo periodo di tempo e per una particolare fase dell'azione in relazione all'uso e alle offese nemiche. E' riferito ai materiali d'impiego, cioè ai materiali che al momento dell ' uso non si consumano (come avviene invece per i viveri, medicinali, ecc.) e non perdono la loro identità come le parti di ricambio, ma conservano la loro identità originale anche durante il periodo nel quale vengono impiegati (come i veicoli, le anni ecc.). Per la codificazione dei materiali la Pub. 55 14 introduce i I Numero Unificato di Codificazione (N.U.C.), definito: " Numero a 13 cifre attribuite a ciascun materiale. E ' costituito: - dal numero di codice di classe (N.C.C.), a quattro cifre, di cui le prime due indicano il gruppo e le altre la classe di appartenenza; - dal numero unificato di nomenclatura (N.U.N.), a nove cifre, di cui le prime due indicano la nazionalità e le rimanenti, in ordine progressivo, la specificazione. Questa definizione tiene conto degli accordi NATO per l' identificazione dei materiali, nei quali si distinguono 5 classi: - classe 1: materiali che sono consumati da personale e/o animali a un tasso pressoché uniforme, indipendentemente dalle condizioni ambientali e/o di combattimento (es.: razioni viveri e foraggi); - classe 11: materiali per i quali la dotazione è prevista dalle tabelle organiche (ad esempio: vestiario, armi e munizioni , attrezzature meccaniche, parti di ricambio, veicoli); - classe III: carburanti e lubrificanti per ogni esigenza, esclusi quelli per aeromobili e lanciafiamme; - classe IV: materiali per i quali non sono previste dotazioni organiche (materiali di rafforzamento, di costruzione, o materiali aggiuntivi identici a quelli di classe II); - classe V: munizioni, esplosivi e agenti chimici di ogni tipo. Anche il termine scorte nel 1962 differisce notevolmente dal 1956, quando si parlava solo di scorte d 'Intendenza, a disposizione dell'Intendenza e custodite nei magazzini e frazioni d ' Intendenza (in questo discostandosi dalla Pub. 6300 - Par. 12 - che prevedeva anche scorte custodite dai Servizi territoriali). Secondo il nomenclatore 1962, le scorte servono per assicurare continuità di alimentazione sia all'esercito di campagna che alle forze per la difesa interna del territorio, e si distinguono in scorte di 3° grado (custodite nei magazzini e frazioni d'In-
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tendenza e depositi regionali, a disposizione delle Intendenze di scacchiere e comandi Regione) e scorte di 4° grado (custodite nei depositi centrali, a disposizione dell'Autorità centrale). A proposito delle scorte, infine, il nomenclatore 1962 modifica la definizione di giornata di rifornimento (1956), precisando che essa è impiegata per il fabbisogno delle scorte.
b. Servizio di sanità
Centro avviamento via aerea, "organo esecutivo dislocato in prossimità di una base aerea per accogliere feriti e ammalati provenienti per via aerea dai centri smistamento d'Intendenza. E' costituito da un nucleo di smistamento e soccorso e da un ospedale da campo". Giornata di materiale sanitario, "unità di misura espressa in Kg/uomo/giorno, riferita alle esigenze di soccorso ai colpiti da offese convenzionali e impiegata per il calcolo delle scorte''.. Zona sanitaria, "area della zona territoriale prescelta e delimitata in base a criteri di protezione dalle offese belliche, nella quale vengono dislocate formazioni sanitarie di tipo e numero diversi per la cura dei feriti e malati recuperabili a lunga scadenza. Il complesso delle zone sani tari e costituisce, di massima, la zona di 4° sgombero" (questa definizione presuppone una diversa articolazione degli organi esecutivi sanitari, derivata dalla Convenzione di Ginevra del 1949).
c. Servizio AB C
Centro di decontaminazione~ organo fondamentale del Servizio avente il compito di effettuare la bonifica NBC di massa a favore delle unità, fornire l'assistenza tecnica per la bonifica che le unità effettuano in proprio, rifornire le unità di materiali per la difesa NBC.
d. Servizio trasporti
Portata logistica di un itinerario: quantità di truppe e mezzi che transitano in determinate condizioni ambientali, in un' ora e per ogni corrente di traffico, per un punto dell'itinerario scelto nel tratto di minor prestazione. 'Zona polmone, zona organizzata in prossimità di uno o più porti, per il temporaneo deposito di rifornimenti che debbono essere sgomberati dall'area portuale e non possono, per insufficienza di capacità di trasporto o per altri motivi, essere subito avviati a destinazione. Classe di un ponte o di un veicolo: numero convenzionale che esprime la relazione tra la forza portante dei ponti (o portiere) e gli effetti prodotti dal transito (od imbarco) dei veicoli su di essi. E' attribuito sia ai ponti (o portiere), sia ai veicoli - dei quali rappn~senta esclusivamente
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la classifica e non la portata od il peso - ed è su di essi indicato mediante apposita segnaletica. Permette la valutazione delle possibilità di transito e di imbarco. Classifica degli itinerari: indicazione sommaria delle caratteristiche di transitabilità di un itinerario mediante una formula convenzionale nella quale sono riportate nell'ordine: larghezza del tratto più stretto, tipo della strada in peggiori condizioni, forza portante dell'itinerario, eventuali ostacoli e fattori limitati vi della viabilità. Classifica delle strade: indicazione dettagliata delle caratteristiche tecnico-costruttive di una strada, mediante una formula convenzionale nella quale sono indicati con simboli unificati nell'ordine, la larghezza, la natura del fondo, i vincoli e l'eventuale esistenza di ostacoli e fattori limitativi della transitabilità della strada. e. Servizio della motorizzazione
Posto manutenzione, "complesso di sole attrezzature per la manutenzione dei materiali del Servizio della motorizzazione. E' gestito dal personale del reparto cui viene temporaneamente distaccato" . Posto riparazione, "elemento incaricato della manutenzione e delle piccole riparazioni ai materiali del Servizio della motorizzazione, intermedio, per potenzialità, fra il posto manutenzione e l'officina leggera. E ' in dotazione, di norma, ai battaglioni e unità corrispondenti", Officina leggera, la cui definizione risulta modificata rispetto al 1951 (vds. capitolo IX) perché "provvede alla manutenzione e alle lavorazioni di 1° grado, di massima, per i materiali dei Servizi armi e munizioni e motorizzazione" (quindi si precisa che non provvede solo alle riparazioni e che svolge attività di 1° grado, mentre non si fa menzione dei materiali del genio) . Altra nuova voce - derivata dalla logistica NATO - è oleodotto campale, «oleodotto avente caratteristiche di notevole leggerezza, facilità di montaggio, semplicità degli impianti ausiliari ». 7. Gli accenni alla logistica nella Circ. SME 10200/221. 82 del 1963
Tenendo conto del nuovo quadro operativo della Pub. 700, che accresce l'importanza delle G.U. corazzate e meccanizzate, nel 1963 il livello di divisione - come meglio si vedrà in seguito - subisce notevoli modifiche, e con la costituzione alle sue dipendenze di brigate corazzate e meccanizzate che svolgono in proprio attività logistiche di 2° grado acquista una fisionomia logistica comparabile a quella prima svolta dal corpo d'armata nei riguardi delle G.U. dipendenti. Nell'ultima parte della Circ. n. 10200/221. 82 in data 15 novembre 1963 Spunti e ammaestramenti tratti dalle esercitazioni estive e dai campi quadrimestrali, lo SME preannuncia che le recenti innovazioni di carattere ordinativo avranno notevoli riflessi in campo logistico, e che di conseguenza "lo SME si è accinto già da tempo alla revisione e alla ridabo-
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razione delle norme in vigore, lavoro oneroso e complesso che richiederà un ancor lungo periodo di studio essendo anche legato alla graduale diramazione del1a dottrina tattica". Rimarranno comunque validi i "pilastri fondamentali" della dottrina logistica in vigore (organizzazione logistica mista - per materia e per funzione ; sistema per il flusso dei rifornimenti; centro logistico; organizzazione di Intendenza e valori indicati dalla Pub. 630 per la profondità delle zone di schieramento dei Servizi di Intendenza). Per l'organizzazione logistica del1e divisioni corazzate e meccanizzate, lo SME accenna alla prossima diramazione di una circolare orientativa: evidentemente le varianti maggiori si avranno a questi livelli. La circolare termina con una constatazione e un ammonimento del capo di SME che non sono certo nuovi ma periodicamente ricorrono a cominciare da fine secolo XIX: riferendomi all'impiego degli organi dei Servizi ai minori livelli, ancora una volta debbo richiamare l'attenzione sul "senso del concreto", che stenta ad affermarsi. La presenza reale. costante ed a volte condizionatrice del problema logistico in ogni atto tattico. non è ancora stata realizzala. In molte esercitazioni tali problemi sono stati o appena sfiorati senza valutarne incidenze ed importanza o troppo semplificati per esigenze di tempo. Ciò è da proscrivere perché può: - ingenerare l'errala e pericolosa convinzione che il problema del rifornimento dei materiali essenziali, combattimento durante, sia trascurabile e facilmente risolvibile; - condurre a una poco realistica valutazione dei tempi dell'azione.
8. La Circ. SME n. 10230/222.20 del 1964
Sempre nel quadro operativo delineato dalla Pub. 700, alla Circ. 10200 del 1969 fa seguito un anno dopo la Circ. SME n. 10. 230/222.20 in data 31 dicembre 1964 Precisazioni sulla dottrina logistica, che non contiene novità concettuali ma riprende, chiarisce e a volte completa la dottrina logistica fino a quel momento in vigore, senza riferimenti specifici alla problematica "interna" de11e G.U. corazzate e meccanizzate e con lo scopo pratico di fornire una guida per la pianificazione operativa e per le esercitazioni. Sintetizziamo gli aspetti di maggior novità e interesse della circolare, che si caratterizza per alcuni elementi: - esame dei riflessi logistici dei principi della duttilità della dottrina e della polivalenza dello strumento bellico tipici della Pub. 700; - definizione delle competenze logistiche nel1a zona territoriale e delle attribuzioni dell'Intendente di scacchiere; - istituzione della nuova figura del vice-Intendente e definizione delle sue attribuzioni e di quelle delle delegazioni d'Intendenza; - cenni sull'organizzazione logistica in offensiva e difensiva e precisazione di alcune funzioni e caratteristiche dei centri logistici. I riflessi de11a nuova dottrina in campo logistico si traducono sostanzialmente nell'esigenza di una maggiore elasticità e flessibilità
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de11'organizzazione, flessibilità peraltro già richiesta anche in precedenza. Infatti (para. 3) in campo logistico la duuilità della dottrina va intesa come possibilità di adottare un complesso di misure per il sostegno dei reparti rispondente all'ambiente topografico, alJ'ambiente operativo ed al tipo di procedimento prescelto. La polivalenza dello strumento si traduce in una configurazione delle unità dei Servizi - nel loro insieme e singolarmente - capace di dare vita all'organizzazione imposta dalle circostanze.
Con la flessibilità del disposilivo logistico si cerca di contenere in limiti ragionevoli la costituzione di scorte, che la previsione di forti perdite di materiali e mezzi spingerebbe ad incrementare al massimo, con conseguente eccessivo appesantimento delle Grandi Unità. La circolare indica una soluzione alternativa, che consiste nel prevedere per le G.U. elementari (divisioni e brigate) dotazioni non inferiori a due giornate di autonomia, e nell'accentuare il ricorso alle dotazioni aggiuntive introdotte dalla Pub. 630, intendendo per tale termine, con una concezione più ampia della definizione della stessa 630 e del nomenclatore 1962, " qualunque aliquota incrementale di munizioni, carburanti, viveri, materiale del genio e sanitario. assegnata a complessi tattici o a G. U. di livello inferiore all'armata allo scopo di elevaqie l'autonomia consentita dalle dotazioni di 1" e 2" linea, in funzione di un determinato compito". Il ruolo della zona territoriale viene meglio definito. Oltre a produrre, ricevere e conservare i mezzi di ogni genere provenienti da fonti produttive nazionali ed estere, deve provvedere all'alimentazione logistica di tutte le forze nazionali ed eventualmente di quelle alleate, e ricevere, curare o riparare personale, quadrupedi e materiali sgomberati dalla zona di combattimento. La sua organizzazione fa capo ali' Autorità Centrale, che si avvale come organi periferici di demoltiplica dei Comandi Militari di Regione. Questi provvedono: - al sostegno logistico delle Grandi Unità, dei reparti ecc. Enti dislocati nell ' ambito della rispettiva giurisdizione; - ad assumere, dietro incarico dell'Autorità centrale, altribuzioni relative ad esigenze di carattere generale dell'esercito, specie per quanto ha tratto all'utilizzazione delle risorse locali. Con queste precisazioni, la circolare 10.230 dà per la prima volta una definizione completa e chiara della zona territoriale (in un senso o nell'altro, le precedenti lasciavano delle zone d'ombra), assegna ai Comandi di Regione Militare (per la prima volta nel dopoguerra introdotti nella catena di comando e controllo dei Servizi) un ruolo assimilabile a quello dei corpi d'armata dell'anteguerra, e non accenna più all'Intendenza generale dell'esercito (e al suo ruolo coordinatore anche nei riguardi dei Servizi territoriali) ma all'Autorità Centrale (cioè, Ministero e/o Stato Maggiore). Non si parla più (come ancora avviene nella 630) di Intendenza d'armata: l'Intendenza viene esclusivumente prevista a livello di scac-
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chiere, in quanto la zona di combattimento comprende uno o più scacchieri operativi nell'ambito dei quali la manovra strategica - e quindi anche la corrispondente organizzazione logistica - viene concepita, organizzata e condotta unitariamente. L'Intendente di scacchiere in relazione al disegno di manovra del comandante, ha le seguenti attribuzioni (precisate per la prima volta in una pubblicazione o circolare del dopoguerra): - impartisce disposizioni in merito a schieramento e manovra degli organi esecutivi; - stabilisce, determinandone la gravitazione, dosamento e ripartizione delle scorte; - indirizza, coordina e controlla l'attività delle delegazioni d ' Intendenza, modificandone all'occorrenza struttura e compiti in relazione agli sviluppi dell ' azione; - emana direttive di carattere generale, e, quando necessario, di carattere particolare intese a coordinare l'attività dei singoli Servizi; - prospetta tempestivamente al comandante di scacchiere le difficoltà di natura logistica insorte o prevedibili che possano ostacolare la condotta dell'azione.
L'Intendente rimane estraneo all'organizzazione delle retrovie (che fa capo ai Comandi di armata e scacchiere), ma limita la sua competenza
territoriale alle zone occupate da complessi logistici. Esercita la sua attività tramite una vice-Intendenza (che funge da organo di sostituzione dell' Intendenza e cura in concreto la pianificazione ed esecuzione dell' O.E.Z.E.D.) e le delegazioni d'Intendenza (D.L) che possono essere avanzate, arretrate o tenute in riserva. Ciascuna delegazione avanzata assicura il sostegno logistico di un'armata o di un corpo d'armata (con giurisdizione su 4 - 8 centri logistici e 2 - 3 centri sanitari) e agisce alle dipendenze d'impiego del comandante della Grande Unità, ferme restando le dipendenze tecnico-amministrative dall' Intendenza. In caso di accentuata compartimentazione del terreno e di una notevole estensione spaziale, oppure di una costituzione particolarmente complessa del Gruppo di armate incaricato di condurre la manovra di scacchiere, la responsabilità dell'alimentazione logistica di ogni delegazione avanzata viene attribuita a una delegazione arretrata, che è incaricata di sovraintendere a 3-5 centri logistici e 1-2 centri sanitari e dipende dall'Intendenza sia per l'impiego che in linea tecnico-amministrativa Il centro sanitario, che come si è visto viene presentato come elemento a sè stante dell'organizzazione logistica, è un nuovo termine introdotto dal nomenclatore 1962, che equivale più o men·o al centro ospedaliero già introdotto dal nomenclatore 1956. La circ. I 0230 lo definisce "un complesso di organi del Servizio di sanità, essenzialmente di ricovero e cura, schierato mettendo in evidenza il simbolo della Croce Rossa e realizzando le condizioni per fruire della immunità prevista dagli accordi internazionali. Il Centro sanitario di Intendenza e di Grande unità è sotto la direzione del più elevato in grado degli ufficiali medici presenti". L 'aspetto più importante e nuovo del centro sanitario è che esso viene frequentemente enucleato dal centro logistico: allo scopo di snellire il centro, ridimensionandolo dal punto di v ista spaziale, occorre considerare la possibilità di riunire gli organi di ricovero e cura in complessi sanitari posti
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in forma palese sotto la protezione dell'immunità garantita al Servizio e dislocati in modo da evitare che la corrente dei rifornimenti e sgomberi li attraversi o passi nelle loro immediate vicinanze. Il provvedimento, di attuazione frequente, consente inoltre un più efficace funzionamento del Servizio di Sanità ed agevola la sostituzione di Ospedali da campo saturi da parte di formazioni di Intendenza.
Nella battaglia offensiva l'organizzazione logistica deve essere completata prima dell'inizio dell'azione di investimento e disarticolazione. La messa a punto dell'organizzazione inizia durante l'azione di ricerca e presa di contatto. Per evitare che il tempo occorrente per l' appuntamento logistico prolunghi la durata dell'organi zzazione dell'attacco, quando possibile lo schieramento di taluni organi (specie in Z.Ar.S.I.) viene completato attacco durante . .L'organizzazione logistica risponde al concetto essenziale di limitare gli spostamenti del dispositivo e di mantenere la continuità del sostegno. Ne conseguono: - uno schieramento dei centri logistici spinto il più a ridosso possibile delle G.U. elementari di 1" schiera, compatibilmente con le esigenze minime di sicurezza; - una progressiva dilatazione in avanti de l dispositivo, senza peraltro compromettere la tempestività dell'alimentazione; - uno spostamento in avanti - per scavalcamenti successivi - dei centri logistici soprattutto al livello di G.U., c il frequente ricorso da parte dell'Intendenza ali' impiego di delegazioni d'Intendenza di riserva; - l' adozione di un ventaglio di provvedimenti diretti ad alleggerire gli oneri delle Grandi Unità incaricate della prosecuzione degli sforzi in profondità e a limitare gli inconvenienti derivanti dalle crisi di spostamento (assegnazione di dotazioni aggiuntive; rifornimenti di materiali essenziali a domicilio, se possibile anche per via aerea; assorbimento da parte del livello superiore delle riparazioni di 2" categoria, e eventualmente anche degli sgomberi). Nella battaglia difensiva è ugualmente da proscrivere ogni rigidità di schieramento, sia perché anche la manovra di arresto (Pub. 700) è contraddistinta da profondità ed elasticità dei dispositivi, sia perché il passaggio da procedimenti di difesa ancorata ad altri di difesa mobile potrebbe imprimere alla battaglia stessa fluttuazioni di notevole portata. Data la superiorità dell'attaccante, Io schieramento del difensore può essere messo a dura prova e spesso compromesso, quindi si accentua la necessità di una O.E.Z.E.D. per il ripristino, nelle linee essenziali, dell'apparato sconvolto. Nella battaglia difensiva impostata sulla manovra d'arresto, la messa a punto dell'organizzazione logistica nella Zo.Pri.S. deve essere contenuta nel tempo disponibile per l'organizzazione della posizione difensiva. Le delegazioni di Intendenza avanzate e soprattutto i complessi logistici della Z .Ar.S.I. possono completare la loro messa a punto anche dopo l' inizio dell'attacco. La soluzione del problema logistico risponde, anzitutto, all'esigenza di superare le difficoltà connesse con
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la contrazione di spazio causata dalla presumibile penetrazione de1le forze nemiche nella Zona di arresto. Di conseguenza, l'organizzazione logistica è caratterizzata da: - un dispositivo inizialmente esteso in profondità e sufficientemente diradato; - un arretramento dell'organizzazione logistica dei corpi d'armata in 1" schiera, nell'eventualità che la conclusione della battaglia debba essere ricercata nella fascia di manovra (cioè a tergo della posizione di resistenza e combinando in profondità il procedimento della difesa ancorata con quello della difesa mobile). L'arretramento può spingersi sino alla zona delle retrovie d'armata, e pertanto è consigliabile lasciare in una fascia avanzata della Z.A.S .I. delle aree disponibili, almeno in parte, per i centri logistici delle divisioni corazzate e meccanizzate incaricate dell'azione a tergo della P.R.; - l'adozione delle misure necessarie per superare la paralisi della difesa per effetto di gravi alterazioni prodotte dallo attacco nemico al sistema logistico; - la disponibilità di riserve di organi e mezzi su ruote a tutti i livelli; - il ricorso a rifornimenti a domicilio, possibilmente per via aerea. Se la battaglia difensiva si trasforma in manovra in ritirata, occorre lasciare in posto i rifornimenti necessari per le unità che conducono i combattimenti di retroguardia o la manovra ritardatrice e arretrare nel contempo gli elementi dell'organizzazione logistica ancora efficienti, per ricostituire insieme con mezzi affluenti dalla zona territoriale un dispositivo logistico in grado di sostenere una nuova manovra di arresto in una P.D. retrostante. Nel caso di passaggio alla controffensiva, è necessario ripianare le perdite subìte, adeguare le zone logistiche e l' autonomia delle delegazioni e delle G.U. al nuovo quadro operativo e pianificare lo scorrimento in avanti del dispositivo d ' Intendenza a obiettivi strategici aggiunti.
9. La. Circ. SME 10240/222. 20 del 1965 Alla Circ. 10230, che si occupa soprattutto del problema logistico al livello superiore alla divisione, fa seguito la Circ. SME 10240/222. 20 in data I marzo 1965 Organizzazione logistica delle Grandi Unità corazzate e meccanizzate ( criteri ed elementi fondamentali)~ che delinea l'organizzazione logistica delle nuove divisioni corazzate e meccanizzale costituite nel 1963 e sostituisce la Circ. I O. 220/222.03 in data 31 dicembre 1963, diramata a titolo sperimentale e contenente alcuni degli elementi principali della nuova organizzazione. La nuova Grande Unità meccanizzata o corazzata sostituisce per la prima volta quale pedina fondamentale della manovra il modulo di brigata (pluriarma a composizione fissa) a quello di reggimento ( o raggruppamento pluriarma a composizione variabile), con supporto di fuoO
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co fornito anch'esso da una Grande Unità a livello brigata (brigata di artiglieria). La divisione corazzata dispone di 2 brigate corazzate e I meccanizzata; al contrario, la divisione meccanizzata dispone di 2 brigate meccanizzate e l brigata corazzata. A sua volta, ogni brigata dispone come pedine fondamentali di battaglioni bersaglieri e/o carri, inquadrati in un reggimento e con il supporto di fuoco di un gruppo di artiglieria facente parte organica della brigata stessa. li sostegno logistico di 2° grado è assicurato da un raggruppamento Servizi al livello di divisione, e da un battaglione Servizi (formazione organica nuova, con qualche analogia con l'antico battaglione di amministrazione) al livello di brigata, che costituisce il relativo centro logistico. I criteri ai quali si informa l'organizzazione logistica della nuova divisione sono (para. 5): - adeguare la funzione logistica attribuita alla divisione nel recente passalo, limitandone la piena attività solo a favore della brigata di artiglieria e delle unità divis.i onali; - conferire alle brigate corazzate e meccanizzate la possibilità di svolgere completa attività logistica; - unificare i Servizi per i due tipi di brigata; - attribuire piena funzionalità ai Comandi di centro logistico ; - accentrare gli organi sanitari di ricovero e c ura al livello divisionale; - realizzare la integrale motorizzazione di Lulli gli organi esecutivi; - ricorrere a mezzi cingolati per la raccolta e lo sgombero dei feriti nell'ambito dei reparti corazzati , per il rifornimento capillare di carburanti e munizioni, per il recupero immediato di carri dalla linea di combauimento; - rendere possibile il ricorso a mezzi aerei per i rifornimenti e sgomberi di emergenza nell"ambito divisionale.
Lo schema grafico dell'organizzazione logistica nell'ambito della divisione corazzata o meccanizzata è riportato nel DOCUMENTO 23. Al Comando di divisione compete la risoluzione del problema logistico nelle sue linee fondamentali . Di conseguenza determina l'autonomia necessaria per evitare crisi pericolose nel flusso dei rifornimenti, schiera il centro logistico divisionale, assegna alle brigate le zone di schieramento dei rispettivi centri logistici e fissa, se necessario, particolari modalità di funzionamento per taluni Servizi essenziali. La divisione acquista un ruolo logistico notevolmente diverso rispetto al passato. Pur costituendo anello logistico solo per le unità organiche e di rinforzo mantenute a1le dirette dipendenze, nei riguardi delle brigate essa esercita molteplici e importanti funzioni, che tutto sommato risultano di maggior rilievo rispetto a quelle svolte dal corpo d'armata a favore delle divisioni stesse. Queste funzioni sono (para. 7): - di comando e di coordinamento. per quanto concerne lo schieramento dei centri logistici; - di controllo, nei campi organizzativo ed esecutivo; - di coordinamento. per guanto si riferisce alla sicurezza, alla organizzazione del traffico stradale, a llo stazionamento, all'O.E.Z.E.D.; - di concorso, nel campo dei trasporli e delle riparazioni (assorbendo le eccedenze delle riparazioni di 2" categoria);
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- di ricovero, cura e successivo sgombero verso le formazioni sanitarie di Intendenza dei feriti e dei malati che le brigate smistano e sgomberano sugli organi divisionali (di conseguenza, per il Servizio di sanità le brigate non hanno completa fisionomia logistica di 2° grado).
In seno all'ufficio Servizi la divisione dispone degli organi direttivi per tutti i Servizi, ad eccezione di quelli che normalmente operano al livello di Intendenza o in ambienti naturali particolari (Servizio lavori, ponti e strade, delle tappe, veterinario). Per il Servizio postale e telegrafico, l'ufficio postale e telegrafico militare inquadrato nel quartier generale dipende per l'impiego dal Capo di Stato Maggiore (tramite il Capo Ufficio Servizi) e per la parte tecnico-amministrativa dagli organi di delegazione d'Intendenza. In guerra, poiché il Comando di brigata assorbe il Comando di reggimento bersaglieri o carri l' ufficio Servizi risulta potenziato. Gli organi esecutivi della divisione sono rappresentati dalle unità Servizi inquadrate nel raggruppamento Servizi. Poiché il Comando brigata di artiglieria non svolge funzioni logistiche, i suoi gruppi si appoggiano anch'essi al raggruppamento Servizi oppure - in determinate situazioni - in tutto o in parte a un centro logistico di brigata. Le unità Servizi del raggruppamento divisionale danno vita a organi campali a carattere temporaneo (centri chirurgici avanzati e posti distribuzione) solo quando la situazione operativa ne consiglia la costituzione. Il comandante del raggruppamento Servizi esercita piene funzioni di comando nei riguardi delle dipendenti unità nei campi disciplinare, amministrativo e addestrativo (con esclusione, per quest'ultimo, dell'aspetto tecnico). Per quanto riguarda l'impiego, quale naturale comandante del centro logistico divisionale egli, nell'ambito delle disposizioni ricevute dall'ufficio Servizi: - definisce nei particolari lo schieramento degli organi esecutivi dei Servizi nel C.L., tenendo presenti le caratteristiche funzionali di ciascuno di e ssi; - trasmette a lle unità dei Servizi gli ordini che gli pervengono da parte del Comando divisione e ne controlla l'esecuzione; - ino ltra a l Comando divisione le segnalazioni, le comunicazioni e le situazioni delle unità dipendenti ; - emana disposizioni concernenti la difesa vicina delle unità del centro logistico, la difesa antincendi, l' organizzazione del trnffico stradale nell'ambito del centro logistico e
l'O.E.Z.E.D ..
Il livello di brigata corazzata o meccanizzata assume una fisionomia logistica di assai maggior rilievo di quella del reggimento, ed è in grado di svolgere attività logistica di 2° grado nei confronti delle unità a livello battaglione e compagnia dipendenti e di quelle ricevute in rinforzo. Per il Servizio di sanità dispone però solo di organi di smistamento e sgombero (reparti autocarreggiati, nuclei di rianimazione e trasfusione) e non è in grado di provvedere con propri organi al ricovero e cura di feriti e malati intrasportabili e abbisognevoli di interventi chirurgici ui-g tmli. Il cumamlanle ùdla brigata è responsabile dell'impiego dei
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Servizi nell'ambito della G.U. in funzione dell'atto tattico da svolgere. A tal fine definisce la autonomia logistica da conferire ai complessi tattici dipendenti, lo schieramento del centro logistico nell'area assegnata alla divisione, e se necessario le particolari modalità di funzionamento per taluni Servizi. Per svolgere la sua attività in campo logistico, il comandante della brigata dispone di organi direttivi ed esecutivi analoghi a quelli del livello di divisione: Capo di Stato Maggiore, Capo Ufficio Servizi, battaglione Servizi (che inquadra le unità Servizi destinate a costituire i posti distribuzione materiali). La brigata può anche ricevere in rinforzo un ospedale da campo con un nucleo chirurgico e un'ambulanza radiologica: in tal caso costituisce un centro chirurgico avanzato che gli assicura anche per il Servizio di sanità completa autonomia logistica di 2° grado. Essa può, inoltre, agire alle dirette dipendenze di una G.U. complessa (corpo d'armata o livelli superiori) oppure venire assegnata in rinforzo ad un'altra divisione. Nel primo caso il comandante della brigata definisce lo schieramento del centro logistico nell'ambito della nuova zona di giurisdizione ricevuta e la divisione di appartenenza le decentra gli organi sanitari e di cura, fatta salva la possibilità che il Comando della G.U. complessa disponga lo sgombero dei feriti e ammalati su uno dei propri centri chirurgici avanzati. Nel secondo caso la divisione alla quale è assegnata la brigata svolge nei suoi confronti le stesse attività logistiche già previste per le brigate che ne fanno organicamente parte. Nell'ambito della brigata il comandante del battaglione Servizi ha funzioni e compiti analoghi a quelle che nella divisione svolge il comandante del raggruppamento Servizi, e quale naturale comandante del centro logistico (para. 19): - definisce nei particolari lo schieramento degli organi esecutivi nel centro logisti co, tenendo presenti le caratteristiche funzionali di ciascuno di essi; - trasmette alle unità dei Servizi gli ordini che gli per vengono da parte del Coman do di brigata e ne controlla l'esecuzione; - inoltra al Comando brigata le segnalazioni, le comunicazioni e le situazioni presentate _d alle unità dipendenti; - emana disposizioni concernenti la difesa vicina delle unità e del centro logistico, la difesa antincendi, la organizzazione del traffico stradale nell'ambito del centro logistico e
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La fisionomia organica della divisione e le misure organizzative tendono a conferirle un grado di mobilità totale, ottenuto con: a) organi dei Servizi a costituzione stabile interamente motorizzati; b) organi esecutivi del Servizio trasporti adeguati alla entità delle dotazioni di 2A linea, in modo da poter tenere su ruote i posti distribuzione materiali, utilizzando per i rifornimenti ordinari gli automezzi che si rendono disponibili man mano, per effetto dei prelevamenti da parte dei reparti; c) assorbimento delle riparazioni di 21\ categoria da parte degli organi di live11o superiore; ù) sostituzione da parte ùell'Intenùenza, in caso di rnu-
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vi mento della divisione, degli ospedali da campo che non possono essere ripiegati perché hanno in ricovero feriti e ammalati. Diventa così possibile improntare l'organizzazione divisionale alle esigenze di sicurezza,jlessibilità e mobilità massima, che si traducono nei seguenti provvedimenti: - incremento di volta in volta e a ragion veduta dell'autonomia di base delle brigate; - costituzione di un volano di visionale, in modo da intervenire tempestivamente - con rifornimenti a domicilio - in caso di interruzione dei rifornimenti fra una brigata e il centro logistico d'Intendenza che ha il compito di alimentarla; - assegnazione di compiti eventuali di centri logistici della divisione e delle brigate, rifuggendo specie azione durante da ogni schematismo nella corrente dei rifornimenti e facendo ampio ricorso anche al mezzo aereo; riduzione al minimo delle operazioni di carico e scarico presso i posti distribuzione materiali. Il centro logistico continua a rappresentare il perno della organizzazione logistica. Nell'ambito della divisione sono costituiti 4 centri logistici e, quando necessario, un centro sanitario. I centri logistici delle brigate si riforniscono direttamente presso i centri logistici delle delegazioni d'Intendenza. Dotazioni (e anche scorte) miste su ruote e rifornimenti straordinari a domicilio sono gli strumenti essenziali che consentono di fronteggiare eventi imprevisti e i riflessi dell'offesa nucleare, con particolare riguardo alla possibilità di: - assicurare la sopravvivenza funzionale di un centro logistico coinvolto in parte dall'offesa nucleare, avviando sollecitamente organi e mezzi su ruote verso un'altra zona preventivamente riconosciuta nella quale ricostituire il centro logistico; - ricostituire almeno parzialmente un centro logistico distrutto o privato di possibilità funzionale, facendo defluire in una zona prescelta materiali essenziali su ruote attinti da altri centri logistici ancora efficienti. Se il centro logistico colpito è stato sottoposto solo ad offesa convenzionale la ricostituzione è facilitala, perché i materiali possono affluire nelle stesse adiacenze della zona sconvolta; - portare soccorso immediato a complessi tattici in crisi per cause varie (forti consumi, improvvise perdite, interruzione della corrente di alimentazione); - ripianare appena possibile presso gli organi d'Intendenza i consumi per invii straordinari di materiali ad altro centro logistico o a complessi tattici, e le perdite per offesa nucleare e/o convenzionale. La circolare I 0.240 è la prima ad accennare alle modalità per la compilazione degli ordini logistici, che data la maggiore complessità dell'organizzazione logistica da attuare acquistano notevole rilievo anche nell'ambito della divisione. Il Comando divisione riceve l'ordine logistico-amministrativo della delegazione d'Intendenza e quello del Co-. mando di corpo d'armata (che integra il primo) ed emana un ordine logistico - anuninistrati vo per i Cumauùi brigata e le unità alle <lirette
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dipendenze; a loro volta le brigate compilano un proprio ordine logisticoamministrativo per i reparti e unità dei Servizi dipendenti. Le molteplici disposizioni da impartire anche a questo livello raramente rendono possibile utilizzare il paragrafo 4 dell'ordine di operazioni, che pertanto viene compilato solo negli ordini al li vello di baltagl ione/gruppo tattico. D'altro canto, il dinamismo delle operazioni nell'ambito delle G.U. meccanizzate e corazzate impone la compilazione di ordini estremamente sintetici. Di qui la necessità - sottolineata dalla Circ. 10240 - di compilare preventivamente un ordine permanente per i Servizi, "con il quale vengono stabilite modalità comuni e ricorrenti, e la cui applicazione rivesta carattere di automaticità in assenza di differenti disposizioni": ciò consente di semplificare notevolmente la compilazione dei successivi ordini logistico-amministrativi, facendo riferimento per quanto possibile ad ordini permanenti e indicando solo le eventuali varianti. In una più ampia prospettiva la circolare 10. 240 segna una autentica svolta al pari di quelle della 6300 e 630, con il conferimento di funzioni logistiche di 2° grado anche ad aggruppamenti di forze inquadrati nella divisione e con il conseguente passaggio al livello di brigata inquadrata (e non più di divisione) della fisionomia di anello fondamentale di 2° grado dell'organizzazione logistica. Queste innovazioni sono conseguenti ai nuovi principi di nessibilità e autonomia anche ai minori livelli introdotti fin dal 1957 dalla pub. 630, che acquistano ancor maggiore risalto con la Pub. 700. In questo senso, la circolare I O. 240 non fa che estenderli e applicarli nell'arnbilo della divisione. Per al tro verso, prevedendo ben tre livelli organici ai quali corrispondono ugualmente funzioni di 2° grado (brigata, divisione, corpo d' armata) nonostante la loro ben diversa fisionomia tattica e organica, essa segna l'inizio di un travaglio organico non ancora concluso. L'eredità che lascia è la crisi d'identità della divisione (logisticamente ormai una nuova G.U. complessa come il corpo d'armata) e l'esigenza di una più spiccata e autonoma fisionomia del battaglione, che in guerra almeno non può più avvalersi del concorso, coordinamento e controllo del livello di reggimenlo ma fa interamente e direttamente capo al livello di G.U. elemenlare (brigata) con ciò mettendo in forse anche l'òpportunità di manlenere, in tempo di pace, due livelli organici interposti tra battaglione e divisione. In tempo di pace nell'ambito della brigala il livello di reggimento viene conservato con tutte le sue attribuzioni, e in tempo di guerra rafforza il Comando di brigata, specie per la parle Servizi. Di qui un dualismo con la non necessaria presenza di due organi di comando al livello superiore al battaglione, che viene risolto nel 1968 sciogliendo gli elementi nuovi, cioè il Comando brigata e il battaglione logistico, e ritornando all'antico con il reggimento monoarma e l'accentramento al livello divisione di tutti gli organi logistici di 2° grado. Il modulo di brigata inquadrata nella divisione, rimasto in vita dal 1963 al 1968, per le sole uni là mec. e cor., va quindi visto come una sorta di laboratorio per
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nuove e non sterili esperienze da utilizzare nel prosieguo dell'evoluzione organica e logistica dell'esercito.
10. La parte logistica nelle nuove pubblicazioni della serie 700 sull'impiego dei gruppi tattici al livello di battaglione (1968)
Nel 1968 viene diramata - sempre nel quadro operativo della Pub. 700 - una nuova serie di pubblicazioni per i gruppi tattici al livello di
battaglione, che ha inizio con la capostipite Pub. SME n. 712 Impiego del gruppo tattico di fanteria al livello di battaglione. A notevole e anzi eccessiva distanza di tempo dai criteri e indirizzi che sembravano affermarsi già con la pubblicazione sull'addestramento della fanteria del L929 (vds. Vol. III, capitolo III), la Pub. 712 intende fornire ai Quadri una guida il più possibile pratica. Oltre a distinguersi sul piano generale per la chiarezza, il frequente ricorso a schemi grafici e l'importanza data alle procedure (che a questo livello sono particolarmente importanti), essa dà perciò un rilievo insolito alla parte logistica. Come si osserva nella presentazione ufficiale della nuova serie di pubblicazioni sulla Rivista Militare , la stesura della regolamentazione riguardante l'organizzazione logistica e l'impiego dei Servizi, nelle cinque pubblicazioni relative a i gruppi tauici, rappresenta una sostanziale novità rispello a quanto realizzato in precedenza. E' noto infatti che solo la pubblicazione n. 2400 edizione 1950, riguardante il gruppo tattico di fanteria, riportava i Servizi, ma in forma estremamente sintetica e tale da poterla considerare più "cenni" che vera e propria trattazione, " cenni" peraltro del tullo aboliti nella successiva edizione 1960.1 4
Il testo è diviso in due parti, con numerosi allegati. La parte prima i "momenti operativi tipici" e la parte seconda è interamente riservata all'organizzazione logistica e al funzionamento dei Servizi, con due capitoli che trattano rispettivamente l'organizzazione logistica e i criteri fondamentali d'impiego dei Servizi, e i criteri specifici d'impiego dei Servizi nelle attività e nei momenti operativi tipici. 11 testo è completato da un sostanzioso allegato con 14 appendici che forniscono dati logistici di base importanti specie a questo livello, e non facili daricercare e ricavare altrimenti in pubblicazioni e circolari varie. Di particolare rilievo le prime tre appendici che forniscono un quadro completo degli organi di comando, direttivi ed esecutivi (con indicazione della denominazione, dell'articolazione, delle caratteristiche e dei mezzi di trasporto per ciascun organo) e le appendici che indicano capacità di lavoro, aree e tempi di schieramento, procedure, elementi di base per i pesi e i trasporti delle dotazioni di l" linea. Ancor prima dei contenuti specifici, è questo il maggior pregio delLralla
14 Le nuove pubblicazioni sull'impiego dei gruppi laUici al livello di battaglione (scritto non firmato, quindi ufficioso), "Rivista Militare" n. 9/1968.
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la pubblicazione, che per la prima volta traduce nel concreto - cominciando, com'è necessario, dalla dottrina - il principio della parità tra aspetti operativi e logistici. Ciò significa che specie ai livelli inferiori, e possibilmente dal livello di G.U. elementare in giù, le pubblicazioni dottrinali dovrebbero riunire in sè sia la parte tattica che quella logistica, come aspetti inscindibili delle operazioni che devono camminare sempre di pari passo, senza seguire logiche, tempi, sedi diverse e riportando anche i dati di base necessari per i calcoli. Solo così facendo si dà un valido contributo alla creazione di una coscienza logistica tra i Quadri, che come si è visto anche nel secondo dopoguerra stenta ad affermarsi. Sul piano generale, la pubblicazione 712 afferma che il problema logistico va valutato caso per caso ed è intimamente connesso con quello tattico. Il comandante dopo aver individuato le soluzioni tattiche deve anche valutare le esigepze logistiche che esse comportano, mettendole a confronto con le possibilità in modo da poter adottare una soluzione tattica equilibrata. Particolare importanza viene attribuita all'attività di manutenzione: è compito del comandante suscitare e manlenere. nei suoi dipendenti. un elevato senso del-
la responsabilità nei confronti dei materiali e dei mezzi che sono loro affidati, affinchè essi siano impiegati col dovulo riguardo, garnnzia fondamentale di un buon funzionamento.
Il gruppo tatlico conserva la sua fisionomia di anello tipico di I O grado, e l'organizzazione logistica nel suo ambito rimane impostata sul sistema per materia o per gruppo di materie affini, facente capo ad un apposito Servizio. Al tempo stesso si afferma la tendenza ad un sistema misto, attribuendo ad un solo organo direttivo del Comando (ufficiale ai rifornimenti) il compito di provvedere ai rifornimenti e sgomberi per tutti i Servizi e a un altro ufficiale (aiutante maggiore, che è anche organo dir<?ttivo per il Servizio postale e telegrafico e onoranze caduti) il compito di provvedere a tutti i trasporti: in tal modo si delinea per queste attività fondamentali un'organizzazione per funzioni. Nel gruppo tattico sono previsti 10 Servizi (sanità, commissariato, armi e munizioni, trasmissioni, genio, motorizzazione, NBC, trasporti, poste e telegrafi, caduti in guerra). Se il gruppo tattico agisce autonomo, e perciò acquista la fisionomia del reggimento/corpo, i Servizi diventano 11, con l'aggiunta di quello di amministrazione. Questi Servizi sono raggruppati in 4 aliquote: sanità, rifornimenti, manutenzione, trasporti. Il gruppo tattico costituisce in località idonea una zona dei Servizi di gruppo tattico, nella quale sono normalmente impiantati posti materiali a costituzione temporanea con il compito di assicurare la conservazione, gestione e distribuzione alle compagnie dei principali materiali di consumo, mantenendo su ruote aliquote di materiali essenziali - in particolare munizioni - per eventuali interventi tempestivi a favore delle compagnie. Normalmente si impiantano il posto munizioni e materiali del genio, il posto carburanti e lubrificanti e il posto viveri. I tre posti medicazione gravitano in avanti a ridosso delle compagnie;
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i rimanenti materiali - di consumo, di ricambio e accessori - sono distribuiti direttamente dagli specifici organi esecutivi (squadra sanità, squadra NBC, aliquota manutenzione) che dispongono di apposite dotazioni di l A linea. I rifornimenti ordinari dei materiali di consumo (cioè dei materiali che al momento dell'impiego si consumano, come i viveri, le munizioni, i carburanti, le materie prime per la manutenzione, i medicinali, ecc.) e delle parti di ricambio e accessori (cioè dei materiali che al momento dell'impiego perdono la loro identità ed entrano a far parte di un complessivo) avvengono con carattere di automatismo, su semplice presentazione di richieste che costituiscono anche buoni di prelevamento. I rifornimenti ordinari dei materiali d'impiego costituenti complessi (cioè dei materiali che al momento dell'impiego non si consumano e mantengono la loro identità originale durante il periodo in cui vengono impiegati, come armi, autoveicoli, apparati radio, apparecchiature complete ecc.) devono invece essere preventivamente autorizzati; a tal fine, il Comando di gruppo tattico segnala all'ufficio servizi della G.U. i fabbisogni, a man mano che si verificano oppure secondo la periodicità stabilita. L'aliquota trasporti consente al gruppo tattico il trasporto delle armi di accompagnamento (mitragliatrici, mortai, cannoni), delle dotazioni di 1A linea munizioni e materiali vari , del personale addetto al Comando e ai Servizi del Comando gruppo tattico e delle compagnie. Grazie al principio della "manovra di tutti i mezzi con visione unitaria delle esigenze e possibilità" è anche possibile, all'occorrenza, il trasporto dei plotoni fucilieri di una compagnia. Specie in attacco è frequente il ricorso ai rifornimenti a domicilio. Parte degli automezzi che trasportano materiali di non immediato interesse per il combattimento (scaglioni B) è dislocata di norma nel centro logistico della G.U. e impiegata dal Comando superiore, ma si precisa che il comandante di gruppo tattico, in caso di necessità, deve poter fare immediato affidamento anche su questi mezzi. Sia dal punto di vista formale che sostanziale e dei contenuti specifici, la pubblicazione 712 è un autentico salto di qualità perché introduce criteri, procedure, modalità e meccanismi che da allora in poi rimangono alla base dell'attività logistica al livello considerato anche al variare della normativa primaria. Esso configura un "modello" seguìto meritatamente anche nelle pubblicazioni dottrinali successive, che danno finalmente il dovuto risalto all'organizzazione del comando, alla parte logistica, ai dati numerici e alle procedure. Un cenno merita, infine, un'altra pubblicazione prevalentemente logistica diramata nello stesso anno 1968 e anch'essa «derivata» dalla serie 700: la Pub. SME n. 790 s.d. L'elitrasporto tattico-logistico, prima del suo genere, che prende atto dal crescente ruolo assunto dall'elicottero anche nel campo logistico come mezzo di trasporto rapido, e definisce modalità e procedure per il trasporto del personale (plotoni e compagnie) e del materiale.
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11. Le voci logistiche nel "Nomenclatore" 1969
Nel 1969 è emanata la Pub. SME n. 5895 Nomenclatore militare (Esercito), che sostituisce l'analoga pubblicazione del 1962 e rimane in vigore fino al 1984, coprendo quindi tutto il rimanente arco della nostra trattazione. a. Nuove voci di carattere generale
Organizzazione logistica: "complesso delle predisposizioni di pertinenza degli organi di comando, direttivi ed esecutivi dei Servizi [ ... ] diretto a garantire il completo sostegno di una Grande Unità, di una unità o di un complesso tattico". Organizzazione di un Servizio: "complesso delle predisposizioni di pertinenza degli organi direttivi ed esecutivi del Servizio [ ... ] rivolto, sulla base delle prescrizioni degli organi di comando, ad assicurare lo svolgimento delle attività logistiche proprie del servizio stesso". Funzionamento di un Servizio: "complesso di operazioni svolte da specifici organi esecutivi e rivolto a porre in atto le attività logistiche proprie del Servizio, secondo le disposizioni ricevute dagli organi direttivi e nel quadro delle istruzioni tecniche". Autonomia lo,:istica di base: "autonomia logistica che le dotazioni di 1" e 2" linea conferiscono alle unità e alle Grandi Unità di livello inferiore all'Armata". Autonomia Logistica iniziale: "Autonomia logistica conferita fin dal tempo di pace alle forze armate per porle in grado di fronteggiare le esigenze iniziali di un conflitto, nonostante la possibile paralisi della produzione e dei rifornimenti. Viene assicurata mediante l'accantonamento di adeguati quantitativi di materiali e mezzi, necessari alla vita e all'attività bellica delle forze armate per un determinato periodo di giorni". Direttiva logistica: "documento con il quale l'Intendente di Scacchiere indica la linea generale di condotta per il sostegno logistico delle forze agenti nello Scacchiere". Dotazioni funzionali: "aliquota di complessi di dotazioni di reparti RRR per effettuare l'immediata sostituzione dei complessi inefficienti". Le Scorte assumono collocazione e significati diversi rispetto alla definizione data dal nomenclatore 1962. Pur rimanendo riserve di mezzi e ùi materiali costituite per assicurare continuità di alimentazione all'esercito di campagna e alle forze per la difesa interna del territorio, hanno collocazione organica a partire dal 2° anello della catena logistica (e non più dal 3°) e si distinguono in: ·- scorte di Grande Unità, in dotazione organica alle G.U. di livello inferiore all'armata (altrimenti dette dotazioni di 2" linea); - scorte di Intendenza e di Regione Militare (a disposizione rispettivamente del!' Intendenza di scacchiere in zona di combattimento e delle Regioni Militari); - scorte centrali (a disposizione delle autorità centrali dell'esercito
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e di quelle interforze). Rispetto alle fasi operative di utilizzazione, le scorte si dividono inoltre in: - scorte iniziali: "materiali di consumo essenziali accantonati, fin dal tempo di pace, presso i depositi avanzati di uno scacchiere operativo. Hanno lo scopo di fornire il sostegno logistico alle unità interessate alla fase iniziale di un conflitto mentre è in atto il completamento della organizzazione di compagnia dell'Intendenza. Sono costituite dalle dotazioni di 2" linea e da aliquote delle scorte d'Intendenza"; - scorte miste su ruote: "aliquote di materiali vari tenuta su ruote nei centri logistici della zona avanzata dei Servizi di Intendenza per concorrere a ripristinare complessi logistici sconvolti o per effettuare rapidamente rifornimenti straordinari a favore delle Grandi Unità".
b. Servizio di sanità Centro chirurgico: "organo esecutivo del Servizio di sanità, costituito da un complesso di formazioni sanitarie (generalmente un ospedale e uno o più gruppi chirurgici) per gli interventi operatori. Assume la denominazione di avanzato quando è dislocato nella zona dei Servizi di l" schiera, nell'ambito di un centro logistico o di un Centro sanitario" (Nel nomenclatore 1962 era previsto solo avanzato e inoltre si precisava che aveva il compito di eseguire interventi d ' urgenza sui feriti intrasportabili). Con il nomenclatore 1969 non viene più previsto come organo autonomo di manovra il nucleo chirurgico, organo esecutivo tipico dalla prima guerra mondiale in poi che il nomenclatore 1962 riportava ancora. Centro sanitario: "complesso di organi campali del Servizio di sanità, essenzialmente di ricovero e cura, schierato mettendo in evidenza il simbolo della Croce Rossa e realizzando le condizioni per fruire della immunità prevista dagli accordi internazionali. E' di costituzione normale nell' ambito della zona dei Servizi di Intendenza, eventuale nella zona dei Servizi di prima schiera» (il nomenclatore 1962 riportava la definizione di centro ospedaliero, concentrazione funzionale diformaz ioni sanitarie di diverso tipo - ospedali, nuclei c hirurgici, ecc. che quindi è cosa ben diversa). Posto smistamento e sgombero feriti e ammalati: "organo esecuti vo del Servizio di sanità, costituito a cura della Grande Unità inferiore all'armata, che, sulla base di decisioni circa l'urgenza del trattamento terapeutico, regola lo smistamento e attua lo sgombero dei feriti e ammalati, provenienti dai posti di medicazione, sugli organi di ricovero e cura della Grande Unità oppur~ sul centro di smistamento e sgombero feriti e ammalati". Non va quindi confuso con il centro smistamento feriti e malati d'intendenza (Pub. n 6300 - para. 45) che regola lo smistamento sulle formazioni ospedaliere arretrate dei feriti e ammalati provenienti dalla zona di 1° sgombero e quindi agisce in posizione più arretrala e al livello di 3° grado.
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Conserva la sua validità la giornata di rifornimento munizioni (Pub. SME n. 5369 - ed. 1958), abbreviata in giornata di munizioni. Ad essa si aggiunge la giornata di fuoco unitaria, "unità di misura - espressa in numero di colpi, per arma, per giorno utilizzata per la determinazione del prevedibile consumo di munizioni, ai fini del calcolo del Tasso di rifornimento necessario °e della determinazione dell'autonomia da conferire alle Grandi Unità elementari e ai complessi tattici. Può essere: adattata ad ogni tipo di azione, mediante applicazione di coefficienti prestabiliti; resa complessiva per una G.U. elementare o per un reparto a livello battaglione/gruppo, moltiplicandola per il numero delle armi in organico (gio. fu. divisionale o di btg/gr)". Lo scopo dell'introduzione della gio. fu. è quindi duplice: calcolare i consumi prevedibili fino al livello di btg./gr., cosa che prima non era possibile basandosi solo sul tasso di rifornimento necessario; fornire un nuovo strumento di calcolo per la determinazione del predetto tasso di rifornimento.
c. Servizio della motorizzazione
Categoria di riparazioni: "classificazione delle riparazioni in base alla durata delle lavorazioni, secondo una scala di gradualità che dai limitati mezzi dei reparti perviene ai complessi impianti di campagna e territoriali, con una progressione crescente di possibilità tecniche. Si distinguono: - riparazioni di l" categoria, connesse con le attività di l e con talune di 2° grado; - riparazioni di 2" categoria, attribuite alle unità che svolgono attività di 2° grado; - riparazioni di 3" e 4" categoria, che rientrano rispettivamente nelle attività di 3° e 4° grado. Ad ogni categoria corrisponde, di massima, uno specifico tipo di organi di riparazione". Unità di consumo carburanti (F.C.U.): "quantità di carburante, espressa in litri, necessaria per il funzionamento di un mezzo o di un impianto in presupposte condizioni medie di impiego, per una data prestazione. Può essere adattata a condizioni di impiego diverse da quelle medie con l'applicazione di coefficienti prestabiliti. Viene impiegata per: - stabilire il fabbisogno carburanti per veicoli, imbarcazioni, aerei leggeri, elicotteri, motori fissi e mobili, macchinari e impianti; - segnalare i livelli delle dotazioni e le esigenze di rifornimento. La quantità di lubrificanti, corrispondentemente necessaria, viene determinata in proporzione al carburante" (sostituisce la precedente gio. cel. e deriva da accordi e norme NATO). O
d. Servizio trasporti
Tappa automobilistica. Il nomenclatore 1969 mantiene invariata la definizione del 1962 (percorso di un veicolo nelle 24 ore, tenendo conto delle esigenze di vita e di riposo del personale e specialmente dei l:UD-
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duttori e di manutenzione del mezzo) ma vi aggiunge che "il suo valore è pari a circa 10-12 ore di movimento effettivo" e prevede anche una tappa automobilistica operativa, "percorso che un veicolo può compiere nelle 24 ore, effettuando - per particolari motivi di urgenza - 18 ore di movimento effettivo". Capacità stradale in tonnellate: "numero massimo di tonnellate trasportabili su un itinerario, nello stesso senso, nella unità di tempo. Viene espressa in tonnellate/ora. Corrisponde al prodotto della capacità stradale in veicoli per il carico medio di ciascun mezzo". Capacità stradale in veicoli: "numero massimo di veicoli che possono transitare nello stesso senso su un itinerario in un tempo determinato. Viene espressa in veicoli/ora (VPH) e non può essere superiore alla portata stradale massima consentita nel punto critico dell'itinerario". Rete stradale militare di base: "sistema degli itinerari, di norma a carattere interregionale, designato sin dal tempo di pace dall'Autorità centrale per le prevedibili esigenze di movimenti e trasporti (nazionali e alleate) in caso di emergenza". Rete stradale militare di manovra: "sistema degli itinerari necessari a un Comando per la condotta delle operazioni e per il relativo supporto logistico. Comprende itinerari della rete stradale militare di base, che ne costituiscono l'intelaiatura, e tutti gli altri itinerari giudicati necessari per l'assolvimento del compito". Scalo terminale: "zona dove ha termine un sistema di trasporto. E' di norma organizzata per il passaggio da un sistema di trasporto a un al tro. Comprende una o più leste di scarico e personale e mezzi per le operazioni di scarico e di trasbordo materiali".
12. La Pub. SME n. 5369 - 2" edizione 1971 Nell'aprile 1971 viene diramata la nuova Pub. SME n. 5369 Munizioni - dotazioni - procedura per il rifornimento (2" Edizione 1971) che abroga la precedente del 1958, introduce la giornata di fuoco unitaria già citata nel nomenclatore 1969 e conferma il significato della giornata di munizioni introdotta nel 1958 indicando i valori delle dotazioni e dei dati di base per le nuove armi nel frattempo introdotte. Per la giornata di fuoco, la Pub. 5369 Ed. 1971 indica per tutti i tipi di armi un valore di base, che può essere variato in via preliminare dal Comando di scacchiere tenendo conto di dati statistici o di considerazioni di carattere operativo. Detto valore viene a sua volta modificato in relazione alle caratteristiche di una specifica azione da svolgere, applicandovi un determinato coefficiente e tenendo anche conto - per le artiglierie e mortai pesanti - dei colpi per pezzo e ora richiesti dalla preparazione, dall'appoggio predisposto ad orario e dalla contropreparazione. li tasso di rifornimento necessario viene ricavato dalla media aritmetica delle giornate di fuoco relative a un determinato periodo di tem-
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po. Le procedure per calcolarlo differiscono notevolmente da quelle del 1958, quando si indicava per le diverse armi un fabbisogno orientativo di munizioni con una tabella valida solo per il livello di reggimento e superiori (precisazione che manca nel 1971 ), non si praticava come nel 1971 la riduzione di 1/3 per le armi portatili di artiglieria, genio e trasmissioni e non si indicavano dei coefficienti di base validi per tutte le anni, ma solamente i consumi delle artiglierie (esclusi i mortai pesanti) in colpi/pezzo/ora, per tutte le azioni di fuoco e senza limitarsi a talune di esse, come nel 1971 . Nell'edizione 1971 sono meglio precisate anche le procedure per la richiesta e l'assegnazione delle munizioni, con indicazione delle competenze ai vari livelli (Parte III, para. 3): il Comando d'Armata, sulla base del piano operativo del Comando dello scacchiere, concepisce e organizza la battaglia e fissa il pe riodo di tempo (in genere 10-15 giorni) al quale le G.U. direttamente dipendenti debbono riferire i rispettivi tassi di rifornimento necessario (ta.rif.). I Comandi di corpo d'annata comunicano ai comandi direttamente di pendenti i limiti di detto periodo e precisano i compiti che c iascuna G.U. o complesso <li supporto dovrà assolvere. Detti Comandi - avvalendosi delle tabelle di cui agli allegati n. 18 e n. 19 - calcolano i quantitativi di munizioni necessari per fronteggiare le esigenze relative al periodo stabilito e le comunicano in termini di ta.rif..
Per inciso, è doveroso chiarire - anche se ciò esula dai limiti temporali considerati nella nostra indagine - che la Pub. SME n. 900/A - Voi. Ili la logistica - Ed. 1989 - All. A limita l'impiego della giornata di fuoco (non più "unitaria", come nella Pub. 5369 del 1971) alle armi a tiro indiretto e ne specifica ed estende l' uso, definendola: "unità di misura, per il munizionamento delle armi a tiro indiretto (artiglierie e mortai) espressa in colpi/arma/giorno impiegata per: - determinazione delle scorte; - determinazione delle esigenze di munizioni e definizione dell'autonomia da conferire alle Grandi Unità e ai complessi tattici; - definizione del tasso di rifornimento necessario e del tasso di consumo autorizzato; - pianificazione delle esigenze di trasporlo connessa ai rifornimenti" . Per il munizionamento delle armi a tiro diretto la predetta Pub. 900/A introduce invece il nuovo termine vita di combattimento (vt.cbt.), "unità di misura, per il munizionamento delle armi a tiro diretto, stabilita statisticamente in ambito NATO, la quale: - è assimilabile alla vita media dell'arma prima che venga neutralizzata dall'avversario; - si traduce, per ogni tipo di arma, in un numero medio complessivo di colpi sparati durante detta vita media, il cui ammontare (100%) viene ripartito tra dotazioni e scorte ai vari livelli; - non è in relazione con i consumi giornalieri". La Pub. SME n. 5369 conclude, nel 1971, la serie di pubblicazioni e circolari a carattere logistico diramate nel periodo che va dall'uscita della Pub. n. 700 (1963) alla ristrutturazione ( 1975), che innovano in misura notevole settori particolari, indicano nuovi criteri dottrinali ma lasciano immutato nelle grandi linee il quadro di riferimento tracciato dalle Pub. n. 6300 e 630 alla fine degli anni 50.
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Come mette in rilievo anche lo Stefani (Voi. III - Tomo Il, pp. 1089 - I 094), dal 1965 al 1972 lo SME preannuncia più volte la diramazione di una nuova pubblicazione, che avrebbe dovuto rinnovare in maniera organica e completa la dottrina logistica conseguentemente a quella tattica. Quali le ragioni della mancata realizzazione di questo intendimento? A trovare una risposta - ancorché non esaustiva - ci aiuta l'esperienza storica. I mutamenti in campo logistico - amministrativo hanno sempre gestazione assai più complessa di quelli in campo strategico e tattico, perché sono costretti a intaccare una quantità assai maggiore di rotismi, di delicati equilibri e di attribuzioni ai vari livelli. Le norme di legge e dottrinali in campo logistico-amministrativo hanno perciò vita assai più lunga della rimanente regolamentazione, e con molta frequenza sono costrette a collocare al centro del loro rinnovamento non la nuova dottrina tattica, ma dati di fatto come le risorse effettivamente disponibili, la situazione dei Quadri dei Servizi, le possibilità di effettiva sostituzione dei mezzi e materiali, lo stato effettivo delle dotazioni e scorte, i rapporti esercito - Paese, la concreta problematica dei trasporti ecc .. Dopo il 1963 certamente non esistevano margini di manovra e di discrezionalità sufficientemente ampi per realizzare compiutamente - soprattutto nel campo degli organi e mezzi logistici - i nuovi presupposti dottrinali e ordinati vi derivanti dall'ambiente operativo tipico della Pub. SME n. 700. Il rinnovamento - peraltro parziale - ha dovuto perciò limitarsi alla parte operativa e agli organici delle pedine operative di base, con ritocchi non troppo significativi ai livelli di 2° e 3° grado, che investono le riserve e gli organismi più complessi. Nel concreto per tutti gli anni 60 non si sono mai create le condizioni favorevoli per un rinnovamento profondo dello strumento. L'unica innovazione organica di rilievo, la costituzione di brigate meccanizzate e corazzate inquadrate nella divisione, ha dovuto rientrare. La dottrina logistica non ha potuto che prendere atto della situazione e della marcata incertezza negli indirizzi di fondo che ne conseguiva. Dopo il giro di boa del 1970, è apparso evidente il deterioramento progressivo del quadro generale e lo squilibrio tra risorse e dimensioni dello strumento che hanno reso inevitabile nel 1975 la ristrutturazione, evento non programmato con il dovuto anticipo e non derivante da scelte vere e proprie ma piuttosto da giudicare come presa di coscienza ormai inevitabile di una realtà e come tentativo di porvi rimedio. E' un fatto, comunque, che con tutto questo travaglio i principi introdotti dalla 6300 e dalla 630 rimanevano validi; per questo al livello di battaglione la serie di pubblicazioni dottrinali derivante dalla 712 è stata in grado di dare il dovuto spazio all'organizzazione logistica e al funzionamento dei Servizi. Rimaneva in sospeso solo il passaggio dalla logistica per materia a quella per funzioni già auspicato dalla Pub. 6300, e reso necessario anche dalla logistica in ambiente nucleare della Pub. 630. Una nuova dottrina logistica non poteva vedere la luce senza tenere conto di questa esigenza, per la quale a maggior ragione non erano mai esistiti - do-
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po il 1963 - i presupposù praùci, se non altro perché richiedevano un forte incremento anche qualitativo degli organi. A parte tutto il resto, basta questa constatazione a giustificare la stasi della dottrina logistica lamentata dallo Stefani. E' stata la ristrutturazione del 1975 - e solo la ristrutturazione del 1975 - a creare per la prima volta nel dopoguerra il quadro favorevole per una riforma così impegnati va, che ora qui di seguito prenderemo in esame.
13. Riflessi sulla dottrina logistica della ristrutturazione del 1975: la circolare SME n. 2077/163.50 del 1977 La ristrutturazione del 1975, cioè la riforma ordinativa più profonda del dopoguerra, non può non avere riflessi logistici di grande rilievo, che riguardano sia l'organizzazione territoriale che quella di campagna.15 In un quadro di scarsità di risorse a fronte della cospicua e incessante lievitazione dei costi dei materiali, la ristrutturazione intende recuperare la qualità dello strumento a scapito della quantità, sciogliendo soprattutto unità di fanteria: ancora una volta sono le esigenze di bilancio a prevalere, e la dottrina non precede gli ordinamenti ma ne prende atto. Dal punto di vista logistico gli aspetti fondamentali del nuovo ordinamento dell'esercito sono, come già si è accennato: - la meccanizzazione o motorizzazione integrale della fanteria e l'abolizione delle unità esploranti, con il conferimento di un ' identica fisionomia organica al battaglione di fanteria meccanizzato/carri, al gruppo squadroni meccanizzato/carri e al battaglione bersaglieri. Ne consegue una semplificazione e standardizzazione senza precedenti dei rifornimenti, delle dotazioni e degli organi logistici di campagna; - l'abolizione del secolare livello di reggimento/corpo e l'introduzione del livello di brigata come G.U. elementare di base e Ente amministrativo tipico per tutto ]' esercito (e non solo per talune specialità), con funzioni logistiche di 2° grado analoghe a quelle del1a brigata meccani zzata/corazzata introdotta nel 1963 e poi sciolta - come si è visto - nel 1968; - il conferimento al livello di battaglione della piena fisionomia logistica di 1 ° grado e lo scalamento al livello di battaglione/gruppo tattico - che viene posto alle dirette dipenden ze del Comando di brigata di buona parte delle funzioni logistiche prima tipiche del livello di reggimento/corpo (con particolare riguardo ai Servizi di sanità, commi ssariato, di amministrazione e della motorizzazione);
15 Cfr. SME, La ristrutturazione dell'Esercito (allegato alla " Rivista Militare" n. 3/1975). Sui vantaggi e implicazioni del passaggio a ll 'organizzazione logistica per fun zioni Cfr. E. Cellentani - N. Dodoli, I Servizi divisionali in guerra "Rivista Militare" n. 1/1970/ L. Poli, Logistica per funzioni o per materia?. "Rivista Militare" n. 1/1977, S. Loi, Logistica ieri oggi domani, "Rivista Militare" n. 1/1977, G. Bocchia, Per una o rganizzazione logistica più economica, "Rivista Militare" n . 1/1977.
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- la tendenza ad attribuire anche agli altri SeTVizi ai livelli di battaglione e compagnia/complesso minore una piena fisionomia logistica di 1° grado, accrescendone l'autonomia e il rilievo logistico; - la maggiore autonomia assunta in campo logistico dal livello di compagnia/complesso minore corrispondente al suo maggior rilievo operativo. La nuova fisionomia organica assunta dai livelli di brigata e di battaglione e i caratteri e riflessi logistici della ristrutturazione saranno esaminati a parte più nel dettaglio nel prosieguo della trattazione. Per quanto attiene alla dottrina, tra i provvedimenti in esame o in via di attuazione lo SME nel 1975 preannuncia "il riesame del ruolo dei Servizi e del Servizio lavori, ponti e strade del genio". Quest' ultimo Servizio viene soppresso e i relativi compiti direttivi sono attribuiti al Comando di scacchiere; per il resto, la generale revisione dell'organizzazione logistica dovrà essere ba~ata sull'organizzazione per funzioni - articolando i vari Enti in relazione ai loro compiti di approvvigionamento, riparazione, rifornimento, ecc. - anziché per materia, come oggi avviene, con una inevitabile ripetizione dello stesso tipo di attività nell 'ambito di ciascun Servizio.16
Questo orientamento del 1975 è tradotto in specifiche norme dottrinali con la Circ. SME n. 20771163. 50 in data 20 aprile 1977 Spunti per l'aggiornamento della normativa logistica, che "i ntende anticipare, a titolo provvisorio e orientativo i lineamenti della futura organizzazione logistica", in quanto la nuova fisionomia organica dell'esercito e la complessità sempre maggiore dei mezzi e dei sistemi d'arma sono ritenuti tali da richiedere un profondo rinnovamento del settore logistico. Gli Spunti precedono di qualche mese l'uscita de l volume I della Pub. SME 900 s.d. Memoria sull'impiego delle Grandi Unità, si fondano su un' ipotesi organica (Comandi logistici, dipendenze di organi) ancora in via di definizione e delineano nuovi indirizzi dottrinali caratterizzati dall 'aggruppamento dei Servizi logistici in settori d'intervento e dalla trattazione per attività logistica. Ne risulta un'organizzazione prevalentemente per fun ziOTli che realizza gli auspici della Pub. 6300 nell'immediato dopoguerra, sia pure con notevole ritardo rispetto ad altri eserciti (l'organizzazione per funzioni era già stata adottata dall'esercito inglese fin dalla seconda guerra mondiale e dall'esercito USA negli anni 60, con la nuova organizzazione di comando e supporto logistico Combat servicelo the Army). La nuova normativa è basata su criteri realistici e al tempo stesso ambiziosi, perché intendono a conciliare l'autonomia logistica delle unità con l'esigenza di non appesantirle e realizzare ne l contempo un supporto logistico flessibile. Essa si ispira ai seguenti criteri:
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ristrutturazione... (Cit.), p. 25.
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- tenere conto delle esigenze operative nazionali (difesa a nord-est) e delle reali possibilità dello strumento quale esso è fin dal tempo di pace, sfruttando di conseguenza le risorse locali e le infrastrutture militari esistenti; - ampio ricorso ai rifornimenti a domicilio e costante ricerca di predisposizioni organizzati ve per consentire la prosecuzione fino ai minori livelli dei rifornimenti provenienti da tergo, allo scopo di ridurre il frazionamento e la movimentazione dei carichi. A tal fine, è previsto il ricorso ai rifornimenti a domicilio anche in situazioni normali; - frequente ricorso, per le riparazioni, alla sostituzione di parti e complessivi e all'intervento a domicilio di nuclei specializzati dei Comandi Superiori, al fine di alleggerire, ai livelli inferiori, gli oneri di personale specializzato e di mezzi connessi con le riparazioni. Per contro, conferimento di autonomia per i recuperi anche al livello di battaglione/gruppo; - snellimento delle attività sanitarie, mediante l'accentramento del ricovero e della cura a tre soli livelli (dalla divisione in su) e un più sollecito smistamento dei feriti in ambito divisionale; - conferimento di un certo grado di autonomia al corpo d'armata, che deve disporre della redine logistica soprattutto nella gestione dei rifornimenti e nel mantenimento in efficienza dei mezzi e può svolgere frequentemente parziali funzioni anche di 3° grado nei riguardi delle G.U. dipendenti. Si tratta di criteri non nuovi che continuamente ricorrono - e subiscono alti e bassi - nella dottrina logistica dal 1915 in poi. Da notare la rinnovata importanza del ricorso alle risorse locali, reso possibile dalla dottrina difensiva che interessa una ben definita zona del territorio nazionale, ove sono già disponibili numerose infrastrutture militari e le unità sono in grado di utilizzare direttamente un apparato industriale e risorse agricole e di distribuzione che rendono conveniente, e comunque difficilmente evitabile, lo sfruttamento di risorse locali. L'esercito non opera più in vacuo come avveniva nei territori oltremare e in A.S.: la militarizzazione totale della branca logistica è ormai diventata antieconomica. Un altro aspetto già tipico della dottrina dal \915 al 1940 è la tendenza a ridurre gli anelli intermedi grazie ai trasporti motorizzati, in modo da far giungere - finchè possibile - i rifornimenti da tergo fino ai mi nori livelli. Ma l'accentuata importanza e autonomia logistica del livello di corpo d'armata (già emersa, del resto, nell "'Esigenza T" del 1953) rispecchia solo in parte la dottrina del 1940, perché, per fortuna, non è accompagnata dal maldestro tentativo di allora di ridurre e " alleggerire" a vantaggio del corpo d' armata (o dell'armata) l'autonomia logistica delle G.U. elementari. L'importanza logistica del corpo d'armata corrisponde al suo accresciuto ruolo operativo; secondo la Pub. SME 900, infatti, la battaglia non risulta più concepita, organizzata e condotta unitariamente nell'area della battaglia da una armata, ma da "Grandi Unità complesse del livello di corpo d'armata" che operano alle dipendenze dirette del Comando di scacchiere.
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Poiché la G.U. elementare tipica è diventata la brigata, perde contemporaneamente rilievo il livello di divisione, che assume nei riguardi delle G.U. dipendenti lo stesso ruolo - limitato al coordinamento e concorso - che nell'immediato dopoguerra era esercitato dal corpo d'armata, e che era già stato previsto dalla Circ. n. 10240 del 1965. In particolare, da parte' della divisione il coordinamento avviene, normalmente, attraverso: - il vaglio e la definizione delle priorità nell'inoltro delle richieste al Comando Superiore; - 1·a.~segnazione temporanea del compito del rifornimento di determinate unità ad un C.L. diverso da quello che ne costituisce la normale fonte di sostegno logistico; - il trasferimento eventuale di organi e mezzi da un C.L. all'altro. Il concorso è alluato, nei limW delle possibilità. attingendo alle disponibilità del proprio C.L. cbe, in questo caso, assolve temporanei compiti di sostegno nei confronti di unità direttamente discendenti dalle brigate.
L'organizzazione logistica che deriva da questi criteri fonda la sua efficienza su organi logistici ai quali viene conferita.fin dal tempo di pace, anche con una dislocazione appropriata, la capacità di assicurare all'emergenza - con i minori adeguamenti possibili - l'alimentazione iniziale delle forze operanti, incrementando in seguito nei tempi stabiliti le proprie possibilità di sostegno logistico (soluzione, anche questa, che ricorda quella degli anni venti sempre alla Frontiera Orientale vds. Vol. ITI, capitolo IV).
a. La ripartizione territoriale (DOCUMENTO 24/a) Risulta sostanzialmente diversa da quella prevista dalla Pub SME 6300, anche se è sempre suddivisa in zana di combattimento (che corrisponde alla zona delle operazioni della Pub. 6300) e wna territoriale. Tre le caratteristiche principali della nuova suddivisione: - diversamente da quanto avveniva con la Pub. 6300, nell'ambito delle zone di combattimento e territoriale esiste una corrispondenza diretta tra grado di responsabilità e autonomia tattica e logistica, nell'intento di "adottare una ripartizione territoriale che definisca inequivocabilmente le responsabilità di comando, tattiche e logistiche"; - di conseguenza il corpo d'armata non ha più - come nella Pub. 6300 - una zona di schieramento dei Servizi (Zo.Pri.S.) in condominio con le divisioni e/o brigate dipendenti, ma riceve una propria distinta zona ove esercita sia funzioni tattiche, sia proprie funzioni logistiche, queste ultime facenti capo a un Comando logistico; - nella zona di combattimento non sono più previste Intendenze (di scacchiere e d'armata) e delegazioni d'Intendenza, ma Comandi logistici di scacchiere e di corpo d'armata, che svolgono in pratica le funzioni prima tipiche delle Intendenze; - nella zona territoriale, ripartita per Regioni Militarì, non viene
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più prevista l'azione coordinatrice di un'Intendenza generale (Pub. 6300 - para. 3) ma gli organi logistici " operano in ottemperanza alle direttive del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito" (la circolare non specifica peraltro le competenze rispettive del Ministero e dello Stato Maggiore, nei riguardi dei predetti organi); - in relazione alla necessità di adeguare costantemente l'organizzazione logistica alla manovra, non sono più previste zone esclusivamente riservate allo schieramento dei Servizi. Con queste caratteristiche, la zana di combattimento comprende una o più aree della battaglia e la zana delle retrovie dello scacchiere. In tale zona il Comando dello scacchiere conduce le operazioni, avvalendosi per la parte logistica di un Comando logistico che indirizza, coordina e disciplina l'attività degli organi logistici ad esso assegnati, allo scopo di assicurare il sostegno logistico alle G.U. operanti. Nelle varie aree nelle quali si articola la zona di combattimento (vds. DOCUMENTO 24/a) coesistono complessi tattici e organi logistici. In linea di massima: gli organi logistici dei battaglioni/gruppi gravitano nella parte arretrata della posizione difensiva; gli organi delle divisioni/brigate, nella zona delle retrovie di G.U. elementare; gli organi log istici di corpo d'armata, nella zona delle retrovie di corpo d'armata; gli organi logistici di scacchiere, nella zona delle retrovie di scacchiere, che rappresenta la base di alimentazione dell'area della battaglia con organi logistici prevalentemente territoriali. Particolare rilievo assume la zona delle retrovie di corpo d'armata, che rappresenta "il serbatoio. tenuto a livello di scacchiere, al quale at tingono le G .U. elementari per la propria alimentazione". I materiali e mezzi dei quali il corpo d'armata dispone per garantire l'aderenza del sostegno logistico al dispositivo tattico possono essere messi a disposizione del corpo d'armata fin dal tempo di pace, oppure essere assegnati sulla base delle necessità a cura dello scacchiere. Di conseguenza, ferma restando l'attribuzione delle attività del 1° anello della catena logistica al battaglione e reparti corrispondenti e del 2° anello ai livelli di brigata e divisione, il corpo d 'armata esercita le attività logistiche tipiche del 2° anello nei confronti d elle unità direttamente dipendenti, e inoltre è compartecipe - nei riguardi delle unità dipendenti - anche delle attività del 3 ° anello tipiche del livello di scacchiere operativo. A tal fine " lo scacchiere, nella generalità dei casi [nostra sottolineatura N.d.a.] decentra parte dei propri organi esecutivi ai corpi d'armata dipendenti, allo scopo di garantire loro una autonomia operativa ragguagliata alla situazione e al compito operativo assegnato".
b. L'organizzazione logistica e il s uo funzionamento. I 14 Servizi logistici della Pub. 6300 sono ridotti a 10: di sanità; di commissariato; materiali d'armamento (che riunisce per il momento solo al live llo di 2° e 4° anello le competenze dei Servizi armi, munizioni e materiali NBC, del genio e delle trasmissioni); materiali dell' ALE; del-
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la motorizzazione; veteTinario; trasporti; postale e telegrafico; di amministrazione; onoranze caduti in guerra. Risultano pertanto aboliti i Servizi lavori , ponti e strade e delle tappe, mentre gli altri sono raggruppati in Servizi aventi attività affini. I dieci Servizi rimasti conservano compiti sostanzialmente immutati Tispetto a quelli definiti dalla Pub. 6300. L'accresciuta importanza delle risorse locali trova una corrispondenza nei compiti particolari dei SeTvizi di sanità, commissariato, trasmissioni, genio e motorizzazione, nei quali viene inclusa anche la "valutazione delle risorse locali inerenti al Servizio", mentre il commissariato riacquista almeno parzialmente l'antico ruolo (TicopeTto fino al 1915) nelle incette e requisizioni, e tra i suoi compiti viene specificata " l'assistenza giuridico-amministrativa nelle incette e requisizioni". Da notare anche la Ti formulazione in maniera più chiara dei compiti del Servizio traspoTti, dai quali traspare l'importanza che si intende attribuire alla saldatura tra i vari tipi di trasporto e all'organizzazione dei trasbordi. Infatti mentTe secondo la 6300 (para. 216) il Servizio provvede semplicemente alla oTganizzazione ed esecuzione, con qualsiasi mezzo o sistema di trasporto, dei traspoTti che interessano le forze operanti (quindi: non tutto l'esercito e non tulle le foTze armate), la Circ. 2077 specifica che: il Servizio trasporti è responsabile: - della pianificazione, programmazione, esecuzione e controllo d ei movimenti e trasporti di superficie, effettuati con qualsiasi mezzo (esclusi gli aeromobili della Aeronautica Militare e della Marina Militare e merc..:antilt:) o siste ma, a favore delle forze armate; - delle misure necessarie per la saldatura dei trasporti di superfit:ie con quelli marittimi o aerei ; dell 'organizzazione dei trasbordi fra la ferrovia, la via ordinaria e la via navigabile interna, da effettuare in zone predisposte o in aree attivate per esigenze contingenti.
Il nuovo Servizio materiali dell' ALE è il riflesso dell'importanza assunta dall ' aviazione leggera dell' esercito, che per tutto quanto .riguaTda gli aeromobili Tichiede un'oTganizzazione logistica ad hoc. Oltre a provvedeTe al Tifornimento e allo sgombero degli aeromobili e lorn parti, dei carburanti e de11e attrezzature per manutenzione e riparazione, il Servizio è Tesponsabile: - delle riparazioni di 1° , 2 °; 3° grado e del controllo di quelle di 4 ° di competenza della diTezione generale delle Costruzioni, delle armi e degli armamenti aeronautici e spaziali (COSTARMAEREO); - della programmazione delle esigenze di ricambi e complessivi e al la gestione tecnico-contabile delle scorte; - dell ' applicazione da paTte di tutti gli Enti interessati della normativa tecnica emanata da COST ARMAEREO. A fattor comune per tutti i Servizi, da notare anche la scompaTsa del termine dotazioni di 2" linea, quantitativi fissi sostituiti come già si è visto da quello di scorte a composizione variabile, con la parallela conferma di dotazioni di 1" linea, dotazioni aggiuntive e scorte iniziali . I materiali necessari al funzionamento dei Servizi si dividono in dotazioni di l" linea e scorte. Le prime sono assegnate in via peTmanente alle unità al livello btg./gr.
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per garantire loro un minimo di autonomia, e possono essere incrementate con dotazioni aggiuntive. Le seconde sono riserve di mezzi e materiali costituite per assicurare l'alimentazione dell'esercito. Si distinguono in: - scorte di G.U. (ex-dotazioni di 2" linea), assegnate permanentemente alle G.U. elementari (e ai C.A. per propri supporti). Anch'esse possono essere incrementate in relaz ione al compito da assolvere. Un particolare tipo di incremento è rappresentato dalle scorte iniziali (vds. Circ. n. 1270 - RR/181. 520 in data 31 dicembre 1972 dello SME - IV Reparto); - scorte di Scacchiere e di Regione Militare; - scorte centrali.
In relazione alla sfera d'interesse verso la quale rivolgono principalmente la loro attività, i Servizi sono raggruppati in quattro settori di intervento: - settore della sanità, al quale fanno capo i Servizi di sanità, veterinario e onoranze caduti in guerra; - settore dei materiali d'annamento, al quale fanno capo i Servizi materiali d'armamento, della motorizzazione e dei materiali dell' ALE (il Servizio materiali d'armamento, costituito per il momento al livello di 2° e 4 ° anello, assume le competenze de i Servizi armi, munizioni e NBC, del genio e delle trasmissioni); - settore del commissariato, al quale fanno capo i Servizi di commissariato, postale e telegrafico e amministrazione; - settore dei trasporti (Servizio trasporti). Le attività logistiche fondamentali sono: gli approvvigionamenti , i rifornimenti, i recuperi e gli sgomberi, le attività sanitarie e i trasporti. Le prime quattro sono comuni ai settori dei materiali d'armamento e di commissariato; le altre due sono peculiari del rispettivo settore. Gli approvvigionamenti si traducono nella provvista dei mezzi occorrenti per fronteggiare le esigenze di vita e di combattimento. l rifornimenti hanno lo scopo di far giungere agli organi utilizzatori i mezzi e i materiali approvvigionati. In relazione allo scopo che si prefiggono, a variante di quanto previsto dalla Pub. 6300 (che distingueva solo tra rifornimenti ordinari e straordinari) si dividono in: normali (per il ripianamento dei consumi nonnali); preventivi (per il soddisfacimento di particolari esigenze pianificate, come gli ammassamenti munizioni o il conferimento preventivo di una particolare autonomia a determinati complessi di forze in relazione al loro ruolo in una data azione); urgenti (per fronteggiare improvvise esigenze, come distruzioni massicce di materiali e punte di consumo improvvise e impreviste). L'iter dei rifornimenti normali e urgenti è riportato ne i DOCUMENTI 24/b e 24/c. I rifornimenti preventivi , di norma concentrati nel tempo e di elevato peso logistico (come già prevedeva la Pub. 6300) si effettuano se possibile con le stesse modalità dei rifornimenti normali, ma con frequente ricorso ai rifornimenti a domicilio. Que lli urgenti nella quasi totalità dei casi sono effettuati a domicilio. Le riparazioni comprendono interventi preventivi e correttivi e per esse la Circ. n. 2077 prevede, - come già la 6300 - la distinzione in quat-
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tro gradi (Vds. DOCUMENTO 24/d). Ogni G.U. decide in base a quella della G.U. superiore una politica delle riparaz ioni, che risponde allo scopo di non appesantire i minori livelli operativi (preferendo a tale livello la semplice sostituzione di parti e complessivi e non onerose riparazioni) e di prevedere il largo ricorso a riparazioni a domicilio da parte degli organi tecnici del livello superiore, ev itando gravosi sgomberi . L ' elasticità della politica delle riparazioni viene garantita anche dalla disponibilità al livello di scacchiere (ed eventualmente di corpo d ' armata) di organi di riparazione di riserva, impiegati a ragion veduta per adeguare alle effettive esigenze la capacità di riparazione delle G.U .. J1 corpo d ' armata ha anche in questo campo importanti funzioni di volano e di filtro, pur senza svolgere una vera e propria attività di riparazione a favore delle G.U. dipendenti. Esso dispone, di norma, di un pa rco mezzi e materiali efficienti e di un' aliquota di complessivi e sistemi modulari che non trovano collocazione tra le dotazioni degli organi di 2° grado a causa delle loro caratteristiche intrinseche (peso o volume eccessivi, pregio, delicatezza costruttiva ecc.). I mezzi e materiali sos tituiti o non sostituibili, abbisognevoli di riparazioni di 3° e 4° grado, sono prelevati a cura de llo scacchiere. Nel campo dei recuperi e sgomberi - diventati particolarmente onerosi per l' aumento del numero dei veicoli ruotati e cingolati anche al livello di minori unità - i reparti al livello di battaglione dispongono di personale e mezzi per provvedere in proprio allo sgombero sui centri di raccolta dei centri logistici di brigata e divisione. A cura delle G.U. elementari si provvede alla riparazione dei mezzi e allo sgombero di quelli non riparabili presso i centri di raccolta di corpo d ' armata, ove sono prelevati a cura dello scacchiere. Anche in queste attività, quindi, il corpo d'armata ha funzioni di anello intermedio tra G.U. elementari e scacchiere. Per le attività sanitarie, l'iter del ferito (ved. DOCUMENTO 24/e) risulta notevolmente modificato rispetto a quello previsto dalla Pub. 6300, con particolare riguardo allo smistamento che avviene prima di tutto nell' ambito della G. U . elementare e non più solamente al livello di Intendenza/scacchiere (come nella Pub. 6300). La prima fase dell'attività sanitaria sul personale è costituita dal soc corso immediato , dalla raccolta e dal primo trattamento, che sono s volti presso le unità a li vello btg/gr. 17 Dopo il soccorso immediato che
17 Il soccorso immediato, effeuualo sul luogo ove si è verificata la causa che ha a v viato il trattame nto sanitario, c on siste in misure di emergenza praticate dal personale incaric ato de lla raccolta, integrate dall 'autosoccorso e da l soccorso rec iproco con impiego de l pacche tto di medicazione e del corre do individuale di autosoccorso NBC. La raccolta , di massima di competenza delle minori unità al live llo di compagni a, consiste nell ' allo ntaname nto sollecito del ferito dalle posizioni a vanzate e ne l suo trasporto a l posto di me dicazione , ove avviene il primo trattamento, che prevede: a) medic a zio ni o inte rventi per ripristinare e sostenere le princ ipa li fun zioni vita li di feriti e ammalati, a llo scopo di prepararli allo sgombero; b) la compilazione de lla ta bellina diagnostica, in modo da pote r e ffettua re una prima classificazione di feriti e ammalati e di fi ssa re le priorità in materia di Lrattame nto e di trasporto.
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avviene nello stesso luogo del ferimento, il ferito è raccolto e trasportato al posto di medicazione dove avviene il primo trattamento. Successivamente, a cura degli organi esecutivi della G.U. elementare il ferito viene sgomberato sul posto smistamento feriti, costituito a cura della stessa G.U. elementare con uno o più ufficiali medici, mezzi per il trasporto dei feriti e ammalati, almeno un nucleo di rianimazione e trasfusione e infermieri e porta feriti. E' frequentemente inserito in un centro sanitario di G.U. elementare; può però essere dislocato anche all' interno di un centro logistico. Sulla base della politica di sgombero della G.U. (cioè della direttiva di comando che ha lo scopo di definire i criteri di base per lo sgombero dei feriti/malati), presso il posto smistamento feriti - primo e più importante organo di smistamento - i feriti e ammalati sono classificati in: - di prima urgenza, quando sono giudicati intrasportabili e abbisognevoli di intervento chirurgico immediato, o comunque sono recuperabili entro i limiti di tempo fissati dalla politica di sgombero per l'area della battaglia (orientativamente 2-4 giorni); - di seconda urgenza, quando devono essere sottoposti a intervento chirurgico entro 6 ore <lal momento <lclla selezione o quando sono recuperabili entro i limiti di tempo fissati dalla politica di sgombero per la zona delle retrovie di scacchiere (orientativamente 20-30 giorni); - di terza urgenza, quando possono subire l'intervento chirurgico dopo le 6 ore o non sono recuperabili entro i limiti di tempo fissati per la zona delle retrovie di scacchiere. Sulla base della diagnosi e della prognosi il posto smistamento feriti invia al centro chirurgico della G.U. elementare il personale intrasportabile o abbisognevole di intervento chirurgico immediato, e agli ospedali da campo il personale recuperabile entro i limiti di te::mpo prescritti dalla politica di sgombero nella zona delle retrovie delle G.U. elementari. Il personale di 2" e 3" urgenza o dimesso dagli ospedali da campo viene sgomberato (a cura dello scacchiere) sugli organi di smistamento allestiti nell'ambito degli ospedali di scacchiere, che lo suddividono a loro volta in: - personale abbisognevole di intervento chirurgico urgente (2" urgenza) che viene avviato agli appositi ospedali di scacchiere; - personale che, essendo abbisognevole di intervento chirurgico non urgente, può essere sgomberato sugli Enti ospedalieri della zona territoriale; - personale recuperabile entro i limiti di tempo fissati dalla politica di sgombero per la zona delle retrovie di scacchiere, che viene ricoverato negli ospedali di scacchiere; - personale non recuperabile entro i predetti limiti di tempo, che deve quindi essere sgomberato a tergo. La Pub. 2077 attribuisce particolare rilievo a due formazioni tipiche dei Servizi nel secondo dopoguerra: il centro logistico e il centro sanitario. Per il centro logistico si confermano le indicazioni della Pub.
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630 e della regolamentazione successiva, con una migliore puntualizzazione delle competenze ai vari livelli e delle modalità per l'organizzazione interna. La flessibilità del sistema logistico è sempre assicurata con la costituzione all'interno dei C.L. di dotazioni miste su ruote, che hanno il compito sia di far fronte a improvvise esigenze con rifornimenti a domicilio, sia di conferire all'intera organizzazione logistica della G.U. una certa possibilità di sopravvivenza funzionale nei confronti di ogni tipo di offesa, sostituendo parzialmente o totalmente un altro C.L.. A tal fine vengono scelte delle zane alternate, nelle quali, in caso di necessità, affluiscono le dotazioni miste su ruote. Se non si dispone di un numero adeguato di aree da adibire a questo scopo, una stessa zona alternata può essere assegnata a due centri logistici. Il centro logistico ha zona di schieramento tendenzialmente allungata e occupa un'area di 15-20 Kmq posta possibilmente a distanza di sicurezza nucleare dai contermini complessi tattici e logistici. In essa il comandante, avvalendosi di una specifica organizzazione di comando, definisce l'ubicazione interna degli organi esecutivi e impartisce disposizioni concernenti: sicurezza del centro logistico (difesa, ricerca, protezione, attività di polizia militare, difesa antincendi e OEZED); organizzazione interna del traffico stradale e delle trasmissioni; disciplina e condizioni di vita del personale; attività sanitaria; confezione e distribuzione del vitto; carico e scarico del materiale presso gli organi distributori. Il centro sanitario viene normalmente costituito al livello di divisione o brigata autonoma. Risponde all'esigenza - da valutare caso per caso - di riunire in un unico organo con propria fisionomia e organizzazione gli organi esecutivi dei Servizi di sanità, veterinario e onoranze caduti in guerra, anzichè inserirli separatamente nei vari centri logistici. La sua costituzione ha il vantaggio di sottrarre le formazioni sanitarie all'offesa avversaria (in virtù della Convenzione di Ginevra del 1949) e di realizzare una più razionale ed economica utilizzazione del personale e dei mezzi, con il soddisfacimento con visione unitaria delle varie esigenze e il coordinamento delle attività di organi tra di loro, funzionalmente collegati. Per contro, ne possono sconsigliare la costituzione un ' elevata probabilità del ricorso da parte avversaria all ' arma nucleare (che impone di frazionare gli organi), una consistente attività di guerriglia a fronte di una scarsa capacità di reazione de gli organi sanitari, e infine i tempi di percorrenza eccessivi che la dislocazione di un'unica località degli organi di ricovero e cura potrebbe imporre ai mezzi di sgombero dei malati e feriti. L ' area necessaria alla costituzione di un centro sanitario è di poche decine di ettari, e può essere ulteriormente ridotta in relazione alla convenienza e possibilità di utilizzare fabbricati per la sistemazione di taluni organi. Normalmente ne fanno parte: un posto smistamento feriti, uno o più ospedali da campo, uno o più gruppi chirurgici, un nucleo ambulanze, gli organi per la disinfezione, ùecuutaminazione e bonifica, l'or-
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ganizzazione relativa alle onoranze caduti in guerra, il personale addetto all'assistenza spirituale, il personale degli organi sanitari ripiegati o in riserva. Possono altresì esservi inglobati gli organi del Servizio veterinario (brigate alpine). Per il coordinamento delle attività e per soddisfare con visione unitaria le varie esigenze è previsto un Comando del centro sanitario, assunto nella divisione del comandante del battaglione sanitario e nelle brigate autonome dal comandante del reparto o compagnia sanità. li comandante del centro sanitario impartisce disposizioni riguardanti la sicurezza del complesso (difesa vicina, protezione e difesa antincendi), il traffico interno, i trasporti e la manovalanza, i collegamenti interni, i lavori di viabilità e protezione e le mi sure connesse con l'OEZED. ln sintesi con la Circ. 2077 la nuova logistica, pur senza rinnegare l'antica e anzi conservando rispetto ad essa robusti tratti di continuità, evolve finalmente verso l'organizzazione per fun z ioni, rispetto alla quale però non presentano minori caratteri di novità il "ritorno al corpo d ' armata" anche in campo logistico, il nuovo iter del ferito e il sia pur abbozzato ritorno all ' utilizzazione delle risorse locali, non solo e non tanto per il commissariato ma anche nei riguardi dei Servizi di sanità, della motorizzazione, del g~nio e delle trasmissioni. Di conseguenza, unitamente alle Pub. 6300 e 630 la Circ. 2077 è una pietra miliare nell'evoluzione della dottrina logistica del dopoguerra, in quanto le successive pubblicazioni 900 - Voi. III e 900/A Voi. III ( I 989), non ne rappresentano che l'estensione e il perfezionamento .
14. Il modello logistico degli anni 80 (Pub. 900 - Voi. Hl - Edizione 1981) La Circ. 2077 delinea un primo abbozzo del "modello logistico degli anni 80", definitivamente adottato con la Pub. SME n. 6176 (900 s.d.) Memoria sull"impiego delle G. U. - Volume I Il, La, Logistica emanata in data 8 luglio 1981, che "sostituisce e abroga - per gli argomenti trattati - le pubblicazioni precedentemente in vigore". Di conseguenza le pubblicazioni dottrinali precedenti, a cominciare dalla vecchia Pub. 6300 e dalla Pub. 630, si devono intendere come abrogate solo per la parte che viene esplicitamente trattata dalla nuova normativa e quindi conservano una parziale validità per quanto con essa non è io contrasto. La nuova pubblicazione non è che un ampliamento e un approfondimento dei concetti ispiratori della circolare n. 2077 del 1977. Non vi mancano, tuttavia, elementi di novità anche importanti, a cominciare dall' approccio al problema logistico e dalla struttura. Infatti la pubblicazione, presentandosi come Volume 1Il della nuova serie dottrinale 900 e non come facente parte di un sistema dottrinale diverso e separato da quello operativo, sancisce per la prima volta in maniera esplicita e concreta il principio della parità e dell'integrazione in un unico corpus dottri nalc della dottrina tattica e logistica. E anche se calibrala per la di-
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fesa a nord-est, essa per la prima volta esamina l'organizzazione logistica da attuare nei vari tipi di operazioni offensive e difensive, rinunciando così alla pretesa - tipica di tutta la regolamentazione di base precedente - di indicare criteri e modalità di massima, validi sia per l'offensiva che per la difensiva. Pare evidente che la filosofia strategica prevalente è sempre a carattere prevalentemente offensivo o difensivo, e che quindi anche la filosofia logistica, pur lasciando margini di elasticità per l'adattamento caso per caso alle situazioni contingenti, deve fare le sue scelte di fondo e definire di conseguenza dei criteri ordinativi per le formazioni dei Servizi, scelte e criteri che variano notevolmente a seconda dell'orientamento strategico prevalente. Notevoli anche le innovazioni rispetto alla Circolare 2077, tra le quali vanno sottolineate: - l'attenuazione del rnolo logistico del corpo d'armata, al quale sono attribuite funzioni logistiche di 3° grado solo in casi particolari, anche se il Comando logistico di scacchiere disloca normalmente alcuni suoi organi avanzati - che rimangono peraltro alle sue dipendenze nella zona delle retrovie di corpo d'armata; - la conseguente istituzione di un Comando logistico solo al livello di scacchiere, mentre il Comando di corpo d'armata si avvale - come tutti i Comandi di G.U. - di un ufficio logistico; - l ' aggruppamento delle attività logistiche in 4 Servizi logistici, con una fisionomia assai diversa da quella per "settori" della Circ. 2077: Serv izi sanitari (Servizio sanitario, veterinario e delle onoranze caduti in guerra); Servizi di commissariato (attività connesse con la vita e il sostegno del personale: vettovagliamento, vestiario, equipaggiamento, casermaggio, poste e telegrafi); Servizi trasporti e materiali (riuniscono tutte le attività di rifornimento, manutenzione, gestione e trasporto dei materiali di artiglieria, del genio, delle trasmissioni, della motorizzazione, NBC e dei mezzi mobili campali di commissariato, quest'ultimi solo per la parte motorizzazione); Serviz io di amministrazione (preposto alle attività giuridico-amministrative); - la costituzione al di fuori dell'area di forza armata di un Servizio delle riparazioni gestito dal corpo unificato dei Servizi tecnici istituito con legge 20 settembre 1980 n. 574, e preposto all' attività di grande riparazione e revisione (4° grado) dei mezzi ruotati e cingolati, armi e sistemi d'arma, mezzi del genio, delle trasmissioni, NBC e mezzi mobili campali di commissariato; - la conservazione temporanea del Servizio materiali dell' ALE, in attesa della completa de finizione del modello logi stico '80. Altro aspetto di rilievo della Pub. 900 - Vol. lii è l'accresciuto ruolo dell'organizzazione logistica di Regione Militare, sulla quale all' emergenza si impianta quella di scacchiere in modo da ridurre al minimo le trasformazioni dal tempo di pace al tempo di guerra. Ciò avviene anche perché (para. 18), nel corso delle operazioni , la Zona Territoriale può estendersi in avanti per effetto diana-
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Ioga traslazione dalla Zona di Combattimento o essere contratta per l'esigenza di arretrare il limite pos teriore della Zona di Combattimento o di dare vita a un ' altra Zona di Combattimento a sè stanle. [nostra sottolineatura - N.d .a.]. In relazione a queste ipotesi è necessario che la struttura territoriale abbia la capacità potenziale di fronteggiare le conseguenze che possono derivare dai succitati mutamenti. E' altresl necessario che l 'organizzazione logistica di Regione Militare sia orientala ad assumere tempestivamente la fisionomia di organizzazione di Scacchiere.
In Telazione a queste esigenze dalle quali traspare un concetto più areale e a tout azimut di organizzazione logistica, il Comando logistico di scacchiere si identifica, di massima, con un Comando Militare Territoriale di Regione e comprende uno Stato Maggiore e i Comandi dei Servizi sanitari, dei Servizi di commissariato e dei Servizi trasporti e materiali di Regione Militare, già costituiti e funzionanti fin dal tempo di pace. Con questi organi il Comando logistico di scacchiere, avvalendosi dell'oTganizzazionc logistica di pace e adeguandola alla situazione, dà vita a un' organizzazione che consente l'aderenza della manovra logistica a quella strategica e assicura con continuità il sostegno logistico alle forze dipende nti, anche in caso di interruzione dei Tifornimenti da tergo. La Pub. 900 - Voi. III conferma i quattro gradi di attività logistiche. Quest'ultime sono: gli approvvigionamenti , i rifornimenti , i recuperi e gli sgomberi, il mantenimento dei mezzi , le attività sanitarie, i trasporti. Il nuovo termine "mantenimento" sostituisce quello tradizionale di "riparazioni" usato ancoTa dalla Circ. 2077 del 1977 cd è legato al nuovo concetlo di affidabilità, cioè alla " probabilità, attribuita ad un determinato mezzo, di fornire le normali prestazioni di esercizio, per un determinato periodo di tempo e di funzionamento in normali condizioni di utilizzazionc". 1R li concetto di mantenimento assume un significato più ampio di quello di riparazione, che era semplicemente un"'attività logistica diretta a rimettere in efficienza, per consentirne il reimpiego, mezzi e materiali in avaria". 19 Secondo la Pub. 900- Voi. III (para 32), l'attività di mantenimento non consiste solo nella rimessa in efficienza dei mezzi e materiali, ma ha il fine ultimo di garantire l'affidabilità ed è basata sulla prevenzione dei guasti, più che sulla loro riparazione. Essa è pertanto rivolta ad assicurare l'affidabilità dei mezzi e materiali, auravcrso controlli e lavorazioni di vario tipo. L'attività è disciplinata da una "politica di base" che defini sce i criteri e le procedure atti a consentirne il corretto sviluppo. Componenti fondamentali del mantenime nto sono gli interventi a carattere preventivo e correttivo (riparazioni).
li Nomenclatore Militare del 1984 chiarisce che gli interventi preventivi hanno lo scopo di garantire l'affidabilità dei mezzi; quelli correttivi (riparazioni) di ripristinarla agendo sui mezzi inefficienti. 20
18
Pub. SME n. 5895 Nomenclatore Militare (Esercito) - Ed. I 969, p. 14. Pub. SME n. 5895 Nomenclatore Militare (Esercito) - Ed. 1969, p. 14. 20 Pub. SME n. 5895 - Ed. 1984, p . 78. 19
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Per le modalità di inlervento, la Pub. 900 - Vol. III mantiene i principi della specializzazione, peso e complessità crescente - dal battaglione in su - degli organi di mantenimento già introdotti dalla Pub. 6300, confermando anche gli orientamenti della Pub. 712 e della Circ. 2077 alla semplice sostituzione di parti e complessivi ai minori livelli, e all'alleggerimento dei livelli inferiori sia con interventi a domicilio che con l'assorbimento delle lavorazioni da parte degli organi dei livelli superiori. Nella tabella che segue21 sono riassunti i gradi delle attività logistiche. GRADI DELLE ATTIVITÀ LOGISTICHE Anelli logistici grado di attività
Battaglioni e minori unità autonome
Brigate, Corpi d'Armata
Scacchiere Operativo
Organi Centrali
Attività
1° grado
2° grado
3° grado
4° grado
Approvvigionamenti
eccezionale
eccezionale
eventuale
normale
Rifornimenti (normali}
distribuzione a domicilio, prelevamento presso il C.L. con caratiere di continuità
distribuzione continua presso i propri organi, prelevamento giornaliero presso gli organi di 3° anello
distribuzione giornaliera, presso i propri organi; ricezione periodica ( I 0- 20 gg.} dal 4° anello
distribu1.ione periodica a domiciii o presso 3 ° anello
Recuperi sgomberi
fino ai C.L.
sugli organi di 3° anello con i mezzi adibiti ai rifornimenti, se possibile: eccezionali con mezzi speciali
dai C.L. se non è possibile con i mezzi adibiti ai rifornimenti
e
dagli organi di 30 anello (se
conveniente)
Mantenimento
manutenzione ordinaria e specializzata di 1° grado: interventi correttivi di l" categoria (se dispongono di officina leggera)
interventi preveotivi di 2° grado e correttivi di 1" e 2" categoria
visite tecniche e interventi correttivi di 3" calegoria
interventi in ambilo interforze (presso g li Stabilimenti dell'area tecn ico-industriale)
Attività sanitarie
soccorso immediato, raccolta e 1° trattamento
sgombero dal po.mc., smistamento, ricovero e cura di I " urgenza
sgombero dagli organi di 2 0 anello , smista-
ricovero e cura di 3" urgenza e cura prolungata
Trasporti
21
via ordinaria
via ordinaria
Pub. SME n. 900 - Voi. III Ali. D.
mento, ricovero
e cura di 2" urgeoza eventualmente di altro tipo
di ogni tipo
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La logistica de/l'esercito - Voi. IV
I battaglioni e minori unità autonome sono in grado di effettuare l'attività di mantenimento di 1" categoria solo quando dispongono di officina leggera, N~gli altri casi ci si limita ad effettuare l'attività di manutenzione, che in senso stretto non rientra nel mantenimento perché compete al conduttore o consegnatario dell'arma o del mezzo, con l'eventuale concorso di specializzati del livello di compagnia o battaglione. Quindi diversamente dal passato, dal 1975 in poi il livello di battaglione meccanizzato ha fisionomia completa di 1°grado sia per i recuperi e sgomberi che per le riparazioni. Il livello corpo d'armata conserva un ruolo importante anche se - come avveniva con la Circ. 2077 - non è più "compartecipe delle attività del 3° anello della catena logistica" e non gli vengono più decentrati, "nella generalità dei casi", organi del 3° anello. Infatti (para. 21 e 52) "ancorchè non costituisca anello intermedio deJla catena logistica, si configura tuttavia quale organo de moltiplicatore dello scacchiere operativo sulla linea di comando operativa[ .. .]. E' il diretto interlocutore dello scacchiere per tutti gli aspetti tattico-logistici di interesse dell'area della battaglia e il naturale coordinatore di tutte le attività logistiche dei 2° anelli dipendenti". • In tale veste il corpo d'armata esercita attività di concorso, coordinamento e controllo nei confronti delle G.U. dipendenti e riceve fin dal tempo di pace dallo scacchiere materiali essenziali (scorte iniziali) per far fronte alle esigenze di rifornimento delle unità dipendenti, fino a quando non viene attivato il regolare flusso di alimentc1zione fra lo Scacchiere e il 2° anello. La disponibilità di tali materiali consente al corpo d'armata di assegnare inizialmente scorte e dotazioni aggiuntive alle Grandi Unità e alle unità direttamente dipendenti, attribuendo loro livelli di autonomia diversificati in relazione alla situazione e al compito che devono svolgere. Il corpo d'annata può anche modificare la sua autonomia logistica, richiedendo allo scacchiere rifornjmenti a domicilio a favore delle Grandi Unità e unità dipendenti . I materiali assegnati dallo scacchiere come scorte iniziali sono comunque da considerare ad esaurimento, mentre i materiali assegnati alle Grandi Unità e unità dipendenti dal corpo d'armata per incrementare la loro autonomia di base sono considerati come facenti parte delle scorte e dotazioni e come tali devono essere mantenuti a livello finchè sussistono le esigenze che ne hanno detenninato le assegnazioni. Con la Pub. 900 - Voi. III si conclude un'analisi che, ini ziata dal 1831 , abbraccia circa 150 anni di dottrina. Se si guarda al passato, la normativa del 1981 segna un sia pur contenuto ri torno alle origini, con una certa importanza di nuovo attribuila alle risorse locali e alle installazioni del tempo di pace, l'organizzazione del tempo di pace che fa da riferimento a quella di guerra e non viceversa, l'aggruppamento di branche logistiche (come quelle dei trasporti e materiali) che erano poco diversificate anche negli eserciti napoleonici e della Restaurazione. Se, invece, si guarda all'avvenire, due sono i processi tuttora (1992)
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in corso, che già si intravedono nella nuova normativa: - la proiezione dell'organizzazione logistica del corpo d'armata verso l'avanti, con minore enfasi attribuita alla possibile assunzione della fisionomia tipica delle unità del 3° anello della catena logistica (in passato affidala al non più previsto livello di armata) e, invece, accentuazione del suo ruolo nella regolazione delle attività tipiche del 2° anello; 22 . - la riunione in unico Servizio delle attività relative ai trasporti e ai più importanti materiali. Queste direttrici postulano un profondo rinnovamento dell' organizzazione logistica, rinnovamento che non può essere né facile né breve perché richiede una diversa formazione di base e un diverso impiego dei Quadri dei Servizi, la razionalizzazione e l'accentramento a livello Regione Militare dell'intera struttura territoriale, un respiro interforze delle attività di 3° e 4° grado finora sempre mancato (anche se spesso auspicato}, la tendenza a unificare l'attività di rifornimento dei predetti gradi e - last not least - la presenza fino al livello di battaglione compreso di Quadri appartenenti ai quattro nuovi Servizi (quindi: non solo sanità e amministrazione, ma anche commissariato e motorizzazione)23 e la tendenza a semplificare al massimo - con semplice sostituzione di parti o complessivi - le attività di mantenimento di I e 2 ° grado. O
15. Aspetti logistici degli ordinamenti delle C . li. elementari dal /956 al 1981 La meccanizzazione dell'esercito e il potenziamento degli organi logistici reso necessario all'ambiente operativo nucleare: sono questi i temi dominanti di un periodo assai ricco di mutamenti nella fisionomia organica e logistica delle G.U. elementari, mutamenti tuttavia progressivi e derivanti da un costante processo evolutivo, senza "salti". La prima modifica all'ordinamento 1955 delle G.U. elementari (vds. capitolo IX) recepisce l'esigenza del controllo disciplinare e della organizzazione con criteri unitari della sicurezza dei numerosi organi esecutivi dei Servizi, già emersa al livello di armata nel giugno 1940 (vds. capitolo VII). A partire dal 10 settembre 1956 viene costituito24 un Comando Unità Servizi (C.U.S.) ai livelli di divisione e brigata, che ha lo
22 La Circ. SME n. 2080/101. 10 in data 7 mag. 86. Soppressione del livello divisio nale. Riflessi sulla normativa d 'impie,:o della serie 900 accenna alla necessità che il corpo d ' annata assuma in proprio talune funzioni di coordinamento e concorso in campo tattico e logistico prima affidate alla divi sione, aumentando la sua autonomia logistica e i supporti di fuoco e logistici. Ciò ne accentua la proiezione verso l'avanti, a scapito della possibilità di svolgere anche talune attività di 3°grado. 23 Cfr. anche Gen C. A. E. Rarnbaldi, La guerra territoriale (Conferenza del 6 novembre 1980), Quaderni del CASD n. 80/11 , pp. 34-35. 24 AUSSME, Rep. M/7, Racc. 842.
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scopo di attribuire a un comandante di grado elevato (colonnello d' Arma) "la responsabilità di presiedere con visione unitaria alla disciplina, vita e attività addestrativa delle unità dei Servizi di divisione e di brigata, eliminando così una dipendenza diretta di detti Enti dai Comandi di G. U. ( vice-comandante nelle divisioni corazzate) non priva di inconvenienti". Il predetto comandante in operazioni assume anche la responsabilità dell'organizzazione e difesa della zona dei Servizi della G.U. "colmando così anche in questo campo una lacuna già da tempo e da più parti rilevata". Egli si inserisce nella linea di dipendenze disciplinari fra il comandante di G.U. e i comandanti di unità Servizi, "senza incidere sugli attuali rapporti d'impiego tra il Comando G.U. e le unità stesse né spostando le dipendenze amministrative e tecniche delle predette unità Servizi". In pace ha attribuzioni di comandante di corpo ai fini disciplinari e addestrativi (escluso l'addestramento tecnico specifico di ciascun Servizio) e funzioni di controllo nel campo dell'impiego e sull'esecuzione degli ordini impartiti dal Comando divisione alle unità Servizi. In guerra, oltre alle attribuzioni di pace esercita anche quelle connesse alla sicurezza, disciplina, viabilità e polizia militare nella zona dei Servizi della G.U .. A seguito delle pubblicazioni 600 e 630, nel 1958 viene adottato un nuovo organico nel quale le G.U . elementari traducono i pratica il criterio - già enunciato nel 1947 dal maggiore Forlenza 25 - di adeguare il livello di motorizzazione e meccanizzazione alle caratteristiche prevalentemente montane del confine di nord-est, con divisioni di fanteria di pianura con più elevato tasso di meccanizzazione, e divisioni di fanteria da montagna, con maggior numero di uomini ma ridotte unità meccanizzate e un'aliquota di salmerie.26 La divisione di fanteria di pianura - sulla cui costituzione l'influsso maggiore è esercitato dall'ambiente nucleare - comprende 1 battaglione esplorante divisionale, 2 reggimenti fanteria, 1 reggimento corazzato (su 1 battaglione bersaglieri e 1 battaglione carri), I reggimento artiglieria (con I gruppo semovente), battaglione trasmissioni, battaglione genio (con 1 cp. p. mec.), I compagnia controcarri, sezione ALE, unità dei Servizi. In totale, un organico di guerra di 849 ufficiali, 1712 sottufficiali, 1309 l militari di truppa, 724 fucili mitragliatori, 367 lanciarazzi bazooka, 126 mitragliatrici, 27 mitragliatrici 12, 7 controaerei, 63 mortai leggeri, 62 mortai da 81, 18 mortai da l 07, 45 cannoni da 57 senza rinculo, 52 cannoni da 106 senza rinculo, 54 pezzi da campagna da 105/22 (di cui 18 semoventi), 18 obici pesanti campali da 155/23, 32 cannoni da 40/56, 65 carri leggeri, 59 carri medi, 45 mezzi semicingolati, 16 veli-
25
L. Forlenza, art. cii ..
26
AUSSME, Rep. M/7, Racc. 845 .
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voli, 2239 automezzi vari, 942 rimorchi, 130 trattori, 106 mezzi speciali genio, 5 complessi traino. La divisione di fanteria di montagna - sulla cui costituzione, al contrario, l'ambiente naturale è il fattore che pesa maggiormente - non ha il reggimento corazzato ed è su 3 reggimenti di fanteria, dei quali uno ha 2 soli battaglioni fanteria, più un battaglione carri. In totale 854 ufficiali, 1723 sottufficiali, 13484 mjJitari di truppa, 759 fucili mitragliatori, 388 lanciarazzi controcarri, 122 mitragliatrici, 72 mortai da 60, 72 mortai da 81, 18 mortai da 107, 48 cannoni da 57 senza rinculo, 38 cannoni da 106 senza rinculo, 54 pezzi da 105/22, 18 pezzi da 155/23, 32 cannoni da 40/56, 76 carri, 13 velivoli, 2112 automezzi, 151 trattori, 855 rimorchi, 106 mezzi speciali del genio, 300 muli inquadrati in un reparto salmerie di fanteria. La principale differenza è rappresentata dalla disponibilità nella divisione di pianura di un maggior numero di carri armati e di 45 semicingolati. Per il resto, la divisione da montagna è più numerosa (l'equivalente di circa un battaglione in più) e ba un numero lievemente maggiore di armi di reparto della fanteria, con un numero lievemente minore di automezzi (compensato dalla presenza di salmerie) e di cannoni controcarri da I 06. Il Comando di divisione ha la stessa struttura per ambedue i tipi di divisione. Ne fanno sempre parte i Comandi di artiglieria e del genio, che peraltro non hanno più responsabilità dirette nel rifornimento, recupero e sgombero di armi, munizioni e materiale del Servizio artiglieria; queste attività fanno capo - come previsto dalla Pub. 6300 - a uno specifico organo direttivo del Comando divisione. L'ufficio Servizi ha una fisionomia organica assai più complessa e completa di quello della divisione 1950: Capo Ufficio Servizi, sezione Stato Maggiore (trasporti), Servizio sanità, Servizio commissariato, Servizio armi e munizioni, Servizio ABC, Servizio materiale genio, Servizio trasmissioni, Servizio motorizzazione, Servizio Amministrazione. Nel quartier generale sono previsti , per le esigenze del Comando, un 'autosezione mista e un ufficio postale. Ciascun "Servizio" fa capo ad un "Capo Servizio". Come già si è accennato, data la loro maggiore complessità e la necessità di articolarsi su 3 centri logistic i tra di loro coordinati, gli organi esecutivi dei Servizi della divisione dipendono - per la parte non strettamente tecnica - dal Comando Unità Servizi (C.U.S.) che dispone di propri organi per l'esercizio del Comando (plotone comando e plotone tras missioni) ed è anche Comando di sostituzione del REAR della divisione. Le maggiori trasformazioni avvengono nell'ambito del reggimento e del battaglione di fanteria, che si differenziano notevolmente nei due tipi di divisione. li reggimento fanteria della divisione di pianura comprende Comandante, vice-comandante, compagnia comando di reggimento su plotone comando, plotone trasmissioni, plotone Servizi (con squadra servizi, autosezione mista e officina leggera), 3 battaglioni di fanteria ,
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compagnia mortai da 107. Totale: 162 ufficiali, 403 sottufficiali e 2932 militari di truppa, con 27 mortai leggeri da 60, 27 mortai da 81, 9 mortai da 107, 18 cannoni da 57 senza rinculo, 18 cannoni da 106, 48 mitragliatrici, 221 fucili mitragliatori, 89 lanciarazzi controcarri, 15 carri leggeri, 376 automezzi, 1 complesso traino, 200 rimorchi. Nel reggimento di fanteria della divisione da pianura 1958 risultano quindi eliminati i cannoni controcarri da 57/50 e da 75 senza rinculo, sostituiti da pari numero (18) di cannoni da 106 senza rinculo. Aumentano ancora le mitragliatrici (da 30 a 48), i fucili mitragliatori (da 163 a 221), i lanciarazzi (da 64 a 89), i mortai da 107 (da 6 a 9), .gli automezzi (da 203 a 376; sono però radiate le 124 carrette cingolate ereditate dalla guerra di liberazione), e i rimorchi (da 63 a 200). Il reggimento della divisione da montagna è su 3 battaglioni, compagnia meccanizzata e compagnia mortai da 107 (1 ° e 2° reggimento; il 3°, come si è visto, ha un battaglione di fanteria in meno e un battaglione carri medi in più). Ha un organico di 155 ufficiali, 388 sottufficiali, 2783 militari di truppa, 205 fucili mitragliatori, 84 lanciarazzi controcarri, 42 mitragliatrici, 27 mortai leggeri, 27 mortai da 81, 9 mortai da 107, 18 cannoni da 57 sr., 15 cannoni da 106, 16 carri leggeri, 351 automezzi, 1 complesso traino, 176 rimorchi. In sostanza, quindi , un organico lievemente più leggero e con meno armi di reparto e automezzi di quello del reggimento di pianura, dovuto alla diversa composizione dei battaglioni di fanteria (del battaglione del reggimento di pianura ra parte una compagnia meccanizzata, oltre a 3 compagnie fucilieri e a una compagnia mortai da 81). Anche in questo caso il Comando reggimento ha la stessa composizione per tutti e tre i tipi di reggimento. Il comandante di reggimento per la parte logistica si avvale del vice-comandante e dell'aiutante maggiore. Rispetto al 1950, è prevista la nuova figura dell'ufficiale superiore addetto ai Servizi reggimentali, che con gli organi direttivi dei Servizi forma i "Servizi reggimentali", dei quali oltre al predetto ufficiale superiore fanno parte: il capo ufficio amministrazione, il capitano addetto ai rifornimenti, il capitano di armamento (anch'esso una novità rispetto al 1950) il capitano addetto alle trasmissioni, il maggiore addetto agli automezzi, il dirigente del Servizio sanitario (capitano medico). L'ufficiale superiore addetto ai Servizi è re sponsabile solo in sede esecutiva dei Servizi reggimentali, che non costituiscono un vero e proprio ufficio. Gli ufficiali preposti ai vari Servizi dipendono direttamente per l'impiego dal comandante di reggimento, salvo l'azione eser citata per delega dal vice-comandante di reggimento e dal predetto ufficiale superiore responsabile in sede esecutiva dei Servizi reggimentali. Questa delimitazione di compiti e funzioni intende evidentemente sottolineare il ruolo e la responsabilità diretta del comandante in campo logistico - amministrativo. Di fatto, però, con questa nuova configurazione gli organi direttivi dei Servizi acquistano maggiore peso e una più compiuta fisionomia oltre ad essere meglio coordinati tra .di loro. Da notare anche il maggior ruolo logistico della compagnia co-
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mando di reggimento, che oltre al plotone comando e al plotone trasmissioni comprende un plotone servizi di nuova costituzione, nel quale sono accentrati tutti g li organi logistici (squadra servizi, autosezione mista e officina leggera). L'autosezione mista ha 9 ACL e 13 ACM. Dell'officina leggera fanno parte sottufficiali specializzati per la parte armi e materiaJj d'armamento, automezzi e mezzi corazzati, materiali delle trasmissioni. Se la struttura logistica del reggimento risulta potenziata, anche il battaglione aumenta i suoi organi logistici specie nel campo dei trasporti e della motorizzazione. Nel Comando sono presenti 2 ufficiali medici con conseguente possibilità di aumentare i posti medicazione da 1 a 2, come prevede la Pub. 630. Anche nella compagnia comando di battaglione viene costituito un plotone servizi, su squadra servizi (con sottufficiale addetto ai rifornimenti e 3 sottufficiali specializzati: armaiolo, meccanico automezzi, motorista) e autosezione mista (6 ACL, 8 ACM, 1 autobotte, l rimorchio per acqua). In tal modo, il battaglione acquista una sia pur limitata capacità di riparazione in proprio per armi e automezzi. In totale il battaghone 1958 (su compagnia comando, 3 compagnie fucilieri, compagnia mortai da 81) comprende 40 U., 100 S.U., 764 Tr., 24 lcz. c/c, 12 mitr., 9 mo. 60, 9 mo. 81, 6 lanciafiamme, 6 cannoni da 57/21 sr., 4 cannoni da 106 sr., 9 moto, 85 automezzi, 44 rimorchi. La filosofia ordinativa e logistica che presiede a queste notevoli trasformazioni della fanteria viene illustrata dal Capo di Stato Maggiore dell'esercito generale Liuzzi nella Circ. SME 955/S/151624111 in data 25 luglio 1958.27 Come obiettivi lontani si indicano la riduzione al minimo dei tipi di armamento dei reparti e lo sviluppo della meccanizzazione della fanteria, che per il momento è giudicata solo ali' inizio. E' inoltre previsto di sostituire le AR/51, al momento adibite - in mancanza di meglio - anche al trasporto delle armi di reparto, con mezzi di trasporto (non meglio precisati) più idonei al movimento fuori strada (le mitragliatrici, i cannoni da 57/21 sr., i mortai da 60 e da 81, i cannoni da 106 e i rispettivi gruppi tiro erano trasportati con AR; i mortai da 107 con ACL). Secondo il generale Liuzzi, il raggiungimento dei predetti traguardi consentirà di ottenere la riduzione degli organici in uomini delle unità, già abbondantemente alleggeriti ma non quanto sarebbe necessario e desiderabile appunto a causa sia della pluralità dell ' armamento e sia delle difficoltà di trasporto in campo tattico d i armi e munizioni oltre che del relativo personale.
La costituzione dei plotoni servizi di reggimento e di battaglione risponde a due esigenze; - costituire solo con elementi operativi il plotone comando delle compagnie comando; 27
ivi.
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- accentrare in un unico reparto il personale e i mezzi destinati ad assicurare l'assolvimento di funzioni logistiche inerenti alle riparazioni, ai trasporti e ai rifornimenti (vettovagliamento compreso) che in pratica si trovano tutte soddisfatte nell'area degli scaglioni B delle rispettive unità. L'accentramento - prosegue il generale Liuzzi - ha inevitabilmente comportato un certo appesantimento. Tale inconveniente - al livello di reggimento - è transitorio e verrà eliminato con la costituzione del reparto RRR al livello di divisione, che assorbirebbe le riparazioni al momento affidate alle officine leggere delle unità al livello di reggimento e battaglione autonomo. Pertanto il parco mobile e l'officina mobile, dei quali continua ad essere dotata anche la divisione 1958, rappresentano una soluzione provvisoria in attesa che giungano a compimento gli studi per la costituzione di un reparto RRR anche al livello di divisione, dal Liuzzi giudicata " definitiva e profondamente innovatrice" (i reparti RRR erano già presenti - come si è visto - al livello di corpo d'armata). In questa ottica si inquadrano gli organi esecutivi dei Servizi della divisione, che non presentano sensibili differenze tra la divisione da montagna e quella di pianura come dimoslra la labella che segue: ORGANI ESECUTIVI DELLA DIVISIONE 1958 DIVISIONE DI FANTERIA DIPTANURA
DIVISIONE DI FANTERIA m MONTAGNA
SEZIONE DI SANITÀ (Comando, 3 reparti autocarreggiali, 2 reparti portaferiti, I reparto disinfezione e difesa antimalarica, 1 nucleo bagni, 3 nuclei rianimazione e trasfusione). TOTALE: 21 U., 24 SU., 369 Tr., 74 automezzi, l rimorchio.
SEZIONE DI SANITÀ (stessa articolazione, tranne 2 reparti autocarreggiati anziché 3 e 2 reparti portaferiti anziché 3). TOTALE: 19 U., 24 SU., 369 Tr., 59 automezzi, un rimorchio.
SEZIONE SUSSISTENZ A (3 nuclei. I autodrappello) TOTALE: 4 U., 9 SU., 54 Tr., 9 ACM, 3 autofrigoriferi + I auto
SEZIONE SUSSISTENZA Come per divisione di pianura.
2 OSPEDALI DA CAMPO, ciascuno su 7 U. , 3 SU., 35 Tr. 4 ACP, l autobolle
2 OSPEDALI DA CAMPO, ciascuno su 6 U., 2 SU., 16 Tr., 4 ACP, l autobotte.
2 NUCLEI CHIRURGICI, ciascuno su 4 U., I SU., 18 Tr., l ACM, 1 autocarro speciale
2 NUCLEI CHIRURGICI Come per divisione di pianura.
2 AMBULANZE RADIOLOGICHE, ciascuno su 1 U., 1 SU., 4 Tr., I ambulanza
Come per divisione di pianura.
l AMBULANZA ODONTOIATRICA, ciascuno su 1 U., 2 Tr., 1 ambulanza
I AMBULANZA ODONTOIATRICA Come per divisione di pianura.
2 AMBULANZE RADIOLOGICH E
(segue)
X - Evoluzione della dottrina logistica ( 1956-1981)
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segue DIVISIONE DI PIANURA
segue DIVISIONE DI MONTAGNA
AUTOREPARTO (Cdo., pi. movieri. 4 au1osezioni medie, 2 pesanti) TOTALE: 11 U., 26 SU. , 215 Tr., 230 aulomezzi, (di cui 30 ACP), 72 rimorchi.
AUTOREPARTO (pi. Cdo., pl. movieri , 4 autosezioni medie) TOTALE: 9 U., 22 SU., 235 Tr., 159 aulomezzi, 50 rimorchi.
OFFIClNA MOBILE (direzione e 5 se zioni: lavorazioni , officina. riparazioni materiali trasmissioni, recuperi materiali) TOTALE: 7 U.. 36 SU., 203 Tr., 11 civili, 11 ACL, 16 ACM, 6 autocarri officina (3 per le trasmissioni), 9 automagazzini, 5 autosoccorso, 3 autorecupero, 2 complessi traino, 1 autobotte, 1 trattore.
OFFICINA MOBILE
PARCO MOBILE (Comando, ufficio amnùnistrazione, autosezione, ufficio e magazzino materiali gruppo C (su se1.ioni materiali motorizzazione, armi, materiali delle trasmissioni e materiali del genio) . TOTALE: 7 U .. 17 SU., 72 Tr., 4 AC.L, 17 ACM, 13 autoscaffalati, I autocarro carica batterie, I autocarro recupero, l autogru, I autobolle.
Come per divisione di pianura.
PARCO MOBILE Come per divisione di pianura.
COMPAGNIA MISTA DI SERVIZI
COMPAGNIA MISTA SERVIZI
(i pi. Cdo., 3 pi. misti. Ciascun pl. m.i sto è su squadra distribuzione (composta da nuclei armi e munizioni, genio e m o-
Come per divisione di pianura.
torizzazione) e squadra ausiliari. TOTALE: 5 U., 23 SU., 197 Tr. , 4 autocarri, 3 rimorchi.
- --
REPARTO SALMERIE (Comando e 7 sezioni salmerie, con personale dell'Arma di fanteria). Nel Comando, oltre al Comandante, sono previs ti un ufficiale veterinario e un maresciallo sellaio. Le sezioni salmerie sono su 3 squadre di 13 muli ciascuna. TOTALE: 42 muli per sezione e 300 muli per tullo il reparto.
(nel 1959, in seguito all'istituzione del Servizio onoranze caduti in guerra, viene aggiunto un plotone onoranze caduti in guerra)
Nel complesso i Servizi deJla divisione di pianura comprendono 80 ufficiali, 145 sottufficiali, 1326 militari di truppa, 434 automezzi, 79 rimorchi, 2 complessi di traino, l carro recupero, l trattore. Quelli della divisione da montagna 85 ufficiali, 158 sottufficiali, 1637 militari di Truppa, 353 automezzi, 9 rimorchi, 2 complessi di traino, 1 trattore, 300 muli. Quest'ultimo tipo di divisione, quindi, anche per la branca Servizi ha più uomini e meno mezzi di trasporto a motore, pur trattandosi sem-
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
pre di differenze tanto contenute da risultare solo tali da complicare i calcoli. E anche nell'autoreparto di divisione, rispetto al 1955 sono incrementati i mezzi di trasporto (2 autosezioni pesanti in più) nella divisione di pianura, ma non in quella di montagna. Dei Servizi della divisione non fanno più parte la sezione panettieri e la sezione vestiario, lavanderia e bagni, trasferite come nell'anteguerra al livello di Intendenza (3° grado). Solo la divisione corazzata conserva la sezione vestiario lavanderia e bagni, dato il quadro di accentuata autonomia tattica e logistica nel quale deve operare. Poichè la divisione di fanteria - come previsto dalla Pub. 630 - costituisce normalmente 3 centri logistici a funzionamento autonomo e ciascuno di essi deve essere in grado di alimentare un complesso di fort:e dell'ordine del reggimento, si rende necessario che i principali organi dei Servizi siano articolabili in tre nuclei. Di qui una serie di provvedimenti che tendono ad incrementare le prestazioni in campo sanitario, le capacità di trasporto e le possibilità di articolazione degli organi esecutivi della divisione in 3 nuclei: - per il Servizio di sanità: aumento da 1 a 3 dei nuclei rianimazione e trasfusione della sezione di sanità e aumento da 9 a 12 delle autoambulanze dei reparti autocarreggiati; - per il Servizio di commissariato: possibilità di articolare in 3 nuclei la sezione sussistenza; - per il Servizio trasporti: aumento da 4 a 6 (per le sole autosezioni di pianura) delle autosezioni del reparto trasporti divisionale; - per la compagnia mista Servizi: nuova articolazione in tre aliquote con personale tecnico e di manovalanza per la gestione dei posti distribuzione anni e munizioni, genio e motorizzazione in ciascuno dei tre centri logistici. Oltre che limitato alla divisione di pianura, l'incremento dei mezzi di trasporto al livello di divisione è tuttavia insufficiente: si calcola infatti, che il reintegro dei consumi ordinari e giornalieri della divisione per i principali materiali di consumo (munizioni, viveri, carburanti) comporti un onere di trasporto che supera di 430-480 t la capacità di trasporto organica dell'autoreparto (720 t).28 Nessuna modifica di rilievo nel parco mobile e nell 'officina mobi le, che però - come afferma subito il generale Liuzzi - sono ormai organi di transizione verso un nuovo assetto delle rispettive branche anche al livello di divisione. Infatti nell'estate 1958, a conclusione degli studi condotti a seguito dei criteri sanciti dalla Pub 630, con la circolare n. 895 - S/15162603 in data 21 luglio 1958 29 lo SME nel quadro di una nuova organizzazione
28 29
E. Cellentani, N. Dodoli, Ari. cit., "Rivista Militare", n. 1/1970. AUSSME, Rep . M/7 , Racc. 845. C fr. anche R. Porcino, I compiti di un Rep. RRR a sostegno diretto, "Rivista Militare" n. 9/1958.
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X - Evoluzione della dottrina logistica (1956- 1981)
delle attività di rifornimento, recupero, riparazione e sgombero dispone la costituzione di un reparto R.R.R. al livello di divisione, preposto alle suddette attività per i Servizi armi e munizioni, materiali del genio, materiali delle trasmissioni e motorizzazione. Il nuovo Ente rappresenta più che altro una diversa utilizzazione degli organi e mezzi già esistenti e il loro accentramento al livello di divisione, per alleggerire i reggimenti dell'onere delle riparazioni. Afferma la circolare che il citato Ente deriva dalla fusione del parco mobile, della officina mobile e di 3 officine leggere e comporta l ' eliminazione delle rimanenti officine leggere esistenti nell'ambito divisionale - ad eccezione di quella del battagl.ione carri del reggimento di fanteria eoraz7.ato - e la sostituzione di tutte le attuali officine leggere con un posto di manutenzione.
In tal modo le officine leggere operanti al livello di reggimento/battaglione autonomo sono eliminate e sostituite da un posto manutenzione, pagando l'alleggerimento che ne consegue con una minore capacità di riparazione e con il trasferimento della piena attività di J grado in questo campo al livello di divisione. L'organico - al momento solo sperimentale - del nuovo reparto R.R.R. comprende comandante e ufficiale del comando, ufficio amministrazione, reparto comando con sezione servizi e autosezionc, 3 officine leggere, officina media (su direzione e 5 sezioni: motorizzazione, armi, mezzi per le trasmissioni, genio e recuperi) e parco divisionale (su Comando e 4 sezioni: materiali, motori:a:azione, armi, materiali per le Lrasmissioni, materiali genio. Ogni sezione, a sua volta, comprende l nucleo medio e 3 nuclei leggeri). In totale il reparto R.R.R. comprende 22 ufficiali, 80 sottufficiali, 363 militari di truppa, 96 automezzi, 22 rimorchi, 7 autosoccorso, 2 complessi traino, 2 autorecuperi, I carro recupero. Anche l'organico del reparto R.R.R., quindi, rispecchia l'esigenza di articolare in 3 nuclei i vari organi, con le attività di 2° grado (officina media; nuclei medi del parco) destinate ad essere inglobate nel centro logistico più arretrato, come tale più pesante. Non meno di rilievo e non meno duratura è l' istituzione dei posti ma' nutenzione, assegnati in sostituzione delle officine leggere alle unità di livello inferiore alla divisione con carico di automezzi di almeno 50 unità (quindi con diffusione molto capillare e assegnazione sia al livello di reggimento che di battaglione). I nuovi organi fanno parte integrante delle autosezioni e autodrappelli o del plotone comando ( e reparti corrispondenti). Sono composti da personale della stessa Arma o Servizio di appartenenza dell' Ente cui sono assegnati e hanno una struttura molto leggera: I sottufficiale motorista capo-posto, l graduato elettricista magnetista, 4 meccanici automezzi (1 di mezzi corazzati nei reparti corazzati), 1 saldatore autogeno. La struttura ordinativa delle G.U. - e di conseguenza anche quella logistica - subisce altre varianti di rilievo nel 1963-1966, con: - la già citata costituzione (1963) di divisioni corazzate e meccaO
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
nizzale articolate in brigate che costituiscono anche, con propri organi, il 2° anello della catena logistica nei riguardi delle unità a livello battaglione/compagnia autonoma dipendenti; - il riordinamento e il potenziamento anche logistico delle unità di fanteria, fanteria meccanizzata, bersaglieri e alpini (1964), con tendenza all'aumento del tasso di meccanizzazione. La brigata meccanizzata/corazzata 1963, oltre ad avere in proprio un gruppo di artiglieria semovente e gli altri supporti (compagnia genio pionieri, compagnia trasmissioni) ha - come si è visto - un battaglione Servizi composto da: a) comandante e Comando; b) 1 compagnia sanità (1 reparto autocarreggiato; 1 plotone portaferiti; 1 reparto disinfezione, decontaminazione e bonifica; 1 nuc1eo rianimazione e trasfusione); e) 1 nucleo sussistenza; d) 1 autoreparto (plotone movieri; autosezione media; autosezione pesante); e) 1 reparto R.R.R. (2 officine leggere; officina media; parco di brigata); t) 1 plotone misto Servizi. In totale 30 ufficiali, 75 sottufficiali, 520 militari di truppa, 176 automezzi, 38 rimorchi. In sostanza, poichè la brigata deve costituire in proprio un centro logistico le sono assegnati nuclei e aliquote dei vari organi dei Servizi, che prima erano mantenuti accentrali al livello di divisione. li battaglione Servizi della brigata corazzata/meccanizzata non muta la sua fisionomia nemmeno con il nuovo ordinamento del 1965,30 che lascia invariati il reparto R.R.R., l'autoreparto e la compagnia di sanità, aggiunge al Comando un ufficio amministrazione e prevede una compagnia comando e servizi, plotone rifornimenti (già plotone misto servizi), plotone sussistenza (già nucleo sussistenza) e autosezione mista. Al livello di divisione corazzata e meccanizzata gli organi esecutivi dei Servizi sono inquadrati in un raggruppamento Servizi, con comandante e Comaqdo, compagnia di sanità (su 3 ospedali da campo, 3 nuc1ei chirurgici, 3 ambulanze radiologiche, ambulanza odontoiatrica), nucleo di sussistenza, autoreparto (1 autosezione media e 2 pesanti), reparto R.R.R. (Comando; 2 officine leggere; 1 officina media; parco), plotone onoranze caduti in guerra, plotone misto Servizi. Come si è già accennato, questa soluzione ordinativa ha il pregio di introdurre una nuova unità mista dei Servizi, il battaglione Servizi, e quindi rappresenta un altro passo verso la costituzione di organi pluriservizi nel quadro di un'organizzazione logistica tendenzialmente per funzioni. Il battaglione Servizi della brigala inquadra tutto ciò che oc-
30 AUSSME, Rep. M/7, Racc. 856.
X - Evoluzione della dottrina logistica (1956-1981)
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corre per le attività logistiche di 2° grado, lasciando peraltro al livello di divisione - che dispone dei relativi organi - l'attività di cura, ricovero e smistamento dei feriti, che all'occorrenza può essere decentrata alle rispettive brigate con 1' assegnazione alle stesse di un ospedale da campo, un nucleo chirurgico e un'ambulanza radiologica. Oltre all'incremento numerico degli ospedali da campo, dei nuclei chirurgici e delle ambulanze radiologiche (da 2 nell'ordinamento 1958 a 3) non vi sono incrementi numerici e qualitativi dei vari organi, per i quali l'evoluzione va quindi ristretta ai criteri ordinativi e ai livelli di competenza. Nel 1968 con l'abolizione del livello di brigata e il ritorno al livello di reggimento come gradino inferiore alla divisione si verifica un'involuzione e i battaglioni Servizi sono sciolti, ma il modulo "raggruppamento Servizi" resta e viene esteso anche alle divisioni di fanteria. Queste ultime conservano gli ordinamenti di pianura e di montagna, ma subiscono a loro volta un processo di trasformazione che riguarda soprattutto le unità di fanteria, con l'incremento della potenza di fuoco (specie a tiro curvo e controcarri) e della meccanizzazione. Nonostante i citati auspici del generale Liuzzi nel 1958, non si verificano invece seri progressi nella capacità di movimento della fanteria fuori strada, a causa delle modeste prestazioni delle autovetture da ricognizione che continuano a trasportare le armi di accompagnamento. Anche il V corpo d'armata incrementa i propri organi logistici, e nel 1965 dispone di un Comando Unità Servizi con 5° autogruppo su 4 autoreparti misti, reparto salmerie e 5° reparto R.R.R. (il reparto salmerie nel 1964 viene enucleato dalla divisione di fanteria di montagna "Mantova" e diventa supporto di corpo d'armata, rimanendo però alle dipendenze disciplinari, operative, addestrati ve e logistiche del Comando divisione). 31 Tra le innovazioni più significative nella divisione di fanteria, da ricordare la trasformazione in battaglioni meccanizzati (su una compagnia meccanizzata ed una compagnia carri con 17 carri) delle compagnie meccanizzate del I e 2° reggimento della divisione da montagna "Mantova" (1963), con successiva trasformazione (1964) in officina leggera del posto manutenzione degli stessi battaglioni meccanizzati. Nel 1964 si verifica la trasformazione più profonda delle unità di fanteria anche dal punto di vista logistico, con le modalità enunciate dalla Circ. SME n. 10500/221.71 in data I O ottobre 1964 Nuova fisionomia organico-tattica dei battaglioni di fanteria, bersaglieri, alpini, deri vanti dalle concezioni dottrinali della pubblicazione 700 diramata nel 1963. La riforma strutturale delle unità di fanteria deriva da due criteri fondamentali, che hanno profondi risvolti logistici: - "mirare", per quanto possibile, all'unificazione degli ordinamenO
Jt
ivi, Racc. 854.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
ti, per non creare un eccessivo numero di reparti di fanteria a fisionomia differenziata e per facilitare le operazioni di completamento, gli approvvigionamenti e i rifornimenti di armi, munizioni e mezzi; - conferire elevata autonomia tattica e quindi anche logistica al livello di compagnia, in relazione alla rarefazione degli spazi sancita dalle pubblicazioni della serie 700, che tra l'altro richiede anche a tale livello la disponibilità degli organi , mezzi e materiali necessari per assicurare l'autonomia logistica al caposaldo di compagnia (non sono più previsti, come nella Pub. 600, capisaldi di battaglione). La nuova struttura del battaglione, uguale per tutte le specialità della fanteria, prevede:32 - comandante e ufficiali del Comando; - compagnia comando e servizi (che aggiunge alla tradizionale denominazione, significativamente, la parola "e servizi"); - 3 compagnie fucilieri; - compagnia mortai da 120. Il Comando si articola in aliquota tattica e aliquota logistica. L ' aliquota logistica è retta dall'aiutante maggiore in 2A; di essa fa parte il vice-comandante, organo di comando coordinatore dei Servizi. Si disloca nella zona dei Servizi di gruppo tattico, e si articola su nucleo maggiorità e nucleo servizi. Il nucleo maggiorità è l' organo che dirige l'attività non operativa del gruppo tattico. Ne fanno parte l' aiutante maggiore in 2A e il comandante del plotone comando e Servizi della compagnia comando. L'aiutante maggiore in 2" è organo direttivo dei Servizi trasporti, poste e telegrafi, amministrazione, dei caduti in guerra; inoltre attua le provvidenze per l'assistenza e il benessere e provvede alle ricognizioni per gli accantonamenti. Il nucleo Servizi è l'organo che presiede all'attività più propriamente logistica del gruppo tattico. Ne fanno parte l'ufficiale addetto ai rifornimenti e l'ufficiale addetto agli automezzi. L'ufficiale addetto ai rifornimenti è l'organo direttivo dei Servizi di commissariato, delle armi e munizioni, del genio e ha alle dipendenze l'aliquota rifornimenti del gruppo tattico. L'ufficiale addetto agli automezzi, fino a quel momento previsto solo nell'ambito del Comando di reggimento, è un organo direttivo che opera anche al livello di battaglione "allo scopo di consentire al comandante di battaglione un controllo continuo e adeguato del proprio parco automezzi e mezzi corazzati che, tra l'altro, ha subito un notevole incremento". Svolge mansioni di carattere prevalentemente tecnico ed è responsabile dell'efficienza dei mezzi, del funzionamento del posto manutenzione e della disciplina sull'impiego dei carburanti e lubrificanti.
32
Cfr. anche Pub. SME n. 7 I 2 - Ed. 1968, capitolo X e allegali A e
r.
X - Evoluzione della dottrina logistica (1956-1981)
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La compagnia comando e Servizi riunisce in sè pedine di carattere tattico (plotone pionieri, plotone controcarri) e pedine di carattere logistico. Queste ultime sono rappresentate dal plotone comando e Servizi e dal plotone trasporti, con personale e mezzi per la costituzione delle aliquote sanità, rifornimenti, manutenzione e trasporti del gruppo tattico in operazioni. L'aliquota sanità è composta da: 3 posti medicazione (3 ufficiali medici di cui il più anziano svolge le funzioni di dirigente del Servizio sanitario; 3 aiutanti di sanità); 3 nuclei portaferiti (ciascuno con 3 portaferiti e I AR attrezzata); nucleo materiali sanitari (con 1 sottufficiale aiutante di sanità, 1 conduttore, l ACL). Eventualmente, tra la linea del fuoco e i posti medicazione può essere costituito un posto raccolta feriti. L'aliquota rifornimenti comprende i 3 posti materiali previsti al livello di battaglione (posto viveri, posto munizioni e materiali del genio, posto carburanti e lubrificanti). 11 posto viveri è formato da nucleo gestione (retto dal sottufficiale addetto ai rifornimenti della compagnia comando) e nucleo (o nuclei) cucine. Il battaglione ha 9 cucine rotabili da 125 e da 250 razioni con autobotte per acqua, e la confezione del rancio può essere accentrata o decentrata per compagnia (quesl'ultimo caso è più frequente in difesa). Il posto munizioni e materiali del genio è retto dal sottufficiale artificiere della compagnia comando, che si avvale di graduati e soldati rifornitori, servizi vari e conduttori. Il posto carburanti e lubrificanti funziona sotto il controllo del sottufficiale capo posto manutenzione, con alle dipendenze un graduato conduttore e 2 soldati servizi vari. L'aliquota manutenz ione comprende: posto manutenzione ( l sottufficiale motorista, 5 militari di truppa specializzati); nucleo manutenzione delle armi (1 sottufficiale armaiolo, più 4 graduati armaioli delle compagnie); nucleo manutenzione delle trasmissioni ( I graduato radiomontatore). L'aliquota trasporti è costituita dal plotone trasporti della compagnia comando e servizi, su 1" s quadra trasporti (8 ACM) e 2" squadra trasporti (3 AR, 1 ACL, 3 ACM di cui uno con cucina, I autobotte). La 1" squadra trasporti è adibita al trasporto delle munizioni; la 2" squadra alle rimanenti esigenze della compagnia comando e del Comando. Secondo la Circ. n. I 0500, la costituzione del plotone trasporti anche al livello di battaglione risponde ai seguenti obiettivi: - accentrare i mez1.i di trasporto delle munizioni che possono essere manovrati dal comandante di battaglione; infatti nella prima squadra trasporti sono riuniti solo gli au tomezzi per il trasporto delle muni7.ioni di reparto delle compagnie fucilieri e della compagnia comando, mentre i mezzi per il trasporto delle munizioni della compagnia mortai da 120, per le quali non esiste possibilità di manovra, sono stati assegnati in organico alla stessa compagnia; - tenere riuniti [nella 2" squadra trasporti - N. d. a.J tutti gli automezzi (previsti per il trasporto delle munizioni e dotazioni varie del Comando di battaglione e della compagnia comando e servizi) che all'occorrenza possono essere utilizzati per l'autotrasporto di una sola compagnia fucilieri (o alpini); - affidare ad un comandante di plotone, ufficiale, la responsabilità dell 'organizzazione
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
e dell'effettuazione dei trasporti nonchè il controllo del posto di manutenzione (o officina leggera) di battaglione.
La nuova struttura della compagnia fucilieri prevede plotone comando e servizi, 3 plotone fucilieri, plotone armi a tiro teso (4 mitragliatrici e 2 cannoni da 106 senza rinculo), plotone mortai (3 mortai da 81). Nel plotone comando e servizi sono presenti militari di truppa specializzati per i vari Servizi: commissariato (4 cucinieri, 2 militari con incarico complementare sarto e calzolaio, che si avvalgono dei rispettivi colli, 1 magazziniere); armi e munizioni (1 artificiere, I armaiolo, 4 rifornitori); motorizzazione (2 meccanici automezzi). In totale la compagnia ha 7 ufficiali, 19 sottufficiali, 171 militari di truppa, con 13 AR con rimorchio, 4 ACM con 3 rimorchi da l tonnellata e I cucina a nafta da 250 razioni. Tranne quella del comandante di compagnia, le AR sono impiegate come sempre per il trasporto delle armi di accompagnamento, dei gruppi tiro e delle dotazioni d'arma (le dotazioni di reparto sono trasportate dalla 1" squadra trasporti del battaglione). Gli ACM trasportano il Comando, i viveri, materiale da cucina e materiale vario. Tenuto anche conto delle modeste preslaz.iuni delle AR, l'aumento del numero di automezzi compensa solo in parte, specie in terreni difficili, l'appesantimento della compagnia provocato dall'adozione di armi automatiche ad elevata celerità di tiro e quindi ad elevato consumo di munizioni (FAL, MG) e soprattutto dalla sostituzione di armi che potevano ancora essere definite portatili (mortaio da 60, cannone sr. da 57/21) con i cannoni da 106 sr. su AR e i mortai da 81, il cui munizionamento di 1" linea richiede, da solo, il trasporto di circa 6-7 tonnellate (2-3 ACM per compagnia). La compagnia mortai da 120, infine, si articola su 2 plotoni con 3 mortai da 120 alleggeriti ciascuno, anch'essi trasportati su AR. Diversamente dalle compagnie fucilieri porta al seguito, con 4 ACM, sia le dotazioni d'arma che di reparto. L'evoluzione degli ordinamenti e dell'armamento del battaglione rispetto al 1957 si può desumere dalla tabella di pag. 137. Le varianti organiche previste per i battaglioni alpini e bersaglieri sono riferite al particolare ambiente nel quale dev~no operare, che ne accresce le esigenze logistiche. Il battaglione alpini ha meno armi controcarri, sostituisce una parte dei trasporti motorizzati con salmerie, ha 4 posti medicazione (1 ufficiale medico per compagnia) anzichè 3. Il battaglione bersaglieri, su VTC, ha meno armi a tiro teso (compensate dall'arma di bordo dei VTC), più armi controcarri, piena capacità di riparazioni di 1 ° grado (officina leggera anzichè posto manutenzione) e mezzi di trasporto per il trasporto delle munizioni decentrati alle compagnie, che pertanto hanno al seguito sia le dotazioni d'arma che di reparto. Con questa fisionomia, l'organico 1964 rappresenta senza dubbio un salto di qualità - anche e soprattutto dal punto di vista logistico - delle
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X - Evoluzione della dottrina logistica (1956-1981)
EVOLUZIONE ORGANICA DEL BATTAGLIONE PERSONALE E MEZZI
1950
1957
1958
30 65 662
38 81 936
40
1. PERSONALE
Ufficiali Sottufficiali Truppa 2. ARMI A TIRO TESO fucili mitragliatori mitragliatrici mitr. c/a. 12,7
3. ARMICONTROCARRI lanciarazzi c/c cannoni 57/21 sr. cannoni 75 sr. cannoni I 06 sr. missili filoguidati c/c
4. MORTAI leggeri da 81 da 120
1()()
764
1964
NOTE
(x)
diminuzione del personate delle cp., anche per la eliminazione del 4° pl.fuc. delle cp.
43 85 762
(x) (BREN) (BAR) (BAR) 72MG 45 51 60 di cui 8 IO 12 48 con 7 7 - !treppiede
(x)
15
-
18 9 4
-
24 6
19
4
8 2
-
-
(X)
9 9 9 (da 45) (da 60) (da 60) 6 9 9
-
-
9
-
6
85
71 15
Unificazione dei calibri, con adozione della MG/42/59 bivalente, con o senza treppiede. Aumento del numero di armi. Eliminazione delle armi contraerei. Aumento dei lanciarazzi c/c. Sostituzione dei cannoni da 57 e 75 c/c con 8 cannoni da 106 e 2 posti tiro missili filoguidati. Sosti tuzione dei 18 vecchi mortai da 60 e 81 con 9 mortai da 81 e 6 da 120 alleggeriti .
5. AUTOMEZZI
AR ACL
61
77
ACM 6.RIMORCHI
31 + I autobotte 3
22
44
7 1 da 1/4 e 38 da I tonn.
unità al livello di battaglione e compagnia, con particolare riguardo agli organi direttivi al livello di battaglione e all'incremento degli organi esecutivi del Servizio di sanità (3 posti medicazione invece di 2) e delle capacità di trasporto complessive, riferite anche al personale. Nonostante l'esigenza di conferire maggiore autonomia al livello di compagnia - notevolmente appesantito con l'assegnazione di mortai da 81 e cannoni da 106 - prevale tuttavia il criterio dell'accentramento dei mezzi di trasporto, con il plotone trasporti di battaglione che si configura con un vero e proprio volano. Questa struttura del rgt. e btg. - con i relativi organi dei Servizi - rimane sostanzialmente invariata fino alla ristrutturazione del 1975. Il raggruppamento Servizi della Divisione subisce invece alcune modifiche,
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
che riguardano soprattutto l'inquadramento delle pedine elementari, senza variazioni di rilievo nelle loro caratteristiche. Rispetto al 1958, a fine 1971 risultano aboliti organi secolari come le sezioni sanità e le sezioni sussistenza, e il rgpt. Servizi comprende: - Comando; - compagnia comando (pi. Cdo, pi. t., centro smistamento complementi, pi. O.C.G. ); - btg. sanità (3 cp. sanità - ciascuna su pi. Cdo, pi. sanità, pl. portaferiti; 2 ospedali da campo; 2 gruppi chirurgici; J ambulanza odontoiatrica; pi. disinfezione, decontaminazione e bonifica); - cp. sussistenza (pi. Cdo, 3 pi. sussistenza); - autoreparto (pi. Cdo, pi. movieri, 4 autosezioni medie, 2 pesanti); - rep. RRR (rep. Cdo, 3 officine leggere, 1 media, I parco); - cp. rifornimenti (pl. Cdo, 3 plotoni rifornimenti). In totale 86 U. (58 dei Servizi), 180 SU., 1496 Tr., 1 A VT, 26 AR, 25 ACL, 222 ACM, 70 ACP, 6 autobotti, l autocisterna, 2 autobus a 10 posti, 36 autoambulanze leggere, I autoambulanza odontoiatrica, I autobagno, 3 autofrigori feri, 3 autofurgoni trasporto salme, 1 autoufficio, 8 autosoccorsi, 2 autorecuperi, 18 ACP scaffalati, 3 autofficine delle trasmissioni, l carro recupero, 2 complessi traino, 85 rimorchi (dei quali l per attrezzature disinfezione, 7 per officina, 8 con cassone per acqua, 68 da I t e 1 da 1/4). L ' ultima tappa è la ristrutturazione del 1975, con la quale, come si è visto, la divisione riprende il modulo organico adottato nel 1968 e diventa meccanizzata o corazzata, con introduzione al gradino inferiore del livello di brigata e relativo battaglione logi stico. Viene abolito il livello di reggimento, meccanizzando (o motorizzando) per intero la fanteria. Ne conseguono due riflessi logistici fondamentali: - al livello di brigata: costituzione di un ufficio logistico e di un battaglione Logistico (btg. L.) e attribuzione al colonnello vice-comandante di brigata delle funzioni logistico-amministrative di comandante di corpo nei riguardi delle unità a livello compagnia e battaglione dipendenti; - al livello di battaglione: meccanizzazione completa e ulteriore in cremento dell'autonomia logi stica, che riprende in tutto o in parte quella tipica del reggimento/corpo specie per i Servizi di sanità, vettovagliamento, trasporti e materiali (riparazioni, manutenzione e sgomberi) e amministrazione: tuttavia la nuova s truttura logistica del battaglione si inserisce in una linea di continuità, e non di rottura, con quella del 1963. La divisione di fanteria meccanizzata edizione 1975 si articola su 2 brigate meccanizzate e 1 Brigata corazzata, più unità divisionali di artiglieria, genio e trasmissioni. Il raggruppamento Servizi è sostituito da un battaglione di sanità e un battaglione logistico di divisione. In totale l'organico della divisione meccanizzata è di I LOI ufficiali, 2542 sottufficiali, 14191 militari di truppa, con un aumento di circa 1500 unità rispetto alla divisione di fanteria precedente. La brigata meccanizzata comprende comandante, vice-comandante cun proprio ufficio
X - Evoluzione della dottrina logistica (1956-1981)
139
e ufficio amministrazione, Stato Maggiore, reparto comando e trasmissioni, 3 battaglioni/grnppi squadroni meccanizzati, I battaglione/gruppo squadroni carri, I gruppo di artiglieria da campagna a traino meccanico da 155/23, l compagnia/squadrone controcarri, I compagnia genio pionieri, 1 battaglione logistico. Totale: 272 U., 637 SU, 3824 Tr.. Dello Stato Maggiore fa parte l'ufficio logistico de11a brigata, con un capo ufficio (ufficiale superiore di SM) e 5 sezioni: Stato Maggiore (trasporti), sanità, commissariato, materiali d'armamento, motorizzazione, alle quali (solo per le brigate alpine) si aggiunge la sezione veterinaria. La struttura portante della nuova organizzazione logistica è il battaglione logistico, previsto ai livelli di corpo d'armata, divisione e brigata con numero e tipo di forze variabili a seconda del tipo di Grande Unità nella quale è inquadrato, idoneo a svolgere a favore dei reparti le attività logistiche di 2° grado dei Servizi di commissariato, armi, munizioni e materiali NBC, trasmissioni, genio, motorizzazione e trasporti.33 Il battaglione logistico svolge inoltre attività di mantenimento di I" categoria (per tutti o per parte dei citati Servizi) a favore di quei reparti che non dispongono di organi in proprio (reparto comando e trasmissioni e compagnie pionieri e controcarri di brigata; gruppo specialisti artiglieria divisionale, ecc.). Nell'ambito delle G.U. elementari sono previsti i seguenti tipi di battaglione logistico: per brigata meccanizzata o corazzata inquadrata, meccanizzata autonoma, motorizzata, alpina, paracadutisti, per divisione meccanizzata o corazzata. I diversi tipi battaglione logistico sono composti da "moduli" base uguali tra di loro. Le differenze consistono quindi nella dosatura dei moduli in relazione alle caratteristiche di ciascun tipo di G.U. elementare, tenendo presente l'esigenza di assicurare una maggiore autonomia logistica - specie per il Servizio sanitario alle G.U. non inquadrate in una divisione (brigate motorizzate, meccanizzate autonome, alpine e paracadutisti). Prenderemo in esame, come organizzazione logistica - tipo, quella de lla divisione meccanizzata, con 4 battaglioni logistici (1 di divisione, 3 di brigata) e 1 battaglione sanitario. Il battaglione logistico di divisione costituisce un centro logistico per il sostegno logistico delle unità alle dirette dipendenze; il battaglione sanitario costituisce un centro sanitario per tutte le ospedalizzazioni della Divisione; i 3 battaglioni logistici di brigata costituiscono ciascuno un centro logistico per il sostegno logistico di 2 ° grado delle unità delle rispettive brigate (che in alcuni casi non è completo). Il battaglione di sanità divisionale (*) comprende comandante, ufficiali del Comando, 3 compagnie di sanità, 3 ospedali da campo, 3
33 Cfr. Circ. SME ILE - N. - 0000 - 0001 - 20 - OOBOI Il battaglione logistico - Va demecum - (base 1976). (*) In tempo di pace è "a costituzione immediata" .
140
La Logistica dell'esercito - Voi. IV
gruppi chirurgici, 1 ambulanza odontoiatrica, I plotone onoranze caduti in guerra. In totale: 54 U. 61 Su., 533 Tr.. La compagnia di sanità si articola su: plotone comando e servizi (comandante, squadra comando, squadra trasporti con 3 AR con rimorchio, 12 autoambulanze, 8 ACM, 7 rimorchi da 1 tonnellata); plotone di sanità con 4 U., 3 SU., 27 Tr.; plotone disinfezione, disinfestazione e bonifica (comandante e nucleo comando con 1 AR; squadra di disinfezione con 1 ACM con rimorchio; squadra decontaminazione e bonifica con 3 ACM con rimorchio); plotone portaferiti (1 SU. e 30 Tr.). L'ospedale da campo ha 6 U., 5 SU., 52 Tr. con 2 ACM con rimorchio e 5 ACP; il gruppo chirurgico 4 U., 1 SU., 3 Tr. con un automezzo speciale; l'ambulanza odontoiatrica 1 U. e 2 Tr., con 1 ambulanza. In tempo di pace, tutti gli organi del battaglione sanità sono mantenuti nella posizione di quadro. 11 battaglione logistico divisionale si articola su comandante, comando (ufficiali del Comando e ufficio amministrazione), plotone comando (con posto manutenzione), compagnia rifornimenti e trasporti e parco. Nella compagnia rifornimenti e trasporti sono accentrati il personale, i materiali e gli automezzi per la costituzione e il rifornimento dei posti distribuzione materiali del centro logistico. Essa comprende: - plotone comando con squadra servizi e posto manutenzione (1 AR con rimorchio, 4 ACM, 1 autogru); - plotone sussistenza, con personale e mezzi per la costituzione di un posto distribuzione sussistenza ( 1 U., 2 SU., 15 Tr., 3 ACM con rimorchio, l autofrigorifero); - plotone rifornimenti, su comandante, 3 squadre distribuzione (munizioni, genio, carburanti e lubrificanti, ciascuna con I ACM con rimorchio) e squadra ausiliari (2 ACM con rimorchio). (**) In totale: 2 U., 4 SU., 36 Tr., con 5 ACM e 5 rimorchi; - plotone movieri (in tempo di pace ridotto ad una squadra), su 2 squadre comando e 2 squadre movieri (1 U., 2 Su., 22 Tr., 8 moto, 1 AR, 3 ACM con rimorchio); - 2 plotoni trasporti medi, ciascuno su squadra comando e 3 squadre automezzi con 1 SU., 9 Tr., 9 ACM ciascuna, per un totale (2 plotoni), di 2 moto, 2 AR, un rimorchio, 30 ACM con 18 rimorchi da 1 tonnellata, 4 ACP; plotone trasporti pesanti, su squadra comando e 3 squadre automezzi di 9 ACP ciascuna, per un totale di 1 moto, 1 AR con 3 ACM, 29 ACP, 18 rimorchi da una tonnellata. L'officina media riunisce gli organi di riparazione e recupero, e si articola su: direttore e direzione; plotone comando e servi zi; sezione trasmissioni (1 SU. e 10 Tr., 1 autofficina per mezzi radio e 1 per mezzi a filo); sezione armi (3 SU. e IO Tr., con 2 ACM con rimorchio e 1 autoscaffalato); sezione motorizzazione (1 U., 8 SU., 46 Tr., con 4 ACM
(**) In tempo di pace "unità quadro".
X - Evoluzione della dottrina logistica ( 1956-1981)
141
e rimorchio e 2 autoscaffalati); sezione genio (1 Su., 3 Tr., 1 ACM con rimorchio, 1 autoscaffalato); sezione recuperi (1 Su., 7 Tr., I carro recupero, I complesso traino, 2 autogru, 1 automezzo speciale); sezione missilistica ed elettronica (1 U., 8 Su., 8 Tr., con 4 AR con rimorchio e4 ACM). Il parco riunisce gli organi per la gestione materiali e ricambi e comprende un plotone comando e 4 sezioni: anni (2 Su., 7 Tr., con 4 ACM e 2 autoscaffalati); genio (2 Su. e 6 Tr., con 2 ACM, 3 ACP, 1 autoscaffalato); trasmissioni (2 Su. e 5 Tr., con 2 ACM e 2 autoscaffalati); motorizzazione (3 Su. e 18 Tr., con 3 ACM, 13 ACP, 2 autoscaffalati). Il battaglione logistico per brigata meccanizzata o corazzata inquadrata comprende comandante, Comando, plotone comando, compagnia rifornimenti e trasporti, officina media, parco. 11 Comando, il plotone comando, la compagnia rifornimenti e trasporti, il parco sono uguali a quelli del battaglione logistico della divisione. L'officina media differisce da quella di quest'ultimo solo per la mancanza della sezione missilistica ed elettronica; pertanto per le riparazioni dei missili Tow la compagnia controcarri della brigata fa direttamente capo all'officina media del battaglione logistico della divisione. Con questo organigramma logistico, le U.U. elementari al livello di divisione e di brigata non hanno piena e autonoma capacità logistica di 2° grado per quanto riguarda la confezione del pane e la branca vestiario equipaggiamento/bagni. Ambedue queste branche fanno capo al plotone panettieri (con forni mobili) e al plotone vestiario, lavanderia e bagni inquadrati nel battaglione logistico di manovra di C. A. e da costituire all'emergenza. In tal modo si crea una potenzialità differenziata - sia pure nell'ambito delle attività di 2° grado - tra battaglioni logistici delle G.U. a livello brigata e divisione (che hanno potenzialità calibrata alle esigenze di sostegno delle sole unità e complessi tattici dipendenti) e battaglione logistico di corpo d'armata, denominato significativamente "di manovra" perché nell'ambito della funzione di concorso tipica del corpo d'armata fin dal 1949 (Circ. 6000/Serv.) è in grado sia di soddisfare le esigenze logistiche delle unità alle dirette dipendenze, sia di fornire - nella misura di volta in volta necessaria concorsi in organi e prestazioni alle G.U. inquadrate nello stesso corpo d'annata, per incrementarne - come previsto dalla Pub. 900 Vol. Ill l'autonomia logistica. Inoltre i battaglioni logistici delle brigate meccanizzate o corazzate inquadrate nelle divisioni diversamente dagli altri tipi di battaglioni non dispongono di organi per lo smistamento, il ricovero e la cura (I" zona di sgombero sanitario) dei feriti e ammalati, di organi per la disinfezione e bonifica e di organi per le onoranze ai caduti. Tali attività vengono quindi svolte, come si è visto, nel centro sanitario divisionale. L'organico del battaglione meccanizzato, prototipo di tutti i tipi di battaglioni, prevede (1981) comandante, vice-comandante e ufficiali del comando, compagnia comando e servizi, 3 compagnie meccanizzate (su plotone comando e Servizi, 3 plotoni meccanizzati, plotone con-
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La logistica dell'esercito - Voi. TV
trocarri, compagnia mortai pesanli da 120 alleggeriti su 3 plotoni di 3 armi), per un totale di 42 mitragliatrici bivalenti MG con 27 treppiedi, 47 lanciarazzi controcarri, 9 mortai pesanti, 18 cannoni da 106, 39 AR, 8 ACL, 37 ACM, 3 autocarri furgonati, 9 ACP, 59 veicoli cingolati, 45 rimorchi, I autogru, 1 autocisterna, 1 trattore per complesso traino mezzi corazzati e cingolati con relativo rimorchio, 1 carro recupero (si considerano i mezzi previsti dalla Pub. SME n. 922 del 1981, con le varianti introdotte dopo il 1975).34 Rispetto all'ordinamento 1964 il batlaglione mantiene praticamente invariato - per quantità e categoria - il personale, aumenta i mortai pesanti da 6 a 9, elimina i mortai medi con notevolissimo alleggerimento - ma anche parallela diminuzione di capacità di fuoco specie in terreno montano - delle compagnie, diminuisce le mitragliatrici bivalenti MG, aumenta notevolmente le armi controcarri (sia lanciarazzi che cannoni 106). In seguito all'adozione dei VTC, le AR diminuiscono da 71 a 39 e gli ACL da 15 a 8. Lieve aumento degli ACM (da 31 a 37), adozione di 9 ACP assenti nel battaglione tipo I 964, aumento anche dei veicoli vari (da I a 7, con mezzi di recupero e autoscaffalati che mancano nel 1964). Le principali innovazioni ne11 ' organizzazione logistica riguardano il ruolo del vice-comandante, il vettovagliamento, l'attività di mantenimento dei mezzi e materiali, il Servizio di amministrazione. In particolare: - il vice-comandante di battaglione non fa più parte dell'aliquota logistica e non polarizza più la sua attività sui Servizi, ma è organo dell' aliqu~ta tattica del Comando e come naturale sostituto del comandante parlecipa a tutte le attività di comando, dirigendo e coordinando i settori e le attività del Comando e dei reparti che il comandante gli delega permanentemente o temporaneamente; - tra gli organi direttivi a carattere logistico è previsto, in aggiunta all'ufficiale addetto agli automezzi (che diventa "addetto agli automezzi e mezzi corazzati"), un ufficiale al vettovagliamento ad incarico esclusivo, segno della particolare importanza assunta dalla branca in pace e in guerra; - il battaglione dipende amministrativamente dalla brigata (ufficio amministrazione, a sua volta alle dipendenze del vice-comandante che è comandante di corpo) dalla quale riceve i fondi e alla quale rende mensilmen le i conti. La sua autonomia amministrativa è quindi accresciuta: di qui la presenza al livello di battaglione di un subalterno di amministrazione quale organo direttivo del Servizio e capo gestione del denaro, coadiuvato da un sottufficiale cassiere (ini zialmente, nel 1975, il
3 4 Cfr. , in merito, la Pub. SME n. 6250 (922 s.d.) - Impiego d el gruppo tattico corazzato e meccanizzato al livello di b attag lione - ed . 1981 , capitoli XIX e XX e allega ti A e F. La pubblicazione riprende fedelmente il modello della precedente 712, con il giusto spazio alla parte logistica.
X - Evoluzione della dottrina logistica ( 1956-1981)
143
battaglione dispone solo di un sottufficiale alle dipendenze dell'aiutante maggiore, organo direttivo anche per il Servizio di amministrazione);35 - alle pedine logistiche già presenti nel 1963 nella compagnia comando di battaglione (plotone comando e servizi con squadra sanità e squadra servizi; plotone trasporti su 2 squadre trasporti) si aggiunge, anche al livello di battaglione e per le attività di mantenimento di 1° grado, un plotone R R (riparazione e recuperi) su nucleo comando, nucleo manutenzione e officina leggera. Il nucleo manutenzione effettua unitamente agli organi logistici delle compagnie la manutenzione specializzata agli automezzi e mezzi corazzati. L'officina leggera effettua interventi correttivi di 1" categoria su armi, materiali N B C, materiali del genio, materiali delle trasmissioni, mezzi ruotati e cingolati; assicura, inoltre, l'attività di recupero. Ne risulta di conseguenza incrementata la presenza di sottufficiali specializzati, e al livello di gruppo tattico risulta possibile, diversamente dal 1964, svolgere in maniera completa e autonoma tutte le attività logistiche tipiche del 1° anello, comprese le attività di mantenimento e di recupero e sgombero. Come nel 1964 il Comando del gruppo tattico al livello di battaglione si articola in aliquota tattica e aliquota logistica. La aliquota logistica è retta dall'ufficiale ai rifornimenti, che è anche capo sezione logistica (nel 1964 l' aliquota logistica era retta dall' aiutante maggiore in 2"). Essa comprende: nucleo logistico, nucleo maggiorità e personale, nucleo amministrazione, nucleo comandante della compagnia comando e servizi (nel 1963 i nuclei erano solo due, maggiorità e Servizi). Il nucleo logistico presiede all'attività logistica del gruppo tattico. Ne fanno parte 4 ufficiali (addetto ai rifornimenti e capo sezione logistica; addetto agli automezzi e mezzi corazzati; addetto al vettovagliamento; dirigente dei Servizi sanitari) e 3 sottufficiali (addetto ai rifornimenti, consegnatario dei materiali, addetto al vettovagliamento). L'ufficiale addetto ai rifornimenti è responsabile del sostegno logistico del gruppo tattico, e ha attribuzioni anche di comando che ne fanno non solo un capo ufficio Servizi in pectore, ma una fig ura c on responsabilità maggiori di quelle del capo ufficio Servizi di Grande Unità. Infatti : - è organo di comando per tutte le attività logistiche tranne quelle di competenza dell' aiutante maggiore (capo sezione maggiorità) , sulle quali tuttavia svolge azione di coordinamento; - svolge funzioni di organo direttivo per i Servizi vestiario ed equipaggiamento e materiali d'armamento (armi, munizioni e materiali NBC, materiali del genio e delle trasmissioni); - per le attività sanitarie e onoranze caduti in guerra, il vettova-
35 Gli inconvenienli di questa soluzione inizia le, c he a un forte aggravio degli oneri amministrativi del bauaglione e ddle responsabilità del suo comandante non fa corrispondere i necessari organi del servizio di amministrazione, sono esposti in A. Marra, L'au· tonomia amministrativa del battaglione premessa p er l'autonomia operativa, "Rivista Militare" n . 1/1979.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
gliamento, i Servizi motorizzazione e trasporti si avvale dei rispettivi organi direttivi (dirigente dei Servizi Sanitari, che è l'ufficiale medico più anziano; ufficiale al vettovagliamento; ufficiale addetto agli automezzi e mezzi corazzati, che risponde anche dei trasporti). Il nucleo maggiorità e personale è retto dall'aiutante maggiore, e comprende anche il sottufficiale al contante del battaglione e 3 sottufficiali addetti ai Comandi. L'aiutante maggiore è organo di comando e direttivo solo per il Servizio postale e telegrafico (quindi non più, come nel 1963, anche dei Servizi trasporti, ammjnistrazione e onoranze caduti in guerra, per i quali era peraltro solo organo direttivo). Cura la tenuta dei ruoli della forza e la parte matricolare, vigila sulla tenuta del giornale di contabilità da parte del sottufficiale al contante di battaglione, attua provvidenze per l'assistenza e il benessere. Il nucleo amministrazione, di nuova istituzione, è composto da un subalterno di amministrazione capo gestione del denaro e da un sottufficiale cassiere. Il nucleo comando della compagnia comando e servizi fa capo al comandante della compagnia comando e servizi, e riunisce gli organi e mezzi necessari per consentirgli sia le attività di sua competenza quale comandante di reparto, sia di svolgere l'incarico di comandurite della zunu dei Servizi di gruppo tattico (che nel 1963 non era espressamente previsto). Gli organi esecutivi sono raggruppati per attività: sanitarie, rifornimenti, mantenimento, recuperi e sgomberi, trasporti. Rispetto al 1963, quindi, il battaglione ha in più le attività di recupero e sgombero. Nulla di variato, rispetto al 1964, per le attività sanitarie (3 posti medicazione, 3 nuclei portaferiti, nucleo materiali sanitari). Per i rifornimenti, ai 3 posti distribuzione del 1964 (viveri, muruzioni e materiali del genio; carburanti e lubrificanti) si aggiunge il nucleo ricambi dell'officina leggera del plotone RR (1 sottufficiale contabile, 1 soldato addetto, 1 ACM con rimorchio e 2 autocarri furgonati). Le attività di manterumento (Pub. n. 922 - Ali. F) sono svolte da: - nucleo comando del plotone RR (comandante, con 1 AR); - nucleo manutenzione del plotone RR (3 sottufficiali meccanici mezzi corazzati e 9 Tr., con 3 ACM); - nucleo riparazioni, composto da personale dell'officina leggera del plotone RR (1 sottufficiale capo-officina, 2 sottufficiali armaioli, l sottufficiale elettricista magnetista, I sottufficiale meccanico automezz i, I sottufficiale meccanico mezzi corazzati, 1 sottufficiale radiomontatore, 12 Tr., l ACM con rimorchio e 1 autoscaffalato ). Notevole, quindi, anche in termini di personale specializzato il salto di qualità nel mantenimento, al quale si accompagna il salto di qualità nei recuperi e sgomberi (1 SU. e 4 Tr., con 1 carro recupero, 1 autogru, 1 trattore con rimorchio) e nei trasporti (I/\ squadra trasporti, volano di battaglione, composta di 8 ACP con rimorchio più un'autocisterna, anzichè 8 ACM senza autocisterna). Un esame delle esigenze e possibilità di trasporto consente di stabilire in quali termini la meccanizzazione completa del battaglione,
145
X - Evoluzione della dottrina Logistica ( 1956-1981)
l'eliminazione dei mortai medi nelle compagnie e l'aumento delle armi controcarri influiscono su11a mobilità effettiva e sulla autonomia logistica delle compagnie e del battaglione nel suo complesso, direttamente proporzionali alle capacità di trasporlo. Le due tabelle che seguono (tratte dai dati forniti dalle Pub. SME 712 e 922) riassumono il fondamentale problema dei trasporti: ESIGENZE DI TRASPORTO DOTAZIONI REPARTO(t)
DOTAZIONI ARMA(t)
TOTALE DOTAZIONI I' LINEA (t)
BTG. 1964
BTG. 1975
BTG. 1964
BTG. 1975
BTG. 1964
BTG. 1975
-
-
-
-
6,0 t
5,8 t
24,3 t
33,S t
31.1 t
25,9 t
55,4 t
59,7 t
materiali del genio
-
-
-
-
5,0 t
6,7 t
carburanti e lubrificanti
-
-
-
-
2,4 L
8,4
24,3 t
33,8 t
31.1 t
25,9 t
TIPO MATERIALE
sanità e commissariato munizioni
TOTALE
L
80,6 t
68,8 t
POSSIBILITÀ UI TKASPOKTO
AR UNITÀ
ACL (n.)
(n.)
BTG. BTG. BTG. BTG. 1964 1975 1964 1975
VTC (n.)
ACP (n.}
ACM (n.)
VEICOLI SPECIALI (n.)
BTG. BTG. BTG. BTG. BTG. BTG. BTG. BTG. 1964 1975 1964 1975 1964 1975 1964 1975
Compagnia CDOe S
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I Compagnia
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I
7
fuc. Compagnia mortai pcsant TOTALE DI BTG.
(l) 8 di e ssi (il 9 ° è impiegato p e r il trasporto del nucleo maggiorità e personale} costituiscono la l" squadra trasporti del plotone tra sporti, cioè il volano di battaglione per il trasporto in particolar modo di munizioni (i rimanenti mezzi di trasporto della compagnia comando sono impiegati per le esigenze del Comando e dei vari plotoni). (2) 7 di esse sono impiegate per il trasporto delle armi del plotone C/C. (3) impiegati per il trasporto del nucleo comando, viveri e c ucina, materiale vario (con esclusione delle munizioni).
146
La logistica dell'esercito - Voi. IV
(4) Senza rimorchio. 4 di essi sono impiegati per il trasporto di munizioni (dotazioni di arma del plotone eontrocarri e dotazioni di reparto) . (5) Non sono più impiegate per il trasporto dei mortai (che sono su VTC). (6) Impiegati per il trasporto de ll e dotazioni munizioni di reparto. (7) I di essi è impiegato per il trasporto de lle dotazioni munizioni di reparto. (8) 6 di essi sono impiegati per il trasporlo delle dotazioni munizioni.
In totalé il battaglione 1964 ha 118 veicoli ruotati, tutti con rimorchio o con le 9 cucine al traino. Il battaglione 1975 ha 100 veicoli ruotati con 45 rimorchi e 4 cucine, più 59 mezzi cingolati. Nel 1975 le esigenze di trasporlo totali aumentano complessivamente di 12 t, tenendo però presente che il 75% di esse è rappresentato dalle munizioni e che il peso delle sole muni zioni per mortaio (da 81 e da 120) nel 1964 è di 25,8 t., cioè di quasi la metà del tonnellaggio globale, mentre nel 1981 è di 25, 1 t, mantenendo più o meno la stessa proporzione. Le dotazioni d'arma di munizioni sono al seguito delle armi, cioè sulle AR e/o sui VTC: il problema si riduce quindi al trasporto delle dotazioni di reparto delle munizioni e al trasporto dei rimanenti materiali, <li massima accentrati al livello di battaglione. Sotto questo aspetto, vi sono notevoli differenze nell'impiego dei mezzi dì traspo[to nel 1964 e nel 1975. Nel 1964 la compagnia mortai da 120 con 4 ACL e 1 ACM provvede interamente in proprio al trasporto delle dotazioni di 1" linea munizioni . Al contrario, le compagnie fuci lieri trasportano con propri mezzi solo le dotazioni d 'arma, mentre le dotazioni di reparto (circa 5 t per compagnia, cioè l'equivalente dì 2 ACM) sono trasportate dalla 1" squadra del plotone trasporti. Nel 1975 la compagnia mortai pesanti aumenta le proprie capacità di trasporto munizioni (6 ACM) c anche la compagnia fucilieri - che nel 1964 non destinava nessun automezzo al trasporto delle munizioni - impiega per questa esigenza ben 4 ACM . Ciò rende possibile agli 8 ACP con rimorchio della 1" squadra trasporti del plotone trasporti (con capacità totale di cari co di 48 t) di concorrere senza rigide predestinazioni e a seconda delle esigenze al trasporto delle muni zioni e materiali di tutti i tipi di compagnia, tenendo presente che nel 1975 è disponibile anche un'autocisterna con 4000 litri di carburante (che mancava nel 1964) e che nel 1964 il trasporto d e i materiali del genio competeva a11o stesso plotone pionieri . Consegue da questa impostazione una magg iore leggerezza e autonomia logistica delle compagnie meccanizzate, quindi anche una maggiore mobilità e autonomia logistica complessiva assicurata dal potenziamento sia de11a capacità di trasporto de11e stesse compagnie, sia del volano di mezzi di trasporto, rifornimento carburanti e riparazione recupero e sgombero del battaglione. Questi progressi vanno però riferiti soprattutto a terreni di pianura e caratterizzati da un buon indice di scorrimento per unità meccanizzate e corazzate; in terreno montano, gli ordinamenti e la fisionomia logistica delle minori unità nel periodo dal l 958 al 1975 tutto sommato meg lio si prestavano ad affrontare le limitazioni poste al fuoco e al movimento dall ' ambiente naturale. L ' interrogativo che rimane tuttora aperto (1990) è perciò il se-
X - Evoluzione della dottrina logistica (1956 -1981)
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guente: fino a che punto le nuove unità meccanizzate - ricche di armi controcarri e di mezzi a motore, ma povere di assaltatori e di fuoco a tiro teso e a tiro curvo - sono idonee ad operare nel terreno montano che caratterizza la maggior parte della penisola e non solo la frontiera di nord-est? Nonostante lo sviluppo del sistema stradale, l'automezzo o il mezzo cingolato possono ancora rappresentare, come lo erano stati per le unità alleate nella campagna d'Italia 1943 1945, un fattore di appesantimento logistico e tattico, anzichè di mobilità reale? Le guerre limitate in terreni difficili, e in particolare quella delle Falkland e quella (recentissima) di Jugoslavia, ripropongono perciò un interrogativo che già poneva su Army del gennaio 1958 il ten. col. dell'esercito USA O.Z. Tyler, riferendosi alla dispersione provocata dall'ambiente nucleare: "il cavaliere dispone dei sacchi della sua sella per trasportare i rifornimenti, il carrista può usare il proprio carro armato come un animale da soma, ma di quale mezzo di trasporto dispone oggi, il fante della divisione pcntomica tagliato fuori dalle sue fonti di rifornimento?".
CAPITOLO XI
RISVOLTI LOGISTICO-AMMINISTRATIVI DELL'EVOLUZIONE DEL MINISTERO DELLA GUERRA/DIFESA E DEGLI STATI MAGGIORI (1945-1981)
1. Premessa
Con l ' espressione "organi centrali" intendiamo riferirci ali' insieme degli organi ai quali sono devolute, al livello più elevato, le funzioni di comando e di amministrazione delle forze armate, dando alla parola "amministrazione" il suo significato storico più ampio, non riferito cioè al solo Servizio logistico di amministrazione nell'accezione attuale del termine. Ministero e Stati Maggiori costituiscono il cardine dell' Amministrazione militare. Quest'ultima non si identifica del tutto con essi e ricava la sua caratterizzazione definitiva dalla distribuzione di poteri e competenze tra gli organi centrali e periferici. Poiché la fisionomia di ciascun organo va studiata in relazione a quella degli altri, l'analisi delle strutture che nel dopoguerra costituiscono la base dell'organizzazione logistica deve prendere l'avvio da una visione panoramica delle caratteristiche dell"' Amministrazione militare" nel suo complesso. Bisogna chiarire bene il significato di tale termine: secondo lo Sciarretta Amministrazione militare, in senso lato, è quel complesso di organi della Pubblica Amministrazione che ha la specifica finalità di attendere alla funzione pubblica della difesa nei s uoi diversi aspetti: costitui sce uno dei rami delle varie funzioni pubbliche dello Stato. In senso soggettivo l'Amministrazione militare può essere considerata come il sistema degli organi centrali e periferici dello apparato militare nell'ambito dello Stato - soggetto e dello Stato - apparato amministrativo, o dello Stato - amministrazione, che ha per oggetto della propria attività l'adempimento del fine della difesa dello Stato. In senso oggettivo per Amministrazione militare è da intendersi la funzione amministrativa militare con le sue specifiche finalità di difesa. Attività amministrativa mmtare, in senso stretto, è attività di amministrazione esplicata dall'Amministrazione militare (quale apparato) in regime di diritto amministrativo militare. 1
Trattando dell'organizzazione centrale, non ci si può più limitare a
1
I. Sciarretta, L'Amministrazione de lla difesa, Modena, Stem-Mucchi 1974 , pp. 19-20.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
una prospettiva meramente logistica e/o riguardante a una sola forza armata (nella fattispecie, l'esercito). Infatti , dopo la costituzione del Ministero della difesa unico la locuzione "Amministrazione militare" ha il significato di organizzazione dell' intero ordinamento militare italiano preordinato alla difesa della Nazione. L'Amministrazione militare, nel suo concetto unitario. non ha più il significato, di volta in volta. di Amministrazione dello Esercito, di Amministrazione della Marina, di Amministrazione del aeronautica, come entità a se stanti e differenziate". 2
Dal punto di vista strettamente giuridico, quindi, nel dopo-guerra è stato ben acquisito il concetto di Amministrazione militare come soggetto unico e con caratteristiche comuni alle tre forze armate, che si pone come tale anche nel confronto con le altre Amministrazioni de11o Stato. Come già si è accennato nell'introduzione, a queste favorevoli premesse formali e giuridiche non corrisponde, fino agli anni 80, un profondo rinnovamento della logistica in senso interforze. Anche nell'area tecnico-amministrativa più propriamente di forza armata le reali innovazioni sono relativamente poche e non consentono di superare il notevole divario che dal 1940 al 1943 aveva caratterizzato - al di là della scarsità di risorse - l'organizzazione e i metodi di gestione italiani rispetto a quelli di altri Paesi, con particolare riguardo all'organizzazione centrale.3 Ciò accade princ ipalmente perché non è pensabile una razionalizzazione dell ' area logistico-amministrativa di forza armata, senza una parallela e anzi preventiva riforma delle strutture centrali interforze, da sempre allo studio e mai attuata compiutamente dal 1945 in poi.4 Questa prolungata isteresi che ha finora prodotto nuovi provvedimenti di portata effettiva assai modesta va riferita anche a un contesto generale che rende le riforme in campo logistico-amministrativo molto più difficili che nel campo dottrinale e ordinativo in genere, se non altro perché hanno effetti protratti nel tempo, richiedono la modifica contemporanea di gran numero di rotismi e risentono di un contesto legislativo e amministrativo civile a sua volta caratterizzato da marcato immobilismo e perdurante centralismo burocratico. Nè vanno trascurati i riflessi delle vicende alla guerra in Italia dal 1943 al 1945, nella quale rimane in vita senza soluzioni di continuità, al Sud e in Sardegna, una cospicua parte delle forze armate, che per forza di cose si appoggiano a un'organizzazione logistica e territoriale rimasta sostanzialmente immutata anche dopo 1'8 settembre, con raddobbi d 'emergenza che non ne alterano la natura e che dopo il 1945 finiscono con l ' ostacolare la costruzione di nuove fondamenta, da tutti riconosciuta indispensabile.
2
ivi, p. 20. Sulle soluzioni adottate nelle for.i:e armate dei principali Paesi Cfr. C. Jean, L 'ordinamento della Difesa in Italia, Padova, Ccdarn 1989, pp. 125-196. 4 Cfr. Centro Alti Studi per la Difesa (XLll sessione 1990-1991), Proposte di ristrutturuzione dell ·area tec nico-umministrativa de/Ju Uifesa, Roma J 991. 3
Xl - Evoluzione del Ministero e degli Stati Maggiori
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Sono perciò varie ma di segno concorde le circostanze che non solo concorrono al temporaneo mantenimento in vita dell'organizzazione logistica territoriale bellica e prebellica anche dopo il 1945, ma anche ne ostacolano l'indispensabile riforma. Il controllo inglese subito dopo il 1945 e l' introduzione di parecchi regolamenti dell 'esercito vincitore non hanno apprezzabili incidenze sull'organizzazione territoriale e logistica in genere, e ben presto cessano di avere effetto anche in altri settori. La stessa adesione dell'Italia al Patto Atlantico nel 1949 - alla quale conseguono nuovi criteri logistici e nuovi regolamenti a livello interalleato - tutto sommato ha effetti assai contenuti in campo logistico e non ostacola troppo il mantenimento in vita di soluzioni tipicamente " nazionali", anche se esse risultano poco compatibili con altre spesso più avanzate e razionali di altri Paesi facenti parte dell' Alleanza. Ciò avviene anche in relazione al vecchio problema della scarsità di risorse finanziarie in rapporto alla dimensione raggiunta dall'Esercito, che non favorisce le soluzioni più moderne ma spesso - almeno nell'immediato - più costose. Tenendo conto di questi parametri, prenderemo come riferimento costante l'organizzazione centrale e territoriale in atto fino al 1943, descrivendo le analogie e le differenze delle soluzioni adottate dopo il 1945 rispetto alla passata organizzazione. Questo è anche l'unico metodo corretto per valutare la reale portata delle innovazioni introdotte, in modo da stabilire fino a che punto esse corrispondono a un'evoluzione provocata dal progresso tecnologico e/o dalle esigenze strategiche, e fino a che punto, invece, si tratta di involuzioni dovute al prevalere di esigenze o problemi non strettamente derivanti dalle ragioni dell'efficienza. Anche per questa ragione si rende necessario condurre in prima istanza un' analisi comparativa della fi sionomia dei due organi depositari dei maggiori poteri, cioè il Ministero della guerra/Difesa e gli Stati Maggiori.
2. Cenni bibliografici Sulle vicende dcli' Amministrazione militare ne l dopoguerra, a cominciare dall'evolu:òone dei principali organi centrali e periferici, è disponibile un'ampia messe di opere con riferime nti alla tematica logistica interessanti anche se non esaustivi. Tra di essi citiamo (in ordine cronologico) : - S. Gamba - S. Vagnoni, La difesa - Norme, ordinamento, personale, Roma, Ed. Trionfale 1970; - M. Ristori, L'ordinamento della difesa, (la ed. 1974; 2a ed. 1977; 3a ed. 1985) Gaeta, Stab. Grafico Militare; - I. Sciarretta, L'amminis trazione della difesa , Modena, Stem Mucchi 1974;
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
- C. Jean, L'ordinamento della difesa in Italia, Padova, Cedam 1989; - L. Nuti, L'esercito Italiano nel secondo dopoguerra 1945-1950, Roma, SME - Uf. Storico 1989; - AA.VV., Storia delle forze armate italiane dalla ricostruzione post-bellica alla ristrutturazione del 1975 - Parte /: aspetti internazionali, giuridico-istituzionali, economico-finanziari e strategico-operativi (a cura di C. Jean), Milano, Giuffrè 1989; - Centro alti studi per la difesa (XLII sessione, 1990-1991), Proposte di ristrutturazione dell'area tecnico-amministrativa della Difesa, Roma 199 l. C. Jean, Il Ministero della difesa, Roma Nuova Italia Scientifica 1991. Nell'intelaiatura generale tracciala dalle predette opere, rimangono ora da approfondire gli specifici risvolti logistici, mettendoli a confronto con le soluzioni della guerra e degli anni Venti e Trenta.
3. Ministero e Stati Maggiori nell' immediato dopoguerra: cenni sul dibattito, sugli orientamenti emersi e sui riflessi logistici.
A prescindere dal coordinamento interforze vistosamente mancato, fin dai primi mesi dopo l'armistizio risulta ben chiara, sia allo Stato Maggiore dell'Esercito che alle stesse autorità militari alleate, l'urgente necessità di voltare pagina rispetto a un'organizzazione centrale che nel corso della guerra pur avendo assunto dimensioni sempre più imponenti aveva mostrato gravi carenze e aveva spesso mancato al suo compito fondamentale di assicurare - nei limiti del possibile - una efficiente base logistico-amministrativa alle truppe combattenti sui vari fronti. In merito, ricordiamo un "Progetto di riordinamento dell'esercito" compilato dall'ufficio operazioni dello SME nell'aprile 1944 (documento 2 allegato al citato libro del Nuti) e un altro documento sulla "Programmazione del Ministero della guerra" in data 5 novembre 1946 (documento 11 allegato alla stessa opera), a firma del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito pro tempore generale Cadoma. A proposito degli organi centrali, il primo documento così esordisce: · l'esperienza di questa guerra ha dimostrato il danno veramente notevole arrecato dai molteplici e pesanti organi centrali militari al loro stesso funzionamento e il serio ostacolo opposto da ciò ad una snella e celere attività delle varie branche dell'amministrazione e degli organi preposti alla preparazione e alla condotta delle operazioni Il fenomeno è stato aggravato dall'elefantiasi raggiunta dagli organi stessi e dai sistemi super burocratici che hanno man mano preso piede. NelJ' attuale situaz ione, particolarmente favorevole all'esistenza di organi smi piccoli, è necessario e urgente affrontare e risolvere radicalmente il problema.
Si riterrebbero necessari organi centrali molto snelli, con pochi elementi ma veramente capaci "ai quali dare la suùùisfazione e l'incitamento
Xl - Evoluzione del Ministero e degli Stati Maggiori
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di usufruire di una giusta iniziativa, senza abbrutirli con lavori d'ordine". Lo Stato Maggiore non dovrebbe essere un organo complesso e avulso dal Ministero, ma essere ridotto alle funzioni di organo tecnico, responsabile della preparazione dell'esercito e consulente del Ministro della guerra in tale materia. Il Ministero sarebbe suddiviso in due branche strettamente cooperanti: a) il Gabinetto (alle dipendenze del Sottosegretario) per la parte politico-amministrativa; b) lo Stato Maggiore, alle dipendenze del suo Capo, per la parte tecnico-militare (operazioni, informazioni, Servizi; addestramento, ordinamento e mobilitazione). In caso di istituzione di un unico Ministero della difesa, ne farebbe parte uno Stato Maggiore Generale come organo tecnico, e ogni forza armata avrebbe anzichè un Ministro un Sottosegretario, dal quale dipenderebbero il Gabinetto con un Capo Gabinetto e lo Stato Maggiore con un Capo di Stato Maggiore. Ancor più cruda è la diagnosi del generale Cadorna a fine 1946, che cita anche il severo giudizio espresso dal Capo della missione militare alleata generale Browning in una riunione del maggio 1946 con il Ministro della guerra e le più alte cariche dell'esercito. Secondo il generale CadornaLle principali deficienze attribuite al Ministero durante la guerra sono: - elefantiasi congenita, tesla enorme su esile corpo, sicchè il peso eccessivo di essa è causa di continui sbandamenti;
- costituzionale diluizione di responsabilità che inertizza la volontà e intiepidisce persino il sentimento del dovere; - deficienza di unità di indirizzo e di azione che rende incerto il lavoro al centro e disorienta la periferia; - sovrapposizione di compiti nelle varie branche, quindi lentezza di decisioni, palleggiamento di competenze e dannose interferenze; - sensibilità delle influenze esterne che si esplicano nelle forme più diverse, dirette e indirette; - deleterio predominio di quella mentalità ministeriale che spinge al compromesso e suggerisce il piccolo intrigo, immiserendo il lavoro attraverso l'applicazione di alcuni deplorati aforismi tra i quali domina il "non fare oggi quello che potrai fare domani".
Secondo il generale Cadorna i tre compiti essenziali del Ministero (di comando, di amministrazione e di saldatura esercito-paese) richiedono un'attività cosl vasta e multiforme da non poter essere svolta da un solo Capo responsabile, anche se di qualità eccezionali. Il Ministro ha perciò bisogno di associare direttamente alla sua attività altri Capi pienamente responsabili ciascuno della rispettiva branca e co11ettivamente responsabili per le deliberazioni, prese in comune, sui più importanti problemi di ordine generale: E' in ciò implicito il concetto di un effettivo decentramento di funzioni nel campo esecutivo e di un accentramento di potere deliberativo non più nella sola persona del Ministro (che in pratica si è sempre risolto in una delega più o meno ampia di poteri al Gabinetto, cioè a un ente non responsabile), ma in un ristretto consesso di Capi collegialmente responsabili . Concetto questo che tra l'altro è profondamente democratico[ ...]. Si profila così la necessità di un alto consesso di competenti - politici e tecnici - e cioè cli un "Con-
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
siglio dell'Esercito" presieduto dal Ministro e composto dai capi delle varie branche del Ministero.
Il segretario del consiglio dovrebbe presiedere, a sua volta, un "comitato esecutivo" composto dai vice-capi delle varie branche, con il compito di assicurare l'applicazione di un indirizzo unitario anche nella fase esecutiva e di decidere collegialmente su questioni che pur essendo di un certo rilievo non investono le alte prerogative del consiglio dell'esercito. Il generale Cadorna propone anche l'unificazione di tutte le competenze relative al personale delle varie categorie, sparse tra vari uffici e commissioni, in un'unica direzione generale del personale militare. Lo stesso dovrebbe avvenire per gli affari finanziari, da concentrare in un'unica direzione generale che estenderebbe i suoi compiti ad ogni aspetto amministrativo, compreso quello delle pensioni, nella cui orbita opererebbe anche la ragioneria centrale. Per quanto riguarda il materiale e la logistica, il generale Cadorna propone la fusione delle competenze delle direzioni generali e del Gabinetto del Ministro e degli uffici Servizi e trasporti dello Stato Maggiore in un unico organismo: VI - IL MATERIALE L"approvvigionamento (acquisto e fabbri cazione), la distribuzione, la manutenzione, la riparazione , il ricupero e la riutilizzazione o l'alienazione di tutti i mezzi di vita e di lotta per un esercito moderno definiscono un complesso di attività di cosl vasta portata da far dubitare della convenienza di concentrarle in una sola branca. Ma si può subito osservare che allualmenle queste allivilà finiscono per trovare il loro coordinamento soltanto nel Gabinetto e che, d'altra parte, risponde indubbiam ente ad un criterio organico, razionale cd economico affidare permanentemente ad un solo capo militare responsabile queste funzioni che sono sostanziale premessa per l 'efficienza dell'Esercito. Non potrà essere naturalmente un capo competente in tutta la materia, ma a lle più ampie capacità tecniche dovrà accoppiare le più alte qualità di organizzatore e di. amministratore. La branca potrà denominarsi: Intendenza generale dell 'Esercito oppure Direzione generale dei servizi e verrà ad avere i compiti delle attuali Direz ioni generali di sanità, d ei servizi di commissariato (esclusa la parte servizi amministrativi), di artiglieria e motorizzazione e del genio, dell"ispettorato ippica e veterinaria, degli uffici servizi e trasporti d ello Stato Maggiore e di una parte dell' ufficio Il del Gabinetto. Gli organi di questa branca - che appare senza dubbio la più complessa e pesante ai quali non corrisponderà un Ispettorato d ' arma assolveranno anche compiti di studio e di sperimentazione dei materiali di propria pertinenza.
Riassumendo, il Ministero de lla guerra secondo Cadorna risulterebbe composto da un consiglio dell'esercito presieduto dal Ministro, un comitato esecutivo presieduto dal segretario del consiglio e 5 branche: Stato Maggiore o direzione generale delle operazioni; direzione generale del personale militare; Intendenza generale o direzione generale dei Servizi; direzione generale degli affari finanziari; direzione generale personale civile e affari generali o segretariato generale.
Xl - Evoluzione-del Ministero e degli Stati Maggiori
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Oltre a non tenere alcun conto del quadro interforze questa soluzione esprime la condivisibile esigenza di togliere potere al Gabinetto del Ministro e al Ministro stesso e di far sentire di più la voce dello Stato Maggiore, in un periodo nel quale prevale e si esaspera la linea di tendenza esattamente opposta. Per quanto riguarda la parte logistica, essa dà il massimo rilievo all'Intendenza, che è posta su un piano paritario rispetto allo Stato Maggiore, ridotto a una semplice branca del Ministero alla quale non viene riconosciuta alcuna autonoma valenza logistica e nel campo del personale. Da notare anche che non necessariamente adottando la struttura indicata dal Cadoma la perdita di potere da parte del Ministro e del Gabinetto sarebbe andata a favore dello Stato Maggiore, come sostengono taluni studiosi: il termine "consiglio dell'esercito" è un'espressione addirittura impropria, visto che in esso il Capo di Stato Maggiore sarebbe stato solo uno dei sei componenti e l'unico militare - di un organismo collegiale con ampi poteri dove prevale di grnn lunga l'elemento civile (e, in generale, il momento tecnico-amministrativo a scapito di quello tecnico-operativo). Molto più lucida, completa, equilibrata e realistica ci sembra pertanto la visione delineata dal generale Gelich in un articolo sulla Rivista Militare dello stesso anno 1946, dove tra l'altro rettamente si interpreta anche l'esperienza storica: la preparnzione alla guerra, sia pure di difesa (e a ques ta nessun Stato può rinunciare, quali che siano i confini) comprende due tipiche funzioni : una di carattere essenzialmente politico e amministrativo; l'altra soprattutto tecnica di comando. Da qui tutta la opportunità nella organizzazione militare dello Stato di lasciar scisse, anche per ragioni di competenza e di nuova ripartizione del lavoro, le due funzioni, facendo corrispondere a ciascuna di esse apposito organo con proprie attribuzioni. per quanto concomitanti [ ... ]. Il ragionamento[ ... ] porta quindi a intravedere nell'ordinamento dello Stato un Ministro delle forze armate (o meglio della Difesa nazionale) per sovraintendere alla amministraz ione delle forze stesse nel quadro della politica generale del Governo, e un Generale in capo (o qualifica simile) per comandarle in guerra ed essere la guida della loro preparazione in te mpo di pace[... ]. La formula da adottarsi sembra dunque essere, dopo tante esperie nze, quella della "varietà nell'unità": varietà nei procedimenti propri di ciascuna forza armata e conseguentemente nelle organizzazioni che si riferiscono al diverso ambiente di impiego (terra, mare, cielo); unità in tulle le parti o funz ioni che possono essere comuni, in aderenza al criterio che la guerra è unica e che essa richiede stretto coordinamento delle tre forze armate nel campo strategico e per quanto possibile, anche nel campo tattico, e perciò armonia altresl nel campo organico.5
Di conseguenza il generale Gelich propone un unico Ministero della difesa, riducendo i tre Ministeri precedenti al rango di sottosegretariati e togliendo loro "coraggiosamente quei servizi, con tutte le vecchie incrostazioni, che possono essere veramente fusi insieme", con benefici effetti anche sull'equa ripartizione della spesa militare tra le tre for-
5 F. Gelich, L 'Alto Comando italiano dallo Statuto Albe rtino all'ordinamento 1940, ("Rivista Militare" n. 11 e n. 12/1946; ristampa su "Rivista Militare" n. 1/1984).
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La logistica dell'esercito - Vol. TV
ze annate e sull'organizzazione della nazione per la guerra con criteri unitari: Noi siamo convinti, anche per l' esperienza ricavata da contatti avuti con gli ambienti centrali delle tre forze annate, che a questa fusione si possa arrivare ottenendo così notevoli vantaggi per le istituzioni militari nel senso di togliere quelle dannose sperequazioni che oggi esistono tra le forze armate stesse in tanti seu ori di allività (stato deg li ufficiali e sottufficiali, assegni, servizi di commissariato, ivi compresa la razione viveri, servizio sanitario, demanio militare, ecc.) e raggiungendo altresì benefici per l'erario, derivanti, se non altro da una riduzione di personale. Stabilita la struttura del Ministero unico con tutte le parti che possono essere comuni alle tre forze armate, attribuitogli fra l'altro anche il compito di dosare fTa esercito, marina e aeronautica le "spese militari", da raccogliere in un'unica voce nel bilancio dello Stato, rimarrebbero così tre singole amministrazioni (una per ciascuna forza armata), ma notevolmente snellile rispetto agli attuali tre Ministeri. Esse potrebbero essere costituite in Sottosegretariati od anche in Enti tecnici-amministrativi con un nome da definirsi (esempio Dipartimenti), qualora si ritenesse opportuno un solo Sottosegretario di Stato come coadiutore diretto dell 'unico Ministro. Ritorneremo più avanti sullo argomento, così da esamina re se ai posti di Ministro unico e di Capo di singol e amministra7.ioni militari s ia preferibile un civile (personalità politica) o un militare (personalità tec nica), ed intanto osserviamo che con l'esercito, la mari na e l'aeronautica, necessariamente ed in ogni ca.so coordinate, non si esaurisce tuttavia il problema della difesa nazionale. Già, a partire dalla prima guerra mondiale, si è constatato (e se ne è avuta la più ampia conferma nell a seconda guerra mondiale), c he è assurta in primissimo piano la questione del "potenzia le bellico", richiedente in caso di confli uo la mobilitazione di tutte le risorse nazionali ed una particolare organizzazione del Paese in tutti i suoi settori di auività (industria, agricoltura, trasporti, finanze, ccc.); organizzazione che deve essere predisposta sin dal tempo di pace. Siamo dunque de l parere c he accanto ai Sottosegretariati (o Dipartimenti) per c iascuna forza armala esista un organo c he si occupi della produzione bellica in senso lato. Tale organo (Souosegretariato o Dipartimento anch'esso) dovrebbe sempre far parte, con la dovuta autonomia, del Ministero della Difesa naz ionale ed essere sullo stesso piano degli organi preposti all'esercito, marina, aeronautica. Suoi compiti dovrebbero essere all ' inc irca yuelli che aveva il già esistente Commissariato per le fabbricazioni di guerra (tra~fonnatosi poi in Sottosegretariato e infine in Ministero); compiti anzi opportunamente a mpliati per comprendervi talune attività tecniche relative alle costruzioni dei materiali, oggi di competenza dei dicasteri della guerra, marina cd aeronautica, e altre che riguardano la mobilitazione civile e studi scientifici a nche in contatto con il Consiglio nazionale delle ricerche. E' necessario, fra I ' a ltro, c he s i attui per quanto possihile la unificazione di de te rminati armamenti; e in ispecie la unificazione dei calibri del munizionamento, dei mezzi per le telecomunicazioni e per gli autotrasporti, e di taluni equipaggiamenti . Perchè avere mitragliatrici in marina da 12, 7 e in aeronautica da 13, 2, artiglierie in marina da 152 e nell' esercito da 149 (oltre che lo stesso 152), apparati telefonici e radio diversi in ciascuna forza armata, mezzi lo gistici diversi (a comincia re dalla gavetta), ed anche diverse pistole per la difesa indi viduale? E g li esempi potrebbero moltiplicarsi, scendendo dai materiali persino ai nomi, visto che in marina si chiama "punteria" ciò c he nell'esercito si chiama "puntamento" . Queste disparità complicano notevolmente la trasfonnazione, al momento del bisogno, dell'industria di pace in industria di guerra, rendono più ardue le conun esse, la produzione, i rifornimenti, senza contare che anche il ling uaggio diverso non facilita le intese, c he occorre siano il più possibile perfette. E' nolo c he in tutta Italia vi era g ià un Ente per la unificazione industriale (U.N.I.). Esso dovrehhc ripre ndere vita, e tenersi collegato col predello Souosegretariato (o Dipartimento) che potrebbe riprendere il nome di "Fabbricazioni di guerra" o degli "Armamenti" allo scopo che determinati tipi di manufatti civili (ad esempio: aeroplani, autocarri, ecc.) siano costruiti in modo da renderne spedita la utilizzazione per bisogni bellici e che le industrie di pace siano facilmente trasformabili in industrie di g uerra, come previsto in paesi esteri, particolarmente là ove vigono sistemi di economia regolala e pianificata.
Xl - Evoluzione del Ministero e degli Stati Maggiori
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Gelich non si nasconde che le difficoltà vere stanno nella razionalizzazione e unificazione dell'apparato logistico-amministrativo: al confronto, l'unificazione del Comando delle tre forze armate è "meno complessa, anche se non facile". Ciò non toglie che la unificazione logistico-amministrativa rimane non soltanto attuabile ma assai opportuna, tanto più in questi tempi nei quali le for7.e armate saranno ridotte a modeste proporzioni e l'organizzazione militare è da rifare ex-novo. In ogni caso, tutto il complesso militare amministrativo va snellito. Occorrono decidere tagli chirurgici nella nostra pesante burocrazia ed un opportuno decentramento, pur lasciando un severo controllo centrale ed aumentare le sanzioni contro chi commetta atti disonesti.
Sulla base di queste premesse ineccepibili, Gelich è favorevole all'unificazione delle Scuole di guerra e dei Servizi di sanità, commissariato, trasporti ecc.. Questi orientamenti hanno ben poco seguito: a parte i forti contrasti tra forze armate ed i problemi di potere, la principale e reale difficoltà è che, specie ai livelli più elevati, l'azione di comando per essere esercitata nella sua pienezza richiede corrispondenti poteri e responsabilità anche nel campo logistico-amministrativo. Si deve per<.:iù <.:unslalare che - come meglio si vedrà in seguito - anche dopo la costituzione di un unico Ministero i reali progressi verso l'unificazione in campo logistico sono stati pochi, con tendenza degli Stati Maggiori di forza armata ad assorbire in parte cospicua i vasti poteri logistico amministrativi già propri dei rispettivi Ministeri disciolti. I fatti danno ragione al generale Taddeo Orlando, già.Ministro della guerra nel 1944, che nel 1947 si dichiara molto scettico sulla possibilità di unificazione dei Servizi e sui vantaggi che ne deriverebbero, perché l'unico risultato certo sarebbe quello di aggiungere una quarta e debordante impalcatura burocratica alle tre di forza armata già esistenti, con un superministero che lascerebbe praticamente invariate le tre organizzazioni, e diventerebbe "un mastodontico organismo incapace di realizzare la ricostruzione delle forze armate"6 (involuzione indicata come pericolo da evitare anche negli anni Venti da Dario Valori). 11 primo Ministro della Difesa, onorevole Gasparotto, nomina nel 1947 una commissione incaricala di studiare le strutture del nuovo Ministero e la concreta possibilità di unificare i Servizi logistici, ma secondo il Capo di Stato Maggiore della Marina ammiraglio Maugeri la commissione si accorse ben presto che le tre Amministrazioni differivano as~ai più di quanto già non si sapesse, per cui la parola "unificare" doveva per il momento essere accantonata: occorreva innanzitutto, non dico uguagliare, ma almeno rendere omogenei
6 "Rivista Militare" n. 12/1946 e n . I e n. 4/1947. Sul relativo dibattito Cfr. anche V. Ilari, L'Alto Comandn delle Forze Armate italiane dal 1945 al 1948, "Rivista Militare" n. 2/1984 e F. Botti - V. Ilari, Il pensiero militare italiano dal primo al secondo do poguerra, (1919-1949), Roma, SME-Uf. Storico 1985, pp. 583-616.
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gli istituti e le procedure delle tre forze armate, successivamente coordinarli e finalmente unifiearli.7
"Volere" è sempre necessario, anche se per " potere" non basta "volere". In questo caso, già il primo passo - l'omogeneizzazione degli istituti , degli organi e dell~ procedure delle tre forze armate - diventa un problema estremamente arduo da risolvere. E la diversa impostazione logistica delle tre organizzazioni - pur non essendo sempre dovuta aspecificità di forza armata - diventa fattore ritardante e non coadiuvante di un processo di unificazione nel quale a uno scarso entusiasmo da parte militare corrisponde la mancanza di un deciso impulso da parte politica, dove prevale semplicemente la tendenza a ridurre la autonomia decisionale degli Stati Maggiori (con tutti i negativi riflessi che ciò comporta in campo logistico). Il risultato di una situazione generale nella quale prevalgono parametri difficilmente modificabili anche se divergenti rispetto alle esigenze di razionalizzazione, non è privo di ombre e può essere ridotto a tre caratteristiche: a) tendenza a mantenere, al di là della dottrina logistica che senz'altro va ritenuta costantemente all'altezza dei tempi, una struttura logistica di pace spesso ridondante, con stabilimenti e organi territoriali
pletorici il cui mantenimento in vita non sarebbe conveniente da un punto di vista strettamente tecnico-militare; b) per contro, frequente esiguità delle strutture logistiche di campagna mantenute in vita; e) difficoltà del vertice militare - tra l'altro diviso da contrasti di forza armata - a far prevalere presso l' autorità politica la ragione tecnica e quindi, in primis, le esigenze di carattere logistico. Le caratteristiche logistico-amministrative dell'organizzazione attuata a partire dal 1945, pertanto, sono tali da non far ritenere superata la diagnosi della macchina militare nel primo dopoguerra dovuta all' on. Belluzzo, Ministro delle finanze, presentata al Parlamento il 31 ottobre 1924. 8 Più che tecnico e logistico - amministrativo, il problema è politico: non è questione di uomini ma di bilanciamento e ripartizione dei poteri. Infatti le forze politiche esistenti nei Parlamenti hanno di massima la percezione di essere me glio in grado di controllare un'organizzazione militare ripartita per Forze Armate che una integrata e verticalizzata. Influisce evidentemente al riguardo anche la situazione internaziona le e il grado di stabilità dei "modelli di difesa" adottati dai vari paesi. In caso di stabilità, come ad esempio in caso di adeguate disponibilità finanziarie per la difesa, le decisioni da assumere sono essenzialmente di "routine" e possono essere elaborate in maniera tutto sonunato soddisfacente anche da organismi scarsamente integrati, potendo ogni Forza Armata continuare senza particolari interferenze i suoi programmi sia di fun zio-
7
F. Maugcri, Ricordi di un marinaio, Milano, Mursia 1981 , p. 272. Cfr. C. Jean, La relazione Belluzzo, "Rivista Militare" n. 6/1978. Sulle discrasie nel campo logistico-amministrativo dopo il 1945 Cfr. anc he C. Jean , Considerazioni sul vertice militare, "Rivista Militare" n. 5/19711, e Centro Alti Studi Militari, Op. cit... 8
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namento (dimensioni delle strutture e grado di prontezza operativa) sia di investimento. In caso di instabilità, come ad esempio in caso di forti carenze finanziarie e di cambiamenti di impostazione strategica, una struttura troppo decentrata non può adeguarsi in maniera ragionevolmente efficace ai mutamenti di situazione. 9
La verità di questo asserto è dimostrata anche dalla storia dal 1919 al 1943. Non solo i Parlamenti, ma anche le dittature (vds. Yol. III, Parte II) tendono a far prevalere in misura eccessiva e nociva la ragione politica su quella tecnico-militare: ed è proprio l'incapacità - tipica di organismi troppo decentrati e separati - di far fronte alle contingenze eccezionali a impedire una razionale utilizzazione delle potenzialità logistiche dal 1940 al 1943. Nell'immediato dopoguerra la situazione se mai peggiora, con la sostanziale riduzione dei poteri degli Stati Maggiori a fronte di Ministeri retti da uomini politici che, oltre a non avere sufficienti competenze nel campo militare, rimangono per poco tempo nei l'incarico e quindi non possono assicurare l'indispensabile continuità della politica militare: di qui le preoccupazioni del generale Cadorna, primo Capo di Stato Maggiore dcli ' Esercito nel dopoguerra. IO Questi condizionamenti giocano essenzialmente a favore del mantenimento dell'esistente ed ostacolano l'effettiva portata delle riforme nel campo tecnico-amministrativo, rendendole sovente dissonanti - o poco omogenee - rispetto alle esigenze tecnico-operative. Essi vanno tenuti sempre ben presenti nell'esame dei vari organismi che verrà condotto nel prosieguo del la trattazione. Un altro principio da considerare attentamente è che le attribuzioni logistiche di ciascun organo decisionale o livello organico sono ben lungi dal rappresentarne solo un'appendice, un'interfaccia secondario. Non va mai dimenticato il vecchio principio - al quale già si è più volte accennato - che ciascun tipo di "potere" militare, a cominciare da quello operativo, per essere veramente tale nella realtà quotidiana, deve trovare una precisa corrispondenza nelle attribuzioni logistiche e amministrative. Questo vale, naturalmente, anche nel dimensionamento degli organi centrali: Come l'esperienza americana insegna, se l'organizzazione centrale interforze non dispone di sufficienti poteri nel campo del personale e della logistica, perché essi sonori masti nell' ambito delle Forze Armate, i Comandi periferici non possono realmente fun zionare. Infatti finiscono per essere condizionati dalle singole Forze Armate che mantengono sotto il loro controllo le forze formalmente sotto il pieno comando di ciascun Comando periferico_! I
C. Jean. L ' ordinamento della difesa (Cit.); pp. 11-12. Cfr. anche Ilari, L'Alto Comando ... (Cit.) .. 11 C. Jean. L 'ordinamento della difesa ... (Cit.), p. 42.
9
IO
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4. Dal Ministero della guerra (1940-1943) al Ministero della Difesa (1947): i problemi non cambiano a. La ridistribuzione dei poteri tra Ministeri civili e militari. Fin dagli anni Trenta (vds. Voi. Ili), il sistema politico nonostante la dittatura non ha ostacolato ma di fatto favorito la parcellizzazione dei poteri anche "interni" alle strutture militari e civili, a cominciare dai singoli Ministeri e dai rapporti interministeriali. Le esigenze tecnico-militari e logistiche - riconosciute solo in linea di principio - di fatto non sono recepite né da Mussolini stesso, né dagli altri poteri civili. In tal modo si realizza l'esatto contrario di un antico e sempre valido detto di Niccola Marselli, derivato da Clausewitz: la politica deve dominare la guerra non come sovrana assoluta, ma come regime costituzionale, il quale comprende la natura dell 'Ente su cui regna e ne rispetta i bisogni [... j. Alla politica appartiene in modo esclusivo il determinare lo scopo generale delle operazioni militari. ma[... ] è mestieri che la voce dell'uomo di guerra sia ascoltata, e dei suoi razionali consigli si tenga il dovuto conto.1 2
Alla luce di queste affermazioni del MarselJi, non ci sembra condivisibile la tesi recentemente prospettata da illustri studiosi secondo la quale la scarsa considerazione che Mussolini dopo il 1936 avrebbe dimostrato per gli aspetti tecnico-militari e attinenti all'economia di guerra e alla logistica di produzione, andrebbe riferita a) suo tentativo - peraltro vistosamente mancato - di entrare in guerra nel 1940 solo a colpo sicuro e quando il lavoro grosso era già stato fatto da altri, quindi con possibilità di condurre una guerra breve senza bisogno di avere alle spalle delle forze armate una nazione, un'economia e una produzione effettivamente mobilitate. Intanto, si trattava di rendere lo strumento idoneo a condurre almeno una guerra breve, anche dal punto di vista logistico: ciò non è stato fatto. In secondo luogo, attiene alla categoria del comune buon senso, e non rientra certo nei precetti dell'alta strategia, tutelarsi nei limiti del possibile contro gli imprevisti. E "il possibile", dal 1936 al 1940, non è certamente stato fatto, non solo per quanto riguarda la preparazione e la preparazione logistica delle forze terrestri.13 Per ultimo, l'esame condotto nel Vol. III - capitolo VIII e nel precedente capitolo 1V dimostra che, più che non essere stata curata, l'organizzazione della nazione per la guerra - della quale la produzione bellica è solo un aspetto - è stata curata con criteri rivelatisi all'atto pratico errati, il che è ben diverso da una deliberata, precisa, ferma e costante volontà del dittatore di laisser faire. Nel campo opposto la più antica democrazia, quella inglese, fin
12
N. Marselli, La guerra e la sua storia. Cfr., ad esempio, le lacune della produzione aeronautica nel 1940 e durante la guerra in G. Pesce, iA produzione bellica per la Regia Aeronautica, "Rivista Aeronautica" n. 3/1991. 13
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dagli anni 30 si muove - nonostante difficoltà e ritardi - con ben altro spirito e con ben altra efficienza, per imprimere alla preparazione e gestione unitaria dello strumento militare il dovuto impulso.14 L'evoluzione del Ministero della guerra e del Ministero della Difesa in Italia dimostra che questi precedenti non hanno alcun peso nelle soluzioni adottate dopo il 1945, che anzi presentano caratteri di continuità con le poco felici esperienze passate, specie in ordine al solito pernicioso scollamento tra politica estera e di sicurezza, politica militare e risorse e provvedimenti intesi a rendere il comparto Difesa operativamente efficiente. Fino a tutto il 1981 (e anche dopo) non si verifica nel nostro Paese la possibilità di una accentuata tutela anche formale della discrezionalità del potere esecutivo in materia di politica estera, di sicurezza e di di fesa. Questo inconveniente sul piano della funzionalità e dcUa rispondenza del sistema isti tuzionale alle esigenze della concezione di una politica di difesa e della gestione politico-strategica di crisi e conflitti, è amplificato dalla mancanza di un'aggiornata legislazione sui poteri di emergenza, sull'organizzazione istituzionale per le crisi, sui poteri di comando delle Forze Armate e sulla stessa organizzazione e meccanismi di funzionamento del vertice politico - strategico della sicurezza e della difesa. Mancano altresl stmtture interministeriali specializzate nel settore, che consentano uo adeguato coordinamento delle attività commesse alla sicurezza e alla difesa di competenza dei vari dicasteri. 15
I primi provvedimenti adottati a partire dall' 8 settembre 1943 tendono semplicemente e semplicisticamente a smantellare l'organizzazione preesistente e a ridurre l'ama di competenza delle Amministrazioni militari, senza preoccupazioni gestionali o attinenti al buon funzionamento dell'insieme, quindi senza costituire su nuove basi (come sarebbe necessario) organismi e istituti più efficienti. In questo senso, l'evoluzione dei Ministeri militari subito dopo il 1945 risente del generale riassetto dei Ministeri e dell'Amministrazione dello Stato. Preminenti esigenze di carattere politico portano tuttavia a dedicare maggiore attenzione all'area tecnico-operativa di competenza degli Stati Maggiori e agi i organismi collaterali che ne assicurano il raccordo con l'area tecnico-amministrativa, facente capo ai tre Ministeri e/o al Ministero unico. Fino al 1965, pertanto, nonostante l'istituzione di un Ministero unico nel 1947 le riforme di specifico rilievo logistico-amministrativo nell'area di interesse dell'Amministrazione dell'esercito sono relativamente poche e poco incisive. Ruolo e ordinamento interno del Ministero della guerra e degli al-
14 Cfr. il ruolo del Ministero inglese della guerra economica in U. Spigo, Op. cit., p. 68. Cfr. anche J. F. Keonedy, Perchè l'Inghilterra dormì, Milano, Ed. Il Borghese 1964. In questo libro il futuro Presidente degli Stati Unili indicava nel 1940 gli errori e i ritardi della preparazione bellica inglese negli anni 30, che tuttavia - a partire dall'autunno 1938 - era riuscila a recuperare con cospicui s tanziamenti straordinari e efficaci, severi provvedimenti di disciplina della produzione il terreno perduto rispetto alla Germania (cosa che non avviene io Italia). 15 C. Jean, L'ordinamento ... (Cit.), p. 53.
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tri due Ministeri militari risentono, in particolare, della soppressione del Ministero della produzione bellica attuata con il R. D. 27 gennaio 1944, n. 24, che rende la produzione bellica un fatto decisamente più civi1e che militare, assegnando la maggior parte delle competenze in merito a1 Ministero del1'industria, commercio e lavoro. A tale Ministero compete la parte sostanziale delle attribuzioni che l'Art. 2 del R.D. 12 gennaio 1942, n. 464 assegnava al Sottosegretariato di Stato per le fabbricazioni di guerra (mobilitazione civile degli stabilimenti privati; controllo e revisione dei costi e prezzi; approvvigionamenti di materie prime e prodotti industriali sia per gli stabilimenti privati comunque interessati alla produzione bellica che per gli stessi stabilimenti militari; disciplina e controllo delle scorte, giacenze e riserve; corsi per addestramento e perfezionamento delle maestranze e spostamenti di stabilimenti, reparti e maestranze; nuovi impianti e ampliamenti; disciplina del regime di lavoro negli stabilimenti ausiliari; segnalazione delle esigenze di importazione ed esportazione al Ministero degli scambi e valute). Al Ministero dell'industria, commercio e lavoro sono inoltre attribuiti: - il controllo disciplinare sugli stabilimenti privati che esplicano attività inerenti alle fabbricazioni di guerra, lasciando il controllo tecnico "agli enti militari che attualmente lo esercitano" (Art. 2); - il coordinamento generale dei programmi delle lavorazioni per le forze armate, la marina mercantile e le altre amministrazioni dello Stato e la ripartizione fra le stesse delle fonti di produzione per l'espletamento delle commesse. Il Ministero dell'industria vi provvede d'intesa con gli altri Ministeri "curando anche attraverso contatti diretti coi capi dei Dicasteri militari, il coordinamento generale della produzione ai fini bellici" (Art. 3). Nel caso che tra il Ministero dell' industria e le altre Amministrazioni interessate non si raggiunga l'accordo in merito a ripartizione delle fonti di produzione e a coordinamento dei programmi delle varie lavorazioni, decide il Capo del Governo ai sensi dell'Art. 3 della legge 24 dicembre 1925, n. 2263 (che gli assegna il compito di dirigere e coordinare l'opera dei Ministeri decidendo sulle divergenze che possano sorgere tra di essi). L'Art. 4 stabilisce che i Ministeri di forza armata riacquistano le attribuzioni rimesse nel 1942- 1943 al Sottosegretariato della produzione bellica, relative all'apprestamento e approvvigionamento dei materiali bellici. Particolare di grande importanza, essi riacquistano anche, senz'altro tramite, le competenze relative "agli approvvigionamenti dei prodotti di fabbricazione estera e di speciali caratteristiche tecniche, che necessiti avere a disposizione". Infine (Art. 5) "le delegazioni interprovinciali (DELEFAG) sono soppresse e le loro funzioni sono devolute ai Consigli provinciali dell'economia e agli enti tecnici delle Forze armate secondo la rispettiva competenza". Il provvedimento appare dettato soprattutto da una gran fretta di eliminare le sia pur limitate forme di controllo (e coordinamento) milita-
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re sulla produzione industriale privata. Fretta eccessiva, perché per il Governo del sud contemporaneamente la guerra continuava. Di non grande rilievo, benchè sintomatica, l'eliminazione del controllo disciplinare militare sugli stabilimenti, che data la situazione poteva essere ritenuto ormai superfluo. Totalmente prive di preoccupazioni per l'efficienza della gestione del relativo settore - che se mai doveva essere accresciuta - appaiono invece le norme che affidano ad accordi diretti tra Ministeri militari e tra questi e i Ministeri civili e dell'industria il coordinamento dei programmi, cioè la materia in passato più soggetta a contenziosi, che richiedeva un organismo centrale tecnico di gestione operativa competente a decidere, perché l'intervento del Capo del Governo non poteva avvenire che una tantum e in via eccezionale. Per quanto riguarda i Ministeri militari, va notato che il coordinamento delle rispettive esigenze in fatto di logistica di produzione è affidato a un Ministero civile peraltro non competente a decidere, il che è un doppio assurdo. Per contro la facoltà di ricorrere direttamente (senza preventivo vaglio da parte dei Ministeri finanziari?) ad approvvigionamenti ali' estero aumenta i poteri dei Dicasteri militari e inverte una corretta linea di tendenza già affermatasi bene o male tra le due guerre, anche se lascia sempre aperto il problema del coordinamento (che nessuno è delegato per legge ad esercitare, nemmeno - in questo caso il Ministero dell' industria). Almeno per il momento, questa concessione appare ininfluente: dal 1943 al 1945 lo stato dell'economia e la situazione politico-militare rendono possibile solo l'utilizzazione di surplus alleati ceduti a titolo gratuito. Nel campo secondario dell'alimentazione, l'autonomia dei Ministeri militari è ulteriormente limitata con il D.L.L. 13 dicembre 1944, n. 410, che istituisce un Alto Commissariato civile dell'alimentazione alle diretle dipendenze del Presidente del Consiglio, in sostituzione del Commissariato generale dell'alimentazione che era stato istituito con R. D. legge 28 dicembre 1943, n. 30/B alle dipendenze del Ministero per l 'induslria, il commercio e il lavoro. 16 L' Allo Commissariato si trasforma in Ministero con D.L. 21 giugno 1945, n. 379 e ridiventa Alto Commissariato con D.L.L. 22 dicembre 1945, n. 838. Le sue attribuzioni rimangono quelle fissate con il D.L.L. 28 dicembre 1944, n. 41117 che gli assegna (Art. 1) poteri diltaloriali nel settore, con il compito di "provvedere alla disciplina degli approvvigionamenti, della distribuzione e del consumo dei prodotti nazionali e di importazione necessari per l'alimentazione delle Forze armate e della popolazione civile". L'Art. 3 del decreto stabilisce che nessun provvedimento nella materia prevista dall'Art. 1 può essere adottato in contrasto con le direttive dell'Alto Commissariato e senza il suo preventivo assenso, in quanto esso assorbe tutti i poteri e le attribuzioni di al-
1945, pp. 109-110. pp. I 12- l 18.
16 G.M. 11 ivi,
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tri organi dello Stato in materia. L'Alto Commissariato ha inoltre poteri che incidono direttamente su quelli del Ministero della guerra, con facoltà di: - procedere a incette, requisizioni e acquisti in Italia e all'estero; - disporre accertamenti, vincoli e conferimenti obbligatori di prodotti e fissare i prezzi ; - richiedere ai Ministeri competenti (quindi, anche ai Ministeri militari) l'assegnazione di mezzi di trasporto terrestri e marittirnitimi, con priorità rispetto ad altre esigenze civili; - requisire, acquistare e affittare mezzi di trasporto terrestri e marittimi; - utilizzare coattivamente i locali e gli stabilimenti per la trasformazione e conservazione delle derrate. Le attribuzioni che in tempo di guerra erano state assegnate al Ministero dell'agricoltura in materia di accertamento, reperimento, raccolta e conservazione dei prodotti agricoli sottoposti a disciplina di ammasso e vincolo (vds. capitolo IV) restano confermate solo per quanto siano compatibili con quelle dell'Alto Commissariato. I Ministeri militari diventano solo degli utenti al pari della popolazione civile, senza di fatto poter esercitare le fa{;ultà discrezionali - specie in materia di requisizioni e incette - che la legislazione e i regolamenti vigenti loro attribuiscono, e che configurano una priorità delle esigenze militari rispetto a quelle civili. Non si fa infatti alcun cenno, nel decreto, a esigenze di carattere eccezionale che potrebbero autorizzare i Dicasteri militari ad agire in deroga al decreto prima esaminato. Altri provvedimenti che hanno incidenze dirette e indirette sui poteri dell'Amministrazione militare in materia logistica sono il D.L. 12 dicembre 1944, n. 413, che abolisce il Ministero delle comunicazioni e ripartisce le sue competenze tra due nuovi Ministeri (trasporti e poste e telecomunicazioni) e il R.D. 21 giugno 1945, n. 380, che istituisce il Ministero della assistenza post-bellica. Per quanto di diretta competenza del Ministero della marina, con R.D. - legge 1° novembre 1943, n. 4/b (prorogato con D.L.L. 12 aprile 1946, n. 250) viene disposto il temporaneo passaggio dei servizi della marina mercantile e del relativo Sottosegretariato alle dipendenze della marina militare, e con D.C.P.S. n. 13 luglio 1946, n. 26 viene istituito il Ministero della marina mercantile, le cui attribuzioni - come meglio si vedrà in seguito - sono fissate nel 1947 contestualmente all'istituzione di un unico Ministero militare.
b. L'evoluzione del Ministero della Guerra dal 1943 al 1945 e la costituzione del Ministero della difesa Dopo l'armistizio il Ministero della guerra conserva invariata la sua struttura fino all'estate 1945, con la sola variante della nomina di un civile a reggere il Dicastero (mentre i Ministeri delle altre due forze armate rimangono affidati e militari): provvedimento, questo, che sus{;i-
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ta malumori e risentimenti nell'esercito. La prima riforma del dopoguerra avviene con il R. D. 31 luglio J 945 n. 560 Ripartizione dei servizi dell'amministrazione della guerra 18 che rispetto al precedente R. D. 9 marzo 1942, n. 335 (vds. capitolo 111) denota sotto parecchi aspetti un ritorno ai primi anni Venti, con accorpamenti di funzioni che nel corso degli stessi anni Venti e degli anni Trenta erano state separate. Sono soppresse le direzioni generali dei servizi amministrativi, della motorizzazione e del servizio chimico militare; la branca motorizzazione cessa di essere autonoma e viene di nuovo abbinata a quella d'artiglieria e i Servizi amministrati vi sono abbinati a quelli di commissariato, come nel '15-'18. Oltre al Gabinetto, a 3 direzioni generali concernenti il personale e a un Ispettorato delle pensioni (poi diventato direzione generale), per la parte logistica il Ministero comprende 4 direzioni generali (di artiglieria e della motorizzazione; del genio; dei Se rvizi di commissariato ed amministrativi; di sanità militare) e un Ispettorato del Servizio ippico e veterinario. Da 7 direzioni generali per la parte logistica (1952) si passa così a 4, mantenendo in vita l ' Ispettorato del Servizio ippico e veterinario g ià esistente nel 1942. Nulla da dire sulla soppressione dell' Ispettorato del Servizio chimico, visto che, vedi caso, la prima bomba atomica sarebbe stata sganciata solo di lì a pochi giorni, il 6 agosto 1945. Ma i restanti provvedimenti non sembrano certamente adottati in vista di un nuovo modello logistico razionalmente studiato e rispondono a temporanee esigenze di economia di personale. Se è così, si tratta di un'economia illusoria ed effimera: la riunione della motorizzazione ali' artiglieria contrasta con il crescente peso assunto dalla motorizzazione e dai trasporti in genere durante la guerra, e la riduzione dell'autonomia del Servizio di amministrazione contrasta con la robusta linea di tendenza in senso contrario che si era affermata durante la guerra. Forse per questo, a distanza di pochi mesi con il D .C.P .S. 21 novembre I 946, n. 42519 fa direzione generale di artiglieria e motorizzazione è soppressa, e sono costituiti o meglio ricostituiti la direzione generale di artiglieria e l ' Ispettorato generale della motorizzazione, ritornando per queste due branche alla situazione degli anni Trenta. Fino al D.C.P.S. 4 febbraio 1947, n. 17 20 che riunisce in un unico Ministero detto "della difesa" i tre Ministeri militari, per il Ministero del la gue rra si può quindi parlare di (modesta) involuzione, più che di sana evoluzione. Il decreto del 4 febbraio rimanda a un successivo provvedimento la definizione dell'ordinamento del nuovo Ministero, quindi - per quanto di interesse - ha il solo merito di decretare almeno formalmente la fine delle logistiche di forza armata, a sua volta derivante
18
ivi, pp. 1519-1520.
19 20
G.M. 1947, pp. 35-36.
ivi, pp. 104- 105.
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
dalla sostituzione del concetto unitario di "Amministrazione militare" a quello di "Amministrazione dell'esercito" (o della marina, o dell'aeronautica) viste come entità a se stanti e differenziate. Fa seguito a tale decreto il D.L.C.P.S. 31 marzo 1947, n. 39621 sulle attribuzioni del Ministero della marina mercantile creato nel luglio 1946, che anche in questo caso riduce 1'area di competenza militare. Ai sensi de11' Art. l sono trasferite al nuovo Ministero civile le attribuzioni già spettanti al Ministero delle comunicazioni, per quanto concerne la marina mercantile e il personale marittimo e temporaneamente trasferite al Ministero della marina militare in virtù del regio decreto-legge l O novembre 1943, n . 4/8, e del decreto legislativo luogotenenziale 12 aprile 1945, n. 250, ferme restando le attribuzioni, che in materia di marina mercantile e personale marittimo le altre vigenti disposizioni assegnano alla marina militare.
L'Art. 2 stabilisce che il Ministero della marina mercantile assorbe i poteri fino a quel momento spettanti per legge alla pubblica Amministrazione nei confronti degli enti e organizzazioni con compiti rientranti prevalentemente o esclusivamente nelle materie ora diventate di sua competenza. Peraltro, nei confronti della Lega navale italiana e dell' Istituto naz ionale per gli studi eù esperienze ùi architettura navale i predetti poteri sono esercitati dal Ministero della difesa (marina) di concerto con quello della marina mercantile. In base aJI' Art. 3, il Comando generale delle capitanerie di porto e il corpo deJle capitanerie di porto hanno una duplice dipendenza: - dal Ministero della marina mercantile, per quanto attiene ai servizi di istituto di competenza di tale Amministrazione e i provvedimenti concernenti l'impiego amministrativo (compresi trasferimenti, missioni e impieghi presso altri uffici); - dal Ministero della difesa (marina), per quanto concerne la difesa dei porti e delle coste, il reclutamento, le nomine, le promozioni ed i provvedimenti disciplinari. In queste branche, il Ministero della difesa (marina) agisce di concerto con quello della marina mercantile. I provvedimenti concernenti i ruoli e l'ordinamento del corpo sono emanati su proposta di ambedue i Ministeri, quando prescritto di concerto con il Ministero delle finanze e tesoro. Le norme per l'organizzazione del Ministero della difesa, definite con D.L.C.P.S. IO maggio 1947, n. 30622 possono essere - per quanto di interesse - così sintetizzate: - fino a quando non sarà stabilito l'ordinamento definitivo del Ministero della difesa restano in vigore i singoli ordinamenti delle Amministrazioni di forza armata (Art. 1); - il coordinamento dei servizi di competenza delle direzioni gene-
21 22
ivi, pp. 560-562. ivi, pp. 392-394.
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rali e degli altri uffici è effettuata per ciascuna delle tre Amministrazioni militari preesistenti da un Segretario generale alle dipendenze dirette del Ministro e/o dei sottosegretari, nell'ambito delle attribuzioni ai medesimi delegate (Art. 3); - nell'ufficio leggi e decreti del Ministero presso il Gabinetto del Ministro sono riuniti gli uffici legislativi già esistenti presso ciascuno dei tre Ministeri disciolti (Art. 4 ); - il coordinamento dei servizi del bilancio e amministrativi presso ciascuna delle tre forze armate è assicurato da appositi uffici distaccati, che hanno anche il compito di promuovere e coordinare la liquidazione delle gestioni scadute e la resa dei relativi conti (Art. 5); - per il comune indirizzo nella formazione del bilancio il Ministro si avvale di un Comitato composto dai Capi di Stato Maggiore e Segretari generali delle tre forze armate, al quale partecipano anche i capi dei predetti uffici distaccati ed i capi ragionieri. La struttura così delineata, tipicamente di transizione, in pratica realizza l'unificazione delle forze annate solo nella persona del Ministro unico, come del resto già era avvenuto di fatto dai primi anni 30 fino al 1943 con l'assunzione da parte dello stesso Mussolini dei Ministeri militari: l'unica differenza è che, dopo il 1947, il Ministero della difesa è retto da persona diversa del Presidente del Consiglio. Anche il "tetto" non è unico e non realizza la coabitazione fisica, con le direzioni generali e gli Stati Maggiori che rimangono nei rispettivi palazzi degli cx-Ministeri. Pur con questi limiti, una struttura palesamente nata come provvisoria rimane invariata fino al 1965. Le uniche varianti fino a tale data sono l'istituzione con D.L. 18 febbraio, n. 365 di un Ispettorato per la bonifica degli immobili dagli ordigni esplosivi (tipica esigenza del dopoguerra), poi soppresso con D.P.R. 18 luglio I 949, n. 653. Inoltre, con la legge 9 gennaio 1951, n. 204 Onoranze ai caduti in guerra il Commissariato generale per le onoranze ai caduti istituito nel maggio 1935 alle dipendenze dirette del Presidente del Consiglio passa alle dipendenze del Ministro per la difesa. La stessa legge estende le competenze del commissariato - oltre che ai partigiani e ai civili - anche ai caduti della RSI, degli eserciti alleati ed ex-nemici, precisandole nel dettaglio. Le strutture logistico-amministrative che il Ministero della difesa nel 1947 eredita dai tre Ministeri di forza armata sono del tutto divergenti, e per questo solo fatto favoriscono ben poco non tanto e non solo l'integrazione, ma anche una semplice collaborazione. Particolarmente complessa la struttura del Ministero difesa - marina, ancora regolata dalla legge 8 luglio 1926, n. 1180 e successive modifiche di cui al R.D. 16 aprile 1936, n. 773 e D.L.L. 28 novembre 1944, n. 342.23 Il Segretariato generale comprende una segreteria particolare e ben otto uffici. Ha al-
2 3 Cfr. anche G. Galuppini, Il Ministero della marina 1863-1966 (Supplemento alla "Rivista Mariuirna" luglio-agosto 1970), pp. 48-59.
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le dipendenze dirette numernsi Enti (10 in totale), alcuni dei quali di grande rilievo logistico (ufficio traffico e requisizione; Ispettorato allestimento e collaudo nuove navi; comitato studi, esperienze e progetti di navi e armi). Le direzioni generali sono 10, più l'Ispettorato delle capitanerie di porto istituito con D.L. 27 aprile 1948, n. 614. Sei di esse hanno interesse logistico (delle costruzioni navali e meccaniche; delle armi e armamenti navali; di sanità militare marittima; di commissariato militare marittimo; del genio militare per la marina; dei servizi amministrativi). Quindi, rispetto a quella dell'esercito l' Amministrazione della marina ha una direzione generale e 3 uffici logistici autonomi in più. La branca amministrativa è a sè stante e non unita al commissariato come nell'esercito; le attribuzioni relative a traffico e trasporti sono affidate a un ufficio a parte, e risultano molto frazionate anche le competenze relative ad armi e materiali. Il Ministero della difesa-afronautica mantiene in vigore l 'ordinamento di cui al R.D. 28 agosto 1942, n 13 J 8, con Segretariato su 5 uffici, 8 direzioni generali e 2 Ispettorati. Delle 8 direzioni generali, 6 sono di interesse logistico (del materiale e degli aeroporti; di commissariato militare; delle costruzioni e approvvigionamenti; dell'aviazione civile e del traffico aereo; delle armi e munizioni; del demanio). Hanno interesse logistico anche ambedue gli Ispettorati (delle comunicazioni e dell'assistenza al volo - ITAV e sanità).
5. La riforma del Ministero della difesa nel 1965 e le sue ricadute Logisticoamministrative Tranne che per la sanità, il commissariato e la branca armi portatili e leggere e munizioni, le strutture della difesa del 1947 non si prestavano a stabilire delle aree comuni, de i contatti e dei raccordi. In vista di queste evidenti e non ineliminabili discrasie, la legge 12 dicembre 1962, n. 1862 delega il Governo ad emanare entro un anno norme aventi valore di legge per la riorganizzazione degli uffici centrali e periferici del Ministero della difesa e degli stabilimenti e arsenali militari, indicando altresì i criteri da seguire per la riorgani zzazione (Art. 2): - conseguire un più organico assetto delle direzioni generali in base alla omogeneità delle funzioni; - decentrare agli uffici periferici attribuzioni spettanti secondo le leggi vigenti agli organi centrali; - ammodernare i servizi e gli uffic i, snellire e accelerare le procedure, semplificando la slrullura burocratica, anche al fine di lasciare gli uffic iali e i sottufficiali ai servizi di comando di reparto e di istruzione, sal ve le indispensabili temporanee destinazioni agli uffici; - riordinare e ammodernare gli slabilimenli e arsenali militari, coordinandone i programmi di lavoro al fine di utilizzare nel modo più razionale le maestranze e la potenzialità degli impianti.
Il predetto Art. 2 stabilisce anche che le norme dovranno prevedere la nomina di un unico Segretario generale in luogo dei 3 di forza ar-
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mata, con ufficio di organico ridotto e con il compito di "dare concrete direttive per l'attuazione degli indirizzi generali segnati dal Ministro e coordinare gli affari di maggiore importanza delle direzioni generali e degli altri uffici centrali". I criteri predetti sono più che condivisibili ma non sono affatto nuovi e rispecchiano esigenze secolari, come tali emerse anche nelle proposte dalla commissione d'inchiesta sull'esercito nel 1907-1910 (Cfr. Voi. II, capitolo IX) e negli obiettivi indicati per le riforme amministrative degli anni Venti e Trenta, con particolare riguardo al R.D. - legge 28 settembre 1934, n. 1635 Decentramento e avviamento a siste-
mazione dei Servizi della amministrazione centrale della guerra. Indirettamente, questi criteri dimostrano anche che tutte e tre le forze armate sono unite se non altro dal comune, tradizionale male dell'ipertrofia burocratica,'male che non era mai stato possibile guarire del tutto a causa di difficoltà pratiche e nascoste che avevano impedito fino a quel momento di tradurre in pratica criteri da tutti (in linea generale) condi visi. Queste difficoltà impongono, evidentemente, un rinnovo della delega (legge 9 ottobre 1964, n. 1058). La riorganizzazione degli uffici centrali del Ministero della difesa viene finalmente definita con il D.P.R. 18 novembre 1965, n. 1478. Il Ministero comprende: - Gabinetto del Ministro; - Segreterie particolari dei tre Sottosegretari di Stato; - Ufficio del Segretario generale; - 5 uffici centrali, tutti di interesse logistico (per gli studi giuridici e la legislazione; del bilancio e degli affari finanziari; per l'organizzazione, i metodi, la meccanizzazione e la statistica; centrale per gli allestimenti militari; centrale per le ispezioni amministrative); - 19 direzioni generali. L'Art. 4 delinea la nuova figura del Segretario generale unico, che sostituisce i tre Segretari generali di forza armata e subisce, dopo il 1965, una profonda evoluzione che ne fa un caso particolare nella nuova struttura del Ministero della Difesa e degli Stati Maggiori, invece rimasta fenna ai D.P.R. n. 1477 e 1478 anche per quanto concerne i rapporto con lo stesso Segretario generale. Per queste ragioni, ne descriveremo le attribuzioni e le relative modifiche a parte e dopo aver esaminato la fisionomia degli Stati Maggiori derivante dal D.P.R. o. 1477 e 1478. Tra gli uffici assume particolare rilievo l'ufficio centrale per gli allestimenti militari, che ha importanti attribuzioni relative alla logistica di produzione assimilabili a quelle del COGEFAG dal 1935 in poi, e provvede (Art. I I): - a raccogliere e ad elaborare dati e notizie riflettenti la capacità produttiva nazionale e a calcolare le scorte nazionali di materie prime, promuovendone la costituzione. sentiti gli altri Ministeri interessati; - ad effettuare studi, progetti e proposte per la mobilitazione industriale nazionale, per l'incremento della produzione nazionale nei settori che interessano le Forze Armate e p er l"attività degli stabilimenti e degli arsenali militari ai fini delle esigenze civili;
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- alla tenuta dell'albo unico dei fornitori del Ministero della Difesa e alla tutela dei brevelli di interesse militare; - alla tenuta e all'aggiornamento della situazione dei materiali delle Forze Armale e al coordinamento della attività di classificazione, standardizzazione e codificazione dei materiali.
L'Ufficio centrale per le ispezioni amministrative provvede: - a l servizio delle ispezioni amministrative e contabi li, con azione sia diretta che de centrata, promuovendo l'accertamento delle eventuali responsabilità ed i conseguenti provvedimenti; - ai rapporti con il Ministero del tesoro per l'attività a questo devoluta nel campo ispettivo.
Il cospicuo numero delle direzioni generali dimostra già, di per sè, che nella nuova struttura del Ministero: - il principio della ripartizione "per materia" delle competenze trova la massima espressione, e serve a mantenere - oltre che rigide delimitazioni di forza armata - anche poco razionali paratie tra attività affini e necessariamente intercomunicanti relative ai materiali dell'esercito (suddivise tra 4 direzioni generali: anni, munizioni e armamenti terrestri; motorizzazione e combustibili; demanio e materiali del genio; impianti e mezzi per l'assistenza al volo ecc. e per le telecomunicazioni); - la struttura complessiva del Ministero risulta più che altro dalla semplice riunione fisica e formale - o meglio dall'affiancamento sotto un unico "cappello" - di direzioni generali per le tre forze armate che tali rimangono in buona parte. spesso senza realizzare né un'unificazione "per materia" o per Servizio logistico, né un'unificazione "per funzioni": d'altra parte, il loro stesso numero rende difficile il coordinamento da parte del Ministro e/o del Segretario generale. Delle 19 direzioni, 8 riguardano il personale e 11 (in tutto o in parte) la branca logistico-amministrativa. Tranne quelle relative agli impiegati civili e agli operai, le direzioni generali per il personale militare rimangono separate per forza armata: questa soluzione ha naturalmente dei riflessi sul diverso reclutamento e status dei Quadri dei Servizi per le tre forze armate e sulla loro diversa formazione. Delle 11 direzioni generali di interesse logistico, due (contenzioso e servizi generali) interessano settori tutto sommato secondari e attinenti al funzionamento generale del Ministero stesso, e una (direzione generale della leva, del reclutamento obbligatorio, della militarizzazione, della mobilitazione civile e dei corpi ausiliari) interessa solo in parte i Servizi, tra l ' altro mantenendo la vecchia tendenza a separare poteri e responsabilità in materia di mobilitazione civile e militare (quest'ultima è di competenza di ciascun Stato Maggiore) e di mobilitazione industriale (che, come si è visto, a norma dell'Art. 11 rientra nelle competenze dell'ufficio centrale per gli allestimenti militari). Le rimanenti 8 direzioni generali di interesse logistico sono: - direzione generale delle armi, delle munizioni e degli armamenti terrestri;
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- direzione generale delle costruzioni, delle armi e degli annamenti navali; - direzione generale delle costruzioni, delle armi e degli armamenti aeronautici e spaziali; - direzione generale degli impianti e dei mezzi per l'assistenza al volo, per la difesa aerea e per le telecomunicazioni; - direzione generale della motorizzazione e combustibili; - direzione generale di commissariato; - direzione generale dei lavori, del demanio e dei materiali del genio; - direzione generale della sanità militare. Le attribuzioni di ciascuna direzione generale di interesse logistico sono riportate nel DOCUMENTO 25. L'unificazione al livello di Ministero è realizzata limitatamente ai Servizi di sanità, commissariato, lavori, demanio e materiali del genio, motorizzazione e combustibili, telecomunicazioni. Nettamente separate e anche molto frazionate, per quanto detto prima, le competenze relative ad anni, munizioni e materiali d'annamento in genere. A questo proposito, al di là di ovvie peculiarità non si può non rilevare che i progressi dell'elettronica e della missilistica impongono crescenti sinergie tra forze armate, sinergie che si aggiungono a quelle classiche - anch'esse in aumento - relative ad armi , munizioni e artiglierie e materiali d'armamento in genere. Da notare infine che, a norma dell ' Art. 20, i materiali per la difesa NBC per tutte e tre le forze armate sono di competenza della direzione generale delle armi, delle munizioni e degli armamenti terrestri, Ne ll 'ambito del Ministero non esiste un unico organo o unico centro direttivo specificamente preposto alla ricerca, allo studio e allo sviluppo tecnico dei materiali per tutte e tre le forze armate; il ruolo primario in questa branca è riservato ai tre Stati Maggiori, e l'Art. 28 precisa in merito: lo studio e lo sviluppo tecnico delle armi, dei mezzi e dei materiali da pane delle direzioni generali di cui agii articoli dal 20 al 27 devono essere effettuati in collaborazione con gli organi di ricerca, studio e progettazione degli Stati Maggiori interessati; restano ferme le attribuz ioni di carattere logistico devolute ai Capi di Stato Maggiore di Forza armata per quanto attiene le materie di competenza delle direzioni generali predette.
n quadro va completato con taluni trasferimenti di poteri logistico-amministrativi nell'ambito del Ministero, oppure dal Ministero ad altri Enti: -1' Arma dei Carabinieri per l'amministrazione dei fondi non fa capo alle direzioni generali, e il comandante generale della Arma provvede direttamente - su delega del Ministro per la difesa - all'amministrazione dei fondi di propria competenza, con facoltà analoghe a quelle dei direttori generali (Art. 33). In tal modo, l' Anna d e i Carabinieri viene di fatto sottratta, per la prima volta, alle piene competenze amministrative del Ministero della difesa, che peraltro le assegna i fondi gravanti interamente sul suo bilancio;
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- alle dipendenze del Capo dell'ufficio del Segretario generale del Ministero della difesa è istituito (Art. 35) l'ufficio amministrazioni speciali, che svolge funzioni analoghe a quelJe dell'antico ufficio amministrazione personali militari vari del Ministero della guerra, corrispondendo gli assegni al personale militare dell'Amministrazione centrale della Difesa che si trovi in speciali posizioni in Italia o all'estero o non abbia un proprio centro amministrativo; - 1' Ispettorato delle telecomunicazioni e per l'assistenza al volo passa alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, conservando le sole competenze a carattere operativo per le esigenze militari e civili e per la difesa aerea, e cedendo le attribuzioni tecnico-amministrative strettamente connesse con l' assistenza al volo alla direzione generale competente per materia (Art. 36); - l' Ispettorato del Servizio veterinario - prima facente parte del Ministero - passa alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito conservando tutte le attribuzioni meno quelle di carattere amministrativo che sono trasferite alle direzioni generali competenti per materia (Art. 37). L'emanazione del D.P.R. n. 1478 è pur sempre la massima riforma del secolo udk slrullure centrali. Essa rende necessario un non facile lavoro di accorpamento, di scioglimento degli Enti di forza armata non più previsti, di cambio di dipendenze di organi centrali e periferici e di definizione della struttura interna di ciascun ufficio o direzione generale. L'emanazione delle norme di dettaglio viene compiuta in massima parte nel corso del 1966 e subisce, da allora, solo modifiche non di rilievo. Le disposizioni ministeriali concernenti l'articolazione interna e le attribuzioni degli uffici centrali e delle direzioni generali sono emanate nel periodo da fine marzo a fine settembre 1966 (e precisamente con una serie di decreti in data 31 marzo, 30 luglio, 30 agosto e 30 settembre). Esse sono precedute dalla Determinazione Ministeriale 31 gennaio 1966 - Disposizioni per la riorganizzazione del Ministero della difesa, che indica i compiti del gabinetto del Ministro e gli organi di cui deve disporre, e stabilisce altresì (Art. 2) che a decorrere dal I O febbraio 1966 e fino alla data di costituzione dell'ufficio centrale del bilancio e degli affari finanziari, l'ufficio del bilancio e del coordinamento amministrativo costituito presso il Gabinetto con circolare n. I 1967 del I 5 giugno 1949, si intende costituito presso il Segretario generale del Ministero della Difesa, il quale si avvale di esso per l'esercizio delle funzioni di cui all'art. 4 del decreto del Presidente della Repubblica 18 novembre 1965, n. 1478.24
Da notare che la branca attinente agli organi centrali del Servizio di amministrazione non trova più corrispondenza in una unica e autonoma direzione generale dei servizi amministrativi, come pure esisteva fino
24
M. Ristori, Op. cii., p. 273.
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al 1965 nell'ambito della difesa-marina e difesa-aeronautica e come era esistita, nell'esercito, fino al luglio 1945. Con il D.M. 31 marzo J 966 l'ufficio centrale del bilancio e degli affari finanziari (1 °, 2° e 3° reparto) riceve importanti competenze relative a ripartizione e assegnazione dei fondi, controllo della loro gestione ed emanazione delle conseguenti direttive. Le direzioni generali che ricevono assegnazioni di fondi hanno, a loro volta, un reparto o divisione che provvede alla gestione degli stessi, ai contratti, agli accreditamenti, alla compilazione di consuntivi e stati di previsione ecc .. Infine, le ispezioni amministrative fanno capo all'apposito ufficio centrale. Il nuovo assetto del settore, con la definizione di una struttura centrale e periferica e delle relative attribuzioni, viene peraltro definito in forma compiuta solo nel 1981, e ha inizio con il D.P.R. 9 gennaio 1968, n. 584 Unificazione delle ragionerie centrali presso il Ministero della difesa, che trasferisce le attribuzioni fino a quel momento espletate dalle ragionerie centrali per i servizi della marina e dell'aeronautica alla ragioneria centrale per i servizi dell'esercito. Quest'ultima assume la denominazione di ragioneria centrale presso il Ministero della difesa, con le attribuzioni di cui al R.D. 28 gennaio 1923, n. 126 e al R.D. 25 marzo 1923, n 599 . Nel 1981 sono adottati provvedimenti di fondamentale importanza che danno compiuta veste giuridica a una situazione di fatto creatasi già durante la guerra (Vds. capitolo VI) e - come già consentito dalla legge 21 ottobre 1940, n. 1518 - estendono alla marina e all'aeronautica l'organizzazione periferica del Servizio di amministrazione dell'esercito. In particolare la legge 20 febbraio 1981, n. 30 istituisce le direzioni di amministrazione territoriali dell'esercito, della marina e dell'aeronautica presso i 6 Comandi Regione militare e il Comando Militare della Sardegna dell'esercito, i tre Comandi di Regione Aerea dell'aeronautica e - per la marina - le basi di Taranto e La Spezia, alle dipendenze rispettivamente del Comando in capo del Dipartimento militare marittimo dell'Alto Tirreno (direzione di 1a Spezia), di quelli dello Jonio e del B asso Adriatico (direzione di Taranto). Le direzioni di amministraz ione hanno i seguenti compiti, per la prima volta definiti per legge (Art. 4): - assicurare il finanziamento degli enti amministrativamente dipendenti, attraverso la disponibilità dei fondi accreditati dall'Amministrazione centrale sulle apposite contabilità speciali. e la resa dei conti relativi; - svolgere le funzioni di natura giuridico-amministrativa ad esse devolute in relazione all'ordinamento delle singole forze annate; - esercitare l'azione di controllo amministrativo nei c onfronti degli enti della rispettiva giurisdizione sia in sede ispettiva, sia in sede di revisione degli atti di gestione per conto anche della ragioneria centrale presso il Ministero della difesa.
L ' Art. 5 della stessa legge 20 febbraio 1981 istituisce una direzione di amministrazione interforze, con competenza sugli Enti a carattere interforze direttamente ùipenùenli ùallu Slatu Maggiore della Dife-
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sa o dall'ufficio del Segretario generale, da individuare con apposito decreto ministeriale. L ' Art. 6 istituisce nell'ambito dell ' ufficio del segretario generale un reparto per il coordinamento amministrativo, retto da un generale o ammiraglio dei Servizi o corpi tecnico-amministrativi; il predetto reparto ha alle dipendenze la direzione di amministrazione interforze costituita ai sensi del predetto Art. 5. In ordine alla gestione degli Enti dipendenti dalla direzione di amministrazione interforze, al suo Capo (Art. 6) sono attribuite le stesse funzioni amministrative previste dalla normativa vigente per i Comandanti di Regione militare o aerea e di Dipartimento militare marittimo. Inoltre il reparto per il coordinamento amministrativo tiene i rapporti, nell ' ambito delle proprie competenze, con la ragione ria c entrale del Ministero della Difesa, sovrintende alla chiusura a pare ggio - eseguita dalla direzio ne interforze - d ella c ontabilità speciale di tutte le direzioni di amministrazione, alla tempestiva comunicazione di dati ed e lem enti chiesti dalla ragioneria centrale nonché al loro esame anche al fi ne di un controllo statistic o-economico de lle spese in rapporto alla forza o ad altri parametri di raffronto~coordina l'attività cli tutte le direzioni di amministrazione; emana, inoltre, le disposizioni amministrative re lative alla gestione in denaro cd in mate ria degli enti militari. Il prede tto reparto per il coordinamento amministrativo propone alla rngioneria centrale del Ministero de lla Difesa le pene pecuniarie previste dal regola me nto per la contabilità g enerale dello Stato pe r ritardi nelle presentazioni dei rendic onti de l contante e del materiale; mantiene altresì i rapporti con g li organi di controllo per le materie concernenti la gestione in dana to degli enti dire tta.mente dipendenti.
L ' Art. 7 stabilisce che le ispezioni amministrative ordinarie sono attribuite anche ad ufficiali di amministrazione de11'esercito. In merito, va ricordato che ai sensi del R .D. 16 aprile 1934, n. 859 e del R.D. legge 14 ottobre 1937, n. 1963 (convertito ne lla legge 23 dicembre 1937, n. 2415) le ispezioni a corpi e Enti dell' esercito si suddividevano in: tecniche, di competenza di generali di brigala o grado corrispondente, e amministrative, di competenza di Ispettori centrali (civili) del Ministero della guerra o in difetto, di altri funzionari civili del gruppo A (Art. 1 del R.D. legge 14 ottobre 1937). Erano inoltre previste is pezioni contabili a lutti i corpi, istituti e stabilimenti del R egio esercito, compiute da funzionari militari e civili designati dal regolamento (Art. 3 del R.D. legge 14 ottobre 1937). Infine, secondo l' Art. 9 della legge 20 febbraio 1981 le cariche di direttore centrale o di direttore generale del Ministero de11a difesa sono incompatibili con quella di Capo del reparto del coordinamento amministrativo e con la esplicazione delle funzioni di capo di un Servizio o di un corpo di forza armata. Questi contenuti indicano di per sè, la grande importanza de11a legg e 20 febbraio 1981, che trova un completamento nei successivi Decreti Ministeriali del 10 luglio 1981 e 4 dicembre 1981. Il D.M. I O luglio costituisce le direzioni di amministrazione della marina (2) e de11' aeronautica (3) e, per l'esercito, la direzione di amministrazione del Comando Militare della Sardegna (le rimanenti d irezioni di amministrazione territoriali dell'esercito erano già state, di fatto, costituite nell' immediato dopog uerra, spesso senza soluz ioni di coutiuuità <.:un 4uelle di corpo
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d'armata territoriale del periodo bellico). Oltre all'ufficio centrale dei servizi contabili della ragioneria centrale, gli Art. 4 e 5 del decreto 10 luglio 1981 sopprimono a partire dal I O gennaio 1983 gli uffici della marina e dell'aeronautica che svolgevano a livello periferico e centrale mansioni assorbite dalle nuove direzioni di amministrazione: - ufficio patrimoniale della marina militare presso la ragioneria centrale della difesa; - uffici dipartimentali di ragioneria della marina militare; - uffici dipartimentali di riscontro della marina militare; - uffici dipartimentali per i contratti della marina militare; - uffici regionali di riscontro delle Regioni aeree dell'aeronautica; - uffici di consulenza e controllo amministrativo delle Regioni aeree dell'aeronautica. In data 4 dicembre 1981 sono emanati due decreti ministeriali. Il primo costituisce nell'ambito dell'ufficio del Segretario generale il reparto del coordinamento amministrativo, che assolve i compiti prima indicati dall'Art. 6 della legge 20 febbraio 1981 e "presiede alla trattazione delle questioni tecnico-amministrative di competenza dell'ufficio del segretario generale". Il secondo, io pari data, costituisce la direzione di amministrazione interforze con sede in Roma alle dipendenze del reparto per il coordinamento amministrativo, il cui funzionamento deve avere inizio dal 1° gennaio 1982. La direzione di amministrazione interforze è articolata su 4 sezioni (1" giuridico-amministrativa; 2" contratti e servizi ad economia; 3" programmazione e bilancio; 4" revisione rendiconti del denaro e del materiale) ed ha competenza sui seguenti Enti a carattere interforze: - ufficio amministrazioni speciali del Ministero della difesa (Roma); - raggruppamento autonomo del Ministero della difesa (Roma); - ufficio di amministrazione di personali militari vari (Roma); - commissariato generale onoranze caduti in guerra (Roma); - CAMEN (S. Pietro in Grado - Pisa); - scuola telecomunicazioni delle forze armate (Chiavari); - stabilimento grafico militare (Gaeta). Poichè "il diavolo è nei dettagli", i provvedimenti dal 1966 al 1981 non esauriscono i problemi aperti dal D.P.R. n. 1478 e danno origine anche al non breve riassetto degli Stati Maggiori e dell'intera organizzazione centrale, a volte aprendo un contenzioso dove affiorano diversi punti di vista degli Stati Maggiori di forza armata sui contenuti e sulle modalità di attuazione dei decreti. Ad esempio, il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito nel giugno 1966 esprime il seguente punto di vista: pe r quanto concerne le DD.GG .• sono dell' avviso che le attribu7.ioni debbano essere li mitate al solo ambito amministrativo con la precisazione c he: - i "contratti di approvvigion amento" competono alle DD.GG. stesse, che non possono delegare allo scopo alcun Ente dipendente; - le " norme operative e tecniche" sono dettate direttamente dallo S.M. (per la parie
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impiego) e dai Servizi Tecnici (per la parte tecnica) e completate, con clausole ammini strative, dalle DD.GG., che ne c urano, quindi , la diramazione; - i "fondi di esercizio" sono, in ogni caso, impiegati secondo una programmazione stabilita sulla base di direttive specifiche del Capo di S.M.E .. In merito ai collaudi, appare necessario: - rispettare lo spirito della legge, prevedendo di costituire Commissioni ne lle quali siano sempre presenti rappresentanti dello S.M.E., assicurando al più elevato in grado (o più anziano) di questi ultimi la carica di presidente della Commissione stessa; - devolvere la funzione della nomina della Commissione a Scgredifesa, per conto del Ministro, che opera la scelta dei componenti sulla base di segnalazioni degli Organi competenti (tra questi, sempre S.M.E.). Direzione Generale delle provviden7.c per il personale: - Il "benessere" è un settore delicato. Compete allo S.M.E .. - Analoga considera7.ione vale per le " Sale convegno" dei Corpi. - Gli "alloggi" devono: . rimanere suddivisi per F.A.; . essere assegnati da parte di Organi gerarchici di Comando; . essere passati alla competenza de lla Direzione Generale solo per quanto riguarda 1' attività tecnico-amministrativa. Direzione Generale di Sanità Militare: - La competenza della D.G. deve essere limitata ai settori relativi a lla produzione (Istituto Chimico-Farmaceutico), alle cure presso Stabilimenti halnco-tcrmali ed all ' attività medico-legale. - Gli O.M. è opportuno che rimangano nell' ambito della l'.A. (di.pendenza dall' Ispettorato Logistico, tramite Capo del Servizio). - In armonia a quanto sopra, non è necessario costituire un Ispettorato Sanitario distinto dall'Ispettorato Logistico.25
In una successiva lettera del novembre 1966 al Segretario generale della difesa, lo SME prospetta le esigenze dell'Esercito in merito alla ripartizione tra le tre forze annate delle cariche direttive relative alle direzioni generali e uffici centrali di spiccato carattere militare, che favorisce le altre forze armate. Dalla lettera traspare anche la complessa problematica relativa ai non omogenei criteri di reclutamento, formazione e impiego degli Ufficiali dei Servizi, con particolare riguardo al Servizio di amministrazione: Sono dell'avviso che le cariche direttive relative alle Direzioni Generali ed agli Uffi c i Centrali di spiccato carattere militare debbano essere ripartite tra le FF.AA. nel rapporto 2 E: l M: I A, in quanto l' Esercito è la F.A. di maggior "peso" rispetto alle altre. La sua forza-complessiva ammonta, infatti, al 63% di tutto il personale militare (79% compresi i Carabinieri) e ad esso è attribuito il 45% del bilancio della Difesa (60% compresi i Carabinieri). Limitando l' esame all'entità d egli ufficiali (esclusi i Carabinieri), appartiene ali' Esercito il 62% del totale delle tre FF.AA., alla Marina il 16% ed all' Aeronautica il 22%. Pertanto, il citato rapporto 2 E : l M: l A è già favo revole alle altre due FF.AA .. Occorre, inoltre, considerare che l' assegnazione delle predette cariche alle singole FF.AA. potrà avere riflessi anche sull' entità dei ruoli degli ufficiali e, quindi, sui relati vi sviluppi di carriera. E ', perciò, inaccettabile, anche per motivi di carattere morale, la richiesta della Marina e dell'Aeronautica di ripartire il personale direttivo secondo la proporzione I E: l M: l A ed il personale subalterno nella proporzione 2 E: l M : 1 A ..
25 Promemoria de l Capo III Reparto dello SME per il Capo d el I Reparto (Prot. n. 137 l - R/154 in data 4 giugno 1966, AUSSME, Rep. M/7, Racc. 857).
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Peraltro, non si dovrebbe tener conto dell' auuale consistenza di alcuni ruoli degli ufficiali dei Servizi delle tre FF.AA. ai fini dell'assegnazione delle cariche in questione, poichè detti ruoli sono configurati in base a specifiche esigenze di F.A., che non trovano analogo riscontro nell'ambito della futura organizzazione amministrativa interforze, la quale è configurata in relazione all'entità del personale e dei fondi da amministrare. Inoltre, per quanto concerne gli ufficiali dei Servizi, la valutazione circa l'adeguatezza del numero di incarichi direttivi affidati a ciascun ruolo di F.A. non può essere limitata a ciascuna Direzione Generale presa singolarmente, ma deve essere estesa a tulle le DD.GG. e UU.CC .. Occorre tener conto, ad esempio, che il Servizio di Commissariato dell'Esercito, in relazione ai propri compiti istituzionali, trova impiego - a differenza degli analoghi Corpi della Marina e del l'Aeronautica - soltanto nell'ambito della D. G. di Commissariato è, pertanto, giusto cbe vi occupi gli incarichi direttivi di maggiore importanza[... ]. Prospetto, inoltre, il problema particolare concernente l'impiego dei Generali del Servizio di Amministrazione. Ritengo necessario che il Vice Direttore dell'Ufficio Centrale Ispezioni Amministrative sia un Maggior Generale del predetto Servizio. Le altre FF.AA. sono di avviso contrario poiché la legge non prevede che gli Ufficiali del Servi zio di Amministrazione effettuino ispezioni amministrative, in quanto non reclutati - come gli ufficiali dei Corpi di Commissariato della Marina c dcli' Aeronautica - da elementi laureati. In merito, souolineo che buona parte dei maggiori Generali in s.p. del Servizio in questione è in possesso di laurea e che è in corso la presentazione di uno schema di decreto presidenziale inteso a sanare la carenza di legge in materia ispettiva. Inoltre, è già predisposto lo svolgimento a livello universitario dei Corsi di Accademia ed è allo studio la possibilità d.i estendere la preparazione di base del personale an:tidello mediante la frequenza di un corso biennale di applicazione anche esso a livello universitario. In ogni caso, ritengo inopportuno sotto l'aspett.o funzional e e psicologico che un Servizio numeroso e preparalo nella specifica materia quale il Servizio di Amministrazione, con un iter formativo che investe anche l'aspello tecnico-militare, sia tenuto in posizione di inferiorità, escludendolo dall'attività ispettiva di carallere amministrativo sugli organi ed enti della propria F .A ., attività che resterebbe affidala esclusivamente a funzionari Civili. 26
Con tutti i suoi limiti, dal punto di vista tecnico-amministrativo l'organizzazione centrale così delineata rappresenta pur sempre un progresso rispetto alla situazione esistente fino alla estate 1943 (vds. Capitolo VJ), quando funzionavano canali separati per i reparti territoriali e i reparti mobilitati. Anche dopo il 1945 viene mantenuta una distinzione tra reparti territoriali e reparti operativi, ma il livello di Regione Militare Territoriale è referente logistico-amministrativo anche per i reparti operativi nella zona di giurisdizione, con un unico cana1e logistico - amministrativo dal 3° grado fino al centro.
6. L'involuz ione del ruolo del Capo di Stato Maggiore Generale La tendenza a ridurre l'autonomia - peraltro durante la guerra, all'atto pratico già risultata largamente insufficiente - degli Stati Maggiori si manifesta in maniera evidente con il D.L.L. 31 maggio 1945, n. 346, che oltre a privare il Capo di Stato Maggiore Generale delle importanti at-
26 LeL n. 2856/154 in data 26 nov. 66 al Segretario Generale e ai Capi di Stato Maggiore di Marina e Aeronautica (AUSSME, Rcp. Mn, Racc. 857).
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tribuzioni anche di carattere logistico che gli erano state conferite con il R.D. legge 27 giugno 1941 n. 661, gli attribuisce funzioni esclusivamente consultive presso il Presidente del Consiglio dal quale dipende, e gli fa di nuovo obbligo di corrispondere con i Capi di Stato Maggiore di forza armata solo tramite i rispettivi Ministeri come negli anni Venti. Non è però esatto affermare - come fanno taluni - che le sue mansioni sono riportate a quelle stabilite con il citato R .D. - legge 6 febbraio 1927, n. 68 (vds. Voi. Il - Capitolo IV) . Il decre to del 1927 gli assegnava, oltre a quelle consultive, anche funzioni di coordinamento (Art. 1), che erano indicate addirittura come scopo dell ' istituzione della carica, e inoltre il Capo di Stato Maggiore Generale era incaricato di compilare il diario complessivo di guerra, proporre i programmi delle esercitazioni combinate ecc., sui quali il parere dei Capi di Stato Maggiore di forza armata doveva essere richiesto ma non era vincolante. Infine, il decreto del 1927 valeva solo per il tempo di pace e non fissava la composizione dell'ufficio del Capo di Stato Maggiore Generale, che doveva essere retto da un ufficiale generale di divisione o brigata o grado corrispondente della marina. Il decreto del 1945 indica invece per tale incarico un generale di brigata o colonnello e fi ssa in 9 ufficiali (3 per forza annata) designati dal rispettivo Ministro (e non dallo stesso Capu <li Stato Maggiore, come nel 1941) la compos izione d e ll'Ufficio. Per tutte queste ragioni, la figura del Capo di Stato Maggiore Generale diventa, nel 1945, meramente simbolica: in nessun caso egli è un "Capo", e le sue attribuzioni toccano un " punto di minima" che va molto al di sotto di quelle del 1927 (e ancor più del 1925): superfluo aggiungere che, tra di esse, non v'è più traccia di specifiche attribuzioni logistiche. Il successivo D.L. 21 aprile 1948, n. 955 viene emanato quando è già entrata in vigore la Costituzione ed esiste già - come si è visto - un Ministero della difesa, la cui prima organizzazione era stata definita con il citato D.L.C.P.S. 10 m aggio 1947, n. 906. Con questo decreto (ratificato in ritardo, con legge 31 gennaio 1953, n. 72) il Capo di Stato Maggiore, diventato "della Difesa" dipende non più dal Capo del Governo (com e nei decreti del 1925, del 1927, del 1941 e del 1945) ma dal Ministro della difesa, con ciò stesso riducendo le sue fun zioni - a cominciare da quelle inerenti alla logi stica di produzione - anche rispetto al decreto del 1927, tanto più che il decreto del 1948 non accenna - come quello del 1927 - alla sua appartenenza ai più alti organi collegiali. In sintesi, oltre a non accennare al tempo di guerra il decreto del 1948 conferma le attribuzioni per il coordinamento nel campo addestrativo ed operativo di quello del 1927, però con abolizione delle attribuzioni di interesse logistico del decreto del 1941 e attenuazione anche dell'influenza sulla logistica di produzione che gli assicuravano sia la dipendenza diretta dal Capo del Governo, sia l'Art. 2 del decreto del 1927, secondo il quale "egli fa parte, con voto consultivo, della Commissione Supre ma di difesa nonchè di ogni commissione straordinaria che sia convocata dal governo per lo studio di questioni riflettenti la difesa d ello Stato, nelle quali siano interessate due o più delle forze armate".
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Rispetto all'ottica totalmente "in negativo" del decreto del 1945, quello del 1948 rappresenta pur sempre un progresso. Da allora in poi, per forza stessa di cosa la figura del Capo di Stato Maggiore della Difesa tende ad assumere maggior rilievo anche logistico, se non altro per le esigenze derivanti dall 'appartenenza all'Alleanza Atlantica. Oltre a far parte - come meglio si vedrà in seguito - dei più alti organi collegiali della Difesa, il Capo di Stato Maggiore dal 1948 in poi assume alle sue dipendenze gli organi per il coordinamento della ricerca tecnico-scientifica (poi unificati nel 1961), il centro di ricerca sull'energia nucleare (CAMEN) istituito nel 1955, il centro di ricerca sui missili (SPERINTER - 1956), le scuole interforze di telecomunicazioni (1950) e di difesa A.B.C. (1954). Tuttavia queste nuove competenze - alle quali si aggiunge l'istituzione con D.M. I O settembre 1948 di una sezione statistica dello Stato Maggiore Difesa - riguardano settori di raccordo logistico sostanzialmente secondari, con limitati influssi anche sulla logistica di produzione. Nel campo tecnico-amministrativo e quindi anche logistico-ammi n istrati vo, ciascuna forza armata gode - in teoria e ancor più in pratica - di un grado di autonomia logistica molto superiore a quello - pur notevole - di autonomia operativa, tanto più che ciascuna Amministrazione di forza armata ha un proprio Segretario generale nell'ambito del Ministero della difesa, massima sentinella logistica delle esigenze e degli interessi di forza armata. La citata legge 12 dicembre 1962, n. 1862, che indica i criteri per la riorganizzazione del Ministero della difesa, indica anche (Art. 3) quelli per la riorganizzazione degli Stati Maggiori, e recita: il riordinamento dello Stato Maggiore della Difesa sarà effettuato secondo il criterio di attribuire, in tempo di pace, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, in aggiunta ai compiti previsti dal decreto legislativo 2 1 aprile 1948, n. 955, il coordinamento dei rapporti con gli organismi militari internazionali nel quadro degli accordi di comune difesa. Il riordinamento degli Stati Maggiori dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica sarà effettuato secondo il criterio della competenza in tempo di pace dei tre Capi di Stato Maggiore per la pianificazione e programmazione tecnica e le altre predisposizioni relative all ' impiego di ciasc una l'orza Armala, con particolare riguardo alle questioni concernenti le scuole, gH organici dei reparti e delle forze navali, l'addestramento, i programmi degli armamenti e apprestamenti difensivi e delle costruzioni navali e aeronautiche, le dotazioni di materiali , armi e mezzi e le scorte.
Da queste indicazioni di massima risulta pienamente confermata l'autonomia logistico - amministrativa dei Capi di Stato Maggiore di forza armata, mentre per quanto riguarda il Capo di Stato Maggiore della Difesa l'autorità politica mostra di essere interessata non tanto a rafforzarne in misura consistente e reale i poteri, ma a rendere possibile e sancito per legge un suo ruolo di rappresentanza delle forze armate italiane, facendone l'interlocutore unico - in tempo di pace - per gli organismi NATO. Vengono infine completamente trascurate le attribuzioni degli Stati Maggiori in tempo di guerra, come si trattasse di ipotesi remote, o secondarie e ininfluenti.
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Ciononostante, se preso a sè stante - ma solo se preso a sè stante il D.P.R. 18 novembre 1965, n. 1477 Ordinamento dello Stato Maggiore della Difesa e degli Stati Maggiori dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica in tempo di pace (DOCUMENTO 26) amplia notevolmente - non solo in campo logistico-amministrativo - i poteri del Capo di Stato Maggiore della Difesa, anche se manca nel decreto qualsiasi riferimento al tempo di guerra ed anche se egli dipende sempre dal Ministro, pur facendo parte del Consiglio Supremo di difesa. Sul piano generale egli assicura l'unitarietà delle tre forze armate per la difesa del Paese (Art. l). Oltre a proporre al Ministro le linee fondamentali dell'ordinamento di ciascuna forza armata (come già nel 1948) fissa i criteri riguardanti l'organizzazione, la preparazione e l'impiego delle forze armate (criteri evidentemente da riferire anche alla parte logistica), e può riunire anche d'iniziativa i Capi di Stato Maggiore (cosa non prevista in precedenza). Dispone non più di un semplice ufficio (1945, 1948), ma di un vero proprio Stato Maggiore ordinato in reparti e uffici, con capi-reparto generali o ammiragli. Nel campo logistico-amministrativo, egli ha diverse competenze specifiche alle quali non si fa cenno nei precedenti decreti del dopoguerra, e che riguardano essenzialmente la logistica di produzione: - sentiti - con parere non vincolante - i Capi di Stato Maggiore di forza armata, propone al Ministro della difesa la pianificazione operativa con i conseguenti programmi tecnica-finanziari; e "dà al Segretario generale del Ministero della difesa, ai Capi di Stato Maggiore delle Forze armate e, ove sia utile, alle direzioni generali tecniche, le direttive d'ordine tecnico-militare necessarie per la attivazione dei programmi approvati dal Ministro per la difesa; è tenuto al corrente dal Segretario generale stesso del procedere nella realizzazione dei suddetti programmi" (Art. 2 comma b); - fissa gli obiettivi e stabilisce l'indirizzo degli studi e delle ricerche tecnico-scientifiche di interesse comune a più forze armate e dà direttive per gli sviluppi e per la utilizzazione dei risultati (Art. 4, comma a); - per delega del Ministro, mantiene con i Ministri e g li organi interessati rapporti concernenti le esigenze della difesa nello specifico campo tecnico-scientifico (Art. 4, comma b); - ha alle sue dipendenze gli organi tecnico-militari e gli Jstituti scientifici con fisionomia interforze, dei quali definisce gli organici e per i quali propone al Ministro, sentiti i Capi di Stato Maggiore, g li ufficiali da assegnare (Art. 6, comma c); - in campo internazionale (Art. 5) mantiene con gli Alti Comandi militari alleati i rapporti attinenti ai problemi di difesa comune, dichiara a nome del Ministro l'indirizzo nazionale presso gli Alti Consessi militari internazionali, partecipa alla formulazione delle direttive per la pianificazione, l'addestramento e i programmi, e "dichiara, a nome del Ministro per la difesa, nei Consessi militari internazionali, l'indirizzo nazionale nel campo delle attività tecnico-scientifiche ai fini della difesa".
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Al raffronto con quella assunta dal Comando Supremo durante la guerra (capitolo III), la struttura interna assunta dallo SMD dopo il decreto n. 1477 risulta addirittura più complessa e più ricca di organi logistico-amministrativi, con due reparti (il IV logistico e l'ufficio generale programmazione finanziaria) e ben 7 uffici specifici contro un solo reparto e 5 uffici nel 1941-1943. In definitiva il decreto n. 1477 restituisce al Capo di Stato Maggiore della Difesa buona parte dei poteri del decreto del 1941, anche se egli non ha l'alta direzione della organizzazione e della preparazione militare, non è consulente del Capo del Governo sulla ripartizione del bilancio, non ha contatti diretti con il Ministero degli esteri e nemmeno ha nei riguardi della logistica di produzione le competenze di cui agli Art. 6 e 7 del decreto del 1941 (vds. capitoli me IV), che collocano tra le sue responsabilità anche il controllo sulle attività della segreteria della commissione suprema di difesa. Rimangono di notevole rilievo, inoltre, le sue attribuzioni in merito al coordinamento tra pianificazione operativa e programmazione tecnico-finanziaria. Da sottolineare infine la preminenza della sua figura su quella del Segretario generale, al quale può impartire direttive in materia di attuazione dei programmi, direttive estese "ove sia utile" direttamente alle direzioni generali tecniche (che non dipendono dal Segretario, ma dal Ministro). Naturalmente, in un'organizzazione generale dello Stato e dei Ministeri che mostra di avere un vero culto per i contrappesi, i duplicati e le autonomie a scapito della capacità di rapida decisione, si tratta di vedere fino a che punto esistono "contrappesi" che impediscono, di fatto, al Capo di Stato Maggiore della Difesa di esercitare concretamente i suoi poteri nel campo tecnico-amministrativo, o comunque limitano o ritardano la sua azione. Poteri niente affatto trascurabili e relativamente ben definiti, che ad es\!mpio lo autorizzerebbero a sottoporre al Ministro - impartendo, dopo l'approvazione, le relative direttive al Segretario generale - le priorità da seguire nei principali programmi di spesa, riguardanti una o più forze armate. Perciò, la figura del Capo di Stato Maggiore della Difesa nel decreto n. 1477 è un caso esemplare, che dimostra la necessità di valutare il ruolo di ciascun o rgano nel contesto dei poteri contemporaneamente attribuiti a quelli superiori, inferiori e laterali o collaterali. Va riconosciuto fin da adesso al decreto n. 1477 il merito di indicare contestualmente in unico decreto, per la prima volta, i poteri del Capo di Stato Maggiore della Difesa e di quelli di forza armata, per di più senza differenziazioni tra forze armate, quindi per ciò stesso smentendo le teorie miranti ad assicurare a questa o quella forza armata uno status speciale, derivante dal suo supposto ruolo decisivo.
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1. Lo Stato Maggiore Esercito a. Periodo dal 1945 al 1955 Fino al D.P.R. del 1965 (che pertanto assume rilievo fondamentale anche per gli Stati Maggiori di forza armata) le attribuzioni del Capo di Stato Maggiore dell' Esercito rimangono regolate dal più volte citato - legge 6 febbraio 1927, n. 69, riferite al tempo di pace (vds. Vol. III, capitolo IV). Dipende dal Ministro della guerra e ne è il consulente, dirige gli studi e le predisposizioni per la preparazione della guerra, concreta e presenta al Ministro le proposte che possano interessare leggi, disposizioni regolamentari e il bilancio dell'esercito. Per la parte logistica (Art. 4) gli competono: - la compilazione e diramazione dei documenti relativi alle formazioni di guerra, alla mobilitazione, alla radunata dell'esercito e all'impianto e funzionamento dei Servizi; - gli studi di massima relativi al reclutamento e ordinamento dell'esercito e alle circoscrizioni territoriali ; gli studi e le questioni di massima relativi alla organizzazione e funzionamento dei Servizi per il tempo di pace; - le predisposizioni per la protezione e l'interruzione delle vie dicomunicazione; - la formazione di guerra dell'esercito e i criteri in base ai quali devono essere effettuati gli studi e i provvedimenti esecutivi per la mobilitazione delle truppe, la predisposizione dei materiali e l'organizzazione dei Servizi. Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito fa inoltre parte, con voto deliberativo, della commissione suprema di difesa e delle commissioni straordinarie che il Governo o il Ministro ritengano di convocare per lo studio di questioni interessanti la preparazione della nazione alla guerra. In caso di guerra (Art. 10) il Capo di Stato Maggiore esercita le attribuzioni per lui previste dal regolamento sul servizio in guerra (che è quello del periodo di guerra e non viene più rinnovato). Anche in questo caso, non c ' è omogeneità di attribuzioni tra Capi di Stato Maggiore di forza annata: ad esempio il R.D. legge 14 gennaio 1926, n. 143, che definisce l'ordinamento dell'Alto Comando dell' aeronautica e rimane anch'esso in vigore fino al 1965, nelle attribuzioni del Capo di Stato Maggiore non prevede distinzioni tra tempo di pace e tempo di guerra e gli assegna poteri più ampi, in quanto (Art. 2) presiede anche all'impiego dell' Arma aerea, "ricevendo dal Capo di Stato Maggiore generale le direttive di massima per il concorso dell'Armata stessa nel raggiungimento di obbiettivi comuni col Regio esercito e colla Regia marina". Inoltre, diversamente dal Capo di Stato maggiore dell' esercito egli ha il potere di rivolgersi direttamente alle direzioni generali e agli uffici del suo Ministero, "perché compilino rapporti, studino questioni, diano notizie e informazioni". Per quanto riguarda l'esercito, due sunu i problemi che, dopo l'ar-
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mistizio dell'8 settembre fino al 1965, riscuotono maggiormente l'attenzione dello Stato Maggiore: - la tutela dell'autonomia tecnico-operativa e tecnico-amministrativa del Capo di Stato Maggiore sia nei riguardi dell'autorità politica (Ministro della guerra) sia nei riguardi delle direzioni generali, del Segretario del Ministero e del Capo di Stato Maggiore Generale; - il riassetto organico interno dell'esercito specie nel campo tecnico-amministrativo e nell'organizzazione territoriale, problema che si incomincia a porre a partire dagli anni 50, con l'adesione ali' Alleanza Atlantica e il superamento della situazione d'emergenza dei primi anni del dopoguerra, quando erano mancate le premesse per rinnovare le strutture secondo un disegno organico derivante anche dall'esperienza della guerra. Sul primo aspetto, i risultati non sono molto confortanti. I già citati decreti del maggio 1945 e dell'aprile 1948 sulle attribuzioni del Capo di Stato Maggiore Generale aumentano senza dubbio l'autonomia delle singole forze annate (che tra l'altro dispongono anche di un proprio Segretario generale ali 'interno del Ministero), ma la figura del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito non acquista il prestigio e il rilievo desiderato. Ciò avviene per due ragioni essenziali: - tendenza dell'autorità politica, alla quale già si è fatto cenno, a restringere l'autonomia delle alte cariche militari anche al di là dello spirito e della lettera delle norme in vigore; - tendenza del Gabinetto del Ministro delle stesse direzioni generali e/o del segretario a riempire il vuoto lasciato dal Ministro, che oltre ad essere civile, quindi non particolarmente esperto di questioni tecnicoamministrative, cambia di frequente senza poter addentrarsi nei problemi e senza poter impostare un qualsivoglia programma. Non ci sembra, dunque, che la ragione determinante della diminutio capitis sia la dipendenza del Capo di Stato Maggiore dal Ministro della guerra (o della Difesa) anzichè del Capo del Governo. A parte il fatto che tale dipendenza nel decreto del 1927 riguardava solo il tempo di pace, ancora una volta la chiave va ricercata nei poteri - di fatto o di diritto - assunti da altre figure o organi. e nell'orientamento generale del la autorità politica. Sintomatica è la delibera in data 10 febbraio 1945 del Consiglio dei Ministri, che "ritenendo cessate le ragioni fondamentali per le quali al Capo di Stato Maggiore dell'esercito erano devolute attribuzioni separate ed, entro certi limiti, indipendenti dal Ministero della guerra" stabilisce - o meglio ribadisce - che il Capo di Stato Maggiore "sia alle dipendenze del Ministro della guerra quale suo organo tecnico" e nomina Capo di Stato Maggiore un semplice generale di brigata. Il decreto del 1927 già stabiliva che il Capo di Stato Maggiore dell'esercito era alle dipendenze del Ministro e che il suo operato tecnico era subordinato alle direttive del Ministro stesso; il provvedimento, quindi, mira semplicemente a restringere - per mere ragioni politiche - lo spazio tecnico del Capo di Stato Maggiore, senza peraltro abrogru·e le nom1e di legge in merito. Di qui i tentativi infruttuosi del generale
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Cadoma, succeduto al generale di brigata Ronco, che nel 1945-1946 inoltra proposte per rafforzare i poteri e l'autonomia del Capo di Stato Maggiore, per la semplice ragione che, a suo giudizio, "il Mini stro gode di poteri dittatoriali, ma essendo caduco e inesperto, è nelle mani del Gabinetto e del Sottosegretariato militare, Enti irresponsabili"[ ... ] l'influenza dello Stato Maggiore (di conseguenza) è minima, mentre l' opinione pubblica gli addossa tutte le responsabilità. Nonostante le obiezioni di Cadorna, questa linea di tendenza si afferma e dà luogo a un sostanziale immobilismo nelle attribuzioni di fatto della più alta carica dell' esercito; continui mutamenti avvengono, invece, nell' articolazione interna dello Stato maggiore. Con l'ordinamento 17 maggio 1945 lo SME ha una costituzione più leggera di quella del tempo di guerra (vds. capitolo III), quando ben 2 reparti con 6 uffici, più la direzione superiore trasporti, avevano competenze di diretto interesse logistico. E sso non è più articolato in reparti ma comprende 10 uffici , dei quali 3 di interesse logistico (Servizi, trasporti e telecomunicazioni 27 - fino al 1950 non sono più costituiti reparti). Per quanto di interesse logistico, nel 1948 gli uffici sono 12, viene sciolto l'ufficio telecomunicazioni ed è costituito l'ufficio ricerche e studi. Nel febbraio 1949 l'articolazione interna e le attribuzioni degli uffici Servizi, trasporti e ricerche e studi sono quelle indicate nel DOCUMENTO 27 . Con l' ordinamento del 25 aprile 1950 sono istituiti due reparti per il coordinamento degli uffici; l'ufficio ricerche e studi fa parte del 1° reparto e g li Uffici Se rvizi e trasporti fanno parte del secondo. Il 22 giugno 1950 l' Ufficio Servizi in totale comprende 21 U. , 17 Su. e Tr. e lO civili e si articola in capo ufficio e segre teria, più le 6 sezioni già previste nel 1949 (SM; artiglieria e genio; automobilistica; sanità; ippica e veterinaria; commissariato e amministrativa).28 Nel dicembre 1950 il coordinamento degli uffici (che sono 11) anzichè a capi-reparto è attribuito rispettivamente al generale addetto a l Capo di Stato Maggiore (dal quale dipende direttamente l'ufficio trasporti) e al Sottocapo di SME (dal quale dipendon o direttamente gli Uffici Servizi e ricerche e studi). Nel giugno 1951 viene definito un nuovo organico per l'ufficio trasporti, che comprende un capo ufficio e segre teria, più le 4 sezioni già previste nel giugno 1949 (1" trasporti ferroviari e per via ordinaria , 2" trasporti marittimi e aerei, 3" lavori, 4" ordinamento e personale).29 Nel nove mbre 1953 l'Ufficio Servizi aumenta le sezioni da 6 a 8 (SM; . Patto Atlantico; artiglieria; genio e trasmissioni ; motori zzazione; sanità ippica e veterinaria; commissariato; amministrativa). 30 Pertanto, la parte motori z zazione risulta separata da quella trasporti e la parte ammi-
AUSSME, Rep. U 3, Racc. 3 08/4. Let. n. 1800/0rd/l in data 22 giugno 1950 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 825). 29 AUSSME, Rep. M/7, Racc. 830 . :io AUSSME, Re p . M/7, Racc. 836. 27 28
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nistrativa da quella di commissariato; si tiene anche conto della costituzione dell'Arma delle trasmissioni. Dal maggio 1955 al 1957 avviene una prima, profonda riforma della struttura interna, che è preceduta da studi miranti a una più razionale delimitazione delle competenze, distinguendo tra funzione di comando - che ha anche risvolti logistici - e funzioni logistico-amministrative di carattere organizzativo e funzionale.31 Merita di soffermarsi sulle indicazioni che emergono da tali studi, originati dalla constatazione che l'intelaiatura generale del momento, ricostruita nel dopoguerra utilizzando forzatamente vecchie strutture con criteri organizzativi superati, è caratterizzata da organi centrali pletorici e al tempo stesso inadeguati alle nuove esigenze, che non assicurano la auspicabile distinzione tra branca comando e amministrativa. Questo perché alla branca comando sono sottratte le funzioni logistiche di Intendenza relative alla logistica di distribuzione, mentre le direzioni generali tecniche impropriamente riuniscono funzioni tecniche di studio, progettazione e realizzazione dei prototipi, funzioni amministrative di approvvigionamento e gestione, e funzioni logistiche di rifornimento delle unità di campagna e territoriali. indipendentemente dalla promiscuità di funzioni, comunque, l'organizzazione per materia delle direzioni viene ritenuta superata e darivedere cos) come quella dei servizi tecnici, che dopo la smobilitazione alla fine della guerra sono in grave crisi per scarsità di Quadri e inaridimento delle fonti di reclutamento disciplinate da leggi onnai superate del tempo di guerra e dell'anteguerra. Anche l'organizzazione territoriale viene ritenuta pletorica ( l l Comandi Militari Territoriali, 121 depositi e 96 distretti), con circoscrizioni territoriali che rispondono a criteri non sempre coincidenti con le esigenze operative e di difesa del territorio. Infine, si giudica l'organizzazione dei Servizi di campagna inadeguata alle esigenze operative e poco economica, con gravi deficienze di mezzi e scorte. La struttura organizzativa proposta da un' apposita commissione per ovviare agli inconvenienti prima descritti comporta un diverso assetto delle competenze tra Stato Maggiore Esercito, direzioni del Ministero e organi tecnico-logistici e per quanto di interesse logistico assegna allo Stato Maggiore Esercito la responsabilità della formulazione dei criteri che devono presiedere all'approntamento dei materiali e alla messa in atto dell'organizzazione logistica di campagna. La funzione di comando per la branca logistica dovrebbe e ssere assolta da un nuovo reparto dello Stato Maggiore (il IV), articolato in tre distinti uffici (Servizi, infrastrutture, trasporti), che dovrebbe assicurare il coordinamento di queste tre fondamentali branche logistiche con le esigenze operative, addestrati ve e ordinative, adeguando i mezzi e materiali a tali esigenze.
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AUSSME, Rep. Mn, Racc . 840.
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Gli competerebbe, inoltre, lo studio delle dotazioni dei reparti in funzione delle esigenze d'impiego e la definizione dei criteri di precedenza nelle assegnazioni di mezzi e materia]i alle unità. Nell'ambito delle sue attribuzioni, lo Stato Maggiore avrebbe alle dirette dipendenze l'Intendenza generale e gli organi tecnici. L'Intendenza generale avrebbe attribuzioni di carattere organizzativo e funzionale inerenti ai rifornimenti, che non vanno confuse con quelle concettuali e di comando anche in campo logistico (di competenza dello Stato Maggiore) e di approvvigionamento e gestione amministrativa (di competenza delle direzioni generali del Ministero). L'Intendenza, costituita fin dal tempo di pace, sarebbe retta dall'Intendente generale, diretto coadiutore del Capo di Stato Maggiore per l'organizzazione e funzionamento dei Servizi, delle infrastrutture e dei trasporti e alle dipendenze del Ministero per la parte amministrativa. L'Intendente generale si avvarrebbe di un proprio Stato Maggiore e di dire zioni centrali per i vari Servi zi, che in pace hanno costituzione ridotta. Tra di esse vi dovrebbe essere una direzione di amministrazione per l'amministrazione degli appositi capitoli e per il controllo amministrativo sui corpi. Sarebbe coadiuvato da Ispettori: - del corpo di Intendenza (da costituire con una parte degli attuali ruoli degli Ufficiali dei Servizi); - di sanità e veterinaria, capi dei rispettivi corpi. Per le attività di sua competenza (gestione, custodia e manutenzione, distribuzione e trasporto dei generi e materiali) l'Intendenza generale si avvarrebbe di un unico corpo d'Intendenza, formato con la fusione dei ruoli dagli ufficiali del Servizio automobilistico e di sussistenza, e in parte di quelli di amministrazione e di commissariato. Ne potrebbero far parte anche gli ufficiali d'Arma che al momento svolgono funzioni relative a depositi e magazzini e dovrebbe includere funzioni di guardia, manovalanza, ecc. estendendosi fino ai militari di truppa e liberando i militari delle varie Armi dai Servizi non direttamente connessi con la loro attività. Le funzioni di ricerca e studio, progettazione e determinazione dei prototipi, compilazione dei capitolati d ' oneri e collaudo dei materiali, controllo e direzione degli stabilimenti militari sarebbero svolte - alle dipendenze dello Stato Maggiore - da un Serviz io tecnico dell 'esercito unificato di nuova costituzione, retto da un Capo del Servizio che çlipenderebbe per l'impiego dal Capo di Stato Maggiore e in via amministrativa dal Ministero. Gli competerebbero il collegamento con l'attività scientifica e di produzione nel Paese e in campo internazionale e l ' elaborazione della regolamentazione tecnica, d ' impiego e per la manutenzione dei materiali. 11 nuovo Servizio tecnico sarebbe articolato per branche di specializzazione ed estenderebbe i suoi organi fino al livello di reggimento compreso. Sarebbe affidato a un unico corpo tecnico comprendente 1uililari (U. Su. e Tr.) e civili. Si articolerebbe in 9 branche: S 1 tecno-
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logica, S 2 armamenti, S 3 chimico-fisica, S 4 motorizzazione e aviazione esercito, S 5 lavori e fortificazione, S 6 elettricità e mezzi speciali, S 7 alimentazione, vestiario-equipaggiamento, casermaggio e cancelleria, S 8 casermaggio e veterinario, S 9 geodetica e cartografica. Dovrebbe disporre di una propria direzione amministrativa, che oltre a gestire i capitoli di bilancio effettuerebbe la revisione della contabilità in contanti e in materia per delega della ragioneria centrale. Una siffatta struttura dello Stato Maggiore comporterebbe, evidentemente, il ridimensionamento delle funzioni degli Ispettorati d'Arma e del Ministero e la revisione dell'organizzazione territoriale periferica. Agli Ispettorati verrebbero sottratte le funzioni tecniche riflettenti i materiali, e come organi eminentemente consultivi e di studio essi dovrebbero limitare la loro attività allo studio e alla definizione di dotazioni ed equipaggiamenti specifici. Le direzioni generali del Ministero sarebbero alleggerite delle attività tecniche e d'Intendenza, e limiterebbero la loro attività nei confronti del materiale agli approvvigionamenti (che comportano intensi rapporti con il Paese) e alla gestione amministrativa. Agli approvvigionamenti provvederebbe una unica direzione degli approvvigionamenti di nuova costituzione e articolata per materia, che risulterebbe dalla fusione delle 6 direzioni generali o Ispettorati che al momento si occupano della provvista dei materiali (artiglieria, genio, comnùssariato, motorizzazione, sanità, ippico e veterinario). Alla nuova direzione generale dovrehhe corrispondere un "corpo degli approvvigionamenti" specializzato in compiti di natura essenzialmente amministrativa, da costituire con militari e civili. Con questa fisionomia, la direzione generale acquisterebbe i generi e materiali richiesti dall'Intendenza generale e/o dal Servizio tecnico e - a collaudo effettuato da parte del Servi zio tecnico - li assegnerebbe agli organi d'Intendenza incaricati della loro gestione e della distribuzione alle truppe sulla base dei criteri e de11e indicazioni dello Stato Maggiore. La predetta direzione amministrerebbe propri capitoli, assegnerebbe i fondi alle corrispondenti delegazioni degli approvvigionamenti, effettuerebbe il controllo e la revisione della contabilità (in contante e in materiale) per delega della ragioneria centrale. Di conseguenza, si renderebbe necessario anche un riassetto delle competenze de11e rimanenti direzioni generali, secondo i seguenti criteri: - la direzione generale di commissariato e dei Servizi amministrativi cederebbe ad altri organi, come già si è accennato, le funzioni di approvvigionamento, tecniche e d'Intendenza relative al Servizio di commissariato e si trasformerebbe in direzione generale dei servizi amministrativi, con competenze ridotte alla sola gestione amministrativa, e precisamente ai capitoli relativi a spese comuni a tutti i Servizi o comunque non interessanti le tre branche: tecnica, logistica e approvvigionamenti; - la direzione generale del genio passerebbe al servizio tecnico le incombenze relative a11a progettazione ili furLifil:aziuui e lavori di interesse
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militare e alla direzione generale degli approvvigionamenti le incombenze relative agli acquisti di materiale. Con il nuovo nome di direzione generale dei lavori e del demanio, essa svolgerebbe: - compiti analoghi a quelli della direzione generale degli approvvigionamenti, nel campo dei lavori e della costruzione dei ponti, strade e fortificazione, dando corso ai progetti approvati dall'organo tecnico centrale; - compiti amministralivi, per quanto riguarda il patrimonio immobiliare dello Stato. Con questa fisionomia, le predette riforme studiate nel 1955 mirerebbero a ottenere un'organizzazione logistico-amministrativa dell'Esercito ancora per materia, che specie per il materiale risponderebbe non solo alle esigenze di pace ma soprattutto a quelle di guerra, e intenderebbe agevolare anche l'unificazione delle forze armate. Naturalmente, gli orientamenti prima esposti inciderebbero anche sull'organizzazione di comando e controllo operativo periferica e sull'organizzazione territoriale, che sempre secondo gli studi dello Stato Maggiore del 1955, dovrebbero essere riviste con i seguenti criteri: - separare le funzioni territoriali dalle attività logistiche inerenti alle operazioni di campagna; - far corrispondere le circoscrizioni territoriali alle esigenze operati ve; - assegnare ai Comandi Militari Territoriali i compiti inerenti alla difesa del territorio; - riorganizzare la leva, la selezione, la chiamata alle armi e la mobilitazione; - armonizzare l'organizzazione periferica logistica per gli approvvigionamenti con 1'organizzazione centrale. Di conseguenza, secondo lo Stato Maggiore la revisione dell'organizzazione territoriale si dovrebbe concretare in provvedimenti che hanno qualche analogia con quelli invano proposti dalla commissione d'inchiesta per l'esercito del 1907- 1909: - riduzione dei Comandi mililari Terriloriali a 6 Comandi di Regione e costituzione delle Intendenze territoriali e delle delegazioni peri ferìche per gli approvvigionamenti; - revisione dell'organizzazione dei depositi, secondo il criterio di farli corrispondere ciascuno a una divisione e di costituire un certo numero di depositi misti per le unità non indivisionate. Altre riforme non prive di ricadute logistiche dovrebbero riguardare le unità dell'esercito di campagna (costituzione, fin dal tempo di pace, di altri corpi d'armata; motorizzazione completa delle divisioni di fanteria ad eccezione della "Mantova" e della "Friuli", da trasformare in Grandi Unità da montagna; incremento delle trasmissioni e loro separazione dal genio; adeguamento alla guerra atomica della struttura organica della divisione di fanteria, con battaglione carri, unità esploranti ecc.; costituzione di un grande campo di addestramento per ciascuna divisione). Com'è inevitabile in una materia così complessa, gli studi del
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1955 lasciano aperti due interrogativi che fin da allora sono esplicitamente posti e presi in esame nel corso di apposite riunioni: - la costituzione di un'Intendenza generale potrebbe portare ad escludere la parallela costituzione di un IV reparto dello Stato Maggiore. Infatti la stessa Intendenza, con l'inclusione di un organo di Stato Maggiore, potrebbe provvedere direttamente sia alla funzione di comando che a quella organizzativa in campo logistico; - i Comandi di Regione Militare potrebbero avere alle dipendenze anche gli organi d'Intendenza e di approvvigionamento, oppure limitarsi alle attività logistiche territoriali e di difesa del territorio. In quest'ultimo caso si verificherebbe a livello periferico la coesistenza, su un piano di parallelismo, dei Comandi Regione e degli organi d'Intendenza e di approvvigionamento. Queste proposte dello Stato Maggiore solo in parte trovano uno sbocco concreto. Esse hanno tuttavia il grande pregio di inserire le funzioni di ciascun organo in una filosofi a globale, con soluzioni specifiche soggette a discussione e a verifica ma che fanno emergere in termini chiari e tuttora validi quale dovrebbe essere di massima il ruolo generale e il ruolo logistico-amministrativo ottimale di ciascuno degli organi centrali: - Ministero: indirizzo generale, approvvigionamenti, produzione e gestione amministrativa; - Stati Maggiori: indirizzo e coordinamento nel campo degli studi, ricerche e progettazione dei materiali. Funzione di comando logistico e coordinamento generale della branca logistica (di ditrihuzione) con le esigenze operative, ordinative e addestrative; - Intendenza generale: organizzazione e funzionamento dei Servizi di campagna sulla base delle direttive dello Stato Maggiore; raccordo tra logistica di distribuzione e logistica di produzione e approvvigionamenti. I tre punti controversi e controvertibili - che hanno anche risvolti storici nel ruolo delle Intendenze - rimangono, a parer nostro, la convenienza o meno di fondere in un unico organo degli Alti Comandi la funzione di comando logistico, organizzativa e di coordinamento dei Servizi, il ruolo logistico degli Stati Maggiori e Alti Comandi interforze, il ruolo logistico dei Comandi Territoriali periferici e dei Comandi di G.U. complessa, con la correlata convenienza - o meno - di fondere insieme l'organizzazione logistica territoriale e di campagna. Ci sembra abbastanza chiaro, e inevitabile, che uno Stato Maggiore interforze - in quanto tale - come necessario contraltare delle sue attribuzioni operative debba avere effettive attribuzioni logistiche e amministrative. Quest'ultime si porrebbero in ambito interforze in maniera analoga a quanto avviene per gli Stati Maggiori di forza armata e riguarderebbero soprattutto la funzione di comando logistico e il coordinamento secondo criteri interforze degli studi e ricerche sui materiali. Notiamo che queste esigenze relative agli studi e ricerche in ambito interforze già trovano rispondenza nell' Art. 4 del D.P.R. n. 1477 del 1965 sulle attribuzioni del Capo tli Stato Maggiore della Difesa, pe-
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raltro riferito solo al tempo di pace. Per il resto il D.P.R. n. 1477 non prevede specifiche funzioni di comando operativo del Capo di Stato Maggiore della Difesa e quindi non può prevedere nemmeno specifiche funzioni di comando logistico, anche se la parte logistica è insita nelle attività di coordinamento, proposta, definizione di criteri ecc. che gli competono in pace. Il secondo aspetto - ruolo operativo e logistico degli Alti Comandi periferici - è ancor più controverso. Rimangono da verificare - ciò che faremo nel prosieguo della trattazione - le ragioni che dopo il 1945, nonostante una prospettiva di impiego delle forze armate limitata esclusivamente alla difesa dell ' integrità del territorio nazionale contro aggressioni da nord-est, hanno portato a prevedere - diversamente dall'anteguerra - una netta separazione, fin dal tempo di pace, dell'organizzazione operativa e logistica di campagna da quella territoriale. Ciò comporta, tra l'altro, la convivenza parallela sullo stesso territorio di Comandi di rango gerarchico equivalente (Comandi Regione e Comandi di corpo d'armata), con compiti logistici non sempre agevolmente separabili perché - come già si è osservato - un'unità che combatte non può operare in vacuo e avulsa dal territorio dove è dislocata, il cui controllo per ovvie ragioni deve essere unitario. Vero è, però, che si pone anche - almeno per il tempo di pace - il problema della dipendenza dei Comandi Territoriali (dal Ministero o dallo Stato Maggiore, o da ambedue a seconda delle branche) e del loro coordinamento interforze. In tutti i casi, con riferimento al secondo dei quesiti posti nell'ambito dello Stato Maggiore nel 1955, ci sembra abbastanza chiaro che eventuali organi periferici di approvvigionamento e logistici debbano essere inglobati nei Comandi territoriali, fatta salva l'eventuale dipendenza diretta dagli organi centrali per determinate materie.
b. Periodo dal t 955 al 1981 L 'evoluzione dei compiti e della struttura interna dello Stato Maggiore Esercito dopo il 1955 consente di verificare fino a che punto si realizza il riassetto di poteri e organi studiato nello stesso anno, sul quale ci siamo a lungo soffermati. A tal fine, si possono distinguere due fasi. Nella prima (1955-1975) prende gradualmente corpo la costituzione fin dal tempo di pace - prevista negli studi del 1955 e rispondente ad antichi auspici - di un'Intendenza generale o comunque di un organo logistico centrale separato dallo Stato Maggiore, che sulla base delle direttive dello stesso Stato Maggiore - al quale rimane la funzione primaria di comando logistico e la responsabilità di definire nelle grandi linee il coordinamento tra operazioni e Servizi - provvede ali' organizzazione e funzionamento dei Servizi e assicura il raccordo con l'area tecnico-amministrativa della difesa, tenendo presente che (Cfr. Pub. SME n. 900 - Voi. ITI, 198 t , para. 24) "gli ap-
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provvigionamenti competono, di nonna, agli organi centrali interforze; possono tuttavia essere delegati ad organi di livello inferiore". Nella seconda fase, dopo il 1975, vi è un ripensamento e tutte le funzioru di comando, organizzative e di raccordo nel Campo dei Servizi tornano di nuovo ad essere riunite in un unico organo dello Stato Maggiore come nel 1940, con compiti analoghi a quelli del 1940 anche per il tempo di guerra, visto che la predetta Pub. n. 900 - Voi. III del 1981 non accenna più alla costituzione, in guerra, di un'Intendenza generale. A fine J 955 avviene la prima rifonna organica dello SME nel dopoguerra, con il ritorno definitivo alla costituzione di reparti per il coordinamento degli uffici (ne sono previsti 5) e la costituzione di un ujj-ìcio bilancio nell'ambito del reparto segreteria e servizi speciali. Le attività di comando e organizzative in campo logistico sono concentrate nel nuovo IV reparto, che si articola su: - ufficio Servizi (segreteria; Sz. SM; I Sz. Patto Atlantico; II Sz. artiglieria; lii Sz. genio e trasmissioni; IV Sz. motorizzazione; V Sz. sanità, ippica e veterinaria; VI Sz. commissariato e amministrazione); - ufficio trasporti (segreteria; Sz. SM; I Sz. trasporti ferroviari; II SZ. trasporti per via ordinaria; III Sz. trasporti marittimi e aerei e piani; IV Sz. lavori; V Sz: ordinamento e personale); - ufficio infrastrutture; - ufficio ricerche e studi (segreteria; sezione SM; I Sz. armamento e motorizzazione; Il SZ. mezzi radioelettrici; III Sz. chimica; IV Sz. brevetti, V Sz. documentazione tecnico-scientifica e centro di Milano). Gli studi del 1955 e i contenuti della Pub. SME n. 6300 emanata nello stesso anno, che appunto prevede un'Intendenza generale, sono tradotti in pratica almeno parzialmente, costituendo all'interno dell'Ufficio Servizi un "nucleo Intendenza generale" e all'interno dell'ufficio ricerche e studi un "nucleo direzione servizi tecnici"; non viene invece costituito un "corpo di Intendenza". La struttura interna degli uffici del IV reparto logistico subisce alcune modifiche non di rilievo nel gennaio 1957. e mantiene fino al 1975 la suddivisione in ufficio Servizi, ufficio trasporti, ufficio infrastrutture e ufficio ricerche e studi. Da notare tuttavia, la nuova articolazione assunta dall'Ufficio Servizi a fine dicembre 1963 (Capo Ufficio; Segreteria; I Sz. organizzazione logistica, piani e dotazioni orgaruche; II Sz. relazioni internazionali; III Sz. armi e munizioni; IV Sz. genio e trasmissioni; V Sz. motorizzazione; VI Sz. commissariato). 32 Il 1 ° gennaio 1960 in seguito alla riduzione dei reparti dello Stato Maggiore da 5 a 4 l'ufficio bilancio, che faceva parte del disciolto reparto segreteria e servizi speciali, passa alle dirette dipendenze del Sottocapo di SM .. Il citato D.P.R. n. 1477 del 1965 (riferito, lo ricordiamo ancora, so-
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AUSSME, Rep. M/7, Racc. 853.
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lo al tempo di pace), provoca modifiche di rilievo sia nelle attribuzioni del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito (per la prima volta fissate in comune con quelle degli altri Capi di Stato Maggiore) sia nell'articolazione interna dello Stato Maggiore, il cui perno logistico per~ltro rimane il IV reparto. In linea generale, il decreto tende ad esaltare - rispetto al 1927 - le attribuzioni operative e logistiche del Capo di Stato Maggiore e ne accresce l'autonomia, indicando con maggiore accuratezza, rispetto al 1927, la natura dei suoi rapporti con il Capo di Stato Maggiore Generale (non senza contraddizioni e sovrapposizioni di competenze). Secondo l'Art. 9 del decreto n. 1477, i Capi di Stato Maggiore di forza armata sulla base degli indirizzi fissati dal Ministro per la difesa e delle direttive ricevute - nell'ambito dei suoi poteri - dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, sono competenti per la pianificazione e programmazione tecnica e le altre predisposizioni relative all'impiego della rispettiva Forza Armata, nonché per il controllo dell ' attuazione delle istnl2'.ioni emanate.
Per quanto di interesse logistico, l' Art. 9 del decreto accenna alle seguenti attrihuzioni particolari (delle quali non fa esplicito cenno il decreto del 1927): - i Capi di Stato Maggiore sono sentiti collegialmente dal Capo di Stato Maggiore della Difesa per la pianificazione operativa e per la formulazione dei relativi programmi tecnico-finanziari; - impartiscono direttamente alle competenti direzioni generali le direttive d ' ordine tecnico-militare per la migliore realizzazione dei programmi tecnico-finanziari approvati dal Ministro; - determinano la regolamentazione nei vari settori di attività tecnico-militare, gli organici dei Comandi, scuole ed Enti vari, le dotazioni e scorte di armi, materiali e mezzi, i programmi, le ricerche, gli studi e le sperimentazioni concernenti armi, materiali e mezzi di interesse della forza armata. Per quanto attiene all' attività logistica, sempre 1· Art. 9 precisa che il Capo di Stato Maggiore eser cita le sue attrib uzioni tramite un apposito Ispettorato logistico, del quale indica i compiti di massima: tale organo provvede all'organizzazione, alla direzione e al controllo dei Servizi logistici con particolare riguardo per la distribuzione, la conservazione, la manutenzione, la revisione, raddobbo e la riparazione dei materiali approvvigionati, distribuiti alla forza armata dalle direzioni generali competenti per materia, nonché alla gestione statisticocontabile delle scorte, al controllo dei consumi e delle giacenze e alla indicazione alle varie direzioni generali della ripartizione tra gli organi territoriali dei fondi occorrenti per lo espletamento delle rispettive attività logistiche. I Capi dei Corpi e de i Servizi c he svolgono attività logistiche sono posti alle dipendenze de l Capo di Stato Maggiore della rispettiva Forza armata.
Oltre ad essere consultati dal Ministro (Art. 8) per tutti i problemi che interessano comunque l' organi zzazione ed efficienza della rispettiva forza armata, i Capi di Stato Maggior~ hanno (Art. 13) facoltà di
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inoltrare al Ministero proposte relative a leggi e disposizioni regolamentari e danno istruzioni, per delega del Ministro, ai competenti organi del Ministero della Difesa per il soddisfacimento delle esigenze tecnico-logistiche e di quelle relative al personale militare. Infine, sempre dal punto di vista logistico meritano di essere sottolineate le particolari attribuzioni: - del Capo di Stato Maggiore della Marina, che (Art. 11) "concorre alla definizione degli apprestamenti e della organizzazione delle navi e dei mezzi della Marina mercantile in previsione del loro impiego in guerra"; del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, che (Art. 12), che oltre a presiedere all'alta direzione tecnica, operativa e di controllo dell'intero traffico aereo, "predispone, con gli altri organi competenti, i piani per l'impiego, in caso di emergenza, dell'Aviazione civile". Giova soffermarsi su questi due ultimi articoli, di grande importanza dal punto di vista della logistica interforze. Anche sulla base dell'esperienza storica, fondamentali settori di interesse logistico come i trasporti aerei e marittimi coinvolgono sempre tutte e tre le forze armate, ognuna con proprie esigenze che devono essere armonizzate con quelle altrui. Ne deriva, a parer nostro, l' esigenza di coinvolgere nelle predisposizioni relative a queste attività fin dal tempo di pace, lo Stato Maggiore Difesa (che nel suo IV reparto, ha anche un ufficio piani logistici e un ufficio trasporti): ciò avrebbe richiesto nel D.P.R. 1477 specifiche norme, che invece mancano. In conclusione, con i decreti n. 1477 e n. 1478 gli Stati Maggiori di forza armata esercitano, almeno di fatto, una funzione di comando nei confronti della rispettiva forza armata, e soprattutto estendono notevolmente le loro attribuzioni in materia tecnico-amministrativa, sottraendole alle direzioni generali. Ciò avviene - come nota Carlo Bess nel 1978 - per due ragioni essenziali: innanzi tulio il seuore del supporto logistico, precedentemente affidato alle stesse Direzioni Generali poste alle dipendenze dei Segretari Generali di Forza Armata, è stato considerato specifico di Forza Armata e quindi enucleato dalle nuove Direzioni Generali Interforze e assegnato agli Ispettorati logistici dell 'Esercito, della Marina e dcli' Aeronautica. Il provvedimento è senza altro giustificato in gran parte: infatti la logistica è legata strettamente alJe operazioni e quindi al settore tecnico-militare. La soluzione adottata al riguardo ha concorso però ad ostacolare un'effettiva integrazione del settore tecnicoamministrativo e ha comportato una proliferazione di organi di vertice. Negli Ispettora ti logistici, infatti, si sono riprodotti grosso modo organi direttivi in parie analoghi a quelli delle Direzioni Generali. Inoltre le disposizioni impartite il 1O ottobre 1967, con circolare del Ministro Tremelloni tuttora in vigore, circa le procedure interne di forma zione del bilancio della difesa e del suo esercizio hanno dato origine a una maggiore in gerenza degli Stati Maggiori nell'area tecnico-amministrativa e hanno rappresentato un poderoso freno all'unificazione di quest'ultima. Tale circolare prevede le quotizzazioni degli stanziamenti, cioè la loro ripartizione "a priori" fra gli enti preposti all'impiego operativo degli stessi (Stati Maggiori di forza armata, Comando Generale dell' Arma dei Carabinieri, Stato Maggiore della Difesa e Segredifesa). L ' impiego operativo dei fondi ha esteso di fallo i poteri degli Stati Maggiori nei confronti delle Direzioni Generali. I Capi di Stato maggiore possono, secondo il dettato del D.P.R. 1477, impartire direttive tecnico-militari alle direzioni generali, per l'esecuzione dei programmi approvati. Con la
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quotizzazione e l'impiego operativo, ogni Stato Maggiore di Forza Armata può invece stabilire esattamente l'utilizzazione dei fondi non solo in termini di direttive generiche, ma specificando nel dettaglio il loro impiego. Di conseguenza, l' autonomia delle Direzioni Generali si è di fatto ridotta, almeno in parte.33
Il D.P.R. n. 1477 pone anche il problema della fisionomia da conferire all'Ispettorato logistico (previsto dall'Art. 9) e ai Servizi tecnici, in merito al quale gli orientamenti dello SME (giugno 1966) sono i seguenti: In merito ai Servizi tecnici prec iso che essi: - debbono dipendere per il mome nto dallo S. M., tramite Ispettorati, salvo a costituire, in futuro, un' lspcttorato tecnico unitario; - possono essere chiamati a distaccare loro personale presso gli Stabilimenti di produzione (dipendenti dalle DD.GG.); - sono i soli responsabili della elaborazione della normativa tecnica, la cui diramazione, peraltro, può risalire alle DD.GG.; - debbono infine: . disporre, alle proprie dipendenze, di Centri di Studio; . presiedere ad eventuale attività di ricerca, anche nel caso questa fosse devoluta a Stabilimenti di produzione; . essere autorizzati ad intervenire in proprio per "contratti connessi ad attività di studio e ricerca"; . essere riesa minati: .. ne lla denominazione ("Servizio Tecnico Armi e Munizioni" anziché "Servizio Tecnico di Artiglieria"); .. nella collocazione: Servizio Tecnico della Motorizzazione (derivazione da Ispe motori), da porre alle dipendenze del Capo di S. M. E .. Circa l'Ispettorato Logistico, è opportuno c he esso: - sia mantenuto leggero nella sua costituzione; - abbia alle dipendenze tanti Capi Servizi quanti sono i Servizi stessi; - abbia solo funzioni esecutive, cioè presieda a tutta l'allività logistica, dal mome nto in c ui il materiale è distribuito alla F. A., sulla base di direttive del Capo di S. M . E., che si avvale del suo Ufficio Servizi; - sia alleggerito di qualsiasi funzione amministrativa.34
In ottemperanza all' Art. 9 del decreto n. 1477 e sulla base di questi orientamenti, nel novembre 1966 lo Stato Maggiore Esercito istituisce alle dipendenze dirette del Capo di SME l'Ispettorato logistico dell'esercito (ISPEL), organo esterno rispetto alla SME retto da un generale proveniente dalle Armi.35 Provvedimento di grande rilievo e senza precedenti storici, che rea lizza l'antico auspicio di affidare le attività inerenti all'organizzazione e funzionamento dei Servizi in guerra a uno specifico organo ad hoc co-
33 C. Bess, Considerazioni sul vertice militare, "Rivista Militare n. 5/1978. 34 Prot. n. 137 1 - R/154 in data 4 giugno 1966 (Cit.). 3~ Let. n. 2300/ 154 in data I 9 novembre 1966 e let. n. 28711154 in data 19 novembre 1966 (AUSSME, Rcp. M/7, Racc. 857). Sull'evoluzione dell' Ispellorato logistico dal 1966 al 1976 Cfr. anche F. Stefani, La storia della dottrina e degli ordinamenti dell'Esercito Italiano, Voi. 111 Tomo 11, Roma, SME - Uf. Storico 1989. pp. 1167-1173 .
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stituito fin dal tempo di pace. Al tempo stesso, il ruolo del nuovo organo non risulta in armonia con gli auspici del Liuzzi (1924 - vds. Voi. III, capitolo I), ardente fautore della necessità di affidare anche l'attività di preminente carattere organizzativo e gestionale nel campo dei Servizi (svolta nella prima guerra mondiale dall'Intendenza generale) a un organo interno dello Stato Maggiore e delle G.U. complesse, in modo da evitare duplicazioni della linea di comando e la possibilità di malintesi, sovrapposizioni, contrasti e disservizi legati anche alla dislocazione in sedi diverse e lontane che, a onor del vero, in vario modo si erano verificati dal 1848 in poi. Premesso che i decreti n. 1477, n. 1478 e n. 1481 del 1965, per quanto attiene al settore dei materiali, assegnano ai Capi di SME (che si avvalgono di appositi Ispettorati) l'attività logistica specifica di forza armata e alle direzioni generali (con fisionomia interforze) le attività di approvvigionamento, studio e ricerca, riparazioni di 4" categoria e alienazione dei materiali, lo SME definisce l'Ispettorato logistico "un organo centrale dell'Esercito specificatamente preposto all'organizzazione, alla direzione e al controllo della logistica dei materiali" e gli assegna le seguenti attribuzioni generali, analoghe a quelle tradizionalmente svolte dall' Intendenza generale dell'esercito in guerra: - consulenza verso il Capo di SME in campo logistico; - organizzazione e direzione dell'attività logistica relativa ai materiali dell'Esercito, sulla base delle direttive del Capo di S.M.E.; - controllo sull'attività relativa ai materiali e proposte al Capo di SME per l'attività ispettiva di carattere tecnico; - collaborazione con lo SME per l'elaborazione della dottrina logistica e della pianificazione operativo-logistica, nonché per la definizione: . dei lineamenti dell 'organizzazione logistica; . degli organici degli enti logistici e delle dotazioni delle unità; . del programma di approvvigionamento dei materiali ; . delle attività addestrative in campo logistico; - ripartiz ione, in base a direttive dello SME; . tra unità ed enti, <lei materiali approvvigionati ; . tra gli organi territoriali, dei fondi occorrenti per le rispettive attività logi stiche; - statistica delle dotazioni, delle scorte e delle riparazioni.
Il nuovo organo svolge, quindi, la sua attività nelle seguenti branche: distribuzione, conservazione e manutenzione dei materiali approvvigionati e assegnati alla forza armata dalle direzioni generali, compresi quelli costituenti scorte operative e conservati nei depositi centrali; riparazioni di I", 2" e 3" categoria; gestione statistico-contabile delle scorte; ripartizione tra gli organi territoriali dei fondi occorrenti per l'attività ·logistica. Le sue competenze non comprendono gli aspetti amministrativi, che restano di competenza delle direzioni generali. Per svolgere le sue funzioni, l'ISPEL mantiene rapporti sia con gli altri organi di forza armata che con il Ministero della difesa, e in particolare: - riceve dallo Stato Maggiore Esercito le direttive per l'organizzazione dell'attività logistica e collabora con esso per la programmazione degli approvvigionamenti;
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- è tenuto al corrente dal1e direzioni generali sullo sviluppo del programma di approvvigionamento definito dallo SME e indica alle predette direzioni generali, in base al programma definito dallo SME, la distribuzione dei materiali approvvigionati e la ripartizione fra gli organi territoriali dei fondi occorrenti per le rispettive attività logistiche; - impartisce disposizioni ai Comandi Militari Territoriali di Regione - direzioni dei Servizi - per quanto concerne la conservazione, la distribuzione e la riparazione dei materiali fino alla 3/\ categoria. La struttura organizzativa corrispondente a queste funzioni comprende un organo per l'azione di coordinamento (ufficio dell'Ispettore) e organi specifici (reparti) per i vari Servizi (sanità; commissariato; armi, munizioni e materiali NBC; genio; trasmissioni; motorizzazione e veterinario). Con la costituzione dell'Ispettorato logistico le funzioni relative all'intero "ciclo logistico" possono essere così suddivise: - funzione tecnico-amministrativa, di esclusiva competenza delle direzioni generali (approvvigionamento e/o produzione del materiale fino alla sua distribuzione; recupero e alienazione); - funzione statistico-contabile (gestione delle scorte e controllo dei consumi e delle giacenze), di esclusiva competenza dell'Ispettorato logistico; - funzione tecnico-logistica di distribuzione, conservazione, mantenimento (logistica del mate riale) di competenza - su direttiva dello Stato Maggiore - dell'Ispettorato logistico ma anche delle direzioni generali interforze (limitatamente all'acquisto e alla manutenzione contrattuale unificata - 4° grado). In quest'ultima funzione vi sono perciò possibili aree di sovrapposizione di compiti e responsabilità tra Ministero e Stato Maggiore, tenendo presente che la responsabilità tecnico-logistica della gestione dei mezzi e degli Enti e Servizi di supporto compete allo Stato Maggiore, perché va vista come parte integrante e inscindibile dell'attività operativa. Risultano invece ben delimitate le responsabilità nel campo tecnicoamministrativo, proprie delle direzioni generali che rispondono al Ministro dell'utilizzazione dei fondi assegnati. Alla responsabilità logistica e tecnico-militare non fa riscontro la responsabilità dell'amministrazione di capitoli di bilancio; gli atti amministrativi eventuali riguardano l' utilizzazione di fondi accreditati dalle direzioni generali del Ministero agli organi periferici. L'organico iniziale dell'Ispettorato logistico, che si voleva molto leggero, gradualmente si trasforma e diventa assai complesso, con impiego di cospicuo numero di personale. Nel 1967 l' Ispettorato assume alle dipendenze - limitatamente alla logistica dei materiali - i Capi dei Servizi logistici, e nel 1972 si articola su: - generale Ispettore e generale vice - Ispettore; - uffici direttamente dipendenti (coordinamento; STAMECO-statistica, meccanografia e codificazione; studi; armi, munizioni e materiali NBC; materiali del genio e delle trasmissioni; materiali dell' ALE); - 3 uffici e 1 sezione dipendenti tramite i rispettivi Capi dei Servi-
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zi (materiali di sanità, commissariato, motorizzazione e Servizio veterinario). Nel 1973 sono istituiti (nell'ambito dell'ufficio STAMECO) 7 nuclei di codificazione materiali (sanità e veterinario; commissariato; armi, munizioni e materiali NBC; genio; trasmissioni; motorizzazione; ALE) e sono sciolti i nuclei codificazione periferici. Questo assetto dura fino alla ristrutturazione del 1975, con una forza organica che dai 54 ufficiali, 25 sottufficiali e l 7 civili del 1967 nel 1974 risulta aumentata a 99 ufficiali, 56 sottufficiali, IO militari di truppa e 99 civili. La ripartizione delle competenze logistiche tra Stato Maggiore e Ispettorato logistico - che, in pratica, assume il ruolo assegnato dagli stud'i del 1955 e dalla regolamentazione alla Intendenza generale - dura fino al 1976, quando l'Ispettorato viene fuso con il IV reparto dello SME, il quale assume la nuova denominazione di IV reparto/Ispettorato logistico (Circ. SME n. 100/154 in data I 2 aprile 1976). Il provvedimento si ripromette i seguenti obiettivi: - sviluppare secondo linee maggiormente unitarie il complesso delle attività logistiche, dalla programmazione degli approvvigionamenti al controllo della gestione; - semplificare i rapporti fra i diversi Enti e, in particolare, ridurre il numero degli interlocutori con le direzioni generali; - creare le premesse per l'auspicabile adozione di procedure più rapide; - ridurre l'impiego di personale, che, come si è vi sto, nel 1975 era più che raddoppiato. Sempre secondo la Circ. SME n. 100/154, il nuovo IV reparto/lSPEL, ha il compito di "provvedere alla programmazione degli approvvigionamenti sia per il potenziamento, sia per il funzionale e di coordinare le attività di organizzazione, direzione, controllo e gestione dei Servizi". Sono contemporaneamente costituiti alle piene dipedenze dello SME i Comandi dei Servizi Lngistici dell'esercito (sanitari; di commissariato; trasporti e materiali; di amministrazione) corrispondenti all'aggruppamento delle attività funzionali previste dalla nuova dottrina logistica per funzioni, al momento ancora in corso di elaborazione (vds. capitolo X). Detti Comandi autonomi sono composti dai Capi dei rispettivi Servizi con proprio ufficio, e hanno il compito principale di provvedere a organizzazione, direzione, controllo e gestione del rispettivo Servizio nel quadro delle diretti ve deilo SME. Il Capo del IV reparto/ISPEL dipende dal Sottocapo di SME. I Capi dei Servizi logistici che sono caratterizzati dall'esistenza di uno specifico ruolo di ufficiali conservano una duplice dipendenza (direttamente dal Capo di SME per i compiti d'istituto e dal Capo del IV rep/lSPEL per le attività logistiche relative ai materiali). Il Capo del Servizio di amministrazione e il relativo ufficio costituiscono il Comando del Servizio di amministrazione e mantengono invariati compiti, attribuzioni e dipendenze.
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L'unificazione del IV reparto con l'Ispettorato logistico comporta un riassetto generale degli organi dello Stato Maggiore preposti alla branca logistico-amministrativa e finanziaria, anche se per il momento rimane invariata l'articolazione dello SME in 5 reparti. In data 21 febbraio 1976 l'ufficio bilancio si trasforma in ufficio generale programmazione finanziaria, al quale competono: - l'attuazione della politica finanziaria dello SME (aree di gravitazione della spesa, ripartizione delle risorse finanziarie tra i vari settori discrezionali ecc.); - l'impostazione e aggiornamento della programmazione tecnico-finanziaria; - la formazione, gestione e controllo del bilancio annuale dell'esercito; - l'amministrazione del personale dello SME e di altri organi centrali dell'esercito e la gestione dei relativi materiali. Con la nuova organizzazione, il IV reparto/ISPEL deve rivoluzionare la tradizionale articolazione interna in uffici, in modo da poter svolgere sia le funzioni concettuali e di comando in campo logi stico che prima competevano allo Stato Maggiore, sia quelle di carattere organizzativo e funzionale tipiche dell'Ispettorato logistico autonomo. Al Capo del IV reparto /ISPEL con Jet. n. 100/ 154 in data 12 aprile 1976 dello SME (allegato B) sono assegnate nuove e più ampie attribuzioni che si riassumono nell'organizzazione, direzione e controllo della attività logistica, mediante: - consulenza del Capo e Sottocapo di SME in campo logistico ; - approvazione dei progetti di programmazione per il potenziamento e l'ammodernamento e di quelli per il funzionamento, compilati d'intesa con i Comandi dei Corpi e Servizi logistici e con l'Ispettorato delle trasmissioni (limitatamente al settore delle telecomunicazioni infrastrutturali); - emanazione di direttive per la pianificazione e organizzazione logistica di campagna e territoriale; - collaborazione con gli altri reparti per l'elaborazione della dottrina logistica e della pianificazione operativo-logistica, e per la definizione dei lineamenti dell'organizzazione logistica, degli organici degli Enti logistici e delle dotazioni delle unità; - approvazione della regolamentazione tecnico-logistica elaborata dai Comandi dei Corpi e Servizi logistici e dall'Ispettorato delle trasnùssioni; - definizione della ripartizione dei materiali approvvigionati sulla base degli obiettivi di forza da conseguire, della politica di gestione dei parchi materiali e della ripartizione tra g li organi territoriali dei fondi occorrenti per le attività logistiche; - coordinamento d'intesa con i Capi dei Corpi e Servizi logistici e con l 'Ispettorato delle trasmissioni (per il settore telecomunicazioni infrastrutturali) della definizione delle esigenze di personale da impiegare nelle unità ed Enti logistici; coordinamento delle direttive per l'addestramento del personale impiegato nel settore logistico elaborate dai Comandi dei Corpi e Servizi logistici.
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Alla complessità dei compiti prima indicati corrisponde inevitabilmente la complessità della struttura interna del l V reparto/lSPEL, che comprende due nuovi uffici - programmi di approvvigionamento e organizzazione logistica - derivanti rispettivamente dalla trasformazione dell'Ufficio Servizi dello SME e dall'ufficio coordinamento e studi dell'ISPEL autonomo. In totale, il neo-costituito IV reparto/ISPEL si articola in 6 uffici: - ufficio programmi di approvvigionamento (proposte di programmazione tecnico-finanziaria nei settori del rinnovamento e funzionamento dei materiali - politica dei materiali; definizione dei singoli programmi; controllo, valutazione e approvazione dei progetti di programmazione r~datti dai Comandi dei Corpi e Servizi logistici; emanazione di disposizioni esecutive alle direzioni generali del Ministero); - ufficio ricerche e studi (pianificazione, programmazione, direzione e coordinamento delle attività di ricerca e sviluppo dei materiali per ammodernamento, previa definizione delle esigenze operative di base; omologazione dei nuovi materiali, previa valutazione delle relazioni tecniche redatte dagli organi tecnici e delle "relazioni d'impiego" redatte dalle scuole e dalle unità interessate alla sperimentazione dei materiali e dei prototipi; proposte di studi ed esperienze al consiglio tecnico scientifico della difesa, per il finanziamento interforze); - ufficio organizzazione logistica (studi logistici; valutazione e coordinamento della regolamentazione tecnico-logistica elaborata dai Comandi dei Corpi e dei Servizi logistici; direttive per la pianificazione e l'organizzazione logistica territoriale e di campagna; politica e controllo gestionale dei parchi; definizione della politica delle scorte; ripartizione tra gli organi territoriali dei fondi per le attività logistiche; direttive per le requisizioni di emergenza); - ufficio infrastrutture (proposte di programmazione tecnico-finanziaria concernenti il patrimonio immobiliare dell'Esercito; definizione dei programmi annuali; emanazione delle direttive di programmazione cd esecuzione alle direzioni genio territoriali di Regione; problemi connessi con servitù militari, dismissioni e perdite di immobili, realizzazione ed acquisto di alloggi; acquisizione di aree addestrative); - ufficio movimenti e trasporti (studi sull' organizzazione e funzionamento dei trasporti di interesse militare; impiego degli organi dei trasporti in pace e disposizioni per l'impiego in guerra; pianificazione dei movimenti e dei trasporti in situazioni d'emergenza e relative predisposizioni; direttive e controllo dell'impiego del reggimento genio ferrovieri); - ufficio STAMECO (statistica, meccanografia e codificazione). Il maggior peso assunto dalla pianificazione finanziaria e dall'informatica porta infine a costituire in data 31 ottobre 1977 il VI reparto dello SME (pianificazione-programmazione finanziaria e bilancio), su una sezione pianificazione e due uffici (I programmazione finanziaria e bilancio, II per l'informatica). La sezione pianificazione elabora, in proprio, documenti di pianificazione e svolge funzioni di segreteria per-
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manente delle riunioni periodiche di carattere decisionale in ambito SME. L'ufficio programmazione finanziaria e bilancio svolge le attribuzioni già previste in precedenza per l'ufficio generale programmazione finanziaria autonomo. All'ufficio per l'informatica competono: - studio, realizzazione, gestione e controllo del sistema informatico di supporto dell'esercito; - direzione, coordinamento e controllo tecnico-finanziario dei centri di calcolo elettronico dell'esercito. La nuova soluzione ha indubbiamente aspetti positivi, perché assicura allo SME una maggiore unitarietà e immediatezza di azione in campo logistico. Concorre a determimrrla anche la possibilità di avvalersi, per l'attività statistica e gestionale, della meccanizzazione della gestione dei materiali alla quale corrisponde la costituzione di un apposito ufficio. Nella pratica quotidiana, non sempre è possibile distinguere tra funzione di comando e organizzativa in campo logistico. Tuttavia, riferendoci anche alla esperienza storica della seconda guerra mondiale (Cfr. il precedente capitolo III e il Voi. III - capitolo VI) si deve constatare che il pericolo di un eccessivo accentramento (e del conseguente appesantimento dello Stato Maggiore Esercito con attività specifiche di mera gestione e organizzazione diverse dalla funzione concettuale di comando e di indirizzo che gli è propria) è tutt'altro che scomparso, specie in caso di operazioni belliche di un certo impegno e/o di guerra integrale. Per farlo scomparire, occorrerebbe un diverso bilanciamento delle competenze tra direzioni generali, Stato Maggiore della Difesa e Stati Maggiori di forza armata, con tendenza dello Stato Maggiore Difesa ad assorbire e unificare funzioni logistiche ora proprie degli organi del Ministero e/o degli Stati Maggiori di forza annata. Non vi è dubbio che questi ultimi, allo stato dei fatti, risultano eccessivamente gravati da attribuzioni organizzative e gestionali che fino al 1947 erano proprie dei Ministeri di forza armata e di organi collaterali.
8. La figura del Segretario generale - Direttore generale degli armamenti36 Anche in riferimento alle soluzioni prima descritte, l'esame della figura del Segretario generale e delle modifiche che subisce consente di constatare quanto sia accidentato il percorso - da tutti auspicato - verso un riequilibrio e una più chiara delimitazione di poteri e responsabilità degli organi centrali, prima di tutto nel campo logistico - amministrativo.
36 Cfr . soprattutto, in merito, I. Sciarretta, Op. cit., pp. l 71-173; V. Ilari, in AA. VV., Storia delle Forze Armate ... (Cit.), pp. 115-123; C. Jean, L 'ordinamento ... (Cit.), pp. 86-92; C. Bess, Considerazioni sul vertice militare, "Rivista Militare" n. 5/1978.
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Come già si è accennato, il ruolo degli Stati Maggiori - e in particolare del Capo di Stato Maggiore de11a Difesa nel campo tecnico amministrativo e degli studi e ricerche - va confrontato con quello del Segretario generale, che secondo l'Art. 4 del D.P.R. n. 1478 del 1965 - dà concrete direttive per l'attuazione degli indirizzi generali segnali dal Ministro nel campo tecnico-amministrativo; - coordina gli affari di maggiore importanza delle direzioni generali e degli uffici centrali.
Per svolgere questi compiti (assai impegnativi visto il numero degli Enti da coordinare), il Segretario generale nel 1956 - 1966 dispone di un ufficio assai ridotto (un ufficiale generale o ammiraglio capo ufficio, un segretario, non più di 15 ufficiali delle tre forze armate o impiegati della carriera direttiva, non più di 24 sottufficiali o impiegati della carriera esecutiva). Il D.M. 30 gennaio 196637 sopprime (Art. 2) i tre Segretari generali di forza armata, sostituiti dal predetto Segretario generale che - a mente dell'Art. 3 del predetto decreto - si avvale dei seguenti organi: - Segreteria; - ufficio ordinamento e affari del personale; - ufficio affari tecnici (produzione - approvvigionamento - infrastrutture - demanio - contratti e questioni amministrative); - ufficio affari vari. La Determinazione Ministeriale 3 I gennaio 1966 sulla riorganizzazione del Ministero della Difesa stabilisce inoltre che a decorrere dal 1° febbraio 1966 e fino alla data di costituzione dell'ufficio centrale per gli allestimenti militari , l'ufficio centrale allestimenti militari di cui alla circolare n. 2/PA/54002 del 1° gennaio 1954 ferma restando la sua dipendenza dal Ministro - ~ collocalo presso il Segretario generale del Ministero della Difesa, il quale si avvale di esso per l'esercizio delle funzioni di cui all'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica I R novembre I 965 , n. 1478.
Secondo Jean e Ilari, il D.P.R. n. 1478 intenderebbe collocare la figura del Segretario generale al vertice dell' area tecnico-amministrativa della Difesa, in posizione analoga e corrispondente a quella occupata per l'area tecnico-operativa dal Capo di Stato Maggiore della Difesa. Ma se si confrontano i contenuti del D.P.R. n. 1478 con quelli del già esaminato D.P.R. n. 1477 sulle attribuzioni dei Capi di Stato Maggiore, ci si trova davanti a un contrasto troppo evidente tra questo supposto intento e le attribuzioni dei Capi di Stato Maggiore, tanto piu che lo stesso D.P.R. n. 1478 stabilisce che i Capi degli Uffici Centrali e i direttori generali dipendono direttamente dal Ministro (e non dal Segretario generale che non costituisce tramite gerarchico) e comunque, come osserva
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GU 4 febbraio 1966, n. 30.
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Io stesso Jean, "sono in numero tale (ben 24 Enti) e di natura talmente eterogenea non permettere l 'esercizio di un'azione veramente unitaria". 38 Questa limitazione - di diritto e ancor più di fatto - dei poteri del Segretario generale ne fa, appunto, un Segretario del Ministro nel senso generale, classico del termine, senza autonomi poteri e responsabilità e senza autonoma sfera d' azione, che si muove solo su imput del Ministro stesso. Lo stesso, semplice potere di coordinamento, a parte le difficoltà pratiche di esercitarlo su una pletora di organi con competenze spesso affini o sovrapposte, si rivela piuttosto sterile e comunque poco efficace se non è accompagnato da una precisa e decisa preminenza gerarchica e da un'autonoma responsabilità decisionale. E già si è visto che secondo il D.P.R. n. 1477, il Capo di Stato Maggiore della Difesa (Art. 2) dà al Segretario generale - che lo deve tenere al corrente del procedere dei programmi - e alle direzioni generali tecniche "le direttive d' ordine tecnico-militare necessarie per l'attuazione dei programmi approvati dal Ministero della Difesa", stabilisce (Art. 5) l'indirizzo degli studi e delle ricerche comuni a più forze armate, dà direttive in merito e mantiene per delega del Ministro i rapporti con gli altri Ministeri, dichiara a nome del Ministro nei consessi militari internazionali l'indirizzo nazionale nel campo delle attività tecnico-scientifiche, e infine ha alle sue dipendenze gli organi tecnico-militari e gli istituti scientifici interforze. Dal canto loro i Capi di Stato Maggiore di forza armata, nel quadro della loro autonoma responsabilità nel campo logistico-amministrativo, impartiscono direttamente alle direzioni generali (Art. 9) le direttive tecnico-militari necessarie per la migliore realizzazione dei programmi tecnico-militari approvati dal Ministro, e definiscono i programmi, ricerche e studi e sperimentazioni d'interesse della Forza armata: tutti poteri che, di fatto, escludono ingerenze del segretario. Dopo l'esame contestuale dei D.P.R. 1477 e 1478 si deve quindi concludere che, anche nel 1965-1966, l ' intento del legislatore non può essere quello di creare una figura militare preminente nell' area tecnicoamministrativa da affiancare al Capo di Stato Maggiore della Difesa, a sua volta (bene o male) al vertice dell'area tecnico- operativa. Loscopo che persegue il legislatore è invece, a parer nostro, abbastanza chiaro e più modesto: mettere a disposizione del Ministro (civile) un elemento tecnico, un aiutante o coadiutore o coordinatore e consigliere che gli consenta di meglio esercitare nella complessa area tecnico-amministrativa poteri e responsabilità che solo a lui competono, senza intaccare troppo - al tempo stesso - gli autonomi poteri dei Capi di Stato Maggiore. Una figura, dunque, tutto sommato di basso profilo, alla quale per il momento non sono nemmeno attribuite funzioni di consulenza; un organo che gli Stati Maggiori di forza armata possono ignorare e al quale il Ca-
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C. Jean, l'ordinamento ... (Cit.), p. 87.
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po di Stato Maggiore della difesa può impartire direttive. Diversamente dal Segretario generale, infatti, i Capi di Stato Maggiore sono titolari di autonomi poteri, facoltà e responsabilità, e diversamente dal Segretario generale costituiscono anello gerarchico nei confronti del Ministro e hanno poteri di consulenza. Per forza di cose, i poteri del Segretario generale devono essere successivamente accresciuti specie nel campo della produzione di armamenti , sia per esigenze internazionali (Conferenza dei direttori nazionali degli armamenti della NATO - CNAD e costituzione dell'lndipendent Eurnpean Program Group - IEPG) sia per esigenze interne (necessità di mediare le posizioni spesso divergenti dei numerosissimi interlocutori militari e civili interessati alla produzione di armamenti - Stati Maggiori, direzioni generali, vari Ministeri a cominciare da quelli degli Affari Esteri, dell'Industria e delle Partecipazioni Statali, ecc.). Dopo il 1965-1966 si determina, cioè, una situazione che impone la creazione di un organo direttivo ad hoc, capace di gestire unitariamente gli atti amministrativi e tecnici necessari per trasformare in concreti programmi la politica degli armamenti delle forze armate. Si tratta di una figura di adeguato rilievo gerarchico e istituzionale che non può essere il Capo di Stato Maggiore della Di resa (o, per lui, il Sottocapo), appunto perché deve appartenere all'area tecnico-amministrativa e non a quella tecnico-operativa. Si tratta, infatti, di operare in tre diversi settori: gli organi della difesa (direzioni generali e stabilimenti militari), le industrie private nazionali e i Governi e le industrie stranieri. Pertanto, con il D.M. 24 novembre 1978 sono attribuite al Segretario generale anche le funzioni di direttore nazionale degli armamenti (DNA) con il compito di rappresentare l' Italia in tutti i fori internazionali che trattano di ricerca, sviluppo e produzione, e con poteri di coordinamento dei vari Enti nazionali interessati alla produzione di armamenti. In particolare, il DNA secondo il decreto del 1978 deve: - fornire al comitato dei Capi di SM elementi di valutazione relativi ai programmi di ricerca, sviluppo, produzione e approvvigionamento, anche allo scopo di evitare duplicazioni di iniziative con conseguente dispendio di risorse e di valutare la opportunità di proseguire determinati programmi; - mantenere rapporti con l'estero, con l'industria militare nazionale, con gli organi interministeriali e con que lli di altre Amministrazioni dello Stato; - "seguire e coordinare" i programmi di acquisto all'estero, gli accordi di coproduzione e le commesse affidate all' industria nazionale, allo scopo di affrontare la relativa problematica con visione unitaria e interforze; - fare agli Enti e organi competenti proposte dirette a "armonizzare gli obiettivi della difesa in materia di ricerca, sviluppo, produzione e approvvigionamento con la politica economico-industriale e tecnico- scientifica nazionale"; - esercitare, a tal fine, una funzione di indirizzo e di orientamento
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dell'industria nazionale degli armamenti, di concerto con il Ministero dell'industria e gli altri Ministeri interessati, e curare i relativi contatti con gli istituti universitari e scientifici e le personalità ad alto livello del settore scientifico e produttivo pubblico e privato. Le ragioni del provvedimento sono ben illustrate nel para. 18 del Libro bianco della difesa 1977 (p. 306). Esse sembrano derivare unicamente da preoccupazioni di rappresentanza in ambito internazionale, e non considerano a sufficienza le esigenze funzionali interne e le turbative che ne derivano nelle attribuzioni dei Capi di Stato Maggiore: A differenza di quanto avviene in alLre Nazioni europee (Regno Unito, Francia, Repubblica Federale di Germania), l'organizzazione de l Ministero della Difesa - strutturata ordinativamente in accordo con la legislazione sulla contabilità generale de llo Stato non prevede una sola Autorità tecnicamente responsabile de lle attività relative alla " ri cerca", allo "sviluppo" e alla "produzione" degli armamenti. Attualmente, le responsabilità sono suddivise, per legge, tra: il Capo di Stato Maggiore della Difesa, per quanto riguarda l'indirizzo degli studi e delle ricerche comuni a più Forze Armate; i Capi di Stato Maggiore di Forza Annata, per gli studi, le ricerche e le esperienze riguardanti sistemi di arma di Forza Armata; i Direttori Generali - coordi nati dal Segretario Generale - cui fa capo la attuazione delle direttive, nella area tecnicoamministrativa, per l' approvvigionamento dei materiali d' armamento. L ' opportunità che, in ambito internazionale, il settore degli armamenti sia rappresentato in maniera univoca ha consigliato finora - in mancanza di una figura giuridica specifica - di affidare tale incarico al Presidente del Consiglio Tecnico Scientifico. Tale soluzione di compromesso si è rivelata, tuttavia, non pienamente rispondente, soprattutto in quanto l'attività istituzionale del Presidente del Consiglio Tecnico Scien tifico è circoscritta esclusivamente al campo dell a ricerc:i interforze e non entra nel merito dello ..sviluppo" e della "produzione" che, peraltro, costituiscono - coinvolgendo ampiamente molti settori di attività - le fasi più complesse dell'intero ciclo. Sono in corso studi intesi ad istituire la carica di "Direttore Nazionale degli Armamenti" e a definire l'area (tecnico-operativa, oppure tecnico-amministrativa) della sua collocazione, allo scopo di affidare ad un solo responsabile il coordinamento ed il controllo dell'intera gamma di attività relative alla "ricerca", alto "sviluppo" e alla "produzione" degli armamenti .
Nel frattempo nascono problemi - non differibili - per la ridistribuzione di poteri e responsabilità sancita dai D.P.R. n. 1477 e n. 1478 del 1965. Infatti oltre ad ampliare notevolmente i poteri attribuiti al Segretario generale dall'Art. 4 del sempre valido D.P.R . n. 1478 del 1965, le sue nuove attribuzioni incidono direttamente su quelle assegnate dal D.P.R. n. 1477 al Capo di Stato Maggiore della Difesa, che tra l'altro dispone nel IV Reparto di un "ufficio di collegamento Difesa - Ministero Industria, Commercio e artigianato". Esse inoltre configurano, sotto certi aspetti, un potere di controllo e sindacato sull'operato in materia di studi, ricerche e logistica di produzione degli Stati Maggiori di forza armata, e svuotano le già citate attribuzioni dell'ufficio centrale degli allestimenti militari del Ministero (che dovrebbe rimanere alle dipendenze dirette del Ministro, ferma restando la possibilità del Segretario generale di avvalersene e la collocazione provvisoria nel suo Ufficio). Contestualmente all'emanazione del D.M. 24 novembre 1978, sarebbe stata pertanto necessario introdurre una serie di modifiche ai D.P.R. n. 1477 c n. 1478 del 1965, che invt:u~ hanno conservato, da al-
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lora, piena validità. Pertanto il D.M. 24 novembre 1978 non viene registrato, anche se il Segretario generale svolge di fatto le attribuzioni da esso previste e anzi amplia ulteriormente i suoi poteri, assorbendo nel 1979 buona parte delle competenze del consiglio tecnico-scientifico della difesa (CTSD). Inoltre, come già si è visto, l'Art. 6 della legge 20 febbraio 1981 istituisce nell'ambito dell'ufficio del segretario generale un reparto per il coordinamento amministrativo con alle dipendenze la direzione amministrazione interforze. Per mezzo di questo reparto, il Segretario generale acquista anche un potere di coordinamento dell'attività di tutte le direzioni di amministrazione, la facoltà di emanare disposizioni amministrative agli Enti e reparti, e un potere di controllo statistico-economico della spesa militare. Questa acquisizione progressiva di poteri e di organi per esercitar1i non può essere disgiunta dal progressivo superamento della scarna struttura iniziale dell'ufficio del segretario generale, che oltre a diversi uffici autonomi arriva a comprendere 4 reparti, dei quali il primo concernente l'ordinamento e il personale e gli altri 3 di interesse logisticoamministrativo (II-coordinamento amministrativo; III-approvvigionamenti, mantenimento e alienazione; IV-pianificazione finanziaria, programmazione bilancio, ricerca e sviluppo ). Il rafforzamento dei poteri del Segretario generale e l'attribuzione allo stesso della carica di Direttore Nazionale degli Armamenti non risolve né il problema di un equilibrato e funzionale assetto del vertice dell'area tecnico-amministrativa, né quello della direzione unitaria del settore degli armamenti. Scrive, in merito, Carlo Bess nel 1978, subito dopo l'attribuzione al Segretario generale della nuova carica: Il problema del Direttore Nazionale degli Armamenti è essenziale. Allualmente le attività <li tale settore v itale, non solo per la difesa ma anche per l 'industria nazionale deg li armamenti. sono condotte, pur nel rispetto di precise disposizioni legi slative, in modo frammentario e talvolta in un quadro di reciproca indipendenza, da più organismi facenti capo a diverse Autorità (Staio Maggiore della Difesa e di Forza Armata, Consiglio Tecnico Scientifico della Difesa - Allcsdife, Direzio ni Gene rali "Tecniche", ecc.). Appare evidente che. come già avvie ne neg li altri Stati occi<lenlali, l'organizzazione della ric erca, svi luppo e produzione degli armamenti dovrebbe far capo ad un organismo unitario, responsabile dell 'intera atlività e dotato dei necessari poteri: in primo luogo per assicu rare la reale integrazione del settore, la sua armonizzazione con la politica economica e industriale della Nazione e il concorso alla difesa di tutte le capacità scientifiche, tecnologiche e produtti ve dell'intero Paese ; in secondo luogo, per esprimere in sede internazionale una personalità che abbia adeguata autonomia, competenza ed autorevolezza, per garantire un' incisiva promozione degli interessi nazionali. Questo aspetto~ particolarmente delicato, data la sempre maggiore importanza della standardizzazione dei sistemi di arma per la difesa dell 'occidente e l'impossibilità o quanto meno la non convcnicni.a di produrre mezzi sofisti cati in ambito solo nazionale, con conseguente aumento delle coproduzioni con gli altri Stati. La recente attribuzione al Segretario Generale della Difesa della carica di Dire ttore Nazionale degli Armamenti pone le premesse per colmare tale gravissima lacuna. Essa avrà però un significato solo formale e un'influenza solo epidermica, qualora a tale Autorità non venisse attribuita una effettiva possibilità di direzione e di coordinamento, procedendo alle necessarie modifiche almeno del D.P.R. 1478. Qualsiasi struttura, concepita nel quadro delle attuali disposizioni legislative, non consentirebbe infatti una direzione veramente unitaria nel settore dello sviluppo e dell'acquisizione
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degli equipaggiamenli. E' d'uopo notare che l'altribuzione al Segretario Generale della carica ne amplierà notevolmente poteri e responsabilità, ponendo il problema dell 'opportunità di mantenere unitaria, come lo è ora, l'intera area tecnico-amministrativa della difesa, o in alternativa, di scinderla in due settori, uno "amministrativo", affidato ad un Segrelario Generale della Difesa e uno prevalentemente "tecnico", affidato ad un Direttore Nazionale degli Armamenti di pari rango e anch'egli membro del Comilato dei Capi di Stato Maggiore. In conclusione, da quanto prima accennato appare evidente che l'attuale assetto del vertice militare, sia nella parte tecnico-militare sia in quella tecnico-amministrativa, merita una profonda revisione. L'integrazione interforze a livello decisionale, interessante cioè essenzialmente la pianificazione dello strumento difensivo, va perseguita modificando le attuali strutture del vertice tecnico-militare. E' ben evidente c he sono del pari necessarie profonde modifiche del vertice tecnico-arnrninislrativo, sia per assicurarne una maggiore incisività e coerenza d 'azione, sia perché una effettiva integrazione interforze de ll'area costituisce la necessaria premessa per un 'i ntegrazione interforze a livello periferico, eliminando la duplice azione di funzioni e di organi ora esis tente fra le organizzazioni separate di Forza Armata e realizzando economie di personale e finanziarie. 39
Nel 1981 la situazione non è cambiata. In certo senso, il caso particolare del Segretario generale ben riassume i perduranti limiti dei decreti del 1965, e fornisce anche indicazioni sulle possibili soluzioni da adottare.
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C. Dcss, Art. cit..
CAPITOLO Xll
ASPETTI LOGISTICO-AMMINISTRATIVI DELL'AMMINISTRAZIONE CENTRALE DELLA DIFESA: ORGANISMI CONSULTIVI E PREPOSTI ALL'AREA TECNICO-INDUSTRIALE, VERTICI DEI SERVIZI LOGISTICI, CORPO TECNICO (1944 - 1981 ).
1. Premessa
Gli effettivi poteri del Ministro e degli Stati Maggiori e le caratteristiche salienti del vertice politico-militare influenzano, naturalmente, l' intera organizzazione centrale e periferica della difesa. Al tempo stesso, Ministero e Stati Maggiori risentono - in senso inverso - del numero e ruolo degli organismi di consultazione e di gestione previsti a ciascun livello, e dell'assetto di vertice dei Servizi logistici. Più che componenti secondarie e fattori complementari, questi organismi sono spesso architravi capaci di caratterizzare anch'esse - di diritto e ancor più di fatto - l ' intero sistema e hanno rapporti di stretta interdipendenza con la catena gerarchica e l'area tecnico-operativa, concorrendo a definirne la posizione rispetto al potere politico e anche i rapporti con il grande serbatoio di alimentazione rappresentato dalle risorse economiche, industriali e agricole della nazione. Ciò accade perché, in senso generale, tra potere giuridico e potere reale vi è sempre un iato, che nasce da interferenze di fatto, omissioni, situaz ioni preesistenti e poteri collaterali o subordinati che nessuna norma o provvedimento di legge può appieno prevedere. Un esame limitato a un solo organismo (o a un solo organismo di vertice o a un solo settore) non darebbe perciò risultati probanti e potrebbe essere fuorviante.
2. Gli organi consultivi (consiglio supremo di difesa, consiglio superiore
delle forze armate, comitato dei Capi di SM) Nel quadro della politica di smantellamento delle strutture belliche che porta ad abolire il Ministero della produzione bellica, nel 1944 viene abolita anche la commissione suprema di difesa creata negli anni Venti, organo non solamente consultivo ma con un ruolo operativo e di indirizzo generale che bene o male, anzi più male che bene, aveva assicurato il l;OOrdinamento tra politica militare e politica di difesa e si
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curezza fino al tennine della seconda guerra mondiale (vds. precedente capitolo IV e Voi. JJI, capitoli IV e VIII). Si determina così, nell'organizzazione della nazione per la guerra, una vacatio legis che da allora in poi non è stata più riempita del tutto. Con D.L.L. 31 maggio 1945, n. 345 si istituisce "transitoriamente" un comitato di difesa, "per lo studio di particolari questioni militari o comunque riguardanti la difesa nazionale". E' presieduto dal Presidente del Consiglio, assistito dal Capo di Stato Maggiore Generale, e ne fanno parte i Ministri degli esteri e del tesoro, i tre Ministri militari assistiti dai rispettivi Capi di Stato Maggiore, il Ministro per l'Italia occupata. Il Presidente del Consiglio dei Ministri può inoltre chiamare a farne parte altri Ministri, per questioni attinenti alla rispettiva competenza. Il comitato ha come segretario un Sottosegretario di Stato militare, designato dal Presidente del Consiglio. Le sue conclusioni sono sottoposte da quest'ultimo al Consiglio dei Ministri . Il comitato di difesa, che lo stesso decreto istitutivo definisce transitorio, nasce evidentemente per esigenze contingenti e viene sciolto nel 1947. In tale anno rimangono però in vita gli organi consultivi di forza armata (consiglio dell 'esercito; consiglio superiore di marina riformato con D.L.L. 1° febbraio 1945, n. 123 ~ consiglio superiore dell'aeronautica di cui al D .L. 14 aprile 1948, n. 1011). L'unica sede consultiva interforze nello stesso anno 1947 è pertanto quella prevista dal D.L.C.P.S. 10 maggio L947, n. 306 recante norme per l'organizzazione del Ministero della difesa, il cui Art. 5 - come si è visto al precedente Capitolo XI - prevede che per il comune indirizzo nella formazione del bilancio il Ministro si avvalga di un comitato composto dai Capi di Stato Maggiore e dai Segretari generali delle tre forze armate, al quale partecipano i capi degli uffici distaccati presso ciascuna delle tre forze armale per il coordinamento dei servizi del bilancio e amministrativi. Nell'estate 1950, un mese dopo lo scoppio della guerra di Corea, viene istituito con legge 28 luglio 1950 n. 624 il consiglio supremo di difesa, organo previsto dalla Costituzione, con ruolo analogo anche se più ridotto rispetto alla vecchia commissione suprema di difesa. Ha iJ compito di "esaminare i problemi generali politici e tecnici attinenti alla difesa nazionale e determinare i criteri e fissare le direttive per l'organizzazione e il coordinamento delle attività che comunque la riguardano". E ' presieduto dal Presidente della Repubblica, ed è com posto dal Presidente del Consiglio dei Ministri (con funzioni di vice-presidente), da 5 Ministri (esteri, interno, tesoro, difesa, industria e commercio) e dal Capo di Stato Maggiore della Difesa. Quando il Presidente lo ritiene opportuno, possono essere convocati alle riunioni del consiglio i Capi di Stato Maggiore di forza armata, nonchè esperti in campo scientifico, industriale, economico e militare e i Presidenti di vari Enti (comitato interministeriale per la ricostruzione, consiglio nazionale delle ricerche, istituto centrale di statistica, corpi consultivi delle forze armate e altri organi consultivi). 11 consiglio supremo di difesa si riunisce almeno due volte ali' an-
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no; è inoltre convocato da1 Presidente della Repubblica tutte le volte che se ne ravvisa la necessità, di propria iniziativa o su proposta del Presidente del Consiglio. Dispone di un segretario con proprio ufficio nominato dal consiglio stesso al di fuori de1 suo seno, il quale raccoglie ed elabora - secondo le direttive de1 consiglio - tutti gli elementi relativi alle questioni da sottoporre al consiglio stesso, coordina 1e relative deliberazioni e ne predispone l'attuazione da parte degli organi competenti. A tale scopo, il segretario può chiedere direttamente a pubbliche amministrazioni, Enti o imprese tutti g1i elementi e i dati necessari per lo studio e la trattazione delle questioni da sotto porre al consiglio. Diversamente da quanto sostengono alcuni studiosi, il nuovo organismo non ha compiti e strutture molto differenti da quelle che il R.D. - legge 4 gennaio 1925, n. 123 attribuiva (vds. Yo1. lii - capitoli IV e VIII) alla commissione suprema di difesa, che ai sensi dell'Art. l del predetto decreto era un organo interministeriale istituito "allo scopo di coordinare la risoluzione delle questioni attinenti alla difesa nazionale e di stabilire le norme per lo sfruttamento di tutte le attività nazionali al fine dei la difesa stessa" ed era presieduto dal Capo dc1 Governo, organo operativo con ampi poteri. Vero è, però, che la legislazione s uccessiva (legge 8 giugno 1925, n. 969 sull'organizzazione della nazione per la guerra; T .U. di cui al R.D. 8 gennaio 1928, n . 165) accentua per la commissione suprema difesa un ruolo operativo che è assai meno esplicito nelle attribuzioni del consiglio supremo di difesa del 1950, soggette a controversi pareri perché si tratta di un organo presieduto non dal Capo del Governo - come tale ai sensi de11' Art. 95 della Costituzione responsabile, con il Governo stesso, anche della politica di sicurezza, di difesa e militare - ma dal Presidente de11a Repubblica, che pur essendo capo delle forze armate ai sensi dell'Art. 90 della Costituzione non è responsabile degli atti compiuti nell' esercizio delle sue funzioni, anche se rappresenta l'unità nazionale e quindi, per altro verso, con il suo ruolo super partes accresce l'autorevolezza e la rilevanza istituzionale de1 consiglio. Si deve inoltre notare che le leggi degli anni Venti attribuiscono espressamente a11a commissione suprema di difesa organi consultivi di grande rilievo (comitato degli ammiragli, consiglio dell' esercito, comitato tecnico della R. Aeronautica, e soprattutto il comitato per la mobilitazione civile) mentre la legge del 1950 con molta minore enfasi cita tutta una serie di organi e di esperti dei quali il consiglio si può avvalere, in tal modo "annacquando" i1 raccordo tra il consiglio e i principali organi consultivi militari. Infine le leggi degli anni Venti - e ancor più quelle successive - danno a11a segreteria generale della commissione suprema di difesa (retta da un generale) un ruolo operativo e gestionale crescente, di maggior rilievo di quella del consiglio supremo. Per altro verso, il consiglio supremo di difesa potrebbe anche accrescere la rappresentatività della componente militare, perché ne fanno parte un unico Ministro militare (che parla per tutte e tre le forze armate) e un unico Capo di Stato Maggiore della Difesa, che non ha solo voto consul-
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tivo (come avveniva nella commissione suprema di difesa) ma voto deliberativo al pari del Ministro e di tutti gli altri membri, dando in tal modo un risvolto concreto alla sua preminenza rispetto ai Capi di S. M. di forza armata. Positiva e tale da favorirne l'operatività è anche la composizione relativamente ristretta del consiglio, di fronte a quella sempre più allargata della commissione suprema di difesa. E' comunque innegabile che il consiglio supremo di difesa ripete, accentuandoli, gli inconvenienti della vecchia commissione suprema di difesa. Ciò avviene non tanto e non solo per la questione della responsabilità costituzionale del suo Presidente, ma per altre ragioni, a cominciare dai diversi pareri sul comando effettivo delle forze armate (dal1a ("Commissione Paladini" di recente attribuito al Presidente del Consiglio). 1 Secondo Virgilio Ilari, il basso profilo di diritto e ancor più di fatto attribuito al consiglio rispetto alla commissione suprema rimasta in vita fino al termine della guerra era dovuto al timore dei partiti di Governo di dare vita a un organo competente a fissare la politica di difesa e la politica militare al di fuori e al di sopra del Governo costituzionalmente responsabile anche per gli aspetti militari della sua politica.2 Altro aspetto ritenuto anomalo rispetto alla posizione costituzionale del Governo era la presenza in quest'organo del Capo di Stato Maggiore della Difesa come membro sul1o stesso piano del Ministro ( cosa che, come si è visto, non avveniva nella commissione suprema di difesa). Anche per queste ragioni, esistono due correnti di pensiero. La pri ma - che coincide con la predetta tendenza ad attribuire un basso profilo operativo al consiglio ed è sostenuta da numerosi studiosi - tende ad attribuirgli funzioni esclusivamente consultive e non decisionali, in quanto al Consiglio non possono essere aLLribuiLe responsabilità che sono di altri or gani costi tuzionali Wresidente del Consig lio e Governo, essendo il Ministro responsabile solo per la difesa militare - N .d.a. I, le direttive non possono prevalere né Lrascurare le responsabilità costituzionali e i destinatari delle direttive possono agire con discrezionalità nell'attuazione delle stesse. 3
La seconda (Predieri) attribuisce invece al Capo dello Stato un ruolo attivo in materia di politica di sicurezza e di difesa, in quanto "egli deve far sentire la sua voce proprio in quella materia, la difesa del paese, in cui al di là delle posizioni di partito e di Governo, le considerazioni della unità nazionale debbono avere il sopravvento. 4 Pertanto,
l Cfr. ad esempio P. Zavattarn Ardizzi, li "Vertice della Difesa Nazionale" e gli " A/li Comandi" - esigenze e prospettive, "Alere Flammam" n. 1/1973; R. Dalla Chiesa, Il vertice tecnico-militare nel quadro della politic a di difesa, " Rivista Militare" n. 4/ 1978; D. SchieLroma, Politica di difesa e politica militare, "Rivista Milita re" n . 4/1978; F. Valori, La posizione costituzionale dell'Alto Comando, " Rivista Militare" n. 4/1978. 2 V. Ilari, in AA. VV ., Storia de lle forze annate ... (Cit.), pp. 60-64. 3 E. Cappelli, Il vertice politico-strategico, "Rivista Militare" n. 2/1978.
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secondo questa visione la politica di difesa, cli sicurezza e militare spetterebbe al Governo sotto il controllo parlamentare (Art. 9j; della costituzione), mentre il consiglio supremo di difesa, nei limiti di queste politiche, formulerebbe direttive vincolanti sia per il Presidente della Repubblica come comandante supremo delle forze annate, sia per il consiglio dei Ministri (che non potrebbe ridiscutere quanto stabilito dal consiglio supremo). Queste attribuzioni del consiglio deriverebbero dal rapporto alternativo di coordinamento e di equiordinazione che esiste tra organi costituzionali. Esse configurerebbero sotto taluni aspetti una funzione di controllo del consiglio nei confronti del Governo e, attraverso di esso, nei confronti delle Camere, con la contrapposizione del rappresentante dell'unità nazionale a quello delle Camere. Per contro, si configurerebbe una funzione di controllo anche in senso opposto, cioè da parte del consiglio nei confronti del Capo dello Stato nella sua qualità di comandante supremo delle forze armate. Secondo questa interpretazione, la partecipazione al consiglio del Capo di Stato Maggiore della Difesa ha un significato altamente positivo e non negativo, perché apporla in esso un elemento equilibratore, consentendo a questi il diretto contatto e il pari voto con il Capo dello Stato e il Primo Ministro; senza poi aggiungere lo scontato rilievo che la presenza del vertice militare in un organo essenzialmente politico sottolinea la subordinazione al potere civile da parte deg li organi di direzione tecnica delle Forze Armate.5
Queste opposte e ambedue controverse interpretazioni dimostrano, di per sè, che ci si trova davanti a un organo con poteri non chiari e non univoci, quindi con operatività in tutti i casi molto ridotta. Esso è espressione dell'equilibrio di poteri tipico dell'assetto costituzionale, equilibrio che di fatto comporta la mancanza di un organo in grado di esercitare sulla Difesa (e in particolar modo sui suoi aspetti tecnico-amministrativi e logistici) influssi e impulsi caratterizzati - oltre che da tempestività e incisività - da un auspicabile carattere di continuità. Un conto è, infatti, l'esercizio di un ruolo attivo e non solamente notarile da parte del Capo Stato in una materia così delicata come quella della difesa nazionale (ruolo da ritenersi lecito e anzi necessario nella sua qualità di figura super partes titolare del comando delle forze annate stesse), e un conto è la esigenza - da sempre sentita - di un organo operativo interministeriale capace di gestire con tempestivi atti quotidiani la politica di difesa e sicurezza di coordinarle con la politica militare. E' quest'ultima funzione che il consiglio non può assicurare: anche chi sostiene un suo ruolo attivo e incisivo ammette che si può verosimilmente concordare con chi, come il Moizo, conclude che le direttive del
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M . Guadalupi, Sul consiglio supremo di difesa , "Rivista Militare" n. 2/1975.
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ivi.
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Consiglio Supremo di Difesa avrebbero "efficacia vincolante" per gli organi cui vengono rivolte nella misura in cui all'obbligo di osservarle e, soprattutto, di attuarle, si accompagnano responsabilità politiche e sanzioni che colpiscono gli atti con rilevanza esterna che risultino da esse ingiustificatamente difformi.6
Con ciò stesso si riconosce che l'applicazione delle sue decisioni può venire talvolta limitata. L'effettivo ruolo del consiglio supremo di difesa e la sua collocazione costituzionale sono inoltre influenzati dalla istituzione - a distanza di alcuni mesi - del consiglio superiore delle forze armate (legge 9 gennaio 1951, n. 167 modificata con legge 8 marzo 1968, n. 176). Il nuovo organismo si configura come organo consultivo del Ministro della difesa, il cui parere è obbligatorio nei casi previsti della legge. Ha carattere interforze, e pertanto sostituisce gli analoghi organi di forza armata rimasti fino ad allora in funzione (consiglio dell'esercito di cui al R.D. legge 6 febbraio I 927, n. 69; consiglio superiore di marina di cui al D.L.L. I 0 febbraio 1945 e consiglio superiore dell'aeronautica di cui al D.L. 14 aprile 1948, n. 101) Il consiglio superiore delle forze armate è un organo di grande rilevanza specie in campo tecnico-amministrativo e logistico. Infatti il Ministro è tenuto a chiedere il suo parere (Art. 11): a) sulle questioni di alta importanza relative agli ordinamenti militari e alla prepa razione organica e bellica delle forze annate e di ciascuna di esse; b) sulle clausole di carattere militare da includere nei trattati e nelle convenzioni internazionali; e) sulle proposte da trasmettere al Ministero del tesoro per la formazione del progetto dello stato di previsione del Ministero della difesa per ciascun esercizio finanziario; d) sugli scherni di provvedimenti di carattere legislativo o regolamentare predisposti dal Ministro per la difesa in materia di disciplina militare; di ordinamento delle Forze annate; di stato e avanzamento degli ufficiali e dei sottufficiali; di reclutamento del personale militare, di organici del personale civile e militare; e) sui programmi relativi agli armamenti terrestri, navali e aerei ed ai grandi approvvigionamenti; f) sui capitolati d 'onere generali o particolari e sui progetti di contratti e transaz ioni nei casi in cui la legge di contabilità generale dello Stato prescrive il parere del Consiglio di Stato.
Inoltre (Art. 12) il Ministro della difesa, di propria iniziativa o su proposta del presidente o dei presidenti di sezione, può sottoporre al parere del consiglio superiore delle forze armate ogni altra questione di interesse tecnico, militare e amministrativo che non rientri fra quelle sopra elencate. Il consiglio superiore delle forze armate è articolato in tre sezioni (esercito-marina-aeronautica) ed esamina in riunione plenaria le questioni che interessano più di una forza armata e per sezione quelle che riguardano una sola forza armata.
"ivi.
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Peraltro la legge 8 marzo 1968, che sostituisce l'Art. 4 della legge del 1951, stabilisce che i progetti di contratti e transazioni di cui all' articolo 11, lettera f), che riguardano più for ze annate ma per i quali sussiste, in relazione all'oggetto, una specifica competenza tecnica ovvero, in mancanza, un prevalente interesse di una di esse, sono esaminati - per designazione del presidente del consiglio superiore - dalla corrispondente Sezione del consiglio, integrata per ciascuna delle altre forze armate interessate all'atto da un membro, ordinario o straordinario, con diritto a voto, designato dal rispettivo presidente di Sezione.
Sono membri ordinari: - il generale di corpo d'armata o di squadra aerea o ammiraglio più elevato in grado o più anziano di ciascuna forza armata che non ricopra la carica di Ministro, Sottosegretario di Stato, Segretario generale o Capo di Stato Maggiore, il quale assume l'incarico di presidente di sezione di forza armata. Dei tre presidenti, quello più elevato in grado o di maggiore anzianità relativa assume l' incarico di presidente del consiglio s uperiore delle forze armate; - i Capi di Stato Maggiore (o Sottocapi) di forza armata; - i Segretari generali delle tre forze armate (Segretario unico, dopo il 1965); - il generale di corpo d'armata o di squadra aerea o l'ammiraglio più elevato o in grado o più anziano di ciascuna forza armata che non ri coprono le cariche di cui alle precedenti lettere a), h) e c), i quali ricoprono le fun zioni di vicepresidenti di sezione; - generali di brigata o maggior generali o colonnelli dell'esercito e gradi equivalenti per le altre forze armate, con funzioni di relatori per gli affari militari o tecnici; - un ispettore generale o direttore capo divisione del Ministero della difesa per ciascuna forza armata, con funzioni di relatori per gli affari amministrativi. Questa composizione fa sì c he la struttura portante del consiglio superiore (cioè i membri ordinari) manchi di stabilità e continuità, perché composta da ufficiali generali e ammiragli prossimi al congedo dal servizio attivo, per i quali, quindi, taluni autori auspicano il trattenimento in servizio. La composizione dei membri straordinari assicura una buona rappresentatività ali' area logistico-amministrativa; banno, infatti, tale qualifica tutte le rimanenti alte cariche dell'Amminis trazione militare. Sono membri straordinari tutte le rimanenti alte cariche dell' Amministrazione militare (comandanti generali dei Carabinieri e della Finanza; comandanti di Grandi Unità delle tre forze armate; Ispettori d'Arma dell'esercito e Capi del genio navale, del genio aeronautico e delle armi navali; comandanti militari territoriali delle tre forze armate; direttori generali e Ispettori generali Capi servizio del Ministero della difesa; Ispettore generale delle capitanerie di porto; Capi dei corpi di sanità e commissariato qualora non rivestano la carica di diretto-
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ri generali, procuratore generale militare, un consigliere di Stato e un avvocato dello Stato). Il Ministro, il Sottosegretario di Stato e il Capo di Stato Maggiore della Difesa hanno diritto di partecipare alle riunioni. Ai sensi dell'Art. 8, il presidente (per le riunioni plenarie) e i presidenti di sezione (per le riunioni di sezione) possono di volta in volta convocare, per dare parere, ufficiali delle forze armate ed eventualmente funzionari delle Amministrazioni statali, il presidente del consiglio nazionale delle ricerche e altri esperti in problemi scientifici, industriali ed economici e militari. Ai sensi della legge 8 marzo 1868, n. 176 che abroga il secondo comma dell ' Arl. 7 della legge del 1951, il segretario generale del Ministero della difesa o il suo rappresentante, il procuratore generale militare, i direttori generali che sovraintendono ad attività comuni alle tre forze armate, il consigliere di Stato e l'avvocato dello Stato partecipano a ciascuna delle tre Sezioni. Il consiglio superiore delle forze armate viene convocato - in riunione plenaria - di iniziativa del suo presidente o su proposta dei presidenti di Sezione. I membri straordinari e i membri ordinari relatori sono invitali dal presidente a parteciparn alle riunioni, a seconda delle materie da trattare ed in eguale numero per ciascuna forza armata. Le sezioni sono convocate dal rispettivo presidente; questi invita alle riunioni anche i membri straordinari e i membri ordinari relatori, in relazione alla materia da trattare. Il consiglio delibera a maggioranza dei voti; in caso di parità prevale il voto del presidente. Hanno volo deliberativo i membri ordinari e straordinari; non hanno diritto di voto gli ufficiali e i funziònari convocati di volta in volta per dare un parere quali esperti, ai sensi dell'Art. 3. Il quadro degli organi consultivi è completato - e anche notevolmente variato - con la legge 8 marzo l 968, n. 200, che istituisce il comitato de i Capi di Stato Maggiore, e con il successivo D.P.R. 13 ottobre 1972, n. 781, che ne fissa ordinamento e modalità di funzionamento. L'Art. I della legge 8 marzo 1968 stabilisce che il Capo di Stato Maggiore della difesa, i Capi di Stato Maggiore delle forze armate e il Segretario generale del Ministero della difesa, nel rispetto delle attribuzioni, delle r esponsabilità e della linea di dipendenza stabilite dalla legge Lcioè dai decreti delegali del 1965 - N.d.a.J si riuniscono nel comitato dei Capi di Stato Maggiore per la trattazione dei problemi militari di maggior rilievo e in particolare per quanto concerne la pianificazione operativa con i conseguenti programmi tecnico-fi nanziari, nonchè l'ordinamento interforze e di forza armata e l'ordinamento dell' Amministrazione centrale e periferica della difesa. Il comitato è il più alto organo consultivo del Ministro per la difesa [nostra sottolineatura - N.d.a.]. I suoi componenti vi partecipano con responsabilità collegiale per la formulazione delle proposte che il Capo <li Stato Maggiore della difesa sottopone alle decisioni d el Ministro per la difesa.
Ai sensi degli Art. 1, 2, 3 e 4 del D .P.R. 13 ottobre 1972, il comitato è presieduto dal Capo di Stato Maggiore della Difesa ed è da lui convocato su richiesta del Ministro, di propria iniziativa o su proposta di uno
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o più membri. Il presidente stabilisce anche l'ordine del giorno. Per la validità delle deliberazioni è necessaria la presenza di tutti i membri del comitato. Le ragioni dell'eventuale aggiornamento dei lavori devono essere indicate con apposita delibera. 11 presidente può di volta in volta far intervenire alle riunioni, senza partecipare alle deliberazioni, persone di particolare competenza nel campo scientifico, industriale, economico e delle dottrine militari. L'Art. 5 del D.P.R. 13 ottobre 1972 regolamenta le modalità per la formulazione e l'inoltro dei pareri. Quando è consultato dal Ministro della difesa, il comitato esprime un parere adottato a maggioranza e motivato, che viene rimesso al Ministro dal Capo di Stato Maggiore della Difesa. Quando non si raggiunge unicità di vedute su una determinata questione, i membri che non concordano possono chiedere che col parere del comitato siano trasmessi al Ministro i propri divergenti avvisi, riportati nel verbale. Se la materia trattata richiede una decisione del Ministro, le proposte del comitato dopo essere state verbalizzate gli sono trasmesse dal Capo di Stato Maggiore della Difesa. Anche in questo caso, se la proposta non è formulata all'unanimità il Capo di Stato Maggiore della Difesa su richiesta dei membri che non concordano informa il Ministro delle propos te discusse e registrate nel verbale che il comitato non abbia fatto proprie. Fin qui il comitato ha la fisionomia di org ano esclusivamente consultivo, ma vi è anche un caso in cui le sue delibere possono assumere la veste di direttiva vincolante . Lo stesso Art. 5, infatti, recita che quando il comitato dei capi di Stato Maggiore si riunisce pe r la trattazione di questioni la cui decisione spetta al capo di stato maggiore della difesa, ai capi di stato maggiore del le singole forze armate o al segretario generale del Ministero della difesa, le determinazioni concordate - regolarmente verbalizzate - costituiscono direttiva di azione per i Capi di Stato Maggiore e per il Segretario generale nel quadro delle attribuzioni e dei poteri conferiti dalla legge.
E' quest' ultimo l'aspetto determinante del decreto del 1972, che pertanto va molto al di là dello spirito e della lettera della legge 8 marzo 1968 (che non accennava al potere di emanare direttive). A sua volta, questo potere è naturalmente tale da incidere direttamente anche sul D.P.R. n. 1477 del 1965, limitando il ruolo del Capo di Stato Maggiore della Difesa, che non ha più alcun autonomo potere decisionale sulle proposte da inoltrare al Ministro in materia di pianificazione operativa con i conseguenti programmi tecnico-finanziari (Art. 2, lettera a del D .P.R. n. 1477) e nell'esercizio dei suoi poteri deve tener conto non solo dei pareri ma delle direttive - anche per lui vincolanti - del comitato dei Capi di Stato Maggiore, che pertanto sotto certi aspetti diventa un organo collegiale di vertice sostanzialmente sovraordinato alla figura dello stesso Capo di Stato Maggiore della Difesa. L'intento ufficiale del legislatore non è comunque questo. Nella relazione introduttiva alla presentazione del decreto (seduta della Camera dell' 8 febbraio 1968), il Ministro della Difesa afferma che
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l'istituzione, anche formale di un Comitato dei Capi di Stato Maggiore, lungi dall 'indebolire l ' unità e la autorità del vertice militare, le rafforzerà entrambe. Esso realizzerà infatti: a) una più completa e a ccurata analisi dei numerosi fattori in gioco (non vi è oggi, probabilmente nel mondo, un solo u omo che possa avere un'approfondita conoscenza di problemi diversi e complessi come quelli attinenti a tutte e tre le Forze Armate, individualmente prese); b) decisioni più maturale, che escludono la possibilità di visioni parzia!j od impulsi unicamente soggettivi. per mirare semprn più alla decisione oggettiva; e) la compartec ipazione collegiale (non si tratta certo di votazioni a maggioranza!) alla re sponsabilità di alcune decisioni che in certi campi i Capi di Stato Maggiore autonomamente prendono o, in altri campi, delle proposte da avanzare al Ministro della Difesa; d) la conseguente intima, profonda e serena accettazione delle decisioni prese o delle proposte avanzate; e tutto c iò sull'esempio dei principi organizzativi e direzionali oggi adottati ne lle grandi e grandissime aziende e nelle stesse Forze Armate di molti Paesi. 7
Sta di fatto che questa preoccupazione di assicurare decisioni il più possibile meditate, verificate e collegiali ha un prezzo, e privilegia la tutela di singole posizioni di forza armata a scapito delle esigenze interforze e dell'autonomo potere del Capo di Stato Maggiore della Difesa - a lui garantito dal D.P.R. n . 1477 - di inoltrare al Ministro proposte non necessariamente concordi con i punti di vista dei Capi di Stato Maggiore di forza armata. In conclusione · la soluzione di un vertice tecnico-militare unitario, con la maggior parte dei poteri accentrati ne l Capo di Stato Maggiore Difesa, non è stata adottata. Si è invece preferito, con la co stituzione del Comitato de i Capi di Stato Maggiore, dar vita a un vertice collegiale, che delibera a maggioranza sulle questioni di maggiore interesse relative sia alJa difesa nel suo insieme sia alle singole Forze Armate, che formula proposte al Ministro e c he im partisce ai Capi di Stato Maggior e di Forza Armata e al Segretario General e direttive vincolanti . Va subito affermato che il princ ipio de lla d= isione e della responsabilità colle giali è senz'altro ottimo. In primo luogo, poiché garantisce esaurienti discussioni e quindi l'approfondimento dei proble mi, anziché lasciare la d ecisione al giudizio autonomo di una sola persona posta al vertice della gerarc hia. In secondo luogo, poic hé contempera, almeno in linea di principio, l'esigen za di assicurare ad ogni Forza Armata una guida specialistica con quella di uno stretto coordinamento interforze. In terzo luogo, perc hé un vertice plura listico è m eno idoneo a s ubire s trumentalizzazio ni di pa rte ed è più controlla bile di uno individuale. La soluzione adottala ha peraltro un grosso inconveniente: le tendenze interforze e le ini:liative di integr azione hanno sublto notevoli fre ni e limitazioni, anche perché il Comitato fu istituito, come già abbiamo visto, più per limitare i poteri del Capo di Stato Maggiore della Difesa c he per promuovere l'unitarie tà dello sforzo difensivo nazionale. Questo " peccato d 'origine" è a ncora grandemente risentito da ll' intera organizzazione. Più c he in un 'attività unitaria, l'azione del Comitato si è talvolta tradotta in patteggiamenti alla ricerca di compromessi circa la ripartizione delle risorse poste a disposizione de!Ja difesa, senza che si potesse dar luogo ad una vera e propria pianificazione interforze. Per evitare di esaurire tutto il tempo disponibile in sterili discussioni si è ad un certo punto deciso, come minore d ei mali, di ripartire fra le tre Forze Armale le disponibilità del bilanc io de l settore discr ezionale secondo percentuali costanti derivate, più c he dall'esam e comparativo delle priorità conlingenli, dal "consolidato" de lle assegnazioni degli anni precedenti. I poteri direzionali e di coordiname nto del Capo di Stato Maggio re della Difesa sono sempre stati particolarmente ridotti , anc he per le sue limitate possibilità d ' analisi delle soluzioni presentate dagli Stati Maggiori d e lle singole Forze Armate e per le ancor minori possibilità di controllo sull'esecuzio ne dei programmi anche
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Cit. in M. Ristori , Op. cit., p. 34.
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concordati in sede di Comitato. Non va dimenticato che sfugge al Capo di Stato Maggiore della Difesa ogni controllo sull'impiego operativo dei fondi, una volta che essi siano stati ripartiti fra le Forze Armate, nonché - e questo è un punto della massima importanza ogni potestà nei confronti dell' impiego e del governo del personale. Infatti, è indubbio che gli ufficiali degli organi interforze rimangono molto legati alla Forza Armata di appartenenza, anche perché non è prevista la partecipazione del Capo di Stato Maggiore della Difesa alle commissioni d'avanzamento delle tre Forze Armate. In taluni casi, poi, "lo spirito di bandiera" addirillura può tradursi in vera e propria faziosità. 8
Se si esamina il ruolo del comitato dei Capi di Stato Maggiore rispetto agli organismi che ne hanno preceduto nel tempo l'istituzione (consiglio supremo di difesa e consiglio superiore delle forze armate) sorgono ulteriori motivi di perplessità, anche se riesce possibile distinguere tra il consiglio supremo di difesa e gli altri due organi. Quest'ultimi 9perano ne11'ambito del Ministero e sono da collocare su un piano diverso e più tecnico, se non altro perché mentre il consiglio supremo di difesa è tuttora l'unico organo collegiale operante in materia di politica di sicurezza e di politica di difesa, le loro attribuzioni si mantengono su un piano inferiore e concernono la definizione e l'attuazione della politica militare, più strettamente di competenza del Ministro. Poiché consiglio superiore delle forze-armate e comitato svolgono la loro attività nella stessa materia - la politica militare per quanto di competenza dell'Amministrazione della difesa - fino a che punto vi è sovrapposizione di competenza tra di essi e quali sono le analogie e differenze? 9 Ambedue gli organi hanno un fondamentale punto in comune: sono concepiti non per agevolare, per lubrificare il processo decisionale con il conforto e il concorso di qualificati apporti tecnici, ma, al contrario, per ridurre l'influenza e il peso complessivo della gerarchia militare rispetto al Ministro e l'autonomia dei suoi livelli più elevati, a tutto danno dell'efficienza e della tempestività, incisività e rapidità delle decisioni . In questo senso, la grande autonomia concessa ai comparti di forza armata non è in contrasto con le precedenti constatazioni ma, al contrario, diminuisce la coesione e il peso dell'insieme verso l'esterno. Per unanime parere degli studiosi, il comitato dei Capi di Stato Maggiore limita i poteri del Capo di Stato Maggiore d ella Difesa e impedisce a proposito di tali poteri una pur lecita interpretazione attiva ed estensiva in senso interforze del D.P.R. n. 1477, restringendone l'effettiva applicazione. Dal canto suo il consiglio superiore delle forze armate sembra concepito per bilanciare l'influenza dei Capi di Stato Maggiore sul Ministro, che non ha l'obbligo di consultarli (singolarmente o riuniti in comitato) ma è bensì tenuto a consultare per legge un organo molto più articolato e complesso (e composto non da soli militari) come il consi-
C. Bess, Considerazioni sul vertice... (Cit.). Cfr. in merito M. Ristori, Op. cit.. pp. 31-41; V. Ilari, in AA.VV., Storia delle forze armate ... (Cit.), pp. 71 - 111 ; R. Dalla Chiesa, Comitato dei Capi di SM e consiglio superiore delle/orze armate, "Rivista Militare" n. 6/1978; G. Donati, Il consiglio superiore delle fo rze armate, "Rivista Militare" n . 2/1987; P. Zavattaro Ardizzi, Art. cit.. 8
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glio superiore, che può esprimere anche pareri difformi rispetto a quelli dei Capi di Stato Maggiore e - in teoria almeno - anche criticarne l'operato. Senza dubbio le sovrapposizioni esistono o possono esistere, e non vi è dubbio che l'istituzione del comitato toglie spazio, oltre che al Capo di Stato Maggiore della difesa, anche al consiglio superiore delle Forze Armate. Non a caso quest'ultimo organismo a suo tempo non è stato interpellato dal Ministro a proposito della legge del 1968 istitutiva del comitato dei Capi di Stato Maggiore, come pure era previsto dalla legge 9 gennaio 1951: si ha motivo di ritenere che il parere del consiglio superiore delle forze armate difficilmente sarebbe stato favorevole. Né va trascurato che le attribuzioni del consiglio superiore risultano ulteriormente ridotte dalla istituzione dei comitati speciali previsti dalle leggi promozionali per ciascuna delle tre forze armate emanate nel periodo dal 1975 al 1977 (leggi 22 marzo 1975, n. 57; 16 febbraio 1977, n. 38; 16 giugno 1977, n. 372) e dalla legge 18 agosto 1978, n. 497 per gli alloggi al personale militare; se si sente la necessità di creare altri organismi che operano in una materia di competenza del consiglio superiore, sig nifica implicitamente che non si riconosce al consiglio stesso una sufficiente operatività e incidenza. Tuttavia la sovrapposizione dei due organi, che secondo taluni poneva il problema di sopprimere il consiglio superiore delle forze anTiate oppure di ridefinirne le competenze e di rivederne la composi zione, non è o ggi ritenuta tale da far abrogare almeno in parte le competenze dello stesso consiglio superiore, e da impedire la loro convivenza. Questo perché l'esperienza pratica del suo funzionamento dimostra che il consiglio superiore delle forze armate ha finito con il concentrare gran parte della sua attività su materie di competenza delle singole sezioni (e rientranti in un particolare settore dell ' area tecnico-amministrativa) quali i capitolati d'onere generali o particolari e i progetti di contratti e transazioni nei casi in cui la legge di contabilità generale dello Stato prescrive il parere del Consiglio di Stato (Art. 11 - lettera f) della legge 9 gennaio 1951, n. 167). Nel periodo 1951-1985 hanno riguardato la lettera t) ben 26.020 pare ri su 29.330 (di cui 13.684 della sezione aeronautica, 8.144 delJa sezione marina e 7 .502 della sezione esercito). Ne llo stesso periodo i pareri relativi a leggi e regolamenti sono stati solo 236, e i provvedimenti esaminati in adunanza plenaria solo 221. Quelli espressi su questioni di alta importanza relative agli ordinamenti e alla preparazione organica e bellica delle forze armate e di ciascuna di esse, oppure relativi ai programmi di armamento e ai grandi approvvigionamenti (lettere a) ed e) dell' Art. 11) sono stati infine 3454 (nessuno dell'esercito, 3123 della marina e 331 dell'aeronautica, con uno squilibrio tra forze armate che allo stato non si sa a che cosa sia dovuto). IO
10
V. Ilari, in AA.VV. , Storia delle forze armate ... (Cit.), p. 72.
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E' innegabile la tendenza del comitato ad assumere rispetto al consiglio una accentuata prenùnenza, preminenza che del resto gli viene attribuita dalla stessa legge istitutiva che lo definisce il più alto organo consultivo del Ministro. Le differenze tra i due organismi vanno tutte a favore del comitato: diversamente da quest'ultimo il consiglio superiore è unicamente un organo consultivo che formula pareri su specifica richiesta del Ministro, senza disporre di poteri per far valere il principio della consultazione obbligatoria, e con un campo d'azione che tende ad essere più circoscritto di quello del comitato. Un' altra ragione che porta a dare a quest'ultimo la preminenza di fatto è che il consiglio, con negativi riflessi sulla disciplina e coesione interna, potrebbe fornire la sede e le occasioni per consentire a ufficiali di rango gerarchico inferiore di criticare l'operato dei Capi di Stato Maggiore. In quanto alla sovrapposizione di funzioni, i pareri sono molto articolati. Secondo taluni autori non esisterebbe, in quanto il Comitato dei Capi di Stato maggiore è soprattutto il vero e proprio vertice tecnico-militare, quello che propone (al Ministro) e dispone (sulla base delle direttive del Ministro e nell'ambito delle proprie prerogative). In aggiunta fornisce a nche consulenze al Ministro, ma questa è una funzione parallela. Supcrconsiglio. invece. è esclusivamente organo consultivo di cui il Ministro si avvale per la consulenza generale su tutti i problemi vitali della Difesa. [ ... ) Ne auspico una revisione e un ampliamento della funzione consultiva devoluta nel tempo, per ragioni contingenti, anche ad altri organi proprio perché sono convinto che Superconsiglio debba essere l'unico organismo consultivo interforze, in grado di fornire al Ministro il condensato sintetico del pensiero delle forze armate, elaborato in pareri di allo valore tec nico-operativo con criteri coordinati ed univoci. 11
Secondo il Ristori, le aree di sovrapposizione dei due organi esistono ma non darebbero luogo a un'incompatibilità giuridica che impedisce la loro coesistenza. La loro coesistenza, anzi, renderebbe possibile una più ampia e diversificata base di studio e di consulenza, in quanto la composizione dei predelli organi, la cui diversa struttura funzionale consente una collegialità di idee più estese e ponderate, e le competenze degli stessi, c he danno al Ministro la massima facoltà di consultazione su qualsiasi materia specie 4uando da tale consultazione può derivare, ai fini delle decisioni da adottare, una conoscenza dei problemi nei diversi aspetti , rappresentano una sicura garanzia, poiché la consulenza del Consiglio Superiore delle Forze armate è più marcatamente giuridico-amministrativa, mentre quella del Comitato degli Stati Maggiori è prevalentemente d ' ordine tecnico-militare. 12
In tutti i casi, vi è generale concordanza sulla necessità di rivedere le attribuzioni del consiglio superiore, di meglio delimitarle rispetto a quelle del comitato e di migliorarne la funzionalità. Alla luce delle varie opinioni espresse, si deve escludere la possibilità che il consiglio superiore diventi l'unico organo consultivo del Ministro, espropriando di questa fondamentale funzione gli Stati Maggiori e in particolare il Capo di Stato Maggiore della Difesa. Parimenti da escludere ci sembra an11 12
G. Donati, li Consiglio Superiore delle Forze Armate, "Rivista Militare" n. 2/1987. M. Ristori, Op. cit., pp. 40-41.
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che una rigida delimitazione delle funzioni consultive dei due organi rispettivamente a due settori che invece non possono che essere intercomunicanti (area tecnico-operativa, per il comitato; area tecnico-amministrativa, per il consiglio superiore). Ciò, infatti, significherebbe espropriare gli Stati Maggiori dalla possibilità di far sentire la loro voce nel campo della programmazione finanziaria e dei risvolti finanziari e logistici delle scelte operative; sotto questo aspetto, Ja presenza del Segretario generale nel comitato è significativa. Da verificare, invece, la possibilità di assecondare la tendenza di fatto che si è affermata, restringendo il campo d'azione del consiglio superiore alla sola area giuridico-amministrativa, a contratti, appalti, approvvigionamenti ecc .. Infine, ci sembra rimanga da risolvere il contrasto tra la possibilità che le determinazioni del comitato dei Capi di Stato Maggiore si trasformino in direttive di azione per i Capi di Stato Maggiore (Art. 5 del D.P.R. 13 ottobre 1972) e Je attribuzioni del Capo di Stato Maggiore della Difesa, quali risultano dal D.P.R. n. 1477 del 1965: contrasto che, se si vuole privilegiare le esigenze interforze, non può che essere risolto a favore dello stesso Capo di Stato Maggiore della Difesa, per il quale andrebbe rafforzato anche il ruolo di consulente, da rendere - se non unico - certamente privilegiato. TI mancato ricorso del Ministro, in parecchie occasioni, al parere del consiglio superiore ancorché obbligatorio e la suaccennata costituzione di comitati speciali per Ja gestione delle leggi promozionali, cioè in una materia di stretta competenza del consiglio superiore, dimostrano di per se che c'è qualcosa da rivedere; ed è innegabile che il processo evolutivo degli organi consultivi della Difesa dal 1944 al 1972 non sembra lineare ma piuttosto contorto e contraddittorio. Ciò può essere spiegato solo con momentanee esigenze puramente politiche che portano a privilegiare questo o quell'aspetto, seguendo però una linea costante: quella di impedire un'elevata concentrazione di poteri in una stessa persona e di privilegiare - di fatto - altre esigenze di fronte a quella di proseguire un ' impostazione realmente unitaria e interforze dei problemi, e a quella di facilitare il processo decisionale. In ultima analisi, ciò significa che le rispondenze e tempestività dei provvedimenti sono sempre state ritenute non prioritarie.
3. Gli organismi preposti alla ricerca, sviluppo e acquisizione dei mezzi e materiali 13
La produzione di materiale militare e i grandi approvvigionamenti vanno visti nel più vasto quadro dell' organizzazione della nazione per
13 Si intende per ricerca l'attività volta a incrementare il volume di conoscenze scientifiche in un dato settore e per sviluppo l'attività che tende a realizzare un nuovo materiate, strullando conoscenze già disponibili e indirizzandone e programmandone l'impiego.
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]a guerra. Dopo il 1945, questa organizzazione di fatto non esiste in Italia, né la politica industriale ed economica tiene molto conto delle esigenze militari: ci si deve quindi limitare al1' analisi di quanto viene realizzato in tema di logistica di produzione. Una de1le eredità più pesanti della guerra è stata (vds. precedente capitolo IV) la cattiva utilizzazione delle risorse industriali e di materie prime che si è aggiunta con riflessi forse decisivi nei primi mesi di guerra - alla loro scarsità e all'inferiorità italiana nel campo economico e industriale. Nel dopoguerra, e fino ai nostri giorni, un complesso di fattori tutti concorrenti in senso negativo, che già in parte sono stati messi in luce, impedisce una razionale impostazione e pianificazione della politica del materiale e degli approvvigionamenti, sia nell'ambito di ciascuna forza armata che a livello interforze. E impedisce, altrcsì, rapporti difesa - industria reciprocamente soddisfacenti, improntati a chiarezza di obiettivi e a esatta delimitazione dei rispettivi ruoli, nel superiore interesse nazionale e in un quadro di coerenza tra obiettivi strategici e risorse.1 4 Vi è, anzitutto, un problema di costi e di mercato, che rende la produzione di materiale militare - almeno quella ad alto livello tecnologico - poco conveniente per l'industria italiana, e al tempo stesso rende poco economica anche l'utilizzazione del potenziale produttivo degli stabilimenti militari. ln un progetto di riordinamento dell'esercito dell'aprile anno 1944 (documento 2 allegato alla citata opera del Nuti), lo SME (ufficio operazioni) giudica "arduo" tale problema, in quanto se si deve costruire ad es. il prototipo di un nuovo aereo od un nuovo c annone non si troverà alcuna ditta che lo voglia fare poichè questa sarebbe costretta a mantenere o costruire una attrezzatura improduttiva perché non destinala ad una produzione in serie o quanto meno destinata ad una produzione limitata che non compensa le spese generali: ma d'altra parte il problema va affrontato ed in qualche maniera risolto in modo da portare alla soppressione di tulli o quasi tutti gli stabilimenti militari che sarebbero troppo costosi per l'esiguo bilanc io delle forze armate.
Dello stesso avviso è, un anno dopo (14 luglio 1945), il Capo di Stato Maggiore generale Trezzani, che in uno studio presentato al Presidente del Consiglio (documento 3 allegato al libro del Nuti) non ritiene possibile mantenere in piedi in tempo di pace un ' industria bellica siderurgica e meccanica, perché su una produzione necessariamente limitata graverebbero spese generali enormi:
14 Cfr., in merito, C. Jean, L'ordinamento ... (Cit.), pp. 8592; V. Ilari, in AA .VV., Storia delle forze armale ... (Cit.), pp. 81 -97 e 117-123; A.P. Valentini , Mobilitazione e produzione industriale, "Rivista Militare", n . 3/197 5 ; O. Bovio, Standardizzazione: problema NATO sempre attuale, "Rivista Militare'" n. 6/1975; M.R. Di Marzo, L 'approvvigionamento di materiale militare (procedure USA). "Rivista Militare" n. 6/1977; G. Macrl, Mobilitazione industriale nazionale, "Rivista Militare" n . 2/1978; L. Trinchieri, L 'area industriale d e lla difesa, "Rivista Militare" n . 6/1979; P. Carlini, Comp ensazioni industriali, "Rivista Militare" n. 1/1980 ; M. Fmsi, Ricerca scientifica interforze, "Rivista Militare" n. 3/1984; G. Piovano, La direzione nazionale d egli amwmenti nel colloquio di fesa-industria., Quaderni del CASD p. 82/83.
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una soluzione sarebbe avere una industria limitata e specializzata per la costruzione di prototipi, studiare e organizzare a fondo il rapido passaggio all'ano della guerra dall'industria civile a qnella bellica; avere scorte di qualche mese per le materie prime, in attesa che attraverso le alleanze queste ci vengano fornite sistematicamente dall'estero. Ma, per i primi anni l'armamento (armi, carri armati ecc.), dovrebbe esserci fornito gratuitamente o a pagamento ridotto e dilazionato dagli alleati. Dalla entità di questo con tributo dipende la prima fase della ricostituzione del l'esercito, la sua entità e la sua efficienza.
A parte ogni altro fattore, quindi, i costi della ricostruzione di un' industria degli armamenti nazionale a fronte dell'esiguità delle risorse finanziarie effettivamente disponibili per la Difesa già da soli non rendono percorribile questa strada, che darebbe i suoi frutti solo a medio e lungo termine. A breve termine, le forniture di materiale militare alleato diventano - a prescindere dalla disponibilità delle stesse autorità alleate - una conditio sine qua non per la rinascita dell'esercito, e non vanno quindi unilateralmente viste come semplice tentativo alleato di soffocare l'industria nazionale sul nascere. Una seconda, seria remora è rappresentata dal difettoso assetto di vertice prima descritto, che si traduce in un numero eccessivo di organi interessati alla ricerca, sviluppo e acquisizione di materiali, con delimitazione di competenze non sempre chiara, macchinose e lunghe procedure amministrative e carenza di raccordi veramente efficaci tra industria e Difesa. Altri fattori più o meno "indotti" che fanno sentire la loro influenza sono: - l'ampia possibilità di utilizzare senza oneri economici, per tutti gli anni 50, materiali e mezzi ancora validi anche se non modernissimi assegnati dagli Stati Uniti in conto MDAP (Mutuai Defenee Assistance Program), possibilità che concorre anch'essa a rendere superflua larinascita di un 'industria nazionale degli armamenti; - la conseguente mancanza di "Know-how" tecnologici nei settori più avanzati da parte dell'industria nazionale, e il conseguente, faticoso avvio di produzioni prevalentemente su licenza solo negli anni 60 c al termine delle forniture alleate, con ampliamento della gamma dei prodotti solo ne11a seconda metà deg1i anni 70, principalmente per effetto delle leggi promozionali (per l'esercito, la legge 372/77); - il già citato e troppo affrettato smantellamento delle vecchie strutture (abolizione, nel 1944, del Ministero della produzione bellica e della commissione suprema di difesa), non accompagnato dalla creazione di nuovi e più efficienti organismi; - il mancato aggiornamento della legislazione del 1938-1942 sulla organizzazione della nazione per la guerra e sulla mobilitazione industriale e civile, che rende tale legislazione - teoricamente ancora in vigore - in larga parte inapplicabile, stante anche la mancanza di organismi in grado di gestire la mobilitazione stessa; 15
15
Cfr. anche, in m erito, P. Zavattaro Ardizzi, Art. cii..
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- la mancata regolamentazione della difesa civile, per ragioni politiche interne e comunque per ragioni estranee a11e esigenze de11a politica di difesa e attinenti a conflitti di potere; - la diminutio capitis del Ministero della Difesa rispetto ad altri Ministeri e quindi del peso dei militari e delle esigenze militari, che impedisce di sfruttare almeno i vantaggi della partecipazione dello Stato - in misura spesso preponderante - al capitale azionario delle industrie che producono materiali e mezzi militari. Subito dopo il 1945, si riscontra una costante tendenza ad affidare ad organismi controllati da civili la gestione degli approvvigionamenti di materiale militare. 16 Nello stesso anno 1945 nasce il comitato interministeriale per La ricostruzione (ClR), che ha anche la responsabilità di gestire gli aiuti militari del piano Marshall (ERP) e, dopo il 1949, i programmi di aiuti militari rientranti nella NATO. Dal ClR dipendono: - il CIR - P AM (sottocomitato per il piano di aiuti militari USA, nel quale è rappresentato anche il Ministero della Difesa); - la delegazione italiana tecnica (DELTEC) presso l'lntemational Materials Conference (IMC) di Washington. Dopo una fase di preponderanza del materiale inglese, i riarmi ·del 1947-1948 e del 1951-1956 si riassumono perciò nella semplice fornitura di materiale militare americano, prima nel quadro del Piano Marshall (ERP) e poi nel quadro dei programmi sull' aiuto alla difesa reciproca (MDAP). All'interno del Ministero della Difesa ciò accresce il ruolo effettivo dei Capi di Stato Maggiore (che si recano negli Stati Uniti con la lista dei materiali d'armamento ritenuti necessari) e diminuisce quello delle direzioni generali del neo-costituito Ministero unico. Aumenta anche il potere decisionale degli Stati Maggiori in materia ordinativa: Essendo ovvio che il conflitto e la sc onfitta avevano sconvolto le nonne e gli organici fissati per legge, e che una riforma legislativa sarebbe stata politicamente inopportuna e prematura prima di un chiarimento della situaz ione internazionale dell' Italia, con c ircolare 27 Ottobre 1947 del Ministro Facchine tti fu de legata ai Capi di S.M. di Forz a Armata la facoltà di sciogliere, costituire o trasformare le unità di rango inferiore al reggimento. La circolare fu successivamente interpretata nel senso che per analoghi prov vedimenti relativi a Comandi e unità di rango superiore fosse sufficiente la firma del Ministro.1 7
Ne consegue che, oltre a non essere inseriti in un quadro generale dell'organizzazione della nazione per la guerra, i programmi di acquisizione di nuovi materiali rispondono a esigenze ordinative contingenti e di volta in volta determinate, senza poter essere ancorati a obiettivi di fondo.
16 Cfr. L . Nuti, L 'Esercito italiano nel secondo dopoguerra 1945-1950, Roma, SME - Uf. Storico, 1989. 17 V. ilari, :itoria delle forze armate . .. (Cit. ). pp. 68-69.
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L'ingresso dell'Italia nella NATO (4 aprile 1949) ha, per il momento, riflessi tutto sommato molto limitati sugli organismi preposti alla "politica dei materiali", perché il settore della "grande logistica" non è integrato e rimane di piena responsabilità nazionale. Al vertice dell'Alleanza Atlantica viene tuttavia costituito un comitato per la pianifi.cazione industriale (IPC), che opera alle dipendenze dell'Alto Comitato per piani civili d'emergenza del consiglio Nord - Atlantico, con risultati poco significativi. Dell'IPC fa parte un rappresentante del Ministero dell'industria e commercio, ma non della Difesa. E' invece lo scoppio della guerra di Corea (1950-1953) a provocare i primi tentativi e progetti - che però tali rimangono - di impostare su nuove basi il rapporto Difesa-industria e di affrontare la problematica connessa con l'organizzazione della nazione per la guerra. Nello stesso anno 1950 presso il Ministero dell'Industria e Commercio viene costituito un comitato tecnico interministeriale di cui fa parte il capo ufficio del Capo di Stato Maggiore della difesa. Nell'estate 1950 alle dipendenze dello stesso Ministero viene creato anche un altro sottocomitato, il CIR - approvvigionamenti non più riunito dal luglio 1951, del quale fa parte anche un rappresentante del Ministero della difesa. Nello stesso periodo, gli Stati Maggiori e il centro alti studi militari propongono che il CIR diventi organo consultivo anche del consiglio supremo di difesa ( costituito appunto nel luglio l 950), mentre le attribuzioni dei comitati tecnici dipendenti relative alla difesa nazionale avrebbero dovuto essere esercitate da un comitato tecnico economico interministeriale per la difesa della nazione. Uno studio del centro alti studi militari propone anche di istituire alle dirette dipendenze del presidente del consiglio dei Ministri un organo di gestione operativa (Ispettorato o direzione generale della difesa nazionale), la cui attività dovrebbe essere rivolta a due settori principali: - studio, pianificazione, coordinamento e controllo dei programmi per la difesa nazionale in tutti i settori (potenziale umano, approvvigionamenti, produzione, alimentazione, trasporti ecc.) ; - trasformazioni delle delibere e direttive del consiglio supremo di difesa in disposizioni generali per l'attuazione in sede di consiglio dei Ministri, e in programmi generali per l'elaborazione di piani specifici da parte delle competenti Amministrazioni. N elJ' ottobre I 95 I presso il Ministero dell'industria viene costituito un comitato coordinamento comme sse, nel quale lo Stato Maggiore della Difesa ha un rappresentante e un membro nella segreteria permanente: ma anche l'azione del nuovo comitato è ristretta alia gestione degli aiuti USA e non si estende al coordinamento di tutti gli approvvigionamenti. Tuttavia, dal 1951 in poi è sempre presente presso il Ministero dell'industria - sia pure a livello non elevato (colonnello) - un rappresentante dello Stato Maggiore della Difesa, che vi rimane anche dopo l'attribuzione, nel 1978, delle funzioni di direttore nazionale degli armamenti al Segretario generale del Ministero della difesa. Il 15 febbraio 1952 viene costituito nell'ambito del Ministero della difesa un uf-
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ficio centrale approvvigionamenti e produzioni militari, con il compilo di coordinare nell'ambito delJa Difesa e con le a1tre Amministrazioni statali il settore delle commesse e degli approvvigionamenti. Tale ufficio si trasforma, nel 1954, in ufficio centrale per gli allestimenti militari, denominazione che conserva anche con il D.P.R. n. 1478 del l965. La sua attività ha tuttavia scarso rilievo, perché fino al 1965 i Segretari generali delle tre forze armate - preposti alla rispettiva area tecnico-amministrativa - mantengono contatti diretti con l'industria, mentre dopo il 1965 le sue attribuzioni tendono ad essere di fatto assorbite dal Segretario-generale - DNA e da numerosi altri organi. Però il suo direttore è inserito nel consiglio di amministrazione dell'TRT, e con il rappresentante dello Stato Maggiore Difesa presso il Ministero dell'industria rimane l'unico punto di contatto permanente e istituzionalizzato tra Difesa e industria (nessun rappresentante della Difesa è invece previsto in seno all'EFIM). Dopo la fiammata conseguel)te alla guerra di Corea, gli anni 50 non vedono altre soluzioni significative, anche se sono creati parecchi organismi minori a livello interministeriale e di ricerca: - commissione interministeriale evacuati e rifugiati (CIER - 1954) è commissione centrale carburanti (CCC). In merito, la legge 8 gennaio 1951, n. 5 sopprime l'ufficio combustibili liquidi di cui al R.D. - legge 24 ottobre 1935, n. 1880 e successive modificazioni, e assegna al Ministero dell'industria le attribuzioni relative alla produzione e commercio dei comhustihili; - commissione interministeriale per lo s tudio dei rifornimenti e dei traffici nazionali in guerra (CRTN - 1958), dalla quale dipendono i due comitati interministeriali per i rifornimenti (COTIR) e per i trasporti (COTIT). Quest'ultimo con il successivo D.P.C. 6 dicembre 1969 viene trasformato in commissione permanente per lo studio dei trasporti nazionali in guerra (CITN); - centro applicazioni militari energia nucleare (CAMEN) di Pisa e poligono sperimentale interforze sui missili (SPERTNTER) di Salto di Quirra (Sardegna); - comitato interministeriale per la protezione civile (costituito con D.P.C. 26 novembre 1956) presieduto dal Ministro dell'interno, con 2 membri - uno effettivo e uno supplente - per ciascuna delle 14 amministrazioni interessate, più altri 9 funzionari tra i quali i direttori generali del Ministero dell'Interno. Alla fine degli anni 50, probabilmente in seguito all'adozione della dottrina strategica della "bivalenza" convenzionale nucleare (Pub. SME n. 600) si pongono nuove esigenze nel campo della ricerca, a cominciare da quella nucleare. Con legge 1 agosto 1960, n. 933 viene istituito il comitato nazionale energia nucleare (CNEN) e con D.M. 15 marzo 1961 il consiglio tecnico - scientifico della difesa presso lo Stato Maggiore della Difesa. Quest'ultimo è un organo incaricato di coordinare e dirigere l' attività di ricerca e sperimentazione delle tre forze armate nel campo tecnico-scientifico, con le seguenti attribuzioni (Art. 1):
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- accentrare la direzione delle ricerche di natura tecnico-scientifica di interesse comune a più Forze Armate e coordinare, ai fini interforze, le ricerche di interesse specifico di ciascuna forza armata; - individuare, sulla base delle direttive impartite dal Capo di Stato Maggiore della difesa, sentiti i capi di Stato Maggiore dell'Esercito, della Marina e dell ' Aeronautica, gli obiettivi di studio di comune interesse, formulare i progetti per il loro conseguimento e proporre l'assegnazione dei fondi occorrenti per la loro realizzazione.
11 consiglio è presieduto da un generale di corpo d'armata o grado corrispondente, nominato dal Ministro su proposta del Capo di Stato Maggiore della Difesa, ed è composto da: Sottocapi di SM delle tre forze armate; tre esperti nel campo tecnico-scientifico, uno per forza armata, nominati dai rispettivi Capi di Stato Maggiore; Capo del 3° reparto dell'ufficio del Capo di Stato Maggiore della Difesa; capo della segreteria tecnica permanente. Il presidente ricopre anche la carica di rappresentante nazionale nelle riunioni dei direttori di ricerca per la difesa del comitato scientifico NATO. Per il conseguimento dei suoi compiti, il consiglio si avvale di un comitato permanente (composto dal presidente e dai tre esperti di forza armata) e della segreteria tecnica permanente, retta da un generale o ammiraglio di grado inferiore a quello del presidente o di forza armata diversa. Ai sensi dell'Art. 4, il comitato permanente provvede a: - definire, sulla hase delle direttive del Capo di Stato Maggiore della difesa, e sottoporre all'approvazione del Consiglio gli obiettivi per le ricerche, gli studi e le esperienze. indicando le relative necessità finanziarie e proponendo la forza armata che dovrà curare il conseguimento dei predetti obiettivi; - seguire, informandone il consiglio, gli studi e le ricerche scientifiche che le singole Forze armale conducono per le loro specifiche esigenze, al fine di inquadrarle negli studi e nelle ricerche di interesse comune delle tre forze armate; - commentare sul piano tecnico operativo, per lo Stato Maggiore difesa o qualora ne sia richiesto per gli Stati Maggiori delle Forze armate, le relazioni compilate dalla Segreteria tecnica permanente, proponendo al Consiglio i provvedimenti ritenuti opportuni e necessari.
Il consiglio è convocato dal presidente ogni volta che ne ravvisi la necessità, o quando ne sia richiesto dal Capo di Stato Maggiore della Difesa (di sua iniziativa o su proposta di uno o più capi di Stato Maggiore di forza armata). In ogni caso, il consiglio si riunisce semestralmente per la scelta e l'aggiornamento degli obiettivi e per l'esame dei risultati conseguiti. Infine, l'Art. 9 del decreto istitutivo stabilisce che su proposta del Capo di Stato maggiore della difesa, sentiti i Capi di Stato Maggiore del le tre forze armate, sarà provveduto alla soppressione, al ridimensionamento e alla fusione degli organi di ricerca e di studio esistenti nell'Amministrazione militare e la cui attività è inquadrata in quella del Consiglio tecnico-scientifico.
Nel quadro delle sue attribuzioni tracciato anche dal predetto articolo, il consiglio assume alle sue dipendenze alcuni Enti: il CAMEN, lo SPERINTER, il centro di documentazione tecnico-scientifica della di-
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fesa (CDTSD), il centro interforze di ricerca operativa (CIRO). Tuttavia una ventina di altri centri di studio, ricerca e sperimentazione continuano a dipendere dagli Stati Maggiori di forza armata o dalle direzioni generali tecniche del Ministero, con ovvia dispersione degli sforzi. Nel 1963, a seguito della legge n. 283 del 2 marzo sul riordinamento del consiglio nazionale delle ricerche (CNR), nel comitato direttivo dell'Ente è previsto un rappresentante della Difesa e si istituisce un altro ufficio di collegamento tra Difesa e CNR, che rimane inoperante ed è soppresso negli anni 70, anche se il CNR collabora efficacemente alla costituzione del centro di documentazione tecnico-scientifica della Difesa. li D.M. congiunto difesa - industria del 1 ° ottobre I 964 attribuisce il coordinamento delle attività dei due dicasteri nel campo della ricerca, sviluppo e produzione militare a un consiglio e a un comitato interministeriali, che risultano di fatto inattivati. I decreti delegati n. 1477 e n. 1478 del 1965 (vds. precedente capitolo XI) provocano, come si è visto, notevoli mutamenti nel campo della ricerca, sviluppo, produzione militare e mobilitazione industriale. Con tali decreti, il Capo di Stato Maggiore della Difesa riceve attribuzioni che in parte incidono su quelle del consiglio tecnico-scientifico della difesa e del suo presidente; i Capi di Stato Maggiore di forza armata acquistano responsabilità e autonomia maggiori anche nel campo della logistica di produzione e - come si è già visto - l'ufficio centrale allestimenti militari del Ministero (Art. 11 D.P.R. n. 1478) riceve attrihuzioni in merito a : raccolta ed elaborazione di dati e notizie sulla capacità produttiva nazionale; calcolo delle scorte e loro costituzione; studi, progetti e proposte per la mobilitazione industriale nazion ale e per l'incremento della produzione nazionale; tenuta e aggiornamento della situazione dei materiali delle forze armate; coordinamento dell' attività di classificazione, standardizzazione e codificazione dei materiali. La legge 27 febbraio 1967 n. 48, che trasforma il Ministero de l bilancio in "Ministero del bilancio e della programmazione economica" e il CIR (comitato interministeriale per la ricostruzione) in CIPE (comitato interministeriale per la programmazione economica) include il Ministro del bilancio e della programmazione economica (che secondo la citata legge del 1950 non ne faceva parte) nel consiglio supremo di difesa. Il D.M. 28 febbraio 1967 del Ministero dell'industria istituisce senza altrimenti specificarne le attribuzioni - un comitato intermini-
steriale per lo studio della mobilitazione industriale in tempo di guerra e p er la relativa pianificazione. Tale comitato cessa la sua attività il 31 dicembre 1974 ed elabora due documenti, dai quali risulta evidente la sovrapposizione delle sue attribuzioni con quelle dell'ufficio centrale allestimenti militari: - una re lazione e un rilevame nto delle principali industrie nazionali, sotto l' aspetto qualitativo, interessanti la produzione militare, aggiornato al maggio 1973; - una relazione nella quale si esaminano gli aspetti giuridici della mo-
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bilitazione industriale nel più vasto quadro della legislazione sull'organizzazione della nazione per la guerra, senza peraltro definirne i riflessi sulla pianificazione. Il D.M. congiunto Difesa - industria del 16 aprile 1971 sopprime l'analogo decreto del I O ottobre 1964 e istituisce un nuovo comitato di coordinamento Difesa - industria presieduto dal Sottocapo di Stato Maggiore della difesa e composto da 9 membri militari e 2 civili. I compiti di segreteria di tale comitato sono assolti dall'ufficio del rappresentante dello Stato Maggiore Difesa presente, come si è visto, dal 1951 wesso il Ministero dell'industria. li comitato non raggiunge i suoi obietti vi, anche perché il suo buon funzionamento è ostacolato dalla stessa prevalenza numerica dei membri militari su quelli civili. A sua volta, questo comitato viene sostituito (D.M. 4 agosto 1984) da altro comitato con compiti invariati, presieduto da un Sottosegretario e con vice-presidente il Segretario generale - direttore nazionale degli armamenti. Con il D.P.C. 30 gennaio 1973 viene costituita la commissione interministeriale per i rifornimenti (C.l.R.), che assorbe le attribuzioni del comitato tecnico interministeriale per i rifornimenti (COTIR - istituito, come si è visto, nel 1958) e incide anch' essa sulle attribuzioni dell' ufficio centrale allestimenti militari, in quanto deve compiere studi sui rifornimenti, sulla loro distribuzione e relativi consumi per esigenze civili e militari del tempo di guerra e sul loro coordinamento nelle sedi competenti. Tali studi sono evidentemente connessi con la mobilitazione industriale, con il problema delle scorte e del loro controllo, e con le disponibilità finanziarie. La commissione interministeriale per i rifornimenti ha elaborato e sottoposto ane competenti autorità due studi: - il primo riguardante uno schema di disegno di legge per disciplinare la costituzione e il funzionamento degli organi interministeriali preposti ai rifornimenti e consumi; - il secondo riguardante i rifornimenti. i consumi e la distribuzione sia nel settore agricolo che in quello industriale, le scorte, il riciclaggio, le funzioni in merito al Governo e dei singoli Ministeri, la elaborazione degli schemi di pianificazione settoriale e dei provvedimenti di ordine amministrativo da emanare ai livelli centrale, regionale, provinciale e minori nelle competenti sedi. Da notare an(èhe che nell'agosto 1977 in seno al CIPE (comitato interministeriale della programmazione economica) viene costituito il CIPI (comitato dei Ministri per il coordinamento della politica industriale) ma fra i membri del CIPI non figura a nessun livello il Ministro della difesa, mentre la legge istitutiva dell'organismo non include il settore dell'industria per la difesa nei piani di intervento di settore. Ciononostante in sede politica sembra prevalere la necessità di snellire le procedure per gli approvvigionamenti e rivedere organi e attribuzioni: con legge 8 agosto 1977, n. 596 viene così istituita una commissione parlamentare d'inchiesta, cun il cumpitu (Art. 1) di
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accertare, ai fini delle proposte di cui ali' Art. 3, i procedimenti relativi alla scelta e all'acquisto delle armi e dei mezzi ed approvvigionamenti suindicati [per le tre forze armate - N .d.a.], nonché alla determinazione dei costi. La Commissione provvederà ad accertare altresì il funzionamento degli organi che provvedono ovvero hanno provveduto alla scelta del contraente, all'esecuzione dei controlli durante le lavorazioni e ai collaudi finali, nonché a valutare l' idoneità delle forme di coordinamento tra i diversi uffici edenti militari e civili preposti alla ricerca scientifica ai fini militari.
L'indagine è estesa ai contratti dell'ultimo decennio. Sulla base dei suoi risultati, la commissione deve proporre le iniziative amministrative e legislative necessarie per snellire le procedure e indicare le norme necessarie per definire le sfere di competenza e le relative responsabilità in materia, indicando inoltre gli aggiornamenti necessari per le procedure in vigore in materia di sostituzione dei materiali obsoleti. Come già si è accennato, il D.M. 24 novembre 1978 che attribuisce al Segretario generale la carica di direttore nazionale degli armamenti toglie ulteriore spazio alle competenze del consiglio tecnico-scientifico della difesa, che devono tenere conto anche dei decreti delegati del 1965 e dell'istituzione del comitato dei Capi di Stato Maggiore. Una prima modifica della sua composizione avviene con il D.M. 18 marzo 1866, che elimina dal consiglio il vice capo ufficio del Capo di Stato Maggiore della Difesa e sostituisce il capo del 3° reparto dello Stato Maggiore Difesa con il capo del TV 0 reparto logistico: in tal modo, i rappresentanti dello Stato Maggiore Difesa nel consiglio stesso passano da 2 a I. Con il successivo D .M . 28 giugno 1979, il consiglio viene ridotto a mero organo consultivo in materia di ricerca e sviluppo d'interesse delle forze armate, per conto del Capo di Stato Maggiore della Difesa e del comitato dei Capi di Stato maggiore: non ha più, quindi, il compito operativo di accentrare la direzione delle ricerche, formulare progetti ecc. (come da Art. l del D.M. marzo 196 l). J1 suo presidente non . ricopre più la carica di rappresentante nazionale nelle riunioni dei direttori di ricerca a livello NATO (passata al DNA) e non è più ungenerale di corpo d'armata o grado corrispondente ad incarico esclusivo, ma lo stesso Sottocapo di SM delJa Difesa. I centri di ricerca e sperimentazione che dipendevano dal consiglio tecnico-scientifico sono trasferiti alle dipendenze dirette del Capo di Stato Maggiore della Difesa (come il CAMEN, con il nuovo nome di centro ricerche, esperienze e
studi per le applicazioni scientifiche e tecnologiche di interesse militare, il CRESAM e lo SPERINTER) o degli Stati Maggiori di forza armata. Viene sciolto anche lo ufficio di collegamento tra difesa e CNR istituito a seguito della legge 2 marzo 1963, n. 283. Il decreto del 28 giugno 1979 prende perciò atto che le competenze del consiglio tecnico-scientifico sono passate al Segretario generale, al Capo di Stato Maggiore della Difesa e in parte anche agli Stati Maggiori. Il consiglio non ha più un comitato permanente e una segreteria permanente retta da un ufficiale generale e ammiraglio: la segreteria è posta alle dirette dipendenze del Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa e non ne fanno più parte i tre esperti di forza armata. I membri del
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consiglio si dividono in ordinari (Sottocapi di SM e capo dell'ufficio del Segretario generale; quest'ultimo nel decreto del 1961 non era rappresentato) e straordinari (direttori generali delle direzioni generali tecniche e direttori di uffici centrali del Ministero, di volta in volta convocati). Sono inoltre relatori i capi dei IV reparti (logistica) degli Stati Maggiori, che possono sostituire anche i membri ordinari. Al presidente rimane la facoltà di convocare di volta in volta alle riunioni, senza diritto di voto, esperti nel campo scientifico, industriale, economico e militare. All'inizio degli anni 80, quindi, i rapporti difesa-industria possono essere riassunti nel seguente schema: SCHEMA DEI RAPPORTI INDUSTRIA - DIFESA
... 1111)... -----------: I ••• .JH . A
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MINISTERO DELLA DIFESA
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MINISTERO DELL'INDUSTRIA AÀ
Hi·iiH!i.
NOTIZIE
AREA TECNICO • OPERATIVA A
AREA TECNICO. AMMINISTRATIVA
REQUISITI MILITARI NOTIZIE OA TI
NOTIZIE DATI
ATTIVITA' RICERCA E SVILUPPO REQUISITI MILITARI
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PAOOUZIONE
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MERCATO ESTERO
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(da L. Trinchieri, Art. cit.) I limi ti di una siffatta organizzazione non richiedono sottolineature e risultano dal processo evolutivo prima descritto, dal quale emerge sostanzialmente la costante assenza di un disegno organico perseguito gradualmente e di preoccupazioni per i riflessi gestionali dei provvedimenti di volta in volta adottati, sui quali pesano altre considerazioni. Ne vengono a soffrire principalmente il raccordo tra ricerca e sviluppo e produzione e la rapidità delle procedure per le commesse, a tutto danno della redditività degli investimenti e della riuscita dei programmi. Secondo il generale Trinchieri (1979) i rapporti difesa-industria sono molteplici e frequenti, ma condotti in modo non sempre razionale. Ciò avviene perché
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pur disponendo il nostro Paese degli organi di vertice e di strullure che avrebbero potuto rendere quei rapporti più continui, più strelli e produttivi, ciò non è staio finora svolto con organicità, sia per le obiellive difficoltà esistenti in un'area in cui giocano fattori come la sicurezza nazionale e grandi interessi cconomki pubbUci e privati connessi con la concorrenza industriale, sia per la mancanza di ipotesi programmatiche consistenti ed attendibili nei tempi tecnici sopra accennati [ ... ). Nel complesso, senza entrare nella composizione e nei compiti particolareggiati, si lamentano: livello di rappresentatività relativamente basso nelJ'unico organo interministeriale istituzionalizzalo, tendenza all'autonomia, duplicazione di compiti, differenziazione di metodi , interferenze reciproche, dispersioni di responsabilità.18
Più nel dettaglio, uno studio del Centro Alti Studi per la Difesa (l 990-1991) riconduce le inadeguatezze principalmente a fattori che possiamo definire di carattere storico, perché in buona parte risalenti all'inizio del secolo (vds. Voi. Il): (a) struttura: - frammentazione delle responsabilità; - rigidità strullurale e funzionale; - scarso decentramento in t.crmini di autonomia decisionale e finanziaria degli Enti Periferic i; (b) organici: - carenze organiche particolarmente sentite sui Quadri degli ufficiali tecnici e del settore impiegatizio; - distribuzione sbilanciala del personale e scarsa mobilità; (c) sistemi: - gestione industriale inefficace: non si riscontra, infatti, il concetto di gestione per obiettivi e quindi di programmazione e controllo operativi; - burocrazia: complessità ed anacronismo delle procedure caratterizzate da scarsa coordinazione e sovrapposizione di funzioni.' 9
4. La riorganizzazione dei vertici dei Servizi logistici L'organizzazione dei vertici dei Servizi logistici dopo il 1945 verrà presa in esame nel dettaglio trattando deJJ'evoJuzione di ciascun Servizio. In linea generale, si può affermare che fino all'emanazione dei D.P.R. n. 1477 e 1478 del 1965 non vi si riscontrano differenze sostanziali rispetto all'anteguerra e alla guerra, con Capi (e/o Capi e ispettori) dei principali Servizi che dipendono dal Ministero nel quale sono inglobati e svolgono attività di consulenza, di studio e ispettiva sia per conto del ministero, che dello Stato Maggiore. Nel 1955 i Capi dei Servizi assumono alle dipendenze anche disciplinari le rispettive scuole. 2 0 In seguito all'ampliamento dei poteri e dell ' autonomia in campo logistico dei Capi di Stato Maggiore di forza
L. Trinchieri, Art. cit.. 19 CASD (XLU sessione, 1990-1991), Proposte di ristrutturazione dell'area tecnico-amministrativa della Difesa, Roma 1991, pp. 6-7. 20 AUSSME, Rep. M/7, Cart. 839. 18
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armata derivante dai decreti delegati del 1965, le direzioni generali tecniche del Ministero cedono parte delle loro attribuzioni agli stessi Stati Maggiori di forza annata. Di conseguenza, ai sensi dell'Art. 9 del D.P.R. n. 1477 i Capi dei Servizi passano alle complete dipendenze del Capo di SME e collaborano con il neo-istituito Ispettorato logistico. Con lettera n. 409/154 in data 13 febbraio 1967 21 lo SME fissa "provvisoriamente" - secondo linee unitarie, armoniche e omogenee le attribuzioni e dipendenze dei Capi dei Servizi logistici, limitatamente a: - Capo e Ispettore del Servizio di commissariato; - Capo del Servizio automobilistico; - Capo del Servizio di ammini strazione; - Capo ed Ispettore del Servizio veterinario. Lo SME fa riserva di emanarn disposizioni in merito alla logistica dei materiali, e con la successiva lettera n. 1097/154 in data 23 aprile 1967 22 definisce le attribuzioni del Capo del Servizio di sanità (che nel caso specifico è anche direttore generale della sanità militare a livello interforze, e quindi solo in tale veste dipende dal Ministro). Le attribuzioni di ciascun Capo del Servizio sono interamente riportate nel DOCUMENTO 28. I Capi dei Servizi esercitano la loro attività in cinque settori fondamentali: - consulenza generale del Capo di SME e attività ispettiva per Sua delega, avvalendosi anche dei generali e colonnelli a disposizione per questa esigenza, e informando dei risultati di questa attività l'Ispettorato logistico; ' - definizione - sulla base delle esigenze operative fissate dallo SME - delle caratteristiche dei materiali del Servizio, indirizzo e controllo delle attività di ricerca e studio per la realizzazione dei prototipi, direzione della sperimentazione tecnica fino all'omologazione, designazione del personale destinato a far parte delle commissioni per accertare larispondenza tecnica dei prototipi e per il collaudo, collaborazione con la competente direzione generale per le analoghe attività relative a materiali di comune interesse per le forze armate; - e laborazione della normativa tecnica; - consulenza allo SME per i programmi degli approvvigionamenti e dei rifornimenti dei materiali del Servizio; - attività di comando sulle scuole del Servizio. Queste competenze dei Capi dei Servizi - e più in generale quelle degli Stati Maggiori - investono attività di studio, ricerca e sperimentazione alle quali dovrebbe fare riscontro la autonoma disponibilità di appositi organismi. Ciononostante, poiché il D .P.R. n. 1478 del 1965 attribuisce alle direzioni generali del Ministero anche compiti di studio, ricerca e
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ivi, Cart. 858. ivi.
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sviluppo tecnico dei materiali, i centri di studio e ricerca dei vari Servizi logistici (esclusi quelli della sanità e Servizio veterinario) nel I 966 sono trasferiti dall ' area di forza armata all'area tecnico-amministrativa del Ministero e dipendono dalle direzioni generali competenti. Tale nuova dipendenza è dovuta alla loro natura di Enti tecnici e amministrativi insieme, che agiscono nel campo degli studi e della sperimentazione in stretta collaborazione con l'industria privata e istituti civili e provvedono anche alla stipulazione di contratti. Con la successiva lettera n . 1634/154 in data 24 lug1io 1967, allo scopo di " attribuire più ampie responsabilità" ai Capi dei Servizi lo SME - come già si è accennato - ne dispone l'inserimento in via sperimentale nell'Ispettorato logistico, a partire dal l agosto 1967. Ferme restando le attribuzioni dell'Ispettore logistico, i Capi dei Servizi sono preposti all'attività logistica del rispettivo Servizio, svolta nell'ambito del suddetto Ispettorato. In tale quadro, i Capi dei Servizi continuano a dipendere direttamente dal Capo di SME per le attività relative alle attribuzioni prima indicate nel DOCUMENTO 28 (fatta eccezione per quelle concernenti la logistica dei materiali), e dall' Ispettore logistico per quanto attiene, appunto, alla sola logistica dei materiali, cioè alle attività inerenti alla gestione, conservazione, distribuzione e riparazione dei materiali del rispettivo Servizio, ivi comprese l'emanazione del le relative norme, la ripartizione dei fondi tra gli organi periferici, la formulazione del bilancio di previsione del Servizio. Le attività di istituto per le quali i Capi dei Servizi continuano a dipendere direttamente dal Capo di SME sono, nel dettaglio: consulenza; disciplina, stato, avanzamento e impiego del personale; addestramento, corsi e scuole; studi tecnici nel campo della progettazione e della sperimentazione fino alla omologazione (ove non esiste il Servizio tecnico); diramazione di disposizioni applicative della normativa tecnica (la cui emanazione è, per legge, di competenza delle direzioni generali); attività ispettiva sugli Enti e unità del Servizio e sul funzionamento complessivo del Servizio. Con la suddetta lettera del 24 luglio 1967, sono inseriti nell 'Ispettorato logistico solo i Capi dei Servizi di sanità, veterinario, di commissariato e automobilistico. Pertanto, l' Ispettorato logistico assume la fisionomia organica indicata nel DOCUMENTO 29, dove sono riportate anche le attribuzioni di dettaglio dei predetti C~pi dei Servizi relative alla logistica dei materiali. Nel luglio 1967 il Capo dei Servizio di amministrazione non entra, pertanto, a far parte con gli altri Capi dei Servizi dell'Ispettorato logistico, e le sue dipendenze e attribuzioni sono ridefinite con la lettera n. 2214/154 in data 26 agosto 1967. Con la Jet. n 178/154 in data 20 agosto 1971 lo SME dispone che, ferme restando le attribuzioni dell ' Ispettore logistico, anche il Capo del Servizio di amministrazione sia inserito nell ' Ispettorato logistico, con le seguenti attribuzioni: O
- consulenza all'Ispettore e agli altri Capi dei Servizi logistici su problemi di caral-
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tere giuridico-amministrativo e amministrativo-logistico; - elaborazione della regolamentazione amministrativo - contabile relativa ai Servizi dcli' esercito; - effettuazione di studi nel campo amministrativo - con tabi le dei materiali.
11 Capo del Servizio di amministrazione dipende dall'Ispettore logistico solo per le attività inerenti alle predette attribuzioni, mantenendo la dipendenza diretta dal Capo di Stato Maggiore per le rimanenti attività, derivanti dalle attribuzioni definite con la citata lettera dell'agosto I 967. Nel 1976, nel quadro della progressiva adozione del modello logistico "per funzioni" anziché "per materia", insieme con l'assegnazione al IV reparto dello SME delle competenze dell'Ispettorato logistico istituito nel 1966 (Vds. capitolo XI) sono istituiti i Comandi dei corpi e Servizi logistici: - Comando dei Servizi sanitari dell'esercito (Servizio sanitario e Servizio veterinario); - Comando dei Servizi di commissariato dell'esercito (branche armi e munizioni, NBC, materiali del genio e delle trasmissioni, motorizzazione e lrnspurli per V .O.); - Comando dei Servizi trasporti e materiali dell'esercito; - Comando del Servizio di amministrazione dell'esercito; - Comando materiali dell' ALE. L'Art. 2, ultimo comma, della legge 20 settembre 1980, n. 574 prevede che ciascun Servizio dell'esercito assuma la denominazione di corpo (come prima della legge ordinativa 9 maggio 1940). Pertanto i Comandi dei Servizi diventano Comandi dei corpi (esclusi il Comando dei Servizi sanitari, e il Comando dei Servizi trasporti e materiali (dal quale - in assenza dell'auspicato corpo dei trasporti e materiali - dipendono sia gli ufficiali del corpo automobilistico che aliquote di ufficiali d' Arma). I Capi dei Servizi assumono di conseguenza anche le funzioni di Capi dei corpi, conservando la dipendenza esclusiva dallo SME e, nel suo ambito: - direttamente dal Capo di SME, quali consulenti e inoltre con i seguenti compiti d'istituto: attività ispettiva, formazione e impiego del personale, sviluppo tecnico e regolamentazione, Comando sulle scuole del corpo; - dal Capo del TV reparto Ispettorato logistico dello SME, in qualità di Capi di un Servizio logistico e di organi preposti alla logistica dei materiali nel settore di rispettiva competenza. I Comandi dei corpi e dei Servizi, in relazione alle loro attribuzioni, sono organizzati su due "moduli" di base: - modulo del personale, per l'assolvimento delle funzioni d'istituto: ordinamento, addestramento, impiego; - modulo logistico, per l'assolvimento della funzione più propria mente logistica: organizzazione, direzione, programmazione finanziaria. Nel DOCUMENTO 30 sono riportate le competenze dei Comandi
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dei corpi e Servizi logistici e gli organigrammi della loro struttura interna (dati riferiti al 1981 ). L'istituzione dei Comandi dei corpi e Servizi logistici è il riflesso più pregnante del passaggio dalla logistica "per materia" alla logistica "per funzioni". Ne derivano profonde trasformazioni anche nella struttura logistica di pace, che fin dal secolo XIX era impostata sulla tradizionale logistica "per materia" secondo un modello costante al quale, naturalmente, si ispirava anche il reclutamento, stato e avanzamento dei Quadri dei Servizi. Queste trasformazioni, lungi dal concludersi nel 1981 (anno con il quale termina la nostra indagine storica) sono tuttora ( 1990) in corso. Esse investono in particolar modo il Comando dei Servizi trasporti e materiali, che assorbe e gestisce con criteri unitari le attività relative a ben cinque preesistenti Servizi logistici (delle armi, munizioni e materiali NBC; dei materiali del genio; dei materiali delle trasmissioni; della motorizzazione e dei trasporti per via ordinaria), tutti confluiti nei nuovi "Servizi trasporti e materiali" (per la parte dottrinale Cfr. il precedente Capitolo X). li Comando dei Servizi trasporti e materiali esercita la sua azione direttiva attraverso un complesso di attività nei seguenti settori: - addestramento e gestione del personale; - ordinamento di Enti e unità logistiche alle sue dipendenze; - regolamentazione logistica e tecnico-logistica; - organizzazione e direzione dei trasporti per via ordinaria; - is pezioni e controlli. Per l'esercizio delle sue attività nelle predette branche, il Comando dei Servizi trasporti e materiali si avvale di: - una organizzazione logistica territoriale comprendente organi direttivi ed esecutivi di Regione Militare (3° grado) e organi esecutivi di 4 ° grado di forza armata al livello centrale (depositi materiali, a11e sue dipendenze dirette per il solo profilo funzionale); - propri Enti addestrativi, alcuni alle sue dipendenze sulla sola linea funzionale e altri anche sulla linea di Comando. Riguardo al personale, l'asse portante dei Servizi trasporti e materiali è rappresentato dai Quadri del corpo automobilistico, con il concorso e il contributo - non sempre pari alle esigenze di personale - delle Armi di artiglieria, del genio e delle trasmissioni. Il personale appartiene ancora ai ruoli del rispettivo corpo o Arma. Quale traguardo futuro, pertanto, si rende necessaria la costituzione di un "corpo dei trasporti e materiali". Un caso a parte è rappresentato dal Comando materiali dell' ALE, che nel 1981 e anche dopo conserva la sua autonomia, anche se in prospettiva dovrà essere inserito nei Servizi trasporti e materiali. Dipende unicamente dal Capo del IV reparto, non dispone di un proprio ruolo di personale e svolge pertanto la funzione logistica riferita a due soli anelli, il 1° e il 2°. Il personale le viene fornito dal Comando Servizi trasporti e materiali.
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5. La riorganizzazione dei servizi tecnici e la costituzione del corpo tecnico ( 1980) 2 3 Il funzionamento degli organi di studio, ricerca e sviluppo dell'esercito negli anni Trenta e nella seconda guerra mondiale (Cfr. tra l'altro i precedenti capitoli III, IV, V) non può essere - come fanno taluni - citato ad esempio, perché risente della pletoricità di organi tra l'altro strettamente d'Arma o di corpo, della non chiara delimitazione delle competenze, della difficoltà di coordinamento e della complessità delle procedure, vizio congenito dell' Amministrazione militare ampiamente presente, come si è visto, anche nel secondo dopoguerra. Sta di fatto che durante la guerra i Servizi tecnici si erano notevolmente sviluppati, avevano a loro completa disposizione e/o nel loro ambito centri di studi ed esperienze e laboratori e potevano ampiamente avvalersi nell'ambito dei compiti istituzionali anche degli stabilimenti. Essi rappresentavano, quindi, un ben definito polo di studio, ricerca e progettazione nell'ambito dell' Arma o corpo di appartenenza, anche se non era facile l'indispensabile raccordo tra le rispettive attività, facenti capo a diversi Ispettorati e/o direzioni generali (ovvi i riflessi negativi nei riguardi di sistemi d' anna complessi come i carri armati). Paradossalmente, a fronte della crescente domanda di tecnologia e dell'aumento delle esigenze di studio, ricerca, progettazione e collaudo, dopo il 1945 i Servizi tecnici si anemizzano, perdono molto del loro peso e di fatto cedono le loro attribuzioni più significative all'industria privata e/o ad altri organi militari. Due le cause determinanti di questa involuzione, che fanno costantemente sentire i loro effetti fino al 1981 e anche dopo: - la difficoltà di realizzare un' idonea alimentazione quantitativa e qualitativa di ruoli pur calcolati in difetto piuttosto che in eccesso, dovuta alla non competitività delle condizioni offerte dall' Amministrazione militare a laureati in discipline scientifiche molto richiesti dall'industria civile, anche per l'insufficiente gettito delle Università; - l'evoluzione o involuzione della struttura interna degli organi centrali, con il graduale passaggio dei centri studi ed esperienze alle dipendenze delle direzioni generali del Ministero e la progressiva perdita di peso degli Ispettorati quali organi di consulenza, studio e ricerca - nel cui ambito i servizi tecnici principalmente operavano - rispetto agli uffici dello Stato Maggiore. Ne consegue una notevole difficoltà dei servizi tecnici, privi di validi supporti scientifici e del controllo diretto sui centri di studi e di ricerca, di svolgere la loro attività specie nel campo della progettazione e la pratica limitazione delle loro competenze alla consulenza di uffici dello Stato Maggiore e al lavoro di routine.
23 Cfr. C. Jean, in AA.VV., Storia delle forze armate (Cit.) pp. 254-260 e i dati comparativi e le proposte in CE.MI.SS, Rapporto di ricerca sulla formazione degli ufficia/i dei Servizi tecnici, Roma, Ed. Rivista Militare I 990.
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In definitiva, struttura e dipendenze degli organi centrali e degli organi di studio e di ricerca richiedono un'elevata dispersione di Quadri tecnici già estremamente scarsi (negli anni 80, essi sono il 3% circa degli ufficiali in servizio permanente a fronte del 20-30% circa dei principali eserciti europei e delle altre forze armate). Nell'immediato dopoguerra malamente sopravvivono (con organici molto ridotti, carente o nulla alimentazione e forte esodo del personale più qualificato) i servizi tecnici del periodo bellico (di artiglieria, del genio, della motorizzazione, e Servizio geografico istituito con il R.D. - legge 27 dicembre 1935, n. 2171). Attribuzioni, dipendenze, organi, rimangono immutati. In particolare, il servizio tecnico di artiglieria quello più importante - riprende la propria attività in Roma fin dal luglio 1944, in un primo tempo quale "II ufficio servizio tecnico artiglieria" dell'Ispettorato di artiglieria e successivamente (ottobre 1957) quale "reparto servizio tecnico artiglieria" del predetto Ispettorato, con alle dipendenze impianti di studio e didattici ammodernati. Nello stesso periodo, i due centri esperienze passano alle dipendenze della direzione generale di artiglieria, peraltro con piena facoltà di accesso da parte del Servizio tecnico per prove sperimentali. Per quanto riguarda gli altri servizi tecnici, il D.L. 20 gennaio 1948, n. 45 che determina gli organi provvisori degli ufficiali dell'esercito abolisce i ruoli degli ufficiali del servizio tecnico del genio, degli ufficiali del servizio geograrico, degli ufficiali del servizio dei centri rifornimenti quadrupedi, il ruolo transitorio per i servizi del comitato per la mobilitazione civile e degli osservatori industriali di cui alla legge 7 giugno 1934, n. 899, i ruoli di mobilitazione degli ufficiali (di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio e Servizio automobilistico) prevalentemente addetti a incarichi logistici e istituiti con la legge 7 giugno 1934, n. 899. Il decreto non fa menzione degli ufficiali assegnati al Servizio chimico dall'Art. 21 della legge 9 maggio 1940 n. 368, che siccome non costituivano un ruolo a parte erano ri entrati nell e rispettive Armi. Rimangono, pertanto, solo i servizi tecnici di artiglieria e della motorizzazione, per i quali l'Art. l fissa il numero degli ufficiali (6 colonnelli e 54 tenenti colonnelli, maggiori e capitani per. il servizio tecnico di artiglieria; 3 colonnelli e 33 tenenti colonnelli, maggiori e capitani per il servizio tecnico della motorizzazione). Gli ufficiali dei due servizi tecnici non sono più compresi in un ruolo a parte, ma sono considerati negli organici degli ufficiali d'Arma o Servizio di provenienza. A mente dell'Art. 8 del decreto, gli ufficiali dei servizi tecnici non possono essere promossi se non esiste la vacanza nel grado superiore. Per la formazione dei colonnelli e dei tenenti colonnelli occorre, altresì, la disponibilità nelle cariche devolute ai gradi superiori, nei limiti fissati daJI' Art. I. La legge 12 novembre 1955, n. 1137 sull'avanzamento degli ufficiali dell'esercito definisce i ruoli per gli ufficiali dei servizi tecnici di artiglieria e della motorizzazione. TI ruolo del servizio tecnico di artiglie-
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ria - il più importante - comprende 90 ufficiali (1 tenente generale, 2 maggiori generali, 10 colonnelli, 77 tenenti colonnelli, maggiori e capitani). Quello del servizio tecnico della motorizzazione ne comprende 79 (1 tenente generale, 2 maggior generali, I O colonnelli, 66 tenenti colonnelli, maggiori e capitani). Fino al 1956 questo assetto provvisorio dei servizi tecnici rimane invariato. In merito, come già si è accennato nel capitolo Xl, gli studi dello Stato Maggiore nel 1955 mettono in rilievo le insufficienti e antiquate modalità di alimentazione dei servizi tecnici e la loro scarsa rispondenza a compiti istituzionali che si fanno invece più complessi c rilevanti. Con la legge 31 luglio 1956, n. 91724 si dettano pertanto nuove norme - che abrogano le precedenti - per il reclutamento degli ufficiali dei servizi tecnici di artiglieria e della motorizzazione, "fino a quando non sarà provveduto al riassetto organico dei servizi tecnici, nel quadro del nuovo ordinamento del1' Esercito". L'Art. 2 della legge stabilisce che i capitani in servizio permanente del servizio tecnico di artiglieria sono tratti, per concorso, dai capitani d'Arma in servizio permanente dell'esercito (esclusi i Carabinieri) che anche nel grado di tenente abbiano superato il corso superiore tecnico di artiglieria, o il corso di specializzazione elettronica, oppure il corso superiore di specializzazione ottica. A tali corsi sono ammessi - a domanda e in base a graduatoria per titoli - i capitani e tenenti in servizio permanente con laurea in ingegneria, o in fisica, o in chimica pura, o in chimica industriale. Sono altresì ammessi - sempre a domanda e con graduatoria per titoli - i capitani e tenenti in servizio permanente non laureati, che abbiano frequentato con esito positivo i corsi dell'Accademia e Scuola d'Applicazione e superato un apposito esame di ammissione. Requisiti analoghi (Art. 3) sono richiesti per i capitani in servizio permanente aspiranti al servizio tecnico della motorizzazione, che devono aver superato il corso superiore tecnico della motorizzazione. La legge del 1956 è manifestamente rivolta a colmare, anche a scapito della qualità, le forti lacune di personale esistenti nei due superstiti servizi tecnici dell'esercito. Infatti l' Art. 5 dà facoltà al Ministro di colmare i posti vacanti indicendo un concorso per l'ammissione ai corsi di subalterni di complemento dell'esercito appartenenti alle varie Armi esclusi i Carabinieri (se si tratta dei corsi previsti per l'ammissione al servizio tecnico di artiglieria), oppure alle varie Armi e al Servizio automobilistico (se si tratta dell'ammissione al corso superiore tecnico della motorizzazione). Per l'ammissione al concorso, gli ufficiali devono aver ultimato il servizio di prima nomina, essere in possesso di laurea (in ingegneria, in fisica, in scienze matematiche, in matematica e fisica, in chimica pura o in chimica industriale) e non aver superato il 30° anno di età. Gli ufficiali vincitori del concorso sono nominati tenenti in
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GU n. 209 del 22 agosto 1956.
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servizio permanente nell'Arma o servizio di appartenenza e ammessi a frequentare i corsi previsti per 1' ammissione ai due servizi tecnici. Gli Art. 8, 9, 10 e 11 allargano ancora in vario modo le maglie del reclutamento. Per il passaggio nei due servizi tecnici degli ufficiali nominati sottotenenti in servizio permanente prima del 1948 non è richiesto il requisito di aver compiuto i corsi della scuola di applicazione. Sono convalidati i corsi superiori tecnici di artiglieria e quello della motorizzazione svoltisi fra il l O gennaio 1941 e la data di entrata in vigore della legge. Nella prima applicazione della legge possono essere trasferiti a domanda nei due servizi tecnici i capitani, maggiori o tenenti colonnelli che pur avendo superato il corso superiore tecnico di artiglieria o quello della motorizzazione non erano stati trasferiti nei servizi tecnici perché non in possesso di tutti i requisiti previsti dall'Art. 6 del T.U. di cui al R.D. 14 maTZo 1938, n. 596. Possono essere inoltre trasferiti a domanda gli ufficiali che, ammessi con il grado di capitano a frequentare i corsi prescritti per l'ammissione ai servizi tecnici, non hanno potuto esservi trasferiti perché promossi al grado di maggiore prima di aver compiuto uno dei predetti corsi o il periodo di aggregazione. L'Art. 7 della legge, infine, fissa ai fini dell'avanzamento le cariche corrispondenti a ciascun grado: - tenente generale: capo del servizio; - maggior generale; capo reparto; - colonnello: direttore di stabilimento o incarico equipollente; - tenente colonnello: vice-direttore di stabilimento o incarico equipollente; - maggiore o capitano: capo sezione di stabilimento o addetto di stabilimento o incarichi equipollenti. A fine 1960 si delinea, in certa misura, un ritorno al passato. In aggiunta ai servizi tecnici di artiglieria e della motorizzazione, che sono alimentati con la predetta legge n. 917/1956, la legge 6 dicembre 1960, n. 1479 mira a potenziare e riqualificare l'intero settore istituendo il servizio tecnico del genio, il servizio tecnico delle trasmissioni, il servizio tecnico chimico fisico e il servizio tecnico geografico. 25 Detti servizi tecn1ci (Art. 1): - presiedono agli studi scientifici e tecnici dei mezzi occorrenti all 'esercito, nonchè alla realizzaz ione e alla sperimentazione tecnic a dei relativi prototipi; - provvedono all' elaborazione delle condiz ioni tecniche dei progetti di capitolati di onere e alla elaborazione dei progetti di regolamentazione tecnica per la conservazione, la manutenzione, l'uso e la riparazione dei materiali dell'esercito; - sovraintendono al controllo della produzione e fissano le direttive tecniche per il collaudo d ei materiali da approvvigionale.
L'Art. I precisa anche che alla determinazione e ripartizione degli
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GU n . 306 del 15 dicembre 1960.
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
stabilimenti, centri di studio e altri Enti costituenti i predetti Servizi tecnici sarà provveduto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro della difesa di concerto con quello del tesoro. Tale decreto - che non viene poi emanato - sembra sottintendere l'orientamento a dare un assetto definitivo al problema delle dipendenze dei centri di studio e ricerca, ponendoli alle dipendenze dirette dei Capi dei servizi tecnici, così come in linea di stretta coerenza richiedono le loro nuove attribuzioni. L'Art. 2 fissa la composizione dei ruoli degli ufficiali dei nuovi servizi tecnici, che pertanto vanno considerati in aggiunta a quelli stabiliti per gli ufficiali in servizio permanente delle varie Anni dalla citata legge 12 novembre 1955, n. 1137. l nuovi ruoli sono: - 31 ufficiali sia per il servizio tecnico del genio che per quello delle trasmissioni (ciascuno con 1 maggior generale, 3 colonnelli, 27 tra tenenti colonnelli, maggiori e capitani); - 79 ufficiali per il servizio tecnico chimico-fisico (1 tenente generale, 2 maggior generali, 10 colonnelli , 66 tra tenenti colonnelli, maggiori e capitani); - 21 ufficiali del servizio tecnico geografico (1 maggior generale, 2 colonnelli, 18 lra lenenti colonnelli, maggiori c capitani). Gli ufficiali dei nuovi servizi tecnici sono tratti - con il grado di capitano - dai capitani dell'esercito in servizio permanente appartenenti alle Armi e ai Servizi (esclusi quelli tecnici), che abbiano superato, anche nel grado di tenente, uno dei seguenti corsi biennali (o altro corso tecnico riconosciuto equipollente dal Ministero): - per il ruolo degli ufficiali del servizio tecnico del genio: il corso biennale superiore tecnico de l genio; - per il ruolo degli ufficiali del servizio tecnico delle trasmissioni, uno dei seguenti corsi biennali: corso superiore tecnico delle trasmissioni presso il Ministero della difesa; corso di specializzazione elettronica presso il consiglio nazionale delle ricerche; corso di specializzazione in telecomunicazioni presso l'Istituto superiore del Ministero delle poste e delle telecomunicazioni; - per il ruolo degli ufficiali del servizio tecnico chimico-fisico: corso biennale tecnico chimico-fisico presso il Ministero oppure: corso di specializzazione nucleare presso il centro applicazioni militari energia nucleare di Pisa; - per gli ufficiali del servizio tecnico geografico: corso biennale di topografia e cartografia presso l'Istituto geografico militare. l requisiti richiesti per l'ammissione ai predetti corsi hanno molte analogie con quelli già indicati dalla legge 31 luglio 1956, n. 917 per gli aspiranti ai servizi tecnici di artiglieria e della motorizzazione. L'ammissione avviene a domanda, in base a graduatoria per titoli, e possono concorrere i capitani e tenenti in servizio permanente delle Armi e dei Servizi in possesso di una determinata laurea a seconda del servizio tecnico al quale aspirano, oppure i capitani e tenenti non laureati che abbiano compiuto i corsi dell'Accademia e della Scuola d'applicazione e
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superato apposito esame di ammissione. I concorrenti possono far valere progetti e pubblicazioni di carattere tecnico attinenti ai compiti e alle attività del rispettivo Servizio tecnico, nonchè la conòscenza di una o più lingue estere. Anche in questo caso, qualora il numero degli ufficiali ammessi ai corsi risulti inferiore ai 45 dei posti da coprire il Ministro della difesa ha facoltà di indire - nel limite numerico dei posti rimasti vacanti concorsi per titoli ed esami per il reclutamento dei tenenti in servizio permanente da ammettere ai predetti corsi, riservati a ufficiali di complemento delle Armi e Servizi che abbiano ultimato il servizio di prima nomina, siano in possesso del titolo di laurea richiesto e non abbiano superato il 30° anno di età. L'Art. 11 della legge stabilisce, come già la legge del J 956, le cariche corrispondenti ai gradi, per ciascun servizio tecnico: - servizio tecnico del genio e servizio tecnico delle trasmissioni: maggior generale Capo del servizio; colonnello direttore di stabilimento o incarico equipollente; tenente colonnello vice direttore di stabilimenti o incarico equipollente; maggiore e capitano capo sezione di stabilimento o addetto di stabilimento o incarico equipollente; - Servizio tecnico chimico-fisico: tenente generale Capo del serviz io; maggior generale capo reparto o incarico equipollente; colonnello direttore di stabilimento o incarico equipollente; tenente colonnello vice-direttore di stabilimento o capo sezione ufficio difesa atomica-biologica-chimica o incarico equipolente; maggiore e capitano capo sezione di stabilimento o addetto all'ufficio difesa atomica-biologica-chimica o incarico equipollente; - Servizio tecnico geografico: maggior generale capo del Servizio; colonnello capo dell'ufficio studi dell'istituto geografico militare o incarico equipollente; tenente colonnello capo divisione dell'istituto geografico militare o incarico equipollente; maggiore e capitano capo sezione o addetto di sezione dell'istituto geografico militare o incarico equipollente. L'Art. 15 trasferisce d'ufficio nel ruolo del nuovo servizio tecnico geografico gli ufficiali già appartenenti al servizio geografico, per i quali il citato D.L. 20 gennaio 1948, n. 45 aveva istituito un ruolo ad esaurimento. Sono altresl trasferiti a domanda nel nuovo servizio tecnico del genio gli ufficiali già appartenenti al servizio tecnico del genio disciolto con il predetto decreto del 1948. Analogamente gli ufficiali in servizio permanente a suo tempo assegnati al servizio chimico dall'Art. 21 della legge 9 marzo 1940, n. 368 sono anch'essi trasferiti, a domanda, nel nuovo servizio tecnico chimico-fisico. Nonostante questi provvedimenti rimane un problema di copertura di posti. Di conseguenza l'Art. 16 stabilisce che la copertura dei posti rimasti disponibili dopo i predetti trasferimenti venga assicurata con due concorsi per soli titoli , uno per la copertura dei posti per il grado dicolonnello e un altro per la copertura cumulativamente dei posti per i gradi di tenente colonnello, maggiore e capitano. Per i colonnelli, è ri-
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
chiesto il titolo di laurea indicato dal decreto per il rispettivo servizio tecnico, oppure di aver compiuto i corsi dell'Accademia e della Scuola di Applicazione. Per gli altri gradi, oltre che la laurea o il superamento dei corsi dell'Accademia e della Scuola di Applicazione, è richiesta la frequenza con esito favorevole determinati corsi, che sono: - per il ruolo degli ufficiali del servizio tecnico del genio: il corso di cultura tecnica superiore per ufficiali del genio presso il Ministero della difesa, oppure il corso superiore tecnico del genio (R.D. 16 dicembre 1926, n. 2122), oppure un corso di specializzazione annuale ufficialmente istituito presso la facoltà di ingegneria (civile o industriale) delle Università della Repubblica; - per il ruolo degli ufficiali del servizio tecnico delle trasmissioni: il corso superiore tecnico delle trasmissioni presso il Ministero della difesa oppure il corso annuale tecnico - applicativo nella tecnica radar presso il consiglio superiore delle ricerche, il corso annuale di specializzazione in telecomunicazioni presso l'Istituto superiore del Ministero delle poste e telecomunicazioni, il corso annuale di telecomunicazioni presso l'Accademia Navale di Livorno, il corso di perfezionamento in e lettronica svolto presso i Politecnici di Torino e Milano, l'Università di Bologna o il centro studi delle microonde di .Firenze; - per il ruolo degli ufficiali del servizio tecnico chimico-fisico: il corso biennale tecnico chimico-fisico presso il Ministero della difesa oppure il corso di specializzazione nucleare presso il centro applicazioni militari energia nucleare; - per il ruolo degli ufficiali del servizio tecnico geografico: il corso pratico di topografia, oppure il corso di topografia e cartografia oppure di geodesia presso l'Istituto geografico militare. Gli aspiranti ai posti di colonnello e ai posti di tenente colonnello, maggiore o capitano possono far valere titoli o attività acquisiti o svolti durante la carriera, attinenti al servizio tecnico al quale aspirano. Infine, l'allegato 1 della legge regolamenta i requisiti richiesti per l'avanzamento degli ufficiali. Nel 1961 (let. n. 2236/R 154, 2237 R/154, 2238 - R/154 e 2239 3/154 in data 30 settembre 1961) sono istituite - come già nell'ordinamento del maggio 1940 - le direzioni dei servizi tecnici di artiglieria, genio, trasmissioni e chimico-fisico, che si articolano su due reparti (uno preposto a studi, ricerche ed esperienze e l'altro ai regolamenti e al controllo dell e lavorazioni) Le direzioni dei servizi tecnici dipendono sia direttamente dallo SME che dagli Ispettorati, con le modalità di cui alla lettera n. 527/154 in data 24 febbraio 1962,2 6 nella quale lo SME per evitare contrattempi stabilisce che: - le comunicazioni di carattere tecnico e d' impiego fondamentali siano inviate dallo SME agli Ispettori d'Arma e per la difesa NBC, ai
,1> AUSSME, Rep. M/7, Racc. 850.
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quali compete la responsabilità di indirizzare il lavoro delle direzioni in questione; - le comunicazioni di dettaglio conseguenti alle precedenti siano trasmesse dallo SME direttamente alle direzioni dei servizi tecnici, dandone comunicazione anche agli Ispettori; - le informazioni di carattere generale siano diramate dallo SME sia agli Ispettorati sia alle direzioni dei servizi tecnici. Con questo provvedimento i servizi tecnici sembrano acquistare maggiore peso e maggiore autonomia anche perché - come era avvenuto durante la guerra - assumono alle loro dirette dipendenze i centri studi, ricerche ed esperienze.27 Con la legge 18 dicembre 1964, n. 1414 sono ulteriormente allargate rispetto alle citate leggi del 1956 e 1960 le maglie del reclutamento. Infatti l'Art. 15 della nuova legge prevede come forma normale di reclutamento, al pari delle altre (senza la condizione che si creino posti vacanti con le normali fonti di reclutamento) anche il reclutamento di giovani di età non superiore a 3·2 anni in possesso del diploma di laurea stabilito per ciascun servizio tecnico, che - dopo essere risultati vincitori di concorso per titoli ed esami e nominati tenenti in servizio permanente - abbiano successivamente superato il rispettivo corso superiore tecnico. Per tali giovani viene a cadere anche il requisito - prima richiesto - di essere ufficiali di complemento e di aver compiuto il servizio di prima nomina. A me nte dell'Art. 15, gli ufficiali dei servizi tecnici, reclutati con il grado di capitano, sono come sempre tratti - con qualche variante rispetto al precedente meccanismo di reclutamento - anche, dai tenenti in servizio permanente delle varie Armi oppure - per il Servizio tecnico della motorizzazione - del servizio automobilistico, che dopo aver frequentato al termine della Scuola di Applicazione un corso di studi universitari e aver conseguito uno dei diplomi di laurea previsti per ciascun servizio tecnico, abbiamo successivamente superato uno dei corsi superiori tecnici previsti; - dai capitani e tenenti in servizio permanente delle varie Armi e Servizi (esclusi quelli tecnici) in possesso di uno dei diplomi di laurea previsti per ciascun servizio tecnico che, ammessi in seguito a concorso per titoli al rispettivo corso superiore tecnico, lo abbiano superato (quindi, per questi ufficiali, oltre ad essere ammesso il grado di capitano non è richiesta la frequenza dei corsi regolari, anche se diversamente dal caso precedente sono ammessi al corso superiore tecnico con concorso per titoli); - dai capitani e tenenti in servizio permanente dei ruoli normali delle varie Armi e - per il servizio tecnico della motorizzazione - anche del servizio automobilistico, non muniti di laurea, che abbiano compiuto
27
GU n. 2 del 4 gennaio 1965.
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La logistica dell'esercito - Vol. N
i corsi dell'Accademia e Scuola di Applicazione e che, ammessi in seguito a concorso per titoli ed esami al corso superiore tecnico, lo abbiano superato. Le lauree richieste dall'Art. 16 della legge del 1964 presentano qualche variante rispetto a quelle stabilite dalle leggi del 1956 e 1960, con tendenza ad ampliare la gamma. Per il ruolo del servizio tecnico delle trasmissioni non è più prevista la laurea in ingegneria industriale, e sono previste in più le lauree in fisica e in matematica e fisica; per il ruolo del servizio tecnico chimico fisico oltre alle lauree previste dalla legge del 1960 sono ammesse le lauree in ingegneria elettronica ed elettrotecnica, in agraria e in veterinaria; per il ruolo del servizio tecnico geografico non è più ammessa la laurea in geografia. Qualche variante anche nell' Art. 17, che definisce i corsi superiori tecnici. Per il ruolo del servizio tecnico chimico-fisico è richiesta la frequenza del "corso superiore tecnico chimico fisico" anzichè del "corso biennale tecnico chimico-fisico" della legge del 1960. Per il ruolo del servizio tecnico delle trasmissioni, in aggiunta ai corsi del 1960 è ammesso il corso biennale di specializzazione in ingegneria aerospaziale pressa l'Università di Roma. Tutti i corsi hanno durata biennale e comprendono un esperimento pratico presso organismi del rispettivo Servizio. Con decreto del Presidente della Repubblica possono essere riconosciuti equipollenti a quelli indicati, per ciascun servizio tecnico, altri corsi di durata non inferiore a due anni. L' emanazione dei decreti delegati del 1965 provoca la riunione nelle direzioni generali, e in particolare nella direzione generale AMAT, di competenze relative all'approvvigionamento, gestione amministrativa e direzione di stabilimenti e di competenze relative a studio e ricerca, con assunzione definitiva alle dirette dipendenze dei centri di studio e ricerca e conseguente diminutio capitis dei servizi tecnici e dei relativi organi. In questo quadro, lo SME nel 1966 istituisce corsi AUC anche per i servizi tecnici e procede al loro rinnovamento con la le t. n. 147/154 in data 31 gennaio l 967, 28 che dispone: - lo scioglimento delle direzioni dei servizi tecnici di artiglieria, del genio, delle trasmissioni e chimico fisico istituite nel 1961; - il ripristino della figura di Capo del servizio di cui alle leggi del 1956 e del 1960, con proprio ufficio e alle dipendenze degli Ispettori d'Anna (rispettivamente: di artiglieria, del genio, delle trasmissioni e per la difesa NBC); - il passaggio del Capo del servizio tecnico della motorizzazione alle dipendenze dell'Ispettore delle Armi di fanteria e cavalleria; - l'assegnazione ai Capi dei singoli servizi tecnici di attribuzioni specificamente definite per ciascuno;
28
AUSSM E, Rcp. M/7, Racc. 858.
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- il passaggio del centro tecnico delle trasmissioni e del centro tecnico chimico, fisico e biologico alle dipendenze della direzione generale AMAT; - il passaggio del centro tecnico del genio alle dipendenze della direzione generale lavori, demanio e materiali del genio. Nel DOCUMENTO 31 sono riportate le nuove dipendenze e attribuzioni dei Capi dei servizi tecnici di artiglieria, del genio, della motorizzazione, delle trasmissioni e chimico-fisico. I relativi uffici sono uniformemente organizzati su un "modulo segreteria e personale" e un "modulo sviluppo tecnico". Per l'attività ispettiva di loro competenza, i Capi dei servizi tecnici si avvalgono di ufficiali generali e colonnelli del rispettivo servizio posti alle loro dipendenze. Essi non hanno più alle loro dipendenze - come invece era previsto dalla citata legge ordinativa 9 maggio 1940, n. 368 - i centri cli studio e sperimentazione, che insieme con gli stabilimenti dipendono da]le direzioni generali tecniche del Ministero. Probabilmente a causa delJa diversa dipendenza dei centri studi e stabilimenti e dei Capi dei servizi tecnici, nel corso dello stesso anno 1967 vi è un ripensamento, e con la Circ. n. 2030/154 in data 24 luglio lo SME "al fine di assicurare completa unitarietà funzionale ai Servi zi tecnici" si dispone che a partire dal 1° settembre J 967 i Capi dei servizi tecnici e i rispettivi uffici: - passino alle dirette dipendenze del Capo di SME per le funzioni connesse con la carica (precisate con D.M. 19 luglio 1967); - operino nell'ambito delle direzioni generali quali coadiutori dei direttori generali per tutte le attività attinenti al rispettivo servizio che rientri no nella sfera di competenza delle stesse direzioni generali In particolare i servizi tecnici di artiglieria, chimico-fisico e trasmissioni sono collocati nell'ambito della DGAMAT; il servizi o tecnico della motorizzazione nell'ambito della DG della motorizzazione e combustibili; il servizio tecnico del genio nell'ambito della DG dei lavori, demanio e materiali del genio. Nel 1975 viene costituito un comitato permanente dei Capi dei servizi tecnici con compiti di coordinamento generale in vista della unificazione dei suddetti servizi. Nel 1976 viene emanata la Circ. n. 4000, che definisce le modalità particolari per lo sviluppo dei nuovi materiali e le procedure per la loro omologazione, precisando i settori di competenza dei Capi dei servizi tecnici e del comitato permanente in tale sfera di attività. L'esigenza di dare una risposta unitaria e coordinata - almeno nelJ'ambito dell'esercito - alla sempre maggiore complessità delle sfide della tecnologia e alla configurazione pluriservizio dei sistemi d'arma viene definitivamente soddisfatta istituendo con legge 20 settembre I 980, n. 574 29 (Art. 13) un unico corpo tecnico dell 'esercito, che riu-
29
GU n. 262 del 24 Settembre 1980.
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La logistica dell'esercito - Voi. TV
nisce in un solo ruolo gli ufficiali dei sei servizi tecnici preesistenti (di artiglieria, della motorizzazione, chimico-fisico, del genio, delle trasmissioni e geografico). L 'Art. 18 della legge del 1980 (che sostituisce l'Art. 15 della citata legge 18 dicembre I 964, n. 1414) stabilisce che gli ufficiali in servizio permanente effettivo del nuovo corpo tecnico unificato dell'esercito possono essere reclutali: - con il grado di sollotenente, dai giovani di età non superiore ai 26 anni che hanno superalo gli esami del biennio propedeutico d ' ingegneria e sono risultati vincitori di apposito concorso per titoli ed esami. Dopo la nomina a sottotenente, i predelli ufficiali sono assegnati alla Scuola di Applicazione e sono ammessi a frequentare il lerzo anno del corso di studi presso l'Università o il Politecnico dislocati nella medesima sede della Scuola di Applicazione, per il conseguimento di una laurea in ingegneria; - con il grado di tenente, dai giovani di età non superiore ai 30 anni in possesso di idoneo diploma di laurea. L'Art. 13 della predella legge n. 57 4/ 1980 rimanda ad apposite determinazioni ministeriali la definizione : - delle specialità nelle quali possono essere ripartiti - in relazione alle esigenze di servizio - gli ufficiali del corpo tecnico unificalo; - dei titoli di studio e degli altri requisiti specifici per la assegnazione alle diverse specialità, nonché delle modalità per il passaggio da una specialità all'altra. L a legge prevede anche la figura del generale Ispettore del corpo tecnico, il cui limite di elà (Art. 22) è fissato a 65 anni. I compiti del corpo tecnico unificato dell'esercito non sono definiti in sede legislativa (come invece è avvenuto per i corpi tecnici de11e altre due forze armate), ma con il D.M. 26 giugno 1981 , che fissa collocazione ordinativa, attribuzioni e organizzazione di comando del generale Ispettore del corpo tecnico. E' Capo del corpo e dipende dal Capo di Stato Maggiore dell 'Esercito, del quale è consulente per i problemi concernenti i mezzi e materiali d'armamento e per le allività connesse con i settori geodetico, topocartografico e geografico dell'esercito. Assicura la formazione degli ufficiali del corpo tecnico e presiede al loro impiego. In particolare: - collabora con l'Ispettore logistico fornendo pareri in ordine a: • studi, ricerche ed esperienze relativi ai materiali di armamento dell'esercito e alle modifiche da apportare ai materiali già esistenti; • direttive sulla conservazione, la manutenzione, l'uso e la riparazione dei materiali e dei mezzi dell'esercito; • proposte per studi e ricerche tecnico-scientifiche concernenti i materiali e i mezzi di interesse interforze; - concorre allo svolgimento dell' attività ispettiva tecnica sulla conservazione, la manutenzione, l'uso e la riparazione dei materiali e dei mezzi dell'esercito; - segue il progresso tecnologico in campo scientifico e industriale, in ambito nazionale e all' esleru;
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- promuove e mantiene rapporti di natura tecnico-scientifica con associazioni, enti e istituti militari e civili, nazionali e internazionali, di studio e di ricerca in campo accademico e applicativo; - collabora con le direzioni generali tecniche fornendo pareri in merito a: • condizioni tecniche, norme di collaudo e normative per l'uso, ]a manutenzione, la riparazione e la conservazione dei mezzi e dei materiali di armamento dell'esercito, elaborate dalle slesse direzioni generali; • aspetti relativi all'idoneità tecnica dei mezzi e dei materiali di armamento dell' esercito, svolgendo, d'intesa con i direltori generali interessati, attività ispettiva tecnica sugli organi di studio, sperimentazione, la vorazione e riparazione dei mezzi e dei materiali di armamento de ll' esercito; - assicura la formazione e 1' aggiornamento tecnico-professionale degli ufficiali del corpo tecnico e ne segue l'attività tecnica; - ha alle sue dipendenze in linea lecnica gli ufficiali del corpo ovunque impiegati e, nell'ipotesi prevista dall'articolo 4, primo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 15 giugno 1965, n. 1431, redige gli elementi di informazione ai fini della compilazione dei documenti caratteristici degli ufficiali generali o superiori non dipendenti da ufficiali del corpo stesso; - è membro con diritto al voto della commissione superiore di avanzamento dell'esercito, quando la valutazione riguarda gli ufficiali del corpo; desig na tra gli ufficiali del corpo i rappresentanti di forza armata in seno a commissioni, comitati e gruppi di lavoro tecnici operanti in am bito nazionale e internazionale; - esprime parere nell'ambito della forza armata in merito ai provvedimenti di carattere organico e ordinativo relativi agli enti interessali ad attività tecnica e scientifica. Il generale Ispettore e Capo del corpo tecnico dispone di un proprio Comando, del quale si avvale per l' esercizio delle sue attribuzioni nei settori relati vi a: - ricerca e sviluppo tecnico di nuovi mezzi e materiali di arma menlo dell'esercito; - assistenza e controllo dell'affidabilità tecnica dei mezzi e materiali d'armamento dell'esercito; - formazione e impiego del personale del corpo. Le vicende prima descritte di per sè fanno emergere i problemi e le difficoltà di funzionamento del corpo tecnico e i pregi e limiti delle pur numerose innovazioni introdotte a partire dal 1948. In questo senso, la legge del 1960 intende potenziare i servizi tecnici, ma rimanendo in un'ormai superata prospettiva d'Arma e di corpo, e soprattutto senza creare valide premesse per una sufficiente alimentazione e senza dare - o dare appieno - ai vertici dei servizi tecnici l'indispensabile supporto diretto degli organi di studio, ricerca e sperimentazione, dipendenti da altri Enti. I decreti delegati del 1965 e il riordinamento dei servizi lecnici che ne consegue li pongono alle dipendenze degli Ispettori, ma
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
ancora una volta non danno ai Capi dei Servizi gli organi di comando e di supporto tecnico necessari per far fronte alle loro complesse e delicate aUribuzioni, e, al tempo stesso, diluiscono tra direzioni generali e Stati Maggiori le funzioni relative allo studio, ricerca e sperimentazione. Infine, la legge del 1980 che istituisce un unico servizio tecnico prende atto della nuova realtà ed elimina compartimenti stagni d'Anna o corpo, ma non risolve - né può risolvere - i problemi del reclutamento e quelli degli organi di supporto tecnico-scientifico del vertice del corpo e, più in generale, dell'impiego economico degli scarsi Quadri. Ci sembrano meritevoli di citazione, a tal proposito, taluni studi comparsi in varie epoche sulla Rivista Militare e dovuti ad autori che potevano vantare una lunga esperienza e una conoscenza diretta e approfondita dei problemi. Ad esempio, nel 1972 il magg. gen. del servizio tecnico di artiglieria Bertone lamenta che, dopo le suaccennate riforme del 1965 e 1967, il Capo del servizio tecnico di artiglieria dispone di un ufficio che per organici e strutturazione non consente di fare adeguatamente fronte ai gravi e complessi compiti che deve svolgere, in un quadro di costante carenza di personale militare e civile creato anche dal mancato o tardivo ripianamento dei vuoti per ultimato servizio o per esodo volontario. 30 Solo un impiego intensivo dei pochi clementi capaci rimasti consente al direuore generale e al Capo del servizio tecnico di artiglieria di far fronte alle esigenze di commissioni o gruppi di lavoro (dove spesso lo stesso elemento è presente in rappresentanza di entrambi), degli stabilimenti di artiglieria e di alcuni organi centrali. Inoltre, la dilatazione dei campi d'azione di ogni branca tecnica richiede opportune incentivazioni nell'addestramento del personale e tempestivi corsi di qualificazione. Il generale Bertone ritiene più rispondente l'ordinamento in vigore dalla seconda guerra mondiale fino al 1966, che distingueva e ripartiva i compiti assegnando alle direzioni generali esclusivamente compiti amministrativi e di approvvigionamento e al servizio tecnico di artiglieria compiti tecnici, di studio e ricerca e di controllo tecnico sulle lavorazioni. A suo giudizio, le soluzioni adottate dopo il 1966 sono invece tali da provocare vari inconvenienti: Ne ll' ordinamento del 66 s i è voluto abbinare nella direzione generale AMAT lo studio e la ricerca con l'approvvigionamento, connubio poco felice, perché la me ntalità di chi è proposto all' una attività (studio e ricerca) ma l si adatta all'altra (provvista dei materiali). che spesso deve rinunc iare a ritrovati recentissimi non sufficientitcmente sperimentati per ragioni di ordine sia operativo sia economico. L ' abbinamento diventa scarsamente operante quando mancano appositi organi di studio e ri cerca, nettamente separati da quelli di approvvigionamento, coesistenti nello stesso ente (riforma del '66) o dis locati in enti diversi (situazione precedente al '66) [ ... ]. Non è facile la valutazione
°
3 C. Bcrtone, Nuove esigenze nel campo degli studi, ricerche ed esiRenze ed esperienze di armi e munizioni, " Rivista Militare" n. 5/1972.
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dell'incidenza della preoccupante situazione del personale sulla funzionalità dei due Enti, tuttavia i cinque anni di sperimentazione del nuovo ordinamento hanno fatto risentire pesantemente la mancanza di un ben definito organo di studio e di ricerca e di una conseguente collocazione razionale della complessa e vasta documentazione tecnico-scientifica. Alle impellenti necessità giornaliere si è fatto fronte più per merito di "persone" che di " uffici", questi in difetto per motivi ordinativi e di personale[...]. Alla dispersione di uomini si accompagna quella della documentazione tecnica, cui segue la paralisi di un servizio indispensabile per la difesa della Nazione.
Il generale Bertone aggiunge che "soprattutto critica" si è presentata l'attività del Capo del servizio tecnico di artiglieria nei confronti dello SME (che già dispone di un proprio ufficio ricerche e studi) e della direzione generale di artiglieria (dalla quale dipendono tutti gli stabilimenti d'artiglieria e i laboratori centrali di ricerca e studi). Per questa attività, il Capo del servizio tecnico di artiglieria non dispone direttamente del supporto tecnologico necessario, stante la ridotta consistenza organica del suo ufficio. Perciò il Bertone propone la costituzione alle sue dipendenze di un centro di studi di materiali di armamento (terrestri e contraerei) che non dovrebbe impostare ampi e costosi programmi di studi e di ricerca, ma piuttosto acquisire una sufficiente capacità di esame e di valutazione dei progressi di altri Paesi nelle scienze pure e applicate, nelle tecnologie e in tutti i ritrovati interessanti l'armamento. A tal fine, il centro dovrebbe consentire la disponibilità di un nucleo non di teorici ma di esperti, in grado di collaborare efficacemente con l'Arma di artiglieria nel fissare le caratteristiche tecniche dei nuovi materiali o le modifiche da apportare a que11i esistenti. Queste considerazioni e proposte riguardano esclusivamente il Servizio tecnico di artiglieria ma ben si attagliano problemi dei Servizi tecnici in genere, non escluso quello unificato dal 1980 in poi, a cominciare dalla scarsità di Quadri. Riteniamo necessario, a tal proposito, rifarci ampiamente a un articolo del generale Pallieri Ispettore del corpo31 che pur pubblicato nel 1988, cioè diversi anni dopo il limite di tempo che ci siamo proposti nella nostra indagine, mette bene in evidenza la problematica che deriva dall'istituzione del corpo nel 1980, le nuove frontiere che apre la legge 574/1980 e la pesante eredità che lascia, un'eredità di natura tale da non poter essere affrontata appieno in un ristretto arco di tempo, anche se premono sfide tecnologiche sempre più ardue da affrontare. Il primo aspetto sul quale è necessario fermare l'attenzione è il gran numero di organismi direttamente interessati all' attività del corpo tecnico. Ne deriva - con tutti i relativi in convenienti - una forte dispersione di personale evidenziata anche dal grafico seguente:
Jt G . Pallieri, Prospettivefu/ure di ricerca e sviluppo - rivitalizzazimze del corpo tecnico dell'esercito, "Rivista Militare" n. 6/1988.
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La logistica dell'esercito - Voi. JV
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Secondo quanto previsto dal decreto del 1981, il Capo del corpo tecnico deve seguire e controllare l'attività degli ufficiali del corpo stesso, ma a fronte dei 428 ufficiali che nel 1988 costituiscono la forza effettiva del corpo, solo 30 sono alle sue dirette dipendenze nel Comando: gli altri sono impiegati in circa 50 Enti diversi, coadiuvati da circa 120 ufficiali di complemento. Non vi è alcuna dipendenza organica dei predetti Enti dal Capo del corpo: tuttavia in essi si sviluppa la dipendenza tecnica dal Capo del corpo degli ufficiali che vi operano. I programmi dello Stato Maggiore richiedono agli ufficiali del corpo tecnico di svolgere le loro attività in molteplici e delicati settori: - ricerca e sviluppo di nuovi materiali; - approvvigionamento e/o allestimento di materiali; - revisione generale e mantenimento dei materiali in servizio; - formazione e aggiornamento professionale del personale tecnico, civile e militare; - partecipazione a gruppi di lavoro, simposi, seminari, congressi, ecc. in Italia e all'estero. Nel quadro delle attività di ricerca e sviluppo di nuovi materiali , gli ufficiali del corpo tecnico inoltrano allo Stato Maggiore proposte per studi ed esperienze, da effettuare anche attraverso ricerche sistematiche delle possibilità offerte dal mercato. Definiscono le caratteristiche tecniche necessarie per ottenere i requisiti e le prestazioni di carattere operativo e i programmi delle relative prove. Effettuano le prove stesse e la valutazione dei risultati, dalla quale derivano i giudizi di idoneità tee-
FlG. I
Xli - Organi consultivi, vertici dei Servizi. corpo tecnico
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nica dei nuovi materiali per l'impiego presso i reparli, sui quali si basa l'omologazione definitiva da parle dello Stato Maggiore. Per l'approvvigionamento e/o allestimento dei materiali omologati, gli ufficiali del corpo tecnico compilano i documenti contrattuali (ivi comprese le condizioni tecniche di fornitura e le norme per i collaudi, che sono anch'essi di loro competenza). Effettuano unitamente ai funzionari amministrativi, la valutazione tecnico-economica di offerte per l'aggiudicazione di gare e procedono alla definizione dei costi in caso di trattative. All'avvio della produzione, compiono gli accertamenti necessari per la qualificazione delle linee di lavorazione e per i controlli di qualità. Durante la produzione svolgono incarichi di sorveglianza tecnica delle l~vorazioni presso l'industria privata oppure - in caso di allestimenti diretti - preparano, organizzano e dirigono la produzione presso gli stabilimenti militari. Infine, calcolano i fabbisogni di ricambi e attrezzature necessarie per la gestione e il mantenimento dei nuovi materiali. Per la revisione generale, riparazione e manutenzione dei materiali in servizio gli ufficiali del corpo tecnico svolgono, su un piano di minore complessità, incarichi analoghi a quelli del caso precedente (preparazione dei capitolati e delle norme tecniche da porre a base dei contratti, sorveglianza delle lavorazioni presso l 'industria privata, organizzazione e direzione delle lavorazioni dirette presso gli stabilimenti militari). Nel campo della formazione e dell'aggiornamento degli ufficiali del corpo tecnico e del personale tecnico civile e militare della Difesa, gli ufficiali del corpo tecnico preparano i programmi, organizzano e spesso dirigono i corsi, hanno la responsabilità de i corsi allievi operai della Difesa, e svolgono attività di insegnamento sia a livello universitario o post- universitario (presso istituti militari o Atenei e istituti civili specializzati) sia a livello specialistico militare (presso scuole tecniche o Enti addestrativi militari). Gli impegni prima descritti richiedono agli ufficiali del corpo tecnico delle specializzazioni professionali di base assai pregiate e quindi molto richieste in campo civile (vedasi grafico a pag. 252). Si tratta di specializzazioni fortemente richieste anche daJl'industria civile (specie nel settore degli ingegneri). Di conseguenza, le condizioni psicologiche e retributive offerte in ambito militare agli ufficiali del corpo tecnico dovrebbero essere competitive rispetto a quelle offerte dall'industria civile ai giovani laureati. Ciò non avviene, e secondo il generale Pallieri l'attuale situazione è fortemente carente sul piano quantitativo, non completa sul piano delle specializzazioni richieste, non suffici entemente funzionale sul piano organizzativo. 32
32
ivi.
252
La logistica dell'esercito - Voi. IV
Specializzazioni professionali di base per Ufficiali del Corpo Tecnico dell'Esercito meccanica-industrlale-clvlle-elettronlca comunicazioni e non comunicazioni - trasporti - dei sistemi - chimicanucleare
INGEGNERIA
FISICA
del fenomeni esplosivi e nucleari costruzione
I
del materiali da
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Industriale - degli esplosivi - degli aggressivi carbolubrlficantl - delle vernici
CHIMICA
dei
mlcroblologla - biochimica - tossicologia '==B=IO=LO=G=IA=~ fisiopatologia degli aggressivi - Igiene del lavoro
I
GEOLOGIA
TOPOGRAFIA
ASTRONOMIA
METEOROLOGIA
TECNOLOGIE SPECIALI
Rispetto ai 561 ufficiali che dovrebbero costituire l'organico del corpo, la forza effettiva è solo di 428 ufficiali, e il reclutamento secondo le modalità stabilite dalla cilata legge n. 574/80, negli anni 1981-1987 a fronte di 263 posti messi a concorso ha consentito di coprirne solo 85, cioè il 32%. Per "rivitalizzare" il corpo tecnico, il generale Pallieri propone i seguenti provvedimenti, tra i quali acquista rilievo l'esigenza della costituzione di un organismo di sludi o e ricerca di supporto alle attività del corpo (vedasi grafico seguente).
253
Xli - Organi consultivi, vertici dei Servizi, corpo tecnico
PROVVEDIMENTI PER LA RIVITALIZZAZIONE DEL CORPO TECNICO
o
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RECLUTAMENTO
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COSTITUZIONE
ndall'Accademia Militare Hdi un Istituto Superiore Tecnico -
DEFINIZIONE
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INCENTIVAZIONE
ATTIVAZIONE
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con compiti di:
formazione e aggiornamento professionale degll Ufficiali del Corpo Tecnico; raccolta, classificazione e distribuzione della documentazione tecnica; coordinamento delle attività di ricerca e sviluppo dei Centri tecnici dell'Esercito; consulenza tecnica e scientifica.
U~el nuovi profili professionali e del
li
relativo Iter formativo
economica e di carriera
Udi una estesa cooperazione con I
settori tecnici
delle altre Fo,-ze Armate
6. - Conclusione L'esame fin qui condotto delle strutture fondamentali della Difesa e dell'esercito fino al 1981 richiama continuamente delle linee di tendenza univoche e concordi quanto difficili da modificare nel concreto, che influenzano in misura particolare l'area logistica e tecnico-amministrativa. Queste linee di tendenza si riassumono nella dispersione di personale e di organismi, nella frequente scarsa chiarezza di competenze e nella frequente loro sovrapposizione, nel pronunciato svuotamento di taluni organismi e nell'eccessivo sovraccarico di altri. In ullima analisi: una struttura scarsamente economica e di difficile gestione e controllo, che di per sè non favorisce la tempestività delle decisioni, il persegui mento degli obiettivi e la realizzazione in tempi ragionevolmente contratti di programmi già costantemente gravati dalla scarsità di risorse. Secondo l 'ammiraglio Porta, Capo di Stato Maggiore della Difesa pro tempore, la struttura degli organi centrali nel 1988 dà luogo a una direzione costituzionalmente poco "decisionista". caratterizzata da una eoneilia:r.ione obbligatoria e quindi più portata alle estenuanti mediazioni che non alla formulazio ne di scelte difficili e di significative innovazioni.33 33 Intervento del Capo di Stato Maggiore della Difesa a ll 'inaugurazione dell'Anno Accademico 1988- 1989 delle Scuole di Guerra - Firenze, Scuola di Guerra Aerea, 1O novembre 1988.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
L'ammiraglio Porta aggiunge che nell'area tecnico-amministrativa l" 'integrazione dei mezzi" voluta dai decreti delegati del 1965 è stata più estesa e concreta di quella realizzata nella area operativa, ma mancano indicazioni su come l'azione di indirizzo e coordinamento del Segretario Generale possa armonizzarsi con quella dei Capi di Stato Maggiore di Forza Armata. Mancano inoltre, al Segretario Generale, i mezzi necessari per esercitare concretamente la funzion e di coordinamento, e non è per esso prevista la funzione e l'autorità di controllo sulla attuazione delle direttive di coordinamento impartite.
Dal canto suo, la Corte dei Conti nella relazione sul rendiconto generale dello Stato per il 1987 indica come questione centrale per il Ministero della difesa la mancanza di una precisa individuazione delle sfere di responsabilità e di decisione, con negativi riflessi sulla programmazione e gestione delle spese per l'ammodernamento delle forze armate. In questo contesto, un settore che presenta rilevanti aspetti, anche di carattere economico e finanziario è quello della cosiddetta arca tecnico-industriale, costituita da un apparato solo difficilmente ridimensionabile per la presenza di vari fallori tra cui spiccano, a parte problemi occu pazionali , la ristretta gamma di prestazioni offerte e il problemi di costo delle slrullure.
Non si può essere troppo severi con i decreti delegati del 1965, i cui aspetti più pregnanti sono stati spesso svuotati da altri provvedimenti successivi. La situazione che deriva da queste poco favorevoli premesse non pare dovuta agli uomini o a carente adempimento dei propri compiti istituzionali da parte di questo o quell'organismo; essa è principalmente frutto di una serie di provvedimenti di legge adottati a partire dal 1944, nei quali le ragioni dell'efficienza militare sono state quasi costantemente accantonate e sacrificate ad altre esigenze, a cominciare dall'orientamento pregiudiziale ad evitare la concentrazione di molti poteri in una sola persona e a limitare l'autonomia degli Stati Maggiori nei confronti dell'autorità politica, anche oltre il dovuto e il necessario. Ambedue le grandi riforme introdotte tra il 1965 e il 1981 rispondono senza dubbio ad antiche e sentite esigenze (l'impostazione in senso interforze degli Stati Maggiori e dell'Amministrazione della Difesa e, per l'esercito, il passaggio dalla logistica "per materia" a quella, più economica e moderna, "per funzioni"). Ma queste riforme per essere portate a compimento, perfezionate là dove occorre e salvaguardate da tentativi di involuzione e di svuotamento richiedono in primis un'adeguata e pronta capacità decisionale, con provvedimenti incisivi e non di facciata finalmente ispirati a criteri di efficienza militare, tanto più necessari a fronte della scarsità di risorse. Va richiamata l'attenzione, a tal proposito, sul completo rifacimento dell'organizzazione militare - non esclusa quella scolastica che è di per sè richiesto dal completamento degli organi di comando, direttiv'i ed esecutivi ai vari livelli dei "Servizi trasporti e materiali" oppure dalla "rivitalizzazione" del corpo tecnico. Lungi dal limitarsi a riassumere l'eredità dell'organizzazione logistica in atto nel 1981, questi due aspetti rimangono elemento qualificante e centrale dell'efficienza della forza armata.
CAPITOLO Xlll
LINEAMENTI GENERALI DELL'ORGANIZZAZIONE LOGISTICA TERRITORIALE E DI PACE
I. Gli studi e proposte dello Stato Maggiore e del generale Chatrian ( 1944-1947)
Come già si è accennato, le dolorose vicende che seguono l' 8 settembre 1943 costringono le residue forze dell'esercito del sud cooperante con gli alleati a ricostituire in qualche modo - con provvedimenti d'emergenza e là ove possibile - la struttura logistico-territoriale in atto fino all'annistizio del 1943 (vds. anche capitolo V e VI). Mancano, fino a quando dura la guerra, il tempo e le condizioni per la pur necessaria rifondazione dell'organizzazione militare e de11 'organizzazione territoriale. Tuttavia il citato documento sul riordinamento dell'esercito compilato daH'ufficio operazioni dello SME (aprile 1944) riconosce la necessità di radicali rifonne, dirette a creare le concrete premesse perché tutte le risorse disponibili siano utilizzate con il massimo rendimento: noi siamo ancora un pò a uno stadio dell'organizzazione antiquata, che risente del tempo in cui l'eserc ito provvedeva direttamente a quasi tutte le sue esigenze di vita e quindi aveva una propria organizzazione sanitaria. propri stahi limenti di produzione sia di armi, sia di viveri , sia di vestiario ed equipaggiamento, ecc.. Questo sistema non può più evidenteme nte andare oggi e tanto meno in un prossimo futuro perché porterebbe ai l'impiego in tali attività cli quasi tutte le forze che potremo mantenere alle armi, consentendo l'addestramento veramente militare solo di una piccola aliquota de l contingente. Nè una simile organizzazione di pace è necessaria in vista di quella di guerra, perché abbiamo visto chiaramente che nella guerra moderna è ormai tutta la nazione c he vie ne mobilitata e organizzata a l di fuori della sfera di competenza strettamente militare. 1
Secondo il predetto documento, l'organizzazione di pace dell'esercito dovrebbe limitarsi alla parte strettamente tecnico-militare della preparazione alla guerra, cioè ali' addestramento de11e truppe e allo studio del loro impiego. La produzione militare dovrebbe rimanere compito del Governo, anche se l'autorità militare dovrà studiare i fabbisogni di mezzi e materiali in caso di guerra, e svolgere in questo campo una funzione direttiva in accordo con l'autorità civile. Per quanto di interesse logistico, i criteri da adottare per il futuro dovranno essere i seguenti: 1
L. Noti, Op. cit., Documento N. 2, p. 255.
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La logistica dell'esercito - Vol. N
- un organizzazione territoriale Lmilitare - N.d.a.] e con funzioni quasi esclusivamente allinenti alla mobilitazione e alla tenuta a ruolo della forza; - una organizzazione logistica [militare - N.d.a.J ridotta pressoché alle funzioni di studio da parte degli organi centrali e di accantonamento delle dotazioni di mobilitazione di prima necessità; · - ricorso alla industria e commercio civili, con opportuni accorgimenti (contratti-ti po, ecc.) per tutte le necessità materiali cli vita del l'esercito; - unità mobili: saranno naturalmente poche in relazione alle nostre possibilità materiali, ma scelte e sempre complete come personale e mezzi; questo compenserà lo svantaggio di averne poche; - in caso di mobilitazione i depositi dei reparti presidiari forniranno il personale per i Servizi territoriali e di campagna (sezione sussistenza, reparti panettieri, tappe, ecc.) ed eventualmente il personale per le class i più giovani. LSi pensa quindi di mantenere i depositi dei corpi - N.d.a.].2
Par di capire, dunque, che si sarebbe orientati a costituire gli organi dei Servizi di campagna solo in caso di mobilitazione. Un altro orientamento che subito prevale e segna un'inversione di tendenza rispetto alle soluzioni tradizionali adottate fin dal secolo XIX (in pace, solo, corpi d'armata cd divisioni territoriali con duplice fisionomia, operativa e logistico-territoriale) è la separazione dell'organizzazione territoriale da quella operativa (composta da corpi d' armata e divisioni che dunque non hanno più circoscrizioni e incombenze territoriali). Questa riforma avrebbe lo scopo di lasciare libere le G.U . di provvedere esclusivamente all'addestramento del personale, allo studio teorico e pratico dei problemi operativi e d ' impiego. La scissione è necessaria anche per il fatto che essendo, forzatamente, le unità in numero limitato, la loro giurisdizione territoriale sarebbe così vasta e i compiti così molteplici da assorbire ogni loro attività. 3
Le Grandi Unità operative non avrebbero più funzioni logistiche di 3° grado. Dovrebbero pertanto essere costituiti 14 Comandi regionali e 75 Comandi provinciali, che oltre a svolgere le attività logistiche di 3° grado assorbirebbero i compiti di carattere territoriale prima attribuiti a distretti, presidi, zone ecc. e disporrebbero in proprio di reparti presidiari (una compagnia presidiaria per ogni Comando provinciale) in grado di far fronte a tutte le esigenze, senza incidere sui reparti operativi. Tutti i generi (conserve alimentari, derrate ecc.) e materiali dovrebbero essere più economicamente forniti dall'industria privata; competerebbe all'esercito solo la determinazione dei fabbisogni e la distribuzione e impiego dei materiali. Andrebbero introdotti rigorosi sistemi di controllo delle forniture, da ottenersi - con l'accettazione delle partite di materiali da parte di apposite commissioni militari che apporranno particolari contrassegni agli oggetti accettati; - con la pubblicazione e aggiornamento delle norme di collaudo e la sanzione di prov-
2 3
ivi. p. 256. ivi, p. 258.
XIII - Organizzazione logistica territoriale e di pace
257
vedimenti disciplinari e penali a carico delle commissioni che abbiano accettato oggetti riconosciuti, anche a distanza di tempo, non rispondenti alle norme stesse. 4
Sotto certi aspetti il documento dello SME del 1944 sembra ritornare alle teorie "privatistiche" del generale Marazzi nel 1901 (L'Esercito dei tempi nuovi) e a taluni orientamenti emersi sulla pubblicistica militare nei primi anni del secolo. Vi si sostiene, infatti, che: - vanno considerati ufficiali (e perciò devono indossare la divisa) solo coloro che hanno comando di truppa e in guerra partecipano alle operazioni, cioè gli ufficiali delle Armi combattenti e dei Servizi di sanità e di commissariato; - tutti i rimanenti Quadri dei Servizi devono essere - come prima del 1873 - civili militarizzati (in borghese in pace e in sede, con speciale uniforme in guerra e ai campi); - "o si fa un esercito, sia pure piccolo, ma con elementi selezionati e di pieno rendimento oppure si ricadrà nell ' inconveniente di ufficiali che piano piano si trasformano in impiegati. Pensare di impiegare nei Comandi ed Enti territoriali quegli ufficiali destinati a morire ad es. nel grado di maggiore è un gravissimo errore, perché affida settori delicatissimi ùdla vila e ùella preparazione lkll'esen;ilo a persone t:he, ud-
la massa non hanno più da pensare che a sbarcare il lunario"; - devono essere semplificate (altro problema secolare) le procedure amministrative, in modo da poter ridurre il corpo di commissariato e abolire i corpi di amministrazione e sussistenza, sostituendo i relativi Quadri con personale civile assimilato e in altri casi (consegnatari dei magazzini, ecc.) con ufficiali del ruolo con carica limitata; - vanno soppressi il Servizio chimico (costituendo, in secondo tempo, un centro di studio con personale specializzato delle varie Armi) e il corpo automobilistico, lasciando in vita il relativo servizio tecnico (unitamente a quelli dell' artiglieria e del genio). Il servizio geografico può e ssere abolito come Ente ma deve essere mantenuto come attività con personale direttivo delle varie Armi e personale tecnico civile, eve ntualmente assimilato. Da abolire anche il servizio dei centri rifornimento quadrupedi, lasciando la relativa organizzaz-ione al Ministero dell'agricoltura; una volta soppresso il corpo automobilistico, i reparti provvederebbero con proprio personale alle esigenze di trasporto motorizzato, mentre i reparti automobilistici delle G.U. in pace potrebbero essere costituiti con personale delle varie Armi e in guerra essere mobilitati da qualche deposito specializzato. Oltre al corpo di commissariato, dovrebbe essere ridotto anche il corpo sanitario: ciò sarebbe consentito sia dalla contrazione degli effettivi di tutto l'esercito, sia dalla diminuzione degli stabilimenti sanitari, che dovrebbero rimanere solo 5 o 6 con funzioni medico-legali e di centri di mobilitazione. Do-
4
ivi, p. 260.
258
La Logistica dell'esercito - Voi. IV
vrebbero essere aboliti attendenti e ufficiali d'ordinanza, l'uniforme ordinaria e da campo dovrebbero essere uguale per ufficiali e truppa, e in guerra e ai campi dovrebbero essere abolite le mense ufficiali: "se col rancio possono vivere i soldati, non v'è alcun motivo perché non possano fare più o meno altrettanto gli ufficiali, tanto più che il rancio come generi, confezione, attrezzature delle cucine deve essere assolutamente migliorato. In pace naturalmente esisteranno mense di corpo, ma che non devono assolutamente impiegare soldati come cuochi e camerieri. I cittadini che vanno sotto le armi, ci vanno per prepararsi a difendere il Paese e non per fare gli attendenti, i camerieri, i cuochi"; - in pace le spese per i Carabinieri dovrebbero gravare esclusivamente sul bilancio degli interni, dato che l'azione dell'Arma si svolge quasi esclusivamente a favore di tale Ministero e in compiti che esulano da quelli delle FF.AA.: "non vi è alcun motivo quindi per cui i CC.RR. mancando i quali il Ministero degli Interni dovrebbe provvedere con una sua organizzazione di polizia - gravino sui bilanci della Guerra, che in avvenire non saranno certo ricchi, tanto più che nell'immediato futuro questo gravame sarebbe molto forte". Nella sua relazione sull'opera svolta dallo Stato Maggiore dall'8 settembre 1943 al 31 gennaio 1947, il generale Cadoma accenna anche agli studi che lo SME sta conducendo per l'esercito da organizzare dopo il trattato di pace5 nei quali - pur in assenza di un quadro di riferimento ben definito - si indicano i seguenti orientamenti di massima: - largo ricorso, per i servizi territoriali, alle istituzioni civili, all'impiego di personale del ruolo civile speciale in corso di definizione, all'unificazione di Servizi comuni alle tre forze armate, con conseguenti benefici morali ed eliminazione deJJe disparità di trattamento; - in qualsivoglia tipo di ordinamento, esercito di qualità e non di quantità, necessariamente piccolo ma ben nutrito, bene alloggiato, bene addestrato: "non deve più ripetersi l'errore del passato, in cui si è voluto un esercito grande senza disporre dei mezzi necessari..."; - dovranno essere in tutti i casi salvaguardati i due elementi più importanti e delicati, che non possono essere improvvisati: in primo luogo i Quadri, la cui preparazione richiede lunghi anni di serio lavoro, e in secondo luogo i materiali, che devono essere ottimi e quantitativamente commisurati alle esigenze di addestramento e d'impiego; - a tal fine, occorre procurarsi a condizioni vantaggiose, mediante cessione da parte degli alleali, materiali di armamento necessari per l'esercito futuro ma non compresi nelle dotazioni dell'esercito di transizione e difficilmente acquistabili in altro modo negli anni a venire; - organizzazione dei Servizi ridotta e appoggiata per quanto possibile su quella civile, lasciando in veste militare solo quelle organizza-
5 R. Cadoma, Relazione sull'opera svolta dallo SME dall'8 settembre 1943 al 31 gennaio 1947 (a cura di G. Amoretti), Salerno, Ed . Ipotesi 1983, pp. 84-88.
Xlll - Organizzazione logistica territoriale e di.pace
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zioni che dovranno assumere in avvenire più largo sviluppo. In merito, lo SME ha da tempo avviato gli studi per l'organizzazione del corpo dei collegamenti, del corpo automobilistico, dei servizi tecnici, dei ruoli del personale addetto ai Servizi di commissariato e amministrazione; - sviluppo degli studi scientifici di carattere militare (anche se al momento non ci è consentito di costruire materiale bellico moderno) che tenga conto dei più recenti ritrovati; - in sede di formazione del bilancio, distinzione netta delle spese per l'ammodernamento e il mantenimento dell'esercito da quelle connesse con la liquidazione dell'eredità della guerra e con esigenze politiche e assistenziali ; ciò allo scopo di evitare che a fronte di un bilancio apparentemente cospicuo si verifichi mancanza o insufficienza di fondi per le elementari esigenze di vita e di addestramento dell'esercito. Da queste proposte sembrano trasparire continuamente gli ammaestramenti delle esperienze spesso amare della guerra, tutte riconducibili a un esercito numeroso ma sottoalimentato, povero di mezzi, di Quadri tecnici e di specialisti addestrati, con funzionamento dei Servizi logistici e tecnici frequentemente insoddisfacente. Di un certo interesse anche alcune proposte sull'ordinamento dell'esercito formulate nello stesso periodo (marzo 1946) dal Sottosegretario alla guerra generale Chatrian, 6 riferite all'organizzazione territoriale in un futuro prossimo (cioè fino alla liberazione dell'Italia) e in un futuro remoto (cioè dopo la firma del trattato di pace). Secondo il Chatrian gli organi dell'Esercito aventi compiti territoriali [nella parte d'Italia al momento già li berata - N.d .a.] sono, al presente, inefficienti e insufficienti. come i "Comandi territoriali" aventi giurisdizioni eccessivamente ampie, sprovvisti di mezzi di trasporto e di collegamento adeguati, sprovvisti di truppe proprie all'infuori dei Depositi e dei Distretti (più uffici che truppe); in crisi di personale, di mezzi, di locali, come i Depositi e i Di stretti.
Mancano perciò Comandi e reparti in grado di intervenire in caso di pubblici disordini e anzi di prevenirli con la loro presenza e azione, di collaborare sia pur limitatamente alla ricostruzione, di riorganizzare organi di leva, distretti, depositi e di fornire elementi per l'organizzazione dei territori del nord man mano che verranno liberati. Per il momento, allo scopo di far fronte alla grave situazione il Chatrian propone di sopprimere i Comandi territoriali e ricostituire le divisioni militari territoriali come ne11 'anteguerra, utilizzando i Comandi di divisione comunque esistenti e dotandoli nei limiti del possibile di unità del genio e automobilistiche e di un nucleo sia pur limitato di truppe. A breve scadenza, rispetto a una cooperazione operativa con gli alleati avente più che altro valore morale e a una cooperazione lavorativa "avente un carattere militare puramente esteriore", l' organizzazione militare del territorio costituirà il compito più importante dell'esercito.
t>
L. Nuti, Op. cii., documento N. I, pp. 243-254.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
Per il "futuro remoto" (cioè dopo la firma del trattato di pace), secondo il Chatrian date le incognite della situazione non è al momento possibile pervenire a un progetto organico di riordinamento dell'esercito. Occorre dunque orientarsi verso un esercito professionale a ferma relativamente lunga, che si dedichi soltanto alla preparazione alla guerra (esercito regolare), affiancato da una milizia a ferma brevissima per le esigenze territoriali (milizia territoriale). A tale "modello" organico dovrà corrispondere un'organizzazione logistica ispirata ai seguenti criteri: - basare l'organizzazione militare delle forze armate sul potenziale bellico del Paese (economia, organizzazione industriale); riaffermare e tradurre in atto la necessità "di una seria e solida preparazione militare", sia nel campo della preparazione della nazione sia nel campo subordinato della preparazione delle singole forze armate, "in contrasto e reazione alla nostra faciloneria improvvisatrice e genialoide (di cui la politica dei prototipi, le riserve di personale non istruite, la mancanza di riserve di materie prime e di materiali, ecc. ecc., sono tragiche prove),,;
- trasferire a Ministeri non militari tutte le attività non strettamente militari (servizi rimonta, ecc. ). Separare le forze di polizia - Carabinieri compresi - dall'esercito e passarle alle dipendenze di Ministeri non militari. Depurare il bilancio della Difesa di ogni capitolo non avente effetti di politica militare (ad esempio, dcJ debito vitalizio, da trasferire al Ministero delle finanze) ; - in base al principio che occorre essere in pochi a comandare e dirigere, abolire - almeno in un primo tempo - gli altri organi deliberativi (commissione suprema di difesa), consultivi (consigli delle tre forze armate) e gli Ispettorati centrali (per l'esercito, Ispettorati d'Arma e tecnici); - definire un'organizzazione di comando (esercito regolare; Comandi e truppe mobili) separata da quella territoriale. Quest'ultima sarebbe composta da Comandi e truppe territoriali (milizia territoriale) con compiti di relazione tra esercito e paese, di reclutamento e mobilitazione e con distretti e depositi che conservano i loro compiti tradizionali ; - ridurre l'organizzazione logistica allo stretto indispensabile (compiti direttivi e di spiccato tecnicismo), con largo ricorso all'industria e a11e attività civili; - concedere stato e grado di ufficiale solo agli ufficiali delle Armi combattenti. Tutti gli altri dovranno essere civili militarizzati, con largo impiego di impiegati civili (specie se esclusi dalle clausole del trattato di pace); - prevedere la generale motorizzazione dell'esercito (escluse per quanto necessario le truppe da montagna), l'obbligo per gli ufficiali di conoscere e saper impiegare gli automezzi, la suddivisione del genio in "truppe dei lavori" e "truppe dei collegamenti". Non v'è dubbio che questo ventaglio di proposte rispecchia, al di là delle diverse angolature, una sentita esigenza: liberare le forze opera-
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Xlii - Organizzazione logistica territoriale e di pace
tive da oneri impropri che ne intaccano seriamente l' efficienza, e rendere l 'organizzazione territoriale e di pace più snella, mettendola in grado di funzionare veramente da base e riferimento per l'organizzazione di campagna (e non da sanguisuga o da palla al piede). In questo quadro, la commissione consultiva costituita nel 1948 per elaborare un nuovo ordinamento dell'esercito sottolinea la necessità di eliminare i numerosi servizi di guardia e territoriali che incidono sull'addestramento delle unità, costituendo un apposito corpo civile ausiliario sottoposto a disciplina militare, per la custodia di magazzini e immobili vari e per concorrere a servizi vari nell'ambito dei reparti, fornendo dattilografi, cuochi, ecc .. La storia del dopoguerra coincide, in buona parte, con la ricerca delle ragioni che impediscono di raggiungere siffatti, condivisibili obiettivi.
2. La riorganizzazione territoriale: fisionomia logistico-amministrativa dei Comandi Militari Territoriali periferici 1 Le relazioni e gli studi precedenti risentono in mis ura prevalente dell'impossibilità di formulare previsioni a lunga scadenza,e sono dominati dal provvisorio e dal contingente, anche quando delineano riforme di grande portata innovatrice. Ciò che viene effettivamente realizzato risente in misura ancor maggiore delle circoslanze del momento, con soluzioni che - nonostante i lodevoli intenti radicalmente riformatori prima citati - poco innovano rispetto al passato e in parecchi casi da provvisorie si trasformano in definitive, rimanendo immutate almeno nelle linee principali fino alla ristrutturazione del 1975 e oltre, senza discostarsi molto da una riproduzione - magari con diversi nomi - degli organi del passato. L'innovazione fondamentale che prende corpo a partire dal 1944 è la separazione fin dal tempo di pace dell 'organizzazione territoriale da quella operativa, favorita anche dalla polarizzazione della difesa non solo terrestre - in maniera praticamente esclusiva - sulla fascia di confine di nord-est e dalla forte presenza aeronavale USA nel Mediterraneo. Si delinea pertanto - come nel '15-' 18 - una netta separazione tra forze operative schierate (con i r elativi organi logistici di l e 2° grado) a nord-est in una fascia r elativamente ristretta di territorio, e la restante parte di territorio nazionale, con un ridotto ruolo operativo che porta a trascurarne le esigenze e importante soprattutto per il reclutamento, la mobilitazione, gli approvvigionamen.ti e le attività logistiche di 3° e 4 ° grado. A sua volta, l'organizzazione logistica in atto fin dal tempo di pace si distingue nettamente in: O
7 Cfr. anche, in merito, F . Stefani, La storia della dottrina e degli ordinamenti dell'Esercito Italiano , Voi. IIl (Tomo I e Tomo III), Roma, SME - Uf. Storico 1987 - 1989 (con particolare riguardo alle Note al Testo).
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- organizzazione logistica di supporto diretto per le forze operative dislocate quasi interamente a nord-est, con organi direttivi ed esecutivi sempre in vita fino al livello di corpo d'armata (1 ° e 2° grado), che può essere rapidamente trasformata, all'occorrenza, in una vera e propria organizzazione logistica di campagna; - organizzazione logi stica territoriale (3° e 4° grado, al livello di Regione e/o Intendenza d'armata), alla quale, in tempo di pace, sono parzialmente attribuite anche funzioni di 2° grado, in sostituzione di organi campali non attivati o a favore delle unità direttamente dipendenti dai Comandi territoriali. Una situazione molto diversa da quella dell'anteguerra, dove almeno fino alla campagna d'Etiopia in tempo di pace esistevano solo corpi d'armata e divisioni territoriali che nell'area di giurisdizione riunivano in sè tutte le competenze: operative e logistiche del tempo di pace, territoriali, amministrative, di mobilitazione ecc .. Nell'assetto che si afferma fin dai primi anni del dopoguerra, invece, i reparti operativi sono svincolati dai gravami inerenti alla difesa del territorio, alla logistica territoriale, e ai rapporti esercito/Paese. Vantaggio più apparente che reale: perchè questi ultimi da una parte non possono prescindere dalle risorse locali né in pace né in guerra e quindi non possono ignorare il territorio sul quale sono dislocale le unità (con conseguente sovrapposizione a nord-est tra Comandi di pari livello - Comandi territoriali di Regione e Comandi di corpo d'armata) e dall'altra sono ugualmente oberati - con relativa forte sottrazione di personale alle esigenze addestrative c operative - da incombenze presidiarie, relative alla sicurezza delle infrastrutture territoriali e al funzionamento dei vari Enti ecc., incombenze che inevitabilmente derivano dall'indisponibilità di reparti o corpi ausiliari esclusivamente adibiti alle esigenze di difesa territoriale e alla gestione di magazzini, depositi e infrastrutture. I Quadri dei Servizi logistici non sono smilitarizzati, i Servizi di commissariato, motorizzazione ecc. non sono sciolti. Come meglio si vedrà in seguito, diminuisce di molto il ruolo - se non il numero - degli stabilimenti militari. I Servizi logistici si "privatizzano" e si "centralizzano" in misura maggiore, riducendo notevolmente in parecchi settori - a cominciare dal vestiario e dal vettovagliamento - il ruolo logistico autonomo del livello di reggimento/corpo e i servizi in economia; tuttavia non sempre queste riduzioni consentono di alleggerire i reparti e semplificare la catena logistica. Specie dal punto di vista logistico - amministrativo, la struttura portante periferica diventa il Comando Militare Territoriale (poi Comando Regione Militare), che nella circoscrizione territoriale di competenza svolge un molo sotto molti aspetti assimilabile a quello dei Comandi di corpo d'annata territoriali dell'anteguerra e del periodo bellico, tant'è vero che la regolame ntazione logistica di base degli anni Trenta relativa all'organizzazione e al funzionamento dei singoli Servizi logistici territoriali rimane in gran parte in vigore, con tenden-
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za ad accrescere l'autonomia dei Comandi territoriali e degli organi direttivi periferici dei singoli Servizi logistici. La riorganizzazione territoriale, fin dai primi giorni dopo 1'8 settembre, non si discosta dalle linee di tendenza prima indicate. 8 il 23 ottobre 1943 viene costituito a Napoli, città diventata per forza di cose punto di raccolta delle unità combattenti e ausiliarie italiane e grande base-logistica, un Comando delle forze armate della Campania, con personale del disciolto Comando forze armate della Sardegna (sostituito nell'isola da un Comando Militare della Sardegna). Successivamente l'esigenza di non trovarsi impreparati in caso di crollo del fronte tedesco nell'Italia Centrale suggerisce allo SME la costituzione in data 7 giugno 1944 di due organi alle sue dirette dipendenze destinati a trasformarsi al momento opportuno in Comandi Militari Territoriali, denominati Delegazione dello Stato Maggiore "A" (per il settore adriatico) e Delegazione dello Stato Maggiore "T" (per il settore tirrenico). Tali delegazioni ricevono il compito di: - sovraintendere alla raccolta e smistamento del personale militare recuperato nell'avanzala verso nord; - procedere alla sollecita riorganizzazione militare del territorio e al recupero dei materiali di proprietà dell'Amministrazione militare; - assistere i patrioti , gli sbandati, le famiglie <lei caduti e dei prigionieri.
La Delegazione "A" all'atto della liberazione di Bologna si trasforma in VI Comando Militare Territoriale. La Delegazione "T", dopo la liberazione di Firenze, in data 1° aprile 1945 si trasforma in VII Comando Militare Territoriale. Poiché non esistono Comandi di corpo d'armata, le due Delegazioni assumono alle loro dirette dipendenze sia disciplinari che operative e logistiche tutte le Grandi Unità italiane operative e ausiliarie schierate nei territori di loro giurisdizione e fungono da tramite tra lo SME e i Comandi alleati. Esse provvedono anche ad una prima riorganizzazione degli Enti territoriali, per la quale fino al 10 febbraio 1945 rice vono ordini dal Gabinetto del Ministro e successivamente dallo stesso SME, con la riassunzione da parte di quest' ultimo de11e attribuzioni di cui al R.D. - legge 6 febbraio 1927, n. 69. Nell ' autunno 1944 lo SME presenta al Ministro i primi studi organici per una completa riorganizzazione degli Enti militari territoriali in tutto il territorio nazionale. Nel frattempo sono costituiti il Comando Militare Lazio - Umbria - Abruzzi e quello della Sicilia, che più tardi si trasformano rispettivamente in VIII e X Comando Militare Territoriale. Nell' imminenza della liberazione dell'Italia Settentrionale, gli studi dello SME si concretano in un "Ordinamento di transizione" che tiene conto dei limiti di forza fissati dagli alleati per gli Enti territoriali e in tende porre l'organizzazione militare "su basi organiche strettamente commisurate alla ridotta struttura dell'Esercito".
s R . Cadorna, Op. cit., pp. 40-67.
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L'attuazione del provvedimento - decisa all'inizio del 1945 - provoca contrazioni e soppressioni di Enti vari ereditati dall'organizzazione territoriale del periodo bellico, che - escluse la difesa contraerea ecostiera - era arrivata ad assorbire a fine 1942 ben 800. 000 uomini. Tuttavia l'intelaiatura prevista per la organizzazione territoriale è fin da allora decisamente troppo ampia, e in pratica ricalca quella della guerra e dell'anteguerra: 11 Comandi Militari Territoriali, 99 distretti, 30 depositi, Enti vari dei Servizi tra i quali 34 ospedali militari, 8 farmacie, 11 magazzini distribuzione viveri e 11 magazzini distribuzioni foraggi, 19 magazzini vi veri presidiari, 14 direzioni e 15 sezioni staccate d' artiglieria, 11 direzioni lavori genio, 11 delegazioni trasporti, 14 infermerie quadrupedi e 4 centri rifornimento quadrupedi ... I Comandi Territoriali di Torino (I) e di Genova (m sono ottenuti per trasformazione dei soppressi Comandi Militari della Calabria e della Sardegna, quelli di Milano (III), Bolzano (IV) e Udine (V) sono costituiti ex - novo. Da questo primo ordinamento territoriale si deduce, pertanto, che ciascun Comando Militare Territoriale viene mediamente ad avere alle sue dipendenze e/o nel suo territorio di giurisdizione, oltre a un numero vario di distretti e depositi, i seguenti organi esecutivi dei Servizi: 23 ospedali militari e spesso anche una farmacia, I magazzino distribuzione viveri, I magazzino distribuzione foraggi, 1-2 magazzini viveri presidiari, I deposito speciale viveri, I deposito speciale casermaggio, I panificio, I laboratorio riparazioni vestiario, I deposito materiali da riattare, I reparto rifornimenti, 1-2 direzioni e 1-2 sezioni staccate di artiglieria, qualche stabilimento di artiglieria (non per tutti i Comandi territoriali), 1 direzione lavori genio, 1 compagnia Servizi genio, 1 compagnia collegamenti (non per tutti), qualche stabilimento del genio, 1 compagnia trasporti amministrativi e qualche organo del Servizio motorizzazione, 1-2 infermeria quadrupedi, 1 delegazione trasporti militari. Un'organizzazione, quindi, complessa, pesante, eccessivamente articolata e dispersa e tale da richiedere, per funzionare, numeroso personale e numerosi Quadri che al momento non sono certamente disponibili. Il 9 agosto 1945 sono fissate anche le modalità per il funzionamento dei depositi reggimentali e dei centri di mobilitazione. Con l' istituzione dei centri addestramento reclute (CAR), e dei campi di affluenza complementi, i depositi dei corpi non devono più provvedere - come avviene fin dal secolo XIX - a11a raccolta, addestramento, approntamento, armamento ed equipaggiamento, avviamento del personale destinato ai reparti del corpo e alla sua ricezione. ln via transitoria, essi conservano le antiche funzioni amministrative e logistiche e ricevono il compito di compiere lavori: - di stralcio, per gli Enti disciolti, e per la situazione matricolare del personale già inquadrato nei reparti costituiti dal centro; normali, per i reparti rimasti in vita; - sussidiari, per i reparti assunti in carico dopo l'armistizio. Dopo il termine del conflitto (va ricordato, a tal proposito, che dal punto di vista giuridico la cessazione dello stato di guerra e il passaggio dalla legislazione di guerra a quella di pace avviene solo con il
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D.L.L. 8 febbraio 1946, n. 49, che entra in vigore a partire dal 15 aprile 1946), nell'agosto 1945 gli alleati comunicano i dati sui quali ritengono debba essere basato il riordinamento dell'esercito italiano. Nel novembre 1945 lo SME emana di conseguenza la '_'Direttiva n. 1" sulla fisionomia organica del nascente "Esercito di transizione", con un ridotto nucleo di forze operative (5 gruppi di combattimento, 3 divisioni di sicurezza interna, 10 reggimenti di fanteria territoriali, ciascuno su tre battaglioni di guardia) al quale corrisponde un'organizzazione logistica territoriale che non si discosta da11a precedente di fine 1944, con tendenza anzi a un sia pur contenuto aumento degli organi esecutivi, specie per il commissariato, l'artiglieria, il genio e la motorizzazione. Nel concreto, i Comandi militari Territoriali rimangono invariati (11) ma irrobustiscono gradualmente la loro struttura (Comandi d'Arma, organi direttivi dei principali Servizi) e si distinguono a tal fine in tipo "A" (4), tipo "B" (3), tipo "C" (4), i distretti rimangono 99 e i depositi reggimentali aumentano a 90 (ne è prevista la graduale contrazione a 72). Sono ricostituite le compagnie di sanità e sussistenza (una per ciascun Comando Militare territoriale), i depositi centrali viveri, i magazzini principali casermaggio, l'officina automobilistica riparazioni esercito (O.A.R.E.) di Bologna con parco veicoli efficienti e inefficienti, gli stabilimenti militari ecc .. Ciascun Comando Territoriale dispone di almeno un autoreparto e una sezione autoambulanze, e di essi 1O su 11 hanno alle dirette dipendenze un reggimento di fanteria territoriale. Specie per gli Enti territoriali, a fronte di una sempre più ridotta disponibilità di personale e di mezzi il nuovo ordinamento è tipicamente a larga intelaiatura come quello vecchio e comporta l'impiego di gran numero di Quadri; di conseguenza risulta assai dispersivo e dà luogo a numerose critiche e a frequenti richieste di aumento di personale. Il generale Cadorna, primo Capo di SME del dopoguerra, in una lettera del settembre 1946 ne espone le caratteristiche, e pur ammettendo le lacune ammonisce che bisogna rinunciare alla vecchia mentalità: ... Si è detto - e conviene tener presente - che si traila di organici a carattere transitorio e sperimentale. Numerose lacune sono note, ma l' attuale situazione non ha consenùto di eliminarle; altre lacune e mergeranno dalla esperienza: nel valutarle occorre però sgombrare la mente <la ogni prevenzione, da ogni giudizio semplicisùco e disancorarsi da talune idee superate. Noi siamo abituati ad organici sufficientemente ampi perché il personale, numericamente considerato non è mai stato una delle deficienze sentite nel nostro Esercito. E ' evidente che ora dobbiamo limitarci al personale strettamente commisurato alle vere necessità di impiego dei mezzi e di funzionamento degli enti. Gli organici adottati rappresentano una soluzione intermedia tra il sistema italiano e quello britannico, in relazione ai noti vincoli di forza ed all'attuale esigua disponibilità di mezzi. L ' intento era naturalmente quello di utilizzare il buono dei due sistemi e armonizzarlo, ma lo scopo non è stato pienamente raggiunto, nè poteva esserlo nell'attuale situazione. Esso rimane però la meta alla quale dobbiamo tendere. Quanto abbiamo realizzato vuol essere soltanto una prima base dalla quale passare gradualmente alla soluzione definitiva ritenuta più razionale per un esercito moderno e basato sulla qualità: qualità del personale (morale, fisica, intellettuale e tecnica), qualità del materiale (moderno).
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Detti organici hanno già sollevato critiche facili e numerose richieste "di modificazioni, spesso discordanti, ma quasi tutte tendenti ad aumenti. E' invece necessario esaminare a fondo ogni questione nei suoi vari aspetti, discuterla con i propri collaboratori, riferirsi all'esperienza acquisita in situazioni non eccezionali e pervenire cosl a conclusioni obiettive e approfondite. Ciò richiede tempo e studio accurato. Dedichiamoci a questo lavoro nei prossimi sei mesi per raccoglierne risultati utili ai fini di soluzioni razionali da realizzare poi nei limiti massimi consenlili.9
Riguardo ai principi sui quali si dovrebbe basare la nuova organizzazione logistico-amministrativa periferica, le direttive dello SME di fine 1945 sembrano recepire antiche esigenze e i caratteri informatori dell'ordinamento britannico, ritenendo necessario un facile e rapido espletamento del lavoro mediante il decentramento delle attribuzioni ad ufficiali di grado inferiore, eliminando gli organi superflui nelle varie dipendenze gerarchiche e di rifornimento, rendendo logica la distribuzione dei Servizi e semplificando la procedura. IO
Ne risulta di conseguenza esaltato il ruolo dei Comandi periferici. A partire dal gennaio 1946 e nel corso del 1947 sono decentrate ai Comandanti Militari Territoriali alcune importanti attribuzioni di carattere amministrativo e logislico, come ad esempio: - determinazione di spese per riparazione materiali; - acquisto di materiali sanitari; - assegnazioni di materiali di vestiario, equipaggiamento e casermaggio; - approvazione di preventivi per riparazione automezzi fino a 100.000 lire e per lavori di manutenzione e riparazione immobili fino a 900.000 lire; - verifica della contabilità di lavori eseguiti fino a 5 milioni. Queste innovazioni sono ritenute da11o SME solo il primo passo verso un più ampio decentramento. Infatti, pur ritenendo che i comandanti territoriali debbano essere alla base della nuova organizzazione militare, lo SME non intende che siano chiamati a convalidare con la loro firma provvedimenti aIIlIIlinistrativi per i quali non hanno possibilità e spesso nemmeno competenza di accertare larispondenza alle norme regolamentari. La responsabilità amministrativa, in via disciplinare e tecnica, deve spellare ai Capi dei singoli Servizi [nostra sottolineatura - N.d.a.J. Criterio questo che deve essere esteso anche agli Enti minori in modo da sollevare integralmente il comandante dell'unità dal peso delle responsabilità amministrative, che lo distraggono dalle sue atlribuzioni disciplinari e addestrali ve. 11
Ne consegue un provvedimento per il decentramento della firma emanato dallo SME - a firma del Ministro - in data 19 giugno 1946, che a titolo sperimentale devolve in più larga misura la firma "d'ordine" ai
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Circ. SME n. 4676/0rd. /l in data 18 sett. 46 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 819).
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ivi, p. 63.
ivi, p. !H.
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Capi e Sottocapi di SM e la estende ai capi ufficio dei Comandi Territoriali e dei Comandi divisione. Il consolidamento del ruolo e della struttura dei Comandi territoriali prosegue anche in seguito. A fine 1947 risultano costituiti l I Comandi territoriali (I a Torino, II a Genova, Ili a Milano, IV a Bolzano, V a Padova, VI a Bologna, VII a Firenze, Vlll a Roma, IX a Bari, X a Napo]j, XI a Palermo), con 10 reggimenti di fanteria o sue specialità alle loro dirette dipendenze. Gli organici provvisori del 1947, destinati ad effetto a partire dal 1 ° agosto 1949, prevedono 6 Comandi territoriali "rinforzati" (tra i quali, naturalmente, il V di Padova) e 6 normali; questi ultimi hanno gli stessi organi di quelli rinforzati, ma con meno personale. Il Comando territoriale rinforzato ha la seguente composizione: 12 - comandante e vice-comandante (quest'ultimo nel 1951 viene soppresso e sostituito da un generale addetto); - Capo di Stato Maggiore; - Sottocapo di SM (provvede in particolare al coordinamento dei servizi); - uffici di SM (operazioni - informazioni - Servizi); - ufficio benessere del soldato (riflesso dei nuovi tempi); - Comandi d'Arma (fanteria, artiglieria, genio; i Comandi fanteria sono sciolti nel 1951 ); - direzioni dei Servizi (di sanità, di commissariato, della motorizzazione, di ippica e veterinaria); - direzione di amministrazione (considerata a parte perché la branca al momento non ha ancora acquisito, in pace e nel territorio, il pieno status giuridico di Servizio logistico); - quartier generale con l'ufficio postale e ufficio amministrazione. Le direzioni territoriali dei Servizi prima indicate conservano le stesse attribuzioni e operano con le stesse modalità e gli stessi organi esecutivi fondamentali de1le direzioni dei Servizi di corpo d'armata fino al 1943. Dai comandanti dell'artiglieria e del genio dei CMT dipendono rispettivamente tutti gli Enti e reparti territoriali del Servizio di artiglieria e del genio e i depositi dei corpi della rispettiva Arma dislocati nel territorio di giurisdizione; su di essi i Comandanti d'Arma esercitano anche la funzione ispettiva ai fini della mobilitazione. Gli stabilimenti militari (4° grado) sulla base di una disposizione dell'inizio 1948 del Segretario generale dell'esercito dipendono dai CMT solo in via disciplinare ai fini del servizio territoriale e di presidio, e per la parte tecnico-amministrativa fanno capo alla rispettiva direzione generale tecnica del Ministero. In sostanza nel 1949 i Comandi territoriali sono la base della riorganizzazione dell'esercito e le loro attribuzioni non si discostano da quel-
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AUSSME. Rep. M/7, Racc. 824.
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le dei Comandi di corpo d'armala territoriale (e/o di difesa territoriale) fino al 1943. Nell'area di giurisdizione esercitano funzioni di comando e disciplinari su tutti gli Enti, reparti e Servizi (non esistono ancora, nel 1949, i Comandi di corpo d'armata) e ad essi fanno capo le attività territoriali, le operazioni di smobilitazione e mobilitazione, l'organizzazione e il funzionamento dei Servizi. A queste funzioni particolarmente importanti e delicate corrisponde un'organizzazione interna assai pesante, che dato l'elevato numero di Comandi assorbe molti Quadri specie dei Servizi. Notevole è anche il numero di organi esecutivi ed Enti vari che per ragioni diverse e difficilmente eliminabili sopravvive nel territorio. Di conseguenza dal 1949 fino al 1981, fatto salvo il ruolo centrale e insostituibile dei Comandi territoriali periferici, la linea di tendenza costante è quella di razionalizzare e alleggerire la struttura territoriale complessiva, con soppressioni, riduzioni e ristrutturazioni che tuttavia non sono inserite in un piano organico, non sempre raggiungono lo scopo e raramente sono spinte a fondo, anche per le resistenze locali (impiego di personale civile, ecc.) che si traducono in pesanti remore di carattere politico - sociale. In relazione alle esigenze logistico-amministrative create dall' invio di forze in Somalia, nel settembre 1949 risultano costituiti, in Napoli: - un Comando base, su Comando, reparto servizi e magazzino materiali vari. li Reparto Servizi è composto da pi. cdo, pl. tappa, pi. Servizi, autodrappcllo. Il magazzino materiali vari, retto da un consegnatario, si articola su 5 sezioni (sanità e veterinaria, commissarialo, artiglieria, genio e materiale automobilistico); - un deposito misto speciale (Cdo; sz. stralcio Enli disciolti dell' Africa; sz. forza in congedo; sz. matricola truppe indigene; ufficio amministrazione; ufficio personale dipendente dal Ministero dell'Africa Italiana; ufficio materiali; reparto deposito; posto medicazione). Nello stesso anno 1949 l'ingresso nel Patto Atlanlico provoca numerosi mutamenti che intendono ottenere un maggiore operatività e reattività immediata delle forze. Nel luglio 1951 sono costituiti - quali organi di demoltiplica dei Comandi Territoriali - 14 Comandi di Zona (più 2 - quelli di Ancona e Lecce - di prevista costituzione successiva). Per quanto di interesse, i nuovi Comandi non costituiscono anello intermedio nel campo logistico - amministrativo ma sono preposti alla sicurezza delle infrastrutture e hanno funzioni ispettive e di controllo per la parte mobilitazione nei confronti di distretti e depositi, naturalmente estese anche al carico e manutenzione dei materiali. Un altro provvedimento di notevole rilievo (che dà contenuti concreti al ruolo dei Comandi territoriali in materia di difesa del territorio e sicurezza delle installazioni militari) è la costituzione a partire dall'ottobre 1951 di battaglioni fucilieri territoriali,13 che hanno il compito -
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AUSSME, Rep. M/7 , Racc. 403/12
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di importanza fondamentale ai fini dell'addestramento e dell'effettiva prontezza operativa delle unità - di alleggerire i reparti inquadrati nelle G.U. di campagna degli onerosi servizi di guardia alle infrastrutture logistiche territoriali (in particolar modo, depositi di armi e munizioni e magazzini vari) e al tempo stesso di rappresentare una prima intelaiatura per la difesa in guerra dei punti sensibili del territorio. Purtroppo nei primi anni sessanta queste preziose unità sono sciolte nel quadro delle "economie" che impongono l'alleggerimento delle strutture territoriali. In tal modo i reparti operativi - nonostante la contrazione della ferma e le istanze per una maggiore qualità - rimangono, da allora in poi, gravati anche degli oneri impropri di sicurezza - e in pratica anche di funzionamento - di infrastrutture e depositi munizioni e materiali rimasti, nonostante le contrazioni, assai numerosi, anche perché strettamente divisi per Servizio logistico e/o per branca di Servizio. Altro riflesso di grande rilievo dell'ingresso nella NATO è la costituzione di Comandi operativi al livello di G.U. complessa che assumono alle loro dipendenze la parte operativamente più pronta delle G.U. (divisioni e brigate), prima dislocate nel territorio e aJle dipendenze (anche per l'impiego) dei Comandi Territoriali. Sono costituiti: - il Comando FfASE di Verona (1951), che dal 1971 diventa anche Comando Truppe Italiane Scacchiere Nord-Est; - il nucleo Comando designato 3" armata di Padova (dicembre 1950), che nel marzo 1955 si trasforma in Comando designato 3" armata e nel 1971 viene sciolto; - 2 Comandi di corpo d'armata (TV a Bolzano e V a Vittorio Veneto) nel 1952. Successivamente se ne aggiungono altri 2 (III a Milano e V l a Bologna). Nel 1971 viene sciolto quello di Bologna. I corpi d ' armata con le unità operative alle rispettive dipendenze sono dislocati - con inevitabile rischio di complicazione della catena di comando e controllo e di sovrapposizione di funzioni e compiti - sugli stessi territori di giurisdizione dei CMT, ai quali fanno capo per il sostegno logis tico di 3° grado. Tn tempo di pace, tuttavia, i corpi d'armata dipendono direttamente - anche per le principali questioni logistiche e infrastrutturali - dallo SME e/o dalle direzioni generali del Ministero. Il passaggio alla organizzazione logistica di campagna che si rende necessario a fine 1953 in occasione della tensione con la Jugoslavia sul confine di nord-est ("Emergenza T') dimostra che questo assetto in caso di passaggio dal piede di pace al piede di guerra delle unità richiede dei corretti vi. Infatti interpretando nettamente gli ammaestramenti tratti dal Liuzzi dalla esperienza della prima guerra mondiale (Voi. III, capitolo I), con Circ. n. 2370R/Ord. I del 21 ottobre 1953 e Circ. n. 2250R/Ord. Il del 12 dicembre 19531410 SME dispone che in caso di emergenza i Comandi di corpo d'armata schierati a difesa immediata della frontie-
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AUSSME, Rep. M/7, Racc. 836.
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ra di nord-est (IV e V) assumano alle loro dipendenze anche i Comandi territoriali dislocati nelle rispettive aree di competenza operativa (IV e V CMT). Lo SME preannuncia anche un nuovo organico per i CMT e mette a disposizione del V CMT un generale incaricato di presiedere all'organizzazione e funzionamento dei Servizi. La preminenza dei Comandi di corpo d'armata viene ancora accentuata dalla Circ. SME n. 2460 - R/Ord. in data 13 dicembre 195315, la quale - a variante di precedenti disposizioni del dicembre 1952 - dispone il passaggio delle unità che presidiano le fortificazioni di frontiera ·dalle dipendenze del CMT a quelle dei corpi d'armata, e l'assunzione da parte degli stessi Comandi di corpo d'armata, nell'area di schieramento delle truppe, di incombenze fino a quel momento tipiche dei CMT (ordine pubblico, pianificazione della difesa territoriale, lavori difensivi e di frontiera, espropri, servitù militari e accasermamenti). J CMT continuano a gestire - per delega dei Comandi di corpo d'armata - la branca reclutamento e mobilitazione, con alle dipendenze i distretti e i Comandi di Zona. Onde evitare crisi ali' atto del passaggio dal piede di pace all'emergenza, i Comandi di corpo d' armata esercitano le loro nuove attribuzioni sempre tramite i CMT. Cessata la crisi al confine di nord-est, nell'aprile 1954 lo SME precisa per il futuro i compiti rispettivi dei Comandi del IV e V corpo d'armata e dei CMT di Bolzano e Padova, assegnando: - ai Comandi di corpo d'armata (i cui nuovi organici sono stabiliti nel 1953) la predisposizione e l'attuazione della pianificazione operativa (e quindi anche logistica di campagna), l'ordine pubblico, i lavori difensivi di frontiera, le attività informative e di stampa, la difesa aerea territoriale; - ai Comandi territoriali la di fesa del territorio, l'organizzazione logistica territoriale, gli espropri, le servitù militari, gli accasermamenti, il reclutamento e la mobilitazione. Data la perdurante convivenza dei due Comandi nello stesso territorio, era il meglio che si potesse fare. Pare evidente la necessità di dimensionare le attività di competenza del Comandi territoriali in funzione delle effettive esigenze operative, logistiche, di benessere e funzionalità dei reparti operativi comunque dislocati nel loro territorio, così come è evidente che le branche che a fine 1953 erano state avocate a sè dai corpi d'armata perché direttamente connesse con le operazioni, allo stato della normativa rientravano e rientrano in non piccola parte nelle competenze dirette dei Comandi Territoriali. L'evoluzione dei Comandi territoriali non si arresta e prosegue in direzione di una maggiore semplificazione e contrazione di organi. A partire dal maggio 1957 viene attuata la sostituzione degli 11 Comandi Militari Territoriali con 6 Comandi Militari di Regione (CMTR - V
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ivi.
Xlii - Organizzazione logistica territoriale e di pace
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Regione Nord-Est di Padova; I Regione Nord Ovest di Torino; VII Regione Tosco-Emiliana di Firenze; Vlll Regione Centrale di Roma; X Regione meridionale di Napoli; XI della Sicilia a Palermo). Questo assetto rimane da allora in poi invariato, se si eccettua la successiva istituzione di un Comando Militare della Sardegna e il cambio di denominazione (legge 20 febbraio 1981, n. 30) in "Comandi di Regione Militare", compreso quello della Sardegna. Per quanto riguarda i Comandi operativi e territoriali intermedi, fino agli anni 60 vi è una tendenza all'espansione (costituzione di nuovi Comandi di Zona e loro distinzione in tipo A e tipo B; Comando Truppe Carnia - Cadore, istituito nel 1960 e sciolto nel 1975; Comando Truppe Trieste, istituito nel 1962); dopo il 1960 si verifica la loro graduale contrazione. I Comandi di Zona raggiungono un massimo di 19, per passare poi a 15 nel 1976 (per inciso, sono sciolti nel 1990). Anche i distretti sono progressivamente ridotti (62 nel 1976), con tendenza a ulteriori contrazioni e alla riduzione dei compiti istituzionali di taluni di essi. Capovolgendo l' indiriz;zo di fine 1953 che all'emergenza rendeva i Comandi territoriali dei supporti logistico-amministrativi dei Comandi di corpo d'armata, ai nuovi Comandi Militari di Regione viene attribuita la preminenza gerarchica rispetto ai Comandi di corpo d'armata; questo provvedimento sembra dovuto anche al crescente peso logistico-amministrativo che viene fin da allora assumendo, in guerra, il livello di Comando Regione/Scacchiere. Le Grandi Unità e i reparti operativi che in pace rimangono alle dipendenze dei Comandi Regione, sono in buona parte precettati per il passaggio alle dipendenze del Comando FTASE all'atto dell'emergen za. Anche i nuovi Comandi Militari di Regione costituiti nel 1957 conservano le stesse attribuzioni logistico-amministrative dei preesistenti Comandi Militari Territoriali, peraltro su un'area di giurisdizione più vasta che richiede il rafforzamento dei loro organi. La loro struttura interna - e ciò vale soprattutto per il V Comando Militare di Regione (Nord-Est) - tiene conto: - del progressivo decentramento di runzioni logistico-amministrative dagli organi centrali ai Comandi periferici ; - del conseguente aumento del ruolo dei Comandi Militari Territoriali in questo settore; - del progressivo venir meno delle esigenze che avevano portato alla costituzione fin dal tempo di pace di un' Intendenza nord-est, le cui vicende esamineremo in seguito; - del distacco delle trasmis sioni dall'Arma del genio, con la costituzione d all'ottobre 1953 al febbraio 1955 di uffici trasmissioni (poi Comandi trasmissioni) presso tutti i Comandi Territoriali; - della perdita d ' importanza della branca "ippica" del Servizio ippico e veterinario e della conseguente trasformazione di tale Servizio in "Servizio veterinario". Con Circ. SME n. 290 - 15162118 in data 24 febbraio 1960, allo sco-
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po di definire meglio le dipendenze degli organi esecutivi dei Servizi territoriali, quelli che al momento sono privi di una loro specifica direzione sono posti alle dipendenze dei CMTR tramite i Comandi d'Arma, facendo assumere a quest'ultimi la denominazione di Comandi d'Arma e direzioni dei Servizi. Nel quadro dei provvedimenti di decentramento logistico-amministrativo conseguenti ai decreti delegati del 1965, lo SME con let. n. I 640R/152 6112 in data 31 dicembre 196616 dispone che le direzioni dei Servizi dei Comandi di Regione assumano a tutti gli effetti alle loro dipendenze i magazzini, depositi centrali e altri organi esecutivi di 4 ° grado per la conservazione e distribuzione dei materiali, che in precedenza facevano direttamente capo alle direzioni generali (o Ispettorati) del Ministero. Lo SME dispone inoltre che le attività di conservazione, distribuzione e riparazione dei materiali saranno svolte dai suddetti Enti esclusivamente in base alle disposizioni che l'Ispettorato logistico impartirà: - di norma, tramite le citate direzioni dei Servizi di C . M. T . di Regione; - per talune questioni particolari, direttamente secondo le modalità che saranno stabilite dallo stesso Ispettorato. 2. Presso i depositi e 111agaL:zini potranno essere conservati anche armi, mumziom, mezzi e materiali per conto delle direzioni generali. Le relative disposizioni saranno impartite dall'Ispettorato logistico in accordo con le DD.GG. interessate.
Dal 1° gennaio 1967 diventa interamente operante la nuova organizzazione centrale del Ministero della difesa derivante dai decreti delegati. Secondo la Circ. MD - SEGREDIFESA n. 0228/PD in data 24 gennaio 1967, alle 8 direzioni generali tecniche del Ministero corrispondono - nell'ambito dei Comandi Territoriali di Regione - la direzione di sanità, la direzione di commissariato, il Comando di artiglieria e la direzione di artiglieria, il Comando genio e la direzione lavori genio, la direzione della motorizzazione. 1 Comandi e le direzioni periferici prima indicati, agendo nel consueto quadro d 'impiego del rispettivo Comando Regione: - per le attività tecnico-lngistiche e di bilancio afferenti il rispettivo servizio: corrisponderanno direua mente con l'Ispettorato Logistico della rispettiva F.A. (o con l'organo c he nella F .A. assolve analoghe funzioni); - per i soli atti amministrutivi (riguardanti impegni di spesa sui capitoli di bilancio): corrisponderanno con le DD.GG. competenti per materia, informandone il rispettivo Ispellorato Logistico. Analogamente, per tutti i problemi logistici gli Alti Comandi Territoriali delle tre FF.AA . sono pregati corrispondere con i rispettivi Stati Maggiori di F.A. o Ispettorati Logistici. A loro volta le 8 00.GG. in esame dovranno limitare i diretti rapporti con gli enti direttivi periferici sopra elencati ai problemi concernenti: - l 'accreditamento dei fondi assegnati alle direzioni periferiche per gli adempimen-
16 AUSSME, Rep. M/7, Rm:c. 857.
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ti istituzionali; la valutazione delle entità delle assegnazioni compete agli organi logistici di F.A. che provvederanno a comunicare tempestivamente alle DD.GG. interessate il relativo piano di finanziamento annuale; - l'eventuale decentramento di approvvigionamenti e alienazioni di competenza delle Direzioni Generali e che possono essere svolti dalle Direzioni Territoriali su direllive e per conto delle stesse.
In attesa dell'emanazione del decreto destinato a fissare numero, tipo, compiti e dipendenze degli stabilimenti militari, la circolare n. 0228/PD indica anche - in via temporanea - gli stabilimenti, ospedali e centri tecnici dipendenti dalle 8 direzioni generali tecniche (per quanto di interesse dell'esercito: DG di sanità, di commissariato, delle armi, munizioni e armamenti terrestri; dei lavori, demanio e materiali del genio; della motorizzazione e combustibili; degli impianti e mezzi per l'assistenza al volo, difesa aerea e telecomunicazioni). A partire dal 1 ° gennaio 1967, gli Enti non indicati nella circolare che in passato avevano una dipendenza funzionale o tecnica da una delle direzioni generali prima citate, cessano da tale dipendenza per assumere quella che sarà precisata da disposizioni ordinative al livello di forza armata. Preciseremo nel dettaglio, trattando di ciascun Servizio logistico, gli Enti interessati dalle Circ. n. 1640 del 1966 e n. 0228 del 1967. Per il momento, basti sottolineare che mentre la soluzione indicata dalla Circ. n. 1640 per gli organi di conservazione e distribuzione di 4° grado risulta ben presto superata, con la Circ. n. 0228 la maggior parte degli stahi limenti militari e dei centri tecnici escono definitivamente dall'area di forza armata e/o di Servizio logistico di forza armata ed entrano ncll ' area interforze del Ministero della Difesa, più propriamente indicata come «area industriale della Difesa». Con la costituzione nel 1976 dei Comandi dei corpi logistici e in particolare del Comando trasporti e materiali, i Comandi Regione si sono avviati ad adottare una struttura degli organi direttivi ed esecutivi corrispondente al passaggio dalla logistica "per materia" alla logistica "per funzione". Le relative, profonde trasformazioni sono ancora in corso nell'anno nel quale termina la nostra indagine (1981), perché comportano una completa ristrutturazione degli organi direttivi ed 'esecutivi (centrali e periferici) specie per i Servizi trasporti e materiali, che - come già si è accennato - derivano dall'unificazione di 5 Servizi logistici con relativi ardui problemi di Quadri, infrastrutture, di attrezzature, di unificazione della normativa, di specialisti, ecc .. 17 Al livello di Regione Militare, il riflesso principale della nuova impostazione logistica è la costituzione dei Comandi dei Servizi (sanitari, per le branche sanità e veterinaria; di commissariato; trasporti e ma-
L7 Cfr., In merito, i seguenti opuscoli dattiloscritti a cura del Comando dei Servizi Trasporti e Materiali dell'Esercito: Riunione dei Capi e Direllori degli organi direttivi ed esecutivi te rritoriali (Roma, 2-3 marzo 1982); Relazione sulla riunione dei Capi e dei direttori degli organi direttivi ed esecutivi territoriali (Roma, 2-3 maggio 1982).
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teriali, che sostituisce e unifica preesistenti organi direttivi periferici nella branca armi, munizioni, artiglieria e NBC, materiali del genio, materiali delle trasmissioni, motorizzazione). Tale costituzione, disposta dallo SME a fine 1981, viene attuata a partire dai primi mesi del 1982. La direzione di amministrazione dei CMTR conserva il suo nominativo e nel 1981 viene finalmente riconosciuta per legge. I nuovi Comandi dei Servizi periferici, che dipendono dal Vice-Comandante di Regione e non dal Capo di Stato maggiore, presiedono all'organizzazione e funzionamento del rispettivo Servizio nel tenitorio della Regione e mantengono alle loro complete dipendenze gli organi di cura, di rifornimento o riparazione di 3° grado, dislocati nel predetto territorio. I predetti Comandi invece non assumono normalmente alle loro dipendenze gli organi esecutivi territoriali di 4° grado, che dipendono per la parte funzionale dagli Organi Centrali (stabilimenti e arsenali, dalle direzioni generali tecniche del Ministero; magazzini e depositi, dai Comandi centrali dei corpi e Servizi logistici istituiti nel 1976) e dipendono dai Comandi Regione solo per la disciplina e le attività presidiarie. Pertanto vengono a cadere le disposizioni di cui alla citata lettera n. 1640 dicembre 1966 che disponeva il passaggio dei magazzini, parchi e depositi centrali alle dipendenze delle direzioni dei Servizi dei Comandi Militari Territoriali, fatto salvo l'intervento del neo-costituito Ispettorato Logistico. Concludendo, per effetto dei decreti delegati del 1965 che rafforzano le attribuzioni logistiche degli Stati Maggiori, questi cambi di dipendenze mantengono nell'area di forza armata - e non prevalentemente in quella del Ministero, come avveniva prima del 1965 - 1966 - gli organi esecutivi centrali necessari per le attività di 4° grado di conservazione, distribuzione e riparazione dei materiali. Dal canto loro, i Comandi di Regione Militare si possono concentrare maggiormente sulle attività di 3 ° grado, in vista della rapida trasformazione dell'organizzazione logistica territoriale di Regione in organizzazione logistica di campagna di scacchiere prevista dalla Pub. SME 900 - Voi. III del 1981 (che non prevede più Inte ndenze di scacchiere o armata). Comunque, anche con questo nuovo ruolo le attribuzioni generali degli organi direttivi dei Servizi al livello di Regione non mutano in maniera sostanziale. Nell'assetto raggiunto nel 1981, i Comandi di Regione in quanto preposti alle attività territoriali e di presidio esercitano limitatamente a tali branche attività di comando e poteri disciplinari su tutti gli Enti, reparti e corpi dislocati nel territorio di giurisdizione. Possono avere alle loro dirette dipendenze Grandi Unità, unità delle varie Armi, Enti scolastici e addestrativi. Provvedono alla leva e al reclutamento, con alle dipendenze i relativi organi. Predispongono e all'occorrenza attuano le operazioni di mobilitazione. Hanno funzioni direttive sulle attività di 3° grado dei vari Servizi logistici per tutti i Comandi, Enti ed unità (inquadrati o meno) dislocate nel territorio di giurisdizione. Svolgono anche funzioni logistiche di 2° grado limitatamente agli Enti e unità territoriali nell'area di giurisdizione e alle unità comunque non inquadrate in una G.U .. Possono svolgere, per delega delle direzioni ge-
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nerali, attività logistiche di 4° grado. Il ruolo amministrativo dei Comandi Territoriali ha assunto nel dopoguerra sempre maggior rilievo, nel quadro del decentramento amministrativo derivante dalla legge 11 marzo 1953, n. 150 e dal conseguente D.P.R. 28 giugno, n. 1106. In particolare, il D.P.R. 19 gennaio 1976 (modificato dal D.P.R. 2 luglio 1979) 18 all' Art. 2 indica nei Comandi militari Territoriali di Regione gli Enti periferici incaricati di provvedere al collocamento a riposo per età e alla liquidazione del trattamento di quiescenza al personale militare e civile della Difesa che presta servizio nella rispettiva circoscrizione, nel rispetto delle esigenze dell' organizzazione centrale e periferica della.Difesa in materia di documentazione matricolare e amministrativa. I Comandi Regione provvedono, infine, alla stipulazione e approvazione di contratti nei limiti previsti dalle norme vigenti per il decentramento. Per lo svolgimento dei predetti compiti essi dipendono sia dallo SME che dal Ministero, nello ambito dei poteri e delle attribuzioni che i decreti delegati del 1965 assegnano a ciascuno dei due organismi. I Comandi e le direzioni dei Servizi periferici per le attività tecnico-logistiche e di bilancio hanno rapporti con l'Ispettorato logistico e/o i Comandi dei corpi e Servizi logistici, e per i soli atti amministrativi riguardanti capitoli di spesa, con le direzioni generali competenti per materia. A loro volta, le direzioni generali tecniche del Ministero hanno rapporti con i rispettivi organi direttivi periferici per quanto attiene: - all' accreditamento dei fondi assegnati alle direzioni periferiche per gli adempimenti istituzionali; - ali ' eventuale decentramento di competenze riguardanti approvvigionamenti e alienazioni cioè attività logistiche di 4° grado normalmente svolte dalle predette direzioni generali.
3. La costituzione dell'Intendenza di armata/scacchiere (1949-1963) La Circ. 6000/Serv. del 1949 (vds. capitolo IX), incentrata sui risvolti logistici delle prioritarie esigenze operative di difesa della frontiera di nord-est, delineava un' organizzazione logistica di campagna con alla base un'organizzazione territoriale del tempo di pace preordinata in funzione operativa. Ciò richiedeva anche in campo logistico l'adozione delle predisposizioni necessarie per ridurre al minimo - specie per gli organi direttivi ed esecutivi di 3° grado - la crisi di passaggio dal piede di pace a quello di guerra, o quanto meno per contrarne al massimo i tempi. Come è più volte emerso nei precedenti Voi. I, Il e III, questa crisi era sempre stata gravemente avvertita 19, perché non erano mai statico-
18
GU n. 182 del 13 luglio 1976 e GU n. 226 d el 18 agosto 1979. Cfr. anche il nostro F. Botti, La mobilitazione in Italia - prec edenti storici , Supplemento alla "Rivista Militare" n . 4/1991. 19
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stituiti nemmeno in embrione (e addestrati fin dal tempo di pace) gli organi di comando, direttivi ed esecutivi destinati ad assicurare ai più alti livelli operativi il supporto logistico all'emergenza. A livello di Comandi solo in occasione della guerra d'Etiopia era stata costituita prima dell'inizio delle operazioni - sia pure limitatamente al teatro d'operazioni principale eritreo - un'Intendenza in grado di organizzare e gestire il supporto logistico. In ambedue le guerre mondiali erano stati costituiti prima dell'inizio delle operazioni i Comandi di armata, ma non le Intendenze di armata; ed è appena il caso di ricordare che la mancata costituzione di un Intendenza prima dell' inizio delle operazioni è stata causa non secondaria dell'esito infausto della campagna di Grecia (vds. precedente capitolo VII) . Si tratta di esigenze ampiamente note fin dall'inizio del secolo sulla pubblicis tica militare, e condivise anche dal generale Liuzzi dopo l'esperienza della prima guerra mondiale. Queste esigenze trovano per la prima volta una concreta risposta nell'immediato dopoguerra, con la costituzione presso il Comando Militare Territoriale di Padova, a decorrere dal 1° dicembre 1949, di un "nucleo Intendenza di armata",20 che pertanto precede la costituzione di un " nucleo Comando 3A armata" avvenuta un anno più tardi (26 dicembre 1950). 11 nucleo Intendenza è incaricato di presiedere - sulla base delle direttive dello SME - agli studi concernenti l'organizzazione logistica alla frontiera di nord-est, ed ha una composizione molto leggera: un generale di brigata, un ufficiale di SM, un sottufficiale e personale d 'ordine. Nel luglio 1950 lo SME impartisce le direttive per predisporre la costituzione in caso di emergenza dell"'Intendenza 3A armata",21 con una struttura interna che si riallaccia a quella già adottata nel corso della guerra: Intendente (generale di brigata o di divisione), Capo di Stato Maggiore con Stato Maggiore, direzioni dei Servizi, quartier generale. Per il momento le direttive non riguardano le direzioni dei Servizi e sono limitate a Stato Maggiore, quartier generale e ufficio postale. L'Intendenza è separata come sempre dal Comando 3A armata, che a sua volta in caso di emergenza dovrebbe comprendere Comandante, Capo di Stato Maggiore, reparto operazioni, Comandi di artiglieria, del genio e di aviazione. Nell'agosto 1950 "sopravvenute nuove esigenze", con ogni probabilità derivanti dalla difficile situazione internazionale (guerra di Corea), impongono allo SME un primo potenziamento del nucleo Intendenza 3A armata. La nuova composizione del nucleo in tempo di pace oltre a un generale di brigata e a un ufficiale superiore di SM (predesignati rispettivamente come Intendente e Capo Ufficio di SM) prevede un ufficiale superiore di SM predesignato quale direttore del Servizio trasporti, oltre che ufficiali di artiglieria, del genio e del Servizio automobilisti-
20 21
AUSSME, Rep. M/7, Racc. 824. ivi, Racc. 825.
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co predesignati per le direzioni d'Intendenza dei rispettivi Servizi logistici.22 Le disposizioni successive tendono a rafforzare ulteriormente la struttura del nucleo Intendenza fin dal tempo di pace e a rendere più incisive le predisposizioni per la costituzione di organi di comando e di controllo logistico in tutti i Comandi Territoriali, rafforzandone il ruolo logistico all'emergenza. Nel giugno 195 I lo SME impartisce ai CMT interessati le disposizioni per la costituzione ex-novo in caso di emergenza delle direzioni dei vari Servizi logistici d'Intendenza d'armata e degli organi esecutivi alle loro dipendenze, per questi ultimi utilizzando come Enti con funzioni di deposito gli organi esecutivi già in vita in tempo di pace. 23 Nello stesso anno 1951, lo SME dispone che il "nucleo Intendenza di armata" assuma la denominazione di "nucleo Intendenza Nord-Est", con alle dipendenze due delegazioni d'Intendenza, una "principale" per il supporto logistico delle forze schierate a difesa della soglia di Gorizia (destinate ad essere inquadrate neJJa 3A armata) e l'altra "secondaria" in corrispondenza del settore montano più a nord, assegnato alle truppe alpine. Queste disposizioni già delineano quell'organizzazione logistica di scacchiere - con delegazioni d' Jntendenza, e non più Intendenze, al livello di annata - la cui possibilità era già stata ammessa dalla Circ. SME 6000/Serv. del 1949, e che viene definitivamente sancita come soluzione normale dalla Pub. SME n. 630 del 1957. La tradizionale formula dell'Intendenza come braccio logistico di 3° grado dell'organizzazione operativa di scacchiere in un quadro logistico di campagna ben distinto da quello territoriale già rivela di essere superata in occasione dell'Emergenza "T" del 1953, quando pur essendo predisposta e costituita nei suoi organi essenziali, l'Intendenza Nord-Est viene cortocircuitata da un'organizzazione di comando e controllo che fa del corpo d ' armata - al di là della vigente regolamentazione - l' autentico livello ordinativo di riferimento anche per le attività logistiche di 3° grado, con alle dipendenze Comandi territoriali che svolgono nella fattispecie molte delle attribuzioni che la regolamentazione assegna all'Intendenza stessa. Dopo il 1953 questa esperienza non porta modifiche di rilievo. L ' Intendenza e le delegazioni d'Intendenza rimangono il modulo di riferimento anche negli anni successivi, quando si prevede sempre di costituire ali' emergenza due delegazioni d'Intendenza ("Veneta" e "Tridentina") alle dipendenze dell' Intendenza nord-est. A titolo sperimentale e provvisorio, nel 1957 si costituiscono fin dal tempo di pace - per esigenze di approvvigionamento e raccordo - due "delegazioni dei Servizi" a Milano e Bolzano, che non danno buona prova e sono sciolte nel luglio 1958, disponendo in pari tempo la costituzione in Milano e Bol-
22 23
ivi. Racc. 826. ivi, Racc. 830.
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zano di una sezione di commissariato e il distacco nella sede di Milano, da parte del V CMTR, di un nucleo di 3 ufficiali (1 medico igienista, l veterinario, 1 del Servizio automobilistico), mentre in Verona sono distaccati dallo stesso V CMTR - traendoli dalla disciolta delegazione di Bolzano - un ufficiale superiore di SM e un ufficiale d' Arma costituenti il nucleo della delegazione d'Intendenza "Tridentina". 24 Nel 1958 l'organico del " nucleo Intendenza Nord-Est" in tempo di pace viene ulteriormente potenziato, inserendovi ufficiali per tutti i Servizi, il capo nucleo della delegazione d'Intendenza "Tridentina", il capo centro logistico del Cadore, ufficiali interpreti per esigenze di raccordo NATO. NeJJe linee essenziali, l ' organico di guerra 1962 dell'Intendenza Nord-Est comprende Intendente, Capo di Stato Maggiore, Stato Maggiore su 4 uffici (SM, segreteria e personale, statistica e trasmissioni), quartier generale e le direzioni di ben 13 Servizi (sanità, commissariato, armi e munizioni, trasmissioni, materiali genio, lavori ponti e strade, motorizzazione, veterinario, trasporti, tappe, postale e telegrafo, di amministrazione, onoranze caduti in guerra). 25 Nell'ottobre 1963 viene adottato un provvedimento che prelude al definitivo tramonto del concetto dottrinale di Intendenza separata dal Comando operativo di G.U. complessa e al tempo stesso accresce il ruolo logistico del Comando Regione. 2 6 Allo scopo di elevare anche sotto l'aspetto logistico l'efficienza delle forze operative nella Regione NordEst, il nucleo Intendenza Nord-Est viene inserito nel V Comando Militare Territoriale di Regione di Padova (V CMTR) e assume la denominazione di pace di Comando logistico (termine introdotto per la prima volta). Alle dirette dipendenze del Comandante che indirizza l'attività logistica in aderenza alla pianificazione predisposta dal Comando FfASE, il Comando logistico presiede agli studi, alla pianificazione logistica e all'organizzazione e funzionamento dei Servizi nella Regione Nord-Est. A tal fine, il Comandante logistico assume alle proprie dipendenze disciplinari e d'impiego - ferme restando le dipendenze e responsabilità tecnico-amministrative di ciascun organo direttivo - i direttori di sanità, commissariato, motorizzazione, veterinaria e amministrazione del C.M.T.R .. I Comandi di artiglieria e del genio mantengono stretti rapporti con il Comando logistico, alle cui direttive si attengono per l'organizzazione e il funzionamento dei Servizi armi e munizioni, trasmissioni e materiali del genio. All'emergenza il Comando logistico del V.C.M.T. si trasforma in Intendenza Nord-Est, passando alle dipendenze del Comando FfASE. Per la logistica di campagna nel 1963 sono ancora in vigore, infatti, le Pub. SME n. 6300 (1955) e n. 630 (1957), che prevedono un'Inten-
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ivi, Racc. 845. ivi, Racc. 850. ivi, Racc. 853.
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denza di armata o scacchiere (6300) oppure di scacchiere (630). Solo con la Circ. SME n. 2077/163. 50 del 1977 (vds. capito lo X) le suddette prescrizioni da attuare all'emergenza vengono automaticamente meno. Infatti la Circ. n. 2077 prevede Comandi logistici (e non più Intendenze) di scacchiere e corpo d'armata; e la successiva Pub. SME n. 900 - Vol. III del 1981 nel confermare il ruolo del Comando di scacchiere e del relativo Comando logistico, al para. 18 stabilisce (vds. capitolo X) che "è necessario che l'organizzazione logistica di Regione Militare sia orientata ad assumere tempestivamente la fisionomia di organizzazione di Scacchiere". La conseguente nuova struttura del V CMT definita nel novembre 1963 per quanto_di interesse logistico comprende: - Comandanti d'Arma (di artiglieria e del genio) e comandante delle trasmissioni (quest'ultime non hanno lo status giuridico di Arma); - Capo di Stato Maggiore e Stato Maggiore; - Comandante logistico, dal quale dipendono un capo reparto logistico con proprio ufficio (sezioni logistica, piani e trasporti) e 7 direzioni dei Servizi (di sanità, commissariato, armi e munizioni, materiali del genio e trasmissioni, motorizzazione, amministrazione, veterinaria), più un nucleo quartier generale e le compagnie trasmissioni e movieri. Le direzioni dei Servizi armi e munizioni e materiali del genio e trasmissioni sono peraltro indicate come "di prossima costituzione". Nel maggio 1964 allo scopo di creare le premesse per i necessari contatti con le autorità civili del territorio ai fini del miglior svolgimento delle attività logistiche si prevede la costituzione, per mobilitazione, di un ufficio affari civili per l'Intendenza Nord-Est, e di una sezione affari civili per le delegazioni di Intendenza "Veneta" e "Tridentina". Infine, l ' organico del novembre 1968 del V CMT per la parte logistica prevede: - i Comandi di artiglieria e genio e il Comando delle trasmissioni che hanno anche attribuzioni logistiche; - un Capo di Stalo Maggiore del Comando logistico (e non più un Capo Reparto Logislico) dal quale dipendono gli uffici servizi, piani e movimenti e trasporti (che sos tituisce l'uffi cio trasporti costituito nel J 963), - 5 direzioni dei Servizi (di sanità, commissariato, motorizzazione, amministrazione e veterinaria), alle dirette dipendenze del Comandante logistico. Con questa organizzazione del 1968, il Comando logistico costituito all' interno del Comando Regione è in grado di trasformarsi senza traumi e automaticamente, all'emergenza, in Comando logistico di scacchiere, come in seguito viene previsto dai para. 45-48 dalla Pub. SME n. 900 - Vol. III La logistica - Ed 1981. In tal modo si sancisce la scomparsa, nell'ambito della Regione, della secolare dicotomia (da non confondere con distinzione) tra organizzazione logistica territoriale e di campagna. Alla luce di questa significativa tappa raggiunta già negli anni 60, le vicende dell'organizzazione di comando e controllo logistico nel dopoguerra possono essere sintetizzate nel perseguimento progressivo - con qualche oscillazione - di tre obiettivi di fondo: - mantenere la funzione logistica interamente nell'ambito dei Comandi operativi e degli Stati Maggiori, eliminando - anche a costo di un
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appesantimento degli stessi Stati Maggiori - la distinzione tra funzione di comando e funzione organizzativa in campo logistico, e il correlato concetto "storico" di Intendenza separata dal comando e avente il compito di "alleggerirlo"; - costituire gli organi logistici della catena di comando e controllo - così come quelli operativi - fin dal tempo di pace, riducendo e possibilmente eliminando le trasformazioni e gli adattamenti da attuare all'emergenza; - ridurre e possibilmente eliminare le tradizionali distinzioni tra organizzazione logistica di campagna e territoriale, inserendo ad esempio nell'utilizzazione delle risorse locali anche il concetto di utilizzazione delle infrastrutture e degli organi militari già in posto.
4. Le principali tappe evolutive dell'organizzazione logistica di pace: vecchi e nuovi limiti
Come già si è accennato, l' organizzazione logistica territoriale che rinasce a partire dal 1944 risente di un quadro di difficoltà e limitazioni che, paradossalmente, finisce con il favorire sic et simpliciter la ricostituzione delle vecchie strutture, al di là delle esigenze pur chiaramente individuate di snellimento e ammodernamento. I fattori che maggiormente fanno sentire la loro inlluenza, e ostacolano autentiche e sane riforme unicamente mirate a requisiti di efficienza, sono: - iniziali remore dovute alle commissioni di controllo alleate e alle clausole militari del trattato di pace, alle quali si aggiunge lo scarso interesse politico per l'efficienza militare; - cronica scarsità delle risorse finanziarie in rapporto alle esigenze da soddisfare, che imporrebbe rigide economie e l'eliminazione di strutture superflue e operativamente poco produttive; - per contro, ridotte possibilità di attuare gli indispensabili programmi organici di ristrutturazione e di "tagliare i rami secchi" nell'organizzazione logistica territoriale, le cui oggettive esigenze di Quadri , personale specializzato e risorse sono peraltro sacrificate alla componente operativa; - ridotta possibilità di rinnovamento dei materiali e mezzi e di formazione delle scorte (esigenza, quest'ultima, che mantiene bassa priorità); carenza di Quadri dei Servizi, di specializzati e di personale tecnico, alla quale si contrappone l'esuberanza di altro personale non qualificato che è difficile smobilitare; · - necessità, per contro, di mantenere anche a scapito della qualità forze numerose, sia per ragioni strettamente operative e di politica internazionale (dissuasione; possibilità di pronta entrata in azione del dispositivo per la difesa del confine di nord-est) sia perché il particolare contesto politico nazionale non consentirebbe di predisporre un massiccio e pronto ricorso alla mobilitazione all'emergenza, come si era verificato nelle precedenti guerre;
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- polarizzazione della difesa e delle forze operative sulla fascia di confine di nord-est, che induce a trascurare tutto quanto riguarda l ' organizzazione territoriale del resto della penisola. Riassumendo, l'ammodernamento della forza armata non è possibile per mancanza di mezzi finanziari, che d'altra parte non possono essere recuperati nemmeno sfoltendo l'organizzazione o con un maggiore ricorso alla mobilitazione. Ciò che è concretamente possibile mantenere in vita è, quindi, un numeroso esercito sotto:.alimentato e con alle spalle un'organizzazione pesante e poco operativa, che ricalca parecchi difetti dell'esercito degli anni '30 e del 1940-1943. Dimenticato in fondo a una cassa in mezzo a polverose (quanto preziose) vecchie pubblicazioni, abbiamo di recente ritrovato il "Libretto di Note" del ten. col. Michele Ventura comandante nel 1947 del III/68 rgt. f. "Legnano" (cioè di uno dei reggimenti più efficienti del momento, reduce dalla guerra di liberazione). Attraverso questo documento (che con ogni probabilità era stato all'epoca prescritto ai comandanti ed è vistato e annotato dai superiori diretti) si può constatare che a due anni dal termine della guerra sopravvivono immeritatamente molte delle vecchie e ormai ben note lacune logistiche del passato, lacune annotate con scrupolo e acume tecnico dal Ventura, che risulta aver frequentato negli anni 30 la Scuola di Guerra e per queste sue realistiche e franche annotazioni viene elogiato dai superiori. Ad esempio, in data 12 luglio 1947 all'argomento "autocolonna" il Ve ntura annota che l'esercitazione di autocolonna compiuta per il trasferimento da Cremona al campo d ' Arma ha confermato ancora una volta il fatto che i reparti non dispongono di veri autisti. Le poche ore di scuola g uida compiute dagli allievi autisti sono appena sufficienti per d are ad essi la conoscenza dei primi elementi della guida, ma non la conoscenza tecnica del mezzo da guidare, né tanto meno la ferrea disciplina che ogni autista deve osservare sempre. ma specie quando viaggia in autocolonna.
Annotazione del comandante di reggimento (col. Fantini): La causa della scarsa attitudine degli autieri al condurre, va ricercala nella insufficiente assegnazione di carburanti avuta per la scuola guida (circa il 50% dell'assegnazione prevista dalle vigenti norme) e alle scadenti qualità delle reclute predesignate dai C.A.R. per questa specializzazione (vi sono fra esse persino degli analfabeti; la maggior parte non ha mai visto un automezzo da vicino).
Altra annotazione in rosso (con sigla B., forse del generale comandante): Inconveniente più volte rilevato. Previsto e segnalato sin dal 1946, appena noto il reclutamento assegnato alla Legnano.
Un'altra vecchia questione, di importanza fondamentale, è la mancanza di vestiario e di scarpe in quantità e qualità adeguata alle esigenze operative. Lacuna aggravata dal cronico, cattivo funzionamento delle ri-
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parazioni da parte dei capi-sarti e capi-calzolai, per i quali evidentemente i "contratti-capestro" nel dopoguerra vantati da taluni come prova di buona organizzazione e di rigore sono solo formalmente tali, e all'atto pratico hanno effetti controproducenti e non risolvono il problema. In data 3 agosto 1947 (quando il battaglione è ancora al campo), dopo aver lamentato la mancanza "di una decorosa uniforme e soprattutto la mancanza di calzature", il Ventura scrive: Molti fanti hanno perduto giornate addestralive per assoluta mancanza di scarpe. Non solo sono mancate le scarpe, ma è venuta meno (per molti giorni) la possibilità di farri parare quelle rotte. La mancanza di materie prime che dovrebbero essere fornite dai magazzini militari non può giustificare la mancata riparazione delle scarpe. Pur di mettere in grado il soldato di poter camminare con le scarpe ai piedi non si deve esitare a ricorrere alla opera di calzolai c i vili, pagando il necessario[... ). Allontanando il fante dalle attività addcstrative solo perché mancano le scarpe si reca allo Stato un danno assai più grande di que llo che l 'Amministrazione dovrebbe soppo rtare acquistando le scarpe dal commercio o ricorrendo ad artigiani civili per le grandi e piccole riparazioni. Al fante possono mancare tante cose, ma non le scarpe per camminare.
Il comandante di reggimento si dichiara pienamente rl'aeeorrlo, e commenta: Sono anch ' io dell' avviso che i corpi dovrehhero poter ricorrere, ogni volta che sia necessario, alle prestazioni di civili; non solo per le scarpe, ma per tutto il resto - dagli automezzi alla manutenzione degLi immobili ; si spenderebbe di più, ma si farebbe una maggiore economia [annotazione a matita con sigla non identificata, forse di un generale: ..cosa sacrosanta che si applica in famiglia da chi ha la testa sul collo" - N.d.a]. Pare un controsenso, ma non lo è. Purtroppo ci sono gli organi tecnici (sic), le assegnazioni sui capitoli dei bilanci, i contratti a rintuzzare questa ...aspirazione.
Un'altra piaga storica (con incidenze dirette anche, se non soprattutto, in campo logistico) è la carenza di sottufficiali, dovuta anche ai massicci congedamenti "per economia" di elementi assai validi ed esperti che al momento sono in corso. Secondo il V cntura questi ultimi data la brevità della ferma e la molteplicità delle specializzazioni non possono essere sostituiti da graduati di leva. Annotazioni del comandante di reggimento: il problema dei sottufficiali è veramente grave. Al reggimento su 2 19 previsti dall' orga nico (177 con organico contratto) ne rimarranno effettivi, dopo il congedame nto in corso, 116. Di questi 50 sono in serviz io fuori corpo, presso i comandi di btg. e reggime n to con incarichi speciali. Presso i reparti, compresi quelli comandati ai corsi, prestano com plessivamente servizio soltanto 66. Troppo pochi. E' a tener presente c he molti sottuffic iali devono essere impiegati in sostituzione di militari di truppa [non viceversa, c ome è avvenuto, sempre con danno, in tempi più recenti - N.d .a] come dattilografi - scritturali archivisti - etc. in quanto da ta la breve permanenza dei soldati al rgt. [eppure la ferma, allora, era di 15 mesi - N.d.a.J , la pressoché assoluta mancanza fra di essi di elementi idonei al lavoro d'ufficio, il sempre crescente lavoro burocratico [nostra sottolineatura N.d.a.] non è possibile avvalersi per tali incaric hi di personale di leva.
Eloque nte commento di altro superiore non identificato, secondo il
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quale si tratta di una "deficienza cronica" le cui cause sono note e non tutte eliminabili, "poiché - in definitiva - è problema di soldi" (diagnosi quanto mai attuale). Altre interessanti osservazioni del Ventura riguardano l'esiguità numerica delle squadre fucilieri, per cui "più volte mi sono chiesto come può avvenire il rifornimento munizioni, per le squadre e plotoni, combattimento durante". Evidentemente il Ventura si riferisce alle squadre appiedate e operanti in terreni montani che non consentono l'impiego di mezzi motorizzati. A tal proposito, dalle sue osservazioni nel corso di un'escursione di battaglione con pernottamento in montagna (4 agosto 1947) si può avere conferma che sono ancora indispensabili le salmerie, delle quali i reparti sono privi: né è possibile ovviare all'inconveniente ricorrendo alle ormai scarsissime salmerie civili locali. Annotazione a matita di un superiore non identificato (con ogni probabilità un generale): Dare però dei muli al btg. o rgt. complica per dover tenere salmeristi e biada e foraggi e scuderie e maniscaico ecc. ecc .. Forse converrebbe c he la divisione avesse una sezione salmerie da ripartire quando occorre Lsoluzione poi adottata - N.d.a].
Dalle escursioni in montagna emerge anche un'altra lacuna non nuova (drammatica nella campagna di Grecia), la mancanza per la fanteria di calzature adatte per la marcia in montagna I aggiungiamo noi: anche dell'equipaggiamento invernale - N.d.a.l e infine l'insufficienza della razione viveri da viaggio, consumata in sostituzione del rancio caldo quando quest' ultimo non può arrivare alle truppe. Vecchi problemi che purtroppo la guerra non ha spazzato via, ma che, nel dopoguerra, a volte si sono ripresentati aggravati. Sul piano generale, del mancato rinnovamento fa le spese prima di tutto la nuova organizzazione logistica dell'esercito di campagna. l Quadri dei Servizi e il personale tecnico - scarsi soprattutto ai minori livelli gerarchici - sono di spers i spesso in maniera poco proficua in numerosi organi territoriali che ciononostante hanno i notevoli difficoltà di funzionamento. Di conseguenza gli organi dei Servizi di I O e 2° grado delle unità operati ve, pur essendo costituiti fin dal tempo di pace e teoricamente rispondenti mancano di Quadri e personale e, per le ragioni prima indicate, anche di materiali, attrezzature, parti di ricambio ecc .. in organico. Il supporto logistico diretto delle unità operative non sempre è efficiente, e quando per ragioni di economia si è costretti a contrarre i livelli di forza, come sempre i primi ad essere interessati sono gli organi logistici. Ne consegue una sostanziale riduzione dell'effettiva prontezza operativa specie delle forze dislocate alla frontiera del nord-est. E' prima di tutto per questa ragione che gli obiettivi indicati nel l 945 - 1947 dal generale Cadoma - che si riassumono in un esercito finalmente "di qualità" anche se di ridotte dimensioni, in grado di voltare pagina rispetto al passato e di recepirne gli insegnamenti, con mezzi e materiali numerosi e moderni - non vengono mai raggiunti, anche se sempre perseguiti.
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Nel 1975, cioè a distanza di trent'anni dagli avvenimenti ai quali ora ci riferiamo, la qualità è sempre l'obiettivo primario della ristrutturazione che viene allora decisa, in base a una situazione di degrado che lo stesso SME riassume - tracciando un significativo bilancio - in questi termini, dai quali emerge che i due problemi del 1946 - scarsità di mezzi e materiali moderni e organizzazione territoriale pletorica e dispersiva - rimangono di attualità: Nonostante le innovazioni apportale con la legge 1477 del I 8 novembre 1965, gli Organi Centrali presentano ancora talune ridondanze nelle loro strutture funzionali, che si prestano ad ulteriore revisione [revisione non effettuata negli anni successivi - N.d.a]. L'Organizzazione Territoriale abbisogna di una revisione ancor più radicale. Nonostante lariduzione del numero dei Comandi Militari Territoriali (passati nel I 957 da 11 a 6) e dei Distretti (passati negli scorsi anni da 99 a 62) essa è nel suo insieme, ancora antiquata e spesso pletorica. Tale situazione è dovuta a un complesso di fattori contingenti e locali che hanno. più che in ogni altro settore [nostra sottolineatura - N.d.a.], ostacolato qualsiasi mutamento. Essa comprende: - 6 Comandi Militari Territoriali di Regione; - 16 Comandi Militari di zona; - 62 distretti militari; - depositi. magazzini ed enti vari a carattere logistico, la cui articolazione e i cui compiti non sono più rispondenti alle effettive esigenze alluaJi [ ... ] Iu sintesi, k spese <li esercizio influiscono in misura rilevante sull 'efficienza generale dell'esercito. Le attuali condizioni hanno imposto di ridurle a livelli di pura sopravvivenza. Ma questa situazione limite è accettabile solo per brevi periodi di transizione e non come norma ... 27
Nella stessa occasione lo SME lamenta "serie deficienze" nei live11i delle scorte e precisa che le "vistose deficienze" nelle spese di esercizio incidono direttamente sull'efficienza dello strumento militare, specie in tre settori vitali: l'addestramento, 1' efficienza tecnica dei materiali (ivi comprese le infrastrutture) e il morale del personale. La percentuale dei volontari a ferma prolungata è appena dell' 1,3%, cifra che lo SME giudica del tutto irrilevante ed assolutamente inadeguata in rapporto alle e sigenze di un eserc ito moderno, i cui mezzi più complessi non possono essere affidali al personale di leva e ancor meno potranno esserlo in futuro , quando la ferma sarà ridotta a 12 mesi.
Eppure il cronico problema degli specializzati, già emerso in tutta la sua ampiezza e con tutti i suoi negativi riflessi nella seconda guerra mondiale, nel dopoguerra non era stato certo sottovalutato ed era stato impostato con chiarezza fin dal novembre 1945, quando lo SME aveva rappresentato al Ministero del tesoro l'urgente necessità di un provvedimento per incentivare l'arruolamento di volontari con un congruo aumento dell'indennità di specializzazione. Ma per quanto lo SME avesse modificato il progetto iniziale riducendo il fabbisogno di spe-
27 SME, La ristrutturuzione dell'Esercito, - Ed. giugno 1975 (Supplemento a "Rivista Militare" n. 3/1975, pp. 7-8 e 15).
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cializzati da 30.000 a 10.000 unità e l'importo delle nuove indennità a 30 lire giornaliere, il Ministero del tesoro non aveva accettato la proposta. Il generale Cadoma nel 1947 commenta: risulta così fortemente rallentata la riorganizzazione dell'esercito e nello stesso tempo si provocano inevitabili dispendi, poiché mentre materiali di elevatissimo valore sono oggi affidati a personale inesperto che ne cagiona il rapido deterioramento, il tempo e il denaro impiegati per la formazione di molti specializzati di leva sono praticamente perduti perché, al termine dell'addestramento necessario per le specializzazioni più difficili e più importanti, il personale viene raggiunto dal congedo senza essere convenientemente utilizzato nell'esercito, col solo risultato di aver ad esso insegnato un mestiere utilizzabile nella vita civile.28
Quello che avviene per gli specializzati vale anche per tutto il resto. I problemi di fondo che già si affacciano nel 1945, trent'anni dopo possono essere affrontati e risolti solo in misura esigua e in buona parte rimangono insoluti anche all'inizio degli anni 80. Ciò posto, daremo conto qui di seguito soprattutto dei provvedimenti che si discostano dalla gestione quotidiana e hanno valenza innovativa. Subito dopo la fine della guerra, la nuova organizzazione logistica deve tener conto dei vincoli e delle indicazioni delle commissioni mi-
litari alleate di controllo. Ma anche se le forze operative consentite sono estremamente esigue rispetto alla guerra e all'anteguerra ed è in discussione lo stesso principio dell'esercito di leva, con la già accennata ricostituzione - prevista fin dal I 945 - di I I Comandi militari Territoriali, 99 distretti e 90 depositi, l'intelaiatura territoriale riassume le troppo ampie dimensioni del passato. Le direttive alleate dell'agosto 1945 prevedono in totale (escluso il personale civile) solo 140.000 uomini, dei quali 90.000 per l'aliquota operativa (gruppi di combattimento, divisioni di sicurezza, reggimenti territoriali), 9.000 per la organizzazione centrale e i Comandi Territoriali, 31. 000 per i Servizi, 10.000 per l' addestramento e i complementi. Secondo i dati citati dal Cadorna2 9 l' organizzazione territoriale (compresi, evidentemente, anche i Servizi) nel 1945 impegna 33.465 militari e 52.957 civili, tra i quali sono però temporaneamente incluse unità del genio (artieri, collegamenti, pontieri), dei trasporti, le salmerie dei reggimenti alpini e i Servizi dei CAR (per un totale di 11.000 uomini), oltre ad Enti vari in corso di scioglimento (centri alloggio, uffici requisizione per autorità alleati, Enti bonifica per campi minati) per circa altri 3.400 uomini (totale: cir~a 14.000 uomini). Rimangono, pertanto, effettivamente impegnati per esigenze territoriali e di supporto logistico circa 19.000 uomini, cioè il 13,6% del totale e il 21 % dell'aliquota di forze operative. li Cadoma osserva che il numero di 33.000 uomini impegnati per l'organizzazione territoriale potrebbe sembrare eccessivo, e accenna alla necessità di diminuirlo dei
28 R . Cadoma, Op. cit., pp. 55-56. 29 ivi, p. 50.
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14.000 uomini pTima citati, 11.000 dei quali da considerare inclusi nei Teparti operativi. Tutto dipende da come si considera la cifra di 31.000 uomini indicata da gli alleati per i Servizi. Se, come noi riteniamo, tale cifra Tiguarda essenzialmente i Servizi territoriali non inglobati nelle unità operative, allora l'organizzazione territoriale nel suo complesso dovrebbe comprendere, appunto, i predetti 31.000 uomini, più quelli considerati dagli alleati per i Comandi territoriali (9.000 uomini, meno quelli da destinare agli organi centrali). In tal caso l'organizzazione periferica territoriale - Servizi compresi - rispetto ai calcoli degli alleati risulterebbe sottoalimentata e non in eccesso. In caso diverso, ai 31.000 uomini considerati dagli alleati per i Servizi bisognerebbe aggiungere i 19.000 indicati da Cadorna per l'OTganizzazione territoriale, per un totale di 50.000 uomini, corrispondente al 35,7% dell'esercito e al 55% dell'aliquota operativa. Cifre, come si può vedere, da considerare senz'altro eccessive; d'altro canto, se la cifra di 9.000 uomini considerati dagli alleati per i Comandi territoriali includesse anche i Servizi territoriali, sarebbe del tutto insufficiente e fuori dalla realtà. Un problema a parte - con parametri destinati, anche per il futuro, ad ostacolare in grande misura le auspicabili contrazioni degli oTgani teTritoriali - è rappresentato dal personale civile, che alla fine della gueTra aveva raggiunto la rilevante quantità di 62.000 impiegati (di cui 44. 500 salariati e 17 .500 diurnisti). Tale numero era stato mantenuto anche dopo il 1945, perché sotto la pressione degli organi sindacali e della critica situazione politico-sociale, gli stabilimenti militari avevano dovuto mantenere in servizio pressoché al completo le maestranze assunte per le straordinarie esigenze del tempo di guerra, ovviamente senza poterle utilizzare per un lavoro proficuo. TI citato ordinamento dello Stato Maggiore del 7 novembre 1945 ne pTevede, come si è visto, 52.957, con una diminuzione di ciTca 9.000 unità (delle quali 5.000 nei Servizi di sanità e commissariato e ne] personale dei depositi, da ridurre da 90 a 72). Nessuna riduzione è però possibile effettuare fino al 1947 a causa dei successivi rinvii dello sblocco dei licenziamenti, il che impone al l' Amministrazione militare - già afflitta da cronica carenza di risorse oneri sociali ingenti e non produttivi che ne riducono le possibilità di ammodernamento. Le direttive dello SME di fine 1945 prevedono l'organizzazione dell'Arma del genio in due branche (artieri e collegamenti) e una prima organizzazione scolastica anche per i Servizi. A decorrere dal 1 ° dicembre 1945, vettovagliamento ed equipaggiamento devono provenire da fonti italiane e essere distribuiti a cura dei nostri organi dei Servizi previa autorizzazione del Comando Supremo alleato. PeT i materiali bellici si prevede l'estensione dell'armamento britannico a tutte le unità e la cessione da parte alleata del materiale già in possesso delle unità rimaste a far parte dell'esercito di transizione, unitamente al fabbisogno per un anno di materiali e di parti di ricambio. Il Capo di Stato MaggioTe, comunque, tiene a precisare (fine 1946) che:
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l'adozione durante e dopo la guerra di liberazione e nel l'attuale periodo di transizione, dell' armamento e dei procedimenti tattici britannici non deve significare cieca sottomissione a sistemi stranieri ma inevitabile transitoria necessità. Una parte dell'armamento è già stata sostituita _d_a 11Jateriale italiano; un altro passo sarà forse possibile fare in seguito quando la situazione industriale ed economica del Paese Io permetterà.30
Non ci soffermiamo sui problemi dell' approvvigionamento e produzione di materiale nazionale e sulle forniture alleate, per i quali rimandiamo ad altre opere31 ; basti qui ricordare la creazione nell'ottobre 1945 dell' A.R.A. R. (Azienda Recupero e Alienazione Residuati, alle dirette dipendenze del comitato interministeriale per la ricostruzione) con il compito di gestire e alienare i residuati bellici ceduti dagli alleati. Ma lungi dal privilegiare - come parrebbe logico - le esigenze delle nuove forze armate, l'attività del nuovo ente si risolve nella vendita indiscriminata (o svendita) al miglior offerente privato dei materiali stessi, con sensibile difficoltà da parte dell' esercito di procurarsi in un sistema di vendita concorrenziale i materiali di suo interesse, e in particolare gli automezzi. 32 Infatti l'Azienda riceve dal Governo il compito fondamentale di assicurare al Tesoro una fonte di entrata supplementare e di contribuire alla ripresa dei trasporti e delle attività produttive civili, e in questo senso prosegue per diversi anni la sua opera nonostante i richiami degli stessi alleati a tenere in maggior conto i bisogni militari, che passano in seconda linea.33 A partire dal 1948 al materiale inglese si aggiunge il materiale americano residualo di guerra, il cui arrivo in seguito si intensifica con l'affrettato riarmo imposto dalla guerra di Corea e l'ingresso dell'Italia nella NATO, mentre l'industria italiana al momento è in grado di produrre solo automezzi. Due i riflessi logistici principali di questa alimentazione "artificiale", dovuta non tanto a scelte tecnico-militari vagliate secondo nuovi criteri, ma a ragioni politiche contingenti e improvvise e alla mancanza di mezzi finanziari, che costringe a fare di necessità virtù: - forti problemi di manutenzione causati dalla convivenza di svariati materiali e mezzi italiani, inglesi e americani, per di più tutti residuati di guerra e quindi spesso in cattivo stato di manutenzione, già usati e soggetti a rapido degrado; - problemi di approvvigionamento e/o produzione nazionale di munizionamento e parti di ricambio sempre meno reperibili tra i residuati di guerra, in un quadro di scarsità di mezzi finanziari e di risorse industriali per nuovi impianti. Negli anni 50 il materiale inglese viene progressivamente radiato e sostituito con artiglierie, carri e mezzi speciali più moderni di produzione
R. Cadorna, Op. cit., p. 84. Cfr. L. Nuti, Op. cii. e AA.VV., Storia delle forze armate ... (Cit.). 32 L. Nuti, Op. cit.. pp. 71-72. 33 Si veda, ad esempio, la legge 18 luglio I 949, n. 555 per gli acquisti ARAR. 3U
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americana. Alla fine degli anni 50 si crea perciò il problema di sostituire con materiali e mezzi di produzione italiana il materiale non ceduto dagli USA con condizioni di favore, o lo stesso materiale USA gradualmente da radiare. Di qui la crisi endemica provocata dalla costante carenza di mezzi finanziari sufficienti per alimentare con materiale moderno di produzione nazionale o regolarmente acquistato all'estero una struttura che ha assunto dimensioni ragguardevoli specie negli anni 50, durante e dopo la guerra di Corea, quando era incoraggiata ad espandersi dall'abbondanza di materiale USA ceduto a titolo gratuito. In merito, nel 1953 prevale la tendenza - rivelatasi non lungimirante e con ricadute negative sulla qualità - ad aumentare ancora le forze operative, con un ambizioso programma per un esercito a larga intelaiatura che riproduce gli inconvenienti degli anni 30, prevedendo 2 Comandi di armata, 5 Comandi di corpo d'armata, 10 divisione di fanteria ternarie, 3 divisioni corazzate ecc.: un programma favorito soprattutto dalla facilità con la quale - al momento e solo al momento - si riesce ad ottenere materiali e mezzi americani. In questa fase, il materiale contribuisce a dilatare una già vasta intelaiatura che poi - venuti meno gli aiuti americani - non è possibile mantenere per difficoltà finanziarie, con conseguenti progressive contrazioni delle forze operative e in misura molto minore delle stesse strutture territoriali - a partire dalla metà degli anni 50.34 Un probante collaudo della dottrina logistica e del grado di efficienza logistica raggiunto dall'esercito - l'unico del dopoguerra - avviene con l'"Esigenza T" di fine 1953, che rende necessario far fronte alle esigenze di sostegno logistico del V corpo d'armata (70.000 uomini e 2. 500 quadrupedi suddivisi in 7 Grandi Unità e relativi supporti tattico-logistici di 1 ° e 2° grado), schierato sulle posizioni avanzate del confine di nord-est con la Jugoslavia, con esigenze di mobilitazione di personale e mezzi e di rapido afflusso nel Friuli. L'importanza dell'evento induce a riprenderne meglio in esame gli aspetti logistici. Al momento la regolamentazione logistica (Pub. SME 6000/Serv. del 1949 - vds. capitolo IX) non riconosce al corpo d'armata il ruolo di autonomo anello logistico e gli assegna normalmente il compito di concorso (specie per i trasporti), coordinamento e controllo nei confronti delle attività di 2° grado delle divisioni dipendenti, che fanno direttamente capo agli organi d'Intendenza d'armata/scacchiere. La stessa Pub. n. 6000/Serv - come abbiamo messo in evidenza nel capitolo IX - non esclude peraltro che il corpo d'armata possa assumere alle sue dipendenze una delegazione d'Intendenza, oppure far svolgere al proprio ufficio Servizi anche funzioni di delegazione d'Intendenza. E' quanto più o meno avviene in questo caso, benché risultino già costituiti ai livelli superiori un nucleo Intendenza 3" armata e un nucleo
3 4 Cfr. il programma di ridimensionamento dell'esercito del 1955 (AUSSME. Rep. M/7, Racc. 839).
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Comando Y• armata. Il ruolo operativo e logistico fondamentale viene assunto, come già si è visto, dagli stessi Comando IV e V Corpo d'armata, alle dirette dipendenze dello SME. Il possibile dualismo tra Comandi operativi e territoriali dislocati nello stesso territorio viene risolto ponendo il V C.M.T. di Padova alle dipendenze - quale delegazione d' Intendenza - del V corpo d'armata, che assume in proprio la giurisdizione sulla zona del Tagliamento anche per quanto riguarda la disciplina dei Trasporti e degli itinerari. Avendo alle dipendenze organi direttivi di 3° grado, l'ufficio Servizi del V corpo assume funzioni tipiche di un organo direttivo di 3° grado, mentre il V C.M.T. e il nucleo Intendenza d'armata esercitano anche, all'occorrenza, funzioni di 4° grado. Queste soluzioni pratiche dettate dalla situazione sono evidente mente il riflesso del vecchio, saggio principio - non sempre rispettato dalla dottrina e dalJa prassi - che a una responsabilità operativa e nell' impiego delle forze non può non corrispondere un pari grado di responsabilità logistica. La catena delle richieste che corrisponde alle predette competenze va dalle divisioni al Comando di corpo d 'armata, che le vaglia e le trasmette al V C.M.T .. Quest'ultimo soddisfa le esigenze dando ordini alle sue direzioni territoriali o chiedendo alle Autorità Centrali ciò che non è al momento disponibile. Sono costituiti ad est del Tagliamento stabilimenti avanzati d'Intendenza, e spesso si addiviene anche a rifornimenti a domicilio fino agli organi logistici di 2° grado. In questo quadro, non chiaro e comunque piuttosto superfluo appare il ruolo del nucleo Intendenza Nord-Est, privo di propri organi esecutivi, le cui competenze di 3° grado, sono di fatto assorbite dal V C.M.T. e le cui funzioni sono assimilabili a una sorta di delegazione sul posto degli Organi Centrali. E' in questo fatto la vera novità delle soluzioni adottate, che dunque sottolineano fin da allora il ruolo insostituibile e come organo di 3° grado - anche nella logistica di campagna - del Comando di Regione, rispetto a l quale l'Intenden za al livello di armata e scacchiere si rivela - come già visto - un organismo non indispensabile e un doppione, specie in operazioni ristrette alla difesa del territorio nazionale (altro sarebbe il discorso in operazioni oltremare). Se si eccettua l'assunzione alle dipendenze del V C.M.T., il ruolo effettivo svolto in questa occasione dal Comando di corpo d' armata, pur essenziale, tutto sommato rientra in quanto previsto dalla Pub. SME n. 6000/Serv .. Non vi è dubbio che per esercitare appieno l'attività di coordinamento e controllo che gli compete, il corpo d 'armata deve costituire anello gerarchico per le richieste, mentre l' attività di concorso per sua natura può avere estensione variabile, anche se nella fattispecie è facilitata dal rapporto di dipendenza espressamente stabilito tra ufficio Servizi del V corpo e direzioni dei Servizi territoriali (dalle quali per altro continuano a dipendere gli organi esecutivi principali di 3° grado dislocati a est del Tagliamento). Accenneremo più nel dettaglio, trattando di ciascun Servizio, alle soluzioni adottate e agli ammaestramenti tratti. In linea generale, le so-
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luzioni non si discostano dalla norma e da quanto già attuato nelle precedenti guerre; anche gli inconvenienti emersi rispecchiano anch'essi quelli già tipici della seconda guerra mondiale e delle guerre degli anni Trenta. Ad esempio: - necessità di mantenere fin dal tempo di pace gli organi logistici di 1 ° e 2° grado ad organici e dotazioni completi (condizione, questa, ritenuta indispensabile per realizzare l'indispensabile grado di prontezza operativa); - carenza di automezzi e difficoltà di riparazione conseguenti al gran numero di tipi di autoveicoli, vetustà e scarsa praticità delle attrezzature di commissariato, frequente insufficienza quantitativa e qualitativa di materiali dei vari Servizi, ecc .. Nel complesso, e come sempre grazie alla capacità d'iniziativa dei singoli e anche allo spirito di collaborazione che si crea tra organi direttivi logistici di campagna e territoriali, l'organizzazione logistica messa in atto per l'occasione dà buona prova e fornisce una massa di utili ammaestramenti. Senza voler sminuire i risultati ottenuti, viene tuttavia da chiedersi che cosa sarebbe avvenuto in caso di passaggio ad effettive operazioni belliche, con conseguenti esigenze che avrebbero messo alla frusta in misura assai maggiore i Servizi di sanità, commissariato, armi, munizioni e trasporti, e con probabile forte incidenza dell'offesa aerea. Fino al 1957 l'intelaiatura logistico-amministrativa centrale e territoriale, il ruolo degli organi esecutivi e le procedure per il loro funzionamento non presentano novità di rilievo e sono analoghe a quella della guerra. A partire dalla fine 1957 fino al 1959 si delinea invece un notevole rinnovamento, che ha inizio con la riorganizzazione dei depositi definita con la Circ. SME n. 1000 - S/1536 3501 in data 1° ottobre 1957, seguita dalle Disposizioni particolareggiate di carattere amministrativo - contabile per i depositi di G. U. (Divisione e Brigata) e misti impartite dalla direzione generale dei Servizi di commissariato e amministrativi del Ministero della difesa - esercito con Circ. n. 2000/1. A/520 in data 1 ° novembre 1957. Con le predette circolari si dispone lo scioglimento, sotto la data del 3 1 dicembre 1957, dei depositi reggimentali e dei centri autieri, cioè di organi secolari facenti ormai parte della storia dei reggimenti che avevano sempre creato ai colonnelli molteplici problemi logistico-amministrativi, specie quando il reggimento era disgiunto dal corpo e impegnato in operazioni a grandi distanze. Il loro tramonto, comunque, era iniziato nell'immediato dopoguerra, con l'attribuzione ai CAR dei compiti di addestramento e rifornimento del personale. In sostituzione dei depositi a livello corpo (che rimangono in vita solo per talune unità speciali) sono costituiti: - depositi divisionali o di brigata, per le Grandi Unità; - depositi misti, per le unità non indivisionate. La riforma persegue molteplici obiettivi: conferire maggiore efficienza all'organizzazione territoriale rendendo possibile il passaggio in
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brevissimo tempo delle unità operanti dal piede di pace al piede di guerra; alleggerire i comandanti dei reggimenti e delle unità minori inserite nelle G.U. (battaglioni genio, compagnia trasmissioni ecc.) dei compiti amministrativi e contabili non strettamente attinenti alla funzionalità dei Servizi reggimentali; costituire, fin dal tempo di pace, efficienti centri amministrativi, matricolari e di mobilitazione. I nuovi depositi dipendono dai Comandi Zona e si articolano in Comando, ufficio amministrazione, ufficio materiale, ufficio matricola e mobilitazione. Essi assolvono, in tempo di pace, funzioni di centro amministrativo, matricolare e di mobilitazione. Ne fa parte integrante anche un numero vario di sezioni di magazzino, che assolvono la funzione di centro di presentazione per le unità da costituire ex-novo e a tal fine provvedono alla custodia e manutenzione dei materiali e alla conservazione degli schedari e progetti di mobilitazione. Le predisposizioni di mobilitazione relative al completamento delle unità già in vita diventano invece di competenza delle stesse unità, che costituiscono esse stesse "centro di completamento". Pertanto, ai fini della mobilitazione le unità si suddividono in: - unità in vita, che provvedono esse stesse al loro eventuale completamento in relazione al diverso grado di prontezza operativa; - unità da costituire ex-novo (suddivise in di costituzione immediata e di costituzione successiva), per le quali la mobilitazione è di competenza dei depositi. I depositi costituiscono centro amministrativo e matricolare, con funzioni di notevole rilievo e modalità di funzionamento che saranno meglio esaminate trattando del Servizio di amministrazione. I reggimenti e reparti autonomi rendono i conti all'ufficio amministrazione del deposito (e non più dirett~mente alla direzione di amministrazione del C.M.T.), rispetto al quale costituiscono distaccamento amministrativo con conseguente alleggerimento delle loro incombenze e del relativo personale addetto. Dal punto di vista matricolare, essi fanno ugualmente capo alla sezione matricola dell'ufficio mobilitazione del deposito. I nuovi depositi, perciò, costituiscono nelle branche mobilitazione, matricola e amministrazione un anel1o intermedio tra i corpi e i Comandi C.M.T. (o, se si preferisce, un anello di demoltiplica degli stessi C.M.T.). L'istituzione dei depositi di G.U. ha riflessi anche sulle dipendenze amministrative e matricolari degli organi dei Servizi e del quartier generale delle stesse G.U. e sul loro meccanismo di mobilitazione, che qui brevemente riepiloghiamo. Il quartier generale di G.U. dipende amministrativamente dall'ufficio amministrazione personali militari vari (per il contante) e dal deposito di G.U. o misto (per il materiale); per la parte matricolare, dal deposito G.U. o misto. Gli organi del Servizio di sanità già in vita dipendono per tutte e tre le branche (amministrativa, matricolare e di mobilitazione) dal deposito di G .U.. Quelli da costituire ex-novo dipendono dall'ospedale militare principale interessato, che assume all' uopo le funzioni di sezione di magazzino del rispettivo deposito di G.U..
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Il parco mobile di G.U. per la gestione del contante viene considerato "in via del tutto provvisoria" quale reggimento, e di conseguenza si amministra quale distaccamento del deposito di G.U .. Per la gestione del materiale, allo scopo di soddisfare particolari necessità funzionali il parco continua a tenere in carico i propri materiali sul registro mod. 1253 e il consegnatario del suo materiale conserva l'obbligo del conto giudiziale, che invia allo organo di revisione tramite il deposito di G.U .. L'officina mobile e il reparto trasporli cessano di dipendere amministrativamente dal parco mobile, e diventano anch'essi distaccamenti amministrativi del deposito di G .U .. Come dimostra anche un articolo del 1972 sulla Rivista Militare,35 il raggiungimento delle finalità istituzionali da parte della nuova formula di deposito specie per la branca amministrazione incontra problemi e difficoltà pratiche derivanti dall'attribuzione dell'incarico di comandanti dei nuovi, fondamentali organi a ufficiali d ' Arma al termine della carriera e privi di specifica preparazione nel campo amministrativo, e soprattutto da carenza quantitativa e qualitativa di personale militare e civile; ne derivano seri inconvenienti relativi principalmente alla puntualità degli adempimenti amministrativi. La difficoltà per i depositi di svolgere pienamente le funzioni di centro amministrativo e di corrispondere alle finalità istituzionali si accentua con la ristrutturazione del 1975, che prevede lo scioglimento della maggior parte dei reggimenti e la loro sostituzione con la brigata come nuovo modulo organico di base dell'esercito. Quest ' ultima anche dal punto di vista logistico-amministrativo assume caratteristiche intermedie tra il reggimento e la vecchia G.U. e non può comunque non assumere la fisionomia di Ente amministrativamente autonomo, con decentramento almeno parziale ai battaglioni di funzioni già tipiche dei reggimenti; inoltre nel luglio 1977 entra in vigore il nuovo regolamento di amministrazione, che anch'esso rende superati taluni legami tra il livello di reggimento/corpo e il deposito. La necessità di ridimensionare i depositi va quindi inserita in un quadro più vasto e i relativi provvedimenti maturano gradualmente. Nel documento programmatico della ristrutturazione, lo SME esprime l' orientamento a contrarre il più possibile l'organizzazione centrale, territoriale e addestrativa a favore delle forze di campagna, ma deve realisticamente ammettere che certamente in campo logistico non sarà possibile perseguire risultati immediati, data l'ampiezza e la complessità delle operazioni di trasformazione. Si pensi, in proposito, al grave problema delle centinaia di impiegati e operai c ivili che è sempre difficile, se non impossibile, trasferire e impiegare nella stessa sede ove non esistano condizioni per una diversa collocazione.36
35 A. Bregante, I depositi autonomi: particolarità della struttura - esame critico, proposte per una ristrutturazione, "Rivista Militare" luglio-agosto 1972. 36 SME, La ristrutturazione dell'Esercito (cit.).
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Lo SME, comunque, preannuncia un ridimensionamento dei Comandi di Zona e dei distretti militari, e un programma di riduzioni e ammodernamenti che nell'ambito del passaggio dalla logistica per materia a quella "per funzione" tocca ogni singolo Servizio. In particolare: - per il Servizio armi e munizioni: riduzione a 2/3 dei depositi munizioni e al 50% dei magazzini. Graduale soppressione di tutte le sezioni staccate d •artiglieria; - per il Servizio motorizzazione: riduzione del 20% delle officine e potenziamento delle rimanenti; - per il Servizio di commissariato: riduzione a I /3 dal magazzini; - per il Servizio sanitario: riduzione degli ospedali militari. A questo punto, l'eliminazione dei depositi è solo questione di tempo. Con Circ. n. 530/152 in data 2 dicembre 1976 lo SME dispone l'abolizione della distinzione tra depositi misti (per i corpi e reparti non indivisionati) e depositi di G.U. e l'assunzione da parte di tutti i depositi della fisionomia di "depositi territoriali" distinti, a seconda del carico amministrativo e di mobilitazione, in tipo A, B e C. Con l'occasione, lo SME precisa che il provvedimento prelude a una successiva automazione delle procedure che consentirà di accentrare gradualmente tutte le attività in pochi centri amministrativi di Regione Militare, dotati di idonei strumenti e con alle dipendenze dirette sezioni di magazzino strettamente commisurate - per numero e dislocazione - alle necessità operative. I contenuti di interesse logistico-amministrativo del Libro bianco della difesa 1977 e degli Indirizzi di politica militare (1980) del Ministro pro-tempore Lelio Lagorio confermano che, nel 1981, è sempre di attualità la problematica che costantemente caratterizza l'organizzazione logistica del dopoguerra: scarsità di risorse finanziarie che non consente di far fronte alle esigenze di ammodernamento e di costituire i livelli di scorte pur previsti dagli impegni NATO; necessità di ristrutturazione della organizzazione territoriale e logistica, contraendo il numero di organi esecutivi e in generale l'area tecnico-industriale della Difesa, con particolare riguardo al settore scarsamente economico degli stabilimenti militari. Il Libro bianco 1977 indica tra gli obiettivi a medio termine della ristrutturazione la revisione dell'organizzazione territoriale e logistica in senso interforze e preannuncia un complesso di soppressioni e trasformazioni delle quali daremo conto trattando di ciascun Servizio, tale da comportare la riduzione di tre delle strutture preesistenti. E' prevista la completa riorgani zzazione del settore della leva, reclutamento e mobilitazione, riunendo le tre branche in un unico organismo direttivo al livello di Regione Militare. Quest'ultimo opera con procedure automatizzate ed è collegato con Enti (o uffici) ubicati in ogni capoluogo di provincia e in grado di soddisfare tempestivamente le esigenze documentali e informative dei cittadini. Viene di conseguenza riordinato il settore dei distretti militari, che pur mantenendo invariato il loro numero (62) sono suddivisi in: - 42 distretti militari principali, che conservano le vecchie attribuz10m;
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- 20 distretti militari ausiliari, "allacciati" a quelli principali, dei quali 13 del tipo A (che ricorrono a quelli principali solo per l'amministrazione e la sanità) e 7 di tipo B (che ricorrono a quelli principali per l'amministrazione, la sanità e il reclutamento). Per i depositi, il Libro bianco annuncia l'avvio di un progrnmma di riorganizzazione che prevede di realizzare a breve termine, un'organizzazione funzionale strettamente commisurata alle esigenze dell'Esercito ristrutturato, una radicale ristrutturazione basata sull'automazione di gran parte delle attività.
Si prevede di ridurre entro il 1977 gli organi al momento esistenti, e si annuncia la trasformazione in sezioni di magazzino di 2 depositi misti e di 2 depositi di Grande Unità. A seguito di questi orientamenti, in data 31 dicembre 1977 i depositi misti e i depositi di G.U. sono definitivamente sciolti e/o si trasformano, a partire dal 1° gennaio 1977, in depositi territoriali, cedendo alle neo-costituite brigale e ai reggimenti superstiti il ruolo di centro amministrativo e continuando a s volgere i loro compiti solo nel campo matricolare e della mobilitazione, con uflìci amministrazione che amministrano solo il contante e il materiale del deposito stesso. Questa situazione perdura nel 1981 e prelude al definitivo scioglimento dei depositi stessi (1986).
5. li rinnovamento e l'unificaz ione delle procedure per La gestione, il rifornimento e il mantenimento dei materiali
Di grande rilievo l'unificazione per tutti i Servizi delle procedure per il rifornimento di parti di ricambio, accessori e materiali di consumo (prima diverse per ciascun Servizio), che in certo senso anticipa - o almeno facilita - il passaggio dalla logistica per materia a quella per funzione e viene disposta con la Circ. n. 6220/6" in data 9 marzo 1958 dell'ufficio del Segretario generale dell'esercito. Il ouovo sistema si basa essenzialmente sull'adozione dei "livelli di magazzino" per i materiali di tutti i Servizi, e intende evitare deficienze o esuberanze di carico di parti di ricambio, accessori e materiali di consumo negli organi esecutivi dei vari anelli logistici, le quali determinano: - dannosi appesantimenti delle unità, - difficoltà di immagazzinamento; - spese superflue di trasporto e manutenzione; - immobili zzazioni di materiali che si traducono in cattivo impiego delle disponibilità di bilancio; - perdita di materiali dovuta alla messa fuori uso per insufficiente manutenzione, o fuori servizio perché superati da materiali tecnicamente più progrediti. Abbiamo già citato (vds. capitolo X) alcune voci relative alle nuove procedure, riportate nel nomenclatore 1962 e 1n quelli successivi. Il
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livello di magazzino ha la funzione di regolare senza scompensi il trasferimento dei materiali dalla fonte di approvvigionamento fino alle unità d'impiego, attraverso successive organizzazioni corrispondenti a ciascun anello logistico e senza ricorrere ad autorizzazioni o forme preventive di controllo. Per livello in generale (riferito ai materiali) si intende "il numero dei giorni di autonomia necessari onde permettere a un Ente - qualunque sia il grado della sua responsabilità logistica - di far fronte al ripianamento dei consumi reali di un determinato materiale di riferimento". Gli obiettivi che l'istttuzione dei livelli di magazzino intende raggiungere comportano lo studio e la graduale realizzazione di un piano di ripartizione delle scorte di parti di ricambio, accessori e materiali di consumo che consenta una sufficiente disponibilità di materiali per soddisfare le esigenze proprie di ciascun grado della catena logistica. Nel concreto, i precedenti concetti sono tradotti in pratica mediante: - un sistema dinamico di autodeterminazione delle necessità future; - una procedura automatica di ripianamento dei consumi, con invio diretto deUe richieste di ripianamento all' Ente rifornitore onde evitare tempi morti; - una periodica rilevazione statistica dei dati riguardanti i consumi e un'accurata elaborazione di essi in rapporto alle richieste; - la definizione di uno scadenziario delle richieste, cioè dell 'intervallo di tempo fissato da ciascun organo logistico per l'inoltro delle richieste di ripianamento consumi all'unità logistica di grado superiore. Dal computo dei livelli sono esclusi tutti i materiali complessi (armi, automezzi, apparat1., apparecchiature complete) ed il munizionamento, accantonati a qualsiasi titolo. I quantitativi per la costituzione di dotazioni, scorte e riserve di tali materiali sono stabiliti dagli organi direttivi ai vari livelli in base alle disposizioni dello SME. Gli stessi organi direttivi stabiliscono anche i livelli teorici di magazzino, espressi in giorni , che servono per stabilire con sufficiente approssimazione, e per ciascuna unità logistica, i dati di partenza per la determinazione dei livelli pratici di magazzino. Essi rappresentano i .periodi di tempo nei quali può essere suddivisa l'autonomia totale dei vari Enti che svolgono attività logistica, riferita ai materiali di rifornimento che costituiscono le loro dotazioni e scorte. I livelli pratici di magazzino, espressi in quantità di materiali e calcolati per ciascuna voce di materiale, sono quelli effettivamente impiegati dagli Enti per le operazioni di rifornimento e sono indicati sulle "Schede situazioni materiali - mod. ES - 105 - Rif." intestate alle singole voci. Il calcolo delle quantità tiene conto dell'attività logistica effettivamente svolta dall'unità interessata e a seconda delle caratteristiche della predetta attività può essere basato: - sul tasso di consumo medio di ciascun materiale (dedotto da rilevazioni statistiche opportunamente elaborate); - sul consumo reale (ricavato dalla sommatoria delle richieste di quel materiale per un periodo di un anno - di trecentosessanta giorni - o frazioni di esso).
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Si ammettono tre specie di livelli pratici di magazzino: massimo, di richiesta, e minimo. Il livello massimo ha lo scopo di assicurare ai vari Enti una sufficiente dotazione (o scorta) del materiale di rifornimento al quale si riferisce il livello, sufficiente per far fronte ai consumi o alle richieste durante l'intervaJlo di tempo occorrente per il ripianamento dei consumi reali. Il livello di richiesta è la quantità di materiale - pari al 75% del livello massimo - raggiunta la quale deve essere inoltrata una richiesta di rifornimento all'Ente logistico superiore. Il livello minimo (o di sicurezza) ha lo scopo di garantire un minimo di dotazioni (o scorte) al di sotto del quale devono essere emesse delle richieste urgenti per il loro reintegro immediato. Esso corrisponde al 25% del livello massimo; il livello massimo è perciò pari al livello minimo, aumentato del livello di richiesta. Il frazionamento dell'autonomia logistica totale di un'unità in livelli teorici ha lo scopo di rimuovere le cause perturbatrici per giungere alla riduzione dei tempi effettivi impiegati nelle varie fasi del rifornimento, definendo per i vari Enti una autonomia per quanto possibile aderente agli effettivi consumi, in modo da ottenere un alleggerimento del carico delle unità logistiche, una più rapida circolazione dei materiali e una maggiore facilità di controllo e rinnovamento delle scorte. Vi sono 6 specie di livelli teorici: - livello teorico di sicurezza (o minimo) che corrisponde al livello pratico minimo o di sicurezza e coincide con il periodo di tempo sufficiente, in caso di emergenza, per il ripianamento delle dotazioni o scorte di una unità; - livello teorico di scadenzario, corrispondente ali' intervallo di tempo indicato come scadenzario per l'inoltro sia delle richieste di ripianamento sia della segnalazione dei fabbisogni (da parte dei soli Enti che svolgono attività logistica di 4° grado); - Livello teorico di rifornimento, che non ha corrispondente livello pratico ed è il periodo di tempo che intercorre tra la data di inoltro (come da scadenzario) all'organo logistico superiore di una richiesta per un certo numero di voci di materiale, e la ricezione di almeno il 90% delle voci richieste; - livello teorico massimo o di controllo, che corrisponde al livello pratico massimo ed è il periodo di tempo che rappresenta potenzialmente l'autonomia massima delle singole unità logistiche. Dovrebbe essere costituito - in linea puramente ideale - dalla somma dei livelli teorici di sicurezza, di scadenzario e di rifornimento; - livello teorico di richiesta, che corrisponde all'analogo livello pratico ed è la somma del livello teorico di sicurezza e del livello teorico di rifornimento; - livello teorico fun zionale. Non ha il corrispondente livello pratico e si ottiene dalla somma del livello teorico di sicurezza e del livello teorico di scadenzario. Interessa esclusivamente gli organi direttivi logistici, in quanto rappresenta dei tempi medi intorno ai quali oscilla l' autonomia logistica effettiva di tutti gli Enti. È tradotto in quantità di
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materiali, per le sole unità il cui livello massimo è autodeterminato in base ai tassi di trasporto necessari per il movimento dei materiali delle singole unità. I livelli pratici delle parti di ricambio, accessori e materie di consumo sono definiti dagli Enti interessati sulla base delle pubblicazioni delle serie CM7 - CM8, previste per ciascuna arma, materiale o mezzo. Il computo dei livelli teorici è effettuato sulla base delle direttive impartite dallo SME con la Circ. n. 10454/ R/1816023 in data 19 febbraio 1958. Agli Enti responsabili delle attività di 1° grado (reggimenti e reparti autonomi) viene attribuita ai fini del calcolo dei livelli teorici un'autonomia di giorni 15, sulla base della quale viene effettuato il calcolo dei livelli pratici. I materiali costituenti dotazioni di complesso (caricamento d'arma, di automezzo, di apparato ecc.) devono essere immediatamente reintegrati attingendo alle dotazioni di 1° grado del reparto, che a sua volta le reintegra con le richieste al livello superiore. Non sono consentiti scavalcamenti, e le richieste devono essere indirizzate solo al livello immediatamente superiore. Esse si distinguono in richieste di ripianamento, per completamento dotazioni, di trasferimento o per altri motivi, quest'ultime emesse per movimenti di materiali non previsti (perdite per cause di forza maggiore, ecc.). Un altro provvedimento - derivanlc da accordi NATO - viene adattato con l'introduzione a partire dal 1° luglio 1959 di un nuovo sistema di catalogazione dei materiali che supera la loro tradizionale suddivisione - in vigore fin dall'anteguerra - in materiali dei gruppi "A", "B" e "C".37 L 'innovazione è introdotta con Circ. EMA - Ml - 1 del 1° del dicembre 1957 di SEGREDIFESA (Sz. 6" Codificazione materiali), alla quale fanno seguito il D.P.R. 14 ottobre 1958 che unifica in ambito interforze le modalità per la classifica dei materiali militari, e il D.M. 7 maggio 1959 che detta norme esecutive. Le nuove voci relative alla codificazione dei materiali compaiono anche nel nomenclatore 1962 (vds. capitolo X). Il nuovo sistema unificato consiste nell'assegnare a ciascun materiale un dato di codificazione comprendente la denominazione e descrizione e un numero unificato di codificazione (numero di codice di classe; numero unificalo di nomenclaturn), composto da 13 cifre, delle quali le prime due indicano il "gruppo di classi" cui il materiale appartiene, la 3" e la 4" individuano la classe, la 5" e la 6" la nazionalità, le rimanenti 7 definiscono il materiale nell'ambito della sua classe. L'entrata in funzione del nuovo sistema richiede la prevenliva realizzazione della C.U.M. (classificazione unificata dei materiali), con operazioni che richiedono un lungo e oneroso lavoro. 1 vantaggi che ci si ripromette di ottenere sono però molteplici:
37 Cfr. Panorama logistico 1959 (Senza Autore. quindi ufficioso) "Rivista Militare" giugno 1959 e O. Morino. L'amministrazione dei materiali dell'esercito - libro primo. Roma 1959.
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- rendere molto più agevoli tutte le operazioni sui materiali anche a livello interforze, con la possibilità di far beneficiare le tre forze armate dei dati di intercambiabilità studiati dai singoli Servizi di ciascuna; - rendere possibile, attraverso l'utilizzazione di una terminologia unificata, l'eliminazione di duplicati di materiali e il confrnnto tra materiali similari - attraverso la semplice lettura del rispettivo dato di codificazione; - disporre di elementi di base precisi e sicuri ai fini del computo dei fabbisogni e dell'assegnazione delle commesse all'industria. Le procedure per la gestione dei materiali sono modificate anche dalla Pub. SME - ISPEL ILE - NL 8660 - 0001 - 13 - 00 B 01 Norme provvisorie per la gestione del parco veicoli ruotati dell 'esercito ( 1977), che pur riferendosi alla sola branca motorizzazione introduce nuovi criteri e principi di base successivamente estesi - per quanto possibile - alla gestione di tutti i materiali (si ricorda che nel 1976 - vds. precedente capitolo Xli - era stato già costituito il Comando dei Servizi trasporti e materiali dell'esercito, con un ruolo trainante svolto al suo interno dal corpo automobilistico e quindi dalla branca motorizzazione). Quest' ultima pubblicazione modifica profondamente il tradizionale concetto di manutenzione e tiene conto della perdita di competitività della funzione del riparare rispetto a quella del produrre che è caratteristica prima di tutto della società industriale avanzata. In campo militare le riparazioni provocano sensibili e crescenti difficoltà perché richiedono un' attività artigianale da parte dello scarso personale specializzato; viene pertanto introdotto il nuovo concetto di affidabilità, che con quelli correlati di mantenimento e ricostruzione, trova in seguito sanzione dottrinale definitiva nella Pub. SME n. 900 Voi. III del 1981 (cfr. capitolo X). La nuova filosofia nella gestione dei materiali mira, più che a riparare le inefficienze a prevenirle mediante interventi preventivi programmati che mirano ad assicurare l'affidabilità del mezzo, cioè "la probabilità che esso fornisca le normali prestazioni di esercizio, per un determinato periodo di tempo o di provenienza e in condizioni di utilizzazione anch'esse determinate, senza anomalie di funzionamento". 3 8 Questa definizione, che è quella delle citate Norme provvisorie per la gestione del parco veicoli ruotati dell 'esercito del 1977, viene poi estesa - come si è visto - a tutti i mezzi e materiali e nel nomenclatore 1984 risulta di conseguenza modificata in senso generale come segue: "probabilità, attribuita a un determinato mezzo, di fornire le normali prestazioni di esercizio, per un determinato periodo di tempo o di funzionamento, in normali condizioni di utilizzazione. E' assicurata attraverso controlli periodici e interventi di mantenimento preventivi e correttivi (riparazioni)''.39
38 Cfr., in merito, P. Carlini (Geo. lspetl. Aus.), Criteri di gestione dei materiali - evoluzione e prospettive, "Rivista Militare" n. 3/1985. 3 9 Pub. SME n. 5895 Nomenclatore Militare (Esercito) - Ed. 1984, p. 3.
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Come si è visto nel precedente capitolo X, il nuovo concetto di mantenimento intende appunto garantire l'affidabilità del mezzo e comprende interventi di manutenzione preventiva e di manutenzione correttiva (riparazioni). Questi ultimi sono legati al limite di convenienza economica, che è la spesa massima economicamente ammissibile per ogni singolo intervento inteso a riportare i1 veicolo in condizioni di affidabilità ed è riferito alla vita ottimale del mezzo e alla spesa di acquisto. Tali interventi, quindi, non sono più automatici come per il passato ma sono soggetti a precisi vincoli di convenienza economica che tengono conto del mezzo in rapporto a quello della riparazione e del periodo di affidabilità residua del mezzo stesso, che la riparazione può assicurare. In tal modo si tende a realizzare un sistema di gestione che consenta di pervenire a un adeguato rapporto tra spese per l'acquisto del nuovo e spese per il mantenimento dell'usato, realizzando di conseguenza anche il rapporto tra rinnovo graduale dei mezzi e politica delle riparazioni. La frequente anticconomicità di queste ultime porta a restringerle ai gradi più elevati della catena logistica (3° e 4° grado), lasciando al 1 ° e 2° grado soprattutto la semplice sostituzione di parti o complessi. Al livello di 4 ° grado è prevista la ricm,truzione, intesa come " processo di revi sione che permette ad un mezzo di avere una seconda vita ottimale di poco superiore alla prima" .40 Per quanto detto prima, anche questo atto di gestione è soggetto ad attenta verifica per stabilirne l' economicità anche in base ai dati dell' e sperienza, ed è ristretto praticamente a mezzi speciali. Un' ultima innovazione che introduce in forma massiccia e diffusa i ritrovati dell'informatica avviene con la Circ. SME VI reparto n. 1900/053/56 Ed. 1979, concernente la meccanizzazione integrale della contabilità della gestione dei materiali con l ' impianto delle schede di magazzino mod. 105/Rif. (introdotte, come si è vis to, nel 1958) anche in sostituz ione del vecchio re gistro di carico mod. 13/M (ex-547) e l' allacciamento di ciascun consegnatario (me diante la battitura Audit di tali schede) a un centro di elaborazione dati al live llo di Regione Militare, in g rado di tenere aggio rnata - voce per voce - la situazione dei materiali per tutti i consegnatari allacciati, con i quali mantiene normalmente il collegamento a mezzo di una banda perforata prodotta dalla m acchina Audit in dotazione all' Ente. Sul piano generale, dopo il 1949 le procedure in campo logistico sono influenzate da numerose norme NATO di interesse logistico, emana te
40 N è il Nome nclatore militare de l 1984 nè la Pub. SME n . 900 - V oi. III de l 198 1 accennano a lla ric ost r u zi o fle , ch e secondo il Fascicolo I delle c itate N orme del 1977 per la ge stio ne è attività distinta da l mantenimento e tipic a d egli organi esec utivi di 4 ° g rado (area interforze). Il mantenimento e la manutenzione correttiva, secondo le predette Norm e del 1977 rig uardano, di conseguen za, i primi tre gradi d elle attività logistiche , anche se la Pub. 9 00 - Voi. lii Ali. D. accanto all' attività di mante nimento di l", 2" e 3" c ate goria svolta nell' ambito de llo sca cchiere operativo/Regione Militare prevede l'auività di m ante nimento di 4" categori a svolta ne ll'ambito degli Org ani Centrali.
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sotto forma di STANAG nella Raccolta di documenti unificati (STANAG) pubblicata dallo SME. Ne citiamo a titolo di esempio alcuni tra i più importanti, introdotti fino al l 981: - 4018 (2" Ed. - 1959) Rampe di caricamento per veicoli da trasporto; - 3150 (2" Ed. - 1960) Codificazione del materiale - sistema unificato di classificazione dei materiali; - 3151 (2" Ed. - 1960) Codificazione del materiale - sistema unificato di identificazione dei materiali; - 3327 (2" Ed. - 1964) Trasporto per via aerea di carichi pericolosi; - 3204 (3" Ed. - 1965) Sgombero sanitario per via aerea; - 3093 (3" Ed. - 1966) Richiesta cli trasporto per via aerea; - 3468 (2" Ed. - 1966) Norme generali concernenti il trasporto di carichi mediante elicottero; - 2136 (2" Ed. - 1974) Requisiti minimi di potabilità dell'acqua per distribuzioni di breve durata; - 2159 (4" Ed. - 1975) Riconoscimento del personale e degli organi addetti ai movimenti e trasporti; - 2342 (l" Ed. - 1975) Equipaggiamento sanitario essenziale e rifornimenti per le ambulanze ad ogni livello; - 2165 (3" Ed. - 1977) Previsioni di movimenti e trasporti; - 2174 (3" Ed. - 1978) Itinerari e rete stradale militare; - 2828 (2" Ed. - 1978) Palette, imballaggi e containers militari; - 2041 (2" Ed. - 1980) Ordini di operazione, tabelle e grafici relativi ai movimenti per via ordinaria; - 2827 (2" Ed. - 1980) Movimentazione dei materiali sul campo di battaglia; - 2832 (2" Ed. - 1980) Limitazioni per il trasporto di mezzi militari sulla rete ferroviaria europea; - 2874 (2" Ed. - 1981) Manuale per la stima delle perdite in ambiente nucleare. A proposito degli STANAG n. 2828 - 1978 e n. 2827 - 1980, l'organizzazione logistica delle G.U. negli anni 80 soffre ancora di una seria carenza: la mancanza di attrezzature meccaniche unificate campali in grado di assicurare la movimentazione in tempi rapidi del cospicuo tonnellaggio di materiali e munizioni in dotazione ai battaglioni log istici. Ne deriva l'impossibilità pratica di dare vita in tempi ridotti a un dispositivo logistico di campagna flessibile e mobile e di utilizzare appieno la capacità di carico dei mezzi di trasporto, con poco agevole prelievo dei ricambi e necessità di ricorrere a numerosa manovalanza senza ottenere tempi rapidi, quindi aumentando la vulnerabilità del dispositivo logistico. Ques ti inconvenienti perdurano nel 1981 e sono eliminati solo con la Circ. n. 5777/812/1020/in data 2 giugno 1989 del Comando dei Servizi trasporti e materiali dell'esercito, che in aderenza agli indirizzi tracciati nella Circ. 7000/192. 5642 in data 8 agosto 1977 di SME-Trasporti prevede la realizzazione di un nuovo sistema di immagazzinamento e movimentazione dei materiali, basato sul concetto di "carnpalizzazione" dei magazzini senza adeguamenti con l'impiego unicamente di "palette a cassa" standard NATO e di attrezzature meccaniche per la movi-
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mentazione semplici e di costo limitato. Il sistema permette di costituire carichi unitari palettizzati pari all'80% del totale dei materiali e carichi unitari condizionati pari al restante 20% senza ricorrere ai previsti shelters autoscaffalati o scaffalati, di costo eccessivo.
6. Gli stabilimenti e i centri di studi e di esperienze militari: un caso esemplare. Fin dall'8 settembre 1943 il problema degli stabilimenti militari riassume tutte le oggettive difficoltà di adeguamento dell'organizzazione logistica territoriale alle nuove esigenze e le scarse possibilità reali di rispettare le ragioni della pura efficienza ed economicità di gestiòne. Per "stabilimento militare" si intende un organo esecutivo dei Servizi logistici al livello di 4° grado (quindi facente parte dell'organizzazione territoriale alle dipendenze del Ministero) che avvalendosi anche di maestranze civili ha il compito di produrre, confezionare e/oriparare e riordinare generi, automezzi e materiali (le lavorazioni riguardano grandi riparazioni, interventi di ricostruzione o revisione generale ecc.). Come si è visto nel Vol 111, nell' anteguerra e nel corso della guerra gli stabilimenti militari erano numerosi e importanti non solo per l'artiglieria, anche se per la produzione d'industria privata manteneva il predominio conquistato nel '15-' 18. Essi avevano ruoli diversi a seconda del Servizio nel quale erano inseriti , e per questo li abbiamo finora presi in esame trattando di ciascun Servizio logistico. Dopo l'armistizio la situazione muta rapidamente, e pur considerando l'eccezionalità del periodo 1943-1945, emergono fin da allora nuovi parametri che consigliano una trattazione separata e unitaria dell'intero settore. Come già accennato questi parametri, sui quali tutti concordano, si riassumono: - nel venir meno della necessità e convenienza di continuare l' attività produttiva su larga scala, e nella opportunità di far svolgere agli stabilimenti militari soprattutto quelle attività di mantenimento di 4° grado di armi, mezzi e materiali e/o quelle produzioni limitate e particolari che per ragioni diverse non è possibile o conveniente affidare all'industria privata. Acquistano inoltre molto maggior rilievo mansioni relative a sperimentazioni, contratti e controlli con l'industria privala, lavori per conto terzi e attività di respiro internazionale o interforze e interarma; - nella conseguente, forte esuberanza - nonostante le distruzioni della guerra - di personale, impianti e infrastrutture ormai diventati antieconomici ma che per ragioni essenzialmente politico-sociali non è possibile ridurre (o dismettere o ridurre e dismettere con celerità); d'altro canto, mancano spesso mezzi finanziari, Quadri tecnici e personale specializzato per potenziare i pochi settori suscettibili di proficuo sviluppo, né è possibile trasferire il personale civile, e quindi individuare pochi poli sui quali concentrare le risorse.
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Il ruolo e l'attività degli stabilimenti militari dopo il 1945 oscillano costantemente tra queste esigenze contrastanti. Passati i primi entusiasmi per la "finalizzazione" delle attività produttive e di riparazione sostenute da Cadoma, vi è anche chi sostiene a fine anni 50 - che gli stabilimenti militari vanno rivalutati, incrementati e sviluppati e non dismessi. Ad esempio il colonnello del Servizio tecnico della motorizzazione Belluzzi, con un ragionamento valido per gli stabilimenti di qualsiasi Servizio e non solo per quelli della motorizzazione, nel 1959 scrive che gli stabilimenti militari devono essere mantenuti fin dal tempo di pace in buona efficienza, non tanto per esigenze produttive immediate ma per poter entrare pienamente in funzione all'emergenza. Infatti le forze armate, in guerra, hanno bisogno di un'industria propria per colmare i vuoti ne i mezzi e materiali e per pilotare convenientemente le lavorazioni presso l'industria civile, al tempo stesso mantenendosi in grado di eseguire le lavorazioni "riservate" che si rendono man mano necessarie.4 1 Per queste esigenze, le maestranze specializzate non si possono improvvisare e devono essere disponibili in numero sufficiente negli stabilimenti militari fin dal tempo di pace. La visione del ruolo degli stabilimenti militari che ha il Belluzzi non si discosta da quella delle correnti di pensiero dei primi anni del secolo e della stessa commissione d'inchiesta sull'esercito del 1907-1910: a) sono insostituibili palestre di addestramento per ufficiali e maestranze che devono poi provvedere all'organizzazione e sorveglianza delle lavorazioni e ai collaudi presso l'industria ci vile; b) eseguono lavorazioni che non possono e non debbono essere affidate all'industria civile; c) costituiscono l' indispensabile elemento comparativo tecnico-economico per i contratti con l'industria civile; d) svolgono corsi applicativi per meccanici, operai e uffic iali degli Enti d'impiego, esercitando nei loro riguardi le stesse funzioni di perfezionamento e completamento esercitale dagli ospedali nei confronti dei giovani medici ; e) specie in pace assolvono funzioni sociali , e per i motivi prima esposti sono un garanzia indispensabile per le esigenze di guerra _42
Le concrete soluzioni del dopoguerra prevedono la ricostituzione di un buon numero di stabilimenti, ma spesso senza riuscire ad assicurarne l'efficienza e l'economicità. In particolare. - per quanto riguarda il Servizio di sanità, viene ripristinata dopo il 1945 una sia pur limitata attività produttiva dell'istituto chimico farmaceutico militare di Firenze, svolta anche in ambito interforze; - gli stabilimenti di commissariato che durante la guerra producevano
4 1 D. Belluzzi, Gli stabilimenti della motorizzazione e i costi di lavora zione, "Rivista Militare" settembre 1959. 42 ivi, Cfr. anche, in merito, Voi. III - capitoli IX e X e F. Botti, Noi e sul pensiero militare italiano da fine secolo XIX all'inizio della prima guerra mondiale - Parte 111 , in Studi storico mi li tari 1987, Roma, SME - Uf. Storico 1988.
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oggetti di vestiario, scatolette, mangimi ecc. e i mo1ini, gallettifici e panifici sono gradualmente eliminati, conservando solo qualche residua capacità produttiva di generi-campione presso 1a scuola di commissariato; - per il genio sono ricostituiti - pera1tro con potenzialità più ridotte e attività di produzione ridotte al minimo - i due stabilimenti di Roma (dei quali uno per i collegamenti - poi trasmissioni) e quello di Pavia; - gli stabilimenti de11a motorizzazione conservano sostanzialmente il loro ruolo; - gli stabilimenti di artiglieria - da sempre lo "zoccolo duro" degli stabilimenti militari - sono invece que11i che tendono, in linea di massima a rimanere in vita sia pure con compiti e personale ridotti e attività di produzione non prioritaria. Nel nuovo assetto che si viene a creare dopo il 1945, la parte principale è ancora riservata agli stabilimenti e arsenali che operano nella branca armi, artiglierie e munizioni. In questa sede tuttavia ci soffermeremo soprattutto sui provvedimenti che interessano l'intero settore, riservandoci di accennare più nel dettaglio ai relativi stabilimenti e centri di studi e di esperienze quando prenderemo in esame l'evoluzione di ciascun Servizio logistico. Va peraltro tenuto conto che, nel dopoguerra, diventa improprio parlare di stabilimenti o arsenali "di artiglieria", "di commissariato" ecc. e si usano i termini "dell'esercito" o "militari", dando a quest'ultimo aggettivo - dopo il 1965 - un significato interforze. Infatti solo dopo i decreti delegati n. 1477 e n. 1478 del 1965, che conferiscono al 4° anello logistico una fisionomia interforze, diventa possibile affrontare senza diaframmi di Arma o di forza armata quella che da allora in poi viene chiamata "area industriale de11a Difesa". L'ordinamento di transizione studiato da11o SME nell'autunno 19444 3 in previsione della liberazione dell'Italia Settentrionale prevede: - per il Servizio di commissariato: 11 panifici, 11 laboratori di riparazione, 11 depositi di materiali da riattare (quindi, uno stabilimento di ciascun tipo per Comando territoriale); - per il Servizio di artiglieria: 1 proiettificio, 1 pirotecnico, 3 arsenali, 1 spolettificio, 2 fabbriche d'armi, 1 polverificio; - per il servizio materiali del genio: 2 stabilimenti; - per il Servizio automobilistico: un parco centrale riparazioni pesanti, I parco mobile pesante, 3 reparti riparazioni. L ' ordinamento 1946 vorrebbe attuare una notevole contrazione degli stabilimenti, poi rimasta in buona parte sulla carta per le difficoltà di carattere politico-sociale che impediscono il licenziamento del personale esuberante: 6 panifici, 1 arsenale, 1 spolettificio, l laboratorio pirotecnico, 1 fabbrica d'armi, 1 polverificio, un centro esperienze, 2 stabilimenti del genio, 14 reparti riparazioni auto, I OARE con parco veicoli efficienti e inefficienti ecc ..
4 :i
R . Cadorna, Op. cit., p. 42 e 50.
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Vi sono anche notevoli pendenze da liquidare con l'industria privata, e con D.M. 24 novembre t946 sono costituite commissioni formate da ufficiali del Servizio tecnico artiglieria e da ufficiali d'artiglieria o del genio, incaricate di condurre "accurati accertamenti tecnici ed economici sugli impianti, laboratori, fabbriche e stabilimenti costruiti dall'industria privata, per conto e a spese dell'Amministrazione militare". Gli stabilimenti privati interessati sono, per il momento: laboratorio caricamento proiettili di Cava dei Tirreni, stabilimento Sintema di Napoli, polverificio di Anagni, stabilimenti di Pratola Peligna, Bussi e Tarquinia, proiettificio G I di Tor Sapienza, reparto caricamento proiettili di Bagni di Tivoli, fabbrica esplosivi di Boceda e di Pallerone, reparti caricamento proiettili di Anzola Emilia e di Rivalt.'\ Scrivia, proiettificio "V" di Verona ed "E" di Este, fabbrica corone per proietti (G 2) e bossolificio (G 3) di Milano Lambrate, impianto produzione bromoacetone di Margherita di Savoia, impianto produzione yprite e difosgene di Foggia, impianto produzione yprite e di fosgene di Bussi, stabilimento chimico di Cesano di Roma, impianti aggressivi chimici di Pieve Vergonte e Apuania, impianto arsine di Cesano Maderno, impianti aggressivi chimici di Rho e Melegnano, impianto liquido nebbiogeno di Treviglio, impianti produzione centralite e diglicol di Meiegano, impianto produzione glicerina di Bolzano, impianti produzione di liquido nebbiogeno di Pieve Vergonte e Spinetta Marengo, impianto produzione diglicol di Apuania, impianto produzione centralite di Cesano Maderno, impianti produzione diglicol di S. Giuseppe di Cairo e di Porto Marghera, impianto produzione liquido nebbiogeno di Porto Marghera, impianto ditta Baschieri e Pellagni di Marano di Castesano, impianto ditta Cecc hetti di Civitanova Marche, impianti ditta F.N.A. di Brescia, impianti ditta Calvi di Chieti Scalo, impianti ditta consorziata F. Marzon (Peschiera). Mentre i panifici e opifici di commissariato non hanno più ragione di esistere nell'ambito del prevalente criterio della "privatizzazione" e del ricorso all'industria (che vale anche per il vestiario ed equipaggiamento), gli stabilimenti di artiglieria finiscono con il riprendere, con qualche contrazione, più o meno l'assetto de ll'anteguerra. Per utilizzare in qualche modo il potenziale produttivo esuberante si fanno assumere loro anche lavorazioni e forniture per conto terzi: ciò avviene ad esempio per l'arsenale esercito di Piacenza, cioè per lo stabilimento più importante (D .L. 3 dicembre 1947, i cui effetti sono prorogati fino al novembre 1951 con legge 15 marzo 1951 n. 336). Per diversi anni, comunque, stabilimenti e arsenali hanno la possibilità di utilizzare le numerose maestranze specializzate delle quali ancora dispongono per la riparazione, la manutenzione e il ripristino delle armi, artiglierie e materiali italiani residuati di guerra e/o di provenienza britannica, ARAR o ceduti a titolo gratuito dagli Stati Uniti, spesso già usati o in non buone condizioni. Inoltre l'arsenale di Napoli - caso unico nel dopoguerra - produce, per brillante ini ziativa di tecnici militari italiani, l'ottimo ubit:c leggero da 105/14 da montagna,
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che sostituisce l'altrettanto ottimo e glorioso 75/13 Skoda preda bellica del '15-' I 8 ed è acquistato da 24 Paesi. A causa de11a presenza di personale civile, i numerosi provvedimenti di riduzione e riordinamento dell'organizzazione logistica territoriale ai quali prima si è fatto cenno non intaccano sostanzialmente gli stabilimenti militari, che - magari con il ricorso all'artifizio della "sezione staccata" che sottintende, una riduzione - sono ricostituiti e rimangono in funzione in tutte le località tradizionali. Ad esempio, per la branca armi, artiglierie e munizioni nel 1964 sono previsti 9 stabilimenti (con 5 sezioni di stabilimento e 2 centri di esperienze): - arsenale esercito di Piacenza, con "sezioni staccate di arsenale esercito" a Piacenza, Torino e Napoli; - spolettificio esercito di Torre Annunziata; - laboratorio precisione esercito di Roma, con due "laboratori elettronici campali" a Bologna ( 1 °) e Verona (2°); - pirotecnico esercito di Capua; - fabbrica d ' armi di Terni, con sezione staccata fabbrica d'armi di Gardone V.T.; - laboratorio caricamento proiettili di Baiano di Spoleto, con sezione staccata laboratorio caricamento proiettili di Noceto (Parma); - polverificio esercito di Fontana Liri ; - centro esperienze di Nettuno; - poligono esperienze di Ciriè. 44 Nell'immediato dopoguerra non mutano nemmeno le nonne per il funzionamento amministrativo degli stabilimenti: fino al giugno 1976 rimangono in vigore le norme contenute nel Regolamento per l'amministrazione e contabilità del 1927 e successive modificazioni, e nel R egolamento per il servizio del materiale di artiglieria e automobilistico dell 'eserc ito del 1926 (questo ultimo valido, pertanto, solo per gli stabilimenti di artiglieria e automobilistici). Con D.M. I O marzo 1956 (Circ. n . 236 del G .M. 1956) viene costituita una commissione inter minis teriale di esperti militari e civili della Difesa e del Tesoro per la elaborazione di un nuovo regolamento per la gestione dei materiali in dotazione all'esercito, che dovrebbe sostituire il regolamento del 1926 con norme valide per tutti i Servizi logistici. Il lavoro della commissione non porta a risultati concreti e immediati, e a parte la g ià accennata unificazione della codificazione dei materiali il nuovo regolamento si farà attendere lunghi anni, maturando - come meglio si vedrà in seguito - solo con la ristrutturazione del 1975 e l'emanazione del R.A.U. 1976. I primi provvedimenti organici del dopoguerra per disciplinare la materi a sono adottati solo negli anni 60. L 'Art. 2 della legge 12 dicembre 1962, n. 1862 (poi prorogata con legge 9 ottobre 1964, n. I 058) concernente la delega al Governo p er il riordin amento del Mini stero della
44
AUSSME, Rep. M/7, Racc. 854.
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difesa e degli Stati Maggiori dà mandato, tra l'altro, al Governo stesso di emanare norme aventi valore di legge per "riordinare e ammodernare gli stabilimenti e arsenali militari, coordinandone i programmi di lavoro al fine di utilizzare nel modo più razionale le maestranze e la potenzialità degli impianti". Tale coordinamento va inteso, naturalmente, a due liveJli: interforze e interarma (con particolare riguardo al coordinamento tra stabilimenti di artiglieria e della motorizzazione, facenti capo a due diverse direzioni generali). La nuova disciplina del settore avviene, di conseguenza, nel quadro dei decreti delegati n. 1477 e n. 1478 del 1965 ed ha come obiettivo strategico non tanto di ridurre gli stabilimenti, quanto di organizzarli e se del caso ammodernarli, in modo da utilizzare razionalmente maestranze e impianti. A queste finalità risponde il D.P.R. 18 novembre 1965, n. 1481 Riorganizzazione e ammodernamento degli stabilimenti e arsenali militari 45 che è il primo a carattere interforze e non accenna ariduzioni né indica il numero e tipo degli stabilimenti (che nell'anteguerra e durante la guerra erano stati periodicamente fissati per decreto), ma ne stabilisce i compiti generali, le dipendenze (dalle rispettive direzioni generali tecniche del Ministero), la struttura organizzativa comune e le principali modalità di funzionamento, rimandando a un regolamento di esecuzione da emanare entro un anno la definizione delle nuove modalità per i servizi ad economia e per l' amministrazione e la contabilità. , 11 decreto definisce gli stabilimenti militari "organi di produzione e di lavoro a carattere industriale del Ministero della difesa, per il supporto tecnico e logistico delle forze armate". I loro compiti generali (Art. 2) sono onnicomprensivi, e dalla loro formulazione non traspare l'intento di affidare loro un ruolo più circoscritto, o la bassa priorità ormai assunta dall'attività di produzione. Infatti riguardano: a) produzione di mezzi e materiali; b) riparazioni, manutenzioni e trasformazioni di mezzi e materiali non eseguibili presso gli organi logistici di forza armata [per l'esercito, fino al 3 ° grado - N.d.a.] ; c) conferimento di commesse esterne, con tutte le con seguenti attività di controllo e collaudo; d) studio ed esperienze; realizzazione di prototipi; e) ai1alisi, studio e controllo in materia di costi e prezzi anche ai fini di un 'azione calmieratrice dei prezzi di mercato; f) formazione e aggiornamento ai diversi livelli e per specialità del personale tecnico dipendente dal Ministero della Difesa . Rssi, inoltre, concorrono allo studio, ne l rispettivo settore, dello sviluppo di attività industriali di particolare interesse militare e della loro eventuale conversione ai fini della produzione bellica.
In relazione alle nuove attribuzioni degli Stati Maggiori previste dai
45
Supplemento ordinario alla G.U. n. 11 del 15 gennaio 1966.
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decreti delegati del I 965 e alla conseguente perdila d'importanza degli Ispettorati, l'Art. 3 stabilisce che - come già era stato prescritto nell'aprile 1948 - gli stabilimenti dipendono dalle direzioni generali del Minisiero competenti per materia, fatto salvo il potere disciplinare esercitato "dai Comandi competenti" che, per l'esercito, sono i Comandi territoriali (limitatamente a ciò che riguarda il servizio territoriale e di presidio). Ai Comandi territoriali compete inoltre, ai sensi dell'Art. 3, ''l' alta vigilanza, ai fini del coordinamento delle attività degli stabilimenti e arsenali militari con quelle di carattere operativo e logistico nell'ambito del territorio in cui essi sono ubicati". L'Art. 4 stabilisce che la struttura organizzativa di tutti gli stabilimenti è composta da direzione e servizi. Un vicedirettore coadiuva il direttore nell'esercizio delle sue funzioni, lo sostituisce in caso di vacanza, assenza o impedimento e sovraintende ai servizi di propria competenza. Il predetto Art. 4 rimanda l'ordinamento e la ripartizione interna di ciascun stabilimento o arsenale militare e delle rispettive sezioni staccate a un decreto del Ministro della difesa, che viene emanato - per ciascun stabilimento - solo in data 30 aprile 1984, e che quindi non prendiamo in esame, sia perché non rientra nell'arco di tempo considerato, sia perché contiene norme sostanzialmente di dettaglio . Le direzioni generali competenti del Mini stero stabiliscono la consistenza e l'ammodernamento degli impianti e dei mezzi di lavoro occorrenti a ciascun stabilimento. Nell'ambito dei programmi di lavoro disposti dagli organi centrali del Ministero, gli stabilimenti e arsenali militari hanno autonomia funzionale. Nei limiti consentiti dalla prioritaria esecuzione dei programmi, possono anche intraprendere - su autorizzazione del Ministero - attività di lavoro retribuito per conto di altre Amministrazioni pubbliche o di privati, oppure per conto di direzioni generali diverse da quelle da cui dipendono. Per l'acquisto dei materiali e prodotti necessari alle lavorazioni e per i lavori da affidare all'industria privata i direttori provvedono m ediante contratti stipulati con le modalità stabilite dalle leggi e dai regolamenti vigenti (R.A. 1927 e regolamento 1926). Se vanno deserte le gare, oppure non è possibile e conveniente la trattativa privata e vi è urgenza di procedere ai lavori, il Ministro può disporre per decreto che le forniture o i lavori siano eseguiti in economia. Nei casi di urgenza, previa autorizzazione del Ministro l'esecuzione dei contratti può essere iniziata - limitatamente a 1/5 dell'importo totale - prima che avvenga la loro registrazione da parte della Corte dei Conti. Le preminenti finalità "occupazionali" del decreto del 18 novembre 1965 traspaiono anche dalla nuova disciplina delle scuole allievi oper~i. attuata con la legge 19 maggio 1964, n. 345 (a carattere interforze), che estende all'esercito e all'aeronautica la possibilità di istituire proprie scuole per allievi operai già prevista per la marina, e aggiorna l'intera materia. Le predette scuole sono organizzate di volta in volta presso gli stabilimenti e arsenali con decreto del Ministro della difesa, che ne fissa tutte le modalità di funzionamento. I corsi possono avere durata
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annuale, biennale e triennale a seconda del mestiere al quale vengono indirizzati gli allievi. Questi ultimi ricevono un contributo giornaliero di frequenza e - dopo aver superato gli esami finali di idoneità - un attestato di specializzazione che dà loro diritto di preferenza nell'avviamento al lavoro. A coloro che sono assunti dagli stabilimenti della Difesa, viene anche concessa una riduzione del periodo di leva. Nel 1971 il numero degli stabilimenti e arsenali per la branca armi, artiglierie e munizioni non è diminuito, con aumento anzi degli arsenali: - arsenali esercito di Torino, Piacenza e Napoli (non vi sono più, dunque, le sezioni staccate di Torino e Napoli dell'arsenale di Piacenza); - laboratorio precisione esercito di Roma; - fabbrica d'armi esercito di Terni e sezione fabbrica d'armi di Gardone V.T.; - polverificio esercito di Fontana Liri; - spolettificio esercito di Torre Annunziata; - pirotecnico esercito di Capua; - laboratorio caricamento proiettili di Baiano e sezione laboratorio caricamento proiettili di Noceto. Il regolamento di esecuzione previsto dal decreto del 18 novembre 1965 viene emanato - dopo 11 anni e non a distanza di un anno - con il D.P.R. 5 giugno 1976, n. 1077 Approvazione del regolamento per gli stabilimenti e arsenali militari a carattere industriale.46 Il nuovo regolamento sostituisce la citata regolamentazione per la gestione amministrativa e contabile emanata negli anni Venti (fino a quel momento rimasta in vigore con alcune modifiche) e si applica per la prima volta non solo agli stabilimenti di artiglieria e della motorizzazione dell'esercito, ma a tutti gli stabilimenti e centri tecnici dell'area industriale della difesa (4° grado), senza più distinzioni di Arma o forza armata. Esso è suddiviso in 12 titoli, ciascuno composto da vari capitoli: I Norme generali, Il Lavori e Servizi, llf Rilevazione dei costi, IV Controllo delle lavorazioni e collaudi, V Beni mobili e immobili, VI Materiali, VII Gestione dei materiali, VIII Eliminazione dei materiali fuori uso, IX Acquisti e lavori presso l'industria privata, X Attività degli stabilimenti e arsenali per altre amministrazioni pubbliche e per priv·ati committenti, XI Finanziamento e contabilizzazione delle spese, Xll Ispezioni tecniche, amministrative e contabili. Va chiarito che il nuovo regolamento è approvato contestualmente al nuovo R.A. 1976 e non riporta, come quello del 1926, norme generali per la gestione dei materiali: esso è specificamente rivolto, come dice il suo stesso titolo, alle modalità per la gestione amministrativa, la contabilità, il funzionamento interno degli stabilimenti e arsenali delle tre forze armate, lasciando al R.A.U. 1976 la definizione delle modalità e responsabilità amministrative per i materiali di tutti i Servizi e di tutte
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Supplemento ordinario alla G.U. n. 239 d el 2 settembre 1977.
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le forze armate, senza limitarsi - come il regolamento 1926 - ai materiali del grnppo C. In questa sede, ci limitiamo a dare brevemente conto dei principa11 contenuti del decreto 1976 concernenti l'attività organizzativa e funzionale e le attribuzioni dei vari organi. Il decreto conferma le dipendenze e i compiti degli stabilimenti e arsenali stabiliti nel 1965 e li classifica (Art. 4) in tre categorie: grande potenzialità, media potenzialità, piccola potenzialità. La categoria è attribuita con decreto del Ministero della difesa. La struttura - tipo degli stabilimenti deve sempre riflettere (Art. 5) la netta distinzione tra funzioni strumentali (segreteria e affari generali; programmazione; contabilità industriale; organizzazione e metodi; controllo e collaudi; lavori interni; servizi generali; governo del personale; amministrazione e contabilità generale) e funzioni operative (lavorazioni). Nell'ambito di ciascun stabilimento o arsenale le predette funzioni sono attribuite, con il decreto istitutivo, alla direzione e ai servizi. Sono di competenza della direzione, di norma, le funzioni di segreteria e affari generali, programmazione, governo del personale, organizzazione e metodi. Sono di competenza dei servizi le funzioni di lavorazioni, controllo e collaudi, amministrazione e contabilità generale, contabilità industriale, lavori interni e servizi generali. L'incarico di direttore (Art. 6) è ricoperto da un ufficiale generale o superiore a seconda della potenzialità dello stabilimento o arsenale. A tale incarico possono essere destinali, per l'escn:ilo, ufficiali generali o superiori dei servizi tecnici, del Servizio di commissariato (ruolo commissari) o del Servizio sanitario (ruolo chimici - farmacisti). 11 direttore sovraintende alla organizzazione ed esecuzione delle attività dello stabilimento o arsenale e nell'ambito dei programmi di lavoro (disposti dalla direzione generale dalla quale dipende lo stabilimento o arsenale) predispone, dirige e controlla l'impiego di personale militare e civile e di tutti i mezzi industriali e finanziari assegnati, in modo da ottenere il massimo rendimento. E" coadiuvato da un vice-direttore, suo sostituto. Agli effetti disciplinari, nei riguardi del personale militare ha le attribuzioni di comandanti di corpo. Nei riguardi degli impiegati civili ha le attribuzioni di capo ufficio e nei riguardi del personale operaio, quelle di direttoTe di stabili mento. I compiti relativi all'esercizio de11afunzione Lavorazioni, affidato a un ufficiale tecnico, sono i seguenti (Art. 8): a) studi cd esperienze per: la realizzazione dei prototipi; l'elaborazione di disegni costrullivi; la preparazione di piani esecutivi e di s istemi di lavorazioni; l'aggiornamento e adeguamento di procedimenti tecnologici; b) produzione di beni e servizi rientrante nei compili di istituto dello stabilimento o arsenale, quali: costruzione, trasformazione, alJestimento, montaggio di mezzi e materiali; riparazione, modifica, manutenzione di mezzi e materiali ed assistenza tecnica connessa con il loro impiego; smontaggio, scomposizione, demolizione; e) manutenzione degli impianti e delJe allrezzature comunque impiegati nella produzione.
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Il servizio lavorazioni può essere articolato in sezioni a loro volta rette da un ufficiale tecnico. Una singola sezione, articolata o meno in reparti, può essere destinata alla manutenzione degli impianti, delle attrezzature e delle macchine e ai lavori di manovalanza generica e meccanizzata. Lafunzione di controllo e collaudo (Art. 9) è svolta da un apposito servizio retto da un ufficiale tecnico, che può essere articolato in sezioni e laboratori retti da ufficiali tecnici o da impiegati civili. Riguarda, oltre che il controllo e collaudo, anche l'esercizio dei laboratori occorrenti per l'esecuzione di controlli, prove e verifiche inerenti ai collaudi stessi. In particolare la funzione di controllo delle lavorazioni in corso da parte dell'industria privata ha lo scopo di verificare l'esatta applicazione delle norme tecniche e il razionale impiego dei materiali ericambi, controllare che l'esecuzione delle commesse si svolga in armonia con la programmazione e concorrere - nel settore di competenza allo studio dello sviluppo delle attività industriali private e alla loro eventuale conversione alla produzione militare. Il collaudo - riferito a materiali e prodotti finiti - ha lo scopo di accertare la rispondenza dei materiali e delle lavorazioni alle prescrizioni tecniche stabilite dalle competenti autorità o previste dalle norme, dai capitolati o dalle clausole contrattuali. E' rivolto a: - materie prime, materiali, strumenti e attrezzi fomiti da terzi allo stabilimento o arsenale; - materiali prodotti, lavorati, riparati o trasformati dallo stesso stabilimento; - materiali forniti dall'industria privata per la distribuzione ad altri Comandi o Enti militari; - lavori eseguiti dall'industria privata fuori o all'interno dello stabilimento o ·arsenale. La funzione amministrazione e contabilità generale (Art. 10) è svolta dal servizio amministrativo, retto - con la qualifica di capo servizio - da un ufficiale di commissariato o di amministrazione oppure da un impiegato civile appartenente alle carriere direttive della Difesa. Il servizio può essere articolato in sezioni, a loro volta rette da ufficiali o impiegati della carriera direttiva, e i suoi compiti si riferiscono a tutta l'attività amministrativa e contabile dello stabilimento o arsenale (previsione del fabbisogno dei fondi e loro movimento e custodia; pagamento delle competenze del personale; liquidazione e pagamento delle provviste e lavori affidati all ' industria privata, e , in genere, delle spese riguardanti il funzionamento dello stabilimento o arsenale; contabilizzazione delle entrate e uscite; resa dei conti e gestione dei materiali, con i relativi conti giudiziali). Lafunzione contabilità industriale (Art. 11) è svolta da un servizio contabilità industriale retto da un impiegato civile della carriera direttiva, al quale compete la raccolta dei dati e dei documenti riguardanti tutti gli elementi di costo delle lavorazioni e dei servizi, la chiusura e parifica degli ordini di lavoro, la compilazione e resa della contabilità
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dei lavori e dei servizi ai fini del riscontro tecnico-economico, la compilazione di prospetti periodici concernenti l'attività dello stabilimento o arsenale. La funzione lavori interni e servizi generali (Art. 12) è svolta da un apposito servizio denominato supporto generale. Si articola in sezioni, alle quali competono la manutenzione degli impianti e immobili, i trasporti e le spedizioni, la sicurezza dello stabilimento e la prevenzione degli infortuni, l'assistenza sanitaria e la gestione delle mense e degli impianti assistenziali e per il benessere del personale. Al fine de11a rilevazione sistematica dei costi, le attività degli stabilimenti e arsenali (Art. 27) sono classificate in 11 categorie, a loro volta suddivise in gruppi e classi: 1A categoria costruzione, allestimento, fabbricazione e trasformazione di mezzi e materiali; 2A revisione generale riparazioni, modifiche e manutenzione di mezzi e materiali; 3A studi ed esperienze di carattere tecnico-scientifico; 4" progettazione, costituzione, allestimento, sperimentazione, riparazione e modifica di prototipi di mezzi e materiali; 5" sorveglianza delle lavorazioni, controlli e collaudi di lavori e provviste connessi alla industria privata; 6" servizio dei materiali; 7 A servizi speciali (cioè concernenti attività - come i corsi, l'assistenza tecnica agli Enti ecc. - non direttamente attinenti alla produzione, ancorchè istituzionali); SA installazione e trasformazione degli impianti e macchinari; 9" insta11azione, manutenzione e riparazione di mezzi c materiali per gli apprestamenti difensivi e funzionali della difesa (opere della fortificazione permanente, ecc.); 1QA bacini di carenaggio (per la marina); 11" lavori, consumi e prestazioni di carattere generale. Le ispezioni (Titolo XII) si dividono in tecniche, amministrative e contabili. Le ispezioni tecniche sono disposte almeno una volta ogni due anni dalla direzione generale che ha alle dipendenze lo stabilimento o arsenale e hanno lo scopo (Art. 156) di "accertare il grado di efficienza produttiva nonché il funzionamento dello stabilimento o arsenale in relazione ai suoi compiti specifici e ai riflessi di ordine economico connessi". Sono effettuate da ufficiali dei corpi e servizi tecnici, con modalità fissate da apposite istruzioni ministeriali. Le ispezioni amministrative e contabili (Art. 158) sono disposte dall'ufficio centrale per le ispezioni amministrative del Ministero, con la periodicità e le modalità indicate dal Regolamento di amministrazione. Le ispezioni amministrative riguardano la gestione amministrativa e hanno lo scopo di accertare sia la convenienza ed economicità degli atti di gestione, sia la loro conformità alle norme vigenti. Le ispezioni contabili riguardano la gestione contabile del denaro e dei materiali e hanno per oggetto l'accertamento della regolarità della tenuta dei registri e documenti contabili, della regolarità e tempestività della resa dei conti e delle anticipazioni e accreditamenti , la verifica della consistenza delle casse e dei materiali. All'inizio del 1977 la situazione degli stabilimenti e centri tecnici direttamente dipendenti dalle varie direzioni generali del Ministero è la seguente:
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- stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze; - stabilimento grafico militare di Gaeta; - centro tecnico del commissariato di Roma, con ufficio staccato di Roma; - arsenale esercito di Piacenza, con sezioni di Torino e Napoli; - fabbrica d'armi esercito di Terni, con sezione di Val Trompia; - laboratorio precisione esercito di Roma, con sezione staccata di Roma; - 21 ° stabilimento trasmissioni di Roma; - 22° stabilimento genio di Pavia; - stabilimento militare materiali NBC di Roma; - laboratorio caricamento proiettili di Baiano di Spoleto; - pirotecnico esercito di Capua; - polverificio esercito di Fontana Uri; - spolettificio esercito di Torre Annunziata; - laboratorio caricamento proietti di Noceto; - centro esperienze artiglieria di Nettuno; - poligono di tiro di Ciriè; - centro tecnico genio di Roma; - centro tecnico trasmissioni di Roma; - centro tecnico NBC di Roma; - officina automobilistica riparazioni esercito (OARE) di Bologna; - officina riparazioni mezzi corazzati (ORMEC) di Bologna, con sezione staccata a Montecchio Maggiore (Vicenza); - officina riparazioni trattori esercito (ORTE) di Piacenza; - officina riparazioni mezzi corazzati (ORMEC) di Nola; - centro studi ed esperienze della motorizzazione di Roma, con sezione staccata a Passo Corese. In totale 17 stabilimenti e arsenali propriamente detti (con 5 sezioni), 6 centri tecnici di studi ed esperienze (con 1 ufficio e 1 sezione staccata) e 1 poligono di tiro. Di essi, I stabilimento grafico militare, I stabilimento chimico farmaceutico militare, 1 centro tecnico e 1 ufficio staccato di commissariato, 8 stabilimenti o arsenali di artiglieria (con 4 sezioni); I centro di esperienze e un poligono di tiro di artiglieria, 1 stabilimento e l centro tecnico NBC, 1 stabilimento e 1 centro tecnico del genio, I stabilimento e un centro tecnico delle trasmissioni, 4 officine della motorizzazione (con una sezione staccata) e l centro studi ed esperienze della motorizzazione (con 1 sezione staccata). I centri studi dei Servizi di sanità e veterinario dipendono dal Comando dei Servizi sanitari dell'esercito costituito nel 1976 (in precedenza, dipendevano dai rispettivi Ispettorati). I rimanenti centri studi e stabilimenti sono invece collocati nell'area industriale interforze della Difesa e dipendono da 6 diverse direzioni generali del Ministero (lo stabilimento grafico militare, dalla direzione generale servizi generali; lo stabilimento chimico farmaceutico, dalla direzione generale di sanità; il centro tecnico di commissariato, dalla direzione generale di commissariato; gli stabilimenti e centri tecnici della branca artiglieria, armi, pmnizioni, NBC e tra-
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smissioni dalla direzione generale AMAT gli stabilimenti e centri tecnici del genio dalla direzione generale lavori, demanio e materiali del genio; gli stabilimenti e centri tecnici della motorizzazione dalla direzione generale motorizzazione e combustibili). Nel corso del 1977 questa situazione viene per la prima volta affrontata in maniera organica con il varo di un programma di ristrutturazione e rilancio. Il Libro bianco edito nel gennaio 1977 dal Ministero della difesa, nel quadro degli interventi programmati e preventivi necessari per assicurare il nuovo concetto di affidabilità riferito a materiali sempre più sofisticati indica le ragioni che consigliano di mantenere in vita un'area industriale della Difesa: gli arsenali e stabilimenti della difesa - abbandonata da tempo la produzione nella quale avevano pur riportato, in passato, significativi successi - debbono continuare ad effettuare riparazioni e revisioni che non è possibile affidare all'industria civile, sia per ragioni di mercato e di costi, sia per l ' indisponibilità degli imprenditori ad a~sicurare la necessaria continuità e tempestività di quelle lavorazioni di esclusivo interesse militare che non riescano sufficientemente remunerati ve. 4 7
A fronte di queste esigenze generali, l'apparato industriale della difesa all'inizio del 1977 può disporre - sempre secondo il Libro bianco - di 30 stabilimenti (compresi quelli non dipendenti dalle D.G. tecniche) e arsenali e 6 centri tecnici, con un organico previsto di 28543 unità (3316 militari, 4197 impiegati, 21030 operai). li personale effettivamente disponibile presenta una deficienza di 6500 unità (in massima parte operai). Il costo di produzione è stimato in 300 miliardi annui, dei quali 2/3 per il personale e I /3 per i materiali lavorati e i servizi: ben poco rimane per gli investimenti e l'ammodernamento degli impianti. Il Libro bianco giudica questa situazione non soddisfacente, in quanto l'efficienza degli stab.ilimcnti ri sente, in linea generale, di uno stadio organizzativo che non si è ancora potuto adeguare alle attuali esigenze. Nonostante recenti interventi di ammodernamento, questo settore appare infatti non completame nte armonico nelle strutture e negli ordinamenti e, per molti aspelli, tecnologicamente s uperalu. 4 8
Superando queste lacune, l'apparato industriale della Difesa dovrebbe essere qualificato ad operare nel settore delle revisioni generali e parziali e in quello delle grandi e medie riparazioni (cioè al livello di 3° e 4 ° grado), lasciando le attività di I O e 2° grado agli organi logistici delle unità operative. Sono s tati di conseguenza predisposti, secondo il Libro bianco, un Piano generale decennale e due Programmi quinquennali, con un obiettivo che date le circostanze può essere definito assai ambizioso: coprire in ambito militare almeno il 50-70% delle grosse lavorazioni, la-
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MD, Libro bianco della difesa - Ed. 1977, pp. 104 - 105. ivi, pp. 106 - 107.
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
sciando all'industria privata il 50-30%. Per l'esercito si prevede di: - organizzare due grandi stabilimenti (a Piacenza e Nola) in grado di intervenire su tutti gli apparati dei carri armati e dei sistemi d'arma (scartando, quindi, il criterio di organizzare gli stabilimenti "per materia", cioè ciascuno per una determinata componente dei sistemi d'arma); - coordinare meglio le lavorazioni nel campo elettronico e del munizionamento, mediante la costituzione di uno stabilimento per le lavorazioni elettroniche (Roma) e il raggruppamento funzionale dei polverifici e spolettifici. L'ordinamento degli stabilimenti e arsenali (compresi que11i della marina) delineato nella pianificazione ha come obiettivo finale la loro riduzione da 30 a 16, con sezioni staccate e centri tecnici potenziati e un organico di 25. 832 unità (3.369 militari, 4.512 impiegati e 17 .61 I operai). Tale organico, rispetto a quello vigente prima indicato, presenta un aumento di poche decine di militari e di circa 300 impiegati e una riduzione di circa 3.300 operai. Invece, rispetto all'effettiva esistenza di personale, richiederebbe un aumento di circa 750 impiegati e 2.600 operai. Quali che ne siano i vincoli e i limiti, quello del Libro bianco 1977 è il primo serio tentativo del dopoguerra di impostare in forma organica e secondo una programmazione coerente il problema, fino a quel momento soggetto a interventi frammentari e settoriali, decisi di volta in volta sulla base di contingenti necessità. Deriva dai nuovi orientamenti il fondamentale D.M. 29 dicembre 1977 (il primo a carattere interforze), che pur senza modificare sostanzialmente la situazione esistente indica le finalità generali che persegue l'area industriale della difesa, tende a un miglior raggruppamento funzionale degli stabilimenti e arsenali e per la prima volta nel dopoguerra ne definisce con criteri omogenei il numero, la denominazione, la categoria, la dipendenza, i materiali di competenza e i compiti specifici, caratterizzando così in maniera compiuta ciascuno di essi. Riportiamo integralmente il decreto nel DOCUMENTO 32. Le fi nalità indicate per l'area industriale della difesa si riassumono, grosso modo, nello svolgimento dei compiti gia indicati nel decreto 18 novembre 1965. Tra di esse, acquistano risalto (e sono indicate per prime) quella di "assicurare l'efficienza e l'affidabilità dei materiali, dei mezzi e degli equipaggiamenti in dotazione alle forze armate" e quella di "concorrere all'acquisizione dei materiali, dei mezzi e degli equipaggiamenti occorrenti alle forze armate". Gli organi esecutivi dell'esercito previsti dal decreto sono 13 stabilimenti e arsenali propriamente detti (con 9 sezioni staccate) e 6 centri tecnici (con 4 sezioni staccate). Di questi, 1 stabilimento grafico militare, I stabilimento di sanità, I centro tecnico (con I sezione staccata) di commissariato, 5 stabilimenti e arsenali (con 7 sezioni staccate) e I centro tecnico (con 2 sezioni staccate) della branca artiglieria, armi, munizioni e missili, 1 stabilimento e 1 centro tecnico NBC, 1 stabilimento e l centro tecnico delle trasmissioni, 3 stabilimenti (con 2 se-
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zioni staccate) e 1 centro tecnico (con 1 sezione staccata), della motorizzazione. Il decreto non riporta la Tabella D relativa agli organi esecutivi di 4 ° grado del genio, probabilmente perché (Libro bianco 1977 p. 116) «il riordinamento del Servizio del genio è attualmente allo studio». Risultano, tuttavia, esistenti uno stabilimento (22° di Pavia) e un centro tecnico del genio (Roma), che consideriamo ugualmente nel totale. Vi è un solo organo esecutivo di nuova costituzione: il centro tecnico militare anni e munizioni di Roma, con 2 sezioni staccate che derivano da analoghi organi preesistenti (sezione staccata collaudi ed esperienze per l'armamento di Nettuno e sezione staccata poligono esperienze per l' armamento di Ciriè). I rimanenti sono ottenuti per cambio di denominazione o contrazione di stabilimenti preesistenti: per questa ragione alla diminuzione degli stabilimenti da 17 a 13 si accompagna il numero quasi raddoppiato delle sezioni staccate (da 5 a 9), mentre i centri tecnici pur mantenendo invariato il loro numero triplicano anch'essi le sezioni staccate. Le sedi rimangono le stesse, cioè quelle di sempre: fanno eccezione solo il centro tecnico di commissariato (trasferito da Roma a Torino, mantenendo la sezione staccata di Roma) e il centro tecnico difesa NBC (trasferito da Roma a S. Lucia di Civitavecchia). Ancora una volta risulta ben chiara, in quest'ultimo assetto, la prevalente preoccupazione di mantenere in attività qualche organo nelle sedi tradizionali, onde assicurare comunque l'impiego del personale civile e militare residuo. E il progetto riguardante nuove assunzioni di personale civile del programma delineato nel Libro bianco 1977 è l'unico a risultare in buona parte attuato. 11 decreto del 23 dicembre 1977 viene modificato - in maniera tutto sommato scarsamente significativa - con il D .M. 13 dicembre 1979, che ai ben 15 compiti specifici degli stabilimenti e arsenali ne aggiunge un sedicesimo, peraltro di importanza non trascurabile ai fini del futuro assetto del settore: r) fornitura di supporto tecnico-logistico per il collaudo e la sperimentazio ne delle artiglierie convenzionali e relativo munizioname nto, r azzi, esplosivi di lancio e di scoppio, spolette e artifizi della Marina e di altra Forza armata con l'apporto di personale e mezzi della Forza Armata interessata e sotto la responsabilità tecnica della Forza Armata e della Direzione generale competente.
Gli stabilimenti della marina e il centro tecnico di commissariato (con relativa sezione staccata) dell'esercito non subiscono varianti. Non mutano nemmeno dislocazione, categoria, materiali di competenza dei rimanenti Enti dell 'esercito, che magari con denominazione, compiti specifici e dipendenze diverse in pratica sono tutti conservati. Le modifiche riguardano: - l 'attribuzione a tutti gli stabilimenti, arsenali e centri tecnici dell'esercito del compito specifico q) concerne nte "attività lavorative e prestiti di mezzi e materiali per conto di Amministrazioni pubbliche e
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privati committenti, nonché di Stati esteri e di organizzazioni internazionali". Tale compito specifico era stato in precedenza assegnato solo agli stabilimenti e arsenali della marina; - l'attribuzione del nuovo 16° compito specifico r) indicato dal decreto, solo al poligono esperienze artiglieria di Ciriè e allo stabilimento militare collaudi ed esperienze per l'armamento di Nettuno (nuove denominazioni assegnate rispettivamente alla "sezione staccata poligono esperienze per l'armamento" di Ciriè e alla «sezione staccata collaudi ed esperienze per l'armamento di Nettuno», che nel decreto del dicembre 1977 dipendevano dal centro tecnico militare armi e munizioni di Roma); - la conseguente perdita delle sezioni staccate da parte del predetto centro armi e munizioni. Il poligono esperienze di Ciriè viene inglobato nella sezione staccata di Torino dipendente dall'arsenale esercito di Piacenza, mentre lo stabilimento militare di Nettuno diventa autonomo; - la tendenza ad aumentare i compiti specifici assegnati a ciascun stabilimento, arsenale e centro tecnico; - la modifica della denominazione di taluni centri e stabilimenti; la modifica delle voci di materiali di competenza della sezione staccata dello stabilimento militare materiali elettronici e di precisione di Roma in "materiali ottico - mnemonici, optoelettronici e meccanici di precisione". In totale 14 stabilimenti e arsenali (con 9 sezioni staccate) e 6 centri tecnici (con 2 sezioni staccate). La ripartizione tra le varie direzioni generali e le varie branche degli stabilimenti, arsenali e centri tecnici è riportata nello specchio seguente:
DIREZIONE GENERALE
SEZIONI DI STAB.E STAB. E ARSENALI ARSENALE
CENTRI TECNICI
SEZIONI CENTRI TECNICI
AMAT: 6 1 I
7
I
trasmissioni NBC
-
-
I 1
-
MOTORDIFE
3
2
1
I
GENIODIFE
1
-
I
-
DIFESAN
I
-
-
-
DIFE SERVIZI
I
-
-
-
COMMlDlFE
-
-
1
I
TOTALE
14
9
6
2
artiglieria
-
NOTE
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317
Gli indirizzi di politica militare editi dal ministero della difesa nel I 980 confermano gli obiettivi che l'area industriale della difesa dovrebbe raggiungere e le esigenze di contrazione e razionalizzazione, ma accennano anche ai conseguenti problemi sindacali, aggiungendo che gli alti costi connessi ai piani elaborati hanno imposto continue revisioni e aggiornamenti degli studi che di recente hanno ric hiamato l'attenzione del Parlamento. In linea con l'Ordine de l Giorno n. I della 4" Commissione Permanente del Senato che, in sede di esame dello stato di previsione della spesa per l'anno I 980, ha impegnato il Governo a: - predisporre un piano pluriennale, avente forza di legge, alla cui attuazione subordinare i finanziamenti previsti; - dare corso ali' assunzione di allievi operai e di tec nici qualificati, allo scopo di soddisfare le esigenze derivanti dalla ristrutturazione e riconversione; - disporre i finanziamenti solo se motivati da un impegno produttivo, la Difesa sta completando uno schema di d .d.l. c he costituisce la base per dec isioni c he ci auguriamo prossime.4 9
Ma anche se l 'obiettivo della riduzione degli stabilimenti viene mancato e anzi il loro numero aumenta, quello della capacità di grosse riparazioni viene raggiunto. A fine 1982, secondo il Segretario generale - direttore nazionale degli armamenti prn tempore, le dimensioni del 4° grado logistico militare sono di circa 18.000 dipendenti civili, tra operai e impiegati amministrativi e tecnici , in 36 Enti (Stabilimenti, Centri vari ecc.) dei quali 27 agenti prevalentemente a favore dcli' Esercito e 9 della Marina. Il costo di detti Enti si aggira s ui 400 miliardi annui , dei quali oltre 250 per le retribuzioni e 150 di gestioue. L a loro potenzialità attuale soddisfa il 7-8% della produzione di materiali (soprattutto di muni zionam ento) e il 50-60% delle esigenze di riparazioni. Il resto deve essere affi dato a ll'industria civile.so
La crescente antieconomicità dell' attività di riparazione e l'esigenza di coinvolgere la stessa industria privata negli interventi volti a garantire l'affidabilità dei materiali (con un quadro di scadenze e impegni già contemplato nei contratti di approvvigionamento) negli anni 80 tendono a ridurre ulteriormente il ruolo dell'area industriale della difesa anche al livello di 3° grado, e ne rendono sostanzialmente antieconomico, in molti casi, l'ammodernamento degli impianti di riparazione. Infatti un ta le quadro innovativo ha indotto giustamente a porre in discussione le funzioni de gli stabilimenti di riparazione, di quella cioè che viene detta "area industriale della Difesa" . Non v 'è dubbio c he, quali organi di produzione e di riparazioni, la funzione di detti stabilimenti è da considerare tramontata. La loro irreversibile improduttività, determinata da un complesso di inte ragenti cause di natura tecnica, economica e sociale, è de l resto un fatto c he lo conferma appieno. A rianimare la loro funzion e si oppongono ormai due fenomeni inarrestabili: da un lato, la progressiva rarefazione della mano d 'opera specializzata; dall' altro, la crescente sofisticazione dei materiali in distribuzio ne, rispet-
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L. Lagorio, Indirizzi di politica militare , Roma 1980, p. 34 . so G. Piovano, La direzione nazionale degli armamenti nel colloquio Difesa - Indu stria, Roma, C ASD 1983, p. 6.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
Lo alla quale avrebbe poco senso un apparato di riparazione in proprio, praticamente irrealizzabile entro termini di economicità, oltre che soggetto a rapida obsolescenza. Gli investimenti ingenti e di assai dubbia ammortizzabililà che siffallo apparato comporterebbe andrebbero ovviamente a scapito del rinnovo dei materiali in dotazione alle unità con il conseguente incremento della loro vetustà, senza contare il grave rischio di una gestione viziata per principio da antieconomicità. Ne consegue che l'area industriale della Difesa, come ha ben puntualizzalo il Ministro in sede parlamentare, va ridimensionata eli minando una parte degli stabilimenti e orientando i residui verso funzioni rispondenti a bisogni reaJi quali la ricerca sperimentale, la sperimentazione dei prototipi e i collegamenti con l'industria per il perfezionamento dei progetti sotto il profilo della loro rispondenza aJle esigenze militari, nonché per la definizione del concorso del produttore nei programmi di manlenimenlo del materiale acquisito. Le condizioni di fatto che inficiano la validità tecnico-economica degli stabilimenti si riverberano anche sull'organizzazione del mantenimento a livello del 3° anello. Anche tale organizzazione dovrà perciò essere assogettata a graduale ridimensionamento, a mano a mano che si otterrà la radiazione del servizio dei materiali delle più vecchie generazioni e tenendo conto che attualmente essa, oltre che rispondere ad una Lranseunle esigenza, conserva lullora, sul piano tecnicocconomico, un discreto grado di produttività quale gli stabilimenti hanno cessalo di esprimere. Per l'organizzazione esecutiva territoriale di mantenimento si può ragionevolmen te preconizzare una futura trasformazione in organi di collegamento con l'indu stria a li vello regionale, con compiti di conlrallazione, regolazione e sorveglianza del coinvolgimento della industria nel mantenimento dei materiali. In tale prospettiva occorrerà: da una parte, evitare sia ulteriori assunzioni di personale operaio sia programmi di sistematico rinnovo delle attrezzature; dall'altra, salvaguardare la funzionalità degli organi tecnic i e amministrativi direzionali, tenendone a numero il pcrsonalc. 51
7. / servizi di caserma del reggimento ( 1946) Nel giugno 1946 viene emanata la nuova Pub. SME n. 2938 Norme per la vita e il servizio interno di caserma, che rimane in vigore - con successi ve ristampe e aggiunte e varianti non sostanziali - fino al I 981 e oltre. Rispetto aJla pubblicazione pari numero del 1935 (vds. Vol. Hl - capitolo VII) le novità di rilievo sono poche e fondamentalmente dovute al maggior sviluppo della motorizzazione: non cambia nemmeno la ripartizione della materia trattata in capitoli. La Pub. del 1946 ribadisce, in premessa, il concetto (para. 115 della Pub. del 1935) che le norme hanno valore orientativo e devono essere adattate alle singole situazioni dai comandanti responsabili. Nel 1935 il comandante di caserma era, di massima, il comandante di reggimento; nel 1946, esso è nominato tra gli ufficiali più elevati in grado o più anziani non aventi cariche altrimenti impegnative. Tra i locali di uso generale dei quali deve "possibilmente" disporre una caserma, la Pub. 1946 ne aggiunge diversi altri , tutti legati al maggior peso logistico dei reparti e allo sviluppo della molorizzazione: - infermerie per sotlufficiali e per militari di truppa, sale per la vi-
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P . Carlini (Gen. ! spe tt. aus.) Art. cii., "Rivista Militare" n . 3/1985.
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sita medica e la profilassi anticeltica (con annessi gabinetti e lavatoi); - autorimesse - o al minimo tettoie - per il ricovero degli autoveicoli in dotazione; - infermeria o posto medicazione quadrupedi (solo per quei reparti che ne hanno in organico un notevole numero); - deposito di sicurezza per carburanti con sistema di erogazione meccanica; - officina o laboratorio per la riparazione dei materiali in dotazione; - piano di lavaggio con idrante; - locale con impianto per la manutenzione degli autoveicoli munito di fosse; - laboratorio per i lavori di minuto mantenimento (per i quali vale ancora la Pub. n. 2040 del 1929 Istruzione per i 'uso e il minuto mantenimento degli immobili militari); - laboratori per H sarto, il calzolaio, l 'armaiuolo e il sellaio del reggimento - latrine diurne distribuite in vari punti delJa caserma, lontane dalle camerate e dalle cucine; - un impianto ad amplificatore con altoparlanti collegato con i principali locali, per comunicazioni urgenti e importanti. La Pub. del 1946 conferma le prescrizioni sulla cura giornaliera della persona e sul bagno, che deve essere fatto almeno una volla alla settimana. Aggiunge però che al bagno è tenuto ad assistere l'ufficiale di servizio, con il compito di controllare che nessuno vi si sottragga e - se il bagno viene fatto all'aperto - di far osservare tutte le prescrizioni atte a prevenire disgrazie. Il comandante di squadra nel 1935 provvedeva solo al ritiro dai propri uomini degli oggetti da inviare alla lavatura, registrandoli su apposito quaderno. La Pub. 1946 - con un ritorno all'antico - aggiunge a questo compito anche quello della sorveglianza della cura giornaliera della persona degli uomini della squadra, definita uno dei suoi principali compiti (del quale risponde al comandante di plotone). Le figure principali che dirigono c control1ano i servizi di caserma non mutano (capitano d'ispezione, ufficiale di picchetto, ufficiale di servizio o di compagnia). Mense ufficiali e sottufficiali. La Pub. 1946 prescrive che "nella loro gestione dovrà essere esclusa ogni spesa eccessiva per generi di carattere voluttuario o di lusso" e indica - diversamente da quella 1935 le cariche amministrative per la gestione della mensa (direttore - che è l'ufficiale più elevato in grado tra i conviventi - e gestore). E aggiunge che in determinate circostanze operative e in esercitazioni che ne rendono difficile il funzionamento, le mense possono cessare di funzionare e in questo caso gli ufficiali convivono al rancio della truppa. Per la mensa sottufficiali - alla quale sovraintenda sempre l'aiutante maggiore - si confermano le norme del 1935 (capo mensa, sottufficiale alla mensa). Non è più prevista la mensa musicanti de.I 1935. Anche la sala convegno sottufficiali - per la quale non si indicano le cariche amministrative - è posta sotto Ja vigilanza deJJ'aiutante maggiore. Per la ge-
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
stione della sala convegno ufficiali la Pub. del 1946 dispone la costituzione di una commissione presieduta da un ufficiale superiore, nella quale le cariche di direttore e segretario possono essere abbinate a quelle della mensa. Per il vettovagliamento della truppa, la Pub. 1946 conferma pienamente la struttura organizzativa fondamentale già in atto nel 1935 (commissione rancio, di durata trimestrale, presieduta da un ufficiale superiore o primo capitano; ufficiale di vettovagliamento che ne è l'organo esecutivo; ufficiale ai viveri, subalterno comandato giornalmente che controlla la regolarità del pTelevamento giornaliero dei viveri; sottufficiale al vettovagliamento ad incarico esclusivo, che custodisce viveri e combustibili e presiede alla confezione e distribuzione del rancio; caporali di cucina e soldati rancicri che ruotano nell'incarico). L'ufficiale di vettovagliamento continua a non essere ad incarico esclusivo, ed è solo "dispensato dai servizi e dalle istruzioni di secondaria importanza". I caporali di cucina e i soldati rancieri continuano ad essere normalmente comandati in turno trimestrale; è di nomina trimestrale - diversamente dal 1935 - anche il sottufficiale. La Pub. 1946 lascia però facoltà al comandante di corpo, "in periodi eccezionali", di protrarre la durata dei turni fino a quando sia disponibile altro personale che dia altrettanta garanzia di sicuro funzionamento del servizio. Inoltre, il personale oltre ad avere speciali attitudini o precedenti di mestiere, deve avere frequentato con buon esito il corso rancieri. La distribuzione del rancio è sempre fatta per compagnia, così come il conto del pane e viveri. Rimangono in vigore anche le norme per la distribuzione del pane, che (para. 106) si effettua, sotto la vigilanza dell'ufficiale ai viveri, "mediante ritiro da parte di ogni compagnia, per mezzo del proprio graduato di contabilità; dopo di che ciascun comandante di squadra ritira dall'ufficio di compagnia il pane che spetta ai propri uomini e ne cura la distribuzione tenendo conto anche degli assenti". L'unica novità di rilievo nel 1946 rimane l ' istituzione (para. 108) di una sorta di servizio di controllo delle cucine, assicurato da tre graduati o militari di truppa comandati a turno quindicinale per successione di reparto. Questo personale aggiuntivo opera alle dipendenze dell'ufficiale di vettovagliamento, che se ne avvale per l'assistenza al prelevamento dei viveri e del pane, per il controllo della confezione del rancio e dei quantitativi di generi immessi in cucina e per consulenza sui desideri della truppa "nei riguardi dell'impiego del miglioramento rancio (acquisti, preparazione dei cibi)". Se la Pub. 1935 già affidava - senza commenti - al comandante di reggimento la responsabilità del buon andamento del servizio viveri, il para. 100 della Pub. 1946 insiste molto sulla necessità del suo intervento diretto, fino ad affermare che "il servizio relativo al vettovagliamento, e, in ispecial modo, alla preparazione del rancio, deve essere considerato dai comandanti di corpo o di distaccamento come uno dei loro principali doveri e ad esso devono quindi rivolgere le più vigili e costanti premurn". Tra le predisposizioni da adottare, la Pub. 1946 indica il ri-
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goroso controllo dei generi prelevati per impedirne la benchè minima sottrazione, l'accurata tenuta dei prescritti registri, il giudizioso impiego di personale capace e appassionato, il frequente intervento per stimolare l'interessamento di tutti, i premi per coloro che si distinguono e le severe punizioni. Le prescrizioni relative al servizio foraggi e paglia per i quadrupedi nel 1946 risultano semplificate (prelevamento a cura di un subalterno o sottufficiale comandati a turno; loro immissione in magazzino a cura dei capi-scuderia). Invariate quelle relative ai combustibili (dei quali rimane responsabile il sottufficiale al vettovagliamento) e al Servizio sanitario. Per il Servizio veterinario non sono più previsti l'ufficiale veterinario di settimana, il maniscalco e allievo maniscalco di settimana all'infermeria quadrupedi, il piantone all'infermeria quadrupedi. Il Servizio può, inoltre, essere affidato a un veterinario civile. Invariate leprescrizioni relative al controllo autoveicoli all'ingresso caserma (peraltro previsto, nel 1946, in tutte le caserme). Per il minuto mantenimento si sottolinea la personale responsabilità dei comandanti di corpo o reparto per la buona conservazione degli immobili, già prevista dalla Istruzione 1929. Per contro, il sottufficiale addetto al minuto mantenimento non è più fisso come nel 1935, ma "è comandato per tre mesi fra i sottufficiali aventi attitudine allo speciale servizio". Anche il personale di truppa addetto non è fisso, ma comandato di volta in volta. In relazione alla maggiore importanza assunta dagli automezzi, arredi e materiali per le caserme, la Pub. 1946 prevede in più, rispetto al 1935 e per tutti i reparti: - un Servizio casermaggio (para, 118) diretto dall'aiutante maggiore in J a, che effettua i prelevamenti e versamenti di mobili, arredi ed effetti letterari presso i magazzini e li distribuisce ai reparti. Dei materiali in consegna ai reparti rispondono i comandanti: l'aiutante maggiore "è personalmente responsabile della perfetta rispondenza contabile delle scritture [ ... ) nonché dell'appropriato impiego dei materiali"; - un S e rvi zio automobilistico (para. 123 e 81 -85) avente lo scopo di curare l'impiego e la manutenzione degli automezzi e il rifornimento dei carburanti e lubrificanti. Dell'efficienza dei mezzi risponde il comandante di corpo, che si avvale di un ufficiale (d'Arma) addetto al Servizio automobilistico "scelto tra quelli che per corsi effettuati o per sicura pratica danno affidamento di assolvere bene i compiti accennati"; - un Servizio autorimessa affidato a un capo autorimessa e al personale alle sue dipendenze, e un servizio carburanti e lubrificanti affidato a un gestore con relativo personale (si tratta di una branca del Servizio automobilistico e non più, come nel 1935, di un "Servizio di rimessa" comandato a turno); - un Servizio carreggio e salmerie avente lo scopo di assicu.r are la buona tenuta dei quadrupedi e 1'efficienza del carreggio e delle bardature, affidato a un ufficiale d'Arma di particolare attitudine e competenza che si avvale dell'opera del capo-scuderia, del maniscalco e del veterinario e del già previsto servizio di scuderia.
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La Pub. 1935 non fa riferimenti espliciti alle responsabilità amministrative del comandante di corpo. li para. 128 della Pub. 1946 precisa invece che al comandante di corpo competono le direttive, la vigilanza e il controllo sul funzionamento del deposito, sull'amministrazione del corpo, nonché sulla gestione, conservazione distribuzione e manutenzione di tutti i materiali dei gruppi A, B e C in consegna al reggimento.
Gli organi esecutivi dei Servizi previsti dalla Pub. 1946 sono: un magazzino materiali dei gruppi A e B, un ufficio del materiale del gruppo C, un'armeria e un'officina (nel 1935, quest'ultima era prevista solo in taluni corpi e non si faceva menzione di un'armeria reggimentale). La Pub. 1935 prevedeva - senza indicarne le attribuzioni - un ufficiale consegnatario dei materiali dei gruppi A e B, un capo ufficio materiali del gruppo C dal quale dipendeva anche l'officina, sottufficiali e personale di truppa addetti al magazzino, all'ufficio e all'officina. La Pub. 1946 accenna invece a: - un capo ufficio del materiale, scelto dal comandante di corpo tra gli ufficiali superiori che abbiano particolari attitudini per tale servizio, o abbiano frequentato appositi corsi e siano e pratici di materiale automobilistico; - un ufficiale d'armamento, scelto dal comandante ai corpo tra gli ufficiali inferiori che non abbiano comando di reparto, abbiano frequentato con esito positivo un apposito corso o siano ritenuti più idonei;
- un capo armaiolo (sottufficiale), che coadiuva i predetti ufficiali nella parte tecnico-pratica riguardante le armi in dotazione; - un capo-officina (sottufficiale), che ha la direzione di tutti i lavori compiuti presso l'officina, comprese le piccole riparazioni agli automezzi in dotazione ai reparti e la manutenzione delle armi, normalmente di competenza del capo-armaiuolo. Le specifiche attribuzioni dei predetti organi direttivi sono quelle previste dalla Pub. n. 346 Regolamento sul serviz io del materiale di artiglieria e automobilistico - Ed. 1941, dalla Pub. n. 3407 istruz ione sul servizio del materiale del gruppo C presso i corpi - Ed. 1939 e dall' Istruzione sul servizio automobilistico. In sintesi: il comandante di reggimento risponde agli organi superiori dell' efficienza dei mezzi e materiali e ha l'alta vigilanza sulla gestione del materiale d'artiglieria e automobilistico. L'ufficiale capo ufficio del materiale ha la diretta responsabilità della gestione amministrativa e contabile di tutto il materiale. L'ufficiale d'armamento (come gli ufficiali addetti al Servizio automobilistico e alle salmerie e carreggio) risponde al comandante dell'efficienza, della buona manutenzione e del corretto impiego del materiale ma non ha dirette responsabilità di carico amministrativo e contabile. In conclusione, la Pub. n. 2938 - Ed. 1946 sottolinea le responsabilità del comandante di corpo dando particolare risalto al vettovagliamento
X/li - Organizzazione logistica territoriale e di pace
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e alla buona manutenzione dei materiali e immobili, ma anche in questi delicati settori non modifica a sufficienza - in relazione alle nuove esigenze - l'organizzazione del servizio e non tiene nel debito conto la necessità - emersa da decenni - di disporre di personale specializzato fisso e ad incarico esclusivo a cominciare dall'ufficiale al vettovagliamento fino ai cucinieri, al sottufficiale addetto al minuto mantenimento, al personale specializzato - con precedenti di mestiere non facili da reperire - addetto al minuto mantenimento (idraulici, elettricisti, muratori ecc.). Ormai antiquato anche il sistema di distribuzione del pane e dei viveri; altro aspetto che desta qualche perplessità è l'insistenza su "personale avente particolari attitudini" per i Quadri da adibire a incarichi logistici - chiave. Viene da chiedersi: e quando queste particolari attitudini - non sempre presenti negli ufficiali d'Arma di una casenna - non si trovano? Per queste ragioni, le prescrizioni della predetta Pub. 1946 in materia di attribuzioni logistiche, di permanenza negli incarichi ecc. vanno giudicate solo come un punto di partenza e sono ben presto 'superate - di fatto e per forza di cose - con nuove specifiche nonne delle quali daremo conto trattando di ciascun Servi zio logistico. Come si è visto nel Vol. III (capitolo V, riferito agli anni Venti), le attribuzioni logistiche nell'ambito del reggimento/corpo sono riportate anche nel Regolamento di disciplina militare p e r il R. Esercito (Ed. 1929). Tale regolamento, con aggiunte e varianti (che peraltro non riguardano la parte logistico-amrninistrativa)e successive ristampe, rimane in vigore fino al 31 ottobre 1964, quando con D.P.R. viene approvato il nuovo Regolamento di disciplina militare interforze, che è riferito essenzialmente alla parte disciplinare e non contiene più - mettendo fine a un indirizzo secolare - prescrizioni relative al servizio nell'ambito dei corpi e alle specifiche attribuzioni nei vari settori (logistici e non) delle principali figure direttive e di comando. Premesso che talune prescrizioni e raccomandazioni generali del vecchio regolamento di disciplina nel campo disciplinare e logistico sono tutt'altro che superate, manca tuttora una pubblicazione capace di sintetizzare diritti, doveri e attribuzioni specifiche nei vari campi - a cominciare da quello logistico - di tutti i componenti della catena gerarchica del corpo, dal comandante al militare di truppa. Sotto questo aspetto, specie per i Quadri più giovani il vecchio regolamento di disciplina era una guida e un riferimento sicuro non solo nel campo disciplinare.
PARTE SECONDA
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE E DI PACE DEI SINGOLI SERVIZI LOGISTICI (1944-1981)
CAPITOLO XIV
SERVIZIO DI AMMINISTRAZIONE
1. Premessa Nel periodo considerato l'evoluzione dei singoli Servizi logistici è condizionata da quattro fattori essenziali: la necessità di contrarre e razionalizzare con un recupero di efficienza la troppo ampia intelaiatura assunta nell'immediato dopoguerra (1946); i riflessi dell'ambiente operativo nucleare; la ristrutturazione del 1975-1976; il passaggio a partire dalla seconda metà degli anni 70 dalla logistica "per materia" alla logistica "per funzioni". Il soddisfacimento delle relative esigenze è condizionato dalla costante, storica scarsità di risorse finanziarie, dalle crescenti difficoltà di trasferimento del personale civile e militare che si aggiungono alla scarsità di Quadri (specie inferiori) e da ostacoli locali di vario ordine che rendono ardua la soppressione di Enti non necessari (spesso studiata, auspicata o prevista ma non attuata o attuata solo parzialmente). Nella trattazione dei singoli Servizi logistici dedicheremo la dovuta attenzione alla normativa secondaria e derivata, che di frequente ha validità non ristretta all'organizzazione territoriale e di pace ma rappresenta il tessuto connettivo specifico di c iascun Servizio in pace e in guerra. Ne consegue che, sul piano generale, l'organi zzazione e il funzionamento dei Servizi territoriali non necessariamente ha validità ristretta al tempo di pace: dopo il J 945, anzi, l'organizzazione logistica territoriale e di pace e quella che entra in funzione all'emergenza hanno un sempre più esteso terreno comune. Questo si riflette anche sulle peculiarità di ciascun Servizio, che metteremo in evidenza prendendo di volta in volta in esame - con inevitabili ripetizioni che rendono però più chiara la trattazione - l'evoluzione degli organi centrali e periferici, dell'organizzazione scolastica e dei centri di studio, del personale, del materiale e - quando necessario - degli stabilimenti o arsenali. In proposito va ricordato che - anche a distanza di parecchi anni dal 1945 - il livello di compagnia e minori unità I - come sempre terminale indicativo dell'intera organizzazione - continua a risentire della mancata, completa risoluzione di un problema tradizionale, ereditato dall'esercito piemontese: l'eccessivo carico di compiti e responsabilità logistiche sulla figura del comandante di compagnia e la pratica impossibilità che egli ha di controllare minutamente e direttamente l'importante branca amministrativa e contabile della quale pu-
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
re è responsabile, sia per quanto riguarda il contante che per quanto riguarda il materiale. Basti citare, in merito, due lettere di ufficiali inferiori sulla Rivista Militare del marzo 1956. 11 capitano di amministrazione Caccavella riconosce che i. tanti compiti del comandante di compagnia "gli assorbirebbero 24 ore al giorno, se egli volesse, con scrupolo, assolverli in pieno". L'addestramento e il governo del personale sono già tali da assorbire quasi completamente la sua attività quotidiana. In tal modo la contabilità e la gestione del materiale vengono solo saltuariam ente e talvolta superficialmente controllate[... ]. L'esperienza del passato ci ha dimostrato che con l'attuale sistema il servizio contabile amministrativo della compagnia si svolge, in teoria, sotto la responsabilità del comandante, ma praticamente è portato a ternùne dal sottufficiale o caporale di contabilità, i guaii, nella generalità dei casi, disconoscono le più elementari cognizioni giuridiche amministrative, per c ui questo delicato compito si risolve, spesso, in una cattiva amnùnistrazione a danno dell'erario.
Di qui la necessità, per il Caccavella, di affiancare al comandante di compagnia un sottufficiale pratico tecnicamente e diretto responsabile dell'importante servizio giuridico-amministrativo. Per questa esigenza dovrebbero essere reclutati sottufficiali e militari di truppa in carriera continuativa, provvisti di idoneo titolo di studio. Infatti prima dell ' ultima guerra, circolava la voce che vi era allo studio l'ampliamento del corpo di amministrazione (oggi composto di soli ufficiali), con l'immissione di ufficiali o sottufficiali di truppa in carriera continuativa da collocare nei vari uffici, col compito di disimpegnare i molteplici servizi amministrativi , matricolari e logistici del nostro Esercito. Attendiamo questa grande e benefica evoluzione nel campo giuridico-amministrativo del nostro Esercito. Essa porterebbe certamente ad una grande economia del patrimonio finanziario dello Stato e quindi ad una maggiore sicurezza di difesa del nostro Paese.
Anche il capitano di fanteria Cassata ritiene superato il sistema di gestione del contante e del materiale al livello di compagnia e riscontra la necessità di rendere i sottufficiali stessi - opportunamente specializzati - pienamente responsabili della branca che gestiscono. Questo perché esiste in materia un contrasto sostanziale tra la realtà delle cose e la teoria che immagina l'ufficiale come un novello "Argo" dalle cento mani e dai cento occhi che tutto vede e controlla. La realtà infatti è ben diversa. La attività dell'ufficiale è oggi completamente assorbita dall'addestramento e dalle mansioni di carattere disciplinare e di governo del personale. Ben poco margine di tempo, quindi, all ' ufficiale stesso rimane per occuparsi del materiale e della contabilità, per il che, volente o nolente, in maggiore o minore mi sura, egli necessariamente deve affidarsi a un sottufficiale non specializzato.
Per altro verso, come meglio si vedrà in seguito si tratta solo di un aspetto - apparentemente minore ma in realtà di grande rilievo sull'efficienza delle unità - che investe la ripartizione dei compiti e delle responsabilità di carattere logistico - amministrativo al livello di corpo e il dimensionamento dei relativi organi direttivi ed esecutivi logistici. An-
XIV - Servizio di amministrazione
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che per questo, come già avevamo fatto nel Vol. I (e questo ritorno alle origini ha un suo significato) prendiamo in esame per primo il Servizio di amministrazione, ribaltando l'ordine di trattazione adottato dalla regolamentazione logistica ·e da noi generalmente rispettato. Questo spostamento ci è sembrato indispensabile non solamente per le crescenti implicazioni amministrative delle attività operative e logistiche, ma anche per agevolare con un quadro di riferimento amministrativo a fattor comune la miglior comprensione del meccanismo di ciascun Servizio logistico, delle sue tappe evolutive e delle sue connessioni con il funzionamento degli altri Servizi. Questa non eludibile necessità di per sè induce a riflettere sul difetto di prospettiva di storie parziali e notomizzate.
2. Evoluzione della regolamentazione amministrativa e contabile. La regolamentazione amministrativa e contabile nel dopoguerra è costantemente dominata dalle esigenze di decentramento, di alleggerimento dei minori livelli e di semplificazione che già erano state il motivo centrale delle riforme degli anni Venti e Trenta (vds. Vol. III - capitoli V e Vll), anche se avevano ispirato provvedimenti poi risultati nella pratica quotidiana - non sempre incisivi e adeguati agli obbiettivi da raggiungere. Ai fini della nostra indagine, il periodo considerato va suddivi so in due fasi nettamente di stinte. Nella prima, dal 1944 al 1976, rimane in vigore - con alcune modifiche - il R.A. 1927 e successive ristampe del 1945 e 1964, integrato dal T.V. delle leggi sull'amministrazione e contabilità dei corpi, istituti e stabilimenti militari approvato con R.D. 2 febbraio 1928, n. 263 (vds. Vol. ID - capitolo V), dalle norme del 1935 (vds. Voi. Ili - capitolo VII) e dalla Pub. n. 4841 Istruzione per la contabilità degli Enti amministrativi de ll 'Esercito - Ed. 1951 (ristampa con alcune modifiche delle Edizioni 1933 e 1940, a sua volta ristampata nel 1956).1 Per il tempo di guerra rimangono valide le Istruzioni amministrative per le Truppe in campagna (Bozza) - Ed.1940, le Norme per la gestione patrimoniale e finan ziaria dello Stato in periodo di guerra (R.D. 26 giugno 1940, n. 856 - vds. precedente capitolo VI) e la Pub. n. 3816 Istruzioni relative ad atti giuridici dei militari nella zona delle operazioni (R.D. 19 febbraio 1940 - Ed. 1940). La seconda fase si apre con l'entrata in vigore del R.A.U. 1976, primo reg olamento di amministrazione interforze che sviluppa alcuni concetti già presenti in nuce nelle predette norme per la gestione patrimoniale dello Stato del 1940 e rinnova e unifica i criteri di gestione am-
I Cfr. anche. in merito a questa fase. la Pub. SME n. 4965 Manuale per ufficiali del Servizio di amministrazione - Ed. 1955 e I. Sciarretta - A. Mazza, Op. cit. (3" Ed.).
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
ministrativa e contabile anche ai minori livelli, pur senza distaccarsi del tutto dalle precedenti norme di base. Nella prima fase conservano piena validità i tre livelli fondamentali dell'organizzazione amministrativa periferica del tempo di guerra (direzione amministrativa periferica, corpo/reggimento, compagnia). La direzione di amministrazione di C.M.T. conserva sostanzialmente il ruolo e la fisionomia che aveva assunto nel 1943 sotto la pressione degli avvenimenti bellici (vds. capitolo VI) e rima,ne - fino al 1981, quindi in tutte e due le fasi - un "Ente di fatto" privo di uno specifico e completo riconoscimento giuridico, ignorato anche dai D.P.R. n. 1477 e n. 1478 del 1965 (vds. capitolo XI). Tuttavia essa svolge ugualmente per il Servizio di amministrazione tutte le funzioni decentrate tipiche di una direzione logistica periferica (distribuzione di fondi, revisione della contabilità del denaro e dei materiali anche per conto della ragioneria centrale, ecc.). Le direzioni di amministrazione sono comunque esplicitamente riconosciute in sede di normativa secondaria dalla citata Pub. n. 4841 del 1951 , che al Capo I della Parte I , tratta delle loro attribuzioni, scritture e funzionamento, e nella Parte Il ne delinea i compiti per quanto attiene alla gestione del materiale e alla revisione della relativa contabilità. La predetta pubblicazione, infatti, nelle "Avvertenze preliminari" afferma che in attesa delle nuove nonne legislative sull 'ordinamento dell'Esercito, i Comandi, le direzioni e gli enti periferici in genere sono indicali nella presente Istruzione con le denominazioni corrispondenti all'ordinamento di fatto.
Alle dirette dipendenze della direzione di amministrazione è il livello di corpo/reggimento, con tale termine intendendo (Art. I delle disposizioni preliminari del R.A. 1927) "un istituto dell'esercito la cui gestione comprende le spese per gli ufficiali, i sottufficiali e i militari di truppa, e che ha un'amministrazione propria". Per comandante di corpo si intende anche "il direttore presso le direzioni, gli stabilimenti e gli uffici" (Art. 2 delle predette disposizioni preliminari). Il comandante di corpo conserva le attribuzioni previste dal D.M . 4 dicembre 1935, che a parziale modifica delle norme del R.A. 1927 sopprime la carica di capo ufficio amministrazione alle dipendenze del gestore e assegna l'esercizio della gestione amministrativa del corpo e la direzione diretta dello stesso ufficio a un relatore (nuova denominazione di gestore). Il relatore opera sotto la diretta vigilanza (non più alta vigilanza) del comand,ante di corpo, le cui attribuzioni sono accresciute rispetto a quelle previste dal R.A. 1927 e configurano la sua responsabilità diretta negli atti di gestione, cui deve imprimere un indirizzo razionale ed ispirato a criteri unitari. Come quella del comandante di corpo, la figura del relatore quale risulta dal decreto del 1935 è ben diversa da quella prevista dal R.A. 1927: egli infatti ha incarico esclusivo e non è più l'ufficiale superiore più elevato in grado o più anziano del reggimento presente dopo il comandante, ma un ufficiale del
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ruolo mobilitazione e, in particolari casi, di amministrazione. Nonostante la spiccata autonomia logistica assunta nel dopoguerra (vds. capitolo IX), il battaglione continua a non essere anello amministrativo, anche se ai sensi dell'Art. 364 del R.A. 1927, "al comandante di battaglione incombe di vegliare che il materiale in distribuzione alle compagnie venga conservato in buono stato di servizio, e che le correlative scritture siano l'esatta espressione della esistenza reale degli oggetti". Il terminale amministrativo che agisce in raccordo diretto con il corpo è dunque Ja compagnia, il cui comandante conserva in ogni caso il tradizionale ruolo fondamentale nella corretta gestione del contante e del materiale, oltre che nella buona manutenzione, nel control1o e nella tempestiva riparazione del corredo, delle armi e dei materiali di ogni genere. La compagnia, pertanto, è l'unità elementare dell'amministrazione militare con importanti funzioni amministrative. Nell'ambito di questa intelaiatura fondamentale che rimane costante fino all'emanazione del R.A.U. 1976, non mancano varianti concernenti l'organizzazione amministrativa e contabile interna dei corpi/reggimenti e delle compagnie, e gli organi dei quali si avvalgono i rispettivi comandanti. Importanti riflessi amministrativi sui corpi ha inoltre l'evoluzione del ruolo dei depositi (vds. capitolo XIII). La prima modifica di rilievo riguarda proprio la fisionomia amministrativa dei depositi di reggimento/corpo, che nell'immediato dopoguerra erano stati ricostituiti con la formula - del tutto tradizionale - del R .A. 1927 (Artt. 41 , 42 e da 413 a 430), il quale prevedeva che se il Comando di reggimento e una parte o tutti i battaglioni erano distaccati dal deposito l'ufficio amministrazione doveva rimanere nella sede del deposito stesso e il suo capo assumerne il comando, mentre i reparti distaccati assumevano la fisionomia amministrativa di un distaccamento (con gli ovvi inconvenienti più volte me ssi in luce, anche perché a norma dell'Art. 42 del R.A. il gestore o relatore se seguiva le truppe, era separato dall'ufficio che avrebbe dovuto controllare). Nel luglio 1946 viene tenuta presso lo SME una riunione per esaminare le possibili modifiche a queste norme. In tale occasione i rappresentanti dei reggimenti indivisionati prospellarono la necessità di dare ai reggimenti stessi completa autonomia amministrativa, svincolandosi [fin dal tempo di pace N .d.a.J dai depositi per quanto concerne la gestione del contante e dei materiali. Ciò allo scopo di rendere dette unità il più possibile mobiJi.2
La proposta viene accettata limitatame nte ai reggimenti di fanteria e artiglieria inquadrati nelle G.U. e lo SME dispone che in data I luO
2 Circ. SME n. 1000/0rd/l in data 20 maggio 1947 (AUSSME, Rep. M /7, Racc. 820). Va ancora ricordato che secondo le /struzinni amministrative per le truppe in campagna del 1940 le unità mobilitate in guerra erano g ià svincolate dal deposito per la gestione del contante e del mater iale.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
glio 1947 presso i Comandi dei predetti reggimenti sia istituito un ufficio amministrazione composto da relatore (capo dell' ufficio), sezione conti e cassa, sezione materiali gruppi A e B, sezioni materiali gruppo C e sezione matricola. Il relatore è il collaboratore del comandante per quanto riguarda il governo economico del corpo ed ha le attribuzioni previste per il gestore dagli Artt. 2, 3 e 4 del R .A. 1927: "se il comandante può raffigurarsi nel presidente dell'Azienda - corpo, il Relatore può essere paragonato al consigliere delegato (Amministratore) dell' Azienda, in quanto deve tradurre le direttive del Comandante in tanti atti e fatti amministrativi .. .".3 I compiti delle 4 sezioni sono: a) Sezione conti e cassa - provvede alla geslione del contanle. b) Sezione materiali gruppi A e B - provvede alla gestione dei materiali dei gruppi A e B (prelevamento, distribuzione, controlli, tenuta del conto giudiziale e del secondo esemplare del quaderno di carico dei reparti). L'ufficiale che vi è preposto è consegnatario dei materiali conservati in magazzino, dei quali rende il conto giudiziale mod. 1273. e) Sezione materiali gruppo C - provvede aJla gestione dei materiali del gruppo C (prelevamento, distribuzione, controlli, tenuta del conto giudiziale e del secondo esemplare del quaderno di carico dei re parti). L ' utficiale che vi è preposto è consegnatario dei materiali cusloditi in magazzino dei quali rende il conto giudiziale mod. 1273. d) Sezione matricola - provvede a faci litare il servizio matricola mantenendo continui contatti col rispettivo deposito (centro di mobilitazione). In particolare essa provvede a: - custodire i secondi originali dei fogli matricolari attualmente tenuti dalle compa gnie (squadroni o ballerie), dopo la verifica da parte di queste ultime, preserille dall'Art. 68 del Regolamento per le matricole; - impiantare - per duplicato - e tenere aggiornati i ruoli alfabetici della forza alle armi ( 92 del Regolamento per le matricole); - impiantare e tenere aggiornato il registro degli ammogliati (Art. 152 del Regolamento per le matricole); - impiantare e tenere aggiornato il registro dei disertori (Art. 119 del Regolamento per le matricole); - impiantare le cartelle individuali di cui all'Art. 144 del Regolamento per le matri cole; - comunicare al deposito, di volta in volta, le variazioni c he si verificano nei militari alle armi; - compilare i fogli di congedo per i militari che lasciano il servi:i:io; - trasmetlere al deposito, all'allo del congedamento o del cambio di corpo, i secondi originali dei fogli matricolari e le cartelle individuali; il deposito provveder/i agli ulteriori incombenti. 4
L 'organico di pace dell'ufficio amministrazione che ne consegue è piuttosto pesante (6 U., 9 SU., 15 Tr.). Gli ufficiali sono: - relatore (ufficiale d'Arma con il grado di ten. col. o magg.). Contrariamente a quanto previsto dal decreto 4 dicembre 1935, è anche vi-
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Pub. SME n. 4965 (Cit.), p. 42. Circ. SME n. 1000/0rcl/I (Cit.).
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XIV - Servizio di amministrazione
ce - comandante di reggimento ed ha il grado di maggiore per i reggimenti di artiglieria controcarri e controaerei (in tal modo, riacquistano validità le norme di cui ali' Art. 39 del R.A. 1927); - direttore dei conti (capitano di amministrazione, che funge anche da capo sezione conti e cassa) e ufficiale pagatore (subalterno d'Arma) che fa parte della sezione conti e cassa; - ufficiale d'Arma addetto ai materiali dei gruppi A e B (capitano, capo sezione materiali gruppi A e B) e ufficiale addetto ai materiali del gruppo C (maggiore, capo sezione materiali gruppo C); - ufficiale addetto alla matricola (capitano d'Arma). Di conseguenza i depositi dei reggimenti inquadrati nelle G.U. anche in pace, esplicano solamente funzioni matricolari, non hanno più le tradizionali funzioni addestrative (passate ai CAR), mentre restano ancora da definire le loro funzioni in materia di mobilitazione. Con la let. n. 1007/0rd. II in data 16 giugno 19475 lo SME trasmette alle unità dipendenti i nuovi organici dei depositi, che sostituiscono quelli della Pub. SME n. JO/S e sono diversi a seconda che si tratti di: - depositi che conservano le funzioni - relative anche al contante e al materiale - già previste dall'ordinamento prebellico (per i reggimenti di fanteria non indivisionati, i centri addestramenlu reclute e - temporaneamente - le unità del genio); - depositi dei reggimenti di fanteria inquadrati in G.U., con funzioni solo matricolari; - depositi dei centri autieri; - deposito misto speciale di Napoli, Ente provvisorio che in data 1° gennaio 19456 ha assunto questa denominazione in sostituzione di quella di "deposito centrale truppe coloniali" (oltre a liquidare le pendenze amministrative e matricolari relative al personale civile e militare già impegnato nelle ex-colonie, amministra negli anni 50 il corpo di spedizione in Somalia). Anche se il problema della mobilitazione resta ancora da definire ed è in corso di studio. gli organici dello SME continuano a prevedere per i depositi una sezione di mobiJitazione che in futuro possa consentire ai depositi stessi - sia pure con opportuni ritocchi - di svolgere eventualmente anche tale funzione; per la stessa ragione non sono sciolti quei depositi che al momento esplicano solamente funzioni di stralcio. Con Circ. n. 198 in data 13 giugno 195!7 la Ragioneria Centrale del Ministero difesa dispone che a partire dal I luglio 1951 le Amministrazioni militari impiantino la contabilità dei materiali a valore e a quantità (e non solo a quantità come avveniva in precedenza) e richiama l 'attenzione degli Enti dipendenti sull'osservanza delle disposizioni contenute nella citata Pub. n. 4841 Istru zione per la contabilità deO
AUSSME, Rep. M/7, Racc. 820. Circ. n. 25 in data 5 gennaio 1945 (G.M. 1945, p. 87) . ., G .M . 1951 , p. 576. 5 6
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gli Enti amministrativi dell 'Esercito - Ed. 195 l in merito a compilazione delle scritture e invio dei relativi modelli alla Ragioneria Centrale. Queste varianti riguardano soprattutto il tempo di pace. Nello stes so .anno 1951, probabilmente in relazione alla delicata situazione internazionale (guerra di Corea) viene dedicata una certa attenzione anche ai problemi del funzionamento del Servizio di amministrazione in tempo di guerra. Con D.M. 10 novembre 19508 viene costituita una commissione incaricata di studiare il riordino e l'aggiornamento delle norme che regolano, in tempo di guerra, il servizio di cassa presso le unità operanti (non risulta che sia stata compilata una nuova Istruzione). In merito ad organizzazione e funzionamento del Servizio di amministrazione per le unità da completare o da costituire ex-novo in caso di emergenza, lo SME con let. n. 550/0rd . in data 27 febbraio 19519 precisa che: - le Istruzioni amministrative p er le truppe in campagna del 1940 sono da considerar ancora in vigore, con gli adeguamenti richiesti dai nuovi ordinamenti. Saranno impartite disposizioni di dettaglio per il prelevamento dei fondi da parte delle unità mobilitate, la loro gestione e le relative scritture; - l ' uffa.: iu amministrazione dei reggimenti, che in tempo di pace ha l'organico prima indicato, in caso di emergenza assume il seguente organico ridotto: 1 capo ufficio (capitano di amministrazione), I uffi ciale p agatore (subalterno d 'Arma), 2 SU. contabili, 1 SU. archivista, 5 militari di truppa; - per quanto attiene al rimanente personale previsto dagli organici di pace ed esuberante rispetto a quelli - prima indicati - da assumere all'emergenza: il vice-comandante di reggimento perde la qualifica di relatore e conserva le attribuzioni tipiche del Vice - Comandante; gli ufficiali addetti ai materiali dei gruppi A, B e C passano a disposizione del Comando di reggimento conservando tale incarico; l ' ufficiale addetto alla matricola assume l'incarico di "addetto al Comando di reggimento" e viene impiegato anche per il disbrigo delle pratiche matricolari. Nel quadro dei parziali e non del tutto riusciti tentativi di razionalizzazione e riorgani zzazione della Difesa e del vertice dell'eserci to che si verificano nella seconda metà degli anni 50 (vds. capitoli XI e XII), il D.P.R. 28 giugno 1955 n. 1106 Decen tramento de i servizi del Ministero della difesa 10 applica nel particolare settore i nuovi indirizzi di cui
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ivi, p p. 93-94.
9 AUSSME, Rep. M/7, Racc. 828. 10 C irc. n. 548 G .M. 1955 e G U n .
277 del J O dicembre 1955. Sul significato e sulla portata del provvedimento Cfr. A. M enghini. Gli orientamenti dei comandanti di corpo nel campo amministrativo, "Rivis ta Militare" n . I 0/1956; ID., Norme e principi fon damemali per l 'amministrazione e la contabilità dei distaccamenti, "Rivista Militare" n. 3/1959 e ID, L'al/uale decentramento amministrativo nell'esercito, "Rivista Militare" n. 1/ 1959.
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alle leggi 11 marzo 1953, n. 150 e 18 giugno J 954, n. 343 concernenti delega legislativa al Governo per l'attribuzione di funzioni statali di interesse esclusivamente locale in materia di decentramento amministrativo alle PTOvince, ai Comuni e agli Enti locali. Nel concreto, il decentramento attuato daJ decreto del 28 giu1:,'llo 1955 nell'ambito della Difesa ha proporzioni limitate e circoscritte. La sua caratteristica di maggior rilievo è piuttosto quella di essere il primo strumento legislativo del dopoguerra ad ispirarsi a un'ottica interforze. In questa ottica (come già faceva per il tempo di guerra il R.D. 26 giugno 1940 sulla gestione patrimoniale e finanziaria) il decreto prevede - in parecchi casi - un'estensione di norme amministrative particolari in vigore nell'esercito anche alla marina e all'aeronautica, ferma restando la gestione amministrativa di queste due forze annate con norme generali separate e non intercomunicanti. Le norme più frequentemente soggette a modifiche sono - per quanto di interesse - quelle del T. U. delle disposizioni legislative concernenti l'amministrazione e la contabilità dei corpi, istituti e stabilimenti militari (R.D. 2 febbraio 1928, n. 263), del R.A. 1927 e del Regolamento sul servizio del materiale di artiglieria e automobilistico (R.D. 16 agosto 1926, n. 1628). Come già si è visto al precedente capilulu XIII, infatti, taJe regolamento rimane in vigore fino all'emanazione del D.P.R. 5 giugno 1976, n. 1077, e ai sensi dell'Art. 9 delle " disposizioni preliminari" che lo precedono, il R.A. 1927 "non riguarda l' amministrazione delle direzioni e degli s tabilimenti d'artiglieria, automobilistici e del genio per i quali esistono speciali regolamenti". Le varianti introdotte dal d ecreto 28 giugno 1955 sanciscono la scontata sostituzione dell'autorità amministrativa periferica indicata dal T.U. del 1928 (comandante di corpo d'annata e/o comandante militare della Sicilia e della Sardegna) con il comandante militare territoriale (cioè del C.M.T., nell'organizzazione territoriale del dopoguerra). Altra sostituzione scontata, che come la precedente equivale ad una semplice e piuttosto ritardata sanzione di una realtà g ià in atto da tempo, è l'aggiornamento sulla base della forte inflazione della guerra e del dopoguerra dei limiti di spesa previs ti ai livelli di corpo e C.M.T. dal R .A.U. 1927 e dal T.U. del 1928 per i contratti, gli atti di transazione, gli addebiti, le spese e gli acquisti (ad economia e non), le vendite ecc .. In taluni casi, aumenta l 'autonomia decisionale dei comandanti territoriali, peraJtro limitata a questioni non di grande rilievo. Va comunque notato che tale autonomia ris ulta accresciuta anche per il comandante di corpo, al quale il decreto attribuisce il potere decisionale in merito a responsabilità amministrative degli agenti dell'amministrazione fino all' importo di lire 600.000. In precedenza invece (Artt. 27-31 del R .A . 1927) il comandante di corpo si limitava ad accertare direttamente il danno o - per danni superiori a lire 2000 - a n9minare una commissione d'accertamento, trasmettendo in ambedue i casi le relazioni per via gerarchica al comandante di corpo d'armata, al quale competeva la decisione. P er acquisti, lavori e ven<lil~ aù ~conomia, il limite entro il quale i curpi pos-
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sono provvedere senza alcuna autorizzazione viene portato dal decreto a lire 600.000. Il decreto non modifica le norme per l'attività contrattuale, che pertanto rimane - di norma - di competenza delle direzioni di amministrazione (Art. 34 del R.A. 1927) lasciando ai corpi, Presìdi e distaccamenti solo limitata autonomia per contratti riferiti a settori secondari (ritiro rifiuti, letame e spazzature, barbiere) o a materie loro espressamente delegate di volta in volta dalla direzione di amministrazione. Nel campo interforze, comunque, l'effettiva incidenza del decreto rimane limitata, e non ne risulta eliminata o considerevolmente ridotta la tradizionale (e spesso non giustificata) difformità dei criteri di gestione amministrativa vigenti nelle tre forze armate, che sopravvive anche ai successivi D.P.R. o. 1477 e 1478. Infatti , come fa notare Virgilio Ilari, anche dopo tali decreti secondo-Claudio Schwar.c.enberg le direzioni generaH tecniche, anche quelle derivanti dal la fusione di organismi similari di forza annata, avrebbero continuato ad essere, come prima, "agenzie esterne degli Stati Maggiori'' : ne è chiara dimostrazione il fatto c he le di rezioni generali impiegano normative diverse per i capitolati e le procedure d'acquisto e di revisione <lei prezzi, creando per le aziende [private - N.d.a.l <lei veri e propri problemi. Secum.lu Schwarzcnberg, la mancata integrazione del vertice tecnico· operativo aveva quindi determinato di conseguen7,a anche la manc ata integrat.ione del settore tecnico amministrativo, "che sostanzialmente è rimasto diviso in aree distinte, ciascuna con proprie precise caratteriuazioni di forza armata". 11
A distanza di due anni ris ultano invece di notevole portata innovatrice i contenuti amministrativi della Circ. MDE - DGSCA n. 2000/1.A/520 in data 1° novembre 1957 Disposizioni particolareggiate di carattere amministrativo - contabile per i Depositi di G. U. ( Divisione e Brigata) e misti: sviluppo dell'alleg. 5 alla Circ. LOOO S/15363501 in data 1° ottobre 1957 dello SME, che consegue allo scioglimento dei tradizionali depositi di corpo/ reggimento e all'istituzione di depositi di G.U. e misti (vds. capitolo XIII) quali efficienti centri amministrativi matricolari e di mobilita.lione. Il livello di reggimento viene espropriato per la prima volta del suo secolare ruolo di terminale fondamentale per la branca mobilitazione, amministrativa e matricolare, ruolo al quale corrisponde un eccessivo appesantimento. La predetta circolare, infatti , è ispirata dalla necessità di alleggerire i comandanti di reggimento (e delle unità minori a livello inferiore al reggimento inquadrate nelle G.U.) "di quei compiti amministrativi e contabili che non sono strettamente attinenti alla funzionalità dei servizi reggimentali". Obiettivo che viene raggiunto modificando il meno possibile le norme di base di cui al R.A. 1927 e alla
11 V. llari in AA.VV., Storia delle Forze Armate Italiane ... (Cit.), p. 117, Cfr. anche C. Schwarzenberg in Atti del Convegno Sicurezza, difesa e programmazione (lstrid, Roma, 2 1-22 marzo 1980), pp. 1-42 e 119-160, Koma 1980.
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Pub. n. 4841 Istruzioni amministrative e contabili, e considerando il livello di reggimento/corpo come distaccamento amministrativo del deposito. Questa soluzione, se da una parte appesantisce notevolmente a loro volta - i depositi di G.U. e misti e aumenta le loro esigenze di Quadri non solo del Servizio di amministrazione, dall'altra non intacca i poteri e le prerogative del comandante di reggimento e consente un sostanziale alleggerimento del personale addetto a mansioni amministrative del suo Comando. I nuovi depositi assumono la piena fisionomia amministrativa di corpo, con tutte le cariche amministrative previste a questo livello dal R.A. 1927 e successive modifiche del 1935. Per quanto riguarda le relazioni con i reggimenti e reparti autonomi - considerati "distaccamenti" - il relatore del deposito segue l'andamento delle spese limitate dalle assegnazioni, ha relazioni dirette con il capo ufficio amministrazione reggimentale e con i comandanti delle unità minori, provvede al riscontro dei materiali in consegna a reparti, uffici e organi vari reggimentali ai sensi dell'Art. 368 R.A .. Il direttore dei conti del deposito riscontra l'esattezza e la validità dei documenti che hanno dato luogo a movimenti di cassa, e il capo ufficio materiali del deposito corrisponde direttamente con l'ufficiale ai rifornimenti del regRimento. Per la prima volta nella storia, salvo talune eccezioni il livello di reggimento non coincide più con quello di corpo (nella piena accezione amministrativa del termine e ai sensi del R.A. 1927) e perde il tradizionale raccordo diretto che prima aveva con la direzione di amministrazione (dopo il 1943) o di commissariato (prima del 1943) di C.M.T.. I consegnatari dei materiali del reggimento non rendono più il conto giudiziale, e nell'ambito del reggimento scompaiono le figure del relatore, degli ufficiali addetti ai materiali dei gruppi A, Be Ce dell'ufficiale addetto alla matricola. L'amministrazione dei reggimenti s i ispira ai seguenti criteri: GESTIONE DEL CONTANTE
a) I Reggimenti , costituendo amministrativamente di staccamenti dei Depositi , rendono i conti del denaro mensilmente aJl'Ufficio Amministrazione del Deposito che quaJe centro amministrativo - presenta le contabilità trimestrali alla Direzione di amministrazione del C.M.T. di Regione; per cui la gestione del contante dei Reggimenti si in serisce mensilmente in quella del Deposito. b) Il Comandante di Reggimento - coadiuvato dal vice comandante (ove esista) in sede di coordinamento logistico <lei servizi reggimentali e dall"'Ufficiale addetto ai servizi" per il controllo in sede esecutiva e funzionale - nulla perde del suo potere di iniziativa e di decisione, per quanto concerne la materia amministrativa decentrala e la discrezionalità nella erogazione delle spese limitate dalle assegnazioni. e) All 'Ufficio Amministrazione del Deposito - presso cui esistono agenti qualificati (Relatore e Direttore dei conti) - rimane il controllo contabile dei provvedimenti adottati dai Comandanti <li reggimento. Ciò stante, le attribuzioni dei Comandanti di Reggimento sono distinte e separate da quelle dei Comandanti di Deposito. Non vi sarà quindi interferenza fra Comandanti di Reggimento e Comandanti di Deposito, ma bensì relazioni di servizio fra agenti qualificati per tecnicismo amministrativo-contabile (Relatore - Direttore dei conti del Deposito - Capo Ufficio Amministrazione del Reggimento). .
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GESTIONE DEL MATERIALE Ogni consegnatario di magazzino del Deposito avrà in custodia il materiale conservato nel magazzino per le esigenze ordinarie, nonché quello costituente le dotazioni - intangibili - di mobilitazione (che riceveranno le più assidue cure da parte del Capo Uffi cio Materiali). Detto consegnatario è tenuto alla resa del conto giudiziale. li materiale in distribuzione ai reparti, invece, è in carico sui rispettivi quaderni mod. 547, che sono collegati col conto giudiziale del consegnatario di magazzino del Deposito. Quindi: in tempo di pace, in caso di improvviso spostamento dei reparti, ognuno potrà portare seco il proprio materiale in carico nel relativo quaderno mod. 547 e questo sarà collegato ad altro conto giudiziale mediante passaggio dell'esemplare del quaderno tenuto dal magazzino del Deposito; in tempo di guerra, i reparti partiranno con tutto il materiale in carico sui quaderni mod. 547 che, in base alle "Istruzioni amministrative per le truppe di campagna", costituiscono l'elemento base per la resa del conto alle Direzioni di amministrazione di Intendenza. Con l'attuazione della nuova organizzazione amministrativo - contabile viene così raggiunto lo scopo di dare ai Reggimenti maggiore snellezza e mobilità.12
Le figure di maggior rilievo amministralivo del Comando di reggimento che corrispondono alle nuove modalità di gestione sono il comandante, il vice - comandante (dove è organicamente previsto e unicamente quale sostituto potenziale del comandante), l'ufficiale addetto ai servizi reggimentali, l'ufficiale addetto ai rifornimenti (una nuova figura che assume per la prima volta rilievo amministrativo), il capo ufficio amministrazione reggimentale e l'ufficiale pagatore o maresciallo cassiere (p~r la gestione del contante). Le corrispondenti attribuzioni sono: COMANDANTE: Alta vigilanza sulla gestione amministrativa. Potere di iniziativa e di decisione in materia decentrata e cioè: - approvazione dei contratti di cui al 3° comma dello articolo 23 del T.U. del 1928 fino all'importo di 3 milioni; - decisioni in merito a responsabilità amministrative fino a L. 600.000 (seicentomila), salvo le eccezioni di cui all'articolo 13 d el decreto sul decentramento, riportato a pag. 6 della circ. 500/S.L. in data 15 febbraio 1956 del Segregen per quanto riguarda i materiali del servizio di artiglieria e automobilistico; - decisioni in merito alla vendita dei materiali fuori uso dei gruppi A e B sentiti gli organi di Commissariato. Discrezionalità nell 'erogazione delle spese limitate da assegnazioni. Inoltre il Comandante del Reggimento stabilisce le attribuzioni che egli delega all'Ufficiale Addetto ai Servizi nel c ampo del controllo funzionale e del coordina mento logistico dei servizi reggimentali, tenendo presente che le decisioni in materia amministrativa decentrata non sono delegabili. UFFICIALE ADDETTO Al SERVIZI REGGIMENTALI: Dipende dal Comandante del Reggimento. Deve provvedere, in sede esecutiva, al regolare ed armonico funzionamento <!ei servizi; e pertanto si avvale degli ufficiali preposti ai vari servizi ai quali risale la responsabilità tecnico - funzionale del rispettivo servizio. Nell'ambito delle assegnazioni sui capitoli di bilancio propone gli acquisti per un migliore funzionamento dei servizi stessi. Per quanto riguarda il materiale, autorizza: - i prelevamenti delle materie di consumo;
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Circ. MDE n. 2000/1.A/520 in data 1° novembre 1957, pp.4-5, Cfr. anche A. Menghini, Norme e principifondamenlali per l'organizzazione e con/abilità dei distaccamenti, "Rivista Militare" n. 3/1959.
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- i versamenti dei materiali esuberanti; - le riparazioni di quelli resisi inefficienti. Inoltre, vista i buoni di prelevamento e di versamento dei materiali.
CAPO UFFICIO AMMINISTRAZIONE REGGIMENTALE Dipende dal Comandante del Reggimento. Cura la parte amministrativo - contabile della gestione del contante, nonché l'esatta interpretazione, da parte dei responsabili degli altri servizi reggimentali, delle disposizioni legislative e regolamentari nel campo amministrativo-contabile, esercitando le attribuzioni di cui al secondo comma dell'art. 7 del R.A. Segue l'andamento dei debiti verso l'Amministrazione in corrispondenza con i conti tenuti dal Direttore dei conti presso il Deposito. Dispone le operazioni di cassa e rende mensilmente i conti all'Ufficio Amministrazione del Deposito. E' detentore di una delle due chiavi della cassa del Reggimento, se a ciò delegato dal Comandante. In particolare: - fa la previsione delle spese; - s i accerta, nei riscontri contabili, che tutte le disposizioni amministrative date dal Comandante abbiano piena esecuzione; - fa la richiesta mens.i le dei fondi d.irettamcnte alla Direzione di amministrazione; - tiene il giornale di cassa; - tiene il registro degli atti dispositivi e controfirma le disposizioni date dal Comandante; - ha la firma della ordinaria corrispondenza dell'Ufficio Amministrazione ncll'amhito della delega conferitagli dal C.omand,rnte; [ ... ] - provvede a segnalare alla Sezione Matricola del Deposito tutte le variazioni matricolari per quanto riguarda i militari di truppa; - comunica al Deposito ogni altra notizia che comporti variazioni matricolari. UFFICIALE PAGATORE O MARESCIALLO CASSIERE E' alle dirette dipendenze del Capo Ufficio Anuninistrazione Reggimentale. Esegue le riscossioni ed i pagamenti accertandosi della identità personale dei creditori, e ne effettua le registrazioni sul m emoriale di cassa che è da lui tenuto (in luogo del giornale di cassa per distaccamenti). Firma, congiuntamente al Capo Ufficio Amministrazione Reggimenta le, gli assegni di conto corrente postale. Detiene la seconda chiave della cassa del Reggimento. UFFICIALE Al RIFORNIMENTI Dipe nde dall'Ufficiale addetto ai servizi reggimentali . Si mantiene costantemente in contatto con il Capo Ufficio Materiali del Deposito, in modo che s iano facilitate le operazioni contabili inerenti al carico ed allo scarico dei materiali. L' Ufficiale ai rifornimenti è autorizzato a presentare i buoni di prelevamento e di versamento per i movimenti di materiali preventivamente autorizzati dalle competenti Dir ezioni dei vari servizi, o dal Comandante del Deposito quando i prelevamenti debbano eseguirsi presso il Magazzino del Deposito. I buoni di prelevamento, oltre alla firma dell"'Ufficiale ai Rifornimenti", dovranno essere muniti del visto dell"'Ufficiale addetto ai Servizi Reggimentali". L' Ufficiale ai rifornimenti in particolare: - esplica le attribuzioni di Ufficiale al vellovagliarnento; - provvede ai pre levamenti dei materiali presso i magazzini direzionali dei vari servizi, ed a tale fine rilascia i buoni di prelevamento sui quali appone l'indicazione (timbro a umido, inchiostro rosso): "operazione effelluala per conto del Deposito G.U. (Divisionale o di Brigata) o Misto"; - distribuisce ai reparti i materiali prelevali ritirando dagli stessi i buoni di prelevamento nelle copie prescritte cd inviandoli entro 3 giorni al Deposito per le operazioni contabili. Una copia dei buoni viene restituita al reparto con il visto di concordanza del Consegnatario di magazzino del Deposito, per la convalida dei movimenti eseguili sul mod. 547:
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- si accerta (interessando i Comandanti di Battaglione, se del caso) che i reparti abbiano tempestivamente eseguite le registrazioni sui mod. 547; - ritira i materiali che i reparti debbono versare, rilasciando buoni giustificanti i relativi movimenti, li riunisce e provvede al loro successivo versamento ai magazzini direzionali dei vari servizi o al magazzino del Deposito [ ...]; - esplica le attribuzioni di ufficiale al vestiario, assicurando il rifornimento e il versamento degli oggetti costituenti il corredo dei militari alle armi, e tiene la contabilità con la procedura indicata dalla circolare ministeriale n. 2700/IC. in data 22 agosto 1947. 13
Al di sotto di questi ufficiali del Comando, i comandanti di compagnia conservano tutte le attribuzioni per loro previste dal R.A. 1927. Nell'ambito del deposito, gli agenti ai quali è attribuita la responsabilità amministrativa sono quelli di cui all'Art. 20 e seguenti del R.A. 1927. Nei reggimenti/distaccamenti gli agenti responsabili sono: - il comandante, per gli atti amministrativi riservati alla sua gestione e approvazione e per le disposizioni da lui impartite riguardanti la gestione amministrativa; - il vice comandante, per gli atti compiuti per delega del comandante; - il capo ufficio amministrazione, per infrazioni o mancato o incompleto adempimento dei compiti di natura amministrativo contabile a lui attribuiti;
- l'ufficiale addetto ai Servizi reggimentali, per mancato o insufficiente controllo sui servizi nell'ambito della delega da lui ricevuta; - l'ufficiale pagatore o maresciallo cassiere, per le operazioni di cassa (esattezza dell'importo pagato; accertamento dell'identità personale di chi ha riscosso) e di conto corrente postale; - l'ufficiale al rifornimenti , per mancala regolarizzazione contabile dei movimenti di materiali e per inosservanza de11e norme per la loro verifica; - i comandanti di battaglione, per mancata vigilanza sui materiali (vds . Art. 364 R.A. 1927); - i comandanti di compagnia, per i fondi ricevuti per l'amministrazione del reparto, per cattivo uso del materiale ad essi in carico sul registro mod. 547 e per mancato addebito ai singoli militàri responsabili per perdite e avarie. Altre importanti varianti, che riguardano in particolar modo il decentramento delle responsabilità amministrative nell'ambito delle compagnie e dei Comandi di G.U., sono introdotte con il D.P.R. 9 aprile 1962, n. 963 Modifiche al regolamento p er l'amministraz ione e contabilità dei Corpi, Istituti e Stabilimenti militari, approvato con R.D. IO febbraio 1927, n. 443 e successive modificazioni.1 4 Si tratta del provvedimento più innovatore dopo l'approvazione del R.A. 1927, anche se in buona par-
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ivi, pp. 7 - IO. GU n. 192 del 31 luglio 1962. cifr. a nche A. Menghini, Il nuovo ordinamenlo dei corpi e reparti dell'ese rcito e le attrib uzioni dei singoli agenti de ll'Amministrazione, "Rivista Militare" n. 12/1962 . 14
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te non fa che sanzionare - con esplicite modifiche di articoli - varianti di fatto o già sancite con provvedimenti precedenti, a cominciare dal D.M. 4 dicembre 1935 (che pur essendo provvedimento interno a un Ministero modificava di fatto un regolamento approvato con R.D. (cioè con decreto del Capo dello Stato) e dalle Circ. n . 1000/0rd. l del 1947 e n. 2000/1.A./520 del 1957 precedentemente esaminate, che anch'esse modificavano - senza averne la veste giuridica - i contenuti di un regolamento approvato con decreto del Capo dello Stato e per di più erano emanate dallo Stato Maggiore e non dal Ministero della difesa. Per quanto concerne le cariche amministrative al livello di corpo (che, ricordiamo ancora, dal 1957 in poi coincide di massima con i depositi di G.U. e misti), il decreto abroga l'Art. 2 del R.A. 1927. Quest'ultimo prevedeva un gestore responsabile della gestione amministrativa del corpo con alle sue dipendenze un ufficio amministrazione composto da capo ufficio, direttore dei conti, ufficiale pagatore e consegnatari dei materiali e ufficiali di matricola. Tutto il personale amministrativo non era dispensato da altre attribuzioni. Nella nuova formulazione dell'Art. 2 è previsto - come già nel decreto del 1935 - un relatore che se ufficiale d'Arma è a tempo pieno, ed è anche capo dell'ufficio amministrazione. Nei corpi ed Enti a gestione amministrativa complessa, le cui spese oltre a quelle per U., SU. e Tr. del quadro permanente comprendono anche quelle relative a servizi d'istituto (scuole e istituti militari, centri di addestramento e specializzazione, distretti e ospedali militari, stabilimenti militari di pena) la carica di relatore è ricoperta da un ufficiale superiore d'amministrazione. Negli altri Enti a gestione amministrativa complessa (legioni carabinieri, direzioni di commissariato, istituto chimico farmaceutico, istituto geografico militare, posti raccolta quadrupedi) nei quali la carica di relatore sia affidata ad un ufficiale di Arma o dei servizi tecnici, questi è coadiuvato da un ufficiale superiore di amministrazione che svolge le funzioni di vice-relatore. Le rimanenti varianti riguardano direttamente il livello di reggimento/distaccamento. Di grande rilievo storico la sostituzione delle norme di cui ali' Art. 14 R.A. 1927 (che faceva obbligo agli stessi comandanti di compagnia di "tenere e presentare i conti dal proprio reparto, di rendere ragione e rispondere di quanto ricevono") con il testo seguente: Della tenuta dei conti dei reparti sono responsabili in proprio sottufficiali in servizio permanente: uno per il materiale e uno per il contante. Detti sottufficiali hanno l'obbligo di presentare i conti stessi per rendere ragione e rispondere contabi lmente di quanto ricevono sia in denaro sia in materiale. Rimane ferma la responsabilità disciplinare del comandante di reparto, in rapporto alla funzione disciplinare che gli compete.
Nel concreto, il comandante di compagnia non risponde più direttamente e in solido della gestione amministrativa del contante che riceve e del materiale in carico alla compagnia (ivi compreso il casermaggio), che è affidata a due sottufficiali di grado non inferiore a sergente
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maggiore. Gli compete, invece, la funzione di vigilanza disciplinare sull'operato dei dipendenti che è insita in una corretta azione di comando, e continua a rispondere del corretto impiego e della buona e tempestiva manutenzione e riparazione dei materiali della compagnia. Abbiamo definito il provvedimento di rilievo storico, perché - oggettivamente in ritardo - recepisce esigenze secolari (e fino a quel momento disattese) di alleggerire il carico e le responsabilità dei comandanti di compagnia, esigenze che periodicamente emergevano nella letteratura militare e fino a quel momento non avevano ancora trovato risposte concrete. Va anche ricordato che questa riforma traduce in atto i criteri generali sostenuti dal generale Cadorna nel 1946 - 1947 ( vds. capitolo XIIl) con particolare riguardo all'alleggerimento delle responsabilità amministrative dirette dei comandanti. Ciononostante, nella pratica quotidiana dei reparti cambia relativamente poco. Già a cavallo del 1960, infatti, il comandante di compagnia di fanteria - pur rimanendo responsabile diretto anche dal punto di vista amministrativo e contabile - disponeva normalmente di due sottufficiali, dei quali uno addetto al contante e uno addetto al materiale. A parte l'integrazione dell ' Art. 17 de l R .A . con l'Art. 17 bis (il quale prevede che l'incarico di ufficiale pagatore può essere affidato anche ad un maresciallo in servizio permanente idoneo allo speciale incarico), le rimanenti varianti sono in gran parte connesse con la presenza al livello di compagnia di un SU . al c ontante e un SU. al materiale quali agenti contabili responsabili. Di conseguenza gli Art. 117, 118, 248, 249, 310, 320, 358, 360 del R.A. 1927 sono sostituiti con nuove formulazioni che fanno obbligo al comandante di compagnia di assicurare la gestione e la conservazione èli tutto il materiale dato in uso al reparto, avvalendosi dell'opera del sottufficiale che lo ha in carico e coinvolgendo la responsabilità di quest ' ultimo in tutti gli atti della gestione del contante e materiale , negli addebiti, nella tenuta dei quaderni di carico ecc. (questi ultimi non sono più trimestrali ma annuali). Ai sottufficiali incaricati della tenuta dei conti (e non più ai comandanti di compagnia) viene assegnato, per de terminazione del relatore, un fondo permanente per spese giornaliere e piccole spese di magazzino ragguagliato alle esigenze di un mese (e non più di 10 giorni come da Art. 11 8 R.A. 1927), fondo del quale rispondono direttamente. Un' altra importante innovazione , sempre ispirata al principio del de centramento e dell ' alleggerimento da incombenze amministrative dirette di chi ha incarichi di comando, è l'attribuzione al c omandante del quartier generale delle G.U. e/o dei C .M.T. (e non al Capo di Stato Maggiore, come prevedeva l' Art. 441 R.A. 1927) della re sponsabilità diretta della gestione amministrativa del Comando. La nuova formulazione degli Art. 441 e 442 stabilisce che il comandante del quartier generale ha alle dipendenze un ufficiale di amministrazione (e non più un ufficiale inferiore addetto al Comando, designato dal comandante di G.U. quale ufficiale di conta bilità) il quale provvede alla direzione del servizio contabile e alla tenuta dei rdativi registri . Rimane di competenza del Ca-
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po di Stato Maggiore la disciplina di impiego dei fondi nei cui riguardi esiste limitazione di spesa in relazione a1le assegnazioni sui capitoli di bilancio (quali: addestramento, missioni , benessere, spese generali, spese d'ufficio). Viene infine sostituito il testo di parecchi altri articoli del R.A. 1927 (601,634,678, 819, 820, 821) riguardanti norme per l'amministrazione di taluni Enti speciali, istituti ecc .. Il relatore diventa responsabile della gestione del contante e del materiale anche nei reparti di correzione e stabilimenti militari di pena e relativi laboratori, negli istituti militari, nei distretti e negli ospedali militari. Riepilogando, il tratto di strada percorso dal 1927 al 1962 è notevole. L'impostazione conseguente alla costituzione dei depositi di G.U. e misti e al citato decreto del 1962 prevede una netta distinzione tra Enti aventi piena fisionomia amministrativa di corpo ai sensi del R.A. 1927 (distretti, depositi, CAR, Enti speciali come istituti, scuole, stabilimenti ecc.) e reggimenti, distaccamenti e unità minori, che tale fisionomia completa non posseggono e hanno caratteristiche di distaccamenti dei depositi. Meno significativa la distinzione (Art. 2 , D.P.R. 9 aprile 1962) tra corpi ed Enti a gestione amministrativa complessa (sc uole e istituti militari, centri addestramento, distretti militari, ospedali militari, legioni carabinieri, ecc.) e corpi ed Enti a gestione amministrativa non complessa o semplice (quali appunto i depositi). In entrambi i casi, quali figure chiave d e11' amministrazione del corpo sono presenti il relatore, il direttore dei conti e il consegnatario dei materiali; taluni corpi ed Enti dispongono anche, come si è visto, del vice - relatore. Le cariche amministrative previste al livello di reggimento nello schema unificato (a cura del Ministero) de11' Atto dispositivo n. 1 a firma del comandante, che entra in vigore all ' inizio di ogni anno finanziario, 15 sono: - cariche principali: comandante, vice-comandante (ove esista), capo ufficio amministrazione , ufficiale (o maresciallo) pagatore, ufficiale addetto ai servizi reggimentali, ufficiale ai rifornimenti , ufficiale di vettovagliamento (quando il comandante ritenga di affidare l' incarico a persona diversa dallo ufficiale ai rifornimenti); - altre cariche: aiutante maggiore in 1", ufficiale rogante, ufficiale addetto agli automezzi , ufficiale di armamento, dirigente del Servizio sanitario, dirigente del Servizio veterinario, sottufficiale addetto al minuto mantenimento, capo deposito carburanti, ge store dello spaccio militare, I SU. per il contante e 1 SU. per il materiale (per ogni compagnia). Le attribuzioni del comandante, vice - comandante, capo ufficio
15 Cfr. Scuola di guerra. Le attribuzioni del comandante nel quadro del funzionamento amministrativo e contabile dei corpi - Ed. 1969 e 1973.
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amministrazione reggimentale, ufficiale superiore addetto ai Servizi reggimentali, ufficiale ai rifornimenti, capo ufficio amministrazione reggimentale, ufficiale pagatore o maresciallo cassiere sono quelle indicate dalla già citata Circ. n. 2000/ I.A./520 del I novembre 1957. L'aiutante maggiore in 1" ha come sempre in consegna i materiali di casermaggio, e tiene il relativo registro di conto corrente (mod. 2032) con il consegnatario per debito di custodia del magazzino di casermaggio territoriale. Risponde inoltre della gestione e conservazione dei documenti di viaggio e di trasporto e del relativo fondo permanente, che utilizza anche per spese postali, telegrafiche e telefoniche. Dirige e controlla la sala convegno e la mensa sottufficiali, riepiloga i rapportini giornalieri delle presenze predisposti dalle compagnie e li inoltra all'ufficiale al vettovagliamento, appone sul retro dei buoni di prelevamento mod. 611 la relativa dichiarazione. La cari~a di ufficiale rogante coincide al live11o considerato con quella di capo ufficio amministrazione, sempre che quest'ultimo rivesta grado non inferiore a capitano in servizio permanente o qualifica equiparata (se impiegato di ruolo). L ' ufficiale rogante svolge la sua attività in materia contrattuale. Intervie ne nella stipulazione di contratti e atti che abbiano forma di atto pubblico amministrativo e accerta la capacità giuridica delle parti, stila e custodisce i contratti e il relativo repertorio, l'elenco dei fornitori esclusi dalle offerte e tutti gli altri documenti e scritture concernenti la materia contrattuale. Le attribuzioni specifiche dell'ufficia le addetto agli automezzi, dell'ufficiale di armamento, del dirigente il Servizio sanitario, del dirigente il Servizio veterinario, del SU. addetto al minuto mantenimento e del capo deposito carburanti saranno indicate trattando dei rispettivi Servizi logistici. Basti dire che agli effetti amministrativi, l'ufficiale addetto agli automezzi e l'ufficiale di armamento non sono agenti responsabili per i materiali di rispettiva competenza, dati in carico ai SU. per il materiale dei reparti. Essi sono consulenti tecnici del comandante per il rispettivo settore, e gli rispondono della buona conservazione e manutenzione dei materiali (delle quali in prima istanza sono peraltro responsabili i comandanti di compagnia). I dirigenti del Servi zio sanitario e veterinario e il SU. addetto al minuto mantenimento, invece, hanno responsabilità diretta di gestione del materiale e/o dei fondi di rispettiva competenza. Il gestore dello spaccio militare presta servizio alla sede dello spaccio, riceve le direttive dalla commissione amministratrice, provvede all'acquisto dei generi da mettere in vendita, controlla gli incassi, tiene il denaro e lo custodisce, sorveglia i locali dello spaccio, provvede ai collaudi dei generi acquistati, adotta tutte le misure per assicurare la custodia dei beni e delle merci sotto la sua responsabilità, compila i vari documenti inerenti alla gestione e tiene i prescritti registri contabili, compila la situazione semestrale da inviare alla direzione di amministrazione del C.M.T .. Il SU. per il contante e quello per il materiale di compagnia in quaO
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lità di agenti responsabili hanno l'obbligo di presentare nei termini stabiliti dalle disposizioni i conti dei reparti rispettivamente per il contante e il materiale. Il SU. per il contante ha in consegna il fondo permanente per il reparto e tiene i seguenti registri: giornale di contabilità, registro vaglia truppa, registro deI1e decadi arretrate, registro dei puniti, registro delle licenze. Come il SU. per il contante, il SU. per il materiale risponde degli ammanchi, danni, smarrimenti ecc. ai sensi degli Artt. 3, 6, 8, 9 , 10, l l e 12 del D.P.R. 9 aprile 1962, n. 963. Il SU. per il materiale tiene il quaderno di carico mod. 547, il registro delle armi, il registro delle riparazioni delle calzature, il registro delle riparazioni degli oggetti di corredo, il registro della lisciviatura degli oggetti dl corredo e casermaggio ecc .. Le spese che comunque comportano assunzioni in carico di materiali e quelle che superano la somma di f. 20.000 devono essere effettuate previa emanazione di un Atto dispositivo a firma del capo ufficio amministrazione fino a un certo limite di spesa, e a firma del comandante per somme superiori. Sono emanati atti dispositivi anche per molti altri atti di gestione amministrativa (vendita di materiali e di quadrupedi, variazioni di titolari delle cariche amministrative, determinazioni stipendi, premi di rafferma, ecc.). L ' atto dispositivo n. 1 fa parte integrante del registro degli atti dispositivi e ne costituisce il primo volume. Al livello di Comando di reggimento l ' impostazione amministrativa prima indicata rimane valida fino alla ristrutturazione e al nuovo R.A.U. 1976, anche se i depositi:, come si è visto (vds. capitolo XIII) accusano ben presto problemi di funzionamento dovuti alla carenza qualitativa e quantitativa di personale a fronte dei molteplici compiti che ne fanno un anello intermedio tra reggimenti e C.M.T., anello molto importante ma anche proporzionalmente molto pesante. Nell'ambito del reggimento e per le unità a livello compagnia sono invece studiate, sperimentate e adottate nel corso degli anni 60 e nei primi anni 70 nuove procedure tendenti ad unificare al livello di battaglione - con evidente risparmio di SU. e ulteriore alleggerimento delle compagnie - la gestione del contante e del materiale, come già facevano da tempo con buoni risultati i gruppi di artiglieria (esclusa l'artiglieria da montagna). In particolare, lo SME con Circ. n. 2970 - R/15162201 in data 12 di~ cembre 1964 16 dispone l'inizio della sperimentazione presso taluni reparti dell'accentramento della gestione del contante e del materiale al livello di battaglione, ove sono previsti i relativi SU. addetti (eventualmente coadiuvati da altro personale). Le relative norme amministrative sono emanate dal MDE - DGSCA con Circ. n. 630/S.I.A. in data 14 dicembre 1964 per il contante e
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AUSSME, Rep. M/7, Racc. 855.
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con Circ. n. 629/S.I.A. in pari data per il materiale. La sperimentazione continua negli anni seguenti, fino a quando con Circ. n. 1600 R/15162201 in data 4 dicembre 1967 lo SME, tenuto conto dell' esito favorevole del ciclo sperimentale svolto, sanziona in via definitiva l'accentramento dell'amministrazione del contante e del materiale nell' ambito dei battaglioni meccanizzati, corazzati, carri, dei gruppi squadroni di cavalleria e del gruppo esplorante divisionale (G.E.D.), riservandosi di emanare le relative varianti organiche. Per il momento, l'accentramento rimane limitato a questi tipi di unità speciali a livello battaglione, che sono in numero ridotto, di limitata consistenza organica, molto "specializzate" e con ridotto numero di reparti minori. La nuova organizzazione, quindi, non interessa i rimanenti tipi di battaglione (fanteria, alpini, bersaglieri, paracadutisti, anfibi) che costituiscono la maggior parte dell'esercito. Per questi ultimi, dopo un favorevole esperimento condotto nell'ambito del III corpo d'armata l'accentramento del contante viene deciso solo 4 anni dopo (Circ. SME n. 240/151 in data 21 aprile 1971). 17 La gestione accentrata dei materiali nello stesso anno 1971 è in atto solo presso alcune unità corazzate, meccanizzate e di artiglieria. Allo scopo di "snellire le procedure e consentire un impiego più economico dei SU. in servizio permanente", lo SME con Circ. n. 250/151 in data 21 aprile 1971 18 esprime l'orientamento ad estendere anche questo sistema ad altri tipi di unità al livello di battaglione, e per acquisire ulteriori elementi di valutazione dispone che a partire dal 1° gennaio 1972 venga effettuato un esperimento di gestione accentrata dei materiali presso le compagnie comando e servizi dei battaglioni fanteria, bersaglieri, paracadutisti e anfibi. Alle relative incombenze provvede un SU. in servizio permanente consegnatario, coadiuvato da altro SU. Con la successiva Circ. n. 100/151 in data 24 giugno 1974 lo SME preannuncia l'estensione della gestione accentrata sia del contante del materiale anche ai battaglioni alpini e gruppi di artiglieria da montagna, unità che molto di frequente hanno compagnie e batterie decentrate. Anche in questo caso, il provvedimento definitivo è preceduto da una fase sperimentale che deve avere inizio dal 1° ottobre 1974 (per I' accentramento della gestione del contante) e dal 1° gennaio 1975 (per l'accentramento della gestione del materiale); alla sperimentazione sono per il momento interessati solo battaglioni e gruppi che non hanno reparti in distaccamento. La sperimentazione continua nel corso della primavera 1975, e con la Circ. n. 175/151 in data 15 maggio lo SME la estende al XIV battaglione genio pionieri di corpo d'armata e al II battaglione minatori. In tal modo, la completa e definitiva entrata in funzione dell'accentra-
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ivi, Racc. 868. ivi.
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mento del contante e materiale al livello di battaglione coincide, praticamente, con la ristrutturazione di fine 1975 e con l'entrata in vigore del R.A. U. 1976. Non si può tuttavia disconoscere l'importanza e la novità del processo iniziato nel 1964, che mira a conferire al livello di battaglione - alleggerendo le compagnie e le minori unità in genere - unarilevanza amministrativa che storicamente non ha mai avuto, pur essendo diventato dopo il 1945 la pedina fondamentale sia in campo operativo che logistico di campagna, con conseguente ridimensionamento del ruolo del reggimento. L'accentramento non può comunque essere esteso a tutte le Armi e specialità. Per i reparti alpini a livello compagnia/batteria distaccati, nel 1977 lo SME lascia facoltà al Comando del IV corpo d'armata alpino di valutare caso per caso l'opportunità di ricorrere o meno all' accentramento del contante e materiale al livello di battaglione/gruppo (Circ. n. 155/151 in data 28 luglio 1977). Si deve anche constatare che questa riforma - al pari di quelle precedentemente esaminate e attuate in base ai decreti del 1955 e 1962 - consente un risparmio di personale, un minore appesantimento dei reparti e un miglior funzionamento della branca amministrativa nei corpi/reggimenti e battaglioni, ma non elimina né l'eccessivo volume delle scritture contabili né la disparità di criteri e modalità di gestione, non solo e non tanto per le tre forze armate ma per i vari Servizi logistici dell'esercito. Tn particolare, l'amministrazione dei materiali di artiglieria, del genio, delle trasmissioni e automobilistici (exgruppo C) fa riferimento fino al 1976 a speciali regolamenti diversi dal R.A. 1927. Ne derivano un frazionamento di attività e responsabilità e una pluralità di Quadri coinvolti a vario titolo nel funzionamento dei vari Servizi del reggimento, che nella vita quotidiana delle unità rendono difficile per il comandante di quest'ultimo mantenere ben salde le redini in mano, far pesare l'azione di vigilanza e controllo che gli compete anche direttamente (e dopo attento vaglio degli atti istruttori), far fronte tempestivamente agli innumerevoli adempimenti amministrativi. Ad esempio, nello schema di Atto dispositivo del 1973 gli atti amministrativi che investono la responsabilità diretta e personale del comandante di reggimento (con particolare riguardo alle attribuzioni conferitegli gli ai sensi dell'Art. 17 R.A. 1927) sono: - nomina degli ufficiali e sottufficiali alle varie cariche amministrative ed eventuali sostituzioni, designazione degli ufficiali delegati a riscossioni e versamenti di somme (artt. 107, 109 e 110 R.A.); - nomina dell'ufficiale rogante con decreto da comunicarsi in copia al Ministero (paragr. 5 delle "Istruzioni sulla stipulazione dei contratti"); - nomina del sottufficiale addetto al minuto mantenimento (paragr. 64 delle "Istruzioni sul minuto mantenimento" modificato dalla circolare MDE n. 54741/1, in data 8- 111949, e dalla circ. 259 G.M. 1960); - nomina del sottufficiale alla cucina; - nomina della commissione rancio ("Norme per la vita di caserma"); - nomina della commissione amministratrice e del sottufficiale gestore dello spaccio militare (circ. 190 GM e circ. 238 GM 1953); - nomina periodica delle com1nissioni per dichiarazione di fuori servizio e di fuori
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uso dei materiali, per riparazione e classifica degli oggetti di corredo ritirati ai congedati (Artt. 243 e 265 R.A.); - nomina della commissione per l'accertamento delle cause che hanno prodotto la perdita di denaro o la perdita e deterioramento del materiale, quando l'importo del danno superi le L. 600.000 (arti. 27, 30, 31 R.A., modificati dal D.P.R. 28-6- 1955, n. 1106); - nomina della commissione per il collaudo dei materiali acquistati. dal commercio (paragr. 51 dell'I.C.E.A.E., n. 5210, ediz. 1956); - nomina della commissione "di consumo" dei materiali impiegati per la costruzione e le riparazioni degli oggetti di corredo e delle calzature (circolare MDE n. 02/1000 in data 30-10-1961 par. 362); - nomina della commissione per deliberare la riforma e l'abbattimento di quadrupedi ( art. 305 R.A.); - nomina della commissione per l'accertamento e la liquidazione dei danni prodotti dalle truppe in esercitazioni o in manovre, per l'osservanza delle disposizioni di cui alla Circ. 246 G.M. 1931, alla Circ. MDE - Dir. Gen. del Genio - numero 0/132075/A, in data 19-8-1954, modificata dal DPR 25-6-1955 n. 1106, e alla Circ. MDE - Ufficio del Segretario Generale - n. 500/S.L. in data 15.2. 1956; - nomina di ogni altra commissione prevista dalle disposi z ioni vigenti; - accertamenti diretti delle perdite di denaro e delle perdite o del deterioramento di materiali quando l'entità dei danni non superi le L. 600.000, con conseguenti decisioni di addebiti per responsabilità amministrativa o discarico per cause di forza maggiore, se trattasi di denaro o di materiali degli ex gruppi A e B. nonché denuncia del danno erariale al Procuratore Generale presso la Corte dei Conti (arlt. 81, 82 e 83 della "Legge sulla contabilità generale dello Stato"; artt. 27, 30 e 31 R.A., modificati dal D.P.R. 28-61955, n . 1106); - esame ed approvazione dei verbali di dichiarazione fuori servizio e fuori uso dei materiali degli ex gruppi A e B, redatti dalle apposite commissioni ; - disposizioni per la custodia delle casse per il denaro (comprese quellt: <ldlt: gt:stioni extra bilancio) e la s icurezza dei magazzini ; - disciplina del servizio delle mense sottufficiali e del rancio dei caporali e soldati; - esenzione degli uomini di truppa dal vitto comune (Art. 237 R.A. e circolare MDE n. 03/7000/S.C./2, in data 30-6- 1962, della Dir. Gen. Serv. Comm. Amm .); - ogni altro atto c he interessi la disciplina, l' educazione, l'istruzione e l'igiene d e lla truppa (Artt. 17, 162, 163, 164 R.A.); - addebiti a carico degli agenti responsabili per mancanza o deterioramento dei materiali non in distribuzione individuale quando l' importo dell'addebito non superi le L. 600.000 (Art. 23 R.A., modificato dai DPR 28 g iugno 1955. n. l 106), salvo le eccezio ni riguardanti i materiali dei servizi di Artiglieria, della Motorizzazione e del Genio; - d eterminazione delle competenze mensili varie per il funzionamento dei servizi (Arti. 138, 165 e 166 R.A.); - esame delle spese di carattere generale e di quelle da contenere entro i limiti delle assegnazioni ricevute (Art. 138 R.A.); - provvedimenti per la manutenzione, buona conservazione e riparazione dei materiali dell'ex gr~ppo C (Aru.243 e 265 R.A . - circ. 329 G.M. 1932; 679 G.M . 1933; 7 68 e 769 G.M. 1935); - esame e disposizioni in merito ad atti che possano importare l'inizio di liti giudiziarie o comunque impegnale nei confronti di terzi, l'interesse della Amministrazione (art. 16. R.A .); - autorizzazione p er g li acquisti dal co=ercio dei materiali dei servizi di Artig lieria, della Motorizzazione e del Genio, nei limiti d elle assegnazioni; - decisioni in merito agli a cquisti ad economia per importi inferiori alle lire 600.000 nei casi non previsti dai regolamenti Art. 38 R.A., quale risulta modificato dal DPR 286 - 1955, n. 1106); - approvazione fino a L. 3 milioni dei contratti attinenti a l mantenimento d e i qua drupedi, al casermaggio ed alle spese generali (Artt. 23 e 24 T.U. approvato con R.D. 2-
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2-1928, n. 263, modificalo dalla Legge 10-12-1953, n. 936 - ed Art. 36 R.A.) nonché al mantenimento ed alla vestizione dei sottufficiali e della truppa; - ricevimento degli atti di cessione, pignoramento e sequestro (Artl. 104 e 105 R.A.); - assegnazione dei fondi permanenti (Artt. 117, 1 I 8 e 119 R.A.); - rilascio e firma dei documenti di viaggio per i servizi isolati degli ufficiali e del marescialli (Circ. MDE n. 28/ArE, in dala 1-7-1957); - visto mensile sul registro di carico e scarico deHe derrate (mod. 558) e su quello riflettente l'impiego delle quote per il miglioramento rancio, giomala libera e giornata di magro, e frutta e verdura; - gestione delle spese riservale (Artt. 151, 152, 153, 154 e 155 R.A. e successive modificazioni); - concessione premi e remunerazioni speciali ai sottufficiali e ai mililari di truppa particolarmente meritevoli o incaricati di servizi speciali secondo le disposizioni e nell'arnbilo delle assegnazioni concesse (art. 156 R.A.); - esame saltuario delle partite aperte a carico delle dotazioni di fondo scorta (Art. 74 R.A.);
- verifica saltuaria ed improvvisa dei materiali in dotazione; - verifica salluaria ed improvvisa delle consistenze di cassa; - controllo permanente e vigilanza su tutta la gestione amministrativa; - giudizio sulla dipendenza da cause di servizio delle ferite, lesioni o infermità, riportate o c ontratte durante il servizio presso I' enle; - ogni altro atto che le norme in vigore attribuiscono al C omandante e quegli altri che riterrò di avoc are a me nei limiti delle disposizioni vigenti. Per l'erogazione delle spese ad economia, provvederò, di massima, con l'adozione di apposito atto dispositivo. Nessuna spesa, compresa quella per l'addestramento, potrà essere effettuata senza la mia autorizzazione, menlre è di esclusiva competenza del Capo ufficio ammfoistrazione l'attuazione pratica delle disposizioni date dal Comandante, quali, tra le altre, la sce lta de l fornitore, l'economicità dell'acquisto e lutti gli atti aventi carallere amministrativo contabile. Ove poss ibile le spese in economia dovranno essere programmale per l'intero esercizio finanziario.19
Evidentemente, la fisionomia amministrativa di distaccamento attribuita nel 1957 al livello di reggimento solo in parte ha raggiunto l' obiettivo di alleggerirne le incombenze, con particolare riguardo alle molteplici e dirette responsabilità e attribuzioni del comandante nella gestione amministrativa del reggimento stesso (e anche, a maggior ragione, d e l livello di corpo/deposito). Viene però da chiedersi - e larisposta è sempre stata ed è difficile - fino a che punto responsabilità gerarchica e di comando e responsabilità amministrativa e logistica possono essere vantaggiosamente separate. Comandare, non v' è dubbio, significa sempre amministrare: l'equilibrio tra questi due interfaccia è sempre faticoso, instabile, gravido di problemi e mai esente del tutto da inconvenienti. La preventiva presa di coscienza di questi limiti e problemi secolari aiuta a meglio valutare l'effettiva portata innovatrice della Pub. MD Ufficio del Segretario Generale USG - G - 004 Regolamento per l 'amministrazione e contabilità degli organismi dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica (R.A.U. 1976), approvato con D.P.R. 5 giugno
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Scuola di guerra, Le auribuzioni... (Cit.), pp. 139-143.
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1976, n. 1076. 20 Va subito chiarito che il nuovo regolamento non è che marginalmente collegato alla ristrutturazione del 1975 e deriva dall'emanazione di decreti delegati con fisionomia logistico - amministrativa interforze del 1965 e in particolare dal D.P.R. 18 novembre 1965, n. 1482 Norme sull'amministrazione e la contabilità degli Enti dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica. 21 Quest'ultimo è il primo decreto della storia che - riflesso inevitabile dei decreti delegati - introduce a partire dal 1° gennaio 1967 un complesso di norme di base a fattor com une per l'amministrazione e contabilità delle tre forze armate, in pace e in guerra. Le norme del 1965 non derivano da un'elaborazione ex-novo della materia, ma dall'estensione della legislazione di una forza armata alle altre. Il riferimento principale è la normativa primaria degli anni Venti ancor vigente per l'esercito: infatti le disposizioni legislative di cui al T.U. approvato con R.D. 2 febbraio n. 263 sono estese (Art. 1) anche alla marina e aeronautica, "in quanto applicabili in relazione alle specifiche esigenze e agli ordinamenti di ciascuna delle predette Forze Armate". Fa eccezione l'Art. 28 dello stesso T.U. (concernente la possibilità di dare corso, in casi di urgenza, ai contratti anche senza la prescritta registrazione della Corte dei Conti), che viene abrogato. Per contro, l'Art. 2 del decreto de l 1965 estende anche ali' esercito e alla marina le disposizioni di cui agli Artt. 3 e 10 della legge 22 dicembre 1932, n. 1958, Norme per L'amministrazione e contabilità degli Enti aeronautici. 22 L'Art. 3 della predetta legge stabilisce che, in casi di urgenza, l'esecuzione dei contratti specificati al precedente Art. 2 può essere iniziata, dietro autorizzazione del Ministero dell'aeronautica, prima che avvenga la prescritta registrazione da parte della Corte dei Conti, limitatamente a 1/5 del loro importo.L'Art. 10 della legge autorizza il Ministero della aeronautica a procedere, in casi speciali, alla vendita a licitazione o a trattativa privata - e anche ad economia - dei materiali dichiarati fuori uso, sempre che il loro valore non superi le 2000 lire. L 'Art. 3 del decreto del 1965 recita testualmente: "il regolamento unificato per 1' attuazione del presente decreto sarà emanato entro il 31 dicembre 1966, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per la Difesa, di concerto con il Ministro per il Tesoro". Se ne deduce che il R.A.U. 1976 è il regolamento di attuazione del decreto n. 1482 del 1965, viene emanato con un ritardo di 10 anni sulla da-
20 Supplemento alla GU n . 239 del 2 settembre 1977. Su ruolo, caratteristiche, collocazione e problemi del R.A.U . 1976 nel contesto generale della legislazione amministrativa civile e militare ci siamo avvalsi anche di una pregevole ricerca del gen. Vito Caporaso dal titolo L'Amministrazione militare ( I989), condotta nell' ambito dei Sotto-progetto "Grandi Servizi pubblici" di uno studio organico promosso dal CNR su Organizzazione e funzionamento della Pubblica Amministrazione, iniziato nel l'autunno 1988. 21 Supplemento alla GU n. 11 del 15 gennaio 1966. 22 GU n. 35 dell' 11 febbraio 1933.
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ta prevista e non abroga del tutto la normativa di base precedente ma si richiama, in particolar modo, al T. U. del 1928 dell'esercito, alla citata legge n. 1958 del 1932 dell'aeronautica, e al D.P.R. 28 giugno 1955 sul decentramento dei servizi del Ministero della difesa. Per completare il quadro iniziale, va anche detto che il R.A.U. 1976, pur abrogando - peraltro con numerose eccezioni - il R.A. 1927 per l'esercito, non può voltare completamente pagina rispetto ad esso, perché il suo lontano ancoraggio "esterno" rimane pur sempre il R.D. 18 novembre 1923, n.2440 contenente nuove disposizioni sull'amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello Stato, con il relativo regolamento di attuazione approvato con R.D. 23 maggio 1924, n. 827, ai quali fa esplicito e primario riferimento anche il R.A. 1927. Il forte ritardo nella sua emanazione va probabilmente attribuito alla intuibile difficoltà di giungere ad una piena concordanza di vedute tra i membri della commissione interforze - con rappresentanti anche del Ministero del tesoro - che deve curarne la compilazione. La ristrutturazione della Difesa del 1975 non sembra aver esercitato un' influenza apprezzabile sui suoi contenuti, anche se molto probabilmente ne accelera l' emanazione, se non altro per esigenze immediate che si pongono specie nell'esercito con la sostituzione del tradizionale modulo di reggimento con quello di brigata. Per gli stabilimenti e arsenali militari appartenenti all'area interforze (4° grado) del Ministero della dffesa, contestualmente al R.A.U. 1976 e sotto la stessa data (5 giugno 1976) viene emanato il D.P.R. n. 1077 Regolamento pe r gli stabilimenti e arsenali militari a carattere industriale, compilato a cura dell'ufficio ce ntrale per gli studi giuridici e la legislazione del Ministero e non dall'ufficio del Segretario generale (vds. capitolo Xlll). Poichè il D.P.R. n. 1077 è a sua volta il regolamento di esecuzione del D.P.R. 18 novembre 1965, n . 1481, la sua emanazione avviene con un ritardo più o meno pari a quello del R.A.U. 1976. Le cause del ritardo ci sembrano però diverse: poiché anche il decreto del 1977 rig uarda disposizioni amministrative a carattere interforze, non può entrare pienamente in vigore senza la precedente o almeno contestuale emanazione di un nuovo regolamento di amministrazione a fattor comune per le forze annate. Se è così, il R.A.U. 1976 potrebbe legittimamente essere ritenuto l' intelaiatura di riferimento anche per la gestione di stabilimenti e arsenali e non vi è dubbio che - diversamente dal nuovo regolamento per questi ultimi - avrebbe potuto essere emanato senza attendere altri regolamenti. Il decreto n. 1077 fa, in effetti, esplicito riferimento al R.A.U. 1976 sia all'Art. 2, il quale recita che "per quanto non disciplinato dal presente regolamento si applicano le disposizioni contenute nel R.A.U. 1976", sia al Titolo Xl (Artt. da 152 a 155), che per la gestione amministrativo contabile dei fondi rimanda alle attribuzioni delle cariche amministrative e modalità di gestione indicate dallo stesso R.A.U. 1976. Inoltre sia il D.P.R. n. 1076 che il n. 1077 si richiamano al citato R.D. 18 Novembre 1923, n. 2440 contenente nuove disposizioni sull' amministrazione del
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patrimonio e sulla contabilità generale dello Stato, e al relativo regolamento di attuazione. D'altro canto, in quanto regolamento di attuazione di un diverso anche se contestuale - decreto del 1965 il nuovo regolamento sugli stabilimenti e arsenali militari non può essere considerato - nell'intento del legislatore - un complesso di norme di dettaglio derivate dal R.A.U. 1976, bensì una normativa parallela e con esso in armonia. Se poi si considera che tale normativa parallela è riferita ad un settore particolare sulla quale il R.A.U. 1976 incide a sua volta in misura cospicua, diretta e molto maggiore di quanto faceva il R.A. 1927, si arriva alla conclusione che nel 1976 il dualismo tipico della regolamentazione amministrativa degli anni Venti - riflesso dello speciale ruolo dell'artiglieria e del genio - non viene del tutto superato, nonostante l'applicazione di una normativa unica a tutte le forze armate e a tutti i tipi di stabilimento e arsenale e benchè siano venute meno le ragioni delle antiche diversità. A parer nostro, meglio sarebbe stato assegnare al R.A.U. 1976 il pieno ed esplicito ruolo di normativa amministrativa primaria e generale dalla quale far derivare - quando necessario - le disposizioni speciali e/o a carattere particolare per taluni settori o Enti. Difficile da comprendere anche perché il R.A.U . 1976 viene re ttamente emanato dall'ufficio del segretario generale (al quale compete il coordinamento dell'attività delle direzioni generali e la specifica branca industriale della Difesa), mentre il nuovo regolamento per gli stabilimenti e arsenali militari è emanato non dalJ'ufficio del segretario generale ma daJl'ufficio centrale per gli studi giuridici e la legislazione. L'opportunità di riconoscere al R.A.U. 1976 carattere di normativa primaria ci sembra avvalorata anche dai contenuti del suo Art. 2. Benchè il titolo del D.P.R. n. 1076 che lo approva parli di "organismi dell'esercito, della marina e dell' aeron·autica" senza riferimenti agli stabilimenti militari (come pur faceva il titolo del R.A. 1927), il predetto Art. 2 precisa che le norme del R.A.U. 1976 si applicano anche agli Enti, distaccamenti e reparti dell'area interforze e sostituisce (ma non abroga del tutto) i regolamenti di amministrazione di forza annata, che "continuano ad aver vigore per le materie non disciplinate dal presente regolamento e nei casi espressamente richiamati". Per l'esercito, rimangono per il momento in vigore le norme del R.A. 1927 contenute nei seguenti articoli: 156 (spese generali), 437 e seguenti (disposizioni speciali per lo SME e i C.M.T.); 665 e seguenti (istituto chimico farmaceutico militare); 730 e seguenti (direzioni di commissariato e relativi servizi); 787 e seguenti (istituto geografico militare); 805 e seguenti (ufficio amministrazione personali militari vari). Per i Servizi di commissariato, rimangono inoltre validi i vecchi Libri I, II, Ili e IV delle Istruzioni per i Servizi di commissariato militare del 1940, approvati rispettivamente con i D.M. 20 ottobre 1940, 20 maggio 1940, 30 aprile 1933 e 15 dicembre 1940 (Cfr. Vol. III, capitolo VII). Secondo l'Art. 2 tali Istruzioni (per inciso, da tempo superate in talune loro parti da circolari e disposizioni del dopoguerra) rimangono in vigore solo
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in via provvisoria e "in attesa del regolamento speciale a carattere interforze sui Servizi di commissariato", regolamento evidentemente richiesto dalla costituzione con i decreti delegati del 1965 di una direzione di commissariato interforze (COMMIDIFE). Un ennesimo e ben distinguibile segno del prevalente carattere di normativa primaria del R.A.U. 1976 è dato dalla sua struttura. Pur indulgendo talvolta alla trattazione di argomenti particolari sul modello del R.A. 1927, è molto più snello di quest'uiltimo, che comprende 4 libri, 32 Titoli e 118 capitoli mentre il R.A.U. 1976 esaurisce la materia in 22 titoli e 81 capitoli. I due regolamenti hanno invece a fattor comune il limite di non prendere in considerazione gli specifici adeguamenti richiesti dall'impiego delle forze in guerra, in situazioni di emergenza e/o in "missioni di pace" anche al di fuori del territorio nazionale, tanto più che esse da tempo richiedono la costituzione di unità operative e organismi ad hoc a carattere interforze sotto un unico comandante denominate "corpi di spedizione", "contingenti" o "delegazioni di assistenza tecnico - militare". Riepilogando, la collocazione del R.A.U. 1976 appare bivalente o bifronte, fino a poter essere ritenuta ambigua. E' un regolamento interforze ma al tempo stesso tratta argomenti di carattere molto specifico che potrebbero non essere contenuti in una normativa di base interforze che come tale dovrebbe essere a maglie larghe. Al tempo stesso, ha la prevalente fisionomia di una prima intelaiatura generale (come è anche lo stesso T.U. del 1928) e per essere pienamente applicato richiede la compilazione di tutta una serie di nonne e istruzioni da esso derivate, volte a riempirne gli spazi lasciati liberi e - all'atto della sua emanazione - coperti solo dalla regolamentazione secondaria e specifica di forza armata già in vigore, che pertanto quando non esplicitamente in contrasto con lo stesso R.A.U. 1976 rimane valida. Concordiamo pertanto con il generale Caporaso, quando nella sua recente ricerca sull'Amministrazione militare afferma: Nell'ordinamento della Difesa, il RAU si colloc a quale strumento normativo che ha reso possibile la capillare omogeneizzazione di diversificati comparti giuscontabili, attraverso la eliminazione di marcate difformità metodologiche e procedurali. Ciò grazie alla configurazione di organi identici per lo svolgimento di identiche funzioni, all'adozione di terminologia uniforme, alla scrupolosa ottica interforze che ha sempre permeato i lavori dell ' apposita Commissione. Invero, da un punto di vista di pura metodica espositiva, va detto come il sistema seguito dag li estensori del RAU sembri ispirarsi più ai criteri in genere adottati per la compilazione di testi unici che a quelli chiamati a presiedere la redazione di un regolamento. Sotto tale aspetto, il RAU si appalesa, in qualche passo, ridondante per la presenza di parti meramente descrittive e definitorie di istituti non sempre indispensabili. Quanto sopra, comunque, può trovare giustificazione nel carattere di organicità ed omogeneità che si è inteso dare alla regolamentazione delle materie trattate, onde agevolare la uniformità di applicazione dei vari gruppi di norme da parte delle tre Forze Armale. Superato, comunque, il modesto spunto critico che precede, occorre riconoscere che il RAU si pone oggi sul piano di una centralità formale e sostanziale, centralità peraltro sanc ita dal terzo comma dell'articolo unico del DPR n ° 1076/76 che, approvando il Regola mento, abroga le disposizioni in contrasto o comunque con esso in
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compatibili. Discende da ciò che qualsiasi regolamento speciale, in materia amministrativa, deve svilupparsi nei limiti indicati dal RAU. 2 3
Dopo averne stabilito la collocazione e i caratteri generali, daremo ora un rapido cenno - non sostitutivo del testo integrale - delle principali innovazioni che il R.A. U. 1976 introduce rispetto al R.A. 1927, tenendo ben presente che i suoi contenuti appartengono all'attualità e non alla storia e che anche dopo il 1981 prosegue la progressiva armonizzazione dell'amministrazione delle forze armate con i suoi princlpi mediante la diramazione di Istruzioni e norme particolari. Come il R.A. 1927, il R.A.U. 1976 si apre con un insieme di definizioni (Art. I) che servono a chiarire - e anche a caratterizzare in via preliminare - la materia trattata. Anzitutto, viene eliminato il secolare termine di corpo, inteso come istituto con spese e amministrazione propria che rende i conti direttamente agli organi centrali (prima degli anni Venti) o ai C.M.T. (dopo). Esso è sostituito da Ente, termine che indica "i Comandi, le direzioni e ogni altro ufficio o istituto di forza armata o interforze, che banno gestione di fondi di bilancio con la resa del conto direttamente agli organi cui è ùcvululu il controllo amministrativo e contabile" [cioè - normalmente - alle direzioni di amministrazione - N.d.a.]. Il R.A.U. 1976 diversamente dal R.A. 1927 dà anche - in relazione al crescente rilievo pratico che assume - la defini zione precisa di distaccamento, inteso come "Comando, nave, direzione od ogni altro ufficio o istituto di forza armata o interforze che ha comunque gestione di fondi di bilancio, ma che dipende per la somministrazione di tali fondi e per la resa della relativa contabilità da un Ente [nostra sottolineatura - N .d.a.] , il quale inserisce tale contabilità nei propri rendiconti". Pur usando spesso, anche nella regolamentazione derivata, il termine di reparto e quello di compagnia e (meno frequentemente) quello di battaglione, il R.A.U. 1927 dava la definizione solo di queste due ultime unità e non quella di reparto. Al contrario il R.A.U. 1976, dato anche il suo carattere interforze, usa solo il termine di reparto, con il quale indica "le unità organiche, nonché quelle a carattere interforze, che sono comprese in altre unità e che hanno gestioni di fondi e di materiali nell'ambito dell'attività amministrativa dell'unità dalla quale dipendono". Dalle definizioni del R.A.U. 1976 scompare anche il termine di reggimento, con il quale il R.A. 1927 piuttosto genericamente indicava "tutti i corpi di truppa", mentre il termine comandante (per il quale il R.A.U. 1927 si limitava a precisare che con esso si indicava anche il direttore presso direzioni, stabilimenti e uffici) viene definito dal R.A.U. 1976 in forma più completa, indicando quali comandanti "i comandanti di unità organiche, i direttori dei servizi territoriali, i capi degli uf-
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V. Caporaso, Op. cit., pp. 10- 11.
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fici e di altri istituti di forza armata o interforze che hanno amministrazione di personale e di materiale". Nel R.A.U. 1976 cambia anche la definizione di materiale~ che secondo il R.A. 1927 comprende "gli utensili, le macchine, gli attrezzi, i mobili, le derrate o qualunque altra materia od oggetto che occorra per il servizio dei corpi, istituti e stabilimenti". Questa definizione, se non esclude del tutto le armi e il materiale di annamento ai quali si fa diretto riferimento nel testo dello stesso R.A. 1927, certamente appare poco chiara e riferita soprattutto ai materiali dei gruppi A e B (Art. 307 R.A. 1927), il che è giustificato anche dal fatto che per i materiali del gruppo C (artiglieria, genio, motorizzazione e anche chimici o NBC) esiste uno specifico regolamento diverso dal R.A. 1927. Il R.A.U. 1976, invece, dà una definizione di materiale dove le armi e il materiale d'armamento figurano in prima linea: "le armi, gli annamenti, le munizioni, le macchine, gli attrezzi, i mobili, gli utensili, le derrate, i manufatti, le materie prime, le merci in genere e tutti gli altri oggetti destinati al servizio della difesa". Nella definizione precedente, non potendo essere definiti utensili o macchine le armi, le munizioni e i materiali d'armamento, questi ultimi potevano rientrare in parte negli attrezzi e, per il resto, solo nella "materia" e negli " oggetti". Queste definizioni sottintendono nelle grandi linee la nuova impostazione amministrativa, dunque hanno precisi risvolti pratici. Tenendo presente che la ristrutturazione del 1975 per la prima volta nella storia sostituisce prcssochè al completo i reggimenti d'Arma con brigale interarma e conserva il modulo reggimento solo in casi speciali (ad esempio: reggimento ferrovieri), riteniamo opportuno precisare subito, per chiarire la materia e darle un risvolto concreto,24 che a partire dal 1976 nell'ambito dell'esercito: - sono considerati Enti, con fisionomia amministrativa completa e ruolo analogo a quello dei precedenti corpi, i Comandi di brigata, i Comandi di reggimento, delle scuole ecc., e anche dei depositi superstiti; - sono considerati distaccamenti i Comandi di battaglione/gruppo artiglieria/gruppo squadroni, che in tal modo assumono una fisionomia analoga a quella dei reggimenti amministrativamente dipendenti dai depositi di G.U. e misti (Cfr. la citata Circ. MDE n. 2000/ I.A./520 in data I O novembre 1957); - sono considerati reparti le unità al livello di compagnia/batteria/squadrone (che, se non inquadrate in un battaglione, possono anche assumere Ja fisionomia di un distaccamento minore); - ai sensi deJJ' Art. 3, le direzioni e gli altri organismi o uffici che esplicano servizi tecnico-amministrativi nell'ambito di una o più cir-
24 Su questi e altri aspetti applicativi immediati del R.A.U. 1976 nell'ambito dell'Esercito Cfr. Comando del Corpo di Amministrazione, Pub. n . 6367 Il Servizio di amministrazione dell 'Esercito - Ed. 1986 e ID .. Lineamenti arnministrntivi p e r il comandante di battaglion e - 50 chiavi di accesso - Ed. 1990.
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coscrizioni di C.M.T. sono costituite in Enti o distaccamenti con determinazione del Ministro, in relazione all'entità della gestione finanziaria. In virtù di queste disposizioni, i Comandi di CMT e di corpo d'armata ricevono il sostegno amministrativo da un'apposita unità organica con fisionomia di distaccamento collegato a un Ente che opera a livello centrale. Questa intelaiatura amministrativa viene pienamente assunta dai Comandi periferici e dalle unità a partire dal I O gennaio 1977, con lo scioglimento (vds. capitolo XIII) dei depositi di G.U. e misti e l'attribuzione del ruolo di centro amministrativo alle neo-costituite brigate e ai reggimenti non inquadrati in G.U., che continuano a fare capo ai depositi superstiti (denominati territoriali) solo per la parte matricolare. Va anche precisato che nei riguardi del ruolo amministrativo dei Comandi brigata e delle competenze in campo logistico - amministrativo del colonnello vice - comandante di brigata vi è un ripensamento. Secondo la Circ. SME n. 395/151 in data 2 settembre 1975, il vice-comandante è comandante di corpo ai fini amministrativi di tutti i reparti della brigata. Ha alle dipendenze l'ufficio amministrazione e amministra direttamente i reparti alla sede del Comando. Ad eccezione del battaglione logistico, gli altri battaglioni non sono ancora considerati veri e propri distaccamenti. Dopo l'uscita del R.A.U. 1976, la Circ. SME n. 220/151 in data 18 luglio 1977 ridimensiona le responsabilità del vice-comandante di Brigata nel campo amministrativo e lo rende direttamente responsabile da] punto di vista amministrativo solo del reparto comando di brigata, mentre tutti i battaglioni della G.U. costituiscono distaccamento dell' ufficio amministrazione (per la compagnia controcarri e la compagnia genio pionieri il ruolo di comandante di corpo anche ai fini amministrativi è svolto dal Capo di Stato Maggiore). L ' organizzazione amministrativa degli Enti - comprese, quindi, le brigate - è affidata (Art. 5) al servizio amministrativo, nuovo termine che indica il complesso degli uffici che provvedono all'amministrazione dell'Ente. Ai sensi dell'Art. 5, il servizio amministrativo comprende le seguenti cariche con proprio ufficio: capo del servizio amministrativo, capo gestione del denaro, cassiere, ufficiale alla matricola, ufficiale rogante, capo gestione del materiale, consegnatario del materiale, contabile agli assegni. Rispetto ali' organizzazione precedente dei corpi, scompaiono le figure del relatore, del direttore dei conti, dell'ufficiale o maresciallo pagatore e sono introdotte le nuove figure di capo gestione del denaro, capo gestione del materiale e contabile agli assegni. Il capo del servizio amministrativo ha preminenza gerarchica su tutte le altre cariche; da lui dipendono direttamente ed esclusivamente il capo gestione del denaro (che normalmente è anche ufficiale rogante), il capo gestione del materiale e l'ufficiale alla matricola. Ne risultano in tal modo meglio caratterizzati i tre settori fondamentali della gestione amministrativa degli Enti, ognuno dei quali ha un proprio responsabile che a sua volta dipende dal capo del servizio amministrativo.
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Particolare interessante e nuovo, la presenza nell'Ente di tutte le cariche amministrative prima indicate non è tassativa (come invece avviene nel R.A. 1927), mal' Art. 5 del R.A.U. 1976 stabilisce che questa organizzazione si attua in forma completa solo "nei casi in cui sia strettamente indispensabile per la gestione dell' Ente" . Anche per l'organizzazione del servizio amministrativo e per le attribuzioni degli agenti di cui ali' Art. 3, l' Art. 5 del R.A.U. 1976 è molto elastico e recita che in questo taso "si applicano le particolari nonne contenute negli speciali regolamenti e relative istruzioni, vigenti per le singole forze armate. Presso i medesimi Enti le cariche amministrative sono devolute al personale militare o civile indicato nei rispettivi regolamenti e relative istruzioni". Nella pratica, in taluni casi le cariche amministrative presso gli Enti e ancor più presso i distaccamenti possono e ssere abbinate, tenendo però presente che (Art. 20) la carica di capo del servizio amministrativo è incompatibile con quelle di capo gestione del denaro, di capo gestione del materiale, di cassiere e di consegnatario del materiale, mentre la carica di capo gestione del denaro è incompatibile con quella di cassiere, di ufficiale alla matricola e di conse gnatario del materiale. In casi particolari, gli incarichi di capo gestione del de naro e capo gestione del materiale possono essere affidati a un solo agente oppure allo stesso capo del servizio amministrativo. In proposito, il R.A. 1927 è più rigido e non prevede il tempo pieno, perché all'Art. 2 stabilisce che le funz ioni amministrative non dispensano coloro che le esercitano dalle allre allribu zioni ordina1·ie o da altri ioc a1·ic hi speciali, e all' Art. 13 indica l' incompatibilità della carica di capo dell ' ufficio amministrazione con quella di direttore dei conti, di ufficiale pagatore e di consegnatario del materiale, e della carica di direttore dei conti con quella di ufficiale pagatore. Ai sensi dell'Art. 16, le funzioni di capo del servi zio amministrati vo e di capo gestione del denaro nell ' esercito sono attribuite ad uffici ali del servizio di amministrazione; per la marina e l' aeronautica, a ufficiali del corpo di commissari ato. Le funzioni di capo gestione del materiale e di ufficiale alla matricola sono attribuite ad ufficiali di Arma, corpo o Servizio. Le funzioni di cassiere e di consegnatario del materiale oltre che a ufficiali di Arma, c orpo o Serviz io possono essere attribuite ad impiegati civili di ruolo delle carriere di concetto. Per provate esigenze dell' Ente, queste ultime funzioni (e quelle di contabile agli assegni) possono essere attribuite anche a sottufficiali in servizio permanente idonei allo speciale incarico. Se il consegnatario dei materiali ha l' obbligo della resa del conto giudiziale, il suo grado minimo deve essere quello di sottufficiale in servizio permanente. Le attribuzioni specifiche del comandante e delle cariche amministrative dell ' Ente hanno parecchie analogie con quelle delle cariche al livello di corpo, considerate nell'assetto raggiunto prima del R.A.U. 1976. Nulla di sostanzialmente nuovo per il comandante; quale organo titolare esclusivo del decentramento amministrativo, ai sensi degli Artt. 4, 6 e 7 esercita l' alta vigilanza sull'attività amministrativa, la indiriz-
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za ai fini istituzionali, ed esplica ogni altra attribuzione assegnatagli dalle leggi e dai regolamenti. In particolare egli nomina - salvo i casi di competenza del Ministero - le cariche amministrative e nomina temporaneamente, per esigenze saltuarie, uno o due aiutanti per il cassiere o per il consegnatario del materiale, adotta i provvedimenti per la sicurezza delle casse e dei magazzini, esenta i militari di truppa dal partecipare alla mensa. Può intervenire nell'attività amministrativa di competenza degli uffici dell'Ente e adottare sotto la sua responsabilità i provvedimenti che ritenga necessari, dandone comunicazione all'autorità superiore competente. Inoltre in casi di particolare gravità e urgenza può adottare anche provvedimenti di competenza di organi superiori, riferendone immediatamente per la ratifica. In sostanza, se queste attribuzioni del comandante sono più estese di quelle di cui agli Artt. 15 - 17 del R.A. 1927, sostanzialmente non differiscono da quelle che la citata Circ. MDE n. 2000/I.A/520 del 1° novembre 1957 assegnava al comandante di reggimento. Rispetto al passato il comandante ha anzi in più la possibilità di adottare in casi di urgenza anche provvedimenti di competenza di organi superiori. Altre attrihuzioni particolari sono: - denuncia immediata al Procuratore generale presso la Corte dei Conti di mancanze, deterioramenti e diminuzioni di denaro e materiali. Accertamento diretto del danno se l'importo è inferiore a f. 600.000, a norma di una commissione se il danno è superiore; - firma della corrispondenza d'ufficio di carattere amministrativo diretta a organi superiori, connessa a fatti di carattere disciplinare e attinenti alla istruzione, addestramento e igiene (Art. 9 - la rimanente corrispondenza viene firmata dal capo servizio amministrativo); - determinazione in via amministrativa delle responsabilità e degli addebiti relativi a danni non superiori a f. 600.000 (Art. 29); - approvazione di contratti per mantenimento e vestizione SU. e truppa, mantenimento e servizio quadrupedi, casermaggio e spese generali per importi non superiori a f. 12.000.000 (Artt. 39 e 41); - autorizzazione del ricorso a spese ad economia per le materie e i casi previsti dagli Artt. 50 e 52, e per un importo non superiore a f.. 600.000 (Art. 53); - gestione delle spese riservate (Art. 120); - autorizzazione a U. e SU. a partecipare alla mensa truppa, con pagamento dell'importo del vitto (Art. 137); - sospensione di pagamenti nei casi previsti dall'Art. 220; - certificazione di nominativi e autenticazione della firma per libretti di riscossione; - attribuzioni in materia di gestione dei materiali previste dai l'Art. 286 (nomina commissioni; disposizioni per trasformazioni, modifiche, composizioni e scomposizioni; autorizzazione dei movimenti di entrata ed uscita di materiali dai magazzini, sempre che essa non sia di competenza di altro agente; verifiche dei magazzini e ricognizioni dei materiali);
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- disposizione di distruggere materiali impiegabili o fuori uso, per urgenti e improrogabili esigenze di sicurezza, igiene o tutela del segreto (Art. 358); - approvazione di proposte di eliminazione, abbandono o distruzione di materiali fuori uso e in carico ai magazzini, di valore commerciale nullo o irrilevante (Art. 360); - nomina di commissioni per la dichiarazione fuori uso di materiali con le modalità stabilite dai regolamenti vigenti per i Servizi o, in mancanza, da istruzioni ministeriali, e/o proposte in merito alle autorità superiori (Artt. 362, 367 e 368). Il capo del servizio amministrativo (Artt. 8 e 9) è preposto alla direzione della gestione amministrativa dell'Ente, con autorità gerarchica e funzionale nell'ambito del "servizio amministrativo" e autorità funzionale nell'ambito dell'organismo. Ha attribuzioni analoghe a quelle precedentemente devolute al relatore. Se l'ordinamento dell'Ente non prevede l'incarico, le sue attribuzioni spettano al comandante. 11 R.A.U. 1976 sembra delineare una sua maggiore autonomia rispetto al passato, assegnandogli la possibilità di compiere autonomamente atti amministrativi anche senza esplicita e preventiva autorizzazione del comandante. Tale autonomia è implicitamente riconosciuta dallo stesso Art. 7, che come si è visto obbliga il comandante a dare immediata comunicazione all'autorità superiore dei suoi interventi in materie di competenza degli uffici amministrativi dell'Ente, il che presuppone che nella normalità dei casi tali interventi non debbano avere luogo. In questo quadro, il capo servizio amministrativo ha una duplice funzione. Da una parte egli garantisce tecnicamente il comandante nelle attività amministrative a carattere discrezionale di sua esclusiva competenza, in quelle attività cioè che ricevono impulso solo dall'iniziativa del comandante e lo coinvolgono pienamente, con l'intervento del servizio amministrativo solo negli atti istruttori e in attività di consulenza a monte de11a decisione, e nella direzione ed esecuzione delle operazioni necessarie per tradurre in pratica la decisione stessa. Dall'altra, egli ha piena autonomia e provvede direttamente per quanto riguarda le attività vincolate, cioè quelle che si svolgono automaticamente nell'ambito delle leggi e dei regolamenti vigenti senza richiedere - di volta in volta - specifiche decisioni o autorizzazioni del comandante. In merito, gli compete: definire il fabbisogno dei fondi e le relative richieste alla direzione di amministrazione; ordinare la spesa in conformità alle norme in vigore e alle direttive del comandante; ordin are i pagamenti e le riscossioni; provvedere - quando non diversamente disposto dall'Art. 40 - alla stipulazione dei contratti e agli adempimenti amministrativi connessi con lavori, forniture e vendite; disporre - salvo il caso previsto dall'Art. 289 - l'assunzione in carico e lo scarico dei materiali e predisporre i provvedimenti per la loro dichiarazione fuori uso o per la vendita; detenere una delle chiavi de11a cassa di riserva; dirigere la gestione amministrativa del denaro e dei materiali affidati ai reparti dipendenti dall'Ente; ordinare la somministra-
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zione dei fondi ai distaccamenti e accettare - qualora non abbia nulla da eccepire sul riconoscimento della regolarità formale e contabile di competenza del capo gestione del denaro - i conti resi dai predetti distaccamenti, ordinandone l'inserimento nella contabilità deJl'Ente. Il capo gestione del denaro (Artt. 9 e 10) tiene il Registro delle disposizioni amministrative dove sono annotati i provvedimenti del comandante e del capo servizio amministrativo. Le sue attribuzioni sono analoghe a queJle assegnate in precedenza al direttore dei conti del corpo. Accerta la regolarità contabile degli ordini di pagamento e riscossione la cui forma compete al capo servizio amministrativo, dirige la gestione del denaro e il servizio della liquidazione degli assegni al personale, detiene una de11e chiavi della cassa di riserva e vigila sul regolare funzionamento del servizio di cassa, propone al capo del servizio i provvedimenti per assicurare il rifornimento dei fondi, accerta la regolarità formale e contabile dei conti resi dai distaccamenti e la regolarità amministrativa dei conti resi dai reparti dipendenti, compie le verifiche contabili alla gestione delle mense. A meno che l'attività contrattuale non imponga di conferirlo ad altro ufficiale o impiegato civile, svolge anche l'incarico di ufficiale rogante, le cui attribuzioni non mutano rispetto a quelle svolte in precedenza. Dal capo gestione del denaro dipendono il cassiere e il contabile agli assegni. Il cassiere (Artt. 11 e 213) effettua le riscossioni e i pagamenti e tiene le relative scritture; detiene una deJlc chiavi della cassa di riserva e quella della cassa corrente. Il contabile agli assegni (Art. 18) compila i documenti di spesa relativi alle competenze del personale e vi appone la propria firma per attestarne le regolarità. Cura, in particolare, la rispondenza tra la forza risultante dai ruoli matricolari e quella risultante dai documenti contabili. Si tratta di una carica in precedenza non prevista, le cui attribuzioni erano svolte dallo stesso direttore dei conti. La sua istituzione è un segno del maggior peso amministrativo e contabile e della maggiore importanza assunta dagli atti concernenti gli assegni del personale. Il capo gestione del materiale (Artt. 14 e 288) ha attribuzioni analoghe a quelle precedentemente svolte dal capo ufficio materiale del corpo. Assicura la regolarità e tempestività dei rifornimenti e delle distribuzioni dei materiali anche ai fini del mantenimento dei livelli di scorta, coordina l'attività dei consegnatari, cura la tenuta di schedari e situazioni statistiche, sovraintende alle operazioni concernenti il funzionamento dei magazzini. In particolare, si assicura che le consistenze dei materiali in magazzino corrispondano ai livelli prestabiliti e accerta la quantità dei materiali consumati formulando le previsioni dei fabbisogni. Da lui dipendono uno o più consegnatari (Art. 15) che hanno in carico i materiali de11' Ente e hanno l'obbligo di custodirli e mantenerli in buono stato d'uso, tenerne le scritture e renderne il conto. Ai sensi dell' Art. 22, ai distaccamenti - ai quali, come si è accennato, corrispondono in genere le unità al livello di battaglione/gruppo - si applicano le stesse disposizioni prima indicate per gli Enti, tenendo però
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presente che: - le disposizioni di cui all'Art. 5 riguardanti la ripartizione in uffici del servizio amministrativo e le cariche amministrative dell'Ente sono applicate integralmente solo presso i distaccamenti che, per entità di gestione del denaro e del materiale, sono considerati di "grande rilevanza amministrativa" (normalmente, non è questo il caso dei battaglioni/gruppi inquadrati nelle brigate); - negli altri distaccamenti "la costituzione in uffici del servizio amministrativo deve essere informata al criterio della indispensabilità, in relazione alle effetti ve esigenze funzionali del distaccamento e secondo gli ordinamenti di ciascuna forza armata"; - in quest' ultimo caso, se gli ordinamenti (come avviene nei battaglioni/gruppi inquadrati nelle brigate) non prevedono la carica di capo del servizio amministrativo, le relative funzioni spettano al comandante, che può assumere anche le attribuzioni di cassiere oppure affidarle ad un ufficiale o ad un sottufficiale che assume le responsabilità previste dal!' Art. 213. 11 comandante, nei piccoli distaccamenti, assume le funzioni anche di consegnatario del materiale; - possono essere abbinate anche le cariche di capo gestione del denaro e capo gestione del materiale; - se l'ordinamento non prevede tali incarichi, le relative funzioni sono svolte dal capo servizio amministrativo; se l'ordinamento non prevede l 'incarico di ufficiale alla matricola, il servizio matricolare fa capo a un altro organismo specificatamente designato (esterno al distaccamento e/o all'Ente). La struttura del servizio amministrativo degli Enti e distaccamenti e le funzioni esercitate dalle varie cariche consentono fin d'ora di constatare che il R.A.U. I 976 cammina, senza strappi, nel solco dei decreti di riforma del 1955, 1957 e 1962 che prima abbiamo esaminato. Poichè il livello di battaglione/ gruppo assai più della brigata ha ereditato la fisionomia amministrativa e operativa del reggimento, il R.A. 1976 rispetta sostanzialmente gli intenti e i contenuti della Circ. MDE n. 2000/ 1.A/520 del 1° novembre 1957, con la quale per la prima volta il li vello di corpo nell'accezione del R.A. 1927 non coincide più con il livello di reggimento rimasto fondamentale, e si intende alleggerire il reggimento considerandolo distaccamento di un Ente. Anche se l'Art. 22 del R.A.U. 1976 inquadra con molta elasticità la fisionomia amministrativa del distaccame nto e le relative cariche, questa soluzione consolidata e diffusa anche a livello interforze potrebbe dar luogo a due inconvenienti. Il primo è che nella prevalente dottrina amministrativa il distaccamento non coincide mai con la normalità dei casi, che vogliono il <.:orpo operante con i reparti riuniti e di conseguenza ri<.:hiedono di calibrare le modalità per la gestione amministrativa su questo caso normale e di gran lunga più frequente. In altre parole, se il live llo di battaglione/gruppo è oggi quello più diffuso ed è operativamente la pedina fondamentale del combattimento, su di esso - come si è sempre fatto con il corpo, fino al R .A. U. I 927 compreso - e non
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sull'Ente dovrebbe essere studiata, polarizzata e calibrata con una certa precisione la struttura amministrativa. In secondo luogo, la poco felice esperienza della "divisione binaria" del 1937 (che si è voluto appunto "alleggerire") dimostra che la sempre auspicabile leggerezza logistica e quindi amministrativa va conciliata con le (preminenti) esigenze di autonomia, che oggi si pongono con particolare evidenza per il livello di battaglione/gruppo, anche per eventuali esigenze operative al di fuori del territorio nazionale. Va da sè che queste esigenze di autonomia non possono essere soddisfatte che con un'idonea disponibilità, al livello considerato, di organi non solo esecutivi ma anche direttivi. Un'altra caratteristica importante del R.A.U. 1976 è che esso dà una prima - ancorché non sufficiente - legittimazione giuridica alle direzioni di amministrazione (Titolo XIV - Artt. 389 - 399), inserendole per la prima volta in un regolamento di amministrazione approvato con decreto del Capo dello Stato e soprattutto estendendole ai Comandi territoriali della marina e dell 'aeronautica. In precedenza, la loro esistenza veniva sanzionata solo con la citata Pub. MDE - Ragioneria Centrale n. 4841 Istruzione per la contabilità degli Enti amministrativi dell'Esercito -Ed. 1951 , approvata con D.M. e non con D.P.R. e quindi con fisionomia di disposizione " interna" e di forza armata. Né va trascurato che sul D.P.R. 5 giugno 1976, n. 1076 che approva il R.A.U. 1976, esprimono parere favorevole sia la Corte dei Conti che il Consiglio di Stato e viene sentito il Consiglio dei Ministri, in tal modo togliendo al_ decreto ogni carattere "interno" e tecnico. Le direzioni di amministrazione di CMT provvedono (Art. 389) alla distribuzione dei fondi agli Enti dipendenti, alla revisione della contabilità e del denaro degli Enti stessi anche per conto della ragioneria centrale, e alla revisione dei rendiconti prodotti dai funzionari delegati ai sensi dell'Art. 273 e dell'Art. 60 della legge di contabilità dello Stato, rendiconti il cui riscontro può essere in tutto o in parte delegato dalla ragioneria centrale alle stesse direzioni di amministrazione di CMT, per i funzionari residenti nelle circoscrizioni di competenza. Più in generale, vigilano (Art. 397) sulla tempestiva e regolare resa dei conti, sulla regolarità della tenuta dei documenti e registri contabili, sul funzionamento del servizio matricolare degli Enti della circoscrizione. Assolvono inoltre (Art. 398) le funzioni di natura giuridico - amministrativa ad esse devolute dalle disposizioni legislative e regolamentari. Per gli Enti a carattere interforze le predette attribuzioni sono svolte da una direzione di amministrazione interforze alle dipendenze del capo ufficio del Segretario generale della difesa, che il R.A.U. 1976 prevede per la prima volta, così come per la prima volta assegna alle direzioni di amministrazione le attribuzioni di cui ai citati Artt. 397 e 398, non espressamente indicate ne l Capitolo I della Istruzione per la contabilità Ed. 1951. Le norme relative alle direzioni di amministrazione sono parte essenziale del R.A.U. 1976 e danno sostanza alla sua fisionomia interforze. Esse hanno carattere tipicamente primario, perché le numero-
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se disposizioni di legge successive sulla stessa materia non ne sono che la sanzione e l'applicazione e non ne modificano la sostanza, limitandosi a rimuovere gli ostacoli per la loro piena entrata in funzione. Naturalmente, la loro estensione alla marina e all'aeronautica non può essere cosa facile, né semplice, né immediata. Per questa ragione la piena applicazione del R.A.U. 1976 a queste due forze annate "scivola" fino al 1982. Infatti, con D.P .R. n. 1005 e n. 1006 del 23 dicembre 1977 25 viene modificato il D.P.R. n. 1076 del 1976 che approvava il R.A.U. 1976 e ne disponeva l'entrata in funzione "dal primo giorno dell'anno finanziario successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale", cioè dal 1° gennaio 1978. Vi è, evidentemente, un ripensamento. Il D.P.R. n. I 005 stabilisce che la data di entrata in funzione indicata nel D.P.R. n. I 076 vale solo per l'esercito; per gli organismi della marina, dell'aeronautica e per quelli a carattere interforze esso deve avere applicazione dal primo giorno dell'anno finanziario successivo al1a costituzione delle rispettive direzioni di amministrazione. Analogamente, il D.P.R. n. 1006 sposta l'applicazione del D.P.R. 5 giugno 1976, n. 1077 (concernente l ' approvazione del nuovo regolamento per gli stabilimenti e arsenali militari) al primo giorno dell'anno finanziario successivo alla costituzione de11e direzioni di amministrazione dei Comandi territoriali della marina e dell'aeronautica, il che conferma per altra via la dipendenza del funzionamento amministrativo dei predetti Enti dalle norme del R.A.U. 1976. Ciò vale in particolar modo per le direzioni di amministrazione di CMT, che ai sensi degli Artt. 152, 154 e 155 del nuovo regolamento per gli stabilimenti e arsenali militari svolgono nei confronti di questi Enti le stesse funzioni previste dal R.A.U. 1976 per tutti gli Enti amministrativi, senza alcuna eccezione. L'Istruzione per la contabilità del 1951 , invece, conteneva al para. 7 prescri zioni particolari per gli Enti di artiglieria, del genio e della motorizzazione e di "altri servizi speciali", che seguivano le norme ordinarie per le richieste e assegnazioni di fondi solo per le spese sui capitoli comuni a tutti i corpi, mentre per i capitoli propri dell' Arma, corpo o Servizio tali Enti indirizzavano le richieste di fondi direttamente agli organi centrali competenti, escludendo le direzioni di amministrazione che ai sensi dal para. 1 avevano il compito di raccogliere, esaminare sommariamente, riepilogare e inviare al Ministero le previsioni di spesa dei corpi della giurisdizione, sulla base delle quali il Ministero procedeva poi alle assegnazioni. Risponde essenzialmente agli adempimenti giuridici di cui ai decreti n. 1005 e n. 1006 la citata legge 20 febbraio 1981, n. 30 (vds. capitolo XI), che istitÙisce, appunto per legge e non con D.P.R. e/o D.M., le di rezioni di amministrazione dei CMT delle tre forze armate e interforze,
2 :.
G Un. 16 in data 17 ge nnaio 1978.
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con l'aggiunta (Art. 6) di un reparto per il coordinamento amministrativo nell'ambito dell'ufficio del Segretario generale della difesa, non previsto dal R.A.U. 1976. L'Art. 4 della legge indka in maniera molto più sintetica del R.A.U. 1976 i compiti delle direzioni, senza aggiungere nulla di nuovo. L'Art. 8 rimanda la definizione della data di costituzione delle direzioni di amministrazione a un decreto del Ministro della difesa, da emanare nel termine massimo di sei mesi. Con i successivi D.M. 10 luglio 198 l e 4 dicembre 1981 sono così costituite le direzioni di amministrazione della Sardegna (per l'esercito), della marina e dell'aeronautica e il reparto per il coordinamento amministrativo. Il funzionamento di tutti questi organi ha inizio dal 1° gennaio 1982. Nei riguardi dei materiali, il R.A.U. 1976 si muove in una prospettiva unificante e quindi molto più ampia del R.A. 1927, perché recepisce la normativa unificante degli ultimi anni (vds capitolo XIII) e indica criteri e modalità validi per la gestione dei materiali di tutti i Servizi e di tutte e tre le forze armate, senza le tradizionali distinzioni riguardanti il casermaggio, il materiale di artiglieria ecc .. Per contro, tranne che nel caso degli oggetti di VE (Titolo X, capo Il) non indica criteri e modalità per il mantenimento dei materiali stessi, ai quali il R.A. 1927 (Titolo X e Xl) e lo stesso Regolamento per il Servizio del materiale di artiglieria e automobilistico 1926 dedicavano il dovuto spazio. L'Art. 52, comunque, precisa che devono essere eseguiti ad economia i lavori e le provviste per il minuto mantenimento c le riparazioni dei mezzi, i lavori necessari per il funzionamento dei magazzini, i lavori necessari per assicurare la continuità dì determinati Servizi, per le riparazioni causati da calamità e incendi, per la stabilità degli edifici militari ecc .. L'Art. 281 dà la definizione (non indicata dal R.A. 1927) di magazzino militare, con tale termine intendendo "una organizzazione dì personale e di mezzi avente lo scopo della ricezione, della custodia, della conservazione e della distribuzione dei materiali", che può assumere nell'ambito di ogni forza armata denominazioni diverse. L'Art. 284 sente il bisogno di prescrivere che i materiali devono essere sistemati in locali idonei ad assicurarne la custodia e la buona conservazione, e sistemati in modo da assicurarne la facile manutenzione e la pronta reperibilità. I magazzini sono affidati a un consegnatario e agli effetti amministrativo - contabili (Artt. 290 e 321) si distinguono in: - magazzini per la conservazione dei materiali destinati al rifornimento degli organismi (Enti, distaccamenti, reparti), affidati a un consegnatario per debito dì custodia nominato con D.M. che rende il conto giudiziale (sono tali, ad esempio, i magazzini dei vari Servizi al livello di 3° grado - CMT); - magazzini per l'accantonamento presso gli organismi (Enti, distaccamenti, reparti) dei materiali in corso di distribuzione ovvero temporaneamente ritirati. Sono affidati a consegnatari per debito di vigilanza, che non rendono il conto giudiziale ma assumono in carico i materiali, rispouùono ùdla loro conservazione e ne dimostrano consistenza e mo-
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vimenti a mezzo di apposite scritture (da ricordare, in merito, che l'Art. 308 del R.A. 1927 prevedeva la resa del conto giudiziale anche da parte dei consegnatari al livello di corpo/reggimento). Le attribuzioni particolari dei consegnatari sono indicale dall'Art. 304. Tutti i magazzini sono sottoposti al riscontro della Corte dei Conti. I magazzini affidati a consegnatari per debito di custodia se non esplicitamente previsti da leggi o regolamenti sono istituiti con D.M .. I predetti due tipi di magazzini possono essere posti alle dipendenze degli Enti o distaccamenti presso cui sono costituiti, oppure essere istituiti con determinazione ministeriale come Enti o distaccamenti, alle dipendenze dirette dei Comandanti periferici o dell'Amministrazione centrale. 1 materiali comunque acquisiti devono essere introdotti nei magazzini ed essere presi in consegna da agenti contabili. Peraltro, per esigenze particolari e contingenti possono anche non essere introdotti in magazzino ma lasciati in temporanea custodia a terzi, con le modalità stabilite dall'Art. 283 e dopo essere stati assunti in carico dal competente agente contabile. I consegnatari per debito di custodia di uno stesso Ente o distaccamento possono essere più di uno (Art. 29 J ). Inoltre, per esigenze funzionali parte dei maleriali affidati ai consegnatari per debito di custodia può essen: decentrata temporaneamente o ·permanentemente (Art. 292) in depositi distaccati e dati in consegna ad agenti denominati sub-consegnatari, che ne rispondono e hanno anch'essi le attribuzioni di cui all'Art. 304. Il Titolo Xlll - Capo V recepisce la nuova codificazione definitiva dei materiali entrata in vigore nel 1959 (vds. capitolo XIII), che supera - oltre ché la tradizionale suddivisione in gruppi A , Be C - le modalità per la designazione e registrazione di cui agli Artt 307, 327 e 328 del R .A. 1927. Ciascuna voce di materiale è descritta nei documenti contabili con i seguenti dati, desunti dai cataloghi compilati e diramati dal competente organo centrale: numero unificato di codificazione (N.U.C.), denominazione, unità di misura, prezzo unitario di inventario. li Capo V del Titolo XIII prevede anche una codificaz ione transitoria, con la quale si indicano nei documenti contabili i materiali che non risultano definitivamente codificati. In tale codificazione il N.U.C. è sostituito con il N .T.C. (numero transitorio di codificazione), e per il resto si indicano gli stessi dati della codificazione definitiva. Le modalità alternative per la formazione del N.T.C. sono indicate dall'Art. 313. L'Art. 320 prevede inoltre un codice di gestione dei materiali ausiliario, adottato per particolari esigenze di gestione, logistiche e statistiche, i cui estremi di identificazione costituiscono prefi sso o suffisso del numero di codificazione, senza modificarne la struttura. Riguardo all'efficienza e rispondenza all' impiego di ciascun tipo di materiale, l'Art. 326 detta norme a fattor comune che superano la tradizionale distinzione tra materiali in servizio, fuori servizio e fuori uso e le diverse modalità per la dichiarazione fuori uso dei materiali di artiglieria e automobilistici, di cui all'Art. 330 e seguenti del R.A. 1927. Il predetto Art. 326 classifica invece i materiali in:
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- impiegabili, nuovi o usati, efficienti o riparabili, purchè rispondenti ad esigenze d'impiego; - fuori uso, che possono essere tali sia per vetustà ed usura (materiali il cui ripristino sia dichiarato economicamente non conveniente o tecnicamente impossibile) sia per cause tecniche (materiali che pur potendo essere ancora efficienti, per determinazione dell'organo centrale competente sono riconosciuti di non più utile impiego o superati per ragioni tecniche). L'Art. 327 prevede che con decreto ministeriale possono essere stabilite le classi di uso dei materiali e, in particolare, degli effetti di vestiario ed equipaggiamento, degli oggetti di casermaggio, dei mobili, degli arredi e degli altri materiali d'uso generale. Fino a diversa disposizione ministeriale rimangono in vigore le classi di uso precedenti, con particolare riguardo ali' Art. 243 R.A. 1927 (che classifica gli oggetti di corredo in nuovi, ottimi, buoni e mediocri) e all' Allegato A del Libro lii dell'Istruzione per i servizi di commissariato militare, che classifica i materiali di casermaggio in nuovi (1 A classe), buoni (2A classe), mediocri (3A classe) e fuori uso. Il predetto Art. 327 comunque non limita solo al corredo e al casermaggio la possibilità che il Ministero stabilis1..:a la rdaLive classi d'uso. Diversamente dal R.A. 1927, il R.A.U. 1976 indica procedure distinte a seconda che si tratti di materiali da collocare fuori uso per vetustà o usura, oppure da collocare fuori uso per cause tecniche. Nel primo caso la dichiarazione fuori uso avviene su richiesta dell'agente responsabile convalidata dall'autorità da cui dipende, che viene trasmessa a una commissione tecnica d'accertamento competente a decidere. Tale commissione, tra l'altro, deve accertare se l'inidoneità dei materiali dipende da incuria o uso irregolare e se i materiali sono o meno riparabili (Titolo XIIl - Capo Xlii). Nel secondo caso, la dismissione può avvenire sia su proposta dell'Ente o distaccamento che li ha in carico (indirizzata al competente organo centrale con parere motivato di un'apposita commissione o dell' apposito organo tecnico), sia in seguito a specifica disposizione dello organo centrale (Titolo xm - capo XIV). Accenniamo ora molto brevemente alla fisionomia amministrativa delle unità al livello di battaglione/gruppo inquadrate in una brigata, che sono il livello di maggiore interesse per individuare le caratteristiche e le ricadute concrete del nuovo sistema amministrativo in pace e in guerra (vds. anche capitolo X).26 Premesso che il livello di brigata coincide con quello di Ente amministrativo mentre i battaglioni/gruppi hanno dal 1977 la fisionomia di
26 Cfr., in merito, Decreto Interministeriale Difesa - Tesoro 22 dicembre 1977 Istruzioni amministrative e contabili pe r l'applicazione del regolamento per l'ammini~·trazione e contabilità degli organismi dell 'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica approvata con D.P.R. n. 1076 del 5 giugno 1976 e inoltre Cdo del Corpo di Amministrazione dell'esen;ilu, Lineumenli... (Cil.), pp. 91-112.
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distaccamento ordinario, il comandante di battaglione esplica anche le funzioni di capo del servizio amministrativo, mentre le attribuzioni di capo gestione del denaro e di ufficiale rogante sono svolte da un ufficiale inferiore del corpo di amministrazione organicamente previsto. In caso di indisponibilità del predetto ufficiale, il comandante esplica anche le funzioni di capo gestione del denaro e ufficiale rogante, avvalendosi di un ufficiale d'Arma .. addetto all' amministrazione". Le altre due cariche logistiche di maggior rilievo del battaglione sono l'ufficiale addetto ai rifornimenti e capo sezione logistica e l'aiutante maggiore. L'ufficiale addetto ai rifornimenti svolge anche le funzioni di capo gestione del materiale; in tale veste sovraintende a tutte le operazioni concernenti il funzionamento dei magazzini, assicura la regolarità dei materiali consumati e formula le previsioni del fabbisogno per il reintegro dei prescritti livelli delle scorte, coordina l 'attività dei consegnatari, cura che le strutture e gli schedari siano tenuti aggiornati e che le situazioni statistiche siano compilate nei termini prescritti. Rispetto alle attribuzioni derivanti dalla. normativa antecedente al R.A.U. 1976, non svolge più le funzioni di ufficiale al vettovagliamento e di ufficiale al vestiario. Ciò avvenne anche perché, in quanto organo di comando alle rurette dipendenze del comandante e non più dipendente dall'ufficiale addetto ai servizi reggimentali, ha funzioni amministrative tipicamente direttive, di indirizzo e controllo più che esecutive, che lo avvicinano di più a quest'ultima carica soppressa che a quella di ufficiale ai rifornimenti de l reggimento fino al 1975. L'aiutante maggiore organizza e dirige le attività inerenti alle branche personale, benessere, funzionamento dei servizi di caserma, posta e viaggi, segreteria. Riguardo alla gestione del denaro, ha i compiti e le responsabilità previsti dall'Art. 17 R.A.U. 1976, che fa obbligo ai comandanti di reparto di vigilare sull'operato dei SU. incaricati della gestione del denaro e dei materiali . Perciò vigila sulla buona tenuta del giornale di contabilità da parte del SU. incaricato della gestione del contante e convalida la regolarità delle relative variazioni giornaliere sul quadro 5. Prende in consegna dal consegnatario del magazzino misto di commissariato i materiali di casermaggio cosiddetti tradizionali (cioè quelli previsti dal R.A. 1927 e ceduti in semplice uso al battaglione) e tiene la contabilità separata relativa. Cura la raccolta dei dati necessari per le segnalazioni matricolari. Ha la responsabilità tecnico - amministrativa e contabile per i trasporti di personale e materiale non effettuati per via ordinaria e gestisce e conserva in cassaforte i documenti di viaggio e trasporto, da considerare come carte valori. Risponde del fondo permanente assegnatogli. Presi gli ordini dal comandante compila e firma i fogli di viaggio per la truppa e tiene il registro dei fogli di viaggio per U. e SU. e il prescritto registro dei visti. Istruisce le pratiche sanitarie ru dipendenza da causa di servizio e compila il rapportino delle presenze degli U., SU. e Tr. da inoltrare all'ufficiale al vettovagliamento e ai di rettori delle mense obbligatorie di servizio. Queste atµibuzioni sono analoghe a quelle previsle per l'aiutante maggiore in )A del reggimento (o
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in 2,...., per i distaccamenti autonomi) fino all'emanazione del R.A.U. 1976, con tendenza peraltro ad estenderle alle branche personale, benessere, matricola e servizi di caserma. L'incarico di cassiere può essere affidato a un U. d'Arma o a un SU. in servizio permanente. Il cassiere ha la responsabilità della cassa del distaccamento, quando essa è unica, e ne detiene le chiavi in duplice esemplare. Nei distaccamenti dotati di due casse detiene, altresì, una delle chiavi e relativo duphcato delle casse di riserva. Nella sostanza, le sue attribuzioni non si discostano da quelle svolte dall'ufficiale (o maresciallo) pagatore prima dell'emanazione del R.A.U. 1976. A loro volta, le attribuzioni del SU. incaricato della gestione del contante e del SU. incaricato della gestione del materiale del battaglione/gruppo non si discostano da quelle previste per lo stesso incarico prima dell'emanazione del R.A.U. 1976. Il SU. al contante dipende dall'U. ai rifornimenti, risponde della gestione di un proprio fondo permanente, rende conto entro cinque giorni dalla fine del mese delle anticipazioni di fondi ricevute e delle spese sostenute e tiene i seguenti documenti: giornale di contabilità, ruolino tascabile (tenuto anche dalle compagnie, limitatamente al personale e ai dati che sono di loro diretto interesse), registro paghe e indennità varie, registro paghe arretrate e anticipate, registro dei vaglia. Il SU . al materiale dipende dall 'U. ai rifornimenti ed è consegnatario per debito di vigilanza dei materiali, delle anni, degli oggetti di corredo e di equipaggiamento dei SU. e della truppa e di alcuni tipi di materiali di casermaggio. Tiene aggiornato il relativo quaderno di carico e le altre strutture contabili, coadiuva l'aiutante maggiore nella vigilanza e gestione dei materiali di casermaggio in distribuzione, e "cura i rapporti di consegna fiduciaria per i materiali in consegna alle compagnie, mediante la dimostrazione in specifici registri e documenti interni di sottocarico, in duplice esemplare (uno per il sottufficiale al materiale e uno per la compagnia interessata), da rinnovarsi al termine di ogni esercizio finanziario" .27 Le attribuzioni delle rimanenti cariche amministrative secondarie del livello di battaglione/gruppo (dirigente il servizio sanitario, U. al vettovagliamento, SU. ai viveri, SU. alla mensa, U. addetto agli automezzi, SU. addetto al minuto mantenimento, capo deposito carburanti) hanno carattere specifico e riguardano un solo Servizio logistico. Pertanto essere saranno - se necessario - indicate quando si prenderà in esame ciascun Servizio. Le norme contenute nel R.A.U. 1976 sono sostanzialmente valide anche per il tempo di guerra. Ciò non avveniva per il R.A. 1927, che in tempo di guerra veniva modificato in diverse parti sostanziah dalle Istruz ioni amministrative per le truppe in campagna del /940. Gli adegua-
27
Cdo del Corpo di Amministrazione dell ' esercito, Lineamenti ... (Cit.), p. 105.
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menti strutturali del R.A. U. 1976 sono invece ridotti al minimo28 e riguardano: - taluni compiti aggiuntivi del Servizio di amministrazione in guerra (servizio di stato civile e ricezione / redazione di atti giuridici dei militari; custodia e consegna agli aventi diritto di denaro, valori e oggetti dei militari deceduti, prigionieri o dispersi). Le relative norme sono quelle già in vigore durante l'ultima guerra; - le varianti allo svolgimento di attività conseguenti alla nuova situazione d ' impiego. Tali varianti, e la conseguente crisi di passaggio dal sistema amministrativo vigente in pace a quello di guerra, diversamente da quanto avveniva nel 1940 sono ridotte al minimo. Non è più necessario costituire ex-novo direzioni di amministrazione al livello di armata/Intendenza, in quanto sulla base delle norme dottrinali vigenti alla fine degli anni 70 (vds. capitolo X) la direzione di amministrazione di Regione Militare all'emergenza si trasforma in direzione di amministrazione del Comando logistico di scacchiere. Le uniche modifiche di un certo rilievo riguardano il rifornimento e la gestione dei fondi, anche per la prevedibile lontananza o assenza di Tesorerie Provinciali o di strutture finanziarie private in grado di effettuare operazioni finanziarie. Si provvede con l'emissione di ordinativi di pagamento riguardanti più Enti o distaccamenti dello scacchiere, emessi a favore di un Ente o distaccamento che ha la possibilità pratica di prelevare fondi presso una Tesoreria provinciale, al quale fanno poi capo gli altri Enti e distaccamenti. Si ricorre anche a casse mobili per il rifornimento a domicilio dei fondi (come già fatto in Africa Settentrionale), si organizza il servizio delle deleghe e delle rimesse, e si istituiscono se necessario posti cambio valuta. Gli aspetti salienti del R.A.U. 1976 fin qui esaminati consentono di indicare alcuni dei problemi che - ferma restando la positiva portata innovatrice di molti suoi contenuti - questo fondamentale regolamento lascia aperti alla luce delle esigenze degli anni 80, esigenze in larga misura derivanti dalla ristrutturazione del 1975 e dai decreti delegati del 1965. 11 primo problema, date le sue immediate ricadute sulla realtà quotidiana dell'esercito, è quello connesso all'attribuzione di compiti amministrativi ai comandanti , intesi quali organi di vertice di strutture chiamate a prioritari compiti di addestramento. Il R.A.U., si dice, è stato impostato su di una realtà funzionale e organizzativa delle forze operative ormai superata dalla ristrutturazione del 1975. Mentre, infatti, esso appare adeguato, nella sostanza, per gli "enti amministrativi" e per i "distaccamenti di grande rilevanza amministrativa", la sua applicazione sembra causare notevoli difficoltà in tutti gli a ltri tipi di "distaccamento", individuabili, ordinativamente, nella quasi totalità dei battaglioni e dei gruppi di artiglieria. A tali unità è infatti correttamente riconosciuta la piena autonomia amministrativa, quella, - per intenderc i - che prima della ristrutturazione del 1975 era at-
28
Cfr., in merito, Pub. n. 6367 (Cit.), pp. 51-56.
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tribuita ai reggimenti e alle unità similari. E' scaturito però, da quanto sopra, un risvolto negativo, rappresentato dalla identificazione del comandante di battaglione o di gruppo con il capo del Servizio amministrativo. e, nella maggior parte dei casi, anche con il capo gestione del denaro[... ]. Avuto particolare riguardo all'Esercito, vi è da aggiungere che le carenze quantitative nei Quadri degli ufficiali del corpo di amministrazione non sembrano rendere possibile, neppure a raggio medio - lungo, la misura più sentita fra quelle invocate dallo Stato Maggiore: evitare l'attribuzione della carica di Capo Servizio Amministrativo e di Capo Gestione del denaro ai comandanti minori (cioè ai comandanti di battaglione. di gruppo similare) di organismo.29
E allora, che fare? A parer nostro, tutte le possibili soluzioni dovrebbero partire da una constatazione: allo .stato delle procedure di gestione e delle attribuzioni amministrative previste dal R.A.U. 1976 (e I.A.e. 1977 derivate) è da escludere che un comandante di battaglione possa ricoprire - senza forti ripercussioni e inconvenienti in altri settori - anche la carica di capo servizio amministrativo. Tra l'altro, questo risulta in palese contraddizione con l'orientamento più volte espresso dal generale Cadorna nell'immediato dopoguerra (vds. capitolo XIII) a non far gravare sul comandante incombenze di gestione amministrativa che lo distolgono dalle sue prioritarie funzioni di comando, di governo del personale e operative. Se poi si considera l'iter della formazione dell'ufficiale in SPE nel dopoguerra, molto difficilmente un ufficiale d'Arma ha la preparazione amministrativa, le minute conoscenze contabili e l'esperienza pratica necessarie per svolgere pienamente e con buon rendimento siffatti incarichi amministrativi. D'altro canto, rimane valido e indiscutibile il principio che comandare significa anche amministrare, e che al livello di battaglione deve essere assicurata l' autonomia amministrativa di per sè richiesta dal suo fondamentale ruolo operativo e logistico. Si tratta di risolvere una contraddizione, e ciò non è facile. Se, a parte ogni altra considerazione, la stessa carente disponibilità di Quadri del corpo di amministrazione è un dato di fatto che imporrebbe un alleggerimento del livello di battaglione, sarebbe del pari necessario conferirgli un· autonomia possibilmente anche più estesa di quella prevista dal R.A.U. 1976. A questo elevato grado di autonomia - e qui sta il punto - allo stato delle procedure non può corrispondere quel cumulo di funzioni amministrative che nel 1957 aveva già consigliato, appunto, di alleggerire il livello di reggimento attribuendogli la fisionomia di distaccamento di un deposito, cioè al prezzo di una riduzione di autonomia. Nel sottolineare ancora la fondamentale importanza del problema, ci sembra che la presenza di almeno un ufficiale "specializzato" del corpo di amministrazione nel battaglione debba essere un punto fermo e di partenza, tale da giustificare di per sé opportuni ampliamenti degli organici (non immutabili) del corpo di amministrazione, perché la sua forzata sostituzione con un ufficiale d'Arma - solo apparentemente eco-
29
V. Caporaso. Op. cit., pp. 15-16.
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nomica - creerebbe scompensi in altri settori, ai quali non corrisponderebbe sempre un sicuro e adeguato rendimento. Le soluzioni, certamente ardue, andrebbero ricercate in due direzioni: - alleggerimento del livello di battaglione di tutto ciò che non rientra nelle attività amministrative discrezionali, con opportuno accentramento ai livelli superiori di attività di routine vincolate o meramente gestionali e tecniche (accentramento oggi reso possibile dalle risorse dell'informatica) e, naturalmente, ulteriori possibili semplificazioni erazionalizzazioni anche nell'ambito del battaglione; - possibili ricadute amministrative dell'abolizione del livello di divisione negli anni 80, che potrebbero·far assumere al livello di brigata la fisionomia amministrativa già tipica appunto della divisione, e parallela tendenza alla ricostituzione "dei reggimenti" e del loro Comando (con una consistenza delle pedine al livello compagnia analoga a quella degli attuali battaglioni), il che porterebbe ad avvicinare di nuovo, in sostanza, il reggimento all'Ente amministrativo, come avveniva prima del 1957. Esulerebbe dalla nostra indagine a sfondo storico un'analisi particolareggiata delle possibili riforme del R.A.U. da adottare, a tutti i livelli, per ottenere un miglior funzionamento dell'insieme. In merito, rimandiamo alle proposte del Caporaso e del Turchctto30 concernenti essenzialmente: - al livello di organi centrali: la piena attuazione dello spirito e della lettera del D.P.R. n. 1478 de] 1965 e dello stesso R.A.U. 1976 (unifi cazione in un testo interforze delle condizioni generali d'oneri; compilazione non solo per il commissariato, ma per tutti i principali Servizi della Difesa di apposito regolamento interforze approvato dal Capo dello Stato; semplificazione della contrattualistica e dei controlli esterni, ecc.); - al livello periferico: la possibile costituzione di una direzione di amministrazione dell'esercito, vista quale inevitabile contraltare amministrativo degli autonomi poteri in campo operativo e logistico assegnati al Capo di Stato Maggiore dal D.P.R. n. 1477 del 1965. La validità di questa soluzione va però verificata anche alla luce del possibile rafforzamento dei poteri operativi (e quindi anche logistici) del Capo di Stato Maggiore deJla Difesa, a discapito di quelli dei Capi di Stato Maggiore di forza armata, che potrebbero ridime nsionare il ruolo dello.SME nel campo amministrativo e contabile; - al livello di Ente e distaccamento: eliminazione della fureria accentrata di battaglione con attribuzione delle sue funzioni alle branche gestione del denaro e personale del Comando; accentramento in appositi "centri di polarizzazione" regionali di funzioni di gestione connesse al
30 ivi, pp. 13 1 - 169 e inollre A. Turchello, Razio nalizza zione del sistema amministrativo militare, "'Rivista Militare" n. 5/1977.
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trattamento economico, al servizio matricolare e al contante e materiale; riduzione dell'eccessivo numero di consegnatari del materiale, ecc .. L'excursus storico fin qui condotto dimostra che la fisionomia di un sistema amministrativo coincide, in gran parte, con la distribuzione eripartizione delle capacità decisionali - e, di conseguenza, anche delle attività amministrative discrezionali e dei carichi amministrativi - tra i vari livelli della gerarchia. Visto in questa prospettiva, il livello di battaglione e unità equivalente degli anni 70, quale erede dell'antico "corpo", deve essere il punto di partenza e non di arrivo della regolamentazione amministrativa e contabile. In merito, le soluzioni particolari non dovrebbero ignorare quanto scriveva nel 1951 il dott. Amerigo Menghini, che pure si riferiva ancora al quadro amministrativo tracciato dal R.A. 1927: d'accordo sull'opportunità che il comandante sia impiegato appieno nel campo addestrativo e che egli a tal fine sia distratto il meno possibile da compiti di altra natura: ma ciò non significa che egli debba abbandonare le redini nel campo amm.inistrativo. La sua azione nell'amministrazione del corpo. consistente essenzialmente in una volontà di decisione sorretta da spirito di iniziativa ed illuminata dalla coscienza di operare bene nell'interesse dello Stato, deve essere, però, spogliata completamente dalla parte formale ed esecutiva. li comandante del Corpo non deve essere chiamato a mettere firme su c iò che non può materialmente vedere e non deve essere dichiarato responsabile amministratjvamente della parte esecutiva. neppure in concorso con gli agenti preposti all'attuazione dei provvedimenti di carattere amministrativo e contabile. L'azione del comandante del Corpo deve essere cioè sollevata ad un più alto live llo: responsabilità, essenzialmente, nelle decisioni e nella direzione. Null' altro.3 1
Oggettivamente, nonostante i ritocchi degli anni 30 e del dopoguerra il meccanismo amministrativo conseguente al R .A . 1927 non consentiva di raggiungere questi obiettivi. Invece il R.A.U. 1976 senza rappresentare un testo definitivo e immutabile consente un notevole progresso nella direzione indicata dal dott. Menghini, purchè venga correttamente e integralmente sfruttata la notevole flessibilità con la quale esso delinea i livelli di Ente amministrativo e di distaccamento, senza pevedere strutture rigide e senza far coincidere tali livelli con specifici organismi di forza armata. Con ogni probabilità, anche l'informatica potrà aiutare una positiva evoluzione.
3. Evoluzione degli organi centrali e del vertice del Servizio/corpo di amministrazione L'org anizzazione di vertice del Servizio/corpo deriva dalla fisionomia del Ministero e dello Stato Maggiore già trattata nei capitoli XI, XII e Xill. In merito, la più volte citata Relazione Cadorna relativa ai problemi de11 'esercito fino al 1947 non fa accenni specifici ai problemi del Ser-
31
A . Menghini, Gli urient~menti dei comandami di Corpo ... (Art. c it.).
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vizio amministrazione, del suo vertice, dei suoi Quadri e della regolamentazione amministrativa, per la quale - diversamente da quanto avviene per altri Servizi logistici - non sono studiate e attuate modifiche. Il Cadorna, comunque, accenna ad un progetto derivante da studi dello SME che prevede di costituire nello ambito del Ministero, tra l'altro, una direzione generale degli affari finanziari retta da un funzionario civile, che dovrebbe provvedere alla formazione del bilancio e trattare tutte le questioni di carattere amministrativo, pensioni comprese. Assumerebbe i compiti della direzione generale servizi amministrativi, della ragioneria centrale, dell'Ispettorato delle pensioni, dell'ufficio amministrazione personali militari vari. Questo progetto non viene attuato, e come già si è visto il R.D. 31 luglio l 945 n. 560 sopprime la· direzione generale dei servizi amministrativi e costituisce la direzione generale dei servizi di commissariato e amministrativi (DGSCA) retta da un ufficiale generale delle Armi, nella quale le due branche sono abbinate. Da allora in poi, al Servizio di amministrazione propriamente detto non corrisponde più al livello di Ministero un singolo organo direttivo centrale. 32 La direzione generale dei servizi di commissariato e amministrativi è la risultante di una unione, più che di una fusione, delle preesistenti due direzioni generali ed ha una propria funzionalità diretta: - verso le altre direzioni generali, per quanto riguarda l'amministrazione del bilancio in rapporto alla valutazione dei bisogni e delle necessità dei vari Servizi e del personale; - verso la ragioneria centrale, per i servizi dell'esercito (ufficio centrale dei servizi contabili) nei riguardi degli impegni di spesa e relativi rendiconti, soggetti alla giurisdizione della Corte dei Conti; - verso le direzioni di amministrazione di C.M.T., per quanto riguarda la direzione e lo sviluppo dell'attività amministrativo - contabile e l'eventuale decentramento di specifiche branche. In relazioni a queste funzioni generali, essa assume gradualmente la seguente, complessa articolazione (riferita ai primi anni 60): direttore generale con proprio ufficio; Ispettorato generale dei Servizi di commissariato; Ispettori centrali di commissariato; ufficio del Capo del Servizio di amministrazione; Ispettori centrali di amministrazione; ufficio dell' Ispettore generale amministrativo per il Servizio di commissariato; ufficio dell'Ispettore centrale amministrativo per il Servizio di amministrazione; Ispettori del servizio ispezioni amministrative; ufficio bilancio; nucleo codificazione; 10 divisioni (sussistenza e combustibili; vestiario - equipaggiamento; casermaggio e combustibili; amministrativa di commissariato; contenzioso e liquidazione contratti; amministrativa trasporti; trattamento economico speciale, trattamento economico comune; amministrativa corpi; regolamento di amministrazione).
32
I. Sciarretta - A. Mazza, Op. cit., (3" Ed.), pp. 748-757 e 1676- 1678 e Pub. SME
n. 4965 Manuale per ufficiali ... (Cit. ), pp. 21-31.
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La DGSCA impartisce istruzioni e direttive anche all'ufficio centrale dei servizi contabili, che è "distaccato" presso la ragioneria centrale per i servizi dell'esercito del Ministero, cui fa capo. Retto da un colonnello di amministrazione, il predetto ufficio centrale cura le relazioni tra la Corte dei Conti e le amministrazioni dell'esercito per quanto ha tratto alle revisioni postume delle contabilità in contanti e in materia, effettua la revisione dei conti di taluni Enti speciali dell'esercito, cura il ricevimento e il successivo versamento alla Corte dei Conti delle contabilità revisionate dalle direzioni di amministrazione, mantiene aggiornata la situazione del movimento dei rendiconti trasmettendo alla Corte dei Conti il relativo elaborato semestrale. DeJla DGSCA fa parte un Capo del Servizio di amministrazione con proprio ufficio, che ha le seguenti attribuzioni: consulenza tecnica nel ramo amministrativo nei riguardi del Ministero e dello SME; impiego degli ufficiali di amministrazione; vigilanza sulle direzioni di amministrazione ai fini del coordinamento e svolgimento delle loro funzioni; sorveglianza sulla gestione del bilancio dei vari Enti, esaminando e coordinando la valutazione dei rispettivi elaborati al fine di seguire l'andamento delle spese e i riflessi che ne derivano nei vari settori . Fino al 1951 il Capo del Servizio ùi amministrazione ha il grado di colonnello (che - come nell'ordinamento 1940 - è il grado massimo del corpo) ln tale anno il grado massimo del Servizio viene elevato a maggior generale e nel 1962 a tenente generale. In tal modo per la prima volta nella storia il grado massimo del ruolo degli ufficiali del Servizio di amministrazione raggiunge quello previsto per i ruoli degli ufficiali degli altri Servizi e viene meno una secolare ragione di lamentele. Con D.P.R. 16 febbraio 1949, n. 96 viene concesso al Servizio di amministrazione dell'esercito l'uso della bandiera nazionale, che è custodita "presso il Ministero della difesa (Esercito) dal Capo del Servizio". La convivenza al livello centrale del Servizio di amministrazione con quello di commissariato viene eliminata con l'emanazione del D.P.R. n. 1478 del 1965 (vds. capitolo Xl), che scioglie la DGSCA e istituisce una direzione generale di commissariato interforze nella quale confluiscono i Servizi di commissariato della marina e dell'aeronautica (che da sempre svolgono nell'ambito della rispettiva forza armata anche le funzioni specifiche e separate attribuite nell ' esercito al Servizio di amministrazione). Con il D.P.R. n. 1478 le competenze della DGSCA in materia di commissariato sono trasferite alla nuova direzione interforze, mentre quelle in materia amministrativa non trovano più una caratterizzazione in un unico organo centrale e passano ad altre direzioni generali o uffici centrali e aJla D.G. tecniche, ciascuna per i capitoli di competenza. L'attività ispettiva viene trasferita all'ufficio centrale per le ispezioni amministrative; l' attività del contenzioso, alla direzione generale del contenzioso; l'attività dell'ufficio del bilancio, all'ufficio centrale del bilancio e degli affari finanziari ; l'attività relativa ai trattamenti economici, alle direzioni generali del personale (U., SU. e Tr.) ciascuna per la parte relativa al proprio personale; l'attività relativa ai trasporli
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e manovalanza e alla gestione di alcuni capitoli di bilancio dei corpi (spese generali, spese d'ufficio, fondo scorta, ripianamento eventuali deficienze di cassa dipendenti da colpa, dolo o forza maggiore) aJla direzione generale dei servizi generali. Inoltre, sempre a seguito del D.P.R. n. 1478 la ragioneria centrale per i servizi dell' esercito viene riunita a quelle delle altre due forze armate in un unico organismo che assume la denominazione di ragioneria centrale del Ministero della difesa (D.P.R. 9 gennaio 1968, n. 584 ). Sull 'evoluzione del vertice del Servizio dopo il 1965 e sulle attribuzioni e dipendenze del Capo del Servizio rimandiamo al capitolo XII e relativi allegati. Da sottolineare comunque che: - a mente dell'Art. 2 della legge 20 settembre 1980, n . 57 il Servizio - come tutti gli altri - perde tale denominazione assegnatagli con l' ordinamento 1940 e ridiventa corpo, come prima del 1940; - nel 1976 viene creato un Comando del Servizio (dal 1980 Corpo) di amministrazione dell'esercito, ma al livello periferico diversamente da quanto avviene per tutti gli altri Servizi logi stici viene conservata la vecchia denominazione di direzione che assume la fisionomia di seguito indicata.
4. Evoluzione dell'organizzazione periferica: le direzioni di amministrazione Dei C.M.T. ricostituiti nel dopoguerra fa parte, come si è visto (capitolo XIII) una direzione di amministrazione retta da un colonnello di amministrazione con funzioni di comandante di corpo nei confronti del personale della direzione e interamente composta di ufficiali del Servizio, che nel 1949 si articola su: - ufficio del direttore, cfie tratta studi, progetti e relazioni in materia di leggi, regolamenti e circolari, trattamento economico, organizzazione del Servizio in pace e in guerra, ecc.; - l" sezione giuridico-amministrativa, alla quale fanno capo le seguenti branche: azione di controllo antecedente e concomitante, soluzione di quesiti; esame e parere su ricorsi; pareri sulla stipulazione e per l'approvazione dei contratti; decreti di scarico; indennità eventuali; trattazione della materia relativa a incidenti automobilistici; spacci, cooperative e mense; - 2" sezione contabilità speciale, che tratta la materia concernente l'amministrazione del bilancio (assegnazioni, finanziamenti e anticipazioni ai corpi). Mantiene a tal fine relazioni con la Tesoreria Provinciale, che provvede al pagamento degli ordinativi emessi dalla direzione stessa e registra in entrata sulle contabilità speciali gli accreditamenti concessi dal Ministero; - 3" sezione revisione contabilità dei corpi (in contante e in materia) e organismi. Per tale specifica attività, ha relazioni con la Corte dei Conti, tramite l'ufficio centrale dei servizi contabili.
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Le direzioni di amministrazione di CMT svolgono queste funzioni - in senso lato rientranti nell'attività logistica tipica del 3° anello della catena logistica - anche a favore dei corpi e delle G.U. dell'esercito di campagna e con riferimento sempre areale, cioè ·nell'ambito della circoscrizione territoriale del CMT di appartenenza. Poichè può anche accadere che, per ragioni operative, non tutti i reggimenti/corpi di una divisione e non tutti i reparti di un reggimento/corpo siano dislocati nella stessa circoscrizione territoriale di un CMT, nel 1949 lo SME chiarisce che, ai fini amministrativi, i reparti di una divisione dislocati in una circoscrizione di CMT diversa da quella dove ha sede il loro Comando di corpo continuano a dipendere dal Comando stesso, mentre i corpi/reggimenti dislocati in una circoscrizione di CMT diversa da quella nella quale ha sede il proprio Comando divisione dipendono, sempre e solo ai fini amministrativi, dal CMT nel cui territorio sono dislocati. 33 Questo sistema amministrativo areale può anche causare degli aggravi di lavoro per determinate direzioni ; ad esempio la direzione di amministrazione della Sardegna, ricostituita nell'immediato dopoguerra, viene poi sciolta perché la Sardegna rientra nella circoscrizione dell'VIII CMT di Roma. Ma successivamente vi è un ripensamen to, e allo scopo di snellire il lavoro della direzione di amministrazione dell'VIII CMT viene costituita in Cagliari una "sezione autonoma di amministrazione della ' Sardegna", che nei riguardi di corpi e reparti dell'isola svolge lo stesso lavoro di una direzione di amministrazione (l~mitatamente al rifornimento dei fondi e alla revisione della contabilità e rimanendo alle dipendenze della direzione dell ' VIII CMT). La contrazione degli anelli intermedi corpi/reggimenti e CMT (depositi, Comandi Militari di Zona ecc.) e del numero dei CMT (passati, nel 1957, da I I a 6, ai quali si aggiunge nel 1981 il CMT della Sardegna) a fronte della parallela adozione di misure di decentramento amministrativo (vds. capitoli XI e Xlll) hanno come contraltare un forte aumento del carico amministrativo, contabile, matricolare e logistico in genere del livello di CMT e quindi delle direzioni di amministrazione, le cui ripartizioni interne e il cui peso organico progressivamente aumentano. ln particolare, allo scopo di consentire al direttore di amministrazione di espletare una più efficace azione direttiva e di vigilanza anche con frequenti ispezioni ai corpi, in data I luglio 1953 viene istituita la carica di vice - direttore. Nel quadro del decentramento di funzioni volto ad assicurare il tempestivo pagamento degli assegni maturati dal personale in servizio e in quiescenza,34 con Circ. SME n. 2230/R/1526312 in data 28 no-
tra
O
33 Circ. SME n. 3250/0rd./l in data 16 dicembre 1949 (AUSSME, Rep. M/7, Racc.
824). 34 M. Ristori , Op. cit. (3" Ed.), pp. 112-115.
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vembre 1957 viene aggiunta alle direzioni di amministrazione una sezione trattamento economico. Infine, l'aumento dei carichi attinenti alla materia contrattuale impone l'istituzione di una specifica sezione contratti e responsabilità amministrativa, che con decorrenza I O gennaio 1968 (ad eccezione di quella dell'XI CMTR della Sicilia) viene scissa in due. Si ricorre allo sdoppiamento e ad una maggiore specializzazione interna anche per altre branche, e nei primi anni 60 le 6 direzioni di amministrazione di CMTR si articolano su: direttore con proprio ufficio, vice - direttore, segreteria, 1" sezione contratti e responsabilità amministrativa, 2" sezione contabilità speciale, 3" sezione revisione contabilità in contanti, 4" sezione revisione contabilità in materia, 5" sezione trattamento economico (riferito agli U. in SPE e di complemento e ai SU. fino al grado di sergente maggiore, sia in servizio che in quiescenza). Alla fine degli anni 60 (Circ. n. 92/S in data I O gennaio 1968 dell'ufficio del Capo del Servizio di amministrazione, diramata in base alla Circ. SME n. 2080/R 1526312 in data 27 dicembre 1967) le sezioni diventano 6, con la ricostituzione della l" sezione giuridico - amministrativa (alla quale si aggiungono la 2" contralti, la 3" contabilità speciale, la 4" revisione contabilità del contante, la 5" revisione contabilità del materiale e la 6" trattamento economico). In relazione al peso assunto al livello centrale dalla programmazione e bilancio e all ' aumento dei carichi relativi al personale in quiescenza, sono state create successivamente due altre sezioni ad hoc, scorporando le relative attività della sezione contabilità speciale e dalla sezione trattamento economico. In tal modo, all'inizio degli anni 80 (e qui termina la nostra indagine) la direzione di amministrazione si articola su direttore, vice-direttore, segreteria e 8 sezioni (1" giuridico-amministrativa; 2" contratti; 3" programmazione e bilancio; 4" revisione gestione denaro; 5" rendiconto gestione materiali; 6" trattamento economico - riferito al solo personale in servizio; 7" trattamento personale in quiescen za ; 8" revisione rendiconti gestioni fuori bilancio). La liquidazione degli assegni dovuti al personale in quiescenza fa capo ad apposito centro pensionistico retto da un ufficiale superiore di amministrazione direttore (su segreteria, sezione gestione denaro e sezione trattamento di quiescenza). I carichi e le corrispondenti dimensioni assunte dalle direzioni di amministrazione negli anni 80, a partire dalle sole tre sezioni dei primi anni 50, sono eloquente dimostrazione sia dell'importanza logistica assunta dai CMT in pace e in guerra, sia dei riflessi del decentramento amministrativo e della parallela complessità e pesantezza degli adempimenti amministrativi e contabili, nonostante le risorse dell'informatica.
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5. I Quadri in servizio permanente del corpo Il D.C.P.S. 15 novembre 1946 per la prima applicazione dei l'Art. 1 del R.D. 14 maggio 1946, n. 384 35 autorizza a collocare nella riserva 7 colonnelli, 53 tenenti colonne lli e 182 maggiori di amministrazione (l'ordinamento 1940 prevedeva 22 colonnelli, 78 tenenti colonnelli e 163 maggiori, poi aumentati con R.D. - legge 17 febbraio 1942, n. 151 rispettivamente a 29, 99 e 300). Al confronto con gli altri Servizi, si tratta delle riduzioni più consistenti di ufficiali superiori. Il D.L. 20 gennaio 1948 Organici provvisori degli ufficiali dell'Esercito per quanto riguarda il Servizio di amministrazione prevede 10 colonnelli, 30 tenenti colonnelli, 60 maggiori e 204 ufficiali inferiori.3 6 Rispetto al volume organico del 1940, quindi, nel 1948 si passa da un totale di 1470 ufficiali in servizio permanente a 404 e da 22 colonnelli a 10 (a fronte di una riduzione dei Comandi territoriali da 18 a 11). Le successive disposizioni di legge incrementano notevolmente il volume organico totale del 1948, il numero dei colonnelli e ufficiali superiori e il numero degli ufficiali generali. li tetto massimo viene raggiunto con la legge 24 dicembre 1951 o. 1638 Organici degli ufficiali dell'Esercito e limiti di età p e r la cessazione dal servizio permanente,37 nella quale il numero totale del 1948 risulta più che raddoppiato ( da 404 a 909), viene previsto il grado massimo di maggior generale, i colonnelli passano da 10 a 13 e i tenenti colonnelli sono anch'essi più che raddoppiati (da 30 a 75). La legge d'avanzamento del 1955 (12 novembre 1955, n. 113738 diminuisce di 42 unità (da 272 a 230) gli ufficiali subalterni lasciando invariati i rimanenti gradi, e il totale degli ufficiali scende a 867. Infine, la legge 16 novembre 1962, n. 1622 Riordinamento dei ruoli degli ufficiali in servizio permanente effettivo dell'Esercito39 prevede 3 ufficiali generali (1 tenente generale, 2 maggior generali) e riduce ancora il totale degli ufficiali (780, con una diminuzione di 87 unità) aumentando però considerevolmente i colonnc1Ji (da 13 a 16) e soprattutto i tenenti colonnelli (da 75 a 160), con una parallela contrazione del numero di maggiori e capitani. Se si considerano i riflessi amministrativi dell'aumento quantitativo e qualitativo dei materiali e la crescente complessità degli adempimenti contabili richiesti da11a gestione del personale, si deve concludere che, in prima approssimazione, il volume organico raggiunto nel dopoguerra è adeguato alle esigenze per ufficiali generali e superiori, ma rimane piuttosto carente per i livelli inferiori. Infatti, al forte incremento degli adempimenti amministrati vi e contabili vanno aggiunte le
G.M. 1946, pp. 1507-1510. G.M. 1948, pp. 279-289. 37 G.M. 1952, pp. 123-129. 38 Supplemento alla GU n. 282 del 7 dicembre 1955. 39 GU n. 308 del 3 dicembre 1963. 35
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maggiori esigenze di personale specializzato derivanti dalla tendenza ad aumentare i reparti amministrativamente autonomi. La contrazione del volume organico complessivo dell'esercito rispetto all'anteguerra riesce solo in parte a compensare questi fattori, che non consentono di stabilire un corretto rapporto di proporzionalità tra numero degli ufficiali di amministrazione e forza totale dell'esercito. Altro problema che rimane aperto, e sul quale non ci dilunghiamo, è quello di un'idonea intelaiatura di sottufficiali appartenenti al Servizio/corpo.
6. Reclutamento e formazione dei Quadri Nel dopoguerra - come già nell' anteguerra - nonostante la creazione di numerose scuole dei Servizi, il Servizio di amministrazione non dispone di una propria e autonoma organizzazione scolastica. Anche nel dopoguerra rimane in vigore - fino al 1964 - il T.U. delle leggi sul reclutamento degli ufficiali di cui al R.D. 14 marzo 1938, n. 596 che prevede (Art. 2) la formazione degli aspiranti ufficiali in servizio permanente di amministrazione (in possesso di titolo di studio di scuola media superiore) attraverso l'Accademia di Modena, e la loro nomina a sottotenente dopo due anni di corso. Il corso di studi per gli ufficiali di amministrazione è analogo a quello previsto per gli ufficiali di sussistenza e differisce da quello degli ufficiali di commissariato, che sono tratti dai giovani in possesso di laurea e frequentano un solo anno di corso presso l'Accademia, seguito da un altro anno presso la scuola di perfezionamento di commissariato. Nella particolare situazione creatasi dopo il 1945, queste norme non trovano immediata e completa applicazione. Nel 1949 sono organizzati corsi valutativi per l'aggiornamento e il perfezionamento della cultura tecnico-professionale degli ufficiali inferiori di amministrazione reclutati prima della guerra o durante la guerra. Il primo corso ha inizio a partire dal 1 ° ottobre 1949, ha la durata di 4 mesi, si svolge nell'aula del centro chimico di via Castro Laurenziana in Roma cd è diretto dal ten. col. di amministrazione Giuseppe Suglia, sotto la sorveglianza del Capo del Servizio (Col. Umberto De Zugni).40 Per gli ufficiali di complemento di amministrazione, con Circ. n. 279 in data 19 agosto 1949 sono previsti per il 1950 due corsi presso la scuola di Lecce e quella dei Servizi e Governo del personale di Rieti, con inizio rispettivamente il 15 aprile e il 1° ottobre.41 Nel giugno 1951 la scuola e centro esperienze di commissariato di Maddaloni (Caserta) assume la denominazione di Accademia dei Servizi di commissariato e di amministraz ione militare e diventa l'unica sede anche per i corsi allievi ufficiali di complemento di amministrazione.
40 C.irc. SMR n. 290 in data 9 settembre 1949. 41 Circ n . 279 in data 19 agosto 1949 (G.M. 1949, pp. 757-758).
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Diversamente da quanto avviene per gli ufficiali di commissariato e del Servizio automobilistico, solo a partire dal1' anno scolastico I 9501951 riprendono presso l' Accademia di Modena i corsi regolari per ufficiali in servizio permanente di amministrazione, in conformità alle norme del T.U. del 1938. Il bando di concorso prevede per gli aspiranti ufficiali di amministrazione solo 5 posti (dei quali 2 per concorrenti provenienti dai sottufficiali). 42 Diversamente da quelli delle varie Armi, gli allievi di amministrazione - come quelli del corpo automobilistico e del ruolo sussistenza di commissariato - sono assegnati fin dal 1° anno al Servizio e svolgono un corso a parte della durata di due anni, al termine del quale sono nominati sottotenenti. Per inciso, anche gli ufficiali di sussistenza frequentano un corso di due anni, che si svolge presso la scuola e centro di esperienze di commissariato di Maddaloni cosl come avviene per il corso (della durata di un anno) per ufficiali commissari , ai quali è richiesta come sempre la laurea. In definitiva, per quanto concerne i Quadri dei Servizi presso l'Accademia di Modena, nel 1950 - 1951 sono previsti solo i corsi per allievi ufficiali del corpo automobilistico e di amministrazione. Con l ' anno scolastico 1951-1952 anche i corsi per allievi ufficiali in servizio permanente di amministrazione si svolgono - come avviene per gli ufficiali di ambedue i ruoli di commissariato - presso la scuola e centro esperienze di commissariato di Maddaloni, con durata e modalità invariate.43 I corsi successivi , fino al 1954, hanno sede presso la predetta scuola. A partire dall'anno scolastico 1955 1956 si ritorna alla soluzione del 1950 - 1951, e il corso per allievi ufficiali di amministrazione si svolge - come per gli ufficiali di tutti i Servizi, commissariato compreso presso l' Accademia di Modena, sempre con durata di due anni, assegnazione fin dal 1° anno degli allievi al Servizio e corso a parte rispetto a quelli delle varie Armi.44 La legge 18 dicembre 1964, n. 1414 sul reclutamento degli ufficiali dell'esercito, che abroga il T .U . del 1938, per quanto di interesse dei Quadri del S ervizio di amministrazione prevede che : - come avviene anche per gli ufficiali di sussistenza e del servizio automobilistico, gli ufficiali in servizio permanente di amministrazione possono essere reclutati con il grado di sottotenente attraverso due anni di corso di Accademia, oppure con appositi concorsi per titoli ed esami indetti annualmente con decreto ministeriale per gli ufficiali di complemento e i sottufficiali (Art. 11); - la durata del corso per ufficiali di complemento di amministrazione è - come per quelli di sussistenza e del Servizio automobilistico - non inferiore a 4 mesi. Questo assetto di base rimane in vigore fino agli anni 80.
D .M. 14 luglio 1950 (G.M. 1950, pp. 801 -819). D.M. 24 aprile 1951 (G.M. 1951, pp. 431-449). 44 D .M. 20 maggio 1955 (G.M. 1955, pp. 941 -961).
42 43
CAPITOLO XV
SERVIZI DI SANITÀ E VETERINARIO
1. Servizio di sanità
a. Evoluzione degli organi centrali e periferici. La problematica specifica che l'organizzazione sanitaria militare deve affrontare in aderenza alle circostanze di carattere generale prima citate sarebbe tale da richiedere profondi mutamenti . Infatti, in campo sanitario-si deve tener conto di una serie di nuove esigenze specifiche tutte di grande peso: a) l'ambiente operativo nucleare richiede accurate predisposizioni fin dal tempo di pace in accordo con le autorità civili e l'incremento del numero, della specializzazione, delle capacità di lavoro e della tempestività di intervento degli organi di sgombero e cura; b) i progressi della chirurgia d'urgenza e dell'emotrasfusione, abbinati alla sempre più larga diffusione dell'elicottero, suggeriscono di costituire unità sanitarie mobili in grado di effettuare interventi d'urgenza e trasfusioni sul posto, fin nelle prime linee; c) i numerosi STANAG in campo sanitario e la Convenzione di Ginevra del 1949 richiedono anch'essi sensibili adeguamenti nelle procedure; d) la crescente importanza assunta dai concorsi de11e forze annate in caso di "pubbliche calamità" (quindi: non solo calamità naturali), per la prima volta espressamente previsti dall'Art. 1 della legge 11 luglio 1978, n. 382, richiede elevata prontezza operativa anche agli organi sanitari in pace ; e) le esigenze di collaborazione con l'organizzazione sanitaria ci vile ( dopo I' emanazione della legge 23 dicembre 1978, n. 833 che istituisce il servizio sanitario nazionale) e le esigenze di collaborazione e integrazione interforze (dopo l'emanazione dei decreti delegati n. 1477 e n. 1478 del 1965) impongono un non facile raccordo tra varie organizzazioni sanitarie militari fino a quel momento separate e non di rado divergenti. Tutte queste esigenze si fanno sentire a partire dalla seconda metà degli anni 50: fino a quel momento prevale il lavoro di ricostruzione delle strutture preesistenti, con criteri analoghi all'anteguerra. Nel 1944, quando inizia la ricostruzione del Servizio, l'organizzazione sanitaria fa sempre capo alla direzione generale di sanità del Ministero della guerra (poi difesa-esercito) che si avvale di un generale medico Capo del Servizio, degli Ispettori di sanità di zona e delle direzioni di sanità militare (poi direzioni dei Servizi sanitari) dei Comandi Militari Territoriali, dai quali dipendono gli ospedali militari, le infermerie presidiarle, le com-
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pagnie di sanità ecc .. Per il servizio sanitàrio militare territoriale rimane sostanzialmente valido il regolamento del novembre 1932, che viene ristampato nel 1953 e 1958 (Pub. n. 2544 ). Più in generale, le norme di base che definiscono il funzionamento tecnico del Servizio in guerra e in pace sono in buona parte quelle della guerra e dell'anteguerra. Premesso che le pubblicazioni concernenti i materiali verranno esaminate a parte, quelle più importanti ancora in vigore negli anni 70 sono: - la Pub. n. 2421 Servizi portaferiti, infennieri e aiutanti di sanità - Ed. 1941; - la Pub. n. 2453 Istruzione sul servizio delle disinfezioni e disinfestazioni - Ed. 1932; - la Pub. n. 3718 Istruzione per l'igiene dei militari dell'Esercito Ed. 1957 (semplice ristampa dell'edizione 1940); - la Pub. n. 3959 Manuale sulla guerra chimica a uso degli ufficiali medici - Ed. 1941; - la Pub. n. 5915 Manuale di chirurgia d'urgenza in guerra (STANAG 2068) - Ed. 1969 (sostituisce l'analoga Ed. 1961 ); - la Pub . n. 5599 Direttive per de lineare il profilo sanitario dei soggetti giudicati idonei al servizio militare - Ed. 1965; - la Pub. n. 5609 Elenco di imperfezioni e infermità causa di non idoneità al servizio militare - Ed. 1964 (che abroga l'analoga edizione del 1956); - la Pub. n. 5612 Primi soccorsi e nonne elementari d'igiene - Ed. 1964. - il prontuario tascabile (da distribuire a ciascun soldato) Elementi di primo soccorso - Ed. 1965 e 1969. Tra la fine del 1943 e l'inizio del 1944 si procede alla riorganizzazione degli ospedali territoriali e da campo nella zona liberata, con 19.000 posti letto resi disponibili già nel marzo 1944 e il rifornimento dei medicinali assicurato in gran parte con materiali recuperati, che servono anche per ricostituire le dotazioni per le unità operanti con gli alleati . 1 Nell'autunno 1944, in vista della liberazione dell'Italia Settentrionale, gli studi dello SME prevedono un ' intelaiatura assai ampia: 34 ospedali militari, 8 farmacie, 5 infermerie presidiarie, un convalescenziario. L 'ordinamento de11'esercito di transizione di fine 1945, con organici dei singoli Servizi logistici diramati dal gennaio al settembre 1946, conferma in un primo tempo l' esistenza di 11 direzioni di sanità dei Comandi Territoriali periferici (una per C.M.T.), 23 ospedali militari, 12 farmacie, 6 infermerie presidiarie, 12 compagnie di sanità ecc .. La struttura complessiva del Servizio risultante dai predetti organici2
1 R. 2
Cadorna, Op. cit.• pp. 42-64. AUSSME, Rep. M/7, Racc. 403/3.
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ha notevoli analogie con quella della guerra e dell'anteguerra e nelle linee essenziali prevede i seguenti organi esecutivi centrali: - collegio medico-legale (ricostituito definitivamente con D.C.P.S. 18 novembre 1947) a carattere interforze, con i compi ti di cui. alla legge 11 marzo 1926, n. 416 e relativo regolamento di esecuzione del I 928, modificata con legge 25 agosto 1940, n.1394. E' il massimo organo consultivo per tutte le Amministrazioni dello Stato che non abbiano organizzazione propria. Presta inoltre la sua opera su richiesta del comitato per le pensioni privilegiate ordinarie e della Corte dei Conti. Riguardo al suo funzionamento, le norme dell' anteguerra e del periodo di guerra sono modificate dal D.P.R. 18 novembre 1965, n. 1485 e dalla legge 22 dicembre 1980, n. 913;3 - commissione medica superiore per le pensioni di guerra; - 3 laboratori centrali (microbiologico, di biologia applicata e bromatologico); - ospedale militare specializzato di Anzio (su 3 reparti e 300 posti letto) per malattie polmonari, e stabilimenti balneotermali di Ischia e Acqui; - 2 magazzini militari materiale sanitario (Parma e Maddaloni), con consegnatario un capitano chimico-farmacista; - istituto chimico farmaceutico militare di Firenze, con compiti invariati. Gli organi direttivi periferici comprendono oltre agli Ispettori di sanità di zona e ai direttori di sanità degli I I Comandi Territoriali, un ufficio di sanità per la Sardegna. Per ogni Comando Territoriale sono previsti: - due o più commissioni mediche per pensioni di guerra; - un ospedale militare principale, con abbinati farmacia e magazzino farmaceutico, magazzino ordinario e magazzino di mobilitazione (il consegnatario di questi due ultimi magazzini è un capitano di fanteria o artiglieria); - un ospedale militare secondario, con abbinati un magazzino ordinario e un magazzino di mobilitazione; - una compagnia di sanità (comandata da un capitano di fanteria o artiglieria); - una sezione disinfezione su comandante (cap. medico), Comando e 2 reparti disinfezione al comando di un SU, ciascuno con 16 disinfettori e I conduttore di caldaie a vapore. ln totale I U., 4 SU., 50 TR, 2 quadrupedi da tiro con una carretta, 3 automezzi, 2 rimorchi con stufa Gianno11i (uno per sezione), 1 autostufa, 1 autopotabilizzatore, 1 autobagno; - eventualmente, una o più infermerie presidiarie ( che hanno 150 po-
3
Suppi. ordin. alla GU n. Il del 15 gennaio 1966 e GU n. 3 del 5 gennaio 1981.
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sti letto e, come sempre, servono per il ricovero e la cura di feriti e ammalati non gravi, recuperabili in pochi giorni). L'ufficio di sanità per la Sardegna, retto da un colonnello, ha alle dipendenze un ospedale militare secondario con in più un ufficio matricola, un plotone sanità, una squadra disinfezione in magazzino farmaceutico, un magazzino di mobilitazione e un magazzino ordinario. In base al numero dei posti-letto, gli ospedali militari principali si suddividono ìn: tipo Cli (7 reparti, 250-400 posti letto); tipo D/1 (8 reparti, 400-600 posti letto); tipo E/1 (9 reparti, 600-800 posti letto); tipo FII ( 10 reparti, 800-1000 posti letto). Gli ospedali militari secondari non dispongono di farmacia e magazzino farmaceutico. Essi si distinguono in: tipo A/2 (2 reparti, 200 posti letto); tipo A/2/bis (100-150 posti letto); tipo B/2 (3 reparti, 200-300 posti letto); tipo C/2 (4 reparti, 300400 posti letto); tipo D/2 (6 reparti, 400-600 posti letto). Gli ospedali militari principali si distinguono tra di loro, oltre che per il numero dei reparti e posti letto e quindi anche per il numero di ufficiali medici (specializzati e generici) e di personale paramedico e addetto ai servizi, per il numero di ufficiali di amministrazione. L'ospedale principale tipo F/1 ha anche un ufficiale d'Arma addetto alla disciplina, l 'ospedale militare principale di Roma ha 12 ufficiali medici generici in più. Essi forniscono gli automezzi anche alle compagnie di sanità, alle farmacie, ai magazzini ordinari e di mobilitazione, alle sezioni di disinfezione. Gli ospedali secondari si distinguono dai principali anche per: 1) una più ridotta fisionomia amministrativa (non hanno il relatore, ma solo il direttore dei conti e l'ufficiale pagatore); 2) la mancanza di un ufficiale medico segretario del direttore, di un U. addetto alla matricola, di un U. di dispensa; 3) la presenza nel loro organico di un U. chimico-farmacista (assente nel personale degli ospedali principali che dispongono a parte di una farmacia e di un magazzino chimico farmaceutico). Le infermerie presidiarie si distinguono dagli ospedali perché: 1) non hanno affiancato alcun tipo di magazzino; 2) non sono amministrativamente autonome; 3) non hanno ufficiali di amministrazione ma solo un ufficiale di contabilità; 4) non sono articolate in più reparti e hanno limitate capacità di cura, perché non dispongono di ufficiali medici specialisti, ma solo di 3 ufficiali medici generici e I ufficiale chimico - farmacista. Nel 1947 sono definiti gli organici provvisori delle direzioni di sanità territoriali, che entrano in vigore a partire dal 1 ° agosto 1949 e prevedono I colonnello medico direttore e 3 ufficiali medici, dei quali un segretario, un addetto alle pratiche medico-legali e un igienista. Con D.L. · C.P.S. 18 gennaio 1947 sono soppressi gli Ispettorati di zona retti da maggior generali medici istituiti con legge 11 marzo 1926, n. 416 e le loro attribuzioni passano alle direzioni di sanità di C.M.T., presso le quali è istituita un'apposita commissione. I rimaneggiamenti e le frequenti contrazioni o scioglimenti incominciano subito. In particolare: - nell'agosto 1946 sono contratti a tipo A/2 tre ospedali secondari
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tipo B/2 (Novara, Ancona e Perugia) e un ospedale secondario tipo C/2 (Livorno); - nel 1947 sono sciolte le infermerie presidiarie di Orvieto e Foggia; sono declassati 2 ospedali principali (Verona da DII a C/1; Udine da C/1 a secondario C/2) e 8 ospedali secondari da A/2 a A/2 bis (Savigliano, Brescia, Bolzano, Ancona, Perugia, Lecce, Livorno, Lucca). Viene ampliato l'ospedale secondario di Padova (da B/2 a principale D/1). Sono sciolti i magazzini mobilitazione degli 11 ospedali militari secondari (Novara, Savigliano, Brescia, Bolzano, Udine, Ancona, Lucca - per ospedale di Livorno, Perugia, Lecce, Catanzaro, Messina). In tal modo, dopo il 1947 gli ospedali secondari dispongono solo di magazzino ordinario; - nel 1949 gli ospedali secondari di Bolzano e Brescia sono ampliati da A/2 bis a A/2 e l'ospedale principale di Milano è ampliato da E/1 e F/ 1, mentre quello principale di Napoli è declassato da F/1 e E/1. Gli ospedali secondari di Ancona e Lecce sono declassati da A/2 bis a infermeria presidiaria, e sono quindi sciolti i relativi magazzini ordinari. Alla fine dell'anno 1950 l'organizzazione territoriale del Servizio rispecchia sostanzialmente l'ordinamento deciso nel 1946 e comprende i seguenti organi direttivi ed esecutivi: - organo direttivo centrale: - direzione generale di sanità militare del MDE; - organi direttivi periferici: - 11 direzioni di sanità militare di CMT; - ufficio sanità per la Sardegna; - organi esecutivi centrali: - collegio medico-legale; - commissione medica superiore pensioni guerra; - scuola di applicazione di sanità militare (Firenze); - istituto chimico-farmaceutico militare (Firenze); - laboratorio di biologia applicata; - laboratorio bromatologico; - stabilimenti balneo-termali (Acqui ed Ischia); - ospedale militare specializzato di Anzio; - 2 magazzini militari materiale sanitario (Parma e Maddaloni); - 2 treni sanitari (tenuti permanentemente allestiti); - organi esecutivi periferici: - 11 ospedali militari principali; - 12 ospedali militari secondari; - 4 infermerie presidiarie; - 29 commissioni mediche pensioni guerra; - 11 compagnie sanità; - plotone sanità per la Sardegna; - I I sezioni disinfezione; - squadra disinfezione Sardegna; - 11 farmacie e magazzini farmaceutici per osp. militare principale; - 11 magazzini ordinari per ospedale militare principale; - 12 magazzini ordinari per ospedale militare secondario;
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- 12 magazzini mobilitazione. 4 Nel 1951 continuano i numernsi rimaneggiamenti (trasformazione in infermeria presidiaria della sezione di Piacenza de11o ospedale militare di Bologna; trasformazione dell'ospedale militare di Bolzano in infermeria presidiaria e dell'infermeria presidiaria di Trento in ospedale militare). Con la lettera n. 450/ord. del 25 febbraio 195!5 lo SME definisce una organizzazione più economica del1a sanità militare territoriale, mediante: - l'abbinamento in un unico Ente denominato "magazzino di mobilitazione e ordinario" dei preesistenti magazzini di mobilitazione per ospedale principale e magazzini ordinari per ospedali principali e secondari. Il nuovo tipo di magazzino è assegnato sia agli ospedali principali che a quelli secondari; - il conferimento della carica di comandante della compagnia di sanità agli stessi aiutanti maggiori degli ospedali militari principali, fatta eccezione per le compagnie di sanità dei Comandi Territoriali più importanti (Roma, Milano, Napoli, Padova) per le quali è previsto un ufficiale d ' Arma ad incarico esclusivo; - l'abolizione della carica di ufficiale addetto alla disciplina (retta da un ufficiale d'Arma) negli ospedali militari principali tipo F/1 e secondari tipo D/2. 6 L'esigenza "T" nell'autunno del 1953, che comporta l'assunzione da parte delle truppe dislocate alla Frontiera Orientale del previsto schieramento operativo di copertura in un settore prevalentemente montano, anche se non sfocia in operazioni belliche consente di co11audare le predisposizioni logistiche per il funzionamento della sanità militare in campagna. Rispetto alla guerra 1940- 1943 e al1e campagne precedenti, le procedure adottate non hanno aspetti nuovi. Non nuove nemmeno le carenze (personale medico e paramedico al 50% circa degli organici di guerra; mezzi di sgombero al 40%; carenza di organi per l'igiene e la profilassi; mancanza di ambulanze odontoiatriche). Grazie alle misure preventive tempestivamente adottate soprattutto nelle branche vettovagliamento e vestiario (turni di riposo; distribuzione di indumenti di lana extra dotazioni organiche; maggiorazione delle razioni viveri; distribuzione di viveri di conforto, ecc.) e all'ampia possibilità di utilizzare le numerose infrastrutture territoriali locali, lo stato di salute delle truppe si mantiene buono, i chiedenti visita non superano in media il 3-4% e la percentuale di morbilità si aggira intorno all' 1- 1,5%. Solo 2 sottufficiali e 18 militari di truppa sono ricoverati in ospedali civili. Sono incrementati i posti letto degli ospedali militari secondario
4 Dati tratti dall' opuscolo dell ' Ospedale Militare di Palermo Jl8° Annuale della fondazione del corpo sanitario militare, 4 giugno 1951. 5 AUSSME. Rep. M/7, Racc. 828. 6 ivi, Racc. 829.
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di Udine (da 473 a 540) e principale di Padova (da 539 a 600). Sono predisposti gli sgomberi nella zona territoriale (ospedali militari principali di Verona, Bologna, Milano). Sono costituite infermerie temporanee presso le sezioni di sanità delle divisioni e i reggimenti, e sono completate le sezioni sanità di talune divisioni e brigate. Le scorte di materiale sanitàrio oscillano tra le I O e le 30 giornate, a seconda del tipo di materiale. Sono accantonate scorte di sangue per trasfusioni negli ospedali di Padova e Verona, e dei rifornimenti di materiale sanitario sono incaricati la farmacia dell'ospedale militare di Udine e il magazzino sanitario di Padova. La ristrutturazione territoriale del 1955 - 1957, che in un primo momento avrebbe dovuto comportare sensibili "tagli" anche per la sanità, non riduce sostanzialmente il numero degli organi esecutivi principali. Con la Circ. SME n. J 550 - R/15263407 sono sanzionati solo il declassamento ad A/3 (da 150 letti) di due ospedali secondari, lo scioglimento di 3 infermerie presidiarie e l'ampliamento di un'infermeria ad ospedale secondario tipo A/3. Nello stesso periodo i due treni sanitari mantenuti permanentemente allestiti sono smobilitati e ne viene prevista la costituzione solo all'emergenza; sono inoltre soppresse 12 commissioni mediche per le pensioni di guerra. La riduzione da 11 a 6 del numero dei C.M.T. (maggio 1957) provoca la soppressione dell'ufficio di sanità autonomo della Sardegna (che dipende dall'VIII C.M.T. della Regione Centrale), la parallela riduzione del numero delle direzioni di sanità di C.M.T. (da 11 a 6), la contrazione a plotone di 3 compagnie di sanità e a squadra di 3 sezioni disinfezione. Sempre nel 1957, l'incarico di comandante delle compagnie di sanità delle G.U. elementari "allo scopo di consentire una migliore utilizzazione di ufficiali medici per le specifiche esigenze del servizio" è affidato a ufficiali d'Arma. li I O febbraio 1960 viene costituito in Roma - Villa Fonseca alle dirette dipendenze della direzione generale di sanità militare (e poi del Comando del Servizio/corpo di Sanità dell'esercito) il centro studi e ricerche di sanità militare dell 'esercito,s diretto da un maggior generale o colonnello medico, con i seguenti compiti: - studi ed esperienze sull'organizzazione e sul funzionamento del Servizio sanitario in pace e in guerra, con particolare riguardo allo studio dell'elemento umano; - attività di laboratorio applicata all'igiene e all'alimentazione del soldato e alla prevenzione e accertamento di malattie di particolare incidenza nelle collettività militari; - attività di ricerca pura e applicata, con particolare riguardo alle in-
ivi, Racc. 844. C. Musilli, Il centro studi e ricerche della sanità militare dell'Esercito, "Rivista Militare" n . 12/1965 e n. 4/1976; MD (direzione generale della sanità militare), li centro studi e ricerche della sanità militare , Roma 1965 ; Scuola di Sanitù Militare, Manuale di organizzazione sanitaria militare, Firenze 1988, pp. 31-32. 7 8
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dagini sperimentali sugli effetti delle radiazioni, agli studi ed esperienze su nuove possibilità d'impiego di sorgenti di radiazioni e sui mezzi di protezione e di terapia delle lesioni da agenti fisici, chimici e biologici, alle sofisticazioni e adulterazioni alimentari e commerciali; - corsi di applicazione e di aggiornamento per il personale sanitario in servizio, in congedo o ausiliario; - studi e ricerche in collaborazione con il Ministero della difesa, gli Stati Maggiori ecc. e con istituti scientifici e ospedalieri civili; - collaborazione con lo Stato Maggiore Difesa e con il Ministero della sanità per lo studio di problemi inerenti alla difesa civile. Il centro assorbe i preesistenti laboratori di biologia applicata e chimico bromatologico e si articola inizialmente su: direttore, segretario con alle dipendenze l'ufficio segreteria, biblioteca, ufficio documentazione e servizi tecnici, 3 reparti (I reparto studi, servizio sanitario e sezione medico-sociale; 2° radiologia e ematologia; 3° biologia, igiene e microbiologia, chimica e bromatologia) . Nel 1981, a vent'anni dalla costituzione, i compiti del centro non sono mutati. 9 L'articolazione, modificata per la prima volta nel 1966, nel 1981 comprende un vice-direttore e 2 reparti anziché 3: - 1 ° reparto, su: 1" sezione logistica sanitaria (organizzazione del servizio in pace, in guerra e io caso di calamità militari e attrezzature tecniche e scientifiche); 2" sezione medicina preventiva e sociale; 3" sezione radiobiologia; 4" sezione biologia e istologia; - 2° reparto, su: 5" sezione medicina clinica e sperimentale; 6" sezione chirurgia clinica e sperimentale; 7" sezione igiene e microbiologia; 8" sezione chimica bromatologica; laboratorio chimico; laboratorio di genetica. L'emanazione dei decreti delegati n. 1477 e n. 1478 del 1965 e la costituzione in data 31 dicembre 1966 di una direzione generale della sanità militare del Ministero a carattere interforze (D.M. 30 settembre 1966, con le modifiche di cui al D.M. 31 dicembre 1971 e 26 giugno I 980) provocano diversi mutamenti di rilievo nelle dipendenze degli organi centrali e periferici del Servizio: - il Capo del Servizio è posto alle complete dipendenze del Capo di Stato Maggiore e nel 1967 viene inserito nell'Ispettorato logistico, dal quale peraltro dipende solo per la log istica del materiale; - anche gli ospedali militari escono dall'area di forza armata e cessano di dipendere dalle direzioni territoriali, passando gradualmente alle dipendenze della direzione generale di sanità; - i magazzini militari di materiale sanitario , già alle dipendenze della direzione generale di sanità di forza armata, con la citata lettera n. 1640/1526112 in data 31 dicembre (vds. capitolo XIJl) 1966 passano alO
9 C. De Santis. Il centro sh1di e ricerche della sanità militare dell'Esercito a vent'anni dalla nascita, "Giornale di medic ina Militare" lug lio - agosto 1983.
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le dipendenze delle rispettive direzioni di sanità territoriali e svolgono la loro attività di distribuzione, conservazione e riparazione esclusivamente in base alle disposizioni che l'ISPEL impartisce loro, sia tramite le predette direzioni, sia direttamente con modalità stabilite dallo stesso ISPEL; - le direzioni di sanità territoriali dipendono sia dal1a direzione generale di sanità del Ministero sia dallo SME - ISPEL, ne11'ambito delle attribuzioni a ciascuno devolute dai decreti n. 1477 e 1478 del 1965; - lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze esce ancb' esso dall'area di forza armata e dipende dalla direzione generale di sanità militare interforze; - la scuola di sanità militare, già alle dipendenze della direzione generale di sanità di forza armata (MDE), passa alle dipendenze del Capo del Servizio. In particolare, in ottemperanza a quanto prescrive la citata Circ. MD-SEGREGEN n. 0228/PD in data 24 gennaio 1967 (Ali. 8), a partire dal I O gennaio 1967 DIFESAN assume "protempore" alle dipendenze gli Enti indicati nel DOCUMENTO 33, tra i quali IO ospedali militari principali (2 della marina). 18 ospedali militari , I ospedale militare specializzato (Anzio), 2 stabilimenti balneo-termali (Acqui e Ischia), 2 infermerie presidiarie. Questo assetto rimane invariato fino al 1981 , ad eccezione degli ospedali militari che negli anni 70 rientrano nell'area di forza armata e ripassano alle dipendenze delle direzioni territoriali. Peraltro 4 di essi (Roma, Milano, Ischia e Anzio) che per la loro particolare specializzazione sono denominati "ospedali militari interforze", sono lasciati in un primo momento a11e dipendenze per l'impiego della direzione generale di sanità, mentre per i rimanenti aspetti (amministrativi, disciplinari, di sicurezza) dipendono dai Comandi Territoriali. ln seguito agli inconvenienti derivanti da questa duplice dipendenza e alla mancanza presso la stessa direzione generale di sanità di idonei organi in grado di assicurare l'azione di comando e controllo di sua competenza, anche i predetti 4 ospedali ripassano alle complete dipendenze delle direzioni di sanità territoriali. A partire dal 1° maggio 1967 viene costituito l'ufficio del Capo del Servizio di sanità dell'esercito, 10 che si articola su: Capo ufficio; sezione segreteria e personale; sezione studi e sviluppo tecnico; sezione regolamentazione, ordinamento e addestramento. Come già si è visto (vds. Capitolo XII) il Capo del Servizio è consulente del Capo di SME e svolge per sua delega attività ispettiva. Tra le sue principali attribuzioni figurano: - la definizione sulla base delle esigenze operative fissate dallo SME delle caratteristiche dei materiali, l'indirizzo e il controllo dell'at-
IO
Circ. SME n. 1097/154 in data 23 aprile 1967 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 858).
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tività di ricerca e di studio per la realizzazione dei relativi prototipi e la direzione della sperimentazione tecnica ai fini dell'omologazione; - l'elaborazione della nonnativa tecnica sul funzionamento del Servizio, delle istruzioni addestrati ve e delle istruzioni sui materiali specifici del Servizio; la formazione del personale, la collaborazione con lo SME per l'impiego del personale e le funzioni di comando sulla scuola di sanità militare; - proposte in merito ad attività di ricerca interessanti il Servizio, pareri e consulenze in merito a programmi di approvvigionamento e rifornimento e relativi capitolati, progetti di regolamentazione tecnica per conservazione e mantenimento dei materiali, organizzazione e funzionamento del Servizio in pace e in guerra e formazioni, organici e dotazioni del Servizio. Nel luglio 1967 (vds. capitolo XII) il Capo del Servizio con proprio ufficio viene inserito nell'Ispettorato logistico dell'esercito, alle dipendenze dell'Ispettore logistico per la logistica dei materiali e del Capo di SME per i rimanenti compiti d ' Istituto. In data 1° agosto 1968 viene interrotto il cordone ombelicale tra magazzini e ospedali militari tipico del dopoguerra: gli esistenti 22 magazzini ordinari e di mobilitazione sono soppressi c sostituiti da 15 magazzini materiali sanitari (alle dipendenze dirette d'impiego e tecniche - delle direzioni di sanità dei C.M.T.R.), composti da una sezione materiali, dotazioni e scorte alla sede e una o più sezioni materiali distaccate.11 I materiali per le esigenze correnti previsti per ciascun ospedale sono custoditi utilizzando il personale esuberante alle esigenze dei magazzini direzionali, sulla base di specifiche disposizioni per la loro gestione e conservazione emanati dalla direzione generale di sanità. Nello stesso anno 1968 per la 5" e 8" sezione disinfezione sono adottati organici sperimentali che ne potenziano notevolmente i mezzi e materiali e la capacità di lavoro (Comando con l AR, 1 ACM, 1 rimorchio per autopotabilizzatore, 1 autobagno; 3 squadre disinfezione, ciascuna con 2 SU. e 2 rimorchi con autostufa). Nel quadro della contrazione e razionalizzazione delle strutture territoriali che costituisce obiettivo della ristrutturazione del 1975 sono previsti i seguenti provvedimenti: - trasformazione di alcuni ospedali militari in moderni istituti di medicina legale militare, allo scopo di perfezionare il sistema di selezione psico-fisica dei militari di leva e di rendere pronta ed efficace l'attività degli organi medici collegiali operanti nel campo pensionistico; - integrazione di altri ospedali militari con l'organizzazione ospedaliera civile; - potenziamento dei restanti ospedali con le più moderne apparec-
11 Circ. SME n. 1370 - /15263450 in data 20 luglio 1%7 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 858).
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chiature scienlifiche, ano scopo di far loro raggiungere il livello di efficienza funzionale degli istiluti civi1i più avanzati, con possibilità di aprire gli ospedali militari anche al ricovero e a1la cura del personale civile della Difesa e, in prospettiva, all'intera popo1azione civile.12 E' prevista la soppressione di alcuni ospeda1i militari (di cui 2 già soppressi nel gennaio 1977) e la lrasformazione di altri 3 in centri medico-legali. Scompaiono dall'organizzazione territoriale di pace organi con una vita centenaria come le compagnie e i plotoni di sanità: le 8 compagnie e 4 plotoni sanità esistenti nel 1975 sono trasformati in "reparti servizi" di Enti ospedalieri, al comando di un ufficiale d'Arma. Gli organi esecutivi che rimangono in attività sono articolati in tre soli tipi, differenziati in relazione ai compiti, al numern dei reparti e alla capacità ricettiva (vds. schema alla pagina 392): 11 ospedali militari tipo A (almeno uno per Comando Territoriale di Regione), 13 tipo B, 3 centri medico-legali. Nel 1976 il Capo del Servizio - con proprio ufficio - facente parte dell'Ispettorato Logistico dell'Esercito è sostituito (vds. Capitolo XII). da un Comando dei Servizi sanitari (corpo sanitario e corpo veterinario) autonomo e non più considerato come facente parte del IV Reparto/ISPEL, che dipende da1 Capo del predetto IV reparto limitatamente aJla logistica dei materiali e direttamente dal Capo di SME per le rimanenti attribuzioni. Nello stesso anno il Comando dei Servizi sanitari propone alla direzione generale di sanità l'istituzione di una scheda sanitaria individuale da impiantare all'atto della visita di leva. La prnposta non ha un concreto seguito a livello interforze, ma viene successivamente adottata nell'ambito dell'esercito con l'istituzione di un"Libretto sanitario "mod. 1/81 E" (in duplice copia), nel quale sono riporta ti (come, del resto, nel libretto personale del soldato dell'anteguerra - vds. Vo1. III, Capitolo V) parametri costituzionalistici, accertamenti sanitari , ambulatoria1i e specialistici, ricoveri ospedalieri e tutte le notizie sanitarie che possono interessare il giovane. Una delle due copie rimane al mililare anche dopo i1 congedo, perché possa fornire dati ed essere aggiornato dalle Unità Sanitarie Locali. L'emanazione della legge 23 dicembre 1978, n. 833 che istituisce il servizio sanitario nazionale riprnpone il problema del coordinamento tra l' organizzaziòne sanilaria mi1itare e quella civile. In merito, va ricordato che il D.P.R. 11 febbraio 1961, n. 257 e la successiva legge 14 marzo 1968, n. 203 prevedono che de1 consiglio superiore di sanità - organo consultivo tecnico interno del Ministero de11a sanità presieduto dal Ministro - facciano parte il direttore generale de11a sanità militare e un ufficiale generale designati dal Ministero della difesa, e che del consiglio
12 Cfr. M. Cappelli (gen. med.). / problemi della sanità militare. "Rivista Militare" n. 1/1976, e L. Poli, li problema della sanità militare, "Rivista Militare" n. 6/1977.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
FISIONOMIA ORGANICA DEGLI STABILIMENTI SANITARI (1975) OIRIGENTE ASSISTENZA SPIRITUALE
OTORINO• LARINGOIATRICO
OERMOCEL neo
ANALISI
NEUROLOGICO CHIRURGIA E ORTOPEDIA
STOMATOLOGICO
OCULISTICO IJFFICIO AMMINISTRAZIONE
ELETTRO· CARDIOGRAFICO
COMMISSIONE MEDICA OSPEDALIERA
RADIOGRAFICO E FISIOTERAPEUTICO CHIRURGIA E ORTOPEDIA DERMOCELTICO
COLLEGIO MEDICO INTERNO
REPARTO OSSERVAZIONE
INFETTIVI
MEDICINA
NEUROLOGICO OTORINO· LARINGOIA TRICO
ELETTRO· CARDIOGRAFICO
DERMOCELTICO
REPARTO SERVIZI - - -
OCULISTICO ANALISI
REPARTO OSSERVAZIONE
RADIOGRAFICO STOMATOLOGICO OTORINO· LARINGOIATRICO
COMISSIONE MEDICA OSPEDALIERA
(M. Cappelli, I problemi della sanità militare. "Rivista Militare" n. 1/1976)
COLLEGIO MEDICO INTERNO
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provinciale di sanità faccia parte l'ufficiale medico più elevato in grado del capoluogo di provincia (peraltro, non in tutte le province prestano servizio ufficiali medici). Poichè la legge del 1978 delega i veri e autonomi poteri in materia di organizzazione sanitaria al livello di Regione e di Unità Sanitaria Locale, non si può dire che essa dia il dovuto rilievo alle esigenze di coordinamento con la sanità militare a questi due livelli fondamentali. Gli accenni alla sanità militare avvengono solo ali' Art. 6 della legge, che indica tra le funzioni amministrative di competenza dello Stato I' organizzazione sanitaria militare e i Servizi sanitari istituiti per le forze armate e le forze di polizia, e a11' Art. 8, che include tra i membri del consiglio sanitario nazionale (organo interministeriale di consulenza del Governo) anche un rappresentante della Difesa. Ciò non basta, sia perché manca l' indicazione di raccordi e modalità di coordinamento operativo al livello periferico nell'ambito delle Regioni e USL, sia perché tra i dieci esperti in materia sanitaria che fanno parte del consiglio sanitario nazionale non è previsto alcun esperto militare. Eppure la sanità militare svolge - e ancor più potrebbe svolgere - nel campo della medicina sociale e preventiva un'attività preziosa e insostituibile, che potrebbe essere meglio utilizzata - a tutto vantaggio del singolo - dall'organizzazione sanitaria civile. Infatti la Sanità dell'Esercito è in grado di eseguire un primo sistematico "screening" di massa sui giovani di sesso maschile dai cui ris ultati possono partire infinite correlazioni interessanti il campo della medicina sociale e preventiva. Nel momento in c ui una legge organica regolamenta tutto il settore sanitario con l'istituzione di un servizio sanitario esteso capillarmente a tutti i cittadini, si rende necessaria l'adozione di un nuovo rapporto di collaborazione tra autorità civili e militari per far sì che le or ganizzazioni sanitarie civili e militari possano interve nire compiutamente a difesa dell' integrità delle popolazioni e della salute dei cittadini. Il Servizio Sanitario Nazionale che gestisce la tutela della salute pubblica non potrà prescindere dalla presenza dei servizi propri della Sanità Militare, specie per ciò che riguarda il campo della medicina prevenùva. Infatti, il filtro costituito sottoponendo a visita medica tutta la popolazione maschile per l'accertamento dell' idoneità o meno a l ser vizio militare, costituisce un vero e proprio "screening" di massa che non si esaurisce all'atto dell'arruolamento ma s i completa con le visite di incorporamento e con quelle periodic he quindicinali. Certo, questa attività non è priva di li mitazioni e de fici enze, ma emerge la necessità di potenziarla con una migliore organizzazione, più idonee strutture, mezzi diagnostici moderni, estendendo la rilevazione dei dati a numerose altre informazioni quali ad esempio la determinazio ne de l gruppo sangui gno, la valutazione dei parametri bio umorali sul siero de l sangue, e per restare ne l campo più vicino a lle nostre funzioni, la definizione costituziona li stica dei soggetti. 13
Malgrado i limiti della legislazione vigente e le difficoltà di vario ordine che si oppongono alle riforme, l'integrazione con la sanità civile rimane tra gli obiettivi qualificanti della nuova organizzazione sanitaria militare. Nel Libro bianco della Difesa 1980 il Ministro pro tempore afferma:
13 E. Melorio, Gli ospedali militari dell'Esercito, "Rivista Militare" n . 4/1983.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
Organizzazione sanitaria militare. Per quanto concerne l'organizzazione sanitaria militare ritengo opportuno precisare io via preliminare che essa deve soddisfare due distinte esigenze: - ricovero e cura, mediante l'utilizzazione cli un numero limitato di enti altamente specializzati; - medico-legali, a favore non solo dei componenti delle Forze Armate ma anche dei cittadini in generale, attraverso la capillare distribuzione di appositi organi sul territorio per contenere entro 24-48 ore il tempo necessario per i relativi accertamenti. La soluzione adouata è da ritenere un soddisfacente compromesso fra tali esigenze. Essa tullavia incontra notevoli difficoltà di attuazione perché a livello locale si manifesta la tendenza alla difesa risoluta di tutti i nosocomi, mentre il Ministero spinge per il concentramento delle risorse umane e finanziarie negli impianti migliori che si reputa opportuno mantenere in vita e potenziare. Il programma di riordinamento è in fase di attuazione. Nell'ambito dell'organizzazione ospedaliera dell'Esercito si procederà a hrevc termine alla trasformazione dell'Ospedale cli Perugia in Centro Medico-Legale o in Commissione Medico Ospedaliera e alla soppressione degli Ospedali di Trieste e di Alessandria. Le Forze Armate intendono peraltro migliorare le capacità di cura degli Ospedali Militari, promuovendo forme di collaborazione con talune Università. All'uopo sono state stipulate convenzioni con Istituti universitari che attraverso l'apporlo dei rispettivi docenti, contribuiscono a migliorare la preparazione professionale degli Ufficiali Medici. Tale convenzione, già operante per l'Ospedale di Padova, sarà estesa anche agli Ospedali di Torino, Roma e di Bari. L'obiettivo finale è quello di configurare gli Ospedali Militari come veri e propri Centri Sanitari, perfettamente integrati nel Servizio Sanitario Nazionale, io cui sia possibile condurre oltre che la cura anche attiv.ità di ricerca, di studio e di alta diagnostica, e 'preparare il personale medico e paramedico necessario. Al riguardo il Ministero sta accelerando la definizione di un d .d.l. sulla riorganizzazione ospedaliera militare. La legge sarà pronta entro breve termine. Le scelte più significative adottate prevedono in particolare: - l'allineamento dell'organizzazione ospedaliera militare a quella civile e l'apertura degli Ospedali Militari alla popolazione civile, pur tenendo presente le esigenze prioritarie delle Forze Armate; - l'inserimento graduale per concorso e per convenzione nell'organizzazione ospedaliera militare di personale medico e paramedico civile; - l'allineamento del trattamento economico da corrispondere ai medici militari con incarichi ospedalieri a quello previsto per i medici civili; - l'adozione di provvedimenti diversi intesi ad incentivare l'ingresso in carriera a nomina diretta di ufficiali medici . 14
Nel 1981 l'organizzazione sanitaria militare comprende: - un organo direttivo centrale interforze: direzione generale di sanità militare del Ministero della difesa; - un organo direttivo centrale di forza annata: Comando Servizi sanitari dell'Esercito (corpo sanitario e corpo veterinario) alle dipendenze dello SME; - organi direttivi periferici: 7 direzioni di sanità militare di Regione Militare; - organi esecutivi centrali: collegio medico - legale, scuola di sanità militare dell'esercito, accademia di sanità militare interforze, scuola allievi SU. infermieri professionali, stabilimento chimico farmaceutico militare (alle dipendenze della direzione generale), centro studi e ricerche di sanità militare (alle dipendenze del Comando del corpo), 2 magazzini militari di materiale sanitario (Panna e Maddaloni). Di tali organi, ap-
14 L. Lagorio, Op. cit., pp. 57-58.
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partengono all'area interforze il collegio medico-legale, l'accademia di sanità interforze, l'istituto chimico farmaceutico militare; - organi esecutivi periferici di forza armata: 2 ospedali militari principali (Roma e Milano), con 900 posti letto ciascuno; 8 ospedali militari tipo A (dei quali 3 nel Friuli e Veneto - Udine, Verona e Padova), con 600 posti letto ciascuno; 5 ospedali militari tipo B (con 300 posti - letto ciascuno); 6 centri medico-legali, con potenzialità di ricovero nei limiti consentiti dalle singole disponibilità; 2 stabilimenti balneo-termali (Acqui e Ischia); 3 ospedali in corso di trasformazione (Alessandria, Trieste, Perugia), 7 sezioni di disinfezione (una per Regione Militare e per la Sardegna). In totale circa 10.000 posti letto, dei quali 10.000 per esigenze di cura e 4.000 per quelle connesse con l'attività medicolegale. La struttura interna degli ospedali tipo A e B e dei centri medico-legali, sempre riferita al 1981, risulta dallo specchio seguente:
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(da E. MELOR/0, Gli ospedali militari dell'Esercito, ..Rivista Militare" n. 411983).
Se si fa il confronto con le strutture ospedaliere esistenti nel 1950, le riduzioni non sono molto significative: si passa da 30 ospedali e infermerie presidiarie (dei quali 2 stabilimenti balneotermali), a 29 ospedali e 2 infermerie presidiarie nel 1967 e 24 ospedali e centri medico legali nel 1981; si deve però tener conto dell' incorporazione nel reparto comando degli stessi ospedali delle compagnie e sezioni sanità, e dell' eliminazione nel 1968 dei magazzini ordinari e di mobilitazione degli ospedali.
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La logistica dell'esercito - Voi. N
b. Il nuovo ruolo della sanità militare nella protezione civile. Dopo il 1945 l'intervento della sanità militare in caso di calamità naturali si verifica in parecchie occasioni, assume carattere sistematico e non episodico e stimola anche la costituzione di speciali unità mobili di pronto intervento dotate dei mezzi più moderni, naturalmente utilizzabili anche a fini prettamente mrntari. 15 Il primo intervento di rilievo avviene in occasione della rottura della diga del Vajont (autunno 1963) con la 6" sezione disinfezione di Verona e la 5" di Udine (quest'ultima eliportata) rinforzate da personale della brigata alpina Cadore, che operano per due mesi nella bonifica del terreno, nelle disinfezioni e nell'interramento di carogne di animali. Anche nell'alluvione del 1966 a Firenze la direzione di sanità del VII Comando Militare Territoriale costituisce - con il concorso di personale e mezzi provenienti da altre direzioni e in stretta collaborazione con la scuola di sanità militare - delle "sezioni operative" che portano a compimento un'immensa mole di lavoro di disinfezione e bonifica. Per il terremoto del Bclicc (1968) la direzione di sanità dell'XI Comando militare Territoriale oltre a impiegare la sezione disinfezione alle sue dipendenze mette a disposizione per il ricovero dei terremotati l'ospedale militare di Palermo e organizza nuclei di sanità, posti di medicazione mobili, una farmacia mobile. Nell'epidemia di colera verificatasi nella zona di Napoli e dintorni ( 1973) il personale della sanità militare del X Comando Territoriale affianca in gran numero il personale civile presso gli aeroporti e le stazioni marittime. Negli appositi centri militari organizzati in Campania e nelle Regioni limitrofe si procede a vaccinazioni di massa che risultano in numero superiore a quelle effettuate dall'organizzazione sanitaria civile. Il primo intervento massiccio e prolungato avviene in occasione del terremoto del Friuli (1976), con l'afflusso nella zona disastrata - poche ore dopo l'evento - di "nuclei di pronto soccorso" forniti dagli ospedali militari di Brescia, Verona, Padova, Udine, Trieste. Intervengono inoltre la 5" sezione disinfezione di Udine rinforzata da altri nuclei provenienti da Roma, Bologna e Torino. Questi organi operano per tre mesi e contribuiscono' validamente alla prevenzione di epidemie e alla bonifica. In occasione dell'epidemia di virosi nella zona di Napoli (1979), ufficiali medici e personale sanitario costituiscono o rinforzano guardie mediche pediatriche e con la bonifica di 146.133 vani svolgono un ruolo determinante nella disinfezione. Nel terremoto di Campania e Basilicata (1980), l'intervento della sanità militare compie un salto di qualità,
15
C. De Sanl.is, Il corpo di .w11irà dell'Esercito, ..Rivista Militare" n. :l/191:12.
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XV - Servizi di sanità e veterinario
con un ruolo operativo autonomo e un maggiore sviluppo degli interventi nel campo più propriamente medico e chirurgico. Fin dalla notte del sisma la direzione di sanità del X C.M.T.R. di Napoli assume le funzioni di "centro coordinamento sanitario", con alle dipendenze 1 unità sanitaria eliportata, 4 unità sanitarie di pronto intervento, 3 ospedali da campo (l'unità sanitaria eliportata viene impiegata per la prima volta). Sono impiegate un'unità chirurgica "Dogliotti" e un' ambulanza radiologica. Successivamente, di concerto con le autorità sanitari e civili viene costituita una rete sanitaria su tutto il territorio terremotato con compiti di assistenza medico-chirurgica e di profilassi, costituita da 113 nuclei sanitari su roulottes, 6 centri di coordinamento sanitario mobili e 10 nuclei sanitari mobili. La misura dell'attività svolta dal 20 novembre 1980 al 23 marzo 1981 è fornita dalle seguenti cifre: 40.636 prestazioni medico-chirurgiche, 542 ricoveri negli ospedali da campo, 150.600 vaccinazioni, 10 indagini epidemiologiche, 709 interventi per controlli e potabilizzazione delle acque, 900 interventi mirati di disinfezione, disinfestazione e derattizzazione. Viene inoltre attuato un piano di bonifica a tappeto su tutto il territOTio interessato dal sisma.
c. La formazione dei Quadri e l 'organizzazione scolastica
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Anche nel dopoguerra, e particolarmente negli anni 60, la sanità militare è afflitta dalla tradizionale carenza di alimentazione con Quadri in servizio permanente. Nel 1976 il generale medico Cappelli scrive che i concorsi per i] servizio permanente già da lunghi anni vanno pressoché deserti ; l'esodo degli effettivi prima del raggiungimento dei limiti di età si fa sempre più massiccio, impoverendo l'organizzazione militare proprio dei Quadri meglio preparali e meuendo in seria crisi gli organi vitali del Servizio. Analoga è la situazione per quanto riguarda l 'arruolamento, l'addestramento e il mantenimento in carriera del personale paramedico, soprattutlo nelJe specialità più differenziate (tecnici di radiologia, laboratoristi, odontotec nici)_l7 ·
In relazione a questo problema di base e alle esigenze che ne derivano, l'organizzazione scolastica del dopoguerra si può considerare suddivisa in due periodi. Nel primo, dal 1945 al 1968, si seguono i tradizionali criteri dell'anteguerra, che si riassumono nella riapertura con compiti e criteri di funzionamento sostanzialmente invariati - dal-
16 Cfr. R . Stornelli, La formazione e specializzazione dei medici militari. "Rivista Militare" n . 6/1989; M. Pulcinelli, La Scuola di sanità militare, "Rivista Militare" n. 6/1975; M. Cappelli , Art. cii.; AA.VV. , La Scuola di Sanità Militare compie cento ann i, "Rivista Militare" n. 6/1982; Scuola di Sanità Militare, Manuale di organizzazione ... (Cit.), pp. 32-39; Scuola di Sanità Militare, Centenario ( /882- /982), Firenze, 27-28 nov. 1982. 17 M. Cappelli, An. cit..
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la scuola di sanità militare di Firenze, che forma e aggiorna i Quadri di servizio permanente e di complemento. Nel secondo, dal 1968 in poi, si adottano provvedimenti di tipo nuovo e con respiro interforze, per assicurare una sufficiente disponibilità quantitativa e qualitativa sia di ufficiali medici, chimico-farmacisti e veterinari sia di personale paramedko. Per gli ufficiali medici , va peraltro ricordato che nella seconda metà degli anni 70, in relazione al gran numero di laureati delle Università civili, la tradizionale crisi di sottoalimentazione cambia di segno e si trasforma in crisi di iperalimentazione, con elevatissimo numero di aspiranti ai pochi posti messi a concorso con le modalità che meglio esamineremo in seguito. Nel dopoguerra, il T.U. sul reclutamento degli ufficiali dell'esercito approvalo con R.D. 14 marzo 1938, n. 596 e successive modificazioni rimane in vigore con alcune modifiche fino al 1964. La scuola di sanità militare viene riaperta a partire dal 1947 - con corsi solo per ufficiali di complemento - con Circ. SME n. 5562/0rdin. in data 20 dicembre 1946, e successivamente riordinata con Circ. SME n. 3580 - R/Ordin. I del 7 novembre 1951 e Circ. SME n. 2005 - R/Or<lin. in data 20 dicembre 1954 (che costituisce anche un'infermeria spe(.;iale al suo interno). Nel frattempo, ai sensi degli Art. 1 e 2 del D.L.L. 26 aprile 1945, n. 311 18 (che detta norme temporanee per il reclutamento degli ufficiali di complemento del Servizio sanitario - medici e chimico - farmacisti - e del Servizio veterinario): - per la nomina a ufficiale di complemento sono considerati validi anche i certificati di abilitazione provvisoria all'esercizio delle professioni di medico, farmacista e veterinario, in luogo dei regolari diplomi di abilitazione professionale richiesti dalla legge 14 ottobre 1940, n. 1633 (vds. precedente capitolo V); - fino a quando non saranno ripristinati i corsi allievi ufficiali di complemento previsti dal T.U. del 1938, in deroga ali' Art. 1 della legge 14 ottobre 1940 i laureati in possesso di regolare diploma di abilitazione di esercizio alla professione o del certificato provvisorio sono nominati sottotenenti medici, chimico-farmacisti o veterinari di complemento, indipendentemente dalla frequenza dei corsi allievi ufficiali. Subito dopo la nomina, i sottotenenti devono prestare un periodo di servizio di un mese presso un ospedale militare (se medici o chimico-farmacisti) o presso un infermeria quadrupedi presidiaria (se veterinari). Per gli ufficiali in servizio permanente, il D.L.L. 28 giugno 1945, n. 444 modifica, con effetto retroattivo al 1940, la legge 6 giugno 1940, n. 630 concernente il reclutamento straordinario di 1500 subalterni in servizio permanente (vds. precedente capitolo V) e abolisce l'obbligo
18 GU n. 76 del 26 giugno 1945.
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(previsto per i soli tenenti medici e chimico-farmacisti vincitori del concorso) di frequentare i corsi di applicazione e perfezionamento presso la scuola di sanità militare previsti dagli Artt. 7 e 12 del T.U. del 1938. 19 Pertanto, per tutti gli ufficiali effettivi dei Servizi senza alcuna eccezione rimane in vigore solo la norma di cui ali' Art. 8 della legge 6 giugno 1940, n. 6301, secondo la quale gli ufficiali vincitori del concorso straordinario in sostituzione dei corsi di applicazione e perfezionamento di cui all'Art. 7 del T.U. del 1938 devono frequentare un corso tecnico - professionale, che peraltro a giudizio del Ministero può non aver luogo. Il primo corso AUC per ufficiali medici e farmacisti presso la scuola di sanità militare viene indetto con Circ. n. 194 del 15 marzo 1947 e ha inizio nel maggio 1947. Per gli ufficiali in servizio permanente, il primo concorso per titoli ed esami viene indetto con D .M. 20 maggio 1948, che mette a disposizione 120 posti per tenenti medici, 15 per tenenti chimico-farmacisti e 8 per tenenti veterinari. I posti non vengono tutti ricoperti, e sia il bando di questo concorso che quelli dei concorsi immediatamente successivi (indetti con D.M. 5 settembre 1949 e D.M. 10 ottobre 1950) subiscono delle proroghe dei termini utili per la presentazione delle domande e degli adeguamenti per allargare la base dei concorrenti. Dopo la nomina, i tenenti medici e i tenenti chimicofarmacisti frequentano un corso presso la scuola di sanità militare. I tenenti veterinari frequentano prima un corso di addestramento teoricopratico presso un Ente militare da destinarsi, poi un corso proressionale teorico-pratico presso un centro rifornimento quadrupedi. I tenenti veterinari provenienti dai corsi allievi ufficiali veterinari di complemento sono dispensati dalla frequenza del corso addestrativo. Agli ufficiali nominati in base al predetto concorso è fatto divieto, per un periodo di quattro anni a decorrere dalla nomina, di ottenere a domanda la cessazione dal servizio permanente. Con circolare ministeriale n. 438 in data 31 agosto 1948 viene anche ripristinato l'invio di capitani e tenenti medici in servizio permanente alle cliniche e agli istituti scientifici delle Università quali assistenti militari, già in uso nell'anteguerra. Sono messi a concorso 1 .1 posti (4 presso cliniche chirurgiche, 2 presso cliniche mediche, 2 presso cliniche oculistiche, 2 presso cliniche otorinolaringoiatriche, 1 presso cliniche di malattie nervose e mentali). Possono concorrere gli ufficiali dei gradi suddetti, e di preferenza quelli che abbiano già prestato servizio nelle specialità indicate in qualità di capo-reparto o di assistente. Il primo corso applicativo per ufficiali medici e chimico-farmacisti in servi zio permanente ha inizio nel 1950. A partire da tale anno, quindi, la ricostituita scuola di sanità militare provvede alla formazione di base sia dei Quadri effettivi che di complemento, al loro aggiorna-
19
GU n. 99 <ld 18 agos to 1945.
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mento e alla formazione dei sottufficiali e truppa specializzati con vari corsi. La legge 18 dicembre 1964, n. 1414 per il reclutamento degli ufficiali dell'esercito, che abroga il citato T.U. di cui al R.D. 14 marzo 1938, n. 596, per quanto di interesse non innova sostanzialmente la materia e prevede: - un corso applicativo di durata non inferiore a 6 mesi, per gli ufficiali nominati tenenti in servizio permanente nel Servizio sanitario e veterinario; - un corso di durata non inferiore ai 2 mesi, per gli allievi ufficiali di complemento medici, farmacisti e veterinari; - un esperimento non inferiore a 2 mesi, per gli allievi ufficiali di complemento dei Servizi sanitario e veterinario provenienti dai sottufficiali e militari in congedo. A coloro che concorrono per la nomina a tenente del ruolo ufficiali chimici farmacisti è richiesto il diploma di abilitazione all'esercizio della professione di chimico ovvero il diploma di abilitazione all'esercizio della professione di farmacista. Superato il corso applicativo, i tenenti chimico-farmacisti debbono frequentare corsi universitari per conseguire se laureati in farmacia la laurea e l' abilitazione in chimica o in chimica bromatologica, e se laureati in chimica la laurea e l' abilitazione in farmacia. Come già accennato, alla fine degli anni 60 lo scarso numero di aspiranti che si presentano ai concorsi per ufficiali in servizio permanente e le esigenze di coordinamento interforze (dopo i decreti delegati del 1965, la direzione generale della sanità militare è unica) spingono a cercare nuove strade. Con la legge 14 marzo 1968, n. 27320 è istituita alle dipendenze del Ministero (DTFESAN) l'accademia di sanità militare interforze, che provvede al reclutamento di ufficiali in servizio permanente nel ruolo del Servizio sanitario (ufficiali medici) dell'esercito, nel ruolo medici del Corpo sanitario della marina e nel ruolo ufficiali medici del Corpo sanitario dell'aeronautica, nonché al reclutamento di ufficiali in servizio permanente nei ruoli del Servizio sanitario (ufficiali chimico-farmacisti) e del Servizio veterinario dell'esercito e nel ruolo farmacisti della marina. Ali' accademia sono ammessi mediante concorso per esami - con numero di posti fissato annua1mente dal Ministero in base alle esigenze delle singole forze armate - i giovani in possesso di titolo di studio valido per l'iscrizione alle facoltà di medicina e chirurgia, di farmacia e veterinaria, oltre che degli altri requisiti prescritti per la nomina a ufficiale in servizio permanente nell'ambito delle singole forze armate. Il limite di età è di 22 anni, elevato a 26 per i sottufficiali in servizio per-
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GU n. 87 del 3 ap,ilt: 1968.
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manente o continuativo o in ferma o rafferma. I giovani ammessi alJ'accademia frequentano presso un'università di Stato (Art. 4) il corso di studi previsto per la laurea in medicina e chirurgia, farmacia e veterinaria, e inoltre sono tenuti a conseguire le rispettive abilitazioni all'esercizio professionale. Durante gli studi universitari essi seguono anche corsi complementari di materie militari. Gli allievi o aspiranti ufficiali devono completare gli studi per il conseguimento delle lauree e delle rispettive abilitazioni professionali nei limiti di tempo stabiliti da apposito decreto. Comunque il corso di studi, comprensivo dell'abilitazione professionale, non può superare il limite di 8 anni per gli iscritti alla facoltà di medicina e chirurgia e di 6 anni per le rimanenti facoltà. Prima della nomina a tenente in servizio permanente, gli aspiranti ufficiali devono assumere l'obbligo di rimanere in servizio per 8 anni (Art. 9). Una volta conseguito il grado di tenente in servizio permanente, gli ufficiali medici, chimico - farmacisti e veterinari frequentano un corso applicativo di 6 mesi presso la forza armata di appartenenza, al termine del quale sono promossi capitani. Coloro che non superano tale corso sono trasferiti nei ruoli del complemento e rimangono in servizio fino al compimento dell'obbligo di 8 anni (Art. 14). Il Ministro per la difesa ha facoltà di bandire concorsi per titoli ed esami per l'ammissione al secondo o al terzo anno dei corsi dell ' accademia dei giovani che ahhiano superato tutti gli esami previsti , rispettivamente, per il primo anno o per il primo biennio della facoltà di medicina e chirurgia. In tal caso, i limiti di età per l'ammissione sono aumentati rispettivamente di uno o due anni. A partire dalla seconda metà degli anni 70, l'accademia di sanità militare assicura all'esercito un gettito annuale di circa 30 ufficiali medici e di diverse unità di farmacisti "di preparazione abbastanza omogenea e sovente di livello molto buono".21 Oltre a formare gli ufficiali di complemento, la scuola di sanità militare continua a formare ufficiali in servizio permanente; infatti il reclutamento di questi ultimi può avvenire anche mediante concorso per titoli ed esami tra i laureati in medicina e chirurgia in possesso di diploma di abilitazione professionale. Coloro che superano gli esami sono nominati tenenti medici in servizio permanente e frequentano anch'essi un corso applicativo di 6 mesi presso la s·c uola, al termine del quale sono nominati capitani. Le finalità interforze che si ripromette la costituzione dell'accademia di sanità possono essere realizzate solo in parte, anche perché presuppongono la disponibilità di un'unica idonea sede. Non essendo tale sede disponibile, l'accademia viene articolata su tre distinti nuclei, dei quali quello dell'esercito (comprendente solo ufficiali medici e farma-
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R. Stornelli, Art. cit..
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
cisti) dipende dalla scuola di sanità militare, anche se è dislocato a Firenze in una propria sede. Dal 1° giugno 1971, tale nucleo viene poi reso autonomo con dipendenza diretta dal Comando del corpo di sanità. Nel 1981 la scuola di sanità militare, alle dirette dipendenze del Comando del corpo di sanità, si articola su: - comandante (maggior generale medico) e comandante in 2A (colonnello medico), dal quale dipendono l'ufficio segreteria, personale e benessere, l'ufficio servizi e la compagnia comando e servizi; - ufficio addestramento e studi, al quale fanno capo la biblioteca e 7 istituti (di servizio sanitario, di medicina legale militare con annesso servizio di cardiologia, di igiene militare, di traumatologia di guerra e chirurgia d'urgenza, di difesa nucleare, biologica e chimica, di odontoiatria con annesso gabinetto odontoiatrico di presidio, di chimica bromatologica e farmaceutica); - reparto AUC - AS (con btg. AUC su 2 compagnie AUC e 1 AS) ; - Servizio amminislrativo; - vari organi amministrativi esecutivi, tipografia, infermeria speciale e servizio assistenza spirituale. Nel 1980 viene avviato a soluzione anche l'annoso problema del personale paramedico - sempre quantitativamente e qualitativamente carente - con l' istituzione presso l'ospedale militare di Bologna della scuola allievi sottufficiali infermieri professionali (S .A .S.I.P.), a cura del Comando dei Servizi sanitari della Regione Militare Tosco - Emiliana. La scuola provvede alla formazione tecnico - professionale e mili tare di sottufficiali in servizio permanente con la specializzazione di infermiere professionale, all'aggiornamento professionale dei sottufficiali con tale specializzazione e ad eventuali corsi di specializzazione. Gli allievi giungono alla scuola al termine di un corso formativo di 7 mesi presso la scuola allievi sottufficiali di Viterbo. Il ciclo formativo dura tre anni, con esami valutativi al termine di ciascun anno. Alla conclusione del corso triennale gli allievi sostengono l'esame di Stato per il conseguimento del diploma di abilitazione a11a professione di infermiere, valido anche per l'esercizio della professione in campo civile. Nell'anno scolastico 1981 - 1982, infine, presso l'ospedale militare di Roma ha inizio il 1° anno di scuola per tecnici di radiologia medica, al quale partecipano 19 allievi sottufficiali provenienti dalla scuola di Viterbo. Accanto ai provvedimenti per l'adeguamento alle esigenze del numero e qualità del personale paramedico, le nuove frontiere per un ' accurata preparazione del medico militare negli anni 80 passano attraverso l'ampliamento della palologia e l ' incremento delle convenzioni con le Università. Infatti presupposto fondamentale è quello di portare la patologia negli ospedali militari [ .. . ). A parte una patologia traumatica anch'essa per fortuna ridotta grazie all'attenzione con cui l'integ rità del giovane viene salvaguardata nei Corpi, la patologia che l'ufficiale speciali zzando a ncora oggi può vedere nei re parti in cui opera è piuttosto scarsa e di modesta en-
XV - Servizi di sanità e veterinario
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tità. E allora. per formare ufficiali medici che siano di modello medio-allo bisogna avere a disposizione una patologia medica. una patologia chirurgica e una patologia di quelle specialità che più direttamente interessano le Forze Armale. Occorre, perciò, allargare i criteri di ammissibilità alle prestazioni degli Ospedali militari, perché un ospedale che non ha malati non è un ospedale e con queste limitazioni si rischia di vanificare l' utilità delle stesse convenzioni didattico-assistenziali e l' interesse stesso degli specializzandi.2 2
d. Il personale del Serviziokorpo di sanità
L'evoluzione del vertice del Servizio (corpo dal 1980) è già stata esaminata, nelle linee essenziali, nei precedenti capitoli XI e XII. Riepilogando, dal 1945 al 1951 il grado più elevato ( con funzioni di Capo del Servizio) è un maggior generale medico, e dal 1951 in poi un tenente generale medico, come era previsto dall'ultimo ordinamento anteguerra(legge 9 maggio 1940, n. 368). Fino al 1965 il generale medico più elevato in grado è Capo del Sen1 izio, opera nell'ambito della direzione generale di sanità (esercito) del Ministero della guerra e poi della difesa, e ha rapporti con il Capo di Stato Maggiore dell'esercito solo nell'ambito delle attribuzioni logistiche di quest'ultimo, sempre definite dal R.D. 6 febbraio 1927, n. 69. Nel 1965 i1 Capo del Servizio ai sensi dell'Art. 9 del D.P.R. 18 novembre 1965, n. 1477 passa alle complete dipendenze del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito e nel 1967, entra a far parte del IV reparto/lSPEL dello SME, peraltro con dipendenza dal Capo del IV reparto limitata alla logistica dei materiali e , per il resto, direttamente dal Capo di SME. Tale forma di dipendenza non subisce sostanziali varianti con la costituzione, nel 1976, di un Comando dei Servizi sanitari dell'esercito (corpo sanitario e corpo veterinario) autonomo e non più facente parte organica dell'ISPEL, che in aderenza ai nuovi criteri de1la logistica per funzioni riunisce insieme le attività relative alla tute la de1la salute e integrità fisica di uomini e quadrupedi. Nel 1980 l'Art. 2 della legge 20 settembre 1980, n. 574 prevede che ciascun Servizio (termine usato neH'ordinamento 1940) assuma la denominazione di corpo; pertanto, il Capo del Servizio diventa Capo del corpo. Per quanto concerne lo stato e avanzamento dei Quadri, con il D.C.P.S. 15 novembre 1946, n. 384 23 (che dispone il collocamento nella riserva di aliquote di ufficiali generali e superiori dell'Esercito) sono collocati nella riserva (entro il 31 marzo 1947) 5 colonnelli medici, 130 tenenti colonnelli medici, 16 tenenti colonnelli farmacisti, 83 maggiori medici e 14 maggiori farmacisti; non è previsto il collocamento nella riserva di ufficiali generali medi.ci. 11 D.L. 20 gennaio 1948 24 - che definisce gli organici provvisori de-
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ivi. GU n. 279 del 7 dicembre 1946. 24 GU n . 41 del 18 febbraio 1948 e n. 49 del 27 febbraio 1948. 23
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gli ufficiali in attesa che venga stabilito il nuovo ordinamento definitivo dell'esercito - prevede 3 maggior generali medici e 851 ufficiali medici inferiori e superiori (dei quali 28 colonnelli) e 1 colonnello chimico farmacista e 99 ufficiali chimico-farmacisti (dei quali 7 tenenti colonnelli). Rispetto all'ultimo ordinamento anteguerra (legge 9 maggio 1940, n. 368) non è più previsto il tenente generale medico Capo del Servizio, i maggiori generali medici passano da 7 a 3, i colonnelli da 46 a 28 e il totale degli ufficiali medici inferiori e superiori in servizio permanente da 1471 a 851. Per i chimici - farmacisti il grado massimo è sempre quello di colonnello: i colonnelli passano però da 3 a 1 e il totale degli ufficiali inferiori e superiori da 143 a 99. li tenente generale medico torna ad essere previsto dalla legge 24 dicembre 1951, n. 1638,25 che, "in attesa del nuovo ordinamento dell'esercito" aumenta anche i maggior generali medici da 3 a 4 e i colonnelli da 28 a 34 e il totale degli ufficiali medici inferiori e superiori in servizio permanente da 851 a ben 1046. Per i chimjco - farmacisti è per la prima volta previsto come grado massimo un maggior generale,.i colonnelli passano da 1 a 2 e il totale degli ufficiali inferiori e superiori da 99 a 100, quindi con un incremento trascurabile. La tabella I dè1Ja·1egge 10 aprile 1954, n. 113 26 sullo stato degli ufficiali fissa i limiti di età, che per gli ufficiali dei Servizi sono notevolmente maggiori di quelli delle varie Armi . La legge 12 novembre 1955, n. J 137 sull'avanzamento degli ufficiali conferma gli organici della legge 24 dicembre 1951. L'Art. 13 della citata legge 6 dicembre 1960, n . 1479 sull'istituzione dei servizi tecnici dell'esercito in relazione all'istituzione del servizio tecnico chimico-fisico diminuisce di 14 unità (8 capitani e 6 tenenti ) gli ufficiali chimici-farmacisti. La tabella 1 della legge 16 novembre I 962, n. 1622 sul riordinamento dei ruoli degli ufficiali in servizio permanente aumenta il numero degli ufficiali generali medici a I tenente generale e 7 maggior generali medici, come nell'ordinamento 1940. Il numero totale degli ufficiali medici superiori e inferiori rispetto alla legge 24 dicembre 1951 diminuisce (da 1046 a 939), però con aumento dei colonnelli da 34 a 42. Per gli ufficiali chimici-farmacisti si confermano 1 maggior generale e 2 colonnelli, ma vi è una sensibile diminuzione del numero totale degli ufficiali inferiori e superiori (da 10 nel 1951 e 86 nel 1960, a 69). In sintesi, i massimi volumi organici complessivi per gli ufficiali medici e chimici - farmacisti in servizio permanente sono raggiunti con la legge 24 dicembre 1951, n. 1638. Da allora in poi, le contrazioni nel volume complessivo degli ufficiali medici sono compensate con l'aumento (legge I 6 novembre 1962, n. 1622) dei posti nei gradi più elevati. Per gli ufficiali chimici-farmacisti, il maggior generale e i 2 colonnelli previsti dal-
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GU n. 29 del 4 febbraio 1952. Suppi. ordinario alla GU n. 98 del 29 aprile 1954.
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la legge del 195 l non subiscono più varianti, e si verifica da allora in poi una notevole diminuzione del volume oTganico complessivo.
e. Evoluzione dei materiali e dei mezzi di trasporto PeT i materiali del Servizio di sanità come per tutti i Servizi logistici, la scarsità di risorse dopo il 1945 induce a sfruttare al massimo, nonostante le nuove esigenze, i materiali già in servizio nella seconda guerra mondiale - con particolare riguaTdo ai tipi introdotti dal 1928 al 1931 e alle tende mod. 1931 e 1909 - e i materiali di provenienza alleata residuati di guerra. Agli effetti del rinnovamento dei materiali, tre sono le tappe di maggior interesse: 1) il 1950 - 1951, quando per esigenze di adeguamento agli standard NATO e in aderenza ai criteri sanciti nella Pub. 6300 viene rinnovata buona parte dei materiali e mezzi ; 2) il 1965, con la nuova formula degli ospedali da campo e degli organi esecutivi chirurgici; 3) la seconda metà degli anni 70, con lo studio e la sperimentazione di unità eliportate mobili di pronto impiego per esigenze di protezione civile. Come risulta dalla Pub. n. 4978 Nomenclatore dei materiali del Servizio sanitario militare - Categoria III, ROMA 1952, nel dopoguerra rimangono in servizio per molto tempo - nel nuovo caricamento degli organi esecutivi e de lle unità - materiali (tasche, cofani, zaini di sanità ecc.) parecchi medicinali, strumenti e apparecchiature varie risalenti in alcuni casi alla prima guerra mondiale. Ad esempio: tende da ricovero, 7 x 7 e 9 x 11 mod. 1909, tende da medicazione mod. 1931, tende baracchette e operatori con antitenda per nuclei chirurgici mod. 1931, autoambulanze radiologiche e odontoiatriche mod. 1932, armadi di ferro e legno mod. 1930, attaccapanni per camere ufficiali infermi mod. 1930, poltrone di ferro e da riposo mod. 1930, sedie di legno curvato mod. 1930, specchi mod. 1930. stecche Thomas per arti inferiori e superiori (sperimentate e introdotte nella prima guerra mondiale), autoclavi da campo mod. I 931 e mod. 1923, letti in ferro da campo per operazioni chirurgiche e medicazioni mod. 1909 e mod. 1924, autoprotettori per unità disinfezione S.C.M. 37, pompe Gatteschi per disinfezione, apparecchi radiologici someggiabili da campo (su 4 , 6 o 8 colli ), potabilizzatori Hartmann ippotrainati, autostufe Vittoria, cassette per operazioni dentarie mod. 1935, autoprotettori per sezioni di disinfezione, nuclei chirurgici e armamentari chirurgici per nuclei chirurgici mod. 1935, armamentari chirurgici per ospedali da campo mod. 1929, armamentari chirurgici per reparti carreggiati, auto-carreggiati o someggiati di sezioni di sanità mod. 1932 e armamentari chirurgici per treni ospedale, autoambulanze radiologiche e odontoiatriche vecchio modello, bagni campali mod. 1941 a 12 docce su 4 o 8 colli (escluse le tende), borracce di alluminio da 2 litri per portaferiti, barelle arrotolabili e scomponibili mod. 1931, cassellt: con mezz i d ' illuminazione ad ace-
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tilene per la ricerca dei feriti sul campo di battaglia, cavalletti e cinghie reggibarella, cofani con serva ghiaccio per sezioni di sanità e ospedaJi da campo mod. 1929, inceneritori da campo mod. 1932, lettini da campo in ferro mod. 1928, lettini in ferro per treni ospedali mod. 1931, cofani n. 1 e n. 2 per la cura dei gassati mod. 1942, coppia cofani di sanità mod. 1929, cofanetti medicinali per truppe da montagna mod. 1929, sacchi di medicazione, tasche da montagna mod. 1928, zaini di sanità mod. 1929, sezioni di sanità per divisioni di fanteria normale mod. 1932 (su 2 reparti autocarreggiati e 2 pi. portaferiti), sezione di sanità per alpini mod. 1932 (su un reparto someggiato e un plotone portaferiti), ospedali da campo mod. 1929, stufe disinfezione ippotrainate Giannolli , laboratori chimici da campo, laboratori chimici, batteriologici, tossicologici da campo, pacchetto di medicazione mod. 1931. Dal 1950 al 1952 sono introdotti, tra l'altro, i seguenti materiali: pompa tipo Galeazzi mod. 1952 per disinfettanti e disinfestanti liquidi, cassette odontoiatriche mod. 195 I, ]etti in ferro da campo per operazioni chirurgiche mod. 1951, lettini da campo mod. 1951, armamentari chirurgici per nuclei chirurgici mod. 1951 su 4 cofani, autoambulanze radiologiche mod. 1951, auto ambulanze odontoiatriche mod. 1951 , bagni campali mod. 1951 a 14 docce su 5 colli escluse le tende, cofani conserva ghiaccio per grandi per ospedali da campo mod. 51 (cassoni isotermici), lettini di ferro per treni ospedale mod. 51. Tutto questo materiale è autotrasportato con a utomezzi in dotazione organica agli organi esecutivi sanitari , tranne quello in dotazione alle unità alpine che è in buona parte someggiato. Taluni vecchi materiali prima ippotrainati (come le stufe Giannolli e i potabilizzatori Hartmann) sono montati su rimorchi biga e resi autotrainabili. Le sezioni disinfezione nel dopoguerra conservano a lungo lo stesso caricamento del 1940. 27 La sezione di sanità mml. 1932 e l'ospedale da campo mod. 1929 sono sostituiti dalla sezione di sanità mod. 1950 e dall'ospedale da campo mod. 1950. 28 Le sezioni di sanità (vds. anche capitoli IX e X) come durante la guerra sono composte da un numero variabile di reparti autocarreggiati (someggiati solo ne11a brigata alpina) e reparti portaferiti, a seconda del tipo di Grande Unità del quale fanno parte, più un reparto disinfezione e difesa antimalarica e un nucleo bagni. Esse si distinguono, secondo l'ordinamento definito nel 1950, in: - sezione sanità per divisione di fanteria normale, cioè ternaria (su 3 reparti autocarreggiati, 2 reparti portaferiti ciascuno su 2 plotoni di 15 barelle ciascuno, 1 reparto disinfezione e difesa antimalarica, 1 nucleo bagni); - sezione di sanità per divisione di fanteria leggera (binaria) e per cor-
7 2 Pub. n. 3920 - Specchio n. 13, Specchio di caricamento della sezione disinfezio ne - Ed. 1940. 28 Pub. n. 5074, Caricamento della sezione di sanità mod. 1950 - Ed. 1955 e Pub. n. 5076 Caricamenio dell'ospedale da campo mod. 1950 - Ed. 1955.
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po d'armata (su 2 reparti autocarreggiati, 2 plotoni portaferiti di 15 barelle ciascuno, 1 reparto disinfezione e difesa antimalarica, 1 nucleo bagni); sezione di sanità per divisione corazzata (su 2 reparti auto carreggiati, 1 reparto disinfezione e difesa antimalarica, 1 nucleo bagni); - sezione di sanità per alpini ( I reparto someggiato, 1 plotone portaferiti su 30 barelle, 1 nucleo bagni). I reparti autocarreggiati e i reparti e/o plotoni portaferiti fatta eccezione per la brigata aJpina hanno composizione fissa e sono interamente motorizzati con automezzi in proprio. I materiali di ciascun reparto sono contenuti in colli distinti con un numero progressivo e contrassegnati da una fascia colorata (rosso amaranto per gli strumenti e attrezzi chirurgici; verdi per gli oggetti di medicatura; bianca per i medicinali e apparecchi di farmacia; arancione per i viveri di riserva; arancione e bianca per i viveri di conforto). Le dotazioni di un reparto autocarreggiato comprendono: oggetti di servizio generaJe e di cucina; oggetti di cancelleria; viveri di riserva, viveri ordinari e foraggio; vestiario ed effetti letterecci tra i quali 4 lettini da campo in ferro mod. 1928 o 1951 con materassi di lana; oggetti di servizio generale; utensili per cucina, dispensa, illuminazione (tra i quali un gruppo elettrogeno con accessori); mezzi di trasporto e per il ricovero provvisorio di malati e feriti (tra i quali 6 barelle, 6 copertoni da ricovero per malati e feriti di m 7 x 1,65, I tenda da ricovero 7 x 7 mod. 1909, l tenda da medicazione mod. 1931 ); strumenti e accessori per il servizio medico e chirurgico e di chimica, farmacia e batteriologia (tra i quali 1 cassetta per operazioni dentarie, 1 autoclave da campo mod. 1931 su 2 col li, 1 letto da campo in ferro per medicazioni e operazioni mod. 1924, stecche Thomas, l coppia cofani per la cura dei gassati mod. 1942); medicinali e oggetti di medicatura (tra i quali 800 pacchetti di medicazione e 1000 tabelline diagnostiche). In totale - per un reparto autocarreggiato - si hanno 73 colli di peso che in genere varia da circa Kg 20 a circa Kg 50, per un peso totale di 25 quintali e un volume di 9 mc. Oltre a indumenti protettivi speciali, disinfettanti e disinfestanti (tra i quali 50 Kg di D.D.T. in polvere e 200 di D.D.T. liquido), il reparto disinfezione ha in dotazione, tra l' altro, I stufa Giannolli, 1 apparecchio Breslavia, 5 candele "Lete" per il filtraggio dell'acqua, 1 auto protettore S.C.M. 37, 1 pompa zainata Fulgor per disinfestanti in polvere, 2 pompe per disinfezione Galeazzi, 100 scatole di steridiolo per potabilizzazione dell'acqua: in totale 33 colli, per un peso di 50 q e un volume di 3 mc, più la stufa Giannolli (16 quintali). Il nucleo bagni della sezione sanità di divisione fanteria è costituito da 4 bagni campali con 14 docce, per un totale di 40 colli. Ogni bagno campale è costituito da I O colli a loro volta composti da un bagno campale vero e proprio (5 colli) e da una tenda per bagno campale (5 colli). Il peso totale è di 29 quintali, con un volume di 10 mc .. Il nucleo bagni per sezione di sanità di brigata alpina è costituito da 4 bagni campali mod. 1941, ciascuno con 12 docce e composto da 13 colli someggiabili dei qua-
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li 8 colli per il bagno campale vero e proprio e 5 colli per la tenda per bagno campale. In totale 52 colli, con un peso di 20 quintali circa. I plotoni portaferiti hanno ciascuno 15 barelle arrotolabili e scomponibili e 15 coperte di cotone Iucchesine. Per lo sgombero dei feriti, negli anni 50 entrano in servizio due nuove autoambulanze di fabbricazione nazionale, la Fiat mod. CM/50 (4 x 4) e la media Bianchi Audax (4 x 2).29 La Fiat CM/50 ha motore a gasolio, portata I O feriti di cui 6 barellati, 470 Km di autonomia, ruote posteriori gemelle, buone possibilità di movimento anche in terreno difficile (almeno rispetto alle autoambulanze del passato, molto carenti sotto questo aspetto), assicurate dalla possibilità di rendere motore anche l'assale anteriore e dal dispositivo di bloccaggio del differenziale. L 'autoambulanza media Bianchi Audax 4 x 2 ha caratteristiche analoghe, peraltro con autonomia inferiore ( 400 Km) e senza possibilità di rendere motore l'assale anteriore, quindi con più ridotte possibilità di movimento in terreni difficili. Sullo stesso telaio dell'autoambulanza media Bianchi sono realizzate anche l'autoambulanza radiologica e l'autoambulanza odontoiatrica mod. 1951, che sostituiscono quelle in servizio mod. 1939. L'ospedale da campo mod. 1950 è in grado di seguire le truppe sia in pianura che in montagna e può essere trasportato con 4 ACM. H a una dotazione base di materiali sufficienti per il ricovero e la cura di 50 feriti o malati, che possono essere portati a 70 con pagliericci a terra. Può accoglierne un numero maggiore quando viene impiantato in fabbricati e in località che presentino qualche risorsa in oggetti lctterecci . Può funzionare sotto tenda o accantonato. Sulla porta di ciascuna tenda o ambiente viene-collocato un cartello facente parte delle dotazioni dell ' ospedale, che indica l' uso cui è destinato. li locale appartato dove sono concentrati gli eventuali malati contagiosi è contrassegnato da una bandiera gialla. Quando l'ospedale è in funzione, sono esposte in modo ben visibile la bandiera nazionale e quella di neutralità. Il materiale è suddiviso in 235 colli, numerati e contrassegnati da vari colori a seconda del tipo di materiale. I colli dal n. l al n. 20 (materiale chirurgico, apparecchi vari, letti da operazioni e medicazioni) e i colli dal n. 232 al n. 235 (lampada scialitica) sono in consegna a un subalterno medico, i colli dal n. 21 al n. 41, 148 e 149 (medicinali, oggetti da medicazione, disinfettanti, cofani per la cura dei gassati) a un ufficiale farmacista e i rimanenti all' ufficiale di amministrazione. Tra i materiali più significativi citiamo: 70 coperte di lana, 50 lettini da campo mod. 1928 con materasso di Kg IO di lana, 50 pigiami estivi e 50 invernali, 6 barelle arrotolabili e scomponibili, 4 tende da ricovero 9 x 11 mod. 1909, I tenda baracchetta per operazioni mod. 1991 con antitenda, I completo per trasfusione indiretta, 2 regoli per il calcolo delle terapia liquida in ustioni di esplosione atomica (aggiunti al-
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Pub. SME n. 5081 Armi e mezzi in dota zione all'Esercito Ed . 1955.
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la fine de gli anni 50), 1 letto da campo in ferro per operazioni chirurgiche mod. 1924, 1 letto da campo in ferro per operazioni chirurgiche mod. 1909, 1 microscopio monoculare Reichert mod. R.C.N. con apparato di illuminazione, stecche Thomas per arti inferiori e superiori, stecche piatte per arti superiori articolate al gomito, 500 tabelline diagnostiche, 1 autoclave per unità sanitari e di mobilitazione mod. 1923, l coppia cofani per la cura dei gassati mod. 1942, 1 filtro da campo a 5 cilindri filtranti (con 5 cilindri di ricambio e accessori), l inceneritore da campo mod. 1932, 1 pompa Galeazzi per disinfettanti e disinfestanti liquidi, 1 pompa zainata Fulgor per disinfestanti in polvere, I stufa di disinfezione Giannolli. All'ospedale da campo può inoltre essere assegnato un apparecchio radiologico monoblocco con gruppo elettrogeno, del quale è normalmente privo perché si prevede che, all'occorrenza, esso sia affiancato da un nucleo chirurgico e da un'autoambulanza chirurgica e una radiologica. Nel 1951 è rinnovata anche l'attrezzatura dei nuclei chirurgici. Il nucleo chirurgico mod. 1951 dispone di 3 automezzi (1 autovettura, I ACM/50, l autoambulanza) con 55 colli di materiali, tra i quali un apparecchio radiologico da campo con gruppo elettrogeno, 2 tende baracchette per operazioni mod.1951, I tenda ricovero, 1 armamentario per nucleo chirurgico mod.1951 in 4 colli. Di questi ultimi il n. 1, 2 e 4 contengono strumenti chirurgici vari e due apparncchi per la trasfusione del sangue, e il n. 3 - del peso di Kg. 118 - contiene un apparecchio "Riunito E.I." (per diatermocoagulazionc, bisturi c aspiratore elettrico) montato su un armadietto in ferro a ruote e funzionante con il gruppo elettrogeno per nuclei chirurgici sotto tenda tipo O.N.P. della ditta Guidetti (Milano). Rispetto al nucleo chirurgico mod. 19353° oltre naturalmente a una più completa e moderna strumentazione chirurgica il nucleo chirurgico mod. 1951 comprende un maggior numero di colli (55 contro 48) ed ha un automezzo in più. Per contro sfrutta ancora parecchi materiali del vecchio nucleo, a cominciare dalla tenda baracchetta per operazioni (con antitenda) mod. 1931. Così concepito, il nucleo chirurgico mod. 1951 risponde ancora ai criteri funzionali dell'anteguerra, e per poter entrare in funzione richiede ancora un certo tempo per scarico colli, montaggio tende ecc .. A fine anni '50 viene pertanto studiato e realizzato il nucleo chirurgico Dogliotti, interamente installato su un rimorchio m 3,76xl,48 trainabile da un ACM, con possibilità di far operare contemporaneamente due équipes chirurgiche e ridottissimo tempo di approntamento in stazione. Un'altra importante formazione sanitaria costituita nella seconda metà degli anni 50 sulla base delle prescrizioni dottrinali della Pub. n. 6300 del 1955 (vds. capitolo IX) è la sezione sanità d'Intendenza, che
30 Pub. n. 2973 - Specchio n. 16 Caricamento del nucleo chirurgico mod. 1935, Roma 1936 (Ristampa I 939).
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ha il compito principale di costituire centri smistamento feriti nella zona di 2° sgombero (zona avanzata Servizi d'Intendenza) e a tal fine deve essere articolabile in nuclei. Può inoltre costituire i posti soccorso ferroviari ed eventuali campi contumaciali. In relazione a tali compiti, la sezione sanità d'Intendenza ha una costituzione molto diversa da quella di G.U. e si articola su: - l Comando (ufficio comando e maggiorità, ufficio amministrazione e magazzino, ufficio del cappelJano con altare, farmacia e laboratorio), per complessivi 202 colli tra i quali 2 tende 9 x 11 e 2 gruppi elettrogeni; - 2 reparti smistamento e soccorso, ciascuno su un Comando reparto (6 colli) e 3 nuclei smistamento e soccorso, con composizione e compiti analoghi a quelli di un reparto autocarreggiato della sezione sanità per G.U .. Uno o più nuclei smistamento e soccorso eventualmente affiancati ad un ospedale da campo mod. 50 costituiscono i centri smistamento feriti di Intendenza. Hanno funzioni di pronto soccorso, sgombero feriti, temporaneo ricovero e completamento medicazione. Ciascun nucleo smistamento e soccorso dispone di 1 tenda medicazione e 1 tenda ricovero. I due reparti smistamento e soccorso dispongono complessivamente di 786 colli di materiale; - 1 plotone portaferiti su 30 barelle, con 14 colli. In totale, la sezione sanità d ' Intendenza è composta da 1008 colli di materiale, con un pe so di 400 quintali e un volume di 135 mc . Al livello di Intendenza sono previsti, tra l'altro, anche due altri tipi di ospedale: - gli ospedali da campo d' Intendenza, formazioni mobili campali con 200 posti-letto (elevabili a 400 mediante l'utilizzazione di risorse locali) che si differenziano dagli ospeda li da campo di G.U. prima esaminati, oltre che per la maggiore capienza, per la disponibilità di mezzi di trasporto per le sole esigenze di vita e di funzionamento interno; - gli ospedali ausiliari (O.A.) d' Intendenza tipo A (da 1500 letti) e tipo B (da 500 letti), formazioni sanitari e ad alto livello di specializzazione dotate soltanto di personale e attrezzature. Per il fun z io namento vanno accantonati in idonei immobili, e si differenziano tra di ]oro in base al numero dei reparti di diversa specializzazione. Nell' immediato dopo guerra, vengono tenuti permanentemente allestiti e pronti a muovere con il relativo personale 2 treni-ospedale (1 del SMOM e 1 della CRI), successivamente (con let. n. I I 46-S/Ordin III in data 24 giugno 1956) contratti a unità di mobilitazione da approntare all ' emergenza. Hanno caratteristiche sostan zialmente analoghe a quelle degli anni Trenta e della seconda guerra mondiale (15 carrozze intercomunicanti, con capacità di trasporto di circa 320 degenti di cui 12 ufficiali).31
3 ! Cfr. G . Ferrari - M . Pietrangeli, / treni d'eme rgen za e il genio f e rrovieri, "Rivista Militare" n. 3/1991. Risulta ancora in vigore, nel dopo guerra, la Pub. n. 291 5 R egolamento sul trasporlo pe r f e rrovia dei f e riti e malati in gue rra - Roma 1936.
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Fino al 1964, alla loro struttura sono apportate modifiche non di rilievo alle attrezzature tecniche dell'infermeria e alla cucina. Rimane tuttavia invariato il concetto tradizionale di treno-ospedale impiegato come unità essenzialmente di trasporto, con scarse possibilità curative, e materiale rotabile normalmente a disposizione delle Ferrovie dello Stato e tale da richiedere non brevi lavori di trasformazione.32 Alla fine degli anni 70, nell'esercitazione "Aesculapius Express" del 1979 viene positivamente sperimentato un nuovo modulo di treno - ospedale militare, dotato di attrezzature più moderne e in particolare di attrezzature chirurgiche che consentono l'impiego del treno ospedale, anche in caso di calamità naturali, non più come semplice mezzo di sgombero dei feriti ma anche come organo di cura e ricovero di pronto intervento. A tal fine il treno è caratterizzato da: - una vettura bagagliaio nella quale è sistemata una sala operatoria con moderne attrezzature per la chirurgia d ' urgenza, una saletta risveglio per operati, un laboratorio di analisi e una sala radiologica; - un vagone bagagliaio attrezzato a cucina o magazzino viveri, con moderna cucina a gas, frigoriferi , carrelli portavivande, scaffalature ecc .; un vagone cuccette destinato a direzione, con collegamenti radio con la rete civile e militare; - 7 vagoni cuccette di 2A classe adibiti a trasporto feriti e ammalati, con relativo personale di assistenza in ogni vagone; - due nuovi tipi di barelle (A e B) più idonee dei precedenti modelli a consentire il caricamento dei degenti attraverso gli scarsi spazi di accessibilità offerti dalle portiere e finestrini dei vagoni - cuccette; - l'approntamento permanente del vagone da adibire a sala operativa, medicazione e diagnostica, in modo che in caso di necessità sia possibile aggiungervi in brevissimo tempo solo gli altri vagoni "non specializzati". Sono inoltre previsti treni sanitari militari costituiti solo al bisogno con carrozze - cuccette e vetture normalmente destinate dalle Ferrovie ai pellegrinaggi di malati e invalidi. Per esigenze di protezione civile, il competente Ministero ha anche approntato "mpduli alloggiativi" installati s u pianali ferroviari, conservati e fatti funzionare da personale dell'Esercito e del corpo militare della CRI, che vengono velocemente trainati nelle zone disastrate per realizzarvi in tempi ridotti unità abitative autosufficienti, suscettibili di utilizzazione anche come alloggi sanitari integrativi dei normali organi campali di ricovero e cura. Nel 1951 viene rinnovato il materiale sanitario al livello di reggimento/corpo, con la sostituzione del materiale impiegato nella seconda guerra mondiale (tasca di sanità mod. 1928, coppia cofani di sanità mod. 1929, tasca di zaino di sanità mod. 1929). Sono introdotti in servizio: - la tasca di sanità mml. 1951 , che pesa Kg 3 e contiene quanto è
32 Cfr. E . Melorio, Treno ospedale: una unità sanitaria mobile, "Rivista Militare" n. 4/1979 .
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strettamente necessario per un'elementare, eventuale medicazione (alcool, bende, 6 pacchetti di medicazione, cognac, laccio emostatico, forbice tipo sarto). E' portata dai caporali di sanità al livello di compagnia e dei portaferiti;33 - lo zaino di sanità mod. 1951, che sostituisce quello mod. 1929, pesa Kg. 10, 300 e contiene strumenti ed accessori chirurgici, oggetti di medicatura, medicinali, tavolette compresse e oggetti diversi. Costituisce dotazione dei posti di medicazione;34 - il cofano di sanità mod. 1951, che pesa Kg. 44 ed è essenzialmente una riserva di medicinali, oggetti di medicatura, accessori chirurgici, in dotazione ai posti di medicazione.35 Come già detto, la Pub. n. 6000/Serv. del 1949 e la Pub. n. 6300 del 1955 - sulle quali si basa il rinnovamento dei materiali negli anni 50- non considerano ancora l'ambiente operativo nucleare. Il concetto di bivalenza introdotto dalla Pub. SME n. 600 del 1957, le nuove norme per far fronte al prevedibile aumento delle perdite introdotte fin dal 1957 dalla Pub. n . 630 (vds. capitolo IX) e soprattutto l'ambiente di larga disponibilità nucleare introdotto dalla Pub. n. 700 nei primi anni 60, inducono a ristrutturare con diversi criteri gli organi esecutivi sanitari di G.U .. Di conseguenza nel luglio 196536 lo SME, allo scopo di adeguare la fisionomia delle unità sanitari e campali al presumibile aumento del numero e della gravità dei traumatizzati abbisognevoli di interventi chirurgici immediati, dispone il riordinamento degli organi di ricovero e cura con nuovi criteri basati su: - aumento della capacità di ospedalizzazione e intervento chirurgico; - costituzione di aliquote di manovra di personale medico altamente qualificato; - potenziamento degli ospedali da campo, con l'incremento delle attrezzature chirurgiche, l 'assegnazione (permanente e non più eventuale) di apparecchi radiologici monoblocco e l'aumento di 25 posti-letto; - sostituz ione dei vecchi nuclei chirurgici (con relative aurea alure trasportate da 3 automezzi) introdotti negli anni 20 con gruppi chirurgici costituiti da solo personale dotato di idoneo mezzo di trasporto, da impiegare a ragion veduta presso gli ospedali da campo; - costituzione di un'aliquota di gruppi chirurgici di riserva per rafforzare al bisogno le Grandi Unità; - enucleazione dalle G.U. elementari (divisioni e brigate) delle autoambulanze radiologiche, sostituite dagli apparecchi radiologici monoblocco in normale dotazione agli ospedali da campo.
Pub. n. 4744 Specchin di caricamento d ella tasca di sanità mod. 1951 - Ed. 1952. Pub. n. 4925 Specchio di caricamento dello zaino di sanità mod. 1951 - Ed. 1952. 35 Pub. n. 4807 Specchin di caricamenlo del cofano di sanilà mod. 1951 - Ed. 195 I . 36 AUSSME, Rcp. M/7, Racc. 856. 33
34
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La nuova fisionomia degli organi di ricovero e cura si riassume dunque nel potenziamento (con idonee attrezzature chirurgiche e radiologiche e posti letto in più) degli ospedali da campo di G.U., ai quali viene assegnato il personale chirurgico specializzato di volta in volta necessario: quest'ultimo diventa elemento di manovra senza bisogno di disporre in proprio di attrezzature che ormai sono di prevista assegnazione a tutti gli ospedali da campo e quindi non richiedono di essere assegnate di volta in volta. L'unica attrezzatura che costituisce elemento di manovra a liveHo di G.U. è l'ambulanza odontoiatrica e la specializzazione degli ospedali da campo può eventualmente essere ottenuta - come sempre - con il solo personale chirurgico. Deriva da questi criteri il nuovo ospedale da campo mod. 1965, che sostituisce quello mod. 1950 con aggiunta di materiali più moderni e conservando per la gran parte gli altri. Dispone di 75 posti - letto elevabili a 100, per un totale di 352 colli che possono essere trasportati da 4 ACP. Oltre all'apparecchio radiologico monoblocco su 6 colli, alla stufa Giannolli e all'inceneritore da campo, tra i materiali più importanti ricordiamo un gruppo elettrogeno da 10 Kw carrellato, una tenda baracchetta operatoria riscaldata, una tenda medica1.ione mod. 1959, 6 tende ricovero 6 x 9 mod. 1970. La nuova formula dell'ospedale da campo riceve ulteriori adattamenti e incrementi con "l'ospedale da campo per climi artici" ( 1O1°) della brigata alpina Taurinense, formazione sanitaria campale studiata e realizzata con nuovi criteri nel 1969 per esigenze d ' impiego invernale nel Nord - Europa nel quadro della " Mobil Force" NATQ.37 E' interamente motorizzato e aviotrasportabile, e si articola (1969) su sezione sanitaria campale, formazione campale mobile (1 ° e 2° gruppo chirurgico e gruppo centrale), 1 ° e 2° posto avanzato raccolta e sgombero. Impiega circa 20 ufficiali medici e oltre 20 sottufficiali, con circa 30 automezzi e 12 autoambulanze leggere, materiale chirurgico per 2 gruppi e tende ricovero riscaldate. Si tratta di un organo esecutivo " bivalente", perché date le sue caralleristiche di prontezza operativa e le sue attrezzature, può essere impiegato con ottimo rendimento anche quale unità sanitaria di pronto intervento per esigenze di protezione civile. Il generale medico Lisai nel 1979 lo definisce "formazione complessa, forse troppo mastodontica ma comunque scindibile in parti, adatta per operare sotto tutti i climi"38 e preannuncia che entro il 1979 verrà reso autotrasportabile anche il 202° ospedale d ' Intendenza. L'ultima importante evoluzione del materiale sanitario è provocata dalle esigenze di pronto intervento in caso di calamità naturali, che
ivi, Racc. 861. T. Lisaj , Sanità militare e difesa nazionale, "Rjvista Militare", n . 1/1979. M. Orsini, Una nuova unità sanitaria. eliportata, "Rivista Militare" n. 5/1980; C. De Suntis, Art. cit.. 37 38
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richiedono lo studio, la sperimentazione e la definitiva adozione di unità sanitarie in grado di intervenire, anche in tempo di pace, in tempi estremamente contenuti.39 In particolare, nel corso di un'esercitazione di protezione civile del 1978 in sole 10 ore sono mobilitati, schierati e impiegati: - un ospedale da campo mod. 1965, completo di sala operatoria, sala raggi, laboratorio di analisi e tende di ricovero per 75 pazienti con relative tende di accettazione e medicazione; - un ospedale di Intendenza (il 202°) capace di 400 letti, con sale operatorie, sale radiologiche, farmacia, laboratori e sale di rianimazione, di accettazione e di medicazione; - in rinforzo ai predetti organi, un'autoambulanza radiologica, un'autoambulanza odontoiatrica e una sezione disinfezione al completo; - un nucleo chirurgico Dogliotti; - 3 elicotteri sanitari, con capacità di trasporto di 4 pazienti ciascuno; - un modernissimo autopotabilizzatore della Croce Rossa in grado di assicurare il rifornimento idrico degli ospedali schierati e del personale addetto, con capacità di trasformare in acqua potabile (contenuta in sacchetti di plastica da un litro) mille litri d'acqua inquinata all'ora. Dall' 11 al 14 settembre 1979, presso il 1° raggruppamento ALE " Antares" di Viterbo viene sottoposta a prove pratiche di impiego un' unità sanitaria campale interamente eliportata, al fine di accertare la possibilità di carico di personale, materiali e attrezzature sanitarie (quesl' ultime con peso di circa 1700 Kg e ingombro di circa 7 mc) s u elicotteri AB 205 e CH47 C e verificare i tempi occorrenti per il carico/scarico, schieramento e ripiegamento del complesso. La nuova unità sanitaria eliportata si articola su comandante, una sezione ricovero (9-12 posti letto), una sezione chirurgia e una sezione rianimazione e trasfusione. In totale 6 ufficiali medici (un capitano comandante, due chirurghi, un anestesista, un cardiologo, un medico generico), 3 sottufficiali infermieri, 13 soldati di sanità, con tende da medicazione e da ricovero 7x7 e materiali sanitari particolarmente selezionati per realizzare un complesso organico leggero idoneo all'elitrasporto. 11 tipo di tende adottato e le modalità con le quali sono riunite per l'impiego consentono di conferire all'unità una struttura modulare, con possibilità di inserire altre tende e aumentare così l ' esiguo numero di posti-letto (712). Per il trasporto sono utilizzati 4 elicotteri AB 205 oppure un elicottero CH 47C, successivamente adibiti allo sgombero di feriti e ammalati (il CH 47 per sgomberi "di massa" e l' AB 205 per sgomberi "mirati") . Con questo personale e con questi materiali e mezzi di trasporto, l' unità presenta le seguenti caratteristiche: autonomia logistica completa di 48 h (con capacità di soccorrere entro tale periodo 200-300 infortu-
39 T . T.isai , Art. cii. , M . O rsini , Tina nunvn unità .<nnitnrin P.lipnrlntn , " Rivista Mi -
Htare" n. 5/1980; C. Dc Santis, Art. cit..
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nati); pronta impiegabilità ed elevata funzionalità; apparecchiature scientifiche avanzate ma di facile impiego; materiali già approntati, di agevole ed immediata utilizzazione; mezzi aerei da assegnare al momento dell'emergenza secondo il tipo di settore richiesto dalle esigenze operative. L'unità eliportata, i cui materiali sono accantonati presso il magazzino sanitario direzionale di S. Maria Capua Vetere, riceve un brillante e apprezzato battesimo in occasione del terremoto in Campania e Basilicata del 1980. In merito alla gestione amministrativa dei materiali sanitari, il R.A.U. 1976 contiene norme specifiche che possono essere così riassunte: - il materiale sanitario è normalmente in carico a tre distinti consegnatari, a seconda che si tratti di: materiale ospedaliero in genere per il fabbisogno ordinario di ospedali e infermerie; materiale di mobilitazione; medicinali e altro materiale farmaceutico. A questi ultimi è preposto un ufficiale chimico-farmacista. Alle altre due categorie di materiali può essere preposto un unico consegnatario che tiene conti separati; - gli organi sanitari con fisionomia compiuta di Enti amministrativi (cioè con gestione di fondi di bilancio e resa dei conti direttamente agli Enti ai quali compete il controllo amministrativo e contabile) si riforniscono di medicinali e oggetti di medicazione presso lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze e/o con acquisti dal commercio, e a loro volta riforniscono i dipendenti organi sanitari (e in particolar modo le infermerie di corpo) di medicinali e oggetti di medicazione; - i predetti organi possono inviare i medicinali e gli oggetti di medicazione agli organi dipendenti direttamente o facendoli loro spedire dallo stabilimento chimico farmaceutico militare. Possono inoltre autorizzarli ad acquistare il predetto materiale dal commercio; - presso gli organi sanitari che non sono costituiti in Enti amministrativi, il materiale è in consegna al direttore o a un U. o SU. designato dal direttore. Se presso di essi si trova un ufficiale chimico - farmacista, questi ha in consegna il materiale farmaceutico. Il personale c i materiali del Servizio organicamente previsti al livello di divisione e reggimento nel 1956 sono indicati nel DOCUMENTO 34. Per quanto attiene alla gestione amministrativa del predetto materiale e delle infermerie di reggimento (fi no al 1975) o di battaglione (dopo il 1975) il dirigente del servizio sanitario (ufficiale medico più elevato in grado o più anziano) ha importanti responsabilità dirette che non mutano sostanzialmente dopo l'emanazione del R.A.U. 1976. Fino al 1976, infatti, le sue attribuzioni (Schema di atto dispositivo n. 1 del 1973) sono le seguenti: - comunica tempestivamente ai reparti, a mezzo mod. 657, il movimento degli ammalati degenti nell' infermeria, annotando se il militare è stato ammesso a dieta specia le o a vitto comune. E' respon sabile degli evcntua.li addebiti per mancata applicazione ditale compito (Artt. 141,218 c 231 R.A.) ; - risponde del conto dei medicinali e della esattezza delle registrazioni di carico e scarico di ciascun medicinale sull'apposito registro (modello 658);
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- effettua le richieste dei medicinali alla Farmacia militare competente (mod. 577); - tiene un registro separato per veleni e stupefacenti (medicinali che custodisce sotto la sua personale responsabilità in apposito armadietto di cui detiene la chiave); - tiene il quaderno dell'infermeria (mod. 577) e compila il relativo rendiconto; - risponde per debito di vigilanza dei materiali propri dell'infermeria e firma il quaderno di carico (mod. 547); - su separato quaderno di carico risponde dei materiali di casermaggio dell'infermeria.
I citati Lineamenti amministrativi per il Comandante di battaglione ( 1990) li indicano invece come segue: Svolge i compiti previsti dal regolamento sul servizio sanitario militare territoriale, in materia di visite mediche al personale e di igiene. In campo amministrativo: - risponde del conto dei medicinali e dell'esattezza delle registrazioni di carico escarico di ciascun medicinale nell 'apposito registro; - effettua le richieste dei medicinali alla farmacia militare su mod. 557; - tiene il registro separato per veleni e stupefacenti (medicinali che custodisce sotto la sua personale responsabilità in apposito armadietto, di cui tiene la chiave); - risponde dei materiali dell'infermeria; - richiede l'acquisto del commercio di medicinali e di apparecchiature sanitarie; - svolge ogni altro compito di natura sanitaria , medico legale ed amministrativa inerente al servizio, previsto dal Regolamento sul servizio sanitario militare territoriale.
3. Evoluzione della Croce Rossa Italiana a. Dipendenze e compiti dell'Associazione 11 R.D. - legge 9 maggio 1944, n. 132 dispone il passaggio dell' Associazione alle dipendenze del Presidente del Consiglio dei Ministri. Esso è abrogato dal D.L.L. 14 giugno 1945, n. 388 che restituisce ai Ministri dell'interno e della guerra, come avveniva in precedenza, i poteri di vigilanza e tutela sull'Associazione. I compiti particolari e le modalità di intervento della CRI in tempo di guerra non subiscono varianti, e per essi può essere considerato ancora in vigore nel dopoguerra il regolamento approvato con R.D. 30 dicembre 1940, n. 2024 (vds. capitolo V). Maggiore attenzione ricevono i compiti in tempo di pace, ridefiniti con il D.L. C.P.S. 13 novembre 1947, n. 125640 che abroga l'Art. 2, lettere b), c) ed) del R.D. - legge 12 febbraio 1930, n. 84 insieme con ogni altra norma in contrasto. L'Art. 1 del decreto 13 novembre assegna alla C.R.I. un compito generale da essa svolto anche in precedenza: recare assistenza alla popolazione civile e soprattutto alle classi più bisognose, integrando con mezzi, istituti, formazioni e servizi propri l'azione dello Stato e degli Enti locali contro le malattie e le calamità pubbliche.
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GU n. 270 del 24 novembre 1947.
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A tal fine la C.R.I. allestisce e fa funzionare in caso di emergenza e di pubbliche calamità ospedali attendati, accantonamenti, treni e navi ospedali, gruppi sanitari motorizzati, posti soccorso ferroviari e portuali, formazioni sanitarie territoriali (tutti organi esecutivi allestiti anche durante la guerra). Inoltre organizza e disimpegna sul piano nazionale il pronto soccorso e il trasporto degli infermi con i propri servizi a gestione diretta e mediante il coordinamento e la disciplina di quelli effettuati da altre associazioni locali, delle quali segnala all'Alto Commissariato per l'igiene e la sanità pubblica le eventuali irregolarità o manchevolezze. Un nuovo compito di primaria importanza è quello (Art. 2) di organizzare il servizio della trasfusione del sangue sul piano nazionale, istituendo un centro nazionale, assumendo i compiti dei Comitati provinciali - che pertanto vengono assorbiti dalla Croce Rossa Italiana - e coordinando la lihera attività che le associazioni dei donatori di sangue svolgono nel campo organizzativo, tecnico, scientifico e amministrativo per le trasfusioni di sangue, in modo da raggiungere la massima efficienza del servizio. Ogni nuova iniziativa nel campo trasfusionale da parte di Enti pubblici o istituzioni private, sia di carattere nazionale che locale, dovrà essere preventivamente concordata con la Croce Rossa italiana.
Altri due compiti tradizionali, confermati dal decreto, riguardano: - il concorso alla preparazione tecnica e professionale del personale ausiliario di assistenza sanitaria ; - la diffusione, in ogni categoria sociale e specialmente nelle scuole, di nozioni element_a ri di igiene e di pronto soccorso. Ai sensi dell'Art. 3 1' Associazione ha facoltà, previo consenso dell'autorità di vigilanza e di tutela, di estendere la propria attività anche ad altri settori (istituzione e gestione di opere assistenziali permanenti; integrazione dell'azione di tutela della salute dell'infanzia svolta dagli Enti a ciò preposti, mediante colonie periodiche e permanenti e con l'assistenza medico-scolastica a mezzo di appositi ambulatori; distribuzione di soccorsi alla popolazione civile e alle istituzioni di beneficenza ed assistenza). Questo assetto normativo assicura alla -Croce Rossa la preminenza nelle attività di pubblica assistenza e in questo quadro conferma la facoltà per l'Associazione di promuovere la federazione tra le istituzioni assistenziali pubbliche che già le veniva attribuita dall'Art. 30 del R.D. 30 dicembre 1923, n. 2841. La successiva legge 23 dicembre I 978, n. 833 (istitutiva del servizio sanitario nazionale) esalta in materia sanitaria e di pubblica assistenza il ruolo delle Regioni, degli Enti locali e del volontariato; ne deriva un netto ridimensionamento dei compiti della Croce Rossa, che rende necessaria la ridefinizione anche della sua struttura organizzativa. L'Art. 71 della legge 1978 stabilisce che l'organizzazione e la gestione sul piano nazionale del pronto soccorso e del trasporto degli infermi e degli infortunati (di cui all'Art. 2, lettera b del D.C.P.S. 13 novembre 1947, n. 1256), alle quali era prima preposta in esclusiva la
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Croce Rossa, possono essere assicurate anche dalle Associazioni di volontariato, in base a convenzioni da stipularsi con le unità sanitarie locali interessate nell'ambito delle competenze assegnate, in materia, a quest'ultime. Per quanto più specificamente riguarda la Croce Rossa, l'Art. 70 dispone il trasferimento alle unità sanitarie locali (USL) dei servizi di assistenza sanitaria della Croce Rossa "non direttamente connessi alle sue originarie finalità", nonché dei beni mobili e immobili destinati ai predetti servizi e del personale ad essi adibito. Il predetto Art. 70 delega inoltre il Governo ad emanare uno o più decreti per il riordinamento della Croce Rossa, indicando i seguenti criteri: - ristrutturazione dell'Associazione in conformità del principio volontaristico dell'Associazione stessa; - rideterminazione dei compiti in relazione alle finalità statutarie e agli adempimenti indicati per le Croci Rosse nazionali dalle vigenti convenzioni e risoluzioni internazionali e dagli organi della Croce Rossa internazionale; - articolazione delle strutture dell' Associazione su base regionale, pur conservando l'unitarietà del sodalizio; - gratuità delle cariche e loro elettività da parte dei soci qualificati per attive prestazioni volontarie nell' ambito dell' Associazione. In relazione a tale delega, il D.P.R. 31 luglio 1980, n. 613 indica i lineamenti per il riordinamento della CRI, che dovranno essere recepiti in un nuovo statuto da trasmettere al Ministero della sanità entro il 1 ° gennaio 1981 e da approvare con decreto del Presidente della Repubblica entro il 30 giugno 1981.4 1 L'Art. I del decreto riconosce alla CRI lo status·di Ente privato di interesse pubblico sotto l'alto patrocinio del Presidente della Repubblica. L'Art. 2 dopo aver ribadito per il personale il principio volontaristico indica i nuovi compiti e le strutture dell'Associazione, che oltre a diffondere e promuovere i principi umanitari della Croce Rossa internazionale, in tempo di guerra e comunque in caso di conflitto armato deve: - contribuire - in conformità alle convenzioni di Guerra del 1949 allo sgombero e alla cura dei feriti e malati di guerra e delle vittime dei conflitti armati, nonché allo svolgimento dei compiti di carattere sanitario ed assistenziale connessi all 'attività di difesa civile; - disimpegnare il servizio di ricerca e di assistenza dei prigionieri di guerra, degli internati e dei dispersi. L'organizzazione dei predetti servizi in tempo di guerra è definita dal Ministero della difesa, ferme restando le competenze degli organi del servizio sanitario nazionale. Per il tempo di pace, il predetto Art. 2 indica un compito assai più circoscritto di quelli indicati dal]' Art. 2 del D.L.C.P.S. 13 novembre 1947, anche se di grande importanza e attua-
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Suppi. ordin. alla GU n . 275 del 7 ottobre 1980.
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lità in relazione alle crescenti esigenze di assistenza ai profughi e alle popolazioni civili vittime di conflitti e carestie: organizzare e svolgere, in conformità a quanto previsto dalle vigenti convenzioni e risoluzioni internazionali, &ervizi di assistenza sociale e di soccorso sanitario in favore di popolazioni, anche straniere, in occasione di calamità e di situazioni di emergenza, sia interne che internazionali.
L'Art. 5 stabilisce che l'Associazione può svolgere anche altre attività e servizi attinenti alle proprie finalità istituzionali per conto dello Stato, delle Regioni e di altri Enti pubblici, da regolare mediante convenzioni che disciplinano i relativi controlli: eventuali altre attribuzioni dipendono dunque da valutazioni discrezionali dei predetti Enti e non da specifiche disposizioni di legge. Nulla è innovato (Art. 10) circa la collocazione del corpo militare della CRI e del corpo delle infermiere volontarie ausiliarie delle forze armate, nonché circa i poteri e le facoltà del Ministero della difesa che - d'intesa con il Ministero del tesoro - potrà estendere al personale della CRI, in quanto applicabili, le norme in vigore s ullo stato del personale militare delle forze armate. In conformità alle convenzioni e risoluzioni internazionali e secondo le direttive e sotto la vigilanza del Ministero della difesa, I' Associazione è lenula a provvedere alla preparazione del personale, dei materiali e delle strutture di pertinenza dei predetti corpi. A lai fine lo Stato sovvenziona (Art. 11) l'organizzazione e il funzionamento dei servizi della CRI ausiliari delle forze armate. Per la formazione delle infermiere e del personale volontario per il soccorso, la CRI può stipulare convenzioni con le Regioni, ferme restando le possibilità di formazione attraverso g li ospedali militari o proprie scuole. Il diploma di infermiera volontaria della CRI è valido solo nell 'ambito dei servizi resi nell'asso I vimenlo dei compiti propri dell'istituzione e per le forze armate e consente inoltre l'accesso. nel possesso dei requisiti richiesti, al secondo anno delle scuole delle infermiere professionali. L'Art. 8 del decreto, infine, dispone la nomina a cura del Ministero della sanità (di concerto con il Ministero della difesa) di un commissario straordinario, che fino ali 'insediamento dei nuovi organi amministrativi costituiti, ai sensi dello stesso decreto e sulla base delle direttive del Ministero della sanità provvede all'esercizio delle funzioni spettanti alla CRI e adotta tutti i provvedimenti già riservati alla competenza dei disciolti organi ordinari. Lo statuto dell'Associazione che ai sensi de11' Art. 1 del decreto avrebbe dovuto essere emanato entro il 30 giugno 1981 non risulta emanato alla fine dello stesso anno. Di conseguenza non possono nemmeno essere insediati i nuovi organi amministrativi ; pertanto nel 1981 (anno nel quale termina la nostra indagine) l'Associazione continua ad essere retta da un commissario straordinario. Inoltre risulta ancora in vigore, per
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quanto non in contrasto con la normativa successiva, lo statuto approvato con R.D. 21 gennaio 1929, n. 111 e modificato negli Artt. 1, 5, 7, 10 e 19 con R.D. 10 aprile 1930, n.496 (vds. Voi. lll, capitolo V).
b. Struttura organizzativa centrale e periferica
Nel periodo dal 1943 al 1945 l'organizzazione della CRI è spezzata in due tronconi, uno al nord con la Repubblica di Salò e uno nel Regno del sud.L'Associazione riprende a funzionare gradualmente - nella vecchia sede di Via Tosc:,ma a Roma - a partire dalla liberazione della città (giugno 1944). Già nel maggio 1944 con il R.D. 9 maggio 1944, n. 135, in aggiunta agli organi istituzionali previsti dall'Art. 4 del· R.D. - legge I O agosto 1928, n. 2034 è istituito un segretario generale dell'Associazione. 11 D.L. C.P.S. 15 novembre 1946, n. 361 42 (Art. 1) abolisce la carica di segretario generale e abroga il predetto decreto del 9 maggio, stabilendo che le attribuzioni del segretario generale siano svolte - in conformità alle norme ancora vigenti - dai preesistenti organi dell ' Associazione. Ai sensi dell'Art. 1 del predetto decreto, le attribuzioni del consiglio direttivo del comitato centrale dell'Associazione (definite dall 'Art. 3 dello statuto di cui al citato R.D. 10 aprile J 930, n. 496) sono esercitate da un comitato direttivo composto dal presidente nazionale, che lo presiede, e da otto membri nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri d'intesa con il Ministro della guerra. 11 direttore generale funge da segretario del comitato direttivo, con voto consultivo. Fino alla nomina del comitato direttivo - che deve avvenire trenta giorni dal decreto - il presidente dell'Associazione mantiene i poteri straordinari assunti durante la guerra in base ali' Art. 4 del R.D. legge 4 gennaio 1929, n. 111 e all'Art. 4 del citato regolamento per il tempo di guerra (R.D. 30 dicembre 1940, n . 2024). Con il successivo decreto del Presidente del Consiglio 14 dicembre 194643 viene nominato un "comitato direttivo provvisorio del comitato centrale della CRI", presieduto dal Prof. Umberto Zanotti Bianco, che è anche Presidente generale della CRI. Oltre al presidente ne fanno parte 8 membri tutti civili (tra i quali il senatore Einaudi e il dott. Mattioli, amministratore delegato della Banca Commerciale): non sono previsti membri militari. Il direttore generale della CRI funge da segretario, con voto consultivo; nel frattempo l' organizzazione si perfeziona e si provvede alla ricostituzione del parco automobilistico, al recupero dei materiali e alla ricostituzione degli organi direttivi ed esecutivi. Al 30 luglio 1947 l'Associazione dispone di 787 mezzi di trasporto
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GU n. 276 d el 4 dicembre 1946. GU n . 297 del 30 dicembre 1946.
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vari a fronte dei 1088 dell'8 settembre 1943. All'inizio del 1948 l'organizzazione è la seguente: - presidenza generale, comitato centrale, direzione generale, Ispettorato nazionale infermiere in Roma; - uffici vari e unità distaccati, tra i quali 1' ufficio prigionieri di guerra, la sezione autonoma per l'assistenza giuridica agli stranieri (AGIUS) e le scuole infermiere; - autoparco centrale, magazzino centrale, magazzino carta di recupero; - delegazioni all'estero; - comitati ed Ispettorati delle infermiere volontarie in tutte le Regioni, sottocomitati e commissioni della CRI giovani le in tutte le province; - 5 istituti permanenti di cura e ricovero (3 istituti climatici, l ospedale chirurgico ortopedico, 1 sanatorio); - 2 ospedali generici; - 3 preventori sorvegliati e 11 preventori generici; - 5 istituti per la preparazione del personale infermieristico maschile e femminile e 9 scuole specializzate per assistenti sanitari e visitatrici; - magazzini e unità mobili , con 951 automezzi; - vari ospedali convenzionati c unità sanitari e funzionanti per conto degli organi di assistenza post-bellica; - 4 colonie e scuole all'aperto. Con il decreto del Presidente del Consiglio I agosto 1949, vista l'opportunità di ricostituire il comitato direttivo provvisorio di cui al decreto del dicembre 1946 perché non è più in grado di funzionare, viene nominato un nuovo comitato direttivo composto dal presidente generale On. Longhena e da 8 nuovi membri, tra i quali il generale medico Palma. Segretario, con voto consultivo, è sempre il direttore generale dell'Associazione. Nel 1954, con ordinanza del 17 gennaio, il presidente generale riordina l'assetto e le attribuzioni d ei comitati, dei centri di mobilitazione e degli Ispettorati delle infermiere. In tale anno gli organi esecutivi per il ricovero e la cura e gli istituti scolastici gestiti dall'Associazione comprendono 4 sanatori, 3 ospedali generici, 5 preventori, 13 preventori e colonie per bambini predisposti, 7 scuole convitto professionali per infermiere, 10 scuole specializzate per assistenti volontarie, 90 ambulatori medici scolastici, ambulatori odontoiatrici, servizio trasfusione sangue, servizio medico domiciliare di urgenza, servizio di assistenza ai bambini affetti da discinesie cerebrali. 44 La legge 13 ottobre 1962, n. 1496, recante modifiche allo ordinamento dell'Associazione, stabilisce (Art. 2) che 1' Associazione è rappresentata dal presidente generale (equiparato al rango di generale di cor-
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A. Frezza, Op. cit., p. 379.
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po d'armata) e amministrata da un comitato centrale il cui consiglio direttivo è composto dal presidente generale, dal vice presidente dell'opera nazionale per la maternità e infanzia, un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri e un rappresentante distaccato rispettivamente dai Ministeri della sanità, della difesa, dell'interno e del tesoro. Presso il comitato centrale è istituito (Art. 3) un comitato nazionale femminile, la cui presidente è nominata dal presidente generale. Presso ogni comitato provinciale e ogni sotto-comitato è istituita una sezione femminile. La legge del 1962 abroga tutte le disposizioni con essa in contrasto, e in particolare l'Art. 12 dello statuto di cui al R.D. 21 gennaio 1929, n. 111 e gli Artt. 123 del D.L.C.P.S. 15 novembre 1946, n. 361. Con delibera n. 28 in data 31 marzo 1969 del consiglio direttivo viene approvato il Regolamento del comitato nazionale femminile. Il comitato nazionale femminile ha il compito (Art. 4) di "promuovere e coordinare nell'ambito della CRI le iniziative tendenti ad integrare l'assistenza sanitaria e sociale in favore delle popolazioni bisognose" e provvede sia alla distribuzione di soccorsi singoli e collettivi, sia al ricovero presso appositi istituti di ammalati bisognosi, con particolare riguardo all'infanzia. A tal fine, dispone di un apposito stanziamento di bilancio e di contributi del Governo, di Enti vari e di privati, oltre che del ricavato di manifestazioni organizzate dallo stesso comitato. Sono organi del comitato il consiglio e la giunta permanente. Il consiglio dura in carica 4 anni, è nominato dal presidente generale ed è composto da presidente, vice-presidente, presidenti delle sezioni femminili dei comitati regionali della CRI, dalla Ispettrice nazionale delle infermiere volontarie e da due membri designati dallo stesso consiglio nella prima seduta. La giunta permanente è composta da presidente, vice-presidente e due membri designati dal consiglìo. Per la parte amministrativa, con la legge 25 marzo 1964, n . 206 viene istituito un collegio di revisori dei conti, composto da un rappresentante del Ministero del tesoro (presidente), da un rappresentante del Ministero della sanità e da un rappresentante del Ministero della difesa. I membri durano in carica 4 anni e sono nominati con decreto del Ministero della sanità di concerto con il Ministro del tesoro. La gestione amministrativa si uniforma alle norme di cui al D.P.R. 18 dicembre 1979, n. 696 Regolamento per la classificazione delle entrate e spese e amministrazione e contabilità degli Enti pubblici di cui alla legge 20 marzo 1975, n. 70. L'Art. 2 del citato D.P.R. 31 luglio 1980, n. 631 stabilisce la gratuità delle cariche dell'Associazione e indica nelle linee generali un nuovo modulo organizzativo che dovrà comprendere: - un ' organizzazione centrale composta da: presidente nazionale (eletto dall'assemblea generale nel proprio seno); assemblea generale (costituita dai presidenti regionali e provinciali e da delegati regionali); consiglio direttivo nazionale (composto da membri eletti tra i soci della CRI e da rappresentanti del Ministero degli interni, esteri, sanità e difesa); giunta esecutiva nazionale (nominata nel suo ambito dal consiglio di-
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rettivo); collegio dei revisori dei conti (presieduto da un rappresentante del Ministero del tesoro, con membri i rappresentanti del Ministero della sanità e della difesa); - un'organizzazione periferica, composta dai comitati regionali (formati da membri eletti tra i soci e da rappresentanti della Regione e dei comitati provinciali) e dai comitati provinciali (formati da membri eletti tra i soci o rappresentanti della provincia). Ai sensi dell'Art. 11 del decreto del 1980, le autorità di vertice dei corpi della CRl ausiliari delle forze annate dipendono direttamente dal presidente nazionale, che in caso di mobilitazione delle forze annate assume tutti i poteri diventando l'unico rappresentante dell'Associazione. La struttura territoriale del corpo militare della CRl in vigore nel dopoguerra ricalca quella del 1940 - 1943, imperniata su 16 centri di mobilitazione ciascuno con una circoscrizione territoriale comprendente un numero vario di province.4 5 Dopo il 1945 i centri di mobilitazione sono ridotti da 16 a 11 , con scioglimento dei centri di mobilitazione II (Alessandria), VII (Ancona), XIII (Venezia), XV (Udine) e XVI (Trieste). Gli 11 centri di mobilitazione rimasti corrispondono agli 11 C.M.T. dell'organizzazione territoriale dell'esercito fino al 1957, sulla quale per ovvie ragioni funzionali si modella l'organizzazione del corpo militare. Con ordinanze commissariali del 1982 e del 1984 viene definita una nuova orgarùzzazione territoriale che tiene conto della contrazione degli 11 C.M.T. in 6 C.M.T. di Regione. Ricordiamo, in merito, l'ordinanza commissariale n. 607 del 20 ottobre 1982 (che detta norme concernenti taluni aspetti della fisionomia territoriale e organica del corpo militare) e l'ordinànza commissariale n. 2821 del 30 novembre 1984 (che "allo scopo di assicurare il funzionale coordinamento operativo tra i centri di mobilitazione CRI, anche ai fini dei collegamenti con i corrispondenti organi delle forze armate" adegua l'organizzazione territoriale di mobilitazione del corpo militare alla struttura territoriale dell'esercito). L'organizzazione territoriale del corpo militare viene compartimentata in 5 zone corrispondenti ad altrettante Regioni Militari e in un "gruppo di emergenza e servizi" al livello nazionale. Ciascuna zona coordina un numero vario di centri di mobilitazione e le unità territoriali dello stesso corpo nelle rispettive giurisdizioni: - la 1" zona (Regione Militare Nord-Ovest) coordina i centri di mobilitazione I di Torino, III di Milano, IV di Genova; - la 2" zona (Regioni Militari Nord-Est e Tosco-Emiliana) coordina i centri di mobilitazione V di Verona, VI di Bologna e VIII di Firenze; - la 3" zona (Regione Militare Centrale e Sardegna) coordina i centri di mobilitazione IX di Roma e XIV di Cagliari;
45 CRI - Comitato Centrale, S1a1o giuridico, reclulamenlo, avanzamento, lrallam ento economico e amministrazione del p ersonale mobilitabile dell 'Associazione italiana della Croce Rossa (R.D. 10 febbraio 1936 - XIV, n. 484 modificato con legge 25 luglio 1941 - XIX, n. 883 e disposizioni complementari) Roma. 1st. Poi. Stato 1942, pp. 203-204.
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- la 4" zona (Regione Militare Meridionale) coordina i centri di mobilitazione X di Napoli e XI di Bari ; - la 5" zona (Regione Militare de11a Sicilia) coordina il centro di mobilitazione XII di Palermo.
c. Personale Per il corpo militare rimane in vigore, fino agli anni 80, il R.D. 10 febbraio 1936, n. 484 modificato con legge 25 luglio 1941, n. 883, che definisce lo stato giuridico, il reclutamento, l'avanzamento, il trattamento economico e l'amministrazione del personale mobilitabile della CRI. 4 6 Per le infermiere volontarie è sempre valido il R.D. 12 maggio 1942, n.918 Regolamento per il corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Jtaliana. 47 Sulla base dei decreti e delle convenzioni interministeriali già in vigore durante la guerra (e in particolare del R.D. 10 febbraio 1936, n. 484 modificato con la legge 25 luglio 1941, n. 883) anche nel dopoguerra con decreto interministeriale si stabilisce periodicamente l 'organico del ruolo normale mobile del personale direttivo e di assistenza e il numero massimo dei cittadini aventi obblighi militari che possono essere arruolati. Ad esempio, con il decreto interministeriale 6 aprile 1945 il predetto organico per il biennio 1944 - 1945 è fissato in 6703 ufficiali (dei quali l maggior generale medico e 5 colonnelli) e 39.249 uomini facenti parte del personale di assistenza, dei quali 5.420 sottufficiali e il resto truppa. Per lo stesso biennio, ai sensi del decreto interministeriale 10 giugno 1945 possono essere arruolali 2.500 ufficiali delle categorie in congedo e 40.41 O sottufficiali e militari di truppa in congedo, tutti ripartiti tra le tre forze armate e la guardia di finanza e con preponderanza assoluta dell'esercito. Gli organici del ruolo normale mobile del personale direttivo e di assistenza non variano con i successivi decreti interministeriali 9 febbraio 1948 e 6 febbraio 1950. L'ultimo decreto che interessa il periodo in esame è il decreto interministeriale 15 dicembre 1979, che per il biennio 1980 - 1981 stabilisce per il ruolo normale mobile del personale direttivo e di quello di assistenza il seguente organico: personale direttivo n. 6803 uomini (I maggior generale medico o commissario, 4389 medici con 20 colonnelli, 376 farmacisti con 14 maggiori, 1021 commissari con 15 colonnelli, 523 contabili, 393 cappe11ani); personale di assistenza n. 39249 uomini (5420 sottufficiali, 3163 portaferiti, 11692 infermieri e il resto caporali e militi addetti ai vari servizi).
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GU n. 78 del 3 aprile 1936 e n. 209 del 4 settembre 194 1. GU n. 201 del 27 agosto 1942.
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Parecchi decreti dal 1945 al 1947 riguardano la riorganizzazione del personale.L'Art. l del D.L.L. 17 giugno 1945 dà facoltà fino al 31 dicembre 1945 al Ministro dell'interno di disporre su proposta del presidente generale dell'Associazione il licenziamento dei dipendenti già appartenenti al personale civile e la cancellazione dai ruoli di membri già appartenenti al corpo militare volontario mobilitabile e al corpo delle infermiere volontarie. Per il personale d'assistenza del corpo militare mobilitabile tale facoltà è attribuita al presidente generale, che vi provvede su proposta dei comitati dei centri di mobilitazione ai quali appartiene il predetto personale. il D.L.L. 5 ottobre 1945, n. 763 modifica il primo comma dell'Art. l, nel senso che la facoltà di licenziamento del personale civile e di cancellazione dai ruoli di appartenenti al corpo militare e al corpo delle infermiere è attribuita non più al Ministro dell'interno ma al Ministro della guerra e all'Alto commissario per l'igiene e la sanità pubblica, sempre su proposta del presidente dell'Associazione. I predetti decreti sembrano dettati non tanto dalla necessità di ridurre il personale, ma dalla opportunità di radiare - per cause varie anche di carattere politico - alcuni elementi. Infatti l'Art. l del D.L.L. 28 giugno 1945, n. 497 " per assicurare il funzionamento di speciali stabilimenti sanitari resi necessari dalle attuali contingenze di guerra" istituisce un ruolo transitorio di' personale direttivo e d'assistenza della CRI e del SMOM. Nel predetto ruolo possono essere iscritti - con determinate modalità e nell' ambito di limiti di età prefissati - ufficiali medici, farmacisti, di amministrazione e di commissariato e sottufficiali e militari di truppa appartenenti al "ruolo speciale" della CRI e del SMOM: il predetto personale militare può essere sia in servizio che in congedo e appartenere a tutte e tre le forze armate. Possono inoltre iscriversi sacerdoti cattolici, non iscritti in nessun ruolo delle forze armate. Nel caso che le disponibilità di personale assicurate sia dal ruolo "normale" dalla CRI e del SMOM sia dall'istituzione dei predetti ruoli transitori risultassero insufficienti, ai sensi dell'Art. 9 del decreto può essere destinato d ' autorità a prestare servizio presso gli stabilimenti mili tari di cui all' Art. 1 (previo richiamo se in congedo) personale delle tre forze armate. Il successivo D.L.C.P.S. 3 luglio 1947, n. 626 sull' ordinamento del personale della CRI è criticato dal Frezza,48 perché: - sopprime (Art. 2) i ruoli del personale dell' Associazione e prevede (Art. 5) che entro il 31 dicembre 1947 venga emanato un regolamento organico del predetto personale; - fino a quando non sarà emanato il predetto regolamento, il rapporto d'impiego del personale civile dell'Associazione in servizio presso gli organi centrali e periferici è disciplinato (Art. l) dalle norme che regolano i contratti d'impiego privato a tempo indeterminato. Le predette nor-
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A Frezza, Op. cit. , pp. 297-298.
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me si applicano anche ai dipendenti appartenenti ai ruoli soppressi ai sensi dell'Art. 2; - entro sei mesi dall'entrata in vigore del decreto il presidente generale dell'Associazione, assistito da apposita commissione, può disporre (Art. 3) "discreziona'lmente e insindacabilmente" il licenziamento dei predetti dipendenti. Il regolamento organico del personale previsto dall'Art. 5 del predetto decreto non viene emanato entro il 31 dicembre 1947, ma diventa esecutivo solo nel 1975, ai sensi dell' Art.25 della legge 20 marzo 1975, n. 70. 4 9 Tale regolamento suddivide il personale in di ruolo e straordinario e stabilisce stato giuridico, trattamento economico, ruoli, qualifiche e dotazioni organiche del personale di ruolo, funzioni e attribuzioni del personale dell'Associazione.
d. Cenni sull'attività dell 'Associazione
L'attività dell'Associazione nell' immediato dopoguerra si riassume in due aspetti essenziali, che se da un lato rientrano nei compiti da essa tradizionalmente svolti dall'altro richiedono - per le circostanze del momento - un impegno eccezionale: - l'assistenza, oltre che alle popolazioni colpite dalla guerra e spesso senza mezzi di sostentamento, ai prigionieri e agli internati, agli stranieri che si trovano per qualsiasi motivo in Italia, agli italiani che si trovano per varie cause all'estero. Si tratta di un complesso di attività che assorbe, fino al 1947, ogni più riposta energia dell'Associazione; - l'invio di un ospedale della Croce Rossa in Corea nel 1950, che in certo senso segna la fine dei tempi eroici e difficili (anche e soprattutto per la CRI) dell'immediato dopoguerra e il ritorno effettivo a pieno titolo della Croce Rossa Italiana nella comunità internazionale ed occidentale, non come Associazione pur sempre di un Paese vinto ma come Associazione di un Paese alleato. Fino al 1947 la CRI si fa carico della pesantissima eredità umana della guerra, della sconfitta e della prigionia. Per l'assistenza giuridica agli stranieri in Italia incomincia a funzionare a partire dall'aprile 1945 l' A.G.I.U.S. (ufficio assistenza giuridica agli stranieri), che assiste diverse migliaia di persone di ogni nazionalità in un complesso di problemi riguardanti emigrazione, lavoro, stato civile, rapporti familiari, danni di guerra, espropri ecc .. Le delegazioni della CRI all'estero operano particolarmente a favore degli italiani in Francia, in Belgio, in Svizzera e Grecia. Per la Germania, dove si trova la massa degli internati e prigionieri italiani, la CRI allestisce unità mobili attrezzate, che però in un
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Cfr. Associazione Italiana della Croce Rossa, Regolamento organico del personale,
Roma 11 febbraio 1979.
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primo tempo non sono autorizzate all'ingresso in quel Paese da parte delle autorità alleate di occupazione. In tal modo, a differenza di quelle di altre nazioni le unità della CRI italiana non possono prestare conforto e soccorso ai connazionali in Germania, ad eccezione di un treno ospedale che per molti mesi può fare servizio tra Merano e la Gennania; solo più tardi la CRI viene autorizzata a svolgere la sua attività di assistenza anche in questo Paese. L'opera più impegnativa è svolta dal1a CRI a favore dei prigionieri di guerra rientrati in Italia (circa un milione). Per disposizione delle autorità alleate, quest'ultimi al momento del loro ingresso sul territorio nazionale perdono la loro qualifica di "militari" e devono essere considerati "civili" a tutti gli effetti: in tal modo la sanità militare non è più autorizzata a provvedere direttamente alla loro assistenza, che viene svolta in sua vece dalla Croce Rossa e dall'Ordine di Malta. L' Associazione fa fronte all'impegno principalmente con l'istituzione di 64 ospedali convenzionati (con i centri maggiori dislocati a Merano, Bologna e Varese) e organizzando una rete di posti soccorso ferroviari, infermerie, gruppi mobili, ambulatori, ospedaletti presso campi profughi. In particolare la Circ. n. 97 del 12 ottobre 1945 (G.M. 1945), "considerato il desiderio espresso dalle Autorità Alleate circa il ricovero dei reduci dalla prigionia di guerra in ospedali a funzionamento civile", stabilisce le modalità per la gestione degli stabilimenti sanitari da parte della CRI e dell'Ordine di Malta e affida in temporanea gestione alla CRI: - 6 ospedali della CRI (Pozzuoli, Modugno, Valenzano, Reggio Calabria e 2 ospedali in Roma) per un totale di 1170 posti letto; - 4 convalescenziari (Corigliano, Nardò, Conversano, Galatina); - 1 centro rieducazione militare (Giovinazzo); - 14 ospedali militari. In totale 25 stabilimenti sanitari con 7122 posti letto, mentre all'Ordine di Malta sono assegnati 4 stabilimenti sanitari (3 ospedali militari e l centro mutilati) per un totale di 1250 posti letto. Analoga attività di soccorso e conforto materiale e morale la CRI svolge a favore dei profughi giuliani e dalmati. Ma non basta: nell'immediato dopoguerra, con le strutture sanitari e civili distrutte o di carente funzionamento, la CRI - a sua volta severamente impegnata su più fronti e con un'organizzazione in via di ricostituzione - deve provvedere all'assistenza sanitaria delle popolazioni civili, ripristinando l'attività di pronto soccorso con l'istituzione del nuovo "corpo dei volontari del soccorso". Per le popolazioni civili bisognose sono inoltre organizzati presso i principali comitati periferici "uffici assistenza" che distribuiscono capi di vestiario e oggetti di prima necessità. Nell'estate 1950, su invito del comitato internazionale la Croce Rossa decide di partecipare all'attività umanitaria a favore di militari e civili colpiti dalla guerra di Corea e appronta un ospedale da campo di 100 letti, in grado di fun zionare anche sotto tenda e caratterizzato da elevata mobilità, al quale viene aggiunto il materiale per costituire un re-
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parto per analisi, un reparto radiologico e un reparto ambulatoriale. Superfluo aggiungere che, al di là di queste missioni fondamentali, la CRI continua a svolgere l'attività di soccorso anche a favore delle popolazioni colpite dalle numerose e periodiche calamità naturali. Di particolare rilievo l'intervento a favore delle popolazioni del Polesine colpite dall'alluvione (ottobre 1951), nel corso del quale: - sono distribuiti 56.000 pacchi natalizi, 1,5 milioni di Kg. di viveri, 300.000 capi di vestiario, 153.000 paia di scarpe ecc.; - per il soccorso sanitario , sono istituiti 2 ospedali, 44 ambulatori di emergenza 10 ambulatori stabili e viene distribuita gran quantità di medicinali e di materiale di medicazione.
e. Cenni sulle Convenzioni di Guerra del 1949 e sui "Protocolli aggiuntivi" del 1977.
Nel corso della guerra 1940 - 1945 e nell'immediato dopoguerra rimangono in vigore - anche se non sono sempre rispettate per il carattere ideologico, manicheo e di sterminio assunto dalla guerra - le Convenzioni di guerra del 1929 (vds. Voi. lll, capitolo V) e le precedenti.5 0 L'esperienza della guerra dimostra la necessità di: - stabilire norme per la protezione delle popolazioni civili, non esplicitamente contemplata dalle Convenzioni del 1929 e prec..:edenti. Oltre che ai bombardamenti aerei indiscriminati, le popolazioni civili erano infatti state frequentemente soggette, durante la guerra, a rappresaglie di massa, deportazioni e maltrattamenti; - stabilire la validità delle norme umanitarie anche in caso di guerre non dichiarate (cioè nel caso più frequente dopo il 1945); - dettare norme umanitarie, oltre che per il trattamento dei prigionieri appartenenti alle forze armate regolari, anche per i combattenti irregolari catturati; - in relazione allo sviluppo assunto nel 1939 - 1945 dalla guerra al traffico marittimo, individuare norme particolari per la protezione dei feriti, malati e naufraghi delle forze armate di mare per le quali la Convenzione del 1929 non prevedeva specifici accordi. L'8 dicembre 1949 sono pertanto firmate a Guerra 4 nuove Convenzioni: - Convenzione relativa al trattamento dei prigionieri di guerra, che rielabora l'analoga Convenzione del 1929; - Convenzione per il miglioramento della sorte dei feriti e dei malati delle forze armate in campagna;
50 Cfr. Pub. n. 3336 Raccolta delle Convenzioni internazionali che riguardano la guerra terrestre, Roma 1938 (ristampa 1941) e A. Marcheggiano, Dirilfo umanitario e sua introduzione nella regolamentazione dell'Esercito Italiano, Roma, SME Uf. Storico 1990, pp. 177- 221.
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- Convenzione per il miglioramento della sorte dei feriti, dei malati e dei naufraghi delle forze armate di mare; - Convenzione relativa alla protezione dei civili in tempo di guerra. Alle Convenzioni aderiscono 61 Paesi; l'Italia le ratifica con la legge 27 ottobre 1951, o. 1739.5 1 La nuova Convenzione relativa al trattamento dei prigionieri di guerra ricalca quella del 1929 e se ne differenzia principalmente per i seguenti aspetti: - le norme in essa contenute entrano in vigore (Art. 2) in tutti i conflitti armati, anche se lo stato di guerra non è riconosciuto da uno dei belligeranti. Esse si applicano, inoltre, in caso di occupazione non contestata con le armi de11'intero territorio (o di una sua parte) di una delle nazioni contraenti; - sono considerati prigionieri di guerra (Art. 4) non solo gli appartenenti alle forze armate di una nazione belligerante, ma anche gli appartenenti a movimenti di resistenza organizzata all'esercito invasore che agiscono all'interno o al di fuori dei confini dello Stato, gli equipaggi civili delle navi e degli aerei, la popolazione di un territorio non occupato che, quando si profila l'invasione, prende spontaneamente le armi senza organizzarsi in forze armate regolari; - I prigionieri di guerra devono essere sempre provvisti di un documento d'identità, per il quale viene fornito anche un modello; possono essere liberati anche sulla parola, non possono essere utilizzati (Art. 23) per evitare_, con la loro presenza, che le forze armate. dello Stato di appartenenza conducono liberamente operazioni militari in determinate località o regioni (per inciso ciò è avvenuto da parte irakena nella guerra del Golfo 1990 - 1991). Anche l'applicazione de lla Convenzione per il miglioramento della sorte dei feriti e malati delle forze armate in campagna si estende ai soggetti precedentemente indicati. L'altra principale novità è l'istituzione di zone e località sanitarie, cioè di limitate porzioni di territorio (poco abitate, prive di obiettivi militari e industriali di qualche rilievo, non difese e non situate in regioni che potrebbero avere importanza militare) che diventano zone franche rispettate da ambedue i belligeranti perché esclusivamente riservate a stabilimenti, organi e mezzi di trasporto sanitari muniti di appositi contrassegni. Come già si è accennato nel precedente capitolo X, l'istituzione di queste aree sanitarie impone I' adozione di nuovi criteri per lo schieramento degli organi esecutivi sanitari di campagna, che a seconda dei casi possono essere dislocati all ' interno dei centri logistici (cioè di aree-obiettivo militari), rinunciando però in tal caso alla protezione più estesa e più esclusiva assicurata dalle zone sanitarie, oppure in centri ospedalieri autonomi dislocati nelle pre-
5 1 Supplemento alla G Un. 53 dell'I marzo 1952. Cfr. anche A. Marcheggiano, Op. cit., pp. 223-260.
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dette zone, protetti dalle Convenzioni di Ginevra. Dati i criteri obbligati di scelta della dislocazione, quest' ultimi sono di più difficoltoso funzionamento e spesso eccentrici e lontani rispetto alle unità combattenti servite. La Convenzione per il miglioramento della sorte dei feriti, dei malati e dei naufraghi delle forze armate di mare oltre ad estendere a soggetti civili la sua applicazione fissa nonne particolari per la tutela delle navi-ospedale e degli aerei-ospedale; anche la Convenzione per la protezione del personale civile in tempo di guerra detta per la prima volta norme specifiche per questi soggetti, proibisce abusi e maltrattamenti di qualsiasi genere, la cattura di ostaggi civili, le condanne ed esecuzioni senza un preventivo giudizio da parte di un tribunale legalmente costituito; la potenza occupante deve inoltre farsi carico dell'assistenza a feriti e malati. Da notare che ambedue queste Convenzioni non proibiscono espressamente e chiaramente] 'attacco aereo o navale contro abitati e obiettivi civili e contro naviglio civile non di diretto e ben accertato interesse militare, effettuato magari con finalità psicologiche. Sotto questo aspetto, risulta più avanzata de11e predette Convenzioni la legge di guerra italiana del 1938, che tali attacchi - praticati su larga scala nella guerra 1939-1945 - espressamente non consente. Le Convenzioni del 1949 sono completate dalla Convenzione dell' Aja del 14 maggio 1954 sulla protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato52 e dai protocolli aggiuntivi di Ginevra dell'8 giugno 1977 .53 In quest'ultimi protocolli si stabilisce (Art. 52.2) che gli attacchi aerei devono essere rivolti solo ad obiettivi definiti militari, cioè "limitati ai beni che per loro natura, ubicazione, destinazione o impiego contribuiscono efficacemente all'azione militare, e la cui distruzione totale o parziale, conquista o neutralizzazione offre, nel caso concreto, un vantaggio militare preciso". Definizione a maglie assai larghe, perché se a giudizio dell'attaccante un immobile o infrastruttura o mezzo anche civile apporta un beneficio (anche indiretto) alle operazioni, può essere distrutto. Inoltre - come ha fatto notare l'Italia in sede di ratifica - la protezione non si estende al territorio, alle aree abitate in genere ecc., che pertanto potrebbero essere distrutti, sempre che si ravvisi nella loro distruzione un'utilità militare diretta o indiretta. Si deve peraltro ammettere che, in questi casi, definire con la dovuta precisione regole restrittive e di valore assoluto è impresa ardua, se non impossibile ed inutile. Era molto più facile osservare certe limitazioni fino al 1914, in assenza di armi aeree e missilistiche e con un concetto ancora artigianale - e non logistico e industriale - della guerra. In questo senso, l'importanza assunta da11a logistica di produzione ha fatalmente esteso in
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G U n. 87 dcli' 11 aprile 1958. G Un. 303 del 27 dicem bre 1985.
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profondità e ampliato la gamma degli obiettivi, inducendo a superare il concetto di nemico ristretto al combattente in divisa e alle sue armi che ancora era stato possibile ammettere per tutto il secolo XIX, quando il rispetto della popolazione civile, considerata estranea alla guerra, era un punto d'onore per un esercito ed era anche espressamente codificato dalla nostra regolamentazione di fine secolo.
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a. Evoluzione degli organi centrali e periferici Fin dall' immediato dopoguerra la crescente diffusione della motorizzazione provoca una drastica riduzione del numero dei quadrupedi dell'esercito. Il carreggio ippotrainato e le salmerie scompaiono dai reparti, con la sola eccezione di taluni organi dei Servizi territoriali e delle truppe alpine, mentre l'impiego del cavallo è ristretto all'attività sportiva. Tuttavia il Servizio veterinario conserva un suo ruolo e - anche in relazione alla crescente importanza assunta dai problemi dell'alimentazione - polarizza gradualmente i suoi compiti sulla medicina preventiva, mediante il controllo sanitario degli alimenti di origine animale destinati alle mense militari, la protezione della collettività dalle zoonosi e le attività di studio e ricerca connesse. Continuano ad essere svolti, sia pure in ambito più ristretto e quasi esclusivamente a favore delle numerose truppe alpine, i tradizionali compiti concernenti l'assistenza zooiatrica, l'attuazione delle norme igienico-profilattiche riguardanti i quadrupedi e la produzione, l'allevamento, l'addestramento e il rifornimento di cavalli, muli e dei cani da pastore tedesco di previsto impiego nella sicurezza delle infrastrutture territoriali. Rientra tra i compiti sussidiari del Servizio anche il concorso in servizi di pubblica utilità in caso di calamità naturali o di emergenza. In questo quadro, in occasione dell' alluvione in Toscana nel 1966 il Servizio veterinario militare organizza e coordina l 'opera di risanamento dell'ambiente attraverso l'eliminazione di decine di migliaia di animali morti e di rilevanti quantità di alimenti di origine animale in via di decomposizione per allagamento dei magazzini. Per quanto riguarda il vertice del corpo veterinario, come già si è vi-
54 Sull'evoluzione del Servizio nel dopoguerra Cfr. specialmente lspeuoralo del Servizio Veterinario, Il Servizio veterinario mili/are nel centenario della sua costituzione - 27 giugno 1961, Roma 1961 ; ID., / 14° Anniversario della fondazione del corpo veterinario militare - 27 giugno 1975, Roma 1975; R. Guerri, Veterinaria militare moderna, " Rivista Militare" n. 6/1978 ; G. Sarra, Il corpo veterinario dell'Esercito, "Rivista Militare" n . 4/1982; V. Del Giudice - A. Silvestri, Il corpo veterinario militare, Bologna Edagricole 1984, pp. 235-27 1.
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sto il D.L.L. 31 luglio 1945, n. 560 prevede come durante la guerra un Ispettorato del Servizio ippico e veterinario retto da un generale d' Arma di cavalleria (il generale Egisto Del Panta), del quale fa parte, con proprio ufficio, il colonnello veterinario che è il grado più elevato e funge da Capo del Servizio. A livelJo periferico, nei Comandi Militari Territoriali (poi Comandi di Regione Militare) è prevista a partire dal 1945 una direzione di ippica e veterinaria (poi direzione di veterinaria) che dopo la costituzione dei Comandi dei Servizi sanitari di Regione si trasforma in ufficio veterinario degli stessi Comandi dei Servizi sanitari. Il predetto organo direttivo al livello di Regione mantiene invariati i suoi compiti e sostituisce gli uffici veterinaria.di corpo d'armata territoriale della guerra e dell'anteguerra. Dalle direzioni di ippica e veterinaria dei C.M.T. dipendono: - i Capi del Servizio veterinario presso le brigate alpine; - i dirigenti del Servizio veterinario presso le unità minori; - gli organi esecutivi vari (infermerie quadrupedi presidiarie, infermerie e posti medicazione dei corpi e reparti che hanno in forza quadrupedi (*), elementi del Servizio presso i frigoriferi militari, le sezioni di commissariato, i laboratori di ricerche di altri servizi ecc.). L'evoluzione del Servizio dal 1946 al 1981 ha due caratteristiche fondamentali : - ampliamento delle attribuzioni e delle responsabilità del Capo del Servizio (Capo del corpo a partire dal 1980) ed elevazione del suo grado; - contrazione degli organi esecutivi, gradualmente dimension ati pressochè esclusivamente per le esigenze delle truppe alpine. La legge 24 dicembre 1951, n . 1638 prevede anche per il corpo veterinario un maggior generale come grado massimo, e con il D.P.R. 28 novembre 1957, n. 1369 l'Ispettorato del Servizio ippico e veterinario - come sempre retto da un generale di cavalleria - assume la nuova denominazione di Ispettorato del Servizio veterinario retto dallo stesso maggior generale veterinario. Si realizza in tal modo, con notevole ritardo, un' antica aspirazione a una maggiore autonomia degli ufficiali d el corpo. Si tratta di un'esigenza recepita fin dal 1908 dalla Commissione d ' Inchiesta sull'esercito, che aveva allora proposto senza successo la trasformazione dell'"ufficio di ispezione veterinaria" in Ispettorato del Servizio veterinario, al quale oltre ai compiti tradizionali avrebbero
(*) Le infermerie e i posti di medicazione per quadrupedi hanno le stesse caratteristiche funzionali di quelle per il personale. L'infermeria quadrupedi (temporanea o presidiaria) è un luogo di cura di limitata capacità di ricovero, impiantato a c ura di un corpo, Presidio o Comando di G.U. per il ricovero e la cura di quadrupedi affetti da ma lattie o ferite di lieve entità e quindi di pronto recupero. II posto di mediazione quadrupedi - che ha carattere più frequentemente campale - viene impiantato alla minore distanza possibile dal reparto a favore de l quale deve operare. Provvede al pronto soccorso di quadrupedi feriti o ammalati per consentirne il reimpiego oppure lo sgombero a c ura degli organi esecutivi del livello superiore.
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dovuto essere affidati l'indirizzo zootecnico dei depositi di allevamento e la consulenza tecnica sul rifornimento quadrupedi. In seguito all'emanazione dei decreti delegati n. 1477 e n. 1478 del 1965 l'Ispettorato del Servizio veterinario è sostituito da un ufficio del Capo e Ispettore del Servizio veterinario. Quest'ultimo a norma dell'Art. 37 del D.P.R. n. 1478, dell'Art. 9 del D .P.R. n. 1477 e del D.M. 30 settembre 1966 è posto alle dipendenze del Capo di SME e cessa di far parte del Ministero. Con il predetto D.M . 30 settembre 1966, inoltre, le attribuzioni d'ordine amministrativo fino a quel momento svolte dall'Ispettorato del Servizio veterinario sono trasferite alla direzione generale di commissariato. Il Capo e Ispettore del Servizio veterinario nel luglio 1967 viene inserito - come gli altri Capi dei Servizi - nell'Ispettorato logistico dell' esercito, con dipendenza dall'Ispettore logistico solo per la logistica dei materiali e dal Capo di SME per i rimanenti compiti d'istituto. Esercita, in particolare, funzioni di comando sul laboratorio batteriologico, s ul laboratorio per la produzione del siero antitetanico e sui posti raccolta quadrupedi (Circ. SME n. 409/154 in data 13 febbraio 1967 e n. 1097/154 in data 23 aprile 1967). Sempre rimanendo nell'ambito degli organi centrali, a fine 1968 sono soppressi il laboratorio batteriologico veterinario di Roma e il laboratorio militare per la produzione di siero antitetanico di Bologna e viene costituito un centro studi del Servizio veterinario militare alle dipendenze di comando e per l'impiego del Capo e Ispettore del Servizio.5 5 Il centro ha i seguenti compiti: - attività di ricerca e studio nel campo: bromatologico e igienico-sanitario degli alimenti di origine animale; delle malattie degli animali, con particolare riguardo alle zoonosi; della protezione da offese NBC di quadrupedi e alimenti di origine animale; - aggiornamento professionale degli ufficiali del Servizio; - produzione di particolari sostanze diagnostiche e immunizzanti per la profilassi di forme infettive trasmissibili dagli animali all'uomo. Nel 1976 viene istituito il Comando dei Servizi sanitari dell'esercito (Corpo sanitario e corpo veterinario), del quale fa parte il Capo e Ispettore dei Servizio veterinario con proprio ufficio. Nello stesso anno le sue attribuzioni subiscono alcune modifiche, tenendo anche conto dei compiti di direzione, coordinamento e controllo che il Servizio svolge nel settore degli alimenti di origine animale. Le attribuzioni per attività di istituto non mutano (consulenza, attività ispettiva, funzioni di comando sulla scuola del Servizio, sul centro studi ecc.). Le attribuzioni per attività logistiche comprendono, tra l'altro, la direzione, il coordinamento e il controllo - nelJ' ambito delle di-
55 Ci.re. SME n. 2200 - R/152 63455 in data 27 dicembre 1968 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 860).
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La logistica dell'esercito - Vol. N
retti ve dal Capo del IV reparto/ISPEL dello SME - delle attività relative all'accertamento della buona qualità e delle condizioni igienico-sanitarie, alla vigilanza e all'ispezione relative agli alimenti di origine animale e alle derrate destinate ai quadrupedi, nelle vari fasi dell'approvazione, produzione, consumo e distribuzione. 56 Se l'evoluzione dei compiti e degli organi centrali del corpo ha carattere prevalentemente qualitativo, quella degli organi esecutivi s_i riassume nella progressiva contrazione dalla fin troppo ampia struttura ricostituita nel 1946, che nonostante la forte contrazione del numero dei quadrupedi ha caratteristiche analoghe a quelle della guerra e dell'anteguerra. Gli studi condotti dallo SME nell'autunno 1944 nell'imminenza della liberazione prevedono 14 infermerie quadrupedi e 4 centri di rifornimento quadrupedi. Questo numero elevato di organi esecutivi fondamentali appare al momento ancora giustificato dall'impiego di una cospicua quantità di reparti salmerie a favore delle unità alleate che avanzano faticosamente sui terreni montuosi della penisola. Anche l' ordinamento 1946 dell'esercito di transizione a fronte di un presumibile fabbisogno di 2500 quadrupedi conferma in un primo tempo l'esistenza di 6 centri rifornimento quadrupedi, 13 infermerie presidiarie quadrupedi, 6 nuclei mobili recupero quadrupedi (Enti provvisori), più i due tradizionali laboratori che nel 1946 sono ricostituiti (laboratorio balleriologico veterinario militare di Roma e laboratorio militare per la produzione del siero antitetanico di Bologna). I centri rifornimento quadrupedi sono diretti da un colonnello di Arma a cavallo, coadiuvato da 2 ufficiali di Arma a cavallo e 2 ufficiali veterinari. Sono dislocati a Pinerolo, Mirandola, Grosseto, Fara Sabina, Bonorva (Sardegna) e Persano. Le infermerie quadrupedi presidiarie sono dirette da un capitano veterinario, che si avvale di un SU. maniscalco e 2 infermieri. Dipendono per la parte disciplinare e tecnica dal direttore di ippica e veterinaria del C .M.T. (che ha funzioni di comandante di corpo) e per la parte amministrativa e matricolare da un Ente territoriale dislocato nelle vicinanze all'uopo designato. Ne è prevista almeno una per C.M.T., dislocata nella sede dello stesso C.M.T .. I Comandi Territoriali di Roma e Napoli ne hanno 2 ciascuno, dislocati rispettivamente a Roma e Cagliari e a Napoli e Catanzaro. I due laboratori del Servizio (batteriologico e per la produzione del siero antitetanico) sono diretti da un ufficiale superiore veterinario. La contrazione degli organi esecutivi periferici ha inizio subito dopo il 1946, con la riduzione degli organici dei centri di rifornimento quadrupedi lasciando in piena efficienza solo quelli del Lazio, di Bonorva e di Persano. Nel 1953 sono sciolti gli squadroni di rimonta degli stessi centri rifornimento quadrupedi, e con la legge 30 giugno 1954, n. 549 (art. 1) sono soppressi i depositi cavalli stalloni e relativi ruoli del personale militare.
56
Circ. SME n. 338/154 in data 27 novembre 1976 (AUSSME, Rep. Mfl , Racc. 874).
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L'Art. 8 della predetta legge sopprime anche i centri rifornimenti quadrupedi rimasti (Mirandola, Grosseto, Lazio e Persano), sostituiti da un unico posto-raccolta quadrupedi in Grosseto con distaccamento in Persano (*). Nel periodo 1955-1977 sono inoltre soppresse le infermerie quadrupedi presidiarie di Cagliari, Genova, Bologna, Bari, Milano, Firenze, Roma, Napoli e Palermo. Nel 1969 il Servizio veterinario dispone di un organo di studio (il centro studi del servizio veterinario dell'esercito) e di soli 4 organi esecutivi periferici (infermerie quadrupedi di Pinerolo, Merano e Udine, con le ultime due per le esigenze delle truppe alpine; posto raccolta quadrupedi di Grosseto con sezione posto raccolta quadrupedi di Persano). Le 3 infennerie quadrupedi dipendono sulla linea di comando, tecnica e territoriale dal C .M .T.R. di giurisdizione (direzione di veterinaria). Il posto raccolta quadrupedi e la sezione di posto raccolta quadrupedi in linea di comando e tecnica dipendono direttamente dall'Ispettore del Servizio veterinario e sulla linea territoriale dal C.M.T.R. competente per territorio. A partire dal I O novembre 197 l le infermerie quadrupedi di Merano e Udine si trasformano in infermerie quadrupedi rispettivamente delle brigate alpine Orobica e Julia, alle dipendenze del rispettivo dirigente del Servizio sanitario. L ' infermerie quadrupedi della brigata Orobica soddisfa anche le esigenze della brigata Tridentina; quella della Julia anche le esigenze del1a brigata Cadore e del 2° reparto salmerie del 5° corpo d'armata.57 La brigata alpina Taurinense si avvale della superstite, unica infermeria quadrupedi di Pinerolo. Il posto raccolta quadrupedi di Grosseto nel 1979 si trasforma, mantenendo la stessa sede, in centro militare allevamento e rifornimento quadrupedi diretto da un colonnello veterinario, con il compito di provvedere mediante attività zootecniche e agricole al1a riproduzione, allevamento e rifornimento di equini e carri per il fabbisogno dene tTe forze armate.
b. Personale, formazione dei Quadri e organizzazione scolastica Alla contrazione progressiva degli organi esecutivi non corrisponde una paraHela e proporzionale contrazione del volume organico del corpo veterinario, anche se nell'immediato dopoguerra il D.P.R. 15 novembre 1946, n. 377 dispone il collocamento nella riserva di 8 colon-
57
Circ . SME n. 520/151 in data 26 agosto 1971 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 868).
(*) Il posto raccolta quadrupedi è un organo alle dipendenze de ll'Ispettorato del
Servizio Veterinario, preposto alla ricezione ed alla raccolta dei quadrupedi nel territorio nazona le e al loro successivo avviamento alle unità (o, in guerra, alla direzione di veterinaria d ' Intendenza).
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
nelli, 14 tenenti colonnelli e 37 maggiori veterinari, mentre con il D.L 20 gennaio 1948, n. 45 gli ufficiali veterinari passano da 263 (con 10 col. e 27 ten. col.) dell'ordinamento 9 maggio 1940 a 86 (di cui 1 col. e 7 ten. col.). Lo stesso decreto sopprime il ruolo degli ufficiali dei centri rifornimento quadrupedi istituito con l'ordinamento 1940, e pertanto la direzione dei centri viene assunta fino al 1957 da colonnelli d'Arma a cavallo e dopo il 1957 - in relazione all'abolizione del Servizio ippico e veterinario" - da ufficiali superiori veterinari. Le successive leggi prevedono un sia pur contenuto aumento dei Quadri del Servizio e dei gradi più elevati. Infatti con la legge 24 dicembre 1951 n. 1638 gli ufficiali veterinari diventano 90 (di cui 2 col. e 10 ten. col.), più un maggior generale Capo del corpo, mentre il D.P.R. 16 novembre 1962, n. 1622 aumenta ancora gli ufficiali veterinari a 97 (di cui 4 col. e 23 ten. col.) oltre al maggior generale. TI reclutamento degli ufficiali veterinari in servizio permanente e di complemento avviene con norme analoghe a quelle in vigore per gli ufficiali medici, e ad esso abbiamo già accennato trattando del reclutamento degli ufficiali medici. Per gli ufficiali veterinari in servizio permanente il primo corso del dopoguerra viene indetto - come si è visto - con il D.M. 20 maggio 1948 che prevede sei posti di tenente veterinario. Come per gli ufficiali medici di complemento, anche per gli ufficiali veterinari di complemento il D.L.L. 26 aprile 1945, n. 311 prevede (fino a quando non saranno ripristinati i corsi allievi ufficiali di complemento) la nomina diretta a sottotenente - senza frequen za di alcun corso - per i laureati in veterinaria aventi obbligo di leva e in possesso di diploma di abilitazione alla professione o di certificato di abilitazione provvisorio. Dopo la nomina, i sottotenenti veterinari di complemento sono tenuti a prestare immediatamente un periodo di servizio della durata di un mese presso un'infermeria presidiaria quadrupedi. Con la circolare n. 600/ord. 1 in data 31 marzo 1948 viene costituito in Pinerolo il centro addestramento avanzato reclute del Serviz io ippico e veterinario, che con Circ. SME n. 2055/0rd./1 del 31 agosto 1948 cambia la sua denominazione in centro addestrativo del Servizio ippico e veterinario. Presso tale centro con Circ. SME n . 203 del 28 aprile 1948 sono riattivati i corsi allievi ufficiali di complemento interrotti nel settembre 1943, con due turni che hanno inizio rispettivamente il l O luglio e il 1° dicembre 1948 ed hanno la durata di 4 mesi e 15 giorni. Al termine dei corsi gli allievi ufficiali di complemento veterinari sono nominati sottotenenti e compiono 6 mesi di servizio di prima nomina. I primi concorsi per il reclutamento degli ufficiali veterinari in servizio permanente sono indetti insieme con quelli m edici e chimico-farmacisti, con le modalità indicate trattando del Servizio di sanità. Nel 1958 il centro addestrativo del Servizio ippico e veterinario c ambia ancora la sua denominazione in centro di addestramento del Serviz io veterinario e successivamente (Circ. n. 800R/152 in data 15 luglio 1958) si trasforma in scuola del Servizio veterinario militare, nella vecchia e gloriosa Ca-
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senna "Fenulli" di Pinerolo, che a fine 1969 viene lasciata per una nuova, moderna sede costruita ad hoc sempre in Pinerolo. Da allora in poi, la scuola fa fronte alle molteplici esigenze formative, addestrative e di aggiornamento e specializzazione riguardanti gli ufficiali , i sottufficiali e la truppa e in particolare svolge: - corsi non periodici: superiori per capitani veterinari; applicativi per tenenti veterinari di nuova nomina; per ufficiali veterinari richiamati; - corsi periodici: allievi ufficiali veterinari di complemento, sottufficiali, maniscalchi e salmeristi, soldati aiuto-maniscalchi, allievi infermieri per quadrupedi, palafrenieri e conducenti. Per quanto riguarda specificamente la formazione degli ufficiali, la legge I 8 dicembre 1964, n. 1414 conferma che gli ufficiali veterinari in servizio permanente sono reclutati con il grado di tenente mediante concorso per titoli ed esami tra i giovani laureati in possesso di diploma di abilitazione all'esercizio della professione. Dopo la nomina i tenenti veterinari in servizio permanente devono frequentare presso 1a scuola un corso applicativo di durata non inferiore a 6 mesi, mentre gli allievi ufficiali veterinari devono frequentare un corso di durata non inferiore a 2 mesi . Coloro che provengono dai sottufficiali e militari in congedo, invece, devono superare un esperimento di durata non inferiore a 2 mesi. Le modalità per la formazione degli ufficiali veterinari sono quindi le stesse di quelle adottate per gli ufficiali medici. Ciò vale anche per il nuovo iter formativo per gli ufficiali in servizio permanente derivante dall'istituzione nel 1968 dell'accademia di sanità militare interforze, che ha il compito di formare anche gli ufficiali veterinari. Data l'indisponibilità di una sede unica, con Circ. SME n. 50-R/152636655 in data 27 gennaio 1969 presso la scuola del Servizio veterinario viene istituito un nucleo accademia di sanità militare - Servizio veterinario. Per gli allievi ufficiali veterinari frequentatori dell'accademia valgono le stesse norme in vigore per gli allievi ufficiali medici. Pertanto la nomina a tenente veterinario - come quella a tenente medico - può essere ottenuta o mediante concorso per titoli ed esami tra i giovani laureati e la successiva frequenza di un corso applicativo di 6 mesi, oppure con la frequenza dell'accademia di sanità militare - nucleo Servizio veterinario, alla quale sono ammessi per concorso i giovani con titolo di studio di scuola media superiore. c. Cenni sui materiali La Pub. n. 4968 Nomenclatore dei materiali del Servizio sanitario militare - Categoria III - Ed. 1952 riporta le seguenti unità collettive di mobilitazione per uso veterinario, in buona parte già in uso nella seconda guerra mondiale: - borse di medicazione per uso veterinario mod. 1951 (coppie);58 58 Cfr. Pub. n. 4892 Specchio di caricamento della coppia borse d i medicazione per uso vete rinario mod. I 951 - Ed. 195 1 .
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- borse di medicazione per uso veterinario mod. 1932 (coppie); 59 - cofanetto per medicinali d'uso veterinario (nel I 952 ne viene introdotto un nuovo modello);60 - cofanetto per quadrupedi gassali, mod. 1931 ;6 1 - ospedale veterinario; - parco ippico e veterinario - 11 reparto; - infermeria quadrupedi da campo mod. 1928;62 - sezione mobile veterinaria da campo. Il Regolamento per l'amministrazione e contabilità Ed. 1976 stabilisce (Artt. 481 - 523) norme specifiche per l'acquisto dei quadrupedi, il loro mantenimento, la loro riforma e abbattimento, oltre che per i cavalli dei militari dell'Arma dei Carabinieri, e cavalJi di servizio degli ufficiali. In particolare: - gli acquisti di quadrupedi ad economia possono essere fatti direttamente dagli Enti o distaccamenti o da commissioni di rimonta nominate dal Ministero o dal Comando Generale della Arma dei Carabinieri; - l'acquisto è formalizzato in un atto d'incetta che prevede, tra l'altro, una clausola redibitoria, cioè un periodo di garanzia entro il quale il quadrupede può essere restituito alla ditta venditrice; - la razione foraggi e i materiali per il mantenimento sono fissati dal Ministero. Gli Enti e distaccamenti si riforniscono dei generi costituenti la razione e dei materiali presso magazzini militari o fornitori convenzionati. Ove tale rifornimento non sia possibile, si provvede con acquisti ad economia; - i quadrupedi non più idonei a continuare il servizio sono riformati per delibera di una commissione nominata dal comandante dell'Ente o distaccamento, della quale fa parte un ufficiale veterinario, e successivamente alienati; - i quadrupedi affetti da morbo o da lesione inguaribile che li rende non più idonei al servizio, su proposta del dirigente del servizio veterinario sono abbattuti o ceduti gratuitamente quali materiali di studio a una facoltà di medicina veterinaria o ad altri istituti scientifici. Quelli aventi lesioni chirurgiche inguaribili e in buono stato di nutrizione, se riconosciuti utilizzabili a scopo alimentare sono venduti ai macelli di carne equina. I materiali campali del Servizio (di mobilitazione e non) nel dopoguerra sono impiegati esclusivamente nell'ambito delle unità alpine. Lo schema di Atto dispositivo n. 1 (1973) prevede che il dirigente del Servizio veterinario del corpo o Ente:
59 Pub. n. 2380 Caricamer,to coppia borse di medicazione per u5·0 veterinario mod. 1932 - Ed. 1936. 60 Pub. n . 5047 Specchio di caricamento de l cofanetto per medicinali d'uso veterinario mod. 1952 - Ed. 1953 . 61 Pub. n. 2354 - Caricamento cofanetto per quadrupedi gassati mod. /931 - Ed. 1936. 62 Pub. n. 2324 Caricamento infermeria quadrupedi da campo mod. 1928 - Ed. 1939.
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- è responsabile della tenuta dei documenti contabili; - rende conto dei medicinali e degli altri materiali di consumo; - effettua le richieste di medicinali alla farmacia militare competente per territorio. I citati Lineamenti amministrativi per il comandante di battaglione (1990) non fanpo specifica menzione delle attribuzioni del dirigente del Servizio veterinario, che non viene citato tra le cariche amministrative del battaglione perché al momento i quadrupedi sono ormai in via di eliminazione anche nelle unità alpine. Anche dopo l'emanazione del R.A.U. 1976, comunque, rimangono valide le competenze prima indicate.
CAPITOLO XVI
SERVIZI DI COMMISSARIATO
I. Compiti generali e problemi
I compiti generali del Servizio in pace non subiscono varianti sostanziali rispetto al 1940 - 1943 e concernono le attività logistiche relative al vettovagliamento per uomini e quadrupedi, ai materiali di vestiario, equipaggiamento, casermaggio e generali (arredamento uffici, casseforti, stampati ecc.), ai combustibili solidi per la cottura del rancio, per il riscaldamento dei locali e per le docce (quelli liquidi sono di competenza della motorizzazione), 1 ai mezzi mobili campali (esclusa la parte motorizzazione). Risulta, pertanto, tuttora sostanzialmente in vigore (1991) quanto recital' Art. 2 della legge 17 luglio 1910, n. 531 (legge Spingardi): sovraintendere, sotto l'autorità dei Comandanti del Corpo d'annata (territoriale: nel dopoguerra C.M.T. o Comando Regione - n.d.a.J, ai servizi di amministrazione generale e, in via particolare, ai servizi della sussistenza, del casermaggio e del vestiario e di altri approvvigionamenti dell'Esercito.
Rientra nello spirito e nella lettera di questa enunciazione generale la recente estensione dei compiti tradizionali del Servizio alla consulenza nel campo legale in genere e alla giustizia e disciplina in particolare (Circ. SME n. 45/151 in data 22 febbraio 1979). La nuova attività, di crescente importanza e delicalezza nel dopoguerra, viene esercitata nell'ambito dei Comandi e a favore di Enti e Unità da ufficiali commissari scelti in funzione della loro competenza nello specifico settore. Per quanto attiene a struttura generale e modalità di gestione e di funzionamento delle varie branche, nonostante le nuove esigenze del dopoguerra conservano la loro validità fino al 1981 e oltre - quando non esplicitamente abrogate in alcune loro parti - le Istruzioni sui servizi di commissariato (Libri I, II, III e IV) emanate al la fine degli anni 30 (vds. Vol. III, capitolo VII) e talune parti del RA. 1927. A tal proposito, il R.A.U. 1976 (Art. 2) stabilisce che, per l'esercito, rimangono in vigore
' Sulla gestione del combustibile per cucina, d occe e riscaldamento Cfr., tra l'altro, il D.M. 17 marzo 1970 Norme unificate concernenti le spellanze e cessione a pagamento dei combustibili, in vigore dal 1° luglio 1970.
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le disposizioni contenute nel libro terzo [R. A. 1927 N.d.aJ, artt. 730 e seguenti, titolo nono, concernenti le Direzioni di Commissarialo e i relativi servizi, per i quali, in attesa del regolamento speciale a cara/tere Interforze [nostra sottolineatura - N.d.a.] continuano ad avere vigore anche le istruzioni suddivise nei libri I, II, III e IV approvati, rispettivamente, con DD.M.M. in data 20-10-1940, 20-5- 1940, 30-4-1933 e 15-12-1940.
Per quanto attiene ai compiti generali del Servizio, i prnblemi che nel dopoguerra si presentano e vengono dibattuti anche sulle riviste miJitari riguardano principalmente: - l'unificazione - già tentata e poi abortita negli anni Venti - dei Servizi di commissariato delle tre forze armate; - l'eliminazione della distinzione dei Quadri ufficiali - che permane anche nel dopoguerra - in ufficiali del ruolo commissari (per i più alti compiti direttivi, ai quali è richiesta la laurea) e ufficiali del ruolo sussistenza (per i compiti esecutivi e di direzione di stabilimenti e magazzìni, con titolo di studio di scuola media superiore e iter formativo analogo a quello degli ufficiali d'Anna); - l'unificazione tra Servizi e corpi di commissariato e di amministrazione (che comporterebbe per il commissariato dell'esercito l ' ass unzione di una fisionomia analoga a quella del commissariato della marina e dell'aeronautica e anche deJJ'escrcito francese attuale) e l'unificazione dei due distinti ruoli per i Quadri di commissariato; - i problemi del vettovagliamento, con il correlato impiego di ufficiali del Servizio (ruolo sussistenza) anche al livello di corpo. Sul primo problema ricordiamo la già citata opinione espressa nel 1947 dal tenente generale commissario Arturo Quarto (vds. Tomo I, capitolo V), il quale la definisce "una di quelle idee che seducono la fantasia di taluni, i quali nella parola fusione vedono chissà quali vantaggi e semplificazioni ma rimanendo sempre nel vago e nell'astratto". Questo perché - a suo giudizio - le caratteristiche de11e tre forze armate sono assai diverse, quindi anche i compiti dei relativi Quadri di commissariato e l'articolazione degli organi esecutivi sono divergenti e non possono essere inglobati in un'unica organizzazione: senza contare che vi sono anche problemi di unificazione delle carriere.2 Sul secondo, nel 1979 e 1980 "Famelicus" (un ufficiale di sussistenza) e il col. Cappellini si dichiarano - con diverse sfumature - a favore dell'eliminazione della convivenza dei due ruoli in un unico corpo e con compiti differenziati. 3 In particolare, secondo "Famelicus" il commissariato è 1'unico corpo nel quale si fondono la funzione più propriamente tecnica (esercitata, nella fattispecie, dal ruolo commissari) e la funzione operativa o logistica; quest'ultima ha carattere secondario e subordinato ed è esercitata dal ruolo di sussistenza, addetto a fun-
A . Quarto, Il commissariato militare, "Rivista Militare" n. 11/1947. Famelicus, La cenerentola dell'Esercito , " Riv ista Militare" n. 5/1980 e. C. Cappellini, Proposte per un nuovo ordinamento del Servizio di commissariato militare dell'Esercito, "Rivista Militare" n. 2/1979. 2
3
XVI - Servizi di commissariato
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zioni esecutive alle dipendenze del ruolo commissari. Famelicus sottolinea invece l'importanza del ruolo logistico e di comandanti esercitato dagli ufficiali di sussistenza, e nell'ambito del nuovo concetto di logistica "per funzioni" (che si suddivide in logistica del personale e del materiale) propone che gli ufficiali di sussistenza entrino a far parte, con fisionomia di comandanti e non di tecnici, di un unico "corpo del personale" unitamente ai medici, con il compito di assicurare al personale il necessario per vivere (vitto, vestiario, arredi, denaro ecc.). Il Cappellini ha una visione sensibilmente diversa, anche se parte anch'egli dalla constatazione che la fisionomia del corpo di commissariato, con la ripartizione rigida del personale in due ruoli dei quali uno direttivo e l 'altro esecutivo, costituisce un caso un~co. Egli rileva che la maggioranza degli ufficiali commissari ha una preparazione merceologica insufficiente e scarsa esperienza amministrativo-contabile; e poiché per assolvere bene compiti direttivi è necessario aver prima svolto bene quelli esecutivi, egli propone l'unificazione dei due ruoli in un unico corpo, con le mansioni esecutive di ordine inferiore svolte da Quadri di grado inferiore dello stesso molo e non di un ruolo a parte, nel quale - in contraddizione con le mansioni esecutive tipiche del ruolo sussistenza - sono al momento previsti anche i gradi di maggior generale e colonnello [ciò è avvenuto, peraltro, solo nel dopoguerra - N.d.a.). Una posizione intermedia è assunta dal colonnello commissario Mingiardi, che auspica l'unificazione dei corpi di commissariato e amministrazione in un unico corpo altamente specializzato, idoneo a fungere da interlocutore unico degli ufficiali di Stato Maggiore per le questioni giuridico-amministrative e a operare in "strutture unitarie polifunzionali omogenee", con funzioni di direzione e controllo lasciando la funzione esecutiva a "ruoli speciali e fiancheggiatori".4 Diversamente dal Quarto, il Mingi ardi ritiene superabili senza troppe difficoltà i problemi che con l'unificazione sorgerebbero per la salvaguardia dei profili di carriera pre-unificazione (ragione fondamentale dell'opposizione di molti). Con queste caratteristiche dei ruoli speciali e fiancheggiatori, la soluzione da lui prospettata di fatto mantiene in vita i due ruoli e si avvicina molto a quella preesistente al 1910 (quando il corpo di commissariato - che svolgeva a livello direttivo anche funzioni ammjnistrative propriamente dette - si avvaleva di un corpo contabile per mansioni di ordine inferiore). Si tratta, quindi, di un criterio ordinativo che parte dal vecchio principio della distinzione tra direzione e controllo e gestione ed esecuzione. Distinzione senza dubbio necessaria, ma non tale da richiedere tassativamante che colorn che svolgono l'attività di gestione ed esecuzione appartengano a un ruolo o
4 A. Mingiardi, Unificazione dei corpi di commissarialo e a,r,ministruzione - riflessione in margine al diseKno di le1u?e, "Bollettino Informazioni del Corpo di Commissariato dcli' Esercito" 1986.
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abbiano uno status diverso da quello di chi esercita le attività di ordine superiore. Dal conto suo, nel 1947 il tenente generale commissario Quarto si dichiara favorevole al mantenimento dello status quo, e anzi al ritorno al grado massimo di tenente colonnello per gli ufficiali di sussistenza (come prevedeva l'ordinamento 1940). Il Quarto esclude l'utilità e l'opportunità di impiegare gli ufficiali commissari nella direzione degli organi esecutivi e stabilimenti del Servizio; lo dimostrerebbe - a suo giudizio - l'esperienza storica: per un breve periodo, dal 1894 al 1897, a1 servizio degli stabilimenti furon o adibiti gli stess i ufficiali commissari non oltre il grado di c apitano. li sistema fu presto abbandonalo e non c redo che meriti di essere riesumato. Si dice: l'ufficiale così acquistava pratica del servizio. Sl , forse anche troppa, a scapito però delle qualità che lo rendono idoneo alle fun zioni direttive. Non credo che lunghi anni trascorsi in mansioni esecutive rendano l'individuo pie namente allo a quelle c he deve esercitare quale ufficiale commissario: la mente anzi acquista un particolare orientamento del tutto diverso, dal quale non è facile disfarsi al momento c he si vuole.5
Per il Quarto, dunque, non vale (per la verità non si capisce bene il perché) quanto avviene nelle varie Anni e per gli altri corpi dei Servi-
zi, dove i futuri generali percorrono tutta la catena gerarchica incominciando appunto - in giovane età - dalle mansioni di ordine esecutivo, che poi - come del resto avviene per la direzione di stabilimenti e magazzini - non sono sempre e solo tali ma comportano l'assunzione, sia pure a livelli circoscritti, di responsabilità disciplinari, di comando e di dirette responsabilità amministrative. Il Quarto non approva nemmeno la creazione del grado massimo di colonnello per il ruolo di sussistenza (allora allo studio), in quanto al grado di colonnello si addicono mansioni di comando nelle Armi e funzioni dire ttive nei Servizi: concetto che contraddice alle mansioni per le quali fu creato a suo tempo il ruolo della sussistenza. Sorgerebbero quasi certamente dissonanze fra il colonnello direuore di commissariato ed il colonnello ad esso sottoposto consegnatario di stahilimento , a parte che quest'ultimo potrebbe avere un'anzianità superiore a quella del. direttore di commissari ato dal quale dipende. Pertanto sono di opinione che si dovrebbe tornare alla gerarchia stabilita dalla già indicata legge del 1910, con la quale si fissava come g ra do terminale quello di maggiore. Chi intraprende la carriera sa già quale sarà il grado massimo al quale potrà aspirare. 6
Riguardo al reclutamento degli ufficiali in servizio permanente di sussistenza, il Quarto ritiene che sia da abbandonare il sistema al momento in vigore, cioè la nomina a ufficiali dei giovani con diploma di scuola media superiore che hanno frequentato per due anni l'Accademia Militare. A suo giudizio due anni di studi teorici sono eccessivi: è sufficiente re-
5 6
A. Quarto, Art. cit..
ivi.
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clutare gli ufficiali di sussistenza dagli ufficiali di complemento e dai sottufficiali, e far loro frequentare un corso di integrazione della durata non superiore a un anno [più o meno come avveniva una volta - N.d.a.]. In conclusione, da11a problematica dibattuta appare chiaro che nel periodo in esame tra ruolo commissariato, ruolo sussistenza e corpo di amministrazione esistono delle sovrapposizioni e delle non necessarie distinzioni che vanno eliminate. Peraltro, il problema è complesso e non si presta a facili soluzioni, anche se - a ben guardare - non dovrebbe essere impossibile assicurare ai Quadri, dopo le eventuali fusioni e semplificazioni, plafond di carriera non penalizzanti. Su11e pagine della Rivista Militare (1955 - 1956) viene dedicato un certo spazio anche al dibattito per assicurare una miglior confezione del rancio della truppa, problema storico mai risolto definitivamente fino al dopoguerra. Sul numero di dicembre 1955 della Rivista il tenente di sussistenza Salzano avanza tre proposte che a parer nostro costituiscono 1' optimum e indicano un obiettivo da raggiungere anche per i decenni successivi: - sostituzione dell'ufficiale addetto al vettovagliamento dei corpi (che è d' Arma) con un subalterno di sussistenza; - specializzazione dei sottufficiali di vettovagliamento e loro successivo transito nel ruolo sussistenza; - istituzione di corsi di specializzazione per cucinieri, oppure istituzione di una categoria di specializzati cuochi a lunga ferma con possibilità di carriera per i migliori, e corresponsione di un'indennità di specializzazione per ambedue le categorie. Sul numero di febbraio 1956 de11a stessa Rivista il tenente commissario Ruotolo si dichiara d'accordo solo sulla terza proposta, ritenendo (a parer nostro, a torto) che - nè l ' ufficiale nè il sottufficiale al vettovagliamento potrebbero evitare o prevenire la cattiva confezione del rancio [ma chi dirige un servizio - a maggior ragione se la truppa è di leva - non deve essere tecnicamente competente e in grado di istituire i dipendenti , e non deve svolgere attività di controllo? N.d .a.]; - la sostituzione dell'ufficiale addetto al vettovagliamento con un ufficiale di sussistenza in guerra sarebbe irrealizzabile a causa de11a frammentazione dei reparti, mentre in pace "darebbe al nostro servizio un'estensione capillare inutile, privando i corpi di uno strumento geloso di autonomia e di controllo, e la nostra organizzazione di un prezioso collaboratore del reparto" [come se la presenza di Quadri dei Servizi logistici nel corpo, alle dipendenze per l'impiego e disciplinari del comandante, lo privasse dell'autonomia e della facoltà di controllo, anziché facilitare la sua azione di comando con la presenza di Quadri specializzati ad hoc. Né si comprende perché l'impiego di Quadri dei Servizi logistici nei corpi depaupererebbe l'organizzazione di un Servizio; è tutta questione di volumi organici - N.d.a.l; - se si tiene conto che gli acquisti dal libero commercio al livello di corpo sono limitati alla frutta e verdura e all'impiego della quota di mi-
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glioramento rancio, per avere un buon andamento del vettovagliamento è sufficiente che il personale di truppa di cucina sia all'altezza dei suoi compiti , e che la rotazione dell'ufficiale al vettovagliamento sia contemperata con quella del sottufficiale. Indicando il problema pur importante della specializzazione dei cucinieri come l'unico da risolvere, il Ruotolo non sembra considerare i futuri sviluppi della delicata branca, tali da richiedere - come meglio si vedrà in seguilo - un salto di qualità prima di tutto nella preparazione e capacità tecnico-professionale dei Quadri al livello di corpo preposti, oltre che una diversa ripartizione delle responsabilità. E' questa, più o meno, l'opinione espressa fin da allora dal maggiore commissario Cappellini sulla Rivista Militare dell ' aprile 1956. Premesso che dissente dal Ruotolo, il Cappellini non condivide l'opportunità di attribuire agli ufficiali d'Arma dei corpi, oltre ai normali compiti tecnico-professionali, anche incarichi logistici (ufficiale pagatore, ufficiale di matricola, ufficiale addetto agli automezzi, ufficiale addetto alle trasmissioni, ufficiale addetto al vettovagliamento, consegnatario dei materiali del gruppo A e B, consegnatario dei materiali del gruppo C). La molteplicità di tali attrihuzioni, così diverse per natura e competenza, e le frequenti esigenze di avvicendamento non mettono, infatti, la grande maggioranza degli ufficiali d 'Arma in grado di svolgere tali incarichi con le competenza, l'esperienza, la continuità e l'interessamento che sarebbero indispensabili. Per queste ragioni, secondo il Cappellini un ufficiale di sussistenza in SPE potrebbe diventare un collaboratore molto apprezzato per il comandante e gli altri amministratori del corpo, rendendo disponibili per incarichi veramente attinenti alla loro specifica preparazione tecnico-professionale due ufficiali d'Arma e sostituendo l'aiutante maggiore in 1" nella gestione dei materiali di casermaggio. In guerra egli sarebbe preposto al commissariato, e in pace gli potrebbero essere affidati gli incarichi di ufficiale al vettovagliamento, di consegnatario dei materiali del gruppo A e B e di casermaggio, di membro della commissione amministratrice dello spaccio e di gestore dei fondi destinali al benessere del soldato. A proposito dell ' affermazione del Ruotolo che affidando a un ufficiale di sussistenza il vettovagliamento " i comandanti rimarrebbero privi di uno strumento geloso di autonomia e controllo", il Cappellini osserva che l'unico reale assillo dei comandanti è quello di scegliere l'ufficiale che abbia maggiore competenza in materia e che, comunque, per ottenere un buon andamento della branca non basta (come sostiene il Ruotolo) specializzare i cucinieri, perché "anche in questa attività chi dirige deve prima di tutto conoscere per poi saper controllare e istruire". Molto interessante e di sempre viva attualità anche nei decenni successivi la conclusione del Cappellini: a mio avviso, il Servizio di commissariato dovrà prima o poi essere presente con un suo diretto rappresentante nell'ambito reggimentale in tempo di pace e di guerra, per completare in modo razionale la sua organizzazione, che ora si arresta alle unità mobili divisionali
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o di brigata, ed essere così partecipe delle vicende dei minori reparti ovunque e in qualsiasi contingente [ ... ]. Può infatti apparire illogico che oltre all'ufficiale medico, d'amministrazione e anche veterinario per alcuni reparti, non vi sia nei reggimenti un ufficiale del nostro Servizio per l'assolvimento di compiti, che dovrebbero essergli attribuiti per naturale e specifica competenza. Sarebbe un passo avanti nella risoluzione del tanto discusso problema della specializzazione dei Quadri.
Anche questo dibattito, quindi, fa emergere la necessità di una diversa collocazione e specia1izzazione dei Quadri dei Servizi logistici, a cominciare dal live11o di reggimento/corpo.
2. Evoluzione del vertice del Servizio/corpo Con il R.D. 31 luglio 1945, n. 560 che definisce il nuovo ordinamento del Ministero della guerra, il Servizio di commissariato fa capo alla direzione generale dei servizi di commissariato e amministrativi (DGSCA), che riunisce le branche commissariato e amministrazione sopprimendo la preesistente direzione generale dei servizi amministrativi nell'ambito della direzione generale opera anche l'Ispettorato generale di commissariato). Tale assetto dura anche dopo la costituzione del Ministero della difesa (D.C.P.S. 4 febbraio 1947, n. 17). Con il D.M. 30 settembre 1966 (derivante dal D.P.R. 18 novembre 1965, n. 1478) a decorrere dal 31 dicembre 1966 è costituita un' unica direzione generale di commissariato interforze (COMMTDTFE) e sono soppresse la predetta direzione generale dei servizi di commissariato e amministrativi dell'esercito e le corrispondenti direzioni generali delle altre forze armate. Oltre ad assorbire le attribuzioni delle direzioni di forza armata e di altri uffici, la direzione genera1e unificata svolge le attribuzioni di ordine amministrativo inerenti alla branca veterinaria, prima affidate all'Ispettorato del Servizio veterinario. Il successivo D.M. 31 dicembre 1970 rende la predetta direzione generale competente per i seguenti materiali di uso ordinario: - macchinari, attrezzi , apparecchi da laboratorio merceologico per magazzini, stabilimenti ed enti di commissariato; - bandiere, insegne di comando, tessuti ed accessori relativi; - tessuti vari per tende e tendoni per uso navale, tele per velature e materiali di consumo relati vi; - attrezzature, arredi e paramenti per il servi zio religioso; - attrezzature da macellaio, sarto, calzolaio e barbiere; - macchine da scrivere, da calcolo, riproduttrici e materiale speciale per gli uffic i; - macchine meccanografiche, attrezzature per micro e fotoriproduzione ad uso d'ufficio, attrezzature eliocianografiche e rel ativi materiali di consumo; - strumenti musicali; - materiali per la pulizia e l'igiene personale; - indumenti di lavoro per gli operai.
Nel dopoguerra continua a funzionare la commissione centrale p er i collaudi in appello a carattere interforze (istituita con R.D. 16 gennaio
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1927, n. 118) che giudica, in appello, i ricorsi presentati dalle ditte fornitrici contro le decisioni di rifiuto di generi e materiali di commissariato delle tre forze armate adottate dalle commissioni periferiche di primo collaudo. Essa può deliberare la conferma o la revoca totale o parziale della decisione del primo collaudo, l'accettazione con sconto e la revedibilità; per svolgere i propri compiti, si avvale di un ufficio tecnico costituito da ufficiali commissari di specifica competenza tecnica. La composizione della commissione viene modificata con il D.C.P.S. 19 settembre 1946, n. 663. In base ali' Art. 1 del predetto decreto essa è presieduta da un consigliere di Stato e composta da 6 membri effettivi (un colonnello o tenente colonnello di ciascuna delle tre forze armate e della guardia di finanza, un funzionario del Ministero dell'industria e uno dell'Alto commissariato per l'alimentazione) e 5 membri supplenti (un ufficiale superiore commissario per ciascuna delle tre forze armate e due funzionari, uno del Ministero dell' industria e l'altro dell'alto commissariato per l'alimentazione). Dopo 1'8 settembre 1943 il Capo e Ispettore del Servizio di commissariato assume la denominazione di Ispettore generale e non è più denomi nato "direttore superiore dei servizi tecnici di commissariato" come da legge 22 gennaio 1942, n . 104. Egli conserva sostanzialmente le attribuzioni di cui al R.D. 19 ottobre 1933, n. 1475, che fanno dell'Ispettorato generale di commissariato un organo della direzione generale con funzioni ispettive per la parte tecnico-professionale degli Enti di commissariato, e un organo di consulenza e di studio sia del Ministro (per tutti i provvedimenti esecutivi riguardanti il Servizio) sia del Capo di Stato Maggiore, per le questioni riguardanti l'organizzazione e il funzionamento del Servizio in pace e in guerra e l'addestramento del personale. 11 primo organico provvisorio degli ufficiali dell'esercito (D.L. 20 gennaio 1948, n. 45) non prevede più come grado massimo del Servizio un tenente generale, ma un maggior generale. I maggiori generali diventano 2 con la legge 24 dicembre 1951 , n . 1638, e infine la legge 12 novembre 1955, n. 1137 ripristina il grado di tenente generale, che si avvale anche di 2 maggior generali. Come già accennato in precedenza, ai sensi dell'Art. 9 del D.P.R. 18 novembre 1965, n. 1477 il Capo e Ispettore del Servizio passa alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. In merito all'attività di consulenza e di studio tipica del ruolo del Capo e Ispettore, va rilevato che ai sensi degli Artt. 25 e 28 del D.P.R . .18 novembre 1965, n. 1478 e degli Artt. 4, 6 e 9 del D.P,R. del D.P.R. 18 novembre 1965, n. 1477 lo studio e sviluppo tecnico delle armi,dei mezzi e dei materiali è anche di competenza diretta della direzione generale di commissariato, dello Stato Maggiore Difesa e dello Stato Maggiore Esercito. In particolare, l'Art. 28 del D.P.R. o. 1478 prescrive che le direzioni generali devono effettuare le attività relative in collaborazione con gli appositi organi degli Stati Maggiori. Compete aI1a direzione generale interforze di commissariato anche l 'emanazione della normativa tecnica
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e la formazione di personale tecnico e specializzato militare e civile. Comunque, a partire dal 1955 i1 Capo e Ispettore ba alle proprie dirette e complete dipendenze, anche disciplinari, la scuola del Servizio (vds. capitolo Xll), mentre dipende da11a direzione generale, come si è visto, il centro studi e ricerche di commissariato. Il 3 febbraio 1967 si costituisce l'Ufficio del Capo e Ispettore del Servizio, il quale nel luglio 1967 entra a far parte dell'Ispettorato logistico dell'esercito, conservando peraltro la dipendenza diretta dal Capo di Stato Maggiore per tutto ciò che non riguarda la logistica dei materiali (cioè la distribuzione, conservazione, manutenzione, ecc.). Nel 1976 l'Ispettorato logistico dell'esercito si fonde con il IV reparto dello SME e viene costituito il Comando dei Servizi di commissariato (Comando del corpo di commissariato dal 1980), che conserva la duplice dipendenza alla quale prima si è accennato e non fa più parte dell'Ispettorato logistico. Nel 1981 il Comando del corpo si articola in: - ufficio del Capo e Ispettore del Servizio di commissariato, per le attività di is tituto; - nucleo ispettivo, per le funzioni di controllo tecnico su tutti gli Enti e le unità dell'esercito nel settore del commissariato. Dei due maggior generali, uno è preposto alla logistica dei materiali presso il Comando del corpo e l'altro svolge l 'incarico di capo del Il reparto presso la direzione generale del Ministero. Il Capo del ruolo di sussistenza ha il grado di tenente colonnello più anziano, secondo gli organi provvisori del D.L. 20 gennaio 1948 n. 45; di colonnello, secondo la legge 24 dicembre 1951 n. 1638 e la legge 12 novembre 1955, n. 1137; di maggior generale, secondo la legge 16 novembre 1962, n. 1622. Egli è consulente del Capo e Ispettore del Servizio per tutto quanto concerne il ruolo s ussistenza.
3. Gli organi direttivi periferic i Anche nel dopoguerra il cardine dell'organizzazione periferica del Servizio è costituito dalle direzioni di commissariato dei Comandi Militari Territoriali (dal 1957 Comandi militari di Regione e dal 1981 Comandi di Regione Militare). Le direzioni di commissariato ereditano sostanzialmente i compiti già svolti dalle direzioni di commissariato dei corpi d 'armata territoriali fino al l 943 e hanno una duplice dipendenza: - di comando, dai Comandi militari territoriali (Vice-Comandante di Regione Militare); - tecnico-amministrativa, dalla direzione generale dei Servizi di commissariato e amministrativi (dopo il 1966, direzione generale di commissariato interforze). Nel dopoguerra non sono più istituiti i due Ispettorati di commissariato di zona previsti dall'ordinamento 1940. In seguito alla costituzione al livello centrale del Comando dei Servizi di commissariato (1976) le direzioni di commissariato periferiche
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assumono, con compiti sostanzialmente invariati, la nuova denominazione di Comandi dei Servizi di commissariato di Regione Militare. Esse presiedono all'organizzazione e funzionamento del Servizio a favore degli Enti e reparti dislocati nel territorio di giurisdizione del C.M.T .. Le loro competenze non si discostano sostanzialmente da quelle della guerra 1940-1943 e concernono: - la determinazione delle esigenze e la conseguente richiesta dei mezzi per soddisfarle; - l'amministrazione dei fondi assegnati per lo svolgimento delle attività di competenza; · - le pratiche amministrativo-contabili relative ad approvvigionamenti, lavorazioni, prestazioni e vendite e il relativo contenzioso in materia contrattuale; - gli studi per l'organizzazione e il funzionamento del Servizio in guerra e in pace e la predisposizione delle scorte; - la raccolta di dati, notizie ed elementi di ordine economico sulle attività agricole, industriali e commerciali di interesse del Servizio nel territorio di giurisdizione del C.M.T. di appartenenza. Nel 1947-1950 la direzione di commissariato periferica, retta da un colonnello, è composta da 5 sezioni (1" vettovagliamento, 2" vestiario - equipaggiamento e mobilitazione, 3" casermaggio e trasporti, 4" contratti e contenzioso, sezione amministrativa) per un totale di 15 U ., 10 SU . (nel 1950 ridotti a 8), 13 Tr., 6 civili. Secondo il Manuale per ufficiali del Servizio di commissariato (1954) le sezioni sono 4 (I" sussistenze e combustibili, 2" vestiario ed equipaggiamento, 3" casermaggio, economato e traspor ti, 4" contratti e contenzioso), più un ufficio amministrazione che provvede al servizio di cassa sia per la necessità della direzione come corpo, sia per le esigenze dei servizi d ' isti tuto. L'ufficiale superiore commissario che segue in grado e anzianità il colonnello direttore ricopre la carica di vice-direttore e relatore. All'inizio degli anni 80 i Comandi dei Servizi di commissariato di Regione Militare, costituiti con circ. SME n. 550/152 in data 9 dicembre 1981 a partire dal 1 ° febbraio 1982, si articolano su direttore, vicedirettore e 8 sezioni (7 costituite fin dal tempo di pace e una solo all'emergenza): - segreteria e personale; - vettovagliamento; - vestiario ed equipaggiamento; - casermaggio, combustibili e stampati; - contratti e contenzioso, - amministrazione; - mobilitazione e piani; - postale e telegrafica ( costituita solo all'emergenza e previ accordi tra Ministero della Difesa e Ministero delle Poste e Comunicazioni per far fronte al Servizio postale e telegrafico in guerra).
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4. Evoluzione degli organi esecutivi 7 Oltre che dalla progressiva contrazione numerica e dalla "privatizzazione" conseguente al graduale abbandono di attività (confezione del pane, di vestiario e di materiali in economia e/o presso gli stabilimenti militari) che fino al 1943 sono di grande rilievo, l'evoluzione del Servizio nel dopoguerra è caratterizzata dalla tendenza a costituire organi esecutivi a carattere misto, in grado di svolgere attività logistiche in tutte le branche di sua competenza (o almeno in gran parte di esse). Gli studi condotti dallo SME nell'autunno 1944 in previsione della liberazione dell'intero territorio nazionale prevedono per ciascuno degli 11 Comandi militari Territoriali l magazzino distribuzione viveri, l magazzino distribuzione foraggi, l deposito speciali viveri, 1 deposito speciale casermaggio, l panificio, l laboratorio riparazioni, 1 deposito materiali da riattare, I reparto rifornimenti; sono inoltre previsti 19 magazzini viveri presidiari. 8 Nel 1946 lo SME definisce i nuovi criteri per l'organizzazione dei principali Servizi, che per quanto riguarda il commissariato prevedono, in linea generale, di ridurre al minimo la produzione dei generi e materiali in economia, affidandola per la maggior parte ad imprese civili. Per il vettovagliamento lo SME intende: a) determinare una razione fondamentale unica per tutto il territorio, completata soltanto nella parte aggiunti va (frutta, verdura, miglioramento rancio) con il ricorso alle risorse locali); b) provvedere alla confezione del pane in territorio essenzialmente con il ricorso ad imprese civili e solo in guerra con l'organizzazione militare; c) elevare la quota vitto degli allievi dell'Accademia nùlitare di Modena allo stesso livello di quella degli accademisti delle altre due forze armate.9 In sostanza: approvvigionamento centralizzato dei generi fondamentali e ricorso alla panificazione con organi e mezzi militari solo in campagna; da notare anche la lodevole tendenza ad eliminare differenze non giustificabili rispetto alle altre forze armate. Per il vestiario ed equipaggiamento, autentico punctum dolens durante la guerra, si intende voltare pagina: b) Vestiario - rinnovare profondamente tutta l'organizzazione del servizio delle costruzioni, non rispondente alle esigenze tecniche né a quelle economiche ed estetiche; - affidare le confezioni degli oggetti di vestiario alle industrie private meglio attrezwte,
7 Cfr. anc he E. Perrelli - E. Doni, Il corpo di commissariato dell'Esercito , "Rivista Militare" n. 6/1981, e Comando del Corpo di Commissariato dell'Esercito, Organizzazione e compiti del corpo di commissariato dell'Esercito in pace, Roma 1989. 8 R. Cadoma, Op. cit. , p. 42. 9 ivi, pp. 64-65.
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con stipulazione di precisi contratti ed effettuazione di severi collaudi (prima realiz1.azionc al riguardo: l'assunzione dello stabilimento "Lariano" di Como); - aumentare il numero delle taglie al fine di poter fomire ad ogni individuo l'uniforme adatta al suo fi sico; - eseguire il taglio e la confezione nello stesso laboratorio, in modo da lavorare su stoffe provenienti dalla stessa fonte; - improntare i I servizio delle riparazioni a cancelli di tempestività, sistematicità e accuratezza; - ottenere, in conseguenza. uniformi ben costruite e ben tenute mediante la seguente organizzazione: . centri di costruzione e ricupero presso ogni Comando Militare Territoriale con maestranze specializzate; . piccola manutenzione con sarti militari e civili presso i reparti; . laboratori di lavanderia e stireria presso ciascun Comando Militare Territoriale; - adottare due diverse serie di corredo, una estiva e una invernale, - porre in esperimento una uniforme (di tela per l 'estate, di lana per l' inverno) dicolore kaki e di foggia analoga a quella britannica (dimostratasi a ll'esperienza pratica, co moda cd estetica) confezionata con materie prime di ottima qualità e di lunga durata. e) Equipaggiamento Per la fanteria, in spcc.ic, il problema dell'adozione di un nuovo equipaggiamento più pratico e meglio rispondente alle esigenze di guerra, fu posto fin dal luglio 1945, quando degli studi relativi fu incaricalo l'allora '"Centro addestramento" di Cesano, che - in collaborazione coi "Gruppi di Combatl1mento" - si avvalse non soltanto della specifica esperienza sull'equipaggiamento britannico in distribuzione, ma esaminò anche quello americano e soprattullo quello germanico che, studiato per scacchieri di diverse caralleristiche, aveva dato ollima prova. Avuti cosl gli elementi fondamentali di giudizio, lo S.M.E. promosse la costituzione di un' apposita commissione per lo studio particolareggiato dell'equipaggiamento nel suo complesso e nel tipo dei singoli oggetti. Nell'agosto del ' 46 la Commissione ultimò i lavori, che aveva improntati ai seguenti criteri fondamentali: - alleggerire il fante anche nei movimenti di carattere logistico; - dotarlo, in combaltimento, soltanto di ciò che è prevedibile gli sia indispensabile nel giro massimo di due giorni; - realizzare un equipaggiamento che possa essere portato senza difficoltà anche nelle situazioni più critiche. Le decisioni, di competenza del Ministro, non sono state ancora prese. IO
Nonostante questi intenti di radicale rinnovamento e di contrazione dei compiti, gli organici definiti nel 1946-1950 danna vita a un' organizzazione territoriale senz'altro eccessivamente articolata e dispersiva, anche se rispetto alla guerra (Tomo 1°, capitolo V) diminuiscono notevolmente (da 29 a 6) i panifici e i magazzini viveri si fondono con queHi foraggi e combustibili. 11 In totale, i predetti organici confennano in un primo tempo l'esistenza, per gli 11 Comandi Militari Territoriali, dei seguenti organi esecutivi : - 12 compagnie di sussistenza (con Comando composto da 2 U., 2 SU., 14 Tr., 2 civili) alle dirette dipendenze del direttore di commissariato del C.M.T. (il C.M.T. di Roma ha 2 compagnie di sussistenza, delle quali una per la Sardegna);
IO 11
ivi. AUSSME, Rep. M/7, Racc. 818 e 403 ; R. Cadorna, Op. cit., p. 50.
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- 5 depositi centrali viveri (ciascuno con 1 ufficiale superiore di sussistenza direttore più un ufficiale addetto ai depositi), a Milano, Mestre, Livorno, Bari e Napoli; - 3 magazzini centrali vestiario - equipaggiamento (Milano, Firenze e Napoli), ciascuno sn direzione, ufficio tecnico e magazzino. Sono diretti da un maggiore o tenente colonnello, con 3 ufficiali commissari addetti ai collaudi e 4 ufficiali di sussistenza (2 consegnatari e 2 addetti) ; - 2 frigoriferi militari (Genova e Casaralta); - 12 magazzini principali per la distribuzione di viveri, foraggi e combustibili (i l C.M.T. di Roma ne ha 2, dei quaJi uno per la Sardegna); - 19 magazzini secondari per la distribuzione di viveri, foraggi e combustibili; - 12 magazzini principali di casermaggio (il C.M.T. di Roma ne ha 2, dei quali uno per la Sardegna); - 1 centro speciale confezioni e recuperi (su direzione e 3 reparti: 1 ° studi e ufficio tecnico, 2° sartoria, 3° calzature) a Roma; - 11 centri confezioni e recuperi (uno per C.M.T.; quello del C.M.T. di Roma è dislocato a Cagliari); - I O magazzini vestiario - equipaggiamento (in tutti i C.M.T. meno quelli ove è dislocato un magazzino centrale vestiario equipaggiamento, cioè Milano e Napoli. Il C.M.T. di Roma ne ha 2, dei quali uno dis localo a Cagliari); - 6 panifici militari (Milano, Roma, Cagliari, Bari, Napoli, Palermo); - 6 nuclei contro1lo panificazione. Sono dislocati nei C.M.T. che non dispongono di panificio militare, con il compito di controllare l'osservanza delle norme contrattuali da parte delle imprese private fornitrici del pane. Sono composti da: 2 SU. addetti al controllo, 2 graduati "ass istenti al movimento delle derrate" (che assistono alla introduzione nella lavorazione delle materie prime per la panificazione e distribuzione del pane), 2 archivisti civili; - l officina grafica militare (Gaeta); - 5 distaccamenti portuali e ferroviari (Milano, Mestre, Livorno, Bari e Napoli); - 7 sezioni di commissariato (delle quali una - quella di Cagliari - autonoma), ciascuna con 3 U., 3 SU. e personale civile. Normalmente alla direzione e gestione degli stabilimenti provvedono ufficiali superiori o inferiori di sussistenza, coadiuvati da ufficiali addetti dello stesso ruolo. Fanno eccezione gli stabilimenti più importanti della branca - vestiario - equipaggiamento (magazzini centrali VE; centri confezioni e recuperi VE e, a partire dal 1951, opificio VE di Torino e centri raccolta, co1laudo e smistamento VE) che sono diretti da ufficiali superiori commissari, coadiuvati da ufficiali commissari periti in merceologia e da ufficiali superiori e/o inferiori di sussistenza quali consegnatari. Tutti gli stabilimenti di commissariato dispongono inoltre di un SU. di magazzino, di SU. e truppa di sussistenza e di personale civile (impiegati e salariati) nelle aliquote fissate dalle tabeJle or-
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ganiche. I magazzini denominati principali sono dislocati nelle città sede delle direzioni di commissariato di C.M.T.. Gli stabilimenti di commissariato nel dopoguerra si distinguono in: - territoriali, istituiti in determinate sedi a carattere permanente; - eventuali, istituiti per particolari necessità e a carattere temporaneo. Dal punto di vista delle responsabilità amministrative e della resa dei conti, gli stabilimenti possono essere: - autonomi, quando i consegnatari rispondono direttamente al Ministero del denaro e dei materiali (sono cioè, tali per debito di custodia e rendono il conto giudiziale); - dipendenti, quando sono gestiti da consegnatari secondari (subconsegnatari) responsabili nei confronti del consegnatario dello stabilimento autonomo da cui dipendono, che rende i conti al Ministero anche per gli stabilimenti dipendenti. Gli scioglimenti e rimaneggiamenti incominciano nello stesso anno 1946, non senza difficoltà e ripensamenti presumibilmente provocati da problemi locali di occupazione o da problemi di immobili. Ad esempio nell'agosto 1946 lo SME dispone che rimangano temporaneamente in vita - con personale tratto da quello in organico al C.M.T. di Napoli il vecchio mulino militare di Aldifreda e lo stabilimento militare per la produzione di mangimi concentrati di Maddaloni (Circ. n. 3970/0rd./l 1 in data 2 agosto 1946). Sempre nel 1946: - sono sciolti la sezione commissariato di Livorno, il deposito centrale viveri di Livorno, il distaccamento portuale e ferroviario di Livorno, i magazzini secondari distribuzione viveri, foraggi e combustibili di Livorno, Piacenza e Caltanissetta; - viene costituito il magazzino secondario distribuzione viveri, foraggi e combustibili di Pisa (poi dislocato a Livorno per problemi di disponibilità di immobili). Nel 1947 sono sciolti i rimanenti 4 depositi centrali viveri (Milano, Mestre, Napoli, Bari), i magazzini secondari distribuzione viveri, foraggi e combustibili di Pesaro e Pescara, i 6 nuclei controllo della pianificazione e i panifici militari di Cagliari, Bari e Napoli. Sono costituiti il magazzino secondario distribuzione viveri, foraggi e combustibili di Pontebba (poi dislocato a Stazione per la Carnia) e i panifici militari di Genova - Cornigliano, Verona e Firenze; di conseguenza a partire dal 1 ° luglio 1947 i panifici previsti dagli organici rimangono 6 (Milano, Genova - Cornigliano, Verona, Firenze, Roma e Palermo). Lo SME autorizza anche a mettere in funzione i mulini là ove esistono, utilizzando lo stesso personale organicamente assegnato ai panifici (Circ. SME 930/0rd. II in data 27 maggio 1947); ai panifici previsti dall'organico si aggiungono poi quello di Napoli (ricostituito) e di Messina. Nel 1949, con decorrenza 1 gennaio 1950, lo SME dispone la scissione interna (tecnica e amministrativa) delle attività esplicate dai magazzini centrali vestiario - equipaggiamento di Milano, Firenze e Napoli in campo nazionale (acquisto e collaudo di materie prime e smistamen-
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to agli Enti) e nell'ambito di ciascun Comando Militare Territoriale (per i contatti con i corpi): i predetti magazzini continuano a dipendere dalle direzioni di commissariato periferiche. Nello stesso anno 1949, aumenta di una unità il numero dei magazzini principali distribuzione viveri, foraggi e combustibili e diminuisce di un'unità quello dei magazzini secondari. Nel 1950 sono soppresse 2 sezioni (Cagliari e Catanzaro) e ne è costituita una in Messina. Contemporaneamente, a seguito dei provvedimenti di riduzione del personale militare presso gli Enti territoriali, al centro speciale confezione e recuperi di Roma, ai centri confezioni e recuperi e ai magazzini centrali vestiario - equipaggiamento sono tolti tutti i conduttori di automezzi. e ai magazzini centrali vestiario-equipaggiamento e magazzini vestiario-equipaggiamento anche i conducenti del carreggio a traino animale ancora previsto degli organi. Nello stesso anno 1949 lo SME stabilisce le norme per la costituzione degli uffici postali dei Comandi divisione in caso di mobilitazione. 12 L'organico prevede, come sempre, l'impiego di personale civile militarizzato (fornito dal competente Ministero) e di Carabinieri; il capo ufficio è un ufficiale esecutivo di l classe militarizzato a tenente. Il 1951 è un anno di incisive riforme: sono sciolti i 3 magazzini centrali vestiario - equipaggiamento di Milano, Firenze e Napoli e con Circ. n. 660 - R/Ord. Il in data 3 aprile 1951 e n. 900/R - Ord. JJ in data 18 maggio 1951 sono istituiti (prima a Torino e poi a Chieri, Milano, Verona, Firenze e Napoli) 5 centri di raccolta, collaudo e smistamento vestiario - equipaggiamento, che ereditano molti dei compiti dei magazzini centrali disciolti. Sono alle dipendenze della direzione generale dei servizi di commissariato e amministrativi e provvedono: - al co11audo degli oggetti di vestiario - equipaggiamento acquistati in grandi quantitativi e alla spedizione del materiale accettato; - allo studio e sperimentazione di nuovi materiali e al collaudo di materiali speciali; - ai controlli di qualità e ai sopra11uoghi presso le industrie fornitrici. Nello s tesso anno sono costituiti anche l'opificio vestiario - equipaggiamento di Torino e i magazzini vestiario - equipaggiamento di C.M.T. di Torino, Firenze e Napoli (probabilmente anche per impiegare il personale dei disciolti magazzini centrali). Sono contemporaneamente disciolti 8 magazzini secondari distribuzione viveri, foraggi e combustibili, più 3 sezioni di commissariato (Milano, Udine, Ancona). Un altro magazzino secondario viveri, foraggi e combustibili (quello di Foggia) è soppresso nel 1952. Ne11 'autunno 1953, in occasione dell'Esigenza "T", l'organizzazione territoriale e di campagna del Servizio viene mobilitata per il supporto delle truppe schierate al confine di nordest (circa 70.000 uomini e 2.500 quadrupedi da alimentare giornalmente). Le sezioni sus-
12 Circ.
SME n. 2200/0rd.ffil in data 5 giugno 1949 (AUSSME, Rep. Mn, Racc. 823).
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sistenza delle divisioni si riforniscono presso 3 magazzini secondari viveri, foraggi e combustibili dislocati ad est del Tagliamento, che a loro volta sono alimentati dal magazzino principale di Padova (trasformato da secondario in principale a fine dicembre 1949, mentre quello di Udine nello stesso tempo era stato trasformato da principale in secondario). I reparti schierati al confine sono in grado di sfruttare la vasta rete di infrastrutture militari già esistenti ad est del Tagliamento, e fanno largo ricorso anche alle risorse locali, per quanto riguarda: - la panificazione (l'unica sezione panettieri militare che entra in funzione è quella della divisione " Mantova"; non sono ancora stati introdotti definitivamente, al momento, nuovi forni campali in sostituzione dei forni Weiss e/o residuati della guerra). - l'acquisto di frutta, verdura e generi di miglioramento rancio, con le normali procedure; - la lavatura della biancheria (funziona, a scopo sperimentale, solo la lavanderia della divisione "Mantova"). Per il bagno, oltre a tutti i bagni campali disponibili al livello di Grande Unità si fa largo ricorso anche agli impianti delle caserme più vicine al confine; le riparazioni e i recuperi fanno capo al 5° centro confezioni e recuperi di Udine. Sono distribuite, tra l'altro, 98.000 coperte, 56.000 paia di calze di lana, 2.898 foderi di pelliccia per sentinelle, 3.980 impermeabili (il soldato non ha ancora in dotazione individuale indumenti impermeabili, e come sempre supplisce - quando può - con il telo tenda; il soldato di fanteria non ha normalmente in dotazione calze di lana e/o scarpe da montagna). Da questo caso concreto di impiego del Servizio in campagna, in terreno montano e in stagione ormai vicina all'inverno, emergono ammaestramenti non certo nuovi, per la maggior parte risalenti alla guerra e all'anteguerra e attinenti al carattere industriale - e non artigianale - assunto dai rifornimenti fin dalla prima guerra mondiale: necessità di mantenere le sezioni sussistenza su organici di guerra, standardizzazione dei colli, uniformità delle forniture, introduzione di sistemi speditivi per l'accettazione dei pesi, sistemi rapidi di confe7.ionc e conteggio dei colli, necessità di autofurgoni, di impenneabili per tutti , di casse di cottura diverse. di maggior numero di bidoni e autobotti, di forni diversi dai Weiss inadatti all' autotrasporto [vds. ammaestramenti della guerra d'Etiopia - Tomo I 0 , capitolo IX] di cucine a combustibile liquido [vds. aspetti logi stici della guerra in Africa Sellentrionale - capitolo Vlll], di materassini di gomma gonfiabili [la truppa accampata o accantonata utilizza ancora la paglia da gracitura - Kg I O al mese - N.d.a.]. Il servizio, nonostante i notevoli progressi compiuti rispetto al periodo prebellico e bellico e nonostante il soddisfacente funzionamento durante l'intera du rata dell'esigenza, dimostrò di aver bisogno di ulleriori ammodernamenti d.i dotazioni (la coperta da campo, ad esempio. continuò a confermare la sua mancanza di funzionalità e la sua miseria di dimensioni) e di snellimento e semplificazione delle procedure. 13
13
F. Stefani, Op. cit. , voi. III Tomo I, p. 968.
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Dal 1956 al 1958 viene decisa e attuata una profonda ristrutturazione dell'organizzazione territoriale del commissariato, che si ispira ai seguenti Criteri: - conferire al Servizio una struttura che agevoli il passaggio dall'organizzazione di pace all'organizzazione di guerra; - declassare a magazzini secondari i magazzini principali distribuzione viveri, foraggi e combustibili, i magazzini vestiario-equipaggiamento ed i magazzini principali casermaggio dislocati a Milano, Padova e Cagliari; - cambiare la denominazione ai rimanenti magazzini, sopprimendo l'aggettivo principale per tutti i magazzini dislocati nelle città sede delle direzioni di C.M.T. e attribuendo l'aggettivo secondario a tutti quelli dislocati nelle altre località; - costituire organi esecutivi misti per le branche vettovagliamento, casermaggio e vestiario-equipaggiamento, denominati appunto magazzini secondari misti vettovagliamento - vestiario equipaggiamento e casermaggio (Ve. - VE - C.), tipo A o tipo B a seconda della capacità di rifornimento; - sopprimere tutti i panifici militari, i mulini e in particolare il mulino di Aldifreda, e i centri confezione e recuperi. 14 La nuova organizzazione tiene conto dei criteri dottrinali sanciti dalle Pub. SME n. 6300 del 1955 e n. 630 del 1957 e della riduzione degli 11 C.M.T. a 6 C.M.T.R .. Nel 1958, dopo le numerose soppressioni di organi esecutivi, l'ordinamento previsto è il seguente: - 6 magazzini vettovagliamento, 6 magazzini vestiario-equipaggiamento e 6 magazzini casermaggio (uno per ciascun C.M.T.R.); - 3 magazzini secondari di vettovagliamento (uno a Cagliari); - 3 magazzini secondari vestiario - equipaggiamento (uno a Cagliari); - 3 magazzini secondari casermaggio (uno a Cagliari); - 9 magazzi ni secondari misti vettovagliamento - vestiario equipaggiamento - casermaggio (Ve. - VE - C.) tipo A (ciascuno con 4 U. suss. 7 SU., 2 Tr. e 27 civili); - 2 magazzini secondari misti Ve. - VE - C. tipo B (ciascuno con 2 U. suss., 2 SU., 1 Tr. e 14 civili); - 2 opifici militari vestiario - equipaggiamento (Milano e Roma l'opificio militare di Roma viene costituito per trasformazione del preesistente 8° centro speciale confezione e recuperi); - 5 centri raccolta, collaudo e smistamento; - 2 frigoriferi militari (Genova e Casaralta);
14 Cfr., in particolare: Circ. SME n. 1970 - R/152 632320 in data 20 dicembre 1956 (AUSSME, Rep. Mn, Racc. 842); Circ., SME n. 1550 - R/152 6340 in data 31 luglio 1957 (AUSSME, Rep. M/7 , Racc. 844); Circ. SME n. 2300 - R/152 63441 in data 28 nove m bre 1957 (AUSSME, Rep. M/7, Rucc. 844). Le rimanenti disposizioni risultano dai R accoglitori da 842 a 845.
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- 1 nucleo magazzinQ vettovagliamento (Tai di Cadore). Vengono mantenuti temporaneamente in vita - anche se non più previsti dall'assetto organico prima esposto - i centri confezione e recuperi di Bari, Napoli e Oschiri (Cagliari), che evidentemente per problemi occupazionali "rimangono in funzione fino a quando non sarà possibile sopprimerli". In seguito alla riduzione dei C.M.T. rimangono 6 direzioni di commissariato. Le 5 direzioni di commissariato disciolte si trasformano in sezioni (in aggiunta a quella autonoma di Cagliari già esistente) con alle dipendenze un plotone sussistenza e un magazzino secondario misto. Le compagnie di sussistenza con sede in Genova, Bologna e Bari sono inoltre contratte in plotoni sussistenza distaccati rispettivamente delle compagnie sussistenza 1", 7" e 10". Il totale delle compagnie sussistenza rimane pertanto di 9, più 3 plotoni distaccati. Sotto la data del 1° ottobre 1957 viene costituito l'ufficio approvvigionamento materiali di commissariato di Milano, con il compito di procedere in loco, su direttive della direzione generale dei Servizi di commissariato e amministrativi, all'acquisto di materiali del Servizio per le esigenze complessive dell'esercito. 15 Il nuovo ufficio dipende in linea di impiego, tecnica e amministrativa dalla DGSCA e in linea discipli nare dal l C.M.T.R. di Torino. Lo SME dispone inoltre che assorba il servizio contratti già affidato ali' ufficio commissariato della delegazione Servizi di Milano (la cui attività deve avere termine sotto la data del 30 settembre 1957). Dopo l'eliminazione nel 1956 - 1958 di un' istituzione secolare, impegnativa e benemerita come i panifici militari, nel novembre 1964 sono definitivamente aboliti anche i mezzi a traino animale ancora in organico alle compagnie di sussistenza. e in tal modo anche per la sussistenza militare di pace vi è solo il motore. Nel 1964-1966 continuano le soppressioni e contrazioni (scioglimento della sezione di commissariato di Bolzano; contrazione del 10° centro confezione e recuperi in sezione recuperi e suo inserimento nel 5 ° magazzino vestiario - equipaggiamento). A seguito dei decreti delegati n. 1477 e 1478 del 1965 e della costituzione di un ' unica direzione generale interforze, alcuni organi esecutivi prima alle dipendenze della direzione generale di commissariato e dei servizi amministrativi di forza armata in data 31 dicembre 1966 passano alle dipendenze dei Comandi Militari di Regione competenti per territorio (frigoriferi militari di Genova e Casaralta; magazzini materiali di commissariato di Roasio, Reggio Emilia e Mestre). Di conseguenza, ISPEL si riserva di impartire loro disposizioni di norma tramite le direzioni dei Servizi di commissariato dei C.M.T.R., e per talune questioni pa1ticolari direttamente. 16
15
Circ. SME n. 1700 - / 1152 73 13 in data 22 agosto 1957 (AUSSME, Rep. Mn, Racc. 844).
!6 C irc. SME n. 1640 - /152 6112 in data 3 1 dicembre 1966 (AUSSME, Rep. M/7,
Racc. 857).
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Al 14 luglio 1966 l'organizzazione territoriale del Servizio non presenta varianti significative rispetto all'organico 1958, se si eccettua la sopravvivenza di 2 centri confezioni e recuperi (Cagliari e Bari): - 1 ufficio approvvigionamento materiali di commissariato (Milano); - 6 sezioni di commissariato (delle quali una, autonoma, a Cagliari); - 8 compagnie e 4 plotoni di sussistenza; - 2 frigoriferi militari (sempre a Genova e Casaralta); - 6 magazzini vettovagliamento (Torino, Verona, Firenze, Roma, Napoli, Palermo); - 3 magazzini secondari vettovagliamento (Milano, Padova, Cagliari); - 1 nucleo magazzino vettovagliamento (Tai di Cadore); - 2 centri confezioni e recuperi (Cagliari e Bari); - 6 magazzini vestiario - equipaggiamento (Torino, Verona, Firenze, Roma, Napoli, Palermo); - 3 magazzini secondari vestiario-equipaggiamento (Milano, Padova e Cagliari); - 6 magazzini casermaggio (nelle stesse località); - 3 magazzini secondari casermaggio; - 9 magazzini secondari misti vettovagliamento - vestiario ed equipaggiamento - casermaggio tipo A; - 2 magazzini secondari misti vettovagliamento - vestiario equipaggiamento - casermaggio tipo B; - 5 centri raccolta, collaudo e smistamento vestiario - equipaggiamento (Chieri - Torino, Milano, Verona, Firenze e Napoli); - 2 opifici militari vestiario - equipaggiamento (Torino e Roma).1 7 La citata Circ. MD - Ufficio Segretario generale n. 0228/PD in data 14 gennaio 1967 stabilisce in via provvisoria (All. 6) che rimangano alle dipendenze della direzione generale di commissariato: - i 2 opifici militari VE di Torino e Roma; i 5 centri raccolta, collaudo e smistamento di Chieri, Milano, Vernna, Firenze e Napoli; - l'ufficio approvvigionamento materiali di commissariato. L 'officina grafica militare di Gaeta viene posta alle dipendenze della direzione generale servizi generali. Sulla base di questo assetto, che rimane invariato anche nelle nuove tabelle organiche del 1971, ogni direzione di commissariato di C.M.T.R. dispone di almeno: 1 compagnia sussistenza, 1 magazzino vettovagliamento, 1 magazzino vestiario-equipaggiamento, 1 magazzino casermaggio, 1 o 2 magazzini secondari misti viveri, foraggi e casermaggio tipo "A". Può inoltre disporre di magazzini secondari per ciascuna de1le branche vettovagliamento, vestiario - equipaggiamento e casermaggio, e/o di un magazzino secondario tipo B.
17
AUSSME, Rcp. M/7, Racc. 857.
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In data 4 dicembre 1972 viene soppresso il centro confezioni e recuperi di Bari; ciononostante i centri confezioni e recuperi rimangono sempre 2, perché il distaccamento di Fasano viene trasformato in 9° centro confezioni e recuperi. Nel 1975, a seguito deHa generale ristrutturazione dell'esercito, viene attuato un altro riordinamento del Servizio che segna un'ulteriore contrazione degli organi esecutivi. Sono abolite le sezioni di commissariato territoriali (tranne quelle di Padova e Cagliari), mentre le sezioni di sussistenza delle G.U. sono sostituite, nel nuovo modulo brigata, dai plotoni sussistenza dei battaglioni logistici. Il numero dei magazzini è ridotto a 1/3 di quelli esistenti prima della ristrutturazione; scompaiono i tradizionali magazzini ad unica componente (magazzini viveri, magazzini vestiario - equipaggiamento, magazzini casermaggio ecc.), sostituiti da 16 magazzini misti per tutte le branche e per tutti i materiali di commissariato ivi compreso il casermaggio, che pertanto rappresentano un'ulteriore evoluzione dei magazzini misti viveri, vestiario - equipaggiamento e casermaggio. I nuovi magazzini misti sono classificati, a seconda della capacità di sostegno logistico espressa in numero di uomini - che possono assicurare, in tipo "A", (fino a 25.000 uomini, tipo B (fino a 15.000) e tipo B ridotto (fino a 5.000). Sono sciolti 2 compagnie e 3 plotoni di sussistenza, e si stabilisce che i due superstiti centri confezioni e recuperi restino in vita solo fino ad esaurimento del personale (vds. Circ. SME n. 194/152 in data 9 settembre 1975 e 11. 140/151 in data 12 maggio 1975). In data I O gennaio 1976 gli o pifici militari VE di Torino e Roma, facenti capo alla direzione generale interforze, mantenendo tale dipendenza si trasformano rispettivamente in centro tecnico del commissariato militare e in ufficio staccato del centro tecnico, affiancando con la loro attività di studio, sperimentazione e controllo i centri di raccolta, collaudo e smistamento (Circ. SME n. 850/152 in data 31 dicembre 1975). Il centro tecnico di Torino opera prevalentemente nel settore delle calzature e dell'equipaggiamento; l' ufficio staccato di Roma in quello del vestiario e dei tessuti. Ambedue i nuovi organismi sono alle dipendenze della direzione generale di commissariato interforze del Ministero. In data 1 ° maggio 1977 sono costituiti « uffici provvisori di commissariato» in Genova, Milano, Bologna e Bari alle dipendenze delle direzioni di C.M.T.R. (Circ. SME n . 270/152 in data 29 aprile 1977). Nel 1981 i magazzini misti di commissariato e le compagnie di sussi stenza sono ancora separati e alle dipendenze dei rispettivi direttori di commissariato dei Comandi Regione Militare. Per inciso, nel 1987 le compagnie di sussistenza passano alle dipendenze dei direttori di magazzino misto e perdono Ja fisionomia di organo esecutivo territoriale per trasformarsi in componente mobile dell'organizzazione del 3° anello (con i materiali, i mezzi e il personale per l'assolvimento - anche in pace - di tutti i compiti istituzionali del Servizio in campagna).
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5. I Quadri in servizio permanente nel dopoguerra
Il D.C.P.S. 15 novembre 1946, n. 377 indica tra gli ufficiali che possono essere collocati nella riserva ben 23 colonnelli commissari (dei 33 in totale che erano previsti dal R.D. - legge 17 febbraio 1942, n. 151 vds. capitolo V), 25 tenenti colonnelli commissari, 62 maggiori commissari e 8 di sussistenza, disponendo che il loro collocamento nella riserva avvenga entro il 28 febbraio 1947. Il D.L. 20 gennaio 1948, n. 45 prevede oltre a maggiore generale commissario, 304 ufficiali commissari (di cui 10 colonnelli) e 225 ufficiali di sussistenza (di cui 12 tenenti colonnelli). Il grado massimo del ruolo di sussistenza torna pertanto ad essere quello di tenente colonnello, come nella legge ordinativa 8 maggio 1940 (il R.D. - legge 17 febbraio 1942 prevedeva, invece, un colonnello di sussistenza). La legge 12 novembre 1955, n. 1137 ripristina i gradi massimi previsti dalla legge 8 maggio 1940 e raggiunge l' 83% del l'organico previsto da tale legge, mentre il ruolo sussistenza raggiunge lo stesso organico della predetta legge (meno un'unità) ed ha 1 colonnello e 12 tenenti colonnelli (solo due in meno rispetto al 1940, istituendo di nuovo il grado di colonnello già previsto dalla legge del 1942). La legge 16 novembre 1962, n. 1622 diminuisce gli ufficiali superiori e inferiori commissari da 361 a 329 (mantenendo però invariato rispetto al 1955 il numero dei generali e colonnelli). Gli ufficiali superiori e inferiori di sussistenza passano da 226 a 197, peraltro con l'istituzione del grado massimo di maggior generale (e non più di colonnello) e l'aumento dei colonnelli da I a 3 e dei tenenti colonnelli da 12 a 40. In sintesi: nel 1962 la consistenza dei ruoli diminuisce del 19% per i commissari e del 13% la sussistenza, però con aumento dei profili di carri era per ambedue i ruoli.
6. Reclutamento e formazione dei Quadri e del p ersonale dei Servizi logistici. Fino a tutta la 2A guerra mondiale, l'unica scuola vera e propria esclusivamente adibita alla formazione di ufficiali dei Servizi logistici era la scuola di sanità militare di Firenze. Durante la guerra erano venute alla luce, anche e non solo per i Quadri dei Servizi, gravi lacune addestrative. Fin dal 1944 lo SME dedica particolare attenzione al settore delle scuole e alla speci alizzazione del personale dei Servizi. Al termine delle ostilità, nel 1945, il Comando divisione Piceno viene trasformato in Comando delle scuole centrali militari, dal quale dipende, tra 1'altro, la neo-costituita scuola servizi e assistenza di Rieti , che ha i seguenti compiti: - corsi suH'organizzazione e funzionamento dei Servizi e sul governo del personale per ufficiali inferiori di tutte le Armi; - corsi istruttori magazzinierj, di contabilità e cucinieri per sottuf-
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ficiali di tutte le Armi; corsi di abilitazione per vari incarichi di specializzazione (disegnatori, dattilografi, plasticisti, stenografi) per sottufficiali e militari di truppa. Sotto la data del l gennaio 1948 la predetta scuola passa alle dirette dipendenze dello SME, assumendo la denominazione di scuola servizi e governo del personale_l 8 Nello stesso anno 1948 (Circ. SME n. 2060/0rd/I in data 28 luglio) viene costituito un centro esperienze e addestramento di commissariato con sede in Maddaloni (Caserta), embrione della futura scuola retto da un colonnello commissario e articolato su un centro addestramento e un centro esperienze, con compiti di addestramento del personale, di studio e di sperimentazioni pratiche. Anche se non c'è un rapporto diretto tra i due istituti che hanno diverse dipendenze, non v'è dubbio che il primo ceppo di istituto di formazione e specializzazione per il commissariato va visto nella predetta scuola servizi e assistenza di Rieti, dove si insegnano a U ., SU. e Tr. principalmente materie tipiche ed esclusive del Servizio e dove si svolgono anche corsi per allievi ufficiali di complemento commissari e di sussistenza. Il primo corso allievi ufficiali di complemento di commissariato del dopoguerra ha inizio a partire dal I ottobre 1948 con I O posti per ufficiali di commissariato (ai quali è richiesta la laurea in scienze economiche e commerciali o in giurisprudenza) e 30 posti per ufficiali di sussistenza (ai quali è richiesto il diploma di scuola media superiore).19 L ' iter per gli ufficiali di complemento del Servizio è il seguente: - 4 mesi di corso presso la scuola AUC di Lecce; - 5 mesi di corso di specializzazione presso il centro di addestramento del Servizio di commissariato di Maddaloni; - 6 mesi di servizio di prima nomina presso direzioni e stabilimenti. Con Circ. n. 61 in data 24 gennaio 1949 20 i corsi per ufficiali commissari e di sussistenza sono ripartiti tra la scuola AUC di Lecce e la scuola servizi e governo del personale di Rieti, con due turni nell'anno in ciascuno dei quali è prevista la formazione di 20 ufficiali commissari ( IO per ciascuna scuola) e di 40 ufficiali di sussistenza (dei quali 30 presso la scuola di Lecce e 10 presso quella di Rieti). La formazione in due turni svo1ti da ambedue gli istituti prosegue anche nell'anno 1950, con la aggiunta dei corsi per ufficiali di complemento di amministrazione (Circ. n. 279 in data 19 agosto 1949). 2 1 Fino al 1949 la forrnazione degli ufficiali in servizio permanente dei due ruoli del Servizio .non avviene né presso l'Accademia di Modena (come nell'anteguerra e nella guerra) né presso il centro di Maddaloni o la scuola servizi. Come per gli ufficiali dei Servizi di sanità e veterinario, nell'immediato dopoguerra anche per gli ufficiali commissari e di susO
O
1~
Circ. SME n. 2790/0rd/l in data 14 dicembre 1947 (AUSSME, Rep. M n, Racc. 820). Circ. n. 367 in data 1O luglio 1948 (G.M. I 948, pp. I 048-1 049). 20 G.M. 1949, pp. 160-161. 21 ivi, pp. 757-760. 19
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sistenza valgono le norme per il reclutamento straorclinario tramite concorso per titoli ed esami, di cui alla citata legge 6 giugno 1940, n.630. Ai sensi dell'Art. 8 della legge i vincitori cli concorso devono frequentare - in sostituzione del corso di perfezionamento - un corso tecnico - professionale che peraltro a giudizio del Ministro può non avere luogo. Per gli ufficiali del ruolo commissari, con il D.P.R. 7 maggio 1949 n. 668 viene modificato 1'Art. 7 del R.D. 9 luglio 1936, n. 1546, elevando il limite di età per l'ammissione ai concorsi per ufficiali in servizio permanente da 25 a 26 anni e modificando l'elenco dei titoli cli laurea richiesti, con l'eliminazione della laurea in scienze politiche e sociali e l'aggiunta delle lauree in scienze agrarie e in scienze coloniali. 22 Per l'abilitazione degli ufficiali commissari alle funzioni di perito controllore negli stabilimenti del Servizio a partire dal biennio 1947-1949 sono ripresi i corsi di merceologia e chimica applicata presso l'Università di Roma (il numero dei partecipanti è comunque ristretto a 4-5 elementi). Alcuni sottufficiali di sussistenza frequentano, a partire dall'anno scolastico 1947-1948, corsi annuali per sottufficiali addetti alla molitura e alla panificazione presso la scuola per l'arte bianca e l'industri a dolciaria cli Torino.23 A partire dall' anno sculaslil:O 1949- I 950 ì corsi cli formazione degli ufficiali commissari e di sussistenza in servizio permanente sono affidali al centro studi ed esperienze di Maddaloni, 24 che per tale ragione sotto la data del 15 aprile cambia la denominazione in scuola e centro di esperienze di commissariato, dove il termine scuola compare per la prima volta (Circ. SME n. 980/0rd./1 io data 7 apri1e 1950). I corsi per gli ufficiali di s ussistenza durano due anni; quelli per gli ufficiali commissari sono ridotti a un anno. Oltre ai predetti corsi, la scuola continua a svolgere corsi per ufficiali di complemento dei due ruoli (ai quali dal I agosto 1950 si aggiungono i corsi per ufficiali di amministrazione) e corsi di specializzazione per sottufficiali e truppa. Con Circ. SME n. 2650 - R/Ord. I in data 31 luglio 1951 la scuola si trasforma in Accademia dei Servizi di commissariato e amministrazione militare sempre con sede in Maddaloni, e oltre agli ufficiali in servizio permanente dei due ruoli del commissariato forma anche gli ufficiali in servizio permanente di amministrazione e gli ufficiali di compleme nto delle tre branche. Subito dopo l'istituzione dell 'Accademia dei Servizi di commissarialo e amministrazione viene sciolta (in data 31 dicembre 1951 ) la scuola servizi e governo del personale di Rieti, che ormai costituisce so]o un doppione. L'i stituzione dell'Accademia in comune per gli ufficiali dei Servizi di commissariato e amministrazione coO
1949. pp. 846 - 847. Si vedano ad esempio, le circolari n. 381 in data IO novembre 1947 (G. M. 1947, p. 10 19); n. 334 in data 8 ottobre 1949 (G.M. 1949, p. 1021); n. 382 in data 10 novcmhre 1947 (G.M. 1947); n. 489 in data 18 ottobre 1948 (G .M. 1948, p. 1954). 24 Circ. n. 206 in data 30 giug no 1949 (G.M. 1949, l'P· 507-508). 22 G . M.
23
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stituisce il primo concreto atto dell'unificazione dei ruoli dei due Servizi, allora allo studio ma poi rimasta allo stato di progetto. Il gettito di ufficiali reclutati attraverso l'accademia di Maddaloni non è sufficiente, e con legge 23 aprile 1952, n. 476 si dà facoltà al Ministero di effettuare un reclutamento straordinario per titoli ed esami di 30 tenenti commissari e 29 sottotenenti di sussistenza in servizio permanente, provenienti dagli ufficiali inferiori di complemento. Il successivo D.M. 5 settembre 1952 indice - richiamandosi alla predetta legge - un reclutamento straordinario per 9 tenenti del ruolo commissari, sempre tra ufficiali inferiori di complemento. Né la legge né il decreto accennano alla frequenza di corsi da parte dei vincitori del concorso. In data 17 marzo 1955 l ' Ispettorato generale dei Servizi di commissariato assume alle dipendenze anche disciplinari l'Accademia di Maddaloni, che per quanto attiene ai servizi territoriali e di Presidio continua a dipendere dal Comando Militare Territoriale di Napoli. A partire dall'anno scolastico 1955-1956 la formazione degli ufficiali in servizio permanente dei Servizi di commissariato e amministrazione è trasferita ali' Accademia di Modena, e a decorrere dal 1° ottobre 1955 l'accademia dei Servizi di commissariato e amministrazione assume la nuova denom.inaziom: di scuola dei Serviz i di commissariato e amministrazione militare (Circ. SME n. 1590 - R/Ord. I in data 19 settembre 1955) e continua a formare gli ufficiali di complemento dei due Servizi e a svofgerc corsi vari di specializzazione: di conseguenza viene soppresso il battaglione allievi e viene costituita una compagnia A UC - AS . I corsi d ' Accademia durano due anni per gli ufficiali di sussistenza e un anno per gli ufficiali commissari. La nuova forma di reclutamento provoca una forte riduzione dei laureati aspiranti al ruolo commissari: di conseguenza, con la legge 18 dicembre 1964, n. 1414 (che abroga il T.U. sul reclutamento degli ufficiali dell'esercito approvato con R.D. 13 marzo 1938, n. 1414) il sistema di reclutamento viene ancora modificato - per i soli ufficiali commissari - con un iter formativo analogo a quello degli ufficiali medici e quindi più favorevole, che prevede l 'attribuzione immediata del grado di tenente ai vincitori dei concorsi per titoli ed esami periodicamente indetti dal Ministero e la successiva frequenza di un corso applicativo di durata non inferiore a 6 mesi presso la scuola di commissariato di Maddaloni e non più l'Accademia di Modena. Ai sensi dell'Art. 11 della legge, gli ufficiali di sussistenza e di amministrazione oltre che attraverso l' Accademia militare possono essere reclutati, col grado di sottotenente, dagli ufficiali di complemento che abbiano superato il concorso per titoli ed esami per essi stabilito, oppure dai marescialli in servizio permanente che vincono il concorso e superano il corso per essi stabilito, nonché dai sergenti maggiori in servizio permanente in possesso di diploma di scuola media superiore, che vincono il concorso per essi stabilito. L'Art. 14 della predetta legge eleva ulteriormente i limiti di età per coloro che concorrono alla nomina a ufficiali commissari (da 26 a 32 anni) e aggiunge al ventaglio delle lauree loro richieste la laun:a in chimica.
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La tabella 2 della legge indica, infine, la durata minima dei corsi allievi ufficiali di complemento (non inferiore a 4 mesi per gli allievi ufficiali del ruolo di sussistenza e di amministrazione; non inferiore a 2 mesi per gli allievi ufficiali del ruolo commissari). L'assetto previsto dalla legge del 1964 rimane in atto fino a tutto il 1981, anno nel quale ha termine la nostra indagine. Va peraltro sottolineato - per gli influssi che può avere sulle prospettive di unificazione o meglio riunificazione dei rispettivi ruoli - che a partire dal 1983 i sottotenenti di sussistenza e di amministrazione che hanno superato i corsi biennali dell'Accademia di Modena frequentano altri 2 anni di corso presso la scuola di applicazione d'Anna di Torino, e completano la loro preparazione con un corso tecnico-applicativo di 6 mesi presso la scuola di commissariato e amministrazione di Maddaloni. Un siffatto iter, che prevede esami validi anche ai fini della laurea in economia e commercio, mira ad avvicinare in misura sostanziale e pressoché completa anche gli ufficiali di sussistenza e amministrazione (come quelli delle Armi) alla laurea, creando così valide premesse per il superamento della diversità cinquantennale dei titoli di studio richiesti nei rispettivi concorsi (laurea per i commissari: scuola media superiore, per gli altri) e quindi per l'unificazione dei ruoli . Dopo l'assunzione, nel l 955, della denominazione di scuola dei servizi di commissariato e amministrazione militare, la scuola di Maddaloni incrementa gradualmente il numero di corsi svolti e di conseguenza la sua fisionomia organica, che diventa più complessa.25 Nel l 973 essa svolge: - corsi superiori per capitani dei due Servizi prossimi all'avanzamento; - corso applicativo per ufficiali commissari nominati tenenti in servizio permanente; - corsi di aggiornamento professionale degli ufficiali di sussistenza e di amministrazione in servizio permanente usciti dall'Accademia di Modena e/o reclutati dagli ufficiali di complemento e dai sottufficiali (ambedue della durata di 4 mesi): - corsi vari di specializzazione per i Quadri U. e SU. delle varie armi (addetti al vettovagliamento presso i corpi e reparti, marescialli pagatori); - corsi allievi ufficiali di complemento dei due Servizi e corsi vari per sottufficiali (comandanti di squadra di sussistenza; contabili; addetti a mansioni di ufficio e alla tenuta della contabilità); - corsi vari per la truppa (di cucinieri per Carabinieri, guardia di fi nanza e di pubblica sicurezza e per reclute di leva da avviare successivamente ai corpi e reparti; di specializzazione negli incarichi di macellaio per reclute delle varie Armi; di frigorista, mugnaio e panettiere per i militari di sussistenza);
25 Cfr. Scuola dei Servizi di Commissariato, La scuola dei Servizi di commissarialo e di amministrazione militare - cenni informativi, Maddaloni, I 973.
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- corsi allievi operai; - studi tecnici e esperimenti sul vitto, e lavorazione - in connessione con l'attività addestrativa e sperimentale - di derrate alimentari per le quali sono necessari particolari condizionamenti. Per lo svolgimento di tali compiti, la scuola dipende: - in linea didattico - addestrativa dal Capo di SME, tramite il Capo e Ispettore del Servizio di commissariato. Per i corsi del personale del Servizio di amministrazione, il Capo di quest'ultimo Servizio definisce i programmi da sottoporre all'approvazione del Capo di SME e impartisce direttive di carattere tecnico - professionale per lo svolgimento dei corsi stessi; - in linea di comando, dal Capo e Ispettore del Servizio di commissarialo; - per le questioni territoriali e presidiane, dal Comando Militare Territoriale di Regione. La scuola, sempre nel 1973, è comandata da un colonnello commissario, con vice comandante un lenente colonnello di amministrazione, e si articola su: - Comando (uffici segreteria, addestramento e studi, amministrazione, Servizi, Presidio e area riservata); - compagnia comando, che con l'ufficio Servizi dipende dal vicecomandante; quattro reparti corsi (I reparto, per i corsi del Servizio commissariato; II, per quelli di amministrazione; III per l'attività sperimentale e di produzione, suddiviso nei settori laboratorio chimico - bromatologico, lavorazione carni e frigorifero, arte bianca e silos, condizionamento viveri speciali, condizionamento cordiale, mezzi mobili campali; IV per la specializzazione dei militari di leva nell'incarico di cuciniere, costituito nello stesso anno 1973). Il 15 giugno 1981 la scuola cambia di nuovo la sua denominazione in scuola militare di commissariato e amministrazione (SMICA) e continua a svolgere corsi attinenti alla formazione dei Quadri di complemento, al completamento della formazione (o alla formazione) dei Quadri in servizio permanente, alla specializzazione di Quadri ufficiali, sottufficiali e truppa. Da notare che nel quadro della pianificazione di emergenza della Regione Militare Meridionale la scuola è interessata alla costituzione all'emergenza di una compagnia mista di commissariato, che interviene anche in caso di calamità naturali e utilizza i mezzi mobili campali enucleati all'occorrenza dal reparto mezzi mobili campali del III battaglione sperimentale. La compagnia dispone di tutti i mezzi mobili campali in dotazione al Servizio, ed è in grado di approntarsi e muovere entro 4 ore dalla ricezione dell'ordine e di entrare in funzione nelle località d ' impiego entro 2 ore dall'arrivo. E' stata impiegata per la prima volta durante le operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dal sisma del 23 novembre 1980, e fino al 15 gennaio 1981 ha assicurato, ogni giorno: - la confezione e distribuzione di 500 razioni per ciascun pasto; - la produzione di 1O quintali di pane, la lavatura di 500 Kg di bian-
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cheria e l'erogazione di 1000 docce. Oltre ai corsi prima indicati, negli anni 80 alcuni ufficiali commissari continuano a frequentare presso l'Università La Sapienza di Roma i corsi biennali in merceologia e chimica applicata, e completano la preparazione acquisita con un corso applicativo sui tessuti e confezioni (5 settimane) e sui cuoiami e calzature (4 settimane) presso la SMICA. Inoltre i Quadri del Servizio frequentano presso Enti civili: - il corso di specializzazione presso la scuola pubblica amministrazione di Caserta, della durata di 3 mesi, al quale partecipano i tenenti commissari alla fine del corso applicativo presso la SMICA; - il corso teorico - pratico sui prodotti alimentari in conserva presso la stazione sperimentale per l'industria delle conserve alimentari di Parma ( 40 giorni), frequentato ogni anno da 8 ufficiali del corpo; - il corso di specializzazione enologica presso l'Istituto Tecnico Agrario di Vittorio Veneto (40 giorni).
7. Cenni sui nuovi mezzi mobili campali e sui materiali
Per "mezzi mobili campali" si intendono materiali o attrezzature semoventi, su mote gommate, montati su rimorchi a traino meccanico oppure trasportabili in colli su automezzi (o su quadrupedi, fino a quando questi sono stati in dotazione alle unità alpine) idonei ad assicurare adeguato sostegno logistico - per tutte le branche di competenza del commissariato - alle unità dcli' esercito in campagna, e inoltre in caso di pubbliche calamità o in esercitazioni. Sono costituiti da: forni mobili, lavanderie mobili, bagno mobili, cucine rotabili , bagni campali autotrasportati, automezzi o containers frigoriferi . Diversamente da quanto avvenuto fino al 1943, dal 1945 fino al 1981 questi materiali (e le formazioni logistiche o unità che li hanno in dotazione) sono interamente motorizzati o montati su automezzo, con la sola parziale eccezione dei reparti alpini. Normalmente sono in dotaz ione ai reggimenti , corpi e reparti delle Armi e dei Servizi le sole cucine da campo, ed eventualmente il bagno campale. I rimanenti materiali sono in dotazione al livello di G.U. (2° grado) e superiore (organi di 3° grado del Servizio) e svolgono le funzioni logistiche già indicate nei precedenti capitoli TX e X. Le riparazioni dei predetti mezzi mobili sono di competenza delle officine del Servizio motorizzazione, al quale compete ciò che in senso lato attiene alla mobilità del materiale (impianto di illuminazione, di rotolamento e frenaggio, e carrozzeria e motore per il materiale se movente). Durante la guerra questo settore, con particolare riguardo ai materiali e attrezzature campali per il vettovagliamento, il vestiario - equipaggiamento e i bagni e lavatura del corredo della truppa, era stato il più carente; nell'immediato dopoguerra rimangono in servizio i materiali italiani e alleati residuati di guerra. Con il D.M. 13 luglio 1949 considerata la necessità di costituire una commissione per l'esame dei progetti presentati
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dai concorrenti a due appalti - concorsi indetti rispettivamente il 20 ottobre e il 21 ottobre 1948, per la progettazione e la realizzazione di impianti razionali mobili, campali per panificazione, per bagni e v.er lavanderie,
viene nominata una commissione presieduta dal capo del Servizio e Ispettore generale maggior generale Pietro Basile e composta di 5 ufficiali superiori, di cui 4 commissari e I del genio. 26 Della commissione non fanno dunque parte né ufficiali di sussistenza (cioè gli ufficiali addetti più propriamente all'impiego tecnico -pratico del materiale al livello di divisione e superiori) né ufficiali del corpo e servizio tecnico automobilistico, che pure sarebbero gli esperti per la mobilità del materiale. A fine 1952 sono stati costruiti i prototipi e sono in corso studi2 7 ed esperienze per il loro perfezionamento e la loro definitiva adozione. In particolare, si sta sperimentando: - la cucina rotabile da campo per 250 conviventi, del peso di 16 quintali, trainabile da ACL o ACM su percorso anche accidentato, costituita essenzialmente da un carrello portante a biga con ruote gommate, un impianto di riscaldamento a nafta con due focolari e dotazioni di pentolame, utensili e accessori vari; - la lavanderia mobile campale, montata su furgone gommato trainabile con ACP, con capacità di lavoro di Kg 50 di biancheria per ora e costituita da: l lavatrice a tamburo girevole, 1 idroestrattore centrifugo, 2 essiccatoi, l caldaia ad alto rendimento a ciclo chiuso con condensatore. L'acqua è fornita da due elettropompe, delle quali una montata sul furgone che permette di attingere acqua entro il raggio di 40-50 me per dislivelli di circa 8 m, e un'altra su carrello mobile, di prestazioni maggiori (fino a 90 m di raggio e fino a dislivelli di 50-60 m); - il bagno mobile campale, capace di fornire una doccia calda a 500 uomini in 8 ore e costituito da due rimorchi pesanti furgonati collegabili tra di loro, dei quali uno adibito a spogliatoio con attrezzature per 24 posti e l'altro con l'impianto doccia (12 soffioni, un generatore,di acqua calda a nafta e un gruppo elettrogeno). L'impianto è completato da numerosi accessori (serbatoio per la nafta, impianto combustione a nafta, 2 elettropompe, impianto illuminazione ecc.). Viene impiegato al livello di formazioni d'Intendenza; - il panificio mobile campale, con capacità di produzione di 45 quintali di pane in 16 ore, costituito da un furgone forno, un furgone laboratorio e un furgone servizi. Il furgone forno comprende un forno a nafta, un locale antifomo, un bruciatore di nafta con impianti per l'utilizzazione del calore per la cottura, un impianto di ventilazione. Il furgone laboratorio comprende le attrezzature accessorie (impastatrice, dividitrìce, formatrice, madie e teglie ecc.). Il furgone servi zi comprende gruppo elettrogeno, banco officina e doccia. In fase di funzio-
G.M. 1949, pp. 292 - 293. Cfr. Commissariato Generale dei Servizi di Commissariato, Servizio di commissariato militare, Roma ottobre J952. 26 27
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namento i furgoni forno e laboratorio sono accoppiati, e sulla loro fronte è montata una tenda per la raccolta del pane sfornato; - l'autofrigorifero pesante, ACP furgonato con capacità di trasporto di 40 quintali di carne, impiegato normalmente negli organi esecutivi al livello di Intendenza/armata, con porta posteriore a due ante e impianto frigorifero a Freon 12 con compressore diesel o elettrico, il cui funzionamento è indipendente da quello del motore; . - l'autofrigorifero leggero, automezzo medio furgonato (ACM 52) dello stesso tipo di quello pesante ma con capacità di trasporto più ridotta (25 quintali di carne), impiegato normalmente al livello di sezione di sussistenza di G.U .. I predetti materiali sono in seguito adottati con modifiche e perfezionamenti che non ne alterano la formula fondamentale. In particolare, una sezione di sussistenza e una sezione vestiario, lavanderia e bagni (con i nuovi autofrigoriferi e le nuove attrezzature per la lavatura della biancheria e i bagni) nel 1957 partecipano ali' esperimento di approntamento (con richiamo del personale dal congedo) della divisione di fanteria "Trieste".2 R La sezione di sussistenza, dotata ormai da tempo di nuovi mezzi e materiali, sperimenta la sua organizzazione e il suo funzionamento alla luce de lla nuova normativa. La sezione vestiario, lavanderia e bagni è invece alla prima uscita negli uomini e nei mezzi. Per ambedue gli organi esecutivi, si sperimentano per la prima volta le nuove Istru zioni per l 'impiego compilate in bozza da apposito g ruppo di lavoro. Mancano, perch6 non ancora disponibili, le nuove attrezzature per la panificazione in campagna. Per esse, tuttavia, sono già stati da tempo definiti e approvati i nuovi modelli e sono in corso di approvvigionamento 20 nuovi complessi mobili campali, dopo studi durati oltre 10 anni. Il modello definitivo di cucina rotabile campale passa da 250 a 200 razioni e viene denominato "da 200 razioni mod. 53" Ad esso si aggiunge la cucina rotabile campale da 125 razioni (mod. 59) con caratteristiche analoghe e dimensioni e prestazioni più rido tte. La cucina da 125 è assegnata ai reparti con forza da 40 a 125 uomini; la cucina da 200, ai reparti di forza superiore ai 125 uomini e non eccedente i 200. Ai r eparti che superano le 200 unità sono assegnate, in base a criteri ben definiti, sia cucine da 200 che da 125. 1 panifici mobili campali sono dati in dotazione alle sezioni paneWeri di G.U. (corpi di armata, divisioni e brigate) e di Intendenza. Il tipo più perfezionato di panfficio mobile campale è il mod. 1961, r eali zzato in due versioni secondo la casa costruttrice (mod. 61/A costruito dalla ditta Antonello e Orlandi e mod. 61/B costruito dalla ditta Bini) ; rimane comunque immutata la distinzione in furgone forno, furgone laboratorio e tenda. Ciascun furgone è del tipo a due assi, con ruote gemellate, del peso di 15 t, trainabile da mezzi pesanti. La potenzialità risulta considerevolmente aumentata rispetto al pro28
C fr. "Bollettino di [nformazioni dei Servizi di commissariato e amministrazione"
n _ 2/1958; " Rivista Militare" n_ 2/1958 e N. Di Cerbo. F ri1:oriferi perii Servit:io della car-
ne congelata, "Rivista Militate" n. 2/ 1956.
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totipo del 1952 (100 Kg di pane/ora). Il furgone forno è provvisto di un impianto riscaldamento con bruciatore a polverizzazione e da un forno a riscaldamento indiretto del tipo ciclotermico (a circolazione forzata), con due piani di cottura sui quali sono diposti i pani da cuocere in apposite padelle rettangolari. La bocca del forno è chiusa da porte munite di vetri temperati. Il furgone laboratorio è dotato di: impianti per la produzione, trasformazione e distribuzione della forza elettromotrice; impianto di illuminazione; impianto idrico; macchinari e attrezzature per la fabbricazione del pane da cuocere (impastatrice, spezzatrice, formatrice, piano di lavoro, camera di lievitazione (per il mod. 61/A) o armadio di lievitazione (per il mod. 61/B). Le lavanderie mobili campali e i bagni mobili campali (ambedue su coppie di furgoni) sono assegnati alle sezioni vestiario, equipaggiamento, lavanderia e bagni costituite a mente della Pub. SME n. 6300 del 1955 (vds. capitolo IX). Per le truppe alpine viene adottata dal 1976 la cucina someggiabile per truppe alpine mod. 1976, idonea a confezionare da 60 a 80 razioni, con funzionamento a gasolio (3 bruciatori) oppure a legna, composta da due colli someggiabili su bardature a basto mod. 63 e per batteria alpina. Per le unità a livello squadra e per le pattuglie alpine con Circ. n. 452 del 13 ottobre 1962 è omologala una piccola cucina campale per 5 persone, del peso di soli gr 700, per la preparazione di vivande calde. E' alimentata a benzina e può essere impiegata anche in piccoli ambienti chiusi senza pericolo di esalazioni di combustibile. E' costituita da scatola metallica, fornello con bruciatore a benzina, supporto a braccia ripiegabili, imbutino in bachelite, contenitore per un litro di benzina. Al livello di corpi, reparti e G.U. viene impiegato anche il bagno campale Ranieri mod. 1951 della società COMEA, autotrasportabile o someggiabile, che pennette di eseguire contemporaneamente - sotto tenda - 14 docce con un tempo utile di 15 minuti, per un totale di 56 persone in un'ora. Funziona normalmente a legna ed è predisposto per il funzionamento a gasolio. E' contenuto in 5 casse del peso complessivo di circa 500 Kg, più 2 casse di legno e 3 colli di tela olona per la tenda, del peso complessivo di 220 Kg .. E' costituito essenzialmente da una caldaia per il riscaldamento dell'acqua con termometro e manometro, un'apparecchiatura per l'alimentazione a gasolio, una motopompa per acqua con pompa a mano sussidiaria, telai, tubi, pedane e panchetti per docce, tenda a due compartimenti (uno per le docce e uno per lo spogliatoio) con relativi arredi (panche, ecc.). Per la sezione sussistenza e la sezione vestiario - lavanderia - bagni, formazioni tipiche del Servizio nel dopoguerra, nel 1962 sono emanate istruzioni che ne precisano nel dettaglio la composizione, i materiali in dotazione e l'impiego tecnico. 29 La sezione sussistenza - ammini-
29 Pub. n.5509 Istruzione per l'impiego della sezione sussistenza - Ed . 1962 e Pub. n. 5528 Istruzione per l'impiego delta sezione vestiario, lavanderia e bagni - Ed. 1962.
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strativamente autonoma - si articola su un Comando, un numero variabile di nuclei di sussistenza al comando di un subalterno e un autodrappello. Il numero dei nuclei è in relazione al tipo di G.U. o di Comando (corpo d' armata, Intendenza e/o delegazioni d'Intendenza) dal quale la sezione dipende, tenendo presente che ogni nucleo è in grado di fornire completo e autonomo sostegno logistico di 2° grado a un complesso di forze al livello di reggimento fanteria. Di conseguenza la sezione sussistenza di una G.U. "ternaria" (cioè su 3 reggimenti di fanteria) si articola su 3 nuclei; quella di una G.U. " binaria" (cioè su 2 reggimenti di fanteria/alpini/carri) su 2 nuclei. La sezione sussistenza ha il compito di distribuire ai corpi e reparti della G.U. i viveri, foraggi e acqua, i tabacchi e i combustibili solidi (quelli liquidi sono di competenza del Servizio motorizzazione) e inoltre di gestire le dotazioni di viveri e foraggi di 2A linea della G.U .. Rispetto alla guerra e all' anteguerra, quindi, ha in più il compito di gestire le riserve di viveri e foraggi di 2A linea, che durante la guerra non erano organicamente previste al livello di G.U. onde "alleggerirla". Oltre che da queste dotazioni, i materiali e mezzi della sezione sono costituiti da: - materiale di reparto di servizio generale e di c ucina; - attrezzature tecnico - funzionali (tende ed arredi; materiali e mezzi per la gestione· e distribuzione); - auto - motomezzi (autofrigoriferi, autocarri medi, autovettura da ricognizione, rimorchi). Nel caso più completo la sezione su ssis tenza schiera i propri nuclei in campagna in modo che ciascun nucleo possa effettuare le distribuzioni contemporaneamente in più punti, articolandosi s u 6 posti di distribuzione (derrate e carne; pane; vino, alcoolici e olio; generi speciali di mensa; foraggi e combustibili; eventualmente anche acqua). La sezione ha in proprio i soli mezzi di trasporto necessari per il trasporto del personale, delle dotazioni di reparto dei vari Servizi e dei materiali di uso generale previsti sia per la vita della sezione s tessa che per la gestione e distribuzione delle derrate ai reparti. I mezzi di trasporto per i prelevamenti di viveri, foraggi e combustibili presso gli organi esecutivi di 3° grado e per il trasporto delle dotazioni di 2A linea sono invece forniti dal Comando di G.U., il quale valuta di volta in volta la possibilità di farvi concorrere anche gli automezzi in carico alla sezione. Per il trasporto della carne sono impiegati gli autofrigoriferi, che - aJtra differenza rispetto alla guerra - sono in carico alla sezione stessa e non più alle unità automobilistiche di corpo d 'armata/armata. I principali materiali del Servizio in dotazione a ciascun nucleo sono: 3 tende per servizi generali (1 per comando, J per distribuzione e 1 per deposito) e 3 copertoni; mezzi per la distribuzione dei liquidi (3 pompe a mano, rispettivamente per travaso alcoolici, olio e vino); mezzi di pesatura (bilancia a cursore e bascula); mezzi per distribuzione derrate ( 1 ceppo da macellaio con una serie attrezzi); m ezzi per la macellazione (che può essere effettuata solo in casi eccezionali e utilizzando possi bilmente macelli già esistenti o locali coperti, in vicinanza di sor-
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genti idriche e di fogne o cana1i per lo smaltimento dei rifiuti). I mezzi di trasporto sono: 3 autofrigoriferi (uno per nucleo); 9 ACM (3 per nucleo); 1 AR e 2 moto. La sezione vestiario, lavanderia e bagni (VLB) ha il compito di assicurare, al livello di G.U. e comunque all'interno della zona delle operazioni, il rifornimento e il recupero degli oggetti di vestiario - equipaggiamento ai corpi e reparti, di effettuare la lavatura e le piccole riparazioni del corredo, di assicurare il funzionamento dei mezzi per il bagno periodico delle truppe. Pertanto, essa a partire dal 1955 realizza un notevole salto di qualità in queste branche così importanti per l'igiene e il benessere del personale, unificandone la gestione in una struttura specifica. Fino alla seconda guerra mondiale, infatti (vds. Voi. Ili e Tomo 1 °, capitoli II e V) la lavatura e il riassetto del corredo avvenivano normalmente negli stabilimenti territoriali, e al livello di G.U. non erano previsti organi specifici per il bagno. In tal modo si aggravava il problema dei trasporti e di fatto - data la necessità di dare la precedenza a trasporti di maggiore importanza - il corredo dismesso dalla truppa molto difficilmente - e in ritardo - poteva essere recuperato e riparato, e anche il rifornimento del vestiario subiva ritardi . Tl nuovo organo, che opera al livello di G .U. elementare e/o di corpo d'armata, rende più tempestivo, sollecito e aderente il rifornimento dei capi di arredo e dei materiali, per il quale in precedenza i corpi facevano capo direttamente all'armata/Intendenza. La sezione, amministrativamente autono ma, è costituita da: - un Comando di sezione; - un reparto vestiario - equipaggiamento (" V" ), che seleziona, assortisce e ripara la biancheria lavata, effettua il rifornimento degli oggetti di vestiario ed equipaggiamento ai corpi e gestisce le dotazioni di materiali di vestiario - equipaggiamento di 2" linea, costituite da limitata quantità di biancheria di ricambio (dell'ordine di 500 maglie, 500 paia di calze ecc. per nucleo) e di oggetti di vestiario - equipaggiamento individuale (dell' ordine di 100 divise di panno, 100 gavette, 100 stivaletti ecc. per nucleo); - un reparto lavanderia ("L" ) , che effettua la lavatura della biancheria dismessa dalle truppe affluite ai bagni; - un reparto bagni ("B"), che effettua il bagno e il cambio della biancheria; - un autodrappello. Normalmente la sezione opera articolata in nuclei. Per nucleo si intende l'insieme di un autobagno, capace della prestazione media oraria di 90 docce, e di una lavanderia, capace di una prestazione di 50 Kg/ora, pari a circa 50 mute di biancheria. Nel 1962 - e fino al 1975 le sezioni sono di due tipi: tipo A (su 3 nuclei, per le truppe dislocate nella zona dei Servizi d'Intendenza e non inquadrate in G .U., per i corpi d ' armata e per le divisioni di fanteria) e tipo B (su due nuclei, per le divisioni corazzate e brigate alpine, cioè per le G.U. ancora " binarie"). l principali materiali in dotazione sono:
XVI - Servizi di commissariato
473
- per il reparto vestiario - equipaggiamento: I macchina da cucire a pedale, 1 collo riparazione da sarto, 1 tenda comando, 2 tende per servizi generali in campagna; - per il reparto lavanderia: 2 rimorchi lavanderia (per la sezione su 2 nuclei) oppure 3 (per la sezione su 3 nuclei); 2-3 tende per servizi generali in campagna; 1 tenda comando; 2-3 copertoni; mq 4 7 -70 di graticci; detersivi (saponina, sapone, soda); - per il reparto bagni: 2-3 rimorchi docce, 2-3 rimorchi spogliatoi, 1 tenda per servizi generali in campagna, sapone in pezzi da gr 20. L' autodrappello dispone di 1 AR, 2 ACM e 9 ACP (6 per la sezione a 2 nuclei), con i quali provvede al trasporto del personale e dei materiali dell'intera sezione e delle dotazioni di 2A linea. Il personale e i principali materiali previsti ai livelli di divisione e reggimento intorno alla metà degli anni '50 sono indicati nel DOCUMENTO 35.
8. Vettovagliamento
30
a. Personale preposto e modalità di gestione A prescindere dalla quantità e qualità - spesso insufficienti - dei generi disponibili, l'organizzazione del servizio e la cura della confezione del rancio durante la guerra avevano lasciato molto a desiderare, e dopo il 1945 è unanimemente avvertita la necessità di un netto miglioramento di questo settore vitale per il benessere del soldato. Tuttavia fino al 1963 rimangono sostanzialmente invariati i criteri organizzativi, gli organi direttivi ed esecutivi nell' ambito dei corpi e reparti, le norme contabili già in vigore nella guerra e nell'anteguerra (vds. Vol. III, capitolo VII e Tomo 1 °, capitolo V). La nuova pubblicazione n. 5099 Istru zione sul vitto militare - Ed. 1954 (che sostituisce l'analoga Istruzione del 1941) e la Pub. n. 2938 Norme per la vita e il servizio interno di caserma - Ed. 1946 (para. 100 - 112) prevedono gli stessi organi fondamentali del 1941 (commissione rancio del corpo, che dura in carica tre mesi; ufficiale di vettovagliamento, dispensato solo da servizi e istruzioni di secondaria importanza; ufficiale o maresciallo ai viveri, comandato giornalmente con funzioni di controllo; sottufficiale di vettovagliamento, che rimane in carica per un periodo massimo di un anno ed è ad incarico esclusivo; caporali di cucina - uno per battaglione - e soldati rancieri - 2 ogni 100 uomini - comandati a turno tra coloro che hanno speciali attitudini e/o han-
°
3 Cfr. anche Comando del Corpo di Commissariato dell ' Esercito,/ Organizzazione ... (Cit.) pp. 91-107; Comando del Corpo di AlllIIlÌnistrazione dell ' Esercito, Lineamenti amministrativi per il comandante di battaglione - 50 chiavi d 'acc esso, Roma 1990, pp. 102- 108 e 345-353.
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
no frequentato apposito corso al livello di Comandi Militari Territoriali). Una riforma di rilievo avviene invece per il vettovagliamento dei Quadri con il D.P.R. 11 settembre 1950, n. 807, che sopprime le razioni viveri (in natura, in contanti o a sistema misto, comprensive di tabacchi, fiammiferi e sapone) delle quali fruiscono individualmente in dipendenza di disposizioni comunque emanate - gli U. e SU. delle tre forze armate e gli appartenenti ai Corpi armati dello Stato. Contemporaneamente il decreto istituisce le mense obbligatorie di servizio, con corresponsione del controvalore delle razioni viveri, «nel periodo in cui l'Esercito compie grandi manovre, manovre di campagna, di cavalleria e istruzioni». La distribuzione del pane e delle vivande alla truppa avviene ancora per compagnia e nel numero di razioni dimostrato dal rapportino di compagnia, il che impone onerose suddivisioni. L'unica differenza rispetto al passato è che tutti i reparti in sede dispongono di un refettorio per.la consumazione dei pasti e che tale consumazione avviene in piatti e bicchieri anziché nelle gavette e gavettini (usate solo nelle esercitazioni esterne). Le scritture contabili richieste a fronte dello scarso personale addetto (il SU. al vettovagliamento dovrebhe fare tutto: gestire il magazzino e la relativa contabilità, controllare la confezione e la pulizia dei locali ecc.) sono troppo numerose e complicate, e il loro obiettivo - peraltro non sempre raggiunto - non è l'efficienza del servizio ma la necessità di evitare abusi e irregolarità: Prima del 1963, la documentazione contabile dell'impiego delle derrate presso i Corpi più che un complesso organico, ispirato ad un valido principio informatore, era una congerie di scritture istituite in momenti di versi c he registravano i fatti di cucina isola tamente e con fiscalismo, nella diffusa convinzione c he una rigida dimostrazione dell'impiego delle singole spettanze, in natura od in contanti (miglioramento rancio. giornata libera, quota frutta e verdura, giornata di magro ... ), fosse, non solo garanzia di sana amministrazione, ma il mezzo sicuro per imbrigliare il settore, evitare distrazioni ed assicurare un rancio "ottimo ed abbondante" (documenti in annesso I ) . In realtà: - il livello qualitativo del vitto era inadeguato e notevolmente inferiore per qualità a quello dei nostri giorni, anche se i generi a disposizione erano p ressoché identici, nel loro apporto nutrizionale, a quelli attuali; - buona p arte delle derrate, a causa della rigidità delle norme per l'impiego delle razioni, non ricevendo una preparazione culinaria accurata e ben diversificala, finivano nei rifiuti rancio; - le circolari sul vellovagliamento, che si diceva sapessero cli "legge e di scrivania", venivano talvolta osservate solo formalmente; - le scritture contabili, data la loro mole, spesso erano completate nei giorni successivi alle operazioni di cucina cui si riferivano, con intuibili episodi di poca linearità negli acquisti e nell'utilizzazione dei generi. 3 1
3 l E. Doni,/ procedimenti di rilevazione e controllo relativi a/l'impiego dei viveri presso i reparti, "Bollettino di Informazioni del Servizio di Commissariato e Amministrazione" anno 1986, p. 66.
XVI - Servizi di commissariato
475
Per questo complesso di ragioni, la qualità del servizio fino agli anni ' 60 rimane non sempre adeguata alle esigenze e alla diffusione del benessere in ambito nazionale. Nell'anno 1963 avviene un'autentica svolta32 con tre provvedimenti fondamentali: - abbandono del sistema di distribuzione anteguerra per compagnia e inizio dell'adozione della "tavola calda" (vassoi unificati, banco di distribuzione unico, nuova serie di mobili per refettorio ecc.); - introduzione del principio dell'elasticità della razione viveri, che tende ad evitare gli sprechi e ad aderire meglio ai desideri e gusti del soldato (Circ. n. 2520/SC/2 in data 3 maggio 1963 della direzione generale servizi di commissariato e amministrativi); - miglioramento quantitativo e qualitativo dei Quadri e del personale di truppa addetto (Circ. SME n. 1700/154 in data 15 luglio 1963).33 In particolare la predetta circolare del luglio 1963 prevede che: - l'ufficiale al vettovagliamento svolga anche l' incarico di ufficiale ai viveri. Quest'ultima figura viene pertanto abolita; - alle dipendenze dell'ufficiale al vettovagliamento operano due SU. e non più uno solo (SU. ai viveri per il prelevamento, la conservazione, la distrihuzione e la tenuta della contahilità dei generi alimentari; SU. al vettovagliamento, per la confezione del vitto e la disciplina del personale di cucina); - l'ufficiale al vettovagliamento e il SU. ai viveri devono rimanere nell'incarico almeno 12 mesi (in precedenza, questo limite per l'ufficiale al vettovagliamento non era indicato). Il SU. al vettovagliamento deve ricoprire l'incarico stabilmente (e non più per il periodo massimo di un anno); - nei CAR e in talune scuole dove si verificano le massime concentrazioni di militari, l'incarico di ufficiale al vettovagliamento è attribuito a un ufficiale del Servizio di commissariato, responsabile anche delle attività inerenti al casermaggio, al vestiario, all'equipaggiamento e ai combustibili; - presso la scuola di commissariato e amminis trazione sono istitui ti p er ciascun contingente di leva corsi per 100 cucinieri (della durata di 10 settimane) e tre corsi per sottufficiali al vettovagliamento all'anno, della durata di 50 giorni, frequentati da 50 marescialli ordinari ciascuno. La circolare sente anche il bisogno di prescrivere (para. 4) che i comandanti responsabili svolgano assidua e costante attività organizzativa e di controllo affinché il servizio viveri assicuri coslanlemenle al soldato un' alimentazione sana, abbondante e gradita. Sia c urata, in particolare, la piena fun zionalità de lle commissioni ran-
32 ivi. Cfr. inoltre M. Paci, Evoluzione de,:li approvvigionamenti dei ,:eneri di vettovagliamento con le quote del miglioramento vitto e dei riporti in economia, " Bollettino d ' Infonnaz ioni del Servizio di Commissariato e Amministrazione" anno 1985. 33 AUSSME, Rep. M/7, Racc. 853.
476
La logistica dell'esercito - Voi. IV
cio [ .... ] al fine di assecondare, nei limiti del possibile, i desideri dei militari di truppa per quanto riguarda confezione e varietà del vitto.
Sempre nel 1963, con la Circ. n. 2360/SC/2 in data 23 aprile la direzione generale dei servizi di commissariato e amministrativi dispone, a titolo di esperimento, l'impiego di "capi cuochi civili" presso le cucine truppa di alcuni Enti (scuole e CAR). Al pari degli altri servizi svolti da capi operai, il servizio è assicurato mediante gara a trattativa privata, con corresponsione di un compenso fisso di f:. 100.000, più una quota fissa per ogni convivente. Prima dell'aggiudicazione i concorrenti frequentano presso la SCAM di Maddaloni un corso pratico di 4 settimane, al termine del quale i concorrenti sono sottoposti alla "prova d'arte". Considerata la perdurante assenza della nuova figura nei corpi, non risulta che l'esperimento abbia avuto esito favorevole e/o abbia comportato un provvedimento definitivo. Queste disposizioni segnano senza dubbio un netto miglioramento nell'organizzazione della branca, e si preoccupano della funzionalità più che di far ruotare il personale. Tuttavia da una parte esse non coinvolgono i livelli superiori a quello di corpo/reparto (tenendo presente che la maggior parte dei corpi e reparti stessi sono inquadrati in una G.U.) e dall'altra non affrontano appieno le riforme di dettaglio collaterali (contabilità, esenzioni da altre attività di reparto dei vari organi, ecc.) che si rendono necessarie. Per quanto riguarda la parte amministrativa e contabile, sono impartite disposizioni che rendono possibile l'applicazione del nuovo principio dell'elasticità della razione (riporti in economia, generi complementari presso i magazzini di commissariato, prelevamenti presso i magazzini non più a razioni viveri intere ma a quantità necessaria, in modo da livellare i generi economizzabili esistenti nel magazzino di corpo/reparto). Le nuove norme contabili eliminano solo una parte dei vecchi inconvenienti e non sono ancora inserite in un contesto organico. Non raggiungono, perciò, l'obiettivo storico della massima semplificazione delle scritture contabili e del decentramento delle responsabilità amministrative, tanto più che l'ufficiale al vettovagliamento non è ancora ad incarico esclusivo. Secondo la Circ. n. 158 in data 25 marzo 1963 della DG S CA, che invia a tutti gli Enti, corpi e reparti "uno schema di atto dispositivo n. 1 compilato dal comandante, da valere di larga massima", le attribuzioni di ufficiale al vettovagliamento sono svolte dall'ufficiale ai rifornimenti, al quale competono tra l'altro, anche le funzioni di ufficiale al vestiario. Un ulteriore passo in avanti avviene nel 1975, con la fondamentale Circ. SME - TV reparto n. 100/182 in data 1° marzo Servizio vettovagliamento presso i corpi (ancora in vigore nel 198 1), con la quale lo SME intende procedere ad una completa riorgani zzazione del vettovagliamento presso i corpi, con i seguenti obiettivi specifici: - elevare l'efficienza globale del settore, responsabilizzando maggiormente. sino a
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livello confezione e distribuzione delle vivande, gli organi del Servizio di commissaria to particolarmente competenti in materia; - realizzare, in campo organizzativo, una più ampia uniformità qualitativa a livello "ottimale" e la massima standardizzazione, alla luce dei sistemi e metodi più moderni; - snellire e semplificare la specifica normativa contabile.
Le nuove norme - aggiunge la circolare - sono frutto della collaborazione tra Ispettorato logistico dell'esercito e ufficio del Capo e Ispettore del Servizio di commissariato (passato alle dipendenze del Capo di SME a partire dal 1965). Esse non mutano la fisionomia tipica dei vari organi fino a quel momento interessati al vettovagliamento, a cominciare dal comandante di corpo o di distaccamento: risultano tuttavia sensibilmente diverse le attribuzioni di ciascun livello e i rapporti funzionali tra di loro. In particolare: - il Capo Servizio di commissariato della G.U. (oppure l'organo di commissariato competente per territorio, per le unità alle dirette dipendenze dei Comandi Territoriali) è responsabile della organizzazione e funzionamento del servizio nell'ambito della G.U . (o degli enti alle dirette dipendenze del CMTR). Indirizza e controlla la confezione e distribuzione del vitto, la gestione contabile e la manutenzione ordinaria delle attrezzature e infrastrutture specifiche e formula proposte per · il loro potenziamento; - l' ufficiale al vettovagliamento, il sottufficiale ai viveri e il sottufficiale della mensa ordinaria per graduati e militari di truppa (nuova denominazione del SU. al vettovagliamento) costituiscono il "nucleo operativo terminale" del Servizio di commissariato presso i corpi; - il comandante di corpo o di distaccamento, oltre a svolgere azione propulsiva e di controllo, mantiene "stretti contatti di collaborazione" con il Capo Servizio di commissariato della G.U. o del CMTR; - la tradizionale "commissione rancio" (da non confondere con il "nucleo controllo cucine") è abolita, ferme restando le importanti attribuzioni dell' ufficiale medico del corpo - che era membro della commissione - in merito al controllo de ll'igiene dei locali e del personale di cucina e alla buona conservazione e qualità delle vivande. Tali attribuzioni devono intendersi confermate e anzi estese;34 - diversamente dal passato e dalle stesse norme del 1963, i Quadri e la truppa addetti alla cucina (ai quali si aggiungono i cuochi, i macellai e i refettoristi non esplicitamente previsti dalle norme precedenti) ad eccezione dei refettoristi hanno incarico esclusivo, devono permanere il più a lungo possibile nell'incarico, sono esentati da tutti i servizi e devono essere in possesso di precedenti di mestiere o particolari attitudini, e/o aver frequentato apposito corso presso la SCAM; l'ufficiale al vettovagliamento del corpo e i due sottufficiali che lo coadiuvano sono destinati al loro incarico non dal comandante di corpo, ma dalla direzio-
34
Scuola di Sanità Militare, Manuale ... (Cit.) pp. 57-58.
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La Logistica dell'esercito - Voi. IV
ne di commissariato del CMTR, sulla base di un piano d'impiego approntato dal Capo e ispettore del Servizio di commissariato; - l'ufficiale al vettovagliamento è organo direttivo del Servizio di commissariato nel corpo e viene tratto da ufficiali di sussistenza in SPE oppure d'Arma, del RUS o di complemento trattenuti. Non fa più capo al presidente della commissione rancio ma ha un duplice canale di dipendenze: per l'impiego del Capo Ufficio Servizi del reggimento ( o direttamente dal comandante, nei distaccamenti) e sotto il profilo tecnico-funzionale dall'organo del Servizio di commissariato immediatamente superiore. Risultano ampliate le sue attribuzioni e responsabilità in merito a controllo e collaudo degli acquistj e controllo dei locali, del personale, della contabilità e della confezione in accordo anche con i desideri della Truppa; - il sottufficiale ai viveri e il sottufficiale alla mensa sono al momento tratti da sottufficiali in servizio permanente "particolarmente esperti nel settore", ma ne è prevista la graduale sostituzione con sottufficiali provenienti dag1i allievi sottufficiali specializzati per la confezione rancio o per la contabilità presso la SCAM; - il controllo delle derrate acquistate dal libero commercio è assicurato da una commissione nominata a l livello di corpo e composta dall'ufficiale al vettovagliamento, da un ufficiale mc<li<.:o o veterinario e dal sottufficiale ai viveri o della mensa; - circa le modalità di distribuzione, è intendimento dello SME trasformare grad ualmente l'organizzazione già in atto, del tipo "tavola calda", in quella ancor più funzionale del tipo "self service", allo scopo di: contrarre i tempi di distribuzione, evitando il raffreddamento dei cibi; consentire al personale di prelevare al banco di distribuzione solo ciò che gradisce e consuma; realizzare un'economia di personale di servizio ai refettori. La circolare preannuncia l' introduzione di nuove norme contabili di più facile tenuta e di più agevole controllo, che sono diramate con la Pub. ILE - NL - 8620 - 0001 - 13 - OOBOl di ISPEL Servizio di commissariato - ufficio materiali, Servizio vettovagliamento presso i corpi (base marzo 1975). La nuova pubblicazione regolamenta in forma organica e definitiva i riflessi contabili dell'elasticità della razione giornaliera del soldato, ma il nuovo sistema è ancora ritenuto, alla prova dei fatti, troppo gravoso e complesso e tale da non rispecchiare le concrete esigenze di semplicità e aderenza alla realtà. ln particolare il Quaderno mensile della mensa, documento cardine di detta contabilità, con i suoi numerosi prospelli si è dimostralo insufficientemente snello ai fini di una gestione dinamica. Tant'è che i responsabili più avveduti del vettovagliamento tenevano una contabilità "a valore" ufficiosa, quale integrazione indispensabile delle scriuure contabili prescriue. Tale stato di cose creava presso le mense un complesso di scritture estremamente gravoso per il suo aggiornamento giornaliero ed era spesso considerato un lavoro burocratico dovuto, più c he lo strumento di una buona gestione. 35
35
E. Doni, Art. cit..
XVI - Servizi di commissariato
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11 sistema introdotto nel 1975 privilegia l'aderenza del servizio ai gusti e alle preferenze del soldato al prezzo di un' autonomia senza precedenti del livello di corpo. Infatti è soprattutto a questo livello che ora viene esercitato il potere contrattuale, in precedenza riservato alle direzioni di commissariato territoriali (tranne le cose di poco conto). Le nuove norme danno infatti all'ufficiale al vettovagliamento la concreta possibilità di procedere ad acquisti diretti ad economia dal libero commercio, per quantitativi anche consistenti di derrate. L ' entrata in vigore del R.A.U. 1976 crea difficoltà di rilievo per questa impostazione, che è d 'altro canto ritenuta l'unica possibile all 'atto pratico. I termini del·problema possono essere così riassunti : tali a cquis ti, avvengono nel modo seguente: sulla base delle indicazioni fornite dall' an damento dei consumi e dall'indice di gradimento de i corrunensali, vengono effettuate periodic he ricerche di mercato, raggruppando i generi che inte ressano per categorie me r ceologiche. Di tali ricerche una specifica commissione redige un verbale con l'indicazione delle varie offerte (che per le ditte offerenti costituiscono impeg no unilaterale) e lo sottopone all'approvazione del Comandante. Su tale base, l'uffic iale a l Vettovagliamento procede, quindi, ad effettuare direuarnente gli acquisti presso le dine risultate migliori offerenti. E' il caso di accennare che al pagamento, su presentazione di fatture regolarizzate con una particolare procedura indicata nella citata circolare 1LE 8620, provvede il <.:enlru ammi nistrativo del Corpo o Reparto. Tale procedura è stata ritenuta l' unica possibile in funzione della: - natura dei beni da acquistare, normalmente di limitata conservabilità e per i quali le caratteristiche di freschezza costituiscono requisito essenzia le di qualità e gradimento ; - difficoltà e/o impossibilità di prevedere l'entità dei consunti dei beni stessi, soggetti al gusto e al g radime nto di una massa di commensali continuamente mutevole e di provenienze diverse; - necessità di assicurare in modo ottimale un serviz io caratterizzato da un particolare indice di influenza psicologica su tutte le altre s ituazioni e condizioni di vita di caserma; - flessibilità del servi:l:io che deve essere sempre pronto ad adattarsi a lle più diver se situazioni operative e logistiche. Il sistema è, però, in p ericolo. La disciplina amministrativa de finita dal nuovo regolame nto interfo rze che prevede, per quanto attiene all'autoriz=ione, all 'approvazione ed esecu z ione de lle spese di approvvig iona mento in senso lato, una serie di specifici vincoli procedurali e precisi linùti insuperabili di spesa, sembra m ettere in dubbio la possibilità di una necessaria autonomia d ell' ufficiale al vettovagliame nto, seppure sotto controllo. S i corre in qualche modo ai ripari con una serie di disposizioni , opportune anche per a rmoni zzare il RAU alla preesistente disciplina tutto ra valida (Circ .. n . 1300/223.522 del 10. 4. 1978; di SME TV Reparto.36
Per inci so, il siste ma viene modificato - dopo lunghi e approfonditi studi - con Circ. SME - IV Rep. ISPEL n. 7078/223.814 in data 22 dicembre 1986.
36
M . Pac i, Art. cit., pp. 78-79.
480
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b. Evoluzione della razione viveri del soldato
37
L'evoluzione della razione viveri ordinaria nel dopoguerra, a partire dal 1944, è riportata nel prospetto di pagina seguente. Dall'esame dei dati dello specchio si può notare, rispetto all'anteguerra (Voi. III, capitolo VII) e naturalmente rispetto alla guerra (vds. precedente capitolo V) un contenuto aumento di calorie, che raggiungono il massimo nella razione del 1956 (3576). Il salto di qualità avviene soprattutto nella varietà e gradevolezza dei generi, alla quale si contrappone la tendenza a diminuire il pane, componente fondamentale della razione "povera". A partire dal 1944, infatti, entrano nella normale composizione della razione: frutta fresca o secca, verdura fresca o legumi secchi, sigarette e fiammiferi, formaggio da tavola e la razione di vino (giornaliera e non più saltuariamente distribuita). Aumentano le razioni di caffè e zucchero, e a partire dal 1956 si nota un ulteriore miglioramento della qualità e varietà con l'introduzione di pesce in conserva (in genere tonno). A partire dal 1973 diminuisce la verdura fresca e aumenta la frutta, mentre la carne (sempre con osso) nello stesso anno supera il limite tradizionale dei 200 gr per attestarsi sui 230 gr. Nell'ultima razione presa in esame, quella del 1981, il pane raggiunge il minimo storico (400 gr) mentre la tendenza alla varietà e qualità della razione è testimoniata dall'incremento - superiore alla svalutazione - della quota miglioramento rancio, dalla carne senza osso ( 160 gr in tagli anatomici), dall'introduzione dei pelati di pomodoro previa diminuzione della tradizionale conserva di pomodoro, e dalla prevista distribuzione di 20 centilitri di latte in parziale sostituzione del tradizionale caffè (che, nel dopoguerra, diventa finalmente di prevista distribuzione giornaliera e non periodica). Come sempre, sono previste integrazioni vitto e/o generi di conforto per il personale che si trova in particolari condizioni . .I degenti negli oseedali militari seguono un'apposita dieta (che può essere ordinaria, speciale o liquida). La razione viveri varia - come in passato - a seconda delle condizioni d'impiego del personale, e quando in guerra non è possibile la confezione del rancio caldo viene distribuito un nuovo tipo di razione, detto da combattimento. I tipi di razioni viveri sono perciò 4: ordinaria, da viaggio, di riserva (distribuita in occasione di esercitazioni quando non è possibile distribuire la razione ordinaria) e da combattimento. Quest'ultima può essere distribuita - in pace - solo su specifica autorizzazione dello SME, in occasione di particolari condizioni d'impiego delle truppe in cui non sia possibile la confezione del rancio caldo, quando non sia ritenuta opportuna la distribuzione dei viveri di ri -
37 A. Terrone, Appunti per una storia del rancio e dell'alimentazione militare, in "Memorie storiche militari" 1981, Roma, SME Uf. Storico 1982; E. Perrelli - E. Doni,Art. c it.; Comando del Corpo di Commissariato dell ' Esercito, T.a ra zinnP. dP.l .Mldatn - storia ed evoluzione dell'assistenza alimentare alle /ruppe, Roma 1990.
EVOLUZIONE DELLA RAZIONE VIVERI ORDINARIA DAL 1944 AL 1981
~o oane carne
><
1944
1946
1954
1956
1969
1973
1981
NOTE
500 (1) 84
417 (4) (3) 147
500 (3) 200
420 (4) (3) 140
420 (3) 200
420 (3) 230
400 (5) 160
/ 1) carne in scatola USA (2) 3800 calore con integrazione vitto
~
pasta riso formaggio (tavola e raspa) legumi secchi e/o verdura disidratata verdura fresca frutta fresca frutta secca olio o 2rassi conserva pomodoro caffè latte zucchero sale oesce conservato vino e alcool di vino sigarette fiammiferi quota miglioramento rancio (Lire) valore calorico
:'.S
84 28
(4) 150 28 (4) 40
E: ~ t)
230
(3) con osso (4) valori medi uiornalieri
i5·
38
38
(5) senza osso, in tagli anatomici
;;·
60 350 250 15 30
60 300 300 30
60 300 300
16) di cui 50 <Tr di oelati
13 12
15 12
15 12
-
-
-
230
200 30
41
35
40 350 250 40
40 350 250 40
13 12
-
200 25
260 25
30
14 14
60 350 250 15 20 (4) 15 14
-
-
28
miglioramento rancio per i reparti combattenti
~
e
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)
...l:l
cS'
84 224 112 14 28
/7) centilitri
-
40 (6) 56 4 (7)
28 24
28 20
20 25
545 7 7 (2) 15 (2) 3118
545 ? ?
545 7 7
15 3189
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-
11
100
500
? ?
7 7
1/2 litro 7 7
25
25
50
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220
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25 25
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20 20 20 15 1/2 litro
20 25 21 545
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serva, oppure quando sia ritenuta necessaria la rotazione delle razioni (che sono accantonate come scorta per il tempo di guerra o in periodi di emergenza). Ad esempio, nel 1973 la razione da viaggio comprende 500 gr di pane (sostituibili con gallette), 220 gr di carne in scatola, 100 gr di formaggio da tavola (dei quali 50 gr sostituibili con 100 gr mortadella), 50 gr di confettura di frutta, 50 gr di cioccolato puro, 50 centilitri di vino e 300 gr di frutta fresca (al posto del vino c della frutta fresca può essere corrisposto un controvalore). La razione viveri di riserva prevede gr 220 di carne in scatola, gr 400 galletta, gr 28 zucchero, gr 14 caffè, gr 100 confettura di frutta, gr 50 cioccolato puro, centilitri 3 cordiale (non sempre), centilitri 50 di vino. La composizione della razione viveri da combattimento è soggetta a diverse varianti; nel 1952 essa ha un valore calorico di 3900 calorie ed è costituita da generi pronti all'uso racchiusi in tre sacchetti di carta paraffinata, corrispondenti ai tre pasti della giornata, a loro volta acchiusi in una scatola di cartone corredala da scaldarancio.38 La composizione dei pasti è la seguente: PRIMO PASTO: galletta biscotto dolce cioccolato alla cola vitaminizzato con vit. B 1, B2, C caffè solubile zucchero compresse destrosio con aggiunta di vitamina e sigarette fiammiferi (scatola)
gr gr
50 50
gr gr gr
50 8 16
gr n. n.
12 10 1
SECONDO PASTO: gallelta carne marmellata caffè solubile z ucchero caramelle apriscatola
gr 200 gr 200 gr 100 gr 8 gr 16 gr 25 n.
TERZO PASTO: galletta biscotto dolce
gr 150 gr 50
38 Cfr. Ispettorato Generale de i Servizi rli r.ommissariato. Servizio di commissariato (Cit.).
483
XVI - Servizi di commissariato
estratto carne formaggio cacao solubile
gr 10 gr 100 gr 30
Nel 1973 invece è la seguente:39
Spettanze giornaliere
Generi (a)
Minestra scatola Carne bovina in scatola (b) Carne s uina in pezzi in scatola Galletta o biscotto comune Biscotti dolci Confettura di frutta Cioccolato vitaminizzato Preparato dissetante vitaminico fri zzante (I bustina) Caffè solubile Latte condensato zuccherato Zucchero a quadretti Cacao zuccherato solubile Vino Cordiale Sigarette "Nazionali" Fiammiferi (bustine)
400 220 100 260 gr 100 gr 100 gr 50 gr gr gr gr
gr IO gr 16 gr 175 gr 40 gr 30 cl. 50 gr 3 Il. 10 Il.
1
NOTE (a) E' inte1,'Tala dai seguenti accessori: - Combustibile scaJdaranc io - Fornello scaldarancio - Buste di polietilene - Apriscatole - Scatole di cartone pressato - Carta igienica (fogli)
gr n. n. n. n. n.
72
I 3 1
I 10
(b) Pari a 2 scatolelle da gr 110 cadauna
A partire dal 1963 la già accennala introduzione del principio dell'elasticità della razione viveri comporta crescenti possibilità di variare la razione giornaliera effettivamente disponibile. Nel 1973, ad esempio, le sostituzioni previste sono le seguenti:
39
Cfr. Circ. MD - Direzione generale di Commissariato n . 07nOOO- Ed. 1973, p. 37.
La logistica dell'esercito - Voi. IV
484
Generi
Spettanze giornaliere
Sostituzioni ammesse
Pane
gr 420
(vedi N.B. in calce alla tabella) gr 140 con gr I 00 di galletta
Pasta
gr 200
con riso, a parità di peso, fino all'intera spettanza
Riso
gr 30
con pa<;ta, a parità di peso, fino all'intera spettanza
Carne di bue fre sca o congel. coi osso
gr 230
(vedi N_B. in calce alla tabella) gr 230 con: - mezza scatoletta di carne; - gr 10 di doppio concentrato di pomodoro; - gr 5 di sale
Formaggio da tavola
gr 30
gr 30 con gr 60 di mortadella, una volta la settimana
Olio di oliva
gr 30
gr 10 giornalieri con gr 20 di olio di arachide
Verdura fresca
gr 300
gr 100 giornalieri con gr 75 di frutta fres ca, oppure quantitativi minori purché venga rispettato il rapporto in peso di 4 a 3 oppure: con patate, a parità di peso, fino all'intera spettanza
Frutta fresca
gr 300
gr 300 con gr I 00 di confettura di frutta
Caffè tostato Zucchero sem.
gr 12 gr 25
gr 12 gr 25 con: - latte condensato zuccherato - caffè tostalo gr 4 oppure: - latte condensato zuccherato - cacao gr 8 - zucchero semolatogr 5
l
gr 40 gr 40
N.B. Le sostituzioni del pane e della carne di bue hanno carattere obbligatorio e sono effettuate per disposizione dei competenti organi locali di Commissariato soltanto per la rotazione delle scorte. Altre sostituzioni obbligatorie possono essere disposte dal Ministero - Direzione Generale di Commissariato - sentito il parere dell'Ispettorato logistico dell'Esercito per aumentare la varietà del vitto, o per contingenti situazioni di mercato. 40
40
ivi, p. 26.
XVI - Servizi di commissariato
485
Oltre ai provvedimenti prima descritti per migliorare l'organizzazione del Servizio, non vanno trascurati i grandi miglioramenti negli impianti fissi di cucina delle caserme nelle attrezzature per la confezione e distribuzione del rancio e negli arredi dei refettori, che nel 1945 - 1950 spesso erano ancora quelli della prima guerra mondiale e/o dell'inizio del secolo.41 Per i refettori la Pub. SME n. 5315 Dotazioni di materiali del Servizio ordinario di pace - Servizio di commissariato - Ed. 1958 prevede bicchieri, gamelle e piatti in alluminio in numero equivalente alla forza di ciascun Comando, reparto od organo dei Servizi, più il 25% di riserva. Già negli anni 60 sono usati per la consumazione del rancio in caserma normali piatti in ceramica. Per quanto riguarda la confezione del rancio caldo in campagna si è visto che nel 1953, in occasione della Esigenza T, la situazione non è ancora .soddisfacente e i reparti dispongono della solita attrezzatura a legna già dimostratasi inadeguata nel corso della guerra (casse di cottura o cucina mobile da campo someggiabile a legna mod. 1935 e marmitte). L'Istruzione sul servizio del vitto militare del 1954 fa riferimento alla citata introduzione della cucina rotabile campale da 250 razioni, con relativa attrezzatura e funzionamento normale a nafta (eventualmente anche a carbone o legna, previa sostituzione dei bruciatori con griglie) e possibilità di cottura del vitto da fermo e in marcia. E ' inoltre in dotazione la cucina "Pedroni", trasportabile su automezzi, del peso di Kg 330, con funzionamento a legna o carbone, composLa da 3 elementi accoppiabili con pareti in ghisa, ciascuno con 2 marmitte di alluminio da litri 40 e griglia in ghisa sulla quale viene collocato il combustibile. Il primo elemento è munito di sportello d'apertura del focolare mentre il terzo porta al fumaiolo. Caratterizzate da grande semplicità di funzionamento ed impiego, le cucine "Pedroni" risultano ancora in dotazione, nel 1981 , alle sezioni magazzino dei depositi, per la confezione del rancio dei reparti in corso di mobilitazione ex - novo all'emergenza. Infine, quale mezzo sussidiario sono sempre in dotazione alla stessa data le casse di cottura. Per le truppe alpine, come già si è vis to con Circ. n. 452 del 13 ottobre 196242 viene omologata una piccola cucina campale per 5 persone, e nel 1976 è adottata una nuova cucina someggiabile. I principali materiali e attrezzi da cucina e per trasporto acqua in campagna in dotazione nei primi anni 50 fino al livello di minori unità sono: apriscatole, barilotti da ufficiali , barilotti da 35 litri, bidoni da 6 , 10
41 Sui materia li per le sussistenze militari in campagna e per il servizio vettovagliamento .ne lle sedi stanziali di pace in carico aJI"inizio degli anni 50 Cfr. anche MDDGSCA, Pub. n. 4883 Nomenclatore dei materiati dei servizi di commissariato militare (Categoria IV), Roma 1951 e Pub. n. 4881 Nomenclatore dei materiali dei servizi di c ommissariato militare (Categoria Il), sezioni Be H . Roma 1951 . Tali nuovi nomenclatori sostituiscono le analoghe categorie di materiali di c ui alla Circ. n . 335 del G.M. 1932. 42 G.M. I 962, pp. 1638 - I 639.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
e 15 litri, bilance e stadere, casse per conservazione generi, casse di cottura mod. 35 (usate solo per il trasporto del rancio caldo), ceste per carne con tagliere, colapasta grandi e piccoli, coltelli da cucina, cucine da 6 e da 3 per ufficiali e marescialli, forchettoni, imbuti, macinelli per caffè, marmitte da campo con coperchio, padelle, palette, ramaroli, sacchetti per sale, zucchèro e caffè, sacchi per pane e viveri, tubi di gomma per travaso liquidi. A parte le specifiche esigenze e norme derivanti dall'introduzione del principio dell'elasticità della razione viveri dopo il 1963, in linea generale il rifornimento dei generi fondamentali non deperibili ai corpi nelle sedi stanziali-avviene attraverso prelevamenti effettuati a cura dei corpi stessi presso i magazzini di commissariato. Per verdura, frutta, pane e per i generi deperibili il rifornimento avviene direttamente dal libero commercio, a cura di ditte convenzionate con contratti stipulati dalle direzioni ai commissariato in seguito a pubblico incanto, a licitazione o a trattativa privata. Per gli acquisti di determinati generi e per l'impiego della quota di miglioramento rancio i corpi sono autorizzati ad effettuare acquisti diretti dal libero mercato, anche presso fornitori non convenzionati.L'Art. 5 della Circ. n. 07/7000 del 1973 proibisce l'acquisto diretto dal commercio dei generi disponibili presso i magazzini di commissariato, cioè dei "generi costituenti la razione viveri (ordinaria, da viaggio, di riserva) previsti dalle integrazioni vitto; di conforto; integrativi conservabili, fissati dal Ministero all' inizio di ciascun anno su indicazione dell'Ispettorato logistico dell'Esercito". Il prelevamento dei generi di sostituzione deve essere effettuato esclusivamente presso i magazzini di commissariato; è inoltre proibito ai corpi l'acquisto di generi di lusso, nonché di generi similari a quelli disponibili nei magazzini commissariato anche se di div.èrsa pezzatura. Nel dopoguerra migliorano anche le razioni di foraggio per i quadrupedi, con il ritorno all'alimentazione esclusivamente a base di avena, fieno e paglia mangiativa e l'eliminazione dei mangimi tipo energon, ecc. con i quali nel periodo tra le due guerre e durante la guerra si intendeva sostituire in qualche modo - non senza inconvenienti - generi fondamentali di difficile approvvigionamento all'estero come l'avena. Per il resto si seguono i criteri dell'anteguerra, basati su una notevole diversificazione delle razioni. La Circ. n. 83 in data 9 febbraio 1948, che fissa le nuove razioni, stabilisce quantità diverse a seconda della specie dei quadrupedi (1 A categoria cavalli; 2A muli di artiglieria alpina; 3A tutti i rimanenti quadrupedi) e a seconda della loro posizione (in stazione, in marcia o in viaggio).43 I quantitativi della razione fondamentale (ancora in vigore negli anni 70) risulta~o dal seguente specchio:
43
G.M. 1948, pp. 218 - 219.
487
XVI - Servizi di commissariato
Composizione della razione (in kg) TIPO DI RAZIONE
Posizione quadrupedi
Avena
Fieno
Paglia mangiati va
Paglia da lettiera
I A categoria
Stazione Marcia Viaggio
4.000 5.000 2.20-0
5.000 5.000 5.00-0
1.500
2,500
Stazione Marcia Viaggio
3.500 4.500 1.950
4.500 5.000 4.000
1.500
Stazione Marcia Viaggio
3.000 3.700 1.750
3.500 4.000 3.500
l.500
2A categoria
3A categoria
-
1,500
1,500
-
-
Sono previsti la sostituzione dell'avena con succedanei (carrube - favetta - crusca) o limitati scambi di quantità diverse di paglia e fieno. Per i cavalli che si trovano in condizioni speciali di servizio o di posizione (soste all'addiaccio, carichi, manovre, gare ippiche ecc.) sono concessi supplementi. I cavalli del "Gruppo Squadroni Carabinieri Guardie del Presidente della Repubblica" hanno razioni maggiorate (5 Kg di fieno, 6 di avena, 5 di paglia compresa quella di lettiera). I quadrupedi di prevista requisizione durante il traspo1to per ferrovia hanno diritto a Kg 8 di fieno e Kg 2 di paglia, senza avena. Rispetto alla razione del 1935 (vds. Vol. lll - capitolo VII), nel 1948 si nota un contenuto aumento (200 gr) dei quantitativi di avena, mentre le categorie sono ridotte da 5 a 3: in tal modo, si ritorna più o meno ai quantitativi del 1927 (vds. Voi. Ili - capitolo V). La Circ. n. 4/42000 in data 31 dicembre 1974 relativa alle razioni e spettanze per il vettovagliamento degli equini e cani, conferma la razione fondamentale del 1948 (ad eccezione della paglia da lettiera della 2A e JA categoria, che viene elevata da 1,5 a 2 Kg). In conclusione, dopo il 1945 perde gradualmente importanza tutto ciò che è connesso all'alimentazione dei quadrupedi: il contrario avviene per l'alimentazione del personale. Il salto di qualità in quest'ultimo settore è dovuto non tanto all' aumento del quantitativo totale di calorie giornaliere della razione, ma al miglioramento della sua composizione qualitativa e della quota miglioramento rancio e, ancor di più, al miglioramento delle predisposizioni organizzative (personale, mezzi, materiali e attrezzature di cucina e refettorio; criteri di gestione amministrativa; maggiore cura e maggiore responsabilizzazione della catena gerarchica) che finalmente consentono nella realtà delle caserme una più accurata confezione del rancio e soprattutto una più completa ed economica utilizzazione di quanto teoricamente disponibile (che anche in passato era più che sufficiente e adeguato agli standard di vita dell' epoca)·e una maggiore aderenza ai gusti del soldato, prima teorizzata e prescritta ma raramente realizzata.
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
9. Vestiario - equipaggiamento (VE) a. Norme per la gestione Anche dopo il 1945 rimane in vigore - ove non modificato da norme successive - L'Istruzione per i servizi di commissariato - Libro IV Servizio vestiario - equipaggiamento del 1940. Tuttavia si rinuncia ben presto alla gestione diretta, fino al 1943 assicurata dai magazzini centrali, dall'opificio militare VE di Torino e dai depositi dei corpi, con acquisto centralizzato delle materie prime e confezione degli indumenti negli stabilimenti militari. Fino al loro scioglimento alla fine degli anni 50, i centri confezione e recuperi continuano a svolgere una limitata attività di produzione di capi di corredo. I centri di raccolta, collaudo e smistamento costituiti nel 1951 provvedono esclusivamente al collaudo degli oggetti fomiti dall'industria privata, mentre gli assuntori sarti e calzolai dei corpi non sono più tenuti per contratto alla confezione di oggetti di corredo (ad eccezione di quelli per i militari di corporatura eccezionale) e si limitano alla sola riparazione. Al di là di queste riforme, fino al 1976 le modalità per la gestione del corredo e le connesse responsabilità amministrative nell'ambito dei corpi non si discostano dalle linee fondamentali tracciate dal regolamento di amministrazione 1927 (R.A. 1927) e dalla normativa conseguente. Con l'entrata in vigore del nuovo regolamento di amministrazione del 1976 (R.A.U. 1976) e con lo scioglimento dei reggimenti conseguente alla ristrutturazione del 1975 si verificano notevoli mutamenti nelle competenze dei vari livelli e nelle responsabilità amministrative per tutti i materiali, e quindi anche per i materiali VE. Di conseguenza, per le modalità di gestione dei materiali e dei materiali VE occorre distinguere due periodi: dal 1944 al 1975 e dal 1976 al 1981. Nel primo periodo al livello di corpi e reparti valgono le norme di cui al Titolo VI (Artt 243-265) del regolamento di amministrazione 1927 (R.A. 1927). 44 Ai sensi dell ' Art. 247 del predetto R.A. gli oggetti di cui gli uomini devono essere provvisti sono stabiliti dal Ministero, che indica anche la durata minima dei singoli oggetti. Riepiloghiamo le principali competenze in merito: - il comandante di corpo, nell'ambito dell'azione di vigilanza, controllo e direzione amministrativa che gli compete, verifica saltuariamente i materiali in dotazione, disciplina la distribuzione, il rinnovo e la riparazione dei materiali VE e altresl il versamento degli oggetti di corredo fuori uso o ritirati a chi lascia il servizio. In tale quadro, nomina: le commissioni per la dichiarazione degli oggetti di corredo " fuori servizio" o "fuori uso" (Art. 243 R.A. 1927); le commissioni per l'accertamento dei consumi dei materiali impiegati per la costruzione e le ri-
44
Cfr. anche, in merito, I. Sciarretta - A. Mazza, Op. cit. , pp. 1143-1176.
XVI - Servizi di commissariato
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parazioni degli oggetti di corredo e delle calzature (Circ. MD - DGSCA n. 02/1000 in data 30 ottobre I 963); le commissioni per le dichiarazioni fuori servizio e fuori uso dei materiali generali del servizio (gruppo B), sentita la direzione di commissariato militare; le commissioni per stabilire di volta in volta le riparazioni necessarie agli oggetti ritirati e l'assegnazione alle varie classi degli oggetti puliti e riattati (Art. 265 R.A. l 927); - il comandante di battaglione (Arl. 364 R.A. 1927) per i materiali
di VE come per i materiali di tutti i Servizi deve "vegliare che il materiale in distribuzione alle compagnie venga conservato in buono stato di servizio, e che le correlative scritture siano l'esatta espressione della esistenza reale degli oggelli". Non ha però - diversamente dal comandante di reggimento - responsabilità di gestione amministrativa diretta; - il capo dell'ufficio d'amministrazione del corpo (Artt. 367-369 R.A. 1927) deve assicurarsi con frequenti visite al magazzino del corpo della buona conservazione dei materiali e della concordanza delle scritture con l'esistenza reale degli oggetti. Deve controllare frequentemente anche lo stato di conservazione e manutenzione de i materiali; - l' ufficiale al vestiario, nominato solo presso i corpi che impiantano una contabilità interna nei confronti del magazzino di commissariato, è preposto alla gestione del servizio del corredo. Assicura il rifornimento e il versamento degli oggetti costituenti il corredo dei militari alle armi e tiene la relativa contabilità; non ha obbligo di resa del conto giudjziale; - i] comandante di compagnia ai sensi del] ' Art. 249 R.A. 1927 deve esercitare assidua vigilanza per ottenere che tutti gli uomini abbiano i] loro corredo al completo e ]o conservino con la dovuta cura. Quando la durata degli oggetti risulta inferiore alla misura stabiUta, ne accerta le cause e se riconosce la responsabilità del militare consegnatario dell'oggetto dispone per l'addebito, a norma dell' Arl. 32 l R.A. 1927. Gli compete inoltre disporre le riparazioni e controllare che vengano eseguite a regola d ' arte d ai capi operai , ritirare, conservare e distribuire il corredo alla truppa per cambio stagionale, ritirare e versare gli oggetti dei militari inviati in congedo, accertare che non avvengano scambi di oggetti fra gli uomini partenti in congedo e quelli che rimangono alle armi. Deve effettuare visite periodiche al corredo della truppa al meno due volte al mese. I sottufficiali e militari di truppa (Artt. 248 e 251 R .A. 1927) ricevono in uso gli oggetti di corredo e i piccoli oggetti destinati alla pulizia personale, che sono diminuiti dal carico reparto all' atto del1a distribuzione. Invece gli oggetti di equipaggiamento sono considerati (come le armi) dati in semplice consegna agli individui; sono quindi fatti risultare nel carico della compagnia e in consegna al comandante. li Regolamento di disciplina militare per l'ese rcito del 1929, in vigore fino al 1965, agli Artt. 428 e 447 fa obbligo ai sottufficiali egraduati di controllare la buona conservazione del corredo da parte della truppa, di curare che gli oggetti di corredo distribuiti siano immediata-
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La logistica dell'esercito - Voi. TV
mente contrassegnati nel modo prescritto, che siano in ogni parte osservate le regole stabilite per l'uniforme e che non siano cambiati o prestati oggetti senza permesso superiore. In quanto al soldato (Artt. 460 - 461): deve avere sempre somma cura del corredo, delle anni, dei quadrupedi e di ogni specie di materiali che abbia personalmente in consegna. Avverte di non smarrire cosa alcuna, di conservare sempre ogni oggetto pulito e in ordine [ ... ]. Se gli si guasta qualche capo di vestiario o di annamcnto, lo raccomoda immediatamente, e ove non lo possa, ne fa rapporto al caporale di squadra. Gli è v ietato di alterare la foggia del corredo in alcuna parte o in alcun modo, e di vestirsi, o di valersi de lle armi e dei cuoia1ni, altrimenti che nel modo prescritto.
Il Regolamento di disciplina militare interforze Ed. 1965 non riporta più queste prescrizioni, e si limita a ricordare (Art. 20) che qualsiasi modifica o alterazione dell'uniforme costituisce mancanza disciplinare e che il militare "deve avere cura particolare" per l'uniforme. L'Art. 251 R.A. 1927 prescriveva (vds. Vol. m - capitolo V) la distribuzione ai sottufficiali e militari di truppa di un Libretto personale, nel quale erano registrati gli oggetti di vestiario ed equipaggiamento dati in uso o in consegna al militare; con Circ . n. 71 in data 7 marzo 1944 della DGSC (Ispettorato dei Servizi di commissariato), 45 in "temporanea sostituzione" del Libretto personale è adottata la Tabella corredo (vds. modelloDOCUMENTO 36), che ha lo scopo di "permettere di conoscere, ad ogni momento, il numero e lo stato di uso degli oggetti di corredo dati in distribuzione ai militari". Riporta la denominazione di ciascun oggetto, il numero di prevista distribuzione, la durata orientativa (in mesi) di ciascun oggetto nuovo, la classe d' uso, la data di distribuzione e di rinnovo. E' compilata in duplice esemplare, di cui uno custodito dal reparto (compagnia/batteria/squadrone) e l' altro dal militare interessato. Tenuto conto che si è ancora in tempo di guerra, nelle avvertenze si precisa che " le durate sono indicate per i singoli oggetti usati da truppe in normale situazione di accantonamento, addestram ento o servizio. In diversa situazione, su determinazione del comandante di corpo o reparto autonomo, le stesse durate potranno quindi essere opportunamente ridotte". Benché adottata in via temporanea, dal 1944 in poi la tabella corredo rimane in u so e sostituisce definitivamente il libretto personale, con l' indicazione dei dati prima descritti. Secondo gli Artt. 243 - 24 7 del R.A. 1927, gli oggetti di corredo si di stinguono, rispe tto al loro stato d' uso, in nuovi, ottimi, buoni e mediocri. Gli oggetti nuovi sono assunti in carico al prezzo di tariffa, gli ottimi a 3/4 di tale prezzo, i buoni alla metà e i mediocri a 1/4. Gli oggetti di c orredo con prezzo di tariffa non s uperiore a lire 3 non vanno suddivisi in classi ma si considerano sempre come nuovi finché posso-
45G.M. 1944,pp . 181 - 183.
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no essere usati. Determinati oggetti possono essere ceduti a pagamento ai marescialli, ai capi operai dei corpi (che li utilizzano per eseguire le riparazioni a loro ordinate) e ai Comuni, associazioni e reparti organizzati militarmente. Le spese di competenza dei corpi in materia di vestiario ed equipaggiamento sono quelle relative al compenso della mano d'opera per la costruzione e riparazione degli oggetti, e a piccole provviste di manufatti e materie prime per le predette esigenze, eseguite direttamente nei limiti previsti dall'Art. 38 del R.A. 1927. Le norme di dettaglio per la gestione del servizio sulla base del R.A. I 927 sono riportate nelle seguenti circolari degli anni 60, emanate dalla competente DGSCA del Ministero: - n. 02/1000 in data 30 ottobre 1961 Servizio vestiario presso corpi; - n. 03/1000 in data 15 ottobre 1966 Norme per la gestione presso i corpi dei servizi di vestiario - equipaggiamento, del materiali per il servizio generale comune e di cucina e del casermaggio (che aggiorna le disposizioni contenute nella circolare n. 02/ I 000 del 196 l e sostituisce le norme contenute nei capitoli dal XVII al XX della predetta circolare n. 02/1000); - n . 3000/IC in data I O ottobre 1965 Servizio dei capi operai sarti e calzolai presso i corpi e reparti. La gestione del servizio vestiario presso i corpi e stabilimenti può essere dimostrata: - nel conto giudiziale mod. 1273 e documenti annessi, tenuto dall' Accademia di Modena, dalla SCAM di Maddaloni, dalla scuola militare della Nunziatella, da scuole e legioni dei Carabinieri e dagli stabilimenti di commissariato; - in una contabilità interna, tenuta nei rimanenti Enti da un ufficiale al vestiario consegnatario per debito di vigilanza (Art. 40 R.A. 1927) nei confronti del consegnatario del magazzino di commi ssariato competente, che tiene il conto giudiziale. Nonostante le sue responsabilità amministrative, l 'ufficiale al vestiario non svolge le sue funzioni a tempo pieno, ma nei reggimenti/corpi le sue attribuzioni sono esercitate dallo stesso ufficiale ai rifornimenti. Per i versamenti e prelevamenti, l ' ufficiale al vestiario deve fare capo esclusivamente ai magazzini/vestiario/magazzini secondari vestiario/magazzini secondari misti. I principali documenti contabili da lui tenuti per gli oggetti di corredo da distribuire ai militari al momento alle armi (escluse le scorte di mobilitazione) sono: - registro degli oggetti di corredo nuovi prelevati presso il magazzino VE (mod. 1891 ) e registro degli oggetti di corredo usati prelevati presso il magazzino VE (mod. 1892). Dimostrano in ogni momento gli oggetti di corredo in carico al corpo; - tabella dei movimenti giornalieri degli oggetti di corredo (mod. 1887), nella quale sono annotate le operazioni di introduzione e distribuzione giornalmente effettuate presso il magazzino del corpo e le rimanenze serali di ciascun oggetto; - schede degli oggetti di corredo (mod. 1886) intestate a ciascun ar-
492
La logistica dell'esercito - Voi. IV
ticolo comprese le materie prime, che rappresentano i movimenti particolari relativi ai singoli articoli (distinti per classe d'uso). Gli oggetti di corredo prelevati dai corpi o depositi autonomi e destinati ad esigenze di mobilitazione costituiscono scorta intangibile di mobilitazione e sono dimostrati nel conto giudiziale del consegnatario dei materiali oppure sul quaderno di carico mod. 547 allacciato ai conti giudiziali (per gli Enti non aventi conto giudiziale per il vestiario). Per i rifornimenti dei materiali VE i corpi devono fare capo esclusivamente ai magazzini vestiario di commissariato (magazzini secondari vestiario/magazzini secondari misti) e non ad altri opifici o Enti del commissariato. I prelevamenti effettuati a qualsiasi titolo devono essere autorizzati dal Ministero, oppure dai C.M.T., oppure dalle direzioni di commissariato competenti per territorio. Nell'ambito del corpo, i movimenti sono autorizzati dal Comando del corpo. L'ufficiale al vestiario annota gli oggetti forniti alle compagnie sulla tabella dei movimenti giornalieri e sulle schede degli oggetti di corredo, e riporta tali oggetti in diminuzione sui registri di carico mod. 1891 e mod. 1892 solo dopo aver ricevuto dai comandanti di compagnia i buoni di prelevamento definitivi. Al comandante di compagnia compete: - distribuire gli oggetti ai militari dipendenti e annotarli sulla tabella corredo di ciascun militare; - compilare, per ogni distribuzione, l' elenco nominativo degli uomini ai quali sono distribuiti gli oggetti di corredo nuovi (mod. 1879) e gli oggetti di corredo usati (mod. 1880). Con la legge 25 gennaio 1962, n. 26 Norme sul servizio vestiario, dell 'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica per la prima volta la materia viene regolata da disposizioni a carattere interforze. L'Art. 1 della legge stabilisce che la somministrazione, il rinnovamento e la manutenzione degli oggetti di VE personale dei sergenti maggiori, sergenti, graduati e militari di truppa e gradi corrispondenti delle tre forze armate sono effettuati a cura e a spese dell ' Amministrazione militare; lo stesso avviene per la somministrazione degli oggetti occorrenti per la pulizia personale dei graduati e militari di truppa (prima non prevista). Ai militari prima indicati destinati a speciali servizi (Art. 2) possono essere forniti gratuitamente - in aggiunta a quelli del corredo ordinario - effetti di VE personali. Il Ministro della difesa può inoltre determinare tipo e qualità degli effetti di vestiario da assegnare a Comandi, Enti e navi quali dotazione a carico di inventario per uso dei militari destinati a speciali servizi. Ai richiamati o riammessi in servizio (Art. 3) è distribuito un corredo ridotto stabilito di volta in volta. Il Ministro della difesa ha facoltà di stabilire per ogni esercizio finanziario, i capi di corredo che ufficiali, marescialli e gradi corrispondenti delle tre forze armate possono prelevare a pagamento dai magazzini militari. La legge, infine, stabilisce (come già l' Art. 247 del R.A. 1927) che compete al Ministero della difesa (questa volta, di concerto con quello del tesoro) indicare la dotazione e la durata minima dei singoli effetti di VE.
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Le norme fin qui sommariamente riassunte - che hanno come riferimento di base il regolamento di amministrazione 1927 - ai sensi dell'Art. 371 del predetto regolamento non riguardano il materiale di artiglieria, automobllistico .e del gruppo C ma solo quello dei gruppi A e B; anche per questa ragione esse subiscono varianti di rilievo dopo l'entrata in vigore del R.A.U. 1976. Dopo il 1976, comunque, rimane ancora almeno parzialmente in vigore la Circ. n. 03/1000 del 1966 e gli organi preposti alla gestione della branca VE si distinguono in: - organi direttivi: comandante, capo servizio amministrativo, capo gestione del materiale; - organi esecutivi: ufficiali consegnatari per debito di custodia, nominati dal Ministero e previsti per gli Enti che rendono il conto giudiziale; ufficiali consegnatari per debito di vigilanza (negli Enti che non rendono il conto giudiziale), che assumono in carico tutti i materiali e ne dimostrano le consistenze e i movimenti a mezzo di apposite scritture; sottufficiali ai matèriali. Ne conseguono sensibili modifiche nella documentazione da tenere e nel funzionamento della branca ai minori livelli, tenendo presente che dopo lo scioglimento dei reggimenti e la costituzione delle brigate, i Comandi di queste ultime svolgono le funzioni di Ente e i battaglioni svolgono la funzione di distaccamento. 46 Nel concreto, il comandante di battaglione dopo il 1976 svolge anche per la branca VE funzioni sostanzialmente analoghe a quelle che il R.A. I 927 assegnava al comandante di corpo e riunisce in sè le attribuzioni del comandante e del Capo servizio amministrativo. Sovraintende all'attività logistica, indirizza e dirige l'attività amministrativa relativa ai materiali, esercita le attribuzioni e adotta i provvedimenti previsti dagli Artt. 4, 6, 286 e 287 del R.A.U. 1976. Nomina, in particolare, le ca- . riche amministrative (ufficiale addetto ai rifornimenti e sottufficiale incaricato della gestione del materiale) e le commissioni di verifica degli oggetti di VE ritirati ai militari e di collaudo degli oggetti riparati o confezionati dai capi operai. L'ufficiale addetto ai rifornimenti del battaglione è organo direttivo per le attività di rifornimento di tutti i materiali ed esplica le funzioni di capo gestione del materiale. Per la parte VE dipende in linea di impiego dal comandante e in linea tecnico-funzionale dal Capo Servizio commissariato della G.U. (dal direttore di commissariato del C.M.T., se il reparto non è inquadrato nella G.U.). Ha al-
46 Per la gestione del servizio VE dopo l'entrata in vigore del R .A.U. 1976 Cfr. Cdo Corpo di Commissariato dell'Esercito, Istruzione p er il servizio VE presso Enti, Distaccamenti e Reparti, Roma 1987 (riepiloga e aggiorna le disposizioni contenute nel R.A.U . e relative l.A .C., nel Fascicolo 3° - Tomo Il della Circ. SME n . 8/S e ne lla Pub. SME ILE - LD - 8620 - 0001 - 14 - 00 800 I - base l 979 Dotaz ioni del Servizio di Commi.uariato); ID., Organizzazione e Compiti ... (Cit.), pp. I 17 - 144; Cdo del Corpo di Amministrazione dell'Eserc ito, Lineamenti amministrativi... (Cit.), pp. 91 -108, 313-316, 339-344.
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le sue dipendenze il SU. incaricato della gestione del materiale, e in particolare: - propone i provvedimenti da adottare per il migliore andamento della branca VE e promuove le azioni necessarie per assicurare che le consistenze di magazzino dei singoli materiali corrispondano ai livelli prestabiliti; - vigila sulla regolarità e tempestività dei rifornimenti e delle distribuzioni, sulla razionale sistemazione, conservazione, manutenzione e rotazione dei materiali e sull'andamento della loro gestione contabile; - dispone l'impiego del personale addetto al servizio e ne cura l'istruzione; - sovraintende a tutte le operazioni concernenti il funzionamento del magazzino dipendente, cura la compilazione di situazioni statistiche e la tenuta degli schedari, accerta la quantità dei materiali consumati e formula le previsioni dei fabbisogni; - fa parte delle commissioni di verifica degli oggetti VE ritirati ai militari congedati o trasferiti e di collaudo degli oggetti confezionati oriparati dai Capi operai. L'ufficiale al vestiario dopo l'uscita del R.A.U. 1976 continua ad essere espressamente previsto solo presso gli Enti e distaccamenti preposti alla ricezione delle reclute, dove - limitatamente agli oggetti necessari alla vestizione delle reclute - assolve le funzioni del capo gestione del materiale ed è responsabile delle operazioni di vestizione. Anche in questo caso le sue competenze sono ridotte rispetto al passato, perché non è più consegnatario per debito di vigilanza. Negli Enti e distaccamenti non preposti alla ricezione delle reclute, le funzioni che prima del 1976 svolgeva l'ufficiale al vestiario sono disimpegnate in parte dal Capo gestione del materiale e in parte dal consegnatario. Il SU. incaricato della gestione del materiale (al materiale) del battaglione svolge anche per i materiali VE le funzioni di consegnatario per debito di vigilanza ed agisce in qualità di fiduciario del consegnatario del magazzino di commissariato (fanno eccezione i battaglioni logistici, che dati i loro compiti di distribuzione ai battaglioni della brigata, hanno un consegnatario per debito di custodia). Risponde della consistenza, della custodia e della buona conservazione dei materiali e rende conto della propria gestione con le modalità stabilite. Riceve, custodisce e distribuisce gli oggetti di corredo e di equipaggiamento per i sergenti, graduati e soldati. Tiene aggiornata la relativa documentazione contabile, presenzia all'apertura e chiusura del magazzino VE del quale detiene le chiavi, presenzia all'introduzione e all'estrazione dei materiali, fa approntare tempestivamente i materiali da spedire e cura la sollecita introduzione nel magazzino dei materiali in arrivo. In questo quadro, la figura del comandante di compagnia non ha più, nella gestione del servizio, il rilievo che aveva nel regolamento di R.A. 1927 e che gli assegnava la stessa Circ. n. 03/1000 del 1965. Anche se può ricevere in consegna fiduciaria determinati materiali VE dal SU. consegnatario dei materiali del battaglione (previa compilazione dei relati-
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vi quaderni di sottocarico in duplice esemplare), la funzione principale del comandante di compagnia (e del comandante di battaglione) è di carattere disciplinare e altiene al controllo del buon impiego e conservazione degli oggetti di VE in consegna al personale dipendenle e alla vigilanza perché non avvengano scambi. In merito, l'Art. I 57 della R.A.U. stabilisce che gli oggelli costituenti le serie VE sono dati in consegna per l'uso al personale militare, il quale è responsabile del buon impiego e della conservazione degli stessi. I predetti oggetti devono essere annotati (Art. 162) in un documento personale (tabella corredo) nel quale vengono specificati la quantità, lo stato d'uso e la data di distribuzione. Il comandante di compagnia, comunque, conserva un molo importante - come meglio si vedrà in seguito - nella manutenzione e lavatura del materiale VE e nella tenuta di scorte funzionali di reparto. Il rinnovo del corredo è previsto soltanto per il personale che rimane in servizio oltre il periodo di leva. Sono consentiti rinnovi straordinari nei casi di precoce logorio dovuto a circostanze eccezionali di servizio, di perdite per cause di forza maggiore o di destinazione all'estero. Gli oggetti delle serie individuali di vestiario - equipaggiamento riconosciuti non più impiegabili prima che sia trascorso il periodo di durata prescritta oppure smarriti per colpa del militare, sono addebitabili a chi li ha in consegna (Artt. 159 - 160 R.A.U. 1976). Alcuni oggetti delle serie VE individuali ordinarie - tutti di durata superiore alla ferma di leva - sono trattati a "gestione di reparto", cioè sono dati in carico ad Enti, distaccamenti e reparti in misura rapportata alla forza. Essi sono distribuiti in tutto o in parte alle reclute presso gli Enti addestrativi e ritirati all'atto del loro invio ai reparti di destinazione, dove sono di nuovo distribuiti e ritirati all'atto del congedamento. I predetti materiali sono: borraccia e tazza di alluminio, coltello tascabile, coperta da campo, cucchiaio, forchetta e gavetta, materassino pneumatico, telo tenda, parti di bastone in acciaio per tenda, sacchetto per biancheria e zainetto da combattimento. Dopo il ritiro sono esaminati da una commissione nominata dal comandante, che li classifica in : - materiali impiegabili; nuovi e usati, questi ultimi efficienti o abbisognevoli di riparazione (vale ancora, in merito, la distinzione dell'Art 243 R.A. 1927 in oggetti nuovi - durata intera, ottimi - 3/4 della durata, buoni - 1/2 della durata e mediocri - 1/4 della durata); - materiali fuori uso, inefficienti, il cui ripristino è non conveniente o tecnicamente impossibile. Gli oggetti nuovi o usati efficienti sono riaccantonati e assunti in carico per essere ridi stribuiti; quelli abbisognevoli di riparazioni sono affidati agli assuntori per la rimessa in efficienza. Presso ogni Ente, distaccamento o reparto è costituita una "scorta funzionale" che ha lo scopo di consentire la sostituzione immediata degli oggetti di corredo che si rendono abbisognevoli di riparazione o sono inviati alla lisciviatura. E' tenuta al livello di compagnia e reparti equivalenti e della sua gestione risponde il comandante dell' unità. E' com-
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posta da determinate percentuali dei principali oggetti di vestiario e calzature, riferite al livello di forza, ed è costituita e tenuta a livello con oggetti recuperati all'atto del congedamento (rimessi in efficienza, se necessario, a cura degli assuntori sarti e calzolai). Lo stato d' uso dei materiali recuperati deve essere "ottimo". Presso gli Enti e distaccamenti sono inoltre accantonate le serie VE individuali ridotte e le serie VE aggiuntive destinate, all'emergenza, al completamento dell ' unità e/o alla costituzione ex - novo di altre unità. Dette serie costituiscono scorta intangibile, sono periodicamente ruotate e sono gestite separatamente dagli altri materiali con particolari modalità, sotto la responsabilità del consegnatario per debito di vigilanza.
b. Gli oggetti di corredo individuali del soldato: evoluzione nel dopoguerra
Prenderemo brevemente in esame soprattutto l'evoluzione delle serie VE individuali ordinarie per militari di truppa (graduati e soldati) delle varie Armi, specialità e Servizi (esclusi alpini e paracadutisti). Tale serie, in quanto costituite dagli oggetti di corredo che la maggior parte dei militari riceve in consegna all 'atto della presentazione alle armi, sono le più indicative ai fini della nostra indagine. Esse si distinguono dalle serie VE aggiuntive (che costituiscono per la maggior parte dotazioni di reparto, da destinare ad Enti e reparti solo per esigenze particolari e da distribuire quando lo esigono le necessità d'impiego) e dalle serie individuali VE ridotte (da assegnare ai militari richiamati alle armi per istruzione e mobilitazione, o riammessi in servizio). Per talune specialità della fanteria (alpini e paracadutisti), per gli allievi delle principali scuote e Istituti militari, per sergenti maggiori e sergenti sono previsti capi di corredo particolari, che ne fanno dei casi a parte. Un caso a parte è anche quello degli ufficiali e marescialli, che come nell'anteguerra provvedono a proprie spese al prelevamento, al rinnovo e alla manutenzione dei capi di corredo previsti per la loro categoria, una parte dei quali ai sensi dell'Art. 4 della citata legge 25 gennaio 1962, n. 26 possono essere acquistati a prezzi di favore presso i magazzini militari. Nel DOCUMENTO 37 sono riportati i principali oggetti di corredo costituenti le serie VE ordinarie per militari di truppa delle varie Armi e Servizi (esclusi alpini e paracadutisti) nel periodo dal 1944 al 1979. In merito, va osservato che: - le prime tabelle degli effetti di VE individuali per i militari dell'esercito emanate con le modalità previste dalla legge 25 gennaio 1962, n. 26 (cioè con decreto interministeriale) sono definite con Decreto Interministeriale 23 gennaio 1969.4 7 Da allora in poi, anche le varianti a tali tabelle sono emanate con decreto ministeriale;
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Circ. n. 347 in data 23 gennaio 1969 (G.M. 1969, pp. 1629 e segg.).
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- l'evoluzione del corredo individuale va esaminata sotto tre aspetti: introduzione di nuovi capi di corredo che migliorano la qualità della vita del soldato specie in campagna, aumento del numero di determinati oggetti già in distribuzione, miglioramento della qualità dei singoli oggetti anche senza variarne il numero (qualità che a sua volta va riferita sia alla foggia e alla forma, sia alle materie prime costituenti il capo di corredo o la calzatura). Non può fare testo la serie assai misera di capi di corredo regolamentari prevista nella citata tabella corredo del 1944, in un periodo cioè di eccezionali difficoltà nel quale si stava ricostituendo l'esercito del sud con materiali di circostanza e di provenienza varia. Rispetto al corredo previsto per il soldato nèi primi anni 30 (vds. Vol. III, capitolo V) quello del 1944 ha in più 2 paia di calze di lana o cotone (pur conservando le 3 paia di pezzuole da piedi) e 1 paio di guanti di lana, ma ha in meno una giubba e 3 paia di pantaloni, una fascia ventriera, una camicia, 2 paia di scarpe e un farsetto a maglia (probabilmente, i dati riportati nella tabella 1944 sono indicativi e soggetti a varianti in base alle disponibilità). L ' introduzione di nuovi capi di corredo che sostituiscono gli oggetti di provenienza inglese o italiani residuati di guerra ha inizio nel 1946 - 1947 (ad esempio: mutande di tela corte mod. 46; cappotto di panno kaki per truppa mod. 46; camicie di tela kaki mod. 47; cavigliere di tela greggia di canapa mod. 47). 48 Negli anni 50 scompaiono - naturalmente - le storiche pezze da piedi e avviene un primo salto di qualità, con la distribuzione di una tuta di combattimento policroma in unico pezzo (inizialmente denominata "tuta di tela di cotone monocroma - o policroma - per addestramento") per la quale è prevista una scorta di reparto corrispondente al 30% della forza comprensiva delle tute per ufficiali e marescialli).49 Sono anche introdotti numerosi nuovi capi di corredo, tra i quali citiamo: - il berretto a busta di panno kaki mod. 46 e il berretto a busta di gabardine di cotone mod. 52, che è sostituito - insieme con quello in panno - dal berretto a busta in panno kaki e in gabardine cotone kaki, mod. 1959, con visiera; - il berretto da montagna di panno kaki mod. 52 per truppe alpine; - il pantalone lungo di gabardine di cotone kaki mod. 51, che sostituisce l'analogo mod. 49 ed è a sua volta sostituito dal mod. 57, con tasche diritte anziché oblique e un maggior numero di taglie;
48 I nuovi capi di corredo sono, per la maggior parte, omologati o introdotti in servizio con Circolari del MG - DGSCA riportale nel G.M . dei vari anni. Indicheremo tali circolari solo per i capi più importanti. 4 9 Sugli oggetti di VE in carico alrinizio degli anni 50 Cfr. MD - DGSCA, Pub. n. 4880 Nomenclatore dei materiali dei servizi di commissariato militare (Categoria Il), Roma 1951, e ID., Pub. n. 4881. Nomenclatore dei materiali dei servizi di commissariato militare (Categoria Il, sezione G), Roma 1951. Sostituiscono rispettivamente la categoria I e II di cui alla Circ. rr. 335 del G.M . 1932.
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- il pantaloncino corto di gabardine di cotone kaki mod. 52 (che sostituisce il pantaloncino in tela kaki mod. 46); - il giubbetto e pantalone lungo di panno kaki mod. 1955 che sostituiscono i precedenti mod. 1949 (ancora di foggia inglese) con una foggia più elegante e allungata del giubbetto, tendente a snellire la figura del soldato medio;50 - la giubba a vento - dello stesso tipo di quella per allievi delle accademie - che gli ufficiali e marescialli sono autorizzati ad indossare a partire dal 1952 (solo con l'uniforme di marcia o di servizio, non al comando di truppa e in campi d'Arma o esercitazioni).51 Gli ufficiali e marescialli sono inoltre autorizzati ad indossare con l'uniforme di servizio oppure con quella ordinaria un impermeabile kaki di cotone; - gli stivaletti al vegetale con mezze suole e sopratacchi di gomma mod. 1954, che sostituiscono gli stivaletti mod. 39 per armi a piedi e sono a loro volta sostituiti nel 1962 con gli stivaletti di vitellone al cromo nero; - il cappotto di panno kaki mod. 49 (che sostituisce il mod. 1946), la camicia di tela kaki mod. 47, le cavigliere di tela greggia di canapa mod. 47; - un nuovo tipo di zainetto da combattimento e di borsa valigia in canapa impermeabile adottati nel 1952. La serie individuale VE per sottufficiali e truppa (esclusi marescialli) n. 9 del 1958 (Pub. SME n. 5315) rispetto al periodo di guerra e all'immediato dopoguerra segna un netto miglioramento: 4 camicie di tela kaki anziché 3 o 2, 2 coperte da campo, 2 maglie di lana a mezze maniche, 2 canottiere (capo di corredo, quest' ultimo, prima non previsto), 2 divise invernali di panno (giubba e pantaloni) e 2 paia di pantaloni lunghi estivi più un paio di pantaloni corti di tela, I paio di scarpe basse al cromo nero (altro oggetto di corredo prima non previsto), tuta e zainetto da combattimento, guanti di lana, pantaloncini e scarpe da ginnastica come già nell'anteguerra, J sacchetto per biancheria da lavare. Esiguo rimane, invece, il numero di mutande (2 paia come nell'anteg uerra) e di fazzoletti (3 come nell 'anteguerra). La distribuzione delle serie aggiuntive per truppe alpine (giacca a vento, occhiali da neve, mutande di lana lunghe, scarponi da montag na, uose valdostane ecc.) è sempre limitata alle truppe alpine stesse (con limitazioni per quanto riguarda gli scarponi, da montagna che non sono in dotazione a tutti gli appartenenti alla specialità). Per le truppe non alpine dislocate in zone a clima rigido (e ciò riguarda, nel concreto, i numerosi reggimenti di fanteria dislocati nelle zone montane della frontiera di nord-est) è prevista la" serie VE aggiuntiva C per truppe non alpine dislocate in zone a clima rigido" composta solo da 3 paia di calze
so Circ. n. 195 in data 13 aprile 1956 (G.M. 1956, pp. 584 - 5 86). ~• Circ. n. 56 in data 18 gennaio 1952 (G.M. 1952, pp. 159 - 160).
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di lana, 2 paia di mutande di lana lunghe e I passamontagna. Dalle predette serie manca quindi un capo di corredo fondamentale come gli scarponi di montagna, oltre alla giacca a vento, agli occhiali da neve ecc .. Inoltre dette serie "C" non sono normalmente e automaticamente distribuite quando viene ritenuto necessario dal comandante di corpo, perché per la loro distribuzione occorre di volta in volta l'autorizzazione del C.M.T .. Giacca a vento, occhiali da neve, uose valdostane, scarponi da montagna ecc. sono invece previste nella "serie VE aggiuntiva "C" . per truppe non alpine dislocate in montagna (al di sopra dei 1500 metri)", caso del tutto eccezionale in pace. In conclusione, alla fine degli anni 50 prevalgono come sempre esigenze di economia. Il corredo del soldato, pur essendo migliorato conserva antiche lacune e rispecchia solo in parte le nuove esigenze e l' aumento del tenore di vita del Paese. Manca ancora l'impermeabile, mentre è insufficiente anche l'equipaggiamento invernale normalmente disponibile per le unità di fanteria dislocate al confine montano di nordest, con particolare riguardo alle calzature da montagna. Negli anni 60 si registrano notevoli progressi soprattutto nella qualità del vestiario e delle calzature. Sono omologati e introdotti in servizio i seguenti capi di corredo: - la tuta da combattimento in tela policroma mod. 58 (composta da giubba, pantaloni e cappuccio) omologata nel 1960,52 che sostituisce la Lula da combattimento in unico pezzo precedentemente in uso e rispetto ad essa intende assicurare "un capo di corredo più funzionale, più pratico e maggiormente rispondente alle esigenze addestrative"; - la divisa invernale mod. 60 (giubba e pantaloni), che sostituisce l'analoga divisa mod. 55 e rispetto ad essa è composta da tessuto migliore (lana vergine con D.A.M. non maggiore di 4,2 micron); - la divisa estiva mod. 64 con pantaloni lunghi di gabardine di cotone kaki e camicia in tela kaki (9 taglie per i pantaloni e 8 per le camicie). E' completata dalla cintura di tessuto in cotone con fibbia a piastra e fregio raffigurante le Armi e Servizi dell'esercito (1961), usata per l'uniforme di servizio estiva di ufficiali, marescialli e sergenti maggiori e per l'uniforme ordinaria estiva di sergenti e militari di truppa (per sergenti maggiori, sergenti e militari di truppa è dotazione di reparto);53 - gli stivaletti in anfibio a gambaletto alto e gli stivaletti di vitellone al cromo nero per servizi di caserma ( 1962), che sostituiscono nei primi anni 60 le 2 paia di stivaletti al vegetale degli anni 50 c le cavigliere sul modello inglese previste nel dopoguerra fino a quel momento;54 - il basco di feltro kaki, esteso a partire da metà·anni 60 a tutte le unità (esclusi bersaglieri e alpini) in sostituzione del tradizionale berretto a busta ("bustina") di panno o tela;
52
Circ. n. 278 in data 17 giugno 1960 (G.M. 1960. pp. 891-893).
53 Circ. n. 172 in data 9 marzo 1961 (G.M. 1961 , p. 743). 54
Circ. n. 158 in data 26 febbraio 1962 (G.M. 1962. p . 580).
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- la cravatta di lana per militari di truppa (1961), in sostituzione prima di una delle 2 cravatte di tela in dotazione poi di ambedue; - numerosi oggetti di vestiario speciali per truppe alpine (passamontagna in lana colore bianco lavorata a maglia; pantalone a doppio uso - per sci e roccia - in panno cordellino pesante lana, con calzettoni di lana pettinata kaki del titolo 3/22; scarpone isotermico da montagna mod. 65; maglia a 'rete per basse temperature),SS - un nuovo tipo di impermeabile mod. 61 in fibra poliamidica dicolore kaki (tonalità nocciola) per ufficiali e sottufficiali non al comando di truppe, che sostituisce l'impermeabile kaki in tessuto di cotone fino a quel momento in uso; un oggetto di corredo che ha positivi riflessi sul benessere delle truppe in campagna come il materassino pneumatico con soffietto gonfiatore e scatola di accessori per riparazioni, omologato nel 1961, in tessuto·gommato e del peso di Kg, 1,700. Ha lo scopo di "migliorare le condizioni di vita dei militari in particolari posizioni, assicurando un maggior isolamento termico su terreno innevato o bagnato e svincolare i reparti dall'onere del rifornimento della paglia, in località impervie", (onere che, in guerra, per ovvi motivi difficilmente poteva essere sostenuto, lasciando così le truppe senza paglia), E' considerato dotazione di reparto.~<> Gli oggetti (nuovi e usati) da distribuire alle reclute secondo la citata Circ. n . 03/1000 del 1966 rispecchiano tutte queste innovazioni. Rispetto alla serie 1958, la predetta circolare aumenta i fazzoletti (che sono di cotone bianco) da 3 a 4 e le mutande da 2 a 3 e diminuisce i pantaloni di tela da 2 a 1. Al posto delle 4 bustine (2 estive e 2 invernali) del 1958 sono previsti due baschi in feltro kaki che servono sia d' estate che d'inverno; tutti i rimanenti oggetti di corredo non variano né per numero né per qualità, La citata serie individuale prevista dal Decreto Interministeriale 23 gennaio 1969 non apporta mutamenti rispetto a quanto previsto dalla Circ. 03/1000, se si eccettua l'aumento delle paia di pantaloni di tela da I a 2, ritornando alla dotazione del 1958. Il maggiore sallo di qualità del dopoguerra e forse anche del secolo XX avviene negli anni 70, quando il vestiario viene razionalizzato con nuovi criteri e formule modernissime che rispecchiano i grandi progressi dell'industria dell' abbigliamento nazionale, incrementando anche la quantità di taluni capi di corredo individuale (mutande, calze, fazzoletti ecc.) tradizionalmente scarsi, anche se molto importanti per l'igiene e il benessere del personale. Nel febbraio 1970 si ricorre per la prima volta ad un Decreto Interrninisteriale57 per stabilire gli oggetti di pulizia personale che spettano a graduati e militari di truppa (un rasoio di sicurezza e un pennello una tantum; 5 lamette da barba al mese; gr 50 di sapone
55 Circ. n. 277 in data 15 aprile 1960 (G.M. 1960, pp. 783-785); Circ. n. 175 in data 3 marzo 1961 ; Circ. n. 193 in data 13 marzo 1962 (G.M . 1962, p. 654). 56 Circ. n, 170 in data 4 marzo 1961 (G.M. 1961, pp. 739-741). Y/ Decreto Intermini steriale 2 febbraio 1970 (G.M. 1970, p. 3245).
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da barba ogni due mesi). La novità maggiore è l'estensione al vestiario militare del sistema di attagliamento Drop usato in campo civile, accompagnata dall'adozione anche per la truppa di un'uniforme ordinaria invernale ed estiva (in tessuto di ottime caratteristiche e con giacca lunga) e di un nuovo tipo di uniforme di servizio e combattimento.ss Ne consegue l'introduzione di un'intera famiglia coordinata di capi di corredo, che superano le vecchie formule del vestiario per la truppa (cappotto, uniforme di servizio che serve anche per la libera uscita, tuta da combattimento sopra l'uniforme di servizio). I nuovi capi di corredo sono: - la divisa di tessuto pettinato kaki invernale mod. 71, composta da una giubba lunga in pettinato lana e un pantalone lungo in pettinato lana. Tessuto in lana vergine con D.A.M. non maggiore di 22,2 micron. Bottoni lucidi metallici con fregio pluriarma. Taglie da 42 a 54 nei Drop 2-4-6-8 e nella statura extra corto (EXC), corto (C), regolare (R), lungo (L), extralungo (EXL). Sostituisce una delle due uniformi (giubbetto e pantaloni mod. 60) previste dalla serie 1969. La rimanente per il momento viene ancora usata quale uniforme di servizio;59 - l'uniforme ordinaria estiva mod. 1974, composta da camicia con pettorina kaki in tessuto di gabardine e pantalone lungo kaki in tess uto gabardine (35% di cotone e 65% di poliestere). Per la camicia sono previste taglie dal 14 al 19 e statura corta (C), lunga (L) e regolare (R). Per i pantaloni, le taglie sono le stesse di quelle della divisa invernale mod. 71; - l'impermeabile con termofodera in tessuto misto cotone poliestere kaki, con termofedera amovibile senza maniche in tessuto misto sintetico marrone. Entra in uso a partire dal 1° novembre 1977. Sostituisce: per gli ufficiali, a iutanti di battaglia e marescialli, il cappotto dell'uniforme di servizio e l'impermeabile in fibra poliammidica mod. 61; per la truppa, il tradizionale cappotto di panno. li s uo uso, per la truppa, è limitato alla libera uscita ed è facoltativo come per gli U. e SU;6° - l'uniforme di servizio e combattimento (S. Cbt.) distribuita a U ., SU. e Tr. a partire dalla primavera 1975, in tessuto gabardine misto cotone - fibra poliestere e composta da giubba e pantalone lungo (pantalone corto al ginocchio, per truppe alpine). 61 Comprende: per l'inverno, magJione a collo rovesciato, maglia e mutande lunghe di lana, impermeabile da campagna (dotazione di reparto) composto da giubba e sovrappantalone in fibra poliammidica con cappuccio e fodera a trapun-
5R M. Pisanelli (magg. comm.), E.~tensione del sistema di attagliamento Drop al vestiario militare per agevolarne l'approvvi,:ionamento e la distribuzione, "Rivista Militare" n. 7-8/1970. Cfr. anche Cdo Corpo di Commissariato dell'Esercito, Istruzione... (Cit.), pp. 13- 19. 59 Decreto Interministeriale 4 gennaio 1971 (G.M . 1971, p. 197). 60 Circ. SME n. 185/035 - 43 in data 22 gennaio 1976 e Circ. SME n. 240/035-4602 in data 14 giugno 1977. 6 1 Circ. SME n. 724/223.43 in data 30 aprile 1975.
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ta amovibile; per l'estate, gli stessi indumenti invernali con maglietta verde oliva anziché maglione. Sostituisce l'uniforme di servizio mod. 60 e la tuta mimetica policroma mod. 58, ed è quindi usata sia in campagna che in servizi (armati e non armati) all'interno della caserma; - le mostrine e i fregi metallici e i distintivi di grado su tubolare in plastica, che nei vari tipi di uniformi sostituiscono mostrine, fregi e gradi in tessuto prima in uso, abbisognevoli di frequente e costoso rinnovo e poco pratici. Di conseguenza, la serie VE individuale ordinaria prevista dalla Pub. SME ILE - LD - 8620 - 0001 - 14 - OOBOI Dotazioni del servizio di commissariato - Libro I - base 1979 rispetto alla serie del 1969 introduce le numerose innovazioni che riguardano anche la qualità dei capi di corredo tradizionali: - basco in maglia di lana kaki anziché in feltro kaki . Entro il 1976, l'uso del basco nero viene esteso a tutto il personale delle nuove G.U . meccanizzate;62 - asciugamani in cotone bianco spugna; - 2 berrettini verde oliva con visiera da portare con uniforme di servizio e combattimento mod.75; - 5 paia di calze corte di cotone nero anziché 5 paia di calze di cotone kaki; - 3 paia di calze corte di lana, introdotte per la prima volta per tutti; - 3 camicie pettorina kaki (adottate nel 1971) in tessuto gabardine, in sostituzione delle 4 camicie di tela d e l 1969;63 - 2 cravatte in fibra poliestere anziché in lana; - cucchiaio e forchetta in acciaio inox anziché in alluminio; - "Gavetta a tre elementi" anziché "gavetta in alluminio"; - 6 fazzoletti da tasca anziché 4; - I divisa di tessuto pettinato kaki mod. 71 e 2 uniformi di servizio e combattimento mod. 75 al posto di 2 divise (giubbetto e pantaloni di panno) del 1969. Un paio di pantaloni lunghi gabardine kaki anziché 2 paia di pantaloni lunghi di tela kaki; - 4 maglie canottiere verde oliva anziché 2 canottiere di cotone. Maglione kaki collo rovesciato e 2 maglie di lana cotone melange anziché 2 maglie di lana a mezze maniche; - impermeabile da libera uscita in sostituzione del cappotto di panno, che in campagna e per servizi armati è sostituito, come si è visto, dall'impermeabile da campagna (dotazione di reparto), - 2 sacchetti per biancheria da lavare anziché I, 4 paia di slip e 2 paia di mutande lunghe di lana cotone in sostituzione di 3 paia di mutande corte di tela. Tra le tante innovazioni, merita rilievo particolare la disponibilità permanente e individuale da parte del soldato di un impermeabile, sia
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Circ. SME n. 180/035-43 in dala 18 dicembre 1975. Decreto lnterminislerialc 4 gennaio 1971 .
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per la libera uscita che in campagna. In tal modo viene finalmente realizzato un obiettivo storico, che già era stato prospettato, senza alcun pratico riscontro, durante la prima guerra mondiale (Vds. Vol. II, capitolo XVIII).
c. Manutenzione e recupero degli oggetti di corredo La prima manutenzione del corredo avviene a livello individuale. Nella serie ordinaria individuale 1958 gli accessori per cucire sono custoditi nella borsa <li pulizia, che oltre al pettine con custodia contiene l serie di bottoni, I paio di forbici, 1 rocchetto completo di aghi e spilli. Le serie ordinarie successive invece prevedono una borsa accessori per cucire, che nelle serie ordinarie 1966 e 1969 contiene 1 serie di bottoni, 1 paio di forbici, 1 astuccio completo di aghi e spilli, 3 tubetti di refe. Più ricco e completo il contenuto della borsa accessori per cucire della serie 1979 (7 serie di bottoni di resina e metallici pluriarma per divise tessuto pettinato mod. 71; 1 paio di forbici; 1 astuccio completo di aghi, spille di sicurezza e 2 tubetti di refe; 2 fermi a morsetto per mostreggiature metalliche). In campagna le compagnie e unità equivalenti dispongono per le piccole riparazioni, come durante la guerra, dei colli per riparazioni da sarto e da calzolaio, impiegati da militari di truppa con incarico complementare sarto e calzolaio. Le riparazioni di maggiore impegno sono assicurate, - come si è visto - dalle seziQ.ni vestiario, lavanderia e bagni al livello di G.U .. In guarnigione, la manutenzione e riparazione degli oggetti di corredo come nella guerra e nell'anteguerra sono affidati a capi sarti e capi calzolai e coinvolgono in particolar modo - come già prevedeva il R.A. 1927 - la responsabilità del comandante di compagnia, il quale già all'atto della vestizione delle reclute deve accertare che le modifiche sartoriali e gli adattamenti siano fatti dai capi sarti a regola d'arte. In linea generale, il comandante di compagnia conserva, anche dopo l'entrata in vigore del R.A. U. 1976, l'obbligo di vigilare sul perfetto stato degli oggetti VE dei militari dipendenti , e di disporre l'adozione dei provvedimenti necessari per il pronto ripristino degli oggetti abbisognevoli di riparazione. A tal fine, compete come sempre al comandante di compagnia la compilazione della documentazione necessaria e il controllo dell'operato dei capi operai, che sono tenuti ad eseguire le riparazioni necessarie a regola d'arte e nei tempi prescritti dai contratti. Nel dopoguerra - e fino a tutto il febbraio 1959 - il sistema di retribuzione dell'opera prestata dai capi operai è stato unicamente quello "a tariffa", cioè basato sul pagamento secondo tariffe fisse prestabilite delle riparazioni effettivamente eseguite, le quali risultavano dalle " Note di riparazione" compilate dai comandanti di compagnia. Leprestazioni dei capi operai erano regolate dal R.D. 14 giugn'o 1934, n. 284 Condizioni ,?enerali di oneri per la confezione e riparaz ione a tariffa del vestiario e delle calzature dei sottufficiali e della truppa. Le riparazioni
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del corredo, delle buffetterie e bendature potevano essere fatte anche ad economia, e le modalità di carattere generale da seguire erano indicate dal Titolo X (Artt. da 372 a 397) del R.A. 1927. A decorrere dal 1° marzo 1959 (Circ. n. 3100/VC in data 9 febbraio 1959) il sistema è stabilito "a quota fissa per giornata di presenza" per tutti gli Enti dell 'esercito, ad eccezione dell' Accademia di Modena, della scuola militare della Nunziatella, dei Carabinieri e dei detenuti delle carceri giudiziarie militari. La nuova organizzazione comporta l'obbligo da parte dei capi operai di mantenere in perfetta efficienza il corredo e le calzature della truppa senza limite di frequenza nelle riparazioni, e di provvedere alle lavorazioni necessarie sui materiali recuperati versati dai congedati o da quelli in servizio, per cambio stagionale dell' uniforme. Poiché il compenso dei capi operai non dipende più dalla quantità e qualità del lavoro effettivamente compiuto, questi ultimi non hanno più alcun incentivo ad aumentare le riparazioni. Ne consegue che il nuovo sistema, se da una parte assicura una maggiore linearità nel funzionamento del servizio e previene le occasioni di irregolarità, è basato ancor più di quello precedente sulla costante azione di vigilanza e controllo da parte dei comandanti di reparto, che devono pretendere dai capi operai il rispetto degli impegni di lavoro assunti. Il servizio dei capi operai sarti e calzolai con ambedue i sistemi è regolato dalla Circolare dell ' Ispettorato generale dei Servizi di commissariato n. 3000/lC in data I ottobre 1965 IL Servizio dei capi operai sarti e calzolai - ~uida pratica. Anche dopo l'entrata in vigore del nuovo sistema sono ancora valide, pe r le parti applicabili, le condizioni generali d'oneri di cui al citato R.D. 14 giugno 1934, n. 824, che sono considerate parte integrante dei contratti con i capi operai anche se non vi sono allegate. Secondo quanto prescritto dalla Circ. n. 3000/lC, gli oggetti di corredo comunque dismessi dai militari sono sottoposti ad attento e diligente esame da parte di apposita commissione nominata dal comandante di corpo, della quale fa parte un ufficiale di commissariato. Dopo aver accertato che gli oggetti corrispondano per quantità e qualità agli specchi che i comandanti di reparto sono tenuti a compi lare, la commissione suddivide gli oggetti in quattro categorie: I" - oggetti non abbisognevoli di riparazione; 2" - oggetti che, sottoposti alle riparazioni previste nei tariffari, possono essere rimessi in efficienza e dopo il ripristino, sono classificati almeno mediocri; 3" - oggetti che, anche se riparabili non possono essere distribuiti né per prima vestizione delle reclute né per rinnovo; 4" - oggetti che, per le loro condizioni, non sono in alcun modo riparabili. Gli oggetti della seconda categoria sono riparati presso i corpi, con pagamento degli assuntori solo se il sistema è a tariffa, in base alle note di riparazione e alle tariffe stabilite nei contratti. Se il sistema è a quota fissa, gli assuntori sono tenuti, dalle norme contrattuali, ad eseguire
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le riparazioni senza alcun compenso. Gli oggetti della 3" e 4" categoria sono compresi nella dizione generica "fuori uso", non devono essere disfatti e sono versati così come sono ai magazzini di commissariato, unitamente a quelli riparati della 2" categoria. Con questo meccanismo, oltre che dall'azione di vigilanza e controllo dei comandanti di reparto il buon andamento dei recuperi dipende dall'opera delle commissioni di classificazione degli oggetti, dall'opera dei capi operai e dal controllo del magazzino di commissariato che riceve il materiale riparato, al quale compete provvedere al riesame tecnico delle riparazioni e deJle classifiche attribuite agli oggetti riparati dalla commissione.
d. Lavatura e stiratura del corredo Secondo quanto prescritto dalla citata Circ. 3000/lC del J 965 - para. 13, gli indumenti di panno e tela kaki da libera uscita per i militari in servizio (oppure congedamento), devono essere smacchiati, lavati e stirati a cura dei capi sarti, secondo modalità e con ]imiti di frequenza espressamente indicati nei contratti (vds. anche, in merito, la Circ. n. 4500/VC del 30 maggio 1958). Le predette prestazioni sono a completo carico dell'assuntore per il sistema a quota fissa, mentre per gli assuntori retribuiti " a tariffa" valgono le norme e i compensi stabiliti nelle tariffe. Fino al 1975 la lavatura del corredo individuale viene normalmente assicurata - come nell'anteguerra - da assuntori privati presidiari vincolati da apposito contratto. In merito valgono le prescrizioni di cui alla Pub. n. 2938 Norme per la vita e il servizio interno di caserma, para. 42 ed alla Circ. 03/1000 del 1966, para. 64 - 65. Nei giorni stabiliti ciascun comandante di squadra ritira la biancheria ai propri uomini e dopo averla registrata sul prescritto Libretto del bucato mod. 567 la consegna, unitamente ai libretti stessi, al Comando di compagnia. A cura del sottufficiale di contabilità i dati riportati nei libretti mod. 567 sono riepilogati nel registro mod. 2023 (madre e figlia). Successivamente il Comando di compagnia consegna la biancheria (debitamente immatricolata e con segno distintivo del reparto apposto a sua cura) all' assuntore, unitamente alla figlia del registro mod. 2023. Con procedimento inverso si procede al controllo degli oggetti quando ritornano dalla lavanderia, a scadenze previste dai contratti. Sempre fino al 1975 il pagamento degli assuntori da parte dei corpi avviene in base a tariffe fisse stabilite per ogni lavatura e per ciascun capo di corredo. A tal fine, le compagnie compilano mensilmente un riepilogo delle madri del mod. 2023 rimaste in loro possesso, conforme ad apposito modello, ove sono indicati, per ciascun oggetto, la nota mod. 2023 (con relativa data) nella quale è stato registrato, il totale degli oggetti lavati nel mese, il prezzo unitario di tariffa, l'importo parziale e l'importo totale. Tale modello viene trasmesso dalla compagnia all'uf-
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ficio amministrazione del corpo o distaccamento, per il pagamento all'assuntore. La Circ. n. 03/1000 sottolinea (si veda, in merito, anche la Circ. n. 5410/VE in data 25 maggio 1965) che la lavatura del corredo è essenziale per la buona conservazione degli oggetti. Pertanto, occorre "assolutamente evitare" che i militari provvedano direttamente alla stessa per gli oggetti personali e curare che invece consegnino tutti gli oggetti per la lavatura a cura dell'Amministrazione, sotto il controllo dei comandanti di compagnia responsabili della buona organizzazione del servizio nell'ambito della compagnia. Le raccomandazioni della circolare sono sintomatiche; in effetti il sistema di lavatura della biancheria prima indicato si rivela poco pratico e non sempre riesce di pieno gradimento del soldato, oltre tutto per il sistema di immatricolazione e di segnatura non sempre idoneo, duraturo o fatto con la dovuta cura. Anche in questo settore viene compiuto un notevole salto di qualità con la Circ. MD-COMMIDJFE n. 5/55590 in data 22 ottobre 1975, che introduce un nuovo sistema di lavatura da parte dell 'assuntore "a ciclo completo" e "a peso", nel quale le operazioni a carico dell'assuntore non si limitano alla semplice lavatura, ma comprendono anche l'immatricolazione a cura della ditta della biancheria ritirata con apposito contrassegno indelebile per ciascun militare, il rammendo e la stiratura (per "rammendo" si intende il complesso delle operazioni necessarie a consentire l'immediato e funzionale impiego del capo lavato, escluse quelle che comportano applicazione o sostituzione di parti tessili e compresa la sostituzione di bottoni rotti o mancanti). Possono essere dati a lavare dal soldato anche indumenti intimi di foggia civile di proprietà personale (quali: calze, canottiere, maglie, mutande, fazzoletti) e indumenti di lavoro di operai dipendenti della Difesa. La frequenza della lavatura è settimanale; il pagamento avviene a peso, e non più a tariffa fissa per ciascun capo di corredo e per ogni lavatura. Ne risultano, di conseguenza, semplificate le scritture contabili. Responsabile del buon andamento del servizio nella compagnia è come sempre il comandante, ma le procedure e responsabilità prima indicate, con coinvolgimento dei comandanti di squadra ecc. risultano implicitamente abrogate. Ciascun comandante di compagnia, infatti, è autorizzato dalle nuove norme a disciplinare il servizio nella maniera che ritiene più opportuna e designa un ufficiale e sottufficiale responsabile del ritiro della biancheria ai militari e della sua consegna all'assuntore. li soldato consegna la biancheria da lavare nell'apposito sacchetto, con elenco a sua firma su apposito modello DP/7750. La consegna all'assuntore avviene con apposita nota a matrice e contromatrice (modello DP/7519) nella quale è riportato il numero dei sacchetti e il peso complessivo della biancheria. L 'assuntore firma la matrice della nota di consegna che rimane al reparto, mentre la contromatrice viene firmata dall'ufficiale o sottufficiale in caricato del controllo della consegna e della pesatura. I manufatti lavati devono essere consegnati dall'assuntore entro 4 giorni dal ritiro.
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I O. Casermaggio Come già si è accennato, fino al l 98 l e oltre rimane sostanzialmente valida, con varianti non di rilievo, L 'istruzione sul servizio del casermaggio militare Ed. l 925, ristampata nel l 938 come Pub. n. 3190 Istruzione per i servizi di commissariato militare - Libro Ili - Servizio di casermaggio militare (vds. Vol. III - capitolo VII), alla quale fariferimento anche l'Art. 2 del R.A.U. 1976. Fino al 1975 valgono pienamente anche le norme di cui al R.A. 1927, con particolare riguardo al Libro Primo, Titolo II (responsabilità amministrativa) Titolo III (contratti e servizi ad economia), Titolo VII (casermaggio, paglia e combustibile). Dopo l'entrata in vigore del R.A.U. 1976 le predette norme subiscono - anche per la documentazione prescritta per la gestione - delle modifiche che negli anni 80 sono riepilogate dalla Pub. n. 6381 del Comando del Corpo di Commissariato Istruzione per il servizio di casermaggio presso Enti, Distaccamenti e Reparti - Ed. 1987. Fino al 1975, secondo la citata Circ. n. 03/1000 del 1966 (para. 69 - 85) il servizio casermaggio presso i corpi fa capo all'aiutante maggiore in prima, che è consegnatario per debito di vigilanza del materiale nei riguardi del consegnatario per debito di custodia del magazzino territoriale competente. Presso i distaccamenti non inferiori al battaglione le attribuzioni di cui sopra sono esercitate da11'aiutantc maggiore in seconda o da chi ne fa le veci; presso i distaccamenti di forza inferiore spettano allo stesso comandante. Nell'ambito dei corpi, dei materiali ceduti alle compagnie rispondono i rispettivi comandanti (Art. 272 R.A. 1927) e la loro gestione avviene in conformità a quanto prescritto dagli Artt. dal 266 al 282 del R.A. 1927. Sempre secondo la Circ. n. 03/1000, l'aiutante maggiore in 1" e gli ufficiali responsabili della gestione del casermaggio per conoscere in ogni momento la dislocazione del materiale devono tenere costantemente aggi_o rnato un prospetto riassuntivo compilato a matita, dal quale risultino: denominazione dei materiali, classe d'us o, carico generale, carico di ciascuna compagnia, carico totale di tutte le compagnie, rimanenza in magazzino. Alla fine di ogni trimestre, i consegnatari per debito di vigilanza de] casermaggio provvedono - presso il magazzino di casermaggio dal quale dipendono - ad effettuare la parifica del mod. 2032, con le modalità indicate dall ' istruzione per i servizi di casermaggio militare - Voi. 111; alla stessa Istruzione la Circ. 03/1000 fa riferimento per le ricognizioni e visite dei materiali di casermaggio, e per la lavatura, il ritiro e la custodia dei materiali. I materiali di casermaggio dei primi anni 50 sono ancora quelli del periodo della guerra e si suddividono in: oggetti per truppa e sottufficiali; oggetti per corpi di guardia da truppa; oggetti per ufficiali; macchinari, attrezzi e strumenti; pesi e misure; materiali per mense ufficiali; oggetti e generi diversi.64 Negli anni 60 e 70 sono introdotti nuovi mobili e arredi per alloggi ufficiali e sottufficiali, per uffici, parlatori, sala barbiere ecc .. Soprattutto, viene assai migliorato il confort del posto
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letto della truppa (materassi, lenzuola e brande più confortevoli e di migliore qualità; armadietto singolo) e sono assegnati, come si è visto, numerosi nuovi e costosi materiali per la distribuzione del rancio (self service e tavola calda). Le esigenze create dal notevolissimo aumento quantitativo e qualitativo dei materiali e i nuovi criteri di gestione dei materiali stessi introdotti dal R.A.U. 1976 portano ad estendere la gamma di materiali considerati come facenti parte del commissariato e a modificare i criteri per la loro gestione. Nella sua configurazione degli anni 7065 il servizio casermaggio assicura: - la provvista, conservazione, distribuzione e manutenzione di effetti letterecci, mobili c arredi per caserme, uffici e alloggi di servizio, bandiere, mezzi per custodia valori e carteggio, attrezzature e macchine per ufficio, mobili e attrezzature per cucine e refettorio, strumenti musicali, attrezzature, arredi e paramenti per servizio religioso; - la provvista e il rifornimento dei detersivi per lavatura delle attrezzature per cucina e delle stoviglie; - la provvista e distribuzione di materie prime e accessori per la manutenzione e riparazione dei materiali di casermaggio; - la manutenzione, riparazione e lisciviatura degli effetti letterecci e il rifacimento degli imbottiti; - i compensi per alloggi forniti dai Comuni alle truppe in esercitazione. Ai fini della gestione i materiali di casermaggio si distinguono in due gruppi: 1 ° GRUPPO: i materiali cosiddetti " tradizionali", ceduti come sempre in uso ai distaccamenti (battaglioni) e reparti, rimanendo in carico al consegnatario per debito di custodia competente del magazzino misto di commissariato territoriale. Per tali materiali, l'agente responsabile dei reparti è sempre l'aiutante maggiore. A questo gruppo di materiali appartengono gli effetti letterecci, gli arredi singoli e in serie per uffici, alloggi e camerate, gli arredi per sala barbiere, parlatorio e refettorio, i mezzi di custodia; 2° GRUPPO: i restanti materiali (attrezzature da cucina, tavola calda e self-service; attrezzature da magazzino; macchine e attrezzature per ufficio). Di questo gruppo di materiali è agente responsabile il SU. consegnatario per debito di vigilanza di tutti i materiali del battaglione. A differenza dei primi, essi sono scaricati dal conto giudiziale del consegnatario per debito di custodia dei magazzini territoriali e assunti in carico dal SU. consegnatario per debito di vigilanza dei reparti.
64 Cfr., in merito, la Pub. MG - DGSCA n. 4882 Nomenclatore dei materiali dei servizi di commissariato militare (Categoria ID), Roma 1951. 65 Cdo del Corpo di Amministraz ione dell'Esercito, Lineamenti amministrativi ... (r.it.), pp. 109- 112 e r.do del r.orpo di Amministrazione dell'Esercito, Organizzazione e compiti ... (Cit.), pp. 145- 16 I.
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I materiali di casermaggio del I gruppo sono ancora gestiti con i criteri indicati dal Libro III dell'Istruzione per i servizi di commissariato, fatte salve le modifiche nelle dotazioni, nella lavatura, nei registri, ecc.; quelli del 2° gruppo sono gestiti con le modalità indicate per tutti i materiali dal R.A.U. 1976 e relative istruzioni (Libro VII). Nell'assetto dei primi anni 80 i materiali di casermaggio del 1 ° gruppo sono dimostrati sulle schede mod. DE 3228 (ex 105 Rif.) e sono periodicamente sottoposti a ricognizioni e visite con le modalità già indicate in precedenza, il cui esito è fatto constatare con processo verbale mod. DE/7534. La manutenzione e riparazione avvengono a mezzo contratti o in economia presso i reparti, fatta eccezione per il rifacimento dei materassi e guanciali di lana, ai quali si provvede previo scambio presso i magazzini misti di commissariato. Gli approvvigionamenti sono normalmente disposti dagli organi centrali e dal Comando dei Servizi di commissariato; eccezionalmente, possono essere eseguiti da Enti e distaccamenti, previa autorizzazione del predetto Comando. Presso ogni Ente, distaccamento o reparto è costituito un magazzino dei materiali di casermaggio. I materiali di casermaggio - tradizionali e non - degli Enti e distaccamenti sono dati in consegna a sub - consegnatari (sottufficiali ai materiali delle compagnie, sottufficiali addetti ai materiali delle cucine e mense, ecc.). Il servizio lavatura è assicurato a mezzo contratti presidiari stipulati dai Comandi dei Servizi di commissariato di Regione a seguito licitazione privata. La lavatura avviene con modalità analoghe a quelle precedentemente indicate per gli oggetti di corredo (retribuzione a peso, organizzazione a livello compagnia ecc.). In sintesi, dopo l'entrata in vigore del R.A.U. 1976 la gestione dei materiali di commissariato è stata adeguata ove necessario alle nuove norme, suddividendoli in due gruppi con diverse modalità di gestione e quindi senza raggiungere un indirizzo unitario. Si tratta peraltro di un assetto tipicamente provvisorio e di transizione, in attesa dell'entrata in vigore del nuovo "Regolamento speciale a carattere interforze" di cui all'Art. 2 del R.A.U. 1976.
CAPJTOLO XVII
SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI: MATERIALI D'ARMAMENTO, MATERIALI NBC, MATERIALI DEL GENIO, MATERIALI DELLE TRASMISSIONI, TRASPORTI.
I. Premessa
L'accorpamento a partire dalla seconda metà degli anni 70 dei preesistenti Servizi armi e munizioni, ABC/NBC, materiali del genio, delle trasmissioni , trasporti per via ordinaria e motorizzazione (Cfr. capitoli X e XII) costituisce il momento più qualificante - e di maggiore difficoltà - del progressivo accantonamento della logistica per materia a favore del sistema per funzione. Tenendo anche conto del passaggio a partire dal 1967 dei centri tecnici e degli stabilimenti territoriali di 4 ° grado dei vari Servizi all'area interforze della catena logistica, il primo riflesso delle riforme degli anni 60 e 70 è la diminuzione del peso tradizionalmente prevalente della struttura logistica territoriale di artiglieria, mentre acquista parallelamente importanza maggiore la struttura logistica territoriale della motorizzazione e, con essa, il corpo automobilistico (i cui Quadri sono l'asse portante dei neo-costituiti Servizi trasporti e materiali). Di conseguenza prenderemo in esame l'evoluzione di ciascuno dei predetti Servizi logistici fino al 1976, dando solo qualche cenno del processo di fusione che avviene, anzittutto, per trasformazione e ampliamento degli organi direttivi ed esecutivi territoriali del Servizio della motorizzazione e del sistema scolastico dello stesso Servizio.
2. Se rvizio armi, munizioni e materiale NBC a. Evoluzione degli organi centrali dell' Arma e del Servizio Come già si è visto al precedente capitolo XI, il R .D. 31 maggio 1945, n . 560 che riordina il Mini stero della guerra sopprime le direzioni generali di artiglieria, della motorizzazione e del servizio chimico militare e riunisce le branche moto ri zzazione e artiglieria in un'unica direzione generale di artiglieria e della motorizzazione, alla quale compete anche la branca guerra chimica, al momento di scarsa rilevan za (non sono ancora state prese in esame le ricadute dottrinali dell'avvento del-
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la bomba atomica). Con il D.C.P.S. 21 novembre 1946 n. 425 sonoricostituiti la direzione generale di artiglieria e l'Ispettorato generale della motorizzazione. Dopo la riunione delle direzioni generali di forza armata in un unico Ministero (D.C.P.S. 4 febbraio 1947, n. 17) tale assetto rimane invariato. Con il D.M. 30 settembre 1966 viene costituita la direzione generale interforze delle armi, delle munizioni e degli armamenti terrestri (AMAT), nella quale il 1° e 2° reparto si occupano delle materie di competenza del Servizio armi e munizioni, il 3° reparto tratta i materiali per la difesa NBC, il 4° i materiali e mezzi campali delle trasmissioni per le unità terrestri. Con D.M. 30 settembre 1966 l'Ispettorato della motorizzazione dell'esercito viene sciolto. Le competenze relative ai mezzi ruotati e cingolati e ai combustibili liquidi e gassosi per riscaldamento e vettovagliamento passano alla direzione generale della motorizzazione e combustibili. In tal modo, nei moderni sistemi d'arma e in particolare nei missili e nei mezzi da combattimento (carri armati, autoblindo, veicoli cingolati, semoventi) le questioni attinenti all'armamento, materiali optoelettronici, mezzi delle trasmissioni e quelle relative a scafo, sistema di propulsione e carburanti fanno capo a due diverse direzioni generali, con non lievi problemi di coordinamento non solo al livello di studio, progettazione e collaudo ma anche al livello amministrativo e di mantenimento di 3° e 4° grado. Questa situazione ha indotto di recente ( 1991) un gruppo di lavoro del Centro Alti Studi per la difesa a proporre un ritorno alle origini e alle soluzioni del 1945, con "la concentrazione in una sola direzione generale degli armamenti terrestri, delle attività dirigenziali inerenti a tutti i materiali relativi all'armamento dell'Esercito, compresi i mezzi della motorizzazione e quelli sussidiari, nonchè delle competenze relative ai materiali del genio che fanno parte dell'armamento e dell' esplosivistica" . 1 Questa frammentazione di competenze, come già si è visto, era ancor maggiore durante la guerra, quando tra i protagonisti importanti dello studio, progettazione e collaudo dei materiali e in genere della logistica di produzione c'erano anche gli Ispettorati, e in particolare l'Ispettorato di artiglieria. Peraltro, fin dall'immediato dopoguerra lo SME intende ridurre la loro autonomia e i loro compiti che ne facevano organi di supporto tecnico del Ministero più che dello SME. Secondo il Capo di Stato Maggiore pro tempore generale Cadoma ( 1947) essi devono invece diventare "parte integrante dello SME, evitandosi duplicati di funzioni e doppie dipendenze, conseguenti a disposizioni di legge ormai superate".2 L'Ispettorato di artiglieria viene ricostituito nel 1944 con una struttura ancora embrionale (generale Ispettore e un ufficio dell'Ispettore).
I CASO - XLII Sessione, Proposte di ristrutturazione dell'area tecnico-amministrativa della Difesa. Roma. CASD 1991. p. 91. 2 R. Cadorna, Op. cit., p. 79.
XVII - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
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Con Jet. n. 4532/0rd 1 in data 20 settembre 1946 lo SME stabilisce che " la trattazione delle questioni relative agli studi, alle esperienze e alle modifiche del materiale di artiglieria è devoluta d'ora in poi esclusivamente a codesto Ispettorato". 3 Per svolgere i nuovi compiti l'Ispettorato assume a partire dal 1 ° ottobre 1946 una nuova e più complessa fisionomia su Ispettore, segreteria e due uffici. Il I ufficio si articola su capo ufficio e 3 sezioni (personale, addestramento e impiego, materiale e munizioni). Il II ufficio, di nuova costituzione, tratta gli studi, esperienze e modifiche sui materiali e costituisce nel suo seno uno specifico organo collegiale di consulenza tecnica per tutte le questioni tecnico-amministrative interessanti l' Arma e il Servizio di artiglieria. Esso si articola su capo ufficio e 5 sezioni (artiglieria, carri e gabinetto tecnologico; armi portatili e archivio disegni; munizioni, esplosivi e gabinetto chimico; chimica - cioè ABC - e gabinetto sperimentale del Servizio chimico militare; tavole di tiro). li gabinetto tecnologico, il gabinetto chimico (già del Servizio tecnico di artiglieria) e il gabinetto sperimentale del Servizio chimico (già appartenente al Servizio chimico militare) passano alle dipendenze tecniche e per l'impiego dell'Ispettorato. Per quanto riguarda l'amministrazione dei fondi, i predetti gabinetti mantengono immutate le loro dipendenze. In particolare, il gabinetto tecnologico e il gabinetto chimico continuano a dipendere rispettivamente dal laboratorio precisione esercito e dalla direzione di artiglieria di Roma. Per l 'assolvimento dei suoi compiti nel campo degli studi ed esperienze l'Ispelloralu si puù av valere anche degli stabilimenti di artiglieria, inoltrando le richieste del caso alla direzione generale di artiglieria e motorizzazione dalla quale essi dipendono. Nel 1952 l'Ispettorato viene ampliato e comprende Ispettore, Capo del Servizio tecnico di artiglieria e 4 uffici (ufficio dello Ispettore; I ufficio in formazioni, add. ecc.; Il ufficio tecnico, armi portatili, munizioni, esplosivi chimici , tavole di tiro; 111 ufficio difesa chimica, costituito ne] 1949). Nel 1956, in seguito ali 'istituzione della branca controaerei l' I spettorato risulta composto da: Ispettore; segreteria e personale, ufficio I (artiglieria terrestre), capo del Servizio tecnico (Il ufficio servizio tecnico e ufficio difesa chimica), generale addetto per l'artiglieria controaerei con proprio ufficio. A partire dal 1957 il Servizio tecnico e la branca ABC tendono ad acquistare una propria autonoma fisionomia che è riflesso dell'uscita delle Pub. SME n. 600 e 6300 e della ristrutturazione degli organi centrali. Nel luglio 1957 il Servizio tecnico si articola in: - reparto servizio tecnico di artiglieria (per trasformazione del II ufficio), su Capo reparto, 4 uffici (artiglieria; razzi e missili; armi portatili; esplosivi) e 2 laboratori (laboratorio chimico e laboratorio tecno-
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AUSSME, Rcp. M/7, Racc. 819.
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logico con officina sperimentale). Inoltre dal Capo reparto dipende un colonnello addetto al quale fanno capo 3 sezioni (progetti e disegni, unificazione disegni, controllo tecnico commesse); - ufficio difesa NBC, con fisionomia inlerforze e sezioni marina e aeronautica. Tale ufficio è destinato a passare, in un secondo tempo, alle dirette dipendenze del Capo di SME. Nell'otlobre 1957 sono costituiti, alle dipendenze di tale ufficio, una compagnia sperimentale ABC e un plotone lanciafiamme. 4 Nel gennaio 1961 dal Capo dal servizio tecnico, con segreteria, dipende un reparto del servizio tecnico su 6 uffici (del Capo reparto; armi portatili; artiglieria, esplosivi e artifizi vari; razzi, missili ed elettronica; balistica esterna; controllo commesse) e 3 laboratori. Nel novembre 1961, in seguito alla costituzione delle direzioni dei servizi tecnici (vds capitolo XII) il servizio tecnico di artiglieria viene definitivamente svincolato dall'Ispettorato. Anche l'ufficio difesa ABC all'inizio del 1961 cessa di far parte dell'Ispettorato, e dopo un breve periodo alle dirette dipendenze del Sottocapo di SME nell'ottobre 1961 si trasforma in Ispettorato per la difesa ABC su Ispettore, ufficio segreteria e personale, reparto difesa ABC (generale capo reparto; ufficio studi, regolamenti, addestramento; ufficio dotazioni tecniche, dotazioni , caricamento). Contemporaneamente, si costituisce anche la direzione del Servizio chimico fisico costituito nel 1960 (vds. capitolo Xli). Di conseguenza, l'Ispettorato di artiglieria risulta notevolmente alleggerito e si arlicula su 2 soli uffici (segreteria e personale; studi, regolamenti e scuole), con 2 generali addetti e rispettivi uffici. Con la ristrutturazione del 1975 tutti gli Ispettorati perdono gran parte delle loro tradizionali competenze in materia di ricerca, studio, sperimentazione e collaudo dei materiali e il loro organico viene sensibilmente alleggerito. In particolare, con la Circ. SME n. 23/154 in data 30 gennaio 19765 l'attività di ricerca e studio viene accentrata presso l'ufficio ricerche e studi del lo SME, ferma restando, in merito, l'azione propulsiva e di consulenza di competenza degli Ispettori. L'Ispettorato per la difesa ABC - che nel 1965 era stato potenziato con l'aggiunta, tra l'altro, di un nucleo centro controllo rete NBC e di una sezione coordinamento atomico - viene sciolto e l'Ispettorato di artiglieria assorbe di nuovo le competenze relative alla branca NBC (e non più ABC) con la nuova denominazione di Ispettorato dell'Arma di artiglieria e per La difesa NBC. All'interno dell'Ispettorato è di nuovo istituito un ufficio NBC retto da un generale, che ha alle dipendenze il battaglione NBC di Rieti. La scuola interforze per la difesa NBC, le scuole dell'Arma e il Comando artiglieria controaerei dell'esercito dipendono direttamente dall'Ispettore. L'ufficio tavole di tiro passa alle dipendenze del direttore
4 Circ. SME n. 1090 - R/15161243 in data 19 luglio 1957 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 844) . s AUSSME, Rep. M/7, Racc. 873.
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del nucleo centro tecnico dell'armamento terrestre (organo di studio e ricerca a livello DG - AMAT) e il nucleo centro controllo rete NBC, che prima faceva capo al generale capo reparto difesa ABC, passa alle dipendenze del comandante della scuola unica interforze NBC. L'Ispettore rimane essenzialmente organo di consulenza dello Stato Maggiore, organo ispettivo per delega del Capo di Stato Maggiore e organo di comando delle scuole.
b. Organizzazione direttiva periferica e organi esecutivi 6
Nel primo dopoguerra sono organi direttivi periferici del Servizio artiglieria i comandanti di artiglieria dei C.M.T.; nelle G .U., svolgono tale funzione i rispetti vi comandanti di artiglieria. Dai Comandi di artiglieria di C.M.T. dipendono le direzioni di artiglieria, tutti gli Enti e reparti territoriali del Servizio e i depositi di artiglieria dislocati nel territorio di giurisdizione del Comando Militare territoriale; su di essi esercitano anche funzione ispettiva ai fini della mobilitazione. Nel 1949 sono meglio definite le loro attribuzioni (di Comando, sulle uni tà di artiglieria non incorporate nelle G.U. operative; di controllo tecnico addestrativo, su tutte le unità di artiglieria della circoscrizione comprese quelle delle G.U.) in aggiunta a quelle istituzionali di direzione dei Servizi di artiglieria e di comando dei depositi di artiglieria. Le direzioni di artiglieria (ridotte gradualmente a una per Comando Militare Territoriale) hanno competenze relative alla custodia, gestione tecnico-amministrativa del contante e del materiale e mantenimento dei materiali. Al livello di G.U. elementare, il Comandante di artiglieria (Circ. SME n. 5563/0rd/l del settembre 1946) esercita le funzioni di direzione del Servizio di artiglieria per i reparti della G.U., con attività disciplinare, ispettiva nel campo tecnico-amministrativo, di controllo e di collegamento tra Amministrazione centrale e autorità civili; esercita inoltre funzioni di comando sui depositi dei reggimenti di artiglieria di G .U .. Gli studi dello SME nel 1944, in imminenza della liberazione dell' Italia Settentrionale, prevedono (per 11 Comandi Militari Territoriali - vds anche capitolo XIII) 14 direzioni e 15 sezioni staccate d'artiglieria, l proiettificio, l stabilimento pirotecnico, 3 arsenali, l spolettificio, 2 fabbriche d'armi, un polverificio. Il numero delle direzioni d'artiglieria che si prevede di mantenere in vita è quindi superiore a quello dei C.M.T., anche se inferiore a quello dell' ordinamento 1940 (18, una direzione per Corpo d'armata). Ad avvenuta liberazione dell' Italia Settentrionale il generale Cadorna, tenuto conto che il numero degli stabilimenti è largamente esuberante rispetto alle esigenze del tempo di pace, ottiene in un primo tempo dal Ministero: l ' eliminazione di tutti gli
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Si veda anche R. Cadorna, Op. cit., pp. 42, 50-5 l , 65-66.
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stabilimenti e impianti ausiliari di artiglieria e genio sorti durante la guerra; la soppressione di 7 grandi stabilimenti preesistenti; la contrazione in un unico Ente degli arsenali di Piacenza, Torino e Napoli; la contrazione di 4 stabilimenti del genio in due soli; la soppressione di 6 depositi e magazzini del genio.7 Questo drastico programma è attuato solo in parte e con la costituzione di gran numero di sezioni di stabilimento nelle stesse località degli stabilimenti soppressi. A fronte dei I O stabilimenti e 3 sezioni di artiglieria del 1939 (vds. Vol. m - capitolo VII), l'ordinamento definito nel gennaio - settembre 1946 ed elaborato dallo SM'E in accordo con 1' Ispettorato e la direzione generale di artiglieria conferma in un primo tempo l'esistenza di 11 direzioni d'artiglieria (1 per C.M.T.), 1 sezione chimica (C) per tutto l'esercito (Roma), 19 sezioni staccate, 1 arsenale d'artiglieria (con direzione a Piacenza, I sezione di stabilimento a Torino, 4 sezioni staccate a Bologna, Piacenza, Roma e Napoli), 1 laboratorio pirotecnico esercito (Capua), I spolettificio (Torre Annunziata), I fabbrica d'armi (a Terni, con sezione a Gardone Val Trompia), 1 lahoratorio caricamento proiettili (a Baiano, con sezione a Noceto), I laboratorio precisione (Roma), l polverificio (Fontana Liri), 1 centro esperienze (Nettuno), 27 sezioni rastrellamento bombe e proietti (tipo A e B), uffici staccati liquidazione tipo A e B. In totale 7 stabilimenti, 7 sezioni di stabilimento o arsenale e un centro esperienze, più organismi provvisori costituiti per liquidare l'eredità della guerra. 8 A tal fine viene costituita anche una sezione staccata di stabilimento di artiglieria a Genova (poi sciolta il 30 settembre 1947) per liquidare le pendenze dell'ex-stabilimento di Genova. Le attività di stralcio dell'ex-stabilimento pirotecnico di Bologna sono assunte in proprio dalla sezione staccata di arsenale di Piacenza; quelle dell'ex-laboratorio caricamento proietti di Noceto, istituito nel 1940, dal distaccamento di Noceto del laboratorio caricamento proietti di Baiano; quelle dell 'ex-spolettificio di Roma, della sezione staccata di Roma dell'arsenale esercito di Piacenza. Nel marzo 1946 sono definiti anche gli organici delle direzioni di artiglieria di C.M.T. e delle sezioni staccate. La direzione di artiglieria è composta da: direttore (col.) vice-direttore (ten. col.), 2 U. addetti, I direttore dell'officina (ufficiale superiore o capitano del servizio tecnico), 24 SU. (di cui 2 applicati, 2 capi armaioli,10 artificieri, 10 guardamateriali di batteria e guardamunizioni), 1 civile ragioniere capo ufficio amministrazione, I civile ragioniere direttore dei conti, l civile ragioniere consegnatario. La sezione staccata di artiglieria, retta da un ufficiale superiore, comprende un U. addetto, 5 SU. (1 applicato, I capo armaiolo, J artificiere, l guardamateriali di batteria e I guardamunizioni), e personale civile (ragioniere, chimico e capo tecnico). Sempre nel
R. Cadorna, Op. cit., pp. 65-66. 8 Circ. SME n . 1760/0rd ./11 in data 16 aprile 1946 (AUSSME, Rep. M/7, Raec. 403/5). 7
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1946 la direzione di artiglieria di Roma ha alle dipendenze una speciale sezione (sezione C, cioè chimica) che nel 1950 diventa sezione autonoma artiglieria materiali difesa chimica. Dal punto di vista amministrativo il personale dei Comandi di artiglieria e genio è amministrato dai quartier generali di C.M.T. o di G.U.; le direzioni di artiglieria e del genio hanno amministrazione autonoma. Non è prevista la costituzione di reparti direzionali, e una delle sezioni della direzione impianta il giornale di contabilità. Gli stabilimenti di artiglieria e del genio e i depositi materiali del genio hanno amministrazione autonoma, mentre le sezioni staccate di artiglieria e del genio sono considerate distaccamenti amministrativi delle rispettive direzioni.9 In sintesi, nel 1946 la fisionomia logistico-amministrativa e territoriale dell' Arma non presenta varianti sostanziali rispetto all'anteguerra. Anche il numero di stabilimenti e arsenali subisce poche riduzioni sostanziali, in virtù di un larghissimo ricorso a distaccamenti, sezioni ecc. che di fatto mantiene gli Enti preesistenti, sia pure con personale ridotto; in tal modo, la struttura ricostituita è chiaramente sovradimensionata. A fine 1947 la sezione staccata di stabilimento di artiglieria di Roma si trasforma in "sezione lavo1·azioni" del laboratorio di precisione di Roma. Dal 1949 al 1954 avviene una prima serie di rimaneggiamenti c riduzioni: sono sciolte 8 sezioni di artiglieria (3 nel 1949 e 5 nel 1951) e ne sono trasformate altre 5 (2 trasformate in nuclei deposito e bonifica, poi sciolti nel 1951; 3 trasformate in nuclei staccati nel 1951 ). Nel 1949 viene costituito a Palermo un deposito misto artiglieria e genio. Nel J 951 si sanziona l'esistenza di 59 depositi direzionali di materiali d'artiglieria e difesa chimica e di 4 depositi centrali d'artiglieria (Grosseto, Cassino, Sulmona, Grisignano). Nello stesso anno, in relazione al carico dei materiali i depositi munizioni sono classificati in tipo A, tipo B e tipo C. Nel 1952 per far fronte alla prevalente gravitazione dei reparti a nord-est, sono costituiti 9 nuovi depositi muni zioni nel nord e ne sono sciolti 5 nel centro-sud. Sempre nel 1952 viene costituito un secondo poligono di esperienze in Cirié alle dipendenze della direzione generale d'artiglieria. In totale, quindi, a fine 1952 le sezioni staccate sono 7 e i depositi direzionali 63, più 4 depositi centrali. Il Servizio armi e munizioni subisce un severo collaudo in occasione dell'Esigenza T dell'autunno 1953, che comporta un ingente spostamento di munizioni. Emergono anche antichi inconvenienti, come la carenza di materie prime per la manutenzione delle armi e di pezzi di ricambio, di mezzi di trasporto e manovalanza per la movimentazione delle munizioni, di teloni per riparare le cataste di munizioni nei posti munizioni campali (che in Grecia aveva negativamente influito sulla precisione del tiro). Nel 1956-1957 (diramazione delle Pub 6300 e 630 e contrazione del numero dei Comandi Territoriali) la struttura territoriale dell'Arma su-
9
Circ. SME n. 1003/0rd./l I in data 16 aprile 1947 (AUSSME, Rep. M/7 , Racc. 820).
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bisce altre modifiche, che per lo più consistono in soppressioni di organi. Nel 1956 sono declassate a sezione staccata 3 direzioni di artiglieria e sono soppressi 4 magazzini materiaJi di artiglieria. Nel 1957 ne sono soppressi altri 10, insieme con una sezione staccata. Nello stesso anno fa sezione autonoma materiali difesa chimica di Roma si trasforma in direzione materiali d~fesa NBC e viene costituito in Bologna un laboratorio elettronico mobile (L.E.M.) per le riparazioni di 2° grado, l'assistenza alle riparazioni di 1 ° grado e la tenuta a livello dei materiali delle unità controaerei. Nel 1961 il laboratorio sperimentale difesa ABC viene trasformalo in centro tecnico chimico - fisico - biologico alle dipendenze del Capo del servizio chimico-fisico e viene soppresso .un magazzino artiglieria. Nel 1962 il laboratorio elellronico mobile di Bologna cambia la sua denominazione in ] laboratorio elettronico campale e a Verona viene costituito il 2° laboratorio elettronico campale. Nel 1964 viene soppresso il magazzino direzionale materiali artiglieria e difesa chimica di Palermo; alla fine dello stesso anno l'organizzazione logistica territoriale dell'Arma comprende (per gli stabilimenti vds anche Capitolo XIII): - 1 direzione di artiglieria per ciascun Comando Militare Tt:rrilorialc (totale 6); - I direzione materiali difesa ABC (Roma); - 9 stabilimenti di artiglieria con 5 sezioni staccate; IO - I centro esperienze (Nettuno) e un poligono esperienze (Cirié); - 1 sezione autonoma di artiglieria per la Sardegna (Nuoro); - 7 sezioni staccate artiglieria (Piacenza, Torino, Bolzano, Conegliano, Mestre, Bologna, Taranto); - 2 nuclei staccati artiglieria (Milano e Brescia); - 152 depositi munizioni (5 tipo A, 14 tipo B, 37 tipo C, 96 tipo D); - 29 magazzini direzionali materiale artiglieria e difesa chimica (dei quali 5 magazzini materiali difesa ABC); - 4 depositi centrali artiglieria (Grosseto, Cassino, Sulmona, Gricignano). La nuova organizzazione del Ministero della difesa conseguente ai decreti delegati del 1965 provoca, negli anni immediatamente successivi, un'altra serie di mutamenti. Nel 1966 mentre i 4 depositi centrali rimangono alle dipendenze dei Comandi Militari Territoriali competenti per territorio, i 5 magazzini materiali difesa ABC (che prima erano alle dipendenze dirette della direzione materiali difesa ABC) passano al0
10 Gli stabilimenti sono: arsenale esercito di Piacenza con 3 sezioni (Torino, Piacenza e Napoli); spoleuificio esercito di Torre Annunziata; laboratorio precisione esercito di Roma, con alle dipendenze i laboratori elettronici campali di Verona e Bologna; pirotecnico esercito di Capua; fabbrica d'armi di Terni con sezione a Val Trompia; laboratorio caricamento proiettili di Baiano con sezione a Noceto; polverificio esercito di Fontana Liri. In tal modo, se si contano i laboratori elellruniçi e le se;,ioni si ritorna più o meno ai livelli del 1939.
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le dipendenze dell'VIII C.M.T.R. (Roma). L'ISPELOG dell'Esercito impartisce normalmente ordini ai predetti Enti tramite i C.M.T.R., e per talune questioni particolari anche direttamente. Il reparto riparazioni missili contraerei e la sezione riparazioni missili contraerei dipendono per l'impiego e la disciplina dal Comando di artiglieria controaerei dell'esercito, per la parte amministrativa dal C.M.T.R. competente per territorio e per la parte tecnica dal laboratorio precisione esercito.Il Con D.M. 30 settembre 1966 la direzione generale di artiglieria dell'esercito è sciolta, e le sue attribuzioni sono trasferite alla neo costituita direzione generale AMAT, alla quale fanno capo anche tutte le attività inerenti allo studio, sviluppo tecnico, normativa tecnica, approvvigionamento e lavorazioni dei materiali. Con la Circ. MD - Ufficio del Segretario Generale n. 0228/PD in data 24 gennaio 1967 passano alle dipendenze della predetta direzione generale ed entrano, di conseguenza, a far parte dell'area di 4 ° grado interforze: - l'arsenale esercito di Piacenza con le sezioni di arsenale di Torino e Napoli; - il laboratorio precisione esercito di Roma (con ammesso deposito nazionale materiali Hawk); - il pirotecnico esercito di Capua; - la fabbrica d'armi di Terni con la sezione fabbrica d 'anni di Gardone Val Trompia; - il laboratorio caricamento proiettili di Baiano (Spoleto) con la sezione di Noceto (Parma); - il polverificio esercito di Fontana Liri e lo spolettificio esercito di Torre Annunziata; - il deposito NATO materiali Hawk di Montichiari (Brescia) costituito a fine 1966; - il centro esperienze artiglieria di Nettuno e il poligono esperienze di artiglieria di Cirié; - il centro tecnico chimico-fisico di Roma e la direzione materiali difesa A.B.C. di Roma. Oltre agli stabilimenti d'artiglieria, la direzione generale AMAT assume alle proprie dipendenze gli organi di studio e ricerca che prima dipendevano dalla direzione del Servizio tecnico artiglieria (laboratori tecnologici, elettronici, chimici, disegni; centro tecnico delle trasmissioni; centro tecnico chimico-fisico). Nel 1967 la sezione artiglieria di Mestre si trasforma in 4A direzione di artiglieria. Nel 1968 viene costituito il deposito centrale materiali artiglieria di Torre del Parco (Camerino). Nello stesso anno 2 magazzini materiali ABC ripassano dalle dipendenze dell'VIII CMT alle dirette dipendenze del Ministero (direzione generale AMAT). Viene costituito un nuovo deposito centrale difesa ABC, mentre altri 2 ma-
Il Circ. SME n. 1640- R/1526112 in data 3 1 dicembre 1966 (AUSSME, Rcp. M/7. Racc. 857).
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gazzini difesa ABC si trasformano in depositi centrali materiali difesa ABC e altri 5 depositi munizioni sono utilizzati per conservare e custodire anche materiali ABC. Nel 1969 sono sciolti 2 magazzini artiglieria direzionali, I deposito munizioni e il deposito centrale di Sulmona; contemporaneamente sono costituiti un nuovo magazzino direzionale e 2 nuovi depositi munizioni, mentre un altro magazzino materiali ABC dell'VIII CMT passa alle dirette dipendenze della direzione generale AMAT. Con la ristrutturazione del 1975 gli Enti territoriali della Arma subiscono la riduzione più radicale della loro storia. Sono soppressi: - 53 depositi munizioni direzionali (i 2/3 di quelli preesistenti); - il 50% dei magazzini e depositi di materiali di artiglieria; - le 6 sezioni di artiglieria e i 2 nuclei staccati delle direzioni di artiglieria di Comando Regione Militare. Rimangono 13 magazzini di materiali di artiglieria e difese NBC e 42 depositi munizioni, che sono riordinati insieme con le direzioni di artiglieria. La direzione materiali difesa ABC cambia denominazione in stabilimento militare dei materiali difesa NBC. Con la costituzione nel 1976 del Comando Servizi Trasporti e Materiali dell'Esercito c (nei primi anni 80) dei Comandi dei Servizi Trasporti e Materiali di Regione Militare, il predetto Comando assume alle dipendenze tecniche e d'impiego anche i magazzini e depositi centrali di materiali di artiglieria e NBC, mentre i Comandi dei Servizi trasporti e materiali di Regione Militare assorbono le competenze logistiche dei Comandi e direzioni di artiglieria; quest' ultime nel 1984 si trasformano in reparti rifornimenti con compiti pluriservizi. Per quanto riguarda gli stabilimenti di artiglieria e NBC il D.M. 29 dicembre 1977 (vds capitolo XIII) fissa i loro compiti e il loro nuovo ordinamento, che comporta soprattutto cambi di denominazione.
d. Cenni sulla gestione tecnico-amministraliva e sul mantenimento dei materiali. Fino al 30 giugno 1959 i materiali del Servizio armi e munizioni fanno parte del gruppo C (1°sottogruppo, suddiviso in 19 categorie) e nei corpi ed Enti sono gestiti da un consegnatario diverso da quelli dei gruppi A e B (vds. Artt. 307 e 308 del R.A. I 927). Dal luglio 1959 la distinzione in g ruppi viene abolita e viene adottato un sistema di codificazione unificato dei materiali, che sono riuniti in una sola gestione tenuta da un unico consegnatario (vds. precedenti capitoli XIII e XIV). Dopo la costituzione, a fine 1966, della direzione generale AMAT, la Circ. n. 1 - dispensa 1" in data 1° marzo 1969 sulla base delle "disposizioni speciali" emanate dalla predetta direzione suddivide i materiali del Servizio armi e munizioni - dal punto di vista dell'impiego - in tre categorie: - A: armi e materiali ad esse connessi in servizio (costituenti il nucleo fondamentale dell'armamento dell'esercito);
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- B: armi e materiali ad esse connessi in servizio a consumazione (cosliluenti armamento sussidiario); - C: armi e materiali ad esse connessi non più in servizio (da alienare previa autorizzazione del Ministero). Per la gestione del materiale di artiglieria presso i corpi e per gli stabilimenti e arsenali di artiglieria e della motorizzazione (vds. anche i precedenti capitoli XIII e XIV e il capitolo V - Vol. III) rimane in vigore fino al 1976 il Regolamento per il servizio del materiale di artiglieria e automobilistico del Regio Esercito, approvato con R.D. 16 agosto 1926, n. 1628. La pubblicazione del Ministero della guerra n. 3468 Ed. 1941 , che a sua volta ristampava tale decreto del 1926, viene ancora rislampata nel 1952. In merito valgono inoltre, fino al 1977, le prescrizioni contenute nel Regolamento per l'amministrazione e contabilità dei corpi, istituti e stabilimenti militari, approvato con R.D. 16 agosto 1926, n. 1628. Al livello di corpi e istituti militari, oltre a questo ultimo regolamento rimangono in vigore le norme di cui alla Pub. n. 3407 Istruzione sul servizio del materiale del gruppo C presso i corpi - Ed. I 939, ristampata nel 1953. Per quanto riguarda le norme e specifiche per la manutenzione del materiale di artiglieri~, fino agli anni 70 valgono ancora le Pub. n. 3845 Norme per il buon funzionamento delle artiglierie e delle munizioni - Ed. 1940 e n . 4058 Istruzione sulla conservaz ione del materiale di artiglieria - Ed. 1953. Il rastrellamento delle munizioni ed esplosivi viene condotto in conformità alle prescrizioni contenute ne11 a Pub. n . 4079 Istruzione sul rastrellamento delle munizioni ed esplosivi - Ed. 1941. 1 nuclei ispettivi di Regione e di corpo d'armata si attengono alla Guida per i nuclei ispettivi di Regione (N.l.R.) e di corpo d'armata (N.I.C.A.) Artiglieria Ed. 1958, che contiene una parte relativa ad argomenli di carattere generale e un' altra relativa a ciascun tipo di artiglieria in servizio. Le riparazioni e il rifornimento delle parti di ricambio sono regolamentate con le Circ. MDE - DG artiglieria n. 50300 in data 1° ottobre 1955 e n. 5/3500/S.A. (e successive varianti) in data 10 aprile 1966 e con le circolari varie dell'Ispettorato d'Arma e/o dell' ISPEL esercito che diramano le serie CM8 relative ai materiali del Servizio. Il rifornimento di ricambi, accessori, materiale di consumo e il mantenimento del materiale NBC sono disciplinati in modo organico e definitivo dalla Circ. ISPEL esercito n .6000/803/A2 in data 25 luglio 1968 (ancora in vigore alla fine degli anni 70). Limitatamente agli stabilimenti e arsenali militari, il regolamento 1926 viene abrogato dal D.P.R. 5 giugno 1976, n . 1077 Approvazione del regolamento per gli stabilimenti e arsenali militari a carattere industriale, i cui lineamenti essenziali sono già stati descritti nei precedenti capitoli Xlll e XIV. Per quanto attiene alla gestione amministrativa del materiale di artiglieria presso i corpi, le prescrizioni contenute nella predella Pub. n. 3407 sono in parte abrogate solo dal Titolo XIII del nuovo regolamento di amminislrazione interforze de l 1976 (vds. capitolo XIV). Fino al 1975 per i rifornimenti, i recuperi, gli sgomberi e le ripara-
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zioni i reggimenti/corpi inquadrati nelle G.U. (divisioni, brigate o alle dirette dipendenze del Comando di corpo d'armata) fanno capo, anche in tempo di pace, agli organi logistici di 2° grado della G.U. (reparti RRR); questi ultimi, alle direzioni di artiglieria (vds. capitoli IX e X). I corpi non inquadrati in G.U. fanno direttamente capo alle direzioni di artiglieria, che provvedono alle attività di 3° grado, mentre il 4° grado è riservato agli stabilimenti. Nell'aprile 1955 viene deciso il potenziamento del servizio riparazioni delle artiglierie e delle armi portatili, con l'introduzione di un maggior numero di specializzazioni al livello di reggimento.12 1n un reggimento di fanteria il personale specializzato del Servizio armi e munizioni è il seguente: - nell'officina leggera di reggimento: 1 maresciallo capo armaiolo, 1 SU. operaio di artiglieria, 1 graduato armaiolo, 1 graduato operaio di artiglieria, 1 soldato armaiolo e 1 soldato operaio di artiglieria; - al livello di compagnia: 1 graduato armaiolo (per la cp. Cdo btg, cp. fuc., cp. armi accompagnamento, compagnia mortai); 1 graduato operaio di artiglieria (per la cp. controcarri); 1 soldato armaiolo (per la cp. armi accompagnamento) . Dopo la ristrutturazione del 1975, il livello di battaglione con il pi. RR e l'officina leggera acquisisce piena capacità logistica di 1° grado (vds. anche capitolo X) anche per le riparazioni e recuperi. Per il Servizio armi, munizioni e materiali NBC, in totale sono disponibili a tale livello: - per l'attività di rifornimento: 1 SU. artificiere e I artificiere (che in guerra costituiscono il posto munizioni); - per l'attività di recupero e sgombero: un nucleo recuperi con un SU. meccanico; - per l'attività di mantenimento: 1 SU. armaiolo e 1 soldato armaiolo nell'officina leggera e 1 SU. armaiolo e 1 soldato armaiolo nella squadra Servizi del plotone Comando / Cp Cdo S, con capacità lavorativa di 30-35 armi portatili/giorno.n Alle riparazioni dei missili controcarri a grande gittata tipo Tow in dotazione alle compagnie controcarri di brigata provvede una sezione missilistica ed elettronica costituita a fine 1975 nell' ambito delle officine medie dei battaglioni logistici di divisione meccanizzata e corazzata; pertanto sono sciolte le sezioni missilistiche dei reparti RRR di corpo d'armata.
e. Cenni integrativi sull'organizzazione logistica del Servizio ABC/NBC L'organizzazione del Servizio ABC (poi NBC) prevista per la pri-
12AUSSME,
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Rep. M/7 , Racc. 839. Pub. SME n. 6250 (922 s.d .) - Cit.. Apd. 2 All. F.
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ma volta dalla Pub. dottrinale n. 6300 - Ed. 1955 (vds. capitolo IX) incomincia a prendere forma a partire dai primi anni 50. Nel giugno 1950 lo SME in ogni Comando di G.U., di reggimento e di battaglione istituisce un ufficiale addetto alla difesa chimica non a tempo pieno, che provvede sia alla parte operativa che a quella logistica.1 4 La Pub SME n. 6300 Ed. 1955 fissa i compiti del Servizio A.B.C. in guerra ma non sua organizzazione e funzionamento, definiti a partire dallo stesso anno con specifiche circolari dello SME. Secondo una circolare dello SME del luglio 1955, nei Comandi di corpo d'armata, divisione e brigala l'ufficiale addetto alla difesa chimica (non a tempo pieno) è sostituito da un ufficiale superiore A.B.C. a tempo pieno, che assume ogni competenza - anche logistica - in materia e in guerra comanda la sezione NBC istituita a tale livello (al livello di compagnia è prevista una squadra ABC di formazione, con personale a incarico complementare). 15 Dal 1956 al 1959 sono emanate le prime pubblicazioni NBC del dopoguerra (Pub. SME n. 4100 s.d. Istruzione sugli aggressivi chimici e difesa chimica campale - Ed. 1956; Pub. SME n. 4200 s.d. Note su gli aggressivi biologici e sugli incendiari - Ed. 1956; Pub. SME n. 5402 Norm e per l 'impiego, la manutenzione e conservazione della maschera antigas T 35 - Ed. 1958). Nel lugJio 1957 viene costituita alla Cecchignola (Roma). una compagnia sperimentale difesa ABC alle dirette dipendenze dell' Ispettorato. Nel luglio 1965 sono definite la collocazione organica delle squadre NBC (quartier generale di G.U., Comandi di G.U., Comandi reggimento, unità a livello battaglione e Comandi Unità Servizi) e la composizione delle serie materiali ai vari livelli, a cominciare dal livello individuale e da quello di compagnia. Dal l 963 al 1981 la squadra NBC al livello di gruppo tattico (mec./cor.) è composta da SU. cte sq., 6 bonificatori NBC (di cui 4 conduttori automezzi e 2 radiofonisti), 4 rivelatori Re C; il personale e i materiali sono trasportati su 2 AR con rimorchio e 2 ACL. La squadra NBC svolge compiti insieme tattici e logistici, e l'attività direttiva a carattere prettamente logistico è svolta dall'ufficiale addetto ai rifornimenti di battaglione/gruppo tattico; al livello superiore, vi provvedono gli organi diretti vi del Servizio armi e munizioni di G .U .. 16 In data I marzo 1967 viene costituito in Rieti il battaglione difesa NBC, che assorbe la compagnia sperimentale ABC costituita nel 1957 e svolge compiti sperimentali e addestrativi alle dirette dipendenze dell'Ispettorato per la difesa NBC. Con la costituzione nel 1976 del Comando Servizi trasporti e materiali dell'Esercito, i magazzini e depositi centrali NBC passano alle dipendenze tecniche e d'impiego del predetto Comando.
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15 16
12/F.
AUSSME, Rep. M/7, Racc. 840. AUSSME, Rep. M/7, Racc. 856. Pub. SME n. 6250 (922 s.d. ), p. A/IO e Pub. SME n . 5869 (712 s.d.), Apd 1/F e
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Per quanto attiene al materiale, la gestione amministrativa avviene in conformità agli stessi regolamenti - precedentemente esaminati - relativi al materiale di artiglieria. In particolare, fino al 30 giugno 1959 i materiali NBC appartengono al gruppo C (XXVII categoria), Le norme specifiche per il mantenimento del materiale NBC e le dotazioni previste ai vari livelli sono trattate dalle seguenti circolari: - n. 6000/803/A/2 in data 25 luglio 1968 di ISPEL esercito Organizzazione del servizio rifornimento parti di ricambio, accessori, materiali di consumo e riparazione del materiale del Servizio NBC; - n. 1/128/72 in data 12 dicembre 1972 di SME - Uf. ordinamento Organizzazione NBC nell'ambito dell'Esercito Italiano; - n. 457/165 in data 15 febbraio 1973 di SME - ISPE ABC Addestramento NBC - mezzi addestrativi. Fino ai primi anni 60 è sempre in distribuzione ai reparti il materiale antigas studiato e prodotto nell'anteguerra e nel periodo bellico, quasi esclusivamente nazionale (maschera italiana T 35; maschera ottica italiana 041; cofano per riparazione maschere antigas e indumenti protettivi; maschera di provenienza USA M9 Al). La maschera italiana tipo 041 viene definita ottica, perchè le sue caratteristiche favoriscono l'impiego di strumenti ottici a visione monoculare o binoculare; di conseguenza, essa è data in dotazione solo al personale con determinati incarichi, come i puntatori di artiglierie e mortai e gli addetti agli strumenti per il tiro. Nei primi anni 60 viene introdotto in servizio un nuovo e più moderno tipo di maschera (M 59), completata da filtri per mobilitazione M . 58 e da un nuovo tipo di cofano per riparazioni; rimangono però in dotazione anche i precedenti tipi di maschere e filtri.1 7 La maschera è completata da un corredo individuale di autosoccorso e bonifica NBC custodito in apposito alloggiamento della sua custodia. Negli anni 60 e 70 sono definiti i nuovi materiali per la difesa e il rilevamento NBC in dotazione alle squadre NBC e al sistema di rivelazione e controllo NBC civile e militare, e sono sperimentati nuovi tipi di maschera in grado di fornire prestazioni migliori della maschera M. 59, che quando indossata non rende possibile una chiara trasmissione della voce, offre una visuale imperfetta, non consente l'impiego di strumenti ottici ed infine è priva di dispositivi per l ' immissione di liquidi. Tra i nuovi materiali per il rilevamento introdotti nella seconda metà degli anni 60 ricordiamo la cassetta M 65 per il prelievo di campioni sospetti di contaminazione biologica, il dosimetro tattico M. 64, il dosimetro di contaminazione M. 65 e il caricatore M 65 per dosimetro. Per quanto attiene all'addestramento dei Quadri e della truppa, con Circ. SME n. 870 - S. Ord. I in data 9 aprile 1953 viene costituita alla Cecchignola (Roma) la scuola unica interforze per la difesa ABC, uni-
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Pub. SME - TSPENBC n . .'.>644 i struzione sulle maschere anti-NBC - Ed. 1967.
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co istituto scolastico che svolge a livello interforze - e per i corpi armati dello Stato e la Croce Rossa - tutta l'attività didattica richiesta dalla branca, e in particolare, per la parte strettamente logistica abilita il personale delle tre forze armate alla manutenzione degli apparati di rivelazione radiologica e svolge corsi per SU. radiometri - montatori.18
3. Servizio materiali del genio a. Cenni sul nuovo ruolo dell'Arma Nel dopoguerra l'Arma del genio conserva i suoi compiti tradizionali, che rendono necessario inserire il suo ruolo logistico in una prospettiva più ampia di quella del Servizio materiali del genio e/o della fisionomia della sua organizzazione territoriale.19 In guerra e in pace, l'attività dell'Arma si svolge in tre settori fondamentali, ciascuno dei quali ha grandi ricadute logistiche dirette e indirette: - attività di combattimento, schieramento e superamento di campi minati, demolizioni, viabilità di combattimento (con carri pioniere e carri gittaponte), partecipazione diretta ad azioni di combattimento; - attività di sostegno tecnico operativo e di emergenza: ripristino e mantenimento della viabilità, interramento e protezione, di fesa dall' osservazione, impianti campali per la produzione e distribuzione dell'energ ia elettrica, per l'illuminazione e per il rifornimento idrico, baraccamenti, basi logistiche, ecc.; - attività di lavoro a carattere prevalentemente territoriale (realizzazione e mantenimento di infrastrutture militari per l'esercito e la marina; gestione del demanio militare). Tre sono i fattori che nel dopoguerra influenzano maggiormente la fisionomia operativa e logistica (sia di campagna che territoriale) dell'Arma: l'ambiente operativo nucleare (specie dal 1955-1957 in poi), la missione eminentemente difensiva dell ' esercito in una ristretta fascia di confine e l'accresciuta importanza del concorso in caso di pubbliche calamità, istituzionalizzato dalla legge n. 382/1978 ma di fatto sempre fornito anche in passato.20 Abbinato alla persistente importanza della ferrovia come mezzo di trasporto fondamentale, l'ambiente nucleare esalta il ruolo dell'Anna del genio nel ripristino e mantenimento della viabilità stradale e ferroviaria e nel ripristino delle interruzioni in genere, sia nella zona delle ope-
18 M . BucaJossi, La scuola unica interforze per la difesa NBC, "Rivista Militare" n. 5/1975. 19 Cfr. G. De Paoli, Il genio Arma bivalente, "Rivista Militare" n. 5/1980. 20 Cfr. E . Vescovini, Problemi posti dall'ambiente nucleare all'Arma del genio, "Rivista Militare" n. 10/1965. e G. Bordoni, Il problema della continuità dei trasporti militari d'emergenza, "Rivista Militare" n. 11/1965.
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razioni che territoriale. Ciò richiede la cooperazione di specialità diverse (ferrovieri, pontieri e pionieri) naturalmente nel contesto unitario dell' organizzazione dei trasporti militari. Ne conseguono anche per il genio esigenze di meccanizzazione ad un livello molto superiore di quello previsto per la guerra in ambiente convenzionale, con larga dotazione di apripista, carri anfibi, carri gittaponte, travi in lega leggera di facile montaggio, materiali da ponte più leggeri e di più agevole montaggio, ecc .. Le esigenze difensive alla frontiera del nord-est impongono al genio di dedicare particolare attenzione allo schieramento e superamento dei campi minati e alle relative attrezzature meccaniche, costituendo unità di corpo d'armata (pionieri d'arresto) dotate di potente armamento per la difesa diretta di campi minati d ' arresto da esse stesse schierati per interdire vie di facilitazione di particolare importanza. In tal modo, risultano superate le prescrizioni della Pub. 2814 - Ed 1935 su11 ' impiego del genio in guerra, che (para. 24) afferma: " il genio combatte, in stretta collaborazione con le altre armi, essenzialmente con il lavoro I...J. A dargli la necessaria protezione sul campo di battaglia provvedono, di regola, le altre Armi". Il successivo para. 25 ammette la possibilità di impiegare il genio - in situazioni particolarmente gravi - come riserva di fanteria, "rrw. un tale impiego deve considerarsi affatto eccezionale". Devono essere notevolmente incrementate anche le attività del genio relative alla prevenzione e all'interramento (sedi protette dei Comandi di più elevato livello e degli organi logistici più importanti; fortificazione permanente; ricoveri collettivi ecc.) e alla diminuzione degli effetti degli interventi nucleari quando già sono avvenuti (concorso aU'O.E.Z.E.D. - organizzazione di emergenza di zone eccezionalmente danneggiate). Gli interventi in caso di pubbliche calamità sono un caso particolare delle già previste attività di sostegno tecnico in campagna e richiedono fin dal tempo di pace la predisposizione di unità di pronto intervento in grado di effettuare con breve preavviso - più o meno come in caso di O.E.Z.E.D. - interventi per il ripristino della viabilità e delle infras trutture fondamentali. Ciò richiede intese e accordi preventivi con gli organi della protezione civile, con g li Enti locali, con l' ANAS e con le Ferrovie dello Stato, e l ' acquisto congiunto di materiale da ponte stradale e ferroviario. Specie a11a fine degli anni 70 i nuovi impegni connessi con la protezione civile richiedono, oltre tutto, una dislocazione tendenzialmente più equilibrata su tutto il territorio nazionale delle unità operative dell'Arma, fino a quel momento gravitanti come tutto l'esercito alla frontiera di nord-est. Al di là di queste specifiche esigenze, l ' adozione da parte di tutte le Armi e Servizi logistici dell'esercito di mezzi sempre più sofisticati e complessi di per sè aumenta la domanda di materiali e di unità del genio e il peso logistico dell' Arma. Fino al 1952 fa parte integrante del genio la branca collegamenti (che poi diventa trasmissioni). Con D.L. 2 marzo I 945, n. 288 viene modificata la composizione del comitato (interministeriale) per le telecomunicazioni istituito con legge 29 gennaio 1940, n. 281 (vds. Voi. III - capitolo Vll). Per quanto di interesse militare, le modifiche riguarda-
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no i compiti del comitato, che nel 1940 deve adottare e controllare i provvedimenti per l'ordinato passaggio dal piede di pace al piede di guerra di tutti i mezzi di comunicazione e dirigere e coordinare la loro attività in caso di emergenza, mentre nel 1945 deve esaminare i problemi generali delle comunicazioni, regolare i rapporti tra Ministeri ed Enti interessati, deliberare circa i provvedimenti da adottare. Nel 1940 il comitato è presieduto dal Ministro per le comunicazioni e ne fanno parte 9 rappresentanti (su 17) di Enti e organismi militari (2 per ciascun Ministero Militare, Stato Maggiore Generale, Commissione Suprema Difesa, Comitato per la Mobilitazione Civile). Nel 1945 è presieduto dal Ministro per le poste e Telecomunicazioni e i rappresentanti militari diminuiscono da 9 a 4 (su 14).
b. Evoluzione degli organi centrali dell'Arma e del Servizio materiali del genio Al livello di Ministero della guerra (e dal 1947 in poi, della Difesa) il vertice del Servizio continua ~d essere rappresentato - fino ai decreti delegati del 1965 - dalla direzione generale del genio. Con il D.M. 30 settembre J 966 viene costituita la direzione generale (interforze) dei lavori, del demanio e dei materiali del genio del Ministero della difesa, che riunisce in sè le attribuzioni delle soppresse direzioni generali del genio dell'esercito e della marina e del demanio dell'aeronautica. Essa (Art. 26 D.P.R. 18 novembre 1965, n. 1478) sovraintende: · - alla progettazione, realizzazione e manutenzione delle costruzioni edili di ogni tipo (ordinarie e speciali); - a tutte le attività logistiche inerenti ai materiali del genio, a cominciare dallo studio e sviluppo tecnico che avvengono in collaborazione tra Ministero e Stati Maggiori di forza armata; - alla formazione - quando effettuata presso gli stabilimenti dipendenti - del personale militare e civile; - all' acquisizione, gestione, utilizzazione e dismissione dei beni demaniali militari; - alla trattazione delle questionì inerenti alle servitù militari e vincoli connessi con il demanio militare e alla liquidazione dei danni a proprietà private; - a11'amministrazione dei capitoli di bilancio relativi alle predette attività. Nell'ambito della direzione generale le divisioni che più interessano il genio dell'esercito sono: la l" divisione studi e progetti, la 2/\ lavori esercito, la 4A collaudi e revisione contabilità esercito e marina, 1'8/\ espropri - servitù prediali - acquisti e permute, la 9/\ dismissioni - servitù militari - inventario beni immobili, la 1QA concessione - affitti - forniture idriche ed elettriche alloggi demaniali, l' 1 J/\ contratti, la 13" bilancio, la 14/\ materiali del genio (studio e sviluppo tecnico) e la 15" materiali del genio (approvvigionamento, manutenzione e riparazione).
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L'evoluzione dell'Ispettorato dell'Anna del genio, ricostituito nel 1944, segue tappe analoghe a quelle dell'Ispettorato di artiglieria e deve tenere conto dell' intendimento del generale Cadorna di renderlo parte integrante dello SME e di organizzare il genio in due branche - artieri e collegamenti - "i n vista della futura completa scissione delle due branche stesse".2 1 Nel 1947 l'Ispettorato aumenta i suoi organici per effetto delle nuove attribuzioni che gli derivano dallo scioglimento del Comando scuole centrali e dal passaggio alle sue dirette dipendenze del battaglione collegamenti speciali del MDE. Nel 1948 viene sciolto il servizio tecnico del genio, il cui vertice era parte integrante dello stesso Ispettorato. Nel 1950 l ' Ispettorato si articola su Ispettore, sezione segreteria e personale, I ufficio (pionieri) Il ufficio (lavori), III ufficio (collegamenti). li lii ufficio viene sciolto nel 1952, in seguito alla costituzione dell'ufficio autonomo TLC (telecomunicazioni) dello SME e all'istituzione della carica di Ispettore per i collegamenti, preludio alla costituzione delle trasmissioni. Nel 1956 viene ricostituito il III ufficio e nel 1958 viene creato l'ufficio dell'Ispettore. In seguito alla ricostituzione del servizio tecnico del genio (1960) e della relativa direzione del servizio tecnico (1961), l' Ispettorato indirizza 1' attività di qucst' ultima, che dipende anche dal Ministero (vds. capitolo XII). La sua nuova articolazione prevede: Ispettore e generale addetto; sezione segreteria e personale; ufficio studi, regolamenti, scuole e materiali: ufficio lavori e demanio; ufficio viabilità e fortificazioni . Nel l 967 la direzione del servizio tecnico del genio viene sciolta, e il Capo del servizio opera alle dipendenze dell' Ispettorato. Nel 1972 l'ordinamento di quest'ultimo viene ancora mutato (Ispettore e generale addetto; ufficio personale e segreteria; I ufficio regolamenti, addestramento e scuole; li ufficio studi ed esperienze; III ufficio lavori e demanio). Con la ristrutturazione del 1975 l'Ispettorato perde le sue tradizionali, primarie competenze in m erito alle attività nel campo della ricerca, degli studi e delle esperienze, che sono accentrate presso l'ufficio ricerche e studi del IV reparto/ISPEL dello SME (ferma restando, in questo settore, la sua azione propulsiva e di consulenza). Di conseguenza, il suo organico viene alleggerito e si articola su Ispettore, Vice-Ispettore (con alle dirette dipendenze le scuole del genio), ufficio segreteria e personale, ufficio addestramento e studi, ufficio lavori e demanio. Quest'ultimo ufficio provvede alla revisione dei progetti delle direzioni lavori prima del loro invio - per l'approvazione definitiva - alla direzione generale competente.
21
R. Cadoma, Op. cii., pp. 52 e 79.
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c. Organi direttivi periferici Come per l'artiglieria e come già avviene nell'anteguerra e durante la guerra, l'organizzazione territoriale dell'Arma fa capo a Comandi del genio e direzioni lavori del genio di C.M.T., con attribuzioni logistico-amministrative analoghe a quelle di Comandi e direzioni d'artiglieria. In particolare, secondo l'ordinamento dei C.M.T. definito nel 1947 e che entra in vigore in data 1 ° agosto 1949, dai Comandanti territoriali del genio - organo direttivo periferico del Servizio materiali del genio - dipendono tutti gli Enti e reparti del Servizio materiali del genio e i depositi dell'Arma dislocati nell'area di giurisdizione, e su di essi esercitano anche funzioni ispettive ai fini della mobilitazione. Nel gennaio 1955 viene istituita fin dal tempo di pace la carica di comandante del genio anche presso i Comandi di corpo d ' armata e successivamente di divisione. Fino al 1967 le attribuzioni dei comandanti del genio di C.M.T. e di G.U. si ispirano agli Artt. 200-203 del Regolamento di disciplina 1929 (ristampe 1949 e 1957), che stabiliscono la loro dipendenza dall' I spettorato per quanto attiene al servizio tecnico. e dal Ministero della difesa - tramite il C.M .T . - per quanto riguarda il personale civile in servizio agli Enti del genio "e per quelle particolarità che sono inerenti al servizio tecnico e sono previste da disposizioni speciali". A tali norme si ispira la Circ. SME n. 65 - /151 62 608 in data 23 gennaio 1958 che ne stabilisce nel dettaglio le competenze. Dopo l'emanazione del regolamento di disciplina unificato (Ed. 1965) tali nonne sono abrogate, e con Circ. SME n. 1730 -/15162601 in data 31 dicembre 1967 sono stabilite le nuove attribuzioni, secondo le quali il comandante del genio di C.M.T. (o di G.U.) riceve direttive e disposizioni - per gli aspetti tecnici - dall'Ispettorato del!' Arma del genio e/o dai Comandi genio di ordine superiore ed è consulente tecnico del comandante. Nel campo logistico, partecipa all'attività del Coma ndo in cui è inserito per quanto riguarda la definizione delle esi genze di materiali del genio da parte delle unità di tutte le Armi e le predisposizioni da adattare per soddisfarle. Nei confronti delle unità genio alle dirette dipendenze, è organo di comando a tutti gli effetti. Nei confronti dei Comandi e reparti del genio inquadrati nelle G.U. dipendenti, esplica azione di coordinamento e sovraintendenza tecnico - addestrativa. Nei confronti delle unità delle altre Armi e Servizi del C.M.T. e della G.U. in cui è inserito, emana direttive di carattere tecnico per l'attività addestrativa nel campo pionieristico e per l'esecuzione dei lavori, fornendo la necessaria assistenza tecnica. Inoltre per delega del comandante ispeziona e controlla l'addestramento pionieristico, l'esecuzione dei lavori, l'impiego di mezzi e materiali del genio. Con la Circ. SME n. 190/151 in data 11 luglio 1977 sono definite per il comandante del genio della divisione le seguenti attribuzioni specifiche: - consulenza tecnica nei riguardi del comandante di divisione, specie nel campo infrastrutturale ;
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- coJlaborazione con l'ufficio logistico per le attività di rifornimento e riparazione dei materiali del genio; - ispezioni periodiche - su delega del comandante - alle infrastrutture dei supporti divisionali. Nel 1946 le direzioni lavori genio si distinguono in tipo A e tipo B. La direzione lavori tipo A è composta da: direzione e segreteria; ufficio amministrazione; ufficio immobili; ufficio materiali con laboratorio; 3 sezioni lavori alla sede. In totale 11 U., 9 SU., 32 Tr., 93 impiegati civili, I 18 salariati civili. La direzione lavori tipo B ha 2 sezioni lavori alla sede anzichè 3. Per la Sardegna, sempre nel 1946 è prevista una sottodirezione lavori genio militare. Continuano a essere previsti come organi di demoltiplica delle direzioni le sezioni staccate lavori genio militare (2 U. e 2 SU.) e gli uffici staccati permanenti lavori genio militare (LU.). 22 Avvalendosi se del caso anche di imprese civili, le direzioni lavori provvedono allo studio, progettazione, programmazione e direzione dei lavori di ricostruzione, miglioramento e mantenimento degli immobili militari, e alla gestione amministrativa dei fondi stanziati per i predetti lavori. Tra le norme e regolamenti che disciplinano tali attività, citiamo: - L 'istruzione per L'uso ed il minuto mantenimento degli immobili militari (Circ. n. 754 G.M. 1929), ristampata nel 1940 (Pub. MG n. 2040) e ancora in vigore all'inizio degli anni 80, che disciplina i lavori di minuto mantenimento di competenza degli stessi corpi e reparti che hanno in consegna le infrastrutture militari: - la Pub. n. 2387 Regolamento per i Lavori del genio militare - Ed. 1942 (abrogata nel 1959 dalla Pub. n. 5441 pari oggetto, che ne è laristampa aggiornata); - la Pub. n. 2388 Condiz ioni generali pe r l'appalto dei lavori del genio militare - Ed. 1942 (abrogata nel 1959 dalla Pub. n. 5442 che ne è la ristampa aggiornata, ed è a sua volta ristampata nel 1969); - la Pub. n. 3841 Norme per La costituzione dei depositi dei materiali esplosivi - Ed. 1958 (ristampa); - la Pub. n. 5206 Norme per la compilazione dei disciplinari e per il collaudo d'impianti di riscaldamento - Ed. 1953; - la Pub. n. 5208 Norme per impianti fissi di cucina per la truppa ( con relative aggiunte e varianti) - Ed. 1959. Le direzioni lavori provvedono, inoltre, al rifornimento dei materiali del genio ai corpi dislocati nella rispettiva giurisdizione e alle riparazioni di 3° grado dei materiali stessi (per i corpi e reparti direttamente dipendenti dal C.M.T. e privi di organi di 2° grado, anche di 2° grado). Nel 1946 esse sono J I ( l per C.M.T.); possono articolarsi anche in sotto-direzioni. In coincidenza con la riduzione dei C.M.T. da 11 a 6, all'inizio del I 957 il loro numero viene contratto a 8 , con il declassamento a sottodirezioni di 3 direzioni (2A di Genova, 7A di Bologna e 9A di Bari). La
22 AUSSME, Rep. M /7, Racc. 403/7.
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direzione di Genova non viene più ricostituita, ma con il riordinamento programmato a partire dal I gennaio 1973 (che cambia la denominazione delle direzioni in direzioni lavori, demanio e materiali del genio), le sottodirezioni di Bologna e Bari dovrebbero diventare direzioni e queste dovrebbero aumentare a 12, delle quali 4 tipo A (Torino, Padova, Udine, Roma) e 8 tipo B (Milano, Bolzano, Bologna, Firenze, Cagliari, Napoli, Bari, Palermo). Nel riordinamento del marzo 1977 le direzioni cambiano ancora denominazione in direzioni genio militare e sono 10, perchè si aggiunge la direzione di Cagliari e si conferma la trasformazione in direzione solo della sottodirezione di Bologna.23 Le direzioni continuano ad articolarsi in tipo A e tipo Be hanno una struttura interna su moduli variabili. Nel caso più completo comprendono: ufficio segreteria e personale; ufficio amministrativo; ufficio demanio; una o più sezioni lavori (tipo A o tipo B); sezioni lavori per telecomunicazioni; sezione lavori NATO tipo A (solo per una direzione); sezione lavori NATO tipo B (solo per due direzioni); sezioni bonifica campi minati (non per tutte le direzioni); ufficio rifornimenti (non per tutte le direzioni); officina (non per tutte le direzioni). O
d. Evoluzione degli organi esecutivi territoriali e delle unità operative fino al 1951 Fin dal 1943-1944 i reparti ricostituiti dell'Arma svolgono due ben distinti tipi di attività: - di combattimento, a favore delle unità operative italiane che partecipano alla guerra di liberazione; - di supporto tecnico-tattico nelle retrovie. Nell'ambito del raggruppamento motorizzato che entra in linea a fine 1943 opera una compagnia mista genio; di ciascun gruppo di comhattimento fa parte un battaglione misto genio su 2 compagnie artieri e I compagnia trasmissioni, con mezzi e materiali quasi completamente di provenienza alleata (materiale da ponte Bailey e Treadway; materiale da traghetto M2, ecc.). Di estrema importanza si rivela - anche dopo la fine della guerra l'attività svolta da un gran numero di reparti territoriali, ausiliari e lavoratori del genio per: - il ripristino e potenziamento della viabilità ordinaria nelle retrovie24 e il superamento delle numerose interruzioni con largo impiego di materiale da ponte Bailey;
23Circ. SME n. 130/152 in data 15 marzo 1977 (AUSSME, Rep. M/7, Racc . - ). 24 Si veda, ad esempio, lo stanziamento cli 600 milioni per lavori urgenti a strade di interesse militare (D.L.L. 30 ottobre 1944, n. 386).
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- il ripristino della rete ferroviaria, con gittamento di ponti Roth Wagner, il ripristino di raccordi e piani caricatori, ecc.; - la bonifica da ordigni esplosivi facente capo ad appositi organismi di costituzione temporanea. Alla fine delle ostilità i reparti del genio non adibiti ad attività di combattimento comprendono: 13 reggimenti pionieri e 5 reggimenti lavoratori; 83 compagnie genio delle varie specialità; 5 battaglioni ferrovieri, riuniti in un raggruppamento; 25 plotoni o sezioni guardafili, antincendi , mascheratori. Gli studi condotti dallo SME nel 1944 nell'imminenza della liberazione dell'Alta Italia prevedono (per 11 C.M.T.) I I direzione lavori del genio, I I compagnie servizi genio, 11 compagnie collegamenti, 6 stabilimenti del genio. Gli organici 1946 già tengono conto della necessità di organizzare l'Arma in due branche - artieri e collegamenti - in vista della futura completa scissione delle due branche stesse. La complessa organizzazione territoriale nel settembre 1946 (con alcuni organi da costituire il I O ottobre) è riportata nel DOCUMENTO 38. Per l'onerosa attività di bonifica degli abitati e delle campagne da ordigni esplosivi inesplosi e da mine e campi minati residuati della guerra è costituito un organismo ad hoc denominato Ispettorato B I O E (bonifica immobili da ordigni esplosivi) dal quale dipendono: - un centro addestramento BCM (bonifica campi minati); - 5 Comandi zona BCM (I a Genova, 2° a Bologna, 3 ° a Firenze, 4° a Roma , 5° a Capua).25 I Comandi zona BCM si articolano a loro volta come da specchio seguente, dando origine a una complessa organizzazione che di per sè dimostra l'importanza e delicatezza dell'opera svolta dall'Arma in questo settore. O
COMANDO ZONA
COMANDI SOITOZONA (N.)
NUCLEI
10
3
IO
25
90
20
5
20
60
190
30
4
15
45
128
40
4
19
58
162
50
4
15
45
140
20
79
233
710
TOTALE
(N.)
SEZIONI (N.)
SQUADRE B.C.M. (N.)
A partire dallo stesso 1946 questa organizzazione - che ha evidentemente carattere temporaneo - viene gradualmente contratta e poi sciolta.
,~ AUSSME, Rep. M/7, Racc. 403/8.
XVII - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
533
In relazione alla presenza a Roma degli organi centrali e delle relative unità speciali per i collegamenti, il C.M.T. di Roma nel 1946 non dispone al momento di una compagnia collegamenti; alle esigenze del Ministero della guerra provvede un battaglione collegamenti speciale. All'inizio del I 947 in seguito alla costituzione del Ministero della difesa tale unità si trasforma in battaglione collegamenti speciali del MDE e perde la compagnia marconisti, che concorre alla costituzione del reparto speciale marconisti dello SME (aprile 1947); nell' aprile 1947 viene inoltre costituita la compagnia collegamenti anche per il C.M.T. di Roma. Per le requisizioni dal 1943 al 1945 e nel dopoguerra è ancora valido il R.D. 18 agosto 1940, n. 1741, con le modifiche e proroghe di cui al D.L.C.P.S. 6 settembre 1946, n. 86, D .L.L. 12 aprile 1949 n. 319, D.L.L. 7 settembre 1945, n. 580, D.L.L. 1 novembre 1944, n. 385. Per l'indennizzo dei danni provocati da requisizioni, occupazioni, atti dolosi e colposi c per i servizi resi e beni mobili acquistati vale la legge 9 gennaio 1951, n. 10. Gli stabilimenti del genio ricostituiti nell'immediato dopoguerra sono tre: 21 ° (Roma), per la branca collegamenti, 20° (Roma) e 21 ° (Pavia), per la branca materiali del genio. Viene infatti ricostituito anche il 20° stabilimento, non previsto in un primo tempo e quindi non indicato nel DOCUMENTO 38. Il 21 ° stabilimento lavori genio militare, dislocato nel comprensorio di Via Beato Angelico a Roma, è "organo esecutivo del Servizio genio per la branca collegamenti, con temporanee funzioni anche di centro per la elaborazione della tecnica dei collegamenti". (Let. n. 220200 in data 3 agosto 1946 del MG). E ' composto da direzione principale, ufficio studi, officina collegamenti. A sua volta, l'officina collegamenti si articola su: - direzione;
- servizio tecnico di officina
{ -
ufficiale Capo servizio sezione progetti e collaudi sezione laboratori sezione tecnologica e gabinetto chimico
- ufficio tecnico approvvigionamenti - ufficio materiali. Con Circ. SME n. 987/0rd/1 in data 28 aprile 194826 viene costituito nell'ambito del 21 ° stabilimento trasmissioni - utilizzando il personale dell' ufficio studi - un centro studi collegamenti, che dipende dall'lspettorato, è composto da direzione e segreteria, sezione scientifica e sezione microonde e negli anni 50 si trasforma in centro tecnico trasmissioni alle dipendenze dell ' Ispettorato per le trasmissioni. li 20° stabilimento genio svolge attività prevalentemente di studio,
26
ivi, Racc. 823.
534
La logistica dell'esercito - Voi. TV
ricerca e sperimentazione e a tal fine si articola su: direzione e segreteria; 5 uffici (studi e laboratorio sperimentale, approvvigionamenti, materiali, Servizi, amministrazione); 5 sezioni studio, esperienze e allestimento; laboratori; poligono sperimentale. 11 22° stabilimento genio militare di Pavia come il 21 ° svolge prevalentemente attività di lavoro e ha composizione analoga (direzione principale, ufficio studi, officina artieri e poligono sperimentale. Anche l' officina artieri ha una suddivisione interna analoga a quella dell'officina collegamenti). Meritano un cenno particolare le vicende delJe unità ferrovieri dal 1943 al 1945. In questo periodo, come si è già ·accennato, opera alle dipendenze dirette dello SME un raggruppamento genio ferrovieri su 5 btg. di 3 cp., che la MMIA (Missione Militare alleata in Italia) nell'estate 1945 intenderebbe sciogliere. In una lettera dell'agosto 1945 il Capo di SME generale Cadoma rappresenta alla MMIA - e per conoscenza al Gabinetto del Ministro e all'Ispettorato del genio - l'opportunità di soprassedere temporaneamente allo scioglimento fino a quando non sarà possibile affidare ad Enti civili i compiti assolti dal raggruppamento, riducendo per il momento i battaglioni da 5 a 4 (sempre su 3 compagnie). Infatti (scrive Cadoma): Ritengo in linea di massima che nel nuovo piccolo Esercito italiano non debbano essere compresi reparti la cui attività trovi corris pondenza nella vita civile. In quest'ordi ne di idee è giustificata l'esclusione dei reparti ferrovieri. Nell'attuale situazione sono tuttavia da tener presenti le seguenti circostanze: - il raggruppamento ferrovieri sta esplicando una intensa attività di ricostruzione di ponti e viadotti distrutti a causa della guerra; - il ripristino delle predette opere d'arte avviene con materiale da ponte in gran parte alleato. Montaggio, manutenzione e custodia di materiali del genere non possono essere affidati a maestranze civili; - le FF.SS. non sono ancora in grado di assumersi i compiti che sono assolti dal raggruppamento ferrovieri ne l quadro della ricostruzione nazionale.27
Contemporaneamente, Cadorna scri ve al Gabinetto del Minis tro della guerra: Ritengo opportuno che codesto Gabinetto prospetti al Ministero dei trasporti la necessità che siano al più presto assunti dalle FF.SS. i compiti attualmente devoluti al raggruppamento ferrovieri e lo preg hi di comunicare, a titolo orientativo, l'epoca per la quale potrà fare a meno dell'opera di tale raggrupparnento. 28
Lo scioglimento del raggruppamento - nel frattempo ridotto a 3 battaglioni - viene così protratto a fine 1945, quando con n. 18401/0rd/l in data 17 novembre 1945 2 9 lo SME dispone:
27 Circ. SME n. 15634/0rd/I in data 9 agosto 1945 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 817). 28Circ. SME n. 15770/0rd/l in data 9 agosto 1945 (ivi). l9 IVI. · ·
XVII - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
535
- lo scioglimento del Cdo rgpt., del Cdo 1 ° e 2° gruppo btg. g. fv., del 1 °, 2° e 13° btg. fv. e delle 9 cp. g. fv. (3 per btg.); - la restituzione dei materiali di provenienza britannica alle autorità alleate; - il concentramento del materiale per g.fv. italiano non impiegato in impianti fissi, nei poligoni di Castelmaggiore (Bologna) e di Torino (S. Paolo); - il passaggio in consegna alle FF.SS. del materiale del g. fv. impiegato in impianti fissi o lungo le linee ferroviarie e il versamento dei rimanenti materiali ai depositi del genio più vicini. Contemporaneamente, in data 20 novembre 1945 sono costituite 2 compagnie PMS (ponti metallici scomponibili) categoria TTI - ITl, con organico uguale a quello delle compagnie ferrovieri disciolte (3 pi. pt. e plotone parco con I sz. ponte Bailey e plotone officina, per un totale di 6 U. e 251 SU. e Tr.). Le predette compagnie dipendono per l'impiego direttamente dallo SME e per i restanti settori dal C.M.T. competente per territorio; hanno il compito di portare a termine nei limiti del possibile i lavori in corso, perfezionare l'addestramento, custodire il materiale non impiegato in impianti fissi. Nel luglio 1946 il battaglione misto genio delle 5 divisioni viene sciolto per separare e potenziare le due specialità, dando vita a un battaglione artieri e a un battaglione collegamenti. Il nuovo battaglione artieri si articola su Comando, 2 compagnie artieri (pl. Cdo e 3 pi. artieri su 3 sq.) e compagnia parco campale (pl. Cdo, pl. laboratorio, pi. magazzino e pi. parco da ponte). La compagnia e il plotone parco campale rimangono da allora in poi formazioni tipiche della aliquota operativa del genio, riunendo in sè i mezzi e materiali più importanti delle unità e il personale specializzato e gli organi logistici per la loro gestione, il loro impiego e il loro mantenimento. Con Circ. SME n. 2480/0rd/1 in data 12 novembre 1947 viene costituito in Udine un battaglione minatori, su 3 compagnie minatori composte ciascuna da pl. Cdo, pl. operai e 3 pl. mi natori. Contemporaneamente, per trasformazione delle preesistenti compagnie sono costituiti i btg. collegamenti di C.M.T., e con Circ. n. 2165/0rd/1 in data 2 novembre 1947 nella compagnia comando dei battaglioni di fanteria viene per la prima volta inserito un plotone pionieri con il compito principale del rastrellamento e posa di mine.3 0 In data 15 maggio 1948 si ricostituisce, in Piacenza, il l battaglione pontieri (su una compagnia), che con Circ. SME n. 3120/0rd/1 in data 29 novembre 1949 viene trasformato in 2° reggimento genio pontieri, su Cdo, deposito, un btg. pt, (Cdo, 1 cp. pt. d'addestramento, 1 cp. pt. d ' impiego) e un btg. fv. (Bologna). Quest'ultimo dal 15 dicembre 1949 cessa di avere autonomia amministrativa e costituisce distaccamento del 2° reggimento pt.. O
30
AUSSME, Rep. M/7, Racc. 820.
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La logistica de/l'esercito - Voi. IV
AHe dipendenze del 2° reggimento pt. viene anche costituito, in Piacenza, un laboratorio pontieri. Nel febbraio 1950 la speciaJità genio artieri cambia la sua denominazione in pionieri in tutte le unità dell' Arma, in tal modo sottolineando il ruolo preminente de11' Arma nella mobilità e contromobilità sul campo di battaglia. A questo intenso travaglio delle unità operative non corrispondono analoghe innovazioni nelle unità territoriali, che fino al 1951 rimangono più o meno quelle del 1946, se si eccettua lo scioglimento nel maggio 1951 della sezione staccata di Caltanissetta e de11 'ufficio staccato di Siracusa, e la trasformàzione sotto la stessa data in uffici staccati di 6 sezioni staccate (Imperia, Alessandria, Treviso, Piacenza, Perugia, Catania). La fisionomia operativa dell'Arma riceve un nuovo indirizzo in base agli orientamenti espressi dallo SME nel maggio 195 J ,3 1 che dopo aver valutato le nuove, complesse esigenze di combattimento e di lavoro esprime i seguenti orientamenti di massima: - evitare l'eccessivo appesantimento organico del genio divisionale che deriverebbe da una semplice somma matematica del personale e dei mezzi e maleriali richiesti dai nuovi compiti dell'Arma; - aumentare di conseguenza l'aliquota di unità genio della divisione, lasciando peraltro ai livelli superiori (corpo d'armata e armata) le unità a più elevata specializzazione; mettere la fanteria e sue specialità in grado di svolgere in proprio (con plotoni e squadre pionieri di cp. e blg.) i lavori meno complessi, con panicolare riguardo allo schieramento dei campi minati protettivi in difesa e al concorso al forzamento dell 'ostacolo con i pionieri divisionali in attacco; - far fronte alle esigenze di combattimento con la costituzione di una nuova specialità (pionieri d'arresto) in grado di schierare e difendere campi minati; - attuare la separazione tra le specialità pionieri e trasmissioni. Nella divisione ternaria le compagnie genio raddoppiano (da 2 a 4) e nella binaria passano da 2 a 3, mentre le compagnie parco sono potenziate. Al livello di corpo d'armata sono previsti un battaglione pionieri e un battaglione pionieri d'arresto; al livello di armata, 3 raggruppamenti con battaglioni pionieri, pionieri di arresto, pontieri, minatori e con compagnie per le specialità di più diretto interesse logistico (idrici, meccanici - elettricisti, mascheratori, telefonisti, fotoelettricisti). Infine, alle dirette dipendenze dello SME dovrebbe operare un raggruppamento su battaglioni pionieri, battaglioni pionieri d'arresto, 1 battaglione ferrovieri e un battaglione teleferisti. In lai modo riceve particolare impulso la nuova specialità pionieri d'arresto, della quale nel 1951 sono costituiti i primi 3 battaglioni, poi inquadrati nel 3° rgpt. genio pionieri d'arresto (i battaglioni diventano 5 nel 1953). Le rimanenti specialità previste al livello di corpo d'armata
3 1 ivi.
Racc. 830.
XVII - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
537
e armata (meno pontieri e ferrovieri) sono costituite e inquadrate in altri 3 rgpt. genio (1 °, 3° e 5°), che si trasformano in reggimenti il 1° aprile 1955.
e. Evoluzione delle unità operative e degli organi esecutivi territoriali dal 1952 al 1970 A partire dal 1° settembre 1952 ha inizio la costituzione dell'ufficio telecomunicazioni dello SME, e in data 1° ottobre 1952 viene istituita la carica di Ispettore per i collegamenti con proprio ufficio (Circ. SME n. 2030 - R/Ord./I in data 26 settembre 1952). Dal 1° ottobre 1952, quindi, la specialità collegamenti (con il nuovo nome di trasmissioni) diventa di fatto un'Arma autonoma, la cui evoluzione verrà esaminata a parte. Sotto il profilo logistico riveste particolare interesse nel periodo in esame il potenziamento delle specialità ferrovieri e pontieri, i cui compiti in pace e in guerra sono tra di loro connessi.32 In data I O marzo 1953 il 2° rgt. genio pontieri, fino a quel momento su due soli btg. (uno pontieri e uno ferrovieri), passa a 4 btg. con la costituzione del 2° btg. pt. in Legnago e del 3° in Piacenza. Si tratta di un massimo storico di forza che lo appesantisce notevolmente, visto che bisogna considerare anche il deposito e il laboratorio pontieri di Piacenza. Di conseguenza, al fine di alleggerire il carico amministrativo del 2° reggimento genio pontieri e di restituirgli la piena fisionomia di unità d'impiego lo SME con Circ. n. 2330 in data 18 dicembre 195333 dispone quanto segue: - il battaglione genio ferrovieri cessa dalle dipendenze del 2° reggimento pontieri e diventa reparto autonomo, alle dipendenze per l'impiego direttamente da SME trasporti e per la parte disciplinare e territoriale dai C.M.T. nelle cui sedi sono dislocati i reparti del battaglione (Bologna, Torino, Roma); - il laboratorio pontieri di Piacenza cessa dalle dipendenze del 2° reggimento e riprende la fisionomia di stabilimento tipico del genio con amministrazione autonoma, alle dipendenze per la parte tecnico-logistica della direzione generale del genio e per la parte territoriale dal C.M.T. di Bologna. Il conferimento della piena autonomia al battaglione ferrovieri non risponde solo all'esigenza di alleggerire il 2° rgt. g. pt., ma è preludio al potenziamento della specialità con la costituzione - in Castel maggiore di Bologna - del reggimento ferrovieri (Circ. SME n. 1300 - S/15 l 62
32 Cfr. , in merito, S. Cagnoli, Il raggruppamento genio pontieri ha cento anni, "Rivista Militare" n. 4/1983 e G. Martinotti, / ferrovieri del g e nio, "Rivista Militare" n.
",/1977. 33
AUSSME. Rep. M/7, Racc. 836.
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
7610 in data 22 agosto 1957).34 11 provvedimento ha lo scopo di assicurare la disponibilità fin dal tempo di pace di un'unità organica che consenta l'addestramento all'impiego coordinato delle varie specialità del genio interessate al superamento delle interruzioni della viabilità. Di conseguenza il reggimento ferrovieri - che all'atto della sua costituzione è su un solo battaglione - in data I O dicembre 1957 assume alle sue dipendenze anche il 2° btg. g. pt. di Legnago enucleato dal 2° rgt. g. pt., che pertanto rimane su 2 btg .. li nuovo reggimento fv. per la pianificazione operativa e altre esigenze a carattere nazionale dipende direttamente dallo SME; per i rimanenti settori, dal VI corpo d'armata di Bologna (e poi - dopo lo scioglimento di quest'ultimo - dal C.M.T.R. di Firenze). In guerra dovrebbe riunire anche altri tipi di rnparti che svolgono funzioni specifiche nel superamento delle interruzioni (un btg. ferrovieri d ' armamento, del quale è embrione la compagnia esercizio linee costituita negli anni 60; 1 btg. pionieri; una cp. movieri e smistamento carichi). Nel periodo 1963 - 1965 lo SME ritiene necessaria una maggiore semplificazione delle specialità (che avevano raggiunto il numero di 11) e l'inquadramento delle specialità pontieri e ferrovieri in reggimenti omogenei (*). In aderenza ai nuovi orientamenti, sotto la data del I O gennaio 1964 il 2° btg. g. pt. ritorna in seno al 2° rgt. g. pt. ( che così comprende 3 btg. omogenei: 1°, 2° e 3°), mentre il rgt. g. fv. in pace comprende un battaglione ponti metallici scomponibili e un battaglione esercizio linee, costituito per trasformazione della preesistente compagnia esercizio linee. Per quanto concerne le specialità di corpo d'armata e comando territoriale, le innovazioni sono tutto sommato poco significative. Nei primi anni 50 si accentua la gravitazione delle unità genio alla frontiera di nord - est e sono soppresse le compagnie genio pionieri di C.M.T.. Il battaglione g.p. divisionale mantenendo invariato il numero delle cp. p. (4) aumenta il personale, i mezzi e i materiali de l parco (che da 4 U., 8 SU. e 117 Tr. del 1946 arriva a 5 U., 9 SU. e 217 Tr. nel 1969, su pi. Cdo., pl. tra., pl. attrezzature speciali e pi. materiali da ponte e traghetti). Nel 1958 sono costituiti i battaglioni pionieri delle divisioni corazzate, con le compagnie pionieri meccanizzate. Per effetto della co-
34
AUSSME, Rep. M/7, Racc. 844.
(*) Si lralla di un vecchio problema. La Pub. n. 2814 M emoria sull'organizza z ione e su/l'azione del genio in guerra - Ed. 1935 (para. 7) prevedeva infatti 14 specialità
(zappatori ; artieri; minatori; pontieri; telegrafisti; radiotelegrafisti; aerostieri; fotelettri cisti; fotografi; ferrovieri; te le feristi ; mascheratoci; meccanici - eleuricisti; idrici; pompieri). Ciascuna specialità era poi suddivisa spesso in sottospecialità (ad esempio i pontieri si suddividevano in: per ponti pesanti, pe r ponti leggeri, per ponti metallic i; i te legrafisti in telefonisti, telegrafisti. fototelegrafisti , fototelefonisti, colombofili; i f errovieri in reparti di lavoro e sezioni militari per eserc izio linee, ecc.).
XVII - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
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stituzione di un reggimento corazzato nell'ambito delle di visioni di fanteria di pianura, anche l'organico 1969 del btg. g.p. divisionale prevede la meccanizzazione di una delle 4 compagnie pionieri. In aderenza al criterio della semplificazione delle specialità, nel periodo 1963-1965 le compagnie mascheratori e fotoeletlricisti sono riunite in compagnie miste, il battaglione teleferisti è contratto in compagnia e sono sciolti 2 battaglioni pionieri d'arresto. Anche il 2° rgt. g. pt. perde un btg. contratto a quadro, e rimane su 2 btg. (1 ° e 3°). A seguito della contrazione dell'organizzazione territoriale studiata e attuata nel periodo dal 1955 al 1958 gli Enti territoriali del genio subiscono diverse modifiche con contenute riduzioni degli Enti ricostituiti nel 1946 - 1947.35 L'innovazione di maggior rilievo è la costituzione di un centro tecnico del genio presso la sede del deposito materiali genio militare di Tor Sapienza (Circ. SME n. 1630 - R/15263435 in data 10 agosto 1957). Il centro, inizialmente alle dipendenze dell'Ispettorato, con la ricostituzione del servizio tecnico del genio (1960) e della relativa direzione del Servizio tecnico ( 1961) passa alle dipendenze della predetta direzione e costituisce l'organo fondamentale per l'attività di studio, ricerca, sperimentazione e sviluppo dei mezzi e materiali dell' Arma (Circ. SME n. 2237/154 in data 30 settembre 1961 ). Nel 1957 sono soppressi 2 uffici lavori (Savona e Taranto) e il magazzino materiali genio di Brindisi; sono inoltre declassate a ufficio staccato 2 sezioni (Cuneo e Piacenza). Nel 1957 sono soppressi 3 uffici staccati permanenti (Ancona, Catania, Macomer) e 2 magazzini direzionali (Fortezza Bassa e Varana Abbaianta). Il 20° stabilimento genio di Roma (che svolgeva attività di studio e sperimentazione assorbite dal centro tecnico) è trasformato in deposito materiali del genio tipo A mentre 2 sezioni staccate (Roma e Catanzaro) sono ridotte a uffici staccati permanenti. A seguito dell'emanazione dei decreti delegati n. 1477. e 1478 e della costituzione di ISPEL esercito, in data 1° gennaio 1967 avvengono numerosi cambi di dipendenze anche negli organi territoriali del genio. In particolare: gli organi di conservazione, riparazione e rifornimento di 4° grado (laboratorio pontieri di Piacenza; depositi materiali G.M. di Roma e Pizzighettone; depositi materiali genio e trasmissioni di Peschiera) cessano di dipendere dalla direzione generale del genio e passano alle dipendenze dei C.M.T.R. competenti per territorio. Le attività dei predetti Enti sono svolte esclusivamente in base alle disposizioni di ISPEL esercito, che le impartisce tramite C.M.T.R. o - per talune questioni particolari - direttamente.36 La neo - costituita direzione generale dei lavori, del demanio e dei materi.ali del genio (GENIODIFE) as-
35 Circ. SME n. 600 in data 20 marzo 1957 (AUSSME, Rep. M/7 , Racc. 843). 16 C irc.
657).
SME n. 1640/ 1526112 in data 31 dicembre 1966 (AUSSME, Rep. M/7, Racc.
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
sume alle sue dipendenze i seguenti Enti del genio, che pertanto escono definitivamente dall'area di forza armata: centro tecnico del genio di Roma; 22° stabilimento genio militare di Pavia; sezione autonoma gestione lavori G.M. per il Ministero della difesa.37
e. I nuovi orientamenti del 1971 e le ricadute della ristrutturazione del 1975 Nell'estate 1971 lo SME studia una nuova fisionomia dell'Arma, partendo dal presupposto che non appare [più] conveniente affidare ancora a una sola specialità polivalente (pionieri) tutta la vasta gamma di attività dell ' Arma e mantenere in vita specialità monovalenti che non trovano utile impiego in tutte le fa si della battaglia o che, per la loro limitala consistenza, non sono grado di fornire un contributo utile alle operazioni.3 8
Ne deriva l'esigenza di prevedere solo due specialità fondamentali: pionieri per le attività di combattimento (schieramento e forzamento dei campi minati, demolizioni, superamento di ostacoli non attivi) e artieri per le attività tecnico-tattiche di supporto (viabilità tattico-logistica, protezione, facilitazione delle condizioni di vita dei Comandi, delle truppe e dei Servizi). E ' mantenuta in vita la specialità pionieri d ' arresto, che assume la nuova denominazione di guastatori d 'arresto e alJarga la sua gamma d'impiego ad altri compiti di combattimento oltre a quello delJo schieramento e difesa di campi minati d'arresto. Nel campo della viabilità logistica e dei trasporti conservano tutta la loro importanza le specialità pontieri e ferrovieri, i cui compiti e il cui ordinamento sono di previsto adeguamento. Si prevede invece, di abolire le specialità minatori, fotoelettricisti, mascheratoci, teleferisti, meccanici elettricisti, idrici, antincendi. I compiti della specialità minatori dovrebbero passare ai pionieri , mentre quelli delle altre specialità soppresse dovrebbero essere assegnati alle nuove unità artieri, le quali sarebbero dotate di specifiche attrezzature per assolverli. Con questo nuovo ordinamento, si tende ad assicurare in proprio alle G.U. elementari un minimo di autonomia operativa sia nel campo delle attività di combattimento sia in quello delle attività tecnico-tattiche di supporto. Al tempo stesso, al livello di corpo d'armata verrebbe conferita la possibilità sia di provvedere alle proprie esigenze, sia di rinforzare le G.U. elementari dipendenti. Il clou della viabilità logistica nelle retrovie e nella zona territoriale è il reggimento genio ferrovieri, che in guerra si articola su battaglione
37 Circ. MD - Segre Difesa n. 0228/PD in data 24 gennaio 1967. 38 Circ. SME n. 480/151 in data 27 agosto 1971 (AUSSME, Rep. M/7, Racc.).
XVII - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
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ponti metallici scomponibili, battaglione ferrovieTi armamento, battaglione ferrovieri esercizio, compagnia movieri e smistamento carichi. L' unità più importante (battaglione ponti metallici scomponibili) ha il compito di ripristinaTe la viabilità in corrispondenza delle opere d'arte interrotte, potenziare o ripristinare la capacità di carico e scarico delJe stazioni e costituire scali provvisori lungo le linee ferroviarie. Si avvale sia di materiali in dotazione organica (ponti e piani caricatori metallici scomponibili) sia di materiali accantonati presso i centri materiali da ponte e i depositi mateTiali delle FF.SS .. Si aTticola su comandante, Cdo btg., una cp. Cdo e parco e 3 cp. ponti metallici scomponibili; di norma opera su 3 unità d'impiego ciascuna corrispondente a una compagnia.39 La compagnia comando e parco oltre a peTsonale e mezzi per svolgere l'attività di comando comprende: - pl. tra. su 4 sq. tra.; - plotone attTezzature speciali, con attrezzature varie da lavoTo, mezzi per l'attraveTsamento di corsi d'acqua inguadabili e relativi operatori, materiale da ponte ferroviario e stradale, piani caricatori metallici scomponibili , attTezzature di montaggio e relativi operatori, personale per la manutenzione; - laboratorio, con organi per le riparazioni di li\ e 2/\ categoria ai materiali del genio e per la manutenzione dei mezzi della motorizzazione (posto manutenzione tipo B, nel 1974). Le compagnie ponti metallici scomponibili sono su plotone comando e 3 plotoni su 3 squadre. Dispongono in proprio degli automezzi, delle attrezzature di lavoro e dei mezzi di trasmissione necessari per la vita e il movimento del reparto, la manutenzione e le piccole riparazioni dei mezzi e attrezzature speciali, i collegamenti. Dal Comando di battaglione ricevono invece di volta in volta, in relazione al compito da assolvere, i materiali da ponte e ferroviari e le attrezzature speciali con i relativi operatori, occorrenti per l'impiego dei materiali . In tempo di pace, nei primi anni 70 il reggimento ferrovieri si articola sempre su 2 battaglioni (ponti metallici scomponibili e armamento) e in data 6 settembre 1974 anche il 2° rgt. g. pt. ritorna su 2 battaglioni (1 ° di Legnago e 3° di Piacenza), contraendo a quadro un battaglione; nello stesso periodo l'organizzazione territoriale viene ulteriormente contratta. Con il riordinamento del servizio lavori , demanio e materiali del genio a partire dal 1° gennaio 1973, 6 sezioni staccate lavori genio militare (Genova, Verona, Livorno, Pescara e Messina) sono contratte a uffici staccati permanenti lavori, demanio e materiali del genio. Oltre a 2 sezioni staccate permanenti (Treviso e Brescia) sono soppressi 10 uffici staccati permanenti (Alessandria, Cuneo, Imperia, Tren-
39 Cfr. Pub. SMF. - TSPF.G n. 6133 (8500 s.d.) Il battaglione genio ferrovieri - Ed . 1974.
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La logistica dell'esercito - Voi. N
to, Belluno, L'Aquila, Perugia, Sassari, Catanzaro, Lecce), mentre l'ufficio di Piacenza assume anch'esso la nuova denominazione di ufficio staccato permanente lavori, demanio e materiali del genio. Per quanto riguarda le unità al livello di corpo d'armata e divisione, il programma del 1971 subisce una battuta d'arresto, perchè interferisce con la ristrutturazione del 1975 e risente della mancata disponibilità delle risorse necessarie per l'acquisizione dei nuovi materiali. Nel 1974 sono soppresse alcune specialità minori (teleferisti, mascheratori, fotoelettricisti). Nel 1975 a seguito dello scioglimento dei reggimenti monoarma e dell'adozione del livello di brigata come nuovo modulo fondamentale viene costituita nell'ambito di ciascuna brigata una cp. g. p. (su tre pi. p . e un plotone attrezzature speciali), che dovrebbe essere dotata di carri'pioniere e gittaponte tipo Leopard e di congegno semina-mine dall'elicottero. Il livello di divisione diventa aggruppamento di brigate che hanno già in proprio un reparto genio; di conseguenza è possibile alleggerire il battaglione pionieri, che si articola su cp. Cdo e parco (su pi. Cdo, 2 pi. attrezzature speciali. pi. trasporti e pl. RR con officina leggera tipo B) e 2 cp. pionieri, ciascuna su 3 pl. di 4 squadre (i precedenti plotoni erano sempre stati su 3 squadre). Nel complesso. quindi, la dosatura del genio nell 'ambito della divisione meccanizzata aumenta considerevolmente. Nelle brigate autonome non inquadrate in una divisione le cp. pionieri assumono anche - mancando il livello divisionale - compiti di sostegno tecnico. Al livello di corpo d'annata le unità genio subiscono una forte riùuziune: sono sciolli i Comandi del 2° e 5 ° reggimento genio e tre dei loro battaglioni; viene soppresso anche il Comando del 3° reggimento guastatori d'arresto con due dei suoi tre battaglioni. Al livello di 5° corpo d'armata rimangono solo tre battaglioni (un battaglione pionieri, un battaglione guastatori e un battaglione minatori). In compenso. anche per le esigenze di protezione civile istituzionalizzate con la legge n. 382/1978 si tende a realizzare una più equilibrata distribuzione dei reparti del genio su tutto il territorio nazionale. In questo quadro nel 1979 viene costituito in Caserta il btg. g. p. di C.A./RM "Timavo", al quale fa seguito la costituzione di un altro btg. g.p. alle dipendenze del C.M.T.R. della Sicilia. Come sempre, i riflessi della ristrutturazione sugli Enti territoriali sono assai minori. Con la costituzione, nel 1976 del Comando dei Servizi trasporti e materiali dell'esercito, gli organi centrali per la conservazione, distribuzione e riparazione dei materiali del genio (che, come si è visto, dal 1° gennaio 1967 erano passati alle dipendenze funzionali di ISPEL esercito che impartiva loro ordini tramite i C.M.T.) passano alle dirette dipendenze tecniche e d'impiego del predetto Comando, rimanendo alle dipendenze dei C.M.T.R. per la parte territoriale. Nel citato riordinamento del marzo 1977 si conferma la trasformazione della sottodirezione di Bologna in 6" direzione del genio militare, le sottodirezioni di Cagliari e Bari sono trasformate in sezioni autonome genio militare, si conferma la trasformazione delle sezioni staccate di Genova, Trieste e Messina in uffici staccati permanenti. Infine, dei 10
XVII - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
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uffici staccati permanenti che avrebbero dovuto essere soppressi a partire dal 1973 ne sono soppressi solo 5 (Imperia, Trento, L'Aquila Cagliari e Lecce). L'ordinamento della primavera 1977 oltre a I O direzioni lavori (tipo A o tipo B) comprende: - 3 sezioni (Verona, Treviso, Livorno): - 3 sezioni autonome (Pescara, Cagliari, Bari); - 10 uffici staccati permanenti, dei quali 4 (Genova, Piacenza, Messina, Trieste) tipo A e 6 (Cuneo, Alessandria, Belluno, Brescia, Catanzaro, Perugia) tipo B. L ' ordinamento attualmente in vigore (1991) invece prevede: - n. 13 clirezioni genio militare per l'esercito, con sede a TO, MI, BZ, PD, UD, BO, FI, Roma, PE, NA, BA, PA e CA variamente articolate in 5 sezioni staccate (con sede a GE, BS, VR, TV e LI) e 10 uffici staccati (con sede a CN, AL, TN, BL, TS, PC, VT, PG, CZ e Mc); - n. 2 direzioni autonome lavori con sede a SP e T A, n. 5 sottodirezioni autonome lavori, con sede ad AN, La Maddalena, NA, Me e Augusta ed 1 direzione autonoma, con sede a Roma; tulle per le esigenze infrastrutturali della Marina Militare.
f. Cenni sui materiali Fino agli anni 60 i più importanti materiali del genio (automezzi e autospeciali compresi) sono per la maggior parte americani o alleati di provenienza bellica. Elenchiamo, qui di seguito, i materiali in dotazione alla divisione nel 1948 (Pub. SME n. 4760 Armi e mezzi della Divisione difanteria, integrala dalla Circ. SME Serv. n. 1/4160/Serv. in data 15 giugno 1948). RETICOLA TI: siepe triangolare, triplo di gabbioni e misto di siepe e gabbioni. RIVESTlMENTI STRADALI: rete metallica Sommerfield e graticci in legno e rete. POTABILIZZATORI E MOTOPOMPE: potabilizzatore su carrello rimorchiabile (400 1 acqua/ora), motopompa n. 4, motopompa n . 5. ESPLOSIVI E CARICHE PER DEMOLIZIONI: 200 cariche allungate Bangalore Torpedo MK 11 (per varchi nei campi minati), cariche cave Beehive MK III (per ottenere fori profondi di piccolo diametro), 900 Kg di tritolo e 22 esploditori elettrici. MINE E ATTREZZATURE PER SMINAMENTO: mine antiuomo anticarro Hawkins a pressione, antiuomo R a pressione, antiuomo Shrapnel a strappo, antiuomo PMC a pressione. Totale: 400 mine anticarro e 900 antiuomo, più 47 cercamine S.C.R. 625 e 14 cercamine AN/PRS 1. MATERIALI DA PONTE: ponte di equipaggio MK lll a barche pieghevoli, impiegabile per la costruzione di: - ponte tattico (su cavalletti, su galleggianti o misto) con portata di 9 t; - portiera con imbarcatoio o con pontili d 'approdo da 5 e 9 t;
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La logistica dell'esercito - Voi. N
- traghetto con barche isolate, per 16 uomini armati più 5 d'equipagg1; - battelli d'assalto (con l'applicazione alle singole barche di motori fuori bordo). MATERIALE PER PASSAGGIO PICCOLI CORSI DI ACQUA: 20 battelli pneumatici per 3-6 uomini e 2 bighe metalliche a motore (portata 2 t). ATTREZZATURE V ARIE: da zappatore, per mascheramento, pneumatiche, da falegname e carpentiere, da fabbro e meccanico aggiustatore, da muratore e scalpellino, per idrici e piombisti, per lavori stradali, per illuminazione. 40 Le unità pontieri e ferrovieri nell'immediato dopoguerra impiegano ponti dei tipi Kohn, U.C.R.B., Roth - Wagner, Treadway classe 50 e Bailey.41 Nel 1955 la Pub. SME n. 4760 è abrogata dalla Pub. SME n. 5081 Armi e mezzi in dotazione all'Esercito, che indica (per tutto l'esercito) i materiali del genio qui di seguito elencati. · ESPLOSIVI REGOLAMENTARI: tritolo, pentrite, pentrolite, T4, tritolite, miscele al nitralo di ammonio; esploditori a pila OGM 49 e a dinamo Schaffcr 40.42 MINE: anticarro (tutte a pressione): CS 42/2, CS 42/3 , CC 48, SAC I, PRB Antiuomo: Ra pressione o strappo, V a strappo, PMC a pressione, AUS 50 (a shrapnel) a pressione e s trappo, LAS 50 (illuminante) a pressione e strappo. CARICHE ESPLOSIVE PER DEMOLIZIONI: cubiche (esplosivo, forma, peso e involucri diversi); allungate (N. 3 italiane da Kg. 6 oppure da Kg. 4, MK 1 inglesi da Kg 11,3, MlA I USA da Kg 5,9); cave (peso dell'esplosivo Kg 3,5 o 13, 6). MEZZI E MATERIALI IDRICI: pozzi Northon, pompe varie a mano e motore, filtri Lete a candela, vasche di tela da 1000 litri .43 MEZZI E MATERIALI PER IL MASCHERAMENTO: reti normali guarnite a toppe e fiocchi, reti speciali (scenografiche verticali e orizzontali, metalliche guarnite, triangolari). 44 MEZZI E MATERIALI PER IL RAFFORZAMENTO: siepi (semplici, triangolari, trapezoidali); reticolati (alti e bassi); grovigli; gabbioni; misti siepe e gabbioni; cavalli di frisia.
40 Cfr. Pub. n. 3060 Istruzione sui lavori da zappatore - Ed. 1937 e n. 3898 Istruzione sui lavori stradali in guerra - Ed. 1942. 41 Cfr. Pub. SME n. 5487 Istruzione sul montaggio e smontaggio di ponti e traghetti con materiale Treadway - Ed. 1962 e Pub. SME n. 5532 Istru zione sull'impiego del materiale da ponte Bailey - Ed. 1962. 4 2 Cfr. Pub. SME nr. 4264 Istruzione sui lavori da mina ed esplosivi (3 Voi.). 43 E' ancora in v igore la Pub. n. 2812 Istruzioni nel servizio idrico - Ed. 1935. 44 Cfc. Pub. SME n. 5168 Istruzione sul mascheramento - Vol. I Ed . 1956 e Pnh. SME n. 5227 Istruzione sul mascheramento Voi. II - Ed. 1958.
XVII - Materiali d'annamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
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COMPLESSI MECCANICI V ARI PER LAVORI: gruppi elettrogeni per illuminazione (tipi vari tra i quali il PE - 197); attrezzature meccaniche leggere e pneumatiche medie e pesanti (attrezzature meccaniche leggere P60 con motore azionante gli attrezzi direttamente o mediante dinamo; motocompressore trainato Mattei 53; motocompressore autoportato Le Roi); apripista (leggeri fino a 60 HP; medi fino a 80 HP; pesanti oltre 80 HP), tra i quali l'apripista leggero Fiat L 55 e l'apripista pesante AF 8 Ansaldo; autogru Quickway con portata massima 4, 9 t; autogru Bantam con portata massima 5,4 t; frantoi vari; escavatore leggero MT 50; vari tipi di motoseghe a catena. MATERIALI DA PONTE: ponte Bailey da interruzione su appoggi fissi; ponte stradale d' equipaggio su appoggi galleggianti classe 60; ponte leggero per truppe alpine. Il ponte Bailey consente portate fino a 70 t e luci fino a 69 m. Elementi - base: pannello (Kg 264) e traversa (Kg 209). Al btg. g. p. divisionale è assegnata una unità ponte da interruzione (U.P.I.), trasportata da 49 ACM e composta da 2 sezioni di ponte di 24 m di luce classe 40 D/S e I sezione supplementare con materiale per costruire 1 pila regolamentare. Oltre al materiale Bailey originale tipo Ml , sono disponibili i tipi allargati MI A e M2, con carreggiata aumentata per renderli idonei al passaggio di nuovi cani armati M26 e M47. 11 ponte stradale d'equipaggio classe 60 su appoggi galleggianti è simile al ponte Treadway M2 e si compone di due elementi fondamentali: galleggiante pneumatico (peso Kg. 2570) e guide d'impalcata (peso Kg 1878). Un equipaggio da ponte (40 campi) è lungo m. 182,80. Il trasporto di un equipaggio comporta l'impiego di 48 ACP tipo M 139 oppure OM - 6600 italiano, ciascuno dei quali trasporta un campo (battello e 2 guide di impalcato). L'equipaggio è completato da 2 autogru, 2 motobarche, 2 motocompressori e 2 autocarri con accessori. MATERIALI PER TRAGHETTI: battelli pneumatici galleggianti (per 2-3 uomini, per 5 e per 6 uomini); barchetto d'assalto M2 in compensato, portata 3 uomini e Kg 1800 di carico; portiere costituite da alcuni barconi M2 collegati con sovrastante impalcato, corredate dai materiali per la loro costruzione (guide e se1le); portiera Treadway costituita da 3-4 galleggianti più impalcato metallico, spinta in acqua da motobarca e montata con autocarro da ponte con gru 6 x 6 Broackway. Tipi principali di portiere: leggera classe 5, media Treadway classe 32. Al livello di G.U. elementare è prevista una sezione traghetto divisionale, composta da 36 barchetti d'assalto M2, 12 ga11eggianti pneumatici da 18 t, 24 motori fuori bordo, materiali accessori (guide, sel1e, gruppi gonfiaggio ecc.), 6 autogru Broockway e 20 ACM per il trasporto. Le dotazioni di materiali del genio delle minori unità delle varie Armi nei primi anni 50 sono riportate nello specchio seguente:
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
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Attrezzi leggeri
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45
25
20
Fanteria Cdo rgt. e cp.Cdo rgt Cdo btg. e cp.Cdo btg
I I
compagnia
I
I
NOTE
O.
o o. ~ ;."i
a) La serie di materiali da zappatore comprende: accette, badili, gravine, martelli, picconi, scuri. seghe, tenaglie e materiali vari minori.
Cavalleria I
I
Cdo rgt. e rep. Cdo rgt Cdo gr. e rep. Cdo gr.
I I
I
batteria
I
squadrone (I)
b) La dotazione di attrezzi da laboratorio comprende: cacciacopiglie, forgia filiere, incudine, lime, morse, martelli. saidatori. trapani, tenaglie, forbici, scgacci, pialle, scalpelli, banchi da lavoro, sega circo!. a motore e materiali vari minori.
Arti11lieria
Genio collegamenti Cdo btg. e pi. Cdo
I
cp. collegamenti
I
I
( I) Escluso Io sqd. comando e Io sqd. autoblindo.
Il tipo e il numero di specializzati (SU. e Tr.) in organico al btg. g.p. divisionale nello stesso periodo, riportati nello specchio che segue, danno un'idea efficace del peso logistico e delle potenzialità di lavoro del battaglione. DENOMINAZIONE
Sottuff. capo laboratorio Sottuff. operatore di macchine stradali Graduati minatori Graduati pionieri Pionieri BarcaioLi Fabbri Muratori Falegnami E lettricisti Meccanici per motopompa Aggiustatori meccanici Minatori Lattonieri e tubis ti idraulici Laminatori Tornitori
Cdo di btg.
Cp. Cp. genio parco pionieri campale
1
l
I I
1
6 53 6
2 22
14 132 12
l
2
4
25 17
I
51 39 11 15
l
4
Totale btg.
4
6
5
3 3 4
4
18
2
36 2
1 I
1
l (segue)
XVl/ - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
Saldatori Idrici Motoristi per motori a com. interna Meccanici motor. di laboratori Verniciatori e decoratori Conduttori di macchine stradali
2 4
2 I 5
3 8
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2 8 2 1 13 8
Negli anni 60 viene radiato il materiale da ponte Treadway e per le esigenze della viabilità tattica viene dato in dotazione ai battaglioni pionieri divisionali e di corpo d'armata stradale il nuovo ponte di equipaggio tedesco Krupp - M.A.N. MLC 50, in lega leggera, montabile a mano, con campi da ponte con carreggiata utile di 4,8 me peso di 4,38 t. Per le sue caratteristiche di leggerezza e facilità di montaggio senza attrezzature particolari, questo tipo di ponte inaugura una nuova e più moderna formula che assicura notevoli vantaggi rispetto ai tipi Bailey e classe 60, che rimangono in servizio fino agli anni 80 soprattutto per le esigenze della viabilità logistica. Negli anni 70 viene introdotto in servizio anche il materiale da ponte inglese da interruzione su appoggi fissi MGB, con caratteristiche analoghe al Krupp-Man (scomponibile, in lega leggera, con elementi movimentabili a mano, struttura adattabile, rapidità di gittamento). E' impiegato per superare interruzioni con luci fino a 30 m (elevabili fino a 48 m con appositi rinforzi) nel campo della viabilità tattica. Per le esigenze della viabilità stradale e ferroviaria in campo logistico, nel 1972 in sostituzione del vecchio materiale ereditato dalla guerra viene dato in dotazione al reggimento ferrovieri il ponte tedesco stradale e ferroviario SE, acquisito congiuntamente con le FF.SS., che consente la realizzazione di ponti anche a doppio transito con portata fino a l 00 te richiede pcr il gitlamcnto c recupero la disponibilità di autogru strada/rotaia o autogru del genio e un sistema meccanico di sollevamento e spostamento del ponte; al tipo SE nel 1978 si aggiunge il tipo SKB . Anche il settore dell e macchine movimento terra viene completamente rinnovato con moderni mezzi di produzione nazionale che sostituiscono quelli alleati del periodo bellico (apripista cingolato pesante Fiat AD-14, pala caricatrice ruotata Cantatore TC-135 , escavatore SIMIT, livellatrice Fiat - Allis 150 - C, dumper ASTRA BM - 20 ecc.). Altri materiali in dotazione negli anni 70 sono: teleferica Drago per truppe alpine (introdotta nel 1964); piano caricatore militare scomponibile mod. III/9 - classe 60; stazione fotoelettrica da 152 cm; vipera esplosiva Bofors per apertura corridoi nei campi minati; mine antiuomo (seminabile ad azione locale MAUS; ad azione estesa Valmara 69; ad azione locale per posa interrata affiorante VAR - 40; ad azione locale AUPS); mine anticarro (SH - 55; MATS controcingolo seminabile e interrabile; CC48).
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
g. Cenni sulla gestione amministrativa e sul mantenimento
e rifornimento dei materiali 4 5 Fino al 30 giugno 1959, i materiali del genio appartengono alle categorie dalla XX alla XXVIII del gruppo C, e la loro gestione avviene con le stesse modalità adottate per il Servizio anni e munizioni , al quale rimandiamo. Con l'abolizione dal l luglio l 959 dei gruppi A , B e C e l'adozione del sistema di classificazione unificata, le modalità per la loro gestione amministrativa sono le stesse di quelle di tutti gli altri materiali (vds. capitoli XIII e XIV). La custodia, il rifornimento e la riparazione dei materiali avvengono sotto la responsabilità dei Comandi genio di C.M.T., organi di comando periferici che si avvalgono delle direzioni lavori e/o di altri organi esecutivi dislocati nel territorio di giurisdizione. Le relative modalità nell'immediato dopoguerra sono principalmente indicate dalle seguenti circolari e pubblicazioni: - per il materiale USA: Circ. n . 43570/USA in data 25 novembre 1957 Parti di ricambio e riparazioni dei più importanti complessi del genio e n. 43714/USA in data 1 ° dicembre 1957 Conservazione del materiale; Pub. n. 5467 Manutenzione di reparto dei mezzi del genio (Traduzione in stralcio del T.M. 5 - 505 USA - Ed. ottobre 1952); - per tutti i materiali: Circ. n. 130000/4" in data 1 ° luglio 1958 Organizzazione - in tempo di pace - del servizio rifornimento parti di ricambio, accessori, materie di consumo. La Circ. n. 130000/4" è abrogata dalla Circ. n. 10560/UDG in data 31 dicembre 1961 Norme relative al Servizio materiali del genio (in tempo di pace) , che definisce la ripartizione dei materiali del genio in relazione alle varie esigenze e alla provenienza, le procedure per i rifornimenti sulla base dell'autodeterminazione dei livelli, le modalità e le competenze per le riparazioni, la ripartizione ai vari livelli deJle materie prime, le procedure per la collocazione dei materiali fuori servizio e fuori u so e le modalità per il reintegro. Dal punto di vista della loro custodia, i materiali possono essere in distribuzione - per uso o per esigenze di completamento - e accantonati - per esigenze di mobilitazione o a titolo di scorta. Secondo la predetta Circolare del 1961 , gli organi ed Enti responsabili dell'attività di rifornimento sono i seguenti. Al livello di 1° grado sono competenti le unità a livello reggimento e reparto autonomo (indi visionati e non) e le scuole. Al livello di 2° grado, il parco mobile (per gli Enti e reparti - del genio e non del genio - inquadrati nelle G.U. elementari); la direzione lavori genio competente per territorio (per gli Enti territoriali); il reparto RRR di corpo d'armata (per i supporti di C.A.; fino alla sua costituzione provvede la stessa direzione lavori) . AL LivelO
45
Cfr. anche I. Sciarretta - A . Mazza, Op. cii., pp. 1225-1241.
XVII - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
549
lo di 3 ° grado, provvede unicamente la direzione lavori. Al livello di 4° grado, provvedono i magazzini e depositi centrali genio secondo le competenze fissate nel dettaglio dalla stessa Circ. n. 10560/UDG (22° stabilimento genio di Pavia, per autofficine, autogru ecc.; laboratorio pontieri di Piacenza, per materiale da ponte e relative autogru da I 0-15 tonn.; deposito materiali genio e trasmissioni di Peschiera, per materiali vari e per teleferiche; deposito materiali genio di Pizzighettone, per materiali idrici e di mascheramento; deposito materiali genio di Roma, per materiali Bailey, materiali ferroviari e materiali vari). Delle riparazioni di I O grado sono responsabili gli stessi Enti prima indicati per i rifornimenti; le riparazioni di 2° grado competono agli stessi Enti e reparti del genio. Per i reparti non del genio inquadrati nelle G.U. elementari provvedono le officine medie; per i supporti di C.A. e D. non del genio provvedono i rispettivi reparti RRR (fino alla loro costituzione, le stesse direzioni lavori) e per gli Enti territoriali e addestrativi, scuole ecc. provvede sempre la direzione lavori, che è anche - per tutti - l'organo per le riparazioni di 3° grado. Le riparazioni di 4° grado sono effettuate dagli stabilimenti del genio. La ristrutturazione del 1975 modifica solo per il 1° e 2° grado il quadro prima tracciato per le attività di rifornimento, recupero e mantenimento. Con la disponibilità di un plotone RR e relativa officina leggera, il battaglione acquisisce piena fisionomia logistica di L grado anche per i materiali del genio. Per i rifornimenti e recuperi di 2° grado provvede il batlaglione logistico di brigata; per le riparazioni di 2° grado provvede il btg.g.p. divisionale (anche per le cp.g.p. di brigata). Questo quadro viene modificato ancora nei primi anni 80, con la costituzione dei reparti rifornimenti pluriservizi di Regione Militare che assorbono - alle dipendenze dei Comandi Servizi trasporti e materiali le attività di rifornimento e riparazione di 3° grado prima svolte dalle direzioni lavori del genio. O
4. Servizio delle trasmissioni
a. Evoluzione del vertice Le trasmissioni come Arma di fatto e con Quadri appartenenti allo stesso ruolo di quelli del genio nascono, come si è visto, con Circ. SME n. 2030 - /Ord I in data 26 settembre 1952, che istituisce a partire dal 1° ottobre 1952 la carica di Ispettore per i collegamenti con proprio ufficio. Con Circ. n. 572/G.M. 1952 sono adottate nuove fiamme per le truppe dei collegamenti, e con la successiva Circ. SME n. 11851 Ord. I in data 16 maggio 1953 alla specialità collegamenti del genio viene data la denominazione di trasmissioni. Al livello di Ministero, fino ai decreti delegati del 1965 le trasmissioni continuano a fare interamente capo alla direzione generale del genio del MDE (divisione trasmissioni). Sulla base degli Artt. 20 e 23 del D.P.R. n. 1478 del 18 no-
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
vembre 1965 e dei due D.M. in data 30 settembre 1966 (vds capitolo Xl) le competenze tecnico-amministrative in merito alle trasmissioni e telecomunicazioni sono suddivise tra: - la direzione generale AMAT (4° reparto - mezzi campali per le trasmissioni per le unità terrestri e materiali connessi), per le attività di studio, ricerca, produzione, approvvigionamento, ecc. concernenti i materiali che sono parte integrante e inscindibile dei complessi d'arma terrestri (materiali telegrafonici da campo veicolari e trasportabili, telescriventi, apparecchiature crittografiche, apparati radio veicolari e trasportabili, ponti radio campali , apparecchiature di guerra elettronica - comunicazioni); - la direzione generale degli impianti e mezzi per l' assistenza al volo, la difesa aerea e le telecomunicazioni (1 ° reparto studio e sviluppo tecnico e 2° reparto approvvigionamenti impianti di telecomunicazione), per tutte le attività concernenti gli impianti e mezzi per le telecomunicazioni (escluse le apparecchiature e gli equipaggiamenti formanti parte integrante e inscindibile dei complessi d'arma terrestri). Le attribuzioni dell'Ispettore per le trasmissioni sono fissate con Circ. SME n. 880 - R/Ord/1 in data 31 marzo 1953 e modificate con Circ. SME n. 1760 - Ord./I in data 31 luglio 1953. Per quanto di più diretto interesse logistico, i settori di sua competenza sono: l'attività ispettiva, la diramazione di istruzioni concernenti la parte tecnico - addestrativa, la direzione della attività degli Enti addestrativi e del centro studi dei collegamenti (costituito, come si è visto, nel maggio 1948 nell 'ambito dd 21 ° stabilimento genio di Roma), la consulenza tecnica nei riguardi dell'Ispettorato del genio in materia di progetti di impianti e reti, le relazioni con la federazione nazionali colombofili e con l'organizzazione dei radianti italiani per la loro utilizzazione in caso di emergenza. In seguito allo scioglimento dell'ufficio telecomunicazioni (TLC) dello SME (che era stato costituito a partire dal 1° settembre 1952), nel 1954 l'ufficio dell'Ispettore delle trasmissioni ne assorbe i compiti e comprende 4 sezioni (1" piani, addestramento, ordinamento, impiego; 2" tecnica e lavori; 3" - reti; 4" - procedure). Con la ristrutturazione del 1956 il predetto ufficio si articola su: Ispettore, generale addetto alle trasmissioni per la difesa interna del territorio, generale coordinatore delle trasmissioni dello scacchiere nord-est (a partire dal 1957, tale incarico viene svolto dallo stesso comandante delle trasmissioni della Regione Militare Nord-Est), ufficio dell'Ispettore su 5 sezioni (segreteria e personale; piani; addestramento e dotazioni; reti e procedure; materiali). Nel 1959 all'ufficio dell'Ispettore viene aggiunta una sezione guerra elettronica. Nel 1961 l' ufficio dell' Ispettore per le trasmissioni cambia la sua denominazione in Ispettorato delle trasmissioni (su Ispettore, generale addetto dal quale dipendono le scuole, sezione segreteria e personale, ufficio studi e materiali, ufficio TLC nel quale a partire dal 1966 viene inserita una sezione cifra). Nel 1972 gli uffici diventano 4 (segreteria e personale; studi, regolamenti e materiali e guerra elettronica; piani procedure e cifra; TLC).
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551
Con la ristrutturazione del 1975 e la costituzione del I V reparto/lSPEL dello SME 1' Ispettorato perde - come quelli di artiglieria e del genio - le sue attribuzioni in materia di studi e ricerche, accentrate presso apposito ufficio del IV reparto/ISPEL. Ferma restando, in questo settore, la sua azione prnpulsiva e di consulenza, l'Ispettorato assume una nuova articolazione su Ispettore (con alle dipendenze dirette la scuola telecomunicazioni); Vice-Ispettore (con alle dipendenze le restanti scuole delle trasmissioni e il centro difesa elettronica); ufficio segreteria e personale; ufficio addestramento e scuole; ufficio reti, infrastrutture e cifra; ufficio TLC (il cui Capo ha alle dipendenze il X e XI btg. t.). Fino al 1961, l'Ispettorato si avvale per la sua attività nel campo degli studi e ricerche del dipendente centro studi collegamenti nato nel 1948 (poi centro studi trasmissioni, poi centro tecnico trasmissioni) nel cui ambito nel 1956 viene istituita una sezione tecnologica (Circ. SME n. 1080 - R/152 in data 21 luglio) e nel 1957 una sezione difesa elettronica (Circ. SME n. 1380 - R/15263431 in data 27 giugno). La successiva Circ. SME n. 770 R/152 in data 8 luglio 1958 ridefinisce i compiti del centro tecnico e ne precisa le dipendenze (disciplinari e d ' impiego daJl'Ispettore; amministrative dal 21 ° stabilimento trasmissioni). In seguito alla costituzione del servizio tecnico delle trasmissioni (1960) e della relativa direzione del servizio tecnico, nel 1961 il centro tecnico passa alle dipendenze della predetta direzione che a sua volta dipende sia dallo SME che dall'Ispettorato. Nel 1967 la direzione viene sciolta, il capo del servizio tecnico dipende dall' Ispettore e opera in accordo con le DG tecniche, e il centro tecnico a partire dal 1° gennaio passa alle dipendenze della direzione generale AMAT. Nel 1980, in seguito alla costituzione del corpo tecnico unificato dell' esercito, anche il Servizio tecnico trasmissioni esce dall'ambito dell'Arma.
b. Organi direttivi periferici e organi e sec uti vi 46 A partire dal 1° ottobre 1953 sono costituiti uffici trasmissioni presso i C.M.T. di Torino, Padova, Firenze, Roma e Napoli e a fine 1953 anche presso i rimanenti C.M.T. ridotti. 47 Al livello di corpo d' armata, divisione e brigata sono costituiti fin dal tempo di pace gli uffici/sezioni trasmissioni previsti dalla Pub. SME n. 6300 del 1955 (vds. capitolo IX). Al livello di battaglione trasmissioni è previsto un ufficiale addetto ai materiali dal quale dipende una squadra manutenzione tecnica; al livello di reggimento, reparto autonomo e battaglione/gruppo delle varie Armi
46
P er l' evoluzione delle trasmissioni nel dopoguerra Cfr. (S.A.), L' Arma delle tra-
smissioni, "Rivista Militare" n. 5/1980. 47 Circ. SME n. 1210/0rd Il in data 28 luglio 1953 e n. 1800/ Ord II in data I O settembre 1953.
La logistica dell'esercito - Voi. N
552
operano ufficiali (e sottufficiali) addetti alle trasmissioni e comandanti di plotone/sezione trasmissioni. Allo scopo di ridurre al minimo la crisi di passaggio dal periodo di pace all'emergenza, sotto la data del l 0 gennaio 1956 viene istituita fin dal tempo di pace la carica di comandante delle trasmissioni di armata e corpo d'armata, e i relativi uffici si trasformano in Comandi trasmissioni; lo stesso avviene per gli uffici trasmissioni di C.M.T ..48 Nel gennaio 1958 in seno agli uffici servizi dei Comandi di corpo d'armata, divisione e brigata alpina sono inseriti capi Servizio trasmissioni con funzioni logistiche per la parte trasmissioni, alla quale sono addetti in totale 2 U. e 2 SU. per ciascun Comando. l comandanti delle trasmissioni, capi ufficio, ufficiali addetti alle trasmissioni o comandanti plotoni trasmissioni di reggimento e battaglione sono anche organi direttivi del Servizio logistico delle trasmissioni ai rispettivi livelli. I loro compiti sono definiti - anche per la parte logistica - dalla Pub. SME n. 4943 (9000 s.d.) Norme per l'organizzazione e impiego dei collegamenti nelle G.U. operanti - Ed. 1952 e dalla successiva Pub. SME n. 5262 (9000 s.d.) Organizzazione e impiego delle trasmissioni - Ed. 1966. Per quanto attiene alle attività logistiche in generale, la predetta Pub. n. 9000 - Ed. 1966 (para. 47 e 48) afferma: l'efficienza dei mezzi incide, al pari delle loro disponibilità quantitativa e qualitativa, sulla rispondenza dei sistemi di trasmissioni alle esigenze operative. D'altra parte, l'onerosità degli apparati in dotazione, unita al peso e al volume di alcuni materiali, quali quelli di linea, non consentono d 'assegnare alle unità dotazioni abbondanti, che tengano cioè conto delle più diverse circostanze di impiego e permettano di costituire riserve per la tempestiva sostituzione di quanto si rendesse inefficiente. Da queste opposte esigenze scaturisce la duplice necessità di: - un Servizio trasmissioni particolarmente efficiente a tutti i livelli gerarchici per quanto riguarda le riparazioni; - una stretta correlazione delle attività degli organi tattici e logistici delle trasmissioni . Nell'ambito delle GG.UU., essa si realizza mediante una costante collaborazio ne tra l' organo preposto all'organizzazione delle trasmissioni (U.t.) e l'Ufficio Servizi (in particolare. con l'organo direttivo del Servizio delle trasmissioni) , specie per quanto riguarda le priorità nei rifornimenti e n elle riparazioni.
Di conseguenza i comandanti delle trasmissioni e gli ufficiali alle trasmissioni per la parte logistica forniscono specifica collaborazione agli organi competenti; in particolare, il comandante delle trasmissioni di G.U. collabora con l'ufficio Servizi e con l'organo direttivo del Servizio delle trasmissioni della G.U. e fornisce e riceve dati per meglio commisurare rifornimenti e riparazioni alle esigenze delle reti in atto o pianificate. Secondo la Pub. SME - ISPET n. 5669 (9200 s.d.) Ordini e prescrizioni per le trasmissioni - Ed. 1967 (para. 36), il para. 4 ORGA-
48
840).
Circ. SME n. 2110/0rd/l in data 30 novembre 1955 (AUSSME, Rep. M/7, Racc.
XVII - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
553
NIZZAZIONE LOGISTICA - SERVIZI dell'allegato trasmissioni all'Ordine d ' Operazione (STANAG 2014) deve contenere i documenti in vigore - concernenti l'organizzazione logistica delle trasmissioni - applicabili alle operazioni in corso, e riportare eventuali informazioni e istruzioni particolari in merito. La predetta Pub. n. 9200 (para. 39) indica anche quali argomenti di particolare interesse che deve contenere la parte trasmissioni dell'O.L.A. (STANAG 20327): - dislocazione e compiti degli organi esecutivi del Servizio (depositi, magazzini, laboratori); - disposizioni sui rifornimenti, recuperi e sgomberi; - procedura per le riparazioni. Gli organi esecutivi del Servizio e le organizzazioni dei riforni menti, riparazioni e del servizio parti di ricambio sono definiti con le seguenti circolari: - n. 2/17966/Tr. in data 26 marzo l 954 e n . 2/24921/Tr. in data 7 ottobre 1954 della DG genio (divisione t., Sz. m ateriali); - n. 34053/Tr./M in data 8 marzo 1956, che abroga le precedenti e tiene conto delle prescrizioni della Pub. SME n. 6300 (vds. capitolo IX) nella quale viene per la prima volta istituito in campagna il Servizio logistico delle trasmissioni; - n . 10552/U.D.G. in data 6 novembre 196 l sulla organizzazione 595935/t/2A del servizio rifornimento; - n. 30012/t/M in data 21 gennaio 1958 sulla conservazione del materiale. Le attività logistiche di 1° grado competono agli operatori e agli specializzati dei reparti (SU. e Tr.); le attività di 2° grado competono (fino alla seconda metà d egli anni 50): - per le riparazioni e parti di ricambio del proprio materiale, agli stessi battaglioni trasmissioni; - per i reparti delle varie anni inquadrati nelle G.U. elementari, ai parchi mobili e alle officine medie delle stesse; - per i supporti di armata e corpo d'armata, fino alla costituzione dei reparti RRR di C.A., ai btg.t. di armata e corpo d'armata che richiedono di volta in volta le parti di ricambio necessarie alle direzioni lavori; queste ultime provvedono anche al rifornimento materiale (dopo la costituzione di tali reparti RRR, rifornimenti e riparazioni fanno capo agli stessi reparti RRR); - per le scuole e reparti territoriali: alle direzioni lavori genio militare, che effettuano anche le riparazioni di 2° grado per i supporti di armata e C.A. nel cui territorio non esistono battaglioni trasmissioni e provvedono ai rifornimenti per le G.U. sprovviste di parchi mobili. Alle riparazioni di 3° grado provvedono i laboratori dei depositi materiali delle trasmissioni (che nel marzo 1956 ancora mancano), mentre ai rifornimenti di materiali provvedono i depositi materiali delle trasmissioni dei magazzini genio dipendenti dalle direzioni lavori genio. Alle riparazioni di 4 ° grado provvede unicamente il 21 ° stabilimento trasmissioni di Roma. Al rifornimento di materiali e parti di ri-
La logistica dell'esercito - Voi. IV
554
cambio provvedono i depositi centrali delle trasmissioni di Roma Magliana e Carnnago Lentate e il deposito materiali genio e trasmissioni di Peschiera. Questa situazione, riferita al 1956, si evolve in relazione: - alla costituzione fin dal tempo di pace dei reparti RRR di divisione e corpo d'armata, che assorbono interamente l'attività logistica di 2° grado per i reparti delle varie Armi inquadrati nelle G.U.; - alla costituzione dei laboratori e organi di rifornimento delle trasmissioni di 3° grado nell'ambito delle direzioni lavori del genio. Specie al livello di 1 ° e 2° grado, dopo il 1975 i mutamenti sono profondi. Le attività di 2° grado al livello di G.U. elementare e di G.U. complessa sono svolte dai battaglioni logistici. Il livello di battaglione acquista piena fisionomia logistica di I O grado, e passa da un nucleo manutenzione materiali delle trasmissioni (composto solo da un graduato radiomontatore) al SU. radiomontatore e al soldato radiomontatore del nucleo riparazioni del plotone RR, con piena autonomia logistica di 1° grado. Per gli organi esecutivi di 4 ° grado cambiano soprattutto le dipendenze. In particolare, a seguito dei decreti delegati del 1965 e con la più volte citata Circ. n. 1640 - /1526112 in data 31 dicembre 1966 i depositi materiali delle trasmissioni di Camnago Lentate e Roma - Magliana e il deposito materiali genio e trasmissioni di Peschiera, già alle dipendenze della direzione generale del genio, passano alle dipendenze dei C.M.T. competenti per territorio. ISPEL esercito impartisce loro g1i ordini tramite i C.M.T. e, per talune questioni particolari, anche direttamente. Con la successiva Circ. n. 0228/PD in data 24 gennaio 1967 (All. 1), il centro tecnico trasmissioni e il 21 ° stabilimento trasmissioni in data I gennaio 1967 passano alle dipendenze della direzione generale AMAT. Altri mutamenti nelle dipendenze avvengono con la costituzione del Comando dei Servizi trasporti e materiali dell'Esercito ( 1976), al quale fanno capo per la parte funzionale i depositi centrali prima indicati, e con la costituzione dei Comandi Servizi trasporti e materiali di Regione Militare (1982), che diventano organi direttivi periferici del Servizio delle trasmissioni con alle dipendenze i relativi organi esecutivi pluriservizi (ORE e reparti rifornimenti). ln sintesi, dopo la costituzione dell'Arma delle trasmissioni nei primi anni 50 la sua organizzazione territoriale diversamente da quella operativa non recide del tutto i legami con l'Arma-madre ma - pur avendo un distinto Ispettorato e distinti organi direttivi logistici - specie al livello di 3° grado mantiene organi esecutivi in comune con quelli del genio. Al livello di Ministero dopo il 1965 per i materiali campali costituenti parte dei sistemi l'Arma delle trasmissioni si rivolge direttamente alla direzione generale AMA T ; ai materiali campali del genio provvede invece la direzione generale del genio (GENIODIFE). T.a costituzione dei Comandi Servizi trasporti e materiali al livello centrale e periferico rafforza ulteriormente i legami tra le due Armi e poO
XV/l - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
555
stula la costituzione, anche per la branca trasmissioni al livello di 4° grado, di stabilimenti e organi in grado di trattare tutte le componenti di sistemi d ' arma complessi.
c. Cenni sui materiali La gestione amministrativa dei materiali delle trasmissioni segue le stesse linee evolutive di quella, già esaminata, dei materiali di artiglieria e del genio. Fino al 30 giugno 1959, essi appartengono alle categorie dalla XXV alla XXX del gruppo C. La manutenzione dei materiali avviene con frequenza giornaliera, settimanale e mensile secondo le norme della Pub. SME - ufficio deJl'lspettore delle trasmissioni n. 5061 Prescrizione tecnica n. 3 - Manutenzione preventiva dei materiali delle trasmissioni - Ed. J 953 (ristampa 1955), abrogata dalla Pub. n. 5381 pari oggetto Ed. 1959. Tale pubblicazione, peraltro, non abroga specificatamente la Pub. n. 3465 Norme per la manutenzione, riparazione e conservazione dei materiali r.t. - Ed. 1941. Per i materiali di provenienza USA nel 1956 viene emanata la Pub. n. 5232 Manutenzione e riparazione dei materiali delle trasmissioni presso le unità di campagna dell'Esercito Statunitense. Per l'impiego delle autofficine mobili M 30 competenti per le riparazioni di 2° grado, vale la Pub. n. 5233 Direttive tecniche per lo impiego delle autofficine M 30 - Ed. 1961 . Per ciascuna stazione o complesso, strumento e apparato sono diramate specifiche disposizioni.49 Jnfine, per la parte trasmissioni i nuclei ispettivi di Regione Militare (N.1.R.) e di corpo d'armata (N.I.C.A.) utilizzano l'apposita Guida (e il relativo allegato edito nel 1958-1959 dal 21° stabilimento trasmissioni). Fino agli anni 60 i materiali delle trpsrnissioni sono in gran parte di provenienza bellica alleata - specialmente USA - forniti all'Italia in conto M.D.A.P .. Il loro stato di efficienza e la loro manutenzione sono periodicamente controllati da un'apposita commissione del M.A.A.G. coadiuvata da ufficiali comandati di volta in volta dal Ministero della difesa. I mezzi fondamentali sono ancora quelli che si avvalgono del cordoncino e del cavo, anche se inizia l'introduzione dei ponti radio; i sistemi di trasmissione hanno struttura radiale. I principali mezzi di collegamento in dotazione alla divisione di fanteria nel 1948.50 sono elencati nelle tabelle riassuntive che seguono.
4 9 Cfr. MG - DG AMAT - IV Rep. , Elenco alfabetico delle disposizioni speciali sui materiali delle trasmissioni- Ed. 21° STAB. T., 1970. 50 Pub. n. 4760 (Cit.), pp. 154-163.
La logistica dell'esercito - Voi. IV
556
MATERIAU TELEGRAFICI E TELEFONICI D(::NOMINAZIONE
ASSEGNAZIONE
CARATIERISTICHE
Telegrafo acustico
g. clg.
Peso Kg 6,4. Portata max 35 Km. In cassetta legno. Trasporto a tracolla.
Separatore semplice
id.
Peso Kg. 1,65. Trasporto a mano.
Separatore a 3 clementi per centralini 1O linee
id.
Peso Kg. 6, 7. Trasporto a mano.
Telefono da tavolo F
id.
In cassetta legno. Portata max 12 Km (cordoncino 03) e 25 Km (cordoncino 08). Trasporto a tracolla.
Telefono da guardafili
genio clgt., f., a.
In ca5setta metallica. Portata max 13 Km (cordoncino D3) e 18 Km (cordoncino 08). Trasporto a tracolla.
Telefono da campo O
id.
In cassetta metallica. Permette anche comunicazioni telegrafiche. Portala max: telefonia da 15 a 24 Km e telegrafia da 24 a 40 Km. Trasporto a tracolla.
Centralino da campo a IO lineeUC
id.
-
Centralino a spine a 40 lineeFeF
g. clg.
-
Cordoncino 03
t.
Telefonicità (tempo umido) 10. Tamburi in ferro da m 800.
Cordoncino 08
G. clg.
Tclefonicità (tempo umido) 20. Bobine in legno da m 1600.
STAZIONI RADIO MODALITÀ FUNZIONAMENTO
TRASPORTO
I -3
RF
a spalla
12 Stazione Tipo 48 btg. f. (clg. del Cdo btg. con le cp.)
RF = 3 + 8 RT =6+ 16 (2)
RF RT
id
Stazione Tipo 22 rgt. e gr.a. (clg. rgt./gr. e gr/btr.)
RF =25+ 50 RT =50 + HlO (2)
id
su autoveicolo spcciale o a spalla
DENOMlNAZIONE
ASSEGNA· ZIONEO IMPIEGO
Stazione Tipo 38 btg. e cp. f. (per clg. tra minori unità)
PESO
(I)
(Kg)
PORTATA (Km)
7,5
30
Stazione Tipo 19 Clg. tra Cdi G.U. e Cdi D./Cdi rgt. 45 400 (in cofano) Stazione Tipo 9 Clg. tra Cdi G.U.
Stazione Tipo 52
id
100
RF= 16 + 100 RT = 32 + 150 (2) RF=K.m.45 RT = Km. 90
760 (io cofani)
(2)
760 (in cofani)
id
RF e RT. Apparato A (clg. a grande di- su autoveicoli, carri armati, autoblindo stanza). Apparato B (clg. tra carri armati). Apparato IC (intercomunicante) id.
su autocarri, veicoli cor. o in postaz. semifissa
id
id
(1) RF = radiofonia: RT = radiotelegrafia. (2) Aseconda del tipo di aereo impiegato e dell'installazione della stazione (a terra o su veicolo).
XVII - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
557
Particolare interessante, negli anni 50 è ancora in servizio la colombaia (mobile) ricostituita in data 25 luglio 1948, che nel luglio 1953 si trasforma in colombaia fissa alle dipendenze della SA cp. t. territoriale (la specialità colombieri sarà definitivamente soppressa negli anni 60). 51 A metà degli anni 50 entra in servizio la prima telescrivente (TG 7, sistema di codice Baudot, peso Kg 102, portata doppia di quella dei telefoni). Ai cordoncini tipo D-3 e D-8 si aggiungono i più moderni cordoncini tipo W - 110 - B, W - 130 - A, WD - lffT, WC - 548 (Spirai four). Non è più in servizio il telefono da campo D, sostituito dal telefono USA E E - 8. I centralini rimangono gli stessi del 1948; notevole il rinnovamento delle stazioni radio. Del materiale radio prima indicato in dotazione alla divisione 1948, rimane solo la stazione radio R 19. In totale sono in servizio 19 tipi di stazioni radio (delle quali 2 canadesi e il resto USA), 2 tipi di ricevitori (R 593 per ricezione messaggi allarme e segnali preavviso; R 107 per il controllo del traffico e l'intercettazione), 2 tipi di stazioni per ponte radio (AN/TRC - 1, 3 e 4 e AN/TRC - 8,11 e 12), 1 stazione per la cooperazione aeroterrestre (R 522 - VHF). Le caratteristiche delle stazioni più importanti sono riepilogate nella tabella di pagina 558. In relazione alle esigenze dell'ambiente operativo nucleare, la nuova dottrina degli anni 60 (Pub. n. 8000 - Ed. 1962) prevede notevoli innovazioni: trasformazione del sistema delle trasmissioni da radiale in areale, una riserva operativa (di unità) e tecnica (di circuiti e di frequenze), una rete di telecomunicazioni militari fissa, autonoma. estesa a tutto il territorio nazionale e in grado di far fronte alle esigenze di mobilitazione, di difesa del territorio, di allarme e per calamità naturali. 11 progresso tecnologico consente la disponibilità di apparati con minore ingombro e peso, maggiori portate, più ampie gamme di frequenza, copertura cripto in tempo reale. Le linee in ponte radio - di più celere impianto, di maggiori prestazioni e di minore vulnerabilità rispetto a quelle via cavo - assumono un ruolo fondamentale nell' impianto di reti telegrafoniche fino al livello di raggruppamento. A fronte di queste esigenze i materiali abbisognano di urgente sostituzione, e il generale Montiglio scrive, riferendosi in particolar modo alle telecomunicazioni, che "appare evidente l'abisso tra la situazione attuale, ancora legata a vecchi schemi, e le esigenze imposte dall'aspetto del futuro conflitto".52 Comunque, a partire dagli stessi anni 60 il rinnovamento ha inizio. I materiali prima indicati sono gradualmente sostituiti da una nuova e più moderna famiglia di radio di produzione USA (serie AN) o canadese.
51 Circ. SME n. 2005/0rd/I in data 25 luglio 1948 e n. 1480/0rd/l in data 3 luglio 1953 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 836). 52 P. Montiglio (Gen. B.) Cfr. anche, in merito, G. Parolin, L 'Ammodernamento dei mezzi delle trasmissioni per dopo il 1970, "Rivista Militare", n. 6/1969. Telecomunica zioni militari: presente e avvenire, "Rivista Militare"' n. 11/196.).
CARATTERISTICHE DELLE STAZIONI RADIO IN DOTAZIONE (1955) CARATTERISTICHE TECNICHE
PORTATA kg
PESO
TRASPORTO
1,6
2,6
a mano
3+5
17,6
spalleggiata
16 + 24
82,5
veicolare
MF - RF. 2 ricevitori. Alimetazioni con accumulatori. Varianti: R 5.28, R 608, R 628 .
amano
MF - RF. Alimentazione solo con pile a secco. Variante: R 51 O(possibilità alimentazione anche con accumulatori) e R 610 (per rgt. a.).
TIPO STAZIONE
IMPIEGO km
R 536
pi. - cp.
R 300
cp. - btg.
R 508
btg. - rgt.
R 509
btg. - rgt.
8
31
R 284
rgt. alpini (btg. rgt. e btg.-cp.)
35 + 90
93.5
veicolare
R 694
id
Il+ 48
50
id
CAMPALE
amano
veicolare
MF - RF. Variante veicolare: AN/VRC 3.
MA - RF - RT. Alimentazione: accumulatori, generatore a mano, pile a secco. Comando a distanza. MA - RF - RT. Alimentazione come R 284. Destinata a sostituirla.
btg. - rgt.
25 + 110
36 VEICOLARE 120
veicolare
MA - RF - RT. Alimentazione a mano o con pila ausiliaria. Simile alla R - 694.
W.S.52 (canadese)
rep.t. dei C.M.T. e delle G.U.
60 + 150
130
veicolare
MA - RF - RT. Alimentazione con sulvoltore 12 Volt.
R 506
rgt. (cr. o c.) - D.
20 + 100
135
id
R 193
rep.t. di a., C.A. D., B. alp. e D.A.T.
R 399
rep.t. di a. , C.A. , D., B. alp. id
00
MA-RF
AN /GRC - 9
R 299
1..11 1..11
MA - RF - RT. Alimentazione con btr. e 2 sulvoltori.
30 + 150
170
id
MA - RF - RT. Alimentazione con accumulatori, Clg. media distanza.
200+
5600
id
MA - RF - RT. Alimentazione con gr. elettrogeno o rete accumulatori. Clg. grande distanza.
id
6750
id
MA - RF - RT. Clg.a grande distanza. Usa le stesse componenti principali della R299 e R499, dalle quali può essere sostituita.
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XV!l - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
559
Le sostituzioni più significative sono le seguenti: - la R 536 portatile viene sostituita dalla CPRC-26 canadese, MF, portata da l a 5 Km (con stilo a contrappeso, peso Kg 4,8, spalleggiabile); - la R 300, la R 509/510 e la R 609/610 sono sostituite dalla serie AN/PRC - 8, 9, 10, spalleggiabile, peso Kg 6 - 10, MF, RF, portata 520 Km, gamme di frequenza diverse per corazzati (PRC-8), artiglieria (PRC-9) e fanteria (PRC - 10); - le radio btg. - rgt. sono sostituite dalla serie AN/GRC - 3, 4, 5, 6, 7 e 8, MF, RF, veicolare, peso Kg 200, portata Km 15, comando a distanza, duplice radio e duplice telefonico, con gamme di frequenza e composizione degli apparati diverse (GRC - 5,6 artiglieria; GRC - 7,8 fanteria; GRC - 3,4 corazzati). Sempre negli anni 60 sono introdotti nuovi tipi di ponte radio e nuove telescriventi, le prime stazioni a banda laterale unica, le cifranti ON - UNE (CF 65). Le apparecchiature della serie CF sono sostituite da quelle, più leggere, della serie TCC. Nei primi anni 70 iniziano gli studi per la definizione del sistema campale di trasmissioni integrate CATRIN, con materiali di produzione nazionale. Tale sigla assume nel prosieguo degli annj 70 il significato di Sistema campale di Trasmissioni e Informazioni, la cui componente di trasmissioni integrate viene chiamata SOTRIN (Sottosistema di Trasmissioni Integrate). Nonostante i numerosi studi e progetti su materiali di caratteristiche avanzate, a causa della carenza di fondi alla metà degli anni 70 l'ammodernamento dei mezzi e materiali delle trasmissioni in dotazione alle varie Armi è ancora parziale e limitato. Sono ancora in servizio vecchi apparati con pesi e ingombri eccessivi e prestazioni e gamme di sovrapposizione delle frequenze insufficienti; viene comunque introdotto in servizio un nuovo tipo di telecifrante in sostituzione del modello CT - 65 ON - LINE. Ali' atto della ristrutturazione del 1975 sono presenti nei reparti numerosi vecchi materiali radio USA degli anni 60 e precedenti (CPRC 26, R 300, ANPRC/8,9,10, AN/GRC - 3, 4 , 5, 6. 7, 8), R 193 ai quali, però, iniziano ad affiancarsi nuovi materiali di produzione nazionale (RV2/l l pl. - cp.; RV 3/13/P cp. - btg.; RH 4/212 ecc.). Dal 1975 al 1980 nonostante le difficoltà il progresso continua con il rinnovo completo delle stazioni radio di piccola potenza, il completamento delle dotazioni di telecifranti, l'integrale sostituzione delle stazioni radio di grande potenza e delle centrali telefoniche campali, l'introduzione delle telescriventi elettroniche e il miglioramento della rete infrastrutturale territoriale. Le operazioni di istradamento del traffico telefonico e telegrafico sono automatizzate con l'entrata in funzione di due centri di trattazione automatica dei messaggi (CETAM l e 2). Dal 1986 si è avviato un deciso salto di qualità con i primi materiali digitali sia infrastrutturali sia campali, propedeutici al sistema SOTRlN e all'altezza di quelli dei più avanzati Paesi della NATO, USA compresi.
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5. Servizio trasporti a. Regolamentazione sui grandi trasporti ferroviari e marittimi. Esamineremo per prime le norme relative ai grandi trasporti ferroviari e marittimi e in seconda istanza quelle riguardanti i trasporti per via ordinaria. Questo perchè l'esperienza della seconda guerra mondiale, l'avvento dell'arma nucleare e la sempre maggiore capacità dell'Arma aerea di effettuare bombardamenti di precisione ( o trasporti tattici e strategici) non sminuiscono il ruolo militare preminente della ferrovia, ruolo tanto più importante per l'Italia se si considerano la conformazione geografica della penisola e le prevedibili esigenze di difesa terrestre, interamente concentrate al confine di nord-est. Sotto l'aspetto della rapidità ed economia, la ferrovia rappresenta anche dopo il 1945 il più efficace sistema di trasporto militare a grande distanza, l' unico in grado di far fronte agli ingenti tonnellaggi che occorre movimentare. li continuo incremento delle macchine, dei mezzi tecnici e delle dotazioni degli eserciti si traduce in una maggiore domanda giornaliera di rifornimenti, quindi questo fondamentale requisito dei trasporti ferroviari fa premio sui loro non trascurabili svantaggi, a cominciare dalla limitata flessibilità, dalla vulnerabilità rispetto all'offesa aerea dei pochi punti nodali del traffico, dai vincoli derivanti dalla potenzialità degli scali ferroviari e dalle caratteristiche tecniche delle lince. Oal punto di vista delle prestazioni, un treno di 40 carri con un carico utile di 400 t può percorrere in 24 ore 600 Km, con un impiego medio di solo 12 persone. Per trasportare il medesimo carico su uguale distanza, la via ordinaria richiede 3 giorni di viaggio, circa 80 ACM e circa 160 uomini. Dal punto di vista dell'economia di forza motrice, il treno richiede 5 Kg/t di sforzo di trazione (tenuto conto del peso dei carri) mentre l'automezzo ne richiede 25 (tenuto conto del peso dei m ezzi di trasporto).53 Nè va trascurato che la domanda di trasporti ferroviari anche dopo il 1945 viene accresciuta dalla prevedi bi le scarsità di carburanti e dalle caratteristiche prevalenti del parco autoveicoli militari, costituito in gran parte da automezzi leggeri e medi (quindi con limitata possibilità di trasporti pesanti, su rimorchio e per lunghi percorsi) a fronte del notevolissimo incremento del tonnellaggio da trasportare. Nel complesso, il rapporto tra ferrovia e trasporti per via ordinaria dopo il 1945 non risulta mutato rispetto alla regolamentazione precedente, e i "grandi trasporti" di superficie coincidono come sempre sia in guerra che in pace - con i trasporti ferroviari. Ad esempio, la Pub. n. 3107 del 1939 (para. 4) assegna ai trasporti per v .o. il compito di "prolungare, integrare, sostituire i mezzi di trasporto ferroviari, marittimi e fluviali, ripartendo le complesse correnti di ogni
53 G. Bordoni, Il problema della continuità dei trasporti militari d'emergenza: te sull'impiego delle unità genio, "Rivista Militare" n. 11/ 1965.
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genere in rivoli minori ... ". E la Pub. n. 4260 - Ed. I 942 dopo aver esaminato tutti i limiti dei trasporti per ferrovia (ivi comprese la vulnerabilità all ' offesa area e - per le linee costiere - anche all'offesa navale) arriva alla conclusione c he i trasporti per v.o. dal lato economico sono molto più onerosi della ferrovia; quest' ultima - precisa la Pub. n. 4260 - è conveniente solo per spostamenti non inferiori a 75 Km per una divisione di fanteria (di più, per forze maggiori) ma risulta nettamente in vantaggio s ui trasporti automobilistici per percorsi superiori ai 200 Km. Un altro parametro non nuovo che condiziona la regolamentazione dei trasporti nel dopoguerra è l'assenza di uno specifico organismo interforze alle dipendenze dello Stato Maggiore della Difesa, competente per la regolamentazione, l'organizzazione e la condotta dei grandi trasporti terrestri e marittimi di interesse comune per le tre forze armate. Assenza tanto più sentita, a fronte della progressiva affermazione nel dopoguerra dei trasporti intermodali con relativi nodi di cambio (interporti). Ne consegue che qualsiasi soluzione di forza armata è antieconomica, perchè sull'inte rrnodalità, in particolare su quella strada - rotaia e strada - mare, si giocherà il futuro dei sistemi del trasporto. Aspetto chiave è la soluzione del pmhlema del "trazionismo.. , della libe ralizzazione, cioè dell ' accoppiamento tra motrici e semirimorchi al fine.di con-
sentire di evitare l'inutile e antieconomico trasporto delle motrici (e dei conduttori) sui treni e sulle navi r...l Quantomeno per i grandi trasporti - in quantità e/o distan1.a - per le Forze Armale è indispensabile potersi avvalere dell 'intero sistema c ivile dei trasporti e cioè anche dei mezzi. del relativo personale e dell'organizzazione nel suo insieme. 54
Alla mancanza di coordinamento nel campo dei trasporti civili, dopo il 1945 corrisponde così - come sempre - una mancanza di coordinamento interforze anche nel campo dei grandi trasporti militari. I rit1essi di questo inconveniente sono accresciuti dall'emanazione, negli anni 80, di provvedimenti legislativi miranti a un'impostazione e pianificazione unitaria dei trasporti, 5 5 e dalle nuove prospettive di impiego di complessi di forze oltremare nell'ambito di una politica di sicurezza più "mediterranea". Sono così trascurati gli ammaestramenti della seconda guerra mondiale, nella quale il flusso dei rifornimenti alle forze oltremare e oltre confine era stato ostacolato prima di tutto dalla carente integrazione dei trasporti ferroviari con quelli marittimi, dal cattivo funzionamento dei porti e dalla mancanza di navi idonee al trasporto di reparti organici con tutte le loro armi e materiali e di navi specializzate specie per il trasporto di automezzi, carri armati, esplosivi e carburanti. Se questi ammaestramenti sono stati trascurati nel dopoguerra per la mancanza di un contesto interforze, non sono stati però ignorati. Ad esempio, nelle sinossi delle scuole di applicazione d ' Arma compilate nel 1956 il maggiore di fanteria Quagliarella, insegnante di logistica, sen5 4 G . Corsini, Trasporli e difesa, "Rivista Militare" n. 6/1988. Cfr. anche L. Marcatili , Trasporto a mezzo containers, "Rivista Militare" n. 6/ 1975. 55 Legge 15 giugno 1954, n. 245 Emanazione del piano g enerale dei trasporti e Decreto del Presidente del Consiglio 10 aprile 1986 Piano G en e rale dei trasporli.
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za rendersene conto si incarica di smentire con 35 anni d'anticipo alcune tesi di oggi (1991) miranti ad addossare sostanzialmente e unicamente all'esercito la responsabilità delle carenze nei rifornimenti marittimi per la Libia (per quanto riguarda la marina presentati da taluni addirittura come una vittoria, pur ammettendo che il nemico nelle fasi cruciali era in grado di intensificare l'azione con micidiale efficacia fino a scegliere i bersagli e sapeva far funzionare meglio i porti).56 Il Quagliarella, infatti, descrive quello che hanno fatto gli alleati (e, per converso, non è mai stato fatto da parte nostra) per utilizzare appieno il carico utile delle navi e scaricare e caricare rapidamente i materiali nei porti, diminuendo in tal modo anche la vulnerabilità del sistema: durante la guerra si è addivenuti alla costruzione di piroscafi omogenei per i grandi trasporti (i tipi Liberty da 10.000, 7.500 e 5.000 tonnellate) con gru atte al carico e allo scarico dei comuni materiali militari e velocità eguale, con notevoli vantaggi dato che la velocità dei convogli è naturalmente legata a quella del piroscafo più lento. Inoltre con la costruzione di piroscafi tipizzati si realizza il vantaggio di sfruttare maggiormente la portata, specie di materiali. Tra questi i più difficoltosi per il carico sono gli automezzi ed i carri armati; essi infatti, a causa del loro ingombro non consentono di usufruire del tonnellaggio utile se non in proporzioni mo lto limitate; perciò gl i Americani si orientarono alla costruzione di vere e proprie navi da sbarco della portata di 2.500 - 3.500 ton nellate tras portanti carri armati cd automezzi, dotale di attrezzature speciali per p ennellere lo sbarco diretto dei carri su banchine o sulla spiaggia. Per gli sbarchi in campo lattico fu c reala in questa guerra tulla una serie di mezzi s peciali per le operazioni anfibie in quantità molto rilevante; essi ser virono non solo per le necessità dello sbarco vero e proprio, ma anche per la necessaria alimentazione logistica dell'operazione[ ... ]. Altra caratteristica delle operazioni di sbarco moderne è che esse non necessitano così urgentemente, come per il passato, della possibilità di un porto, per l'esistenza di mezzi sbarcanti direllamente sulla spiaggia truppe e materiali, e per la possibilità di realizzazione di porti artificiali. i cui elementi possono essere trasportati a rimorchio sezionati e poi ricomposti. I moderni mezzi di sbarco e da trasporto rimediano anche al grave inconven iente dei carichi unilaterali, per cui la perdila di una nave portava conseguenze mo lto serie per la efficienza bellica dei reparti , in quanto talvolta una unità veniva a trovarsi senza automezzi o senza muniz ioni e così via, come spesso è successo alle nostre truppe in Africa. Occorre ricordare infine nel carico dei piroscafi c he i materiali c he devono essere utilizzati per primi devo no essere caricati per ultimi . la dimenticanza di questa ovvia norma è stata una delle cause logistiche del fallimento della spedizione C hurchill ai Dardanelli nella I" guerra mondiale. In complesso quindi, dal punto di vista del rendimento i trasporti marittimi sono vincolati, molto più che al tonnellaggio complessivo ai tipi di navi disponibili in rela zione ai c ompiti loro affidati. 57
56 Cfr. A . Santoni , Strategia marittima e operazioni navali dell'anno 1940. in Atti del Conve,:no L 'Italia in guerra - II Primo anno - 1940, Roma, Uf. Storico Marina Militare, pp. 245 - 254 e G. Giorgerini, La preparazione e la mobilitazione della Marina italiana del g iugno /940, ivi., pp. 255 - 262. In particolare il Santoni (p. 245) afferma ch e, nel periodo precedente alla guerra, "Quasi del tutto trasc urali furono gli studi sulla guerra anfibia [ ... l e soprattutto gli app.rcstarncnti logistici e operati vi necessari a un continuo e non occasionale rifornimento delle cospicue Forze Armate nazionali stanziate i n Libia" . Anche il Giorgerini (p. 258) accenna all ' impreparazione d e lla marina alla g uerra dei convogli e alla mancanza di naviglio specializzalo per la difesa del traffico. 57 Scuole d ' Applicazione d'Arma, Sinossi di logistica - Voi. U, Torino 1956, pp. 61-62.
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In questo contesto generale, la regolamentazione di base per i grandi trasporti ferroviari in guerra (R.D. 16 novembre 1939, n. 2167 - vds. Vol. m, capitolo VI e Tomo I 0 , capitolo VI) rimane in vigore anche nel dopoguerra e per tutto il periodo esaminato. Per quanto riguarda i trasporti marittimi, le rielaborazioni dell'immediato dopoguerra non sostituiscono e non abrogano la regolamentazione del tempo di guerra, in parte valida anche per il tempo di pace (Pub. n. 4284 Regolamento sul Servizio dei Trasporti ferroviari e marittimi - Parte Prima - Ordinamento del Servizio - Ed. 1942 e Pub. n. 4283 Regolamento sul Servizio dei Trasporti ferroviari e marittimi - Parte Terza - Trasporti Marittimi - Ed. 1943); queste due pubblicazioni rimangono in vigore fino al 1972. Come sempre, le pubblicazioni sui trasporti marittimi del dopoguerra sono di forza armata e sono emanate dall'ufficio trasporti dello SME (poi ufficio trasporti del IV reparto dello SME, poi ufficio movimenti e trasporti del IV reparto, e infine ufficio movimento e trasporti del IV reparto/ISPEL). La nuova struttura assunta dal Ministero e dagli Stati Maggiori nel 1965 non intacca le distinte e separate attribuzioni dei tre Stati Maggiori di forza armata in materia di trasporti; secondo il D.P.R. n. 1477 il Capo di Stato Maggiore della Difesa almeno in pace non ha specifiche competenze in merito, anche se nell'ambito del IV reparto dello SMD è previsto un ufficio trasporti. Allo Stato Maggime Esercito compete la pianificazione, organizzazione ed esecuzione dei grandi trasporti ferroviari (o per vie d'acqua interne) in pace e in guerra e per tutte e tre le forze armate. Per quanto riguarda i trasporti marittimi la Pub. SME n. 6300 - Ed. 1955 si limita a precisare (p. 156) che "i trasporti marittimi di maggior rilievo rientrano nel quadro dell'alimentazione territoriale. Le operazioni ad essi inerenti, per quanto ha lratlo all'Esercito, sono di competenza degli Uffici Militari Imbarchi e Sbarchi (U.M.l.S.)". Allo Stato Maggiore Marina compete il "concorso [si sottolinea solo il concorso - N.d.a.] alla definizione degli apprestamenti e della organizzazione di navi e dei mezzi della Marina Mercanti le in previs ione del loro impiego in guerra" (Art. 11 del D.P.R. n. 1477/1965); allo Stato Maggiore dell'Aeronautica compete "predisporre, con gli altri organi competenti, i piani d'impiego in caso di emergenza dell'aviazione civile" (Art. 12 del D.P.R. n.1477/ 1965). E' tutto. Se si tiene conto del fatto che il D.P.R. n. 1477 del 1965 riguarda le attribuzioni e l'ordinamento degli Stati Maggiori solo in pace, si deve dedurre dai contenuti degli Artl. I I e 12 che: - in pace, gli Stati Maggiori della Marina e Aeronautica concorrono alla pianificazione per l'impiego in caso di emergenza dei mezzi di trasporto civili nel rispettivo elemento, ma non ne sono i titolari e gli attori principali; - mancano leggi e decreti che definiscano attribuzioni e competenze di ciascuno degli Stati Maggiori all'emergenza e in guerra, e di conseguenza anche il ruolo da essi esercitato in questo caso nel campo dei trasporti, le relative misure di coordinamento e gli indispensabili organismi a carattere interforze e con dipendenza dallo SME. ·
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Non viene nemmeno affrontata la problematica della direzione e organizzazione dei porti e della possibile sovrapposizione di competenze tra uffici imbarchi e sbarchi e commissioni di allestimento e imbarco. Queste due voci sono ancora riportate, con le stesse funzioni del periodo di guerra, nella Pub. SME n. 5514. Nomenclatore organico - tattico - Logistico del 1962. La Pub. SME n. 5895 Nomenclatore Militare (Esercito) del 1969 riprende solo la definizione di ufficio militare imbarchi e sbarchi, riportando a fianco la denominazione dell'organo corrispondente in ambito NATO (Embarcation Staff Ofjìcer). 58 1 nomenclatori successivi non riportano più le voci specifiche prima indicate; a livello interministeriale, il nomenclatore 1962 (p. 61) accenna al comitato tecnico interministeriale dei trasporti (Co. T.I.T.), organo politico-militare di prevista costituzione all'emergenza, competente a coordinare le pianificazioni dei trasporti nell'ambito della Nazione, in rapporto alle esigenze civili e militari. Coordinamento indispensabile quanto difficile, visto che nel dopoguerra, con lo scioglimento del Ministero delle corporazioni e con la costituzione del Ministero della Marina mercantile, Difesa a parte, è aumentata la frammentazione degli organismi civili competenti in materia di trasporti. Oltre al Ministero dei trasporti (ferrovie, aviazione civile e motorizzazione civile) nel 1981 hanno competenze importanti in questo settore quello dei lavori pubblici (ANAS, direzione generale qel traffico, porti), della marina mercantile, dell'interno (polizia stradale, ferroviaria, portuale, di frontiera), delle partecipazioni statali (Alitalia, Aeritalia), delle finanze (Guardia di finanza, dogane). Di particolare rilievo le branche e gli organismi che dipendono dal Ministero della marina mercantile (gente di mare e lavoro portuale, naviglio, servizi di traffico marittimo, sanità marittima, capitanerie di porto ecc.). In questo quadro generale va inserita l'evoluzione della regolamentazione del dopoguerra, che ha inizio nel 1949 con la diramazione della Pub. MDE - DOSCA n. 48 l I Regolamento per i trasporti militari delle cose sulle Ferrovie de llo Stato (esclusi quelli a bagaglio) - Ed. 10 febbraio 1949 (approvata con Decreto Interministeriale n. 2796 del 4 febbraio 1949). Il nuovo regolamento sostituisce e abroga il Regolamento per i trasporti militari sulle Ferrovie dello Stato (Parte II - Tra-
58 Nel Nomenclatore 1962 l'Ufficio militare imbarc hi e sbarchi è piuttosto genericamente definito "Organo esecutivo del Servizio Trasporti , avente il compito di facilitare l'organizzazione e l'esecuzione di trasporti militari marittimi" . La Commissione di allestimento e imbarco invece è "Organo di prevista costituzione in occas.ionc di spedizioni oltremare, destinato a sovraintendere all 'allestimento delle unità mercantili , all'imbarco del corpo di spedizione e alle opcra7.ioni di rifornimento. E ' costituito da personale delle tre FF.AA., presieduto da un ufficiale della Marina Militare e dipende dal Dipartimento o dal Comando Militare Marittimo di giurisdizione" . Evidente la sovrapposi zione di competenze dei due organi, entrambi composti da Quadri delle tre forze annate ed entrambi preposti all' imbarco o sbarco e relative operazioni, anche se la commissione di allestimento e imbarco - par di capire - dovrebbe entrare in funzione solo in occasione di grosse spe dizioni oltremare.
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sp orti d elle cose) approvato con Decreto Interminis teriale n. 2024 del 16 gennaio 1934, e contiene essenzialmente norme e modalità di carattere amministrativo e tecnico, tariffe, norme di sicurezza, indicazioni relative alla documentazione, ecc .. Alla Pub. n. 481 I fa seguito la Circ. n. 1200/T.F. in data 31 marzo J 949, esplicitamente riferita al tempo di pace (Stralcio delle disposizioni in vigore p er i trasporti militari sulle f errovie e sulle navi in tempo di pace). Nello s tesso anno 1949 viene diramato a cura dello SME - Ufficio Trasporli il Sommario delle principali norme re1?olamentari sul Se rvizio trasporti, con l'aggiunta di nozioni tecniche. Come le pubblicazioni precedenti, questo sommario non accenna alle competenze e attribuzioni degli organi della marina militare nei trasporti militari e si limita a sinteti zzare le norme in vigore sull' organizzazione dei trasporli in generale e sui trasporti ferroviari e marittimi in tempo di pace (talune norme sono comunque da ritenersi valide anche per il tempo di guerra). Le competenze dei principali organi direttivi ed esecutivi indicale dal predetto regolamento sono le seguenti: ORGANI DIRETIIYI I - li Ministero della Difesa -Esercito - Rappresenta g li interessi de lle varie Amministrazio ni Militari in tutto ciò c he concerne l'impiego delle ferrov ie e delle linee di na viga zio ne ai fini militari e si vale, per ta le scopo, dello Stato Maggiore Esercito - Ufficio T raspo rti e de lla Direzione Generale dei Se rvizi di Commissaria to ed A mministrativi. 2 - Lo Stato Maggiore F.sercilo - Ufficio Trasporti - Provvede allo s tudio e alla predisposizio ne de i trasporli ferroviari e mar ittimi di pace per le FF.AA . de llo Stato, ne so rveglia l'esecuzione e si vale, pe r la esplicazio ne dei propri c ompili, delle Delegazioni Traspo rti Militari, dei Comandi Militari di Staz ione e degli Uffic i Militari lmharchi ·e Sbarc hi . 3 - La Direzione Gene rale dei S ervizi di Commissariato ed Amministrativi - T ratta le questioni amministrative relative ai trasporti de ll ' Esercito sulle ferrovi e dello S tato, sulle ferro vie conce sse all'indus tria privata e sulle linee di navigazio ne; prende accordi e stipula con il Ministero dei Trasporti , con le Amministraz io ni de lle ferrovie conce sse e con le Soc ie tà d ei tras)Jorli mariuimi, conve nzioni re lative ai traspo rti stessi e tratta tutte le controvers ie d i c ara ttere ammini stra ti vo concerne nti il ser viz io traspo rti ferroviari e mar ittimi de ll' Esercito.
ORGANI E SECUTIVI - Le De legazioni tra sporti Militari (D.T.M.) - Sono gli o rgani di cui dispone lo S.M .E. - Uffic io Trasporti per ma ntenere il contatto con le Autorità Militari Territoriali, c on le Autorità ferroviarie compartimentali , con le Soc ietà esercenti ferrovie concesse e con le Soc ietà di naviga zione. Esse fanno capo allo S .M .E. - Uffic io Trasporti, dal quale dipendono per tutto quanto riguarda il fun zioname nto tecn ico ; pertanto, e sclusiva mente da de tto ufficio possono rice vere ordini in merito. Tale dipendenza non esclude que lla dai rispetti vi Co mandi militar i T erritoriali per la parte d iscipl ina re, a mministrati va e territoriale di competenza.
2 - I Com andi Milita ri di Sta zione (C. M.S .) - Sono g li o rgani di c ui lo S.M.E. - Uf ficio Traspo rti , pe r tramite delle D e le gaz ioni Trasporti Militari , si vale pe r fac ilitare l'esecuzio ne de i trasporti ferroviari militari , vig ilando ne la regolare effe ttuaz io ne e d in tervenendo pe r e liminare g li inconvenie nti c he eventualme nte si manifestassero. Essi si interessano de i trasporti fe rroviari rig uardanti tutte le FF.AA. dello S tato. Rispetto ai militari isolati ed alle truppe viaggianti per ferrovia , sono da considerarsi come incaric ati d i far eseguire una consegna: pertanto, i militari di qualsiasi grado devono atte nersi a ll e in -
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dicazioni e soddisfare alle richieste che sono loro rivolte dai C.M.S. allo scopo di assicurare la regolarità e la disciplina del servizio ferroviario. 3 - Gli Uffici Militari Imbarchi e Sbarchi (U.M.I.S.) Hanno compiti analoghi a quelli dei C.M.S. per quanto riguarda i trasporti miHtari marittimi. 4 - I Commissari Militari di Bordo (C.M.B.) - Sono ufficiali, aventi normalmente il grado di capitano, che prendono imbarco sulle navi noleggiate o requisite per conto dell'Amministrazione Militare e. per particolari trasporti, anche su piroscafi in corsa apposita o su piroscafi di linea, in seguito ad ordini dell'Ufficio Trasporti dello S.M.E., o della D.T.M. competente (previo benestare del predetto Utlicio trasporti), col compito di sovraintendere all'esecuzione de lle condizioni di noleggio o di requisizione e di e sigere che siano eseguiti dal comandante della nave gli ordini emanati dall'Ufficio Trasporti dello S.M.E. o dalla D .T.M . in merito all'impiego della nave ed ai servizi ai quali è destinata. Dipendono, sia disciplinarmente, sia pér quanto concerne il servizio, dalle D.T.M ..
L'Ufficio Trasporti dello SME comprende un Capo Ufficio, 4 sezioni (ordinamento e personale, trasporti ferroviari, trasporti marittimi e aerei, lavori) e ufficio tecnico ferroviario. Il Capo ufficio mantiene il collegamento con gli SM delle altre F.A., con il Ministero dei trasporti e con quello dei lavori pubblici e partecipa inoltre alle sedute del Consiglio di Amministrazione delle FF.SS., del Consiglio Superiore dei LL.PP. e di altri organi collegiali a carattere permanente o temporaneo. La sezione trasporti marittimi e aerei si interessa anche dei problemi relativi alla viabilità ordinaria e alla navigazione acquea interna. Oltre che lo studio e il controllo tecnico-amministrativo dei provvedimenti relativi al potenziamento delle linee ferroviarie, dei ponti, impianti ecc., alla sezione lavori competono le direttive di impiego dei reparti genio ferrovieri e la problematica relativa all'organizzazione e ai materiali della specialità medesima. lnfine, l'ufficio tecnico ferroviario si occupa dell'organizzazione tecnica dei movimenti e della compilazione di orari, Sempre secondo il citato Sommario, sono previste 6 D.T.M. (Milano, Venezia, Bologna, Roma con distaccamento in Cagliari, Napoli e Palermo), ciascuna con giurisdizione su 2-4 compartimenti e su alcune linee di navigazione con le isole e su alcuni C.M.S .. In totale i C.M.S. sono 19, distribuiti tra le D.T.M. come da tabella seguente: C.M.S.
D .T .M .
Milano, Torino, Genova
D.T.M. Milano
Verona, Udine, Mestre
D.T.M. Venezia
Bologna, Firenze, Piacenza
D.T.M. Bologna
Roma, Civitavecchia, Ancona
D .T.M . Roma
Napoli, Bari
D .T.M. Napoli
Palermo, M essina (con D.i st. a Villa S .Giovanni)
D.T.M. Palermo
Cagliari. Olbia
Dist. Cagliari della D.T.M. Roma
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Dai C.M.S. dipendono le biglietterie militari costituite solo in stazioni di particolare importanza, che nel 1949 sono 4 (Torino, Milano, Roma e Napoli), più 2 della marina e La Spezia e Taranto. Nel 1949 è costituito in modo permanente solo l'U.M.I.S. di Napoli. Riguardo ai porti, il Sommario fornisce notizie sulla loro amministrazione, sui compiti delle capitanerie di porto ecc., e recepisce gli ammaestramenti della guerra, quando afferma: la manovalanza è un elemento importantissimo nella economia dell'attività di un porto, oltre che fattore indispensabile di funzionamento[ ... ). I lavoratori portuali sono in genere organizzati in compagnie portuali. Tutte le categorie dei lavoratori portuali fanno capo all'ufficio dei lavori portuali che dipende dal comandante del porto. E' compito di detto ufficio sorvegliare l'andamento del lavoro portuale, tenere la disc iplina, fissare orari etariffe, regolare in genere l'esercizio dell'attività lavorativa, risolvere le controversie, ecc .. Nella recente guerra turono costituite delle centurie portuali con clementi richiamati al le anni, per assicurare, quantitativamente e qualitativamente, la mano d'opera necessaria per il sollecito discarico, nei porti oltremare [nostra sottolineatura - N.d.a.J. Le difficoltà della prestazione della mano d'opera a causa delle frequenti azioni di bombardamento, di cui sono oggetto i porti in tempo di guerra, faranno probabilmente estendere la costituzione di queste centurie di lavoratori militari o militarizzati in tempo di guerra anche nei porti metropolitani.59
Per gli esplosivi, il Sommario fa riferimento in appendice al Regolamento che determina le norme per l'imbarco, trasporto in mare e sbarco def?li esplosivi approvato con R.D. 13 luglio 1903, n. 361; in merito, sempre nel 1949 viene emanata la Pub. n. 2542 l.\'truzione per il trasporto degli esplosivi. Questi primi regolamenti non apportano modifiche di rilievo alle norme precedenti ma si Limitano a riepilogarle. La loro ottica è rivolta soprattutto - anche se non unicamente - alle esigenze del tempo di pace e ai trasporti territoriali (nei quali secondo la Pub. SME n. 6300 sono compresi i trasporti marittimi di maggior rilievo, che pertanto del tutto a torlo non sono considerati una questione di interesse dell'esercito di campagna) . Questo orientamento è confermato dalla successiva Pub. SME (Uf. Tra. - Sz. SM) N. 4990 Norme per l'esecuzione dei trasporti militari ferroviari e marittimi del tempo di pace - Ed. 1952, che "pur dando un sufficiente inquadramento sull'ordinamento del Servizio trasporti e nelle principali disposizioni per i trasporti marittimi, tratta più diffusamente i trasporti ferroviari" e rimanda ad altra pubblicazione (n. 4950 Manuale per l'ufficiale di caricamento - Ed. 1952) la definizione delle modalità pratiche per il carico e lo scarico del personale, dei mezzi e dei materiali sui convogli ferroviari. Le modalità per il carico, lo scarico e il trasporto degli esplosivi nei tre elementi sono indicate a parte, nella nuova Pub. n. 5036 Istru z ione per il trasporto di sostanze e ma-
59 SMF. - Trasporti. Sommario guida de lle principali norme regolamentari sul s ervizio trasporti con l'aggiunta di nozioni tecniche, Roma 1949. p. 157.
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nufatti esplosivi - Ed. 1953, che abroga quella del 1949.60 La Pub. 4990 del L952 definisce lo SME - Trasporti organo coordinatore del Servizio, quindi rispetto al Sommario del 1949 sembra sottolineare tale funzione a scapito di quella di direzione. Tale funzione di direzione è meglio precisata nel para. 4, secondo il quale mentre la funzione di coordinamento è di esclusiva pertinenza dello Stato Maggiore Esercito - Ufficio Trasporti, laf1mzione direttiva è svolta: a) dallo stesso Ufficio Trasporti, per i Trasporti programmati dall'Autorità centrale (vedi paragrafo 15 - A); b) dalle Delegazioni Trasporti Militari , per i trasporti programmati dagli organi periferici del servizio (vds. paragrafo 15 - A e B ).
Viene meglio precisato anche il campo d ' azione di SME - Trasporti e della DGSCA del Ministero, che secondo il Sommario del 1949 andava riferito ai "trasporti ferroviari e marittimi di pace per le FF.AA. dello Stato". Secondo la Pub. n. 4990, invece, lo SME - Trasporti sovraintende a "organizzazione, regolamentazione, funzionamento e disciplina del servizio dei trasporti ferroviari e marittimi per le diverse FF.AA., i corpi armati dello Stato (Guardia di Finanza, Corpo delle Guardie di P.S., Corpo degli Agenti di Custodia) e le Organizzazioni di soccorso (Croce Rossa Italiana, Sovrano Militare Ordine di Malta)" . Dal canto suo, la DGSCA - ufficio amministrativo trasporti: - per tutte le F.A. e Corpi armati, emana le disposizioni amministrative relative ai trasporti e amministra fondi particolari stanziati per speciali esigenze di trasporto dall 'estero di materiale militare; - per il solo esercito, stipula con le altre Amministrazioni interessate convenzioni relative ai trasporti, amministra i fondi stanziati per i trasporti e regola le controversie in materia. La Pub. n. 4990 indica con precisione le competenze in merito ai vari tipi di trasporto. Competono allo SME i trasporti che toccano il territorio di almeno tre D.T.M. con ]'impiego di più di due veicoli ferroviari e i trasporti di munizioni ed esplosivi (ad eccezione di quelli costituenti dotazioni al seguito dei reparti in viaggio, di quelli che si svolgono all'interno della Sicilia e della Sardegna e di quelli da e per la Sicilia nella tratta Villa S. Giovanni - Reggio Calabria). Competono, invece, alle D.T.M. gli altri tipi di trasporti minori e a raggio più limitato e i trasporti di qualunque natura, per i quali le D.T.M. ricevono una specifica delega da SME - Trasporti; quest'ultimo organo programma anche - su richiesta delle D.T.M. - i trasporti non richiedenti più di due veicoli ferroviari, qualora il loro arrivo a destinazione debba avvenire a data e ora stabilite. Sono di competenza dei C.M.S. i piccoli trasporti in partenza dalla stazione sede del C.M.S., purchè il personale supe-
60 L a Pub. n. 5036 è sostituita, nel 1974, dalla Pub. n. 6106 Manuale dei trasporti militari di sostanze e manufatti pericolosi.
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ri i 40 uomini e - se si tratta di materiali - non sussistano ragioni di urgenza, non sia necessario più di un carro ferroviario e la percorrenza sia contenuta nel territorio della D.T.M .. Esulano dalle competenze degli organi del Servizio trasporti i piccoli trasporti di personale (fino a 40 uomini) in partenza da località ove non esistono organi del Servizio, i movimenti di militari isolati, i trasporti di materiali mediante spedizione a collettame; a queste esigenze provvedono gli stessi Enti e reparti. Per i trasporti programmati da SME - Trasporti, la funzione esecutiva è svolta dalle D.T.M. e organi dipendenti. Per i trasporti programmati dalle D.T.M. essa compete ai C.M.S., ai posti di vigilanza ferroviaria (non previsti dalla regolamentazione 1949) e agli U.M.I.S., che dipendono dalle D.T.M .. La Pub. n. 4990 definisce anche i rapporti delle D.T.M. con i C.M.T., precisando che esse sono organi periferici alle dirette dipendenze dello SME - Ufficio Trasporti del quale fanno parte, che rappresentano e per delega del quale agiscono. Per tutto quanto riguarda il loro funzionamento tecnico possono ricevere ordini e diretti ve solo dal predetto Ufficio, e la loro dipendenza dai C.M.T. resta limitata all' ambito amministrativo e territoriale. Si tratta, in certo modo, di una soluzione in controtendenza, perchè mentre in tutti gli altri settori e Servizi logistici i C.M.T. rafforzano il loro ruolo di organi di demoltiplica dell'Amministrazione centrale, solo in materia di trasporti ferroviari e marittimi non hanno competenze dirette. Nei primi anni 70 e a seguito dei decreti delegati del 1965, la regolamentazione sui trasporti subisce un completo rinnovamento, con norme che sostituiscono anche i regolamenti del periodo di. guerra. Sono emanale tre nuove pubblicazioni: - la Pub. SME - IV Rep. - Uf. Movimento e Trasporti n. 6001 I Trasporti Militari del tempo di pace - Ed. 1972; - la Pub. SME n. 6064 Manuale dei trasporti militari per ferrovia - Ed. 1972 e la Pub. n. 6070 Manuale dei trasporti militari marittimi Ed. 1973. In quanto "Manuali", le ultime due pubblicazioni completano con modalità di carattere tecnico la Pub. n. 6001, che pertanto può essere definita la capostipite e oltre alla citata Pub. n. 4990 - Ed. 1952, abroga le due principali pubblicazioni sui trasporti militari del tempo di guerra (n. 4284 Regolamento sul Servizio dei Trasporti f erroviari e marittimi - Parte Prima - Ordinamento del Servizio - Ed. 1942 e n. 4283 Regolamento sul Servizio dei Trasporti ferroviari e marittimi - Parte Terza - Trasporti Marittimi - Ed. 1942 ). Nel Tomo 1° - capitoli VI e Vill abbiamo già messo in evidenza l'importanza di questi due ultimi regolamenti per l' organizzazione del traffico marittimo con i territori oltremare nel 1942-1943. Pur essendo riferiti soprattutto al periodo di guerra, essi sono abrogati nel 1972 da una pubblicazione che - come la 6001 - è esplicitamente riferita alle esigenze del tempo di pace e quindi non tratta l'organi zzazione dei trasporti ali' emergenza. Se ne deduce che, nel 1972, le norme particolari contenute nelle Pub. n. 4284 e n. 4283 del 1942 in senso stretto sono abrogale
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
ma non interamente sostituite dalla Pub. n. 6001. Quindi, per i trasporti terrestri d'emergenza e in tempo di guerra il riferimento legislativo per l'esercito e, per quanto di loro interesse, anche per le altre due forze armate - rimane il citato R.D. 16 novembre 1939, evidentemente riferito a ordinamenti e competenze non più attuali sia dei vertici delle forze armate che delle Ferrovie dello Stato e dei Ministeri ed Enti interessati. Comunque, per le esigenze del tempo di guerra, nel 1970 viene emanata dallo SME la pubblicazione (classificata) n. 11/RR Movimenti e Trasporti di superficie per esigenze militari in tempo di guerra in Italia, dei cui contenuti per ovvie ragioni non possiamo dare conlo. Nulla di sostanzialmente mutato, nella Pub. n. 600 I, nelle attribuzioni dei principali organi direttivi ed esecutivi del Servizio trasporti. Le novità principali sono una diversa formulazione delle competenze specifiche dello SME - Ufficio Movimenti e Trasporti e delle D.T.M., e soprattutto l'indicazione degli uffici movimenti e trasporti di C.M.T.R. quali organi direttivi periferici dei movimenti per via ordinaria. Infatti (para. 15): Lo sviluppo raggiunto dalla rete stradale nazionale e considerazioni di ordine economico orientano ad un più generalizzalo ricorso agli autoveicoli in dotazione per soddisfare le esigenze di trasporto dell'Esercito. Detto criterio s i applica largamente ai trasferimenti di personale e reparti con finalità addestrative e, quando le di stanze sono comprese nel raggio della tappa automobilistica, anche al trasporlo di materiali.
Nella Pub. n. 6001 la formulazione delle attribuzioni dello SME -"'uf. movimento e trasporti sembra più limitativa di quella della Pub. n. 4990. Se infatti (para. 5.a.) lo SME sovraintende a regolamentazione, funzionamento e disciplina dei trasporti militari ferroviari, marittimi e per vie navigabili interne delle tre forze annate degli Enti interforze, corpi armati dello Stato, ecc., la sua attività di coordinamento - a parte il fatto che la "sovraintendenza" non significa direzione operativa ed e ffettiva - è soggetta (para. 7) a limitazioni prima non indicate: "è l'organo coordinatore di tutti i trasporti di superficie di interesse delle unità ed Enti dell'Esercito [quindi: non più di tutte le F.A. o Corpi Armati Nd.a.], con esclusione di quelli effettuati con l'impiego di naviglio della Marina Militare. Limitatamente ai trasporti di superficie effettuati con vettori commerciali, è organo coordinatore anche dei trasporti a favore delle altre Forze Armate, dei Corpi Armati dello Stato e delle Organizzazioni di soccorso". Tra gli organi coordinatori centrali compare l'ufficio dello Ispettore dell' ALE, che esercita tale funzione per i trasporti aerei effettuati con aeromobili dell'esercito. Per i trasporti effettuati con navi militari o con aeromobili dell'aeronautica a favore dell'esercito, gli organi coordinatori sono, rispettivamente, lo Stato Maggiore Marina e lo Stato Maggiore Aeronautica. Le relative modalità sono concordate tra i relativi Stati Maggiori, senza intervento di organi sovraordinati. Con la
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nuova fisionomia assunta dal Ministero nel 1965, la nuova direzione generale dei servizi generali rappresenta gli interessi amministrativi di tutte e tre le forze armate per i trasporti effettuati con veicoli commerciali. A tal fine svolge, per tutte e tre le forze armale, le attribuzioni prima devolute all'ufficio amministrativo trasporti de11a DGSCA. Secondo la Pub. n. 6001, gli U.M.I.S. sono organi di costituzione eventuale (precisazione non contenuta nella precedente regolamentazione). Gli uffici movimenti e trasporti dei C.M.T.R. (o, dove essi sono costituiti, gli uffici Servizi degli stessi C.M.T.R.) sono gli organi direttivi periferici limitatamente ai movimenti per v.o. nell'ambito del territorio di giurisdizione e per gli Enti e Reparti ivi dislocati. In tale veste regolano l'impiego degli autogruppi e autoreparti territoriali e mantengono contatti con: - le D.T.M., per il coordinamento e la saldatura dei trasporti per v.o. con quelli ferroviari, marittimi e per via navigabile interna; - i C.M.T. delle altre forze armate, per il collegamento e la saldatura dei trasporti per v.o. con quelli effettuati a favore dell'esercito da navi o aeromobili delle altre due forze armate; - gli organi civili responsabili della circolazione stradale e delle infrastrutture stradali. La Pub. n. 6001 ha breve vita: a seguito della ristrutturazione del 1975, essa viene abrogata e sostituita dalla Pub. n. 6155 I trasporti militari del tempo di pace - Ed. 1976, che apporta alla materia le modifiche derivanti dalla nuova articolazione degli organi centrali dell'Esercito (costituzione del IV repartonSPEL e dei Comandi dei Servizi) e, per il resto, conferma la validità delle pubblicazioni tecniche diramale in precedenza (n. 6044 - Ed. 1972, n. 6070 - Ed. 1973 e n. 6106 - Ed. 1974). Inoltre alle varie forme di trasporto (interni di superficie; marittimi; aerei) previste daJle nonne precedenti, la Pub. n. 6155 aggiunge i "trasporti misti o intermodali". La principale innovazione introdotta dalla Pub. n. 6155 è l'attribuzione agli uffici movimenti e trasporti dei C.M.T.R. delle funzioni fino a quel momento svolte dalle delegazioni trasporti militari, che non sono più previste. In tal modo i predetti uffici, oltre a programmare, dirigere e controllare i movimenti per v.o. e a regolare l'impiego delle unità trasporti territoriali, diventano organi direttivi periferici delegati dall'ufficio movimenti e trasporti dello SME ad esercitare nel territorio di giurisdizione funzione direttiva e di controllo nel campo dei trasporti ferroviari, marittimi o per via navigabile interna effettuati con l'impiego di vettori commerciali a favore di unità o Enti delle tre forze armate, dei corpi armati dello Stato e delle organizzazi~ni di soccorso.
b . Regolamentazione sui trasporti per via ordinaria Diversamente da quella relativa ai trasporti ferroviari e marittimi, la nuova regolamentazione dei trasporti per v.o. nel dopoguerra in sostanza vale sia per il tempo di pace che per il tempo di guerra, e, tenu-
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
to conto che gli organi di controllo della circolazione si costituiscono solo all'emergenza, contiene solo brevi cenni per i temperamenti da apportare in tempo di pace al movimento e allo stazionamento delle truppe. Fino al 1965 rimangono in vigore le pubblicazioni fondamentali diramate nel 1939 o durante la guerra (Pub. n. 3107 / trasporti per v.o. in guerra - Ed. 1939; Pub. n. 3120 Organizzazione stradale e disciplina del movimento in guerra - Ed. 1939; Pub. n. 4260 - Allegato 1 al Servizio in guerra Istruzione sul movimento e stazionamento delle truppe - Ed. 1942). Nel 1965 le Pub. n. 3120 e 4260 sono abrogate dalla fondamentale Pub. n. 5622 IL movimento per via ordinaria e lo stazionamento, che rimane in vigore - con successive varianti - per tutto il periodo considerato.61 Non si conoscono le ragioni della mancata citazione tra quelle da abrogare della Pub. n. 3107, che in ogni caso va compresa nelle "disposizioni comunque in contrasto con le norme contenute nel presente regolamento" che la Pub. n. 5622 dichiara di abrogare. La Pub. n. 5622 tiene conto dei tre nuovi parametri del dopoguerra (avvento dell'arma nucleare, che accentua la necessità dei movimenti ma ne rende più difficile l'esecuzione; evoluzione ordinativa delle Armi e Servizi, che ne ha ·grandemente accresciuto la mobilità e le esigenze di occultamento, mascheramento e diradamento; accordi di standardizzazione in ambito NATO - STANAG); ne conseguono numerosi mutamenti a cominciare da uri~ diversa classificazione dei movimenti e trasporti. La Pub. n. 4260 (para. 1) distingueva tra movimenti per v.o., per ferrovia e per via acquea; la Pub. n. 5622 distingue invece "tra trasporti di sup erficie (per via ordinaria, ferrata, acquea interna), marittimi e aerei " . Quindi acquistano maggior risalto i trasporti aerei, mentre i trasporti marittimi secondo la Pub. n. 5622 non fanno più parte dei trasporti di superficie, che a questo punto equivalgono solo ai trasporti terrestri (in questi ultimi - visto il loro scarso sviluppo in Italia - avrebbero potuto essere inclusi anche i trasporti per via acquea interna). Rispetto alla regolamentazione precedente, nella Pub. n.5622 vi è anche un diverso concetto dello stazionamento, definito come "permanenza più o meno lunga in una determinata zona di un'unità o di un complesso di forze"; se tale permanenza è inferiore alle 24 ore, lo stazionamento prende il nome di sosta .. Le forme di stazionamento sono l'accantonamento (indicato come preferenziale quando la permanenza è relativamente lunga e le condizioni ambientali sono favorevoli) e l'accampamento (sistemazione degli uomini sotto tende, ma anche all ' addiaccio o in ricoveri campali, adottata per permanenze brevj o quando la situazione operativa richiede di tenere le truppe raccolte e in
61 Sulrorganizzazione dei trasporti per v.o. e l' organizzazione strade e disciplina del movimento dal 1945 fino all ' emanazione della Pub. n. 5622 Cfr. anche D. Latilla, Vade mecum pe r l'ufficiale e il sottufficiale delle unità motorizzate, Torino, Fratelli Pon.o 1958 (4" Ed .), pp. 161 -231.
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condizioni di pronto impiego). Può inoltre essere adottata una forma di stazionamento mista. Al confronto, la regolamentazione precedente (risalente al periodo di guerra) definiva lo stazionamento "sistemazione delle truppe durante la sosta, in rapporto alla situazione o alle possibilità locali" e distingueva tra accampamento, accantonamento e addiaccio; quindi la sosta non era un caso particolare dello stazionamento e le forme di stazionamento erano tre e non due, con l'addiaccio che era considerato un'opzione paritaria rispetto alle altre due (e non un caso particolare dell'accampamento). Va comunque tenuto presente che anche in precedenza (Pub. n . 4260 - para. 134-135) si ammetteva il ricorso all'addiaccio solo quando ciò era imposto da esigenze operative e si affermava che "in pratica, il sistema più largamente usato è quello misto". Un altro aspetto nuovo della Pub. n. 5622 è la molto minore importanza dei movimenti a piedi (marce), che (para. 73) " nel nuovo ambiente operativo caratterizzato da rapidi spostamenti di unità di ogni livello, trovano di norma ridotta applicazione, in quanto l'autonomia conferita a tutti i reparti consenfe quasi sempre l'autotrasporto". Le marce conservano l'antica importanza solo in ambienti naturali particolari, dove rappresentano ancora la unica forma di spostamento, e sul piano generale i movimenti a piedi hanno luogo unicamente ad integrazione di altre forme di movimento. La Pub. n. 4260 - Ed. 1942 (para. 113) riteneva invece l'autotrasporto "conveniente solo per distanze superiori ai 25 Km per truppe a piedi; ai 70 Km per trnppe montate", pur ammettendo che situazioni particolari potevano imporre l'autotrasporto anche per distanze inferiori. Sia pure con minore frequenza rispetto alle truppe a piedi, nel 1942 l 'autotrasporto era previsto anche per artiglierie someggiate o ippotrainate e per salmerie e carreggio, caricando i quadrupedi su autocarri appositamente attrezzati per questo tipo di trasporto o su appositi rimorchi biga. Diverso anche il concetto di tappa automobilistica; premesso che anche nel dopoguerra con tale termine si intende il percorso che un automezzo può compiere nelle 24 ore tenendo conto delle esigenze di vita e riposo del personale e di manutenzione dei mezzi, il nomenclatore 1936 ne indicava il valo re di massima per gli autocarri (120 Km) e la Pub. n. 4260 per le autocolonne (da 140 a 200 Km a seconda del tipo di automezzi, con riduzione da 1/2 a 1/3 per i movimenti notturni). La Pub. n. 5622 non assume come unità di misura i Km, ma dopo aver precisato che tali valori sono influenzati anche da fattori operativi, afferma semplicemente (para. 46) che una tappa corrisponde a circa 10-12 ore di movimento effettivo; dopo il 1965 si fa sempre riferimento alle ore di movimento effettivo, ma il loro numero aumenta considerevolmente. La Pub. n. 5895 (nomenclatore 1969) distingue tra tappa automobilistica (numero di ore uguale a quello della Pub. n. 5622) e tappa automobilistica operativa, "percorso che un veicolo può compiere in 24 ore, effettuando per particolari motivi di urgenza - 18 ore di movimento effettivo". Abbastanza diversa dalle precedenti, infine, la definizione della Pub. n. 5895
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La logistica dell'esercito - Voi. N
(nomenclatore 1984): "Percorso che un automezzo può compiere nelle 24 ore, tenuto conto delle esigenze di riposo del personale alla guida. Può essere normale (massimo 14 ore) od operativa (massimo 18 ore)". Da quest'ultima definizione si deduce che perdono importanza le esigenze di manutenzione dell'automezzo (riflesso evidente della maggiore affidabilità che è possibile ottenere) e che - se le esigenze operative lorichiedono - al personale di guida bastano 6 ore di riposo (limite minimo peraltro già indicato dalla Pub. n. 4260 del 1942, la quale ammetteva anche che, per particolari esigenze operative, era possibile superare i limiti in Km prima indicati). Un'ultima differenza è che, rispetto al passato, nel 1984 si considerano le esigenze di vita e di riposo per il solo personale di guida e non per il personale trasportato in genere. Le differenze prima indicate mettono meglio in luce là nuova ottica che ispira la Pub. n. 5622, per la quale il "movimento" di un'unità coincide essenzialmente con il movimento motorizzato, mentre per la regolamentazione precedente coincideva di massima con il movimento a piedi. E' su questo tipo di movimento che si sofferm ava quasi per intero la Pub. n. 4260, lasciando ad altre due pubblicazioni (la Pub. n. 3120 per l'organizzazione stradale e disciplina del movimento e la Pub . n. 3107 per le competenze e modalità tecniche relative ai trasporti con mezzi a traino animali e meccanico) la definizione delle modalità per i movimenti non appiedali. In una più ampia prospettiva unificatrice e in aderenza alle norme STANAG, la Pub. n. 5622 suddivide l'organizzazione del traffico stradale in due distinte organizzazioni (della circolazione e del movimento). L ' organizzazione della circolazione deriva dalla definizione fin dal tempo di pace della rete stradale militare di base (di competenza dell'Ufficio Trasporti SME/dirczione superiore trasporti) e della rete strada/~ militare di manovra (di competenza dei C.M.T.R./direzioni trasporti d'Intendenza di scacchiere), riportata nella carta della viabilità. Gli itinerari sono classificati con apposita formula convenzionale (STANAG n. 2015). Si distinguono: - a seconda dell'andamento, in assiali o penetranti e in trasversali o di arroccamento (a loro volta ambedue suddivisi in di diversione e di espansione); - a seconda del grado di utilizzazione, in vincolati (regolati, sorvegliali, riservati e specializzati), liberi e a transito vietato; - a seconda del grado di approntamento, in completi, medi e ridotti. Oltre alla classifica degli itinerari, nella carta della viabilità sonoriportati i dati tecnici che concorrono a determinare la portata stradale (numero di veicoli che transitano in un dato punto in un dato tempo) e la capacità stradale (numero massimo dei veicoli che possono transitare in un dato itinerario, in un dato tempo e nello stesso senso). La regolamentazione precedente prevedeva solo la compilazione, al livello di armata, di una carta della rete stradale (Ali. 11 alla Pub. 3120), nella quale erano riportate le caratteristiche degli itinerari e gli
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elementi essenziali dell'organizzazione. Essa non considerava la portata e la capacità delle strade in numero di veicoli ma solo la capacità (o portata) logistica di un itinerario, " quantità di forze e mezzi che, nelle 24 ore, può percorrere in modo completo la comunicazione stessa, a prescindere da qualsiasi esigenza tattica" (Nomenclatore 1936; non molto differente la definizione nel Nomenclatore 1951). Al confronto la classifica delle strade riportata dall' All. 2 alla Pub. n. 3120 è assai diversa e tiene essenzialmente conto delle loro caratteristiche topografiche e della possibilità di utilizzarle da parte dei vari mezzi di trasporto: ALLEGATO 2
CLASSIHCAZIONE DELLE STRADE Caratteristiche normali - circolare 94210, 31 dicembre 1936-XV e 42240, 28 giugno 1937-XV M.G. TIPI DI S1RAllt
LARGHEW fONOO -metri-
I
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CARICHI NORMALI PEROl'ERE
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Autocarri leggtri. aalOcmctte, trattori da montJiu, rlitlierie divisionali e di coq,o d'mn,1> obict da 149 cornptt-
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V-io. a seconda dello M:OJIO e della
( 1) Escluse le e ve ntuali c uneuc praticabili da autocarri. (2) Cunette es cluse. (3 ) In mo ntag na cccczioualmcnlc: mc lri 12. (4) Distribuite come da circolari sopracit.atc. (5 ) Distribuite su rettangolo di metri 2.30 x I.
Per il resto, anche la Pub. n. 3120 (para. 26 - 27) dal punto di vista del grado di approntamento distingueva gli itinerari in a organizzazione completa (tipo A), ridotta (tipo B), vigilati (tipo C) e liberi (tipo D) e dal punto di vista dell'andamento in di arroccamento e di diversione o espansione (o strade di riserva). Per quanto riguarda l'organizzazione della circolazione, ricordiamo che la Pub. n. 3120 (Ali. 3 - vds. specchio a pag. seguente) prevedeva battaglioni movimento stradale e reparti soccorso stradale. Il battaglione movimento stradale di armata era composto da Comando, compagnia movimento stradale (su pl. operai e 6-8 pi. movimento stradale), centuria milizia della strada (su tre manipoli) e una compagnia artieri stradali (su 2-4 pi. e parco aulocarreggiato). Il battaglione operava alle dirette dipendenze della direzione trasporli del!' Intendenza d' annata (ufficio trasporti per v.o.), dando vita a: - commissariati del movimento (retti da un ufficiale superiore, con
ORGANI DEL SERVIZIO TRASPORTI PER V. O. RELATIVI ALLA "ORGANIZZAZIONE DEGLI ITINERARI" (Pub. n. 3120 - Ed. 1939, Ali. 3)
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ORGANI COMANDO COORDINATORI Alto Comando dell'Ese rei to
Armata
Intendente gene.raie
Intendente di armata
DTRETIIVJ Direzione superiore trasporti Ufficio trasporti per v.o. (1 )
Direzione trasporti di armata Ufficio trasporti p. v. o. (1 )
ESECUTIVI Battaglione movimento stradale dell'Alto Comando dell'Esercito (2). Reparto soccorso stradale dell'Alto Comand o dell 'Esercito (3). Battaglione movimento stradale di armata (4) con: - commissari del movimento, - commissari stradali mobili, - commissari di sezione, - una "compagnia movimento stradale", per to rnire "posti di vigilanza", - una "centuria milizia della strada" , per tornire "pattuglie di circolazione", - una "compagnia radio" , - una "compagnia artieri stradali" . Reparto soccorso stradale di armata su 4+6 nuclei (4)
~
~ ;;;·
Corpo d 'armata
Comandante del corpo d'armata
Direzione trasporti di corpo d'armata
(5)
2·
Divisione
Comandante della di visione
Ufficio del capo di S.M. della divisione
(5)
::::: ~-
~
(I>
;:i (I) È suddiviso in tre sezioni: sezione movimento - sezione trasporti a trazione animale - sezione trasporti a trazione meccanica. (2) Analogo nella costituzione al "battaglione movimento stradale di armata" . (3) Analogo nella costituzione al "reparto soccorso stradale di armata". (4) La costituzione particolareggiata risulta dai documenti di mobilitazione. (5) A seconda della loro costituzione possono disporre di elementi in proprio per una sommaria organizzazione di quegli itinerari per i quali l'armata non abbia ancora provveduto. Se necessario l' armata rinforza quegli elementi. adeguatamente alla necessità.
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....,o::::
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un ufficiale del corpo automobilistico e un ufficiale della milizia stradale); - commissariati di sezione, lungo gli itinerari principa)j, di costituzione eventuale; - posti di vigilanza (suddivisi in posti di blocco e posti di segnalazione) costituiti dai plotoni movimento stradale (ciascuno dei quali poteva dare vita a 24 posti di vigilanza); - pattuglie di circolazione (3 motociclisti operanti cia<;cuno su un tratto di strada di 30-40 Km) costituiti dai marupoli di milizia stradale (ciascuno dei quali poteva dare vita a 12 pattuglie); - commissariati stradali mobili, organi di manovra alle dirette dipendenze dell'ufficio trasporti per v.o. dell'Intendenza d'armata. Dal predetto ufficio dipendeva inoltre (solo per l'impiego) il reparto soccorso stradale facente parte organica del raggruppamento trasporti d'armata, organo mobile di soccorso sarutario - automobilistico articolabile in 4 - 6 nuclei. La nuova organizzazione della circolazione prevista dalla Pub n. 5622 non si discosta di molto da quella prima indicata e si basa sui battaglioru movieri d'Intendenza d'armata, unità da costituire all'emergenza che danno vita ciascuno a un centro di direzione della circolazione (C.D.C.). Da quest'ultimo dipendono i centri di compartimento, ai quali fanno capo centri di sezione e centri di sezione mobili (organi mantenuti in riserva). Dai centri di sezione dipendono a loro volta gli organi esecutivi della circolazione (posti di regolaz ione, posti di segnalazione e pattuglie di circolazione) e gli organi esecutivi tecnici (nuclei riparazione, soccorso, recuperi, riparazioni ecc.). In sostanza vi sono parecchie analogie tra compiti e struttura del battaglione movimento stradale e battaglione movieri d'Intendenza e tra gli organi direttivi ed esecutivi ai quali essi danno vita (C.D.C. e commissariati del movimento, centri di sezione e commissariati di sezione, ecc.). Riguardo alla disciplina del movimento, la regolamentazione precedente la Pub. n. 5622 prevedeva autocolonne (suddivise in scaglioni e unità di marcia), colonne miste (truppe appiedate e unità someggiate o ippotrainate e salmerie) e colonne ippomobili. Il movimento poteva essere organizzato per sedi e per tempi distinti; erano previsti punti di incolonnamento e punti di deflusso. Nel nomenclatore 1936 si trova solo la definizione di velocità di marcia (distanza percorsa in un'ora comprese le eventuali fermate); la Pub. n. 9107 (para. 68) indica anche la velocità media delle autocolonne (25 Km/h per le autocolonne leggere e 18 Km/h per quelle pesanti); la Pub. n. 4891 (nomenclatore 1951) contiene invece le definizioni di velocità di crociera, velocità di marcia e velocità media. Nella Pub. n. 5622 la determfoazione degli elementi tecnici relativi al movimento è molto più elaborata e complessa, fino a rappresentare il vero salto di qualità rispetto alla regolamentazione precedente. Il sistema di movimento può essere chiuso, aperto o per nuclei . Le formazioni o serie di movimento sono contraddistinte da un'apposita sigla
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(STANAG N. 2027) e a seconda del numero di automezzi di cui sono composte si distinguono in drappelli (articolabili in nuclei) e autocolonne (se gli automezzi sono almeno 10), a seconda dei casi a loro volta suddivise in nuclei, unità di marcia o scaglioni. Per ogni autocolonna si considera la profondità, che è funzione del numero dei veicoli e del sistema di mo..-imento adottato, e in particolare dipende dalle distanze interveicolari (o dalla densità di circolazione) e dagli intervalli di articolazione. 1 tipi fondamentali di velocità per la Pub. 5622 sono 4: di marcia, media, di crociera e istantanea. L'Ente organizzatore fissa anche una velocità massima, cioè il tetto massimo di velocità che il conduttore non deve in nessun caso superare. In sede di programmazione può essere compilato un grafico basato su una velocità di crociera teorica calcolata tratto per tratto, grafico che ba lo scopo di fornire al comandante dell'autocolonna e alle guide della stessa un orientamento sulla velocità reale da mantenere. Le interruzioni del movimento possono essere: fermate (se la durata è inferiore a un' ora), so,Jte (quando non superano le 24 ore) e stazionamenti. Le fermate a loro volta si distinguono in base alla durata in brevi e lunghe, e in base all'attuazione in contemporanee o successive. Con questa fisionomia essenziale, la Pub. n. 5622 ben rispecchia la maggiore complessità dei movimenti derivanti dall'aumento esponenziale del traffico e da11a maggiore vulnerabilità degli itinerari, con conseguente aumento dei vincoli e necessità assoluta di una rigida disciplina stradale, necessità che del resto aveva già fatto sentire la sua mancanza nella guerra di Spagna ed era stata più volte sottolineata nelle circolari dello SME della seconda metà degli anni Trenta, che la indicavano come risvolto inevitabile della guerra di movimento.
c. Organi direttivi periferici e organi esecutivi Gli studi condotti dallo SME a fine 1944 in previsione della liberazione dell'Italia Settentrionale prevedono 11 delegazioni trasporti (1 per C.M.T.).62 Nel 1946 ne risultano però ricostituite solo 6 (Milano, Venezia, Bologna, Roma con distaccamento a Cagliari, Napoli con distaccamento portuale a Bari e Palermo). Alle dipendenze delle D.T.M. operano 20 C.M.S. (5 tipo A con biglietteria e 15 tipo B senza). Alle dipendenze della locale D.T.M. opera l'U.M.I.S. di Napoli, con composizione molto leggera (1 capitano capo ufficio, 1 subalterno addetto, 3 SU., IO Tr., 2 civili). Funzionano inoltre fino al giugno 1946 due sezioni soccorso stradale e fino al luglio 1948 una compagnia controllo traffico. In sostanza gli organi direttivi ed esecutivi del Servizio ricostituiti
62 R.
Cadoma, Op. cit., p. 42.
XVII - Materiali d'armamento, NBC, Genio, Trasmissioni e Trasporti
579
nel 1946 sono più o meno gli stessi dell'anteguerra e della guerra, mentre le delegazioni trasporti militari mantengono la fisionomia di organi direttivi periferici in pace e in guerra alle dirette dipendenze di SME - trasporti, che loro assegnava il sempre vigente R.D. 16 novembre 1939, n. 2167 Regolamento per l'esecuzione dei grandi trasporti militari. Alle competenze dei C.M.T. in materia di trasporti (con particolare riguardo a quelli per v.o.) provvede l'Ufficio Servizi facente parte dello Stato Maggiore degli stessi CMT, dal quale dipende l'autoreparto. In contraddizione con la loro crescente importanza di Alti Comandi periferici, fino agli anni 70 - come già durante la guerra e negli anni 30 - i C.M.T. non hanno responsabilità dirette in materia di grandi trasporti ferroviari, che fanno esclusivamente capo alle D.T.M. creando così una frattura tra trasporti ferroviari e trasporti per v.o. e - se vogliamo - anche tra questi ultimi e i trasporti marittimi. Essi hanno, invece, un ruolo fondamentale nell'organizzazione, direzione e controllo dei trasporti per v.o. e nelle predisposizioni di mobilitazione di autoveicoli civili in proprietà o di prestazioni da parte di ditte civili (è sempre prevista anche la mobilitazione di quadrupedi) . Nonostante i poco lusinghieri risultati che hanno dato in passato, conservano quindi una certa importanza anche nel dopoguerra le connesse misure di requisizione all'atto dell'emergenza, per le quali le norme vigenti in periodo di guerra e negli anni 30 rimangono invariate. In merito, la Circ. SME n. 01/3395/Mob. in data 30 novembre 194763 richiama i contenuti degli Artt. 15, 94, 95 e 96 del regolamento per l'applicazione del T. U. delle leggi sulla requisizione dei veicoli già vigente durante la guerra, e prescrive che: - deve essere predisposta la costituzione di una sola commissione requisizione autoveicoli (C.M.R.A.) per C.M.T., della quale fanno parte un rappresentante del Pubblico Registro Automobilistico e un rappresentante dell'Ente Autotrasporto Merci: 64 - per ogni C.M.T. va prevista la requisizione di 400 - 500 automezzi; - gli automezzi da requisire vanno individuati tra i modelli di tipo unificato impiegati dalle ditte di autotrasporti, avendo cura di requisirne solo una parte [ma da scegliere con quali criteri? - N.d.a.] per non danneggiare troppo la regolarità dei trasporti civili su strada. Fino ai primi anni 50 prevale - come in tutti gli altri Servizi logistici - la tendenza a ridurre gli organi ricostituiti nell'immediato dopoguerra (scioglimento del distaccamento portuale di Bari nel luglio 1947; declassamento da A a B del C.M.S. di Bologna ecc.). Nel 1951 - 1952 in relazione alla situazione internazionale (guerra di Corea) il Servizio - data la sua importanza all'atto dell'emergenza - subisce un primo riordinamento e potenziamento. Viene stabilita una nuova classificazione per i C.M.S. (rinforzati, normali e ridotti anzichè tipo A e tipo B) e so-
63 AUSSME, Rep. M/7, Racc. 820. 64
Vale ancora, in rnerilo, l' Art. 81 del R.D. li dicembre 1927, n. 2958.
La logistica dell'esercito - Voi. IV
580
no costituiti diversi organi: D.T.M. Verona, C.M.S. Messina, biglietterie militari dei C.M.S. di Torino, Milano, Roma, Napoli, posto di vigilanza ferroviaria al valico del Brennero. Il C.M.S. di Foggia viene sciolto, e il C.M.S. di Livorno - divenuto importante porto militare - viene trasformato da tipo B in rinforzato. A fine 1952 l'organizzazione periferica in caso di emergenza prevede: l'aumento del numero delle D.T.M. a una per compartimento ferroviario; la suddivisione dei C.M.S. in rinforzati, normali (dei quali alcuni con funzioni anche di U.M.I.S.) e ridotù e un forte incremento del loro numero; la costituzione di altri 4 U.M.I.S. nei principali porti. 65 Questa organizzazione di emergenza rimane sostanzialmente invari ata anche negli anni 60. li Servizio trasporti funziona in modo molto positivo nella Esigenza T di fine 1953, nonostante la già citata deficienza di automezzi rispetto alle tabelle organiche. Il traffico automobilistico è regolato da una centrale di movimento costituita presso l'Ufficio -Servizi del Comando V corpo d 'armata, che si avvale di una compagnia speciale della Polizia e di un plotone carabinieri; per il deflusso sono effettuati senza inconvenienti e turbative del normale traffico ferroviario ben 97 convogli ferroviari.66 In data 1° ottobre 1956 viene costituito il C.M.S. di Trieste e soppresso quello di Ancona. Probabilmente in seguito alle esperienze dell'Esigenza T, in data l O marzo 1956 allo scopo di disporre fin dal tempo di pace di un nucleo per l'organizzazione e disciplina stradale viene costituita una compagnia movieri d'intendenza. A partire dai primi anni 60 prevale definitivamente la tendenza aridurre gli organi esecutivi e ad ampliare - con corrispondente svuotamento del tradizionale ruolo delle D.T.M. - le attribuzioni dei C.M.T.R . in materia di trasporti. ln particolare, nel marzo 1961 lo SME dispone la costituzione sotto la data del 1 ° aprile di un ufficio trasporti presso il VII C .M .T.R.; il provvedimento ha carattere sperimentale, in vista della progettata costituzione definitiva presso ciascun C.M.T.R. di un ufficio trasporti e del passaggio delle D.T.M. alle dipendenze degli stessi C.M.T.R.: pertanto, la D.T.M. di Bologna passa alle dipendenze del VII C.M.T.R..67 Nel novembre 1962 sono soppressi o contratti numerosi organi esecutivi (scioglimento dei C.M.S. di Trieste, Piacenza, Bari, Palermo e loro sostituzione con post.i di vigilanza ferroviaria; scioglimento del C.M.S. di Livorno e sua sostituzione con un nucleo militare ferroviario distaccato dal C.M.S. di Firenze; abolizione delle biglietterie militari di Torino e Milano).68 Dal 1963 al 1964 sono costituiti uffici trasporti
AUSSME, Rep. M/7, Racc. 835. Stefani, Op. cit.. Voi. III, Tomo I, pp. 968-969. 67 Circ. SM E n. 360/15263 461 in data 23 novembre 1962 (AUSSME, Rcp. M/7, Racc. 848). 68 AUSSME, Rep. M/7, Racc. 851. 65
66 F.
XVII - Materiali d'armamento, NBC, Genio, T rasmissioni e Trasporti
581
anche nell'ambito del Comando Logistico del V C.M.T.R. di Padova (10 novembre 1963) e del VII C.M.T.R. di Roma (1 ° novembre 1964). La fase sperimentale ha termine a .fine 1967, con la costituzione definitiva, a partire dal 1 ° novembre, di uffici movimenti e trasporti presso il I, V, VII e VIII C.M.T.R. retti da un ufficiale superiore di Stato Maggiore, dei quali fa parte un ufficiale superiore del Servizio automobilistico (capo sezione movimenti e trasporti). Per il momento tali uffici non assorbono le attribuzioni delle D.T.M.; pertanto la D.T.M. di Bologna ritorna alle dipendenze di SME - Trasporti. La nuova organizzazione non riguarda il X e XI C.M.T.R., presso i quali l ' Ufficio Servizi provvede come sempre anche alla branca trasporti.69 I nuovi uffici movimenti e trasporti disimpegnano - dando loro maggiore risalto - le attribuzioni in materia di trasporti prima di competenza degli uffici Servizi dei rispettivi C .M.T., e principalmente riferite ai trasporti per v.o .. In particolare provvedono alla pianificazione (e relativi aggiornamenti) dei movimenti e trasporti regionali di emergenza, delle requisizioni di prestazioni di trasporto e della circolazione stradale, mantengono aggiornato lo schedario di mobilitazione del personale destinato agli organi del Servizio trasporti da costituire all' emergenza, promuovono e controllano per la parte riguardante i movimenti e trasporti i progetti di approntamento delle unità dipendenti dal C.M.T.R. e di quelle che si costituiscono aH'emergenza. Inoltre predispongono, dirigono e controllano i movimenti del tempo di pace per v .o. e via navigazione interna nell ' ambito del territorio di giurisdizione, regolano l'attività degli autogruppi e autoreparti territoriali (fermo restando le loro dipendenze disciplinari, addestrative e d ' impiego dalle direzioni della motorizzazione), mantengono contatti con gli organi civili per le materie di competenza e con le D.T.M. e gli organi dell'aeronautica dislocati nel territorio di giurisdizione, per la saldatura dei trasporti v.o. con quelli ferroviari, marittimi e aerei. In data 31 dicembre 1968 sono soppresse anche le biglietterie militari di Roma e Napoli, e alla stessa data l'organizzazione di pace del Servizio comprende: - 7 D.T.M. (1 per ciascuna sede di C.M.T.R ., ad eccezione del V C.M.T.R. di Padova che ne ha 2 a Verona e Venez ia); - 1 distaccamento D.T.M. (Cagliari); - 5 C.M.S. rinforzati (Milano, Mestre, Bologna, Roma, Napoli); - 1 C.M.S. rinforzato con funzioni di U.M.l.S. (Genova); - I C.M.S. rinforzato con distaccamento (Messina, con distaccamento a Villa S. Giovanni); - 4 C.M.S. normali (Torino, Verona, Udine, Firenze); - 4 C.M.S. normali con funzioni anche di U.M.l.S. (Livorno, Civi-
69 Circ.
858).
SME n. 1750/152 63461 in data 27 ottobre 1967 (AUSSME, Rep. M/7, Racc.
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La logistica dell'esercito - Vol. IV
tavecchia, Cagliari, Olbia); - 8 C.M.S. ridotti (Bolzano, Padova, Vicenza, Piacenza, Ancona, Bari, Catania, Palermo); - 1 U .M.I.S. (Napoli); - I ufficio materiali di provenienza estera (Napoli), nuova denominazione assunta a partire dal 1° giugno 1968 da11 'Ufficio P.A.M .. E ' alle dipendenze della 10" direzione di artiglieria, è composto da 6 civili e provvede alla ricezione, sdoganamento, nazionalizzazione, smistamento e spedizione dei materiali militari P.A.M. o comunque di provenienza estera.70 Gli scioglimenti continuano nel maggio 1972, con la soppressione dei C.M.S. ridotti di Vicenza, Padova, Piacenza, Catania e dcll'U.M.I.S. di Napoli. Di conseguenza, dal 1972 in poi non esistono più U.M.I.S. costituiti fin dal tempo di pace e la loro costituzione è eventuale; l ' unico provvedimento "in controtendenza" è l'assunzione dell'organico rinforzato da parte del C.M.S. di Udine. Nel marzo 1975 le D .T.M. sono sempre 7 (con il distaccamento di Cagliari), ma il numero dei C.M.S . risulta ridotto rispetto al 1968 (19 C.M.S., dei quali 5 normali , 5 normali con funzioni di U.M.l.S., 8 ridotti, 1 ridotto con funzioni di U.M.I.S).71 Nello stesso anno 1975 ha inizio la graduale soppressione delle D.T.M., le cui attribuzioni passano agli uffici movimenti e trasporti dei C.M.T.R .. In particolare, in data 30 settembre 1975 viene soppressa la D.T.M. di Verona e le sue attribuzioni sono assunte dallo ufficio movimento e trasporti (sezione trasporti ferroviari e marittimi) del Comando logistico del V C.M.T.R., che assume temporaneamente alle sue dipendenze anche la D.T.M. di Venezia (destinata ad essere sciolta anch'essa in data 1° aprile 1976) e i C.M.S. di Verona e Bolzano.n L'assetto periferico definitivo del settore viene fissato con la Circ. SME n. 330/152 in data 24 maggio 1976, che sopprime anche per il tempo di guerra le delegazioni e sottodelegazioni trasporti militari e fissa un nuovo organico di pace degli uffici movimenti e trasporti dei C.M.T.R. (escluso il V C.M.T.R. di Padova, per il quale si deve evidentemente tenere conto di specifiche esigenze). 73
70 Circ. SME n. 570/15263414 in data 16 maggio 1968 (AUSSME, Rep. M /7, Racc. 859) e Circ. SME n. 1380/15263461 in data 31 agosto 1968 (AUSSME, Rcp. M/7, Racc. 860). 7 1 Circ. SME n. 140/152 in data I I marzo 1975 (AUSSME, Rep. M/7 , Racc. 872). 72 Circ. SME n. 471/191.121 l in data 3 1 luglio 1975 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 872) e Circ. SME n. 470/1 52 in <lata 24 settembre 1975 (ivi). 73 AUSSME, Rep. M/7, Racc. 873.
CAPITOLO XVIII
SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI: MOTORIZZAZIONE
Per indicare il Servizio che svolge tutte le attività logistiche sui veicoli da trasporto e combattimento (e relativi carburanti e lubrificanti) fino alla costituzione dei Servizi trasporti e materiali, useremo semplicemente il termine Servizio della motorizzazione introdotto dalla Pub. n. 6300 del 1955. Va comunque ricordato che la Pub. n. 2662 del 1940 (vds. Tomo 1°, capitolo VI) usa il termine Servizio automobilistico, al quale corrisponde il ruolo di ufficiali del corpo automobilistico costituito nel 1935 (vds. Voi. III capitolo VII), che dal 1948 al 1980 viene denominato del Servizio automobilistico.
1. Gli organi centrali: dall'Ispettorato Generale della motorizzazione al Comando dei Servizi Trasporti e Materiali
Come già si è visto nel precedente capitolo XI, il R.D. 31 luglio 1945, n. 560 sopprime la direzione della motorizzazione del Ministero e abbina le branche artiglieria e motorizzazione in un' unica direzione generale. Con il D.C.P.S. 21 novembre 1946, n. 425 la direzione generale di artiglieria e motorizzazione è a sua volta soppressa e le due branche sono di nuovo separate, con la costituzione di una direzione generale di artiglieria e di un Ispettorato generale della motorizzazione (I.G .M .), che riunisce in sè le funzioni di comando del corpo automobilistico, quelle tecniche (manutenzione e controllo del materiale), di studio e di addestramento tipiche di un Ispettorato, e quelle amministrative proprie di una direzione generale. In tal modo si ritorna all'assetto di vertice degli anni 30 (vds. Voi. III, capitolo VII) . Le attribuzioni specifiche e la struttura organica dell'J.G.M . sono fissate con Circ. MG - Gabinetto n. 200 100/11 in data 3 gennaio 1947. 1 Gli competono: manutenzione del materiale automobilis tico; questioni ed ispezioni tecniche; approvvigionamento, ri parazioni, alienazioni e statistica dei materiali automobilistici; bilancio,
1 AUSSME, Rep. M/7, Racc. 820. Sui problemi generali del Servizio alla fine degli anni '60 Cfr. anche A. Mauthe (Gen.), Il servizio automobilistico oggi. "Rivista Militare" n. 6/1969.
584
La logistica dell'esercito - Voi. IV
contratti, gestione amministrativa, ispezioni amministrative ordinarie e straordinarie; recuperi e alienazioni residuati di guerra; personale del molo del servizio tecnico motorizzazione e del corpo automobilistico; addestramento tecnico e automobilistico; questioni riguardanti lo sviluppo tecnico dell'industria automobilistica; studi ed esperienze. I trasporti per via ordinaria (così come quelli per ferrovia e per via acquea) e l'impiego dei carburanti e lubrificanti fanno capo allo SME, che impartisce ordini in merito direttamente ai C.M .T., dai quali dipendono gli appositi organi direttivi ed esecutivi del Servizio della motorizzazione. L'articolazione interna iniziale delJ'I.G.M. (1947) è indicata nello schema di pagina seguente. E' retto da un generale proveniente dalle Armi (prima di divisione, poi di corpo d'armata) Ispettore generale, coadiuvato da due maggior generali addetti (Capo del servizio tecnico della motorizzazione e Capo del corpo automobilistico), il cui grado viene elevato a tenente generale con la legge 24 dicembre 1951, n. 1638. Il generale Capo del servizio tecnico è consulente dell'Ispettore generale per tutte le questioni di carattere tecnico, sovraintende all'attività dell'ufficio studi, esegue ispezioni tecniche agli stabilimenti e organi esecutivi, ha l'alta sorveglianza sui corsi per la formazione degli ufficiali del servizio tecnico e ne cura lo sviluppo professionale culturale, esprime all'Ispettore generale parere sulla loro capacità tecnica in sede di note caratteristiche e avanzamento. Il generale Capo del corpo automobilistico "è capo dell'Ispettorato della motorizzazione; ha I' alta sorveglianza disciplinare e addestrati va sulla scuola della motorizzazione; esegue ispezioni sull'addestramento e impiego dei reparti automobilistici; esprime all'Ispettore generale il proprio parere, sia in sede di note caratteristiche sia in sede di avanzamento, sulle capacità professionali degli ufficiali del corpo automobilistico" .2 Altri collaboratori di rilievo dell'Ispettore generale sono l'Ispettore amministrativo (che sovraintende alJ'attività degli uffici amministrativi e svolge compiti particolari assegnatigli dall'Ispettore generale) e l'Ispettore della manutenzione autoveicoli (I.M.A.), le cui attribuzioni sono: - verifica delle condizioni di efficienza dei mezzi automohilistici in distribuzione all'esercito; - controlli relativi all'esecuzione delle operazioni di manutenzione ordinaria de i mezzi; - controlli relativi alla tenuta dei registri, dei documenti di bordo e di viaggio e dei documenti riguardanti le ispezioni effettuate e le riparaz ioni eseguite; - verifica dell'efficienza degli impianti fissi e mohili , inerenti alla manutcnzionc.3
2 3
Circ. SME n . 509/0rd/l (Cit.). lvi.
>e:
ISPETTORATO GENERALE DELLA MOTORIZZAZIONE (Gennaio 1947)
::; ::::
Ispettore Generale della Motorizzazione
-
I
I Segreteria I
I
~
..,o
I
Ispetto~·e. Gene_rale Ammm1strat1vo
Generali addetti
;::;·
I Capo serv. tecn. mot.
N ;i
Capo del corpo autom
N
5· ;:s ('>
I Ispettorato Manutenzione
I
I
I
Divisione Servizio tecnico
!Divisione Corpol automobilistico
I
I
IAmministrativa Divisione I
Uff. aliena~ e recup.
I
I Ufficio Studi
I Sezione Addestramento
Sezione Alienazioni /
Sezione Personale
I
I
I
Sezione Approvv.
Sezione riparazioni e ricambi
Sezione requisii.ioni e contraversie /
~
Sezione Statistica
Sezione Recupe1/
I
I
I
I
Sezione Contratti
Sezione mandati e bilancio
Sezione Gestione Materiali
Se z. liquidaz. pre-armistiz. / VI
Di prevista graduale abolizione.
00
VI
La logistica dell'esercito - Voi. IV
586
Dall'Ispettore della manutenzione autoveicoli dipendono le sezioni d'Ispettorato manutenzione autoveicoli di Milano e Napoli, che ai sensi della Circ. SME n. 6182/0rd/Il in data 31 dicembre 19464 esercitano a livello periferico la funzione ispettiva di grado superiore e il superiore controllo tecnico sulla manutenzione degli autoveicoli. Con la Circ. SME n. 423/0rd./Il in data 10 marzo 1947 le predette sezioni sono sciolte, in quanto "la funzione ispettiva di grado superiore sulla manutenzione degli autoveicoli può essere ormai assunta direttamente dall'organo tecnico centrale 11.G.M. - N.d.a.], che all'uopo è stato opportunamente rinforzato" .s Aumentano ben presto anche le ripartizioni interne dell'I.G.M., che nei primi anni 50 assume la fisionomia indicata nello schema della pagina seguente.6 Da notare: - il maggior peso assunto dalla gestione del contante e del materiale, con lo scorporo dalla divisione amministrativa di un ufficio gestione del materiale e di un ufficio finanziamenti e liquidazioni (che amministra i capitoli del bilancio e assegna i fondi agli Enti periferici, su proposta degli organi tecnici); - la soppressione dell'ufficio alienazioni e recuperi, segno che ormai l'eredità della guerra è in via di liquidazione; - la costituzione di un ufficio autoveicoli e carburanti che provvede: all'assegnazione agli Enti e reparti degli autoveicoli nuovi (approvvigionati dalla direzione servizio tecnico) e riparali dagli stabilimenti; all'approvvigionamento c custodia - su direttiva dello SME - dei carburanti e lubrificanti; agli studi sul materiale; - la trasformazione ( 1950) dell ' ufficio studi dell'I.G.M. in un centro studi e esperienze della motorizzazione, organo esecutivo centrale sempre alle dipendenze dell'I.G.M. (Capo del servizio tecnico), al quale competono: lo studio e le prove pratiche di mezzi automobilistici speciali; il collaudo dei prototipi presentati dall'industria privata; la consulenza tecnica su richiesta dell' I.G.M.; l'elaborazione di istruzioni di carattere tecnico; l'organizzazione e lo svolgimento del corso superiore automobilistico per ufficiali delle varie Anni e del Servi zio automobilistico. 1 Il ruolo dell'I.G.M. non muta fino ai decreti delegati n.1477 e n. 1478 del 1965; per i riflessi dei predetti decreti sul nuovo assetto degli organi centrali della motorizzazione e di tutti i Servizi logistici rimandiamo ai precedenti capitoli XI e XII. Ci basti qui sottolineare che:
4
AUSSME, Rcp. M/7, Racc. 819. Racc. 820. Pub. SME n. 5060 Manuale per ufficiali del Servizio automobilistico - Ed. 1953. Si tratta di un ritorno all ' antico: l'ordinamento 1940 già preved eva un centro stu-
5 ivi, 6 7
di della motorizzazione, allc_dirctte dipe ndenze de.I direttore s upe.riore del Servizio Tec nico.
ISPETTORATO GENERALE DELLA MOTORIZZAZIONE (1953) RIPARTIZIONE
~ ::::
Ispettore Generale della Motorizzazione
~ .,è ~· 15· ;::
Segreteria Uffi cio dell ' Ispe ttore nucleo statistica
Ufficio I.M.A.
Divisione Servii.io tecnico
Uffi cio Autoveicoli e Carburanti
Sezione I Assegnaz. aurov.
I.M. A.
Sezione I Approvv. e Ricamb i
Sezione Il Riparazioni
Se zione III
NATO
Generali addetti
Ispettore Genera le amministrativo
Sezione Il Carburanti
Sezione Hl Progetti e Studi
Divisione Serv. automobil.
Ufficio Gestione mat.
Sezione I Contratti e Permute
Sezione Il Addestram.
Sezione I Personale
Divisione Amministrativa
Sezione III Legale
Seziooe III R egolamenti
I Capo del S. Te. M.
Ufficio Amministr.
Centro Studi espe-
Liquidaz. e Finanz.
rienze motoriz.z.az.
Liquidazioni
Gestione materiali
"'
Capo del S. A.
Finanziamenti
Perdite materiali
Cataloghi
V,
00
-..J
588
La logistica dell'esercito - Voi. IV
- sotto la data del 31 dicembre 1966 (D.M. 30 settembre 1966) è costituita la direzione generale della motorizzazione e combustibili (MOTORDIFE) e viene soppresso l'I.G.M., che trasferisce a MOTORDIFE le attribuzioni tecniche, di studio e amministrative di cui all'Art. 24 del D.P.R. n. 1478; - il Capo del Servizio, da sempre facente parte dell'I.G.M. o direzione che era un organismo del Ministero e coadiutore dell'Ispettore e direttore, ai sensi dell'Art. 9 D.P.R. n. 1477 passa alle dipendenze dirette del Capo di SME, e inoltre dipende dal Capo di ISPEL dello SME limitatamente alla logistica dei materiali. Di conseguenza, il vertice de] Servizio non è più ricoperto da un generale proveniente dalle Armi ma da un ufficiale generale del Servizio stesso; - il centro studi ed esperienze della motorizzazione passa alle dipendenze di MO_TORDIFE; - nel 1967 (vds. capitolo XII) il Capo del servizio tecnico della motorizzazione, fino a quel momento impiegato esclusivamente nell'ambito del Servizio e alle dipendenze del Ministero, passa alle dipendenze dell'Ispettore delle Armi di fanteria e cavalleria dello SME continuando a svolgere per conto delle DG tecniche del Ministero (MOTORDIFE e COSTARMAEREO) compiti di consulenza, ispettivi e di impiego del personale tecnico per i collaudi; - nel 1976 viene costituito un Comando dei Serviz i trasporti e materiali dell' esercito, con la fisionomia e le attribuzioni generali indicate al Capitolo Xll. Da notare che i "Servizi trasporti e materiali" non hanno compiuta fisionomia logistica e ad essi non corrisponde un uni<.:o ruolo di ufficiali; di conseguenza in questo caso - ed è l' unico - non è possibile applicare l'Art. 2 della legge 20 settembre 1980, n. 574 e anche dopo l'emanazione di tale legge rimane il termine Servizi trasporti e materiali (e non corpo trasporti e materiali), mentre il personale già del servizio automobilistico viene chiamato "del corpo automobilistico", convivendo nell'ambito dei trasporti e materiali con ufficiali di altri ruoli (artiglieria, genio trasmissioni); - con la legge n. 574/1980 che costituisce un unico corpo tecnico alle dipendenze dirette dello SME, il servizio tecnico della motorizzazione cessa di esistere in quanto tale e diventa specialità del corpo tecnico, al li vello di forza armata; - il Comando dei Servizi trasporti e materiali è retto dal tenente generale Capo del corpo automobilistico. Ciò significa che, a partire dal 1976, quest'ultimo corpo sostituisce le Armi (e relativi servizi tecnici , a partire dal 1910), di artiglieria e genio quale alveo di riferimento per i servizi tecnicamente più complessi dell'esercito. L 'anno 1976 è dunque un vero spartiacque storico, perchè segna la definiti va "tatticizzazione" delle Armi di artiglieria e genio, già iniziata nei primi anni del secolo, e la massima esaltazione della funzione di movimento e trasporto.
XVIII - Motorizzazione
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2. Gli organi direttivi periferici: direzioni della motorizzazione, Capi servizio motorizzazione, ufficiali addetti agli automezzi Nell'immediato dopoguerra sono previste a livello di C.M.T. le direzioni riparazioni automobilistiche, che a partire dal 15 gennaio 1947 assumono la nuova denominazione di direzioni della motorizzazione. 8 Dopo lo scioglimento delle sezioni d ' ispettorato manutenzione autoveicoli, ne assorbono il personale. Negli organici provvisori dei C.M.T. che entrano in vigore a partire dal 1° agosto 1949 (vds. capitolo XIII) le direzioni della motorizzazione sono rette da un colonnello del Servizio automobilistico (che è anche presidente delle commissioni provinciali requisizione autoveicoli) con alle dipendenze 3 capi sezione, uno dei quali è addetto esclusivamente alla manutenzione autoveicoli. Totale: 5 U., 2 SU., 1 Tr., 2 civili. Il direttore della motorizzazione dipende in linea tecnico-amministrativa dall'I.G.M. e per l'impiego e le questioni disciplinari dal Comando del C.M.T., con le seguenti attribuzioni specifiche (1958) che di per sè danno grande risalto alla sua figura: è il consulente tecnico e l"orgauo <li controllo tecnico amministrativo dello S.M. del Co-
mando Militare Territoriale di Regione per quanto riguarda gestione, manutenzione e riparazione degli automezzi degli enti dislocati nel territorio di giurisdizione nonchè la gestione dei carburanti e lubrificanti. Sulla base delle direttive del Comandante della Regione presiede alla organizzazione ed al funzionamento del ser vizio in tulio il territorio valen dosi delle officine alle proprie dipendenze. In conseguenza, sulla base di tali direttive: a) esercita azione di comando su tutte le unità del Servizio poste alle sue dipendenze (analoga a quella devoluta ai comandanti di Arma); b) sovraintende e coordina il servizio delle riparazioni automobilistiche nell'ambito della circoscrizione territoriale; e) disciplina e regola l'aftlusso alle dipendenti O.R.A. degli autoveicoli che non possono essere riparati dalle o.I. (degli enti e reparti dire ttamente dipendenti dal Comando Regione) e dalle o.m. (degli enti d elle Divisioni o Brigate dislocate nel territorio di giurisdizione); d) regola e controlla il servizio delle somministrazioni di materiali auto da parte delle 0 .R.A. agli Enti dislocati nel territorio della Regione in modo che tutto proceda regolarmente e speditamente, senza intralci e senza superfluo impiego di tempo; e) almeno una volta ogni sci mesi, servendosi dell' ufficiale addetlo alla manutenzione (inquadrato nei N.I.R.) effettua ispezioni al materiale automobilistico in distribuzione a ciascun ente, inclivisionato o non, dislocato nel territorio di giurisdizione, f) effettua personalmente ispezioni ai reparti il cui funzioname nto lasci maggiormente a desiderare, g) esercita la sorveglianza tecnica sull'impiego degli automezzi di tutti gli enti del territorio di giurisdizione; h) procede al riesame tecnico del materiale avariato e segnalato dalla O.R.A., qualora si presuma che le avarie siano dovute ad irrazionale impiego o ad altre negligenze, . proponendo altresl i provvedimenti di ordine disciplinare ed ammini strativo; i) si assicura della regolare gestione del materiale automobilistico e dei carburanti e lubrificanti dei corpi;
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819).
Circ. SME n. 6182/0rd./II in data 31 dicembre 1946 (AUSSME, Rcp. M/7, Racc.
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j) sovraintende all'addestramento tecnico del personale del servizio automobilistico; k) emana direttive tecniche e tecnico-amministrative sull'impiego dei mezzi, sulle riparazioni, sul servizio automobilistico in genere, sulla formazione e addestramento degli specializzati dei reparti del servizio automobilistico; I) raccoglie tutte le notizie, dati ed clementi nel campo commerciale cd industriale c he possano esercitare influenza sul funzionamento in genere del servizio automobilistico militare. In particolare si tiene in relazione con gli uffici provinciali dell'Automobile C lub Italiano (A.C.I.) e con le scuole civili di specializzazione operai; m) sovraintende al collaudo e alle riparazioni degli impianti di sicurezza di carburanti; n) vigila affinchè siano osservate le clausole inserite nei nulla-osta concessi per l'impianto dei depositi dei combustibili liquidi e concerta, con le ditte interessate, le disposizioni inerenti al mascheramento ed occultamento di ogni singolo deposito; o) inoltra al Ministero della Difesa-Esercito le richieste e proposte di assegnazione del personale specializzato; p) controlla le richieste di alienazione del materiale automobilistico ed esprime il parere del Iato tecnico ed economico; q) esprime il parere sulle clausole contrattuali, modalità di collaudo e prezzi dei contratti per l' esecuzione delle provviste e dei lavori relativi al materiale automobilistico che gli enti della circoscrizione debbono inviare al Comando Militare Territoriale di Regione o Ministero della Difesa-Esercito per l'approvazione e ne controlla l'esecuzione; r) autorizza gli enti che si trovano in particolari condizioni locali o molto distanti dagli organi di rifornimento (0.R.A.) ad eseguire direttamente acquisti urgenti di materiale di limitalo importo, il cui ammontare complessivo sia contenuto entro una cifra trimestrale limite. Tali spese vengono poi rimborsate dalle U.R.A .. L'intero ammontare della cifra limite concessa agli enti e reparti di cia-;cuna circoscrizione non deve superare, in ragione d 'anno, il 15% dei fondi concessi per commessa M.P.R. aJle O.R.A. per i rifornimenti a tutti gli Enti e reparti della stessa circoscrizione: s) esercita la sorveglianza tecnico-finanziaria sull'espletamento delle commesse conferite alle O.R.A. nonchè sulla regolarità di svolgimento dei servizi ai quali le commesse stesse si riferiscono; L) controlla il funzionamento della sezione precettazione circa: - l'aggiornamento degli appositi schedari relativi agli auto-motomezzi requisibili e da requisire; - l'aggiornamento della effettiva disponibilità dei membri delle commissioni requisizione autoveicoli; - l'aggiornamento dei mod. 29 e mod. 30 presso i Centri di costituzione delle commissioni R.A., - il preventivo accantonamento dei mezzi necessari per il funzionamento delle predette Commissioni; u) esprime il parere tecnico in merito agli incidenti prodotti dalla circo lazione degli autoveicoli militari; v) compila il rapporto informativo - che servirà di norma per il compilatore delle note caraueristiche - per i capi sezione Motorizzazione dei Corpi d'Armata, delle Divisioni e delle Bri gate dislocate nel territorio di giurisdizione del Comando Regione e per gli ufficiali addetti agli automezzi dei reggimenti e minori reparti autonomi direttamente dipendenti dal Comando Regione.9
Dal direttore della motorizzazione dipendono - per la parte tecnico - amministrativa - i Capi Servizio motorizzazione delle G.U. (divisioni e brigate) dislocate nel territorio di giurisdizione, che espletano in am-
9 D. Latilla, "Vademecum" per l'ufficiale e il soli ufficiale delle unità motorizzate, Torino, Pozzo 1958 (4" Ed.), pp.5-8.
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bito più ristretto attribuzioni analoghe e hanno a loro volta alle dipendenze gli ufficiali addetti agli automezzi dei reggimenti/corpi, dei battaglioni genio e trasmissioni, ecc .. Se l'organismo di appartenenza non è inquadrato in una G.U., questi ultimi dipendono direttamente - in linea tecnica - dal direttore della motorizzazione di C.M.T .. Essi in ambedue i casi assumono la fisionomia di Capo Servizio della motorizzazione dell'unità di appartenenza, sono consulenti e collaboratori del comandante e la loro attività deve essere esclusivamente rivolta alla gestione tecnica del materiale automobilistico, senza dirette mansioni amministrativo-contabili. La Circ. MDE n. 6/3708/5 in data 22 agosto 1946 assegna all'ufficiale agli automezzi le seguenti attribuzioni specifiche: - collabora al razionale impiego degli automezzi; - esplica consulenza tecnica circa l'organizzazione e la esecuzione delle riparazioni; - compie le ispezioni agli automezzi; - disciplina l'afflusso degli automezzi da riparare presso l'officina leggera e controlla il funzionamento tecnico di questa; - provvede al versamento e ritiro degli autoveicoli destinati per la riparazione alla o.m. o alla 0.R.A. ; - richiede i materiali necessari per l'esecuzione della manutenzione; - esprime pareri tecnici sulle cause che de terminarono inefficienze e sugli incidenti vari ;
- sovraintende alla gestione c. e I. controllando i consumi chilometrici, assicurando i rifornimenti e segnalando al Comandante tutte le irrcgolaril.à: - tiene la statistica dei veicoli della propria unità (organico, carico, efficienti, inefficienti, alla riparazione, ccc.); - riepiloga e trasmette, tramite il Comando di reggimento o di Reparto, tutte le carte periodiche ed i dati statistici riguardanti il servi-zio automobilistico; - collabora con l'ufficiale addetto ai servizi reggimentali per il buon andamento in genere del Servizio della Motorizzazione e, in particolare, per la soluzione di eventuali problemi ne i quali l'aspetto tecnico non è nettamente scindibile da quello amministrativo (es. controllo e computo materie prime e di consumo, impiegate nelle lavorazioni e nella manutenzione, ecc.). Il Ministro della Difesa - Stato Maggiore dell'Esercito - Ufficio servizi - Sezione auto - con circolare n . A6/7750 in data 3 1 dicembre 1949 a ll' oggetto: "Manute nzione auto", ha disposto che gli ufficiali addetti agli automezzi devono essere scelti con particolare cura e che la loro eventuale sosliluzione non deve essere effettuata prima di un anno di permanenza nello specifico incarico. IO
Questa intelaiatura di organi direttivi rimane sostanzialmente invariata fino alla ristrutturazione del 1975- 1976 e al R .A.U. 1976. Dopo l' istituzione a livello centrale del Comando Servizi trasporti e materiali dell'esercito, in data 14 gennaio 1982 sono costituiti nell' ambito dei C.M.T.R. i Comandi Servizi trasporti e materiali retti da un ufficiale generale proveniente dalle Armi o dal corpo automobilistico, i quali riuniscono in sè le attribuzioni logistiche prima svolte a:l livello con-
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ivi, p. l3 .
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siderato dagli organi direttivi di artiglieria e NBC, del genio, delle trasmissioni e della motorizzazione (che sono soppressi, oppure restringono le loro attribuzioni ad attività non concernenti il materiale). A livello di organi direttivi delle G.U. di campagna e reparti dipendenti, nonostante la meccanizzazione di buona parte delle unità di fanteria le attribuzioni del Capo Servizio motorizzazione di G.U. (brigata) dopo il 1975 sostanzialmente non mutano, mentre l'ufficiale addetto agli automezzi e mezzi corazzati di battaglione (UAMEC) eredita le attribuzioni prima espletate dall'ufficiale addetto agli automezzi del corpo/reggimento e inoltre diventa organo direttivo anche per il Servizio trasporti. Per la parte motorizzazione, impartisce disposizioni per l'organizzazione e funzionamento delle attività di mantenimento e recupero degli automezzi e mezzi corazzati, sovraintende alla gestione di carburanti e lubrificanti, controlla i consumi e assicura i rifornimenti dei carburanti e lubrificanti dei materiali necessari per il mantenimento dei mezzi.Il La Pub. del Comando del corpo di amministrazione Lineamenti amministrativi per il comandante di battaglione ( 1990) assegna all 'UAMEC anche talune attribuzioni di carattere amministrativo e contabile esplicitamente escluse dalla normativa precedente, indicando tra le sue competenze quelle di: - tenere la contabilità relativa all ' assegnazione delle spese sulle commesse M.P.R .
f manutenzione e piccole riparazioni , per le quali dal l O gennaio 1966 sono assegnati i fondi direttamente agli Enti e unità d' impiego e non solo agli organi di 2 ° grado - N.d.a.) ; - gestire i buoni di conto corrente per i viaggi su autostrade, tenendo aggiornato il relativo r egistro di carico e scarico; - tenere la contabilità dei fogli di marcia degli autoveicoli.12
3. Organi esecutivi centrali e periferici Ancor di più di quanto avviene per gli a llri Servizi, gli organi esecutivi del Servizio della motorizzazione specie nel 1945-1946 sono caratterizzati da un periodo di grande instabilità organica difficile daricostruire appieno, nel quale è spesso la situazione di fatto ereditata dalla guerra a prevalere sui nuovi criteri ordinativi e a condizionare le trasformazioni necessarie per raggiungere uno stabile e più moderno assetto del tempo di pace. L'ordinamento di transizione definito dallo SME a fine 1944 e nell'imminenza della liberazione dell'Italia Settentrionale rispecchia 1'eccezionalità del momento e prevede l deposito centrale materiale automobilistico, 1 parco centrale riparazioni pesanti, 1 parco mobile pc-
11 Pub. n . 922 Impiego del gr. lat. mec. e cor. - Ed. 1981 , p. A/12. 12 Comando del Corpo di Amministrazione dell' Esercito, Op. cit., p. 101.
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sante, 5 parchi veicoli efficienti, 3 reparti riparazioni, 11 compagnie trasporti territoriali e 4 sezioni di autoambulanze. Estremamente critica specie nell'Italia Meridionale - la situazione degli organi di riparazione, pezzi di ricambio, gomme e maestranze specializzate, aggravata anche dalla eterogeneità del parco autoveicoli. Ne consegue un crescente numero di automezzi inefficienti, mentre la deficienza di automezzi civili utilizzabili per esigenze militari è aggravata dalle sottrazioni dei tedeschi e dalle requisizioni alleate. L ' ordinamento assunto dopo il termine delle ostilità incrementa in misura notevole gli organi esecutivi e conferisce loro una caratteristica più spiccatamente territoriale, in vista della motorizzazione integrale delle unità proposta dallo SME alla Missione Militare alleata fin dall'ottobre 1945. All'inizio del 1946, per 11 C.M.T. risultano in vita 14 reparti riparazioni auto, 2 magazzini ricambi, 1 OARE con parco veicoli efficienti e inefficienti, 14 autoreparti, 12 sezioni autoambulanze; ciascun C.M.T., quindi, ha alle dirette dipendenze almeno I reparto riparazioni auto, I autoreparto e 1 sezione autoambulanze. Nel corso del 1946 questa organizzazione assume la seguente fisionomia: 1 officina automobilistica riparazioni esercito (O.A.RE.) con relativo parco veicoli efficienti ed inefficienti, 11 reparti riparazioni automobilistiche, 14 parchi autoveicoli efficienti, 3 stazioni di servizio, 4 depositi carburanti di grande capacità, IO depositi reggimentali autieri, 1 autogruppo speciale (Comando scuole centrali militari), 1 autoreparto dello SME, I autoreparto del Ministero della guerra, 12 autoreparti (per gli 11 C.M.T. c la Sardegna), 1 autoreparto speciale per il C.M.T. di Genova. A partire da fine 1946 e sulla base degli organici nel frattempo definiti dallo SME e modificati nel periodo 1947 - 1950, la organizzazione del Servizio assume gradualmente l'assetto definitivo e si articola in organi esecutivi centrali, alle dipendenze tecniche e d'impiego del Ministero (I.G.M.) e/o dallo SME-Servizi, e organi esecutivi periferici, alle dipendenze delle direzioni della motorizzazione di C.M.T .. Gli organi esecutivi centrali svolgono attività logistiche di 4° grado; effettuano le grandi riparazioni e provvedono all'approvvigionamento, al collaudo, alla conservazione e alla distribuzione - agli organi di 3° grado e alle unità - di autoveicoli e mezzi corazzati, ricambi , materie prime ecc .. Di essi fanno parte anche unità automobilistiche speciali alle dirette dipendenze del MG o dello SME. Nel periodo 1946195013 sono costituiti o ricostituiti: - l'ufficio (poi centro autonomo) approvvigionamenti autoveicoli e ricambi esercito di Torino (U.A.R.R.E.) istituito all'inizio del 1947.14
13 Circ. SME n. 289/0rd./lT in data 25 febbraio 1947 (Rep. Mn, Racc. 820) e Tabelle organiche 1946- 1950 (ivi. Racc. 403/6) . 14 Circ. SME n. 196/0r<l.ffi in data 3 febbraio 1947 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 820).
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Provvede all'approvvigionamento presso l'industria privata di autoveicoli e veicoli speciali, attrezzature e utensileria per officine, ricambi e accessori autoveicoli, materiali vari, ricambi, gomme ecc., alla sorveglianza delle lavorazioni, al collaudo finale dei materiali e alla loro distribuzione. E' amministrativamente autonomo; ha dipendenza tecnica e d'impiego dall'I.G.M. e disciplinare dal C.M.T. di Torino; - l'officina automobilistica riparazioni esercito (O.A.R.E.) di Bologna. Come già nella guerra e nell'anteguerra, provvede alle riparazioni di 4° grado degli autoveicoli. Amministrativamente autonoma, si articola su direzione, servizio tecnico (ufficio tecnico e officina) e ufficio amministrazione. Ha alle dipendenze il parco veicoli efficienti e inefficienti per l'O.A.R.E. e il deposito base ricambi auto per l'O.A.R.E. - la sezione officina automobilistica riparazioni esercito (S.O.A.R.E.) di Piacenza, costituita nel settembre 1949 per trasformazione della 15" O.R.A. di Piacenza con il compito di riparare trattori e, subordinatamente, autoveicoli comuni. 15 L'O.A .R .E. dipende in linea tecnica e d'impiego dall'I.G.M., ad eccezione del parco veicoli efficienti che dipende per l'impiego direttamente da SME - Servizi. La S.O.A.R.E. dipende in linea tecnica e d' impiego interamente dall'I.G.M.; per la parte disciplinare, ambedue gli Enti dipendono dal C.M .T. di Bologna; - l'officina riparazione mezzi corazzati (0.R.Me.C.) di Bologna con distaccamento a Montecchio Maggiore - Vicenza (D.OR.Me.C.), costituita a fine 1947 a Bologna per trasformazione della 6" O.R.A .. Ha funzioni analoghe a quelle dell'O.A.R.E. per i mezzi corazzati ed esegue anche le medie riparazioni; dispone di personale specializzato di artiglieri a e del genio per la riparazione delle armi, artiglierie e apparati radio dei mezzi corazzati.1 6 Nel 1949, assume alle dipendenze il parco veicoli efficienti e inefficienti per 0.R.Me. C.; - il parco veicoli corazzati e di artiglieria con sede in Bologna, costituito il 31 dicembre 1946. Dipende per la ripartizione dei mezzi da SME - Servizi. Riceve direttive tecniche, per le parti di rispettiva competenza, dalle direzioni generali di artiglieria e del genio e dall'I.G.M.; per la parte amministrativa e matricolare fa capo al deposito del 3° reggimento carristi; le attribuzioni di comandante del corpo nei suoi riguardi sono espletate dal Capo di SM del C.M.T .. In data 1 ° dicembre 1949 assume un nuovo organico e diventa parco veicoli corazzati (su Comando, ufficio amministrazione, reparto manutenzione, reparto servizi, magazzino ricambi) con sede in Caserta; - i due magazzini centrali ricambi auto (Ma.C.R.A.) di Piacenza (3°) e di Roma (8°). Riforniscono in via normale le O.R.A. e i parchi mobili di G.U. - e in via eccezionale gli stabilimenti tipici della motoriz-
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Circ. SME n . l730/0rd/ll in !lata 24 se ttembre l949 (AUSSME, Rep. M/7, Racc.
824) . 16
Circ. SME n . 1982/0rd/lI in data IO dicembre l947 (ivi, Racc. 820).
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zazione - di ricambi per autoveicoli, materie prime, materiali di consumo, materiali vari. Ricevono i rifornimenti ordinari dall'U.A.A.R.E.; per quelli straordinari provvede direttamente il Ministero. Per l'impiego dei materiali e per la parte tecnica dipendono direttamente dall'I.G.M.; per la parte matricolare, dal deposito del centro autieri del C.M.T. di appartenenza (fino al 1949); per la parte amministrativa, disciplinare e matricolare (quest'ultima, dopo il 1949), dalla direzione dell'O.R.A. del C .M.T. di appartenenza; - i 4 depositi carburanti grande capacità (Monteu da Po, costituito in data 1 agosto 1947; Gozzano - Novara, costituito in data 8 novembre 1946; Mezzocammino - Roma e Monopoli - Bari). Dipendono: per l'impiego, dallo SME - Servizi; per la parte matricolare e amministrativa, dal deposito centro autieri di C.M.T.; per la parte disciplinare, dal Comando centro autieri (tranne il deposito di Mezzocammino, che dipende dal Comando reparti auto SME); - l 'autoreparto del MDE, che in data I ottobre 1947 si trasforma in autogruppo del MDE (100 autovetture, 27 autocarri, 25 autobus e furgoncini). Dipende per la parte tecnica dalla direzione della motorizzazione del C.M.T. di Roma e per il resto dal quartier generale del Ministero; - il Comando reparti auto dello SME (costituito nell'agosto 1946) ed Enti dipendenti (21 ° autoreparto speciale, parco veicoli efficienti, deposito carburanti di Mezzocammino). Dipende per l'impiego dallo SME - Servizi e per la parte tecnica e disciplinare dalla direzione della motorizzazione del C.M.T. di Roma. Tn data 31 dicembre 1947 sono sciolti il Comando reparti auto SME e il 21 ° autoreparto speciale e sono costituiti il Comando autogruppo di manovra e l'autogruppo di manovra dello SME, su Comando, I O autoreparto (4 autosezioni), 2° autoreparto (3 autosezioni, di cui una mista) e officina, con un totale di 27 moto, 10 A VT, 2 ACL, 50 ACM, 104 ACP, 6 autoambulanze, 6 autobotti, 3 autocisterne ecc .. Al livello di organi periferici di 3° grado non sono più ricostituiti i reggi menti autieri creati nel 1942 per trasformazione dei centri autieri. Con la costituzione di Comandi centri autieri si ritorna alla formula anteguerra, e inoltre le riparazioni di 3° grado fanno capo a specifici organi esecutivi (reparti riparazioni automobilistiche); questi nuovi organi dipendono ambedue dalla direzione della motorizzazione di C.M.T. competente per territorio. La loro fisionomia tecnico - amministrativa è definita dalla Circ. SME n. 76/0rd. li in data 26 gennaio 1947 e dalla Circ. MG - I.G.M. n. 600/G.M . in data 4 febbraio 1947.17 I reparti riparazioni auto comprendono (1946) ufficio comando, officina (direzione, 3 sezioni di officina, squadra trasporti e nucleo soccorso) e parco veicoli inefficienti; non hanno autonomia amministrativa ma sono distaccamenti dei depositi autieri. A partire dal gennaio
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A USSME, Rep. M/7, Racc. 820.
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1947 assumono la denominazione di officine riparazioni automobilistiche (0.R.A.), normalmente una o due per C.M.T .. Le O.R.A. si articolano su direzione, servizio tecnico (ufficio tecnico e officina) e servizio di amministrazione; ad esse viene conferita piena autonomia amministrativa. A partire dal 1 ° marzo 1949 assumono alle loro dipendenze disciplinari, amministrative e matricolari i parchi veicoli efficienti, che per l'impiego degli automezzi in carico ricevono disposizioni direttamente da SME - Servizi. 18 Si distinguono - in base alla capacità di lavoro - in tre classi (1 ", 2", 3"). Effettuano le riparazioni di 3° grado e le riparazioni di 2° grado eccedenti le possibilità degli organi esecutivi delle G.U., provvedono a mezzo di officine civili convenzionate alle riparazioni eccedenti le loro possibilità, conservano nel parco veicoli efficienti - e distribui scono - gli autoveicoli già abbisognevoli di grandi riparazioni e rimessi in efficienza da11e officine civili, riforniscono gli Enti e reparti di materiali vari, ricambi e gomme e intervengono, in caso di necessità, in operazioni di recupero di mezzi incidentati per il cui sollevamento e trasporto sia richiesta una speciale attrezzatura.. Il direttore delle O.R.A. (ten. col. del Servizio automohilistico) esercita funzioni di comandante di corpo nei riguardi degli Enti dipendenti (parco veicoli efficienti e - per la 3" e 8" O.R.A. - 3° e 8° Ma.C.R.A.). I Comandi centri autieri (1 per C.M.T. e per la Sardegna) sono costituiti per trasformazione del deposito dei disciolti reggimenti autieri c hanno la stessa numerazione del C.M.T. di appartenenza; il loro comandante ha attribuzioni di comandante di corpo nei riguardi degli Enti dipendenti. Sulla base della citala Circ. SME n. 76/0rd./II in data 26 gennaio 1947, questi ultimi comprendono: - il deposito, che provvede alla parte matricolare di tutti gli Enti dipendenti dai Comandi dei centri e dalle direzioni delle O.R.A., e a1la parte amministrativa degli Enti dipendenti dai Comandi dei centri; - l'autoreparto e l'officina leggera da esso dipendente, che per l'impiego ricevono ordini dall'Ufficio Servizi del C.M.T .. Nei loro confronti, il Comando di centro svolge le funzioni di ufficio materiali; - il parco veicoli efficienti (fino al 1949), che per l'impiego riceve ordini da SME - Servizi; - il deposito carburanti grande capacità eventualmente dislocato nell'area di giurisdizione, che per l'impiego - come si è visto - riceve anch'esso ordini da SME - Servizi; - uno o più depositi carburanti di media capacità, solo per le esigenze del C.M.T .. Come già si è accennato, con la Circ. SME n. 250/0rd.II in data 21 febbraio 1949 i parchi veicoli passano alle dipendenze delle O.R.A. e il deposito provvede alla parte amministrativa e matricolare dei soli
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Circ. SME n. 250/0rd./ll in data 21 febbraio 1949 (AUSSME, Rep. Mn, Racc. 823).
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Enti dipendenti del Comando centro. Per la Sardegna, la predetta circolare precisa che la 14A O.R.A. e il 14° autoreparto ivi dislocati dipendono in linea tecnica e disciplinare dalla direzione della motorizzazione dell'Vlll C.M.T. (tramite il Comando brigata "Calabria"); per la parte amministrativa e matricolare del 14° autoreparto (che non è amministrativamente autonomo) provvede il deposito misto della Sardegna. In conclusione i centri autieri, pur con diverso ordinamento, svolgono funzioni analoghe a quelle previste fino al 1943 per i centri/reggimenti automobilistici.19 I depositi carburanti di media capacità svolgono attività di 2° grado. Cu stodiscono le dotazioni di 2A linea (poi scorte) di C.M.T. o di G.U., eventuali aliquote di carburanti e lubrificanti accantonate per particolari esigenze, e le assegnazioni di carburanti disposte dagli organi centrali per le normali esigenze logistiche e addestrative degli Enti e reparti che fanno loro capo. In quanto organi intermedi di smistamento dai depositi di grande capacità a quelli di piccola capacità dei corpi e reparti, hanno la funzione di anello della catena logistica. Dipendono a tutti gli effetti dai Comandi centri autieri, ai quali compete la direzione, la vigilanza tecnica, il controllo di gestione nonchè il controllo amministrativo - contabile. Quelli di G.U. per la parte amministrativa e matri. colare dipendono dal deposito di G.U. e per il resto dal parco mobile. Ai depositi di media capacità fanno capo i depositi carburanti di piccola capacità, organi costituiti da Enti e reparti autonomi con personale e mezzi propri per la distribuzione di carburanti e lubrificanti, non sulla base di tabelle organiche prefissate ma tenendo conto di specifiche esigenze. Svolgono attività logistica di 1 ° grado, e in particolare conservano e distribuiscono 1'aliquota di reparto delle dotazioni di 1A linea, nonchè quella specificamente assegnata per le normali esigenze di vita, addestrative e logistiche dell'unità di cui fanno parte. Sempre al livello di Enti territoriali, un cenno meritano anche la sezione meccanica tipo A (130 specialisti civili) e la sezione meccanica tipo B (50 specialisti civili), Enti provvisori costituiti nell'immediato dopoguerra rispettivamente presso l'O.A.R.E. di Bologna e la 2A O.R.A. di Genova (con personale tratto dalle disciolte sezioni staccate di stabilimento di artiglieria di Genova e Bologna) per la produzione di parti di ricambio di automezzi di origine alleata, 20 alla cui riparazione provvede la stessa O.A.R.E., con l'ausilio - per gli automezzi di origine alleata della divisione "Folgore" - della 161\ O.R.A. di Verona (posta alle dipendenze della stessa divisione Folgore dal 1 ° ottobre 1947). 2 1
19 Cfr. MG, Tabelle graduali e numeric he di forma zione di pace de/l 'automobilismo militare. Roma 1936 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 522/3). 20 Circ. SME n. 680/0rdin. in data 15 maggio 1948 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 821 ). 2 1 Circ. SME n. 1720/0rd./l I in data 22 settembre 1947 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 820).
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Le formazioni tipiche dei trasporti automobilistici sono: - l'autogruppo, composto da numero vario di autoreparti e da un'autofficina; - l'autoreparto, composto nel 1946 da Comando (2 moto, 1 AVT, 2 ACP), numero vario di autosezioni e officina leggera; - l'autosezione, composta da Comando e 4 squadre autocarri (6 per squadra); - l ' autosezione mista, composta (1946) di 10 moto, 15 AVT (19 nel 1948) e 6 ACP; - la sezione autoambulanze(] 946), composta da 20 autoambulanze. La struttura prima indicata viene gradualmente adottata nel periodo dal 1946 al 1950. Nei primi anni 50 sono costituiti nuovi Enti o ampliati queJli esistenti, e gli organi esecutivi di 4° grado raggiungono il punto di massima espansione. In particolare: - il 15 ottobre 1952 viene costituito il magazzino centrale ricambi mezzi corazzati di Caserta (Ma.C.Ri.Co.), Ente amministrativamente autonomo che nasce per trasformazione del magazzino ricambi del parco veicoli corazzati di Caserta e svolge nei riguardi dei mezzi corazzati le stesse funzioni dei Ma.C.R.A.; - il 1 ° ottobre 1954 viene costituita in Nola una seconda O.R.Me.C.; - la S.O.A.R.E. di Piacenza diventa autonoma e si trasforma in O .R.T.E. (officina riparazione trattori esercito); - il LO maggio 1954 viene costituita la Se.Ma.C.Ri.Co.(sezione magazzino ricambi mezzi corazzati) di Lenta (Vercelli); - il I O ottobre 1952 viene costituito un quinto deposito carburanti di grande capacità in Godiasco; - il I 6 dicembre 1953 viene costituito in Bracciano il primo reparto riparazione aerei leggeri (R.R.A.L.E.) con Quadri del corpo automobilistico e alle dipendenze tecniche e d'impiego dell'l.G.M .. Questa organizzazione riceve un primo collaudo con l'Esigenza T dell'autunno 1953, che comporta elevati consumi di carburanti e lubrificanti (1795 t di benzina comune, 447 l di benzina s uper, 659 t di gasolio, ecc.). In questa occasione la struttura organizzativa del Servizio si rivela nel complesso rispondente alle esigenze, ma affiorano anche deficienze spesso antiche (scarsità di mezzi; negativi riflessi sulla manutenzione e sul rifornimento di parti di ricambio dell 'impiego di 60 tipi diversi di automezzi e mezzi corazzati; scarsità di autocisterne, ecc.).22 Il consistente aumento del parco mezzi corazzati nei primi anni 50 e i problemi di manutenzione che ne derivano inducono lo SME a potenziare (giugno 1955) gli organi direttivi del servizio motorizzazione al livello di G.U. corazzata e di reggimento carri/semoventi, disponendo: - la costituzione presso il Comando divisione corazzata di un ufficio motorizzazione con 2 U. (un carrista che abbia frequentato il corso
22
F. Stefani, Op. cit. (Voi. III Tomo T), p. 968.
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superiore automobilistico e uno del Servizio automobilistico, possibilmente appartenente al servizio tecnico); - 1' assegnazione di un ufficiale addetto agli automezzi e mezzi corazzati al Cdo rgt. a. smv. di C.A., al btg. cr. e ai gr. dei rgt. a. per D. cor.; - l'attribuzione a un ufficiale dell'o.1. per Cdo rgt. cr. del compito di addetto agli automezzi e mezzi corazzati; - l'attribuzione al comandante del reparto trasporti e riparazioni del rgt. a. per D. cor. del compito di addetto agli automezzi e mezzi corazzati .. Nel luglio 1956 sono potenziati anche gli organi esecutivi per la manutenzione e le riparazioni ai minori livelli (battaglione e reggimento) delle unità non corazzate, abolendo il posto riparazione (P.R. - organo intermedio tra il posto manutenzione e 1'0.1. che provvedeva alla manutenzione e piccole riparazioni al livello di battaglione), e sostituendolo con il posto manutenzione (p.m.), che non è più un "complesso di sole attrezzature per la manutenzione dei materiali del Servizio motorizzazione gestito dal personale dei reparti cui viene temporaneamente distaccato" (Nomenclatore 1956, p. 85) ma diventa un organo logistico a fisionomia compiuta !come tale composto da personale e materiali - N.d.a.] avente il compito della manutenzione e delle piccole riparazioni e "impiantato, di norma, al livello di battaglione od unità corrispondente" (Nomenclatore 1962, p. 179). E' intermedio per potenzialità tra stazione di servizio e officina leggera ed è composto da un sergente motorista capoposto, 3 meccanici automezzi, l elettricista magnetista, I saldatore. · L'assetto degli organi di manutenzione e riparazione di I O grado definito con i predetti provvedimenti del 1955- 1956 rimane invariato nelle linee essenziali fino alla ristrutturazione del 1975 ed è caratterizzato: - dalla presenza dell'officina leggera - e quindi. della piena autonomia logistica di 1° grado - sono nell'ambito dei rgt. carri e semoventi; - dalla presenza del posto manutenzione nelle rimanenti unità (rgt. f. e sue specialità; rgt. a. T .M., ccc.), che pertanto non hanno piena autonomia logistica di I O grado per la manutenzione e le riparazioni dei materiali del Servizio della motorizzazione. Alla data del I O gennaio 1956 gli organi esecutivi centrali e periferici sono i seguenti: 1 centro approvvigionamento autoveicoli ricambi esercito, 1 O.A.R.E., 1 O.R.T.E., 2 0.R.Me.C. e un distaccamento O.R.Me.C., 2 Ma.C.R.A., 1 Ma.C.Ri.Co. e 1 sezione Ma.C.Ri.Co., 1 parco veicoli corazzati, 5 depositi carburanti grande capacità (2 tipo A e 3 tipo B), 1 autogruppo di manovra dello SME, I autogruppo del MDE, 11 Comandi centro autieri, 12 autoreparti territoriali, 2 autogruppi di corpo d 'armata, 16 reparti trasporti di G.U. e lementare, 3 reparti trasporti e riparazioni per reggimento di artigli eria di divisione corazzata, 12 O.R. territoriali (3° grado) con relativi parchi veicoli efficienti inefficienti, 14 officine mobili di G.U., 14 parchi mobili di G.U.. La contrazione, nel 1957, dei C.M.T. da 11 a 6 provoca una parai-
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lela contrazione degli organi territoriali tipici di 3° grado della motorizzazione, peraltro accompagnata dalla costituzione di nuovi organismi. Nel loro complesso e rispetto ad altri Servizi, gli organi di trasporto e manutenzione di 3° grado sono ridotti in misura assai modesta. In particolare, nel periodo 1957 - 1958: - sono soppressi le direzioni della motorizzazione dei C.M.T. disciolti e 5 Comandi centri autieri (2°, 3°, 4 °, 6°, 9 °), lasciandone in vita solo 6 (uno per C.M.T.); - il 2° e 9° autoreparto prima alle dipendenze dei Comandi centri autieri del Il e IX C.M.T. sono contratti ad autosezione mista e dipendono dai C.M.T.R. di Torino e Napoli; analogamente gli autoreparti e depositi di media capacità già alle dipendenze dei Comandi centri autieri disciolti passano alle dipendenze dirette dei C.M.T.R. competenti per territorio; - i Comandi centri autieri rimasti non sono più considerati corpi amministrativamente autonomi ma distaccamenti amministrativi dei neocostituiti depositi misti (vds. capitolo XIII). Pertanto i loro depositi sono trasformati in uffici amministrazione e non svolgono più i compiti loro assegnati nel 1949, che passano agli stessi depos iti misti; - due O.R.A. (2"' di Genova e 9"' di Bari) sono contratte a sezioni staccate rispettivamente della 1"' e 10"' O.R.A.; - sono costituiti nuovi organi per le crescenti esigenze della A .L.E. (2° R.R.A.L.E. di Bologna - gennaio 1957; sezione esperienze aviazione presso il centro studi ed esperienze della motorizzazione - luglio 1958); e i primi organi di riparazione per elicotteri; - con Circ. SME n. 750 - R/152 in data J5 luglio 1958 viene istituito presso il Ma.C.R.A. di Roma il centro controllo rifornimenti materiali del servizio della motorizzazione (CO.Rl.MO.), con punti controllo presso i Ma.C.R.A. e presso il Ma.C.Ri.Co. e nuclei controllo presso l'O.A.R.E., l'O.R.Me.C., l'O.R.T.E. e le O.R.A.; - con la predetta circolare viene attribuita all'8° centro autieri di Roma la competenza sui contratti per l'approvvigionamento centralizzato di carburanti e lubrificanti. Negli anni 60, e in particolar modo dopo l'emanazione dei decreti delegati del 1965, anche gli organi esecutivi di 3° e 4° grado del Servizio subiscono un processo di razionalizzazione e riordinamento che non riguarda tanto la loro soppressione ma piuttosto le loro dipendenze e comporta - in genere - l'istituzione di nuovi Enti o il potenziamento della capacità di lavoro di quelli esistenti. Con la Circ. MDE n. 1/2339 in data 5 ottobre 196423 e le Circ.SME derivate sono soppressi i 6 Comandi centri autieri di C.M.T. rimasti dopo la riduzione del 1957 (1°, 5°, 7°, 8°, 10°, 11 °); gli organi esecutivi prima alle dipendenze dei predetti Comandi rimangono in vita e passano
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AUSSME, Rep. M/7, Racc. 855.
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alle dipendenze dirette (disciplinari, addestrative e d'impiego) rispettivamente dell'ufficio Servizi del C.M.T. (autoreparto) e della direzione della motorizzazione (depositi di media capacità). L'attività relativa ai contratti per l'approvvigionamento centralizzato dei carburanti e lubrificanti già di competenza dell'8° Comando centro autieri di Roma viene assorbita dalla direzione della motorizzazione dell'VIII C.M.T.R.; i depositi carburanti di grande capacità passano alle dipendenze tecnico-amministrative dell'l.G.M., continuando a ricevere ordini, per l'impiego, da SME - Servizi. Un'altra soppressione conseguente ai decreti delegati riguarda il centro controllo rifornimenti materiali della motorizzazione (CO.Rl.MO.), le cui competenze, in data 1° aprile 1968 passano al IV reparto/ISPEL dello SME. Lo sviluppo del parco veicoli corazzati, dei mezzi speciali e dei mezzi deJl' A.L.E. richiede la costituzione dei seguenti nuovi organismi: - sezione riparazione materiali speciali (rampe lanciarazzi Honest fohn) presso la 4" O.R.A. (1 ° giugno 1960); - sezione di Passo Corese del centro studi ed esperienze della motorizzazione di Roma, per le prove pratiche dei mezzi (1 ° gennaio 1961); - 3° R.R.A.L.E. di Orio al Serio ( I settembre 1965); - 2° parco veicoli corazzati di Lenta ( l O aprile I 968). Di conseguenza, il parco veicoli corazzati di Caserta assume la denominazione di 1 ° parco veicoli corazzati; - ufficio di sorveglianza e controllo tecnico delle coproduzioni presso l'O.R.Me.C. di Bologna, costituito nel luglio 1968 e articolato nei nuclei IMSO operanti presso le sedi delle principali industrie private fornitrici (OTO - Melara, Fiat di Torino, Lancia/IVECO di Bolzano, Pirelli e Marelli di Milano). Di notevole rilievo il riordinamento degli organi di riparazione di 3° grado nel periodo 1966 - 1967 , 24 con il quale la struttura delle O.R.A. subisce le modifiche più profonde del dopoguerra. La nuova fisionomia prevede: - il conferimento dell' incarico di direttore a un colonnello del Servizio automobilistico anzichè a un tenente colonnello; - l' inserimento nella direzione di un ufficiale superiore preposto all'attività di rifornimento dei materiali; - l' estensione delle attività delle O.R.A. all'intero settore della motorizzazione (mezzi ruotati e cingolati) e la conseguente costituzione di una sezione per la riparazione di mezzi corazzati presso 6 O.R.A. (3·\
6", 7", 8", 10" e 11 "). Quest' ultime assumono - con dipendenze invariate - la nuova e più estensiva denominazione di officine riparazioni motorizzazione esercito
24 Circ. SME n. 10 - R/1526 3423 in data 16 febbraio 1967 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 858).
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(0.R.M.E.), con una struttura di base unificata suddivisa in 5 settori di attività: segreteria e personale, riparazioni, controllo e collaudo, rifornimenti e amministrazione. Sono classificate in tre tipi (A, B e C) in base al carico di lavoro, ai quali corrispondono organici differenziati. Contemporaneamente sono riordinati anche gli organi di manutenzione di 1° e 2 ° grado. In particolare: - i posti manutenzione si distinguono in tipo A (per mezzi ruotati e corazzati), con 1 SU. e 7 Tr. e in tipo B (solo per mezzi ruotati) con I SU. e 5 Tr.; - le officine leggere sono di tre tipi: A (per mezzi ruotati e corazzati) con 13 SU. e 19 Tr.; B (solo per mezzi ruotati) con 11 SU. e 19 Tr.; C (per battaglioni carri, bersaglieri, meccanizzati e corazzati) con 12 SU. e 14 Tr .. Le attrezzature essenziali e i veicoli speciali per il trasporto delle officine sono omologati con Circ. SME n. 859/212. 512161 in data 25 febbraio 1974 Officine leggere tipo A, Be C su rimorchio unificato pesante, autocarri CP/70 e rimorchio bi,?a da 1 T. L'officina leggera tipo B effettua le riparazioni di I grado per i veicoli ruotati e costituisce nucleo di base per le officine tipo A e C. E' caratterizzata, oltre che da completa mobilità, dall'assoluta autonomia operativa, in quanto dispone di un gruppo elettrogeno da 10 Kw e di attrezzature azionate da motori a combustione interna. E' trasportata con un autocarro pesante Fiat CP 70, un rimorchio furgonato pesante unificato e un rimorchio biga da 1 t (trainato da un autocarro da trarsi da quelli in dotazione all'officina leggera). E' assegnata al momento ( 1974) ai rep. RRR di G.U., agli autogruppi e ad alcuni reggimenti del genio e di artiglieria; successivamente, dopo la ristrutturazione del 1975, anche alle unità ruotate a livello battaglione. L'officina leggera tipo A effettua le riparazioni di I O grado per i veicoli ruotati e corazzati ed è costituita dalle stesse dotazioni previste per l'officina leggera tipo B, più attrezzature di uso generale per veicoli corazzati e dotazioni specifiche per ciascun tipo di veicolo corazzato in carico al reparto. In aggiunta ai mezzi di trasporto previsti per l'officina tipo B, essa dispone di un ACP Fiat CP 70; è assegnata al momento ( 1974) a unità a _livello reggimento che hanno in carico veicoli ruotati e cingolati. L'officina leggera tipo C ha le stesse caratteristiche di quella tipo A,ma ha una costituzione più leggera, in quanto è assegnata alle unità al livello di btg. bersaglieri, carri e corazzati. Nel 1966 lo scioglimento dell'I.G.M. e la costituzione della direzione generale interforze della motorizzazione e combustibili (MOTORDIFE) e dell'Ispettorato logistico dell'esercito rendono necessarie numerose varianti nelle dipendenze degli organi esecutivi centrali. La citata Circ. SME n. 1640/1526112 in data 31 dicembre 1966 sancisce il passaggio alle dipendenze delle direzioni della motorizzazione dei C.M.T.R. dei seguenti organi centrali di conservazione e distribuzione dei materiali, prima facenti capo all'I.G.M.: - i due Ma.C.R.A. di Piacenza e Roma; O
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- il Ma.C.Ri.Co. e il parco veicoli corazzati di Caserta (e, successivamente, anche quello di Lenta costituito nel 1968); - la sezione Ma.C.Ri.Co. di Lenta; - i 5 depositi carburanti di grnnde capacità (Gozzano, Monteu da Po, Godiasco, Vitinia, Monopoli); - i 3.R.R.A.L.E. (Bracciano, Bologna e Orio sul Serio). Le attività logistiche di competenza dei predetti Enti sono svolte esclusivamente in base a11e disposizioni dell'ISPEL esercito, di norma impartite tramite la direzione della motorizzazione di C.M.T. e, in casi particolari, direttamente. Ai sensi della citata Circ . M DE - ufficio del Segretario Generale n. 0228/PD in data 24 gennaio 1967 (Ali. 5) passano invece alle dipendenze di MOTORDIFE, a decorrere dal l O gennaio 1967: - il centro studi ed esperienze della motorizzazione di Roma; - il centro approvvigionamento autoveicoli e ricambi esercito di (C.A.A.R.E.) di Torino, che perde la specificazione "esercito"e continua a svolgere gli stessi compiti in un quadro interforze; - le O.R.Me.C. di Bologna e Nola e la sezione staccata O.R.Me.C. di Ghisa (Vicenza); - l'O.A.R.E. di Bologna; - l' O .R.T.E. di Piacenza. Ai sensi degli Artt. 3 e 5 del D.P.R. n. 1481 del 1965, i C.M.T.R. rispettivamente competenti per territorio esercitano su questi Enti il potere disciplinare e l'alta vigilanza ai fini del coordinamento udla loro attività con quelle di carattere operativo e logistico svolte nell'ambito degli stessi C.M.T.R .. Il D.M. 29 dicembre 1977 (vds. capitolo Xlll) conferma queste dipendenze e cambia le denominazioni: - dell'O.A.R.E. di Bologna, in stabilimento autoveicoli da trasporto ; - dell ' O.R.Me.C. di Bologna, in stabilimento veicoli da combattimento di Bologna, con le sezioni staccate di Montecchio Maggiore (ex - sezione staccata O.R.Me.C.) e di Piacenza (ex - O.R.T.E.); - dell'O.R.Me.C. di Nola, in stabilimento veicoli da combattimento; - del centro studi ed esperienze della motorizzazione di Roma, in centro tecnico della motorizzazione, con relativa sezione staccata di Passo Corese. In data 1° gennaio 1971 il l 2° e 3° R.R.A.L.E. cessano di fare capo ai C .M.T.R. e passano alle dipendenze rispettivamente: - del C.A.A.L.E., con competenza sul territorio di giurisdizione dell'Vill, X e XI C.M.T.R . e del Comando Militare della Sardegna; - del Comando del VI corpo d'armata, con competenza sul territorio di giurisdizione del VII e V C.M.T.R.; - del Comando del TTI corpo d'armata, con competenze sul territorio di giurisdizione del l e V C.M.T.R .. Si tratta - va sottolineato - dell' unico caso nel quale organi di 3° e 0
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4° grado dipendono non dai C.M.T.R. o dagli organi centrali, ma da centri di addestramento o Comandi di G.U. complessa. La ristrutturazione del 1975 - 1976 comporta varianti e riduzioni tutto sommato molto limitate negli Enti territoriali della motorizzazione. Le O.R.M.E. rimangono 12, di cui 7 (3" di Milano, 4" di Verona, 5" di Treviso, 7" di Firenze, 8" di Roma, 10" di Napoli, 15" di Padova) tipo "A" e 5 ( 1" di Torino, 6" di Bologna, 9" di Bari, 11" di Palermo, 12" di Cagliari) tipo "B". I C.M.T.R. dell'Italia continentale, quindi, hanno almeno una O.R.M.E. tipo A e una O.R.M.E. tipo B; fa eccezione l ' VIII C.M.T.R. che ne ha una sola, mentre il V C.M.T. dispone - per ovvi motivi - di 3 O.R.M.E. tipo A. Le isole hanno solo un'O.R.M.E . tipo B. I depositi di grande e media capacità sono riordinati con alcune riduzioni; il Libro bianco della difesa 1977 prevede, per quanto attiene alla motorizzazione, solo l'ulteriore soppressione di un ' O.R.M.E .. Naturalmente, la riduzione del numero di unità comporta di per sè anche una riduzione di circa il 20% del numero complessivo delle officine di I O e 2° grado, che dovrebbe andare a vantaggio della funzionalità e del personale e attrezzature delle rimanenti. Con la costituzione, nel 1976, del Comando Servizi trasporti e materiali dell'esercito dipendono da quest'ultimo - per il solo profilo funzionale e nell'ambito deJla logistica dei materiali - gli Enti di 4° grado preposti alla conservazione e distribuzione dei mezzi, materiali e ricambi della motorizzazione (Ma.C.R.A., ecc.) che prima erano alle dipendenze dell'lSPEL. Nel corso degli anni 80, gli organi di 3° e 4° grado di forza armata subiscono ulteriori varianti e riduzioni, sostanzialmente finalizzate a realizzare con concentramenti e unificazioni di organi esecutivi i nuovi principi della logistica per funzioni, costituendo per ciascuna Regione Militare un solo centro rifornimento pluriservizi e trasformando le O.R.M .E. per metterle in grado di svolgere riparazioni di 3 ° grado non solamente per i materiali, mezzi e complessivi della motorizzazione ma per i materiali di tutti i Servizi. La problematica che nasce dalla fusione di componenti logistiche separate, che nei primi anni 80 funzionano ancora con diversi criteri di gestione tecnico-amministrativa e del materiale, diverse infrastrutture e diversi organi direttivi ed esecutivi di 3 ° grado, è assai complessa e tuttora ( 1992) in corso di risoluzione. Essa appartiene all'attualità e non alla storia e risente di nuove esigenze derivanti soprattutto da: - crescente antieconomicità delle riparazioni di 4° grado e anche di 3 ° grado, alla quale si è già accennato nel capitolo Xll; - unificazione della gestione dei materiali con il R.A.U.1976 (vds. capitoli XIII e XIV), che rende possibile, necessaria e urgente la rielaborazione e armonizzazione dell'intera materia, con l'emanazione di norme comuni e l'abolizione delle distinte procedure particolari prima in vigore per ciascun servizio; - carenza di idonee infrastrutture, di personale specializzato (specie SU.) ecc. a fronte della necessità di disporre di spazi più ampi e di nu-
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merosi Quadri in poche sedi, per assicurare il funzionamento degli organi pluriservizi fondamentali di 3° grado; - insufficiente mobilità del personale, specie al livello di SU .. 2 5
4. Norme tecniche per la manutenzione e riparazione
A premessa dell'analisi che verrà condotta, è necessario chiarire la differenza che - in linea generale - intercorre tra manutenzione ordinaria o giornaliera e riparazione, differenza da mettere bene a fuoco anche perchè ì Nomenclatori militari Ed. 1962 e Ed. 1969 indicano il significato di riparazione ma non quello di manutenzione, mentre il nuovo concetto di mantenimento introdotto negli anni 70 (vds. capitolo X) postula un nuovo rapporto tra manutenzione e riparazione. La manutenzione - affidata anzitutto al conduttore o all'equipaggio del veicolo sotto la guida e il controllo dei comandanti di reparto (compagnia e/o plotone) - viene effettuata servendosi delle dotazioni di bordo e/o di attrezzi, piccole parti di ricambio, materiali di consumo e utensili elementari forniti dall'organo di manute nzione del reparto, se necessario con l'intervento anche di personale specializzato. Ha lo scopo di mantenere costantemente impiegabile e in buona efficienza il mezzo. Deve essere effettuata prima, durante o dopo l'impiego e comprende un complesso di operazioni elementari miranti a prevenire le inefficienze o quanto meno a individuarle correttamente e ripararle o farle riparare tempestivamente prima che diventino più gravi (pulizia generale del veicolo e/o di singole parti; controllo della regolazione e messa a punto dei vari organi meccanici e dei pneumatici e batterie; serraggio delle viti e sostituzione di piccoli particolari ; controllo dei livelli di acqua, olio, lubrificante, liquido dei freni, cambio olio ecc.). Secondo la definizione data dal Nomenclatore 1969, per riparazione si intende invece un"'attività logistica diretta a rimettere in effi cienza, per consentirne il reimpiego, mezzi e materiali in avaria. In base alla durata della lavorazione, le riparazioni vengono distinte in categorie"26 (ad ogni categoria corrisponde di massima, come già si è vi sto ai precedenti capitoli IX e X, uno specifico tipo di organo di riparazione e un determinato grado o anello logistico). Diversamente da quanto avviene per la manutenzione, quindi, le riparazioni vere e proprie sono attività sempre compiute da organi specializzati di 1°, 2°, 3° e 4° grado, alle quali si ricorre - con modalità prestabilite - in caso di avaria che rende il mezzo non più di conveniente o possibile impiego.
25 Per uno sguardo complessivo sulla problematièa all'inizio degli anni 80 Cfr. Cdo Servizi trasporti e materiali dell ' Esercito, Riunione dei Capi e dei direttori degli organi direttivi ed esecutivi territoriali (Roma, 2-3 marzo 1982) e ID., Re laz io ne sulla riunione dei Capi e d ei direttori degli organi direttivi cd esecutivi territoriali (Roma, 2-3 marzo 1982). 26 Pub. SME n. 5895 Nomenclatore ... (Cit.}, p. 114.
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Da sempre una buona manutenzione ordinaria e giornaliera del mezzo previene le avarie e ne assicura di per sè il pieno rendimento e l'impiego prolungato. Dopo il 1945, ai Quadri è richiesta una nuova " mentalità motorizzata" tutt'altro che facile da acquisire, e che dovrebbe sostituire la tradizionale "mentalità del quadrupede". Altrettanto ovvia - ma non superflua perchè da sempre difficile da realizzare concretamente - appare la constatazione (più volte ribadita da circolari e istruzioni dopo il 1945) che il rendimento dell'intero parco autoveicoli e mezzi corazzati dipende - oltre che dalla rusticità e qualità dei mezzi - dalla tempestività, rapidità ed efficacia delle riparazioni, che a loro volta dipendono dalla disponibilità quantitativa e qualitativa di organi di riparazione ai vari livelli, di Quadri e personale specializzato, di pneumatici, materie prime e parti di ricambio, e infine dall'addestramento dei conduttori e dal corretto impiego del mezzo da parte delle unità. Sul buon andamento della manutenzione e delle riparazioni nell'immediato dopoguerra pesa molto l'esperienza (in negativo) dell'Africa Settentrionale (vds. capitolo VIII). Scrive, in merito, il Col. del Servizio automobilistico Latilla nel 1950: l'automezzo è un organismo molto delicato e, come tale, ha molte esigenze. Trascurarlo equivale a metterlo fuori uso in un brevissimo tempo o nell'ipotesi migliore, trovarlo inefficiente proprio quando se ne ha bisogno ed è troppo tardi per provvedere altrimenti. Secondo dati ricavati in A.S. e quelli non ufficiali avuti da altri cscrc.iti, in caso di impiego intenso e prolungato Lcomc avviene in campagna - N.d.a.] la percentuale dei mezzi inefficienti può raggiungere perfino il 30% (sempre quando, bene imcso, non difettino le parti di ricambio e le officine di riparazione). I 4/5 della suddeua percentuale è però senz'altro da attribuirsi alla deficiente manute nzione dovuta alla trascuratezza dei conduttori e alla mancata sorveglianza del personale di controllo [questi inconvenienti in guerra si verificano spesso per difetto di addestramento, o per cause di forza maggiore che aumen tano le esigenze d'impiego a tutto d.iscapito del tempo disponibile per la manutenzione N.d.a.].27
Ciò premesso, l'evoluzione dei criteri adottati nel dopoguerra per la manutenzione e riparazione degli autoveicoli dei reparti può essere suddivisa in quattro periodi, ai quali corrispondono diversi criteri: - 1" FASE (dal 1943 al 1946). Viene ancora applicata, di massima, la regolamentazione dell'anteguerra e del periodo di guerra, con particolare riguardo alla Pub. n. 3813 Istruzione sul servizio automobilistico in guerra - Ed. 1940 (vds. anche Tomo I 0 , capitolo VI); - 2" FASE (dal 1946 al 1961). E ' introdotto un nuovo sistema di manutenzione basato su operazioni giornaliere rigidamente prefissate (di origine inglese) che il conduttore è tenuto a svolgere, e su ispezioni periodiche di competenza dei vari livelli (sistema del compito giornaliero);28
27 D . Latilla, Op. cit., p. 34. 28 ivi, pp. 33-53, e 393-416. Cfr. anche O. M orino, L 'amministrazione dei materiali dell'esercito - Libro Primo, Roma 1959, pp. 273-300.
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- 31\ FASE ( dal 1961 al 1977). Il sistema del compito giornaliero viene sostituito da nuove norme basate - oltre che su attività di manutenzione ordinaria del conduttore meno rigidamente regolamentate e più semplici - su ispezioni da effettuare da parte degli organi specializzati non più a scadenze temporali, ma in base al chilometraggio percorso dal singolo automezzo e/o ai suoi parametri di impiego; - 4A FASE (dal 1977 in poi). Entra in vigore il sistema derivante dal nuovo concetto di mantenimento (vds. capitolo X), nel quale la manutenzione preventiva fa premio sull'attività di riparazione. Le norme per la manutenzione variano a seconda che il mezzo sia in effettivo esercizio presso i reparti per servizi ed istruzione, oppure in riserva (per breve durata o per tempo indeterminato). In questa sede, ci soffermeremo particolarmente sulla manutenzione degli automezzi in dotazione ai reparti ed effettivamente impiegati.
2A FASE (1946 - 1961) Il sistema del compito giornaliero viene regolamentato con la Circ. del MG - DGAM n. 7302/2 C.A. in data 30 agosto 1946 e descritto nell'opuscolo (con grafico) mod. I.M.A. 3 Norme per L'ispezione e La manutenzione dell'autoveicolo secondo il sistema del compito - Ed. 1946, in consegna ad ogni conduttore. Le predette circolari indicano minutamente le operazioni di manutenzione che il conduttore è tenuto a svolgere ogni giorno per ben determinate parti dell'autoveicolo a lui in consegna, in modo che in un periodo di tempo prefissato (14 giorni per gli autoveicoli e 7 giorni per i motocicli) l'automezzo sia interamente sottoposto a controllo dal conduttore stesso. Il compito giornaliero per la manutenzione richiede al conduttore circa un'ora di tempo e deve essere svolto ogni mattina prima dell'inizio del servizio, o posticipando del necessario l'ora di uscita degli automezzi o anticipando la sveglia. Esso deve essere effettuato per reparto (plotone, compagnia, batteria) a tutti gli automezzi compresi quelli inefficienti in attesa di riparazione, alla presenza di tutti gli ufficiali e sottufficiali così come avveniva per il Governo dei quadrupedi. In tal modo il comandante può intervenire prontamente per quelle operazioni di manutenzione che richiedono il concorso del personale specializzato degli organi di manutenzione. L'avvenuta manutenzione giornaliera viene registrata dal conduttore in apposita casella del libretto di bordo mod. 412, sul quale ogni settimana il sottufficiale incaricato del controllo della manutenzione appone la sua firma. Per autoblindo, semoventi, carri armati e cingolati in genere la manutenzione giornaliera non compete solo al pilota ma all'intero equipaggio e l'applicazione del sistema del compito è integrata dalle prescrizioni contenute nella Circ. n. 354/1.M.A. in data 7 maggio 1956, che tiene conto delle particolari modalità indicate dai manuali tecnici di uso e manutenzione di ciascun tjpo di mezzo; da notare, a tal proposi-
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to, le difficoltà che discendono dall'eterogeneità del parco veicoli cingolati e corazzati. A cura del corpo di appartenenza, almeno una volta al mese si procede all'ispezione di tutte le particostituenti l'autoveicolo. L'ispezione viene annotata sul registro mod. 406, che rappresenta la dimostrazione analitica delle effettive condizioni del mezzo all'atto dell'ispezione, é impiantato per ciascun autoveicolo, è custodito dal comandante di reparto (compagnia) ed è suddiviso in 30 parti. La Circ. MDE -1.G.M. n. 5500/I.M.A. in data 22 luglio 1948 prescrive tassativamente che ogni tre mesi in occasione dell'ispezione mensile si deve procedere anche allo smontaggio dei pneumatici, sottoponendoli ad una minuziosa ispezione interna ed esterna, pulizia delle ruote e spolveratura delle camere d'aria con talco. Le modalità per la manutenzione nel corso degli anni 50 subiscono delle varianti o quanto meno danno luogo a differenti interpretazioni sulle operazioni da svolgere presso i reparti. Ad esempio la Pub. SME - Regolamenti n. 5060 Manuale per ufficiali del servizio automobilistico N. 7 della serie "Manuali per ufficiali inferiori di complemento - Ed. 1953 accenna a "norme attualmente allo studio e di prossima diramazione" le quali prevedono che la manutenzione degli autoveicoli si.a affidata, oltre che al conduttore o agli equipaggi, a "nuclei di manutenzione" che operano sotto la sorveglianza dell'ufficiale addetto agli automezzi e sono costituiti con personale specializzato tratto da posti di riparazione, officine kggere e posti manutenzione. Secondo la predetta Pub. n. 5060, oltre che la manutenzione giornaliera da effettuare prima del servizio, durante il servizio e dopo il servizio, il conduttore deve effettuare una manutenzione settimanale (le relative operazioni particolari di sua competenza sono elencate sul retro del foglio di marcia). I nuclei di manutenzione devono invece effettuare la manutenz ione mensile (per motocicli, autoveicoli comuni e speciali e semicingolati) e la manutenz ione quindicinale (per autoblindo, semoventi, mezzi corazzati e cingolati in genere). I nuclei di manutenzione ispezionano tutti gli organi dell 'autoveicolo secondo lo schema di una apposita Scheda di manutenzione e provvedono a lubrificare e ingrassare gli organi indicati nella Tabella di lubrificazione spec(fica a11egata al libretto di bordo; giornalmente, il 4% dei motocicli, autoveicoli comuni e speciali, semicingolati e 1'8% di autoblindo, semoventi., carri armati e cingolati in genere deve essere a disposizione del nucleo di manutenzione. Ai live11i superiori, sulla base delle disposizioni contenute nella Circ. SME - Servizi n. 7830/181410 in data 20 dicembre 1957 Nuclei lspettivi di Comando Regione (N.l.l?.) e di Corpo di Armata (N.l.C.A.) per il controllo della manutenzione, conservazione e impiego del materiale, almeno una volta ogni sei mesi l'ufficiale superiore automobilista inquadrato nei predetti nuclei deve effettuare un controllo sullo stato di manutenzione e conservazione dei maleriali auto in consegna agli Enti (inquadrati in un corpo d'annata, per i N .I.C.A.; alle dirette di-
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pendenze dei C.M.T. o dell'Arma dei Carabinieri, per i N.I.R.); le ispezioni sono condotte sulla base di apposita guida.29 Il direttore della motorizzazione di C.M.T. deve inoltre eseguire ispezioni di particolare importanza e ispezionare personalmente i reparti il cui funzionamento lascia maggiormente a desiderare (Circ. n. 120/ l.M.A. in data 15 gennaio 1947 e Circ. n. 15In.M.A. in data 30 gennaio 1949). Sugli accumulatori dei mezzi nel 1958 viene diramato l'opuscolo del 21 ° stabilimento trasmissioni di Roma Norme sull'impiego e manutenzione degli accumulatori elettrici. Norme particolari sono stabilite anche per la manutenzionè dei mezzi ruotati, cingolati e corazzati non in esercizio, per i quali valgono inizialmente le Circ. MDE - l.G.M. n. 3/3200 in data 15 dicembre 1955 Norme di manutenzione dei mezzi corazzati destinati a lungo parcheggio e n. 3/5000/DST in data I dicembre 1956 Norme per la manutenzione degli autoveicoli e dei mezzi blindati e corazzati non in esercizio. Con Circ. n. 12305 - S/181602 in data 22 agosto 1958 lo SME - Servizi impartisce, in merito, nuove direttive, sulla base delle quali viene emanata dal MDE - I.G.M. la Pub. n. 5440 Ed. 1960 Istruzione sulla conservazione dei mezzi ruotati e cingolati (non in servizio) e dei relativi gruppi e complessivi di scorta. La nuova Istruzione abroga le disposizioni contenute nelle Circ. n. 3/3200 e n. 3/5000 e classifica gli autoveicoli e i mezzi blindati ecorazzati come segue: a) materiali in distribuzione: - per uso; - per esigenze di completamento; b) materiali accantonati: - per esigenze di mobilitazione; - a titolo di scorta. Si distinguono tre tipi di trattamento di conservazione, che tengono conto della posizione dei singoli mezzi: - trattamento di conservazione "leggero" tipo I con periodiche rotazioni nell' ambito del reparto. Si applica ai materiali in distribuzione per esigenze di completamento; - trattamento di conservazione "leggero" tipo II, con periodici controlli e ritrattamenti. Si applica ai mezzi accantonati per esigenze di mobilitazione; - trattamento di conservazione "pesante", con periodici controlli e ritrattamenti. Si applica ai mezzi accantonati a titolo di scorta. Il trattamento di conservazione di tipo leggero assicura una protezione solo parziale del mezzo ed è caratterizzato da massima semplicità di realizzazione e da un ridottissimo tempo di detrattamcnto; quello di
29 Cfr. Circ. MDE -1.G.M. Guida per il controllo della manutenzinne. r.nn.tervazinne e impiego dei materiali del Serviz io motorizzazione (l O gennaio 1957).
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tipo pesante assicura una protezione completa e duratura del mezzo accantonato, ma è caratterizzato da complessità di realizzazione e maggior tempo necessario per il detrattamento. Le operazioni relative al trattamento dei materiali in distribuzione sono di competenza dell'Ente che li ha in carico, con l'eventuale ausilio di peTSonale tecnico delle O.R.A. o dell'O.R.Me.C. di Bologna, di volta in volta autorizzato - su richiesta dei reparti - dall'I.G.M .. Quelle relative al trattamento dei materiali accantonati sono sempre di competenza di personale tecnico fornito - a seconda dei casi - dalle O.R.A., dalle O.R.Me.C. di Bologna o Nola e/o dall'O.A.R.E .. Alle predette operazioni provvedono squadre addette ai trattamenti di conserva zione composte da personale tecnico che ha ricevuto una particolare istruzione. Sono al comando di un sottufficiale e la loro opera è diretta da un ufficiale. La loro composizione (vds. Ali. 8 alla Pub. n. 5440) è diversa a seconda del tipo di trattamento da eseguire e del tipo di mezzi (autoveicoli o mezzi blindati o corazzati). Per ciascun veicolo viene compilata una scheda di ispezione preventiva (all'atto del trattamento) e una scheda di trattamento. T1 dctrattamento è sempre di competenza dell'Ente che ha in carico il materiale, che quando necessario può richiedere l'intervento di personale tecnico dell'O.A.R .E. o dell' O.R.Me.C. di Bologna. Per il trattamento e detrattamento di motori e complessivi, valgono norme particolari. Per carenza di personale tecnico e di addestramento speòfit:o, nella seconda metà degli anni 50 la concreta applicazione delle norme riguardanti la manutenzione nella vita quotidiana e nelle esercitazioni dei reparti lascia tal volta a desiderare, anche perchè 1'acquisizione da parte di tutti i Quadri di una nuova mentalità motorizzata - con la conseguente cura dei mezzi - rimane un obiettivo non sempre raggiunto. Le carenze e difficoltà maggiori si verificano per i mezzi corazzati, che sono anche i più complessi.30 Con la Circ. n. 5254 in data 1° luglio 1956 Direttive tecniche p e r l'uso e la conservazione dei veicoli ruotati e cingolati, l'I.G.M. richiama l'attenzione dei Quadri sui principali inconvenienti verificatisi in ciascun tipo di veicolo, ne indica le cause, i rimedi e i mezzi per prevenirli e segnala gli organi più delicati dei mezzi, ai quali occorre dedicare le maggiori cure. La circolare - rivolta in particolar modo al problema dei mezzi corazzali - si sofferma su alcune questioni di carattere generale, in quanto (p. 5): l'evoluzione tecnica degli autoveicoli in dotazione all'Esercito è stata, nel dopoguerra, molto rapida per le ragioni a tutti note, ed in particolare per l'introduzione in servizio dei mez-
30 Cfr. ad esempio G. Balanzino (magg. geo. S. Te.M.), La riparazione dei mezzi corazzati, "Rivista Militare" n. 6/1955.
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zi meccanicamente assai complessi, giunti in conto MDAP. InolLre il loro numero ha avuto un incremento rapidissimo dal 1945 in poi, aumentando dalle poche centinaia del 1945 alle varie decine di migliaia di oggi. Per contro: - i contingenti di leva non hanno offerto un sensibile incremento, rispello al passato, di conduttori già esperti [vecchia carenza già emersa nelle guerre di Etiopia e Spagna, che dunque continua - N.d.a.] - le disponibilità finanziarie del Serviz.i o, anzichè crescere proporzionalmente al numero dei mezzi , sono state ridotte fanche questo è un vecchio, eterno e sempre attuale problema - N.d.a.].
Con l'evoluzione della meccanica automobilistica - prosegue la circolare - gli organi dei veicoli sono andati complicandosi e il concetto di manutenzione si è ampliato di molto, estendendosi a operazioni che richiedono una buona conoscenza del mezzo (registrazione, regolazione, messa a punto e piccole riparazioni). A fronte di queste esigenze, "il concetto di manutenzione è ancora, per qualcuno, limitato alla pulizia esterna dei carri". Invece la manutenzione è diventata ormai una precisa funzione di comando che deve essere esercitata dai Comandanti, specie di grado meno elevato, con lo stesso impegno con cui veniva esercitata in passato nei reparti ippotrainati, effeuuando riviste e rilievi di carattere tecnico , assumendo quanto più spesso possibile la guida dei propri carri e formulando , quando occorra, la diagnosi dei guas ti e degli inconvenienti riscontrati.
A tal fine, il comandante di reggimento può impiegare per queste funzioni anche l'ufficiale addetto agli automezzi, intorno al quale può essere organizzata - con funzioni e compiti analoghi a quelli delle squadre operai dcll'O.R.Me.C. - qualche squadra di specializzati in grado di identificare tempestivamente i guasti degli organi più delicati e complessi dei mezzi corazzati, organi che spesso, non essendo ben conosciuti, sono inconsciamente manomessi, danneggiati o male impiegati. Occorre, infatti, evitare che l'equipaggio del carro, o perchè non ne conosce bene gli organi o perché é restìo a considerare il carro inefficiente per qualche anomalia ad organi secondari, continui a impiegare il carro fi no a quando il guasto diventa irrimediabile. E occorre anche organi zzare adeguati turni di riposo per tutti i mezzi, per consentire le necessarie ispezioni, revisioni e messe a punto. Altre osservazioni della Circ. n. 5254 riguardano problemi, accorgimenti , esigenze che non sono tipici degli anni 50 ma attengono in generale alla cura e al corretto impiego dei mezzi , e dunque sono pienamente attuali: - taluni autoveicoli 4 x 4 (ad esempio AR/51) sono impiegati con troppa intensità sulle strade, per servizi che potrebbero essere effettuati da veicoli 4 x 2. A parte il fatto che il costo d'esercizio dei veicoli 4 x 4 è maggiore di quelli 4 x 2, in tal modo si genera negli individui un concetto errato dell'impiego del veicolo e delle sue possibilità e si falsa l'addestramento del personale, che deve conoscere bene i dispositivi speciali per la marcia fuori strada del veicolo 4 x 4 (verricello, trazione anteriore, bloccaggio differenziale); - i manuali di uso e manutenzione degli automezzi non devono es-
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sere conservati nei Comandi di reparto, ma devono essere diffusi e fatti oggetto di "istruzioni e discussioni continue"; - deve essere ricercata la stabilità degli equipaggi, "perchè il conduttore che riesce a tenere a lungo un veicolo ne conosce ogni particolarità, ogni punto debole, ogni vibrazione, e ne previene quindi con facilità i guasti [ ...]. Gioverebbe molto poter disporre in ogni carro di un individuo "cardine" che assicurasse una certa continuità nella manutenzione nel carro e nella relativa responsabilità (in particolare il capo carro o il pilota». Esigenza tanto più sentita, se si considerano le difficoltà nella formazione dei piloti, "a causa dei vari elementi negativi: basso livello di preparazione tecnica dei giovani di leva, scarsezza di carburanti, forte incidenza dei servizi vari sul personale disponibile, complessità dei carri, ecc.". D'altra parte - osserva la Circolare - questo criterio non è nuovo, perchè anche in passato nei reparti dotati di quadrupedi si è sempre cercato di assicurare la massima stabilità ai binomi conducente - mulo, conducente - pariglia, cavaliere - cavallo; - gli ufficiali che negli Stati Uniti o in Italia hanno frequentato corsi di istruzione tecnica sui mezzi corazzati debbono sempre essere assegnati a compiti, nei quali possano mettere a frutto le conoscenze acquisite (evidentemente, ciò non avviene sempre). A distanza di un anno, i contenuti della Circ. n. 5254 del 1956 sono ribaditi dall 'I.G.M. con la Circ. n. 6900 in data 1° giugno J 957 (pari oggetto), che si limita a indicare solo inconvenienti ai vari mezzi non contemplati nella circolare citata. Dopo aver osservato che presso qualche Ente la manutenzione "è ancora fatta con criteri primitivi", la Circ. n. 6900 aggiunge che le già note deficienze - qualitative e numeriche - di personale specializzato non possono giustificare l'assenteismo di chi deve rispondere della buona conservazione del materiale. Siano valorizzate le cariche di ufficiali agli automezzi contemplate dagli organici, assegnandovi ufficiali esperti, autorevoli, dinamici e non ufficiali di prima nomina, inesperti e privi di qualsiasi autorità o prestigio.
Sempre riferendoci al periodo dal 1946 al 1961 (che abbiamo indicato come 2A FASE), le attività di riparazione sono regolamentate a parte, con la Circ. MDE - I.G.M. n. 1800/1.M. in data 30 giugno 1952 Compiti delle officine riparazioni auto (diramata in bozza), e con la Circ. pari oggetto n. 2/7000/D.S.T. in data 31 maggio 1953, che ne rappresenta l'edizione definitiva ed è riportata all'inizio della fondamentale Pub. MDE - I.G.M. n. 5030 Riparaz ione degli autoveicoli comuni e dei mezzi corazzati - compiti delle officine - Ed. 1953. La Circ. n. 2/7000 rappresenta, in sostanza, il contraltare e il raffittimento tecnico delle prescrizioni dottrinali sulla organizzazione e il funzionamento degli organi di riparazione di compagnia nell'ambito del Servizio motorizzazione in guerra (Cfr. capitoli IX e X) e stabilisce modalità valide anche per il tempo di pace e per gli organi territoriali. A tal fine, essa indica "i limiti di competenza delle officine riparazio-
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ni auto dell'esercito, specificando per ciascun tipo di officina le operazioni di manutenzione e riparazione che essa può e deve compiere sui vari organi dei veicoli". Le operazioni sono suddivise - come si è visto - in 4 gradi, quindi anche le officine si distinguono in 4 gradi (1 °, 2 °, 3° e 4 °). Si tratta di una classificazione di carattere puramente tecnico, che esprime la loro capacità ad eseguire riparazioni di varia entità: dalle piccole riparazioni (1° grado) alle revisioni generali (4° grado). La suddivisione in gradi delle officine tiene conto della entità e durata delle riparazioni e delle attrezzature necessarie per compierle, tenendo presenti i loro criteri d'impiego e le esigenze di una maggiore o minore loro mobilità. Esse si distinguono in: - officine di 1° grado (posti riparazione, officine leggere). Eseguono operazioni di manutenzione e piccole riparazioni (saldature, aggiustaggi ecc.) che non richiedono il distacco dal veicolo di organi meccanici di una certa importanza nè lo smontaggio di un gruppo meccanico nei suoi particolari . L'entità dei lavori da compiere non deve superare le 8 ore per i posti di riparazione e le 24 ore per le officine leggere; - officine di 2° grado (quali sono, al momento, le officine mobili di D., B. e C.A.). Eseguono le "medie riparazioni di 2 ° scaglione" consistenti nella sostituzione di gruppi meccanici, nella loro riparazione solo quando essa richiede un tempo inferiore alla sosti tuzione, e nella riparazione di parti e organi vari che non richiede il loro completo smontaggio nè un complesso lavoro di aggiustaggio, controllo ecc .. Possono inoltre provvedere alle riparazioni di 1° grado eccedenti le possibilità delle officine di 1° grado, ed eccezionalmente alla revisione parziale dei veicoli. L'entità dei lavori non deve superare le 120 ore lavorative per i mezzi corazzati, e le 48 ore per gli automotoveicoli comuni e speciali; - officine di 3° grado (officine d ' Intendenza in campagna e O.R.A. territoriali). Eseguono le " medie riparazioni di 3° scaglione", che consistono nella sostituzione o revisione parziale di gruppi meccanici e in riparazioni di una certa entità all'autotelaio; possono assorbire le riparazioni di 2° grado eccedenti le possibilità delle officine di 2° grado. L'entità dei lavori non deve superare le 200 ore, qualunque sia il tipo di veicolo; - officine di 4° grado (0.A.R.E.; O.R.T.E.; O.R.Me.C.). Eseguono le grandi riparazioni (4° scaglione) e le revisioni generali di tutti i tipi di veicoli. Non hanno limitazioni di personale, attrezzature, tempo nelle lavorazioni, ma soltanto limitazioni di convenienza economica (Cfr., in merito, la Circ. MDE - I.G.M. n. 2/10003/D.S.T. in data 18 agosto 1953 Limite di convenienza economica nelle riparazioni degli autoveicoli). In tempo di guerra le norme valgono integralmente per tutte le officine. In tempo di pace sono applicate con alcuni temperamenti alle O.R.A., considerate stabilimenti territoriali non specializzati che costituiscono il clou, il polmone del sistema, perchè pur essendo classificate di 3° grado (in relazione alle previste funzioni, per alcune di esse, di officine di Intendenza in guerra) hanno attrezzature e maestranze idonee
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anche ad eseguire revisioni generali. In ogni caso, nessun lavoro la cui durata superi quella prevista per ciascun grado ed esorbiti dai limiti indicati nelle tabelle dei compiti può essere eseguito senza autorizzazione dell'organo direttivo del Servizio di rango superiore all'Ente al quale l'officina appartiene. Le autorizzazioni sono concesse con molta oculatezza e con criteri restrittivi, per evitare che l'officina interessata trascuri forzatamente le riparazioni di minore entità che competono al suo grado, aumentando così le inefficienze, diminuendo la propria mobilità e creando parchi autoguasti (la circolare osserva che si tratta di "inconvenienti ben noti, perchè si sono sempre verificati finora"). La Circ. n. 2/7000 precisa anche che la suddivisione prima indicata presuppone un'idonea e prefissata disponibilità ai vari liveUi di riparazione di parti di ricambio e gruppi meccanici, disponibilità al momento non ancora raggiunta per diverse ragioni, e prima di tutto per mancanza di fondi. In merito, deve essere ricercata una cortetta suddivisione di compiti tra officine e magazzini. L'officina deve solo riparare, e non tendere a costituirsi in proprio un magazzino per eliminare le difficoltà burocratiche di rifornimento delle parti di ricambio presso i magazzini, gli unici tenuti a conservare le scorte. Per non appesantire eccessivamente le unità minori e per evitare dispersione di materiali e quindi anche di capitali, in tempo di pace i ricambi devono essere accentrati al massimo presso i magazzini delle O .R.A . territoriali, mentre gli organi di riparazione di G.U. dovranno custodire essenzialmente le scorte di materiali (gruppi meccanici, ricambi sfusi, gomme ccc.) loro assegnati per mobilitazione. La Pub. n. 5030, avvalendosi di un sistema di tabelle e segni convenzionali, indica per ciascun organo del veicolo le riparazioni che devono e possono essere eseguite dalle officine dei vari gradi e - quando possibile - le scorte di ricambi che necessitano a ciascuna officina per effettuare le riparazioni. Le tabelle non indicano le modalità specifiche per compiere le riparazioni, che possono essere desunte dai manuali delle riparazioni di ciascun veicolo compilati dall'I.G.M. o dalle ditte costruttrici, oppure dai manuali originali statunitensi TM9. La pubblicazione si suddivide in due parti. La prima raggruppa le tabelle che concernono gli automotoveicoli comuni suddivisi a loro volta in 4 classi (motomezzi e derivati; autovetture e derivati, autocarri e derivati; trattori). La seconda raggruppa le tabelle che concernono i mezzi corazzati, intesi particolarmente come carri armati e semoventi ma non suddivisi in categorie. I complessivi e gli organi vari degli automotoveicoli comuni (Parte Prima) sono divisi in 7 gruppi (I motore e fri zione, Il sistema refrigerante, ecc.); quelli dei mezzi corazzati in 8 gruppi. Le schede sono compilate distintamente per ogni classe di automotoveicoli, (o per i mezzi corazzati in genere) e per ogni gruppo di organi. In ciascuna scheda e nell'ambito di ciascun gruppo di organi sono poi indicati con un numero arabo da 1 a 30 le singole parti o i singoli congegni (ad esempio, nel I gruppo motore e frizione: n. 1 complessivo motore, n. 2 coilettore di aspirazione, n. 3 collettore di scari-
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co, n. 4 valvole, molle e ritegni, ecc.) sulle quali devono essere effettuate le riparazioni indicate per i 4 livelli e i relativi ricambi di scorta. Nel dopoguerra rimangono per lungo tempo in uso i tipi di officina campale del tempo di guerra (autofficina mod. 37; autofficina mod. 38; officina mobile pesante mod. 41).3 1 Ad integrazione di quanto già indicato nei capitoli IX e X, le caratteristiche degli organi esecutivi dei quattro gradi della catena logistica dal punto di vista delle attrezzature e della mobilità32 sono le seguenti: - la stazione di servizio campale, assegnata di volta in volta ai reparti distaccati aventi un carico di 25-50 automezzi che non possono usufruire dei posti manutenzione o delle officine leggere. Viene distaccata dai parchi mobili di G.U.; può essere di tipo "A" (da impiegare solo nelle sedi stanziali; deve perciò essere servita da energia elettrica della rete di distribuzione) e di tipo "B" (per l'impiego in campagna, indipendente dalla rete di distribuzione di energia elettrica). I ricambi e materie di consumo di massima vengono forniti dagli Enti ai quali appartengono i mezzi; - il posto di manutenzione e il nucleo attrezzi e manutenzione. Hanno il compito di integrare la manutenzione e l'esecuzione delle riparazioni di lieve entità che vengono effettuate presso i reparti a livello compagnia. Dispongono di attrezzi e utensili e di un apparecchio per la carica delle batterie. La loro attrezzatura differisce da quella delle o.I. solo per la assenza di macchine utensili e per le minime proporzioni di attrezzi e dotazioni. Il po.mant. è organicamente assegnato ai btg. o unità corrispondenti con carico tra i 50 e i 100 automezzi. Il nucleo attrezzi e manutenzione è assegnato ai piccoli reparti corazzati. I ricambi e materiali di consumo di massima vengono forniti dagli Enti ai quali appartengono i mezzi. Devono essere in grado di muovere entro 1-2 ore; - l'officina leggera. E' composta da un carro attrezzato e da un carro magazzino. E' in grado di muovere entro 3 ore. Ha una dotazione di macchine operatrici, utensili e attrezzi che consentono di effettuare tutte le ripassatore, le sostituzioni di gruppi, i lavori di aggiustaggio e di manutenzione (Cfr., in merito, ]a Pub. n. 5073 Dotazioni di macchine utensili - Ed. 1953 ). I ricambi e materie di consumo di massima sono forniti dai parchi mobili (per le o.l. delle D. e B.), dai magazzini del rep. RRR (per le o.I. di C.A.) e dalle O.R.A. (per le o.I. delle unità direttamente dipendenti dai C.M.T., Carabinieri compresi); - officina mobile di B., D. e C.A .. Ha una dotazione di macchine operatrici, attrezzi e utensili, nonchè una dotazione di cofani per parti di ricambio e una piccola scorta di materiali vari. I materiali sono traspor-
31 Cfr. Pub. n. 3726 Istruz ione sull'impianto, funz ionamento e impiego dell'officina mod. 1938 - Ed. 1941 , e Pub. n.3958 Istruz ione sull'impianto, fun zionamento e impiego dell'officina mobile pesante - Ed. 1941. 32 D . Latilla, Op. cit., pp. 399-404.
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tati su autocarri costituenti dotazione organica dell'officina, ma per il funzionamento devono essere sistemati a terra. I ricambi e materie di consumo sono (al momento) fomiti, come nel caso precedente, dai parchi mobili (per le officine mobili di D. e B.) o dai magazzini dei reparti R.R.R. (per le officine mobili di C.A.). Ha in proprio i mezzi di trasporto che le consentono di muovere al completo: - officina riparazioni motorizzazione d'Intendenza (O.R.M.l.). Organo di 3° grado dell'esercito di campagna costituito solo all'emergenza, per trasformazione di un'O.R.A. territoriale. Ha in dotazione macchine operatrici, attrezzi e utensili ed ha un reparto specializzato per la riparazione di mezzi cingolati e corazzati. I ricambi e materie di consumo vengono forniti di massima dai magazzini auto d'Intendenza. Può essere articolata in una frazione principale e in una o più frazioni avanzate. Non ha mezzi di trasporto in proprio ed è quindi un organo di limitata mobilità; deve essere però in grado di potersi ripiegare in 3 giorni. Normalmente lo spostamento della frazione principale avviene per ferrovia, mentre quello delle frazioni avanzate avviene per via ordinaria; - officine riparazioni automobilistiche (0.R.A. - una o più per ciascun C .M .T .). Sono installazioni fisse in grado di effettuare - come si è visto - sia riparazioni di 3° grado che di 4° grado. I ricambi e materie prime sono loro fomiti dal magazzino ricambi e materie di consumo in organico alle stesse O.R.A.; - stabilimenti territoriali di 4 ° grado (0.A.R.E. - O.R.T.E. O.R.Me.C.). Hanno le caratteristiche prima indicate. Ricambi e materie prime sono loro forniti, anche in questo caso, dai magazzini ricambi e materie prime degli stessi stabilimenti; per ]e attività di riparazione, hanno solo limiti di convenienza economica. Anche nel campo delle riparazioni, le citate Circ. n. 5254 del 1956 e n. 6900 del 1957 lamentano diversi inconvenienti, e in particolar modo la frequente tendenza delle officine dei reparti ad effettuare riparazioni di grado superiore a quello consentito, con negativi riflessi sulla manutenzione che rimane il loro compilo principale. Per facilitare le riparazioni e contrarre i tempi, le due circolari accennano a provvedimenti che al momento possono essere definiti d'avanguardia, destinati ad avere grande e crescente sviluppo in futuro (assegnazione agli organi di riparazione di numerosi gruppi meccanici, specialmente motori, per rimettere prontamente in efficienza i veicoli con semplice sostituzione degli organi inefficienti; largo ricorso alle officine civili convenzionate per le riparazioni di 3° grado; riordino delle attrezzature tecniche in relazione ai compiti specifici di ciascun livello eliminando il superfluo, in modo da favorire la leggerezza e scoraggiare le riparazioni di grado superiore; distribuzione aJle unità a livello compagnia carri di nuclei di attrezzi manutenzione che consentano di integrare la attività dei posti manutenzione).
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3A FASE (1961 - 1977)
Consegue alJ'emanazione della Circ. MDE -1.G.M. n. 3200/IMAR in data 30 dicembre 1961 Norme per la manutenzione degli autoveicoli ruotati, comuni e speciali, semicingolati, motocicli e rimorchi. La nuova circolare esordisce con una realistica premessa: il notevole numero di autoveicoli in dotazione, la carenza di personale specializzato, il sistema di manutenzione attualmente in vigore, non del tutto adeguato alla capacità tecnica dei conduttori, hanno fin qui influito negativamente sulla manutenzione degli automezzi in dotazione. Pertanto, a partire dalla data di ricezione d ella presente circolare, il sistema di manutenzione che passa sotto la denominazione di " sistema del compito giornaliero" viene sostituito da un nuovo sistema di manutenzione....
I nuovi criteri non riguardano i carri armati (per i quali sono in corso di elaborazione "adeguate norme di manutenzione"), non interessano direttamente il solo conduttore ma anche il personale specializzato assegnato ai corpi e reparti, e oltre a prescrivere operazioni giornaliere di competenza del conduttore, si basano per la parte sostanziale della manutenzione sul principio della percorrenza compiuta dagli autoveicoli, prevedendo poche ma efficaci ispezioni. NeJla manutenz ione si insiste di meno sulle responsabilità del conduttore, e viene coinvolta l'intera scala gerarchica. Sono responsabili in linea diretta: il comandante di corpo, nell'ambito dell'alta vigilanza che gli compete anche per la conservazione e manutenzione del materiale automobilistico; i comandanti di reparto (compagnia/batteria/squadrone), che come naturali responsabili dei materiali in carico, costituiscono il primo gradino della funzione ispettiva; i comandanti delle unità minori (plotone/sezione), ai quali compete la diretta sorveglianza sulle operazioni di manutenzione eseguite dai meccanici di automezzi e dai conduttori; i conduttori e il personale incaricato dell'esecuzione delle operazioni prescritte. Sono responsabili per la parte ispettiva, di controllo e di assistenza tecnica: i direttori della motorizzazione e i Capi Servizio della motorizzazione delle G.U .. Il nuovo sistema prevede tre tempi e relative operazioni: manutenzione giornaliera; manutenzione da effettuare non oltre i 1000 Km. di percorso; ispezione ogni 3000 Km. di percorso e non oltre. La manutenzione giornaliera è di esclusiva competenza del conduttore, che la e segue tassativamente ogni giorno sotto la sorveglianza del comandante dell ' unità minore. Si svolge con modalità assai diverse e meno impegnative rispetto a quella prevista nel sistema del compito. Consiste in verifiche del tutto elementari come il controllo dei livelli dell'acqua, olio ecc. prima, durante e dopo il servizio; nell'accertare se vi sono perdite di carburante, olio, acqua e liquido dei freni; nell'assicurarsi del buon funzionamento degli apparecchi di bordo (contachilometri, indicatori vari) , dei freni e dell'impianto di illuminazione; nell'assicurarsi mediante una prova di avviamento del motore che la batteria sia carica; nel controllare il serraggio di dadi e viti, che vi siano a bordo gli estintori e le
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dotazioni, che le parti esterne (fanalini, specchi retrovisivi ecc.) siano in ordine e ben assicurate; nel controllare a vista la pressione dei pneumatici, chiedendo una verifica con il misuratore di pressione in caso di dubbio; nel mantenere costantemente pulito l'automezzo. Diversamente da quelle previste dal sistema del compito giornaliero, queste operazioni sono uguali per tutti i giorni. Si svolgono sotto il controllo del comandante della minore unità e non di tutti gli ufficiali e sottufficiali, e non devono più essere registrate sul libretto di bordo mod. A.B .412. La manutenzione da effettuare non oltre i 1000 Km di percorso è regolata dal Comando dell'unità che dispone di attrezzature per la manutenzione (po. mant. o ~tazione di servizio campale), normalmente coincidente con il livello di battaglione. Ne è responsabile diretto il comandante di plotone/sezione, al quale spetta anche di segnalarne la necessità al Comando superiore e di registrare la data della sua esecuzione sul libretto di bordo mod. A.B. 412. E' effettuata dai meccanici di automezzi (in organico alle unità a livello compagnia/batteria e superiore) coadiuvati dal conduttore, dopo che il veicolo è stato sottoposto al lavaggio e alla lubrificazione seguendo le prescrizioni di cui all' All. 2 alla Circ. n. 3200/lMAR. Consiste nel controllo di tutti gli organi del veicolo con le modalità indicate nell'allegato 3 alla predetta circolare, riportate in apposita tabella compilata a cura dell'I.G.M. e distribuite ai reparti. Tali norme devono essere eventualmente integrale con quelle speciali contenute nel libretto di uso e manutenzione per ogni tipo di veicolo, che indica anche particolari organi da ispezionare al compimento dei 3000, 5000 e 10.000 Km. Richiede un ' ora di tempo per ogni autoveicolo. Se durante le operazioni di manutenzione sono rilevati inconvenienti o guasti che comportano l'invio in officina, il comandante di plotone/sezione esegue l'apposita annotazione sul libretto di bordo mod. A.B.412 e compila una richiesta di lavoro mod. 22 (n. 1591 del catalogo) per l'officina. A sua volta, il direttore dell'officina annota lariparazione effettuata sul libretto di bordo. In tutti i casi, il termine indicato di non oltre 1000 Km va considerato con elasticità. A giudizio del comandante, se lo esigono le condizioni d'impiego la manutenzione può essere anticipata; in taluni casi speciali (veicoli parcati all'aperto o 1000 Km percorsi in lasso tempo troppo lungo) la manutenzione deve essere effettuata mensilmente. L'ispezione non oltre i 3000 Km di percorso ha lo scopo di controllare e completare il previsto ciclo di manutenzione e deve essere accuratamente organizzàta in relazione alla situazione locale degli automezzi. E' diretta da un ufficiale di fiducia del comandante ed eseguita da un sottufficiale qualificato coadiuvato da personale specializzalo tratto dai po. mant. o dalle o.I.. Si svolge con le modalità indicate nell'allegato 4 alla Circ. n.3200/IMAR ed è integrata, alla fine, da una breve prova su strada. Deve essere effettuata possibilmente in apposito locale coperto, dove sia disponibile un sollevatore o rampa di sollevamento o buca. Per autoveicoli parcati all'aperto o che percorrono i
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3000 Km in un lasso di tempo troppo lungo, va comunque effettuata trimestralmente. Deve essere registrata sul libretto di bordo mod. A.R.412. La Circ. n. 3200/IMAR abroga, in particolare, l'opuscolo I.M.A. 3 Norme per l'ispezione e la manutenzione dell 'autoveicolo e il registro delle ispezioni mod. A.B.406. 1 predetti documenti sono sostituiti da: - un apposito stampato (All. 5 alla Circ. n . 3200/IMAR) che serve ai comandanti di plotone/sezione per tenere nota delle scadenze per la manutenzione e ispezione degli automezzi di cui sono responsabili; - apposite Norme generali per la manutenzione degli autoveicoli ruotati, comuni e speciali, semicingolati, motocicli e rimorchi (All. 2 alla Circ. n. 3200/IMAR), distribuite fino al livello di compagnia, che indicano le modalità per il lavaggio, la lubrificazione, la manutenzione e l'ispezione. Sulla base di tali norme la Circ. n. 3200/IMAR indica (nell'allegato 6) le aggiunte a varianti da apportare al libretto di bordo mod.A.B. 412, fino a quel momento studiato per le esigenze del compito giornaliero. Per la manutenzione dei mezzi cingolati e corazzati si seguono, nei limiti del possibile, i nuovi criteri introdotti per gli automotoveicoli dalla Circ. n. 3200/IMAR, ai quali si ispira anche la Circ. MDE - I.G.M. n. 400/IMAR in data 15 luglio 1962 Norme per La manutenzione dei mezzi cingolati e corazzati presso i reparti d'impiego (che non si applica ai VTC tipo M 113 e derivati, assegnati ai reparti più tardi). La predetta circolare prevede che la manutenzione sia effettuata da parte del personale s pecializzato degli organi di 1° grado coadiuvato dall'equipaggio prima che il veicolo raggiunga le 50 ore d'impiego (o le 500 miglia di percorrenza o i 6 mesi di servizio); i primi due limiti sono calcolati in base al consumo di carburante (per un mezzo corazzato medio, si considerano 150 litri/ora). Le operazioni da effettuare ai vari organi del veicolo sono indicate nella Parte 2" - Guida per la manutenzione della Circolare n. 400/IMAR, e devono essere integrate, quando necessario, dalle prescrizioni contenute nei manuali tecnici di ciascun veicolo (Cfr. anche, in merito, la Circ. SME-ISPEL n. 30712/8053/6002 in data 6 marzo 1974 Limiti orientativi di lavoro dei mezzi corazzati). Per i VTC M 113 e derivati si provvede alla manutenzione da parte degli organi di 1° grado ogni 750 miglia ( Km 1200) di percorrenza o trimestralmente; ogni 1500 miglia o annualmente devono inoltre essere effettuate le operazioni indicate dallo schema guida di lubrificazione del veicolo. Anche in questo caso compete ai comandanti di reparto segnalare all'organo di 1 ° grado del livello superiore i veicoli abbisognevoli di m·a nutenzione secondo le scadenze previste, sulla base dei dati rilevati dal mod. 1588 Prospetto delle manutenzioni, delle ispezioni e dei cambi di olio effettuati ai mezzi corazzati. Le ispezioni ai veicoli corazzati e ai VTC M 113 sono effettuate dopo le predette operazioni di manutenzione a cura del comandante dell'unità, che si avvale di personale specializzato tratto dagli organi di manutenzione e di riparazione di l O grado. Per la manutenzione dei
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veicoli non in servizio, negli anni 70 vengono emanate nuove norme con la Circ. MOTORDIFE n. 32/3200 in data 22 gennaio I 975 Trattamento preventivo di conservazione a livello C dei veicoli comuni, speciali e da combattimento. Al livello superiore a quello di corpo o Ente, anche dopo la entrata in vigore delle Circ. 3200/lMAR e 400/IMAR continuano ad operare, alle dipendenze dei direttori della motorizzazione, i N.l.R. e i N.l.C.A., che operano in base alla nuova Guida per il controllo della manutenzione, conservazione e impiego dei materiali per il servizio della motorizzazione - Ed. l gennaio 1965 (emanata in sostituzione di quella, prima citata, del I 957). Per quanto attiene alJe riparazioni , fino al 1977 rimane interamente valida la Pub .. n. 5030 del 1953, integrata da numerose circolari sull'organizzazione e funzionamento degli organi di riparazione che riportiamo in nota.33 O
4A FASE (dal 1977 in poi) E' regolata dalla Pub. SME - IV Rep/lSPEL ILE-NL-8660-00011300BOl Norme provvisorie per la gestione del parco veicoli ruotati dall'esercito - Ed 1977 (bozza). Come già si è visto al capitolo X, introduce il nuovo concetto di affidabilità e quello conseguente di mantenimento. 34 L' affidabilità è la probabilità - definita in sede di impostazione del progetto - che un.veicolo fornisca le normali prestazioni di esercizio, per un determinato periodo di tempo o di percorrenza e in condizioni di utilizzazione anch'esse determinate, senza anomalie di funzionamento. 11 mantenimento è il complesso di attività tecnico - logistiche, disciplinate da specifiche disposizioni, che mirano a mantenere il parco veicoli ruotati in condizioni di affidabilità. Di conseguenza, se inserito in una più vasta prospettiva storica il nuovo sistema esalta al massimo l'esigenza di prevenire i guasti già insita nel tradizionale concetto di manutenzione; quest'ultimo fa premio
33 Circ. SME n. 4000/185 in data 1 agosto 1966 Manutenzione e riparazioni di l " e 2" categoria dei veicoli ruotati; Pub. MD - Motordife Dotazioni attrezzature, utensili, materiali vari e di consumo per o.I. e po. mont. - Ed. 1967; Circ. SME - Ordin. n. 610 - S/1516 2603 in data 28 aprile 1967 Manutenzione e riparazioni di l " e 2" categoria dei veicoli ruotati e cingolati; Circ. SME- ISPEL. n. 12870/8051/12001 in data 11 giugno 1970 Costituz ione dei livelli presso gli organi di manutenzione e riparazione del I O grado logistico (po. mant. - o.I.); Circ. SME - Serv. n. 537 - 0/1.81.674 in data 10 agosto 19?0 Fascicoli CM7 e CM8; Circ. SME Serv. n. 108/b/181.641 in data 18 ottobre 1973 Attrezzature di uso generale per unità logistiche e attrezzature specifiche relative ai vari materiali (CM6); Cin:. SME ISPEL (pari oggello) n. 3101/800/685 in data 20 novembre 1973, n. 3 103/800/685 in data 22 novembre 1973, n . 200/800/685 in data 24 gennaio 1975; Circ. SME - 1SPEL n .13760/8051/10104 in data 30 dicembre 1973 Attività di riparazione automezzi presso i reparti RRR. 34 Cfr. Glossario (Ali. A/l alla Pub. ILE - NL - 8660) e Fascicolo Tdella predetta Pub..
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su quello di riparazione, cioè sugli interventi che hanno lo scopo non di prevenire ma di eliminare gli inconvenienti. Al tempo stesso, in relazione ai costi crescenti e alle difficoltà di vario ordine che comportano le riparazioni (a cominciare dall'esigenza di personale specializzato difficilmente reperibile in campo civile e militare) la loro dinamica tende ad ampliare la casistica della semplice sostituzione di parti che già la Circ. n. 5254 del 1956 indicava come nuovo orientamento per rendere più facili, economiche e spedite le riparazioni specie ai minori livelli. Il problema del maggior costo e delle maggiori difficoltà delle riparazioni a fronte della crescente carenza di personale specializzato non è tipico degli anni 70 ma si pone specie negli stabilimenti militari della motorizzazione già alla fine degli anni 50. 35 Si calcola che nel 1959 le ore lavorative necessarie per la revisione generale di un veicolo sono circa 2,5 volle maggiori di quelle richieste nel 1934, quando i mezzi erano meno complessi e di mole minore. Ad esempio nel 1934 itempi di lavorazione della revisione generale erano in media di 400 ore per una vettura, 360 per un ACL, 480 per un ACM, 690 per un ACP, 580 per un trattore, 700 per un carro medio; nel 1959 invece occorrono 530 ore per una vettura, 630 per un ACL, I 100 per un ACM, 1200 per un ACP, 2300 per un carro medio. Sempre alla fine degli anni 50, a fronte di una costante diminuzione negli stabilimenti della motorizzazione di 3° e 4° grado di personale operaio specializzato e produttivo (600 unità in tutto), si è verificato un consistente aumento del numero di veicoli che affluiscono agli stabilimenti stessi, soprattutto per carenza di manutenzione presso i reparti. Questa carenza costringe l'I.G.M. a ricorrere sempre più largamente alle officine civili, con l'erogazione di oltre due miliardi all'anno.36 A maggior ragione, negli anni 70 questa situazione aumenta i casi nei quali risulta più economica la sostituzione di un veicolo usato (che richiede riparazioni sempre più frequenti e onerose) con uno nuovo. Di conseguenza le nuove norme del 1977 intendono "attuare una filosofia di gestione che consenta di realizzare un nuovo adeguato rapporto tra spese per l'acquisto del nuovo e spese per il mante nimento dell'usato". 37 Esse accentuano il requisito di economicità con l'introduzione dei concetti di limite di spesa globale (valore massimo ammesso per gli interventi effettuabili su un veicolo nel corso dell' intera vita ottimale) e di limite di convenienza economica (spesa massima ammissibile per ogni singolo intervento inteso a riportare il veicolo in condizioni di affidabilità, riferita alla vita ottimale del mezzo e al costo di acquisto attualizzato secondo criteri di mercato ed economico-operativi). Alla base del nuovo sistema vi è l'individuazione della vita ottimale, cioè il pe-
3S
D. Belluzzi, Art. cit., "Rivista Militare" n. 9/1959.
36 ivi. 3 7 Cfr .• in merito, F. Otti, Criteri di gestione del parco materiali, "Rivista Militare" n . 2/1978.
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riodo espresso in anni durante il quale l' automezzo fornisce - aduncosto di esercizio mantenuto in ben definiti limiti di economicità - le normali prestazioni con il voluto grado di affidabilità. Prendendo come parametri di base la vita ottimale e le percorrenze medie annue, il parco autoveicoli dell'esercito viene suddiviso in tre aree. L'Area A comprende i veicoli (autovetture, autobus ecc.) di minore costo, di più frequente impiego e non "specializzati" di più larga distribuzione, derivati dalla produzione commerciale, con percorrenza media annua più elevata e minore vita ottimale (da 6 a 8 anni); l'Area B comprende veicoli di costo più elevato (AR, ACL, ACM, ACP) e anch'essi di derivazione commerciale, di impiego largo ma meno frequente, con minore percorrenza annua e quindi maggiore vita ottimale (da 10 a 18 anni); nell'Area C rientrano i veicoli speciali con gamma d'impiego mollo ristretta, di costo elevato, di concezione e impiego esclusivi per l'esercito, in dotazione solo ad alcuni reparti (trattori, autocarri da ponte, autocisterne, autofficine, auto speciali di tipo vario). Essi fanno la percorrenza media annua più bassa e la vita ottimale più lunga (16-18 anni).38 La Circ. ILE - NL - 8660 precisa, in premessa, che le predette norme hanno carattere sperimentale e che il modello gestionale codificato è autocorrettivo, in quanto suscettibile di modifiche e basato su un rilevamento statistico non definitivo. La soddisfacente applicazione pratica e quotidiana dei princìpi prima indicati non è infatti priva di difficoltà, in quanto comporta - a monte - l'acquisizione, l'attenta e corretta analisi statistica e l'accurata elaborazione di una serie di dati di esperienza connessi con l'attività giornaliera dei reparti e delle officine dati, che richiedono una stretta e continua collaborazione tra tutti i livelli interessati. Questo vale anche per il nuovo concetto di ricostruzione, che non compare ancora nel Nomenclatore Militare (Esercito) del 1984 e consiste in un processo di revisione che mira a restituire al veicolo una vita ottimale di poco inferiore a quella del veicolo nuovo, considerando come già acquisita dal mezzo un'età fittizia pari al 15% di quella del corrispondente veicolo nuovo. Viene aggiornata con tutte le modifiche tecniche introdotte nell 'arco di tempo durante il quale il veicolo ha compiuto il suo primo periodo di vita. E' reali zzata e gestita al livello di stabilimenti di 4° grado interforze da MOTORDIFE. Ai minori livelli, le nuove esigenze e modalità di manutenzione che comporta questo quadro generale non sono del tutto incompatibili con i criteri introdotti dalla Circ. 3200/IMAR, che pure viene abrogata dalle nuove norme insieme con la Circ. n. 2/7000/D.ST del 31 maggio 1953 e con la Parte I (riparazione degli automotoveicoli comuni) della Pub. n. 5030 - Ed 1953 (per la riparazione dei mezzi cingolati ecorazzati rimane di conseguenza ancora in vigore la Parte II della predetta
38
Cfr. Alt. B/1 alla Pub. ILE - NL - 8660.
XV/ll - Motorizzazione
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Pub. n. 5030). A parte l'eliminazione del termine riparazione (sostituito dalla manutenzione correttiva) e del termine ispezione (sostituito dal controllo ai affidabilità), le nuove norme mantengono infatti il ruolo primario e i contenuti elementari della manutenzione di competenza del conduttore, accompagnata dall'intervento di personale specializzato per le successive e più impegnative fasi (a scadenze che tengono conto principalmente dei Km percorsi). La nuova regolamentazione della manutenzione e dei controlli nell'ambito delle unità si basa sempre su quattro tipi di operazioni di crescente difficoltà e specializzazione: - manutenzione ordinaria, svolta dal conduttore prima, durante e dopo l'impiego del veicolo con le stesse modalità della manutenzione giornaliera prevista dalla Circ. n. 3200/1 MAR. Da rilevare che questo tipo di manutenzione non necessariamente è giornaliera, come invece prescriveva tassativamente la Circ. n. 3200/1 MAR; - Manutenzione specializzata, effettuata dagli organi di 1° grado (e non solo dai meccanici automezzi) con l'aiuto del conduttore al raggiungimento del limite di percorrenza di 2500 Km o di tempo di 3 mesi (quello che si raggiunge per primo). Ha lo scopo di assicurare - attraverso controlli, prove e regolazioni - l'affidabilità dei veicoli. Le relative operazioni sono indicate dall' All. L/2 alla Pub. ILE - NL 8660. Esse sono precedute (e non seguite, come avveniva nell'ispezione ai 3000 Km precedenti) da una prova su strada, che funge da riferimento principale per le successive operazioni ; - controllo di affidabilità, effettuato dagli organi di 2° e 3° grado ogni I 0000 Km di percorrenza oppure ogni 2 anni, che mira ad assicurare al veicolo la capacità di fornire normali prestazioni durante l'arco di vita ottimale compreso tra due controlli successivi. Le relative operazioni da effettuare (riportate nell ' Ali. M/3 alla Pub. ILE - NL - 8660) sono molto più impegnative e avvengono al livello di G.U. e/o di officine di 3° grado, più elevato di quello previsto dall'Ispezione ai 3000 Km (Ali. 4 alla Circ. n. 3200/1 MAR). Per contro, sono meno frequenti; - manutenzione correttiva, effettuata ogni volta che occorre ripristinare le condizioni di affidabilità dei veicoli, eliminando le anomalie funzionali emerse durante l'impiego del veicolo o in sede di manutenzione e controlli. E'. effettuata nell'ambito de11'esercito, da organi dei primi 3 gradi della catena logistica dei m ezzi corazzati (esclusi i VTC Ml 13 e derivati). . Per quanto attiene alla manutenzione dei mezzi corazzati è sempre valida la Circ. n. 400/IMAR in data 15 luglio 1962. Per i cingolati e macchine per i lavori in terra, la predetta Circ. n. 400 è sostituita dalla Pub. ILE - NL - 8660 - 0002 - 13 OOBOI Norme provvisorie per la gestione del parco veicoli cingolati e macchine per lavori in terra - Ed. 1978. Quale riflesso dell'adozione di una filosofia di gestione comune per tutti i materiali, sono inoltre emanate le seguenti pubblicazioni: - ILE - NL - 8630 - 000 I - 13 - OOBOl Norme provvisorie per La gestione d el parco armi e mezzi tecnici per il tiro dell'Esercito;
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- ILE - NL - 8640 - 0001 - 13 - OOBOl Norme provvisorie per la gestione del parco materiali del genio; - ILE - NL - 8560 - 0001 - 13 - OOBOl Norme provvisorie per la gestione del parco materiali delle trasmissioni. La Pub. n. ILE - NL - 8660 detta norme speciali anche in materia di trattamenti preventivi di conservazione dei veicoli non in servizio, che si applicano ai veicoli destinati a rimanere inattivi - per qualsiasi ragione - oltre 60 giorni e ai gruppi e complessivi accantonati a titolo di scorta per esigenze particolari. Sono previsti tre livelli di trattamento preventivo: - livello "A", per i veicoli di scorta presso gli organi logistici di 3° e 4° grado, destinati a rimanere inattivi per un periodo superiore a 180 giorni e per i gruppi e complessivi accantonati per particolari esigenze. Richiede operazioni di trattamento e detrattamento lunghe, complesse e costose e l'impiego di materiali protettivi speciali; - livello " B", per i mezzi da tenere accantonati presso i reparti per esigenze di completamento e mobilitazione e per un periodo dai 60 ai 180 giorni. E' caratterizzato da operazioni complesse come per il livello A, ma si effettua solo per talune parti componenti dei mezzi. E' eseguito dagli organi di 2° grado ed eventualmente da quelli di grado superiore; - livello "C", per i veicoli destinati a rimanere inattivi (quando è necessario poterne disporre in brevissimo tempo, quando non è possibile e conveniente l'applicazione dei precedenti tipi di trattamento, oppure quando il ricorso a tali tipi di trattamento è previsto solo in un secondo tempo). Richiede operazioni semplici e con impiego di lubrificanti di tipo normale. L ' applicazione dei nuovi concetti della Pub. ILE - NL - 8660 riguarda in particolar modo il livello di battaglione/gruppo, che dopo la ristrutturazione del 1975 diventa il livello fondamentale in sostituzione del livello reggimento/corpo. I comandanti di compagnia (ai quali si riferisce il termine "comandanti di reparto" normalmente usato nei regolamenti) dopo l'introduzione del R.A.U. 1976 non hanno più in carico amministrali vo il materiale automobilistico, ma tuttavia rimangono i primi responsabili del suo corretto impiego e della sua buona manutenzione. Il perno dell'attività del Servizio motorizzazione nel battaglione è il plotone (o sezione) RR (riparazioni e recuperi), organo pluriservizi che svolge le funzioni logistiche tipiche del 1 ° grado della catena logistica (vds anche capitolo X) e in particolare provvede a: - manutenzione specializzata per i materiali della motorizzazione; - recupero e sgombero dei materiali delle branche anni, munizioni e materiali NBC, del genio, delle trasmi ssioni e della motorizzazione; - riparazioni ( o interventi correttivi) di 1A categoria dei materiali delle predette branche, attuando in via normale operazioni di sostituzione di sottocomplessivi e attenendosi, per la motorizzazione, al limite di 24 ore lavorative; - gestione dei ricambi, sottocomplessivi e materie di consumo occorrenti per la manutenzione e le riparazioni di competenza. In relazione alla collocazione organica, può essere di tipo A (per unità
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con consistente presenza di veicoli cingolati o mezzi corazzati), tipo B (per unità con limitata presenza di veicoli cingolati o mezzi corazzati) e tipo C (solo per unità con mezzi ruotati). (*) Particolare interessante e nuovo, per il comando dei plotoni RR tipo A e B è organicamente previsto un subalterno del Servizio automobilistico (spesso non effettivamente disponibile), mentre l' RR tipo C è comandato da un maresciallo capo-officina. Per l'impiego, dipende dall'organo di Comando logistico del battaglione; per la disciplina e L'addestramento non tecnico, dal comandante della minore unità (cp/btr/gr.sqd.) in cui è inquadrato. In linea tecnica dipende: per la branca motorizzazione, dall'UAMEC (poi U.TRA.MAT.); per la branca armi, munizioni e materiali NBC e materiali del genio, dall'ufficiale addetto ai rifornimenti; per la branca trasmissioni, dall'ufficiale addetto alle trasmissioni (dove è previsto) oppure dal comandante plotone/sezione trasmissioni. Nel caso più completo (pl RR tipo A, per btg.mec./cr./cor./gr.a. smv ecc.) è composto in totale da 1 U., 14 SU., 27 Tr. con I AR, 6 ACM, . 3 ACP furgonati, 1 carro recupero, 1 complesso traino (trattore e rimorchio pluriasse per trasporto mezzi corazzati), I autogru della motorizzazione, 1 auto furgoncino, 1 rimorchio officina, I rimorchio biga leggero e 3 medi. Si articola, per l'impiego, in: nucleo comando, nucleo manutenzione e officina leggera (della quale fanno parte il nucleo riparazioni, il nucleo ricambi e il nucleo recuperi)39 In particolare: - il nucleo manutenzione provvede - su segnalazione dei comandanti di compagnia mediante richiesta di lavoro mod. 22 - alla manutenzione specializzata dei veicoli. Può articolarsi a tal fine in 3 nuclei, ciascuno al comando di un SU. meccanico mezzi corazzati; - il nucleo riparazioni effettua gli interventi correttivi (o riparazioni) di 1 A categoria per i veicoli nonchè per i materiali delle branche armi , munizioni e materiali NBC, del genio e delle trasmissioni. Esegue anche le operazioni di manutenzione e riparazione dei dp. cel. pc., così come previsto dalla Pub. Descrizione e norme " di uso e manutenzione dei dp. ce!. pc." - Ed. 1975 di MOTORDIFE. Dispone a taJ fine di 9 SU. (1 capo officina, 1 meccanico mezzi corazzati, 2 meccanici automezzi, 1 elettric ista, I armaiolo, l radiomontatore, 1 meccanico di precisione artiglieria, I operaio artiglieria) e 11 specializzati di truppa; - il nucleo ricambi ha il compito di rifornire al nucleo manutenzione e al nucleo riparazioni i ricambi, sottocomplessivi e materie di con-
(*) Suddivisione prevista fino a tutto il 1981. Sulla base della Pub. SME n. 6402 - Ed. 1989 i plotoni/sezioni RR sono di 6 Lipi (A per veicoli cingolati e ruotati ; B solo per veicoli ruotali; C per veicoli prevalentemente cingolati; G per btg. genio ; TI per btg. tra smissioni; «atipico» per scuole e enti vari. 39 Pub SME n. 922 - Ed. 1981 , Apd . 2 Ali. P e Cdo del servizio automobilistico dell'Esercito, Note sul fun zionamento del Servizio motorizzazione al livello btg./gr. , Roma 1978. 40 Cfr., in merito, le seguenti Circolari relative alle varie branche: MD - DGA n. 50300 in data I O ottobre 1955, Riordinamento del servizio delle riparazioni dei materiali d'ar -
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sumo necessari per il mantenimento dei materiali delle varie branche. 40 E' composto da 1 SU. contabile e 2 militari di truppa addetti ai ricambi; - il nucleo recuperi provvede al recupero, sgombero e soccorso dei veicoli soltanto quando è necessario l'impiego dei mezzi speciali. E ' composto da l SU. capo carro recupero e 4 Tr.. Alle unità che hanno in carico un numero dei veicoli limitato che non giustifica la disponibilità di un plotone R R viene assegnato un posto manutenzione (tipo A per mezzi ruotati e cingolati; tipo B per mezzi ruotati).Il tipo A è assegnato ai Rep. Cdo et. di B. mec/cor.; il tipo B è assegnato ai btg alpini/CAR, ai gr. a. e/al. e a] rep. Cdo e t. di B. alp./mot.
5. Evoluzione organica dei Quadri in servizio permanente del corpo/Servizio automobilistico e del servizio tecnico Nell'immediato dopoguerra si verificano sensibili carenze di Quadri nelle unità automobilistiche e nella scuola del Servizio. Di conseguenza, poichè le unità carri sono ancora in via di ricostituzione lo SME dispone l'impiego di ufficiali e sottufficiali carristi nei reparti ed Enti della motorizzazione. 41 Il D.P .R. 15 novembre 1946, che indica il numero di generali e ufficiali superiori da collocare nella riserva tiene conto di queste carenze; nel solo caso del corpo automobilistico, infatti, il decreto non prevede ufficiali di grado inferiore a colonnello da collocare nella riserva, e indica per il passaggio in tale posizione solo 1 generale di brigata del corpo automobilistico, 2 maggior generali del servizio tecnico della motorizzazione e 4 colonnelli del corpo automobilistico (i colonnelli collocati nella riserva per tutti gli altri Servizi sono in numero superiore). L'Art. 6 del D.L. 20 gennaio 1948 sugli organici provvisori degli ufficiali dell' esercito sopprime - come già si è accennato - il ruolo del corpo automobilistico istituito con R.D. - le gge 27 dicembre 1935, n. 2171 e stabilisce che gli ufficiali ad esso appartenenti siano iscritti con lo stesso grado e anzianità in un ruolo del Servizio automobilistico; di conseguenza tale termine sostituisce quello di corpo automobilistico in tutte le disposizioni di legge e in tutti i provvedimenti concernenti i Quadri a partire dal 1° luglio 1947. L'organico indicato dallo stesso D.L. del
mamento e anni portatili; ID. , n. 5/3500/Sa. in data I O aprile 1966. Organizzazione in pace del servizio rifomimenlo parti di ricambio e accessori Ldel Servizio di artiglieria N.d.a.l; l.G.M., n. 4000 in data 15 maggio 1956 Organizzazione e fun zionamento del servizio rifornimento gruppi meccanici, ricambi e materiali vari della motorizzazione; ID., Pub. n. 4831 - Ed. 1950 Norme riguardanti la contabilità dei lavori per le officine automobilistiche. 41 R. Cadorna, Op. cit., pp. 73-74.
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gennaio 1948 per i Quadri del Servizio automobilistico è di 1 maggior generale e 544 ufficiali superiori e inferiori, dei quali 14 colonnelli e 51 tenenti colonnelli. Per il Servizio tecnico della motorizzazione oltre a un maggior generale il decreto prevede 3 colonnelli e 33 tenenti colonnelli, maggiori e capitani (che sono ancora compresi negli organici degli ufficiali superiori e inferiori del Servizio della motorizzazione). Rispetto al tempo di guerra (R.D. 17 febbraio 1942, n. 151 -vds. capitolo VI) non è più previsto un generale di divisione del corpo automobilistico Capo del corpo, i generali di brigata del Servizio automobilistico sono ridotti da 3 a 1 (con la denominazione di maggior generali), i colonnelli alla metà ( 14) e il totale degli ufficiali superiori e inferiori del Servizio automobilistico passa da 689 a 544 (con una riduzione - modesta - del 21 %, percentualmente molto inferiore alla contrazione organica complessiva dell'esercito). Ancor più modesta lariduzione rispetto all'ordinamento 1940 (da 563 a 544), che prevede anch'esso un solo generale di brigata. Sempre rispetto all'ordinamento 1940, l ' organico degli ufficiali superiori e inferiori del servizio tecnico subisce anch'esso una riduzione molto modesta (da 41 a 36). La legge 24 dicembre 1951, n. 1638 prevede: per il Servizio automobilistico, 3 generali (1 tenente generale e 2 maggior generali) e 956 ufficiali superiori e inferiori, dei quali 22 colonnelli; per il servizio tecnico della motorizzazione, lo stesso numero e grado dei generali e I O colonnelli e 66 ufficiali superiori e capitani. Si verifica, di conseguenza, un notevole aumento dei gradi più elevati del volume complessivo nel ruolo, che risulta quasi raddoppiato per il Servizio automobilistico e più che raddoppiato per il servizio tecnico della motorizzazione (i cui ufficiali continuano ad essere compresi nel ruolo del Servizio automobilistico). Con la legge d ' avanzamento del 1955 (12 novembre 1955, n. 1137) gli ufficiali del servizio tecnico costituiscono un ruolo a parte e il loro numero rimane invariato (così come quello dei ge nerali) ma i ruoli degli ufficiali superiori e inferiori del Servizio a utomobilistico subiscono per la prima volta nel dopoguerra una sensibile centrazione, passando da un totale di 956 (con 22 colonnelli) a 829 (con 18 colonne11i). La legge 6 dicembre 1960, n. 1479 che in aggiunta ai servizi tecnici di artiglieria e della motorizzazione istituisce altri 4 Servizi tecnici (vds capitolo XIII) diminuisce ulteriormente il ruolo del Servizio automobilistico di 48 ufficiali (36 capitani e 12 tenenti). La successiva legge 16 novembre 1962, n. 1622 sul riordinamento dei ruoli degli ufficiali in servizio permanente effettivo aumenta rispetto al 1951 l'organico del ruolo degli ufficiali superiori e inferiori del servizio tecnico (che passano da 76 con 1O colonnelli a 87 con 12 colonnelli), ma riduce ancora sensibilmente l'organico del molo del Servizio automobilistico (685 ufficiali superiori e inferiori, dei quali 18 colonne lli, 144 tenenti colonnelli, 90 maggiori, 226 capitani e 207 subalterni). Almeno in una prospettiva a lungo termine, la progressiva diminuzione degli organici del ruolo del Servizio automobilistico appare in con-
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trotendenza sia rispetto all'evoluzione generale della dottrina logistica (che tende ad aumentare le esigenze di Quadri del Servizio automobilistico nell'ambito della logistica per funzioni), sia rispetto alla progressiva meccanizzazione dell'esercito, che impone la presenza di Quadri del Servizio fino al livello di battaglione. La legge 20 settembre 1980, n. 574 ripristina per il Servizio automobilistico il vecchio termine di corpo, e istituisce un unico ruolo del corpo tecnico dell'esercito del quale entrano a far parte anche gli ufficiali del Servizio tecnico della motorizzazione.
6. La formazione dei Quadri e gli Enti scolastici Nonostante la costituzione di unità corazzate negli anni 30, il Servizio della motorizzazione fino al 1945 non dispone di una vera e propria scuola. Durante la guerra (vds. Tomo 1° - capitolo VI) gli ufficiali in servizio permanente automobilisti venivano reclutati o attraverso la frequenza dei corsi regolari dell'accademia di Modena, o con concorsi straordinari per ufficiali di complemento e/o sottufficiali in possesso di determinati requisiti. In merito, va ricordato che l'Art. 13 del T.U. del I 938 prevedeva il r eclutamento annuale dei subalterni del corpo automobilistico: - in parte lra i subalterni in servizio permanente delle varie Armi provenienti dai corsi regolari d'accademia o dai subalterni di complemento, previa frequenza con esito favorevole di un corso di tre mesi; - in parte tra i sottotenenti provenienti dai subalterni di complemento delle varie Armi, assegnati alle unità automobilistiche; - in parte tra i sottotenenti provenienti dai sottufficiali comandanti di squadra automobilisti o dai sottufficiali specializzati automobilisti. Il primo istituto scolastico della motorizzazione è la scuola autieri costituita il 12 gennaio 1945 alle dipendenze del Comando divisione "Piceno" per le esigenze dei gruppi di combattimento. Al termine delle ostilità, il Comando divisione "Piceno" si trasforma in Comando scuole cen trali, con alle dipendenze - per quanto di interesse - la sc uola specialisti della motorizzazione con sede alla Cecchignola (Roma), nata per trasformazione de11a scuola autieri, e la scuola autoblindisti di Roma Tor di Quinto. Nel novembre 1946 il Comando delle scuole centrali viene soppresso e la scuola specialisti della motorizzazione passa alle dirette dipendenze dell'I.G.M., mentre la scuola autoblindisti passa alle dipendenze della scuola di fanteria e si trasforma, nel 1951, in scuola truppe corazzate. 4 2 Fin dal primo corso che ha inizio il 1 ° gennaio 1947, gli ufficiali in servizio permanente del corpo automobilistico non sono formati pres-
D.
4 2 ivi, pp. 59-60 e M . Fabi, II corpo automobilistico dell'esercito, "Rivista Militare" 3/ [981.
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so il neo - costituito istituto scolastico della motorizzazione ma - come durante la guerra - presso l'Accademia di Lecce (poi di Modena dal settembre 1947), con nomina a sottotenente dopo due anni e primo anno di corso in comune con quelli delle varie Armi. 4 3 Nel successivo anno scolastico 1947 - 1948 la durata del corso di accademia è fissata in tre anni, con corso a parte per gli allievi del corpo automobilistico e promozione a sottotenente al termine del secondo anno. Dopo aver superato con esito favorevole un corso applicativo di un anno sempre presso l'Accademia, i sottotenenti del corpo automobilistico sono promossi tenenti.44 A partire dall'anno scolastico 1949 - 1950 il corso d'Accademia per gli allievi ufficiali del corpo (diventato Servizio) automobilistico ridiventa biennale e si svolge sempre a parte. Dopo la promozione a sottotenente, gli ufficiali frequentano a partire dallo stesso anno 1949 i corsi di applicazione presso la scuola della motorizzazione della Cecchignola, che a tal fine viene ampliata e dal 1 ° ottobre 1949 assume la seguente articolazione: - Comando scuole della motorizzazione, con ufficio di" amministrazione, autogruppo e officina. Dipende sempre dall'I.G.M.; - scuola di applicazione del Servizio automobilistico, che effettua corsi di applicazione della durata di due anni per ufficiali in SPE, corsi allievi ufficiali di complemento della durata di 5 mesi, corsi per ufficiali delle varie Armi addetti agli automezzi, corsi di aggiornamento e valutativi per ufficiali della motorizzazione; - scuola specializzati della motorizzazione, che svolge corsi per SU. capi meccanici e capi operai, SU. di complemento, allievi SU. effettivi, volontari allievi specializzati (V.A.S.) e per militari di leva delle specializzazioni più pregiate in organico alle officine (radiatoristi, montatori, verificatori di pompe d'iniezione, saldatori, aggiustatori, tornitori, falegnami scoccai, verniciatori, vulcanizzatori, tappezzieri, motoristi, fabbri fucinatori, elettromagnetisti); - scuola meccanici e conduttori automezzi, che svolge corsi di specializzazione per meccanici di automezzi del Servizio automobilistico e delle varie Armi e Servizi e corsi di specializzazione per i V .A.S. conduttori scelti di autoveicoli comuni e speciaJi.4 5 All ' inizio del J 955 i corsi sottufficiali e allievi sottufficiali passano dalla scuola specialisti della motorizzazione alla scuola meccanici e conduttori automezzi.46 In tal modo la scuola di applicazione del Servizio automobilistico completa la formazione degli ufficiali in servizio
43
C irc. n. 23 1 in data 3 1 giugno 1946 (G.M. 1946, pp. 721-735). Circ. n. 147 in data 24 maggio 1947 (G.M. 1947, pp.327-335). 45 Circ. SME n. 2400/0rd.l/in data 24 settembre 1949 (AUSSM E, Rep. M/7, Racc. 824 ) e Pub. n. 5060 (Cit.), pp. 17-18. 46 Circ. SME n. 2240/0rd. I in data 14 febbraio 1955 (AUSSME, Rep. M/7, Racc. 839). Cfr. anche M. Viselli, Le scuole della motorizzazione, " Rivista Militare" n. 2/1975 , e M. Fabi, Art. cit.. 44
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permanente usciti dall'Accademia, forma gli ufficiali di complemento e svolge tutti i corsi per ufficiali. La scuola specializzati della motorizzazione abilita i giovani di leva e a lunga ferma a svolgere le attività di riparazione dei materiali automobilistici nelle officine di ogni livello, e la scuola meccanici e conduttori di automezzi prepara i meccanici generici da destinare agli organi del Servizio, svolge corsi per i V.A.S. conduttori di automezzi e cura la formazione dei sottufficiali. Questo assetto rimane sostanzialmente invariato fino all'inizio degli anni 80. Per inciso, nel quadro della trasformazione delle scuole della motorizzazione per far fronte alle esigenze addestrative poste dalla costituzione dei Servizi trasporti e materiali, il 1° gennaio 1984 viene costituita la scuola trasporti e materiali, che eredita i compiti concernenti la formazione e l'addestramento degli ufficiali già svolti dalla scuola di applicazione. Il nuovo Ente scolastico nasce in vista dell'istituzione di un "corpo dei trasporti e materiali" con un proprio ruolo ufficiali, che da lungo tempo è l'esigenza più sentita, anche nella variante "corpo dei trasporti".47 Specie nei primi anni del dopoguerra, il numero di ufficiali in servizio permanente reclutati attraverso l'Accademia è insufficiente, anche perchè rimangono spesso posti vacanti nei concorsi annuali. Con D.M. 22 settembre 1947 viene pertanto indetto un concorso per titoli per il reclutamento straordinario di 40 sottotenenti in servizio permanente del corpo automobilistico, riservato ai subalterni in servizio permanente delle Acmi e Servizi in possesso di determinati requisiti di esperienza in campo automobilistico. 48 Un altro reclutamento straordinario di 55 sottotenenti in servizio permanente è indetto con legge 29 marzo 1951, n. 251 tra i subalterni di complemento del Servizio automobilistico.49 Infine, con la legge 9 giugno 1950 sono ammessi ai corsi d'Accademia anche i giovani che possono conseguire il diploma di scuola media superiore nella sessione autunnale, e allo scopo di colmare i posti vacanti nei concorsi annuali indetti in base alle norme del T.U. del 1938 ancora vigente, si autorizza il Ministero ad ammettere direttamente al 2° anno mediante concorso per esami i sottotenenti di complemento del Servizio automobilistico di età inferiore ai 25 anni e in possesso di titolo di studio valido per l'ammissione all'Accademia. La formazione degli ufficiali di complemento di l /\ nomina del corpo automobilistico avviene fino al 1949 presso la scuola allievi ufficiali di complemento di Lecce e presso la scuola servizi e governo del personale di Rieti; dal 1949 in poi, esclusivamente presso la scuola di ap-
47 Cfr. in merito, P. Carlini, La scuola dei trasporti e materiali - una esigen za per l'esercito. "Rivista Militare" n. 6/1983; C . Mauthe - A. Comanducci - M. Pierini, li corpo dei trasporti, "Rivista Militare" n. 4/1969; U. Sudano, Il sistema dei trasporti militari, " Rivista Militare" n.5/ 1976. 48 G.M. 1947, pp. 1061-1064. 49 G.M. 1951 , pp. 351-356.
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plicazione del Servizio automobil istico della Cecchignola. La più volte citata legge 18 dicembre 1964, n. 1414 fissa, infine, peT gli ufficiali del Servizio automobilistico gli stessi requisiti per il reclutamento e le stesse modalità per i corsi valevoli per gli ufficiali del ruolo sussistenza, di commissariato e di amministrazione (vds. precedenti capitoli XIV e XVI).
7. Cenni sul materiale automobilistico
Fino all'emanazione del R.A.U. 1976 la gestione del materiale avviene in conformità al Regolamento sul servizio del materiale di artiglieria e automobilistico approvato con R.D. 16 agosto 1926, n. 1628 e successive varianti, ristampato nel 1938, nel 1941 e nel 1952 (Pub. MG n. 3468 - vds. anche Voi. Ili - capitolo V). 50 Fino al 1959 (vds. capitolo XIII) il materiale automobilistico come quello di artiglieria appartiene al gruppo C, e dal 1949 al 1959 sono pubblicati i nuovi Cataloghi dei materiali del gruppo C Tiferiti sia a ricambi, accessori, strumenti, utensili, recipienti, materiali diversi, gomme ecc., sia a ciascun tipo di motociclo e veicolo ruotato, cingolato e corazzato. Nell 'ambito del decentramento amministrativo che è un inctiTizzo costante del dopoguerra, con il deCTeto interministeriale 5 aprile 1950 considerata la opportunità, allo scopo di sveltire la relativa procedura e rendere più efficaci i controlli, di delegare agli organi più direttamente a conlallo con gli enti periferici della motorizzazione la facoltà di autorizzare gli enti stessi a raggiungere i limiti massimi di somma stabiliti dall'art. 172 del suddetto regolamento sul servizio del materiale di artiglieria e automobilistico (sostituito dall'Art. 6 del R.D. 3 aprile I 942, n. 556),
per il materiale della motorizzazione la predetta facoltà è delegata ai comandanti di C.M.T .. 51 Nell'immediato dopoguerra acquista rilievo il prnblcma del recupero di mezzi di oTigine italiana e alleata, utilizzati per impieghi civili da chi ne è venuto comunque in possesso dopo 1'8 settembre 1943. Il D.L.L. 21 gennaio 1945, n. 49 Norme per il recupe ro e l ' utilizzaz ione di autoveicoli e relativi materiali abbandonati o illegittimamente detenuti 52 autorizza l'Ispettorato della motorizzazione civile (Ministero dei trnsporti) a censire, recuperare e utilizzare tutti gli autoveicoli e accessori - anche allo stato di relitti - abbandonati o detenuti da persone che non possono dimostrarne la legittima provenienza. Per gli autoveicoli originariamente appartenenti alle forze armate provvedono direttamente i
50 Si veda anche, in merito, I. Sciarretta - A . Mazza, Op. c it., pp 1194-1202, 12091225, 1783- 1789. 5 1 G.M. 1950, pp. 1235- 1236. 52 G.M. 1945, pp. 467-470.
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rispettivi Ministeri militari, ai quali gli Ispettorati compartimentali della motorizzazione civile comunicano i dati sulla provenienza dei veicoli stessi; ai detentori degli autoveicoli e materiali può essere consentito Il loro uso per un periodo da due a tre anni, dietro versamento di una cauzione. Secondo la classificazione adottata nei primi anni 50, gli automotoveicoli in servizio militare si dividono in motoveicoli, autoveicoli, mezzi corazzati e rimorchi. 53 A seconda che siano destinati al trasporto di persone o cose, i motoveicoli si distinguono in motocicli e motocarri o furgoni. I motocicli - del tipo monoposto o biposto - in base alla cilindrata si suddividono in leggeri (cilindrata fino a 175 eme), medi (175 500 eme) e pesanti (oltre 500 eme). I motocarri e motofurgoni sono motoveicoli a tre ruote sui quali viene montata una carrozzeria a cassone (o a furgone chiuso) per il trasporto di materiali. Durante la guerra, erano particolarmente in dotazione ai reparti bersaglieri. Gli autoveicoli si distinguono in: autovetture (comuni e da ricognizione), autocarri (comuni e tattici), autospeciali e trattori. Le autovetture comuni, destinate alla marcia su strada, hanno trazione solo anteriore e a seconda della cilindrata sono denominate autovettureUe (fino a 750 eme), autovetture (fino a 2000 eme) oppure autovetture a grande cilindrata (oltre 2000 eme). Le autovetture da ricognizione destinate prioritariamente allo impiego su terreno vario - sono caratterizzate dalla trazione anteriore e posteriore e non sono tra di loro suddivise in base alla cilindrata. Gli autocarri anzichè secondo la cilindrata (come i motocicli e le autovetture) sono classificati in base alla portata utile. Destinati alla marcia su strada, gli autocarri comuni si distinguono in: leggeri (fino a 2,5), medi (fino a 4 t) e pesanti (oltre le 4 t). Gli autocarri tattici (o " dovunque") sono destinati alla marcia fuori strada e in terreno vario. Sono semicingolati o ruotati con due o più assi motori, e si classificano come gli autocarri comuni. Gli autospcciali sono caratterizzati nella carrozzeria - e talvolta anche nell'autotelaio - da particolarità costruttive che li rendono idonei a impieghi speciali. Possono derivare da autocarri comuni o da autotelai di autocarri tattici. Sono suddivisi in leggeri, medi e pesanti e a seconda degli autotelai, sui quali sono montati (comuni o tattici - "dovunque"). Sono considerati autoveicoli speciali: furgoncini, autobus, autoambulanze, autofficine, autobotti per trasporto acqua, autocisterne per trasporto carburanti, autopompe, autosoccorso, autogru, autobagni, autouffici, autoproiettori, automagazzini, autoradio ecc .. I trattori hanno trazione anteriore e posteriore e altre caratteristiche speciali che li rendono idonei al traino di artiglierie - o anche di rimorchi - sia su strada che fuori strada. Possono essere ruotati , semicingolati o
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Pub. SME n. 5060 Manuale ... (Cit.), pp. 101- 108 e D. Lalilla, Op. cit., AII. 4.
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cingolati. In base al peso rimorchiabile o alle loro caratteristiche particolari si classificano in leggeri (peso rimorchiabile fino a 2500 Kg), medi (tra 2500 e 5000 Kg), pesanti (oltre 5000 Kg) e speciali (adibiti a operazioni di recupero e dotati di attrezzature come verricelli, gru ecc. montate su auto telai di trattori leggeri, medi o pesanti).54 I mezzi corazzati sono veicoli ruotati o cingolati (raramente semicingolati) destinati al combattimento e muniti di apposita corazzatura totale o parziale. A seconda della forma, delle caratteristiche e dell'impiego specifico al quale sono destinati si distinguono in: carri protetti, cani blindati, autoblindo, carri armati, semoventi, meccanizzati speciali. I carri protetti, adibiti al trasporto di uomini e/o materiali, si distinguono in leggeri (portata fino 8 q), medi (fino a 16 q) e pesanti (oltre 16 q). In genere non hanno armamento di bordo. I carri blindati sono veicoli ruotati o cingolati con protezione totale, armamento di bordo limitato ad armi portatili e torretta fissa (o senza torretta). Si distinguono in leggeri (peso totale fino a I O t) e medi (peso totale oltre le 10 t). Le autoblindo sono mezzi di combattimento ruotati, dotati di protezione totale, torretta girevole, armamento vario e artiglierie fino al calibro di 75 mm. Possono essere leggere (peso totale fino a IO t) o medie (peso totale oltre le 10 t). I carri armati sono veicoli cingolati da combattimento, muniti di torretta girevole, con armamento vario, artiglierie di qualsiasi calibro e protezione totale di elevato spessore realizzata con l'adozione di robuste corazzature di acciaio speciale. Si distinguono in: leggeri (peso totale fino a 25 t), medi (peso totale fino a 50 t) e pesanti (peso totale oltre le 50 t). I semoventi sono veicoli cingolati con protezione parziale, sui quali sono installate artiglierie di qualsiasi calibro. Si suddividono in leggeri (peso totale fino a 25 t) e medi (peso totale oltre le 25 t).55 I mezzi corazzati speciali sono veicoli speciali, con protezione parziale, sui quali sono montate attrezzature pesanti per impieghi logistici specifici (carri-gru, carri-soccorso, carri-ponte, carri-carica batterie, carri sminatori, scavatori, portamunizioni ecc.). I rimorchi sono veicoli ruotati da trasporto ad uno, due o raramente a tre assi, destinati ad essere trainati da autoveicoli muniti di gancio di traino regolamentare. A seconda del peso a pieno carico (tara + portata) o della forma che assume la carrozzeria su di essi montata, si distinguono in: rimorchietti (fino a 15 q); leggeri (fino a 30 q); medi (da 30 a 60 q); pesanti (oltre i 60 q); speciali (costituiti da telai di rimorchi leggeri, medi o pesanti sui quali sono montate carrozzerie o attrezzature speciali come botti per acqua, officine, cinema, radio, macchinari per pa-
s4 La classificazione dei trattori prima indicata è quella della Pub. SME n. 5060 . Il Latilla classifica i trattori in leggeri, medi e pesanti in base allo sforzo del gancio (rispettivamente fino a 3000 Kg, da 3000 a 6000 Kg e oltre i 6000 Kg). ss Il Latilla considera invece i seguenti limiti di peso: leggeri fino a 20 te medi oltre le 20 t.
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nificazione o lavanderia ecc.). Questa classifica, riferita agli anni 50, negli anni successivi non risulta più del tutto rispondente, specie per i mezzi destinati al trasporto di truppe. Ciò avviene a causa della graduale introduzione di nuovi veicoli, della radiazione dei mezzi di provenienza alleata e della scelta "tutto cingoli" dell'esercito (con eliminazione dei veicoli protetti o blindati ruotati, delle autoblindo e dei mezzi veloci e blindati da esplorazione). A partire dagli anni 60 cadono in disuso i termini carri protetti e carri blindati e riferendosi ai mezzi corazzati adibiti al trasporto di truppe si parla di veicoli trasporto truppe (VTI - veicoli cingolati con mitragliatrici di bordo idonei al trasporto tattico delle truppe ma non al combattimento da bordo da parte delle truppe stesse, che pertanto appiedano al momentò del combattimento), e di veicoli da trasporto e combattimento (VTC), idonei anche al combattimento da bordo da parte delle truppe trasportate e con migliori caratteristiche di protezione e armamento. 1 VTT sono dotati di blindatura leggera e armati di mitragliatrice pesante; i VTC dispongono di visori e portelli laterali per l' impiego da bordo di armi individuali e hanno migliore corazzatura. Anche l'armamento di bordo dei VTC - con cannoni automatici fino al calibro di 75 mm o missili e mitragliatrici ausiliarie - è più potente c può essere installato in torretta girevole o postazione protetta. Nel 1981, anno nel quale ha termine la nostra indagine, l'esercito italiano non dispone di veicoli protetti, di autoblindo e di VTC ruotati per fanteria, sul tipo del VAB (vehicule de l'avant blindé) della casa francese Renault; le autoblindo con pezzo di calibro fino a 105 m m e caratteristiche meccaniche analoghe a quelle del V AB sono invece diffuse in tutti i principali eserciti europei. In definitiva, sia i VTI che i VTC e i V AB rientrano nella categoria dei veicoli blindati medi, a ruote o cingolati, peraltro con armamento di bordo più potente di quello indicato nei sistemi di classifica prima citati. Comunque, eccezion fatta per il nomenclatore del 1958 (Pub. SME n. 5211) i nomenclatori del dopoguerra non riportano definizioni ufficiali di automotoveicoli e/o mezzi corazzati; anche la predetta Pub. n. 521 l (p. 61) classifica i mezzi corazzati in maniera diversa dalla Pub. n. 5060 del 1953 alla quale ci siamo riferiti, suddividendo i mezzi corazzati in cingolati (distinti a loro volta in da combattimento e speciali), semicingolati e a ruote (autoblindo, comunemente indicati come mezzi blindati). Dalla classificazione degli autoveicoli prima riportata si deduce che nell'immediato dopoguerra - come già durante la guerra - la formula ufficialmente adottata per autovetture e autocarri di produzione nazionale di comune impiego (leggeri, medi e pesanti) non prevede ancora che questi mezzi abbiano le caratteristiche necessarie per il movimento fuori strada e su terreno vario, per il quale sono previsti solo automezzi speciali tipo "Dovunque" mod. 1935. Ben diversi gli orientamenti già prevalsi nei principali eserciti durante la guerra; basti citare la celeberrima Jeep USA (così detta dalla pronuncia di G.P., iniziali di Generai Purpose, cioè "per tutti gli usi") o me-
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glio ancora, la vettura tedesca Mercedes Benz, che diversamente dalla contemporanea Fiat 1100 militare ("mimetica") italiana (con le sole ruote posteriori motrici) era dotata di un differenziale centrale per la trasmissione del moto alle 4 ruote bloccabile a volontà, di 2 differenziali autobloccanti sulle ruote posteriori e anteriori e inoltre di ruote posteriori che potevano essere rese sterzanti, riducendo il raggio di volta. Sulla base di questi orientamenti preliminari, l'evoluzione del materiale automobilistico nel dopoguerra e fino al 1981 attraversa tre fasi ben distinte. La l" FASE ( dal 1945 ai primi anni 50) è caratterizzata dalla massima eterogeneità del materiale (mezzi di produzione inglese, americana, nazionali di produzione bellica e nazionali di produzione post-bellica, quest'ultimi con caratteristiche simili a quelle dei modelli bellici prebellici precedenti e come sempre, ampiamente derivati da modelli commerciali, quindi poco idonei al movimento in terreni difficili). Nella 2" FASE (dai primi anni 50 fino ai primi anni 70) gli automoto veicoli comuni e speciali di produzione alleata e quelli nazionali di produzione bellica sono gradualmente sostituiti da una nuova generazione di mezzi nazionali con caratteristiche più idonee anche per il movimento fuori strada. l mezzi corazzati - tutti di produzione USA - sono rinnovati con altri più moderni, sempre di produzione USA. Nella 3" FASE (dai primi anni 70 ai primi anni 80) è introdotta una terza generazione di automotoveicoli comuni e speciali di produzione nazionale. Ai carri di produzione USA adottati negli anni 50 (M. 47) e negli anni 60 (M. 60) si aggiunge a partire dal 1972 il tedesco Leopard I, da allora in poi non più rimodernato e rimasto il carro-base. Nella l" FASE, sono in dotazione autoveicoli di produzione americana e inglese residuati di guerra che, in generale, hanno positive doti di standardizzazione, di rustici tà, di capacità di movimento fuori strada e potenze elevate (ma anche consumi altrettanto elevati). Gli abbondanti surplus alleati e le cospicue vendite di automezzi residuati di guerra per usi civili da parte <lell' ARAR (60.000 al 30 aprile 1947) danneggiano l' industria nazionale che sta rinascendo, e il Presidente della Fiat Prof. Valletta il 6 aprile 1945 dichiara a una commissione ministeriale: Occorre sfruttare razionalmente i s urplus che gli americani ci banno lasciati sui fianchi, perchè quando qualcuno regala qualcosa ha una ragione f ... ] (essi) si avviano verso nuovi tipi, verso camion economic i, a con sumo basso [ ... ] noi mettiamo in circolazione dei tipi c he hanno un consumo triplo r.. :1 importiamo il carburante semplicemente per usufruire di un ferro vecchio che ci hanno lasciato nei fianchi e che è un'ira d'lddio [ ...] questi surplus [ ... J finora sono stati sfruuali in modo sempliceme nte bestiale. 56
Nel 1948 la divisione di fanteria (non esistono ancora divisioni co-.
56 CiL in M. Nones, L'industria militare. in AA.VV. Storia delle forze armate (Cit.a c ura di C. Jean), p. 318.
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razzate) ha in dotazione 5 tipi di motociclo (dei quali 3 nazionali e 2 alleati), I tipo di motocarro nazionale, 6 tipi di autovetture (5 nazionali e 1 jeep USA), 17 tipi di autocarri leggeri, medi e pesanti (dei quali 8 nazionali e 9 alleati; gli autocarri alleati sono a loro volta distinti in numerosi sottotipi e in autospeciali), 4 tipi di trattore( 3 italiani), 1 mezzo corazzato protetto (universal carrier inglese dei primi anni 30, comunemente detto "cingoletta"), 1 autocarro tattico o " Dovunque" (il vecchio Spa " Dovunque 35").57 I motocicli nazionali (marca Gilera, Guzzi e Sertum) sono tutti medi biposto, cilindrata 500 eme e autonomia rispettivamente di 230, 270 e 310 Km. I motocicli alleati sono monoposto, marca Matchless e B.S.A., cilindrata rispettivamente 347 e 496 eme, autonomia di 340 e 220 Km. Le autovetture nazionali sono: Fiat 2800, Fiat 1500, Fiat 508 C (1100), autovetturetta Fiat 500 e Lancia Aprilia, tutte vetture di normale impiego civile idonee solo al movimento su buone strade e aJ solo trasporto di personale. La jeep USA (marca Wyllis o Ford) è invece caratterizzata da ottime possibilità di movimento anche su strade cattive e fuori strada in terreni difficili; a tal fine, il mezzo dispone di motore a benzina con potenza esuberante rispetto al peso massimo del veicolo (54 HP per Kg 1865) e possibilità di rendere motrici anche le ruote anteriori e di innestare marce ridotte. Ha un carico utile di Kg 363 (o di 5 uomini), un peso rimorchiabile di 450 Kg, una velocità massima di 100 Km/h, un consumo medio di 15 - 18 litri/Km e un'autonomia di 310 - 380 Km .. Le principali caratteristiche degli autocarri comuni italiani e alleati (inglesi, USA o canadesi) nel 1948 sono riportate nel DOCUMENTO 39/a; dal loro confronto si può anzitutto dedurre il diverso indirizzo costruttivo di base. Gli autocarri leggeri e medi alleati (e a volte anche i trattori) montano lo stesso tipo di motore e cambiano solo lo chassis (che può essere lungo - Lo corto - S) e le modalità di trasmissione della potenza alle ruote, con possibilità di ottenere in quasi tutti i modelli compresi gli ACL - marce ridotte e 4 ruote motrici. La capacità fuori strada è accresciuta dalla frequente adozione di pneumatici con battistrada a forte scolpitura sul tipo del nostro "Artiglio" degli anni 30 (fino ai primi anni 50 montato solo su trattori e autocarri speciali per il movimento fuori strada). Gli autocarri normali di fabbricazione canadese e inglese usano inoltre montare pneumatici del tipo R.F. (Run Flat), che consentono al veicolo di proseguire la marcia anche in caso di foratura o cattiva tenuta della valvola. Non vi sono sistemi di bloccaggio del differenziale e non vi è meccanismo per differenziare il moto fra l'asse anteriore e l'asse o gli assi posteriori, perciò la trazione anteriore deve essere innestata soltanto nella marcia in terreno cedevole e a basse velocità. In definitiva, specie gli ACL alleati hanno un esubero di po-
57 Pub. SME n. 4760 Armi e mez.zi della divisione di fanteria (Notizie sommarie), Roma 1948, pp. 167-22 1.
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tenza che oltre a consentire loro elevate velocità aumenta la loro capacità di marcia fuori strada o su strade difficili, sia pure al prezzo di elevati consumi. L'impiego dello stesso tipo di motore sugli ACL e ACM aumenta ancora i consumi complessivi, ma per contro fornisce il vantaggio - prezioso in guerra, come dimostra proprio la motorizzazione italiana - di una più agevole manutenzione e della riduzione dei pezzi di ricambio, insieme con la maggiore rusticità e "tenuta" dei mezzi assicurata dalla riserva di potenza. A parte gli SPA 38 e gli SPA 39 (automezzi di una generazione ormai sorpassata superstiti della guerra, con basse velocità, forti consumi e molto modeste capacità fuori strada), già alla fine degli anni 40 la motorizzazione italiana adotta - negli ACM e ACP più moderni - propulsori diesel con buone prestazioni e consumi modesti, ma utilizza motori diversi per ACL, ACM e ACP. Rispetto al passato, estende le marce ridotte e il bloccaggio differenziale ma non utilizza ancora sistemi per rendere tutte e 4 le ruote motrici. Va anche notata la difformità delle caratteristiche degli ACM in servizio, appartenenti a 4 marche nazionali diverse. In conclusione, fino ai primi anni 50 gli automezzi italiani non forniscono ancora sufficienti prestazioni fuori strada e sono meno rustici e di manutenzione più complessa rispetto a quelli alleati; data la differenza di alimentazione tra ACL e ACM, anche il rifornimento carburanti risulta più complesso. La successiva generazione di automezzi (mod. 1951 e I 952 - VDS. DOCUMENTO 39/b) presenta diverse novità.58 Sono anzitutto introdotti due modelli di costruzione nazionale di autovetture da ricognizione (AR), che sostanzialmente riprendono le caratteristiche della jeep americana; peraltro quest'ultima ha cilindrata maggiore, maggiore portata, maggior peso rimorchiabile ed è più potente della Fiat AR/51. Pur mantenendo in servizio lo SPA 38 e lo SPA 39, sono anche adottati nuovi autocarri leggeri. Sia le AR che gli ACL e ACM dei modelli più recenti realizzano una più spiccata capacità fuori strada rispetto agli automezzi della generazione precedente, ottenuta con marce ridotte, differenziale bloccabile, possibilità di rendere motrici tutte e 4 le ruote e pneumatici tipo " Artiglio". In questo senso, nei primi anni 50 si verifica un'autentica svolta, per altro non accompagnata dalla riduzione dei tipi e modelli - specie per gli ACM - e dall' unificazione dei sistemi di alimentazione (che rimangono a benzina per AR e ACL e a gasolio per gli altri). Nel 1955 sono ancora in servizio gli automezzi italiani e alleati indicati nel DOCUMENTO 39; pertanto l'esercito italiano dispone di: - 8 tipi di motocicli, dei quali 5 italiani e 3 alleati; - 1 O tipi di ACL, dei quali 5 alleati e 5 italiani. Di questi ultimi, 2
58 Pub. MDE - l.G.M. n. 5052 Istru zione sul servizio automobilistico - Vol. II, Roma 1954, pp. 167-295 e Pub. SME n. 5060 (Cit.), pp. 109-173.
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sono di modello prebellico e 3 di nuovo modello (1951-1952). E' inoltre ancora in servizio lo SPA "Dovunque 35"; - 4 tipi di AR, dei quali 2 alleati e 2 italiani di nuovo modello (1951); - 13 tipi di ACM, dei quali 9 nazionali. Di questi ultimi, 3 sono di costruzione pre - 1948; - 3 tipi di ACP tutti nazionali, dei quali 2 di nuovo modello (19481950); - trattori e autospeciali tutti di costruzione italiana, dei quali solo due di costruzione prebellica (SPA TL/37 4x4 e SPA TM/40 4x4); - trattori pesanti speciali e rimorchi speciali interamente di provenienza alleata (M 26, Diamond, Matador, Morris ecc.).59 Se risponde a uno stato di necessità l'utilizzazione di autoveicoli alleati e anche la produzione - per colmare con urgenza i vuoti dell' immediato dopoguerra - di autoveicoli con caratteristiche modeste e non molto dissimili da quelle del periodo bellico, non sembra del tutto condivisibile l ' adozione - a cavallo degli anni SO - di un eccessivo numero di modelli di ACM, taluni dei quali con caratteristiche non più adeguate alle nuove esigenze e scarsa capacità di marcia fuori strada. Anche considerando l'esigenza politico-sociale di distribuire la produzione tra più industrie, rimaneva ugualmente la possibilità tecnica di unificare le caratteristiche principali prendendo come riferimento i modelli più riusciti, con ovvi vantaggi per la manutenzione e il servizio ricambi ed accessori. In tal modo, negli anni SO si mantiene il vecchio difetto della proliferazione di marche e modelli, già lamentato dal generale Dall'Ora nella guerra d 'Etiopia. Nei primi anni 60 viene adottato un nuovo modello di autovettura da ricognizione (AR/59) che, come già si è visto, costituisce il veicolo da combattimento - base del battaglione di fanteria edizione 1963 (rifornimento munizioni; trasporto gruppi tiro per mortai da 81 e 120 e mi tragliatrici con treppiede; installazione cannone da 106 sr. e trasporto di relative munizioni e gruppi tiro),che dovrebbe averne in dotazione ben 7 J .60 Peraltro, il mezzo non viene da tutti ritenuto in grado di svolgere - specie fuori strada - il fondamentale ruolo che gli assegnano i nuovi organici. Ciò vale particolarmente per le unità di fanteria destinate ad operare nei terreni collinosi, di media montagna o carsici tipici della frontiera di nord-est, terreni per i quali anche i veicoli cingolati soffrono di notevoli limitazioni. In un articolo del 1965 sulla Rivista Militare il generale Spano (proveniente dalla fanteria) osserva che con il nuovo organico il peso del-
5 9 Pub. SME n. 5081 Armi e mezzi in dotai.ione all'Esercito, Roma 1955, Parte VII (abroga la Pub. n . 4760 - Ed. 1948). 60 Pub. SME n. 5869 (712 s.d.) lmpie,?o del f?ruppo tattico del Rruppo difanleria al livello di battaglione, Roma 1968, Apd. 3, 11 e 12.
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le dotazioni di cartucciame e bombe per mortaio è triplicato. Ciononostante, l'esigenza di incrementare la mobilità del fante nelle fasi più fluide del combattimento non è comunque sorta con l'ammodernamento dell'armamento. Essa sussiste da quando le mi nori unità hanno gradualmente perduto, senza sostituzione, i "carriers universals" dei quali erano largamente dotati i gruppi di combattimento.61
Evidentemente il generale Spano non ritiene che le AR possano sostituire i vecchi, preziosi e tanto apprezzati universal carriers (fino ai primi anni 60 rimasti in dotazione, in mancanza di meglio, alle compagnie meccanizzate dei reggimenti fanteria) e in merito cita l'opinione dei sostenitori di uno speciale veicolo tattico leggero denominato "servitore della fanteria", secondo i quali - viene individuato in esso l'unico mezzo idoneo ad alleggerire, in ogni terreno, il fante dal gravoso onere dei rifornimenti (specie munizioni) nelle fasi più critiche del com battimento; - non viene riconosciuta all' AR, per la sua mole, la sua vulnerabilità e le s ue insufficienti prcstazion i, tale possibilità.
Il generale Spano aggiunge che l'installazione del cannone da 106 sr. sull' AR presenta vari e seri inconvenienti (eccessiva altezza del baricentro del veicolo, con conseguente aumento della sua visibilità e vulnerabilità; scarsa possibilità di muovere fuori strada, con un carico che supera di 44 Kg la massima portata; insufficiente capacità di trasporto delle munizioni senza l'ausilio del rimorchietto, che se impiegato ne pregiudica ulteriormente le possibilità di movimento e occultamento). Il "veicolo servitore della fanteria" viene studiato e sperimentato fino ai primi anni 70 ma non viene poi adottato, anche se in altri eserciti nello stesso periodo entrano in servizio interessanti modelli di questa categoria; ciò è dovuto anche alla meccanizzazione integrale di buona parte della fanteria decisa con la ristrutturazione del 1975, meccanizzazione che peraltro non ne risolve del tutto i problemi di mobilità fuori strada e in terreni montani. Alla fine degli anni 50 viene adottato un nuovo autocarro pesante di produzione nazionale (OM CP 56 6x6 da 7) per il trasporto dei materiali da ponte, in sostituzione degli autocarri di provenienza alleata ereditati dalla guerra. Nei primi anni 60 viene adottato un nuovo tipo di ACP (Fiat ACP 62 4x4 o 6x6 a benzina, con verricello, portata 5 t, peso rimorchiabile 100 q su strada e 40 fuori strada, autonomia 250 Km) che si rivela poco riuscito e ha alimentazione in ·controtendenza (a benzina). L'esame delle caratteristiche degli autoveicoli della terza generazione del dopoguerra, adottati negli anni 70, appartiene all'attualità e non al-
61 A. Spano, Incremento della mobilità sul campo di battaglia: il veir.nln .<ervitnrP. della fanteria, "Rivista Militare" n. 3/ 1965, pp. 368-380.
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la storia; ci limitiamo pertanto ad esporre la problematica della mobilità su strada e fuori strada e i criteri che sono alla base del rinnovamento del parco autoveicoli dal 1975 agli anni 80.62 Nel 1975, alla vigilia della ristrutturazione, la gamma dei veicoli in dotazione alle G.U. elementari dell'esercito comprende 3 classi con portata di 1,5, 3 e 5 t (rispettivamente in proporzione del 35%, 50% e 15%), Da un raffronto con le soluzioni adottate dai principali eserciti esteri, emerge il prevalente orientamento ad accrescere le capacità di trasporto delle singole classi anche nell'ambito delle G.U. elementari e a sviluppare in campo militare - così come avviene da tempo in campo.civile - l'impiego di containers, con l'aggiunta di shelters studiati per vari impieghi speciali. In particolare un primo orientamento indica come appropriate le "famiglie" da I ,5 t (unità fondamen tali), 4 t (unità fondamentali e di trasporto) e trauori con semirimorchio da 10 a 20 t ( unità di trasporlo, idonei anche all'installazione di contenitori da 7, IO e 20 piedi).63
Viene di conseguenza affrontato anche presso il nostro esercito - ma senza pervenire a soluzioni definitive fino agli anni 80 - il problema collaterale della "meccanizzazione ùella logistica" (confezione di "carichi unitari" e introduzione di attrezzature meccaniche per la movimentazione, con forte risparmio di manovalanza, forte contrazione dei tempi di movimentazione e conseguente diminuzione della vulnerabilità durante il carico e scarico). Dati i sempre crescenti consumi di carburante si manifesta anche l'esigenza di aumentare la capienza delle autocisterne, con l'adozione di autoarticolati cisterna da 45000 litri. Sulla base degli orientamenti di massima consolidati in ambito NATO e UEO, nel 1981 - anno nel quale termina la nostra indagine .. gli obiettivi da raggiungere per la motorizzazione militare italiana sono i seguenti: - adozione di rimorchi unificati e suddivisione del parco auto veicoli in 5 classi di diversa portata P (A - veicoli tattici leggeri comando e collegam ento, P = 0,25 + 0,75 t; B - ACL trasporto tattico, P = 0,75 + 2 t; C - ACM da trasporto tattico/logistico, P = 2 + 4,5 t; D - ACP da trasporto logistico, P = 4 ,5 + 8 t; E - ACP da trasporto logistico, P > 8 t); - definizione di diverse categorie di mobilità per ciascuna delle predette 5 classi (1 A categoria - veicoli con il massimo grado di mobilità anche in terreni molto difficili, destinati ad operare in stretto contatto con le unità impegnate in operazioni tattiche; 21\ categoria - veicoli di media mobilità, destinati ad essere normalmente impiegati nelle retrovie e in grado di muovere anche fuori strada, in terreni scarsamente accidentati, solo in caso di necessità; 3A categoria - veicoli di normale mobilità, destinati a muovere prevalentemente su strada);
62
U. Sudano, Art. cit. e G. Baldini - A. Lupoli, / veicoli da trasporto logistico del-
la nuova generazione, "Rivista Militare" n . 3/198 1, pp. 73-R 1. 63
U. Sudano, Art. Cit..
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- incremento - con nuove soluzioni meccaniche per motore, gomme e autotelaio - delle potenze per unità di peso e di volume, delle prestazioni e dell'aderenza al terreno, contenimento dei consumi specifici, possibilità di funzionamento dei motori con combustibili alternativi e misti; - ricerca di una maggiore economia logistica attraverso: l'unificazione e la modularità - ove applicabile - dei gruppi motopropulsori, trasmissioni, ruote, pneumatici ecc.; l'unificazione dei lubrificanti; l'adozione di nuove tecniche diagnostiche automatiche, per ridurre i tempi e gli errori nelle riparazioni. Secondo uno studio effettuato negli anni 70 negli Stati Uniti, il 17% degli automezzi dovrebbe appartenere alla 1 A categoria di mobilità, il 40% alla seconda e il 40% alla terza. Inoltre le prime due categorie dovrebbero avere caratteristiche particolari che ne aumentano ancora la mobilità complessiva e 1' attitudine al combattimento: un minimo di protezione dall'offesa NBC; possibilità di agevole bonifica NBC; idoneità all' aviolancio (solo per i veicoli delle classi A e B); più elevata a utonomia (almeno 800 Km per la I" categoria e 500 per la 2"); possibilità di trasportare carichi unitari di varie configurazioni (carichi unitari, carichi pallettizzati, shelters ecc.); massima economicità di studio,
produzione e gestione perseguibile con la più estesa utilizzazione di tecnologie commerciali e di sistemi modulari. Da tali caratteristiche potrebbero essere tratti vantaggi immediati sul piano militare, operativo ed economico (unificazione del parco ricambi e riduzione della quantità e del costo unitario dei ricambi stessi, maggiore durata media dei materiali, unificazione dei materiali ecc.). Peraltro, l'ammodernamento dei veicoli militari rimane - come sempre subordinato alle tenden ze dell'industria automobilistica civile, tendenze che spesso sono in contrasto con le caratteristiche specifiche richieste dall' impiego militare e rendono - specie nel caso italiano - poco remunerativa per l' industria privata la progettazione e sperimentazione di veicoli militari ad hoc (sempre più necessaria, almeno per una buona aliquota de l parco automezzi). Ne con segue che (non è una novità), specie per gli autoveicoli comuni un altro fattore che ha avuto - e continuerà sic uramente ad avere - il suo peso determinante è individuabile nell' interesse dell'industria c i vile per lo sviluppo di veicoli finalizzati ad
impieghi mil itari.
Va anche ricordato che a fronte delle esigenze di unificazione e standardizzazione in ambito NATO ed europeo del parco veicoli, negli anni 70 mestamente tramonta un promettente programma di coproduzione per la jeep europea (veicolo di comando e collegamento VCL 4x4 da 0,5 t anfibio) che avrebbe dovuto essere sviluppato dai gruppi industriali Fiat - MAN - SAVIEM. Comunque, gli autoveicoli della terza generazione entrati in servizio negli anni 70 nel nostro esercito (Fiat AR/76 e AR/76A; Lancia ACL/75; Fiat ACM/80; Fiat ACP/70 6x6 o 4x4; Fiat ACP 80
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6x6 o 6x4) hanno motore, portata ed autonomia che si avvicinano agli obiettivi prima indicati, anche se le caratteristiche degli automezzi in dotazione ai vari eserciti europei e la filosofia che le ispira rimangono assai divergenti. Ad esempio, a fronte della suddivisione degli autoveicoli italiani nelle 5 classi prima indicate, l'esercito francese all'inizio degli anni 80 suddivide tutti gli autoveicoli in due sole categorie (ACL con portata fino a 2 t, con spiccate caratteristiche di mobilità fuori strada; ACP con portata maggiore di 2 t, derivati da veicoli commerciali). Invece il Belgio ha ricercato soprattutto economie di approvvigionamento e di gestione, adottando esclusivamente veicoli di normale produzione per esigenze civili. Naturalmente tutti gli eserciti hanno acquisito i mezzi dall'industria nazionale, quindi le effettive possibilità di standardizzazione di ricambi e accessori sono assai limitate. Tra gli autoveicoli di nuova produzione ricordiamo l'ACL 75 4x4 Lancia 66 11 M da 2 t, alimentazione diesel, peso rimorchiabile 4 t, autonomia 600 Km, marce ridotte e differenziale autobloccante, velocità massima 80 Km/h. Nella Relazione sulla riunione dei Capi e dei direttori degli organi direttivi ed ese<:uJivi territoriali (Roma, 2 - 3 marzo 1982) si trovano interessanti accenni alla problematica di rinnovo del parco autoveicoli del momento: il problema che oggi si presenta più arduo è quello relativo a l I' AR. Le difficoltà e perplessità derivano dal fatto che la AR/76, pur rispondendo ottimamente ai requisiti del fuo ri strada, è un veicolo costruito e progettalo per usi civili, non adatto a particolari impieghi militari. Mentre sono in corso gli studi per la definizione delle caratteristiche di quello che dovrà essere il futuro veicolo militare da ricognizione, si sta procedendo all'assegnazione delle nuove AR/76 a tutte le unità nelle quali esse si prestano a sostituire le vecchie AR/59. Date le condizioni di vetustà di queste u)tjme, il programma di rinnovo non era più procrastinabile[ ... ] L'avviata introduzione di aliquote di ACM da 4 te di ACP da 10 t, gli uni e gli altri di tipo nuovo, consentirà di radiare una gran parte dei mezzi più vetusti e particolarmente gli ACP/62 c he, per difetti costitutivi, hanno condotto e conducono vita travagliata costituendo per g li organi di riparazione un gravame sproporzionato al limitato grado di affidamento che gli interventi possono riprìstìnare. 64
Nonostante le difficoltà, all'inizio degli anni 80 è ormai acquisito e non è poco - l'obiettivo della riduzione dei tipi e modelli e dell'unificazione per quanto possibile delle caratteristiche. Il nuovo ACM 80 ancora allo studio, ad esempio, è derivato dall'ACL 75 mediante allungamento del passo e aumento della potenza motrice, con ]o stesso motore de11' ACL 75 sovralimentato con turbocompressore azionato dai gas di scarico. Per gli ACP e gli ACM e ACP speciali, la scelta viene facilitata dalla possibilità di utilizzare buoni mezzi derivati dall'impiego civile o gli stessi impiegati in campo civile.Poichè l' AR/76 non viene ritenuta una soluzione soddisfacente, all'inizio degli anni 80 ri-
64
Comando dei servizi trasporti e materiali, Relazione sulla riunio11e... (Cit.), pp. 18- 19.
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mane aperto il vecchio problema di un veicolo ruotato tattico leggero di l" categoria e con specifiche caratteristiche che gli conferiscano elevata mobilità fuori strada, veicolo per il quale non mancano riferimenti interessanti nelle soluzioni di taluni eserciti, a cominciare da quello USA.
f
CAPITOLO XIX
AMMAESTRAMENTI E RISULTATI DI 150 ANNI DI LOGISTICA: DALLA STORIA DELLA LOGISTICA ALLA LOGISTICA DELLA STORIA
Al termine di un lungo e non agevole viaggio attraverso centocinquanta anni di vita dell'esercito (e non di vita attraverso teorie, dottrine e regolamenti ma di vita vera, fatta di problemi reali, tangibili) è utile e necessario - e ancor più doveroso - dare conto al lettore di quelli che l'autore ritiene (senz'altro soggettivamente) i significati più immediati della sua fatica, di tutto ciò insomma che in questi anni più lo ha colpito, commosso, fatto riflettere, a volte reso anche titubante (perché non dirlo?). Il rapporto tra strategia e logistica anzitutto, e il diritto (o meno) della logistica a una sua autonoma fisionomia e a un suo ben delimitato e preciso ruolo teorico e pratico. Teorico e pratico: perché anche oggi i pareri non sono concordi, e della logistica moderna e contemporanea si potrebbe dire ciò che nel 1807 ha detto il suo fondatore Jomini della strategia: "L' arte della guerra è sempre esistila, e la strategia soprattutto fu la stessa sotto Cesare come sotto Napoleone. Ma l'arte, tutta ristretta nella testa dei grandi capitani, non esisteva in nessun trattalo scritto. Tutti i libri non ne fornivano che dei frammenti di sistemi, scaturiti dall'immaginazione dei loro autori..." .1 Non a caso dobbiamo a Jomini (significativamente, non a Clauscwitz) oltre che una prima configurazione della logistica, anche una prima configurazione della strategia. E non a caso Jomini dà una prima definizione di logistica nel I 830, quale semplice arte delle marce e organizzazione di quel movimento che anche oggi costituisce l'essenza del concetto di strategia (almeno su questo ruolo del movimento e delle marce, Clausewitz e Jomini concordano). La logistica nasce come branca subalterna e interna della strategia; così almeno la concepisce inizialmente Jomini nel 1830, assegnandole solo nel 1837 il ruolo di vera e propria branca dell 'arte militare. 2 Dopo aver visto il suo progressivo svi-
1 H.A. Dc Jomini (Baron), Précis de l 'ari de la guerre, ]ere Partie, Paris , Anselin 1837, pp. 11- 12. 2 Nell' introduzione al Voi. I. così come finora ha fatto la totalità (o quasi) <ieeli scrittori militari (non esclusi quelli francesi) abbiamo indicato come data di nascita della lo-
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luppo fino ai nostri giorni e la trasformazione - di per se già indicativa - del suo significato e campo d'azione, che cosa possiamo dire ora? Anzitutto, il suo "nocciolo duro" - in Italia come in altri primari eserciti e uropei - è oggi nell'abbinamento trasporti - materiali, acquisizione del secondo dopoguerra. Il materiale in sè, il suo mantenimento, la sua conservazione, la sua distribuzione hanno gradualmente perduto ogni autonoma valenza, se non associati alla funzione di trasporto (e viceversa). Questa alleanza, anzi questa fusione tra materiale, mezzo e modalità di trasporto ha imposto sensibili modifiche in tutti gli altri settori, fino a far riassumere l'evoluzione del concetto di logistica in queste semplici parole: al movimento, originariamente radice e prima ragion d 'essere della logistica, si sono associate attività e funzioni relative a tutto ciò che riguarda il materiale e il personale, al di là del loro semplice trasporto. La stessa natura del movimento è cambiata; sono scomparsi gli animali da tiro e da soma con tutto ciò che ne conseguiva. Tramontata la "civiltà del cavallo" con il quadrupede che era sempre di pochi, oggi l'uomo viene pensato solo come abbinato al suo mezzo di trasporto o di combattimento. I problemi di trasferimento di masse appiedate di truppe hanno perso importanza, a fronte delle esigenze di movimentazione di masse di materiali, munizioni, a utomezzi, cingolati ecc .. Relativamente ai trasporti aerei e m arittimi, come già si è visto nella seconda guerra mondiale si tratta di raggiungere soprattutto quella capacità di rapida e tempestiva movimentazione, che nell' ultima guerra non è mai stata soddisfacente e che è da riferire non solo e non tanto a uomini o a materiali alla rinfusa, ma a veicoli, sistemi d'arma, materiali speciali come munizioni e carburanti: tutto ciò richiede stretto coordinamento tra forze armate e tra "militare" e "civile". Occorre infine tenere conto di due fattori essenziali, il cui peso sull'economia complessiva di un conflitto è stato ampiamente dimostrato già nella prima guerra mondiale. Primo, la crescente sofisticazione del personale e del materiale, che accresce quantità e qualità delle esigenze di supporto logistico, in una parola: il costo di gestione economica, industriale e finanziaria di una guerra. Secondo, 1' esigenza di una logistica interforze quale indispensabile supporto di una strategia necessariamente interforze, con standardizzazione e interoperabilità prima di
gistica il 1837, che coincide anche con l'anno di pubblicazione Précis de l'art de la guerre. In realtà Jomini dà una prima d efini zione di logistica - assegnandole peraltro un ruolo ancora secondario e "interno" alla strategia - nella Terza edizione de l suo T ableau analytique des principales combinaisons de la guerre (Paris, Anselin 1830 pp. 92-96). Nei Précis, invece, la indica come vera e propria branca dell'arte della g uerra. Di conseguenza, il 1937 non è semplicemente la data di nascita della logistica, ma la data dinascita della logistica come parte dell'arte della g uerra. Da tenere presente, infine, che lo stesso Jomini nell'introduzione ai suo Précis (p. 12) indica il Puységur come autore di "un'opera che fu, credo, il primo saggio di logislica" [ma il Puysegur non la c hiama ancora così - N.d.a.].
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tutto "interne" alle forze armate di uno stesso Paese e spinte al massimo possibile. Un nuovo sistema del quale si sente il bisogno da decenni ma ancora tutto da costruire, dove acquista (o meglio, riacquista) ri lievo il coordinamento dei grandi trasporti nei tre elementi (mare - terra-aria), coordinamento che può essere efficacemente realizzato solo con un apposito, unico e autorevole organismo interforze sempre mancato. Non ci si lasci ingannare dalle apparenze: non si tratta di ovvietà. Si potrebbe dire, a questo proposito, ciò che diceva Clausewitz della strategia: che è semplice e facile, ma difficile da realizzare. Anche in questo caso, ci si trova di fronte a annose e riconosciute esigenze, che è quasi scontato riconoscere ma che non è mai stato - e non è - altrettanto scontato reali zzare. Se queste esigenze sono antiche, qual' è allora veramente il fatto nuovo e al tempo stesso storicamente più importante, del quale bisogna oggi tener conto per definire il ruolo della logistica? è forse l'abbinamento trasporti - materiali del quale abbiamo parlato? Larisposta è senz' altro negativa. L'abbinamento trasporti-materiali riguarda la sola logistica di distribuzione (cioè di competenza degli Stati Maggiori), e non è che la conseguenza della vera e sola novità autentica c he ora ci accingiamo a far emergere, e c he riguarda la logistica di produzione (cioè il supporto industriale, economico, finanziario, produttivo, demografico della guerra), con riflessi di grande e decisiva portata sulla strategia. Solo la storia può aiutarci. Dobbiamo fare un passo indietro, riferirci alla rivoluzione industriale del secolo XlX e al suo rapporto con la strategia e la politica militare e estera; rapporto emerso fin dalla guerra civile americana 1861-1865 ma non ben compreso - prima di tutto dagli stessi politici e militari americani - fino alla prima guerra mondiale e oltre. E' , oggi, quasi una communis opinio affermare che i generali europei della prima guerra mondiale - spesso indicati tout court come unici " macellai" responsabili della sanguinosa e inconcludente guerra di trincea - non hanno studiato e capito la guerra civile americana, guerra molto sanguinosa e di posizione dove già si era rivelata la potenza di fuoco che ha costretto le truppe a interrarsi . Questa tesi contiene - come sempre accade - qua1che sprazzo di verità, ma non regge a un' analisi critica tendente a raccordare politica, economia, strategia e logistica. Ammesso e non concesso che tutto ciò sia vero, i primi "a non capire", a mandare le loro truppe fin da allora al macello sono stati i generali americani delle due parti nel 1861 1865, che hanno battuto un "record" tuttora insuperato, riuscendo a causare la morte di circa 500.000 combattenti su circa 2.000.000 arruolati. E che, nella prima guerra mondiale, sono venuti in Europa per cercare di imparare dai generali europei e francesi..., la guerra di trincea . In secondo luogo, essa contiene profondi elementi di contraddizione: se fosse vera sfaterebbe un'altra communis opinio sulla prima guerra mondiale , che cioè solo un fatto tattico come il binomio mitragliatrice - reticolato (che nella guerra civile americana era ai primi vagiti ed ha
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avuto influenza praticamente nulla sulle operazioni) a bloccare l'offensiva e a causare l'interramento delle truppe. Terzo: anche se fosse così, visto il numero di morti nelle due guerre (non certo solo dalla parte di chi ha attaccato) la trincea andrebbe indicata come un rimedio illusorio, una trappola, e dunque c'era ben poco da imparare dai sistemi di "fortificazione passeggera" della guerra civile, sistemi che generali accorti avrebbero dovuto abbandonare, per cercare nuove forme di guerra meno sanguinose e più redditizie. Nessuno dei facili e improvvisati critici della guerra di trincea si è mai dato pena di indicare un credibile modo di superarla ed evitarla, naturalmente nel contesto di allora. E, per obiettività, si deve anche aggiungere che i generali europei hanno capito bene almeno una cosa: che la guerra di trincea era il fallimento della strategia di marca clausewiziana e anche jomininiana, perciò un po' anche il loro. L'hanno accettata sempre malvolentieri, vi si sono rassegnati periodicamente, sia pur malamente hanno cercato - quando hanno potuto - di superarla montando onerose offensive, che si sono spesso risolte - sul fronte occidentale ed europeo - in enorme dispendio di vite e munizioni, senza apprezzabili risultati. Risultati che ci sono anche stati: ma solo quando si è stabilita una sufficiente differenza di potenziale tra i due contendenti, oppure si è creato un elevato rapporto spazio/forze ... Non può reggere nemmeno la tesi della mancanza di idonei mezzi di trasporto - o di vere e proprie divisioni corazzate - per dare profondità e slancio all'offensiva. Il mezzo di trasporto a motore - e se vogliamo anche il mezzo corazzato - giocano a favore e a sfavore sia dell'offensiva, che della difensiva. Possono facilitare la penetrazione in profondità, ma anche la controffensiva e il rapido afflusso delle riserve del difensore nei settori minacciati, e/o la recisione a11a base delle punte di penetrazione. Tutto si riduce quindi, come sempre, all'esistenza o meno di una differenza di potenziale; se - come è avvenuto in Francia e Polonia - i carri sono da una parte sola, l' esito è scontato ... In secondo luogo, né la prima guerra mondiale, né la stessa guerra civile americana sono state guerre statiche: hanno ambedue avuto fasi statiche e fasi dinamiche, banno ambedue visto un esteso impiego delle ferrovie e di tutti i mezzi di trasporto disponibili, ivi compresi i trasporti marittimi e per via acquea. Il fenomeno della guerra di trincea nella prima guerra mondiale è comparso solo in Europa e solo in settori caratterizzati da spazi ristretti in rapporto alle forze disponibili (Fronte Occidentale e Fronte Italiano in particolar modo: ma non Fronte Russo, Medio Oriente ecc.). In quanto ai Dardanelli, più che del trionfo de11a guerra di trincea si è trattato del trionfo dell'insipienza: come può avere successo uno sbarco in terreno difficile, ben fortificato e poco adatto a "proiezioni di potenza" dal mare, senza un preventivo e sufficiente grado di neutralizzazione delle difese e delle riserve e senza un'organizzazione degna di questo nome? Per ultimo, va sfatato o almeno ampiamente ridimensionato il diffuso luogo comune, che vorrebbe i generali europei ( e - non dimentichiamoli
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- gli ammiragli) poco attenti a quanto è accaduto oltre Atlantico nel 1861-1865. In realtà l'attenzione c'è stata anche in Italia: lo dimostrano articoli e notizie comparsi sulla nostra Rivista Militare Italiana; lo dimostrano gli accenni che a quella guerra fanno i nostri maggiori autori. Il nostro Corpo di Stato Maggiore non trac;cura di inviare colà il colonnello Bassecourt, che compila un interessante e dettagliato rapporto.3 Ciò che è stato rifiutato, è il "modello" della guerra americana (guerra, tra l'altro, "interna") come riferimento strategico - e quindi anzitutto politico - sociale - della nuova guerra europea e interstatuale. Rifiuto dovuto a diverse buone ragioni non solo strategiche e militari, riconducibili a tre: a) dal punto di vista della strategia e della logistica, i generali americani si riferivano principalmente al francese Jomini, quindi - nella migliore delle ipotesi - nulla v'era da imparare da loro; b) dal punto di vista del servizio di Stato Maggiore, delle procedure logistiche ecc., come riferisce il Bassecourt i generali americani non disponevano di veri e prnpri Stati Maggiori e di Intendenze sul modello europeo e tedesco; c) soprattutto, i generali europei (dal 1870 fino alla prima guerra mondiale) hanno avuto davanti agli occhi il "modello" - non solo strategico, ma anche logistico - della guerra franco -prussiana, dove un esercito eccellente, ben addestrato, animato da forte spirito offensivo, guidato da Stati Maggiori che erano un perfetto meccanismo e da Capi eccellenti, equipaggiato con artiglierie, armi e mezzi tecnici di qualità almeno pari a quelli americani, con un largo e accurato impiego delle ferrovie e Servizi logistici ben organizzati, è riuscito ad aver ragione in pochi mesi dell'Armée de terre erede delle gesta di Napoleone, cioè a fare quella guerra breve, relativamente economica, decisiva, vantaggiosa per il vincitore, che i politici non si sono stancati di chiedere ai militari fino al 1945 e oltre. Non dimentichiamo, a questo proposito, che l'Armée sconfitta nel 1870 applicava proprio quelli che avrebbero dovuto essere - secondo superficiali e improvvisati critici - gli insegnamenti della guerra americana: cioè una dottrina me todica e difensiva, basata proprio sul fuoco (lo Chassepot. le prime mitragliatrici ... ) e non sul movimento, che attribuiva molta importanza allo sfruttamento della forza intrinseca delle posizioni. Ciononostante, come del resto è avvenuto nel 1940 gli Eserciti francesi sono stati sconfitti! Cos'è allora che non hanno capito - o meglio, non hanno previsto e indovinato - i generali europei del 19 I 4-1915? Per stabilire questo, è inutile cercare spunti di riflessione sui vari fronti e negli eserciti o nelle notte: bisogna guardare molto indietro, nelle retrovie, nella vita economica e sociale delle Nazioni. E bisogna anche rendersi subito conto di un
3 Si rimanda, in merito, al nostro La gue rra civile 1861-1865 e La guerra ispano-americana: valutazioni e ammaestramenti nel pensiero militare italiano coe vo (in Commissione lntema7.ionale di Storia Militare, Atti del XV/Il Congresso Inte rnazionale di Sto ria
Militare, Torino, 30 agosto/6 settembre 1992, Roma, Uf. Storico M .M. 1993, pp. 473-501).
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fatto fondamentale, oggi abbastanza evidente ma che allora tarda ad essere ben interpretato: che anche la seconda guerra mondiale nonostante la comparsa delle divisioni e dei corpi d'armata corazzati, l'impiego a massa dell'aereo, il progresso enorme nella tecnica dei movimenti, dei trasporti, dei rifornimenti, ecc., è stata, è diventata una guerra logistica e di materiali ancor più della prima; e anzi, è durata di più. Nella seconda guerra mondiale non mancano numerosi esempi di battaglie e intere campagne di logoramento (El Alamein, Stalingrado, Kursk; campagna d'Italia) ragguagliabili a quelli della prima guerra mondiale: l'unica differenza riguarda la logistica, visto che vi si consumano meno uomini ma più materiali. E bisogna anche tener conto che il bliz Krieg tedesco ha funzionato, se e quando - solo all'inizio! - si è trovato di fronte eserciti nettamente inferiori (come quelli polacco e francese), con materiali, dottrine, efficienza morale palesamente non all'altezza dei tempi, senza valide difese controcarri e senza un efficiente concorso aereo ... In Africa Settentrionale e in Russia, non è avvenuto così: ed è stata la guerra di logoramento e la sconfitta per l'Asse, sconfitta logistica prima ancor che strategica (si pensi alla guerra dei convogli). Siamo finalmente arrivati al vero fatto nuovo, che la guerra americana ha messo per la prima volta in luce. La rivoluzione industriale provoca un ulteriore "strappo" in un fenomeno che si era già verificato in parte con la Rivoluzione Francese e le guerre napoleoniche: rende possibile - con la produzione in serie, la mobilitazione industriale e l'aumento delle risorse finan ziarie - armare, equipaggiare, mantenere per lungo tempo con massicci afflussi da tergo dei rifornimenti enormi masse di uomini, masse molto superiori a quelle impiegate da Napoleone, cioè: quella che noi chiamiamo la guerra totale. Secondo fatto nuovo: prima del 1914 politici e generali temono la guerra lunga e di massa, perché ritengono che i popoli non l'avrebbero sopportata e si sarebbero ribellati. Invece, con le loro energie morali e con lo spirito nazionale rinfocolato dalla propaganda i popoli "reggono" oltre le aspettative, in ambedue le guerre mondiali. Peraltro gli eserciti di massa nati dalla mobilitazione, mediocremente addestrati e inquadrati e talvolta anche mediocremente armati con fondi di magazzino (eserciti francese e italiano del 1940) non hanno una grande capacità offensiva, e comunque hanno uno spirito combattivo decrescente con il passare dei mesi. Sono, però, più che sufficienti per guarnire completamente i fronti contrapposti e per dare luogo a cospicue riserve, ciò che ha un unico risultato: non vincere, ma almeno riuscire ad impedire all'avversario di vincere e, quindi, prolungare la guerra a tutto vantaggio dei contendenti con economia più ricca. 4 In questa situazione anche la migliore strategia si trova imbriglia4 In un articolo riportato sulla Nuova Antologia del 1908 il generale Von Schlieffen, autore del famoso piano applicalo dalla Germania nella prima guerra mondiale, confondendo "volere" con "potere" afferma che bisogna prevedere e preparare una guerra breve. perché i popoli non saranno in grado di sopportare una guerra lunga. In Lai modo, l' influsso sul-
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ta da fattori economici e industriali; quello che conta sono le retrovie e la produzione e le risorse finanziarie, fattori dove le principali potenze europee sono equivalenti almeno all'inizio, e per i quali - nel prosieguo della guerra - acquista importanza e peso crescente la capacità di ciascuno dei contendenti europei di "pompare" risorse da Stati e territori extraeuropei e oltremare, ripetendo su larga scala e in misura infinitamente maggiore ciò che già aveva fatto contro Napoleone l'Inghilterra. Dopo venticinque anni di guerre, questa Nazione nel 1815 è risultata alla fine vittoriosa perché dietro Trafalgar e Waterloo ha fatto sentire il suo peso - grazie anche al potere marittimo - tutta una capacità industriale e di mobilitazione di risorse extraeuropee, che alla lunga ha fatto pendere le sorti della guerra a favore di chi quelle risorse aveva potuto sfruttare, e di chi poteva permettersi di fare una lunga guerra non solo terrestre, ricorrendo anche alla "strategia indiretta".5 La mitragliatrice, il reticolato, la trincea sono stati solo un fattore meramente tecnico, uno tra i tanti che hanno causato la indesiderata stasi operativa della prima guerra mondiale, rivelandosi spesso più effetto che causa. Più che i fattori puramente militari, tradizionali e già tipici della guerra del 1870 e della stessa guerra russo-giapponese del 1905 (capacità della leadership militare, per la quale quella tedesca ha se mai conservato - anche se ridotto - la sua superiorità; armamento e spirito delle truppe; strategia, logistica di campagna e tattica ecc.) ne hanno contato altri, di carattere per cosl dire "civile". La capacità produttiva e finanziaria degli Stati e l'imprevista "tenuta" ·del fronte interno consentivano di arrnare e mandare al fronte sempre nuove forze, impedendo o almeno allontanando nel tempo la formazione di quella forte di fferenza di potenziale morale e materiale tra contrapposti eserciti, che in ogni tempo è stato il presupposto indispensabile per la vittoria di una delle due parti. 6 Nessuno era così debole da perdere; nessuno era in grado di vincere rapidamente e di ripetere le fulminee campagne di Napoleone o almeno la guerra del 1870-1871, quando le differenze tra eserciti contrapposti e la loro leadership c'erano, erano forti e visibilissime, andavano a tutto favore del vincitore, erano però ancora - e per l'ultima volta - essenzialmente militari. I fattori economici, demografici, industriali e attinenti alla logistica di produzione sono un fatto politico-sociale, prima ancor che militare:
la guerra e sulla strategia della nuova società industriale viene valutato dai migliori cervelli militari europei in senso diametralmente opposto a quello che poi sarebbe avvenuto (cfr. Generale Von Schlieffen, La guerra di oggi. , "Nuova Antologia" del 16 gennaio 1909). 5 SuJ rapporto tra economia, strategia e potere marittimo nelle g uerre napoleoniche si veda il nostro Il Nuovo Continente e il potere marittimo - da Cristoforo Colombo alla guerra civile americana, su "Rivista Marillima" Anno CXXVI - gennaio 1993, pp. 15-26. 6 Nei suoi Précis e nel suo Tableau , Jomini mette molto opportunamente in evidenza che, per vincere una battaglia, non basta concentrare semplicemente la massa delle forze sul punto decisivo. ma occorre concentrarvi for7.e allive, in grado cioè di agire e di far sentire subito il loro peso. Cioè forze fresche, ben rifornite, bene armate, con obieuivi chiari ...
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ciò significa che i primi a "non capire" la nuova guerra sono stati i politici europei, che queste guerre "interne" hanno causato, quando non preparato e voluto. E che - loro per primi - hanno chiesto ai militari di preparare guerre brevi e decisive, quindi economiche e tali da arrecare quei concreti vantaggi al vincitore, poi rivelatisi illusori e anzi controproducenti; una grande illusione durata, nonostante le smentite della storia, mezzo secolo. Certo, i Capi militari europei hanno a loro volta le loro responsabilità, perché anche nel 1939-1945 hanno pensato, tentato, sperato di vincere - più o meno rapidamente - guerre totali e industriali che nessuna nazione europea poteva vincere veramente. Guerre che segnavano piuttosto un danno comune e una sconfitta per tutti, e in particolare per potenze con il fiato corto come l'Italia e la Germania. Nonostante le lungimiranti idee di studiosi come il tedesco Possony, 7 le Nazioni dell'Asse nel 1939 - 1940 avevano confuso il volere con il potere: non potevano avere qualche probabilità che con una lotta breve e quindi avevano puntato tutte le loro carte su una guerra "di rapido corso", vista come unico mezzo - purtroppo poco praticabile - per aggirare le difficoltà economiche e logistiche di una guerra lunga. Tutto questo ha un solo significato: subordinazione netta - più occulta che palese - della strategia del XX secolo a fattori non militari di carattere economico, finanziario e relativi al materiale e quindi maggior peso delle retrovie, della logistica e del fronte interno rispetto agli eventi puramente militari. 8 Guerra solo apparentemente clausewitziana, perché - come ammette lo stesso Clausewitz - una buona politica è solo quella che assegna allo strumento militare obiettivi raggiungibili. Ciò non avviene in questo caso, nel quale anzi si verifica per la prima volta il superamento della visione clausewitziana di una guerra dominata da fattori morali e spirituali, nella quale acquistano grande valore la capacità e lungimiranza dei Capi e lo spirito offensivo dei popoli. Nella misura in cui prevalgono fattori relativi al materiale, la battaglia decisiva e risolutiva, la guerra breve e offensiva non rimangono più sullo sfondo, sono solo delle speranze o meglio delle illusioni nocive. Clauserwitz ha avuto invece il torto di escludere con insolito tono perentorio che i fattori logis tici, economici e relativi al materiale possano avere influsso diretto, continuo, onnipresente sulle operazioni. Sarebbe ora di ricordarsene, in tempi nei quali si è sommersi da studi sag-
7 Cfr. S.H. Possony, L 'econ9mia della guerra totale, Torino, Einaudi 1939. Da un approccio economocistico alla strategia, il Possony trae dedu7.ioni antitetiche alla politica militare, alla strategia e alla logistica seguite dall'Asse va ancor più dall ' Italia: non esistono o procedimenti dagli effetti decisivi e capaci di abbreviare la guerra: l'offensiva ric hiede più e materiali e ri sorse della difensiva, quindi il dispositivo offensivo è più pesante; il dirigismo economico nell'economia militare e nell ' economia di guerra non paga. 8 Sull'interdipendenza tra sfera economica e sfera strategica Cfr. C. Jean, Geoeco nomia: strumenti, strategie e tattiche, " Informazioni della Difesa" n . 1/1991.
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gi e commenti che non si stancano mai di esaltarne piuttosto acriticamente l'opera e di sottolinearne l'attualità, senza "distinguo" e senza richiamare l'attenzione su limiti non lievi come questo, che fanno se mai riemergere la validità di non poche tesi del Barone italo-svizzero Jomini, grande rivale del prussiano ed esponente del pensiero latino. Abbia.mo ora tutti gli elementi per rispondere al primo interrogativo che ci siamo posti: sulla base dell'esperienza storica, qual'è il ruolo della logistica e il suo rapporto con la strategia? Due cose sono certe e unanimamente riconosciute: primo, rispetto ai tempi di Napoleone la vera novità della guerra è la sua crescente dipendenza da fattori economici, tecnici e logistici e da fonti di alimentazione extraeuropee; secondo, si è capovolto il rapporto tra logistica di produzione e di distribuzione. Napoleone, pur essendo stato all'occorrenza ottimo logista, si era pur sempre permesso di esclamare - qualche volta - " non parlatemi dei viveri" e aveva spinto e sfruttato al massimo - grazie al suo genio irripetibile - la divaricazione tra strategia e logistica, divaricazione che peraltro non sempre ha avuto successo (Spagna, Russia). Ma oggi? Oggi nessun comandante può dire - e può fare - altrettanto: deve anzi dire, prima di tutto, "parlatemi dei viveri". Di viveri e rifornimenti si deve parlare a un punto tale, che la guerra è diventata più che altro affare dei politici, degli industriali e degli economisti, e che strategia, guerra, economia costituiscono ormai un unicum. La logistica di produzione ha assunto un peso molto maggiore rispetto alla logistica di distribuzione, fino a diventare il vero baricentro della guerra, la vera "madre di tutte le battaglie". Se è così, sicuramente non si pone un rapporto di subordinazione tra strategia e logistica. Non di rado quest' ultima ha storicamente assunto - e assume - una posizione dominante rispetto alla strategia: ormai è possibile superare secolari dispute, e affermare senza perifrasi che la logistica è parte primaria dell 'arte militare e ha diritto a una propria individualità e autonomia. Autonomia che non significa separatezza, ma, al contrario, autonoma c apacità e possibilità di essere meglio presente - in modo coordinato - in tutte le fasi dcll' attività degli organismi militari ai vari livelli ordinativi: concettuali, organizzative, esecutive. Ci riferiamo anche a una presenza costante e fisica del logista accanto allo stratega o - se si preferisce - accanto al comandante e nell'ambito del s uo Stato Maggiore; solo con questa convivenza fisica e nel rispetto delle reciproche competenze e attribuzioni, il comandante operativo diventa logista e il logista impara a risolvere i problemi della sua branca non in un'ottica arida.mente e astrattamente tecnico-amministrativa, ma avendo sempre lo sguardo fisso a tutto ciò che comporta l'efficienza operativa delle unità, fine ultimo e unico di una sana I stituzione militare. Tutte cose che è più facile dire che fare, e che raramente sono state realizzate; eppure l'insegnamento della storia è questo. Se non è più il caso di dire l' Intendance suivra, non è nemmeno il caso di dire la strategie suivra. La valutazione delle ricadute del confronto tra esigenze tattiche o strategiche e possibilità logistiche è virtù di comandante, e in lar-
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ga parte va riferita alla differenza tra teoria, progetto e realtà: per questo solo fatto, si giustifica una collaborazione e integrazione - ma al tempo stesso una distinzione in diverse sfere - delle due branche. Poiché le teorie per essere valide devono discendere dai fatti e dalla realtà e non viceversa, a questo punto le conseguenze sulla ripartizione teorica, verticale e/o orizzontale dell'arte militare ecc. ci sembrano di limitato interesse, e se mai meritevoli di approfondimenti in altra sede. Ciò che ora noi sosteniamo corrisponde largamente alle osservazioni del generale Ambrogio Bollati, che nella Prefazione al suo libro Problemi logistici della guerra moderna (pubblicato all'inizio del 1943 quando l'Italia era ormai allo stremo) scrive (non senza un'implicita accusa alla gestione politica e militare della guerra): nella guerra moderna, molto più ancora che nel passato, le quattro branche dell' arte militare si compenetrano intimamente: su tulle, la logistica assume carattere determinante nella preparazione dei mezzi, nell'impostazione dei bisogni e nelle variazioni che i medesimi debbono subire per giungere alla loro attuazione. Non è possibile oggi concepire un organizzatore, uno stratega, un tattico, che non sia anche un logista; viceversa, il logista deve strettamente collaborare con l' organizzatore, imporgli talora la soluzione di detcnninati problemi, ottenere tal'altra dallo stratega che particolari problemi vengano risolti secondo le proprie insuperabili esigenze, e in pari tempo, piegarsi alle necessità strategiche d'ordine assoluto e cooperare alla soluzione dei problemi tattici; mettersi, in altri termini, nei panni dell' organizzatore, dello stratega e del tattico. Ed infine il logista innuisce anche sulla politica estera e in quella interna dello Stato, per quanto ciò possa sembrare paradossale: la conclusione di un'alleanza, la rottura di un ' altra, l'abbandono della neutralità o della non belligeranza per passare ad un intervento attivo, non possono fare a, trazionc dalle situazioni e dalle conseguenze d'indole logistica. Da tali esigenze dipende altresì l'orientamento della politica interna nei riguardi dell'indirizzo da dare alle energie lavoratrici della nazione, nonché l'adozione di provvedimenti intesi a regolare i consumi della popolazione civile ed a metterli-in rapporto ai bisogni delle truppe mobilitate, in modo che queste possano essere a sufficienza alimentate, senza che "si tiri troppo la corda", a scapito, dell'unità materiale e morale del fronte intemo.9
"Si compenetrano intimamente" ma non si confondono né si fondono in un magma indistinto, perché - come ci insegna anche Clausewitz - " pensare" significa distinguere, quindi ordinare e classificare, quindi creare parti di un insieme governabili, non fare insomma un unico minestrone. Ne può essere dimenticato che, in questa occasione (siamo - lo ricordiamo ancora - all'inizio del 1943) il Bo11ati contrasta efficacemente il luogo comune che i nuovi ritrovati del1a tecnica avrebbero favorito di per sè l'offensiva e la guerra breve e che quindi sarebbero stati essi i soli fattori che hanno consentito il (peraltro mai avvenuto) superamento definitivo della guerra di trincea e di posizione, cioè di logoramento: · sulla complessità che deriva ai problemi logistici dall'aumento delle forze e dal moltiplicarsi
9 A. Bollati, Problemi logistici della guerra moderna, "Rivista di Commissariato e dei Servizi Amministrativi militari" Anno X - N. 1 - gennaio/febbraio 1943, p. V .
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dei mezzi, in confronto ad un tempo, non è il caso di soffermarsi, data la sua chiara evidenza; non meno evidente è l'intimo rapporto che corre oggi fra la capacità di produzione bellica di un paese e la possibilità d'impiego delle sue truppe mercé una tempestiva e larga affluenza alla fronte di tullo quanto in patria si può produrre. Conviene invece soffermarsi sulle agevolazioni che favoriscono la soluzione dei problemi logistici - e per converso, sulle agevolazioni vi si frappongono - in conseguenza dell'adozione e dell'impiego di nuovi mezzi rispetto al passato. Nel campo delle trasmissioni e dei collegamenti , il telegrafo, il te lefono, la radiotelegrafia e la radiotelefonia hanno indubbiamente agevolato la segnalazione delle esigenze, l'emanazione degli ordini per il loro soddisfacimento, l'attuazione ed il controllo della loro esecuzione: ma i mezzi di trasmissione e di collegamento sono a loro volta soggetti, per effetto di nuovi ritrovati tecnici, ad interruzioni, a influenza di comunicazioni apocrife cd a disturbi di ogni genere, sicché sarebbe davvero eccessivo affermare che i nuovi mezzi tecnici di tra~missione e collegamento costituiscono un puro e semplice fauore favorevole alla logistica. Nel campo dei trasporti, le ferrovie, la navigazione a vapore ed a nafta, l'impiego del motore nei trasporti terrestri e dell'aviazione nei trasporti aerei, banno immensamente agevolato la soluzione del problema logistico dei rifornimenti, anche per grandi masse operanti in profondità e su fronti estesissimi; ma l'aumento della gillata delle artiglierie, la possibilità di effettuare rapide puntate in grazia della motorizzazione ed infine la possibilità di agire a gmnde distanza con la aviazione e con reparti paracadutisti in punti delicati delle comunicazioni avversarie, ostacolano la soluzione del problema dei trasporti terrestri, diminuiscono il loro rendimento e talvol ta anche lo annullano. I bombardieri, gli aerosiluranti ed i sommergibili, esercitano decisa influenza negativa sull'attuazione dei trasporti marittimi, mentre l 'aviazione da caccia e da bombarù,um:nlo e l'aumento di efficienza e di precisione dei tiri <li artiglieria contraerea fanno altrellanto sui trasporti aerei. Donde una serie di nuovi e difficili problemi, richiedenti una perfella conoscenza della potenzialità dei mezzi propri e di quelli dell'avversario; una stretta cooperazione fra i mezzi logistici ed i mezzi di offesa e di difesa, ed in conseguenza nuovi problemi di produzione e d'impiego dei mezzi di lotta nel campo organico. strategico e tattico. 10
La visione del Bollati fornisce dunque l'occasione di mettere bene a punto la relazione tra politica e strategia (che non può non tenere conto dell'economia). La logistica diventa una sorta di tramite tra politica e strategia, cioè - in buona sostanza - tra Paese e Forze Armate. A suo tempo Clausewitz ha affermato che la politica rispetto alla strategia deve essere un sovrano costituzionale e non assoluto, e che tra ragione politica e militare - pur mantenendo la politica la sua preminenza - deve esistere un'armonia. Saremmo tentati di dire che lo stesso rapporto armonico dovrebbe esistere tra strategia e logistica, ma a ben guardare questo non ci basta. Se la logistica, - come ricorda il Bollati e come del resto ha ricordato anche il Maresciallo Caviglia nel 1940 alla vigilia dell'entrata in guerra' 1 - arriva a influenzare la politica estera e la stipula o la rottura di alleanze, allora si deve ammettere che - nella normalità dei casi - non può esistere una cattiva logistica e una buona strategia, alle cui ragioni si dovrebbe piegare la logistica fino a diventare appunto cattiva: più accettabile, invece, affermare che una buona strategia è tale, solo se in essa la fatti-
ivi, p. VI. Si veda la prefazione del Maresciallo al libro di Alberto Cappa La f?Uerra totale (Milano, Bocca 1940, pp. Xl-XII). 10
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bilità logistica viene valutata e considerata nel suo giusto peso (oppure, il contrario). Un concetto così ampio ma obbligato della logistica e dei suoi influssi, induce a riflettere da una parte sulla "transnazionalità" del problema logistico, e dall'altra - come conseguenza - sulla necessità di una politica estera e militare che consenta a uno Stato, al bisogno, di avere amici e alleati in grado di concorrere al suo sforzo logistico e bellico, colmandone le inevitabili lacune. Riteniamo, a tal proposito, di aver dimostrato a sufficienza che già a cominciare dal 1866, per ragioni essenzialmente attinenti alla logistica di produzione e ai grandi approvvigionamenti, l'Italia non è mai stata in grado di sostenere da sola uno sforzo bellico. Schematizzando al massimo, si potrebbe dire che nel 1915-1918 ha vinto perché ha scelto l'alleato logisticamente giusto, e nel 1940-1943 ha perso, perché ha scelto l'alleato logisticamente sbagliato e un avversario che fin dall'inizio le ha impedito di "pompare" quelle risorse e materie prime dai Paesi oltremare, che le erano da sempre non necessarie, ma indispensabili. La politica nùlitare italiana degli anni 30 e della seconda guerra mondiale è perciò - oltre che anticlausewitziana - antilogistica per eccellenza. Da una parte riesce efficacemente a remkn:i nemiche proprio e unicamente le Nazioni, che sono in grado di impedirci l'alimentazione logistica e industriale della guerra; dall'altra (Etiopia, Grecia, Russia) riesce, con pari efficacia, ad aprire dispendiosi e improduttivi fronti secondari, che hanno il solo effetto di distrarre le scarse risorse logistiche dal fronte principale mediterraneo dove l'Italia gioca (e perciò perde) la sua partita decisiva.1 2 La massa e l'economia delle forze sono un principio anche - se non soprattutto - logistico! Con questo non intendiamo enfatizzare troppo il ruolo e la influenza della logistica, né intendiamo negare alla strategia il suo primato, la sua funzione tipica di collettore e di punto di coagulo finale di molteplici componenti morali, psicologiche e materiali; intendiamo semplicemente ribadire ciò che già affermavano - con modesto successo - le Direttive per l'impiego delle G.U. del 1935, che cioè il buon comandante deve essere anche un buon logista. Le ricadute di questa proposizione sono importanti. Primo, non ci può essere un comandante operativo e un comandante logista con distinta e separata responsabilità ma un solo e unico comandante, capace però di armonizzare al meglio e di volta in volta - e non è facile - le due componenti, fino a riunirle in unico fascio. Secondo, poiché una buona strategia è anche una buona logistica e viceversa, non si può dare un buon comandante operativo che non sia anche un buon logista o un buon logista che non abbia una visione del la-
12 Si rimanda, in merito, al nostro Problemi logistici del secondo anno di gue rra aspetti interforze, in L'Italia in guerra - il 2 ° anno - 1941, Roma, Ufficio Storico M . M. 1992, pp. 291-327 e ID., in L'Italia in guerra - il 3 ° anno - 1942, Roma, Ufficio Storico Marina Milila1e 1993.
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to operativo del problema: solo in questo senso si può parlare di primato della strategia sulla logistica e su altre branche. L ' età dell'oro della strategia è stata quella delle guerre di Federico II di Prussia e di Napoleone. Dalla seconda metà del secolo XIX in poi, vincoli, limiti e condizionamenti per la strategia sono cresciuti costantemente e in proporzione diretta alla crescita del peso - anche in senso non metaforico - dei rifornimenti e quindi della logistica. E nemmeno va trascurata la crescente importanza di quest'ultima per il morale; importanza evidentemente assai minore fino a tempi relativamente recenti, perché si trattava di alimentare un contadino per il quale anche il pane o la galletta e un po' di carne erano un lusso, così come un lusso erano scarpe e cappotto, e impermeabile, e tenda, e cure mediche, e paga più o meno misera, e un letto e un tetto in muratura. Il combattente di oggi è " sofisticato" e pretende molto; armi competitive e efficienti, garanzia di una tempestiva assistenza medica, buon vestiario, buona paga e buona alimentazione . Esigenze risapute: ma sta di fatto che, pur essendo da parecchio tempo una condizione necessaria ancorché non sufficiente per la vittoria e l'efficienza delle unità, molto raramente si sono viste realizzate nelle nostre Forze Armate e specie nell'esercito. Il personale è quello che è: un prodotto della società industriale del tempo, sui cui bisogni logistici ben poco si può influire perché sono piuttosto un dato di base da assumere senza pretesa di modificarlo. Non così avviene, invece, per il materiale: il materiale si può scegliere secondo criteri di compatihilità logistica, e la sua quantità/qualità vanno valutati anche in rapporto alle specifiche esigenze logis tiche che comporta, con particolare riguardo al mantenimento. Invece, in sede teorica e pratica ben poche volte si è avuto modo di vedere applicati questi concetti. Ad esempio, nel caso della "divisione binaria" del 1937-1939 abbiamo già avuto modo di mettere in evidenza, nel Voi. TTT e IV, che la sua debolezza era prima di tutto logistica. E che dire dei negativi riflessi logistici del gran numero di tipi di automezzi e armi che nella guerra e nell' immediato dopoguerra erano in servizio, con l'unico risultato di rendere di soluzione precaria il problema del mantenimento? Non può essere un buon materiale adatto per la guerra, un materiale che chiede troppo dal punto di vista del supporto logistico. La divisione "binaria" e - più in generale - il materiale dell'esercito fino al 1943 sono un efficace esempio degli equivoci e degli errori in cui si cade, quando si vorrebbe tradurre in realtà positiva i concetti - di per sè sani e condivisibili - di "alleggerimento" e di "economia". In uno strumento organico che - come quello del 1937/1940 - doveva tradurre in pratica una dottrina offensiva, l'alleggerimento era necessario: certe macchine, certe armi tipiche della guerra di trincea, andavano eliminate e sostituite. Ma come realizzarlo? Certamente, non accantonando l'altro elementare principio, che ogni unità (a maggior ragione nell'offensiva) deve avere i mezzi logistici sufficienti per condurre lo sforzo che le viene richiesto facendo prontamente fronte agli inevitabili
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imprevisti. Non sarà mai ripetuto abbastanza che l'autonomia operativa è tale, solo se accompagnata da un pari grado di autonomia logistica, senza dover fare troppo affidamento sull'afflusso da tergo dei rifornimenti .·.. Eppure, queste leggi elementari sono allora scomparse sotto una coltre di ragionamenti apparentemente clauserwitziani e logici - come la preminenza dello spirito - ma in realtà privi di fondamento. Così come, dare alle truppe armamenti e materiali sorpassati o inefficienti e comunque non dimensionati rispetto alla missione da assolvere non è "economia": al contrario, è la miglior via per ottenere il minimo risultato con il massimo sforzo, per deprimere il morale, per aumentare le perdite, insomma per la sconfitta. Su questo aspetto, negli anni 30 c'è stata una notevole differenza tra l'impostazione prevalsa nell'Esercito Italiano e quella tipica della Wehrmacht. Ambedue gli Eserciti hanno mostrato ufficialmente di credere nel Bliz-Krieg, e ambedue, come si è accennato, hanno avuto il torto di credere alla guerra breve e offensiva. Ma almeno - e questo può essere solo in parte attribuito alla superiore capacità industriale e tecnologica tedesca - la Wehrmacht ha ignorato il superficiale e irrealistico concetto italiano di "alleggerimento" e ha dotato la divisione - anche e soprattutto quella normale di fanteria - di gran numero di mezzi di fuoco, mezzi logistici e mezzi di trasporto, realizzando così nel concreto, quello che solo in linea di principio - riconoscevano le nostre Direttive per l'impiego delle G. U. del 1935: " Senza fuoco e senza mezzi logistici, non si avanza". Nella dialettica alleggerimento/appesantimento rientra anche ciò che è amministrazione e contabilità, che fa da sempre parte di una corretta ed equilibrata azione di comando. Un conto è, quindi, lamentare qualche volta, a ragione - l'eccessiva farraginosità e l'eccessivo tempo che richiedono le operazioni amministrative e contabili presso le unità operative e indicare la necessità di riforme, un conto è ritenere che tutto ciò che è amministrazione costituisca di per sè un inutile "appesantimento" per i comandanti di unità operative. Vecchio e secolare problema, quello di "alleggerire" anche in questo senso i comandanti. Lo affronta in maniera esemplarmente corretta, nel 1935, il colonnello di amministrazione Bertini, che non lascia alcuno spazio per la suggestiva figura dell' heroic leader nemico di tutte le scartoffie, da lasciare esclusivamente ai tecnici del Serv izio : accoppiare il concetto di funzione amministrativa con quello di "scartoffia" è un pre giudizio, bisogna rnellerlo fuori dal cervello di tanti e tanti. "Amministrazione" vuol di re realizzazione di scopi, vuol dire soddisfazione di bisogni e non soltanto materiali. li comandante di compagnia che piomba in c uc ina per assicurarsi come è confezionato il vitto dei suoi uomini, che vigila sul servizio delle rinnovazioni e riparazioni del vestiario, che pretende l'assoluta tempestività del pagamento dei vaglia e degli assegni alla truppa [ ... ] fa all'amministrazione, compie cioè funzioni amministrative[ ... ] la disciplina è la più stretta parente che abbia l'amministrazione, lutto ciò che non è tecnica militare, è fun zione amministrativa L... J. Le "scartoffie" sono un'altra cosa, ma necessaria anch'essa, in quan-
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lo il loro scopo principale è quello di stabilire la responsabilità d.i coloro che hanno partecipato allo svolgimento delle funzioni amministrative. 13
Anche in questo caso si richiede un equilibrio, tra contrastanti esigenze e un accurato calcolo dei carichi complessivi dei comandanti, che sono sempre stati facili da riconoscere in linea di principio ma si sono sempre rivelati estremamente difficili da tradurre in pratica negli ordinamenti e regolamenti, anche a causa della frequente abitudine a lavorare "per settore" e per Servizi. Di qui le frequenti lamentele dei comandanti di minori unità - fin dalle guerre d'indipendenza - sull'irrazionalità dei carichi logistici e amministrativi. Sul piano generale, contestualmente a un sistema d'arma vanno dunque correttamente valutate le esigenze di supporto logistico (ivi comprese naturalmente le esigenze di carattere puramente gestionale e amministrativo) che esso crea: e ancor più questo deve essere fatto, per il complesso di uomini e sistemi d'arma di una unità. Qui va detto subito che l'odierna tendenza ali' esasperazione delle prestazioni richiede sofisticazione, quindi maggiori esigenze di mantenimento, quindi di maggiori carichi logistici e amministrativi per le unità (che, in passato, già lamentavano di frequente l' eccessiva i.ncid~nza ùi tali carichi). Conclusione: oggi la rusticità del materiale è un valore sempre più prezioso, una meta della logistica. Leggiamo sulla Rivista Marittima che, nella scelta del nuovo elicottero della Boeing - Sikorsky USA, un punto chiave è stato la maggior facilità di manutenzione rispetto al concorrente. Almeno metà dell' elicottero può essere facilmente rimosso con conseguente accesso a componenti modulari facilmente sostituibili: " quindi facilità di manutenzione, minuziosa diagnostica delle avarie, attrezzatura per la manutenzione molto semplice, elevato grado di modularità e accessibilità. Importanti l'integrazione d el potenziale umano e l'ingegneria umana del progetto ... ". Anche su questo punto il passato si salda al futuro, perché in stretta linea di continuità con l'esperienza e l 'esperienza storica si individuano caratteristiche e requisiti del materiale futuro, sen'za perdere di vista la compatibilità logistica. Compatibilità logistica da rispettare naturalmente per l'intero organismo e già in fase iniziale e di pianificazione, perché la preparazione di un esercito o di una sua parte coincide in buona misura con la sua preparazione logistica (che ha anche riflessi morali) e la rispondenza dei suoi ordinamenti dipende molto dalla sua rispondenza logistica ... Coloro che, in passato, hanno suggestivamente vaneggiato di "nazioni armate" fatte di cittadini supposti entusiasti che in un baleno accorrono alle armi, di brevissime ferme e di leve in massa (solo al momento del bisogno e un minuto prima di combattere), di eserciti di popolo ecc. ecc., hanno dimenticato che percuotendo la terra dovrebbero uscirne ipso facto
13 E. Bertini, Gli ufficiali d'Arma e Le fun zioni amministrative, ..Le Forze Armate", Anno Xlii - 9 febbraio 1935, N. 914.
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non solo le Legioni di guerrieri (sarebbe il meno) ma anche tutti quegli organi, materiali e mezzi di trasporto che in guerra servono a alimentarli, trasportarli, curarli, pagarli, mantenerne efficiente l ' armamento. Ovvio che questi organi debbano funzionare ancor prima dell'arrivo dei mobilitati, cosa difficile se essi non sono in buona parte costituiti fin dal tempo di pace! 14 Si potrebbe obiettare che la logistica alla quale ci siamo riferiti è quella della guerra totale o integrale, sul modello delle due grandi guerre europee del secolo XX: qualcosa di ben diverso, insomma, e di assai lontano dalla logistica delle guerre limitate, da1le azioni di peace keeping ecc. che si sono susseguite a partire dagli anni 80 e che oggi ( 1993) sono diventate una sorta di pane quotidiano. Questo nuovo impiego delle forze armate dal punto di vista logistico ha anch'esso diversi precedenti storici che sarebbe utile rispolverare, e diversi riferimenti tipici della logistica deJJa guerra totale. Se si devono mandare truppe in Africa e nel Medio Oriente, occorre rifarsi alle particolari esigenze e precauzioni che comporta la vita in quelle contrade, con particolare riguardo alla prevenzione delle malattie e assistenza medica, al vestiario, all'alimentazione. Molto possono dire, in proposito, le guerre coloniali condotte a partire da fine secolo XIX, e la stessa guerra in certo senso "europea" in Africa Settentrionale nel 1940-1943. 15 Dal punto di vista del materiale, le esigenze sono le stesse del I 9401943: sono richiesti materiali°ed equipaggiamenti in grado di assicurare un sufficiente grado di rusticità e un rendimento adeguato alle esigenze operative, sia nel Medio Oriente, in Somalia, nel deserto, che nei teatri europei ... Se non era facile allora, non lo è nemmeno adesso: sta di fatto che automezzi, mezzi corazzati e aerei devono oggi avere una rusticità estesa e in grado di assicurare il loro buon funzionamento anche in climi e terreni difficili. La necessità di una logistica interforze nelle attuali spedizioni oltremare - perché di questo si tratta - diventa più pressante e rientra nella sfera di un'economia questa volta rettamente intesa (così come quella della standardizzazione e interoperabilità .dei materiali, visto che questi impieghi avvengono sempre nel quadro di corpi di spedizione internazionali). Infine, non v'è dubbio che il supporto logistico di forze inviate oltremare è qualcosa di ben diverso, e di molto più "militare" e impegnativo, da quello di truppe destinate a combattere sul territorio na14 Sul rapporto tra preparazione logistica e mobilitazione si veda il nostro La mobilitazione in Italia - prec:edenli storici, Supplemento al n. 4/1991 della Rivista Militare . 15 Nella recente guerra <lei Golfo 1990-1991, anche un esercito a ll' avanguardia delle tec nologie come l'U.S. Anny ha dovuto pagare lo scotto dell'inesperienza. A parle il prematuro logorlo di mezzi e materiali, si sono verificati inconvenienti sia pur contenuli di carattere sanitario le pur abbondanti razioni viveri da combattimento del soldato si sono rivelale poco varie, poco gradite e poco adatte al c lima; è stata mollo sentita la fre quente mancanza <li un rancio caldo e di carne fresca, ecc. Tutti vecchi problemi che l'Esercito italiano ha dovuto affrontare dal 1885 al 1943. nel Corno d' Africa e in Libia (Cfr. F.M. Puddu, Golfo - ultimo atto. "Panorama Difesa" Anno X - Aprile 1991).
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zionale a difesa dei confini. Va quindi ripresa alla mano Ja logistica delle guerre oltremare 1935-1943, dove ogni Servizio logistico fino al 3° grado compreso non può contare (o può contare in misura molto ridotta) su risorse locali o sul concorso di organi civili. Questo non è poco, visto che significa capovolgere una linea di tendenza progressivamente affermatasi nel dopoguerra, e mirante a rendere, in ultima analisi, i Servizi logistici più "civili", sfruttando le risorse locali e il territorio .... In proposito, sarebbe oggi semplicistico e fuorviante sostenere che, pochè nelle "missioni di pace" tipiche dei nostri giorni non si deve più combattere (o meglio non si deve più combattere a fondo), per le unità inviate oltremare non si pongono i problemi logistici - anche di competitività rispetto all'avversario - che si ponevano nel 1940-1943, né i costi da affrontare sono di pari portata. Le esigenze da soddisfare sono, sul piano generale, certamente doverse: ma da una parte l'impiego di sia pur ridotti contingenti in qualsivoglia tipo di missione oltremare richiede pur sempre oneri economici estremamente elevati, specie per forze armate afflitte da endemica, antichissima scarsità di risorse come quelle italiane; dall'altra il supporto logistico rimane in primo piano, è sempre di notevole peso, richiede sempre un complesso di misure di coordinamento interforze (con particolare riguardo ai trasporti marittimi e aerei). Senza contare che la logistica si traduce più che mai in un fattore di vulnerabilità per un esercito sofisticato costretto a tenere a bada, per di più senza godere di piena libertà d'azione, forze locali rustiche e alimentate alla vecchia maniera, quindi per ciò stesso più mobili e reattive. Che combattono o meno, il soldato di un Paese industrialmente avanzato di oggi ha bisogno di un apparato logistico sempre più pesante, specializzato e tempestivo che può essere la sua forza, ma diventare anche la sua principale debolezza. . · Questi problemi dell'oggi, che però hanno radici in quelle di ieri, ci avvicinano a un sano concetto di economia: concetto che non consiste certo nella "logistica povera" degli anni 30, escamotage puramente formale che mirava, semplicemente, a coprire con belle parole il fatto lapalissiano e banale che, siccome il materiale (e il materiale moderno) mancavano, bisognava semplicemente adattarsi a fame senza e convincere il personale che ciò era possibile. Riassumendo: economia in senso moderno significa prima di tutto preparazione approfondita dello strumento militare per evitare che all'ultimo momento - con inevitabile spreco e dubbi risultati - si sia costretti a rimediare in qualche modo e in fretta alle lacune, accontentandosi a qualsiasi prezzo di quel che capita sottomano ed è subito disponibile. Economia significa organi logistici ben dimensionati, cioè buon mantenimento del personale e del materiale, che ne evita il prematuro logoramento e quindi ritarda la necessità di un ricambio non sempre agevole e comunque costoso. Economia significa accurata-scelta del materiale tenendo conto delle sue compatibilità logistiche, e significa calcolo degli organici in modo che alle armi, ai mezzi e materiali, al personale che essi prevedono corrisponda un
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adeguato livello di dotazioni, scorte, organi direttivi logistici ed esecutivi e personale logistico specializzato. Economia significa, infine, fare in modo che a ciascun livello di competenze operative corrisponda un pari livello di competenze logistico-amministrative, tenendo presente che i carichi inutili e dannosi per i comandanti e i Comandi sono unicamente quelli che rendono loro più difficile l'esercizio delle loro funzioni in campo operativo o addestrativo, non quelli che sono inevitabili e anzi indispensabili, perché tale esercizio facilitano e sostengono. Dopo aver chiarito il rapporto tra strategia, economia e logistica, e quindi - in senso lato - tra ordinamenti, operazioni e logistica, è doveroso rispondere a un'altra domanda: a che cosa può servire oggi la storia della logistica (sia al militare, che al ricercatore, allo storico, o allo studioso)? Domanda legittima e tutto sommato utile, che non può essere elusa affermando sdegnosamente che la vera cultura, in sè, non può avere fini utilitaristici immediati e non va giudicata per quel che rende o può rendere nella vita quotidiana, in base a giudizi che comportano previsioni non si sa fino a quando - e come - fondate. Diamo anche per scontato che per un comandante di autosczione o di un organo dei Servizi ai più bassi livelli a poco serve, lì per lì, conoscere la storia del rispettivo organismo, anche se - e non è poi tanto poco - ragionando sulla storia di una data istituzione, si impara a ragionare quotidianamente sull'istituzione stessa e a capirla meglio. Tutto questo non vale più ai livelli intermedi e superiori, quando il comandante militare deve risolvere dei problemi organizzativi di un certo livello, dunque fare delle scelte delle quali bisogna essere in grado di cogliere - in poco tempo - tutte le implicazioni. E' allora che l' exemplum historicum vale, e quanto abbiamo fin qui estratto dall' esperienza di centocinquanta anni di logistica basta a dimostrarlo. Exemplum historicum basato sia sul sillogismo deduttivo (quello cioè che da un principio generale fa discendere una verità particolare) sia su quello induttivo (il contrario) e visto come strumento non eliminabile di indagine e di conoscenza (anche se pur sempre soggetto a tutti i pericoli e a tutte le distorsioni nei quali si può incorrere, estrapolando da un dato contesto storiografico quanto ci interessa). Ogni medaglia ha il suo rovescio: si può rinunciare a una metodica, solo perché ha dei difetti? Clausewitz ha fatto largo e continuo ricorso ad exempla del genere, senza peraltro cadere - come talvolta hanno fatto, sulle orme di Jomini, Mahan e Douhet - nel dogmatismo e in affermazioni di valore apodittico, care ai pretesi grandi scrittori di strategia, agli amanti delle profezie strategiche e ai sedicenti interpreti autentici dei sacri testi (numerosi in ogni tempo, e anche oggi). Ebbene, dobbiamo dire che - forse perché si tratta di una disciplina che non è scienza esatta, ma vi si avvicina certamente più della strategia - fatti e cifre nella storia della logistica parlano spesso chiaro e parlano da soli: proprio perché insegnano a diffidare da soluzioni miracolistiche e da supposti profeti, dalla pretesa insomma di trovare una volta per tutte la chiave, il passe-partout caro a Jomini e ancor più alla sua scuola.
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La storia della logistica insegna che si può cogliere - e quindi definire - di volta in volta un frammento di realtà, ma non la realtà intera, che è contradditoria e non ammette risposte univoche e definitive. E poiché essa si fonda molte volte suna legislazione, sulle istruzioni, sulle norme e regole, dimostra anche che non si può ragionare solo in termini giuridici o meramente economici. Nel momento stesso in cui si legifera, si definisce un ordinamento o si regolamenta, si mettono in moto anche processi, connessioni, responsabilità, conseguenze e si provocano diversi effetti benefici, ma anche altri indesiderati e insieme imprevisti. L'ingenua convinzione che basti fare un bel regolamento per ottenere un risultato, ne viene sfatata. Quante volte non si è ottenuto in pratica quell'armonico rapporto tra strategia e logistica, la cui necessità in linea teorica è così ovvia? quante volte un regolamento amministrativo o un ordinamento - che sembravano ottimi - non hanno dato i risultati sperati o - sulla carta - possibili e a portata di mano, solo perché non hanno tenuto conto di tutti gli interfaccia della realtà in cui erano stati calati, magari in tal modo peggiorando la situazione che volevano sanare partendo da nuove basi? Nel caso della logistica, sarebbe estremamente utile ciò che ha proposto di recente un sociologo per le leggi in genere: costruire, prima di emanare qualsivoglia provvedimento, un "modello di simulazione" che riesca a farne emergere tutte le conseguenze, quindi anche gli inconvenienti nascosti ... Non è facile. Ancor più che la strategia, la logistica riguarda l'uomo, le sue necessità morali e materiali insieme, gli strumenti e i mezzi per fare di quest'uomo un soldato, e gli strumenti e i mezzi per consentirgli di eseguire gli ordini nella realtà quotidiana: un soldato senza viveri, acqua e munizioni non è tale ma diventa un problema, una voce passiva nella realtà della guerra. La storia della logistica ci insegna, dunque, l'umiltà e il senso della misura e delle difficoltà. Difficoltà che fanno sì che le guerre - come già ricordava Francesco Guicciardini - non sono mai quelle che si immaginano all'inizio, sono piene di imprevisti e incidenti, richiedono prima di tutto prudenza e empirismo. Ancora una volta, su questo punto dobbiamo dissentire da Clausewitz e dai suoi seguaci. Perché in guerra gli imprevisti e quel complesso gioco di azioni/reazioni che rendono così difficile la vita per chi ama i "piani" fissi e geometrici (o - peggio- i dogmi) non sono dovuti solo al dominio di forze morali o di quantità spirituali che si sottraggono a ogni pretesa di predeterminazione scientifica: essi dipendono grandemente anche dal fatto che procedure, materiale, sistemi di rifornimento e addestrativi e di alimentazione, ordinamenti di Comandi, Truppe e Servizi, sono sempre - e non c'è altra via - studiati unilateralmente, a tavolino e in tempo di pace e quindi rivelano difetti (e pregi) inaspettati o imprevisti di fronte all'unico collaudo definitivo e realistico, cioè all'esperienza del campo di battaglia e del confronto con l'avversario. Che cosa è questa esperienza, se non qualcosa che si avvicina molto alla storia? Strategia e storia, logistica e storia sono tutt'uno. Decidere una de-
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terminata linea di comportamento, prescegliere una determinata soluzione richiede il possesso di conoscenze ed esperienze. La storia non è altro che un patrimonio di esperienze millenarie: ad esempio, i popoli hanno sentito il bisogno di sintetizzare la loro saggezza - derivante dall'esperienza - in proverbi per nulla caduti in disuso nell'era nucleare. Esperienza tanto più necessaria, visto che strategia e logistica - quale che sia il significato che loro si vuol attribuire - attengono certamente all'azione, all'identificazione di moduli di comportamento e di meccanismi validi per mettere e mantenere in azione masse d'uomini. Sarebbe troppo pretendere dalla storia - e tanto più dalla storia della logistica - delle ricette, dei manuali di comportamento. Tuttavia, lo studio del passato insegna all'ufficiale prima di tutto a famigliarizzarsi con problemi che ciclicamente si ripetono, e in secondo luogo, ad evitare almeno gli errori più comuni e a conoscere i precedenti: come si può risolvere bene un problema, senza conoscere perché una data situazione è così? Questo è doppiamente vero nella storia della logistica, per la quale ci si trova continuamente di fronte a vecchi topos come la scarsa attenzione per la compatibilità logistica dei progetti strategici, la scarsità e il deficiente coordinamento dei trasporti, le carenze soprattutto qualitative del vettovagliamento, la farraginosità del sistema amminis trativo e contabile, la scarsità degli organi logistici specie ai minori livelli, la compatibilità tra armamenti e strategie. Questi risvolli concreti, immediati, pratici di una storia della logistica rettamente intesa, dovrebbero almeno portare a non scoprire .. : l' acqua calda. Soluzioni sulla quale spesso si fa gran conto, specie in campo logistico - amministrativo sono già state tentate in passato, e poi abbandonate a causa di inconvenienti che a loro volta i nuovi provvedimenti non sono riusciti - o sono riusciti solo in parte - a eliminare ... Qui bisogna chiarire: non è tanto questione di uomini o di Stati Maggiori, ma di oggettive difficoltà nel far fronte alla complessità del reale. Tutto questo - partendo dalla concreta realtà militare - dimostra solo, su un piano più alto, l'unità di pensiero e azione secondo il modello crociano. Già nel 1930 Croce condannava l'antistoricismo, nella sua duplice forma di futurismo (che idoleggia un futuro senza passato, trascura che l'umanità non è un fatto naturale ma una creazione storica e ritiene che il passato sia morto, " laddove, per chi ha occhi per vedere, esso è l'eterno presente e vivente") e di un altro tipo di antistoricismo che "aborre nell' idea stessa della storia il regno del relativo e del contingente, del vario e individuale, e sospira e aspira e si sforza all'assoluto, al fermo, all'uno, a trarsi fuori dalla storia, a superare lo storicismo, per acquistare sicurezza e pace" . 16 Di qui un concetto di storia che non è sterile contemplazione riservata agli studiosi ma vale come preparazione e preludio ali' azione, come chiave per cogliere almeno alcune delle dimensioni del reale e del presente,
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B. Croce, Ultimi saJ:,:i, Bari, Laterza 1935, pp. 246-248.
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nel quale L... J il presente rischiara il passato e il passato il presente, reciprocamente convertendosi e identificandosi e i contrasti e bisògni della vita attuale s'innalzano a pensiero [ ... l La vera storia è sempre storia "contemporanea", anzi è la sola a cui si addica questo nome. Ma, per ciò stesso, nascendo quel pensiero da una sollecitazione a prendere la propria parte nella lolla della vita, da uno stimolo alla deliberazione e alla risoluzione, le quali per maturarsi debbono passare attraverso il momento teoretico e conoscitivo, quella storia prepara e apre la via alla disposizione fattiva, al proposito, all'azione, alla creazione pratica, che è da lei distinta ma con lei strettamente congiunta [ ...] Il che mostra quanto siano superficiali le accuse, mosse alla storia, di "inutilità", laddove la riflessione storica, nel suo piccolo o nel suo grande, interviene sempre in ogni nostra deliberazione e forma il transito a ogni nostro operare Lnostra sottolineatura - N.d.a.].17
Queste parole sembrano dirette a coloro che, anche oggi, ritengono la storia e la storia militare non essenziale per la formazione e la cultura dell'ufficiale e per la sua attività, quasi che questa ultima fosse qualcosa che obbedisce a propri paramenti eminentemente tecnici e attualizzanti, senza alcun contatto con il passato e quindi con l'esperienza. Altro vecchio tema, altra vecchia esigenza avvertita ma non soddisfatta: nella prefazione alla sua fondamentale opera La guerra e la sua storia (1875), Nicola Marselli scriveva: La colta gioventù italiana, ora che accorre più numerosa nelle file dell'esen.:ilo de ve acquistare quella disciplina, quell'amore all'ordine che ai paesi liberi è soprattutto necessario; e deve svegliare in lei il gusto per gli studi d'arte, di storia, e di geografia mi litare. Egli è per ciò che sarebbe utile istituire un corso di Storia militare. D'altra parte L... J la ricc hezza dei trovati che invasero l' arte della guerra[ ... ] la qualità degli elementi che ora entrano a comporre gli eserciti, il nuovo modo di combattere, la mancanza ordinaria di grandi capitani, richiedono nei militari molto sapere che eserciti il pensiero e formi il carattere, sapere non pure tecnico ma anche generale [ ... ] l'istruzione tecnica è indi spensabile agli eserciti, ma non basta. E' anche necessario sollevarsi e comprendere i rapport.i tra la società e l'esercito L...J; è necessario temprare la mente nello studio dei fatti complessi e delle ragioni prime, per acquistare l'abito a pensare con larghezza e profondità [ ... l Pensare e poi pensare. 18
Croce, Marselli ... si potrebbe dire che sono cose d ' altri tempi, cose che portano fuori dal seminato, che è appunto il rapporto tra la storia e una branca a sfondo tecnico-scientifico - quindi legata al progresso industriale - come la logistica. Il problema è di priorità: oggi la priorità - non solo in Italia e non senza buone ragioni - viene data alla formazione tecnico-scientifica. Si tratta di una scelta definitiva e corrispondente ai tempi moderni? Non tutti sono d'accordo. Basti citare un articolo comparso sul periodico francese Perspectives nel 1960, nel quale, dopo aver constatato che nella maggior parte delle scuole militari francesi l'insegnamento della storia è stato abbandonato per lasciare spazio alle discipline tecniche, si riconosce che il predominio di quest'ultime è giusto, ma l'errore consiste nel fatto che esso non lascia, e quasi, spazio ad altri insegnamenti:
17 ivi, pp. 318-319. 18 N. Marselli, Prefazione a La guerra e la sua storia.
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d'altro canto, alcuni Capi militari ai quali sta particolarmente a cuore il morale delle forze armate, e in particolare quello dei loro futuri capi, trovano che l'insegnamento di questa tecnica spesso soffoca un poco troppo in certi giovani le qualità cosiddette militari, quali il sentimento del dovere, lo spirito di sacrificio e di disciplina, l'ardente amore di patria: quelle cioè che costituiscono la grandezza e la servitù militare; questo fatto si verifica in modo particolare in quei giovani che si avviano verso funzioni tecniche [ ... ]. Sotto questo punto di vista l'insegnamento della storia è dunque più che mai indispensabile alla formazione degli ufficiali di un esercito moderno e non si può fare a meno di rim piangere il fatto che i comandanti delle nostre scuole militari non se ne siano già resi conto da un pezzo, sempre che essi non desiderino ricavare dai loro allievi dei robot, inv~ce di farne degli uomini capaci di agire, di pensare e di ragionare, dei quali occorre ele vare il morale e la fede e ai quali occorre inculcare un profondo amor di patria. 19
Quanto abbiamo detto riguarda la storia e la storia militare in genere, anche sotto il profilo della formazione morale dei Quadri. Rimane da chiedersi se la storia della logistica abbia una sua funzione specifica e dei caratteri propri. Ebbene, la storia della logistica più di tutte le altre storie è legata al linguaggio dei fatti in sè, all'evento, in una parola: aJl' esperienza. Abbiamo a suo tempo potuto constatare la cura con cui venivano compilate le statistiche mediche dei vari anni nel secolo XIX, dimostrazione della loro utilità per il progresso della medicina e della medicina militare. Va da sè che la definizione quantitativa e qualitativa di una razione viveri, lo studio di un capo di vestiario, le previsioni sui consumi di munizioni e sulle esigenze di trasporti, la definizione delle relative dotazioni ecc., prendono l'avvio dall'acquisizione di dati sperimentali e dall'esperienza delle ultime campagne di guerra, quindi: hanno alla loro base un'operazione storica e statistica. E un' operazione storica ha alla base anche lo studio degli organici dei Servizi logistici ai vari livelli, a cominciare naturalmente dai più alti organi di coordinamento logistico e amministrativo. Non si può prescindere da tale studio anche per un'altra ragione: la lunghissima vita che hanno le norme e le procedure a carattere logistico-amministrativo. Se è così, è legittimo indicare la logistica proprio come la disciplina che, per evitare nel futuro gli errori che hanno costellato il suo cammino nel passato, ha più di tutte bisogno dell'esperienza storica. li problema si riduce quindi a creare degli strumenti, delle condizioni che consentano di recepire correttamente dall'esperienza storica tutto quanto essa può dare, nell'intesa che l'apprendimento e l'approfondimento della logistica e della legislazione amministrativa di oggi non possono mai essere scissi dal sereno e severo esame di quanto è avvenuto in passato. Ciò è vero, per la semplice ragione che se una legge o un regolamento hanno una data fisionomia, vi sono sempre delle buone ragioni che - al di là dei limiti accusati dal provvedimento - hanno guidato il passato legislatore. Ragioni da non sottovalutare perché non sempre e non tutte superate, che comunque vanno prima individuate e poi studiate nel
19 (senza autore), La storia e la formaz ione militare, "Perspectives" 15 ottobre 1960
(pubblicato in "Alere Flammam "n. 5/1961 , pp. 880-892).
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contesto storico da cui sono nate. Per fare un esempio concreto, come si può individuare gli elementi di novità e quelli di continuità presenti nel regolamento di amministrazione interforze 1976, se non ci si riferisce al regolamento di amministrazione dell'esercito 1927, agli scopi che intendeva raggiungere, ai progressi che - allora - ha pur consentito? Al contrario, se un provvedimento alla luce di una mutata realtà ha bisogno di modifiche, ciò non può destare scandalo: tutto invecchia. Non nascondiamo perciò la speranza di aver dato un contributo utile per lo studio e la formazione di una dottrina amministrativa militare, o meglio di una scuola di diritto amministrativo militare, che dovrebbe essere un riferimento, un ausilio e un ancoraggio costante per quanti, in futuro, dovranno lavorare sui meccanismi amministrativi e logistici. Nessun passatismo, nessuna pretesa di "miracol mostrare": solo la consapevolezza e la convinzione che bisognerebbe, oggi, fare qualcosa per dare un seguito agli auspici formulati cinquanta anni fa dal maggiore commissario Carlo Gregorio, l'ultimo grande scrittore e storico di logistica, che a chiusura di una serie di saggi su "L'amministrazione militare nella storia" rimasta anche oggi l'unica del suo genere, scrive: contro l' aforisma che proclama la "storia maestra della vita", si sente ripetere che in materia di amministrazione militare le vicende storiche ben poco possono ammaestrare, poiché non hanno che un valore rntrospettivo, fatto di c uriosità. Nel proseguire il nostro lavoro potremmo senz'altro ritenere non disprezzabile risultato quello di appagare siffatta curiosità, se non avessimo davanti agli occhi questa massima dell'Odier che ci ha spinto ad intraprendere la nostra fatica. "Non si distruggono impunemente le istituzioni che esistono: quando ciò accade gli è perché si ignorano i motivi che avevano guidato coloro i quali le avevano concepite". Non può non essere pacifica constatazione quella che, per ben costruire, organizzare ed operare ne l campo dell' amministrazione militare debba soccorrere questo triplice ordine di conoscenze: - la storia delle istituzioni amministrative militari ; - la dottrina e la teorica amministrativa; - le istituzioni arnministratrive dei principali eserciti stranieri . Creare e volgarizzare queste conoscenze, è compito nobile e doveroso, capace di buoni frutti. Abbiamo già notato nella premessa come i nostri autori di storia militare ben poco si soffermiuo sulle istituzioni amministrative e sulla loro influenza nella condotta della guerra, naturalmente portati alla i I lustraz ione delle operazioni. Ci sia pertanto concesso di auspicare che, nei nostri istituti militari di reclutam ento, almeno i programmi destinati agli allievi dei servizi di sanità, commissariato, automobilisti e amministrazione, oggi comuni a quelli delle armi, sanciscano l'obbligo d ' informare la trattazione dei vari periodi storici e delle diverse campagne particolarmente all'esame del campo logistico. Sarebbe c osl dato il via alle necessarie indagini ed alle ricerche, onerose ma indispensa bili, per compilare testi che varrebbero ad integrare quelli destinati ai colleghi delle Armi - testi tuttavia utili per tutti - e che servirebbero a completare, con maggior vanto per la nostra letteratura militare, la lacuna oggi lamentata. Ques to modesto lavoro, successivamente ripreso, completato e perfezionato, potrebbe rappresentare un primo sintetico tentativo. Circa il secondo ordine di conoscenze, si deve constatare la mancanza, in Italia, di un'autorevole dottrina amministrativa militare espressa con pubblicazioni che non rappresentino soltanto un commento della regolamentazione amrninistrativo-co~tabile. Ritengono i più che, appunto nei nostri istituti militari, dovrebbe formarsi questa dottrina amministrativa. E, taluno, vorrebbe fosse istituita una cattedra di Diritto amministrativo militare. Ma si può obbiettare che questo insegnamento verrebbe ad assorbire tutta la materia dell'organizzazione e dell'ordinamento nùlitare (poiché, appunto, è l'amministrazione
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che crea gli organi e apprestando i mezzi, li assiste e ne prepara le condizioni di funzionamento); materia ormai pacificamente considerala branca dell'arte militare, sotto il nome di Organica militare. Mantenendo pertanto la più modesta denominazione di Ammi nistrazione militare si vorrebbe da altri, più semplicemente, una suddivisione degli attuali insegnamenti che si intitolano di Amministrazione e contabilità militare, onde avere: - l'amministrazione militare, illustrante i principi amministrativi, i bisogni militari, i mezzi per soddisfarli, le funzioni e g li organi che le compiono, infine le regole di funzionamento dell'azienda militare; - la contabilità militare, come l'arte di tenere in regola le scritture e i conti, e, quindi, l'illustrazione dei libri, dei registri, dei documenti e della tecnica per compilarli. 20
Anche in questo caso i1 problema è solo in parte storico e didattico: ancora una volta, esso attiene al concetto e al ruolo generale di logistica e di amministrazione. Termini i cui significati si integrano o sovrappongono, ma che in tutti i casi hanno bisogno della dimensione storica e in essa vivono e rivivono, con essa formando un tutt' uno. La storia della logi stica non riguarda solo gli addetti ai lavori. In quanto sloria e storia militare, riguarda gli storici senza alcuna divisa o caralleri zzazione, i professori di storia. Che cosa essa può dire a questi ullimi, che in prima approssimazione realizzano assai di meno, con la loro opera, il concetto crociano dell'unità tra pensiero e azione, tra storia e concreto agire quotidiano? Abbiamo già delineato una possibile risposta a questo interrogativo nell'introduzione al Voi. 1; ma una risposta ancor più circostanziata - almeno questo è il nostro auspicio dovrebbe scaturire da quanto siamo venuti conslalando ne1 corso dell'opera. Quale che sia il tipo di approccio di ciascuno - e tutti gli approcci, purché seri e documentati e non "a tesi", ci sembrano utili e validi - lo studio e 1a presa di coscienza degli aspetti logistici e amministrativi e del loro p eso ci pare non una facoltà, una cosa che sarebbe bene fare e nemmeno una cosa da tecnici, "da militari", ma un passaggio obbligato: ciò vale anche e soprattutto quando ci si riferisce all'Istituzione militare di pace, e quando si intende dedicare particolare attenzione agli aspetti etici, morali, politico - sociali . Non parliamo nemmeno dell ' historie - bataille, delle storie a sfondo stralegico, delle storie generali dell'Istituzione militare, tanto è evidente il legame tra strategia, tattica, operazioni, efficienza in genere e logistica. E' nel campo logistico che si giudica la credibilità di una leadership politico-militare: credibilità prima di tutto "interna" e con ben precisi risvolti, perché il soldato in guerra e in pace giudica la gerarchia non dalle chiacchiere, dai proclami o dalle promesse, ma dalla sua sollecitudine nel far fronte ai suoi bisogni fondamentali: e che dire del suo morale, quando a torto o a ragione incomincia a pensare che questa sollecitudine
20 C. Gregorio, L'Amministrazione e gli Amministratori militari nella storia - l'Amministrazione nel secolo XIX, "Rivista di Commissariato e dei Servizi amministrativi
militari" , n. 1/1 94 1, pp. 55-81.
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non c'è, e quando deve constatare che il suo armamento ed equipaggiamento, la sua razione viveri , le sue scarpe, la puntualità con cui gli viene recapitata la posta anche nella buca vicino al nemico ecc., non reggono il confronto con quanto viene fatto per il soldato nemico e/o alleato? Chi vorrebbe fare della storia dal basso, della microstoria sul modello degli Annales, chi vorrebbe descrivere al di là della retorica ufficiale la vita quotidiana del soldato, i suoi sentimenti, i suoi problemi, il suo rapporto con l'organizzazione, non può prescindere dalla logistica. Va quindi rimosso e accantonato quel misto di diffidenza e di scarsa considerazione per il peso degli elementi tecnico-organizzativi, che potrebbe oggi far ritenere allo studioso "civile" che la logistica è cosa per "militari", cioè una disciplina a sfondo tecnico - scientifico e ragioneristico che poco può dire a chi si muove in altri e più vasti orizzonti o che - addirittura - si presta assai a tesi difensivistiche e precostituite. Può essere forse scoraggiante, specie per chi non abbia che una modesta o inesistente pratica di "vita militare vissuta", addentrarsi nei meandri di certi capitoli della nostra opera. Ci siamo chiesti più volte se non esistesse un metodo migliore da seguire, per rendere più avvincente, più facile da cogliere nei suoi aspetti essenziali la materia: siamo venuti alla conclusione che necessità fa legge. Non esistono consimili opere in Italia, né ci risulta che ne esistano all ' estero (parliamo di lavori, dove le storie dei vari Servizi siano ricondotte ali' alveo comune della filosofia, della dottrina logistica, e dove non ci si limiti a esami parziali e circoscritti a una sola guerra o a un solo periodo). Abbiamo dunque voluto fornire (se ci siamo o meno riusciti, giudichi il lettore) una sicura base di lavoro per chiunque voglia trattare argomenti specifici, riguardanti un solo Servizio o riferiti solo a un determinato periodo. Abbiamo abbondato in riferimenti precisi, note e citazioni letterali perché questo è il prezzo - sia pur pesante - da pagare, per non omettere dei "passaggi" importanti e per evitare il più possibile idee, giudizi, concetti distorti o parziali o arbitrari. I giudizi riassuntivi, le panoramiche sintetiche, le idee - guida, le sottolineature dell'importanza di determinate leggi, norme o istruzioni altrimenti aride e tali da passare inosservate non mancano; sta naturalmente al lettore individuarli nel mare magnum e valutarli sulla base del suo personale habitus mentale, il che non è molto facile ma nemmeno impossibile. Non abbiamo mai voluto formulare giudizi definitivi e inappellabili , ma più modestamente abbiamo inserito nella materia trattata dei personali spunti di riflessione, che ciascuno può giudicare come crede ma che comunque hanno sempre precisi ancoraggi e riferimenti a eventi, leggi e regole. Siamo profondamente convinti che l'insieme di questi spunti eriflessioni dovrebbe convincere chiunque che, rinunciando alla chiave logistica, si rinuncia molte volte a capire eventi, decisioni dei comandanti, ragioni delle leggi e degli ordinamenti, ecc .. Dalle guerre del Risorgimento in poi, la nostra indagine dovrebbe dare - almeno lo speriamo - un contributo per giudicare uomini, cose, politiche e strategie, sfatando il diffuso luogo comune che, oggi, sulla
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parte militare del Risorgimento e del secolo XIX ci sia ormai ben poco da dire. L'approccio logistico funge sempre da richiamo alla realtà, alla misura e alla reale dimensione delle cose. Parlare di campagne coloniali, della prima e seconda guerra mondiale, delle dottrine strategiche ecc., senza un richiamo organico al problema logistico, ci sembra un controsenso che non può essere giustificato solo con la tirannia dello spazio e con la complessità dei fattori in gioco, sempre tali da richiedere semplificazioni anche dolorose. Semplificazioni, non omissioni! Equesto vale soprattutto per coloro che, con una certa arbitraria semplificazione, definiremmo "non addetti ai lavori". L'approccio logistico-amministrativo non serve solo per individuare le reali caratteristiche di un organismo, di un'istituzione militare in un dato periodo, e per stabilire - con dati certi e oggettivi e non con giudizi senza base certa e verificabile - il reale livello di efficienza militare. Esso dà anche la misura del rapporto tra strategia e economia, e se vogliamo del rapporto Forze Armate - Paese. Perché serve a quantificare a rendere concreto, visibile e verificabile il rapporto tra esigenze militari e esigenze e realtà civile, il rapporto politica/guerra, con innussi nei due sensi che sono sempre di grande interesse e di grande peso. Ci si deve ora chiedere: storia della logistica accessoria, complementare e separata rispetto ad altre "storie" e prima di tutto rispetto all' histoire - bataille, oppure con ruolo paritetico rispetto a quest'ultima? logistica da trattare separatamente, oppure in un unico testo e contesto? Per trovare una risposta, già peraltro insita in quanto abbiamo finora sostenuto, partiamo dai fatti, e da fatti elementari. Lo strumento militare è composto da testa, corpo e gambe. La testa sono i cosiddetti Organi Centrali, gli Stati Maggiori e i Comandi. Il corpo, sono le truppe. Le gambe, sono i Servizi (non solo i trasporti). Queste gambe hanno naturalmente dei piedi, che camminano sul terreno difficile e talvolta magmatico della nazione che produce risorse e materiali; va da sè che quest'ultima - in pace e in guerra - può creare un percorso più o meno agevole e spedito per il cammino dell' Istituzione militare. Inutile aggiungere che Comandi, Truppe e Servizi sono un trinomio sempre presente e sempre indissolubile, fino a far ritenere che la chiave del successo e della loro rispondenza alle finalità istituzionali sia nell'armonia dei loro rapporti, visti non come necessità occasionale o contingente ma come riflessi di un unicum con legami e interconnessioni estremamente minute che danno luogo a impulsi continui, in un senso o nell'altro: un classico esempio, insomma, di unità nella diversità. Se è così, chi scrive di storia della logistica non "integra" le altre storie, non si limita a completare, chiarire, puntualizzare, richiamare, non riempie intelaiature e orditi già tracciati da altri, ma - al contrario fornisce strumenti, materiali, spunti primari ed essenziali - non accessori - per costruire questi orditi, i muri portanti, la base, le fondamenta dell' Histoire bataille e di qualsiasi altra storia. Non fa dunque un tipo di storia ancor più "interna" e " tecnica" della histoire - bataille,
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non copre un settore molto particolare e a sè stante (e per questo sempre un po' trascurato dagli storici più competenti e brillanti), non tratta cose di fureria e magazzino o astruse questioni di contabilità, ma tocca e chiama in causa argomenti e problemi, che delle attività di comando e operative sono la base e dicono in che misura tali attività possono raggiungere i loro obiettivi. La storia della logistica non va dunque considerata una micro storia, "una felicissima deviazione dall'asse centrale della storia" (cosl Le Roy Ladurie ha di recente definito l' Ècole des Annales) ma parte essenziale di questo stesso asse centrale. Una storia ristretta alle sole operazioni risulta monca, nella stessa misura in cui sarebbe monca una storia solo logistica o una storia (o una cultura) attenta alla dimensione politica o economica della guerra o della vita di un popolo, trascurando la dimensione militare. Nel vasto ambito della preparazione o mobilitazione militare, nell'attività concettuale, organizzativa ed esecutiva che riassume la sostanza dell'impiego operativo, la logistica e la sua storia devono avere hic et nunc il loro posto e il loro spazio: nessun' altra pur legittima esigenza può consentire omissioni. Di conseguenza il problema non è di affiancare alle storie operative delle storie logistiche: se così si è fatto con la nostra opera, ciò è avvenuto solo per uno stato di necessità che speriamo contingente, per colmare dei vuoti. Per il futuro non ci dovrebbe più essere bisogno di questo: si tratta di partire dal principio che anche una storia degli avvenimenti, delle guerre deve realizzare una simbiosi tra fattori operativi e logistici, questi ultimi visti anzitutto come primaria fonte di efficienza (o inefficienza) morale. Sarebbe anche bene, per il futuro, tener presente un altro dato fornito dall'esperienza storica, che a suo tempo non abbiamo mancato di sottolineare: la presenza fin dal tardo secolo XIX di una dottrina logistica a fianco della dottrina tattica e strategica. Finora, per dottrina militare si è inteso riferirsi essenzialmente a quest'ultima; invece, con questo termine si dovrebbe indicare l'insieme della dottrina tattica e logistica, cioè i criteri, le modalità e le tecniche - riferite a un ben definito caso concreto - da seguire per la preparazione e la condotta della guerra, sia per la parte operativa che per quella logistica. Quanto abbiamo detto finora non significa, però, che non siano ammissibili studi riguardanti aspetti settoriali delle operazioni, degli ordinamenti, della logistica o dei singoli Servizi: significa solo che questi studi non devono mai ignorare - rispettivamente - l'altra faccia della realtà. Avremo cosl studi particolari prevalentemente logistici .o prevalentemente operativi, ecc.; e avremo, soprattutto, storie di guerre e operazioni e campagne che non ignoreranno più l'aspetto logistico ma lo comprenderanno nei limiti del possibile in sè, senza rimandarlo ad altre pubblicazioni. Si tratta di un'esigenza reversibile: che senso avrebbe parlare di logistica, o della struttura di un corpo tecnico o dei Servizi, senza fare riferimenti puntuali a strategia, operazioni o ordinamenti del momento? oppure parlare dell'evoluzione dei materiali di un Servizio, senza avere davanti agli occhi il tipo di guerra che l'esercito del quale
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quel Servizio fa parte dovrebb_e combattere o combatte? In questo senso, dobbiamo riconoscere che - sia pure per circostanze indipendenti dalla nostra volontà - anche la nostra storia della logistica, in quanto solo tale, è monca. In pratica, realizzare una sintesi accettabile tra strategia, operazioni, ordinamenti e logistica non è affatto semplice: ma ciò non toglie che questo è quanto meno un obiettivo ideale a cui tendere. Tutto riconduce sempre a un equilibrio e a un rapporto continuo tra le varie branche; equilibrio senz'altro molto difficile da raggiungere, ma non per questo meno necessario. Non arriviamo a dire che i rifornimenti significano vittoria: la vittoria dipende sempre da un complesso di fattori, di volta in volta uniti in misura variabile. Diciamo solo che, se la logistica non è vittoria, è la sua premessa necessaria, perché senza un minimo di logistica non vi sono armi che sparano e nemmeno uomini che le fanno sparare. Semplice e lineare constatazione che dovrebbe essere tenuta presente ad esempio dagli storici usi a dispensare aspre quanto facili critiche - con il senno di poi - alla condotta della guerra 1940- I 943 da parte dei comandanti italiani in scacchieri oltremare (Grecia e Africa Settentrionale in particolar modo). Non intendiamo assolvere nessuno, ma non riteniarno nemmeno giusto pronunciare condanne a cuor leggero: la complessità della storia, altro fatto elementare che molti dimenticano preferendo drastici e sommari giudizi, ci impedisce in questa sede di ergerci a giudici dell'operato di questo o quel Capo militare. Perché in Africa Settentrionale a fine 1940, le numerose truppe e i molti cannoni non solo non valgono ad evitare una durissima sconfitta, ma finiscono con il facilitarla rimpolpando il bottino del vincitore? Per diverse ragioni, la prima delle quali è logistica. Lo abbiamo già detto: un semplice portatore di fucile nel deserto privo di supporto logistico non solo non fornisce alcun utile operativo ma è un peso. La tanto vagheggiata "nazione armata" del secolo XIX può vivere solo in Europa e depredando i contadini... e a poco valgono i cannoni, se mancano i trattori per spostarli rapidamente e per rifornirli di munizioni. Questo non l'ha capito bene nemmeno Mussolini, quando in un celebre discorso del febbraio 1941 si limita ad elencare - con un'implicita accusa alla leadership militare - l'imponente massa di uomini e armi ammassati in Libia, senza fare parola del supporto log1stico, della qualità del materiale, della disponibilità di Quadri e personale specializzato, delle strutture direttive e organiche. Le cifre del dittatore sono imponenti: 1900 cannoni, 779 carri armati "con una certa aliquota di pesanti", 9584 automezzi.21 Forze numerose, ma per stabilire se erano anche potenti - e perciò preparate - occorre chiedersi: quanti erano i carri armati veramente efficienti e competitivi rispetto a quelli avversari? erano sufficientemente rustici e adatti al deserto? il loro supporto logistico era sufficiente? le numerose artiglierie, avevano tutto l'occorrente per una guer-
2 1 B. Mussolini; La difesa armata de lla Na;:ione, Fircn7.C - Roma, La Penice 1984 ,
p. 61.
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radi movimento? gli organi di riparazione, gli automezzi e i Quadri del Servizio automobilistico erano sufficienti per qualità e quantità? erano adatti alla guerra nel deserto? venivano impiegati secondo criteri logistici appropriati? l'aviazione era in grado di difendere i nostri rifornimenti e di colpire quelli avversari? il rapporto tra mezzi automobilistici - e organi logistici in guerra - e quantità di personale, era soddisfacente? il dispositivo logistico assicurava sufficiente tempestività e aderenza dei rifornimenti? le trasmissioni funzionavano bene? Le risposte a questi interrogativi non possono essere che in massima parte negative. Sono state date, del resto in anticipo e fin dall'estate 1940 dagli stessi generali sul posto, che all'unanimità escludono la possibilità di un' offensiva a causa di lacune essenzialmente logistiche e tecniche. E qui cogliamo 1'occasione per ricordare che, nel deserto, le inefficienze dei mezzi motorizzati e corazzati nel 1940-1943 sono state mediamente dell'ordine del 20-30%, cifra assai elevata alla quale bisogna pur aggiungere le perdite in combattimento. Arduo calcolo è anche quello del numero di automezzi necessari per i rifornimenti di una data unità, che non è una costante ma una variabile dipendente da fattori relativi all'ambiente naturale, dai rapporti cii spazio e di tempo, dalla valutazione di elementi di base di origine strategica, tattica e ordinativa (distanze tra i vari anelli di rifornimento; disponibilità di automezzi in proprio ai minori live lli) oppure di natura più propriamente tecnico - logistica (Quadri del Servi zio automobilistico; livello addestrativo dei conduttori; tipi e prestazioni dei mezzi e loro grado di s tandardizzazione e rusticità; quantità/qualità degli organi di riparazione e dei ricambi, ecc.). Tornando all ' Africa Settentrionale, un testimone autorevole e ineccepibile come il generale Giuseppe Mancinelli 22 scrive chiaramente che il tipo di organizzazione - e di organizzazione logistica - del nostro e sercito non era competitivo e non consentiva in alcun modo di fare la guerra nel particolare ambiente, come invece hanno mostrato di saper fare molto meglio le truppe inglesi e quelle te desche. Fare di un insieme di uomini, materiali e mezzi più o meno moderni uno strumento di guerra non è mai stata cosa facile, né questione di pochi giorni o di qualche mese. Limitarsi a o stentare meraviglia perché gli italiani nel 1940 non sanno fare la guerra nel deserto (pur avendola fatta - e bene - contro i beduini dell ' interno) è puro e vuoto e facile esercizio accademico che tale rimane, anche se colpisce il grosso pubblico. I beduini non erano inglesi e non avevano, come gli inglesi, i carri armati e un' ottima aviazione ben impiegata. Il generale Rommel, la "Volpe del deserto", era un eccellente comandante mitteleuropeo di unità corazzate che non aveva mai visto fino al 1941 il deserto, definito dai tedeschi "il paradiso del tattico e l'inferno del logista". Generale eccel lente, ma anche con uno strumento eccellente e molto meglio organiz-
22 Cfr. G . Mancinelli, Dal Fronte de ll'Africa Settentrionale 1942 - 1943 , Milano, Riz-
zoli 1970.
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zato dal punto di vista logistico. Prima di dire, perciò, che i generali italiani non sapevano fare la guerra del deserto, bisogna almeno stabilire se potevano farla: e per ragioni anzitutto logistiche e organiche, si deve pur ammettere ... che in molti casi non potevano farla. Le distorsioni e le approssimazioni provocate dalla sottovalutazione di elementari premesse non si fermano qui. Specie dalla prima guerra mondiale in poi, con la comparsa del mezzo aereo e l'aume nto dell'importanza delle comunicazioni marittime provocate dalla sempre più pronunciata dipendenza dell'Europa (e non solo dell'Italia) dai rifornimenti oltremare, la storia non può più essere ristretta in angusti e devianti limiti di forza armata, con relativi contributi d'obbligo alle teorie totalizzanti e ormai da verificare dei tre mostri sacri (Clausewitz, Douhet, Mahan). Se per la storia è d'obbligo ormai una dimensione interforze, anche una logistica puramente di forza armata dal 1919 in poi è superata; le connessioni sono continue, sia nella logistica di produzione che in quella di distribuzione. Per le prime, si pensi agli organismi che presiedono agli approvvigionamenti, alla produzione. alla ripartizione delle materie prime e delle risorse tecnologiche e industriali. Per le seconde, le esigenze logistiche del1e forze inviate oltremare - pensiamo anche a talune spedizioni del dopoguerra - impongono automaticamente il coordinamento dei rifornimenti e della relativa, indispensabile protezione (si pensi alla guerra dei convogli, che non riguarda solo la marina e solo la Italia ma le forze armate di Italia e Germania) ed è problema operativo e logistico, civile e militare, nazionale e interalleato insieme ... L ' argomento della guerra dei convogli è stato da noi trattato, oltre che in quest' ultimo volume, nella nostra comunicazione sugli aspetti logistici del 1942 al Convegno di Milano (13-14 novembre 1942). 23 Se si legge quanto ne scrivono taluni autori, il rifornimento delle truppe in Libia sembra affare solo della marina. In realtà, i convogli nel Mediterraneo I 940-1943 sono il baricentro reale de11a guerra e in esso confluiscono i più svariati fattori, che ne fanno un caso esemplare di strategia e logistica interforze e interalleata, dove si tratta di mettere d'accordo - e non ci si riesce o ci si riesce male - troppi protagonisti ciascuno geloso delle sue prerogative: Ministero delle comunicazioni, Ministero della Marina, Ministero dell'Africa Italiana, marina, esercito e aeronautica italiani c tedeschi; Stato Maggiore Generale, Stato Maggiore Esercito, Comandi italiani e tedeschi in Libia; Sottosegretario (e poi Ministro) della produzione bellica, ecc .. I convogli non sono del tutto né un fatto tattico, né un fatto strategico, né un fatto logistico, né un fatto marittimo o aereo: sono tutte queste cose insieme. Non vi è preparato ness uno: né la marina che non ha mai naviglio adatto e tecnologie competitive (e pensa, anche durante la guerra, alla grande battaglia di corazzate, continuando a impiegare tempo e risorse nella costruzione di inu-
H F. Botti, 1942: Strategia e logistica .. . 1942 (Cit.).
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tili corazzate rimaste nel 1943 sugli scali dei cantieri); né l'aeronautica, che ha sempre meno aerei, e sempre meno competitivi - da mettere a disposizione per le scorte, lasciando la preponderanza a quella tedesca; né l'esercito, perché molte cose non sono di sua competenza ecc .. Manca un efficace coordinamento dei trasporti terrestri e marittimi e, naturalmente, un efficace coordinamento interforze. Non basta: non sono ammesse dicotomie deformanti , come la separazione della logistica di produzione da quella di distribuzione. La prima - è ormai un fatto acquisito - è la base della seconda: come si può studiare un albero separandolo dalle sue radici, da ciò che lo alimenta? Logistica di produzione e logistica di distribuzione potevano essere più agevolmente separate negli eserciti ancora "agricoli" della Restaurazione, quando si trattava di amministrare degli uomini più che di produrre armamenti: ma già incomincian~ ad avere poco senso, se prese a sè stanti, negli eserciti di massa di fine secolo XIX. Oggi, in una guerra a difesa dei confini sarebbe vuoto esercizio accademico - oltre che fuorviante - separare dal territorio forze armate che ormai del territorio hanno bisogno diretto e immediato: non tanto e non solo per la produzione e gli approvvigionamenti, ma per la vita e il benessere d' ogni giorno. Vanno dunque previste e studiate due diverse logistiche, con elementi di base simili ma con rotismi secondari che possono anche essere assai diversi: la prima, che definiremmo nazionale o meglio ancora territoriale, che insiste sul territorio nazionale e ne utilizza ogni possibile apporto, restringendo al minimo la componente puramente militare; la seconda, che potrebbe essere chiamata internazionale o di intervento rapido, mira a rendere le unità il più possibile indipendenti dal territorio, con la massima "militarizzazione" e estensione dei Servizi e con generi, dotazioni, materiali, procedure, organi di mantenimento ecc. dimensionati per l'impiego in ambienti naturali particolari, oltremare e oltre confine. Problema assai arduo, quello dei materiali: diciamo solo, in merito, che l'ultima guerra ha dimostrato che non tutto va bene dappertutto, perché non basta qualche ritocco. Nell ' ambito dei vari Servizi, poi, è ormai superfluo accennare all'importanza particolare del Servizio trasporti e alla necessità di un suo coordinamento interforze, ma tutti i servizi sono importanti: non va dimenticato il peso - per gli evidenti riflessi morali - del Servizio di sanità, di vettovagliamento e di vestiario ed equipaggiamento. E, soprattutto, non va trascurato il ruolo del Servizio di amministrazione, il cui buon funzionamento condiziona la qualità de11'intera organizzazione logistica. Il modo di essere dell'organizzazione amministrativa centrale e ·p eriferica, la rispondenza delle procedure amministrative e contabili alle esigenze dei reparti in pace e ancor più in guerra, a cominciare dal livello di compagnia/batteria/squadrone: questa è un'altra chiave insostituibile per giudicare il livello effettivo di efficienza delle unità. Al tempo stesso, gli ordinamenti e regolamenti amministrativi sono il primo elemento di raccordo tra l'Amministrazione militare e le altre Ammini-
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strazioni dello Stato; dunque essi qualificano la produzione e gli approvvigionamenti di materiali e generi militari e il trattamento economico e morale del personale. Tutti i Servizi, oltre che importanti, sono indispensabili: se ne viene meno uno, viene meno un anello della catena e quest'ultima non è più tale. In questo complesso quadro di interdipendenze, di legami reciproci che bisogna pure ricercare e individuare, vi è certamente una cosa da non fare: lo studio separato del passato (o del presente, o del futuro) di un Servizio logistico senza tenere conto degli altri, e senza tenere inoltre conto delle esigenze strategiche che ciascun organismo militare intende soddisfare in un dato momento: anche la non strategia è una strategia. Questo è vero non solo perché l'attuale tendenza alla logistica per funzioni rende evidentemente superato ogni approccio settoriale e ogni dicotomia; più semplicemente viene da chiedersi come si può giudicare la struttura e le funzioni di un Servizio, senza individuare o studiare i legami e le interdipendenze con gli altri (per esempio, con i trasporti e l'amministrazione) e soprattutto senza mettere bene in chiaro lo scopo, il comune obiettivo verso il quale solo Servizio in primis deve dirigere la sua attività e dimensionare di conseguenza i suoi rotismi interni. Naturalmente scopo e obiettivo si trovano solo nella filosofia logistica complessiva. Un lriplice grado di congruità e coerenza, quindi, va considerato: quello della filosofia logistica rispetto alla filosofia strategica e operativa; quello della filosofia e struttura di ciascun Servizio logistico rispetto ali' organizzazione logistica nel s uo complesso; infine, quello della logistica di produzione rispetto aJla domanda quantitativa e qualitativa, cioè alla logistica di distribuzione. Nei primi due casi il flusso è costante, unidirezionale e obbligato; nell'ultimo caso può anche verificarsi - anzi si è verificato e si verifica spesso - il contrario, che cioè la logistica di distribuzione non sia - come sarebbe ideale - una variabile per quanto possibile indipendente, ma debba adeguarsi a "quanto passa il convento", alle risorse che il paese può fornire. In quest'utimo caso, il condizionamento passa automaticamente alla strategia, che deve ridefinire dei nuovi modelli e delle nuove linee d'azione: se non lo fa, se tende a chiedere all'organismo ciò che esso non può dare, i risultati raramente sono fortunati e brillanti e quasi sempre causano la rovina. Solo Napoleone, genio irripetibile, si è permesso il lusso di forzare la mano alla logistica: ma non sempre con successo. Ancora una volta dobbiamo constatare che le storie - e le storie dei singoli Servizi, dove e quando ci sono - non hanno tenuto in gran conto esigenze e connessioni che pure sono abbastanza elementari, almeno in apparenza. Storie sovente senza respiro, anche per due altri motivi: - la mancata considerazione, all'interno di ciascun Servizio, di tutte le sue componenti (vertice e organi direttivi ed esecutivi ai vari livelli; dottrina - regolamentazione - organici e organizzazione di guerra; organizzazjone - regolamentazione - organici di pace; Quadri e personale in genere; scuole; materiali);
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- la tendenza, sia pur per legittime ragioni di spazio o per le stesse, altrettante legittime finalità del lavoro, a restringere l'esame del Servizio a un ristretto periodo, a una sola guerra ecc .. Con la nostra storia, abbiamo inteso porre almeno in parte rimedio a questi limiti: se di un Servizio si ignorano i materiali, o il vertice, o la fonnazione del personale e la sua collocazione organica ecc., si perdono, si possono perdere quelli che Clausewitz chiama "granelli di buon metallo" per definirne la reale fi sionomia e la rispondenza ai compili che la dottrina gli assegna. E che dire delle differenze - o meno - tra organizzazione di pace e di guerra, che non po'ssono essere ignorate perché già di per se qualificano l'organizzazione stessa? Al tempo stesso - e questo vale anche per qualsivoglia teoria strategica - l'esame a sè stante dello stato di un Servizio, o della logistica, in un dato e ristretto periodo storico (ad esempio: il 1940-1943) può risultare monco e unilaterale e non ben centrato, se non si è in grado di riferirlo al passato, a tutto quanto, in vari momenti da identificare, ne ha influenzato l'assetto del momento. Se il paragone, il confronto può essere esteso a quanto contestualmente viene fatto presso i principali eserciti europei, meglio ancora. Su questo punto qualcosa abbiamo cercato e trovato, anche se siamo i primi a riconoscere la necessità di ulteriori approfondimenti, la cui utilità e difficoltà sono del pari accresciute dalla mancanza, all'estero, dianaloghi studi comparativi in senso inverso. Sembra che, oltr'alpe, il "modello" italiano non abbia mai interessalo nessuno: eppure visitando di recente un ' unità francese, abbiamo trovato nella struttura logistica del reggimento, e persino nei termini usati, robuste tracce di soluzioni del secolo XIX già da tempo superate nel nostro esercito (alcune volte, è stato un errore; molte altre volte un vantaggio e un necessario adeguamento, anche se accompagnato da organi e mezzi spesso solo teoricamente previsti, cioè rimasti s ulla carta). Quanto abbiamo potuto vedere delle soluzioni dei principali eserciti europei è tuttavia sufficiente per indurci a questa constatazione: almeno fino alla seconda metà degli anni 30, le soluzioni dottrinali italiane si mantengono sotto diversi aspetti - a cominciare dal Servizio di amministrazione - affini a quelle francesi, peraltro con una maggiore attenzione per le esigenze della "guerra di movimento", che già incomincia a delinearsi fin dalla seconda metà degli anni Venti. Abbiamo parlato di dottrina: perché un gap note vole esiste invece fino al 1940 in materia di dotazioni, soluzioni pratiche, quantità e qualità di generi e materiali, razione viveri ecc., naturalmente a tutto favore dell'Armée de terre, esercito più ricco di una Nazione allora molto più ricca. Riassumendo: anche prima dell'adozione della rivoluzionaria logistica per funzioni alla quale si arresta la nostra indagine, la logistica è piena di fatti e di interconnessioni ancor più che la strategia. Fin dalla prima guerra mondiale, strategie e logistiche di distribuzione di marina ed esercito sono rimaste separate ma la logistica di produzione già allora ha sentito il bisogno di stabilire un coordinamento tra le due for-
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ze armate e fra l'insieme delle due forze armate e il Paese. Essa richiede, perciò, il ricorso alle risorse e alle metodologie della storia comparata. Su quest'ultime non ci soffermiamo, limitandoci a citare queste parole di Ferdinand Braudel (riferite alla storia scientifica, cioè a una storia che ha diverse analogie con quella della logistica): preferisco la storia comparata che, per me, è una Storia di lunga durala. Se si mettono da parte gli avvenimenti, gli uomini che monopolizzano un po' troppo i riflettori della storia tradizionale, se si trascurano le fluttuazioni economiche, della politica o simili, ci si trova davanti a una storia profonda che si deforma assai lentamente, sicché la storia di lunga durala offre degli spettacoli mai radicalmente diversi e sempre comparabili. Giungo ad affermare che non è possibile una storia scientifica in assenza del metodo comparativo.24
Oltre a consentire un confronto senza infingimenti, l'attenzione per i fatti e i numeri va al di là degli exempla e di quel tanto di indeterminato che essi lasciano, per diventare utile strumento continuo e sistematico di indagine e la miglior via per ben cogliere le contingenze, i caratteri mutevoli della situazione. Anche se Clausewitz ha guardato esclusivamente alla politica e strategia, è l'individuazione del sempre operante influsso della logistica sugli avvenimenti a richiedere più delle altre discipline un approccio ai fatti - anche a quelli minuti - di marca clausewitziana, perciò antidogmatico, flessibile, aperto. A tal proposito, Benedetto Croce mette in risalto l'affermazione di Clausewitz che "non mai la condizione delle cose, da cui procede l'evento, sta cosi esattamente agli occhi della critica come stava all'occhio dell'agente. Una quantità di piccole circostanze, che poterono aver efficacia per la risoluzione, sono andate perdute ... ". Ne consegue, per Croce, la "qualità non storica ma teorica e casistica della critica", e l'improponibilità di una critica dell'atto fatta solo sulla base del successo, astraendo da altre circostanze che - a seconda dei casi - possono fare sì che tale successo ci sia o non ci sia. Per questo - prosegue Croce - Clausewitz "avverte che, col mostrare gli errori di un Federico o di un Napoleone, non si vuol già dire che lui, il critico, non li avrebbe commessi o anche che non ne avrebbe commessi di più grossi, ma soltanto che egli, conoscendo questi errori dalla connessione delle cose, esige dalla sagacità dell'agente che questi avrebbe dovuto vederli".25 Ancoraggio ai fatti. indagine per appurarli e chiarirli: ma non per questo culto, religione smodata o tendenza a far loro dire più di quanto possano dire. In quanto richiamo alla realtà e al realismo, che è quindi invito alla strategia a non volare troppo alto e troppo lontano, la logistica serve a meglio apprezzare - e concretamente applicare - un altro aspetto dell'approccio clausewitziano anch'esso annotato dal Croce, che scrive:
24 F. Braudel, intervista in Tutto Libri - "La Stampa" 9 luglio 1988. 25 B. Croce, Op. cit., p. 276.
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sempre egli [cioè Clausewitz - N.d.a.] va a fondo alla na tura de i fatti militari e non si sottrae alla logica filosofic a ; ma quando il filo di questa dive nta troppo sottile e fine. preferisce spezzarlo e riannodarlo al corrispondente fatto di e sperienza, giacché (soggiunge), "come parecchie piante portano frutti solo quando non vengono su troppo alte nel loro fusto, c osì, nelle arti pratiche, le foglie e i frutti teoretic i non devono essere spinti troppo in alto, ma tenuti prossimi all 'esperienza, che è il loro proprio terreno" , 26
E ' questo il tipo di approccio, sono questi i motivi traenti che hanno dominato il nostro lavoro e hanno richiesto rispos te sempre difficili e articolate ma mai categoriche e assolute . Per quanto detto prima, estrarre correttamente l'evento logistico dal contesto storico che gli dà forma e contenuti è ancor più difficile che compiere la stessa operazione per l' evento strategico. Anche se lo condiziona, l'evento logistico non compare sullo scenario. Esso corrisponde a un bisogno sempre difficile da quantificare e qualificare con precisione, e a procedure che hanno un margine di flessibilità sempre relativamente ristretto ma richiedono esatte valutazioni e precisioni. L ' equilibrio tra alleggerimento e appesantimento; la giusta misura tra il troppo, che stroppia, e il troppo poco , che paralizza; la tempestività dei rifornimenti in rapporto alle esigenze strategiche, sono nltti eleme nti facili da riconoscere in linea di principio ma difficili da realizzare, perché dipendono da mille variabili e si sottraggono a qualsiasi dogma. Pur avendo contenuti di scienza esatta, la logistic a è arte almeno quanto la strategia. Perché riguarda l'applicazione a un caso concreto di poche norme e regole, e perché - nella misura in cui fornisce i mezzi per l ' azione - diventa e ssa stessa principio attivo e costantemente operante, principio di arte pura in quanto basato sulla capacità di previsione e sulla capacità di stabilire (o mutare azione durante) delle priorità e dei vincoli. Secondo taluni abbiamo fin troppo abbondato in de ttagli, citazioni , riferime nti a decreti, leggi e regolamenti: per la verità noi abbiamo avuto l ' impressio ne opposta, e spesso abbiamo rimpianto di aver citato, di a ver approfondito troppo poco. Proprio perché è importante (come dubitarne, dopo quanto ne hanno detto C lausewitz e Croce ?), la presa di coscienza delle mille e mille variabili dalle quali dipende la logistica, dei mille riflessi che e ssa provoca, delle mille difficoltà impreviste che essa sempre crea, ci ha reso inquieti e ci ha spinto a trascurare il meno possibile, a ricercarne i molteplici collegamenti, a riprodurre con la maggior fedeltà di cui siamo s tati capaci le situazioni. Come ragiona un uomo a stomaco vuoto e non riparato dal freddo o dal caldo? Trattando della storia militare, e ancor più del modo di studiarla, Nicola Marselli nel 1870 scriveva che Og ni problema strategico e logistic o , finché rimane problema , a bbonda di incogni te, di cui mal può farsi una idea chi non ha vissuto qua lche settimana di guerra in quel -
26
lvi, p. 272.
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la sfera ove fanno capo le informazioni e donde muovono i Comandi, chi non sa quale virtù maligna possa avere una notizia erronea o male espressa o intesa a rovescio a motivo soltanto della diversa posizione di colui che la dà e dell'altro che la riceve e interpreta, come falli semplicissimi siano talvolta presentati sollo aspetti contrastanti ... 27
Il grande Cavalli ci ha insegnato che l'organizzazione logistica di pace deve assomigliare il più possibile a quella di guerra: ecco dunque che l'indagine logistica - in sede storica o meno - ha proprio lo scopo di ridurre al minimo le incognite delle quali parla il Marselli. Unica via, questa, per ridurre parallelamente anche lacune, omissioni, errori di prospettiva. Tutto si può fare, anche una histoire - bataille della logistica, una sintesi con pretese intercontinentali come quella del Van Creveld: ma quanto si perde? e quel filo conduttore, quel seme di continuità che è più facile trovare in prospettive a volo d'aquila molto sintetiche e panoramiche, è poi quello giusto? è poi quello vero? Più che citare e analizzare, i nostri Bastico e Maravigna tra le due guerre mondiali espongono delle conclusioni e formulano dei giudizi: noi invece intendiamo fornire agli studiosi un riscontro, un riferimento e una base concreta per la loro opera. Ampliamento tanto più necessario, perché essi restringono la loro ottica prevalentemente alla guerra terrestre e all'esercito, quando invece - da fine secolo XIX in poi - non si può prescindere da riferimenti e valutazioni di carattere inlerforze, pena la perdila del carattere essenziale della guerra. Allargare, ampliare può non essere mai sufficiente, o al contrario risultare dispersivo, annegare le cose più importanti. Ma i tentativi in questo senso, anche se tali rimangono, consentono almeno all'autore di cogliere meglio il peso generale e finale o riassuntivo dell'esperienza storica. Se ci dicessero qual'è stato il messaggio più importante nel quale ci siamo imbattuti, non avremmo dubbi: risponderemmo - senza esitare - che è stata l' antieconomicità e non convenienza della guerra guerreggiata tra Nazioni sviluppate e tra Nazioni europee, già ben chiare a partire dalla sorpresa logistica della prima guerra mondiale. Non a caso i Romani, cioè il popolo più militare della storia, dopo che i feciali avevano trovato giusto dichiarare la guerra riunivano ancora una volta il Senato per soppesare i vantaggi e gli svantaggi che essa avTebbe comportato ... E che dire del lucido concetto della guerra che hanno Guicciardini e Montecuccoli? Se invece ci venisse chiesto che cosa ci ha più preoccupati e addolorati, che cosa ha messo a più dura prova il nostro ottimismo, risponderemmo che è stato il ripetersi ciclico di vecchi e secolari inconvenienti. Non li riassumiamo ora in dettaglio perché ne abbiamo più volte toccato le incidenze negative, fino a ritenere che nessuna riforma sarebbe più radicale e più sana, di quella che riuscisse finalmente a far scomparire
27 N. Marselli, Dello studio d ella storia militare, "Rivista Militare Italiana" 1870, Voi.
I Disp. I, p . 23.
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vecchie e semplici lacune e vecchie incrostazioni, pur universalmente riconosciute e condannate. "De minimis non curat Praetor": gli inconvenienti ai quali ci riferiamo, almeno all 'apparenza non riguardano questioni concettuali e di fondo e almeno a chi non ha vissuto per anni la vita della caserma, potrebbero addirittura sembrare (ma a torto) cose elementari da risolvere solo con un po' di buona volontà con un po' di raziocinio da parte dei Quadri inferiori, e forse nemmeno da trattare in una storia della logistica. Sta di fatto che troppe volte - e nonostante gli infiniti, ingegnosi tentativi di soluzione contingente - la confezione di un buon rancio caldo specie (ma non solo) in guerra e in movimento è stata un problema non risolto o non risolto bene, il vestiario e l'equipaggiamento e i materiali generali e dei singoli Servizi si sono rivelati fin dal tempo di pace inadeguati alle esigenze d'impiego, la tempestività dell'intervento medico e la cura appropriata del ferito o ammalato hanno lasciato a desiderare, i trasporti in genere si sono rivelati inadeguati per quantità e qualità, i trasporti terrestri - e marittimi in particolare - poco coordinati tra di loro, con naviglio non adatto, con inconvenienti nei porti ecc. ecc .. Sarebbe semplicistico attribuire siffatti inconvenienti sempre e solo agli uomini : essi sono solo un incentivo a studiare e approfondire al massimo la ri spondenza pratica di modelli e procedure, che poi - questo va tenuto ben presente - sono sempre gli uomini a gestire in una realtà quotidiana sempre imperfetta, specie se la gestione avv iene in momenti di crisi e di pericolo. Se si g uarda un po' più al di là di queste inadempienze storiche, ben presto ci si rende conto che esse possono esser tali - e sono stati tali da mettere piombo nelle ali non solo de lla logistica ma della stessa strategia, e da minare il morale delle truppe. Dicevano i vecchi colonnelli dai capelli bianchi di un tempo, reduci dal lungo travaglio della guerra e della sconfitta, che il livello di disciplina e l'efficienza di un reggimento si giudica concretamente da come sono tenuti e funzionano cucine, infermerie e locali igienici della caserma e dell'accampamento. Saggezza da quattro soldi di vecchi e stanchi troupiers? Dopo quattro volumi sulla logistica di ieri, si deve convenire che in queste parole c'è molto di vero. perché con l'approccio logistico si entra solo apparentemente nella storia - o nella realtà - per la porta di servizio. Vogliamo dunque chiudere con un semplice auspicio. Dopo la esperienza della prima guerra mondiale il vccct:tio generale Guido Liuzzi, massimo scrittore italiano di logistica, soleva dire che sono i Servizi a mettere le ali ai piedi delle truppe. Ebbene, con l'occ hio rivolto alla storia - e per essere ancora più preci si a quanto è avvenuto nel 1940 1943 in Africa Settentrionale - ci limitiamo ad auspicare c he logistica di pace e di guerra siano vicine, e che in guerra e in pace· non abbiano più a ripetersi vecchi inconvenienti che in passato hanno fatto troppo · spesso della logistica una palla al piede delle truppe, non la prima leva del comandante e la base dcli' azione in genere. Ciò non vuol dire che si debba semplicemente e semplicisticamen-
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La logistica dell'esercito - Vol. N
te incrementare quantità e qualità dei rifornimenti: ancora una volta, ci viene in soccorso la storia. Scriveva il francese conte Guibert nel suo Essai général de tactique (1770), precorrendo i sistemi di Napoleone: i noslri equipaggi di viveri sono quasi sempre troppo numerosi. Non bisogna dare la colpa a coloro che sono addetti alla distribuzione dei rifornimenti [ ...]. Essi ne chiedono molti, per assicurare il buon andamento del loro servizio. Essi sono costretti a chiederne in tal misura, perché nei nostri eserciti non si sa sfruttare le risorse del paese dove si fa la guerra. Perché non si è né sobri, né pazienti. Perché si mormora se la distribuzione del rancio è ritardala di qualche ora, se il pane non è sempre della migliore qualità. Perché si mormora ancor più, se si cambia il tipo di alimentazione. Se i responsabili del rifornimento dei viveri non avessero, per il loro servizio, che i mezzi strettamente necessari, la maggior parte dei generali, senza calcolare questi mezzi, chiederebbero loro degli sforzi sproporzionati alle risorse di cui dispongono, e non sarebbero in grado né di rendersi conto della loro situazione, né di aumentare i loro mezzi sfruttando le risorse del paese, né di cambiare lo spirito delle truppe. Ma alla prima guerra, un buon generale e/o il suo addetto ai rifornimenti si accorgeranno che tutto ciò che alleggerisce un esercito lo rende più maneggevole, più adatto ad essere alimentato, più in grado di condurre grandi operazioni. Essi troveranno insieme la giusta proporzione che deve regolare la formazione degli equipaggi dei viveri, quella proporzione attraverso la quale si può nutrire l'esercito senza nel medesimo tempo sovraccaricarlo. Essi calcoleranno che, al di là di questa proporzione che deve essere relativa alle attività operative più semplici e giornaliere, i mezzi per le operazioni di grande portata e a carattere straordinario si devono trovare nell 'industria, nelle risorse del Paese, nelle doti di sobrietà e pazienza che devono essere coltivate nelle truppe. Sempre attenti a diminuire questa proporzione ogni volta che ciò è possibile, essi la calcoleranno sempre in relazione al Paese dove deve essere il teatro della guerra ... 28
Napoleone, al quale troppi anche ai nostri giorni concedono facilmente la patente di rivoluzionario, ha dimostrato il suo genio strategico prima di tutto applicando questi principi del Giubert, del resto rimasti in vigore in tutti gli eserciti d'Europa fino al 1914-1915. Oggi le pretese del soldato e il peso dei rifornimenti sono di gran lunga più incomprimibili di allora, e i trasporti offrono ben altre possibilità: ma i principi sono rimasti gli stessi. La leggerezza è sempre un pregio da ricercare (anche se non deve diventare un difetto o una carenza come nel 1937). Gli equipaggi dei rifornimenti devono essere solo quelli necessari, e alle truppe - quando e nella misura in cui ciò è necessario - bisogna ancora avere il coraggio o l'accortezza di chiedere sacrifici erinunce possibili, tenendo ben presente che nell'ultima guerra è mancato spesso alle nostre truppe non il superfluo, ma l'indispensabile per combattere. Come, quando e se farlo; come trovare quella che il Guibert chiama la "juste proportion", cioè un saggio e sano equilibrio (non un cattivo, penalizzante compromesso) tra il massimo di mobilità e tra peso, qualità e tipo del supporto logistico, è virtù e anzi genio della leade rship: le soluzioni variano in maniera estremamente ampia a seconda del le caratteristiche dell'ambiente naturale e della situazione.
28 J. De Guiberl, Essai Rénéral de tactique (in G. Cballand, AntholoRie Mondiale d e la slralégie, Paris, Laffont 1990, p. 749).
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Al pari della politica e della strategia, la logistica è l'arte del possibile, e proprio per questo nulla può concedere al caso e all'improvvisazione. Al pari della politica e della strategia, ha nell"'insufficiente" e nell"'impossibile" - così come nel superfluo e nelle «impedimenta» - delle insidie sempre vicine, degli ostacoli da superare con maestria per raggiungere il suo unico scopo: servire il soldato, ma senza viziarlo o appesantirlo. Senza armonica proporzione, senza calcolo e senza misura, come può esistere l'arte? e come si misura la qualità di una leadership - e con essa, di una organizzazione - se non dalla capacità di armonizzare, proporzionare in ogni momento sforzi e obiettivi, capacità che si basa appunto sulla buona logistica, che è anche logistica senza sprechi?
DOCUMENTI ALLEGATI (dal n. 8 al n. 39)
ELENCO DOCUMENTI
Documento 8: Docume nto 9: Documento 10: Documento 11: Documento 12: Documento 13: Documento 14: Documento 15: Docume nto 16: D ocume nto 17: Docume nto 18: Documento 19: Documento 20: Documento 2 1: Documento 22: Documento 23 : Doc umento 24 : Documento 25 : D ocume nto 26:
Documento 27 : Documento 28:
Grafico organizzazione logistica (Circ. N. 6000/Serv. - 1949) Grafico organizzazione logistica (Pub. n. 6300 1955) Grafico organizzazione logistica di una divisione di fanteria (Pub. n. 6300 - 1955) Grafici organizzazione e funzionamento del S~.rvizio di sanità (Pub. n. 6300 - 1955) Grafico organizzazione del Servizio di comnnssariato (Pub. n. 6300 - 1955) Grafico organizzazione del Servizio armi e munizioni (Pub. n. 6300 - 1955) Grafico organizzazioye del Servizio trasmissioni (Pub. n. 6300 - 1955) Grafico organizzazione del Servizio materiale del genio (Pub. n. 6300 - 1955) Grafico organizzazione del Servizio lavori, ponti e strade (Pub. n. 630°'- 1955) Grafico organizzazioge del Servizio della motorizzazione (Pub. n. 6300 - 19.S5) Grafico organizzazione del Servizio di veterinaria e rimonta (Pub. n. 6300 - 1955) Grafico organizzazione del Servizio trasporti (Pub. n. 6300 - 1955) Grafico organizzazione del Servizio tappe (Pub. n. 6300 - 1955) Grafico organizzazione del Servizio postale e telegrafico (Pub. n . 6300 - 1955) Grafico organizzazione del Servizio di amministrazione (Pub. n. 6300 - 1955) Grafici organizzazione logistica delle G.U. cor. e mec. (1965) Grafici organizzazione logistica della Circ. SME n. 2077/163.50 (1977) Attribuzioni delle direzioni generali di interesse logistico del Ministero della Difesa (1965) Attribuzioni in tempo di pace dello Stato Maggiore Difesa e degli Stati Maggiori di forza armata (1965) Attribuzioni e articolazione interna degli uffici dello SME di interesse logistico (1949) Dipendenze e attribuzioni provvisorie dei Capi dei Servizi nel febbraio - aprile 1967
Documento 29: Documento 30: Documento 31 : Docume nto 32:
Documento 33: Documento 34: Docume nto 35: Documento 36: Documento 37: Documento 38: Documento 39:
Organigramma dell' ISPEL dopo l'inclusione dei Capi dei Servizi Competenze e organigrammi dei Comandi dei Corpi e dei Servizi logistici (1976-1981) Attribuzione dei Capi dei servizi tecnici (1967) Numero, denominazione e compiti specifici degli stabilimenti e arsenali militari dell'esercito (D.M. 29 dicembre 1977) Organi esecutivi territoriali del Servizio di sanità assunti alle dipendenza da DIFESAN (1967) Personale e materiali del Servizio di sanità nella divisione fanteria (1956) Personale e materiali del Servizio di commissariato nella divisione di fanteria (1956) Tabella corredo del soldato (1944) Evoluzione delle serie vestiario - equipaggiamento individuali ordinarie (1944-1979) Organizzazione territoriale del genio (fine 1946) Principali caratteristiche delle autovetture e autocarri comuni italiani e alleati in dotazione fino agli anni 60 e valori della Gio. cel. (1956).
DOCUMENTO 8
SCHEMA GRAFICO DELL'ORGANIZZAZIONE LOGISTICA (Circ. n. 6000/S - 1949)
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SCHEMA ORGANIZZAZIONE LOGISTICA (Pub. n. 6300 - Ed. 1955)
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DOCUMENTO
GRAFICO ORGANIZZAZIONE·LOGJSTICA DI UNA DIVISIONE DI FANTERIA (Pub. n. 6300 - Ed. 1955)
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DOCUMENTO
GRAFICI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DEL SERVIZIO DI SANITÀ (Pub. n . 6300 - Ed. I 955)
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Zo. 6. I. Z . Ar. S. I.
Z.A.S.I.
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L±Ja.t. Zona 4 ° Sgombero Di norma vi vengono ricoverati e curati i feriti ricuperabili entro i 30 giorni e quelli sgomberati dalle formazioni ospedaliere avanzate
Zona 2° Sgo
Zona 3° Sgombero
Di norma vi v no ricoverati e Di norma vi vengono ricoverati e curati i ti i feriti gravi feriti per i quali sia necessario l'inter- quali sia nece .vento operatorio oltre le sei ore ed i de- l'intervento op I rio entro le s genti ricuperabili entro 30 giorni 1 ed i degenti r
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Centro smistam~nto feriti e malati c.s.f. regola smista· mento e sgombero dei feriti e dei malati sulle formazioni sanitarie retrostanti.
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Zo.
Pri. S. Rp. Sz. Sa.
Posti sosta f.
Posti di medicaz.
Smistamento tra formazioni ospedaliere in Zo. Pri. S. e centri di smistamento feriti e successivo sgombero.
· Di costituzione eventuale. ,Sosta, nel caso in cui lo sgombero sui reparti della Sz. Sa. debba essere effettuato in più tempi.
Sommaria medicazione . Compilazione tabellina diagnostica. Sgombero sui reparti della Sz. Sa.
Rep.
Posti racc. feriti
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Zona 1° Sgombero Di norma vi vengono ricoverati i feriti abbisognevoli d'intervento chirurgico urgente e gli intrasportabili
Di costituzione eventuale. Vi vengono raccolti feriti per il successivo sgombero sui p.me.
DOCUMENTO
GRAFICO ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO DI COMMISSARIATO (Pub. n. 6300 - Ed. 1955)
12
DOCUMENTO
GRAFICO ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO ARMI E MUNIZIONI (Pub. n. 6300 - Ed. 1955)
13
DOCUMENTO ] 4
GRAFICO ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO DELLE TRASMISSIONI (Pub. n. 6300 - Ed. 1955)
DOCUMENTO
GRAFICO ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO MATERIALE DEL GENIO (Pub. n. 6300 - Ed. 1955)
15
DOCUMENTO
GRAFICO ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO LAVORI PONTI E STRADE (Pub. n. 6300 - Ed. 1955)
16
ORGANI DEL SERVIZIO LAVORI PONTI E STRADE DIRETTIVI
ESECUTIVI
Direzione Generai e del Genio
D18LOCAZ.
Zo. T.
Direzione
Sz.
L.P.S.I.
L. P. $.
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Imprese civili
-=={:> Dipendenza di comando. - - - ~ - Dipendenza tecnlc~mmlnlatratlva. - - _., Dipendenza eventuale tecnico-amministrativa.
DOCUMENTO 17
GRAFICO ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO DELLA MOTORIZZAZIONE (Pub. n . 6300 - Ed. 1955)
DOCUMENTO
GRAFICO ORGANIZZAZIONE D E L SERVIZIO DI VETERINARIA E RIMONTA (Pub. n. 6300 - Ed. 1955)
18
DOCUMENTO
GRAFICO ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO TRASPORTI (Pub. n. 6300 - Ed. 1955)
19
DOCUMENTO 20
GRAFICO ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO DELLE TAPPE (Pub. n. 6300 - Ed. 1955)
ORGANI DEL SERVIZIO DELLE TAPPE DIRETTIVI
ESECUTIVI
DIILOCAZ.
Zo. T.
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Ufficio B1!nt ~1 ere C . A.
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Zo. Rep.
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Dipendenza di comando Dipendenza t. a.
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-+ Dipendenza eventuale
t. a.
DOCUMENTO
GRAFICO ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO POSTALE E TELEGRAFICO (Pub. n. 6300 - Ed. 1955)
21
ORGANI DEL SERVIZIO POSTALE E TELEGRAFICO ESECUTIVI
DIRETTIVI
D18LOCAZ.
Zo. T .
U.P.dello .S.M.E
U.P.T .M. Z . Ar. S. I.
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U.P. T . M.
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Dipendenza di comando. Dipendenza tecnico-amministrativa. - _. Dipendenza e ventuale tecnico-amministrativa.
DOCUMENTO
GRAFICO ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO DI AMMINISTRAZIONE (Pub. n. 6300 - Ed. 1955)
22
ORGANI DEL SERVIZIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTIVI
D18LOCAZ..
E8ECUTIVI
(1} Direzione Generale Amministrazione
Zo. T. Cassi!! Militare
Direzione Amm.ne I
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Zo. Pri. S. Capo Serv. Amminisl-r_t--_ _._.
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AmminislrazionP.
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(corpi)
- ~ DipendP.nza di comando - - - - e , . . Dipendenza t. a. - - - - Dipendenza eventuale t. a.
Corpi e Rep . .Jut.
Zo. Rep .
(1) Per i reparti dipendenti direttamente dal Comamto in Capo.
DOCUMENTO
GRAFICI ORGANIZZAZIONE LOGISTICA DELLE GRANDI UNITÀ CORAZZATE E MECCANIZZA TE (1965)
(Circ. SME n. 10.240/222.20 in data 1° Marzo 1965).
23
ORGANIZZAZIONE LOGISTICA DELLA D. COR. O MECC. r·-·-·- · - · - ·i
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NOTC ( 1) Il Capo Ufficio P. T. M. è anche Capo Servizio Postale e Telegrafico •
ORGANIZZAZIONE LOGISTICA DELLA BRG. COR. O MECC. IN GUERRA r
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di impiego disciplinari
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ORGANIZZAZIONE LOGISTICA GENERALE NELL'AMBITO DELLA D. COR.. OMECC.
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CORPO D'ARMATA
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CAPO 01
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disciplinari
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t-ecnico amministrat';,,e
con~rollo
SCHEMA DI FLUSSO DEI RIFORNIMENTI ORDINAR] NELL'AMBITO DELLA DIVISIONE CORAZZATA ( valido anche per la D. mecc.) )(
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)(
[§J1
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Centri Logistici delle :Brg. e della Divisione
Centro Logistico della Delegazione d'Intendenza H.B. - t: articolazione della D. nònché la disposizione dei CC. LL. sono
puramente indicativi
DOCUMENTO
GRAFICI ORGANIZZAZIONE LOGISTICA DELLA CIRC. SME N. 2077/163.50 (1977)
24
RIPARTIZIONE TERRITORIALE ZONA
DI
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LE ATTIVITA SANITARIE. SUL PERSONALE ci,
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LEGENDA
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Nota
(1) Anche a livello C.A. è prevista la costituzione di un e.sa. In grado di soddisfare le esigenze delle unità da esso direttamente dipendenti.
DOCUMENTO
25
ATTRIBUZIONI DELLE DIREZIONI GENERALI DI INTERESSE LOGISTICO DEL MINISTERO DELLA DIFESA (1965)
(D.P.R. 18 novembre 1965, n. 1478)
752
Segue Doc. 25
Art. 19 La direzione generale della leva, del reclutamento obbligatorio, della militarizzazione, della mobilitazione civile e dei corpi ausiliari provvede: - all'organizzazione e allo svolgimento delle operazioni relative alla leva, alla selezione attitudinale e al reclutamento obbligatorio nell'Esercito, nella Marina e nell'Aeronautica; - alla militarizzazione e alla mobilitazione civile; - alla trattazione delle materie relative al reclutamento, allo stato, all'avanzamento, all'impiego, alla disciplina, alla documentazione caratteristica e matricolare e al trattamento economico del personale del servizio dell'assistenza spirituale, del personale militare dell 'Associazione dei Cavalieri italiani del Sovrano militare Ordine di Malta e del personale militare della Croce Rossa Italiana; - alla trattazione delle pratiche relative ai militari caduti e dispersi in guerra e alla formazione dell'Albo d'Oro; - all'amministrazione dei capitoli di bilancio relativi alle materie e al personale sopraindicato, con l'osservanza del disposto degli articoli 49 e 52 del regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440. Art. 20 La direzione generale delle armi, delle munizioni e degli armamenti terrestri sopraintende: - alle seguenti attività pertinenti alle anni, alle munizioni, ai materiali di artiglieria e ai materiali per la difesa nucleare, biologica, chimica: . studio e sviluppo tecnico; . costruzione, produzione, trasformazione, approvvigionamento, distribuzione e conservazione; . manutenzione, riparazione, revisione, recupero e alienazione; . emanazione della relativa normativa tecnica; - alle attività di cui sopra per quanto concerne le apparecchiature e gli equipaggiamenti formanti parte integrante ed inscindibile dei complessi d'arma terrestri; - alla formazione, quando effettuata presso gli organi e gli stabilimenti dipendenti, di personale tecnico specializzato militare e civile per le unità operative e per gli organi addestrativi, logistici e territoriali. La direzione generale provvede inoltre all'amministrazione dei capitoli di bilancio relativi alle attività indicate al comma precedente, con l'osservanza del disposto degli articoli 49 e 52 del regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440. Art. 21 La direzione generale delle costruzioni, delle armi e degli armamenti navali sopraintend~:
Segue Doc. 25
753
- alle seguenti attività pertinenti ai mezzi navali: . studio e sviluppo tecnico; . costruzione, produzione, trasformazione, approvvigionamento, distribuzione e conservazione; . raddobbo, manutenzione, riparazione, revisione, recupero e alienazione; emanazione della relativa normativa tecnica; - alle attività di cui sopra per quanto concerne le armi, le munizioni, gli armamenti, le apparecchiature, e gli equipaggiamenti formanti parte integrante ed inscindibile dei complessi d'arma navali nonchè per quanto concerne i mezzi, le apparecchiature ed i materiali per gli sbarramenti subacquei o ad essi connessi; - alla formazione, quando effettuata presso gli organi e stabilimenti dipendenti, di personale tecnico e specializzato militare e civile per le unità operative e per gli organi addestrativi, logistici e territoriali. La direzione generale provvede inoltre all' amministrazione dei capitoli di bilancio relativi alle attività indicate aJ comma precedente, con l'osservanza del disposto degli articoli 49 e 52 del regio decreto, 18 novembre 1923, n. 2440. Art. 22 La direzione generale delle costruzioni, delle armi e degli armamenti aeronautici e spaziali sopraintende: - alle seguenti attività pertinenti ai mezzi vettori aerei e spaziali: . studio e sviluppo tecnico; . costruzione, produzione, approvvigionamento, trasformazione, distribuzione e conservazione; . manutenzione, riparazione, revisione, recupero e alienazione; . emanazione della relativa normativa tecnica; - alle attività di cui sopra per quanto concerne le armi, le munizioni, gli armamenti, le apparecchiature e gli equipaggiamenti formanti parte integrante ed inscindibile dei complessi d'arma aeronautici e spaziali, nonchè i materiali di aviolancio; - alla formazione, quando effettuata presso gli organi e gli stabilimenti dipendenti, di personale tecnico e specializzato militare e civile per le unità operative e per gli organi addestrativi, logistici e territoriali. La direzione generale provvede inoltre ali' amministrazione dei capitoli di bilancio relativi alle attività indicate al comma precedente, con l'osservanza del disposto degli articoli 49 e 52 del regio decreto I 8 novembre 1923, n. 2440. Art. 23 La direzione generale degli impianti e dei mezzi per l'assistenza al volo, per la difesa aerea e per le telecomunicazioni sopraintende, salvo le attribuzioni di cui all'art. 12 del decreto del Presidente della Repubblica 18 novembre 1965, n. 1477, concernente l'ordinamento dello Sta-
754
Segue Doc. 25
to Maggiore della Difesa e degli Stati Maggiori dell'Esercito, della Marina e dell' Aeronautica in tempo di pace: - alle seguenti attività pertinenti agli impianti e ai mezzi per l'assistenza al volo, per la difesa aerea e per le telecomunicazioni, esclusi quelli formanti parte integrante ed inscindibile dei complessi d ' arma terrestri, navali, aerei e spaziali: . studio e sviluppo tecnico; . costruzione, produzione, approvvigionamento, trasformazione, distribuzione e conservazione; . manutenzione, riparazione, revisione, recupero e alienazione; . emanazione della relativa normativa tecnica; - alla formazione , quando effettuata presso gli organi e gli stabilimenti dipendenti, di personale tecnico e specializzato militare e civile per le unità operative e per gli organi addestrativi, logistici e territoriali. La direzione generale provvede inoltre all'amministrazione dei capitoli di bilancio relativi alle attività indicate al comma precedente, con l'osservanza del disposto degli articoli 49 e 52 del regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440. Art. 24
La direzione generale della motorizzazione e dei combustibili sopraindicati tende: - alle seguenti attività pertinenti ai mezzi di combattimento cingolati, ruotati ed anfibi, agli automotoveicoli, ai combustibili e ai lubrificanti: . studio e sviluppo tecnico; . costruzione, produzione, approvvigionamento, trasformazione, di stribuzione e conservazione; . manutenzione, riparazione, revisione, recupero, alienazione; . emanazione della relativa normativa tecnica; - aJJa formazione, quando effettuata presso gli organi e gli stabilimenti dipendenti, di personale tecnico e specializzato militare e civile, per le unità operative e per gli organi addestrativi, logistici e territoriali. La direzione generale provvede inoltre all' amministrazione dei capitoli di bilancio relativi alle attività indicate al comma precedente, con l'osservanza del disposto degli articoli 49 e 52 del regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440.
Art. 25 La direzione generale di commissariato sopraintende: - alle seguenti attività pertinenti ai viveri, al vestiario, ai materiali di equipaggiamento e di casermaggio, ai foraggi, nonchè ad altri materiali di uso ordinario determinati con decreto del Ministro: . studio e sviluppo tecnico ;
Segue Doc. 25
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. costruzione, produzione, approvvigionamento, trasformazione, distribuzione e conservazione; . manutenzione, riparazione, revisione, recupero, alienazione; . emanazione della relativa normativa tecnica: - alla formazione, quando effettuata presso gli organi e stabilimenti dipendenti, di personale tecnico e specializzato militare e civile, per le unità operative e per gli organi addestrativi, logistici e territoriali. La direzione generale provvede inoltre all'amministrazione dei capitoli di bilancio relativi alle attività indicate al comma precedente, con l'osservanza del disposto degli articoli 49 e 52 del regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440. Art. 26 La direzione generale dei lavori, del demanio e dei materiali del genio sopraintende: . - alla progettazione, alla realizzazione e alla manutenzione delle costruzioni edili di ogni tipo (ordinarie e speciali); - alle seguenti attività pertinenti ai materiali del genio : . studio e sviluppo tecnico; . costruzione, produzione, approvvigionamento, trasfonnazione, distribuzione e conservazione . . manutenzione, riparazione, revisione, recupero e alienazione; . emana zione della relativa normativa tecnica; - alla formazione, quando effettuata presso gli organi e gli stabili menti dipendenti, di personale tecnico e specializzato militare e civile per le unità operative e per gli organi addestrativi, logistici e territoriali. La direzione generale provvede inoltre: - alla trattazione delle materie relative all'acquisizione, all'utilizzazione, alla amministrazione e alla dismissione dei beni demaniali militari , fatte salve, in ogni caso, le attribuzioni demandate dalle leggi e dai regolamenti vigenti al Ministero delle Finanze; - alla trattazione di ogni ques.tione attinente alle servitù e a vincoli di varia natura commessi a proprietà demania li militari; - alla definizione di liquidazione per danni a propri età private; - all' amministrazione dei capitoli di bilancio relativi alle attività indicate nel presente articolo, con l 'osservanza del disposto degli articoli 49 e 52 del regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440. Art. 27 La direzione generale della sanità militare sopraintende: - ali' attività sanitaria militare; - alle seguenti attività pertinenti ai materiali sanitari e farmaceutici: . studio e sviluppo tecnico; . costruzione, produzione, approvvigionamento, trasformazione, distribuzione e conservazione;
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. manutenzione, riparazione, revisione, recupero e alienazione; . emanazione della relativa normativa tecnica; - alla formazione, quando effettuata, presso gli organi e gli stabilimenti dipendenti, di personale tecnico e specializzato militare e civile per le unità operative e per gli organi addestrativi, logistici e territoriali. La direzione generale provvede inoltre all'amministrazione dei capitoli di bilancio relativi alle attività indicate al comma precedente, con l'osservanza del disposto degli articoli 49 e 52 del regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440. Art. 31 La direzione generale del contenzioso provvede: - alla trattazione del contenzioso speciale in materia di leva; - alla istruttoria ed alle altre incombenze relative ai ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica; - alla raccolta ed alla elaborazione degli elementi necessari per la trattazione dei ricorsi giurisdizionale per i giudizi che comunque interessano l ' Amministrazione della Difesa. instaurati davanti alla magistratura ordinaria ed amministrativa ed ai collegi arbitrali; - alla stipulazione degli atti di transazione a seguito degli accordi intervenuti durante lo svolgimento del giudizio; - ali' azione di competenza <lell' Amministrazione nei giudizi <li responsabilità contabile e amministrativa; - alla liquidazione degli indennizzi e dei risarcimenti di danni nelle materie di competenza nonchè delle spese di liti; - alla trattazione di pratiche inerenti ai sinistri e agli infortuni, compresa la stipulazione di transazioni intese a prevenire le liti. La direzione generale provvede inoltre all'amministrazione dei capitoli di bilancio relativi alle attività indicate al comma precedente, con l'osservanza del disposto degli articoli 49 e 52 del regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440. Art. 32 La direzione generale dei servizi generali sopraintende: - agli affari commessi con i servizi di competenza del Provveditorato generale dello Stato relativi agli organi centrali; - alle gestioni affidate ai consegnatari-cassieri; - ai servizi poligrafici ed ai servizi generali, determinati con decreto del Ministro, relativi al funzionamento degli organi centrali della Difesa; - agli archivi generali. Provvede inoltre alle incombenze amministrative relative al servizio dei trasporti ferroviari, per via ordinaria, per via marittima e per via aerea interessanti le Forze Armate, alle esigenze di manovalanza degli organi centrali ed a quelle connesse ai trasporti. La direzione generale provvede infine all'amministrazione dei ca-
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pitoli di bilancio relativi alle predette attività, nonchè di quelli relativi alle spese generali per gli enti e i corpi militari, alle spese per la propaganda per le tre Forze Armate, alle spese di rappresentanza, per riviste e cerimonie, nonchè alle spese connesse al funzionamento delle biblioteche, con l'osservanza del disposto degli articoli 49 e 52 del regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440.
DOCUMENTO
ATTRIBUZIONI IN TEMPO DI PACE DELLO STATO MAGGIORE DELLA DIFESA E DEGLI STATI MAGGIORI DI FORZA ARMATA (1965)
(DP.R. 18 novembre 1965, n. 1477)
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DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONCERNENTE L'ORDINAMENTO IN TEMPO DI PACE DELLO STATO MAGGIORE DELLA DIFESA E DEGLI STA TI MAGGIORI DELL'ESERCITO, DELLA MARINA E DELL'AERONAUTICA (D.P.R. 18 novembre 1965, n. 1477) IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
DECRETA Capo l STATO MAGGIORE DELLA DIFESA Art. 1 (Configuraz ione della carica di Capo di Stato Maggiore della Difesa) Il Capo di Stato Maggiore della difesa: a) è scelto fra gli ufficiali dell' Esercito, della Marina e dell'Aeronautica di grado non inferiore a quello di generale di corpo d'armata, ammiraglio di squadra e generale di squadra aerea; b) è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la difesa; e) dipende direttamente dal Ministro per la difesa di cui è l'alto consigliere tecnico - militare per i problemi interessanti la difesa a al quale risponde della attuazione delle direttive ricevute; d) è tenuto al corrente dal Ministro della situazione politico-militare per quanto può avere riflesso sulle predisposizioni belliche e sull'impiego delle forze armate; e) assicura l'unitarietà delle tre Forze armate ai fini della difesa del Paese; I) ha rango gerarchico preminente nei riguardi di tutti i generali dell'Esercito e gradi corrispondenti della Marina e de11' Aeronautica; g) fa parte, in qualità di membro, del Consiglio supremo di difesa; h) ha alle sue dipendenze, nell'ambito dei poteri e delle attribuzioni a lui conferiti dalla legge, i Capi di Stato Maggiore delle tre Forze armate. Art. 2 (Attribuzioni nel campo interforze) Il Capo di Stato Maggiore della difesa: a) sentiti collegialmente i Capi di Stato Maggiore delle tre Forze armale, propone al Ministro per la difesa - in base alle necessità difensi-
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ve del Paese e tenuto conto degli impegni militari assunti in campo internazionale - la pianificazione operativa con i conseguenti programmi tecnico-finanziari; b) dà al Segretario generale del Ministero della difesa, ai Capi di Stato Maggiore delle Forze armate e, ove sia utile alle Direzioni generali tecniche, le direttive d'ordine tecnico-militare necessarie per l'attuazione dei programmi approvati dal Ministro per la difesa; è tenuto al corrente dal Segretario generale stesso del procedere nella realizzazione dei suddetti programmi; c) sentiti i Capi di Stato Maggiore delle tre forze armate: - fissa i criteri riguardanti l'organizzazione, la preparazione e l'impiego della singole Forze armate; - propone al Ministro per la difesa le linee fondamentali dell'ordinamento di ciascuna Forza armata; d) è consultato dal Ministro per la difesa sulle principali questioni relative all' organizzazione e alla preparazione delle singole Forze armate o che comunque abbiano riflessi sull'efficienza difensiva del Paese nonchè sui problemi ordinativi dell'Amministrazione centrale e periferica della Difesa; e) per l'esame dei principali problemi interforze, riunisce i Capi di Stato Maggiore di Forza armata, per incarico del Ministro per la difesa, di propria iniziativa oppure su proposta di uno o più di essi; f) sulla base degli indirizzi fissati dal Ministro per la difesa, coordina l'organizzazione, la preparazione e l'impiego delle Forze armate, impartendo le necessarie direttive e indirizzando le attività delle Forze armate stesse. Con particolare riguardo: - impartisce direttive alle Forze armate per la difesa delle frontiere terrestri e marittime, per la difesa del territorio e per la difesa del traffico marittimo; - traccia i criteri generali per la difesa aerea; - sopraintende all'attività addestrativa delle tre Forze armate, impartendo le direttive per l'addestramento in cooperazione delle Forze armate e definendo i programmi delle esercitazioni interforze; g) sopraintende al servizio unificato di informazioni delle Forze armate il quale provvede, a mezzo dei propri reparti, uffici e unità, ai compiti informativi di tutela del segreto militare e di ogni altra attività di interesse nazionale per la sicurezza e la difesa del Paese, attuando anche l'opera intesa a prevenire azione dannosa al potenziale difensivo del Paese; h) nell 'ambito delle attribuzioni a lui conferite dalla legge, o per delega del Ministro per la difesa, esercita funzioni ispettive su tutti i comandi, scuole, unità ed enti delle Forze armate; i) segue l'attuazione delle istruzioni impartite, d'ordine del Ministro per la difesa o nell'ambito delle proprie attribuzi oni, ai Capi di Stato Maggiore delle singole Forze armate; I) definisce i programmi riguardanti la preparazione dei quadri più elevati e degli Stati Maggiori, per la parte relativa all'impiego coordinato delle tre forze armate.
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Segue Doc. 26
Art. 3 (Attribu zioni relative ai quadri più elevati) Il Capo di Stato Maggiore della difesa viene consultato dal Ministro per la difesa sulla nomina dei Capi di Stato Maggiore di Forza armata e sulla destinazione nei vari incarichi, in base al1e indicazioni dei Capi di Stato Maggiore delle singole Forze armate, degli ufficiali generali ed ammiragli di grado non inferiore a generale di divisione o grado corrispondente. Art. 4 (Attività nel campo tecnico - scientifico) H Capo di Stato Maggiore della difesa: a) sentiti i Capi di Stato Maggiore del1e tre Forze armate, fissa gli obiettivi e stabilisce l'indirizzo degli studi e delle ricerche tecnico - scientifiche di interesse comune a più forze armate e dà direttive per gli sviluppi e per la utili zzazione dei risultati; b) per delega del Ministro per la difesa, mantiene con i Ministeri e con gli organi interessati rapporti volti a prevedere le esigenze della difesa del Paese nello specifico campo tecnico - scientifico.
Art. 5 (Attribuzioni e attività nel campo internazionale) Il Capo di Stato Maggiore della difesa: a) mantiene con gli alti Comandi militari alleati i rapporti attinenti ai problemi militari di difesa comune; b) dichiara, a nome del Ministro per la difesa, l 'indirizzo nazionale presso gli Alti Consessi militari istituiti nel quadro degli accordi internazionali di difesa; c) partecipa alla formulazione delle direttive per la pianificazione difensiva comune, per l'addestramento e per i programmi che derivano dalle rispettive pianificazioni, in aderenza alle direttive del Ministro per la difesa e tenuto conto degli impegni militari esistenti; d) impartisce alle tre Forze armate e agli enti civili che vi prendono parte le istruzioni per lo svolgimento delle maggiori esercitazioni internazionali che interessano la difesa; e) dichiara, a nome del Ministro per la difesa, nei Consessi militari internazionali, l'indirizzo nazionale nel campo delle attività tecnicoscientifiche ai fini della difesa; f) è consultato dal Ministro per la difesa sulle questioni concernenti i rapporti internazionali interessanti la difesa; g) è consultato dal Ministro per la difesa sulla destinazione ed incarichi in campo internazionale degli ufficiali indicati dai Capi di Stato Maggiore di Forza armata.
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Art. 6 (Ordinamento) Il Capo di Stato Maggiore della difesa, per l'esercizio delle sue attribuzioni: a) è coadiuvato da un Sottocapo di Stato Maggiore il quale è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la difesa, ed ha grado di generale di corpo d'armata (o ammiraglio di squadra o generale di squadra aerea) in servizio permanente effettivo. Di massima il Sottocapo di Stato Maggiore della difesa dovrà appartenere a Forza armala diversa da quella del Capo di Stato Maggiore della difesa; b) dispone di un proprio Stato Maggiore, ordinato in reparti e in uffici; ai reparti sono preposti ufficiali generali o ammiragli delle tre forze armate; c) ha aJJe sue dipendenze gli organi tecnico-militari e gli Istituti scientifici interforze conslituili nell'ambito della Difesa, dei quali determina gli organici nei limiti delle dotazioni organiche complessive indicate dalle leggi in vigore. n Capo di Stato Maggiore della difesa propone al Ministro per la difesa, sentiti i Capi di Stato Maggiore di Forza armata, gli ufficiali da assegnare allo Stato Maggiore della difesa e agli organi tecnico-militari interforze dipendenti dallo Stato Maggiore della di fesa. Art. 7 ( Posizione organica) Il Capo di Stato Maggiore della difesa è considerato in soprannumero all' organico della Forza armata di appartenenza. In caso di cessazione dalla carica tale soprannumero sarà riassorbito con il verificarsi della prima vacanza nell ' organico del corrispondente grado. Capo 1T STATI MAGGIORI DELL'ESERCITO, DELLA MARINA E DELL' AERONAUTICA Art. 8 (Configurazione delle cariche di Capo di Stato Maggiore dell 'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica) I Capi di Stato Maggiore dell ' Esercito, della Marina e dell'Aeronautica: a) sono scelti tra gli ufficiali generali od ammiragli della rispettiva Forza armata, di grado non inferiore a quello di generale di corpo d ' armata, ammiraglio di squadra e generale di squadra aerea; b) sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la difesa, udito il Capo di Stato Maggiore della difesa;
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c) dipendono direttamente dal Ministro per la difesa di cui sono gli alti consulenti per le questioni interessanti la rispettiva Forza armata, e dal Capo di Stato Maggiore della difesa nell'ambito delle attribuzioni e dei poteri a questo conferiti dalla legge; d) sono responsabili, nel quadro delle direttive ricevute, della pianificazione e della programmazione tecnica e delle altre predisposizioni relative all'impiego della rispettiva Forza armata; e) vengono consultati dal Ministro per la difesa sulle questioni che possono comunque interessare l'organizzazione e l'efficienza della rispettiva Forza armata; t) sono tenuti al corrente della situazione politico-militare per quanto può aver riflesso sulle predisposizioni belliche e sul'impiego della rispettiva Forza armata; g) hanno rango gerarchico nell' ambito della rispettiva Forza armata, preminente nei riguardi di tutti gli ufficiali generali od ammiragli
Art. 9 (Attribuzioni) I Capi di Stato Maggiore di Forza armata, sulla base degli indirizzi fissati dal Ministro per la difesa e delle direttive del Capo di Stato Maggiore della difesa nell'ambito delle attribuzioni e dei poteri a questo conferiti dalla legge sono competenti per la pianificazione e la programmazione tecnica e le altre predisposizioni relative all ' impiego della rispettiva Forza armata, nonchè per il controllo dell'attuazione delle istruzioni emanate. Con particolare riguardo essi, sulla base degli indirizzi e delle direttive suddette: a) sono sentiti collegialmente dal Capo di Stato Maggiore della difesa per la pianificazione operativa e per la formulazione dei relativi programmi tecnico-finanziari; b) impartiscono alle compete nti Direzioni generali direttive d'ordine tecnico-militare per la migliore realizzazione dei programmi tecnico-finanziari approvati dal Ministro; e) definiscono i piani operativi particolari di Forza armata; d) determinano: - la composizione, l'organizzazione e lo schieramento delle forze ; - le modalità per l'attuazione della mobilitazione; - la regolamentazione nei vari settori di attività tecnico-militare; - i piani e gli apprestamenti difensivi; - gli organici del personale dei comandi, delle unità, delle scuole e degli enti vari, nei limiti delle dotazioni organiche complessive indicate dalle leggi in vigore; - le dotazioni e le scorte di armi, materiali e mezzi; - l'attività addestrativa della quale fissano gli obiettivi e le linee programmatiche; - i programmi, le ricerche, gli studi e le esperimentazioni concernenti armi, materiali e mezzi d'interesse della Forza armata;
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- le esigenze di personale civile per i comandi, le unità, le scuole e gli enti vari della Forza armata. e) promuovono studi relativi: - all'ordinamento della rispettiva Forza annata e alla circoscrizione territoriale che ad esso si riferisce; - al reclutamento, allo stato, all'avanzamento, al governo disciplinare, ai criteri generali di impiego ed al trattamento economico del personale militare della Forza armata; f) designano al Ministro per la difesa i generali di brigata o maggior generali o contrammiragli e gli ufficiali con qualifica di Stato Maggiore, da destinare nei vari incarichi nell'ambito della rispettiva Forza armata, nonchè i colonnelli o capitani di vascello da destinare ai vari comandi o incarichi valevoli per l'espletamento delle attribuzioni specifiche; g) indicano al Capo di Stato Maggiore della difesa per il personale della rispettiva Forza armata: - l'impiego degli ufficiali generali od ammiragli di grado non inferiore a generale di divisione o grado corrispondente; - l' impiego degli ufficiali destinati a ricoprire incarichi in campo internazionale; h) sono sentiti dal Capo di Stato Maggiore della difesa sull'impiego degli ufficiali della rispettiva forza armata da assegnare allo Stato Maggiore della difesa ed agli organi tecnico-militari interforze da questo dipendenti. L'attività logistica nell'ambito di ciascuna Forza armata è devoluta al Capo di Stato Maggiore il quale la esercita tramite un apposito Ispettorato di Forza armata; tale organo provvede alla organizzazione, alla direzione e al controllo dei servizi logistici con particolare riguardo per la distribuzione, la conservazione, la manutenzione, la n;visione, il raddobbo e la riparazione dei materiali approvvigionati e distribuiti alla Forza annata dalle direzioni generali competenti per materia, nonchè alla gestione statistico-contabile delle scorte, al controllo dei consumi e delle giacenze e alla indicazione alle varie direz ioni generali della ripartizione tra gli organi territoriali dei fondi occorrenti per lo espletamento delle rispettive attività logistiche. I Capi dei Corpi e dei Servizi che svolgono attività logistica sono posti alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore della rispettiva Forza armata. Art. 10 (Attribuzioni particolari del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito) E' di specifica competenza del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito disporre il concorso alla difesa aerea. Art. 11 (Attribuzioni particolari del Capo di Stato Maggiore della Marina) E' di specifica competenza del Capo di Stato Maggiore della Marina: a) definire, in accordo con il Comando generale del Corpo della
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Segue Doc. 26
Guardia di Finanza, agli appres tamenti, l'organizzazione e le norme di impiego delle aliquote di forze e mezzi del Corpo stesso destinate ad essere impiegate dalla Marina; b) concorrere alla defini zione degli apprestamenti e della organizzazione delle navi e dei mezzi della Marina mercantile in previsione del loro impiego in guerra; c ) disporre il concorso alla difesa aerea; Art. 12 (Attribuzioni particolari dal Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica) E' di specifica competenza del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica: a) definire l'organi zzazione della difesa aerea e coordinare l'impiego di tutti i mezzi che ad essa concorrono, ivi compresi quelli messi a disposizione dalle altre Forze armate; b) presiedere all'alta direzione tecnica, operativa e di controllo dell'intero traffico aereo ; e) predisporre, con gli altri organi competenti i piani per l'impiego, in caso di emergenza, dell'Aviazione civile. Le attribu zioni di cui alla lettera b) sono esercitate mediante un apposito I spettorato delle telecomunicazioni e dell'assistenza al volo. Art. 13 (Rapporti con gli o rgan i tecnico-amministrativi) In relazione alle attribuzioni di c ui ai precedenti articoli 9, I O, 11 e 12 i Capi di Stato Maggiore di Forza armala, ciascuno per la rispettiva Forza armata: - hanno facoltà di inoltrare al Ministro proposte relative a leggi e a disposizioni regolamentari; - danno istruzioni per delega del Minis tro, ai competenti organi del Ministero della difesa per il soddisfacimento delle e sigenze tecnico-logistiche e di quelle relative al personale militare. Art. 14 .(Rapporti con gli organi periferici) I Capi di Stato Maggiore d e ll'Esercito, della Marina e d ell 'Aeronautica, nell'ambito delle attribuzioni a loro conferite dalla legge, hanno alle dipendenze rispettivamente: - comandi, ispettorati, grandi unità, reparti , istituti, scuole, enti e servizi dell'Esercito; - alti comandi navali e marittimi, uni tà, enti autonomi, ispettorati , istituti, scuole e centri di addestramento dalla Marina; - comandi, ispettorati, reparti , scuole ed enti della Aeronautica.
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Segue Doc. 26
Art. 15 (Rapporti con autorità militari e civili) Il Capo di Stato Maggiore di ciascuna Forza armata corrisponde direttamente con le autorità militari e civili nazionali per l'esplicazione dei suoi compiti, e con quelle internazionali nei limiti degli accordi di difesa comune. Art. 16 (Ordinamento) Per l'esercizio delle sue attribuzioni ciascun Capo di Stato Maggiore: - è coadiuvato da un Sottocapo di Stato Maggiore che lo sostituisce
in caso di temporanea assenza o di impedimento o di vacanza della carica. Il .Sottocapo di Stato Maggiore di ciascuna Forza armata ha grado di generale di corpo d'armata o di divisione in servizio permanente effettivo dell 'Esercito, di ammiraglio di squadra o di divisione in servizio permanente effettivo della Marina, di generale di squadra aerea o di divisione in servizio permanente effettivo dell'Aeronautica ed è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per la difesa, udito il Capo di Stato Maggiore della rispettiva Forza armata; - dispone di un proprio Stato Maggiore di Forza armata, ordinato in reparti e in uffici. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserto nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubblica Italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addì 18 novembre 1965
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F.to C.to
SARAGAT
MORO ANDREOTTI COLOMBO
V.to il Guardasigilli:
REALE
DOCUMENTO
ARTICOLAZIONE INTERNA E ATTRIBUZIONI DEGLI UFFICI DELLO SME DI INTERESSE LOGISTICO (SERVIZI, TRASPORTI, RICERCHE E STUDI) NEL 1949
(AUSSME, Rep. L/3, Racc. 308/6)
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Segue Doc. 2 7
ARTICOLAZIONE INTERNA E ATTRIBUZIONI DEGLI UFFICI DELLO SME DI INTERESSE LOGISTICO (SERVIZI, TRASPORTI, RICERCHE E STUDI) NEL 1949 (AUSSME, REP. L/3, RACC. 308/6)
6. UFFICIO SERVIZI Organi centrali e periferici con i quali tratta direttamente le singole materie
Attribuzioni
a) Sezione Stato Maggiore Studi, relazioni, progetti circa organizzazione e funzionamento dei servizi Definizione dotazioni organiche per comandi reparti ed enti vari
Ispettorati d'arma Direzioni generali interessate
Trattazione delle pratiche che interessano più servizi e di tutte quelle che non sono di stretta competenza delle altre sezioni
M.D.E. - Ufficio del segretario generale · Comandi militari territoriali Ispettorati d'arma Direzioni generali e ispettorati interessati Ufficio operazioni Ufficio addestramento e regolamenti Ufficio ordinamento
Consulenza per la definizione degli organici delle unità dei serv1z1
Ufficio ordinamento
Consulenza su questioni relative alle uniformi
M.D.E. - Ufficio del segretario generale
Trattazione di pratiche relative approvvigionamento di materiali di origine estera
Stato Maggiore de11a Difesa M.D.E. - Ufficio del segretario generale Direzioni generali e ispettorati interessati
Segue Doc. 27
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b) Sezione artiglieria e genio Consulenza su questioni relative all'ordinamento del servizio di artiglieria e del genio
Ufficio ordinamento
Consulenza circa l'adozione di nuove armi, munizioni e materiali vari di artiglieria e del genio e sull'utilizzazione di quelli esistenti
Ispettorati d'arma Direzioni generali interessate Ufficio operazioni Ufficio addestramento e regolamenti Ufficio ordinamento
Definizione delle dotazioni organiche di armi, munizioni e materiali vari dei servizi di artiglieria e del genio per enti e reparti dell'Esercito
Ispettorati d'arma Direzioni generali interessate Ufficio operazioni Ufficio addestramento e regolamenti Ufficio ordinamento
Richieste di assegnazione armi, munizioni e materiali vari di artiglieria e del genio ad enti e reparti dell'Esercito (escluse le richieste per il completamento delle dotazioni organiche). Loro ripartizione nei magazzini e depositi
Comandi militari territoriali Ispettorati d ' arma Direzioni generali interessate
Questioni relative ali' assegnazione di armi, munizioni e materiali vari di artiglieria e del genio ad enti dipendenti da altre amministrazioni
Direzioni generali interessate
Consulenza in merito all'acquisto dall'industria civile di materiali di artiglieria e del genio
M.D.E. - Ufficio del segretario generale Ispettorato d'arma Direzioni generali interessate
Consulenza sulla parte esecutiva tecnica di lavori inerenti a fortificazioni, immobili e strade militari
M.D.E. - Ufficio del segretario generale Comandi militari territoriali Ispettorati d'arma Oirezione generale del genio Ufficio operazioni
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Segue Doc. 27
Parere sulle requisizioni di immobili civili per necessità militari e derequisizioni di quelli già in uso all'amministrazione militare
Come sopra
Raccolta dati circa ricuperi di rottami metallici e segnalazione mensile dei quantitativi disponibili al Ministero dell'Industria e del Commercio per la loro successiva assegnazione alle industrie siderurgiche nazionali
Ministero Industria e Commercio Direzioni generali e ispettorati interessati
e) Sezione automobilistica Organizzazione e funzionamento del servizio automohilistico Definizione delle dotazioni organiche di automotomezzi per enti e reparti dell'Esercito
M .D.E. - Ufficio del segretarialo generale Ispettorati d'arma
Assegnazione di automotomezzi e controllo sull'impiego di essi
Comando generale dell'arma dei carabinieri Comandi militari territoriali Direzione generale artiglieria Ispettorato generale della motorizzazione
Assegnazione e conlrollo sull'impiego dei carburanti e lubrificanti
Ministero Industria e Commercio
Situazione degli automotomezzi in distribuzione ad enti e reparti dell'Esercito
Enti direttamente dipendenti dallo S.M.E.
d) Sezione sanità e ippica veterinaria Cosulenza su questioni relative all'ordinamento dei servizi di sanità e di ippica veterinaria
Ufficio ordinamento
Definizione delle dotazioni organiche di materiali di sanità
Direzione generale di sanità militare
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Segue Doc. 27
e di ippica veterinaria
Direzione generale artiglieria Ispettorato generale della motorizzazione Ispettorato del servizio ippico e veterinario
Assegnazione di materiali di sanità e di ippica veterinaria
Direzione generale di sanità militare Direzione generale artiglieria Ispettorato generale della motorizzazione Ispettorato del servizio ippico e veterinario
Assegnazione di materiali di sanilà ad enti dipendenti da altre amministrazioni
Direzione generale di sanità militare
e) Sezione commissariato e amministrativa
Consulenza su questioni relative all'ordinamento dei servizi di commissariato
Ufficio ordinamento
Consulenza sul funzionamento tecnico e sulla organizzazione dei servizi di commissariato e particolarmente: - alimentazione delle truppe e dei quadrupedi ; - vestiario ed equipaggiamento; - casermaggio e combustibili
Comandi mililari lerritoriali Direzione generale servizi di commissariato e amministrativi Rimanenti direzioni generali e ispettorati interessati
Consulenza sulle questioni riflettenti: - assegni; - indennità fisse ed eventuali; - organizzazione e gestione amminis trativa e contabile degli enti militari; - amministrazione dei fondi di bilancio
M.D .E . - Ufficio del segretario generale Direzione generale servizi di commissariato Ragioneria cenlrale Ufficio ordinamento
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Segue Doc. 27
7. - UFFICIO TRASPORTI
a) Sezione trasporti ferroviari Studio e predisposizione dei trasporti ferroviari di personale e di materiale militare, sia di pace che di guerra
Organi centrali e periferici del Ministero della Difesa Ministero dei Trasporti - Direzione generale FF.SS. Comando generale dell' arma dei carabinieri Comando generale della guardia di finanza Associazione cavalieri italiani S.M.O.M. Comitato centrale defla C.R.I.
Sorveglianza sul traffico ferroviario militare
Come sopra
Raccolta di dati monografici relativi alla rete ferroviaria
Come sopra
b) Sezione trasporti marittimi ed aerei Studio e predisposizioni dei trasporti marittimi ed aerei di personale e di materiale militare, sia di pace che di guerra
Organi centrali e periferici del Ministero della Difesa Ministero dei Trasporti - Direzione generale delle FF.SS; Comando generale dell'arma dei carabinieri Comando generale dcli~ guardia di finanza Ispettorato generale della motorizzazione civile Associazione cavalieri italiani S.M.O.M. Comitato centrale della C.R.I.
Sorveglianza del traffico marittimo ed aereo militare
Come sopra
Raccolta di dati monografici relativi ai parti ed alle linee di navigazione
Come sopra
Raccolta di dati statistici sulle
Come sopra
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Segue Doc. 27
società che eserciscono trasporti per v .o. con mezzi automobilistici
e) Sezione lavori Studio e controllo tecnico - amministrativo sul potenziamento della rete ferroviaria ai fini militari
Organi centrali e periferici del Ministero della Difesa Ministero dei Lavori Pubblici Direzione generale nuove costruzioni ferroviarie Ministero dei Trasporti - Direzione generale FF.SS.
Esame progetti di costruzione nuove linee, ponti e impianti ferroviari
Come sopra
Raccolta di dati statis tici e tecnici degli impianti ferroviari
Come sopra
Direttive di impiego dei reparti ferrovieri del genio; studi e pratiche inerenti all' organizzazione della specialità ed ai materiali di dotazione e di impiego
Come sopra
d) Sezione ordinamento e personale Questioni relative all'ordinamento e al personale dell ' ufficio, delle dipendenti delegazioni trasporti e dei reparti ferrovieri genio
Organi centrali e periferici del Ministero della Difesa Ministero dei Trasporti - Direzione generale delle FF.SS
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Segue Doc. 27
8. - UFFICIO RICERCHE E STUDI ·
a) Sezione Stato Maggiore e Segreteria Coordinamento e collegamento di tutto il lavoro delle varie sezioni
Stato Maggiore della Marina Stato Maggiore dell' Aeronautica Comandi militari territoriali Ispettorati d'arma Direzioni generali interessate Ispettorato generale della motorizzazione Uffici dello S.M.E. Stabilimenti militari
Trattazione di questioni di carattere generale e di pratiche che non sono di stretta competenza delle altre sezioni dell'ufficio
Ministeri civili Stato Maggiore della Difesa Stato Maggiore della Marina Stato Maggiore dell' Aeronautica Comandi militari territoriali Ispettorato d'arma Direzioni generali interessate Ispettorato generale della motorizzazione Addetti militari all'estero Consiglio nazionale delle ricerche Enti scientifici civili Uffici dello S.M.E. Stabilimenti militari
Studi e proposte su questioni di ordinamento, di carattere umano e sociale, di carattere legale e su argomenti relativi alla protezione antiaerea, alla urbanistica e alle biblioteche che hanno attinenza con la parte tecnico-scientifica
Come sopra
Aggiornamento della cultura scientifica dei quadri
Stato Maggiore della Marina Stato Maggiore dell' Aeronautica Comandi militari territoriali Ispettorati d'arma
Segue Doc. 27
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Ispettorato generale della motorizzazione Consiglio nazionale delle ricerche Personalità nel campo civile Riviste Ufficio addestramento e regolamenti Coordinamento attività dei servizi tecnici ed enti militari
Ispettorati d'arma Direzioni generali e ispettorati interessati Stabilimenti militari
Pubblicazione del notiziario scientifico Pubblicazione del bollettino delle esperienze in corso
b) Sezione armamento e motorizzazione Ricerca e raccolta di notizie di carattere tecnico e scientifico di interesse per l'Esercito
Ministeri civili Addetti militari ali' estero Consiglio nazionale delle ricerche Enti scientifici civili Ufficio "I"
Direttive tendenti a provocare particolari studi tecnici e scientifici e l'esecuzione delle relative esperienze
Tspettorati d'arma Direzioni generali interessate Ispettorato generale della motorizzazione Stabilimenti militari
Consulenza per gli altri uffici dello S .M.E. su questioni che interessano i servizi tecnici dell'Esercito, alienazioni, innovazioni o trasformazioni in fatto di macchinari e di impianti
Uffici dello S.M.E.
Parere sull'introduzione in servizio di nuovi materiali italiani ed esteri
Uffici dello S.M.E.
Studi relativi alle possibili ripercussioni nel campo militare
778
Segue Doc. 27
dei più recenti ritrovati scientifici Diramazione agli uffici e comandi del materiale scientifico elaborato, per lo sviluppo della parte di competenza
Ministero della Difesa - Gabinetto Stato Maggiore della Difesa Ispettorati d'arma Direzione generali e ispettorati interessati Consiglio superiore delle telecomunicazioni Uffici dello S .M.E.
Visite a stabilimenti militari per accertamento possibilità, rilievo di dati che interessano lo S.M.E.; eventuale coordinamento tra stabilimenti appartenenti a servizi diversi
Ispettorati d'arma Ispettorato generale della motorizzazione Comandi ed enti militari interessati
Visite a stabilimenti ed enti tecnici civili; visite a fiere, mostre, esposizioni tecniche, ecc. per trarne quanto può interessare lo S.M.E. Pubblicazioni di memorie tecniche Revisione dei programmi tecnici deJJe scuole militari
Ufficio addestramento e regolamenti
Compilazione di sinossi su argomenti tecnici particolari e) Sezione mezzi radioelettrici
Come sopra, per la parte di specifica competenza.
d) Sezione chimica Come sopra, per la parte di specifica competenza.
779
Segue Doc. 27
e) Sezione brevetti Visione di tutti i titoli dei brevetti richiesti per invenzioni e modelli industriali depositati in Italia e diramazione agli enti interessati
Ispettorati d'arma Direzioni generali e ispettorati interessati Ufficio "l"
Esame delle descrizioni e dei disegni relativi ai brevetti richiesti che rivestono direttamente ed indirettamente carattere di utilità per là difesa militare del Paese e formulazione su di essi di un primo giudizio cli merito Trasmissione, per un più attento esame degli enti di competenza, di sintesi dei brevetti di cui al comma precedente
Ispettorati d ' arma Direzioni generali e ispettorati inteTessati Ufficio "I"
Proposte, eventuali, di imposi zione del vincolo del segreto su quelle domande che interessino in modo esclusivo la difesa del Paese
Ministero della Difesa - Gabinetto
Controllo sulle imposizioni dei vincoli di legge e sugli sviluppi successivi della procedura da usarsi nei singoli casi, in modo che abbiano luogo nei limiti di tempo e con le modalità contemplate dalla legislazione sui brevetti Collegamenti diretti con I' uffi cio centrale brevetti, Ministero Industria e Commercio, per le questioni interessanti i due Dicasteri
Ministero Industria e Commercio
Sviluppo di questioni in materia dj brevetti che interessino le altre FF.AA, e discussioni con i relativi rappresentanti
Ministero della Difesa - Gabinetto Stato Maggiore della Marina Stato Maggiore dell'Aeronautica
780
Segue Doc. 2 7
su problemi di comune procedura ed interesse per coordinare il lavoro Proposte e coordinamento di eventuali studi per tutte le questioni di carattere generale, legate all'argomento dei brevetti ed anche ad invenzioni e studi non ancora brevettati e di interesse militare
Ministero della Difesa - Gabinetto M.D.E. - Ufficio del segretario generale
DOCUMENTO
28
DIPENDENZE E ATTRIBUZIONI PROVVISORIE DEI CAPI DEI ShRVlZl (Ul SANITÀ, VETERINARIO, DI COMMISSARIATO, AUTOMOBILISTICO, DI AMMINISTRAZIONE) NEL FEBBRAIO-APRILE 1967
(Circ. n. 409/154 in data 13 febbraio 1967 e n. 1097/154 in data 23 aprile 1967 dello SME)
782
Segue Doc. 28
Allegato 1 alla circ. SME n. 1097/154 CAPO DEL SERVIZIO DI SANITA' DELL'ESERCITO I. Dipendenze: dal Capo di S.M.E .. 2. Compiti: - è il consulente del Capo di S.M.E.; - svolge attività ispettiva, per delega del Capo di S.M.E., sugli enti e sulle unità del Servizio nonchè sul funzionamento del Servizio in tutti gli enti ed unità dell'Esercito, avvalendosi anche degli Ufficiali Generali e Colonnelli a sua disposizione per l'espletamento dell'attività stessa (I).; Definisce, sulla base de11e esigenze operative fissate dallo S.M.E., le caratteristiche dei materiali, delle apparecchiature e delle attrezzature del Servizio di sanità, specifici dell'Esercito, indirizza e segue l'attività di ricerca e di studio per la realizzazione dei relativi prototipi e ne dirige la sperimentazione tecnica ai fini dell'omologazione; collabora con il Direttore Generale della Sanità Militare per quanto concerne le predette attività relative ai materiali di comune interesse per le tre FF.AA; - esprime proposte in merito all'attività di ricerca scientifica interessante il Servizio di Sanità dell'Esercito; - fornisce pareri in merito a: . condizioni tecniche gèneràJi e particolari dei progetti dei capitolati di approvvigionamento; . progetti di regolamentazione tecnica per la conservazione, la manutenzione, l'uso e la riparazione dei materiali; . normativa tecnica per il controllo della produzione, elaborati dalla D.G. della Sanità militare; - provvede all'elaborazione de lla normativa tecnica sul funzionamento del Servizio, delle istruzioni addestrative e delle istruzioni su.i materiali specifici del Servizio; - fornisce consulenza allo S.M.E. per il programma degli approvvigionamenti e collabora con l'Ispettorato Logistico per il programma dei rifornimenti dei materiali del Servizio; - designa, su richiesta dello S .M.E. , il personale de stinato a far parte delle commissioni per accertare la rispondenza tecnica dei prototipi e per il collaudo dei materiali da approvvigionare; - è preposto alla formazione del personale del Servizio e collabora con lo S.M.E. per l'impiego del personale stesso; - esercita funzioni di comando sulla Scuola di Sanità Militare; - collabora con lo S .M.E. per: . la soluzione dei problemi relativi all'organizzazione e al funzionamento del Servizio in guerra e in pace; . la definizione delle formazioni, degli organici e delle dotazioni de-
Segue Doc. 28
783
gli organi e delle unità del Servizio, nonchè delle dotazioni dei materiali del Servizio per tutti gli organi e le unità dell'Esercito; . l'approntamento delle predisposizioni di mobilitazione. 4. Nucleo Ispettivo (Ufficiali Generali e Colonnelli): concorso all'attività ispettiva di competenza del Capo del Servizio.
5. Ufficio del Capo del Servizio Articolazione e compiti: - Capo Ufficio: - Sezione segreteria e personale (1): . compiti di segreteria del Capo del Servizio; . smistamento ed inoltro della corrispondenza; . custodia ed aggiornamento dei documenti classificati; . pratiche relative al personale dell'Ufficio; . questioni di reclutamento, stato, avanzamento, impiego e disciplina del personale del Servizio; - Sez ione studi e sviluppo tecnico: . programmi di ricerca e studio; . pubblicazioni tecniche di carattere militare, specifiche del Servizio; . determinazione delle caratteristiche tecniche, approntamento e sperimentazione dei prototipi di interesse dell 'Esercito; . esame delle caratteristiche tecniche e delle norme di collaudo per i materiali da approvvigionare, elaborate dalla D.G. della Sanità Militare; . esame dei progetti di regolamentazione tecnica elaborati dalla D.G. della Sanità Militare per la conservazione, la manutenzione, l'uso e la riparazione dei materiali; . problemi relativi ai programmi di approvvigionamento e di rifornimento; . raccolta, conservazione ed aggiornamento delle pubblicazioni tecniche; - Sezione regolamentazione, ordinamento ed addestramento: . problemi relativi all'organizzazione ed al fun zionamento del Servizio in guerra e in pace ed alla relativa regolamentazione; . formazioni, organici e dotazioni interessanti in Servizio di Sanità; . predisposizioni di mobilitazione; . attività per la formazione ed il perfezionamento della preparazione del personale.
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Segue Doc. 28
Capo del Servizio
Nucleo Ispettivo
Ufficio del Capo del Servizio Capo Ufficio Sezione Segreteria e Personale
Sezione studi e sviluppo tecnico
Sezione Regolamentazione, Ordinamento e Addestramento
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Segue Doc. 28
CAPO ED ISPETTORE DEL SERVIZIO DI COMMISSARIATO DELL'ESERCITO 1. Dipendenza: dal Capo di S.M.E ..
2. Compiti: - è il consulente del Capo di S.M.E.; - svolge attività ispettiva, per delega del Capo di S.M.E. , sugli enti e sulle unità del Servizio nonchè sul funzionamento del Servizio in tutti gli enti ed unità dell'Esercito, avvalendosi anche degli Ufficiali Generali e Colonnelli a sua disposizione per l'espletamento dell'attività stessa (1) - definisce, sulla base delle esigenze operative fissate dallo S.M.E., le caratteristiche dei viveri, dei materiali, delle apparecchiature e delle attrezzature del Servizio di Commissariato specifici dell'Esercito, indirizza e segue l'attività di ricerca e di studio per la realizzazione dei relativi prototipi e ne dirige la sperimentazione tecnica ai fini dell'omologazione; collabora con il Direttore Generale di Commissariato per quanto concerne le predette attività relative ai viveri ed ai materiali di comune interesse per le tre FF .AA; - fornisce pareri in merito a: . condizioni tecniche generali e particolari dei progetti dei capitolati di approvvigionamento; . progetti di regolamentazione tecnica per la conservazione, la manutenzione, l'uso e la riparazione dei materiali ; . normativa tecnica per il controllo della produzione, elaborati dalla D.G. di Commissariato; - provvede all'elaborazione della normativa tecnica sul funzionamento del Servizio, delle istruzioni addestrati ve e delle istruzioni sui materiali specifici del Servizio; - fornisce consulenza allo S.M.E. per il programma degli approvvigionamenti e collabora con l ' Ispettorato Logistico per il programma dei rifornimenti dei materiali del Servizio; - designa, su richiesta dello S .M .E., il personale destinato a far parte delle commissioni per accertare la rispondenza tecnica dei prototipi e per il collaudo dei materiali da approvvigionare; - è preposto alla formazione del personale del Servizio e collabora con lo S.M.E. per l'impiego del personale stesso; - esercita funzioni di comando sulla Scuola dei Servizi di Commissariato e di Amministrazione Militare; - collabora con lo S.M.E. per: . la soluzione dei problemi relativi all'organizzazione e al funzionamento del Servizio in guerra e in pace; . la definizione delle formazioni, degli organici e delle dotazioni degli organi e delle unità del Servizio, nonchè delle dotazioni dei materiali del Servizio per tutti gli organi e le unità dell' Esercito; . l'approntamento delle predisposizioni di mobilitazione.
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Segue Doc. 28
3. Generale di Sussistenza: consulente del Capo ed Ispettore del Servizio. 4. Nucleo Ispettivo (Ufficiali Generali e Colonnelli): concorso all'attività ispettiva di competenza del Capo ed Ispettore del Servizio.
5. Ufficio del Capo ed Ispettore del Servizio. Articolazione e compiti: - Capo Ufficio; - Sezione segreteria e personale ( l ): . compiti di segreteria del Capo ed Ispettore del Servizio; . smistamento ed inoltro della corrispondenza; . custodia ed aggiornamento dei documenti classificati; . pratiche relative al personale dell'Ufficio; . questioni di reclutamento, stato, avanzamento, impiego e disciplina del personale del Servizio; - Sezione studi e sviluppo tecnico: . programmi di ricerca e studio; . pubblicazioni tecniche di carattere militare specifiche de l Servizio; . determinazione delle caratleristiche tecniche, approntamento e sperimentazione dei prototipi di interesse dell'Esercito; . esame delle caratteristiche tecniche e delle norme di collaudo per i materiali da approvvigionare, elaborate dalla D.G. di Commissariato; . esame dei progetti di regolamentazione tecnica elaborati dalla D.G. di Commissariato per la conservazione dei viveri e dei foraggi e per la conservazione, la manutenzione, l'uso e la riparazione dei materiali; . problemi relativi ai programmi di approvvigionamento e di rifornimento; . normativa in materia di alimentazione militare; . raccolta, conservazione ed aggiornamento delle pubblicazioni tecniche; - Sezione regolamentazione, ordinamento ed addestramento: . problemi relativi all'organizzazione ed al funzionamento del Servizio in guerra e in pace ed alla relativa regolamentazione; . formazioni, organici e dotazioni interessanti il Servizio di Commissariato; . predisposizioni di mobilitazione; . attività per la formazione ed il perfezionamento della preparazione del personale.
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Segue Doc. 28
Capo ed IspettOTe del Servizio
Generale di Sussistenza
Nucleo Ispettivo
Ufficio del Capo ed Ispettore del Servizio Capo Ufficio Sezione Segreteria e Personale
Sezione studi e sviluppo tecnico
Sezione Regolamentazione, Ordinamento e Addestramento
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Segue Doc. 28
CAPO DEL SERVIZIO AUTOMOBILISTICO DELL'ESERCITO 1. Dipendenza: dal Capo di S.M.E..
2. Compiti: - è il consulente del Capo di S.M.E.; - svolge attività ispettiva, per delega del Capo di S.M.E., sugli enti e sulle unità del Servizio, nonchè su tutti gli organi ed unità dell'Esercito per il settore della motorizzazione, avvalendosi anche degli Ufficiali Generali o Colonnelli a sua disposizione per l'espletamento dell'attività stessa (1); - provvede all'elaborazione della normativa e delle istruzioni addestrative specifiche della motorizzazione; - preside agli studi sui problemi del traffico e della circolazione militare; - co1labora con l'Ispettorato Logistico per le direttive in merito all'attività delle riparazioni dei mezzi della motorizzazione e per il rifornimento delle relative parti di ricambio; - è preposto alla formazione ed al perfezionamento del personale del Servizio e collabora con lo S.M.E. per l'impiego del personale stesso; - esercita funzioni di comando sulle Scuole della Motorizzazione; - collabora con lo S.M.E. per: . la soluzione dei problemi relativi all'organizzazione ed al funzionamento del Servizio in guerra e in pace; . la definizione delle formazioni, degli organici e delle dotazioni degli organi e delle unità del Servizio nonchè degli organici e delle dotazioni degli organi di riparazione dei mezzi della motorizzazione per tutti gli enti ed unità dell'Esercito; . l'approntamento delle predisposizioni di mobilitazione. 3. Nucleo Ispettivo (Ufficiali Generali e Colonnelli): concorso all'attività ispettiva di competenza del Capo del Servizio. 4. Ufficio del Capo del Servizio Articolazione e compiti: - Capo Ufficio; - Sezione segreteria e personale (I): . compiti di segreteria del Capo del Servizio; . smistamento ed inoltro della corrispondenza; . custodia ed aggiornamento dei documenti classificati; . pratiche relative al personale dell'Ufficio; . questioni di reclutamento, stato, avanzamento, impiego e disciplina del personale del Servizio; - Sezione regolamentazione, ordinamento, addestramento: . problemi relativi all'organizzazione ed al funzionamento del Servizio in guerra e in pace; . probkmi ùd Lraffku e della circolazione militare;
Segue Doc. 28
789
. normativa e istruzioni addestrative; . formazioni, organici e dotazioni interessanti il Servizio automobilistico e gli organi di riparazione dei mezzi della motorizzazione; . predisposizioni di mobilitazione; . attività per la formazione ed il perfezionamento della preparazione del personale.
Capo del Servizio
Nucleo Ispettivo
Ufficio del Capo del Servizio Capo Ufficio Sezione Segreteria e Personale
Sezione Regolamentazione, Ordinamento e Addestramento
790
Segue Doc. 2H
CAPO DEL SERVIZIO DI AMMINISTRAZIONE DELL'ESERCITO I. Dipendenza: dal Capo di S.M.E ..
2. Compiti: - è il consulente del Capo di S.M.E.; - svolge ispezioni di carattere tecnico, per delega del Capo di S.M.E., sulle Direzioni di Amministrazione del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri e dei Comandi Militari Territoriali di Regione, nonchè sul funzionamento del Servizio negli altri enti dell'Esercito. Si avvale a tale fine degli Ufficiali Generali e Colonnelli a sua disposizione; - è preposto alla formazione cd al perfezionamento del personale del Servizio e collabora con lo S.M.E. per l'impiego del personale stesso; - collabora con lo S.M.E. per: . la soluzione dei problemi relativi all'organizzazione ed al funzionamento del Servizio in guerra e in pace; . l'approntamento delle predisposizioni di mobilitazione; - presiede alle gestioni delle "Fondazioni del Servizio": Maggiore di Amministrazione Medaglia d ' Oro Oreste Salomone", " Renzo De Zuani", "Colonnello di Amministrazione Alfredo Spadoni".
3. Nucleo Ispettivo (Ufficiali generali e Colonnelli): concorso all'attività ispettiva di competenza del Capo del Servizio.
4. Ufficio del Capo del Servizio. Articolazione e compiti: - Capo Ufficio; - Sez ione segreteria e personale ( I ); . compiti di segreteria del Capo del Servizio; . smistamento ed inoltre della corrispondenza; . custodia ed aggiornamento dei documenti classificati; . pratiche relative al personale dell'Ufficio; . questioni di reclutamento, stato, avanzamento, impiego e disciplina del personale del Servizio; . sviluppo degli atti costitutivi delle tre Fondazioni ed impiego delle rendite dei relativi patrimoni; - Sezione regolamentazione, ordinamento ed addestramento: . problemi relativj all' organizzazione ed al Funzionamento del Servizio in guerra e in pace; . attività per la formazione e perfezionamento della preparazione del personale; . studi relativi all'elaborazione ed all'aggiornamento della regolamentazium: amministrativa e contabile per gli enti dell'Esercito;
Segue Doc. 28
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esame e coordinamento delle risultanze delle ispezioni tecniche per lo sviluppo dei rilievi mossi e per i conseguenti provvedimenti in ordine al funzionamento delle Direzioni di Amministrazione ed all'impiego del personale preposto.
Capo del Servizio
Nucleo Ispettivo
Ufficio del Capo del Servizio Capo Ufficio Sezione Segreteria e Personale
Sezione Regolamentazione, Ordinamento e Addestramento
792
Segue Doc. 28
CAPO ED ISPETTORE DEL SERVIZIO VETERINARIO DELL' ESERCITO I . Dipendenza: dal Capo di S .M.E.
2. Compiti: - è il consulente del Capo di S.M.E.; - svolge attività ispettiva, per delega del Capo di S.M.E., sugli organi del Servizio nonchè sul funzionamento del Servizio in tutti gli enti ed unità dell'Esercito, avvalendosi anche degli Ufficiali a sua disposizione per l'espletamento del1'attività stessa (1); - preside alla ricerca scientifica in campo veterinario militare, nonchè a11a ricerca, agli studi, alla realizzazione ed alla sperimentazione tecnica dei prototipi relativi ai materiali, a11e apparecchiature ed alle attrezzature del Servizio; - provvede all'elaborazione di: . condizioni tecniche generali e particolari dei capitolati di approvvigionamento; . normativa in materia di igiene, profilassi, cura e protezione dei quadrupedi; . regolamentazione tecnica per la conservazione, la manutenzione, l'uso e la riparazione dei materiali; . normativa tecnica per il controllo della produzione; . normativa tecnica sul funzionamento del Servizio; . Istruzioni addestrative e istruzioni sui materiali specifici del Servizio; - fornisce consulenza allo S.M.E. per il programma degli approvvigionamenti e collabora con l'Ispettorato logistico per il programma dei rifornimenti dei materiali del Servizio; - fornisce alla D.G. di Commissariato: . consulenza specifica per gli alimenti di origine animale e per gli alimenti dei quadrupedi; . assistenza tecnica per la conservazione degli alimenti stessi; - preside, a mezzo degli organi dipendenti, all'incetta ed alla rimonta dei quadrupedi e provvede alla relativa distribuzione per il ripianamento delle dotazioni ; - designa, su richiesta dello S.M.E., il personale destinato a far parte delle commissioni per l'acquisto dei quadrupedi, per accertare larispondenza tecnica dei prototipi e per il collaudo dei materiali da approvvigionare; - è preposto alla formazione ed al perfezionamento del personale del Servizio e co11abora con lo S.M.E. per l'impiego del personale stesso; - esercita funzioni di comando s ulla Scuola del Servizio Veterinario Militare, sul Laboratorio Batteriologico, sul Laboratorio per la produzione del siero antitetanico e sui Posti raccolta quadrupedi; - collabora con lo S.M.E. per:
Segue Doc. 28
793
. la soluzione dei problemi relativi all'organizzazione ed al funzionamento del Servizio in guerra e in pace; . la definizione delle formazioni, degli organici e delle dotazioni degli organi e delle unità del Servizio nonchè delle dotazioni dei materiali del Servizio per tutti gli organi e le unità dell'Esercito; . l'approntamento delle predisposizioni di mobilitazione. 3. Nucleo Ispettivo (Ufficiali Superiori) : concorso all'attività ispettiva di competenza dell'Ispettore. 4. Ufficio del Capo ed Ispettore del Servizio Articolazione e compiti: - Capo Ufficio; - Sezione segreteria e personale (I): . compiti di segreteria del Capo ed Ispettore del Servizio; . smistamento ed inoltro della corrispondenza; . custodia ed aggiornamento de documenti classificati; . pratiche relative al personale dell'Ufficio; . questioni relative all'impiego dei fondi e rapporti con la D.G. di Sanità, con la D.G. di Commissariato e con la D.G. armi, munizioni ed armamenti terrestri per l'approvvigionamento dei materiali del Servizio; coordinamento amministrativo degli enti dipendenti; . questioni di reclutamento, stato, avanzamento, impiego e disciplina del personale del Servizio; - Sezione studi e sviluppo tecnico: . programmi di ricerca e di studio; . determinazione delle caratteristiche tecniche, approntamento e sperimentazione dei prototipi; . indirizzo e controllo dell'attività del Laboratorio Batteriologico e del Laboratorio per la produzione del siero antitetanico; . normativa in materia di igiene, profilassi e cura dei quadrupedi; . definizione delle caratteristiche dei quadrupedi nonchè delle caratteristiche tecniche e delle norme di collaudo dei materiali da approvvigionare; . regolamen\azione tecnica per la conservazione, la manutenzione, l'uso e la riparazione dei materiali e per il controllo della produzione; . elaborazione deIIe istruzioni sui materiali specifici del Servizio; . problemi relativi ai programmi di approvvigionamento e di rifornimento; . raccolta, conservazione ed aggiornamento delle pubblicazioni scientifiche; - Sezione regolamentazione, ordinamento ed addestramento: . problemi relativi all ' organizzazione ed al funzionamento del Servizio in guerra e in pace ed alla relativa regolamentazione; . formazioni, organici e dotazioni interessanti il Servizio Veterinario;
794
Segue Doc. 28
. predisposizioni di mobilitazione; . attività per la formazione ed il perfezionamento della preparazione del personale.
Capo ed Ispettore del Servizio
Nucleo Ispettivo
Ufficio del Capo ed Ispettore del Servizio Capo Ufficio Sezione Segreteria e Personale
Sezione studi c sviluppo tecnico
Sezione Regolamentazione, Ordinamento e Addestramento
DOCUMENTO
ORGANIGRAMMA DELL'ISPETTORATO LOGISTICO
DELL' ESERCITO DOPO L 'INCLUSIONE DEI CAPI DEI SERVIZI DI SANITÀ, VETERINARIO, COMMISSARIATO E AUTOMOBILISTICO - DIPENDENZE E ATTRIBUZIONI DI QUESTI ULTIMI (LUGLIO 1967)
(Circ. SME n. 1634/154 in data 24 luglio I 967)
29
796
Segue Doc. 29
All. 2 alla circ. SME n. 1634/154 DIPENDENZE ED ATTRIBUZIONI DEL CAPO DEL SERVIZIO DI SANITA' DELL'ESERCITO PER QUANTO CONCERNE LA LOGISTICA DEI MATERIALI 1. Dipendenza: dall'Ispettore dell'Esercito.
2. Attribuzioni: - provvede, nell'ambito delle direttive impartite dall'Ispettore Logistico, alla organizzazione, alla direzione ed al controllo dell'attività logistica inerente ai materiali del Servizio; - impartisce norme di carattere organizzativo e tecnico per la conservazione, distribuzione e riparazione dei materiali del Servizio (fino alla 3" categoria inclusa) e ne controlla la corretta applicazione nell'ambito de i programmi di ispezioni all'uopo predisposti ed approvati dallo S.M.E.; - formula all'Ispettore Logistico le proposte inerenti alla programmazione degli approvvigionamenti per la parte funzionale e segue l'attuazione dei programmi predisposti; - formula all'Ispettore Logistico le proposte inerenti alla programmazione degli approvvigionamenti per la parte funzionale e segue l'attuazione dei programmi predisposti ; - definisce, in aderenza alle direttive e disposizioni dell'Ispettore Logistico, le assegnazioni di materiali agli enti ed unità dell'Esercito; provvede alla distribuzione degli stessi, agli eventuali recuperi e segnala all'Ispettore Logistico le aliquote dei materiali fuori uso da proporre per l'alienazione; - tiene aggiornato l'Ispettore Logistico sulla situazione statistica dei materiali del Servizio (dotazioni e scorte); - fornisce all'Ispettore Logistico gli elementi necessari per la formazione del bilancio di previsione del Servizio (nel settore delle spese funzionali); - ripartisce, previa approvazione dell' Ispettore Logistico, i fondi agli organi esecutivi periferici del Servizio, segue l'andamento delle spese e formula eventuali proposte di variazioni all'Ispettore Logistico stesso.
797
Segue Doc. 29
All. 4 all circ. S.M.E. n. 1634/154
DIPENDENZE ED ATTRIBUZIONI DELL'ISPETIOR,E DEL SERVIZIO VETERINARIO DELL'ESERCITO PER QUANTO CONCERNE LA LOGISTICA DEI MATERIALI I. Dipendenza: dall'Ispettore Logistico dell'Esercito.
2. Attribuzioni: - provvede, nell'ambito delle direttive impartite dall'Ispettore Logistico, alla organizzazione, alla direzione ed al controllo dell' attività logistica inerente ai materiali del Servizio; - impartisce norme di carattere organizzativo e tecnico per la conservazione, distribuzione e riparazione dei materiali del Servizio (fino alla 3" categoria inclusa) e ne controlla la corretta applicazione nell'ambito dei programmi di ispezioni all'uopo predisposti ed approvati dallo S.M.E.; - formul,i ,ill'Ispettore Logistic o le proposte inerenti alla programmazione degli approvvigionamenti per la parte funzionale e segue l'attuazione dei programmi predisposti; - definisce, in aderenza alle direttive e disposizioni dell'Ispettore Logistico, le assegnazioni di materiali agli enti ed unità dell'Esercito ; provvede alla distribuzione degli stessi, agli eventuali recuperi e segnala all'Ispettore Logistico le aliquote dei materiali fuori uso da proporre per l ' alienazione; - tiene aggiornato I' Jspetto re Logistico sulla situazione statistica dei materiali del Servizio (dotazioni e scorte); - fornisce all'Ispettore Logistico gli elementi necessari per la formazione del bilancio di previsione del Servizio (nel settore delle spese funzionali); - ripartisce, previa approvazione dell ' Ispettore Logistico, i fondi agli organi esecutivi periferici del Servizio, segue l'andamento delle spese e formula eventuali proposte di variazioni all'Ispettore Logistico stesso.
798
Segue Doc. 29
AH. 3 alla circ. S.M.E. Il.
1634/154
DIPENDENZE ED ATTRIBUZIONI DEL CAPO ED ISPETTORE DEL SERVIZIO DI COMMISSARIATO DELL'ESERCITO PER QUANTO CONCERNE LA LOGISTICA DEI MATE;RIALI ( 0
)
1. Dipendenza: dall'Ispettore Logi stico dell'Esercito.
2. Attribuzioni: - provvede, nell ' ambito delle direttive impartite dall'Ispettore Logistico, alla organizzazione, alla direzione ed al controllo dell'attività logistica inerente ai materiali del Servizio; - impartisce norme di carattere organizzativo e tecnico per la conservazione, distribuzione e riparazione dei materiali del Servizio (fino alla 3/\ categoria inclusa), nonchè in materia di confezione degli alimenti e ne controlla la corretta applicazione nell'ambito dei programmi di ispezioni all'uopo predisposti ed approvati dallo S.M.E.; - formula all'Ispettore Logis tico le proposte inerenti alla programmazione degli approvvigionamenti per la parte funzionale e segue l'attuazione dei programmi predisposti; - definisce, in aderenza alle direttive e disposizioni dell ' Ispettore Logistico, le assegnazioni di materiali agli enti ed unità dell'Esercito; provvede alla distribuzione degli stessi, agli eventuali recuperi e segnala all'Ispettore Logistico le aliquote dei materiali fuori uso da proporre per l' alienazione; - tiene aggiornato l' Ispettore Logistico sulla situazione statistica dei materiali del Servizio (dotazioni e scorte); - fornisce all'Ispettore Logistico gli elementi necessari per la formazione del bilancio di previsione del Servizio (nel settore delle spese funzionali); - ripartisce, previa approvazione dcli' Isp ettore Logistico, i fondi agli organi esecutivi periferici del Servizio, segue l'andamento delle spese e formula eventuali proposte di variazioni ali' Ispettore Logistico s tesso.
Segue Doc. 29
799 Ali. I alla circ. S.M.E. n. 1634/154
DIPENDENZE ED ATTRIBUZIONI DEL CAPO DEL SERVIZIO AUTOMOBILISTICO DELL'ESERCITO PER QUANTO CONCERNE LA LOGISTICA DEI MATERlALI 1. Dipendenza: dall'Ispettore Logistico dell' Esercito.
2. Attribuzioni: - provvede, nell'ambito delle direttive impartite dall'Ispettore Logistico, alla organizzazione, alla direzione ed al controllo dell'attività logistica inerente ai materiali del Servizio; - impartisce norme di carattere organizzativo e tecnico per la conservazione, distribuzione e riparazione dei materiali del Servizio (fino alla 3A categoria inclusa) e ne controlla la corretta applicazione nell'ambito dei programmi di ispezioni all'uopo predisposti ed approvati dallo S.M.E.; - formula ali' Ispettore Logistico le proposte inerenti alla programmazione degli approvvigionamenti per la parte funzionale e segue l'attuazione dei programmi predisposti; - definisce, in aderenza alle direttive e disposizioni dell'Ispettore Logistico, le assegnazioni di materiali agli enti ed unità dell'Esercito; provvede alla distribuzione degli stessi, agli eventuali recuperi e segnala all'Ispettore Logistico le aliquote dei materiali fuori uso da proporre per l'alienazione; - tiene aggiornato l'Ispettore Logistico sulla situazione statistica dei materiali del Servizio (dotazioni e scorte); - fornisce ali' Ispettore Logistico gli elementi necessari per la formazione del bilancio di previsione del Servizio (nel settore delle spese funzionali) ; - ripartisce, previa approvazione dcli' Ispettore Logistico, i fondi agli organi esecutivi periferici del Servizio, segue l'andamento delle spese e formula eventuali proposte di variazioni all'Ispettore Logistico stesso.
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DOCUMENTO
COMPETENZE E ORGANIGRAMMI DEI COMANDI DEI CORPI E SERVIZI LOGISTICI (1981)
30
802
Segue Doc. 30
COMPETENZE 1. Organizzazione, direzione e controllo dell'attività logistica nel settore di competenza. 2. Norme di carattere organizzativo e tecnico per la conservazione, distribuzione e riparazione dei materiali (3A categoria inclusa) 3. Istruzioni sul funzionamento e addestrative. 4. Proposte per i programmi di approvvigionamento (funzionale). 5. Assegnazione dei materiali ai Comandi, alle unità, agli enti dell'Esercito. 6. Partecipazione alla programmazione a breve e medio termine per gli approvvigionamenti (funzionale). 7. Collaborazione con lo S.M.E. per l'organizzazione ed il funzionamento dei servizi (in pace ed in guerra), gli organi e le dotazioni, le predisposizioni di mobilitazione. 8. Concorso alle attività di ricerca e sviluppo dei materiali, realizzazioni prototipiche e sperimentazione. 9. Collaborazione con le Direzioni Generali competenti per materia. 10. Situazioni relative alle dotazioni ed alle scorte. 11. Attività particolari: a. Comando del Corpo di Commissariato: sovrintendere alle attività inerenti al servizio stampati nell 'ambito dell'Esercito (validità, programma di approvvigionamento, situazione, assegnazioni). b. Comando del Corpo di Amministrazione: studi e regolamentazione amministrativo-contabile; consulenza di carattere giuridico-amministrativo e amministrativo-logistico; programmazione impiego dei fondi per le Regioni Militari e gli enti amministrativi autonomi (in particolare: spese di ufficio, spese generali, missioni ordinarie nazionali, manovalanza). c.) Comando dei trasporti e dei materiali: organizzazione e controllo dei trasporti materiali per via ordinaria con mezzi militari; organizzazione e coordinamento in materia di requisizione di trasporti per l'emergenza e di circolazione stradale di emergenza.
Segue Doc. 30
803
COMANDO DEI SERVIZI SANITARI DELL'ESE~CITO
CAPO DEI SERVIZI SANITARI E CAPO DEL CORPO DI SANITÀ (O)
cooo)
CAPO DEL CORPO VETERINARIO ( 00) (0000)
Ufficio PERSONALE
0 (
)
00 { ) 000 (
)
0000 (
)
Ufficio LOGISTICO
Ufficio SANITARIO
Ufficio VETERINARIO
È il Tenente Generale, Capo del Corpo sanitario istituito con legge 20 settembre 1980, n. 574 (art. 2). È il Maggior Generale, Capo del Corpo veterinario istituito con legge 20 settembre 1980, n. 574 (art. 2). Esercita il comando su: - Scuola di Sanità Militare; - Centro studi e ricerche della sanità militare. Esercita il comando su: - Scuola del Corpo Veterinario militare; - Centro studi del Corpo veterinario militare; - Centro militare di allevamento e rifornimento quadrupedi.
804
Segue Doc. 30
COMANDO DEL CORPO DI COMMISSARIATO DELL'ESERCITO
CAPO DEL CORPO DI COMMISSARIATO ( 0 )
NUCLEO ISPETTIVO
Ufficio PERSONALE
0 (
(
)
00
)
(
00
)
GENERALE DI SUSSISTENZA
Ufficio LOGISTICO
È il Tenente Generale Capo del Corpo di Commissariato istituito con legge 20 settembre 1980, n. 574 (art. 2) . Esercita il comando sulla Scuola militare di commissariato e ammini strazi one.
Segue Doc. 30
805
COMANDO DEL CORPO DI AMMINISTRAZIONE DELL'ESERCITO
CAPO DEL CORPO DI AMMINISTRAZIONE ( 0 )
(
00
)
NUCLEO ISPETTIVO
Ufficio PERSONALE
0 (
)
00 (
)
Ufficio LOGISTICO !AMMINISTRATIVO
È il Tenente Generale Capo del Corpo di Amministrazione istituito con legge 20 settembre 1980, n. 574 (art. 2). Esercita il comando su: - Ufficio amministrazione personale militari vari; - Centro gestioni speciali Esercito.
806
Segue Doc. 30
COMANDO DEI SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI DELL'ESERCITO
CAPO DEI SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI (o)
(000)
Ufficio DEL CAPO DEL CORPO AUTOMOBILISTICO
NUCLEO ISPETTIVO
I
I
I REPARTO
II REPARTO
I
I
-
Ufficio PERSONALE
-
Uf. COORDINAMENTO PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA
-
Uf. ADDESTRAMENTTO E R.E GOLAMENTI
-
Uf. MATERIALI MOTORIZZAZIONE
-
SEZIONE TRASPORTI
-
Uf. ARMI MUNIZIONI MATERIALI NBC
Uf. MATERIALI GENIO TRASMISSIONI 0 (
)
00 (
)
È il Tenente Generale Capo del Corpo Automobilistico istituito con legge 20 settembre 1980, n. 574 (art. 2) . Esercita il comando su: - Scuola di Applicazione del Corpo Automobilistico; - Scuola dei Trasporti e dei materiali; - Scuola della motorizzazione;
DOCUMENTO
31
ATIRIBUZIONI DEI CAPI DEI SERVIZI TECNICI DI ARTIGLIERIA, GENIO, MOTORIZZAZIONE, TRASMISSIONI, CHIMICO-FTSTCO (1967)
(Circ. SME n. 147/154 in data 31 gennaio 1967)
808
Segue Doc. 31
Allegato 1 alla circ. S.M.E. n. 147/154 ATTRIBU~IONI DEL CAPO DEL SERVIZIO TECNICO DI ARTIGLIERIA Il Capo del Servizio Tecnico di Artiglieria, alle dipendenze dell'Ispettore dell'Anna di Artiglieria: - definisce, sulla base delle caratteristiche operative fissate dallo S.M.E. e dagli Ispettorati, le caratteristiche tecniche delle anni, delle munizioni e dei materiali connessi occorrenti all'Esercito, indirizza e segue, sotto ]'aspetto tecnico, l'attività di ricerca e di studio per la realizzazione dei relativi prototipi e dirige la sperimentazione tecnica ai fini della omologazione; - esprimere parere in merito a: . condizioni tecniche e norme di collaudo dei progetti dei capitolati di approvvigionamento; . progetti di regolamentazione tecnica per la conservazione, la manutenzione, l' uso e Ja riparazione; . normativa tecnica per il controllo della produzione, relativi ai materiali di competenza elaborati dalJa D.G. delle armi, delle munizioni e degli armamenti terrestri; - ispeziona, in accordo con il Direttore Generale interessato, gli organi di studio, sperimentazione e lavorazione dipendenti della predetta D .G.; - designa, secondo le esigenze definite dallo S.M.E., il personale tecnico de11a F.A. che deve partecipare all'attività di collaudo dei materiali di competenza, approvvigionati, per l'Esercito, dalla D.G. delle anni, delle munizioni e degli armamenti terrestri; - designa i rappresentanti tecnici della F.A. in seno ai gruppi di lavoro operanti in ambito nazionale ed internazionale; - assicura la formazione del personale del Servizio, presiede al suo impiego e ne segue l' attività tecnica.
Segue Doc. 31
809
Allegato 2 alla circ. S.M.E. n. 147/151 A ITRIBUZIONI DEL CAPO DEL SERVIZIO TECNICO DEL GENIO Il Capo de] Servizio Tecnico del Genio alle dipendenze dell'Ispettore dell'Anna del Genio: - definisce, sulla base delle caratteristiche operative fissate dallo S.M.E. e dagli Ispettorati, le caratteristiche tecniche dei materiali del genio occorrenti all'Esercito, indirizza e segue, sotto l'aspetto tecnico, l'attività di ricerca e di studio per la realizzazione dei relativi prototipi e dirige la sperimentazione tecnica ai fini della omologazione; - esprime parere in merito a: . condizioni tecniche e norme di collaudo dei progetti dei capitolati di approvvigionamento; . progetti di regolamentazione tecnica per la conservazione, la manutenzione, ]'uso e la riparazione; . normativa tecnica per il controllo della produzione, relativi ai materiali di competenza elaborati dalla D.G. lavori, demanio e materiali del genio; - ispeziona, in accordo con il Direttore Generale interessato, gli organi di studio, sperimentazione e lavorazione dipendenti dalla predetta D.G.; - designa, secondo le esigenze definite dallo S.M.E., il personale tecnico deJla F.A. che deve partecipare all'attività di collaudo dei materiali di competenza, approvvigionati, per l'Esercito, dalla D.G. lavori, demanio e materiali del genio; - designa i rappresentanti tecnici della F.A. in seno ai gruppi di lavoro operanti in ambito nazionale ed internazionale; - assicura la formazione del personale del Servizio, presiede al suo impiego e ne segue l'attività tecnica.
810
Segue Doc. 31
Allegato' 3 alla circ. S.M.E. n. 147/154 ATTRIBUZIONI DEL CAPO DEL SERVIZIO TECNICO DELLA MOTORIZZAZIONE Il Capo del Servizio Tecnico della Motorizzazione, alle dipendenze dell'Ispettore delle Armi di Fanteria e Cavalleria: - definisce, sulla base delle caratteristiche operative fissate dallo S.M.E. e dagli Ispettorati, le caratteristiche tecniche dei materiali, mezzi, attrezzature tecniche, carburanti e lubrificanti della motorizzazione occorrenti all'Esercito, indirizza e segue, sotto l'aspetto tecnico, l'attività di ricerca e di studio per la realizzazione dei relativi prototipi e dirige la sperimentazione tecnica ai fini dell'omologazione; - segue l'attività tecnica relativa ai mezzi dell' Avi azione Leggera dell'Esercito; - esprime parere in merito a: . condizioni tecniche e norme di collaudo dei progetti dei capitolati di approvvigionamento (l); . prngetti di regolamentazione tecnica per la conservazione, la manutenzione, l'uso e la riparazione; . normativa tecnica per il controllo della produzione, relativi ai materiali di competenza elaborati dalla D.G. della motorizzazione e dei combustibili e d alla D.G. delle costruzioni, delle armi e degli armamenti aeronautici e spaziali; - ispeziona, in accordo con il Direttore Generale interessato, gli organi di studio, sperimentazione e lavorazione dipendenti dalla predetta D.G. della motorizzazione e dei combustibili; - designa, secondo le esigenze definite dallo S.M.E., il personale tecnico della F.A. che deve partecipare all'attività di collaudo dei materiali di competenza, approvvigionati, per l'Esercito, dalle DD.GG predette; - designa i rappresentanti tecnici della F.A. in seno ai gruppi di lavoro operanti in ambito nazionale ed internazionale ; - assicura la formazione del personale del Servizio, presiede al suo impiego e ~e segue l'attività tecnica.
Segue Doc. 31
811
Allegato 4 alla circ. S.M.E. n. 147/154 ATTRIBUZIONI DEL CAPO DEL SERVIZIO TECNICO DELLE TRASMISSIONI Il Capo del Servizio Tecnico delle Trasmissioni, alle dipendenze dell'Ispettore de lle Trasmissioni: - definisce, sulla base delle caratteristiche operative fissate dallo S.M.E. e dagli Ispettorati , le caratteristiche tecniche dei materiali delle trasmissioni occorrenti all'Esercito, indirizza e segue, sotto l'aspetto tecnico, l' attività di ricerca e di studio per la realizzazione dei relativi prototipi e dirige la sperimentazione tecnica ai fini della omologazione; - esprime parere in merito a : . condizioni tecniche e norme di collaudo dei progetti dei capitolati di approvvigionamento; . progetti di regolamentazione tecnica per la conservazione, la manutenzione. l' uso e la riparazione; . normativa tecnica per il controllo della produzione, relativi ai materiali di competenza elaborati dalla D.G. delle armi, delle munizioni e degli armamenti terrestri e dalla D.G. impianti, mezzi per l ' assistenza al volo, difesa aerea e per le telecomunicazioni; - ispeziona, in accordo con il Direttore Generale interessato, gli organi di studio, sperimentazione e lavorazione dipendenti dalla predetta D .G. de lle armi, delle munizioni e degli armamenti terrestri; - designa, secondo le esigenze definite dallo S.M.E., il personale tecnico della F.A. che deve partecipare all'attività di collaudo dei materiali di competenza, approvvigionati, per l'Esercito, dalle DD.GG. predette; - designa i rappresentanti tecnici della F.A. in seno ai gruppi di lavoro operanti in ambito nazional e ed internaz ionale; - assicura la formazione del personale del Se rvizio, presiede al s uo impiego e ne segue l'attività tecnica.
812
Segue Doc. 31
Allegato 5 alla circ. S.M.E. Il. 147/154 ATTRIBUZIONI DEL CAPO DEL SERVIZIO TECNICO CHIMICO - FISICO Il Capo del Servizio Tecnico Chimico - Fisico, alle dipendenze dell'Ispettore per la Difesa A.B.C.: - definisce, sulla base delle caratteristiche operative fissate dallo S.M.E. e dagli Ispettorati, le caratteristiche tecniche dei materiali N.B.C. occorrenti all'Esercito, indìrizza e segue, sotto l'aspetto tecnico, l' attività di ricerca e di studio per la realizzazione dei relativi prototipi e dirige la sperimentazione tecnica ai fini della omologazione; - esprime parere in merito a: . condizioni tecniche e norme di collaudo dei progetti dei capitolati di approvvigionamento; . progetti di regolamentazione tecnica per la conservazione, la manutenzione, l'uso e la riparazione; . normativa tecnica per il controllo della produzione, relativi ai materiali di competenza elaborati dalla D.G. armi, munizioni ed armamenti terrestri; - ispeziona, in accordo con il Direttore Generale interessato, gli organi di studio, sperimentazione e lavorazione dipendenti dalla predetta D .G.; - designa, secondo le esigenze definite dallo S.M.E., il personale tecnico della F.A. che deve partecipare all'attività di collaudo dei materiali di competenza, approvvigionati, per l'Esercito, dalla D.G. armi, munizioni ed armamenti terrestri; - designa i rappresentanti tecnici della F.A. in seno ai gruppi di lavoro operanti in ambito nazionale ed internazionale; - assicura la formazione del personale del Servizio, presiede al suo impiego e ne segue l'attività tecnica.
DOCUMENTO
NUMERO, DENOMINAZIONE E COMPITI SPECIFICI DEGLI STABILIMENTI E ARSENALI MILITARI (D.M. 29 dicembre 1977)
32
814
Segue Doc. 32
N. 111 - LEGGI E DECRETI RIFLETTENTI IL SERVIZIO GENERALE DELLO STATO - AMMINISTRAZIONE E CONTABILITA' - Decreto ministeriale 29 dicembre 1977 - Compiti specifici affidati agli stabilimenti e arsenali militari dipendenti dalle Direzioni generali competenti per materia del Ministero della Difesa - (Ufficio centrale per gli studi giuridici e la legislazione)
IL MINJSTRO PER LA DIFESA Visto il decreto del Presidente della Repubblica 18 novembre 1965 n. 1481 , concernente riorgani zzazione e ammodernamento degli stabilimenti e arsenali militari; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1976, n. 1077, concernente approvazione del regolamento per gli stabilimenti e arsenali militari a carattere industriale;
DECRETA
Art. 1 Gli stabilimenti e arsenali militari sono organismi di produzione e di lavoro a carattere industriale del Ministero della Difesa e perseguono le seguenti finalità: a) assicurare l'efficienza e l'affidabilità dei materiali, dei mezzi e degli equipaggiamenti in dotazione alle Forze armate; b) concorrere all'acquisizione dei materiali, dei mezzi e degli equipaggiamenti occorrenti a11e Forze armate; c) provvedere alla definizione, progettazione, sviluppo, realizzazione e sperimentazione di nuovi materiali, di nuovi mezzi e di nuovi equipaggiamenti, in conformità dei requisi ti fissati dalle Forze armate; d) provvedere alla produzione, costruz ione, alJestimenli di materiali, di mezzi ed equipaggiamenti occorrenti alle Forze armate; e) assicurare la "qualità" del prodotto e la rispondenza contrattuale dei beni e servizi commissionati all'industria privala; f) svolgere azione calmieratrice in rapporto alla fornitura di be ni e servi zi commissionati all'industria privata, sia come concreta possibilità di valutare i costi della produzione, sia come valida alternativa di produzione degli stessi nell'ambito dell'organizzazione industriale della Difesa. Gli stabilimenti e gli arsenali militari dipendono dalle Direzioni generali competenti per materia del Ministero della Difesa. I compiti specifici affidati agli stabilimenti e arsenali militari, ciascuno per la parte di competenza, sono i seguenti: a) ricostruzione, r evisione generale, manutenzione a carattere periodico o occasionale, dei materiali, dei mezzi e degli equipaggiamenti in dotazione alle Forze armate;
815
Segue Doc. 32
b) costruzione, allestimento, produzione di materiali, di mezzi, di equipaggiamenti e delle relative parti componenti, di parti di ricambio o di rispetto, di materiali per le dotazioni nonchè di attrezzature e di impianti per le lavorazioni, per i collaudi e per le riparazioni; c) verifica, manutenzione, ripristino e distribuzione dei materiali di scorta o di dotazione; . d) trasformazione, modifica, aggiornamento dei materiali dei mezzi e degli equipaggiamenti in dotazione alle Forze armate; e) recupero, demolizione e alienazione dei materiali, dei mezzi e degli equipaggiamenti dismessi dalle Forze armate; f) supporto tecnico-logistico a favore di unità, enti, distaccamenti e reparti utilizzatori dei materiali, dei mezzi e degli equipaggiamenti; g) studio, definizione, progettazione, sviluppo, allestimento di prototipi e sperimentazione di nuovi materiali, mezzi ed equipaggiamenti in conformità ai requisiti fissati dalle Forze armate; h) attività contrattuale derivante dal conferimento di commesse alla industria privata per la fornitura di beni e servizi destinati a soddisfare le esigenze dello stabilimento o arsenale, in attuazione dei suoi programmi di lavoro, o in attuazione di programmi fissali dalla Direzione generale competente; i) elaborazione delle condizioni tecnico-contrattuali e della normativa per il controllo delle lavorazioni, per il controllo di qualità, per il collaudo dei beni e servizi commissionati all' industria privata; 1) controllo e collaudo dei materiali, dei mezzi e degli equipaggiamenti per assicurare la qualità del prodotto e la rispondenza contrattuale dei beni e servizi commissionati all'industria privata; m) analisi dei costi profferti dall'industria privata e valutazione tecnico-economica delle offerte anche ai fini di intraprendere azione calmieratrice dei costi di mercato; n) elaborazione della normativa tecnica per la fabbricazione, la distribuzione, l'impiego, la manutenzione, la riparazione e la conservazione dei materiali, dei mezzi e degli equipaggiame nti in dotazione alle Forze armate; o) raccolta ed aggiornamento della documentazione tecnica relativa ai materiali, ai mezzi ed equipaggiamenti acquisiti dalle Forze armate; p) formazione ed aggiornamento tecnico del personale militare e civile della Difesa; q) attività lavorative e prestiti di mezzi e materiali per conto di Amministrazioni pubbliche e privati committenti, nonchè di Stati esteri e di Organizzazioni internazionali. Art. 3 11 numero, la denominazione, la categoria, la dipendenza, i materiali di competenza ed i compiti specifici degli stabilimenti e arsenali militari e delle rispettive sezioni staccate sono quelli pre visti dalle tabelle A, B, C, D, E, F, e G annesse al presente decreto.
816
Segue Doc. 32
Art. 4 Con successivo decreto saranno stabiliti l 'ordinamento e la ripartizione interna di ciascuno stabilimento e arsenale militare e delle rispettive sezioni staccate, ai sensi dall'art. 4 del decreto del Presidente della Repubblica 18 novembre 1965, n. 1481, e dell'articolo 1 del Regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1976, n. 1077, e saranno indicati i Comandi territoriali ai quali sarà demandata l'alta vigilanza e il potere disciplinare su ciascuno stabilimento e arsenale militare, ai sensi dell'articolo 3 del Regolamento suddetto. Il presente decreto sarà comunicato alla Corte dei conti per la registrazione. Roma, 23 dicembre 1977
Il Ministro: Registrato alla Corte dei conti, addì 4 felìbraio 1978 Registro n. 5, Difesa, foglio n. 64
RUFFINI
TABELLA
A
STABILIMENTI E ARSENALI DIPENDENTI DALLA DIREZIONE GENERALE DELLE ARMI, DELLE MUNIZIONI E DEGLI ARMAMENTI TERRESTRI
DENOMINAZIONE
Arsenale Esercito (1) con:
Dislocazione
Piacenza
Categoria
media potenzialità
Materiali di competenza
Compiti specifici riferimento art. 3
t,
I ~
mortai, artiglierie di ogni calibro, a, b, e, d , e , f, rampe missilistiche, relativi acg, h, i, 1, m, n, cessori, attrezzature di riparao, p zione e collaudo, parti di ri· cambio
~
I {"")
Sezione Staccata Esercito (2)
Arsenale I Torino
piccola potenzialità
accessori del servizio di artiglieria I h, I, n , o
;
Arsenale Estrcito (3) .
. . . . . I Napoli
piccola potenzialità
mortai, artiglierie di ogni calibro. a, b , c, d , e, f , relativi accessori , attrezzature di g, .h, l, l, m, n, riparazione e di collaudo, parti o, p di ricambio
fil
-
Stabilimento militare armamento I Terni leggero (4)
media potenzialità
armi portatili individuali e di re- a, b , e, d, e, f, parto, normali , automatiche e g, h , i, I, m, n, semi-automatiche fino al calibro o, p 20 mm., rel:i.tivi accessori, attrezzature di r iparazioni e di collaudo, parti d1 ricambio
e Arsenale Esercito • di Piacenza. (2) Per riorganizzazione della esistente e Sezione Arsenale Esercito • di Torino. (3) Si identifica con la esistente e Sezione Arsenale Esercito • di Napoli. (4) Si identifica con la esistente • Fabbrica di Armi Esercito • di Terni.
(1) Si identifica con l'esistente
~
,o
segue
DENOMINAZIONE
Dislocazione
Categoria
- Sezione Staccata (5) • • • • . I Gar:done Val Trom- I ~iccola potenzialità pia
Stabilimento militare materiali I Roma elettronici e di precisione (6) con:
media potenzialità
Materiali di competenza
TABELLA
A
Compiti specifici riferimento art. 3
armi portatili individuali e di re· h, 1, n, o parto, normali, automatiche e semi-automatiche fino al calibro 20 mm., relativi accessori, attrezzature di r iparazione e d i collaudo, parti di ricambio materiali elettronici, esclusi quelli a, b, e, d, e, f g, h, i, 1, m, n riguardanti le telecomunicazioni anche se inclusi nei s istemi di o, p arma; m ateriali ottico-meccanici, elettromeccanici e meccanici di precisione: elettrogeneratori campali e di altri materiali elettromeccanici; relativi accessori. attrezzature di riparazione e di collaudo; parti d1 ricambio
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- Sezione Staccata · ottico mec- I Roma canica (7) Stabilimento militare materiali I Roma delle trasmissioni (8)
(5) (6) (7) (8)
Si ide~tifica con l'esistente Si identifica con l 'esistente Si identifica con l'esistente Si identifica con l'esistente
piccola potenzialità
materiali ottico-meccanici e mate- a, b , c, d , e, f g, h, i, l, rn, n riali di precisione o, p
media potenzialità
materiali delle ·trasmissioni cam- a, b, c, d, e, f g , h, i, !, m, n pali, relativi accessori, attrezzature di riparazione, parti di rio, p cambio
«Sezione Fabbrica Armi» di Gardone Val Trompia. «Laboratorio Precisione Esercito» di Roma. <<Sezione Staccata Laboratorio di Precisione» di Roma. «21 ° Stabilimento Trasmissione» di Roma.
M iB' I
:~·::~,:,~,1-:::~~r··~:~-=~:z~~=,:1=~.·-:;~::ia;:·- ~·-:mp~~c~~~---1·-;:l~P~~p~:~~~rifenmento a r t. 3
I
0
nut.:ria li Roma
Stabilimento militare Difesa NBC (9)
media poten,zialità
Stabilimento militare del munizio- 1Baiano di Spoleto I grande potenzialità namento terrestre (10) (20) con: (PG)
-
Sezione Staccata CO a (11)
e
Pirotecni• ICapua (CE)
(9) Si identifica con l'esistente
e
(10) Si identifica con l'esistente
e
piccola potenzia lità
attrezzature, mezzi ed equipaggia- a, b, c, d , e, f, g, menti per la p rotezione N.B .C.; h , i , I, m, n , mezzi ed attrezzature per la riO, p . levazione N.B.C. ; m ateriali p er la bonifica N.B .C.; materiali p er addestra mento, a ccessor i, attr cz. zature di controllo e riparazione, di conservazione e di bonifica, parti di ricambio per l 'arma· mento speciale e p er la bonifica K.B.C . m unizionamento per armi portati· b , c, d , e, f, g , h, li; art iglierie e m or tai; missili e i, 1, m, n , o, p razzi; bombe a mano; parti com ponenti, accessori e a ttrezzature p er la manutenzione e per la revisione cartucce per armi portatili, inne- , b, e, d, e, f, g , h, schi, relativi accessori ed arti· i, l, m, n, o, p ficì vari
Stabilimento Militare Materia.Ii NBC,. di Roma . Laboratorio Caricamento Proietti • di Baiano di Spoleto. (11) Si identifica con l'esistente e Pirotecnico 'Esercito• di Capua . {20) In corso di organizzazione da portare a termine entro il 31 dicembre 1979.
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segue 'I'ABEJ..U
DENOMINAZION'E
-
,
-
Dislocazione
Categoria
Sezione Staccata " Divisione j Fontana Liri Infe- I media potenzialità propellente • (12) (21) riore (FR)
I
Sezione Staccata " Divisione Torre Annunziata spolette • (13) (21) (NA)
Sezione Staccata e Divisione ripristini e recuperi • (14) (21)
I Noceto
(PR)
Ce1itro tec.ntoo militare armi e mu- I Roma nizioni '15) (20) con:
- Sezione Staccata Collaudi ed I Nettuno (Roma) Esperienze per l\<\rmamento (16) (21)
(12) Si identifica con l'esistente (13) Si identifica con l'esistente
media potenzialità
Materiali di competenza
A
Compiti specifici riferimento art. 3
propellenti, polveri . di lancio per b, e, d , e , f, g, h, artiglierie, mortai, armi portatii, l, m, n, o, p li, razzi, missili e relativi mate· riali accessori spolette di ogni t ipo per artiglie- b, c, d, e, f, g, h i , l, m, n , o, p rie, mortai, razzi e missili, bombe a mano, relativi accessori ed imballaggi
media potenzialità
mun izionamento di ogni tipo per c, d, e, f, h, i anni portatili, artiglierie, morl, m , n, p tai, razzi e missili
media potenzialità
anni portatili, artiglierie, conven- f, g, h , i, 1, m n, o, p zionali e relativo munizionamento, missili e razzi; esplosivi di lancio e di scoppio; artifici e spolette; apparecchiature ausiliane per sistemi d'arma; apparecchiature di controllo e di prova
media potenzialità
I
armi portatili." a rtiglierie, mortai, f, h, i, I, m, n muniz ionamento relativo; razzi o, p e m issili
PokerHicio Esercito» di Fontana Liri (Frosinon.-). Spolettificio Esercito• di Torre Annunziata (Xapoli). (.W). Si identif~'\ con l~eii.Uente "Laboratorio Caricamento P1·oìetti • di Noceto (Parm:i). OSl Jli nuo\:a ca:.ti.Uizionc. · 06) Si idcntifi..:a con 1 esistente • Centro Esperienze Artiglierie• di !\c•ttuno. l20) In cor1,o di organizza1:ionc da ponarc n termine entr0 il 31 d iccmbn.: 1979. . (21) Fin,:, al!.1 romrlt-h1 orpniu.uion,i dello Stabilimento principale e comunqu: 1wn o ltre il 31 diccrn'.>r..: 1979 con~cr\';i la d iretta ,Sipc·;,dçi,,.a d,llla l'.>irnione ,_raie AM.~l . e
e
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tri
segue:
DENOMINAZIONE
-
Dislocazione
Sezione Staccata Poligono Ciriè (TO) Ewerienze per l'Armamento
Cate~oria
piccola potenzialità
(1 ) (21)
Tecnico
NBC (19)
-
artiglierie, mortai e men to relativo
C-Ompiti sp eclfici riferimento art. 3
m uniziona- f, h, i, 1, m, n , o, p
...i:, UI
Centro Tecnico milltarc trasmls, Roma sioni (18) Centro
Materiali di competenza
T.uu:1.u A
militare
media potenzialità
difesa S, Lu cia di .Chita· media potenzialità vecchia
materiali delle t rasmissioni, rela- f , g, h , i, 1, m, tivi a cces5ori, a ttrezzature di riD, O, p parazione, parti di r ic:unbio mezzi, attrezzature ed equ ipaggia- f, g, h , i, 1, m , menti per la difesa NBC e rela · n, o, p t ivi accessori
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(17) Si identifica con l'esistente (18) Si identifica con l'esistente
e
e
Poligono di tiro • di Ciriè . Centro Tecnico Trasmissloni • di Roma.
(19) Si identifica con l'esistente e Centro Tecnico :N.B.C. • di R:m,a. (21) Fino alla compelta org;,.nizz.azionc dello Stab:limento prind pale e comunq·.1e non oltre il 31 dicembre 1979 conserva la diretta dipendenza dalla Direi.ione genera.le AM-\T.
TAJuJ.1.A
e
STABILJMESTI E ARSENALI DIPENDEtl:Tl DALLA DIREZlOSE GENERALE DELLA MOTORIZZAZIONE E DEI COMBUSTIBILI
Categoria
Dislocazione
DE~OMINAZIONE
Materiali di competenza
Compiti specifici riferimento art. 3
tl vi >o:,
I Stabilimento auto•,eicoli da l<a· 1Bo!og~ sporto (1)
Stabilimento veicoli da combatti- I Bologna mento (2) con:
-
Sezione staccat.1 stabilimento , Montecchio veicoli da combattimento (3) giore
Imedia potenziaEtà
media pote~\ità
M..'lg-1 piccola
potenzialit~
automotovcicoli, r imorchi, veicoli a, b, e, d, e, f , con equipaggiamenti speciali; g, h , i, I, m , n, dotazioni di bordo; attrezzature o, p comuni e sp~ciali per la manutenzione e le riparazioni; im· pian ti ed attrezzature mobili e fissi per i deposi ti carburanti e lubrificanti; m ezzi ed impianti per il trasporto, la conservazione, l 'erogazione e la distribuzione dei combust ibili liquidi carri a rmat i. semoventi, veicoli corazzati e blindati a ruote e a cingoli, veicoli speciali a cingolo, dotazioni di bordo; attrezzature comuni e speciali per la manutenzione e le r iparazioni a tutti i livelli dell'organizzazione logistica
idem c .s.
veicoli corazzati e blindati a ruo- a, b , e, d , e, te e a cingolo 1, n, p
1
(1) Si identifica con l'esistente • Officina Automobilistica Riparazion i Esercito • d i Bologna. (2) Si identifica con l'esistente e Offici n3. Ri paraz:oni Mezzi Corazzati • di Bologna. (3) Si identifica con l'esistente • Sezione Stacc3.ta Officina Ripa ruioni Mezzi Corauati • di Mon.tecchio Maggiore.
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segue TABELLA C
DENOMINAZIONE
Dislocazione
- Sezione staccata stabilimento I Piacenza veìcoli da combattimento (4)
Categoria
piccola potenzialità
Materiali di competenza
Compiti specifici riferimento art. 3
carri armati, semoventi, veicoli a, b , e , d , e, g, h, i, I, m, blindati e corazzati a ruote ed a cingoli o, p
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Stabilimento veicoli da combatti· I Nola m ento (5)
Centro tecnico motor izzazione (6) I Roma con:
media potenzialità
media potenzialità
carri armati, semoventi, veicoli blindati e corazzati a cingoli ed a ruote; veicoli corazzati speciali, attrezzature comuni e speciali per la manutenzione e le riparazioni
carri annati, semovent i, veicoli f, g, h, i, I, m corazzati e blindati a ruote ed n, o, p a cingoli, veicoli corazzati s_peciali; automotoveicoli; veicoll a ruota per impieghi speciali, carburanti, lubrificanti, pneumatici, batterie, materiali accessori; prodotti commerciali nel settore automobilistico; attrezzature ed app_arecchiature per impieghi speciali
{4) Pc-r rior@'3niu.azione in corso di attuazione dell'esistente « Officina Riparazion i Trattori Esercito • di Piacenza.
(~I Si idrntifi,a con l'ei,islcnte « Officin3 Riparazioni Mezzi Corazza ti • di .Kola. S i ldl'ntilica con l'"iìttente « Centro Stud i cd Es('C'rienu dt l'.a !'.fo1u ri1.1azinnc • di Roma.
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idem c.s.
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DENOMI?,.AZIONE
-
Di,locazione
Sezione staccata centro tecni- I Passo Corese co motorizzazione, Laboratorio e campo prove
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Categoria
piccola potenzialità
Materiali di competenza
TABl'LIA
C
Compili specifici riferimento art. 3
carri armati, scmo,·cnti, veicoli co- I 1, n, o razzati e blindat i a ruote ed a cingoli; veicoii corazzati specia· li; automotoveicoli; veicoli a ruota per impieghi speciali; parti componenti di tutti i veicoli : carburanti, lubrificanti e prodotti speciali
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(7) Si identifica con l'esistente • Sezione Staccata Centl'o Studi cd Esperienze della Motorizzazione» di Passo Corese (Roma).
TABEUA
E
STABILIMENTI E ARSENALI DIPENDENTI DAlLA DIREZIONE GENERALE DI COMMISSARIATO
DENOMINAZIONE
Dislocazione
Categoria
Materiali di competenza
Compit i specifici riferimento art. 3 t::,
Centro tecnico del Commissariato Torino militare (1) wn:
-
Sezione staccata centro tecni• Roma co del commissariato milita-
re
piccola potenzialità
Vi\'eri. foraggi, calzature, equlpa" g, h, i, 1, m, n, o giament i, vestiario, casermaggio_ combustibili solidi, materiali de1 servizi generali; imballaggi tessuti e relativi manufatti
piccola potenzialità
(2)
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F
STABILIMENTI E ARSENALI DIPENDENTI DALLA DIREZIONE GENERALE DEI SERVIZI GENERALI
DENOM!NAZIONE
Dislocazione
Categoria
Materiali di competenza
Compiti specifici riferimento art. 3
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Stabilimento grafico militare
Gaeta
piccola potenzialità
Tipografia e stampa
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TABELLA G
STABILIMENTI E ARSENALI DIPENDENTI DALLA DIREZIONE GENERALE DELLA SANITA' MILITARE
DENOMINAZIONE
Dislocazione
Stabilimento chimico farmaceutico I Firenze militare
Materiali di competenza
Categoria
media potenzialità
Compiti specifici riferimento art. 3
p:-odotti chimico-farmaceutici. spe-1 b, e, g, h, i, I. cialità farmaceu tiche, materiali m, n di
medicature, p lasma umano
liofilizzato, medicamenti liofiliz, zati, dotazioni sanitarie e vete· rinarie di mobilitazione
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DOCUMENTO
ORGANI ESECUTIVI TERRITORIALI DEL SERVIZIO DI SANITÀ ASSUNTI ALLE DIPENDENZE DALLA DIREZIONE GENERALE DI SANITÀ (1967)
(Circ. MD n. 0228/PD in data 24 gennaio 1967)
33
828
Segue Doc. 33
ALLEGATO
8
ENTI DIPENDENTI DA DIFESAN Centro Studi e Ricerche della Sanità Militare(+) - VIII C.M.T. Istituto Chimico Farmaceutico (Firenze)(+) - VII C.M.T. Collegio Medico-Legale (Roma) ( +) Ospedale Militare Principale di Torino - I C.M.T. Ospedale Militare Principale di Milano - I C.M.T. Ospedale Militare Principale di Verona - V C.M.T. Ospedale Militare Principale di Padova - V C.M.T. Ospedale Militare Principale di Bologna - VII C.M.T. Ospedale Militare Principale di Roma - VIII C.M.T. Ospedale Militare Principale di Napoli - X C.M.T. Ospedale Militare Principale di Palermo - XI C.M.T. Ospedale Principale Militare Marittimo di La Spezia - Maridipart di La Spezia Ospedale Principale Militare Marittimo di Taranto - Maridipart di Taranto Ospedale Militare di Genova - I C.M.T. Ospedale Militare di Brescia - V C.M.T. Ospedale Militare di Udine - V C.M.T. Ospedale Militare di Firenze - VII C.M.T. Ospedale Militare di Perugia - VIII C.M.T. Ospedale Militare di Cagliari - C.M. Sardegna Ospedale Militare di Bari - X C.M.T. Ospedale Militare di Catanzaro - X C.M.T. Ospedale Militare di Caserta - X C.M.T. Ospedale Militare di Messina - XI C.M.T. Ospedale Militare di Novara - T C.M.T. Ospedale Militare di Alessandria - I C.M.T. Ospedale Militare di Bolzano - V C.M.T. Ospedale Militare di Trieste - V C.M.T. Ospedale Militare di Piacenza - Vll C.M.T. Ospedale Militare di Livorno - VII C.M.T. Ospedale Militare di Chieti - VIII C.M.T. Ospedale Militare di Sassari - C.M. Sardegna Infermeria Presidiaria di Lecce - X C.M.T. Infermeria Presidiaria di Savigliano - I C.M.T. Ospedale Militare Specializzalo di Anzio(+) - VIII C.M.T. Stabilimento Balneo Termale di Acqui(+) - I C.M.T. Stabilimento Balneo Termale di Ischia(+) - X C.M.T. NOTA: IMPIEGO DEGLI ENTI SOPRAC/TA11 Il Direllore Generale della Sanità Militare: impiega direttamente gli Enti contrasse1,'llati con(+); si avvale dei Direttori di Sanità dei Comandi Militari territoriali di Regione e Comandi in Capo di dipartimento Militare Mariuimo per !"impiego dei rimanenti enti nel quadro del!' organizzaz ione sanitaria delle rispettive aree di giurisdizione. -
DOCUMENTO
PERSONALE E MATERIALI DEL SERVIZIO DI SANITÀ NELLA DIVISIONE DI FANTERIA (1956)
(Scuo1e di Applicazione d'Arma, Sinossi di Logistica, Voi. I, 1956)
34
830
Segue Doc. 34
PERSONALE E MATERIALI DEL SERVIZIO DI SANITÀ NELLA DIVISIONE FANTERIA Personale
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Materiali
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1
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Cp. mortai CAVALLERIA C.do rgt. o sqd. comando
1
Comando gr. sqd.
1
(2)
2
(1)
4
Sqd. blindato Sqd. autoportato Sqd. a.a.
(1) (1) (1)
2 2
Sqd. autob. Sqd. carri legg.
(1) (1)
ARTIGLIERIA da campagna C.do rgl. e R.C.R. e .do gr. e R.C.G. Btr.
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2
(3)
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1
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Controcarri C.do gr. e R.C.G. Btr. Contraerea legg. C.do gr. e R.C.G. Btr.
1
I
(1) (1)
I 1
NOTE
(I) Per i reparti privi in organico di portaferiti, questi ultimi potranno essere sostituiti da personale tratto dai disponibili a cura del comandante del reparto. (2) Due in tempo di guerra.
1
2
(3) Di cui un graduato. 4
1
2 2
I
- -Ogni comando rgt. ha in dotazione un cofano di sanità.
2
4 4
4
--T portaferiti hanno
in dotazione ognuno una borraccia di alluminio per portaferiti. E' prevista l'assegnazione di sacchi di medicazione (per 25 medicazioni) in misura pari a lla forza di ogni reparto. Pacchetto di medicazione. Cosituisce dotazione individuale e può essere adoperato in caso di reale necessità. Contiene, in un sacchetto impenneabile di guttaperca, e sterilizzato a 120°: - 2 faldine di coto-
831
Segue Doc. 34
Materiali
Personale
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GENTO pionieri Comando btg. cp. pionieri cp. parco camp.
Trasmissioni Comando btg. Cp. tr. per Comando D .f.
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NOTE
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ne di cm. lOxl l ricoperte da uno strato di mussola idrofila; - una fascia m . 6x0,08. ( l ) Per i reparti privi in organico di portaferiti, questi ultimi potranno essere sos tituiti da personale tratto dai disponibili a cura del comandante del reparto.
DOCUMENTO
35
PERSONALE E MATERIALI DEL SERVIZIO DI COMMISSARIATO NELLA DIVISIONE DI FANTERIA (1956)
(Scuole di Applicazione d'Anna, Sinossi di logistica, Voi. I , I 956)
834
Segue Doc. 35
PERSONALE E MATERIALI DEL SERVIZIO DI COMMISSARIATO NELLA D.f. (1956) Personale
Materiali
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FANTERIA C.do rgt. e cp. com. C.do btg. c cp. com. Cp. fucilieri Cp. a.a. Cp. mortai
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3
CAVALLERIA C.do rgt. e sqd. com. C.do gr. sqd. Sqd. blindato Sqd. autoportato Sqd. a.a. Sqd. autoblinda Sqd. carri leggeri
2 3 2 2 2
ARTIGLIERIA da campagna C.do rgl. e R.C.R. C.do gr. e R.C.G. Btr.
3 2 2
controcarri C.do gr. e R.C.G. Btr.
2 1
4
contraerei legg. C.do gr. e R.C.G. Btr.
2 2
7
2
4
GENTO pionieri C.do btg. e pl. com. Cp. pionieri Cp. parco campale trasmissioni e.do btg. e pi. com. Cp. per com. D. f.
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2
N.B. Nello specchio.sono stati riportati solo alcuni dati più salienti a scopo orientativo.
1 I
I
DOCUMENTO
TABELLA CORREDO DEL SOLDATO (1944)
(G.M. 1944, pp. 181-183)
36
<&ll•. olrcoJare u. 7• G. M. 18")
•
R. ESERCITO ITALIANO
(1) ................... ··:·················· ············· ············~··································:· ··············
(2) .................................... ·············· . .. ,............................ .
Tabella corredo del (3) ........................... ..................... ... :................ ..............,..................... '{i,glio di ...................................................,.............................. ................. .
Distretto di ·············-··············-········:__ ·--~-- ( ............ ) clas!]e ............ . Numero di matrtoola ..............,...,.....-
(1) Corpo, stabilimento o istituto milita.re. (2) Compagnia, squadrone o batteria. (3) Grado, c888to e nome.
AVVERTENZE
La Tabella corredo è compilata in duplice esemplare di cui uno è custodito dal Reparto e J'altro viene la.soia-te in personale consegna al militare interessato.· Il suo smarrimento ed alterazione, quando non rivee~no carattere di reato. dàn.no luogo a punizione dittoiplinare. I singoli oggetti distribuiti o rinnovati sono annota.ti ad inchiostro con altrettante registrazioni anche se distribuiti oontemporo.nea.meute ed in numero multiplo.
Le dUJ'e.te sono indica.te per i singoli oggetti usati da truppe in normale situazione di accantonamento, addestramento o servizio. In diversa. situazione, s~ determinazione del Comandante di Corpo o Reparto Autonomo, le stesse dura.te potranno quindi essere opportuna.mente ridotte. Le varie dura.te, in relazione allo stato d'uso sono:
OGGETTO NUOVO: durata intera 3 » OTTINO: /c della durata intera » BUONO: ½ della durata intera » M1i;DIOCRE: ¼ della durata intera
Data
, DENOMINAZIONE
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DEGLI OGGETTI
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Copricapo (berretto a 1 busta. o cappeHo a.lpil 12 ................. .... , .... ..... .. no o fez.da bers.} (a) . .. -·----·-· Cravat,ta. a maglia { 1 12
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Giubba
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Fa.Ree gambiere o gam- { balì (a)
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Soprabito (cappc,tto o { pastrano o mant,ttl1.)
24
Pontaloni
di tela
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Guanti di lana
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Asciugat.ui
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Involucro logistico (sa.eco per armi a. piedi, alpino, s a<.'CO bran-
Sb(lCO
da. per a.ut., sa.ooo per
vest. à b iada, b01·sa dl teln. lmp. per corredo, valigia di tela ca.no.pa In•· ... per;DW!lbJJ~1__(1t.)
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piedi, borea tattica per sacco alpino, borsa a zaino per t.ntppe celeri) (a) ..
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Scarponi da montagna { l
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DOCUMENTO. 37
EVOLUZIONE DELLE SERTE VESTIARIO EQUIPAGGIAMENTO INDIVIDUALI ORDINARIE ( 1944-1979)
(AUSSME, Rep. M/7, Racc. 819)
AN NO / N T I p
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Asciugatoi Berretti a busta Berretti baschi Berrettini verde o I i va Borraccia Borsa da pu I i zia Borsa con accessori per cucire Borsa valigia .Ca I ze di cotone } Calze di lana Camicie Canottiere Cappotto di panno Cavi g I i ere Colte I lo a serramanico Coperte da campo Corpetto di lana kaki Cucchiaio di a 11 umi n id Divisa tessuto pettinato mod.71 Fascia ventriera Fazzoletti Fodera da capezzale Fodera da pagliericcio Forchetta di a I I umi n i o Gavetta di a I I umi n i o
1944
1956
1958
1966
1969
1
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-
5
4 2 1 1 1 2 1
1
1
1 2 1
1
2 2
2
1
2
-
1
-
-
1
2
6
1
2
-
2
2
1979
1
1
-
1 2
1
-
1 2
1 1
-
1
2 1 1 (2)
-
-
-
-
3
4
4
6
1 (1
-
-
-
1
1 1
1 1
1 ( 2)
-
1
1
1 (3)
Giubbetto o giubba di panno Giubbetto o giubba di tela Guanti di lana (paia) lmpermeabi le da libera uscita Involucro logistico (7) lnvol~cro tattico (8) Mag I ie di lana Mag I ione kak i co I I o rovesciato Materassino pneumatico Mutande (paia) Pantaloncini corti (paia) Pantaloncini lunghi panno (paia) Pantaloni lunghi tela (paia) Pettine con custodia Pezzuole da piedi (paia) Piastrino di riconoscimento Sacchetto per biancheria da lava re Scarpe basse al cromo nero (paia) Scarpe o scarpette da ginnast.(paia) SI i p (paia)
1
2
3
4
1 1 1
1
2
2
1 1
-
2
1 1
3
-
-
-
-
-
-
-
-
2
2
2
2 1 1 1
1
-
1
-
1
-
-
2 1 2 2
-
-
2 1 1 1
-
1
1 1 (12)
-
-
2 (4) 1 1 2 (5) 1
2
-
1
1
3
3
2 1 1
1 2 2 1
-
-
-
-
1 1 1
',,-
1
-
-
2
-
1 -
6
5
-
1 1 1
-
1
-
-
(6)
2 1 1 ( 11)
4
Spazzole per calzature Spazzole per abiti Spazzolino da denti Stivaletti Stiva I etti al cromo nero Stivaletti al vegetale Stivaletti anfibio gamba~etto alto Tazza alluminio Telo tenda Tuta da combattimento Tessera di riconoscimento Uniforme da combattimento Zainetto da combattimento Zaino a sacco
1
2
3
4
5
6
-
-
2 1
2 1
-
-
2 1 1
2 1
-
1
-
-
-
-
-
-
-
1 1
1 1
2
-
1 1 1
-
-
1 1
l l
1
1
-
-
1 1 1 1 1
1 1 1 1 1
1 1
1 1
-
1( 10)
1 1 1
2 1 1
845
Segue Doc. 37
NOTE
Distribuite in alternativa. Di acciaio inox. A tre elementi. Maglie lana cotone melange. Mutande lunghe lana cotone, in precedenza erano corte di tela. Pantaloni lunghi gabardine kak.i. Con tale termine si intende, a seconda delle Armi e specialità: sacco per armi a piedi, o sacco alpino, o sacco branda per automobilisti, o sacco per vestiario e biada, o borsa di tela impermeabile per corredo, o valigia di tela canapa impermeabile. (8) Con tale termine si intende, a seconda delle Armi e specialità: borsa tattica per anni a piedi, o borsa tattica per sacco alpino, o borsa a zaino per truppe celeri. (9) Maglia canottiera cotone verde oliva. (10) Stivaletti neri di servizio. ( 11) Di nuovo tipo: in tela e gomma, plantare e lastico incorporato, colore verde oliva. ( 12) Con termofodera. Sostituisce anche il cappotto di panno in uso dal 1944. (1)
(2) (3) (4) (5) (6) (7)
DOCUMENTO
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE DEL GENIO (1946)
38
- 33 -
ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE DELL'ARMA D (Circ. SME n. 4227/0rd/ll in data 21 settenbre
e
M
T
Direz. lavori G.M.
Sz.stél!; Uf .stra I CP. CIO lavori cata pre-giust. CLG lavori GM
TO
GE
10
2°
30 Ml
BZ li)
40 50
1
1
l
(Tipo A)
(AL)
(Tipo B)
1
2 (CN e
1
(Tioo B)
IM)
(Tioo B)
1
(Tipo B)
(BS)
(Tipo C)
1
1
(Tino B)
(VR)
1 (Tioo C)
2
1
(Tipo A) 60 BO
FI
1
(Tioo B) 70 go
(PO e TV)
2 (PC e
......, ,
100
NA PA
1
(Tiao B)
(li)
(Tioo C)
1
3
2 (Tipo A e C) 1
(Tipo B)
-
1
l
(Tipo A) 110
(Tioo C)
1
(Tipo A) (fç,CH sottodirez.a Cagli ari) e SS) BARI
(Tipo A)
1
1
1 (Tipo B)
1 (GE)
(Ti:po C)
1 (Ml)
1
(BZ)
(Tipo B)
3
1
(MS,
(Tipo B)
Cl e CT)
PMS
(2) Alleate
1
1
TO
(Monca I ieri)
1
1 (Ml) 1
1 1 (LO)
(li))
1 1 (BO)
1 ( FI)
(BO)
1
1 (BA)
I+
(BA) 1 (NA)
1 (PA)
1
(NA) 1
(PA)
D
1 ru:::lei
1
-
Tipo C 1 Tipo B
1 (BO)
-
(RO) 1
Tipo
I TiJX> C
(FI) 1
1
-
(BZ)
1
(CZ)
CP
(GE)
l
RCJilA
9°
(TO)
1
1
1
1
Uf.e NUCLEI l9.m.requisi2 !Autorità
(1)
CP ARTIERI
-
-
2 nuclei 1 Tipo C
I+
r+
2 Nuclei
l2Tipo A e C 6 Nuclei 1 Tipo B
I+
ft 3 Nuclei l3(TipoB,D,C)
r+ 3 Nuclei
14( 1 Tipo B, 12C, lD) + 2 Nuclei
12(Tipo A·-e C 5 Nuclei 12 (Tipo D)
I+
ft
2 Nuclei
= =~·=-=-=-•"=====a1====--~e~-- =-=-= b:--==-~b:==-• 119 uffici TOTALE
11
._________ L-----------
17 12 10 11 2 28 nuclei --------~=a~~-~---- ---- - __;.~====- - =====--====~~-..===-=== -- -
EL GENIO NEL SETTEMBRE 1946 1946 - AUSSME, REP. M/7, RACC. 819) Stabi I-i Uf. staccato menti lavori G.M.
Dp. 1Mt.
(i .M.
G.M.
-
-
-
-
1 (SV)
-
-
-
i' I
(22'0
I
Centro Colaabier,
-
I
1
d; di Pavia)
l 1 (TN)
-
1 (BL)
-
2 (Pizzighettone e Camnago di Le_ntate )
1
-
~
o
T
E
(1) Prima del lugli-o 1946 erano denominate "Coq::>ag"I i e serv I z: 1 gie111,io<!
(2)0rgani soppressi all'inizio del 1951
-
(Peschiera)
-
-
1 (PR)
1 (SP)
1
1 (AC) cjj
(21°
1
Roma
Roo,a)
2 (LENTA)
1 (RC)
1 (TP) : e:- ---- - - --:.: ·- - = = = == ======= x l:= :::::::::==
1 - - - ---- -- ------------ L..--------- -----_,z: ====----------- _______ . . ~ ==i::-·= ============= 10
2
3
DOCUMENTO
39
CARATTERISTICHE DELLE AUTOVETTURE E AUTOCARRI COMUNI ITALIANI E ALLEATI IN DOTAZIONE FINO AGLI ANNI 60 E VALORI DELLA GIO.CEL
CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELLA NUOVA GENERAZIONE DI AUTOVETTURE E AUTOCARRI COMUNI ITALIANI DEL 19S0-1952 TIPO
Alimentazione
Cilindrata (eme')
AutonoConsumo Potenza mia (km) 2/100 (HP) con fustikm m nserva
Carico (9) (*) utile
V (km/h)
Eventuali caratteristiche per marcia fuori strada
8
9
2
3
4·
5
6
7
benzina
1884
65
370
15
3,3 + 5 P.R.
103
Marce ridotte. Differenziale bloccabile Possibilità 4 ruote motrici. Pneumatici Artiglio.
Fiat. AR/51 4x4 (campagnola)
id.
1901
48
470
16,6
id.
100
id.
ACL OM CU51 (4x4) OM CU52 (4x4)
id. id.
2545
54
440
25
18 + 15 P.R.
id.
56
id.
id.
10 + 15 P.R.
7i 85
id. id. (con verricello).
Lancia CU51 (4x4)
id.
2535
58
470
id.
18 + 15 P.R.
74
id. (senza verricello).
ACM Fiat CM/50 (4x4)
gasolio
6032
65
620
24,5
30 + 30 P.R.
60
Fiat CM/52 (4x4)
id.
6650
92
625
23
30 + 30 P.R.
59
Bianchi Miles (4x2) Bianchi Audax (4x2) Bianchi CM/51 (4x4) OM Taurus (4x2)
id. id. id. id.
4849 5320 5320 5320
65 84 80 67
480 440 560 280
23 25 25 23
30 + 65 P.R. 37 + 65 P.R. 30 + 30 P.R. 30 + 65 P.R.
60 60 60 60
Differenziale bloccabile. Possibilità 4 ruote motrici. Pneumatici "Artiglio". Marce ridotte. Differenziale bloccabile. Possibilità 4 ruote motrici. Pneumatici "Artiglio". Solo marce ridotte. Pneumatici battistr. normale. id. Come Fiat CM/52. NN
id.
8245
122
750
32
57 + 120 P.R
53
Solo marce ridotte. Pneumatici normali.
1 AR Alfa Romeo 95 VAR/51 4x4 (Malta)
ACP
Lancia CP 48 (4x2)
(Pub. SME n. 5081 Armi e mezzi in dotazione all'Esercito - Ed. 1955, Parte VII) (*) P.R. = peso rimorchiabile
00 Vl ~
~
I,.,
~
Doc. 39/c
855
VALORI DELLA GIO. CEL. (1956)
CARBURANTI E LUBRIFICANTI DA ACCANTONARSI PRESSO I REPARTI (Circ. 1300/1856751 e Circ. 2340/18524335 rispettivamente in data 30 marw e 4 giugno 1956 del M.D.E. - Stato Maggiore - Uf Servizi Sez. Motorizzazione) La dotazione c. e I. di la linea che deve essere accantonata presso ciascun reparto è ragguagliata al pieno serbatoio ed a 2 giornate carburanti e lubrificanti (2 gio. cel.) per ogni automezzo previsto dalle "tabe])e organiche dei Comandi, Reparti e servizi". La gio. cel. è costituita da: - 4% in peso dei carburanti per i veicoli da trasporto, di cui: * 3,3% di olio motori; * 0,50% di olio cambi; * 0,20% di grassi; - 7% in peso dei carburanti per i veicoli da combattimento di cui: * 5% di olio motori; * 0,50% di olio cambi; * 1,50% di grassi;
Valori della « Giornata Carburanti e Lubrificanti» (Gio. cel) per i veicoli in dotazione all'Esercito TIPO DEL VEICOLO
Carb.
Veieoli da tr1111porto Motocicli . . . • . . Motocarri • . • . . . Autovetture 4 X 2 e derivati Autovetture da ricognizione • Autocarri leggeri 4 X 2 e derivati Autocarri leggeri 4 X 4 e derivati Autocarri medi 4 X 2 e derivati • Autocarri medi 4 X 4 e derivati • Autocarri pesanti 4 X 2 e derivati • Trattori leggeri 4 X 4 . . . . . . . Trattori leggeri a cingoli . ·. . . . Trattori medi 4 X 4, • • • • • • • Trattori pesanti (4 X 4, e 6 X 6) e derivati •
3 5
7
10 13 15 14 14 18 20
10 25
35
Veieoli da com.battimento Autop.rotetti • Autoblindo • . Semicingolati . Semoventi • M 7
M 10 M 18 M 36
Carri Carro Carri Carro Carro Carro
armati leggeri M3Al - M5Al . armato leggero M24 • • • • • armati medi Sherman e derivati armato medio M26 armato medio M47 recupero T74
15 25 35
250 100 200 250 100 150 200 250
350 300
INDICE DEI NOMI DI PERSONA
Alì, U. (gen.) 76 (nt. 7) Amoretti, G. N. 258 (nt. 5) . Antonello e Orlandi (ditta) 469 Balanzino, G. (magg. gen.) 610 (nt. 30) Baldini, G. (gen.) 640 (nt. 62) Basile, P. (magg. gen.) 468 Bassecpurt (col.) 649 Bastico, E. (gen.) 680 Belluzzi, D. (col.) 302 e nt. 41,321 (nt. 35) Belluzzo, G. (sen.) 158 e nt. 8 Bertini, E. (col.) 658, 659 (nt. 13) Bertone, C. (magg. gen.) 248 e nt. 30 Bini (ditta) 469 Bocchia, G. 108 (nt. 15) Bollati, A. (gen;) 654 e nt. 9, 655 Bordoni, G. 525 (nt. 20), 560 (nt. 53) Botti, F. 157 (nt. 6), 275 (nt. 19), 649 (nt. 3), 651 (nt. 5), 656 (nt. 12), 660 (nt. 14), 674 e nt. 23 Bovio, O. (gen.) 221 (nt. 14) Braudel, F. 678 e nt. 24 Bregante, A. 292 (nt. 35) Browning (gen .) l53 Bucalossi, M. 525 (nt. 18) Caccavella (cap.) 328 Cadoma, Raffaele (gen.) 152, 153, 154, 155, 159, 184, 258 e nt. 5, 263 (nt. 8), 265, 283, 285 e nt. 28, 286, 287 (nt. 30), 302, 303 (nt. 43), 342, 370, 372, 373, 382 (nt. 1), 451 (nt. 8), 452 (nt. 11), 512 e nt. 2, 515 e nt. 6, 528 e nt. 21, 534, 578 (nt. 62), 626 (nt. 41) Cagnoli, S. 537 (nt. 32) Cappa, A. 655 (nt. 11) Cappelli, E. (gen.) 210 (nt. 3) Cappelli, M. (gen. med.) 391 (nt. 12), 392, 397 e nt. 16 e 17 Cappellini, C. (gen) 442 e nt. 31,443 Cappellini (magg.) 446 Caporaso, V. (gen.) 350 (nt. 20), 353,354 (nt. 23), 370 (nt. 29), 371 Carlini, P. (gen.) 221 (nt. 14), 298 (nt. 38), 318 (nt. 51), 630 (nt. 47) Cassata (cap.) 328 Cavalli, G. (gen.) 680 Caviglia, E. (mar.) 655 e nt. 1 I Cellentani, E. (gen.) 108 (nt. l 5), I 30 (nt. 28) Cesare 645 Chatrian, L. (gen.) 255, 259, 260 Churchill, W. 562 Cincinnati, V. 76 (nt. 7)
858
La logistica dell'esercito - VoJ. /V
Clausewitz, K. (gen.) 160,645,647, 652,654,655,662,663,674,677, 678,679 Comanducci, A. 630 (nt. 47) Corsini, G. 561 (nt. 54) Croce, B. 664 e nt. 16, 665, 678 e nt. 25, 679 Dalla Chiesa, R. 210 (nt. I), 217 (nt. 9) Dall'Ora, F . (gen.) 638 Del Giudice, V. 431 (nt. 54) Del Panta, E. (gen.) 432 De Paoli, G . 525 (nt. 19) De Santis, C. (gen. med.) 388 (nt. 9), 396 (nt. 15), 413 (nt. 38), 414 (nt. 39) De Zugni, U. (col.) 379 Di Cerbo, N. 469 (nt. 28) Di Marzo, M . R. 221 (nt. 14) Dodoli, N. (gen.) 108 (nt. 15), 130 (nt. 28) Donati, G. (gen.) 217 (nt. 9), 219 (nt. 11) Doni, E. 45 l (nt. 7), 474 (nt. 31), 478 (nt. 35), 480 (nt. 37) Douhet, G. (gen.) 662, 674 Einaudi, L. (sen.) 420 Fabi, M. 628 (nt. 42), 629 (nt. 46) Facchinetti, C. (Ministro) 223 Fantini-(col.) 281 Ferraci, G. 410 (nt. 31) Forlenza, L. (magg.) 59 e nt. 30, 124 e nt. 25 Frezza, A. 421 (nt. 44), 425 (nt. 48) Frosi, M . (col.) 221 (nt. 14) Galuppini, G . (amm .) 167 (nt. 23) Gamba, S. 151 Gasparotto (on.) 157 Gelich, F. 155 e nt. 5, 157 Giorgerini, G. 562 (nt. 56) Gregorio, C . (magg.) 667, 668 (nt. 20) Guadalupi, M. (on.) 211 (nt. 4) Guerri, R. 431 (nt. 54) Guicciardini, F. 663, 680 Ilari, V.157(nt.6), 159(nt.10),201,210ent.2,218(nt. 10),221 (nt. 14), 223 (nt. 17), 336 e nt. 11 Jean, C . (geo.) 150 (nt. 3(, 152, 158 (nt. 8), 159 (nt. 8), 159 (nt. 9 e 11 ), 161 (nt. 15), 193, 194 (nt. 33), 200 (nt. 36), 201,202 e nt. 36,205,206 (nt.39), 217 (nt. 8), 221 (nt. 14), 236 (nt. 23), 635 (nt. 36), 652 (nt. 8) Jomini, A. M. 645 e nt. 1,646 (nt. I), 649,651 (nt. 4), 653,662 Kennedy, J. F . 161 (nt. 14) Lagorio, L. (Ministro) 293,317 (nt. 49),394 (nt. 14) Latilla, D. (col.) 572 (Ìlt. 61), 590 (nt. 9), 606 e nt. 27, 615 (nl. 32), 632 (nt. 53), 633 (nt. 54 e 55) Le Roy Ladurie, 671
Indice dei nomi di persona
e
859
Lisai, T. (gen.) 413 nt. 38,414 (nt. 39) Liuzzi, Giorgio (gen.) 127, 12,8 , 130, 133 Liuzzi, Guido (gen.) 195, 269, 276, 681 Loi, S . (gen.) 108 (nt. 15) Longhena (on.) 421 Lupoli, A. 640 (nt. 62) Macrl, G . 221 (nt. 14) Mahan, A. T . 662,674 Mancinelli, G . (gen.) 673 e nt. 22 Marazzi, F. (gen.) 680 Marcatili, L. 561 (nt. 54) Marcheggiano, A. (geo.) 428 (nt. 50), 429 (nt. 51) Marra, A . 143 (nt. 35) Marselli, N. (gen.) 160 e nt. 12, 665 e nt 18, 679, 680 e nt. 27 Marshall, G. (gen.) 223 Martinotti, G. (537 (nt. 32) Mattioli (dott.) 420 Maugeri, F. (amm.) 157, 158 (nt. 7) Mauthe, A. (gen.) 583 (nt. 1), 630 (nt. 47) Mazza, A. 329 (nl. 1), 373 (nt. 32), 488 (nt. 44), 548 (nt. 45), 631 (nt. 50) Melorio, E. (gen. med.) 393 (nt. 13), 410 (nt. 32) Menghini, A. (dott.) 334 (nt. 10), 338 (nt. 12), 340 (nt. 14), 372 e nt. 31 Mingiardi , A. (col.) 443 ent. 4 Moizo (prof.) 211 Montecuccoli, R. 680 Montiglio, P. (gen.) 557 (nt. 52) Morino, O . 297 (nt. 37), 606 (nt. 28) Musilli, C. 387 (nt. 8) Mussolini, B. 160, 672 e nt. 21 Napoleone I 645, 649, 650, 651, 653, 676, 682 Nones, M. 635 (nt. 56) Noti, L. 152, 221, 223 (nt. 16), 255 (nt. l), 259 (nt. 6), 287 (nt. 31 e 32) Orlando, T . (gen.) 157 Orsini, M . 413 (nt. 38), 414 (nt. 39) Otti, F. 621 (nt. 37) Paci, M. 475 (nt. 32) Paladini (prof.) 21 O Pallieri, G. (ten. col.) 249 ent. 31, 252 Palma (gen. med.) 421 Parolin, G . 557 (nt. 52) Perrelli, E. 451 (nt. 7), 480 (nt. 37) Pesce, G. (gen.) 160 (nt. 13) Pierini, M . 630 (nt. 47) Pietrangeli, M. 410 (nt. 31) Piovano, G. (gen.) 221 (nt. 14), 317 (nt. 50) Pisanelli, M . (magg.) 501 (nt. 58) Poli, L. (gen.) 108 (nt. 15), 391 (nt. 12)
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La logistica dell'esercito - Voi. IV
Porcino, R. 130 (nt. 29) Porta {amm.) 253 Possony, S. H. 652 ent. 7 Predieri (prof.) 210 Pulcinelli, M. 397 (nt. 16) Puddu, F. M. 660 (nt. 15) Puysegur (marchese di) 646 .Quagliarella, E. {magg.) 561, 562 Quarto, A. (ten. gen.) 442 ent. 2, 443, 444 e nt. 5 Rambaldi, E. (gen.) 123 (nt. 23) Ristori, M. (gen.) 151,216 (nt. 7), 217 {nt. 9), 219 {nt. 12), 376 (nt. a4) Rommel, E. (gen.) 673 Ronco {gen.) 184 Ruotolo {ten.) 445, 446 Sa1zano (ten.) 445 Santoni, A. (prof.) 562 (nt. 56) Sarca, G. 431 {nt. 54) Sciarretta, I. {gen.) 149 e nt. 1, 151, 200 {nt. 36), 329 (nt. 1), 373 (nt. 32), 488 (nt. 44), 548 (nt. 45), 631 {nt. 50) Schietroma, D. (on.) 210 (nt. 1) Schwarzenber, C. 336 e nt. 11 Silvestri, A. 431 (nt. 54) Spano, A. (gen.) 638, 639 e nt. 61 Spigo, U. (gen.) 161 (nt. 14) Spingardi, P. {gen.) 441 Stefani, F. {gen.) 107, 108, 194 (nt. 35), 261 (nt. 7), 456 (nt. 13), 598 {nt. 22) Stornelli, R. (gen. med.) 397 (nt. 16), 401 (nt. 21) Sudano, V. 630 (nt. 47), 640 (nt. 62 e 63) Suglia, G. (col.) 379 Terrone, A. 480 (nt. 37) Tremelloni, R. (Ministro) 193 Trezzani, C. (gen.) 221 Trinchieri, L. (gen.) 221 (nt. 14), 230,231 (nt. 18) Turchetto, A.371 (nt. 30) Vagnoni, S. 151 Valentini, A. P. 221 (nt. 14) Valletta (prof.) 635 Valori, D. 157 Valori, F. 210 (nt. 1) Van Creveld, M. 680 Ventura, M. {ten. col.) 281, 282, 283 Vescovini, E. 525 {nt. 20) Viselli, M. 629 {nt. 46) Von Schlieffen, A. (gen.) 650 (nt. 4), 651 (nt. 4) Zanotti Bianco, V. {prof.) 420 Zavattaro Ardizzi, P. (gen.) 21 O (nt. l), 217 (nt. 9), 222 (nt. 15)
INDICE GENERALE
PARTE PRIMA TRA IL VECCHIO E IL NUOVO: DOTTRINE, ORDINAMENTI E ORGANIZZAZIONE LOGISTICA DELL'ETÀ NUCLEARE CAPITOLO IX - LA PRIMA REGOLAMENTAZIONE LOGISTICA DEL DOPOGUERRA (1949-1955). ... ....... 1. Caratteri salienti del periodo - 2. I Servizi logistici nel battaglione di fanteria inglese ( 1944) - 3. La prima variante dottrinale del dopoguerra (Circ. SME 6000/Serv. - 1949) - 4. Le nuove voci logistiche nel Nomenclatore del 1951 (Pub. n. 4891) - 5. La prima e fondamentale regolamentazione organica del dopoguerra (Pub. SME n. 6300 s.d. - Ed. 1955) - 6. Cenni sugli aspetti logistici degli ordinamenti delle G.U. nell'immediato dopoguerra (19451955) - 7. Conclusione: aspetti positivi e ruolo della Pub. 6300. Limiti degli ordinamenti. CAPITOLO X - VERSO LA LOGISTICA PER FUNZIONI: L'EVOLUZIONE DELLA DOTTRINA LOGISTICA DAL 1956 AL 1981.................................... ....... 1. Generalità - 2. nuove logistiche del Nomenclatore 1956 - 3. La dottrina logistica in ambiente nucleare (Pub. SME n. 630 - 1957) - 4. Gli adeguamenti e completamenti della dottrina logistica nel 1959 - 5. La nuova regolamentazione sulle dotazioni e procedure per il rifornimento munizioni (Pub. SME n. 5369 - 1958) - 6. Le nuove voci logistiche nel Nomenclatore 1962 - 7. Gli accenni alla logistica nella Circ. SME n. 10200/221.82 del 1963 - 8. La Circ. SME n. 10230/222.20 del 1964 - 9. La Circ. SME n. 10240/222.20 del 1965 - 10. La parte logistica nelle nuove pubblicazione della serie 700 sull'impiego dei gruppi tattici al livello di battaglione (1968) - 11. Le voci logistiche nel Nomenclatore 1969 - 12. La Pub. SME n. 5369 - 2" Edizione 1971 - 13. Riflessi sulla dottrina logistica della ri struttura zione del 1975; la Circ. SME n. 2077/l 6350 del 1977 - 14. Il modello logistico degli anni 80 (Pub. SME n. 900 - Vol. III - Ed. 1981) - 15. Aspetti logistici degli ordinamenti delle G.U. elementari dal 1956 al 1981.
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CAPITOLO XI - RISVOLTI LOGISTICO - AMMINISTRATIVI DELLA EVOLUZIONE DEL MINISTERO DELLA GUERRA E DEGLI STATI MAGGIORI ( 19441981) .. .. .............................................................. ....... .... I. Premessa - 2. Cenni bibliografici - 3. Ministern e Stati Maggiori nell'immediato dopoguerra: cenni sul dibattito, sugli orientamenti emersi e sui riflessi logistici - 4. Dal Ministero della guerra ( 1940-1943) al Ministern della difesa (1947): i problemi non cambiano - 5. La riforma del Ministero della difesa nel 1965 e le sue ricadute logistiche - 6. L'involuzione del ruolo del Capo di Stato Maggiore Generale - 7. Lo Stato Maggiore Esercito - 8. La figura del Segretario generale - direttore nazionale degli armamenti.
CAPITOLO XII - L'AMMINISTRAZIONE CENTRALE DELLA DIFESA: ORGANISMI CONSULTIVI E PREPOSTI ALL'AREA TECNICO-INDUSTRIALE, VERTICI LOGISTICI, CORPO TECNICO (1944-l981)....... 1. Premessa - 2. Gli organi consultivi (consiglio supremo di difesa, consiglio superiore delle forze annate, comitato dei Capi di SM) - 3. Gli organismi preposti alla ricerca, sviluppo a acquisizione dei mezzi c materiali - 4. La riorganizzazione dei vertici dei Servizi logistici - 5. La riorganizzazione dei servizi tecnici e la costituzione del corpo tecnico - 6. Conclusione.
CAPITOLO XIII - LINEAMENTI GENERALI DELL'ORGANIZZAZIONE LOGISTICA TERRITORIALE E DI PACE (1945-1981)...................... .............. 1. Gli studi e proposte dello Stato Maggiore e del generale Chatrian (1944-1947)- 2. La riorganizzazione territoriale: fisionomia logistico-amministrativa dei Comandi periferici territoriali - 3. La costituzione della Intendenza di armata/scacchiere (1949-1953) - 4. Le principali tappe evolutive dell'organizzazione logistica di pace: vecchi e nuovi limiti. - 5. Il rinnovamento e l'unificazione delle procedure per la gestione, il rifornimento e il mantenimento dei materiali - 6. Gli stabilimenti e i centri studi ed esperienze militari: un caso esemplare - 7. L'organizzazione dei Servi zi di caserma del reggimento (1946).
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PARTE SECONDA ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE E DI PACE DEI SINGOLI SERVIZI LOGISTICI (1944-1981) CAPITOLO XIV - SERVIZIO DI AMMINISTRAZIONE 1. Premessa - 2. Evoluzione della regolamentazione amministrativa e contabile - 2. Evoluzione degli organi centrali e del vertice del Servizio/corpo - 4. Evoluzione dell'organizzazione periferica: le direzioni di amministrazione - 5. I Quadri in servizio permanente del corpo - 6. Reclutamento e formazione dei Quadri. CAPITOLO XV - SERVIZI DI SANITA' E VETERINARIO............................................... .. ......................... l. Servizio di sanità (Evoluzione degli organi centrali e periferici; il nuovo ruolo della sanità militare nella protezione civile; La formazione dei Quadri e l'organizzazione scolastica;- i+personale del Servizio/corpo di sanità; Evoluzione dei materiali e dei mezzi di trasporto) - 3. Evoluzione della Croce Rossa Italiana (Dipendenza e compiti dell'Associazione; Struttura organizzativa centrale e periferica; personale; Cenni sulla attività dell'Associazione; Cenni sulle Convenzioni di Ginevra del 1949 e sui "Protocolli aggiuntivi" del 1977) - 4. Servizio veterinario (Evoluzione.degli organi centrali e periferici; Personale,formazione dei Quadri e organizzazione scolastica; Cenni sui materiali). CAPITOLO XVI - SERVIZI DI COMMISSARIATO.... I. Compiti generali e problemi - 2. Evoluzione del vertice del Servizio/corpo - 3. Gli organi direttivi periferici 4. Evoluzione degli organi esecutivi - 5. I Quadri in servizio permanente nel dopoguerra - 6. Reclutamento e formazione dei Quadri e del personale dei Servizi logistici 7. Cenni sui nuovi mezzi mobili campali e sui materiali 8. Vettovagliamento - 9 Vestiario - equipaggiamento 10. Casermaggio. CAPITOLO XVII - SERVIZI TRASPORTI E MATERIALI: MATERIALI D ' ARMAMENTO, NBC, GENIO, TRASMISSIONI E TRASPORTI... .... ............................ 1. Premessa - 2. Servizio armi, munizioni e materiale NBC (Evoluzione degli Organi Centrali; Organizzazione direttiva periferica e organi esecutivi; Cenni sulla gestione tecnico-amministrativa e sul mantenimento dei
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materiali; Cenni integrativi sull'organizzazione del Servizio ABC/NBC) - 3. Servizio materiali del genio (Cenni sul nuovo ruolo dell'Arma; Evoluzione degli organi centrali; Organi direttivi periferici; Evoluzione degli organi esecutivi territoriali e de11e unità operative fino al 1951; Evoluzione degli organi esecutivi territoriale e delle unità operative dal 1952 al 1970; I nuovi orientamenti del 1971 e le ricadute della ristrutturazione del 1975; Cenni sui materiali; Cenni su11a gestione amministrativa e sul mantenimento e rifornimento dei materiali) - 4. Servizio del1e trasmissioni (Evoluzione del vertice; Organi diretti vi periferici e organi esecutivi; Cenni sui materiali) 5. Servizio trasporti (Regolamentazione sui grandi trasporti ferroviari e marittimi ; Regolamentazione sui trasporti per via ordinaria; Organi direttivi periferici e organi esecutivi). CAPITOLO XVIII - SERVIZIO TRASPORTI E MATERIALI: MOTORIZZAZIONE....... ........ ..... .................... 1. L'evoluzione degli organi centrali: datl-2-tspetterato Generale della motorizzazione al Comando dei Servizi Trasporti e Materiali - 2 Organi direttivi periferici: direzioni della motorizzazione, Capi Servizio della Motorizzazione, ufficiali addetti agli automezzi - 3. Organi esecutivi centrali e periferici - 4. Norme tecniche per la manutenzione e riparazione - 5. Evoluzione organica di Quadri in servizio permanente del corpo/Servizio automobilistico e del Servizio tecnico - 6 . La formazione dei Quadri e gli Enti scolastici - 7. Cenni sul materiale automobilistico.
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CAPITOLO XIX - AMMAESTRAMENTI E RTSULT ATI DI 150 ANNI DI LOGISTICA: DALLA STORIA DELLA LOGISTICA ALLA LOGISTICA DELLA STORIA ............................................... ................................ .
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Allegati ...................................................... ................... . Indice dei nomi di persona ....................... ..................... . Indice generale ................. ..... ................. ....................... .
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