con speciale riferimento al fronte italiano
RO:v!A CASA EDITRICE ITALIANA
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1922
l:N"DICE l'rcnws-.a . .
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T. -- Le cause de lla guerra. Lo <"ondizioai <l<~ll'Europa noi luglio 1914 P11g. La flol:t, la V(1r1\ can:sa efll<1ionte e <lol;orminantc la guorra mondi:ilt> va Cl'L'<"atn nol 1111ngerma110,imo . . . . . • Il di,-pr<'gio tfa parte doli a ( :ennan ia di ogni tratta,to o <l'og11 i logge 11:(H'a,lr noi provoc•n·o u 1.1t•l coudnrrt> l a gnorra » Protl''lto <lrlla g111•,:ra. mo111linll'. • 11. -
Il primo anno di guerra -
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191+.
Di,,t•gno tli guorrn <lei tedeschi ed in, as iono del Belgio. . P11y. L a b1\ll,1\glia dol eonfi.nc oli il ripi<•gameuto tlei fmnco-inglclli ,.
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Battaglia do ll n, ~:fa.nH1,
Pag. 15
La corsa al nin.re e b guerrn. di posiziono. Lo operaziord nel Le1\lro di opcraziouo orit·n tale )ìello ;;caccliiore serbo-monknogrino.
I I I. -
Il secondo anno di guerra -
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1915.
Gut•n·11, <li po,;iziono in 1''rn11 eii\ o di mo· Pa[t, 23 v i111cnto in Polon ia )t Opera.doni nel teatrn orientalo. :u Vcntratn in gncrra ddl'Italia (2-! maggio 1915) » 21> Schieramento t• piano <li operazioni d egli I) italiani ::!o Sul tontro d 'o purnz iono frn,neoilo » 31 La campagnt1, eontro l:1, Serbia. » itii La i;pcdizio1w d'Egitto t> l'in1prc;;a dei D:mlaoelli . » Entrn in guarrn il Giappone. » 33
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IV. -- Il terzo anno di guerra -
Per l:1, seconda volt11, Ki rinuncia alla progettala offensiva da Salonicco 11t•r la 8erhia v1!rso gli ohbicUivi <lanu· biani . . . . . . . . . . L'om.msiva doll'lntei-,t <\ prt•n•1111ta. tln qlwlla rlegli Imperi Uontrali.
1916.
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Strafoxpedition. La 1·ontroffen:<iva nu,,.a di Br11i;ilow in Gnlir.ia .
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, Ln ripro:-;1\ offonsi.a tlt>gli Italiani sulla front<· Ginlia - La eonqnista di Gorizhi . Le opernzioni sugli nitri l'CI\Cd1io1 i L a hatLaglìa navalo del Jut,land . E11h'att1 in gnon·a ùclla Runwnia o campagna 1·ontro ùi e11:-n. . J\ l uore Francesco Gim1eppt• .
Pag. 44 46 » ,., 47 ))
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V. - 11 quarto anno di gue rra - ·1917. La rin>lnr.iono rn,;isu e la, l'ntrntn in
guerra degli Stati l'uiti. l'ar,. 50 )) Piani opl•rativi per la t.nmpagna d1·l 1!)17 iii Operazioni i11 l<'ranc ia . » 5~ J,'offen:-;iva anslro-tedesca in Polonia . » 53 L1· ufft>nlo\i 1·e del maggio e tleJJ'ngosto in Ita lia. . . . . . . . . » 5.J. l moti son·ersi,·i di 'l'orino, lo ,-pirito ()1thhlko in l tali,i e la loro rip1·rc11sf,6 s io110 s 111l'e11ordru . » li Comando Rnpremo italiano detcnnina )' di assnmere ,,cJa iernmcuto difemdvo . fi7 ,. :)h Caporetto. ,. (j4. La battaglia . Ripiega 1111•11 tu nl Tal{I iame11to » 67 l,a ritirata ,;ul Pi:tYl' o sul Graµpn 'I> 71 )) Rinforzi fr:tr1co-inglN!Ì maudnt,i in lt.ilia 74 Le caw,o del disa,-1 l'O e q nelle dull:1 prontn rit>osti tuziono mornlc e matrrinlc d(')l'cscn·ito » fr'i 1 quntlor<lici pnnti di Wilt-on, le nnove offerte di paco degli Tmp('lÌ Ceutrnli cd il ,·oncorso nmu1· icano . » 80
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VI. -· Il quinto anno di guerra -- 1918. La. proparar.ion<' h elliea iuvernn I(} ed di,-c,!!.'ni tl'opornzioue pel' la 1·am pagua dt>l 1918. . L'offen;;iva tedosca in .l!'rauda . La battaglia d el Piave. . L<t battaglia.. Le r:tgioui dol manrnt.o iuscgnime nto Il pittto di Roma . L'aziono d ella uostl'a marina, . L a cont roffensiv,t fra11co-britannica-11111ericarn1 in F1'ancia . Consigli() della, Corona tli Spa (1± agosto) Ln, Bulgaria e la Turchia, attaccate, fii sfo.;chi110 . . . . . TI K:tiser chi odo <li trntt.we - ìVil.,ou rifin tn . .
Vittorio Veneto L'al'rnis tizio di villa Ginsti e1l il bollettino della vittori1t . . . Jrnportanr.a della ,rittorin di Vit.torio Veneto . Lit ri'l'olnzioue in Gennaubt e l'a rru istizio d ell'll novemhrt> .
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VII. - I trattati di pace e l'assetto mondiale.
Pa g. 186 ·WiJ,,oo e la Società della Nazioni Ln opposi,done (li \\' ilson al patto cli Londra <'(l i trattati <li pnco con gli » 187 Imperi Centrali.
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Lu laborioso trrittatÌ\' t 1wr risolvere la qncRtio11e adriritica - L'lmprci;a Ili l•' inme . . . . . .
.
I trnttat.i di Sainl;- Gnnuai11 t~ di Ifapallo noi rigmudi della sistemazione !loi nostri confini orienti,li . Le zone della nostra i11fh1cnlla ì11 Oriente Cause pertnrbatrici <l<>I paci uco as~etto mondiale . . . . . .. Principali pnbhlicazioni i:rnlla guerrn, montlinle .
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Tavole fuori testo. N. 1. - Teatro <l'opernzionl' occidontah~. N. 2. - 'l'entro <l'o1wra:douo ori<'nt.n le. N. 3. - Schizzo 01·0-idrogralico d,,J tontro d'operazion1; italo-austria<'.O. N. 4. - Rete ferrovi:ufa attraverso lo Alpi orientali. N. 5. - Batt11glia s ulla Piave. N. 6. - Ba,ttaglia di Vittorio Veneto.
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PREMESSA.
' ! 11 qu<·lif<> poclll' JJllfJiÙ, c·/11· io d(!(/fro pilÌ JHII'· 1icola1·1111•11tc ri' mii-i gior1111i N11111'r11ti. 11w 1·/11• ritn1yo p11.~1w110 ton1111·e utili anchi· a tutti co loro che· <frxiderww /01·111<1 r.~i 1111 1·11111·tlto si 11 • /<'fico d('i pri11cip11li avve11imrnti pofitiro-mililto·i della {Jlle1·m 111011diafr, .~peciafmrnle 111'Ì ri f/Uardi drl co11trilm/() l'lll' ridiede l' Jtafi,1. ,um mi sono propo.~to nè di /i'aeoùtrc un inilic1·, ricco di nomi, di date t di fatti Ni119oli, <"lui ,mzi la parte xtatistica l'flt!IC li111it11t<1 al puro indispe11.~abilr, e 111•ppure di Ncrircn' un 811111 ma.rio, nel quafo fJ/i <Wl'l'nimenli 8i,tno nar-
/ll'N:.~oc:/111 11nUi>1'1//I', in re/11 • ::ione, s· i11ll'nde, con la to,·o importa11::a: .~i tmttri piuttosto d'wt (]mulro il quale hci p1·r .~/'ondo (1' g;·andi linee rki princip111i cwrcnil'(((i CO/I lil'illl))[IO
menti .~roltisi
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rnri pa1'.~Ì thc p11rll'cipuro1111
ullri lot/11, r dal quale ,'iJIÌC'Chino q11l'lli ('h'<'b· !Jero per teatro il nostro fronte, mettrndo in 11ar li1!olare riliei•o gli an:e11i11w1ti che per la loro
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Ed infatti la cuphligia •1e lla Ger manianella formazione del s uo domìnio eolouiale, l'.wida penetra,zio1rn intlm1tria.le e corn merci}1le, gli s!Uoda,ti armamenti terrcst.ri e marittimi, l'intonazio1rn aggr<'ssiva del militarismo g·ermanicò ]ìTeoccnparono n, tal J)unto l'In ghilterra, da inclnrla a d uRcil'e daWt sr>lendid isolcition, sebbene ancora non avesse :,;tip11hito nessnn vero trattato di all<'an1.a. La Turchia non sapeva nthttLnrf'li a,l fat1 o cornpiuto in segu ilo ai r is1tltati della guena con1 ro l'It,l,lia e contro gli Stati balcanici; d'altra parte fra questi ultim i anlenti erano l<> cause di dissidio. T articola,rmentc ambiziose le mire <lei ht Serbia: aprirsi nn passaggio ver:=:.o l'Adriatico e rinnire i figli, soggetti all' Austria-Un(rheria, alla grande paLria serba, era, il sno costante obbiettivo. cinanto all'Italht, se non aveva avnto molto da lodarsi dall'at.teggiamento teunto dalla Fl'ancia e dall'Ingh ilterrn çlnrante la gnena lil>ica, sent.iva però H peso della, cate11a dell'alleanza co11 gli, imperi ce11tn1li, essendo L\nstrhL in correggibilo ·nell'oJfenclere interessi e senliimcnti d'italianitù a 'J'rento l'\<l a, Teieste, ed irremovibilo nel suo proposito di avanzata, nella, penisola ùa,Jcaniea. A malgra<lo cU tutto qnmito però il trntt!\t() di alleanza, veni va rinnovato nella primavera del 1914.
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I/ A u stria era p oi ir riL,t,ta pnr i s u ccps::;i serhi e pel fatto che essendo 1-1erl,i e montenegrini ::;trett:1111('nte unili da comnuauza di rnzza, <l'iJJtt•r(•,;:,,i e d'intenti, vonivano a cltiude1·(• il pttsso verso l' rngeo. D'altra parte la costituzione dolio Stato ant-01101110 d',\lhania,
Yigilato <h1ll'ltnli;1, le impediva l'assoluta 1,ad ro11a1rna delltt,; ponda ol'icntale a1lt'iatimt t a,nt o agognata. llla::;priva in modo 1-1pcciale l'Austria \'1>rso la ::ìt•rhia ht p1·op.ip;a.11<ln, pansorba neUa, Jlosnia, Mrzegoyi11a ecl miche fra i croati e gli slon•ni della mouarch in. 'l'utta\"ia SA le ragioni ili disi-;idio non 111a11· c:tv:1110, tutti, l,ranue il popolo tedeiò1co, rif'nggiY:mo da g1wne. La Francia lendev:i al disarmo e si Jo~o1·avn in lotti• intestine. L' I ngùilt(•J'l':t aYeva,lwm,ì rafforzata la flotta, ma non disp<>11eva di esercito per la grn111le g1wna terre.st1·1•. Lit H11sl'.lia, 11011 si era iu1cora rialzata da Ila disfatta snbìta nel lontano Orie nte, cd t•n1, turhata dalle agitazioni politico·sociali. L'Italia noHt,ra avev,1, consum:tt,o nella g'U('l'· ra lihiea le :,;ne risorse finanziarie e militari nl t·i·a pur essa turbata dalle ag-itazioui dei pa1·t ili SO\'\'t'l'HÌVÌ. J,a stessa Aw,t,rin 1lifficilrne11 Le, se avesse potuto agire da si•, a\Tebbe provocnto la
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guerra, turbata ancor essa dalle divisioni delle stirpL ' · . Quest<11 i11 succinto, le contlizioni dell'Europa, nel Jn~lio 19H.
L a sola, la vera causa efficiente e determinante la guerra mondiale va cercata nel pangermanesimo, pem;ato dai filosofi e dai rnii:.titi, concreta Lo e svi lup11a1o dagli scrittori politici, mi litari e i:;torici, accarezzato dng-li indni:;trial: e dai commercianti, diffuso 1H·ll e 11cnole e nelle famiglie, predicato nelle chiPHP, bandito tl:Lllo Stato, organizzato dallo Stato <~ òa Ila casta n1ilitare. Seopo irnmecfoLto: costrnil'e un grande Stato della Mittel Europei dal mare del Nord a]l'Egpo ~~a al mar cl i M n,rmara, 0011 a,ppenclice fino all"Oc·,'aJIO ln<liano. ITbbriacati tlall'idra <l'essere il popolo eletto pn sa.lvare e govenmre il mondo, per i te· dest'l1i era n111gelo clic << <lell'nuiven,ale dominio la Oenmmia aveva il dovere ed il diritto, esi,;enclo predcstiuatn a rigcnernre il mondo, e ne ,weva, il bisogno per necessità, sociali ed economiche >>. L,1, Rpint.a votente a codesta frènesiit di espm1sioue e <li clo111i11io rnondiule, la Germania trovava, oltre clie nei fattori sentimentali, aneli e in quelli economici e dèmografici; e cioè nella, superproùnzione industriale,. cni
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oc<·on·e,·a <·Prcarc nuovi sbocchi, e nello an111e11to <·ontinno della popolazione, alla cni vit:i (~n1
iu-,ufncit•nte la prmlur.ione agl'icola intc>rna
g-li interni campi ,Vati ivit:ì. l'oust•guc•nza naturale dell'aspiraz:01w al1'1111iycri-all' dominio, sart>hbt> Mata. a11zi lntto, l'es1n·op1·ia,,.ioue <li tntLi i dominii coloniali degli altri 8tati d'Europa. <..'onw og-nnno <·omprend<·, eru u11 programnrn (li pmw,:t, nwgalmnn,nia che <li\'l'nti, dogma i-otto fa g-uilla cl'u 11a banda (Pintellt>I I uali t-neq.:·nrnt>ni i-ni q nal i a leggia,ya lo spi1·ito :1 morali' (li Xietsch<': La formula « Denti-cli l:tn<l iihPt' Allt•s >) diwn11t• il g-rido cli gnN'l'a <lrl popolo INlNwo, w·r<'ltè' questo lwn compresP <'he solamenfr ton la µ;nena potC\'a a1lempier<· alla sua mi:-ssio11P pgemonit:'t. H
Il dispregio da parte della Germania d'ogni trattato e d'ogni legge morale nel provocare e nel condurre la guerra. ~tahilito (')u• per e011spi:r11ire lo scopo, la, gtl<'rra nra nPrt•s:-sa ria, t 1t ti i i 11 <ln'm:111 ia :,;'accol'lla-
vano 1wl modo ili <·<>1H lul'la. Xessun l'is1wtto a co11veuzio11i i11tt'rn,1r.io11ali, a t.n1t.tat i, n cousidemzioni nma.nit,arie. J.: 11011 :,;ohrnwut<' ]a, gut>na don•nt t•s-;cre :;piPt:tta, brut.~le, ma ucss111ia 1·ip11g-na nr.a era ammii:;sihile per quei
mezzi cli<· il seni-o rnoni,Je eou1la11na, a come conll'ari alla lealtà Nl all'onore.
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ì\logli di sovrnni, cli ge1wra1i e <li ambascia,tori, istitutrici, chelleri1w e monda11e, diplomn,lici, profe1Ssori, scienzia.t,i, inclnst 1fali, co111mertianti, fattorini, !'Cc. s i prestaYano ad nuo SJ>ionaggio org·anizzato che es('l'cita vallo senza Hcrnpoli, senr.a pudore, se nza riguardi nè per l'ospitalità, uè per la gratitudine, nò per i legarni familiari.
Pretesto della guerra mondiale rn, tonH' ognuno ricordenì,, l'as:-;assinio dell'arcicluca <·reclitario Ferdinando Curio e della Consorti.' a Ren~j!'YO, nel luglio I !114-, pl'r opem di uuo stll(lent.<· sel'bo. Donde l'nrnilianle '1tltim<ttmn imposto ,lall'Anstria alla Sei ùia, ritt>nuta respo11sahilc di qnell'ai.u,assi11io. Con c1uell'11lti11utl1wt la Serbia rnniYaposta nell'altPrnativa o di cornpit'rc il proprio sui cidio rnorale, oppnro di correre J'ale:L d'nna gr,rnde g1w1·1·a co11tro 1111 m•mi<'o dic•ci ,·olte s11periore, vale a dfre di compiere invec·e il proprio snicidio lenitoriale e 1,oliti<-0. La risposta all'11ftimatu111 do,·eva essert· data 1wlle 48 ol'e. T1111tilt' i i,asHi concilialiYi <lei g-o,·erni degli alfri p,u•si; inutile l'a('<"('ttazio11(• <prnsi inlep:rale tl ell'11ltù11atum chL parte della, Sl'rbin, tranne 1>er alcnue <·ondizioni che avrehbeJ'O sig-nifil'ato il sllo a11nullamr11to politico.
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Apparentemente l'intransig-enr.a, 1n1Rtriac1L troY<J appoggio nella G<•rmuniu \·lw <li cl1h~rì) che mai avrehbe nhbandonata ln s ua a,llertta; ma sm'<•bhe pi ìt eilatlo il clire che l'intrnm,igt•11.za aus triaca t'tt provo('ata, ver · volonti\ (lpl \a Cennania. Il ~8 lng'lic> l'Austria dicliiara la gLwrra alla Serbia, pas:-m la S:wa, occnpa Belgrado, sospinger esercito scrho ver,;o sud dove questo trova ri pa10 nelle regioni montane. Frattanto la Russia. naturale prot et! riet~ dei popoli i;lnd, mobilitava e<l il Kni se.r nn foCC\';L llll ('W/118 belli. Qnali le ragioni di La uta int,rausige11za, diL parh• tkgli I111pni C\•11trali? };e ragioni Hi t 1·ova,110 nel proposito deliberalo <lel lu Uer1unnia, cli for scoppi.ire la guerra a qualnn<JtLC costo, rite1wnclo <'he 1liflicilmente si :,;arehbe prPse11tal.i occasiom' piìt fa vorevoh• <li qnclla: Fraucia e Hn:-;si:t, <·omc s'è detto. disarmate militarmeul<' e spiritnalmente:i:;possati gli Btati della 1wui:-;0Ja hakanica ed in a11tagouismo fra loro; l' Tnghilt<'l'nL sonza <>s<'l'cito e non avendo ancora C'ompiuto il suo progTarnma 11avale. Quanto all'ftalia, poco si cont.wa d'a,n•rn<· il c·oncorso, tl'attall(losi, evidentemente, d'una gnena, (l' ag-gl'essione, C\l il Lntltato <l'alleanza aveva. 1'30lauwutc carattere <liteu::;h·o; però forse 11011 si riteneva probabile che si sarebb(•
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,;ohierata, ~t foLnco cldfa potenza <lell' Intesa. • Ad ogni modo non grande peso si dava al· l'eventuale intcrv~uto dell'Italia, sin, a fianco, s ia contro gli Imperi centrali, })er le condizioni interne in cni versava c -per la, debolezza, dc' suoi Ol'<limimenti militmi. :\la per trarre profitto dal complesso di queste condizioni favorevoli occorreva la sorpresa, Tenuto conLo della, lon.tozza della, mohilita½iono russa - sulla (Jna le J)erò ·si avevano idee e:,iagenite - conven\ viL piornharn snl la Francia. ed a.verne rng·ioneprimaclie ln, Hnssia, fosse pront.a e che l'fnghilterrn fos:-;e in gnlllO di ma1idare nu c:-;ercito snl contin eilte. '.\'fentre però la Ltnssia continuava nelle sne opem½ioni cli mobilitazione non ostante degli scongiuri e delle minacce del Kaiser, la Francia in vece, non solamenf e non rnuoveva, ma a,veva fat.to ritirare le sue truppe it IO chilom<·tri dal confine per togliere qnalnnque pretesto ad atti bellici. Ciò contrn,riava i prog<~tti te<lescl1i; <lonclo l'ttlli111atll11t e quindi la <lichiara.: done <li ~nerrn a,l govel'llO r11sso; e traendo 1n·et.Psto 1ht atti o,;tili, immaginari, di aviatori francesi Hn cittù, tedesche, la clichia,ra,zi()ne di guerra anche alla l<'rnncia.. · Fin lh1,i primissiwi giorni <li agosto, tntta, l'Europa fr,l ln, Vistoh1 e la Mosa è in fiamme.
II. Il primo anno di guerra - 1914. Disegno di guerra dei tedeschi ed invasione nel Belgi.o. - l rapporti di forza nn111erica sar ebbero ris ultati, in definitivo, cli gran lunµ:a più .favorevoli all:-i Francia, ecl nlla l~nsi\iiL {2'.W milioni contro 120), tanto più se ad esse si fosse unita,, come etfot.tiYarne11te si unì l'Ingùilterra, (45 milioni, 1lrlla )fo1,ror>oli, alt.ri 35!, milioni nelle colonie), clie agli Imperi cenlrali. )fa qnesti ultimi ave-Yauo i:-11ll'lulesa il YH11taggio <l'essersi andati preparando a lht guernL d'aggressione da molti anni, cd il vnutal-(gio cl1e per la loro posizion~ interna Tispetto ai duo maggiori avversari, si veniva.no a trovare in favorevoli conclizioui ili manovra . P<'r tràrre profitto <li codeste favorevoli condizioni occorreva però assictuarsi di poter 111a.ntenere l'iniziatinL delle operazioni con operazioni couducenti a rapidi e decisiri risultati.
12 Per ottenere eiò occoncv:t cvH:.i.rc d'anrfare atl nrbtre contro il fronte fol'LifiicMo francese Belfort-l~pinal-'l'oul -Verdun, la famosa barrière dc fer. Ood('sta, barrif'rn bisogna,·a. gi· rarla, e g irarla, 11011 dalla parte (l~lla Svizzera dove si sa,reblJoro trov~~te gra.vi <lillicolt:'t di, terreno e condizioni strategiche non favorevoli, bensì dnila. J)arte del Bol,gfo, per <love vassa la più tlireWi vià tra, Berlino e P:,rigi e <love è possibile di opornrc con gra,1)di masse. .Naturalmente passa.re p cl Belg io implicava la, viol:1,zione della ueutra.l il à. ùelga, q uclla rn:mtriilità 'd i cui la Prns:,;ia, era nna, delle quat,tro potenze g:.imuti. )la i trattati non sono che ch{{l'on11 de paJJicr, e << Xot Kennt kcin Gebot >> ('~focessit:ì non lm legge), ebbe a <licùiarare il g-rai1 Cancelliere g-enmmico BC'Lhma.un Holweg. Perciò, non avendo potuto ottenere il passag-gio con le tra.tt:.i tive, non si esita a passare aU,rnverso il Belgio cou la forza. Jl 4 agosto le tl'uppe te· descbe vi irrompono con 8 nrmatc (.l7 corpi d'nrmata e 5 divisioni di cavalleria,) - la metà, cioè dell'intero esercito oucrante sul fronte occidentale - e con tal violeuza che pochi giorni dopo Liegi cadeva, ed in f\eguito cu.rleva .Nannu. Il piccolo ese1·cito belga, col f\llO H.e, era ridotto sotto il ca,nrnmc di Anversa. )son è il caso di discutere i prncedimenl,i tedeschi alla stregua delhl morale e del di·
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ritto~ giovii solameut~ rikvare che anche IHii rignnrcli dell'nt ile che ne pote1•ono 1·i cavare, è molto cl uhbio ,;o da Ila violazione del Belf.\'ÌO i tedeschi abbiano con scg-uito grande vantaggio. CertanH•ute non conseguirono qnollo C'he :-i r iprnmcll<wano, peL'chò s'è 1Je11sì VC l'O che con tall' violazione poterono l'Yitat·C' le più ben mnnite fol'lezzc r,·auc<>si <klhi barrière r{e t'er, eon e-.;sa ckterminarono pt•1·ì, l'rn1111ediato intrrveuto inglt•i,,c, accresci uto clal piccolo ma, Yalot·oso psercito bt•lg'a; l' ciò <'11e fu per <':..si ancOI' Jwgg-io, 1·psrro la g-11errn 1·out1·0 la 0l'rmania popolare in Vrancia c<l in fnghillenn. e prepilt'arono lo :,;1·ateimm011to cli JH'l'SSfl<'ltè tntti gli Htati del mondo ci nl1• contro (li loro. Cl•t·LanH·nt<' Lutto ci<> è l:it.ato singolarmente agt•,·ola to: n) dalla nobile e YÌl'ile condotta della nazione lll'lg-:t t' dall'l•rois1110 del suo eserdto
clw rcce guadagnare. all'Intesa alcm:i gi1>rni che le rins<'iro110 pn•½ìo:si; b) dalla clichiarn;1,iono di neutralità dell'lhìlia. pt•r cni la li'rnncia. potè sgncmin• la, propria frontirra alpina.
La battaglia del confine ed il ripiegamento dei franco-inglesi. - TI generale ,Joffl'C, comandante i,1upremo (h1gli l!S<'l'citi lhtncPsi, che h a schhll'ato quest.i dalla, trouée ili Bt·lfort al conflue h elgtt prci:;so Longwy
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con una, forte riserva dietro l'afa sinistr~, in segni.to all'invasione <lel Belgio da 1)arte dei tec!esclii, prolun~a quest'ala fino a collegarla con l'arma,ta inglese (ma1·csei~1 llo lt'rench), eho st~L sbarcamlo a 0alais per venii·si ,t schiera.re snlla, Schel<la. ltgli ritiflnc che in quella situazione strat<'gica il partito più sag:gio sia c1 nello di muovere senz'nltro controffensivarnente, o mnntre con la destra penetra in Ahiazia, ma con scarso profitto, con la rmissa principale muove a testa bassa sn tntta la fronte tra la Lorena ed i l Celgio. ~e segue la grandiosa battar1lici del c01~/ine cominciata il 20 agosto a .MorlH1,J1ge, in Lorena,, e snccessivan1ente es tesasi alle .Ardeune ed a Oha1·leroi, '.U-23 agosto. I francesi sono battuti, tnttavia, riescono a disimpegnarsi. e ripiegano verso sud, segnìti tL stento sulla, loro sinistra, dal piccolo esercito brita,nnico, ed opponell(ÌO valille resistenze di retroguardie specialmente a, Caml.>rai, Guise, Signy l'Ahbayo ctl a, HNhel. Tali resistenze, 11wntre coHseutono l'orclinato ripiegamcuto della loro sinistra e del centro dietro la :Marna, rompono l'armonia ,lell'avaHzata tedesca, tletoru1 inanclo un grande vuoto a 1centro, fra Fa,rmata <li V. Bulow e quella dr,] <l11ca <li \Viirtf'mberg, cli cni i fr:rncrsi nella ba.Uag'li:1 controffensiva della '.\!urna, :;apranno trarre profitto.
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tPclesc.h.i, imbaldnvziti dal successo conH<'gu~to, i11segnono rapidi, mirando a flChiacciare completamente l'esercito nemico e poco preoccnpandosi della m~11accia, che poteva lorn venire dal campo trincerato di Pa1'igi.
Battaglia della Marna. - lnfat.ti, in,;egncll(lo l'avversario in ritirata (ing·lesi del maresciallo l?rench e :3" armata francese del generale Lanr~zac), hl P armata tedesca,, v. Klnck, che nella grande coiwersione costituiva, l'ala marciante, aveva passato la ;\lama, non lasciando H proter,ione d~1.l ])l'OJ)rio tianco deslro, st11la destra, del fiume, che un solo corpo d'armata di riserva per guardare l'arigi. St1 proposta, tlel generale Ga.Jlieni, g·ovorna.tore di Pàdgi, il generalissimo J offre arresta la ritirnt:L del cenko e llella sinistra fra .:\Iarrn.1, e Scn11t1, mantenendo saldamenti• occupata la. posi,1ione di Verdnn tanto fronte ad est quanto fronte ad ovest, e disponi! pct la contr'offesa cl.le dovrà, inizia.rsi con una puutMa iml fianco destro di Klnck da })arte <lell'armata J\Iauoury vosta a dis11osizioue di Gaìlie1ti. Il G sctt1.>n1hre infatti questa armata, snperate le clifoiw oppo:-;te, chil <'orpo tedesco Ju.. Hciato sulla d<'stra dt>lla Ma.rna, avanza verso 1'(.)u1·cq: il gtm . Kluck c01Te al la parata con
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rinforzi, ma così faccnrlo, lascia un vuoto fni la sua armata, e qnella di v. Hnlow che li:1, su1la su:i sinistra, la, quale è pnre male ap· poggiata, sulla sinistra per il ritardo a portarsi in linea, della, 3" armata . l,'an11ata di ì\Ianolll'Y sostiene asprissima, lotta, ma trattirne Kluek e dà tempo al ma,resciallo F1·ench etl al genera le Fr:rnchet d'Espery, ehe ha sostituito il La,nrez11c nel comaHclo della 5" armata, di passare h J\la,rua. 11ei pressi di La Ferté s•. Jonarre per <'ne· ciarsi nel vuoto lasciato tra v. Klllek e v . Bulow. Frattanto più Hd Ol'i<-nte a ccanitissima è 1n, lotta, e l'armata del gen. Foch è co:strr.tta a ripiegare al<prnnto, ma l'ruergia del capo e1l il succesi:;o al çentro nentraliz,r,ano il parziale sncccsso <lei tedescl1i. Ottenuto qualche rinforzo, Foch riprende l'offcusi va,. r n gen. v. Kluck trattennto di fronte da :ì\fauont'Y ed attriccato sulhi sua sin'istra cla Ji're11cb e da, Francllet d' l•J::;pery, ordina la ritirala. Von .lhLlow è costret,to segnirne l'csernpi<> perchè minacciiito sni dne fianchi, ed il mov imonto l'etrogrado si propaga a, tutt.a la fronte sino a Verd1111. E la 'l.'Ìttorici della Jlfarna, è lei 8alvezza. clellci J!'mncia,, cui l'Ita,lia, con la, tempei:;tiva,
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sua dichiarazione di neutralità, concorse in motlo decisivo, sia permettendo nll'armata :ì\lanoury, (;he j)l'itn;~ era dislocata alla nostra frontiera alpina, cli tra,sforirsi sulla, Senna, dove dal gen. Gl-1,llieni venne impiegata con tanto senno e fo1-tuna, e sia, o forse più ancora, sollevando la nazione francese dall'angosciosa preoccnpaziouo d'uu attacco anche dal Rodano. I tedeschi, sospesa la Joro offensiva, sono costretti n ripiegare; i francesi inseguono fino all'.Aisne, ma, qui sono validamente trattenuti.
L a corsa al mare e la guerra d i posizione -1\lentre al centro ed all'ala sinistra tedesca le fronti vanno stabilizzandosi, per dare principio alla logorante guerra di posizione, con le loro ali esterne invece i due avversari iniziano quella che fu detta: la corsci al 11uwe, che provocò la batta,glia di Pìccardia, del1'Artois e delle Fiandre. Per i fra.neo-inglesi importava coprire la base marittima, brit,an11ica (costa del passo di Oala.is) cd aggirare l'ala destra tedesca ch'era in Mia; per i tedeschi importava di saldarsi alla. costa in modo da domina,re il passo cli Oala.is. Risultati positivi nessuno dei due avversari otteune, 1)c1·ò ri uscl agli alleati ùi coprire la, loro base marittima.
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Le operazioni nel teatro di operazione orientale. - L'esel'Cito n~sso, di fronte al qnale i tecle:,,cl1i aveva.no lascia,to scarse forze, atfah111<10 l'iucaricoaglianstro-nngheresi dicontcuerlo e 1Jo;;sibilmente di 1)1"eve11irnc l'offeusiva, ope.ra11<lo <lalla Ga,lizia, era riuscito a mobilitar<> alcJlu\.lllo più presto di <pianto avevano <;rNlLtto i tedeschi, <li gnù;a cito, batt.nti i tecleschi a G 1m1binuen, si era i:lf)iuto Yerso la, bassa Yistola, co11 <lne 111:1.ssc, naa t)remente <la oriente cd una da mezzogiorno. Ancor 1wima della batt;ig-lin delht Marna i tedeschi aYevauo sentito perciò il bisogno di spostare aléuue divisioni dal teatro <li operazione occidenta,le a q u('llO orientale. Alla testa delle forze radn1mte nelht Prussia orientale fu posto il g. IIinclenbnrg, col , g. Lii.dendorff per capo di stato maggiore. -i, Con classiche manovre, che presero nome di Tanneberg (24-29 agosto) e dei laghi Masuri (8-10 settembre), Hindenburg batte sepn,ratamollte le due masse rnsse di Sarusauoff e di Renne1ùrnrnpf. Nf'l frattempo l'esercito austro-ungarico che con oltre due terzi delle sne forze era stato concentrato in Galizia,, insieme con un corpo tedesco, avevtl pl'eso l'offensiva tra la Vistola ed il Bug verso il fronte LublinoOholm, ed aveva anche ottennto successi, ma, successi effimeri percllè masse imponenti ne-
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micl1e èoùtrattaccarono specialmente iu cor1'ispoll(lonza della desthL austriaca, <love la 3" ai,mata non potè reggere al cozzo delle armate di J'1.nsski, d'lvanqft' e di Hrnsilow. 11 gen. Conrad, capo di S. }1:. austro-ungarico, è costretto ad ordina.re l'abbandono di Leopoli. Ritenta ri1,ren<lerla m,L il tentativo fallisce ecl i rnsE-i investono Przemysl. Per concorrere a disimpegnare l'esercito anst.ro-ungarico, Hillllonburg avrebbe voluto operare contro le forze avver::;arie dislocate sulla ~arew, mentre Conracl voleva che si fosse trasferito nell'alta Slesia erl a Uracovi,i. L'interYento del Uoruando snpremo fece prevalere, per ragioni politièhe, il desiderio di Uomad, lasciando però lliudenburg indipendendente nélla condotta delle operazioni. Ciò influì non favorevolmente sull'offensiva elle venne presa dagli austro-tedeschi da Cracovia verso Kielce: il Granduca Nicola fa massa delle sue truppe intorno Varsavia, abbandonando l'assedio cli Przemysl. Hindenburg, impressionato da tale minaccia pel suo iìauco sinistro, fa ripiegare ùi 70 chilometri l\fakensen ch'era giunto fin sotto Varsavia; gli ausl;riaci che sono sulla destra devono assecondare tale movimento retrogTado. Il ripiegament-0 d'Hindenburg non risponde però che ad una momentanea esigenza stra-
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tegica: egli non intende pnnto di desistere dal la divisata offens iva; ed infatti approfitta dell'occasione favorevole che gli offre l'avversario il qua,l e avanza, verso occidente su larga fronte, con i corpi non bene collegati, per sposta,re rapidamente la ' sua ar11 ata dalla, Slesia nella Posnania, donde con un energico attacco, sfonda la Jinea russa a sud di v\TlozJa,weck, e punta profondamente in direzione di Lodz (da,1 16 novembee al 5 dicembre) con fa vorcvole risultato, e rui11accia,ndo il rovescio dell'intera, linea; ma alla sua volta è minacciato snl fianco sinistro e da tergo. La vittoria dei tedeschi a Lodz trov~1 seguito e conplcmento in qnella degli a.nstriaci a Limanowo-Lupauow, tantocliè il grandnmL :Xicola finisce col ripieg~Lre sulla Vistol::i,, de;;istendo dal primitivo piano offensivo. Nello scacchiere serbo-montenegrino fin dai primi giomi di agosto, gli austriaci, pa,ssata la SaYa ed occL1pata Belgradò, si erano spinti verso sud. Li comandava il tenente maresciallo Potierek, già, vicerè della Bosnia-Erzegovina, creatura dcll'In1pcratoee e stato in predicato per la carica di Capo di Sta,to .Maggiore al posto di Oonrad. Oon. quattro corpi d'armata e numerose artiglierie si spinse questi fino a V~tlievo; con-
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traLta,c cato da,i Serbi su:l suo fianco sinistro, dovette ripiegfLre verso fberaDcvo. Nel novembre il Potierek riprese l'offensiva StL larg}L fronte, ma la sua destra venne contmttaccata, e ba,t tuta completamente trascinando tntto il resto ùel fronte in una precipitosa ritirata {)ltre ]a Drina . Sostarono per quasi un anno le operazioni militari in Serbia. I norgogliti dal successo, i serbi uon accettarono consigli dall'Intesa. Premuti chLlle necessità economiche, trascurarono la, sistemazione difensiva, e concessero congedi ai soldati per attendere ai lavori agricoli, tanto dà far dubitare sul la loro lealtà. Un fatto grave per l'Intesa fo; sullo scorcio del 1914, l'adesione deÌla Turchia al grnp1io austrn-gern;tanico (30 novembre) - grave più ancora che pel contributo di forze portato nella lotta., perchè con llent1'ata 'in gMerra della Tw·ehici a fianeo degli Imperi oent,rali, si ren<levano impossibili le comunicazioni ma,r ittime del gmppo occidentale delle potenze dell'Intesa con la Russia, e d'altra parte percl)è si rendeva possibile a,gli Imperi centrali cl~ minacciare seriamente le Indie e Ì'Egitto, estendere la guerra nella Tnmscaucasia, nell' .Afganistan, nella Mesopotamia, nella Persia e nella Siria. La Germania che l)er mez,.,o delle sue missioni militari, esercitava iJ1flnenza, oltro che
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militare, anch.e politica, avrebbe voluto clte la 'J'nrcbia avesse svilnppnto due azioni mi·
li tari, una uella, Trauscaucasia, l' alt.ra in Egitto, nella, fi<lncia di favorire la propagamb pa.nsislamica e nell'intento d'a,ttrarre uell'oròita degli Impel'Ì centrali l' Afga.nistan e la, Persia, sfavorevoli all'Iutesa. D'altra parte nello scopo cli riaprire le comunicazioni con la lfossia e d'impedire la, diffttsione della propaganda pansislamica, Lord Kitchner, ministro dellrt guerra inglese, caldamente propugnò l'impreRa dei DarclanelliJ che aveva per obbiettivo la conquista di Uostantinopoli. Con tale conquista, mentre si avrebbe -a,perta una sicura via ili comunicazione con Ja Russia, si contava clic si avr(•bbe e8ercitato una favorevole ripell.'cnssione nella, I)Cnisola balca.nica. l'ale impresa venne deliberata ed iniziata, con mezzi qnasi esclusi vament;e rua.rittimi; soltanto quando questi i:<i rna.n ifestarono i,mpotenti a,l conseguimento dello ~copo, ·vi vennero aggiunti i mezzi terrestri, a.uclte questi però insnlficienti alla bisogna ·e non convenientemente impiegn,ti; ma a prescindere da ciòt sta il fatto ché invece di favorevole ripercnssìoue nella penisola balcanica:, l'impresi:L dei Darda,nelli per poco non gettò nelle braccia, <lella Turchià, oltre i. Bulgari, a.nelle i Greci ed i Rumeni.
III.
Il secondo anno di guerra - 1915. Guerra di posizione in Francia e di movimento in Polonia. - Fu anno di raccogli mento e · di prepara,zio11e militare ed industriale per parte dei franco -britanni. Invece i tedeschi, di lunga mano preparati alla gnerra, vollero condurla da.nclo alle op('razioni earattere risoh1tivo; perciò si proposero cli contin uare la guerra d i posizione, senza naturalmente escludere azioni otfem,i ve parziali, in Francia, e di procedere invece o.ffcnsi vamente in Pòlonia,. A tafo offonsi va fecero però pt'ececlere l'attacco cli Soissons, <li cui sì impadronirono, dopo acca,nita lotta, il 22 aprile, facendo uso per la prima vol ta di gas asfissianti.· Con tern poraneamcnte veni va intcnsifica-ta l'attività dei sommergibili, che il 7 maggio segna fra l~ proprie vittime il p:rande tran· sathLntico a,mcriC}LllO .L-usitanfa.
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Operazioni sul teatro orientale, _:_ Sul teatro orientale il generale Hindenburg, cacci,iti i l'LLSSi dftll~b regione dei Laghi 1\'lasuri, manovra convergendo su Angustowo, mirando n C'ircondare uua parte delle forze avversarie. Lo scopo in parte è ra.ggiunto (16-17 febbraio) ma le operazioni grandiose concepite da Lu<lemlorff snl fianco ed alle spaJle della lunga, linea avversaria, sono inattuabili per la impraticabilità dello strat'le e del terreno. Fra,t,tanto i rnssi in Galizia e Hnkovina, mentre contengono gli austro-ungarici sui Carpazi, fanno cadere Przemysl (19 marzo) . Pochi giorni dopo però la situazione carnbia radicalmente su l teatro di gnerra orientale. Bntra in azione l'armata tP.desoa <li l\fackeusen, ehe sfonda il centro russo sul Dnn~Ljetz (battaglia ,di Gtirlicc). LcL deficienza da parte dei rnssi, non solamente (li cannoni e di munizioni, ma anche di fucili, fa sì che, dopo la rotta di Gi.irlice, il Granduca Nicola è costretto acl ·ordinare il ripiegamento geuerale di tt1tto il fronte: ca1lono ad una ad una le fortezze (Varsavia, Nowo-Georgewjk, Ossowietz, Grodno, I vangorod) ed i Rnssi si anestano soltanto sul fronte rettilineo che si stende da . Riga al Dniester, ra,fforz~1to al centro clal campo trincerato di Brest-Litowsky a destra, delle piazze
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di Kovno e Groclno, a, sinistra ùal triangolo di Volinia. Il Grnnduca Nicola, caclnto in d isgrazia, è mandato Vicerè nel Caucaso; assume il comando supremo dell'esercito occidentale lo Czar con il gen. Alexeietr quale capo di Sta,to l\ia,ggiore. L 'en trata in guerra dell'Italia (24 m agg io 1915), - W precisamente snbito dopo la rotta cli Gorlice che l' Jtalia, scru polosarnente fe<lele non solamente a.Uo spirito ma anche a lla lettera dei patti conchiusi, sebbene ancora non avèsse condotto a compimento il suo a,pparecchio bellico, entra nella lotta, e vi entra con uu piano grandioso cli pC'netmziono :L fondo nel tenitorio dell~L 1\fonarchia a,ustro-ungnrica. Noi disponevamo di una quarantina di divisioni di fanteria, comprese le truppe alpine, e di q1rnttro tlivisioni di cavalleria. · Parecchie di codeste divisioni non erano però ancora arrivate sul tentro delle opcrazi-0ni - e que:,;to sa,rebbe stato il meno pegg'io - ma tutte difetta va,no di mitragliaLrici, cl i artiglierie di medio e grosso calibro. nonchè <li rnezr.ì ada,tti per distruggere i reticol:1ti, fra cni le bombarde; difettava.no poi di velivoli e di altl'i mezzi tecnici che la recente guerra ha dimostmto necessa.ri.
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.Pure ammesso che in principio della, gnerra, il nostro avversrufo non avesse, in conisponilemm del nostro fronte, che forze scarse, eR,;Ò però aveva dalla sua part.e il vantaggio del terreno e della bene organizzata si8t,emazioue
difensiva, per cui non sarebbe stato saggio di illudersi sulla probabilità. di risulhtti 1wont.i e declsivi.
Schieramento e piano di operazione degli italiani. - L'esercito italiano, comandato da S. )f. il Re, col gen. Caclorna per ca,po di Stato Maggiore, fu ripartito fra quattro armate ed un corpo autonorn o. La, l3 armata (gen. Roberto Hrusati) in corrispondenza del 'Trentino, dallo Stelvio alla Croda Grande (Agordino); la 4a armata (gen. lìfava), in corrispondenza della Pusteria, dalla Croda, Grande al Paralba; la 2" armatn, (gen. Frug-oni), in corrispondenza del medio Isonzo dal montò Oa,nin allo sbocco del!' fsonzo in piano; la, 3" annata (geu. Znccari, sostitnito prima a,ncora. che si iniziasse la guerra, da, S. A. R. il Dlica d'Aosta), in corrispondenza del Ca.rso, dallo sbocco dell'Isonzo in pia.no fino al mare. Fra la 4" e 2" armata operava il corpo della zona Carnia. Quale riserva, generale, s i sta-
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vano radnnando fra Bre~cia, e Yicenza tre corpi <l'armata ed una divisione (X0 , XII1°, XIV 0 , e Hi"' Divisione). Tale schieramento portava ad avete una, massa di 14 <livisioui (P, 4a. armata e zona, Carnia) per sbarrare lo sbocco dai monti' lrmgo i (iOO cliiloructri che corrono fra lo Stelvio ed il monte Oanin, nello scopo di CO· pl'ire il fiauco sinistro e le terga di altra, !nassa,, torte pure di 14 divisioni (~", e 3n. armata) e <li :1 divisioni di caYallerin, la qtrnle doveva, operare offensi ni,mente attrnverso le Alpi Giulie meridionali ed il Carso, èon obbiettivi immediati 'J'l'ieste e LubiHmL. Per meglio a,d empire a tale compito, doveva, la, prima massa, con la sua ala sinistra (l " armn.ta) avrtnza.re fin sotto le opere del campo trincerato di 'l'rcnto, così da ridurre l'esteRissimo proprio fronte e da stabilirsi sn posizioni 1liì1 adatte per sostenervi difesa ad oltranza; col centro e con la destra (4"' armata e zona Oarnia) cloYeva scendere nella, Pn·steria, stabilil'si salda.mente nella regione di Dobiacco, e concorrere all'offensiva verso Tarvis, offensiva che sarebbe stata affidata a t,uttu, O<l ~~ gran parte della rh;erva generale dianzi accennata,, la. quale dagli sboccl1i meridionali del Trentino, avrebbe dovuto trasferir~i. H, sno tempo. snl medio 'ragliamento per rimontarlo e quindi operare J)er la valle
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del Ferro (Val Fella) e per Tarvis verso Klagen fn rt. ltaggi nnti gli obbiettivi di valle Savi:t e di val Drava, si sal'ebbe poi pTocednto o verso Vienna o verso Hnda·Pest, secondo le circo· ·stanze del momeuto. Piano certamente granùioso, ma piano inattuabi le :fino a quau.clo non si a,vesse potuto dispol're di maggiori e. più efficaci mezzi tecnici 1>er superare la difesa orgm1izzata già · da piìì. mesi dall'avversario lungo tutta la nostra fronte; - piano che a,d og1ù modo pre· sentava gli inconvenienti - in grande parte inerenti al difettoso andamento del nostro confine politico, ma in parte derivante altre.si dall'esserci proposto come primo obbiettivo la traversa,t n, clel Carso - <lel <lis1)erdimento delle forze su est.csissima fronte, della scarsa sicurezza, della massa offcJtSi va, sebbene per consegnire tale sicurezza fosse stato dist,rntto più cl' tm terzo delle forzo disponibili, e della 1·elativamente sca,r sa efficienza offensiva della nrnssit principale, almeno finò a che non fosse stRta rinforMtta dalla rhierva, tenuta molto indietro a scopo di sicuL'ezza. Tutto ciò pnò trovm·e spiegazione nell'aver creduto necessa,rio, per mantenere fede inton~ ; ai patti con i no:-,tri alleati, <li operare subito offensivamente nella direzione che si rit-Onovu. la più. f~revole per conseguire pronti e de-
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c1s1v1 snccessi; e 1rni.> tr0Ya,rt1 spiegazioue altresì nell'nver dovuto subordinare l'enlità tlello i:,forzo offem,ivo alle esig(•nze drll'iniquo confint> politico a~s<>guatoci dopo la guerra del 18fi6: Si potrebbe tuttavia chieder<' se, pnre ammesso che !H'O.prio si dovesse operare -offensiv:unentesclJhone uon fos:1imopronli, e se doveuùosuhordinare alle suaccennate esigenze il nostro piano opl•mtivo, non i-mrebbe :,;tato forse mig·lior partito tli no11 p1·oporci di p1·0cedere subito con hi massa p1-ittcipale attraverso la fronte Giulia, ma di pL'oporei anzitutto di neutralizzare l'efficienz:i offern,iva <lel Tfrolo - noutralir.;,,,a,zione chtl non }Wrchbc richiPsto la con()uii,;ta di Trt>11to, ma piuttoi,;to ()nella •kl nodo ferl'oviario di Tì'ranzenfeste: Sembra <'he se a,·e:-.,;imo dato tale ori<>nta,rncnto allo J)ri111e oporazioui, for1se avremmo proceduto più prudentemente ed M1cJie piì't in relazione con i mezzi che allora si aY<>rnno disponibili. Ad ogni modo pnò ritenersi c]u, sia stato per noi voutnra grande l'accnnita, resistenza oppostaci dal neniico in corri8pondeuza drlla fronte Oinlia e la deficienztt di mer.zi tecnici adatti per su1wr1n'la, cl1e non ci l1an110 consentito h traveri,;ata <lei ('arso. Mcl infatti 8e i rnnt aggi ~om,cgnlti nel 1!)] 5 a costo di sacrifici ingenti furono scarsi, in compenso 1>erò es8i ci lasciarono ttncora in faYorcvoli condizioni per fronteggiare, nelht pri-
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maYera dell'anno seguente, la 1,·tl'aje ex1>edition, co11 hL <Juale l'avversario ::;i proponeva d'imbottigliare il nostro csoreito al di l~L del Brenta. 1';} molto tlnùbio se saremmo rinsciti a spostare in tempo nella piauma vieentiua e padovana le forze clic si fossern trovate nella, conca di Lnbiana,, e che avrebbero dovt1to attraversare il Carso, 1)overo di buone. strade e con nna sola, ferrovia, forse ueppure utiliz~ zaùile, percl1ì: rovinata, dall'avversario prima, di abbandonarla. )la a prescindere <la codeste co11siden1zioni, certo è elio, se scarsi l'11ro110 i risultati tattici della nòstra olfeil::1iva, molt,0 110tevoli fnrouo quelli strategici, iu quanto con i nostri ostinati attacchi riuscimmo ad attrarre e nel incatenare HLtlla nostn1 fronte sempre mag&"\Ori forze avvers~wie, che in segnitto raggiunsero 800 mihL nomini. Ond'è cl1e si può dire Se[\,Za tema di esagerare, che concorremrno a, salvarn prima la Fra,n cia con la dichiarazione della 1t0stm neutralità, concorremmo a migliorare la situazione dei nostri alleati nel maggio 1915 entrando in guerra proprio nel momento nel quale l'esercito russo batteva, in piena ritirata, sgombrando tutta la Polonia; in seguito con la nostra ostinata offensiva Sttlla fronte G-iulìa, ed anche con gli altri parziali attacchi luugo tutta la fronte montana, concorremmo a,s sai
:n a fadlitare le operazioni irngli alt1'i fronti della gnena mondiale.
Sul teatro d'operazione francese, m·l floppio ::;copo di 1·1•care irnlirotto isoct·or,-o ai rn:,1si e cli fan• azione parallela all'(•11trata in guel'ra, dcli' I tali a, i f'ranco-i nglesi isf'erraro110, nel maggio-ginguo, una vigoro::;a offem,int nell'Artois, otte1wndo IJUalche vantaggio presso Arrns e s11lle colline di Virny. ll uote\'Òle incl'c111ento dato allt• forze inglesi, com,e11tl poi, nel settt•mbre al g·en. Jofft·t• tli sl't•nare altre dll(' eneq~iche oll'em,;iyu una 11ella Uhampagtll' e l'altra nell' Artoi,-: <~t\alche vantaggio viene conseguito ma non sono vm1taggi sl,t·ategici apprc•,zzabili: si acquista sempre piì1 il convincimento che pOt" otteuerli OC'corrono maggiori mezzi in uo- \ mini, in artigli.eri.e pesanti, in lliH11izioni, in .aerei,eclle occorrono altresì nuovi proccdim(•nti ùi assalto, meno dispencliosi, specialme11le nei l'ignardi <lell'impiego delle fant(wie. La campagna contro la Serbia. - Come già Hi disse, dopo Ja liberazione del territorio invaso .fin dallo scoppiare della grando guerm, i serbi avevano pressochè licenziato l'esercito e se ne rima11evano passivi, tantocliè sorsero forti <lubbi cl1e codesto equivoco contegno fos~c com,egucnza di un accordo segreto con r .i.nstria- U11gheria.
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Acl ogni modo di tale trascuratezza la Serbia, subì. ben presto il castigo. Nell'autunno la .., Bulgaria fece causa comune con gli imJ)Cri centra.li, che stabilirono di condurre nei Bal cani una campagna decisiva, di cui fu affidata. al generai-e J\faclrnnsen la dire1,i011e. .A.pJ)ena gli · "a.lle::tti ne ebbero sentore, sbarcarono forti contingenti a Salonicco, ma prima che questi fossero in grado d'operare ~L dista,nza~ dalla piazza con probabilità d i buon successo, i Serbi erano attaccati contemporaneamente dai Bulgal'i da Ol'iente e chL J\lackensen da :nord, ment.re gli austro-ungheresi operavano dalla .Bosnia-Ungheria pel l\Iontenegro, lungo la co8ta albanese. J/esercito serbo battuto, disfatto, in pade è preso ed in parte scampa attraverso l'Albania verso la còsta adriatica, dove trova, a Durazzo ed a Vàlona, l'appoggio degli' Italiani. ' La spedizione d'Egitto e l'impresa dei Dardanelli. - Nel 1915 iln11ortanti avvenimenti si svolsero pure su altri scacchieri, con lo scopo cli aprire o di chiudere le grandi v ie cli comunicazioni fra gli all eati. lì'allisce completamente 1:1 spedizione turcotedesca diretta dall~L Siria verso l'Egitto; clel pari fallisce l'impresa dei Dardanelli'; tantochè clopo d\LVer subìto gravissime perdite senza.
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avor èoJ1seguito che sca,i·si risultati, l'impresa viene ~1bbandonata (fine dell'anno). Si decido invece cl'impieg~Lre le foeze che avovauo partecipat,o all'impresa, per ope1:are ifa Salonicco in l\.face1louia, nello scopo, sia di tenere a, segno la Grecia delle cui inte11?:ioni, o per meglio dire delle intenzioni del -suo Re Costantino, a mgione si d11bitava, sia di portare ainto a.i Serbi attaccati da, ogni parte. Tale afoto, iut:.uffi.ciente e tardivo, 11011 rinscì però, come già, si ò dotto sopra, a, salvare dalla, catastrofe quell'esercito. Entra in guerra il Giappone contro i tedeschi, consegnendo il risultato <li cacciarli da Kiao-Ciao, d'abbattere· il prestigio tedesco nell'estremo oriente e di paralizzare la Chiua.
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IV.
Il terzo anno di guerra - 1916. Per la seconda volta si rinuncia alla progettata offensiva da Salonicco per la Serbia verso gli obbiettivi danubiani. Xon certamente a torto dagli Stati dell'Intcs~t ve11iva110 aUrilmiti gli scarsi successi conseguiti e gli scacchi subiti negli anni prece· denti, e pi ìt speci::illl1cnto nel 191 r,, a, mancanza d'azione concorde nella condotta. dolle opera,zi.oni sni vari seacchieri. Gli inconvenienti ed i pericoli derivanti dalla m::incanza del Comando unico sempre più si facevano manifesti, ma ancora non si era. maLnri per vincere i pregiudizi ed il sentirnc11to di gretto particolarismo dei vari Stati. e si cont,innant ad adottare mezze misure e non soluzioni radicali. Fin dall'ottobre 1915, 1)revedendo orma.i il fallimento dell'impresa dei Dardanelli, e con
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la pre·ocCLLpazione della sempre piìt probabile entrata. in guerra della Bulgaria a fianco degli Imperi Oontrah e doll' imminente offensiva a,ustro-ungarica coutro la Serbia; i francobritanni avevano sba.rcato .truppe a Sa,lonicco col proposito d'accorrere in soccorso della Serbia. ~cl novembre poi, su provosta del Comando Supremo itttliano, veniva riesumato il progetto, già discusso e quindi abba.mlonato nella primavera, di riunire a Salollicco forze ingenti - l'Italia vi avrebbe dovuto coutrilmire con tre divisioni - e codeste forze, al comaudo di nu generale italiano, avr~bbero dovuto penetrare in Ungheria e Oroazi~1, dare la mano al nosLro esercito operante attraverso il Carso, per procedere di conserva con esso, verso gli obbiettivi dannbianì, ai quali avrebbe dovuto tendere pnre l'esercito russo. Con tale offensiva, attuata. in primavera, si nutriva f.iducia _di sconginrare l'aUeanza della Turchia e della Bulgaria con gli Imperi Centrali, e tli trascinare in vece con l'Intesa la Romania. Attua.t~L invece alla fine del 1915, qnanclo già la Turchia era entrata, in guerra a fianco degli r mperi Centrali, qnando contro la Serbia, si addensavano forze austro-ungariche ingenti, e quàudo la Russia, non sareòl>e st}ita ancora in grado di portare m1 contributo etncace. a causa delle recenti sconfitto, pre-
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sentav:L certamente probabilità di riuscita anconL minori, ta.nto più che, tenuto conto del tcwpo nccessa,1fo per raccogliere le forze a Salonicco, era molto probabile che tardivo sarebbe riuscito l'aiuto ai Serbi, tan1iva e forse negativa l'influenza sulla Bulgaria per indnrlre a non schierarsi a fianco degli Imperi <Jentmli. Quanto poi all'offensiva n·e 1 piani nugarici, qncsta, anche ammesso che tSi fosse riusciti a superare tntte le gravi difficoltfì, logistiche e tattiche che si sarebbero frapposte alla marcia degli alleati iti .Macedonia ed in Serbia, non a,vrebbe potnto svolgersi che nella pri· 1mwera avanza,ta ùel 191G a cansa della impraticabilità dei terreni in corrispon1lenza della couflnen1.a della Sa.va e della nrava nel Dn,unbio, durante l'inverno. .Ne consegue che l'avvers,trio avrebbe avuto tutto il tempo per contrornauovrftrc nel modo che avesse ritenuto a lni più_favorevole. ()ousidorazioni specialmente politicl1e, indussero poi i responsabili politici a non sanzionare la proposta milita.re. Si temeva, che il provvedimento avtebbe fatto passare la 0-recia da11a parte degli Imperi Centrali; inoltre lo Stato J\faggiore Serbo aveva fatlo sentire che non avrebbe gradito un comandante italiano.... Del resto se gli stati maggiori fran· cese ccl italia,no caldeggiavano tale disegno di guerra, molto più freddo era quello inglese,
special111e11te Lor<l Kifrhner: tl•<' si pn•occupa va, 1n1rticolarmc11te <lella di fes,~ dell 'Eg-itto.
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L'offensiva dell'Intesa è prevenuta da quella degli Imperi Centrali. - .A l>ban<lonato i I :,;opra <·spoi.to clise~no offem1i vo, ~e ne (·on<·<•rtò 1111 aUro pel quale i q11attro eserciti <lell<' grantli potenze dell'Intesa avrebbero tlovnto Nferrnre, quasi contcmporanearnent~·, la loro aziollo sui teatri di guerm in cui opt>t'aYano: anche da, Salonicco - cd anzi il più presto po:,;sil>ile per :,;ostenere i Serbi - ma in s('ala molto più modesta di quella, di cni :,;i è tenuto parola. Reuoncl,è lo Stato ~Iaggiore tedesco, t-vi<lenlemenlc infol'llmto di Lale divisamento (1) si propose cli prevenirlo, svilnppando fin dall'inverno la sua offen:,;iva, in corrisponde11za del fronto occidentale. (1) ~fantenere il segreto di tali grandiose oporazioui, clic l'ichiodono tempo considerevole poi' ln, racl'nlta Ù(•lle ingenti forze e doi potenti mozzi all'uo1>0 necessari, e poggio aucot·a, nmnt.enorlo qnan<io vi di>vono couconoro più esercili a.llt•iìti, in tulnuo do' qunli la <·orruziono ed il tmdimonto uotoriamonte sieno salite .fluo allo più alte carkho (il ~nkoiulinow, mini;,tro della guÒrra russò, fu, tra ~li altri, processato e co11ùaun:ito por trn,dimento', è t'Videutcmente impossibile.
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s'iniziò quell'attacco di Verdnn che con iilterna vicenda, ma con grandi sacrifici da entramùe le parti e con l'isnltati ti11ali qnasi nulli, durò ben quattrn mesi. ;\ metl'\. <li maggio poi, mentre ancor fcr- · vcva fufioRa 1::i, Jottn. intorno a, Ve!·dun, rlllgli austro-1mgarici veniva, sferrat~L quella offenRiva tm Adige e Brenta, cl.le da mesi essi erano a,11chLti preparando e che prose nome di: Jt così il 21 febbraio
Strafeexpedition. Ne cl>bc il supremo comando nomimdc l'~Lrcidt1ca Caxlo Ferdiuando. l'erede al trono; col m:ll'CHciallo Conrad qnale capo di Stato l\Iaggiore. Vi p}H'teciparono nna ve11ti11a di di visioni. "J!'iu dall'invN·no manifesti erano gli indizi cli. grnnde co11ce11tmmento di for,.;e nel 'Prent,i11ù. .Appostamenti numerosi per batterie da, 380 e da 4'.30 ernno st~Lti segnalati sugli altipiani di Lavarone, di Folga,ria e in valle Lagarimi. Scaesa reazione era stata però opposta alle nostre pa,r,.;iali a,zioni oJfonsi ve sull' AthLmello, in Valsugana e nella regione del Col di Lana. Fori:;o tale circosta,nzu., e più. ancora il fatto che in Voliuia il genel'ale Brnsilow, stava 1;accoglien<lo ingenti forze pe1: un'offensiva grandiosa, raccolta, ili forze che non era ammissibile che fosse ignorata. dal Comando ~mstriaco
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confermavano il 11ostro Comando Supromo n el s1w scetticismo circa l'o:fft'nsivtt anstriaca del 'l'rentino, perchè non m~no lent..1, della mccolta di quelle forze in quello ,scacchiere montano, sarebbe riuscita la loro uscita per avviarle hì tlove il loro concorso si fosse reso
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necessario. Non ost:rnte tale scetticismo, nell'apri!~ la l" armata, ch'crn stata ridotta a 7G battaglioni, venno rinforzata. con chtc divisioni, 10 battaglioni ;tipini, 6 battrric da montagua. P 72 batterie di medio calibro. Altre truppe erano te1mte pronte JWr mnovere verso il Trentino, fra, cui la. 44." <livisione reduce dall'Albania. Con le trtqlJle <lislocate in YalsHgana :venne coi,tituito il XVIIJ Corpo (l'Armata. Qnanclo, il 14- rmiggio, l'avversario sfenò h1 ima offensiva, la P armata aveva SLùlc I)01>izioni 182 battaglioni e S::iO pezzi d'artiglieria: 4-5 battaglioni ei'ano però (li milizia trnit,oriale e molte artiglierie uon erano di tipi moderni. Di fronte ad essa furono lanciati 200 hat!:tglioni sostenuti da 2000 pezzi fra cni la metà certamente di medio e grosso calibro, e fra questi ben 48 da 30J, da :181 e <la 420. Le posizioni di partenza degli austl'iaci . erano, nel loro complesso dominanti ed avvolgenti le nostre; e quin<li per qnantiUt di forze, per copia e grandiosità di mezzi, per
40 condizioni di scltiernm<'uto e ùi terreno, l'off't!nsi"Va anstro-nngaric,L poteva sviluppa,rsi in t·o11ùi½i0Bi mol(o fa,vot·cvoli. '.'lel pomeriggio del J-1 maggio dal Garda al Brenta il nemico aprl 11110 s1)11Yentcvole bombarclamento, facendo grande impiego an<·he di gas tossici, e lo estei;e, naturalmente co11 minore intensit;),, fino all'fa011zo. DarnnU alla 1~ .Armata fu Piuferno: il l>ombnrdamc11to contilln<> nella notte e durante la maLLina del Hi; qui)l(fi le fa,ntcrie ve111wro lanciate all'atlacco, ed i Yautaggi <'Onseguiti furono supcrio1·i a quelli che - pnr l'atta h1rga parte alle circostanze• ii.wore\'oli 1wlle quali g-Ii attacchi si s,·olgeYano - erano da attcn<hm,i. Sopra tn Lt o furono pi ìì rapidi, tuutochè, 110n ostante le riserve sicno state fatte aceol'rerc dal pia110 e dalla fronte W nlia, cou grande prontezza di decisione e co1t un grandioso e hene organizzato impiego delle fermvie e dello colonno di autoettrri, t;1,1i riserve 110n giunsero in tem1>0 ad impedire che imJ>orlantissime posizioni cadossero in potere del nemico e elio ricco bottino, speciahne11to in fatto cl'artiglierie, cadesse in sua mano. Tale crollo improvviso de] nostro fronte <li1t•usi vo venne in parte attribuito alla potenza e g-rnndiosità dt!ll'mto an'el'sario ecl alla circoi,,Lanz:~ ch e la difesa (li posizioni importantissime - fra t·ni Col Santo - era stata af-
,.n fidata a truppe territoriali; cll in parte v(•11nc a,ltresì uU,1-ihui ta al l'at.to cbo ](' nostre difei,,e manèarnno di profoncl it.ì. (cioè <li ,;olitl(' H('· conde e terze linee), (•tl al fatto altresl che i11 co1Tispon<lenza di taLrn punto dol fro11te le nostre lino(' erauo state spinL<' t,roppo ava,nti con scopi piuttosto offensivi <·he difensivi. I'er la :..era del 21 maggio tuth~ la noi,,tr,b linea tra, il Pasnbio cd il Oivaron era, sfondata: il 'l'ornro, ()a,mpomolon, fi1011te G itsol la, lo stesso fori e V e rena e l{occhetta l!ort u le erano caduti in mano ,lei nemico. (.'011111 giwrnteschi pilastri emergevano dal <loloro1:,o mare i Coni ½ugna col 1>asso di n uolc, fra Val Lagru-ina e V'nl l~u'sa; in mezzo il Pasnbio; a destra i monti cli Civat'On e cli Cimou
HaYa. Le truppe fa,tte acconere
(la, ogni parte dal 0omando Snpreruo, in parte vennero mandate t~ riacalzo <li quelle che lottaYnno s ugli Alti· piani ed in parte V('llnero impioA"ate per CO· stituire la ,1" AnmLbt, elle vcnno dislocata tra Padova, Cittadella e Vicenza, eho a,vrebbcro dovuto conta.re 10-12 d ivisioni <li fanteria, ed 1·:! di carnlleria, ed avere impiego cli manovrn o per dar battaglia, a,ll'iwvenmrio a.gli sùoccl1i i11 pia.no, o per opcm1t·e controlfonsivamcnLo. ~el fatto tale Armata non raggiunse la fona sopra indicata. pec·chè una parte note· vole dello forze dovette venire avviat~L sugli
altipiani per eontenere l'offonsivn 1H'111ic,1: e<l il r1 sto, mutata la situazione. fu impil'~ato 8t>condo le nuove neccs;;i t:ì. Il 3 g'Ìll~no <·a<lcva, J\lonte ( 'pngfo, di1 cui si doruiua la pia1111ra sottostantE>, ma questo f1L l' nit.imo i111portanto snccPsso austl'iaco: ~nai se f'm,f.le c•ad1Lto all(:l1e il Novegno, ])Crd1i• in tale caso ness1111 serio ostacolo cli terreno avrehl>l' piìL t1·0,·:tto l\wversario JJCr sboccare su 'r!ii(•ne. )fa sul Xo,·pgno t-1i tenue duro, ,l'altra parte lo sforzo fluo allora compinto an•,·a t',mueito 1
il vigore offensivo <lell'avversul'io. Prima an<'ora cl1e Drossilcrn inizias:-1e la i:-trn ofl'C'11si,a
in Ualizia e no11 ostante la call11.ta di "onte ('<'ngio, il ~ennrale Uacloma ~·hbe la, i:-onsazione cl11: ormai il più g-rave 1wricolo er,l sn1wrnLo, tantochl' uel bollt'ttino della iwm del :3 1rnbl>lit-ava qnelh1 frase, h1 qnn k pii\ ancora, l'ht> una t'ealt.ì 111a11ifesta\'a una ti<lucia: ~< la ofl'onsiva austriaea è stai.a nettamente arrestata lun~o tutto il frunto d'a,tLacco >>. Dopo il ;3 l'azione clt•l nemico si ridusse nssenziril mt•nte a. \'igormie azioni offeni:-i \'è di n\lrogn:mlie pp1· masclwrare il giù <livhmto ripiegamento sul fronte più ris(l'etto. 1·ipit>g>a11wnto co11i:-igliato <lalla neces:,;itù, di ma nclnre forze in Oalizia,. ' Yt>rso la met:ì cli giugno da parte nm,tra venne iniziata umi granclo aziono co11troffen-
siva comdstrnte N,f>Cllr,ialmente ll(~J Lcnc·re HC· ria1111•11to nnppg-nato il llt>mico al centro f.ltl attaccanclolo pl.lr l<' ali . Se <1nei;ti attacl'hi foss(•ro riusciti, !lisastrosa avrebbe potuto J'i . snlta1·<· la s ituar. ione dol centro nemico, spinto tanto innanr,i Pd insacrnto lungo lo \'a,lli dt>ll'AsLi<'<> e clell'.\ssa. Coni empomul:'ament<' altre rnino1·i olfem,ive, tendenti alle conrnnicar.ioui 1lell'a Y\'ersario, Ycu111:"ro svolfr nelle valli del Cismon e iwl Ca1lore. La gmnde azione co11troffensi \'ll non <·Onst>g-nì risultati taltici molto sP11sibili. porò otteuup lo scopo di trai tPnere n('] 'l'rentino rnaggiot·i forze di cpiello cl1e fonw il Cowand o H11prc1110 anstria<'o ave, a in animo di laScian i. Qualdw rhmltato locai(' maggiore ottemw la, offensiva in Val Oismou (conquista di C'olhricou, della <'a nillazr.a, di::! <'an ri ol P<'C.); piit M'}ll'si ri:-rnltati otte111H' l'offensiva in ('a· <lore 1 H ciò per deficienza cli for;,,11 e di mpz;,i. Soda,quellapal'tc si avN,se opet·ni;oìn fornt', e di prl'l'el'cuza dalle valli dell'Alto Pian•P adola auzicltè da quella clel Ho ite, forse s i srLrehho ri uscit,i ad ottene1·c risu lta i i fai i C'l1c ,w1·eblw1·0 infl uito n otevolmente sulla sit 11.1 zione, non i,;o)amente 1u•l nostro leatro <li guerra., ma anche in q uello di Oali;,,ia, dove minori forze ansi ro-ungn l'iche a,vrebbero potuto venire fatt e afflnirc.
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La controffensi v a russa di B ru silow in Galizia. - l 11iziata il 4 gingno, anticipandola, d'una, diecina di ~iorni dal preventivato, per alleggerire la prP,s sione dell' avversario sulla fronte italiana, si svolse dalla, Volinia nei pressi di Lntlzk, :fino al confino nuneno, con primo obbiettivo J,eopoli. ' l'alo 1>fl'ensiva. r iuscl disastrOSfb per gli aLLstro-nugarici che vi perdettero 400 mila pri· gionieri. Tale offensiva., iniziata tanto brillantemente, venne però presto anestuta, dalla minaccia sul fitbnco destro d{b parte dei Tedeschi, che così rillscirono a ristal>ilire la situazione sullo scaccltiere nord-orientale. La ripresa offe nsiva deg li Italiani sulla fronte Giulia - La conquista di Gorizia. - La controffensiva italiana degli al tipiani r i_uscl a far l'ioccupare dalle nostre trL1ppe grau parte del terreno perd 1Lt.o, n011 tutto però. Cime Undici e Dodici cou la Bocchotta, cli l'ortnle, Cima di Campolongo, }1onte To1'aro, Ool Sauto e Zngua Torta rimanevano in mauo dell'avversa.rio. :Xonostante la sitnazione nostra sugli Altipiani risultasse quindi moll!o meno solidà> di quella che era prima, dell'offensiva austriaca, per cni si sentì la necessità di lasciare da <] uella parte forze circa doppie di quelle che
... vi avevano nell'aprile, tuttavia, apvrolittando ch•lla, fan>re,·ole occasione pe1• cui una parte delle forr,o ansil'iache, du,l nostro fro11tc erano stai e an•iate in Galizia, il generale ('adorna. scuia in<lu~io org-anizzh la ripresa offensiva sulla fronte Giulia. IYi i risultati conseguiti in seguito ai ri1wL1tti e sanguinosissimi nostri sforr.i erano stati scari;i. Si riclncenmo alla couquista, <14.>l )Ionte Xero, alla conqui:,ta di una ristrett:i tm;ta di ponte attorno a Plavn, e (((,]l'orlo occirlt•ntale del Oarso. Alqnauto attenuata part•v;t l'efficienza, offensiva dellt• test l' <li po11tl' di ' l'olmino e di Uori½ia, <li 11uci;l'ultima s1w· cialmente, cbè qnanto alla prima nell'ottob1·0 do! l'anno seguente i foLLi, purtroppo, prova.rouo a nostro danno quale t' quanto Yalore an•sse ancora 1•011s<>rvn,to quella tesla cli pontt>. Anche <lavaut,i G--orizia però il Habotiuo, Osl:wia e<l il San )Iicltcle, pOt('ntenH·nte 0<·cupati ed organi½zati a difesa <!all'avversario, rapprest>ul:ivauo nna pormaneute minaccia di po~i,,ibili :-;bocchi offensiv} da parte d1•ll'aYvl'r· sal'io, Oll(l'è elH' il nostro Oornaudo Hnpremo si propos(• cli conquistare Gorizia, o quanto meno le altnl'C sopra ricordate, e di po11et.rarc piì:t a<ldent ro p,>-,sibilt• ancht> snl 0:m,o pct· tendere, a, 111011wn10 opportuno, al vagheggiato obùiettivo di Tri('Ste.
46 Pn.:c·Pdnta da un·azione <li,ersiva1lalla parte cleJla zona <li ?llonfolc011e, in sui primi di agosto vonne sferrata una hone organizzata e\ ùe111:' COJl(lotta ofl'l•nsivu, contro le alture dd Sabotino, <li Osla\'ia l' dPl ::,au :i)l icheh•; e passato l'lsonz.o a S. ..\n<lrca, si conquistò alLre:si tutta la parte del Can;o a1l octidenh• (lel Yallone. L'8 agosto le no::,;trc trnpi>e penetmvnno <li Yi\'a forza in Gorizia: p1•1·ì1 11011 e::,sendo stata forse prev1l<lnta, talo conq11istn,, o pn lo meno non :wondo pr<>clisposti i mezzi per c·onti11uare :rnbito la nm;tra, ,;pinla olfonHiva lino a con· (\Uistare le alture che <lominanrno i111111ellia· tawe11te cht oril'nte hL cit tà - - l\Io11tc H. Ga· hrielt• e )tonte H. 1[arco - la c•011<1uista nostra :-:i limifo all'abitato di Gorir,ia, C'lte rimase sotto il bombar<lamt>nto delle artiglieri<• stahi lite sulle <lue alture anr.iclet Lo e i.-\ulla, Bairn,izza. Yani riuscirono gli sforzi fatti nell'autunno del 1!)16 e ripetuti, corno vedremo, nell'anno isegncnte, per impadronirc·i. di qtwlle alture; riuscimmo inY<'ce, sul Car:so, a spi 11g-erci 1iuo al Jt'aìt, a nord, etl al Dt•beli a sud ovt>st.
Fu snbiLo dopo la battaglia di (:orizia che l'Italia dichiarll guerra alla t:Prrnania.
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Le operazioni sugli altri scacchieri. Ji'1:a.tta11to i ]~ranco-llritanni impegnano
4-7
•1nella èh e fa detta la ba,llaglia della Somnw chi.' dù, ai trantcsi ricco bottino cli prigionieri e di makriali, ma 1-1terili ri,,ultati 1-1trategici. Xl'l mm ca1lono Erza111n e 'l'rcbisonda, in mano de' Hm,si, d1e occupano l'Er1,ingh11i; per c·ont ro rieseouo Iar<liYi i soccorsi russi 1liretti verso Bagdacl per clisimpognare hL <liYisiou1.> ingle1:w assediata a Kut-el-Amara) la <1uale1 il '.!6 aprilo, è cm;tretta a. capitolarr.
La battaglia nav ale del Jutland. - A· ,·ent luogo il ;l I maggio: fu la più ~rau<le .iziom• nava,le por nLunero e per potenza di unità, che si 1'i<:or<li dopo la baUaglia cli Lepanto. Se i risultati tattici quasi si compensarono, lJLlClli strategici furono decisivi per la, flotta. iuglcisc, cmi riuscì <l' i111bottigliare ne' suoi porti la llotta tedesca.
Entrata in guerra della Rumenia e cam pagna contro di essa. - Sotto l' influenia delle ,ittorie ili Ycrdnn, di Galizia e cli Gorizia, il :!6 agosto la H.nmenhL dichiara, la,
guerrn agli impori centrali e loro alleati, o le sue f'or1.e militari senz'altro invaclouo la Tn111,,ilYania, proccclcnclo in armouia, con l'ala l-linistra rnssa, operante 11c' Carpazi.
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Al Comanclo 8npn'mo germanico importa. non solamente batter(' l'exercito rnmeuo, rna occupare la Valaccliia, dove trover:ì graniti pron·i:;to di grano ed i 1>ozzi cli Jll'trolio. Un ei-ercito aw,tro-tcdeHco com:rndato fhll ge11. FrLlkenhein mnove quiu•li contro i Uumeni dall'TJnghel'ia e li cacda dalla •rnrnsilvania. OontemLiorane:;,monte altro esercito turco-kclesco, agli ordini del ~en. )Jakcnxell, cacda i Rumt'ni II nord della linea Uerrnwadn Uostauza
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passa il l>anubio.
Le• dul' armate Le<h•sch~, cho nello imiiem(' conLano liOO mila, uomini, si riuniscono snl campo di battaglia di Arg'CS (ad t•st di Um· joYa,) dove battono il nemico. J Rumeni evitano l'av,•olgimento abba11do11audo BulrnreHL sebbone ]H.'r trasformarla, in 1,trandioso campo trincerato mo1lcrno, secondo i piani del Hrial111ont, fossero :,:;taLo · speHe pareccl,ie centiuaia, cli 111ilioni, o i,;i l'Ìtirano sul Sc•reth dove si uniHcono ai Hussl.
Muore Francesco Giuseppe, cui sncceclo l'm·eidu<'a Carlo Ferdinando col nome di Uarlo I. D'accordo con lui, il l(aiser prcsei1ta agli alleati proposte di pace, clw sono ritenute inaccettabili. :Seppure nel ] 91G erano stati comwguiti 1·isu ltati decisivi.
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Si era ,mcorn 1.1cl peri,)do tlolJa lottn. di lo· goramonto: vincerti, colui cbe llCI risentir,\ più disastrosi gl i effetti o per minore robuslezza 1lella fibra morale o l)er la im1x>ssibilitù di provv~clc1ro nella misura necessaria ai mezzi materiali richiesti (falla guerra moderna, la quale pm;e in eviclenz:t l'importanza somma 1lella produzione indnstl'ialc.
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11 quarto anno di guerra - 1917. D11raut1, l'iunm10 il Kaiser insistt- nelJe :,,11e inacu•Uabili propo"te di pac<•. Oo11t.empora1wanw11te 1)el'o intensifica la ~uerra clei ,;ottotmLriui a,l 111m,;si1110 grntlo. Ciì,, 1wl f'eh· hraio, produce il richiamo (!plJ'amhasciatore anwrica.no <la BPrlino.
L a rivoluzione russa e la entrata in g uerra d egli Stati Uniti. - :;-{ol 111arzo s<·up· pia la rivolttzio11t• russa. clw dopo pochi mesi privw·à l'lntc:;a del potente ait1to dl'll'osp1·cito mos1·ovita; pcrì1 opport u110 e tt.•mp1•stin> t·ontraJ)pPliQ :l tale 111anc.tl1Z,l Mll',Ì il COill'Ol'SO anw1·i<:n110. Iufalti il pl'esi<lPnte Wil:,;ou, a causa tlei 1·aratt1•re sPmpre pii1 coutrario ai principì ili umanitù, e di civiltà ,~hc a.veva. ass1111to la ~uena, t.la parte dei te1h·~chi, specialmente nei ri~1w,r,1i tlell'impiego dei sotto-
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marini, dkhiara I.~ gnt>rra alla Ocrmauia. (1). 11 suo esempio è presto imitato eh~ Yari # Stati tlelle llne Amet·iche, e piì1 p,uticolarmeHte dallo Ropubl>liche Arge1ttina e clcl
Bra,;ilc.
Piani operativi per la campagna del Da parte <lei te<l1·.~chi si v uole anziI 1ttto liquidal'e il barcollanto esercito russo.
1917. -
per pottw gettarsi poi con t11tte le forze co11 t.ro i 1tenlÌ<'i d'orcicle11te e cli mezzogiorno. Si dPciclo pereiì1 il ripiegamento sulla linea .\ nas-S. <~uiut,ino-la Fèrt•, liuea dt•tta tli l lindl'nburg, clw era, stat:t ac.<'11l'at:11aente e robust a.mt•ntc organizzata a cli.fesa., p<•rchè ;m tnle linea, J)Ìll ristret.ta di 1p1ell:1 occupata, si avr('hh e potu~o fart' notevole t•conornia di forzt•. Per p;nncfagu:nc tempo e per reude1'c piìt mala~1'Yole l'att:wco da parte cl<•ll'avv••r:--ario della linea prescc•lta, si decide cli fare, <·on 1n·oc·<>1linwnti cli :,,tudiato \'an,lalismo, dinnam;i a,cl essa, il <leserl,o. (1) ::Snturalmout11 que~to fn ;;olta11to il prnt,c~t o: La ra1.do1w ,na !'l'll qn(•ll,ì dw una granùc polt·nza c·omo i,:li Stati TJ11ili, non potovn, dh1i11t<•n•:-f<,ìl't<i dPlla l,(Hl'rI'n moudiale. 81' Ynl<•va poter far s1•utin· anton• olc In propria ,oce 1111nudo ,.; foi-:,10 l,rnttato 1kl uuoYo us,wl,lo dn d:tr11i al n1011ùo, oct·orrova cL\N,i 1rnre cn~rn;;;,oro ncll'ago1JI'.
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l>a parte àegU tillcati il piano operativo venne discusso a Roma nel febbraio. Lloyd Georgo appoggiò vi vamonte il progetto <lol gen. Uadoma cli far mandare in Italia tma decina ,li di vh,ioni fra11co -i11glcsi, con congrna massa <li attiglicrie pesanti, per potere prendere una vigorosa offensiva, così da, mottero fuori questione l'esercito anstroungarico, le cni condizioni morali si !;apeva essere assai scosse. ' l'ale proposta trovò pcrè> l'opposi;,;ionc degli sta ti maggiori francese ed ingles(' - pilL specialmente del primo dei due - <·he volh•t'O mantenere il centro di gnwitù della guerra in Francia,, dove venne decisa 111u1, grande offensi\·a su estesa fronte, la quale, secondo le previi;;ioni, avrehbe dovnto porl,arc a J"i . su ltat i decisivi. f;i volle però che l'off<'nsiva su l teatro di 01wrazione l'rant·Pse vt•nisse ng'csolnta ,la or:. fem;in1 ancl1e s ullo scaccl1ierc ita.liano.
Operazioni in Francia. - Sm,tit nito il g-eu. ,Joffre - ol(•vnto alln dig<nibì di man•sciallo in Fmncia - tlal g'en. Xinlle, qne:,,ti, cl'ac1·or'10 col Go,·erno, ,..ferra la prog-Ntata offonsint, rna, htlB otren~iva coincitle <'<>I diYi,mto ripie~ame11to tlt•i tetlesc-hi. Lo colo1111c f'ranco -ht'i tannic-ltc nrLanoqni11<h soltanto coutro forti retroguardie.
. grandi
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Ufo non ostante, ri sultati tattici non ottengono, mentre in-fece vn11uo incontro a perdite molto sC' nsibili, cllC' artlitamen te e:-ìagcrnLc, i111l1icono il ministro della guerra., Poinlevé, ad ottenere dal governo la sospen sione dell'offensiva o la sostituzione del ge 11ernle Nivelle col genera le Foeh. Anche nel comando dell'esercito inglese, al ma rese in Ilo French 1-1m stato sostituito il ~en. Donglas Ilaig. L'azione offensiva continuò in Francia, spccialmenl e da parte tlegli inglesi, ma piuttos Lo ~legata, ·~ scarsa di risullati sLrategici.
L 'offensiva austro- tedesca in Polonia. - In 1;oguito alla rivoluzione del m,1,r::rn, l'esercito russo era materialmente, e piìL ancom moralmente, disot'ganizzaLo ecl inquinato dalla propagauch1, bolscevica: gli amitro-tedescl1i s i propongono <l'approfittarne, ma, in un primo momento, sono prevenuti dal gcn. Brnsillow d1e dalla Yolinia pnnta in direziono di Leopoli. Btu!)s ilow ottiene in pl'incipio qualche brillante successo, ma l'esercito ch'egli comand~t, t;etnp1•e più va, risontendo l'infl uenztL del ci~n1ttere accentuatamente comnnista <lolla rivoluzioue, o va qnindi sciogliendosi come neve al sole.
Coutl'attac<·ato <lngli a11stro-tedescl1i i-;u larga froute, ì• ributtato \'l'l'so orì<'nte. Xel :,;eltemlire i lt>deschi attaccano anche il front<> D\\ insk-Ri~a e1l O<·cnp:rno IJIH'l'lt'ultima cii là. l ru.isi, ormai caduti :,;ol(o la 1litbLtnra holsceYic·a cli Leniu, scmo ridotti a firmare hL disouorantc1 pace di Brest-LitowHky.
Le offensive del maggio e dell'agosto in Italia. - ('oufo1·1110 al pia.no C'oncerlato durante l'inYerno. nella prima vera<' nell'P-;late si nttnarono, dit parti• <le~li it~dh111i, due pocl<>rose offeu:,;in•, miranti <la 1111 lato a 'l'ri(•i,;te, ila ll'altro al pos:;c•sso clPll'altopiano rlt>lla Ha inHir.za. pos:,;esso che S<' esteso al m. 10 S. <:ahriel<>, al lahhrn <lei ('biaJlonmo l'll al Lom •li 'fol mino, ,1 vrehh<> <·erto co11solidato la. 1io.itni linea su]la front(• <:inlia ed ,lJwrto l'aclito :Hl nllNiori e forse 1lt•eisi, i progn·ssi. ì\fa, 1·nn l'olfonsiva. 1lel 11w.g-~io non P.i 1·ons<>g-nir01w che H<:arsi vantal,!'J.!'i; magg-iori, in f:1ttn di snpPr!icie di tencnn, d'importanza di posizioni 01·cupat" e di hol tiuo, ott e11t>1t11110 <·011 l'offpnsiYa clell'ag-osto; p<'l'Ò non a venilo pot,nto neppuro con qnesta raggi1111ge1·t> gli ohhietti\'i che <·i eravamo prnposti <' elle, eome si disse, avrc•bhero effetti vameote migliorato la, nosl ra, siLnazione, finì 1:ol procl nrre ill(\eholimento inv<'ce d'nn rafforzamento del fronte.
5.)
E cfo oltn• che p(•I fo.tto di uon aver 1>otuto r aggi nng1' 1·e i 11ostri ohbìet~i vi territoria li, aneli e per il grarnle logorìo e pel' la <1ispen,ione d i energil1 rl1c quelle operazioni offeusini ,l\'\•vano Jlrotlotto, La baUnglia, <l<,Jh~ Bainsizr.a, resten) c~-t.ameut C' s<·ritta con lt•ttere d'orn nella nostra storia 111ilitare pPr le enor'mi cliffieoltù, llcl tC'rreno clu• l'esen:ito nost1·0 seppe sup1•1·arP. « Rd invero - O!-lserva il Cntlorna - paRsare lii viva fonm nn finuw inp;nadabill' fu sem prt> <mnsiderato come mm dt•lle irn prese pii:1 clifli<·ili cbe la gnerra 1n·1•s1•uti. ::'Ifa il passarlo coli granili 111ai-ise di truppe attmvcrso 1111a gola 111outa11:1, il gettat'e t1 vonti Ìll t·ondizioni diflicilif-siuie cli terr(•no, ,;otto il fnoco nemico; lo scalare subito dopo nna ripi<la lalda 1J1011tana alla ;;oo m., 1>spngnundo lre succei-;:,;ivr e formidabilissime lince di 11if(•sa, il con<ltll'l'l' interi Ml'pi d'armata sttl sonastantt, aftopiano p1·iyo di bnmw Rtra<le, di risorse e pP1·si110 di acqna, 1w1· ivi orgauizr.ase 1·apidame11te iLLtti i scl'vizi, ivi tiw,pol'la1·p 1,utte le g-rosse art,iirlierie, fu impresa nnoYa negli annali della ;_!1wrra » (1). Però appunto per lo straordinaiio ~fonp compiuto e per le conclizioui alquanto pt'c(1 } G<•11. L. CADOll'\,\ - · T,11 y111•1-ra alla fro,1te italiana.
56 cal'ie nelle quali ci venivamo iL trovare sull'ali o piano della Bairn,izza, le nostre condizioni strategiche, ri:rnltavano peggiorate . .Aggiungasi cl1e duraute lo i:.vilnppo delle opernzioni Hi (•ra posto in evidc>nza hL tleficienz1L quantitativa e qualitativa dei qmulri, le ins ufficienze dei cowpleme11li e l'ìusufficiemm tlello niunizioni - defi.cienze tnttc, le quali, iu aggi lmta allr difficolti\ de] terreno, a -.enmo com,igliato a sospendere le operazioni istesso ptima ,tucora che fossero raggi1ml i gli obùioLtivi <lo~ignati.
I moti sovversivi di Torino, lo spirito pubblico in Italia e la loro ripercussione sull'esercito. - .i \la un'altra causa inli•tl fol'l'ie a. deteuuinare tale 1:,ospensione. Sebbene lo nostre operazioni avessero avttLo spiccato carat~"re olforn;i vo e non iwei:;simo dovuto subire le conseguenze di grandi contrattacchi da parte del nmuico, tuttavia i prigionieri elle 11oi avev1:uuo cattltrato no.u supern,nmo quelli che avevamo lasciato in mano dol nemico... Era. (lllesto un brutto indizio! A dcprimel'o poi la combattività dell'esercì tu ('oncorst•1·0 altresì la notizia della <lefezio1w russa e lo notizie, artatamento esagerato e svisate, dei <lisonlini provocati a Torino da.gli elementi sovversivi.
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Il Còmando Supremo italiano determina di assumere schieramento difensivo. - Il complesso delle suaccennate circostauze di fatto ed i ·ch iari indizi che si° avevano di spostamento di forze austro-tedesche verso il nostro fronte, indussero, il 18 setteinbre, il nostro Comando SL1prerno a desistere dalla progett}tta offensiv~t; e tale suo proposito esplicitamente dichiarava ai comandanti della 2"' e della 3° armata con le seguenti parole: « A tale preoisa clfrettiva (di rinunciare alla· offensiva e tli concentrare ogni attività, nelle predi~posizioni per la dife!:la ad oltranza} prego pertanto V. A. R. e V . E. cl'orientare -fin d'ora ogni predisposizione d'attività delle truppe, lo schieramento delle artiglierie ed il grado di urgenza dei lavori ». Qui p erò giova notàre che, se non buone erano le nostre condizioni, ancora, P~!!giori erauo quelle del nemico che avevamo di honte, tantochè il gen. von Artz, capo cli Stato maggiore dell'esercito austro-ungarico, nel settembre informava il Comando Supremo tedesco, essere ormai la monarchia allo stremo delle sue forze, quindi necessario: o poderosi l'inforzi, o concludere la pace . .rn fu allora che venne deciso · l'invio sul toatro d'Italia di dieci divisioni tedesche per cercare sul nostro fronte una sollecita soluzione.
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Caporetto. - Vafldcnsan,i delle forze asversarìe s,11 nostro fi'onte 11011 sfnggì, come si disse1 al Comando Snprrrno italiano; e<l è appunto qnan<l,> ne acqnisfo il co11Yindmento che clncise di passa.re allo schieramento difensivo; ma tale pa·ssag-gio, con le masse di armati e con la enorme quantitù, ,u rnaterìrili (li cni oggi sou forniti gli eserciti, richiede tempo e mezr,i raggu:mlevol i, tanto più quando si tratta, cl' esegniJ'e spostanrnuti, come nel · caso nostro, attrr.werso un fiume ingmulahilc ed incassato fra elevat~ ri1ie non solcrite che Ila, scitrsa e nou facile viabilit:ì. Le nostre forze in co1Tisponden7.a della fronti> Giulia ammontavano a r,59 l)at.lnglioui., ripartiti fra. l e due armate (23 e 3•), e lo riserve generali a diSJ)osizione del Uomando Supremo. 1,e qn:itt,ro divisioni <li ca viLlleria, il 24 ottobre si trovav:rno, <lue fra 'l'aglhtmento e Livenza, e le altre due in Lombnrdia ed in l'i(\JOOJlle. La :i" ;1rmata (gen. Uapello ), fot·te di ben O corpi d'a,rmata {3,'>:{ bntt,aglioni), era schierata dal }VI. Rombon al Vip,wco; la, :~" anrntht (S. 1-'i... R il Duca d'Aosta), forte di 5. corpi ,l'armata ()'J2 battaglioni) ,la.I , rjvanco ~il niarc. Complessivamente si avevano 8 c01pi ,l'armata in prima linea, e li in 1·iservH, oltrn a 114 battaglioni alla dipcuclenza del Uomando
., 59 Supre1n'o. Le riRerve quindi non· avrebbero di, fettùto, ma in parte, emno coi-;Utuit('. da unità logore per la lunga perma,nenz<1, in trincei1 e per le perdite subìte, povere <li quadri, cli artiglieria e <li 5ervizi: e'iano b1somma unità di Rcarsa effi<·.ieni:i bellica, specialmente per la gnerrn cli movimento. Le rist'rvc g1~n0rnli erano dislocate fra Ta.gliamento e<l Isonzo, con preponderanza verso il basso Iso1tzo. Xon ostante i precisi e categorici ordini del Comanclo Supremo, emanati tin dal 18 set· 1,<--.mhre, e di cui si è già fatto ecrmo, le forze <lelht 2" armata non uvev,tno ancora as::;nnto regolare scl1icramento difcnsi vo: coutimrnvano cioè ancora, it grnvita·re snll'altopiano dell}t B;iinsizza. E qnei.,to forse più ancora che per le clifficolt,'t, <' per il tempo occorrente - in quelle condizioni di forze e di h'rreno - per fade passare sulla del'.!tra dell'faonzo, pel fatto che le vednte del gen. Capello sul mn<lo migliore per fronteggiare la wossima offeusint dell'avversario, 11011 coincidevano cou quelle del gf>n.' Ca<lormi. Quello a,vrebbe preferito di preYenirn l'offensiva 11emic~L eon una vig'oro::;a, puntata <hl Ila Bainsizzn, ver:;o 'J'olmino, o quanto meno <li mantenersi in rnism:1 <li prendere la cont,rof. fensiva non appena l'avversario ~.v esse cùiarito il suo pi~u)o e si fosse impegnato a, foudo
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contro di noi'; questi invece, nella consiclera7.ione che non si disponeva, ohe di scarsi complementi (la classe 1899 non si voleva toccarla fino ::i Ila, primavera 1918), e cli scarsi nrnniziouament.i, e forse anche sotto l'impressione del menomato slancio offensivo dimostrato da alcuni repi1rti dm'ante l'attacco della lhinsizza, aveva de-terminato di rimanere sulla difensiva assoluta, limitando l'atti, vità offensiva a soli atti di can1,ttere tattico. Certo è che codesta disparità di criteri fra il Comando Supremo ed il Coma,ndo della 2"' annata, e la tendern,;a in questo di far prevalere i propri, nocquero molto al buon andamento delle opera.zioni, non foss'altro perchè, quando si sferrò l'attacco nemico, non avevamo nè un buon schieramento offensivo nè un buon schieramento difensivo. La linea di schieramento dell'avversario, dal mare presso D11ino, saliva, all'Hermada, donde per CastagnevizzrL anelava a tagliare il Vipacco a sud cli Merna; raggiungeva quindi S. Gabriele, dopo d'avere a.ttrn.versato le colline ad est di Gorizia a, tiro di fucileria dalla città: dal S. Ga,briele 8a,liva sull~1, estremità meridiouale · dell' altopiano della Bainsizza, di cui contornava la cintura orientale fino al Lom di Tolmino: si sviluppava quindi , in corrispondenz~t della grande testa
61 di ponte 'cli Tolmin(? sulle alture di S. Maria e di S. Lucia, organizzate a difesa e ad offesi1 sulla destra del .fiome. Sotto Volzana, la linea di .difesa nemica ritornava sulla, sinistra dell'Isonzo, saliva snl l\:Iirzli-Sleme, poi sul gruppo del M. Nero e del Verzic, di cui però le punte erano in n0stro potere; scendeva qnindi attrave.rso il pendio sud-ovest del favorcek, all'Isonzo presso la confluenza clelJa, Ooritenza, per salire infine su pel versante snrl del .M. Rom· bon, terminan<lo poco ad est dal culmine. Dietro questa linea di schieramento le forze ne1picbc erano state così distribuite : a.na destr(.L c'era l'arma.ta teò.esca di von Bellow, · rinforzata da tre divisioni austriache, composte con le migliori t,rup'pe : complessivamente erano J:$ divisioni dislocate fra la te· f.ltata, della Coritenza, la regione del pnsso della, ~Iaistroka e Tolmino, con ht f:inistra protesa fino a Doblar, imll'Isonzo, clove si collegava con la 2a Armata austriaca (Ilenriqnez), che si stendeva sulla sinistra in corl'ispon· clenza della Bainsizza e fino al Vipacco; al di là del quale, attraverso il Oa1·so fino al ma.re', era schierata la l"· armata anst,1·iacn (Wurm v\Tenzel). Qneste due armate, uell'in,;ieme, costi tu i vano la I.vonzo-armée alla lli · pendenza del felcl maresciallo von Boroevic.
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J)ne nfiìciali di nazionalib'L nunona, 11w che servi vano nell'esercito anstro-nngarico, dise1'tarono il 22 ottcbre e fornirono notizie particolareggiate e precise su lht forza, sulhi, di1,Jocazione cd a.nello sul di::;egno ojfensivo dell'avversario, specialmente per quanto rifletteva, l'armata Yon Bellow. l!'n da, essi che sapemmo clell'a,rri vo dello 10 divisioui germa1iiehe; fn da essi che stL· pemrno elio il 2-1 sarnmrno stat.i attaccati <l:t qnest'armatn, riuforzata da, 3 divh,ioni .anstriaehe e co1 concorso di tlu,c divisioni della 2" armata a.nst.ro-:rngarica., eon a:c,ione concentrica avente per obùi<.Mivi Gividale-'l'ar · cento-l~cRinLta; e più prechmrnent,e fn da essi cllè i,;a,p cnmio che l'a,rmata von Bollow era ripartita in quattro gruppi CIH~ avr,~hbero così operato: il primo, cominciando dalla tlcsLra, (vo11 ::,tnrnss), composto di 4: di Yisioui, dall'alto I sonzo o dai L'rn,lil, 1lovent rmntarc s LL Saga, donde irra1liarn verso Ua,porctto, Tarcento e lfrsiutta, (canale ,lei Ferro); il seco1Hlo gruppo (:::ltein), forte 1rnre cli 1 di vixioni, (loYenL attaccare frontalmente tra il :\lonte Vrnk~ ed il ::Ylirzli, per procedere quimli sn Caporet.to per le dne rin; dell'Isonzo; il terzo g-ruppo (von Bctrer), forte di dL,C <livisioni, doveva, sboccare dalhL testa cli ponte di Tolmino e vroeedere con uua, divi;;ione (la l'.!,.} tL ca\'allo dcll'lsonzo, col resto tutlo Jler LL riva cle$trn
63 di cons'erva col gruppo Scotti (3 divisio1:1i) che aveva sulla proprfa sinistra' o col con<;Orso di trnppe del la ~o. armata, aqstriac11. Obbietti vi di queste sei o sette di visioni erano il front~ Glob<nrnk-Ieza- :.\fatajLlr-lderso, per proçedere poi con l'ala, destra sn Caporetto, ,... col resto delle forze, dopo cl'essersi impadrnniti della teshtta della vulle dell'Jndrio, :,;1t Cividale e verso )Tonte Uorada. r\ tutto il resto dell'armata Bo1·oevic verme a,flìdalo CÒlllpito impegnativo. Non risulta cJie il Comando Supremo italia,no abbia preso Rpeciali disposizioni per trarre profitt,o dclPinestirna,bile vantaggio di <lonoscere cl1w gionii 1Jri11ui della battaglia, forza, dislocaz1oue ed intenzioni <lell'avversario. Ne consegue che le 15 divisioni austrogermaniche che cost,ituiv:rno l'ala offensiva, vennero ad mtarn contro il JY Corpo d'arHn.ta italiano e ht '19n. divisione llel XXVJ I, che nel loro complesso co1Tispondevano alla forza, <li poco più di sci divisioni: a rincalzo delle qnali si avevano hensì le due divisioui <le! VII Uorpo fra il passo Zagradam ed il :.\fonh1 l\Iatajur, uoncliè nove battaglioni di alpini e di bersaglieri ed in seguito anche Lina brigata di fanteria,; però se come nu-
64 mero di battaglioni, le forze contr-appoRtc <li poco clifferiva,no, anzi c'era qualche vantag·gio da parte nostra., conviene ricordare cho la forza dei nostri b:1ttaglioni era., in meflia, di poco superiore alla metà cli quelli nemiei, e che alcune delle nostre uniti), organicamente uon. erano bene costituite e ma le eonoscevano il terreno. Il I V corpo aveva tutte le sue forze s11lln, sinistra. dell'Isonzo, da, Gabrie, ai piedi del llirzli, fino al ìV[ont(', Rombon, col centro sul :Monto Nero; la, 19i. divisione, forte cli qnattro brigate, era invece tutta sulla, des tra dell'Isonzo da Doblm: })Cl' Ieza, Oa,p11e.lla Slem<-' e Kavarie: occupava i triuceramenti ]unir<> hL cresta che forma, testata dell'fnclrio e dei vari aftiuenti del Xatisone, nel qnale imnwttono presso Cividale. Quasi sgnernito era. in vece il fon<lo valle in corris11ondenz~L della Rtrada che da Tolmino per la, riva destra, dcll'Isom,o conduce tL Oaporetto.
La battaglia. - ~ ella notte s nl 24 ol Iobr<', · dopo Ire giorni di t,iro intermittente, il nemico sviluppa s nlle 11osizioni contro le quali i:;i lH'O.. poneva d'inompere, m1 bombardamento infernale con euorme proie½ione di gas tossici. Anche <gHtndo spnntò l'a1ha, una fitta nebbia. impccll a noi cli distinguere i bersagli: si rispondeva quindi un po' a, ca'i',accio. De1 rN,h)
(j;''i
in corrispondenza,_ del tratto <li fronte affidaLo alla 19" divisione, soltanto le artiglierie da
campagna entrarono in azione. Le artiglierie ili meclio e di grosso ca,Hl>ro, t m cni ve ne emuo molte ap1larteneuti al l V Uoq)O d' Ar· mata,, pare per ordine superiore, si a;,:.tcnnero dallo sparare, e cioè dallo èSeguire il tiro di controprepa,razionc per battere i :punti di raccolta e d'irrnzioue dello fanterie nemiche. FLL detto che t:-ile ordine rispondeva al concetto di lasciare che le fanterie avversarie s'impe· gnasscro a fondo, per sorprenderle con fnoco distrnggitore, ma ancora non è stato bene appurato se tale ordine sia :stato effettivamente dato e da chi s ia stato dato. Ad ogni rnorlo certo ò. che le cose passarono ben diversamente del preventivato, sia a causa doll'improvviRa irrnzione dell'avver sario nelle nosLre trincee, siiL ::,., causa dclh nebbia, di guisachè gra..ntle parte delle nostre artiglierie non spararono e caddero in pot,c re clel nemico, o l'avversario giunse quasi di sorpresa in cresta. dei monti. Essendo poi rimasto pressocbè sguernito il fondo della valle sulla destra dell'Isonzo, cli qua, proeedett.e qtrnsi indisturbata parte della 12" di visione tedesca, mentre le divisioni del grnppo Bener e quelle del gruppo Scotti giungevano quasi di sorpresa snlla cresta fra Ieza e lo Zagadram: ivi impegnavano forioso ma 5
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breve comba.ttimento, nel quale la schiacciante snperiorità nnmerica e hL sorpresa avevano ragione è elle valoro;se ma scarse forze del difensore. In pal'i tempo la 12a. di. visione tedesca giun. geva allo suocco sud cli Caporetto, cadendo qnincli a tergo cli pres,,ochè tutto il IV Coq,o che a st,ento cercava di conternwe Poffonsi va avvenmria, in con ispondcnza del proprio fronte. l\la se snl :Monte ~ero riusciva alla 4;1<• cli visione di mantene1·c le proprie posir,ioni, non così avveniva alle al i, dove.hL 4G" divis ione ùal .:.\1irzli era respinta verso il l)Onte di Caporctto, e la 50" da Plezzo verso la, stretta. di Saga. L'occupazione di baporetto da pa,rtc delle forze nemiche che avev,1no risalito la riva destm dell' Lsouzo, venne a t:1gliare la ritirata alla 46" ed a, compromettere quella ùellrL 43"' e GO" divisione, cui però restanL scarupo, specialmente aU'ultima, per hL valle clel Torre e per la valle U.csia. li'ra codesti avvenimenti tanto infausti, magnifici episodi di reshstenze eroiche si verifica.rono, specialmente là dove la fortezza de' luoghi piiL favoriva la prolm1gata resistenza anche contro forze di gran lunga superiori. A prescindere dalla resii:itenzaI<lella 19" divisione, la qua.le ebbe il suo Lragico epilogo col suicidio clel suo eroico coma.ndant.e - ge-
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nerale Vill~u1i elio non volle sopravvivere al danno ed all'onta della sconfitta, magnifico esempio di resistenza ad oltranza diedero i difensori del )fonte Nero che, sebbene circondati da ogni parte, vi si mantennero per tre giorui, finchè loro rimase una cartuccia ed un pez7,o di pane. Con ciò non si esclude che possano essersi verificati anclie atti cli debolezz~t da parte di alcuni rBpa.rti e cl.H~ troppo rtifrettatamentc siano stc1te abbandonate posizioni importanti. ::\'fa in quale esercito, specialmente quando vengono aù allentarsi i vincoli organici e comincia a scuotersi la fiducia nel successo, tutti sono eroi 1 Già fin dalla sera del 24 ottobre le posizioni della cresta fnt M. Icza ed j] MataJur, · erano in più punti vulnerato; perciò fin dal 25 veniva deciso il:
ripiegamento al Tagliamento di tutte le forze impegnate Sltlla fronte Giulia, ed anche di <1uelle operanti in Carnia che dovevano stabilirsi sulle Prcailpi fro11te a nord e ad est. Però per rendere meno disastroso l'esodo delle popolazioni ed il defluire degli sbandati del IV, cli parte XXVII e ùel VII Corpo, che a calca, ingombrando tltttc le f-trncle, i,;cendevano verso Cividale, ed anche per sa.i vate
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quanto piit materi ale fosse po::,sibile, si tenfo cli resii:1tere s ulle posizioni cl1e coprono lo sbocco di Civi,lalc fra, )f. !\Jaggiore e Ca;,,tel del 1\Iont(;1 avviaudo a fmfa su di esse le ri$er-ve fatte acrorr<•rc dal piano. Ma una parto <li questo riserve, s l,anclle, clisorieutate, impressional e dallo spcltacolo deprimente di cui erano state spettattfri. non seppero reggere }l lungo. 'l'ntLuvia occorreva ad 0~11i costo guadag uarc nncora qnalche g iorno, almeno qualche ora, prr coprire lo sgombro della Bainsizza, di Gorizia e del Uarso : rnwnt resistenza si teutò quindi s ul ' l'orre, nw, dato lo 1-1carso Yalore <h1ll'ostacolo e le con<li1.ioni in cni Prano ri<loltr qnelle tmppr. non c'è da meravigliare se ancho quella linea sia 1-1tatR facilmente su. pen1,t,l dall'avversario. L'oceupazionn ,t difesa della linea, del 'faglianwnto, fatta i11 tali c·on<lizioni, e non appoggiata. da quelle opere• fortificatorie per le 1111ali erano stati spesi L:n1ti milioni. perchl~ d11raute ht guerra erano sta,te dis:muate pN' impiegare le artiglierie che le armavano nelle operazioni offensive, non pott'va dare aflì,lamento di 1111a prol11ngat,a, resh,tenza: specia,ltncnte dobole ta.lo lil1ea risulLrwa al conLrò, perchè o<·cupat,t a dif't•:,,a da tr111>!ll' che aveva.no subìto tutte lt' dt!primenti conseguenze della dis l'a,tta e chl' ornno inseguite
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alle c~tlcagna dall'imbaldanzito nn·ersario: inoltre qui più elle altrove facevano difetto le a,rtiglierie chè iu gran parte non era stato 1>ossibile di trarre in salvo.· Ben se n'era reso conto il Comando Supremo, il qnale cercò cli provvedervi mediante ' la eostitn1,ione del coisì detto 0orpo speciale (Di Giorgio), al quale venne affidata la difesa dei ponti di Pinzano e di Comino, ma le unità desLinate a cosLituire tale massfL di manovl'a,, non ìtl'l'i varono a destinazione che iu parte, tantocJJè il rendimento, pme essendo stato notevole, non potè essere q Ltale era nel <;Oncetto di clii aveva dato l'ordine. Una colònun, d'ulla ventina cli batterie di medio calibro, che si era l'insciti a ritirare dalla B~tinsizza, c che già con hL testa era giunta, al ponte della Delizia, fra Codroipo e Oasarsa, per la prematura distruzione di quel ponte, cadde . in mano del nemico, tranne }llcune batterie che riuscirono a, trovare scampo piìt a sud, passando il ponte di Madrisio. Lungo la strada Udine-Codroipo-Casarsa inestricabile la ressa e la confusione: truppe, sbanda.ti, carreggio, artiglieria,, autocarri, popolazione civile, insieme frammisti, ingombravano per chilometri e chilometri non solaruente tutta la strad~~, ma procedevano _anolrn per la campagna.
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Arrlitc pattuglie ,li cavalleria e ili cicli!,ti 11emici, armate con mitragliatrici, girando in hu:go, pr(•venivano quella massa informe allo sbocco dei villaggi, e sn altri ]Htnti di passaggio obbligato, determinando panici t• rese in conclizio11i trngiche. Alc1me retrognarclie, eni fu u,ilidato il difficile ma 011orevolr còmpito di trattenere I' inS(lg'tlimento, disimpegnarono il loro mand,1to con virtìt magnifi1·a di snc·rificio e di vafo1~ Genova e Nornra, fra i vnl'i reggimenti di cavalleria che co11corsero ad arginare la fin mana 11cruica, col loro Hiwgue Hcrissero pagine immortali a Pozzuolo tlel Frinii ecl a S. Duuiele. l•J non mono bolle pagine ~crisse ln, brigatit Bolor11ui su lle altm(1 di Ragogna, <lnYe pNò, a causa d1•lla intempestiva rottura del ponte di Pinzano, quasi t 11tta vonne catt-,n-
rata. Il 1° novemhr<' riusciva al nemico di pasHarn il 'fa~liamento cli fronte a <Jarnino ed a, Pinzano. Superato, in corrisponilenza di qnesta zona im portant,h,shna,, la linea del 'l'ngliamento, pot?• imbotti~fonc neJle valli ,l' Arziuo <' dell'nlto :M<'cluna la 36" e 03" divisioni del XII corpo cl'al'mata (<lifesa d('Jla Camia) Holamente a I)OChi gruppi fn d:i to cli trovare scnmpo: fra quet-ti il prode generale Rocca, che insieme con un centimtio tra i più arditi,
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sepp<' mant1•t1t'l'Ri per olLre nn rne:se sui monti delle' Prealpi Uamicl1e. Cercò poi scau,po per la lnguna, ma riconoi-<·iuto, venne catturato. Egli orn comanda la cli,·isione milital'e di )fila 110.
La ritirata sul Piave e sul Grappa. Dalla linea del Tagliamento, ormai int<'nihih•, la, 2" e la:}" u,rrna,la ripieg-a,rono su q11ella del Piave a, valle di Susegana, mentn• Ja 4a arnmta, dal Cadore scendeva Ycrso il piano a, g1t('ruire a, difesa Orappa, e :\Iontel lo, collegandosi. a destra, con la, :J• ar11utta, o imlla sinistra. con la 6a, la qnale l)l'L' tale :,,copo, clovetLe anet1·m·o alrpmnto l!L flua ala destra, n ohanclonall(lo così J\L Lissel'. Qnauto alla 2" armata, que;;ta, più ant·Ol'a. che per le 1wr<lite e t><'r le <·om,cgnenzt• immediate della, !:wonfitta di Ca,11orPUo, per() uelle tlisai-trose della ritirata, non era, più in <'OU· dizioni da venire, per il momento. impi<'gata in prima linea; essa venne quindi ritirata e sdoppiata. J ('Orpi d'ar11Hita meuo logori fotono arrestati presso L onigo e Oologna Yen eta : inv(•c1• con quelli cl1e maggiorm<•nte aYcrnno risentito gli effetti tl ol disastro, si costitt1ì la ,;, :irmata, <"he venne mandata, a riorganizzarsi intorn.o a Borgo S . Donnino. Si costituirono poi gmncli campi l)er la mccolta cd il rionlinameulo degli sbandati: a
72 Castelfranco gmilia 'per la fanteriu, a l\liran<lola, per l'artiglieria, e ad Occl.tiobello pel genio. Oomplessivameute, dal 24 ottobre al 7 novembre aveva.mo perdnto: 800.000 uomini fra morti, feriti, prigionieri e sbandati; 3152 cm1noui; 1732 bombarde; 3000 mitragliatrici; oltre a, grande copia di facili, <li aeropla,ni e di materiale d'ogni specie. :Xe consegue che all'esercito, ridotto di ben 20 divisioni organiche, con repal'ti scheletriti, J)overo di artiglierie e <li ogui altro mezzo tecnico necessatio per la gnerra moderna, S})etta,va un ùen arduo compito: il compito cioè di arrestare un avversa.rio di forze ormai notevolmente prepondernnti, irubaldanzito dalla vittoria, largamente provvisto <li artil'.{lieria e dei più perfezionati strumenti di guerra, ltmgo una linea che dallo Stel vio )_.)01' l'Adamello, l'Altissimo, il Pasul>io, la regione degli Altipiani, il Grappa ecl il Piave va, al mare, la quale linea se fino a l Brflnta per natura e pei· i la,·ori fatti, poteva ritenersi abbastanza, forte, tale più non eu:a dal Brenta al mare, sia per la minore entità degli osta· coli, sia perchè non ancora organizzata a difosa.
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Certamente n~ ascritto a merito clel nostro Coma,ndo Supremo d'avere provvednto fin <ht quando gli eventi volgeva110 a noi favorevoli, alla costruzione di strade d'accesso a,l Grappa ed all'avere adottato altre provvidenze elle molto giornro110 a, rinvigorire la nostra difesa, la quale però, sostenuta in quelle condiz.ioni. di forze e di organizzazione -- solarnente con mezzi nostri -, costituirà ptu' sempre gloria imperiturn pel nostro esercito e pel nostro popolo. L'arduo còmpito fu imposto con queste nobili e virili parole, elle il gen. Oadorna, rivolgeva alle truppe il 7 novembre - un giorno . prima di venire sostituito ne11a carica <li capo cli S.1\1. dell'esercito dal gen. Diaz: <<Noi siamo inflessibilmente clecisi: sulle nuove posizioni raggiunte, dal Piave allo Stelvio. si difende l'onore e la vita d'Italia. Sappia ogni combattente qua,l'è il grido erl il comando che vieno dalla, coscienza, di 1;utto il popolo italiauo: morire, non ripiegare». Ivi i veccl1i soldati dell'faonzo trovarono nella, loro sana costituzione morale, la forza pcl' riaversi chll brev(:I, terribile smarrimento, · e le giovani reclute dAl 1899 accorrenti dal Paese sul campo di ùattaglia,, vi portarono il frei;co vigore delle loro energie e della loro baldanza, e l'incitamento nuovo alla lotta ed
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alla vendetta, suscitato nel popolo dall'affronto s ubìto (1).
Rinforzi franco-inglesi mandati in Italia. - E, ripeto, f'n vera ed a.s8olt1ta gloria, italiana; perchè se ftn dal 27 ottobre Yenne deciso l'invio in Italia di 6 divisioni fra11c0si e cli 6 divisioni iuglesi, ridottesi poi a:\ o subito ne fu iniziato il trasporto le divisioni alleate occorren ti stavano però ancora riunendosi nelle retrovie, quando sul Grappa e sul r iave si decideva dell'esistenza d'Italia . ))el resto nell'opera già citn.ta « La gnerra sul fronte italia,no » il gen. Oadorna esplicita.mente dicùiara che il gen. Foch, generalissimo degli eserciti francesi, se non consigliò - come taltmo .weva, fatto correr voce - la ritirat~t all'Adige ed al l\Iincio- Po, il 31 ottobre, qmtnclo conforl a Treviso con lui , perentoriamente pei·ò si oppose alla ricl1iesta d' in1:iarc siil 114 ontello la X armata. fran,)ese che stava · giungendo. Le cause del disastro e quelle della pronta ricostituzione morale e materiale · dell'esercito. - Quali le canse di Oa,porctto'? Pt>rcùè l'esercito italiano così presto rinscì a riaversi clal grave colpo subìto1 (1·) Vedi nota
n,
png. 81.
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Complesse furono le ca.use del disastro: certameute la defezione russa, che laseiava disponibile per la guerra in Italia, oltte a tutto l'esercito austriaco, anche una parte cli quello gepnanieo: ed errori militari 1rella distribuzioue .e nell'impiego delle forze han110 concorso, e forse determinato il primo sbandamento a Caporetto; però ciò che contribuì a rendere più facile tale sbanditmento ecl a muta,r e poi la sconfitta in disastro, così che non fu più possibile d'arginare la valanga nemica fino a l Piave, furono essenzialmente canse morali. · ~on è da meravigliarsi che il nostro esercito fosse fisica.mente e moralmente stanco della l1rnga gnena, che aveva, costato enormi sacrifizi cd avev~t flaLo in fondo sterili risultati, percliÌ\ a malgrado di alcnni successi ta~tici certamente brillanti, lontani apparivnno però ancom gli obbiettivi stmtcgici della guerra. "' •ra,le stanchezza era risentita da, tutti i belligeranti, ed in pa.rticolar modo dal nemico clte avevamo di frouto, ta.ntochè il CfLpo di Sta,to )faggiore dell'esercito austro-ungarico ,wevà dichiarato nel ::;ettembre, come già s'è detto, che qnesto non sarebbe stato più in grado dì resist~re ad uua 1rnova offensiva analoga a quella della Bainsizza.
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)la mentre, in seg-uito a tale <licl1iarazione, dal Cornanclo Snprerno tedesco, Ye1.ti VtL deciso l'invio in ltalia di 10 1lh·i~ioni 1-,celte, dalla parte nostra iuwce i nostri a]kati fitceva,110 ritirare i 200 pezzi di medio calibro che avevano mandato in Italia per concorrere all'offensiva della Bainsiz7,a; e tale ritiro, evidentenwnte, no11 potè a meno d'e1,mrcitare impressione sfavorevole snlle nostre irnppe. :gè va, taciuto clte alLrovc g-overni forti, tradizioni militari gagliarde e sentimento patriottico più saldo o diffuso nel paese, potevano col::ltituire reageuLi. efficaci a tale Htauchezza: ma non da 11oi inrnc<>, dove l'antiwìlitariRmo predica Lo prima clelht g'nerra, em alimentato dai partiti contrari alla guerra; non da noi dovo il govemo debole <'cl instabile, risentiva, l'influenza llel parlamo11tari::;mo. La propagand,L sov,·ersiYa inquina, a l'animo <le'nostri soldati, s1)cci:1lmente quaudo si recavano in licenza, ed era poi ravvivata dal confronto fra la comocla. agiata o siC'ura vita degli inibosc}Lti e quella piena, di disagi e di pericoli, cJ1e essi dovevano coll(lurn• al fronte. Di tale st,~to d'animo, 1mlparato dalla, propag:mda interna, seppe trane profitto il nemico con la propria pi·opagantla, <·ondotta con pertinacia, con metodo, specialmente in corrispondenza dei settori desLi11ati all'attacco:
77 ricor5ìe pcrciì> a tutte le tentazioni, a tutte le allucinazioni che avevano fatt,o prei;,a ~ui Russi, e ciot! all'inutilità, anzi alla Mlpa di continnaro a scn11uari:li cmi) fra proletari elio non aneblwro <1on1to avet't' che un solo comune nemico: il padrone. Occorre porò ag-ginngero elle a ve,·1u10 concorso a predispol're l'ambiento por ricove7'e codeste propagande ,lisso\wnti, i crifrri ed i s ii:;temi clto erano staU adottati pel governo elci 1wrsonale. Le oi:;,Lgerate e tumnltuario esonerazioni noi comandi aveyano diffuso in questi sentimeuli che, xeoolHlo i cal-li, o erano di sovrncccitazidne psichica e qnindi di scarsa serenità uel g-iudicare le i;it11azioni e n<'l prendere determinazioni, o di npatia e di fatalismo, o di <leficie11zn, di caraltt>re per cui non si avern il corag-~io d.,•lla r<•spon11nbilifà. J,a facilifà cou la qnale ufliciali anche dei piì:t alti gradi, che a,·evnuo re:-o eminenti servi;.:i e che godev:rno h~ universale fiducia, Ycnivano e:,ionerati dal comm1<lo1wrrngioni molto discutibili<', qua11to meno, di non grande importanza, mentre fitvoriva l'arri ,·isrno e con esso la mnldicenza, iscuotcnt la, ficln<·ia d('lle truppe nei loro cnpi, cui con taula, <lisinvolturn, vedevano tolto il <·ommulo. Non potcwa poi conferire nè !L mirntonere il lieto animo, 11è a 111ante11C're la iìdncia nei
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capi, il troppo prolungato ser\'izio di tri11cea, la poca regolaritù, 1le' turni di servizio; le promesse frequentemente fatte, sveciahne11te nei rignardi delle licenze, e troppo frequentemente non mantenute; il poco interessamento che dimostra,ya uua prn-te degli nfJl. ciali, specialmente coloro che provenivano da qnelle enormi infornate di subalterni, reclutati a.uche a forza e senza snffìcicnte selezione, pel benessere materinle e morale del solilato; le frequenti e non sempre abba!:itanza giustificate fneiiazioni; e l)eggio ancora, le decimazioni eseguite in circostanze tali, per cni ne veni va frainteso lo scopo ed il carattere, e ad ogni modo talvolta eseguite eon tanta fretta ed irregolarità,, per cui fu passato per le armi, quale rosponsa.l.>ile di nmt rivolta o d'una fuga, chi non si era neppure trovato presente a.I fatLo incrimimtto. tnsonnna un complesso cli cause politiche, militari e morali rese possibile, non solamente la sconfitta: ma ancùe il clisastr-0 di Oa,J)oretto. Erano però tutte cause contro le qnali un governo ed un comando dell'esercito coscienti, .energici cd accorti, i quali avessero proceduto in pi'ouo accordo, sarebbero stati perfettamente in grado cli reagire. Qnesto sentì il Governo, questo sentl il nuovo Comando Supremo <le1l'osercito, mentre d'altra parte popolo ed esercito sentirono l'onta
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~d il danno della sconfitta e della iuvasione <li due nobili e patriottiche provincie, poncbè il pericolo mortale hicombente &ulla J>airia. Si volle ~ si seppe .reag·ire, con magnifico .accord& di menti e di cuori, si riuscì u, cancèllare Caporetto cd a scrivere iu :ma vece: il Pia.ve e Vittorio Venùto. Per la ricostitnzioue morale dell'esercito ,occonevano prollti e radicali rimedi: all'amìbiente--di sospetto, cli sfiducia e di orgasmo, nel qnale i capi avernno svolto la loro attività. fino allora, occorreva sostituirne altro fatto di calma e di serena reciproca, fidHcia; -occorreva più intimo e più stretto il contatto <lei capi con le truppe, occorreva altresì prepararo meglio i giovani ufficia.li, inesperti, a <liveutare buoni educatori. Con i fatti più cJ1e con le parole le teorie l:lovversive andavano combattute; inoltre oc-0orrova provvedere a sost,enere, oltre che monLlmentc, anche materialmente i combattenti e le loro famiglie; dondola concessione 1lelle polizze ai combattenti, dei sussidi alle famiglie fatti giungere per mezzo clei coma.udi di reggimenti; donde le speciali cure e le manifestazioni di affettuoso interessamento verso i soldati delle provincie invase; donde i migliorameuti nel vettovagliamento, nei turni <lei servizi in genere e ùi trincea in ispecie.
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la maggioro rogoladtà nella concession<' della licenza, ccc. In Paese l'invasione aveva ricost,it11ilo forse costituito per la primt~ ...-olta dopo I' iHizio della guerrn - l'unitù, llegli ~piriti . .Alla proposta di pace di ùzcmin, irnlla base territoriale dello Staio quo ante bellum, risponden~ il r>residente Orlando che « prima cli ar,cett a 1:e un tal o Stato quo l' Italia imrebbe rincn lata, fino in S icilia >>. Ed il Paese applaudiva a tale Yirile risposta.
I quattordici punti di Wilson, le nuove offerte di pace d egli Imperi centrali ed il concorso americano. - Wilson si facen1. banditore dei fan10si quattonlici suoi JUJ81ulati, alcuni verarnenle dal colo1·0 oscuro, ma rl1e ad ogni modo offri va uo 1)retesto agli I lll peri centrali per proporro nuovamente, ::mila base di quc' principì, lenrlenziosarnente dn essi interpret,aLi, la, 1mco (2). :'.\fenlre però bandiva i quattordici punti, rAmerica mobilitava pare<·<'lii milioni di uomini, C'he con potem:ialitiì di trasporto sempre lllaggiorc, e non soffrendo quasi perditi: uon ostante l'intensificata gnerrn, dei Mttoniarv1i, (2) Velli nota n pag. 81
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venivano sbarca,tì ìn.Ji'rancia, dove concentrati prim~t <li venir mandati al fronte, in _grandi campi, ivi portava.no a, compimento la loro orga,uizzazio11c e Ja, loro istruzione.
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· (h Ec(;o che cosn, dice il miuescinllo Himl'eulmrg (pag. 262-263) - il 11i1ì leale <-' llignitoso tlei nostri avYersari - sull'efficacia della re;;istenza da noi oppo~ta sul Pia.ve e sul Gra,pp:i all'iuva>'ione a1111tro-tedes<·1\ nel novembre 1917: « JI nostro tenta t.i vo d'impadronirci anche dello Alpi Venezia.ne die domiuauo per nn gran tratto l:t pianura italiana, e ùi far così crollare la resi,<tenza nemica snl -Piave, fallì. Io mi dovetti convincere clie le nostre forze 11011 bastavano per il ragginngimento di. tale compito. L'ope razione e-ra giunta ad un puuto morto. L:t piìl tenace vo lon tf~ dei comandi che erano ,ml posto e dello loro truppe dovPtte, davanti ,i q ucst.a realtà, lasciar cadflTe le anni. e PN· <pianto io mi rallegrnssi d ei riimltati rngginnti in (talia, tuttavia 001) potoro del tntto sotlrnru,i ad un ;;euso di mitkontcuto. La, grande vil.tnrìa PTa in co 11ch18ione rimasbt incomplcLa. Senza dubbio i nostri mai;rnifici i\oldat.i ritorun.vano anch<> dn <111e... t,;t 1·ampag-11,t con gin,;til-i<-ato orgoglio, 111a la gioi·a <lei ;;oldati n(rn ì· »00111ro <piell:i del loro ca po». (1) I quattordici postulati di Wilson . .] " Couvem;ion i di 1mcc pal<->Ri, a.pertameutt' co;1. du11c, ed in hai;e alle quali mlu vi ,;aranrn, neconii into1·naY.ionali segreti di alcun1t specie, nm
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la diplomazia agir:\ sempre paleAmnente o in v ist11 cli t n tti. 2° Liberti assolnta d ella uavigazione ,mi ma,ri, a ll' infuori dei mari territoriali, lauto i n tem po cli pace guanto iu tempo di guerra, salvo p er i mari che potessero essere c]1ius i in tntto ocl irl parto media.nte un'azione intcrna;donale in vista della, esecuzioùe flpgJi accordi intcmazionnli. 3° Soppressione, per gnauto snl'l't possibile, di tntto le barriere ecooomicl1e o creazione di condizioni commerciali eguali per tntt,e le na zioni che conso11tiranno alla pace, e si n.~sor icranno por mantenerla. 4-0 Garanr.io convenient.i, <late e prese, che gli armamenli nazionali saranno ridot,ti all'estremo limite compatibile con la sicurezza del paese. 5° Libera si stemazione con spirito largo e assolutamente imparziale di t nt,te le !'i vendicar.ioni coloniali, basate snlht pl'etta, ossorvanzr. d el prin cipio. d1e, 1101 <letcrmina1·e tutt.e le quest.ioni di s ovrauità, gli intf'.ressi clcllc popol:udoni interessate doYntnno iwm·e 1rn peso eguale a quello clellc domande cqno ùol Governo il cni titolo flcve esr<cre doterrninato. 6° Sgombero di tn tti i terri tori rnssi e soln r.ione ùi tutte le questioni concorn (•n ti la Rnssia, ch fl fl$Sic11ri la migliore o pi.ù libera coo;:ierazione dell.illtrc nazioni 1rnr da re alla, Rm1sia, il rnodo di determ inare, senza es,:,ere o,;tacol:i.ta. nò turbatrt, la, imli11e11denza del sno propi:io svilnppo politico e della ,ma propria politica. 11azionn l e•, p er m,f\Ìc'Urarle t111a sincer a, accoglienza uella, 1,ocfot:\ dello libere na½io11i 1·on istit111.ioni d i s1u1, prnpri:\ seelta.
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e, pii1 elio un'accoglieur,a, ogni aiuto di cui nùbia bisogno o che desideri. Il trattnmonto fatto alla Russia dallo nazioni sue sorelle dnrauLe i mesi avvenire sarà la, piet,m cli prm1,gone della loro propria volontà, e della loro <:omprensione dei suoi _bisogni, astrar.ione fatta dai loro propri iuteressi, e della loro i11telligeJ1za e simpatia disinterns;;ata. 7° QuanLo al Belgio, il mondo i11ter o 1,mrà d'accordo cl.t'esso deve essere sgombrato e restaurato senza alcun tenl,ativo di limitare la sovrnuitrL di cui gode nel concerto delle altre nazioni libero. Nessun a.ltro atto servirà qnanto questo a ristabilire la fiducia fra le uazioni nelle leggi che esse s tesse hanno s tabilito e fissato ver r egolare le loro reci1iroche relazioni. Sonzaquesto atto saluta.re tutta la struttura e la validit,;\ su tutte lo leggi internazionali sMebbero p or sempre indebolite. 8° Tutto il territorio francese dovrà essere liberato e le regioni invase dovranno essere restaurate. 11 torto fatto al la Francia dalla Prussia nel 1871, p er quanto riguarda l'Alsazia e Lorena, cho ha turbato la pace del mondo per q uasi <:in quanta an ni, dov rà essere riparato, affinchè la pace pOS!:111 ancom una voltrL essere garantita nell'interesse <li tntti. 9° La sistemazione delle front·ierc dell'Italia dovrìi essere effettuata se('ondo le linee di nnzionalitiì 1:hiarameJLte riconoscibili. 10° Ai popoli dell'Austria-Ungheril1, il cui posto desidei-iarno ,,edere t11tclato e garantito fra le nazioni, isi dovi•;\ <lare più largameute occasione por 1111 0 i.viluppo nutOJl()mo.
84 11° La Romania, la Serbia e<l il J'.\fontencgro ùovrnn no essere ;:gombruti ocl i terl'itori occupati dovranno essere restituiti. Alla Sen·hia dovrà accorùarsi 1111 libero e sic1fro accesso n.l mare e lo relazioni fra, i vari 8tati balc1m ici clovranno ef;sere fissate amichevolmente secondo i Consigli <lolle Potenze ·ed io base a linee <li .,i,zionalità stabilite storicamente. Sa.ranno fornite 11, qttesti Stati halcanici gar11,11:&ie tl'iud ipendenza politi<'a, ed economica e della integrità tenitoriale. 12° Una ,;icnrr., so,,ranità,sar,\garantita alle parti tnre)1e clell'ImJ)ero Otioma,no attn11,Je, mn. le a,Jtrn nazionalitl~, che si trovano in questo momento sotto la <lomina;done tnroa, dovranno avere garautita nna indnbbia f<icurezza di esistenza <'<1 in modo di Rvilupparsi ~enzn, ostacoli aritonomarnente. I Dardanelli dovranno esse1·0 aperti i,ermaneutemente e 1lovranno costituire uu passaggio libern 'p er lo navi o pet' il counner<·io ,li tntto lo n·azioni, f;111la haRe di garanzie intornaziona,li. 13° Dovrà essere stabilito uno Stato pola<"co inilipendente, che dovrà comprenrlere i territori a.hitati da popolazioni incontestabilmente polacche, alle quali si dovrà as!<ielll'are un libero e i:;icuro accesso a l ma,re o la cni iudipoudenza, politica ed eco11 omica, al pari dell'iutegritìt territoriale, dovrà essere garautita <'On ac<'or<li iutornazionali. 1±0 Un'associar.ione generale fra le Nazioni ilo..-rà esEiere formata ia base a eonvenzioni speciali, allo scopo di fomire m 1Itue garanzie <l'indipendenia politica e ù'inlegritiì territoriale a, i grnncli eorne ai piccoli St:1 ti.
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VI. Il quinto anno di guerra -
1918.
La preparazione bellica invernale ed i disegni d'operazione per la campagna del 1918. - Ogni esercito approfittò clell~L forzata stasi invernale per acquistare la massima efficienza bellica,; ma se il lavoro fa per tutti grandioso, per nessuno, evidentemente, t,arì.to grand10so corne per l'esercito italiano, cui spettavi~ rimettere in efficienza nn terzo dell'esercito, trarre partito di tutte le energie ancora disponibili nel paese, ricostruire tutto il materiale andato perduto, migliorandolo ed accrescendolo con tutte quelle macchine da guerra, che la tecnica andava fornendo .. 1\Jeravigliosa per non dire miracolosa., la. capacità, prodllttrice sviluppata nelle nostre Òfficine, che in pochi mesi, sotto l'energico impnlso del generale D a,lloglio, ministro delle armi e mmti7,ioni, riuscirono a fornirci nn
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materiale prn abbondante e più perfetto di quello che avevamo perùuto. Già sino dalla fine di novembre i corpi <lnlla 23 armata raccolti intorno a Lonigo, po· tevano rientrare in linea in stato di perfetta e{Jì.cienza; per la 1ne dell'inverno poterono essere fatti entrare itnche quelli della 5" a,rmata che, come sappiamo, avevano snblto le piLt gravi conseguenze di quel dis~tStl'O. Attivissirua dura.nte l'invernb fa l'aviazione cosl da parte <fogli eserciti degli Imperi centrali come da parte di quelli dell'Intesa,- e mcutre quelli, fedeli al loro sistema di terrorizza.re le popolazioni i1Jerrni con lo loro·cruclcltà., faceva,no bombardare Lonclra, rarigi, Padova, Treviso, Venezia, Vicenza, Verona ed altre minori città, noi invece portavamo la morte e la distrnzione soltanto fra le truppe, nei magaz7,i1ii e sulle ferrovie. Fra i più bei c~tmpioni dei nostri eroici a,iatori va ricordato il maggiore l!'ntucesco Baracca., di l ,ngo, caduto vitti ma del suo ard ire leggendario, durante la batta.glia del riave. I Fra le più audaci. imprese aviatorie va notato ff raid su Vienna, corupit1to da Gabriele D'Annunzio, dove invece di bombe, vennero gettati manifesti. << J;e condizioni degli lmpcri centrali potevano ormai assomigliarsi alle condizioni d'una.
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forter,za, assedia,ta >) usava dire il ::\laresciallo Liideuilorff - « solamente l'offensiva, strategica 1>otrà infrangere>> - soggiungeva - « questa cerchia, che va sempte pHL striu. g-e:ndosi, per cercfu·c nna decisione>>. I n armonia con tale concezione, \Tenne pertanto deciso l'offousi va strategica, anche pel 1918. Si discusse se portarla contro l'Italia per liquidarla - cosrL che, naturalmente, si riteneva molto agevole - per 1)oter poi fare massa con tutte le forze sul teatro di guena francese, per ivi decidere le sorti della guerra battendo gli eserciti aUeati ivi operanti . .l\'l.a il timore che mentre si operava in Italia, si raccogliesse in Francia tale massa tli americani. da rendere poi molto problematica la vittoria, sn quello scacchiere, fece pre, ferire di far gmvitare le forze in b'rancia, per cel'care ivi il pi\l presto possibile la decisione. Xon rinscì per(> allo Stato l\faggiore germanico indurre qtLcllo austriaco a far eseguire spostamenti di notevoli forze anstro-nnga,riche da (] nella pa-r t,c. Utittiva ·volont,à tli governanti, stanchezzii da parte dei popoli ùella monarchia absbtLrghese, per cui una, guerra in Francia sareb~e rinscita impopolare, non consentirono d\tdottare quei provvedimenti che sarebbero stati imposti dalla H:::Lggi:.L ragione militare.
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Ne conseguirono, da, pa,r te degli lmperi Centrali, due . offensive: una, in . Fr~LnChL e l'altra in Italia. Mentre pert> la prima poti'· sfernLrsi al principio delJa 1lriu1a,vera, la seconrla, per ragioni tecniche, dovette venire procrastinata fino al giugno. Anche gli eserciti dell'Intesa avevano un piano offensivo, ma in qnesto era, ei;clusa, almeno per ora, ogni offensiva, stra,tegietL in Italia, e J)er attuare quella in Francia si avreb1)(~ voluto attendere cùe gli americani fossero in grado di darvi un pin. efficrwe contributo, donde l'iniziativa <lelle operazioni rimase ai tedeschi.
L'offensiva tedesca in Francia. - Ai franco .anglo-belgi si cr~L unito auche un continge11te portoghese. In principio di marzo non avevano potuto entrare in linea che due di visioni americane. A tergo delle truppe opcmntii in l3· linen, un esercito di lavoratori italiani (tmtti dai meno istruiti e dai meno atti alle fatiche della gnerra, e conw.u<lati ,lal gen. 'l'tLrditi), stava,·l)repa1•ando nuove difese e 11111ove, strad<1. I fatti provarono come qnesti Ja,vomtori ita,forni abbiano saputo portare nlla vittoria, finale non solamente nn gmll(le cont,ribnto materiale, rna aucbe nn contributo morale, forse piiì. grande ancora.
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Quando inih,t ti il 18 marzo i tedescl.Ji sferra.rono la loro offensiva dal fronte Oambra.iLa Fcre in direzione di Amiens, ne andavano travolte l'~trmatella portoghese e la forte 5a. èH'mata, iuglesé(gen. Olonglt), che abban,lonarono le loro })Osizioni e si ritira,ro110 in condizioni non certo migliori delle peggiori nostre trnppe a Caporetto: cbbeue, in tali critiche circostanze, furono le centurie di Javomtori italiani, in gran parte disarma.ti e male inquadrati, clic trassoro in salvo i feriti, i ma.la.ti, le da.me infermiere ccc., a costo di perdite notevoli ed a.nzi in talnn punto, ::t~~mat,isi a, fnrht, l'inscirono a rallentare l'insegniwento. Uon la loro offensiva i teclescl.Ji. rieHcono ad impadronirsi cli Bapaume, di Peronne di Ham, di Montcliclier, sF,ingenclosi fh1 presso rmporta.utis8irno nodo ferrovia.rio di Allliens, sempre con l'obbiettivo di staccare gli inglesi 1lai francesi, rigettando quelli verso la costa,,questi sn Parigi.
La, gravità. della situazione fa finalmente adottare nella sostanza, se no11 ancora completamente nella forma, il comando unico, el1e viene affidato a,l gen. Focl1. Un nostl'o eorpo' d'armata-il n, gen. Albricci - viene mandato in Francia, a rappresentare l'esercito italiano in un momento nel quale si decideva delle sorti della gnena., ed anclw a compen-
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sa,t·e - e lnrganwnte ih coucori:;o con il COL'pO ,tnsiliario dei lavoratori, quell'aiuto che la fi'raneia, dopo Caporetto, aveva dato a noi.
Al geo. l<'ocll l'iuscl di turare la falla,: poco <lopo porò, Hmorzata In. bcittaglin di J>iccarclia, :-;e ne accendeva un'altra in Ji'imulra, nella 11ua,lo i tedescbi ottenova,no benàì, in priuctpio, notevoli successi, ma poi venivano coniellltti, e qnalcho ptmto perduto, veniva loro ritolto. Se nelle <lue offemii ve <li marzo e di aprile, i franto -inglesi avevano, com.plessivameute, perduto 180.000 vrigioniel'i e lGOO 0an11oni, ~ravissime erano pur state le perdite, specia,lm<mte i11 morti ed in f'eril i, dei tedeschi; con la differenza che mentre ali<• perdite degli alleati larg,tmente corrispondeva la disponibilità <legli americani, giornaltuent<· in au nwnto, nulla poteva HOStituire le pel'dit<· dei tedeschi, i rpmli ormai aYt'vano ricorso a tutte
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101 o risorse. Ad ogni lllodo l)iiclondorll' era co11 vinto cbe l'ùotorn di sah·ezza dei t,ede::;chi stava, ::;ollanto ncll'offensi v,L, perchè ,tcl ogni costo occorrev:L trovar modo di finire presto la, guerra. al\ lla fine ili magg'io i tedeschi sf'ernu10 pe1·ciì>
una te>·za o./J'rnsira. eh\ sferrano da quella parte <love gli a,11Pati u.veviu10 nmggiorrucnte <lira,· tlate le foro forze, cioè verno :'!ud-est, minac-
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cia111lo coi:;ì di rctt,,uncnte Parigi. Ri nsci vtt ai tedeschi facile di t'ompere, ~ ~iomo 27, la debole linea fmncese fra Xoyon e Reims; il :3(Lessi sonefpadroni cli CbateaLt-Thierry i,;11 Ila 'Marna, avendo caLLnrato in. quattro g-iorni, a.Uri 55 111ih prigionieri e pl'eso G50 c:rnnoni. A.nello qui perì>, contennli di front(', contrattac<'ati alle ali, non possono proecdere pii'L oltre. 'l'enfauo allora un'offensiva verso Co111pièr1ne per rinniro la borsa. di 1Iontdidier con quella cli Chateau Thierr,r, ma il tentaLivo fallisce. Ormai il logol'lo tlei tedesclti è c,· i<lente, e si ma,nif'esta mwlte nella compa,gi11e morale. Cliù 500 mila, americani sono pronti ad entrare in liriea, n11 altro miliont' sta addP,strandoi:;i nei campi tli Brettagna e di Xormandia / e poLrà venire impiegato in antunno. Ininterrotta monte afllniseono le nnovc> forze dalr America. in ragione di 2,iO mila nomiui per nw:,;e. PresHO a poco contelllpornneameuLe al tentativo di offensiva di Compiègne, veniva sferrnta contro l'esercito italiano hL grande offcm;iva, del gingno; e pet' vorità in quel monrn11t,o non si poteva ;u1corn guarclare con soverchia tranquillità la sitna,zione ge11<•ra,le, percl1t> i ledescùi, posta fuori questione la Russia, con le loro tre otl'ensivc di primavera si erano :,;pinti sempre J>i t't iuuanzi in <lire-
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zione ùi Calais; e da :M:ontdidier e da 0hateauThierry essi 111inacciavano <ta vicii10 Pa.r ìgi, e gli eserciti alleati ave,rnno sofferto perdite ingenti.
La battaglia del Piave. - Vi partecipatono tutte le forze e tutti i mezzi rlcll'impero anstro-ungarico e - come ebbe a dichhrrnre lo stesso Ministro della Difesa irnstriaca, il 24 luglio ~Ll Parlamento convocato in seduta segreta - l'offensiva venne preparata con tale larghezza cli mezzi da su pcrare ogni altra. nnora, compiuta. E p,wi alla preL)anrnione dei mezid materiali fa la preparazione degli spiriti, per cui in tutti, capi e gregari, era, penetrata l'assoluta fiducia del successo. Tale fiducia 11011 era forse condivisa dal paese, ma · tale disaccordo rispecchiava quell'isolamento nel quale sempre visse l'esercito nei riguardi del paese: il cuore dell'uno non 1rnlsava all'm,1isono con quello dell'altro: In c1ie.~en Lager i.~t Oesterreich disse nel 1848 nno scrittore tedesco, e ciò ch'era -vero allora, continuò ad esserlo nel 1!)18.
In corris11ondenza del nostro fronte il nemico disponeva di 72 divisioni; e di queste ben 50 con G00:5 pezzi e 580 velivoli furono impiega.ti sul tratto di froute compreso fra l'Ast.ico ed il mare, dove noi avevaruo con.
centrato 4-4- divisioni, :2HGG pezzi o G7<i velivoli. / -Xotevole pertanto la nostm inferiorità, tranne in 1a'tlo cli velivoli. Di mli forze noi a\lt1.v,uno posto in line,L soltant,o 2,1 divic.ioni gli am,triaci 44: Noi <L1tindi disponevamo ili 10 divisioni pc•r manovrare, ed il nemico i:;olamenLe di li - differenza che oltre a t10vare spiegaziOH(' nella diversa forma di com- ( hattirnonto cui s i accingevano i <lne avv1•r,;ari - difensiva per gli italiani (•d offcm,iva per gli austriaci - - trova altrm,l Rpiegazio11e uel l,etTOno, dw mentrn agli italiani coo:,;cn- ) tiva gra,nde facilità di spostanu•nti, reud<•va invece tali spostamenti lunghi e non)igevoli
per g·li nnstriaci. Comandant\-\ i,;npi·emo <li questi era l'arC'itluc,L l~ngenio, col gen. von Artz <1nak capo f ~. ,\I. La niassa del 'l'i!·olo ora comandata \ ,Lal mat·esciallo Conrad von rrntzentlorf, quella del Piave, che protendeva ht sua clestm fin ndla convalle hellnnest1, ,1n1 rnru·eseiallo Bo;·oevie. Le 1Iue ofl'eusive clo,'('Yano es!'lt·t·e contempomuee con obiettivo comune Padovr~ ed obictt,i vi parziali 'l'revi;;o e Vicenza; l'ar11Htta dt>l Tirolo. appena s<:esa in piano, avn•hbe pern dovuto, c•on la prnpria <lestrn, tendere• a 'V('l'Ollll.
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'J'ale poderosa oftensiva, doveva venire preceduta da una forte dimostrazione offonsint al Tonale, in Oindi·cari~ eçl i11 Val Lagarina. Piano nel suo complesso razion::.1e, twrò la superiorità, cli forze di cui 11isponc,a110 gli austriaci, non era tale da dare grande 1n·ol>abilitl), di s uccesso : ma forse il nemico is'il huleva d' ,wcre ancora di fronte gli sbandati di Oa,por<•tto... .Particolarmentn delicata, era hL situazione nostra s u~li altipiaini e s ul (happa, siLuazione clw il Comad a,eva paragonato a quella d'un nanf'rago aggrappato con le mani ad una, tavola di salvezza, a,I quale sareblH' bahlato di mozzare le dita con nn colpo cl'm,cia per farlo precipitare ne' Jlntti. Secondo il primi t ivo concetto, attacco prin('ipale doveni, essere quello d el maresciallo voJL Oonrn<l, o coHcorrente quello di Boroe\·ic, nHL l'antagonismo esist('nle frn i due, ed il prestigio che godevano entrambi, finirono col rondere decisivi t,ttti cluo gli ;1Ltacchi. La, s(l'oml>azzala offc11siva attmvel'so le Alpi lomhanle n1>n tras:;c ìn in~anno il nostro ùoma,mlo, 11i• lo iru1wessionn l'Ono i gta.ntli preparati vi che l\.,vvenmrio stava face11do. S<-'nza opporre dillicoltà, AYe\' a qnincli lasciato ritornare in Francia qnnt,Lro <livisioni fran-
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cesi e dne inglesi, di gnisacl1è 11e l'imanevano sohLmente çlue delle prirn~ e tre delle seconde. , 'l'ale sereno g-inrlizio della, situa,zione bel· lica g-enerale, derivante dalla riacquistafa coscienza e da,Ua ftcltwia in noi ste8si, noncltè dalle ottime e precise informazioni sulla, dislocazione e forza del nemico, e spesso anche sulle sue intenzioni, fu per noi provvidenziale, percbè ci consentì ùi comba,ttere le battaglie del Piave e di Vittorio Veneto, quasi da soli, quindi come fu nostra gloria d'avere sostenuto da, soli, senza che ·nn solo alle~tto fosse entrato in liuea., il primo urto delle forze avversarie non appena ragginngemmo la linea del Grappa- Piavè, dopo Oaporetto, così fn pure nostra gloria d'avere riportato le vittorie del Piftve e tli Vittorio Veneto senza 'clic l'ttinto str~w iero vi apportasse nn contributo strategicamente apprezzaliile. Bene inteso che· con questo non s'intende di svalutare nè il contributo morale <lato da,lla partecipazione di forze ~Llleate sulla nostrH fronte, nè, e tanto ~neno, il contributo cli valore e di sangue generoso versato da essa. sui nostri campi per la cansa, cornnne. Indice della fiducia con la qna,l e l'avversario s'accingeva all'attacco, è l'ordine del g'iorno del conmn<la,11te <lel :3° reggimento di
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fanteria èLnstro-uugarfoa: << Oggi dall'Adige all'Adriatico le no::itrc -MllULte passano all'a,ttacco contro gli italiani. T~ttte le fol'ze e ttltl i i mezzi ma.teriali delht monai-chia, hl, qua,le oggi per la prinm volta nella gnerra mondiale, si trova, tli fronte ad nn solo nemico, sono stati riuniti per l'attacco e prep:irnti con iu8tancabile lavoro cli lnnglli mesi >>. ,,.,-
Oltre alla preparazione morale e professionale delle . truppe, oltre alla 1n·eparazionc del materiale, si era provvednto, da parte nostm con gra,rnli lavori, anche all.L preparazione <lel teneno. Appena stiLbilitici s nlle nnoYe linee, si era, posto mru10 ad orgm1izzarvi successive linee <li òifosa e solidi ca,pisa.ldi. La principale linea di difASH non correva lungo .il fiume, mrt qualche chilometro,in<lictro, e ver quanto possibile, simulata. Ai vie1li de ll'ctltopfauo· tli Asiago e llel Gra,ppa s i era httto sorg-ere nn secondo sistema difensivo, che poi correva ,L tiro di cannone dal corso del Piave; un tei-zo, più arret rato, comprendeva -il campo trinceralo di
Treviso. C'era poi il s istema, difensivo <lel Ha,cchiglionc, che comprendev~L i due c,tmpi tducerati di Yiceuza, e di Padova; inoltre altre linee di difesa, se non ancora condoLte
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a compimento, pPrÌI bene imbastite, Hi avevano in corrispomh111za dell'A<lige e del 1\lincio-ro, ct1e nel rotesine si confondevano per mezzo delle inondazioni. Li11ee tntsvcrsali collegavano i vari sh,lt>mi <li tlifo,m, di gnitHWht'. può rite11ersi che LuUo fosse orgnitizzato nffinchè qualora, bene inteso non ~l\'e~se fatto difetto il ,igore degli animi - il terreno fra Piave t• )fincio-Po _potesse ve 1ire con Leso palmo ,L palmo, o.ffrellllo anche fàvorevoli occasioni nlhL coutroffcsa.
La battaglia. - Il 1.5 giugno, dopo tremend,L pn•paraziono tli fuoco d 'artiglieria lungo tnLlo il fronte dell' AHlico al 111are, l'avversario moveni all'attacco. Ottenne alcuni vantaggi sugli altipiani e :,;111 Grnppa,; parLicoh,l'mento importauti qnesti 1tltimi pereli<-1 con essi potevn. favorire lo :-;bocco dalla \"al Bn~nta in piano, tanto J)Ìll • che U1e11tre le altre posizioni perdute, poterono su bit,o essere riprese, i tentati vi fotti nel primo giorno per rip1·euclo1·e quelle in <·mTispomlt>nza dello sbocco di Yal Brent:t nou rius<'irono; la stessa vett.a del Urappa em 111inaccìat:i (la, viciuo. Contom pora.111m1ne11te, prototto dalla nebbia, 1• dal fumo pr()(lott) dalle proprie artiglierie, spccialmonte per 111rzzo dei proiettili <·a1·i<•hi con g-aH C'llmigeni, riusci al nC'mico di ~et.tat·e 7
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sulla destra del .PiaYe, in corI:ispondenza del MoILtello, a,lcuni battaglioni d'assalto: seguìti · da altri 24 battaglioni con alcm1e bat,tel'ie «l:h ca,mpagua. Tutta la parte orientale del .Montello cadde in loro mani, però ai uostri r iuscì di conserva1'e il possesso del rimanente clell'altnm E' cli contenere i prog1'essi dell'avversa,r-io, RPC·.cialmente in direzione dei ponti della Priula-. In corrispondenza del Basso .Piave pur rin sciva a,l JH'mico di passare il fiume davanti n Fagarè e a .M usile, dove si costituì dne teste di ponte a cavàllo della strada Motta-Treviso ed a cavallo della ferrovia Portogrnaro1\Iestre. Insouuu~t la sera del 15 giugno la sitna zione nostra, senza essere ancora 1weoccupante, tuttavia era ttLle cfa richiedere speciali misure prudenziali. Ed il Comando Supremo italiano provvedeva i1lla bisogna,, rinforzando i punti più minncciati, co,opletan<lo e armando i campi trin cemti d.i Padova e di Vicenzit nonchè la, line~L del Baccl.J.iglionc, e facendo avvicinal'e le ·1·iserve che erano state lascia.te verso gli sbocchi delle Alpi Lomba,rde. Il dì seguente, con belle operazioni di sorpresa., venivauo r ipresi Col Moscl1in e Oostalunga, ecl in complesso ristabiìita la sittut7.ioue sngli Hlt ipiani e snl Grappa; e <'la, (lnel giomo cessò la gran<le attività liolligera dell'armata
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di Conrad. Invece Boroevic perseverò nella sua offen~iva,, ottenendo ~mcora qualche successo in corrispondenza, della testa di l)onte <li l\1usile, spingendosi fino a 1\1.eolo, miuacci:rndo così <la vicino l\lestre. Però neppure da questa pa,rte, nè. il 16, nè nei giorni successivi, vantaggi decisiyi ottennero gli austriaci, mentre andava, sempre piì1 peggiorando. la lòro situazione specia lmente ne' riguardi logistici e morali. · Con le fanterie infatti non avevano potuto pa,,sare che le artiglierie leggere, e da.Jla, sponda sinistra mal potevano le grosse artiglierie appoggiare efficacemente l'attacco della, princi'palo linea di difesa italiana. /J)'altra parte i ponti crauo continuamente battuti dalle uosl;re artiglierie e da.i nostri velivoli. La sopraggiunta piena del fiurne riusciva poi a noi opportuna per peggiorare lo condizioni del nemico, rendendone difficile il rifornimento viveri e munizioni, ond' è che anmeutavano i patimenti delle truppe e con essi ht demontlizzazi011e. Ne approfittò il nostro Comando Supremo; e<l il 19 deci<leva, la controflènsiva generale con obbiettivo il l\1ontello, siccome jJ tratto più sensibile della, nostra fronte. Tro corpi d'armata e parecclii reparti <l'assalto dovevano couco.rrervi.
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I risultati di tale controffensiva in pdncipio · furono scarsi, mentre nuovi progressi r1usciva a. fare il nernico sul basso Piave, ma erano or~ai effimeri successi, che sempre. ~iù au(hwa peggiorando per. esso la situazione, così da, rendersi insostenibili le condizioni delle t,ruppe passate SLllla nostra sponda. Da ogni parte affini vano l}rigionieri che tale stato . di cose confermava.no, talchò la sera clel 20 il Comando italiano potè avere la sicura percezione della vittoria. :ì\fa volle ottenerla non esponendo lo truppe }~ perdite e logorìo non necessari; perciò orlliuq si tenesse bensì stretto contatto, ma si evitasse d'attaccare .le posizioni bene guerHite e difese. D'altra parte l'avversario, riconosciuta . Ja impossibilit~ del successo, si dispose a, :dpas1:,are il .Piave; ma tale ritirata che venne eseguita sotto la pressione costante ed oppri. ' niente de.Jle nostre tmppe, hen presto si mutò in vera rotta producendo all'avversario per': dite enormi, tantochè: la sera del 23 il nostro Comando Supremo potò diramare quel comunicato che conunosse e fece fremere di legittimo orgoglio gli italiani da un capo aU'altro della penisola: << Il nemico è ba,ttuto dal ~Iontello al mare << e ripassa il Piave in disordine, inseguito ~ dalle nostre truppe vittoriose ».
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Le ragioni del mancato inseguimento. molto seducente appariva, a, - Uertaprnnte / molti Ull nostro inseguimento· spinto al di là, del l::>iavc, 1na, bisogna tener conto che: a) erano in buone condizioni le organi?,· za,zioni difensive della fronte avversaria e lo schieramento delle sue artiglierie; Vi lo schieramento delle nostre grosse artiglierie 'e ta spiccrLtamente arretrato; o) una grande pa.rte delle nostre truppe era stata duramente provata, da nove giorni di lotta; d'altra, parte scarseggiavano riserve fresche. Ci limitammo quindi alhL riconquista di taluna, importante posizione della fronte montana e ad un'azione, durata, quattro giorni, che ci permise di portare la, estrema nostra destra dalla Piave Veccbia alla Piave Nuova, allont,Lnando così ogni pericolo per Venezia e rac~orciando la nostra Hònte. Enorme Io seonforto prodotto nell'.AnstriaUngberia dal fallimento dell'offensiva e dalle gravissime perdite subìte - circa 250 mila nomini-; si disperò ormai del successo finale · e si anelò sempre più accentuando la disgregazione della compagine statale di quell'impero . .Al Pa.rla,mento di Hnda-Pest il .Ministro vYekel'le riconobbe che le perdite erano state
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gigantesche e non nascose la gravità, cleUa situazione. Qua,nto alll.L Germania, essa non poteva più. contare snll'ailJtO dell' Anstria, la ~ua,le era, (li venuta piì:t una debolezza che una forza. I~o riconobqe il Lii.dendorff qua,HdO . ùichiarò che la sconfitta austriaca sui campi d'Italia, « aveva profondamente addolor~~to e turbat_ o il ()ornando Supre1po ». Nella storia della guerra ~mivers,tle, sebbene a primo aspetto forse non apparisca, tnttavi,1 Ja battaglia del Piave è. da considenirsi come la bttttaglia decisivfl,. Bssa segni> infa,tti la :fine della crisi degli eserciti dell'Intesa: ed il_ principio della, riscossa. L'alba della vittori~ si leva dal li.ume sacro all' [talia. Il patto di Roma. - Il mo,vimento delle nazionalità oppre_sse· dagli Absburgo troYò valido appoggio in Itali::~: Czeco-Slovacch i, Polacchi, Romeni, Jugoslavi fino daU'aprile si erano riuniti a, Roma, ecl in Campidoglio u vevano dichi;1rato di voler lottare insieme per la loro indipendenza e per la distn1zione •clell'Austria. (ratto di Roma). Con i prigioui'eri di 9odeste .nazioualità che n~ manifestarono il desiderio, si costituirono unità di guerra, taluna delle quali - specialmente, da noi, una divi;iiQne czeco-slo -
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I vacca, ed in Fraucia trnppe polacche - concorse e,ffi.cacemente alla vittoria finale. Il prestigio del governo e della Ca,s :, Jmperialo, anche in segnito alla politica lb par' tita doppia g iocata da Carlo I per mezzo di suoi parenti (principe Sisto), auda,va sempre più scadendo., Convinto di mendacio, trattato <la Olcmoncea\i di << coscienza mti.rcia }>, aspramente rimJiroverato e dillidato dal Kaiser, questo sovrano si era reso antipa,tico e ridicolo. Già fin dall'inverno 17-18 b Boemia aveva m:inifestato i suoi propositi separatisti ed a,giva come se 1'1 mpero più non esistesse. Uapi della nazione erano considerati i ribelli, come '.\fasarik, e gli esuli, come Belles, che a Parigi ed a Londra trattavano per essa con l'Intesa: si formavano legioni di volo11 ta,ri che combattev~~no nelle file alleate.
L'azione della nostra marina, - Alb marina, italiana per la nat,1ra cli questa guerra, e pel fatto che la flotta anstriaca si era ùon guardata dall'uscire :nlOt'i da.Ua formidabile o pressocbè inattaccabile sua base istrianodalmata,, per cimentarsi in battaglia con noi, erano mancate le occasioni per compiere brHhmti imprese. Però essa aveva continuato ;:1, rendere servizi inapprezzabili, sia proteggendo i trasporti nostri in Albania, e nell'Egeo, sia
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1)l'oteggonclo la indifesa 11ostra, costa Adriatica fino a Yenezia. Nel 1918 cssa compj poi imprese che hanno del leggendario colle sne piccoli1:1sime nayi a motorc, cletl e 111a11, che vigilavano la costa nemica o penetravano, oltre gli sbarramenti, nei s noi porti meglio muniti; ivi silurand o le più potenti navi doll'avverHario, oppure non peritando di a ssalire intere H(luadre in mare apcrto•come fece appunto il tcne11to di vascell<' ltizzo, cbc mentl'O con t,rn mas faceva la, scolta d:w:mti a Prcmnda, ve<lon,lo arrivare uu'interu sqna<lra austro-un~arica, - due <lreadnoughfa 1t.1cortate cla cac 1·iatorpediniore - osò penetrare fra esse e <·on nn siluro affo11tlarnc tre (1).
La controffensiva fr&nco-britannicc- americana in F rancia. - :Nel secondo i.ernestrn del 1918 rapidamente precipitarono ~li imperi ccutrali ,·erso il baratro. lliwlonùurp; e l1ilde11dor.ff~ in Frnncia, vollern tentare nna quinta ofl'e11siva, e quct-1ta \'erso 011al01Hi 1wr fr1rsi largo <hl quel la, pa,rte <' muovere poi su Pari~i. Ma il maresc•iallo Foch <:h<1 av<•va preveduto il c·o1po, i-wevtL in Hmt mnno tntte l e forze raccolte durm1te la nisi di primavera - 127 didRioni fr,111ce:-i, .'38 ing-lt'Hi, 17 o,met'icane, ~ italiane, J ~ belg'lit•. (1) \ 'rtli nota a png 1)9.
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10.;
totale ~17 ,Uvisìoni; mentre ai tedeAcl1i ormai scarseggia v~rno le forz(•, special mente quel le sull<' quali poter contare, Ilerchè 1'indisciJ)linn e lo spirito di l'iv91ta all(lavano propa.g andosi anche in qnell'csercit,o ritenni o fino allora inaccessibile a tali infl uenzc. Xon è il caso d'entrare in particolari sullo i:ivolgimeuto ·ti elle operazioni ; soltanto lmr'lti ricor<lnre chC' a fronte~giare nno dei più poderosi attaechi tedescl1i nella regione diReirm,, Ri h'O\'Ò il II eoq10 d'armata italiano il qnale s i"<:Olll'Ì di gloria (Bli gny) (2). Dopo alcuni giorni cli alt('J'Jla vicenda, la sorte delle anni passò decisamente fayore,·ole agli. H,llca,ti, clic riconquistata t:'1tta la borsa <li Clialcan-Thicrry, procedettero decisamente e vittoriosamente ,erso nord. Ormni nei tedcscl1i è perduta la fiducia 11ella Yit.loria.
Altra offeusi,·a fortnnata sferrano i francoinglesi 1'8 agosto da, ovest verRo est; ed ininterrottamente la continua,110 per t 1ttto il 1m•fie. Già i tedeschi sono ricondotti sulla famosa linea di Hindenlmrg; anzi anche questa in pareccl1i pnnti viene iutuccata. Ptc>1· la prima, YolLa, i tedescli i sentono la S<'Oll fit Ia.
• . (2) Velli notn
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Coni:iiglio della Corona di $pa (14 ago- · sto). - In questo Consiglio Liidondorff deve confessa.re che la vittoria sta sfnggondo e che conveniva approfittare del primo mo· mento favorevole per intavqlare trattative ili pace. · Austria e Bulgaria insistono l)ercl:iò i;i concluda subito la pace: la, Bulgaria, sfiduciata, tendeva, l'orecchio all'I ntesa a.ttnwcrso il ministro a,mericano ehe non aveva mtti la&ciato Sofia. . La Bulgaria e la Turchia attaccat~ si sfasciano. -- Il 15 settembre il gen. .B'ranchet d'Espery, comandante in capo degli alleati in Macedonia, attacca le linee bulgare. La nostra 35a. divisione appoggia il movimento snll,t sinistra; anche il nostro corpo tl' Albania doveva. operare offensivamente di conserva con obbietti vq Scntari (3). I bulgari non fanno più qnella tenace difesa . di cui avevano da.to tiinto belle prove; a ):Uasse si arrendono. Stipulato col comando bulgaro ~n a;rmistizio che apl'iva a,lle forze d~ll'lntesa non solo le vie al Danubio, ma che dava loro facoltà di operare auche attraverso la Bulgaria, ogni comunicazione terrestre fra gli imperi cen(3) Vedi nota
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trali e TnrcLia, .d maneva tagliata; e l3elgrado e [a RvnaanhL venivano liberate dall'invasore tedesco. Nello stesso gioruo in cui l'esercito d'Oriente riusciva a sfond11re il fronte bulgaro, il 19 i:;ettembre, le forzo dell'Intesa operanti in Palestina., sotto il comando dél generale britannico/Àllenby, battevfLDO e ponevano in piena;..,rotta tre armate turche comandate d1bl generalo tedesco Liman von Sanders. Il 26 ottobre le bandiere inglese, franc.ese ed italiana, sventolavano sui minareti. di Aleppo, e Le forze dell'Intesa erano fLlle porte .di Costantinopoli pressochè indifese. Il Kaiser chiede di trattare - Wilson rifiuta. - In seguito a.Ila sconfitta de' Bulgari e dei Tm·clJi il governo tetlesco si rivolge a vVilson por negoziare sulla base dei 14 punti H frattanto chiedeva un armistizio gener}11e. Questa, uotizia •giunge mitura.lmente gradita }LII<, popolazioni dei paesi che <la parecchi anni soffrivano privazioni e.d angosce d'ogni specie, e che in tale domand&, presentata dal nemico. scorgeva.no la confessione del suo abbattimento o potevano quindi presumere la possibilità di vedere sç,ddisfo,tte le legi ttime loro aspirazioni. A prescinclet'e però che ormai era manifesto come gli Imperi centrali si trovassero ri-
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108 dotti in condizioni Lali cla lmstaro nn urto vigoroso per farne c·rollure ogni <.'lemento <li forza,, e che di tali condizioni conveniva ap· profittare; per l'Italia e'era una ragione morale di altissi11HL importanza che consigliava cli non ac('ogliere proposte simili prima <li po· ter impo1•re l'a,rmistizio con le anni. 11a battaglia. del Piave aveva ('ertamenh> neutralizzato l'impressione laschi La da Ca po retto, 11111 non l'aveva cancellata. Il nemico continuava a calpestare due· nostre ùelk provincie', e ('ii, mentre gli alleati con ininterrotta, ofl-ensirn, stavano 1·iconquistando palmo a· palmo il terreno inYaso. Avremmo potuto noi subire l}t vc-1·gogna cli v~dere liberate le prnvincio invn se, sia pure con qua.Jche vantaggio t e rritoriale, senza <·he eorlesti vantaggi krritoriali fossero 0011segncnza cli vittorie nostre l Alla domanda tedesca, \V ilsòJt ave,,a ri8poi,;lo (8 ottobre) che non si poteva, ('omin · dare a disculcre d'al'll1istizio e di pace prima che tedeschi ecl austriaci avessero sgornbralo i tet'L'itori invasi; e poi si cl1io<lev;L: in nome <li chi parla\la il governo tetlesco! Gli alleati non avrebbero trattato con un potc1·e arl>itml'io, che disponesse del po1)olo i-cnza Ci180rne l'emanazione: qnanto all'imp<'· mtore Cal'lo questi tentava di pre<lii:;1ìone \Yih,on in sno favore proclamando la fede··
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\ raziouf dei popoH lutstl'iaci. Provvedimento . tardivo ed insufficiente!
l•'ra,ttanto in Francia gli alleati continua· vano nella.loro vigorosa offensiva,, ed in I talia sorgeva naturale la domanda : non concorriamo iLlla lott~Porchè non atta;cchiamo anche noi, Schieramento $trat0gico, forza, terreno, cert,Ltnerite ponevn.110 l'avversario in condizioni formidabili. P erò Ol'mai cr:-Lentrato nella conYiuzione di tutti che si trattava d'un colosso coi pie.di d'argilla. , Finalmente l'offensiva fu decisa. l!)rano 51 divisioni italiane, )3 britanniche1 2 fra,ucesi, 1 czeco-slovacca, e(l nn reggimento americano, che andavano ad attaccare 73 au . stro-nnga,ricbe staqilite in posizioni fol'tisflime, sulle quali si m-ano mirabilmente sis~emate a, difesa, ila, oltre dieci mesi.
Vittorio Veneto. Oo11cetto informatore ùel nostro attacco: offensiva vigorosa dell'armata del Grappat col concorso dell'a.hL destra della, 6"' armat,a., ver richiamare forze da quella pal'tC e possi- · bilmcnte raggiungere la conca di l•'onzaso: puntare quindi a fondo con lr~ massa delle forze - 8" nl'mat~L forte di 13 divisioni, col concorso della 12a armata sulla sinistra, forte
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di due di \'ÌSioni italiane ed una francese, comandata dal generale francese Graziani, e della, 10" sulla destra, fotto di due divisioni italiane e di duo i11glesi, comanda.ta dal generale i11glese Lord Oavan - fra Vittorio Veneto e Sacile per spezzare in due tronconi l'cserr.ito avversario. · La, 3" armata avrebbe assecondato il movimento otl:"ensivo sul basso Piave. La 9" arinata con la cavalleria, costitniv& la riserv,1 generale. Iniziata il 23, sviluppa.fa il 24, specialmente s11l Grappa, la nostra offensiva otteneva in principio risultati tattici limitf.tti, percbè ostinatissima difesa opponeva l'a;vversario, cli e pro• sidiava qnel massiccio, dove a rincalzo delle truppe che l'occupavano vennero a furia mandate le migliori truppe ch'erano in riserva. Il sacrificio del1'armata del Grappa agevolò però all'8a armata il passa.ggio del medio Piave t ra. Vidor e Susegana. Il Piave era in piona e 110n da per tutto si riuscì a gettare i ponti: qualcuno Yiene portato via dall'imp(}to clella corrent~ o di8trutto dal cannone. J/VUI corpo non riesce a gettare nessun ponte, tantochè è costretto ad appro1ittare, in parte, ùei ponti gettati dal ht 10a armata alle g1'a ,e di Papiulopoli. '
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Le IPrime truppe passate al di I\ vengono a trovarsi in ben critiche circostanze perchù hL ruaggior partu rlei ponti viene asportata o roYinata. Per rifornirla di munizioni da guerra e da bocca si deve ricorrere agli aeroplani. . Ma tutto ciò non ne scuote la fiducia e l'ardore. Il 28 anche la 10" armata (Lord Cavan) che xveva superato il fiume verso la· gra,·e cli Pa,1,adopoli, con la sua, sinistra potè favorire il passaggio del J1ostro VIII Corpo a Narve.sa. Piì1 a nord la 12a armata (generale francesse Graziani) espugna le colline di Valdobbiadene ed i nostri alpini . lgono su M. Cesen. I ponti vengono ristabiliti, l'Sa a,r-. . 1mLta è sulla sinistra del Piave e punta de cisamente sn Vittorio n sn Conegliano, dove concorrono re1nn:ti della 10". · La, fronte austriaca è rotta in modo che le comunica,zfoni tra la, pianura veneta e le valli 'rride1ttine sono prrdute. Il possesso cli Vittorio Veneto apre n noi ht strada per penetrare nella convalle helluuese. Superando ogni difficoltà opposta 1lal nemico e dal terreno, il 1° nov~m bre le truppe del geu . Caviglia entnwano a Belluno e subito spingova110 colonne 1)er le va,lli drl Piave e del Cordevole.
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( '.ontempomncamcute la 10~ e la ;!~ anuata, prrcedute dalle 1livisi0Jlj di cav,tlleeia, paH· salo il basso Piave, procedevano rapide verso , il Tagliamento. La 4" armata, asse<'onùata dalla, 12" cl1e riHaliva per Quero la va lle Piave, scendeva nella conca cli Fonzaso o s u l~rimola110, procedt•udo da um~ parte ve1·so J>rimiero, e dall'altra per la Valsugana, 1m Trento. Hcende pure in Valsuga,na la (i• armata, nwntro che hL 1"' rapida risalo la valle, <l'Adige, e 1·011 audachL c he soltanto il giusto apprer.zam<'11to della situazione gi1tstifica, attmver:-a il tratto di fronte più mu11ito·del <·ampo trinCl1rat o, e la, St'rtL del 3 110 vembre nntra. iu Trcuto, imboLt,iglianclo cosl nella Valsugarnt tutte le forze a ,·,·ersarie che là si troyanmo e catturando in 'J'rento Cl'lltinaia di generali. Sl•llo stesso giorno nn corpo di Ll'nppe a,I cb,mtndo del g·en. Cado Petitti di Roreto, iUJhar1•ato a Venezia, sbarca ,L Trieste, accolto dal delirante entusiasmo della popolazio11e. Su l 'J'agliamcnto intcr<· divisio11i in posiziolll', si anenùono a pochi reggimeuti dl'l · l'audacissima nostra ca nllle1'ia. L'<•sercito ltustriaco è dio:,fatto; i fra111menti, ormai perdnto quasi og11i ca,r att('ro orga,nico, RC,U() \'Olti iu fug,l e, penl lLLo ogni S(' IISO tl i clisciplina, Ya11110 commettendo ogni sorta di prepotenze sulle popolazioni dei territori che
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attra, ers,wano, t:111tocl1è i uostri sol<h1ti fu1 1·ono accolti come liberatori da quelle stesse popolazioni tedesche e slave che ta,uto disprezzo ~ ta1.1to odio avevano prima manifestato per llOl. )fa il uostro soldato, tenibile uella lHLgna !liveuta. nmano e quasi l'amico del prigioniero e delle popolazioni inermi sebbene neniiche; di .gnisachò le trnppe cbe in seguito riomsero per n1esi e per anni uei territori al cli là, 1lella linea d'armistizio, seppero cattivarsi la stima e la simpatia delle popolazioni, gettando così il seme di feconde relazioni pacilìche per l'<wveni1:e. L'armistizio di v. Giusti ed il bollettino della vittoria. - 0ondizione essenziale del· l',muistizio fa l'occupazione da parte nostra della line,~ del confine naturale stabilita dal l'a,tto di Londra, con l'aggiunta di alcune località dspondenti acl esigenze cli ca,ra,ttere militare od economico, noncllè la facoltà di attravei-sctre col nostro esercito il territorio nemico, v~~lendod delle sue f'enovfo, per poter concorrere con gli alleati operanti iu Frnncia ,t debellare complotamenle l'esercito tedesco. Dal,a l'impossil>ilità, d'atTl'Stare nel giorno 3 le uostro colonne Ja,uciate .ill'insegnirncnto, venne stipulato <iho le nostre opernzioni avreù-
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bero continnato fino a.Ile 15 del giomo seguente. In dieei giorni tli b~Ltta.glia l'esercito d'Jtalia, a,veva fatto circa mezzo milione rli prigionieri e catturato 7000 cannoni, tantochè uel CQJUUnicato del giorno 3 novembl'<~ il gen. Diaz poteva fa,r sapere al UlOnclo cl.te « i resti di << quello che ora, stato uno dei pilt potenti << eserciti del mondo, risalivano in disordinP << e senza. speranza quelle valili che av()n1,no « disceso con orgogliosa sfonrezza >>. Vi ricordate voi di quei giorni1 Vi rico1·da.te voi di qnelle ore meravigliose di gioh1, nazionale~ Ftl come nn delirio. ()i sen timmo tutti diventare bambini: pia,ngevamo, gridavamo, cantavamo per la, nostnL gioia irresistibile, brillavano lacrime di cotest,a gioia s nblime snlle ciglia belle delle donne <1' ltalia, come sn <]nelle <li \·ecchi generali, noti JlCr h1, loro freddezza e per la loro aLU,toritù,. L'lt.alin aveva vinto ... ft \ '(W}L vinto qn,H.i con le solo sne forze non solamente la. gnena i ta,l huw, ma la gtterra mo111l iale. Cn,por()tto era cancellato, Oaporet,to em Yeuclica to; q nesto Hrn 11 ella, coscienza, cli tntt.i, e ()nesto ci fa . ceva parere lieYi le nmHiazioni, i sacrifici. gli strazi sofferti 1lnnmto l'a rn1<> dell'attesa nagosciosa.
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Se 1ddesta vittoria deve :wcr fa,tto sussultare nelle loro tomòe i nostri morti gloriosi, i rna,rtiri e gli eroi 1lel RisorgimeHto, deve• però aver\ prodotto l'effetto d'una frustata iu pieno viso })Or tutti coloro cni, in paf;sato, era. venut.àrneno la fede, a coloro cl.te l)el qneto vivere, avevano suggerito qualunque vergognosa compl'Omissione pur di finirla; e peggio ancora poi coloro che per i biecbi loro fini, avevano cercato di deprimere quella energia dalla cn-i efficienza piena, dipencleva ht vittoria e con essn, la snlvezza dell'onore e dell'integriUb della Patria.
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Fin dal :30 ottobre Fiume erasi proclamata libera, secondo il diritto di at1todecisione, confermando l'autonomia locale conservata sotto i governi austriaco eù nngl1crese, e forte cli tale facoltà,, b'iumc dichiarava la sna anne1,1Rione all'Italia. Una nostra, nave da guerra, eutnLva nel porto a proteggerla., ma solamente 13 giorni dopo, trt1ppc ita,liane, miste a contingenti inglesi ed americani, vi sbarcavano. 'l'ale ritardo si spiega col fatt.o clic Fi 11111c non era, 1'tata incluHa nei limiti del Patto di Londra, ma tale rit,ar<lo, che condusse all'occupazione mista, fu certo gravr- danno per la causa di Finruc e per l'equa ~olnzio11e del problema adriatico.
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Importanza della vittoria di Vittorio Veneto. - Frattanto le operazioni guerresche enmo continuate in Tl'rancia: l'esercito tedesco aveva, continuato a ritirarsi sotto la pressione anglo-franco-america,na; non era però. ancora usùito dal territorio francese; del resto altro Huccessive linee cli difesa,, e prirLcipalissima. quella del Rouo, gli avrebbero concesso dt trattenere a lungo l'ass,tlitor,e. Ma la vittoria di Vittorio Veneto cd il con:,:;egueute armistizio di Villa Giusti, avevano aperto al nostro esercito le vie cl.te, attraverso l'Austria-lJngheria,, gli avr0bbero permesso d'operare sul rovescio dell'esercito tedesco e tli minacciare da vicino le maggiori città dell'impero. Virtualmente il nostro ese1·cito poteva infatti considerarsi in Boemia, dove, in quel popolo alleato erl a,tuico, avrebbe trovato eccellente base per siffatte operazioni, e donde avremmo minacciato Berlino, Dresda, .Monaco, Breshwia. Fu dunque Vittorio Veneto che rese impossibile all'esercito tedesco di prolungare la sna resisteuza. A. Vittorio Veneto pertanto si <lecisero non solamente le sorti d'Italia, ma, quelle del mondo intero. La rivoluzione in Germania e l'armistizio dell'l1 novembre. - L'animo del po-
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pold ~cdesco, fino allora cullato nelle illusioni della, vittoria finale, alla dura prova della realtà, venne meno. Il patriottismo <lelnso, detto ragione alhi rivolnzioue cbe diceva di negare la 1)a'tria per cercare la felicità, del popolo in nn nnovo assetto intcrna,zionalc. I socialisti sorsero ad affrettare la fine della guerra; anche i temperati elle rlnrau.te la, guerra avevano combattuto, insieme con gli a,ltri partiti, per la Patria, si unirono agli estremisti (spartachiani o comunisti bolscevichi) per volere la fine dell'impero. Rivolte scoppiarouo uella marina tedesca, a, Berlino si tumultuava, si voleva l'abdic':lzione del Kaiser. La rivoluzione bolscevica, trionfava in Baviera, il 9 Berlino insorgeva, nelle trnppe si cominciavano già a formare consigli di soldati. InsomnuL era lo sfacelo interno che rapido si propagava fra quel popolo e qL1ell'e · sercito ritenuti fin aJlora inaccessibili acl ogni manifestazione rivoluzionaria.
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n Kahier 1~bdicava e (uggiva in Olanda insieme col Kronprinz. L'll novembre nella, foresta cli Laigne al-le 5 del rnattiuo, SLl tm treno ferroviario, veniva firmato l'armistizio che mentre proùuceva spiegabile ebbrezza nel vincitore, pro(luceva. smarrimento cl1e confinava, col delirio nel :vinto.
18 La guerra, era finita: la. Fraucict elle aveva, velluto Ù tradizionale 11emico incombere miuaccioso sulla sua capitale per quattro anni, aveva ora i suoi eserciti sul Reno con teste lli ponto al di là. Ivi si stabili va, iusieme co11 gli eserciti alleati, compreso il belga che }t· veva ottenuto l'immensa sodclisfazione ci'i attraversare vittorioso quelle PJ'OVincie che aveva dovuto per cinque anni lasciare cal · pe:stare dal posa,ute tallone tedesco. Quale sforzo aveva imposto la guerra mon1liale ai vari St8;ti che vi parteciparono, .ì\fai la storia degli uomini aveva visto più ~rande vittoria e più profonda disfatta. n-fai tanti uomini aveva.no combattuto tanti uomini : dalla parte degli Imperi centrali pnò ritenersi abbiano pal'tecipato alla lotta circa 15 milioni di combattenti, dalla parte dell'Intesa, 26 milioni, ridotti in seguito d'oltre un terzo per hi defezione della Uussia, ma, cui foce, in parte, eq uilibrio l'entrata in lotta d egli Stati (Jniti d'America. n contributo più grande di sang~te lo dietlo - relativamente - la Francia, che con le sue colonie ebbe 1.385.000 m<>rti. Contributo fortissimo risp~tto alla popolazione e tenuto conto che siamo entrnti in lotta un anno dOJJO dolla .Francia ed Inghilterra, lo demmo però i~nclto noi: oltre mezzo milioue di morti. Su
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t,utti i campi di battaglhL ca«ldero, ~omplessivamente, 7 1niTioui di uomini . .:\fa oltre ai caduti s11l campo od ai morLi iu seguito a ferite, occonc tener couto del-
l'aumento della mortalità nolla popolaziouo civile e della diminnzionc della nataJità, onde è cùc può ritenersi che, a prescindere dal1' America,, si abbia avuto in Huropa nna ùimiilllzione di popolaziOtle di circa 30 milioni, cui conviene aggiungere il grande numero di mutilati e di gmnùi iuv,tlidi della gLtena, sia per ferite sia anche per malattie e per il lo· godo fisico e morale cui si trovarono esposti, e che rappresentano certamente, per la ripro<luzione della specie, elementi meno perfetti quando 11011 siano addirittura elementi tlanuosi. Rnorme hL quantità. di ricchezze perdute, sia per le roviue d'ogni genere prodotte, sia per l::L mancata produzione, e mi duole cli non avere, a riguardo, dati concreti, da dover preseuttLre. (1) L'opera della nostr<t nw,rinct clurnnte la guerra moudi:1le restò quasi ignornta dall'opinione pnbhlica, ansiosa di sapere, i1,rdeute di applaudire, f-ioo a che il sipn,rio non fn alzato dalla Lega :N'avalo mercè la pnbblicazione del li~ro « Ln, Marina italimu1, nella gnerrn 1110ndiale 1015-1918 ».
120 Come giustamente O!ll:lt'l'Vl \ lack la Bolina in un suo articolo pnbblfrato in ilfii1en1ct del 1° luglio c. a.: <t Equipaggiure il naviglio, pm·c• non tlimenticnndo di dh1tribuire e~pertn gcnt•1 di rnare ai bastimenti mercantili, ni treoi blindali cotilieri, ai pol:lti cli osserva1.iool' n terra e a formare hattnglioni di marinai da i,;bn.rco per rinforzartt l'esercito dell'Isonr.o, !)rovi'> n.ll'Italia quanto è fct'n<·P cli marinai il campo di rrdutamcuto ch'è la coRtiern italiana. Bm1ti diro cllt• <lai. 2136 uflici:tli dell'nnte g1wrrn Ri srtltì> n rin1ì 4760; e tla 45.000 uomini di basi.a. forza a 139.000 - cifra che l'Inghilterra Afiorò noi periodo cnl mina11Ll' delln sua gue1Ta na,·ale dal 1793 al 1815 ». E !(,, p erdit-0 rrnhlte somllnrono a 107 uflfriali e 3062 uomini di equipaggio morti, cd a 2936 feriti. A qnesti i,;0110 da r.gginng(•te 800 111arinai degli e11ui11aggi della )farina ~[ercantile c·lie per c·am,a del111 guerra dei 1101tomarini e per i <'lllìllli minal,i i neon l r:n·o110 la morte. Gravissime del resto,<• Mlperior i, 11roporzionntamento, a qnolle delle marine mC1rcanlili ingl<·~e e franceKi, furo110 lo perdite clel 1101-,tro rmv ij!liO lt' quali rnggiirnsero il 46 per <·<•nto, I.\ doè 769.4:flO tonru•llntE> Y1q)Ori<1r(' e 102.891 volien•. Un1.iono <lt>lle due marirw - quelli\ militnre <· qnelln merc·autilo -- i,ompre fu frat()nH1, e 1;11T111inù 1wl 1·il'npt•ro dello KconOlto osorci to i-erbo che ,;i ~voi~<· ,l!)l!llnto tlurante l'im·er110 1915-16 con c·ondizioni p1,1111ime ili mare, sotto il fuoco nt-micò, tra nc·que minah' che 1-i :1pri\· n110 per inghinttin• nad <'d uomini, n tra ins idie elci sommergibili
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nc mid o cli to1 podini scminatf' a,lllrga mano dallt> due mndnc in <·ouflitto. ~on meno riKcbio!<e h• operazioni lii riforniml'nto alle nostre schi<•re distru·,·ntc in Albania ml in Macecloniit. Olt.ro all'appoggio dato :1ll'e,:ercito operant<· <·on trn.-,po da sbarco e con potenti batterie su pontoni o >'U monitori cho vennero stabiliti alla foce <lc.ll'Tflouzo od in seguito 111 ripiegarnl' nto ,:ml l'ifwo, alla fo1·t> di qnc·~to, la noi.tra mnrina, da guenn, non tinsccrnlo n trarre fuori dai >111oi inatt:u:cnhili rifngi la tlotta an;a;tro-1111gariea per batteda in mat'o :1perto, oscguì auclncitisimo <' fortunato uggressioni alla torra nemica, an1hu11lo alla ric<'r1·a delll' potenti <lread11011r1t11 nemiche entro i heu muniti tmoi 1>orli _por ivi ,li,.trugg.-l'lo. Pcr<'iù venll,!'ro costruito mwi piccolis;;im11 o v1·· lociK>1ime - ma~, grilli 1• folitoili - i;i moltipli<·<Ì il nnviglio sil11ra11te e idrovolante. Tutti 1·1Hk,iti 11wzzi nnni<lnrono a Voncziu ell Aucona, qwu,i aquilotti sempre pronti ;\, tipiccaro il n1lo, g11idnti da gi(>vaui audaci, dal cuore d'ac!"iaio, che ri~po11rlo110 al nome di Goiran, ili Ciano, di Gravina, <li Pagn,uo di Mel ito, di Bernl'diuelli, tli Nazario Ha uro, di Rizzo, tli Ao11zo, di Fenariui (\ cli D'Annunzio che s1·guì volontario pnSSl'j!gero Costanzo Ciano <· Luigi Rizzo nolht notGe 1lal 10 all'll febbraio del 1918 nolla ot·mo,i famo!ln. « Beffa <li Buccari ». ;\fa la lista non si chiude; ecco altri nomi: J.<'a1:tngola, Zenino, ljt>lleg1-ini, Mnn'n1·0 di Moriondo, R:di°at'llo Ros,iotti e Raffaello Paolucci, quegli mag~iorn del Gt'nio Navn,le, qnesLi tene11Le melliN1. A codr~ti due i'altli-,simi <·t·oi devc,,i l'affonda111ento
della Virib11t1 [/11ilis. dl·ntro Pola, come a Rizzo <' 11tcts davnnti II Prewudn, l'atron<lamonlo (lolle tro corazzaw TVie11, Teycttho.D' e Santo Stefn110. E, oomo o;;sll1·va giustamente Jaok la Bolin:1 « 1•ontro un nemico tutt'altro elio imbellP, ami t:,p1•rlA) cd ostinato, la Marina, dalla primav1•ra. del lOHi in poi, lrn c•otH}ttistato il predon1inio, dir,'>. meglio, il l,(OVnno as~oluto ddl'alto, del medio o del bat1so Ad ri ntico, dis trnggendo 14 1mvi da gm•rnL I' i3 cou11nerciuli ncmicl1e u J'orznudo piìt volte l'entrata doi suoi porti più muniti». Conclud,mllo: sobbeno 11011 certo per volont:'t uostra, :,in mancntfl ilL battaglia u11 valo cl11.ssica, LultrWÌlt l'attivil,i\ t1i t,utta la 110:sll'n marina, così ,la l,(llt-l'l'a, corno ilei commercio, llunrnte 41 mesi ili guerra, navigando :t fanali s pen t i, fra irn:;i<lic di ogni gonere o sotto lr minacce mortiferi' dall'alto e dal basso, fo tale da. meritare l'ammiiar.iono e la gratiLudinc della Patria e <ln rondl:'n, lwn tlegna l:t nm1trn nutl'ina tli prendt'rn posto fra lt> migliori del mondo. ad .\onzo, appostati ton tre
(:l) Il I1 CorJlO d'armata italia no, di cui facevano parto le hrigate Alpi (51° e 52°), Brescia. t]9•• e 20°)1 Napoli (75° e 76°), Saloruo (89° o 90°), arti glierie da campagna leggera o pesante o reparl i cl'as:,n!Lo occ., ern anelato in 'Frnncia q uasi contro il volere Ilei francesi. Dopo la tcn%ile offensiva teclcsca cld marzo 1918, con lo sfondamento dell:i fro 11 Le francese fiuo a Montdidicr, il Coma.udo supremo francese a vrebh1• voluto ritiml'e anche lo rlue divisioni cito orauo anco m rimaste sul nostro fro11tc (qnattro erano gi:\ partito).
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li nostro g0Yem11, d'accordo col Colllan«lo ,-;upn•1110, offen,e Ili llllllHlare inveto di l!llCIIO due diviKioui, un èorpù tl'nrmarn. italiano. 1>0110 q uitlclie tit.nban:.m, la proposla venuo no· l·ettala, e pot· la metà cli maggio il l l corpo italiano era al fino po,-fo d'onorh in prinm linea, ,mlle Al'g'onne. Il '27 rnag-gio i tcdoi1chi Rforrnvano fra 'Rei11H1 e Xo.nm ()nell'offensiva che permetteva loro d'1mpo>1se8sarsi di Cbatt'an-'l'hiorry, ,;ulla ì\,farna. J•'u allora affidato agli italiani d:tl ~en. P6Lsl.in uuo dei settori piì1 delicati di tutta la. fronte: la difN\11 cioò dolb montagmi cli Reims, sharrautlo la valici del I' Ardt'e, pi\'colo atllnonto dell'Aisnt, e la strad:\ cho ò111lo sbcwco OYl'i'.t cli Roi11n,, conchll'e acl Eperua~. I.I :-mliento dcll'Ardro aveva Ro mma in1porta1urn l>PrC'bè form1w,1, i,.11lla ,;iniRtrn ,lei ted.,schi, l'orlo do\ 11acco da essi prodotto 1·on lo ,;pinger11i 11n Uh1Hoau-Thiorry; montre l'ol'lo del sacco <lall'l\ltra parto, o cioò verso Soii-soni,., crn, tenu to dag-li in~\e:,i. ~l·l>bc11e i tedeschi fossero Ktremati di forze, tutta.via LiidondorJf coutinuava ad essere d'opinione 1'110 la 1:,ola 1\11cor:1, di :,alvezui consiste,·:-1, pur Sl'1111n·c uel pen,ii1tere uoll'oftènsivn, e quefita vcnnt 11forrata nolln notte fra il 15 cd il rn luglio <·on tro nrmatc, due ad oriente od una ad occidonto di Reim" che avrehbe dovuto venir aggirato da 11ud altìnchè le Lrn armate pote,;;.('ro riunirsi, isolnnllo coRl (J uelll\ piazza. PPr pr<'pamre l'nttacco i g'l'Ossi l'Hlibri g<•rmanit-i sparavano col ritmo dei cannoni da campagna o questi co11 quello delle mitragliatl'il'i.
12! A ,volti, decimali dal terrihile fuoco dolio arti gliorie, premuti da f'or1,o !mperiori, gli italiani sollo <·ostretti a 11 ualcho arretramento par1,iale, ma poi riprendouo In pof:lir.ioni moment,nnemnonte pcrclnw. E' llella co;;l'ienza dei soldati, come dei capi, che al II Corpo l1 lltato afllclnto il patrimonio d'onon• P di p1·1•stigio dell'osorcito itali ano; od ogni combattento· nwlo render:1i <legno dt-lla nohile ma ardua, 111 i;;;sio110 ricov ntn. Ad Epernny stanno risorn, italiane; In citb'1, i;ohben1· a 15 chilometri tlalla I inca di batt11gli:'1, (; hattntii,;;ima. Gli italiani, ùa ~oli, in que lla notr1· tn1gic:i provvidero allo 1,1gombro della popolar.iouo lirntochò il 8i11daco, c hi• per ultimo laHciù la citt1'a, appmw 1mlla porta tiella « Mairif\ » un fo~lietto ><li cni stava ;;critto: • Cill1uli nil 1·icol'1latcd cho gli ita,liani vi lmuno >1alvato ». Qnat ~ro giorni dnrb la battn,glia; gr1tvis,;i1rn• ltpndito; la brigata Brcsci<i andù q1rni-i di11trutta: 11n b:tttnglione do11'89, redtH·o ilall'nvC't'<' prc,,10 parte alla rivista per la frsta n azionale tld 14 111 µlio, ontrn nella, mi11ohia ancor vestito di parata ... Il reggiruont.o cl'1trtiglicwia dol1'8" divisione r-i 1-acrifìc:1 bravamente 1wr protPgger<' I:\ fanteria costretta a 1·ipiegnro; il c1tposalclo di Vrigny, isolato e lem1w~tato dal fuo,·o <'Oncenlrato di <·entinaia di per.zi, è <·onsen,ato dall'eroico !mcrilkio d'nn hattaglione ilal iano, il cui co111auùa11te, 1wr mC'zzo del tolegrafo senzit fili, <lnra11tc> il comhntt imento, i11\•ariabilmouto rip(•teva: « R1,,1i;;tia1110 1111cora! E,virn l'Ibllia! ». Il 18 il n(lmico acccuna a viwillare, il 1!) gl'italiaui, decimati, 1:,1>0-.-..ati <· lo~ol'Ì da quattro g iorni
di titauicn lotta, pnssan,> al conLrnttacco. Jl,fa di frOlltl, ad e;.,-i Ki pì11'i1l'ù!lO divÌl'lÌOlli fres(']1e ch e l'a.vn.:r,.ario avt'va gett,'\to nella lotla. 'l'orribile il <'nzzo! Un 11ostro reggimento, in pochi 111i 11 nti, perde il colonnello, gravemenLo fo. rito, (' tutti o tre i comnudnnti di lmtLaglioue, 11cci:-i. )In tauta (•roica tenacia, tanto mirnùile ;;pirito ,li siwrilìcio flhh(•ro finalm onte merilato componflo, la vittoria. L'oflènsinl nemica. restava infri\nta. A Bligny il Il Corpo italiano penlette 4375 uolllini m;cisi e 6859 feriti, cioò 1111 lmr.o degl i effettivi. .\. llligur gli italiani snisscro una delle piìt helle paghw della storia ùel nostro esercito, cd altro nct-iCrÌ!lHOro poi qunndo, con in in terrottii oftèo;;iv11, 1,0tel'Ono forzar,' il pass:i~gio dcll'Ai"ln<', riprt>nd<,re il famoi-o « Chcmin cles Dames », P procedendo di vit,toria in vittoria, venire fermati dall',Lrmi!'lti~io dell'll novembre 1L Rocroi, ,m l confi ne bolgn. (3) r,a uostl'a azione in Albaufa e In Macedonia. Scoppiltt,L la g11et·ra. mondiale, eviclunto s'impo1wva a noi la neccsRit1\ d'occupare Valona per corc:are d'impt·<liro che uno dei hclligeranti, ivi stahilit-H'. la propria ba~1· c·1m gra~·<· no.;tro tlanno e peri1·olo. Co1lcKt11 uecossiti\ >1archbo dsultat:1 ancora più i-entitri. 11ualora, come a.vven111', fossimo usciti dalla neutralità per Aehierarci u fin.neo <lell'lnte...a. In tale 1·nso, Valona in mano dell'Am,tria, avrebbe reso a,ucorn pi~1 pericolof!a la tH>Rtrn sit11nzione marittima 1wll'Atlriatico, IMcianilo S('mpre 1iiìt
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(•sro,,te nd ofth;e le nostr<• co~to e le nostrl' co11rnnicaiion i con Vcuezin. Con pieno gratlimcnto d elle poternw ddl'Inll'~a occ11pam1110 qui ndi Valunn fin dal1'11nt11n110 tlcl 1914 - occupazio1w che in i-e~11ito, t• cioi• quando uucho noi p,ll'iucip nnnn o nlla g uerra, ci pcrmi~1·, fra l'alt10, cli. tmrre in salvo l'ei\crcito serbo, 1lopo lit sna disfatta 11 ll n fine 1lol 19J5 ecl nl principio ilel 1016 praggiori notizie in prnposito si potrn11no troYaro nella <·onù•1·<•nza: T/opem <lei soldnti italiani in A lba11ir1 durante la fJtterm, tennt.'\ <liii teno n t<• goneral1• G iacinto Penoro, n,ttnalo ('OJ11anllant1• ilC'l corpo d'armata di J<'ircn1w, p<'r inYito ,lei Congr<•sso Geografico uh'ebbo 1110~0 il 1° aprile 1921 - cstrnttu dal YOI. 1 degli atti dt'll' VJTT Congres,m Gcograiku Itnliano). Subito all'ombra della noi-;trn bandiera ripamt·ono 12 mila profughi ~tllmpati dallo scvir.io Ppirote, e ln noslrft IJ!'nemerita. mis$io11e i-anitaria, col i-no provvid<•11zialc i11tcrnrnto, attenuò le terribili ton:-<egnc11ze delle epidemie st·oppiate non i-olamenu· tra i profughi, ma nncl1('. fra la pnpola~ionc nlhnnesc, decimata C' ~traziata <lulln malarhl, clal11t tulwrcoJo,;i, dal dorn1otifo e <!alla 11ililidc. In 1mri tempo Ai d iede opera nlncro a creuro una ,·ita dvil<' ..co111pari\a in 1·onR<•guenza ddle lunghe, c·ontintw, atroci g1wrn, <'<>nlrn il g ovcruo turco e tlelle lott.c in testine, millt, <111ali k trihù Ai emno dilaniuto, folte piìt 01,tili dalle diver,-iti\ ilei Dio. Coll quollo i-pirito <li <·aritatcrnl<· fraldla11z11, eh' ì• loro 1:nrntlcri~t it-a, 11 nì<·ia 11 e, -.ohlati urn-tri
1:a
i:oppcro in hreve mlt.ivar><i simpatie, fìthwia t>tl ~fl'ctti <lit qn(llla p;e11tl',\ · Snhilo venne idt·11to e po.;to mano, con lnrghuzz:i di vcdnll', al campo trinèeralo tli Valona, la cui im11orla11za Ri accentui'> quando, <·on lo sfacc•lo ùt·lla Rm,,,ia nlhmta, nuov11 e grrtvi minacce sor;wro 1101 i\Iar Nt•ro \•erso Salonicco e pc•rciù 11cqni;;lnrnno imporla rizn grande non sol1.'lnlo per noi 11ut nncho per i no1<tri allenti, tutti gli shocchi marillimi da 8anti Qual'anta a. Vnlona. L'imma11u opern <·ompinla fra. il 1916 cli il 1917 i<i svilnJ>pnv:t l1111go il vallo <lolln Vojus~a n, 11onì e· ad <·t-t dall:t fo<'O fino a Tepelani; indi c·ontinuava lungo lo Zrinoi,\ ed i monti di KurvolNw a snù, con uno SYilUJJpo cli tl'incCl\ e ili n•tkolati multipli per ben 160 chilomot,ri. All'inbdo del 191G la hrigatn Sm·onci (Hl• u H>0) prote!!g<'va a Durazzo il ripiegamento clell'rsc•rcito :<erho, ,-talo i-oT'ercliiato e S('hiiu:ciaLo d111l1• impo· nenti for7.l' aust,ro-hnlgan~ elw lo av(wa.no nLtaccato Il;~ noni o (llt ;,;ml. Disfatto, mn Rping<•nclosi innanzi i 1rn11tl'l'Ot<i prigionit'ri austro-nnghere&i fatti nell'anno IJrt'Ct-· 1le11t,<·, (·01lcsto ef.lerl'ito cercava !'cnmJ)O \'Ol'Ko In. <'OStfl nt.lraveri-o dol Mo11tf'negro o dcll'Alh1\11in . .A <·oMo clei piìt ..augniuosi sn<Tifìci la ltolln. hrig-ata uoslm prot<•;."t' l'imbarco Ili quelle ma:;so di sorganiuate, Jaeero 1·<1 affamati•, l' quinùi In i-gomhrn ili Dmazzo, ricln1·1>oclosi poi t'ntro il 1·amro 1ril1<'P1·aui 1'1.i Vnloua, 11m :<em prc ritnanendo !t si n•l lo 1•ontntto <"ol ncmieo i.tahili toi<i in forze 1'1llia <'atPna d<•lla )ll\la1:a ... tra. e rimwmulo a i-ventnnw tntt-0 IP Yt•llt>it:\ nlfon"in•.
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Non ost.anto collestit situaziouc pin1tosto ctitica, co11 tinnò il Comando italiano uello sviluppare nou solamente la vin,bilitìt e tutto ciò cl1e poteva conferire alle operazioni militari, ma 1\11che tutti quei provvedimenti che potevano giovare nl lwnessere oll al pro~ri·esso della popolar.i.me civile, sapendo loLt.are e superare c11or111i diOJcoltà specialmente <leterminate dall' insrtlubrità <1<,l paese ne' fomli valle e lungo la costa. . Ben 10 poutili colle~arono presto il porto di Valona alla 1'iva, ed una strada magnifica, 11uesta alla città. Strnde cttmionabili vennero aperte da Va lona per Mifoli a F ieri; 1>e.r 'l'epeleni ad A rgirocastrn attraverso orride gole; a Santi Qnarnntn pel passo di Lagora; e <fa Tepeleui a B<•rat lH'r Clisnra e Balaban, oltre ad altre molte di minore sviluppo. Complessiva,rnento vennero costrniti, o ra,ccorciati, circa 1000 c hilometri cli mt-ibili, 120 ch ilometri di Decauville in se<fo propria, )8 chilometri della grande ferrovia trnnsbalcanica. A Valona venne poi stahilita una ccntrnle elettrica. N"umerosi ospedali 11Msero a Valona e uei principa.li presi<l1; forni, macelli, concerie cli pelli, mercati pubblici, fognatura, due acq ncclotti, foJJ.tane ece., tutto"'q uesto fu ope1'a uostrn. Anche all'agricoltura venn e rivolta la nostra tività e con risultati veramente mer,wigliosi, così (l.t far produrre da, 18 a 35 quintali di :frumento per ettaro rneutro in Italia non se no ricaV,\ che 12 al massimo; e 11nasi doppio dell'It.alia fu pure il prodotto oleario.
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129 'la tlm·p l.1 noi;trn alti,·it;\ ,-i dl'tlic<'I in rnoclo p:nticol111·e fo nell n òfQ'tu,ioiw dello i-c· ttolt·, difftt1<io11e a<·<·olt"'l <·on l!.fan<lt• fa.,orc 1hl popolo nlba1w~e. E1-1~t· !l:dirnno a 230 o , i i11,w~navano in prevalt•nza nlfkìi, Ji e ~oldat i nm•tri. I vi insic•mo con l'n 111ore ci eol rhipol Lo pnr l'Italia iii educavn110 i gio, nnHt i al rnlto clell1· µlorio'IO nwmorie pat,ric• . .\ Ha 111•0 del ritrat'o <lui Re <l' [talin e' c•1·1t qttt•llo clcll 'uroo nnidonalt• Srandc•rb<•rg. li 3 g itt).\11() 191ì in Argiro<·astro, veniva pt·orlamata i-nlcnne111C'nte. in nomo ckl Re d'Italia, la in1lipc•11<l<•nza ddl'Albania F.otlo la prott-zion<' <lell'ltalin. {'11 anno ·np1n·es-10, nl'I l!lUl, a u•alizza1·0 il fotto dPlla n•tknziouP nlha1HJsP, o nt1 impPdiro dw in nna pro,;-1inm avarnmm th·lla cnoti<·a armata interalleata •li )lao.:edonia, altri J)okssc• pl'O<'<'ll<w<·i e con altri ,icopi, 1wl riSl'l\tto d ell'Alhauin ;;etkntrinnnle; c>d nuche per lihe1·arci <lnll'agg-rol'<fliono in1111Pclinta degli o~scrvatori ncmi<·i che dnlln :\fa 1:lci,,,tra >1piav11no l'ingrc•,-,io o l'uscita <lollo n<>~Lro n 1, i rwlla 1·ntla <li Valona pl'l' isegnnlnrle 1ille loro i,;ilur1111ti, <lai 1108(,ro 1·nma11do ili Valona (XVI corpo cl':H·m11t.1) ,e1111c> ckci:<o cl'attal'c·ar<' il m·111ico. (luc;;ti, forte <1i .!3 lmttaglioui, qua11Li cioè no potPva111<> di:<pono noi 1wr attncrnrlo, era clh,teso
<lai mm·,·, 1wr Cinfo. Vit1it, per il Giava fino 11,lle 1wndici <ll'll'O ... trcvizzn oltre l' 0:<su 111 - J>Oco meno <li 100 <·h ilonrntri: In cl<•1-1trn <·rn nppoggi11t11 alle pnlndi Nl al mare, la ,,init,tnl al :\1. Tomor, alto piì1 di !HOO me tri. Acl ogui modo occupazione <'~tesissi ma, 1>cr comicgnonr.a 1·ncl11, <h!boln e se nza ri:,en o. D<•cibo
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o
il nos1-ro (;oman(lo di tra,r110 profitto attiwcando ' ronte111pora.i1ea111onte le dm"' ali, llopo d'aver pr11,;o collogarnonto con J'an1111t.a d' Orinll,c. All'.allta del 6 gingno, bnU.aglioni di guardia (li 6mt11zn, con hnnde e m ilizie locali, snperato arditamente il lmralro di Cerevo<la, attaccnvano lrt sinistrn, nernic,1. <' dopo tre giorni e tre notti di sanguino><n, lo tt.n, <·otHJnii-tava110 Cinfa Devris, avanti ,L 11. Tomor. Nella not te ilnl 7 1tn' intera (1iYisioue, nel più nssolnt.o silenzio p(l a lnmi Rpcnti, traghetta la Yoi11;1~a in eorri;;porn1euz,t de\111, tosta di poute di Ciflirh Tdvh,it: all'alha, so,;tonnta dal fooco d'artiglit-ria tli tntt i i rnlil>ri, uu1,rcia all'attacco e i-i impn<lronisee delle alt.nre, m<mtrn la <',tv,tllcria (regg. Catania e l'alei·rno) att,raver,-,t al galoppo ht pian nrn, cattura prin1n un ca1upo d'a,ia:>.ione, poi, iu Ilerat, prigionieri r~ rnigliain. Gli n,u-,t riaci precipitmmrnentc r ipiPga vano dietro il Se1ucni. J1 colpo fn grave pel proi-tigio dell'Anstrin.; e snhito volle toutare di riH10Uersi l anciando rtlla l'iscossa tnt.te le trnppu <·he potè raccoglie re nella peni,'\ola Bnl<'nnicn. (43 battaglioni). I l comnudo Yeune affidato al geuernle d'armat,~ Pfonr.er Baltin cl1e, teat!'almentc ;;alpiwa da V icnnn, in acrronnve col pl·opoi,ito di ricacciare gli ita,liani iwl mare olt.re Valona... Il fuoco nemico, l_e fatiche, la mala.rin, e la frbbre 11pagnnola nveva ridotto il nostro <"Ot'J)O opo. ranto a non 11iit di 1~ mifa lrn.ionctte : fu quiudi g iocoforza fl bhanòouflre i paesi del piano: la tl'la· lac:1stra fn però manteuurn, sostenendo s11 qnei
monti mairnifil'ìl '1ifrs11, spei<so ,·<111 1·arnt,lcr<· controfli•m,ivo. \ :\fonln· tnlto dù 11\Tenh·n in ,\lha11in, fallita In impr<'><:\ dei Dal'clandli, fol'te a11glo-frn1u:csi si11 1lnlla lini• dt•I Hl15 Pmno sh11rcat<• a Salo11fr1·0 col proposito d'a1·eoncl'<' in ainto d<>i <:erhi (']w rnal pot1•vano r1•;;istPrP n,l la pn•po1nl<>ra11 tt, otft•11,;i vn a 11111 ro-u11ghen•;;;t•. ;\la troppo f'Carsi nncora cr.rno 111Clll\Ì <' forw pc•r la hisogna, J)Pr <·11i ln, lol'o a vammt,t 1wtr intorno venne• pn•,-to arr1•,,;tat,a, <'<l lllllli l.1 stMi~a loro ha>1<', ~alo11i1·,·o. ,.j trovù ~ol'iamcnte min.wdata dnl Il<'· 111i,·o pnl<,so c•ll :111cl111 tlall'arnieo nrnllido, cioc'> dai Grcd di l?e Cn,-.tm1tino. A rinforzo degli Anglo-Jugl,•si l!i111111e1·0 in hno11 vunto hl trH)IIW sorht· dopo riorganizzato a Corf1't, q11in11i la 85" tlh· i,ione italiana, fort<· di G0.000 uomi11i, cui fu a-<f<c•irnato il seUoro :wanti i\Io11n:<tir,
fo
('C)1TÌS))OlldPt1Zìl
d1·1l'a11i<a della C:l'rna,
11111 ÌII·
11mulrata fra (rupp<' ullf'l\lc pcrd1è ,ii voleva cvitnrc lo n•h1llio11i dirl'ttc fra In 83•' di\'iRionn e le nostrn forze· <li Albania. Jn ,.;eguito alla for1.ata ahrlkazionc di lfo Co:<tanti no etl a ll'andatn a I potc•ro di V cnizolm1, n nclw rc•p,ll'ti <li truppe gr1>cl11· si nnil·on ·, agli all1•at i, 111,•ntr<' di fronte ,i ave,ano pnn• trnppt• di qmt(tl'o di\'crsi escrl'ili: nn>1triaci, t,•<le,l<'lii, hnlgari e turchi. La S5• <lfri .. io11<' }n qua:<i <ell11H'l' fro11teggi:1tn tla t;l•de>ll'hi t• da hnlgnri, che rapprPi<entnva110 cer, t:rnwntc Il' trup))l' 111igliori <· contro li' qmtli ""'
,..tc•n110 ripetuti a-<prii.><irni .co111l,attinwuti, RP111pn 111a11l.(lt1('ll<lO le 1n·opriP prn,faioui i,,eblH•IJ() l'\Ulla SIW
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11(·,;tra talora #,(li alleati fos,-cro "tnti co,.tn•tti a panlinli ripiega11u•nti L<' hrillanti opnazioni ollì•nP.iYe del 11o><tro X\'I (' Hpo in Albania anffano avuto ripet·\·nssioni an\'hc in :\latc1loni.1 t·1l avo,·ano eoncon;o 1\ pt>g-gior.m1 la ,-itw1ziorH1 morale dol rwmic·o dn 11ncst1i p 11'11'. l,'m,rilit:'1 <la parte dr.i Bulgari Yer1111 In GPr1111111in si f,wc, a st'mpre 11iì1 pale1;e per la prrtf',-a di q111•st'11ltimn 1l'1 S[>ortaro grnnaglio (' per l'ap11oggio cho parnva. 1ksse alle rivendknr.ioni turl'lw. D'altra parto in tutti, ma spedalm1·nte nei lrnlgari o n(•gli austriad, c'era nu gmrHto senso 111 st.nndiezz,t 1•1l nn desi!lnio vivo di pncc. Apprntìttò tli q111·Rto StMo ili cose In lute;,a e ,ll-'ti><1• l'oftùusint 11nl fronto Mncoclone, col concorRo rlellP forw italinao cl' Al han in. Il piano olfrn-.h·o prc·parato dal generale Gnillamnat, mn nttnato dal gonl'rale Fmnchet d'Ei<p1•r,v ohe gli t•rn i;ncecdutu 1101 comando lloll'armala internllentii di Maccdouia - con><ist<-Ya n•·llo ~fo111la re i I centro hulgarn nel1n regi on o cli Dohrop11lj1! t• rwlla sth't'l'>'"iva nvanzata tlolln n,a,;;n cli manovra, c·oi-lituita d,i 8 clivi~ioni, pn•,·n.Jentofllt•11I<• H1n·bc, per µinngcro 111 Danubio. Alla 3ii~ divii-ionu italiana ,·t•m1e allidato, in uu primo tempo, il tompito cl'i1111wgnare nwrgicameuh· l'1wv1•r,;nrio che:1 avon1 1\i fronte, e,1 a llfondr111w11to 1n".Y1•n11to dl)I cenlrn 1le\1n linen, l'i111porta11lc• mi11sio11e <li fadlitn.re, con azione <li fianco, l'aYanzatu clt>lla ma,.sa di mnnoYra. frn11co-1wrba. Il r1111c·,•pito pia110 ehlw piena attunzione, anc · 11' pl.!r l'c•Jlknl'i ~i<i 1110 COIH'Ol'Ko delle nostre truppe
eh(' tli:,i111pt•gnaron,, hrillnntt·llll'lll(• il l'Olllpilo lurn allhlato. Cou vigon1 amm11·ahile ntta('carono \1• 1111111 iti;;t i1111 clift•>'O l'Oi'>lrnit,• dai hulgnri e dni t<·d<":-<·hi a pr(}h•,do,ie doll n, loro pri11oipalt1 vin di <·omu11icazio1w: In str;11(a clw eia Prill'p <'ot1<h1<·1· ad Usl,ah; n se 11<· impiulronirono; 1wrniù l'nvvcrsnrio rapido vohll' li' tergn, la:<cllì 11110 forti n•t,rognnnlic JH'l' l'll J. l1·ntar1• rini:.t•guimtmto. )la qn1·slo fu ,·o~ì ,·igo1·0;;0 che pormiRe al]n. lm• divisiou1• 1Pi111padronin,i 1h•I ) [. Br.ba tagliando ('O,<Ì la ritirata :rl m·111i1·0 l'irc rrpiogav1t clalln regione di .\Iona;.tir: a 11,igliaia 1·1Hln.ano noli 1, no,;tre m·mi i prigioniur i,
i:rnn1lim,o il hottino. Il :!!} sctto111hr<' i-:li italiani, i nfat Ìl'a bili, 11'11ppr1•11t,avm10, i 11 1·oop1·1·;1zio1111 <·oi Jram•c,ii, ad oxpugnnre lt, formidnhili po..:iziot i ,li Hop, nllortJHl\111!0 il ro111hattimc11to v1•11i\'a H>,..JJI' -u pt•r l'avYonut.11, fir11111. dcll'armi;.tirio fra Bulµ,ar in t·ll Inh•sa, }l('t eJlì.-tto dol 1111ak I(• trupp1• h11li.tnrt· 1ll'l Sop si dinano prigio11i(•rp alll' 110 .. tJ<' trnpp<', 1•d il loro /.{t·norale 1101 momento ili cecl(II'(' la pro1,1·ia hp:tda, K1·ntira il d0\ 1 ro 1l'ospri1111·n· tutta la sna a111mir11zione p<·1· l':111cl11.cia <' l't·rnixmo cll'l]a, fanteria italiaun. 0
Dopo la ro111•luRio11<~ del1'11n11i,;l,izio lo opera~ioui militari uon t.i arre.,tarono pcrchì• trnppt' austro-
tolle,;<'ho, proutanrnnte 111·,·orAo nell'alta Serbia, 1-Pntanrno d'opporRi all',,vnuzat.'l ill'~li alleati Vl'l'"l' uor<l. Non ostanto hi 1rnrtiunoll resh,tPnzn. dell'avver,-ario, riusd p<'rÒ n 1p1e,-ti ili obhlig,1rlo a 1·ipiega,re, mentre unit.ì \Jritannich<• pass1tv1L1Hì· il Da-
13! nubio a Lom Pala1wit e<l entravano iu Rnnwnia, ,;bara1.:;:anrlo l:i sponda ;.;inistra del liu111c dai repm'ti gel'manici che l'oct·npaYauo. Ai primi ili otlohro Bolgra<lo ora lihcratn, circa, JOO rnila uomini e 2000 cnnooni cnrno t roff;o del vincitore. Anche il XV1° corpo, 1lcll'.A lb(t.nia, a.vevrt, eJ1ìoace111ente c·oncor,.;o alhl snddctm o(fon siva, A prevenire l'in,,itlia jugosla.va e<l a,ltrn ancorn, ostili alla politica no!'l tra., convenint che noi gi1111gei;simo pl'Ì11Ht degli alleati ad Elbassnn, Dura:;:zo, 'l'irnn:i e Scntari, 111a gravissime diilicolLiì. opponevano alla nostra avarnmtit le <·ampag11<1 inontlate e ht maucnuia di strade: itd O/J:ni modo <·cm smilze colonne attntverso le cam J..lflgnc inon<late eù inerpi<'anilm;i su per le nspre ed impervie montagne, r'iu,,cin,mo a prt>vc•nire i frnucel'\i 11, Elbas;inu ed a Tirana. A Durnzzo fummo rii·evuti con entnsi.urn10 o sopra i resti doi po11ti crolh1.t,i> fra le l'ovino fn111anti dei villaggi incendiati dal nomico priwa di ritirarsi, giungemmo a :::k11t<1ri, a DLtluiguo ad Aut.iva1·i a Virpa::wr pri11111 dell'armistizio, ma dopo rl'avcro conquistato il ' l'araboi;c.:, presso S('utari, v igorosarocnte difoso dagli austriaci.
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VII. ,
I trattati di pace e l'assetto. mondiale
J>opo le guen·e l'he pn•cedetter<, (JHella 111omlial<', l>eu prP~lo i popoli clw ,·ì avt-,·a110 pm·le<·ipa.to. ripn·1Hh•va110 il loro Ol'diuario tPnore di vita; :,i pno di1·c d1e pol'l1i mesi tlopo stipulato tlll trattato di pa<·e, quasi llOll si avvp1tiva, che e i fosse Htata la g-twrra. Non era pm;sihtle che cfo anPJti:,,-p dopo la gm'rra iuo11clia Il·, la qnale aveva illl peguato e t<•u11( 0 in est re11Ht {p.m,iono per quasi ci11qne anni t,ntle le energie clei maggiori :-.lati del IIIOIHlO.
Agli s fo1·zi piì1 cLe mn:u1i dOYl'V,1, sl-guirn 1111 colasso generale nell'onli11e C<"onomico, so1·ialP l' politico. < L,L iuqniel.ndiue <' la \'iolc•nzll clt>lle }HtRsio11i clw agiht\'a llo i popoli 11 11~ cla:,,si dei popoli appena uscili clalla guena,
136 somigliavano - osserva il Uaprin (1) - all'agitazione inf'ccon(ht propria non degli organismi i:;nperiori ma cli quelli esauriti. La guerra mondiale si pnò raftigurarc a,1 una terribilo e lnug·a ma.lati ia, u.lhi quale <love\'H succedere una conY:ilescenza. difTicile tid esposta, a ri<·adnte ». Ancll~ fonna lmeute la, pace polit,ica, si JH e~ scutò difUcilii:;siurn .
Wilson e la Società delle Nazioni. Il Presidcnt.<· vri1~011 accarezzava - no11 si puci dire se iu buona, od i:1 mahL fode - hl pace di concili:izione fra Yincitori e vinti pace <·he a\Tebbc dovnLo iHpil'a.rfli ai fa111osi 14 punti dit lui enunciati 12), ai quali p<>rò ognnuo 1lav1t l'interpretazione clic 111eglio corrispoudeva, ai propri 1:eside.-i Nl alle proprie SJ)eranze - cominciando dallo sLe;:;so 'v\'ilson. Si volle dar vita. - pr.r tenacH volo11tù, cli que1,ti - ad nna !Società delle Xaziowi, i cui fondatori erano forse i JH·imi a non nwttc rvi uè fode, nè sincerità. Di fronte all'itlralismo, caparbio nelle sne manifostazioni e1l 1mila,terale, di \\'ilson, stavano le ~orti volontù., ispirate a senso pratieo, di 0lemenceau e cli Lloyd Gcorge. (1) Gruuo C.\ A1ux - Sornmario storico delht gnorra ruomliale (191J-1918). (2) Vt>di png. 81.
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L'lu:.,:·hiltl'l'ra tPncl-eYa ail ,lSsi<·urar:-i il lllag:gior li ttrnern di lw11i t>11'Ptti \ i ( <'O Ionie, nii11ien\ 1•cc ), s<•nza <·0111pro111PttPri-;i tl'oppo uellc 111wst ioni 1n1r;1mo11te politiehc. La l•'mll(·ia, 1110110 n•alisti<'a, ma polifiea111e!lk pFt ambiziost\, miraY,1 a p1·pparnr~i sul t•ont iHentP 1111a si1•11ra JH'CVitl<'nza, <' pOl'<'ÌÌ> ,·ole,a ridnne al minimo hi poteuza ciel ne mico ,vinto, tlond(• il voluto distacco ciel 111ag:g:ior nnmern 1wssihile di pro, iucie del · l'irnp1•1·u tedPHCO per ag'g:rPgarlP ad altri ~tati, 1'111• 1n·o111(•t teva110 <l' t:s!'lere perpPtua11i1•11tt• o,-tili al g-1•i-111arn•si1110 l' a1l es:-.a 1lt•,oti; 1lou1le 11 JH'olezionl' sPmm limiti a<·cor<lnt.a a ( 11Ui i,-'.li ~tHli si 1,·i 11ati dalla dissolu1.ioue rid i' L\111-1\ ria- U ng:lwrhL ( l'PJHtl>l,lica pola<'('H, t•zpco,J~n· 11·1·:1, n g:no .i 11;.:-oslavo l .
La opposizione di Wilson al patto di Londra ed i trattati di pace con gli imperi centrali. - Tra le qn<·sliolli più spinose da. ribOl\'t'l'e si preM·ntani la q1wstio1w a<lrintica . l:\t>ur.a P11!11"iai-;1no, a11r.i l'Oll male (•clato 1uako11tl•uto, Fnutt·ia ecl In~l,ilterra "i cliuwstra nmo tli;,;posto a ric1u10sc1•t·c il I rnttat o di Lon1lrn per ouorl' 1lella lirma. A nei-;1Hm pat fo pcrè,, nè Ch·HH'llCl·au, 11e Lloy<l George, a,Tehh<•ro nccoHst>nti t o all' a aueRsione (li Fi urne a IF Italia.
138
:neno disposto u ncora ad acconsf'ntirvi era, poi \Vilso11, ehe neppnl'e voleY,t ri.co11oscero il traLtato di. l,ondra. D'altra, parte com'om pù!'<.-1ihile permettere che Fiume passasse ai Croati, <;01111~ <'ra, stabilito da <ptesto trntta,to, se Fiume a,vcva rin•la.to un senso ù'italianibì, l'(Wt:·tnH'nte non secondo n quello di nessun'altra citb'b d'Italia,? In coginnt.m·e tanlo di.llicili una soddisfaceute i,;olnzione non avroul>e pot,uto :,;catlll'ire che clHUa mente e dal cuor~ <l'uomo d{ Stato vcl'amente superiori per finezza di argomentar,ioni, per energia <li carattere, son·cLto di¾ un'opinione pubblica coscie11te del nroprio diritto, unita e disciplinata nel farlo rispettare. l'ur t.roppo questi fattori indispensabili pel ,mcccsso delle trattative fecero difetto. An11ebbùtl'ono la so(lclisfazionc, lld conseguito succes8o ~ tolsero eflic,tcia ,t,gli argo111enti dei nostri negoziatori, le nrnni restazioni di stanc hezza. e cli discotdie interne. T p:1rtiti che avevano avvet·sa,Lo la gnena, in coi,dcnte od inconsciente counubio con quelli che per tnidnl're in atto le loro malvage cliirnerc, nou si veritano di 11cgani la Patria, non 11nrnc,wono di approfittare delle difficoltà ecoHomlche e politiche veritìcate:-;i, per metter<' in catti v:t luce no11 , solamrnte coloro che la gnerrn aveyano voluto, ma nn-
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dw 1·oloro cbe :llla guerra aYeYano 1,artecipato, portando ~10! loro ::-apt>I'<' e col lom Yalore. etJica('e conlriùnlo alla Yitlo1·ia, oppure lasciando :-;ui campi di batta~lia parte tiella loro liort>ute giovinezia. oude ne llll('que q11ell'a111hient1• di malcont1•nto, ili 1:1tatl<'ltPiza woral<> e <li discorclia che rivc!lava la nostrn 1lcùolezz,1. sn1lu!ando razione clr' nostri ne g-oziatm:i, anc}ie :;e qnc:;ti aves:;11ro Rapnto rendl'rln pii, a<·<·orta, più vig"oro,.:a e lcconda
mm
le divergenze fra ì nosp1>1·ialrne11tt~ })Oi con \.\'ilson - gi11nsnro a, pn11to tali' per cui i n1inistri Orlando e Honuino, col c·aJ)O cli H. )I. 1lcll' E:;ereito, generale Diaz, abhamlonarono Parigi. Dt11·m1h• la loro a:;senza gli allt•ati pattni1·01111 importanti l'OllVPIIZioni ('('0110ltliclw, che 1·isnltarono sfa\'l)l'evoli all'Italia; e conh'aria111!'11te al tn1tta.to di S. ,h•an ,ie 1\IOl'il't1ue clii' ass!'gna nt all'Italia il tllall<l:tlo sul Yillnyc•l, di S111irHr, tale 111a1Hbto invece ,·1•11i,·a afliclato alla (Tn•1·ia. )lell'aprile cl1•I
:;tri rapp1·c:;enta1tti e qudli alleati -
I
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l:itomati i no,-fri rappre:;t•ntant i ~ l'arigi. co11tium11·0110 lo trattnlive. Fnittanlo, il 28 ginguo, t~ Vorsai llm;, in cinella st<'MHl Oalleria degli Hpcechi, don• nt'I 1871, i 'l'<·<lei;chi viJwit.ori a,evano proela111ato
140
l'Impero, veniva, fìnna.to il trattato .fra le poteuzc <lei l'Intesa e la Germania; qu('sht firmi,. non tacendo però che avrebbe cercato in c.utti i mo1li di eseguire quanto meno crn possibile del trattato, pr1· effetto del quale non solamente le ,eniYano imposti euormi e non definiti onel'i per lo riparazioni, non solamente lf' voniv,mo tolte, oltre a tutto le Colouie, ed oltre ali',\ lsazia ed alhL Lor('Jna, temporaneamc11te, anche il bacino' ca,l'ùonifero della, Sarre, ma le vcuin.1, i11i11osto l'occupar.ione, ·da part<> degli alleati, cli tutta la riva Hi11istra del Reno, con teste di ponto sulla f;e:'ltm. Veniva ]lOi stac<'a to <la.Ila, Genua11 ia tu t.to il territorio polacco iut,Cl'post,o fra hL P1·nsshi orienta lt• P la Sle:sia,; i t,erritori minornri <lell'alta Slei-da, quelli ili AllPnstein e <li ~IariPnwe1·df>r vt.>nivn110 sottopo:sti a pl(•hiscito, e Danzica. a re-. gime spec iale, i:-ottopost,o 110minalme,nte all:i Hociet:\ delle lfa,zioni, affinchè la Polonia poteRse sel'virsi <li <1nel porto. Inoltre ht G<:rrnania <lov+wa. riconoscc!'e la propria colpa 1wlle origiui e 1ù•lla condotta <lella gnena; doveva, co11:,;egnare ai vi11<·itori i maggiormente responsaùili; ,loveva disarmare ridncen,lo l'rsorcito prima, a 200, in Sé· g nito a, 100 rniht volonta,ri dli mestiere, con lLmglte fol'me; doveva poi cou1:3ng11are l a flottri. Insomma c'cl'n. piìt di quanto oucorreva per rcmlf>re l';empre pili acnt.o 1'0tlio fra i due po-
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poli, oclio nel qnale Rta appunto u110 ilei pii1 I 1,erieoJ·osi lieviti <li nuove guerre. In seguito vemwro stipulati· i t1\tttati <li l'/ Germnin con l'Austria, rli '11ria11on ct>n l1U11gheria, e piit tardi qnelli di Ncnlly eon la Bulgaria e di Sè1,re8 con ht 'flll'chia-. I· primi due - e l_)ii't particolarmente il pri!Uo - maggiormente iuter,~ssano l' Jt::ilia: (111esta, tranne s' inten(le per qnnntù riflet.te le proprie frontiere natnrali, 110n sarebbl' shlta aliena da concessioni verso l' A nstria; ma, per .rnlere de~le altre potenze clell' Intesa, e pitL spechlimrHte della .Frane'ia, dovettero venire addoSRati solamente all'Anstri,1 tedesca ed all' Ungheria tutta, la rcsponsal>ilità. delht guerra, spetta11te all'impero absburg-hese; e perniò esse solo tignrn,roJ10 creùi responsa,hili del ùistrutto impero, mentre invece la Ur.e.coslovaL.chia, la Polonia.. la H.un1ania, e la .J ugoslaviu (per i tenitori già appartenrnt.i allo impero austro-ungarico) vennero cousitlerati come aJlettti (lel vincitore, quindi invece che . <lcbi tori fì gumrono creditori.... .111oltrc venne proibita l'anneRsione dell' Anstria a,lla Gcrnmnia,; distaccati dall' An~tria tedesca., oltre ai 180.000 abitanti dell'Alto Adige, inclusi <lalla uat,ura nei confini geografici d' Ita.lia,, anche circa 3 milioni di tiedesebi clell'n,ntico regno di Boemia, cùe passarono al la Czecoi,lovacchia. 1 conflui con la Jugoslavia iu
14-2
parte v1>nuero <ll'lìnit i, Nl in pa,l'te don·nmo wnin• definiti clopo proceduto al ph•hiscito 1111lla, :1.«ma di Klagonf'urt. I11 conlt•Htazion<' rimasero pure i eonJiui con l'Ungheria in 1·01Tispo1ule11za clel <·autone <li Oed('11dnrg. L',\111-tria tl•dpsca ri111ase 1wrciò 11110 stati'· rello cli H milioui. co11 ltna frsla RJWOporzio11ata. Yi1>1111a, iu <'01Hlizioni economielw clispc·· rate clw oll1>liga1·ono g-li antichi 1wmici a SO<'· 1·01Te1·la anzidiè• a pungPrla. L'lrngheria, ag-itata cla molte passioni. fra c•ni pn,, alen1 il ra11<·01·1, t1·u11 fiero nazionalismo oJfoso, ]ll'C'eipiti> H<•l Jl1Hl'ZO 1!)U) Ìll 1111a repuhl,lica tomnnistn, <·he JH'l'O non i,;i pote• 11iffo11tlt•re nella, ('ampagna, 1lC\lla quale provnh•va la tradir.io11{' rno1rn1·1·hiea. Dopo poco piìt d'nn anno, il ~o,·1•1·no holsc:evfoo Ili Bel.~ Kun si clisl'ect• e n~unl' :,.oi'\titnito cla 1111a regg<•11za. c1i11 ca,rattl•1'<' Rpi<'<'atameute monarchico, afli<lata all'ex ammimg-lio llorty. L?ra i vinti, qn<·:sto Shtto di 8 milioni di abitanti, che ,·<·une sfrangiato all'intorno 1><·1·· <leudo la 'fi:arn;ilvania col Banato, prn;i clalla Hnmenia, la (ll'oazia, 1>resa da,lla Jugo::;hLYia. tntta la regione del Tatra. pres,t dalla Czet·oHlova<·t·,hia, è forse il 111eno l'assegnato a<l a<'<·<->tt.u·e i faHi compinti.
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Le labori9se trattative per r isolvere la questione adriatica. - L'impresa di Fiume. - Mrntre .si andavano stipulando questi. v::iri trattati per l'egolare le n~la,zio11i con g li Stati ,·iuti e con i nuovi Htati sorti dallo sfa.celo llell'impel'O a,11stro-nngiLrico, conlinuav:rno le t.n1ttative lHW <lefìnire la <J.nestione del, nostro contine con la ,TugoslaYia e la q ltéstione a<lria.Lica.. Laboriose e(l angoseio:-e code::ite tmttat.ive! \.\'ilson avrebbe preteso cl1e il confine politico con la ,Iugoslavia, venisse 8taùilito lnngo la, cresla delle Oin li e ::iettentrionali fino a l\I. Votin, a, no!'cl est di 'l'olmiuo, e cli qna alla foep dell'Arsa, avesse procerlnto ret.tilinco, seriza teuer co11 to nè di clementi g<-'ogrnfici. . uè di esigenze militari ed economiche>. Uo::iì fac1;m<lo, aYremmo dovuto n,hbu ndonarc alll-f, ,1 ngoslavia, oltre lL F iume, Postumia, Idda., il 1\1. .Sevoso ed il )I. :\Iaggiore, ben auco il -:\L Re, l'altopia.uo ili Senosecchia, il 110,lo fer.çoviario di S. Pietro del Oar;,o, ùig-uisachè 'l'olmino, Tl'iestre. e Pola. sarebbero rimaste esposte a l hombardamen~o dello ordiuarie m·tigliei·ie che fosser o M,ftte 8bthilite nd territorio del nostro vicino di confine d'o riente; e la nost,rn fronticnt orientale sarebbe rima,8ta, aperta. all'invasione poco mono di (Jm11Hlo si aveva l':LVvorsario snll'Isonzo ....
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lH
811\ man• il conline voluto da \\'ilson, <·i tl\T<'hhr privato d'una part<• impl)l'f:mh' c11•1l : co:-.ta oriPnt aie 1lcll'J:.itrii~, Il 1·! i'fi'iola ili Ch1·rs,,, del!a. lblniazia, o <lell'ar<·ip<>lago dulrnato. tr,11111<' <1nal1•l1P isolotto \[•Hl<' ancht• Li,i-a} 1·h, perii ;n rebhu <lon1to venirP :-,militarizzato. P1•1· cercan~ ili attfi'tlltal'P la clismit ro.-;a im pr1•,-l"ioue <:hc· il pl'og-etto cli \\'ibon an•,:1 pro,lotto l'\ugli italiani, V<'l111t• iclt•ato il c·oH eletto Stato <·11s1·inelto, con1p1·01Hlt•nf P Jì'i111111•, ecl interposto fra. ];i linea ili \\·ilson t' <[1Wll 1 ,lel patto di Louclr:1. I limiti ili coth•sto Stato 1·nscin~tto 1"11ro110 in 1-1eguito oggetto <li molti' clhwnssioui t• propostP. Prima Phhi11111 il pn•· g1•t10 'l'artlien, clw, olt·e a Fi11m1•, vi co111 , JH'CJHlt•va il JH><lo <li S. Pil•tro, e l'isola di ,-f'glia: poi il progetto Hons1•, co111111·1·11<le11t ,. Chil'china, Idria, il M. ]{e, ~<'llOH<'cd1ia, i monti della Vena 11 l'isola cli Uh<•r1-10 t' di \-egli 1. Po<·o meno in t't>lil'i eran,> le sol nzioni 1·0nost'i11te sotto l'appellativo di proyctlo Titloui a co111p,·011wR110 Lloytl (}eorfll'· Yitti.
1.1a t•,onoscPnzn, piì1 o meno <'omph•ta di tali trattative, elle rivelavano l'of!tinato <linie;.:-o cleg"li alleati 1• :;pecialmentc <li \\'ibon, a ri sol vere il problema 1ulriatico - pn noi, \ i t11l11 -
in modo eq110 e ri,;po:tclenf{' agli 111-
tt•re!-lsi nazionali, aYcn1 ,-em111·e piìt esat·1•1·bato gli animi, e speeiahut•nte gli anirni di
1.J5
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quei rnlorosi dm , in~111lo nl'lle trim·l·e sulla zoua cli armistizio, più senliYano pul::,:ll'e il loro (;llorc• all'unisono con i fratelli ti11111uni 1·41 i:-.tlfani chi· ::;i avTt•ube dovuto alJbando· IHll't!,
HpiaceH1li inci1h>nti nati fra nostl'i marinai P repurti coloniali francesi, pe1· citi akuni
soldal i francesi clii• a,·cvauo JH'Ovo1·a to i nostri, cacleva110 i,;otto i colpi cli quosti ultimi, dieckrn oec·asione a co1wo<"al'e una <'ommissione intc•1·al1Pata, la qnale propoues:·11:• p1·0,·· ,·pdime11ti atti a renden· meno facile, per l'aY· \'t>llÌl'l', il ripl't1•rsi di tali conllitti; l)l'l'Ciì1 1'it del'iso d1e la polizia <li Finuic venisse affi. data all"Jnghilterra cd all'Ameri1·a. :\la no11 n tol'to in ci<> si c·redelt<' di vedere 1·omprome:-1se l'italianità t• I' auto11omia di
Finmt•. l'or sco11gi11rarc tale pericolo, il 1:.l scttem· l,n• 1!H9, Gabriele d' .\.nnun1.io, alla test11 di 1111cl(li di lrnpl'e nostrt>, clw aveva.n o abban· donato i loro posti snlla linea 11'ar111btLdo, oc·cnpa Fiume, senza ehied1•re aulorizzazi<me ,11(.:una nè alle Pot enze alleale, nì• al <:oYl·rno italiano, e vi prnclama la (< lil>era regg(•nza dd ('nrnat·o >>. Le appa~siouate 1uanil'estazioni 1l'italianità, d1•lla nobilissima citbì, e di coloro ulw per sal· vn !'la <lai giogo croato, le a ,·eYano fatto lle1lizio11P (l'ogni coi,;a ad ei-;'li J)ÌÌ1 rara r più 10
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fin a1w.o della fr<le giurata - sono ~ cose (li ieri e noi le abbiamo tutte impre::;s1, ~ nella mento e nel cnm·e. L'impresa dei Houclii :mlv<J forse 1:'i11me ~ \ <lal ca<ll'r<· in 111;rno ai Croati, ma quella i111· \,;
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presa aprì g1·a,·e crepa 11ell'ar('a santa <klla. di ·
?~ sciplirnt tlell'Hsercito e della :'1Iari11a. Ad ogni
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motlo se l'impre:-.;a <lei lfonchi si Jlll<> spit>· gare e 1mi> lro,·urn att,e11uanti, 11ou altret~ • tanto si possono spiegare e tanto weno giu~ stiflcure, g li umrnntinamenti1 gli atti <li ~,perta ~ ~ ribellione cui, pnr tcoppo, s'a.blJamlonarono in ~-] seguilo reparti dell'esPrcito ed unit.ì, della ~ 111arina,, on<lr ne uncqtiero quelle lotte frat.1·i~ ~ cide fra italiani cùe pure erano animati dalla ~ ~t stessa passione e <:hl' lasciarono trac<:t· eh~, f• j an~ttrinmo cnritù <li patria faccia pre~to s<;orn· parire. 'L'iriamo nn velo pietoxo su quelle tri::;ti ~ , giornate t.• su q1w' fatti <'h<' :;oh111u·nle pos-
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sono tro\'nre scusante, nel grande u111on• da ~:ui fnrono pro\'oc:.t ti, e nt>µ:li errori ed anch<' ~ in col pc di g-m't'm,mti... .•.
I trattati di S. Germain e di Rapallo nei riguardi della sistemazione dei nostri confini orientali. - cnccinturneute <licia1110 i11Yf>CC di qnesl i d11e trnltali, che, detel'l11i11arono il nosl ro 111ww1 e011ti11(• orieuta lr.
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Col pl'i1110 o(tpm•mmo J.1 di:--plu\'iule alpina. ila Pizw Cmhrail li1111 a 11. Pér, d1e tro,·asi g-iù :ttl orie1:I I' della clis11l11 \ i:tlH; t roYasi 1·ioè l-llli Ka m ,·an I.a. tomprl'uclelldo C'Osì, 1w I t (•1· ritorio italiano, pe1· rngioni stralt'g-icl11• e1l <'<·ono111ic·lte, l;i rnlk di Sex(l'll e la 1·011<·a <li 'l'atTisio. sehl1('1te entrambi giacciono :,ml \(•r:;a11tt• (';;terno, " <·icw in 1·orl'ispo11tlt"n7.a ch•lla , al le I harn. ~otto ogui 11gt1,ll'clo ott11110 risulta quindi· il 11ost rn co11liue eo11 la n•p11l>ùlit'a anslriuca. <'ol trattato cli Hapallo il nostro co11fi11c ,·c11Ul' portato 8t1lla clisphl\·ialP Hinli.1, n q11incli sn qttt•lla lilH'a del ('arso <·he p11è1 rilt•ner;;i dw, in 111a11<·a11za <l'una lwne cfo,tiuta <lisplnvialt·, i-\t•g11a. il t·onfirn• gl'og-nifico fra la 1·t>gio1ll' italica e quella ,-fa\'a. ~oh1111l'nte i11 eoni1-,po11tl<·nza di Longatico ta li:' 1·0111i11e 1·i11wne arl't'trato alq11.n1to r is1wtto a!la lim~a 11111~0 cui 1·01TeYa affepot·a romana. [ll'J·i1 tait• arrotra11w11 lo 11011 in firma so"t au zialnH•ntl' Jp 110:,;trP ('Ondizioni rnilitari <la qllP:--ta part<-. dli' il pOHS('liSO cl<'i p:lHlii <li l'odb1•rclo, di l'ocllia11i:,;cl1:1111, 1lclla testata 1hdla ,alll• tlt•ll'lclria, del \I. Pomal'io <' clel grnppo 111011tag-noso tll'l )I. ~evo:-;11 l'l'Ucle, nPl lol'o COJIIJJlesso, soclclisfa<:l'llli. Da ì l. Trestt•11ico. appe1Hlice dl·l Xe, 01-,0, la l ill<':l cli confine ablmuclo11 a l.1 <lisphl\·ialc 1·:ir;;Ì(':I <· pil:'g,1 Yerso l\I. l\lng-g·ior1•, <·011q11c•11-
1-18
dendo nel nostro territorio Volosca e tutta 1a 1penisola istriana, ma, lasciando Castua .ri UrOfLti e Fiume indipenòimte. Ce1'tamente <lolorosa fu la rinuncia all'a1111essione di Fiume; e <lel pari dolo1·oso il fatto di non avere potuto tlare a Fiume con. Jini più sicnr,i e più razionali, ussegnarnlole ~Llrnono l' incondizionato possesso òi Porto Baros. Ad ogni modo l'italianità elci principali centri etnici della Vener.ia, Giulia, ò stata, salvaguardata, in modo suf(iciente e la fronLiera Giul ia e del Quarnero, nel quale ab · biamo ac(jnistMo il possei:;so dell'isola di Cllerso e di qnella di T,ns:-;in, prcse11ta-, ne' rigmu·di mihtari, conclizioni soddisfacenti. Pnr troppo c iò non possiamo ripetere per la, frontfora. Adl'iatica. Un'occhiata, alla carta ùnsta, a convincere cl1inuque come la nosLra costa rnarco-pn~liese ed il sicuro movimento lnngo l'Adriati co, non si vossano eftìcacemente prnteggcre che col possesso della costa, e dell'ar-ci pelago dalmato, ocl allll eno col possesso di punti t.ali in quell'arcipelago, dai <1uali le nostre forze navali possano mettersi in grado d'esercitare etlicace controllo su i punti da cui poLrebbCI I)artire l'agg ressione avversaria. Sn quella costa invece non abbiamo elio ½ara, priva cli vero porto o di nessuna im-
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portanza militare, JWl' il rii,frclLissimo rdrotcrm e pel fatto <'ho l'isolotto di l'gliano <:he lo fronteggia, ~è in mano dei lugoslaYi. Ol tre allo sco;lio cli Pclagosa, uel bel lllf'zzo <lcll',\driatito, 1,ell' a1·cipelago dalmato abbiamo soltanto il possesso delle isole <li Lagosta, Uazza ed altri minori scogli, (li ben scnn;o valon• rn il itarn spedalmente 11e' rignardi dell'a11zidetto <·ontroJlo. Aggra\'a poi la noslm situazione nell'Adriatico l'aùbauc\0110 di \'alona - la Yera ehian~ di (Jll<'l:itO mare. I~ lH'n scarso correi t i,·o a tale abbandono è dato dal ('ouserYnto possesso dello :,;<·oglio <li Saseno. Al legitti1110 ra111 11wrico c\i earattoh•, militare si aggi1111ge poi quello patriottko, per nn~r clon1to rinnnci.m• a ct•11ll'i nohilissimi ,l'ilaliunità <'Ome ::-ìcue11 ico, 'l'rau, ~pa lato, l{;igw;a, Cattaro, tanto ricchi delle g'loriose tradizioni di :-.. )Jar<·o, <· per Ye<lere rndesti <·e11t ri passa l'(' isotto il <lomi11io d'nno Stato, che ha qwile crit<>rio di goYeruo la sopra ffa. zio1H· della nazionalit;ì. diYer:-.a dalla pmpria ... )la nini sono i rimpianti. Quando riconlia1110 ci<l clrn eniva mo e ci rendiamo conto tli cii> (']ae ora :-;iawo; q11a1nlo, <·ol pensiel'O, rifaciamo le tappe cl1r Jll'I' ,·ia spa1·sn ili triboli, ci (·011<lni:;sp1·0 a port,:ni JJCI' la J>l'imct l'olla dopo l'l'poca l'OU1r11w, il 1·n111i111• politico 11' Italia :mila displu\"iale alpi1ia:
li>O qna n<lo col nostro p 1rnsiero rievochia1110 le trn~iche giorna,le ili <'npordto e le proni dell.-i fo1'za reattiva 1limos(r;tta dopo <li 1111 cli:-;astro cho· JH'l' a,ltri popoli meno roJ,usta · mente costitni t i del 110:-;tro, a vrcbbe det,errn inato lo i-;fact:'lo, nH.m tl'e pm· noi co1Hlm,~<' Ìll· ve<·1', per virtù cli quella forza, reattiva, a1l una y it,tr,ri,li con la qn.-ile HUUHla.mmo in frantu mi un impero Hf'Colarc, <letermiHando la fi11e <lella g n<>rrn mollllialc, ben posHi.11110 e <loh1,iamo sentirci soclcfo,fatti e tieri d'essere itnliani, e eo11 s icn ra fiflucia po:-.:;i:tm<• gLrnr1larc> in' faccia l'av,"'cnirn.
Le zone della nostra influenza in O riente. - I II cou1 penso di Smirne, assegna taci 1lal trnltato cl i St. ,Jean cfo -;\fa11rienne, e 1lata in vece alla C reci.1, e<l in compe11so <1<' I D oclccaneso cl1e, trnnne l'isola di Rodi, ce<lemmo pure · n lln U recia, ci fn a.sseg·na(;1. una. vasta, zona d'i111lnenza n e ll'Asia :\linore tra la va.UL' dc I 1·1ea11 <lrn eù H golfo di A <ln lia, zon,1 che misura nu J.30 chilom etl'i <l i lal'ghe1,z,1 per 100 <li profoll(l i t.ì e che r isu1fa mollo ricca JH) l' produzioni a~Ticole. Ci fn J)Oi cbto i11 JH)ssesi-;o la pnnta sn cu i sorge il cal5tel lo veneziano di f\astP I lorizw che fronLegg·ia l'isola <li H,oJi. e ton questa costitnisee <prnsi u,rn. testa, di sbarco.
1fi I
:;111 .i\l.11· X<'l'O J>oi ott.e1w1111110 la facolt.\ cli sfrmtare li' mi nierP carbo11itert' <li Era cl<.•,\ <·once'!Him111 inv<•ro alquanto preg'itHli<·ntn da 1111a ))l'P<:t'Cl<'nk <'OJWeH"ioue fra11<·1·st>.
Cause perturbatrici del pacifico assetto mondiale - ( 'ol tr,1ttato <li Xeni llr all.1 llulgnria nniva, tolto og-ni :,;hocco 11<•11' Eg-t>o; 1•01 trnttato ili HhTP:- la Tnrd1ia Ye11in1 p:,;eh1-.;a non snlam1111tr, dall' Europa, naa nn clie 111•Jl'.,\:,;ia )[ i nOl'e; il suo ,tomi nio , <>nh·a ridolto a ben pnl'a eosa. llll'llt1·<· poi :,;i atlrilJ11iva a lla <lrecia il posst'SliO cli"'tntta laeostadell'Eg-eo t>d uno sviluppo in 'l'l':lcia I' nell' \ sia ,1i11ore, 110n sola11H111t1° 11011 111P1·itato, ma di grnn l1111ga snpc1 iore alla <·apal'itù 1•.s pansiva <li quel po· polo.
iSe t·on•wgnint: 1° la gran• 111i11acci.1 di suscitare le i1·p dl1 ll'Islami:-1mo <·hC' giù si ag-itn,vn; '..! 0 l',1111·0 pN·icoln <li pone, nell'.\sia :\lino1·1•. a co11tatto troppi appetiti. ,li la:-.t·iarl' a1wrto l'adito Jl<'I po:-sesi-10 d i <'oslan t inopoli e pl'I rn11t rollo dPgli Rtt·Ptti, a troppe gl'lo-.;ic>. Pc1· la pace ,teli' Europa l.1 l'P\·i,-innP llt•i tratrati di Xc11ill., t' <li St\,·1·c,; ,;'i111po11P. 111a tnle revisione t1·0Ya ostacolo nell' lnghilh'l'ra. l'l1P non .solauwnte 111oralrfi1•11te. 111a a11t·be <·on h• am1i pan•. <li,;po-ìlH a ,-m;tl' 111·re In Ul'ecia la qnale, tla .sola, si ù tlin10,;trata i111potPnt1• a
I
152
prendere possesso di qnei territori clrn le· ::;ono stati concessi nell'Asia )liuore. lvi lo Stato d'Angora, con Kernil 1iasciù,, è diYentato un centro tl'falami8rno 1iericoloso, ·per i po8:sedirnenti inglesi dell'India e del l l~gitto, tanto pi i1 cl1e pare tenda a<l agire di conserva col bolscevismo rui:.so e con i centri minori di rn1ziom1lismo islamico dell'Egitto e dell'Erzigian. L'Ing·hilterrn tcu1le a ;;opprimere tali ce11tri, ma le <liffico ltù, forse sono molto maggiori di quel le ehe 11ossono apparire cla,l\a, semplice valntazio11c delle forze imme(liatamt'nle disponil>ili per oppor vif\i. [vi infatti islamismo e bolsceYismo tendono atl nn'azio11e cournne conti o g li Europei, ma in particollir mollo eontro l'Jnghilte1Ta, e l'estensione che tale azione p11<) assmnere è imprevedibile: cerlanwnte 8!\f\a eostitni:,;te una pericolosa incognita, per le relazioni fra l'Egitto e le Indie e fors'anco per le relazioni <kll'Europa con l'Oriente. l\fa, non solamente i trattati (li Xeuilly e cli Sèvres, anche quello cli Yer;;a,illes, sel>l>cM fh'mato dal la GNmania, <' cli llUO\'O [)Osto in discnssioue. Non voluto riconoscere dal nuovo OoYerno americano, qne8to trattato non è :stato ancora adempiuto dalla Getmania, la qualt' continuamn1te cerca d'elnclerlo. D'a.Jt,ra 1ii1rtc esso non è neppnre rispettato
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da qnelH 8tessi Stati cni esso diedo vita. Co::;l la Polonia, nonostante del risnlttLto dei plebisciti dell'Alta Slesia, tende :L conquistare cou . h1 forza il possesso di q Ltei bacini minerari, chi" invecè spetterebbero alla Germania. M per consegnire lo i:,copo, non si perifo, per mezzo di bande annate e valendosi dcll' elemento polacco locale, d'entral'O in conliitto con le trnppe clell' Intesa coh\ dislocate per far l'ispettar(• le determinazioni, che i GO',erni alleati a,rebl>ero preso in scgnito al risultato dei plebisciti. l'lll' troppo, in tali contlitti, generoso sangue itnliano f'n 1>1rnrso, ~wbbene i nostri contingenti ~weHsoro sempre dato pront della più grande corrette:1,za ed impan:ialitù, forse non da tutti gli altri nlleati imitate.... Nè ancora il dissidio è composLo: anzi l'inten·ento su larga scahL di volontari tedescl1i <la una parte, a wa1graclo del i-eto e delle rnimwcie della Francia, e di volontari polaccl1i dall'altra, pnò essere causa di' cumplicc1zioui la. cni eRt('.nsìoue e la cni gravità sono i111prn· ndibili. Sr a queste canse (li pertnrbament,i, si agg-iungono quel l e inteme <li ogni singol o Stato, e più particolarmente il movinH·nto separathsta irlnndes e, (1) la influenza del bolscevismo (1) Oggi composto in seguito al rkonoscimento dt·l la semi-autonomia di quol paese.
154
r 1tsso nell'a l inH'utare 1'agita zioue so,·ycrsi va, (lei val'i Sta.ti d'rn,n·opa, agitazione alimen tata allrcsì <lai malcontento e cla,l malcssne, e reati in pa l'tc da,lla 1's,tgembt Cll pidii:d a cli ricchezza e di benl::'ssore, ecl in· part(~ <lallc-1 cli t'Jicoltù, economiche de.lht viLa e dalla, <lii,occupazione; :;,e tinalmente a, tntto questo si aggiu11gono i rancori, gli oc1ii aecn m11!Ht,i in qnest,i nltimi am1i tra. !'lasse e classe soriale, ml anclw fra popolo e popo lo, per cause molteplici; e se si tiene presente che il pangermanismo, prostrato ma, non s pento, tC'1Hle a l'isorgcre con t1ttla l'intransigenza e la hrntil.1itiì, dc' suoi po,;tu1ati irnpet'ialit-1ti<·i; se si tengono presen ti i pericoli, 11011 certo minori, che presenta, il èaotico ma vigoroso pa,11sh1,vismo, ben si scorge cpwnk1. materia inccn11iaria sin, ,lltcln,ta e l'OUtinni n1l accnm nlarsi. :Xe cousegn<-> che il c.mllarci 11ell'illn:;,ione che, perchè :si 11 vinta h1, guerra , l' ayvenit'\\ che ci as petta s ia, fù,tlo (li trunqui llitù, (li pace e <li benessere, sarellÙl' pilt cl1 e nn pr1·icolo, un vN·o suicidio. )lagniliche sono le energ i1• materiali e spi· rituali clw la gnerm mond ia l1~ ci ha f'or11 ito i11 potenza. :\l,L 1wr Yalori zzarle, occ0rrn la ,·oro persevernnte e 1fo,eiplinato, compiuto in recipl'oca arn10nia (li opere e (l'intenti fra le varie classi sociali, occorre cnmbatt_ere q1LiJ1(1i tutlo citl c he può alirnrnb:n·e le gelosie e gli
•
155 mlii fra <1ue:,to, h• 11nali clovouo c,,llahorare i11sil·111e e -11011 p1·ocetleni cou criteri antago-
nistic-i l' soYerC'hiatori. Solamente a tali co11di¼io11i Hi potl':I atlraversai·p i;cnza cl.m110 il campo miuato (')1e ei ::;epara 1lalla meta agogwit a. Paz.ip.ute P 1<'llltce lavom, 1•qnililJrio :,;piritnalt'. Ht'uso cklla responsabilità. rollalmra7.ÌOIH', fede IIPlJ'a\ \'Pllirt•
prc a.~ciutte.
I
ma .... J)Ofì'IJl'i S6lll·
Ascrivo a grato dovere di tributare grazie sentite all'Illustre Prof. Costanzo Rinaudo, che mi concesse di valermi largamente, pe/ capilo/o riflettente le cause della guerra, delle conferenze inedite da lui tenute ag·i Ufficiali allievi della Scuola di guerra nel 1914; al colonnello cav. Maravigna, professore di storia militare alla Scuola di guerra, per avermi fornito gli elementi relativi alla nota bibltografica; e finalmente al generale Roberto Barbetta che con non lieve lavoro e pieno disinteresse, disegnò gli schizzi annessi.
PRINCIPALI PUBBLICAZIONI su lla guerra mondiale
A -
Italia n e.
Barou e - L:1 ~Lorin militare <lell:1 nv~l.ra gnerrn liuo a C:11wrctto - flnri, G i<lYanni Laterza e ligli - 1 voi. Oe11. C'wlorna - La guerra alla fronte iL:1l iann lino all'arre:<to ,-ulla Ii,wa d<'l PiaYe e dt•I t;rnppn, }'raLclli Trcn:s, Milano - ::! Yol. Oen. (,'(lpello l'er la \' criLù - 1-'raldli Trcvei>, Mil:1no - 1 ,·ol. Oe11. Capello - Kote di g1wrrn - Fratl'lli Trevcs, ~Iilano - :& nll. Capri11 -· S0111111ario sLoricu <11'11:t guena - l<'il'<' ll7.<', Barbera, J<;ditorn - 1 Yol. Ualli - La g uerra Sl'nr.a confini - l nil. Oatti - l'omini e folle <li gnerrn - J Yol. L<'e1To1·0 - La g 1wrrn e1no1w:1. Stt1<1i - di,-<·orsi 1 YOJ. Nam!'iy11a - Conw nhhi:11110 ,· iutn - lJnioue Tipografica Ed itrice 'l'orine,;<· - l n,1. Uc11. ,lfo.rn-::i - Splendori ed ornhl'<· della no,;tru guerra - 1 Yol. j,),
160 Uen. CavacùH·olti - TI ptrnsicro 1irtpoluonito ncllii gnt•rra monllin lc - Eslr,ttto dall:l « Hi vista, tl'A.rtiglh·ria e Gcuio• - 1 Yol. Ue11. ('lH'ct<'i<>c('/ti - L t· 1· m,e <ll'lla rntti\ di Capor1•tto - Dalla « Yil,it Ilaliilun » - 1 voi. Jfo11le!111:::cr - 8torrn ch•lla gncrrn mornliale - tinnrn :-0110 usciti ollo ,·olumi. ltalil·1111 - L'nzione militare i1aliana - l yol. ]~11,mhl'm,o Bibliogrnlin, rngiormta th·llit gul't'l'il 1110111linh• - l ,ol. a l'Cl!f - TI proc·us.,n cli Cadorna - 1 ,·ol. Stato ,llaggiure - La bnLtngl ia. tlal l' Astit·n a I Ma1·1· - 'l'ipogra!ia Cuggi1111i, Ron1n, - 1 voi. Stato Jlaygiore - Ln hattagli:ì di Yittorio Yl'nt'to - Eclizionl' clcll" Erni1·a, )lilirno - l ,·ul.
Uen. Yìyanù - J~a gnorrn italo-an;;frial'it - Firc•11r.n Ft•li<:c Lea l\lonier - J Yol. Yalori - La guerra itnlo-anstrial'a - 1 ,ol. Val/ardi ( ùa,.ia E1litl'Ìl'l', Milano) La gu1•1Tac1u·t1· pt•11 11 pnrt i('olarnw11t,c la g n1•rnt cl' Tt1tlin (1•s1·1• n di,p1•n,-<• - ì: in 1·01,0 di 1111hblfr:uione). 1-:ernolti - 11 1mt<'l'l' 11111rittim,, 11t•lla grande gucrrn Li \01'110 1 Ha ffaello Giusto, Editori· - 1 vol. Zingarelli - Il domi11io <lei 111aro nel eonllitto 1111. "lll·"ermani<·o - 1 voi. J',11." f'<:Ìo1111. Rosmilli Uno dei ,inti ()Inrc,;l'inllo Qolll'11d) - l \'OI. ,lfaml'Ì!Jll<I - Lt! fon·cl\·ie nclln f!t1ena, 11wndink t•,,1ratto I{. Artiglit•rin e <lP11io l!lil - \'-I\'.
B -
Francesi.
La gmutlc g111·1To ,rnr le froni, o<.:!'iLlental - ùl1npelot, l'ari~i. 1f<11w/,111r - Hi ... toil'e illu-<trét• <le In gm·ne do l'afa,/ -
l!JI i - Gonn1111ill1011, Parigi.
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lli:.!
Percin Snrrn i I et Ga!licn i. J,1111re::w· - Lo pian ile la 1·ampaµ;uc franc;ai,:1•. Hcrtlwut - Do la ~LlrnP .ì. lit m<·r du Noni. R1111H><et - Ln halaill1• de l'Ai~nl' l!ll7. Buat - r,ude111lorff. /font 11 indeuhnrg. lla/lic11i - M(>nwirl',,, J/111 r1n/, - L1•F1 lec;<rnA rnilitaircs do la gucne. JlermeiJ· - L<' commnndemuut uniquc. ,To.O're - De In préparation i\ la µ;1wrre. 1
:;:·1:* -· J.1• 1>lau XV Il.
Hujcic - Lit·gi 19lJ. l,ori<m.r - Le KOl'Vic1• de,1 1'outl'R 11iilitnir<'1>
[H'll ·
dant la guerre. l>u11mene - Lo>< tra,;port a11lornohil1•;; ,;111· )p front fran\·ai". l!ll ,1-1!1. I.ujim - Les nrméc,- acri<-11111•1:1 modcnw~. Jfou - Ln c1walt>ric fr/\J1c;aiKe p1•111lant In ca111- . pngtH1. Oil/e/ - La hntaill1· Ilo \'l'l'tlnn. IJ11bail • Qn:i tre 11,1111éc11 cli• 1·r,1111111u1d1•m<•uL. ])tJuboix D1·nx an,- dc 1·111umn111le1ul'11t ,-ur lo front dc 1"1·anct>. 11111·,,ucl 8011 vonirs d'un ili l'l'Cteur ù'art i llPric . .f1111rn11/ (~Jlicid -- R(>lntiou !lo la Commi,-,ion d\·111111i·to pour lfriey. Jfodelin - La halaill1• 11(' la )hll'11l', 19H. r;: ann1111ciata l'imrniue11tt• p11hhlil'n1.iorll' lll'lla Slol'ici <lcll't !11·r1111fo yuerrn a l'lll'll dPlla Seziono fltorica rl(lllo ~. :IL
C J11111uw11d -
Tedesche e austro-u n garic he. \\'1c wii die W(•;,tru-.si::-1·)11 u Ft•:,ì1111-
ge11 1•rolit•1·1 lift hcn.
Bnìoht -
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\V a,rsch a.11. No1crik - ,Der Weg zur Katastrofr.
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