RIVISTA MILITARE 1895 TOMO III

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ITALIANA TOMO III

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ROMA

VOGHERA

ENRICO

TlPOGRA FO-EOITORB


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· L'ESERCITO ITALIANO VICENDE DEL SUO SVILUPPO ORGANICd

Cont.inuazioue e fine -

Vedi clispmsa Xli.

III. Si d.isse più indietro come nel 1189 11, dopo un bel periodo tutto ottimismo e coloi· di rosa per la restnurnta finanza , ricomparisse minaccioso il . d-isavanzo a mellere all a prova l'abil ità dei nostri uomini di Stato e . la rassegnazione dei co ntribue i1ti. Nella nuova crisi non doveva 'stupire che le più forti 'grida di C?'tteifìge fossero dirette contro le spese militari: poteva l~'n l piLLfar meraviglia lo · scorgere nel coro dei demolitori taluno n cu i l'esercito poteva rivolgere il t·n quoque, Brute, fili mi l Non accenneremo neppure alle micidiali proposte di riduzion i d'ogni specie ventilate da questo o da quel l'uomo politico, sostenute dall'uno o dall' nltl'O giornale. Per parte nostra, anche qnando se ne padava co':~ più calore, non avemmo mai la più piccola tema di vedere attuate nè la soppressione di due o più corpi d'armata, uè lo scioglimento di 'oallaglioni. di batterie ç. di squad roni, perchè abbiamo sempre creduto che gli . stessi proponen ti di così esiziali mi:;urb, chiamati ad applicarle, si sa1·ebbero in~vitalmente smarriti nelle difficollit rrÌ;'lterinli .e morali che avrebbero incontrate. Quello che anche noi nbbiamo vagheggià\o, sostenuto ed affrettato col desiderio fu la riduzi one e la semplillcazione di molti s~rvizi , la quale, sancita n!fine coi decreti del · 6 novembre, ci fa convinti (al pari del mi nistro che cosi si esprime nella sua relazione al Re) che _ da~ nuotJo ordùiamento l'esercito ttsci?'(Ì più vigoroso. E m tal caso siano benvenuti i 7 milioni e mezzo d'economia l Coi decreti d.el 6 novembre il ge'nerale Mocenni ha tradotto in atto quasi tutte le propos te contenute in un disegno di legge· pre72 -

J\NNO XL.


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L'ESERCITO ITALIANO

sentato alla Camera il 7 luglio 1893 dall'onorevole Pelloux, migliorandone qualcuna ed aggiungendol).e altre. Il nuovo ordinamento: a) lascia intatte le unità cQmbattenti di fanteria e di cavalleria; b) trasforma definitivamente in bat.Lerie da montagrt.a 6 tìatterie da campagna che da quaiche no no ~i adopemvano a doppio uso in via d'esperimento, e perciò porta il règgimento da montagna a •15 batterie raggruppate in 5 ~ri gate. Per il momento non riwstituisce le · 6 baltflrie da campagna nei reggimenti che le perdono; m•' provvede per un cor:rispondente au~ento di batterie di milizia mobile, in guisa da lasciare inalterato il nurn e r~o delle batterie campali nell'esercito mobilitato; Cl aUTn~nta di 8 ~èompagnie l'artiglieria da fortezza; SCÌOgl ienclone i reg~imenti e costituendoli in 22 brigate autonome .con sede nelle piazze marittime o Lenestri di cui devono essere a difesa in guerra ; · · . . · · · d) riordina il genio, costituendo il 3° re~gimento di .,12 compagnie (4· bri~ate) zappatori telegrafisti e 2 compagnie (l brigata) specialisti ; creando un 5° reggimento composto delle 12 compagnie (4 brigate) minatori tolte ai primi due; erigendo ~n ·briga t~ autonoma i fenovieri, tolti nl 4° reggimento, con accrescrmento.dr 2 compagnie di lavoro. Nel progetto Pelloux era anche contemplato un f'iOJ·dinamenlo degli alpi ni, inteso a costituire uniformemente· i 7 reggimenti ?U 3 battaglioni di 4 compagnie, il che avrebbe portntq l'aumento di 9 compagnie e la diminuzione di un comando di battaglione. Tale riordinamento era suggerito dalla r·iconosciuta 1;1ecés~ it~ di raffor- · zare sempre meglio la prima difesa delle nostre frontie!e terrestri e dalla convenienza di poter così sempre applicare in modo identico a tutti i règgimenti le disposizioni organiche con manìfesto vHntaggio di quella semplicità ed uniformità che nello vat;ie questioni sono sommamente desiderabili. Speriamo che quello che non si fece ora possa attuarsi in avven i:·e. Il nuO\'O ordinamento trasforma infine gli 87 distretti militari in semplici distretti di ·reclutamento, passando ai co rpi di tutte l.e armi il còmpito ~i vestire ed armare i propri uoinini, sia in -pace, sia in mobilitazione, e quello di costituire le unità di milizia mobile

VI CENDE DEL SUO SVILUPPO ORGANICO

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e di milizia territoriale. A tali distretti saranno normalmente assegnati ufficiali in congedo. Per effetto di questa trasfor·mazione la tt:upp~ dei distretti verdt ver·sata nei reggimenti di fanteria; ma verranno a mancare gli elementi per la costituzionè dei •17 stati maggiori di battaglione e delle 70 compagnie presidiarie che attualmente si formano colla forza in congedo dei distretti ste-ssi. A siffatto inconveniente sarà provveduto, com'era indicato nel progetto Pelloux, di sponendo che i detti reparti siano forniti con riservisti dei reggimenti di fanteria. Queste le innovazioni riguardanti i corpi di truppa dell'esercito permanente. Quanto alla mi lizia mob ile il nuovo ordinameuto soppr imt~, come si è già detto, la distinzione di milizia speciale della Sardegna, lascianqo peraltro all'isola tutti i reparli attuali, meno il battaglione . bersaglieri e lo sq uadrone cavalleria ; aumenta •14 compagnie el pini (23•-38•!, che pE'Irò esistevano già di fatto da 2 o 3 an ni~ 2 bntterie da campagna (non si contano le 6 in sostituzione delle permanenti trasformate da montagna), 2 compagnie da fortezza, 6 'batterie da mon1agna, ·l com pago in ferrovieri e un a specialisti del'genio; e togli e lfj compagnie di sani tit e di suss istenza, che , sebhene ammesse dalla vigente lel!ge, all'atto pratico non si costituivano come enti a sè, ma si fo ndevano nelle conispondenti dell'esercì Lo perma neu te. Riguardo infine alla milizia territoriale si aumentano 4 battaglioni fant.eri'a, allo scopo di averne 324: vale a d:re tan ti qnnnti sono quell i dell'esercito permanente e si sopprimono l~ compagnie sanità e sussiste-nza per la stessa ragione testè accennata 'riguardo a quelle di mi lizia. !:nobil e. Come si è già detto, da qui in avanti anche i reggimenti di fanteria e bersaglieri dell'esercito permanente diventeranno, al pari degli alpini e dei corpi d'artiglieria e genio, centri di formazione della milizia mobile. Essendo 48 i reggimenti di milizia mobile (esclusi i 3 della Sardegna) , o~n i brigata fan teria ne fo rmerù. uno, il che significa che ogni reggimento permanente provvededt alla costituzione di 6 compagnie e di l o 2 comandi di battaglione. · P~J·imente ogni reggimento bersaglieri dovrà forma re 'l battaglion~ e mezzo di bersaglieri di milizia mobile. Non occorre dire quanto il nuovo sistema d,ebba tornare vantaggioso sotto il rap-


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L'ESERCITO ITALIANO

porto della buona e solida costituzione di detta mU izia, specialmente pel fatto che in ogni reggimento si troveranno permanentemente in servizio 1 tenente colonnello, ·1 maggiore e 4 capi tani di carriera destinati a forn ire i quadri dei reparti da costituirsi. · Per la formazione dei reparti di milizia territoriale ·a i quali per il passato provvedevano i distretti (qualunque fosse l'arma, tranne però gli alpini che sono completamente emancipati dai distretti) penseranno d'ot·a in poi i corpi atti vi coJ"t·ispondenti. E così ogni regg imento di linea dovrà costituire 3 battaglioni della territoriale. Il decreto del 6 novembre ·1894. , che modifica nel modo esposto, vale a dire rafforzanclolo, l'ordinamento delle nostre forze militari di terra, contiene altri non pochi provvedimenti ed altre innovazioni relative ai servizi tecnici ed amministrativi su cui sarehbe fuori luogo sofl'erma rei . Nulla diremo quindi della soppressione di alcuni ispettorat i e del!'ufficio di revisione delle contabilità militari, ne di quella dei collegi militari e della scuola di Caserta, nè della diminuzione degli stabilimenti d'artiglieria e dei depositi d'allevamento, ecc. cuse tutte che da tempo erano più o meno nei voti di molti; ma accenneremo ad una lodevole riforma rìguardGnte il corpo di commissariato e il servizio di vettovagliamento. . Fino ad oggi, secondo la legge d'ordinamento, il corpo di commissariato aveva per còmpito di sop?·aintende?·e, pe1· delegazione del ministero , ai senizi di ammù~istmzione generale e sotto l'auto1·ità dei comandanti di corpo d'a?·mata e di divisione ai sen;izi delle sus~istenze, del casennCLg,qio e di alt1·i app?"OlYviyionamentL Con ctò le mansioni degli ufficiali commìs$ari dovevano essere esclusivamente direttive, ed è stato per il trionfo di tale co ncetto che si lottò lungament.e nella !liscussione della legge del '1882. •Prevalso questo critet·io convenne affidare ad ufficiali c~ntabi~ i l'esecuzior~e dei vad servizi ed il comando delle truppe d1 susststenza desltnate al loro disimpegno, sebbene tali mansioni non avessero t'apporto diretto coll'indole, coll e cognizioni, collo scopo del personale conta bi le. .n concetto di c:ui sop.ra era assolu tamente erroneo . Esso si fonda .sulla falsa idea ·che le funzioni amminist.rative della direzione, della gestione e dèl controllo che per questione eli fatto sono naturalmente distinte e separate:

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VICENDE DEL SUO SVlf,UPPO ORGANICO

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implichino separazione dì personali in chi le esercita; mentt·e la miglior efficacia al controllo è data dalla scala gerarchica, in ogni gradino della quale si trovano esecutori degli ordini ricevnti dall'alto e controllori degli alli dei propri sottoposti. Nel caso nostro concreto l'erròre era spinto al punto da avere un nnme rosissimo personale di ufficiali commissari subalterni, che chiamnrò inutili, perchè sarebbe stato assurdo atlribuire loro funzioni direltive e di controllo assolulamente inadeguate al grado ed alla loro esperienza. Ciò era tanto evidente che il pr·ogetto Pelloux, pur 'lasciando ordinati i servizi sullo stile antico, sopprimeva i subalterni. La recen te innovazione mette le cose a posto, dando ~l commis· sarillto anche la parte esecutiva dei servizi e conseguentemente il governo delle compagnie di sussistenza, vale a dire l'educazione, l'amministrazione e 1' istruzione militare e tecnica dei loro soldati . E ciò, !ungi dal menomare l'importanza e la rispettabilità dell'ufficiale commi ssario, ne nccrescerà il valore pratico, ne rall'orzerà il carattere mil itare, rendendone meglio definite ed erricaci le at.tl·ibuzioni e la re~ponsabilità. Non sono forse organizzati in modo analogo i servizi sanitari? Gli ufficiali medici non diri gono, eseguiscono e controllano tutti gl i atli della propria amministrazione '{ non comandano ed istruiscono la loro truppa? Sia dunque benvenuta questa innovazione in spirata alla logica, all'economia ed al miglior senso pratico. Quello fra i decreti del '6 novembre ·1894, che modifica la circoscrizione te1·ritoriale, tocca la circoscrizione per il servizio generale solo in quanto riguarda le nllrìbuzioni dei di strellì: npporta in vece notevoli varianti alle circoscrizioni di alcuni servizi speciali. Esso sostituisce alle attuali H . dù·ezioni ter·l'itoriali d ' a1·ti,qlie1·ia '12 comandi locali, composti dì un uflìcio tecnico per il materiale e di 2 o più brigate d'arti glieria da costa e da fortezza, il r.he avrà per effetto di meglio collegare il servizio degli enti che provvedono il materiale per l'armamento delle piazze e dei forti con quello del le truppe incaricate dell'impiego e del servizio. Diminuisce a >H> le attunl i 23 direzioni territoriali del genio (computate le 4 straordinarie per la marina), stabilendone verosimi lmente una per corpo d'armata, tranne in 3 corpi che ne


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L'l~SERCITO ITALIANO

avranno 2, una delle quali pel servizio promiscuo dell'esercito e della marina. Riduce i t!'ibunali mi litari a ·f 4, vale a dire ad uno pet· corpo d'armata, oltre uno per la Sardegna ed un altro prol)abilmente a Venezia o a Genova per il senizio comune dell'esercito e della marina . Con ciò verranno ad essere ordinati sulla base dei '12 corpi d'armata , anche ·quegli enti della circoscrizione territoriale che fi nora avevano una diversa giurisdizione secondq la special ità del servizio: ed i comandi dei corpi d'armata si trover:mno cosi ad avex·e una maggiore e meglio definita pienezza di autorità e di attribuzioni, nella cerchia di loro gi urisd izione, non solo sulle truppe e sui servizi ad essa attinenti direttamente, ma al tresì sui rami tecnici ed amministrativi. I soli reali carab inieri continuano ad essere ordinati iil '1•1 le. gioni territoriali, in base alla circoscrizione delle provincie, ~on essendo certamente il caso di aumentare il numero delle leaioni n per farl e coincidere coi corpi d'armata (IJ). · L'ordinamento tenitoriale dei nostri cot·pi d'armata e quello di un piede_di guarnigione che si avvicina però al piede mobile, in quantochè ogni comando territoriale ha alla propria dipendenza tutte o buona parte delle truppe che devono entrare nella corrisp·ondente grande unità di guerra e con esse si mobilita trasferendosi sulla zona di radunata La speciale configurazione e postura geografica dell'I talia, indicando la valle del Po c.ome zon!l di. radunata della grande massa dell'esercito in caso di mobilitazione generale, consiglia di tenere fi n dal tempo di pace addensate in detta valle le maggiori truppe, specie quelle di più lu ngo e difficile trasporto, come sarebbero le armi a cavallo e certi servizi. Ne deriva che i corpi d'armata dell'I talia settentrionale hanno gene-

(t) Fino ;t i t882 i carabinieri non avevano in guerra · alcuna .utilizzazione: essi tornivano soltanto il personale di po!ir.ia [Jrcsso i quariieri generali. In quell'anno il miniSLI'O Fcrrrro pensò d! tmrro un miglior partito da un'arma cosi · numerosa, scelta e bene CO$Litni ta, disponendo I1L mobilitazione di reparti combattenti a piedi e a cavallo e aHidall()olo l servizi di guide presso le grandi unita .. [n tai modo dei 25,0.00 carabinieri, che grava~•ano sul lli tanoio doHa gue1·ra per circa· 30 milioni, so ne possono utilizr.are per l'azione militare .in ca mpagna circa 9500 con 2500 cavalli.

VICENDE DEl. SUO. SVILUPPO OllGANJCO

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ralmente. in confronto di qt1elli del mezzodì, una certa quantità esuberan,te di tx;uppe e di servizi r.he all'atto della mobilitazion~ cedono ai corpi d'armata che ne sono sprovvisti. Fra questt ultimi p. es. il VII corpo (Ancona) non ha che 7 reg~ime~ti fa~­ teria e manca di cava lleria; l'XI (Bari ) è il più sprovv1sto d1 tutti, contando solo 6 re~gimenti fanteria, non altro. È questo al cer~o un inconveniente che non si verificherebbe in Germania; mn è mi nor male di quello Ctìi si andrebbe incorHro qualora, ~er _una troppo rigida applicazione del principio del1:1 uniforme cos~1 tu_zwne dei corpi d'armata, si volessero ten ere nella.pen_is.ola _tu_t LI ?lt elementi della formazione di guerra delle grand1 un1ln qulVl d1slocate durante la pace. Risulterebbero sempl ificati, è vero, gli atli del completamento de,li effettivi e della formazione di guerra; ma sarebbe resa più m~a"evole la radunata, cosa evidentemente nss~ti grave . c~-:nunqtie sia, le nostre circoscrizioni vanno ri tocc_ate) se ?on ~) completamente ril:Utte , e ben fecr, il ministro_ Moce~~~ ~ to_gltere / dalla noova Jeaae la tabella che delimitava le C1rcoscnz10n1 det corp1 \ d'armata e rletdistrelli per serbare facoltà al governo di modifi- 1 carie come meglio convenga) ogniqnalvolta r,iò possa occorrere. ___. Perché le circoscrizioni di corpo d'arma t.l\ soddisfacciano bene / alle esigenze del passaggio allo stato di guerra è necei'-Sa~·io che esse siano este;,e in modo da comprendere tanta popolaz1one, o meglio tanta produttività eli reclutameuto.' quanta ne ~cf.Or~a. ai bi sogni della mobilitazione per tutti i corp1 ~ per LU tti ~ ser~~z1 stan\ ziati nel corpo d'armat.1 rispettivo . Ciò da noi non SI venh ca, essendo noto come p. es. a cominciare dal Piemonte i reggimenti ivi stanziati debbano trane dalla Lombardia parte dei complementi loro occorrenti per il piede di guerra, mentre i re~g imenti di Lombardia ricevono complementi dalla Romagna , e così procedendo verso il mezzodì quelli di sede a ~apo li li hanno delle lontane Calabl·ie. Dal che risulta che il si~tema di mobilitazione in vigore è re•rionale solo parzialmente e non accoglie i vantaggi propri del si~ema tert;jtoriale che in modo incompleto. Modificando le circoscrizioni nel senso suesposto verranno a migliorarsi notevolmente le condizioni della mobilitazione.

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L'ESERCITO ITALIANO

Qualunque possa essere nei li~iti indi cati l'assetto di guerra del nostro esercito, si può calcolarne la forza com~ dal seguente specchio:

IV. Coi quadri esistenti in pace, di cui si è tracciata la storia e che sono r iepilogati nell'annessa tabella '' , e colle formazioni c'omplementari previste per l'esercito permanen te e pet· la milizia mobile, l' Italia, in caso di mobilitazione generale, può costituire le seguenti tn tppe di campagna : 4 armate di complessivi ,j 2 corpi d'armata, con 3 divisioni di cavalleria, dell'esercito permanente ; ~12 divisioni di mi lizia mobile; reparti di truppe di varia specie, tanto dell'esercito perman ~nte quanto della milizia mobile, non compresi nell e oradeue grandi unità di guerra : cara bin ieri, battaglioni bersagl ieri di milizia mobile, battaglioni presidi ari , tutti gli alpini,· 24 squadroni di riserva, tutta l'a1·ti glieria da montagna, tutta l'artiglieria da costa e da fortezza meno le brigate di quest'ultima addette all e armate, i minatori del genio, ecc., oltre le unità eli milizia mobile particolari alle isole di Sicilia e di Sardegna. Come tntppe p1·esùlia1·ie restano gli elementi dell' esercito permanente di depo si!~ o non mobi litabili, la milizia terri toriale e le forze ausiliarie di guardie di finanza. Il numero sutTil'erito di armate, corpi d'armata e divisioni, di: cui si compo1Tebbe' to scagl1one delle truppe di campagna, esprime l'assetto di guerra più facile a raggiungersi, come quello che megli(} conisponde all'ordinamento di pace . Per esso infalli i corpi d'armata e le divisioni territoriali dell'esercito permanente si mob iliterebbero conservan do il rispettivo numero senza profonde altera. zion i e spostameuti nei propri servizi. E le division i di milizia mobile sarebber·o agevo lmente formate co l natu1·ale raggruppamento dei relativi elementi territoriali in più diretto contatto. Nu lla peraltro impedisce che la composizione delle ·grandi unità possa. avvenire in mo~ o diverso, o andar· soggetta in seguito a mutamenti secondo parecchi e circostanze che non è possibile prevedere o determinare. Potrebbe cioè variar·e il numero delle armate e la !or(} composizione: e ai ~1 2 corpi d~armata dell'esercito permanente se ne potrebbero Aggiungere altri composti o inter·am ente di mil izia mobile, \'Vero misti di reparti di milizia mobile' e di ·1" linea, rimasti dispon ibi li , quali carabinieri, alpini , ecç.

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VICENDE DEL SUO SVILUPPO ORGANICO

Linee

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I. Scaglione truppe di campagna

li. Scaglione troppe presidiarie

Uomini

Esercito permanente (-'l'linea) Milizia mobile (2• linea) ) lilizia tenitoriale (3"1inea) El ementi di depo s ito, ecc. dell 'eser cito perm anent e Totale genera lo

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550,000 (

780,000

230,000)

00,000

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iJ ,2,'1,5,"000 l

Lasciando da parte il H scaglione, pel quale non possono fa re difetto gli nomini, essendovene sui r·uoli della milizia territoriale ben 2, 000 ,000 trn P. 2' e 3' categoria, vediamo come si mella nsi eme la forza per il l scagl ione, quello che pi ù importa. I 550,000 uomini dell'esercito permanente e i 230,000 della milizia mobile rappresentano la forza immediatamente occorrente indetta la mobilitazione, quella cioè che deve essere raggi unta colla chiamata alle armi delle classi di P categoria rispellivamente ascritte alla ·t· e alla 2• linea, affinchè le si ngole unità risultino formate secondo gli organici stabil iti. Ora, sui ruoli vi è bensì un num ero di uomini superiore a.l detto fabbi sogno, ma non di tanto da garantire pienamente che, dedotti coloro che non ·si presentano alla chiamn ta e i non rnobilitabi li, si possano <were al completo gli effettivi di guena. In altt·i termini, colla forza a ruolo eli ,1• categorin, nelb1 quale sono nntnralmente compresi i 265 mila uomini del piede di pace dell'esercito permanente, vi sarà tull'al più l' indispen s<lbile per il passaggio al piede di guerra, ma non rimarrà il più piccolo margine. E del resto come l'abbiamo noi questa forza? L'abbia mo con un ripiego che non è punto raccomanclabile e che tiene l'esercito in uno stato anormale, dal qua le bisogna uscire al più pres'.oJ . L'abbiamo cioè tenendo vincolate 9 classi all'esercito permanente in luogo di 8, qual i di regol a dovrebbero e~s e re, 6 11 lla milizia mo-

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bile in :uogo dì 4 e 3 classi .alla milizia territoriale in più di quelle stabilite dalla legge di reclntamento. Fu questo un provvedi mento preso nel •l 8~H , con legge 28 giugno, applìca.b ile a 6 classi in misur~ diversa, alle classi cioè -1852-53, per le quali fu estesa la duraLa del servizio fìno al 42° aimo di età, alle class i ' 854-55 che hanno l'obbligo Ono al 4.1 ° anno, alle classi 1856-57 che l'hanno fi no al 40°. Se ciò non fosse la forza mohilitabile tanto di 1° che di 2• linea non basterebbe al bisogno. Consimile guaio si verifi ca per la 2• categoria, Sappiamo q11ale sia· la funzione organica della nostra 2' categoria: quella di servire da truppa di com pl emento per riempire i vuoti durante la guer1·a e tenere possibilmente a numero gli eiTetLivi delle unìtà giusta gli organici stabiliti. Basati sull'esperienza ·del pa.ssato e tenuto conto del carallere delle future campagne, si può ca lcolare che a tale scopo occorra una forza corrispondente al terzo ci rca di detti effettivi; per il che nel caso nostro, convenehbe poter disporre di circa ~180 , 000 uomini di 2' categori a per l'esercito permanente e di 75,000 per la n:ti lizia mobile, ossia di un totale di 255 ,000 uomini. Ora, questa forza non c'è, e non c'è malgrado la legge 28 giugno '' 89'1, che, come si è'' isto·, tiene transitoriamente legate più classi di quelle previste dalla legge organica del reclutamento. Onde in sostanza le nostre n sorse in uomini oggidì sono scarse, tali cioè da non escludere il pericolo che la mobilitazione dell'esercito avvenga fin da principio con defìcienza di effettivi, restando in seguito pochi mezzi p~r i necessari completamenti . Come rimediare a questo allarmante stato di cose? ~el modo per vero dire più ovvio, ma che una specie di fatal ità ha impedito fin qu i B . trattiene tuu.ora dal realizzare colla urgenza che sareb be desiderabile. Come si disse più indietro, noi abbiamo pr:oclamato l'obbligo generale personale al servizio mi litare nei 1869 col progetto di legge sul reclutamento del ministro Bertolé Yial e ; ma quando nel ~187 5 abbiamo voluto applicarlo vi abbiamo data una 1 sanzione così blanda da disconoscere quasi quel salutare principio . Assegnando infatti la num erosissima nostra 3• categoria all'ultimo scaglione delle forze militari , a quello scaglione cioé che in pace non ò chiamntb mai ad al cun servizio, sa lvo a brevissime istruzion i da non eccedere 30 ~?iorn i ogni 4 anni , e che io guerra non si mobilita che parzialmente e r.ol se mplice compito normale della tu-

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VlC.F.NDE DEL SUO SVILUPPO ORGANICO

L ESKRCITO ITALIA NO

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tela dell'ordine pubblico all'interno, noi abbiamo creata una posizione ridico!mente privilegiata a molte c~ n tinaia di migliaia di giovani, che non ved ranno mai il nemico, che non prenderanno forse mai neppure un'arma in .mano e che il governo non ha nè •la facoltà nè la poss ibilità di utilizza re in miglior modo. Nessu na legislazione straniera ammette eccezioni all'obbligo del -servizio che neppure lon~anam eote possano rassomigl iarsi alla no· stra 3" categoria. La quale, non è chi non lo veda, è un male :assai grave, non solo come fll'l grante violnione del principio fondamentale delle odierne istituzioni militnri, non solo come odioso privilegio a larga base, non solo come deprimen te dello spirito militare del paese, ma più ancom per i snoi deleteri eJTetti sul le ·condizioni di qualità e di qnant.it:\ della forza che rimane aisponi bile per l'azione campale La forza a rttolo della 3" categoria som ma a più di 4,300 ,000 uomini , dei quali oltre 900,000 :.ow·at.ti nl le truppe mobili di -campagna, di cui invece dovrebbero far parte, siccome compresi nelle 12 classi pi ù giovani ascritte all'esercito permanente e alla milizia mobile . E di questa enorme quantità di gente 'l ,1 00,000 non ha neppure la più. lontana idea d'istruzione militnre. Come si produca questa forza, che logicamente si potrebbe chiamare debolezza, è a tutti noto. Sono·i famosi articoli 86, 87 e 88 della Iegge di recl utamen to, che, contemplando ben ~19 casi diversi di esenzione dal servizio di P· e 2• categorin, buttano ogn i anno fra i non valori una media di 85,000 giovani co rrispondente al 26 "/o degli inscritti. Fra questi giovani si comprendono, p. es., i fig ii ·unici nella rispettabilissima cifro di 30,000 all'anno.. la naran maagioranza dei quali per condizioni sociali, censo ed educazione fo rnirebbe ottim i elementi in guerra . Tutti sono convinti essere un simile stato di cose inLollerabi!e -e doversi senza indugio calcare ·anche in tju esto le orme tedeschtl. La Francia che aveva lo stesso nostro sistema lo abbandonò colla • legge ·1i) luglio >188!) e in modo così radicale da non concedere più al cuna esenzione. neppur·e io tempo di pace. olo dopo un anno di servizio essa accorda il co ngeclarn euto anticipato per motivi di famiglia e nell'interesse sociale al 'l 7 °/ 0 cwca degli in scritti, -c1fra molto inferiore a quel 26 °/o che da noi olliene un'esenzione pressoché assoluta . ~

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L'ESERCITO ITALIANO

N(m è il caso di imitare la Francia: a noi può bastare il fare 0 crcri quello che la 'Prussia fa dal 18•13. E .in questo senso era. r:datto il progetto sul reclutamento presentato al la Camera dal ministro Pelloux nel •1892 e sul qo ale aveva J,!:iit riferito (avorevo!mente la commissione- relatore .Han de H.ivera - ma che non venne in discussione per le vi~ende parlamentari, Nel senso stess(} è redatto quel lo presentato dall'attuale ministro al Senato del recrno nella tomata del :1O dicembre '189.4 . '"'Basi d'i tale progetto sono l'abolizione della 2a categoria e la destinazione quale riserva di complemento dell'attuale 3a categoria, çhe sarebbe però notevolmente ridotta Ji numero, sopprimendost il privi lecrio per parecchi casi ora contempl:1ti e sotto nessun '"' aspetto giustific11hili . Per tal modo la forza :1nn ualmente .mcorporabile potrà salire a ·120 mila uomini e più, e conseguentemente quella a ruolo per l'esercito permanente !8 clas~i) a 840:000 ; per· la mi lizia mobi le (4 classi) a 4·00,000 . Come rrserve d1 complemento resterebbero 500 ,000 uomìni pef· la P linea, 250,000•. circa per la 2" linea, le quali cifre siccome esageratamente ~rosse si potrebbero, volendo, ancora dimi nuire mediante opportune· macraiori limitazioni nei criter i di assegnazione. Alla mil izia ter. . ritoriale rester~bbero p11.r sempre ascri tti '1_,200,000 uomint cu·ca, tutti già passati per la 1a e la 2" line;l. Ur:.{e che qnesto progetto diventi legge, tanto più che e:;so unifica. la doppia legi;;lazione in vigoré p~r l'esercito e per la marina, e apporla non poche utilissime innovazioni in tutta la materia, della leva, di cui semplifica grandemente i congeJ,!ni e le operazioni con vantaggio della (inanza . E l'urgenza della riforma è resa più press.ante dal bisogno di avvivare il languido spiri to militaredel paese e rinfrancare la (i bra morale e· fis ica della popolazione •. (jli -eserciti d'og!{idi, a larga base di r~clutamento, valg-ono quello che militarmente vale il paese che li produce, e l'Ital ia pur troppo,. per un complesso di ragioni, sotto questo rispetto,. è .fra _i ~randi Stati d'~uropa qùello che val meno . N.è saranno le ISI.ituztom edu-· cative escogitate dai ministri dell'istruzione pubblica e dell'interno, quali il tiro a segno nazion:1le e la ginnastica nelle scuole , che avranno virtù di infondere nelle mas-se tuttora analfabete loamore alle armi. di ugguerrirle e di disciplinarle all'idea del don~

1

VICENDE DEL SUO SV ILUPPO ORGANICO

1147

-vérè e del sacrificio pet· il bene della patria e l'onore della bandiera. Ben altro ci vuole a tale intento l ma prima di tutto occorre.che l'obbligo militare sia eiTettivo e non illusorio, come non può a meno di essere fino a quando un milione e mezzo di giovani starà in scritto pro forma pei' 19 anni nei ruoli del la territoriale, sapendo che il più gran rischio che potrà correre in caso di guerra ·:sarà quello di montare la guardia alle carceri del comune nativo. 1

v. Abbiamo seguito passo passo le interessanti vicende della formazione e dello sviluppo organico del nostro ~sercito, notando i fatti e le circostanze che n volta a volta favorirono, ritardarono o decisero l'attuazione di tanti provvedimenti e di tante riforme. Considerando il lungo cammino percot·so, l'immane opera compiuta e le difficoltà d'ogni genere che la contrastarono, c' è vivamente da compiacersi de1 risultati ragg iunti ; i quali se non segnano quel limite di sviluppo e di perfezione che sarebbe militar· mente e politicamente desiderabile, permettono tuttavia che l'Italia si affìdi tranquilla nel suo esercito e guardi impavida l'avvenire. Usciti al1ìne da quello stato di incertezza e di sospensione in ·cui furono tentil.e le nostre istituzioni mi litari negli ultimi anni , mercè la risoluta altitudine del governo, che coi de1:reti del 6 novembre troncò ogni discussione al riguardo, ora non resta che intendere al consolid:1mento materiale e morale dei nostri quadri, apportando quegli ulteriori perfezionamenti che possano dar loro maggior vigore e •:ompletezza. A tale intento occorrono misure di vario genere, che interessano .non soltanto il campo organico- militare, ma tutti gli altri in cui si feconda e svolge la vita intel lettuale ed economica della nazione. Quello che sia des iderabile da raggiungere in tali divers i campi noi dicbiareremo qui ora, esprimendo a guisa di con clusione di questo scritto i nostri voti e le nostre speranze in proposito . E i nostri voti sono: Nell'ordine mi li tare : Che, attuate al pi Ll presto le riforme nel reclutamento, si renda più generale la partecipazione al servizio efJettivo sotto le bandiere, sia pure peç breve durata, ma in modo che tutti gli arruolati senza eccezione percorrano un conveniente stadio di istru· ztone e di educazione militare. Sinceramente, non .possiamo plau-

,


1148

l

\

j

L'ESERCITO ITALIANO

dire ad un sistema che per anticipare la chiamata della leva lascia: alle loro case ben 20,000 uomini annualmente, di cui probabilmente nessun min istro sarà in segui to in grado di ricordarsi. Che siano prog re~sivamente effettuati quei parziali aumenti d~ forze combatLenti giudicati utili per meglio rinvigorire l' azionè mililare; tali sarebbero gli aumenti proposti dal ministro Pelloux per gli alpini ; l'organizzazione di r·eparti di cavalleria di· mi lizia mobile ed anche di milizia terri toriale; la ricostituzione delle 6 batterie da cam pagna passate al la montagna; l' accrescimento del!e batterie a cavallo fino a poter dotare di ~1 8 pezzi le divisioni di cavalleria. Che si cerchi di rendere l' ordinamento di pace 3empre più con foJ·me a tfuello di guerra, facendo funzionare i comandi ed i servizi per quanlo possibile come in guerra. In conseguenza: istituzione dei comandi d'arm.ata coi relativi stati maggiori e intendenze, in forma più concreta che ora non sia. Adesso, co me e· noto, sono predesignati i titolari. delle varie cariche, ai quali si comunican o le quistioni e i dati che li -possono interessare, ma non abbiamo un regolare funzionamento di tali importantissimi organi Sarebhe anche desiderabile la creazione di ,12 comandi d'n rtiglier·ia nei ·12 cor·pi d'armata, retti da maggiori generali, ai qnali fossero sottoposte tutte le truppe e, tutti i servizi dell'arma del rispettivo corpo d'armata sia in pace sia in guena. Nell'ordi ne politico : cte governo e Pal'lamento facciano oggetto precipuo delle loro cure l'esercito; ne sostengano il prestigio ; ne· tutelino gli interessi material i e morali, con savie leggi, improntate a quella liberalità che non sarà mai soverchia con chi ha per assunto il sacrifi cio della vita per il ~e oe e la grandez7.a della: patria. 11 mi litare, elle fra le altre virtù de\•e coltivare la generosi tà e la modestia, polrit far suo il mollo : caedant anna togae ma Governo e Parlamento dovrebbero proclamare l'opposta sentenza. Nell'ordine economico: che si rettific-hino tante storte op inioni intorno all e spese mili tari, cessando una buona volta dal far passare l'esercito' come il vampiro rodi tore del bi lancio , quasichè i milioni che e-sso figura di cons umare non a_ndassero nella qua si total ità acl incremento delle scienze, delle arti, delle industrie più produttive. Xeli'ordine sociale : che le istituzioni militari acquistino sempre una pi ù larga e solida base nel paese e i pesi che ne derivano-

VICENDE DEL SUO SVILUPPO ORGANICO

1149

tornino accetti alla popolazione. Giovi la loro opera educativa sopratutlo a distruggere le dissolventi idee di lotta e di contraslo di classi ed a combatter·e le tendenze particolariste ed egoistiche, a~co mun ando cuori t: in telletti nel culto dei gran di ideali di patria, dr onore, di sacrilìcio. Nell'ordine morale infine: che l'esercito sia convenientemente conosciuto ed apprezzato, nè avvengrt. che nel concetto di molti s.e. ~e .sn~turi l'indole e lo scopo. Si odono spesso uomini polrtrc J d1ch1arare di non intendersi uiiatto di cose di mi lizia; mn. ciò non impedisce loro di da re il voto, non sàppiamo quan to ill~mrnato, nelle qui stioni militari. Si intendono talvolta per;.;one d1 mol~a lev~tura e inveslite di cnriche eminenti parlare degli ozi d.ella v1ta ~II tl~re, del lusso dell e ca serme, dei cattivi esempi ch e cu·condano rl g1ovane soldato , ecc. , e simili fa lse o in.niuriose as. . ~ serzron1 trovano. naturalmente credito nel pubb't ico, che scema cosi fiducia all'isti tuzione e dubita degli effetti dell'educazione militare. ~or1 parliamo dei madornali errori di fatto e di rriudizio. che tul!ocli si leggono espressi nei giornali anche i più!:> au tore~ voli,. c~rca ~uistioni d'ordinnmento o di difesa, di di:>ciplina 0 di am mJ.m s.trazwne, di tecn ica o di bilancio, che spesso gli nnonimi aut?r.' drcono sulfragati del parere di e~;regie competenti ufficia li , fattr rn tal modo innocenti complici de ll e più assurd e corbellerie. Povera pubblica op intone; quanto sei fuorviata rispetto all'esercito! A chi il compilo di combattere e sradicare tanti errori e pregi udizi ?' Alla stampa militare, alla gente di buon conto, aoti ufficiali tntti cui · spetta r ichiamare le cose ai loro principi . p~oclamando anzi, tutto che l'esercilo è fat~o per la guerra, deve avere per suo ideale la guerra, deve intendere con tutte le sue energie asiche intelletlu~li e moral i alla preparazione alla guerra. L'esercito in pacepotrà rendersi benemerito per opere di carità, di sor.corso di sacrificio i.n cas i di calamità pubbliche e private, e il paese fa rà ~ene ~ mostrargli gratitudine; ma le piLt grandi benemerenze dell .eserctto verso il paese sono quelle che esso acquista nella istruzrone e nell 'educazione propriamente militare, nelle di uturne fatiche di guarnigione, dei campi, delle manovre, per mettersi in grado di affrontare sicuro e 'vincere i nemici della patria. Questo è neeessario sappia, di questo è necessa rio sia arato e soddisfatto il paese . ~

**


, 1150

l

t

L'ESERCITO ITALIANO

Quadr i dell'esercito

VICEND~

1151

DEL SUO SVILUPPO ORGANICO

italiano

T \BI::LLA I

~==========================r==============================Ti ========·============r============================'==~==~=·===ù CAVALLt>RI A

FAXTSRIA

LINEE, ARMI 1!:

S PEClALITA'

ARTI G LIERI A

t

GHXIO

l

Compagnie

COM PA·

Compagnie

D'AmlA

UNI E

Il

·~·cm l rn·-"' ~

"' "'

l

Esercito permanente t• Lll'\BA. linea ({) . . pre.<idiaria (!l Fante1·ia . · I>Prsaglieri. . alpini . . . Cavalleria. . . . . . . da carnpagnn. a cavallo . . . . . '\ r l tg11ena. eh montagna. da fOI'lezz:l • Genio . ' Sanitit . . . Sussistenza Totali P linea

~l

~ ~

l

~l

Milizia mobile 2'

Fanteria .

l

Arliglieria

5!

! 53

!8

6! 2 72 38

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Totali 2" linea Totali 1• e 2• linM

l

l l

Lll'\EA

~ linea ... . . . . ) ber;;aglten . l :~ lp1m . . . da campagna. a cavallo . . · . · da montagna. da fot•tezz~t .

Mìlizia territoriale 33

LCS~:A.

..

) linea . F'an ten.l · · · · t alllini . . . Artiglieria da fortezza . . . . . C1enio . . . . . · · · · · · Totali 3• linea

{l) Alle forze d1 fanteria qu1 irl(licato vo:;lionsi aggiungere i reparll di carabinieri realt di cui ~~~i~vi~ta 1a m~llilitazione e. che si possono calcola~e in l. brig~ta di ~ regg_irnc nti (G batta· gliont _ 21. comJ>agme). - (2l Si co~l~lcianw,o i ropartr prtlsidiR:rt che i~ caso di g.uemt de-:ono, ·" a 9 v1gentr. drsrlosiz!oni, essere forniti dai qistretti. - (3l Dei 9 com<tndi.ai IJrignL:l rli cavallcr~a es1stonti m pace, so ne rnollllttano 6 solt come talt; gt1 allrt 3 si tra,rm mano ne1 tre foman~1 . derto diVISJonr òt cavalterra. - (4) Fra 1 i GS squadroni qui calcolata si comprendono 2 4 squ.adroni di 1·iserva da costituirsi dai depositi dei reggi menu, ap rJena possibile, dopo mdeua ~,Ili ' a mobtlrtazlono.- (5) D~lle batterie sono da 9 i •;, di quelle da campagna; tuLLc le ;~l tre sono da i

Il T

73 -

ANNO

IL.


1152

!}ESERCITO ITALIANO VICENDE DEL SUO SVILUPPO ORGANI CO

Quadro cronologico dello sviluppo organico e dei vari

Il

FANTERIA Brig;tte

Data lformazion rll l e

BERSAGLIERI Batt.~glioni

Hegl!imenti

.

riordinamenti dell'eser cito italiano (eseJ•ci lo per manente).

ALPI:SI

Onta rli formazione

l

Reparti

CA VALLERlt\. Data l. di formazione

l

t• comp. . . t•luglio l Granatierid;Sar· i lul!liO t•tl~granatieri 25 ott. i83G degna t814 1831 Re!Savoia fino al • t• e 2" fanteria. . . t• lug lio! ( sa • 1837 t4 giugno i860) . 0 Piemonte . . . . magg1o s• e o~.· i 8giugno t8H i839 4• • . 24 mn r. o Aosta . . . . • . • t848 "'Z lu~t lio i 0 e s• \lO • • • • • • J! Cuneo . . . . t8tt. n• e w• ~ < negina .. a• . . . . 0

Nizza (l') (fino al

cavalleggeri Piemonte) t83~

(3• . . .

~

~ jcasale • .

Hl rlic. 1821

Pinerolo .

u• e 12• • rs• e n• •

40 . .

so . . .... .

6• ........

ts• e t6• • ti• e ts• ,

Savona.. .. . . i\crtui . . . . . .

P~emonte (~·)

Genòva (4°J (flno al t832 dragoni del Genove,c)

30 dic. l848

Il

1852

1

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l l Ravenna. . . . . t•ottob. 37° e 38° fanteria 31 mag. 19° . .

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1859 •

39" e &o• !Jolo:rna (giit Vii· torio Eman.) Modena (già cnc· 1° a::os. 4t• e 42" cial<Jri de!laMa· t859 ltrHI}

~ 1:::~;0 ·~";,;i~ :·mt :::::::

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~ Ferrara . . . .

l>)

l

t•ou ob. 4i• e &s• 1859 Panna . . . • . . ~3 agos. 49• e 50" 1859

. . . . . t5apJ•ile 1859 1860 t2 gi ug. !O" . . . . • . . . 11159 7 m~gp;. 21• . . . . . . . . tA59 :li• . . . . . . . .

--:--

)

13 1 à~~IJ-23o . . . . . . . . 29Iu::lio ~4° .. . , ... . iS59

••

.

.

3f>• e 36°

Pistola .. .. •.

Reggimento da campagna (20 batterie rli cui 2 a cavallo}

Firenze (9•) (da 28a~ril e Un reggimento! 1859 principio dra- { 59 d i 6 batterio goni) Sei compagnie Luce~ (t6•)- (da 24luglio da piazza crincipiocaval· t859 eggerfroscani)

!860

~

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l!

t3 apr.

S Livorno . . . .

t

l Dar.~

di formazione Le date posl.(l accan to alle brigate c ai re~g1meoti fanteria, noncbè ai primi rcggimeu ri cava lle1ia dell'esercito piemontese non sono precisamente le date di formazione, ma wnltosto quelle della denominaz one o numerazione, segnando tali d~te la rorma di costituzione organica che piu si avvicina all'attunle. L'origine dl alcuni corpi risale a tempi molto lontani; conviene però osservare che durante l'occupazione rranecso napoleonica, l'esercito piemontt:Se ru sciolto e venne poi ricostituito colla restaurazione del t8t 4.

' ~

-

Vittorio F:ma- 12 ~tiug.l9 batterie . . . . nuele (iO"} 1839 9 compagnie da Piacenza(iSO) (fl. 28 sett. piazza no al IO settem- 1859 bre !87t ussari di Piacenza)

-

-

-

-

6 compagnie . .

1839

-

..

nov. 29"e 30"fantcria 4 nov. t7• .. 3l' Pisa . . . . . . . 41859 1859 • 3i 0 c32o • ,. ts• . ~ Siena . .... .

\

~

·noo_

1

da

piazza (t2 compagnie)

"Milano (7") •. . iG sett. Si creano nuov~ 29 <1~05. t859 compagnie da i859 p iazza e nuove batterie . sdopLodi (i5°J . . .. piando il reg~imento da carnpagna in duo dì i6 llaLlerie l'uno.

.

t• ma r. 16° .. 1860

Reggim~nlo

!Montebello (8°)f

14° . ... .. •

25° e 26•

Reparti

d

Re"l!imento O· t•ottoh. Reggimentozap· 30 sctt. pera i e pon ticri t850 pa tori (2 batta- 1848 (6 compagnie) a(ioni - 40 co m· pagnie)

)t

iSl./,

Oat;t

lorma~lone

)

Lombardia (lino t• nov. 73° e 74•(già3°el t• nov. H• . . . . . . . . 5 ~lu~. 4° granaUeri)_ 1859 1859 al t8H granat.) 1859 Drcscla. . . . . . • 19• e 200 fanterm • 12° . .. • .. .. 9 sete. i859 )t 21.• e 22• 1.30 ••. . . . . Cremona Bergamo . .

·

l

l

.

100 • ... . . . • . 19 mnr.

Pavia . . • • • • t<> ~r- jt7° e 28•

l8t4

Reggimenti

1153 Il.

Annotazitmi

Aosta {60) •• . . 3JJOV. t83 l Saluzzo (12°) . . t5 mag. t849 Monferrato (13°) 3 genn. 1850 Alessandria (U 0 }

7• ..

123• e 24•

di formuiooe

GENIO

Novara (5°) (fino 1 al 1832 dragoni 24 dìc. t8i!8 Piemonte)

24 clic. 1849

9• . ·. . . .. . . l221~~~b .

... ·l ,

l Da~

Reale 1° d ic. i8t4

Savoia (3") ...

gu. •

Como . .

Reggimenti

ARTIGLIEHI;\

TABELLA

l

t839 IAICJ,lne gn1e

.

Preliminari di pace di Villafranca e unione della Lombardia agli Stati Sardi U luglio i859.

,.,

Plebiscito della Toscana H e i2 marzo 1860.

l

~ompa-

t839 l Plebiscito dell'Emilia il e t~ marzo !860.

·

2 luglio 2" · · · · · · · · ~31 859 26• . . . . . . . . " a~os. 0 1839 ,2i • • • • • • • •

. ...

!

.

.

l


'\"'ICENOE DEL SUO SVILUPPO ORGANICO

1!54

CAVALLERIA ~'ANTERIA

Data di lformazione

Brigate

l

n eggimentì

o

6

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-c

l

D:ua rl i formazione

Ba t taglioni

51° e 520 fanteria 1.1. ma g. 28' . . . . t 860 !9' . . . . 75" e 76° (già 5° t G :tpr. 300 . . . 6° granatieri) 186i 31n . . . . 53° e st.• fanteria 55° e 5G0 •

:l "

g

Oll.la ' oli formazlono

Re parti

'

5i 0 e 58° 59° c 60° 61° e 62°

• •

.., .,. • • • • n• e 78° (gia 7• t• a;.:ns. e 8' granatieri) 1SG2 • 63" e 64° fant eria 65° c 66° • Gi• e 68° • 69' e 10• • 7t

0

c 72"

. . . . 24 gcnn. ISGI . . . . • . . . . .

• •

32• . . . . . . . .

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33• . .

3~ 0 . . • . . • • •

!$5° . 3G0 . . . . o

-

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37°·40° /sopr~res· I O dic. si t dic. 1883). !86'•

lformazione

Reggimenti

Data ~i

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Reggimenti

Rep<u·ti

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Annotazioni

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9• pontiet·a

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gem1. 1861. IO" r.arn J!Ul:na. . 3 mar. t863

l

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(Ogn i reggimento · cnm· post.o di 3 batl.ag li oni a '• compagnie)

Foggia (H •}. . . 16 rcbb. !.0 pontier i(giil9") ·18 clic. 1864 • Caserta (i l 0} 20 [Jin7.a ...

3•

1

40

.. .

»

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5o campagna .

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60 7"

l

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s• g•

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iO")

6 compagnie o-

hri~alc

i

Data di formazione

l

l

Durante la campagna del perai e \'Cteran i !866 essend?~i i reggi· 1 menta mobtlat<ttì su ;, squadroni , coi se s t i squadroni furono istitutti e poi sciolti 2 r.,g. gimenti tornporanei, t <li lancieri, i d i cavai-

Durante l~ campagna tlci iOurantc la catn[lagnn del 41°-45° (sopprcs· 31 mag. ·1866 vennero formate cl 1866 vennero rorrnati c si •l genn . 1· 87il ! 866 poi scio lte 5 brigate poi sciolti altri 20 regtemporanee, di cui !. di gimenti, ~ dci quali di granatieri, composte rll g ranatieri (O" e IO") e 4.6•-500 (soppres· 7 agos . reg)(imenti indicati qui IS di fanteria (73•-90°) si l.8 se~. ·l8G6) 1.866 contro

C)

l ll

GENIO

Success ivi riordinamenti dopo Il -1859 Gul d e (19') . ..•5 fcb '1 - - -- - --:----,----:......- .....,.---!Plebiscito della Sicilia e del NapoI SGO Jetano 2t otlobre' 1860. t" operai (c pon· 17 l!iug. t• regg. zai>Pa· 2 magg. tieri fino al !4 1860 l o ri 1860 Plebiscito delle Marche e deii'Um· ~en.n. 186 t) 2' regg. zappa- l • hria 4 c 5 novembre 1860. ~ (ltazza . . . • tort 3• • . · · • Proclamazione rlel Re~rno d'Italia 4" • · · · • c denominazione urllciale di eser. 5° rampagna . • cito italiano H marzo t86I.

---

l'

l l

ARTIGLIEniA

--------~------------~---

m

- \A _l_p_i_(_g-ià_ c:_ac_c_ia - - t• ott. J IOri delle Alpi e 1859 olegll Appennini Napoli {fino al 5 IG apr. marzv 18U gra- 1861 nat ieri) Umbria . . . . . • Mnrche. . . . . . • Ahl'llZ'I.i . . . Ca labria. .. .. • Sicil ia. . . . . . 'l'oscan<t Cfmo al t• ar.:os. 5 tnarzo ISH 1862 g rana.tier i) • Cal!liari . . . . . Valtell ina . . . .1 • Palermo. . . . . • • Ancona Puglie . . :

-

ALPI ~ !

BER.5AGLIERI

l

1

-

1L55

L ' ESERCl TO l T A I.I A NO

dcllr.li

l

Corpo zap[lato rH25 a~oo. Plebascito de l Veneto e di Mantova . del gent(l ( l!SI1867 21 e 22 ottobre t866. compagn rn rnggruppatc 1n h t'l· 1 _l~e~gg~e~rl~··-----,----~----------~----~~~~a~t~e) L_____ _ -------------

1

0 !Nel !871 le 48 Non tenendo conto -100reggimen· 1° :::cnn. i•-1s• comp. . ·11.5 mnr. ra:~tena furono costi- ve;:chie formazioni dei ti. di 4 balt<tt87t 1.873 tuitn in modo diverso. reggimenti s_;ord! r. tli glioni l'uno i 6"· i !l" » Ì •·:;: ~ i5 API' ' toglicMo loro 11 nome quelle trans1tonc dea 2 1• • c~ f. ,h4 • / o designan•iote eMI nu· reggi menti toscana cri 2~· • ~ ·- ~ mero progressivo in o- em iliani 1 re:;cr;rmenti fino dal 1862 i halta - 20• • . . ·~ 10 gn i rl avtsione. Alcun o di 2ranatieri~ fanteriarlol· gliom llersaglien ruro· 22' " . , . ~,à~~v. e•SC rbult"\'ano d a 3 l' e<erctto ata liano flrlo ' no r:1gg ro ppali in varl o 23• • • .. re!!r.:irncoti. altre rl i i al 5 ap rile 1871. consta- modo in reggrmenti ; 11111 25'·36' • (101 ottohrc solo . Nel 1881 ru,·onu Ili n1no di .1. hatta!!lloni a si sono omèsse te ror- battaglioni) 1878 nuoro rir-ostituitc 311· 4 coropagniP. Da questa mazioni ~ntec•~denti il plicando in ognuna i data venne1o ordina (.'! i • gen uaio !871.. porch c vecchi reggimenti. come al prPsentc su 3 quei reggimenti aveva· battaglioni di 4 com- no semplice c:•rattcro ) amministrativo pagnie.

Roma (200) ••.

187

1•• ponticri

..

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1156

L ' ESERCITO ITALIANO

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1157

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Annotazioni

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io reggimNlto ·t<' flO\'. ~hNISTfi! llELLA GUERR,A Padova (U•) . ·. t •ottob. t• - :10"! da campagna t• nov. 12 com p. zapp . !883 18~9 1N ro1 i883_ 0 - g o cnme sopra > H (4 brigate) · 1884Catania (2i"J . . t a marm.o ra '. Dal 2 novembre '49 6cornp .minato· al ! 0 aprile '55 _ .,./ [Quattro batterie ri (2 brigate ) Dnrando . . . Dal t• aprile '55' al a ca\'al!o 2 c0rnp. treno 16 giu~no '56 (i brigata) L:unarmora . Dal -16 g lllgno '56 al 13° . . . 2° r·eggimento . : ' / · 3· mag~lio '59 · !cl . Cavour . . . . Dal 3 ma:::gi.o '59 al{40 . . . . 3° çeg~imen t o ' "'N l' 8 luglio '59 7 comp. zapp . Lamarmora . Dal 19 luglio '59 al telegr. 15° (già H 0 ) .:::; 6 • spec / 20 geQnat<) '60 t .. Fanti . . . . . Ual 20 gennaio '60 3 » treno :ti 13 gmgno '.61 H brigata) 4° reggimento . t• g1mn. Bicasoli .. . Dal 13 gmgno '61 al ' 15 scr tembre '61 8 comp.pontie- tSS3 Della Ro vere Dal 15 sette m br e '61 ri (3 brigate) a l G. marzo '62 4 comp. ferroD<d 6 m.1rzo '62 all vieri (l hrig.) Petitt i 1'8 dicembre '62 .Y 2 com1l .lagunaDell:t Rovere Oall' 8 dicembre '62 ri (i brigata) al23 settembre '64 3 ~omp. treno PetiLti . . .. Ual23 settembre '64 tl hrig:.ttal l n! 30 dicembre '65 73"-75' COffill. r~~~~b. · Umberto I (23°)., t• nuv. 1"-12° rJa cam - t•nov. Pettirumgo. Dal 31 clicem bre '65 pagna rl i .;or· po 4888 iSSi :ti 2! ag'osto '66 r •:eggiment i ~li vçnta~l~ 7 · Vicen~a (i 4") . . " d'armata !Shat· Cugia ... Dal 22 agoslo '66 al d t 2j! battagliOni COSI CO· Lerie 2 brigate e 4 :wrile '67 stitniti : 2 comp. treno ) Di Re\'Cl . . . Dal 4 aprile '67 a l t• regg-imento: ~ u•-24 ca mda 2i ottobre '67 Ba.tt.P ievcTeco 3 com p pagna di divi.J.. Brrtole. Dal 27 ottobre '67 :li Ceva . . . l~ ,. ;;ione (8 ba.tt. H dicembre '69 Mondovì. 3 2 brigate e 1 Govone. . D:tl !4 d icembt·e '69 2° reggitnPnto: comp. tren o) al 7 settembre '70 Da tu. s. Dalmazzo 4 Ricotti . . . . Dal 7 sèttembro 'iO ViulVI io . t. • Uronero 25"(g.f3°))~ et~ al 25 n1ano '76 .4 Mezz:icapo . . Dal 25 marzo '76 al 3° reggimento: .. e • .,. -c (': -- 23 marzo '78 .. Batt.Pinerolo . '• Rruzzo. . . Da l 2a marw· '78 ·al Ft~ nestreL ~ 0 2i (g.45°1/ ·"' ·l9 ottobr() '78 l~xille:; .3 > ' ' l . ·~ l ~;;,; Bonelli. Dal t 9 ollobre-'78 al .1.0 regRimento : l _reggimenti c'a vnlleria 21 ." •. ~ ~~ 19 dicembre '78 Batt.susa .. . 3 ~temonteste<;~nel i crea- -8 fo.i6 · ~-=" ~..;;; ' Dal 49 rlicembre '78 Mazè .. . Ivrea . . . 3 un·dt859eranoa4sqnn-:;!:!<.:? _, al H luglio 'i9 » Aosta . . . 4 · dronr. . Nel t 86l. furono 290(g. t 7•1 ~ 'BGReJ.IJ•• . Oal.14 luglio 'i9 al 5° reggimen to: ~~~~~ tutti _a 6 squa- Regg. a ravnllo t• nov. i3 lugl io '80 B~tt. Morbegno 3 Acton . . . Dal i3 lugl io ·so al Nell' ordin;a!ilento del (6 batt (3 l:l'l.!t.l lflSi • Tirano .. 3 2i lu_glio '80 ' tc.dolo 3 4860 vennero d istinti in e4comp treno) Milan . ...• Dal 2i luglio '80 al R. d'Anio . 3 cavalleria-di 'linea (i pri- 'Regg. da mon25 rn:~rzo '81 6° reg"'imento: mi 4} lancieri (gli attnal! 1ag1Ht (9 Ila t t. Da 1 25 ma rzo 'Si al Ferrero Batt.V~rona . . t, 5~ - UO·) ~avalleggeri (i (3 brigate} ' rlmaneotr). 23 otto tJl'e '84 Vicenza . . 3 . Dal 23 ottobre ·s~ al Hicot ti . • Bassano . 3 ' Dau• ottòbre 187! tolta Cmgue COll)Pa· 1882 ~--:..fj t, aprile 1887 ) i• reg~imento: Questa distinzione,' ven- ~IIIIJ .op~rar e 1 Berlo! è.--. . . U:ll 4 aprile '87 al 9 ll<ttt. leHro . . 3 n_ero numerati proa;res- 'etera m felli:lraio '9! P. Cadore 3 stvamente, lasctando le Pelloux .. Dal 9 febbraio '9i a l Gemona .4 ~primi I O. 15 dicembre '93 Si sopprimono i comandi Si crea un 5° regg. colle Mocenni .. Dal15 dicem bre '93. dei re:tgimenti 25°-29°, e !2 1:om1>- minatori !Ici · · l'artiglieria da costn e da primi d ne (4 brigate). / · j.) l. fortezza si costituisce in 113° r<Jgg. si forma di !2 ' ·· 22 brigate di _coniples- comp. iappatori - tele- } vllo,_v>t.. si ve 76 compagn ie. . gralisti (4 hrig.) e· 2 spe,.j ' l (• llregg.damon lagnaau· r.ialisti t·l brig~ta}. ' f~-t~ l C.{,, ' mentaal5 batter(5brig.) I ferrovieri dl\1 4° regg. \·Si sopprime la compa- si costituiscono in briga\ '/, gnia veterani. ta autonoma di 6 com p.

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LA QUESTIONE CICLO -~llLlTARE, ECC .

1158

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LA QUESTIONE CICLO-MILiTARE CONSIDERATA NELLA PRIMAVERA DEL 1895

Continuazione, vedi dispensa X Il

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Cavallo di carne o cavallo di acciaio. Per quanto il velocipede non voglia fa r guerra al cavallo, nè con questo sostenere paragoni, pure Il suo impiego negli es?r~ citi, il numero straordinario di macchine che annualmente SI vendono in commercio (·1), l'essere entrambi mezzo di trasport(} individualtl. rendono inevitabile il metterli a èonfronto. Cavallo di carne e cavallo di acciaio, sono due mezzi di trasporto per l'uomo, hanno, nella man iera di essere usati. punti di contatto, è vero, ma in generale ciascuno ha il proprio campo di azione ben disti nto, specialmente nelle operazioni di guerra, ed entrambi potranno essere impiegati senza che s'intraicino nell e rispettive missioni (2). II cavallo è mezzo di trasporto, ma è· anche mezzo di combattimento. L'uomo che lo inforca, si sente rialzare il morale e la fiducta nelle proprie forze. H velocipede é un modesto ed economico mezzo d i locomozione, ed il velocipedista, o megli(}

11r Dicesi'che negli Stntt Uniti, nel solo IB9i, siansi vendute nientemeno c~IC dut~centomila biclcle~te, il che ha provocato un forte ribasso nei prezzi dei ca valli. . (2) Quando qui si parla dt cnvalìeri o di velocipedisti si considerano sempl'e que1 tali, per cui l'ttrtc di servirsi del proprio mezzo di trasporto non ha segrett.

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1159

dire, il fantaccino che vi monta, sa bene che, fino a che vi è sopra, non può in nessun modo combattere per la poca stabi lità del suo equilibrio, e non deve mai lasciar:;i sorprendere sulla sua macch ina, perchè sarebbe con lulla facilità eliminato. Qu indi mentre pel brillante cavaliere, i più grandi vantnggi del mezzo di trasporto comi nciano all'atto in cui entra in azione, e, senza scendere di sella, traversa qualunqu e terreno slanciandosi all a carica; pel modesto velocip13rlista invece, l'entrare in azione vuoi . dire scendere a terra e valersi del suo vero e solo mezzo di combattimento : il fuoco . Con~iderati poi . come sempl ici mezzi di trasporto, tanto il ca· vallo come il velocipede, hanno bisogno per esplicare tulli i lo ro vantaO'O'i di condizioni ben differenti di terreno. Il fondo stradale non tanto duro è preleribile pél cavallo che vi può trottare e galoppare, senza pericolo d' indolenzimenti alle sue zampe delicatissime. Il velocipede acquista invece velocità tanto più straor~inaria, quanto più duro è il fondo suddetto. Le salile comuni non sono un grande ostacolo pel cavallo che· le può superare anche di trotto e di galoppo ; pel veloci pedista invece richiedono uno sforzo considerevole specie se la strada è cattiva. Le discese che, quanto più .ripide, al trettanto sono dannose al cavallo, sono la risorsa dell'esperto velocipedista, che, con nessuna fatica, specie se in linea retta, vi acquista velocità vertiginosa senza trovare ostacolo nel cattivo fondo stradale. Sul ghiaccio e sui lastricati umidi , il cavallo scivola molto più facilmente del velocipede. · La neve fresca forma sollo lo zoccolo una palla che s'ingrandisce e si indurisce sempre più, fino al punto da rendere al cavallo diflìcilissimo il camminare. Le strade inghiaiate sono molto più pericolose pel cavallo, perchè deve aiiondare il piede fra i ciottoli, i quali, o gli urtano il piede stesso o gl i s'incastrano nel ferro . Un velocipeclista munito di pneumatici è molto meno molestato in tal caso. La notte, quanto più è o.scura altr·ettanto rende pericoloso l'impiego del cavallo, sia per la difficoltiì di vedere dove si cammina sia per leggere la· carta topograficfl. Il velocipede in('!')(')'


1160

LA QUESTIONE CIOLO·)IJLITARE

vece, munito di un fanale a poch i decimetri dal suolo, non teme in questo caso la concori-enza degli altri mezzi di trasporto, an zi nelle arterie principali potrà, sia pel fresco notturno, sia per la strada libera da co ni e da persone, raggiungere veloci tà, che forse no o potrebbe sostenere di giorno (·l). Occorrendo si potrà op_-· plicare un altro fanal e al manubrìo, e co~ì di tanto in tan to, senza discendere, guar·dare la carta lopografica, onde non sbagliare la strada specialmente nei crocicch i. Un servizio notturno afTatica oltremodo il cavallo, tanto da poterei far e poco assegnamento nel giorno susseguent e. Le ombre tengono l'animale in agi tazione continua; esso facilmente si adombra, e si impunta . Lo scalpit are ~i ;ente a dista nze grandi ssime, e prO\'OCa i latrati dei cani, i quali , oltre che spaventare il quadr·upede richiamano l'attenzione del ·nemico in vedetta . Nell a notte il cavallo non può essere impiegato fuori dalle stmde al pari della· bicicletta: .

,. ** T!er quanto si faccia con tinuamente appun to. al velocipede di non poter· essere usato · se non sulle strade, alle quali in realtà è mo lto legato, pu re bisogna riconoscere che anche il cavaliere spe::ialmente io ltnlia, deve attenersi in generale alle stesse. A traverso ai campi coltiva ti potrà solo andare per brevi tratti, giacchè o si potrebbe smarrire l'o rientamento, o si affaticherebbe eccessivamente la sua cava lca tora, o finirebbe co ll'i mbattersi in ostacoli tanto diffici li a superare da farg li perdere .un'infinità di tempo . La valle del l:'o è piena di siep i e di canali, quind i poco atta all 'impiego della caval leria . Fu appunto per queste stesse condizioni di terreno, che il velocipedismo prese grande sviluppo nell'esercito in~;l ese .

{i) Per mia persònalo opinione non ritengo si agevole il ser\'irsi della bicicletta durante le notti stleciatmcnte quando sono f··uio.

CONSIDERATA NELLA PRIMAVERA DEL

1895

1161

In della vallata si trovano canali larghissimi rivestiti di muratura, dove il cavallo non può entrare perché, anche trnversan doli a guado od a nuoto, non potrebbe poi risalire sulla sponda opposto. Il velocipedisla im·ece carica la sua macchina in un battello anche piccolissimo, e, con pochiss;ima fatica senza per · dita di tempo, presto si trova dall'altra parte. Mancando la barca, potrà legare la sua macchina ad un ramo o ad un pezzo di legno, indi gettandosi a nuoto, se la lrasc:in erà dietro con una funicella, dopo averncchi uso i dispacci in un pezzo di tela ceratn. Tenendo la macchina in ispalla, potrà avventurarsi a traversare un canale nQn tanto gr·ande, o entrando nell' acqua fino alla cintola, o su di una trave, o su di una chiusa, o su di un ponticello di fascine. Se maucheri.t un ponte, ma vi sarit un molino,, il velocipedista entrerà. nell'interno del fabbri cato, e, anche salendo le •scale, potrà. portarsi dove vuole, senza mai abbandonare il sno mezzo d i trasporto. SE> il canale sar·à della lunghezza che un cavallo possa saltarlo, questo naturalmente riprende il suo predominio; ma se le sponde saranno tìancheggiate da una o da tutte e due le parti, da ·alberi , da siepi o da terreni paludosi, il cavallo ed il cavaliere dovranno rinunciare al passaggio. Infine, davanti ad nn fosso qual unque il velocipedista è più sicuro di passare del cavaliere. Il cavallo di questo spesso esita e retrocede. Il velocipedista prende la macch ina sulle spalle e passa . Le lu nghe mut'aglie che circondano le pr·oprietà, le slaccionate della· campagna romana non so no di grande ostacolo al velocipedista . . che, o sopr·a o sotto, le passa, trascinandosi dietro la macchina con una funicella . Le boscagl ie, i canneti saranno più difficilmente traversati dlll cavaliere, natur·almente 11ppieda to, di quello che dal velocipedista . Qualche gmdino che il velocipedista dovesse discendere in un terTeno favorevole, non gli sarà eli ostacolo se l'altez,za è di circa 30 centi m e~ri .


11 62

LA QUESTIONE CICLO- MI LITARE

I nfine riconosco la grande supremazia che l'uomo a cavall o ha di giorno ed in ap·erta campagna, po tendo super:1re, senza scendere, tutti gli ostacoli di poco ri lievo; ma faccio notare c~1 e, appena questi si~ no di una certa imponanza , il velocipedista:, come fantaccino, riacquista su bito il primato, perchè può attraversare qualunque terreno (•l ) . . Inolt:e i ~ cavaliere, trovando un ostacolo che presenti delle d1fficolta, n nuncierà a passarlo in taluni casi, per non ritrovarselo dopo sulla sua linea di ritirata .

1

... ** Il cavaliere ha sotto di sè non una macchina, roa una bestia; questa spessissimo vorrà fare a modo suo e tutto . all'opposto di qu a ~ lo. e~li desideri!, cagionando con ciò dell e perdite di tempo pr~ziOs i.SSimo . ,Il cavallo va soggetto a molte malattie, spesso ep1dem1che; per leggera che sia l'indisposizione non se ne può prevedere con certezza la durata, nè deter minarne l'epoca della guarigione (2). Un guasto alla barda tura mette il cavaliere in imbarazzo e lo costringe ad intet'rompere la marcia per parecchio tempo ~ Per quanto i negozianti facc iano oggi parrare eccessivamente i velocipedi, pure il valore di questi dovrà in breve scemare di molto . Infatti , se le · macchine, ùsate solo per qualche giorno, vengono deprezzate senza proporzione, ciò prova che non bann o un valore reale ; e anche fa cendo astrazione da questo deprezzamento inevi tabile, i velocipedi _costano oggi sempre men(l di t~n Cll vall ~ , pr·esso a poco equivalendo a ciò ch e rich iedesi per l .equ•paggramento dello stesso. Se la scelta .fu buona per· costruZIOne e ma teriale, la macchina avrà la durata di moltissimi anni perchè certe parti non si guasttl.no, certe si sostituiscon o, ed i~ com plesso il velocipede è sempre ri parabile, giacchè non muore.

(!) Credo inutile ram mentare che la bicicletta si conduce a mano senza nessuna ralica. . (~) Gl'Inglesi adottarono nell u Indie il velocipedismo su larghissima scala per rimedt3re alle malattre epidemiche che bersaglia,·ano la to ~o caralleria.

'

CONSIOltRATA NE J, LA PRB!AV.GltA DE L

1895

1163

TI velocipede non mangia. non beve, non dorme ; le conenti d'aria e l'acqua fredda dei guadi non compromettono la sua salute. La vernice, la nichelatura , l'untnra delle parti interne preservano a lu ngo la macchina dalla r uggine. Il vel ocipedistn, appena sceso, ha finito il suo lavoro e non deve asciugare il sudore· nl cavallo; non deve cercare una coperta, una scuderia, dell'acqua, del fieno , della paglia, degli uomini per la custodia ecc. ecc.; quan do ha seco le mun izioni ed i vi ver·i di riserva può essere spedito ovunque senza preoccupazioni di sorta . In una macchina solida, senza gr:-tvissime cause, sara nno impossibili guasti irrimediabili durante il percorso . Pei piccol i inconvenienti , facilmente prevedibil i, il velocipedista anà seco vari pezzi di r icambio (dadi, raggi ecc.); tulle cose di pochissimo peso e che danno gara nzia di poter riparare, durante il viaggio (o da sè- stessi , o coll'aiu to di operai trovati nelle vicinanze), i: guasti di poca importanza ch e capitano general mente . In ogni modo un buon velocipedista, prima di partire, si assicura sempre del perfetto funzionamento della sua macchina, prevenendone così gli inconvenienti. Le grandi ri parazioni saranno eseguite nelle fucine di campagna. , Specialmente in guerra, pù CO importerà se una riparazione non riuscirà elegante. Le macchine mi litari saranno tutte dello stesso tipo, affi nchè guastandosene . varie, i loro pezzi possano essere ulil iz.zati nel la formazione di altre in' huono stato . I pro. gressi della veterinària non otterranno mai noli~ di simile. , ·s alvo guasti, pe1: èruanti chil ometri abbia percorso un velociperle, sia di giorno o ·di notte, sia sollo catlive condiz ioni atmosferiche; non avver:rà mai che, appena gi un to a desti nazione, non possa subito essere utilizzato, o dallo stesso individuo o da un altro, per o.n nuovo viaggio: La resistenza del velocipede non ha lim iti ; essa è solo subordinata alle forze del velocipedista; messo questo fuori di combattimento, la macch ina caçle in terra e può essere sub ito, anche che appartenga acl allro esercito, montata da un altro soldato,


CONSIDERAT A NI>I.LA PRHIAVERA DI>L

1164

LA QUESTIONE CWLO-Ml!,JTAltE

giacché l'istruzione sul .velocipedismo nei reggimenti~ può essere estesa senza limiti . Messo fuori di combattimento il cavai iere, il ca vallo rimasto libero, di.fficilmente si lascierà riprendere; ma, anche ripreso, molto facilmente getterà in terra, o trascinerà in mezzo ad altri quadrupedi, l'inesperto che volesse servirsene.

li vento contrario, anche se debolissimo, è pel velocipedista un impedimento a procedere. Un principiante diffici lmente supera questo ostacolo. :'iaturalmente se il vento. viene alle spalle, la corsa è sensibilmente avvantaggiata: 'f

** In. una. ~sperienza fatta in Francia con tempo nevoso, vari veloc1ped1Sl1 percorsero '' 00 eh ilometri , impiegandovi dall e 7 alle 8 ore. Quale cavallo, sia pure di ~fficiale, potrebbe fa re al trellan to ? Il velocipedista per risparmiare le sue forze, per far più presto, o ~ erchè. la sua. macchina è guasta, può senza perdere tempo, cancare Il veloc1pede sui carri, sui cavalli, sui muli , sulle zattere, snlle barche·, :ml treno. li velocipedista può in un sol giorno compire 6 tappe ordinari e eli · fan teria e 4 circa di cavalleria. . Un buon velocipedista fa la tappa di fanteria (25 chilometri) m una sola ora, m~ntre nello stesso tempo la cavalleria non percoiTe che 11 chilometri. Di nptte il velocipedista corre quasi come di giorno. 'f

** I~ veloci.pedista ~ammi n a quasi sempre, o tra i Jilari degli alben che flan chegg1ano la strada, o sul margine, tra i paracarrri ed il fosso; rarissimamente nel mezzo della via. Sia perchè è

1895

1165

più basso delle siepi che fiancheggiano la strada (1), sia per l'ombra di queste, difficilmente è scorto a più di 300 metri in lin~a retta. specialmente quando la sua tenuta è poco visibile. ,.,,.., Per la sua grande velocità e per la sua maniera di viaooiare ai lati della via, giunge quasi sempre all'improvviso, e presenta un bersaglio dinìcilissimo. Per tutto ciò sarà quasi impossibile che il nemico possa scoprire le intenzioni di un velocipedista, abbastanza in tempo per svenLarle e tendergl i agguato. Sentendo spari, il velocipedista non rimarrà a lungo bersagli o sulla strada, ma. seo1.a attraversarla, salterà a terra e si appiat· teriL nel fosso o nella siepe a lui più vicina, nascondendo la sua macchina. Un velocipedista intelligente, sentendo venire una pattuglia di cavalleria nemica può appiattarsi insieme colla bicicletta, h1sciare ~he la palluglia passi, poi contin uare il suo cammino. Nel caso fos se inseguito, se le condizioni gli sono favorevoli , sarà impossibile raggiungerlo; se gli sono sfavorevoli si melleril. in un posto inaccessibile ai cavalli e si difenderà col fuoco . Se la pat· tuglia ~li verrà incontro, esso avrà sempre il vGntaggio di sen· tirla e scorgerla prima di essere visto. Il velocipedista, di notte, senza fa nale, può passare anche sotto un argine, in cui sia appostata una vedetta nemica, senzn che il minimo rumore lo tradisca . In simili casi il cavaliere troverà sempre difficoltà molto maggiori: lo scalpi tare del cava llo, la grandé massn ch e formano uomo e quadrupede, richiamano l'attenzione a distanze grandissime. La vigile vedetta scorgendo da !ungi un cavaliere, ne conta i passi, ne spia le mosse e le intenzioni , gli tende agguato; e tutto ciò senza ne3suna fretta, perchè. sa benissimo che un bersaglio cosi grande, difficilmente sfugge alla previsione del fuci le moderno. i ' il Preso di mira dal fuoco nemico a distanze molto arand t'l cavaliere non potril comprendere colla polvere senza fumo è'onde vengano i colpi; per appiattarsi dovrà traversare la via , e ri roan"ere intanto ampio ber"aglio al liro dell'avversario. Il cavallo U) La ragio ne della troppa visibilità è una delle tante per cui oggi il biciclo è irri· missibilmellle condannato a scomparire- dagli eserciti.


1166

LA

~OESTIONE

'

CICLO-MILITARE

CONSIDERATA NELLA PRlMAVEltA DEL

poi non potrà essere nascosto se non in taluni casi. e co&ì, facilmente ucciso questo, ·il cavaliere avrà perduto il suo mezzo più grande di combattimento. . ~

l

Delle reti stradali. Il principale difetto che si attribuisce al velocipede, è quello di esst~ re eccessivamente legato alle rotabili; siccome poi fra queste uon tutte sono utilizzabili, così se ne conclude, che il servizio velocipiclistico non può essere effettuato se non dove esiste una rete stradale eccellente. Ciononostante noi vediamo oggi il velocipedismo straordinariamente dilTuso in tutto il mondo, senza che il suo sv iluppo sia impedito dalle cattive condizioni stradali, tanto è vero che, mentre nell'alta Italia, e speci:dmente nel Veneto, la rete stradale è eccellente, il mRggi.OI' centro velocipetlistico è Milano , città circonJata, per un raggio di circa 20 chilometri ("), da tutte vie pei velocipedisti impossibili. · Per la stessa ragione, mentre nell'Italia eenlrale le condizioni stradali sono ottime, a Roma, in cui_lo sviluppo velocipedistico è arandi~simo coÌÌveraono varie arterie, il cui fondo è a ciottoli ~ ~ con profonde bnclle, tanto da sembrare fa tto apposta per gu~stare le macchine, ed aiTaticare chi le monta. Nè in migliori condizioni sono lè strade, che convergono nei grandi centri, come Parigi, Londra, ecc., a causa dello sterminato movimento dei carri. Naturalmente l'ideale del velocipedista sarebbe un'ottima rete stradale; ma dove non è l'ottimo, può esservi l'utilizzabile. Infaùi se, presa una carta lopografìca d.i .un settore qualunque, dove si potrà S\'olgere una campagna nella Europa centrale, vi diamo un'occhiata, fa tta astrazio"ne dei valichi alpini (dico valichi e non vallate), vi osserveremo nmnerosissime le strade. Il velocipedista quindi, colla sua rapidità e resistenza eccezionali, llllorquando le vie più di relle fo:;sei·o per pendenza o fondo :Stradale impraticabili, potrà giungere sempre in tempo, scegliendo v

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(i) Vale a dire nei limiti dei percorsi delta grande maggi~ran1.a <lei velocipedisli.

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ruotabili buone e con pochi colpi di pedale compensando l'allungamento del· percorso. Per quanto la rete stradale sia difettosa, sulle vie interprovin!}iali, comunali, vicinati, e perfino sui sentieri e sui viottoli, il velocipedista troverà sempre cinquanta centimett·i di posto da pas. sare; e su di una striscia di tale lunghezza, potrà mantenere una andatura rapidissima. Le arterie principali, come quelle che godono di uria manutenzione più accurata, hanno sempre, specie nel margine tra i paracarri ed il fosso, una striscia buona pei velocipedisti. Le secondarie, tanto meno sono frequentate dai carri, altrettanto saranno ben conservate. In una regione dove la rete stradale è molto fitta, non rimarrà al velocipedista altro che l'imbarazzo sulla scelta della ruotabile l migliore. In un paese dove le strade sono poche, anche il movimento dei c~rri sarà limi tatissimo , e quindi il fondo stradale ben conservato. In ogni modo poi, il velocipedìsta va dappertullo e, purchè il terreno sia resistente ed unito, andrà ariche in mezzo ai campi, dove potl'à benissimo util izzare i sentieri larghi circa 50 .centimetri, col fondo indurito dal continuo passaggio dei pedoni.

La super-iorità incontestata del11elocipedismo avviene nei lunghi pe1·corsi, durant~ i quali, è im:possibile che le condizioni stradali siano sempre s/'wflorevolì, e quindi, appena si avrà tma 1·otabile btbona, colla velocità di 25 chilomet1·i all'ora, si co1np1mserà Sthbito i t1·atti (atti a piedi ed i campi che non si swranno potuti trave1' san.. Le pendenze.

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Più del fondo stradale e del vento contrario, le pendenze sono una diffìcol~à del velocipedista. La salita naturalmente è un ostacolo tanto più forte quanto maggiore è la sua inclinazione: e.può riuscire anche insuperabile se è molto ripida: se vi sono molte curve, se spira vento contrario ed il fondo stradale è cattivo. 11 profano crede che qualunque salita, sia pel velocipedista un ostacolo ìnsormontabile. Ciò è inesatto. 7f,.- ANNO XL.


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LA qUESTIONE CICLO-llllLITARB

Un velocipedista robusw e c€lnsumato supera qualunque pendenza, o almeno tutte quelle iri cui chi va in carrozza non è costretto a scendere. · La media dei velocipedisti supera le pendenze del H> o j o circa ; quindi si può ritenere che, chi di queste molto si preoccupa, non è un velocipedista vero. Nelle pendenze molto forti il velocipedista scende per non affaticarsi soverchiamente, ·per non danneggiare eon sforzi eccessivi la sua macchina, senza compenso ·., l?aiacchè ' spesso la velocità raggiunta è uguale o inferiore a qllella di chi va a piedi. Appoggiato alle impugnature del manubrio si cammina in salita molto meglio che a pierli. Il corpo :>quilil:irato in avanti p~r l'ascensione, trova un comodo appoggio nello stesso manubrio, e con piccolissimo sforzo spinge la leggera macchina innanzi. Il soldato poi senza .zaino ha la respir,,zione mollo · più libera di u~ fantacc ino -carico. Ad una fot·te salita segue quasi semp1.·e un trall.o in discesa, dove, montati in velocipede, si trova sollievo alla fatica sost~nuta, mentre ·con una velocità straordinaria, si compensa tutto il tempo perduto. Il movimento acceleratissimo delle gambe per seguire i pedali nelle discese, scioglie tanto meravigliosamente la musco latura, da facilitare il mantenimento di un'andatura rapidi ssima dm·ante il pet·corso, ed anche nelle salite, susseguenti. . Le lievi pendenze non danno nessun fastidio al velocipidista. In montagna il fondo stradale è quasi sempre asciutto, giacché l'inclinazione facilita lo scolo delle acque ed il vento il prosciugamento. Per le stesse ragioni e perchè il fondo stradale è quasi sempre. solido, è rarissimo il caso che una via in montagna sia · impraticabil e per polvere o. fango , anche dopo calori eccessivi e · pioggie prolungate. L'aria buona della montagna fa sentire molto meno .la fatica. In genere il velocipedista ama molto più questi viaggi, dove si alternano tratti a piedi a disc·ese vertiginose con continue varietà di vedute, anzi che la monotonia delle strade sul piano, piene di fan go e di polvere. Le discese; specialmente se hanno forti curve, sono pericolosissime pei velocipedisti, che, eccitati dalla rapidità della corsa, facilmente dimenticano le precauzioni necessarie e fanno cadute

éONSIOERATA NELLA PRU1AVEIW\ DEL

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in questi casi sempre gravissime. Il • vento e le condizioni della strada però influiscono al velocipedista in discesa, che trasportato dalla macchina supera tulto inavvertitamente. Anche le pendenze più prolungate, è difficile che durino per molti chilomett·i senza interruzione, ed i tratti in cui bisognerà inevitabilmente scendere, si ridunanno in genere a por.he centinaia di metri: raramente quindi nella media si percorreranno meno di ·l O chilometri all'ora. Anche in montagna dunque il velocipedista avrà un vantaggio sulle altre armi specialmente q~~ando i sno-i pe.rco1·si SM'anno lnnghi, gia.cchè il tempo perduto nel superare ceni tratti a piedi, sarà poi compensato meravigliosamente nelle di scese. Naturalmente se. il tratto da percorrere fosse breve e tutto in salita, sarebbe. preferibile l'uomo a cavallo. Se le ascensjoni avvenissero fuori dalle Slraàe, il fantaccino avrebbe i migliori vantaggi' perché non dovrebbe trascinarsi su la macchina, cosa in montagna faticosissima, specialmente se si sale in linea retta. Nella peggiore ipotesi il velocipedista avr1t una velocità pari a quella del fantac.cino ; nelle di&cese non temerà il confronto di nessuna arma . Lo sviluppo velocipedistico della Sviz:r.era ci dimostra come i paesi montuOsi non siano contrari a tal genere di trasporto, eò il Gottardo e gli . altt·i valichi alpini, sono continuamente traversati dai velocipedi.sti che fanno i viaggi internazionali. lf

* *

.Nota . ..:... Le cognizioni sulla macchina e la pratica del velo-

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cip.edismo danno norme fisse per prevedere e prevenire le cadute gravi, di maniera che si può dire che queste sono sempre frutto d'imprudenza od imprevidenza. . Un buon velocipedista, cadendo, cerca salvare la macchina da gra.vi guasti, e per· le riparazioni non l'affida a qualunque artefice, il quale dolosamente o per ignoranza, potrebbe dnnneggiarla maggiormente.

(Continua). NATALI LUIGI CA.\HLLO

tenente ?!el 3 9° {a11t.eria.


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D A ASSAB A CA SSA LA

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DA ASSAB A CASSALA. t•

Sguardo retrospettivo sto:rlco delle imprese italiane . pei domini e protettorati In Africa. nell'ultimo quarto di secolo.

Conlint~azione

- Vedi di8ptn&a Xl!

v. (1882-1888).. \ .t.b

Intermo~~o scioano. -

Convenzione con l'Aussn. - Tentativo fallito col Negus. _ 1\egoziati con Menelik. - Mediazione del Re dello Scioa tra Italia od Abissinia._ Polit ica di )fonelik.

Prima di esaminare gli avvenimenti cui diedero luoo-o i . b preparativi di guerra dell'uno e dell'altro"·campo, non sarà 1 inutile tener conto dell'azione politica del Governo italiano con Menelik R e dello Scioa, vassallo e tributario della Abissinia.· Fin dal 1882 era stato inviato con mandato ufficiale il conte Antonelli per la via. di Assab ed il sultanato di Aussa: ed allo scopo di cominciare ad utilizzare il modesto possedimento nella baia il nostro inviato stipulava il 15 mar·zo 1883 con l'Anfari Mohamed dell'Aussa un trattato che garantiva: · 0 1, libertà di transito per lo Scioa ed Assab; 2• concessione di una terra per fondare all' Aussa una stazione commerciale; 3° esenzione dei dazi per le carovanè italiane.

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In seguito, il 21 maggio dello stesso anno, fu stipulato un trattato di amicizia e commercio tra l'Italia e ,lo Scioa, e si ebbe da Menelik la promessa dell'invio di una solenne ambasciata in Italia. Parallelamente aveva operato una missione con gli stessi intenti presso il N egus d'Abissinia, e ne aveva disimpegnato l'incarico il R. commissario in Assab, cav. Branchi. Il Negus, più pratico, desiderava che prima s'iniziassero i traffici, e solo dopo, conosciutane l'utilità ed importanza, riteneva utile studiare l'opportunità di un trattato. L'e convenzioni con l' Aussa ~ lo Scioa rimanevano lettera morta, ed il conte Antonelli al principiò del 1884 ritornava una terza volta alla corte di Menelik, con la missione di spronarlo ad incoraggiare il commer cio sulla via già stabilita, e di farlo decidere ad inviare la promessa missione in Italia. Il R e dello Scioa, pure accogliendo sempre con molti onori il nostro inviato, spiegava poco calore a mantenere gli impegni presi, e così le carovane · dello Scioa sceglievano altre vie per venire al mare. Cosi temporeggiando in lungaggini, si giungeva al 1885, epoca dell'occupazione italiana a Massaua. La nuova che un corpo di truppe italiane era sbarcato sulla costa del Mar R osso impensierì assai il Re scioano. Egli si faceva esatto conto dei pericoli che sarebbero sorti fra Italia e Abissinia, e per evitarli si proff'eriva qual me- · diatore. D'altra parte, a ripetute istanze perohè con l'invio di una sua ambasciata in I talia ci dimostrasse chiaramente che egli era con noi, Menelik esitava timoroso. Dopo mille destreggiamenti, dichiarava finalmente il 9 maggio 1886 al conte . Antonelli (l) che non aveva alcuna intenzione di compr omettersi col suo alto sovr ano il Negus, di cui temeva giustamente le vendette in caso di un passo falso. Le nostre r elazioni con lo Scioa nel successivo anno 1887 sembravano mutarsi. Dopo l'eccidio di Dogali e le continue

(l) Libro Verde sttll' Etiopia, l'i dicembre 1889, doc. 104.


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pl:etensioni dell'Anfari dell'Aussa, il nostro inviato, sulla via del ritorpo in Italia, ebbe nuove istruzioni dal gabinetto italiano·, e a giugno 1887 ritornava allo Sci0a. Essendo stata decisa l'azione militaré da Massaua, si voleva poter conta1:e sul concorso, o almeno sulla neutralità. di :iYienelik. Questa spinosa missione, doveva rendersi ben difficile al conte Antonelli, , _che fin dai primi mpporti inviati dal giugno 1885 al .Ministero era convinto che Menelik non avrebbe mai fatto alcun atto, ostile al N-egus d'Abissinia: ed il contegno che avrebbe tenuto. il Re dello Scioa si spiegava con un complesso di forti ragioni, non ultima la naturale pusillanimità dell'uomo e gli rnnori della corte scwana. Effetto della missione italiana fu che Menelik stipulò col nostro inviato · una convenzione segre!i,a con la quale s'impegnava ' ad una neutralità assoluta, mentre l'Italia gli avrebbe in compenso consegnati 5000 fucili Remington in sei mesi. ,. La convenzione segreta fu firmata il 20 o.t tobre 1887. Durante ·questi maneggi Menelik aveva interposti i suoi buoni uffici tra--l'Italia ed il Negns, inviando a quest'ultimo l'Abunaqi\{athias, vescovo dello Scioa. Re Giovanni, ~pie­ gandogli che egli non aveva colpa dell' eccictio di Dogali, perchè . ras Alula aveva operato di sua· ~sta, rispondeva che era disposto a stare in pace con l'Italia l ove questa avesse sgombrati i suoi (l) territori. Così falliva anche la mediazion,13 scioana. . ''~ · Il 27 novembre del 1887 il Governo italiano avvertiva il conte Antonelli che at;nunziasse a Menelik per parte nostra, che non saremmo tornati indietro dalle prese decisioni se il N egus non a v esse lui.. fatte proposte ragionevoli. Si proibiva a.l nostro inviato di seguire all'evenienza il R e . dello Scioa in Abissinia,.· e circa i fucili ,da spedire ai

Re, tutto dipendeva dal modo come :M:enelik avrebbe mantenuto i patti del trattato segreto (1). Intanto il .R e dello Scioa aveva ricevuto ordini dal Negus di r,accogliere il suo esercì to · per reca1~si a Bormp.ieda a guardare il paese dei Galla da cui temevasi una ri:bellione,, e, se mai, guardare il paese dai Dervisci (2) aa ovest. Merielik obbediva raccogliendo 120,000 uomini, e si avviava ~ il 27. dicembre verso i \V'olio Galla, per poco accompagnato dall' A.ntonelli. Ma presto ordinava alP inviato italiano che tornasse indietro, per andare ad aspettare !?ar rivo della risposta del Re d'Italia, e dell'invio dei ·fucili che egli stesso gli avrebbe dovuto portare al ca;mpo: Si delineava così sempre · meglio la doppiezza del R e dello Scioà, che pur tt).ttavìa seguitava a blàndire l'.Antonelli, di.cendogJi che l'Italia aveva ragione, e che « egli sapeva quel che dovesse fare, intanto gli ~taliaui proçurassero _di esser forti. » Tale era la situazione politica dello Scioa d i fronte all' Italia, situazione creata non ostaute laboriose trattative, che. il Re .Menelik cori l'astuzia sua propria sfruttava sempre · 'ì'! a suo vantaggio. I negoziati adunque non _avevano pot_u to ··avei:e alcuna influenza praticà sul movimento 111ilitare del corpo di spedi~ÌQne italiano:t:' A i' primi di dicembre gli ultimi scaglioni ·erano giunti, insieme ad un parco aerostatico ed · a;> riflettori elettrici in sussidio alle operazioni militari. -r basci-buzuk, condotti dal colonnello B egni e da altri arditi ufficiali, fecero più volte ricognizioni su Saati, ·che

{l ) Re Giovanni riteneva che tutto ciò che era ad occidente di Massaua era di diritto territorio abissino. . ·

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(lì LiòrQ Ve1·de del 188a, doc. 174. {2} La _campagna contro i Dervisci era stata. iniziata per o11dine del Negus da Tacle Aimanot., re del Goggiam, che si era. avviato a novembre 188'1 a Metemmah. L'esito fu disastroso per l'immenso esercito di Tacle Aimanot; fra. il novembre ed il dicembre di quell'anno Abu Angar, famoso emiro ·dei Dervisci, alla testa di 90,000 combattenti schiacciava il re del Goggiam a Debra Sin, a sei giornate da Metemmah. Una strage sanguinosa coronò la vittoria sudanese.

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non ostante rappresentasse il pomo della discordia, e ras Alula non fosse lontano, non era stata ancora occupata. Era ferma intenzione del Governo italiano che si procedesse all'occupazione stabile di Saati quando se ne potesse garantire la conser vazione con tro qualunque sforzo, e cosi fu adottato dal Comando superiore il piano di avanzar.e lentamente, coi calzari di piombo, stabilendosi fortemente in posizioni successive, con un sistema di t rinceramenti zeribe (1), muri a secco e for tini m~tallici ed ~ltri mezzi di fortificazione t utte le volte che si .prendevano posizioni avanzate. . Con, detto metodo prudente, che se affaticava le truppe con lunghi lavori quotidiani assicurava l'ottima preparazione ad ogni attacco ed in qualunque delle nostre posizioni, si proteggevano anche i lavori della ferrovia il cui . ' progress.o influiva quasi esclusivamente sul successivo avanzare. Il lento ma sicuro procedere aveva la forma approssi)Ìlativ~ di ferro di cavallo, coprente da tutte le parti la base di operazione. Rimaneva indietro solta.nJ;o la, 4' brigata (generale L anza), formando i presidì di .Ma~saua, .A.bd-el.:. Kader, .A.rkico 'e Monkullo. Conti~uando le cose su questa via, alcune operazioni secondarie precedettero ed accompagnarono· l'occupazione di. Saati, ed il 22 febbraio il tenente colonnello Vio-anò o ' capo di stato maggior e, fece una ricognizione sull'.A.gametta con 400 irregolari dell'orda di .A.dam. Il 27 dello stesso mese il Negus era segnalato a Godofelassi. Lo stesso giorno il generale Baldissera eseguiva con due battaglioni una marcia notturna su Sabarguma, che era sgombra. Il 15 marzo 1888 la ferrovia giungeva finalmente a Saati, ed il generale di San Marzano, quivi fortificatosi, attendeva gli eventi.

(l) Zeriòe sono le abbattute dì alberi con cui si formano ostacoli momentanei all'avanzata del nemico.

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Dall'altro ca~po Re Giovanni, av vicinatosi fino ad Ailet, adottò il solito metodo delle trattative .abissine, ed il 26 marzo scrisse al Generale di San Marzano rilevando essere assai doloros'o che gli Italiani non volevano stare al trattato Hewett e restituirgli i territorì estranei a Massaua. n Negus sconfessava ras Alula, ed avver tendo c~~ era. in procinto di combattere i Der visci, trovava molto plU. ra~lO­ nevole che i cristiani s'unissero per combatter quell1, piUttosto che dilaniarsi fra loro. Su questa traccia, e purchè noi ci contentassimo di Massaua soltanto, offriva u n modo . di intendersi. .A. tali proposte che battevano sempre lo stesso chiodo il generale di San Marzano rispondeva a nome del Go:e.rn~ italiano che non poteva trattar e di pace che alle cond1z1om seguenti: 1• Riconoscimento del protetterato italiano sugli Assaortini e gli Habab ; . 2° Possesso all'Italia di Ua-rà•1e Saati, con una zona m avanti di una -gior.nata di marcia, con Ghinda città di frontiera abissina, e la valle di Ailet all'Italia, o almeno sotto il suo protettorato. Si sarebbe dovuta segnare chiaramente la frontiera con colonnette; 3• In dipendenza delle due prime condizioni si dovrebbe segnare un trattato di amicizia e commercio fra l' Italia e l'Abissinia. n generale italiano aggiungeva, che se per considerazio~~ di amor proprio il Negus fosse restio a far conoscere tutto c10 ai capi ed alle truppe con un pubblico trattato, egli si sar ebbe accontentat o di solide garanzie ; il trattato si sarebbe potuto definire dopo, appena il N egus si fosse liberato dai Dervisci. . Dopo altra lettera del 26, cui R e Giova~ni riceveva id.entiche risposte, il ·Negus rompeva le trattattve con una ult1ma missiva in questi termini: « Ho r icevuto la lettera dal càmpo di Saati il 20 mag« gabit (li. (l) 28 marzo.


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« H o creduto che la conciliazione potes~e avverarsi, come « prima ci siamo riconciliati con -gl' inglesi . e gli egiziani. « Avevo scritto una lettera amichevole per mettere d'ac« cordo i cuori. Perchè sono state abbandonate le condizioni « di prima? Che cosa potrebbe ora metterei d'accor do? Cristo « non ha ripartito e riconc:iliato? Il vostro paese è dal mare « sino a R oma, il mio è dal mare sino a qui, cioè all'Etiopia : « non v'è alcun motivo per questionarci. . « Di più, come potrei scrivere, sigiliare e concedere i paesi « che i R e miei avi governarono? Cristo li diede a me. <~ D ove dobbiamo incontrarci perchè ~l sangue cristiano « Sia sparso? Io mi trovo in un posto, voi in un altro; che « cosa ci può fare incontrare? E perq da quest'ora non verrà « più da voi il mio messo, ed il vostro non venga più da me. <r Scritto dal campo di Sabarguma il 23 maggabit » (1). Re Giovanni adunque rinunziava . a q)lalunque accordo sulle ba.si proposte dal gen er ale d i San Marzano, e la situazione generale e le informazioni molteplici provenienti .dal campo abissino facevano sperare in una imminente soluzione con le ar mi. Ma non astante la vicina nza del nemico che era a cinque o sei chilometri dal nostro fronte (2), il Negus, deluso nella sua speranza che g l' italiani uscissero essi dalle loro posizioni per dai·gli battaglia, il 2 a orile 1888 cominciava senz'altro la ritirata per la via di Ghi~da, spin.gendosi innanzi Ras A.Iula. Accer tato il ritorno delle forze abissine sulla loro strada, il governo italiano ordinava immediatamente che s' iniz.iasse il r itorno delle truppe non indispensabili ai presidi ordinarì. E la spedizione tornava in Italia senza av €n·e ottenuto che una vittoria politica. Si voleva tenere Saati e si tenne. Il Neg us a capo di più che. centomila uomini aveva dovuto tornarsene sen,za arrischiare un colpo solo, e non

(l ) 31 'marzo. (2) Le masse abissine che erano allora riunite sul piano di Saba.rguma occupavano una fronte di circa 10 chilometri.

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ostante il sentimentalismo dei soliti incontentabili che avrebbero voluto lavare nel sangue abissino il clisastro d·i Dogali lo scopo era stato raggiunto, evitando il bucato di sangue di cui sarebbe stato molto difficile prevedere il risultato. VI. (1 888-1889). I l generale Baldissera comandante superior e. - Gl' intrighi degli agenti fl·nncosi. Lo scontro di Saganeiti. - La pomica « scioann ». - li conte Antonelli. - La prima idea di occupazione di Asmara e dci Bogos. - Difficoltà militari. - Ricognizione su Keren ' del maggiore Di Maio. - Debcb occupa Asmara cercando ravvicinarsi agli italiani. - Morte del Negus. - Menelik si proclama imperatore. Occupazione di Keren (2 giugno 1889). - Il bnrambnras 1\afel imprigionato. .

Alla metà di magg1o del 1888 r imaneva a coma1idante superiore a Massaua il generale )3aldissera dopo il ritorno d ella spedizio!_!e San Marzano. P rima cura del nuovo comandante fu di sistemare l' oc-cupazione tra Saati e Massaua, organizzare i presidi e preparare· il riordinamento delle tr uppe indigene. Parallelamente si cominciò a studiare il modo di dare una soluzione pratica alla questione con l'Abissinia, impiegando mezzi più adatti e meno dispen~iosi, accarezzando i capi dell' Hamase~ per attirarli ai nostri inter essi, e adoperandoli validamente per la futura occupazione dell'altipiano. D i pari passo all' iniziato r iordinamento militare (l) si organizzavano meglio i pubblici servizì, mettendovi quèl-

{l ) Il " Co1'}JO speciale " delle t ruppe d'Africa fu aumentato: si tE'nnero disponibili nella colonia 3 batterie da montagna, e gl'indigeni non poterono sorpassare la cifra di 2000 di cui 200 erano del1'01·da 1'nterna. Così coi 1800 combattenti indigeni, tolto un centinaio addetti a.lle batterie indigene da montagna ed al plotone esploratori, si costituì un reggimento.


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l'ordine che si era dovuto trascurare durante le operazioni precedenti. Una tassa municipale sugli esercenti e negozianti di Massaua provocò intrighi poco lodevoli ed una inopportuna ing erenza francese, che l'energia del generale Baldissera seppe sfatare a tempo. Ecco in qual modo si svolse lo spiacevole incidente. · Delle potenze estere solo la Francia aveva a Massaua un agente consolare, che per altro funzionava anche arbitrariamente, giacchè non era insediato con le formalità prescritte dagli usi internazionali verso la potenza sovrana di'l luogo. F in dall'ottobre 1885 in cui gli egiziani ·lasciarono Massaua, vi era agente un certo Soumagne, che si qualificava vice- console di Fran cia, ed era tollerato. Valendosi costui dei missionari lazzaristi in Abissinia, fu sempre in relazione con ras Alula ed il Negus, .suscitando spesso fastidì. Il governo della Repubblica ai nostri reclami richiamò il Soumagne, affidando la reggenza ad un tal Mercinier. Quest'altro per far clientela offrì la protezione francese a tutti gli stranieri che erano a Massaua, iscrivenqoli nei suoi registri ; e quando si trattò di prelevare le tasse mun~cipali, istigò i suoi protetti (1) a rifiutare il pagamento protestando: egli appoggiò per suo conto accanitamente i reclami, col pretesto che a Massauà. esistevano ancora le Capitolazioni. I protetti francesi furono co~tretti dal comando superiore a pagare, e non ostante il governo francese impiegasse poco buona volontà ad appagarsi delle spiegazioni del governo italiano; il Mer cinier non fu più riconosciuto dal Comando come vice- console, non avendone i titoli. Contemporaneamente a questi. fatti che per la prima volta ci palesavano sentimenti poco amichevoli in Africa di una potenza europea., il generale Baldissera organizzava la spedizione di Saganeiti, per sorprendere il ribelle Debeb. Ne

(l ) I protetti francesi erano quasi tutti negozianti ed esercenti greci.

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f u af fi.dato l'incarico al capitano Cornacchia, da tuttil' ritenuto il più adatto a disimpegnarlo con successo,_ e op e~ razione di piccola guerra, fatta solo con truppe :rrego_lar~ 5 ufficiali italiani, s'impose per molteplici cons1 deraz10lll 6 di opportunità e sicurezza (1). Il piccolo corpo . era composto di 400 basci·buzuk com_an~a~i, ol~re al cap1tano Cornacchia dai tenenti Viganò, Vugm1, P oh e Brero. Adam Aga con 200 uomini della sua orda doveva appoggiare la opera• l . . zione, rimanendo indietro di una giornata. d1 marc1a,s1a p~r sostenere in caso di bisogno la ritirata della colonna, _s1a per tenere pronti i viveri e l'acqua p_el r_itorn~ i~ Ark10o. L'opera:r.ione, secondo chiare e prec:se 1struz10m del C~­ mando, doveva eseguirsi con la mass1ma segretezza, condizione indispensabile per la r iuscita. : che se per qualunque evenienza si riconosceva non più sicura la sorpresa, la colonna doveva rientrare ·senz'altro. Pur troppo la sorpresa non av>enne. Debeb avver tito ~ tempo o da nostri informatori o da u?mini_ de~ paese, mand~ via gli inetti àlle armi, le donne e~ 1 fanc1u~h, ed attese d1 piè fermo la colonna, disponendosi a stermtnarla. Il capitano Cornacchia, partito la sera del 2 ag~st~ l~ da Ark ico, arrivava ad Ua-à la mattina d'el 3 e v1 numva le ·sue forze (2). Adam si teneva. secondo le disposizioni del (l) Debeb, già, da noi disertato, cru. temibile nell'avvenire pel suo a_rdimento e per l'autorità della sua nascita, ed intorno a lui si raccogheva l'unico nucleo di forza orgnniznta che ancora si trovasse nel Tigrè. Inoltre, autorizzato 0 no dal suo· sovrano, taglieggiava e ra-zziava a suo t-alento popolazioni da noi protette. . . . Da due mesi il Comando superiore era esattamente 1nformato dt lut e delle sue forze, e ritenne quello il momento per sorpret~derlo con sicurezza della riuscita. (2) 11 generale Baldissera, per sviare qualunque sospetto circa la destinazione delle truppe per l'operazione di Saganeiti, aveva disposto che ai 100 basci-buzuk a-ffidati al capitano Cornacchia. in Arkico si aggiuno-essero alt ri 100 che il tenente Poli conduceva ad Arkico df!. ì\Iassaua ·;er via di terra, ad alt1·i 200 provenienti da Saatì e Monkullo per !"errovia e che furono imbarcati per Zula, Da Zula questi ultimi dovevano raggiungere, come fecero, tutta. la colonna ad Ua-à.


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comando ad una giornata di marcia. Il comandante la spedizion6 la mattina del 3, prima di riprendere la sua marcia. riten!?ndo prudente di assicurarsi dèl parere degli ufficiali, degli jus-basci (l) e degli informatori (2) sulle modalità più opportune per l'operazione, tenne consiglio con tutti questi, esponendo loro lo scopo che dovevasi raggiungere. Gl'informatori esagerarono certamente le forze di Debeb e le condiziop.i topogra:fìche della località di Saganeiti, sicchè il capitano Cornacchia nell'apprestare le sue disposizioni domandò che A.dam Aga lo seguisse più da vicino. Gli informatori stessi avvertirono che Debeb doveva esserà stato informato, non sapevasi come, ed il capitano Corn.acchia pur ritenendo diminuito l'effetto della· sç>rpresa, continuò la marcia. Avvertito il generale Baldissera di tali condizioni di cose, e comprendendo che l'operazione sarebbe certamente fallita, telegrafò immediatamente al comandante del campo di Arkico, (3) che se era ancora · iU: tempo facesse tornare indietro la spedizione. Tale intento non : fu potuto raggiungere. La colonna intanto, già riunita ad Ua-à donde era partita la sera del 4 agosto, giungeva alle 7 della sera d~l 5 sulla vetta del Saik-Ara. Quivi pernott-ava, e l'indomani (il 6) verso Akrur, arrivando a Sarkaet sullo Sciaghedè. Essendo assai stanca, la truppa riposò in quella località fino alle 5 di sera del 7 agosto, indi si rimise in marcia proseguendo sino alle vicinanze di Saganeiti. All'alba dell'8 la colonna si raccolse per disporsi all'attac0o. Il tenente Viganò con un distaccamento di 100 uomini si spinse avanti per aggirare il .. paese ed impadronirsi della

(l ) Sottotenenti indigeni, reclutati fra i graduati inferiori. (2) La rivelazione fatta agli informatori dello scopo della spedizione diede ~ertameote a.d alcuni di essi occasione di portarne l'allarme a Debeb, facendolo av,•ertito per mezzo delle g·uide, alcune delle quali erano state prese per forza. ·e legate per dare informazioni sul paese. (3) Colonnello San 1\·fartino, comandante il 1° reggimento cacciatori.

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casa di Debeb, il resto della colonna avanzava con la compagriia del tenente Poli in avanguardia. Ad un colpo di fucile partito dalle case· di Saganeiti rispose una scarica della compagnia aggirante e di quella di avanguardia. Il capitano Cornacchia fece cessare il fuoco ed ordinò l'attacco. Fin dai primi colpi parliilii da Saganeiti caddero il capitano ed il tenente Poli. I tenenti Virgini e Brero decisero con Adam Aga la ritirata che fu iniziata in direzione di Selet; qui vi in un avvallamento i cui orli superiori erano stati occupati dagli abissini di Debeb perirono anche Brero e Virg1ni, mentre rima.neva ucciso dall'altra parte il tenente Viganò. Il giorno 9 il capitano Ameglio, già inviato ad Ua-à per raccogliere la colonna in qualunque evenienza, annunziava pel primo l'esito doloroso dello scontro, a lui riferito da feriti e fuggiaschi: In seguito a queste informazioni fLt spedita dal capitano Ameglio una car ovana sulla strada dell' Alighedè, mentre il generale Bald is~era faceva inviare 3 ufficiali medici con materiali e cammelli; spediva basci-bu:-uk per Arkico, ed inviava una nave a Zula per raccogliere e proteggere i superstiti che prendessero quella via. Quando giunse la triste nuova in It.alia che cinque ufficiali italiani, combattendo da prodi, avevano trovata la morte a Saganeiti, scoppiò, come era accaduto altra volta, un coro di proteste e di maledizioni alla nostra politica africana, e chi più ne aveva pi;; ne metteva. Si seminavano milioni, dice>ano, per raccogliere sventur e come Dogali e Saganeiti, dove soldati ed ufficiali italiani si mandavano a macello. Il recente ritorno della spedizione San Marzano, il· cui esit~ era · giudicato addirittura un insuccesso, rinfocdlava le ire, e la stampa contraria all'espansione africana aggiungeva legna al fuoco. Fu gran ventura che il Governo italiano non si lasciasse trascinare da una forte corrente dell'opinione pubblica a ritirare addirittura la nostra occupazione in Africa, decisione che si domandava a voce alta per evitare a tempo,


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dicevasi, futuri altri guai. Queste escandescenze d'altronde se erano prova evidente dell'eccessiva sensibilità degl'italiani, si spiegavano benissimo col non esser e noi ancora abituati ai disinganni delle colonie, e ci eravamo trovati impreparati ad emozioni dolorose. Così si er a svol'ta adunque la seconda tragedia. africana, che tutti sperarono di gran cuore fosse l'ulti-ma (1). La gran politica, per dir così, era trattata intanto sempre dal conte Antonelli, nostro inviato nello Scioa; egli portava seco le armi ed i doni già promessi al re Menelik in cambio della promessa sua azione cont ro il Negus. Nell'ottobre di quest'anno medesimo (1888) Antonelli era avvertito dal governo che, quando 1v1enelik s'impegnasse col N egus Giovanni, gli italiani farebbero una punta su Asmara e Gura. Ma. il ·conte Antonelli opinavaesser meglio affrettare tale passo, facendo per suo conto vivissime insist~nze. Non così riteneva il Comando s uperiç>n~ di 1\'Iassaua, che non era pronto (2) ad un passo arrischiato, e si poneva intanto a prepararvisi. Quando i mezzi furono apprestati alla fine di novembre si avvisò il conte Antonelli, ma la situazione esigeva da Menelik che si movesse finalmente, non continuando nell'inerzia già prima tenuta, quando il Negus era impegnato con noi. Il momento sarebbe sta_to propizio, perchè il N egus era andato a punire Tacle Aimanot, W del Goggiam ribellatosi, ed aveva. i Dervisci alle spalle, mentre si sarebbe

(l ) Fu realmente il secondo ed ultimo combattimento luttuoso per gli itali ani~

(2) Il generale Baldisscra informava il Governo che n01~ si poteva affrettrLrsi prima della fine di novembr11, non essendo a ncora in forze sufficienti il Corpo speciale degli irregolari. Occorrevano, invece di un' o1·da di •! battaglioni d'irregolari, 2 ot·de esterne (S battaglioni), in totale 6500 uomini. Occorreva aumentare !'org·anico dAl corpo speciale di 1400 uomini di fanteria, l batteria da montagna su sei pezzi con 100 uomini e 100 mul~ italiani. Bisognava aumentare il numero dei quadrupedi da soma (muli e cam melli) almeno di 500. E pe1· t utto ciò occo1-reva una spesa straordinaria di 3 milioni, comprendendo il noleggio di un altt·o piroscafo.

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-trovato da un altro lato la minaccia di Menelik, ov~ questi -si fosf)e deciso. Con queste considerazioni il governo italiano .calcola va : l" O il Negus andrebbe nello Scioa, batterebbe Ml3nelik ,indi accorrerebbe contro di noi; ~ O, avvertito della nostra comparsa sull'altipiano, werrebbe prima da noi per discacciarci. Nel primo caso abbandonerebbe troppo presto un paese .debellato, e porterebbe con tr o di noi un esercito sminuito e :.Stanco; nE:>l secondo caso potrebbe Menelik prendere una _pr onta offensiva. attaccando il Negus alle spalle, fra-pponendosi a lui ed ai paesi da cui potrebbe il nemico trarre i suoi viveri. Che se noi rimanessimo nell'inazione, il furbo .Menelik potrebbe farcene rimpro vero ed averne pretesto per -rifiutar e quelle condizioni che prima accettava. D'altra parte ·rimanendo Menelik soccombente, noi ci troveremmo sulle tbraccia il Negus, senza possedere ancora posizioni forte..mente preparate a difesa.. I spiratore di queste condizioni del governo italiano, il ·conte Antonelli comunicò in dicembre che Menelik doman·dava, perchè potesse agire, che la nostra azione militare da _Massaua non fosse interrot ta. Confermava altresì il r e dello .Scioa la promessa già fatta di una solenne missione scioana da .inviarsi in Italia, e ne destinava a capo .il elegiaco Makonnen. Intanto gli avvenimenti al sud precipitavano. Il re del ·Goggiam era stato battuto dall'esercito del Negus, ed ~ra ·:.stato nominato governatore del Goggiam ras Mikael in nome dell'Abissinia. Menelik, riunito l'esercito, aveva oc.cupato il paese dei \~Tollo-Galla; molti generali del N egus -d efezionavano. Pareva quindi indubitato ed imminente che .Mènelik agirebbe contro re Giovanni d'Abissinia. Sicchè concludendo, il Ministero della guerra calcolava -che alla proposta occupazione immediata si opponevano: la :rist rettezza del tempo e la necessità di grossi rinforzi e di ~· i;D-gente spesa (1). Per tali ragioni pareva più consiglia(l) Si era calcolato che per una spedi zione di 25,000 uomini occorreva >Una s pesa. di circa 100 milioni. 75· -

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bile su Asmara soltanto una rapida ricognizione, cosa che includeva l' idea del ritorno più o meno lontano. L o stesso era da considerarsi per K eren. Menelik intanto pareva, al dire dell' Anton~lli, fin troppo compromesso col Negus, col quale non poteva far altro che battersi, non essendogli più possibile tornare sui suoi passi. D'altra parte, l'attendere che egli s'impegnasse col Negus per poi cominciar noi, equivarrebbe a desis-tere da ogni impresa, perchè a Menelik darebbe diffidenza. In ultimo, con 8000 uomini che avevamo laggiù potevasi sempre arrischiare qualche passo. D generale Baldisser a, i~terpella.to se poteva· almeno agire in questo senso, rispose affermativamente, giacchè aveva piena fiducia nelle sue forz-e. l.F L a ricognizione su Asmara era dunque pronta, ed il conte Antonelli era avvertito di darne comunicàzione al re dello Scioa per spingerlo a muoversi, quando una delle solite sorprese africane sospende~a la marcia. Si ebbe notizia. che ' vinto· e saccheggiato il Goggiam <.lal'Negus, era inter venutol·-un accordo, per lo' meno momentaneo, fra il re Menelik ed il Negns ! L 'imperatore Giovanni sapeva con chi a;veva da fare: Menelik non gli dava troppo ombra, mentre i Dervisci erano per lui un pericolo vero, imminenté. s(ISpesa la ricognizione su Asmar a, il~enerale Baldissera faceva eseguire invece una rapida marcia-ricognizione su Keren dal maggiore Di Maio e pochi altri ufficiali, ·con. 300 uomini di bande abissine. Keren era tranquilla (1). Data "q uesta situazione, il conte Antonelli insisteva nella. necessità di occupare al più. presto Asmara ed i Bogos. A queste vedute, cui annuiva pienamente il Ministero degli . esteri, il Ministero della guerra opponeva alcune considerazioni- d' indole politica e d' indole militare. -

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(l ) La piccoìa ricognizione partì il 2 febbraio 1889, ed accolta benis7 simo dagli abltan ti, fu di ritorno il lO dello stesso mese.

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Conside1·azioni d'indole politica. - L e informazioni provenienti dallo Scioa non sembravano di tale entità da decidere un'azione energica come quella che si voleYa. A Massaua si era molto all'oscuro. D'altra parte poca .fede poteva ispirare Menelik, che con 120,000 uomini, ,..esercito pit.'r' forte di quello del Negus, nulla aveva fatto altra volta per noi; ed ora, benchè alleato di Tacle Aimanot (l} l'aveva lasciato solo, alle prese col Negus, e se ne stav~ egli sulla difensiva, pur tenendo un esercito di 50,000 fucili, 100,000 lan_ce e 30,000 cavalli Galla. E gli diceva : « Aspetto le vostre armi che sono per via >>. Certo 4000 fucili Remington, cartucce e polvere eran molto; ma non tan~o da . costringerlo all' immobilità, mentre un po' di ardu·e da parte sua potrebbe far dilagare la ribellione e dar grandi guai al Negus. Consiclet•azioni mi.litari. - Per studi fatti occorrerebbG una g,rande, non nteschina spedizione, per esser pronti a parare qualunque opposizione. Presentav!1_, ardue difficoltà l~ strada ( essendovi - solo l'ap.tica), facile alle sorprese ai :fianchi ed alle spalle per parte di popolazioni non ancora sicure. Era ~ifficile fortificarsi bene in poco tempo ad Asmara {2). Per 1l comQ.do trasporto dei materiali e cannoni occorreva porre mano alla strada carreggiabile, quindi la spedizione doveva aspettare che tale lavoro fosse abbastanza avanzato. . ... . . Calcolando :finalmente sino al marzo la stagione propizia, Vl erano soltant o 3 mesi davant i: era poco. Ed anche occupàndo, non ostante tali sfavorevoli condizioni, Asmara riusciva assai difficile tener sicura la comunicazione con l~ . base Massaua.

(l ) Il re del Goggia.m, tributa rio dell'Abissinia. (:J) Ras Alula era in quel tempo col l;uo esercito a Debm Tabor, a ' · 25. giornate da Massaua, e a vrebbe certamente tentato di disputare Asmara, arrivandovi con pochi giorni di marcia forzate, prima che si fosse potuto fortificar bene la posiziono.

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Durante questi a\·venimenti l'ardito Debeb, assicuratosi della nostra neutralità, e dopo aver già domandato insistentemente perdono della sua defezione delP anno avanti, attaccava e sconfiggeva il 9 febbraio il degiacc Ailu Selassiè presso Adi Baro ; faceva qnindi occupare Asmara per suo conto, e avverti che era sua idea di andare sino in Adua. Faceva cosi il nostro giuoco. Gli avvenime~ti si succedevano con rapidità insperata. D Comando superiore a Massaua con fine accorgimento secondava Debeb promettendogli, nel caso che prendesse Adua e Axum, l' in v io di rinforzi di nostre bande assoldate. La lontananza accertata de_l N egus impegnato n·el sud, la scarsità del presidio nel · Tigrè, le cni popola~ioni erano stanche di guerre, esazioni, blocco, ed erano affamate per giunta, consigliavano di nuovo la ricognizion~ sn Asmara. Alla fine di marzo il generale Balqissera comunicava al governo italiano la voce insistente della morte accertata del Negus.. a Metemmah, ove il suo esercito era stato messo m rotta· dai Dervisci. La notizia di sì grave avvenimento fu confermata (l).

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{l) Il generalo Luchiuo Dal Verme nei " De?'Vfsci ml1.8udan Egiziano >> cosi riporta la battaglia di Metemmah e la morte di re Giovanni: (( Era. da poco sorto il 1889, quando nel S uda.n incèblinciavano a o-iun« gere le voci di arr ivo der Kogus con .un'oste immensa, dete}'min:to ad « anda re d ritto a Kar tum a distruggere il Mahdismo. Ed ora vero. " Re Giovanni, che mentre trova vasi l'anno avanti nel nord a fron« teggiare g l'italiani, aveva avuto le novelle della rotta di Debra Sin e " della distruzione di Gondar, rivolg·eva. le armi al sud por vendicare <(gli uccisi e salvare trono, religione e paese. 'Perciò, non potendo a:ere ((pronta rag ione- delle t ruppe ital ia~e, 'Scompariva dinanzi a Saati il « 2 aprile 1888, c rapidamente s'allontanava per l'altipiano. l'Ila era tardi. • Gli odiati musulmani avevano abbandona to i monti c fatto g ià ritorno " vittoriosi ad Omdurman. " Il Negus non aveva peri> smesso . il proposito della riscossa. ·Nel,, l'au~unno ria!funava l 'esercito e muoveva verso sud, per sottomettere « il re del Gogg ia m e il re di Scioa. Debellato il primo, ed impedito di «procedere oltre l' Abai dalle forze di re Menelik, volse ad occidente.

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1\!Iors tua vita mea. L ' occupazione di Asmara, non p1U semplice marcia di ricognizione, non doveva differirsi, ed il Genera.le Baldissera ebbe ordine di eseguirla, proclamando che l'Italia garantirebbe l'ordine ai suoi confini a proteggerebbe le popolazioni che chiedevano il suo appoggio.

<(Marciava coi suoi migliori ca pi, ras Area Salass ieh, ras Mikael, ras "Alula, ed un eser·cito di 150,000 persone, di cui ventimila a cavallo. " Lo sgomento nel Gallabat era grande. Si ralrorzavano le difese del << campo trincerato, dove Zaki Tummal avcv;~ deciso di attendere gli a bis(<sini, coi suoi 85,000 armat.i. << Re Gio.vanni muovo in fin di febbraio da Gondar e poco prima di <(giungere a . pallabat invia un messaggio al generalissimo mahdista per · (< annunzia,rgl tiì suo a rrivo, indicàndone il giorno, ed aggiungendo che " cosi faceva perchè non avesse di poi a dire che egli, il Negus Neghes ti, " era giuntò (li nascosto come uu ladro. « Il 9 marzo 1889 i l'l oldati del Re assaltano il campo trincerato, una «immensa zeriba semina ta di capanne in immediata vicinanza: •della città "di Metemmah, e ,qopo un acca nito combattimento riescono a penetrarvi. • Si uccide e si brucia senza pietà. Gli abissini invadono la casa che ((fu già residenza di Abu Angar, e pensano in quel supremo momento ((a dissotterrarne il cadavere, per darlo in preda alle fiamm e e vendicare «l'incendio di Gondar. ' << Le forze dei dervisci s tavano per esaurirsi; le munizioni mancavano, ~ e si credeva oramai finita la battaglia, allorcl.Jè improvvisa si sparge « la voce fra gli abissini che H Negus era stato colpito da una ' palla. Fu « il segnale della ri tirata; ognuno fece quanto bottino potè; chi ne ebbe " il destro prese anche delle schiave; e tutti abbandonarono la zeriba (< dirigendosi al fi ume Atbara. (< Era giunto per i dervisci il momento propizio di mutare le sorti della <<giornata. Avevano sofferto se~sibilmente, la divisione di Uad All era « quasi annientata; ma non perdettero tempo. E subito tagliarono pa(< racchie teste di abissi ni e le mandarono ad Omdurman, con l'annunzio .((di una g rande vittoria. « L' indomani, contro ogni attesa dei derv'isci, g li abissini non riap" parvero. Si seppe invece che erano in piena r itirata verso l'Atbara. « Zaki si decise ad insegu trli . Ne venne un nuovo incontro, 1'11 marzo, " sulla sponda dest ra del !lume, nel quale combattimento gli abissini « ebbero la peggio e fuggirono, lasciando il corpo del Negus in mano (( agl'infedeli. « Era il cadavere chiuso accuratamente in una cassa sigillata con cera. « Apertala ed avuta assicurazione dai prigionieri che quelle erano le


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L'operazione veniva facilitata dall'anarchia completa del Tigrè in seguito alla morte del Negus. Il bandito Debeb, Kafel. ras Alula e degiac Sejum si disponevano a lottare fra loro. Mene1ik trovavasi nei W olio Galla, ed all'annunzio sicuro della morte di re Giovanni si proclamò I mperatore, mentre ras Mangascià, riconoscinto da Giovanni a suo successore (1), faceva altrettanto. In tale anarchia si aspettava daCTl'italiani che i c~pi del Tigrè si divorassero a vicenda, ;er poter andare_ m Asmara come liberatori, non come conquistatori. Fn m questi giorni di torbidi, il 2 maggio .1889, che Menelik firmwa il trattato di Uccialli, che tante disillusioni doveva fruttare in seguito. ~l r_e d~llo. Scioa, riconosciuto dall'Italia Imperatore di ~t10p1a, st. dtr~sse con 140,000 uomini verso Gondar per mcoronars1 : d t là doveva venire in Ad ua. E rano ,cosi le disposizioni prese, qua:ndo il barambaras Ka.fel, che occupava Keren per nostro con.to, cominciò a prestar fede ed orecchio a proposte di accordo di ras Alula. Risapu ta la sua mala fede ·al Comando,. si decise di. disa.rmarlo e pt~nirlo al più presto. E ras Alula, per le mal celate pratwhe corse con Kafcl, si disponeva ad invadere l'Ha.~asen per r iunirsi al barambaras, quando il generale Baldtsser a sventò il piano facendo occupare prontamente Ker en di sorpresa, e disarmando i seguact di Kafel. Comandava la spedizione il maggiore Di Maio; 'c he divise le sue forze prendendo per le due vie, del L ebka e del spoglie dello sventurato ro, ne fu spiccato ìl capo ed inviato, non occorru dirlo, a l Califfo in Omdurma~. • .« L' ~ntusiasmo colà ftl indescrivibile. Il sanguinolento trofeo fu portato « m g1ro sul pubblico mercato. E A bdullah, nell' ebbrezza del trioufo, « aveva g ià ordinat o che lo ·Si mandasse in Eg itto come nn avvertimento «al kedìvé e agli inglesi del fato che li attendeva ove non si fossero a «lui sot tomessi. M ' a l'indegno proposito non ebbe esecuzione ''· · (l) Mangasoià, cbe si credeva rosse nipote di re Giovanni, cioè figlio del fratello dogfao Duksa, fu riconosciuto dal Negns · per proprio figlio, avuto con la cogMt:t, moglie del Buksa. Il Negus Giovanni prima di morire fece proclamare Mangascià suo successore.

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Maldi (1). Il mattino del 2 giugno 1889 il barambaras, circondato a Keren, si arrendeva senza resistere ~d era arrestato con cinque · capi principali, mentre erano disarmati i suoi uomini, ~irca 2000, con 600 fucili. Da Asmara concorse all'operazione la colonna di Debeb, guidata dal tenente di cavalleria Carchidio- Malvolti. La bandiera italiana fu inalberata e salutata da ventun oolpi di cannone, fra il giubilo delle popolazioni dei Bogos, ohe con l'occupazione italiana comprendevano quanto fosse sicura la gar enzia di ordine e t ranquillità. che loro si apportava.

VII. (1889). Debeb tradito da ras Mungasci~. - Occupa~iou e di Asmara (3 agos to 1SS9). - Negoziati ed operazioni di Alula. - lticonosci mento clell'nuLorHI\ di Mene lik. - Arrivo in Italia della missione etiopica. - Degiacc S~Jum ne l Tigrò. - S ua in~ziouc. Azione risoluta deLGcnerale B\'ldis~era per l'espansion e ituliann. )

. L' ide~ dell'occupazione di Asmara non era stata abbandonata; e mentre ras Mangascià. col valido appoggio del battagliero -ras Alula aveva scontri di poca impor.tanza col {l)

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forze impiegate erano così ripartite : Comandante maggiore Escard; Batteria indigena da montagna. (6 pezzi) - capitano Ciccodicola; Compagnia di fanteria indigena !125 uomini) - capitano Rubiolo; Banda. di Adam {200 uominiì; Banda di Gabbedon {150 uomini); Banda di Ligg Tesfù () 50 uomini); Plotone esploratori (25 uomini) - tenente Spek : Sezione sanità - capitano medir,o Pettinaro . Colonna del 1Jfaldi - comandante maggiore Di Maio; Battaglione fanteria indigena di a compagnie di 125 uomini (315) maggiore Marone; . Sez.ione artiglieria da montagna (2 pezzi) - capitano Michelini; Banda di degiacc Aclgo Ambt:~ssa (200 uomini); Banda di kantibai Sabatu (250 uomini); Banda di ligg Tafari {50 uomini). Cclomza del LeiJka -


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bandito Debeb, da parte del Comando superiore si facevanoiniziare i lavori della strada Sabarguma- Ghinda., che dove-· vano precedere le operazioni. Ed il 24 giugno la strada da. Ghinda ad Asmara era ridotta per due terzi buona .m ulat-· tiera, è l'ultimo terzo poteva essere compiuto in guaranta. giorni. In b'ase a questi calcoli il 25 luglio il Ministero della. Guerra mandava l'ordine di occupare Asmara. In quest'epoca, ad un convegno tenuto a Makallè, Debebfu tradito e fatto prigioniero ·da l\fangascià ed Alula (1). Quantunque rimanevano cosi ancora in piedi ·_le forze di. ras Mangascia, l' Asma.ra fu occupa~a senza opposizione i1. 3 agosto 1889 alle 10 del mattino (2,~. (l) Debeb era !stato invitato al convegno con lusinghe dei suoi nemici; sotto garanzia di g·iuramenti solenni. Vi andò e fu ricevuto dai due ras con. molti onori, ma l'indomani, mentre andava a visitare Mangascià, fu presoed incatenato, e portato da ras Alula ad Amba Salama. I soldati di·Debebr fiacCamente combattengo si dispersero. (2) La spedizione che si era riunita a Ghinda il 1° agosto si componeva cosi: Comandante : maggiore generale Baldissera. - Capo di stato mag-· giore: tenente colonnello Piano. .. 1 · ,,, Ufficiali d 'ordinanza: tenenti Gotti e Castellanì. Ufficiali addetti al comando: Direttore territoriale d'artiglieria, colonnello ;florre , Tenente d'artiglieria, De Pamphilis; Direttore territoriale del genio, tenente colonnello Levrone; Capitano del genio, Bianco. Addetti al comando delle bande abissi ne: Comandante il campo di Ghinda, tenente colonnello Avogadro ; Aiutante magg·iore in l", capit.ano Turitto; Plotone esploratori, capitano di ~ato-maggiore, Toselli; 1° battaglione del 1• reggimen'to cacciatori (5•, sa, 7" e 8• compagnia), maggiore Dani; 4a compagnia dei bersaglieri del corpo speciale . . . . . . . . l · battaglione ga compagnia del 14° battaglione fanmaggioremisto . . teria Africa. . . . . . . . . Escard. l a, 2" e 6" compagnia del 2• 1·eggimento cacciatori . . .

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Il generale Baldissera occupata la posizione distribuiva .così le sue forze : Sull'altura di Bet-111akd1 dotata di ottime qualità difensive, 2 battaglioni, e 2 batterie da montagna; Al Carnpo cintato 2 battaglioni; Il Com~ndo superiore prese posto alle «Case di ras Alula. » Si cominciarono immediatamente i muri a sceco ed altri lavori per rinforzare le posizioni. e la solita attività delle nostre truppe produsse ancora i suoi frut ti in tempo assai breve. Il contegno di ras ~'fangascià ed Alula fu in questa circostanza oltremodo gua1·dingo. Il 13 agosto ras Alula scrisse al tenente colonnello Piano, nimmentandogli che qualche tempo avanti ~veva fatte a.l Comando delle proposte di accordo, e non ne aveva ricevuto risposta alcuna. Il 16 dello stesso mese scriveva direttamente al generale Baldissera, per chiedere pace. Tali trattative all'uso abissino, erano intavolate evidentemente allo scopo di guadagnar tempo per un lato, mentre dall'altro dovevano scandagliare le nostre precise intenzioni; non trattenevano però l' istancabile Alula dallo spingersi da Godofelassi verso Gura. Il generale Baldissera, informato dei movimenti d ~l Ras, gli m?ll.dava incontro il maggiore di Maio con 2 compagnie e 600 uomini delle bande sopra Oorbarià: il 19 queste truppe 3• battaglione indigeni (l a, 2•, sa e 4" compagnia), maggiore Mdroue; 4° battaglione indigeni (1", 2a, 3" e 4" compagnia), capitano Severi; l a compagnia cannonieri, capitano 1\Jicbelini ; Batteria. indigena., capitano Ciccodicola;' Distaccamento di cavalleria., tenente Cingia; Distaccamento del genio, capitano Cantoni; Sezione commissariato, sottotenente Pantano; Sezione sanità, capitano medico Moscbini; Comando eli tappa, ·capitano Pirzio-Biroli; Sezione sussistenza o magazzino, tenente contabile Danesi ; Distaccamento treno, sottotenente Genta. Bande assoldate: l" Kantibai Sabatu; 2° Fitaurari De))alicon; s• .Adgo Ambessa; 4• Ligg BaraM; 5• Ligg T ed la; 6' Ligg Menelik.


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si riun irono a Hilabo con le bande di Bath .A.gos . .A.ccortosene r as Alula, cominciò a ripiegare ver;;o sud-ast insegnito alle calcagna dal maggiore di Maio, da .A.gos e dai capi dell'Okulè Kusai in direzione di Tadarar. Il Ras riuscì tuttavia a sfuggir loro di mano, e marciando giorno e notte, per monte Takuillo si salvò col grosso delle forze dietro al torrente Belesa, e si diresse a Adna. Il 25 agosto Alula mandava altra lettera al generale Baldissera., nella quale tentando ancora una volta di giustificarsi del fatto di Dogali, diceva che ançh'egli riconosceva giusta l'esigenza del Generale che le trattative d~ pace fos" sero proposte da ras ~angasc ià . Dalla parte del sud le cose di Menelik promettevano bene. Il re dello Scioa, che aveva rivendicato il tr,ono d'Abissinia, si era incoronato a Gondar , non potendo più paveutare il · Negns Giovanni. Non g li mancò l'appoggio valido dell'Italia in momenti difficiliss in1i in cui, se si fosse appoggia!f> invece , Mangascià si sarebbe messa in dubbio la sua corona di Re del. Re. L'appoggio sicuro degl'Italiani infuse più ·animo al nuovo Negus per iniziare le operazioni militari che dovevano sottomt;jttergli il T igrè. E presa col suo esercito la via di Debra Tabor ebbe la sottomissione del re del Goggiam, di ras Mikael e di molt i altri capi principali che lo riconobbero Negus Neghesli {l ). I tre ,4.buna (2), del T ig:rè, Goggiam e Scioa l'avevano riconosciuto anch'essi; i Wollo Galla, i Beghemeder .fino al Takazzè erano in suo potere. E mentre Menelik prometteva al comando superiore che alla propizia stagione sarebbe andato nel T igrè per ristabilirvi l'ordine e l'obbedienza, la missione, che già da re dello Scioa aveva promesso di spedire in Italia, s 'imbarcava a Z ula col conte Antonelli (3) sulla reg ia nave Colombo. (l ) Re dei re. (2) Vescovi. {3) La •missione etiopica, composta del degias macc Makonnen, deH' inter- · prete Josof, 6 capi e !30 ser vi, portava il tratta to di Uccialli, conchiuso e fir mato il ~ maggio 1889, perchò fosse ratilì cato dal governo ita liano. Il conte Antonelli e la missione etiopica sbarcarono a. Napoli ìl 21 agosto 1889.

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Era cominciata l'estate da un pezzo, e Menelik nominava il degiacc. Sejum capo del Tigrè, avviandolo a quel confine per oppor si al ribelle e pr etendente Man~ascià. Q.uesti,, validamente coadiuvato da r as Alula e dagh avanz1 dell armata del mor to Negns suo padre, invocava invano il riconoscimento dell'Itaìia. Ma l' Italia aveva riconosciuto per . equità e per gli impegni anteriori Menelik, e l'abile politica. del generale Baldissera aveva suscitato contro il pretendente prima Debeb, in di Sabath dell'Agamè ed i malcontenti dell'Hamasen e del Saraè. Sej um con esagerata pr udenza, se non paura, nulla tent ava verso il confine del Tigrè, mentre ras Alula minacciava il Saraè ·e l' Okule Kusai. Tali minacce dettero occa.sione al generale Baldissera di far occupar e per nostro conto l'Okule Kusai, e fare intimare a ras Alula che cessasse delle scorrerie nel Saraè. Si e's tendeva così sempre più la nostra influenza, attirando sotto la nostra protezione · le popolazioni pr ossime all'Hamasen. . Intanto, mentre ras Alula era in osservazione sui monti Tukul, lè nostre bande assoldate percorrevano il paese fino a Gundet:- il degiacc Sejum, chi sa come svegliatosi, batteva a Adua ras Mangascià, quando, essendo accorso Alula in aiuto del suo signore, S'um veniva poco valorosamente a rifugiarsi nel territorio italiano. Il degno rappresentante di Menelik nel T igrè era soccorso dagl'Italiani di viveri e muni~ioni, ed era. spronato dal Comando a ritentare la sorte delle armi, alleandosi con Sabath dell'Aga mè. A Swancià deg iacc Sejum si batteva di nuovo con ras Mangascià, ma gl'in ter essi di Menelik nulla ne guadagna·vimo per l'esito dubbio del combattimento. · Gli eventi precipitavano così nel Tigrè, troppo vicino alle nostre recenti occupazioni per !asciarci indifferenti spetta· tori. Simile contegno ci avrebbe indubbiamente coinvolti e trascinati forse in guai irrimed iabili, tanto più che Menelik n0n ac.cennava ancora a ;muovere verso il Tigrè, quant unque la buona stagione fosse cominciata.


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DA

ASSA~

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A CASSALA

Il generale Baldissera cominciò senz' altro le ~ue operazioni di saggia espansione, che dovevano rafforzare il possedimento con posizioni str ategiche, necessarie alla nostra sicuxezza. Un distaccamento occupava. Godofelassi. Il maggiore di Maio con le bande assoldate si spingeva risolutamente nell'Entisoiò e nel Kandafta per appoggiare Sejum. D Sara.è, il Gundet ed il .Maitzade venivano in potere degli Italiani, mentre erano bèn disposti e a 1wi favorevoli il Daro Takle e l'Adirbate (l ). Con queste operazioni risolute risultava nostro incontestato confine la linea del Mareb-Belesa- Muna. Una condotta meno ardita, e anche lontanamente imitante l'incertezza o apatia d i J:\fenelik, avrebbe certamente compromesso quel poco lavoro che da un anno si era fatto nella Colonia; d'altra parte non avrebbe conquistato quella :fiducia delle popolazioni nella nostra forza, che da quel tempo :fino ad oggi è il miglior fattore della nostra autorità e pa,tenza. Il nostro lavorio di assimilazione, l'autorità italiana rafforzata in tutta la zona compresa tra Mareb, Belesa e Muna fecero ancora una volta sperare a ras Mangascià il valido appoggio dell'Italia alle sue pretese all' I_mpf;lr o, tanto più che Menelik metteva così poco calore ai suoi interessi nel settentrione. E queste speranze di riuscita spinsero Mangascià a ripetere proposte di accordi che non furono accettate. Della nostra lealtà agli impegni con Menelik vedremo più avanti come fummo dal Negus ricompensati.

l -1

DA ASSAB A CASSALA.

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VIII. (1889-1890). Il trattato di Uccialli (2 maggio 1889). - La con1fen~ione addi~ionale di Nnpoli (1° ot· tobre 1889). - Noti6c~ione alle potonze. - Costitu1.ione della "Colonia Eritrea "· - n generale Orero. - Marcia degli ilalinni su Adun. - Arrivo di Menelik nel Tigrè. - Soluzione inaspettata dell:~. questione tigrina. - ~!nngnscià, Sejum e Mcsciascia Workiè. - Ritirata impro,·visn di Meoelik. - Disaccordo dei deputati per In delinùtazione dei confini. - Il gcnernle Gamlolfi primo Got>6t'nCÙQro della Colonia E ritrea. - Primo combattimento di Agord:~ot (2 giugno 1890).

La missione Etiopica arrivava a Roma il 26 agosto, ed il· 28 era ricevuta ~l Quirinale da S. M. il Re in udienza so-

lenne. I>egiasmacc Makonen presentò al .Re d'Italia due lettere di Menelik e le credenziali di Ministro con pieni poteri per affari politici, e per contrarre un debito, a . nome del suo Imperatore, di un milione di talleri con una banca dello Stato. · Il trattato di Uccialli è cosi concepito: « Sua Maestà Umberto I Re d'Italia e Sua Maestà lYPe« nelik R e· dei Re di E tiopia, allo scopo di rendere proficua « e durevole la pace fra i due Regni, d'Italia e di Etiopia, « hanno stabilito di concludere un trattato di amicizia e di « commercw. « E Sua Maesta il Re d'Italia avendo delegato come suo « rappresentante il conte Pietro Antonelli, com·mendatore « della Corona d'Italia, cavaliere dei Ss. Maurizio e L azzaro, « suo inviato straordinario presso Sua Maestà. il Re Menelik, « i cui pieni poteri furono riconosciuti in buona e debita «forma; e Sua Maestà il Re Menelik stipulando in proprio « nome quale Re dei Re d'Etiopia, hanno concordato e con« chiudono i seguenti articoli. Art. L

(1 ) Ved i « P?'O .tl..f?·ica ltaUca" di un Eritreo (Roma, Casa editrice libraria italiana, 1891 ), pag. 38.

«Vi saranno pace perpetua ed amicizia costante tra Sua « Maestà il Re d'Italia e Sua Maestà il Re dei Re d'Etiopia « e -i loro r ispettivi eredi, successori, sudditi e popolazioni « protette.


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DA ASSA.B A CASSALA

Art. II.

« Ciascuna delle parti contraenti potrà essere rappresen« tata da un agente diplomatico accreditato presso l'altra, « e potrà nominare consoli, agenti ed agenti consolari negli « Stati dell'altra. « Tali funzioni godranno ditutti i privilegi ed immunità « secondo le consuetudini dei Governi europei. ,

1

;}

« A rimuovere ogni equivoco circa i limiti del territorio « sopra i quali le due parti contraenti esercitano i diritti « di sovranità, una commissione speciale, composta di due « delegati italiani e due etiopici, traccerà sul terreno con « appositi segnali per manenti una linea di confine, i cui ~<

capisaldi siano stabiliti come appresso: «a) La linea dell'alto p iano segnerà il confine etiopico« italiano; «b) Partendo dalla regione di Arafali: Halai, Saganeiti « ed Asmara saranno villaggi nel confine italiano ; « Cl Adi Nefas ed Adi J ohannes saranno dalla parte « dei Bogos nel confine italiano; « d) Da Adi J ohannes una linea retta prolungata da est « ad ovest segnerà il confine italo-eti.opico.

<<

« o dare in affitto, e disporre in qualunque altra maniera « delle loro propr iet<'t, non altrimenti che gli indigeni.

Ar t. IX.

«È pienamente garantita in entrambi gli Stati la facoltà « per i sudditi dell'altro di praticar e la propria 1:eligione.

Art. ·X .

Art. V.

« Il commercio delle munizioni da o per l'Etiopia attra« verso Massaua sarà libero per il solo Re dei Re d'Etiopia.

Gl'Italiani in Etiopia e gli E tiopi in Italia o nei pos-

« sedimenti italiani potranno comprare o vendere, prendere

« Il convento di Debra Bizen con t ntti i suoi possedi« m~n ti resterit proprietà del governo etiopico, che però non « potrà mai servirsene per scopi militari.

Art. VI.

« Ogni qual volta questi vorrà ottenere il passaggio di « tali generi dovrà ·farne regolare domanda alle autorità « italiane, munita del sigillo reale. « Le carovane con C!trico di armi e di mumzwni vi agi« ranno sotto la protezione e con la scorta di soldati italiani « fino al confine etiopico. Ar t. VII.

· Art VIII.

Art. IV.

« cento sul valore della merce.

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« I sudditi di ciascuna delle due parti contra~nti- po« tranno liberamente entrare, viaggiare, uscire coi loro ef~ ~ fetti e mercanzie nel paese dell' altra, e godranno della « mao-aiore protezione del Governo dai suoi dipendenti. « È0 0però severamente proibito a gente armata d"1 amb o « le parti contraenti di riunirsi in molt i od in pochi a pas« sare i rispettivi confini collo scopo d'imporsi alle popola« zioni.. e tentare con·.la forza di procurarsi viveri e bestiame. ·

Art. III.

« L e carovane da o per Massaua pagheranno sul territorio « etiopico un solo dritto di dogana di ent rata dell' 8 per

DA ASS~B A CASSALA

>

« Le contestazioni o liti fra italiani in Etiopia saranno de« finite dall'autorità italiana in Massaua, o da un suo delegato . « Le liti fra Italiani e Etiopi saranno definite dall' au« torità italiana in Massa.ua o da un suo delegato e da un « delegato dell'autorità etiopica. 4-rt. XI. «Morendo un Italiano in E tiopia o. un E tiop3 in territorio « italiano, le ~wtorità del luogo custodirauno dilige:r;ttemente « tutta la sua proprietà e la terranno a disposizione del« l'autorità governativt\ a cui apparteneva il defunto.


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Art. XIL « In ogni caso o per qualsiasi circostanza gl'italiani im-

« putati di un reato saranno giud icati dall'autorità italiana.

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DA ASSAB A CASSALA

DA AS:iAO A C ASSALA

Art. XVIII.

« Qualora S . M. il Re dei R e d'Etiopia intendesse accor« dare privilegi speciali a cittadin~ di ~n ~erzo ~tato per sempre Stab iliré commerci ed industrie m Et10p1a,l'.sara « r · « data, a parità di condizioni, la preferenza ag 1ta 1am.

J

« P er questo l'autorità etiopica dovrà immediatamen te <( consegnare all'autorità italiana in .Massaua gli italiani im« putati d i aver e commesso un reato. « E gualmente gli etiopi imputati di reato commesso, in << territorio italiano saranno ·giudicati dall'autorità etiopica (l).

Art. XIX . « n presente trattato, essendo redatto in lingua italiana ed amarica, le due ·v ersioni concordando ?e:fettamente « fra loro, entrambi i testi si riterranno uffi.Clah, e farann o « sotto ogni rapporto par i fede.

«

Art. XIII. « Sua Maestà il R e d'Italia e Sua Maestà. il Re dei Re « d'E tiopia si obblig~no a consegnarsi reciprocamente i de« liuquenti che possono es3ersi rifugiati, par sottrarsi alla « pena, dai domini dell'uno nei domini dell'altro.

Art. XX.

« Il presente trattato sarà ratificato. . « In fede di che il conte Pietro Antonelh m nome d.i

Art. XIV.

« S. M. il Re d'Italia, ' e S . M. Menelik Re dei Re . d'E« tiopia in nome proprio, hanno firmato, e apposto 1l. l or~ « sigillo al presente Trattato, fatto nell accampam~nto dl « Uccialli il 25 miazia 1881, corrispondente al 2 maggw 1889.

« L a tratta degli schiavi essendo contraria a i princ1p1 «della religione cristiana, Sua Maestà il R e dei Re d·Etiopia « s'impegna d'impedirla con tutto il suo potere in modo che « nessuna carovana di schiavi_possa attraversare i suoi Stati.

(L. S.).

Art. XV.

(Bollo Imperiale d'Etiopia).

«

PER

SuA

M AESTÀ. IL

RE

n'ITALIA

« Puo:'fRO AN'fON~~L.LI.

« Il presente trattato è valido in tutto l'Impero etiopico. Art. XVI.

Nell'intervallo fra l'arrivo in I talia della mlSSlone etiopica e la sua partenza per l'Africa, a.vvenuta il 4 dicembre, fu convenuta e firmata a Napoli il 1° ottobre una « Convenzione addizionale » al Tra ttato di U ccialli (l): eccone il testo.

« S e nel presente trattato, dopo cinque anni dalla· data « della fir ma, una delle d ue alte parti contraenti volesse « fare intr odurre qualche modificazione, potrà farlo; ma do« vrà prevenirne l'altra un anno prima., rimanendo fer ma « ogni e singola concessione in materia di territorio. -~rt.

X VII.

« Sua Maestà it Re dei R e d' Etiopia consente .d i servirsi « del Governo di Sua Maestà il Re d'Italia per tutte le

« In nome della Santissima Trinità.

.'~

-<< -Sua Maestà. il Re d'Italia e Sua Maestà l'Imperator_e « d'Etiopia, desiderando concludere una convenzione add1-

«trattazioni di affari che avesse con altre P oten ze e Governi. (l ) Nella co1wenzione addizionale fÌl'mata a Napoli il 1° oltobre questo comma fu modificato. (Vedi pii1 a.vanti art. 9 della convenzione addi;lionale).

\

(l ) La amvenzione addi zioaale fu poi ratificata da Menelik a Makallè il 25 febbraio 1890 (18 jakatit 1882). 76 -

ANNO lL.


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DA ASSAB A CASSALA

« zionale al tratt~to di amicizia e commercio firmato nel« l'accampamento di Uccialli (25 miazia 1881 della data « etiopica), hanno nominati a loro pl~~ipotenziari « SuA MAESl'À. l

IL

RE n'lT~LI.A.

« il cavalier Francesco Crispi, presidente del Consiglio dei « ministri, e suo Ministro Segretario di Stato ad interim « per gli affari esteri, è « Sua

MA.ESTÀ L'IMPERATORE n'ETIOPIA.

« il degiasmacc Maconen suo ambasciatore presso S. M. il « R e d'Italia; i quali, muniti di pieni poteri, hanno sta« bilito quanto appresso:

DA ASSAD A CASSALA

« bilirsi di comune accordo. Essa sarà coniata nelle zecche (< del Re d'Italia, ed avrà corso legale anche nei territori « posseduti dall'Italia. ,.

« Se il R e d'Italia conierà una moneta pei suoi posse« dimenti africani, essa avrà corso legale in tutti i regni « dell'Imperatore d'Etiopia. Art. 5. ·

« « (( « «

Art. l.

«

« Il Re d'Italia riconosce re Menelik imperatore d'E-

« Re Menelik riconosce la sovranità dell'Italia nelle co« lonie ehe vanno sotto il nome di possedimenti italiani nel « Mar Rosso (1).

Art. 3. « « « « «

« In virtù dei precedenti articoli sarà fatta una rettificazione dei due territori, prendendo a base il possesso di fatto attuale, per mezzo dei delegati che al tenore dell'articolo III del trattato di maggio 1889 (25 miazia 1881) saranno nominati dal Re d'Italia e dall'Imperatore d'Etiopia. · Art. 4.

« L'Imperatore d'Etiopia potrà far coniare pei suoi Stati « una moneta speciale di un peso e di un 1valore da sta. (l) Con regio decreto del 1• gennaio 1890 i possedimenti italiani nel Mar Rosso furono denominati complessivamen te << Colonia Erit1·ea ».

« Un prestito di quattro milioni di lire it<~.liane dovendo essere contratto dall'Imperatore d'Etiopia con una banca italiana, mE'rcè la garanzia del governo d'Italia, resta stabilito che l'Imperatore d'Etiopia dà di sua parte al governo italiano come garanzia pel pagamento degli in te-· ressi e per l'estinzione della somma capitale, gli introiti delle dogane di Harar. Art. 6.

« tiopia.

Art. 2.

1201

« L'Imperatore d'Etiopia, mancando alla regolarità di pa« gamento delle annualità da convenirsi con la banca che ~<

fa il prestito, dà e concede al governo italiano il diritto

« di assumere l'amministrazione delle dogane suddette. Art. 7. « Metà della somma, ossia due milioni di lire italiane, « sarà consegnata in moneta d'argento; l'altra metà rimarrà « depositata nelle casse dello Stato italiano . per servire « agli acquisti che l'Imperatore di Etiopia intende di fare « in I talia.

Art. 8.

« Resta inteso che i diritti di dogana dell'articolo V del « sopracitato trattato fra l'Italia e l'Etiopia si appliche« ranno non· ·'solo alle carovane da o per Massaua, ma a « tutte quelle che scenderanno per qualunque strada dove « regna rimperatore di Etiopia.

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Art. 9. « CosÌ: pure resta stabilito che il s• co~ma dell'articolo Xli « del sopracitato trattato è abrogato e sostitff'lto dal seguente: « Gli, ~tiopi che commettessero un reato in t erritorio ita« liano saranno giudicati sempre dalle autorità italiane ( 1). >>

Art. 10. « La! presente convenzione è obbligatori~ ~on solo per « l'attuale Imperatore di Etiopia, ma anche pei suoi eredi « e succe~~ori nella sovranità di t utto o di parte del ter« ritorio sul quale re Menelik ha dominio.

Art. 11.

« « « « « <<

DA ASSAB A CASSAI,A

DA .ASSAB A CASSALA

« La presente convenzione sarà ratificata, e le ratifiche saranno scambiate il più presto possibile. « In fede di che il cavaliere Francesco Crispi in nome di Sua Maestà il Re d'It.alia ed il degiasmacc 1faconen in nome Sua Maestà l'Imperatore di Etiopia, hanno firmato e a pposto il loro sigillo alla presente Qonvenzione fatta in Napoli il 1• ottobre 1889, ossia il 22 mascarram 1882 della data etiopica. « (L. S.) MACONEN. (( (L. S .) F. C RISPI )).

L 'anno 1889 terminava con tre fatti importanti. 1° L'll ot tobre era n otificato alle potenze d'Europa ed agli Stati Uniti d'America. l'articolo XVII del trattato di Uccialli. 2• Il 3 novembre si celebrava pomposamente ad E ntotto l'incoronazione di Menelik e della regina Taitù (2). (l) Nell'art. XII dol Trattnto era dotto che gli Etiopi imputati dj t•eato in territorio italiano dovevano essere giudicati << dall'autorità etiopica,. (2) L;1 regina Taitlt (Taitù significa: guanta il sole) è seconda moglie di Menelik, il quale si separò amichevolmente dalla prima, Bafanà. La regina Taitù ha molta parte nella politica estera ed in terna dell'impero d 'Etiopia, como l'ebbe prima nel regno dello Scioa.

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s· n 6 dicembre il governo itaJia.no notificava alle potenze firmatarie dell'atto generale della Conferenza di Berlino, che l'articolp V del trattato stipulato fra l'I talia ed il sultano di Aussa;, capo di tutti i Danakili, è così concepito: « In caso che altri tentasse occupare l'Aussa od un punto « qualsiasi di essa e delle sue dipendenze, il sultàno si op« porrà, e dovrà innalzare la bandiera italiana, dichiaran« do~i e dichiarando i proprii Stati con tutte le loro di« pendenze posti sotto il protettorato italiano ». La notificazione di un articolo così esplicito era un chiaro avvertimento all'eventuale tentazione di voglie straniere nell'Aussa; di cui per l'addietro si era avu to qualche esempio. Sul finire di questo anno medesimo il generale Baldis-' sera cedeva il comando super iore dei possedimenti del Mar Rosso al maggior generale Orero. N ello stesso torno di tempo il nostr o ministr o plenipotenziario, conte Antonelli, accompagnato dal degiasmacc Makonen ed' il suo seguito, prendeva la via dell'interno, per andare ad abboccarsi con Menelik, e a fargli ratificare la Convenzione addizionale di Nàpoli. ·

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(Continua). N ICOLET'l'I AL'fiMARI Art~OLDO lenente di (<mteria.


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NOTIZIE

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POLITICO-~IILITARI

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•*•

Nella ' 1·elazione che accompagna questo progetto l'on. Ministro ne dimostra l'urgente necessità. . Espone come l'attuale legislazione milit~re non conc:eda in _Proposito alcun mezzo efficace di rtpressione, po1chè la legge 3-1 luglto 1871. pe1·mette la revocazi~ne immedia ta dell'uf~ziale_ solo ne~ caso che egli contragga matrimonio senza ave1·e oLL~nuto 1lregto assenLtmento ; ma all'unione matrimoniale contratta col solo rito religioso non può essere applic{lta tale disposizione, io quanto che l'unione stessa è un vincolo non ricon o~ci uto dalla legge. , E bensì vero (continua l'ou. Ministro) che il § 226 del regolamento di disciplina militare considera il matrimonio religioso come una gt·avissima mancanza da sottopor~ i a consiglio di disciplina; ma pllichè in fatto i con$igli di disciplina negano, e non. o~co r re _d ire pe~ ·quali ragioni d'ordine morale, che in essa mancanza v1 steno gl~ ~sll:e~J della revocazione, non resta che inniggere ol trasg1·essore pumz10n1 disciplinari, sco~tate le quali la si tuazione dell'urftcia le rimano mora lmente h-reo-olare, economicamente disastrosa, disciplinarmente deplorevolissima, ~enza che sia per naturale legge di giustizia passib'll~ di altra punizione dopo quella subita per il fall o commesso »Qua11do sullo scorcio della passata legislatura veniva presentato alla Camera un p roge~to di legge sul matrimonio degli ufficiali, erano circa 500 coloro che sì trovavano uniti con solo vincolo religioso. Da quell'epoca le cose si sono andate molto aggravando e continuano aù aggravarsi . .Urge quindi sistemare una situazione cotanto dannosa sanando con un indulto il .passato; urge prese1·vare l'avvenire colmando una lacuna che esiste nella nostra legisla~ione milit.are.

l i disegno di legge sul matrimonio degli uffiziali consta di tre articoli cosi concepiti: Art. i. Il ministro della gue_rra è autorizzato ad ammettere a impetrare il regio assentimento per ·contrarre matrimonio, senza la condizione imposta dall'articolo 2 della legge 3i luglio 1871., gli ufnciali del regio esercito, che hanno contratto unione matrimoniale col solo rito religioso anteriormente all<1 prom ulg-azione della presente legge. Art. 2. Agli ufficiali che, a pa rtire dalla data di promulgazione della presente legge, contraessero unione m<Jti"Ìmoniale col solo rito t·eligioso, sarà applicata la rivoc.azione dall' impiego, senza che pccona il previo parere . di un consiglio di disciplina. Art. 3. Uo Decreto Reale determinerà le norme da segpirsi per la esecuzione della presente legge.

Il disegno di legge per la leva sui nati nel i 875 consta anch'esso di tre brevi articoli così concepiti: Art. 1.. Le disposizioni contenute nella legge iO aprile 1.892, n. 17·1, e relatÌ\'e ao-li inscritti della leva sulla classe 1.872, saranno applicate ano che agli inscritti della leva sulla classe dei nati nel 1.875. Art. 2. È fat ta faco ltà al ~iinistro della guerra di ritardare in tutto od in parte la chiamata allea rmi dei militari di ·i a categoria della classe 1875. Art. 3. La ferma dei militari t~sseg nati all'arma di cavalleria è di anni 3. · La relazione che accompagna il progetto spiega e dimostra la necessità delle disposizioni contenute negli articoli secondo e terio.

NOTIZIE POLITICO-_MILITARI 1'•.·

L'on. generale Mocenni, ministro della guerra presentò alla Camera dei deputa~i:. Un disegno di legge sul mat1·imonio degli uffii-·iali del R. eserc·ito. Un disemo di legge per la leva sui nati nel 1875. Un disegno di legge sullo stato dei sottufficiali. Un disegno per convertire in legge i decretÌ del 6 novembre 1894 sull' O?'dinarnento del l! esercito. ' Presentò inoltre, unitamente all'o n. Sonnin·o ministro del tesoro il bilancio della. _qum·a per l'esenizio 1895-96. Al Senato l'on. Mocenni ripresentò_ il progett? di legge S!.tll'avanzamento nel R. esercito. Siccome quest'u ltimo non difl'erisce afl'atto da quello p1·esentato altra , volta e la relazione che lo accompagna si ripo1·ta in tutto e per t.utlo alla precedente, così vi passeremo sopra, aspettando a discorrerne quando esso venà in discussione. Daremo invece un breve cenno degli altri.

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NOTIZIE POLITI CO -HILITARI

La facoltà di ritardare in tutto o in parte la chiamata della leva ha un triplice scopo: :1° evit~re gl' ihconvenienti, universalmente ricono'sciuti, derivanti dal sistema dei congedi nnticipat.i; 2° migliorare le sorti non liete della fi nanza; 3° avviare le cose in modo di avere poi pronto un ragguardevole numer·o di uomini della classe meno anziann lasciati a disposizione del governo, per. disporne, quando, attuato il concetto di portare l'età della leva da 20 a 2:1 anni, si sarebbe dovuto stare un anno senza compiere la leva. Queste esigenze, già accennate nella relazione al progetto di legge per la leva dell'anno scorso, non solo per·sistono ancora, ma si manifestano piucchè mai urgenti, 'sia· perchè bisogna concorrere in più larga misura :d miglioramento delle condizioni gener·ali del bilancio, sia perchèoccol'l'e di richiamare, senz3 dilazione e in misura moho più larga del consueto, gli uomini di classi in congedo per istruirli nell'uso del nuovo fucile. Quanto alla disposizion'e contenuta nell'art. 3° e riguardante la fer·m a della cavalleria, la relazione dice: « Come è noto, giusta la vigente l~gge d i leva la ferma dei militari assegnati all'arma di cavalleria dura quattro anni, cioè un anno più di quella a cui sono obbligati i militari delle altre armi. . « Qul\sta dispa1'ità negli obblighi di ~ervizio fa sì che le assegnazioni all'arma di cavallerill devono ·essere regolate col c1·iterio del nuinero d'estrazione e quindi avviene che si destinano giovnni, che pure avend?ne i requisiti fisici , non hanno il più delle volte delle. qualità che maggiOrmente valgano a formare un buon cavaliere. « Per tali ragioni fu altra volta sollevata in Parlamento la questione che le assegnazioni alla cnvalleria dovessero aver luogo col criterio della maggiore attitudine e della pratica del governo dei cavalli, e che perciò convenisse di ridurre la ferma della cavalleria al limite di quella stabilita per le altre armi. • · Di questo avviso era la precedente a mministrnzione della guerra: la quale da prima propose che fosse ridotra a tre anni la ferma di coloro che contraggono l'arruolamento volontari ) ordina•·io nell'arma di · cavalleria: e più tardi propose di risolve1·e senz'altro la questione di massima nel senso che dovessero contrarre là ferma di tre anni tutti gli inscritti assegnnti alla cava Il eri a. 1\io·lte nltre ragioni espone l'onorevole l\1 inistro che consigli ano qncsta riduzione di ferma e conchiude esprimendo la fiducia che la proposta sarà dal Padamento approvat.a.

NOTIZIE P OLITI CO-MILITARI

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Il progetto di legge sullo stato dei sottuflìziali è così coneepito : c Art. 1.. - I sottufficiali mantengono la ferma dell'anna in cui prestano servizio. Al termine di questa possono, occonendo, assumere successive rafferme annunli, senza premio sino al comp,imento del quinto anno di· se.·vi?.io, per conseguire le raJrerme con premio o le rafi'erme con soprassoldo, secondo le vigcnLi disposizioni di legge. I militari riamrqessi in servizio contraggono un'altra fcr·ma nell'arma in cui sono riammessi. c Art. 2. - T r·iparti d'istruzione per la nomina a sergente sono aboliti. « Art. 3. - La progressione dei gradi di truppa è la seguente: (segue nel disegno l'indicazione p1·og1·essiva dei _rp·adi. Novità notevole è la c·teazione del grado di aiutante). « Art. 4. - È abolr ta la promozione, per solo titolo di anzianità, ai gradi di furiere a furiere maggiore. c Art. o. - L'a~segno giornaliero dei sottufficiali è cosi fissato: (se,gue nel dise,qno l'ind-icazione ,dell'assegno g·iomaliero per ,qrado, secondo le diverse m·mi e c01·pi). · c Art. 6. - I sergenti che si trovino alle armi alla data della promulgazione della pt·esente legge, mantengono l'assegno attuale. Avranno lo stesso assegno, allorquando saranno promossi sergenti, gli allievi sergenti cht: si trovino alle armi alla data suddetta. ( Art. 7. - lt abolita ogni disposizione contraria alla presente legge. P Gli scopi che l'onorevole .Ministro della guerra si propone con questo progetto souo principalmente quelli di migliorare il reclutamento dei sottufficin li, di limitare le spese occonenti per le ran·erme, di fat· argine alla difficolrit semp•·e cn-1sceute di concedere l'impiego civile ai sottufficiali. · Nella relazione cht accompagna il progetto si dimostra pal·ticolarment~. articolo per articolo, come questo scopo verrebbe raggiunto.

,.* * Il disegno di legge per essere converliti in legge i Regi decreti del novembre scorso consta di un solo articolo così concepito: « Sono convertiti in legge i :>eguenti Regi decreti del 6novembre 1.894: • N. o03 per moùifìcazioni alle leggi sull'ordinnmento del regioeset·cito e di servizi dipendenti dall'amminist razione delln guerra ; « N. o04 per varianti alla legge sulla circoscrizione territoriale militare del regno. « N. 505 per varianti alla legge sugli stipendi ed assegni fissi del regio esercito;


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NOTIZIE POLITICO -MILITARI

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« N. ;)07 ìw gli assegni degl'impiegati dell'amministrazione centrale della guerrn che potranno essere collocati in disponibilità. • Non ci fermiamo sulle ragioni svolte nella relazione perchè sono le stesse contenute in quella che accompagnava i decreti stessi rl!ln firma di Sua Maestà il Re, e di cui abbiamo a suo tempo parlato. Riporteremo solo le seguenti parole della conclusione : . • Le riforme portate da questi decreti sono ispirate al concetto di conciliare i bisogni urgenti della finanza colla tutela delle forze vive dell'esercito, che da questo ordinamento trae anzi un qualche rafforzamento. E questo, onorevoli colleghi, ho ritenuto il mezto più sicuro per cot..-ispondere ai vostri voti, cbè mentre raccomandava te ulteriori riduzioni di spec;e, manifestaste sempre ed altamente il patriottico proposito che non si scuotesse la compagine dell'esercito. • Certo non m~ncheranno obbiezioni contro l'una o contro l'altra delle apportate riforme, ma sia giudice l'alto vostro senno so in un'organizza7.ione sì vasta, qual'è l'ordinamento militare, che pur tocca tanti interessi, sin possibile nvere da ogni pnt·te unanimità di <'o nsenso. • Posso affermare che, nel deliberare ad una ad una le singole quetioni, sola guida mi è stata il supremo interesse dell'esercito e del paese.»

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Ora si propone un aumento di lire 575,560, che si compone: di una economia effettiva per. . . L.- 6,807,700 del trasporto al bilancio del Ministero dell'interno dei fondi relativi al Ti1·o a. segno 1wzionale per·. . . . , . . • - 618,000 della iscrizione in questo bilancio di parte del contributo dello Stato riguardante le spese militari d'Aft·ica . . • + 8,000,000 di un aumento compensato da corrispondente entrata per. . ~ + 1,260

L.

+

57o,ti60

e quindi le spese effettive del bilancio della guena per l'esercizio 18915-96, ascenderanno, secondo le proposte del Ministero, a . L. 233,0;)4,560 E siccome il totale delle spese stesse, proposto alla Camera dei deputati per l'esercizio 1894-90 collo stato di previsione prcsentatole il 23 novembre 1893, compt·ese quelle t;he restavano da chiedersi con speciale disegno di legge, escluse le spese d'Africa ed il servi7.io del tiro a segno, ammontava a . . » 238,01>3,300

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Dal disegno di legge sullo stato di previsione della spesa della guerra per l'esercizio 1895-96, presentato alla Camera il 13 giugno rilevansi . le seguenti cifre: Spesa ordinaria . L. 217,106,560 Spesa straordinaria 2,5lA,8,000 Totale spese effettive L. 2!9,654,560

ne consegue che le proposte del governo per reset·cizio :1.895-96, di fronte alle prime pt·evi5ioni dcll'eset·r.izio i 894 e 1895, presentano nelle spese ellettive, un:1 dimi. nozione di . . . . . . . L.

non comprosa una ulteriore assegnazione di lire i 3,400,000 per spese straordinarie, che venne domandata con speciale disegno di logge. A questo bilancio il Minist ro del .tesoro ha premesso le seguenti avverteD?.e : Nello stato di previsione della spesa del Ministero della guena per l'esercizio fìnn nziario :1.895,96, presentato alla Comera dei deputati il W dicembre 1894, si trovano in$CriHe come spese effettive . L. 219,079,000 .. l'ila, come è detto nella nota preliminare allo stato di previsione medesimo, il Ministet·o si è riserbato di chiederà, con speciole disegno di legge, altre . ·1 3,t~oo,ooo cosicchè il totale delle spese efl'ettive sarebbe salito L. 232,479,000

4,998,740

e realmente una economia di lire i 3 milioni. non computando la nuova iscrizione di lire 8 milioni per le spese militari d' Af•·ica e l'aumento di lire 1260 a cui corrisponde una eguale enlrala. L'economia effettiva di lire 6,807,000, che ora si propone, rispetto al progeLto del W dicembre l 89lf, deriva da un provvedimento, che concerne la chiamata della nuova leva e dalle moclificazioni, che, con Decreti reali da convertirsi in legge, furono apportate alle leggi sull'orclinamenlo e sugli stipendi ed assogoi fissi del Regio esercito. Si avverte però che gli èll"etti economici dei detti Decreti os,;endo graduali, nelle presenti cifre vennero calcolati soltanto quelli che è prevedibile possano realizzarsi nell'esercizio 1891'. 1 -96.

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NOTIZIE POLIT!CO-MILITARI NOTIZIE P0LITICO-MILI1' ARI

. •. Le lire ·13,400,000 di spese straordinarie delle quali è fatto cenn<> più sopra furono chieste dall'on. Ministt·o della guerra con progetto dr legge speciale. Esse si ripartiscono nel modo seguente ; Fabbricazione di fucili e moschetti·, relative munizioni ed accessori, oggetti di bufetteria e tt·asporto dei medesimi, lit·e 9,000,000. Carta topogra6ca generale d'Italia, lire 200,000. · Approvvigionamenti di mobilitazione, riparazione e tr'asporto dei medesimi, lire :SOO,OOO. Fabbricazione di artigliet·ia di gran potenza n difesa delle coste, provYiste e trnsporti relativi lire 400,000. · Lavori, strade, fenovie ed opere militari, lire (~00,000. Forti di sbarramento e lavori a difesa dello Stato, lire 800,000. Espropriazioni e lavol'i per poligoni di artiglieria e di fanteria, costruzione di magazzini, sale d'armi e cavallerizze, lire 300,000. Armamento delle fot·tifìcazioni, materiale per artiglieria da fortezza e relativo trasporto, lire 1,lS00,0(10. Acquisto ~ i materiale d'artiglieria da campagnà e relativo trasporto, lire 300,000.

..

** Questi progetti di legge furono già in tutto o in parte esa minati e discussi negli uflizi della Camera; per tal uni furono già presentate le relazioni delle commissioni pal'lamental'i; ma crediamo superfl~o fermarci sulle peripezìe incontrate dai medesimi negli uffizi, essendo imminenti le discussioni nell'aula. Finora in queste non vi fu nulla d'importan te sotto il rapporto militare. Si discusse il bilancio d'agricoltura c commet·cio; si cominciò la discussione di quello delle poste e telegrafi. Delle scene e dei tumulti non ci occupiamo. Vogliamo però far cenno tli due interrogazioni che più diretta mente rigu:trdano l'e3ercito. Nella seduta del 19 J'on. Imbriani interrogò il Ministro della guerra intorno ad una circolare relativa all'esercizio del diritto elettorale dei militari. .Ri:spose l'on . Ministro di non aver spedito alcuna circolare sull'esercizio del dirhto elettorale; ma averne spedita una in data 8 giugno, vale a dire dopo le elezioni, per t·ichiamare le autorità militari su l r

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modo col. quale alcuni ufficiali si sono contenuti nel periodo elettorale. Questa CJrcolare è un atlo d'a mmini~trazione interna. Nella seduta del 20 gli onorevoli Bonacci e Grandi rivol~ero un'interrogazione ai Ministri dell'interno, della guerra e della pubblica istruzione sui criteri informativi del Regio Decreto del 21 aprile 1895, col quale .ru. disposto il passaggio del servizio del tiro a segno nazionale dal l\hmstero della guerra a quello dell' interno. Rispose l'on. Ga.Jii, sottosegretario di Stato :Il l\linìsteJ'O dell' intemo E-ssere da molto tempo che si agita la questione dE'l tiro a se<>no senz~ o nusc11· mm a trovare tl modo di sistemare l' istituzione nel modo richiesto dall'interesse ~uo e del paese. Non essendosi mai potuto anivore ~d organizzare militarmente \' istituzione del tiro a segno, si è creduto ,ftor bene ri tomandola al Ministero dell'interno, affine di darle un unico indirizzo ben preciso e determinato. L' on. l\Iocenni, Mini~tro della guerra, uon ebbe diffico ltà a dimo~tr.are .che, pe~· quanto stav-a in lui, ha fntto il possibile pet· mig liot·ar1~ la tstttuzione. Dtsse essere necessnria una legge la quale colleahi l' istituzione del tiro alla scuola popolare. "' L'on. Baccelli, ~~inistro della pubblica istruzione confermò quant•> avea detto l'on. Mocenni riguardo al nesso tra il tiro a segno e la scuola popolare. Ma i due interroganti non si appagano a queste ri:;poste. L'on. Bonacci osserva che là dove si richiedevano so lo provvedimenti che facessero J'istituzio.ne del tiro a segno più adatta a servire di sussidio e complemento alln IStruzione militare, il Governo allontana ri~ titlli:ione dal suo fine e l'a!fìda agli incompetenti del Ministero dt>ll' interno, c fa perdere il fr utto der 13 o 14 milioni spesi dall' 82 ad oggi . . Nota la tendenza sportiva c festaiuola che s'è impadronita della istit.uztone, e osserva come oramai il tiro a segno non sembri più creato se non per ~ar delle gare dove i soliti tiratori provetti monopolizzano tutti i premi. L'on. Grandi tiene a far constatare che la discussione attuale deve essere sopra tutLo tecnica. Crede che si sarebbe potuto benissimo at.tendere l'approvazione della nuova legge. Se ·]' istituzione del tiro a segno è di ca rattet·e spo1·t.ivo sia lasciata ai Pt'!v~ti ; se serve di complemento alla istruzione popolare la si passi al Mmt.st~ro dell' istt·uzione. Se invece, come deve essere, è preparotori~ e sussidtaria alla istru7.ione militare, la si lasci al ~lini stero della <>uerra. Nega che l' istituzione non abbia fatto progressi dopo il pa~:>oO'uio o" l ..,_; l!'ò •

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NOTIZIE POLlTICO-MlLITARI

Ministero della guerra. Ricorda il bisogno di risolvere alcune ques~ioni importantissime collegantisi all'uso della balistite, e alla trasformazione del fucile: Replica brevemente l' on. Galli. I due interpellanti si dichiarono non soddisfatti. ,. * +

Ora, uscendo dal Parlamento dobbiamo accennare• di volo a due fatti che escono per la loro importanza dal campo della cronaca. L'uno fa la presenza della nostra squadra ali inaugu razione del ca.nale fra il Baltico e il-mare del Nord, dove ebbe dalle autorità e dalle popolazioni tedesche e specialmente dall' Impet·atore le più significanti . dimostrazioni di stima e di simpatia, e figurò onorevolmente ammirata fra le prime marine d'Europa: L'altro fatto sono le faustissime nozze di S. A. R. il Duca d'Aosta Emanuele Filiberto con S. A. R. la principessa Elen11 di Orleans, avvenute il 25 corrente a Kingston in Ingh ilterra. Tn quest'cy:cnsione l'on. 1\focenni, ministro della gue.-ra, inviò al Duca d'Aosta il seguente t.elegramma: c Come oggi è giorno di letizia per l' intera Aazione italiana che gioisée della Vostra felicità , lo è nltrettanto per tutto l'esercito che è orgoglioso di contare nelle sue fìle Vostt·a Altezza Reale, degnissimo figlio di quel valoroso Principe di Cnsa Savoia che su l cam po di battaglia espose la preziosa sua esistenza per l'onore della nostra bandiera. Inte1·petrc dei sentimenti dell'esercito invio a Vostra Altezza Reale cd alla Voma Au~u~ta Sposa fervidissimi voti di fclit:ìtà. , A questo telegramma del Ministro il Duca d'Aosta rispo~: « Le felicitazioni che l' E. V. volle invìarmi a nome dell'esercito pel compimento di ogni mia gioi~ non· potevano tornare più gradite al mio cuore d' italiano o soldnto. L'esempio dell' indimenticabile mio genitore, che con gentile pensiero Ella associa all'augurio, sa!·à sempre mìn guida nell'adempi meno del do\'ere che mi inconibe nell'esercì to. Voglia accogliere, Eccellenza, i vivi ringraziamenti della mia sposa e miei. »

Or .ecco le principali disposizioni d'interesse militare emanate nella quindicina : Chiamata alle armi per istruzione di militari di 1" categoria della classe 1.869 e di altt·i della classe 1.870 appartenenti a vari distretti ed

NOTIZIE P OLJTIOO-MILITARl

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ascrtltl a diverse at·mi e corpi, per un periodo di 20 -giorni a datare dal i 7 luglio. Chiamata· alle armi per istruzione dei militari di fa. categoria delle classi 1.8611 e 1.865 ascritti alla milizia mobile del XII corpo d'armata. Ammessione all'esame dci sottufficiali proposti per il corso speciale onde essere abilitati alla nomina ad ufficiale. Fu pubblicato il R. Decreto col quale si sopprimono i comandi dei reggimenti dì artìglierin da fortezza e da costa e s' istituiscono i comandi ' locali d'artiglieria. Fu pubblicato il R. Decreto che modifica l'ordinamento del q,o reggimento genio e della brigata ferrovieri. Vennero pubblicate le norme per gli esami d'idoneità all'avanzam~ntò al grado di capitano nell'arma di artiglitJria per parte dei tone~ti di della arma non provenienti dalla scuola di applicazione; esami che avranno luogo nel prossimo novembre. Vennero pubblicnte le norme per gli esami d' idoneità all'avanzamento a capo tecnico principale d'artigliet·ia e del genio; esami che avranno luogo nel prossimo mese di ottobre. Roma, li 30 giugno i 89o. x.

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NO'riZIE MILITARI ESTERE

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NOTIZIE MILITARI ESTERE

AUSTRIA-UNGHERIA.

lt bilancio della gtteiTa. - La commissione del bil:mcio pres.so le ' delegazioni, ha in questi giorni approvato integral mente il bilanciO della guerra pel 1.896. Il bilanoio è diviso nelle seguenti parti : 1.22,215,042 A) parte ot·dinaria per l'esercito eomune fiorini B) parte straordinaria id. id. id. 1.4,389,659 ot·dinaria per la marina id. 1.3,481,260 C) parte 'd .d slraord'man.a 1 . 1 • 3,1:1.7,200 D) bilancio straordinat·io per le tt·uppe del territorio di occupazione (Bosnia-Erzegovina e Lim) spese non co3,51.9,000 perte d<1i pt·eceJ enti bilanci . . Esamineremo successivamente q~este varie parti non senza premettere però che, per avere la ci fra totale delle spese militari dell'impero, conviene ancora aggiungere: 2:1. ,01.1,628 Bilancio della Landwehr cisleitaua . Id. id. ungherese . :1.6,980,099

V' è _dunque fra il bilancio del,1885 e quello ora presentato l'aumento -di più di un quarto e la maggior parte di C(Uest'a umento è da attrib~irsi .all'ultimo quinquennio: anzi si può dire che tutte le maggio1·i spese sono -dovute all'attuazione del programma del defunto ministro Yon Bauet·, .continuato scrupolosamente dall'attuale minist.t·o Von Krieghammer. I punti fondamentali di tale programma sono: 1° aumentare i quatlri di uflìciali di tuft.i i gradi e di tuue le armi tper modo da potet· rispondere alle necessità della mobilitazione; 2° rinforzare di uomini e cavalli l'organico di pace delle unità comballenti ; ' 3• migliorare l'ordinamento di taluni corpi e servizi (specialmente tecniciì; 4• migliorare l' istruzione degli ufficiali coll'impianto di scuole ecc. e quella della truppa aumentando i richiami alle armi. La rip,;~r ti zi one de11e spese preventivate per l'anno 1896 fra i diversi titoli e gli aumenti o diminuzioni rispetto alle corri~po ndenti somme stabilite dal bilancio 1895, risultano dal seguente specchio:

l

Totale 194,7t3,888 /

A) bilancio 01·dinm-io. - Continua il suo movimento ascendente come appare dalle seguenti cifre ri ferentisi all'ul timo decennio : Anno 1885 fiorini 97,26i ,83o; 1886 fiorini 98,680,12f ; :1.887 fiorini .99,95Q,528 ; ·1888 fiorini 98,5(1..2,585; 1889 fiorini !00,-166,338; 1.890 fiorini 100,799,630; :1.89·1 fiorini >102,839,845; :1.892 fiorini -107,093,2!.~:7; 1893 fiorini !09,829,840; 1.894 fiorini H4,882,703 ; 1.895 fiorini H8,o0-1,466 e finalmente 1896 fiorini ·122,2Hì. 77 -

ANNO X ~.


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NOTIZIE MI LITAR! liJST.ER€

:-IOTl Zl.E ) IIL ITA RI EST E RE

Bn.ANCIO

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DILAI\:CIO

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per 1 l'annp {896 l'an no t895.

l l'iUZIOXl

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Fi or i n i l. Ammin istrazione con trale .

11. Comnndi territoriali . 111. Intendenze e controllo .

390,320

49~,735

i,280.~~i

505 ,8~0

774,578

105,415·

t,000,8!3

941,783

59,0~ 0

IV. Servizio sJ)irituale

160,80i

{51,440

9,367

v . Giustizia militare.

3H ,908

3\6,237

i,~60,4H

t ,974,U9

VII . Corpi di t.I'UI>Pa

i8,838,985

27,9H ,154

VIli! Istituti militari.

i,371 ,092

t,735,0li2

86,718

t 56,068

VI. Alli comandi e stati ma gg iori ;

IX. Comitato tecnico

X. Magrtzzini sussistenze

x!:'"Magazzini

letti .

X IL Stabilimenti ''estiario XIII. Artiglieria tecnica.

xVI.

Personale delle costruzioni militari. . . . .

XVII. Istituto geografico X VIti. San ila militare .

XIX. Pensioni militari XX. Case di pena militari

i3,708

897,831 363,060 · 69,350

..

612,859

~, ,,s.~.a

1,200

44,1;)5

''2.9;):;

tC0,9G5

!58,109

3,774,578

3,69! ,4St

x 1v. [)oposit.i materiali treno ; x v. DeJIOSiti materiali P. ionieri

34,329•

83,097

9Q,985 1'

1,0:>0

U 2.426 3,260,501

!,994,0;;7 1 1

2G8,33'l

35;i,58I

3,SG8,668

3,6 U ,$30

256,:!38

!2,200,449 l - ·12,0ii, l i6

·l23,2i3

97,202

61,868

, 399,000

3!8,00()

XXII. Somministra_zione jn natum (pane, rorngg1, pagha) . . . .

H,92t ,398

17.G58,59ll

26~.806

XX!li. ·viuo per la tru ppu .

16,937,835

16.531,883

405,952

XXI. Spese diverse

XXI v. Vestiario

e letti

XX V. Alloggi.

l

29~

35,334 8 1,000

l)il

\

9.921,803

8.863 534

!61,275

l 3,! 94,3'W

l ! ,389,737

~.613

XX VI. fii monte

2,i70,9!:1

~.652

XX VI I. Premi di rarrcrmn.

2,000,00)

2.000,000

056

! 22,2!5,012· Il8,50!,1GG

t tS,85i

l

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Cause principali degli aumenti e delle diminuzioni furono: :f.o au-menti di quad1·i; fra questi notevoli i seguenti: . A.rmzeuto eli dttè comandanti di divisione di cavalleria: a la) e riguardo si osset·va ehe il bila,ncio aust•·o-ungnrico pel f896 provvederà per 39 comandanti di divisione: (i ) 3{ sono quelli delle divisioni di fanteria, ne rimangono 8 per le divisioni di eavrdl1•ria ; di questi però 4 soli figurano finora sull'annuario pli litat·e. •Aumento d:i nlfìciali superiori nella fm'/,l/:'t'Ùt e cacàato1·i. - Questo aumento fu inizia tÒ nel 1894 e san\ compiuto nel 1896 : per esso ogni reggimento fantorin e eacciato1·i avrà un ufficiale superiore in più. A complet,a re il provvedi memo sa1·anno nel 1.896 nominati 18 'colonnelli , 9 tenenti colonnelli e 10 maggiori. Con ciò si avranno in soprannumero pre:;so i reggimenti fa nieria e cacciatori, e disponibili per i bisogn i di mobilitm:ione, 26 colonnelli, 27 tenenti colonnelli e o3 maggiori . . Aumento di cap·itani p1'es.çn ·i 1·e,q,q·imenti fanteTùt e cucciatm·i e pt·esso i battaglioni cacciawri md.Dnomi. Anche questo provvedimento è sta to iniziato nel 'l 8Hl1 e sarà compiuto nel 1896: per esso ogni reggi mento fanteria o cacciatori avrà 2 capitani ed ogni banaglione cacciatori autonomo. i capita!lo q disposizione. Aumento d·i ufficiali s"balterni : presso la {antei'Ùl e cacciatot·i in modo che Qgni compagnia abbia 3 subaherni c ciò onde avere uffic iali disponibili per f01·mazioni di complemento. Pl'ovvedimento continuativo iniziato nel1893 che dovrà condurre ad un aumento definitivo di 1826 subalterni: cogli stavziamenti fino a tutto il '1896 ~i sarà aumentato l'organico di -1230 ufficial i subalterni ; p1·e§so la cavallm·ùt. in modo da assegna1·e due uffici::lli subalterni in più ad ogni quadro di complemento per lo squadrone di riserva : sul piede di pace, questi ufficiali sat·anno impiegati per l' istruzione delle rimonte ; presso l'a·rt1:qlieria in modo da avere 3 subalterni per batteria; presso il treno aument~ndo un ufr.ciale subal terno per ogni squadt·one. Questi tre ull.imi provvedimenti furono pure iniziati nel 1.894. 'rr

4,386,682

673,!06-

3,i1 3,576

Il) Sul bilancio ·comune ne Ognrano solo 37 poich<i 2 Ogut·ano sul bilancio per le truppe del territorio d'occupazione.


1:.!18

NO'l'IZIE MILITARI ESTERE

. II. Rinforzo d'twmin·i e cavalli a!Jli organici di pace: Fanteria. - Nel 1.896 saranno dati i cavalli ai 384 ctlpitani di fanteria o cacciatori che nnco1· non l' hanno ~ pe,:\ tal modo tuili i capitani di fanteria e cacciatori saranno montati. Cavallerù,. - T due sottuffìciali telegrafisti saranno portati in sopranumcro dai reggimenti cavallerid, ciò che corrisponde all'aumento di 2 sottuffìciali e di due cavalli per reggimento. Allo scopo di miglio1·nrc le condizioni dei cavalieri scelti impiegati nell'istruzione dei sempre più numerosi cavalli di rimonta da darsi in uso ai privati, sono istit.uiti presso ogni reggi mento cavalleria 25 posti da caporali cn'ettivi e 26 posti da capo pattuglia, gradò cr·eato nuovo c corrispondente, in certo modo, al nostro appuntato. Nel bilancio pel 1896 v' è inollre una maggiore sp1~sa per mantenere a numero i 10~0 cavalli in consegna ai privati aumentati con bilancio stracordinario del 1895. Si noti ~he per la sola eavalleria dell'esercito permanente l' AustrinUnghcria ha 7,350 ca valli già addestrati in uso presso i privati. A'l'tiglicria. - Aurnento di 6 cavalli per batteria c!' artiglieria da camparrna e di o per ogni batteria a cavallo: provvedimento inizinto nel 1.8.~ c che dov1·à probabilmente esse1·e continuato per molti anni vista la piccola quota annua d'aumento fin ora adottuta (pel :1.896 soli 96 cavalli: ne or:corron ~ in tu tto ".f424r Il l. .Migl-iorarne1110 nell'Ol'dùumwnto di taltmi ''co rpi o ~ervizi . L'aver spo•rliato lo stato ma!!giore del genio di tutte qut>lle attribuo ~ \.. zioni che si riferivnno o costruzioni non fortifìcatoric·e l'aver· costituito con detti ufficiali un vero corpo di stato mag~iore per la gùena d~s­ sedio e di difcga e, parnllclamcnte, un corpo di ingegneri militari al quale fu affidata lo costru:r.ione e manutenzione delle easerme, produce un maggiore ca1·ico sul hilnncio di 73,875 fiorini. Per· contro l'aver creato un corpo d'ingegneri d'artiglieria per il ser·vi1.io del materiale d'artiglieria in sostituzione del personale dello stato maggiore di quell'arma, produce una economia amiua di 46,:1.'79 fio· rini, economia però che non sarà realizzata ancora com~l etamen te nel 1896, non essendo :mcora sostituiti da ingegneri ed altri impiegati tutti gli ufficiali che finora erano addetti :d servizio del materiale d'<ll'tiglierià (stabilimenti e der)l)siti. corrispondenti alle nostre direzioni). Oltre a questi rilevanti miglioramenti dell'ordiì\'arnento, altro di importanza veramente capita le convi1me notarn nel bi lancio ed è rjliello degli ufliciali in servi;:io sede1Ùario per i quali sono previsti 'l iHlt posti. Se si rnmmenta che per questi uffic:ia li l'avanzamento è considerato come fatto assolutamente eccezionale, si vede tosto quale fol'te vanç,.

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taggio venga da questa eliminazione nal quadro d'avanzamento, per la caniera degl i ufficiali delle truppe. A tale ri gua 1·~ o si rimanda a quanto è stnto sc1·iuo nell(\ puntata del 16 aprile di . quest'anno ci1·ca il serv izio sedenta rio. TV. Miglioramento dell' istruzione degli uffic·iali e del/CL ll't'ppct: . Uffù;ia/.i. - Allo 5COpo di far concorrere aunua~mente un m_nggror numero di ufficiali alla scuola d t guerra, nel ·1895 d 'l 0 anno d1 c.orso fu sdoppiato in due corsi par·alleli: nel 189G si f:tranno due corsi pa'ralleli pure pel 2• anno. ,. . . . Ritenendosi in Austria-Ungheria clic, per poter trnnc dali rntzratrva tutti i benefici che essa può dare, sia neces·ario irnprirncm unità di vedu te necrli ufficiali, si sono istituite scuole di corpo d'a rnwtt~ (uua per ciascun co~po d'armata) che hanno appun:o lo scopo di da m un indirizzo comune agli studi individuali degli ufficiali. . . . l:iascuna seuola ha 40 allievi che sono tenenti compresi entro cm·tillmiti di anziani tà e debbonò essero ben clnssitìcati . Il corso dura 6 mesi. La spesa preventivata'pnr ta li scuolo è di liorini 56,3{i2. Si sono aumentati i cavalli per l'accademia tercsiana prescrivendo ehe la scuola d'eq uitazione pe1· ~l i allievi, cii t\ Jino.ra cominciav_a solo al 3o anno, sia d'ora innanzi fatta ancl1e agli allievi del 2° anno dr COI'SO. Truppa . - Saranno chiamati alle al'lni ~c r istruzione 30,000 uornini; ossia 10.000 pi~ che nel '189i>, della ri~e rva di comp!omento (1.). Inoltrf' saranno richiamati per istru1.ione per -! H gio rni (non compresi i via!!gi) '197,4.74 rise1·visti delle rarie armi sa lvo In cava lleria. P~· questa invece s.1ranno richiamati per 21 giorno 7350 ri~ervisti e saranno ritirati dai privati, eire li hanno in u~o. 7350 cavalli pe1· la durata di 2i ~iorni. . 4900.u fficiali 1l i riserva (nostri ufficiali di complemento) venanno m servizio pe;:~·~ periodo di 28 giorni. Se a <ruesti ' si"aocriurwono circa 70,000 che sa ranno richiamati dalla ~,<:>o o Landwehr ungarica e circa 100,000 da quella cisleitana, si ha la. ben considerevò\~ massa di quasi 1!00,000 uomini che venanno alle arnn per istruzione nel ·1896. B.) Bila.ncio sl1"a01'dina'1'ÌO per l' esército comune. - I mporta, come si è detto, ! 4,389,659 ~q rini. · I pl'incipali "titoli di spesa sono i seguenti: 1. P1·ovvista ui carreggi ed altri materiali per il servizio sanitario fiorini 80,000. ìl• 1( 1

(l) Gorrispondc ;tlla nostra 3• categol'ia.


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I'OTIZIE MILITARI ESTERE

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t\O~IZI€

M ILI'I'ARI ESTE RE l

2. Provvista di armi portatili sia per fornire ~~.~ armi di piccolo calibro anche le truppe tecniche, che sono tuttora nrmate col Wemcll, sia per ~!1mentare la risurva d'armamento la quale per ora è ragguagliata al 50 °/o della fo rza di guerra dell'esercito, ma che si ritiene essere necessario raggiunga il 1.00 % della forza stessa. . 1~ Per questi scopi è st.anziata per l'anno 1896 una rata di 1,800,000 fiorini colla quale si provvederimno: 10,023 fucili 23,250 fucili per u·uppe speciali 5,500 revolver. 3. Pròvvista di proietti scoppinnti per a1·tiglieria d'assedio 1.00,000 fiorin i come quarta rata del credito complessi vo stan~iato nel i893, di 600,000 fiòrini. · 4. Hinforzo all'armamento di talune piazze forti introducendovi nuove artiglie1·ie ed au menl<~ n do il rn unizionnmcnLo. Spesa preventivata 1,000,000 di fiorini. 5. Provvista di polvere senza fumo per armi portatili e per artiglieria da campo: sesta rata ammontante ad 1,000,000 di fiorini, del credito ·accordato di \ fiorin i 13,400,000 pe1· tale scopo . 6. Provvista di granate cariche di ecrasite per le batterie da campagna in modo che per ogni peuo si abbiano t 5 granate cariche di ecrasit.e al postg di :15 delle attunli cariche qi poivere 'o,·~inaria. Queste granate saranno munite di spoleua n doppio ell'ctto c dovra1wo essere impiegate contro truppe coperte dn ripari. Spesa per il •1896, iOO,OOO fiorini. 7. Acquisto di materiali da ponte fer1·oviario portatile per le compagnie ferrovieri rata pel il :1.896: 4·0,000 fiorini. 8. Provvista di materiale .per ferrov ie da campo: .set~ima rata di 400,000 fiorini. Pm- quest'oggetto l'Austria-Ungheria ha orrlt1i spe;;o circa 1 3,000,000 di fiori ni. . '' 9. Provvista di vettu re leggere pel carreggio combattente: rata di 80,000 fi01·ini sul credito complessivo di 696,300 fiorini. ·~· ~ 10. Acquisto di tende 400,000 fiorini. :l :1. Acquisto di. materiali da po'oti Eiffel p~{.' strade ordinarie 28,400 fiorini. 1.2. P1·ovvista di gravine per la fa nteria e pei c;;ccialOri e di forbici per taglia}~ filo di feno per i pionieri: 7,000 fiorini. 13. ~~quisto di mine da fìum~ sistema Engelmann 5,000 fiorini. :14. Pér opere fortificatorie 2,000,000 di fiorini. :lo. Per miglioramento di baraccamenti in Galizi~ 1 750,000 fiorini. .

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<C) Bila.ncio della marina: . La parte ordinaria ò divisa nei seguenti titoli:

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Fiorini

Stipendi. . . . . Paghe e massa vesti a rio . Servizio a terra Servizio a mare Stabilimenti . Manutenzione e ricostruzione di navi da guerra . . Armamento . Cosl.ruzioni tencstri e marittime . Spese varie. ,. Pensioni

·1,499,-130 1,275,820 788,800 ~

.5a5:ooo 227,490

3,1H7,620 260,000 248,300 2-12,070 799,830 10,464,060

un aumento di 237,000 fiorini sul bilancio ordinario pel :1895. Da notar~ nel capitolo manutenzione e 1·ico.~tmz:ione di nav·i da guerm, -sono le spese p1·evcntivnte pet· un incrciciatore-torpe~i~iere che ~ov.r à so-stituire l'attuale· Gn~if, e per una,,, nave caccia ~t?rpednu che dovra a vere la -velocità di 24 miglio. all'ora. . . La parte sf~ao'rdinaria ammonta, come si è. detto, a 3_.H~,200 fionm .con un aumenl.o di 263,000 fiorini sul bilanciO straordmano pel 1895; .da rlotare sono: lo stanzia mento di 180,000 fiorini (2a ra La del credito di i ,080,000) per la costruzione di 6 torpedinier.e d'al.to mare, e quello di -t30,()(i)() fiorini (come i a rata della spesa preVIsta d1 3,~00,000) per la co-struzione di un ariete-incrociatore dello spostamento d1 6,-100 tonnellate. . D) -Bilancio straordinm·io per le truppe del territor·io di o~cu~a.zi.one. ­ :Si notà soltanto che la forza bilanciata delle truppe del terntono d1 occ upazìone ascende a 13 generali, :1229 ufficiali superior~ ed inferiori od as"Similati 19 21$9 uomini di truppa e 19i9 quadrupedi. Jstru~ion~ pei viaggi di stato nwg,giore. - È stata pubblicata la nuova istruzione per i viaggi di stato maggiore. Questa is~ruzione è divisa in tre capitoli : ,. . . Nel ·l o capitolo si danno le disposizioni circa il. pe~·son_ale. che VI devae ·prender parte; si mette in evidenza lo scopo det V1agg1 dl stal.o ~a.,­ .giore ed il modo di ottenedo; si danno le norme per la_ ~,!)~PI.Iazrone .del programwa che deve e~ser fatto da~ · diretto,re de~ vt~f!)IO m base .a dati forni tigli dal capo di stato maggwre dell esermto; SI danno in.ilne a!cune norme ~ contabili. 1

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NOTIZIE 1111LITARI ESTERE

Il .'2° .capi.tolo t.ratta dei lavori preliminari da fal-si pri~.a d'intraprendere 11 vwggw, pot del modo d'esecuzione del viaggio stesso, della forma con cui devono esser compilati i lavori e finalmente delle operazion~ alla fine · dell'esercitazione. · Il 3o capitolo tratta della relazione al capo di stato maggiore circa. l'attitudine di quelli che yi presero parte; " della presentazione dei lavori e del giornale di cassa. Di 51uesti viaggi . in Austria·Ung.heria se ne fanno presso tutti i corpi: d'armata con temi òi esercitazione di combattimento di cÒrpi d'arm&ta contra pposti. Il capo di stato ..rnaggiore dell'esercito stabilisce i limiti di tempo, d~ terreno, ai spesa entro i quali si devono aaoirare tal i via"''i <:) l!) l;>l;l' · Lo scopo dei viaggi di stato maggiore è essenzialmente pratico; essi; servono ad esercitare gli ufficiali di stato maggiore e tutti quelli che sono d•1signati presso i comandi dei grandi reparti nell'esercizio pratico del funzionamento dei comandi stessi; o'fhono quindi ap.che il modo di poter fo~nulare up giudizio esatto circa le cognizioni, la capacità l'attitudine fisica degli ufficiali che vi prendon parte. A questi viaggi m:~nd~x;t ,Pam .oltre, çhe ufficiali di stato maggiore, anche impiegati d'intendenza, ufficiali del. genio, dei pionieri, del treno ed uffiei~li della Landwehr, ciascuno dei quali deve rappresentare ln propria parte di servizio che avrebbe nei comandi in caso vero.. Come è Mto, la Landweher in Austria Ungheria ha anche i ~1uadrì. preparati fin dal tempo di pace. A questi viaggi prendon parte gli ufficiali che sono designati per gli stati maggiori (ielle grandi unità di Land weher. L'istruzione che presso di noi corrisponde a questa\ è- quella _.Sulla manovra coi quadri chr. fa parte dell'istruzione per l'esercitazioni di combatlimento e che set·ve a regolare le manovre di questo genere che ~oi facciamo presso i reggimenti, · nei p residi ed anche pt·esso il comando del corpo di stato maggiore. . GERMANIA.

Variazioni nell'alto personale militare. -

Il teneile generale Edler

·v,. d. Planitz, comandante la divisione cavalleria della Guardia, è stato · nominato ispettore dì cavalleria (2 3 lspe1.ione) al posto del gener&le di ·cavalleria v: Hosenberg, il quale ha chiesto ed ottenuto il collocamento a disposizione,

NOTIZIE MILITARI

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EST ~ RE

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Giubileo d'un reggirnentp in Baviern. - Nello scorso giugno il 3° reggimènto cavalleggeri bavaresi oc Konig <• commemorò festosamente in Augsburg, sua sede, la formazione del cot·po datante eia HlO anni addietro. l principi Rupe1·to, Arnolfo, ed Alfonso, figli del reggente presero parte alla commemorazione, la quale durò due giorni com p rendendo: parata militare, servizio religioso, quadriglie di ca ''alierì, tratteuirnen ti nel giardino pubblico della città, banchetto nf'.lla sala d'oro d el palazzo municipale. La città regalò al roggimento un sontuoso trionfo d a tavola . Anche cittadini privati presentarono doni al menziona to reggimento. Cani da guerra. - Sulla fine dello scorso mnggio ebbe luogo a Dresda la prova, stata preannunziatn nella dispensa VIl di questa Rivista, .circa l'abilità pratica dei cani da guerra. Qùesto esperimento ebbe luogo in occasione d'una espoSIZIOne internazionale di cani e riuscì assai interessante; fu svolto nel modo seguente: - Cna compagnia di fanteria simulò le diverse fasi di un combattimento, nel quale i cani da guet'l'a presero parte eseguendo regolarmente esercizi successivi. Si mandarono dapprima contro l'avversario pattuglie·sottuftìciali.lequali staccavansì dal fronte della compagnia a distanz::~ di un chilometro e mezzo, mantenendo colla medesima comunicazione mediante cani portatori di notizie. Dal preciso .cont,·ollo fatto ·risultò che questi perco nevano il cammino interposto ·in 2 minuti ed anche meno. Accertato l'avanzare de]..onemico1· la tlornpagnia procedette ed apri il fuoco adoperando i· cani come · portatori di munizioni . Ciascun cane portava, o 250 cartucce a palla, oppure 350, a sal ve in un sellino .a tasca e percorreva h1 linea dei tiratori, i quali cavavano fuor i la parte loro spettante. Respinto ) l nemico, toccò ai cani da guena il còmpito di coi'J'ere 'tra le bilscaglie della zona cl'csercitazione alla. ricerca dei caduti, per servire di indicazione ai po'rtaferiti. Alcuni abbaiavano per riehiamare l'attenzione dei portaferiti; altri. di djve1·so addestramento, ritornavano all'addestratore dopo ritrovato' il fel'ito, pon andone in bocca il copricapo od altro oggetto. La prova sorpassò le aspettazioni (cosi diee il i!Witiir IVochenblatt) avendo quegli intelligenti animal i di,;impegnato appuntino il loro còmpito, sebbene in circostanze sfavorevoli, alcune delle quali stabilite appositamen,te, come il lavorare al $eguito di truppe affatto sconosciute ed in terreno non mai percorso da essi. I cani da. guerra che presero parte all'esperimento appartenevano a ba t· ·tagliùni cacciatori di vari corpi d'armala. ' Per' i proprietari dei migliori cani concorrenti erano stati stabili ti premi d'onore consistenti in oggetti artistici d'argento; per gli ufficiali istruttori, l .


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.NOTIZIE MILITARI ESTERE .

medaglie d'argento. [ primi erano dati dall'isp~ione dei cacciatori e tiratori, dal ministe1:0 della guerra sassone, dal principe Federiuo Augusto, dalla società cinologica di Dresda e da qualche privato, tra i quali un capitano dei Jager austl'iaci. Le medaglie erano date dal ministero della guerra sassone. Ltl di~tribuzi one fu ratta ·dal CO:nandante la divisione militnre di Dresda e dai membri del comitato che erasi costituito per l'esperimento in parola. ' Colonie. - I n sul principio di giugno scorso le tt·uppe coloniali tedesche di Kamerun attaccarono in quattro locali tà la tr\b(l dei Bakoko da qualche tempo stabilitasi sulle rive del basso Sannaga e le inflissero una fiera sconfitta; la detta tribù perdette 200 uomini tra morti e feriti, più numerosi prigionieri. Dodici mot·ti ed una cinquantina di feriti furono lo perdite delle truppe coloniali; queste si spinsero fino a Yaunde e la occuparono militarmente. [ ~ornali tedeschi assicurnno che questa vittoria aprirò_ staiJilmente l'accesso alla regione dei Bakoko, la' quale fu sinora chiusa al commercio e dove gli abitanti commettevant> :-trocità contro gli europei che osavano avventurarvisi. .'

, RUSSIA.

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NOTIZIE MILITARI ESTERE

Contingente di leva. 1895. -Quest'anno il contingente di leva,. destinato a com pletare le truppe di terra e di mare, fu fissato- in 27~,650 uomini; ad esso vanno aggiunti 2750 uomini delle popolazioni indigene del Caucaso (Terek, Kuban e 'fransoaucaso) che servono a completare i reparti indigeni di quella regione. Ora ecco in quali proporzioni venne cresceoao il numero degli uomini chiamati a soddisfare alla leva in questi ultimi anni: Anno ·1887, chiamati: 235,000 russi, 2400 indigeni del Caucaso i888, 235,000 • 2400 Hl89, 250,000 , 2400 i 890, , 260,000 2400 189:1., 260,000 D 2400 D 1892, 262,000 D 2400 1893, 262,000 » 2400 1894, 270,000 D 2400 » 1895, 271.~-,650 » 2750

FormazÙJjlC di divis·ioni tli batterie (flrtiglieria a cat•al~o). ~~e! la Rivista, t o maggio d895, è detto della trasformazione subita ~ali art1ghen.a montata,

riunendo le batterie in gruppi (divisioni) di batterte. Ora tl Pnkas N. 93 estende tale disposizione anche al\'artigliet·ia a c.avallo. A. tale e~et~o le 6 batterie della brigata artiglieria a cavallo della guard1a ,costttun·nn.no 2 divisioni (ciascuna di 3 batterie) e le H> batterie a cavallo (regolan e cosacche) addette alle divisioni r.avallerid 2a, aa, 4a: 5•, 6a, 7> 1~· e 12& (2 batterie per divisione), formeranno 8 divisioni d1 2 ba~t~ne Cl ~sc un3 . Fo1'maziane di una (livisione di batterie a cavallo nel 1 ranbotkrrl. Forse in vista degli avveni meoti politico - mi li tari dell'estremo Oriente, furono stabilite le seuueoti disposizioni: a) Formazùme di una. divisione (2 brigale) indipen~enle d:m·t~gl~er~a del Tmsbaikal, t.ogliendo 2 batterie (5a e 6&) alla 35a bngata d arttghena (a Kas:tn); · . . b) Formazione di wL battaglione ferrovieri dell' Ussan ( [nvalzdo 9'ttsso, N. H 3)· c) Fonnazione di batterie (2) da mortai della Siberia .orientale,. servendosi di 2 batterie (1 • e 4,n) del 2<> reggimento da. mortai (nella cu·co- , sc1·izione militare di Kiew) Prikas, N. 94. Ripm·ti d' m·tiglieria da mortai da carnpa.qna.- Per all'etto della ultima disposizione, l'a1·tigliel'ia da mortai 1·es1a cosi composta: . . 1o reggimento, a Dvinsk (Circoscriz. Vilna), formato d t 4 batterla 2o , a Bielaia Zerkow (id. Kiew), . , 2 3o a Varsavia (id. Varsavia), 4 4,o a Muraviev (id.Pietroburgo), 2 5o a Kolomoa (id. :Mosca), 2

6o · Ì (da formar!ti nell' ott. 1895), 7° » l 1• e 2a ba t t. della Siberia orient. (da formarsi),

2 2

20 batte1ie

Totale

Jstihdone dell'ispettorato genemle della cavalleria. - D ali~ Rivista del mese di maooio 4893 risulta che dopo la morle del granduca NJcola (·1893), 00 ispettore generale della cavalleria russa, questa c3r1ca veotva. ~oppressa. Ora il Prikas N. -121 stabilisce di creare nuovamente l ISpettorato ~enerale di tutta la cavallerin, dal quale dipenderanno pnre 1:ispcttoralo delle rimante e delle brigate cavalleria di complemento, creato l anno 1893 vi893) ' e h. scuola ufficinli di cavallerin . ( Rivista) maaoio ~l:l L'ell'cttivo organico dell'ispettorato comprenderà : ·l ispettore generale dell:1 cavalleria, . 3 ri1aggiori generali (o tenenti generali) addetti, o

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NOTIZIE MILITARI ESTERE

2 aiutanti (ufficiali superiori o inferiori), 1. capo di stato maggiore(maggior generaie di stato rnagg~ore o tenente generale), 2 aiutanti in {o (ufficiali superiori), { aggiunto agli aiutanti in 1o (ufHciale inferiore), iO uom ini di truppa (~crivani, ecc.). . Lemmi 1"tt.s.se inviate a Kiel. :.._La squadra russa agli ordini dell'ammiraglio Kridlow, si compone delle navi seguenti_: Corazzata Imperator Aleksand1· Il (nave ammi ragl i:.~, costruita nei cantieri de,l Nuovo Ammiragliato (Pietroburgo) e varata nel 1887. Essa ha m. 99,3G di lunghezza, e col lo sperone rn. 1.06,o6, m. 20,4J di larghezza; 8,444 tonnellate di spostamento; mac.chine (Compound) della fOI'Ul di 8o00 cavalli; 14 'can. noni a lunga gittata, vari cannoni a tiro rapido sistema Hotchkiss e torpedini; 1 torre mobi!e p1·otetta, armata di 2 cannoni da 12 pollici, ossia 304 mm. (il calibro maggiore del la marina russa). Cannoniera Grosiastci lungllezza rn. 67,96, larghezza m. 12,40; spostamento 1492 tonnellate; 2 cannoni di grosso calibro. Incrociatore Ru.rik, costruito nei cantieri del 13altico (Pietroburgo), lunghezza rn. 132,57, l;~rghezza m. 20,4-1 spostamento 11,00 tonnellate, riserve di carbone per 3 settimane (19,60 tonnellate di canbone •per 520 oré); 4 lnacchine•wtl'i.plice espansione imprimenti alla nave una velocità di 13,2o nodi all'ora (in pratica 15 nodi), 4 cannoni da 8 pollici, 42, cannoni a tiro rapido (l.~e da 8 pollici; 16 ila 6 pollici, 6 da 4 ~/,pollici, 16 da 37 a 47 rnm.) 2 cannoni Baranoswk! - ~ · 6 apptu·ecchi di lancio; 11.&, imbarcazioni (2 cut1e1· a vapore, 2 torpediniet·e, 2 barcaccie a vela, e:Jc.); equipaggio (agli ordini del capitano di vascello Krieger) di 28 uffìci1,li e 740 marin_ai (Novoic Vremia., N. ,69:1 7). Nuovo vapore per !et {lotlct volonta·ria. - Il vapore Wlad·imir costruito nei cantieri Dumhartùn (Inghilterra) per la Ootta vnlontaria rus'sa (Mat· Ne1·o) e çhe al'l'iverà in Russia agli ultimi di giugno ha le seguenti dimeJ].~ioni, lunghezza m. 137,93, larghezza m. Hì,08; spostamento -10,500 tonnellate; velocità massima :12,5 nodi. La noua volontaria russa, secondo la stampa , dispone così di H vapori di primo ord ine.

NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE Bollettino bibliografico

t. Sommario delle riviste militari italiane. Rivista di fanteria.

n criterio regionale nell'ordinamento dell'esercito. t-. Un ·episodio

della guerra franco-piernon tese (t 794,). Note ed appunti. - Cronaca. - Varietà. -Rassegna della stampa .

2. Reclutamento ed ordinamento. - _L'inq11adramento della na.zione armata. (Jmwnal cles sciences militaires, giugno ·1895). - Riordinmnento del ,genio in A1tSbl'ia-Ungheria. (Revue dt6 génie militai?·e, maggio 1895). Sì esam,ipano ,yarie dì·sposiziorti'i'iguardanti•il genio, andate io vjgore il i 0 gepnaio i895). ~ - Pérme~sie r;on_qedi. Continuazione. ( Spectaten1·militaire, giugno 1895), si ~~awina come questa materia è regolata presso i diversi eserciti. - Scuola supe1·io·re di _rptel'l'a in F?·ancia. Parigi, ·1895, Lavauzelle. - Considerazioni s1.dla cavalleria fnJ,ncese. (Militar Wochenblatt, 12 giugno l89o). - L' (tccademia di _guel'ra di Berlino. (Militar Wochenblatt, 9 giugno '1895). - Il bilancio della gttM"ra per il 4896 in F-rancia. (Revue du cercle militaire, 8 giugno ·1895). ~)uesto bilancio fra spese ordina1·ie e straordinarie si eleva a lic·e 651,17-1,820. Si dà il riparto dei singoli capitoli. - Note sull'ordinamento del mate1·iale d' arti,gli'eria da campagna della Russia al principio del 1.895. (Revue d'artillerie, giugno 1895). ' - 'Sull'ordinamento dell'artiglieria da campagnc6 (Militii1· Wochenblatt,"' N. _54, 1895). - L'avanzamento (nell'esercito francese). Generale Philibett. Piccolo - opuscolo. Parigi, 1895, Lavauzelle. · - Pensioni e sussidi. Raccolta delle leggi e dei decreti in vigo re in Fral}cia a questo riguardo. Parigi, 189;5. 1

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NOTIZIE BIBLIOGRkF ICHE

3. Arte militare. -- Opinioni francesi sulle mano~1·e di autwmo. ( Deutsche HeeresZeitttng, N. 44.. :1895). - La p1·epm·azione alla'gu.erra (Deu.tscheHeeres-Zeittmg, N. 45. :1895). ~ La. guerm di notte. Capitano Siracusa. ! 895. L'opera b divisa in tre parti: nella prima sono esposti e discussi i principi cui s'informa la tallica dei combatti menti notturni; nella seconda lo stesso at·aomento ·è o svolto sotto l'aspetto tecnico, cioè del perfezionamento delle armi; nella terza si fa un cenno storico delle principali imprese nottt.n·ne ch'ebbero luogo in passato. - Stmtegia d·i com.battirnento, gene1:ale Levai. (Jow·Ml dés sc'ie)tces militaires, puntata di giugno. Lungo lavoro cominciato nelle puntate precedenti e che segue ancora). -L'attacco decisivo (Joumat cles sciences m.ititaires, giugno 1895). - Il servizio della f(m(e1'ia in cmnpagncb (Jounwl des sciences m.ititaires giugno 1895). ' - Attacco e d·ifesa delle fortezze. Maggiore Librecht. Brusselles, 1895, 1\fuquardt, ~ ___.:. Questioni di vitn per la cavalleria. (ll1ilitdr Wochenblatt. 8 aiuano ' 89'o). couunua7.1 . .one. ' ,. .. "' · ' o o 1. - La (ortifico.zione portatile. (Spectateut· m.ilitaùe," giugno 1895). Lo scritto è intitolaìo La. lotta per lo scudo, ma effeuivamente si t1·atta di fm·t·ificazione porl<1tile eppet·ciò l'abbiamo cambiato per chiarezza. - Manuale per lt• nwnov1·e di campagna, ad uso degli ufficiali di tutte le armi c di tutti i servizi. Per il generale H. C. Fix. Brusselles, !895. Muquardt.

4. Geografia, Viaggi, Colonie. - Ut 8oliv·ia contemporanea. (Esplo1'azione ~mnmcrciale, giugno·I895). - ln Palestina. L' ultimo mio viaggio. Ricordi della terra sa nta. Pet· G. Beltramo. Firenze, ·1895. · - Stttd·io sul/(~ lat.tica di u.ppr(lvvigionctrnento ·ne.lle ,qtteiTe colonial·i. Red. Noli, Ptl rigi, 1895, Lavauzelle. - Le truppe coloniali dell'Olanda. Note sull'armata indo-neerlandese. Continuazione. (Revue dtt cerete militaire, 22 giugno 1895). - Due anni al servizio del Ch·ilì. (llfilitii1' Wochenblatt, N. 56, :18'95). . - Bì,bliogrofìa. delle opere concernenti il Dahorney. Lu ngo catalogo d t dei.Le opere e reh.tivo sunto e giudizi. (Revue maritime et colQniale, maggio, :1895). ·

NOTIZIE BlllLIOGRAFIOHK

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5. Storia generale e m!litare. - [ pontieri. E Salai·is. Si nana con molla copia tli docum&nti la storia dei pontieri italiani dalla prima compagnia (:1816) fìno al giorno in cui passarono dall'arma d'artiglieria a quella del genio (1873). Fi· renze, tip.ografia Cooperativa, 1895. - I 1niei t·icordi sulla battaglia di Vionuille-Lilctt'S la Tow·s · Schaumann, colonnello. (Quarto fascicolo di appendice al llfilitii1· Wochenblatt, 1895). - L'impiego delle 1·iserve n el/i~ balla_glia di Vionville-ilfars la To"rs, con speciale rigua rdo alla 5• divisione Modtk, t.onente generale. (Quarto fascicolo di appendice al Militiir Wochenblatt, :18no). - J t1·e assedi rii Huningue. (i796-·l8-14-HH5). Continunzione. (Revue clu ,qénie militaire, maggio 1895). - Conseguenze delle gwnn dd 1812 e dcl1870. (Spe1;tate1ir militaire, ·giugno '1 895). . _ - L' m·ti,qtieria al principio delle gu.en·e dell(~ 1·iv~luzione. Capitano Rouquerol. ·Continuazione. (Revue d'art.illwie, giugno !895). - Il cm·po d'~1·ti_glieria in Francia. Studio stqrico. Cnpiwnq de Riviers. éoutinuazione. (Revtte d' artilletie, giugno 18915). - La guerra di C11ba. Ge~erale Jimencs (Hevist.a tecnica. de infanwria y. caballeria, 15 giugno 1.895). La_. vita militate nel sc.r.olo XV T. (Revista tecnica de in{antm·ia y caballeria., 11) giugno 1.895). ·

6. Tecnologia. - Mate1·iale da campagna Annsttong. Capitano Denoit. (Reuue d'ar. tillel'Ìe, giugno 1895). - La forza di penetmzione dei nuo·vi (uca.i. (Deutsche Jieeres· Zetttmg, N. 47, ,1895). Esperienze, dati, confronti . - Geome~ria dei d·iagramm·i. Questi,mi sulle curve d'indicator3. (Revue ·maritimll et coloniale, maggio i 8fl5).

7. Varietà. .:._ Annali di staMstù;a. Pubblicazione del Ministero di agricoltura e comr~ercio. Cenno , sulle condizioni geogroftche, economiche, ind uslriaU ecc. ecc., della provincia ùi Caltanissetta . (Fascicol? LVI , 189n).


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NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE

Letttwe milito,ri. Magistrelli professore nel collegio militare d.i ~h­ lano. ,Sono t1·e grossi volumi contenenti un~bbondautis-:imu antolo&ia di ~c rittu re militn ri, italiane la maggior parte, le àltre tradotte. Milano, 1895, Vallardi . - Lo st1'ett.o di G·ibilterrn considerato militarmente. ì\1 . N:l'varro, capitano. (Est11d ios militttres, maggio 1895). La luce e il suono. Traduzione dall'inglese. Manuale Hoepli. Mi lano, 1895. - Ancora nna parola sul compito dell'utlizù~le. (Journal des scien- ces militai·res, .Milano, '·1895). ~ XX VIl congresso degli alpinist·i a Milww. (Club alpino it{~tiano, maggio 1895). , c - Cavalli e loro fen·amenti. (Deu/sche Heeres Zeitui!,q, N. !l,lt,, 1895). - Sul di1·itto di chiudel'e e neutmlizz1we le strade marittime. (Deu.tsche Heeres-Zeitl~ng, N. 48, 1.895). Si prende occasione dall'apertura del canule di Kiel e si tratta la questione ri:;petto al canalé di Suez, al Bosforo, allo st.rett0 di Gibiltena, ecc. - Aden e la neutralità del canale di Stw z. (Deutsche Heeres·Zeitung, N. 49, 1.895). - Una lampada per -il servizio di notte negli accampamenti. (l}fibtar Wochenb lc~tt, 8 giugno 1895). - Saggio di navigazione aeree~ negli Stati-Uniti. (Revista ci~n.#(ico ­ milit.cw, 22 giugno ·189;:1). - L'annuario militare italiano del .f895. / ( Revue cln cerete mitita·ire, 22 giugno 1.895). - .· - Conferenza sul materiale d' artigliertct, generale Hengel hard t: ( Rev~te d'artiller'ie, giugno 18H5). , , . - La bandiera nazionale (spagnola). (l?et>ista milita·r, Hì giugno 1895. - L'acqua a Parigi in caso d'assedio. (Écho de l' armée; f8 aprile'l895') . L'autore suppone che tutti i condotti di acqua potabile sieno rotti dal nemico e propone di dis.tillare l'acqua della Senna aggiungendovi il sale necessario per la digestione e di ~cavare pozzi artesiani.

Per la Direzione LoDovroo Orso'rTI

0EMARC HI 1 CARLo,

gerente.

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' LA GUERRA CHINO-GIAPPONESE Contimtazione- Velli dispens11 Xl/l

SOMMARIO DEGLI AVVENIMENTI MILITARI DELLA GUERRA C!NO-GIAPPOl\ESE ·1894-95 (:1)

I. I precedenti politici, furono d iffusamente esposti in uno studio di questa Ri,vista, ora i cenni presenti, circa le operazioni della guerra asiatica lo completano, abbracciandone in complesso gli avveniinenti militari fino alla conclusione della pace f ra Cina e Giappone. ' Questi cenni hanno da servire da cornice generale delle operazioni, entro la quale, col crescere d ei particolari che oggidi fanno difetto, questi possano alloggiarsi opportunamente, e prender posto nello sviluppo complessivo della gnerra. Le forze che stavano per m isurar si, d ifferivano essenzialmente fra di l oro:

Gli eset•citi. - L'esercito 1·egolcwe cinese doveva sommare 837,000 uomini, divisi iu cor pi, nelle milizie di 8 bandier~ e nelle truppe dello Stendardo Verde; oltre a ciò disponeva di numerose truppe irregolari assoldate, dette dei « bravi », recanti tal motto scritto come divisa sull' uniforme. · In realtà, la Cina non p oteva disporre che dì 180,000 uomini. Tutte le truppe conservavano carattere di ·(l ) Per lo studio generale del teatrQ d'operazioni, è sufficie.nte la carta annessa 11ella R ivista milita1·e (dispen sa IX, l' mag·gio 1895}, allo studio \ del tenente colonnello Quaratesi. 78-

ANNO XL.


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SOMMARIO

DEGLI AVVENIMENTI MILITARI

milizia regionale - quelle dello Stendardo Verde recluta.vansi fra cinesi, quelle delle bandiere fra mongoli, tartari e cinesi; queste avevano presidi nella provincia di Pekino, quelle erf!.nO esduse dalla cinta tar tara. Nessuna unità d'istru· zione e di comando nelle truppe destinate al ser vizio di polizia çlell'impero - stavano a fianco, nelle stesse :file, uomini d'età disparatissima, privi di risorse; varie..le armi e l'istrnzione, al comando ufficiali disadatti - la cavalleria cinese si formava solo occasionalmente, per necessità ~d'ordine; i cavalieri manoiuresi ne fornivano il miglior nerbo, l'artiglieria mancava di personale tecnico e di carreggio. Solo la provincia di Pe- ci-li possedeva batterie campali, guidate da ufficiali europei. La flotta era divisa in quattro squadre, del Nord, di Fu-chen , di Sha.n- gai e di Canton - quest'ultima, più numerosa di tutte - buone le navi, mediocri le ciurme, più ancora gli uffi<•iali. In complesso, non più di 70 vascelli di costruzione moderna, 500 cannoni e 9000 uomini. L'esercito giapponese, si recluta . invece per servizio personale obbligatorio - questo dura dal 20• al 40' anno di età - l'esercito permanente ha due linee di riserve, più una milizia territoriale, suddiviso in sei circoli di divisione, ognuno di essi in due di brigata e quattro di reggimento. L a divisione della guardia, recluta su tutto il territorio dell'imperv. Jn C!Omplesso, l'esercito sul piede di pace, e prima della campagna, componevasi di 80 battaglioni, 21 squadroni, 40 batterie, 20 compagnie del genio, altrettf.!.nte del treno;. vale a dire di circa 70,000 combattenti. La fant eria è armata di buon fucile a ripetizione, sistema Murata, mod. 1871, l'artiglieria di pezzi da centimetri 7, la cavalleria, bene equipaggiata, era male montata, per le scarse risor:se equine; i regolamenti di . manovre per l'esercito si modèllavano sui tedeschi. Ls riserve, in complesso, potevano armare 200,000 uomini. La flotta giapponese contava 9 corazzate di liuea, 7 incrociatori, 2 avvisi, 10 cannoniere, 44 torpediniere ed altri :vascelli di minor conto : in totale 75 navi, 360 cannoni e 9000 uomini. Gli ufficiali dell'esercito -e dell'armata, posseggono egr~gie doti intellettuali e morali, solida coltura ap-

DELLA GUERRA C~~O- GIAPPONESE 1894-95

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presa nelle scuole militari dell'impero ed in quèlle europee, sì da reggere il ébnfronto con le migliori truppe d'Occidente. ,, Tale la situazione degli eserciti belligeranti, all'inizio della guerra. _ La base e le ?lel?"Ovie ; cla Seul acl A san. - Le ragioni della politica, descritte nello studio sopra detto, rendevano la guerra inevitabile. Per sedare le rivolte scoppiate in Corea, conYennero nella penisola truppe del Giappone e della ChÌa; ritenendosi ambo i governi in pieno diritto d'inviarvele circa 3000 cinesi approdarono ad Asan, a sud-ovest di Seul, capitale della Corea; 5000 giapponesi a Cemulpo, al settentrione. Quest'ultimi, ai primi di luglio, mossero diretti contro Seul e l'occuparono - i cinesi vollero egualmente dirigersi a quella •volta, ma s'arrestarono aspettaJ?.do soccorsi. D '~mbo le par ti si preparavano i rinforzi ; era facile prevedere come fra questi due pacificatori della Corea, dovesse scoppiare la guerra. E scoppiò. _, La brigata di fanteria giapponese (5 battaglioni, l sq nadrone, . l batteria da montagna) che agli ordini del generale Oshima era i.n Seul, ricevette ordine di star pronta. La flotta incrociava in vista dei principali approdi, guardava H porto di Fusan, a mezzodì della penisola, e eli Gensan a nord- est a Hiroshima, i giapponesi preparavano una base d'operazione terrestre e marittima, con attiviti.L mirabile. La Cina avviava rinforzi per via di mare e di terra da Taku - un grosso corpo di truppe di Manciuria era disponibile alle frontiere di Corea; intanto il distaccamento d'Asan tornò- a quel porto, per guardarlo, attendendo i promessi soccorsi:: Il 25 luglio, una squadra cinese proveniente da Talm, scortava un convoglio di navi cariche di truppe per la rada di Cemulpo - gl'incr oc.i atori corazzati giapponesi, .foshino, Akitushima e Nani wa, diedero la caccia - quest'ultimo colò a. fondo per una torpedine il piroscafo Kow-sh~mg, che bat. teva. bandiera britannica.. P iù di 1500 cinesi annegarono. ·


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SOlUIARIO DEGLI AVVENIMENTI MILIT ARI

L a guerra, non ancor a dichiarata, era in realtà cominciata - il governo giapponese si limitò ·a darne avviso cinque giorni dopo alle potenze, e ciò tenne luogo di dichiar azione ufficiale. Il corpo del generale Oshima ricevette rinfor zi - potevano essere in t otale 20,000 ·i giapponesi sbarcati in Corea, ma su coste differenti e >~lontane ; parte a F usan, il grosso a Cemulpo, il comando a S eui, un distaccamen t o a Gensan. La flotta veleggiava . per le, acque del Mar Giallo ; stornar l'attenzione delle navi nemiche era sua cura, ma queste, scoraggiate dall'insuccesso t occato il 25, presso Cemu.lpo, non compar vero. Il corpo cinese del generale J eh, deliberò allora d'assettarsi in buone posizioni da difesa, fra Asan e Seikan , attendendo''a _piè fermo il nemico - or amai aveva perduta ogni speranza di vicino soccorso per via di mare - co1itava nondimeno molestare le comunicazioni dell'avversario con Fusan, accr escere le sue for ze con altre pr ovenienti dal mezzodì della penisola, tutta fi amme per la rivolta Togakuta. Il gè\iérale Oshima disegnò d'attaccarlo subito ; t ogliersi di dosso quella insidia da tergo, ma.rciar poscia liberamente ver::;o il settent rione, minaccia;to dall'esercito di Manciuria; assicurarsi le r etrovie con Fusan e riannodc;,re le t r uppe giapponesi ivi approdate da Hiroshima. Il 29 luglio, da Seui, i giapponesi giunser o sotto il campo nemico d'Asan - avevano percorso 60 chilometri in·èinque giornate di marcia -· una media di 12 chilometr i al giorno. A cominciare dal 17, notizie precise circa le forze cinesi erano pervenute al generale Oshima; la cavalleria giapponese aveva preso il contatto con la nemica, oltre S u-won il 28, i giapponesi serenarono in vista ·del campo cinese, ·e ricevet ter o ordini per il combattimento der· mattino seg uente. L a brigata si suddivise in due oolonne, di forza eguale, con una riserva ; più due piccoli riparti leggeri destinati a minacciare le ali del campo - tutti dovevano concorrer e con marcia concentrica ad attorniarlo,•·da fronte e da fiRnco. F uoco d'ar tiglieria e di fucileria, du rato per t re ore, precedette l'assalto - dopo i giappones i si slanciarono alla

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baionetta sui campi cinesi. Erano le 17. Le perdite dei primi ascesero a 70 uomini, quelle dei secondi a 500, su 4000 combattenti. Nondimeno, la massima parte delle truppe cinesi, con il favore della notte, riuscì a disimpegnarsi senza molestia, e ripiegò poscia a mezzog iorno d'Asan, a 100 chilometri dal campo. R iuscita vana la lusinga del generale J eh, d'aggiunger esca al focolare dell'insurrezione, e di trarne rinforzi per minacciare la, linea giapponese, con largo giro, per evitar molestie da fianco, protetto dai monti della penisola, divisò di r aggiunger e il corpo principale scenden te dalle Alpi di 1\{anciuria (Fin-schiù-ling). La sua mossa fu ardita e degna di memor ia. Dopo 24 giorni di continua mar cia, il generale J eh, alla fine d'agosto, r iuscì a condurre un corpo di 5000 combattenti all'esercito cinese nella vallata, del 'r ai- don-gang, verso P iong-jang. Là dovevan o risolversi le sorti della prima giornata campale. Da par te cinese, ver so la metà d'agosto, un corpo di 20,000 uomini circa (generale Tso), dipendenti dall'armata di Mànciuria, dalle province di Pe-ci-li, per opera del vicerè LiHung-Chang, s'era radunato par te per via di mare e parte per i passi di Ka.i-song, nella vallata del Tai- don-gang, a Piong -jang. L 'offensiva giapponese da Seul a P iong-jang. - Occor reva adunque ai giapponesi affrettar e la mar cia il più possibile, onde impedire quel concentramento. L e tr uppe nemiche ch'erano a fronte, si stimavano le più solide dell'impero, sebbene la loro istr uzione fosse del tutto insufficiente. Le piogge estive, avevano rese difficili le strade della Corea settentr~onale , l'artiglieria ed il carreggio non potevano seguirle ; più ancora diverrebber o malagevoli avanzando l'autunno. I cinesi si stabilirono nella vallata del Tai- don- gang, disegnando di prepararvi difese passeggere, atte a contrastar l'avanzata dell'esercito nemico. L anciarono ripart i d'osservazioni su vasta fronte, verso Seui a mezzodì, Geusan ad . orien te, e Hwang- sj u ad occidente.


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SOMMARIO DEGLI AVVENUIENTI MILITARI

La città di Piong-jang (l) (Ping- jang in cinese e Hejo in giapponese) è una fra le più antiche della penisola- essa s'estende sovra. una serie di colline, per la destra del fiume, a 53 chi~ometri dalle sue foci nella Baja di Corea. Sul Taidon-jang, rimpetto alla città, non v'ha che un ponte in muratura, dominato dalle alture di riva opposta, ed il fiume, largo 600 metri, non è guadabile in alcun altro sito. La città conta 80,000 abitanti, circondata per 11 chilometri da. mura di pietra, alte 7 metri - il fiume ha foce nelle adiacenze di Hwang-sju, ed è navigabile. ai piroscafi sino a metà cammino verso Piong-jang. Il por to di Gensan, (W on- san) a circa 100 chilometri ad oriente di Piong -jang, trovasi quasi sul prolungamento d'uno dei primari affluenti di sinistnt del Taidon-jang. La circostanza, fermò l'attenzione dello stato- maggiore giapponese fino dall'inizio della campagna; ossia da quando prescelse per sito d'approdo la baia di Gensan, a tutta prima eccentrica per lo sviluppo delle prime operazioni. Ma la linea del 'l'ai-"dong..jang, poteva così ag girarsi per le sue estremità, ed operare a linee conv.e rgenti; e ciò a maggior ragione, in ri guardo alle ' difficoltà della strada diretta da Seul a Piongjang. È questa un cammino nath rale, seguito da millenì, ricco di posizioni da difes a, di strette e corsi d'acqua, ma non sempre carreggiabile per tutto il percorso di 245 chilometri. Il generale Jamagata, aveva assunto il comando dell'esercito giapponese della Corea, alla fine di luglio -- da Seui, disegnò di penetrare nella valle del Tai-don-jang per tre lati - al centro, il gro!'~O delle forze in una colonna, ai fian chi, due forti distaccamenti dovevano sbarcare a Hwan gsiu e Gensan. La flotta giapponese, _per agevolarne l'approdo, cercò d'attrarre a sè l'attenzione dell'armata nemica (squadra del Nord) - da Oemulpo, a metà;,S:gosto, velegg iò

(l NOiiJoje W1·emja, ottobre 1894. cembre 1894.

Neue Militiirische Bliitter, di-

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a crociera fino sotto W ei- hai- wei, ma le navi cinesi non abbandonarono le · acque di questa piazza. Nella rada di Gensan, non appariva alcun naviglio cinese. Ai primi d'agosto, i giapponesi partirono da Seui, raggiunsero la stretta di Pong-san, a 56 chilometri da Pìong-jang, , senza incontrare. seri ostacoli per parte nemica; se si eccettui la scaramuccia. di Kai-song, di lieve importanza. Intanto, fra il 18 e 19 agosto, una brigata giapponese, forte di circa 6000 uomini, con alcune batterie, su 13 navi onerarie, scor tate da. 19 vascelli da guerra, sbarcò nella rada di Hwang- sju, alle foci del Tai- don-j ang. La flotta giapponese, aveva il doppio co~pito di proteggere convogli di truppe e di distogliere l'attenzione dell'armata nemica, rend~ndosi padrona del mare - di fatto, li~aggiunse entrambi, in questo periodo della guerra così interessante per le relazioni fra esercito ed armata, in uno stato peninsulare. Narrano i rapporti cinesi, subito dopo lo sbarco a H wangsju, d'aver respinto il nemico per opera della cavaller ia man· ciurese - relazione in verità poco probabile, perchè la brigata giapponese potè ricongiungersi, la sera del 20 agosto, con il g rosso delle milizie del generale Jamagata, a Pong- san. Lo sbarco del corpo avviato a Gensan, (colonnelLo Sato) si effettuò del pari senza ostacolo, il 30 agosto. In quel tempo, i giaJpponési contavano in Corea circa 45,000 uomini, ossia tre divisioni, ( J a.magata) a Pong-san e H wang- sj u ; una brigata con alcune batterie da montagna a Gensan, un'altra ancora ne'presidi, a guardare le retrovie, a Seul, a Cemulpo e Fusan. In complesso, 36 battaglioni, 9 squadroni, 12 batterie da campagna, 6 da montagna e ~ battaglioni del genio. La flotta giapponese, seguitava la sua crociera. per la Baja di' Corea ed il Mar Giallo - la cinese, probabilmente, veleggiava per il golfo di Pe-ci-li, guardava i convogli in via di formazione a Taku, o stava ancora in vedetta alle porte del golfo, into:r;no le sue piazze di sbarramento. (Wei-haivei e Porto Arturo).

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SOMMARIO DEGLI AVVENIMENTI llflLITARI

Per terra, la marcia del corpo di J amagata procedeva l~nta, a piccole tappe, ;;ia in causa della difficoltà delle strade, sia per desiderio d'assicurarsi le retrovie, che i giapponesi sistemavano con posti di tappa, i servizi, i parchi e le co· municazioni telegrafiche. Il 9 settembre, giunse notizia della colonna Sato, proveniente da Gensan. Aveva questa compiuta una mirabile marcia, traverso paesi difficili ed insidiosi, ed era vicina. Il 10, questa r espinse dopo ace:~;b o combattimento un distaccamento cinese mandato a guardia del passo di Song-Song, e lo ricacciò verso Piong-j ang. Il grosso dei giapponesi distava allora circa due tappe erdinarie da questa città.

Battaglia eli Piongjang (14-15 settembre).· - Il generale J amagata, divise le sue truppe in tre coldnne - a sinistra, una divisione con il generale Nozu, al centro, una brigata con il generale Oshima, alla destra, un'altra brigata con il generale Tf1tsumi. Potevano essere .26,000 combattenti, destinati convergere su Piong-jang. Durante l'avanzata avvenne qualche scaramuccia, (10- 11) prodotta probabilmente dall'urto coi distaccamenti del corpo battuto dal colonnello Sato a Song- Song, o con gli avamposti cinesi ohe si ritiravano sotto la città. L'il settembre, il movimento aggirante della colonna di sinistra dei giapponesi disegnavasi, grazie al passaggio di una pa.rte della divisione Nozu sulla riva destra del Taidon- jang; il resto delle truppe rimase in riserva a H oangTyou. Manifestamente, la massa delle forze giapponesi tendeva a cadere sul fianco destro del nemico, per tagliarlo dal mare. La colonna del generale Tatsumi, partita da Hang-tong, varcò il fiume a monte di Piong-jang; il 13 riannodò la brigata Sato proveniente da Song-Song, alla vigilia della prima giornata di battaglia. Il 14, la colonna centrale sboccando da Song-hona, si spi~se risolutamente all'attacco della testa di ponte di Piong-jang -· era con essa il generale Jamagata. Succes-

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sivamente caddero in potere dei giapponesi quattro opere avanzate. Nel g iorno seguente, proseguì l'attacco risoluto e decisivo- altri trinceramenti furono occupati; ma le truppe, ber.sagliate da un violento fuoco di fianco dell'artiglier ia nemica, dovettero trincerarsi nelle posizioni conquistate. E rano le 16. L a testa di ponte, fortissima da fronte, doveva cadere per le ali. Nel frattempo, le colonne aggiranti eransi avanzate d'assai - la divisione Nozu, a sinistra, era penetrata entro la cinta vecchia di P iong-j ang; sulla destra, la di visione Tatsumi in un fortino eretto sul fianco della città nuova. Il combattimento continuò accanito nella notte (15-16); solo nelle prime ore del mattino, i giapponesi poterono impadronirsi dei caseggiati al nord della città, e dar fine alla battaglia durata 54 ore. , Circa 16,000 cinesi, parecchi generali, il comandante in capo Tso e 500 ufficiali caddero prigionieri; inoltre tutta l'artiglieria restò preda del vincitore. I cinesi debbono aver contati 2300 morti; fra essi il generale J eh, il prode difensore d'Asan. Non più di 3000 uomini, con qualche riparto di cavalleria, riuscirono a salvarsi sulle Alpi di Corea, e raggiungere i confini della Mari.ciuria meridionale. I giapponesi, ebbero 11 ufficiali e 154 soldati morti; 30 ufficiali e 521 soldati feriti. Le conseguenze della doppia giornata di Piong-jang, furono decisive per l'esercito nemico - con la perdi ta della testa di ponte sul Tai-don-j ang, i giapponesi avevano aperta la via per le Prealpi di Manciuria, da cui dovevano scendere i rinforzi del nemico.

La battaglia di ..Talt6 o di Haiyang \ 17 settembre). - I cinesi fecero leve, adunarono truppe e vettovaglie nel golfo di Pe-ci-li, a Taku. Sapevano i giapponesi in marcia verso Piong-jang, e potevano ritenere imminente una grossa battaglia - il consiglio di guerra di Tien- sìn, aveva ordinato


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SOMMARIO DEGLI AVVENIMENTI !ULITARI

il trasporto di un corpo di truppe a Wi- sju; alle foci del J alu, scortato da una squadra. della flotta del nord (ammiraglio Ting). Nessun altro porto, era accessibile lungo il littorale d'occidente, a settentrione della foce del T ai-don·jang - il fiume J alu, segnava nuova e più interna linea di difesa sul confine cino-coreano - la breve rotta, lusingava i cinesi d'evitare la crociera nemica. O tito ufficiali europei erano a bordo della squadra d eh rammiraglio 'ring. Interassante, per particolari. è la relazione del capitano tedesco Hanneken - più attendibili le notizie della .Yo1·th China Daily News, di Shangai - le relazioni ci· nesi fanno difetto. Oltre 4000 uomini, grandi provvigioni di riso e.di :vettovaglie, salparono dal portio di Taku, il 14 settembre, su 5 piroscafi. Li convogliavano 6 incrociatori e 4 torpe.diniere. Il 16, a mezzodì, la squadra gittò l'ancora a 12 miglia a sud della foce del J alu; i trasporti, protetti dalle torpediniere, sbaJ;carono il carico a Wi- sju. Il giorno seguente, verso le 11, la squadra cinese, sempre ~mll'ancora, aveva i fuochi accesi - un denso fumo, da ·sud, annunziò la flotta nemica. Nei giorni precedenti, la flotta giapponese aveva scortato 30 navi cariche di vettovaglie per il corpo del generale Jamagata; poscia aveva trasportate truppe della 3:• divisione (Katzura) da Hiroshima. Arrivarono queste il 16 alla baia delle Carolina, sbarcarono nel porto di Hwang·sju, protette· da 6 navi corazzate (l). All'alba del 17, la flott~ giapponese si raccolse alla foce . del Tai-don-jang - l'ammiraglio Ito, la sera innanzi, avut!L notizia che il gen~rale J amaga.ta battevasi con le sue forze

(1) Iapan-China War, The naval Battle. of Haiyang, 17 Sett. .1894, by K. Ogawa, Kelly and Walsh-Limited, Yokohama, Hong-Kong, Nagasaki, ecc. 1895. Relazione dell'ammiraglio Ito, circa la battaglìa del 17 settembre 1894. ·

DELLA

GUE~RA

OINO·GIAPPONRSE

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a Piongjang, ordinò a 4 corazzate ed alcune torpediniere, di rimontare il fiume, per appoggiare la marcia della divi· sione Katzura - il grosso della flotta, rimase a bordeggiare la mattina per le acque del littorale - una parte ve· leggiò alle scoperte, verso l'isola di Hajyang. Questa, alle 11, segnalò la squadra nemica. L'ammiraglio Ito si dispose a battaglia - le navi ci· nesi si formarono ad angolo aperto, a mo' di tanaglia; le navi giapponesi in linea, da fronte. Dalla parte giapponese stavauu : r Squadra volante: I ncrociatori corazzati - Ioshino, Takichacho, Naniwa, Akilushima. - Squadra principale. Incrociatori corazzati. - M:atsushima (a:mmir·aglia), Itsukushima, Chiyoda. F·uso, Hyei. Cannoniere, Hashidate, Akagi, Saikyo. Cinque torpediniere. Dalla parte cinese : Corazzate a torri: 1'ing- Yuen, Chen- Yuen. Incrociatori corazzati: King-Yuen, Lai· Yuen, Ping· Yuen, Chil· Yuen, TsiYuen, Chi· Yuen, Chao· Yuen, Y-uang-lVei. A vvisi:.f(uang F. e Kuang· Ting. Quattro torpediniere. Erano vicine le 13. Le navi cinesi apersero il fuoco, a 6000 metri - la squadra volante giapponese, procedeva sul fianco della linea - s'avvicinò a gran vapore, giunta a 3000 metri rispose. Poi quella squadra mirò dritta a due deboli navi nemiche, che stavano a orza, sull'estremo del~'ala destra; ne affondò una (Chi-Yueri) ed incendiò. un'altra (Chao·Yuen). Oltrepassò la linea nemica, volse per fianco e per fila, e cominciò a cannoneggiare le navi cinesi, una dopo l'altra. I ntanto, la squadra principale impegnavasi in parziali combattimenti - due navi cinesi abbandonavano la mischia - Alle 14,25 colò a picco la Laj-Yuen; 1' Akagi e l' Hyei, stretti da t re corazzate nemiche, correano pericolo. L a squadra volante corse in aiuto. li~ erò r Hyei; però l'Akag'i dovette ritirarsi dal combattimento. La 1!t/atsu,shima -e la Ping- Yuen, s'erano azzuffate a 1200 metri, e ne avevano avuti reciproca~ente danni considerevoli.


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SOliMARlO DEGLI AVVENIMENTI )ULlTARI

Ad un tratto, la nave cinese cambiò scopo; accompagnata da un 'altra e da d ue t orpediniere, si gittò contro il debole piroscafo Saikyo, armato in guerra. Lo comandava un ufficiale giovanissimo. Il fragile legno, ag ilmente, evitò l'urto e le torpedini, e tu tto foracchiat o virò a g ran vapore e disparve (15,30). L a squadra g iapponese, seguitava la sua manovra per linea di fila; la flotta cinese era accerchiata - per liberarsi d alla stretta., si d ivise in due grup pi e n ' affrettò la rovina. La mischia divenne furibonda. Alle 15,35, anche la Chil· YLten, colpita da u na g ranata del cannone da 32 della J.Vfatsushima, spar ve nell'onde - poscia la Mats~tshima e l'loshino si lanciarono contro la 7'in g- Yuen . Questa voltò il fianco prodiero e rispose al fuoco. Colpì la tolda della l'vfatstts~tima, vi cadder o 60 persone; due cannoni furono smontati, divampò l'incendio fin presso la Santa B arbara. Due soldati v'erano a guardia, sapeano del pericolo e non mossero; spogliarono le vesti, chiuser o le fenditure delle paratie per cui guizzavano le fiamme. La musica corse al servizio dei pezzi, seguitò il fuoco. Così la capitana giapponese fn salva. Oramai sei vascelli cinesi non combattevano più. - i due gruppi, for mati dalle navi superstiti, furono più. agevolment e serrati dalle nemiche. Fra quest' ultime. più potenti la Chen- Yuen e la TingYuen - sei navi g iapponesi l'avvil upparono, le altre concen trarono il fuoco su.lle <J.Uattro rimanenti - le granate spuntava.nsi sui fianchi delle corazzate avversarie, ma vi destavano scompig lio ed incendio . La squadra volante diede la caccia alla 7'si- Ytten - il Tackichaco e l'l osh-ino, s'azzuffarono con la Xing· Ytten - l'Ioshino l'incalzò fin quasi all' a.rrembaggio, e l'annientò co' suoi tre pezzi automatici da 16, a tiro rapido. Nuovo caso d'una corazzata, mandata a picco da un incrociatore, e non coi cannoni di maggior calibro. La Yaung - Wei, diè. nelle secche ed arenò. Era il tra monto. L' ammiraglio cinese Ting, aveva ordinata la ritirata. Anche l'ammiraglio Ito richiamò la squadra

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volante, a chè non cadesse nelle insidie d'un combattimento notturno - aveva vednto altre toi·pediniere cinesi abbordare la squadra nemica. Le navi giapponesi la seg ui tar ono a distanza - le avversarie si ritirarono verso ovest. Il 18, l'ammiragli o Ito lanciò le sue navi sotto W ei- haiwei, per t agliar la via alla squadra nemica nel golfo non la trovò, e fece ritorno alle acq ne di J alu; distr usse nelle secche, con una torpedine, la Yatmg· TITei. Rimasero a guardia dei for ti il Nanùoa e l'A.kilttshima nondimeno, il 19, la squadra cinese rifngiossi a P or to~'i.rturo . N ella giornata del 17, i giapponesi ebbero 13 ufficiali e 109 gregari morti; 13 ufficiali e 159 g regari feriti (1). Quasi tutte le navi più o meno danneggiate ; sovra tutte l' Akagi, l' Hyei e l'ammiraglia lYiatsush·i ma (2) . Della squadra cinese affondarono quattro corazzate, con più. di 1000 t1omini d'equipaggio - u na incendiò, un'altra fu distrutta il 18 - circa 600 feriti ricoverarono a Porto Arturo (3). N ella battaglia navale di J alu, s'impiegarono i nuovissimi mezzi d'offesa - vi parlò più che le torpedini, il cannone, più. che i g rossi calibri, i medi a tiro celere, molto la macchina; la ma.n ovra, n ulla il rostro. Alla flotta giapponese, rimase il d ominio incontrastato sul Mar Gia.llo.

Seconda linea di difesa cinese - Da Piong-.fa1Ìg a Kiulen. - Superata la linea del T ai- don-jang, con le battaglie del 15 e 16 settembre, e con la navale del 17' i giapponesi p re(l ) Gazzetta ufficiale dell'Impero g iapponese, citata nell' O[>Cra IapanOkina, Wa1·. (2)" L'Akagi, molto dannegg·iato, potò nondimeno seg·uìtare la sua rotta per Nagasaki. Le a!t re navi si raddobbaronl) in mare - quando la flotta dimostrò nelle acque Ta-lien-wan, il '1 novembre, v'era no presenti tutte le navi che avevano combattuto a. .Ja.ln, eccot.to l' Eliyci, che però fu armato a Nagasaki quello stesso giorno. · (3) Op. cit. Relazione cinese.


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SO!II MAIUO OEGLI AVV.ENUIENTI Ml LI rARI

sero alquanti giorni di riposo. Erano dovuti alla stanchezza delle truppe. dopo il combattimento - ne aveva bisogno il comando, per ordinare le retrovie, verso il mare e nell'interno. Provvedeva le sussistenze la flotta, ·perciò il corpo del generale J amagata doveva poggiar e il fianco non lungi dal mare - nella penisola, i giapponesi avevano pot·tate usanze e leggi nuove; erano però accolte con diffidenza, per la novità degli avvenimenti. I rivoltosi tagliavano le comunicazioni telegrafiche, suscitavano torbidi a Seul e Fusa~· perciò i pr esidi di quei luoghi ricevettero ~inforzi. ' Il clima era pernicioso, le malattie facili, frequenti; fatali le dissenterie, e le file dell'esercito si d iradavano; ma a tutto rimediava la forte volontà dei gia.pponesi. Il generale J amagata, volle intanto allargare la sua base; distese in larghi quartieri le truppe, a che avessero agio di rifornirsi. Attendeva r inforzi sul teatro d'operazione, provenienti dalla madre patria - intanto marciava a brevi giornate, dalla linea del Tai-don-jang verso quella del J alu. Da parte cinese, i residui del corpo del generale Tso, sconfitto a Piong-jang, si riannodarono sulla linea del Jalu - erano forse un migliaio e mezzo di combattenti. Manipoli sbandati scorazzavano per le campagne, seminando rovina; la cavalleria giapponese li disperdeva. I cinesi contavano di far nuova resistenza sul J alu, ma lungo quel fiume non v'erano che deboli avamposti - vi si doveva radunare la II armata di L i-Hung-Chang, condotta dal gen erale Sung. Questi sperava di levare 100,000 uomini; ma alla fin e di settembre n~ contò solo 15,000. Il gro.sso era ancora a Mukdan, pochi battaglioni a Nu-schuang, una guardia al passo di F en-huang-scheng, sulla strada di Wi-sju a Mukden - poco . prometteva lo stato delle truppe, per armamento, per coesione e comando- erano con queste le truppe sbarcat,e alle foci del Jalu, la vigilia della battaglia navale di settembre. Dividevano le due linee nemiche più di 160 chilometri. La flot ta giapponese, scorazzava da padrona per le acque del Mar Giallo - minacciava le due guardie del golfo di

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P e-ci-li, teneva d'occhio la marcia del generale J amagata e lo p<ovvedeva di sussistenze. J giorni 6, 7, 8 ottobre, una squadra d'incrociatori, alternatamente, apparve nei paraggi di Wei-hai-wei e di Porto Arturo, per eseguire scandagli. Barattar ono le navi coi forti qualche cannonata, innocua per ambo le parti. Nei giorni seguenti, la flotta giapponese veleggiò ardita nel golfo Pe-ci-li, comparve innanzi a 'r aku ~ poscia a Schanhai-kwang : fece credere possibile un colpo di mano contro Tien-sin. La fama delle vittorie terrestri e marittime dei giapponesi, magnificando quel loro ardire di guerra, spandevasi per i 1idi, ed incuteva terr ore. All'animo neghittoso dei cinesi, votati all'immobilità, pareva nuovo portento. Così perdurava l'incertezza. Le navi nemiche, stavano dentro al raggi·o d'azione delle torpedini, a Porto Arturo, a \Vei-hai-wei ed a Ohifu. Allo schermo di quella larga e risoluta cr ociera, giunsero i rinforzi gia.pponesi. Vegliavano, a che s'apprestassero con rapida mano, l'Imperatore, ed una deputazione delle Camere. Da Ujina, salpò la Ir armata, tra il 15 ed il 20 ot.tobre, (3 divisioni 32,000 uomini comandati dal generale Oyama, già ministro della guerra); la m·, eguale in forze, stava raccogliendosi a Hiroshima. Doveva comandarla il generale Saigo, successo nel ministero al generale Oyama. I 'giapponesi aveva.no allora in armi 9 divisioni; 105,000 uomini, così scaglionati : intorno a Piong- jang, 23,000 uomini, con J amagata- 15,000 in Corea, a guardia delle retrovie e per l'ordine interno - 32,000 per via; altrettanti · pronti a lasciar Hiroshima, al ritorno delle navi partite da Simonosheki. Il 23, la rr· armata, su 50 trasporti, sbarcò al promontorio di Takusan, a 60 chilometri a nord- est di Porto-Arturo. .Era destinata ad assediar quella for tezza, per via di terra ; le tru.ppe dovevano occupare la rada di Ta- lien- wan. Un nuovo periodo della guerra stava per disegnarsi nella penisola di Lj a.o- tong. La flotta aveva bisogno dell'opera dell'esercito, . per annientare il porto di rifugio della squadra nemica.


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SOM~IARlO

DEG L I AVVEraMENTI MILIT A RI

In questo tempo, il generale J amagata a veva n presa la. marcia da P iong j ang, sullo scorcio di sett embre. Sapea di r icevere a ppoggio dai rinfor zi che s'adunavano in patria r iteneva sicure le retrovie e il servizio di sussistenza, per opera della :flotta. - A veva notizie dell"esercito di Manci uria, salito nel frattempo a 23,000 fanti, 13,80 J cavalli, ed 11 batterie campali. Un ottimo servizio d'informazioni, presso il quart ier generale giapponese, seguiva attento le mosse nemiche. P recedevano nella ma.rcia colonne volanti, per la strada di Piong-j ang a vVis-ju, seguivano leggeri. convogli di viveri, r ecanti riso, unico alimento dato per gran spa~io di tempo alle t ruppe. Il 28 settembre, l'estrema . vanguardia giunse contro il fiume J alu. V'erano a guardia alcuni ba~taglioui cinesi, con artiglieria. Il generale Sung, con 16,000 uomini, alzava trincee a 25 chilometri più a nord, intorno al castello di Kiulen. Il generale J amagat a, decise la marcia in avanti del grosso, il 4: ottobre; Pa.vanguardìa, guidata dal generale Nozu, pervenne a I ong-song. Era sgombro dal nemico. Il · giorno seguente, respinse da Wi- sju un distacca~ento di 2000 cinesi, dopo breve mischia - il g enerale Nozu, spacciò .distaccament'i lungo il fiume, per destar incertezza sui luoghi di passaggio, ma i cinesi aveano .abbandonato del tutto il suolo della Corea. · Il grosso del corpo giapponese seguitò a piccole giornate, sistemando linee telegrafiche e str adali ; il 20 ottobr e, si raccolse in gran parte attorno a \Vi-sju: D fi ume Jalu è qui vi largo 700 metri. Un r eggimento (colonnello Sato), profittando d'isolotti e di passaggi improvvisati, lo varcò di sorpresa - assalì una ridotta, e l'ebbe dopo breve confiitto (24). Poi marciò spedito, sbaragliò il nemico n el villaggio di J ouoheng, all'avamposto di Kiulen (K iu-lien-soheng}; i cinesi ebbero 200 mor ti, i giapponesi 90. La notte del 24, il corpo di J agamata passò il fiume su ponti di circos tanza; h~ mattina si dispose all'attacco di Kiulen. L a città a.veva una cintura di 11 batterie, e per ridotto un castello molto forte - presidiavano le opere 16,000

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uomini, comandati dal generale Snng. Dopo tre ore di combattimento, i cinesi si ritirarono a scompiglio per la via di Mukden; una parte si raccolse sul colle di F en-uang-scheng, a 70 chilometri dal campo di battaglia. I giapponesi, trovar ono in Kiulen grandi provvigioni di riso, di vettovaglie, e 30 pezzi. E bber o relativamente poche perdite, 200 fra morti e feriti"; quelle dei cinesi s'ignorano. La batt~gl ia del 25 ottobre, rese i giappon esi padroni delle contrade meridionali. della provincia di Ljao-tong - a vevano in pugno le còmunica,zioni per Mukden e Porto Arturo. Il massiccio delle Alpi di Manciuria, li divid eva da Mukden; bisognava superarlo a forza, sebbene Pekino e la strada littoranea, non g ià. quell'interna città dell'impero, fosse l'obbiettivo decisivo delle lor o mosse. È Mukden, la Mecca del buddismo cinese; conta 250,000 abitanti, buone oper e di difesa che. abbracciano 4 miglia inglesi; mura merlate di 15 metri; otto por te guarnite di torri. Tre strade vi mettono capo, dai confini della Corea, dopo 150 o 200 chilometri {1), traverso montagne scoscese di granito. Tutte, per la povertà della regione montana, posseggono .linee d'arroccamento con la costa di Intsi e Nu-schuang, che pr ov vede alle relazioni di commercio con h~ Manciuria del· mezzodi. Laonde, maggior necessità d'aver in mano la fiotta, e riattar quelle strade per av viar vettovaglie alle truppe del generale J amagata. I cinesi si disposero sulla cresta dei monti , a difesa di questa terza linea. Caduti l'un dopo l'altro due fossi, volevano ora difende1;ne il parapetto. Nulla avevano a.ppreso dalle sconfitte passate, dovute all'arte passiva della loro strategia. Forzamento delta catena dei Fin·schtd-ling . Q~tartie-ri d"inverno della P a1·mata. - Il vincitore di K iulen, ammalatosi,

(l) Neue Militii.riscke Bìattet·. J anuar 1895, pag. 43. ·79 - . ANNO XL.


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D~L~ GUERRA. ClNO - GlAPPONESE

S03UIA&I O DEGLI "VVENl iiiENTI lllLITA&l

dovette essere sostituito dal. generale Nozu. . Quf3sti, continuando la marcia offensiva, diresse l'esercito verso i P assi di l\fothian e di Iu-jang-thing, sui monti di Fin-schui·ling, che a simiglianza delle nostre Alpi, sbarram> ·da nord-ovest la penisola: coreana. L a P àrmata, non poteva disporre che di due divisioni, 26,000 uomini; quasi altrettanti ne avea lasciati indietro, per la lunga e difficile strada, a guardia delle retrovie. Mai g uerra richiese così grosse proporzioni tra l'esercito di campagna e quello destinato proteggerne le spalle. .· . In Corea non cessavano i torbidi. Intanto, le {orze disponibili furono divise in due colonne, le quali dovevano rimontare le valli di due fiumi che scendono dalle cres~e alpine. Quella di destra (l'orientale) sotto gli ordini. del generale Tatsumi, (5" divisione) si diresse lungo il Tsa-ho al passo di Mothian; l'altra, di sinistra (3" divisione), col generale Katzura, lungo il Da-j an-110 ad Antong, ai valichi di .Ju-j angthing e' di Sui- .Jang. Il generale in capo, Nozu, marciava con la colonna di destra. lt'esercito' cinese, ritiratosi da Kiulen, fu alquanto rinforzato a guardia dei passi: 9000 uomini a Mothian, 8000 .a Ju-jang-thing col generale Ma. Le colonne giapponesi, mossero il 28 ottobre da K iulen : quella1di sinistra occupò senza trar colpo Antong; quella di · destra, 'il 31 ottobre, entrò in F en-huang-schen - ivi raccolse 55 cannoni, 200 proietti, 1500 fucili, 2 milioni di cartucce e copiose vettovaglie (i cinesi, prima di abbandonare la città l'aveano in par te ince1~diata). Seguitando la sua marcia, s'impadr onì del passo di Mothian, inseguendo il n emico che si ritirava verso Mukden. Là avea ultimato il suo còmpito : si fermò, attendendo not izie della colonna di sinistra. La 10• brigata si spinse avanti, con alcune ba~terie da montagna. La colonna di sinistra, colla quale era il generale Katzura, trovò terreno difficile ed ostacoli nelle prime nevi.: procedè tuttavia. oltre Antong, ed il 18 novembre si trovò in faccia alle posizioni di .Ju- jang- ting . Dopo breve mischia, i cinesi

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le abbandonarono, lasciando 5 cannoni e 100 morti, e si ritirarono anch'essi vel'$0 Mukden. La I armata, padrona dei passi dei Fin-S0hui-ling, aveva compiuto l'incar'ic01,assegnatole. La stagione facevasi sempre più rigida, le diffieoltà d'approvvigionamento cr e&cevano, in proporzione che le truppe allontanavansi dalla costa - le truppe giapponesi presero i quartieri d'inverno, valendosi per il r ifornimen to delle due linee che avevano perc01:se. Mentre i giapponesi si avanzavano contro le sue truppe, il generale cinese Sung, ebbe notizia dello sbarco della II" armata giapponese nella penisola di L iao-Tong. Avrebbe voluto impedirlo, o r enderlo inefficace. La distanza e la mancanza di forze non glielo consentivano, come egli lo desiderava. · Quelle che avevano combattuto a Kinlen, ed allora trovavansi alla difesa dei passi dei Fin-Schui-ling, eran-o scosse. Il governatore della provin<:ia di Liao·tong, quella che stava alle spalle delle sue truppe, avea promesse nuove leve, ma esse erano da farsi - nel quartier generale trovava avvisi di guerra difensiva e timida. Il generale Sung, affidati alla difesa di poche forze- i passi dei Fin- Schui-ling, si portò a Gaiping, sul golfo di Liaotong, sul r ovescio della, penisola sulla cui estremità sta Porto · Arturo, ed1·in comunicazione. col golfo di Pe-ci·li, e per esso colla capitale. Volea r ender più pronte le levate di 'truppe nella provincia di Ljao- tong, attirar r inforzi, rinsangua.re · il piccolo nucleo di truppe che avea seco, formare un esercito, e con esso prendere alle spalle l'armata giapponese che stava per investire Porto Arturo. Con questa azione decisiva, venire· in aiuto dei difensori di quella for tezza. Sperava dalla liotta qualche appoggiò, per la riuscita di questo gran piano, che esigeva decisione ed attività. Fu breve lampo di nuova d0ftrina di guerr a cinese, che non poteva aver seguito, nelJe ,· lìcisti circostanze in cui era concepita, e nelle condizioni. della monarchia cinese, votata da secoli all' immobilità. / t1 1•

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SOMnr.>.RlO DEGLl AVVEN IMENTI M!Ll'):'ARJ

II. Il teatro d'operazione nella penisola çli Ljao-'Long (Regen(s Sy~m·d). - Lo sbarco della n· armata (1). - Ardita, rapida eJortunata fu l'opera del corpo d'Oyama, contro la città di P orto Arturo. Era secondata. dall'a:\uto potente della flotta, dalla debolezza delle flotte nemiche, dall'inerzia di '-'' queste per terre e _per mare. E quell'a-qdagia, contraria ad ogni legge di buona strategia, divenne la fortuna dei giap· ponesi. Il 24 d'ottobre, vigilia della battaglia di Kiulen,_.cominciò lo sbarco della n· armata sulla costa di Hwagun, a 125 chilometri circa, in linea retta, ad est di Porto Arturo, ed a 200, pure in linea retta, dalle foci dell' J ahi. La II~,.armata, comandata dal generale Oyama, raccolta a Simonosheki (2), era costituita dalla l" divisione provinciale, (generale J amaj i) composta della 1• brigata, T okio, (g eneral_e Nishi) della 2' brigata, Sakura,"(generale·.N qgi)_ e dalla 12" brigata (generale Hasega>va) . In tutto 30,000 nomini. I eonvogli c~e li trasportavano, movendo a scaglioni, erano arrivati tra il 15 ed il 20 ottobre alle foci del •rai· don-jang. L a flotta giapponese, sotto il comando dell'ammiraglio Ito, percorreva la marina, lungo la costa, dalle fo ci dell' Jalu alla baia èl.i. .•T a-lien-wan (3), in traccia di un luogo di sbarco. Lo -trovò sulla costa stuÙwminata di Hwagun; ue dette avviso al con voglio di truppe, scortò il l" scaglione che tra,s.portava la l" brigata Nishì), E} precedeva gli altri. Le prime navi arrivarono sull'albeggiare del 23 ottobre ; solamente n ella notte del 24,· l'incrociatore Chiyocla sbarcò una com-

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(l) Iapan- 0/tina WM, on tlte R P.gent's 8wo1·d-IB1lcho~, TaliemvanPort 4rthiw. Compiled from òfficial and other sources, by Juldch Inouye.

Witb numerous collotype plates by K. Oga.wa. Kellef and Wolsh, Limited Yokoama, Hongkong, Shanghai, etc. 1895. (2) I g iapponesi lo chiamano Ujina. (3) Su alcune carte è detto Malienhwan, ad est di Porto Arturo.

LJAO-TONG PORTO ARTURO Novembr e 1894


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pagnia di fanteria marina, per esplorar e il terreno - - fu trovato sguarnito e vi fu alzata bandiera giapponese. Nel mattino del 25, cominciò lo sbarco dei due reggimenti della 2• brigata, (2" e 15°) e seguitò nei giorni seguenti, .finchè tutte le truppe ed i ser vizi non fur ono a terra. S iccome la marea è forte in quei paraggi, accorsero 12 giorni per poter sbarcare i cavalli. La 12• brigata, rimase ancora alquanti . giorni alle foci del Tai-don-jang, per completarsi. Sapeasi che P etsewo (1) er a presidiata. Un'avanguardia vi fu spinta in esplorazione, ed occupò quella località senza trar colpo -là si raccolsero, via via, le trnppe della I I" armata, e vi si t rovarono riunite il 29 d'ottobre. R imasero colà qnattro giorni per ristorarsi. Primo obbiettivo per queste truppe era T sin- schon-ting (ingl. K inchow) per apr irsi la strada di P orto Ar turo; non poteansi tuttavia trascurare le minacce che venivano dal settentrione, ove il generale cinese Sung stava raccogliendo forze intorno a Gaiping. Kinchow è città fortificata all'antica, con mura alte e torri guarnite d'ar tiglieria : era il vecchio emporio commerciale, sull'estr emità della. penisola, prima che sorgesse Por to Arturo . Il 2 novembre, cominciò a muovere per Kinèhow un 'avan·guardia, (maggiore Saito) composta di un battaglione di fanteria (16° reggimento) , uno del genio ed uno squadrone di cavalleria. Il 3, lo seguì il resto della 1• divisione, sotto gli ·ordini del suo gener ale J amaji. Queste tr uppe marciarono lentamente lungo la strada littoranea, spingendo sulla destra una colonna fiancheggiante, che raggiunse P oalanten, donde si staccano le vie per Fu-tschou t Foochow). Intanto la cavalleria, scorrendo oltre, tagliava le linee telegrafiche, e raccoglieva prigionieri, tra cui uno inviato da Porto Arturo a Fu-tschou> con una. lettera che chiedeva rinforzi. Quel messaggio voleva darsi la mor te, anzichè cedere il piego.

(l) In alcune car te Pa- tsu- wo.


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SOM!fARI O DEGLI AV VENHIENTI MILITARI

Nel mattino del 5, l'avanguardia della divisione (l" reggimento di fanteria, uno squadrone, .una batteria da mon~ tagnaj èra presa a cannona te dai cinesi. Questi guernivano nna posizione ad oriente di Kinchow, a r6000 metri di distanza, •\ la cui le sparavano contro senza alcun danno. D'altra parte, ili generale Jamaji avea saputo dalla colonna volante Saito, che i cinesi si preparavano a forte r'esistenl'!a. ConceRÌ allora l'ardito disegno di prender la città alle spalle : lasciò un piccolo corpo di truppe, cui si unì la''cplonna Saito, innanzi al nemico per tenerlo occupato, badaluccando con esso. ·Col rimanente, facendo un largo giro dits\ 30 chilometri, a settentrione della città, per sentieri scoseesi, giunse a sera sul fianco sinistro delle posizioni nemiche. L'attacco fu fissato per il giorno seguente, 6 di ottobre. Si seppe che la città non conteneva più di 1500 cinesi. La colonna volante Saito, g uadagnò nella notte il tergo della cittadella --· un giovane sottotenEJnte, (Ito) condusse animosamente un manipqlv dei suoi sul ciglio ·di un precipizio che la dominava, s'avvicinò a pochi metri dar una batteria cinese e l'annientò. C~iese soccorsi, li ebbe, ed alla testa di questi conquistò un'altra batteria -- trovò in una tre cannoni Krupp da campagna, ed uno da montagna; nell'altra tre da campagna ed uno da. montagna. All'alba del 6, il grosso della divisione era pronta all'attacco ;'·il generale Yamaji formò i reggimenti in colonne d'.assalto, ma procedevano cauti, sapendo di . mi~e e di fogate, che insidia vane la · marcia. L 'artiglieria da campagna dei giapponesi, aprì un gran fuoco contro la città -- i cinesi :.;·i risposero dalle torri medate, per quasi un'ora. Poi la fanteria s'avvicinò alle mura- erano alte 7 metri, nè si potevano scalare sotto quel gran fuoco, le porte asserragliate e guernite di ferro. Avanzò un drappello del genio, un soldato v~lle depon:e una carica di cotone fulminante contro la porta. Bersagliato da ogni parte e ferito, riuscì a trascinarsi ai piedi di essa, ed a deporvi la carica. La porta fu sfondata. Per la breccia, si slanciarono in città le colonne giapponesi; cinesi fuggirono verso Porto

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Arturo, inseguiti da due r eggimenti. Sul castello di Kinchow sventolò la bandiera..Jgiapponese. Erano le 10 antimeridiane. Il generale Jamaji, volle approfittare del successo ottenuto, per assalire anche i forti di Talienwan, e dar mano alla flotta. Stabilì. d'attaccarli il giorno seguente, fichmdo molto nella celerità delle mosse e nella sorpresa. Tra Kinchow e Talienwan, corronod2 chilometri appena. All'alba del 6,· vi diresse due colonne, (generale Nogi e colonnello K ono) l'una contro i forti d'Hoshang, l'altra contro quelli di Talau, che stanno a guardia della baia di Talienwan, da parte di terra. Entrambi costrutti secondo i più moderni •&istemi dell'arte, potevano opporre invincibile ostacolo alla marcia dei giapponesi. Ma il presidio cinese (5,000 uomini), udita la resa di Kinchow, il giorno prima, . abbandonò i forti all'apparir delle teste delle colonne nemiche. Quattro forti caddero in potere dei giapponesi (1).

)

Da Talienwan a Pcrl'to At·tu1·o. La flotta giapponese a Talienwan. - .La flotta giapponese, per cooperare piil attivamente alle operazioni d'investimento di Porto Arturo, avea bisogno di · uri ancoraggio più prossimo e ,~i curo,· che 1;on quello delle isole di Hai-jang- tai-. Perciò l'ammiraglio Ito, presi accordi col generale Oyama, il 6, diresse le sue navi alla spiaggia di Talienwan. V'era la squadra principale con l'Hashidate, Chiyoda, Itsukushima, Naniwa e Matsushima; la prima S-Juadra volante con l' Ioshino, Takachiko, Akitsushimt:l:; la seconda squadra volante con il F~eso, Katsu1·agi, Kongo e Takao; e la quarta squadra volante con il Tsùkuschi, Akagi, Naya Oshima e Chollai. Queste navi, giunsero nella baia di Talienwan nel pomeriggio del 6 novembre. Udivansi fitti colpi di cannoni in direzione di Kinchow; le ciurme anelavano di sbarcare, per ~tssalire ·i forti di Talienwan. , H 1'!\

(l ) Forte ' Talau.' - Forte Hoshan~. - Fotte Monte Choohea. Laolung. ..~

Forte


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DELLA GUERRA CINO-GIAPPONESE

SOMMARIO DEGLI AYV:I;:NIMENTI ·MlLl;t'ARI

Cadev:a la notte, s'avea notizie di torpedi"ni nella baia, . che _conveniva eyitare con somma cur~: L'attacco fu perciò .differitÒ ~al mattino seguente (7). · All'alba, l' Akagi ed il Chokai forza~on0 · l' ingresso della baia di--·Talienwan, l' Hashidate lanciò una bordata delle sue artiglierie contro i forti a mare. Non risposero, me?-·avigliando avanzò ancora; quando s~ vide sventolare dagli sp~lti la bandiera del Sole nascente. · Il colleg~mento' delle forze di terr~ e · di mare, era così · compiuto con esito felicissimo. Le perdite del 7, per par~e dei cinesi, furono una diecina di morti e 100 feriti; i giapponesi non ne ebbero alcuna. Questi fecero 200 prigionieri, conquistarono una quantità immensa d'armi, di munizioni e di vettovaglie. Fra Kinchow e Talienwan, complessivamente, s'impossessarono di 129 ca~·­ noni, di .6 mitragliatrici e di 5 milioni di cartucce. La presa delle due piazze, fu compiuta dalle sole truppe della l ' divisione, Jamaji. Il 12, s~arcarop.o in •ralienwan quelle della J 2" b.:rigatc;~. del generale Hasegawa, ri:lllaste Ìrf.,pf!.tria, per difficoltà. qi mobilitazione; il gi0rno dopo giunsero a Kinchow, e ~i..çol;l.'giunseì·o al grosso dell'armata accampato intorno alla città. Il 17, sba~cò a 'ra.li~l1Wan il parco d'assedio. Le truppe riposarono in Kinchow alcuni giorni. All'alba del 17, si po· sero in marcia ver~o Porto Arturo. Erano 18,000 uomini. L'.a:r·mata si divise allora ~n due colonne, precedute dalla cavalleria. Una di ef?se, a sini~tra, al comando del tenentè-colonnello Masumitsu (14° reggimento .fìmt~ria, ~ squadroni, 1 batteria da· montagna), pr.ese la strada costiera di Talienwan; l'altra., a destr,a, con il grosso dell'armata (P divisione, 12" brigata, meno i corpi staccati alla colonna di sinistra), seguì la via di Kinc]lpw-:-P.orto Artt~r.o. Procedevano quasi parallele, ad intervallo non grande. il:' La cavalleria esplomnte giunse il 18 à Shwangtaikow; battè il paese dintorno in traccia del nemico - le due co lonne marciavano appresso, a brevi tappe di pochi ~hilome.tri, quasi l\lla pari; il parco d'assedio le seguiva.

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Nel meriggio. del 18, la cavalleria esplorante s'imbattè nel nemico, ad est di Toochingste. Era un cor po di 3000 ç:inesi e 4 pezzi', proveniente da Schwytseying, che operava 'Una sortita. Il maggiore Akiyama, alla testa del primo battaglione di cavalleria, si slanciò tosto alla carica; i giapponesi furono circondati. La cavalleria correva. serio pericolo, perciò accorse in sostegno un battaglione di fanteria che la seguiva dappresso; ma fu costretto egualmente a riti. rarsi. In queste a~gustie, era impossibile provvedere ai feriti, che combattevano valorosamente finehè aveano forze; poi sfiniti, incapaci di ritirarsi, si davano da .loro stessi la -morte, per evitare le torture dei nemici. La cavall~ria, ed il distaccamento di fanteria battuti a Toochingste, furono raccolti dall'avanguardia della colonna di destra (generale Nishi) -- il nemico non inseguiva. Le perdite dei giapponesi, in questo combattimento, furono di 12 morti e di 32 feriti. !119, il grosso dell'armata giunse all'altezza di Shwangtaikow; il 20 nei dintorni di Porto .Arturo (Liheatun). S'udivano i c<mnoni della piazza far salve intermittenti; ma i giapponesi non potevano attaccarla su.bito, attendendo il parco d'assedio; malgrado le due colo~ne fossero in stretto collegamento· fra dPloro. Era mezzegiorno. Il generale Oyama, chiamò tutti gli ufficiali dell'armata a rapporto, presso Liheatun. Spiegò loro il disegno d'attacco della piazza, che dovea eseguirsi il mattino seguente. · Poco appresso, un confuso sventolar di bandiere variopinte, per le vallate a mezzodì di Liheatun, rivelò l'appressarsi dei cinesi. Questi, ignari della segreta marcia del nemico, avevano preparato un'altra . sortita, incoraggiati dall'esito di-.q uella che aveva respinto la cavalleria giapponese, il 18. Il generale J amaji schierò in breve le sne truppe; il 2o reggimento aprì vi vo fuoco di sorpresa, l'artiglieria da montagna. lo secondò; i cinesi, sorpresi, si ritirarono in fuga. Il parco d'assedio gìunse a ·Toochingste, nella notte del 20. }j"urono dati gli ordini per l'attacco della piazza di Porto Arturo, da eseguirsi al mattino suécessi vo.


1256

SOMMARIO DEGLI AVVBNDfENTl lllLITA RI

L'attacco dì Pm·to _A1·tu1'0. - La prima divisione ricevette l'ordine d'impossessarsi dei forti sulle colline' di Etse, (EtseHill) i più elevati e potenti da parte di terra, all'a sinistra della linea cinese; dovea poscia attaccare i forti di S ungshoo, da rovescio. La 12" brigata, doveva assali1·e i forti di Urlung; la cavalleria indipendente coprire il fianco destro della divisione, il parco d'assedio battere da frontA le pos1z10ni, a nord di Shwytseying. Perciò là sera del 20, il' generale J amaji diramò gli ordini seguenti (1): l " L·intera armata ha il còmpito d'attaccare i for ti cinesi, all'alba del 21. J.1a brigata mista (12• ), prenderà posizione sulla strada di Toochingste a Porto Arturo, per attaccare i forti d'Urlung; una colonna, ~L sinistra, deve prender posizione a nord-est di P orto Arturo, stendendosi su larga fronte. L'artiglieria d'assedio aprirà il fuoco prima dell'alba; 2• la divisione principale, ha il còmpito d'impadronirsi dei forti d'Etse ; s• il maggior generale Nishi, all'alba, aprirà il fuoco contro i forti ,d' Etse. Avrà ai. suoi ordini le truppe del 3• reggimento..J'anteria e del 3" battaglione del 2" fanteria, mezzo squadrone di cavalleria, un battaglione d' attiglieria da montagna (3") ed una batteria da campagna; 1 4" il reggimento d'artiglieria, (meno il s· battaglione) verso le 5 ant. prenderà posizione ad ovest di Shihtsuytse, aprendo il fuoco contro i forti d'Etse. Sarà sostenuto dal 2• reggimento fanteria, (meno l battaglione) e da 2 sezioni della 2• compagnia del genio; 5" le forxe r estanti, prenderanno posizione alle 2 apt. a sud-ovest di Shihtsuytse, e vi rimarranno in riserva, agli ordini del tenente generale. Questi dirigerà in persona le mosse del 2• reggimento ; 6• 11 carreggio dell'armata, si t roverà raccolto verso le 6 aut. a Mehotse, o nei dintorni ;

(l) Ja.pon-Okina Wa1·. Opera citata.


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DELLA GUERRA ClNO-GIAPPONES,E

·1894-95

1257 \

7° l'ospedale da campÒ rimarrà a Shihtsuytse, ed il commissariato dappresso, fra Mehotse e Toochingste; 8" il tenente generale muoverà con la riserva. La flotta doveva cooperare all'attacco di Porto Arturo, bombardando i forti a mare. - Nella notte si fecero i preparativi d'attacco. - L'artiglieria da campagna, si schierò sulle colline a nord-ovest di Shwt.seying, aspettando l'alba. · Due battaglion1 (2° reggimento) le f€wero scorta, e l'aiutarono a superare le difficoltà dell'erta salita. Il generale Nishi, con la sua colonna, prese la strada dei forti d'Etse.- Il generale J amaj i, lo seguitò colla riserva,. Alla ·. prima luce, le artiglierie da campagna e d'assedio aprirono assieme il fuoco; poco appresso s'udirono i cannoni della flott!!>. - L'avanguardia della colonna Nishi, (3" reggimento) giunse innanzi ai forti d'Etse - l'artiglieria da montagna s'unì al fuoco di quelle d'assedio e da campagnR.. Erano 40 pezz.i in totale - i ci_n esi rispondevano con ostinazione. I forti di. Sungshoo e di Hwanghin partecipavano all'azione; mP. il fuoco préciso dei giapponesi li soverchiava.. Il dnello era vicino alla .fine. . Un battaglione, del So fanteria, quello stesso che fu costretto a ritirarsi il 18 a Toochingste, ansioso eli prender bella rivincita agli occhi dell'armata, si slanciò all'assalto. Fu soccorso; successivamente caddero in mano dei giapponesi tre forti. Il fianco sinistro cinese, da parte di terra, era caduto. ·Potevano essere le 8 del mattino. Da · Etse, udivasi distinto rumore di combattimento in direzione di l!.,ongheatun, a settentrione delle c<;>lline; perciò il generale J amaji, spacciò un aiutante a riconoscere quei luoghi. Riferì che il generale Nogi aveva attaccato combattimento con una colonna di fuggiaschi nemici, che cercavano sottrarsi al bombardamento della flotta - i cinesi ripararono dietro le colline, di Laote. L'artiglieria concentrò intanto tutto il suo fuoco contro il forte eli Sungshoo, al centro della·linea dei forti cinesi.


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1259

SOMMARIO DEGLI AVVENI MENTI MILITARI, ECC .

In questo tempo, il generale Hasegawa aveva. dato ordine di combattimento alla sua brigata. Il 24• fanteria, ed una batteria da montagna, mar ciarono all'attacco dei forti d'Urlung, mentre la 1• divisione concentrò il suo fuoco contro gli spalti di Sungshoo, che tuttavia resistevano. - L 'altro reggimento della brigata (14°), era stato frazionato nell'adempimento di vari còmpiti. Il 24• fanteria avanzò arditamente, fi·a i forti di Sungshoo e d'Urlung - sfidò i fuochi incrociati di tre fronti d'i difesa; scoppiò una mina, ma prematuramente, e non recò danno alla colonna d'assalto. -- D forte di Sungshoo cadde a mezzodì, quello d'Urlung un'ora dopo - i cinesi, nel ritirarsi, fecero brillaxe i magazzini da polvere. Il reggimento ebbe 7 morti e 81 feriti, i cinesi 160 morti. :__ Il 24'' fanteria giapponese, scrisse così una bella pagina nella sua nuova storia reggimentale. Alle 15 s'arrese il forte di H wanghin; nello scorcio del giorno le rimanenti difese terrestri. La piazza di P orto Arturo, fu così conquistata in un solo giorno. E. B. (Continua-:.

LA QUESTIONE CICLO-MILITARE CONSIDERATA NELLA PRIMAVERA DEL 1895

'

Continttazione, vedi dispensa XIII

I. SCELTA DEL

PERSO~AL E

E DF.LLE MACCHINE.

Considerazioni generali. Un velocipedista militare deve pel suo fisico, pel suo cnralte!'e, per le sue cognizioni e per la sua abilità, oiTrire la maggiore garanzia che le missioni di cui vi ene incaricalo, siano assolutamente eseguite, salvo circostant.c di forza maggiore, indipendenti dalla sua capacità (11). Se si considera tolta l'importanza che può avere la trasmissione di un ordine in guerra, nou sembreranno mai troppe Lulle le cure me-sse nella scelta del personale incaricato di questo servizio. La svegliatezza e la capacità di cavHsel a in circostanze molto critiche, fanno sì che non lutti quelli che lo vogliono, possano riuscire velocipedisti nel senso militare. L'essere un buon corridore non vuoi dire essere un buon velocipedista stall'elta, come l'essere un buon fantino non significa essere un buon soldato di cavalleria . . (•l ! dJStl

Queste çonslderazi(lni sono tratte in gran parto dall'organizzazione dei ve!ocipenegli altri eserciti.


LA QUESTlONE CICLO-MILITARE 1260 Le qual ità che militarmente si richiedono sono tante, e bisogna speri mentare moltissimi candidati per poter trovare quelli che rea lmente sono adattati a questo speciale servizio ('l). Anzi tutto è indi spensab ile sapersi servire dell a propria mac ch ina in modo perfetto, e ciò è meno facil e di quanto co munemente si creda. Per quanto i prinii elementi del velocipedismo si apprendano con incredibi le facilità, pure il sapersi servire della propria macchina,. in tutle le circostanze di tempo e di terreno , è cosa che richiede molti mesi di pratica . Il velocipedista borghese può scegliere l'andatura e la strada migliore ; se que~ta non :rli ·conviene la cambia ; se il tempo è cattivo torna indietro. È li bero di transitare un corso di acqua in una mani era piuttosto che in un'altra, di evitare gli ostacoli agg irandoli, di allungare, accorciare o vari are il percorso per raggiungere la sua meta. Pel velocipedista militare non è la stessa cosa. L' <~n dntur·a e la strada che deve tenere gli sono imposte o dai superiori o dnlle circostanze. Sia di giorno, sia di notte, sia con buono o cattivo tempo, la sua partenza non può essere ri mandata di un solo mi- · nuto. Di notte , rnolte volte dovrà partire col lume· spento. In vicinanza del nemico, per non essere scoperto, spesso dovra abbandonare le strade ottime e prenderne altre in condizioni scadentissime. In molte circostanze dovrà seguire la. stessa strada battuta dalle tr uppe in marcia , e quindi rinunciare al sentiero velocipedctbile, (2) per correre sulla ghiaia o in mezzo ai solchi di polvere e di fango. Dovrà avere molta arditezza ed abiliUt per traversare tra i carri ed i cavalli dei mili tari mon tati, senza incorrere in qualche disgrazia. Spesso dovra lasciare le comode strade per internarsi nei campi. In tal caso, compatibilmente col suo mezzo di trasporto, avrà tanta abilità, sia nello scegliere i sentieri utilizzabili, sia nel re-

(t) Naturalmente in questo capitolo ~ i parla più specialmente di velocipidisti-staffette c non di combatt.enti. (2) Vedi il capitolo strade.

CONSIDRRATA N ELLA PRIMAVERA DEL

1895

1261

stare in sella, ·da compiere la sua missione con la maggiore rapi dità possibile. Chi avesse difficoltà a salire e più specùtln-tente a saltar giù dalla macchina, in qnalunqne andatn1·a e Slt qualunq1M ter1·eno, sm·à milita1·mente nh velocipedistct inutile. Qualità fisiche.

.

I requisiti generali che rendono ab ili al mililare servizio , saranno necessari al velocipedista mil itare; tuuavia non polrà essere accettalo : chi non è tanto robusto ùa resistere ad una vita di disagi e di cattiva -n utrizi one; chi non può sopportare un lun go e rapido viaggio, senza avere continuo bisogno di rifucillarsi con bevande e liquori ; . .chi è gmcile di costituz.ione ed ha gambe smi suratamente lungh'e ; chi suda·· eccessivamente e sotfl·e il cn ldo ; dovendo a lunghe corse al ternare lunghe fermate all'aria aperta per lo esigenze del suo servizio; chi patisce di asma e di var ici alle gambe ; ch i non ha buona vista e non può, coll'uso delle lenti, correggere il su o difetto ; chi non può supera re gran pfl rte delle salite senza di scendere dalla macchina e non può portare la sua macchi na in ispalla per lunghi tratti. Spesso, per guasti alla macchina il velocepidista saril costretto a percorrere 1ratti a piedi , mollo più lunghi e faticosi delle marcie di un fan tacc.ino; però tali casi essendo eccezional i ed il velocipedista viaggiando isolato, le sue attitudini come .:amminatore saranno considerate come secondarie. Anzi a tale servizio potrannc essere adibiti quei tanti individui intell igentissimi, ch e sono cat· tivi marciatori. .Sanibbe bene che fra i velocipeclisti vi fosse una certa uguaglianza di statura; onde evitare continui spostamenti alla sella ed al manubrio della macchina.


CONSIDERATA NELLA PRIMAVERA· DEL

126:2

LA QUESTIONE CICLO- MILITARE

1895

1263

Fra quelli che riuniscono tutte le qnalit~ fisich~, ~i. dovranno naturalmente preferire gl'individui che reststono d1 pm alla ~orsa a pieù'i, ed hanno più attitudi"ne alla ginnastica,

tioni brillantissime; e ciò con tanta perspicacia da non mai lasciarsi sorprendere sulla macchina nè cadere in agguati. Devono inoltre con un rapido sguardo, rendersi conto della situazione del nemico, per sventarne i piani . . .e prepararsi a difesa.

Qualità moralL

Cognizioni.

11 velocipedi sta militare, pel suo speciale se~vi~io ~arit. raris~ simamente sotto la sorveglianza dei suoi supenor1 ~u·~tt~, sar<~ spe~sissi mo a contatto con uffìci~li ch e occupa~o al~JSSJmJ gradt nell'esercito, riceverà una macchina costosa e delJcata m consegna, avrà incarichi importantissimi, pel cui adempimento si allontanerà forse per intere giornate dal posto in cu i risiede l'unità alla qunle appartiene. . . . . · Si comprende bene che t' individuil poco diSCiplinato, poco r~spettoso. trascurato della pulizia del proprio conedo e del propr1o armamento. dedito al vino e facile a commettere manca~ze, non potrà mai e~sere velocipedi5ta. Così non potrebbe esserlo c~ i ~v~sse tin carattere talmente timi do cla non saper aiTrontare_ con ~ec1s1on~ tutti quei pericoli che la sua speciale carica presenta; .s1 ~no_ esst pericoli dipenclenti dal mezzo di traspor~o, ~ dalle m1~s1om_ .arditissime che o. qtbalt~nque costo il veloolpMh-~ta cl~1Je a~~nqn~re. Chi fosse ·così poco prudente da non 11revedere que1 cas1 ~n. cu1 le aravi cadute sono inevitabili , e: con ciò compromettere l'es1to del ~no mandato , dovrebbe del p(tri essere escluso . Il retrolamento sul servizio in guerra dice che, quando il latore di n un ordin&, teme di cadere in mano del nemico, . deve, prima di distruggerlo, leggere ed imprirrie~si b~ne in _mente il ~on~ l'enuto, per ripeterlo poi a meinoria, a colm, cu1 era dn·etto. ?o1ntll il regolamento ammette il latore stesso deve essere al caso d1 comprendere l'ordine, qualunque esso sia , ed essere tanto scaltro ed ardito di riuscire a portarlo.

· Per valersi bene ed in qualunque circostanza del velocipede, più che saperci stare sopra, importa conoscerne a fondo la costru• zione. Il buon velocip~dista si accorge subito dal funzionamento di una macchina, se &lcune parti di questa devono essere unte, registr·ate o riparate. Così non gli capiterà mai , per guasti durante il 1le1·corso, d'impiegare più tempo e fatica di un pedone, o di restare a mezza strada. Una ''era passione per la meccanica in genere e per la sua macchina in ispecie, renderanno il \relocipedista tanto accurato della manutenzione del mezzo di trasporto, quan to abile alle piccole riparazioni, eseguite da sè stesso o colt'aiuto del primo fabbro incontrato sulla via.

>(.

** Gli ufficiali dei reparti velocipedisli, saranno scelti fra i più arditi e nello stesso tempo previdenti, dovendo con pochissimi uomini e colla massima velocità adempiere delicate missioni, e ricogni-

*

** Il velocipedista sarà scelto fra quelli che hanno già servito un anno almeno nella pt'opria arma, dove <•.vrà acquistato quelle qua- · lità militari, che devono eccellere negli individui adibi ti a rale carica. · Sar·à necessaria pel velocipedista la conoscenza di un incolonnamento di trupr;e in marcia, per potere a mezzo di altre strade, raggiun~ere l'autorità militare cui è di1'etto, calcolando il punto in cui la ·stessa si troverà in un dato momento. Sarà del pari neces· saria un'esatta conoscenza degli elementi e delìe distanze richieste per· un servizio di avamposti, onde trovare subito i vari comandi. Il velocipedista dovrà inol tre avere criteri general i circa lo scaglionamento delle truppe in un combattimento, specialmente per ciò che riguarda le risene ed i vari servizi; come pure saper distinguere dalla fot·ma e dai colol'i i pennoni e le lanterne, che indicano vari comandi e servizi. . • 80. -

ANNO XL.


1264

LA QUESTIONE CICLO-MILITARE .

Saranno preferiti coloro ~~he meglio sanno leggere le carte topo· grafiche. TtÙte queste qualità richieste negli eserciti esteri, sono rimunerate con forli paghe. In Olanda, per f\sempio: i velocipedisti ~odono consid~razil).~e grandissima, sono trattati come ufficiali, e ricevono francht 'l ?·o~ al giorno. ::)e in tutte le nazioni non hanno si grandi vantaggt, glt asso"ni sono però ovunque ben luerosi. G:neralmente non esiste un organico fisso pei gradi di truppa. affinchè ~l'individui adibiti a tal carica, senza scapitarci nel loro avanzamento, vengano promossi a tu"rno coi compagni della loro rispettiva arma.

... * * L'ufficiale dovrit. <\Vere vaste cognizion i s\.tl materi ale, sui modi e sullt~ formul e che regolano la costruzione òel\e tnacchin ~, o.nde es~ere chiamato a deciòere nelle contestazioni sul~ accetLa;,t~n~ dei velocipedi di privaLR proprietà; e per poter aare constg\1 sulle grandi riparazioqi, in quei c~s~, frequ eoli:simi. in ~u~rra, in cui si trovassero operai meccan1c1, ma non ìabbncaott dt biciclette . Dovrà per di più apprendere la storia e le varie cogn izion i dello spo1·t velocipedistico. Un'attitudine special e per la lettura delle carte topogr·afiche, sia per la scelta dello strade, sia per ~iu~icare le pendenze; una grande facilita di ricavare schtZZJ; . una co nos~enza non comune della geografia del propriO paese e di quella d~i probabi li teaLt:i di guena, s·pecialmente in ciò che ri "uarda la viabilità; ,., una su!ficiente pratica di parlar bene almeno una li ngua straniera; . una idea esatta degli incolonnamenti, delle disposizioni deglt avamposti , delle formaz ioni di combattimento, sia del propri.o ese~·­ cito, sin di quello contro Clli si combatte. onde, nelle .nco~nt­ 'zioni di cui vorrà incarica to, da un piccol issimo dettagl1o, rlcavar·e dati importanti ; tutte queste saranno le doti dell'ufficia le velocipedista.

CONSIDERATA NELLA· PRI~IAVERA DEr,

1895

1265

L'Ingh ilterra dev.e il grande svi luppo del velocipedismo nell'esercito, all'ottimo elemento degli ufficiali addell.iv i. Il regola· mento inglesb prescrive che gli ufficiali siano ab ili nel ciclismo, se non di più, almeno quanto la maggior parte degli individui che devono educare ed istruire. Istruzion i pratiche.

Facilmente avverrà pei velocipedisti, come per la cavalleria, i cui militari non si preoccupano in genere che del cavallo e dell 'equitazione. Però per la cava lleria il ca \'allo è anche mezzo di combattimento, mentre t·.he il velocipede è un sempl ice mezzo di trasporto, e, per impor l.c10 te c!Je sia l' abilità di servit·sene, questa non deve andare mai a scapito dell e altre istruzioni. I velocipedisti , specialmente quE>Ili nssrgnati a reparti combattenti, dovranno essere esercitali co n mo lli\ cura nel tiro co ll'arma di cui dispongono. In base all'a!Jilitn sul Liro sar~t fat ta la scelta fm le staffette eù i combattenti. Sarebbe inutile creare . uon fanteria montata sui velocipedi , quando il vantaggio del mezzo di trasporto andasse a detrimento della qualità precipua di tale arma: il fuoco. Il veloci pedista come velocilit deve essere superiore al fantaccino, ma come tiro deve essere superiore alla cavalleria. È appunto a questo scopo che nelle varie nazioni si fecero cor~e con gare di tiro a bersaglio, c noli' aprile 11894. a Parigi fu istituita una società per promuovere passeggiate alternate con eserciii di tiro. TI regolamento inglese sui ciclisti, ha molto sviluppato tale genere di eserci tazioni. Affinchè i velocipedisti abbiano campo di dedicarsi alle varie istl'Uzioni, dovrebbero essere scelti fra quelli giit abili fino da borghesi, cosa d'ora innanr.i facilissima; dovrebbero essere tenuti in carica permanentemente come i trombettieri e gli zappatori; e per l'uniformi tà poi dell'istruzione sarebbe necessaria una scuola s~ec iale con sède in uno dei principali centri, o meglio in una c.tttà prossima ai confini , dove gli allievi acquisterebbero la pratica di ~uella rete ;;lra,dale , di cui probabilmente in guerra si dovrebbero servire.


1266

LA QU.SSTIONE OICLO·!JILITARE

Pet· quanto continuamente si è dello, una istruzione che acquisterà tanta importanza non dovrà più esser·e affidata al maestro di scherma, ma ad un personale apposito. Per l'impianto di un servizio provvisorio si potrebbero benissimo impiegare i volontari di un anno, fra cui trovansi molti giovani intelligentissimi , e già provetti velocipedisti. Impat'lendo loro una istruzione speciale sulle cognizioni indispensabili, se ne potrebbero ricavare ottimi elementi anche con vantaggio per· l'erario, giacché gli stessi , per non fare il servizio a piedi, adopererebbero macchine di loro proprietà. · I velocipedisti dovrebbero fare l un ghis~ im e marce, ed anche escursioni della durata di più giorni , sia per l'allenamento, sia per acquistare profonda conoscenza delle varie reti stradali, lontane o vicine alla loro residenza. Si dovrebbero far·e anche paltuglie di soli ufficiali o sottufficiali, allo scopo di esercitarli nelle ricognizioni del terr:eno con relativi schizzi e relazioni; questo, oltre ad e~sere molto istruttivo e divertente, li distorrebbe da altri passatempi più costosi e meno proficui. Ciò potrebbe sosltlutre benissimo l' istruzione ginnastica regg_imentale per gli ufficiali .

Vari sistemi di reclutamento.

Un modo molto semplice d'i mpiantare il servizio velocipedi stico, è quello di accettare , p.el servizio di :staffetta in periodi di manovre ed in certe località, il personale borghese- (con macchine proprie) che, come più volte è avvenuto da noi ed all'estero , le società ''elocipedistiche primarie spontaneamente propongono (4). Questo ripiego fu in genere adottato dall e varie nazion i nei primordi del velocipedismo e nel periodo dell'esperi (lnze.

(il Le società ''Ciocipedistiche di Torino e eli ~Iilano hanno più volte offerto il loro concor>o, ma quantunque sembrasse tutto combinato, non se ne fece mai nulla.

CONSIDERATA NELL.~ PRIMAVERA DEL

1895

1267

Un altro sistema è quello di scegliere, richiamandoli colle loro c~assi o separatamente, i velocipedisti fra gl'individui ascritti alle rJs.er; e, che si obbligano a servire con macchine di loro proprtela. . ~n mo!te nazioni si adottò questo sistema, ma non delle sempre 1 ns ~ ltat1 che se ne speravano. t accettabile in via eco nomica e transitoria, onde avere il vantaggio di non obbl igare lo Stato ad acquistare un grande numero di ma~ch.ine. Pe~ò non sempre i migliori veÌocipedisti sono i possessor~ dt ~1acchme, e questa condizione obbliga spessissimo a prefeme gh scadenti a ~ li ottimi. ..Vedremo ~el capitolo << ,Jfacchine » che questo sistema, come è g1a avvenuto m altre nazioni,:può dar luOO'Oa contestazioni inter~inabili. Individui incapacissimi, con mac~hine scadentissi me, pur d1 non portare lo zaino e di non fare le marce a piedi , brigheranno per ottenere tale concessione. I. ~ertifìcati di abilit~1 , r·i lasciati dalie societa, non sempre sara nno ~er~lleri, ed in ogni modo, come antecedentemente si è detto, ottlml yelocipedisti borghesi possono essere militarmente incapaci . Un reclutamen to su tal base non potrebbe essere adottato a sistema, perchè a lungo andare si presterebbe a tanti inconvenienti da rendere il servizio velocipedi.stico illusorio . '

** . i'llolte ?azion.i traggono i velocipedisti dai corpi dell'esercito attivo, lasct~ndoh permanentemente in carica. Questo ~istema è a mio credere, il più logico, tanto più che strag~and.e è oggi nei reggimenti il numero dei militar·i abili nel veloc,ped1smo, i quali costituiscono un elemento ottimo in cui la scelta può essere rrgorostss1ma. · · · E questo sistema è pure adottato ft·a noi l · . . d1. compagnia fa sì che . , ma un ma e wteso spmto :d ta.le ?anca s.iano proposti militari per discipl ina, qualità fi siche tntelletLuah , e, assolutamente incapaci. Contadini negati a


1268

CONSIDERATA .NELLA PR:IM A.VEil.A. DEL

LA QUESTIONE CICL0-1\!ILITARE

qualunque esercizio ginnastico, sono proposti a velocipedisti e ciò con danno dell 'erario, giacchè, per la lot:o' istruzione, si rendono inservibil i le macchine, e vi si producono guasti tali da richieder~ la spesa di 50 ò 60 lire per la riparazione. Nè questo dà alcun profitto ai reggimenti , giacchè, quando gl" individui non hanno l'nttitudine, non possono mai divenire v.elocipedisti abili al punto da c·avarsela in qualunque terreno. Contadini analfabeti sono prtlpo:;ti, e ciò io perfetta contraddizione ai pa ragrafi 21 e 22 del !>ervizio in guerra ed ai §§.'108, ,l 09 , ,H O del Codice penale mil itare ci rea i doveri del latore di un ordine. Durando poi tale ser vizio solo qu:dche mese, non si comprende Lanta contrarietà a proporvi in dividui adattati, mentre, fra. le cr~riche speciali. i velocipedisti sono quelli che meno dànno noie; che possono esset;e pro posti a caporali ; che possono esser utilissimi anche alla compagn ia; e che infine non privano la medesima se non di qualche fu cile in certe esercitazioni di combatti· mef1to . '1-

** Per poter giudicare eli un servizio veloci pedistico, bisognerebbe che questo funzionasse da qualche anno, e che gli !nàividni vi avessero acquistato quella disinvoltura e quella pratica, èhe si . ottengono con l'emulazione che nasce fra gli addetti ad una stessa carica, e con i vantaggi che ciascuno ricava dalle cognizioni dei . propri colleghi. Nessuno in coscienza potrebbe avventare ·giudizi, nè farsi dei crit.erì sui vantaggi che può dare in guerra una cavalleria, quando questa fosse costituita solo nl momen to del bisogno, e con dei principianti . Tale è il servizio velocipedistieo in Italia . Qualche ora quotidiana d'istruzione pt·atica prima dei campo, basta solo percbè il soldato apprenda i primi elementi dell'equilibri~. Al campo, dove il vdocipedista dovrebbe essere di grande utilita, è. dove invece esso comincia a fare pratica di letTeno ed a dimostrare tutta la sua incapacità colle continue cadute, colla macchina sempre guasta, coll'ignoranza di tutto quanto concerne una staffetta militare ecc.

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l maggiori relatori, sia per ìa triste prova che dànno i velocipedisti nell'adf 1pimento del Loro servizio, sia per le spese enormi che richiedono le continue riparazioni 'fllie macchine, si persuadono dell'inutilità di tal{ congegni, ed apperia fini to il campo li chiudono e li tengono più che possono nei magazzini del corpo. Cosicchè, se durante · ì'anno rosse necessario servirsi di un velocipedrsta, questi, già poco abile e pe1· giunta privo di esercizio, dimostrerà sempre più la sua incapacità, ' dopo aver pet'duto chi sa quanto tempo per rimettere al l'ordine la sua macchina . L~ macchine nelle varie nazioni sono date ai reggime'uti percb è, oiLt;e all'allenamento ed all'esercizio dei velocipedisti elfettivi, ser"vano a sviluppare la passi vne per tal gener.e di sport fra gli ulliciali, 'Sottu'fficiali e soldati più intelligenti. In Italia, quantunque quai<:he circolare ministerial e sia. stata inviata ai comandanti di corpo, aUìnchè promuovessero nei loro dipendenti la passione al velocipedismo, pure questo ha incontrato poco favore in molti ulficiali, specialmbnte superiori. Infatti non si proibisce all'ufficia le di servir:>i del velocipede, mn di mo- strarsi sulla macchina in cittit, cosicehè gl'imbarazzi che arreca tal divieto persuadono subito di rinunciare a qt,~esto mezzo di trasporto ('l). ' Nòn credo che l'andare in bicicletta in divisa sia cosa sconveni~nte dal momento che mol tissimi ufficiali vorrebbero farne uso · se non vi fossero tanti ostar.oli, e dr~! momento che se ne sen~ono pubblicamente perfino i sovrani, i preti, i ministri, ecc . Se scon- · veni~nt.e fesse, non dovrebbe essere permessa nè in città nè fuori. Tutte le nazioni compresa la Gecrrnania hanno dato tale conces"" sione agli ufficiali , regolando la tenuta, il saluto, la maniera di fare fronte, iL modo di portare ·ta scia boia ecr., sola restrizione è la condizione che la macchina n<;ata sia degna di chi la monta, e che lo stesso non si esponga al ridicolo per la propria inabilità.

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(l.) Crodo inutile mmmentare che questo minis~eriale dell'H maggio !.895, N. 2816.

lavoro ru scritto anterior mente alla circolare


1270

CONSIDERATA NELLA PRIMAVERA DEL

LA quESTIONE CICLO-MILITARE

Scelta delle macchine.

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La sorte del velocipedismQ militare e11 i buoni risultati di questo servizio, dipenderanno in gran parte dalle qualità della macchina adottata, e dai mi glioramenti che vi si faranno. Certo che i velocipedi attuali: quantunque perfeziona tissi mi, non raggiungono l'ideale del desiderabile, ma tuttavia possono essere impiegati vantaggiosamente. Attualmente la macch ina preferi ta in tutti gli eserciti è la bicicletta. Questa deve avere tali requisiti da gar·antire l'esito di qualunque missione alndata al velocipedista. Tale garanzia non potrà esistere se i guasti alla macchina saranno ~ausa ti da imperfezi oni d' costruzione o di materiale. Perchè il servizio velocipedi,;ti co abbia realmente un valore, bisogna che il soldato che trovasi alla portata del fuoco nemico, non dubi ti un sol o istante della solidi tà della propria macchina; altr imenti non dimostrerà mai tutto l'ardire necessario per l'adempimento delle sue difTicili missioni. . Una commissi,pne competente farà la scelta delle macch ine o delle modificazioni da adottare. Se la macchina non è costrutta nelle officine dello Stato, sarà sempre meglio favorire l'industria nazionale, servendosi da fabbriche italiane. Un tipo di macchina unico è il più adatto per ragioni di disciplina, d 'impiego, di uniformità d'istruzione e di andature, nonchè di equipaggiamento. Il tipo unico faciliterit le piccole e le grandi riparazioni a mezzo di pezzi di ricambio, faciliterà pure la for·mazione di nuove macchine, utilizzando i pezzi di altre guaste. A tale uopo la congiunzione delle varie parti è bene sin fa tta con avvitature, anzichè con saldature; ciò age,ola la sostituzione dei pezzi senza bisogno di officine o di fabbricanti, cosa in guerra ben rara a trovare. Il telaio a rombo, è quello che, oltre a dare la maggiore solidità alla macchina, megli o favor isce la disposizione dell'equipaggiamento. I r,tggi da preferirsi sono i tangenti. perchè hanno il vantaggio di rompersi meno, e di essere sostituiti senza danno del mozzone della ruota.

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Il materiale migliore da impi egare è l'acciaio pieghevole speciale pet· le biciclette. Diffidare molto dell' eccess ivo buon mercato , perchè questo si ottiene coll' impiego di ghisa o di altri materiali fusi , che, oltre a spezzarsi facilmente, hanno poca durata e si logorano subito specialmente nelle avvitature. - In fine. in una buona macchina militare la sol idità è qual ità importantissima, perchè deve resistere alle acciden talità di qualunque terreno sopportando l'armamento, l'equipaggiamento, noncbè gli altri congegni che si volessero affidare al velocipedista (l). La solidità non deve andare a totale scapito della leggerezza, e devesi rammentare a tale uopo , che in molti casi il velocipedista dovrit portare In macchina sulle spalle. Le macchine usate nei vari eserciti pesano •18 chilogrammi circa, da noi ve ne fu in distribuzione una che ne pesava 28, e malgrado ciò era sempre guasta. Nelle macchine militari non si dovrHbbero sopprimere i parafanghi , sia perchè questo è uno dei vantagg,i che la. bicicletta ha sugli altri velocipedi , sia perchè i militari devono intraprendere viaggi in ogni condizione di tempo e di strade, senza sciupare gli oggetti di corredo colla poivere e col fango. La macchina militare dovrà avere congegni solidi e semplici per la composizione delle varie parti , altrimenti questi, in brevissimo tempo, sarebbero guastati dalle mani poco meccaniche e poco delicate dei soldati; altrettanto dicasi degli accessori. Le parti nichelnte sono tr·oppo visibili da lungi , e la vernice a ·smalto richiede troppe cure per ia conservazione; sarebbe più economica e più pratica l'abbmnat.ura adottata per le canne dei -fucili. (Tale è la bicicletta germanica). I pneumatici sono militarmente poco coosigliabilì, pe1·chè quantunque diano alle macchine una incontestabile superiorità, pure, a tutt'oggi, malgrado i perfezionamenti, conservano l' inconveniente, raro si ma non impossibile, di sgonfiarsi, ed hanno inoltre troppa facililit di scivolare sul terreno bagnato. (l } ~·aumento del peso nella costruzione del velocipede non aunocnta la solidità; è 1!1- sagoma e la robustezza di cer te parti che bisogna curare (sterzo. perni ecc.); é l'lll!Pe.rizia del velocipedista che guasta le maccbine di qualunque peso esse ·sieno.


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!.4\ QUESTIONE CICI.O- MlL!TARE

CONSIDERATA !\ELL A PRiliAVERA DEL

La macchina dovrò. c::;sere munita cii un ·buon fanale. La· trombetta sal'lt preferibile al campanello; il quale anche accidental... mente pnò ri chiamare l'allenzione del nemico. Sarebbe bene applicn re ;;Ile biciclette l'ingranaggio della moltiplicazi one mutabile durante la corsa, per potersi valere di tutti i vantaggi, tanto in pianura come in montagna ; però tali congegni non banno sino ad ora raggiunto la precisione e la robustezza necessaria. Per l'i nsegnamento. pel servi1.io in )!Ùarnigione, e per le milizie sarebbe bene utilizzare le macc hine di vecchio tipo. Un grande vantaggio· sn rehbe l' accorciamento del manubrio; lo sterzo dell<l macchina risulterebbe più libet·o e si potrebbe far più forza sul freno. Sarebbe pure bene portare più innanzi il selli no, utilizzando così assai di più le forze del vel ocipedisla. Anche i fer;ma pi edi sono d_i· grande · vantag~i o . Vol endo costruire mar.chine nell e officine dell o Stato, l'[talia ha mezzi potentissimi nelle fabbrich e di armi specie in quella di Terni.

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vendosi degl i attrezzi o dei pezzi di ricambio necessari. Anzi si potrebbero stabilire r·,onl.ratti annuali o mensili cogli stessi armaiuoli, affin~hè questi si obbli gas~e ro a mantenere le macchine cont inuamente in perfetto stato di servizio. Attualmente le riparazioni si fanno da meccanici bo r< •hes i i qual i ~ si approfittano sconver1ientemente della mancanza nei reo-~rimenti è) di nn personale adatto pel controllo. _É avvenuto qualche anno fn, cl te reggimenti di guarnigion e a Roma hanno mandato in riparazione a Milano le macchine, per· chè a queste si erano stacc;lte le gomme; in con veniente cui il sold:Ho stesso poteva rimediare con 4-0 centesirn i di mastice Premi a chi meglio co nserva la bicicletta; un sop rn:>soldo di manutenzione Gsso :1i velocipedisti , onde questi facciano eseguire tutte le piccole ri parazioni per conto proprio; sarel>bero sistemi di non li eve vantaggio all 'erario. Come è attualm ente costituito il veloci pedismo nei reggimenti , coll'imperizia della costruzione, manutenzione e ripara:t.ioni. c.he hanno Lutti quelli che sono direttamente o indireuamen te ad ibiti a tale carica, le macchine saranno semp re pua~ Le; e quindi .lo Stato sosterrà gravissime !>pese, per un servizio nei corpi consid ernto, e con rngione, inuti le. o

F)

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La bicicl etta militare mod . •1891 , attualmente in distribuzione ai corpi , e otLima per molte ra ~ i oni, però non ha un prezzo proporzionato al suo valore intrinseco . Non è mio scopo discutere su lle cause che provocano tanta elevatezza di prezzo, dirò solo che, mentre il n ostro velocipedista è disarmalo e tiene lo zaino sui carri , la bicicletta viene corredata di un porta fuci le e di un porta zaino, (l) privi di qualunque utilità pratica. TtlLLo sommato, men tre la macchi na per sè stessa ha ' un \;alor~:: da '125 a H)O lire al massitno, viene distribuita ai corpi ad un prezzo triplo. Gli armaiuoli ~ei reggimenti dovrebbero es~ere abilitati a riparare, con tarilre stab ilite, le macchine nelle loro officine, ser(! ) Sol(l ultimamènte venne soppressa. una cassa-custodia per la macch ina che, oltre a costare molti~imo, era perfettamente inutile. ·

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Il sistema di adoperare mnccltin e appartenenti agli individui addetti al servizio velocipedistico , ha realmente dei va ntaggi: non obbliga lo Stato a seguire le infinite trasformazioni e modifìcazioni, che l' industria e la speculazione privala continuamente apportano alle biciclette; li bera i reggimenti da tanti imbarazzi per la manutenzione delle macchine ; gl' individui fanno serv izio con un velocipede di loro gusto "' e sul quale essendo abi tuati, si senton o molto pi ù sicuri ; evita all'erario -tutte le enormi spese d' impianto. Però è meno economico di quel lo che si creda . . N~tut·~Jmente quasi tutte !e nnzioni hanno in principio commctato con tale sistema ma, in seguito, stabilito l'impianto,


CONSIDERATA NELLA PRIMAVERA DEL

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L.A ctUBSTlONB CICLO-MILITARE

hanno gradatamente adottato macchine di proprieliL dello Stato. Infalli colle macchine appartenenti agli individui., a danno del servizio, possono avvenire molti inconvenienti. " Se il velocipedista ha una macchina buona, difficilmente vorrà adoperarla pel militare servizio, e ne presenter1L quindi alla commissione nn a scadente; se l'avl'i\. cattiva e vorrà adoperarla ciò anddt a scapito del servizi o stesso. Se il velocipedista avrà realmente portato seco una macchina buonn, nell'adempiere le sue missioni, sarà molto più preoccupato di non guastarla anzichè dei suoi doveri come st.afi'e ua; non uscirà dalle rotabili, farà molti tratti a piedi o rallenterà l'andatura tutte le volte che le condizioni stradali fossero cattive. Se la macchina è cattiva. l'aspi rante. ciclista brigheril perchè venera accettala dalla commissione, e così, al primo guasto p1·en ·vedi bile e (01·se p1·ocm·ato, l' ~rari o pagherà per buono un veloci pede inservibile ed invendibile. Onde continue contestazioni fra le commissioni e nol' individui ; contestazione all'allo dell'ac. cettazione delle macchine; presentazior.e fraudolenta di polizze d'acquisto di altre mncchine dello stesso tipo e della stessa fabbrica ( l) invece- di quella ve m : contestazioni per stabilire se i guasti avvennero per incuria, o per disgrazie, e se dipesero o no da reali motivi di servizio ; contestazioni all'aLLo del congedamento pel deprezzamento della macchina e pagamento degl' indennizzi. Non occorre essere profondi conoscitori per sapere come le macchine si prestino a tutti questi sotterftlgi , resi più facili dal. fatto che il velocipedista fa servizio sempre isolatamente, e che le vern ice a smalto può coprire molte magagne di una macchina. alla commissione che l'esamina. Io .credo che lo Stato sovente fini rebbe c.ol pagare per pochi giorni di ser·vizio, in riparazioni ed indennizzi, ben più delle '125 o rJ50 lire che una macchina di ordi nanza può valere.

(l) Queste polizze sono necessarie per stabilire il prezzo e la data dell'acquisto del vclocipede.

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In gue!'l'a e specialmente in paese nemico, sarebbe una cosa ben imbarazzante il r iparare macchine di mille sistemi differenti. Il sistema delle requtsrztoni sara accettabilissimo com e ripiego in guerra, quando cioè anche le contestazioni saranno giudicate molto sommariamente. La Svizzera ha in parte ris9lto il problema, fac endo costrurre delle macchine di tipo militare, ché v~nde agli individui, i quali fanno domanda di essere tenuti in nota come velocipedisti. Oggi quasi tutte le nazioni hanno a poco ~ poco messo in senizio macchine di propt·ietà dello Stato.

..

** Una quistione, molto importante del velocipedismo militare, è quella della bicicletta a telaio pieghevole o smontabil e, da sostituire all' attunle biciclett a col telaio a sistema rigido . È inutile dire che la bicicletta militare ideale, sarebbe quella che, pur conservando tutti i requisiti delle altre, potesse essere messa sulle spalle e facilmente trasportata. Cosi il fantaccino velocipedista avrebbe una grande rapidilà nelle marce, accoppiata ad una grande libertà di azione nel combattimento. Tutti i grandi ostacoli alla creazione della fanteri a montata si riducono all'imbarazzo che sul posto del combattimento il velocipede reca al fantaccino , giacchè questo, o deve trasc inarsi d!etro la propria macchina, o abbandonarla ad una ri!>erva per poi tornare a riprenderla. In tutte le nazioni, compresa la nostra, s'inventarono macchine smontabili. Anche all'esposizione del dicembre del '1894 a Parigi, fu esposta una bicicleua pieghevole, che dissero perfettissima; però sino ad oggi nessuno esercito ha tali biciclette in servizio. Senza dubbio, da tale facilità di trasporto, dipende la solu· zione del problema velocipedistico-militare; ma devo fare rile vare che attualmente tali sistemi di macch ine, presentereb bero inconvenienti -gravissimi.


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LA QUESTIONE C!C LO·mt,!TARE

Anzi tntto per oLLenere questa pieghevol ezza bisogna partire da due criteri opposti : uno, il tem P.o minimo per In scomposizione ; l'altro, il ripiegamen to di molle parti onde trasformare il cooge:.rno iti un Lulto facilmente tra:;portahi le su lle spalle. se · per guadagnare 1empo si compon:,tono solo poche parti : il manubrio, il sellino, i pedali e la catena sporgeran sulle spalle del velocipedista renòendogl i dillicilissimo l' intei'Darsi fra le siepi, fra i canneti, fra le boscaglie ecc·. D'nltro cauto poi, se si farà la scom posizione e ricomposizione di tutte queste parti , sarà necessario perdere un tempo non in difierante. Però non mi pare che la però ita del tempo sia il maggiore appunto che si possa fare a tal e sistema, g i ac~h è il veloci pedista scomporrebbe la macch ina solo quando lo potesse, e, data la peggiore ipotesi, si troverebbe nella s t.ess~t co ndizione di quelli che fanno uso de i velociped i attuali. In ogni modo per ricomporre una macchina, si avrann o sempre minori imbarazzi e minor perdita di . tempo di quello che per ricercarla sotto il fuoco nemico. L'inconveniente più grave è la riduzi one delle dimensioni della macchi na; e la modificazione delle- disposizioni dell e varie parti. Nei punti di ri piegamcnto, coll ' uso, si produrranno disgiu ngimenti e quindi guasti. Questi inconvenienti toglierann o all<l macchina la semplicit:t e la rigidezza, qualità. indispen sabil i per la durata e pel migliore impiegv della forze del velocipidista . Le macr,hine di l<11 genere banno il vantaggio di poter essere facilmente trasportate in montagna, nell e cnse, sugli alberi ecc.; collocate in canozza o negli scompartimenti dei treni come una v<d igiu, senza perditn di tempo all' uflicio bagagli. Essendo bici clette basse si ha maggior facilità di inl'o rcarle e di scender·ne. Ma tutti questi vantaggi scompai ono se si conside ra la mancanza di solidità. Il velociped isLa che ha una missione importantissima, non può comprometterla per la fragili tà. della sua macchina, nè avven turarsi ad avvicinare il nemico, quando sa che in caso di inseguimento un guasto alla stessa può procurare la sua perdrta. Il fantaccino montato, per poter essere indipenden te dal corpo principale ed allontanarsi a molte gior:nate di marcia, senza fa re

CONSIDERATA NEI.LA PRIMA VERA DEL

1895

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assegnam.ento sui carri, dovrà portar seco, oltre l'armamento ed il corredo, molte munizioni e molti vi veri di ri serva. Oltre a ciò carich iamo sulle sue spalle una bicicletta, e domandiamoci quale peso sopporterà mai questo soldato. · Concludo :lunque ell e, seb bene il problema della fanteria montata trovi la soluzione nell'impiego dell a bicicletta come mezzo di trasporto , la qu estione del tipo di macchina da scegliere, pieghevole o no, deve essere ancora molto studiata, giacché, non so se sia meglio avere sul lnogo del comball.irnenl.o un fantaccino i~capace di muorersi pel ;>uo pesante e mal disposto sovraccarico, d·r quello che un altt'o ·che spinge a mano la sua macchina, ben equipaggia ta e leggera. I noltre ch i userà la macchina pieabevole dovrà tenere lo zaino sull e spalle, cosa molto malagevo l; a chi va in velocipede . '

,

(Continua).

c.

~A1' A LI L UIGI \ mLT.U tme11 /e net 39° {ante1·ia.

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DA ASSAB A CASSALA

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...

DA ASSAB A CASSALA Bgua.rdo retrospettivo storico delle i.m preae italla.ne pei domini e protettora.tl i.n Africa. nell'ultimo quarto dl aeoolo

Contintlazione. -

l'tcU dispensa Xllf

Con l'anno 1890 m1: decreto reale dell0 gennaio costituiva i possedimenti del Mar Rosso in una sola colonia, col nome di Eritrea, e ne creava un regolare Governo {l). Tale decreto ebbe lo scopo di dare un primo assetto normale ai nostri possedimenti africani, e di r endere possibile la gt·aduale sostituzione di un'amministrazione civile alla militare. Col n uovo anno parve che Menelik si svegliasse dal suo letargo, e si annunziò finalmente che veniva dal lago di Ascianghi col s:uo esercito, per sottomettere il Tigrè ed incoronarsi in Axum, la città santa. Ras Alula era nel Tembien, e ras Mangascià accorreva a contrastare il passo all'Imperatore. Fu a gennaio dunque che il generale Orero ideò ed eseguì la marcia delle truppe italiane su Adua, capitale del Tigrè (2).

(l ) Con successivo R. Decreto ùel 4 g iugno 1890 il primo {J()Vet·t~atore della colonia eritrea veniva nominato nella persona del maggior generale Gandolfì. (2) Il 26 gennaio 1890, terzo anniversario della battaglia ùi Dogali, t'u commemorato in Adua dal generale Orero e dalle truppe, unìtamente alla pOJ>Olazione indigena.

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Q uesta. operazione, mal giudicata dai soliti ciarlieri che discutono senza conoscere le cose di cui parlano, si volle fosse stata .av~entata impresa o al~eno inutile spesa,' senza por mente :a-ll' influenza politica che doveva o almeno avrebbe dovuto .esercitare. L a marcia su Adua, facez;doci con tutta probabilità incon·trare con ras Alula, ci avrebbe dato il destro di' prendergli la Tivincita di ;Dogali, avrebbe dovuto aiutare l'Imperatore a :Soggiogare il Tigrè, e finalmente con la franca affermazione ·della nostra forza avrebbe facil itate le trattative diplomatiche .del conte A.ntonelli nell'imminente incontro con Menelik. Alle forze italiane ( L) si univano . tutte le forze indigene ·dislocate al nord del Belesa e del Mareb, e si sperava racco,g liere anQhe Sabath dell'Agamè ed i capi tigrini nel caso si ·dovesse procedere oltre Adua. Gli apprezzamenti personali del nostro inviato diplomatico, ·il conte Antonelli, ! 2) impedirono un seguito qualunque a -questa impresa militare, ed il. generale Orero ripassava il Mareb, non ostante la delusione dei nostri e le lagnanza (l) La colonna comandata dal generale Orero si componeva di uno squa· ·drooe di esploratori, un battaglione di bersaglieri, un battaglione di cacciatori; un battaglione di indigeni, una batteria di artiglieria da montagna, una compag ni a. di zappa.tori del genio, i servizi accessori e tutte l e bande assoldate: in tutto c irca (i000 combattenti con fucili, ed 8 pezzi ·di artiglieria. . · (2) Il conte Antonellì temeva obe da lla nostrR impresa nascesse om bra In Menelik per la nostra, intromissione, e diffidenza nei capi tig ri ni al ·seguito dell' Imperatore, i quali potevano sospettare che volessimo t enerci Adu a.. Riteneva. aPcora l'Antonelli che Menelik bastasse da sè solo a sottomettere il Tigrè. Tutto invece favoriva l'impresa. « Entusiastica fu l'accoglienza in Adua -<< per gl'Italiani : il maggiore Di Maio che da Debarroa era partito con « 2000 abissini ne aveva dopo otto giorni 7000 pronti a combattere ui suoi « ordini, e mentre in Adua italiani e tigrini commemoravano i morti e « l'anniversario di Dogali, il capitano Toselli con lo squadrone esplora... tori sventava nello Zungy la vigil:lnza dei sotto capi di Alula e portava « il nome italiano alle fàlùo di:!l Gheralta, irradiando le sue punte fino a .... Makallè. » (Vedi « Pro Africa italica » di un E1·it1·eo, pag. 45-46. "Roma, Casa editrice li brarit\ italiana., 1891). &l - ANNO XL.


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DA ASSA"B A CASSALA

dèlle popolazioni tigrine, così avverse all'intervento degli « Scioani ». Rimaneva in Adua il con.te Antonelli accompagnato dàl degiacc Sabath dell'Agamè, che doveva scor~arlo- ... fin presso Men~lik cui il conte s'avviava ad incontrare, pas-· sando il Mareb il 10 febbraio. Le· operazioni militari fra tigrini e scioani non avevano· frattanto troppa durata, nè facevano scaturire conseguenze· importanti, e Men~lik giungeva a Makallè nella se~onda. metà di f'ebbraio. Mangascià ed Alula, dopo uno scontro insignificante con gli scioani, si erano ritirati nel Tembien. :3enza molestie alle spalle. _ Data questa situazione , occorreva che Menelik, per rispondere alla nostra costante lealtà con lui, facesse sparire· dalla scena politica Mangascià ed i capi tigrini che lo seguivano, ed investisse della sua autorità nel Tigrè una. creatura di sua fiducia e gradita agl'Italiani, prima di fare la sua solenne incoronazione. Ma l'antica mala fede dell' Imperatore durante le· trattative ~d hoc ?ol cont€1 A~tone~li c~ "" mostrò un risultato del tutto 1mprev1sto: Menehk st1pulo· direttamente con Mangascià le trattative per la sottomissione di quèsto càpo tigrino ! Per completar meglio la trovata, il buon Menelik volle· contentare anche Sejum, che aveva prima destinato al governo del Tigrè, e stabilì che questa provincia fosse divisa in due parti quasi. uguali, tagliate d~ nord a sud: Mangascià. avrebbe avuta la parte occidentale, Sejum l'orientale, e, come intermediario ed event!J,ale paciere fra gl'italiani e costoro, collocava Mesciascià , ~Vorkiè del Beghemeder, col paese di Adua, ~~um e tutto quello che si estende fino a . S0iket. Per meglio attuare questo piano a base di rattoppi, Menelìk. aveva persino pensato di disarmare e sopprimere Sabath. dell'Agamè, per darne la provincia senza cogtrasti a Sejum; ma l'astuto degiacc ne ebbe sentore a tempo, e gli sfuggì. di mano tornando coi suoi nel suo paese. Dopo queste ingegnose trovate che dovevano, secondo l'Imperatore, pacificare e sottomettergli il Tigrè, si nominarono i delegati per i confini.

DA ASSAB A. CASSALA

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Ma Menelik a.d alcuni sintomi poco rassicuranti non eseguì (_J_uel programma che già aveva tanto strombazzato e tanto aveva mutato ad ogni istante. Non andò a farsi incoronare ad Axum, e prese invece frettoloso la via del ritorno, mentre· Mangascià se ne tornava nel Tembien. Sejum accompagnava 1\ienelik fino ai confini del Tigrè, deciso a tornare indietro a suo tempo per prendere il nuovo possesso, che del resto Sabath custodi va assai bene, e non era disposto a cedere. Il conte Antonelli, JYiesciascià \Vorkiè ed i delegati italiani tornarono ad Hausen, dove s'erano trattenuti con Menelik, :fino ad Adua, indi al Mareb il 23 marzo. Con questa inaspettata soluzione delle questioni pendenti, e con colpi di scena così impreveduti, non ostante Menelik avesse lasciati con l'Antonelli e Mesciascià Workiè t suoi delegati per la çlelimiOO.zione dei confini, ed il gènerale Orero avesse inviati quelli italiani in Adua, non fu possibile venire ad alcuno accordo. L'imperatore non voleva permettere che la linea del nostro confine si spingesse al 1\fareb-Bele~a­ Muna (1). Nè fu m.e no possibile insediare Mesciascià nel Saraè e nell'Okulè-Kusai. Questo prefetto imperiale fu insediate da Ari.tonelli in Adua, a ·spese nostre di viveri e di munizioni, che il conte Antonelli assicurava sarebbero state rimborsate da Menelik (2). ·(l) Il' Ministero italiano era g ià venuto in accordo col parere del generale Baldissera e del generale Orero, che non potevamo cioè contentarci dei confini già propos_ti in tempi anterio.rì. Le nostre nuove occupazioni territoriali e la volontà decisa di mantenerle non potevano farci rinunziare al confine del Mareb-Belesa-Muna. D'altra parte Menelik aveva sempre mancato alle sue promesse di intervento personale nel Tigrè, e quando finalmente pur si fece un po' vivo, a noi stessi e non a lui dovevamo le nostre occupazioni. (2) Mesciascià Workiè non restò molto in questa falsa posizione. Un anno dopo (alla fine del 1891) inasprito eoi capi del Tigrè, abbando nò Adua venne prel>SO di noi; indi si ritirò nello Scioa. Così il Governo dell'Okulè-Kusai rimase. a.Bath Agos sotto la nostra sorveglianza, e quello del Saraè a: vart piccoli capi locali, diretti dal nostro residente a Godofelassi, indi in Adì-Qualà.

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I capi del Tigri., non ostante fossero stati sempre da noi respinti nelle loro proposte di accordo cosi spesso ripetute, non ne avevano p~rdu to la speranza. E così. ras Mangascià e ras Alula, padroni effetti vi del paese, non ostante la nominale supremazia dell'I mperatore, ci lasciava.no per loro conto tranquilli. anche perchè tem~vano nostre rappresaglie. E la campagna breve, ma fulminea del maggiore di Maio li aveva bene ammaestrati su quanto. potevano aspettarsi. La divergenza di opinioni tt:a il ministero degli esteri e quello della guerra, causata dalle opposte vedute' del conte Antonelli e dei comandanti superiori a l\1assaua aveva partorito lo strano intr eccio di insuccessi diploma tici e successi militari. Se il par tito militare, per dir così, avesse avuto prevalenza e mani libere, è indubitato che dopo la marcia di Adua grandi mutamenti a noi favorevoli avrebbe potuto apportà.re la bandiera italiana,, data la situazione ·precaria del Tigrè, lo stato miBerando del le popolazioni, e soprat utto il contegno di Menelik . Nè minore importanza dal lato politico avrebber o acquistato operazioni più estese, perchè avrebbero forzata la mano a Menelik per farg li accettare il con fine da noi reputato indispensabile ( l ) N el mese eli g iugno la Colonia Eritrea aveva nella p ersona del maggior generale Gandolfi il suo primo Go·ver·nalor·e che succedeva al generale Orero. E ra il pr imo passo verso il goYerno civile nei possed imenti del Mar R osso. F u in questo torno di tempo che la . pri ma volta le armi italiane si misurarono con quelle dei Dervisci, a vendone completa r agione. Un'orda di 800 fana tici era ap parsa fra i Beni Amar, da noi dipend~nti (2), poco lungi da i\.gordat. Il campo, gli

uomini di questi disgraziati venivano distrutti, le donne ed fanciulli fatti schiavi e tutto il bestia me veniva predato. Incaricato di punirli e t oglier loro la preda mosse da K eren il capitano Fara: raggiunse i DerYisci ~l '!.7 giugno con due sole compagnie di soldati (1), li attaùcÒ e li pose in piena rotta distruggendone gran parte e liberando i prig ionieri (2). Una cinquantina soltanto poterono porsi in salvo a Kassala, giacchè gli altri poehi, avanza~i al primo sterminio da parte .dei nostri, furono ma<>sacrati dai Baria sulla via della fuga. La località di Agordat divenne quindi il nostro posto avanzato alla frontiera occidentale verso il Sudan e fu stabilmente forti ficata. Quivi si accampò pure il valoroso vecchio Ali Nurin, capo dei Sabderat, g ià. scacciato dalla residenza dello stesso nome presso K assala. dai Der visci (3).

(l ) La questione dei con fini ebbe r!el resto risultati pienamente platonici, di protesta da parto di Menelik , mentre g l 'Italiani conservarono di fatto la linea Mareb-Belesa-?11una. (2) Ai primi del 1890 -i Beni Amer si erano tu t ti sottomessi aU' Italia per mezzo del loro capo (Dig lal) Mahmud Ahmed, che fu nominato I<antibai dal comandante superiore di i\fassaua. Es.-;i erano stati semplicemente protetti dal 2 dicembre 1888 fi no al l 890.

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IX. (1890-91). )

L'articolo ~VII del Trattato di UCC1alli. - L'Italia rappresenta l'Etiopia alla conferenz~ dt Bruxellos. - Reclami di Menelil(. - La missione Antonelli. - Apprezza· menti del conte An t.o nelli. - T1·acciato di confin i p roposto d al "enerale G11 ndollì, -Laboriosi negozia ti per l'art . XVII e la questione dei confini.- Soluzioni proposte da Menolik. - Modernzione delle pretese italiane. - Trane llo di Menelik. _ Negoziati posterior i. - La missione Anton ell i fallita.

L'articolo XVII del trattato di Uccialli era del segnente tenore: .

« Sua lllaes.tù il Re etei Re d' Etiopia consente di ser1Jirsi (( del governo eli Sua ilfaeslà il Re d' l lalia per tutte le trat« tazioni eli atra1·i che avesse con alt1·e poten ze o governi "· (l) Col capitano Fara erano i tenenti Pennazzi Lincoln Spreafico Olivari .Issel e Cristofani, ed 8 sottufficiali italiani ; il resto d~lla picco!; oolonn; era formato di indigeni. (2) Una splendida descrizione di questo com battimento è nel li bro di Ml.t! TJ:);f Nell' Aft·ica Italiana a pag 208 e seguenti.

FERDINA~.:>o

di (S) Ah Nurin, uno dei capi da noi di pendenti, ha una splendid~ storia . prodezze e di avvent ure : ne fa un fedele ritratto il l\.fart ini n el libro Citato, ai Capo X IX.


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In febbraio del 1890 il Ministero italiano er~1· informato che Menelik aveva contravvenuto all'articolo XVII diri' gendosi senza nostro intermediario all'Imperatore di Germania ed al Presidente della repubblica francese, comunicando a questi per mezzo di un negoziante francese la notificazione ufficiale del suo avvento al trono di Abissinia, e lagnandosi col primo che lo si lasciava nell'isolamento, non aprendogli le spiagge per l'importazione di armi (1} . · Questi atti per sè stessi bastavano, secondo il governo italiano, a renderei senz'altro la nostra libertà d'azione; tuttavia si aspettarono precise informazioni prima di prendere un partito. Il conte Antonelli, ministrò plenipotenziario d'Italia in Etiopia, mentre si accingeva a fare rimostranza ufficiali per aver categoriche spiegazioni, rispondeva intanto che per conto suo riteneva che europei interessati a crearci difficoltà avessero profittato della inesperienza e buona fede di Menelik. Il 22 febbraio l'onorevole Crispi, ministro acl interim · degli affari esteri, faceva far premure dal conte Antonelli a Menelik, per~hè facesse rappresentare l'Etiopia dall'Italia alla conferenza di Bruxelles (2). Era evidentela convenienza per Menelik di affidarci tale delegazione, sia per prendere parte la prima volta ad un atto di diritto pubblico mondiale, sia per sottrll.rsi alle limitazioni che sarebbero state imposte al commercio delle armi nell'interno dell'Africa. Menelik ·consentì di buon grado, ed autorizzò il nostro rappresentante alla conferenza di ·firmare in suo n ome, raccomandando sopra tutto che gli fosse sostenuta la facoltà di introdurre armi, che a l11i occorrevano per le continue minacce del Mahdismo {3). (l) Le lettere erano state scritte il 14 dicembre 1889. (2) Alla conferenza di Druxelles erano rappresentate, oltro tutte le potenze di Europa, la Persia ed il Sultanato di Zanzibar. (3) Il mandato speciale di Menelik, spedito a Roma, era del seguente tenore: « Leone Vincitore della tribù di Giuda, Menelik II Re dei Re d'Etiopia, «al signor Crispi, Presidente del Consiglio dei Ministri. Salute.

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Intanto la quest.ione dell'art. XVII aveva il suo svolgimento l:ungo, faticoso, con esito poco rispondente alle fa-tiche impiegate dai nostri rappresentanti. TI conte Salimbeni, residente generale italiano nello Scioa., :incaricava fin dal settembre dell'anno avanti (1889) il dot-tor N erazzini residente nell'Harrar, di riferire sulla situazione precaria dei nostri affari nello Scioa. Tale situazione -dovevasi appunto ai malumori di Menelik per il famoso .articolo e per la C}uestione dei confini. Più tardi il Salimbeni consegnava al Nerazzini due lettere di Menelik pel e le sue bcriu.Re d'Italia, contenenti le laa-nanze del Necrus o :Stificazioni. Anche Makone11, governatore dell'Harrar. esortava i no·stri a non insistere sulla questione dei confini che assolu-tamente l'Imperatore non poteva concedere quali volevamo noi . .In seguito alle lagnanza categoriche e minnziose di Menelik nell'esposizione epistolare fatta direttamente a S. M. il R e d'Italia, e per conseguenza dei rapporti del -conte Sa.limbeni l'onorevole Crispi incaricava il conte Antonelli della nuova missione nell'Etiopia, e faceva avver·tire il Negus che le due questioni, del protettorato e dei -confini, sarebbero state studiate accuratamente dal governo italiano: intanto l\1enelik doveva tener conto che pei confini .a noi occorreva assolutamente tenere la linea del Mareb. Questa nostra decisione avrebbe favorito anche l'Imperatore, perchè gli garantiva la sovranità. sul Tigrè, minacciata da :altri possibili pretendenti al trono del Re dei Re. Circa poi alla questione dell'art. XVIT, detto articolo era stato ~

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« Avendo avuto conoscenza. che avrà luogo un congresso a Bruxelles, ·«vi preg·o di dare incarico all'ambasciatore d'Italia residente in quella ·« città di sostenere a nome mio tutte le quistioni che possono interes.; s~re il mio Stato. Voi sapete che io non mi nego mai alle leggi e -« riforme che attuano le potenze cristiane d'Europa, ed accetto di buon «grado tutto quello che può giovare ai cristiani: vogliate quindi fare in -<<modo ohe il mio Stato non sia privato delle armi e munizioni che . mi • occorrono. "Fatto al campo di Medahenat, il 23 yakatit 1882 t• marzo 1890) ».


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tradotto dal grasmac I osef interprete dell'Imperatore, e non. da noi; e prima che tale articolo fosse notificato alle potenze si era avuto. il consenso di Makenen: d'altronde esso. era stato pubblicato su tutti i g iornali . che Makonen avea. sempre cura di far'si leggere dai suoi interpreti. Il governo italiano aggiungeva che lo scopo ultimo della. notificazione alle potenze era stato quello di potere acquistare l'autorità di rappresentare Menelik in Europa. Se per suo capriccio l'Impe::-atore voleva toglierei questo dritto già acquisito, si esponeva certamente ad umiliazioni gravi per aver agito così poco amichevolmente. Si era disposti a contentare Menelik pei confini se egli potesse garantire la sicurezza di essi : ciò non sembrava facile ottenere. Infatti, per dimostrare quali pericoli vi fossero, pochi g iorni prima. (il 6 ottobre 1890) si era dovuto mandar delle t ruppe perimpedire a Sabath dell'Agamè di ribellarsi a Ras Mangascitir e per esso all'Imperatore. Se Menelik adunque si sentiva di dare la garanzia ri- · chiesta, doveva mandare a dire i nomi dei delegati e quandoli manderebbe. Il Ministero dava. inoltre istruzioni al conte· Antonelli di spìngere Menelik ad ~ccettare l'art. XVII come· era nel testo italiano, in cambio della nostra condiscen denza pei confini. L'accettazione dell'articolo si poteva farla. anche m·ediante una lettera, se non era possibile ottenere> di più. Frattanto alle lettere di Menelik S. M. il Re d'Italia. rispondeva con altre due lettere del 28 ottobre. Nella prima, dando pieni poteri al conte An~onelli per chiarire l' incidente dell'art. XVII, dava le identiche spiegazioni del governo; che il conte Antonelli era stato incaricato di addurr ea· voce ; e n~lla seconda, concernente la questione dei confini, spiegava come fosse stata rimandata la delimitazione alloaspettato arrivo di Menelik in Axum, per l'incoronazion8> nella stagione propizia. Tale atteso avvenimento non essendpsi verificÙo, non si er a potuto assicurare vantaggiosamente la comune tranquillità ai confini. In ultimo il re d'Italia esortava l'Imperatore a non prestare orecchio ai

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male intenzionati che cercavano sempre di creare inimicizie tra I talia ed Etiopia. Altre spiegazion~ mandava da Massaua al governo italiano il conte Antonelli prima, di mettersi in viaggio per lo Scioa. Egli faceva osservare che se la traduzione ama._ r ica dell'art. XVII fa~ta dall'interpret-e dell'Imperatore non corrispondeva al testo italiano, non Menelik, ma noi avevamo ragione d i lamentarcene. Il trattato era stato presentato a Menelik quando era ancora Re dello Scioa e viveva il Negus Giovanni, ed ancora esisteva a Massaua lo stato di guerra (1 .1. Ed interessando molto all'I talia in quel-

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(11 Il progetto del trattato fu presentato la prima . volta a Menelik in . febbraio 1889 in Adis Abeba. Allora il governo italiano mandava de i regali al Re dello Scioa,. consistenti in: a\ 5000 fucili Reming ton; ò) 5000 fucili ad avancarica ; c) 700,000 cartucce; d) l mitr-agliera; e) 12 casse d i polvere ; f) 100,000 talleri, e Yo.ri altri doni. Questi ·regali gli erano inYiati per aiutarlo, perchè minacciato da l Negus Giova.nni: all'arrivo delle o.rmi infatti Re Giovanni era ad Amburru, minacciante lo Scioa. l E malg rado i pericoli della g uerra, Menelik, fatto tradurre da .Josef il t~attato in amar ico, dichiarò che se diventava Imperatore di Etiopia lo avrebbe 1hmato. L'Italia si mantenne fedele a Menelik, perchè a lle proposte di pace del Negus Giovanni rispondeva negativamente, . anzi l' Italia preparav.a un a spedizione per invadere il Tigrè. l<'u allora che Re Giovanni, sentendo dell'arrivo di armi A 'm unizioni nello Scioa, e dei movimenti delle truppe italiane dalla parte d i Asma.ra, abbandonò l'idea d' invedere lo· Scioa ed andò contro i Dervisci a Jl.letemmah. Quivi morì, lasciando il trono di Re dei Re a ras Mangascià.. L'Italia non volle riconoscere Mangascià, ma Menelik. Quando in Ghede m arri vò la nuova ·della morte di Re Giovanni s i ripresero i negoziati per il t.1·attato, che durarono molti giorni: ri!eggendolo, fra le altre cose si sostituì al nome di Re Me:.elik il nc.me di Re dei Re •d'Btfopia. Menelik fece inoltre altre corre;.doni, ed aggi unse l'articolo IV relativo alla proprietà di Debra Bizen


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l'epoca di ristabilire buoni rapporti coll'Etiopia, se ancora. Menelik avesse prima insistito anche . di sopprimere tutto l'art. XVII. ciò gli sarebbe statO accordato, come si era fatto per altri ar:ticoli contenuti nello schema ministeriale. Ogni articolo era stato ampiamente spiegato e commentato a .Menelik durante le t rattative: perchè non r aveva egli contestato fin d'allora? (1). La questione dei confini, secondo il conte An tonelli, aveva tutt'a ltro aspetto, perchè le esigenze del Comando di Massaua avevano intorbidato le acque. E r a stato chiesto infatti all'Imperatore, ed era stato accordato, un coufine più vasto di · quello che già era proposto nel progetto del Ministero della guerra. Intanto, era già stato firmato il trattato, che· il confine era trovato insufficiente: infatti il comandante superiore di Massaua t2) a settembre 1889 t ro vava necessario si avesse l'Harnasen ; sicchè, quand? fu firmata a Napoli la Convenzione addiz-ionale del 1° ottobre che con l'art. 3 · stabiliva il r iconoscimento dello stato di fatto, si sperò che il t utto fosse appianato. l\ienelik ratificò ·la Convenzione, pure osservando che nell 'ottobre noi non avevamo issata la 'n ostra bandiera oltre Asmara; e tuttavia cedette dopo lunghe discussioni la linea a Sciket, includendovi quasi tutto l'Hamasen. Menelik pertanto aveva nominati i suoi delegati, che giunti a Massaua dovettero tornartj indietro, perchè nulla s'era conchiuso. Il Comando di Massaua voleva assolutamente la linea· Mareb-Belesa-Muna.

D contegno del Comando, diceva l' Antonelli (l) nel suo rapporto, aveva fatto pessima impressione nell'animo di degia.cc :i\fesciascià, che doveva rappresentar e l'Imperator e nel Tigrè. Il grasmac Sador (uno dei delegati), solo perchè rappresentante di ras Mangascià era tratta~o dalle autorità 1taliane con maggiori riguardi che il rappresentante di Menelik . Sador, uomo furbo e venale, dava ad intendere che Mangascià. per suo conto avrebbe ceduto di buon grado il Mareb (2); ma se anche tale conces::;ione poteva avverarsi, diveniva nulla, perchè il Tigrè .lòlOn era che dell'Imperatore. li conte Antonelli lamenta,·a che da tale condizione di •cose erano nati tutti i malintesi; che si arrivò quasi a voler far credere che il Gover.no non doveva trattare con Menelik, ma coi capi del Tigre, mentre all'Antonelli costava che nella discussione . pei confini erano stati proprio .essi, i capi del Tigrè, ad accusare Menelik di voler vendere il paese all'Italia, ed essi gli n.vevano domandata l'autorizzazione di riprendere l'Asmara. a loro rischio e pericolo. Alle informazioni e spiegazioni del conte Antonelli si aggingevano noti zie provenienti da Z eila e da Ras· Gibuti (3). Agenti francesi erano andati nello Scioa. con circolari scritte in amarico, dove erano riprodotti i brani del

(l ) Antonel!i ti~ osservare, a. proposito del malinteso pel protettorato, qua.n to segue: « Icciallacciual - Radica le c~lè che D'Abbadie nel dizionario ama'' rigma. pag. 404, trad uce put, S01t.t/rit avec patie1~ce: sopporta. Menelik ,, vorrebbe dargli il significato può, noi invece potremmo attribuirgli il " significato sopporta. '' Agaginet - D'Abbadie, pag. 5'16, traduce appui. Potremmo quindi '' sostenere cile anche nel caso dovesse servire il testo a marico, esso può « essere tradotto cosi: Il Re dei Re d' EUopia soppot·ta di « trattat'e con· « l e altt·e 7Jotenze con l'appoggio dell'ItaUa ». (2) Il generale B;tldissera.

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(1) Al lettore non sfugf:!irà da questi apprezzamenti del conte Antonelli l'antagonismo accanito fra la sua politica e quella. del comandante superiore, antagonismo che nocque tanto all'orientamento della nost ra politica africana ed alla conclusione dei negoziati. · (2) L'apprezzamen to sembra a noi tendenzioso. 1'\ulla di straordi nario che realmente Mangascià avesse intenzionP. d i cedere di fatto per suo conto il confine del Ma reb agl ' Italiani, se teniamo conto del desiderio del Ras d'ing·raziarsi ·gl'Italiani e della non perduta speranza. d i avere un giorno l'appoggio nostro alle sue prétese all'Impero, salvo naturalmente a pentirsi più tardi o ad accampar pretese o attaccar brighe mancando alle promesse. (3) Ras Gibuti e Zeila, postq oltre lo stretto di Babel-el-Mandeb, nel golfo · di Aden, dipendono l 'una dalla Francia (ins ieme ad Obok), l'altra dall 'lnllhilterra.


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nostro Libro Verde « Etiopia », e si facevano comm~nt1 tendenziosi sulla notificazione dell'articolo XVIi del Trattato di Uccialli. Le circolari furono dist ribuite ai capi dell' I mperatore, e gli agenti assunsero il colore di « amici » dell'Etiopia, che volevano salvarla da un errore compromettente perfino la sua indipendenza. Queste circostanze avevano non poco influito a spingere Menelik ad esercitare siffattamente la sua sovranit,à. L e insinuazioni malevoli aveva"!'\O r aggiunto lo scopo. Con una situazione 1:osi difficile a risolvere, ii conte Antonelli, pr esi ultimi accordi a Massaua col generale Gandolf.ì circa le due distinte questioni da appianare, r iceveva un nuovo tracciato studiato r apidamente, che comprendeva all'interno dei nostri contini: Halai; Digsa, Gura, Saganeiti, Adi-Baro. Ai primi di dicembre il conte Antonelli s'avviava quindi nell'interno con l' ordine tassativo del ministro acl interim degli affari esteri, on. Crispi, di non conchiudere nulla pei confini se prima non otteneva l'accet tazione del famoso art. XVII. La situazione t esa fra l' I talia e Menelik aveva ricevuto anche un nuovo colpo da una mission<l del nostro R. Commissario ad Assab, P estalozza, presso l'Anfari dell'A1;1ssa. Menelik rimproverò la nostra ingerenza in paese suo, e fece poi guardare dai suoi generali le strade che dallo Scioa menano c~là. Tuttavia questo incidente fu presto appianato, avendo avuto assicurazione Menelik che quella missione aveva avuto. solo lo scopo di proteggere i diritti dell'Etiopia e dei Danakili sul lago Assai e nelle altre regioni, minacciati dall'inger enza d i alcuni francesi (1). Il cont e Antonelli raggiungeva .Menelik in Adis Abeba il 17 dicembre 1890. L 'indomani era benissimo accolto, e fi n dai primi giorni si formava la convinzione, ~he non ostante l'ostinazione di Menelik circa i confini, er a possi-

(l) Con la F1·ancia avevamo sempre sostenuta la sovranità di Menelik su · i Danakili.

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bile ottenere quelli del tracciato del generale Gandolfì, meno Gura. L'Imperatore si mostr ava egualmente ostinato per l'articolo XVII: egli non accettava alcun protettora to, ma voleva piena liber tà d'azione. I negoziati furono lunghi e penosi. Fino a tutt o dicembre nulla si era conchinso perchè Menelik attendeva ras lVIaJwnen, ed aveva intanto dichiarato che non avrebbe assolutamente ceduto nè Adi Baro, nè Gura, nè Digsa, volendo che i confini restasser o quelli dell'anno precedente. Mesciascià. vìl orkié, il rappresentante dell'Imperatore nel 'rigré, aveva esternata la sua. convinzione peJ;Sonale che, c.irca l'articolo XVII, la tutela dell'Italia era necessaria all'Etiopia, e prometteva che persuaderebbe :!Yl enelik in questo senso. In conseguenza d i questo buon auspicio il Ministero ita· liano sprona va l' Antonelli a cercare di ottenere restassero in via di fatto le nostre occupazioni nel Saraé e nell' Okulé Kusai: ciò proteggerebbe anche \Vorkié insecliato in Adua, che divex:samente non sarebbe sta.to sicuro. Finalmente dopo dn e mesi, il 15 febbraio del 1891, le trattative riuscivano al seguente risultato : 1• ;La questione dei confini pareva aggiustata, secondo il tracciato .del generale Gandolfì, eccetr.o che per le località di Digsa e G ura: resta va a noi A.di Baro con H alai e Saganeiti. Da Adi Baro la linea proseguiva da est ad ovest :fino all'affluenza del Garasha nel lVIareb, e eta questo fino all'affluenza del 'l'acazzé col Gandoa. 2° Circa la questione dell'articolo controverso concernente il protettorato Menelik si riservava ancora una decisione. Continuavano le assicurazioni del conte Antonelli che l'Imperat ore si most rava sempre ben disposto e devoto verso l'Italia. Ma caddero le rosee illusioni del nostro inviato quando dopo pochi giorni Menelik, che si era consigliato coi suoi capi, propose categoricamen te : « O l'articolo XVII resti come era nel testo amarico. )) « O sia abrogato senz~ sostituirlo. »


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rante appunto come tra loro fosse intervenuto tale accordo. Questi documenti erano scritti in amarico, e furono letti dal grasmac J osef, il noto segretario ed interprete dell'1m· peratore. Menelik disse che desiderava la traduzione foss e fatta dagli interpreti di Antonelli. Il nostro inviato firmò l'a.ccordo per l'articolo XVII e quello pei confini. Qui accadde la sorpresa. Quando il conte Antonelli si mise a fare per suo conto la· traduzione, si accorse che al momento della firma le carte erano state sostituite, giacche alla parola « resti >> era stato aggiunto «cancellato »; si intende, l'articolo XVII. Questo ignobile tranello spinse il conte Antonelli ad andare subito col Salimbeni dall'Imperatore per domandargli spiegazioni (1). l\fenelik non potendo sostenere l'inganno, confessò l'indegno stratagemma, giustificandolo col dire che era pentìto di aver concesso troppo, e che quando aveva fatto la terza proposta {2) non sapeva quel che dicesse. Alle energiche proteste dell' Antonelli e Salimbeni, che dichiaravano non essere più validi i documenti, Menelik promise per ben tre volte che la sera stessa avrebbe resti· tuiti i documenti carpiti, che avevano la · firma del conte Antonelli. Non mantenne le promesse. Era chiaro che l'Imperatore non s'era r icreduto sulla indegnità del suo contegno, e questa convinzione decise il nostro plenipotenziario, dopo lunga conferenza tenuta con

All'inatteso ·ultimatum il conte Antonelli sospendeva le trattative per domandare ulteriori istruzioni al Governo, convincendosi finalmente che l'Imperatore non farebbe altre concessioni gi~mmai. Ed egli consigliava di abrogare pel momento l'ar ticolo controverso, ed attendere momento più favorevole per svolgere azione più. energica presso Menelik. Ma il temporeggiare è arma comune degli africani. Menelik propose ancora una terza soluzione: « Lasciare intatto l' articolo XVII nei due testi » riservandosi, alla fine dei cinque anni concessi dal trattato, di proporre modificazioni e correzioni. L'onorevole Di Rudinì, allora ministro degli esteri, autorizzò l'Antonelli a definire i confini secondo la proposta di Menelik e ad accettare la terza soluzione per l'articolo XVII, che lasciava almeno intatto il nostro diritto, appoggiato sul testo italiano (l) . Sembravano così presso alla fine i laboriosi negoziati, ed il conte Antonelli riceveva l'istruzione da.l Ministero italiano di tornare a suo tempo, lasciando residente generale nello Scioa il conte Salimbeni. L'Africa è la terra. delle sorprese, e Menelik non doveva. far torto a questa vecchia convinzione. 'L'Imperatore sottomise all'approvazione del conte Antonelli una lettera da consegnare al R e d'Italia, nella quale Ménelik faceva noto essersi convenuto che l'articolo xvn restasse inalterato . come era nei due testi, ed aggiungeva che per l'avvenire voleva servirsi dell'Italia. per ogni trattazione di affari con le potenze. Menelik propose anche di consegnare all' A.ntonelli una lettera che avrebbero entrambi firmata, dichia-

(l ) Questa soluzione dettata. da un concetto di moderazione nelle faccende africane si dovè al nuovo indirizzo politico del nuovo ~inistero, succeduto all'antico nel momento in cui la questione fi nanziaria preoccupava sommamente l'Italia. Ove questa non vi fosse imposta prepotente a qualunque rispetto di amor proprio otl'eso, l'Italia avrebbe certamente dovuto e voluto risolvere con maggiore energia la questione, facendo. pressione su Menelik a qual unque costo.

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(l ) Il conte Antone1li appena si accorse dell'inganno lar.:erò la sua firma sotto il documento, o cosi lo portò n Menelik, che Io rimproverò acerbamente per essersi permesso di lacerare un documento firmato dall'Impe· ratore. Antonelli, dichh~randogli che' il documento non poteva essere piit valido, si scusò digni tosamente del suo atto, dicendogli con una scappatoia che egli aveva lacerato la. propria. firma, non quella dell' Imperatore. (2) La terza proposta per risolvt>re la questione era. stata, come è noto, . quel la di lasciare i?1tatto l'artt'colo XVII nei suoi testi z'taliano ed ama.rico.


DA ASSAB A CASSALA 1294 Salirnbeui e Traversi, a recarsi ancora una volta da Menelik, e domandargli, come ultimo atto di protesta, il per· messo del rimpatrio (1). Menelik faceva premure perchè asp~t­ tassero da Roma le risposte a due sue lettere che aveva sped1te al Re d'I talia (in data ~H gennaio), pttr dichiarando che se · non avessero voluto consentir e egli non li forzava. a restare. :B'u in questo modo che i r appresentanti it aliani presero . conaedo. dichiarando ancora una volta che i documenti firmati daÙ'Antonell i erano n ulli, e ritentando di averli: Menelik aveva risposto che i documenti avrebbe lui stesso curato d'inviarli a Roma. Il conte A.ntonelli, il oonte . Salimbeui ed il dottor Traversi tornar ono alla costa per la strada di Harrar-Zeila.. Durante il viaggio dì ritorno il. conte Antonelli con telecrramma del 25 febbraio faceva notare ~tl governo italiano eh:, se ad ogni cos bo si a~esse intenzione di ~antenere buone relazioni con Menelik, non si poteva farv1 assegnamento che a queste condizioni: p Linea di confine col Saraè e l'Okulè-Kusai al-

l' Etiopia; 2• Abrocr à zione dell'articolo XVII. 0 Osserva va il nostro plenipotenziario ·che nella circostanza speciale gli. sembrava molto più efficace l'azione diplomatica · dell' .Italia dalla parte del Tigrè. Con altro telegram ma proponeva l'Antonelli che per decoro e sicurezza fossero r ichiamati i rappresentanti di Etiopia e di Harrar, e sì consigliasse :\ienelik di mandare egl~ stesso un inviato a Roma, per intendersi sulle questiom sospese. (l) Antonelli ed i suoi colleghi furono spinti a. giuo~are quest' ul~i~a carta dalla speranza di riuscire a scuotere Menehk, cu1 molte graVI Circostanze impensierivano per la tranquillita del reg no; la carestia e la fame in o,lcune regioni, il contegno pericoloso del Re del Goggiam, le minacce del 'll'{o,hdismo, ed ancor altro. Così con la m!nucciuta partenza dei rappresent.ant,i italiani si lasciava Menelik in un isolamento, che poteva. far buona leva nella circostanza.

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E il 24 marzo 1891 il conte Antonelli giungeva in Aden, per ritornare in Italia; il conte Salimbeni restava a Zeila in attesa di ordini ed il dottore Traversi si recava a Massaua. L'Imperatore frattanto aveva inviata. l' 11 febbraio una lunghissima lettera ·(1) al Re d'Italia, in cui discolpandosi accusava di essere stato lui tratto in inganno da Antonelli, perchè il testo amarico del trattato di Uccia.lli, art. XVII, non includeva alcun significato di p1·otettoraJ.o e tutela. Alle vive rimostranza Antonelli avrebbe risposto che oramai il trattato era stato comunicato alle potenze, e l'Italia non poteva ritirare la parola: dunque il burlato era lui Menelik !.... Ma l'Etiopia, stabo · indipendente, non poteva accet~are queste condizioni umilianti. Menelik aggiungeva, che continuando le trattative per la proposta di .. lasciare. intatto l'art. XVII come' era in amarico, o abrogarlo del tutto, si erano finalmente intesi: ma quando Antonelli aveva già firmato il documento con lui, senza nulla dirgli lo aveva lacerato con le due firme, negando recisamente che si era convenuto di abr·ogcwe l'art. XVII ed affermava che invece aveva stabilito di lasciarlo intatto nelle clue lingue. Ciò non era vero, secondo Menelik; e conchiudeva che o non si erano intesi, o Antonelli lo burlava (2) . Meh~lik assicnrava che si erano intesi apprmto che l'articolo XVII fosse annullato; d'altronde egli non voleva assolutamente che si ·diminuisse o si rompesse l'amicizia con l'Italia; desiderava che gli affari che potesse avere con le potenze lì trattasse l'Italia, ma. sempre a titolo di amicizia, non per obbligo. E così terminava la lettera pregando S. M. il Re Umberto che l'articolo controverso fosse abi·ogato, perchè umiliante per un Imperatore di Etiopia. L'an(l) Libl'o verde del 14 aprile 1891. Jlfìssione Antonelli i1~ Etiopìa .. Doc. 93. (2) Come si Vl')de Menelik non ril'ug·giva da bug·ie cosi patenti, per giustificarsi di una g·herminella cosi poco dice vo! e alla dignità d' Imperatore. _ 82 -

ANNO XL.


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tica amicizia non si dovea porre a repentaglio veruno per gli errori di un in v iato che danneggiava le due potenze egualmente. Con la lettera al Re d'Italia Menelik spediva al Ministro italiano la dichiarazione che diceva convenuta con Antonelli, e che pel noto tranello era stata dichiarata nulla dai rappresentanti italiani. (Suggello imperiale}

« Leone vincitore della tribù di Giuda, Menelik II, eletto dal Signore, Re dei Re di Etiopia. « Essendo rimasti d'accordo col conte Antonelli, inviato « dal governo italiano con pieni poteri, siamo convenuti ed « abbiamo deciso di abbandonare il testo dell'art. 17, scritto « in lingua. amarica ed italiana., articolo che era nel trat« tato conchiuso fra l'Etiopia e l'Italia al campo di Uc« cialli il 25 miazia, anno 1881 (1) e di comune accordo « abbiamo annullato l'articolo suddetto. « Scritto nella città di A.dis Abeba il 29 Ter, anno 1883 (2) « della misericord.ia. <<

« PIETRO ANTONELLr

».

« P. S. -'- Questo è il trattato che avevamo conchiuso e « terminato col conte Antonelli : il conte ha. lacerato l'altro « originale simile a questo. Quindi indirizzo al governo « italiano questo originale del trattato che avevo io. « Scritto nella città di Adis Abeba il 7 Yakatit, « anno 1883 (3) della misericordia ».

• Com'è naturale,· il conte Antonelli, avuta comunicazione dal governo italiano del contenuto della lettera di Menelik, (l) Il 2 maggio 1889. (2) Il 5 febbraio 1891. (3) J1 18 febbrai o 1891.

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dichiarò completamente mepzognere quelle asserzioni, dovute ai consigli degli intriganti str anieri alla corte dello Scioa., oltre .che alle animosità della regina Taitù. Riassunte così le fasi dei negoziati pazienti con l' Impe· ratore d'Etiopia, è chiaro che non si poteva più avere illusioni sulla buona volontà del troppo accarezzato Menelik e sulle sue intenzioni verso l' I talia. Il contegno falso dell' Imperatore aveva fatto finalmente aprire gli occhi al governo italiano sulla futura linea di condotta da tenere, e lo stesso conte Antonelli riconosceva (un po' tardi veramente) che una politica più « tigrina », per dir così, avrebbe risposto meglio allo scopo. Essa s' imponeva perchè più positiva e pratica, più conveniente ed utile per l'avvenire. Il Tigrè d)altronde era al uostro confine e direttamente ... interessato ad intendersi con noi, ed il Ras Mangascià, col suo braccio destr o Alula da un pezzo domandavano accordi. Prima si erano respinte le loro proposte perchè essi erano ribelli a Menelik nostro amico: ora invece che l'Imperatore aveva lor o perdonato e li aveva riconosciuti, contrariamente ad ogni convenienza amichevole, quale rispetto avrebbe dovuto fermarci dal trattare col Tigrè, quando Menelik era stato con noi così ostinato e falso?

x. ( 1~91 ) .

Delimitazione di zona d'influenza tra Inghilterra ed Italia. - Trattative .dirette dell'Italia col Tigrè. - Il convegoo del l\Careb (6 dicembre t891). - LeLtere-dichia· razioni di amicizia o buon vicinato. - Lavori della Colonia nel 1890 c 1891. Contini dell'Impero d'Etiopia dicbiarnti dn i\[enelik. - Ln regin commissione d'iochiesta e sue conclusioni.

Il movimento di attività continua e di graduale espansione della Colonia, coi nuovi interessi italiani sull'Eritrea svegliava intanto la vigilanza un po' sospettosa dell' Inghilterra, sempre timorosa che altre nazioni ponessero piede


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stabile in regioni di cui rivendicava da un pezzo il diritto d' ingerenza. E con tali criteri, e per evitare possibili contestazioni future fra due potenze che poco per volta venivano ad avvicinarsi nell'Africa, si riconobbe necessario dai governi italiano ed inglese di delimitare esattamente le rispettive zone d'influenza. Questa decisione evitava eziandio alle due nazioni possibili contestazioni con altre potenze europee, esse pure sollecite di loro non meschini interessi. In seguito a laboriose trattative furono firmati i due seguenti protocolli, del 24 marzo e del 15 aprile 1891, per la. delimitazione della zona d'influenza tra Inghilterra ed Ì talia, prima a sud, indi anche a nord ed ovest della Colonia Eritrea.

« PROTOCOI·E

o

« L es soussignés,

« Marquis de R udini, président du conseil et ministre des affaires étrangères de S. M. le Roi d' Italia; Marquis de Duft"erin et Ava, ambassadeur de S . M. la Reine d 1A.ngleterre, Impératrice des Indes, « Après mur examen des intér ets r espectifs des deux pays u dans l'Afrique orientale sont convenu de ce qui suit : · « 1o La ligne de démarcation dans l'Afrique ori en tale, · « entre les sphères d'influence ·respectivement réservées à « la Grande Bretagna suivra, à partir de la. mer , le thalweg « du fleuve Juba jusqu'au G• de latidude nord, Kismayt1 « avec s.on territoire à l.a droite du fleuve restant ainsi à « l'A.ngleterre. La ligne suivra ensuite le parallele 6" nord « jusqu'au mér idieù ·35• est Greenwich, qu'elle remòntera « jusqu'au Nil Bleu. « 2" Si les explorations ultérieures vanaient, plus tard, « en indiquer l'opportunité, le tra.cé suivant le 6• latidude « nord et le 35" long.-est Greenwich pourra, dans ses de· « tails, etra amendé d'un commun accord d'après les con« ditions hydrographiques et orographiques de la contrée.

« Il y aura, dans la station de Kismayu et son territoire « égalité de traitement entre suj ets et protégés des deux « pays, soit pour leurs personnes, soit à l'égard de leurs « biens, soit enfin en ce qui concerne l'exercice de toute < sorte de commerce et; industrie. << Fai.t à Rome, en double exemplaire, ce 24 mars 1891. « (L . S.) R unrNr. « (L. S .) D UPFERIN and AvA.»

« P ROTOCOLE.

« D ésirant compléter dans la direction du nord, jusqu'à « la Mer R ouge la démarcation des sphères d'infl.uence « respective, entre l'Italia et l'Angleterre, que les deux « P arties ont déj a an·etée, par le protocole du 24 mars « dernier, depuis l'embouchure du J uba., dans l' Océan In « dian, jusqu"à l' intersection du 35'' long .-est Greenwich, « avec le N il Bleu, les soussignés; « Marquis de Dufferin et Ava, ambassa.deur de S. M. la « R eine d'Angleterre, Impératrice cles Indes. « Marquis de Rudini, président du Conseil et ministre des << a.ffaires étrangères de S . M. le Roi d'I talia, sont convenus « de ce qui suit: « l L a sphère d'infiuence réservée à l'Italia est limitée, « au nor d età l'ouest, par un ligne tracée depuis Ras K asar, « sur la Mer R ouge, au point d'intersection du 17m• pa« rallele nord avec le 37me méridien est Greenwich. Le tracé, « après avoir suivi le méridien jusqu'au 16• 30' lat. nord, « so dirige, depuis ce point, en ligne droite à Sabdera.t, « laissant ce vi!lage à est. « D epuis ce villaga le tracé se d irige au sud jusqu'a.u « poìnt, sur le Gash, a 20 milles anglais en amont de « Kassala, rejoignant l' Atbara an point iud iqué comme « étante U?- gué dans la carte de Wer ner Munzinger « Ori« ginalkart von Norclabessinien und den Léindern am Mareb, « Barca, und Ansaba. » de 1814 (Gotha, J ustus Perthes), « et situé· au 14" 52' lat. nord. Le tracé remonte ensuite < l'Atbara jusqu'au confl.uent du Kor K akamot (Hamacot),


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« d'ou il va dans la direction d'ouest jusqu'à la rencontre « du Kor Lemsen, qu'il redescend jusqu'à son confl.uent

« sur la ronte entre Metemma. et K assala, touchant sue« cessivement El Affareh, D oka, Suk- Abu-Bin (Ghederef) « et l'At bara. « Fait à Rome en double exemplaire ce 15 avril1891. « (L. S.) RunrNr. · « (L. S.) DuFFERIN and AvA. »

« aveo le Rahad. Eufiu, le tracé, après avoir ~uivi le R ahad « pour le bref trajet entre le confluent du Kor L emseu et « l'intersection du 33• long. est Greenwich, s'identifì.era, « dans la direction du sud, avec ce méridien j usqu'à la « rencontre du Nil Bleu, sans améndements ultérieurs de « détail d'après les conditions hydrograp~ique et orogra« phiques de la contrée. « il. Le gouvernement italien aura la faculté, au cas « ou il sera it- obligé de la faire pour les besoins de la si« tuation militaire, d'occupar Kassala et la contrée atte « uante j usqu'à l'Atbara. Cette occupation ne pourra, eu « aucun cas, s'étendre au nord, ni au nord-est de la ligne (~ suivante: « De la rive droite de l'Atbara, eu face de Gos Rejeb, « la ligne va dans la direction d'est jusqu'à l'intersection « àu 36 méridien est Greenwich; de là, tournant au sud« est, elle passe à trois milles au sud des points marqués « Filik et Metkinab dans la car te précitée de vV. Mun« zinger , et r~joiut le tracé meutionné dans l'art. I à « 25 milles ang lais au nor d de Sabderat, mesurés le long « d u dit tracé. « Il est cependant conveuu, entre les deux gouvernements, « que toute occupation militaire temporaire sur le dit ter« ritoire additionuel spécifì.é dans cet article n'abrogera pas « les droits du gouvernement égyptien sur le dit territoire, « mais ces droit demeurerout senlement en suspens jusqu'à « ce que le gouvernement égypt ien sera eu mesure de réoc« cuper le district en question, j usqu'au t racé, indiqué dans « l'art. I de ce protocole, et d'y mantenir l'ordre et la tran« q uillité. · « III. Le gouvernement italien s'engage à ne construire « sur l'Atbara, en vue de l'irrigation, aucun ouvrage qùi « pourrait sensiblement modifì.er la défluence dans le Nil. « IV. L'Italie aura, pour ses sujets et protégés, ainsi que (( pour leurs marchandises, le passage en franchis e de droits

Sic.c hè in sostanza la linea c omplessivamente segnata si diparte dalle foci del G·iuba; ne segue ilthalweg, poi corre lungo il 6(J parallelo nord e lungo il 35" luugitudine est del 'meridiano di Greenwich, ed infine, dopo aver piegato lungo il R ahad, il Kor Lemsen l' Atbara, r iesce, attraverso il territorio a nord di Massaua, a Ras-Kasar. Tutta la cont1~ada in questi limiti compresa era dichiarata sotto l'influenza italiana. Assodato qualunque intoppo in questo senso alla benefica azione di civiltà spiegata dall'ltalia, il governo in base agli ultimi disinganni patiti dalla parte dello Scioa, iniziò una diversione completa della sua politica, rivolgendo le sue cure al T igrè. N è ra.s Mangascià pose tempo in mezzo a profittare degli umori differ enti, i quali favorivano la sua idea fissa: accordarsi con l'Italia. Il 6 agosto 1891 Mangascià scriveva al R e d'Italia la lettera seguente (l): « Come state? « Io grazie a Dio sto benissimo. Voi mi avete detto altre « volte nelle vostre lettere: « Seri ve te al governo d i Mas« saua quali sono i vostri desideri. « Quello che io desidero è d i fare amicizia con Voi, e « che questa amiéizia vada sempre accrescendosi e sia eterna; « che essa si propaghi d i generazione in g enerazione. « Non spero uhe questo. « Scritta il 20 Hamlé 1883 (2) in A.dua. >> (Sigillo di ras Mangascià)

e

(l) Libro verde del 1891 « Inte1"Vista det gove1·natore d' E1·itrea coi capi

del Tigt·l!. " Doc. l. (2) Agosto 1891.


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Il re d'Italia rispondeva che di ciò era contentissimo, e ~ol~nd~ anc~e lui l'amicizi~, la prosperità del Tigré e dell Et10p1a, gh manderebbe 1l dottor N erazzini assieme al dottor ~~ Martino, p~r intavolare trattative di accordo pel buon V1c1nato. Se le trattative riuscivano, si sarebbe attuata una solenne intervista col governatore della Colonia Eritrea, generale Gandolfi. P er mezzo del dottor Nerazzinì adunque furo~o iniziate le trattative per un convegno, che il generale Gandolfi fi3sò sulla sponda destra del Mareb, cui i capi tigrini erano disposti a rispettare come nostra frontiera. Costoro consen~ tirono al convegno sulla nostra sponda, lasciando le loro truppe accampate a Mehuquan, sulla sponda sinistra. Avevano già formulate le concessioni che. chiedevano, ed il governatote le accettò in anticipazione sulle generali, come quelle che era.no per noi parimenti vantaggiose, o non tornavano di alcun peso. In c_a.mbio del rispetto incondizionato dello stato presente, e dell'Impegno che per sè ed i loro soggetti contraevano di non violare i limiti dei' nostri possedimenti e di non compiere in essi delle scorrerie, nè offender e i nostri diritti di sovranità, domandavano : l • Apèrtura del mercato di Massaua al c~mmercio con l'Abissinia, e sicurezza delle strade che collegano nei possedimenti italiani il Tigrè a Massaua; 2• Facoltà a ras .iYiangascià di provvedersi con suo denaro di vi veri nella colonia Eritrea, e di prelevare munizioni dai nostri magazzini da guerra, ma in limitata misura e nel solo caso che il Tigrè dal lato del Woghera fosse . invaso dai Dervisci; 3" Facilita~ioni ed aiuti per restauri in Adua, e .per la costruzione colà di una piccola casa in muratura per ras Mangascià. Quest'ultima concessione aveva per effetto di indurre · il capo del Tigrè ad insediarsi stabilmente in Adua piuttosto che a Makallè; non piccolo vantaggio per noi, perchè avremmo avuto il Ras più vicino.

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Il primo incontro coi capi del Tigrè era fissato pel giorno 28 novembre 1891. Ma la lotta fra il degiacc Sabath (l), scium dell'Agamè, e ras l\fangascia lo fece differire al 6 dicembre. Intervennero con ·.iYiangasci{L al convegno ras Alula, ras Agos e molti a.ltri minori, compresi perfino molti di quelli che avevano sempre diffidato degli I taliani. Compirono essi i giuramenti e le loro usate formalità preliminari, indi ras Mangascia accompagnato da tutti i suoi capi, meno ras Alula che rimase appartato (2), andò dal governatore. E prime ad appianarsi furono le questioni secondarie. I capi fecero istanza che si permettesse il transito da Massaua al Tigrè solo a quei negozianti che avessero sicura moralità e sufficiente scorta di mercanzie. Il Generale ottenne per suo conto che L igg Abraha, fratello di Debeb, ·potesse re· carsi libero nel Tigrè. La questione principale era che si continuasse nelle relazioni di buon vicinato, sènza però offendere in nulla l'Im· peratore d'E tiopia. Fu approvata. Così le trattative corse nel convegno del Mareb furono sanzionate in due dichiarazioni scritte, che furono giurate solennemente e fatte giurare dai capi tutti indistintament~. Le dichiarazioni, concertate d'intesa delle due parti, furono scambiate sul luogo del convegno prima che fosse fatto il giuramento final e. Erano di questo tenore : « Che arrivi al grande, ·rispettabile e supremo Umberto I « Re d'Italia, mandata da ras Mangascia, figli o di Giovanni « Re di Sion, Re dei R e d'E tiopia. (l) Lo scium dell'Agamè, degiacc Sabatb, benchò non fosse stato vinto in campo aperto da. ras Mangascià., implorò pace e perdono, offrendo di rimettere le sue armi al capo del Tigrè. Il Ras consenti, dopo il solito giuramento solenne di fedeltà sulla Croce ·e s ul Vangelo. (2) Ras Alula temeva il rancore degli Italiani per il fatto di Dogali del 26 gennaio 188i. Quando il generale Gandolfi gli mostro cosi chiaramente come i popoli civili sì contengono in ci:·costanze come quelle del convegno sul Mareb, e lo accolse benissimo, il Ras se· ne dimostrò più che contento, meravigliato, ed egli s tesso confessò tale inaspettata impressione del suo animo.


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« Questo noi abbiamo giurato, e lo abbiamo giurato perchè « sappiamo che facendo cosi la. nostra amicizia diventerà « stabile e grande. « Questo è il contratto del giuramento che abbiamo fatto « presso il Mareb 1'8 dicembre 1891.

« Come sta? Io sto bene grazie a Dio, per la bontà di « Dio, per la fede di Sion, per la preghiera di Sion. Ho « avuto il convegno col g enerale Gandolfi. Abbiamo oO'iu« rato sul V angelo e sulla Croce, egli dicendo di odiare i « nemici di ras llfangascilt, e di non fare cosa alcuna che « possa dispiacere a ras VIangascia; io dicendo di odiare i « nemici del governo italiano, di amare i suoi amici di « rispettare lo stato presente di cose, e di non fare ne~snn « atto che possa dispiacere all'Italia. « Questo noi abbiamo giurato, e l'abbiamo giurato perchè « la nostra amicizia duri eterna e salda. « Il contratto d~l nostro giuramento è questo. « T erminato presso il Mareb il 26 Edar 1884 (l ) (anno « del Perdono) ».

«

(Sigillo di .'·as J.Vlangascià).

Testo della lettera-dichiarazione del generale Gandolfi. « Mandata dal generale Gandolfi, governatore della Co« lonia Eritre!l', che arrivi a ras Mangascia, figlio di Gio« vanni, Re dei Re d'Etiopia. · « Come f,lta Ella. di salute? Io grazie a Dio sto bene. « Ringrazio lei vivamente per essere venuta presso al Mareb, « a fine di incontrarsi con ine e trattare psr render solida « ed eterna la pace con l'I talia. « Noi abbiamo giurato sul Vangelo e sulla Croce di vivere « sempre in buona armonia e da buoni amici. « Così io ho giurato che amerò gli amici di ras Mangascia, « che odierò i suoi nemici, e che non farò mai cosa che « possa dispiacere a ras Mangasoia. « Ella ha giurato che amerà gli amici d'Italia, che odierà « i suoi nemici, che rispetterà sempre lo stato presente delle « cose e che non farà mai alcun atto che possa dispiacere « all'Italia.

(l ) L'S dicembre 1891.

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GA..'\DOLF( '> .

Come primo passo di avviamento ad un modus vi·vendi ed a trattazioni ulteriori esplicite per evenienze future, si poteva dire di aver 'cominciato bene, tanto più che nella giovane Colonia occorreva poter contare su un po' di t~an­ quillità, per dedicarsi seriamente ai lavori d'ogni genere, preparatori dell'avvenire. Compiuta l'occupazione di Keren e di Asmara, iniziati gli accordi col Tigrè, si rendevano indispensabili dei lavori di assestamento ed altri di impianto, non ostante il debole aiuto finanziario su cni si poteva contare per parte della madre patria. Così nel periodo corso fra gli anni 1890 e 1891 s1 attese fra l'altro alle seguenti opere: 1o Sistemazione della diga Ma~saua- Taulud ; 2° Ricolmare davanti ai palazzi coloniali, a Taulud, per render più salubre la zona di suolo, che a marea bassa diventava addirittura pestifera; 3• Fu costruita una banchina di approdo pei sambuk; 4° Fu compiuta la strada Sabarguma-Ghinda, carreggiabile; 5" Si ampliarono le carceri ; 6° Si attese al definitivo allestimento dei due palazzi coloniali pei pubblici uffici. In questi due anni la posizione politico-militare meglio si rinforzava e rendevasi sempre più promettente. Infatti l'appoggio e la protezione accordati alle varie tribù del Mareb, Gash e Barca trattennero i D ervisci da ulteriori aggressioni, rendendo più facile ottenere la tranquil!ità dei confini verso oriente. Nelle regioni più prossime alla costa altri avvenimenti di varia importanza avevano migliorate le condizioni di tranquillità e sicurezza: Mahmud Ahmed era già stato nominato


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Kantibai degli Ha.bab; gli Az-Hibté erano stati trasportati da Anagheit a Nacfa; iBeit-Mala (l) si erano ordinati definitivamente sotto il capo Idris Mohamed, trasferendosi nella valle di Anseba. Inoltre il protettorato dei Beni Amer, la occupazione stabile di Agordat, come posto avanzato, facilitarono al governo della Colonia il còmpito di organizzare le tribù occidentali, come solido antemurale dalla parte del Sudan. Fu affidato a Mohamed Scerif, capo degli Ad-Ocut (2), la sorveglianza della frontiera di là della confluenza del Barca e dell'Anseba, fino alla linea seguita n el protocollo anglo-italiano. Questo capo, con numerosa banda ai suoi ordini, doveva esser sovvenuto soltanto quando prestava servizio; egli riuscì sempre a garantire la. sicurezza delle tribù poste in quelle regioni e dei numerosi armenti che pascolano nella valle dell'Anseba, dello Dzara e dell'Aradel. Fece atto di sottomissione al Comando di Keren il capo d~:~gli Hadendoa di Oarcabat, Mabmud Kalil, dopo il combattimento di Agordat del 20 giugno 1890. A.ltre bande assicurarono la nostra influenza verso l'A tbara, fino agli avamposti delle orde Sudanesi: la banda di Beni-Amer comandata dal d1:glal (3) Alì Ussein, le bande di Arei Uold-Agaba, Mohamed-Aroda, Abu Baker Nur, Alì N urin e Auad E gel. Questi furono il 30 ottobre del 1890 riconosciuti con brevetto regolare del Governo della colonia quali capi delle loro tribù, Arei Uold Agaba dei Baria Higbir stanziati fino oltre E lit e Bitama, Mohamed Aroda

degli Ad-Auad (1) , Abu Baker Nur . degli i\.lgheden, A.lì Nurin dei Sabderat, Auad Egel degh ~omr~n (2) . . . . Diede ottimi risultati il sistema degh ordmamentt mth -"n • d lle tribù. deO")i Agazi e Bedgià sul Mareb, Gash e ,..n e o . . d 11 "". . s'e si misero in grado di dtfenderst a e razzte, B arca. e "' · . . )r fitto coltivare i loro fertili ternton, ed attendere _con I o . alla pastorizia, che un tempo era presso dt loro assat

(1) l Beit-jlfala. sono frazione dei Beni-Amer, òa.l cui nucleo si erano staccati per unirsi ai Dervisci, coi qua li combatterono i loro' fratelli. Finita la g nerra, e appollaiali sull'altipiano di Nacfa, cominciarono a razziare contro i recenti alleati, i Dervisci, finchè questi li vinsero e li dispersero,• spingendone part-e nell' Anseba, parte. negli Babab. Fu allora che il capo Idris ~Iohamed andò a fare atto di sottomissione a Keren. l Beit-Mala, quasi selvaggi, sono molto valorosi: (2) Altra frazione dei Beni- A.mer. ,3) Capo.

'.

· · lt fiorente. . Si iniziarono le riscossioni dei tributt, destmatt c~ emp0 d alleviare il bilancio coloniale, potendo basta.re tl soppe· :-ire ai sussidi pei capi e le bande con _i prov:e~tt d~lle tasse In questo modo con una savta pohtlCa st prepa. nscosse. . . d .· · ravano alla colonia fntnri territon, e st tendeva a apru e ai commerci le vie del Sudan. . .. I Bazè messi tra il Mareb ed il Tacazzè (3), cluesero pm volte la ~rotazione italiana, ma prima d_i prendere . ~eco lo_ro positivi impegrti si attese che si orgamzzassero pm stabtlmente e si affezionassero al suolo. . . Col metodo sinora accemiato si ebbe intorno al terntono eritreo direttamente amministrato una larga z_ona, messa sotto l'autorità italiana, che rese possibile restrmgere l'occupazione materiale nei limiti del triangol? 1\{a~saua-Asmara­ Keren; quindi anche nel caso di grossa mvasw~e le nostre forze avrebbero potuto avere il tempo necessano P.er concentrarsi nelle suddette posizioni più adatte alla resistenza. L'ordinamento non mancava d.'altronde di _vantag~t anche . . che paghe di aver acqmstata swurezza per l e popolaz10111, '

' (l ) R.amo dei' Beni-Amer. . , (2) Gli Homran abitavnno nel Setit (tratto clell'Atbara. denommato cost

quando esce dall'Abissinia volgendo ad ovest), ma dop~ disperate lotte coi Dervisci che li decimarono si rifugiarono tra i Beni Amcr. (3) n tratto dell'Atbara che dalle sorgenti fra le provi~cie del ~asta e quelle del Wadela nell'Amhara scone in Abissinia, ha 11 nome dJ Tacazzè. Uscito daU 'Abissinia prende il nome di Setit · ftno al confluente · · d a ques to •'J u nto fino al suo sbocco Goaug· presso Tomal nella Nubm: sulla destra del Nilo si chiama Atbara propriamente detto.


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~ pace, c.ominciarono a pagare i tributi senza reclami nè mconv~nxenti, _e ricorsero spontaneamente, anche se lon· tane, ax nostn tribunali di Asmara e Ke~en per le 1 t · c oro con ro_versx~. . on questi principi si apriva la via ad un avvemre mxghore per paesi da parecchi anni funestati da ~uerre e razzie, decimati nelle lotte ed affamati spesso per ~ abband?no forzato delle terre ed il sacch~go-io del nemico mesorab1le. o ,

NOTIZIE

- Due dei progetti presentati dall'onorevole Ministro della guerra, furono giù discussi ed approvati dalla Camera, ed ora si trovano allo stato di rel ~zinne davanti al Senato: quello sul bilancio per l' eser. cizio :1895-96 e quello per la leva sui nati nel i87ts. La discussione. del bilancio cominciò il l o corrente c terminò in due sedute. Aprì il fuoco l'onorevole l mhriani che rimise in campo la vieta distinzione di esercito offensivo ed esercito difensivo; dichiarandosi pe1· quest'ultimo; divagò poi come il solito, per t.utto il campo militare e fuori di esso e terminò con un fervorino sulle condizioni non buone dei sottufficiali. Seguì nell'arringo l'onorevole Marazzi con un discorso sull'avanzamP.nto che vorrebbe meglio regolato, sul reclutamen to che vorrebbe ter:·itoriale e su tante altre cose. L'ono1·cvole Colombo ed altri fecero osservazioni od espressero desideri sulla fo1·za bilanciata, sui carabinieri, sui tribunali mi lit~ri, su diversi servizi, ecc. ecc. Diede gran parte delle chieste spiegaziol'}i l'onorevole Grandi, relatore, e rispose poi a tl:ltti, con un e~aUI·iente discorso, l'onorevole Mocenni, Ministro della guena.

(Continua)

Nwor,ETn

POLITT OO-~IILITARI

ALTIMARI ARNoLDO

te•tcnte di (ante?"ia.

..

..

* * , Ricordata r inesorabile necessità di economie, « io mi posi (dice il Ministro) questo quesito: è meglio che riduca l'esercito a minori proporzioni, dim,inuendone· le grandi unità, oppure che studi i mezzi di farlo vivere con minor lusso, con efficacia apparentemente minore per qualche anno, sal vo a restituirlo fra poco tempo alle condizioni di prima ? ' La risposta a me non è parsa dubbia; perciò ho studiato economie che saranno tempora nee o durature secondo la saviezza e la fortuna d' Italia. Se il paese provvederà al suo assestamento economico, presto potremo avere i fondi necessari a ricostituire le nost.re unità organiche nell' antica forza • . Alla questione dell'esercito oiiensivo o difensivo l'on. rrnn1stro rispose egregiamente dicendo essere questa una distinzione irrazionale. Non si


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lo 11

NOTIZIE POLlT1CO-MILITJ.RI

NOTIZIE POLITlCO-MlLITARl

concepisce un esAJ·cito che abbia sole qualit~ difensive come non si concepisce uno schermitore che parì soltanto. L'esercito è fatto per la guerra e la guerra si fa come si può. Riguardo ai ~ouu fficia li nota l'on. mini~tro la di l'ersit<Ì di pareri su l loro conto: chi vorrebbe aumentarli, chi abolirli; chi domanda che si migliorino le loro condi1.ioni, chi trova che sono trattati bene anche troppo. C'è del vero e dell'esage1-ato in queste opinioni. I sou ufficia li, quando. siano buoni, sono il braccio forte degli ufficiali; quando sieno cauivi sono In peste dei reggimenti ed e meglio levarsel i d'attorno. Pende davanti al Parlamento un progetto che modilica lo :<tnto dei s? ttuflìcia l~; quando sia legge toglierà molti degl'inconvenienti che oggi SI lamentano. In questo progetto tutti i diritti acquisiti sono rispettati; ma p_oichè In legge attu:de promette ai sottnfficiali cose che poi non si possono mnntenere; é giusto ed onesto corrcggel'la. I sottuflìciali resteranno sotto le armi in ::J.iHor numero, ma vi resteranno affezionati e non potranno lagnnrsi che si conculchi un diritto loro concesso dalla legge.

tesoro delle modificazioni che la saggezza dei senatori .potrà suggerirgli, ma, nelle sue linee generali, se il progetto sal'it accettato, lo sarà come venne proposto. . . . Spiegò quindi l'on. Ministro agli oratori che ghelo avev~no clne~to Il 11istema adotlato per la distribuzione del nuovo armamento. E la contmua:zione di quello dell'amministrazione precedente. ll nuovo fucile fu distribuito an7.itutto agli alpini, quindi ai bersaglieri; quanto alla fanteria, il Ministro crede che il miglior metodo sia quello di distribuirlo per corpi -d'armata, e a que~to proposito, ~enza entrare in particolari, disse che sarà .distribuito prima a quei corpi d 'a rmai.~ che pri mi sarebbero chia mati a servirsene in tempo di guerra. Quanto alla fabbricaziooe del fu cile stesso, sa re~ be ben lieto l'on. Moeenni s'essa potesse afrrettarsi, ma di ~g rnia ta m cnte le condizioni del bilancio non permettono di fabbricare più di 1.00 mi la fucili all'anno.

Quindi l'on. ministro toccò di volo la questione sempre viva del cavallo ai capitani di fanteria, cui vari oratori avevaao accennato e si dichiarò.convinto delln grande utilità di avere i capitani ·montati. «_Io_ però, so~&iunse, sono andato al Ministero quando i cavalli a questi ufficwh e1·ano g1à tolti, e non è certo nelle attuali strettez?.e finanziarie c~1~ potrei permottermj il lusso di ridarli. Se si avessero i fondi per t·istabJhre la forza bilanciata e restasse ancora un margine si pott·ebbe vedere se convenisse ridare il cavallo ai capitani e naturalmente comincerei dai bersaglieri • . Ri sp~uo. alla f~r~ bilan~iata, che sopporterà il maggior peso delle econom1e l on. Mm1stro noto molto opportunamente che non soltanto il numero, ma pure l'istruzione è grande coefficiente di solidità e di vittoria, ed accennò quanto ha f.atto cd ha intenzione di fare per dare all' istruzione delle truppe il maggiore sviluppo e mantenere allo il morale degli uffiziali in modo da compensare, per quanto sia possibile, la minore quantità di fo rze che tèniamo sotto le armi . nispetto al progetto eli legge sull'avanzamento, che si trova davanti al Senato, l'on. .Ministro notò le difficoltà che hanno sempre incontrato i progetti su questa materia ; disse che, per evitare ostacoli, ha tenuto conto di tutto le opposizioni fatte altre volte dal Senato, ma che ha mantenuto e mantcrrù snidi i principi a cui un'odiema legge sull'avanzamento deve essere h1formata. TI progetto lo sostenà come l'ha presentato ; farà bensì

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Sorvogliamo pl)r brevità su quanto l'on. Ministro disse aucl,ra su altri rami dell'amministrnione militah>, cioò, sul set·vizio dei vivet·i, su quello del cosennaggio, su quello del vestiario. Notiamo però che a diversi oratori, i quali domandavano riforme economiche nell'arma dei carabi· nieri reali, l'on. Mocenni rispose pot.ersi bcnsi fnre in quest'(li'ITlR alcune riforme, ma non vere economie, perchè le somme economizzate bisog'ne·rebbe spenderle tutte per l'arma stessa, troppo essendo oggidi il bisogno .dei carabinieri. Questo discorso che chiuse ra discussione generale fu accolto con evi-denti segni di approvazione dalla Camera. All'indomani (2) cominciò e terminò !\enza notevoli incidenti la discus-sione dei singoli capitoli che tutti furono approvali. L'intiero bilancio poi venne approvato a sc1·utinio segreto con ( 85 voti contro 53.

• * * Il giorno 3 venne in discussione il progetto di legge per la leva sui nati nel 1875 che i lettori già conoscono. Contro e~so fece un lungo di-scorso l'on. Afan de Rive1·3, il quale disse che la fo rza solto le armi va ogni anno diminuendo e che la diminuzione oramai è tale da sollevare ·serie apprensioni ; ct·iticò il frazionamento della leva per proporre addirittut·a il salto di una classe, e si dichiarò contrarissimo alla riduzione ·della ferma della cavallet·ia che considera esiziale. Gli rispose l'on Ministro contestando l'esa ttezza di alcune affermazioni del preopinante e dichiarando esplicitamente, che qualche riduzione, la 83-

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NOTIZIE POLITICO - )riLITARI

NOTIZIE I'OLITICO - MILI TARI

quale in teoria si può agevolmente combattere, l'ha dovuta consentire per facilitare il pareggio del bilancio. Il salto poi di una leva ha per iscopo di soddisfare non solo alla imperiosa nece:;~i tà di economie, ma pure quellodi chinmare alle ar1ni uomini meglio sviluppati e quindi più robusti. Quanto olia riduzione dell a ferma nella cavallet·ia, quando sia congiunta a una migliore scelta del contingente, non porterà gl'inconvenienti che taluno teme. È cosa ammessa anche dagli ufficiali di cavalleria, che destinando a quest'arma uomini già pratici di cavalli, si miglioreranno le attitudini del personale anche diminuendo la ferma. Ma fì nchè la cavalleria ha una ferma eccezionale, questa scelta di uomini pratici non può giustamente farsi e bisogna ricorrere alla sorte per l'assegnamento degli inscrit!i; il che non toglie che gli assegnati alla cavalleria si considerino sacrificati e gli effetti morali di siffana credem.a si possono facilmenteimmaginare. Dopo il discorso del Ministro diede ancora alcune spiegazioni e fecequalche raccomand azione l'on. Carenzi relatore, quindi il progetto fu approvato a grande maggioranza.

la nostra squadra. Questa accoglienza esce da lla categoria ordinaria delle cortesie internazionali. La pompa con cui il governo inglese ha voluto circondarla ha, per se stessa e per il momento il) cui il fatto avviene, un'alta importanza politica, perchè, secondo noi, dimostra come vada facendosi strada in Inghilte1·ra un'idea che è da gran tempo in Italia un'idea popolare: la comunanza d'interessi t.ra la nazione italiana e l'inglese.

* ** Non ci fer.mia mo sulle interrogazioni di vari oratori su cose di secondaria importanza, nè sulle risposte date ai medesimi dal Ministro della guerra, che in genera le soddisfecero gl'interroganti. Sorvoliamo pu re sulle vicende corse negli uffici della Camera dagli altri progetti militari e su quelle che corrono, in 9'uesto momento, negli uffìzi del Senato i.dt:e pro-· getti già approvati dalla Camera. Essendo imminenti, per gli uni e pet· gli alt.ri, le discussioni nell'aula, ue parleremo meglio nella seguentepuntata. Piuttosto. uscenrlo dal ParJamento, vogliamo notnre la festosa accoglienza fatta dalla popolazione di ll oma (o ripetuta poi da quella di Torino) alle LL. AA. RR. il Due:~ e la Duchessa d'·Aost:l che, dopo le auspicate nozze contratto in Inghilterra, come abbiamo detto nella precedente puntata, giunsero il (:) corrente nella capitule del regno d'Italia. Quest'accoglienza di most~ò ancora una volta, benchè non ce ne fosse bisogno, che le giore della Famiglia Reale ~ono gioie della nazione come lo sono i lutti ; perchè un vincolo stretto e indissolubile unisce all' Italia la dinastia di Savoia. E ad un altro fatto pure dobbiamo accennare che, quantunque previsto, non è meno lusinghiero per noi e viene a rialzarci l'animo quando più ne avevamo bisogno: l'accoglienza veramente straordinaria con cui fu ricevuta dalle autorità e dalla popolazione, sulle coste dell'Inghilterra,.

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Dall'Eritrea nulla di nuovo. Come i dervisci, così gli scioani dicono sempre di venire e non vengono mai. ~Ienelik o.t·a si va ~ ra. di vol e~· con~ durre egli stesso co:ntro eli noi centomila uomim, ora s1 nvolge a1 russ~ per prega di d'interporre i loro ullìzi presso gl'italiani p~n:hè non s1 avanzino ad occupare altre terre. • Ras Alula, mettendo insieme tu tti i suoi tigrini, pot1·ebbe di~ pone di circa 2000 uomini, che da tre mesi si dànno per avanguardia dell'esercito sulle mosse per· invadere il Tigrè e l' Eritrea, ma stanno sempre · fermi allo Sci0a. Gli nliri ras sono discordi tra loro; poco vogliosi di obbedire a ;,fenelik ed anche meno a ras Alula . Se alla corte scioana non ci fossero europei che soffiano nella cenere e promet.tono e in parte dànno armi e danari, si potrebbe .vivere tranquilli; ma con questi eccitamenti bisognn stare sulle guardm e, secondo il nostro modo di vedere, la lotta collò Scioa può ritardarsi, ma è iùevitabile. Ot·a cominciò la stagione delle pioggie e durerà fino a settembre. In questa stagione i movimenti sono difficili~si m i per non di1·e impos:~ibi li, massime con orde come le scioane. A settembre si vedrà. Frattanto :Menelik è obbligato a rimandare a casa i sold:,ti già radunati perchè non può mantenerli tino alla buona stagione. . . . I paesi recen temente occupati si vanno organl7.Zand.o colla. Cl ~·coscn­ zione l'lei territori e colla nomina di capi lìdati o, per d1r megho, mteressati al mantenimento della sovrflnità italiana. È un lavoro lento che con' solida ogni giorno il nostro dominio. Si tratta di fo1·ma re, dell'Agam ~ e dP.Ua parre del Tigrè che abbiamo occupato un anre m ur:~ le cont1·o le mvasioni etiopiche. A tal uopo bisogna imprimere nelle popolazion.i !l c~n­ cetto della nostra fot·~:a ed ordinarie in conformità delle loro trad1zton1. Cosi da questa vasta e bella regione, ricca di uomini e di mez~i di sussistenza, potremo esercitare un'azione potente, n~n so.lo per l~ d1~esa della colonia e per la sua prosperiril avvenire, ma ez1and10 per scwghere definitivamente la questione etiopica. Roma, il i 5 luglio 1895.

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NOTIZIE MILITARI ESTERE

NOTIZIE MiliTARI ESTERE GERMANIA.

Variazioni nell'alto personale miliUII'C. - Il tenente genArale Doje comandante la 35a divisione (Graudcnz) è stato nominato governatore di Thom in sostituzione d t~ l tenente generale v. Hagen stato precedentemente collocato a disposizione. Il maggiore generale conte v. Wartensleben comnndantc la 36• brigata cavalleria (Danzig) è stato promosso tenente generale e nomina to comandante la divisione ca,•nlleria della Guardia, in sostilui\ione del tenente generale Edler v. der Planitz, il quale passò ispettore dì cavalleria . Grandi manovre 1895. - Circa le disposizioni generali ora fissate pei· l'andamento delle prossime manovre imper·iali si hanno le seguenti notizie. L'armata del sud composta del corpo d"armaLa della Guar·dia e dr.l ltr ha l' incarico di muovere da Preozlaù e di effettuare il passaggio della Rando,v, che, per evitare zone dif!ìcili e paludose, va tentato a Locknìtz ed a Penkun. L'armata del nord, costituita dai cor·pi d'a)·rnat.u fX e li, ha il còmpito di impedire il dello passaggio e vi riescirebbe nel primo giorno respingendo il nemico, il quale però ritenterebbe la prova nel secondo con migliore successo . .Al terzo gion!-o avrebbe luogo lo scontro delle due ;n·matc contrapposte nei dintorni di Neuenkir;chen. Circa la ripartizione_ dei periodi i giornali tedeschi pubblicano i seguenti da ti: A cominciare dal i8 ngosto la maggior parte Jei corpi chiamati alle manovre imperiali eseguisce esercizi e manovri' di brigata. Negli ultimi giorni del detto mese avranno luogo le manovre di divisione: per la {a · divisione fanteria della Gua rdia a sud di Berlino e per la 2•, nei dintorni di Naùen. fl 30 agosto il corpo della. Guardia si riunisce in Berlino ed adiacenze, il 2 settembre esso si' presenta alla grande parata nutunnale sul campo di Ternpelhof.

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Il II corpo d'armata si riunisce sui primi di sett{lmbre pr,esso Stettin e fa la grande parata il giorno 7 nelle vicinanze della città alla presenza dell'imperatore. Giorno 8 settembre: riposo por tutti. Giorno 9 settembre: marco di guena per i quattro corpi d'armata (il corpo d'armata della Guardia si recherà sul terreno medinnte 7-8 giorni di marcia). Giorni W, H , -12 : manovre del corpo della Guardia (Der·lino) e del lH corpo, contro il II (Stettin) cd il lX (Aitona) nel terreno a libeécio di St.ettin. Vestim·io e arredament~. - Sono in corso parecchie modifìcozioni al vestiario ed all'arredamento delle truppe prussiane, in armonia colle prescrizioni della porte [l del regolamento sull'uniforme dì imminente pubblicazione. L'Alle_qemeine ilfilitiir Zeiltm.q pubblica in proposito alcune notizie: Il colletto abbatt.uto della tunicn che era in esperimento pr·esso di versi battaglioni, è stato definitivamente abbandonato; si mantiene il colletto ritto coine pl"imn, soltanto un poco meno alto e meno stretto al collo. Secondo il menzionato periodico si spera che scomparisca l'esagerato colletto alto degli ufficiali. Per la tunica vengono adouate le falde aperte (già portate così dalle truppe del granducato d'Assia) ed uno sparato al polso delle maniche, le quali si abbottonano o ~i sbottonano all'occorrenza; il taglio di questo capo di vestiario viene alquanto allargato. Non si mettono a disposizione mezzi speciali per le modifica?.ioni in parola; i riparti .di tru ppa le ellettuano a misura che l'occasione si presta, continuando l'obbligo oi battaglioni di mantenere le dotazioni per la forza di guerra . Per le butTetter·ie si adotta in generale il cuoio nero; però i battaglioni granatieri della fanter·ia della Gua1·dia ed i reggimenti gr·anotieri dal numero i al 12 ·conservano le buffetterie bianche, sebbene fossero state riconosciute d'uso poco pratico ; sembra che siano state manìenute soltanto ia grazia della loro bella apparenza nelle parate. Per i pionieri ed i ferrovieri saranno adottati i nuovi capi d'arredamento quando siasi ricavata una decisione dalle prove che si stanno facendo circa il porto degli attrezzi da zappatore. È conservata la copertina color avana chiaro per i copricapo, adoperandola però soltanto in campo ·onde coprir·e gli splendenti fornimenti dei mede~imi, non essendosi voluto sopprimerli. Il sopracitato giornale osserva che, se i ·cambiam·enti in parola sono


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NOTIZIE MILITARI ESTER.E

NOTIZIE MILITARI ESTERE

pochi, ciò si deve al troppo amore che in Germania si ha di vedere i militari in assetto di parata, mentre questo diffìcilmentè o punto si combina con qur.llo da campo. Giubba di fatica. - Con ordine di gabineuo del giugno scorso fu concesso anche agli ufficiali l'uso della litewka (giubba di fatica) stata precedentemente adottata per la truppa, limitando però detto uso ai servizi in locali chiu::i. Rimonte. - È stato istituito per il X(f corpo d'armata (Sassonia) un secondo deposito d'allevamento cavalli con sede a Skassa ù. Naundorfchen in una proprietà appositamente compt·ata dallo Stat'l. Questo nuovo deposito avrà in dotazione circa .240 cavalli, cosicchè col concorso dell'altt·o (stabilito a Kalkreuth), il f(Uale ha 4!!0 rimonte cesserà la necessità che sinora imponevasi ai corpi di cornprare talvolta direttamente da trafficanti. Ta1iffà di ncwi_qazione nel canale di Gu_qlielmo. - Le tariffe che furono stabili te in via provvisoria per la navigazione nel canale di Guglielmo a datare dal :1.0 giugno ultimo scorso sono le seguenti : · 1° per navi cariche sino a 600 tonnellate, centesimi 75 ogni ton· nellatll e centesimi tiO per ciascuna tonnellata in più; 2° per navi scariche, per navi pet·correnti il canale sino all'Eider, o dall'Rider· in fuori o per altri easi specificati , centesimi t>O per tonnellata. La tariffa minima nei due detti casi è di lire :l2,50, Inoltre vi è la tassa di rimorchio per bastimenti a vela, la quale è di centesimi 50 per le prime 200 tonnellate e centesimi 37,50 per quelle in piu nel i o caso, e rispettivamente centesimi 31 circa e centesimi 25 nel 2° caso. Nel periodo dal f 0 oltobre a tutto mat-to la tariffa di transito viene aumentata del 25%; la tassa di rimorchio rimane invariata. Per il regolare andamento del traffico fu, con apposito decreto sovrano, istituito un ufficio imperiale del çanale, con sed1! a Kiel, dipendente dal Ministero degli interni. · Spù·ito militare. - Il principe Amulfo di Baviera, a perenne ricordo dei fasti della campagna 1870-7·1, fece nello scorso giugno una donazione di iO,OOO marchi nl 12° reggimento fanteria bavarese portante il suo nome, disponendo che gli i nt~ressi del capitale vengano annualmente distribuiti ud uno o ad alcuni rafl"ermati il giorno 2 dicembre anniversario della giomata di Loigny-Poupry nella quale il reggimento splendidamente si distinse. Come condizione per i prem iandi è stabilito che e~si debbano e$:>ersi distinti per met·ito speciale nell'istruire la truppa. {jn,1 donazione simile era· sta t:t falla in p:·incipio del corrente anno

dal principe Leopoldo di Baviet·a ad un t·eggiment.o artiglieria (Vedi dispensa lll, 1.895, di que:>ta Rivist.a). Istruzione degli ufficiali e premi.o impetiale.- A proposito d" un pr·emio -stabilito per5ooalmente dall'imperatore di Gormania nell'anno scorso per incoragoiare oli ufficiali di cavalleria alle corse di resistenza (vedi di ~~ ~ l . spensa YI !894 di questa Rivista) sono dogni di nota alcuni par·tico an .di recente pubblicati dalla Allgemeine .Militr/.1· ~eitun_q. Il premio è stabilito per corse di resitenza e di ricognizione; ve ne ha uno per corpo d'armata e viene conferito a quell'ufficiale il quale eseguisce la ricognizione nel più breve tempo possibile e colla maggior pr~­ eisione. A tal uopo si procura di stabilire una situazione nd modo ptù simile al caso di guerra. L'ufficinle ricevo l' incarico di riconoscere il ttwt·eno di un presidio diver:;o da quello cui egli appat·tiene e distante chi· Jometri ·120-i oO, t·iferendo ad operazione compiuta le sue o5serv:uioni, specialmente riguardo a truppe. Dal canto suo il presidio interessato ha Fincarico di ~seguire nel le proprie adiacenze unD esercitazione di campo e di considerare come nemico fJLI<llunqu e militare n caval lo appartenente a truppe egtranec. Qualora riesca nll'u fficialn di procurarsi minute cognizioni sulle condizioni dell"avvct·sario ~enza ohe gli sia stato fatto fuoco addosso. ed a riferire in proposito, 11 llora si pa~sa a constatare lo stato del cavaliere e del cavallo, la durata della cavalcata e si riferiscono que~ti dati, in un col rapporto al comando del corpo d'armata, il quale decide sul conferimento del premio. Se vien fatto fuoco sull' ufficiale a breve distanza si dichiara fallito il tentativo del medesimo. Il premio è eguale per ciascun corpo d'armata e consiste in una coppa d'argento; esso viene conferito all'ufficiale al momento in cui è aggiudica to, ma per averne il defin itivo possesso occorre contenderlo :m ~ra con altri concorrenti in due gare negli anni immediatamente successi\•i, altt·imcoti, dal primo che lo ha ottenuto, passn a chi lo ha meritato dopo. MARINA.

Mano vm e parata in occnsione dell'inaugurazione del canale Guglielmo. - A questa manovra presero pat·te 28 navi della m3rina tedesca, tra le quali 8 corazzate, 2 nvvisi, 2 squadr·iglie di torpediniere da 7 torpediniere ciascuna e 4 navi scuola. Queste ultime quattro rllppresent3vano il partito nemico. Le c01·azzate, gli avvisi e le torpediniere formate su due divisioni eseguirono parecchie evohtzioni nella rada di Kiel, prendendo diverse formazioni successive, sino a trovarsi d.a 6 a 700 metri dal partito nemico "il quale contemporaneamente avanzava. Tenendo questa distanza i due >•


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partiti sfilarono così l'uno d:JVanti all'altro con vivo cannoneggiamento ed aggiunsero al fuoco deiJe grosse a1·tiglierie quello delle artiglierie minute a tiro celere quando le due navi capofila avversarie trovaronsi aiJa medesima altezza. Fatta questa slì lata, terminò il combattimento e seguì una C(IDtromarcia di tutte le navi disposte in lìla e lo sfìlamento in para ta davanti ali"Hohenzollern, dove, attorno all'Imperatore, erano raccolti tuili i re ed principi dell'impero tedesco ed i r:Jppresent~nti esteri. · Fu :~ m rn ira t a la precisione di manov ra delle corazzate , la calm3 , l' imponenza delle avoluzioni. INGHILTERRA.

Gli avvenimenti ~&ltim·i della campagt•.Cl i11glese nel Chitmt (apl·ile·maggio 1895 . - Le operazioni lìnali della campagna del Chitral, si riassumono nell' arditt~ marcia del genentle sir R. C. Low, comand~nte delle t1·uppe di rinforzo anglo-indiane, traverso la linea del fiume Swat, poscia nella caduta della città di Kila Drosh, per opera del Khan di Di•·, r.he operava in favore delle armi britanniche; infine nella resa del forte di Chitral. Oggidì il Khan Urnra è fu ggiasco; l'usurpatore del Chitral, She1· Arzal, è in potere delle truppe inglesi e la tranquilli!~ è restituita appieno nelle alte ((Ontrade del Kafiristan e del Baraul. L'ultimo rapporto del genenile Low, particolarmente descrive le operazioni militari. • Comprendono combattimenti di montagna, per il forzamento di passi difficili, e passaggi di corsi d'acqua di notevole importanza. Fra le prime, la conquista del passo di ~hlakand, il 3 aprile, ottenuta grazie ad un largo attorniamento per montagne aspre e nevose (4° battaglione di fanteria Sikh) - gli insorti che custodivano il valico era~o ci rca i 2,000, dei quali 4000 circa armati di fucili. Questa vittoria apri alle truppe nnglo-lndiane la fertile vallata dello Swat, tributario del Kabul (lodo) - una brigata (2") fu lasciata a guar·dia del passo, due furono lanéiate innanzi, verso il fiume. Queste seguirono, riattandola, uno vecchia qtrada buddista, non gu:mbta dagli insorti. Il 7, le punte d'avanguardia britanniche giunsero alla linea dello Swat - tentarono costruirsi un passaggio improvvisato, ma il nemico, ben appostato sull'altra riva, riuscì ad impedirlo. Accorse in rinforzo una brigata di fa nteria; l'H• Jancieri di Bengala varcò a guado il fiume e disperse con brillante carica oltre 2,000 nemici.

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A sera, •la fanteria occupò solidamente la ri va destra dello Swat le perdite degli anglo-indiani furono insignifìcanti. ~·s aprile, tutte.le tre bricrate furono raccolte sulla linea dello Swat. R•presero la rna•·c1a, ardita;ente - occor•·cva portare sollecito soccor~o ai confratelli strett.i a Kila Dt"Osh e nella rocca di Cllitral. 11 -1.0 "li ancrlo-indiani va rcano il p:~sso di Katgola, senza resistenza; il giorn~ ~egue;te, giungono al fi ume Panjkor:~- la c~,·alleria lo guadò nuovamente, spingendo ricognizioni nelle contrade d1 B<tjaor. . Il i2 aprile, gli anglo-indiani costrussero un ponte, che la p1ena de~ fiume travolse il giorno sPguente - un'altra ricognizione, composta dt un battaglione di guide, incontrò il nemico sull'opposta ri1·a del Panjkora, e perdette in combattimento il suo coma ndante, colonnel lo Battve. 11. 14, la tenace di[esa della linea pn rve scemasse io intensità per parte degli insorti - tuttavia, la posizione del generale Low era tutt'allro che favorevole. A tergo il fìume Swat, r.on un ponte non ancora ultimato, e di dubbia resistenza; sulla fronte il fiume Panjkora, tutto gonfio per le recenti pioggie. - Gli zappntori costrussero allora un ponte pensile . . . Al mattino del i7, la 3a c 2• bri gat~ ncevellero ord1ne d avant.are - uno squadrone di glliùe riconobbe la vn ll D t~ , in direzione di Mian· kalai, solto gli ordini del genernle brigadiere Blood. Seguivano l'H.o lancieri di Bengala e le due brigate di fanteria, che attraversarono 1! Panjkora. Alle i O ant., !:l 3" brigata, che era alla testa dell'avanguardia, ricevette avviso dal generale Blood che il nemico e r:~ alle viste nei din· torni di Miankalai. La str<tda, sulla destra 1iva del Panjkora, d31 ponte fino all'aprirsi della valle, è così angusta, che appena possono transitarvi le :-almerie per uno in fila. Ne seguì un ritardo nella marcia deJie brigate, e l'attacco fu rimandato all'indomani, i 8. 11 nemico cruarniva le colline di Miankalai - le auaccò all'alba il 4o battaglionee G·u·kas ed il Seaforth Higlanders, avendo in sostegno il 25o reggimento f:mteria del Penj~b. Due compagnie del reggimento BufTs, attorninrono le posizioni nemiche da settentrione, con una batteria da montagna - I'H'l:~ricie ri di Dengala, guadagnò una buona posizione sulle comunicazioni degl'insorti. Dopo breve fuoco, questi si ritirarono senza grnvi perdite. Le brigate anglo-indiane, ripresero lo loro marcia verso Nundar, forti-


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lizio su lla riva sinistra del Jandol (Panjkora), e residenza favor·ita del ribelle Urma Kh:m. Attendevasi quindi fierà rE\sistem;a a questo punto, allorchè il generale Low ebbe sicu ra notizia che il fuoruscito avea riparato in Asmar, ch iedendo asilo c pr·otezione all'emiro di Kabu l. Sollecitò allora la sua mar·cia la 3a hr·igata, che stava sempre all'avanguardia della colvnna- si spinse fino al passo di Barwa, con viveri per 20 giorni. Il grosso delle truppe per·venne il 20 a Kambat, ai piedi del passo di Janbatai. · Il 20, giunse notizia al genera le Low che la guarnigione di Chitral versava in gravi strettezze; poscia che un rip:n·to di 500 uomil).i stava per· dirigersi incontr·o alla 3a brigata. Il generale Low, spedì tosto a raccoglierli un battaglione del Seaforth-High lander·s, con viveri ed oggetti di

NOTIZI:~

a) Recensioni. TuLLo l\L~RCHESt, tenente d'artiglieria- Santa Barba:m, ltrotettrice dei cannonieri. Stud-io stm·ico, con prefo.ziotle del tenente-colonnello UGo ALJ,ASOl\ -Torino, F. Casanova, 1895 . .È un libriccino che si legge tuuo d'un fìato. Può dirsi dunque che il tenente Marchesi abbia fatta un'opera onesta e bella; onesta, per la bontà e l'acume che ha posti nelle ricerch e, bella per l'arte che ha saputo infondere nelle sue paginè. Il tenente-colonnello Allason, ci ha regalata la prefazione del volumetto - il suo nome, messo in tosta, suona garanzia e pr~messa; ed il tenente Marchesi ha alla fi ne ritrovato,

equipaggi:.~rnento.

Ma il giorno seguente, più attendibili notizie rassicurarono il comandante inglese sulle sorti della guarnigione bloccata a Cbitral -il ribelle. Sher Ar·znl, avevn abbandonato l'assedio, senza lasciar traccia di sè. Il colonnello Kelly, con la sua guarnigione poteva stimarsi salvo. Cadde in questo fratl empo la città di Kila Orosh, su l fiume Kashkar· di Chitr·al , per oper·n del Klian di Dir - il colonnello Kelly, aveva adunque liber·o il passo per via nuviale lino :1 questa ciu.à, e lino alla provincia di 0jr. Il 25 aprile, il generale sir Low fece il suo ingl'e~so in Dir - la 3" briga ta, seguita va la . sun marcia ver·so il passo di Lowarai, che superò fra il 26 e 27. Alla fine d'aprile, l'avanguardia anglo:indiana toccò il terr·itorio di Chitral, dopo un me~e di marce e di combattimenti continui. Il 27, She;· Arzal era prigioni<.'ro degli inglesi. . La campagna durò un mese. È uno dr-gli episodi più salienti, fr:a quanti srano accaduti negli ul timi tempi tra inglesi ed indigeni nell'India, dove le parziali rivolte sono piuttosto fr:eq ueoti. · Il generale Low, compì mar·ce notevoli e combattimenti che meritano studio e memoria fra le guerl'e colonial i anglo-indiane.

BIBLIOGRAFICHE

Il fll che a Santa Oarbnr(l, Lega l'artì;;lieria.

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La vergine, fu ~artire cristiana che visso nel principio del 3° secolo dell'èra volgare. Condnnnata al martirio, fuggendo l'ira. feroce del padre suo, Dioscoro, trovò roc.ce che si aprirono al suo passaggro; tormentata da triboli d'ogni fa tt.a, una fot·za invisibile, celeste, la liber.ò alla fi.ne dal martirio, spiccandole la testa dal busto - il suo corpo fu rncenento poco appresso da un fulmine. [ bombardieri e cannonieri l'ebbero per patronn, affinchè preservasse dal fuoco celeste le ioro ma terie incendinbi li. La devozione risale ai migliori tempi del nostro Rinascimentv. Uno dei primi cenni trovasi nc,ll'ordinanza delle milizie cittadine del comune di FirP.nze, il14 dicembre i 529. Quell'ordinanza ne sancisce il culto. Questo si trasmise fino ai giorni nostri, per forza di conlluetudine e per rispetto di trad izioni verso la vergine martire che il fuoco sotll·asse dallo scempio dei pagani, e purificò. . Cannonieri, zappatori e marinai ne conserv·ano il culto, con tcnacra d'affetti <>entili io anime forti, e riassumono in quello ricordi di glor·ia e serene s;eranze di fiducia nel\'avveni r·e. Ed oggi, che di buone•tradizioni stor·iche, di lavacri alle fonti purissime del sentimento sentiamo tanto bisouno· o<>g di Santa 13arbara l.liunge in buon 1'' il nuovo libro sulla lerr<>enda b ' i!' 00 v punto, per colmare una piccola lacuna nelle tradizioni delle armi speciali.


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NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE

GAS'ION MocH.- (Ancien capitaine d'artillerie). - Vue générale s1.w l'a1·tillerie actuellc. - Berger Levrault éd. Paris, 4895. Bisognp far buon viso · al nuovissimo volumfl del signor Moch, ex-capitano dell'artiglieria francese, e molto noto pei suoi studi di grande competenza t<>cnica. Il volume che ci presenta, è una mt>moria compilata in occasione del congresso degli inge~ neri all'esposizione di C:hicago. L'opera ha quindi carattere ~lssolutamente tecnico, e sebbene trani anche dell'artiglieria campale, nondimeno le questioni tattiche attinenti vi sono sfiorate appena. L'autore divide le boc'Che da fuoco in due classi -quelle di grande potenza e quelle da campagna. Le artiglierie d'nss~dio, non formano classe speciale, ma partPcipano in misura varia alle qualità d'entrambe. Dei cannoni di grande potenza, il signor 1\loch, stabilisce aniitutlo il grado di perfezionamento attuale, accennando alla reazione che ogt:(idi si manifesta contro i cannoni giganti, di calibro superiore ai centimetri 30 e che eccedono le 70-80 tonnellate di peso. In quest'ordine d'idee, è notevole il concetto che contro navi convenga dar preferenza al tiro curvo, anzichè a quello di lancio, allo scopo di vince r~ le difficoltà che oppongono la sopra-corazza ed il secondo ponte. L'a utore riconosce, invero, che con questo sistema le probabilità di colpire diminuiscono; ma si ripromette di ottenere un favorevole equilibrio impiegando nel tiro curvo proiettili carichi di esplosivi di molta potenza. L'opinione è discutibile, qualora si ricordi quanta esattezza attribuiscano gli artiglieri da costa al tit·o del cannone, rispetto a quel lo dP.gli obici e dei mortai. Parlando dei cannoni a filo d'acciaio, e di quelli pneumatici, si dichiara avverso alle r.uov·e bocche a fuoco. Nella seconda parte, l'autore discoiTe con mnggiot· ampiezza del cannone da campngna, ed incomincia a confrontarlo con il cannone di rottura, di gmsso calibro, e con il fucile a traietLoria tesa. E traccia il paragone con mano maestra, che varrà a persuadere buona parte di coloro che vo(Tliono richiedere dal cannone do ca m pagn;~ qualità che non deve avere; e ~hc se le avesse non sarebbe più tale. Infine, stabilito che lo shrapnel è il proietto principale, lo stud ia in porticolare; poscia studia l'affusto. Sfiora l'argomento de]· tiro rapido, asserendo, com'è appunto pensiero dominante fra noi , che per ora non esiste alcuna soluzione pratica in materia, e che anzi vi si1•mo tuttora lontani. niscorre in appresso dei vari tipi di bocche da fuoc<i proposte, completando

NOTIZIE BIBLIOGRAFIC HE

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il suo proaetto di materiale da 75, leggero, mobilissimo, ta le da poter essere train:to da due coppie di cavalli. Utile e commendevole proposta, che varrebbe a rinvigorire le artiglierie pesanti e potenti che ora si vog~iono . agg1·egare :1i corpi d'armata, se quelle cnmpali ootessero disporre dt una mobilità eccezionale. Tale è il nuovo volume del signor Moch, che rivela ancora una volta la singolare competenza dell'autore in materia. E. B.

b) Bollettino bibliografico 1. Somma r io de ll e riviste mi l itari i tali a ne. Gio·rnale med·ico clel Regio esercito e della Regùt marina. Giugno. Sopra un caso di sutura del nervo mediano nE'lla ~ossa cubitale, seguito immediatamente dal ritorno co111pleto della sua fu nzwne- G. Rondone. Sopra un caso d'inversione dei visceri. -- G. Rargellini. . Sull'slterazione delle soluzioni di sublimato corrostvo -G. Robert1. R iv i ~ta medica, chirurgica, oculisticn. Rivista d'ariÌ!Jlieria e del genio. . . Sguardo generale all'artiglieria moderna di. Ga~tone Moch - Vtglew . Di una correzione nel tirc a shrapnd - Ztrom. Sul modo di compensare le triangolazioni - Loperndo. Nota sull'istruzione dei tiro dell'artiglieria d:~ campagna- Manzoli. Giunto a snodo per alberi di rotazione - Mazza. Miscellanea - notizie - bibliog rafi e. Rit•ista marittima. Luglio. La potenza marittima inglese duran te la rivoluzione francese e l'impero. Attacco torpedinicro di giorno. Apparecchi per determinare la re..;istenza delle carene. (Teoria di F. Caws sul moto 'dci galleggianti). La situazione militare mediterranea. Le imprese navnli di Cervante3. Informazioni, notizie, note sull'uragimO del iO mano l 89o. Rivista di fanletia. Giugno. Intorno alla ferma; Studi sulla auerra in Africa. (Le mitragliatrici) . Note ed app;nti - Varietà - Rassegna della stampa.


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NOTI ZIE BIBLIOGRAFICHE

NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE

2. Reclutamento ed ordinamento. La cavalleria a.ustro-un,qherese. 01'd,inamento, istruzione e l'imonte. Pe1· C. De .Mal'gherita tenente nel reggimento cav~lle,mieri di Vicenza. (Revue de c~vale~·ie, ?iu?no 4895). Questo periodico fran:se premette allo scritto del! u~lìciale.I tahon.o le segue~ti parole: c Abbiamo la fo1·tuna di presentare a1 nostrt letlOn uno studio sulla cavalleria austri:ICa, scritto da un ufficiale di c~valleria italiana che ci ha domand<J to ospitalità in nome della grande Jratellanzn militare, superiore ai pl'egiudizi e agli incidenti che altei·imo f1·equentemente i rapporti fra popoli meglio fatti per intender,:i. » - Le staffette di fanteria in Germania. (Revue militaire de t'étranger, giugno 1895). - Ordinamento dei convogl-i da montagna in Italùt (Revue militaire de l'étranger, giugno 1895). - Ripartizione e dislocazione delt'eset·cito, della marina e della landwer austriaca 1111l mu.qgio 1895- Vienna, Seidel. - Le forze della China. Putjata, colonnello russo. Traduzione in tedesco - Viennn, !895, Braumiiller. . -:- ~ ~o~ltt{fìziali nell'ese,·cito tede;co. Numero, ripartizione, paghe, serVIZI, dmtt1 ecc. (EEho de l' armée del 20 e del 30 giugno 1895). - l capitan·i dei qtwdl'i complementari 'in Pm ncùt. {Pt·cqrès militaire 26 giugno 189t.i). · ' - f vantag,ryi della carriera dei sottu(ficiali (in Germania.). Kiesling. Berlino, 1895, Liebe!. · Le ·risel've negli eserciti mode1·ni. Berlìno,l895, Felix. fJ_tilità della tniliz.ia di cavalleria indigena spedalmcnte ilt Sicilia. Sebabastwno Salleo, u:uciale di cavalleria di milizia . 1895. Rivolgersi alla tipografia Voghera m Roma. L' autore dimostra come una cav(J.Ileria di milizia reclutata sul propl'io territorio (nelle provincie che possono fornirne . l'elemento) t·iesca utilissima sotto molti l'apporti .

3. Arte militare. .- Lct condo~ta di un seguit~ di marcie. Conclusione. Studio applicatorio dei regolamenti. (StreHleur's Zeitsch?'ìft, luglio 1895). - Lezioni d' m·t~qlieria secondo il programma della scuoln militare di artigliel'ia e del genio di Versailles. Girardon, capitar.o. Nancy, 1895, Berger-Levr·a ult.

)

- Le manone di fo r·tezza. Mazereau e Noel capitani. Con incisioni e fotografje. Nancy, ·1895, Berger- Levrault. - Tlnuovo 1·egolamento del servizio di campagna in Prancia. (;t venir militaire, 3 luglio 1895). - Mutazioni nel ?'egolamento (tedesco ) di tiro pe1· la fant.eria. (Jfilitiit·WocheJ,blatt, N. 60, 1895). -La tattica della {ante1·ia. Noel Desmayson. (Spectat.eur militaire, luglio i895). -Scuola dell'esploratore. Istruzione pratic.t sul sct·vizio delle truppe in campagna, dedotta dal regolamento (francese) del ~5 aprile i894 sugli esercizi e manovre della fanteria. · - Particolat·i dcll'istruz·ione della fanteria nel combattimento in caccintol'i o per l'apprezzamento delle distanze. Commento al regola mento di esercizi tedesco. Berl ino, {895, Liebe!. - lstruzione del 18 febbraio 1895 sulle manovre (i n Francia). Parigi, i89ò, Baudoin . .....:.. Principii strategici e [o,.o applicazio11e nella campagna del 1866 in ltr;,lia. Vie;ma, :1895, Seidel. - Studi sul servizio d·i campagna. (Militar- W ochenblat.t, N: 59, :1895). - Istr'!~zùme e condotta della cavalletia. Generale Pelet Norbonne. Traduzione dal tedesco. Continuazione. (Revue de cavalerie, gi ugno ·1895). - Fo1·mazioni di combattimento, di marcia e di mccolta delle tre «T'mi in Germania. (Revtte de caoalerie, giugno ·1895).

4. Storia generale e militare. - Suwm·ow su-~la. Trebbia nel 1799. Esteso cenno dell'opera con questo titolo pubblicata in russo dal colonnello russo Orlow. ( Streflleu,·' s Zeit- _ schri{t, luglio 1895). - ll passaggio dei Balcani del genemle Gur·ko nel dicembre 1877. (Reuue du cercle rnilitaire, 8 luglio 1895) . - La guerrn di Cuba. Conti nuazione. Imenes Castellano.;;, generale. (Revista. tecnico. de infanteria y caballeria, i 0 giugno 1895). - Sguardo alt~ sviluppo dell'artiglieria da campo in Baviera nel corso di questo secolo e specialrnente all'istruzione nel tiro. Speck, maggiore generale. (Jarhbù.che1· {i11· die deutsche . J t•mee und Ma1·ine, luglio :1.895). - - Gusta·vo Adolfo come guerriero. (Jahrbùchcr fur ~ie dcutsche Armee und Ma·l'ine, luglio 1895). - Un' escursione di usseri nella campa_qnn det 180i. (Jahrbucher fur die deutsche A1·mee und Ma rine, luglio 1895).


NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE 1326 - Sulle operazioni di Thielmann nella campa9na del ·1813. ScheibE>rt, maggiore. Dai documenti dell'archivio di stato maggiore in Prussia. Ber· lino, 1.895, tipografia Seidr.L - Ji'ondamenii delle~ nuova storia. Dai18H5 all890. Professore Stacke. Nuova edizione riveduta e corretta. Berlino, Stalling, 1895. - .La _guerra del18i0-7l in 1·apporto alle retrovie· dell'eserc1to tedesco e al servizio di lltppa. Cardinal v. Widdern. Vol. III. La seconda e la tel'Za armata sul la Loira. Berlino, ·1895, Eisenchmidt. -:- Dispacci dal teatro della guerra del 1870-il. Raccolta d'interessanti dispacci d'ogni specie riferentisi alla delt:l guerra. Berlino, 1895, Abel. - La gnerm chiuo-gÌa7J]JOilese e le {ol'ze delle potenze eu·ropee nell'Asia m·-ientalt:. Conferenza tenuta al circolo militare di Vienna dal capitano Liposcack. (Organ der militi.ir· Wissenschaftlichen Vereine, 7° fascicolo, 1895).

5. Geografia, Viaggi,

l

LA GUERRA CHINO-GIAPPONESE SOMMARIO DEGLI AVVENIMENTI MILI1-:ARI DELLA GUERRA CINO-GIAPPONESE 1894-95

Coloni~.

Palestina e Siria. Note di viaggio Ji Meye1·s. Lipsia, 1895. - Dall' Uganda all'Oceano ·indiano. (Esplorazione commerciale, luglio 1895). - J popoli del Sudan egiziano. E~trntto di una conferenza tenuta alla Società geogralìca del Cairo da Slatin pasr.ià. (Esplorazione commerciale, luglio ·l895) . - Tcli?ni dell' A(rica. Loro rapporti coi prodotti .e colla colonizzazione. (Esplorazione convmerciale, luglio 1895}. - Ricerche fìsiche in alcuni laghi del Piemonte- Formazione di un nuovo lago nella provincia di Roma - Studi geologici s1~ 1la Siberia Frontiere russo-inglesi nel Pamil'- .La colonizzazione francese nell'indocina - L'isola di Formoso - Progetto di esplorm~ione in Groenlandia Il paese degl i Jounde nel Camerun tedesco. (Bollettino delle~ Società geografica 'Ìialiana, fascicolo \'1, 1895). - Le colon·ie della Germa.nia. Amministrazione, sviluppo, risorse. Capitano Schmidt, già comandante di spedizione in Africa. Berlino, ·1895, Schall e Grund. Per la Direzione Looovrco CrsoTTI tcucurc cttlonnello M. 1·. :t ., inrorù·.fltO

DEMARCHI CARLO,

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gerente.

Continuazione e {in e -

Vedi dispensu Xl V

La flotta giapponese nella rada di Por·to .tir'tw·o. - N on .appena la flotta giapponese prese stabile possesso della baja .di Talienwan, ·il 7 novembre, spiccò frequenti crociere nelle acque del golfo di Wei-hai-wei, per riconoscervi la squadra .avversaria. L'Ioshino, venne a conoscenza che s'era colà rifugiata l'intera flotta cinese, battuta il 17 settembre nelle acque di Jalu - l'ammiraglio Ito stabili d'attaccarla; per impedire che veleggiasse in soccorso di Porto Arturo. L' Ioshino, aveva riconosciuto nel porto di \V ei-hai-w~i· Je navi Chen-yuen, Ting-yùen, Ching-yuen, Tsi-yuen, Ping· ,yuen, llwang-ping, Kwàng-tsi, e quattro cannoniere. La mattina del 16 novembre, 12 navi della squadra principale, la l" e la 2• squadra volante, salparono dalla baja di ·~alienwan. Fecero delle dimostrazioni nella rada di W ei1 hai-wei, per indurre la Botta nemica ad uscire nelle acque -del mar libero. Questa non mosse, nè la flotta giapponese s'avvicinò d'altronde a portata di cannone sotto i forti nemici - il 19, Jlammiraglio It? fece ritorno a Talienwan. 84-

ANNO XL.


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SO!tUIARIO DEGLI AVVEN IMENTI MILITA!tl

Nèlla notte del 20 al 21, le navi giapponesi salparono nuovamente, dirette a Porte) Arturo. La flotta- doveva cooperare il 21 con le truppe della n· armata nell'attacco della piazza, da parte di mare. - Contava. 18 navi, e buon numero di torpediniere - l'avviso Yayeyama ricevette ordine di riconoscer~ i paraggi di Wei-hai-wei, ed avvisare in tempo la flotta dei movimenti della squadra. nemica; 6 navi della squadra volante rimasero a guardia del porto di Talienwan, per assistere il presidio di Kinchow. Alle 6 ant. le navi giapponesi giunsero in vista di Porto Arturo - l'Akagi, il Chokai, l'Oshima e la Maya, aprirono subito il fuoco contro i forti a mare. Barattarono con essi qualche camwnata; anche i forti più alti risposero al fuoco. Era il combattimento che si diseo-nava da parte di terra, per opera della l" divisione, Jamaj i .. o Giunse in quella l'avviso Yayeyama, annunziando che. il nemico non muoveva da \Vei-hai-wei. L a squadra: forzò allora l'ingresso del porto, il Chiyoda ancor ò a guardia della baja di Pigeon, in vedetta, da par te di mare. Vide confuse masse d(truppe cinesi, percorrere. la spiaggia ad ovest della. baja; le s'avvicinò a buon tiro di cannone, inviò loro due granate da. 24 centimetri, che da sole bastarono a m~tterle a sbaraglio. Quelle truppe, nel ritirarsi sulle colline, incap· paro no nella brigata N ogi, che le attaccò, come si disse, intorno a Fongheatun. Alle 5,30, il Yayeyama segnalò alla flotta la resa dei forti. orientali della piazza. ;La squadra avanzò r isoluta nel porto,. contro i forti a mare e li bombardò - due torpediniere cinesi mossero contro il Kongo ed il Takao - sette torpe-· diniere ooia.pponesi le furono addosso, ne mandarono a piccouna e catturarono un'altra. A sera, tutti i forti cinesi della. piazza s'erano arresi, sifl. dal fronte verso terra, come da. quello verso mare. Le navi della 4" squadra volante, l' Yayeyama e la flott iglia delle torpediniere, rimasero a guardia del porto ; il rimanente della ~quadra incrociò nelle acque dello strettodi Pe-ci-li; a sera del 22 fece ritorno a T alienwan.

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I giapponesi, nella giornata del 21, perdettero 270 uomini, fra cui 2 ufD.ciali morti e 7 feriti; i cinesi ebbero 2000 morti o feriti, ed altrettanti prigionieri. Il presidio cinese dì Porto ~>\.rturo contava 14,000 uomini.

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I contrattacchi cinesi a l(ìnchow. - Sulla costa di Gaiping, ad oriente di Fu-tschu, er!l-SÌ in questo tempo diffusa la notizia dello sbarco della Il" a.rmata giapponese, a mezzodì della penisola di Ljao-Tong. · L a resa di K inchow e di Talienwan, le incursioni della. cavalleria nemica contro Fu-tschu, destavano rumore a. Gaiping, presso il quartier principale del generale Sung. Questi desiderava muovere alla riscossa, e porgere aiuto al presidio d i Porto Arturo; perciò avviò a quella volta un forte distaccamento di 5000 uomini circa. Per la costa di ' Jung-ning- tsiang a Fu-tschu, quel corpo, a brevi giornate, ' marciò" verso Kinchow. Nella fortezza erano rimasti due battaglioni giapponesi, ed un riparto di cavalleria, !asciativi a guardia dall'armata partita alla volta. di Porto Arturo (1). Li comandava il colonnello Kono. Questj scaglionò le sue truppe in · largo .cerchio, per osservar le adiacenze di Kinchow; spedì ricognizioni verso Petsewo e Fut- schu. Il 18 novembre, mezza compagnia di fanteria si spinse a Poolanten, e seppe colà che il nemico era in marcia da Chin-heapu. Si divise allora in cinque pattuglie; tre di queste scontrarono un reggimento nemico a L ungkow, nè più fecero ritorno; le altre due riuscir on o a sfuggire e dar avviso al presidio di Kinchow dell'appressarsi del nemico. :gra il 19 mattina. Passarono due giorni senza molestie, quando il 21 i cinesi apparvero sulla strada di Fu-tschu: disegnavano un attacco avvolgente, traendo partito delle colline che cir-

(l)'Erano il 1• ed il 2o battaglione della l" brigata. Cil·ca 1000 uomini i\l tutto.


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SOMMARIO DEGLI AVVENIMENTI MILITARI

condano la fortezza, da settentrione. Il colonnello· Kono, mise in armi quanta più gente poteva, risoluto di difendere il posto fino all'estremo. V'erano molti cannoni nella piazza, di quelli conquistati il 6; mancavano però i serventi; in· buon punto giunsero i marinai sbarcati da •ralienwan. Il combattimento s' impegnò in un vasto arco di cerchio, intorno alla fortezza; i cinesi non accennavano ad 'a2lione risolutiva, ma avanzavano a masse confuse e prive di direzione definita. La presa di P orto Arturo, annunziata per telegrafo a Kinchow, alle 15, suscitò immenso entusiasmo fra le truppe del colonnello Kono. In piccole colonne di compagnia, arditamente, contrattaccarono i cinesi e lì misero a sbaraglio. I giapponesi ebbero 9 morti e 48 feriti; i cinesi perdettero 503 uomini. Il colonnello Kono, inseguì il nemico verso Poolanten e fece 1000 prigionieri; il' 23, venne rinforzato da un battaglione della. brigata Nogi, inviato il 21 da Porto Arturo, non appena si seppe del con trattacco cinese a Kinchow. Il 24 vi giuns~ il generale Nogi, ed assunse la direzione della difesa della piazza. . Il timido tentativo cinese di soccorrere la guarnigione di Porlòo .Arturo era falli:to; ebbe se non altro il vantaggio di riannodarne gli avanzi. A J!.,u-tschu, si raccolsero 3000 fanti e circa 500 cavalieri cinesi, che rinforzarono il corpo di Sung a Gaiping. Il 1o dicembre, il generale Oyama lascio Porto Arturo, e si recò a Kinchow. La rr armata lo segui a piccole marce, e prese i suoi quartieri nei contorni della fortezza. Porto Arturo restò affidato alla flotta e presidiato da un distaccamento di fanteria. n generale Oyama, aveva deliberato di fissare a Kinchow la sua base, per le successive operazioni della armata nella pe· nisola di Ljao-Tong.

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Le prime tr·attaiive di pace. - Frattanto, le successive vittorie giappo~esi avevano impressionato a tal modo il go-

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verno di Pekino, da persuaderlo a trattative dipace. Lunga e difficile, asserivano gli stranieri dover essere l'opera di rioro-anamento dell'esercito cinese, cui dava mano attiva il tet:> desco Hanneken. La Cina, officiava frattanto un intervento europeo - mostrava d'accoglierlo di mal occhio . il Giappòne. Le basi per una pace eventuale potevano essere le seguenti: Rinuncia d'ogni ingerenza cinese negli affari interni della Corea; pagamento di una .indennità di guerra; occupazione militare giapponese dei forti di Wi-sju, fino al completo pagamento dell'indennità; occupazione di Porto Arturo e di Wei·hai-wei, fino a che la Corea non s'abbia organizzato un buon corpo di milizie atte a guarentirne l'indipendenza. Principiarono le trattative ai primi di novembre, a Hiroshima, poscia seguitarono a Tokio. Le Ct-..mere si convocarono il 25 dicembre, per ordine imperiale; il Mikado, trattenuto a Hiroshima per presenziare il concentramento delle trupp.e della rn· armata, delegò l'ammiraglio Ito a leggere ad esse il discorso della Corona. Vibrò in quello una nota ma1·ziale d'energia e ~i risolutezza; a che l'impero del Sole levante, ritraesse dall' intrapresa guerra tutt i quei frutti che meritamente gli spettavano, per i sacrifizi durati e per le vittorie ottenute. I delegati giapponesi, insistette::o nei seguenti capì di pace: Indipendenza della Corea, sotto l'alta sovranità del Giappone; cessione di talune isole; smantellamento dei forti di Ta-ku, Porto Arturo e \Vei-hai·wei; demolizione d' ogni opera di difesa sul confine cino-coreano; diritto pel Giappone di stabilire il numero ed il tipo delle navi da guerra cinesi. E le trattative si trascinarono infruttuose, malgrado l'in· tervento degli Stati-Uniti d'America, per tutto gennaio. L e operazioni della guerra non ne ricevevano frattanto alcun pregiudizio; anzi, le clue potenM raddoppiavano d'attività nei preparativi d'offesa e difesa, per ritrarne vantaggio c~eciso alla conclusione eventuale della pace.


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SO :UlfARIO DEGLI AV\'E N IIIENTI MI LITA RI

DELLA GUERRA c:I NO·GlA PPON BSE

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Ma difficoltà locali s'opponevano grandemente all'ardit o disecrno - aspro r occioso, privo di risorse è lo spartiacque f ra l~ fiumi J alu 'e LJ. ao ; difficile per esso il transito. del carregg io e delle artiglierie, penoso il ~·iforni~ento, r~g1 . a la stagione inver nale. Gran n umero d1 malatt assottlghavano le file della P a rmata, colti da assider amento, e_ da stenti. A. metà dicembre, le due ar mate avev~no lasc~ato ·circa 20,000 uomini all'indietro, per malatt.ie, lungo le lmee

· III.

·a

Conseguenze della resa di Po1·to Ar·tu1·o. L<! ope1'azioni n ellr:" .!.lfanc~u_?·ia. - La caduta di Porto Arturo, segnò una

pagma deciSIVa nel corso della guerra. I cine~i pe:d~ttero una delle più valide piazze dell'imper o, la gu~rdta VIgtle del golfo di Pe·0i-Ii e lo scudo di Pekino. La penisola d i Lja o-1' ong, detta in Cina la « Spada del R eggente», era divenuta, di fatto, una lama drizzata al cuore della monarchia. · L a resa di Porto Arturo, suscitò immenso entusiasmo in G iappone. L 'Imperatore, diresse all'esercito ed a.lla flotta il seguente ordine del g iorno : « Porto Arturo, che la Cina riputava baluardo del suo « impero, è caduto nelle vostre mani, dopo un so.lo as« salto. N oi apprezziamo i vostri ser vig i, e vi raccoman< diamo d'a:er c~ra della vostra salute, affinchè siate pr onti « nella contmuazwne dell'opera . vostra, perchè il fr eddo au_<< m enta e la fine delta guerra è ancora lontana ». Oramai Pek'ino e Mukden , doveano essere o·li obbiettivi dell'esercito giapponese. o . La situazione sulle A:-lpi di Manciuria, rimase invariata nel!~. seconda metà di novembre - la 5" d ivision e, stava con 1~ g ro.sso delle su~ truppe sui monti di Fen-huang-scheng, la 10 bngata fu spiccata avanti, allo scopo d'impedire la ra~unata . de~l e .tru~pe cinesi, che tentava il generale Njeh, ne1. press1 d1 LJaO-.Jang-ts.chou. L a 3;• divisione, in osservazwne del corpo cinese di Ma, stava su i monti d i Sui-jang. n generale, ~ozu, comandante in capo della p armatl')., att~ndev~ l e~1to de~le operazioni di P orto Artur o. Proponevasi posCia .d1 :agglllng~re la regione del fiume Ljao, per proteggere 1l fianco ed Il tergo della II· armata. Entrambe le di visioni sopra nomina te, dovevano riunirsi ad Hai tschencr per marciare di conserva, e possibil mente d'accordo con l'a~~ mata d'Oyama contro N u-tschuang, primario por to 'del basso fiume Ljao.

1894-95

t,

di t appa. della Corea. . . . . . La cMralleria manciurese molestava 1 quart1en g1appones1. Le truppe regionali cinesi. mostravano p~r contro ~i sop~ portar mirttbilmente l'inclem~nza del.la st~gwne ~ le d1ffi~olta del paese - una difensiva 01·dmata, d1 que1 luogh1, per qua~to compiuta da scarse truppe, avrebbe arrestat o un eserctto. A.i primi di dicembre, i giapponesi contavano sul te~tro d 'operazione non meno d~ 90,000 uom~ni . L~ l" an~ata n~ avea 27,000, la n· circa 25,000, sulle lmee cll tappa _28,~00~ i rimanenti nei presìdi e distaccamenti, sulle comumcazwm delle due armate. La I II• armata era pronta a salpar.e da. Hiroshima - fu chiamata, inoltre alle armi, in anticipazwne, · la leva per l'anno 1895. I cinesi, dopo g li sfortunati combattimenti d i Fen·h~a.ng: tcheng, di Scho- li-djang e di J u~j ang-ting, s:er~no n~ott1 -sul versante occidentale dei. mont1 della Mancmna -- l generali Sung, Tao, Ma e Nj eh, sembrit.vano 'lisp~sti a f~r resistenza;· perciò rinforzavano i presidi di Gai-_rmg, . H alt scheng e Ljao-jang- tsch u -- potevano essere m tutto, a difesa d i questa linea, 40,000 uomini circa. Ma non avevano unità di comando e collegamenti, per quella loro fr9nte ~tesa e frastagliata pei monti. Circa 25,000, con Sung, erano raccolt i fra Hai- r,scheng e Nu- tschuang. P otevano esser serrati a cerchio da una marcia converg ente delle d ue armate, verso il Lj ao, e separati da Mukden. - infatti, il 12 dicembre, l'avanguardia della. rr armata {l brigata Nog i) lasciò F n-tschu diretta verso ~a~-~ing . Il 18 dicembre, l'avanguardia della colonna d1 s1mstra, {Osaka, .5• brigata della 3• divisione) dopo breve scontro

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SOMMAIUO DEGLI AVVENlllENTI MI-LITARI

DRLT.A GUERRA CINO-GIAPI"'NESE

di cavalleria, attaccò il posto d'Hai-tscheng, difeso da 6000 uomini del generale Ma. Il generale Katzura, rinforzò l'~vanguardia con il 0o-rosso. Le difese cinesi s'a.rresero a sera. Il giorno seguente, (19) la divisione continuò l'inseguimento. L'avanguardia del generale Osaka, (3 battaglioni, l squadrone, 3 batterie) s'incontr ò coi cinesi a 15 chilometri ad occidente di Hai- tscheng, presso il villaggio di Kung-W assi. . V'era il corpo del generale Sung, venuto da Nu-tschuang, m soccorso d1 quello di Ma - · potevano essere 12,000 uommt, 1n buone posizioni difensive ed appoo-o-iate a naturali l:>b ostacoli. I cinesi avevano seco 3 batterie ed alcuni pezzi a tiro rapido. I giapponesi, impegnarono subito un vivace combattimento- il generale Osaka, co~dusse per tre volte le sue colonne all'assalto - i cinesi resistevano, animati dalla presenza del generale Sung. Si schierò il grosso della divisione Katzura, preceduta da fitto fuoco dell'artio-lieria b oo-iapponese - al quarto attacco, caddero le difese di Kung-Wassi. I cinesi si ritirarono verso Kao-Kan, a 30 chilometri ad oriente del porf'o di Intsi (l). In questa giornata, i giapponesi ebbero 14 ufficiali e 420 uomini morti o feriti, i cinesi 1000la di v_isione K~tzura occu,pò fortemente il villaggio di KungWassi, una br1gata fece ritorno ad Ha.i- tscheng. Il generale S~ng: r iannodò le sue truppe sulla linea Gai ping-Ka{)-hang~Jao·J ~n-_tschu, sull_a :;inistra del Ljao·ho - in Gai-ping, si nformo 1l corpo d1 Ma, battuto ad Hai- tscheng (4000 uomini). A Intsi e Kao-hang, rimase il generale Sung, con il' grosso (20,000 uomini), a Ljao-jan-tschu, restò a guardia dei passi della montagna il generale Njeh (10,000 uomini). Fu questo bel principio di difesa attiva e manovrata do. Sung; concetto di difesa centrale, per 'opevuta all'energ10o rare sul congiungimento delle due masse nemiche; un lampo d·i genio che onora il generale cinese.

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In questo tempo, la colonna di destra giapponese (5• divisione, Tatsumi), non mosse dalle sue guardie al Passo di :Mothian, poichè una marcia ulteriore, a settentrione del _ valico, avrebbe aumentato il disper dimento delle forze della r armata e le difficoltà del rifornimento. Il generale Nozu, attendeva da quella parte l'esito della. marcia della colonna di sinistra, ed i progressi della n· armata; pronto a piombar da quelle altezze sulla linea di ritirata cinese, verso Mukden Così si chiuse l'anno 1894. Sul fianco destro della linea cinese, già ingrossava la testa della n• armata, che minacciava di cagliarla da Intsi 1'11 gennaio, la l " divisione (Nogi) giunse nelle vicinanze di Gai-ping - i giapponesi avevano disegnato un cerchio immenso, che serrava i cinesi da Gai -ping al .Passo di Mothian. L'incontrò a Gai-ping il generale No:r,u. In questa città, i due comandanti giapponesi s'accordarono per una marcia presta e concorde. Crescevano le difficoltà del clima e del rifor:J.imento, poteano crescere in questo mezzo le truppe nemiche e l'ardi- . mento del generale Sung - i ci'!lesi occupavano una posizione, ritratta fra Nu-tschuang ed Intsi - - concentravano intanto nuove forze su quella zona. abbastanza ristretta, a , guardia del corso inferiore del Ljao. Il 17 gennaio, circa 20,000 cinesi raccolti ne' quartieri di Nu-tschuang, senza attender rinforzi, passarono ad ardita. controffensiva, guidati dai generali Chaug e 'rivi, due energici e bravi luogotenenti di Su n'g. Attaccarono le fon~e giapponesi che avevano a fronte ad ·Hai-tscheng - la 3• divisione fu sorpresa, poi prontamente riprese animo, trasse profitto dalla superiorità delle armi, dalla disciplina del fuoco, dall'esempio dei capi, e passò dalla difensiva al contrattacco del destro fianco nemico. I cinesi piegarono in rotta verso Nu-tschuang. ' I giapponesi ebbero l morto e 40 feriti, s'impadronirono d15 cannoni, di molte armi ed oggetti d'equipaggiamentoi cinesi perdettero 1000 uomini circa.

(l) Intsi, alle foci del Ljao-ho, è il }>orto di Nu-tschuang.

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SOi\BBRIO DEGI.l .A VVEN !MENT I MILITARI

Una settimana dopo, nuovamente attaccarono. Il24, in numero di 10,000, i cinesi, all'alba, assalirono i nemici intorno ad Hai- tscheng - il fr eddo era intenso, cir ca 20 centigradi sotto zero. Il generale Katzura, avea disposto a rinforzo degli avamposti buon nucleo d'artig lieria - questa aprì fitto fuoco che arrestò alquanto i nemici. Nondimeno, il combattimento . si prolungò fino alle 14 - dopo 8 ore di fnoco, i cinesi furono respinti. lasciando 100 morti sulla neve. I giapponesi non ebbero nessun morto, ma 28 feriti. L e ardite controffensive cinesi, avevano arrestata la marcia del nemico - sulle vette delle Alpi di Manciur ia, la l" armata era immobilizzata dalle nevi, dagli stenti, dalle difficoltà del rifornimento. Nuovi scontri si ripeterono il 30 gennaio ed il 16 febbraio. Quest'ultimo, più ardito che tutti, da parte dei cinesi, fu condotto dal generale Hsu - talune notizie ftffermano che i oin(~si perdessero in quella giornata 2000 uomini, e 550 i giapponesi. Era adunque necessaria una forte diversione delle armi giapponesi in altra parte del teatro d'operazione. L o sviluppo della guerra asiatica ha questo di particolare; che le sue fasi ' procedono l'una dall'altra CQn logico processo, di guisa che l'una sussidia l'altra, allorchè s'arresta contro difficoltà che non. sono altrimenti superabili. La marcia della l" armata, dal J alù alla cresta delle Alpi di Manciuria, fu agevolata dalla ,diversione della Il" armata nella penisola di Lj ao-Tong; il congiungimento di queste e la loro marcia attraverso la linea di: resi~tenza del Ljao, troverà spinta nelle operazioni della III" armata nella penisola di Shantong. IV.

La III a~·mata a Wei- hai-wei. --- Sull.a costa a setten- · trionale della penisola di Santhong, a guardia dello stretto di Pe-ci-li, s'apre la baja di "\Vei-hai-wei, ottimÒ ancoraggio riparato a nord da un p romontorio, ad oriente da un iso-

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lotto (L en-Kung-Tang), che lascia aperti due ingressi di varia ampiezza verso la città. Questa è circondata tutto intorno da colline, guardate da numerosi for ti -- un cordone di torpedini, completa le difese dE-.lla piazza. Il pr esid io poteva salire, in gennaio, a · circa 12,000 uomini. reclute nella massima parte, al comando del generale ;rai. N ella rada ancoravano gli avanzi della :A.otta cin~se sconfitta a J alù, il 17 settembre, composta delle seguenti navi: Corazzate. - Cheng - Y:tten, Ting· Yuen. - Incrociatori. -

Lai- Yuen, Ping-Yuen, 1\.loang-Ting, Wei· Yuett, Tsi- Yuen, Fu· Tsching - 11 torpediniere e 6 cannoniere. Malgrado le replicate sfide della flotta giapponese, la. cinese mai s'era indotta ad accettar combattimento. Frattanto, la JII" a;·mata g iapponese apprestavasi a lasciar H iroshima (10-15. gennaio). V'era la 4" e la 6" divisione di fanteria, circa 22,000 uomini - le convogliavano 35 trasporti, sotto la scorta di 15 navi dit guerra. Le truppe partirono, successivamente, a scaglioni, da Hir oshi ma, e si raccolsero nel porto di T alienwan; i vi s'aggiunse una brigata della ur armata (2" Nishi), mentre il grOSSt) di questa operava contt:o Gaiping, agli ordini del generalo Nogi. La flotta, comandata dall'ammiraglio Ito, incrociava nel golfo e lungo la costa della penisola di Santhong, in traccia di un sito da sbarco. Lo ritrovò a mezzodì di Wei-hai-wei, nella rada di ~ung ·tscheng. Quivi cominciò l'approdo della III" armata, il 21 mattina, alla distanza di 55 chilometri da "\Vei-hai-wei, di 180 da 'ralienwan, e pit\ di 400 in linea d'aria dalla regione del Lja.o. Un distaccamento di fanteria marina, già a sera del 20, aveva vinte le resistenze di un piccolo battaglione cinese ch' era a guardia del porto. Lo sbar co, procedette allora spedito e senza molestie. e si ooiQpì nello stesso giorn0 21. Il generale Oyama, comandante in capo della II" armata, assunse la direzione delle operazioni nella penisola di Sa.nthong, col grado di maresciallo. , Frattanto, la brigata Nishi della n• armata, sbarcava nella baja di Nin-hai-tschu, a 50 chilometri circa ad occi-


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SOMMARIO DEGLI AVVENIMENTI MILITARI•

dente di Wei-hai-wei - doveva di là precludere il passo ai rinforzi chfl procedessero dalla strada .di Tschi-Fu e Taku, e concorrere con la 4• e 6• divisione all'investimento di Weihai-wei, da occidente, con marce convergenti. Una distanza quasi eguale, separava infatti i due cor pi giapponesi dal loro obbiettivo. Il 22 a sera, comparvero le prime punte d'avanguardia giapponese sulle colline attorno Tscheng- Feng - seguivano a piccole giornate la 4" e 6• divisione, con un parco d'assedio - altrettanto accadeva alla colonna N:ishi, ad occidente della piazza. La città di Hiejio, venne occupata, senza trar colpo. La flotta giapponese, il 20 e 21, avea minutamente riconosciuto il porto di \Vei-hai-wei, e barattato qualche colpo di cannone con i forti a mare. Il ~8, la linea d'investimento si completò intorno della città - il 29, le truppe giapponesi s'aff'orzarono sulle colline che- la circondano. Il giorno dopo, la 6" divisione, coadiuvata dal fuoco degli incrociatori Naniwa - Akitush·i ma e f{ats·uro, si slanciò all'assalto di tre forti che comandano da terra l'ingresso orientale della rada. Li conquistò, e guernì le colline di Ouschiento. Il parco d'a<;sedio s'aggiunse al fuoco da quella parte. F rattanto, la 4" divisione, spintasi innanzi, s'impadroniva di altri tre forti che 'dominano l'ingresso occidentale. I cinesi, da entrambe le parti, fuggirono a sbaraglio in direzione di sud. Un forte vento da. tramontana ed un freddo intenso, (- 26°) costrinse il giorno seguente la flotta giapponese a lasciar la ba.ja di Wei-hai-wei, per rifugiarsi a Seng-Tscheng. Lasciò solo qualche naviglio a guardia del. porto. La flotta cinese stava sempre all'ancora, protetta dall'isola di Liu-Kung-tan. Il 2 febbraio, ritornò l'ammiraglia Ito, bombardò l'isola, i forti e la flotta nemica, che rispose. Il generale Oyama, ordinò allora alla 4" divisione ed alla brigata Nishi di avanzar e alquanto contro le difese settentrionali della città; la 6• divisione doveva iniziare l'attacco, dalla sua parte, all'alba del mattino successivo. Il 3 febbraio; s'aprì il fuoco

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dall'intiera fronte d'investimento giapponese - rispondevano i forti dell'isola neìla rada, e le corazzate cinesi che vi si

erano addossate. Anche l'isolotto di Ya- tan, guarnito d'una batteria, all'ingresso orientale del porto, rispondeva con energia al fuoco della flotta.. . Verso sera, dietro accenno d'attacco generale da parte de1 giapponesi, la città di Wei-hai-we~ s'arrese se~za trar colpo. I cinesi l'avevano abbandonata smo dal mattmo - buona pa1:te del presidio riuscì a raccogliersi a T schi-Fu. I g~ap­ ponesi, s'impadronirono di tutte le op.ere permanent1 ~d occasiona.li che erano lungo la costa. R1manevano tuttavia in mano dei cinesi le due isole all'ingr~sso del por~o e la flotta che si difendevano con molto coraggio ed energia dall';zione simultanea delle opere conquistate e della flotta giapponese. Fra le navi che presero parte alla lotta con maggior calore1 si debbono- menzionare le corazzate ChengYuen e Ting- Yuen; quelle stésse che avevano presa bella parte, sulla fine della battaglia dell7 s~ttembre, nelle acque di Jalu. Queste offendevano senza posa, traendo profitto delle insenature dell'isola di L en-Kung-'fan. Il 4 seguitò il bombardamento, i forti di terra bersagliavano la flotta cinese, le navi dell'ammiraglio I to colpivano le difese dell'isola di L en·Kung-Tan. In quella notte, men tr e la 1• flottiglia di torpediniere giappflnesi era. a guardia dell'ingresso Ove:>t, la 2' e la,.3', (15 torpediniere) appena scomparsa la luna, forzaron~ lmgresso orientale per un passaggio praticato traverso gh s~a~­ ramenti. La corazzata Ting- Yuen, colpita da due torpedm1, colò a fondo, la Cheng· Yuen fu molto danneggiata. Parecchie torpediniere giapponesi colarono a fondo, o furono danneggiate. Il 5, l'azione non cessa. Il cannoneggiamento da parte cinese accennò a scemare d'intensità. Nella notte dal5 al 6, le torpediniere rinnovarono le imprese. Mentre la 2' e la 3~ squadriglia stavano a guardia dell'ingresso ovest, la l a sup~ro l'ingresso ad est, e lanciò torpedini contro la flotta nem10a


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SOMMAR IO DEGLI AVV ENn!ENTI mLITARI

ammassata. Va a picco la Cheng- Yuen, l'incrociatore vVeiYuen, ed una cannòniera. I giapponesi non ebbero nessuna perdita. Il 6, seguita la lotta a colpi di cann one; le torpediniere cinesi, serrate nella baja, tentano una sor tita per l'ingresso occidentale. Alcune vanno a picco, urtando n egli sbarraggi, poche riescono a forzare l'ingresso, e sono inseguite e catturate dalle squadre volanti giapponesi. D.odici torpedini~re cinesi furono cosi distrutte. Tra il 7 ed il 12, i giapponesi dieder o mano ad armare i for ti conquistati con grosse ar tiglier ie, e continuarono il bom· bardamento, unitamente alla flotta. L' 11, il fuoco della difesa si manifestò più lento e meno efficace - i cinesi erano oramai stretti, senza speranza di scampo - nel pomeriggio, le navi di T ing inalberarono bandiera b ianca. Da entrambe le parti cessò il fuoco. Un parlamentario sali a bordo della J.vlals·~~shirna, in traccia dell'ammiraglio Ito. Il comandante della fiotta nemica gli domandava una capitolazione, ai seguenti patti: « T utte le nav,i, le armi. le provvigioni e le opere di difesa, ~ sarann o rimesse ai giapponesi, a condizione che i soldati, « i marinai cinesi e gli europei abbiano salva la vita. Le ~ tr uppe cinesi saranno lasciate in liber tà, con gli onori di « guerra. I giapponesi ren·derebbero omaggio al valor e della « difesa ». L'ammiraglio I to · accettò queste condizioni, e la capitolazione della piazza fu firmata il 12 febbraio - l'ammiraglio 'l'ing, il suo _aiutante di bandiera, due ufficiali superiori ed il generale Tai, comandante delle for ze di terra, s'arresero. Poi si suicidarono - le loro salme fur ono trasportate a 'l'si-Fu, dove le truppe g iapponesi le reser o gli estremi onori militar i con pompa solenne. La III" armata, nei vari giorni d'attacco della città, ebbe 83. morti e 2 19 feriti - i cinesi 800 mor ti o feriti. - La presa di \ V ei-hai-,vei, dimostrò quanto sia pericoloso per ~ma . flot ta il ritenere i propri centri difensivi quali mezzi di protezione assoluta; inoltre, è d'utile ammaest'rameu'to per

V-/EI-HAÌ-WEI ~'ebbrnio

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l'attacco e la difesa delle fr ontiere marittime. Ai giapponesi, il possesso di ·wei-hai-wei fornì un'altra base eccellente per la loro marcia su Pekino - anniento la flotta nemica, e la giapponese s'ebbe in pugno entrambe le guardie del golfo di Pe-ci-li; Porto Arturo e quest'ultima piazza. L 'ammiraglio Ito, condusse in trionfo a Ujna, il 3 marzo, la corazzata cinese Cheng Yuen. Gli avanzi delle truppe sconfitte a Wei-hai-wei, si r itirarono in scoiQ.piglio a Tschi-Fu.

Le operazioni in Manduria, 5ino alla conclusione dell'aTmislizio. - - Mentre combattevasi nei dintorni della piazza di Wei- hai- wei, e la l' armata procedeva verso la linea del fiume Ljao-ho, furono intavolate, per iniziativa del governo cinese. talune trattative di pace, ma senza successo. Frattanto, la sit uazione degli eserciti belligeranti, sulla linea del Ljao- bo, era la seguente: (15 gennaio).

Giapponesi. - r armata (Nozu). - Avamposti intorno a Kjan-W assi - Grosso ad Hai- tscheng, e sulla strada che da questa città conduce a I erlin (3 '/ 2 brigate, 21,000 uomini) . Divisione Nogi (Il' armata). Grosso a Gaiping - avamposti in direzione di nord. (11,000 uomin i).

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Cinesi. - · Generale Sung, con 20 o 30,000 uomini in Nutschuaùg. - 'l'ruppe d'osservazione, con il generale Ma, (20,000 uomini) attorno ad Iutsi e Kaohang. Generale Njeh, in Liao- jan-tschou, sulle comunicazioni di Mukden (lO o 16,000 uomini. Complessivamente, 60,000 cinesi contro 32,000 giapponesi . Nalle altre parti del teatro d'operazione, 18,000 giapponesi stavano nella penisola di Ljao- T ong, 36,000 in Wei-hai-wei, . sulla strada da 'rchi-fu a · Taku. Tutte queste forze, con marcia convergente, dovevano tendere a Pekino. I giapponesi si erano trincerati in Haitscheng, lungo una dorsale montata cosparsa da frequenti villaggi, che s'estende fino al mare, distante 50 chilometri dalla città.


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SOMMARIO Dfo:GLl AVVENIMENTI MlLirARI

Aveano costrutte difese improvvisate e 5 batterie intorno al campo d'Hai-tscheng- a Swan-ron-shan, a Hwan-shi-shan, al nord d'Hai-tscheng, a Ryan-cha-shan ed a Tan-wàn-shan. Il fiume Nu-tschuang, scorre in vicinanza dei campi giapponesi, verso occidente.; la gran strada di Nu-tschuang ne segue le sponde. Il 17 gennaio, circa 20,000 cinesi, concentrati attorno alla piazza di Nu-tschuang, guidati dal generale Sung, attaccano in due colonne le linee della 3• divisione, avanti Hai-tscheng. I giapponesi bravamente r esistono, poscia, dopo largo impiego di fuoco di fanteria e di moschetteria, passano alla controffensiva, attorniando la destra dei cinesi che si ritirano a Nu-tschuang. I g iapponesi, ebbero nella giornata l morto e 40 feriti: i cinesi circa. 900, fra morti e feriti - perdettero 7 pezzi .. Il 22, i cinesi rinnovano i tentativi. Il combattimento fu quasi tutto d'artiglieria - a sera, le colonne di Sung ripiegano nuovamente a Nu-tschuang, lasciando sul campo 200 morti; i giapponesi perdettero 28 uomini. Il 30, pattuglie di cavalleria segnalarono alla divisione Katzura (3") l'arrivo di numerosi rinforzi da parte dell'avversario. P erdurava l'incertezza rispetto alle sue mosse; un. telegramma del Nèw York Herald, pervenuto al campo giapponese, annunziava che le forze cinesi raccolte in Manciuria, salivano a 90,000 combattenti. Così passò la la quindicina ·di febbraio; il generale Nozu provvedeva a rinforzare le sue linee intorno ad Hai-tscheng, cost.ruendo parapetti di neve - il freddo era intenso, il rifornimento delle truppe lento, difficile e scarso. Il 16 febbraio, 16,000 cinesi marciano nuovamente contro Hai-tscheng, guidati dal generale Hsu. Fu la riscossa più audace in questo periodo di controffensiva. Si divisero i cinesi in tre colonne, una a sinistra (3,000 uomini, generale Chang-Shung}, una verso il centro delle linee d'Hai-tscheng (5,000, generale I-ku-ta"n-ga), una a destra (6,000, generale Shi-hwan-tow). Una riserva (3,000 uomini), era disposta a nord del villaggio di H wan-shi-shan.


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I giapponesi, aveano divise le loro linee in tre settori, r ispettivamente agli ordini dei generali Oshima, Osaka e Ka.tsura. Circa alle 10, i cinesi aprirono il fuoco da 3 batterie -- la fanteria cinese s'ammassava frattanto nella pianura, attendendo l'esito del duello d'artiglier ia. Poi avanzò compatta, nelle tre colonne in cui era divisa, off\·endo largo e vistoso bersaglio alle batterie giapponesi. A vanzarono nondimeno, con pertinacia e con coraggio. Il combattimento si prolungò fi no alle 16, con energia ed acca· nimento da ambe le parti. Dopo quest'ora, le colonne cinesi ripiegaron o sulla stra.da di N u-tschuang; le b11tterie giapponesi le inseguirono col fuoco. Il freddo e la neve, impedirono ogni altro inseguimento. I cinesi lascia.rono un centina.io eli morti sul luogo del combattimento; i prigionieri faceva no credere che il generale Ho-Ming, avesse assunto il comando in capo della difesa del Ljao-ho. I giapponesi ebber o una diecina di morti o feriti. Il 21, si rinnovano i tentativi - i giap ponesi continuano la difensiva passiva, incerti del la r esistenza che avrebbero incontrata allo sbocco nella pianura. Pervenne in quel tempo al g enerale N ozu la notizia della presa di vVei- hai-wei; lo spirito d'offensiva delle truppe g iapponesi n'ebbe grande conforto e si rinfrancò. Gli occhi dell'esercito e della nazione giapponese, stavano conversi sulle Alpi Manciuresi. La I" armata prese l'offensiva, chiamando truppe dalla 5 ' divisione, dislocata a guardia del P asso Mothiau. Il 24, il generale Nogi, sull ittorale di Gaiping, attaccò Taping -Sang, con le tn1ppe della 1• divisione, forzò il nemico ad abbandonare la città, e respinse vittoriosamente un suo tentativo di ripres~t offensiva. La P divisione ebbe quel giorno 29 morti e 267 feriti, i cinesi lasciarono 300 morti sul luogo del combattimento. Il generale Nozu, proponevasi una marcia concentrica contro Nu-tschuang, c:)n le divisioni :Nogi, Katsura e Tatsumi. I giapponesi potevano contare per quest 'azione su 50,000 combattenti. Le strade, per il prolungarsi del gelo 83-

ANNO .U.


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DELLA GUERRA Cl~O -GIAPPONRSE

SOMMARIO DEGLI AVVENIMENTI liiiLlTARI

e del freddo, erano abbastanza praticabili. I giapponesi, serravano così i nemici a tanaglia, contro il Ljao-ho ed il mare - una distanza quasi eguale (55-60 chilometri), separa Gaiping ed Haitscheng da Nn-tschuang. I n due giorni, li percorsero le colonne . giapponesi. Il ~ marzo, la divisione Nogi attaccò Intsi e l'occupò dopo fiero contrasto. La divisione Katzura s'impadronì di Shaho-tven, sulla strada di Nu-tschuang. Il 4, la 3" divisione attaccò Nu-tschuang, città capoluogo del basso Ljao-ho (60,000 abitanti). La 5• di visione, girando la città da sud, tagliò la ritirata al corpo n emico lungo il littorale. Iniziò l'attacco la 3' divisione, con fitte catene di cacciatori - vennero presto a capo delle difese cinesi, ma incontrarono seria resistenza come sempre nell'interno della città. Un accanimento insolito, un'energia indomabile quivi dimostrarono i cinesi; fu l'ultimo lampo di quell'attività mirabile dimostrata durante la campagna dal generale Sung. Ogni casa divenne fortezza, ogni strada la.berinto di barricate. La mischia si prolungò fino a mezzanotte. Quella giornata costò ai cinesi 1900 morti o feriti, 20 cannoni, 500 prigionieri, bandiere e provvigioni in gran numero. I giapponesi ebbero 206 morti o feriti. La vittoria di Nu-tschuang, colpi al cuore la resistenza dei nemici sul Ljao-ho, rafforzò la posi~ione giapponese in Mauciuria, aprì alla P armata le porte di 1\iukden e del littorale del Ljao-T ong, verso Jung-Ping e Pekino. La I" e la Il" armata, si distesero così in larghi quartieri da N tt· tschuang fino al mare. Seppesi frattanto che il generale Sung, aveva raccolti 10,000 fuggiaschi cinesi intorno a Tien-tschua.ng-t.ai. Il generale Nozu volle subito attaccarli, e lasciata la 3• divisione (Katznra) a presidio di Nu-tschuang, marciò con le rimanenti truppe in traccia del nemico, risalendo il gran fiu me. Il 9 mattino, incontrò i cinesi a Tien-tschuang-tai. I giapponesi inviarono tre colonne ad avvolgere le posizioni del nemico. Dopo 3 ore di combattimento, i cinesi volsero in fuga, lasciando 2000 morti o feriti. I giapponesi ne ebbero 150.

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Durante il combattimento di -Tien-tschuang-tai, una brigata giapponese osservava la strada di. Lja?·jang-tschon, con ordine d'opporsi a qualunque tentat1vo d1 soccorso che provenisse da questa piazza.

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L'armistizio. - Scontri di seconcla.ria importanza accaddero dopo il lO marzo, tra la divisione ~atzura ed un corpo cinese in ritirata verso Kin-Chow. I cmest_ acc~nn~vano ~ raccogliersi sulla gran strada di Mukden, 1_n _dtrezwne d1 nord-est. La via littoranea di Nu-tschuang-NmJuang-tschon, verso Tien-tsin, era quasi sguarnita. .. Frattanto, i giapponesi ordinarono civilmente e mthtarmente la regione del Ljaq-ho; il generale Nozu, prevedendo prossimo · un armistizio, ~rr:an~ ordini in conseguen~a. Da Hai-tscheng, i giappones1 mvtarono un colon~ello eh st:a~o maggiore al più vicino ca.mpo cinese, per. cluede_re nottzt~ della tregua che dicevasi accordata; ma fu respmto, ed 1l trombetto che l'accompagnava ferito. . . In questo tempo, s'erano infatti riprese _l_e tr~ttattve_ d~ t·a· abortite nel gennaio passato, a. Hnosh1 ma. Vt:iV(s1 pace, O' o . . . adoperava il governatore eh P e·ct-h, Lt-Hung-C_hang. J' a l'elemento militare nel Giappone, pareva avesse tl soprav- , vento _ esso desiderava la continuazione della campagna, la marcia diretta contro la capitale dell'Impero Celeste, e la presa di Pekino. . . . n maresciallo Komatsu, principe tmpenale, !n ~ratt~nto destinato a.d assumere il comando in capo dell'eserCito g1ap · ponese, nella provincia di Ljao·ho. . . Le operazioni, doveano quindi in_nanzt procedere_spedtte lasoiando un buon corpo a guardta delle strade dt Mukden, il grosso, doveva marciare ve1~0 Ti~n-tsin .e Pekino. :h,ra~­ tanto, non cessavano le trattati ve drplomatlC~e. . . Il 24 marzo, il p lenipotenziario cinese a Sunono~eln, la dove discutevasi della pace con l'ammiraglio Ito ed 1l cont.e :Mutsu, per il Giappone, fu d'improvviso ferito da_un c?lpo di pistola, lanciatogli contro da un giovane fanaticO g tapponese, di nome. Koyama.


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SOm!ArttO DEGLI AVVENIMEN'l'l mLITARI

·Dapprima il Giappone era poco incline ad accettare le proposte del plenipotenziario cinese,_ poi, in seguito all'attentato, si concluse un armistizio, il 30 marzo, per la durata di 3 settimane, estensibile alle province della Manciuria, del golfo di Pe-ci-li e della penisola di Shantong; vale a dire al solo teatro settentrionala della guerra. Le operazioni nell'isola F ormosa. - Il teatro meridionale, restava quindi escluso dalle trattative, ed aperto alle imprese giapponesi, sia verso le coste del mare cinese d'oriente, sia verso le isole P escadores e la Formosa. T ale soluzione era g ià. prevista nei circoli militari. La fl.otta giapponese, vi si preparava nella rada eli Hiroshima. Accennò, fra il 15 ed il 20 marzo, ad operazioni c-ontro la Formosa. L a l", 2" e 3 · squadra volante, correvano incrociando il mare delle Poscadores, fi·a. la costa cinese e l'isola sopra men7.ionata, allo scopo di formarsi in quell'arcipelago una buona base d'operazione. L a Formosa, era presidiata da 30,000 uomini delle Bandiere nere, coì-nan<:lati dall'energico Luh-Vui-Puhoc. Il 21 marzo, i giapponesi occuparono l'isola Fischer, la più occidentale del gruppo delle P escadores. · La fanteria marina giapponese, sbarcò senza incontrar resistenza. Le isole di Pekhoc e di Makung, le altre due più importanti dell'arcipelago, restavano tuttavia in mano dei cinesi. Il 23, la squadra principale giapponese bombardò i for ti di Makung. il 31 Tai-Wan-Fou, la capitale dell' isola Formosa. . A 8~~onos~~i, ~ervea frattanto il lavorio per la preparazwne d1 sped1210n1 novelle, argomenti che fortemente impressionavano i delegati cinesi, che trattavano per l'armistizio nel t~atro set~en_trionale . Cinqne grandi trasporti salparono da S1monoseln, 11. l " aprile, alht yolta della Formosa. Il principe Komatsu, s'imbarcò il 10 con la Guardia Imperi~le giappouese. Una parte della squadra scortò quel couvogho, verso Porto Arturo e Talienwan, a fiue di preparare

DELLA GUERRA CINO-GIAPPONESE

1894.-95

1347

una spedizione contro Takù e Pekino, alla denuncia dell'armistizio. _ Sul teatro meridionale, la flotta volante giapponese stava all' àncora nella rada di Makmig, nelle ~esca.dore~: . I cinesi della Formosa, abbandonavano m massa l1sola, dirett.i alla volta di Hong-Kong. Era fama che i giapponesi dovessero avanzare ·su Takao - a Kanton e Swatow, si prendevano misure di sicurezza per respingere un probabile attacco dei giapponesi.

I p1·eliminari clella pace. - Frattanto, gli o:fficì diplomatici non cessano a Simonoseki. L'armistizio doveva spirare il 20 marzo._ n 17, fu concluso un primo progetto eli pace, sulle basi seguenti : . . . , Indipendenza della Corea; cessione del t,erntono della ,penisola di Ljao-'rong, fino al 40 ' . g~·ado_;, ce~sio_ne dell~ Formosa e delle isole Pescadores ; mdenmta d1 guerra d1 200 milioni di taels, da pagarsi in 7 anni al Giappone, ~l tasso del 5 °/ 0 • Promesse formali fra le potenze contraen~1, di trattati d'alleanza offensiva, difensiva e di commerciO, per facilitare gli scambi fra Cina e Giappone. L'occupazìone di Wei-hai- wei, garantirà il completo ed esatto pagamento dell'indennità di guerr_a. Atti ad~~zionali dovevano aprire nuovi porti al commercw. Le ra~tfiche del trattato, doveano essere scambiate entro tre sett1mane, a Chefou. Si r iscossero a queste proposte le potenze d' Europa, animate da varì e peraonali interessi -- una corrente di reazione si manifestò subito contro l'adempimento di qnesto trattato, che minacciava al vivo i commerci europei nell'Oriente. · Russia Francia e Germania, si coalizzarono per moderare . ' le pretese giapponesi. . . .. La prima potenza, contava nell'estremo Onente 22 nav1 da guerra, la seconda 15. Oltre 2~,000 uomini,. potev~ mobilitare immediatamente la Russ1a, occupare l tsola d1 J esso; minacciar da fianco l'impero del Sole levante. Gli


1348

SOMMARIO DEGLI AVVENlliENTI MILITARI

Stati-Uniti e l'Inghilterra, parteggiavano per le pretese del Giappone, l'Austria e l'Italia serbavano un'attitudine neutrale. La nuova triplice, coalizzata contro il Giappone, chiese a quest'ultimo che recedesse dall'occupazione della penisola di Liao·Tong; la Gibilterra dell'Estremo Oriente. Dopo lungo e difficile negoziare, mostrandosi dapprima il Giappone te· n ace nell'adempimento dei suoi diritti di guerra, aderì infine alle richieste delle potenze. Rinunziò al possesso della penisola di Ljao-Tong, compresa la piazza di Porto Arturo. Un'indennità. supplementare, di 250 milioni, sarebbero pagati dalla Cina al Giappone in compenso del sacrificio (1). Si concretò così il trattato del 23 a prile, nei capi che seguono: lo la Cina riconosce l' indipendenza della Corea; 2• la Cina cede al Giappone quella parte della penisola del Lj ao T ong (Regent's Sword), che si estende a mezzodì di una linea che parte dalle foci del J alu, e passa per Hai- tscheng e Zeng- K ow ; 3" la Cina cede al Giappone l'arcipelago delle Pescadores e l'isola- l!.,onnosa; 4• la Cina s'obbliga a pagar e al Giappone, nel tempo di anni sette, un'indennità di guerra di l miliardo e 60 milioni di lire. Qualora detta somma venga pagata in meno di tre anni, non saranno computati gli interessi. Se il ,·ersamento avrà luogo in un periodo di t empo posteriore, gl..i interessi saranno in ragione del 5 •(o ; 5" sino a compìeto saldo delle indennità di guerra, il por to di Wei-hai- wei rimarrà in possesso del Giappone. L e spese dell'occupazione militare, saranno sostenute dalla Cina ; 6° la Cina, apre completa mente agli scambi internazionali i porti di Tchouang-King, Lehi-Sehi, Fn-tchou. Ac-

(l ) L'indennità chiesta dal Giappone alla China, per lo sgombro della penisola di Ljao-Tong, s arebbe di 'ì",500,00~ sterline (24 luglio 189i>).

DELLA GUE IIRA CINO-GIAPPONESE

1894-9:>

1349

corda alle private industrie, nei porti aperti, l'uso di macchinario straniero ; . 7o si conviene da ambo le parti, che dopo lo scamb10 delle r atifìche del trattato, che avranno luo?o l'_8 maggio, la Cina ed il Giappone s'impegnano d'add1vemre a tratt ati di commercio e d'amicizia. L e ratifìche del trattato, così modificato, saranno prorogate fin o al 31 luglio, e scambiate m R oma. l

Sguw ·clo compLessivo alla guerr~.. L~ guerra avea durato 9 mesi. F ede nei patrì destm1, paztente ed adeguata reparazione, grande accordo fra ésercito ed armata, detter~ fa vittoria ai giapponesi. Ai cinesi, non mo,ncaron? stru~ent1 oderosi di guer ra e materiali, come li può formre l'od1~rna ;cienza. Ad essi mancò invece l'esperienza nel trattarh, la . . . . . fede, l'unità ed il comando. Nel giro di cinque mesi d'attive ope:·aztom; 1 gta~po_nes l vinsero cinque grandi battaglie te~rest_n e~ ':na mantt1ma~ , · pa,dronirono di due fortezze d1 pnmana 1mpor ta.nza, d1 ~~~~7 cannoni di grosso calibro, di 7,400 fu~ili, di_ 2,601,740 · di 77 ,458,785 cartucce , di 21 bastimenti mercancartocc1, . ,., . . tili. di 3 navi da g uer ra, di 3321 tende e d1 47 t band1ere. . Distrnssero 0 affondarono 6 navi da guerra, 10 torpedtu1ere ed una grande quantità d~ magaz_zi~i. N nova prova che le armi ed 1 mater~ah, per nu~erose e perfezionate che siano, non sono t ut to m _~ue~ra_. S1 calco~a che questa sia costat a al Giappone 150 m1hom d1 yen; oss1a 750 milioni di franchi. Le operazioni, co minciate in Corea: si spi~se:o fino nel~a Manciuria ; per -saltar di là nella pe_m sola d1 LJaO T?ng, :a Porto Arturo, e da questa a quella d1 Santhong, a \Ve1-Ha1vVe i, e poscia ancora alla Formosa. . . . . Quattro grandi teatri di guerra, lontams~1.m1 fra 0.1 loro: e cinque di operazioni ~ilit.ari. P otrebbe mo accadere nel t,eatri di guerra europe1? .. . L aggiù, la fl otta, con audace in~zi~tiva ~ gene~o~o. dlsl~­ teresse, teneva collegate le operaz10m degh eserc1t1 d1 t erra


1350

SOll&f.~RlO

DELLA GUERR A CINO -GIAPPONESE

D BGLl A VV.ENIMF.NTI mLITARl

- fu il filo che li legò; e ne fec.e un corpo solo, sbarazzando il mare dalle navi nemiche. Il Giappone, tenne 29 navi da guei·ra, 20 torpediniere ed una flotta di. 60 trasporti, costantemente armati, che navig.arono di. cont i ~uo, iu acque difficili. Nondimeno, quando s1 eccettUI un piccolo traspor to incendiato sugli or.:nego-i l' ta . b> arma gtapponese non perdette nessuna nave o soffrì g~avi ~varie, tali d~ renderne alcuna, per sovercl;io tempo, d1sadatta a tenore 1l mare. Alle operazioni atti ve di campagna concorsero. si dice, 60,979 uomini soltanto. Da parte dei giapponesi .. la guerra fu aggressiva -:- strett~lliente difensiva da quella dei cinesi, che per la grande d1stanza. e l'inerzia della. .flotta, non potea.no raccogliere quanta gente occorreva ne1 punti successivamente assaliti. Tuttavia, an:he fra i cinesi non mancarono atti di singolare energia - quelli del genE\rale J eh, nella Corea, del .generale Sung, alle spalle degli assedianti di Porto Arturo nonchè la sua ardits riscossa, nei primi mesi dell'anno i~ corso, sulle Alpi di Manciuria. - A questi, debbono far riscontro Je belle azioni d'eroismo dei caduti a Wei-hai-wei e di tutti quei ' soldati della Cina, abituati al sacrilìzio in~ differenti dell~ ':"it~ ; virtù e concetti che sfuggono a q~eHi delle nostre c1v1lta. Ebbero degno tribut,o con le onoranze i o-!apponosi di Chefou. .Ma li superarono di gran Inno-a o b ' h 11 c eque e v1r tù e quei concetti aveano disciplinati ed ordinati da tempo - ne siano esempio i sublimi episodi descritti nella battaglia navale di J alu. Tatticamente, nuovi particolari che non tarderanno a venire, . daranno materia a molteplici discnssioni e ra()'io. b n amentt, mtorno all'eterno tema snl quale s'innesta l"istoria di quante battaglie si combatterono sulla terra. Con_tro forze nume~i~amente superiori, raggrupparsi, per puntar loro contro e d1v1derle; contro le inferiori, allargarsi, per soffocarle. Come in passato, l'artiglieria schiuse la strada alla fanteria; questa decise poi della vittoria - armi sorelle, che l'una porge amorevole aiuto all'altra.

189..1-95

1351

:i\Iaggiori e più appropriate ragioni di studi~, dovr~nno invece occupare coloro che vanno cercando negh scontn sul mare, una soluzione al problema delle navi grosse e dei cannoni poderosi, rispetto le minori. munite di cannoni a tiro rapido; e la troveranno, probabilmente, nella prevalen~a che hanno avuto sempre l'agilità, la destrezza e la tenacia sulla forza bruta. Le perdite furono gravissime per i vinti. I giapponesi dicono di non aver perduti che 743 uomini in combattimento; ma non contano quelli consumati dalle malattie e dao1i stenti, cha non furono meno di 20,000 (L). Le conseguenze' di questa guerra saranno memorabili. Esse segnano una nuova pagina nella storia dell'estremo Oriente. L'interesse con cui v'intervennero le maggiori poteuze d'Europa, allorquando si trattò della pace fra il vecch~o impero e la. giovane nazione giapponese, lascerebbero propn~ credere, che un nuovo capitolo di storia stia per inscrivers1 · nel gran libro delle vicende umane snlla terra. Roma, luglio 1895. Per la Direzione della Rivistn Jfilitan Jtalia1~a

E. B.

(l ) Secondo una corr ispondenza del colonnello Cokerill, al Ne1v- Yo1·kHer ald, vi sarebbero stnti inoltre 231 wortì, in seguito a ferite.

..

l


1352

189 t-95

VELLA GUERRA CINO-GIAPPONESE

SOMMARIO DEGLI A VVENDTENTI M1UTA R1

Specch io di formazion e dell'esercito giapponese

B)

1353

Truppe di complemento. - Ufficiali.

{ Gem1aio 1894). A)

Es er cit o attivo. ..

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6

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Fanteria . ~

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Cavalleria

8

A.rtiglieria

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1l

Genio.

-l

Commissariato .

-

1• Divisione provinciale

1:

14

6

33

2~8

34•

- j-

3

26

9

b3

3'17

468

10

(i

25

192

234

15

38

1'14

288

l

12

39

52

l

C)

1-

3 -

11

i'i

4• Divisione provinciale

5

3

5a Divisione provinciale

5

3

31 316 55 767 6,998 8,1671

6" Divisione provinciale

5

4

33 329 81 842 '1,617 8,902

6

Truppe coloniali

Il

TOTAL E Gm;F.R ALE

IIl IY

19

36

2~

l

·3

Truppa.

1 12 11 6 22 283 '1,774 3,207 1 SI 322 61 '7'56 7,020

8,19o~j

6 4

44

.,

69 -

298

\l

,

>>

»

8<1,0!H

98,423 181,511

--

(},941

Guar dia Imperia le .

;:,,491

12,432

Totale g enerale riser ve 193,949. A)

Specchio di form azione delle varie unità deli 'esercito giappo n e~e. Reggimento di fanteria.

-

l

273 3,666 4,012

25 (l) 12 \1 )1228 2261 484 5835151,555 63,36911

14,0i0 14,684 13,117 15,320

19,94'1 1 ~J,902 15,891 16,096 11 ,290 15,'i88

Hi,l91\

~

'iO! 1,0491

- - - -- - - 1

(l) Sono comprese le truppe addetLe :..i sen·izi ,·ari.

Esercito tcrr·itor iale

15,349

))

v

31 3li 61 751 6,9631 8,12.3

3• Divisione provinciale

Gendarmeria .

2139

- - - - -· - -- - - . - ·

l)i'RO

33 339 93 783 '1,880 9,130!:

5

1

4()41 ~4

l divisione

2• Divisione provinciale

si- ~ -

313 380

Hist, r vtt

- .- - - - --·-- ----1 3 -

G5:2

Tot~~le uffi<.-iali combattenti

26 331 68 587 6,725 '1,63'7

l

:?84

903

201 1651 4'il 426, 5,655! 6,313

Servizi vari.

T OTALE

698

»

Vl

1 1-

l l

48:2 323 351

.

+-:_:

1-

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79•1 1025 56\1

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Gscrcito tcrrilorialt'

l divisione » Il , lil » IV

i

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Rir.;c 1· vt'

Ufficiali . Sottufficiali Truppa Totale

Reggimento divisionale

..........

Stai<> magg. di rcggimenlo

::>tato magg. di ballaghono:

4 4

".!

5

()

11

'iO 154

120

1440

13n

HiG4

8

8

Compa,gni:l

Total"


1354

DELLA GUERRA CINO-GIAPPONESE

SOM){ARIO DEGLI A V I'ENUIENT I MILITARI

1355

1894-95

Reggiment.o della Guardia Stat.o magg. di reggimento

Ufficiali . Sottu:ffi.ciali. Ttuppa

Stato magg. di battaghone

2 6

4

4

.8

Totale

Compagnia

180

48 120 1440

HlS

1608

5

13

8

Tabella dèlle perdite in ufficiali e truppa alla battaglia navale di jalu

•rota lo

Flotta gia pponese.

Ulllcin ll

reggimenti divisionali sono su tre battaglioni, a quatt ro compagnie cadauno. - Quelli della guardia, su due battaglioni a sei compagnie.

Matsushima Cbiyoda Itsukusbima Hashidate . Hiyei· . . F uso Joshino Takachico . Akit::;ushima Naniwa AJw.gi Sail,yo

B ) Battaglione di cavalleria.

Stato magg. di battaglione

Ufficiali Sottufficial i. Truppa

Squadrone

5

18

f>

52 142

41 426

8

Tota.Je

Totale

3

485

159

':(otale Cj Reggimento d'artig lieria a cavallo.

Ufficiali . Sottufficiali. Truppa Totale

;)

4

. 9

Stato magg . di battaghon~

2 2 4·

Compagnia

96 112

693

Reggimento della. Guardia

~---...;;.;;;,__

Stato magg. di reggiment.o

Stnto magg. di battnghooe

'!'o~nle

•JO '77 5'76

5 11

Compagnia

. 3

.

---

Totale

Ufficiali . Sottuffi.ciali. Truppa

4 5

2

5

28

2

11

96

53 384

Totale

9

•l

112

•165

Il reg·gimento divisionale è su due battaglioni, di ct•i uno su quattro compagnie d"artiglieria da campagna, e l'altro su due da montagna.

;)

/

Feriti

.

'l'ruppa

Ufficiali

'l'ruppn

54

4

50

l4

l

lO

so

9

2

l

s

20

·'

1 l

4 l l 4

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9

2

s 9 2

lO l

2

l

13

!09

({}azzetta Ufficiale dell' Impero giapponese).

Reggimento di,·isionale Stato magg. di t·eggimcnto

------Morti

..___..__

l

13

l 9

15\)


1356

L'ISTRUZIONE SULLE ARMI P: SUL TIRO PER LA FANTERIA, ECC.

L'ISTRUZIONE SULLE ARMI E SUL TIHO PER LA FANTERIA DEL 23 APRILE 1894 (l )

« L'istruzione sul ti ro dell a fanteria del 23 aprile 'l 894 ha ca« rattere essenzialmente pratico , nulla esigendo più di quanto sia « necessario per abilitare il so ldato a bene adoperare la propria « arma, escludendo le ripetizion i non ne·cessarie, adottando un « processo d'istruzione che rapidamente atTi vi allo scopo)). «L'istruttore farà vedere praticamente ogn i operaziùÌle senza in tercalare lunghe spiegazioni perchè i soldati vogliono esst:re addestrati a fare non a spiega;e ». Nella oscillazione dei prinr.ipi informatori delle nostre l str·uzioui sul ti r0, non è questa In prima volta che un'istruzion e si presenta con carattere prevalentemente pratico. Anche l'Istruzion e del 2 marzo '' 880, quale reazione a quella che l'aveva preceduta e che era eminentemente scientifica, aveva pur essa spiccato cn rattere pratico, e fu favorevo lmente accolta. Non però tale carattere era tanto esplicito nella forma come in questa del 1894.. Se è progresso togliere dall'Istruzione sul tiro quelle espressioni quelle dichiarazioni e quelle prescrizioni che hanno diretto addentellato con principi scientifici siano bal istici, siano tattici questa nuova I struzione raggiunge i massimi progressi, come viene da

(i) Questo lavoro c st,tto invia!,. atla clire~ioue clelia llivislet mitita~·c, nel gennaio t895. Le mo<lilicazioni apportal e all'lstrur.loue su l tiro t893 dall'Allo -15 mar1.o t895 n. 60, ed all'Istruzione sul liro t892 dall'Allo i7 mar;gio t895 n. w.~. riguarClano soltanto in J)iccola parte le osservalioni contenute nel presente articolo.

1357

molti dichiarato. Anche essa succede ad un'istruzione, quella del ,l o marzo 1892, intricata ed oscura nel suo congegno, molto difettosa nelle prescrizioni relative al tiro preparatorio, ma pregevolissima in tutto il resto e contenente qua e là c'enni scientifici, come ad es. nei numeri 66, 67, ~1 38, ·139, ~184-, ·180, ·186, ~1 87, 237, ~43, 262; e perciò anche questa del 'i 894 è favorevolmente accolta, salva la riserva della futura prova. Come i codici non sono trattati di giurisprudenza, c:osi i regolamenti di e~ercizi e di tiro non dovrebbero essere trattati di tattica e balistica. Come quelli presumono la scienza nei magistrati , questi la debbono presumere negli ulftciali. Epperò quando i r.itati regolamenti danno i mezzi atti a preparare nei graduati degli abili istruttori per impartire l'addestramento pratico, ed il metodo di tale addestramento, rispondono pienamente al loro scopo, lasciando po i al sapere professionale degli ufTì ciali l'impiego delle truppe addestrate . Ammessi questi concel.li relativi all'addestmmento pratico delle truppe ed alla capacilit seientifica degli uOiciali. l'istruzione sul liro del ,l8\)4 appare sem piicc e sp igliata; fidente nell'intelligenza e nella disinvoltura dei soldati; sicura dell' intenso ed illuminato interessamento degli uOicial i e dell'abilità dei graduali; consona alla. natura . al carattere, al genio, alle trt.diziooi italiane; atta a dirozzare prontamente le d assi, come accadrebbe -in tempo di guerra g uerre~gi ata, come usavano (fatta ragione dei tempi e clelia mancc~nza di metodo prestabi liLO) le truppe gariba !cline. Solchè al.l'elemen to pratico ed a quello scientifico un terzo ve ne ha che avvolge e domina entramb i i precedenti ed è quello morale, che rende il tiratore amante della propria arma, fiduci oso nella sua efficacia, convinto della necessi tà di adoperarla nell'unico modo insegnatogli, ossequente per intima persuasione alle regole dateglt dai superiori, tanto che. per abitudine contraLLa, quando spnra concentra in quell'atto tutte le sue !'acoltà, imponendosi cal ma e riflessione per eseguire tiro aggiustato, sia esso eseguito a comando od a volontà, e sempre secondo le intenzioni del suo comandante di plotone . Giova pertanto esaminare se l'istruzione risponde ai tre punti di vista, pratico, scientifico e morale.


DB L

1358

L' ISTRUZIONE SULLE Aro!I E SUL TIRO P2R LA FANTERIA

La brevi tit è nell'istruzione del 94 un riflesso della semplicità. Consta d i sole 199 pagine comprendendo l'istruzione sulle armi , mentre la precedente ne contava 233. Data però la spigl iatezza adottata, parrebbe che la separazione della Parte II• dalla Parte I" non abbia ragione di sussistere. I nfatti il capo l" della pane u• non riguarda le reclute, ma bensì gli istruttori, ai quali appunto è intitolata la parte I" ci oè « nozioni per gli istruttori >>. Trasportando il N." ~1 93 in capo alla .Parte 1". le due pat·ti possono benissimo fo ndersi, con vantaggio della sempllciLit e raggiungendo ancora una maggiore brevitit; mentre ora la parte n• non e che una ripetizione della prima in forma diversa . Perchè, non è già che la Parte 11• sia pei soldati, ma entrambe sono per gli istrullori . una per dar loro le nozioni, l'altra per dar loro il modo di in seg nnl'le praticam ente ai soldati. È una distinzione sottile resa superflua dall' impronta pratica dell'Istruzione, e dannosa per ché nllontana e raddoppia elementi che stanno meglio ravvicinati e fnsi. 1

.

....

L'abol iòon e dell e due sessioni quali sono prescritte dal N. 11M dell'Istruzione 1189:.2, recherà un vero sollievo perchè l'intreccio stabilito in detta Istruzione, non si può chiarire senza l'aiuto dei documenti ai quali è necessario ricorrere volta per volta col relativo confronto degli specch i ~1 e 2 dell' lstruziCJne. E non si riesce a tenere a mente che cosa si debba fare in ogn i seduta dell'una o dell'altra sessione, tanta è l'oscurità , la com plicazione, e la sovrapposir.ione delle prescriz ioni ; in modo che si è' obbliga ti a fare ogni volta diverse e speciali lezioni a vari gruppi di pochi individui . Nell' Istruzione ~1 894 invece il corso delle esercitazioni si svolge conliuuato per tullo l'anno. Solchè (per la deplorala incertezza :;nll'epoca della chiamu ta della classe) l'Istruzione stabilisce due pt·inctpt dell'anno di tiro quando le t·eclute giungono dopo la metà di febbraio . Questi due co rsi di tiro identici che si svol -

23

APRILE

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:gono separatamentè per due parti di una stessa compagnia co:Sti tuiscono una difficoltù . Tutto il servizio del tiro si raddoppia. l poligoni sono distanti, e tutto il tempo si perde nella doppia :andata e nel doppio ·ritorno per una sola lezione; e le altre istru·zioni restano in sofferenza . Onde la disposizione, intesa a far gua dagnar tempo, in realtit ne fa perdere. Benchè i due corsi siano 1dentici la diversità del tempo reca eterogeneità nell'istruzione degli elementi dell'unitit r,ompagnia. Le impressioni che ricevono gli ·uni non sono identiche a quelle degli altri, non vi ~~ comunanza, ,JIOn vi è affiatamento. Spesso sopravvengo no eventi di servizio , di distaccamento che prolun gano tale eterogeneità, Perciò è da ,ritenèrsi che, purchè al ·1° marzo le reclute siano :litt anivate al rorpo, vi sia la convenienza di fare eseguire il tiro degli anziani da tutta la compagnia compatta. D'altronde )!li ~nziani vecc h i, .eioè non dell'ultima classe, avendo già compiuti uno o due intieri .corsi di tiro e continuando negli speciali esercizi di Liro durante ·l'i struzione delle reclute, nuliR perdono e tutto guadagnano ad at~ten dere i lot·o giovani compagni. Perciò , senza parlare di alcun mese, propongo che si dica: L'annnale pel'iodo del ti?·o co.mincia colla fwtione delle reclute di una classe di leta cogli an_ziani e tennina colla stesscL fusione dellcL classe xtuxessi'Va. Con .questa dicitura tutti i N. :14, ·190, 23 1, 2iH, 254 e 274 sareb:bero con precisi one determinati, mentre che era alcuni lasciano .nell'incertezza essendo dubbio ad ~sempio se, cruondo il tiro 'leg li .anziani, ha due principii, uno per gli anziani vecch i, l'al tro per gli anziani dell'ultima classe, quale sia il principio del nuo vo anno .di tiro, molte volte accennato nella Istruzione. L'Istruzione ai numeri ·l , 3o alinea, 2 19, 239 accenna ad esercitazioni di com.battimento con ca rtucce da salve da esegui rsi prima dei tiri collettivi, sP.nza dare alcun schi arimento in proposi to. Io suppongo che intenda sieno quelle stesse prescritte dal N. 25 del Regolamento ·d i servir.io interno, lettera e. Ma è bene dichiararlo, affinchè i due .regolamen~i siano concordi e diano norme alla compilazione del .reparto generale dell'istruzione per le compagnie, batlaglioni e reg_gimento. Ch iarito anche questo punto, riesce nella la successione della ::Scuola an'n uale di tiro, bcnchè sparsa in vnri numeri dell' fstruzione. .86 -

ANNO XL.


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L !STRUZI ONE SU LLE All.MI . E SUL TIRO PER LA. FANTERIA.

E poichè il N. 230 non ha altro scopo che di dichiarare silfa tta successione, ciò che è utilissimo, propongo che sia formu lato così: 2:30. « L'ann uale istruzione del tiro consta di: « ;Jo Tiro di classiHcazione . ~ N. « 2° Tiro individuale » « 3° Esercitazioni di combattimento con cartucce a salve . . " )) « .1, 0 Tiri collettivi >> )) « 5° Gara fra i tiratori di ·l• classe . )) « 6° Gara fra i tiratori di 2• classe. )} « 7o Esercitazioni tattiche di ti ro. '1> « 8° Gare di tiro fra uiTiciali. )) « 9° Gare di tiro fra sottn llìciali . )) « 'l 0° t eii oni straO!'dinarie . « 'l 1o 'l'im di pe1:fezionamenLo dei tiratori di ·l" classe » « ·l 2° Tiro di perfezionamento dei tit'il tori di 2• classe . » <<

2311 a 237

2i:$8 Il , 2 19, 239' 1

239 a 25 1 266 a 27'1 .27.::! 252 a 263 6 265 :1 .i-,21)'1 ,254276 277 .

Le sette prime esercitazi oni devono aver luogo pri ma det

« congedamento dell a classe :mziana. Le ul time due dopo il detto« conrredamento, l'>

e le altre tre saranno eseguite quando lo re-

« puterit opportuno il comandante del reggimento, ma p?·eferi« bilmenle cmche esse nel ten~po che corn• {m il conge.damento« della clas.~e anziana e la {tts-ione delle ·nuovt 1·eclute ». Basta confrontare questo svo lgimento dell' Istruzione ,l 89.1, con quello· sbocconcellato, per le varie qualità di tiratori , e per il ricorso anche per i tiri della seconda sessione, agli specchi retrospettivi 'l e 2 del tiro preparatorio e del tiro di guerra individuale della precedente Istruzione :1 89~, per r iconoscere la logica sue· cessione della nuova Istruzione. ~oto però ch e colla nuova, come colln ·vecchia Istruzione, il tempo ch e eone fra la fusione delle reclute ed il congedament(} delln classe anziana, o per meglio dire rra la fusione delle reclute e l'i nizio delle grandi manovre o delle manovre di campagna èsolitamente alquan to limi tato per potervi far entrnre colla debita calma le ~eLLe prime esercitazioni sopra numerate, le quali richie-

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APRJLE

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dono una· c{uaramina di sedute di tiro. Perché dai giorni di quel breve periodo bisogna dedurre le feste, i giorni di marcia, i giorni di servizio, ed i giorni in cui essendo disponibile la truppa non si ha il poligo no a disposizione. Si tenga conto di queste condizioni per ritardare il mèno possibile la chiamata della classe (basta che sia già gi unta ai corpi il 1° marzo) o per· ritardare fosse pure di qualche giomo, le manovre di campagna o grandi manovt'e. Quesl.e condizioni consigliano in massi ma n l'imandare tulle le ultime cinque esercitazioni al tempo che corr·e fra il co ngedamen to dell a cl:1sse anzi ana e In fus ione delle nuove reclute, epperciò quest'ultimo concetto dovrebbe essere espresso al N. 230, come ho sopra proposto. L' istruzione delle reclute col relativo tiro, determinano uno speciale periodo a sè . Come si è fatto hene a togliere la qualifica di tiri di gtte'ITa individuali e collettiv i che è nell' istruzione del ·189.2, così pro pongo che si tolga quella di campagna al tiro ind ivid uale d~ questa . Toglierei anche l' inutile dicitura di capomli e soldati nelle gare dei tiratori di ,,. classe e di 2a r-lasse.

,. ** I l re;.rolamento d'esercizi e l'istnu;i one sul tiro oltre all'intimo nesso fr~ loro, che doriva dalla tattica del tiro, hanno leLLeralmente comuni le posizioni del tiratore ed i mo 1•i menti richiesti per la carica, e pei fuochi. Semprec hè non si voglia trascrivere in entrambi in modo lelleralmente eguale i detti alti del soldato, è chiaro che essendo essi dipendenti dall'arma e dal suo meccanismo, hanno maggior attinem.a coll'istruzione snl ti ro che non col regolamento d'esercizi . . Di più il regolamento d'esercizi essendo dettato da principt molto più generali e comprensivi , ha un carattere di s tabil it~l molto più estesa . (nfatti in Italia in questi nltimi ~5 ann i non contando i provvisori si ebbero tre regolamenti rl'esercir.i, quelli ~1 868- ·1 876 e ,1892, cioè ono ogni 8 anni, avvertendo inoltre che quello (\~t ~l876, non fu che una ristampa di quello del ~1 86~), mentre che nello stesso periodo le istruzioni sul tiro, pure senza


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DEL ~3 APRILI.':

L'lBTRUZlONE SULLE ARMI E SUL TIRO PER LA FANTERIA

contare le provvisorie furono selle '' 869 - '74- '8·1- :.85-'"88-'92 e ' 94· cioè una ogni quattro anni e mezzo circa, notando che quella del 23 •feb braio '188 l , benchè dichiarata provvisoria ebbe una durata di quattro anni. Per queste ragion i erano ingiusti ficati i rinvii al t·egolamento d'esercizi faLli dall'istruzione sul tiro 1J 892 coi suoi numeri 23-30 e .i·8. l n nessuna parte di quell ' Istruzione si trovano descritte le posizioni di p1·onti e di punt ch e sono il fondamento del tiro, la base, dell'istruzione del tiratore. Questa mancanza è aggt·a1·a ra da ciò che il regolamento d'esercizi rimanda a sua volta l' im portan te posizione di pronti (G7) a quella di m·ociat-etv (4-9 ) e per le posizioni di p1·onti in ginocchio e l t terra (67) rimanda pure senza altre spiegazi oni alle posizioni semplici di in ginocchi o ed a terra (tH e 52). Nulla di ce il regolamento d'esercizi sulla po~izione di pronti da sednta, benchè poi all'8° alinea del N. 68 accenni alla posizione di punt da seduto. Insomma su qnesr.o importante elemento dell' istruzione del tiratore, l' Jstru7-ione ·1 892 · lascia moltissimo a desiderare for~e appunto per aver separato da sè, ciò che deve far corpo con se . Perciò devesi considerare quale vera miglioria, quale t·eale progresso, l'aver inserito nella nuova Istruzione '1894. dal N. 94. al 'l 02 le qua ttro posizioni di p1·ontì e le cinque p•)sizioni di ptmt. L'adozione dell' Istruzione 1891. ricb iede di ritoccare in molte parLi il Regolamento d'esercizi e meglio sarebbe abolire il capo Ca1'ica e fuochi da l N. 57 al 69 lasciando soltanto i comandi· con brevi cen ni su lle relative posi7-ioni, rinviando le minnziose descrizio ni e posizioni all' Istruzione sul tiro. Per l' importanza grandissi ma della posizione di pnnt conviene di esaminare alcu ne innovazi oni ap portate dall 'Istruzione ·1894. Dai num eri 98 e 206 appare che la posizione del tiratore ch e spara senza appoggi ed in piedi non si chiamerà più a bmccio sciolto ma bensi di in piedi. È più logica P.f~schè riguarda tu tta la persona e non il braccio, è più semp liçe; ed è egualmente chiara. 1\'Ia rompe una nomenclatura gi à acquisita a tante generazioni e non è provato che il vantaggio ed il1 danno si bilancino. .;:_t

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Essa bar-soppresso dalla posizione di pnnt, nel suo numero 98 quell'inciso che è nel N. 68 del Regolamento d'esercizi, che di~e di premere t· arma contro la. spalla destra con ambe le mam, ma senza sf'o1'.$0. ::'{ on occorre certamente sferzo , ma una pressione è necessaria per tener ferm a l'arma e dimi nttire l'urto del rinculo . Quell'inciso non ha dunque ragion e di ri manere. •< Invece della mano sinistra in COITisponden.:ra rlRl cent1·o eli g1'al>ità » la nuova islruzione ha sostituito 'avanti e cont1·o il se1'bntoio èhe è assai meglio, dando alla mano un appoggio per premere COUH'O la spalla: · È stata tolta l'avvertenza di non j'a1· ·inclinm·e l'lm nct n,~ lL !lest1·a nè a sinistm relegandola nel N. 19tl. 2° alinea nel pun tam ento col sostegno a gradini, e qui si fa evidente come sia inutile la parte H dell' lsti'U7.ione e come sarebbe opportuno che l'i struttore nella stessa parte I che gli tHt le nozioni , gli clicesse !>Ubito volta per volta il modo di applicarl e all'nddestramenlo d elle reclute. Così pure è stata tolta ùalla posizione di pnnt la spi !:'g~zione che la mira passa pel j'ondo ddla tacca dell'alzo ~ la sommttà del mirino per mandare anch'essa al N. '198, mentre stava cosi bene, nelle nozioni, ravvicinata alla posi1.ione di punt. La concessione fatta al soldato che non può puntare col solo occhio destro, di farlo col sinistro o con entrambi è staLa anch'essa rinviata alla seconda parte . Queste tre ultime innovazioni provano tulle che la distinzione in I e II parte non ha ragione di essere, perchè tutte quattro dovrebbero fa r parte delle Nozioni cioè della parte I, e perchè non si ptrò inseanare una cosa se non se ne ha la nozione. Ma l'osservazione è proprio generale a tutta la li parte, la quale non ba ragione di essere disgiunta dall a I. È stato tolto il puntamento col calcio solto l'ascella de.çtm (N. 68, 3• alinea) perchè il nuovo alzo alla sua mass ima allezza, è meno della metà di quello del fucile '70/ 87. Nella posi'zione di pwnl da in ginocchio la nuova Istruzione conferma la prescrizione di appoggim·e il gornito sinistro s1d ginocchio. Eppure in p rati c~t mol ti tiratori chiedono d: non sottoporl i a quel virtcolo eli~ obbl i11a a pietrare il cot·po verso il fianco sinistro. Non per supina imitazione, ma perchè lo credo veramente utile, ~i po~>

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L'ISTROZIONE, SULLE ARMI E SUL TIRO PER LA FANTERIA

trebbe adottare la prescrizione del Regolamento tedesco N. 72. Il timto1·e ptbnta allom a b1·accio sciolto, oppnre appoggia il bmccio sinistro sul ginocch-io. 'l<' È 'frequentissi mo il Ca30 negli esercizi per il combattimento che i ripari, fossi, siepi, parapetti , mnriccioli ecc. pur richi edendo di 1 non restJre ritti , non permettano di prendere la posizione in ginocchio a seden sul calcagno dest?·o come prescrive il N. 5 1 del nostro regolamento d'esercizi . In quest'occas ione dell'adozione dE:fìnitivn deli' Istruzione snl tiro '1894, propongo '· che la posizion e in gi nocch io si possa prendere ...n una o su ambl'4tte le ginocc{1ia come nel regolamen to tedesco al N. 72 soprncitalo pag, . ft.7 traduzione italiana. · Nel pnnt da te·1·m di cui al N. ·l Ol il timtol'l' sta col ,gomito sinist1·o o con ambedue i ,gomiti appog,qiati a ten ·a secondo che gli to-rna piìt comodo . Questa rlisposizione è cont raria n quella contenuta nel N. (}8 alinea 7 del r·eg-olamento d'esercizi che dice si appoggtano.a tm·a i chw gomiti, ma è più pn1tica, e quindi da adottar:;i definitivamente a preferenza dell'altra. Nella nnova Istr·uzion e, come nel Hegolamento d'esercizi è detto la nwno destm stringe l'impugnatum col pollice disteso l!mgo il fianco destro. Invece tanto il Hegol<tn1ento tedesco al N. 31, quanto il franvese al N. ·162 prescrivono di stringere forte colla mano attraverso l'impugnatura; lelteralmente- il tedesco dice: (pag . 26, traduzion~ italiana) l'indice nel ponticello . Le altre dita st1·ingono f'orte ecl in modo nni/01·me l'impugnatnra., e possibilmente in yuisu. che il· pollice si trovi a contatto della p1·ima. falange del dito n11edio . Ed il fran ce~e: sr~l'1'e1' {1wtement la poi,qnrJe a·tJec la main d1·oite, le pottce en trcwe1·s, la dem·ième phalange d1t p?·entùw doigt en avant et cont1·e la detente. La forza che può esercitare la mano destr-.t strel.1a intorno all'impugnatu ra è incompa · rnbilmente maggiore di quello che la mano stessa può avere: col pollice distesi} lnngo il fianco destro. Il vant:.l-(gio che nel prim o caso ne traggon la fe:·mezza dell'arma contro la spa lla, la stabilità nella direzione della can na secondo la mira, la resistenza al rilevamento è veramente notevole. Ora col fucil e ,1870/87 era necessario tem:re il poll ice disteso lu ngo il t1an co destro, perchè poneudolo attraver;;o e coli 'indice sul grilletto, esso viene a trovarsi

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Al'RILE

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a 1:ontatto della coda della codella, ed a ogni spnro rice,,e un urto

di questa, che dopo pochi colpi si trnduce in ~na contus.içme. Ma -col fncile 189'1 tale inconven iente più non es1ste perche quando (( Ja mano des~ra sl ringe fortemente l'impugnatura col p,ollice nt•t ra~·erso e l'ind ice colla seconda falange su l grilletl.o » il, poll ice -trovasi mollo distante dal bottone e dall'est-remitcì <' ·vite del percussore, da non potenw mu.i essere ofl'eso. Propongo perciò che sia corretta l'a ttu~)c prescrizio ne, che si addolti di im pugnare il fucile col pollice attraverso all' impu~nat ura. 11 secondo alinea del N. ·198 cosi comincia : « Perchè i soldati non si stanchi·no. usare il sostegno n gradini )), Questa dichiarazione non è esatta ed è poco opportuna, perchè 'veramente il puntamenlo col sostegno a gradini segna un passo nel metodo dell 'addewamento, che facilita alle reclute il modo di imparnre a puntare ed a mirare. 'on stancar~ i soldati non_ è il solo scopo, neppure il principa le . P ropo ngo che s1corregga la crtata frase. ·

(Conti'Y!tna) . P.


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TIRO CURVO O GRANATE DIROMPENTI? La potenza di una bocca da fuoco non si manifesta che per l'intermediario del proieLLil e, il qual e assorbe il lavoro di cui essa è capace e lo trasmette a distanza agli oggetti presi come· bersagli o. In questo senso il proiettile rappresenta lo stantuffodi una macr.hina, colla relativa biella e con tutte le ar·ticolazioni che valgono a trasportare la forza motrice agli organi incaricati· di compiere il lavoro pel quale la macchina fu costruita. E come· una macchina si dice più perfetta quanto più granàe è il suo coeJ~· ficiente di rendimento, cioè quanto più piccole sono le perdite dr forza che va soffrendo nelle sue successive trasmissioni , così tantopiù perfello saril il proiettile quanto pitì integralmevt.e saprà ll'asmettere sul bersaglio la forza viva di cui venne dotato nell'abbandonare l'arma . Perchè ciò avvenga è necessario ch e esso soddisfi essenzial-· mente a due condizioni, e cioè: che 1·isenta _poco degli att1·itir ossia soffra poco della resistenza dell'ar ia; che il danno recato al' bersaglio sia il massimo possibile. La prima condizione è comune a tutti i proietLili indistintamente e ad essa si è cercato di soddisfare mediante appropriate· fo rme ed opportuno rapporto fra il peso e la sezi one retta. La seconda non deve prendersi alla lettera che nel caso dr bersagli inani mati , sendochè le leggi dell'umanitit non permettonoche si avvelenino, per cosi dire, le frecce, producendo con pallottole esplosive, od. altro, ferite. che non mirino soltanto a metterefu ori di combattimento il nemico. Qualora pertanto, come accadenella guerra campale, il bersaglio sia nella pluralità dei casi costituil o dal l'uomo, potrà la seconda condizione interp1'etarsi neJ, senso che ciascun proiettile abbia la capacità di mettere fuori di, combattimento il maggio1· numero possibile di avversari.

TI RO CURVO O GRAN ATE DlRO liPEISTl '!

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A questo soddisfa egregiamente la scatola a metraglia; lllfl la sua azione non si spinge ollre poche centinaia di metri, e a ciò appunto gli artiglieri hanno sempre cercato di rimediare lìn dal momento in cui. venne ideato il pr imo p roietti !~ scoppiante. Tale idea, espressa già sui primordi del XVI secolo, e appl icata di poi più o meno grossolanamente nelle bombe, nelle granate e negli sbrapnels sfer ici, non potè avere pratico svilu ppo se non col l'apparire delle artiglierie rigate ; quando l'all ungamen-to dei proiettili e il moto di rotazione costante intorno al loro asse principale permisero di lanciarli anche con bocche da fuoco ad anima lunga senza che le spolette si defor massero per gli urti contro le pareti di essa. L~ rigatura pertanto non solo f11 cagione di !itraordinari progressi nel campo balist~o puro, ma altrel'i di tale perfcttibilità nella strullura dei proiettili da renderne gli effetti incomparabilmente superiori a quelli che colle ar'li gli cri c lisci e non si sareb· bero mai potuti sperare. Sottratta la spoletta· alle ingiurie degli sbattimenti, potè l'artificiere foggiarla in modo che rispondesse alle svariate esigenze del ti.ro; sicchè non solo si ottenne che le granate scoppi assero in immediata contiguità del punto urtato, ma si giun se all'ambita r isoluzione del problema di portare lon tano la metragl ia mediante lo shrapnel ; il quale è precisa mente una scatola a metraglia che esce intatta dalla bocca da fuoco e non s'apre che là dove la volontà dell'artigliere lo im pone ; vale a dire a gi usta misura dalla fronte del bersaglio. Nonostante però la grande efficacia di cui appai ono dotati lo shrapnel e la granala, dipendentemente dall e migliorie apportate nell' intima struttura loro e nelle spolelle , v'hanno contingenze nelle quali la loro azione scema tanto da ridursi pressochè a nulla. · Tale è il caso in cui le tmppe prese di mira si valgano ·dì trinceramenti per sottrarsi alla grandine che l'esaLtezz:, del tiro , unitamente al valore in trinseco del proiettile renderebbero alt rimenti insosten ihile. Da rapporti del generale Todleben ·appare che cl innanzi a Plewna una batteria russa trasse una giornata intera contro una .posiZione trincerata pe1· mettere nn Turco f'u ori di combattimento .


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TIRO CURVO O GB.AJS'ATE DIROMPENTI ?

Questo magro risultato è da ascriversi alla radenza della traiettoria dei cnnn on i da campo, la quale fi n d'allora metteva l'artiglieria nell'i rnpossib il itit di toccare i difensori r.he, sedendo sulla banchina, si fossero tenu ti co lla schiena addosiiata alla scarpa interna del parapelto. Ri su lta infatti che per colpire un uomo in tale postura occorra un angolo di caduta di ~:Ho, se trattisi di trincee di battaglia, e un angolo crescente da 27° fino a 45° se tratl.isi ùi trinceramenti ordinari. E sicr.ome l'angolo di cad uta pei cannoni da campo non s'accosta ai 20° se non alla distanza di 4.000 metri, cosi resta manifestamente dimostrata l'impotenza di tali :~rtiglie rie di fronte a cosifatti bersagli. Nè vale mettere in conto l'aumento d'inclinazione dovuta all"apertura del cono delle pallette nel tiro a shrapn el, giacch è anche questo non co mincia a dare eiTelti in detto senso che intorno a 2700 metri. Non credo qui ndi di cadere in bisticci asserendo che la straordinar·ia potem~a a cn i furon o portati i cannoni da campagna li ab]Jia condoLLi all'impotenza. Impotenza eventuale sl, ma di una even'tualità facil e a ri petersi di fronte al largo uso che la tattica and rà. facendo della fortifi cazi0ne campale. Primi nd accorgersi del fallo ed a cercare di porvi riparo fu rono i Russi ; i qunli, senza troppo preoccnpar·si delle complicazioni che ne sa rebbero derivate, pensarono di associa re un mortaio ai cannoni. Con che sopperivano alla deficienza di questi ultimi, procacciandosi il modo di vincere qualsiasi defilam ento e di scovare il nemico dietro qualsivoglia acci dentnlitit naturale ocl artifi ciale del terreno . Era un modo sped ito di risolvere la ([Uestione e quale si conveniva ad uno sta to dove le spese mil itari dipendono esclusivamente dalla volonlit del capo. Le altre potenze invece si mostrarono assai riluttanti a segu ire l'esempio della Russia. Se p:.rtendo da Go::tnvo Adolfo. che primo cerca di spnstoiare le artiglierie da campo dalle altre, poss iamo per le riforme del La-Vallière, del Gri beauval, ùei Prussian i, degli Inglesi, del Cavnlli, dell'imperatore Nnpoleone lli, e veniamo giù, giù lino ai giomi nostri, vediamo che stud io coslante deal n i arli n<>l ieri fu cru ello di dare all'artiglieria da campo quel carattere di unifo r·mità, di semplici tà, d.i permutabilitil che, togliendo ogni sorgente di complica-

TIRO CURVO 0 GRANATE DIROMPENTI?

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zione nei servizi logistici e tauici, si incarnass'e nell'unità del calibro, del proietto e del genere di tiro . All'unità di cal ibro era giunto Napoleone Ili coll'obice-cannone da '12, di cui aveva fornito l'esercito nella campagna di Crimea . .Ma quella bocca da fuoco lanciava la palla , la granata, lo shr;1pnel e la scatola a metraglia. Eravamo lontani dall'unità <li proiettil e. L'al lungamento di quest'u lti mo, dovuto alla rigatura, In sua 11umentata capacità, la possibilità di riempirlo eli pallottole e in· sieme di fogginrn e l'ogiva :1 guisa di granala ricca di esplosivo, -e finalme nte l'invenzione delle spoletle a doppio effetto avevano messo gli artiglieri in procinto di veder avverato il loro sogno; all orcllè la Russia col suo monnio venn e a scombussolare di bel nuovo i loro pian i. Posti così nel bivio: o di misconoscere i fatti che avevano spinta quella potenza a ritornare nll 'antico, o di recedere dall'obiettivo tanto vagheggiato e quasi ragg iunto, era naturale che cercasser·o se non vi fosse mezzo di sacrifi cnre soltanto una parte del cnmmino faLLo sulla via della semplificazione. E ciò tanto a maggior titolo inquantochè, imitando la potenza moscovila, la .questione non si sarebbe limitata a toccare i calibri e i proiettili, ma avrebbe coinvolto il genere deiiP: bocche da fu oco e la specie del tiro. Si pensò quindi se, pur allenandosi al tipo cannone e al tiro dì lancio che gl i è peculiare, non fosse possibi le di vincere il defi lamento offerto al nem ico dalle opere foetificatori e; e la soluzione parve trovarsi in una foggia spec!ale di proiettili, che noi chiaminmo gmnate di?·omptmti; che in Francia sogliono denominarsi Obus-torpilles e che i Tedeschi ba ttezzarono col nome di Sprenggranaten . Sono granate cariche di violenti esplosivi, i quali se non sono tali da vincere, come si è creduto dapprincipio, la velocità di traslazione del proiettile, sì da lanciarne le schegge anche al· l'indietro, ne allargano però silfattarnen te il -cono di dispers ione che, scoppiando al disopr·a di una trincea, 1<1 parte in feriore del fa scio ne rende vano qurdunque grndo di defilamento. Calcolasi infatti che l'apertura di esso cono mi sur·i 140°, ossia il doppio


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TIR O CURVO O GRANATE DIROliPENTI?

di quello fornito da una gr·anata ordinaria ad anelli. L'acido picrico, coi suoi pseudonomi di Liddite, l\Ielinite, Eversite, si presta egregiamente a tale officio ed è perciò . che va prendendo voga presso l'artigli eri a di diversi paesi . Da quanlo ho delLo testè appare chiaro che la granata dirom· pente debba far uso preferi bilmente di spoletta n tempo, affinchè lo scoppio avvenga in aria nel momento in cui sta per passare al disopra del punto da battersi. E ovvio però che tale r isultato sarà. difficile assai da ottenersi; almeno fino a tanto che saremo infeudati alle :;po lette piriche, le qnali, come tnlti sanno, danno una dispersione media probabile di scoppio che nel ti ro di lancio misum .)0 metri di profondit~t. Questa circostanza non so lo ha indotto a provvedere le dette granate di spoleue a doppio effeLLo, ma ha prodotto una specie di scissura nel modo di usarle e per consegu enza nella loro stessa costituzione. In Germania, dove anche in ljUesto caso prevale la massima che il cannone debba cercar~:~ l' uomo e non l'ostacolo, si è introdotta nelle granaLe dirompenti quel tanto di carica che, senza ridurle in polvere, bastasse a frantumarle e ad imprimere alle schegge la forza vivn necessaria per ollener·e l'intento. Là quindi si fa· precipuo assegnamento sugli e/Telti del tiro a tempo, anzichè su quelli del tiro a percussione. · In Fr11ncia invece si crede poco all'efficacia di un proiettile l'azione del quale dipen de dal la irregolarità. di combustione della· miccia di una spol etta; irrego l a rit~t che qui non è compensata, come nel caso dello ~hrapnel, dalla profondità dello spazio su cui si distende il fascio delle pall ette. È noto infatti, per esperienze condotte .in Fr:1ncia, c:o me il raggio della zona peri colosa dovuto allo scoppio di granate dirompenti raggiunga a stento il decametro e .come i loro elfetti all'indit\tro , anche scopp iando per urlo, siano insignilicnnti. Bisognerebbe dunrJue, percM il tiro a tempo avesse a riuscire veramente efficace, che il proietti le fosse provvisto di spole~ta meccani ca perfetLissima; oppure che, dando corpo alla bizzana proposta di più bizzarro inventore, fosse dotato di organ i speciali

TIRO CURVO O GRANATE DIROMPENTI?

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che, a guisa di falco, gli dessero modo di librarsi sull e ali al punto voluto per piombare con precisione sulla preda. In attesa che l'uno o l'a ltro di questi problemi yenga risolto, i France~ i, sapendo che la dispersione longitudinale dei puriLi di caduta è assai più limitata di quelìa dei punti di scoppio a tempo, preferiscono in cruesto caso particolare di battere rostaeolo; e senza troppo preoccuparsi del grado eli protezione. che q uesto sm·à per fornire all' uomo che vi sta addossato, mirano ad ottenere potenti efTetti di mina. A tale intento, anzichè limitarsi a i 7!S grammi di acido picrico della granata dirompente ledesca, il !or(\ olms-to1·pitle da 90 contiene "l'enorme carica di 11700 grammi di melinite. È una vera mina, la quale, sia che scoppi nel massiccio del parapetto, sia che scoppi nel ramo ascendente del ri mbalzo immediatamente dopo l'urto, non può restare affatto priva di conseguenze per chi si trovi appollajato dietro al riparo; e da parte mia, senza pr·egiudizio di quanto dirò io seguito, credo che nell'ambito speciale della questione non abbiano torto. Innanzi tutto si tocchi il bersaglio. Tale secondo me è la prima regola da seguirsi. Se poi , come dissi anni sono in altro mi o lavoro, invece di ammazzare un avversario ogni cinque colpi, ne mando all'ospedale uno a ciascun. colpo, non esito a dichiarare che preferisco quest'ultimo ri :>ultato. Per altro, se fossi richiesto del mio parer·e, mi dichiarerei aper. tamente contrario :di'uno e all'altro sistema. Mi dichiarerei cioè contrar·io all' uso delle granate dirompenti tirate di l~n ci o, sia a tempo che a percussione, coll' intendimento esclusivo di vincere la protezione data ai difensori da opere fo rtificatorie di qualsivoglia rilievo . Onesto mio parere deduco dal fatto che a 2000 metri, distanza migl iore di combattimento per l'artiglieria campale, la probabilità di colpire una trincea dell'altezza di 60 centimetri col nostro can nope da 9 passa già di due punti al disotto del 2[) per cento ; il che è C{tWDto dire che, pur attenendosi al metodo meno incerto, cioè al metodo francese, si sprecherebbero molte · · munizioni con poco cos trutto . L'm·tiglieria da campagna de\'e cercare l'avversar·io, non il suo rip~r~o, e so\lo questo aspetto avrebbero ragione i Tedeschi, se la


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'I:IRO CURVO O GRANATE DIROMPENT I ?

probabi lità di ottenere ell'elli seri col tiro a tempo non apparisse anche minore. Io accellerei pertanto la g1·a nata dirompente io sostituzione di quella ordinaria, perch é assai più energica, grazie ai suo i effetti di mina, ~ontro qualsiasi bersaglio ; ma se si proponesse proprio soltanto per cercare l'uomo ann idato entro trinceramenti, cioè, come surTogaote del tiro curvo, darei il mio voto contrario; e se si adottasse in luogo delle granate ora in servizio, non vorrei scinpal'le in vani conati contro opere trincerate. E ciò anche perché fino a quando non prevarrà l'opinione di coloro che vorrebbero assunta come proiettile uni-.:o la granata dirompente, questa rappresenterit un'aliquota così ristrella n(\1 totale delle munizion i da consigliare a tenerla in serbo per quei bersagli che offrono migliore presa al tiro di lancio. 1\iassumendo, se la questione di cercar l'uomo dietro spall eggiamenti :;i potesse risolvere inèlipendentement e da qualunque preconcetto finanziario , direi : adottiamo una boc~;a da fuoco pel tir·o curvo; se dovendo rinunciare a questa. mi si imponessero le granate dirompenti tirate di lancio, darei la preferenza al si stema francese; ma se l'adozione loro fosse lasciata in mio arbitrio, non esiterei a rinunciarvi. L'azione di tali proienili , nel caso considerato, non mi pare suf'ficiente a scuotere il difensore, il qnale probabilmente si comporterà di fro nte ad essi come si è comportato lìuora. Egli se ne starà seduto . o sdraiato sul fondo della trincea, finchè le truppe attaccanti non siano ginnle a buona portata di fucil eria , e allora soltanto, forzato a r-oronare il parapetto, ofl'rir ~t buona presa ai nostri col_pi. E qui a nessuno certo verrà in testa di adoper·are altro proiellile che non sia lo shrapnel; il quale come già dissi, grazie alla profondiLà dell'azione sua, compensa gli errori dovuti alla dispersione delll1 rosa e alle irregolarità di CO lllbuslione della spoletta. · Ammesso anzi, coi tattici, che non si ~pingano le truppe all'attacco se non quando l'arti glieria sia giunta a prevalere su quella dell a difesa, sicchè una parte almeno di essa possa occuparsi esclusivamente del punto su cui l'attacco deve converoere o ' parm i che l'az ione potrebbe svilupparsi con una cel'la spedite~r.a

TIRO CURVO 0

GRANATE DIROMPBN1'1 '?

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qualora vi si applicasse il principio del tiro · a raffiche propuguato in tesi generale dal Langlois. Soventi mi è occorso di udi re v di le~gere che, trattandosi di espugnn re una posizione trincerat.a, prima di far muovere le fanterie l'artiglieria debba batterla col suo fuoco, finchè il difensore vi nppaia sgominato. Questo metodo, probabilmente efficace quando fosse questione di un villaggio, o comunque di fabbricali , nei quali i rottami e l' incenclio costituiscono un potente ausiliare dell'effetto diretto dei proiettili, non mi pare plansibile ne~ caso di opere di fortificazione campale propriamente dette. Il motivo, non o~:coiTe ripecerlo. sta nella ragione stessa per cui si va dibattendo la questione delle granate cari~he di potenti esplosivi, e del tiro curvo. Il difensore cl:e sa di nulla potere con tro l'artiglieria, di so lito po5La troppo lontano, se ne sta rannicchiato dietro il parapeno, sicuro che poco danno essa sarù per arrecargli col suo tiro radente, e aspetta il momento opportuno per fulminare le fanterie avversarie, allorchè l'artiglieria per tema eli offenderle sospenderà od alluu gherit il tiro. Con ciò non si sarit serbato che pochi ettomeLri di margine per lo sviluppo dell'azione sua; ma se il campo di tiro sa rà stato convenientemente preparato e se il presidio avrà fede nei propri fucili, quel margine sarà più che sufficiente a r intuzzare l'impresa. Di tal maniera oserei dire che l'artigl ieria anr.ichè preparare l'assalto concorra a preservare la difesa pel momento decisivo del duello ravvicinato <li fu cileria. · Miglior consiglio sa rebbe dunque, a mio avviso, quello di tacere, limitandosi a pochi colpi per aggiustare esa uamcnte il tiro sulla trincea, spingendo senz'altr·o innanzi le fanteri e e tenendo pronti i pt>zzi all'esecuzione di raffiche di tiro a shrapnel a tempo intensissime . Se il difensore si atterrit al solito sistema di aspeuar·o l'avversario a poche centinaia di metri, noi metteremo sull'attivo una quantità di munizi oni sottralle ad inutile sciupio; se alleLLato dal nostro silenzio coronerà il p:lrapetto innanzi tempo , la grandine di pallette che l'accoglierà sarà tale da scuoterlo assai più chB non l' incerta azione di granate che scoppino a cavallo dell a po-


TlRO CURI' O O GRANATE DIROMPENTI? 1374 sizione, mentre s'e ne sta riparato nel proprio nido. Anzi il tuonar-e inLermitlente della nostra artiglieria dovrebbe essere segna le alle fanterie auac..;nnti di gettarsi n terra per riprendere lena e rnealio frus trare i brevi e malfermi conati della difesa. Dato però che questo l!iuoco riesca e che riesca almeno di malmenare le riserve che si vedessero accorrere sulla linea di fu oco, esso avrà pure un li mite là dove l'azione dell 'artiglieri~ pou·ebbe confondere il dorso dei nostri soldn~i col p~lto degli avversari . Quantunque grande sia l'esattezza de1 cannoni dn c.amnessuno ardi rebbe certo di continuare il fuoco in tali conpaona n ' . dizioni , e quindi l'artiglieria dovrebbe tacere per lasc1are le r~os tr~ truppe d'assalto in balia di sè stes:;e proprio nel moment.o m cut maggiormente avrebbero bisogno che il ginochelto co ntmu ~sse: E qui appunto è dove ia. questione del tiro curvo melle luot't le corna acuti ss ime e si f<l lnrgo assai più che non pel solo motivo di battere l'interno delle opere e di vincerne il deftlarnento. Accompagnare gli assali tori lino a pochi passi dal nemico; ecco quale dovrebbe essere il cò mpito dell'artigliere . E sicc:om.e que.sto non si può ottenere col tiro di lancio, . qualunque s1a li proiettile di r.u i intendasi far uso, r.osì l'adozione di un obice da campagna mi pare che s'imponga e prima ancora della. riforma tlei can noni. Le ob iezioni che la logistica e la tecnica saranno per sollevare contr·o tale idea non mancheranno certo di peso. TI fatto stesso dei tentati,•i che vedemmo compiersi dappertutto per girare la questione del tiro curvo mediante le granate dirompenti, basta a dimostrare che l'aoaiunta di un tipo diverso di bocche da fuoco da cam pagna ~~n è problema dei più comodi e dei più facili a ri solversi . Ma la logistica e la tecnica mi pare che in questo caso debbano piegarsi alle es i~ e nze della tattica, dalla quale essenzial mente dipende la riusci ta degli assalti. E la tattica registra già qualche fatto che vale a coonestare . le sue pretese. Da relazioni degne di fede risulta che nell'espugnazione di Port- Arthur alcune opere furono prese d'assalto, dirò cosi di prima in tenzione, precisamente perchè i Giapponesi erano provvisti di batterie di obici Krupp, grazie alle qual i fu loro

TIRO CURVO O GRANATI:: DIROMPE NTI ?

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'{JOssibile di accompagnare le baionette quasi fino all' istante di iincrociarsi con quelle dei difensori. Del resto a coloro che osteggiassero l'idea mettendo in campo ·le complicazioni di materiali e di munizioni a cui darebbe ori. :gine l'adozione del\'obice, si potrebbe far osservare: innanzi tutto che coll' abolizione di uno dei cannoni nulla si muterebbe ri,guardo agli equivoci possibili procedenti dall a diversilà delle mu-nizioni; in secondo luogo che l'artigl ieria piemontese, la quale ·raccolse tanti all ot·i nelle prime campagne dell'indipendenza , era opure provvista di cannoni e di obici, e ques ti non ri un iti in .balleria speciali, ma incorporati coi primi in balterie miste. A questo riguardo anzi mi giova di fare un'osservazione. Dal .momento in cui i Russ i nell' ultimo decennio del secolo scorso giunsero a fabb ricare obici che realmente rispondessero ai carat· ,teri imposti a tali bocche da fuoco, tutte le artiglierie campali ·:;e ne provvidero e ne furono provviste fi no all' istante in cui la 1·igatura non venne a mettere a. soqquadro il regno di Santa Barbara. La possibilità di lanciare granate coi nuovi cannoni e la cur·vatnra che la loro lraieLloria venne ad assumere in virtù della t'orte riduzione che dappt·incipio si dovette fare nel rapporto tra -il peso della carica e CJUello del proi ettile, condussero a riunire ·in una sola bocca da ft1oco le prerogative dell'obiee e del ca nnone. Oggi però che quest' ultimo, per· via di successivi perfezionamenti, ha riacquistata e superata l'antica radenza, il bisogno di .-associarlo all'obice si fa nuovamente sentire, e tanto più si fa ,senti re inquantochè, fatto di esso uno strumento a scopo unico, .sarà possibi le di procedere con maggior libertà nello studio della sua riformn. · Io non so che cosa si abbia in animo di fa re presso di noi; -ma per ciò che riguarda altre potenze non credo di appormi male ·ritenendo che l'esempio di Port-Arthur abbia a far traboccare .definitivamente e presto la bilancia in favore del tiro curvo. g dico far traboccaTe per·chè è nolo che , a malgrado dell'adozione delle Sp·renggranaten in Germania e deg li Obus-to1·pilli~s in Francia .questi stati non rinunziat·ono mai per· intero agli studi, se non .-all'adozione di un obice da <:ampagnn. Anzi in Francia due in87

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ANNO XL.


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TIRO CURVO O GRANATE DIROMPENTI?

tere batterie di obici da '12 incavalcati su afl'usti a dèformartionefut\ono oggello di vasti esperimenti nel corso dell'anno 4894. Ciò posto, e data la larghezza dei mezzi di ·cui Francia e Germania dispongono e la speditezza che colà suoi presiedere alle deliberazioni risguardanti l'interesse della difesa del paese, non, dovrebbe recar meraviglia se fra non molto vedessimo quegli· eserciti decidersi ·per l'adozione di siffatto genere di artiglierie. N-el qual caso, siccome ·la Russia, la Svezia, la Spagna, la Svizzera e l'Inghilterra si sono già pronunciate in tale senso, poc.hi sarebbero gli stati sui ·quali pott·emmo spingere lo sguardo per· trovare compagni nelle nostre condizioni.

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LA QUESTIONE CICLO-M ILI fARE CONSIQERATA NELLA PRIMAVERA DEL 18gs Continuazione, vedi' dispe-nsa X l V

Armamento. FELlCg l\lARIANI rnaggio1·e iL'artiglieria.•.

Jl velocipedista essendo soldato, deve averne anche l'aspetto, e quindi deve essere armato. Come staffetta dovrà premunirsi delle sorprese, difondere un ordine ecc., quindi dovrà avere a sua disposizione una pistola a rotazione. Come comballente, dovendo conservare tutte le qualità del soldato di fanteria, do~rà avere il fucile che è preferibile al mosch~tto ('l). In Inghilterra e negli Stati Uniti, dove sono organizzati in reparti combattenti, i velocipedisti hanno la cambina. In quasi tutte le altre nazioni, il1·~volver colla relativa guaina . In vicinanza del nemico il velocipedista dovrà a\jere l'arma a portata di mano, quindi la terrà ad armacollo col calcio a destra. Da prove fatte col fucile in taìe posizione, risulta che un velocipedista, sorpreso coll'arma carica durante la corsa, in 8 secondi può arrestarsi, saltar giù dalla macchina e cominciare il fuoco; se ha l'arma scarica, per poter sparare gli occonono ·1O secondi. In lontananza del nemico il velocipedista, per avere maggiore libertà di movimenti, senza bisogno di congegfli speciali, appenderà il ·rucile alla macchina, facendo passare la cinghia sotto la sella e sopra il manubrio, in modo che il calcio risulti indietro.

u.r Il velocipedista può, per lunghezza e peso, portare indiffer·entemente il moschetto od il fucile.


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LA QUESTIONE

ClCLO-~IILITARE

CONSIDERATA NELL.o\ PRIMAVER.A DEL

1895

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Il peso dell'arma e la larghezza della cinghia tmtterr~nno il fucile al pari di qualunque congegno (11). Il fucile modello 70/ 87 mal si porta ad armacollo a causa del serbatoio che fa pressione sui fianchi. In via transitoria sarebbe preferibile il moschetto di càvalleria modello ·1870 sistema abolito, adattatissimo come armamento dei velocipedisti. Lo ste~so moschetto potreb be pel momento essere distribuito io via economica invece della pistola a rotazione, come si fece in Francia, provvisoriamente, nel •1892. Il fucile ed il moschetto di cavalleria modello ·1891 si prestano benissimo per portarsi ad armacollo.

..

L'ufficiale dovrebbe èssere armato di pistola e di sci&bola. I enda oO' li dovrebbero essere fatti in guisa da conservare an a·scia::• P boia, volendo, una posizione orizzontale. . Jt.

* * 11 velocipedista. dovrebbe portare le munizioni come l'attuale soldato di fanteria, o in una cartuccera a cintura, o in una cartuccera come quella della cavalleria, ovvero anche nelle tasche del petto, della sua giubba speciale. Equipaggiamento e tenu1a .

* * T velocipedìsti andranno difficilmente all'assalto, e combatteranno quasi sempre in piccoli gruppi ed in lontananza del nemico;. quindi la sciabola baionetta non avrebbe altro scopo che1 • dì dare loro un'arma bianca in guarnigione e fuo ri servizio. La sciabola baionetta del fucile modello 70/ 87 per la sua !un- · ghezza imbarazz~rebbe il velocipedista nei suoi movimenti quandQ. è iri sella. La sciabola baionetta del fucile modello 1l8~H è molto. più corta, quindi servirebbe benissimo allo scopo. Se non si volesse il velocipedìsta armato fuori servizio, si potrebbero adottare fucili colla baionetta congiunta all'estremità. della canna a mezzo di una cerniera e di una molla; quindi col sistema identico a quello dei moschetti di cavalleria modello 1189,1. In !svizzera il velocipedista è arrq_ato di baionetta-pugnale. Togliendo al velocipedista la sciabola, olt?·e al fucile o· moschetto, lo si potrebbe armare di pistola pei combattimenti corpo a corpo (2).

(i) l congegni speciali per sos tenere il fttcile sono facilissimi .a guastarsi, non hanno nessun<• utilità pratica, aumentano il peso della macchina c fanno perdere il temptl. (2) La pistela a rotazione sarà pc! velocipedista un mezzo di offesa e di difesa quando e sulla macchina e vuole, senza discenderne, liberarsi da qualunque avver. sario, borghese o militare che lo molesti, in paese ostile. E consigliata in aggiunta al fucile da moltissimi scrittori, fra i quali dal tenente colonnello Massaglia.

II velocipedista, dovendo avere la maggiore indipendenza possibile dal carreggio e dai corpi che lo seguono, dovrà portare seco l'indispensabile per poter bastare ~ se stesso nella maggior parte delle circostanze. La bicicletta può soppol'lare pesi grandissi mi; il solo limite è quello delle .forze di chi la monta. In O'enere un O'iovane robusto può viaggiare senza fatica con un ~ovraccaric; ben ripartito non super·iore ai .4..0 chilogrammi. Il ·velocipedista può spingere la macchina a mano, anche qtwndo st~ qtMsta sia d·isposto co·n·venientemente tm ca1·ico ~nolto. pe.Yant~. Due sono i criteri per la maniera di trasportare • varr oggett1. Portare tutto in dosso in modo che guastata o perduta la macchina, il soldato abbia sempr~ le armi, le munizioni, il conedo ed i viveri di riserva; o disporre tutto sulla biciclella di guisa che il velocipedista sia più libero nei movimenti e non sia riscaldato ed affati~ato durante le corse. Ou:mtunque si siano fatte esperienze con soldati in armi e ba;a(Jiio. montati sulle biciclette, non credo che in tal maniera un!? v~lo;ipedista potrebbe sostenere lunghi viaggi, perché è già ' tanto molestato dal caldo in costumi leggerissimi, che non resisterebbe ad un tale soiiocamenLo, nè saprebbe afl'rontare tutti gli accidenti del terreno, perchè que;;ti oggetti lo molesterebbero, tocrliendoO'li ocrni libertà. di movimento . Il fucile che non potrebbe l!> " !? essere portato ad armacollo a causa dello zaino, urterebbe con-


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CONSIDERATA NELLA PRIMA VERA DEL

LA QUESTIONE CICLO-lllLITARE

tinuamente il velocipedista nelle gambe speèialmente nelle salite e nelle voltaLe. La facilità di salire o di discendere dalla macchina a qualunque andatura, dote principale del cicli:=:ta militare non sarebbe più possibile. ' Lasciare lo zaino sui carri vorrebbe dire rinunciarvi assolutamente. I l velocipedista comandato a senizi isolati raramente dopo una giornata di continue cor3e, avrà tempo 'e volontà. d'i anda~e a.lla ricerca del carreggio, mancandogli cosl il modo di camb1~rs1~ q~ando per sudore ocl acqua ne avesse bisogno. ~nZichc d1spo rre lo zaino d'ordinanza pe1· la tanter1a sull'apposito congegno nella parte anteriore della macchina, rendendo questa sq uilibratissima specialmente nelle salite, sarebbe meglio portar Lutto .su l! ~ spalle, e ~i fa ticherebbe certamente di meno ('l). Se~ondo li m10_modo d1 vedere, mi sembrerebbe il problema suffi.c1entemente molto, q11ando il soldato portasse in dosso le . arm1, e le. cartucce (cose per lui indispensabili in guerra) ed adattasse 11 corredo, i viveri e le munizioni di riserva sul telaio della mar.cbina . .È ver·o che in tal maniera co lla bicicletta perdere~be anche 11 corredo (2), ma ciò .avviene ugualmente al cavaliere che abbandona il cavallo, ed al fantaccino che lascia lo zaino sni cani , intr_ovabili dopo una giornata di combattimento . . In guena poi non sarà si rnl'o il caso che i soldati sopraffatti dalla stanchezza. si liberino dolio zaino. Il velocipedista sarà più allaccato alla sua macchina di quanto non si creda, giacchè nella s~essa ha nn mezzo di trasporto ch e lo trarrà d'impaccio in molte Circostanze. e sarà quindi più (a cile che sì liberi dallo zaino se l'ha in ispalla e lo molesta, di quello che abbandonarlo, ;e è allaccato alla bicicletta.

*

** L'equipaggiamento del velocipedista dovrà essere concentrato più che è possib ile. (i) Non si comprende proprio il perch~ di tale disposizione del baga~lio , che per 0 prattca e matomntfcamentc, si può dimostrare sbagliata. ' ' (2) Quando no:1 racessc in tempo a Ievarlo dt1ila macc hina.

1895

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Nello zaino dovrà portare tutto il corredo del soldato di fanteria, viveri di riserva ed un gran numero di munizioni (non . . . . .. potendo fare calcolo sui rifornimenti~ . È necessarie che il ciclista non dnnent1ch1 t var1 utensili per la registrazione e le piccole riparazioni della macchina, che ab~i a una timella, un paio pinzette. qualche dado, qualche r~gg1ot qualche maglia della catena, una chiavetta a spina pe: le pedt~elle, una fun icella per tirarsi ilietro la biciclella in ceru ostacoiJ. Non si deve mancar di olio e di petrolio pel fanale e per la • -untura del velocipede. di stracci per la pulitura, nè di mastice ,per allaccare le gomme. Facendo. uso c~i pneumatici è indi~p~n­ sabile portare il necessario per la nparaz1one delle camere d a1 H.t_l velocipedisti combattenti si dovranno accampare e fare d -rancio come tutte le altre armi, qnindi dovranno portare la ga-vella, il telo da tenda e ia coperta da campo . Quelli che . . fanno. ,jl servizio di stall'etta non avranno bisogno di questi oggetti, <riacchè , se si t;·overanno coi loro reparti, mangeranno e si •all:> • • • ·tenderanno cogli altri soldati; se saranno addetti a1 quartter~ <reneral i 0 si troveranno isolati, avranno certamente modo d1 -cavarsela presso gli abitanti . . . . Naturalmente, sia in pace come in guerra, al ve\oc1ped1sta ·più che a qttalunque altro soldato è indispensabile un pacchetto per medicazioni . . . . . A seconda dec:r\i incarichi, esso sarà mun1l0 de1 relatiVI congegni : bussola _: contatore chilometrico- ca nno~cbiale ~ c~rt~ topograftche - macchina fotografica -strumenti per gli sch1zzt ~ curvimetro ecc. ecc . Sarà indispensabile un memoriale per riscontrare . tutti ~u~i -dati sull'esercito proprio e su quello avversario, .sulle nparazton1, s ulle risorse locali ecc ., che potessero essergli necessari durante il percorso . Come il fantaccino più spedito è quello più carico, cosi il veiocipedista combattente, slanciato a centinaia di chilome~ri di distanza, avrò. tanto minori preoccupazioni, quanto meno d•pen derà dal carreggio e dal corpo principale. ~


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LA QUESTIONE ClCLO-MILIT.ARE

'(.

* * Le esigenze speciali del velocipedista richiedono una tenut~ corrispondente ai bisogni del suo servizio e del suo mezzo dv ti'asrorto. La ten uta speciale farà si che lo stesso. sarà subito scorto da· chi gli dovrà dare ordini e dalle truppe che gli lasceranno liber~ il passo per non provoca1·e ritardi al suo mandato ('f). Le esigenze del mezzo di trasporto poi non dovranno ridurre la divisa in un costume assol utamente borghese, affinchè il veJocipedista non sia dal nemico scambiato per uno spione e trattato come tale. Il soldato cicli3ta si coprirà preferibil men te con stoffe di lana,. giacchè dovrà. spesso re~tare esposto alle intemperie sudato, nèavrà sempre modo nè tempo di cambiarsi. Per rimediare a questo· inconveniente una mantellina gli sarit indispensabile. Il sole, la polvere ed il sudore fanno scolori1·e e macchianoqualunque stoffa. Per mia esperienza e per averlo letto in moltissimi trattati so, che il color bigio è quello che più resiste alle' intemperie ed alla lavatura, e meglio nasconde le macchie {2) ~

** In base ai dati raccolti sugli eserciti esteri mi sia permesso· esporre qualche idea sulla scelta dei vari eiTeLti di vestiario. Kepì di ordinanza munito di coprinuca di tela e di fregi differenti, secondo il corpo cui è assegnato il velocìpedista (fante1·ia,. ~avalleria, artiglieria, stato maggiore (3).

(t) Il luogotenente Gérard dell'esercito fro.ncese, dice che la ran teria montata dov rebbe-· avere una iden tica divisa a qu.:lla della fanteria di linea, per rar credere al nemico la I>resenza di molte forze, cosa che non avverrebbe se i velocipedisti avessero una spe.:iale tenuta. (2) Questo colol'e adottalo dai Kaiser Jager austriaci é pochissimo visibiltl da lontano. . (3) _Un copricapo per comodità consigliabile, sarebbe un berrettone di panno bigiotdeotlco dt rorma a quello adottato dai cacciatori alpini rrancesl.

CONSIDER ATA

~"ELLA

PRIMAVERA DEL

1895

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(}iubba di panno bigio della forma di quelle di Africa, .con bavero dirillo e snl petto larghe tasche serrate da bottom ('l). La cravatta è sempre preferibil e a qualunque colletto, ed ogni inamidatura è inutile. Un paio di pantaloni mollo larghi, della stessa stoffa della giubba , serrati sollo il ginocchio con bottoncini (2). Uose di panno nero alle fino al ginocchio . Stivalini da solto ufficiale (3) . Nella stagione estiva si farà uso di una tenuta di fustagno bianco \ della foggia suindicata. . Camicie di lana o llanella. Invece del farsett o a maglia sarebbe bene di stribuire magliette da canouiere. Una mantellina di stoffa bigia o nera che scenda non al disotto del ginocchio, muuita di cappuccio. Le stolTe impermeabili saranno da proscriversi. Ai portalettere si dovreltbero distribuire delle borse speciali , con caselle, dove la conispondenza fosse già divisa quando viene consegnrtta al velocipedista. Il cicli sta avrà sempre i guanti inlìlnti , sia per non danneggiare col sudore le parti nichelate della maccl~ina, sia per_ ri_pa~ rarsi dal freddo e dalla polvere, sia per imped1 re le esconaztonl alle mani, inevitabil i in qualunque caduta . Gli ufficiali avranno una tenuta quasi identica alla truppa, per·ò di stolTa migliore (4). Per la grande uni fo rme si potrebbero adottare degli alamari da abbottonarsi sul davanti della giubba.

(l) Sarebbero utili sotto le ascelle delle lunghe patte con bottoni per trattenere le cinghie rlel tascapane c della boraccia. (2) In molli eserciti si usano pantaloni con cavalli In pelle.. . .. (3} La scarpa di ordinanza di fan teria o trop po dura, m~ l s1 ~datta _al pe~alt e las cui troppo scoperte le articolazioni del piede. In qualche eserctlO s1 es~nm~n to una. ~uola con tacche laterali, corrispondenti allo orecchie delle st..11Te, per 1mped1re lo scnolamento del piede: per la. stessa ragione in Germani;\ si arlot.tò un sottopiede spectale. (4) Le spalline dovreb bero essere proscritte. Pantaloni lunghi fuori servizio sarebbero necessari all'ufficiale.


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LA QUESTIONE CICLO·MILITARE

CONSIDERATA NELL A Plll!>l AVERA DEl.

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Sul fianco sinistro sarà cucita una tasca pei dispacci, carte topografiche, ecc., quando questi non si meUetanno nel tascapane (4). H-0 I l te lo da tenda sul tu bo superiore del telaio e sotto la sella, coi bastoni picchetti, ecc. 15° La gavetta del modello di quella d i cavalleria S<)llO al sellino, e sopra il parafango. 116° La piccola tasca per utensili dn velocipede, affibbiata di etro alla sella o nel mezzo de l manubrio . 17" La mantellina e la coperta da campo avvoltolata sul manubrio . 18" Il fan ale a destra dell'asse della ruota anteriore. , g• Per la fanteria montata accorreranno anche i bidoni, -ed in tal caso saranno applicati con cinghie alla branca sinistra .della forcella anteriore. I n questa maniera il velrcipedista potrà essere utilizzato anche -come soldato di fanteria quando cessasse il suo impi ego speciale. Mancando allo stesso una tenuta particolare, gli sarebbe indispensabile un distintivo, si1\ una nappina di colore speciale :Sia un bracciale, sia un velocipede ricamato sulla manica della giubba. Il veloci pedista non dovrit portare carte orologio od altri con-gegni nelle tasche perché il sudore li guasterebbe. L'orologio potrà essere assicurato al polso destro mediante un braccialello in cuoio (2).

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Attualmente non volendo fare spese d'impianto, ecco quale po· l treb be essere la tenuta, e _l'armamento e l'equipaggiamento del// velocipedista. l ' o Chepi da fanteria con coprinuca. 2• Giubba di panno da fanteria, possibilmente senza file tta tura nè velluti. 3" Pantalone di panno da fn nteria . 4• Berretto .e tenuta di tela da fante1·ia. 5• Uose da fanteria e calzetLine. 6" Dne paia stivalini da sottufficiale. 7" Mantellina da alpini o bersaglieri. s• Due camicie di llanell,, . g• Due paia guanti : •l o• Fucile e pistola a rotazione . In ''ia transitoria il moschetto da cava lleri a di modello abol ito. Il fucile o moschetlo sa · r~nn~ portati ad armacollo col calcio a destra (-1). La pisto la sarà rmchmsa nella guaina e porta ta sulla cintura a destra. ·Il• Le munizioni per fucile portate nelle due (ribeme come la fanteria; le munizioni per la pistola in una sol~ giberna, 0 in una cartuccera. •12• Il tascapane e la boraccia, colle cinghie incrociate sul petlo ; però la boraccia, contrariamente alle altre armi, ri sulterit a si nistra per non urtare il calcio del fucil e o la pistola. '13• Un~ borsa a zaino di forma speciale adattabile perfettamente al telaiO dell a macchina. Tale borsa si aprirà lateralmente a destra per l'afTardellamento di tutlo il corredo del soldato di "fanteria, i viveri di riserva, i pezzi di ricambio pel velocipede, Elcc. Nella parte nnteriore vi sarà. un apposito scompartimento per 1O pacchetti di munizione da fucile e due per pistola a rotazione.

(IJ La bicicletta cosi equipaggiata può and •e sot·vire di sostegnu e eli riparo al ti ratoro. Aggiungendo rlue spallacci sul lato sinistro della borsa a zaino, questa, staccata dalla macchina, (totrehbe essere rortata in spalla. (~) 1 vari eiTetti indispensabili pesano all'incirca; -t• MantelliM d'alpini . . . . !• Telo da tenda r.oo accessori . "3° Gavetta di cavalleria. . . . 4• Coperta da campo. . . . .

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(1) In lon tananza del nemico il fucilo polrit e>sere ap pogg iato alla macchina come antecedcnlemente si è detto.

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kg. • • •

1,500 1,500 0,500 2,200

15•6" Munizioni Zaino pieno . . . . . . . kg. i,~50 da fucile e P!Stola. • 4,~0 7"

s•

Borsa e fanale completi . . • 1,500 Peso dello zaino vuoto. . . • l,'oOO

Complessivamente il poso ammon la a cllilogt·ammi 18,500 circa; sent.n coperta <la -campo n peso è di chilogrammi Hì,300 circa; senza te! o d<t tend~ e serrz:t gav e~ta rl peso è di chilogrammi u. circa. Da <:io si vc<le che il peso ciel canco o mo lto mmore dei 40 chìlogrammi di cui si è 11:.1rlal0 an tecedentemente.


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LA QUEST IONE CICLO-MILI TARE, ECC.

Assegni.

I velocipedisti pel caldo, pel sudore, ·per la polvere, menano vita afTaticatissima e quindi hanno bisogno di un nutrimento sano ed abbondante. In viaggio dovranno spesso fermarsi per bere qualche cosa che li rianimi. Le macchine vanno soggette a guasti che costringono il ciclista a spendere per la riparazione durante il percorso ovvero a valersi, caricando il velocipede, di altri mezzi di trasporto. Il velocipedista dovendo spesso ricorrere agli abitan,ti per aiuti in caso di disgrazie, e per facil itare l'adempimento del suo mandato, avrà bisogno di danaro in contanti. Il grandissimo consumo di vestiario e di corredo deve essere tenuti). in considerazione. Queste speciali condi zioni esigono un soprassoldo ben superiore ai 4O centesimi al giorno, attualmente assegnato ai velocipedisti per ogni giornata di servizio ai campi (1). Il Codice penale nei §§ 'l 08, l 09, H O fissa pene severissime pel mil itare che in pace od in guerra non recapiti o smarrisca un ordine, ne rompa il suggello o lo faccia cadere in mano al nemico senza distruggerlo. Non mi pare giusto che sia retribuito così poco , chi ha tanta responsabilità nelle sue mansioni. Se, d'altra parte poi, si crede conveniente non affidare a velocipedisti tali missioni, non è logica la spesa che i reggimenti sostengono per le macchine reggimentali. (Continua). NATALI LUIGI CAMILLO tenente n el ago {ante'fia.

(i ) Tutto le nazioni pagano molto bene i velocipedisti. In Olanda e nel Belgio banno un t rattamento da ufficiali. In Francia, oltre al soprassoldo degli individui isolati, (fr. 2,50) hanno rr. 0,50 al giorno per la manutenzione della macchina in guarnigione, e fr. 0,75 al campi ed alle manovre, venendo tutto sommato a percipire un assegno di circa Cr. 3 quotidiani. In Germania ebbero anche la paga di ufficiali. Ovunque sono trattati benissimo.

DA ASSAB A CASSALA Sg uardo retrospettivo storico delle imprese italiane pel domini e protettorati in Afrloa nell'ultimo quarto di secolo Cot~tìnuazione. -

Ved~ dis pensa Xl l ·

Negli avvenimenti che occorsero nel 1891 non sarà inut ile ricordare la conunicazione ufficiale fatta da .Menelik d ei confin i dell'impero di E t iopia. Essi sono i segnenti: L'Etiopia confina a nord coi possedimenti italiani; ad est col deserto dei Danakili (meno i possedimenti italiani e francesi della. costa) di cui è capo supremo il sultano delPAussa, a .Menelik dipendente, che comprende sotto il suo dominio il lago Assal e la viu. che da questo lago conduce ad E rer, le frontiere dell'antico governatorato di Harrar, che comprende il deserto degli Ita-Somali {meno i possedimenti inglesi della costa) dei Gadabursi e tutta la provincia. dell' Ogaden; a sud la frontiera si estende fino al limite meridionale degli ex regni di Cuscia, Cullo, Ma.llo, Golda e Conta (a. sud del Kaffa) ed ai paesi di V oliano ed Arussi Galla, che si r accordano coi limiti del territorio occupato dalle tribù Galla e Somali dipendeùt i dal governatorato di Harrar; ad ovest l'imper o è delimitato (dalla. sponda. sinistra. d ell'At bara, nella confluenza del Tacazzè col Goudrù) da. una linea che da questo punto si dirige al Nilo Azzurro a valle della foce di Tumat, in guisa da cingere ad ovest il Gallabat , la provincia di Quara e quella di Cuba.


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Dopo, qnest~ linea sègue il displU:vio dei monti Berta, che separa le acque che vanno direttamente al Nilo Bianco. Questa linea continua verso sud trasversalmente> all'alto bacino del Sobat, e contorna a ponente .i territori abitati dai \Vallega, Sidama ed altre tribù Galla, fino allago Bara al sud di Quiscià. . Questi sono dunque, dichiarati da '.Menelik, i confini dell'impero, oltre i quali . dichiarava il Negus di non aver diritto ad alcuna ingerenza. Ne~l~ stess~ anno 189} si rendevano più vivaci e persist.entl m Itaha le lotte d'opinioni sulla Colonia Eritrea. 81 voleva assodare se il nostro possedimento in un tempo non .troppo lontano potesse corrispondere sopra.tutto a due scop1: aJ Assicurarsi il possesso di terre coltivabili in clima sano, dove i ·nostri emigranti potessero migliorare il loro stato, conservando la loro nazionalità. b) Assicurarsi merèati sicuri e permanenti che si prestassero a scambi proficui per l'economia nazionale. L'incarico di tali studi fu affidato dal Governo italiano ad una R. commissione d'inchiesta che per occasione di alcuni gravi fatti (l) denunziati dall'opinione pubblica a Massaua, partiva immediatamente (2), aggiungendo al primo·

(l ) Si ~~cu~av~ da og~i pa~te il tenente dei carabinieri Livt•àghi, capo d~!la p~l:zta mdtgena, dr att1 feroci, di abuso di potere, ricatti, sòppressrone dr persone, ed altre indegnità, ad alcune delle quali avrebbe prestato mano l'avvocato Cagnassi, alto funzionario della Colonia. Sembrò cosi esorbitante la feroce azione del Livraghi, che si arrivò perfino a sospettare che questi non fosse stato ctie sempre esecutore di ordini erentori. Tale nube d'indegni sospetti sul generale Baldissera ed altri ~f­ ficiali da cui dipendeva il Livraghi fu pienamente squarciata dalle risultanze delle indagini della R. commissione d'inchiesta, e dall'esi to dei processi. (2)' La R. commissione d'inchiesta fu nominata con R. decreto del1'11 marzo 1891. Parti da Napoli il 9 aprile, giungendo a Massaua il 22. Ripartiva, per l 'Italia il 1'7 giugno non restando nel territorio della Colonia che 55 g iorni.

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inc~rico

quello di es.aminar.e- e riconoscere in relazione coi fatti denunziati, il contegno e gli atti dei funzionari gever:aativi nella Colonia Eritrea. Componevano la reale commissione d'inchiesta: Il senatore Giuseppe Borgnini, presidente ; Il deputato Ferdinando Mart ini, vice-presidente ; Il deputato Giulio Bianchi; Il deputato Tommaso de Cambray-Digny ; Il deputato Luigi Ferrari; Il deputato Antonio di San Giuliano; Il tenente generale Eduardo Driquet. Vi si aggiunse il maggiore Samminiatelli, addetto militare d'Italia al Cairo. Erano seg.retari il vice-console Riccardo Motta ed il segretario di legazione Yincenzo :gettoni. Il compito della Commissione, nel poco tempo impiegato, fu eseguito con attività, diligenza e competenza mirabile: in circa due mesi ciascun membro di essa pagando di perS0na, assumendo informazioni da ogni lato, aumentò il materiale allo studio, che diede conclusioni concrete e sicure. Gli studi e le proposte che seguirono all'immane lavoro della Comm~ssione d'inchiesta consacrati nella Relazione gener·a.le politica ecl arnrninistrf'aliva (l) furono ispirati al concetto che la Colonia fosse il meno possibile di peso alla madre p&.tria, quindi furono informati alle idee dell'economia, dove graduale, dove immediata. In base a tali criteri direttivi la commissione stimò sufdì.ciente, per formarsi un giusto concetto del valore e della potenzialità economica della Colonia, stabilire un itinerario in cui fossero comprese le parti p~ù i~portanti e caratterh;tiche del paese, per poterne emettere un giudizio sintetico e comprensivo. Visitarono i commissari Massaua e

(2) Vedi Relazione politicct ed amminist?·ativa della Commissione Reale

d' inchiesta sull' .Eritrea. ·(Supplemento al N. 27'7 della (}azzetta ufficiale ùol 26 novembre 1891).


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i s~oi dintorni, indi si recarono per Saati e Sabarguma a Ghmda ed all'Asmara: di qui esaminarono le parti dell'.Hamasen più adatte alla colonizzazione agricola, e speCialmente il Carnescim, il Decatascim, il Loggon-Sciuan e l' Halhallè. Dall'Asmara per Adi Rassi, Adi-Saul ed Adi · Baro andarono a Debaroa ed a Godofelassi, capoluogo del Saraè, mentre il generale Driquet andava fino al cio-lione di Gundet ed al confine del Mareb. Da Godofelassr tornarono a Deb&.roa, indi furono a Gura; di qui a Saganeiti, capoluogo dell'Okulè Kusai, e tornarono per altra via a Gura, indi ad Asmara. Da Asmara andarono a Keren per la via dell'Anse ba visitarono. i dintorni, ed attraverso i Beni Amer per 1~ valle d.el Bogu e del Barca furono ad A.gordat : di là per Aff Erum ed E ra nel paese dei Maria tornarono a Keren per la strada di Rehi e di Bab-Ghengheren. Da ~eren si r ecarono nel paf'lse dei Mensa, donde ripartendost per varie vie, e visitando la conca del Maldi, tornarono per la terza volta all'Asmara, attraverso il Dembesan ed il Carnescim. Terminato in queste r egioni l'itinerario, e mentre la commis.s ione si. fen~ava ancora ad Asmara e Massaua per raccoghere altn dat1 e notizie che le occorrevano, fu delegato l'onorevole Bianchi a reearsi ad Assab e quindi in Aden, per studiare in questo porto inglese g li ordinamenti amministrativi. n problema dell'emigrazione futura nei ter reni della Colonia fu studiato con alta competenza, in relazione al clima, alla produttivitr1, all'idrografia ed alle mutevoli condizioni politiche delle varie regioni . Così pure fu assodata la possibilità di rendere Massaua importantissimo porto commerciale, come sbocco dei prodotti dell'Abissinia e del Sudan (1).

(l) Per la piena conoscenza dei lavori e ùelle conclusioni ùella regia. Commissione d'inchiesta, vedi la R-elazione citata ..

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Tale importanza è subordinata naturalmente alla pros_sima immancabile caduta del Mahdismo ed all'assetto duraturo dell'Abissinia, coordinati ai nostri lavori di str ade, sba1Tamenti di valli per le riserve d'acqua, ed altri lavori che n aturalmente dovevano avere uno sviluppo graduale e compatibile con le scarse risorse del bilancio. Scrupolosa, coscienziosa. ed indipendente fu l'inchiesta della commissione sulle denunziate inumanità commesse e fatte commettere da agenti del comando superiorediMassaua. n ·tenente dci carabinieri Livraghi, capo deUa polizia indigena, e l'avvocato Caguassi, funzionario della colonia. erano stati accusati di indegnità enormi . Sec1ondo la voce pubblica essi erano t rascesi a continui abusi di potere, soppressioni di bande intere, assassini, ricatti; . tutte colpe non certo da ascriversi ad eccesso di zelo, ma a ferocia d'animo ed a bassi desideri: di Lucro a qualunque costo. Non poca ombra gr3ttavf.Lfl0 queste imputazioni sulla figura del Comandante di Massaua, che pareva avesse lasciato tr oppo libere le mani ai suoi subordinati, rendendosi più o meno responsabile dei Loro atti feroci. Il tenente L ivraghi, l'avvocato Cagnassi ed ah:uni indigeni furono dal tribunale di Massaua processati e giudicati, sicchè il lavoro della Commissiono d'inchiesta procedè da questo lato con quel tatto che si richiedeva, trattandosi di persone su cui pondeva .giudizio, mentre potè elevarsi più liberamente per assegnare a ciascuno dei superiori il grado di responsabilità. Gravi e numeros(;) erano le accuse fatte dall'opinione pubblica di ~'Iassaua agli accennati individui. E ccone le principali: l " In seguito solo a false prove, fatte r isultare dal Li· vragb.i, era già stato accusa.to di tradimento e quindi Qrocessato e condannato, Mussa-el-Accad, rjcco negozia.nte arabo; 2° Per ordine di Livraghi erano state commesse dalla polizia indigena varie uccisioni segrete; 3" Per ordine del medesimo ufficiale s~arebbe stato soppresso Ligg Gabbedon e la sua banda, già al nostro soldo, 8S-

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perchè infedele; Ajub Getehon, negoziante abissino sospettato agente di ras Alula, dopo aver subito il sequestro d i 15,000 talleri sarebbe stato assassinato a colpi di pistola e di bastone ; 4• Egual sorte sarebbe toccata ai segua.c~ di certo Ligg Minoal e di un Ligg Tesfù, d i Degiacc Mesfin, di Kantibai Aman, d i Bascià Gabreot ed altri, consegnati agli uomini di Adam Aga (l ), i quali ne fecero un macello; 5" Ad Adam Aga sarebbero stati consegnati varie volte da Livraghi altri indigeni perchè fossero soppressi, E:l di t ali uccisioni spesso sarebbe sta to consigliatore il Cagnassi. E così via via, si citavano a ltri uomini ed altri fatti che correvano di bocca in bocca, si esageravano, si moltiplicavano, rendendo penoso assai il delicato assunto. della regia Commissione d 'inchiesta, cui giungeva a tempo un memoriale di Livraghi (2) per intrigar e vieppiù la matassa. Ma i commis-

(l) Adam Aga , della nntichissima fami glia dei Naib , fin dalla prima occupazione italìnna si mostrò fedele ai nostri in teressi, e risultò innocente da. gravi aMuse mossegli più volte. Ora è sempre ai nostri servigi (non più come capo di bande) ed è tenuto in buona stima. Kon t utti sono ancora persuasi che egli non abbia alcuna colpa al disast ro di Saganeiti, e forse molti anni passeranno prima. che un giudizio preciso e sicuro possa affermarsi sulla sua condotta. (2) Il tenente Livra.g·hi, che all'epoca delle rivelazioni era a Milano, quando le corrispondenze da :VIassaua. destarono un giusto sentimento di orrore fuggì a Lugano, dove fu arrestato dopo lnnghe trattative col Governo svizzero per la sua estrad izione. Aveva preparato un memoriale a sua discolpa, nel quale, dopo aver parlato del processo di Mussa- elAccad e sostenuto la giustizia. della condanna, confermava alcuni dei fatti denunziati, alt.ri narrava a s uo modo, altri ne aggiung·eva, tutti attribuendo ad ordini precisi del Comando. Così no.rrava che il generale Baldissera ed altri comandanti avevano fatto sopprimere circa ottocento uomini che erano di bande assoldate e poi disciolto; inoltre asseri va 9i sevizie e malì trattamenti che s'infliggevano agli indigeni detenuti in carcere. Secondo tali accuse cbe faceva il Livraghi ai suoi superiori, di cui egli si dichiarava soltanto cieco s trumento, i fatti più gTav i sarebbero avvenuti fra il g iugno ed il novembre 1889.

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sari con perseveranza e pazienza non comuni sbrigarono il penoso incarico loro affidato. e completarono l'inchiesta con le seguenti dettagliate conclusioni : . . Che dei pretesi massacri di bande disciolte non v1 era d1 vero che la uccisione di Ligg Gabbedon, avvenuta solo p~r sua colpa, e non per ordini del comando, e quella di quegli altri pochi che non obbedivano all'ingiunzione di non tornare nella colonif.t quando erano scoutinati ; Che le esecuzioni segrete, senza form alità, di otto individui pericolosi alla colonia P.rano state ordinato dal ge.nerale Baldissera per la eccezionalità. del momento (l); Che della esecuzione di Getehon (2), comunque avvenuta nessuna responsabilità poteva ricadere sul generale Baldissera; Che se altre ucc1S1oni seg1·ete furono eseguìte , non furono certamente nel numer o denunziato, e avvennero soltanto per insana iniziativa ed arbitrio di subalterni, :J.ll'insa.pnta del Comando superiore; . Che l'ordine dell'esecuzione di Osman Natb (3 ) venne dal colonnello .l!'ecia di Cossato, e fu questa esecuzione consentita dal generale Orero; (l) Preparate e compiute le occupazioni di Keren e di Asmara, si erano accettati i servizi di piccoli capi ello si offrivano ai nostri ordini. Spesso essi si rendevano inflrli, ed aHe prime prove di longauim ità degl'italiani gli esempi si moltiplicarono, costituendo un perico.lo gravissimo. Fu allora che il generale Ha.ldissera volle fosse dato qualche esempio di severità. (2) Ajub Getellon, accertatosi che era agente di ras Alul a e per lui faceva segreto acquisto di munizioni, fu arrestato d'ordine del Com~ndo superiore. Una. notte, su lla via di Arkico dove aveva assicurato avrebb~ fatto vedere dei depositi di munizioni fu u cciso, dicesi, con nn colpo d1 rivoltella dal maresciallo di pol izia indigena, Abd- er-Arnan, e dai suoi sotterrato in una fossa sul posto. Il maresciallo informò subito la notte medesima il Livragbi della esecuzione, avendo Ajub Getebon tentato di fuggire ; il tenente de i carab inieri no riferiva a l suo capitano, che a sua volta. ne faceva rapporto al generale. (3) Osman Naib, g ià arrest.'l.to per spionaggio insieme a Mussa-el-Accad, l<antibai lla.med degli Habab, e Gioar Safi, bcnchè non rosse condann ato insieme agli altri (il processo si svolse a Massaua iu febbraio del 1890}, er:t con persistenza additato come spia pl"esso ;'>langascià ed Alula. ll


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Che la supposta sopp.r essione di due testimoni nel processo di Mussa- el-Accad non era vera; Che delle sevizie a detenuti nelle carceri, per costringerli a confessarE' o deporre furono veramente usate, ma sempre per a.rbitrio di subalterni, cui si lasciava troppo le mani libere · · ' Sulla progettata uccisione di certo ·Mohamed N ur 1\'Ientai, attribuita a Cagnassi, sui ricatti contro pretesi contravventori alla proibizione di vendita dell'haschisch e sul processo di Mussa-el-Accad la Commissione non emise alcun parere, perchè era pendente un giudizio del magistrato. Così si compieva il lavoro della Commissione, che su questa parte del suo oòmpito (l) ·clava le più a mpie spiegazioni sulle indagini fatte ed i suoi apprezzamenti sulla condotta dei responsabili, aggiungendo utili proposte tendenti a migliorare l'andamento dei servizi ed eliminar e possibili abusi futuri. Grande servizio rendeva il competente giudizio dei commissari diradando la fitta ombra di cui la voce pubblica andava coprendo i nostri capi nella colonia, loro attribnendo colpe che nou, ~wevano commesse e ferocia incompatibile in paese altamente civile come l'I talia.

colonnello Fecia di Cossato, comandante .in 2• del generale Orero, con.:. vintosi che Osman Naib fosse inoltre colpevole di razzie e dì violenze, di complicità nol fatto di Mussa- el- Accad, di avere trafugato munizioni . ed armi, ed ancl1e di commercio di sclliavi, r itenne che g·iustìficando lo stato di guerra la sua determinazione Osman Naib dovesse essere segretamente fucilato sulla via di Emberemi. L'ordine era stato dato da lui al tenente Livraghi, ed il generai~ Orero, informato di tale determinazione dal suo comandante in secondo, non si oppose. (l) Per dettagiati pa rticolari Yedi il Rapp01·to delta aommissiotle 1·eale sul cMtegno dei j'm~zionM'a· go·ven~ativi in 1·elazione ai fatt i demmziati dalla stampa e dal _ilfem01·iale Uv1·aghi del 17 luglio 1891. (Gazzetta ujjiciale, N. 286, '1 dicembre 1891, a pag . 4730).

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XI. (1891-1892). Ordinamento giudiziario dell a colonia. - n colonnello Bl>~'alieri. - Le truppe i~digcne: _ Combattimento ai pozzi di Ilalat (febbrllio 1891). - Il colo~·~ello B~uLler~ g~o vernatorc della colonia Eritrea. - Combattimento di Scrobe•ll l \ 6 giUgno \81)'.).

Fu parte importantissima del lavoro d~ll~ ?o~mission~ d'inchiesta lo studio dell'ordinamento g1Ud1z1arto, la cm breve storia potrà intendersi nei cenni che s~t~o~o. (l ) : Quando il 2 dicembre 1885 i presidi egi~ia.m s1 nt1~arono furono sottopost1 m matena pea d ' Massaua « gl'indi<Yeni o 'l « nale al tribunale militare, ed in materia civ1 e e. com~er« ciale ad un tribunale locale, che si tramutava m tr~bumisto n elle cause in cui erano implicati europe1; l~ « nale . . . . c1 « competenza speciale del Cadì n egli a:ffan r e1tg10s1 e l « stato personale venne naturalmente man~enuta. . . <<Per gli europei venne istituito un tnbunale ClV.tle e «commerciale oon la compatenza e procedur~ det erm.mate «dalla legge consolCLre, che giudicava anch~ .m .matena pe« nale, quando nel reato non entravano _mthtan, e fu pre" sieduto fino al 7 agosto 1886 da un console. . . . « Venne allora introdotto il regolamento giud.1z1~no: c?e « è ancora in gran parte vigente. Le attribuzlO~t, ~lVt~e. i..< in I talia fr a il pretore ed il tribunale, furono 'numte m «un tribunale civile, commerciale e correzional~, com~osto « di un magistrato, presidente, e di d ue assesson: scelt~ per « ogni ·singola causa dal presidente, s.opra .una ~~~ta d1 no« tabili composta senza distinzione d t nazlQna.hta: dal ?o« mandante superiore..... Al presidente, come gmdt~e umco.. « vennero deferite inappellabilmente le eontroverste fino a

(l ) Vedi Relazione politica ecl armninist1·aUva della Commissione reale d' ù tcMcsta st,lla colonia .B1·itna, pag. 4573, 45'14 della Gazzetta Uffi-

ciale, l 891.


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DA ASSAli A CA SSALA •

« lire 500; al tribunale, pure « quelle da lire 500 a lire 1500: « l'appello alla Corte di Ancona. « volontaria furono commessi per

inappellabilmente ,_ tutte per Ie altre fu ammesso Gli atti di g iurisdizione gli europei e per <rrin« dig eni non musulmani al presidente, per gl'indigeni mu« sulmani al Cadì, sotto la vigilanza e la direzione del « presidente. · << In materia penale, al p residente del tribunale vennero « deferite inappellabilmente le contravvenzioni e i delitti « punibili fino a tre mesi di carcere e lire 300 di multa· « il tribunale fu costituito giudice inappella bile per tutti « g li a tt,ri delitti, esclusi i crimini, i reati d'indole politica « e tutti quelli commessi da e con tro un militare. un uf« ficiale pubblico o qualsiasi persona avente vincoÙ d'atti« nen za coll'amministrazione militare : il giudizio di tutti « questi reati. venne attribuito al tribunale mlli tare. « Fino al 2 maggio 1887 il tribunale militare decise con «le forme délla p rocedura in tempo d i pace, che assicurarono « all' imputato le preziose garanzie d'una commissione d'in« chiesta, di potere scegliere il difensore tra gli avvocati « patrocinanti, è di altre fo rme tutela.ri provvide ed efficaci. « Il 2 maggio 1887 un manifesto del comandante superiore « dichiarò lo stato di g uerra ; e quindi allP. persone, anche « ci vili, ed ai reati. contemplati negli ar ticoli 63ii 545, 546, << 6±7, 548, 5<19, 550 del codice penale militare, venne, ed è « tuttora applìcat;a la procedura st;abilita pel tempo di guerra , « la quale, per la s ua fu lminea celerità, per la mancan?.a « qelle necessar ie g uarentigie e per l'immediata eseguibilità « delle ~entenze, senza appell o uè ricor so, si g iustifica solo « nel caso di supremo bisogno e d i pubblico pericolo, a cui « il legis latore volle a ppunto limitarla. . « Con di~posizione del giorno successivo (foglio 3 maggio « n. 8- 36), venne aggiunto & questi tribunali un organo « nuovo, ·che, negli intenti del suo autore, doveva costituire, « una maggiore garanzia, ma ebbe in fatto risultati del « tutto opposti .....

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« E gli (il comandante superiore) formò adunque una co~­

« missione d'inchiesta, composta dell'av.voc~to. :f:ì.sca~e ~lh­ « tare, presidente, del segretario per gh affar~ md1gem ., « dal capitano dei carabinieTi, col mandato d1 pToporre al q: comandante superiore quali degl' indigeni,. da tempo de~ ~< tenuti e deo·li altri che ogni gior)lO vemvano arrestat: " ' o . « dovessero deferirsi all'autorità giudiziana, qua l'1 tra ttenerst « come prigionieri di guerra., quali r imettersi in libertà ~e­ « diante <raranzia. Per quelli che non p roponeva che ven_1s· « sero deferiti ai tribunali e messi in libert-à, doveva d1re · · de!l'arresto e riferire ·le discolpe « l e rag wn1 . . dell'accusato. . « Entrato in vigore in Italia il l" genna10 1890 11 nuovo J• « cor11Ce pena1e, 1·t comandante s uperiore con . decreto - del « 3 aprile successivo modificò la competenza r1spett1va ~e1 · · · e penal e e del t u··bunale militare. ' nell'm« tnbunale ctv1le . t t d' con la nuova cla.sst:fìeazwne « en o 1 n1e t ter·ln•• -·L.n "rmonia '" « dei reati. . _ _ · · l ' · de' C t • , rle; ' rr,;b Gl'mcl1o-en1 a. « Gn"•tsc tztone b ac l ~ • ~ Y<•• · o « Massaua sono sottoposti, per le questioni r eligiose e d~ « statuto personale al Cadì; alla giustizia . it~lia~a per. gh « altri affcLri civili c commerciali e per gh affan penah. . «Nei dintorni di Massaua è stata mantenuta, quan~o _v1 « ha il mutuo consenso delle parti, la. giurisdizione ctv1le « del Naib di Arkico e di M:onkullo » (1) . Furono ì::;tituiti tribunali ad Asmara ed a Keren : ad Asmara •il 27 maggio . 1890 in seguito a proposta del tenente colonnello Piano, comandante di quella zona. « L a competenza di questo tribunale si rifet:isc~ all~ c~use · ·1·1 e pena11·, rio-uardanti esclusivamente md1gem. •d1mo« c1v1 b « ran ti nella zona, o anche indigeni d'altre zone o d 'oltre « Mareb, se il reato è stato co.mmesso nell a zona; o n~lla­ « cause civili, se concorre il mutuo consenso delle part1. « Il tribunale si compone del comandante la zona, pre-

(l ) Yedi Relazioile citata, pag. 45:3, 45'14.


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DA .\SSA.B A CASSALA

DA ASSAB A CASSALA

« sidente, sostituito ora (l ) dal comandante del presidi o e

comm1sS10ne di arbitrato e conciliazione, composta di 3 uf. . . ficiaÌi, presieduta da un capitano. 'T ale ordinamento era dovuto ai.. costum1 d1fferent1 delle popolazioni dei Bogos, fra cui il giudi~ primo, ~atur~e è il capo della famiglia;. sopra di esso è 1l. capo v1llag~w .o . tribù, o solo o col consiglio çlegli anziam. Nelle provmc1e e tribù unite col vi1~colo federale, come nei Beni-Amer , negli Habab e nei Maria il capo supremo è la suprema au torità che giudica sulla proprietà, sulle successioni , ven~etta del sangne e relativo prezzo e in qualunque altra quest~one non .religiosa, essendo tale ultima competenza del Cad1: . . Al Comando sono deferite di obbligo le questwm fra tribù. o fra il governo e gl'individui. Con ciò non si rifiuta giu~tizia a indigeni della stessa tribù che preferiscano rivolgersi alla giustizia dell'autorità italiana, sottraendosi a quella indigena. T ale disposizione invoaliò molti a ricorrervi, A con l'andare del tempo contrib;ì a fare sempre pit1 apprezzare i responsi italiani, e~ a smettere molte tradi?:ionali usanze poco consone a. sent1· menti civili. Per facilitare intanto 1\Llta direzione e l'amm inistra~ione della Colonia nella sne varie parti, il territorio ne era stato ripartitu in due zone e du~ sotto-zone militari : la zon~ di Asmara e q uella di Keren avevano appositi oomandant1 assistiti da due ufficiali, la sotto-zona di Archico era retta dal comandante locale del presidio, e g li affari della sottozona; di lY[assaua affluivano direttamente al governatorato (l). Nello stesso anno 1891 con decreto del 21 g iugno assumeva interina.lmente (2) le fum:ioni di Governatore civile e militare il colonn ello Oreste Baratieri, comandante la zona

di altri 4 ufficiali. Secondo l'antica usanza etiopica, op« portun&.mente rispettata, vengono interroaati sulle con« suetudini, sulle leggi e tradizioni nazionaii e locali e ri« chiesti del loro voto consultivo, in ordine inverso' d'an« zianità e gradÒ, i capi delle bande . assoldate, i priori dei « conventi, i notabili e capi di paesi presenti all'Asmara, dove « convengono volentieri nei giorni di seduta, ascrivendo ad « onore il sedere in tribunale. « Il tribunale siede all'aria aperta, con reparti di t ruppa (( sotto le armi, la bandiera nazionale sventolante, e la scritta « dietro il banco presidenziale, in italiano, arabo ed ama~ « rico La legge è ·uguale per tutti :. parole nuove quanto la " c~sa i~ Abissinia, e, quanto la cosa, apprezzat-e e gra« d1te, s~echè d'oltre i confini non pochi vencrono a farsi (( giudicare ad Asmi.Lra .... . Dì tutte le decisioni si tiene un « regis.tr? r~datto e firmato seduta stante. Nei reati più << ~rav1 ll tnbunale d'Asmara applica. il codice penale mi(< htare; nelle altre cause penali e civili, giudica secondo « le leggi e consuetudini del paese, correggendole e tem<< perandole con molto tatto e misura e con la massima ela« sticìtà. :Se pene che applica più di fi:equente.sono la de« t:-nzione col ~avoro, la multa e lo sfratto; la fustigazione « s1 dovette d1 necessità applicare in principio, ·ma ora è « stata abbandonata in omaggio a i sentimenti italiani, seb« bene la prigione sia poco temuta, e la mult~, il più delle « volte impossibile, venga quasi sempre considerata cume « a~sai più crndele che la fustigazione. La fucilazione dal« l'i~tituzione del tribunale a maggio 1891 è stata a ppÌicata <t se1 volte in tutto, l'ultima volta a l. 31 dicembre 1890 » (2). Ecco ora l'ordinamento del tribunale di Keren anch'esso istituito dal comandante la· zona, c9louuello Bar~tieri: una <<

(l ) A metà dell'anno 1891 le fun zioni dei R . CMnmissat·i delle zone di A smara e Keren, autori tà suprema. pol itica ed ammin istratin, furo no sunte dag li stessi comandan ti di pr·esidio. (2) Vedi R~lazione ·ci tata, pag. 4574.

as-

(1 ) Oltre l'ufficio di stato civile che s'era istituito a Massaua., altri due uffici venivano in seguito istituiti ad Asmara e a. Keren il 1'1 marzo 1892, presso il comando di ciascu n presidio: essi hanno la tenu ta dei reg·istri di nascita e morte ed il rilascio dei relativi ce rtificati. {2) 1J generale Gandolfi venne in Italia in congedo di quattro mesi.


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di Keren. U · alta intelligenza del futnro governatore della Colonia, che già nel comando secondario di Keren aveva portato i frutti più promettenti, cominciava ad esercitarsi nel difficile comando, in cui vedremo più tardi quali mutamenti radicali e gloriosi doveva apporbare. . Durante questa nuova dir~zione fu abolito il « Consìglìo d1 governo » che non aveva fatto buona prova (1). . N ella. direzione della giovane colonia tutte le attività si spiegavano per il miglior funzionamento possibile, e primo ~isogno . ~a ~a~tenere era/ la sua. sicure:>.zit.. A tal uopo le forze m1htan furono sempre oggetto di studi pazienti e fru ttiferi, e si modificarono successi v amen te gli ordinamenti informandosi al concetto delle necessibà pratiche e dell'- (~ ­ conomia. Così, le truppe regolari, che nel giugno 188!1 (fatta l'occ.u pazìone di Keren ed imminente quella di Asmara : erano ÌJ~ tutto di 8300 uomini, di cui 5166 italiani, nell'agosto 1890 ~mnsero_ a 9150, di cui 3750 italiani, ed al 1° lug lio 1891 furono n dotte a 6300, di cu i 2377 italiani. Si tendeva così a. d iminuì~·e ~,e m p re il con tingente italiz.no in proporzion~ d1 quello mdtgeno, a misura che l'istruzione. militare deali uomini del paese e lo studio di essi facevano persuasi elle non era necessaria la prevalenza dell'elemento bianco. Così operando si raggiungeva un'economia non trascurabile giacchè molto minori sono i bisogni e le esigenze dell'in~ d_ig_eno, parco, frugale e non avvez7.o agli agi di nn popolo ClVIle. L'antico ordinamento dei basci-ln~zuk, soldati irregolari, fu grad_a~am~nte plasmato fino a condurlo a quello dì truppe regolan md1gene. Lungi dalFimporre a gente abi tuata alla

(l) Col decre to del 1° g·ennaio 1890 era stato istituito il « Consig-lio di gove:_no » composto di_ tre consiglieri per coadiuvare il governatore, uno per hnterno, uno pei lavori pu bblici e le finanze, uno per l'agricoltura ed i.l ~ommercio. Q,u~s~o consig·!io, che ma lame nte e poco funzionù, perchè tactle a creare attr1t1 ed incagli, fu abolito i123 set.ternbre 1891.

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massima libertà dì movimenti. dei legami pesanti ed uggiosi, si utilizzò-l'intelligenza pronta, iÌ carattere vivo, l'iniziativa. lo slancio, la facilità di entnsiasmarsi dell'indigeno, pur rattenendolo nelle sul:l esaltazioni, e riducendolo più fermo da vanti al fuoco. Il metodo di addest.rament,o si studiava con ogni cura., e cominciò ben presto a vedersi se il lavoro del Comando e degli ufficiali a \resse approdato. Già nella prima battaglia di A.gordat al 27 giugno 1880 gli asr.:ari (soldati indigeni) avevano dato buona prova; ed in febbraio del 1891 confer marono le buone previsioni, rassicul'anclo i dubbiosi sulla nuova tendenza. Circa 700 abissini dell"Agamè, prÒvinoia di l~t del Mareb, avevano fatto una razzia nel paese degli Hazu, rubando il bestiame ed uccidendo molti abitanti. . Il capitano Pinelli, con cin~a 400 fra soldati indigeni e volontari nscì da Ara~ !ali e si appostò ai puzzi di Halat, dove dovevano passare i predatori per abbeverare le ·bestie. Essi giunsero, ed av. venne lo scont.ro: in cambio di pochi morti e feriti da parte . dei· nostri, indigeni, i !adroni lasciarono sul campo il capo della spedizione, Fitaurari Askeas, 6 sottocapi e più di 200 UOllllJll.

Come prime pruove nulla d i meglio poteva aspettarsi dalle nostre tntppe indigene, e le previsioni che allora non avevano fallite , non fallivano in seguito. Cominciato -~ 'anno 1892 il generale G11ndolfì era esonerato a. sua richiesta dal governo della Colonia con decreto del 28 febbraio, e veniva r10min11to Goverm1tore dell'Eritrea il colonnello Oreste Baratieri che partiva per Massaua il , 14 marzo. Qualche mese dopo i Dervisci, cbe già aveva.no ricevuto urra prima m(~ritata lezione ad Agordat, provavano dì nuovo a loro danno l'ordinamento dei nostri ascari. Alcune centinaia eli qu~?i fanatic-i usciti da J{assala per razziare si spinsero Y. 16 giugno fino al piano di Serobeiti, posto a circa 100 chilometri da Agordat. Il capitano Hidalgo con una compagnia d'indigeni e le bande del Barca piombò loro


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addosso e li sbaragliò completamente (1), contribuendo cosi ad accrescere il rispetto delle armi italiane presso questi recenti nemici. Il combattimento di,Agordat e questo di Serobeiti erano prime avvisaglie, foriere certamente di urti maggiori.

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( Contiwua). NwoLEI"l'I A.I!l'IM.Htr An.NOLDO /.mMie (Li (anterin

(l) l DPrvisci avevano razzia to par~cchi villaggi dei Baria. 11 capitano

Hidalgo ricupero nel combattimento il bottino preso agli abitanti, accise 150 dei razzia tori e prese sei bandiere.

Il 1.6 venne in discussiona al Senato il progetto di legge per la leva sui nati nel 487a, già votato dalla Camet·a. I lettori sanno che al pro· getto primitivo era stato aggiunto, d'accordo tra il Ministet·o e la commissione della Camera un articolo concepito in questi krmini: «È fatta facoltà al .Ministro delli1 guerra di rimandare al -1896 la clt13111:Jta alle armi di una parte dei giov:mi di P categoria della elnsse '1875. Per questa parte l'obbligo di servizio sotto le ::IJ'[ni dccorrcril dal 187H » . Quest'urticolo non incontrò l'oprt·ovazione dal Senato, il quale lo soppresse ed approvò il progetto senza il medesimo. Ma siccome anche senza quest'a rticolo restano al Ministro della guerra t.utte le fa coltà per ritardare quanto cr-ede la chiamata di tutto o di pat·tn del contingente, onde fare sulla forza bilondata le economie stabilite, così il progeuo stesso fu ripresentaU> alla Carnera c da questa approv:~to ~em:a discussione c:ome J'a1·ea modificato il Senato. Sorte anche migliore toccò al bilancio della guerra che fu discusso ed approvato dal Senato in uoa sola sedu ta, co~ì come gli era stato presentato dopo l'approvazione della Ca mera. Le grandi discussioni che taluno aspett:wa per guesta occasione non a v vennero. Vi flll"Ono espressioni di desideri e di voti, ma non la proposta del piìt piccolo emendamento. Due dèi progetti presentati dnll'on. Ministro della guena sono pertanto ora m:~ i fuori questione. Il terzo, quello sul matrimonio degli ufficiali, già approvato dalla Camera. aspetta di andare in discussione al Senato. Non ricordet·erno le peripezie incontrate da questo progetto nel lungo tempo della sua pendenza, e neppure quelle subite negli ultimi giorni precedenti la discu!\;;ione alln C:nmera; di remo solo che non c poco merito dell'on. Ministro della gncrra l'averlo condotto in porto L'abi liLà c la cosLanza ch 'egli dovette spiegare in t::tle occasione fu pari :dl'i mportunza e all'urgenza della misura in ~'OCato.

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Siccome questo progetto quale fu votato dalla Camera dill"crisce notevolmente d:l quello presentato e che abbiamo dato in una puntata prece· dente, così crediamo utile di riprod ur lo: c Art. i. - li ministt·o della -guerra è autorizzato ad ammettere a chiedere il ll.egio ass~ntimento per contrarre matrimonio senza la condizione imposta dall'articolo 2 della legge 31 luglio :l87i gli urficiali del R. esercito present.emente in servizio effettivo, in disponibilit:ì, od in aspettativa che hanno contr:~uo unione matrimoniale col solo rito t·eligioso anteriormente alla promulgazione della presente legge. « Agli ufficiali presentemente in servizio effettivo, in di:;pouibilità od in aspeLintiv3 , i quali anteriormente afla promulgar.ione della presente legge avessero contrntto matrimonio :;enza i! Regio assentimento, non sarnnno <\pplicate le di~posizioni dell'articolo 8 della citilta legge 31 lu glio 1.871.. c Art. 2. - Agli uflìt:ial i che a partire d311a data di promulgazione della prc~e nte logge contraesse1·o unione matrimoniale col solo rito reli ~ioso sarà applicato la revocaziotie dall'impiego scn;:a che occonn il previo parere di un Consiglio di disciplina. « Art. 3. - Le disposizioni contenute nella presente legge sono estese agli uflì<:iali delht n. marina. , Art. IJ. . - Uo Decreto reale detet·minerà le norme da ~eg uit·~i per l'applicazione della presente legge •. Unitamente a questo disegno di leg~e fu approvato il seiluente ordine del giorno: • Ln Camera couvinla dell'urgenzn che si&modificata la leggo 31. lugli o 1871 . invi ta il Ministero a presentare opportuno disegno di legge alla pros~i rna ripresa dei lavori p:~rlam enta ri •.

• •* La nostra squadr:~ è t-Ornata dalla sua v1s11a alla squadra inglese col più grato ricordo delle aceoglienze vernmente straordinarie ricevute dai membri della Famiglia Reale, dalle autorità e dalle popolDzioni britanniche. Al signillcato poli tico di queste accoglienze, all'eco ch'ebbero in Italia e alle speranze cui diedElrO luogo abbiamo già accennato milla precedente puntata; qui dit·emo soltanto che, se le npparenze non ingannano, una parte di quelle sp:ll':lnzo ha cominciato a realizzarsi.

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Nell'importante discorso tenuto alla Camera il 25 con·ente dall'onorevole Blanc. nostro .Ministro degli alfot:i esteri, sulla politica coloniale è detto: « Coll' l nghilterra siamo ,qià solidali ri,qtta1'dO al Nilo, ed occupando essa inoltre Zeila e Kisimaio, ne l'isu lta che daii'Atbara al Giuba, dal.Mar Rosso all'Oceano indiano abbiamo una base di sicurezza intenutzionale e di relazioni economiche, la quale ci assicur3 la espansione della coloniz7.azione incominciata sull'altipiano eri treo •. Queste parole, appla udite vivamente dalla C3mer:t, dimostrano che le nostre relazioni coll'[nghillerra sono uscite, almeno per quan to riguat·da l'Africa, dalla sfera platonica delle simpatie, per entrare in quella degli accordi. Da oltre due mesi l'Inghilterra ha proibito il passaggio attt·avérso i suoi pos:>edimenti di anni e di muni;:ioni dirette all'Etiopia, e che questa proibizione non sia 111isura vana ma elficacissima, lo dimostrano i sequestri efl'ettivamente eseguiti, che vuolsi comprendano non meno di ventimila tra moschetti e fucili. L'esempio dell'fnghiltel'l'a fu imitato dalla Germnnia dai cui possessi, sebbene molto più difficilmentr, potrebbero giungere al'lni e munizioni ni nostri nemici o ribelli che vogliono chiamarsi. Dopo ciù, s'anco la Francia padron::1 di Obok n.:>n vogliu unirsi alle due sunnominate potenze nell'impedire l'arrivo di armi alla bar baria eoutro la civiltà, queste le giungeranno sempre scarse, ed è mo lto dubbio se pass:t!a la stagione delle pioggie il fedifrago Menelih. ne a vrù tante da arma t·e, secondo i suoi desidet·i, un esercito ca pace di riconqui:>tare l' Aga1r,è e il Tigrè.

..

* * Se a questo impedimento, posto da due unioni civili al passaggio di armi e di munizioni per lo Scioa, si aggiungano le discordie dei capi etiopi, sui quali il negus ha un'autori tà soltanto nominale, si vedrà che noi possiamo stare abbast.anza tra ntJuilli rispet.to all 'eventuali!.~ di prossimi attacchi. Nè è da trascurarsi che l'Anfari d'Aus>a, nemico u·adi zionale degli abissini, non aspetta che la parola d'ordine per mettersi alla testa dei danachili e dei galla e vendica re secolari prepotenze; nel qual caso Menelik dovrebbe pensare seriamente a difendere le frontiere meridionali dallo Scioa. Anche senza nessuna parola d'ordine, ebbe già luogo su quelle frontiere qualche scontro colla peggio degli gcioani. In complesso adunque, anziehè una situnzione- pericolosa per noi, vi ha in questo momento neli'J~ritrea e in Abissinia uno stato di cose così favorevole, che, potendo dispone eli qualche milione e eli qualche battaglione in più, per soli due mesi, ei S(lrebbe da farla lìnitn una volta


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NOTIZIE P OLITICO- MILI'l'ARI

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per sempre con l\lenelik e compagni, fondando nell'Etiopia un impero colonia le, che non avrebbe più a temere nemici da nessuna parte. Si aggiunga che dal lato dei dervisci si può vivere tranquilli. Essi si !rovano in tale stato di sfacelo, che lunge dal pensare ad attaccarci •·itirano i loro posti avanzati e si concentrano nell'interno. Notizie recentissime accennano ad un movimento di costoro verso il Wadai, lasciando non solo sgombre le vicinanze dell' Athara, ma quasi sguarnito Cart um.

....* La si1uazione dell'Italia in Etiopia, rispetto al di1·itto inte.-nniole, fu in chiara luco d<tl sopraci tato discorso del l\linistro de~rli alTari esteri. L'articolo del trattato che pone l' Etiopia sotto il protettora~ ita liano (d isse il Mi ni ~ tro) vt:nne eom unica lo n tutte le pQtenze a 1ermini del trnttnto di Derl ino e tullc ne presero atto ;oeuza osservazioni, sa lvo la Russin che fece alcune riserve sui diritti del Sultano; questi però non protese mai di ave •·~· diritti in Etiopia . NtJssun altr11 obiezione essendo sta ta solleva tu, la posizione dell' l ta li a in Etiopia veniva stabilit:l, nnclle rispetto al governo russo, secondo le norme internniona li. · .\Toi siamo dunque in perfetta regoh:t. .Menelik re dello Scioa non fu accettato come ncgus <.la tutta l'A bissinia se non grazie alla nostra protezione, concessagli 3 p3tto che ossuva~se le leggi intemaziona li contro la schiavitù. Egli non pa 1·tecipò all' Au~ di Bm:;selles 1·elativo alla schiavitù, se non como nostro protetto, e si trova rispeno all'Italia, nelle stcs>c condizioni in cui, rispelto alla Francia, si trova la regina degli Hovas, cristiana quanto lui, non meno civi le di lui e non schiavista come lui. Noi siamo in Etiop i:~ in vi rtù del nostro diritto fondato su ~rli Atti di R.erlino· o di Bn•s3elles, delle nostro armi bene adope•·a te: e dal nostr•l sa ngue ,;parso contro la ribellione e tradimenti fomentali e compiuti c.Ia ~fouelik. Qu n lunqu~ misura ci sembri opportunn per gidurrc McneiJk nll'osscnranza cle1 patti giur<~ti siamo padroni di pren po~ ta

dorla.

Il 25 corrontu è giunto in lta lia il generale Baraticri governatore dell'Eritrea. L'accog lienza fattag li dalle popolazioni e dal Parlamento dimostrò quale importa nza si dia alla nostra co lonia e quale va lore si annetta alle nostrù vittorie in A.rrica. Egli forn irà al governo tu tti i d:ìti ncces$ari per l':Jpp 1·ezz~me nto de lla situ azione di fat.to in Ar1·ica,

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~ in base a questo apprezzamento si decidedt il da larsi. La _s ituaz~on_e {fi diritto in Europa ci lascia pienamente liberi delle nostre n soluzwm.

..

** Or ecco le principali disposizioni d' interesse militare emanate nel mese. Colla data del 5 agosto prossimo venturo avranno principio le operazioni per l'invio in congedo illimitato: . . a) dei militari di i • categoria della cl~sse ! 87-1 dt cavallem, con . . ferma di quattro llnni; b) dei milita1·i di 1" categoria della classe 1872 con ferma dt tre anm di tutte le armi; . c) dei milita ri di ·l " categoria della classe 1873 .con fe~·ma ~~- d~e anni e dei militari della stessa classe e categol'ia stati designati per l mvw Ìn congedo illimitato per :mtlcipazione dopo due anni di scrvizi_o; . d) dei militari di -t a categot·ia della classe ·1_876: con ferma dt un_ anno, e.) dei militari di ·1a categoria appartenenti ~~~~ classe ·1876: ~~ qua_lunque ferma quali provenienti da leve an_ten on co m~ o rr~e:s\ ~cmtenti, ecc., che nel corrente anno abbiano compiUtOo comp10uo ti 39 .mno -di età. . . II 1.7 agosto prossimo saranno chiamati alle armi per 1struzwne per un periodo di 20 giomi. . . A) tutti i militari di ·1" categoria della c~as~e ~869 ~scr~t~l a~le ~om­ pagnie di sanità e di sussistenza, appartenenti a1 distretti. mthtart d1 Ancona, Ascoli, Aquila, Campobasso, Chieti, Foggia, Frosmone, Macerata, .Orvieto, Perugia, Roma, Spoleto e Teramo. B) tutti i militari di t a categoria d~lla ?l~sse ! 870 : . . . a) ascritti ai reggimenti di fanteria dt hnea ed appart~nenll a1_ di-stretti di Belluno, Cacerta, Cefalù, Cuneo, F rosinone, Gaeta, l\Iessma, Napoli, Padova, Palermo, Potenza, 1.\o~a _e Voghera; . . . . di b) asc1·itti ai reggimenti bersaghen od appartenenti ~~ dt~trett~ . Ancona, Ascoli, Avellino, Benevento, Campobasso, Castroviilan, Chwtt, Macerata, Nlipoli, Potenza, Reggio Ca labria, Salemo e Teramo; c) ascritti ai reggimenti granatieri. . . . Per la stessa data del -1 7 agMto prossimo sono pure ch1a mat1 alle armi per un periodo d'istruzione di giorni 20 : . . . . .. a) tutti i militari di truppa in congedo_Jl~H~Itato,_ com~resn _s~ttuf­ fìciali di 1.a categoria della classe 1869 ascrtttl 111 regg1ment1 ~~~llll, b) gli uffici~li di complemento nati 1869 ascritti agli alpm1. 89-

ANNO XL.


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NOTIZIE I.'OLITI CO -l!ILITARI

Venne pubblicato un R. decreto che istituisce due nuove fascette (Hala.il e Coatit) per la medaglia a ricordo delle campagne d'Africa; altro R. decreto portante modificazbni al regolamento sul recluta-· mento nella parte che riguarda le rail'erme; altro R. decreto portante modificazioni alle norme di servizio del corpo veterinario militare; altro R. Decreto che approva il Regolamento per l'amministrazione· e. c?ntabilitil. dei mobili degli uffici militari e degli alloggi degli uffiCJah gen~rah. A questo R. decreto fa segu~to il citato regolamento ed annessa istruzione. Venne annunziato che il 19 agosto p. v. avrà luogo in Torino it principio degli esami per l'ammissione all'accademia militare; te1·minati i quali la stessa commissione esaminatrice si recherà succe~sivamente , nelle altre ~ed i di esame: Milano, Firenze, Roma, Napoli, Messina. Col 1o settembre p. v. s'inizierà presso la scuola militare di schermail corso per gli aspiranti istmttori di scherma che procederà . a norma del regolamento di servizio interno della seuola stessa. Il giorno · 20 del venturo mese di settembre del conente ~nno avrà principio presso la scuola di cavalleria un nuovo corso mil itaré di ma-· sc:lici;•, colle stesse nor·me date dalla Circola re N. 10'1 del decorso anno. Il Ministero ha determinato che la compilazione delle note caratteristiche, delle note di variazioni e dei rapporti annuali di cui ai numeri 8 c 68 della rr.lativa Istruzione, e la conseguente trasmissione dei deni documenti, si:mo quest'anno ritardate, in modo che possono pervenire al Ministero non più tardi del 30 novembre. I! Ministero ha determinato che siano nuovamente apert.i gli arrolamenti per l'arma dei carabinieri reali· e che siano concessi i passaggi di ca tegoria di militari che intendono di essere ammessi in quell'arma, arrolamenti e passaggi stati sospesi con la Circolare N. 35 del 23 marzo scorso. Roma, il 80 luglio 1895. '

X.

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NOTIZIE MILITARI ESTERE AUSTRIA-UNGHERIA.

Esami pe;- promozioni ad ufficial-i sttperiori. -

Nella R-ivista del '16

mag~io. :1894 ~Di~pensa X) si ~ari~ dello sciogli mento del cot·so aspiranti

ullìcwll supenort, e della sosntuz10ne a questi di semplici esami per ri· conoscer·e l'attitudine dei capitani di tutte le armi a divenire ufficiali superiori. Tali esami ebbero luogo per la prima volla nel mese di aprile di quest'anno e vi presero pa rte :~5 ulliciali. La durala degli esam i fu di i 9 giorni, cioè dal :f. o al ·19 ap rile. I terni fut·ono i seguenti: L .Marcia e presa di posizione di un'avnugnardia di una divisione sul campo di Gravelot.le e successiva ma•·eia in avanti verso l\·(istelbach (sulln ca rta). 2. Marcia e presa di posizione di un'avanguardia di una divisione di fanteria. ' 3. Marcia e combattimento di un'avanguardia di una divisione di fanteria contro una retroguardia in posizione. 4. Protezione di un convoglio di -100 carri. ?· Combattimento di un distaccamento contro una retroguardia in posiZione, ed attacco di un distaccamento fi ancheggiante unn divisione di fanteria impegnat.a nel cornbauimento. 6. Distaccamento fiancheggiante per la sicurezza di una divisione; ritirata verso Vienna. 7. Servizio di aval,lscoperta di un distnccamento di cavalleria per i capitani dell'arma (sulla carta in presenza di tutti gli aspiranti). Esercitazione di combattimento di reggimento sul piano del ,campo di Gravelotte. 8. Impiego dell'artiglieria di divisioue e di corpo d'armata presso Hùtteldorf (in presenza di tutti gli aspiranti). 9. Progetto per un tema di gioco rli guerra per ufficiali subalterni a partiti contrapposti di distaccamenti (li 2 a 3 battaglioni, con uno squadrone ed unn batteria.


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NOTIZIE MIL!TAl\; ESTERK

10. Discussione cd esecuzione del tema progettato essendo il propo· nenie direttore delle manovre, ed allri due aspiran ti capi partito. 1i. Proposta di un tema di conferenza relativo ad un attacco. uno scontro ecc. e pe1· un distaccamento di 2 a 3 bauaglioni, uno squadrone ed una batteria. :12. Proposta di un tema tattico per subaltemi (supposto generale, quesiti, soluzione). 13. Conferenza circa J'auacco di un distaccamento isolato, funzionante da riserva di una divisione e quindi discussione sui temi propo~ti . BULGARIA.

La Bulgaria ed ·i mot·i di Macedonia. - I monti del Rilo. risuonnno di nuovo dell'at:mi. La .Macedonia, con moti ed aspirazioni non ben definiti tuttora, tende a qualche cosa . La situazione politica d'oggi, nella penisola dei Balcani, richiama alla memoria quella dell'autunno 1885, allorquando f1·a il principato di Bulgaria e la Turchia sernb1·ava iuevit.abilo la guerra, c scoppiò infatt.i, ma da una parte contraria a quella che si credeva; cioc alle frontiflre serbe della Nisawa. So la Macedonia, per ragioni d'etnograrìa o di politica, sia più bulgarav eh~ serba, non è ancora ben dichia rato, malgrado i dotti studi del Gopcevic in Serbia, e l'attiva propaganda esercitala dalle scuole nazionali bulgare, in 'Macedonia. Himane piuttosto a dichiarare In situazione politica militare di frontiera, che i nuovi avvenimenti possono crear(' nella penisola, pet·chc ogni batter di ciglia, in quelle regioni, è argo· mento d'attento esame, di controversie e di conflitti. L' istoria del popolo bulgaro affenna e h~: la Macedonia, di buon'or(l, fu com presa nei suoi domini ; i macedoni, combatterono valorosamente nella guerra dc11877-78, sperando d'accedere al bel edifizio della GranBulgaria, chE' vagheggiava il trattato di Santo Stefano, e che quello di Berlino rovinò poi. La Macedonia, e quella parte della Tracia che non fu compresa nella Rumelia orientale, non ebbero a guerra fìnita altri · vantaggi che concessioni amministrative dalla Porta. Lo smembrameuto della Gran-Bulgaria,, in tre tronchi distinti, rimase intanto una delle più st1·ane fatture della diplomazia eu ropea. La campagna del i 88o, contro la Serbia, ne assimilò uno; In Rumelin orientale. Rimase e rimane la ,Macedonia, con le sue dipendenze' traco -slave. Popolano la Macedonia, nella maggioranza, gli sla vi; (Slavianskii- mir) i turchi sono numer·osi nelle città, gli albanesi verso i monti d'occidente.

NOTIZIE MILITARI ESTERE

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1 bulg3ri,, hanno organiziato eJ assimilate queste forze, con attività o con senno, per via delle scu{)lc e dell(t religione. Oggidì, si contano circa 4o0 scuole bul ga~e in Macedonia, con una media d'numento di circa 25 per anno ; l'esarcato bulgai'O ha alle sue dipendenze le diocesi di Veles, di Uskup c di Okt-ida. Le origini del moto macedone, di questi giorni, ha per pretesto ap· punlo dill'ei·cnze sorte nell'applicazione dei rìrrnani delln Porta del ·1870-72, circa l'esercizio dei diritti religiosi dell'esnrcato bu lgaro. Il govemo di Sofia, scaglionò subito le sue truppe, in avamposti, sui monti oltre Samokov e Kustendi l ; proprio comP- nell'autunno del 1885, quando pareva che la Turchia dovesse assa lire il principato ribelle, con le truppe di Fuad Pascià. Raccolse truppe d'osservazione su\l,.allopiano di Radornir, vedetta avanzata delle fronti ere bulgaro-maccdoni. Intanto, a Pietroburgo, una deputazione politica bulga•·a , tratta della riconciliazione con il figlio di quello t:>ar, che aveva richiamati gli ufficiali russi dalle file dell'esercito del vincitore di Sl ivnitza, ed il fel'l'O assassino di politici sicui, tronca orrendamente la vita, in Soli:~, al più grande avversario della_politica russolila della Bulgaria, al rnini:;tro Sta rnbuloO', quegli che fortemente volle La Bulgaria dei bu.lgari. Notevoli coincidenze e notevoli paralleli. . , I giornali Jel comil:n to macedone, pu bblicano 'dispacci da Kustendi l, segnalando un serio scontro verso Haùovich e Strumit.za, il 9 luglio fra gli insorti e 5000 turchi. Dicesi che questi abbi;~no perduti 600 uomini e siano fuggiti, abbandonando in mano dei rivoltosi eccellenti posizioni da combattilllento. Altre azioni, si segnalano nel distretto di Maschov, egualmente favorevoli ai macedoni. Altro terreno, egualmente battuto d3lle bande insurrezionali, è quello del Porim-Dag. La banda più fo rte di queHe regioni montane, è capitanata da i\litrow, c comprende alcune centin2ja d'l!omini armati di fucili Hem·y Martini e Kriuka. A combatterla, accorrono truppe ollomane da Seres e Doirau - un reggi mento inviato da Jannina a Kos· sovo, trovasi in marcia di questi giorni. .\l confi ne bulgaro-maceclone, il comitato insurrezionale propalò numerosi proclami di guerra. « La nlacedonia, esso dice, innalza la han.· « diera della rivoluzione, la ban.die1·a della libertà l AITam:1ti, assetati, « ignudi, e senz'armi, i macedoni intraprendono la lotta. Volete, o « fratelli, !fUar4are le sofferenze di quel povero popolo? .. Noi siamo « pure d'un sangue e di una stirpe! .. . Dall'alto del monte Pe1·im, ( vi rnandin mo le sacre parole.: Libertà. o morte! . . . »-


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NOTIZIE MILITARI ESTE&E

On1, fra Kustondil e Samokov, la situazione si presenta straordinariamente propizia a qualsjvoglia operazione di guen a per parte dell'esercito bulgaro. Dai monti a mezzodì di Radomir, i bulgari possono padroneg~iare le valli dello St•·uma e della l\larit7.a, e procacciarsi rapidi sbocchi nella vallata del Vardar, verso Uskup. Un 1·eggimento di fanteria, ed uno ui riserva, star.ionano normalmente a Kustendil · una batteria di riserw1 è a Samokov. Più addietro, a Radomir, han~o sede alcune druschine di riseiV(l. Queste truppe ricevettero •·inforzi da Sofia, di questi giomi. Fra Kustendil e Samokov, esistono ottime comunicazioni di montagna; opportune agli spo:ltamenti, e ricche di miglio•·i posizioni da difesa, quali la gola famosa di Bobochevo ed il Ponte del Cadì (Kadin 1\tos), sullo Struma. Da Dubnitza a Samokov, segue la strada maestra, ed in questa città fa capo nppunto la gr:m srradn di Hadomir. La vallata di Samokov, ha un'altitudine media di 987 metri, c' stendcsi da settentrione 3 mezzodì, lungo l'lskcr, per una lunghezz3 di 12 chilometr·i e per una larghezza di 4 o 5, all'incirca. La citt.'Ì conta W,OOO abitanti , 187 turchi, 962 isracliti, 12 moschNl, 5 chiese. Da Sarnokov 3 SoOa, non corrono che 53 chilometri; da Sarnokov, a Ichtìman. la più prossim3 ,;tazionc sulla fcnovia da Sofia a Filippopoli, appena 25: La fronti era bulga ro-maccdone, raccoglie adunque in so st&s~a eccezionali pregi d'offesa c di difesa 111anov r3ta, form a vasto triano-olo, ai cui vertici stannò Sofia, Kustendi l. e Somokov, collegati fra lor~ da ottime comunicazioni di mont:lgna; inol tre, lungo il lato orientale del triangolo, corre 3 llreve intervallo una ienovia. Le singolari attitudini all a guerra ed alle man~e in montagna, possedute d3ll'esercito principcsco di Bulgari3, souo orama i notissime, dopo le campagne del '1877-78, e dopo quella del 1885. Truppe speciali, adatte a specia le teatro di guerra. T.ale, .a ~1'~1•i cenni, la situazione delle mi lizie hulgare rispetto eventua li az~on.1 1n Macedonia contro la T urchia; singolarmente propizia pe1· ~agioni topografichc e geografich e, e pe•· lo speci3le vantaggio che eserCitano la propaganda religiosa ed educat1·ice. Qualunque avvenimento si maturi ai confini bulga1·o·macedoni, ò certo che la Bulgaria ha dalla sua le. migliori garanzie di successo, qualora un più intenso ed esteso movimento separatista in .Macedonia, chiaramente 3Ccenni 3d annessione di una parte delle province del Vardar alla Bulgaria, o reclami l'intervento di lr u ppe bulgart! 11 favore degl'insorti macedoni. E. B.

NOTIZIE M!Ll'l'ARI ESTERE

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GERMANIA.

Pubblica.zion·i militari.- In luglio scorso fu pubblicata la parte II ?e! ·reaolamento sull' uniforme per gli ufliciali ed i medici. Vi sono deswtt1 o tutti gli oggetti di vestiario, d'arredamento, d' ar~amento fa~~tl. p3r l c -dell'uniforme stessa, nonchè i distintivi particol:'m per uffic•ah e medici del servizio attivo, per quelli in congedo (riserva e landwehr), per .quelli di Stnti diversi dell'impero passati a .r~r ser~izio .in coq~i P.rus~ siani, per quelli a disposizione ed in allr3 postzlO.n.e. Sono moltre tn?!Catl i contrassegni per le diverse cariche c la quahta, la f~rma, le dlme~­ ·sioni degli accessori, come canocchiale da campo, fischtetto da segnali, .eassette da bagaglio ecc. È chiarito in apposita int-roduzione lo scopo del regolamento ten~ente .ad assicurare la necessaria uniformità generDle nella tenuta med•a.nt~ ,precise prescrizioni. Tutti i superiori e particolarmente i comandantJ di reooirnento e di batt;wlioui 3utonomi debbono vegliare a che non venga oe o . J· d' .fatta infra1.ione di sorta al la divisa c sopra tutto swno esscrv:~te e . unen·sioni per quei casi nei quali non è concessa una certa latitudine. E spie-gato espressamenw che detta latitudine ~on d•}Ve assolutnm.ont: e~ser~ ,jntesa nel senso di favol'ire gusti per:;on&li o mode, attesoehe ne gli tmJ nè le altre sono ammissibili in rapppùrlo all' uniforme. Chiude il libro un elenco di tuiLi gli oggetti considerati, ripnrtiti per . arma. I n questo elenco tl·ovansi alcuni ca pi apposi~amente cont~a~segnati: per indica~c che i medesimi sono soltanto ammessi, .non ~re~cl'l.tll. Tra dt , essi, la giubba da estate, la litewkn, il pantalonc dt tralicciO, tl c:~ppotto (denominato Mantel), la borsa da ca rte. . Parimenti in luglio fu pubblicata l'Istruzione per la manuncn.z!One e ·ruso dci velocipedi ncll'esen:ito. E un volurnetto di poch.o pagme che ·Contiene le seguenti parli : 1o Dascrizione dd la bicicletta e dei suoi accessori_; ~Kaneoaio 1·ipulitur3, mauutell7.ione, custodia. E vietato adoperare 2o lll z:>l:l , d' . . la bicicletta pei· rn'ltivi estranei al servizio. La ripulitura straor mana n · Chiede la gmont3tura della macchinn e quindi l'assistenza dell'armaiuolo. I velocipedisti che hanno ricevuto l'istruzione devono e;;sere in grado di conoscere 13 funzione delle parti princi pali della maccbiM, il m3neggio -della :nedesima ed il modo di rimediare a qualche inconveniente durante il ~iaggio. Smontando è da evitarsi di lnsciare la bicicletta esposta al sole, ~essendo facile che i cerch i di gomma si st3cchino dalle ruote;


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NOTIZI E MILITA RI ESTERE

. 3° Spese di manutenzione e rinnovamento. Fanno parte di appositotitolo del bilancio militare, è vietato comprendervi spese riferentisi a hicicl ~lle che non siano della dotnzìone assegnata da l ministero ai corpi di fanteria. II rinnovamento si effettua per via del ministero; al mede<>imo· i eo~a n.di di co rpo d'm·matn devono fare in gennaio d'ogni anno appositerelaziOD I sulle spese e sul rinnovamento occorrente; rt,o Controllo. Ogni macchina nuova deve essere mìnutamenle collau-· data dall'armaiuolo. Oltre ai comnndanti di battaglione e di reggimento, anche i genera li di brigata hann.o l'obbligo di ispezionare il. funzionamento· delle biciclette in occasione di riviste. li ministro si riserva di ordinare ispezioni straordinarie; 5o Istruzione del personale. Per gli uomini di truppa, oltre a scegliere giovani di buona condotta possibilmen te già esercitati, dovonsi assoggettare i medesimi a visita medica per accertare il buon funzionamento del . cuore e dei polmoni. L'istruzione degli ufficiali è fatta soltanto all'istituti)· milita re di ginnastica. Per fissare una misura di capncità degli uomini stati istruiti, si ritiene come soddisfacente risultato se il velocipedist.a percorre in 2 ore 30 chi-· lometri, ammrsso condizioni buone di strada e d'atmosfera. Su lungheestensioni di strade buone il velocipedista supera in celerità il corrie1·e a. cavallo; 6° Vestiario-; arredamento, armamento; 7o Ai congedati si fa apposita nota su l foglio di congedo per quell i· che raggiunsero nell'esercizio in parola tnnta pratica da potersene veramente fidare. Tavole di tiro. - In luglio scorso furono pubblicate Je tavole di tiro· per il cannone lungo da 15 centimetri con granate modello 88 e shrapnel modello 90-92. Vm'iazioni nell'alto pet·sonale militare. - Il tenente oenerale barone· N'eubronn v. Eisenburg comandante di Spandau è statoecollocato a disposizione e pension~,to. Lo ha sostituito nel detto comando il maggior generale v. Hotze, gw comandante la 3a b1·igata ca vallena della Guardiv . Vestim·io di fatica. - Con ordine di gabinetto del lurrlio scorso la giubba di traliccio ed i pa ntaloni di fa tica furono tolti dall';fTardellam; nto da campo dei pionieri e degli areostieri. MARINA.

Reyolamenti. - Dalln casa editrice 1\iittler. u. Sohn Berlino è stata ~ubblicata di 1:ecente una ristampa dell'Istruzione sul tiro per la marina m dat\1 21 aprile 1888 eon le aggiunte e varianti sino a tutto il i 89~.

NOTIZIE MILIT A.Rl ESTERE

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RUSSIA .

Battaglione fanteria di 1'iser1:a dì StTetiens!.·. - Il Prikils, N. io· dell'anno corrente prescrive che il numero dei battaglioni che in casodi guerra dovrà fornire il battaglione (qu adro) fanteria di riserva di, Stretiensk (Siberia orientale) sia di o. I 7 battaglioni (quadri) di fanteria di riserva della Siberi\1, sdoppiandosi in vario modo, forniranno in complesso in tempo di guerra 2t> battaglioni, e cioè 2 forma:i dal battagl ione tli Tobolsk, Tomsk, 2 )) Omsk, 3 • 5 Semipalatinsk, 5 » h'kutsk, 3 » /(rasnoia1'sk, 5 Strctiensk. Progetto della ferrovia Penn· V·latka-Kotlns. - In una seduta del comitato della ferrovia Siberiana, tenuta sotto la presidenza dell' Imperatore, venne stabilito che, nell'intent o di evitare l' inconveniente che potrebbe derivare daJI'allluenza dei grani d~lla Siberia sul mercato universale, dopo la costru1.ione della ferrovia Siberiana, (e che si tt·adurrebbe in un certo ribasso d!\i prezzi dei cereali), le deiTate della Siberia siano su Arkhimgel anzichè sui porti del Balt.ico. Dietro t.ali c1·iterii fu stabilita la costruzioné della ferrovia Per m (sugli Urali)-Viatka-Kotlas. Questo ultimo pa e~e si trova sulla Dvina, fiume navigabile fino ad Arkbangel. . Per la costruzione di questa linea (del cu i tracciato quest'anno si comincicranno gli studi definiti vi), fu aperto un credito di 6 milioni di rubli.


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NOTIZIE BI BLI OGRAFICHE

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2. Arte militare.

NOTIZfE BIBLIOGRAFICHE

Bollettino bibliografico

l. Reclutamento ed ordinamento. ll 1·iordinrt~nento delt'urti,glieria france.~e (Neue militarische BlltlteJ·, luglio-agosto 1895). - L'ann·uario pru~sinno · i 895. (RevtM du cercle militaire, 6 luglio 1895). , · - l nttovi l'iparti dell'm·tiglieria da campagna e dell'artiglieria di 1·iserva in Russia. (Militar Wochenblatt, N. 62, :1.895). - Gli tt{fì.ciali in congedo dell'esercito austro -ungarico. (Militii1· JVoclwnhlatt, N. 61, i 895). . - ?·~s~rvazio~~~ sulla cavalleria fmncese pamgonata alla tedesca. (ReVI-Sta ctenttfico-mtlttat·, •l 0 luglio 1895). L'effettivo dell'esercito llt!.Stro·tmgarico. (Militd1· W ochenblatt, N. 6.9 , 489S). - !l?·ecltttw~'e'_llo d~lln cc~valleriu. (Avenir militaire, 9 luglio 1895). - I sottuffictah nell eserctlo francese. (Neue militiirische Blatter luglio-agosto ·1895). ' - Le q1tistioni mititar i net Pttrlamento francese. ( Spcctateur milita·ire ' 15 luglio 1895. - S!~to rlel corpo del genio in Francia nel 1895. -Parigi, 1895. - L wqw!dramento della nazione armata. (Journal des sciences rnili· taires, luglio ·1895). - lt r;orpo del co~1missariato e le s1.te {unzioni nell'esercito. Tenente commissario Albe1·ti. Homa, 1895, tipografia Voghera.

L'esperimento degli uffìcW.li di stato nwggio1·e in Austt·ìa-Ungheria. {Militar Wochenblatt, N. 63, 1895). - Importanza. preponderante del soldoto come elem.ento di guerra. (RetJista cientifìco-milita1·, !5 giugno ! 895). - Osserva.zwni sopra l'odierna tattica di combattimento. (Revista tien· t·ifico-rnilitar, 1.;) giugno ·1895). .. - Raccolta dei p1'inc'ipi di ta.nica. Generale Pedoyn . Pang1, ·1895, La-

vauzclle. Si esaminano le modifìcazioni portnte nell:~ tattica dalla trasformazione dell'armamento e della polvere senza fumo. -1l'1anuale dell' ufficiale di ·riserva e dell'armata territoriale. Parigi, 1875, Lavauzelle. Serve per gli ufficiali dell'esercito f1·nuccse; è utile ngli altri per conoscere le disposizioni vigenti in F nu~cin, circa gli ufficiali di riserva e dell'annata territoriale. - La difesa degl-i Stati e la {ortificat1one a.l/c~ fini! del secolo x1x. (Re· vista cie nti(ico-n~;i~itar, I 0 luglio 1805) . - Gibilterra. Studio geograOco, politico, mili tare. (Estudios militares, ~O giugno 1895). - Le attttitli esercitazio?•Ì di truppe in Italia. (ilfilitiir Wochcnblatt, N. 62, <!895). - Attacco e dif'esa delle ferrovie. (Militar W ochenblatt, N· 61, 1.895). - Tattica della fant.eria.. Capitano l mtraus. Parigi 1.895, l\lotteroz. - Servizio in wmpa!JIU'· di ·ww. compagnict di {anteriCI. Tenente Boschet . Parigi, !895. - St"dio teorico SU!Jli effetti delti/'0. (Rct'ttt! d'cu·tillerie, luglio i8~5). - Gli oblnettiui delle scuole di ti1·o dell'artiglieria tedesca. (Rttvue ll' artillerie, luglio i 89o). - Qnestioni di tattùxt. (.Jom·nal des scimces mìlilttù·es, lugl·io ·1895).

3. Storia g~'!.er~le e militare. Gu·ida allo st·udio della storia militm'l.! Troschke, generale prussiano. P<~rle complementare. Dal 186() al 1890. Second.o fascicol0. Lipsia, '1 8915,

Zemin. - Giornate del nuv·esciallo J,, Castellane. (D nl •1804: al 1862), 1° vol., Parigi, 1895, Plon.


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NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE

- Napoleone c la società del suo tempo. ( 17H3- ~821) per P. Bondois. Pa1·igi, 1895, Alcan. - Oampa_gne nelle .4.lpi al tempo della t'itloluzione francese, Krebs. Parigi, 1895,. Plon. E' il ~econdo volume di un'opcl';l ~rriil favorevolmente couoscw La. Narra le gueJTe alpine dal 1794 al 1796. - Le operazioni militm·i sulla frontiera della Savoia e del Delfinato nel secolo XV III. (.Jou,t·nal des scùmces militaires, luglio 189tl) . - Lord Roberts in war. - A study {or the day , by colonel fl. B. Hanno Scinpkin, iJfat·sha/1, ek London, 1895. Si descrivono le campagne del generale Robert, c piì1 specialmente il combattimento decisivo dell'H dicembre 1879, COlJI,J'O gli insorti di Moharned Jan, sulle rive del Kabul. - Dowmenti per l.a storia della ,guerra cino-giapponese. (Revista cientifico-militar, i 0 luglio 1.895). - l prwvedimenti per ln S1Msistenza dell'esercito ru,sso wl Danu.bio nella campagna del 1877-78. (o0 fascicolo appendice del :lfilitiir rvochenblatt, 1895, Berlino, Siegfded. · L'A frica romana, pe1· Gastone H oi ~sie1·. Parigi, 1895. Hachette. 4. Geografia, Viaggi , Colonie. - lta,lù~ ed .~w;tndin nei rapporti ùei commerci e dell 'emigrazione· (Bollettino del mit~istero degli affari esteri, P. Corte, giugno ·1895). - Paesi Bassi e colonie. Sistema coloniale nelle Indie necrlandosi. P. De Grego ri~. (Bollettino del Ministero degli esteri, giugno 1895) . . -:- In vtaggw pel Jfadl!gascar. Diario di un uf(icia le del corpo di spe-· diZIOne. (Rt vue du cerete ·mititai·re, 13 luglio 1.85!>). Sullo studio del movimento dei ghùtcciai. (Chtb alpino italùmo rriugno 1895). ' <> - Riassunto di geo,qrafù:. Gene1·ale Niox. Pal·te 3•. Parigi, :1 89~ De-· lagmve. La prima parte riguarda la Francia, la seconda l'Europa i~ generale; ljuesta terza parte testè pubblicatn, riguard::t gli alt.ri paesi. Ordinamento coloniale. (Revist.a miliJat·, gi ugno 189o). - La C<mquista del DaMmey. Secondo documenti ufficiali . Capitano· Aublet. Pnrigi 1895, Herger-Levrault. -:- l 1nezz~ di trasporto impiegati dagli inglesi nelle lom spedizioni 1 t{mXLM . Contmuazwne e fine. (Revuemilitait·ede l'étranger, giugno 4895)-

NOTIZI E BIBLIOGRAFICHE

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5. Tecnol ogia. Le condizioni dell'aereonaut·ica militat·e sulla fine del 1894. Sunto di una conferenza tenuta nel circolo militare di Vìenna. (Streflleur's Zeitscht·ift, luglio 1895). Si esaminano queste condizioni presso i diversi eserciti d'Europa . - Le mater·ie esplos·ive nella lo1·o storia, fabbricazione, proprietà ed impiego pratico. Rock mann. Seconda edizione riveduta ed ampli:.w. Vienna , i 895. Ilartleben. · - Tratti ca:ratteristici delle p·iccole ferrov·ie. F. Mùller. Opera pubblicata per cura d.el governo prussiono. Berlino, 189t), El'!lst. - Progressi e mutazioni nel campo delle anni in questi ultimi tempi. Vitte. colonnello. Berlino, 1895, Lièbel. ~ Descriz·ione t!rl uso di un appaxecchio elementm·e eli {otog·rammetr·ia. Legros, capitano. Parigi, 1895, Società d'edizioni scientifiche. . - TL telemetro S!roobants paragonato a quelli ''Ìtenutì finora come mtgliori. E. Folletti, capitano. Roma, 1895, tipografia Vo.gher:l. !/ .autore esamina i principali telemetri in uso e viene alla conclusiOne che 1l tele~ metro sopra nominato non è il migliore di quanti si conoscano, ma c però sempre preferibile al non averne alcuno. . . - ·Costruzioni in fèl'ro e in cemento. Doitel, capitano del gemo. (Revue du génie milit.oire, giugno 1.895). .. . . - Fortific.azione delle coste. (Revue du ce·rcle 1ntlttmre, gJUgno 189o). S.unto di un libro pubblicato in tedesco col titolo Die Kiislenbe(esti,qu~lg dal maaaiorc Leit hner del genio austriaco. oe Torri corazzate. (Deut.sche Heet·es-Zeitung, N. 50, 1895). - Pagine sullet tecnica delle armi. (Neue milit~risch e Ftattet·, lu glio-agosto ·lR95). -Polvere senza. (wno. (Neue milìtiirischc Bliitter, luglio-agosto. 1895.

6. Varietà. -;- Il sistema di •tipartizione dei feriti nei ca:mp·i. Habart, medi~o di reggimento. (Organ der militiù· wissenschaftlichen Vereine, r>o fasciColo i 895).


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NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE

- •T1·a il canale di Suez e i Dardanelli. Studio geogmfico, politico, militare. (StreQleu1·'s Zeitschri{t, luglio 1895). - Scuola di nuoto. Guida per l'insegnament.o del nuot.o specialmente nelle scuole militari. Vienna, 1.895. - Principii pe1· la mdrizione degli uomini sani e degli ammalati. Dottot· Bccket·. Francororte, i89o, Bechold. . - Un giudizio l'usso sul corpo degli ufficiali tedeschi. (J(th?·biicher {iii' dte deutsche Annee und Marine, luglio 1895). - La vita del soldato nella ,querm dei trent'anni. (Jahrbiiche1· {t1r die deutsche A1·mee uud iJfm·ine, luglio 1895). . - Le 1•imonte nell'esercito 1'usso. (Jahrlti'hcher fur die dt:utsche Annee tmtl Ma·rine, luglio 1.895). - Dci matrimoni dei mil·itari. (Ufficiali, sotturtìèiali e soldati). Lecroi e regolamenti vigenti in Franeia su questa materia. Renault, capita~~. Parigi, 1895, naudoin. - Lavori mil·itari . (Fmnce militaire, <t.'7 aprile 1895). L'autore insiste perchè sieno pt·ese misure contro le indiscrezioni degli appaltatori di opere eli fortificazione. · - Progetto di cos~ruzione di un ci·rcolo militare a Parigi. (Revue tecniqw~, aprile 1895). · - Pa.rtecipaz·,:onc del 2 ° battaglione fm'I'Ovi:eri (russo) alln costruzione della fen·ovùt tmnscaspiana. ( Voienn'Ìi Sbomil•, aprile 1.895). - .Vorme tedc.çèhe per le csplosicni (Revue du génic rnilitaire _maga io :1895). ' {o -Palloni frenati colpiti dal fulmine. ( llevue dt~ génie militaire rnaaaio ! 895). . ' l:>O - Croce Rossa iwluma. Hesocont{) morale economico per l'anno t 894. Roma :1.895). -Enciclopedia d'i,qiene e di medicina pubblica. Per f. RocharJ. Vol. 7 Parigi, ~~~5, Delah.aye. ~uesto tomo 7, recentemente pubblicato è dedi~ cato•. ~Il 1g1e~e. dell esercllo e della m:ùina e si divide in due parti: ·1° IJg1ene 1mhtare; 2o igiene navale. - Codice cavalleresco nazionale. E Salafia. Palermo, 1.895, Sandron. Esposta con chinrezza e con ordine tutta la materia riferentesi al duello doveri dei d_uellHnti, dei padrini, classilìcazione delle o/fese, ecc., l'auto 1·; propugna l'Istituzione di giurì d'onore. - Soccorsi medico-clvirl.«gici in montagna.. Fa.rmacie tascabili e cassette farm?c~uti.ch~ nei. ricoveri alpini. (Club alpino italiano, giugno t 895). - l ptccton·t vwggtato·ri in Italia (ilfilitii1· JVochenblatt, N. 6:1. ·18.95).

NOTIZIE BIBLIOGRAFICUE

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- Del compito della poesitt nella ,guerra. Per P. Deq uet, Parigi, 1895, Lavanzelle. -Le feste r·e9gimentnli in Francia e all'estero. Capit~no Fanet. Parigi, !895, Lavauzelle. L'autore ci espone l'origine, lo sviluppo e il carattere speciale delle feste reggimentali nei principali Stati d'Europa. - L'Egitto e la questùme d'Egitto. Interessante studio geografico, storico e militare. C. Kron. Lipsia, ·1895, Berger. - Il canale da Marsiglia al Rodano. Noti1.ie e dati sui relativo progeÙo. (Esplomzione co-mmercia./e, luglio ! 895). 7. Marineria . Il canale tra il Battico e il Ma·re dP.l Nord. (Anny cmd Navy Gazette, N. ! 838}. Questo canale è chiamato l'opera e l'avYenimento più impol·tante dell'anno 1895. Si descrivono c confrontano le Ootte degli Stati rappresentati all' inaugurazione. - Lo stato attrwle dell1t flot/(t degli Stat·i Un·iti (Militii·r Wochenblatt, N. 39, :1.895). - Lu marùw italiamt att1·uve1·so it canale d·i Suez. G. Donomo. Napoli, :1895.

---- - -Per la Direzione L ODOVICO CISOTTI tetttHIC' tcdti NN~II" ,U, T . .c .• inct.~rkato

DE~IARCI!l

CAnLo,

gerente.


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L'ISTRUZIONE ULLE .UUH E SUL TIIH> PER LA

fA ~T ERL\

DEL 23 APRILE 1894

Co >tlimw::ione -

Veui uisp e11sa XV

L'istru~.ione sul tiro 1 89~ , nella scuola di. puntamento ai null!leri 57 e 58 fa eseguire con cartucce a salve, 6 fuochi a sal·ve ~i squadi·a, e ~10 fnochi a saltJe di plotone, al numero 242 con· ·siglia i fuo chi a salve di prova; e nello specchio 3 dei tiri col· llettivi assegna a tale specie di fuoco la 3" lezione. Nella nuova istru~ione ·1894 non è mai fa tto cenno del fuoco .-a salve; nessuna delle H. lezioni del tiro collellivo di cui al ·numero 340 è prescritta con tal e specie di fuoco . Al numero 2'16 è detto che: « Ai tiri collettivi con ca rtucce .(la salve, le reclu le verranno addestrate colla esecuzione dei •fuoch i della istrlb<: ione rli plotone; ma siccome nei tiri collettivi della istruzione di plotone cioè nepa 4·\ ;sa e 6a le~i one dello ·specchio che fa seguito al numero 2.t0 non v'è alcun fuoco a ·salve, così devesi dednrr·e che qttesr.a specie di fuoco s' intende soppressa. Che se per ist?'lltziorw di plotone, intende quel la del ·regolamento d'esercizi non si sa se deb bas i intendere l'attuale del 18n, o quell'altro che sarà' posto in conco rdanza coll'I-struzione sul tiro 4894· e che sopprime il fuoco a sal ve. Ora poichè il caricamento del fuc ile ~1 8 9 ·1 non si oppone a tal e specie di fuoco , cile essa non è priva di \{U::tlehe utile applicazione come :Spiega il numero 23 1 del regolamento di esercizi; propongo che 90 -

ANNO lL.


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L'ISTRUZIONE SULLF. ARMI E SUL 'tlRO PER LA FANTERI A

sia esplicitamente dichiarato nel numero 2·16, che tale specie di fuoco è mantenuta , e cb e vi sia destinata una delle 'l ~. lezioni del numero 24-0. La sua importanza discipl inare consiglia a con-· servarln. Intatti sopprimendola l'ufficiale non avrebbe pi li alcun comando diretto nell'esecuzione del fuoco, che è la ragione delle ragioni, l'·1~ltima mtio, . ài tutto l'edificio del l'istruzione. Quando l'ufficiale comanda « f'uoco a salve » sente tutta la sua autorità sui suoi soldati, tutta la sua potenza sul nemico; ed i soldati comprendono tutto il potere con centralo nella voce del loro capo.

*"'* Oltre Hl {uoco a salìle i numeri '1 ·1 ~ , Ho e 116 del regolamento d'esercizi stabiliscono altre tre specie di fuoco , cioè: a volontà lento, a volontà accelerato, ed a ripetizione. L'istruzione ·1894-, al numero 201 non ne dichiara che due sole specie, cioèfiwco ordinario da uno a sei colpi al massimo per minuto, c· {twco accele?·ato da sette colpi per minuto sino al massimo possibile. È una. sempl irìcazi one molto giustificata e molto utile. t e celerità stabi lite dal regolamento d'esercizi col numero ·Ili , sono: nel fu oco lento ' tre colpi al massimo per min uto; nel fuoco accelerato otto colpi al m11ssimo per minuto; nel fuoco a ripetizione rnassimn celeriti1 consenti ta dall'attitudine d! ogni soldato. Il fuoco lento non è ~lato dettato dalle qunlità dell'arma e del suo caricomento, ma bensì anzitutto dall' intendimen to di moderare il consumo delle cartucce, e poi da con:;iderazioni relative alla disciplina del fu oco ed al morale dei soldati i quali tendono per natura ad accelerare il fuoco; inJ'aLLi il regolamento stesso al ·N. 228 ammette che l' ciiicacia del fuo co per rispello alla celerità non scema che allorquando la celerità stessa supera i 5 colpi per minuto, c devesi soggiungere, cosa che non dice il regolamento, che l'etlicacia stessa aumenta colla celerità sino a quella di 5 colpi al minuto, che risponde alla naturale disposizione del so ldato; dunq ue quest'ulti ma cel erità è la più indicata rispetto alle esigenze del puntamento. Perciò quella triplice divi sione giustificata colle idee prevalenti ne l ,180.2, appare oggidì soverchia anche rispetto al fuci le '1870-87, perchè il prescritto fuoco lento com-

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prime l'n nimo a danno dell'efficacia, e quello a~celeralo di s ·colpi al minuto si confonde sensibilmente e tumultuart:lme~te con que_llo a ripeti;-.ione di 9 colpi per 55", che è preveduto e fatt~ eseg~n·e dall'istruzione ,1892 negli specchi l , 2 e 3. Tanto a magg1or ragtone adunque apparisce opportuna la semplifìca?.ion~ eh~ la nuova fstru~ione arreca nella graduazione della celenth, m due sole spec.ie di ordinario erl accelerato. che propo:t:ei d i distinguer~ nel seouente modo: J'uoco ordinario con r,elenla smo ad otto co lp1 per minuto, e fuoco accelerato sino alla massima celerità · po:;sibil e. Ma appnnto perchè il fuoco ordina rio o~a ~e~·mette al so.ldato di soa1·are (; od 8 co lpi al minuto, e che l nflic1nle non puo modera~lo, ma soltanto, come 0 detto ai numeri ·l 17 e 2~·~ del re<lo lamento d'esercizi, farlo cessare, si fà di nuovo ev1dente la ~tilità. del fuoco a salve regolato anche nella celerità dall'nfficial e.

,. ** Non riuscirà inutile il conLronto fra il numero de~le C<t~·tucce lve asseooa~e per l'addosLJ'amento, dnlla nuova tstmztooe e a sa l'> "9 . l da quella del ,1892. Nella n nova Istruzione sono !1· ... _m _Lt~lto e ... salve per oo ni recluta, di cui '?4 sparate !OdJVJdualcar t uCee " • a ,. . 899. mente (l) e •18 collettivamente . Invece nell ~strnz1on_e de.l l. _,_, non sono che t.,o io tntto, di cui soltanlo 'l;'> con w·o tndlVIdual e e le rimanenti 2i) con tiro col lettivo. È nolev.ole quest~ differ~nza nelle due proporzioni fra i tiri individuali ~ quellt collettivi· considet·ando che questi ~pari hanno essenz1a_1meote una por;ata morn le e son privi eli effetti. balistici, sono JDdolt~ a ritenere mioliore il criterio dell' Istruztone del ·1892, parche cogli spari collettivi afferma maggiot;rn~n te_ l'in fluenza d~~ superiori in un periodo in cni la recluta e dtsposta a scnt11 la ed a riten,erne durevolmente gli elfet.ti . Ed ancor più appare qt~est~ saaoio intendimento di detta istruzione 1892 quando si constden n l')

(l) Coll'Atto 60/0ti () Ueste car tucce sono state ri(lo Lte a 20.


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L'IST RUZIOISE SULLE ARMI E SUL TIRO PER LA FANTERIA

che delle 25 cartucce assegnate ~gli spari. collettivi, 9 sono sparate nel tiro n ripetizi one, e tutte le altre ·16 con fnoco a salve, di cui 1O al comando dell'ufficiale comandante del plotone, e 6 al comando del capo squadra. I 24 spari individuali dell'Istruzion e 1894- sono così ripartiti: ·in piedi fuoco ordinario 2 N. 206 in ginocchio » » 4 a terra » » N. 209 seduto » >> )) in gin occhio • 6 N. ~H O, contro bersaglio scomparente )) l) a terra totale 24· I '1o spari individuali dell'Istruzione '1892 so no esegu iti : a braccio sciolto 2 N. 54 in ginocchio 2 \l N. :)5 a terra 2 l\ a terra a ripetizione 2 N. 6·1 total e

:Ji:)

Due sono perciò le innovazioni introdotte in questa specie di fuoco, impor tante perche pone l' inizio dell'addestramentc. , e sono il fuoco da seduto, ed il fuoco contro bersaglio scomparente. È utile lo sparare da seduto. ~o n lo è allrettanto sparare contro bersaglio scomparente, il quale non p.uò essere colpito. Devesi ritenere che questi 6 spari. dalla posizione di in nainocchio ' nulla aggiungo no ai 2 :zià eseguiti dalla stessa posizione di cui al N. 20G, t che si po trebbe perciò risparm iare le 6 cartucce . Perchè non giunga nuovo il bersaglio scomparente quand o si sparertt a palla, l'esercizio del N. 2>1.0 sarà egualmente utile se fatto con cartucce da esercitazione di cui al N. 204.

Ritengo che gli spari da in ginocchio e da a te-r·m possano bastare in numero eguale a quelli da in piedi cioè di 2, risparmiando anche in questi spari 2 cartucce. L'esercizio di caricare con caricatore contenente soltanto 4 o 2 carlucce, a cui pare voglia intendere il numero .209,

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non muta siano le cartucce a salve o da esercitazione.. come sono prescritti coll'ultìmo alinea del numero 200 Le l O cartucce pet· ogni t·ecl uta che in tal gu isa si sparerebbero in meno nel tiro individual e. potrebbero in parte, (per esempio 6) accrescet·e le 18 del tiro collettivo, ed in parte effettivamente risparmia rsi.

,. ** Al Liro delle reclute l'Istruzione del ·1 8~1.1. nssegna 5 lezioni di 6 spari cadauna, in tutto 30 cartucce. L' Istruzione del 1892 assegna due sole lezioni ; la prima lli 5. la seco nda di 8 spari ; ma la secondt si può ripetere altre :3 vol te se non si raJ!giungono certe condizioni, quindi sarebbero 37 le ca rtucce assegnate al tiro della. recluta. l due sistemi sono troppo fondamentalmente eterogenei per poter essere paragonati. Perchè l[nello clelia nuova istruzione fà. eseguire nn .corso di lezioni , col preconcetto che tutte le reclute passino poi nd eseguire i Liri aunuali cof.( li anziani , mentre quello del ·l 89'2, prest.abil isce che quelle reclute le qual i non raggiungono quelle certe conòizioni prefissate pet' la seconda lezione, sono escluse dal tiro cogli anziani , e dichiarale senz'altro tiratori di :1• classe. 11 numero 189 dichiara clte, questa prescrizione ha lo scopo di consumare il minor numero possibile di cartucce. Qnesto risparmio di munizioni non può bilanciare il gravi s~i m o da nno mor·ale son·erlo dallé reclute che ne ~o n o col pile. È di somma importanza che ii Li ro delle reclute l'assicuri fin dni primi colpi il tiralore che le diffìcoltà di colpire non sono insormontabik e che realmente i suoi colpi hanno un effello visibile. Epperò occorre contemperar e le condizioui di distanza e quelle di ampiezza del ber5aglio in guisn, che, pur diminuendo le difficoltà, non rimnnga distrutta al giovane soldato la soddisfazione di potere ascrivere alla sua attenzione il I.Juon risultato. Inoltre poichè nel tiro di g-uerra la nuova istJ·uzione ha a9ot · Lato in massima il principio che il soldato miri al centro del bersaglio e nei bersagli bassi mit·i al piede (numero 24./), cosi appare opportuno che iu questi primi Liri i quali stabili scono il .


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L'ISTRUZIONE SULLE AR)ll E SUL TIRO PER LA l•'ANTER l A

fondamento delle fu ture abitudini, si prescr·iva ~ i mirare al centro del hersaglio. i\'Ia questo prin cipi o non può essere assolutd, ed è soggetto ad eccezioni come qui avviene, lasciate all'apprezzamento, e che soo_o perturba trici del tiro nei momenti più solenni ; perciò mi riservo di com banerl o più avanli , proponendo di ritornare al cos tante puu tamento al piede . Riguardo alla distanza, le condizioni del fucile Hri0/ 87 hanno obbligato a fa re il Liro preparatori o alla distanza di 2ii0 metri, che è una distanz:1 molto grande per un prim o tiro; e ciò percbè la pi ù bassa tacca di mira di della arma è quella di 275 metri con alzo abbattuto; in guisa che l'ordinata a metri s:mo non essendo che di 0,,17, il punto colpito si con fonde sensibilmente Mn quello di 275 . Qualunque distanza più breve sino ni 1100 metri, avrebbe un ordinata maggiore e non permeuer ebbe il punta mento al centro. Ecco perchè si è donrto scegliere la ili stanza dei ~i) O. Non esamino neppure le prescrizioni relative al tiro con pol vere nera, eh~ sono tra nsitorie, ed intruse n turhin·e l' accordo fra l'arma e la sua car tuccia, a stabilire il quale nccordo è sta to eseguito lo spostamento del mirino. Nel fuc ile 1891 la più bassa tacca di mira è quella di 300 metri ; ma stante la rnMnza della Lraieuoria l'ordin ata a 4 00 metri è di soli 27 cen timetri, ed è quasi ugunle anche a quella di 200 metri che è di 28 centimetri. E perciò si ha il vantaggio di poter fare in q u ~ste du e brevi distanze di ·l 00 ~ di 200 metri le cinque lezioni del tiro delle reclute prescritlo da l N. 220, cioè le tre prime a '100 metri , le due ultime a 200 metri. Appunto perchè alle prescelte distanze di 'l 00 e 200 metr· i la traielloria di 300 metri ha da 27 a 28 centimetri di altezza sulla mira, il bersaglio l\. 4, benché abbia il baril ozzo nel mezr.o, porta tracciate le due circonferenze col centro spostato in alto di 28 centimetri, l'una col raggio di 0,28 passante perciò per il centro del barilou.o, l'altra col raggio di 0,00 comprendente tuuo il barilozzo. Queste circonferenz_e sono tracciate « con linee sottili giace/tè non devono essere vedute dai tirato?·i » (numero 167). I colpi sono valutati 3 entro la ci r·con ferenza minore, 2 nell'anello fra le due circonferenze ed uno sul bersaglio fu ori della circonferenza magg iore; zero fuori se non tocca il bersaglio. 1

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1 punti non si segnalano colpo · per co lpo, ma d~po tutti gl i :Spari di ciascun tiratore secondo è prescritlò dai nu~en ·18 ~ e 224. Tutto questo non cont1·ibuisce certamen~e ali e~1ficaZ10~~ del novello tiratore. Egl i punta in un bel banlo~z~ b.tanco, 0 1and~ 20 centimétri di diametro ed i suoi punti ~~ ghon son segnati fuol'l del bari lozzo. Un tiratore colpisce il ba nl?zzo nel b~l mezz~, 'UO millimetro solto al centro, e gli vien segnato 2 punti , menti~ ad un altro che aveva colpito me7.zO metro so~ra al_ ba n lozzo .gh è stato segnato 3 punti , senza nlcuna spiega:.mme m .~ropo~lto. · ·on·l seanano nn notevole re••resso su li 1 s~r uz 10•n e Queste preSCI'IZI n <> .del '1892, la qual e al numero H.\8 p~·es~ri~·e ~he . n_on solo ~e~_ttro · n lttlte le \eziont dt two tndwtdoale, ti t Jsulpreparatono, ma 1 . t ato ottenuto sia annunziato ad alta voce e se~nato ad ognt sparo. Forse la prescrizione che la suddeLLa regol~ sia osse~·vata _rer tutte . . . cl· L·r·o conduce ad una eccesstva perdita dt tempo. · · l e leztOOI 1 l , Ma per il.tiro preparatori o, o tiro delle r eclute, essa e ! D. J1 ' _· b"\e per fissa re nella mente e nell' animo dell e reclute [~r~pen,.,a . 1 , . . • · • 1 d 1 t · temente impressionata da f!UeStl pnm' span, 1~ rego e c .no ·e sopratutto per imprimere in essa la persuas,one della n~l,essità d1. concentrare ne \l'atto dello ·sparo tutta la sua. attenz10ne, . . tutta la sua osservazione, tutte le sue f~coll à mora~l - Gwva n·• crue· tione del tiro è una cruestJOne essenzialmente mo,pet erlo , l< " • • • f. l r.· . a'·biamo bisoano di solclan che, sapendo spala t e su 1a e. L' Ot • u ,., • . · 11 l! • l nell'uso del fuoco doclh ne a ,nc1en eme nte bene , siano ' . strumenti .(! mano dell' uffici ale, il solo professionalmente, ~clen.lliiCamente _com. Il' ·tmp;eao di questo mezzo della v Jttona. I soldati non patente ne · "' . · d ·1 -debbono m:l i sparar~ se non secondo la volonta, .~~ coman o, t . a l l'"ntenzione del superiore. Non debbonom a' spa~·are senza . seooa e, 1 · to esatprendere la corretta posizione di punt, senza a \·er mrr.a , tamente il nemico; una calma solenne deve governa~\! sempr e in mezzo alla concitazione del cùm?atti~ento, a~ m~v lll~~~to affannoso. accanto ai morti compa~m. fra l lamenti. det feriti. ··t ,; lo scopo supremo dell'istruzione sul tiro .. Questo alto ~u. e::. o v .• O scopo giova rico noscerlo, è molto difficile a conseguire, e percw ' « · con somma sa1 mezzi vogliono essere e.scogilall con tutta cura , . tutte · za li" tieces~ario ecc1tare da una parte tutte le moll e, plen . ... . . . d ~copo Je potenzialità della natura umana che a vvtctnano a esso . '

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L'ISTRUZIONE SULLE ARlll E SUL TIRO PER LA FAN TERIA '

assopendo, comprimendo, addormen tando dall'altra parte, tuttequelle antagone che ne allontanano. Esaltare l'abil ità nel tiro individuale ? uno dei mezzi. Diffon · dere e generalizzare tal6 abilità, renderla popolare ed ammirat[!,. è un altro passo più importante. Le pazienti minuzie descrittiv e· della posiz ione di punt ; l'insistente esigenza per oLLenere sempreche tale posizione sia rigorosamente esalta: gli stud i, i r ipieghi perchè il soldato comprenda bene cos'è la visuale e la diri11a costantemente con esattezza nel segno; l'attenzione llivamente vincolata al colpo sparato; la discussione sopra cadun colpo, sono bensì tutti mezzi per ottenere l'n uitità; ma sarebbe in erroregrave chi, sot to quell a veste di metodico e pazie~ te addestramento· non ravvisasse un effetto morale di gran lu nga più importante· dell'apparente intento deli'abilità; non vi riconoscesse cioè il profondo senso educativo. E' notorio che per gli inevitnbili error~ nella stima delle distanze; per In radenza delle arm i; per la nervosi là dei soldati ; per l'esclu sivo uso di tiro collettivo a massa:. per la profondità dei bersagli , l'abilità dei tiratori, considerata; non come coefficiente morale. ma quale effetto balistico, sbiadisce· nella generalità dei Liri di guen a; in alcun i casi è al)'auo priva di valore, ed in alcuni altri speciali è anche dannosa. tantochè·. allo stesso po ligono, i risultati dei tiri fatti per determi~are l'influenza dell 'abilil à dei tiratori, si presentano casuaìi saltuari · e ' in siste. n t~ talvolta anche inversamente proporzionali all'ai>ilitit. Le p1·atiche colle qu ali otteniamo l'ab ili tit sono il veicolo per mezzodel quale sviluppiamo nel soldato la cal ma e la fiducia, per valercene nei momenti nei quali sono più necessa1·ie e nei quali pure tendono maggiormente a sfuggi1·ci. Nelle qualità belliche del soldato odierno, il valore ha in gran. parte sostitui to il coraggio . Ora, in atlesa di una più l:he lontana, remota, forse illusoria egucazione civile, che desti questa alta virtù, a noi altro non resta per svilupparla che l'insistente, minuzioso , r·igido maneggio del fu cile, nella scuola di puntamento, nelle lezioni di tiro, nell e esercitazioni e nel ti ro di combattimento . ' in guisa che, il soldato non conosca istintivamente altro modO: di impiegare la propria arma che ro lla calma, ed esatta esecu~'>

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zione di tulli i movimenti e di tutte le operazioni prescritte, costantemente, in tutte le circostanze. Soltanto in tal modo s'ingenererà. nel soldato la fede della sua arma, ed egli la' curerà e l'amer~t e si man terrà sempre in condizione da rendere po3sibile la tanto necessaria discipl ina del fuoco. L'istruzione sul Liro non ha motivo di dichiarare questo alto fine educativo; ma ogni ufficiale deve sapere ch e quell'insistente, pedantesco, costa n te addestramento, ha. per scopo diretto e poco impo1·ta,tte, l'abilità tecnica con tutto il suo clamore, e le sue pnrvenze, ma ha in1•ece un fine importanti ssimo ch'è l'assoggettamento montle del soldato alle regole di Liro ed alle vol ontà dell'ufficiale. Questo fine deve formare il segreto pTo(essionale, il sacerdozio di ogni ufliciale, il quale deve trovare nel!' Istruzione opportuno indirizzo e conseguenti prescrizioni. Sono quest.e considP.razioni che fanno ritenere un regresso quanto la nuova Istruzione prescrive sul modo di valutare i punti, e sul modo di annunciarli. • Propongo perciò: '1° che per le 'so le lezioni del tiro delle reclute i punti siano valutati colpo per .~olpo, ad· eccezione dell a lezione con bersaglio scomparente; :2° che, mantenendo lo stes~o bersaglio, sia abolita la circonferenza interna con 0,28 di ra?g10 coll a relativa valutazione di punti 3. 1\esterit così, la valutaziOne di punti 2, nell'interno dt>l la unica circonferenza che ha 0, 50 d~ raggio ; di uno . sul bor~aglio fnor~ di detta. c:i rc~on~erenza ; e dr zero per i colpi cho non toccano d bersaglio E s1 avranno tre gradi di abilità iniziale, che sono più che suflicienti, mentrechè la quadruplice graduazione ora prescritta po1·ge una superOua sfumatura di abi lita. Il cir.:.olo sia di carta bianca, col centr·o al centro del be1·saglio. Le presc.; J·izioni dei numeri 18'2- 83-84.-85 -86 etl S7 a·eli' Istruzione ·1892 de\'ono essere in tegraimente con servate. Riguardo al bari lozzo o punto da mirare espor-rò fra poco come debba essere al piede. L' introduzione della lezione con bersagl io scomparente è molto , utile per i motivi chiaramente spiegati nel numero 222. E' bene che la recluta non giun ga nuova nei tiri cogli anziani di fronte a questa specie di bersagl io. Si oss~rvi però ell e sebbene h_ co~e_nza sia di «1m colpo ogni dieci second1' » (~22, 11") la celertta cl1 ltro ,


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L' ISTRUZIONE SULLE AR)l! E SUL TIRO PER LA FANTERIA

n?n è di 6 col.pi al minuto, perchè « il timlo1·e attende l' appanre del be-rsaglto con l'atma catica » {222, 2°) , e quindi nei successivi min uti occorre caricare; e siccome il car icamen to occuperà gran parte di un'apparizione, cosi è evidente che la celerità di tiro prescriLia per questo bersaglio scomparente è minore della massima celeri lh del fitoco onlina1·io stabilita dal num ero 20 ~1 , la q1.1 ale è d.i ~ c? lpi al minuto. Ma consider·ando comb inate ass ieme le pr·escr1z1onr d1 quest1 due numeri ~ 0~1 e 222 , risulta che nella mente del co mpilato re la massima celerità del fuoco ord innrio debba essere di 5 colpi piultoslo che di sei, ciò che è ancora consono alle prescrizioni dei nmneri 228 e 23~1 del regolamento d'esercizi. Invece ~a rebbe utile di accrescere tale celerità . La cadenza della ·scomparizione non è altreltanto naturale, non essendovi praticamen te alcun bersaglio scompn rente cosi puntualmente. L' irreg?laritit sta.bilita dal numero 07 dell' Istruzione 1892 per il tempo dr occu ltaz10ne del bersagli o che em dai ·15 ai 20 mirava npp nnto nel r,vitnre tale inverosirni glia n ?.~t ; ma qui come ai N. 204· e 2'1o, l' Islruzio ne •1894 ha in mira l'imporl an tissimo scopo di rendere abi tuale, ed istirlliva la massima celeri tit del fuoco ordinario di 6 colpi al min uto, che e quella estrema conci liabile co n ti?·o calmo e ben aggiu~tato {-222). In t}Uesto bersngl io giustamente il bariloz?.o non è più messo al centro del bersaglio, ma 0,30 solto al centro, fo rse per fare cifra tonda di 0,28 . Ma anche in questo caso cmer ae l'incongruenza ineren te al pnnlamento al centro, che bisogna di frequente necessariamente abbn ntlonare. E' facile tron re una , comb ìnazi~ne d~ ordin~ la che anche in questo bersagli o scomparente rrcll1 ecla d puntam enLo al piede. Il bersaglio scorrevole è soppresso dalla nuo va Istruzione. Eppure, appu nto perch è quell o scomparente, col suo molO uni form e ~iust i frcato da uno scopo speciale, è spogl io di ogni aspetto pratrco, quello scorTe\'Oie, che nella immaginazione del soldato tra sforma il bersaglio in nemico che anraversa di corsa (-1 2 metri in o") una strada, un ponte, un lratlo scoperto del terreno, in, somma che ha un aspetto pratico, era ancor più indicato nella. nuovr~ che non nell a precedente istruzione. Considero anche che o~ gi quasi tutti i poligoni sono dotali del rel:Hivo materiale clie 1 '

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pure ha costato qualche somma, e manifesto il mio dubbio sul la utilità della soppressione. lp questo tiro delle reclute figu ra due volte il tiro accelerato. L'argomento della celeriti:t 0 troppo importante per non esaminarlo fin d'ora, salvo a tornarvi sopra in seguito. Nella seconda lezione è un tiro accelerato a volontà del tiratore, qunle fu già eseguito eon cartucce a salve secondo il N. 2'1'1. In questo tiro l' istruttore po trìt osservare le dill'erenze di ce leri l~t fra i vari tit';Hori, e dedurne co n s i d er~nio ni s:J lla natura, sul carattere di essi, sui risultati otten uti dall e vari e celeriti1, e sul la possiq ililit ed nlilitit dell e celerità massime. ~ ella qui nta lezione. il tiro acceler01to è determinato nel tempo e nel nu mero degl i spari, cioè 6 colpi in ~.O" . Il tempo , secondo la prescrir.ionc del N. 2:?3 decorre al coma ndo f'oc cioè dopo caricata l'arma. Perciò la celeritit di tiro non è, come potrebbe apparire a prima vista di 9 colpi al minuto, mn 0 minore di 9 colpi. Questi 6 spari presr:ritti iu 40" richiedono dunq ue mi. . ' . •. . . . 40" nutr second1G·',Gb caduno. E l'llenendo che il can camento

6

==

richieda un tempo uguale a quell o di uno sparo , rimarrebbe disponibile il tempo per altri due spari, e qui ndi la celerità prestabi lila per questa lezione risulta di 8 colpi per· mi nu to . Prendiamone nota .

(Continua,)

I'.


1434 LA QUESTIONE CICLO -M! Ll'f ARE, ECC . ,

LA QUESTIONE CICLO-MILITARE CONSIDERATA NELLA PRIMAVERA DEL 1895

l

Continuazione. -

Vedi dispensa XV

IL IMPIEGO DEI VELOCIPEDISTI N EL LE OPERAZIONI DI G UE RRA.

Servizi var i. Cl velocipedismo, anziché voler sostrtUJre la cavalleria , diminuendone l' importanza sul campo strate••ico e tallico aiun(•e proprro a proposito per coadiuvarla e diventarne il più rrrande ausiliario ed alleato . " L'aumento straor·dinario di caYalleria ed artig lieria (1) nonch è del carreggi?,. esaurisce. in tutte le nazioni specie in tempo di guerra, ognr rrsorsa eqtu na, e da ciò ne divien e indispensabile l '~tver: n~ mezzo. meccanico per economizzare più che è po~si ­ brle l 1mp1ego det cavalli. . Ogni inve.nzione benchè derisa e trascurata nei suoi primordi I'ISo~ge e svtl up~a qoa.ndo se ne sente maggiormente il bisogno. Oggr, .dopa t~ntr tentativi , il velocipedismo , raggiunta quasi la perfezwne, s1 presenta come fautore importante nelle operazioni •

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di guerra e mezzo di ripiego per ' le attuali grandi~ sime esiganze. . . . Nelle prime pagine di questo modesto lavoro s1 e cercato dr dimostrare i vantaggi e gli svantaggi del velocipidismo, nonchè le ra"ioni che ne impediscono lo sviluppo; in questa parte si addit~ranno i casi io cui tale mezzo di trasporto, potrà essere r ealmente util ~:~, aflidr.ndogli mandati ben piìr importanti del sol o servizio di staffette. Non può essere al certo m\o compito il fissare in q~al mo~o ed in quali operazioni il velocipedisrno dovdt essere rmp1egato m guerra; ma in base alla mia esperienza, al l a ~·go uso f~tt~n~ nelle varie nazion i, agli autorevoli consigli d1 pregevoltSSIIDI scrittori , mi sia concesso mettere in evidenza quei mo lti ss i~i easi, in cui tal me7.zo di locomozione se non oggi, fra breve st~tl.7'amente , potrà essere vantaggiosissimo. In quei paesi dove la cavalleria difetta, dove i terreni o le risorse locali non ne favoriscono lo sviluppo c l'impi~go , il ve1-ocipedismo può sostituirla in mnlti casi, conservando c9si agli -squadroni gli ell'ettivi di uom ini e di ·quadrupedi pressoché in ~ tatti. Devo però aggiungere che sarebbe errore gratnsstmo tl dinvimtin~ la cavalleria pe1· {awri1·e il velocip!lclismo .

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*** Comurrica.zioni . - Il senrizio di sta(fetta distoglie dagli squadron i un forte numero di uom ini e quadrupedi scelti, che sarebbero il migl io1·e elemento per l' impiego della cavalleria sul eampo strategico e lattico (11). . Il velocipede, come ausi liario alla cavalleria, parmi che giunga pr·oprio a proposito per rimediare, se non per colmare, una delle principali lacune dell'esercito italiano. Credo inutile il dimostrare quanto interessan te sia iu un' armat~ il servizio delle comunicazioni. Per queste intendo, tanto il

U) Credo utile rammentare che i cavalli di cavalleria e di artigl)eria, difficilmente possono e>sere sostituit i in guerra. (l) Il servizio di stalfetl<l stanca eccessi>·amente i cavalli. Gli appiedati negli squadroni potrebbero essere utilizzati, adibe ndoli a sor\·izi in velocipede.


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LA QUESTIONE CICLO -lfiLlTARE

servizio di corrispon denza, quantv quello della trasmissione- degli ordini. Documenti importanti, ordini, resoconti, informazioni di ogn i natura, giornali, danaro , leltere private ('l } tutto può essere affidato al modesto velocipedista. T fatti storici ci dimostrano quale importanza abbia un ordine in guerr·a, e quante armate furono distrutte, per mancata o cattiva trasm issi<1ne degli stessi. Le principali nazioni hRnno sv iluppato questo servizio in modo vera mente meravi glioso, destinandovi ufficiali e graduati di truppa. Il telegrafo, il telefono, le segnalazioni ottiche, l'areostatica. i piccioni viaggiatori, hanno bisogno di una lunga preparazione: ed in guerra e specialmente nel campo tattico diffir.ilmente sono attuabi li, sia per la perdita di tempo e di ffico ltà d'impianto; sia per la grande arGuenza degli ordini da trasmettere, sia per !'~c­ citazione degli ftnim i, sia per la poca precisione eli qualcunò dei suindicati sistem i. · D'altra parte quale mezzo più rapido per trasmettere ordini, a voce od in iscr itto, di un velocipedista . che può fare tanti viaggi in una giornata, fino a raggiungere complessh•amente ·f 50 o .200 chilometri di percorso? L'adozion e della polvere senza fumo ha tolto , come dice il generale francese Tricoche, ogni mezzo di comprendere in quali punti la battaglia maggiormente si accentua, onde la necessit.à di. un contintw andirivieni dì stall'ette, che diano, minuto per mtn ulo, la esatta situazione di ciascun settore nell'immensa fronte di combattimento occupata dalle moderne armate. l velocipedisti impie!o(ati in tale servizio, oltre all'economia ·di ~ersonale .e di quadrupedi , hanno il vantaggio dì gui7.zare, quasi mosservatt, fra le colonne in marcia, senza dare molestia .. mentre il continuo passaggio di cavalieri al galoppo a tt·averso ·i repart.i di fanterfa, tiene in orgasmo ed irrita le truppe, già eccitale dal sole, dal caldo, dalla polvere e d~lla stanchezza .

(i} È inutile rammentare quan to umanitario sia il servizio di corrisponden za in guerra, fra i combattenti c le famiglie.

CONSIDERATA NELLA PRIMAVERA DEL

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Posti rli cor·rispondim..:a. - Il regolamento sul ser·vrz1o in guena al § 23 dà le nor·me per l'impianto dei posti dì corrispon den~a sulle str'<lde che collegano le varie autorità militari ; questo servizio é fatto dai carabinieri, dalla cavalleria, dalla fanteria, dai velocipedisti , ed in montagna dagli alpini (-1). Nei co iJegameutì delle truppe in marcia i posti dì corrispondenza saranno mobi li. Quest.i posti vengono stabiliti per In diramazione degl i ordini fra il quartier· generale e quelli dipendenti fra l'avanguardia ed il grosso, fra il comando ed i vari settori del campo di battaglia ecc . ecc . Men tre i cavall i hanno bisogno di scuder.ìa o almeno di tettoie, di foraggio, dì mille cure, di un personale, del veterinari o ecc ., i velocipedi hanno il vantaggi o di occupare uno spazio ristrettissimo, e di essere sempre pt·onti c sellati in attesa di chi li monta. • l velocipedi~ti saranno messi a distanza di un'ora o due di marcia, a seeonda dell e circostanze, calcolando la loro velocità dai 115 ai 25 chilometri all'ora, e questo è giit un grande vantaggio, percll è nessuna altra arma pnò fare tanta economia di personale. . In salita i posti di corrispondenza saranno più vicini, ed il velocipedista farà l'ascensione a piedi spingendo la macchina a mano, per servirsi della stessa ed essere più celeri al ritorno (2). Tn vicin anza del nem ico , e tutte le vol te che la trasmi ss ione degli ordini divenir. continua, questi posti saranno i)ìù ravvici nati. Il numero degli uomini impiegati non sarà grande, giacchè uno stesso veloci ped ista può fare moltissime corse in nn giorno; (l) Per quosto servizio si n1f(Uisiscono in guerra votLut·o, cavalieri, o sulle Alp i i montanari. (2) SI possono far percorrere trntLi in vefocipede allern<l ti con Lr<Ltli ;1 c:avallo; anzi nri m!ldlr.i sost engono chB questì duo esercizi non affaticano l' irvfividno, ma senza sommar3i s i completano.


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CONSID ERATA l'ELLA P ltJMA VER A DEL

LA QI:JES1'IONE CICLO-MILITARE

quindi nello stabilire il personale dei detti posti, si terr~t solo calcolo della fr equenza dei dispacci da spedi re ( 1) . . · Un graduato, e spesso anche un ufficiale, regolerà. il servizio di uno o di più piccol i posti. Avendo repani velocipedistici, sarà bene suddividere quelli di una stessa uniti! fra i posti dislocati in una medesima strada, af(indJù questi, ritit·andosi, possano riunirsi, e mo lestare e trattenere il nemico che avanza, proteggendo cosi le truppe retrostanti. Questo sistema sarà più specialmente applicabile nel ser· vizio di avanscoperta.

... *

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Le biciclette possono portare forme svaria te di valigie, qu.iodi pei velocipi disti inèaricati del servizio di corrispond enza. si potrebbero adottare delle cassettine a sco mpartimenti da fis sare sul manubrio. Così il ciclista avendo le lellt're separate , potrebbe consegnarle ai vari uffi ci o comandi senza neanche discendere dalla macchina-. Ai pos ti di corrispondenza i velocipedisti in ripose> farebbero la ripartizione delle lettere, in maniera da consegnare alla staiTetta di passaggio la cassetta di cui sopra giit prepara ta, in sostituzione di quella Vttota. _ }fol ti esagerano il numero delle lettere che un vel ocipedista può portare, ma se si considera che una lettera pesa in med ia H) grammi, mentre nn ciclista può caricare la sua macchi na di un peso dai 30 ai 4·0 chil ogrammi. si può ritenere che 2000 a 2500 lettere, sarann o sempt·e abbastnnza Jacilmente l.rasportabili, presc indendo da altre cvnsiderazioni.

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Piaue (o·l'ti. - Tutti gli scrittori militari so uo concordi nel riconoscere la grande oli l ità del velocipedismo nel servizio dell e piazze fo rti. l n una fo rtezza, io un campo trincerato cir.-:o ndato da ogn i parte da un corpo di investimen to , importa assolutamente di risparmiare i cavalli , essendo impossi bile sostituirli. In molte nazioni si ra permanentemente in tempo di pnce, il servizio di co muu icazicH1e fra la piazza e.l i l'orti distaccati dai velocipedist.i. e lale sistema vien e preferito al Lefono ed al telegrafo, potendo cosi trasmettere 1:a rte . documenti , piani ecc. Le strade intorno ad una piazza fo n e sono sempre in ottimo stat.o. la popola, ion c c} in favore de),(li :1ssecliati. l cavalli hanno esigenze di forag~i ed :-~cqu:1, cui in un lungo assedio è impos.sib ile provvedere; per ciò è necessa rio ridurre al puro necessario il numero. di t<tli quadru pedi impiegati. Imporla ag li a-ssediati di ma ntenere vive le comu nica zion i fra la piazza ed i fort i distaccali, ed i velocipcdisti, silenziosi, sono a tale uopo adatt.al issimi. · li corpo d'in vestimento .cerchet·i:t eli avvicinarsi più che è possibi le alla piazza , ecl i suoi avamposti saranno co mpletamente di fanteria . Anclte in questo cnso per uon destare sospetti sono utilissimi i velocipcd isti ('1). La difesa man1errà il collegamento fra le varie opere di forti ficazioni a. tra\'erso le strade militari. Il cot·:; o cl' iai l'est imen Lo trarrà grande protìuo , mantenendosi collegato coi corpi retrostanli a mezzo di ciclisti. '1-

** (l} Lungo 111 nostro coste o.lovc le navi nem iche t•ossono distru"'·•ere te stazioni c g li uflici telegr.allci, si potrebbe impiantare un serviz io rli eorrisp;r~ùenza util i7.zando i velocipedisti borghe>i. In tali casi si potreb bero usare i quadr icicli per ferrovia eh e hanno una velo~itil. eli 40 chilometri all'ora. Tale sis tema sara anche applicahilì;~imo fra i vari sca~iioni in quei punti dove, pel tc·oppo contatto col nemico il servizio ferroviario non fosse più possibile. '

Avamposti . - Anche nel serv1z10 degli avamposti i velocipedisti possooo presta re ntilbsi mi servizi , collegnntl o i vari eleme nti , tanto p;lt che qnr:>ti sono generalmente collocat i lungo le (1) Il ril'omi mento dei for·aggi ai posti a\'fl llzal.i non 6 rno lto facile. 9t -

ANNO Xl..


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LA QUESTIONE ClCLO-lfiLlTARE

strade . Per la facilità di viaggiare di notte, e perchè silllnziosi, sonll prefer· ibili alle staffette di cavalleria . I posti avanzali ed i posti di avvisc• saranno a mezzo di velocipedisti, messi in comunicazione diretta col qnnrtier g-enerale, dove in ~ o 9 minuti possono giungere le in formaz ioni più interessanti. Qnesto ser·vizio di c~mnn i cazione direua coi posti avanzati, servira n ten ere in mRgginr quiete le truppe, mentre che il sistema delle segnalazioni può dar luogo ad equivoci lali da fnr . passare in armi Lntli gli ava mposti inutil mente. A Torino si fecero esperienze in questo servizio coi vecchi bi ciel i, e malgrado ciò dettero olli mi risultati. La dilrusione dell'istmzioue velocipedi stica, e 'la creazione delle sezioni di ciclis ti nei rep-gim enti faciliteranno le suindicate operazioni. +

** .lla?·cc. - ì\elle marce i velocipedisti possono essere ul ili ssimi , sia coll e~aodo, i vari scaglioni della colonna. sia mellendo in comunicazioni varie di queste colonne, che procedano su strade parallelr. . Colla loro grande Yelocilit saranno adattatissimi , specialmente per la cavalleria, che non ha 1ne1.Z1.1 migli ore di comun icazione fr a i vari comand i e le pnnte estreme. Nelle mane in ritirata saranno utilissim i pel co ll egam ento fra la retroguardia cd il grosso . Presternnno ottimo servizio per la diramazione degli ordini emanati dai comandanti delle singole colonne o da quello generale. Dur_an~e le marce_i. Yelocipedisti si manlerranoò sempre a portata dt rtcevere ord1nt da i com<1 ndaoti cui sono adib iti . Quando l1: truppe escono dalle strade, gli stess1, o conduco no In macchina a mano, o seguono i nurnerosissimi sentieri che traversano i ca mpi , per tene1·si più che possib il e a contatto dei loro capi.

CONSIDERATA NE LLA PRIMAVERA DEL

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T velocipedisti. addetti alla cavalleria, quando questa lascia le rotabili, chiederanno possibilm en te ordini al comandante da cui dipendono, circa le strad e cL1 seguire.

T velociped isti possono essere spin ti innanzi dall e colo~ne, per preparare gli alloggi, i viveri , il 1·a ncio ed anche secchie eli acqua sni luoghi eli passaggio delle truppe . li commissa riato se ne può senrire per spedire drappelli armati o disarmali ad asi;umeru informaziooi sulle ri~or.-;e locali.

.. . l llC~?J.scopM·ta . A cia:>clnla divisione dì r~ava ll eria io avanscoperta verrebbero asseg-nnti, qua li staffette in tempo di guerra, o i più abi li vdocipedisti tnilitari, o i più noti campioni del · ;cm·fciclistico . ~alural men te col la cavalleria dovrebbero stare quei rolocipedisti che eccellono per celerità : anzi si mili ::taffettc, :>ubìlo r esame ::;ulle cognizioni necessarie. verrebbero classilicati esclusivamente in base alla loro celeritù. Tutti i reparti in esplorazione dovrebbero avere simi li cicl isti per la pronta trasmissione delle in formaz ioni (-1) . Un servi1.io di posti di corri spondenza direttn , verrebbe impianlalo con personale c:icli:-;ti co , fra l'avanscoperta ed il quartiel' generale di armata, con grande economia di uomini e òi cavnllli. Il servizio di esplorazione potrebbe esser fallo con cavalleria e velocipedisti. impiegando lluesti in quei posti dove i cnvalieri poco potrebbero e::;sere utili. Fr·a le pattuglie di cavalleria si potrebbe im piantare un servizio eli col legamento.

{i) l vc lo<:iiH:di non f•tnuo sullirtl ~cosse al ba~•tglio, quindi potr!\bber o benissimo traspol"t.aro i 11 gal:> bie l eggeri ssime r.r! OVDW\le, piecioui viaggiatori, r>er lasclarli, ljUl\llliO l'avanscoperta è n forti disl.:ww dal corpo priucipale. Una simi le esperieuza fu fa t la nel 1892 t ra noma e Castel Giubilr.o flalla soeielb gin-

n:l.'ì tica Roma e con ottiwi risultati.


CONSIDERATA NELLA PRIMA VERA DEL.

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CICLO-~!ILITARE

LA QUESTIONE

,. ** i n montagna. - In montagna l'esplorazione sarà affidata quasi completamP-nte al le truppe speciali alpine. È in questi paesi che le segnalazioni ouiche avranno tullo il loro predomi nio. ( cavalieri, come esploratori e come mezzo di comunicazione, &i fanno redere 6 senti re a grandissime distanze nelle vallate. Tanto i cavalieri èome i velocipedisti dovranno limi ta re i! campo di azione sulle vie. l cavali eri avranno il vantaggio nelle salite, i velocipedisti nelle di scese. sulla neve, sul ghiaccio , sulla ghiaia, ecc . A. causa delle esi~enze dei cavalli, è pi1.1 difficile impiantare posti di corrispondenza di cavalleria, di quello che di velociped isti. Come arm<t d' urto la cavalleria poco potrit essere impiega t.fl , ed in queste region i v:HTil certamente molto di pi unn mediocre tiratore di on ou.imo cavaliere. Tulli i' vari comandi saranno disposti lnngo la strada principale della vallata, dove quindi si limiterà il servizio delle stafTell.e . l n montagna dovranuo essere impiegati possibilmente velocipedisti piu robus ti e forniti di macchine con piccolo l'apporto. Un buon velocipedi$la in monk1gna i'arit circa 100 chi lometri al giorno divisi in una media di ·14. o 15 chilometri all'ora . Nelle salite continuate la media si ridurrò a ·I O o 12 chilometri all'ora, ed in certi casi speciali anche a meno. Il Yento e lo strade inghiaiate saranno gmndi ostacoli pei Ye· locipedisli. Quando si dovessero fare molti tralli a piedi . la percorronza giornaliera si ridurrà a 50 chilometri, tappa molto maggiore Cii quell e di fante ri a. I posti di conispondenza saranno molto piu vicini per poter faci litare le ascension i a piedi . Anche in montagna saranno utilissim i i piecioni viaggiatori, quando il teneno fosse sfavo revc le a1 velociped i.

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cialmente il servizio fra il comando e le riserve, il carTeggio, i depositi munizioni, ecc., mantenendosi sempre sulle strade. Potranno fare il collegamento fra il co mando ed i vari sellori, purchè la rete stradale lo permett:t. Però ciò avverrà ben di rado, perchè, par raggiungere le truppe impegnate nel combattimeolo, si dovranno attraversnre campi e molto probabilmente il ·comando sarà in un punto ele\'ato, spesso totalmente privo di strade, o di strade praticabili ai ve!ocipedi. Sul campo di battaglia le biciclette saranno utilizzate pel tra· sporto dei ferili {1 }, e pel servizio sanitario agli ordi ni degli ufficiali medici, e pel riforni mento delle munizioni.

* ** Dopo il combattimento. - Dice il generale Tricoche che il velocipedismo può rendere servi gi renlmcnte straordi nari dopo il combattimento, quando per la co nfusione avvenuta nei vari elementi dell'esel·cito, consegue una slrnordinnrin leo lezzn nell e comunica· zioni tra il comando e le varie nnità, e qnindi una difficollit grandissima nella diramazione degli ordini. Questa inr.ertezza lascia le truppe g-iit aiTaticate e stanche in una stato di prostrazione. I. velocipedisti venel>bero inviati alla r icerca dei bivacchi , delle ri~o rs e locali, del t.:nreggio, ecc. Verrebbero anche spediti per cercare il contalto del nemico, e quindi, maoteoendolo, informare di ogni sua mossa il quarLier genet<lle.

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** R ifm·nùnenti m.um.t.:wni. - Sul cnmpo di I.Jn ttaglia, come si è detto, i velocipedi sti assai raramente potranno essere incaricati del ser·vizio di staffetta; avranno un piu logico impiego nel rifornimento dell è munizioni. Avendo ideato qnesta applica1.ione, io :>lesso feci l'esperienza. per vedere quante cartucce poteva portare nn velocipedisla.. Feci collocare centocin'quanta pacchetti di car·tuccc a pall ollola ·per · anni Modello 1870-87 in una horsa a zaino nppl icala al telaio dell a

** Combattimenti. :_Nei combattimenti le staffette di c'avalleria avranno lutlo il loro predominio. I velocipedisti faranno più spe-

(Il In Inghilterra c nègfi· Stati:Unitl si fa uso di hieiclettc mnnile di un telaio in alluminio pcl trasporte} dei .reriti.


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I,A QUESTIONE CICLO - MI LITARE

macciJi~a d'ord inanza. Il peso di ciascun pac~hetto essendo di gramm1 290. lutto ;1 carico era di chiloarammi 4:1 500· aao1• 01 l . . 11 ' ' 1'>1") li o o zamo s1. otter.eva all 'iocirc:a un peso di chi logram mi 45,000 . Ll vel oc1pe~ 1sta aveva in dosso le due giberne, il tascapane, la borraecrn , d moschetto di cavalleria di ~ i sterna abolito. Malgrado ciò, contin uò a pedalm·c per un'ora di segnito . r otendo a~che accertarmi della possihiliti1 di trasportare un simile c;1rico. m1 ci esercitai per allrellanto tempo . ' altri .Jo Forse al pe~o suddetto si posso no ancora éi''"Ìunatwe 1111 t · cf /'\ pac~ 1ett1 l cn rtucce,. aum entando di circa 3 chi logramm i il carico e d1sponendo cosi di HiO pact:heu.i. ossia ili 1J'2HO cartucce a pi!lJottola. :seuza Ctìlcolare natnralmen te q nelle con te nnte nelle giberne. Oue~to t' un ma:;simo, e per trasportarlo con relativa disinml tum occorrerebbe1·o individui molto robusti e molto bene allenati . J\Ja siccome tale ~en izio di riforniménto sarebbe fallo dalle carrette dac muni~.ioni alla li nea di fuoco, vale a dire , f,)e r nn per~"oJ"'o d' 9 • v ::; 1 .:. o .l cl11lometn, eosì veloc1pedi;;t i della forza co mltne po tranno cavarsela <1blwstanza bene, sin per resistenza come per velocitù . Secondo il § 237 del Het:olamento di esercizi per la fanteria 16 individui per compagnia. saranno incaricati del trasporto deaJi z~ini da muni~ione; in ljuesti zaini :>O liO contenuti 30 pacche~ti Ò1 cartucce pel fuci le )i. 70-Sì . Ln velociped ista potrebbe carica re tant e ca rtucce quanto 5 soldati porta-zn ini, va le a dire H50 paceh etti. . ·~ umen tando il carico sulle bicide tte fino a ·l 60 pAcchetti r tre CJcl!st1 trasporterebbero quau'to i 16 soldati suddetli . Utilizzaudo i ve! ocipedi~ti in tal maniera, ~i anà il vantaa"io di non "diston e molti individui dalla linea di combattimento,"(,, J che . per qua11to possano in certi momenli tirare dovr[a nno attendere al rifo rni mento dell e mun izioni, proprio quando la necessita de l fuoc o è più grande. . Le carrette ila munizioni potrebbero essere tenute a pil! grande d1st.anza, ed il servizio procede1·e con maggior sullecitudme . Il ve!ocipedista, benchè carico, per portarsi sulla linea del fn qco , avrit sempre una relocitil ma);!giore dei so ldati a piedi ,

CONSIDERATA NEJ.LA PRIM AVERA DEL

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1445

mentre nel ritorno ai carri essendo senza peso, potrit essere ce· lerissimo. Quando il terreno e la posizione dei comhauenli lo renda possibi le, il vclocipedista pou·it f:we la distrihuziono dei pacchetti lanciandoli , senza neanche discendere da lla macchina. In caso diverso questi spingera il velocipede a mano, e rifornirkL la t1·uppa con pari facilità, senza ossere costretto nd arrestarsi o~ni tanto , come avviene pei sof'dati porL•L munizioni. Onde accelerare questo sen•izio si polrt•bbero cost rurre bisacce pet· munizioni a forma piatta . l)ueste sarebbero disposto sulle carrette giir pieÌH' di cartnt:ce, e, gi ungendo il velocipidisLn, verrebbero accavalcale sul telaio delia biciclella, assicurando\'ele COO lfUalche cinghia.

** A questo servizio saranno adibi ti i vc l oc i ì1ed i ~ ti de\1•1 sezione reggim ent<IIC di cui accennerò in seg uito. Supponirimo che se ue imp iegl1ino so lamente quindici : che le carrelle siano a tre chilometri dalla linea del fuoco. e che pel soverchio peso, i velocipedisti non possar.o rare più di un chilometro ogni cinque minnti. Appena ricevuto l'ordine di' spedire le munizioni, partiranno i vel·ocipedisti · i quali, supposto che portino '180 pacchetti pc1· ciascuno. pa1:i a 'l ~:.w ca rtucce n. balistite , ('i) riforniranno in poco pi(t di ,15 minuti ai tirntori 2·1,600 cartucce . ( l 92 porta-zaini da munizione di un reggimento, mentre distolgono ilal fuoco quasi unn intera compagnia di tiratori, dispon· g.ono di i5760 pacchetti di cartucr.e solamente. fn 8 minuti circa i velociperlisti posso no tornare all e carretle e ricom int:iare l'operaz ione, rormnndo una cntena a distanza di qualche minuto l'uno dall'a ltro . In utile aggiungere che i r.icli$li sonO' prereribili ai muli, i quali portano 800 pacchetli ciascuuo, banno bi:;ogno di molto pen;o· naie, ed offrono un bersaglio grandissimo . (Continua) . KATALI. LUIGI CAMILW tentnle 11e1 39° fanteria .

Se I6 individui por com )Jagn ia non son molti, in un reggimenlo il toro numero complessh·o e molto rilevante. .({>

(l) Il pacchetto a balistite pesa ga·amani :!60 solamente, quindi ISO pacchetti pese-

ranno chilogrammi 46,800.


D A ASSAB A CASSALA

l HG

DA ASSAB A CASSALA Sguardo retrospettivo s torico delle imprese italta.ne pei domini e proiettora.tlln Africa. nell'ultimo quar to di secolo

Conlin·ua.zione. -

l'ecU dispensa .l V

XII. ,1893- 1894) Rìordinamc n Lo de lle truppe d 'AI'rica. - CostiLu%iono del Oema nio . - Camea·a di Commercio. - Commissione municipale di )lass:~n~•. - Tributi. ·- Gue•·m civile nel Tigrò. - Denunzia del trattato di Uccialli. - Battaglia di Agordat (21 dicem· bre 1803). - Condizioni del la Co lon ia nel 1893. - L'tJ.gt'icoltUI·a. - Esperimenti dell'on. F •·anchetti. - Le gelosie fa·anccsi .

Dal l" gennaio 1892 le trnppe d'Africa avevano cessato di essere considerate in istato eli guerra, e 1ft tranquillità assicurata, almeno pel momento, potè fare attuare quei mut amenti sentiti dal bisogno, per un definitivo riordinamento delle for~e militari. Un decreto reale dell' 11 dicembre 1893 faceva. cominciare il lavoro ai primi dell'anno 1893. In base al citato decreto le truppe d'Africa fan no parte integrale del R. esercito, e si compongono di : l Battaglione cacciatori su 6 compagnie; 4 Bfl.ttaglioni di fanteria (indigeni) su 4 compagnie; 2 Squadroni di cavalleria (squadrone Asmara e squadronf? f(eren) di indigeni;

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2 .Batterie da montagna (indigeni) sn 4 pezzi ; 1 Compa,o-nia caunon,ieri (in p<tr te indigeni) ; l Sezione operai d·artiglieria; . l Compagnia specialisti del genio; l Compagnia del treno (in parte indigeni) ; l Se7.ione di sanità. ; ' l Sezione di sussistenza (in parte indigeni}. Oltre il Comando suneriore a Massaua furono mantenuti i dt~e comandi di zon.a di Asmara e K eren, il comando locaìe di artiglieria, quello del genio, la, direzione di sanità, quella. di sussistenze, ecc. _ . . Il Deposito cent rale delle truppe d'Africa tu sen.stbllmente ridotto. La fo1·za complessiva, escluso il DE'posito centrale, fu fissata in 6661 uomini, di cui 2UG italiani c 4416 indigeni, 1138 quadrupedi. . . . Il nuovo ordinamento aumentava di qualche centmato dt uomini la forza complessiva; ma siccome le truppe indigene costano meno, si ottenne cl i non sorpassa.re i limiti della spesa assegnata, quantunque vi foss e una maggiore proporzione di indigeni. D'altronde la maggior cono~cenza c~e O'li ufficiali acquistavano degl'indigeni, e la magg10r fìdu01a ~eciproca che si otteneva con l'ottimo metodo di istruzion~ ci permettevano di avvicinarci sempr e più alr id~ale dt tenere il massimo della forza coloniale con element t dello stesso paese. Subito dopo, il decreto del 19 gennaio ordinava r inizio nella Colonia Eritrea delle opera~ioni per l'assestamento dei confini dei terreni spetta,nti allo Stato, alle singole tr ibù, stirpi e villaggi , ed agli enti di culto . In virtù ~ollo stes~o decreto si cominciava a costituire, accertando, 1l Demamo dello Stato, principalmente per quei t erreni. che prima .dol· l'occupazione italiana erano considerati come ·spet.tan~t a~ governo abissino ed all'egiziano, indi per i tel'nton de1 villao-o·i abba,ndonati dalle stirpi cui spettavan o. , . bO . , . Con altro decreto reale del 2G febbra10 s· IStltLuvano a Massana una Camera di Comm~rcio di nove membri con


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DA ASSAIJ A CA SSA LA

attribuzioni su tutta Ja Colonia, ed una -Commissione municipale per l'amministrazione della città. di .liassaua e sno distretto. . La _Commissione municipale è presieduta dal capo clell' nfficw per gli affari interni, ed è composta eli nove commissari scelti dal Govcm1atore, sei cioè fra i notabili della città e d istretto, ed itfdiani, tre fra g l' indigeni sudditi italiani. I commissari durano in carica tre anni, e si rinuovano un terzo ogni anno; essi deliberano su tutti q uauti i servizi amministrativi delta città. e distretto, e così intorno ai seguenti og~etti : a) stato civile e auagmfe; b) servizio sanitario e stabilimenti ,· <.:) opere pie e beneficenza; d) ed ilizia o manutcuzi.one delle strade. dei locali vari delle eondutture e delle fontane; e) nettezza, illuminazione ed altri pubblici servizi; ig ien e pubblica e eimiter i; g) scuole, chiese; h) an:! m in istrazione dei prOYenti dati in esa-zione e delle spese cui' la Commissioue deve fare fronte. L. impanante proveuto delle ·imposte, destinato col tempo a copnre tutte. le spese interne, cominciava a prendere forma concreta, ed <t promettere che con le ulteriori esp,uis ioni, anehe pacifiche, si po~esse raggiungere il clesicler-at·unt ch e la Colonia bastasse un g iorno 1'1. sè stes~f.t sen7.a sacri.fizi della madre patria. Le popola:;r,ion i eritree. come le a ltre non a noi soggette, sono da tempo a11tico avvezze al pagamento del tributo, primo e· più patente seguo di obbedienza, e garenzia di ~rotezion_e d~ parte dei dominatori. La misura dunque di Imporre Il tnbuto ai nostri soggetti non poteva inasprirli, tanto più che le imposte erano assegnate e ripartite con moderazione, a cui gl'indigeni da l ungo tempo non erano s tati avvezzi. G ià fi~1. d~!l'ottobre 1.891 era stato stabilito che le popolaztont m.:ttgene de.lla Colonia E ritrea sono tenuto a cor-

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rispondere nn annuo tributo al Governo della Colonia e tale peso era ripartito cosi per ciasclma regione al 25 agosto 1893 : Regione del Samha1· - Lire 78,212 annue (1). Regione di Keren - Lire 94,000 a11nne (2). Regione di A.smèa Lire 24.762 annue (3). li-egione del Deca 1.'es(d Lire 1.100 annue (-1). Regione del Sa1·aè ... _ Lire 6.824 a nnne (6). Regione dell'Oiwlé-l{ttsui -- Lire 38,000 annue (ù). Tali imposte, graduate a seconda delle risorse agrieole del paese, fmono regolate con opportuna. moùora:-~iono. in modo da. non inceppare lo sviluppo dell'agrieoltura. o <}Uel che è più. da non ·inasprire i nostri soggetti. Con quesLi savi criteri e con opportn~e esenzioni in casi di calamitit provate, le popolazioni pagèmO di buon animo il ragionevole tributo. Il confronto che esse f~tnno del metodo e della quantità di es~Lzioni imposte da Abiss ini ed l!}gi7-iani con le HOstre

(J) ~el l a reg-ione del Samltat· il tributo è l'ipartito ft·a k scg-uemi popola7.ioui : tribù Az-J'ema1·ian, Rclad cl !:Jcc~·k, J'aum, Ad- Jfa/i(ll/um, jJfescialft, Rasceida, Ua1·ia, Ad-Du \' A su~, A-:- &:izema e (}umhod, AdAscat· o .dilet, Assaot·la di sotto, isole Daltlak, isole Desset , Zagr' . Naòat·a, Ghedem &ga, Haòteb. (2) Tribù comprese nella rèj:rionc di Ket·en: Bem A.met· ic:ompresi g-li Ad-Ocut ed i Be·it JJiata); jlft!ltsa Heit Sciacan, Jfensce Beit-l?tra!uJ, AzTecliJ.s, .ilfat·ia Neri, Jdat·ia Rossi, Bawneit( Ad Adembes, .dd Zamat, Lamacellit, Atit'{la, Deuendu, 1Jedgiuk, Ad Fasa, Hal/wl Ad GalJscùt, Halhat AA Sciafà., B ab Glwng/tc1'C·II, Sabdemt, Algltede1~ . (S) Pag·aoo il tributo della r·cgio no di Asmara le popolazion i dol Decatascim, Dccazemi, Tecchelì: AgtliJa, Demòesa·n, Carnescim lun~ro l'An· .seba (8ciomttè Ansclia), Logg& Cinà (Sul Calcattì), Liòtu~, 8e.JTaà, J'seWmà , Cabassa Ci nà, Lamsà, Saarti e f! acadi cc! i paesi autonomi di .dsma1·a, .Bet M(dtà, 1ld _\refas, Mai ..tli !JiJ, Ad il.bei tà, Ad B 1·ahanè. (4) Pagano il tributo del Deca Tesfà i gulti (ieudi) eli Arresa, /Jemòelas, Zaid Accolom. (5) Costituiscono il trihuto del Samè i gulti (feud i) 'l'arcalrì God(Jfetassi, 1'accalà Adet {}!temi!, Tacca/ci. Adi jJfongunti, 1lia1'agus o .fttcob Accolom~ Jlfai Tscede, Gltebiè ;litwait, Gtendet Coaiu, Aila, Tleste Gulti. ((:)) Compon gono il tri buto dell'Okulè- Kusai i guUi (feudi) Uoddi !lccahi, Eggltelà, Jlfa1·età, Dagusai, A1·at , Do1·icien , Scimwzana, h'nganà, 7'ada1'at·, l,ogò, DegMen, A mbcsset Gltellebà.


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riscossioni gi~mge perfino a meravigliare quei popoli ed a stupirli di avere padroni così moderati (l ). :Jia se nell'interno dei possedimenti ita.li:mi si prolungava un periodo di tranquillità, alle nostre porte i Tigrini litigavano fra loro, parte schierati sotto il loro signore Mangascià, parte sotto ras Alula, a lui ribelle. Già fin dal dicembre del 1892 erano cominciate le prime t)Stilità, ed il· colon.n ello Baratieri tenendo l'occhio vigile ai nostri turbolenti vicini, non tralasciava di tenersi pronto a parare qualunque sorpresa potesse venirci da quella parte, e diede perciò disposizione perchè tutto il confine fosse guardato, con q Llella usata sua prontez7.a di concepimento o d'azione che forma la sua caratteristica (2). Fortunatamente la lotta civile nel Tigrò si svolgeva con lentezza· e senza che a lcuno dei contendenti sconfinasse nel nostro territorio. ~iangascià, troppo longanime, debole e irresoluto, non faceva valer e la sua autorità nò sapeva trarre profitto dei snoi successi sul ribelle Alula. Il capo del Tigrè lo vinse, lo ebbe nelle mani e ... .. gli perdonò, !asciandogli pochi

(l ) In virtù di ùuc decreti ùi ottobre 1891 l'obblig·o del tribu to si stabili composto in massima in denaro, eccezionalmente. in prodotti del suolo e. della industria. locale cd in p•·estazioni personali e noleggi di qm~drupcdi.

(2) H Governator~ dell'Eritrea, colonnello Baratieri, fece occupare dal capitano Oddonc con una compag;nia le alture di Halni, una dello porte dell'Abissinia. verso la Colonia; fece tener pronte le bande dell'Okulé !{usai e della Scimeuzana per protegg-ere J'Aga mè, e collocò ad occidente del l\IarP.b la bn.nda. del Saruò comandata dal òa?·amba1·as Tesfù. Dislocò inolt re presso Godofclas~i una compagnia col capitano Dc Bernardi:; per difesa delle varie coltiva~ioni e fece custodire il Dembelas dalle bande di Cafei, Kantiba i Mami ed Ali Ailom. Sta.bil"l più indie tro posti di h· uppe regolari indigene, in buone posizion i fort ificate e ben provviste di mun ixioui e di viveri, organizzò un larg·o servizio d'informazioni ùi là dei confini, facendo capo al residente polftico in Adua, capitano meclico De :\Iartino.

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soldati e fucili e la signoria di una piccola regione, lontana dai nostri confini. Ras Alula raccolse nuovamente armi e soldati, e di nuovo si ribellò al suo s ignore. Dal suo canto Maugascià radunava nuove forze, si r accomandava alla protezione del Governatore, e sollecitava il capitano medico De Martino, residente politi"co in Adna, perchè lo raggiungesse a Makallè (1) . Il Governatore invece, scorgendo ineertu. la situazione, ordinava al residente di rientrare nella Colonia, rassicurando Ma.ngascià tuttavia che non cessavano per qne::>to le ottime r elazioni già esisteuti. F u dunmte l'annata e precisamcntt~ nel maggio del 1893 che raccoglievasi nn altro frutto dei uostri passati amori con l'imperatore Menelik. Il J egus d'Abissinia d~1;1unciò il trattato eli Uccialli, perchè lo metteva sotto il protettorato d'Italia senza. chu egli vi avesse mai consentit,o. Il oo-overno italiano rìsr)ondeva a. tale denunzia che il trat· tato essendo son:?.il. limi te di durata, pot.eva essere modi fi cato eli comune acèor do, non clenun?.iato. Il Negus scr isse iu t.al proposito ai cu.p i delle grandi potenze d'Europa, ed i governi d'Ingbi.lterra, Germania ~d Austria risposero associandosi pienamente alle dichia razioni del governo italiano. Acl ogni modo il nuovo atto di autorità dell'Imperatore, evidentemente consigl iato dai soliti europei della sua Corte che da un pe7.ZO lavoravano a scalzare i'au torit~~ del nome italiano, non potev11 che semplicemente indispettire cont1·o di lui; ma di fronte al già conosciuto insuccesso diplomatico restava l<t sicurezza militare della Colonia, il cui governo, tenuto do. mano ferma e sicu1·a, era t u ~to rivolto alle cure assidue pel suo progresso e la su a sicnrezza. Il 17 luglio 1893 il colonnello Baratieri era promosso maggiore generale, rimanendo nella carica di Go,·ernatore della Colonia .8ri.trea. (l) Il capitano medico De ~larti no, g ià. nominato residente italiano sul Tigrè presso ras Mangascià, e!·a al suo posto fino dall'ottobre 1890.


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Le cure amorose, gli studi indefessi uer la sicurezza cd il benessere del nostro possedimento, l'~ttività spieO'ata. dal Comando e degli ufficiali per consolidare le forze ~ive ed imporsi a qualunque n emico, avevano pieno successo prima che fin isse l'anno. Con !a pace non breve tii era ripreso con amore delle popolazioni il lavoro dei campi, non più turbato dal t imore eli estranee razzie. Ma un giorno le tribù confinanti tremar ono, e l'E ritrea fu in serio pericolo. Un forte corpo di Dervisci, provenienti da kassala. e con intenzione di piombare su Koren e sul resto della. Colonia si spinse :fi.u presso ad Agordat. Era il 21 dicembre del 1893: n colonnello A.rimondi, governatore interinale (1), li arrestò e sco nfì~se poco distante dal fo rte, nostro posto av~mzato sulla, fi:ontiera occidnn tale. · Il colonnello .Arirnoncli annunziava l'indomani al governo italiano lu splendida vittoria da lui riportata in questi termini: « Ieri 21 d ice m bre alle ore 11 l'intero corpo dei .Dervisci, « forte di 10,000 fucili e 4000 la.ncie. girata rala destra « della posizione di A.gordat, si schierò lungo i l tonente « Damti, con probabile intenzione di attaccare nella notte « seguente, prendendo a rovescio il forte. n comandante « colonnello A.rimondi, prevedendo che l'attacco not;turn~ 1< s1.1r ebbe stato pericoloso, decise eLi prevenire il nemico cd « l'l.ttacmtrlo con tutte lo for;:r,e disponibili. Dopo due ore << di feroce ed or dinato <.;Olllbattimento, i D ervisci posti in « completa rotta ripas;;::nono il Barca, per riguadagnare la « linea di ritirata, la,-;ciando gran numero di morti, fra cui « il comandante Hamed .\,li (2), e quasi tutti gli Emiri . « Più di sessanta bandiere ed una mitragliera caddero « nelle nostre mani . il) Era. stata così inaspetta ta qnosta ra pida impresa de i Derv i:>ci elle il g-euoralo Baratier.i t rovavasi in quei g iorn i in licenza in J1;a lin., ~ren­ dendo parte ai lavod parlamentari. (2) lJamed Alì era stato comandante a J,;:ereo sotto g·li E~izia 11 i.

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« L e nostre perdite furono abbastan~asensib ili. Fra i mor ti « sono il capitano Forno, il tenente P enuazzi Linqoln (1), « il tenente Colmia, il furiere Profili. I tenenti Ma.ngiagalli « e Brizio rimasero gravemente feriti. » Contro più di 10,000 Dervisci bene armati presero parée dei nostri al combattimeuto soltanto 7 compagnie d'indigeni (che pel tempo ristretto sole potettero essere concentraée), due batterie da montagna e due squadroni di cavalleria : in tutto poco più di 2000 uomini ed a lcune bande assoldate che poterono concentrarsi in tempo. Le perdite dei Den·isci passarono il migliaio di morti; vi furono molt.is:>imi feriti e pochi prigionieri, mentre i rimanenti del corpo mahdistu. venivano dispersi. .Oa parte nostra caddero oltn g l' italiani sopra eletto, 98 morti e 123 feriti di t ruppa indigena. Splendido fn il coutegno dci nostri asca1·i (soldati) che ancora, una volt<L davano pruov~L indubbia di solidita, resistenza. e valore; qualità in loro colt ivate clal. l'intelligente lavoro degli ufticiali italiani . In questa splendida. prnova dol valor e e dell' intelligen;:r,a dei capi preposti nell'Eritrea, non tardarono a ,.,<Yiuno-ere le o meritate ricompense: fra queste vanno notate le più salienti, di cui da anni l'esernito italiano non vankwa esempi. n colonnello ~l.rimondi fu promosso maggior generale per merito di g uerra, ed il capitano Galliano fu pt·omosso maggiore. A l generale Baraciori, governatore, fu conferita, la cJOmmenda dell'Ordine Maurizia.no, con Ie seguenti parole in un telegramma (2) di S. M:. il Re: « A ricordo della vittoria di A.gorda.t Le conferisco la « commenda dell' Ordine :\1aur iziano. QnP.Stlt onorificenza « attesti, che se altri ebbe la ventnra dell'azione. cor onata

(l) Il tenen te Liricol n Pennazzi nvova g-ia combattuto la prima 1'olta ad .Agol'ùat il 27 g·iug·no l SHO. (2) Poco dopo l'ann unnio ùella bat.tag·lia rti Agordat il ge ne rnle llaratieri rra ri partito per l 'Eritrea.


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« dal successo, a L ei spetta il merito çli aver rafforzato

« nella Colonia civile e militare gli ordinamenti che pre« paravano eventi prosperi. » Nello stesso telegramma il re aggiungeva: « Al colonnello Arimondi trasmett-a la seguente mia co« municazione. N ella battaglia di Agordat, E lla ha dato « pruova di possedere mente e animo .di valoroso capitano, « dotato di tutte le migliori virtù militar i, e mercè sua, il « valore degli ufficiali, sottufficiali e soldati italiani e delle ~< truppe indigene ba potuto prevalere vittoriosamente sul « numero dell'aggnerrito avversario. Il 21 dicembre 1893 « sarà ricordato con onore e con viva soddisfazione del paese « e dell'esercì to. Riservandomi di dare ricompense al va« lore agli ufficiali ecl a.i militari eli tr uppa italiani ed in~< digeni che maggiormente si distinsero in quel . giorno, « sono intanto lieto di. annunciarle ehe sul voto unanim e « dei generali comandanti di corpo d'esercito e sulla pro« posta del:Miuistero della guerra La ho con decreto di oggi « promos:;o al grado di maggior generale. Riceva con le « suo truppe iJ... plauso della patria e le congratulazioni mie « con cuore eli so lclato. >> I Dervisci achmque con la battaglia di Agoràat apprendevano a temere un avversario che speravano spazzare davanti ai loro passi, av,·ezzi come erano a ripetute vittorie su Egiziani ed Inglesi: il fanatismo delle orde prepotenti doveva arrestare la sua marcia VHl"SO levante, rassicura:ndo pienamente le popolazioni, che serbavano i terribili ricordi del passato e paveutavano guai futmi. L'Italia cou la vittoria di .Agordat non fugava soltanto l'imminente pericolo, ma acquistava gran nome di autorità e forza presso le nostre popolazioni, prestigio la cui leva potente migliorava di gran lunga, la nostra posizione. D'altra parte l'orientamento della politica in senso tig1·ino, opposto al la vecchia politica scioana era senza dubbio il più pratico e rispondente ai nostr.i .i nteressi. L e · opposizioni platoniche di lVIeu elik non portavano alcun dann o nè pericolo nuteria.le, od il Goven utt,ore dell'.E ritrea ed il governo italiano potevano lasci~tr loro il tempo che essi trovavano.

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N el migliorare l'ordinamento dei possedimenti eritrei, e con l'avere r iunito ad Asmara ed a Keren i maggiori mezzi di difesa e munizionamento, e con L'avere spinto avanti per ogni verso in località fortificate presidi stabili verso la frontiera, la Colonia E ritrea poteva dirsi gna<rdata con la massima vigilanza. Coronano la. colonia, cominciando da sud, il paese dei Danakili, l'Okulè K usa.i, il Saraè, il paese di Tucul e il Dembesàn (Deoa T esfà.), i Bazè ed i Baria, i Beni Amer del medio Barca, i Maria e gli Habab. Tutte queste regioni, in alcune delle quali vi sono nostri presidi stabili, sono guardate da bande più o meno numl3rose e comandate da capi a noi devoti; dei loro gregart son pagati in tempo di pace solo una minima par te, o addirittura nessuno, mentre il loro soldo è dato nelle o perazioni di guerra. In alcune region i utlìciali italia ni di provttta abilità fanno da Residenti polit ici, raccolgono e t rasmettono informazioni, eseg uono le r iscossioni dei tributi, dirigono ed assistono i capi delle provincie, e dir igono eziandio le operazioni militari delle bande. Con questi occhi vigili che guardano innanzi, il governo della Colonia è sempre a l corrente di t utto ciò che può interessare, ed è sempre pronto a troncare maneggi ed intrighi, il pane q notidiano delle popolazioni abissine. L'effetto morale che part.oriva la nostra vittoria di Agordat si fece risentire· maggiormente sull'agricoltura, cui molti indigeni avevano tardato a prestare ancora piena fede: i vecchi ricordi di raccolti e bestiame razziati, campi devastati e incendiati, i massacr i di popolazioni indifese per parte di razzie frequenti e micidiali avev&.no lasciati ancora molti dubbiosi che per avventura l'autorità italiana non potesse sempre proteggere i suoi soggetti. E i dominatori precedenti, che ben poco li avevano protetti, erano loro di · doloroso esempio del passato . .<\gordat clava l'ultima spinta al dubbio deg li sfiduciati, ed il lavoro dei campi fu a lacremt:mte spinto innanzi, rinnovando faccia a territori fino allora sq uallidi e desolati 92 -

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D'altra parte gli esperimenti agricoli già iniziati dall'onorevole Franchetti (1}, non ostante l'epizoozia spesso rinascente, le nebbie, le invasioni di cavallette, e le difficoltà. dell'a.cqua ed altri intoppi, faceva.11'o sperare in una futura soluzione favorevole del problema agricolo. L'altipiano certa~e~te per_la diffi.coltà del suolo, pel clima, per quantità sufficiente d·acqua e stato sempre riconosciuto terreno ri-· rot::.neratore, come sempre rimunerò largamente le esiaenze eccessive dei capi oppressori. Ed i pochi agricoltori it:liani eh~ furono qu~vi condotti non disperarono di cavar profitto· da1 loro sudon, per quanto l'opera procedesse lentamente. Nelle stazioni agricole dell'Asmara, del Saraè e del basso· Okulè- Kusa.i diedero risultati promettenti i primi lavori; e q.uand? una buona rete di strade sarà costruita, e la pace sara. as.sw.uratà completamente tutt'intorno ai confini e nei .paes1 hm1trofi, nulla impedirà che il buon avviamento dato· dall'~gricolt~ra. e gli studi consacrati ad essa possano far e· afflmre nell E ntrea un giorno non lontano i nostri emigranti, a stabilirvi un centro puramente italiano. Ma è quest~. una quistione grossa, il cui pieno svolgi-· mento non puo t1·ovar posto in questi appunti. Questo promettente progresso della Colonia, debitamente· apprezzato dalla madre patria. ed encomiato all'estero riceveva tuttav_ia frequenti attestati delle gelosie di qu~lche· potenza stramera, che nella politica africana non abbandonava il metodo del continuo sospetto. . I~ govenio francese in maggio del 1894 inviò al governo· .1tahano una Nota contenente apprezzamenti circa il trattato anglo- italiano per la delimitazione di zone di influenza nel~'Africa or~~ntale e specialmente riserve per l'Harrar, compreso nell ' mfluenza italiana. Il Gabinetto italiano rispon· deva con altra Nota, in cui ricordando che la protezione

. (l} Il barone Franchetti, deputato al Parlamento, fu mandato in misSlon.e nella Colonia tìn dal 1890 per eseguirvi esperimenti agricoli da. servire per base alla futura colonizzazione. '

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italiana sull'Etiopia, compreso l'Harrar, fu notificata a ter· mini dell'Atto generale della conferenza di Berlino regolarmente alle potenze, ed il governo francese avendone pr eso atto formale, risultava chiaro abbastanza che il trattato anglo-italiano si era basato su uno stato di diritto già esi· stenta, e :financo dalla Francia riconosciut o. Per tale evidente ragione il governo italiano dichiarava che non poteva tener conto di alcun atto di protesta e riserva che potesse alterare quel trattato. E così ancora una volta questa vo:.c clamantis s'era fatta sentire, ma invano_

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(1894).

Le scuole nella Colonia. - Lr~ Mili<it> Mobile coloniale. - Il genorale Baratieri prendo !\assala . - H.el~~iono ùel Governatore. - Importanza della nuova con· qui~ta. - Cenni sulla storia di ll:assa ln. - 'l'ra Menelik c :vrangascii:l.

Con l'agricoltura procedente al suo r isorgimento andavano di pari passo alt~e opere di pace e di civiltà, indispensabili al benessere della vita sociale_ Ed essendo urgente il bisogno di dare vita ed incremento all'istruzione popolare ed alla diffusione della lingua italiana, il generale Baratieri non dimenticò che a questo bisogno rispondendo le scuole, bisognava istituirne a qualunque costo, non ostante le magre ri· sorse del bilancio coloni ale. Già a 1\:fassaua era stata istituita una scuola italiana :fin dal 1891; e quantunque in principio i risull;ati fossero ancota discutibili, pure si raddrizzò i~ tempo il metodo e l'istituzione. In progresso di tempo si aprivano scuole elementari a Keren ed Arkico (1), che si aggiungevano alla scuola già da

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La scuola elementare di .Keren fu aperta in aprile 1894; vi furono inscritti una cinquantina di ragazzi indigeni ed alcuni europei, figli eli nego<~ianti ed operai. La scuola di Arkico fu aperta il 1'1 ottobre 1894 e diretta dall' interprete signor Bianchi.


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tempo tenuta dal padre B onom ad Asmara ed alla nuova scuola pei figli dei contadini italiani in A.di-Ugri, ed a quella di Halai . Nelle scuole accennate, che accolgono bambini e g iovanetti indigeni ed europei, non è di poca importanza il risultato che si ottiene negli indigeni, di legarli sempre meglio a noi con la comunanza della nostra lingua, indirizzandone e r addrizzando il pensiero. All'istituzione altamente civile va accoppiata inoltre quasi sempre la beneficenza: così ad Asmara, a K eren ed a Massaua gli aluuni poveri, gli orfani trovano anche vitto ed alloggio. Non poco contribuisce al miglioramento dell'indigeno la scuola d'italiano istitui ta in ogni compagnia di ascari, dove il fur iere (che è italiano) sotto la direzione degli ufficiali è paziente ed abile maestro. Questa istruzione così semplicemente organizzata riesce poi in sostanza una scuola d i disciplina e di morale. D'altra par te essendo gl'indigeni dota ti di attitudine maravigliosa ad apprendere la n ostra lingua, i successi che ne derivano sono ogni giorno più grandi, e l'italiano si espande con rapidità inaspettata. Con questi primi avviamenti ad un organismo più completo otter remo certamente in un tempo non lon tano l'intermediario dell' unità della lingua, che collegherà e concentrerà sempre meglio le membra sparse di territori, in cui molta è la confusione di popoli e di trjbù , di lingue e d ia letti. I lavori della pace, di cui alcuni iniziati, altri bene avviati, ed altri appena abbozzati, non addormentavano tuttavia la vigilanza del Governatore, ehe t utte le sue facoltà dedicando alla conservazione ed al benesser e della Colonia, n0n trascurava l'ordinamento militar e, primo c più convincente argomento da adoperarsi coi vicini e coi lontani. I pericoli per parte dei Dervisci non erano allontanati, ma differiti dopo Agordat, ed era necessario provvedere all'aumento della forza armata, pnr non aggravando di troppo il bilancio. Il generale Baratieri in esecuzione di un piano, g ià da qualche tempo accar ezzato, di costituire una milizia con gli ascar·i congedati, un bel giorno li chiama alle armi con

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bando, secondo g li usi locali, e tutti si presen t~no subito, vestiti dei loro indumenti migliori e con le_ar~n ~or~, sotto o-li ordini dei capi in pl·ecedenza destinatl: ~l~m. dt entu~stasmo, di fede negli ·ordini e nelle dispostztom . . · <lel . c~­ mando non sono in n ulla secondi agh ascan m ser~Izl 0 ' ' o-h acpoco in gambe per g l l' anm· e per e. salvo qualcuno . . ciacchi. K , er Tale chia mata parziale, fatta ad Asmara ed a er en p . gli abitanti dell'altipiano, preludeva. alla _costituzione d efin~­ tiva della :Milizia mobile nella colom a Entrea , completata m settembre del 1894 (l ). . . . O ra in t utti i presidi sono costituiti repat·tl dt tal~ MIlizia, con vantaggio non lie ve per il bilancio, tenenclosl una

[1) I vantagg-i ottenuti dalltt costi tuzione della Milizia. mobile _non s:no di ]Xlca importanza. Essendo non piccolo il numero ~e• soldati con.,e- dati esso costit uisce un t'or te •·inforzo n.lle truppe a ttive: S I~ ~er aum~~t . 'e il numero che pe r da re sicurezza ~ Il •·m t erno. Sono lSCn tti ·. n ella Ìhl· l.m.n obile tutti "'ii uomin i atti alle arl~l. c1Ie b anno s eL·v1to' fin dal• JZJa m "' . · d'"' n e non SI primo tempo dell'occupazione ad ogg•; ne!le tl'llppe In ~~ e c, . siano per condotta resi immen·te,vo l't d e Il' onore di sold·~to ' · Ess• sono - . formati in bul"c (squad reì, coi rispettivi muntaz (caporali) e ò.uluc-liasct (sern-enti) anch'es~i congedati. l buluc sono riun iti in compagniO coman' date" d<~ ufficiali ita liani ehe pel momento non sono c on le tru ppe. com· ·. battenti e da ufficiali di complemento, di cui parecch• sono nella coloma. ' ' ' TJZJ·a , curano la con-. . l comandant i di presirlio tengono i ruolt· d1· ta 1e .•d • , ·one, nelle cbwmate . _Gli servazione delle armi e ne fanno 1a rl 1's t n'b uz1 ascari in congedo r i:evono le competenxc òeg·li altl'i ascari solo nel caso

di chiamata.

b' · e Il loro servizio ha In sua base nelle tradizioni e costumanze a ~~sm , che danno diritto e dovere ad ognt. uomo l 1' b 01.0 cl'l IJrendere lA arm1..aJ la chiamata dei suoi capi. Un manifesto del Gover natore concede a.~rh In d ividui ascritti nella Milizia V!J.ntaggi di ret ti per essi. cd indiretti, pern!: C l · stessa Infa tti 0rrti ascari cong·edati han no dm t to alla pretere . o oma · · • "'h· ed incae· nella nomina :-.. capi, nella nom .ma ad 1mp1e., I nell'elezione ·eh· retr1'buiti od onorifici hanno distinzione nelle assemblee del paese, r1 • . · e Pc J. col-. precedenze nelle concessioni' d i terrem. per pascoli. t empo1ane1 · li e .morali tivazioni annuali ed altri s imili vantagA'i. Questi ut1·1·1 ma te,na danno guarentigia di maggiore affetto alle istituzioni italiane e di maggiore int eressamento n. mantenerle.

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forza non lieve a disposizione, e impiegandovi poco sacrificio pecuniario. . Il nuovo elemento di forza, r iconosciuto ottimo, non era piccolo aiuto alla sicurezza dell'Eritrea, in momenti che dopo la sconfitta patita dai Dervisci ad Agordat , r endeva questi nostri vieni nemici accàniti del nome italiano. Con la s uddetta sconfitta questi avevano ricevuto un sanguinoso avvertimento per l'avvenire, ma non poteva spegnersi in essi la sete di vendetta da compiere appena possibile, non ostante che la loro potenza primitiva fosse in graduale decadimento. Ribell ioni all'interno, dissenzioni fra gli emiri , calamit-à d'ogni sorta facevano vieppiù indebolire l'antica forza, e dal desiderio di vendetta all'att uazione non poteva essere cosi breve il passo. Il fanatismo delle orde del Ma hdi era oggi quasi solo un ricordo, · quel fanatismo che trascinava le orde alla vit toria o al macello, e sempre col soi-riso della gioia sul labbro. Il Califa Abdullahi co i suoi Baggara ~i sosteneva invece col terrore, con la tirannide più spietata e la ferocia all'interno e fuori: non più l'csaltazionA fanatica muoveva il grosso delle sue turbe, già tanto assottigliate, ma la paura dei tor menti riservati ai disertori. Non ostante questo decadimento r apido, avvenuto nel volger e di pochi mesi, tutt~via per le st esse ragioni er a da temersi uno sforzo della disperazione, il giuoco dell'ultima carta per tentare di rialzare in un colpo prestigio, potenza e forza. E le notizie che dopo Agordat arrivavano nella Colonia non smentì vano questa su p posizione. Fin dal mese di aprile del 1894: il generale Baratieri era infor mato che il Califa voleva raccogliere molte forze a Kassala, per rovesciarle nella Colonia. In seguito era avvisato che abbondanti rifornimenti di dura. giungevano in quel paese, e come il capo del corpo del Ghedaref; che si rinforzava a Kartum, sarebbe stato presto inviato contro la frontiera italiana.

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I Dervisci cominciavano a giugno a farsi ve-dere con r i;petute razzie su i Bazé, i Baria e gli Hadendoa del medio :Barca, nostri protetti, per predare queste tribù e costrin,gerle a stabilirsi più presso a Kassala, passando al mahdi-smo. Cominciate così le loro avvisaglie doveva aspetta1:si che in autunno, prima delle piene dei fiumi, sarebbero ve-~1uti in forza a tentare la rivincita di Agordat. Fu allora che il generale Barat ieri decise di p1:evenire le ·minacce e i pericoli prossimi, passando da.lla difensiva all'offensiva per colpire il nemico nella sua futura base stessa -di operazioni. E l'alto divisamento era completato dal favo -revole momento di oppor tunità, non essendo ancora giunti .a Ka.ssala grossi rinforzi. Il Governatore aveva cominciato a preparar e col massimo ·segreto una eventuale operazione secondo questa idea. fissa -o-ià fin dal febbraio : l'operazione doveva ad ogni caso svol.o gersi soltanto allora quando se ne potesse garantire il suc·.cesso. L'ottimo servizio d'informazioni dal Ghedaref, da Kassala e dal basso Atba.ra dava sufficiente indizio sulle intenzioni dei Dervisci e da l)ttesto r isultavano volta per volta i loro movimenti. Il generale Ba.ratier i recatosi alla m età d i giugno a Keren, cui lo legano gli affettuosi le,gami di antico comandante della zona, scese ad Agordat a.i primi di luglio col pretesto di esaminare i lavori. Colà coor-dinando gli studi fatti in precedenza e le molteplici informa:zioni recenti, giudicò venuto il momento di agire. I Der visci avevano ~~ Kassala soltanto 2600 combattenti .con 600 cavalieri, ed un migliaio di pedoni armati di lancie. •Quelle forze in nessnn modo potevano ricever~ prcnto soc-corso, per le seguenti ragioni: <l ) P perchè la piena dell'A t bara tagliava le comunica.:zioni col N ilo Azzurro e con Kartum;

'(l ) Questi cenni sommari sono tratti dalla « .Relazione di S. li. il fJo'!fJe?"natore dell' Et·itt·ea maggi or getw•a/e 01·este Bamtt'e1·i a S. B . il Mitlìstt·o della guerra, sulla pt•esa di Cassala>> del 31 luglio 18!)4.

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2" percbè Osman Digma era occupato lontano a far coltivare sul basso Atbara ; S• perchè gli Halanga, gli Hadendoa, gli Sciùcria erano disgustati dalla tirannia dei Baggàra. D'altra parte nulla poteva rendere pericolosa la via, aven· dosi in varie località della linea di operazione acqua bastevole; ad Agordat, base di operazione provvisoria, erano pronti nei magazzini munizioni e viveri ; i Dervisci n ulla sospettavano; le tribù ed una parte dei Baggàra erano occupati a coltivare; e finalmente la Colonia tranquilla permetteva di concentrare per qualche settimana la massim~~ parte delle forze verso un punto estremo della frontiera. Secondo la convinzione del Governatore il tardare avrebbe incoraggiato i nemici, depressi gli amici, ed avrebbe tolto il vantaggio .dell'iniziativa o rimandata la partita ad autunno, di. fronte a nemico assai rinforzato per ·numero ed audacia. Di qui la decisione di operar e piombando su Kassala possibilmente per sorpresa. « La sorpresa avrebbe meglio colpito le fantasie, e paralizzando con lo sgomento la resistenza, avrebbe risparmiato sangue ».. · In seguito a ...rapidissimo concentramento la sera del 12 luglio il corpo di spedizione era costituito ad Agordat, e S. E. il Governatore ne prendeva il comando supremoì col generale Arimondi comandante in secondo. Le truppe si componevano di 3 battaglioni di fanteria indigena, una sezione di artiglieria da montagna, uno squadrone di cavalleria e le bande del Barca, oltre pochi militari italiani per la sanità, per la tappa e pel telegrafo (1). Il corpo di operazione seguì la linea di marcia Dunquat-Ana.sciait·Uacait·Sabderat. La sera del13lacolonna metteva gli avamposti a Dunquat, il 14 arrivava ad Anasciait, il 15 a sera ai pozzi di Uaca'it. A questo punto comincia·

vano a venire da Kassala incontro al capo di spedizione gli informatori già spinti avanti, che tutti assicuravano a .Kassala fosse grande tranquillità, e che il corpo del Ghedaref non sar ebbe venut-o che al tempo del raccolto. L a cavalleria dei Der ~risci si disponeva ad uscire per una razzia verso Sciaglet, poco ad ovest di Agordat. L a sera del 16 si arrivava nella gola di Sabderat {1). A tarda sera si riprendeva la marcia, arrivando quasi sotto Kassala all'alba del 17. S. E. il Governatore così riferisce su questa splendida operazione: « 1\:Ia già è in vista il campo di Kassala; il giorno si fa « chiaro e nessun sentore si ba del nemico. « Poco dopo le sei viene segnalata sulla destra la ca« valleria: onde l'avanguardia si dispone in quadrato, e stl« bito appresso anche il grosso colla retroguardia sono or« à inati in un sol quadrato facendovi entrare la cavalleria <<. e l'artiglieria, e così si va innanzi con ordine veramente « imponente. « Alle 7 l'avanguardia apre il fuoco a salve contro la « cavalleria nemica, la quale si getta oltre il nostro fianco « sinistro ed è salutata da qualche granata e da qualche « sttlva di fanteria dal lato sinistro che la inducono a spar« pagliarsi. Abbiamo appena girato la punta nord del monte « di Kassala. Lo squadrone esce dal quadrato per get« t are la cavaller ia nemica) già scossa, sotto il fuoco del qua« dra~o di av_a~guardia. Nella carica cade trafitto il capi« tano Ca.rcbidlO (2), e con hri cadono 18 ascari uccisi e 8

(l ) Sabderat è l'antica residenza del nostro capo banda Ali ì'iurin, molto conosciuto pei numerosi fatti d'arme cui ha preso parte e pel suo v~lore. I Dervisci lo avevano discac:ciato coi suoi eia !l 'antica. sede. (2) Il capitano Francesco Cnrchidio Ma.Javolti uativo di Fernu·a, gia sot-· totenente e tenen te nei reggimenti Lucca (G) e Padova (21) era andato nella Colonia nel 1887 col grado di tenente, compreso nel corpo della. spedizione San Marzano, dove s pesso. si distinse ne llo squadrone Cacciatori a cavallo. Nel 1888 coadiuvò il mq>itano Toselli ne ll'orguuil(zar·e il primo plot one esploratori ; si segnalò sempre nelle ricog·nizioni molteplici che

(l ) Erano in tutti 56 ufficiali e 41 militari di truppa italiana. 16 jusc òasM (sottotenenti indigeni), 2510 ascari, 146 cavalli, 248 fra muli e mu-

letti c 183 cammelli.

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feri~i.

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Lo squadrone si raccoglie tosto sotto gli ordini

« del tenente Barattieri di San P ietro.

« La cavalleria dervisc usciva appunto per razziare « quando all'improvviso notò nell' immenso piano l'avan« zare degli italiani. Alcuni cavalieri svegliarono il campo, « gli .altri si posero a stormeggiare intorno ai quadrati. Al« lora i baggàra ed i giaadìa si vennero schierando ft·onte « contro di noi colle rispettive bandiere, menr.re le famiglie « spaventate ed il bestiame sgombravano r accampamento « e si da vano a preci p i tosa fu ga. « L 'avanguardia, seguita dal grosso, continuò ad avanzare « con brevi soste, finchè giunta a 400 metri dai der visci schie· « rati, apri il fuoco a sal ve sia contro essi, sia contro la « cavalleria. Sbandata questa, il maggiore Hidalgo spiegò « le compagnie, e con uno sbalzo innanzi venne a 300 metr i « dal nemico che face va un fuoco disseminato ma nutrito. « All ora (poco dopo le otto) vedendo io omai matura l' a« z~one pel colpo risolut ivo, nè avendo più apprensioni pei « fianchi e per le spalle, inviai due compagie (2" del I II col « tenente Angherà e 4• del I II col capitano Persico) sotto il « comando del capitano Folchi a rincalzo dell'avangnardia, c: con l'ordine di procedere oltre, mentre io m'avanzava col « grosso tenendo d'occhio il piano e le rovine della città « egiziana. Appena giunto il rinfor zo in linea, il maggiore

pre<:edettero l'espansioni sull'altipiano. Nel maggio 1889 guidò Debeb per farlo concorrere all'occupazione di Keren. Nell'ottobre 1890 scioltosi il plotone esploratori in due squadroni (Asmat·a e Kere11), ebbe ancora tenente, il comando efì'ettivo dello squadrone- Keren. Combattè valorosamente nd Agord:tt. A Kassala trovava la morte combattendo. Fu decorato nel 1889 con la croce de lla Corona d' Ita lia, ad Ago rdat (21 dicemb re 1893) con la medaglia d'arg·ento, e a Kassala con la medaglia d'oro, con la seguente moti vazione: «Invia to col proprio squa" drone, a tenere in J'is pet to un · partito di cavalleria nemica, lo cari cò e « lo d is perse; ma, circondato improvvi ~amente da forze soverchianti, dopo " aver sostenuto una lotta sproporzionata, e aver colpito parecchi avversari, .. cadde, trafitto da und ici colpi di lancia, mentre colla sciabola in pug no « cercavn t'arsi· l:l.l'go ed infondeva nuova lena nei suoi dipendenti ».

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« Hidalgo, il quale aveva già aperto il ~uoco acce~erato, « si lanciò all'at tacco e al grido di Savota ! penetr o. nel~ « l'accampamento mahadista quasi insieme coi .fug~1asch1 « nemici. Nell'accampamento così le compagme d avan« guardia come quelle del r~nforzo ebb~ro a. vin~er~ le _ul· « time resistenze opposte nN tuculs e dletro mu~l d~ ~rra, « ma senza toccare per dite sensibili. Frattanto 10 mv1ava « in altra par te dell'accampamento la. compagnia Spreafico « per occupare il Bet N[al ovvero il deposito del governQ « mahadista; e così essa pure concorreva a fare ~gombrare « il campo nemico. P oco di poi, circa le nov.e, 10 ~vanzo « alla testa del grosso insieme al generale Anmond1, verso « il mercato, un grande piazzale sgombrato posto tra la « città egiziana e l'accampamento dervisc, in mezzo ~l ~u~le « si eleva come monumento un'enorme forca. Oolp1 d1 fu« cile fanno segno di lotta che va spegnendosi fra le case « ed i tuculs che vanno 'in fiamme. « Una schiera, varia per età e pèr sesso, si fa incontr~ « supplichevofè, e in essa not~amo a1:che ~onne e ragazzi « avvinti in catene. I o ne ordmo la hber~z10ne ; e proc,~do « inna.uzi fino alle rive del Gasc, dove d1spongo per li_n « seguimento. . « L e sei compagnie, sgombrato l'accampamento, raggmn~ « gono colle bande il corpo principale.. Oon~ano 9 mor t1, « feriti 32. I due capi· banda Alì Nunn de1 Sabderat e « Mohamed Aroda degli Ad Ornar sono fra. i feriti. « Sono le 10; la marcia notturna. e il combattimento, .mas· « sime quello . nel villaggio consigliavano a rio1·din_ar~ l~ « truppe e a prendere un. P?' di r~sp~ro .. V'era mest1en d1 « orientarsi, di assumer e m formazlOlll cn·ca la strad~ s~­ « guìta dai fuggiaschi in terreno. a tut t~ sconosciuto, msl« dioso, a tratti paludoso, a trattl senz· acqua; ed e1:a ~e­ « st ieri evitare il rischio che gli ascari per olt re m~ta ab1s: « sini, pigliassero le tribtl di contadini e past,on ar.ma~l « dì lancia come nemici, mentre importava proteggerh. « Tuttavia poco dopo le 11 il maggiore Turitto (col~a l' e « 3• compagnia del I e 3" e 4• del II, capitani Seven, San·


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« Alla sera posi il campo in quadrato sulla piazza del

« drini, Magnaghi e Oddone), con due giorni di viveri, « muoveva sulla pesta mahdista presso l'A tbara, con dir e-

« mercato intorno ad un vasto e solido edifizio, costrutto ~< come g ranatoio di cotone quando fioriva la città egiziana, « e conosciuto col n ome di casa di M.unzinger, e cinsi se-. « condo il solito il campo di zer i ba. Appunto in questa « località decisi dì costruire il forte servendomi dell'adi« ficio come di ridot to centrale, ed inquadrandolo con un « m uro costr utto di mattoni cotti trovati n elle rovine della « città egiziana e con la terra limacciosa e co11sistente del « Gaso. « Il forte, lungo 200 metri, largo 100 metri, avrà due « ordini di fuochi e sul dinanzi sarà munito di reticolato « in ferr o, ostacolo molto opportuno in q uella rasa pianura. « N elFinterno un abbondante pozzo assicurerà l'acqua al « presidio. « Appena posto il campo, si presentarono alcuni capi « Halanga ed H adendoa per chiedere di trasportare· i loro « penati nella colonia Eritrea; ed i0 acconsentii d i buon « grad o, tanto più che non lungì da Sciaglet vi era terr eno « adatto. E vi si avviarono gli Ha.langa, ma quando sep« pero che gli italiani tenevano presidio a Cassala. pa" recchìe famiglie chiesero ed ottennero di tornare al Gaso. « I Sciùcria) in parte indotti o costretti a battersi contro « di noi, scapparono co i baggàra : molti Hadendoa, raggrup· « pati in villaggi a qualche ora a nord di Cassa.la, presero « .la fuga verso il basso Atbu.ra, attra tti v i dal loro capo « Osman Dìg ma. Alcuni giaadia (antichi sol.d ati egiziani o « loro 11gliuoli) passati cen armi e munizioni al nostro « uampo, asserirono che vi era cong iura fra essi dì venire « tutti a noi, ma l'inopinato attacco costrinse da prima a « difesa, poscia tutti travolse in fuga. « Il battag lione inseguente verso l' Atbara trovò nume« rose orme e tr acce del nemico, ed a una giornata da « Cassala vide pure recinti per molti armenti che erano « scomparsi coi der visci ; ma giunto in terreno paludoso, « cessarono le tracce, ed il battaglione dopo tre giorni di « ricerche rientrò a Cassala. L'emiro lVI usaed Gaidum vuolsi

« zione generale ad El Fascer, dove si supponeva fossero « avviati i fuggiaschi, i quali per timore di esser e trattati « come è costume loro, scompar vero a precipizio cacciati « anche dalla cavalleria baggdra che par e abbia fatto per << quel giorno da r etroguardia. Il rimanente del corpo di « spedizione dovè restare riunito e pronto contro qualsi« voglia ritorno offensivo od impr evedibile eventualità. « Frattanto io attesi alle cure più urgenti dando subito « al capo di stato maggiore, capitano Salsa, al capitano « Spreafico ed al tenente Giardino i seg uenti incarichi : « l 0 Di provvedere al sostentamento ed al rimpatrio « degli egiziani liberati, poco più di un centinaio di per« sone, tenute nel campo di Cassala sia a forza, sia dalla « stessa povertà. « 2• P rovvedere agli Halanga, agli H adendoa, ai Sci« ùcria, ai Beni Amer ed altre famiglie d ì tribù frantu« mate dal mahdismo e qui venute a coltivare sulle fertili « rive del Gaso, in guisa che non patissero danno nel be« ~tiame, ed avessero larga distribuzione nella dura trovata « nei depositi dei dervisci. « 3o F ar bruciare i cadaveri per pr evenir e infezioni. « 4° R icercare i magazzini d i dura, e raccogliere la « preda bellica. « 5° R icercare e rendere inservibili i molti fucili di vec« chio modello· e far saltare le munizioni a noi in utili. « Trofei furono: circa 600 fucili, 700 lance, 100 sciabole, « 52 bandier e, delle quali 10 andarono bruciate, 2 cannoni « da montag na, quadr upedi, armenti ecc. « Poscia incaricavo il capitano del g enio cavaliere Acerbi, « d~ fare _il. progetto p~r un for te, a.tto ad.. un m iglìaio ~ « d~ uo~rum con un pa10 di cannoni, da costruire in pochi « g10rm. Il corpo mahdista era in dissoluzione, e il sue« cesso essen zialmente morale della sorpresa permetteva di « trarre tutti i frutti della vittoria, coll'occupare il focolare « stesso delle razzie contro la colonia. ·

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« che, ferito, coi cavalieri baggàra abbia a stento valicato «. l'Atbara qualche ora a .valle di El-Fascer. « N otizie posteriori da Gos Regieb dicono che il presidio . « di Cassala, colpito dalla sorpresa, sgomento, mancante a « viveri, trascinandosi fra le paludi fino a.U'Atbara, ha po« tuto valicarlo servendosi di qualche barca. « Io rimasi fino alle 23 a Cassala per le disposizioni re-« lative all'occupazione definitiva. Quel posto d'onore toc« cava al maggiore Turitto coi capitani Severi , Spreafico, « Sandrini e Ferini (l" e 3" e 5• compa.gnia del I batta« glio1ie e 2• del IV) e colle bande dei Sabderat e degli « Ad Omar sotto il comando del ten.e nte Giardino. Si ag·· « giunga i due pezzi da montagna agli ordini del tenente « Manfredini, che furono reputati necessari per appoggiare « saldamente la difesa ed imporre al nemico. In complesso « sono eirca tOOO combattenti, trincerati assai bene di fronte « ad un nemico uon armato che di ?'emington, e di fronte a « cavalleria. Essi sono forniti di dura a volontà e di altri « v:iveri per tre mesi con munizionamento .~bbondante. Gli « ufficiali sono tutti orgogliosi di stare a quel posto e di « tenere alta l'a bandiera della madre patria con l'energia, « con la calma e con la serenità colla quale durante l'ope« razione hanno condotto le truppe. « Il raggio d'informazioni è spinto largamente intorno « e non è difficile ornai a chi comanda intravedere gli in« tendimenti e le mosse del nemico. Gli ascari sempre « saldi agli ordini si reputano ornai sicuri di vedere sempre « il nemico in fuga. « Il califa Abdullahi, già tocco al vivo dalla rotta di « Agordat che non ha potuto vendicare, sarà ora furente « contro ohi si è lasciato sorprender e dagli attacchi degli « italiani, ed ha perduto la più valida difesa dello Stato « mah~tdi sta alla SLU• frontiera, il miglior appoggio ·per le « offese contro la colonia Eritrea e contro Suakim, e più « fertili campi per l'approvvigionamento dei SQOi baggàra. « Il nostro presidio non ha che stare sulla guardia, !')VÌ« tare i combattimenti parziali , e nel caso di attacco, te -

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nersi riunito dietro le sue trincee, che non possono a lungo essere investite da nn 11emico, il quale ornai manc~ di base di operazione, di saldezza e fede morale, che non s1 possono sostituire col numero. . . « Il giorno 23 p~rtii lasciando fino al gwrno 29 1l ge.nerale « Arimondi con un battaglione, per aiutare la sollec1ta co< struzione del forte ed attendere alla definitiva sistemazione « del presidio. « Nel ritorno io ordinava che le comunicazioni fra ~~gordat « e Cassala seguissero omai la via per Dama e il paese degli « A.lgheden perchè più interna, perchè nei monti offre posi« zioni meglio atte a difesa di pochi contro molti, perchè è « più vicina alla banda dei Baria che oc~upa i mon~i d~ Lebi, « perchè inoltrandosi la stagione delle piogge la v1a d1 Dun« quat può essere interrotta dal gonfiarsi. del Barca e dalle « pa.ludi che si formano presso Balaghenda. . Perciò la ba.nda « degli Algheden va· acl occupare l'antica sede nei suoi monti; « e dopo il raccolto vi l].ndranno la tribù dei Sabderat e « degli Algl:ieden, già cacciati dai rnahadisti; perciò il tele« grafo permanente con fili dello Stato si p~·o~un~herà oltre « AO'ordat verso Biscia e Daura. I magazzm1 d1 Agordat « sa~a.nno sempre provvisti con deposito abbondante di « munizioni, vivei:i, medicamenti. « Ecco, Eccellenza, la relazione sommaria ohe nella ressa « de()'li affari ho potuto combinare intorno al colpo contro « C~sala.. ~ltre considerazioni militari e politiche mi pro« pongo inviare più tardi. « In tre giorni il corpo di operazioni st e riunito ad « AO'ordat. In quattro giorni da Agordat si trovava dinanzi « a bCassala, percorrendo guasi 200 chilomet:i in circostan.z~ « difficilissime per viveri, per acqua, per c~ma, per serv1z1 « di vigila.nza, con tale ordine e disciplina che mai si ebbe « un all~rme in terreno sempre yercorso d~ razzi? ne~iche. « E dopo una marcia notturna, m terreno 1guoto e spm~so, « nel silenzio più perfetto, presso l'acoa;mpamento nemico, « mosse all'attacco c..:on tale insieme, da bastar e un combat« timento di avanguardia per porre in fuga nn nemico

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« fiero come i Baggàm ed appoggiato ai suo! foco lari. « L 'ascendente assolut0 degli ufficiali sugli asca?'i, l'intera « fiducia reciproca, l'ordine e la disciplina, la tolleranza « agli strapazzi del nostro corpo coloniale, hanno r eso pos« sibile un colpo di sorpresa rapidissimo, che ci ha data la « vittoria completa con minime perdite. « Il comandante del corpo d'ope1•azione

« Generale O.

BARA'l'IERr.

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Ci è piaciuto trascrivei·e integralmente questa par to della r elazione del Govern~tore perchè meglio si possa comprendere l'altezza della mente di chi condusse l'impresa, e possa la fiducia degli italia.ni meglio riposare in lui per qualunque evenienza avvenire. Si è pur troppo così scettici ed increduli ancora in Italia, quando si tratta della nostra giovine colonia, che non sarà piccolo vantaggio quello di convertire a questa causa molti, che per ignorai1za della storia dell'Eritrea, ne fanno i più tristi . prouostici, parla ndo dell' Africa a tempo perduto, di essa - ciarlaado acl or ecchio come giustamente d ice F erdinando Mart~ni. Il colpo su ' Cassala doveva essere condotto con rapidità e sorpresa, ed era nel primo intento del generale Baratieri di tornare indietro dopo aver distrut to quel covo per noi minaccioso. Ma, il Governo italiano ordinò che Cassala fosse tenuta, e così i primi lavori cominciarono a prendere il carattere di permanenza e furono, in conformità del bisogno della conservazione, .modificati. Il mercato di Cassala fu aperto, e fin dai primi g iorni fu molto frequentato. I lavori del forte, immediatamente iniziati, in pochi g iorni p rogr edirono, e molte famiglie o fuggite da un pezzo da Cassala, o travolte dalla fuga dei Baggà1·a rit ornavano a prender e concessioni di terreno ed a mettersi sotto la protezione della nostra bandiera. · N on sono facilmen te calcolabili i vantaggi militari che colla presa di Cassala dovrà risentire la colonia Eritrea. Cassala è padrona del le strade che dal sud pdrtano a Massaua, di alcune direttamente , di altre prendendole di

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fianco ed a rovescio : ha dominio sulle strade che dal centro dell' .Abissinia vanno al Sudan, skade che o scendono pel Gaso (Mareb) e per il Setit (Tacazzè) ; ed è padrona d~lla via pel corso dell'.A.tbara a mezzo di El-Fascer e Gos R egteb funzionanti da posti avanzati. Evirlentemente l'importanza interna, l'antico splendore di Cassala erano già spariti da un pezzo quando la bandiera italiana fu por tata sul forte Baratieri: l'occupazione dei Dervisci durata dal 1885 l'aveva trasfor mata completamente. Quasi tutta la parte della città in muratura era scomparsa, e si addossavano soltanto agli edifizi crollati e devastati le capanne delle tribù vicine. È assai breve la storia di Cassa.la. Fu costrutta dagli Egiziani nel1840 quando fecero ai loro possedimenti l'annessione della provincia del Taka. Essa doveva servir ai su?i. fo~dat?ri per baluardo contro le freque nti . scorrerie, sp~ch~10n1 abl~­ sine, e da base d'operazione per future espanswm. N el 1861: era cinta di muro e con fosso largo e profondo, e con torn fiancheO"O'ianti, ed aveva 8000 abitanti oltre la guarnigione. Nel ui~ si calcolava la popolazione oltre ai 25,000 abitanti. F ertilissimo è i.l territorio intorno a Cassala, specialmente a nord ed a nord- ovest con a.tti~udine larga alla coltivazione di cereali e di cotone : verso sud e sud- est il paese è montuoso e poco coltivato. E ra principale commercio di Cassala la gomma, ol.tre all~ pelli ed aU:avorio, alla cent, pe~me di stru~zo e~ altn gener1 eli minore import~nza. Tra la v ut C:1.ssala-Sualnm e CassalaMa.ssaua (per K eren) il commercio preferiva la prima perchè più sicura, mentre la. seconda era infesta ta nel prim.o tratto dai Baria e dai Bazè, e dagli Abissini fra K eren ed 1l mare. Ora invece è mol to pitt sicm·a la seconda via ( ~assala­ K eren- Massaua) perchè corre tutta in territorio occupato dall'Italia. Da Cassala si partono inoltre altre vie da carovane, tra cui a) la via Gheclaref (Suk-Abusin) Gallabat, .Abissinia, b) la via al Ghedaref Ab u-Harres, Kart~un, c) la via a K orasi, attraverso il deserto per Kartum, d) la. via a Fillik per Berber. 93 -

ANNO IL.


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DA ASSAB A CASSALA

Le mercanzie che provenienti dai paesi Galla si son fermate ai mercati di Baso e di Gondar hanno la preferenza per la via di Metemma-Tomat-Kassala, piuttosto che attraverso l'altipiano per venire a Mao;saua. Le mercanzie invece del Sudan che preferiscono·, per via più breve arrivare al mare, scelgono la via Abu-Harras e Suk-Abu-Sin. Dopo il passato splendido commereiale del mercato di Cassala, _non sarà tardo il risorgere dell'antico splendore quando un periodo di pace sicura avrà quietati gli animi timorosi, allontanati i pericoli ed assicurate le strade. Frattanto, pel colpo improvviso dato ai Dervisci togliendo loro Cassala, la frontiera occidentale non temeva alcuna sorpresa, almeno pel momento, mentre dalla frontiera meridionale cont inuava la calma. L'attitudine deferente e rispettosa di ras Mang~tscià e dei suoi capi pel Governo del!~ colonia non avuto da un pezzo alcun mutamento temibile, cosa già mirabile in Africa, dove politica, amicizia, trattati subiscono sempre l'influenza della passione personale e dell'intrigo. Così, pure con Menelìk ras Mangascia si mantenne fedele subordinato, e~ il 2 giugno andò a convegno dell'Imperatore a B orumieda, dove sperava avrebbe ottenuto il titolo di Negus (l) del Tigrè. Mangascia fu molto deluso, perchè ricevuto in apparenza con molte feste dal Negus-Neghesti, col quale scambiò moiti doni, trovò in sostanza freddo e forse sospettoso il contegno di Menelik, che non gli conferì l'investitura di N egus, ed anzi trattenne seco ras Alula permettendo a quest'ultimo di rimanere alla corte scioana. Gli ottimi trattamenti fatti al fiero Alula, che s'era guastato con :iYiangascià di recente, àmareggiarono sempre più

(l ) Al convegno Mangascià offrì a. Menelik, secondo l'uso, più di 100 fucili e varie -mig liaia di talleri, e riceveva dall' Imperatore una sciabola e uno scudo dorati, il lemt (specie di pelliccia di pelle di leone Òdi leopardo), il ma1·glLej (camicia riccamente ricamata), un cavallo ed un muletto con bardature 'in a,rg ento, la corona di re· Giovanni, e 500 mulet.ti.

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il capo del Tigrè c~e non pose tempo m mezzo a tornarsane indietro. l~s Mangascià, che prima di recarsi al convegno non aveva tralasciato di seri vere al Governatore le solite prot este di amici;;;ia annunziandogli il prossimo viaggio, anche al ritorno rinnovò le sue proteste di amicizia sincera. La colonia Eritrea:, tranquilla sul confine meridionale, continuava alacremente a pr13pararsi alla prossima. risco::>sa che i Dervisci avrebbero tentata senza fallo, mentre all'interno i nuovi ordinamenti fin dal lù luglio dell'anno 1894 erano andati in vigore (l), con non poco benefizio · per .la speditezza degli aJì:'hri _c onciliata con l'economia.

{l ) Col p luglio 189<1 andava in vigore il bilancio unico nella Colonia Eritrea. Pel nuovo ordinamento era affidata a.l Governatore, alla dipendenza diretta e sotto la res ponsabilità del Ministero deg'li esteri, la ges tione delle entrate coloniali e delle spe~>e, le quali tutte fino al 30 g iugno precedente erano state suddivise fra il bilancio ufficiale della colonia e il bilancio generale dello Stato. Secondo il recente ordinamen to il g;overno della colonia è costituito, dall'ufficio del Governatore, ufficio politi.co-militare, ufficio centrale amroìnistt-ativo, ufficio a.ft:.tri civili, uffieio del demanio, ufficio del consulente legale. Sono uffici esecutivi, la cassa centrale, e le casse succurSIJ.lì- di Asmara, Keren, Assab e Napoli (cassa del deposito della eolonia Eritrea), la dogana di Massaua con attribuzioni di capitaneria di porto, gli uffici postali e telegranci di Massaua, Assab, Asmara, Keren, e le collettorie di Ghinda e Adi Ugri, l'ufficio di pubblica sicurezza e l 'ufficio tecnico. L'ordinamento g iudiziario nel distretto di 1\ofassaua e nel contro abitato di A 1·chico è composto del conc:iliat ore, del giudice unico, del Tribunale civile e penale, del Tribunale penale funzionante da. Corte di Assise, dal Tribunale militare di 'Massaua. Nelle zone di Asmara e Keren oltre alla g imisdizione locale dei notabili delle tribù raccolti in assemblea secondo ht t:onsueturline, e dei capi delle tribù e dei villag·gi specialmente designati, e dei Cadì, secondo gli usi telig iosi, la g iustizia è amministrata dai residenti coi11e conci liatori, dai tribunali d'arbitrato, e dai t ri bunali militari presso le t ruppe concentrate. Nel centro abi tato di Assab la giustizia è anpninistrata dal commissario e dalle autorità. g iudiziarie di Massaua.


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XIV. (1894). Cenni sulla potenza dei Oervisci. - Avvenire di Kassala italiana. - Pretettu•·a upo· stolie& nell 'Eritrea. - L 'Italia sulla costa dei Benadir. - Ricognizione di ~feluia (17 novembre 1891). - !nfiucoze straniere in Abissinia. - Milizia .-olontaria di europei nella colonia. - lncreroeoto del commercio n'et porto di ~fassaua. - lodemaoiuione di territori. - Considerazioni.

. Era stato in vero straordinario il rapido espandersi del· l'idea mahdista (1), sostenuta nelle n umerose popolazioni e tribù dell'Africa centrale dalle vittorie ripetute dagli emiri del .Mahdi Mohamed Ahmed, d'avanti a cui ad una ad una soccombevano e si ritiravano le disseminate gmwnig ioni egiziane del Sudan, e contro cui invano gli inglesi stessi spuntarono le 'l oro armi . Una serie quasi mai interrotta di trionfi dei ribelli aveva il suo epilogo attorno a Kar ~um bloccata, presa e distrutta insieme alla vita di Gor dou. 1\>fa dal 1885 il S udan è in fiamme : il Mahdi fanatico 1\fohatned Ahmed ò scomparso dalla scena del mondo, e la sua idea religiosa è affievolita di giorno in g iorno da lotte intestine, cho precipitano la trasfor mazione della lotta religiosa, in evoluzione politica. Tra le lotte ed il sangue raccoglie la. temuta ed ambita corona il Califa A bdulla.hi, e d'allora l'autorità. dei B aggàra prende forza e potenza, tir anneggia i sottoposti, formando una. specie di salda aristocrazia in mezzo alla confusione e mescolanza delle tribù. Nei tempi del maggiore splendore, e dopo che dagli antichi accampamenti del Kordofan e del Darfour si erano sparsi per tutto il Sndan, erano divisi in varie tribù, quali gli Habania , gll Hosvazma, Manate E l Gima, gli Hamid, gli Homra, i R esigat, i 'l'anascia (2) ed altri ancora. Ascendevano questi Dervisci a circa 500,000 persone. L e lot te in-

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(l ) L'in!': urreziorw mnhdist:.t data dal lug·lio 1881. P ino a quell'epoca il S udan el'::\ tenuto dali'Eg·itto con g uarnig ioni sparse nelle varie provincie. (2) L'attuale Califa Abdullahi è della t ribù dei Tanascia.

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terne ed esterne e le calamità li decimarono a plU riprese, ed ora il nucleo di tanta forza si r aggruppa acl Omdur ma.n (accanto a K artum distrutta), in numero di forse 3?,00~ armati. Il governo di Abdullahi irradia per mezzo. de1 suo1 Emiri la sua autorità nelle provincie l9ntane, e 1l grosso delle forze militar i, composte di giaadia (l) e di schiavi, combatte dov'è trascinato dai B aggàra, più per terrore dei tormenti che per fanatismo o alcun sentimento personale. Tale è oggi la forza dei D ervisci e su tali basi f?ndata.: Intanto Kassala si consolidava a lla difesa coi mezz1 adatt1 a resistere alle armi del Sudan, e si preparava al fiorente f~Yvenire che deve sorriderle appena ogni pericolo sarà cessato. Con la conquista di quella posizione si apriva al commercio della colonia non soltanto il Sud an orientale, ma anche tutto il versante occidentale dei monti etiopici. D i là. scendono, l'At bara e il N ilo A:;,zurro, apportatori del limo fecondatore del vecchio Nilo, e lungo quel versante si distendono, la regione del Ghedaref (2). il Gallabat (3), il Dar- es- Somali (4), il Dar R osaire ed il Fazoglo (5), per ta· cer e di altri paesi d'importan za minore.

(l } I giaadia sono gli antichi soldati egiziani e i loro figliuoli. (2} n Gheda.ref è regione fecondissima per la coltivazione dei grani, ed ebbe in tempo non lontano ricchissima produzione di cotone. {3} n Gallabat ba vario il clima e differente nei suoi p~n~i, la produ~ zione si presenta assai bene alla. coltura del cafl'è e dell uhvo. Come e la parte commerciale dell'Abissinia centrate è pure ottimo punto di difesa abissina, g iacché di là. molte strade si addentrano, per dirigersi a Gondar ed al lago Tsana. / (1) n Dar- es-Somali, posto a sud del Gallabat, non è regione abbastam:a conosciuta. Vuolsi da qual11he viaggiatore cbc sia ricca di miniere. (5j 11 Dar Rosaire e il Fazog!o sono sulle rive del Nilo Azzurro, ~ov.e questo fiume uscendo dai monti del Goggi::un perde il suo nome pr1m1~ tivo -rli Abai e prende quello di Bah?- el i.l.z?·ek (fiume azzurro). I montr dl3l Fazoglo contengono generalme nte oro, che dai tempi antichi gli abitanti raccolgono nella sabbia dei torrenti. Al principio dell'occ upazione egiziane del Suùan vi si coltivarono miniere de l prezioso metallo, 01:a ab bandonate. Si vuole che ne l Fazoglo fossero le miniere che per migliaia d'anni fornirono oro a i Faraoni


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DA ASSAB A CASSALA.

Tutte queste regioni ed il Senna.a.r (l ) fornirono, in tempi non ~emoti, al commercio della costa i loro ricchi e vart prodotti. E quando la via Kassala-Massaua non turbata da incursion i e razzie aprirà la fiducia negli abitanti delle più lontane contrade, rifiorirà. certamente questo ramo vitale dell'attività umana, sotto il vessillo maestoso della pace e della cìviltc~ che l'Italia vi avrà portate. E il momento non è lontano. Occorreva alla colonia Eritrea intanto un assetto miglior e circa la missi.one cattolica esistente nel suo territorio, la·quale per essere esclusivamente francese non poteva non dare occasione a facili attriti, alimentati da ricordi sgradevoli del passato per la consueta gelosia della nostra. nazione sorella. D'altra parte l'espu.nsione della ci viltà e della religione con missionari d i altra nazione nuoceva molto all'allargamento dell'italianità nella nostra colonia ed alla diffusione della lingua nostra. La missione cattolica, con re&idenza a Keren, era diretta dai padri lazzaristi, fra ncesi. ed aveva a capo, in qualità di vieario apostolico, monsignor Crouzet, mente elevata e vasta. Nessun grave dissidio turbò mai la r elazione del governo della colonia con la miss_ione, ma i piccoli inconvenienti non erano rari. Con decr eto della Congregazione di Propaganda Fide sua Santitit Leone XIII ai primi di setf.embre del 1894 istituiva per la colonia Eritrea una prefettura apostolica autonoma, italiana, con residenza a Keren. Veniva con quel decreto soppressa ogni altra giurisdizione esistente, ed estesa

(l) Il Sennaar è po:;to fra i due ~ili (bianco ed azzurro) fra il 120 e 15° parallelo. Sono prodotti principali le gomme, i cavalli, i camelli, asini, buoi, pecore, e capre, e qualche elefante. La città di Sennaat·, capoluogo della provincia, è sulla riva sinistra del Nilo Azzurro ed è centro di molte vie carovaniere, fra cui principale quella che costegg·ìa il fiurrie: le altre strade tondono all'altipiano abìsssino, al Mar Rosso cd al Kordofan. Fu altra volta mercato importantissimo di belve feroci.

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quella della prefettura su tutta la zona d'influenza italiana. Infatti i limiti erano fissati : a) a levante, lungo il littorale del Mar ~osso da Ras Kasar :fino a R aheita, esclusi i possessi francesi dello strett? di Bab- el-Mandeb ed incluse tutte le isole che lungo 1l littorale s uddetto sono sottoposte al dominio italiano ; . b) nell'interno della linea che partendo dai. limit i. de1 suddetti possessi francesi, prosegue verso p~nenve,. e Cl~CO­ scrive l'Abissinia fino alla congiunzione de1 fium1 Set~t ~ Menatepe, verso il grado 40•, 10' di latitudine nord; md1 seo·uendo il corso del Setit, Atbara, e volgendo ad ~st, va t':> a raggiungere il mare a R as Kasar. . . . Fu sceìto <i.ll'ufficio di prefetto apostohco 1l padre MIChele da Carbonara dell'ordine dei Cappuccini, e questi assumeva il 9 dicembre dello 8 t,esso anno la prefettura dell'Eritrea, con cerimonia solenne a Keren, nella chiesa della Missione (l).

-1' :-::-, "on s .. r,1

f or di luogo accennare ai particolari della cerimonia che ( 1 u ·d· ebbe luo"'O alla presen1.<> del Governatore, e degli ufficiali del pres1 IO di Keren~ che ci risultano dal giornale L' .A.{rlca Italiana di Massau~. Un frate lesse in latino i decreti che istituivano la prefettum apostol_l~, ponendovi a capo il padre "Michele; e quest~ ~ecreti li. :~dusse pot m tio-rino n padre Coulbeaux ~della cessata mu;siOnc lazzanst.a). ~' 11 prefe tto apostolico, nominato poi a suo vicario generale i~ 1~ad~e <~ Seraftno da Collepa rdo, che fu già in Assab pel' quattro anm, Indi" rizzava al pubblico queste parole : .. . . « Questo è quanto portiamo a notizie di tutti, e tuttiJnVItando ad tn« na.lzare ,,ive e fervide preghiere per il nostro santo Padre Leone pe:C~è « il Signore lo conservi a lungo per il bene della Chiesa e del. Cl\'lle • perchè con lui tutti concorrano a govemare e portare 111 porto ,, consorzi0 , . . Ile p ·e « la navicella dì Pietro e portare pane alla società. E 1~s1em~ a . t -· , .,.hiere l'el santo Padre e per tutto l'episcopato cattolico, altre mnalz1amo " ~ Dio fervide e vive per le loro Sacre Maestà H.eali Umbert.o l ~ ~[~r.• ·t· nostri Sovrani perchè Iddio li conservi al bene ed alla felicita • g h ert a, ' . . . e 1npre « del popolo, perchò nella pace e nella unione d~~li. am.mi sta s ta « loro dato di promuoverl" ogni giorno più la CIVIltà. crtsttana, che s loro tanto a cuore e c-he han no dimostrato di amare tanto: e finalmente, :: a titolo anche di gratitudine, pregare per colui che co~i degnam:nt~ . 1 • qui rappresenta. la Nazione e la civiltà cl'istiam•: che coadiUvato da t,•:~ « valorosi molto ha openltO o ancor più opererà col senno e cou la mn Ì « perchè in ques te lontane contrade sia. un problemn. sciolto quello de

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. La colonia E ritrea, centro di espansione commerciale nell'Afr ica italiana a questa soddisfazione d'amor proprio che le era necessaria aggiungeva altre nuove sensazioni, vedendo da .qu~lche an~o con occhio di compiacenza materna, per cos,l ,drre, lo sviluppo promettente di un'altra costa, sull'Oceano indiano, da cui il nome italiano si faceva conoscere ·con pacifica attività nell'in terno. È la costa dei Benadir, ceduta con pagamento dal sultano di Zanziba.r , o coi porti e villaggi littoranei di Obbia, Itala, ·ua·rsceik, Mogadiscio, Merka e Brava, scaglionati lungo la costa )lleridionale della penisola dei Somali fino alla foce del Giuba. In a lcuni di questi punti della costa fu rono pianta te aziende commerciali, affidate all'attività ed all'intelligenza del cavalier Filonardi, e con lavoro paziente ed abile che agli Italiani non è mai mancato, non tarderà. il territorio retrostante f ••d affezionarsi a quel nome che nella colonia E ritrea portò la sicurezza e il benessere, la pace e la civiltà. · Il Giuba (l } e l'Uebi che con lungh issimi per corsi dai mçmti d~llo S~ioa, per paesi ricchi di vegetazione e sempre comprest ne!la sfera d'influenza italiana, si gettano nello ~cea~o indiano, possono col tempo essere le prime e prinClpah comunicazioni con l'interno, attir ando alla costa il « conn ubio ùi religione e civiltà, di amor di religione e di amor di patria

• uniti in dolce vincolo insieme ». · Poi il padre Michele pronunziò un elevato discorso, mettendo in evidenza il vantag·gio della difl'usione della lingJJa italiana come mezzo di accomuna re i due popoli, l'Italiano e l 'Eritreo, e di accomuna rl i unificati nell'amor di patria, della civiltà e di reli g ione; dimostrò come il Pontefice surrogando ai Lazzaristi i Cappuccini, facesse come l'amoroso padre di famig lia che sa usufruire le forze, l'attività .e l'i ntelligenza dei figli. .. Ai « nostri predecessori. ordine maggiore, egli ha detto, fu ris erbata la fo r« tuna di a prire e di spianare la via, a noi minor i, quella di adoperare « le nostre forze in cammino g ià aperto ». (l ) l\el 1892 n 1893 il capitano d'artiglicl'ia. italiana Bòttego, accompagnato per un tratto dal capitano Gr ixoni, eseguiva una splendida esplorazione del Giu ba e dei suoi at'IIue nti, percorrendo lungh i e difficili Ù.inerari ed a capo di piccola spedizione t ra popolazioni sospettose e temibili tra Berber (nel golfo di Aden) e Brava la nord della. foce del Giuba) nell'Oceano Indiano.

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commercio della penisola somala ed i prodotti della int erna r egione dell' Ogaden. . . T ali pr ospettive non sono parto di sogni, tanto unputat1 da anti-africanisti a quelli che desiderano ardentemente che il nome italiano sia conosciuto e propagato in Africa ; sono invece conseguenza logica della storia di quelle regio~i. Fui'ono visitate nei tempi antichi dai Fenici e possedute m seauito daali Arabi, fì.nchè non vi si istallarono nel medio ev~ i Port~ghesi con le loro fa ttorie. Ora sotto il domini~ e l'amministrazione del sultano di Zanzibar erano decadut1 molto. L 'amministrazione italiana con le sne buone tr adizioni saprà dare certamente verso l'interno della Somalia e verso l'Ogaden l'antica espansione, tanto più che i porti ne sono passabili e abbastanza protetti dai venti. . . Quando l'espansione commerciale dell'Italia iu quest1 port1 dell'Oceano Indiano avrà preso il desiderato sviluppo, t utto il paese interuo al littorale da Ras Kasar nel Ma~· Rosso a Kismayu nell'Oceano sarà sotto la nostra completa mfluenz~, quantunque la line~t della costa abbia un'interruzione alla ba1a di Tagiura, in mano alla Francia, ed alla costa somala sul golfo di Aden, in mano all'Inghilterra. Da quest'ultimo punto la costa continua, girando il capo Gnardafui, per circa 2000 chilometri coi suoi port i anzi accennati, allineati a distanza dai 50 a 100 chilometri uno dall'altro. Frattanto la nuova situazione degli Italiani di fronte ai Dervisci dopo l'occupazione di Kassalà si andava migliorando giorno per giorno. Al forte, g ià, costr uito interam~nte ~ munito di difese accessorie, oltre i suoi mille uomim ed l cannoni, arrivavano periodicamente rifornimenti di v1ven e di munizioni, per resistere qualche mese nel caso che vt si rimanesse· bloccati temporaneamente. S i facenmo ogni giorno ricognizioni nelle adiacenze di. Kassa.la. ed il magaiore Turitto, rimasto al comando d1 ' o ' . . . \ . Ka.ssala militat·e e civile, spiegava la sua ab1le att1v1ta ne1 molteplici lavori di preparazione, egregiamente aiutato dal piccolo nucleo di ufficiali, giustamente fieri del loro posto d'onore. (Continua}. NICOLETTI. ALl'LllAlU ARNOL DO tenente di fMltcria

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L' ORDIKAMEN'rO REGIONALE DELL ..ESERCITO

l'ORDINAMENTO REGIONAlE DEll' ESERCITO

Il fascicolo r della Hivista di f'ante·ria, reca un notevole articolo circa il criterio regionale nell'ordinamento dell'egercito. L'autore, che sostiene .a spada tratta l'ordinamento regionale, cosi comincia: « Un carboncello acceso che cada in mezzo ad un formicolnio, « non mette a S(lqquadro le industriose Lestioline, come la no« ti1.ia d'un riord inamento dell"esercito, inspirato al concetto re« gionale, ha recentemente messo a soqquadro i gazzettieri del « bel paese dove fiorisce l'arancio . « E' dunque in pericolo la patria che le campane mar·tellano « a soccorso? La sacra arce capittlli.na è dunque insidiata da << qualche nuovo barbaro cb e le \'igili oche star-nazzan l'ali~» Vi è forse un po' d'esagerazione nell'avvertire Lutto questo martellare di campane e di starnazzare d'ali ; C<lmonque sia, certo non è avviamento a troppo serene discussioni il chiamare •gli avversari anche molto indirella mente - oche del Campidoglio. Ma passiamo ollre. Ad ogni modo, accettando l'invito « or dica altri se vuole, o «sa, le ragioni sue; ma siano ragioni e non pr'egindizii, mi accingo all' opem di dimostrare il parer mio ; che, cioè, l'articolo in quanto propugna l'ord inamen to regionale in gne?·ra sfond a una porta, non dirò aperta, ma spalancata ; in qunnto lo propucrna per il tempo di pace, domanda secondo rne l'nttuazione di"un fatto che deve costituire un deside1·atnm, una mèta a cui aspirare, ma che per pitì ragioni è, a mio giudizio , ancora assai premaLLH'a.

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L'autore comincia dal definire che cosa sia il sistema regionale, temendo che ancora vivano e vestano panni i di scendenti « di quei due famo si gentiluomin i che disputarono prima e scon« ciamente si ~cia bol arono poi, perchè l'uno dic~va un gran bene < e l'altro dice,,a un gran male del Tasso , che nessuno dei due « aveva letto mai » . E sia, null a di meglio che l' intenders i. - Chiamiamo dunque co n lui sistema dei corpi 1·e.gionat-i quello che consiste nel comporre i reggimen ti co n nomini tralli da una medesima regio ne; sistema delle stan?:e ·r egionali, quello per cui i reggim enti in pace risiedono in quella stessa regione da cui traggono gli uomini ; sistema nazionale, quello che esisteva prima dell'attuale; sistema misto, quello ora in vigore e che tnlli co noscono.

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Tra gl i oppositori al sistema regionale. molti, crede l'autore siano quelli « che si sono immagi nati o hanno finto d'immaginarsi "» (o perchè si de>e sempre credere in mala fede l'avversario '?) « cbe si trattasse di capovolgere ogni cosa mettendo addirittura l'albero colle radici al sole come il noce di cui novella Fra Galdino nei Promessi sposi» . Accomp:1gnamoci no istante coll'autore e ammettiamo pure che gli oppositori di questo genere siano molti; ma lo stesso autore tMitamente conviene che non siano Lutti. O perchè non occuparsi un tantino di quelli altri? l quali non si oppongono al sistema regionale per vieti preg iudizi, o per ignoranza di quello che sin il si stema, ma per ragioni che meritano discussione e per considerazioni che partono da un punto di vista diverso. E il punto di vista è questo: pur ricordando che l' esercito è fat to per la guen·a, e coordinando ogni provvedimento organico a questo scopo, conviene ri cordare che quell'esercito fatto per la guerra comincia dal vivere - e lungamente - in pace. Anche questo è scritto « sui famosi boccali di M o ntel u~·o 1>.


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J}ORDINAMEN'l·O RE GIONALE DELL'ESERCITO

Quindi, quei pochi di cui non si occupa l'auto re se considerando la sola mra eventua li tà di guerra , si trova no pien amente d'accordo con esso, tenendo di mira la lunga permanenza di pace, sono contrari all'ordi namento regionale fin dal tempo di pace. nel nostro paese per i pericoli che essi scorgono uell'attuar·e ora . un tale sistema. Giaccb è dell'utilità di un passa(raio dal piede d1 pace al p ied~ di guerra basato su criteri regionali , creda l'egr·egio autore che nell'esercito oramai quasi tutti sono persuasi . Io con fesso candidamente che pur essendo un assidu o letto.re di giornali d'ol-:ni partito, mi è sfu ggita la querula gazzarra « dei gazzettier·i del bel paese dove fi orisce l'arancio • ; ma anche con questa gazz~ rra l 'a rt icoli~ta conosce abbastanza be rie l'a mbi ente mi litare p CI' sapere che il si ~ tema mi:>t.o inaugurato d:ll ministro Pelloux, pur potend o essere ritoccato quò e lit, $emplificaLo fo rse, rfln lmente soddisfa la maggioranza dell'esercito eire coll 'autore riP.~te: «benedetto sia chi quel sistema in troJusse >> . E con quel SIStema nvremo 111 guer ra nn esercito regionale poichè appu nto come dimostra l'autore l'elemen to regionale rappresenterà 1;84 o; e quello nazionale il '16 o/o· <> . De;.di. svantagg~ del vecch io sistema nazional e, e dei vantaggi d~ un srste~a r·eg io nale, o misto , (l'attuale del miuistro Pel loux) , drscorre cosi bene l'a utore ch e mi P<ire un fuor d'opera il farne · un r iassu nto, e rimnnrlo sem'a ltro i lettori a quell 'articolo, anche per invogliare a legger·l o chi non l'avesse ancor letto. .E fin ~lliÌ , ~hecchè ~e pe ~ si l'autore nella sua foga di pessim rs~lO, hn fJlll - lasc1ando rn pace i gazzettieri che molto probnbrl_ment~ no~ legg~ranno nè la sua nè la mia prosa - mi pare che m odro d1 un s1 ~ tema nnzionale, che non esiste più, e che n~ll'eser:cito i più, . per n? n di r tutti, non rimpiangono, e in prò d1 un srstema regronnle tn gturm . di cui tulli riconoscono 1a necess ità, l'articolista abbia speso molte parole per convincere della gente che era già convinta. Non è il caso dei due fam osi (JenLiluomi nì pugnanti per il Tas~o che non hanno letto, ma ,è il caso di ch i spiega un'energia non com nue per combattere un'ombra. Poichè, mi permetta l'egregio Autore di opinare che ciò che importava dimostrare, colla stessa e\'idenza e col lusso di buone ragioni im piegate a combattere il defunto sistema nazionale, era e~

L' ORDlNA~IENTO RE GIONALE DE I..L ESERC1TO 1

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la tesi seguente: che l'attuale sistema misto non risolve bene il problema delia mobilitazione e ch e quali siano per essere le condizioni attuali occone assolutamente tag liare quell ' istmo del '16 °/. che impedisce di avere anche in pace un ordinamento completamente regionale. E su settantatrè pagine, dieci sole sono consacrate a questa dimostrazione, e non recano a mio parere la stessa etncacia di evidenza delle altre. L'Autore non sarà natnralmente del mio avviso, e di chi sia ragione gi udicherà il pub blico . Prima però di entrare nell'argomento che più m'interessa, che cioè il taglio> dell'istmo sia prem aturo, nelle settantatrè ottime pagine a cui dianzi accennavo, mi si consenta di spigolar qua e li.t qualche aiTermazione assoluta che può essere discmibile. Non allettamento di polemica mi spinge, ma un sentimento più alto. L'Autore dell'articolo gode meritatam ente di larghissimo credito nell'esercito, nel quale - voglio essere urHL volta pessimistR anch'io - vi è una cen a parte abituatf< a giurare in vel'ba magist?·i; perciò quando trattasi di parole sue, siccome autorevoli, è bene come suoi dirsi, cercare il pelo nell'uovo, ailinchè il fiocc o di neve rotolando non diventi valanga . a) Che un sistema nazionale dovesse per chiamar:;i veramente tale, adoltare il reclutamento tenuto pei granatieri. mi pare conseguem:a troppo spinta. Anche col sistema dt cinque o più distretti presi in diverse regroni, si aveva un sistema nazionale; non imitiam o i fran cèsi che chiamano lJjondi tutti quell i che non sono, o dei bei moretti o addirittura rossi scarlatti. E la gente d i pelo castagno, dove la lasciano? ; b) Esami nata ia tabell a I annessa all 'artico lo, non appaiono altre eccezioni all'infuori di quell e, dall'Autore citate, della brigata Pisa col 52 "/o di siciliani e della brigata Cromona col .f.6 % di piemontesi . Ol trechè due eccezi oni, che si potevano facilmente eliminare, non bastano ad inJì rma,re un intero sistema , è giusto osservare che la brigata (~i rgenti col 2 1 % dì piemontes i e col 27 % di emi liani controbilanciava abbaslanza quel fo rte contin gente eli siciliani, e la brigata Cremona col 28 "1. di toscani, il ,19 % di sicil iani e 1'8 "/.di calabresi, meno bene, ma pur tollerabilmente risolveva il .problema ;


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L'ORDINAMENTO REGIONALE DELL'ESERC ITO

c) Noto poi di sfuggita come i granatieri fino a pochi anni fa reclutas~ero. anche in Si ci iia traendo ne numeroso per:$onale; d) L'Autore non mi par equo verso il sistema nazionale. L'essere ora t:-t le sistema non più consono ai bisogni .nostri, non implica che debba sempre essere stato tale. Anche qui la conseguenza è troppo spinta e involontariamente mi l'itorna alla mente l'adagio : ca·t;e a conseqwmtiariis. Ma dell'influenza benefica recat<t dal sistema nazionale, di quella che pllò ancora 1·ecm·e in pace finch é non sarà tempo di tnidiare l'i stmo .... .. senza pe· ricolo di fare un Parwmino. sarà bene disconere più innanzi; e) Il dire dello spirito di corpo che b << ca r;1tLeristica degli eserciti ordinati naziona lmente, ed un otgoglio di sé che si basa principalmente sul dispregio d'altrui ,> non mi pare giusto; prendendo esempio dall 'Autore lo rimand erò ad un mio « scrittarello >> su llo spirito di corpo inserto nella Rivista militm·e di aprile e maggio, col quale non solo a me, ma ctd altr i è sembrato che dimos tras~i cose assai diverse. Quel dispregio d'altrui invece non sa rebbe difficil e nnscesse - o meglio rinascesse - nell'ord inamento regionale ; es~ è facile scrivere che « ltllla l'opera edu « cativa dei capi è indirizzata (uel sistema regionale) allo scopo (i di insegnare a pregiare gli aliri che . con noi hanno comune << la patria e avranno comupi il pericolo e la oloria della rrnerra » e ~ · ' non credo sarebbe ai capi così l'acde ottenere in pratica dei ri· sultati corrispondenti agli sforzi che indubbiamente fn rebhero . Mi affretto però a soggiungere che non per questo ripudierei il sistema regionale , soltanto VOJTei qui dare a ciascuno quello che gl i speLla. E perciò, per essere nel giusto, pnrmi che alle parole « nel sistema nazionale l'educazione tende allo spirito di corpo » occorra aggiungere dell'esercito; e alle altre : «mentre in quello regional e muove dnllo spirito di corpo »pann i si debba sostituire: « mentre in quello regionale lo spirito di co1·po muove dallo spi l'ito regionale » e più ard uo riesce il fa rlo risalire al concetto più vasto dello spirito di corpo dell'esè!'ci to; . {) Nego poi recisamen te che milita1'i, colla testa sul collo e con in petto cuore d'italiano , possano essere avversi all o Qrdinamento regionale per tim ore t< di minore resistenza morale al pericolo )) in alcune regioni .

L'ORDINAMENTO REGIONALI!: DELL'ESERCITO

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c Io non so bene ,. dice l'Autore << che peso si debba dare a certe idee ct1e hanno corso e cred ito (?) e che potrebbero anche scaturire da pregiudizi paesani o forestieri :& • Vado più in là dell'Autore e non dò nessun peso ad idee che possono aver corso e credito soltanto fra gente che hanno gli occhi e non vedono, hanno gli ot·ecchi e non sentono , e somigliano a quell 'inglese che notò conscienziosamente sul suo libro dì viaggio « fallo il . giro del lago di Ginevra » dopo averne percorso le rive in un citar a cotè., di cui la sola apertura laterale esistente in que.i veicoli era volta verso terra. Nell'esercito - lasciamo da. banda i gazzellieri - qualunque ufficiale non sia spiri tualmente parente di quell'inglese. devo aver perduto nel contatto coi soldati d'ogni provincia molti pregiudizi paesll ni e forestieri, e aver riconos~iu to che l'ita.liano è ottima pasta di solda t o a quallmqtte ?'egione a~Jpartenga; g) << Col recl utamento regionale si ha la perfetta co rri:>po ndenz~ . anzi la coincidenza degli ordini mili tari coi politici» qui evidentemente si parla in genere e non dell'Italia, ma di questa coi ncidenza mi occorrerà parlare in seguito; h) La sen tenza che « il sistema nazionale util izza solo l'nomo fi sico ed il regionale anchè il morale » pute d'ingratitudine. Con essa si sconosce la grandissima parte morale avuta dall'esercito nel fare gl'italiani che all'Autore paiono già fatti ma r.he ad ogni modo erano da fare all'inizio del nuovo regno. Se certe idee, ch e l'autore crede abbiano ancora corso e credito, sono. se non sparite, diminuite fino a creare una sola italianità, lo si deve principalmente all'esercito . L'amore che - non prenda abbaglio l' Autore - anch'io nutro in cuore pel sistema re-· gionale non m'impedisce di vedere quanto bene abbia fatto il sistema nazionale, a quel modo che la nessuna sim patia per gli ordini I'eligiosi non m'impedisce di r iconoscere il bene che ai loro tempi i frati hanno arrecato alla scienza e alla civiltit. In base a ciò, la lun ga, brillante ma per me non altrettanto convincente antitesi in cui tutti i difetti sono attribuiti al sistema nazionale e al regionale tutti i pre~i, meriterebbe una conl'utazione che mi porterebbe troppo lontano, e per amore di bre-


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L'ORDJNAMEN'rO REGIONALE DELL'ESERCITO

vità la sopp rimo. Solo :n'vertirò che di questo · ~) livellamento di affetti, sentimenti e interessi » così funesto secondo l' Autore non mi pare che l'esistenza sia cosi palese come egli vuole. Il paragone del fariJ a · luce intermittente, che illumina l'u:l dopo l'altro i ::ento soltlati che stanno attorno al capitano, c indu bbiamente ingegnosissimo, ma cOtTisponde alla realtà? II capitano che « gua i se crede parlando un linguaggio solo d'nssere capito da tulli ; a tre quarti parla peggio che arabo e tur·co >> è proprio del nostro sercito? Ve ne polrù essere quaiCLtno, e se lo incontro prometto di rarnmenl.armene nel le note caratteristiche, ma nella realtà nè il linguaggio intelti!Jibile da. ftttti i solctati, è così dilficile, nè i capitani ch e lo pa'J'lino, sono così t·ari. E noti l'Autore, che non ho la tenere7.M ch'egli mi sem bra avere per le lezioni di morale fatte al soldnto a mo' di vangelo; e ciò perchè in quelle lezioni realmente il faro è spento per tutti: ma la scuola di morale che pr·ende 'occasione da tutto senza bisogno dr cauedra speciale e che ha per base di l'atto la rettitudine nella disciplina e la cura del soldato senìit c;entimentalismi ma costante e virile. f{uella tutti i SQ.Idati la capiscono e tutti i capitani sa:1no i m~ partirla: se qualcuno v'è che non sappia siriamolo e non pen· siamoci più; i) Otti mo quanto l'Autore espone circa i vanta(Joi per il en metodo di villo, di vestiario ecc che si possono oLLenere col sistema regionale; ·applaudo pure a quello che l'autore dice degli attual i sot t'uffici<1li. Vorrei io pure vedere la faccia contrita di coloro, che rimpiangùno il vecchio tipo di son'ulficiali se, se ne trovassero ad un tratto una deci na per ret)' (rirnen to ·' ~n l) In vece non è dimostraLo come all'inconveniente grandissimo di camuiare l'armamento si ripari col sistema regionale, o fino a dimostrazione veduta ritengo che l'inconveniente sia eguale in tutti i sistemi come quello che dipende da una sola ~ausa: la manca nzct di mezzi per fare il cambiamento colla ~~ss irna rnpidita. E qui vi sarebbero mo lle cose da dire, ma sono estranee al terno. o tiro Yia; ' m) No, noi non dimentichiamo - lascio in disparte l'ipotesi del fin gere di dimentica rsi che sarit forse ded icata ai gaz- ·

· L'ORDINAMENTO REGIONALE DELL'&SEROlTO

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:zettren - i fatti che da Misdea in poi runestarono l'esercito: ma · anche ammesso come dimostrato che l'origine di tali fatti sia .dovuta ad antipatie regionali come vuole l'autore, egl i dovrà .convenire che ha estraLto un'arma n doppio taglio. Egli dice .jn ·sostanza: Vedete? gl'italiani delle diverse prO\'incie non sanno stare insieme; separiamoli. ~ la teoria del togliere l'uso in causa dell'abuso, di cui diceva Cesare Balbo non esservi peggiore abu:>o, che il metterla in pratica . Gli altri possono ribattere: "edete la necessità che gl'italiani si conoscano maggiormente? Essi sono ancora di un regionalismo ad un tem po troppo spinto .e troppo piccino. Ed io star·ei con questi ultimi ..... se i dolorosi fatti accennati davvero ripetessero la loro causa dal regional ismo e fossero realmente di tale gravità quale la nostra morbosa sentimentalitit latina ce li fa apparire. Le cause vanno cercale non ·nell'esercito ma bensì principalmente nell'esempio est~riore , e nella lenta e continua s::~ turazione di idee delittuose di cui il .pettegolo, vanitoso e dannosissimo t·eportage moderno ha ammorbato tutto il giornalismo, che pure dovrebbe e potrebbe essere strumento di b&ne. Nell'esercito vi è una causa sì, ma. estranea al sistema nazionale o regionale, ed è che una supina applicazione dell'obbligo di leva concede a gente che non lo merita L'onore di vestire la divisa del soldato. Ma non usciamo dal seminato. L'argomento dell'autore lo metto a pari con quello dell'asso ciazione di ladruncol i formatasi tra sicilinni nel reggimento di Siracusa, e citato da un giomale mil itare contro il regional ismo, l'uno e l'altro vogliono provare troppo e la prova sfugge loro dinanzi ; n) Infine una grave lacuna trovo nella dimostrazione della necessità del sistem::~ regionale. Non è detto esplicitamente come debbano esser reclutati gli ufficiali, benchè giudicando dal pa..: ragone del faro, parrebbe che anche gli ufficiafi dovessero es~ere regionali . La dimostrazione se ciò sia possibile in Ital ia, o con quali temperamenti e se tali temperamenti non debbano a volte distruggere quegli effetti mora l i che si ripromelle l' Autore dal sistema t•egionale, ci sarà forse dato di vedere nei prossimi scritti ch'egli preannuncia; ma per ora non è detto nulla. 9~

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ANNO XL.


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L' ORDL.VAME NTO REG IONALE DELL' ESERCITO

,. ** E veniamo alle rJgion i per cui mi sembra che l'applicazionedel sistema unicamente regionale sia prematura, e meriti_invece" di essere conservato come sistema gentrale l'attuale sistema misto, pure facendo quelle miglìorie che ora e poi si manifestassero necessarie. L'esercito moderno non può essere come un ente ch.,e viva di vita assolutamente propria, quindi conviene vedere se l'ordinario regionalmente possa per ora recare nocumento alla nostra. vita pubblica. Il paese, che ha dovuto adottare un'ordinamento accentrato per le stesse ragioni per le quali l' esercit~ adottò un'ordinamen to nazionale, ora, saturo della burocrazia che dall'accentramento & derivata, e che ingigantendo e serrando come piovra imman e coi suoi tentacoli tutta la vita nazionale oggi quasi sta per soffocar la, è co:>tretto ad esclamnre come mastro Adamo : E se fossi di tanto ancor leggero Che potessi in cent'anni andar un'oncia" .. l

L'eccessivo accentr·amento ha avuto la sua ora d'utilità, di necessità anzi ; ma le istituzioni umane non sono assolute ed eterne _ Anche il feudali smo ha avuto il suo quar to d'ora d'utilità ; esso· pure fu per qualche tempo un passo avanti nel progresso. Ma ciò che oggi è progresso, fra cent'anni sarà una ?'Ot~tine o. unimpaccio; la storia lo insegna ad ogni pagina. Qual è il . sintomo· pel quule si palesa che un sistema sociale o politico ha fal lo il suo tempo, che la macchina ha uni ta la sua opera ed occorre· cambiar la? Quando esso non si rivela più che per mezzo dei suoi inconvenienti e dei suoi abusi . Ebbene il nostro accen · Lramento politico è arrivato a questo termine critico, a quest(} punto fata le, che dopo aver protetto oppri me, dopo aver vivificato paralizza, dopo aver salvata l' Italia la uccide. L'accèntramento che è un eccellente 1·imedio è un pe.ssimo 1·egime e già da ogni parte uomini autorevoli chiedono che rinasca la vita.feconda comunale o regionale. Il mo1•imento no n è nncora cosi vivo da imporsi ma deoe andare crescendo.

L' ORDINA JIIENTO HEGIONALE DELL'ESERCITO

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Per conto mio spero ed auguro che il principio del nuovo secolo veda il grande ed utile avvento della vita provinciale, e che sul bel suolo d' ltnlia tornino a nascere degli uomini mentre ora non nascono quasi altro che funzionari. Per la vita regionale o comunale abbiamo in Italia ottimi precedenti quasi ovunque, e lo svolgiment<t di essa anche attualmente ·- per quanto costretta l'm gli artigli della burocrazia sta a provarci che può esserle concessa maggiore larghezza e assai più ampia. iniziativa . )la, una instaumtio ab imis fundmnentis non può essere che il frutto più o meno lontamente maturato di una evoluzione, o il risultato violento di una rivoluzione. l'\el caso nostro l'evoluzione lenta non sarà possibile perchè la necessi tà della trasformazione non tarderi.t ad imporsi ; l'evoluzione avrà moto così vivace da rasenl are la rivoluzione, da sembrare tale anzi ai più timidi. Ora perché in questo moto cosi celere non manchi il ft·eno che impedisca al veicolo dell' unitit nazionale da rotolare pet' la china e d' infrangersi , è necessario a mio modo di vedere, che l'esercito mantenga in pace l'ordinamento nazionale flnchè il paese non si sia mes~o bene i'n assetto e la vita regionale sia diventata la sua vita normale. Non vorrei· che la parola {1·eno ricordasse ad alcuno il « stringiamo i freni » del vegliardo di Stradella; senza escludere - dii avertant! - la dolorosa even tualità di una simile interpretazione è sopratutro nel senso di non allen tare nd un tratto tutti i legami nazionali che io vedo nell 'esercito qÙ.al iJ ora in pace, un freno che permetta di compiere senza r ompersi il collo il passaggio dall'accentramento al decentramento. I n una parola all'ord inamento regionale dell' eserci to, deve precedere il decentramento del paese. L'autore dell'articolo su lla lli'Oista di fanteria che è giovane - o almeno più giovane di me - impaziente di raggiungere la mèta che abbiamo comune, dirà: cominciamo noi, gli altri seguirann o. E se l' Italia dovesse sempre rimanere accentrata come oggi, quasi sarei tentato di dargli ragione. Ma io credo nell'avveni1·e del decentramento e ritengo che nulla possa impedirlo, e l'iniziare noi dell'esercito quel moto, non farebbe che renderlo inevitabile al paese senza che a questo noi


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L'ORDINAMENTO REGlONALE DELL'ESERCITO

potessimo poi stendere la mano forte e banefica che lo sorregga nel « suo fa tale andare » . C~ me vede l'egregio autore noi non siamo di visi che da una b~rner·a.' ma p.er vero dite assai elevata; l'opportunità dell'attua.none d1 un s1stema che ambedue riteniamo debbe essere l'obiettivo da conquistare. M.a dirà I'~ut.ore: tu n.on sei profeta o figlio di profeta (grazie a. D~o, perc?c e un mest1ere bacato l) ; e ~e malgrado il tuo con vrncJmen to rl paese non si decentrasst~? Dovrem mo noi drnanere eternamente coll'arma al piede ad aspetta're che si muova? . Etern~mente no ma per qualche tempo ancora e utilmente, n tengo. fermamente di s~. Poco prima ho detto che il sintomo pel ~~u~~e SI palesa che u~ sl.stema !~a fatto il suo tempo si ha quando il. ::.~:>t.ema stesso non SI rileva pm che per mezzo dei suoi inconreDientJ e dei suoi abusi . Ora, amico au tore, abbandona un istante la toga d'avvocato del sistema regionale; puoi dire in coscienza che questo sia il caso del sistema misto in vigore? Un avvo-· cato nel calor della difesa linisce talvolta per dar del birbone anche alla vittima che ha avuto la mafianità di morire, di una 0 col.tel!ata .iovece,di guarire entro f[Uaranta giorni; ma a quatLr'ocC~Il, cred~ veramente che gl i inconven ienti e gli abusi dell'attule S I.stem~ s1~ no tali da obbligarci a mutarlo in regionale sotto pena dt m.ome '? Ma a che vado interrogando quando nelle tue pagine è chiaramente dello elle resta a fa re sol quel tanto clie basti perchè (l il nost~·o or~inarnento perda il nome e quella pochissima so~tan:ra che glt è nmasta di nazionale l »

~e~onchè quella che, fissi ~li occhi alla mèta, ti appare pochJsst ma sostanza ad altri non sembra così esi!!'ua-: Dal momento ~h e la n?stra mo~ilita~ione ci offre in guetTa,"e. meglio 1:i. offrirà ID avven~re, quast Lutti i vantaggi del sistema regionale anche tenendo 10 non cale la ra~ione per me principal issima dianzi esposta che ci impedisce di saltare il fosso, io trovo nel!'esereito stesso altre ragioni per ritardare il salto. In non credo nè così inutile ne cosi difficile come dici il forzato contatto delle diverse

L'ORDINAMENTO REGIONALE DELL'ESERCITO

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regioni atlraverso le file dei n~ggi menti . Se molte ragioni di semplicità, d'ordine e di finanza non si opponessero credo anzi sarebbe util issimo che ogni reggimento si recl'ul.asse come quei reggimenti granatieri da cui entrambi proveniamo e nei quali il lungo contatto con soldati eli tutte le provincie mi ha - confesso insegnato a stimarle tutte e mi ha fatto perdere alcuni pregiudizi regionali che - tomo a confessare - facevano parte del mio bagaglio di sottotenente. Forse qualcuno crederà che io sia stato l'ultimo sottotenenle che possedesse pregiudizi regionali ; ma qui, malg 1~ado l.ulto il mio ottimismo, mi ribello a quest'ipotesi e af· fermo che allora avevo molti compagni .... e che gente da convertire ne rimane purtroppo anche adesso . Ma se l.ulli i regAimen ti non po:w>no essere come i nostri bravi granatieri, non è detto che il contatto fra il minor numero di regioni torni inutile nei reggimenti di fa~teria. Se avessi tempo e danari per fare il giro del mondo sarebbe una vera bazza per me; ma se ne avessi soltanto per..visitare pula caso lo Francia dovrei rinunciarvi perr-hè il giro del mondo sarebbe mi~lior viaggio ? Oi·a anche il parzial \l contatto nei reg~imenli di fanteria è utile e dà· buoni frutti; tanto più che una cosa è da considerare: a chi maggiormente importa pe'tdere i pregiudizi? Non ai soldati ma agli ufficiali; e questi per promozioni od altre cause cambiano spesso di reggimento e così conoscono soldati d'ogni regione. Certo il senso attuale di italianità è già grande ma è ancor ('teseo; affermal"!o vieppiù, mdicarlo proprio nel cuore degli ufficiali in modo che vi si abba1·bi chi così saldo che nessuna mala bufera regionale giunga a divellerlo, non sarit lieve vantaggio . E qui di volo - perchè non voglio r·ipetere quanto ho già scritto sulla Ri·oista militare, persuaso che un oi·ùinamenlo regionale non possa vivere bene sen~a un corpo d'ufficiali di sentimenti allamente nazionali, accenno che occorrerebbe aver risolti) - e ottimamente - il _gr·ave probl ema del reclutamento uffìciali e del loro avanzamen lo. Due problemi che non sono - specialmente il primo in via da essere risolti.


L'ORDINAMENTO REGIONALE DELL'ESERCITO

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t.'ORD I NAMEN'l' O HEGlO('(ALI!: DELL' ESERCITO

,. ** Un'altra ragione per la quale il sistema regionale non s'impone all'esercito come s'impone al paese è che se questo ha ottime tradizioni di vita comunale, l'esercito non ne ha affatto. Come esm·cilo, intendo·. l ricordi italiani nostri - chi ne ha - sono del quarantotto e sono di tumulto popolare, si che an ch~ troppo a taluni paiono i soli adatti al carattere italiano. Colle masse attuaÙ , bi"sognose di discipli na come del pane, tali Lt:ndizioni non sono il migiior ricordo da evocare. Un'altra ragione ancora: l'onda di clericalism o r.he ora si alza gonfia e minatciosa, e alla quale il dispetto dei li berali per le improntitudini massoniche ha lasciato prendere più impeto che non convenis5e, giunta all'esercito oggi fortunatamente si infrange. Anche tra noi i clericali cercnno infiltrarsi di soppiallo coi ricreatorii militllri, dei quali forse taluno troppo poco si preoccupa , ma in ::;enere vera propaganda non si fa ancora e se si facesse pronta !li opporrebbe la massa degli uffici<lli. Sarebbe lo stesso in un ordinamento regionale ..... sempre in pace intendiamoci? Io non sento il bisogno, come fu detto dal decano del giornalismo, di mangiare un prete a colazi one, un frate a pranzo e un vescovo a cena ; ma tultavia diffido molto dell'opera di un clero che appare regnicolo soltanto sui registri dello stato civile, ma che non è assolutamente ·i taliano. Il nosti'O e~ercito non dispone di una gran leva che è nelle mani di altri eserc ~t i: il sentimento reli~ioso; anzi , il sentimento religioso, sfruttato poli ticamente da gente che a sensi non italian i congiunge una discipli na stretLissima e che ha ancora una grande influenza suìle nostre donne, può recare grave intralcio alla com p~ttezza e alla disciplina dell'esercito. E ne.l proprio paese, con l'influanza femminile delle madri, delle sorelle, delle amanti influenzate a loro volta dal cl ero, riuscirit facil e come ora al sol · dato di essere un buon italiano senza cessare di andare a sentire la domenica quante messe vuole? Io crerlo di no, e fìnchè

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.:avremo quella spina del clericalismo politico confitta nel cuore .credo. che esso sarit sempre pr•1nto a cercare di soffocare la -vita nostra italiana. Venga un giorno che l'elezione di uno stra,ni ero a s<•mmo Pontefir.e snebbii la vista a tanti italiani , e ri·desti anche in essi il sentimento patriottico ..... ma mi si perdoni la involontaria digressione tnnto pitt inopportuna che ora ,la religione ..... è di modn.

* ** In alcune provincie poi, le quali , per varie ragioni che ·non è qui il caso di indagare, hanno insito nel popolo un sentimento

di permanente ostilità al governo e le qunli sono travagliate dn sette politiche d'ogni specie, tornerà cosi faci le c'ome crede l' Autore di afi'errare il soldato come in un ingranaggio e, volente ·O nolente, piegarlo? Ben è vet·o che l'Autore dice a questo si rimedia coll'adot·tare il sistema dei co1·pi 1·cgiona~i anzichè delle stanze regionali; -ma certo, se egli vagheggia il sistema regionale, la sua meta - come la mia - non sarà quella dei corpi ma bensì delle ,stanze regionali. E su quest'argomento ancot'a aggiungerò: Deploro anch'io col· ·l'amico Autore che l'esercito lo si adopet·i più che 1wn sarebbe ..conveniente in uffici di sicurezza interna; ma olti·echè la piega presa è tale che non ·~O$i prestamente sarà. dato di raddrizzarla, quella fatale economia che ogni tanto viene a tagliarci le gambe ·quando più si vorrebbe correte, impedirebbe nuualmente di -spendere quello che occorre per costituire una polizia che basti a sè stessa nelle ci1·wstan:c, ordinarie anche g1·avi di sicurezza -inte1·na. Dico circostanze or·dinarie anche gravi poiclu! nella lotta vera, contro una vera ribellione, il senti mento d'onore del soldato si desta potente come in guerra e le defezioni non sono possibi li. Ma quando pot1·emo avere questa polizia che li ber·i il :Soldato dal pesante e ingrato servizio di pubblica sicurezza'?


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L'ORDINA~ ENTO REGIONALE DELL'ESERCITO

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* .. Concludendo: a mio avvi~o - anche a costo che l'Autore mr accusi di trovare, nuovo Pangloss, che Lullo vada per il meglio nel migliore dei modi possibili - non sono ancora maturi paese ed esercito per abbandonare l'attuale sistema misto e adoltare· l'ordinamento totalmente regional e, in pace e in guena. Non conosco all'atto quale fosse il fondi) del pensiero del ministro Pelloux, che ha creato l'ordinamen to misto; ma egti ha dimostrato palesemente di non esser uomo che s'anesti timidodinanzi a pregiudizi, oè tanto meno che si lasci imporre da chi farnetichi; ora, se dinanzi a quell'istmo che io pace ancora. rimane dell'ordinamento n a~ion al e egli si è arrestato, parmi po· terne in ferire the non abbia creduto di aver dato l 'ordinamentc~ definitivo ma bensì quello che - data l'ora e la non matura sta· gio)1e- on?'ivc~ i. maggio?·i lìanta,qgi attualmente possibili in pace. e in guerm. l'

SAVERio NASALLI RocCA mCIQgìore 9JO {arlltl'ia.

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NOTIZIE POLITIOO-MILIT ARI

Il 3i luglio, dopo aver votato, a tamburo battente, varie leggi e leggine che erano all'ordine del giorno dopo la discu ~sione dei bilanci, la Camera si aggiornò per le vacanze esti\•e. Il Senato protrasse ancora per alcuni giorni le sue ~edute approvand_«> i bHanci ed nltre leggi già votate dalla Camera, fra cm ~u ella sul matnmonio degli ufficiali, poi anch 'esso, il 7 agosto, si aggiornò.

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** Frn le ultime discussioni della Cnmern, non volendo tener conto degli incidenti cbe degenerarono in tumulti, fu notevole quella che si fecesulla politica coloniale, nella quale occasione prese la parola il presidente del Consiglio e completò le tlich iarazioni @ià fatte in una precedente seduta dall'onorevole Blanc, Ministro degli affari esteri . L' on. Imbriani, a nome dell'estrema sinistra, aveva presentato un ordinedel giorno così concepito : c La Camera, gelo~a custode dei propri diritti, ricorda al Gove1·no che il danaro della nazione e le vile dei cittadini non possono esser spesi senza la v.olontù d~l Parlamento; (', convinta che la politica coloniale di guerra e di conq uista sia contraria agli interessi ital'iani, invita il Governo ad abbandonarla». L'on. Cri~pi dis;:e subito di non poterlo accettare, perchè in esso si accusava il governo d'idee e di proposi1i ch'erano sempre stati lontani da llasua mente. Quell'ordine del giorno parla di politica di conquista; ma l'altipiano lo abbiamo per il tratta'to di Uccialli; il Tigrè per virtù delle. nostre armi imp ugnate p{'r difende1ci. In quelle terre rimarremo, le difenderemo c speriamo di vincere sempre come abbiamo fatto finora. . Queste vi1torie ci ~ono tanto più ca re in qnanto che sono l~ pnm~ ripor:ate dalle armi italiane dopo gl'iusucces~i del. i~66 . «. St pens1 qual(: scuola è ]' Afric:, per i nostri ufficiali e soldati, st penst c~he dal-


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NOTIZIE POLITICO-MILITARI

NOTIZIE POLIT ICO-MILITARI

l'Africa come dai Balcani può sorgere -la prima scintilla della guerra europea •. In Africa si difendono da noi inte•·eslli e diritti italiani. « 11 govel'llo segue all'interno una politica intesa a restaurare le con. dizioni economiche e sociali del paese; all'estc•·o una politica che, ganmtcndo l'onore e l'autorità .del nome italiano, assicu r·i in pari tempo la pace» . A queste parole seguì una di ~c u ss ione vivace e confusa nella quale alcuni capi dell'opposizione (non di estrema sinistra) pr·oposero che l'ordine del giorno surriferito fosse diriso, cioè la plirte che r icot~ava « non potersi spendere il danaro della nazione e le vite dei-ciuadini senza la v~lontà del Pnrlamento •, fosse \'Otata separatamente da quella che disnppt·ovava la politica coloniale. Ma il governo respinse una p:~rte e l'altt·a dell'ordine del giorno così diviso; la prima pet· le ragioni suosposte, la seconda per altre non meno importanti. « Se scoppiasse un' insurrezione (disse l'on. Crispi), può venit·si in Padamento a chiedere il permesso di reprimerJa<? Se siamo ass11 liti, dobbiamo per difenderci attende•·c il voto del · Parlamento '! Quello che è giil nvvenuto può ripeter6i e, se si ripetesse, ci regoleremmo alln stessa ·maniern. Si dovevano domare dei ribell i c fu rono domati, respingere degli nssalitori e furono respinti • . A questo punto fÙ annunziato essere giunto alla presidenza un ordine del giorno così concepi to. « La Camet·a, prendendo atto delle dichiarazioni del governo passa all'ordine del giomo •. · Crispi: lo accetto. Voci : è firmato dall'on. Budini. Crispi: lo a~ce t to ~gu:.dmen te.

Quest'ordine del giorno che, malgrado le restrinzioni fatte d:J taluno allo suu interpetrazione, suona piena fiducia al governo, fu votato da tutln 1:~ C:~met·a salvo da ·1!1 deputati dell'estrema sirii~tra. Altro voto di fid ucia ebbe ;d J' indomani il governo nella votazjone <lei bilnncio dell'in terno.

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mas-

In Senato, la discussione più importante nelle ultime sedute, sime dal punto di vista militare, fu quella del progetto di legge pel matrimonio degli ufficiali. E l'importanza consistette non tanto in ciò che si è detto pro e contro il progetto (che contro, propriamente, non ha parlato nessuno), quanto nell'opinione espressa e sostenuta che, oltre il

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in discussione (progetto che pwebbe dirsi occasionale), sin neProrretto c l . cessario riformare la legge organica che regola a matena. Quest'ide.-1 venne anziLlltto svolta nella relazione del generale senatore Meu:acapo il quale dice: «Se con questo progetto fu provveduto al presente, non parve alla Commissione che lo fosse pure per l'avvenire. Essa ha r;~gione di temere che le ste.sse cau~e. prima o poi, finit·anno per pro<lune i medesimi effetti. Donde la nccessitt\ di riformare la lcgge .del -1871 che mal risponde ai principi ond'ò retta oggidì la società. , Però ben fece ill\finistro n non accettare gli articoli aggiunti a questo -scopo dalla Commi5sione nel\'nltro t·amo del Parlamento, perchè la l'ifo•·ma di una Jeoae cotanto import3nto non s'improvvisa incidentalmente, c vuoi essero ~~~~~o studiata, pet· non incorrere in inconvenienti maggiori di quelli che si vogliono evitare "· . . . Le 5tesse idee furo no svolte nell'auln senatona da van •cnator1 e specialmente dallo s~sso on. Mezzacapo, il quale dimostr·ò che la legge attuale si eluse in tre maniere: i 0 con doti simulnte; 2• r..ùn doti prestnte da usurai, nel qual caso rappre.sentano un nggravio non un benefizio; 3° col matrimonio religioso, a cui ricorsero IJUOlli che non trovarono neppure un usuraio. Egli conchiuse: che le leg.gi contr:Hie a Ila natura. ~01~ sono .eserruibili, rhe pet·ciò bisogna aholit't! l'obbligo della dote o stabtlrre m vece un l')limite di età e ga ranzie per tutelare l'~morabilità delle famiglit<. L'on. Mocenni, Ministro della guena, senza entrare in siffatta questione, rinnrniò il Senat.o dell'accoglienza fatta al suo progetto e ne dimostrò la ~p;ortunità, anzi la necessità, esponendo la situazione, cioè il mal~ nggravaotesi ogni giorno e l'inefficacia dei rimedi in facoltà del ~limstro. Dopo ciò, chiusa la discussione generale, fu rono appro:au :\Onza osservazioni i quattro articoli del progetto nel testo medesuoo approvato dalla Camera c che i letlori giù rono.>tono. Prima ·di oggiornarsi, nnche il Senato, come la Camera, votò un ordine del giorno che e5primc nel governo piPna fhlu cia.

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** Le manovre di campagna, che ciascun corpo d'a rmata esegui nella propria circoscrizione territoriale, diedero, sotto tutti i rapporti, ec~ell~nti risultati. Quantunque fatte nella stagione più calda dell'anno e quiDdi la meno atta a lunghe e filticose marcio, pure non s'ebbero a lamentare nè -disgrazie, nè inconvenienti degni di nota. I ricl,iamati dal congedo accot·sero pt·onti sotto le bandiere e, quantunque subito incorporati nelle fila di truppa ollenata e nel periodo culmi-

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NOTlZl E POLITICO-MILITARI

NOTIZIE POLlTICO- MILITARI

nante dell'istruzione intensiva, diedero prova di grande resistenza, facilmente si affiatarono, gi accomunat·ono coi soldati già sotto le armi, gare(tgiando con essi di zelo e disciplina, talchè dopo qualche giorno mal ~i distinguevano gli uni dagli altri. Anche in Sicilia, dove più cocenti sono i raggi solari e dove meno giovani e•·ano una parte dei richiamati (perchè, come è noto, furonO' formati riparti di milizia mobile) si fecero marcie e manovre fa ticosissime in modo veramente ammirevole. Se la nostra milizia mobile t: dappertutto pari a quella che ha manovrato quest'anno in Sicilia (e non v'~ ragione a dubitare) il paese p l~ fa re sovr'essa il più grande assegnamento. Le prove di resistenza date dalle nostre truppe nelle manov1·e di c:Hnpagna ci richiama alla mente, per associazione d'idee, il gran numero di riformati che si ebbe negl'inscritti della leva pei nati nel 1875, dal qual fatto taluno volle dedurre la prova della p1·ogressiva degenerazione fisica della no3tra razza; mentre invece dipende unicamente dal rigore messo nella visita. Rigore beninteso, perchè, quanto più accurata sarà la scelta, tanto minore sarà il nu mero di quelli che restano addietro nelle marcie e tanto meno popolati saranno gli, 9spedali. Siccome il contingente è così numeroso che i nostri mezzi non ci permettono d'incorpo.·arlo tutto, questa scelta rigorosa possiamo e dobbiamo farla.

forza delle varie unità, dalla breve durata delle grandi manovre e dalle speciali esigenze del tempo di pace. La truppa avrà l'equipaggiamento di guerra, salvo per quanto riguarda le cartuccie a pallottola. Il bagaglio degli ufficiali s~rà limita to alle cassette d'ordinanza. Ogni individuo di fanteria, dei granatieri e dei bersaglieri riceverà 4-2 cat·tucce a sa \ve; ogni cavaliere armato di moscheuo ne avrà 24; ogni carro per cartuccie, dei parchi, ne portP.rà 26 mila. Tutte le cnrtuccie sarnnno a bnlistite. I pezzi av1·anno oO cartocci a polvere nera e t>O a fìlite. Durante le manovre nlcuni riparti di fa nteria sarnnno inc~u·icati di sperimentare i seguenti oggetti di corredo: telo da tenda, zainetto, tasca da pane con boraccia, gavetta piccola; più varie specie di calzaturn. Altri riparti di fanteria sperimenteranno un nuovo macinello da ·cam~ ed alcuni eli cavalleria una nuovn lanterna da c:unpo. Lo scioglimento dei corpi di manovra verrà iniziato per entrambi i corpi d'armata subito dopo la rivista finale e sarà regolato dai rispettivi comandi, i quali continueranno D funzionare fi no al 6 ~ettembre.

.. . II 3 co~rente emanarono le disposizioni per le grandi manovre, le fJUali, come abbtamo al tra volta accennato, si svolgeranno nella regione compresa fra Riet1 e Sulmona, sotto la direzione superiore del tenente generale d'Oncieu de la Batie. l due corpi d'a •·mata che vi prenderanno parte saranno rispettivamente soLto il comando del generale Corvetta e de.Y "enera le Bava-Beccarjs. l:! Le manovre saranno divise in due periodi: l'uno dal 22 al 26 aaosto, di manovre a divisioni contrapposte; l'altro dal 27 agosto al 2 sette~bre, di manovre a corpi d'armata contrapposti. n giorno 3 settembre tutte le truppe, che avranno preso parte :il le 'manovre, saranno passate in rivista da S. M. il Re ad Aquila. La com posizione dei due corpi d'armata di manovra c la formar,ione dei com andi, ri parti e servizi vari sarà quella prescritta per le formazioni di gderra, salvo le riduzioni ed eccezioni che sono imposte dalla minor

",. Fra le altre disposizioni più importanti emannti nella c1uindicina notiamo: i 0 la pubblicar,ione di nuove norme per la richiesta e concessione delle ra!Ierme e per il calcolo degli assegni inerenti alle medesime; 2o pubblicazione di una nuova istruzione sui lavori da zappatore della cavalleria, la quale sostit11isce per qucst'a1·ma l' iwuzione speciale per gli zappillori di fanteria e di cavalleria, (7 febbraio !892). Venne promulgata la legge per la leva sui nati nel187~, il cu i testo i lettori già conoscono e quella sul matrimonio degli ufficiali, anch'essa già nota ai lettori. Vennero chiamati agli esami orali, che avranno principio il :1.6 settembre presso la scuola militaxe, 119 sottufficiali aspiranti alla promozione ad ufficiale nelle nrmi combattenti e 17 aspiranti com missari e contabili, i quali nell'esperimento scritto, giusta la circolare N. 7i del :1.7 giugno, hanno riportato l'idoneità.

Dall'Eritrea nulla di nuovo. Dura la stagione delle pioggie e tutto è tranquillo tanto dalla parte d'occidente quanto dalla parte di sud. L' Atbara ingrossato e assolutamente ingoadabile non permette ai det·visci neppure le solite piccole incursioni a scopo di razzia. Lo scoraggia-


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NOTIZIE POLITIC O-MILITARI

mento e la dissoluzione, che oramai hanno preso campo nelle loro tribù rendono assolutamente improbabile e quasi impossibile ogni serio attacc~ da parte l01·o anche quando l'A tbara sarà asciutto. · Le ultime notizie accennàno sempre più ad un loro movimento verso ovest, allontanandosi dalle nostre frontiere. Nè meno rassicu1:anti s~no le ultime notizie dallo Scioa. Secondo queste parrebbe che Menehk abb1a smesso ogni idea di prossime imprese guerresche, avendo con tromandato tutti i preparativ i e allon tanato da sè ras Alula il più ostinato consigliere di ~uena. Le discordie tra i vari ras sono più vive eh~ mai ; ras l\fangasc1à si tron\ fra le montagne quasi aM1andonato. .La .sJcur~7.7.a è completa nei confini deii'Eriu·ea e il prestigio del nome 1tahano s1 estende molto al di là dei confini . Le dogane di Mossaua segnano ogni moso un aumento sul corrispondente mese dell'anno passato. Si. è par.lato molto in Italia negli scorsi giorni e si parla ancora di accordi. tr~ 1! nostro governo ed il governo inglese per regolare e .tutelare megllo 1 loro in t1~ ressi nell 'Africa orientale. Non vogliamo fermarci su questo argomento per nou fab bricare castelli su vaghe dic:erie, ma qualche cosa in aria dev'esserci. . Noti.amo come c1·onisti che la R. nave Dogali è partita per Zeila e che e la pn.ma volta che una nostra nave da guerra si reca a quel possedimento mglese. ., Roma, il 1.4 agosto i 895.

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NOTIZIE MILITARI ESTER E FRANCIA.

Le mwve costm~ioni navali. - Una nota pr()liminare al bilancio ri- . corda il programma decennale, in seguito del quale si era stabilito di spendere per nuove costruzioni e per JO anni, all'inci rca 85 milioni all'anno. Ora totaliz;~,ando i c1·ed iti assegnati alle navi i.n costn1zionc si ha \Jna cifra di 87 milioni 1.55 mila lire, con la diminuzione di L. 1!,4,32,000 su crediti del 1.895, che raggiungono sul bilancio votato a L. 91. ,587,000. Il dipartimento espone intanto che por ragioni di [inanza ha dovuto ritardare d' un anno la messa in cantiere di una coraz.zata e di un avvisotorpediniere, e ridune rispettivamente il numero delle torpediniere da costruirsi d'alto mare e di i " classe da 3 a i e da 6 a 2, come eziandio il . prezzo dello 5 corazzate che rimangono a mettere in cantiere. Difatto lù corazzate, il cui stazzamento era stabilito a '12,000 tonnellate, fin iranno per averne uno di 8000 a 8600 tonnellate. La difTerenz.a come si vede è considere\•ole, e se si calcolo, secondo l'usanza, a L, 2,50 il chilogramma, le nuove corazzate non costera nno più che 20 a 21 milioni e mezzo invece di 29 a 30 milioni, ossia una diflerenza di 8 a W milioni per corazzata , ciò che importa per tutte e cinque un 40 a 50 milioni di economia. fn riassunto il progetto delle nuove me;;se in cantiere_ pel 1896 è il seguente: ·l o Mari d' Europa l corazzata; 1 avviso-torpediniere; i torpediniera d'alto mare. 2o Difesa delle coste- •l avviso·torpedinierc; - 2 torpediuiere di -1" classe. 3o Stnioni lontann - 1 inc1·ociatore di :L a classe; - 1 incrociatore di 2• classe; i incrociatore di 3~ classe; 1 avviso tli 2" classe; i avviso di stazione; 1 cannonie1·a.


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NOTIZIE mL!TARl ESTERE

Le navi destinale ai mari d'E1,1ropa o alla difesa delle coste; come ancora la cannoniera saranno date a costruire all'industria privata. Quelle per le stazioni lontane invece agii 1arsenali, e cioè un incrociatore di {a classe a Tolone, uno di 2a a Cherbout¡g, uno di 3a a ftochefort. Per l'anno 1896 sono stati assegnati -10,226,092 per queste nuove costruzioni, de' f)Uali 5,584,000 all'industria e 4,642,092 agli arsenali governativi.

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NOTIZIÉ MILITARI ESTERE

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NOTI ZIE ~I!I,ITARI ESTERE

Di~graziatamente non si potè esperimentare quest'arma contro attacchi di cavalleria, i risultati però ottenuti possono ritenersi simili a quelli che si sarebbero avuti contt·o la cavalleda. I dati che noi qui esponiamo sono basati pt·incipalmente sulle opinioni che i dottol'Ì emisero curando i feriti nemici nei combattimenti avvenuti nelle valli Swnl e Bajour nei giorni 4 e 30 aprile. Il Lee-Met{ord, bellissimo fucile del resto, sacrifi ca pel sentimento umanitario, l'efficacia. L'indomani dei combattimenti di i\lalakand e Khar Kotel, s' incontravano degli swatis aggi!·arsi con ferite che li passavano da parte a pa1'te, senza che essi sembrassero darsene gran pensiero. Non solo queste fel'ite passavano da parte a pane le carni ed i muscoli, ma pure fo1·avano nettamente le ossa e sebbeno la parte venisse indebolita non c1·:-. per nulla inabilitata. E si badi, questi non erano fat.ti isolati, poichè tali si constatarono in quasi tutte le ferite degli swatis nei due combattimenti sovra menzionati. Certamento se una parte vitale è colpita oppure se un'arteria viene recisa il risultato della ferila è identica a quella prodotta con fuc:ili di grosso calibro, ma la maggior parte dei casi anche le fe1·ite alle puti vitali non misero l'assalito1·e fuori combattimento. ln questa campagna non abbiamo avuto assalti da vicino per provare in modo assoluto l'efficacia o meno dell'anna c non vi è dubbio che gli entusiasti di questa nuova arma soster;·anno che il ton·ente contùluo di piombo sarà insostenibile Il Questo forse è vero ma il continuo tor.,.ente di piombo pratic:amentc è un mito. In teoria questa supposizione è perfetta ma in pratica il continuo t.Q1-rent.e nella magf.(ior parte dei casi passa sopra le teste delle colonne avanzanti sema recare danno. Finchè non si sarà assistito questi fuochi è impossibilil accertare a quali b1·evi distanze è ancora possibi)e di non colpire, esistendo la tendenza anche in trupp~ ben disciplinate di sparare sempre in alto nelle crisi degli attacchi. E propt·io allora che ogni proiettile che colpisce un uomo dovrebbe metterlo fuo1·i combattimento, poichè ben pochi colpiranno e se ciò non accade, la fiducia del soldato nella propi'Ìa arma scompal'it·à e la sconfitta ne sarà l'epilogo. Vi è ancora un inconveniente da notare col fucile a ripetizioue ed è che se il soldato dopo avere sparato colla cordite non ripu lisce 13 sua arma li per H, questa, penetrando nelle diverse parti dell'a l'ma richiede un lavoro di qualche ora per pulirla. Que.'lto per un uomo che ha avuto da combattere e da eseguire rna1·cie dalle 15 alle 20 miglia non è certo un divel'timonto.

INGHILTERRA.

Il nttovo fucile inglese Lee·Met{òtd. - La campagna del Chitral ci l111• messi in possesso di dati importanti sul nuovo fucile. La preoccupazione di tutti gli Stati Europei, in questi ultimi ann i, fu di armnre i propri soldati con un fucile che all'efficacia accoppiasse il requisito di anecare per quanto possibile il minore danno ai feriti. · Uomini competenti furono d'opinione che i fuci li a piqcolo calibro soddisfacessero a queste condizioni. In conseguenza di ciò tutte le potenze europee in quest'ultimo decennio hanno forn ito i loro e.<;CJ·cit~ di f~ci l i a piccolo calibro, il quale dà agio ai s?ldati di porta~·e una sum_c1ente n~erva di munizioni per sopperire al maggtor consumo d1 esse a cagtone del fuoco a ripetizione. Sebbene molte esperienze coi nuovi fucili siano state fatte e sebbene questo fucile sia ~ lato dichiarato effi cace arma d_a ~u oco da molti es~erti, pure vi erano ancora dei dubbi sulla sua effìc~ma m guerra. L~ esper~enze fatte in tempo di pace non potel'lWO dare un 1dca esatta degh effetti che esso avrebbe prodotto !:~Opra i feriti . . . . Si è radicato nella mente di molti il convincimento che co1 nostri sforzt umanitari siamo nel procinto di sacrificare l'efficacia dell'arma da guerra per pietà degli uomini. . . . . . Ora per quanto possa essere profondo tl senttmento umamtarto,_vt sonodue requisiti nelle a1·mi da guerra dei quali non si può no~ t~nere cont?. 111. o di questi è che un'arma da guerra deve mettere fuOJ.·t. eh combatti~ mento un uomo od un cavallo allorquando vengono colpllt. Ammazzarli oppure no è indifferent.e, metterli fuori combatti1~e~to è i~dispens~bilc, altrimenti il fu cile non è arma efficace. Il 2° requtstto che c subordmato al primo è, che il soldato debba avPre piena fiducia nella sua arma, potendoci contare fino in ultimo. Nessu na esperienza in pàce non potrà dare i risultati necessari p~r provare l'efficacia di un'arma sotto questi punti di vista. Per provare ctò non vi fu eh~ la campagna attuale, ed i recenti combattimenti nel_le vallat~ dello Swat e Bajour che porsero un'ottima occasione pe1· e~penmenta re t risultati di queste armi da fuoco. . . . La campagna del Chitral ha somministrato il vantaggto d~ potet' fare dei confronti tra il proiettile pesante del Martin i e Cfuello leggtero del Leù-

a

~letford


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NOTIZIE MILITARI ESTER:E

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NOTIZIE MILITARI EST ERE

Nelle alte temperature, come generalmente prevalgono nelle valli Swat e Jadoul, le munizioni devono conservarsi e maneggiarsi colle maggiori cautele perchè facili ssime ad esplode1·e. I vantaggi del fuoco a ripetizione non si sono potuti appre1.zare, giacché da quanto io sappia, solo una volta durante tu tta la campagna questo fu adoperato. Ciò nvvenne quando una compagnia del reggimento Bed{ord fu presa d'assalto da un'orda di fanatici a Khar Kotel. 11 numero degli uomini impegnati nell'azione era così limitnto da non permettermi di concretare giudi~i positivi sull'efficacia o meno di questa specie di fuoco, pure anche in questa circostanza siccome i sopracit~ti fanatici potettero avanzare e siccome il reggimento Bed(o·rds è costituito di ottimi ti1·atori bisognerebbe ammettere che ogni uomo del!· orda ar.taccante fosse ferito, malgrado questo però t.utti poterono ritirarsi. · Dal su esposto possiamo adunque conchiudere che il Lee-Metford non possiede tutti quei req uisiti che il soldato ha diritto di pretendere dalla sua arma.

SPAGNA.

Forze militari spagnole nell'isola di Cuba.. . - Nel rn~se di febbraio dell'anno corrente, allo scoppiare del!'insurrezwne sepa~·atJ sta, la Spagna aveva nell'isola di Cuba le seguenti forze combattenti:

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R inforzi mandati dalla Spagna fino alla data 14 giugno. 7 batteglioni di fan ter~a . .. . 3 batta g lioni di fa oter ta .mar 10a 10 squadroni di ~aval! er1a. Reclute pet• copr1re vacanze.

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Fo rze imbarcate per Cuba da lla Spagna dal 20 al 30 giugno. 10 balta "'lioni di fanteria . . . . . Truppa ~ciolt.a per coprire va canze .

Forze organizzate in Cuba. 1 battaglione di ~aerr!llas. 2 battaglioni di fan tor1a . .

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Nuo~ 1'-itt(ol·zi a Cuba. -

I nuovi rinforzi che il governo spagnolo ha decrso dr mandare a Cuba, p3rtiranno nella prima quindicina di seuembre e comprenderanno: i 0 '20 battaglioni di fanter ia su 1000 uomini ciascuno fomiti dai seguenti reggimenti: fo corpo d'armata 1° reggimento (Re), !12" (Canarie), 38o (Leòn), 31° (Asturie ); · 2° corp~ d'armata: 34° reggimento (Granata), 56o (Alava), 9°(Soria); 3<- corpo d':Hmata: 45° reggimento (Tetuàn), 5:to (Biscaglia), f3o (Mallorca); 4v corpo d'armata: 55° reggimento (Asia), 28° ·(Luchan11), 3o battaglione cacciatori (Barcellona); 5~ corpo d'armata: :l9° reggimento (Gal izia). . 6° corpo d'armata: 44•• reggimento (San l\lnrziale), 29o (Costìtu7.rone), fOo battaglione cacciatori (Las Navas): 7° cor·po d'armata: 36° reggimento (Burgos), 32o (Isabella II), '16<> battnglione cacciatori (Reus) . · 2° Otto squad:on~ di ·155 uomini ognuno, forniti dai 13 reggimenti che non hanno mvrato ancora unitfr a Cuba. 3° Un battaglione dì artiglierill da fortezza su 800 uomini, presi su 1l'cffellivo degli 8 battaglioni rlella penisola. fio Quattr·o batterie da montagna di 200 cannonieri. 5• Un battnglione del genio di 1000 uomini (tratto dal 3o r·eggimento del genio di stanza a Siviglia). · In totale 23.850 uomini, senza contare . quelli che partii·anno per colmare i v:wti fauisi nel cor·po di spedizione. , Si ch iameranno sotto le armi dai 10 ai 12,000 uomini in congedo della classe 187·1 ed altrett~nte reclute di;ponibìlr della classe !874 di quell.~ lasciate i.n congedo illimitato per eecedenza ·di contingente. ' Pe.'~ l rmbar~o dr questa grande spedizione, il Ministro della guena ha gw tutto ~rsposto per·ch~ aHenga con grande rapidità, e in quanto alla cor.npa?'~t:l :r ~·~nsa.tlantJca, ha fatto saper·e al gover·no, che avvi~ata con un antrcrpazwne dr otto giorni, saranno r·iunitì nelle coste della penisola i vapori necessari. Ammissione atte accademie militari. - Il H> ]ualio sono incominciati gli esami per l'ammissione dei nuovi allievi :elle accademie mi· litari. · · Col :[o luglio si chiuse il periodo delle ammissioni, e a giudicare dal numero delle domande degli aspiranti, lo spirito rnilitare nella gioventù spagnola, appare molto elevato.

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NOTIZIE MILITARI ESTF;RE

NOTIZIE MILITARI ESTERE

Il numero dei posti da coprire nelle singole accademie è di ~67 in 'fanteria, 33 in cavalleria, 66 in 'artiglieria, 25 nel genio e 4f nel corpo ·di amministrazione militare. Gli aspinmti per occupare questi posti sono 1.472 per la fanteria, .385 per l<l cavalleria, 30~ p 3t' l'artiglieria, i70 per· il genio e 4i per !'amministrazione militare. Dal parallelo fra qu~i dati ne risulta. che, per ogni posto, si presentano 5.i3 candidati in fanteria , H,66 in ca·valleria, 4,()0 in artiglieria, 6,80 nP.l genio e 6,09 nell'amministr37.ione milit~re.

SVIZZERA.

La r·~visione degli a·rticoli mil-itari della Costit"ziorre. - Facendo segui.to a quanto fu detto sul rigetto del progetto di rìorganizzazione dell'esercito, il Consiglio federale, dietro l'invito avuto qal Consiglio nazionale, prima di ripresentare un progetto completo di riorganizzazione hn proposto all'Assemblea nazionale le modWcazioni Hgli articoli milita d della -Costituzione, ed esse sono state approvate a grande maggioranz:~ polla ·seduta del iO giugno. In seguito al voto del 10 ~iugno l'accentra·ment.o delle cose militnrì in mano della Confede,aziono ha fatto il suo primo passo, e non un membro 'dell'Assemblea nazionale è ~o rto a difendere gli ultimi avanzi della sovranità militare dei Cantoni. Ciò ha di mostrato che la revisione militare .della Costituzione era una necessitò. dei tempi, era imposta per avere '<fUCila maggiore s!lldezza delle istituzioni militari, tanto reclamata dalle persone più em,inenti dell'esercitp svizzero. Noi crui in seguito riporter·cmo ·il testo dei nuovi articoli militari della Costituzione mettendoli in .eonfronto con quelli.del :L874. Cii articoli della Costituzione modificati sono il13, :l8, 19, 20, ~f. 2~.

Costituzione 1874.

I nuovi.

Al-t. 13. - La Confederazione non ha il diritto di avere truppe :pe\'manenti. Nessun cantone o mezzo cantone può aver pill. 'di 300 uomini di truppe permanenti, senza l'autoriz-

Art. 13. - Nè la Confederazione, nè i cantoni hanno dir·ìtto di avere truppe permanenti. Sono esclusi gli ufficiali, i sottufncìali e ()'li o . uomini riecessarìi, in tempo di pace, alla guardia e all' arnmini-


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NOTIZIE MILITARI ESTERE

zazione del potere federale; la gendarmeria non è com presa in questo numero.

Art. 18. - Ogni cittadino svizzero è obbligato al set·vizio mi litare. I militari che, per fatti di servizio federale, pet·dooo la vita, o restano in condizioni di salute alterate permanentemente hanno diritto a soccorsi dalla Confederazione per essi e per le loro fam igl ie, se sono bisognevoli. Ciascun soldato riceve gratuitamente i primi capi di corredo, l'aJ·mamento e l'equipaggiamento. Le armi restano in mano del soldato alle condizioni stabilite dalla legislazione federale. La Confederazione emanerà prescrizioni uniformi sulla tassa d'esenzione dal servizio militare.

strazione delle opere fortifica te della• Confederazione, i guarda-frontieredoll'ammini~trazi ono delle do"ane · ed i corpi di gendarmeria dei "cantoni. Art. 17bis. - L'esercito appartiene di diritto alla Confederazione_ Art. !8: - Ogni svizzero è tenuto al servizio militare. Ogni svizzero, in età di servire,. che non compia il <;uo servizio personale, è sottoposte al pagamentodi una t.assa d'esenzione. La Confederazione emanerà prescrizioni uniformi sulla tassa d'esenzione dal sel'vizio militare. La metà del prodotto lordo di> <Jllesta tassa è a vantaggio della, Confederazione.

A.rl. 18bis. - l militari che per ragioni di servizio perdono la vit'ao restano in condizioni di salutepermanentemente al terate h3nnodiritto a soccorsi delle Confedera-· zioni, per essi e le loro fan~glie-· se sono bisognevoli. La Confederazione col concorso· dci cantoni, assiste le famirrlie <> · dimilitari pòvere, che nell'assenza det lot·o sostegno naturale si trovino in• .bisogno, ma senza loro colpa. Art. iStmo. - Ogni militare· t·iceve gt·atuitamente gli oggetti di

NOTIZIE MILITARI ESTERE

Art. 19. -

L'esercito federale

è composto:

a) dai corpi di truppa dei cantoni; b) da tutti gli svizzeri che, non appartenendo a questi corpi, sono non pertanto obbligati al servizio militare. Il dirillo di disporre dell'esercito come del materiale di guerra appartiene alla Confederazione. In caso di disastri, la Confederazione ha pure il diritto di disporre esclu~ivamcnte e direttamente degli uomini non incorporati nell'esercito federale e di tuHe le altre risorse mili'tari dei cantoni. I cantoni dispongono delle forze militari del loro territorio, per quanto questo diritto non è limitato dalla costituzione e dalle leggi ·fedet·ali. Art. 20. - Le leggi su ll'organizzazione dell'esercito emanano dalla Confederazione. L'esecuzione delle leggi militari nei ca nt oni ha luogo per mezzo delle 11utorità cantonali nei limiti che sara nno fissati dalla legislazione federale e sotto la sorveglianza della Con federazione. L'istruzione militare, nel suo insieme appartiene alla Confederazione; lo stesso dicasi dell'armamento. La fornitura e la tenuta dello

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·armamento, d'eq uipaggiamento c di abbigliamento. Questi restano in mano del soldato alle condizioni stabilite dalla legislazione fedet·aJe: Art.. i9. - L'esercito federale si compone di tutti i cittadini svizzeri atti a portare le armi. A meno che ~nsiderazioni mi litari non vi si oppongono, le unità di truppa devono essere formate da uomini dello stesso cantone. Le alint!e 2 e 3 dell'3rt. 19 attuale restano senza cambiamento. I cantoni dispongono, per mantenere l'ordine pubblico, delle forze militari flel loro territorio, linchè non avvengn l'intervento fed erale.

Art. 20. - La Confederazione emana le leggi concernenti l'esercito e li fa eseguire. L'amministrazione, !'istruzione, l'al'mamento, l'abbigliamento e l'equipaggiamento sono di sua pertinenza.


1512

NOTIZIE MILITARI ESTERE

NOTIZIE 14IL1TA.Rl ESTERE

~bbigliamento t:

dell'equipaggiamento sono di competenza dci cantoni; ciò non pertanto le spese che ne derivano sono bonificate ai can.toni dalla Confederazione, in seguito ad una tariffa da stabilirsi dalla legislazione federale. Art. 21.. - A meno che consiArt. 5H. - Ln Confederazione, derazioni militnt·i non vi si oppon- col roncorso tlei cantoni designa gono, i corpi devono essere for- i sottufficiali atti ad essere istruitr mati di truppe di uno stesso can- come uìficiali e procede al la notone. mina e promozione degli ufficiali La composizione di questi corpi delle unità di truppe composte di truppa, la cura pel manteni- esclusivamente d'uomini di uno mento dei loro effettivi, la nomina stesso cantone. e la promozione degli ufficiali di ques1i corpi appartiene ai cantoni sotto riserva delle pt·escrizioni generali emanate dalla Confederazione. Art. 22. - L' amministrazione dell'esercito si compone dell'a.mministra7.ione centrale e di quella dei circondarii . di divisione. Per quanto è possibile il teJTitorio di un cantone dev'essere assegnato ad un solo cìrcondario di divisione. La scelta de' funzionari subaltcrni dei circondarii è di competenza dei cantoni. (l Consiglio federale ha diritto di domandare dai cantoni che questi funzionarii sieno sospesi dal loro ufficio e r•evocati, nel cttso non adempiano i loro doveri. I funzionari revocati non sbno più eligibili. Se la 5fera d'attività di un funzionario militare subultcr·no si estende sul territorio o su parti di territorio

Al't. 22. - ~lediante un'indennità adeguata, la Confederazione ha il diritto di servirsi e di tlivenirne proprietaria delle piazze d'armi e degli cdifìzii adibiti ad uso militare .esistenti nei Cantoni. Le condizioni delle indenniltl saranno stabilite dalla legislazione federale.

1513

di più cantoni, spetta allora al Consiglio federale nominare il funzio. nario, dopo avere inte.se le proposte dei cantoni interessati . Le intendenze dei circondnrii sono, col concorso dei cantoni, incaricate di pt·ocurare l' abbigliamento e l'equipaggiamento delle reclute. l cantoni sc1·vono d'intermediarii f1·a le autorità militrtri della Confederazione ed i comuni. Art. 23. - Mediante un'indennità adeguata, la Confederazione di viene proprietaria delle piazze d'armi, degli edilizii militari cantonali attuali e dei loro accessorii. Le condizioni di riscatto di questi im mobili e le indenni tà a pagarsi dalla Confederazione saranno regolate dalla legislazione federale.


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NOTIZIE BlBLlOGRAPlOHE

NOTIZIE BIBLIOGRAF ICHE

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- Discussione di alcune questùmi organico -rnilitaTi. (Revista tecnica de in(anteria ?l cabalteria, ~ 5 luglio i 895). - Il ·riordinamento dell' esercito turco. (Deutsche Heeres-Zeitung, iO luglio .J 89o) . - Riordinament.o degli istituti militari di equitazi.one in Viemu~. (Mili:tiit· Wochenblutt, 24 luglio i895).

3. Arte militare. Bollettino bibliografico

l.

So mmari o de Il e rivi s t e mi l i tar i l t a 1i a ne.

Giornale medico. Luglio. Sulla determin11zione dell'ampiezza del bacino nell'arma di cavalleria. Tenente medico C. Margotta. L' acido salicilico per la via epidermica nella cura del reumatismo articolare acuto. Tenente medico G. Guicciardi. Cura delle fratture. colla mobilizzazione e col massaggio. Tenente medico P. Pucci. Rivista medie<;~ - Rivista chirurgica - Rivista di oculistica. Rtvista di fanteria. Luglio. collegi militari. Nel XL VH annuale della resa di Peschiera.' Dell'alimentazione in marcia. Note - Appunti- Varietà- Rassegna della stampa militare.

...

2. ordinamento, reclutamento ecc. Form1tz·ione di d·ivisioni nell'm·t~qlietia a cavallo t·ussa. (llfilititr Wochenblatt, 24 luglio 1895). - La ri(onna del corpo del genio in Austria-Ungheria. (Deutsche~Hee­ t·es Zeitung, 20 luglio ·1895). - L' ~rma del genio ù~ Svizzera. (1l1ilitiir- WochenblaU, 3i luglio ·l 895). - Rtn(01·zamento det quadri della fanteria. (Spectateur militaire aao' l!) sto, Ij 89ui>).

Il còmpito dell' a·rti_qlieria in unione colle altre m·mi. (Deutsche Heeres.Zeituna, 3 luglio 189o). . - Relazioni di spazi!), forza e tempo nelle battnglie e specialmente nei .combattimenti di fan teria. Conferenza tenuta al circolo milir,are di Buda.pest dal lenente colonnello Reisinger. (Organ der milita·r-vissenscaftlichen Vereine, luglio 1895). - Manovre di (ot·tezza. Tenente colonnello Frobenius. (.Taht·buche1· (Ut· .d·ie Deutsche Annee unclllfarine, agosto -1895). . - Cavalle1•ia. Capi lano E. Bogianchino. La cavalleria arma· indipendente- Arma ausiliaria. - Istruzioni per gli uffìziali. - Istruzioni per la truppa. - Velocipedisti. - Carreggio. - Trasmissione degli avvisi, Roma, 1895. Rivolgersi alla tipografia Voghera. - Una conferenza sullo sviluppo del tiro di scuola (in Germania) . (!Ili· tititr WochenblaU, 3 agosto 1895). - lt serv·izio d·i t?·e anni nell'artiglieria. (Avenù· milita-ire, 2 ngosto 1895). - Tnfennieri militM'i. ( Pro_qrès militaire, 31. luglio 1.895). - Il nost1·o (francese) 1·e_golamento di (antet·ia e le critiche tedesche. ·(Revue du cet·cle militwir·e, 3 agosto 1.89o). - Considerazioni mlte Te.gole di tiro dell'a.rti_qlieria. da cam~pagnu,. (Jaht·· .biicher· fut· die Deutsche Armee und 11'/ arine, agosto 1895). -Lo specializzamento dei generali. (Progrès militaire, 3 agosto :1.895). Si .critica ~'uso di specializzare i generali lasciando ciascuno ad uffìzio o comando della propria arma; si sostiene che i colonnelli deslinati a passare generali dovranno essere inviati per qualche tempo a comandare riparti .di Mmi differenti da quella in cui hanno fatto carriera. - La cavallerùt tedesClt e (armata di Chàlons (Revue de cavalerie, lu,glio 4895). - Gli squadr·oni di staffette in Germania. (Revue de cavalerie, luglioi 895). - Tl tiro a cavallo, a fuoco e a saloe (Rev.ue de cavalerie, luglio ·1895). - Qu.eslioni di cavallerùz da 1·isolversi. - Cava.Ue1'ia timida. (Revue de cavalerie, luglio i895).


' 1516

NOTIZIE BIBLIOGRAFIC.HE

4. Storia militare e generale. [ reggimenti p1·ovviso1i e distaccamenti di cavalleria dal 1809 al /813. (Revut de cava/.erie, luglio 1.895). - Le divisioni di cavalleria d~lla guardia nella campagna d~l/859 in Italia. (Revue de cavaterie, luglio :1.895). - I conwattimenti at passo dt Strub e ai p~s-i dì Pinzgaunes nel 1809. Colonnello Maretich. (Stref{lettr's Zeitscri(t, agosto 1.895). - Il maresciallo Canrobert. Biografia. (Spectateur militaire, agosto 1.895). - l Tisultati delle guerre dal /812 al1870. Continuazione. (Spectateu1· mifitai·re, agosto 1895). - Gli eroi dimenticati. La di(esa di Banberv'illers nel/870, per F. BouvieJ·. P~ rigi, -1895, Berger-Levrault. - Genemli sotto Lt~igi XV, con un sommario delle guen e dal ·1741 al :1762. Parigi, 1895. - Corpi d·i fanteria che presero pa1·te alla ins·urrezione di Cuba. (Revista tecnica de infa.nteria y t;aballeria, 15 luglio 1.895). - La direzione dell'esercito tuno nella campagna dei Balcani (1877-78) (Deutsche Hmes Zeitun,q, 1.0 luglio i 895). -Dopo la oampa9na di Lombok. (Re-vue du cel'cle militaite, 27 luglio 1895).

5. Geografia, Viaggi, Colonie. BibliografW. mgionata delle opere rijlett~1~ti il DaJwmey. (Revue tna1·ilime et colo11iale, giugno i895), - Viaggio in Bosnia e in E1·zegovina. Con molte vignette, una carta e il piano di Serrnievo. Viennn, 1895, Hartleben. · - Nuovo lago nella Oroazia. (Bo.llettino della società geogmfica, luglio 1895). - Il canale {m it Baltico e il ma·re del Nord. (Bollettino suddetto). - Il descrto di Gobi. (Bollettino suddetto). - Le ventisei t1·aversate dell'Africa. (Bollettino suddetto). - Viaggio di La Kethulle nel ca.mpo belga. (BolleUino suddetto). · - Studio sulla navigabilità clel fiume Rosso (nel Tonchino) str:1da commerciale verso l' interno della China. (Revue ma-ritime et colonicLle, luglio i 895). - A Madagascar. (Revue du cerete militaire, 3 agosto 1895).

NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE

1517"

- La colonizzazione dell'Eritrea, per Vittorio Nazari. Casale, i 895. RivolO'ersi alla tipografia Voghera in Roma . -La Sicilia sotto l'aspetto geolo,qico, con annes~e nozioni elemen•ari di geologia, pe1· C. A. Rovere maggiore MI 57° fanteria. fioma , 1895. Rivolgersi alla tipogt·afia Voghera. . . - Studio suUa tattica di vellovaglimnettto nelle guerre colomal~, per Ned-Noll. Parigi, 1895. Rivolgersi alla tipografia Voghera in Roma. - Dieci anni dopo' a Jfassmw, A. .\leoandl'i, maggiore. Roma, i895. Voghera. 6. Tecnologia. Progressi e ·regressi del fttcite di fanteria. ( Orgnn de·r militiir-wis~ . -L'elettricità, sua produzione, misura e pratico impiego, por Vtesen"runcl. Francoforte, 1895. Bechhold. " - Stud-io sull(t teoria meccanica del calo·re. Continuazione e fine . (Revue maritime et coloniale, luglio 1895). . - Un. nuovo fucile a piccolo cal·ibro negl·i Stati- Uniti. (Militar- IVochenblatt, 31 luglio ·1895) . · - Le costi·uzioni in ferro e in cemento. Continuazione. (Revue du géràe, mese dì luglio 1895). Inconvenienti delle opero in cemento armate. Descrizione di alcune costruzioni in ferro e in cemento. - Calcolo delle dimensioni delle opere in cemento armate ccc. ecc. - Filtro pe1· l'm·ia. (ilfitteilungen ii.. G. tl. A. u. G~Jnie- Wesens, maggio i 895). Descrizi~ne ~ell'installazi~ne. di q.ue>to filtro real!zzat~ al palazzo della Banca d·Itaha a Roma. L arw chramata da ventilalOlt passa traverso vari sacchi in cotone ecc. ecc. - Sopm ww causa di alterazione dell'alluminio. (Revue du gi~tie . lu.. . glio i895). - Sull' instaltazioM dell'illuminazione elettrica nella swoln nnhtare d1 Saint·Cyr. (Revue du _qénie, luglio Ùl95).

senscaf~lichen Vere·ine, luglio i 89o).

7. Varietà. L'intm•nazionale Croce ·1·osw nel suo ord·inamcnto e nei suo·i ·recenti servigi all'estero. (Jalwbiicher fiir die dentsche Annee und Mar·ine, a~ osto 1.89:$). - Sulla d-i.visa degli ufficiali dell' e.~erc·i to permanente. ConstderaziOm e proposte di Cado A):monino,. maggio1· generale. Roma, 1895, Voghera.


1518

1519

NOTIZIE BIBLIOGB.AFICHE

l p1·o,qressi dell'esercito tedesco. (Detasche Heeres-Zeitt1ng, iO luglio 1895). - Coopel'azione della truppa fra.ncese a feste non militari. (llfililiit· Wochenblatt, 24 luglio i 895) - La questione delln calzat~tm militare. (Avenù· miliwù·e, 27 luglio i895). - I.-e ferrovie da campo portatili cotne meno di trasporto dei fer-iti in g-uen·a. Conferenza tenuta nel circolo militare di Vienna_dal dott. Zinner, medico di reggimento. {Organ der militiir ltJissenschaftlichen Vereine, luglio ·1895).

L ' I STR UZI ONE SULLE ARMI E SUL TI RO PER LA FANTE RIA DEL 23 APRILE 1894

8. Marineria. Continuazione -

Vedi dispe11sa Xrl

l venti e le correnti marine. (Rewe maritime et coloniale, giugno :1.895).

l

- Alcuni problemi d'incont1·o e di caccia in mare. (Rèvue maritime et coloniale, giugno ·1895). · - La perdita della corazzata inglese ~ Vie/oria» . (flevue maritime et coloniale, giugno :1.895-). - Annuario delle ma·ree della bassa Cocincina e del Tonchino per l'anno i 876. G. Het·nud, ingegnere idrografico. Parigi, :1895, tipografìa nationa./e . - Studio sulle vie !!'acqua che possono formarsi in una nave, pe•· urto negli scogli, per incontro con alt•·e navi, per avarie durante un combattimento. Applicazione speciale alla corazzata c Marceau ». (Revue m(lritime et coloniale, luglio !895). - Malattie dei wu·inai ed epidemie nautiche. I'!Iodo di prevenirle e di... combatterle. (Revue marìtime et coloniale, luglio 1895).

·---· Per la D·i-rezione Lonovico 0I S OT TI

DEMARCHI CARLO,

gerente.

,. * * Il nostro fucile 189,1 è il migliore di quanti se ne conoscono, come risulta dai dati comparativi pubblicati da varie riviste . Sarebbe ozioso descriverlo, superfluo lodarlo. Mi limito aò esaminarne una parte secondaria ed esterna, cioè l'alzo. intimamente connesso al materiale maneggio del fucile, al suo impiego in guerra, all'nddestramento tecnico e morale del soldato. Intendo esaminare la sua graduazione che credo discutibile, e che, pu1· discutendola, non resta neppur per ombra menomato il primato balistico della nostra eccellente arma da guer-ra. Non sono partigiano dell e teorie che sollevarono qualche anno addietro rumorose controversie sulla poca utilità degli alzi, e ne sia prova la mia insistenza sulla necessitit dell'indirizzo essenzialmente educa tivo t:he deve avere la scuola di tiro. Ma parmi che, con una arma che ha ra:xgiunto una radenr.a t:~ nto soddisfacente, 17 linee di mira per gi ttate contenute entro i limiti di '2000 metri, sono troppe. "' Questo gran numero di mire ha condotto a dividere la corrispondente numerazione sulle due alette dello ~occolo; onde nasce la necessità. di avere una parte delle tacche od intagli per la molla del ritto sulla destra dell'aletta destra, ed il corrispondente numero 96 -

ANNO XL.

/


1520

L'ISTRUZIONE SULL E ARm E SUL TIRO PER LA F ANTERIA

sull'aletta sinistra; ciò ~be costituisce un aumento di diffi coltà per la gran maggioranza dei soldati. La quale maggioranza, tutti lo sanno, sp:trge più sudure a leggere un numero che non a fare una marcia. Altra conseguenza del numero grande di mire è il ravvicinamento dei già accennati intagli per il taglio della molla del ri llo i quali sono piccol issim i e ravvici natissimi e richiedono perciÒ molta attenzion e per discernere quello che si vuole adoperare. ~)uesta difficoltà, che può parere lieve, diventa gravissima quando 1l polso trema per l'emozione del combattimento. Le due posizioni di alzo abbattuto ed alzo rovesciato hanno in loro stesse qualche cosa di contradditorio. La graduale diminuzione delle distanze che incontra chi avanza ve1·so il be rs~ glio, o verso il nemico, richiede di abbassare gradatamente l'alzo Yerso la culatta; ma alla massima dim inuzione occorre fare il contrario. Il s'Oidato si confonde. Il fucile 70/87 ha ·15 mire per gittate sino a 1800 metri, ma la ~ ua radenza è molto inferiore a quella del fucile iJ 89·1; basi a ricorda re che l'ordinata massima di 600 metri che è di metri '?,0.1. nel fu ~ ci le ~ 8~ l , è di m,elri 4,50 circa nel fucile 70/ 87; e ciò spiega nel fuc1!e 70/ 87 la generale divisione di '' 00 in 1100 metri . Però le L<tcche per la molla del ritto, e le righettè di divisione. ed i rdativi numeri, tutti tre questi elementi dell'alzo sono sull';leua destra, cioè a dire prossimi al taglio della molla del ritto che con · essi entra cruano nella combinazione. Il fucile .J 891 che al suo confronto ha una radenza tanto superiore, ha aumentato soltanto di 200 metri nelle giLLate numerate, ed ha anche aumenta to due li nee di mira . In tutto questo non vi è proporzione. La maggior r:~denz:t deve su~ger ire cna diminuzione non un aumento di linee di mira . Il Mannl icher austriaco, benchè abbia una velocità di soli 6~0 metri, mentre il nostro ha la velocità di 7'1O, pure ha le :-;uo g1t~ate segnate sull'alzo d.i ~150 in •150 passi. Analogamente il fuctle '1891 dovrebbe aumentare le differenze fra le traiettorie. Per queste considerazion i, io ritengo che convena·a studiare il modo di diminuire le linee di mira del nostro fucile ~189·1. 1

DEL

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1894

f521

A solo titolo di studio. espongo qualche proposta su tale argomento. · Anzitutto trovo ingiustilicata la tacca sullo zoccolo per la di·-stanza di 300 metri che non ha alcun impiego in rJ'tte?'?'a. Il nulmero 2~1 dice testualmente che l'alw di 450 metri « se1·ve m :f1tterra per qualsiasi cù·o a tutte le discan.::e da zern fino a ..500 met1·i » La tacca dei 300 « stn:e pei ti1·i indù;iduali al .bersaglio per le distctnze infcrÌ01'Ì ai 400 tnewi , Può perfino parere una stranezza che un'arma di guena abbia un co n ~egn o ~ sc lusivo per la. pace ; ma la stranezza non sussisterebbe se n.m vi fosse modo di fare l'addestramento senza quel congegno ; ma il tiro dell e reclute può rarsi benissimo anche colla mira di ,4,50 metri . Pe1·ciò bisogna sopp•·i mere la tacca dei 300 metri. La tr?ieuoria di 4!:>0 metri ha , tanto a ·l 00 metri che a 375 metri, itn'ordi nata eli metri 0,57. Epperciò tracciando sul bersaglio or-dinario eli •165 X 225 il circolo bianco col centro all'altezza di metri 0 ,5/ da terra e puntando al piede si porta il centro della t'os:t a collimare col centro del detto circolo. 'La valutazione do. vrebbe rimanere quella che ha già stabilito di 2 nel circolo, 1 fuori del circolo, ze!'o se non tocca il bersaglio. La stessa traiettoria, avendo uguale ordinata di O,i)7 an che a 375 metri , può lo stesso bersaglio !'ervire anche per questa se-conda distanza . ~l a poichè il salto da '100 a 37i:> è troppo lunao, 0 devesi, fra quelle due esercitare le reclute a tirnre ~ Ila distanza di '200 metri. A questa distanza l'altezza dell'ordinata è di 0,83 . Adoperando lo stesso bersaglio e pu ntando al piede si porta il ·centro della rosa al cen tro del bersaglio. Lfl prescrizione di pun. ta.re al piede anche nel tiro delle •·eclute, stabilisce l'unitù. di c.on-eetto e di abitudini. Nel tiro di guerra per le grandi e molteplici cause di er-rore, è indifferente di puntare al piede o al cen tro, !perché e insensibi le l'errore relativo, quando pure errore vi sia. Mentre ch e l'incertezr.a dei due puntamenti raddoppia le dirficoltà. Insomma su questo particolare bisogna ritornare alle prescrizioni <lei 1881 indoLtamente scartate. La nuova Istruzione ·1894 pre scrive il puntamento al piede pe1· nove lezioni. L'Istruzione del 4892 lo prescrive per le lezioni i)&, ·IO" ed Ha del tiro indivi-


DEL

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L'ISTRUZIONE SULLR .AR)!J E SUL TIHO PER LA FANTERIA

duale (specchio a pag. 52). Esercitare le reclute in questo puntamento è di immenso vantagg io. Soppressa la tacca dei 300 metri , ne restano ancora ~1 6. Quella di alzo abballuto, di cui ho ora parlato. che non ha la corrispondente tacca sul lembo esterno dell'aletta destra, deve restare. La sua ordinata massima che è a 250 metr·i , non è che di metri 0,90 ; perciò, specialmente col puntamenlo al piede, rende tutto battuto il terreno dali~ bocca sino a 500 metri, avendo a quest'ultima distanza, un'ordinata negativa di Sllli 0,57 . Delle altre15, otto coi numeri pari dal 6 al 20 hanno il numero e le righette corrispon.:. denti incisi sull 'aletta destra, e sette coi numeri à ispA ri dal7 al ~1 9 ·hanno la righetta ed il numero incisi sull'aletta sinistra. Senza inconvenienti per· il tiro di gu~r ra, ma con grande van taggio nell'addestramento del soldato, queste 4i) linee di mira si possono ridurre a . 9, e tutte scritte sull'aletta destra. Rimarrebbero cosi in tutto 11O linee di mira invece di '17 Il seguente specchiel.Lo, dimostrerebbe la trasformazione che ne risulterebbe, la quale eliminerebbe tutti gli inconvenienti lamentati. J dati scritti in carattere comune sono quelli alluali da sopprimere; quelli ,in cnrattere disti n LO sono quelli risultanti dopo la trasformazitme .

l

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L'ISTRUZIONE SULLE ARMI E SOL TIRO PER LA FANTBRIA

Le differenze fra le mire, diminuirebbero, come ragion vuole, col crescer'e dell'angolo di caduta , mentre ora sono uniformemente di ' 00 metri. Esse sono : Una di 000 metri. Una di 250 }} 'fn, di 200 Tr·e di :J50 )) Due di ·100 )) La linea di mira deve essere quella della traiettoria media ~ Il numero sull'aletta destra dello zoccolo in etLometri intieri ·è quello più prossimo alla distanza òella linea di mira, e se egualmente distante, il più piccolo. In conclusione propongo: 1o che lince di mira da 1/ sianoridotte a ·l O; 2° che sia abolita la posizione di alzo rovesciato;. 3° che sia posto un nrresto al ritlo dopo la tacca della massima linea di mira, 4" che sia abolita l'inutile tacca di mira di 300· metri ; 5° che la parte posteriore dello zoccolo sia spianata fin sotto la tacca di mira; 6° che le tacche per il taglio della molla del ritto da ·15 siano ridotte a 9; 7° che in corrispondenza di dette 9 tncc5e vi sieno le righette ed i numeri corrispondenti sulla parte superiore daj!'aletta destra; 8° che dall'aletta sinistra, .sia cancellato qualsiasi segno.

,

... ...

..

l! tiro di classificazione, nell 'Istruzione del ·1892 era C03tituit() dalle prime sei lezioni di tiro individuale. Nella nuova è ridotto a cinque apposite lezioni con appropriata denominazione. È questa una buona cosa. Le distanze che erano una a ,150 metri, una a 250, due a· 300 e due a 400 diminui rono assai, essendo tutte ridotte a 20() metri; anche questa è opportunissima cosa, perchè trattandos• di misurare le qualità per·sona!i, è giusto di eliminare, d-i diminuire od almeno di rendP.re meno sensibili quegli effetti indipendenti dalla persona, e dovuti all'atmosfera, od all'arma, od alle cartucce.

DEl,

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Per la stes~a ragione è da lodarsi la marcata ma~giore ampiezza che in complesso si nota nei bersagl i. 11 bersaglio N. 1, col lato maggiore a ter:ra, adollalll pel' la 3• lezione rappresenta ci nque no min i in pied i n contai ~o n~ n sagoma ti. La mancanza di barilo1.1.0, ammerte un approssrmat1vo ~nn· tamento al centro, benché la minor altezza del bersaglio renda più sensi bile l'elevazione dell'ordinata di 0,28. ·Ma è im_porta~t~ rilevare come l'Istruzione intende che mancando punti prec1s1 di mira, si 'punta al centro. Adottate le proposte da me_fatte circa l'abolizione della mira di 300 metri , è facile adattare l bersagli e le distanze per il puntarnento al piede: . . . (n altro miglioramento si ravvisa nelle pos1zrom del lrratore che erano 2 in piedi, 2 in gi nocchio e 2 a terra, e che o~·a sono ·1 in piedi , 2 in ginocchio, 1 a terra éd '' a sce~ta d~! .trrr~tore; di maniera che si ha una maggiore variet.à rlr posrz1onr pur avendo una lezione di meno; e l'aver lasciato una posizione a scel ta· del tiratore in qu esta se1·ie di lezioni che ri guar~ano appunto la sua classificazione è quanto di più opportuno SI po· tesse fare. Le specie dei fuochi sono 3 a volontù e 2 accelerate; nella precedente istruzione erano 3 a volontà, l accelera~a, e_ 2 aripetizione; di guisa che, può dirsi che nulla è cambwto rn pro posito, se si tien con to che il fuoco acceleraLo precedente ~ra nna specie media di ambigua designazion e. . . . ::'fell' istruzione del ,1894· , come in quella del '1892, 1 t1~·ato~·\ sono divisi in tre classi . Ma in realtà vi è una sfumatura dr abtlitit che comprende sei gradi, cioè: ,lo J tiratori sceltissimi dì cui tratta il terzo nli netl tlel numero .23.6 , che colpisco.no nella conferma 25 bersagli e che hanno il distintivo d'argento . 2° I tirato;i scelti di cu i al ·l 0 al inea dello stesso numero 236. 3o l tiratori di ,1• classe che fecero 23 bersagli come spiega lo stesso numero 236. 4-0 I tiratori di 2a classe rhe fecero '18 bersagli come spiega il numero 172 e r,he sono ammessi alla gara. 5° l tiratori di 2• classe che fecero più di 'l O e meno di ~1 8 bersagli e che non sono ammessi alla gara. 1


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L' ISTRUZIONE SULLE ARMI E SUL TIRO Pll& LA FANTERIA

6° I tiratori di 3• classe, quelli cioè che colpirono meno di 1O bersagli. Queste distinzioni m.i paiono tro ppe~:; troppo sottili. Se si doma ndasse quale differenza passi fra le due ultime categorie di tiratori sopradescritte non· si saprebbe dirla perchè il Lrah ta_m~n to é per.fettame_nte uguale, entrambe essendo escluse dalle ga1·e dt ttro. Nel! Istnmone del 1892 la ragione esiste (se raaione può chiamarsi)} ed è dichiarata in modo cinico dai numeri ~1 88, 189 e 200. Ha per scopo <' il minor consumo possibile di muni~ zioni ». Nell'Istruzione del ,l894 questo incongruen te motivo pi~ non esiste perchè tutti i til'tl tori sparano (e giustamente) u"'ual numero di cartucce.· n Sulle tre categorie di tiratori di P classe mi astengo dal fa re os· servazioni e proposte perchè soltanto l'esperienza potrà porre in chiaro le difficoltà di wnseguire le di!>tinzioni a loro conferite ad ogni . modo è bene che chi in un anno ha conse1ruito il distinti;o di tt!·atore scelto, sia incitato negli anni seguenti a raggiungere quf!llo d argento. . Ma in complesso facci o le seguenti proposte: 1" I tiratori siano divisi in due cl~ssi. Quelli che nel complesso delle quaLtrÒ lezioni colpirono venti o più bel'sagli sono ·assegnati. alla p'rima classe. Tutti gli altri all a seconda classe. . . 2° . Una sola sia la gara di tiro, e ad essa prendano parte t~tti · 1 t1rator1, sparando 6 cartucce invece delle 12 ora prescritte. Queste due proposte sono ispirate dal concetto, che pur colti~·a~do !'_abilità dei pochi, alto debba. essere tenuto lo spirito di tutti 1 t1rator1. « La scuola di Liro t1l bersaglio ha lo scopo di far acqui« stare e conservare alla gen eralità dei soldati una sufficiente abi. << lità nel tiro ». Aurea massima contenuta nel numero '138 del·1' Istruzione ·1892, che però essa stessa violava con alcune sue disposizion i. La 3• classe non ha alcuna ragione ba listictl nes. . . ' suna rag10ne econom1ca, nessuna ragion e morale di esistere. Essa non fa altro che produrre una forte depressione in quelli chè vi sono ascritti, i quali, sfidnciat i, senza amore della propria arma, sa~an no esempio di codardia sul campo. Niuno dev'essere posto in tah condizioni. I buoni ti ratori di 2a classe non sara nno umiliati

DEL

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APRILE

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dalla fusione . di quelli di 3• classeJ e questi ne saranno molto rialzati. È poco il danno di essere effettivamente mediocre tiratore; ed il perchè, lo dich iarano i risultati degli esperimenti riguardanti l'abilità, i quali bene spesso sono inversamente proporzionali all'abilità stessa; è immenso il danno di · credersi cattivo tiratore anche quando uno fosse ell'ettivamente buon tiratore. Un cattivo tiratore che per casualità, per sbaglio, per accorgimen to dei superiori, fosse dichiarato e si credesse ln i ste3so abile tiratore, sarebbe un soldato assai migliore di un tiratore efl'ettivamenl.e abilis: simo che per casualitàJ sbaglio od imprudenza dei superiori fosse dichiarato e si credesse lui stesso caLLivo ti ratore Si tratta dunque, pur facendo delle classificazioni, di far·e in modo che uiuno debba credersi tanto cattivo da non poter rimanere in mezzo agli altri. H.iguardo alla gara, io non ravviso danno alcuno a fnrvi concorrer(1 tutti i tiratori. Il consumo delle cartucce si può contenere negli stessi limiti, I premi non variano; i premi locc.heranno egualmente ai più abili; anzi, questi saranno maggiormente eccitati dalla presenza di tutti i compagni, e ne proverranno maggior soddisfazione. Ma i danni della esclusione traducono io amarezza per i molti ,, ciò che dev'essere una festa per tutli. La gara a cui prendono parte rallegrando tutti i cuori, cementa la coesione morale dei . reparti. A questi effetti morali, a questa coesione devono informarsi tutte le prescr·izioni. :prima di lasciare l'argomen to del tiro di class ificazione, è bene porre in rili evo come tutte le istruzioni anteriori a quella del '18\H-,. ne ri mandassero l'esecuzione a quando era già compiuto il tiro individuale. Anzi quella del ·1802 lo fa eseguire anche dopo il tiro collellivo nella 2• sezione ('197, e specchio 2). L' Istruzione de! '189.i, invece, lo fa eseguire prima di Lutti gli altri tiri, cioè appena dopo il tiro delle reclute. Ceno ch e può parere prematura ·1a nuova clas sificazione, sia perchè il soldato non ha ancora potuto · dimostrare le sue altitudini, sia pèrchè conferisce il premio prima d'aver compiuta la scuo la. Perciò 'tecnicamente· può parere poco logica questa anteposizione; siccome però, secondo il mio modo di vedere, la questione morale eclissa sempre quella tecnica, trovo che questa


D'EL

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L1!STRUZIONE SULLE AIUI! E SUI. TIRO PER. LA FANTERIA

entrata della recluta fra i guerrieri, co lla sua classificazion e resa facile da corte distanze e da ampi bersagli, possa essere giustificata dall'incoraggiamento ed incitamento che ad essi ne deri~a. 'f

* * Il numero dt>gli spari per il tiro di classificazione fissato a 34 nella precedente istruzione, nella nuova istruzione sono asse 0rrnati ''6.pe: J~ ·t~e leziùni a volon1ì1, ed un numero illimitato per le due lez1on1 d1 tiro accelerato una della durata di 60" e l'a ltra della durata di 30". · . ~ uanLe _saranno al m-assimo possibile le cartucce sparabili in un llm1tato tempo, vale a dire quale sarà la massima cele1·ità di tiro !'_Istruzione del 1894 non lo dichiara. Ma questa conoscenza ec: c 1t~ la ~~ r i osil_il, perchè quotidianamente si legge sui fogli che talum fucll1 rtJggtUngono delle celeritit sbalorditive. Nell'ultimo alinea del numero 233 è dello: « Nelle lezioni per le qual i il numero « del! ~ cn rtucce è illim itato) mentre è stabilito il tempo, si daril ('( al_ tiratore uo numero di cartucLe coni spondente a "6 per ogni « mmuto )) . ~:o n ~e s~ potrebbe concl udere che i! massimo possibile di celen ta cu1 par·Ja il numero 20,1, non può 1·aggiunl{ere i '16 colpi per mmuto: Ma a quale distanza rimanga da questo non raagiu~to numero di '16, non avvi indizio per desumerlo. /') E necessario perciò ricorrere all'Istruzione '1892, la quale al numero 49 porge i dati per renderei con to dell a massima ccle~·ità. di_ ti_ro che .Lìssa. <l a 25 spari in 2 ·minuti, impiegando, dopo .1 pnm1 cmque, 1 caricatori n. l~ ~a not~re ~~rò che questa celerità di oltre ;J 2 colpi al minuto e raggmngdJiie soltanto nei due primi minuti , se si volesse p rolu.n.~a1·e il tiro. a ripetizione, ad esempio, per cinque minuti la ~elerll·a· non ra~gJUn~e r~~b~ gli ·Il colpi per minuto ; e ciò perchè ~ stabd1to che s.l comm.cr d toco coll'arma già carica, perciò manca 11 L~mp.o ~el pr·1mo. camamen to, il quale por giunta è doppio degli altn , ctoc, con car1catore di quattro cartucce e cartu~c ia sciolta . .. . ' mentre 1 successiVI sono col solo caricatore. A ch i volesse a nalizzare ·-~ tempuscoti richiesti dal caricam ento e da ogni sparo, quella istruzione del ·1892 porge suffici enti ele-

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men ti per calcolarli . .-\ ciò fare devesi premettere che l'istruzione contempla un fuoco a ripetizione con celerità ordinaria, che è di 5 spari in 25", e di 9 spari · in 55", sempre partendo dalla premessa che inizialmente l'arma è già carica, ed è con queste celerità che ordina l'esecuzione delle lezioni 5·, 6', s· e ga del tiro individu ale, e la 4' del tiro collettivo. In questa celeritit come i 5 primi spari coll'arma carica richiedono 25", cioè uno sparo ogni 5". i 4 spari del successivo caricamento richiedono 20"; in totale 40"; gli altri ,, O" per arrivare a 55' , sono im piegati nel caricamento. Adunque in questa celerità, un caricamento richiede un tempo di ''O'' cioè doppio d i quello di uno sparo. Ora, la celerità massima di 25 spari in 2' HW" comprende 5 caricamenti. Il rapporto di 2 ad ,, riscontrato rra un caricamento ed uno sparo , col restringersi del tempo, cioè coll'aumentare della celerità, dovrit alterarsi nèl senso di diminuire maggiormente il tempo del r.aricamento per dimi · n!lire meno quello già troppo ristretto ed afi'annoso del pun tamento e sparo. Da dati sperimentali e razionali r isulterebbe -il se- , guente specchietto:

==

11 ossia ,, in 3",6 I primi 0 spari si eseguiscono in ·18 6'' Per caricare ùn caricatore 14-",4 Altri 4- spari s'i eseguiscono in 6' caricare un caricatore . .J. i/',4 Altri 4 spari . 6'' caricare H ·",4. 4- spari . 6" caricare ·IV', ,i·i· spari . 6" caricò re J4." ,4 4 spari .

'

l

To tali 25 spari in '120",0 TI tempo per un puntamento e sparo è di 3",G, epperciò il rapporto fra caricamento e sparo è di 6 a S,6 ossia come 5 a 3. Se si prolungasse il Liro con questa stessa serie per cinque minuti, risulterebbe una cel,erità media di ,Il colpi al min uto.


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L'ISTRUZIONE SULLE ARMI E SUL TIRO PER LA FANTERIA

Ora si può applicare questi stessi dati e ragionamenti anche al fudle ·18!H. Nel fucile 70/87 la prima carica è di cinque car· tucce e le successive di quattro. mentre in quello del •189"1 tutte le cariche sono di 6 cartucce. Nel fucile 70/ 87 il ca ricatore vuoi essere estrntto e buttato, mentre che in quello ·1894 il cal·icatore rimane nel serbatoio per cadere pòi automaticamente. La primn dì queste diffetenze non ha alcuna influenza perchè il calcolo del tempo ò fatto nell'elemento più sempl ice che è uno sparo, col relativv puntamento il quale · non comporta differenza fnl un fucile e l'altro. Riguardo al gettito del caricatore, esso richiede un piccolissimo tempuscolo che vuoi essere ripartito fra i sei spari ed è evidentemente trascurabile. Di maniera che applicando quelli stessi dati, si avrebbero tante serie composte di 6 spari ed un c:~­ ricamento cioè 311 ,6 X 6 colpi==:: 2-1" : 6·' ed aooiunaendo 6'1 per· rt? O caricamento si avrà 27/(,6 pElr ogni serie. Prolungando le serie per· cinque minuti si trova che si sparerebbero 113 colpi pe1· minuto, i quali segner·ebbe1·o la massima celerità possibile. Adunque nel primo minuto la massima celerità possibile è uguale in entrambi i fucili ' mentre che nei minuti successivi è di ·1·1 nel fucile 70 l87 e di "' ~ nel fucile 9·1. Col fu cil e 70/ 87 si possono fare i primi 5 spari ìn 25" mentre che'Col fucile ·189·1 si possono fare i primi (i spari in 2·1'1 ,6 cosà questa di grande importanza. Ammessa la massima celerità di 13 colpi per minuto, il numero degli spari per il tiro di cl11ssificazione, che è di 34 nell'istruzione 1892, risulterebbe di 30 nell'istruzione del 1894·. · Tuttavia non pare giustificato il numero di -17 cartucce da fornire al tiratore come prescrive il numero 233, e propongo che sia prescritto di munirlo di 3 caricatori, cioè 16 cartucce, essendo di tutta evidenza che le quattro cartucce sciolte sono nna incongruenza nel tiro accelerato. (Continna).

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A PROPOSITO DI STORIA DELLA L ETTERATURA M ILITARE

come :;o r"d il bisogno di simile storia . - Il materiale letterario militare. - LettHa· tura ;cientifica e letteratura amena. -Scopo di Unii s toria della letteratura. - IL tipo del lìllro militare r;lassico o <tuello dei li bri militari ortierni. - lnnu.enza del genio italiano sull'arte militare nei tcmJ)i moclerni. - I.a le\teratu ra mtlJtare du· rante le guerre del risorgimento. - Conclusione.

In mezzo a numerose bibliografìe storiche militari, da quella del d'Ayala, per c.itarne una , a.lla pi~1 1·ece?teecompl.eta d.e~ Pohler~ vediam rari i libri che trall1no d1 stona \etterana m1iltare. V1 accenna taluno degli scrittori, che ricercano a traverso il raccomo delle battaglie le tracce del cammino evolutivo pe1~corso dall'arte · militare, come il Cario n ~isas, come il Marselli, ed altri; tra cui special posto merita il Riistow , eh~ se~ue lo svolgimento ~el pen· siero militare moderno nelle sue manifestazioni letterane quale mezzo per comprendere l.o spi1·ito delle guerre da Federico in poi ; vi accenna pure, se ben mi rammento, il Iomini. n.ella sua opera magistrale ristampata dal Lecomte. Ma. son tentatiVI subordinati allo scopo del libro di cui fan parte. La raccolta di scritti militari dei Liskennè e Sauvan, è prece· duta da una serie di notizie sugli autori di 4nelli scritti: storia di Jeuerati , anzichè di letteratura militare, e storia redatta una cinquantina di anni or so~o, con inten ti e metodi assai diversi daali attuali. Quell'ar:;enale farragino so del dizionario militare del Ba~din ha tutta una filz>i d'indicazioni su scrittori e libri attinenti alla milizia: elementi opportuni per un indicé bibliografico più che biografico, nonostante la pazienza da benedettino con cui son racçolti.

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A t>ROPOSITO DI STORI A DELLA LETT ERATURA MILITARE

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A PROPOSITO 01 STORIA DELLA LETTERATURA MILITARE

Aggi ungansi gli articoli dei dizionari biografici ed enciclope dici, qualche monografia, e qualche capi tolo special e nelle storie della letleratul'a , quando vi (igura e, per quel che mi ricordo , avrem citato quanto finora fu scritto a proposito di storia della lelleratura militare. Nè l'argomento poteva interessare in passa.to, quando il sapere militare considerava escl usi vamente l'azione e trascurava il pen siero che la governa. E che così fosse una volta lo ricorda quanto avvenne al Machiavelli , di cui raccon tasi che un capitano, sapendo come egli si piccasse di cose guerresche, lo abbia messo in pu ntiglio di ordinare e fa1· muovere secondo le sue idee alcune schiere di soldati. Ne venne tal confusione che non fu più possibile di stricarne le fila, e il capitano trionfò tra le risa degli astanti . Se l'aneddoto è vero, e per lo meno esso è trovato da un gran pezzo, non significa altro se non questo ; che il capi· tano non arrivava a intravedere a traver·so dei movimenti di ma novra il pensiero che colleba tull o un siStema militare, come lo afTt~rra va la vasta mente del Machiavelli, e che questi fece male a mettersi in un impiccio per cui gli mancavano la pratica e l'intesa per la quale i. soldati eseguiscono i movimenti che so n l. oro co mandati. Ma l'ammirnione per la praticaccia senza veder nu lla a traverso il meccanismo dei movimenti, ed anzi non volendolo vedere, durò per un pezzo dopo i tempi del Macchiavel li nelle . fi le degli eserci ti , ed anzi crebbe. La storia dei li bri che pa rlnn di mi lizia sarebbe sembra ta :1llora superflua, e tutt'al più piacevole erudizione, nè più nè meno di quella che introduce la storia delle scoperte meccan:che nei trattati di fisica. Ma era pnr prevedibile che allargandosi il punto di vista dal qua l~ erano con siderate le cognizioni militari, e dala loro una si!\temazione corrisponden te al nuovo ind irizzo che han preso gli altri studi cd in generale la mente dei tempi pi ù vicini a noi, siasi vol uto vedere a traverso dei ratti mil itari il pensiero che li regge e li coordina, e per conseguenza il movimento evolutivo di quel pensiero in relazione al movimento evolutivo dell 'intera . !\OCielà. E poichè, meglio che altrove, nei libri i quali riassumono l'idea predominante nei tempi in . eui appaiono, si potev:m trovare le

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tracce di quel pensiero e delle .sue trasformazioni, era natur.nle che trn. i diversi ral)li dello scibile militare ne facesse capolino uno riguardante !a storia del la corrispondente letteratura, e prendesse posto distinto nei programmi di insegnamento, e genertlsse qualche abbozzo di relapvo lratta ~o . . _ Non net•o nemmeno che determmante del fenomeno possa e:..sere· anche,., stata la grande inllnenza esercitata in oggi dalla stampa nello scambio e nella propagazione delle idee, di guisac~1è s~a sem· bra lo necessario di ·studiare come e quando ciò sia comincu1to ad essere, e per l'associazione d'idee siasi spinto l'~sa~e ~ìno a ri~ salire nei tempi più lontani. Ma. poicb è fu sent1to Il b1sogno d1 una storia della letteratura militare, ·ed esso trova ragione non solo nell'essersi manifestato, ma altresì nella sua opportunità, mi sorsero dubbi, che, estendendosi essa oltre certi limiti, possa de· generare in un giuoco di erudizione in cui vadan perduti i vantaggi che effettivamente deve apportare.

*"'* Poichè v'ha una stnria deUa lette"ratttm militare, essa deve avere il sustrato o l'appoggio in tutti gli scritti chè parlan di cose militari. Ma entro quai limi ti ? Oggi, che l'arte militare cerca di. volgere a. suo p:ofitto .quant~ l' uomo sa e può e cerca di trasformare ogn1 mamfestaz1one d1 forza in strumento di vittoria, andando alla ricerca del materiale letterario militare c'è pericolo di perderei non solo fra i trattati di rreorrrafia e di economia sociale, ma perfino t.ra quelli di chi. mie~ e.,., fisica e comprendervi tutto l' umano scibile: e guardando invece al passato, di assorbire tutto il materiale storico ?er l 'ac ~ coglienza larghissima nccordata dagli scrittori di storia a1 r~ccont1 dei fatti di guerra i qu ali fan da suggello ai più gravi tra 1 c.am· . biamenti nelle relnioni politiche e sociaii. In u11 recente l1bro di sto1·ia della letteratw·a milit.are, usato in uno dei nostri istituti militari, mi venne per esempio di veder parlare ex p.,.ofesso di Erod<Jto e di Tucidide tra gli scrittori di materia militare, e per conseguenza logica non solo del Davila, del Bentivoglio del


A pROPOSITO

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A PROfOSITO DI STORIA DELLA LE'rTERATURA )IJLlTARE

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Parola, ma altresì del Thiers. che scrisse « la più grande storia dell'epopea napoleonica ». Ma allora perchè dimenticare il Mommsen, che con tanto intellettù scrisse dell e guerre romane, da non parer·mi superato da nessuno scrittore veramente militare? e il .Sybel~ testè tolto ai vivi, il quale, con ma ggior precisione ed equitit del Thiers, nella storia dell'Europa durame la rivolu· zione francese ci racconta qu~lla delle guerre allora combattute? E com e loro tanti altri che volentieri mi corrono sotto la penna? Dove son dunque i limiti? l'l on possiam certo stabilir-li noi capri~ciosa mente , e debbono emergere dalla natura stessa degl i ele· menti di cui deve essere composto il materiale leLterar·io militare. Proviamoci a sistemarlo. Da una parte esso volgesi alla mente: racc~gl ie tutte le cognizioni che possouo riuscire utili allo scopo supremo della guerra, rogliendole ovunque le trova nel sacro deposito dello scibile umano, registra ordinatamente tulle le esperienze del pàssa to, interrogando quel gran repertorio dei fatti um~ni che è la storia, e sotto forma di trattati milit:~ri esamina, discute, classifica questi eleme~ti per t:oncludere ~~on alcuni principii reputati inconcussi e consac_rati nei rego lamenti. E' una grande catena di pensieri e di fatti che si traducono sotto diversa forma in materiale scritto, e staccandosi dal complesso degli elementi che servono di fondamen to a quanto, con una fra se più capita cbe precisa, chiamiamo colttmt generale, mette capo ai codici da cui son regolate le istituzioni militari e la vita dell'esercito. V'è tutta la grande fami glia dei trattati generali e sper.iali, da~chè com prendono notizie d'interesse veramente militare e le sistemano a scopo militare, e vi è pure tuaa l'altra gr:ande famigli a degli scritti storico-mil itari in quanro raccolgono e descrivono esperienze di guerra che non si possono ripetere a piacere. E questa gr·ande famigli a di manifestazioni letterarie la potremo raccogliere sotto il titolo di lelleratura scientifica mil_ita,re. "" Tuuavia a ciò non potre.bbe limitarsi il novero dei matérial i onde si compone la letteratura militare. . Specchio dei sentimenti che eccita la vita nell'esercito, è sopratutto il terribile dramma della guerra in cui bollono tutte le passioni umane; la letteratura militare mal potrebbe veder po~te da

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STORIA DELJ.A. LETTERATORA . MIL;TARE

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parte le ma nifestazioni scr-itteo parl ate dei pe~si e_ri i qual i_turbinano sotto l'impulso di quei sentimenti. Se rrsalramo anzr ben add ietro nella storia, dobbiamo condudel'e che quelle furono le prime. anzi le uniohe manifestazioni lett~rarie de~ tempi. guerreschi primitivi, come sono ancora le unrche tra r popolr men~ incivilili. li canto pirrico che erompe spontaneo dal perlo der guerrieri, i qual i pri ma di cominci are la lotta . ~er in.cora~giarsi, al · ternano il ricordo dell \3 glorie passate e le 1est1monranze clel proprio valore coll 'ingiuria gettat:1 in faccia ag li aV\'er~ari: l'inno del poeta accompagnato dal cozzo ritmic~u delle arm1 e dal c~t:o deali armati sono for.>e le rorrne primordiali della letteratura mrlttar:~, e probabilm ente l'inno è giit una trasformazio~e de_l canto di guerra primiti\'0. Canto ed inno, si collegano .~nz1 c~s1 tenacemente alle pass ioni dell'uomo che permangono rn ognr le~po ~ no.n ostanle il mutare dei popoli e delle civi ltà, hanno comun r certr carau.e;·i cli;;tinti vi e li rivelano con espressioni che riappaiono a traverso le forme vari ate. funoro se esista una raccolta di canti gncrrren: certamente perÒ gli insulti che si lanciano reciprocame~te _gli. er~i d:Ome~~o prima di anutfar::i, hanno un riscon lro nelle J·ngnn:'e. ~~ cu r venllci nque anni fa erano pieni i giornali francesi alla ,vrgrlta dell.a gr.an <>uern: il novero dei nemici ucr.isi, tema dell'inno l.nonlale 1n· ;ow1to dai Jeaionari di Valen tiniano , ha cle lle analogie coi can ti di gu~rra del p~polo ebreo ri portati nella Rib~in : la. M~1·siglies~ che accompagnava i so ldati clelia rivoluzion e :'\ 111 campt_d1. battaglHl, ~ l' inno di ~l amcli che ech eggiò a porta S. Pancrazto. ner mo.mer:;tJ supremi della, difesa di H.oma del ·18H), ispir-avan si !"uno al rrcord~ dalla recente vittoriét popolare, l'altro a quello della P?tenza d~ Roma, come i ca nti guerrieri delle Pellirosse e il ei bardt scozzes r alla. gloria ed allo splendore del la, tribù cni appartene"ano colo~·o che l' improv,visavano. Però, da quelle forme primordiali che abbracciavano Lut~ il campo letterari o militare fin chè la civ.~lti.t ern a~cora _bambrna altre ne derivarono adattandosi alle es1genze der te~p1 e_ del l~ · · socra · 1·r. s·rcclle· • mentt·e la• crescente facohà nflessr va der. cond.rzronr · popoli avvivava la letteratura sc:ienti(ica milittH'e . nuove f?rme eh letteratura mi litare spuntavano anche nel campo del sentrmento. ()j -

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A PROPOSITO DI STORIA DELLA LETTERATURA MILITARI!

L'allocuzione alle truppe. figlia primogenita dell'inno guerr iero , e più tardi imbastardita dalla rettorica degli scriLLori clnssici e sul loro esempio nei nostri cinquecenti sti. e rigeneratasi nel proclama: il racconto esemplare delle azioni di valore, passato a traverso le leggende cavalleresche e i romanzi feudali ancor tanto cari lll popolo ed ai soldati. ed oggi rappresentato dal rigido e ca ncelleresco holleuino dell e ricompense al valore: le novelle ispirate dalle vi cende ordinarie e straordinarie dell a vita mi litare, diverse nelle forme e nelle tendenze secondo i tempi e il gusto dei lettori, oHimiste col De Amicis, pessimiste co l Turletti e collo Zola, piacevolmente morali sta coli'Hackliinder, umoristiche col Lenz, sn rebbero tulle fo rme di una letteratura amena, come la si vuoi ch iamare, la quale pullula rigogliosa ·nercampo militare, vive di sentimenti militar i ed ha un'~co nel cuore del soldato. Educa anche più che non istruisca: 1·iseote più facilm ente della letteratu ra scientifica la tendenza dei tempi, si modi fica con esse e meglio le rivela; eccitatrice di potenti affetti, può divenire strumento di nobili fini e causa di dolorosi guai. Chi può mi surare l'in lluenza deleteria esercì· Lata in Frllncia nel ·1870 dai romanzi deii'Ermann-Chatrian improntali da tan t~t honomia uma nitaria? O l' importanza delle canzoni militari del Oeroulède, o solamente quella della periodica nota marziale contenuta nel supplemento del Petil Jou1'nal ? · Con austeriti:t soverchiamente rigida , la scuola, che inopportunamente si studia di sofTocare il sentimento nell'esercito, imbevendosi delle correnti positiviste che prevalgono fnor d'esso, vorrebbe tenere in non cale tutta questa parte di letteratura come indegna della severi tà soldatesca, o come tìore velenoso e nato a dispetto . Padrone ciascuno. di sc~glie r le sue letture, co me oli piace o come le trova adatte al suo temperamento: ma quando vuoi studiare le tendenztl di tutta una letteratura , o discuterle, non può certamAnte gettare in un canto quella parte che è più spontanea e più efficace di tutte le altre. Libero anche ciascuno che è preposto in q u alsi~s i modo alla educazione dei giovani di. regolare come gli par più opportuno le loro letture: ma precl udere loro le inopportune sarebbe illusiond; varrà meglio discuter· con loro sull'indole dei libri che cercan di preferenza, ed orientarli sulle tendenze cui soggiacciono e trame un nuovo e non disprez~

A PROPOSITO DI STORIA DELLA LETTERATURA ~ILlTARE

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zabile mezzo educativo, volgendo a vantaggio grandissimo lo studio <Iella letteratura militare.

Poichè la let.teratura militare abbraccia un campo ben distinto, vive di affetti e di sentimenti mili tari se narra, e si diri ~e a scopi essenzialmente militari se discute ·od istruisce, e poichè sgorga spontanea in un dei casi e nell'altro segue il penr.iero umano -che ''ia via si trasforma~ è natumle che vi abbia da essere un a storia della letteratura militare, e che vi possa essere intere~~e nel conoscerla. Tuttavia non la vorremmo ridotta ad una filza di nomi, di date e di biografie seguite òa elenchi d'opere corredate da un breve giudizio su ognuna di esse, come fossero componimenti scola:>tici da classificare. Tanto varrebbe riordinare cronologicamente un certo numero di pagine staccate da un dizionario biografico, e ~redere di aver scritto una storia della letteratura, come lo crederano il Mafl'e i e il Corniani sul princi pio del secol o, come la scrissero i Liskenn è e Sauvan, premettendola ad una collezione di scritti militari, ma come non la potremmo accettar noi. A ben altro concetto ci hanno abituato le recenti storie letterari e, e con ben altro indi1·izzo esse son scritte in oggi. In Italia, tra - gli altri, l'Emiliani-Giudici, il Settembrini , il De Sanctis e non ultimo il Fornaciari coi suoi succosi sunti ci mostrarono la via <la tenere: fuor d' Italia, . per citarne un solo, il Taine, nel la sua Storia della lettl7ratt~.-ra in.qlese, la meglio concepita e forse la migliore delle opere sue, ce ne diede uno splendido esempio. O perchè non Ii vorremo seguire anche nella esposizione della storia lett€\rarin militare? I punti, cui, a quanto sembra, ci lega una simil,e storia conc~pita secondo i desideri e le idee modern e, son questi : esporre ) sommariamente l'opera dei principali scrittori in ciascun periodo stori1:0, rimettendoli nell 'epoca in cui vissero come ne!la loro nicchia naturale, e raggruppando intorno a loro i seguaci e gl'imitatori il cui ricordo valga la spesa; misurare l'influenza esercitata da tutti costoro sui contemporanei e sui posteri , quella esercitata


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PROPOS~'rO DI STORIA DE LL A LETTERATURA MILITA RE

dai tempi su. di loro , e finalmente ricava re da tutto questo favot·o analitico il pensiero predominante di ciascuna epoca, consideran, dolo come una fase di un lungo processo evolutivo, di cui è utile .ricercare l'andamento. Senza di ciò le indagini pet·dono ogni interesse, lo studio rimane un puro sforzo d 'erudizione, e l'esposizione divaga senza misura precisa, mancandole uno scopo pratico che np, pròporzioni le parti e di a coerenza al tutto . Per prima conseguenza dell 'applicazione di quei criler·i verri\ una diminuzione d'interesse per gli scritti dell'antichitit in confronto di quelli che contengono il pen ~ iero attuale. E ci sembra giusto, per quanto possiamo ammirare glorie che appartengono &Ila nostra storia. Troppo dilferisce il concetto IE\tterario militare, che chiamerem6 classico, dall'attuale. Negli scritti mil itari an. tichi appare manifesto il desiderio che l'opera loro riesca direttamente ed intn~cediatanwnte utile a coloro che dovevano servirsane. Costoro erano generali ed ufficiali scelti tra i ~ittadini che ordinariamente coprivano le grandi cariche dello StaLO, èui ul i uffici mil itari erano temporaneamente addossati. Uomini pol itici e mili tari d'occasione. Chiamati da un ordine di funzio ni all'altro in epoche jn cni tra esse il distacco non era tanto profondo qua nto lo è in oggi, porta vano con loro In educazione della mente abituata agli affari pubblici, la calma acq uistata tra le agitazioni delle passion! politiche, le conoscenze svariate dell'uomo di Stato e la abitudine a pens:,re e decidere rapidamente. La guena è 'questione di tatto, disse Na poleone. ed essi lo aveva no questo tauo; maoc.a.nno in vece loro le cogn izioni speciali necessarie per espr·imere e vedere aLLuaLO quanto la loro mente concepiva. Tali do''eano essere i generai i ateniesi scelti dal popolo, e non divers i furono Pericle e lo stesso Temistocle: cosi ci vien descritto quel capitnno di cavalleria, di cui Socrate si IJurlava con tanta arguzia. · come è . ricor·dato nei Detti 1nemombili raccolti da Senofonte: così · pure dovea no essere i generali romani scelti per favor.e d~i comizi . Ad uomini posti in quelle condizioni, dovevano riuscire as~ai giovevoli alcun i manuali in cui celeremente trovassero le cogni zioni speciali che loro mancavano per esercitare il comando, o qualche· appunto che li aiutasse a volgere al servizi o degli interessi mi-

A PROPOSITO DI STORIA DE LLA LETTE&ATU&A M1Ll1'ARE

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fitarÌ la somma di cognizi?ni acquistale nei pubblici impieghi. Essi trovarono letterati che li servirono a dovere. Ed i trattati degl i antichi arieggi11no a mamtali o vademecum . Si somiglian tuui nell' idea ordinatrice. l n Onosandro , Eliano, Fron ti no , Leone imperHtot·e; nello stesso . Végezio 'Cerclì iamo invano ·qualche originalità od tÌn' impronta per·sooafe . Varierà al quanto la materia, non muta la tessitura organica del loro libro. Han .da variare dei soldati , e giù nn elenco del·le quali tà loro perché sien huoni : descrivono il generale, e sembra che abbino mezzo di crearlo come lo vogliouo e come dev'essere, "enza nemmeno avvertire che le circostanze di verse possono voler in lui ·dati diversi : vi uniscono fa descrizione di certi stratagemmi come :sP. dettassero la ricetta per· vincere; e cer'Li schieramenti di truppe ~osi artificiosi da dubitare che sieno mai stati adoperati e chiudono con una serie di aforism i, che non han trovato posto oppor tuno nei capitoli anteriori, quasi merce nrrivata in ritardo. Che ~osa vi dobbiamo imparar noi? Che cosa vederci , ove L(llgasi una ·éerta curiosità ed il biso~n o di coglierne il carallere distintivo, tanto per spiega rci lo spirito gecondo il quale gli antichi scri llori valutavano le cose di guerra. Ed esso ·doveva essere ben diverso dal nostro , come lo si rileva dal conceuo della balla gl ia quale risulta da tutte le opere classiche. Agli scrittori di storia è utile -.soggello di briosa descrizione, e quando han l'aria di trattarlo -dal punto di .vista militare. il prodigio e lo stratagemma il più ·delle volte puerile basta loro per spiegare fa vittoria, la quale · 1mpreteribilm~nLe è assegnata a quella delle due parli che aveva avuto il miuor numero eli perdite. E queste sono idee che gli scrittori di storia ricavavano dai libri mifitM·i . Ma non risnha -che gli uni e gli altri s'accorgessero dei legami che corrono tra ·la battnglia e l'andamento generale della guena, come dovevano ·certamente intuidi gli uomini di Stato ed i migliori tra i capi·taqi; come dovet te intuirfo, per esempio Fabio, Massimo che con-dannava Annibale a logorarsi per le sue slesse viltorie. Bisogna aggiu n g~ re che quei legami mal compresi anche oggi dai pit'r, dovevano intravedersi ancor più difficilmente quando la battaglia manesca·, che allora predominava, fin iva colla strc1ge di quella [part e che si confessava vinta, e la sproporzione delle penlile era


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A PROPOSITO DI STORIA DELLA LETTERATURA MILITARE

t~ le che la battaglia e la guerra fin ivano insieme. Sicchè quand()

crò non avvenne, ed Annibale seppe evitarlo, non si arriva a comprendere come lui vittorioso sem pre finisca vinto in un anaolo della penisola e ridotto alle condizioni di. un capobrigante : e n~11la d'altra pn rte spiega megl io questo concetto del fatto citato da Tito Livio, di una voce prodigiosa che in caso di bauaglia dubbia proclamava la vittor·ia di quella parte che contava un morto meno. dell'avversario . Non cadono in questi errori nè Polibio nè Cesare. Ma Poli bio è anzitullo il più grande storico dell'antichitiL: nessn no fino ai tempi nostri concepì la StQria con tanta lar·~hezza di vedute, quanta n'ebhe lui. Sollevandosi sopra i tempi suoi, nella nascente potenza di Roma vide l'anello che dovea ra ~gr u p pn re i P?Poli mediterranei e fondere le loro civillà fino allora divise e repugnanti tra loro. La materia militare figura nelle storie di Polibi o per effetto della sua larghez1.a di mente e nelle sue reia. zioni colla successione dei fatti: e se noi possiamo citarlo tra glt scrittori militari per precisione e chiarezza nel descrivere gli ordinamenti della legione romana, lo dobbiamo alla profondi tà con cui trattò ogni argomento che gli paresse utile per spiegar·e gli avvenimenti. In Cesare, assai più dei concetti strategici interessa l'uomo, che maggiore non ne contò forse finora la storia, ed esso traspare dai suoi Commentari, nello sti le chiaro evidente e co n·ciso, come convien e a chi comanda, nel racconto sagacemente sobrio di particolari, nella conoscenza delle passioni umane e nella ca pacilà di servirsene. Tolti quei due, che dovrebbero aver posto a parte in una storia del la letteratura militare, tanto l'opera loro ha carattere personale, le di flerenze d'indirizzo tra le manifestazion i letterarie mi li tari dell'antichità classica e le odierne risultano grandissime. Oo !!i gl i scri ttori mirano a concetti più larghi e comprensivi, poichè"i leuori accetterebbero a malincuore una serie di massime o di nfurismi infilati gl i uni dopo gli altri con un ordine tu tto esteriore. La preparazione della guerra, i legami dE~Il'esercito coila nazione ten gono la parte maggiore negli scritti loro: è lasciato al genio del comandante la scelta del modo cl' impiegn r le truppe, ma sono. discussi ed indicati tutti i modi di quell' impiego: l'uso dei mezz.i

A PROPOSJTO 0 1 STOR IA OEI. L•\ LETTE RATURA lll!.l 'tA llE

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di guerra è la:>ciato agl i specia li st i; le manovre son relegate nei regolamenti : l'insieme dei lrallati ha forma streuamente scientifica: la ripartizione della materia dipende dall'indole del libro: e in generale l'esposizion e cerca di rnggrupparsi in torno ad un principio sommor· ehd ria :;stune gli altri, e da cni gli 11lt.ri scendono a mo' di ~o rollari. Nel fatto il punto di visiD. dell'an tidlitil è capovolto. li generale chE~ ha percorso la i; Ua carriera nell'esercito, non sente piìt il bisogno del. prontuario tanto utile al console romano chiumato improvvisamente al comando di un esercito, anche se era il migliore tra gli avYocati romani, come Cicer·one. Oggi egli vuole invece, :;paziare lo sguardo su ll'a mmin istrazione pubblica per co· nascere !e sorgenti di forza dello Stato e porsi nel caso di non lasciare inoperosa nessun a di esse, quando gli è chiesto di condurre l'eserci to al la vittoria. A ciò si aggi unga che anche i libri militari debbono snbordinarsi all'in dirizzo criti co preso oggi dalla scienza ed alla repugnanza per l'ip~e dixi t : sicchè se gli a nti chi avevano bisogno di strnlc.iare dai r·egola menti i loro libri militari, i moderni vi discutono invece le basi dei regolamenti. Come e quando ciò sia avvenuto non è diflic:ile dì ri nt.raccial'lo . La trasformazione fu preparata dal principe Eugenio di Savoia e da Federico II , ancor più coll'opera che co llo scrillo : le fasi successive sono assai bene indicate dal Rlistow e dal Marselli : il Lloycl, il Biilow, il Guiberl, l' arciduca Carlo , il Clnusewitz se. gnarono i momenti culm inanti nel cammino percorso : le tra.sformazioni ne,l(li ordini sociali e lo sviluppo economico ed industri ale dei popoli hanno dato l' impulso necessario a percorrerlo. Napoleone, colla sua tenace volootil. concorse a porre in luce i caratter i nuovi delle I!Uerre: Clausewitz ne. dettò la legge suprema: otteune nel più breve tempo l'impotenza dell'avversario valendosi di tutte le forze vìYe del popolo ed impiegando tutti i mez1.i possibili, prolungare la lotta fiochè rimanga alcun poco di forza per spegner! a affatto nell'avYersari o..A questo ca ncello, piuttosto nuovo che rinnovato , :-isponde u·na nuova forma di letteratura militare ed una nuova scelta di argomenti. Gli scritti del Mnrselli , cle l von der Goltz, ed anche quelli dell' Hohenlohe ne l'anno testimonianza.


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A PROPOSITO DI STORI A DELLA LET.'rERA TURA MII,lTARE

E intanto, per effetto dell'ingrandimento degli .eserciti , per lo assorbimento di tutte le classi sociali a traverso le sue file, per il suo intimo concatenamento colla società. avviene che si mani festi no nuove combinazioni nelle relazioni sociali, nuovi contrasti negli aO'etti di famig lia, nuovi urti tra il corso naturala delle passioni umane c gli accordi cui soggiace l'ordine sociale per reggere. La fanta sia degli scrittori di novelle e di romanzi ne rimane stimolata, e lasciate le vecchie strade, altre ne cercano che secondo loro rispondono meglio alla realtà della vita, .sicchè pullula ri~o ­ gliosa anche nel campo militnre la letteratura che sogliamo chiamare amena, e merita attenzione speciale sia perchè è levil potentissima per la diiiusione delle idee, sia perchè ba djretta ·corrispondenza con quelle che ag itano il rimanente della società e che assumono una importanzngrandissima dacchè l'esercito non può più vivere appartato da lla soci età, come avveniva una volta, e perfino, nell'antichità checchè dicasene in contrario. Che cosa ne dovrem concludere ? Che sotlo ogni aspetto la letteratura militare antica eLLe un'importanza molto minore di quel lo che essa ha O![gi sulle istituzioni militari , e sull'andamento delle guerre, e che perciò in una storia corri ~po oden le non può ottenere che un posto proporzionato all' importanza a,·uta.

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** Tultavia a n6i italiani s'impone un certo riserbo nell'accell:tre in tutta la sua estensione questo corollario, e limitare il gettito dei ricordi classici in cui vive tanta parte di noi stessi e si rispecchiano le pill spiccate lr\1 le nostre qualitit etniche. . Certo che l'aggirarci nel mondo antico colla lente dell'arcbeo. Jogo e colla pedanteria dell'erudito poco gioverebbe pei nostr·i scopi. Ma se, partendo dalle st:operte degli archeologi e degli eruditi , noi sapremo elevarci fino all'altezza del pensiero antico ,. ri· costruire quei tempi, riar.imarli , _r'i vivere in essi, ne ricaveremo larga messe d'insegnamenti più utili a noi che ad altri , sopratutto ne ri caveremo In misura delle delle nostre forze e l'aumento ùi valore delle nostre racoltà imparandovi ad impiegarle opportunamente. Evocare lo spirito antico e lasciar negli antichi se-

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poteri le ceneri degli antichi , tale sarebbe il concetto secondo il quale dovrebbe esser fatto simile studio pe1· essere proficuo al militare: r ich.iama.re all'orecch!o la lingua latina, così breve, precisa, energica, adatta a coloro .che sanno ciò che vogliono e perciò lo vogliono fermamente, a quel ritmo educare l'orecchio italiano , per esser essere educati a saper ciò che vogliamo ed a volerlo fermam ente: imbeverci di qnel largo concello statale che piegava gl'individui alla grande;r,za di Roma per il bene che doveva loro risultarne e n:>n son·ocava la loro personalità. E dallo sforzo fatto per comprendere gli avi nostri in relazione a noi , dovremmo anche ritrane nuova confidenza e nuova ene1·gia, come avviene al ~io ­ vane, che tornando dopo lunga assenza in famiglia, sen te risvegl iare in sé voci e pensieti da un pezzo sepolti e ne trae fede e vigoria ad a!Tronlare le difficoltà della vita. Non è del resto la prima volta che ciò sarebbe avvenuto in Italia. Nell'epoca del riuascimento, il risorto spirito classico eccitò · sifattamente gli spir·iti chP. se ne videro i segni fino nell a sfera militare , e in essa manifestossene a lungo l' influeuza, anzi ci pose alla testa degli eserciti eur·opei e vi ci mantenne per luogo tempo dopo che io Italia ogni altra vitalità parea spent:1. Ciò avvenne tra il xv e il XVII I secolo. Distrutte le bande strani ere che devasta vano la penisola e ne ricattavano le città, distrutte le difettose e impotenti milizie comunal i, comincia1·ono le esperienze guerresche dei ì\Ialatesla, degli Sforza , dei Bracceschi, dell' Alviano ecc. Nello stormeggiare, nel percoiTere minutamente il paese, nel migliorare i soldati per venderli più caramente, nel perfezionare gli ordini e le armi per un mezzo secolo circa, chiedendo agli eruditi il segreto con cui i romani superavano le dillicollit che gio rnalmente incontravano sugli stessi terreni su cui i rom:1ni avevano combattuto, unendo studio ed osservazi one alla pratica, adunarono tanta scienza mili- · tare, quanta nel campo dell'azione potè vantarne la Cornpagnin delle bande ne1·e, la quale con supremo sforzo cercò di raltenere l'onda della in vasione straniera, assecondata dai politi canti d'allora; e nel campo del pensiero il Ma eh iavelli nel suo li bro sull' .ti?·te della yuet1·a, ove con moderno conce Ho ran no dò intorno ad.


A PROPOSITO Dl STORIA DSLLA LETTERATURA "lfiLITAll.E

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A PROPOSITO DI STORIA DELLA LET TERATURA MILlTARE

un grande princi pio quanto dalla sapienza an tica e dalla esperienza dei . ooiorni suoi gli era suggerito. . Contro l'i nvasione straniera prevalente in campo aperto supph lo sviluppo dell'arte fortificatoria: la pi eghevolezza della men te italiane poneva a contributo delle nuove condizioni l'universalità delle sue conoscenze : il Martin i, il Tacco la , il Sangallo, il De Marchi, il Sanmicheli volsero la scienza ingegneresca alla r icerca di ìnsormontabili difese per frenare gli eserciti francesi, imp erial i c spagnuoli, al di fuori , e l'insurrezione patteggiante con quelli, nell'interno : in ambo i casi di fensori della patria indipendenza. Quando lo straniero prevalse. cominciò l'esodo dei capitani italian i, e colla ditfusi0ne del verbo artistico, anch e quello del verho militare in Europa. I soldati delle Bande nere. fu ron chiamali Ò:Jì monarchi europei al comando delle truppe loro, come depositari di sapi enti segreti di guerra: lì seguirono i fuoru sciti politici crl ebbero elevate car iche ne).(li eserciti. Poi l'esodo forzato si convenì in sistema, coll'abitudine di tener i principi it.1liani in ost.aggio alle corti di Madrid e di Vienna, e di dare agl'italiani il comando degli eserciti spagn.uoli nelle Fiandre e degli imperiali nell'Ungheria. Tutta la parte più valida e p;ù intraprendente della popolazione italiana cercò oltre l'Alpi, negli eserciti stranieri, sfogo al l 'esu~ berante vitalità. Dal Farnese al principe Eugenio di Savoia, il comando delle truppe in Europa era in mano agl'italiani : gli as sedì di r·etti da loro; gli elenchi degli ufficiali ribocca nli dei loro nomi, e quando l'Italia pareva più morta allo ra i figli suoi combattevano per la gloria e per la potenza altrui. ( Larga testimonianza di questo lungo periodo dì attività militare italiana sono i numer·osi scritti militari pubblicati in quell' epoca~ ' riprodot ti in numerose edizioni, tradotti in lulle le lingue e dovuti esclu:;ivamente a penne italiane. Renderebbe uri bel servizio cvlnì che I'·Ì rovistasse le tracce di un pensiero che nasce qui fra noi , .in Italia, e di qui passa agli stranieri riempiendo lo st.acco apparente nella storia militare.

... * * Dal carattere nazionale, d:d ricordo dei terreni sui quali erasi formato il concetto della battaglia e per esso quello della guerra, e dall'influen.za della tradizione classica, qn esta feconda produ zione di letteratura militare, la quale si copre og~i di polvere suoli scafTali delle nostre biblioteche, ma a suo tempo ebbe vita " rioo11liosa e fu presa a modello dagli ~tra n ieri, ritrae il cara tn n tere che le è pro prio: rnolt:1 considerazio ne per la sagacia in-dividuale (Mgi la chiameremmo ini;;ialiva) e quindi per le piccole imprese, pe r i piani artificiosi, minore per r andamento ueneral e della l'la.uerra e per il valore col letti vo : donde la tendenza "' a sminuzzare il combattimeu!o, a perderne di vista le linee generali, e la prevalenza della piccola sulla g1·ande guerrr.L. Non ò qui certamente il caso di studiare se ciò si accordi coil'indirizzo attuale della guerra, e co me si possano porre in armonia con esso certe doti che sembrano pecu!iari nell'i ndole nostra . Sta però il fatto che li stessi . caratteri distin;;e la spontanea. manife~taz i one òello spirito gnerresco, che. animò le popolazioni ita· li ane nel quamìttotto. Ne trov iamo le tracce negl i scritti del .Balbo. del. RicoLti, del Pro mis, che eccita vano alle armi la gioventù italiana coll'esempio del medio evo, nelle fantasie dei mazzinìani persuasi dì liberare l'Italia dallo slraniero colla guerra per bande, nei ricordi dei veteran i napol eonì ci e dei fu orusciti del 2'1 e 3·1 educati alle guenig lie spagnuole, nei criteri degli uffl cia li napoletani che posero a di:>posizione della neorepubblica dì Venezia . le loro estese conoscenze militari. nella generazione che combattè con loro la guerra d'ind ipendenza e vi si era preparata colla lettura dei poemi eia sici, negli slanci del la lirica patriottica, col ricordo della battagl ia di Benevento o della disfida di Barletta, con elementi e,;clusivnmente letterari spruzzati raramente da qualch e conoscenza delle manovr·e el ementari delle tru ppe: di quei caratleri ne ritroviamo le t.racce pe.rlino nei pian i artificiosi e complicati dei generali piemontesi, che ipnotizzati da una piccola fortezza o assorbiti da ricogn iziou i prive di scopo si lasciarono sfu<~" auerra che ne risultò ebbe ovunque ev ir e l'ora della villoria . La t>


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A 1'1<01.'051'1'0 DI S'l'ORI A DELLA l.E TTERATUR.>. MILITARE

le stesse parveuze: molto valore p~rso nale e sterili imprese: tesori di coraggio spesi se nz r~ frull i adeguati, episod~ num e~osi privi d'influenza sull'andamento della guerra, la teona del fan~ pe·t· Ji:we qualche cosa, eretta . a sistema , gl'individui merit evr~li di glorioso ricordo per atti straordinari di valore e le battagl1e perdu te, molti sforzi incoerenti, nessuna idea circa lo scopo che dovea collegarl i, nessun interesse a conoscerlo. Non dovrebbe esser dimenticata in una storia della lelleratnra milit are ital i r~ n a l'effiorescenza lelleraria che precedette quell'epoca, scuotendo i cuori senza nutrire le menti , e sviluppò il valore personale senza insegnare i mezzi per ricavarl)e la vittoria in guerra. Quello è un feuomr.no che può riprodu~si sotto form e comunque div-arse, nel nostro paese E non fu nemmeno ine~plicabil e ehe la delusione prodotta da tanto squilibri o tra ;:li sforzi ratti ed i risultati ottenuti rtbbia, a guerra finita, dato luogo ad una nuova fi oritlll':l let.t.eraria piena di recriminazioni e di ran· eori , nella quale raccontando of(nuno le gesta proprie e le altrui : e nello sballottìo dell !l respo n ~abi lit à i fatti illldarono piegandost alle esigenze di ce rti postulnti militari t·c.c.colti nel Thi ers e di secondèt mano nel Iomini , e frequentem ente citati a sproposito. Era una recrudesc~ nza contro la taccia d'ignoranza di cose mi· litari che ognuno sape,•a di merilarsi : conviene però notare che al lora la storia della rivoluzione francese del Th iers avea gran voga, che nessuno aH ebbe saputo su quali altri liùri mi li tar~ meuer le mani, e che i teJ:reni delle recenti campagne eran gli stessi che gli ese1·citi fran cesi avevano calpestato tra il •179G e il ·l / 99. L:t St oria militare del Pi nelli, riassume e rispecchia questa fioritura letteraria la quale spunta dopo la sconfitta, quando gli an imi sono ricondotti alla triste realtà di quan to li circonda , e in quella sto ria il racco nto oscilla frequentemente tra gl' insegnamenti d'arte militare, gli elenchi delle ricompense e i pette~olezzi racco:ti nelle c:HDere dell ' ufficiale di picchetto. Lo scrittore bollente di palrio aiTetto non sa però mai sorgere sopra le idee che correvano nei giorni in cu i· scri sse. Eppure in breve gl'italiani seppero uscire da quell' infecondo ri giro il' idee : non è però senza evidente ra"io ne che il più genial e e il più interessante tra i libri che seo

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.. A P~Ot'OSITO DI S 'l'OHI A DE;LLA. LETTERATURA. MI LITARE

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gnarono la riscos:>a del pcn:;iero ahhia av uto per titolo : Che cosa è la guerra. Il massimo tra gl' inconver11enti del quamntotto era stat0 queì lo di non averlo saputo.

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* * Arrestiamoci, chè lungo e imprevi:;to sarehbe lo stnùio del ri- ) sveglio letterario militare che accompaf!nò la ricostituzione dell'esercito italiano. Nou sappiamo però di mentica re tra le prime manifestazioni di quel pensiero lo Stndio geogmfico snll' Italia dei f1·atelli ì\l ezzacapo in cui spicca vibrati ssi mo il se ntimento unita rio, pegno dell'aH enire e stimolo a raggiungerlo e quel sentimento anima il concetto difen sivo del no~ tro paese . Con quello studio , ;;i aprono le prime pagine di questo periodico della lfivista milita?'i! e fecero testimonianza an cb 'esse dei nuovi tempi. Ci spiace però di ferm~rc i , sia per non po ter seguire nell 'operoso lavorio in mezzo al quale sorsero le nostre istituzion i militat·i l'influs ;;o degli scrittori. che ci educa rono la mente e il wore, si:1 per rima nere sulla soglia del presente, acc iocche non pa ia che siRmassima no:>Lra quelh im·alsa disgnl?.iatameote nell'insegnamento scolastico, che rùeri'Si pa rl a dei tempi nostri e tnnlo più sia opportuno. Cosi generosi nelle nostre menti lo stra ppo tra il presente e il pas. sato, e da esso le incertezze che in mille modi ci angustiano. ~l a non ci eravamo accinti a cosi ampio 1ema , su l qual~:: gioverebbe la spesa di tornare e fermarvisi . A noi bastava r·accogliere alcune idee sulla entità di que:;la storia della leLLer.lLUJ'a militare, e sulla parte ·che in essa dovevasi fare ai ,·:-~ ri periodi storici ed alla lelleratum militare italiana, e ci par· d'esser giunti a qne:>te conseguenze: è ragio~evole che. nr,i m il it~ ri cerchia mo di pre· ftwenza i libri e gli scritti che vivono nella nostra sfera e nel ci r· cui to dei nostri pensieri e dei nostri éliTell.i, ed è ptlr ragionevole che in essi abbiasi da vedere l'espre:::sione di u.n pensie1·o che va via trasformandosi nel correre dei secol i e nel mu 1a1·si delle relazioni sociali . Ma cotesto esame degenererebbe in una sterile erudizione inutile ai nostri sc.opi, se percleodo di vista l'eyoluzione di quel pensiero , si occupasse esclusiv;;mentc degll individui che ne ruron i;1terpreti, e sarebbe un'inu tile ripetizione di indici


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A PROPOSITO DI STORIA DELLA LETTERATURA MILITARE

bibliourafici se trascurasse la scelta delle più spiccate tra le mani"' di quel pensiero. E badisi che io non dico che erudizione festazioni e bi bliorrrafia non ci hanno da essere : anzi debbono esservi e ~ la storia letteraria militare valersene, ma non confondersi con esse. Per le stes~e ragioni quanto r·iguarda il pariodo anteriore alla grande trasformazione delle idee sull'arte della guerra, trasformazione di cui si trovano le prime tracce nel xvm secolo, dovrebbe tenere un posto secondario nell'esposizione storica dello sviluppo della letteratura militare e per noi italiani, limitarsi a scoprirvi . il pensiero che rese grandi e potenti i nostri antenati, ed a ricer· carvi le linee essenziali dell'indole nostra per studiare quali meizi sien più pro'pri ad eccitare in noi le virtù guerresche. Invece l'importanza dell'esposizione storica .deve aumentare a misura cl)e si avvicina ai tempi nostri, e raggiungere il massimò quando arriva ad essi, poichè ci deve dare il · mezzo di spiegarci in tutte · le sue involute manifestazioni il pensiero nostro, orient11;rci tra le diverse correnti che per ogni verso oggi più che mai ci so· spingono, darci ragione delle incertez:H~ . deli'ora presente, epossibilmente segnnrci J'indirizzo cui tendiamo, per procedere ·verso esso con passo sicuro ed adeguato all'impulsò che vi ci cor..duce. In questo quadro ha la sua parte, e mal!'giore di quella che comunemente si a~meue , il genio italiano: nè va dimenticata, poichè senz'essa mal si comprenderebbe la storia delle nostri' istituzioni e la loro -ragione in~i'ma.

C. F.

DA ASSAB A CASSALA Sguardo retrospettivo storico delle imprese italiane pei domini e protettorati in Africa. nell'ultimo quarto di secolo

Continuaz ione

f

fì ne. - Vedi dispensa XVI

Alla metà di novembre fu organizzata una ricogmz10ne sull' Atbara, per fugare quei pochi manipoli di cavalli scaglionati sul fiume, e riconoscere il terreno. Il maggiore Turitto' ne prendeva il coma.ndo, e la forza della colonna ascendeva a 550 fucili in tutto, con 2 pezzi . d'artiglieria. La colonna . s'av~iava alle cinque del mattino deÌ 17 novembre, traversando il Mareb o Gash, ed inoltrandosi all'Atqara per umt zona deserta, sabbiosa ed irta di vegetazione prepotente in molti tratti. Si erano ricevute notizie gravi dagli informatori e da disertori. Movimenti disordinati sulla destra dell'' Atbara si concretavano sempre più in un tentativo di prossimo attacco, tanto più che si era sicuri delle linee generali con cui si tentava tale impresa dai Dervisci. Si andavano concentrando ai nostri danni tre corpi: quello del Ghedaref sotto il comando di Ahmed 'Fadil, quello di Ahmed-Alì (l) che avanzava da Omdurman, e quello di OsmanDigma, ingrossato dagli avanzi di Kassala. Questi tre corpi avevano formato

(l ) Questo Àhmed Ali è fratello dell'altro, capo de lla colonna di Ag-ordat al 21 dicembre 1893, e quivi ucciso da i nostÌ'i. ·


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DA. ASSAB A CASSALA

sul fiume Atbara un posto di concentramento ed un rifornimento di viveri. Le informà.zioni, rettamente vagliate e cont'rontn.te portaYano che : a) il corpo del Ghedaref (con Ahmed Fadil) doveva concentrarsi ad El-Fascer, già presidiato con 200 fucili e pochi ca vaJli dall emiro V old Ghergher; b) il éorpo di Ahmed Ali doveva raccogliersi ad Osobri ; c) il corpo di Osman Digma doveva muoversi da GosRegieb. La difficoltà di assumere informazioni ulteriori su questi , corpi, aumentata da quella pei nostri informatori d'insinuarsi fra i Dervisci. decise il comandan te a Kassala ad assicurarsi • direttamente se fosse cominciato a lcun movimento del Ghedaref su El-Fascer, e tent.are· possibilmente di sorprendere questa località e distruggerne le provvigioni raccolte·. Tale fu lo scopo preciso della ricognizione. La colonna, alle dieci e mezza del mattino, si fermò a Meluia, circa a metà strada dall' Atbara, dopo .una marcia faticosa per l'afa, la monotonia del paese e l' aridità del suolo. Ginngevano gli informatori a portar le notizie ultime dal fiume, che non erano importanti, e la colonna riposava, .circondata dai suoi posti di sicurezza, dovendo ri; rend~re il cammino nel pomeriggio. · Un g;ruppo di una quarantina di cavalieri p iombò sui nostri posti delle bande improvvisamente, poi rottosi in piccoli st,ormi tutt'intorno alle nostre forze, diede l'allarme, seguito da una fucilata disordinata. Immediatamente si fece cessare il fuoco, e mentre altri gruppi stormeggiavano intorno, le nostre compagnie si ordina:vano in un attinio e fugavano con pochi colpi i temerari cavalieri. Alcu.ni di questi, stesi morti coi loro cavalli sulla pianura, lasci~rono traccia in quei pochi minuti della insignif.ìcante avvisaglia. Erano cavalieri del Darfur appena,"arrivati ad El-Fasqer, cni il fanatismo religioso aveva spinto tra i piedi della colonna: quando si avvicinavano ai nostri ascari gr:idavano loro di buttare a t erra le armi, e passare alla loro vera religione.

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Tale fu lo scontrv di Meluia, che portò agli esploratori nemici alcuni morti e feriti, ed ai nostri qualche ferito soltanto. Ma la presenza di uomini del Darfur ad E l-Fascer, ed una notizia r ecente che erano giunte dal Gh~daref già cinque bandiere, ed il fatto cho si erano riconosciuti fra i cavalieri alcuni fuggitivi di Kassala i quali non potevano trovarsi ad El ·F ascer, ma ad Osobri, facevano comprendere come la situazione fosse mutata; e dovesse temersi un concentramento vicino di forze preponderanti. Sicchò il maggiore Turitto ritenne necessario ritornare a Kassala, ed alle quattro di sera la colonna ritornava, coi pochi feriti sulle barelle. Alle sette si rientra.va nel forte dopo dodici ore di marcia e settanta chilometri di cammino. Tranne lo scont.ro di Meluia, nessun altro fatto venne a turbare i lavori di Kassala, fin o a tutto l'anno 1894, al cui forte qnivi costruito era stato dato per volere di S. l\!f. il Re d'Italia, il nome di: « -Fm-te Baratie'l'i ». Il lavoro altamente civile avviato nella colonia, cosi promettente di ottimi risultati, non mancava di ricevere da infl.uenze straniere insidie di ogni sorta, od almeno t entativi d'insidie. Al continuo lavorio dei nostri fratelli francesi intenti a cercare di scalzar e la nostra autorità si aggiungeva un t~ntativo da parte di una missione russa destinata all'E tiopia. La mi~si.one . rnssa, partita il 1• gennaio 1895 da Od essa per Alessandria d'Egitto, era comandata dal capitano L eontieff, già appartenente al corpo delle Guardie e che aveva comandato già la spedizione del 1891- 92 nell'Asia centrale nella regione di P amir. Comandava in secondo il capitano d'artiglieria Zoyagin, ed accompagnava la spedizione il dottore Elisajeff, noto pei suoi viaggi nell'Africa centrale. La spedizione giungendo ad Obok, aiutata dalle autorità francesi locali, avrebbe 'Visitata l'Abissinia, apportatrice di splendidi regali pel Negus Menelik. Suo scopo apparente era di fa re una ricognizione scientifico-religiosa, ma quale lo scopo vero? ~un avvenimento più o meno prossimo potrà chiarirlo, mentre il governo italianl> non si lascerà sor98 -

,\NI\0 XL.


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prendere da possibili giuochi di prestigio, -così. facili nelle r egioni africane. Tra le istituzioni eminentemente lodevoli va notata nell'Eritr ea la formazione di plotoni di militi eurooei volontari, ar mati per loro spontanea ed insistente rtchiesta. A Massaua, a K eren e ad· Asmara tale istituzione produsse buon frutto, affratellando gli europei con nobile emula zione per l'alto inten to da raggiungere, di consolidare cioè sempre meglio t utte le forze vive che la Colonia. racchiude ' pcl suo bene immediato e futuro . Il generale Baratieri nell'attività straordinaria spiegata in tut ti i rami del benessere della Colonia apportò modifìcazioui nel commercio importantissimo del porto di Massaua, chc,non fallirono alla speranza degli ottimi risultati. Così, per la madreperla ed i tessuti di cotone, commercio principale del porto, si ebbero miglioramenti non disprezzabili, e fo .. rieri di uno splendido avvenire. P rima che Massaua fosse occupata nel 1885 da truppe italianf\ la madreperla portatavi era soggetta ad un dazio dell'otto per cento del valore, sicchè i pescatori non godendo vantaggi su gli altri porti del Mar Rosso (in cui vigeva lo stesso dazio), portavano la loro merce dove loro più conveniva, cioè nel porto più viciniJ al sito di pesca·. }Ia il generale Baratieri aveva già fìn dal 20 maggio 1892 decr etato che la madr eperla fosse esent e dal dazio a ::\iassaua, e ne fosse obbligatorio il peso in dogana. In tal modo furono subito chiari i vantaggi che si offrivano a l por to di Massaua, fra cui non ultimo quello della concorrenza fra gli offerenti. Fu una vera vit toria. Nel 1887 si esportavano da lVIassaua 417,425 quintali di mad reperla, nel 1888 354,319, e CJUando fu abolito il dazio nel 1892 fur ono 571 384 e nel 1893 943,938 quintali. ' L a continua attenzione ai pericoli imminenti e lontani non ritardava d'altronde i lavori per la soluzione del problema col oni~~le nell'Eritrea, ed og ni giorno il Governo otteneva nuove prove di non lontana soluzione. Con l'alacre lavoro delle indemaniazìoni s1 preparava il territorio ùello

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.Stato, da serba;si alle concessioni ed alle colonizzazioni italia.ne. Sarà pregio dell'opera riportare qui le successive opera-zioni, autorizzate fin dal gennaio 1893, e p er ordine cronologico fino a tutto l'anno 1894. l" L ' 11 maggio 1893 con decreto del Governatore era dichiarata demaniale un'area del territorio di Godofelassi, di 1900 metri quadrati, che ftt in g ran par te concessa alle famiglie di contadini .italiani immigrati nella Colonia. 2" Il 19 settembre 1893 s'incamerava un territorio di 14,000 ettari, fornito di ac<J.na, pascoli, boschi, in molta parte coltivabile, nel paese dei Mensa, a sud del torrente Lebka e ad ovest di Gheleb. q,uesta zona ha l'altitudine variabile fra i 1700 e 2600 metri, e potrà facilmente comunicare con Keren e con la conca del lVIaldi, per cui passa la strada diretta fra Massaua e Keren, presso a t erm1nars1. . 3° Il 2 dicembre 1893 s'indemaniava una zona di 3000 ettari intorno all'Asmara, estendendo i campi della colonia .- . agricola. 4" Il 19 gennaio 1894 s'incamerava un piccoJo ma fertile territorio presso Himbertì nell'Hamasen, di 275 ettari, poco a sud-ovest di Asmara. 5" Il 6 giugno s'estendeva la pNprietà dello Stato ad alcuni altri terreni del t erritorio di Godc·felassi per ett ari 950- di fertilissimo su olo. 6• Il 12 giugno 1895 un decreto governatoriale indeIUaniava il territorio del Mehetrì, con superficie di 172,000 ettari ed estensione dalla conca del Maldi alla conca di Ghinda, fìno al ciglione dell'altipiano. Era da tempo feudo del convento di Bizen. Questa zona ferace comprende tutte le gradinate boscosa ed i ricchi quolla (l) e woina de]a

(l) Quolla sono chiamate dagl'indigeni le reg ioni poste fra il livello del' mare e i 1800) metri; 1'DOÌ?Ia-dega quelle fra i 1800 metri ed i 2400. Le regioni di altitudine .superiore ai 2400 .uetri sono chiamate dega.


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che da A.ilet ed A.sus sono percorsi dalle duEI vie SaatiA.smara è Saati-K eren; dai 300 metri giunge fino ai 2400 metri di altitudine, ed è atta a 'molti prod.otti commerciabili, retributivi, qnando sarà meglio organizzata la rete stradale e ·la ferrovia fut ura avrà acc01~c_iate le distanze ed allacciati i centri di produzione. 7• Il decreto del 24 agosto 1894 allargava di molto la proprietà della. Colonia nel Mehetrì, aggiungendovi lo Zanadagle, con superficie approssimatiya di 100,000 ettari. Il terreno è vario dovunque. solcato da burroni, irto alla base di alberi spinosi, cot;onato in alto da foreste di alberi, ricco di ulivi selvatici, fornito di pascoli, ed i:n alcuni tratti atto a buona coltivazione, forse anche di caffè e di generi coloniali. 8° Il 19 settembre 1894 s'incameravano presso Keren i terreni di Scinnara e di Modacca, coltivati dalla missione lazzarista che li godeva in seguito a temporanea concessione del Governo egiziano: sono un tratto di circa 460 et- . tari, quasi interamente di ottimi campi. Tale decreto fumotivato da una sentenza del tribunale di arbitrato, che fu una lite mossa dalla tribù dei Beit-Gabrù alla missione per dritto di proprietà, decise che quei terreni nlln er~tno proprietà 1\ndividuale nè collettiva di alcuno, ma spetta vano al Governo. 9• Il 9 novembre 1894 erano dichiarati demaniali nel Saraè i campi di alcuni villagg.i la cui popolazione era diminuita di assai. Così si at'rotondava il possesso d~llo Stato nei dintorni di Godofelassi, con un'annessione di 4500 ettari. 10• In dicembre 1844 un altro decr eto dichiarava de~ maniale e riservato alla colonizzazione il territorio di Adi Consub, villaggio completamente disabitato, e la parte esu- · beraùte di territorio nei villaggi di Adi GomorÒ e A.di S c i~ mandui. I n tal modo in meno di due anni di ·applicazione del decreto reale il patrimonio dello Stato ascendeva a più di 1 300,000 ettari. E il lavor o dell'uffici ~ del demanio continua alacremen te, sempre in paese favorevole alla vita italiana, per clilfla e condizioni igieniche.

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Altri ter reni più vasti, i?- zona forse meno atta alla _vita italiana, sono verso il Barca e l'A.tbara, per l'estens10n~ presa dalla Col~nia dopo la presa di !fassala ; sono terrem ()ttimi pel co tone~ tabacco, palme da tttfere, sesamo, gomma, pascoli ed altro, più atto alla coltivazione indigena o fatta alm~no con braccia indigene. È fatto notevole che dopo tanti anni di guerra, dopo tante devastazioni ed espatrio di tribù il territorio da Biscia all'A.tbara, salvo K assala e le picc9le tribù dei Sabderat e degli Algheden, è completamente disabita~o. La questio1:~ -della proprietà Jesta quindi molto semphficata, tanto pt~t che ,·ale anche colà la tradizione indigena che lo Stato e ·proprietario ed i coltivatori sono concessionari per un tempo indeterminato (1). Questi appunti sommarì sulla nostra Colonia Eritrea,. avviatasi in cammino promettente e sicuro non saranno mut ile studio per ser vire alla sua storia ed a quella ,deg~i sf~rzi dell'Italia pel suo benessere e pel progresso. L A.fnca ttaliana, che arriva .fin nel paese dei Gall'a e fino all'Equatore, ha solida base nella Colonia Eritrea, dove sono le fondamenta della futura espansione coloniale, la quale solo da uno Stato vigorosamente costituito come l'Italia pu6 t rarre o-li elementi di una vita e prosperità grandiose. Per ora tr~vandosi a contatto con Abissinia e Sudan, le cui po~olazioni hanno nell'Africa almeno un organismo militare migliore delle altre popolazioni africane, l'Italia dà nella sua Colonia nn ordinamento militare rispondente alla spe~iale posizione geografica e politica. . . . . L'istruzione la disciplina, la. coesione, la supenonta d l ' . . . . armamento e di comando, la saldezza delle 1Stltuz10n1 terranno in rispetto i vicini e domineranno quelle genti co~ prestigio straordinario rtelle armi e della civiltà. I popolt interni della Colonia, che danno l'elemento regolare ed ir-

(l) Queste notizie sui lavori dell'ufficio del demanio sono t~atte dal giornale di Massaua L' Ajhca Italiana del 1'1 novembre e 23 diCembre 1894.


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1557 DA AS::iAB A CASSALA

regolare combattente, ha.nno molto grandi interessi di stringersi a noi fedelmente, a noi che demmo loro con la sicurezza ed il rispetto della proprietà l'idea di una grande patria rispettata, temuta, fiorente e promettitrice di civiltà; invidiata. La giustizia immutabile, i vantaggi senza pari in confronto alla passata abbiezione, non spingeranno mai i popoli eritrei al .tradimento, anche qMndo ambiziosi capi ed infid i, tranelli for estieri ed altre sor prese cercassero intralciare l'opera grandiosa che l'Italia va spiegando in quelle lonta.ne terre. Avvenimenti non lontani dimostreranno la fatuità dei mezzi impiegati da gelosie s.traniere d'ogni sorta, da velleità scioane accarezzate, da mala fede di vecchi nostri nemici. etiopici. La nostra bandiera sventolerà sempre lao-criù bb g l onosa ai venti africani, e l'amore per questa figl ia primogenita dell'Italia risorta spingerà senza dubbio colà i figli d'Italia a rinsanguarla, migliorarla e rafforzarla, aiutando il destino che mat:ura laggiù, per sostituire all'anarchia ed alla barbarie l'ordine e la civiltà. E tardi non. matur erà il destino. se non si spegnerà nei petti italiani la fede nella propria. forza e nell'avvenire della colonia Eritrea. NrcoLETTI ALTDfARI An.!\oLno tenente di fanteria .

LA QUESTIONE CICLO-MILITARE CONSIDERATA NELLA PRIMAVERA DEL r8gs

Continuazione e {ine. -

Servizi~

l'celi di.,pensa X rt

delle pattuglie.

Gli eserClll odierni , sterminata riunione di uomi ni, possederanno in guerra una potenza distruttri ce straordinaria, quando avranno il tempo e la calma di di sporsi pel combattimento; ma formati di elementi in cui lo spirito militare è pochiss imo sviluppato, si lascieranno facilmente demoralizzare dalle impre~e ar· ditissimt~ non prevedi bili per la situazione degli eserciti. Quindi , mentre da un canto necessita di avere per l'attuazione di tali imprese mézzi di trasporto, silenziosi, rapidissimi, ist.an· cabili, dall'altro importa di applicare molta oculatezza, per prevenire simili colpi di mano. Tntto ciò che, specialmente durante la notte, può richiamare l'attenzione dei capi, in montagna, agli avamposti ecc., renderà impossibile il sopraggiungere inaspettati alla meta prelissa .

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L'aumentata potenza dell e armi da fuoco. l;t loro precisione e l'adozione della polvere senza fumo , rencleranno da ora innanzi il compito della cavalleria sul campo strategico difficilissimo ('t). (t} Per m eglio dimostrare l'utllitit dollc pattuglie dci vetocipedisti, bisognerebbe qui ripetere molle considerazioni gia fatte precerlentementc.


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LA QUESTION E CICLO -M ILITARE

CONSIDERA T A NELLA PRIMAVE RA D EL

Una pattuglia di quest'arma, vista dal nemico a grande dis~nz~. non potr~t più compiere la sua missione, giacché, presa d1 m1ra da poch1 fu cilieri appostati, dovrà dopo inutili tentativi mancando il fumo rivelatore, retrocedere senza nulla poter riferire. Tutt~ _le sue _i nforn:a~ioni si riassumeranno nel racconto degli :;pari sent1tr, degl1 uomm1 perdu ti, ma nulla, assolutamente nnlla sulla fo rza del nem ico, sulle sue intenzioni, sulla disposizione delle sue truppe.

~l gcne~·ale ~he ansiosamente attende l'esito di questa esploraziOne; nmarra ben deluso, nè potra prendere determ in ar.ione alcuna . D'a_ltr~ parte i cavalieri davanti ai loro compagni e da i loro supenor·r, non volendo confessare di avere. indietre,111iato fo rse per nul l a, esagereranno il peric()lo, con ciò rendendo più diffi cile la posizione del generale. · Invece una pattuglia di velocipedìsti, che si faccia precedere da qualche uomo di punta (·l) alla distanza di un mezzo chilom etro . . ' puo giUngere mosservata fì n quasi a contatto dell' avversario e, qu~s to segn ~la~o, discendere dalle macch ine e comi nciare l'espi o· raz1 ~ne a pr~d1 . I~ q.uesto punto , mentre il caval iere per appressar:>! al n~m1co, diSSimulandosi nel terreno, deve rinunciare al cavallo, il velociped ista non ha nessun ostacolo che lo tratten~a giacchè come fa ntaccino è il vero esploratore per eccellenza~ ~ la sua macchina gli sarit d'imbarazzo molto. relativo. Straordinaria. velocità, molta resistenza, difficoltà di essere messo fuori combattimento a distanze grandi; nessun ni trito, nessun rumore ; rapidi là di discendere e rimontare in sella· facili tà di appiattarsi unitamento ·alla macchina; di traversar~. di notte i yillaggi senza destare gli abitanti ; ·possibili tà di sal ire s~gl i alberi, sui campani li; nessu na preoccupazione pel mezzo d1 trasporto; sono le doti che piu vol te abbiamo enumerate nel velocipedista . ~

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E se la precisione delle nuove armi e la polvere senza fum o hanno fa tto !:Ì che il cavaliere, giunto a contattò del nemico, debba scendere· a terra, vuoi dire che anche il nobile animale, sul campo dell'esplorazione, è div enuto un modesto mezzo · di trasporto e nulla più. E perchè il cavallo è oggi semplice mezzo di trasport o al pari del velocipede, non si deve usufr uire anche di questo n ell'~splorazi one , mentre è molto più econom ico, più basso, piu invisibil e, pi ù rapido, più silenzioso e di minore imbarazzo per gli appiedati? (·1) Le pattuglie di velocipedisti avranno il vantaggio di sentire e scorgere i cnvnlieri per i primi, quindi avranno modo di appiattarsi , e poscia, o tendere aggua ti, o, faltisi oltrepassare, gi ungere inattesi fino all'estreme vedette degli avamposti nemici. Se saranno inseguite, potrann o fare miraco1i , giacchè tutto dipende dalle loro forze. Incalzati da caval ieri, i velocipedisti occuperanno qualche posto i n ~tccess i bi le ai cavalli e col fuoco li costringeranno a riti rarsi. Bersagliati da fantaccini, procurera nno di nascondersi all a loro vista, indi, appena potranno, inforcata la macchina, si sou rar ranno alla possibilità di essere raggiunti o colpiti . I velocipedisti potranno essere muniti di tutti quei_t.:ongegoi, attualmente inventati, per le segnalazioni. Come altrove si è detto, perchè i \'elocipedisti riescano ottimi pattugl ieri, imporla che, oltre ad essere arditissimi ed intelli· genlissimi , sappiano ben discernere quando è il caso di procedere in sella e quando a piedi. Diversamente tale servizio sarebbe inutile e ridi colo.

Senza ripetere quanto antecedentemente ho. detto nella prima parte, credo avere additato i mol ti vantaggi che possono ofi'rire velocipedisti impiegati come pattuglieri.

,

(·l) Attraversando campi sarà benè elle le pattuglie olt.re la punta, si facciano precedere .da qualc he vclocipedista abile o prudente che scelga i puntt più aolattl al passaggiO.

(i) Per le pattuglie posso no benissimo servire anche i tandem a due posti, veloci perii colorissimi, in cui un ciclista può lncaricar~ i della direzione deli;L macchina, e l'al tro guardare le carte, il terreno ecc. Da. queste macchine è pio't cl ifllcìlc sccn. doro. Dovendosi ap piedare, uno dei duo solda ti può spingere il tanàern, o l'altro CS JJiol'aro ìl terreno.


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L A QUESTIONE CICLO-MILITA-RE

Con ciò non voglio intendere che la cavalleria non debba più formare le pattuglie di avanscoperta, ma che i velocipedisti concorrano a questo servizio. Avremo cosi un efre u ivo molto maggiore per le brillanti operazioni degl i squadroni. ( reggimenti di cavalleria abbiano in caricamento un buon numero di macchine sulle quali utilizzare quei tanti individui. che, per una ragione o per un'altra, si trovano senza cavallo. Con questi impiantino il ser·vizio di comunicazione, fra gli elementi dell'avanscoperta ed il grosso, onde subito si sappia qnanto le estreme punte hanno segnainto. Si muni scano i velocipedi di ciclomet-ro, e così le stall'ette di ritorno sapranno indicare esatt<lmente ht distanza precisa in cni fu segnalato il nemico , Chi meglio dei velocipedisti può fare ricognizioni stradali, apprezzare il vero valor·e del fondo delle rotabili , e percorrere in brevissimo tempo tu tte le 'IJÙ: , che interessano in una data rete. Come pnttuglieri , respinti da una parte, rapidamente ed inattesi, !'icompaioilo.. da un'altra, e così riescono a compiere la loro missione. Alle macchine si possono appli care apparecchi fotografici per le ricognizi oni fotogmfico-militari, che oggi sembra acqu istino tanta importanza. Riuni ti in gruppi, possono formare piccol i posti avanzati a o, 6 ed anche pi(t chilometri dagli avamposti e così, tosto segnalato il nemico i velocipedisti, prima che questo si aècorga di loro, raggi ungono il comando e lo prevengono del pericolo. È indiscutibile l' eiTetto morale che hanno le pattugl ie di cavalleria, specialmente in paese nemico, dove la solo loro presenza mette in iscompiglio gli abitanti. · Nel capitolo che riguarda la fanteria montata, accennerò alle vari e operazioni speciali dei distaccamenti e partiti. In molte nazioni si ricor·se al sistema, ed anche da noi si propose, di uti lizzare molti ufficial i della milizia territoriale, o di promuovere · a tal i i ve lo c ipedi~ti di grido, pel servizi o di staffetta e di pattuglia.

CONSIDERATA NELLA PRIMAV ERA DEL

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A questi uflìciali venivano concessi alcuni soldati, pure ciclisti, per auendenti e per di simpegnare le missioni di poca importanza.

Velocipedisti reggimentali. ~J olte nazioni hanno istituito dell e sezioni di velocipedisti nei

reggimenti. . _ L' lnohillerra ha una sezione di 2-i. ciclistt per ctascun batta"lione di volontar i ('l), oltre i batta~ lioni di soli cicl isti . " La Germania ha 2·1 velocipedisti per ciascun reggimento di fanteria. In Russia alle mano.vre dello scorso anno fra Dvinsk e Drissa, eseanìte dalla 25a divisione, si fece l'e~peri enza di montare i capitani di. fanteria su biciclette e ciò con buoni .ris u~ta~i. . Supponiamo infatti ehe si assegnassero due Vt! loctpecltslt P?" eta~ scuna compagnia di fanteria, ed uno per ciascun stato r~agg_JO:e d~ hatta•'lione ed ufficio comando; si avrebbero 28 veloctpedtslt ne1 reaai~1 enti di fanteria ('?). Quanto vantagg io non ritratTehbero certi servizi da questa istituzione. Aumentata la distanza fra il grosso e le avanguardie, queste si farebbero precedere a qual che chi lometro da- pattugl ie di velocipedisti . 11 serv izio dei fia ncheggi<l tori sarebbe r~ p idamen te fa_tto pure da queste pattuglie e .così si risparmierebbe ''. ~ra~de fraziOnamento degl i elementi dell'avanguardia. In c_ondtztont analoghe si aairebhe per gli avamposti e posti di avvtso. I1° servizio del r iforni mento delle munizion i sul campo di batta"lia verrebbe fatto dai ciclisti come antecedentemente si è detto . n f . Cosi, per le truppe in marcia, i vari servizi della con ezwne del rancio, della preparazion e degli accantonamenti, della incetta dei viveri. Le biciclette delle compagnie, potrebbero benissimo servire al comandante, quando questi volesse ispezionare i suoi pircoli n~

Inutile rammentare che in Inghilterra tutlì l corri sono composli eli vo lo ntari: (2) Quando i ve\ocipedisti non avessero altro im piego po tr<lbbero essere ultllzzatt come scritturali. (li


CO~SIDEI!ATA NELLA PRIMAVERA DEL

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LA QUESTIONE CICLO-biiLITARE

posti, fermarsi momentaneamente durante le marce per socconere qualche soldato caduto ammalato; sorvegliare le sue pattuglie di • avanguardia, ecc. L'i_nftnità delle attribuzioni affida t~ oggi ai comandanti di compagn ra, _rendono necessario per gli stessi, pri"i di c1wallo, un mezzo dr tras po~·t~, altrimenti non possono disimpegnare scr'u-· pol~sa~ente tutt1 1 loro doveri, facendo servizio esclusivamente a pred1 . _In oltre colle biciclette si potrebbe rimediare alla deficien za ne1 _nostri reggimenti degl i ufficiali montati per· la trasmissione àeglt ordini. La seno la delle d istanze, oggi tan lo raccomandata, potrebbe

~sse_re falla con molta maggior celerità e precisione se vi si 1mpr~ga ssero i velocipedis ti mun iti di ciclometro. . Sarà po i bene come usasi in Ru ssia che nei reo-~'imenti vi

·snmo van ulficiali abili nel velocipedismo , in conside~:zione che Lan~o la trasmissione di certi ordini, quanto le ricogn izion i stradaiJ a complemento delle carte (l), non sono missioni afiidabil i a semplic i sottufficiali. . A~ehe i r~g~i~enti ~i cavalleria dovrebbero avere queste seonde fac llllare s1n la ripartizione in settori del servizio d_i comunicazionè nell' avanscoperta, sia il servizio di ricooniZJOne e d'esplorazione. n Questi velocipedisti sarebbero più specialm ente ne1:essari ai reggimenti ed ai bauagliooi impiegati nelle linee avanzate. I comandanti delle brigate, delle di,•isioni di fant~ria e ca\'all~ria_, dei ~orpi di armata, potrebbero riunire varie di que~te seZJOOJ reggimentali {2) e servirsene pe1· le operazioni di cni accennerò nel capitolo « Fanteria montata. » ZIOlll ,

(t) Prese dai corpi che meno no hanno bisogno . . (i ) Net!e marce dove ti si facile sbagliare strad;l, i vetocipedisti potrebbero e~sere

•mpJegall,_dopo riconosciuta la rete, come indicanti per fianrhegg1atorì.

le

punte le avann-uarùie 1· ' o •

]](.

DELLA FANT ERIA MONTATA ('l).

Fra i problemi che più hanno interessato gii studiosi di question i militari, non è ulti mo quello dell 'organizzazione di reparti special i di fanteria, da assegnare alle divisioni di cavall eria in avanscoperta . Una cavalleria cosi appoggiata dalla fanteria, sarebbe in condizioni mqlw superiori ad un'altra che ne fosse priva, ed il successo non potrebbe essere dubb io. La cavalleria, l'artigli eria a cavallo e la fante ria montata formerebbero la combinazione dell e tre armi nel serviziò di avanscoperta. La necessità di guardare con poche truppe molta estensione di terreno, renderebbe del pari utilissima la creazione di questa fanteria facilmente trasportabile (2). Ciò indusse l'Inghilterra ad organizzare nelle Indie, non in condizioni ferrov iarie proporzionate al bisogno, circa 20,000 fucilieri ciclisti (cosi dice il Gérard) di cui p~ re che non abbiamo che a lodarsi. Intraprese ardite; terrore disseminato fra gli abi tanti iu._.più punti contemporaneamente; altacco degli accampamenti, degli accantonam~nti, dei posti avanzati, dei convogli viveri, ecc.; distruzione dell e stazioni telegrafiche, dei mag.azzi ni, dei ponti, delle strade ferrate, delle chiuse ; minacce alle comunicazioni ; imboscate, cattura dei corrieri ; protezione dei fianchi; so:;tegno dei posti avanzati de!la cavalleria, dell'artiglieria, dei lavoratori ecc. ecc.; sarebbero gli speciali incarichi della fanteria montata. Con l'adozione delle nuvve, armi la caYalleria dovrà spessissimo arrestarsi di fronte ad ostacoli od a posizioni rese insor-

(l) Chi amasse corHlscerc un libro in cui questa questione é mollo ben trattata, può leggere: • Le problemc de l' in(anterie moutéc t•e•olu pa?· l'emptoi etc la bicyclette. • Ottimo O[Juscolo pÙbblicato clal luogotenen te ocl !59• di fant.cria francese signor Gér~ rd.

('!)

Olmostrcrcmo in segui t·) qua nto cio sa r·cbbe utile in lialia.


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I .A QUESTIOKE CICLO -mLITA RE

montabili dal fuoco della fanter ia, e t:osi dovriL rinun ciare all'adempimento del suo mandnto. Di ce il Golz che uno squadrone che ho. messo piede a _terra, non rappresenta che una mediocre truppa di fan taccini. La ca,•alleri a, di fron te alla fanteria in posizione, sara sem pre in condizione inferiore, onde la necessitù di far seguire le divisioni in avanscoperta da distùccamenti di fa nteria , che formereb bero il sostegno n bnse delle operazioni degli squadro·ni esploranti. Que:;ti appoggiati dalla fa nteria e dall'artiglieria a cavallo, potrebbero procedere molto più arditamente, e !a lor·o ritir::tta verreube sempre protetta. Mancando in vece . un tale appoggio, uno scacco inflilto dalla cavalleria avversaria, metterebbe questa in condizioni di gi ungere intrattenuta fino al grosso delle armate , cui al continuo contatto, impedi rebbe ogn i libertà. di azione. ...

** Ove nna fanteri a aclcleua, a questo genere di operazioni , non possed esse nn mezzo d i' trasporto celere, non pòtrebbe nè seguire la cavalleria nè concedere tutta l'indipendenza necessaria al suo speci::tle servizio, e finirebbe col trovarsi isolata a grandi distanze e quindi, perduta. Tale fanteria dovrebbe poter guadagnflre in una marcia sola; di giorn o o di notte, due o tre tappe ordinari e delle arm i a piedi, giungendo cosi inaspett ata su lla fronte, sui fianchi, sulle spalle del nemico . Colle sue sa!l•e produrrebbe grande eiTetto sul morale delle masse avversarie, sia perché impreveduta, sia perchè la polvere sanza fumo non permetLer·ebbe di calcolare sub ito le sue forze. La cavalleria non otterrebbe lo stesso all'etto, perchè una fanteria non scossa, sa di potersene facilmente li berare col fuoco disciplinato di qualche riparto. Fino dalle antiche guerre si f(•cero tentativi per trasportare reparti eli fanteria a grandi distanze ed al seguito della cantl leria, e certo se i ri sultati furon o nei combattimento ottim i, i mezzi di trasporto usati mancarono sempre di ogn i senso pratico . Le nazioni meglio agguerrile non tar·deranno ad istituire sim ili reparti , ed in tal caso guai a quell 'esercito ch e, per mancanzo. di iniziativa o mania di imitazione, si trovagse in ritardo.

CONS1DRRA1'A N ELLA P&UfAVERA DEL

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Vari mezzi di trasporto. I mezzi generalmente usati pel trasporto di truppe sono : Fcn-ooie. - Questo mezzo essenzialmente strategico, non richiede una fanteri a che abbia special i attitudini ; è adoperato in casi eccezionali e serve pi ù pei concentramenti al coperto delle linee a\•anzate, anzi chè al trasporto di truppe a distanza dal arosso . Se ne fece la rgo uso nelle operazioni di assedio. ~ Carrette. - Questo mezzo di trasporto richiede una rete strada le favorevo le, nonchè un numero di carrette gran di~simo. 11 c.ariw e lo scarico della truppa faranno perdere molto tem po . La velocità di un sim ile incolonnamento sarà sempre di poco superiore nl passo della fanteria, e non permetteri1 di superare 2 o 3 tappe ordinarie in una sola gi ornata. Durnnte il combattimento tutti questi veicoli ingombreranno una strada, dove la fanteria montata . avrà dovuto lasciare una forte scorta. Tuue le fasi dello scontro verranno subordinate al luorro dove questi carri saranno pa rcati. Se la fanteria così montata verrà assegnala alla cavallel'ia in avansc0perta, essa sadt a que:;t' arma più d'imbarazzo ch e di aiuto, non potendola seguire e qui ndi privandola di ogn i libertà di azione; se verrà. impiegata isolatamente, per la sua lentezza e pel rumore che produce, non potrà mni giungere sulle linee nemich e, senza essere segnalata, e eli mollo preceduta, ,dngll esplonlLO ri dell'avversari o. . Cavalcatlo·e. - Perchè la fanteria possa fnre con van~agg r o uso di questo mezzo di trasporto, sara necessario che sia addestrata a cavalcare discretamente bene. Ciò si otterrù a scapito dell'abilità nelle manovre e sul tiro. Le risot'se equio e, già tanto scarse per le anni a cavallo , non lasceranno alla fanteria se non quadrupedi di scarto (·1) o scadentissi mi , rend endo cosi la velocitiL di tale arma illusoria.

li )

ca valli riformati, muli, asini.


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CONSIDERATA NELLA PRIMAVERA DEL

LA QOESTIONE CICLO - li!LITARE

Ammesso poi che i cavalli siano buoni, i fantaccini non po trebbero servirsene, giacché, camlieri improvvisati, é impossibile che siano capaci, conservando le formazioni regolamentari , •di mantenere un 'andatura veloce, tanto sulle strade quanto su qnalunque terreno. Anchè in questo caso sarebbe necessario distogliere una grande quantità di fanta ccini dalla linea del fuoco, per la custodia, e per la scorta di quadrupedi; inoltre mancherebbero la velocità ed il silenzio per riuscire in imprese ardite e di sorpresa.

Inutile aggiungere che se in casi speciali i su iodicati mezzi di trasporto furono usati e corrisposero allo scopo, gli stessi non hanno certamente tutte - le qualità necessarie per riso lvere il problema. La fanteria non potrebbe impiegare se non pochissimi fucil i nel combat~imen to, mentre un fortissimo numero di carri o cavalcature intralcerebbero; in ca so di bisogno, la sua ritirata e quell a della cavall eria. Questa, in unione con una fanteria così montata, perderebbe l'indipendenza e la spigliatezza, n ~ si saprebbe adattare ad att~ nderl a. e quindi, aumentate le distan1.e, un sostegno di tal fatta le diverrebbe inuti le. Infin e devesi anche tenere calcolo di tolle le difficollà di foraggiamento, accantonamento ecc .

Velocipedi pel trasporto della fanteria. Ai suddetti mezzi di trasporto è sempre preferì bile il veloci perle. Questo non esige nè scorta nè custodi a; può essere messo in terra fuori della strada ed anche facilme nte nascosto; occupa uno spazio minimo eonfronto a!IP. carrette ed nlle cavalcature, e crea molto minori imbarazzi io caso di ritirata. Fu durante la campagna del ,1870 che a Parigi si fece la proposla di montare un corpo di armata sui veloci pedi , per andare a deuare legge a Berl ino. Naturalmente la proposta io quel

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tempo era ridicola più di quello ch e non lo sa rebbe oggi e non se ne tenne cakolo. _ Le macchine odierne sono consigliabili , però per reparti non molto numerosi, come appnrirà. dalle co_nsiderazioni cbe seguon~ ­ I fantaccini ciclisti possono trascinare seco a mano la propn a macchina e cosi in parte rimediare agl'in con 1•enienti suindicati (11)P.er avere i velocipedisti appiedati più li beri, si può a ss~g_nare alla linea del fuoco solo la metà di un reparto. . l rimanenti seuuirebbero trasportando due macchine a mano per ciascuno, ovv: ro montnndon e una e spingendo l'altr~1. a mano . Adollando per la fa nteria montata i tandem a due posll , un fan· taccino scenderebbe e l'nltro cond urrebbe le macchine, ovvero tre fantaccini scenderebbero ed uno condurrebbe i due tanclem in una delle due suindicate maniere ; cosicchè solo un quarto della fanteria montakt non prenderebbe parte al fnoco, coll'incarico di mantenere le macchin e dei t!ombattenti sempre pronte per questi ultimi ('2) .

*

** La necessità di conservare il maggior numero di fantaccini pel fuoco, fece ideare in Inghilterra u~ ~ngegnoso siste~a per riunire molte macch ine fra loro; ad ogm biCICletta s1 appl1carono tre molle, per mezzo delle quali la stessa può essere congiunta ad una macchina laterale, ad una che la pre..:ede, e ad una che la segue. In tal mani era gli I nglesi, dicono, siano riusciti a collegare in una colonna per due fino ad 80 biciclette insieme, io cui solo i rlue uomini in testa restano sulle macchi ne, trascinandosi indietro tullo l'in!ero convoglio delle altre vnoLe .

ti ) La facilità ùi 1:ondurle a mano

e una

d~lle ragioni che fa ru-cferire le biciclette

- M tb T a t ai bicicli. (2) l\el t892.si fece .:ostrul'fe a Belfort pcl '!t• cacciatori di guarn1g1one a • on <: 1 r , un multicicl.o per ~8 posti. Di t:\li multicicli ve ne sono anche per bmari delle ferrovie, dove acquistano velocità straord inaria. _ _ Sarebbero utilissimi pel trasporto di truppe sulle nostre linee ferrov1ar1e della costa. 99 -

ANNO

n.


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LA QUESnONE CICLO-mLITARE

Con tutta la buona volontà che ho di credere a ciò che da illustri autori mi vien riferito, non posso a meno di osset·vare che tale convoglio' raggiungerebbe un peso enorme. Calcolando ogni biciclella. senza c~rico, del peso medio di 20 chilogram mi, 80 ne peserebbero complessivamente '1600 circa, che, ripartiti per due indivi dui , ammonterebbero ad 800 chili a testa. Q'uale forza umana sarebbe capace di trascinare un simile carico? Come superare le salite e le strade cattive? Quale potenza dovrebbe avere un freno per trattenere un tale convoglio nelle discese? Come con un incolonnamento di questa fatta eseguire una voltata, mentre il raggio della curva tenderà man mano a diminuire fìno a che le ultime bic iclelle cadranno nel fosso? Fino dal ·189·1 io avevo ideato tale sistema di concatenamento per le marce dei velocipedisti . .\'l a Lulli dovevano essere in sella e tuili pedalare; i soli vantaggi consistevano nel togliere agli individu i la preoccupnzione di non urtarsi l'un l'altro, di non scivolare ecc . ecc., e così diminuire molto la profondità della c.olonna, avere un maggior riposo durante i \'iaggi ; trascinare le macchine guaste e gli individui colpiti da stanchezza.

"' * * Tutte le fanterie montate, compresi i velocipedisli , possono e:;sere tagliate fuori dai loro mezzi di trasporto finchè i'adozio~e della bicicletta pieghevole non riesca a dare la vera soluzione di tale problema. Questa bicicletta oltre alla facilità di scomposizione. dovrit possedere varie qualitil : la legge?·e..z.za che !)i acquisterit coll'impi ego dell'alluminio, del bambu ecc. ; la ?'Obtt-~tez.:a che verrit data da ll a forma e dal materiale di costruzione ; la velocità che si potrà consegui re coi sistem i di ingranaggio . In meccanica oggi tutto è possibile, quindi non tarderit il giorno in cui si ottentt tale macchina ideale.

Allungamento delle colonne. L'u:;tacolo maggiore all'istituzion e di grossi reparti di fanteria montata in bicicletta è l'eccessivo all ungamento delle colonne, c la poca facilita di viaggiare in molti. Questi du e di fetti sono

CONSIDERATA Jo.'ELLA PRIMAVERA D&L

l 89 ..i.J

lt:.69 v

se(lipre in proporzione direuissima col numero de~ velocipedisti in marcia. Quantunqu e nelle corse sn strada, àll'atto della pa~·tenza, centinaia di velocipedisti ra~gruppati si contendano il pr1mn t~, pur~ normalmente e assai difficile trovare rotabili in cui glt stesst possano procedere di fronte in più di uno o due alla ~ol~a. Fra veloci pede e velocipede bisogna lasciare qualche passo d1 dtstanza perchè il ciclista abbia una relativa indipendenza nella . s~elta della strada, perchè non orti qnello che lo precede. percbe ~tano possibili i rallentamenti e le fermate e pet:chè l~ c~du ta. d t uno non provochi qnella di tntl.i . Da queste constderaZJOOl der1va che. fra lo sterzo di due velocipedi consecutivi deve conservars~ una distanza di almeno 5 metri. Calcolando nn battaglione d1 .J 000 nomin i in marcia per uno su di una strada, si nvrà una colonna di 5 chilometri. Tenendo calcolo delle distanze che dovranno mnntenersi [rn i vari elementi del ser vizio di sicurezza , distanze necessariamen te consideravo! i per la graude rapidità del mezzo di trasporto, e per la formazione poco atta agli spiegamenti della colonna, ne risul terà una profondità di 7 od 8 chi lometri per nn solo battaglione. . . . Dovendo crli individui di una simile colonna passare m hnea di combatli~en to, impieS!: herebbero un tempo non indifferente, e per di più giungerebbero sul posto Ùno dopo l'altro. Yolendo poi riformare la colonna l ~ perdita del tempo non sarebbe certo minore. . La cavalleria in avanscoperta non può ammettere indugi ne1 suoi movimenti, quindi, se qualche squadrone dovesse attrave.rsare una via in cui vi rosse un grosso reparto di ciclisti in marcta, dovrebbe o trattenere parte della colonna di questi ulti.mi che. .data la velocità, qiflicilmente raggiungerebbero gli .altri, o ~·i­ tardare l'esecuzione della propria missione sempre tmportantlssima. In una colonna di . tanti chilometri sarebbe impossibile l'affiatamento: la sorveglianza, specialmente vici·no al . nemico;. l~ tra: srnissione degli ordin i senza segnali di tromba, vtsta la d1fhcolta. che ha il velocipedi sta di volgersi indietro col la testa mentre corre sulle strade.


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CONSIDERATA NELLA PRHIAVERA DEL LA QUESTIONE CICLO-l!ILITARE

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Per tutte queste ragioni i ciclisti dovrebbero essere disciplinatissimi, ed animati di eccellenti qualità militari. Col sistema dell'allacciamento delle macchine si potrebbe molto rimediare all'inconveniente dell'allungamento delle colonne. I velociped: potrebbero essere collegati per plotoni riunendoli su due, tre, o quattro file a seconda dei casi. In vicinanza del nemico ciò sarebbe poco consigl iabile per la difficoltà. di appiattarsi e salvar le macchine. Fa1·si sorprendere dalla Cltvalleria in tale {onnazione sarebbe tLn'imprudenza gravissima. Questi reparti di fanteria monta~a dovrebbero avere molta f1>rza per poter compiere missioni iropol'lanti, se l'allungamento delle colonne, e la di ffi coltà della disciplina non lo vietassero. La forza verTà stabilita in base alla necessi tà di spiegare i velocipedisti in combattimento più o meno rapidamente; quindi in lontananza dal nemico la profondità di queste colonne, benché molta, non potrit portare pericolose conseguenze, ammeno di intralciamenti di truppe; in vicinanza del nemi co, le colonn.e saranno brevi e marcianti su varie strade, specialmente quando combatterann o in Jiuto o contro un'arma rapida come la cavalleria. Parmi inut ile nggiungere che 200 o 250 tiratori scelti sad.nno utiliss imi alla cavall.e ria in avanscoper ta, mentre, per agire isolatamente. non avranno valore che nelle piccole operazioni di guerra.

[l numero dei battaglioni potrebbe corTispo ndere all e divisioni di cavalleria che in caso di guerra si organizzerebbero nelle varie armate. Sopra tutto queste compagnie o squadroni dovrebuero essere molto indipendenti, qu indi, piullosto che farsi seguire da varie carrette. sarebbe più conveniente ripartire il bagaglio indispensabile rra i velocipedisti, ed il resto aflidarlo al carreggio della artiglieria a cavallo o della cavalleria, cui gli stes!>i repar·ti sono assegnati . Le munizioni portate da ciascun individuo si aumenterebbero a seconda delle esigenze, fino ad un massimo di circa 300 cartucce. Questa dotazione sarebbe più che sufficiente pel' un corpo di v~locipedisti che non deve sostenHe lunghi combattimenti ma, più che alt1·o, operare come guerriglieri . Come pezzi di ri cambio indispensaui li, basterebbero quell i portati da ciascun ciclista e quelli contenuti nei tricic li -furgoni che dovrebbero essere assègnati ad ogni compagnia (•l ). Da ciò si vede che l'indipendenm necessaria ai repal'li ciclistici andrebbe .a s~apito della loro veloci tà. Pel servizio sanitario provvederebbe la stessa divisione òi cnval ~eria. Ogni individuo avrebbe seco uo pacchetto di medicazioni. Secondo ·il Gérard i velocipedist i dovrebbero vivere snl paese, portare seco il solo indispensabile, e nei giorni di riposo ca mbiare gli effelli deteriorati prelevandone dei nuovi dai magazzini al seguito delle t.ruppe.

* "'*

Organizzàzione dei fantaccini ciclisti.

I fan taccini montati verranno riuniti in sezioni di 20 o 30 individui, graduati compresi, più un trombettiere ed un ufficiale. Reclutando i velocipedisli dai soldati intelligenti ed anziani delle altre armi, non si potrit stabilire il numero dei graduati di ciascud• plotone. Con tanti graduati la ripartizione della sorveglianza saril fac ilitata. Quattro plotoni o sezioni fo rmerebbero una compagn ia, uni tit tattica per eccellenza della fanteria ciclistica. È diffici le senza espe1·imentarle all'atto pratico, stabilire quante compagniEl dovrebbero costituire un ballaglione. In Inghilterra questo è formato su tre compagnie.

Sia come servizio di comunicazione, sia come reparti in sostegno dell'avanscoperta è sempre colla cavalleria che i velocipedisli faran no servizio. Quindi , l'ardire nella condotta delle varie operazioni, raffinit.à nel sei'Vizio dell'esplorazione, la necessità di sa persi tenere a contallo ed interpretare le mosse degli squadroni,

(i) Come si trascinano fucine e tanti altri il ll[leclimenti 11er le altre armi, si può portare qualcho fucina. anche per le biciclette.


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LA QUESTIONE CICLO·M!Lll'ARE

sarebbero più che sufficienti motivi perché, a mio credere, i cicl.isti fossero reclutati dalla cavalleria. Dovendo combattere quasi sempre contr-o cavalleria, un elemento preso da tale arma saprebbe meglio scegliere i punti alla medesima inaccessibili. Facilmente si comprende come un co1·po di ciclisti non potrebbe essere costituito solo in guerra, ma addestrato con molta cura fin dal tempo di pace, destinandovi r1 uei soldati che già hanno trascorso qualche anno nei corpi delle altre armi. In certe date regioni si potrebbero coi ciclisti costituire corpi volontari di esploratori locali come si pr<Hica nelle valli alpine. Per essere accettati fra i fantac cini velocipedisti, bisognerebbe essere eccellenti tiratori e di buona vista. Solo in queste condizioni si raddiopperebbe il valore di un reparto di fan teria do· tata di una velocità eccezionale. Viene spontanea l' idea che la cavalleria donebbe senz' altro assume1·si in grnn parte le missioni della fanteria montata; ma se si pensa che tale arma rleve insegnare tante cose al sno soldato facilmente si comprende co1ue, parte per antagonismo. parte per la poca cura impiegata nelle istt'uzioni sul tiro, non sia la più atta ad addestrare anche dei fantaccini. Inoltre la cavalleria è meno rapida, si fa sentire a d'istanza ed appiedando perde gran parte del suo valore . Se il cavaliere ha il vantaggio sul fan taccino velocipedista di poter andare su qualunque terreno, questi acquista una superiorità ifidiscutibile per la lunga gittata e per la precisione della sua arma da fuoco . Le missioni verrebbl3ro affidate pi(t specialmente pe1· compagnia. In caso che varie di queste dovessero concorrere io un'impresa comune, sarebbe preferibile che convergessero i loro sforzi all o $Lesso scopo, indipendentemente una dall'altra, anzichè agire tutte riunite al comando di un solo capo. Al contrario di ogni altm fanteria montata i reparti velocipedistici, essendo cosi poco numerosi, non potrebbero carLo, nò nelle fasi del combattimento, nè nella riti1·ata, creare imbarazzi alla cavalleria. Un comandante di fantel'i a montak'l. dovrebbe essere tanto in· telligente da sapersi rendere sempre esatto conto della propria

CONSIDE RATA NELT,A PRIMA VERA DEL

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situazione rispetto all'avversario, e da saper· occupare quelle 'posizioni più allE:l a sostenere la cavalleria, ed a coadiuvarla a seconda della sua missione. La fanteria dovrebbe tenersi sempre vicina al luogo dove potrebbe essere impiegata, e premu nirsi in mod o da non lasciarsi mlli s01·prendere sulla macchina. Obbligm·e il nemico a sma.sche?"a?''' le p1·opr·ie inten:;ioni, q1tindi 1·iLi?·ar·si ar~z1:chè impegnm·e un combattinwnto vero e p1·olnngato; ?'icom pari?·e poscia in un att1·o punto all'ùnprov·,,iso. Questa è la vera ed in~iscutibile superiorit.it della ranterin velocipedistica. un nucleo abbastanza rilevante di fantaccin i ~he piombi alle spalle o sui fian chi del nemico a grandi distanze dal proprio grosgo, scuote cd abballe molto il morale delle colonne attaccate, tant•J più che, quando ciò avviene !'nccessivamente in piìt punti , infonde nel l'avversario molta incertezza circa la forza dell'assalitore. Onde ottenere in questi reparti tutte le qual ità necessarie a conduiTe a buon termine si brillan ti operazioni è indispensabile una lunga ed nccnmta preparazione fi no dal tempo di pace, cioè: eser· citare queste truppe speciali nei viaggi in v.elocipede ; nel raddoppiare le file per due o per quattro; nel passare agl i schieramenti pel combattimento; nel riformare rapidamente la colonna e partire; nel superare terreni accidentali a piedi colla macchina a mano; nell'eseguire ri tirate attraverso ostacoli che le impediscano; e sopratutto nel dedicare grnndi cure alla scuola di tiro a bersaglio. Dopo questi periodi di istruzione gl i individui, a seconda delle attitudini, v~rreb'bero assegnati alle varie cariche. Gli uffi ciali dovreb bero resta re in questo corpo speciale molto tempo per acquistarvi una profonda conoscenza dei dellagli di servizio, ma, pet' non rli menticare le cognizioni necessarie alla loro carriera, dopo 4 o i) anni farebbero ritorno alle armi da cu1 provengono.

*** La fanteria montata nell'avanscoperta renderebbe la propria cavalleria più ardita, mentre quella avversaria, info t·mata della presenza dei fa ntaccini velociped isti, per timore di cadere in agguati, àiverì·ebbe molto prudente specialmente negl i inseguimenti. Il


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CO NSIDERA'I'A Nt.o:LLA PRIMAVERA DEL

LA QUESTIONE CICLO-MILITARE

disporre o no di tale fanteria infl uirebbe molto sulle sorti di una cavalleria in avanscoperta . Poehi fanti asserragliati in un villaggio, poch e co mparrnie raccolte a difesa di un canale, di un pome, di una stretta~ possono resistere a lungo . contro la cavalleria, e farle fa ilire lo Rcopo del l'avanscop·erta. Questa a1·ma di fronte ad ostacoli occupati dalla fanteria non può oppor~e che altra fanteria, giacché l'appiedamento, cui ricorre, è un ripiego di valore pressochè nullo. Appoggiata dai fantaccini può esplicare tutta la sua azione oiTensiva e riordinar;i in caso 'sfavorevole. Contro la cavalleria i velocipedisti sceglieranno pl)sizioni impraticabili pei cava lli, onde costringerla a rimanere mollo tempo sotto l'azione del fuoco. Di fronte alla fanteria approfitteranno dei grandi vantaggi che posseggono per la velocitit, per la conoscenza delle carte topografiche, per la lunga giLL~1 ta delle armi, onde possouo sostenere il combattimento a grandi distanze e disimpegnarsene con rrra~de facìlitit per ricomparire arditamente in altri punti. Se la fanteria avversaria non sarà montata, non potrà iniziare un inseguimento, perchè non ne avrà la necessaria velocità : se sarà fanteria velocipedistica, questa non potrtt azzardarsi ad avan.zare sulle bicicletLe, mezzo solamente di trasporto e non di com. battimen to, per non cadere in agguati. . I velocipeclisti occu peranno di preferenza posizioni elevate. Disponendosi dietro il ciglione, avranno il dominio su "'ran· parte del terreno sollosta nte, e così sarà. per· loro più facile il disimpegnarsi dal coml>atLimenLo. In caso di allacco della fa nteria, sia pure ciclistica, questa per iniziare l'inseguimento avrà lo svantaggio della salita; mentre in caso di attacco della cavalleria questa, terminata l'ascensione, avrit lo s,·antaggio della discesa .' I velocipedisLi intanto favoriLi dal la pendenza, acquistera nno molta distanza dall'avversario, e presto faranno perdere le loro tracce. Se saranno incalzati da altri velocipedisti, sarà facile mettere ostacoli allraverso le Yie per fari i cadere. La cavalleria, come quell'anna , che più racilmente può disim- · pegnarsi dal combattimento, sarà quella che con ritorni oiTensivi proteggerà la ritirata dei cielisti. l')

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Credo inutile aggiungere che la fanteria montata potrebbe benissimo essere impiegata come scorta dell'artij:dieria a cavnllo. I n molte nazioni è gtata sperimentata una biciclella-mi tragtia trice, o un cannone in mezzo a due biciclelte accoppiate. Si potrebbe quindi assegnare per ogni compagnia di Ciclisti una o due di queste bocche da. fuoco. Quando i veloci pedisti non possono procHdere in sella, sarà sempre meglio che spingano le mac chine a mnno, anzichè !asciarle con un sostegno sulle strade. Ciò li m it~rcbbe la loro libertà di azione e la scelta delle vie di ritirata . E d' uopo però notare che le strade nell'Europa centrale raramente son•J più di~tnnti di '1500 metri l'una dall'altra, quindi gli uomini in sostegno colle macchine a mano potrebbero sempre seguire '' breve distanza i velocipedisti, in modo da ~gevola re loro il ri torno in sella . In caso di un ostacolo che sbarri la ritirata, i ciclisti, schierati davanti a questo , trat.tenanno col fuoco il nemi co, finch è le macchine siano trasportate dalla parte opposta, poscia continueranno il ripiegamenlo . .Bisognerà. sempre aver cura di ingannare il nemico sulla direzione in cui Lrovasi il proprio grosso, per non coinvolgere questo nella disfalla.

Cessato il servtZJO di avanscoperta, i velocipedisti saranno impiegati nell'esplorazionP- tattica, ed in tutte quel le operazioni di . di staccamenti e partil.i> che hanno tantn importanza in guerra. Far saltare qualche ponte; occupare un villaggio alle spalle del nemico; chi:.ldere un passaggio; fare una ricognizione ardita; molestare i fia nchi e le linee di ritirata del l'avvet'Sil l'io, togliendo la quiete alle sue truppe; ritardare l'arrivo dei rinforzi nemiei attaccandoli a grandi distanze, minando loro qualche ponte o perseguitandoli col fuoco, mentre sono impigliati in qualche pas~ saggio diffièi le ; deroòralizr.are questi stessi rin[orzi con auacdu a d i~tanze grandissime dalle truppe impegnate. ; impedire all'avversar io aggiramenti , sostenendo posizi oni mollo distanti sui fian chi e raiTorzandole anche con ·difese accessorie.


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LA QUESTIONE ClCLO-Ml LITARE

In tutté queste operazioni, anche avendo subito··uno smacco, si sarà sempre raggiunto lo scopo qunndo si sarà fatto perdere molto tempo e sconcertato i piani .dell'avversario.

1. ciclisti e la difesa del littorale. Una delle condizioni che dà seriamente a pensare per la difesa nazionale è l'eccessivo allungamento della penisola> che espone in mille punti la patria· nost1:a ai pericoli eli unò sbarco. Data l'infinità dei chilometri da guardare, è impossibile il prevedere in quale posto il nemico tenterà un colpo di mano, come il dislocare forti corpi di truppe per impeclird l'effettuazione del piano dell'assalitore. Le_ nostre ferrovie liLLoranee facilmente potranno essere inutilizzate dalle corazzate nemiche, come pure per lo stesso motivo il servizio telegrafico. Se si esamina in una carta geografica éli Italia, il nostro litt(l"· rale, si vede subito come un nemico, ammesso che non voglia approdare in Pllnti troppo eccentrici, aù assoggetLarsi alle conseguenze delle maremme e dei paesi montuosi, deve tentàre i propri sbarchi in vicinanza delle arterie che menano alle grandi città . Ora nelle coste vicine a tali pnnti è impossibile non irovare ogni quindici o venti chilometri, sia in prossimità del mnre, sia addentrandosi nelle vallate, una cittadella di almeno tredici o ~ quattordici mila, abitanti. [n questi piccol i centri, se non oggi certamente in breve, sarlt facile in guerra reclutare, fra i volontari e fra gli ascritti alla milizia territoriale, cinquanta, cento velocipedisti possessori di macchine, coi quali costituire dei reparti. Con questi si impianterebbe un servizio di comunicazione lungo le coste, quando gli altri mezzi fossero intenot.ti, nonchè un'al...: tiva pe!'instrazione. Quando in un punto qualunque foss.e segnalata una minaccia di sbarco, o col telegrafo o coi velocipedisti o con nltri mez1.i si avvertirebbero le compagnie o le sezioni delle citti1 più vicine.

CONSlDERA.T A NELLA PRIMAVERA DEL

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Dato il tempo a questi reparti, (in ·guerra militarmente costiLI)iti come tutte le riserve) per riunirsi, in un'ora circa di viaggio, potrebbero concentrarsi sul punto rhinacciato, e di qui cominciare un viviss imo fuoco di fucileria contro le imbarcazio.ni, dove saranno stipate :e truppe cla sbarco. I cannoni delle corazzate sarebbe1·o jnutili contro bersagli così piccoli. l velocipedisti poco donebbero temere le truppe impegnate nell'approdo, le quali scese a terra, si troverebbero in condizione a loro inferiore, sia pel mal di mare e per la confusione generata. dùlle operazioni dello sbarco sotto i colpi di nemico imprevvisto ed invisibile per la polvere senza fumo; sia per Ja ignoranza delle local ità; sia per la mancanza di mezzi di inseguimento, la cavalleria giungendo certamente alla riva dopo la fanteria. Il punto dello sbarco rivelerebbe subito il piano del nemico, l'obbiettivo Cj.li esso mira, e quindi le strade che dovrebbe scegliere. Gente pratica dei luoghi, abile nel ciclismo, può fare tanto· danno quanti forti distaccamenti. Questi velocipedisti preverrebero sempre le truppe nemiche in tutti i p::tssaggi difficili, dove minando o distruggendo ponti; tendendo agguati; approfillando delle asprezze di ogni specie che circondano le arterie ; renderebbero penosissima questa marcia dell'invasore, che si sentirebbe snervato ed impotente contro sin)ili guerriglieri, nati nel paese e velocissimi, che non gli lascerebbero un'ora di quiete, ne d.i giorno nè di notte. Unendo a ciò anche la malaria che predomina in certe località, vedremo il nemico decimaLo prima di avere avuto un sol giorno . di combattimento. Il suo piano, che, per l'arditezza del concetto, avrebbe avuto bisogno di una rapidissima esecUi':ione, sarebbe pressochè sventato dai continui I'itardi, che avrebbe:-o dato tempo alle nostre divisioni di prima linea di accorrere sul posto e prepararsi ad un'energica controffensiva.

un


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LA QUESTIONE CICLO-l!ILITARE, ECC.

CONCLUSIONE.

Cred11 di avere colln fede di un crociato strettamente combattuto in favore della min causa. Sono perfellamente com-into che il ciclismo possa rendere servizi incontesLabilmente reali nell'esercito. Non il numero dei chilometri, non l'eccessiva velocità possono impensierire i velocipedisti nell'adempimento delle loro missioni. Non il timore di perdere alwne macchine sul luogo del combattimento, deve tra ttenere lo Stato dall'adottnre su larga scala una cosa ritenuta utile all'armata; gincchè in guerra, ove occorra, si sacrificano e si perdono, uomini , caval li , cannoni, navi ecc. Calcolando il prezzo di ogni macchina L. '1150 circa, valore proporzionato al tipo di bicicletta attualmente in servizio, parmi .che l'e1·ario non sosterr·ebhe una spesa eccessivamente forte , se volesse esperimentare l'istituzione di qualche compagnia ('l) o di qualche bauagl ione di ciel isti , servendosi naturalmente del corredo ed armamento già esistente nei corpi di fanterifi. In ogni modo, in vista dejlo sviluppo che il ciclismo acquista negli altri eserci ti, il no~tro governo non potrà lasciare le cose nell~ stato attuale ('?) .

L'ISTRUZIONE CAVALLERISTICA IN ITALIA

Quale potrebbe essere l'avvenire di una cavalleria i cui giovani ufliciali non potessero mont;~re a cavallo ~Ile in servizio, al maneggio e sul te•-rcno dell e manovre? Quanti concetti falsi ac(luistcrebbero 1 L'ufflcial() di cavalleria deve essere intraprendente, avere lo spi rito pronto all'avventura, alt.rimcnti non raggiunger& mai il nemico; ed un taio spi rito non s'acquista al maneggio, non è là elle si temt)t•;wo caratteri audaci, ma llcnsì all'aperto, alla coda dei cani. In qunnto poi oi temperamenti opposti. agli animi timidi c ps·udenti, esitanti innanzi alle resron ~aloilitil, dolci, sensibili, pieni dì cura per la toro persona o dì precauzioni per i loro subordinati, sono spostati nella nostra arma: se ne vadano, sarà meglio p~r loro dedicarsi alla poesia, cantare l'amore l VO!l R OSENUERG .

r. Spero di essere riuscito ad additare abbastanza chiaramente tutto quanto si riferisce nll'impianto ed all'impiego dei velocipedisti nell'esercito. La conclusione a questo mio modesto Ja,·oro non sta a me il farla, ma ai miei superiori, il cui provato ingegno e l' esperienza danno adito a giud icare le cose con tanta !:'aggezza, quanta io, umile raccoglitore di dali, non sarò mai capace di fa re. Milano, 10 apl'ile 1895. NATALI L UIGI CAMILf.O

tenente ttet

39°

fanteria.

S'intoncÌe compa!;nic di circa WO a 120 individui. (2) La Francia in ques to an no M asse~nato r.. 5000 ad ogn i reggimento di ranteeia per le macc hine e per i SOil rassoldi ai velocipedisti. . (4)

L'el.iOlu.zione dell' ist?'ttzione cavalleristica negli eset·citi mode-rni. L'ex-comandante degli usseri di Zieten, chiamalo a dirigere la cavalleria tedesca portava nella sua nuova ed imporlante posizione tutto un patrimonio di esperienza e di arte, la visione chiara e determinata degli obl>iettivi ello alla nob ile arma asseanano la tattica e la moderna scienza militare, una convinzione n . che nei riflessi rigorosi dello stil e ricorda l'impeto di una carica c l ~ssica .

Ed i precetti dell'illustre generale tedesco sono diventati il decalogo della nuova scuola cavalleristica, allo sviluppo della quale, con luogo studio, attendono tutti gli eserciti europei, con


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L'ISTRUZIONE OAVALLERISTICA IN ITALIA

lusso di mezzi straordinari e con larghezza di vedute tali che nelle futtire b11ttaglie, combattute dagli eserciti nnovi, bisognerit tener conto di questo grande coefficiente: ima cavalleria fantasticamente celere, sempre e dovunque ai fianchi del nemico, invisibile ed inattnccabile, come i cavalieri della leggenda tedesca. A questo co!ossale steeple-chase, che sa~rà l'azione del cavali ere in campagna, for~e saran no chiamati anche i nostri a. concorrere e mi sembra perciò interessante analizzare: se, e con quali obbiettivi, noi ci siamo messi sulla buona via; se i mezzi impiegati siano proporzionati allo scopo; se, infine, nello spirito delle istituzioni che sono chiamate a for·mare la cavalleria nuova in ftalia, sia entrato un soffio di <1 ria moderna, rinnovatore di metodi e di sistemi, creatore di passione e di tradizioni. Pur· troppo, conviene subito riconoscere che lo spirito nuovo è di data recente in Italia , o se non la conoscenza dei nuovi metodi didattici, necessari ad indiriz.zare i cavalieri nostri sull11 via ardita deil'arte sportiva , è recente l'applicazione pratica dei nuovi principi, poichè oltre alle difficoltà inerenti. ad o"ni ri. n form~, non sono mancate le diflìcoltà eccezionali d' indole politica e finanziaria. . È fatale , infatti: che ogni innovazione in Italia debba. presen tarsi sotto la !'orma politica più antipatica, quella cioè di conflitto regionale; e sotto tal forma si è discusso per la prima volla dei bisogni della nostra c;walleria in un Parlamento composto in massima parte d'incompetenti. l tecnici intelligenti, pochi s'intende, avevano intuita la questione ed in parecchie discussioni di bilanci militari, avevano reclamato il provvedimento che, a parer loro, risolveva pi!'1 facilmente la questione, quello cioè del trasferimento deìla scuola di cavalleria dalla sede tradizionale di Pinerolo a localitit più rispondente ai nuovi bisogni dell'istruzione dell'arma. I'oich è non era infatti serio par·lare d'equitazione di campagna da insegnarsi praticamente ai giovani ufficiali di cavalleria su di un terreno nngusto, a c.olti vazione intensiva, con ·una proprietà frazionata e divisa da inaccessibili siepi di cinta; l'istl'llzione pratica in una regione di questa natura deve limitarsi a ga loppare su peste artificiali, con poco o nessun profitto della vera

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eqmtazione di guerra, attraverso la campagna e gl i ostacoli naturali di un terreno accidentato. . «Una bàttaglia navale sul lago di Como )) : così era definita da un appassionato commissario del bilancio della guerra, l' istruzione cavalleristica impar'Lita sulle peste di Pinerolo, fra i campi della piccola campagna alpina. La bauaglia, come sempre, fu perduta in nome degli interessi regionali, in nome della tradizione, in nome dell'economia: non valse il ricordo delle mutate condizioni storiche per le quali i pochi cavalieri dell'esercito sardo s'erano moltiplicati, uè le ragiÒni scientifiche della tattica cambiata , e del nuovo impiego dell'arma, nel cui vecchio e nobile organismo era necessario iniettare l'ardire e l'iniziativa del cavaliere isolato, ai r,anchi del nemico, come un'apparizione fantastica, sempre in cerca di notizie, di ragguagli sulle forze, sulle tendenze, sulle in tenzioni di esso. A Pinerolo si fa , non per colpa di coloro che dirigono l'insegnamento, dell'archeologia cavalleristica, si disse alla Camera, ma l'archeologia rimase perchè la forza della tradizione è la più resistente delle forze conservatrici, tanto più contraria .all e innovazioni, quanto più queste assumono l'aspetto radicale della innovatio ab imis. La discussione però fa sempre progredire le questioni, quando sono po:>te nettamente su basi scientifiche suffragate dall'esempio e dai risultati storicamente innegabili. Di fronte ai criteri desunti dalla scienza e dalla moderna stoda militare non era possibile negare il nuovo impiego dell'arma e la conseguente necessità di una nuova e più moderna applicazione pratica delle ·ipotesi più probabili di un'ar.ione in campagna. Nè una minore resistenza nlle contrarie argomentazioni presentavano i dati dei paesi che affannosamente si preparano a combat!ere con noi o contro· di noi le battaglie dell'avvenire. Oacchè in Francia i prussiani riuscirono ad ispirare ai chcmvins dell'esercito e del paese, che al di lit della frontiera nel silenzio di una preparazione profondamente ·scientifica, i cavalieri ' dell'esercito tedesco si erano dedicati con serietit di metodi e d'intendimenti a tr:asformare. l'equitazione tradizionale in una vera e propria equitazione di campagna à tra·vers pays, .l'azione


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L'IST(WZIONE CAVALLERJS1'JCA IN ll'ALIA

r,'IS'l'RUZIONg CAVALLERIS'l'ICA IN· ITALIA

di coloro ai quali fu affidato . il rinnovamento dell'eserdto fran cese, si dedir.ò ~recipuamente a sviluppare nell'esercito la passione per lo spo?·t militare, ed agli ordinamenti nuovi si fornirono mezzi proporzionati all'importanza di una radi cale trasformazione. La scuola di Sa.nnuw non saaifìcò nessuno degli elementi tradizionali, vi fu mantenuto tnuo il bngaglio della pura equitazione da parata e da carosello con piroe1Je di alta scuola, ma accanto a queste virtuosità della coreografia cavalleri stica , all'aria aperta nelle peste di Breil, di Verri e, di Varrains i drappelli degli allievi montati s u~li lmnters, importali dall'Irlanda ' s'abituano a superare gli ostacoli naturali ed artificiali di sseminati nelle praterie e nella brughiera , alle più celeri andature. Lo spirito del generale Gallifet. il cui merito p1·incipale sta nell'aver popolarizzato nell'esercito i cavalli di sangue e l'equitazione sportiva, aleggia a Saumur. Basta ricordare che su '1200 cavalli che costituiscono la forza ordinaria della scuola vi sono 300 puro sann(}'ue .- .300 cavalli di mane'")io nn di razze diverse e 600 cavalli d'esercitazione di campagna. Con tullo questo lavoro di ricostruzione, pure, si•sostiene che la passione pe!' l'equi tazi one sportiva sia poco sviluppata in Francia e sopratutto poco genernlizzat.a in confronto della Germania, il nemico segnato i cui cavalieri nella tradizione e nelle glorie militari piu recemi conquistate con i nuovi metodi trovano un incentivo più forte e più univet·sale. E forse ciò è naturale: in Germania v' è la scuola della nuova 1naniera e con la scuola i maestri che a poco , a poco, banno perfezionati i metodi; hanno creato l'ambiente e sopratuuo hanno dimostrato con i fatti che certi obbiellivi non si mggiungono con certi sist~ mi. E l'opinione è òiventnta tradizione e la tradizione si è trasformata in arti col i di regolamento, per cui nella scuola di caval leria nell' Annover dal mese di maggio al settembre si caccia tre volte la settimana, alternando i paper-hunt colla caccia alla volpe, al cervo ed al cinghiale ; si ha pe1· questo scopo un canile perfetto con 1100 can i inglesi fox-hounds, che costa qualche co..;a come .-\.0 mila marchi all'anno ('l).

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Nel R eitlehrer-lnstitut di Vienna non si fa diversamente, e come nella scuola tedesca il concetto w ecipuo dell' islitnzione arieggia una specie di universilit, somma regolatrice di metodi e di sistemi cavalleristici, mentre l' istruzi<me primaria e secondaria dei quadri e impartita nelle scuole di briga ta di cavalleria, istituite pressu i coma nd i di brigata di cavalleria, che fu nzionano per sei mesi dell'anno nel periodo invernale. Ed anche in Austria sono famose le ~acce ungh eresi per g-l i ufficiali pn ichè tra i pri ncipi fo ndamentnl i dei!' insegnamento, come sono riassuuti nell'ordine deuagli alo di servizio, è anche questo: « )'Jedianle l'istruzione . nel superare ostacol i, e mediante la « istl'llzione pratica still a cnpac ità di re;;istenza dei cavalli si devono « attrarre gli ufGciali tutti all'eqnita.zione di caccia» (11). E così in tulli i grandi eserciti modemi: nell'esercito russo, l'equitazione di campagna è la prima e più naturale maniera delle !ruppe cosacche, all e qual i cl el r·osto, come nl rim a~1en1e delle Cruppe a cavallo dell'imp·ero, non manca un forte organismo scolastico che ne perfeziona i sistemi, indirizw la naturale auitudine a scopi tattici modemi , studia ed assimila i progressi degli altri pae5i, militarmen1 e, progrediti. Tutto questo mondo milit:1re, sommariamente indicato, premeva inevitabilmente sull'organizzazione delle nostre ISlltuzioni scolastiche per la caval leria, ed una qualsiasi soluzione non poteva farsi attendere maggiormente .

II. Tl corso complementa1·e di equitazione di campagna.

La prima idea eli un corso speciale di equ itazione eli campagna indeterm inata come la prima forma di un qualunqu e concello organico, ondeggiava fra due ollbiettivi, essenziali l'uno e l'altro, · come mi propongo di dimostrare in seguito, ma ancora non nettamente distinti.

(il VP1'0I'illwngsòlat!, 30, 1887. (t ) Dienst- 01·cLnu.11g (itl' das ;1/ili!iir-Reif.s·lns!itu.t..

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:\00 - ANNO XL.


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L' ISTRUZIONE ÒAV.&LLERISTICA JN ITALÌA

Si tendeva ad istmire i quadri ed a creare la scuola, come fonte di mclodi, di un patrimonio proprio di tradizioni dell'arma, e si abbracciava per questo scopo troppo complesso una via intermedia, troppo simile al sistema tedesco, per non aver· come quello altri elementi di prepamzione e di perfezionamento. Nell a scuola di cava ll er·in in Annover·, infalli, come nel Jleitlelm~r· insti tnt eli Vi enna non si tende all' istruzione dei giovan i quadri : nelle scuole di gue1·rn prima e nella posteriore permanenza di sei mesi nei reggimenti , prima 6~ essere nominati ufficial i, s'impnra l'equit'lzione, per quanto è possibile, profondamente ed in modo sufficiente per la generalità dei quadri: alla scuola di cavalleria si perfeziona il sistema, si migliora l'insegnamento teorico e pratico, si crea8 l'istruttore più che il cavaliere, l'elemento che è poi destinato a portare nei corpi la teoria ed il metodo sempre uniform e, n crenre quell'ambien te di passione e di entusiasmo che trasci na i giovani all e riunion i di corse, nll e cacce ccl a tutti i generi di spo1·t cavalleristico che pèrmell.e la guarnigione. 1S questa In ragione per· la quale a queste universitit dell'equitar.ione sono chiamati gli specialisti delle armi a r.nvallo, gli ufficiali cioè che, pèr altitudine fisica , per l'nrte già progredita, sa ranno poi in grado di fare gl'istruttori. Non era perciò proficuo il sistema, adottato prima eh noi , eli chiamare a Tor di Quinto i provetti cavalieri, disseminnti nei nostri reg~i menti mentre i giovani niTiciali usciti dalla scuola di cavali e ri ;"~ , nelh quale erano entra li con una scarsa , troppo sca rsa, prepara?.ione nelln, scuola mi litare, erano poi inco rporati nei reggimenli senza una nozione pratica dell'equitazione di campag:1a . Si coneva il rischio di fa re, quando si facevano, dei maestri illustri senza discepoli. e gli specialisti pochi , mollo pochi, al loro ritorno nei corpi si sarebbero trovati assolutamente spostati accnnto alla generalit;\ non inir.iata alle aHratti ve ed ai ·egreti dell'equitazione all'aria aperta. Il di t'ello d'origine ru avvertilo e corretto : in vece d.egli specialisti. l'urono chiamati a Tor di Quinto, tutti gli nll ievi clell'ultimo corso della scuola di cava lleria, vale a dire , con esimi o concetto didattico, si ri tenne che i giovani dopo la mdi menta lo istruzione

L' ISTRUZIONE CA.VALLERISTJCA IN ITALIA.

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delln scuola militare e dopo un'istruzione completa di equitazione pinna da maneggio, ricevuta nella scuola di cavalleria, avevano bisogno, prima di essere incorporati nei reggimenti, di un t:orso di perl'ezionamento di equitazione di campagna. L'azione, dopo la paziente equitazione di scuola: prima la padronanza del cavallo, In conoscenza dei suo i mezzi, delle sue risorse, poi l' impiego in un campo, che più da vicino, fingesse il campo vero dell'nzione in guerra. In tal modo dall'indeterminnzìone del primo concetto si passò all'atluazione d' un vero e profondo concetto didauico: il migiioramenlo graduale dei quadri ; ma in questo passaggio si è perduto di vista la scuola, la possibilità, cioè, di creare la tradi zione e quella di avere sempre a disposizione quegli stessi ma1·avigl iosi cavalieri istrnllori, che in testa acl un repa rto di giovani allievi possano indicare sempre, coll'esempio e con la do llrioa, il modo di superare e l ega n~e mente le più ardue ed impreved nte asperità del terreno, svi luppare l'ardire dei giovani di fronte agli ostacoli improvvisi di ogni natura io un terreno accidentato . La mancanza dell'elemento isLrullore d'altra parte s1 è mani festata fin dal primo momento in cui sì è parlato di un corso di equitazio ne di campagna. Non già che mancassero nelle fi le cavalieri provetti , poi ehè questil leggenda nata dapprima è stata sfatata eloquentemente dai falli : mancavano reputazi oni cavalleristiche assodate ed indiscutibili , e la preparazione all'insegnamento, secondo un determinato programma e con metodo scientificamente didauico . Si ritenne opportuno di ricorrere all'opera di un campione accreditato nei meet di Cecilia Metella o delle Capnnnelle, che aveva nell'attivo della sua carriera ~partiva la predilezione e la conoscenza di qnesla maraviglìosa campagna romana, di essere tra i più arditi gentlemen delle riunioni di Tor di Quinto e di appartenere all' eserci to, per quanto dalla main ga1~che della mi lizia territoriale di fanteria. La cosa piacque poco agli ufficiali di cavalleria che videro una specie di ·Jiminutio capitìs, nella confessa la impossibi lità. di trovare nei quadri stessi degli ufficiali in attivi tà di servizio, istrut-


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tori sufiì.cien ti pel corso di equitazione di campagna; e fi no ad un certo punto si può dire che era legittimo il lamento, per quan to utile sia stata l'opem del maste-1' attuale della societit romana per la caccia alla volpe, se non altro a mostrare alle giovani e brillanti reclute dello sport militare, i segreti di ponte Milvio e del mondo sportivo della C<1pitale. Da questi modesti principi in me:~o di un triennio, attraverso tutle le diflicoltà dei sistema nuovo, contro l'infuriare di quella specie di mania divoratrice di utili isti tuzioni che va sollo il nome del programma delle economie nel la pubblica amministrazione, in ~ene ra l e, e nel bi lancio della guerra, in particolare, il corso di equ itazione di campagna. ha acquistalo una certa forza di resistenza, una vita ·propria, si è, diciamo pure, emaùcipato dall'al._ fettuosa assistenza di competenze cavalleristiche estran.ee all' esercito .attivo , ha a11'e rmnto chiaramente e precisamente il suo compito: mi gli orare gradatamente l' istrnzione cavalleristi ca dei quadri , nmmodernandòne i metodi e rendendoli più conformi ~tg li scopi tattici ed all' imp iego della cavalleria nella guerra moderna; creare gradatamente l'am biente nei co rpi, immettendo ogn i anno in essi un nucleo di 'ufficial i istruiti al la nuova. scuola ed entusiasti del l' equitazione sportiva. Questo compito può essere perfezionato, diciamo pure intensivato, - poichè l'istruzio ne attualmente è impartita, direi quasi a volo d'uccello, in un periodo troppo ristretto di tempo, mentre il periodo di 6 mesi che attualmente è diviso in due parti, potrebbe essere interamente dedicato all'istruzione di tulti erli allievi per tutta la durata, sia pnre in due riparti - , ma ~uesta è questione di finanza, è questione di spese d'impian to; il programma e la funzione didattica del corso , non oiTrono nessun Iato alla critica più diffici le. Quelln a cu i non si è provveduto, o provveduto insufficientemente, è la creazione di qualche cosa che adempia nel nostro esercito allfl fu nzione della scuol a di cavalleria tedescti ·ed au~ tri aca e del corso superiore dei tenenti anziani alla scuola di Sat~nwr , qualche cosa, in altri termin i, che valga a formare una eletta di cavalieri scelti fra tutti gli ufficiali di cavall eria, che abbi a mezr. i ed arte eccezionali , da istruire i giovani ufficiali del

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corso d'equitazione di campagna, da tener vivo ed unifor·me l'istruzione dei corpi in tempo di pace, ed essere, in tempo di gue~ra, elem ento prezioso di azione a disposizione del comando. La soluzione di questa questione è ora matura, a giudicare anche da un principio di provvedimento preso in quest'anno, col far intervenire al corso di Tor di Quinto oltre a Lutti i sottotenenti allievi, anche quaìche tenente anziano scelto Ira i più abili ca' valieri. Sarebbe tuttavia necessario che, essendo ormai cessale le indeterminazioni, nelle qunli pareva prima impigliato il concetto dell' i~tituto massimo dell'equitazione ca valleristicr~ in Italia, si procedesse risolutamente: sarebbe desiderabile che intorno al corso, dei sollotenenti si riunissero a Roma, nella stessa scuola di Tor di Quinto, gli elementi più abili e p!ù promeltenti della nostra cavalleria e si provve!lesse ad in Legrare il programma del corso ampli ando l'appl icazione pratica dei principi in segnati ai sott.otenenti , specializzando altresì pei tenenti le appl icazioni di ipotes i reali del servizio d'esplorazione, e rac ili r.ando la conos~enz~ e.~ ~ p r~tica applic~lzione di lull.i i mezzi di cui si può serVIre l ufftc1ale m esploraziOne, come: apparecchi telegr·afìci, esplodenti, sistemi di passaggio n guado ecc. Tutto questo alternato con esercizi di vero sport, come cot·se, cacce, e questi stessi esercizi freque:1ti e progressivi : s'imprima all'allievo ed al futu ro istrntlore profondamente· la pratica dello spo1·t, come un dovere professionale dell ' ufficiale che appartiene a corpi a cavallo; e soprattutto dei progressi realizzati si tenga molto conto nel le carriere; costituiscano questi meriti uno dei cr:iteri fondamentali di scelta nella promozione al grado di capitano.

(Continua) . Doll.

c.urtLLO COIIRADI~J.


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NOTiZIE POLITI CO · MIU'l'ARl

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NOTIZIE POLITIOO-l\1ILITARI

t:attenzione del pubblico, specie dei militari, ndla corrente quindicina, viene attratta dalle grandi manovre che, come abbiamo gii1 annun~iato, si svolgono nella regione compresa fra Rieti c Solmona. Quosto manovre si dividono in due periodi: nel primo periodo i due corpi d'arma ta di manona cscguironl5 manovre d.i divisioni contrapposte; nel secondo periodo, eseguiranno manovre di corpi d'armata con trappo~ti.

li supposto goncrr1lc dollc manov re è il seguente: . « On'n rmata dell'est, che ha occupato la conca Popoli-Solmona, ha per obbiettivo Roma. Le sta di fi'Onte un'armata dell'ovest, che si è <;oncentrato in duo nuclei: uno principa le nei piani di Carsoli, uno secondario nella conca di :Rieti. Il partito dell' est mentre marcia col grosso verso il nacleo nemico principale che sta a Carsoli , rnauda una parte (secondo co1·po d'annata di manovra) contro il nemiC•l (primo corpo d"armnta di manovra) che sta a Rieti • . Fino dal 2·1 agosto fu eseguito il concentramento dei due corpi d'armata ed il 22 si occu parono le pos i~ioni per le manoVI"e del primo periodo. Il IJlltlrtier· generale del primo corpo fu stabilito a Rieti, con una divi:sione presso Rieti c l'altrn a Cittaducale. Il quartier generale del secondo ~rpo fu stabilito a Solmona, con una divisione presso questa cittil c l"altrn n Popoli. ll 2~~ ebbe luogo in ambedue i corpi d'annata il primo incomro frn le divisioni contrapposte. Nel primo corpo d' a1·mata (generale Corvetto) la p1·ima divisione (genera le Abate) mosse da Rieti all'attacco dellu secouda divisione (gQ· nera !~; 01·ero) che occupava Cittaducale. Si supponeva che quest' ultima divisione facesse parte dell'armata e.st diretta dalla conca Popoli-Solmoua :;u 1\omn, In quale giunta con un corpo d'armala ad Aquila, nvevn spi1Ho una divisione a Gittaducale, per impadronirsi della stretta

di Antrodoco, a cui tendeva il corpo d'armata ovest, padrone di Terni, il quale perciò spingeva innanzi o quest'uopo una divisione. Il 23 la prima divisione mos.>e all'attacco frontnle della posi~ione nemica, cercando in pari tempo di girarla. L'attacco fu ben condouo ed altretlanto ben condotta fu la di fesa . Al momento in cui scr·iviamo non sono noti i particola1·i, ma par·e che le posizioni dolla difesa sieno state mantenute, perchè solo il giorno seguente (24) il comandante della divisione est in formato da Aquila che il partito ovest avrebbe 1·icevuto un fortissimo rinfon:o, iniziò la sua ritirata a scaglioni disponendosi a una viva resistenza tra Cittaducale e Paterno. Per quanto riguarda il secondo corpo d'a rmata (generale Bava-Beccaris), ecco il tema per }P. sue di vi~ioni contrapposte il giorno 23: « Il partito nord è giunto a Popoli, il partito swt, pel piano di Cinque miolia.• è CJrriunto a Solmona. Entrambi minmo all'occupazione della conca Solmona-Popoli » . Il comandante del partito .mel, forte di due divisioni (una supposta) non potendo prevenire il nemieo alla stretl.n eli H occaca~al e- Vittorito, determinò di attenderlo nei pressi di Solmona, c mentre la divisione supposta disponevnsi a sinistra del Sagi t.la rio, oJ' al tra (quarta divisione, generale .Marchesi) rioforznta da una brigata, quattro bntterie c t"re squadroni, doveva recarsi ad occupare solleciwmcntc, sulla dcstrit del Sagittario, la posizione n cavaliere della strada Sol monn-Popoli, estendendosi verso Badia e da questa posizione, appoggiandosi alle alture, ricacciare il nemico su Popoli. La terza divisione (generale Bruti) rinfo r~a ta da un reggimento bersaglieri, una brigata, quattro batterie e due squadroni doveva avanza1·e direttamente su Solmona. L'esercitazione all'indomani (24-) riuscì assai bene e ragionat.amente, quantunque i reggimenti non abbiano che un effeltivo di circa 850 uomini e le compagnie abbiano portato in campo una fon.a media di set~anta uomini. La fanteria h:. manov rato mirabilmente; la poca cavallerw s'è comportata benissimo e così pu re l'artiglieri<J, che seppe scegliere prontamente le migliori posizioni. Il combattimento su l Sagittario avrebbr ancora potuto proseguiro, pel·chè ambedue i partit.i si trovavano ordinati e iu buone posizioni, quando suonò la cessazione della manov1·a. La sern del 24, la terza divisione preparavasi 3d una accanita difesa della stretta di Popoli ; la quarta divisione rinforzata preparavasi per respingere clefln itiJmente il nemico. ~


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NOTIZIE POLITI<'O -MILITARI

NOTIZIE l'OLlTlCO - MILlTARl

•** . Il 2~ (dOI.ne~ica) fu. giorn? d: ripo~o; il 26 cominciò il secondo pcnodo c~lla .nun10ne dc1 corp1 d a1·ma1a per le manovre di corpi contrapposti. D1 questo secondo periodo parleremo a manovre finite, nella seguente puntat.1. . · Qui basti accennare di volo che il 25 giunse ad Aquila il <>enerale d'Oncieu dc la l3atie, dimttore delle grandi manovre, e ,vi pos~ il suo quartie~· gecne1·~le. Il 28 a~rà li.•ogo il primo scont1:o f1·a i due corpi d'armata; d 29 g•o•·no d1 n poso a!le truppe e eonfcrenza per gli ufllciali; il 30 seconda fazione, il 31 nuovameule riposo e conferenza, il t o settembre te1·zo ed ultimo combattimento. Il ~ seuemb1·e ambedue i corpi d':mnala di manovra eseguiranno la loro radunata presso Ai]uila, dove il 3 s:u·anuo passati in rivisrn da S. M. il Re. AIJ'indom:.mi (4 settembre) comincierà lo sciocrlimento dei corpi d'armata. e A questo secondo periodo delle manovre assisteranno il "enerale M~­ cenni, ministro della guerra e il gene1·ale Primcrano capo di s~to ma<>aiore delrese1·cito. Souo ammessi ad assislervi gli addetti milit:HÌ presso 1 ambasciate estere in Roma, nonchè un ufficiale addetkl alla Je<>nione ùel Giappone, i quali già, partirono per Aquila; la Svizzera· non ~vendo addetto militare, delegt) a CJuest'uopo due ufficiali. Chiud(~J·emo questo breve cenno nolando il buon contegno e In resi·stenza delle tru ppe in questi giorni di rnnrcie fntic()sc sol.to un sole ardentissimo, ìo zelo degli ufficia li e di tulti i graduati, nonchè il buon funzionamenlo dei vari sc1·vizi; tutte ragioni per cui non s'ebb() a lamcnt:u·e lìnora alcuno di quegli inconveniemi che, quantunque non "ravi e ral~olta inevitabili, ìevano tanto rumore nel nostJ'O paese per le g~ntìatu re. della sta mpa partigiana. Nè si deve passare solto silenzio l'entusiasmo con cui le popolazioni :~ccolgono le truppe dovunque passano o si fermano, e l'impc"no che met~ono no~ sol.o per d.im.o~trare ~l loro alfetto all'esercito, ma p~r · ngevolare 1l co.mp1to d1 quantt dii'Jgono 1 diversi servizi.

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** Im~ortanti d.isposizioni d'interesse militare emanar·ono nella quindicina·. Notiamo anzitutto che furono richiamati alle armi per un periodo d'istruzione di giorni 20 :

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a) tu tti i militari di truppa in congedo illimitato, comp1'Csi i sottufficiali di 1. a categoria delle classi ·1862, 63, 64 e 65 ascrilti ai reggimenti alpini D0, 6° e 7°; b) tutti i militari di truppa in congedo illimilato, compresi i sottufficiali di 1" caregoria, nati nel :l8o9, di milizia rerritorinle ascritti ai predetti reggimenti ulpini ;)o, 6° e 7°. r richiamati si presenteranno nelle ore antimeridiane del 6 otklbre. Con il Bollettino ,,ffì.ciale saranno chiamati in servi~io gli ufficinli &ecorrenti alla costituzione dci vari riparti di form azione, i quali dovranno presentarsi direllamen to alla sede nei mAg:,zzini nlpini, che sarà loro indicata d:Jl comandante del rispettivo reggimento. Con i richiamati ascritti alla milhia mobile si costituirnnno tutte lo compagnie alpine di milizia mobile di cui è p•·c1•is1n la formazione in eiacuna dei reggimenti ~0 , 6° o 7•. I richiamati ascritti alla milizia territoriale verranno riuniti alle sodi dei m~ gazz ini di battaglione indicati da apposito elenco ed iv i 'costituiranno i ri pnrti nello stesso indicati. . . . . I ricbinmat.i saranno rimandn.ti in congedo per cura dc1 rcggHnentl alpini interessati in modo da raggiungere il loro eornune di residenza nel giorno 26 otklbre. · Vennero pure richiamati: a) per un periodo di 30 giorni. I militari di 2a categoria delle classi 1.870-7-1 ascntt1 a1 reggimenti di artiglieria da campagna ~~d a pparlenenti ai distretti milituri di Caltanissetla, Catania, Ccf~d ù , ~iessina e Siracusa; b) l!er un periodo di 20 giorni: I militari di i a categoria nati negli anni 1857, 58 c 59 ascritti all'artiglieria da fortezza di milizia territoriale ed apparte~enti ai distre.tti militari di Ancona, Arezzo, Benevento, Belluno, Calta01sseua, Catan1a, CefallJ, Cremona, Firenze, Forlì, Genova, Girgcmi, Lecce, Livorn1,, Lodi, Lucca, Mnccruta, Massa, Messina, .Modena, Napoli, Orvieto, Padova, Palermo, Parma, Pesaro, Pisloia, Heggio Cnlnbrin, lleggio gmi lia, Hovigo, Sienn, Siracusa, Ta1·anto, Trupani, Treviso, Udine e Venezia. Sono perlanlo compresi in questa chiamata tuui i militari nati negli anni suindicaLi che abbiano prestato servizio sotto le armi in una spe· cialità qualsiasi dcll'armn d'a rtiglieria, esduso il treno. La· pre~entazione dei richiuruati avrà luogo il 1° otlobre. . .. f SOI.tuflìciali ed i caporali moggiori di milizia terri toriale ant,iCJpano di 10 criorni la loro prescnlazione per poter ricevere in precedenza l'istruzione in ~lodo d:.> potere poi essere in grndo di istruire ~frertivamente i mililari di truppa richiamati.


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NOTIZIE POLITICO-llliLITARI

NOTIZIE POLITICO- MILITARI

Unitamente ai militari di truppa, saranno chiamati con apposito Bollettino: a) gli ufficiali di complemento nati negli anni 1870 e 1871 appartenenti ai distretti rli cui al la lettera a. , del precedente N. 1. b) gli uflìciali di milizia territoriale assegnati allo compaonie che 0 si devone> costituire. È fatta facolt:i agli ufficiali inferiori di milizia territoriale di artiglieria che deside•·ino d'inte•·venire alla chiamata, e che noo siano comp•·esi nel citato Bollettino, di farne domanda pel tra mite del comandante del distretto. Per_ l'nssegna;\ione dei riehiamati si osservera nno l~ disposizioni seguenti: a) l richi ~ mati di cui alla lettera a) che si pl'esentcranno ai distretti della Sicilia ~a ra nno assegnati al 22° reggimento artiglieria (distaccamento di Messina). . b) I ricbiamnti di cui alla predetta a,) che si presenLt1ssero aali altri distretti del regno dovranno essere egualmente..avviat:i al distacc~mento sopracitato, appura nIla sede del l'egg im e•~to d'artiglieria da montagna, a seconda della dislanza del distretto di presentazione, da Messina e TQI"Ìno; c) Con i 1nilitari di cui alla lettera b) si costituiranno ripal"ti di milizia territoriale. · . I richiamati dell~ cla:;sì 70 c 7i verranno rinviati ai rispettivi distretti JU modo da essere congedati il giorno ao ottobre. Quelli delle dassi 57, u8 e 59 saranno congedati il 20 ottobre.

*** Fu promulgata la nuova legge per J 'am mis~ione al volontariato di un anno la qunle consta dell'articolo seguente: « Son•J ammessi al volontariato di un anno i cittadini delio Stato anche dopo che abhia avuto luogo l'estrnzione a sqrte della propria classe, quando soddisfacciano a tutte le altre prescrizioni della vigente legge sul reclutamento del 1·egio esercito, pul'chò non siano ()'ià da oltre un mese solto le armi è purchè si sottomeltano n compier~ il volontariato nell'arma c1_Ji fu rono_ ~ssegnati, se l'assegnnzione abbia giù 11vuto luogo, . Nel Giornale nulttare venne pure pubblicata la Jstruzio11e per l'eseguimento dì quest3 legge. Nello stesso G·iotnctle militare furono inoltre pubblicate: 1o alcune ~o­ dilìcazioni al R. Decreto 7 aprile 1892 cd il relativo H.egolarnento sulle indennitb eventunli; 2° lo specchio delle somme asseg~ate per inden-

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nilà di uffizio a vari comandi ed ufflzi di stabi limenti territoriali e delle sussistenze militari. Sono state pubblicate in apposito fascico!etlo le tavole di tiro dei cannoni da 9 ARC Ret. e BR Rct. incavalcati su nfl'u sti d'assedio e da ca mpagna; destinate a sostituire: a) le corrispondenti tavole stampate; edite nel1890; b) la tavola di tiro a shrapnel cou enrica ridotta del cannone da 9 BR fl et. inca valcato su affuslo da c:~mpngna modello 4844 o so affusti dì n~scdio (edizione li tf'lgraf:.ta del ·maggio 1892); le quali sono con· seguentemente ab<Jlite. Venne annunziat3 l'approvnzione già avvenuta per R. Decreto e l'imminente ·pubblicazione di un nuovo Hcgolnmento per la esecuzione dei l ~v o 1·i genio militare, da avere all'etto dal ·t o ottòbre p. in sostituzione d1 (luello approvato con R. Decreto dell'H lugl io ! 883. il quale po.:rciò resta abrogato. Altre notevoli disposizioni sono le seguenti : In esecuzione della recente lPgge sulla ferma della cavalieri<•, il Ministero ha det.erminato che tutti i militari di eavalleria attualmente nlle ar1.11i,_ p rc~Yenienti dagli arrolati volontaJ;i, i qua li cessarono dal la quaIJi a d1 allwvo sergente per qualunque rnotivo, c rimasero quind i ascritti alla fe rma di armi quattro, facciano ora passaggio alla fuma di tre anni . r..:guale r•·ov \·edimento deve essere preso per i militari che hanno concor:>o alla leva sulla classe 1872 od a quelln su lla classe 1873, i quali furono ammessi in servizio in cavalleria prim3 delln chiamata alle armi della rispett.iva classe e che poi cessarono, per qualsiasi ragione, d:,Jia qualità di allievo sergente. In conformità di quan to si praticò lo scorso rmno, anche in questo gli _all ievi ~ e_l ~jo ~nn o di_co rs~ d_ella. scuola milit:~re (arma di fanlerin) ed 1 soltufl•c•ah d1 fantenu :d hev1 del 2° corso dclln scuo l:~ dei sottuffìcial i, che per delìcienzn di posti· disponibil i, non potranno essere nominali sottotenenti, frequentino alla scuola centra le di tiro di fanteria un corso d'istruzione suIle Orllli, s11 l tiro c su i lavori da ZàJ;pa tore, col grado di sergen te gli allievi, e col loro grado i sotwffìciali alliev i. Tale c~orso d'istruzione avd luogo dal 20 ottobre al H) dicembre del corrente anno, e ten à le veci di quello che questi allievi e sottufGciali allievi avrebbero poi dovuto compiere, a loro turno, come sottolenenti. A_l _corso di istruzione presso la scuola magistrale militare di sche•·ma, stabilitO con la circol3re N. 89 del 17 luglic} scorso, fu rono ammessi quaranta sergenti i quali dovranno tro1•arsi in Roma il 31 corrente al coma uclo dell'H reggimento f:mteria.

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NOTIZIE POLITICO-MILITARI

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Le notizie dall'Africa sono sempre migliori. L'improvvisa partenza da Ascianghi di ras Oliè e della sua gente ha scoraggiato ras :Mangascià e incoraggia~o molti capi di fare sottomissione alritalia. Agar Tafari e Degiac Uoldiè nosu·i amici procedono, il primo a completare l'ordinamento della regiono Asbi-Debra, e il secondo quello della regione fino al Vogheral. Negus i\ienelik pare abbia scritto a ras Mangasciù dicendogli che era obbligato a tornarsene ad Entotlo pe1·chc si erano avanzati nem(J:i nel suo territorio. Potrebbe essere questa una conferma della voce corsa giorni addietro della ribellione dei \r oliamo; ma potrebbe essere anche una invenzione del ncgus per giu stifìet~ro l'abbandono in cui lascia ras 1\faugasciù. Quanto alla sttuozione al Sudan, corre voce che Hamed Ali sia stato chiamato ad Ondurm(ln, e Osm;"tn Digma destinato a sostituil'lo al comando delle truppe. I l corpo del Ghedaref manca orma ~ di coesione c di:;cipliua, il poslo che stava pt·ec;so El Fascer si è molto assottigl ~ato. Jl comnndnnte del presidio di Cassala ha organizzato un esteso. servizio di esplorazione. l nostri esploratOl'i si spingono molto innanzi, ma rarnmente inconlrt~tìo tracciu di nemici. Verso la met:'t del mese ~<:orso furono inviati sei uomini della tribù Hadcndoa armati di rernington a Teibol (Gos-Dai) presso l' Atbar~ per assumere notizie sul bestiame, sui depositi di dura lasciati dalla gente di Osman Digma e sul numero degli arnH1ti a guardia di quella località. l sei hadendoa giunsero sul sito nella noltc del ·19 c senz'ahro aprirono il fu oco contro la poca gente armaLa (si dice 15 fucili) che, come da informazioni avute lungo In via, erano i guardiani dei depositi di dura. I soldati di .Qsman Digma, sebbene sorpi'Pl>i, risposero al fuoco, ma la morte di due di essi c la tema eli essere att:Jccati da forza molto superiore, li indusse a fuggire lasciando circa 80 capi di bestiame.. Uno dci nostri inform~tori J'imastl uceiso; gli altri il mattino del 2(1, corrente rientrarono in Cassala col bottino ed un cammelliere di Osman Digma fatto prigioniero. Rom a, 26 ngosto -1895.

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NOTIZIE MILITARI ESTERE AUSTRIA-UNGHERIA.

Recltdamento di ufficiali ttttivi fra i volontari di w~ (Inno e fra gli 11fficiali di 1·iserva. - Anche quest'anno il mioistl'o della guerra ha dato delle disposizioni perchè i volo n Lari di un anno possnno, purchè abbiano i necessari req uisiti, diventare uffkiali di carriera. Gli aspinmti col -1 o ottobre saranno prurnossi sorgenti cfl'ettivi e saranno r;onsiderati quali aspiranti ufficiali fino alla loro nomina ad ufficiali di riserva. Per il 1.0 dicembre 1891> si tra:-rnetterannu speciali rclaz.ioni circa la loro attitudine p•'atica e specialmente nell'istruzione dello reclute (Beiblatt n. 27 del 27 luglio u. s.). Togliamo poi dal Peste1· Llo?Jd (;he il Ministero degli Honved, al principio di quest'anno, ha invitato gli uffìciali della riserva a far richiesta di entrare in attività di servizio Presso i 28 reggi-. menti fanteria Honved ed i 10 di ussari si son presentati ·12fl. ufficiali di riserva per sostenere gli esami i quali hanno nvulo luogo nella 1° quindicina di agosto. Nuove disposizioni org(miche 71er lf' fanteria. - Il Normal Verordmmgsblatt del 3 agosto correute n. 28 pubblica le • nuovo disposizioni organiche per l'T. H. ·fanteria » le quali euu·eranno subito in vigore sostituendo quelle che dat~no dal 4890. A suo tempo venà concessn la razione fo raggio a quei capitani di fanteria, i quali fino ad ora non vi avev:.no diritto. Le innovazioni più importanti introdotte colle nuove disposizioni souo

le seguenti: . . . . . . a) Vien prescrit-to che gli uffi(:iali c cadcttt-ufnmnh s1ano armati dt revolver, ciò che già fu fatto in altra epoca per In fanteria bosno-erzegovese e per i cacciatori. b) Uno dei due capitani a disposizione, oltre al di:;impegno delle altre . sue :Htrìb1;zioni, potrà nnc:he es~ere impiegnto quale aiutante di J·eggimento.


NOTIZIE MIL ITARI ESTERE

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NOTlUE m u TARI ESTERE

c) Le nuove disposizioni non parlano delle attribuzioni che avrà l' ufficiale su periore di nuova creazione. Pare che sia lasr:iato in facoltà del reggimento il destinarne gli incarichi. d) Le antiche disposizioni prescrivevano che in qualunq1te circostan:ra almeno un battaglione da campo fosse di guarnigione nella sede del quadro di battaglione di reclutamento, le nu ove prescrivono ciò per regola il che significa che in seguito, eccezùmalmeute, un reggimento potrà aver dislocati fu ori del circolo di reclutamento anche tutti i suoi battaglioni. e} Un'altro innovazione importante è che il cornaudante del quadro del battaglione di J'<:clntamento era fino ad ora considerato co me comandante dì un battaglione distaccn to anche quando il comando del reggimento si t1·ova nella stessa sede; ora invece ciò può avveni re soltanl•> nel caso in cui il comand:mtc del quad ro di battaglione di recl utamento ed il comandante di reggimento non appartengano alla stessa di visione di fnnterin . f) Il numero dei soldati portaferiti fu au mentato da ·12 a ·16 per bauaglione in lAmpo di pace e d:~ 24 a 32 in guena . g) Nelle nuove disposizioni organiche infine non sono contenuti gli schemi rclntivi alla ffJrza di guena della compagnia e del reggimento, clfe ora sono r·i,ervate, come pure sono riservl! te molte altre diBf:IOSizioni che riguardano nuove forfll(lzioni, il numero dei carri ece. e che d'ora in avanti foran parte della istruzione rìse1·vata di mobili tazione. In quanto alla forr.a di paco, già sappiamo dai bilanci (vedi Rivista Militare 1° luglio :l89u) di quanto sia aumeola\a in uftì ciali ll tru ppe la forza di un reggi mento di fltnteria . Esperimenl·i per l' a/Jol-iz·ione dello zaino. - Togliamo dalla Reichswelw: , Il Ministero della guerra fa ora eseguire presso un comando di corpo « d'armata un esperimento il cui scopo sarebbe l'abolizione dello zaino c di pelle sostituendogli il Jascapane, ridouo a zaino cd a sacco da nuoto. « Con tale aboli.zione si diminuirebbe di 2 chilogrammi il peso del «soldato ed oltre a ciò si toglierebbe dal suo fianco il tascaf:lr,ne ,che ri• sultò poco pratico c poco estetico, e che il soldato stesso porta con di« spiacere. Per ora non si conoscono i risultati di tale esperimento •. Fi/t?'o 71Br t'cu;qtta. - Recentemente è stato adottato dall'esercito uust.ro -ungarico un filtro per l'acqua destinata nd esse r· hevuta e per quella che deve servire alla cottum del rancio. Prima era in uso un filtro individuale, ma vi si è dovu to rinuneiarc perohè si constatò che il soldato assetato non ne fa uso. Il nuovo fìltro serve per una squad riglia (Schw:>rmfìlter, sistema Kuhn, \Vestphalcn) ; è di costruzione semplice, leggerisl

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si mo, di facile uso; si por t<~ come la nostra lanterna da campag~a; costa circn lire 20,50. Pare elle dia buoni risultati; l'acqua v1en rap1dnrnente filtrata e div~nta limpidissima. Quantrmque sembri elle anche il fi ltro di sq uadriglia non possa del tutto rimovere l'inconv~nie nte che il .soldato assetato beva qualunfJue ae<1ua, ptHe mettendo senllnelle presso l acqua, invinndo innanzi, potendolo, apposita corv(}, si ha fi ducia di ottenere che il soldato beva solo acqua lìltrata. Esercitazioni nel passa,grrio di fiu,m·i. - Toglia mo dalla Reù;hswel~t che il ! 7 luglio di IJUCSt'anno presso Granvaradiuo si fe~ro d.egli es~en­ menti per il p:1ssaggio di fiumi eon cn valleria servendosi d~1 sacch1 d~ nuoto sistema Erbes, tenente colonnello delr8o dragoni. Il riSultato degh esperimenti fu soddisfacente. Pare c;be tali esperienze si ri pcter~ nno anche nelle manovre :~utunnali . Regolamenti. - Con decreto del 26 giugno 1895, p~~blicato nel N. 2G del Nunna.lverorrlnungsblatt, fu approva ta la nuova ed11.1 0~e della par~e I del regolamento sulle compc>enzc in tempo el i pac~ per _l!· R. eserCito. Essa entrerà in vigore col Jo settembre !895. L'antlca ed J;:tonc datava dal 1884 e tante erano lo aggiunte e varianti in trodottevi dn ren:deme nec_e:;saria la ristampa; ma oltre a ciò la nuova edi.zione contenf.t altre modJ!Jcazioni e pare alcuni miglioramenti nelle competenze. Movin;enli ,;el personale. - Col D?lletti no N. 2fi del ~3 l_ug_lio. 1895 il tenente generale cav. Carlo Ludwtg, 1Spetto1·e gent rale d art1gllena fu collocato a riposo. Fu sostituiJo dal tenente generale cav. Alfr~do Kr?: patschek. Questi nacque nel gennaio ! 838 a Bielitz nella Slesm, stud10 nell'accarlcrnia d'artiglieria di Wcisskirche\1 · · Sottotenente nel 1859 fece in quest'anno la campagna d' I t~lia . Tenente nel t863 nell86tì fu assegnato al comitato !l'aniglieria. :\'cl '1868 fu promosso' capitano ed assegnato al comitato tecnico amministl'ativo militare. Nel -1 876 fu promosso maggiore. Nel 1877 fu nominato comandante della scuola cJci cadetti d'artiglieria. Tenente colonnello nel '1 880, nel i 8S3 ebbe il comando del 2° reggimento a1·tiglieria e nel 188ft, fu promosso colohnello. Fu promosso maggior generale nel '1 890 c tenente generale nel 1 89~. E i nventori~ di un fu cile a ripetir.ionc ehe fu adottato dalla marina francese. Come ufficiale, come tecnico, come istwllore P.d educntore Kropat.scheck fu sempre benemerito dell'esercito, ed ora è molte fnvorevolmente accolta la sua nomina ad ispettore generale d'artiglieria. . Un nttOvo fucile. - Un giornale tedesco annunzia C~le nella fabbnca d'armi di Stcyr, da un nnno a questa parte, si sta fabbncando un nuovo fu cile, il quale, dicesi, sarà superiore ai fucili di tutte le altre potenze.


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NOT IZIE )(ILIT A R! ESTERE

Ecco alcuni dati relativi: Calibro misu•·ato sui piani delle ri~e mm. Lunghezza del fu cile senza baionetta » con » Peso del fucile senza baionetta gr. con del fodero della baionetl:\ Lunghezza della canna mm. della parte rigata dell'anima. della linea di mira • Numero delle righe Profondità delle righe. PDsso dell'elica . Lunghezza della eal'tuccin del proiettile . )) Diametro massimo del proiettile. Peso della cartuccia. . gt·. Velocità iniziale . . m. Spazio battuto alla distanza di ·400 mt>tri fbers~glio alto i metro) Angolo di deviazione nlla distam;a di 200 metri . Angolo di devi:nione alla distanza eli 2000 metri Forza di penetrazionc del proietti le a 12 metri , . . . rn. Forza di penet.razione del proiettile a 2000 metri. » Ordinata massima alla distanza di 300 metri èoll'al7.o di 600 metri. . » Ordinata massima alln distanza di GOO metri coll'alzo di '1000 metri . . , Ordinata massi ma alla distan1.a di 1200 metri coll'alzo di 2000 metri . . »

NOTIZIE

6,5

!229 1.477 401.0 4370 :160 725

E STERI!:

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-collocamento in riposo pet· assumere la direzione della fabbrica d'armi di Steyr di cui \ Uualmente è direuare il sig. v. Hochhauser, del quale sta per fi nire il contratto colla società. Qui giova notare che in Austria-Un.gheria non vi sono fabb riche d'armi govemative, ma che tale fabbri·Cazionc è lasciata all' ind ustria p riv a t:.~ . GERMANIA.

662,35 503 4

O,W 200 77,5 31,l! 6,7 2~,5

740

400 0°,71 ,40''

070 (legno di fttggio 0:16 (abete) 1,958

87,073

Camb·io di personale 11ella {abb1·ica d'armi eli Steyr. - Pare, n quanto . riferisce la Reichswehr, che il tenen te generale Giuseppe hob. v. Hermann ca po sezione <~l ministero della guen a abbia intenzione di chiedere il suo

Rsercitnzioni est.ive. - l giornali ordina t·i parlano d' una esercitazione -d'assedio e difesa au.orno a l'tfagonza, iurlicandone solLanto il giomo d'inizio, ossia il 2 corrente agosto. Vi presero parte quattro reggimenti fanteria, un reggimento artiglieria da fortei'.za, un reggimento artiglieria .da campagna e riparti di cavalleria e pionieri. Il .partito assediante era segnato. Le tru pçe accamparono ·attendate. Pure presgo Magonza si esegu irono esercitazioni di ponticri dal 16 lu.glio al 3 agosto su un braccio del Ueno e sul :Meno presso l'imboccatura. Furouo getta ti ponti di vario genere che in oppqrtuni punti si potevano aprire per lasciare libera la navigazione in determinate ore. l giornali parlan~ altresì d'una grande esercitazione da fa•·si nel corrente agosto nel tenitorio del X corpo rl'a•·mai.a. (Annover) con rigorosa esc.:lusione del pùbb~ico. Vi debbon:> prender parte fanteri a, a1·tiglieria, cavalleria, pionieri ed una mezza St'zione areostieri. Le truppe saran no riunite per allarme il 13 od il :15 del mese. La manovra si svolgerà propriamente presso M(inster nella brughiera dÌ Llineburgo. Manovre imperiali. - l n queste manovre delle qu ali già si pa rlò in p1·ecedeuLi dispense della p•·esente Rivista, l'imperatore assumerà in persona la cariea di primo giudice di campo. Nel caso che egli p.renda il comando supremo delle truppe, cosa che si lasria incerta per mantene•·e nelle manovre il ca•·a ttere della spontaneità, la carica sopra accennata passerà al principe Alberto di Prussia. I giornali dichiarano infonda ta la notizia in addietro sparsasi d'uno straordinario richiamo di riservisti in océasione delle dette manovre. l quattro corpi d'armata destinati a pren'dervi parte non avranno tutti la piena forza di guerra ; soltanto quello della Guardia ed il H, cosicchè le chiamate non saranno in complesso più nume•·ose di quelle degli anni precedenti. Il 11.1 corpo d'armata no~ condurrà seco i qua1·ti hattagl ioni; questi rimannnno nelle guarnigioni, o.ccupati in ~crvizi presidiari. Le operazioni alle quali si d::u·it un certo sviluppo nelle menzionate manovre impP.I'iali sono, a quanto s('mbra, quelle che si riferiscono al pas! Ol :...

t

~I!L ITARI

A i'i~O XL.


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NOTIZIE MILITARI ESTERE

saggio di corsi d'acqua; a tal riguardo si incontreranno sulla Rundow diffìcoll à tecniche specialmente per l'armata del Nord che IJOstenà la difesadel fiume. Saranno i111 piegate divisioni autonome di cavalleria in servizio d'avanguardia. Si parla anche di manovra notturna del la cavalleria e di un largo impiego di quest'arma in un potente inseguimento tattico-strategico che sarà l'ultimo atto delle ripetute manovre. Pens·ioni. - Jn giugno del corrente anno fu sancita la legge di previdenza per le vedove e gli orfani di militari di t1 uppa e pubblicata poi in luglio dai giornali mi litari. Essa contiene 16 paragrafi ed è in sostan7..~ identica al progetto di l~gge che fu approvato in ma5gio dal Bundesrath. I principii fondam entali della medesima fu rono esposti nella dispensa X della presente Rivista. Distaccamento autonomo pionieri in Baviera. - L'organizzazione det pionieri in Baviera subirà nel prossimo autunno una modificazione. Come è noto, i due bauaglioni pionieri bavaresi hanno 5 compagnie per ciascuno; il pri mo è tutto riunit.o in Ingolstadh; il secondo ha seoe a Speier colla quinta compagnia a Germersheim. Le duo quinte compagnie saranno riunite in distaccamento autonomo agli ordini di un comandante di ·battaglione con ~ede a Monaco e messe alla dipendenza del I corpo d'armata. 1l disroccamento è già autorizzato ad incorporare volontari d'un anno a partire dcii ! 0 ottobre prossimo. Affardellament~. Nell'introdurre le modificazioni attualmente in corso per il vestiario e l'arredamento della truppa fu rono pure stZ~bilite­ prescrizioni regola mentori per l'affardelln mento dello :~ni n o, per le giberne e per il porto d'alcuni capi di vestiario. · Il detto affardellamenro è in complesso simile a quello in uso presso l'eserciLo italiano; indichiamo qui soltanto qualche particolare speciale (1F I viveri di riserva sono così disposti: il biscotto in apposita borsa .di tela che sta nell' intP.rno dello zaino, assicurata all'assicella superiore; questa borsa si ripiega all' insù quando non si portano viveri di riserva e lascia posto ad altra roba nello interno della cassetta. Col biscotto si rimt~tte ;mche nélla borsa il barattolo dci legumi in conserva. La carne in conserva si colloca fuori della detta borsa, col fondo della scatola posato· su un cuscinetto di cuoio trapunta fisso sul fondo dello zaino in basso·. Le

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(t) Lo zaino osato in Germania e di pelle di vitello, pressapoco come si usa per la truppa tlell'esorcito italiano. L' intelaiatura in legno formante la casscttn interna ha dimensioni di centimetri 32 (n!lozza) per 3i (larghezza) e {0 (spessore); però nello spessore, 3 cen timetri soltanto sono di legno e 7 sono di pelle. Il peso dello zaino vuòto con spaHacci e cinghielte accessorie è di chilogrammi !,790. •

NOTIZI E MILITA RI ESTERE

1601

cartucce si collocano in :~pposita borsa che sta tra l'assicella superiore e la mantellina i.lel!o zaino ; deLLa borsa è fe•·rnata soltanto con lìbbie, cosicchè. si può all'occorrenza levare. Nella mantelliua trovano poslo, oltre ai vari capi di biancheria, anche il libretto paga del wldato cd il libro dei.canti corali. A ciascuno degli spigoli inferiori della mantellina vi è una piccola tasca intema che si apre lateralmente; quivi si colloca un pacchetto cartucce che, nnchP. a zaino aO'ardellato e ehi uso, si può cavare prontamente. Le giberne sono state l"idotte a due, sopprimendo quella posteriore. Ciascuna giberna contiene tre pacchetti (4o cartucce) cd ha nel mezzo della scatola di latta una fettuccia di t.essuto, la quale passa eli rotto al pacchetto e sporge alquanto al disopra, in modo che, tirandola per l'estremità sporgente, si fa uscire prontamente il pacchetto. Il coperchio della giberna si apre dall'interno all'esterno. . Notizie vaTie. - In agosto trenta giovani ufficiali tedeschi delle varie armi partirono per il Chili onde assumere colà la caTica di istmttori militari per due anni. Essi furono regolarmente congedati dall'esercito tedesco e prima della partenza furono presentati all' imperatore. Per il procedimento dell'istruzione rnilitat·e vennero ripartiti tra i seguenti presidi : 13 a Santiago, 4 a Valparaiso, 2 a La Conception, ·l a Tnlca, 2 a Tacna, 1 a Temuco, 2 ad Angol, ~ ad lquique, 2 a San Felipe. ~ ello stesso mese d'agosto, circa 2000 veterani del 1870 ritornarono dall'America in Gerrnauia soltanto per ri vedere la patria nelhi attuale ricorrem:n del 25° anniversario della ca mp;lgna 1870-71. MARINA.

La floll a di manovra si costituisce a Wilhelmshaven verso la metà del con·eute agosto comprenctendo quattro divisioni e due llottighe di torpediniere. Verrà inoltre formata una squadt·a speciale incaricata esclusivamente del servizio d'esplorazione e messn a disposizione dell'ammit·aglio comandante la flotta. Questa squadra consterà di due navi scuola, tlue incrociatori, una corazzata di (t 1' classe, e tre avvisi. In complesso la Ootta di manovra avrà: l! cornzznte di t a classe, IJ.. di 3", 5 di 4n, 2 incroeintori, 4 avvisi, 6 novi-scuola, 4 torpediniere divisionali e 24 torpedin iere. Le grandi manov;·e per le squadre propriamente dette incominceranno alla metà di sencm bre, subito dopo quelle rlei quatt•·o co•·pi d'armata impegnati nelle manovre imperiali e si svolgeranno nel ~lar del Nord end Baltico. I giornali tedeschi assicurano che si farà grande nssegnamento sul cana le Guglielmo, onde studiare l'azione del medesimo sulla soluzione ùei


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NOT IZIE MILITAR.! ESTERE

NOTIZIE ll!LlTARI ESTERE

vari temi tattici . P1·enderà il comando suprbmo l'ammiraglio Knorr di recente nomina, il quale si imbarcherà sulla naYe-scuola d'artiglieria MM·s. Combustibile llfasut. - Sin dall 'estate 1893 la imperiale marina germaniea aveva messo in prova il risealdamento delle caldaie col Masttl , adottando il sistema importato dal cav. C:uniberti ingegnere nella Reg"ia Marina italiana. Come è noto, il masut è un residuo della lavorazione del petrolio e, già da parecchi anni è stato provato in Ita lia, in Francia e nella ma1·i na tedesca. Questo combustibile presenta il vantaggio di produrre un riscaldamento pronto, in tenso e di semplificare il servizio presso le caldaie, potendo un uomo solo llttendere contempon.menmente 3 parecchie di esse. L'All_qemeine mìlitl/1' Zeitu.u.q annunzia in un reeenle numero (agosto 1895) ehe l'esperimento in corso produsse buoni risultati e che questo sistema di risC<~ l~amento funziona già completamente su due torpediniere e parzialmente su una terz3. Il liquido deuo. ~I asut passa da un serbatoio di sicurezza al focola re della calda ia, spinto da un getto di vapore; quivi si spolverizza e s'infiam ma sviluppando una straordin;u·ia forza di ri~ca lda rnento, tanto dn JH·otlurre un aumento del 20 •; . in velocità a conft·onto del sistema comunemente usato a bnse di carlJone e producendo pochissimo fum o.

· Il personaÌe di ufficiali per il serYizio di stato maggiore è reclutato fra gli ufficiali di tu tte le armi che hanno acr1uistato una istruzione speciale: a) Nella scuola wperiore di guerra di Buca1·es t; . · b) In una delle scuole di guerra dell'esle1·o in cui furono ammess1 per autorizzazione del Ministero della guerra. . . · Gli ufficiali di tutte le armi per essere ammess1 alla scuola d1 g_uerra di Bucarest devono avere il grado di tenente o di capitano, 2 :tnni almeno di sr.1·vizio effettivo presso le truppe ed età non su periore ai 35 anni. Gli 1,ffìeinli che hanno c}ornpiuto i corsi della seuola di guerrn ottenendo l'nnuotaziooe di :Jttitucli ne speciale pel servizio di stato maggiore sono ch ianwti a fare un tirocinio di un anno presso il grande (marele) stato maggiore dell'esercito, compiuto il <pwle colla eonferma di attitl~dine, gli ufficiali passano per un anno a fa r serYi7.io nella propna arma d1. provenienza, per essere poi chia mati seeondo l'occorrenza a p1·estar serviZIOo presso il grande stato maggiore o presso qualche comando. (Monitoml ,Ostei, N. 23. Istituzione di una scuola prepamtorin per sottuffì.r.io.li. -- Il Monitorul Ostei, N. 27 pubblica il decreto che stabil isce la istituzione a Bist ri:~.a di una scuol:l pre[nratoria per i sottufficiali di tutte le armi che desiderano essere ammessi alla scuola uffieiali d'amministrnzianc. TI corso preparatorio ha la du rata di un anno eri in esso sono ammessi fino a 60 sottufficiali aventi nlmeuo 2 anni d'anzianità di grado. Le materie d'insegnamento della scuola sono: lingtw romana. francese, tedesca; aritmetica ed algebra (fi no alle equazioni di 2• grado inclu ~i ve e logaritmi); geonleJ ria e trigonometria piana; storia c geografia, fi si?;1 , chi: mica ino1·(•anica e organica; nozioni di cosmogrn fin, eli meccao1ca e d t 0 geo metria desc1·ittiva con :1pplicazione ai piani quotati; regolamenti militari ; lavori grafici. Regolamento delle isrJezioni ycnemli. - Con decreto 16;28 giugno (11fo· ni rond Ostei N. aO) venne prorn ulgato i l Re,qolnrnento su.lle ispezioni ge-

ROMANIA.

Legge s·ul set·vizio di stctto maggiore. - Attribuzioni del serviziot di stato ma~gi o rc sono: a) Lo studio delle questioni di organizzazione militare; b) La preparazione dei lavori rebttivi alla guerra; c) La studio dei differenti se1·vizi necessari alle operazioJ?i delle armaté in campagM; d) La compilazione e tenuta al corrente delle carte geografiche e topografiche dello Stato; e) Lo studio geografico e télpograGco degli Stati esteri ; l) La pubblicazione delle carte e piani necessari per la gueJTa; g) Lo studio delle forze militari degli Stati e3teri ~ prenderne informazioni ; h) Coadiuvare i comandanti delle grandi unità nella loro azione tanto in tempo di pace che di guerra. Detto servizio si ripartisce in tre divisioni : 1. o Servizio di stato maggiore generale dell'esercito; 2° Servizio geografico e topografi co dell'esercito ; 3° Servizio di stato maggiore dei grandi comandi.

nerali.

Le ispezioni generali hanno per scopo di constatare ogni anno ~o stato generale della truppa degli stabilimenti e 5erv izi per quanto nguarda l'istruzione, la disciplina, l'amministrnione, l'armamento, ~tato sanitario e il disimpegno del servizio; come pure di constatare il grado di istruzione degli uffìciah, particolarmente di quelli proposti p~r l'avanzamento.


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NOTIZIE MI LITARI EST ERE

NO'flZlE 1\IILITARI ESTE&E

Gl'ispello•·i generali dello t1·u ppo o servizio sono tenuti a passare ispezioni speciali a date fisse, e cioè: a) dal 15 m~•·zo al Hi aprile: istruzione letteraria della truppa, s~uole •·~gg1111e~t.ah. ed esame teorico dì tutti gli uWcìali, come puro ispeZIOne dm dr.pos1t1 dt reclutamento; b) dur·ante il mese di giugno: istruzione teorica, pratica e istruzione di tir<! delle truppe a scambi c dello tr·uppc ·pe1·manente. c) dal 1" al Hi settemure durante le manovre autur.ua li · istruzione tèori~:a; pratica e di tiro dei contingenti richiam:1ti e delle' truppe permanenti, esame degli uftìciali ciel i ~ riserva di ogni ~rrma e serrizio; d) dal ·15 ottobre nl 15 novcmbr·e; ispezione arn ministrativa e sanitaria dei locali e mobili, e uccertamonto del servizio e della dis~iplina; ~) dal 15 novembre al '1° dicembre; C.hiusura delle i$pezioni generali. Gli ispettori generali delle tnrppe e servizi sono : a.) i comandanti di corpo d'arma ta ed il coma~dante la divisione dell.a Dobro~e~ per le rispettive trrrppe di fanteria, cavalleria, artiglieri:l e ~en r o, e serv1zr, ece.; b) l'ispettore generale della eava lleria, per la divisione di cava lieri&, deposito cl'~ lleva mento e depositi stalloni; c l'ispettore del genio, pei reggimenti del genio; d) il comandante della lloltiglia per le truppe, navi, stabili menti e servizi della nouig1ia; e) i comandanti della pinza e •'egioni fortificato, per le truppe d'a~ ­ tiglieria, del genio e servizi dipendenti; () il comandante della gendarmeria, per· le tru ppe e servizi di gendarmeria ; g) l'ispottore generale dell'oniglieria, per tutti i servizi e stabilimenti d'artiglieria; · h) il capo di stato maggiore generale dell'e3ercito, pel graudo (ma1'~le? stato maggiore, la scuola su per io re di guerra, la scuola degli u ffìctalr, le scuole dei figli di militari, gli ufficiali che sono in missione diplomatica ed agli studi all'estero; i) gli ispettori generali dell'~rtiglieria e ùel genio ispezionano alternativamente ciascun anno la scuola specialo d'art.ialieria e ('rrenio· o } ' ,j) l'intendente generale pei depositi et! opilìci central i dell'esercito e la scuola militar•l d'amministrnzione; . /c) l'ispettore geuerale del servizio sa n it~r io, per gli ufficiali c servizi che non fanno parte dei comandi corpo d'a nnata, dell a divisione di cavalleria e della Ilobrutsc:ha.

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RUSSIA.

Riordinamento delle bri,qate locali. - ll Prik{J.s N. W l st~bilisce -che le brigace locali {specie di com~ndi super~ori dei distrctt~), fino ad ora distinte con un numero d'orJine progresstvo, prendano JUvece la .denominazione del paese Jove risiede il comando di brigata, esclusa ·la 3" brigata (sede Helsingfor~), che assume il nome eli brigaHl della Finlandia, e la :l·fa e io• brigtùa che vengono soppt·es5e. Ecco p~r­ tanto il nome assunto dalle brigate locali e il territorio della loro gwrisdizione. Circoscrizione militare

Brigate locali

P lETROUURGO.

Peterbur,qskaia. ·

:f'l NLA~OJA.

VH.N.\,

'V A.RSA VI.\.

XtEV.

{)O ESSA.

Governi e regioni (oblastj) . comprese nella rel!ione !Ielle tmgate

Pictroburgo, Estonia Livadia (meno il distretto di Riga), Pskov e NovogOI'odsk. Mkhnn,qhelskctia.- Arkangel ed Olouez. Filandskaia. Finlandia. V·ilenskaia. Vilna, Kovno, Kurlnndia e Suvalki c i distretli: di Grodno e di Riga (gov. Livadia) . .Minsl.:aia. - Minsk, Moghilev e Vitebsk, e il distretto di Slonim (gov. Grotlno). Varsciavskain. l 7 go1•erni del regno di Polonìa, e i disu·etti del governo di Grodno: llrest-Lilovsk, Bielostok, Bielsk, Volkovic, Robrinsk, Pruginnsk e Sokol, e quelli do\ gov. di Volinia: Kovel e Vladimir-Volinsk. - Kievsl.:aia. Kiev, Volinia (meno i distretti Kovel e Vladimir) e i distretti di Podolsk e Khotinsk del gov. di Bessarabia. Kharkov e Kursk. Khm·koskaia.. Cemigov e Poltava. Pollavskaia. Kherson, Bessarabia (meno il di· - Odesskaìa. stretto Khotinsk), Tnuride e Ekaterinosla v.


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NOTIZIE MILITARÌ .ESTE RE

MoscA.

Afoskovslcaia. ~ Mosca, Vladimir, Nigegorod c T ve1·~ Tom.bovslcaia. - Tamboo, Riasan e Vc,ronesg: Smolcnskaia. - Smolensk, Kaluga, Orel e T ula. Ya1·oslavskaia. - Yaroslav, \'ologda, e Kostroma. K ASA:-1 . Kasrwskaia. - Kasan, Simbir3k e Pensa. Samtovskaw. - Saratov, Astrakan e Samara . Permskaia. - Perm e Viatka. Orenbm:qskaia. - Orenburg e Ufa. C AUC.ASO. VladimiTskaia. - Gov. Stavropol e regioni del Kuban,. Terek e Daghestan. Ti flisskaia. - Gov. Tifl is, Ku tais, Erivan, Elisa-· vetpo\ e Baku e la reg. di Kars. 1'MNSKAS I'I O.- Zakasplskaia. Reg. T ranscaspio. Ù MsK. Ornskaia. Gov . Ta!1alsk e Tomsk, reg. Ak molinsk, Semipa latinsk e Viernoe. l nKu Ts K. h ·kutskaict. - Gov. Irk utsk e Yenissei. L'organico del com~nd o della brigaia locale (tranne quelli delle brigate locali· del T ranscas pio, di Finlandia e d' lrkutsk le qu,ali hanno· costituzione specia le) è il seguente: 1 comandanLe maggior generale (o tenent.e genern le), 1 Dejourni ufCicinle superiore, tenente colonnello (o c.olonnello), 1 aiutante, ul'fìciale superiore, ·12 sc.rivani. ' Nell'effettivo orgunico precedente era c.ompreso un uffìc.iale superiore·1 di stato maggiore, che fu ora soppresso e sostituito dal dejoumi ufGciale superiore.

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NOTIZLE BIBLIOGRAFICHE R ecens ioni. Armi e progresso. - Rivista militare sociale. Ci è pervenuto il programma di questa nuova rivista,. l ~ quale in!zier~ le sue pubblicazioni il XX settembre prossimo. Non fra~ 1 d1 c.o u vm~zwnah compli menti , ma since1·i augurii alla consorella che CI paro destinala a colmare un vuoto vivamente sentito nella le'tl,eratura mili Ulre. L'eserc.ito ha mutato di sana pianta le sue condizioni sociali: questo si è detto e ripetuto; ma quel che più monta è c.ho qucst? ~on.ce.tt? è ort~la~ penetrato in tutti gli spiriti. ~f a . quali si a ~o i .c~ r~tten gn1~'J ÙJCI ~ somah del risultato di questa trnsformazwne ; quah 1 dll'l ttl e ~ over~ nuo·v' che~~ scaturiscono per l'esercito o per la società e i rapporti rec1proc1; quah 1 fini cui tendere, i pericoli da evitare; questo ci paro nessuno abbia ancor svolto in un èomplesso organic.o; questo ci pare il pensiero informatore della nuova rivista. Vasto e sparso di triboli il c.ampo; nobile, necessario lo scopo. Fi.ssare i criteri i che devono governare quest'organismo militare che ondcgg1a !l'a il vecchio e il nuovo, tra legislazioni e bisogni ed aspirazioni in ev~den~ contrasto fra loro, è opera salut:~re onde le istituzioni militari si fissmo, 1l montle dell'esercito s~ sollevi o tenda senza 6ljuivoci agli alti ideali cbe devono vivific.arlo, alla grande e complessa missione per la quale è crea.to. 11 programma clelia rivista è forbito come accia.io brunito, è . r r~c1so come una figura geometrica; non si presta a succcss1ve t ra.s fo ,·n~!IZI~ lll o~­ pòrtuniste, poichè s'integra nelle leggi della scienza c. de1.fatt.L \.ede 1l cammino segna'to dal progresso; ma non ne nasconde 1 pencoh, ne vuole sfum>irli. Ri petiamo che il pùrc.orso è difficile: ma la lllOnte d1rettnce delf~pera c.i è arra di equilibrio e eli misurà nella indagine acu ta e cosceuziosa, nella sintesi geniale. • E i rollaboratori'l Certo, gli ufficia li che gunrclino c.on pari sic.urezza al problema militare ed a fJuello sociale, onde i due fatti si c.ontemperino e i


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NO'l'lZIE BIBLIOGRAFICHE

NOTIZ IE BIBLIOGRAFICHE

principii si arm?ni~zi no, non sono molti. Ma è probabile che l'aprirsi della pa.le~tra nveh c?mbntten t~ sino ad ora ignorati. E in t.al caso, la nuova nv1sta avrebbe 11 vanto d1 formnre essa stessa, od almeno d' in"rossare la schiera dci suoi collaboratori. " D~l. programma ap~arc che la.rivista, p111· proseguendo i suoi fini, la scera 1! po~to ?ecessnno all:t coltura gt:lnerale c militare, onde l'uffiziale possa s~guu·c Jl movimento intelleuuale e quello tecnico. . Possw~o concludcJ·c. Il b:sogno di così fatta pubblicazione, com'è sentito da no1 , deve esserlo ovunque si svolgono civiltà affini alla nostra· n~a non abbia•.no. v?duto alcun tent.ativo simile p•·es.so alcuna nazione: S1amo perc1ò hell d1 vedere una sì ardi1a iniziativa sorger nel seno del nostJ·o esercìto. Ci auguri~~no che la rivista al!bia vita, c florida; e che gli uffi1.iali, intendendoue l unporlanzn grande, In leggano, anzi la studino.

- Gene·rali e limiti d'età. (Periodico e numero· soprncitato). - L'artiglie1'ia e -il genio (frllncese) " Fontaineblem~. (Avenù· mif.itaiTe, ~H agosto 1895). - L'ese1·cito e la marini' i11glese. :\Iutazioni e modifìcazioni avvenute nel primo semestre del 1895. (lntemationale Revue, agosto •1895). - La ·revisione degli articoli militm·i dellt1 confederazione svizze-ra. (A llgemeine &hweizerische 1l1ilitii1·-Zeitung, giugno 1895) . - I rwssoldati nell'esercito msso. (Mi litii1·- W ochenblall, Vl agosto 1.895). - Penuria di sottufficiali 1'1·assoldati in Francia. (Avenir militai1·e, 1.3 agosto 1895). - Troppi esami. Questioni di nva n7.:~mento in Franci:t. (A.venir mihwire, 9 agosto 1 ~95 ).

3. Arte militare. Bollettino bibliografico

l. Sommario delle riviste militari italiane. Rivista marittùil:a. Agosto-settembre. . Le ~ppl icazioni meccaniche dell'elettricità sulle navi da guerra. Parte IL ~ IH. Gu·ola. La navi~azione da diporto. (Continuazione, ved i fascicolo di ap•·ile). A. Camurn. Contrib~to ;llla soluzione razionale del problema balistico. G. RoncaA. Bassan1. Il disegno di legge sulla marina me•·cantile. A. Teso. La situazione militare mediterranea. (Continuazione \•edi fascicolo precedente). Bonamico. ' Di un'impresa IP.n tata da Ferdinando I de' ftiedici pe1· occupare Famagost:t . P. Vigo.

2. Ordinamento, reclutamento ecc. Dell'amminist·razione dc·i corpi di truppn Ù! Germania. (Avenir militaù·e, 17 agosto 1895) . . - l trasporti -in tem,po di !J IItll'l'tb. (A venir militaire, 16 agosto 1895).

Il combattimento -in uni tà, 1·iwdte, 1'Su(n,endo il liwreno nella condotta dell'attacco. Scherfl', generale. (Seslo fascicolo di appendice (luglio) al Milildt- Wochenblatt, i89~). · - La mobilità dell'artiglieria clu campagna. (Jl'filitiir- Wochenblatt, 7 agosto t 89o}. - Le esm·citazioni estive np.ll'esercito ntsso. ( Periodico e numero sopracitato) . - Le scuole di corpo nell'esercito austro-tmgarico. (Periodico e numero sopracitato). - Sull'arte di guem.t de.ql i antichi. (lnte1·nationale Revue, agosto i 895). È studio che deve proseguire nelle seguenti punt:~te. La prima parte u·atta dell'auacco e della difesa delle fortezze. - Nuove prescrizioni per i 11ionieri Ùl Germania. (/11tenwtio?U1le Rem.te, agost{) 1895). - 1t punto di vista. delle fortificazioni in Austria-U11gheria. (Periodico sopracitato). - Jt fuoco 1·apido dell'artiglieria da campagna in Frant:ia. (ln!emationale Revue, agosto 1895). - n nuovo ·regolamento snl servizio di es7Jlorazione e di sicurezza nell'esercito francese . (Periodico sopracitnto) . ..; llfarce e o7,emzioni di notte. Bujac, capo di battaglione. Parigi, 1895, Lavauzelle. - L rL tattica della (1111terùt ntoderna. (Rel?ÌSta. cien tifico -~nilitar, 1° agosto 18U5). Traduzione dalla Revue rles deu.x mondes.


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NOTIZIE BIBLIO GRAFICHE

_ Club alJ!ÙW italiano, luglio 1895. Congresso degli a lp~nisti italiani. Spiz del me1.zodì -.Ved retto e g hiacci~ i.- Cronaca al pma..; _ Guerra di Cuba. (Revista cientifico-tmhtar, ·1° agos~o i89n_> . .. _ Manuale d:i geog?'Cb{ìa ~d liSO delle scu~le seco.n?me, ~~~n~che, rmhtal'i e navali del pro f. Gerolamo Olivati. Qumta edt7.tone, L n or no, 1895,

-

Giusti.

d1 ·1 e cap1 ~n.o Bruchhausen, con•enuto nel 7o l'ascicolo d':1ppendice (ago,to) al Mtltt1111· JlfochenblaU, -1895. . . . .· _ Le' spedizione Ru.~pol·i nell' A{1·icu orientale. (Contmuaztone). ~.w no tl'ntto . dalle note di L. L11 cca, comandanre in seeondo la spedtztone. {Esplorazione C01ntnerciale, agosto 1895). . .. . a _ Lct questioue d~i trasporti al llfaclaqMrw·. (.Avemr ·mrlJtmre, !> aoosto i895). al ilfada,gasca.>'. (Le petit Ma.rseillais, 3 ago- fl COI'pO del '"enio " sto 1.895) . _ Gl'ùalùvni in Africa. Diligente e interessante sru

4. Storia militat·e e generale. Storia. genemle della ma1'Ù1a ·militare di A. V. Vcechi. Livorno, Giusti, 1895. Augusto ViIlo rio Vecchi, inf&ricabile seri ttore di cose marinnresche. ha pubblic<tto lo scorso rnese la seconda ed izione della Sto;·iu generale delltt marina mil·itare. Egli ha notevolmente ncct·cscinto l'opera sua, ha aggiunto specialmente nell'ultima parte, pa1·ecchi capitoli nuovi, ha ritoccato qua e là gli <lntichi, va lendosi delle pubblicazioni venule recentemente alla. luce e, invece di due volum i, ne ha dari tre, arricchiti da. numerose incisioni. · - Storie di cavalieri militari dei tempi passati, Gll istntzione. dei giovani cavalieri. (lnternationale Revue, agosto :1895). - La Savoin. Stndio storico. militare. Tenente Gunthcr. (lntet·nationale Revue, <J~osto 1895). - Lc,direzione dell'esercito tunonella campa,qtw dei Balcani. (:1877-79). (Conlinuaziooe). (Deutsche Heeres-Zeitung, 3-1 luglio 1895). - T-n grande battel'ùt eletta Guardie' c' Waifmm. (Rcvue d'a.r·tillerie, agosto 189o).

5. Geografia, Viaggi , Colonie. La spedizione francese al illada.qas,:ar. (lntem ationale Ret•ue, agosto 1895) . - Ln sped-izione a Mon.zambico. (Revista militcw, 3:1 luglio -1895). - Il Marocco·. ( Periodico e numero sopracitato).

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NOTIZIE BIBLIOGR AFICHE

Lct taUicct nella battaglia sul Yalù. Ouerra tra il Giappone e la China. (DelU.Sche Ifeeres-Zeit1mg, HS luglio 1895). - Le manovre di autunno in Fmncia. (Avenir mititaire, 13 agosto 1895. · - Il tiro da cavallo nella cavalleria. (Avenir milit~tù·e, 17 agosto ·1895). - Cacciatori a cavallo. (Revista tecnica de in{1tnteria y caballeria,. ,15 agosto 189o). · - Ma1wvre di gruppi di armata nel 1895. (Revu.e d 16 cercle milittLire,. 17 Jgosto -1895). - Grnfìco eli converqenzct per ·il tiro indiretto da costa. (Revue d'artillel'ie, 15 ago:\ IO 1895) . - Dei miglioramenti dctt'isl1'ttzione s1dle manoçre e ·il til'o. Generale Philebert. Parigi, 1895, Lavauzelle.

ù'

10

6. Varietà. Le sot:ietrì rli tiro. ( Progn!s rnilita:ire, -10 agosto '189o) · . .. . _ Punti neri della sitMZÌ01II! politicu internazionale. (Avem1· nn lita~re, e

-6

3"0510

-1 895) .

. '

.:_ Le categorie dei cawlti nelt'nrtiglieri(l. (Penodtco e numero sopra-

. ·r _ La frontiem {rlmco-ger11umica. (Le Fra1tçats qu.otu.wt,

~itato).

1

4

a

a.,o-

sto 1895).

- Il soldato tedesco. (Le rJetit parisien, ·(t, agosto •1895). - Per evitare la guerra.. · (.SiJc le, 3:1. luglio). . . - Sulle condizio~ti industriali della t>rovincill di Sirc~~.sa. (Annah .dt .statistica. Pubblicazione del ~l inis tero d'ngricoltura indusbna e commerct?. Fag. LVII ). . . _ Fortezze e ca$lel/.i nel medio evo. ( Revista t~cnica de tn{antena Y caballeria, HSagosto -1895). . ......:. Disciplina e patriottismo. ( Hevista militar, i 5 a~osto ·189o). _La clisC'iplinct mitita1'e nella questione sociale. (Deutsche Heet·esZeit-ung, 7 e W agosto -1 8~5) . . _Condizioni de/t'esercito in Francia. (Deutsche Heeres-Ze1t1tng, 31 luglio i 895). . . . - Condizioni del~t {loua. in Germo,nia. (Pei'JodJco sopramtato).


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NOTIZIE Blf!LIOGRAFICBE

- Condizioni della flotta in Francia. (Periodico sopracit.ato, 27 luglio 1895). - Condizioni dell'esercito in Svezùt. (Periodico e numero sopracitato). - La. bicicletta pieghevole. (Continuazione). ( Revtte du cercle mililaire, W agosto 1895).

7. Marineria. Il bilancio delta nw?'Ìna fnmce ge per l'anno 1896. (Militar Wocltenblatt, 14 agosto 1895). - I cantieri della Clyde. (Engineerin,q, 2 agosto 1895). - Le prove idmuliche delle caldaie. (Fascicolo di supplemento all a

Rivista marittùna del mese di agosto-settembre). - Enwi prodotti dall'interpolazione semplice nell'uso delle tavole loga1·itmo-trinwmet1'iche e, in particolare, nell'uso delle tavole del Caillet. (Supplemento al fascicolo i 0 della Rivista mar·ittimu).

- - ! : 1•«- -

-

Per la Direz·ione

Lonovrdo Crso·.r·rr

- - -- -- -- - - -- - - - - "-"--- - - ··- - DEMARCHI CARLo,

,

gerente.


l

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L 'ISTRUZIONE :SULLE ARMI E SUL TIRO PER LA FANTERIA DEL 23 APRILE 1894

Continuazione f. fine. - Veai àispensa X VIl

Le lezion i del tiro individuale sono tre sole, ('l) alle distanze di f450, 300 e 400. Nel rel ativo specchi o a pag. ·1•14· è indicato l'a lzo -da ad~perare, ciò che mi pare superll uo dopo le spiegazionì del •numero 1>.:1. I ùersagli sono tulli sagomati. Per la prima lezione ,eseguita con distanza ed alzo di 450 metri, non e indicato il punto del bersaglio in cui mirare e perciò a tenore di quant o pre:scrive il N. ;H 8 devesi mirare nel pun to che dal tiratore sia giudicato qoale centro del bersaglio. lVla non · già che tale prescrizione ·sia sup;gerita dal fallÒ che al centro del bersaglio co llimino la visuale ·e tr·aiettoria . Tanto è vero che il cennato N. 2 18 dice di puntare .al centro tanto contro ber'~a g li « che uenyono avrmti o vanno .iM.ietro »,ciò che vuoi dire non avr.rc la della collimazi one veruna importanza. La 2" lezion.e , ch'è eseguita colla di stanza e coll'alzo di 300 metri, e che perciò il centro della rosa deve coi ncidere, come ·nella 'l" lezione, col centro del bersaglio , è tuttavia eseguita, per· -ordine del,l' istruzione, con puntamen to al piede . L'eclettismo .-della istruzione ·è gi à stridente . La ragione di questa prescrizione

4 tl con· Atto 60·95 sono state fidotte.a due. Ma le cose qui clotte sussistono egualmente. ~00

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ANNO XL.


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L'ISTRUZIONE SULLE AM!l E SOL TIRO PER LA FANTERIA

~ la seguente: la forma del be!'saglio è una riuni one di 5 sagomealte soltan to 0,45, ognuna assai pi ù larga in basso che in alto. Ln linea di metà altezza dividerebbe la superlìcie totale in dne par·ti disuguali, l'inferiore assai maggiore della superiore ; onde torna utile abbassare il puntamento; per aurrien tare la probabilità di colp ire. L'altezza della rosa di tiro a 300 metri è di 0,44; e per·ciò puntan do al centro è facile che molti colpi sorvolino le sagome; mentrechè puntando basso si utilizzeranno maggiormente i rimbalzi. Queste transazioni , col prinr.ipio del puntamento al centro sono continue e dannos issime. Anch e per la 3•1 ezione è presc ritto di « pnnta1·e al lim-iteinfe.rion del bersaglio », benchè un bersaglio di metri ·l ,05, a 400 metri non possa dirsi basso. Ma in questo l:aso lrt prescrizione, è balisticamente giusti licata, perchè dovendo adoper·are la mir·a d i 4-50 , si· ha, a -i-00 metri, un'ordinata di 0,42; e siccome il bersaglio è alto metri •l ,05, e perciò metà del hersaglio, è 0, 5'2, cosi puntando al limite inferiore si porta il centro della ro.>a pressapoco al centro del bersaglio; ad ogni modo è un'altra prova del l~ fallacia de! principio di puntamento eli centro, che getta l'incert!3zza nell'an imo dei soldati. Uguali consi dèJ~'lii on i si debbo no fare rispetto alte lezioni 5ar 6', /a, ed 8" dei Liri collettiv i, nelle quali tutte devesi punlal'e al piede, contrariamen1 e alla ·massima del N. 24ì, oltre a qu elle altre lezioni in cu i il bersaglio è lasciato fl lla scelta del direllore. C~sì pure nelle lezioni 2•, 3• e 4•, del tiro di perfezionamento. Un'altra Mgione di incertezza sta nel definire quando un ber; saglio è allo e quando è basso, essendo l'altezza dipendente dal ~ l 'an~olo· visivo. Secondo l' istruzione, il bersaglio di metri 1,05 a 400 i; basso;. dunque a 600 metri è basso anche l'uomo in piedi. Dunque tutti. Sul campo di banaglin si potranno fare tutte queste riflessioni e proporzioni ? A che pro ? · Nell' istruzione del 'l 8811 era recisamente· ordinato che sempr·e si dovesse puntare al piede, a qualunque distanza e su qualunque hersaglio , sia nelle esercitazioni di tiro al bersnglio, sia nell e eseréitazioni tattiche, sia in guerra. Ed invero per l'addestramento nei poligoni è faci le stabilire distanze tali r.he pun tando al piede il

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cen tr'o dell a rosa sia portato al centro del bersaglio.' Per i tiri di guerra a distanze i ~note , si può sbaglia re puntando al centro come puntando piedé. Infa tti il N. 228 dice di puntare allo stesso centro tanto se avanza com e se retrocede. Sol che quest'ultimo puntamento tende a corre('faere l' errore del naturale ri levamento . dell'arma, l'er-. rore dell'altezza del miri no, l'errore del graduale avvicinamento de1 combattenti; aumenta lo spnzio battuto avanti; efinalmente raccoglie maCtaior nu mero di rimbalzi. Quelle prescrizion i del 188'1 non pia~~uero e l'istruzione del 1885, pregevole per pratica sempl ici!~, ha però segnato a questo prpposito un passo retrog~ado. Tanto rl rec•olamento tedesco co me quello franc ese prescr·1vono che nel co~battimento il pùntamento sia sempre al piede . l\ei poligoni l'i struzione in Germania ha minuziose esplicazioni scienti~ che forse disadatte al cm·attere italiano. In F!'ancia nei poligoni han no pure puntamenti sia al centro sia al piede. Ma poiche i risu~tati poss_on~ essere uguali 11i poligoni anche co n puntàmento al prede; porche mi(•liori saranno i risulta li in guerra; poich è è faci le dimostr.are ai Z'lsoldati l'util itit del puntamento al piede; poichè l' uomo è animale di abi tudini. e che dobbiamo rendere abitudinario tutto ciò che riguarda il tiro; poichè è dannoso ernesto ondeggiare di vari puntamenti confondendo la testa del soldato, io ir1~is~o. ~ell_a. pro~ posta che si adotti un solo modo di puntamentp, ner lH'J mdrVIduah e collettivi. Ouale deve essere? Al piede od al cen tro? Adottando quest' ul · tim~ , come fa l'istruzione del 189i-, si rendono necessarie continue eccezioni con puntamento al piede. Dunqne è meglio adottare esclusivamente il puntamento al piede che può sussistere senza eccezioni. Nello specchio di pag . -H t, lasciando Lutto inalterato, basta portare la distanza dello. prima lezione da 4.50 a 375, perchè in tutte tre le lezioni si debba puntare al piede. RiCtuardo alla 2" lezione, ferme restando tutte le prescrizioni dello "specchio, e dato che si abolisse dal fucile lr, tacca di 300 metri~ avvenebbe che pun tando al piede, siccome l'ordi nata a 300 metrr. della mira di 4-50 metri è 0,86, metù dei col pi sorvolerebbe il bersacrlio. ~f a poichè la tacca di .i-50 metri « serve in ,guerm pe1' n . . . qualsiasi ti1·o a ttttte le distanze, cla ·ze?'O sino a 500 metn meluso » (2•1) non verrà danno alcuno n pr·aticare anche in questa lezione tale prescrizione. ~n


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L'ISTRUZIONE SULLE A&lfl E SUI, 'l'IRO PER LA FA NTE RIA DEL

Qualsiasi scuola od istruzione non ha mai un fin e in se stessa ma è ~em_pre un ~ezzo . L'istruzione su l punt.amento; il tiro a sego~ è segu1L0 1n luoght opportunamente preparati; eseauito contr·o ber:~agli grandi; con_ distanze piccole ; perfettament~., misurate e pertettamerlle conosciUte ; con posizioni comode; con la celerità di tiro n·atu~-al~en_te pr~ferita_ dal tiratore; il Lutto senza distrazioni, senza con cJ~azt ?OI, an l t _co? mtensa concentrazione delle facol tà in quella eserc1taz1one cost1LU1scono la base e l'iniz1o dell'addestramento. 11 successivo impicciolamento dei bersagli, la loro varietà; l'aumento delle distanze; l'ignoranza di esse; In posizioue comandata la cel et'ilà di ti ro im posta, ed il tutto reso comune a molti uom i~i simultaneamente, segnano altrett.an'ti passi nell 'addestramento stesso. ;\1a tanti e si svariati esercizi progressivi sono ancora molto lontani , troppo lontani dal.f'applicazione che se ne deve fare nel combattimento. Perchè è carattere proprio della tnttica la neaazione, del sistema sperim entale. Essa non ha che o studi e adde~tram ~nti, od a~p l.i ca ~!on e e_flettiva in guerra, lasciando sempre Imperf etto quals1a~ 1 pm medrtato esperimento, fallo fuori dell'applicnzione in guerra. . .Ma nella graduazione della scuola di ti1·o , dopo tutti ~ li esercizi unor~ accennati si. possouo fa re ancora molti passi per appress~rci ~aggwr ~en te coli addestramento alla non raggi nn ~i b ile applicaZIOne. · Rin ettendo un poco, si r·avviset·à che il massimo avvicinament~ c?nsegni bile c o~siste nell'azione com pleta e libera del reparto che st vuole fa re ag1re col fu oco, e che i soli elementi che non è dato di introdurre sono la situazione, ossia l'ambiente morale inerente allo stato di guerra, ed il bersaglio vivente da rendere inerte contro di òo~ . . Par sempl_ice questa 1·iflessione, ed è realmente tale; ep pure e d portato d1 una lunga e di una lentissima evoluzione. Sino al ·188'1 non si trova nei nostri regolamenti e nelle nostre pratiche neppure una lontana allusione .a questo principio. L'istruzione del '1881 n~ aveva tutto lo slancio, tutto l'impulso. Essa spezzava bensì ancora d pane al comandante del reparto, ma era nutrimento inlel-

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lettivo, persuadente che eccjtava il pensiero tattico. Eppure quell'istruzione fu trovata tanto radicale e tanto ardimentosa che gli oppositori sorsero numerosi e potenti da farla morire inonorata, contro le buone ma isolate e p~regrine ragioni dei sostenitori. ·vennero dopo le istruzioni del 1885 e del '1888 che posero di, nuovo lo speg.nitoio al principio tanto semplice che ora ho dichiarato, ed i tiri così detti di combattimen to, ritornarono ad e~sere quello che erano pri ma del188·1, cioè gare fra le compagnie per conseguire dei premi di tiro. In un numero dell' Istruzione anteriore a quella de! 92 eravi la solita concessione che i comandanti di corpo, di brigata, di divisione e di corpo d'armata , po!evano col sopravanzo delle cartucce ordinare speciali esperimenti; ma le cartucce eran sca rse, e se qualche raro esperimento si faceva, non usciva dal poligono. Ed anìnchè le gare avvenissero con perfetta identità eli condizioni in tult~ le compagn ie, veniva rni nuziosamente prestabHito il modo di esecuzione; nessuna libert~t era lasciata al pensiero e alla meditazione dei comandan~i di reparti; nulla rimaneva di imprevisto; e questo sta to di ~ose diametralmente opposto al principio ehe ho formulato durò sino al '189'2, si può dire}ino a i~ri . ~olo negli anr.i che precedettero il 4892, si ~.s egu i rono per incari·~o del Minister o in qnalche corpo d'armata dell e es erei tazi on i tatLiche, quelle appunto che precedettero l'Istruzione del 1892·. L' istruzion~ di quell 'anno dà fin al mente ai ti.r i colletti 1•i una fisonomia che non è più di gara, ma di una graduale istruzione tattica, perchè in tutte le lezioni sono lasciate al criterio cle.l comandante alcuni o la maggior parte degli el ementi del tiro, la stima delle distanze, la determinazione degl i alzi, la celer itit del fuoco, il punto del bersaglio da mi rnre. Le sitna1.ioni tattiche, tanto rispello ai tiratori, quanto al bersaglio, sono dottamente coordin'ate da rappresentare un compl esso di azi oni offensive e difensive molto istruttivo . )\a ben più, _per la prima volla sono stabilite regolamentarmente le esercitazioni talliche di tiro, da eseguirsi secondo « le prescrizioni contenute nell' Istruzi~ne per le esercilaz.ioni di combattimento >> e per la prima volta si sente proclamato colle seguenti parole del N. 26·1, il .principio a cui ho accennato : « rapprese n-


.....

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L'ISTRUZIONE SULLE ARMI E SUL TIRO PER LA FAI\TERIA

tando nel ~odo .più completo possibile lo svolgimento dell'~zione. della faotena nel combattimento. » , La n~ova rstruzione 1894, segna tuttavia ancora un progre.sso. L Istmz1one del 1892 assegna 66 cnrtucce per i tiri colletti,,i di ~uerra, e col N. 293 assegna 25 cartucce per le esercitazioni tattiche; in tutto 91 cartucce. La nuova Istruzione reca inver.e 80 cartucce per i tiri collettivi e 24 per le esercitazioni tattiche, in tullo ·104. L'aumen t~ di tredici cartucce pe1· individuo è rilevante (l). Ma oltre ad aver aumentate le cartucce, la nuova istru zione dispone che esse sian o realmente consumate; perché, se, come purtroppo frequentemente avviene, non si potranno e3eouire le esercitazioni lattiche, vuole che sieno egualmente spara le cartucce nelle tre ultime lezioni dei tiri collettivi. E siccome le eserc.itazi~ni .tattich~ non si possono eseguire che in rari presidì, cosi SJ puo J'rlenere che per questa sorta di tiri coll'istruzione •l 8~)2 si con sumavano 66 cartucce, e con quella del 94. se ne consumeranno •l 04, onde un maggior consumo di 38 èartucce. . 9uesto. d~to rivela quanta imponanzn abbia rapidamente conquistato Il t1ro di guerra in questi ultimi anni. Ed esami nando ' ad uno ad uno gl i elementi del tiro si riconoscerà come nel loro insieme+quelle ·14 lezioni }çlscin~ ni comandanti la massima libertà , val quanto dire, traendo partito, eccitando, sviluppando e fecondando le cognizioni professionali di ognuno . A ncomr nel •1891? , astrazione fatta delle tr·e ultime lezionì lasciate a disposizione del comandante del corpo, tutte le distanze: benchè entro ampi limiti, sono numericamen te enunciate: i re: parti ~ono solta~to quelli or:zanici , 3 di squadra, 3 di plotone, e 6 d1 compagn1a: i bersagli sono tutti di dimensioni determinato. Nell a nuova invece il direttore del tiro, di grado superiore .al comandante del reparto determina, ad insaputa del comandante del reparto. quegli element i che in· guerra questi, o dov~·ebhe subire od ignorerebbe, come ad esempio, la situazione d1 gue1·ra. la distanza, il collocamento del bersaglio la forma del ~# hersaglio.

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(i) L'Atto 60·95 ha l'idotto le lezioni ila -!4 ad H, le car tucce da ·IO$ ad s~.

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« A chi comanda la truppa. sarà lasciata la maggio~ possibile • libertà. d'3zione per vedere come meglio sappia regolarsi nelle ·« eondizioni fattegli dal tema » (2·i5). · . Per te esercitazioni tattiche di tiro le norme della nuova IStruzione sono meno minuziose di quella del 92, appunto per la.sciare maggior liberlà ai direuori ed ai comandanti. * *

Es<1minato lo svolgimento del tiro inòivLduale e qnello del tiro .collettivo , son portato a confrontar·li brevemente parendomi che nella nuova istruzio~e essi non siano Lene eq uilibrati. Seguendo l'evoluzione della scuola di tiro di questi ultimi ven.ti .anni. si scorge che attraverso ad oscillazioni e t~ntennament1, non sempre giustificati da mutamenti nelle armi. il Liro di com·battimento o collettivo si apre lentamente la via in mezzo al tiro puramente tecnico, sino a raggi un.gere il st~o pi~?o sv!l uppo nelle ·esercitazioni tattiche di Liro. qnah trovans1 nellrstruz10ne del 94. La parola progresso si può pronunciare in questo caso senza timore di farne abuso. Ma lo sviluppo del Liro colletLivo nowdeve ,produrre l'anemia del tiro individuale, .perchè quello no1~ può e ·non deve essere elle il complemento . d1 questo; quello e para.gonabilc in letteratura ~Ila gra~matica·, alla sintass~, alle fras,i, .ai modi di periodare d1 un allievo; e questo al p1eno componimento. Occorre un lungo ed assiduo tirocinio pe1· gi ungere alle belle lellere. li tiro individuale ha principal mente due scopi: JJ 0 l'insettnamento della tecnica del tiro; 2• l'edr1cazione del soldato al tiro d1 guerra, val quanto dire alla disciplina del fuoco, alla calma nei maggiori p~ri col i, all'obbedienza moralmente consentita non solo ai comandi, ma ai cenni, alle intenzioni dei superiori; all'osservanza ab ituale di tutte le regole del puntamento -e del tiro. Questa grande educazione si trasfonde nel soldato mediante una ripetuta, paziente, metodica istruzione. L'importanza di questi scopi del tiro individuale, del secondo specialmente, c.he è immensamente più ril evante del primo, non si può disconoscere . Il tiro collettivo ha pure parecchi scopi principali: dar coesione ed unitil illla massa dei tiratori; ab ilitaJ'e ~li ullìcinli alla (]irezione del fuoco, cioè l'inizio del fuoco, l'ob iettivo da bauere, '


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la cessazione del fuoco, fa combinazione dei movimenti e dellemanovre dei reparti solloposti in quanto sono dellate dalle esigenze e dall'utilità del tiro; sviluppa re negli nllìciali l'attitudi ne-alla condolla del l'uoco, cioè stima delle distanze, determinazione dell'alzo, riparti zione del bersagl io, spec ie di fuoco , celerità del fuoco, effetti oltermti e cambiamenti da essi suggeri ti. Tutte cose ~ure m?lto importanti; ma molto riguardano gli ufficiali e poco' soldatr , anche considerati come massa; perchè, siccome ali effett.i ~el fuo.co sono .impersonali i soldati ne restano pocon interessatr, ~ssar meno. dr quanto li interessino 1 ~ mo.~se ·e le sorprese del partrto con trarro nelle esercitazioni di combattimento con cartucce .da_salve. Ma ~oche consiùerate per i soli ufficiali, per quanto· que.st.r sr~~o .nel ~r eno possesso di tutta la teor·ica del tiro, ap pama ntrlr ssrmo 11 tiro colleLtivo ponendoli in orado di mettere-· par.z~alme~te ~n pr·atica le loro pro!'~ssionali cognizioni. Da queste· consrderazwnr emerge l'importanza del tiro co llettivo. che è certamente grande : ma, tuttavia è inl'eriore a quella del tiro indi-· vidtule. ùra è da osservare çho l'istruzione del ·J894 assegna soltanl.<}. tre lezioni al tiro individuale, me.ntre ne asse!1na 14 al tiro collettivo; ed in ciò èredo di· ravvisare uno s;uilibrio. A confermarlo valga il seguen te parallelo fra le lezioni del tiro individuale· od ordinario come chiamavasi pr·im a del '189~, ed il ' tiro coll ettivo· O di combattimento, parallelo ricavato da ll e successive istruzionr su l L!ro da l '1874. ad oggi : = --·~=-~ T"""=='=~ =. -~ =-=-=

LCZIOnl . Lezioni l . . lstru~ione dell'anno del tiro individ uale J del Uro ~~llettivo 0 od ordinario combattimento

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D'onde vedesi chiaramente il costante, progressivo aumento del tiro collet.tivo, accompagnalo da una corrispondente e graduale diminuzione di quel!(! individuale, con un vero salto nello stesso senso fa llo dall'ultima istruzione: tanto chè, mentre nel '187 4. il tiro individuale era tre volte più gr·ande di quello collettivo , nel 189·i· esso è 5 volte più picco l_o, onde una di ll'erenza in diminuzione di 45 volte. ?{on so capacitarmi a questa grave alterazione nella re· lati va importanza .~ei due tiri. Se invece delle lezioni si confrontano le cartucce si osserverà la . stessa progressione, nn po' più aggravata: Essa è la seguente : l ~

Istruzione dell'an no 1

CarLucce per le le7.ioni individuali

C:trl ucec

l

l

.H 45 50 68 66 1Oi-

72 70

18i4 1881 ·1885

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·1888

()6

1892

68

189}

18

Annotazioni

per le lezioni colle Ltive

l

Si può osservare che le lezioni cl.el tiro individuale non raccolgono tutti gti spari individualmente fatti dai soldati, anteriormente .al tiro cOIIflltivo. Perciò comprendendo n~che il tiro preparatorio, ed anche , come una lezione, i due colpi che nelle vecchie istru1.ioni si chiamavano della paura. si trova que3t'altra progressione: Ca rtucce sparate

l

lnctividualmente prima del tiro collettivo

l

Cartucce s r> n r a t o

J8

1881

14

1885

10

10

85

45

1888

9

12

'l8H2

'li!

50 68

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3

60 68 97

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i: 5

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,4nnotazionl

ne l tiro co ll ettivo

1874

3: 1

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2~

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1

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L'ISTRUZIONE SULLE ARMI E SUL 1'IRO PE R LA FANTERIA '

La progressiva inversione permane tanto nelle lezioni come nelle cartucce anche introducendo gli spari della paura ed il tiro preparatorio, che sono elementi iniziali del tiro più che un tiro propriamente dello. D~po ciò propongo con piena convinzio ne che, per non aumentare il consumo delle cartucce, siano <l Umentate due lezioni di 6 cartucce cadu na nel Liro individuale, diminuendole nel Lir·o colletti'1'.0 ( l). Ed alle considerazio ur già esposte aggiu ngo ancora a meg 10 corroborare la mia proposta, che jl tiro individu ~ l e non trov~ nessuna analogia in nessuna altra istruzione fuori di quella sul lrro, mentrechè l'esercitazione taflica di tiro deali nfficiali per . d n ' quanto rrguar a il dominio degli uomini, i movimenti, la stima delle di~tanze, la determinnzione degli alzi, la specie dei fuoch i. trova anche anai•Jgia e parziale esecuzione nelle esercitazioni di combattimento. . Il progresso auspicato nel tiro collettivo consiste nel modo di esecuzione che deve lasciare libertà ai direttori ed ai comandanti perch ~. rispoudrr per quanto possibile alle condizioni di guerra, ~osa gra perfellamente conseguita, e non nel numero delle 1eziòni latte a danno del tir:o individuale.

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.*

Il tiro di perfezionamento introdotto coll'Istruzione '1894 sostitui sce l'esecuzione delle prime sei lezioni di tiro individuale da eseguirsi nella 2' sessione secondo l' Istruzione '1892 (Spec~hio e numero 497). Esso costituisce una utilissima innovazione Ma fatto separatamente da quelli di 4• e da quelli di 2• classe presenta ioc~nvenienti di pratica attuazione, ed altri più gravi di inutile distinzione. Io noto che nei due tiri di perfezionamento delle due classi, ·il numero delle lezioni è lo stesso, che le di:>tanze sono iden-tiche, che tutto consiglia a prendere le stesse posizioni. Resta da appianare la differenza dei bersagli, ciò che è possibile con -opportune transazioni nelle forme di questi. Ma facendo un tiro solo il capitano conduce, insegna. parla a tutta la sua compagni<1 in una sol volta; non è obbligato n rifare più volte la strada sempre molto lunga del po ligono, togl-iendo il tempo scarsi:-simo a tante altre i ~tr-uzion i ed incombenze a cui deve attendere. La compagnia non rompe quel suo car·at~ere che deve farne un solo tu~to , sempre compatto. Propongo che il tiro di perfezionamento sia uno solo per tutti i soldati. Nulla vi perderit l11 balistica. molto vi guadagnerà l'edu~aziooe del soldato.

~>opo i tiri collettivi si fan no ancora. i tiri di gara, i tiri di per-

***

.

*

fezronameoto, alcuni esperimenti collettivi, e, coll'istruzione del 1.8?2, ~i apre la.seconda sessione di tiro; introducendo lutti questi lr.rr net pa.rallelt sovraesposti, questi subirebbero qualche variazron~. Ma 1n realtù , la progressione ascendente del tiro annuale ten?ina coi tiri ~olletlivi, e quelli po:>teriori go no piuttosto destinatr .a non lascrar perdere al soldato ed a~li ufficiali la praticà acqurstata, che non ad aggiungerne dell'altra.

Hl Coll'Atto 60·95 rJuestll propostà ò g ià stata adottata. Furono abolite tre 1\'Z ionr del trro collettìvo, ed unn del tiro inlli\·iduale.

·

In complesso l'Istruzione del •1894 aumenta B car tucce per ogni individuo di truppa con assegno, che si~ presente al 1° aprile, portandole da !)4.5 a H>O per fanteria di linea e bersaglieri e da 155 a 460 per gli alpini. Sono in tutto circa 850,000 cartucce in più degli anni scorsi. Con tale dotazione ogni armato di fucile di fanteria, di quelli chiamati a compiere tutte le serie dei tiri, viene a sparare nel ·1o anno 2'16 cartucce ~ 2° » . 486 » (meno tiro recl ute) » 3° » ·154 >> (meno tiro reclute e perfe?ionamento). In totale

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L'ISTRUZIONE SULLF. ARlll E SUL TIRO PER LA FANTERIA

Non ho potuto istituire sicur·i confi'Onti colla dotazione degli eser·citi stranieri , ma ri tengo che l'Austria sola rimanga 1n questi limiti; e che la Germania e la Francia li sorpassino di molto.

* "'* I regolamenti , già l'ho dello, non devono p1·opinare piecole dosi scientifiche ad ogni loro numer·o. E l'Istruzione del ·1894, quantunque consacri una intiera parte alle nozioni pwr gli istntltm·i gmduati ed ufficiali (dice lei stessa), pure non è ingombra di dettami; perciò appare presunt uoso ed ingiustificato il 2° alinea del numero n dove dice ai graduati ed agli uffici al i che la ·l • pane -t costituisce un testo cui ricorrere per risolvere dubbi e per assoll. dare le cognizioni loro )) . L'l struzione del ·188'1 era più perfetta nelle sue disposizioni tassative. E volendo porre ben dappresso al le prescrizioni le origini scien tifi che di esse, aggiunse infin e ufl·a breve appendice con definiz ioni e dimoslrazioni. Quell'appendice ha reso nn utilissim o .servizio agli uffìciali dell"esercito. ì\1a per vero era, ed oggi ancora è, perchè noil fu mai ufficiarmente soppressa, sempre più un insuffici ente me;norrale t quanto sanno e devono sapere gli ufficiali di fanteria nello scibile del ti ro. Sarebbenecessario che un apposito libro uffici~le esponesse in forma metodica la <;in tesi delle l e~gi che regolano la materia del fuoco della fante ria . Un precedente si ha nelle < Xorme per l'i mpiego delle « tre armi ». Benchè gli ufficiali d'artiglieria compiano un esteso e completocorso di balistica, pure nella raccolta delle loro Istruzioni pratiche. havvi il volume seuimo, titolo II, che contiene !e « nozioni ge« nerali st~l tiro delle a1·tiglierie da canìpagna e da assedio » che· è un vero gioiello per ordine e sempl icità, una sintesi chiarissima di tutta la teoria del tiro, che r·isale sino alle nozion i di meccanic:a strettamente necessarie all 'in telligenza del moto pa rabolico . È del ·1882. Passarono molti tipi di armi e si succed ellero i regolamenti, ma quel volumeuo è sempre una fresca fonte per gli· ufficiali d'artigli eria. Quando usci, ho inteso dire che era dovuto alla penna dell'illustre Siacci. Ecco l'avvertenza che lo precede: « Questo volume si compone« di due parti: la pa rte prima contiene una rapida esposi zi one

a

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ao · che reacrorio il moto dei proiettili nell'aria. All'intelli« deIl e le"" 1 ~" . . d.

« genza di questa parte sono necessarie alcun e nozwm

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mecca-

« nica che si trovano riassunte nelle note l' I l' Il[. « La parte 2a è ·un riassun to sostanzi~so. delle regole che gorer·« nano il puntamento ed il tiro de~le art1glrer~e da c~mpo e da as« sedio. In questa parte ogni uffìcrale trovera la base. ~ :~ò u.n « tempo il complemento delle istruzioni prat~c.he che sr ' ~P~~I J­ (( scono alle truppe, e potrà con esse ~ellers~ m gra.do dJ r~::tol­ « vere prontamente le questi.o~i e le dlf0colt~ che"sr presentano (( non di rado nelle scuole di tu·o e nel tirO di g~ er t ~ )).. . . Poichè un libro simile fa parte dei regolamenti dell art,gher~a, a molto maggior ragione dovrebbe far parte della r:~~colta ~el'>ola~ t ·e dell'ufOciale di fao terirt che ha meno estens,one di studi rbne l ~ t~'. che ha ap · plicnioni di essi altrettanto diffi cili perchè a IS ICI, C ' • · J d . te · n oradO molto maaoiore COi fatlOI'I mora h C1e Om!. compl1ca 1 .., n~ • f' · 1 nano e tut·b ano l' l Iomo nel combattimento c colle sue racolta ISIC 1e 1 che devono direttamente. portare e sostenere l'arma durante o sparo. · . . · d Propo n "oo adunque· che sia nemplla questa 11\cuna, sostld.tuend o1 ~onvenientemente la dimenticata, se non ::opp ressa appen ree e •1188 1.

**• Nel tiro di guerra della fanteria la questione morale h~ un im · menso pr·edominio sulla qu.estione bali stica. Questa è merente esse prima di tulle alla •radenzn, a Il e propr 1·e1:•1 dell"arma . , e fra .. · Il celerità di tiro e successivamente alle altre, grustezza, po1 a a ' . , · ·fi _ ·· crittala preCISione ed anclle . ro • La• perfeziOne . dell • arma . scrent1 rea • _ mente ed inoppugnabi!menle d1mostratn , ~~ tr ad~ce m co~vm a :zione popolare e si riversa sulla massa der soldati quale un ond di forza morale. Ma ·date ·tali condizioni tecniche e le cennate conseguenze ~? ~ rali l'eiiicacia balistica non aumenta molto, con una grande. ab.rhta dei 'tiratori. Questa opinione enunciata con pro fond~ convin~IOne /nel 1872 da Tellenbach e propugnata con te~e:a~1a aud~cra d.a Wolloskoy, ebbe più tardi , ed anche in recentrss •m1 espenment1,


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L'ISTIWZIONE SU LLE AIUII E SUL TIHO PER LA FANTERIA

piena conferma. Solchè è errnta la con seguenza che se ne vuoi dedur_re, c~ e cioè sia tempo ~precato quell o impiegato per impartire al tr ratore un accurato addestramento. Questa dedu·zione è falsa perchè un ilaterale, perchè è unicamente tecn ica. L'uomo vien con~ sidera_to quale affusto del fu cile. Invece non è l'affusto, ma l'intelligente ed animato adoperator·e di esso, ricco di risorse morali elemento aO'ettivo; vero microscomo della io tiera massa dei soldati: Perciò l'addestramento vuoi essere impartito essenzialmente da questo predomi nante punto di vista. SpiegHrgli, dimostrar"li le qualità della sua arma, vuoi dire occnpare la sua mente, rierr:'pirla tutt~ ?el.la sua arm:J e dell'impiego di essa, appassionarlo, come ne e rntreramente occupa to l'appassionato cacciatore. Perciò la sapiente, la filosolìca Germania, non disdegna di far vedere ad orrni recluta nei suoi r.icchi poligoni, la dimostraiione grafica e qu~la­ reale della traiettoria, amnchè si persuada dei vantaggi che può trarne, e rinunci alle illusioni. t'•1omo anche quando non eapis~e essendone degno chi gli insegna, cr·ede anche se~za capire. Lit si. ha u~ reale conc~tto della personalità dell'uomo, il qual e anche ~nal.fabeta, ed incapace di espr'imersi e di capire, é però atto acl rnlurre tutto, fin la cosmografia, lìn la metafisica e la teolo"ia e q~in~i le più astr.u:;e scienr.e morali, ancora troppo trascurate p~-e;so d1 no r. F.ar acqurstare al soldato con paziente insistenza, imporgli con saggro metodo l'abito eli compiere i movimenti e le operazioni tutte c~m precisione, non gio verà fm·se al per cento dei colp iti, ma vuoi drre renderlo automaticamente calmo, vuoi dire averlo docile al comando . Le prescrizioni devono avere tale intento· i difetti dell'individuo vogliono essergli corretti solo in quanto ~on corTipondono allo stesso intento morale, trascurando maaari o l'uniformità o l'esattezza c:he non interessi l'intento stesso. La prescrizione dei numeri 48 e ·l 95 di non mai caricare con una sola cartuccia ba ~aie intento. Quella del numero .20·1 di riflettere prima di spararee, nello stesso senso, molto saggia. · Tutte le più minuziose prescrizioni , togliendo qualsiasi dubbioal soldato, mit·ano anche a questo, di rendere abituali , istintive ,. · tulle. le operar-ioni del tiro. lnfine renderlo abile mediante un meditato tirocinio, vuoi dire· inspirargli fiducia in se stesso, fiducia nella sua arma. A questO. \

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deve mirare l'addestramento del tiro . Non importa se l'efficacia dei colpi non aumenterà, perchè aumenla una cosa l>en più preziosa, cioè il valore di coloro che colpiscono. Questo scopo supremo oltrepassa dunque i risultati del tiro di poligono, e gli ufficiali debbono averlo come il più alto lìne della nobile nrte loro, come un sacro segreto professionale. Sappiamo che chi non avrà fiducia nella propria arma, non solo non trarrà effetti balistici, ma sarà esempi() di codardia, che è un esempio pestiferamente contagioso. Lo ripeto, niuno dev' e~sere dichiilrato cattivo tiratore. l meno adatti siano oggello delle maggiori cure, siano afTìdati ai istruttori ,. si alleri no le regole comun i, facendoli tirare a mi.,liori n .. più corte distanze in bersagli più ampi, abbiano a loro disposizione maggior numero di ca rtucce. Così disponevano sempr·e tulle le nostre Istruzioni sul tiro , meno quella del 'l892, la quale pregevolissima in tutto, contiene nelle dispo6izioni dei numeri ~1 88 e 200 una vera aberrazione. Tulli i soldati devono essere dichiarati sufPcien temente abili. Se qualcuno assolutamente è inetto, bisogna trovargli un impiego fra i disarmati. . . , Armandolo di ru,cili perfelli e tenendo in alto conlo questa prevalenza delle fac oltà morali, l'e:>erciLo itali ano passedt sereno e maestoso attraverso alle procelle sociali, e porter!L gloriosamente il contributo delle nuove genti ilali che negli adattamenti internazionali.

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Non sono da noi lontanissim i i tem pi, ne' quali, tra gli accennati due Ler·mini sembrava dovesse esistere co mpl eta anti nomi a, nei qu ali l'energia veniva troppo spesso identificata coll'ignornnza e tra gli stess i uffici11 li la dottrina er.t meno ca usa di stima che di scherno. Tutto ~iò che ha nn lungo risali mer: to nel passato, non può non lasciare una qualche traccia nell'avven ire e benchè, di fron te all'alluale ammodernamento degli eserciti, siano dovuti cancelln'rsi lìn gli ultimi pregiudizì, residuo delle tradizioni feudali , non è forse ancora ritenuto da tutti come veritù assiomatica che la pro· fessjone delle armi non può andare disgiunta da una solida e vasta coltura e che questa, nell'attuale ambiente storico, (:r condizione indispensabile perche un esercito non falliscq nell a nobil e ed elevala missione allidatagli dalla civiltà moderna. Non sarà perciò ~el tu lto fu ori di luogo spendere brevi parole sull'argomento, partendo da un rapido sguar·do sulla .col tura degli uomini di guerra nelle pr incipali epoche storiche, per giungere al periodo attuale, ed accennare quale è e quale deve essere la eoltura dei quadri degli eserciti odierni . 'Premel.lo che s'intende · qui parlare della coltura generale e non dell' istt•uzione professionale che, in grado pi ù o meno ·avanzato non è mai venuta a mancare tra gli uomi ni d'armi di qualSiaSI epoca, poiche anche le orde harbariche possedevano un 'o rganizzazione per quanto primitiva ; nelle loro marcie d' invasione procedevano con norme determinate e seguivano i precelti di una tattica &m brionale nel .loro modo di combattere.

* * La fiore nte civiltà greca ci .attesta che non dovevano essere privi di coltura i ·quadri di quelle tr·u ppe, costituite da cittadini al servizio della patria, le quali con Milziade, Temistocle ad Ari.:

stide difes ero l'i ndipendenza. del loro paese, che a Cberonèa P•lgnar~no per la cad~nte lib~rti\ di Atene. e "nel periodo ~·~span~ sione percor:;ero l'Asia con Alessandro 11 urande. As!'al mcolt~ erano invece i quadri delle legioni che combatter?no contro t latini contro i sanniti , contro Pirro e contro Ann1bale, e vale ad a(Lesta.rlo la rozzezza rlei condottieri in quella età ferrea dell<~ romana repubblica, rappresentata al vivo dalla. leggenda .d ~l proconsole Mummio, conquistatore di Corinto, il quale a~lt Impre· sarì che dovevano trasportare a Roma i capolavon clell arte ore~a impose come cond izione di sostitui rli, qualo1:a ri portassero dei d~nni con altri nuovi ed egualmente belli. )fa la rozzezza latina non tardò a dileguarl>i al contatto della civiltà greca, e do~ vevano raggiungere un grado aùbastanza elevato di coltura i. qua.drt delle leoioni nell'ultimo periodo della repubblica, quando d1 quelle faceva ;arte lfl. gioventù romana che aveva corn,piuto gli studi m Atene. La leggenda, ori.entata ornmai al culto .d elle let.ter.e p~t· parte degli uomini d'arm e, raflìgt:ra ~l ~r~mo de1 con~o.~tlel'l. ed 1\ più grande scr·ittore militare clell ant1ch1ta, tn ano s~lvrt t.e dal naufraoio i suoi commentari quando, nella guerra d Arrrca, JO un comha~timento presso Alessandria, dor è getta rsi a nuoto nel ~:~re. lei medio evo ]' ianoranza, predominante in tutte le classt so· ciali, sembrò piùpro~riamenle person ifica ta ne?li uomio~ di spada: Quando nel secolo xiii, agli albori del risorgtmento, s1 accen.no il primo risvegl io del pensiero umano, la coltura e la te~o r ca mili tare ~ i trovarono al pari di tutte le altre colture e sc.tenze nelle mani deoli uomini di chiesa. Egidio Colonna ('1:247-·13 116) , dell'ordine di nS . Agostino , maestro di teologia e poi arcivescov? di Boorges , apre la serie degli ecclesiastici scrittori di ~os~. mr· titari . Preceltor·e del figlio di Filippo l'Ardi to (che fu p01 Ftlrppo il Bello) condensò nel trattato << De 1·egimine principtun »l~ col t.ur~ e la scienza mil itare della latinità, riproducendola daglr an.trchr . scrittori e principalmente da Vegezio. Segue il C ol~ nna, ne1 secoli xv e xvi, una schiera di ecclesiasticj che ra ~ gr.un ~~l'O n oto~ r,ielh come scrittori di cose guerresche. Tm questr P~L~ celebrt Hoberto Valturio, abbreviatore apostolico, autore del pru g~ande . trattato di arti glieria e di arte militare della seconda mela de~ secolo xv; il domenicano Giovanni Giocondo, commentatore d1

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Yitruvio, che nel •1500 fortirìcò Treviso sua patria e (a quanto argomenta il Promi s) prese parte nel lo stesso anno alla memorabile difesa di Padova; il padre Andrea Foèo, autore di un manoscrillo del l 570 intitolato il Cavaliere, nel quale tralta di armi di fortificazio ne e di altre materit: militari; fra Lodovico M elz~ da )f ilano che nel 46 H dettava il libro delle Regole militari · il frate Leone Zambelli, piacentino, autore del Sa""io industrios~ nella politica ntilitare rJi di fesa. Il rito rno alle fo nti della coltura greco- romana che, Ono dalla ser:onda metf.t. del secolo xv, iniziò il rinnovamento del pensiero umano, non valse n liheraré coloro che facevano profe~sitm e d'armi dalla cappa della medioevale ignoranza. Non soltHnto nei diversi Stati d'Europa che, sebbene costi tu iti già ad unità di nazione, erano tu ttora debolmente avviati verso la nuova civiltà ma anche itl ll.ali a, nei pi lt splendidi centri della rinascente col~ tura, si mantenn ero le genti d'arme barbare ed incolte, sebbene . n?n mancassero co ndot~i eri, i qnali alla perizia guerresca, accoppwvnno co llura e do un nn non indegne di quel marnviglioso periodo storico. Fra i più celebri Federico II J?el trio e l~ ra n cesc o i\Iaria della Rovete (:J49(H538), duchi di Urbino, autore il secondo, dei classici « Disc.orsi militari » : P iero Strozzi, fio!io di Fil ippo ( l 5•10-'1i:Si.i8) : o meritevoli pure di memoria il dottiss imo Giangiacomo Leo nardi da Pesaro (41~:98 -i 5:)2) : Gabrio Serbelloni ( 1509-·1580) : Sfo rza Pallavici no (15:20 -1585) : Astorre Ba..,lioni W>26-i 57 1)": Don Giovanni de' Med ici ('1565- '16:H }. o · ·Le ragion i di questa dissonanza, si manifestano peraltro evidenti se si rifieue al modo col quale venivano in quell'epoca costituile le milizie degli Stati e dei Comun i italian i, formate (salvo rare eccezir.ni: c~me ~l ~e nLa tivo imperfettamente tentato dal Mach iavell i) non in. dUJ crtt.arlrnr, . ma dalla più rozza ed abbielta accozza..,lia 1:> · d1gena e strnnrera. Un primo ris_veglio nella coltura delle genli d'arme apparve nel secolo xvn. Consoli.datisi i rliversi Stati d'Europa a monarchie a larga base nazionale, e progrediti verso la nuova civiltà merc6 i contalli di guerra e di dominazione, coll'Italia, venne dai reagrton n conoscruLo d brsogr:10 di organizzare un sistema di educazione mi li tare, e la collura letteraria e scientifica 'cominciò ad •

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appari re anche .Lra le genti d'arme . Il magistero delle militari discipline fu devo,(uto a coloro stessi che dovevano esercitarle , e quando l'ingerenza dei lelterati e degl i ecclesiastici provò ancora a manifestarsi in qualche ramo dell'arte della guerra (come ad esempio avvenne per la fo rtificazione) produsse sempre confusione e regresso. N~' piccoli eserciti stanzial i, che nei secoli xvt[ e xvm vediamo or(fanizzali nei diversi Stati a sostegno del regio potere ed in o continue guerre, generalmente per interessi dinastici, non poteva certamente di rsi che la cultura fos:>e in onore ed erano tutt'altro che cancellaLe le tracce delle tradizioni medioevali e feudali,· ~he ri..,ua rdavano la coltura é la sci enza stessa, anche se rivo lte a scopi militari, come un fa tto nut.imi litare : TuLLavia, in qne:;to lungo periodo che potrebbe dirsi di transi?;ione pel ri sorgimento della coltura tra le genti d'arme, si fecero dei passi sensibili verso l'accennato riso rgimento. J,a col tura cominciò infalti ad elevars i, se non nell'universale, in alcune classi speciali d' ufliciali. Nell'ese rcito francese, ad esempio, potevano ril enersi assai colle nel secolo xv111 le armi d'artiglierin e del geni1<;>, e sopratutto quest' ultima. i cu i ulficiali alla vasta istruzione tet:nica, aggiungevano una solida cu ltura letteraria, come lo attestano le dotte ed elaborate polemiche, le quali sebbene si svolgessero fra i predetti unlciali nel campo scientilico , non avrebbero po tuto esserlo sol tanto da pt>rsone sprovv iste di cultura generale. Un ppten tissimo fattore di progresso per la collU ra degli eser·citi fu la rivoluzione fra ncese, oltrechè per le mutate condizioni sociali, le quali dovevano , come sem pre, esercitare influenza su coloro che fanno professione d'armi, per due fatti speciali d'indole militare: ·l o L'atTinenza negli eserciti della gioventù col ta e degl i spirili liberali ed elevati che, sulla fin e dello sCOI'SO secolo e snl principio dell'auuale, accorrevano alle ar mi, sin per di fendere il patrio territor·io, sia per prendere parte alle gigantesche lotle che in quel periodo storico si comballevano in Eur~pa : Ciò ~bbe ~ verificarsi' dapprima in Francia, ed in alcune regtonl d'ftal ra, po1 in Gerrnan;a ed in altri Stati d'Enropa . 2." La nuova costituzione degli eserciti , ne'quali il reclutamento perdè ,il carattere dell'ingaggi o che av~va (salvo onorevoli !)


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L A CULT~Rà E LE ARMI LA CULTURA E LE ARMI

eccez~oni, . in parte in Pi~monte e in Prussia) nelle monarchie ?rees1stenlt alla. grande rivoluzion e, per comincinre ad assumere Il carallere naziOnal e fond~to sul diritto e sul dol e1r'e de· 'tt d' · d' . r c1 aHlt 1. servrre. colle armi la patria. La t•ivoluzione francese ed il successiVO · regrm~ ~a po leonico, che diede stabilità e diiTusioue ~.ile sue . n.ITerma~~o~t , ~levarono d'un tratto, colla nuova costilu~IOne deglt eser·crtr, d livello morale ed intellet.tuale dei medesimi ~~ ~1~do da renderli atti a partecipare alla coltura dell a modern ~ CJvtlta: È sott~ .questo rapporto, la spada di Napoleone distrusse le ultnne vest1gnt del medio evo, anche là dove penetrò nem· F d · f · l rea. u , essa '? altr c 1e, dopo la guerra d'i nvasione del 4806 provoco . l' ordinamento eminentemente naz'tonal e'''d'"" " 'O a Il' eser·crto ' .. · prussmno dallo Scharu ost, che determinò po i, sollo sotto l'in citamento del la stessa Prussia, l'unione dei popoli crermanici per· la. oau e.rr~ · d''rn d'tpendenza( · l 8 ~ 3 -l .f. - ·J i>) ,nellaq ua l eprincipi,poeti, n ftlosoft ~'. so~levar:o~o contro ti comune nemico, e cittadini di tulle le con_dtzron'. so.ctaiJ presero l~ ar~i per la difesa del proprio paese·. du.e ~alt! (pe rma ne n~e ti pnmo : transitorio il secondo, ma eiTrcacrsstmo ~er la sua nuportanzn storica) che contribuirono potenteruer~te ad 10nalzare sugli altri la coltura dell'esercito di quella na7.JOne. · ~~~ ~·as~etto pres~ dagli Stati d' Europa, dopo i' commovirn~nti poh tr~t ~ g~ene~ch r dell.a ri.v?luzione e dell 'impero, si distinguono due. Lqlt mrlt tari : Qu ello adottato d·<1 pressoc 1l(~· r sdt ordmarnentt . d' tuttr . g 1 .Latt .Europa (ad eccezione di alcuni staterelli dell'Itali <~ cent~al.e, ' qua lr ,. per loro poco confessabili scopi preferivano · · assoldate e mercenarie reclutate ' ·servrrst . . l uIlo.l·a d l m·1· r tZtC tra aJ' spostatt ~d 1 malviventi) rappresentato dagli eserc.iti che il P;i~ xhans ~hrarna na:ionali pmnane-nti (a differenza degli sta·n:;iali n~! . penodo precedente) e l'altro, fondato :-mila base del servizio mdrtare obbligato rio ' adoLtato dalla ~· ola ·p ruSSia. · . . personalmente .. Cal atten organiCI del primo tipo erano : le lun cohe l'erme e l'affran camento del servizio militare su larcra scala~ del se d 1 b. · · . . . . · " · •, con o, e .'e·VJ· f erm~rr e~ ." ~o?tmuo rmnovarsi, sotto le bandiere, dei cittadmt obhlr .,a tr· ·JOdrsttntamente, salvo prescr·i tte deter·m 1·nat e ecce· · 1· .. .. ZIODJ' a servrzw rnriltare. Le ditl'eren tr· cond·z· . d' l d . • • • • • , 1 10nt 1 co tura e1 due surnd rca tl trpr d eserc iti, possono agevolmente immaginarsi.

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~lentre nell'esercito prussiano, costitutt.o dalle miglior·i forze vive

della nazione, la coltura dei quadri non poteva non trovarsi a livello di quella della nazione stessa, ben diversamenta andavano le cose negli altri eserciti, nei quali , in seguito alla parziale ed incompleta applicazione del princi pio del reQiutamento nazionale, le pi ti colte classi sociali si astenevano dal con correre personal· mente al servizio milit are.' EITettivamenLe, l'ambiente intellettuale .di quesli ultim i non era t:-~ le da soll evare la coltura de' quadri all'altezza dell e i-ìredette classi sociali , e se, relati vamen te alperiodo precedente alla rivol uzione, qnalche progresso ebbe luo:,.:o, bisogna per al tro conl'essat·e che l'ozio intellelluale era ancora assai ben visto dagli ullìciali combattenti e poM ben viste erano . invece le rarissime eccezioni che da quell'ozio di se rtavano . Diversamente, ed è facile indovinarlo, procedevano ie cose in talune armi le quali pei loro còmpiti scientifici richiedevano ufficiali stndiosi, cho in massima seguendo, anzi progredendo nobi lmenr.e nell a via tracciata dai loro co lleghi nel precedente periodo swrlco, alle cognizion i tecniche accopp iavano una larga e spesso profonda coltura l ett~r~ria . Carattere distintivo degli eserciti di questo periodo è pertanto (ad eccezione dell'esercito pnrssiano} la coltura tenuta in onore e inscrilla generalmente nd al cune classi di uJTiciali dediti pel loro speci:lle servizio agli studi , v•de a dire agli ullìciali d'artiglieria e del genio. Che queste armi costituissero cosi diversi eserciti, dei cen tri di col tura vasta e profonda , anche all'infuori delt.ecnicismo militare, lo at.teslauo le produ:.::ioni d'alto valore scientifi co e letterario, opera dei suddetti ufficiali , e le personalità di altissimo merito escite dagli istituti mili tari i quali dell'istruzione degli ufficiali stessi erano incaricati . Per non arrestann i su cose universalmente note, accen no soltanto alla scuola politecnica di Parigi ed ai dol.ti lavori degli uflicial i d'arti glieria e del gen io dell'esercito francese: all'accademia militare di Torino tsebbene quest o istituto rosse fi no al •1860 destinato al reclutamento degli ufficiali di t.utt~ le armi) che ha avuto la gloria di annoYerare tra i suoi all iev i Cavour: e, p·iuttosto, poi chè trattasi pure di cose italiane. ma meno nole, massim e ai giovani, m·, piace di rammentare in queste pagine quel centro di


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elevata coll ura ler teraria, storica e scientifiéa che fu il co . l l' lf . ,. d' . . . l po ceg 1 u ICJa l arllgiJerJ a e del genio dell'esercito napolitan o n~l_b ~ri~a m.età del precedente secolo. I n que ll 'esercito, le o obili ~scwtlil e d1 coltu ra e di p~og resso , lasciate dalle non inglonose mem?rie del de~e n nio francese, furono germe (non certo, e. be~e n .rag,one, grad1to :u restaurati monarchi di quella parte ~,I~ah_a)_ d1 n~a vastn e solida dottrina, che svilu ppata da nobiIJ"s1mJ 1n gegn~, produsse opet·e le quali contribuirono potenlen~ ~n te all.o ~vilu ppo ed alla diilusione della wltura negli eserClll . Hast1 nco1·da re fra i tanti il nome del capitano Lu i"i Bino ~he primo in Iralia inaugn rò i feco ndi s~udi stori co-militari,' it~~ !ormat.1 alla moderna critica scientifi ca, ne' quali poi 1anto avanzò · Il ge nerai:- ì\larselli , e fra le mol te produzioni io tell etluali di q u_e~ l a plemde di dolli nf!ìciali gli studi pubblicati nell'Antologia mtlltare (·l ). . I . risul lHti dei si lenziOSO ma perseverante !UVOI'O in teJietluaJe che len·eva da. oltre mezzo secolo nell'.csercilo Pru:;;siano, si mani festaron o (Inaspettati ni più) a Sadowa, dove si al1'ermò incontestata la prevalenza degli ordinamenti militari a Jun ~·a cd uni,·ersnle base di coltura, e costitui1.i col concorso di lu~e le classi sociali: Sado wa è ~orse, so tto questo riguardo, la dali! più mcm?~·atJJi e nella sl!ma della coltura su lle anni; è la vera t;Oionna lllllltare. ~h o, sulla lunga strada percorsa ver3o l'ideale della coltura II OI~er.;ale degl i eserciti, segna il principio del rinascim~~to . deg~1 stu.di m ilit~ ri. La coltura lell eraria e scientifica, non sn1 n ,PIU d om 1nnnanz1 un attributo speciale di questa 0 di que~I ar?ut, ma patrimonio uni venal e dogli eserciti; patrimonio no~~ ll ssnno . co nqu istalo attraver~o una lenta ma incostante evoluzione su 1 pre~iudizi e le tradizinni medioeva li. L'esercito italia no, deve ascrivere a suo onore di essere ent~·ato se.nza. esitazione n e ll ~ nllova vin , appena la pensatrice Germanm, mtegrati i termini del suo quas i secol are Jayoro, ne (!! q uesto periodico semt'stralo cho comincio a pu hhlicarsi nel 1836 (Napoli, R~!!ia ,;_ ro~ aha della guerra) CO [ !nOti O: « c'<lSI la Science et le COU!'llge qui cLOnne!lt ~~· ·ViCOli! e cl ·~wn l:t mi>/lltr~de • (Gu ibclrt) contiene sLurll <li carat tere mìlituro. storico e so-

era e, utrlr a consuftarst anche nLLlwlm cnt e.

LA CO LTURA E LE ARMI

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raccoglieva i f1·utti su i campi gloriosi di Boemia. L' istituzione della !>Cuoia di guerra ('1867) rappresenta la sintesi del nostro risorgimenlo" militare ed il programma della colt.urn universale nei qnadri del no:;tro esercito . La liberLà di pensiero che, nell'esa mr. delle più elevate questioni filosofich e, sociali e mil~ari, vivi~simn. aleggia. in questa giovnne un iversità militare, oon è' inde(J'na ,., della critica sci e nti~ca., vanto tlell'età presente, e vale essa sola a rendere meno dannosi i difetti inseparabili da qualsiasi istituzione. Gli avvenimenti del H~/0 non fecero .che confermare quanto con carallcri indelebili aveva già tracciato Sadowa, cd incamminare risolutamente verso la via della. coltura univf~rsnle gli eserciti , i quali 'cia glori ose trad izi oni di altro ordine, erano stati trattenuti nell 'amhienle antico . L'obbligo tassativo ed inevitabile del servizio personale cbe chiama nelle rilo degl i eserciti (orr. di,•enuti veramente na.=ionali) i ci ttad ini di l.uLLe lo c:lassi sociali, impone ell e il livello della coltu m degli nffrciali sia· elevato, come è elevato jl loro u!ftr.io di ed ucare alb. scuola del dovere i cittadini divenuti mil itari al servizio della patrìa, e di condurli contro lo straniero invasore del propi·io paese . . Inoltre, la. tecni ca deliri guerra nssai pi ù com pleta che non fosse nei prec.cclenLi periodi storici, sin per la mole degl i odierni eserciti, sia per l' appl icazione su larga w:da dei trovati scientifici ed industriaii all'arte mil itare, rir.hiede una base di solida coltura, non solo negli ufficiali tecnici, i quali deYono promuovere e studiare l'impiego dei trovati stessi, ma anche nella generalità degli . n!Ticiali co mhat.tenti , cil e devono servirsene sol ter reno deli' azione. E qui mi sia permesso di porre fine a questa rapida rassegna storica della 1·elazione tra la coltura e le armi, con alcune considerazioni riguardanti gli nfliciali <l'artigli eria e gen!o. li pre· strgio che, per la serictit. dei loro :;tudì e per l'importanza dei loro ufficì , le predette armi hanno :;a puto acquistare da secoli e conservare inalterato atLraverso le vic~nde politice e sociali, non po.trebbe ·essere menomato dal fa tto che la coltura -~nililare e letteraria è divenuta, dopo il rinascimento degli stndt negli eserciti, patrimonio indiviso di tuLLe le armi, che anzi verrit in-


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LA CULTUnA E LE ARb!I

dubbiamente ad aumentare col l' innalzarsi del livello intellettuale della orreneralità. de(fli ufficiali, i quali ora si trovano tutti in l'> grado di apprezzare i non comuni vantaggi che si ritraggono dalle applicazioni della scienza all'art.e della guerra. IrtolLre, il progredire delle indust1·ie, che allarga sempre di pi ù il campo d'azione dell& armi speciali , non può se non accrescere il prestigio degli uiTiciali di queste armi; nè perciò darebbe prova di progredita coltm·a quell'esercito nel quale, i corpi tecnico-militari non fossero apprezzati in relazione alla loro odierna import.nnza. Peraltro, poichè, in mezzo all'incessante progredire di tulli , l'immob ilità equivarrebbe a regresso, importa che, in questo universale risorgimento degli studi militari, le armi speciali affermino la loro preval enza, non sol tanto sul campo tecnico e professionale (dove nessuno pensa loro contestarla) ma eziandio in quello degli stu'di stori co-militari, fon damento d'ogn i vas ta e proroucln coltura guerresca. La pr·evalenza in qualsiasi bmnca delle scienze mi liLari , poteva invero dagli ufficiali delle armi speciali venire più faci lmente raggiunt a nelle decor~e epoche, quando negli eserciti non erano in onore gli studì. ~f a se, nell'attual e periodo, a mantenere il primato intellettuale o, quantomeno, a sostenere la cultura general e a pari altezza delle altre a1·mi, occo1·reriL per parte degli ufficiali d'artigli er·ia e del gen io maggiore larghezza e perseveranza di stud ì, nessuno potrà loro contestare la possibili ttr di conseguire tale nobi le intento, non essendo oltremodo difficile ad ingegni, già provati nelle matematiche disci pline, l'applicarsi con prolìtto anche a studi di carattere assolutamente militare cd a quel li s tori co-so~;inl i, i quali attualmente, perché indispensabili alla soluzione del p'roblema di venuto cosi complesso dalla guerra, sono J;{iustamente tenuti in altissimo onore.Antonio da Sangallo, il giuvone prin cipe degli ingegneri militari del suo tempo, fu altresì distinto uomo di lettere e commentatore di Vitr·uvio in qnell' universnle risorgimento dell a co ltura classica. Gli stndi tecni ci e professionali non impedirono al Yauban , che sorse in quelli a ta nta altezza , di occuparsi di soggetti svariati ss imi e di affron tare, colla competenza di maestro ,

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questioni di economia politica; sc ienza appena nascen te in qu e l ~ l'epoca. Il vasto .campo scienti(ico-militare, di co mpeten~a deglt nJiiciali deliEi armi speciali, non impedirà loro di all'ermarsr , anche nell'epoca attuale ed in avvenire, nel campo degli studi sto lìico~ militari. Yananno a manten erli, nella nobile palestm, degnt emuli Jei coll eghi delle :lltre armi dell'eserci to, l'amore allo studio, proprio ·delle men ti ·colle ed elevate, le tradizioni di un secolare al tissimo pr·est igio, CO!il bene fino ad orn conservato, ed anche (poichè l' uomo non vive soltanto di rico r d ~ ~ ~i morali ;;oddisfazioni, per quanto nobilissime) le condrzrom della carriera, le qual i saran no notevolmente migliorate pei colti e pei volentei'Osi quando (come presto ci nugnr·iarno avvenga) anche l'avanzamento degli ullìciali delle armi speciali riposerà, aozichè semplicemente sulla anzianità, snl merito provato e riconosciuto, vale a dire determ inato dall'in tegrazione della col tura generale e dagli studì tecn ici. So,Lt0 questo riguardo , gli artico li 37 P. 3U de l progetto di legge, per l'ava nzamento (presen tato da l mini~te ro della. guern~ al Se~ nato del Regno), i qna li stabiliscono, 1n equa mrslll'a, r conGn t delle promozioni a scelta cta'' t'enenle a ca pit:.rno e da cnpitano ~ maggiore, per gli ufficiali di tutte le armi , com prese .quelle dr artiglier·ia e del gen io (•1), può ritenersi come fat tore rmportantissirno di coltura e di pro ~ resso per gli ufficiali tutti del nostro esercito.

E. Roccm Maggiot·e nel 3° t·eggirnento genio. (!) A1·t.. 37. r posti n1eanli nel grado di capitano delle ,·arie armi o co~pi, ccectl~ fluelli del corpo di stato maggiore, sono d~volulì ai Lenenti rlci nspetlh'J quadu d1 avan1A1.meuLQ e debbono essere occupati nella prOIJOrzione di '/, ascella e ti! ~;, ad

an7.iani t.à.

· · i 1 · " t t posti vacanti nel quadro di maggio re ,;ono d()\'Olu tl ~i cnp JLant 'e n s;.e • l.ivo quadro d'avanzamento P.d a quelli del corpo dì Sl<JLO m~gg1nro o dcllbono es.ere occupati nella proporzione di ' ; , a scelta e di 2;, nd Dnzlalllt:t. (Avtmzamento del Jl. eset·cito. Progetto di legge presentato dal ~linislro della guena al Senato del Regno Jtclla tornata tlel iO dicemlJre t891,). A1·t. 39.


L'lSTcWZ!ONE CAVALLE~USTlCA IN !TALlA.

L'ISTRUZIONE CAVALLERISTICA IN Coulifll~<~ :

ITALIP.~..

ione r {inc. -

r cdi dispensa X 1"11

HI. L'orgrmi.: ::a::ione delle corse mi litetri. Jnsistere sulht utili l.it delle eorse e degli eserc1z1 s"po rtivi in generale, come mezzo prezioso d'istruzione e di perfezionamento, non è precisamente il nostro scopo in queste brevi considerazio ni , nelle quali ci siamo proposti non di dimostrare la necessi tà Lec nica di certi ,elemenli d' istruzione ormai fuor i discussione, ma di esaminare se gli organ i ammini.5trati vi, o meglio se i mezzi predisposti a raggiungere lo scopo d'una moderna istruzio ne adempiano real menLe alla funzione ad essi affidata. l sistemi seguiti in fallo di corse mili tari non si può di re che siano presso eli noi usciti da quel periodo di incertezza che è fonte di mediocri risulta ti. Si discute tuttora se le corse debbano esser lasciate all'assoluta iniziativa privata o so debbano essere direttamente organizzate, premi ate, sorvegl iate dall' amm inistruzione. L' uno o l'altro sistema offrono il lato a critiche non differenziab ili e lasciano inerte le autori til. militari e J'amministrabione, circa una soluzione rno icale, tanto nel senso di un'assoluta libertà d' inibiativa, quanto in quello d' una diretta e quasi direi, burocratica organizzazione. La liberlit illimitnla, lo dir-iamo subito, esige altro ambi ente, altra preparazione allo ~pirilo qelle arm i a cavallo. Passione, spi-

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rito e preparazione che ~ necessario rormare prima di abbandonare le redini di una diretta organizzazione e sorveglianza . .. _ Intanto i si$lemi ado ttati negli ultimi tempi risentono dell meleterminazione fra i dne .estremi co ncetti : il sistema dei « mili tary » aperti a tutti gli ulliciali apparten enti ai co rpi sta nzi ati in ogni parte d' Italia , hanno avuto per efTt>tlo di ~llon la.u.are dall e corse tutti i cavalli ed i cavalieri i cui mezzi non st mantlestavano, fi n da principio di una iodi scuti bile superioritil. . .. . . In un triennio i cavalli premiati in tutli 1 « mil ttary » dt sputatl in Italia non wperano, o di mollo poco il nu mero di ci~que : tr.a questi sono ~La te ripartite più di '25 mila lire in premi da t1 dal M1· nistero. senza contnre le entrature. ecc . Lo s~opo delle corse mili tari in lJUeste con dizioni, dal pu nto eli vista didattico, si pnò dire completam ente ral li to . Tra tutti n•rli ufficiali di cavaiieria v 0. :;emp re nn certo. numero-per . quanto i·i$treu.o di appassionati, ben provvisti e~OOO IYII Ca rne nte, ~.~ corul"izione di accruistare qualche eelebral.o c:.t 1t1 p1ono del Pu-(, gta coperto di alloro: il quale h il vul1 tn intorno a sè; i conconenli meno forn iti di mezzi, quantnnqoe abbi ano un buon caval lo non arrischiano la partita in condizioni" sfavorevoli, anche pen:hè la partita tra le spese del trasporto pen;onale del ~o n corren te , dell' attenden te e del cavallo, le spese per la preparaZIOne del cavallo , al lenamento, ecc., rappresenta una certa so mma da esporre di fronte ad un rischi o poco promettente. Per i virtuosi forn iLi di buon i caral ii la distanza ha i primi successi e l' impianto d'una vem scuderia da corsa .può esser~ pr ~s~o oltrepassata, tanto più che questa di fronte a~ le altre ha 1l prm legio di aver circoscrilli i possibili concorrenti 111 una cla5se determi nata . La funzione delle cor:>e mili tari può esse.r cosi snaturata e tutta a danno dell'i ndole d'un esercizio militare, lontano da ogni itìea di lucro di speculazione, e che mentre è desti nata a ~erfez i o n are l'istruzione cavallcristica dell'unicial e, non de,·e as~orbt rlo completamente, di stogliendolo a tntte le altre esigenze cl el servizio e dallo stndio di tuae le altre discipline militar i che costi tuiscono la base di una colwra indispensabile per le cresciuw esigenze scientifiche della guerra moderna.


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L'ISTRUZIONE CAVALLERISTICA IN ITALIA

11 principale postulato quindi dell'organizzazion e delle corse c.ome ~z~andio d'equitazione militare deve essere qnello di render; ,l e~erc1z1o e la gara accessibile a tuui i mezzi: il pregio ilel la cavailena tedesca non consiste tanto nella specia lità di ufficiali eccezion~li?ente ar~it~ e periti nell'al'le, IJnanto in quella aurea medioc:ltù, pet· c_m s1 può dire c~lC tu.ui gli ufficiali conoscano l'equitaZIOne sport1va e tutu monttno bene. Questi difelli ine renti al sis tema segu ito da noi pel passato si riscontrat'ono in Francia, prima della riforma del '1892 e Jurono rilevati ila una commissione alla qnale fu pllre affìdato l'incarico di studiare e pr·oporne un riordin:lmento delle cor:>e militari. La relazione fatta da questa comm issione constata fatti non dissimili a quelli ver·ilicatisi presso di noi in passato, con la dillerenza che in Fnmc.ia il guasto em più pro fondo, poichè il sistema aveva già dato i suoi frulli pe~giori , e la libera organizzazione delle co r:>e segnava già un periudu eli disordi ni che richiedeva come necessaria l'opera del ministro (1). Dell e corse militari si era abusato in tutti i modi, ma di militare non avevano più che il nome. Gl i _ullì ciali f?t·niti di maggiori m~zzi avevano impiaotnto vere e propr·•~ sc~derre _da -corse ben forni te di traine1· e .Jockeys e tutta _l 'atliVIta ~~ quest r uflìciali era indirizzata alla C(lnquista dei premi rmportantr proposti alle corse ·militari diventate semplicemente corse cl i gentlemen riclers. li risultato dell e corse milita ri in questo periodo in Francia si riassume cosi: poch i concorrenti e :;empre gli ~te ssi; frustrato completamente lo scopo de lle corse militari , come elemento d'istruzione cavalleristica dei quaclri. Le disposizioni prese dal min istro, sulle propo:>te della. commi ss io~e, s~gnano una violenta r·eazione: non pi ù premi·in denaro; or· ganrzzazrone delle cor3e sotto la so rveglianza diretta di commissari mil itari; i ca,'alli concorrenti debbono essere esclusivamen te cavali( di servizio, e tale qttali tà deve essere certificata dai comandanti di corpo, i quali hanno pure il mandato di vegliare snlle aLtituil ini,.

(l ) Bul/elir1 o{{ìciel d" mini$U;·e dc la guerr-e, ! 89~. P. H., N. 12.

!}ISTRUZIONE CAVALLERISTlCA IN ITALIA

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sul decoro dell'ufficiale concorrente al quale non deve essere rilasciata l'autorizzazione a concorrere se non riunisce tutte le condizioni necessarie. Le corse sono regolate da program mi prestabiliti dal ministero e nei quali le con dizioni sono rese a tntti accessib ili; come pu re sono facilitate irr sommo grado le diffìcoltit da superarsi, pareggiati i pesi e lulle le altre condizioni. Questo, che si può chiamare il sistema dell a J irella organizzazione, è il sistema vigente ora in Francia, la cui istituzione è troppo recente perchè se ne possa no trarre ammaestramenti . Ha, tullavia, si può di re fin d'ora, il pregio di essere ispirato aJ un concetto nettamente defi nito, ehe potrà. esser discusso dal punl(• di vista dei ri sultati immediati , ma al quale non potrà esser contestata l'efficacia di svellere dalle radici quei difetti cosi dannosi dal punto di vi sta morale, specialmente perchè contribuivano a proiettare una luce, poco simpatica, sugli elementi migliori delle armi a cavallo. I n Italia, per combattere i medesimi difetti, sebbene non nelle proporzioni ril evantiss ime dell'esercito frao'cese, fu adottato un sistema intermedio, ?i lasciò libera l'organizzazione, si mantennero gl i stessi premi in denaro degli ann i precedenti e si creò la figura d'un commissario militare per invi gi lare l'andamento delle corse. Per poter poi ottenere che le co rse militnri fruiss ero eli lutti i vantaggi dell'organ izzazio ne privata si ritenne opportun o autorizzare la Società degli steeple-cha.ses d'Italia ad agire direttamente presso le società riconosciute, solo riservando all'amministrazione l'approvazione, caso, per caso, del programma c la nomina di un commissario militat·e, col mandato ~'invi gilare la qualità di servizio dei cavali i iscritti e se l'iscri7.iooe fosse io Lullo conforme alle norme stabilite. Anche un tal sistema però non ha avuto i r·isullati che si aspettavano, il concorso non è aumentato percltè in fondo le sostanziali difficoltà prima avvertite non erano rimosse e per quanto l'istituzione del commissario militare fosse garanzia sicura cho inconvenienti d'indole morale non si ~areb bero verifi cati, e la richiesta qualità di servizio dei cavalli iscritti, paralizzasse gli e/Tetti del sicuro successo di cavall i da co1·sa, espressamente destinali a tale


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L'JSTRUZIONE CAVA LLERISTICA !:< l'l'ALIA

L'ISTf!UZI ON E CAVALLEitlS1'1C A IN I TALIA

... scopo , pure il concorso è mancato assolutamente, e le corse mili tari sono ri maste privilegio di pochi, sempre gli stessi, con lo stesso risultat o negati\'0 dal punto di vista dell'istruzione dei gio\'ani uffi, cial i delle armi a cavallo. I..e cause persistenti dei risultati neg:1tivi bisogna quindi riccrcarle più lontano: nelle co ndiz ioni materiali degli ufficiali da una parte non sempre in grado di avereoti imi cava.lli di servi zio; e più ancora nelle condizioni dell'istruzione c;tvalleristica., finora difotto3a ed insufGciente a svil uppare la passione per lo spoTt, la cui forma più gen eral e è precisamente quella delle corse. Sarebbe come volere l'eiTello, m entt·~ manca no, o sono insnffi . cien ti ra prod urlo, le cau se da lle quali esso dipende indissolubilmente; e di ques te cn.use abbiamo parl ato in principio. È mancata ~ n.or~ la scuol:• d ell' equitazi.o~e spo~tivn, e ~uella recentemente Jsl1tu1ta non puo ancora dare 1mu ltati che ad essa si domandano. L'organizzazion e delle corse militari , quindi, deve adattarsi assolutamente alle condizioni dell' istruzione e dell a passione cava lleristica nell'eserci to; seguire e coadi uva re gl'istituti a completa re questa istruzione, fino a quando non sarit for mato l'ambiente; vale a dire fino a qu ancl ~ molti elementi sonosi nutri ti ùi nuovi principi non snranno entrati nei quad ri e si sarà fo rmata l'eletta degli spe cialisti, che questi clementi sproni no all'azione contro gli ostacoli, sull'ippodromo o alla coda dei carri. All'appli cazione di questi principii, deve incessantemente tendere l' ammin istrazione ed i pro vvedimenti che si vanno adottando danno una prova non dub·bia di questa tendenza. II Ministero della guerra anche in quest'nnno ha nominato una commissione, composta degli element i più autorevoli dell'arma di caval leria, col mandato eli studi:,re e proporre un riordinamento delle corse militari ; e la commissione, con un lavoro che non solo 0 . perfetto per la. co noscenza delle condizioni ali uali d.ell 'ambien te', ma mirabile per concezione organ ica, ha provvedu to ai bisogni ur· genti dell'oggi, preparando ca mpo a più ampie e radicali ri forme. ·r ra i due sistemi opposti di cose, ai quali si è accennato da princi_pio , la Commissione propende pel sistema più r igoroso di organizzazione diretta, che è pu r quel!o il quale nelle attuali con·

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dizioni della istruzione degli ufli ciali delle arm i a cavall o, meglio risponde ad integrarla, fn ngend? da v~ra scuola d: ~er.fezi ~na­ mento nei corpi , e migliorando 1 quadra anche coli eL1manaz1one degli elementi in s.nfficienti. . . . Le disposizioni ;1dottate in quest'a nno contengono anooYaZIOOI in questo senso preciso, poichè si fo ndano su questi criteri essenziali: a) diretta organizzazione, almeno per un numero determinalo di corse ; b) le condizioni di queste corse accessibili a tutti i mezzi, sempl ificando il programma ; . . . . . . . .. . c) li mi tato il numero de1 concorrenti a1 soh ufGc1al1 det co1 p1 stanziati in determinate circoscrizioni con i propri c:lYalli eli servizio. Si è reso in tal modo impossibile il fatto lamentato di un cavallo, ch e, riconosciuto alle pri me prove di mezzi superiori_ allon~ tani ali altri dalla varn e monopolizzi cosi , come pel passato, 1premt . . di tutte le cor;;e mil itari. Con questo provvedimento st è ragg;unto anco ra un altro r isultato, quello cioè d' impedire che pochi ufficiali percorrano da. un capo all'altro l' Italia, presenl.andos.i in Lt~tti gli ippodromi, eon danno del servizio e della stessa 1slruz1one tmhtare dell'ufficiale; " d) di pareggiare con tutti i mezzi le condizioni dei concorrenti; e ciò non solo man tenendo le misure a ciò destinate nel passato come la condizi one per !a quale la eorsa deve essere handicap, rn;~ r endendole più rigorose : così abbiamo il sopracca rico per quelll che hanno r iportato successi precedentemente ed anche questo pro... . porzionale alla forza già mostratn . Uno dei mezzi per pareggiare e rendere a tntli sopport:Jbtlt d n· schio delle co1·se consiste nel .:onsiderare in serDizio il cavallo durante la corsa per gli effetti del risarcimento in caso di pe~·dita, al qual caso, con provvedimento eccezionale per le cors_e, e pareg· gialo il caso del cavallo dichiarato in seguito ad un acetclente e per causa della corsa, non più alto al servizio. In questo complesso di di sposizioni, per quanto, a parer nostro non vi sia la sol uzione della ques tione, e l' in tegrazione della vera funzione delle corse mil itari, come mezzo di perfezionamento, c' è tuttavia un sensibilissimo avviamento che pre!ude alla riforma ra· (')

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L' ISTRUZIONE CAVALLERISTICA lN ITALIA

!.'ISTRUZIONE CA VALLERISTICA IN ITALIA

dicale del le corse obbligatorie, riforma che attende il miglioramento delle condizion i del bilancio. È significante intnnto, e ci piace òi ~egnalarlo a titolo di onore, lo slancio col quale quasi tutte le società principali di corse in Ttalia hanno corrisposto all'i nvito del Ministero, concorrendo all'organizzuzione dei « militnry » secondo i criteri già. esaminati, per quando le condizioni speciali dei « military » stessi, non siano sempre in armonia con lo statuto della Società degli steeplechases d' Llalia e di lotte le altre società di corse, anche non riconosciute. Un tal fatto è dipeso certamen te da considerazioni d'indc.le generale, poichè alle società non poteva sfu ggire lo scopo che l'amministrazione si proponeva di raggiungere dettando condizioni speciali, ispirate a ragioni di puro metodo didauico per l' istrozione delle nrmi a cavallo, sco po così nlto, innanzi al quale le societh ,stesse non avrebbero potuto fare questione di disposizioni regolamentari, senza mostrare unR troppo angusta cerchia di giudicare, e non c~rlo un sentimento di eccessivo attaccamento per gl'interessi dell'esercito .

:missioni di rimonta che pure hanno la facoltà di incellrtre nelle •rispettive zone d' inceua lllla perc entu~ l e di cavalli distinti, non ,completano mai, per mancanza di prodotti distinti , il numero che ..ane_bbero facoltà di acquistare, anzi il più delle volte i risultati delle ricerche fatte sono completamente negativi. Le malincon iche cons iderazioni che un tale stntro della nostm produzi one eq uina potrebbe ispi rnre, so no infini te, specialmente se si consider<l come il paese o!Tra In possibilità di produne su vasta scnla e bene, avt>ndo esso tutte le condizioni climatiche ed agrarie per la più varia e perfelln prod~zio ne cavallina. ed avenrlo .avuto pel passato il primo posto- in Europa per· l'alle vamento equino ; ma il lungo periodo di di5organizzazione prima , e In mancanza assoluta di programma e di cu re dopo l'unificazione, -ci hanno condotto a que5to: ad essere, cioè, il paese assoluta·mente, e relativnmente alla popolazione, ed nll!t superficie, pi1'1 'PO\'ero di buona. produzione equina e più lon tano da l raggiun:.:ere .con i provvedimenti escogitali e co n i mez1.i impiegat i, risultati .prometten ti. L'a1.ione ~piegata dopo l'unificazione è stata ::~ n cora piu deleteria .di quella eli prim a. V'erano nei singoli Stati italiani ancor buoni elementi dai quali si sarebbe potuto trarre profitto con una illuminata e sapiente organizza'l.ione di staz.ioni equine adatte alla materia prima esistente in ciascuna zona, ma la prima cosa che si ritenne opportuno di fare fu quel la di distruggere ciò che esist eva. « Al nord - dice la reln ione alla legge sull'ampl iamento del « servizio ippico - avevate i pesanti cavalli della Valle del Po, ·« avanzi degeneri di quelle razze che, nel medio evo, fornivano a « tutta Europa i più pregiati palafreni pci tornei ; ancora più in su « verso levante, la piccola razza friulana, piena di brio, rapida al c trotto, spirante dall'armonia delle forme la generosa infusione ·« di sangue orientale; nelle maremme Loscane e nella campagna « romana un cavallo rustico> ma pi eno di ~nergia e di resistenza, -« atto a fare superlativi cavalli militari e buoni carrozzieri da tiro « leggero; nel reame di Napo li, il solo Sta to nel quale il governo « si preoccupava della produzione cavallina migliorando le razze 4: con opportuni incroci di sangue orientale ed anda luso, la popo-

l V.

Ca-calli di sc·ni:io .

un'altra importante qoestione, Intimamente COnnessa allo SViluppo dell'istruzione nell'equitazione degli ufficia li delle armi a cavallo o che si può dire la condizione oeces~aria , se non sufficiente, dello sviluppo dello Spott cavalleristico, è quella della rimonta degli ufficiali, tanto se si consideri dal punto di vista delle condizioni del mercato cavallino interno, quanto da quello dell'azione che l'ammini slrazione spiega per faci li tare agli urficiali la possiuilità di fornirsi di buoni cavalli di servizio. Senza ripetere cose già note, basta un' osservazione sommaria sulle condizioni della nostra produzione equina , per conchi udere che nessuno o· poch issimo conto gli ufficiali delle armi a cavallo pow>no fare sulle rimonlc di prodotti indigeni: una prova indiscutibile di una tale" an·ermazione è fornita dal fatto che le Com-

W~ - Al\iSO XL.


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L~ISTRUZIONE CAVALLERISTICA IN ITALIA

L'ISTRUZIONE CAl'ALLERISTICA IN ITA LIA

« !azione equina energica, sobria, vivace, era ottima per gli usr '< militari; in Sicilia eravi un cavallo piccolo, ma agile, resistente alle fatiche ed alle privazioni , squisito per la cava lleria leggera;. « in Sardegna, un a razza speciale e pregiata di piccoli po~eys, « a base orientale, ottimi pel servizio di montagna, assai più belli « dei poneys in):( lesi, ed ugualmente buoni. « Sopra quesLa base, giovandosi delle diverse condizioni del« l'ambi ente, con sapien te selezione e con provvidi incroci, si .po<< levano costituire va ri tipi ben definiti di raz7.e indicrene , rispon<< denti ai diversi usi dcU' in dustria e della gu erra. In vece assai· « poco d~ questo si fece, molto si distrusse e tutto si confuse ». Ho cr·ed uto utile ind ugiarmi nel la citazione di questo importa nte documento parlamentare, per(jhè fatto alla vigilia dell 'approvazione· di uoa legge dalla quale si sperava che una poten te virata di bordo sulla rotta della confusione avrebbe potuto indicare come il momento criti co del male, superato il quale viene poi la salute e· l'opera riparatrice. Qualche cosa invero sì è fatto dopo, ma con quale povertà di mezzi· e quale riH'schinità di sedute! Un c1·itico actÌt~ òi questa legge sull'ampliamento del servizi o ippico, con un'analisi stringente sulle conseguenze militari della legge stessa, confo rtnta rla cifro irre!'utabili, dimostrava che dal 'l 0 luglio '1888, epoca nella quale la legge stessa sareb be entraLa in vigore al 18U5 l' utilità militare prodotta òalla legge stessa sa_.,.. rebbe stata di 50 caval li in più presi dalle Co mmi ss ioni fncettntrici. contro un fabbisogn o di 4-500 ca valli di truppa per la c;tvillleria e l'artiglieria, 85,000 quadrupedi per la mobilitazione, oltre quelli· di servizio, fra i quali '16,000 almeno debbono essere cavalli da sella per ufficial i e soldati. Di q~'estu passo non è difficile dimostrare che i vantag)!i porLati alla produzio ne eq uina in Italia negli ultimi anni nè sono ril evanti, nè possono far· concepire troppo confortanti spe1;anze per un avvenire relativamente prossimo. E se a queste conclusioni è nece$sario venire pel cavallo in generale, cavallo di truppa, senza eccezionali 1·eqnisiti di statura, di mezzi o di sangue, che cosa si potrà dire del cavallo distint_o, da stare a fronte del cavallo distinto allevato all'estero, con un G(

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fondo di sangue e fornito di mezzi ch e lo rendono adatto alle moderne esigenze sportive del servizio di campagna? Questo cavallo, si può dirlo senza esitazione, in llalia manca : i pochi prodotti che può otirire il mercato non sono sufficienti a. soddisfare che una parte minima della richiesta del cavallo per· ufriciali , e che quindi a tutto il fab bisogno rilevantissimo è necessario sopperire coll' importa7.ione. Dall'Ungheria, dillla (;ermania, dalla Francia e dall' Inghil- . terra, sono importati i cavall i per la rimo nta dei nostri ufficiali delle armi a cavallo, a condizioni che quando avt"emo dato una occh iala al modo come questo commercio funziona, ci appariranno inverosimili. (l comm~rci1) dei cavalli esteri per gli ufficiali,, è esercitato infatti da t.re o quattro ditte notissime in It.alia, non esposte a concorrenza ufficiale di nessuna specie, di guisa che possono richiecl eJ·e un prezzo di mo nopolio all' uffìciale i.sol ato, che non può andarsi a provvedere direttamente in Ungheria, in Ingh ilterra, o altrove, un cavallo di servizio. Lo Stato, che pure sopporta un r ilevante aggravio per fornire gli ufCkiali di questo materiale, non ha fatto nn pa sso per modificare q ues~a condizione di cose, per cui gli aggravi che ora sopporta non possono essere suffic.ienti ai bisogni , dato il prezzo di acquisto di un cava llo distinto estero, quale è ofi'er to sul mercato dai nostri impo1·tatori. Noi crediamo eli una grande utilità, prima d'incominciare una di scussione o eli atracciare una proposta su ciò che a parer nostro sarebbe utile che facesse l'amministrazione, risalire per un momento ai principi, per poter poi dedurre che quel che si domanda non è un eccesso di ingerenza dello Stato nelle private faccende degli ufficiali , ma semplicemente il miglior aspello .di un servizio al qunle lo Stato deve provvedere direttamente. ~: evidente che l'amministrazione deve fornire all'urfìciale, al di fuori di ogni altro ass~no che costituisca compenso professionale, pel contratto d'impiego, i mezzi material i per lo esercizio della professione ; ed il mezzo principale, cos toso ed indi spensabile nel tempo stesso , è, per l' ufficiale montato, il ca.vallo.


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!. 1STRJZIONF. CAVALLERIST ICA IN IT.~LIA 1

Senonchè l'ammi ni stra zi one, piuttosto che fornire e mantenere direttamente questo materiale , ha reputato conven iente lasciare all'i n iziati va dell'ufficia le l'acq uisto, alla sua responsabil iLit l' or dinaria manutenzione e l'amministrazione. Per provvedere agi i oneri d erivao~i da tale concetto, si è escogitato un 3istem:1 di indennità corrispondenti quasi alle di verse raJ;:ioni da cui gli oneri stessi derivano. e cioè : a) per il normale consumo del cavallo, si è lisìala un'indennitd cavalli, sulla quale grava il consumo ordinario e la perdita per canse ordinarie ; l>) n questa si aggiunge un' indennità st1·aordinm·ìa per perditn even tuale, derivante da cause diretle ed immediate di Stlrvizi o; c) per la manutenzione, sopperisr.e in gran parte la 1·azione, la concessione dell'alloggio, ed il S&'1'1)iziu di uomini di truppa; d) infine, a rendere possibile l'acquisto e quindi la necessaria dispon ibilità di somme t·appresentanti. il valore di molte quote d'indennitil cumulate, , l'amministrazione fa il servizi o di cas·sa, anticipando i fondi occotTenti"l ed,, otl'rendo ) .n natura il ca vallo. Ora una ricerca indirizzata a vedere se . un t~Je assetto ammìnistrativo porti a quei ri sultati che l'amministrazione si ripromettenl , è la sola via che possa condurci a trovare i difetti ed i rimedi del sistema. E i n nan~iLullo: può l' ufficiale provvedersi direllamente ed isolatamente di un buon cavallo di servizio nelle condi;:ioni attuali del nostro mercato equino'? La risposta a questo• quesito, dopo le riflessioni esposte piu sopra, non può essere che negati va. Gli ufficiali, anche quando posseggono speciali cognizioni ippiche, e cognizioni commerciali perfel.le, sono costt·etti a subire le condizioni del mercato, vale a dire, d<1ta la mancanza di prodotti indigeni e l'importazione esclusivamente e.se1·cilata d'a pochi importatori , al coperto dR qualsiasi concorrenza , debbo oo su bi re il prezzo di monopolio imposto dal commerciante, che accentua straor·dinariamen te le pretese a misura che. i prodotti hanno qua-

L'ISTRUZIONE CA YALLERIS'l'lCA IN l 'l'ALlA

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lità distinte, appunto perchè di questi prodotli proveni enti dall'estero sono in cettatori esclusivi. (}uesto, quando si tratta di ufficiali provetti e c.ono~citori ~e~ cavallo c del mercato; se poi invece si fa l'ipotest d1 nffiCl_ah . molto giovar. i, oppure di ufficiali la ~ui specialitil ~i servizio .non consente una co noscenza prcfonda d1 questo pr~ztoso matenale, è evidente che alle difficoll.à del mercato si aggiungono que!le dipendenti da questa deficienza per peggiorare gli acquisti, st~­ chè il risultato di questo ordine di cose non può essere ehe ti seauente: insufficienza della disponibilità di casii<t data a c1ascun ufflciale dall'amministrazione ad esaurire il 1Jisogn<1, qualiltl scadente dei cavalli di servizio, dipendente tlal l'insufli cienza sempre a~grava ta, in moltissimi casi, dalla mancanza di conoscenze speciali. . . . A renden~ poscia ancor più dbugi•1te le condizioni ~orml~l'. s1 :\(raiunae nei casi di penlita straordinaria pet' ca use d1 serVIZIO , u~~ind~n~ità empiricamente calcolata ad un a cil'r11 massima d~ 800 li re. di gran lun ~a inferiore all11 perdi ta reale, se trattast di un p;·odotto distintol• •méntre, dall'altra parte, non ~ fis~~t~ indennità di sorta nei ctt>i in cui il cavallo per cause d11·ette dt servizio' ò divenuto inservibile e depreziatn enormemente nel valore commerciale. L' al tro sistema dell'oliet·La diretta del cavallo fatta dall'ammi nistrazione per ragioni inerenti alla qualitit ed nlla pr~venienz~ dei prodotti offerti .n(ln giova nemmeno a sanare parztalm~n te ' difetti òel primo sistema, mentre produce conseguenze d1 una "rarità indi:;cuti bile alla rimonta generale della truppa. t- In falli il cavallo tt'ayevolez::a, !'celto nei reggi menti trn i cavalli di truppa non può avere in generale i requisiti di un .ot: timo cavallo di servizio particolarm ente idoneo per gli uffictnlt a .-:avallo, poichè ta le cavallo scarseg)o(ia nel pae~e tra i. prodotti indigeni e le cornmis» ioni òi rimonta che acquistano prec\sCJ mente cava lli na~ionali , se riescono ad in cettare discreti cavalli di truppa, di chiarano. quasi sempr·e, di trovar rari prodotti distinti che pure avrebbero facoltà di accettarP-. I cavall i scelti quindi sono i migli ori cavalli di truppa, ma non sono i ri cercati cavalli distinti che oc·.conono specialmente


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L'ISTR.UZIONE CA.VALLE RISTICA IN ITALIA

L'IS'l'ROZIOJ:\' E CAVALLERISTtCA IN ITALIA

a_gli u~fic ial i dell~ armi a cavallo; sicchè il risultato che si ottren_e e ~uell o ~ ~ d~p_auperare i reggimenti dei migliori elementi, e dr offme agh ufficral1 un cavallo insufliciente. Ciò_ sp_iega l' efTettivo prel evamento, cruasi negativo di fronte alla _nchwsta, dei cavalli di agevolezza per parte degli ufficiali sp~c1alme~te app~r~enen_ti ~Ile armi a cavallo, inferiore al 20 o;. der cavalli messr 10 drstrrbuzione, nella annuale distribuzione generale: La conferma di queste considerazioni si trova nel fatto c_he_ ogniq~n lvol~a l 'a mministrazion~ &i è indotta, come negli ultl.rnl te~p.r , ad mceltare stmordinariamente cavalli di sangue e d~ ~ez~ 1 . lll. Inghi_lte ~ra od altrove, da distribuirsi d. agevolezza a,..,ll ufhcralr, la r1~h1esta è stata di gran lunga superi ore alla offerta, mal_grndo Il pr_ezzo rilevante dei cavalli importati. _Que~to srst_ema appl1cato ora saltuariamente, quasi sempre a ?u '~n dr e.spenmento, dovrebbe essere generaliz;:ato, adottato cÒme 11 s1stema un1co della rimonta degli ufficiali con i mezzi forniti dallo _Stato: poichè da esso sarebbero sicuramente sanate tutte ~e deh~ienze del sistema attualmente in vigore, come le difficoltà merent1 allo stato auuale del mercato éè.ruinb in l tal'1a , la SC:l l·• • 1 sezza m moltr casi di peculiari conoscenze ippiche , t lt 1 l · or_a ' .derwant1 · · da unil relativa di~pnrilà ' ~di ucondie e a_lt r~ . d·' ff1eo_ta zront fr~ gli uffiW1 h, che costituisce la causa prima della mancanza d•. c~ncorso e di slancio nelle •·iunioni sportive che offre la guarnr ~10ne alla generalità degli ufficiali stess i . L_'i~possibili~ infatti nella quale la maggior p~rle degli ufficrab ~~ tr~va d1. pot~r acquist<~re a proprie spese un cavallo di servr~IO Ò1 _me~z'. e d! ~angue, porta alla nece:Ssaria c~onsegnenza che ' pochr priVIIegiatr ben forniti di mezzi privati divenaono 0 · natur~l~ent: gl~ ~s~lu~ iv! conr.onenti delle gare spo 1·tive. Una specr_ e dr rnl~r~ontà esagerata da parte dei più produce u~ a depres$_10ne cosi !orte e generale, che a lungo andare fi nisce per drveotare abitudine difficilmente mutabile. . Nelle prjme armi della carriera, l'influenza di questa condi7.lODe di cose è _irrimediabile; si deprime l'ardire giovanile llat;tralr,ne~te prochve alle ~a ~e arrischiate ciel t1~1·{, la passione per l eqmtaz10ne, pel cavallo sr vrene affievolendo sul n asce re~ mentre

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:gli anni che passano persuadono ineviLabilmente alla tranquillità -ed al la calma. · La necessità di accumuhne nei primi anni della vita militare ·perizia, forza, passione per l'equitazione, è tanto più imperiosa,_ ·per quanto suadente alla calma e consigliero di prudenza è ogn• .anno che passa.

Ne$sun dubbio sulla necessità <li provvedere e molti argomenti -ci sembra d'aver addotti in favore di un ri ordinamento di questo servizio sull e basi dell'importazione diretta e della diretta distri-buzione dei cavalli di servizio agli ufficiali da parte dell'ammi-

·n istrnione.

Ri mane a vedere se, colle risorse attuali del bilancio, ciò snrit .possibi le e quali provvedimenti amministrativi occorreranno, nel -caso, per attuare la proposta. Il Ministero della nuuena mette attualmente in distribuzione o~ni • ~ .anno circa .\.00 cavalli di agevolezza . il che vuoi dire che sulla forza totale dei reaoimenti di cavalleria si fa, o almeno si pl'O,,,. nn pone una diminuzione di 4-00 capi . Il prezzo medio eli questi cavall i, tenuto conto che essi rflp presen tano gli elementi più distinti dei reggimenti_, non può esset·e inferiore alle lire '1000 per capo. Sopprimendo ora la distribuzione di questi cavalli , e prelevando invece sui fondi di rimonta, senza nulla ,;attrarre all'effettiva forza desti nala ai corpi, si ha subito una disponibilità di 1!-00,000 lire. Se a questa ~.P!Tima si aggiunge il fondo disponibile, annualmente per le anticipazioni in denaro , superiore alle lire 700,000, si ha per que~to servi1.io una sùmma superiore a '1; 100,000 lire, nella quale si può calcolare per l'incetta di cavalli all'estero. Evidentemente. dato il costo dei cavalli distinti, veramente tali, all'interno e dei cavalli di sangue all'estero. la so mma non potrebbe ~ssere sul'r.ci ente a sopperire alla totalità dei bisogni , se tutti vengono considerati alla stessa stregua, e se al numero medio

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L IS'1'RUZ!ONE CAVALLERISTICA IN ITALIA

di cavalli prelevato pel passato, s'intendesse sostituire un eguaP numero di cavalli così incettati. I criteri quindi ai quali dovrebbe esset·e subordinata la. nuova maniera d'incetta dovrebbero essere qilesti : Stabilire una distinzione fondam entale tra gli ufficiali che hannCìbisogno di essere montati su cavalli di mezzi, perchè per ·la loro· specialità il cavallo è l'arma principale ed indispensabile, e gli altri ufficiali montr•ti. · Distribuire i cavalli incellati direttamente dallo Stato nella ra-· gione inversa del gt·aclo, il che equivale alla ragione dirella del• bi:;ogno; Stabi lire una forma di contratto fra l'amministrazione e l'ufficiale che garentisca la permanenza del cavallù nelle file almen<Y per uo quinquennio; Proporzionare il compenso per la ·perdita del cavallo dipendente da cause direue·ed immediate di servizio, alla perdita reale subita dall' uflìci::~le, e ciò nell'intendimento principalmente di ri-· mettere questi nella condiz.ione di poter presto libet:are il suo debito di massa ed avere la possibil ità di ricevere un aiLr·o cava!I<Y dall'amministrazione. L'applicazione di , tali criteri non richiede una lunga disamina' per la suà semplicità. Gli uflìci ali che hanno bisogno del cavallo ~empl icemenl.e rome· mezzo di trasporto, si troverebbero inutilmente aggravati di un cava llo di grandi mezzi, per essi basta il cavallo indigeno e potrebbe senza gravi inconvenienti lasciar per essi il sistema attuale del cavallo d'agevolezza e dell'anticipazione in danaro, de~tinandosi una parte adeguata del fondo attuale, e permettendo· ti prelevamento del ca1•allo dai re~gime nti , poichè per l'es,eguità. del n ~1mero potrebbe portare a consegqeoze dannose per la truppa . Rim~rrebbe sempre nel fondo precedentemente ar.cenoato la disponibilità per l' incetta di 1500 e più cavalli di mezzi, in modoche in un quinquennio si potrebbero avere nei quadri più di 2o00 cavalli distinti , vale a dire il completo rifornimento deglt ufficiali delle armi a cava llo, con un materiale sot~o ogni ·rap;porto ollimo.

L'ISrRUZIO:"'E OAVA LLERISTICA IN ITALIA

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I l vin colo di 5 anni è necessario oltre che per garentire la perman enza del cavallo nell'esercito . anche per.· .impedire che un vero e proprio commercio si esercitt con cesp1tt dello Stato: . 11 cavallo pel qu inq uennio rimane in propriettt d~ll'. amm t.n t~ slrazione e solo dopo il quinquenn io passa in propnetu del! ut· ficial e. Ciò per semplificare anche \'incertezza per gli e[etti giuridici dell'involuto contratto pel cavallo di agevolezza altualmente fatto a seconda dell'ALLO n. ·156 -del ·1889. In qnant.o all'allevamento ed addestramento dei cavalli di~tint~ · importat i e rl i quei poehissimi che potreuuero. essere acqu. 1 s tat~ all'intorno non sarebbe nssolutarnente necessnn o creare allrt ent1 amministrativi, nè fare ril f\vanti spese per nuovi impianti A noi pare ::arebbe sufficiente sta bili re in ciascuno degli auual i de po· siti di allevamen to una sezione di cavalli distinti per ufficiali , amministrata dallo stes~o consiglio di amministrazione degli. attuali stab il imen ti , retta e sorvegliata dallo stesso personale. . Pel solo addestramento, dai reggi menti di cnvn ll eria vicio iol'l potrebbe esser comandato al deposito un plotone di cavalieri scelti per un determinalo periodo dell'anno. . . . In quanto al mantenimento di questi cavallt, .se st constdera che in qualche deposito vi è eccedenza di r~ra g~10 ~ul c?ns.umo normale per utilizzare il quale molte volte sr è ndott1 ad tnVJarlo in altri depositi, si ha giit un ind ice per poterne dedurre che non sarebbe gravoso ecce$SiYamAnte. Tn ogni modo, l' ell'ettivo esborso di spese in pi\1 per questo allevamento può essere addossato al prezzo medio dei cavalli i quali , addestrati ed allevati certamente verrebbero ad avere un aumento rilevante di valore. La ripartizione dei puledri di:;tin ti tra i vari depositi giova anche ad nn altro scopo: avvicina i prodotti agli ufficiali, rende più facile la scelta e In distribuzione e contribuisce ad ingenerare quella fiducia degli ufficiali pei cavalli d'agevolezza, troppo scossa ora dalla poco promettente offerta del cavallo di truppa. )

* * Istruzione razionale e graduale traendo dagli · istituti attuali Lullo il possibi le, ampliando e modernizzando i progra mmi.


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L'ISTRUZIONE CAVALLERIST!CA IN ITALIA

Materi ale adatto per le nuove esigenze delle nrmi a cavallo per i fini nuovi scientifici ai quali è destinata la cavalleria nell~ guerm moderna : questi gli obbiettivi. L' educazione e la preparazione i n pace presuppone l' una e l'alt.ra cosa, lo sport militare, quesLa leva potente; creatrice di ard1re e d1 colpo d'occhio in campagna, si appoggia assolutamente ad un !llateriale eccell ente. A que.;to sopratullo urge, pertanto, provv·edere.

FRAMMENTI DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE

n L'ETRURIA.

Dott.

-= =- --- ==== /

CA1IILLO ConR ADINJ.

.. Ma il concetto del Ritter, (l ) che nelle forme, nelle qualità e nella disposizione delle terre fossero prepar ate le sorti storiche dei popoli che dovevano abitarle, poneva in luce una sola parte degli studi geografici e l'esagerava. Perchè le terre si consideravano di bel nuovo nei loro rapporti coll'uomo, nell'azione della quale sono capaci sug li individui e sugli organismi sociali, sollevando gli studi geografic i ad una altezza che non avevano mai r aggiunta; ma se ne t rascurava il continuo trasformarsi e lo inverti rsi dell'azione, come dice così bene il prof. Dalla Vedova (21, affermando quella dell'uomo su di esse. Nei P aesi Bassi, su quelle pianure piatte e in molte località di livello inferiore allo zero (3), ove la linea terminale delle acque tende continuamente a spostarsi colle corrosioni del mare e col divagamento dei fiumi, la popolazione sostiene da secoli una lotta gigantesca per la propria esistenza. (1) Sugli studi del Ritter e sulle controversie solleYatesi in Germania,

a. tale proposito rr.

D AT.LA

scienUfico della geografia. -·recenti dottri11e. -

VEnov A : Il concetto popola1·e e il cotzcetto PORENA:

M ARlNRt.t.J:

la Scienza geogt·ajica secon.dc le p iù

Intot·no al concetto ed M /imiti della geo-

grafia. (2) Op cit. MAGANZJN!. Sulle otJet·e idmuliclte dei Paesi !Jdssi. Lo zero si riferisce a ll ' idrometro d' Ams terdam e corr isponde a l medio livello delle maree nell'antica baia deli'Y ad Amst.erdam.

(S) V. lTALO


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FRAMMENTI DI GEOGR AFIA F ISICA E SOCIALE

L e corrosioni ed il conseguente arretrarsi della spiaggia, vi prevalsero fi no al principio· di questo secolo sull',opera conservatrice dell'uomo, raggiungendosi persino in taluni punt , come rimpetto a Petten dal 1611 al 171..2, uno spostamento annuale di 12 metri. E in mezzo a quel lavorio continuo, demolitor e, accadde più volte che il mare irrompesse violentemente nt'lll' interno, conquistando in un giorno di tempesta più. di quanto gli · si era conteso in un secolo e che i fiumi superassero le dighe con gli stessi effetti. Lo Zuyderzée (mare del sud) all'epoca più lontana cui possiamo risalire colle nozioni st oriche del paese, non esisteva ancora. Vi era un lago ed intorno ad esso una distesa di terre torbose e una larga corrente che serviva d'emissario, sboccando nel mare del nord ove trovasi ora lo str etto di Vliestroom. Il mare prorompendo nell'interno per l'apertura pratica ta da quella corrente nell'apparecchio litoraneo, vi si espanse con successive invasioni travolgendo nelle sue onde città e villaggi; e staccando dalla terra ferma quella ghirlanda d'isole o banchi di sabbia (Wadden · che si stende dall'Elder alle foci dell'F.;ms, nana quale ultima località si formava Il'ello· stesso modo, nel 1277, }t golfo di Dol.lart. Più tardi, nel 1421, una inondazione della Mosa creava l'arcipelago paludoso del Biesbosch (bosco di giunchi) con una .nuova ed immensa rovina. / P oi le corrosioni furono arrestate armando le spia.gge con pennelli o teste di .molo, frenando Je dune colla pia11tagione dell'Helm, che prospera nelle sabbie e ne collega la parte super ficiale, ristabilendo colle dighe la continuità. dei .tomboli ove era interrotta. E si passò pr esto alla riconquista delle terr e sommerse coi proscingamen ti e coll' indigamento, che sembra rimontino a l x. \' secolo. Le perdite, per quanto si può storicamente accerta1~e, si calcolano a 581,552 ettari ed il riacquisto saliva nel 1858 a 363,507 e da quell'epoca in poi è continuamente cre:;ciuto, specialmente nel golfo eli Dollart:. e nella parte merid ionale dello Zuyderzée.

F RAMMENTI DI GEOGRAFI A FISICA E SOCIALE

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Tutte le forzo vi sono volte a Cluesta grande lotta e l'idraulica, diventata ingegneria ed architettura naziona.le, le disciplina e vi prende una particolare impronta di gra~­ diosità calma. e sicura, che riflette l'anima di quei popoli, temprati nel pericolo, fidenti in sè stessi . .Ma ove le difese mancassero o fossero soverchiate, le acque ricoprirebbero coll'alta marea la maggior parte della Groninga, della Frisia e dell'Overjessel, metà della provincia eli Utrecbt e dell'Olanda settentrionale, tutta l'Olanda meridionale, la Zelanda e un laro·o tratto del Brabante (1) . Intanto, nell'equilibrio conservato con tanta audacia, l'adattamento sociale assume car atteri propri e rispondenti ai rap· porti fb. l'uomo e la sua terra in quelle special~ c~ndi_zioni: l'agricoltura fiori sce nei pold-e1·s, che sono terrem dtfest colle ·dighe dalle acque continuamente minacciose; le vie di comnnica?.ione sono prevalentemente a.cquee, i porti affoll ati di na.vi , d'Amsterdam, di Rotterdam, di Dordrecht, di Groningen, sono addentrati nella terra · ferma e comunicano col mare per mezzo di canali artificialmente sistemati. L a vi tr1, ma.rinaresca ed il commercio prevalgono ed arTiccll.iscono il paese. La difesa nazionale; sulla traccia d'antichi e g loriosi fatti, si r inforza colle innondazioni preparate e regolate con ingegnosa · previdenza. Colà, però, nei Paesi Bassi, l'opera dell'uomo è portata. ad una altissima nota, fino a manifest arsenè l'esager azione e si allontana perciò dalle condizioni normali, tanto più che vi prende una sola fo rma. L 'adattamento sociale posto in .armonia colle linee generali e colle forme del paese; il modificarsi delle forme e del loro valore; ,l'opera che l'uomo porta in questo processo di trasformazione e l'adattamento istesso che vi si piega insensibilmente, secondo le condizioni polit iche ed economiche e il carattere ed i mezzi della civiltà co4temporanea, sono fenomeni che si producono infatti con maggiore lentezza ed in maniera assai più complessa.

(l ) V. InLO )iAGA.NZJNJ. -

Op. cit..


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FRA~mENTI

Dl GEOGRAFIA FISICA E SOClAI,E

Sono notissime le mutazioni avvenute alle foci del Po per il progressivo avanzare delle spiagge: Spina decaduta e a poco a poco scomparsa, Ravenna ed 1\dria, lontane dal mare che ne ha bagnato le mura e ridotte a scheletro di ciò che furono; Venezi"a costretta a provvedere affannosamente alla conservazione del suo porto, sono fatti che si compiono in un lungo periodo di secoli. Ma l'esempio migliore si trova fra il Tevere e l'Arno. Gli elementi costi tutivi del suolo, le sue qua.lità e le sue forme. appaiono infatti eminentemente varie e i cambiamenti che vi si produssero -nell'attnale periodo geologico furono assai notevoli; là. nel contatto delle più antiche ci viltà italiche e negli avvenimenti successivi, la geografia e la storia armonizzano in un quadro a colori vivaci. Si s.a che vi si trovano tre differenti sistemi di rilievi: il metallifero (l) e l' apenninico, l'uno ·a fianco dell'altro, ed il v ulcanico interposto, quasi a cuneo fra di essi, nel centro e nel mezzogiorno della r egione; e che vi corrispondono due tipi di rilievi assai diversi, appart.enen.do il metallifero e l'apenni~ico ai terreni piegati e l'altro ai tt?rreni d'eruzione. Però sotto questo aspetto essenziale della morfologia, è necessario introdurvi un altro elemento; quello cioè dei sedimenti pliocenici che vi si rinvengono in buona partè lacustri nella maniera in cui trovansi più spesso, di sabbie gialle ed argille, poco o punto pieg<Lte. · I gruppi eli maggiore importan~a del metallifero (2) sono: i monti della Spezia, le Apuane, 11 'monte Pisano, i monti di Campiglia, le isole dell'arcipelago toscano, i monti di. Massa Marittima; la montagnuola senese; 1 monti di Ce-

(l) Il Savi e tutti g;li autori che ne hanno tratt.ato g·eologicamente, parlano di « Catena metallifera ». Occupandocene qui sotto l'aspetto geografico ed orografìco, la denominazione di catena non sarebbe propria. (2) V. LoTTI. -- Considet·azioni sinteticlte sulla o1·ogt·ajia e Sltlla geologia della catena metallijera in .Toscana.

FRI\M)JENTI DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIA LE

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tona, quelli della Maremma grossetana, dell'Uccellina e di Capalbio; l' ArgentfLrO; il Canino e i monti della Tolfa, i quali ultimi ce ne dànno le estreme tracce ·,meridionali. Essi comprendono gli avanzi d'nn antico lembo delle Alpi, che deve avere riempito la depressione mediterranea, nella quale si è poi sprofondato e il Savi, che ne intravide l'unità nei suoi brandelli, precedendo il Suess in questo medesimo concetto orog,enico, li chiamò così dai minerali metallici che vi abbondano. L' Apennino vi fonnà principa.lmente le alte valli del Tevere, dell'Arno e dei loro affluenti; determina insieme colle Apuane la grande sinclimLle del Serchio e ricinge le origini della Magra. I due sis temi, pur avendo comuni i caratteri generali dei terreni piegati, si differenziano in due modi, per la disposizione orografica, e per la costituzione geognost ica. Il metallifero è contraddistinto da una serie di lenti elissoidali, generalmente calcaree, ognuna delle quali costituisce il nodo a' crrpola di una certa estensione· di rilievi dispostivi intorno a gruppo (l) come è specialmente notevole in Val di Nievole, al Campiglia, nel Massetano, nel Canino, nei Pisani e nell'Argentaro. Nelle Apuane il medesimo fatto è scomparso per le maggiori altitndini raggiunte e per le pressioni subìte fino a squarciarsi le masse lenticulari ed a scoprire gli scisti stra· tificati sotto di esse, onde si ebbe la continuità del rilievo, la forma della montagna a catena semplice e compatta, invece di quella a gruppi. L'Apennino, all'opposto, si compone tutto, in questo suo tratto, d'una serie di pieghe addossate le une alle altre, a tronconi di catene sensibilmente parallele. N el met~tllifero prevalgono i terreni dell' epoc&. secondaria; scisti e calcari d'ogni colore e d'ogni maniera, grigio cupo, grigiastro, grigio chiaro, rosso e giallo, marnosi, cavernosi,

(l-) Gruppo corrispondente al massij dei francesi.


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FRAM~IENTI Dl GEOGRAFIA. FISICA E ·SOCIAI,E

dolomitici; minerali metallici a massa come trovans~ essenzialmente nelle isole d'Elba e nel Campigliese, o filoniformi, come nel !llassetano, ove appaiono spesso a lunghe striscia di quarzo biancas&re, sterili, scoperte fra il verde invadente da ogni parte. Nell'Apennino prevalgono quelli dell'epoca terziaria., calcari grossolani ed impuri, macigni ed argille (1). Per questo fatto della diversa loro costituzione, la differenza è dovuta specialmente ai calcari ed alle argille. Nei <lalcari appaiono le balze, per l'ineguaglianza. della resistenza all'erosione da strato a .strato, gli spigoli acuiti, il frantumarsi della roccia in piastrelle disposte a frana nei solchi, il fessuramento della massa che tiene luogo di permeabilità e assorbe le acque che ricompaiono per capricciosi me~mdri in grosse e limpide sorgenti, la sterilità. E sono caratteri più spiccati ove la roccia è antica, pura e compatta come nell'Apuane. N elle argille prevale il fatto della loro impermeab ilità, dell'imbeversi delle acque, rifiuta.ndone l'eccesso e di o-on'· b :fiarsi scorrendo, quasi a modo di colate, quando sono scagli0se, di lubrifrcarsi fino a determinare la lavina collo scivolameuto dei terreni sovrastanti, della sterilità completa. L a diversità si manifesta perciò nelle diverse maniere di circolazione e di scorrimento delle acque; nelle linee più o meno adagiate e spezzate dei pendii; nella maggiore o minore attitudine alla vegetazione e nella natura stessa della vegetazione; nella stabilità àel suolo. Il vulcanico ha la sua massima espressione nella catena tracciata dai monti di Bolsena, del Cimino e di Bracciano. sul fondo d'un'ampia depressione tra l'A pennino e i. gruppi costieri del metallifero e nell' Amiata. Nella catena ritrae la forma dall'allineamento di 3 centri .eruttivi, del Vulsinio, del Cimino e del Sabatino e si dif(l ) V. P. SAvJ e G. MENEGHINJ. - Oonside1·azioni sulla geolog~·a st1·atig?·aficct dell(t Tosca11a, in appendice alla memoria del Marchison sulla struttura geologica delle Alpi, degli A.pennini e dei Carpazi.

FRA~UTENTl

DI GEOGRA.FIA FISICA E SOCIALE

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ferenzìa sotto questo aspetto dalle altre consimili manifestazioni del Veneto e della bassa Italia, ove prevale la forma a gruppo. Per ognuno di quei centri rimangono i residui degli antichi coni, ed intorno ad essi in vasto anello di tufi, di ce· neri, di lapilli, traversati e concatenati da potenti colate di lava, a larghe ondulazioni" sulle quali si innalzano con una differenza di livello che supera di poco i 300 metri nel Vulsinio e nel Sabatino, mentre sopravanza i 700 nel Cimmo. Gli anelli s'incrociano l'uno coll'altro, determinando col loro incontro, le vaste insellature della catena. Quello V nlsinio è cinto ad arco dal nord all'est dal Paglia·, con un vallone selvaggio e presenta in questo suo tratto un contorno a ripidi pendii, spesso terminanti con una linea di v,e tta a balza, prodotti dallo abbassarsi dei materiali meno c ompatti, scoprendo quelli lavici o tufacei, che rimangono ritti; a pareti verticali1 mentre gli altri vi si ammucchiano sotto, a pendenza naturale, con un insieme fantastico. Orvieto sorge su di nn t orrione ·di quel tipo. P oi nella insellatura che separa i monti à.i Bolsena dai Cimini il terreno degrada a dolce pendio, che ha permesso la costruzione della ferrovia di Viterbo senza gravi difficoltà per raggiungere l'alto. E pare quasi una interruzione dei caratteri generali del paese, ma rimpetto ad Attigliano, avvicinandoci al gruppo centrale, ricompariscono le balze terminali, e si ritrova il paesaggio del margine vulsinio. Verso il Tirreno, le forme sono meno rigide, specialmente nella larga vallata del Marta, ove è interrotta la continuità dei gruppi costieri, e il terreno scende a g radino sul pliocene prlòlesistente, e questo a sua volta con un secondo gradino scende sul quaternario, che forma il piano inclinato tra monte e mare e spar isce sotto di esso. Consimili elemenbi mancano nell' Amiata ove non esiste t raccia di scoppi vulcanici e non vi sono nè ceneri, nè lapilli, n è tufi; vi è una grande eu pola di trachite, alta sul mare 1734 metri, che sembra emersa, senza che sialesi op· i05 -

ANNO XL.


1.662

FRAMM ENTI DI GEOGRAFIA FISICA E SOCBLE

posta alcuna r esistenza, come da una larga fenditura, e forma gruppo con altri rilievi di roccie sedimentarie. Tr ovasi quindi una notevole differenza negli effetti delle acque selvagge. Sui fianchi della catena, nei materiali di' sgregati che ne compongono lo zoccolo, hanno inciso un grandissimo n umero di implÙvi che spesso ny interrompono la perco1:ribilità colle pareti ripidissime, !imitandola al piede del pendio, o sull'alto ben addentro, ove fanno capo quei burr oni. Nell' Amiata invece, le acque hanno pochissima azione sulla roccia compatta, e la superficie della montagna è rimasta notevolmente unita. Anche i centri eruttivi della catena si differenziano fra eli loro sotto due forme, molto interessanti. Perchè nei Cimini Porigine dei r ilievi ancora sufficientemente riconoscibile nelle forme di quei monti a cupola ed a cono (l) e l'appa.recchio v ulcanico appare nella cintura del lago di Vico e nella depressione craterica il cui fondo è parziaìmente occupato dalle acque, ciò che non si trova interamente conforme nel Vulsinio, cui s'avvicina il Sabatino. N el V ulsinio, la conca lacustre non è nn antico cratere (2); essa è il risultat'o d'uno sprofondamento del terreno intermedio alle varie bocche d'eruzione; nel quale terreno deb. bono essersi prodotte vaste e profonde cavità per i materiali sottrattivi dall'azione vulcanica e rimaste coperte finchè per le sue condizioni d'equilibrio o per le continuate oscillazioni non cadde inabissandosi il suolo e traendosi dietro parte dei rilievi vt~lcanici circostanti. Questi ultimi, perciò, subirono anch'essi gli effetti di tale fenomeno e ne è rimasta la traccia nelle par eti erte, e tal volta verticali, che vi si osservano e che corrispondono al concetto d'altrettante superfici di rottura.

(l ) V. A. Vrmm . - I vulcani sabatini. (2) V. PoNZr. - La Tuscia t•omana. V. Fucns. - I vt~lcani di terre1iloli.

r

I vulcani

cimi1~ì.

FRA~ll.IENTl DJ GEOGRAFI A FISICA E SOGI ALl'

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Il lago di Bolsena, come quelli di Bracciano, di Albano e di Nemi, appartiene quindi al gener e dei maar, cosi frequenti sull'Eifel. . . . · E il paesaggio è assai diverso . Nel Vulsm10 le antwhe costruzioni vulcaniche circondano largamente il lago, aperto e a panor ami bellissimi, mentre nel Cimino si stendono trav erso alla catena come una barrier a, su di una linea tortuosa, selvose e disabitate e il lago è ristretto laggiu in fondo, poco accessibile ad emissario artificiale. Il pliocene t rQvasi a chiazze sul Serchio, in Mugello, e sulla destra dell'Arno tra. Vinci e Fucecchio e nelle Cerbaie; penetra fra i monti livomesi e quelli di Castellina marittima, li contorna a settentrione e si espande largamente ad est fin sulla destra del P esa ; in quest'ultimo tratto copre, tra l'Era e l' Elsa, il Volterrano e passa a sud-est nella Valle della Cecina e dell'Om.br one tra Pomar ance, Chiusdino, Monticano e la Montagnola sienese ; si estende tra Siena ed Orvieto su di una striscia leggermente falcata, che ·occupa tutto l'alto bacino dell'Ombrone e Val d i Chiana, dove si nasconde in parte sotto meno antichi sedimenti, e giunge sul :Paglia. Compare sul medio Ombrone ; forma il fondo del Valdarno superiore ; si most.r a sotto i tufi e le lave della catena vulcanica e incorno ad essa . Spesso, quando è d'origine lacustre, si prese~~ su div~~i piani disposti a gradinata e che at~;estano der ddferent1 hv elli · cui sostarono le acque nelle qnali si è deposto, come in Garfagnana, nel Barga e nel Valdarno superior~. ~~ acque trovano allora il proprio colletto~e ~elle p~rt1 pm basse ove si affondano t errazzandolo nella s1stemazrone dell'alveo, mentre quelle selvaggie e le minori correnti incidono le pareti fra gradino e gradino, o vi scavano burroni che li traversano tutti, a pareti frananti e ripidissime. Nei piani più. estesi, piu uniti, e che poco s ~ ~iscostano dall'orizzontalità, si trovano invece due forme t1pwhe, l'una d'avviamento all'altra . P rima sul cammino delle maggiori correnti si produce una larga e profonda abrasione, le cui paret i sono a loro


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l?&AMHBNTI DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIA LE

volta attaccate ed incise normalmente alla loro direzione generale, origiuandovisi due terrazzi nettamente definiti, frastagliati, quasi come un pizzo, come una frangia, dai borri che vi p enetrano variamente per r etrograclazione, protendendo la propria testata in quelle masse di materiali caotici. Poi l'erosione attacca a loro volta anche le pareti dei borri, e la massa si scinde a dadi, i cui pendii laterali si raddolciscono progressivamente. rimpicciolendosene il culmine, e trasformandosi le lande primitive in un viluppo di colline terminanti tutte superiorment e in uno st~sso piano, come sulla sinistra dell'Arno, nel Valdarno inferiore (l). R imangono caratteri comuni le pratic~~bilità. grandissime sull'alto, ove l'unico ostacolo è costituito dalle incisioni ora dette; le super ficie aride in ragione del suolo eminentemente idrovoro, scoperte e sterili ove non è possibile irrigarle e fe11tilissiine ove pùb farsi; acque sorgive, povere ed intermittenti, che gemono sulla linea di contatto fra sabbie gialle ed argille, orizzonti azzurrognoli, tristi, deserti ove sono scomparse le sabbie, come nel Volterrano. Il legame orografico in tutto codesto insieme trovasi nella direzione dei rilievi: questa, con un concetto assai bene formulato dal L otti (2), u bbidisce infatti a.d una legge generale, indipendente dalla natura dei terreni, dall'epoca della loro formazione e del piegamento, deviando gradatamente a ·ventaglio, da quella meridiana, o poco meno, che si ritrova nei capo saldi (3) granitici della Corsica e della Sardegna., fino a quella classica dell'Apennino, volta da N . O. a S. E. Così nell' Isola d'Elba quei tre gruppi d' altn~e che la formano e le due profonde insenature intermedie1 tenni(l) V. P . SAVI - Dci movimenti avvenuti dopo la disposizione del tci'9'C?UJ pliocem·co 11cl suolo della Toscana. (2) Op. cit. (3) Trad uco col vocabolo « caposaldo » l' H01·st del SUESS: V. Aspetto

della tena.

r

FRAMMEr\TI DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIAJ,E

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nanti l'una coi golfi di Portoferraio e di Stella e l' ~tra con .quelli di Pracqhio e di Campo, sono esse pure onentate secondo il meridiano (1). Poco o punto se ne discostano i monti di Campiglia, mentre invece spostandosi ad oriente, i . gruppi di. Ga_vorrano e di Serrabattini piegano già nel senso della d trez10ne apenninica, che si raggiunge nella ~onta~nola Si~nese,. nell' Argentario, nei monti dell' Uccellma, dt Capalbto, eh Canino e della. Tolfa. L a sinclinale sul cui fo ndo è sorta .la catena vulcanica è volta da N. O. a S. E. e così pure la depressione dell'Orcia ,. Paglia, fra l' Amiata ed i monti di Cetona. I depositi pliocenici vi si adattano per la direzione delle depressioni sul cui fondo si sono fo rmati. Parrebbe quindi, per il principio della direzione il quale t raccia la massima praticabiliti.t parallelamente al litorale, che in questa regione dovrebbe trovarsi tiel confronto col~e altre parti della penisola, maggiori difficoltà al~e. ~o~~m~ cazionÌ fra il litor ale e r interno, addossandOVISi l nhev1 d~l metallifero a quelli dell'A pennino e moltiplicandosi le linee d' ostacolo,· ~ome accade, per esempio, sull'Adriatico rispetto alle Dinariche. Ed è così. nel tnttto corrispondente alle Apuane, ove la forma a catena, alta, compatta, ergentesi, quasi senza transazione d'alture intermedie, dal livello del mare alle maggiori altezze, vi mette una barriera poco · meno che insormontabile. Ma, nelle altre parti, l'ostacolo è diminuito dalla forma a gruppo, che permette d i circolare facilmente nella mo~­ tacrna ·, dai sedimenti plioc~nici che hanno a ttenuato le dlfo ferenze di livello, uguagliando e rendendo agevole il cammi·no sul fondo delle valli e più. facile il passaggio dall'una ail'altr~; dalla moltiplicit,-'1, d~lle valli trasversali e da quelle specialmente della Magra, dell'Arno e de:ll' Ombrone grossetano.

(1) .

Y. LOTTJ -

Descrizione geologica dell'Isola d'Elba.


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F RAMMENTI DI GEOGRAò'IA FISICA E SOCIALE

L a profonda depressione della Magra apre una via dir etta dal mare ai colli della Cisa e del Cerreto e alle Valli della Vara e del Serchio. I ndi, in questo punto, tra i monti della S pezia e le Apuane, uno smembramento della montagna, che ne avvicina al litorale le parti più interne ed alpec;tr i, schiude il cammino a quelle più riposte e tutte le collega, insieme con una rete d i comunicazioni naturali, che non hanno variato sensibilmente in epoca storica. Le condizioni e le funzioni della Valle dell'Arno considerate nel tempo, presentano im·ece i caratteri eli una rapida trasformazione. L'e acqn~ hanno t rovato g~·andiosi recipienti fra le pieghe dell Apennmo e poche altre valli mostrano, come cotesta, un passato/ così schiettarnen~e lacustre. Se ne vedono le tracce nel piano d'Arezzo e in Val di Chiana, ove le acque del. c~tsenti~o ebbero certamente cor.so in epoca quatern~na (1), . nel Valdarno superiore, in Mugello, nei piani dt Firenze e di P istoia e vi s i ritrovano per tutto i medesimi fatt i e le medesime conseguenze. La continuata sedimentazione delle torbe rialzava a poco a poco il fond<r delle depressioni, mentre la corrente approfondiva l'emissario aumentandone progressivamente la portata ed abbassava in tal modo il livello delle acque. Così quando le torbe e l'emissario si trovarono pari, il fondo emerse, delineandovisi lentamente un alveo traverso ad un periodo di formazioni acq uitrinose; poi di mano in mano, che si verificava e cresceva il dislivello, la corrente vi si approfond iva terrazzandole e si compieva il prosciugamento di quei nuovi piani. Tra quel d'Arezzo e quel di Val di Chiana l!i. comunicazione si stabili per la goletta tra Chiani e- Capo di Monte e quando posteriori movimenti tronc~rouo quella del Casentino, le acque continuarono, scemate, a correre ancora nello stesso senso, oppòsto all'attuale.

(l ) V. RISTORI. -

Note geologiclle sul Valdat·no supei'io1·e, ecc.

F RA)IMENTI DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIALii:

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Tra il Valdarno superiore, il Mugello e i piani antistanti di Firenze e di Pistoia, le comunicazion i si stabilirono per le strette dell'Incisa e di Rllfìna (l ); lo sbocco ad ovest, a cascata od a rapida, per la Gonfolina. L a deltazione deve essere stata attivissima; così di mano in mano che avanzava la foce ad occidente, si sopraelevava il lotto, a spalto, chiudendo lo sbocco alle d ue depressioni di Bientina e di F ucecchio e raccoglieva il Serchio ove più tardi è sorta Pisa. E mentre il piano di F irenze si avviava lentamente all'emersione, le acque ristagnavano fra il Monte ·Pisano e )fonte A lbano, come era accaduto con identico processo nella valle pa.da.na, specialmente sulla destra. tra il fiume e l ' Apennino (2). A.l quale ultimo riguardo, delle paludi fi:a Monte P isano e M~nte Alban~, ~ ut~le ricordare la scoper ta fattasi nel 1892, 111 quelle d1 B1entm~ uollo ~p­ profondire uno dei fossati che l'attraversano ora, m segtnto ai lavori el i bonific::tzione eseguitivi, d'una tomba otrllsca, in un punto che si credcv~t fosse stato da tempo immemorabile sommerso (3). Ciò che si spiega facilmente, poichè l'Arno deve essersi trovato per un lungo periodo eli tempo ad un .livello in~ feriore al Bient inese e questo essere stato as01utto ; p01, a grado a grado che si prolungava il· suo corso colmando l'insenatura pisaua, diminuivano insieme con la pendenza, la velocità e l'energia della corrente e il deposito delle torbe diventava sempre maggiore fino a fare arginE" alle acque, incapaci di conservarsi, per virtù propria, aperto il cammino traverso ad esso. Quelle acque debbono quindi essE~rvisi appoggiate contro, prima in prossimità dell'alveo e poi d i mano in mano che l'ostacolo aumen ta'va, crescendo d i altezza ed

(l) V. CocCHI - L ' uomo fo.~sile 1~ell'Italia centt·ale. V. S,\VJ. Op. c\t. - v. R ISTORI. - Op. cit. (2} V. LAMBAI<DINI iJ1 quasi tutti i suoi scritti. (S) v. GHER ARDO GH JRARDINI: Di una tomba etr·usca e di un sepolct·eto ligut·e scoperti .nella pt·ovincia dt Lucca.

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FRA~llUENTI

FRA~IME.NTI.

DI GEOGRAFIA. FISICA • E SOCIALE

avanzandosi a spalto, in contropendenza, verso il nord, debbono essersi necessariamente spostate in quella medesima direzione. La tom?a e~n~sca scoperta nel 1892, e giudicata. dal professor Glurardm1 del v secolo a. C., dimostrerebbe che a quell'epoca si era ancora lontani dallo sviluppo che il fatto ha acquistato col tempo. L e m utazioni avvenute nel Valdarno inf~riore, sarebbe~·o assai più vicine a noi di quello che non s1 credesse, o s1 spiegherebbe in tal modo il tardo aumento delle acque nelle bassure di Fucecchio, rimaste lungamente appena acquitrinose. La valle dell'Ombrone, estende la sua testata dai monti del Chianti al Monte di Cetona, largamente aperto al nordest verso V al di Chiana., fra Rapolano · e Montepulciano. Nel quale ultimo tratto, il prolungamento delrostacolo dei monti ciel Chianti, nella direzione apenninica, è formata dalle a~ture ~'epoca più antica che emergono sul pliocene, a linea d1scontmua, elevandosi poi, tra Montepulciano· e S . Casciano, a considerevole altezza nel monte di Cetona. Negli inter valli, rimane la continuità del plioceue e la praticabilità iHtera depa sua superficie. Quanto ai rapporti col Valdarno superiore, essi provengono dalla contìnuitib delle d ue valli dell'Ambra e dell'O m. brone, o pm precisamen te d'un piccolo affluente al colle di Biricoccolo. ' · Non sembra improbabile che le acque lacustri del Valdarno superiore volgessero al mare da questa parte: in tal caso il colle di Biricoccolo ne sarebbe stato l'emiss~rio e la depressione sarebbesi formata erosivamente nella maniera istessa che si è già tracciata, inn~lzaldosi il fondo lacustre ed abbass'and·osi sempre più la soglik~ dell'amintore sino a trovarsi in uno stesso piano. A sud-est, la depressione tra i monti dell'Amiata e i monti di Cetona apre un'ottima via alla catena vulcanica, collegandola a qt1el fascio di comunicazioni naturali che esiste tra il Tevere e il Paglia, l'altipiano, Vulsinio e la costa fra le foci dell'Albegna e del Fiora.

DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE

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Considerata anch'essa nel tempo, rimontando cioè, nelle sue vicende come si è fatto per quella dell'Arno, si trova assai meno avanzata la deltazione dell'Ombrone, forse con una legge comune a tutte queste nqstre correnti lit~ranee. La m·aggiore o minore attività. dì quel processo dtpende infatti dalla quantità delle torbe trasportate, e questa è funzione della e~ergia della corrente e della resistenza dei terr eni sui quali si esercita. Di questi due fattori quell o dell'energia varia col volume e colla velocità delle acq~e, com~ in 0 o-ni altra località.; ma quello della resistenza de1 terrem, qui, in mezzo a rocce compatte, che poco si di~erenzian~ sotto questo aspetto, e che sono ripartite nelle d tverse valh in proporzioni sufficientemente uniformi, d.ipe~de tut~o .dalla estensione dei depositi pliocenici, compostt dt mt..tenah leggieri, incoerenti, eli gran lunga più facili alla distruzione. N è può essere rimasta sempre la stessa; le aree c~perte dal pliocene sì restringono per effetto della denudaz.wne e le correnti protraendo indietro la testata, erodendo, depositando sistemano la propria curva eli discesa ( l), che tende, ec.tro certi limiti, a raddolcirsi. D eve qu indi esservi stato periodo d·atti vità molto maggiore di quella odierna ed una sua progressiva. limitazione. . . :Massima intanto l' attività delr Arno, ove 1 due fat ton hanno un valore incomparabilmente maggiore, così che la sua foce s'era già protratt:'\ ad occidenlie di Pisa., quando la pianura grossetana era ancora in gran ~arte sommersa e tutte le altre del littorale maremmano s1 trovavano nelle medesime condizioni. La costa era quindi assai differente da quello che ora ci appare, e ciò per la maggiore ristrettezza delle s?iagge, che ne aumentava la pendenza in confronto con l'od1erna, e per il frastagliamento del littorale, che penet~ava fra i .. mont~. L'importanza del continuo protenders1 delle sp1agge e posta in luce da.l conte Vittorio Fossombroni nella sua mel

(l )

rr.

PmLti>so~. -

Cont1'ibuto alla teo1·ia dell'e1·osione.


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FRM!llENTJ DI GEOGRA FJA FISI,CA E SOCIALE

moria sulle paludi Pontine ed in ~n sno. celebre Discorso sopra la maremm,a presentato il lO agosto 1828 a S. A. R. il Granduca eli Toscana. L e correnti scemano di velocità nell'incontrarsi col mare e depositano le torbe, protraendo il ~ido : indi un progressivo allungamento_ dell'alveo e il faclle traboccare delle acque, allagando le campagne, i ristagni o gli impaludamenti. Riguardo alle forme, \'i si aggiunge una naturale tendenza della linea di spiaggia a modificarsi, trasformando i frastagliamenti in molli ondulazioni, sempre meno accentuate, e riducendosi impor tuosa, difficile per la crescente estensione dei bassi fondi. Il mare, accumulando i detriti del fondo che corrode 1 i materiali che riduce in sabbie ed arene col mo,·imento de 1lo onde, le melme apportategli dai fiumi e dai torrenti vi . l ' mna za un argine, un cordone, t-in apparecchio litoraneo, ~ome lo ha chiamalo il Boaumont, che separa più o meno perfettam ente le sue acq uo da quelle costrette a spagliarvi a ridosso, o separa add irittura g randi tratti d i bassi fondi o ve !'_a ndamento del lido lo consente per le sue sporgenze, ~ome a Castiglione dell-a Pescaia, e la spiaggia si muta in paludi e lagune. I_,a costa occidentale d'Italia dal C. Corvo alla P . di Licosa, ne è infestata in tutte le sue basse marine. La pianura pisana, molto più r istretta d'oggi, dovette trovarsi ~n migliori condizioni per lo scolo delle acque. Accosto a L1vorno, aveva una vasta insenatura, aprentesi ove corre ora il fosso dei N a vicelli, fra la foce del Calambrone e ~a città e addentrantesi profondament~ nelle terre, fin presso 1l ponte sull'Ugione (l) e f u il porto famoso di Pisa. Più a sud, la rada di Vada s'interuava di più nella pianura d~lla Cecina, il golfo. di Baratto era più ampio e più profondo; la pianura d i Piombino alle foci della Cornia e il palude di Scarlino a quelle della P ecora, erano o tutti

(l ) V. T AnG JONI e Tozzr,:rn. -

Relazioni d'alcuni viagg·i in Toscana.

FRAMMENTI DI GEOGRAFIA . F ISICA E SOCIALE

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0 in parte occupati dal ~are, inflettendovisi di molto il lido; e il mare s'insinuava fra le colline della maremma grossetan.1, giungendovi · molto innanzi al nord, con un vasto e profondo seno . . . D ella d i versa p iegatura del lido alle foct della Corma e della Pecora, ci è r imasta una autorevole testimonianza nell' Ilinerarium di Claudio R utih o N umaziano, che lo percorse nel viaggio da lui compiuto navigando terra terra, sul 420 dell' era cristiana. E~Yli asserisce infatti che da quelle due località vedeva P op: lonia, ciò che sarebbe stato impossibile se la costa si fosse trova.ta nelle condiJ~;ioni d'oggi. Quanto alle trasformazioni subite dal grossetano; . esse furono poste in luce dal conte Vittorio Fossombrom .ne~ discorso citato or ora., ravvicinando t<.Lltlue rappresentazwm di quel territorio ad epoche lontane l' uno d~ll' altra,_ ed il Pilla riportandole nel suo trtLtta\;o di geolog1a, ha p01 contribt~ito a gen.eralizzai·ne la conoscenza. La più antica di tali rappresentazioni si trova nella tavola P entino·eriana, che risale rd nr secolo dell'Era volgare, ma. che è c:X.tamente un lavoro cartografico, riass.untivo di itinerari assai più. antichi: in quella carta: quas.t ~n~ta a tratti rio-idi, il baolfo di Grosseto è uno det poch1ssum ove o . . compaia la curva nel littorale portato a . nord,. a~sa1 presso alla via .A..urelia, fra l'attuale posizione d t Cast1ghone della P escaia e il sito ove è Grosseto. Vengono poi, in ordine di data. le illns~razi~ni d.i due codici della geografia di T olomeo. ll più anttco d1 esst, che trovasi a Firenze n ella biblioteca Laurenziana, r isale all400 e mostra la laguna della tavola Pentingeriana divisa .in 2 seni e 1'0mbrone che sbocca in quello meridionale; l'altro, appartenente alla l\iagliabeccana, risale al ~50~ e contiene i canO"iamenti avvenuti nel secolo interposto; 1l seno meo . l . ridionale è colmato e la posizione d i Grosseto, nspetto a lido è più arr etrata d'assai. . Una carta dipinta nel 1573 n ella camera della sopramtendenza comnuitativa di Siena, indica il progresso dello interrimento ; il seno settentrionale serrato dal protendersi


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FRAMlii.EN1'l DI GEOGRAFIA ' FISICA E SOCIALE

del lido, sempre colla melma dell'Ombrone, è divenuto il lago di Castiglione, comu-nicante ancora col mare. V'è infine l'attuale stato di cose, in cui s'è chiusa la co· municazione fra il lago ed il mare, ed è rimasto lo stagno il padule. ' Lo stesso Humboldt, considerando quella successiva invasione delle torbe, definiva l'esposizione fattane dal Fossombroni come una st•ecie d'anatomia del litorale maremmano · seuonchè si è constatato l'esistenza delle rovine d'un pont~ r~mano sull'Ombrone alla 'forre della Trappola e d'una v_1a della stessa epoca sul tombolo, verso Castiglione, che ndurrebbero le modificazioni a valle del ponte ora detto, nella sola bocca d'Ombrone e perciò senza alcuna importanza storica. D'altra parte sembra accertato che Iiutilio abbia passato una notte su quel tombolo, durante il suo viaggio, e Yal"rebbe a confermarne l'esistenza fin dal v secolo dell'E. V. Ma ciò non toglie la verità del fatto e la constatazione di antiche costruzioni, che troveremmo anche alla bocca dell'Albeg~a, n~n ... può scuotere l'unico fondamento geogzo.afi.c~ c.h~ Si. abb.ta d' uno fra i pit\ splendidi periodi della Civtlta 1tallca. Significa invece che può essersi errato nei particolari e che bisogna seguire diversa traccia : non altro. Intan~o l'esistenza di un vasto specchio d'acqu~, sotto il n~me d1 l_ago Prile, ove oggi trovansi i paduli di Casti. ghone e d1 Raspolino, è storicamente accertata ed ammessa s~nza contrasto alcuno. Mancano invece i dati per istabi· hr~e le gron~e, molto innanzi nel tempo, e qui ci è neccss~no anato~lllzzare a nostra volta quel processo ·di Iimitazwne, per 11_ quale si ridusse alle odierne proporzioni. Una tra~c1a ~otevole ci è data dalla configurazione del suolo e dat suo t caratteri geologici. Sembra infatti esservi nella pianura una differenza essen ziale fra la parte a mon'te del confluente della Bruna colla F ossa e quella a valle. A monte, "le acque. dell'Asina, della Bandinella del Bai d el R tgocch.10, dei rigagnoli inter medi, divergono ' J' 1\mo

FRA31MENTI Dl GEOGRAFIA "FISICA E SOCIALE

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dall'altro a ventaglio e le quote (l) pongono in evidenza una parte centrale più elevata di quelle laterali: una formazione conoidica e perciò certamente snbaerea. A valle invece, si trova la pianura piatta, lima~ciosa, classicamente maremmana, che mostra lo stratifì.carst d~ll~ torbe in acque t ranquille. Parrebbe perciò che _non s1aS1 lungi dal vero cercando la. posizione più settentnonale del lido, in questi nostri tempi geologici, nel contatto fr~ quelle due forme; ed è tanto più probabile in q~ant~ che, m quel medesimo tratto, si passa dal quaternario antteo al quaternario recente (2). . 'rutto il resto della pianura appartiene al qu~terna:·w recente ed è opera dell'int.errimento dei ton·entt che 1mmettevano in quelle antiche acque. Questi vi iufiuivano su di una linea curva, tracciata dallo sbocco in piano del Sovata della Bruna, . della Fossa,, del Rio della Fonte e del· l'OU:.brone e dovevano colla loro deltazione restringerne progressivamente la superficie, avanz~ndo il lido in proporzione della quantità di torbe che v1 conducevano: nulla minima a sud del Sovata; considerevole tra lo sbocco 0 del Sovata e quello della Fossa, sensibile specialmente per il franare delle terre sui ripidi pendii, tra Fossa ed Om· brone ;. massima ed incomparabilmente maggiore allo sbocco dell'O mbrone. Così le acque devono essersi progressivamente addossate alle alture di P." P iano, di Buriano e di Vetulonia, mentre la deltazione dell'Ombrone e le sue torbe, rigettate dal. moto ondoso del mare, le rinserravano con più rapido processo ad occidente. . . Ed anche qui si trova uno de' fatti più generalt e d1 maLYgiore importanza a constatarsi nella varietà delle f01:me del'"suolo, ed è la diversa intensità d'azione d'una medes1ma forza sulle varie parti d'una stessa località..

(l) V. Carta d'Italia l : 100,000. (2) v. Carla geolog iet~ d'Italia 1 : 1,000, 000.


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FRAMMENTI DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE

Ora ~i pone mente alla r apidità colla quale venne trasforn:andosr q~1ello specchio d"acqua, dal lago di Prile di cui ~~ ~aria _CICero~.e,_ e che compare fra le stazioni navali dell ~t1~era~ro ma~ltttmo che fa segL1ito all'itinerario delle proVInCie d ~r~tomno Augus~o, ai paduli che da più secoli infestano lana çlel Grossetano, non rimane dubbio della t · · sua e~ enswne _e dell~ sua navigabilità. tra le opposte colline d t Vetulon~a e d t. Roselltil, rimontando nella storia per un tem})O assa1 maggwre e tenendo conto delle dimensioni che aveva allora il naviglio. La ra~a tra _1~ punta di Talamona e il promontorio di Ansedo~1a.,__og~I mterrita dall'Albegna (1), era più profonda ed assa1 pm swura e alla sua estremità meridionale la to-

pog~·afì.~ del territorio d'Orbetello. doveva essere anch'essa assat d1versa da quella attuale. Certo a chi guardi da.lPalto' dell'Argentario 0 dalle mura della <~ dcsolat~ Cosa » quei due istmi e qnella lino-ua di terra. 1~ter_med1a,. si~metrici, circondati dalle acq:e crescenti d1 grorno 1n gwrno colla continuata invasione delle ar~ne ~ l'avanzar~si, delle gronde orientali dello stagno, la ~~:ma rdea _che s1 affa~ia alla. mente è d'un antico canale, 1110 0mbro d1 secche e d1 scogh, contro i quali si addossarono le arene del m~re e _le melme dell' Albegna; spinte dal vento e dalle corrent1 marme, collegandoli insieme su quelle tre lineé. , L'Argentario sar~bbe stato allora un'isola e avrebbe su·blto la sorte del C1rceo, che i Greci d'Omero videro 'cirCO?~dato da infinito mare e Teofrasto, citato da Plinio descrr v ova tale (2). ' L'Albegna avrebbe compiuto le medesime funzioni dell'Ombrone: solo, essendo il suo bacino di · gran lunga mi-

(~).V. B A?CAR!Nr. - Sul compz·mento delle opet·e dt bonificazione c sttlta defimtwa szstemazz'one delle acque 11elta ma1·emma toscana. . (2) V. FossoMBRO.KI. - Saggio sulla borli.flcazione delle paludi pontme. -

PJLLA. -

T1·attato di geologia.

FRMD!ENTI Dl GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE

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nore di quello dell'Ombrone, e il suolo, pe~ la sua costituzione geognostica, assai più resistente, la sua opera sarebbe stata anche assai più limitata (1). Però pur rimanendo evidente il fatto 'rispetto all' inoltrarsi del lid o nella raqa, quantunque in 'proporzioni molto limitate, sembra che la ricostruzione delle antiche condizioni eli q uei paraggi sia meno facile che non parve al Baccarini (2) . . Il Brocchi nelle sue « lettere sul monte Argentano » pubblicate nel 1818 nella Biblioteca italiana, ~ostr.a di no1~ credere ad una antica interruzione dei tomboh ed 1l Cocch1 ha riconosciuto la lor o contfnuità, dovuta al calcare ca-vernoso che ne forma la base (3) la quale ultima circostanza non toglie possibili soluzioni di continuità nella pa~:te. infra mare. Ma quanto al tombolo della Gianella basta nsalrre al~uanto n ella deltazione dell' Albegna, perchè l'interruzione d1 venga evidente, anche rimanendo ad ovest dell' Am·elia nuova e senza risalire ad epoca anteriore alla sua costruzione, che fu nel VII secolo ai Roma.

(1) u ba!!ino dell'Ombrone è di 420,000 ettari; quello dell' Albegna è di 66 99'i. - (V. BACCARIKI, Op. Ci t.). (2) 'n Baccarini (op. cit.ì asserisce .che neil'.lti9Urari1~m già ~iu\to trova si la prova dell'isolamento dell' A1·gent;ario, ma esamJOando 11 testo,, le sue deduzioni non sembrano sicure. Vi si legge infatti: « Vix circumcc vehimur s 1)arsae dispendia ru pis.. » ed il ci1·cumvehi11tu1· significa soltanto andare attorno, costeggiare in questo caso, e risponde al concetto dell'autore che pochi versi prima, scriveva: « Tendit1w in modias mons « Argentarius undas » cioè sì pt·ot ettde che è proprio del promontorio. L'indizio che vi si potrebbe riconoscere, risulta dal paragono che l'autor~ istituisce fra l'Argentario e l'Istmo Efìreio {di Corinto) del quale egli scri ve che taglia le acque ionìe con 1m lido llimarino. Se l'Argentario si presentava a rtuei tempi in circostanze analog~e avrebbe dovuto anch'esso, avere il lido bima1·ino e si spiegher:~bbe meglw il ci1·cumve!Limu1· colle comunicazioni tra mare e stagno, interrot~e traverso ad un solo dei due tomboli: ma è una debole traccia. (S) v. CoccHI. - Note geologiche sopra Cosa Ot·òetclio e Monte A.1·gentat·io nella prnvi1~cia di (}1-osseto.


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l'RAhBIENTI DI GEOGRAFIA FISICA E SOC IALE

FRA?IBIENTI D~ GEOGRAFIA FISiçA E SOCIAT,E

Ed appare 't anto pil\ razionale in quanto che negli scavi fattisi in questi ultimi anni d'un nuovo taglio, tra mare e stagno no:r{ si trovò roccia compaùa di sorta alcuna. Del resto anche prima, quando si alimentava lo stagno, col ca~ale di Fibbia, vi penetravano lEI sole acque dell'Albegna od erano miste a quelle del mare, a seconda dell'altezza della marea; ciò che mostra q~asi un r esiduo degli antichi rapporti. Per il tombolo della Feniglia, invece, nei la:vori tuttora in corso per l'escavazione di un canale sotto il promontorio di Ansedonia, si è trovato il calcare cavernoso per un quarto circa della sua larghezza, escludendosi con questo l'inierruzioue presso il lido. Di più, il Cocchi (l) ebbe a.gio di ricouoscere lungo lo stesso tombolo le tracce d'una antichissima strada che congiungeva Cosa a Porto Ercole ed anch~ questo è indizio di continuità orografì.ca, assai lontana nel tempo. D'altra parte, come si spiegherebbe la cost.ruzior1e d'Orbetello e le sue difese in mezzo ad uno stagno, ove avrebbe ba· stato un villaggio di pescatori? Anche l'altezza delle acque ha variato d'assai, diminuendo progressivament.e, in parte per le torbe dei piccoli torrenti che vi immettono e in parte, forse maggiore, per la meravigliosa quantità di avanzi organici, di piante, di molluschi e di crostacei che vi si depositano. La rada, più profonda d'oggi, terminava adunque, a settentrione in un seno aperto fra Talamone e T ala.moneccio, e a mezzogiorno in un vastissimo porto naturale, ove le acque dovettero essere sempre tranquille. Poi, subito dopo il promontorio a'Ansedonia, si stendeva, al sud, fino al Tevere, la spiaggia più ristretta e meglio d'ora adattata all'ancoraggio per la maggiore altezza.delle acque. La costa è ricca per la fertilità del suolo, che è grandissima, e per le sue miniere delle quali, erano specialmente famose quelle di rame nel Volterrano, d'argento a Populonia e nel-

l'Argentario, di ferro e di stagno nel Campigliese; d'argento, di rame e di piombo nei territori di Montieri e di Massa Marittima, cui debbonsi aggiungere quelle difet-ro dell'Elba che per la sua vicinanza. fa sistema con essa (l). . E il paesaggio doveva essere splendido, come appare a eh: ·muti col pensiero quelle macchie selvagge, le marucche e gh sterpeti che coprono oggi le pendici maremmane, iu una fiorE\nte vegetazione d'tllivi e d'alberi fruttiferi d'ogni maniera, .che si ritrovano ancora rinselvatichiti ~ porti la nota gaia -sul lido, sui piani e su pei declivi, ricostrueudovi i porti in.terrati, rialzandovi le case campestri, i villaggi, le città gia-centi al suolo a mucchi eli rovine.

(11 V. TARGIOl\I-TozzETTI.- R elazioni di viaggi it~ Toscana. . LOTTI. Desct·izio1te geolog'ica mine1·at·ict de'dinto1·ni di 1lfassa llfant-

..tima. F ABBRI. -

EelaZiOtle sulle miniet·e dell' isola d' Blba.

(Continua)

O. BoRzrxo colollneUo.

(l) Op. cit. -;\ote geologiche, ecc ·t06 -

ANNO liL .


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Il

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Moltke dello Z ANELLI. - L'influm za dell'uomo nella storia...- Il' « Nopoléon ùwonnn del MAssox. - Ln fm·rnrtzione '1:ntellett1.wle di un_q1·and'1wmo. - D·i n·uovo «Le qualità special-i di lVapoleone» . Un 11umtwle di stot·ia ed tut di topogmfìa. - ScriUi italiani sor.wa pe1'iodici (1·ances i. - Un episodio della storict militare piemontese. La liberazione di Roma del .J870. >>

n en giunto ci aniva il Jltoltke del colonnello ZANI\f.tt , or ora pubLii-· cato da lla tipografia Voghera. Dopo i ritratti del principe Federico Carlo di Pnissia, del Chan7.y, dello Skobclelr e l'al tro meno recente del Montecuccoli e dopo lo studio sulla giovioeaa di Napoleone, attendevamo con irnp a1.i enz:~ questo libl'o risultato di lunga preparazione e, di remo meglio, di un lungo dialogo coll'uomo che nel mondo militare chiude il secolo iniziato da Nàpolcone. Coll'indirizzo che oggi predomina, la critica studia l'uomo nelle sue· dimensioni anatomiehe, nel suo temperamento fisiologico, nella patologia dei suoi ascendenti, negli urti esterni e si di mentica di sent.ime pulsarf! il cuore o di misurare l'efficacia della sua volontà: con quell' indirizzo l' uomo esce rimpicciolito, scolorato ed inesplicabile. Lo Z:melli si solleva aud:lCcmcntc contro questa tendem:a: chi fa la storia è l'uomo, e la fa come indi1•iduo che in parte subisce ed in parte padro neg~ia gl'in!l ussi " della ereditn, del temperMnento e dell'ambiente. I fenomeni storici sono prodotti da un duplice ordine di energie; le une estrinseche all'uomo, • le altre in trinseche alln sua natura: certo egli non può sottrarsi, in tutto c e sempre, agl'inllussi dell'ambiente; ma nella produzione del fenomen? « storico egli reca pure qualche cosa di suo, di esclusivamente suo, in « quanto deriva dalle più recondite energie dell'animo: e quanto mag• giorc è qu~t:~ forza propria r.he egli adopera nella produzione del fe<< nomeno stOI'Ì<.:o altrettanto cresce la grandezza sua davanti alla st,oria: « la causa prima d0lla grandezza delì'uomo è nell'uomo stesso. » Chi lta scritto queste parole ba traversata la vita al contatto d'uomini l'iv i c rea li, Q

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si è esercitato nel comandarli e nell'educarli ed ha cercato nella storia il segreto per comandarli ed educarli. Leggendole, rinasce la fede nelle proprie forze, e inadia il cuore un'onda di quell' ottimismo che le dottrine .odierne fatnliste v~ nno soffocando. Intanto lo studio dello Zane Ili ne ricava un' impronta originale, che lo stile, c;correvole quanto elegfinte ed elevato, metto in rilievo. Dal punto di vista, sotto il quale è contemplata la figura storica del .Mo ltk ~, essn si completa. Nel gran tacitu rno, il q unle sui campi di battaglia pare l'interprete del fato, e sotto il cui impulsQ l'azione corre rapida, dritta.allo scioglimento come la forma la finale di una proposizione matematica, scorgesi l'uomo, e quest'uomo è assai compless~, come deve es serlo quegli che lasciò di sè tanta orma nella storia. E poet.a e pittore, ama le grandi manifestazioni della natura e dell'ingegno umano, 111a, secondo glielo impone il sentimento proprio alla stirpe cui appaniene, più quelle che queste; pieno di affetto per la madre, pieno di delicati pensieri per la moglie. \'el percorrere la Turchia europea cd asiatica, l'Italia, la Spugna, la Russiu e la Francia , raccoglie notizie di storia, di geografia, di elnologia, di archeologia, c le abbellisci~ col soffio dell'arte: lo stile dei suoi ricordi é- « vivo e ricco di slancio poetico quando 1:~ natu ra del soggetto « lo richiede. Dinnam:i alle molteplici con lr<~ ddi zioni e alle stJ·anezze che « presenta la vita sociale dell' Oriente, il suo luhb1·o s'atteggia spesso ad « un sorriso quasi di benevolo com patimento. Ma v'hanno spettacoli che « soggiogano e affascinano la sua ani ma: allora muore il riso sulle labbra, {( la rnent.e si eleva alle più aite regioni del pensiero, e in quelle pa« gine s2nti J'elevatezzn del fUosoro, lo slancio del poeta, la sicurezza c del veggente. » Il periodo di prepara7.ione è finito. « Nello studio e nei viaggi la mente « si è affinata e ingagli<u·di ta. Nulla gli è sfuggito: condizioni fisiche, , stato economico e sociale, etnogra fia, costumi, religione, tradizioni, arte, letteratura, tutte le manifestazioni della operosità umana sono « materia di studio: può 7Jettunto afl'rontare il problema della guerra, cosi vario, così complesso, così difficile: può studiare con sicurezza il fe c nomeno risultante dall'azione varia c discorde di tutte le energie sociali. » E in quel pertant.o si rivela intero il p,:,nsiero tlello scrittore. « La scienza della guerra è tutta nella sua storia, ed è il fmtto della os« servazione dei fatt.i considerati in sè e nei loro svaria ti rapporti...... La • o.,uerra non è soltanto l'urto di forr.e materiali voluto dalla politica e (< preclisposl.o oai gabinetti della diplomazia: i combattenti hanno uc.'anima oc r.he sente, pensa e vuole, sono accesi da passioni che non si acquetano c fi nchè una delle due pa rti, atterrata e ridotta all'impotenza non pieghi


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il c~po alla volontà dell'altra.. .... L'uomo di guerra deve nggirarsi di contmuo nel mondo della realtà contingente, navigare nel mare infido • e bunascoso delle passioni, destreggiarsi e schermirsi di continuo di ( fronte a situazioni che mutano rapide e inaspettate..... nella varia, ( CQmp:essa~ int~1·a realtà dei fatti la mente può contemp lare l'indole « propria e 1 reCiproci rapporti dei molteplici fattori che concorrono a « determinare l'origine, lo sviluppo e i risultati della <ruerra. » Perciò ·più d'ogni .altro lo studio della storia può educare l'animo alla guerra. Non lo. SI potrebbe dire nè meglio, nè con maggior precisione e chiarezt.a ~ e m ({uesta p1·oposizione, mi sembra essere compresa la pavte sostanztale ed efficace dello scritto dello ZA:>~E r. r.r. L'indirizzo odiemo della sc:ienza tende ad escludere ed a rrettnre nell' ~~conoscibile quanto non può afl'erraJ·e, misurare e pesare, :la scienza m1htare, seguendo l'indirizzo scientifico, tende a pon e in seconda linea ed a trascurare la parte ttmana della guerra per concentrare t; 1t,ti oli sfo1·zi dell'ingegno sui congegni per mezzo dei quali viene aumentata "'la forza u~nani! , e sulla parte puramente materiale, e quindi misu rabile e pesab1le del problema guenesco. Già 1\lefistofele nel Faust di Giithe sorrideva di strana compiacenza a questa curiosa tendenza di certi sacrrri i quali dimenticano o non curano il valore delle passioni umane, ~~l perchè non possono essere sottoposte iille severe indagini della bilancia o del metro. Contro questo dirizzone ma terialista cui cede anche Io studio del problema mili tare, lo ZA.x&LLI ci presenta il Moltke che forr:na nello st_udi.o della storia il suo pensie1·o guerresco, ed appoggiandosi alla realta st prepara alla missione più importante della sua vita. Nelle. opere storiche di ~ui fu autore e collaboratore il capo dello stato . magg10re generale pruss1ano consegna i principali elemen ti del suo sistema di guerra, e iu quelle opere diligentemente lo raccorrlie lo scrittore. Non lo seguiremo nè in questa, nè in quella parte i~ cui errli mette la t.eot·ia a riscontro dei fatti, e con eJoquente chiarezza ci e; pone la tessa ura della campagna del 1866 e del 1870-71 , 1·ichiamando la nostra auenzione sulle azioni in cui spicca la personalità del Moltke e misura~d o con elrua bilancia la responsabi lità sua e qu(l))a dell'esercito che otllm~ m~nte asseco~d av~ il pensiero di colui che lo dirigeva . Grandi quest1om sorgono vta v1a sotto la penna dello scrittore come vasto è l' argome.nto che egli tratta: alcune so1·passnno il campo' militare e mirano all uomo. :Mal farernmo a riassumere o ad analiz7.are lo scritto in questa parte la quale prepara la domanda con cui esso si chi ude. Siam n?i. dava~ ti ad un .Qenio creawre? In questa domanda si 1·iassume il giudiZio dell uomo studinto fin allora. « «

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È difficile lo stabilire i li miti dati dall'uso comune al valore della parola genio, ed il nostro pensiero ricone su bito alle maggiori personalità della st,orin. « Se il genio è sinonimo di ingegno creatore e inventivo, bisogna < indicare in che con~ista la potenza creativa, come e dentro quali limiti cc si esplichi.» Essa dove: oc raccogliere e coordina1·e in un tutto aJ·mo• nico i molteplici elementi elaborati dalle generazioni passate in guisa « da formarne un nuovo e completo organismo rispondente alle mutate « condizioni dei tempi. Lo stupo1·e destato in Europa dalle vittorie prus• siane basta già a provare come esse fo~e.·o efleuo di cause allora igno~ ratP, mal comprese o mal giudica te : la furia con cui Lutti gli Stati mu• tarano gli ordini militari per modollarli su quelli della Prussia prova « comè tali come fossero il portato delle condizioni politiche e sociali ,c della Prussia e di tutta l'Europa .... Qual parte abbia avuto il Moltke « in quel complesso di riforme che giovarono a dare alla massa la mas« si1nu forza numerilJa e il più alto grado di attitudine guel·J·csca non si pu.J dire con precisione per difetto di documenti ; ma non è dubbia la parte c.he egli ebbe in tuuo quell'insieme d i disposizioni che riguardano « In preparazione immediata della guerra. Qui rivelasi creatore. La mo• hiliwzione, l'adunata e lo schiernmento !'trategico sono i cardini del « si~tc ma di guen·a: loro caJ·aueristica deve essere la rapidità, tale che « assicuri al cormmdo supremo l' iniziativa delle operazioni e gli consenti « di dettartl legge all'avversario anzicbè subirla. • ;\lerito vero e personale del Moltke sta nell'avere intraveduto (ruesto principio e nell'averlo applicato n_gli ordinamenti guerreschi traendone tutta l'cflìcacia di cui era ca p ~ce. ~i isu r ata a questa stregua l'ope1·a del Moltke lascia una impronta personale nella storia che lo etera all'altezza dei sommi . !\ell'acconnare ai punti essenziali del libro, ci sa1·emmo fatti scrupolo nel riassumerlo: per il suo contenuto e per la bella forma dell'esposizione esso f!.Onta tra quelli che onorano--l'esercito ; ad esso dunque rimandia mo il lettore. Mi fu detto, or non è molto, clic da un computo fatto sui resoconti librari, solamente dal principio di quest'anno sisno state pubblicate o ripubblicate in Francia 290 opero su Napoleone e sugli uomini che · lo attorniavano. Tra le ragioni di questo fenori1ono può esser notato anche il desiderio di cercare nell'uomo il segreto della sua influenza sulla storia europea, che sconvolse a suo beneplacito per una ventina di anni. Giacchè a tanta potenza di movimento si unisce la possibilit.à di investigame il processo per mei\zo di numerosi documenti, perchè la scienza psichica do \'l'ebbe trascurare un soggetto· così interessante?


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.E come ~ogg~tto ~o. ha. studiato qualche mese fa un professore psiclnatra d~ll _Dm versJta d1 Padova misurandolo e pesandolo, parlando della farn1g!ln e degh antenat,J, della lentezza nella ci rcolazione sanguigna, e di tan te nltrc belle cose. Quando a studio fatto volle venire ad una conclu$ionc, lasciò insoddis~atto .il leLtore dicendogli che lo squilibrio tra le passioni dell'u omo c l amb1ente :~nda rono crescendo a m isur:~ che l'uomo si elevava in potenza. L'ambizione personale o l'~>goismo ~l ' impcdiv:1 di accoru" ~· · crescente. ~ ~cf,l deIl o squ1']'b 1 no . A simile condui\ionc per altre viP. ern giunto il Tb iers, la eui storia d1mostra come'Jn moderazione di cui dette provtt il primo console .Bonaparte t~ poco. per v ol ~a degenerò nella sfrenata tlmbi-.iooe dell ' Imperatort:: eh? vuo,l cl11t~dero l Europa con una immensa !wrriera uoga ofl le pH la ruma d ~nglnl tena, e tutto 11ssorbito da questo pazzo disegno vi sagrilic~'l la Fr~> nCJ a, l' Ruropa, la corona i m peri:~ lc e se medesimo. · come arvcn nc tutto questo'? Con qua li mezzi personali pot~ pie; am l l~uropa ad assecondare questq suo pazzo disegno '? In ciò str~ il prohl;ma. fJ Masson ba ora pubblicato per mezzo dell'r~ditore Ol lendorff di p.1 _ ~·igì,. ~li ~crittì di ì\Dpol~nn~ g!ovinotto i q 11:J!ì erano per k1 maggior par~e ~.ncdJtl e male conoscwt1. Egl1 ha dnto al suo libro il titolo di .'\ 'o Joléon 1 wcmmu, e ne ha formnto due grossi volumi, in cui son raccolti cnn oran. dissima di ligeuw dati e fatti che ill ustrano la p1·ima parte della \'j l.'l d i Napole?ne, In qlHl~e,' come si sa, fu molto r.empestosa, aggiungendovi Je lclterc, gh opuscoh, J m~moscritti, gli :1ppunr.i. fugaci, i sunti rli libri Jùvuti a Napoleo~le tra il ~78~ ed il1793. Quei due volumi nei quali vedesi la trasformazione del fancw llo in uomo, sarebbero stati di grande aiuto al profe:>sore suacccn~ato se fossero venuti in luce n tempo pe1·chè e!!li potesse ser n rseuc. " La storia dei n~anos:-ritli pubblicati è breve : durante i Cento giorni, a quanto sembra, Nnpoleone fece un pacco di certe sue vecchie ca rte uiùvanili e le inviò in deposito nllo zio cardinale Fesch. Queste carte f~rono c.eduh! più lardi al Li(lri, lo ~crittorc itnliano della storia delle marema~.whe, che ne pui.Jblicr'J qualche frammento: d~ lui passarono· al llibliofilo mglese. conte di Ashi.J~u·nham, nlla cui morte furono acquisiate èlal uoverno Jtahano e depoSJiate nella bibl ioteca medicao-l;wrenziana di Firen~e. Il Masson nel pubblicarle si ,·alse della efficace collaboraziono del nostro Biagi. Quella p<me dei "Olumi, la quale seguo le p1·incipali fasi della vita di ~apole~ne Bonnpartt', finchè ebbe ventiquattro anni nel settembre 1793 c comptl[l!a eou intelligente all'etto e con molta coscienza. Si sa come

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·tJUel periodo della vita d! Napoleone sia stata ~resa di ~~ira ~er ac~usarlo. .di ·aver falsato l'atto di nascita per entrare m collegw, dt esse1 sta to~ ..disertore, 0 di qualche altra irregolari~à, per le quali non t1·ov~vas1 micrl ior $Cusn che quella dei tempi. Ora il Masson colla scorta de1 do·CU~bnti e ravvicinando! i tra loro, mette in evidenza il carattere calunnioso di quel!~ accuse, prodotte dall' inestinguibile oclio 1lì cui fu oggetto Na. .. poleone. Non ò però ques1a la parte più interEBsante del h~ ro: ~ :ol~nt1er~ .l'occhio eone alle pagine nelle quali sono ri portati gh. scr1tH g10vamh. Ln maooio1• parte sono sunti di libri letti, e fanno tcstunomanza ~e~la .cura .co:~ui il giovnne ufficiale sistemava le sue cognizioni. Il vederl~ r1chwr~a 3Ua rnemo1·ia il fa moso paragone fatto da lu.ì a S. Elena tr3 1l p1·opno .cervello c.d un armadio a casseuini, i quali apriva a volta a volta che .aveva bisogno di una notizia e diligentemente richiudeva. Ce~ta mente · questa sistenwzione costituisce uno dei caratteri intellettuali dell uomo, e 1:ifletic l' ordine int1·odotto poi nell' amrninistr:n ionc governativa della Francia e mantenuto nr.IJ' Europa. È una tlmdenzn, su Ila quale il Taine, .ebbe fermarsi nell'~nali~zarc l'uomo. Sarebbe anche possibile con molta pazienza di fa re un confronto tm i. libri .leui. dal giovane Bona~ parte ed i sunti da lui co n~ ultati, c vede1·e qual1 f~ tt1 a. preferen:-a. degli .allri colpissero la sua Il)e~ te c fossero da lUI regrstmt1, e.<]ual ~ mvece dimenticati o trascurati. E probabile anzi che una lunga mdagme fatta in questo senso riesca più feconda di utili ris ulta~i, ~i qu~nt.o a prima visita lo crederemmo Ed nllorn ci sembra che non s1a g1usto d nmprovero ·fatto nlla pubblicazione che nvrebbe potuto ·essere raccorciata sacriGcnndo una parte di quegli scritti napoleonici, come quel li che .non prese.ntnno •nessun interesse all' infuori del sunto di altri libri , e che mvece M I dobbiamo esser grati ai signori ì\lAsso" e B 1.~n! per a~ere con supersti.ziosa .devozione pubblic.ato integralmente quanto trovarono nel pacco del manoscritti esistenti nella Laurenziana dì Firenze. La perwnalitit del giovano Bonaparte risulta più facil men~e rn~nifes.t a · 4n altri suoi scritti, $peciblmente se pongonsi a rall'ronto cogh att1 suot ; e questa personalità non muta col procedere degli anni. ~a ~nnt.asia, ?onsiderata come facoltà di inLr:~ vedere pront:1meute le relazlOlll emtent1 trn -idee che paiono assai lonlanc tra lor·o, è potentissima in lui: rapid~ operava in lui la capacità di tradurre in un concetto concreto cotcsll ravvicinamenti e prepotent~ il bisogno di esprimerli) rome fosse cosa reale che <>gl i desCJ·iveva. Di per sé quella facoltà, pres:~ da sola, avrebbe fatto di lui un semplice sognatore; i caratteri con cui rnanifestavasi, ne p~t~ ­ wano forma re un poeta cd un enìcace poeta. · Le lunghe conversu7.tOnl 1.n

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cui egli affascinava gli astanti colle sue originali vedute in fatto di arte ~i letteratura, di st?ria_son_o l_a prova dell'esistenza di queste qualità poe= uche e della fan tas1a V1vac1::;sJma che le alimentava: i suoi proclami la. · confermano. Ma in lui v'era un'altra qualitil ancora, è questa non solita a con-nettersi colle precedenti. Le idee da cui egli parti va nei suoi vol i fa ntastici non e1·ano subbiett-ive e tanto meno si collegava no con uno stato di animo speciale, come ciò avviene generalmente per i poeti : invece si rife-rivano a 0ose reali ed effettive, abbracciAvano, in un certo modo, un orizzonte reale e posi tiro assai esteso, ma esistente al di fuori di lui, sicchè davano origine- a concetti i quali potenno ,·ealizzarsi nell'ordine dei fatti _ e~ egli senti va il bisogno di realizzarli tanto pr·ontamento qu:mto gli mva fatto. Questa dote era s peci~ le in NapolPone, ed appare anche dai documenti testè pubblicati. _ Il cor.~edo i~t~llettuale del gi_ovi_ne Bon~parte, quand' chbe le spallme, ali mfuor1 de,Ile sca1·se noztom avute 1n collegio, si limitava alla conos~enza _del Rousseau, le cui idee osercitnrono tanta infl ucnza sugl1 avvenJm1mt1, ed a quelkr drdle recenti vicende della Corsica, che insofferente del dominio genovese era pass<J tn sotto quello del re di Francia_ Un amore grandissimo legava Napoleone alla i$ola che gli era patria. AII'sffeuo dell'i>olano e al sentimento di famiglia si univa il fascino esercitalo su di lui dai costumi corsi. Se in ta luna regione poteva attuarsi il sogno di Uoùsseau, la tepubblica virtuosa di Sparla cruale la concepivano i sognatori di quei tempi, quella 1·egione era la Corsica. Donde una irrcquietud ine di idee nel giovine Bonaparte, che vorrebbef<lrC e non trova !iene la via: giustifica l' insurrezione de' suoi compatriotti, scrive lettere politiche a base filosofi ca a coloro che hanno od e~bero qualc~e influenza sugli avvenimenÌi, e nei momenti di scoraggwmento, ecc1tato da un turbine di pen' icri ed anestato sulla via della realtà, trova di peso la \'ila, perchè lo idee degli uomini che lo attorTliano sono troppo dissimili dalle sue ed egli non può vivere insiemecon loro. Non è lo scoraggiamento degli aerei disinganni deriso nel aiovinetto del Giusti, è l'esuberanza del pensier·o che cerca l'n ione~ in un'epoca in cui si presen tiv~tno prossimi turbamenti assai gravi di cui non potcvasi prevedere l'impo1·tanza. Le sue aspirazioni sono essenzialmente pol itiche: 1:~ libertà, il trionfo della virtù, son parole tolte nel frasario del Rousseau, cui il Bonaparte deve do re un significato preciso. Ma egli non può rimanere nelle generalitù dell'ideologia. Ed allora rìt.o'rna su sè medesimo e per ripara1·e al vuoto dell a mente ricon e allo studio <wlla storia, considerandola specialmente nella costituzione degli Stati.

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Meglio che da un Contratto sociale, le istituzioui dovevano avere avuto ori.-rine dal contatto tra gli uomini, essersi svolte sotto l'i mpero delle lor~ passion i eccitate dall'ambiente in cui vivevono, e modifìcars~ in mezzo alle 1•iccnde tra cui gli uomini traversarono la stor1a. lndJrettamente, c per elTetto del suo indirizzo mentale il giovine Bonapan~ t-rovavn la ragione del paradosso di Rousseau, e ricercava nella 1·ealta le deduzioni che il filosofo voleva ric.ware do un pre.mpposto. Intanto, come conseguenza dei suoi stud i, t•·asformavasi lo stile rli Bonaparte, ed alle proposizioni vaghe e sentim eot:~li dei 1~ rimi .scritti sustitui vnsi un frasa rio chiaro, spedito, ed efficace: Il frasnno del\ uomo d'azione, c:;hc sa quel lo eh c vuole: lo stesso che egli adoperò più tardi quand o governava colla Francia l' Europa. Le circostAnze favorirono l'uomo più che non lo pote5se spe1·are. La Corsica fu il suo primo campo d'azione, men tre gli avvenimenti gl_iene apparecchiavono un nltro assai più va:to i~ F1·ancia. c Tu_no annuncia l ~ scoppio di violenti avvenimen ti ~ egl1 scrii'C al fr·atello_1\ 7 agos~o. S1 tratta di un cambiamento radirale nelle forme governat1ve, ed egl1 contemporaneamente ha bisogno di for·rnarsi un'idea chiara sulla pio~a eh~ stanno per prendere le cose. Mona rchia o repubblica'? t_Iu~le re?1 ~1 e SI adatta meglio alla Francia'? Un foglieLto staccato raccoglie 1 pensre~1 r~he .-rJi turbinavano nel capo. Cosa strana, egli non conclude: s1 aggrrn m a una serie di proposizioni cspre3Se dai difensori del concetto monarch'JCO ~ . vorrebbe contraddirle, non vi riesce e pone da parte il fogl io. Dopo alcum aiorni il pensiero che p~ofontlame nte si agitava in lui, ed egli non arri~ava a cogl 1ere attraverso. le i'a;;sioni di quei giorni , erompe limpido nella Jetlern con cui annunzia al fratello Giuseppe la sommossa del iO Dgosto ·1792 : c Se Luigi XVI si fosse mostrato a ca vallo, avr<!bbe vinto. • In quella frase s111 tutto 1\apoleonc futuro: anzitutto vi? in lui l'anin~o del dittatore, il bisogno dell'ordine. l'odio per l'an:-.rch1a. Venendo n1 Italia, 11 ppena la guerra gli dnri1 tregua, egli sontirit il bisogno di r~o r­ dinare le istituzioni e di da re swbilità ni nuovi ordini : le sue conqmste, che per il Oimttorio roppresentnno un valido stru111ento cii l rans~tzi o ni diplomntiche, per lui sono il mezzo efficace yer . avv1~a re nuov1 orgoni.,mi polilici improntati alle idee genno~lratc m lu1, memrc nella guarnigione di :\uxonne meditava sulle costituzioni storiche de~ popol_i : se più tardi metterà a soqquadro l'Europa lo f:Hà per consolidare l ~ Fnmcia le istituzioni volute dai nuovi tempi. Ma da lu i solarnenl,e dovra venire il mi o-lioramento nelle condizioni sociali dei popoli: tutto per loro, ma tutto pe~ la volontà cosciente di un solo che comanda, imper·ciocchè, come diceva il vecchio Ome;·o, pnzzù è colu i. il qun le si affida alla saggezza elci più.

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** Nello stesso risultato concordano il Molt.ke e Napoleone pe1• fa 1·ci .credere eh~ la storia sia maestra della vita, e più ancora della vita di coloro che debbono avere comando eli uomini come avviene di noi militori. A questo proposito ci vien sotto mano un libro di C. .L., stampato a Portici (Casa editrice Della Torre) col titolo di: Lezioni 'di storia generale d'Europa c colla ovvertenza che il metodo è molto con forme, se 11on affatto uguale, n quello che si usa nell'inseauarnento della $loria al co•·so preparatorio lli Bologna per l'ammissione :d ia scuola di guèna, e pa re che il metodo sia questo: « non si fn la c narrazione di fatti storici; ma dci fatti si cerc'!no e si esaminano le « c:~use e gli effetti • d' onde la necessità di una conoscenza, almeno superficialissima, degli avv.enimenti che si prendono in esame. Cono~cianio qualche poco il metodo seguito nel corso prepa rar.orio e non c1 pa re certamente che cruella proposizione lo riassuma, dubitando assai della opportuni tà di quella cognizione superficialissima agli avvenimenti. Ad ogni modo_credevamo che il libro venisse in aiuto di questa conoscenza per rendere più fa ci le la rice1·ca delle cause e degli e(l'etti, c. re~ l mc~~e, col_ra ~no:Hra, u.on sapemmo comprenderne l'organismo. Ct dt·tte l1de:> d1 un sunto d1 lcrtu t·e fatto da uno studioso e da lui senz'altro dato :llla pubblicità. [ fatti, narrati incompiut:m1ente, si alternano cçn accenni a divisioni sistematiche del loro racconto, a consi<lerazioni su l loro valore e sulle loro conseguenze, e questi accenni ~on o per lo più esposti in modo dommatico e senza curare sem pre tl nesso t.1·a le premesse e le conseguenze. Leggiamo che la storia .greca co mincia quando il popolo Dorico, diviso sn tre colonnl! schiaccia (scacci2? ) il popolo Jonico dnl Peloponneso : e non comprendiamo l'importanza della divisione di q uellc tre colonne per poterno affena re ~eu~·~_ltro le ~ousegu enze, nè ci sembra che proprio da quel fatto pnnc1p11 la stona greca, sui cui precedenti altre cose dicono il Cut·rius ed il Grote. Vi si parla di un periodo della storia greca caratterm:t~to da lla {onnazione delle nazionalità elleniche e poi si a ~>~iu nae che il suolo impedì semp1·e in Grecia un senti mento nazionale u~ico (~. Tra le . concl.usion~ dell.a .lezione su lln storia gt·eca vi sono queste: « che d per1odo w cm ti popolo ellenico esercirò un'azione impor« tante sui destini dell'Europa è quello in cui resistette contro la « Persin >' re tra i cinque periodi ir. cui il libro di\'ide la storia greca

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ci sembrò che corrispondesse al secondo, denominato dalle guerre per l'indipendenza della Grecia, c ne cercammo la spiegazione nell'essere c la civiltà greca benemerit:1 dell'Europa intera per avere • impedito alla civiltà orientale di ·soiToca1·e quella europea • c pensa mmo che nei ~empi di Temistocle e perfino in quelli di Alessandro la civilt/1 cu •·opea e•·a ancora poca cosa e facile a sofi'ocare, sicchb sembrerebbe assai più ìmportllnt.e l' ~ ltt·o pe1·iodo ·in cui In Grceia per il trllrnite di Roma sparso la luce .Iella sua civilt:ì in occidente, di che non fummo capaci di trovar parolo nel lib1·o. È vero che questi sono nppre7.zamenti . Ad un'altra conclusione dov rebbe eondurre la storia greca, quella cioè che c quel popolo sarebbe stato sempre , potente se a,·essc pensato :Jd espandersi al di fuori invece di comc batlere lunghe e numerose guerre inlestine , e ci parve ingiusta l'accusa, sia ripensando alle colouie con cni si sparse lungo tutti i lidi del Mediterraneo, sia perchè i popoli fanno più ciò che possono, che ciò che vogliono. Imparammo che « la coltura della mente presso i « Greci fu perfetta, per la bellezztr della natnra c della r<l7.Zil, per « l'intelligenza del popolo, per h cl-iU.?enzn. del governo » e Stl la coltura intellettunle spint:~ alla perfezione . ci sembra in contrasto coll'idea del progresso, non ci Q:t r facile di trova re le rt-lnzioni tt·a la diligenza del governo e la coltura intelleuua le in un paese tanto li bero come la Grecia, e presso un popolo, cosi ribelle nel fondo dell'anima, com'era l'Ateniese. La lezione sul ~ledio Evo (la X•) si presenta sotto forma organica: non vi sappiamo però ben comprende•·e la distinzione tra la le~ta di.~ ­ soluziOJle che avviene per alcuni popoli durante quel periodo, la trasforma.z•ione che avviene per alt.ri, o l:1 nuova fornwzione che si ll1nnifesta in nltri ancora. Poichè i popoli sopt·:wvivono e le form e solamente mutnno, ci sembra che la dissoluziouc sia una fage del periodo eli tr:l· sformazione, che la nuovn forma7.ione sia il risultato fi nale di quello sll:sso peric.do considerato rispetto al terri po ed a noi che lo consideriamo, e che la trasformnzione conisponda alle vicende della ~tori:J. L'impero d'occideme si dissolve anch'esso come quello d'oriente, e la dissoluzione degli elementi che lo formavano giunge in Italia sino al Comune, e più non poteva andare: le parti che cogtituivano l'impero d'oriente si trasformarono sotto l'impu lso nelle energie nazionali, sicchè arabi e persiani svolsero storia loro indipendente da quella di Costantinopoli; i popoli nordici esistevano in uno stato poco coerente, come direbbe lo Spencer, si trasformarono con. lento movimento che andò ragg rupp~nd o li e presentando nuove formazioni. R allora il vedere 11 n Invorio


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di trasformazione in occidente, di dissoluzione in oriente e di nuova forma~ione del settentrione, potrebbe essere più sistematico che precis•>· E probabile che in tutto questo non vi siano che diversità di apprezzamento: eppure non possiamo a meno di confessare che l'intero libro ci dia l'immagine di un'affrettata compilazione, la quale potrebbe lasciar credere che l'indirizzo dato allo studio della storia. nèl Corso prepa1·atorio di Bologna invece di avviare alla meditazione sopra alcuni f3 tti storici conosciuti nel miglior· modo possibile e scelti in modo da mostrare il concatenamento della storia in relnzione a noi ed ai nostri tem pi, tenda 3d nhbracciare uu cam po troppo vasto, per giungere poi ad alcune generalità le quali, oltre ad essere superfìcia!i, diverrebbero inu tili, quando non fossero il risultato della mente di colui che vi giunge. La storia ha un elevato ministero e pe1· adempierlo deve essere ougetto di profonde meditazioni e di continui raffronti: il ridurre in pillole alcune conclusioni per adallarle alle esigenze di un progt·amma d'esame, nuoce alla severità dello studio e non risponde allo scopo per cui è fatto.

Ricevi amo pure Un episodio clelln .1Jtutrn~ francO·JJiemontese del 1794-, pubblicato nella Rivista di fanteria dal tenente Salaris, e riguardante un tcnl.ati\'O fatto per rip1·endei·e ai fraucesi le posizioni de1 piccolo San Bernardo. Disposizioni a~sai complicate, secondo il gusto d'allorn, e disgraziatamente non d'allor·tJ sohanto: ollo colonne per l'aggiramento lontano c vicino : ed un esito infausto per· la ti ispcrsione di coloro che dopo esse1-si impadroniti del campo francese si misero a saccheggiar lo, ma più ancora per la m3neanzn di tenacità nel rendere completo il primo risult~to ottenuto. Non basto vincere, bisogna impedii'C la riscossa del vinto.

* ** Da Namur nel Belgio ci arriva la pri.mft parte di un Coun dc topo_qmphie del maggiNe N. Str•>obants, professore nella scuola militare di quella città. È pubblicata dalla libre1·ia Ad. Wesmaei- Charlier. Contiene quanto riguarda lo costruzione e lettura delle carie con una chiarezza di esposizione ed una semplicità di dimostrazione che veramente distinguono questo libretto, il quale senza dir nu lla di veramente nuovo ridice assai bene quanto troveremmo sparso in parecch i alt1·i libri , e lo espone nei limiti necessari all'uflìciale. Citiam volentieri il ricordo fattovi delle bussole luminose, come di un utile mezzo per orient:Jrsi nelle nwrcie notturne di concentramento: nello stesso tempo però chiederemmo volentieri allo scrittore, sempre esatto, il pcrchè nel citare le carte topografiche degli altri p~esi a p1·oposito di scale, non abbia fatto menzione anche delle nostre insieme con quelle di Francia, della Germanio, della SvizZill'8 ecc. Ne valeva la spesa, tanto pi ù che la gradazione delle vario scnle alle quali è riprodotto il nostro terreno si presta alla diversa indole degli studi cui si pon mano. Sulla Rcvue de o;tvalerie fu acr.ordato il posto ad uno studio di un nostro ufficiale, il tenente Solaro di .Margherita del reggimento V iccnz~, il C[uale la VOl'O Si aggira Sulla C(walerie O.US(I'O·hOn.IJI'OÌSC e Si propone, come fa nel primo nrticolo, di dascriverla diligentemente.

*•.. Mentre rivediamo queste pagine sale fin qui il fe~tevol e romore del popolo che solenniua co me festa nazionnle l'anniversario uel ricupero <Iella sua ca pi tnle. Il capitano Hulfoni, con opportuno pensiero, pubblica in quest'occasion<l alcuni Cenni sto?··ico-rnilitari sulle operazioni per la l·iberazione di Rom(,. (Verona, tipografia Vicentini-Ferrnri): un libriccino di sessanta pagine riassunto da quello del Cadorna. J.o raccomandiamo ai lettori aceiocchè sieno eonosciuti con precisione fatti che c'interessano troppo pet· essere, come di solito avviene, rias.'lunto con una semplice frase la quale col pretesto di caratterizzarli ne altera la lisonomia. Così vort'emmo che: fosse fatto per le altre nostre campagne, le quali lette con fJualcbe diligenza ci sarebbe1·o di maggior ammaestramento che non si creda. F.


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NOTIZIE POLITfOO-J\IIILITARI Del primo periodo delle grandi manovre (esercitazioni eli divisioni contrappostP.) abbiamo già parlato nella precedente puntata; diremo brevi parole dul secondo (esercitazioni di corpi d':n·mata contrapposti) al quaie assistettero S. M. il Re, il generale Mocenni, ministro della guenn e il generale Primcrano, capo di stato maggiore dell'esercito. Il 27 agosto i duo corpi d'annata marciavano verso Acruiln. Il primo corpo, partito ovest (generalo Corvctto) giunse fin presso la ci ttà e pose gli 'avamposti fr:-t Roio, H.io Sassa e Pretlll'O. n secondo corpo, p11rlito est (genBt·ale Dava) ocuupò la eittà stessa con una divisione e vi pose il quarticr generale. Seagliouò il resto nei dintorni. Tn quest.o giomo ebbero luogo soltan(o piccoli scoutri tra la cavalleria dei due partiti spinta in avnmcopert.a. All'indomani (2S) si svolse la primn fazione. Di buon m:~ttino,' il primo corpo lasciò le sue posizioni e coronò le al turo che dominano Prcturo, aprendo un vivo f<~oco d'artiglieria, specie sulla sua destr;~. li secondo corpo aveva fraitanto disposto una sua divisione davanti ad Aquila e concentrata l'artiglieria sulla sua sinistra; coll'allra divisione si avanzava per Bazzano ed oltrepassav;l Aquila. Dopo un piccolo e brove scontro, segui10 da un alt durante il qunle i giudici di campo rettificarono la posizione dei due partiti, fu rip1·esa l'azione che si accenluò nell'atlacco di due colonne di fanteria del primo corpo contro le posizioni del secondo. L.'auacco era stato preceduto da un vivo fuoco di artiglieria e di fucileria. Alle 9 1/~ fu dato il segnole per la cessazione del fuoco e, a giudicare dalla situazione in tptel momento, era leeito pronosticare che il primo corpo avrebbe occupato le posizioni contrastate; ma fu pure osservato con ragione che al secondo corpo rost,avano delle risorse e non era ancora passato il tempo utile per adopera1·le,, quando esigenze di varie specie hanno imposto di pol'l·e tet·mine all':~zion e. In seguito a questo uombatLimento il secondo corpo (generalo Bava) sgombrò Aquila e prese posizione fra Picenze, San Demetrio c Barisciano.

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Il primo corpo (generale C01·vetto) occupò la ciuà e le altre posizioni . . che il giorno innanzi teneva l'avversario. IJ 29 fu per le tru ppe giornata di rip(lSO. Frattanto la stt~aztOne generale data dal tema e che doveva servi re di base alla faztOne del 30 portava quanto segue : . . 11 primo corpo (partito ovest), ~endo stato 1~fon~1at.o che 1\ grosso dell'armata nemica procedente per la valle del Fucmo c gwnt.o a Celano, ha risoluto dì proseguire risolutamente il movimento offensivo . ~on.tro l'avversario aflìne di sbaragliarlo prima che gli giu ngano probabtli nnforzi. D' altra parte, il secondo corpo (parlito est), che ?el pr~sstm(} arrivo dei rinioi'Zi è stato avvertito, decide di fot·e accantta resistenza sulle posizioni sopt·aindicate, pet· poi riprendere l'ofi'ensiva quando i rinforzi gli sieno giunti.

...... La mattina d~! 30 il pal'tito ovest (Corvctto) attaccò vivamen te l'avversario nelle sue posizioni difensive. L'artiglieria della prima divisione (partito ovest) aprì il fuoco, rrientre una brig11ta d~ ll ~ stesso pnrtito. ava~­ zavasi in un terreno coperto frn la st1·ada provmctale, la ferrovta e 1• fiume At~rno , verso San Gregorio, posizione occupata da fanteria del partito est. Frattanto l'artiglieria di questo faceva un fuoc~ vivis~imo dalle alture di Picenze, San Martino e Petrtii'O, mentre due bngate dtfendevano la stretta per cu i passa ln stradn di San Demetrio, contro due ,..,. briuate nemiche sostenute da artiglieri3. Alle ou.o e tre quarti fu dato il segnale di alt, senza che si potesse ancora dire da qual partito pendeva la bilancia. Alle nove e un qu~rto fu ripreso il fuoco con maggior vivacità su tutta la fronte. Non tardò molto che il primo corpo (ovest) mosse all'assalto con una grossa colonna formata dalla prima divisione, sostenuta da sei batterie e seauita dalla seconda. Q~est'assalto era rivolto contro San Gregorio e Poggio Picenze. Frattanto le truppe suppletti\'e dello stesso pat·tito ovest, avanzatesi pet: la riva dell'Aterno fino appiedi delle alture, accennavano ad un aggtramento dell'estrema sinistra del partito est a Monte Cerro. Nel tem,po stesso un'altra brigata tentava di girarne l'estrema de:>tÌ·a, avanznndosi per Pagnnica e Pescomaggiore. . . Da questa parie, la terza divisione (pttrtito e:;t) nusc1 non solo a trattenere la brigata aggirante, ma prendere l'offenSÌI'rt o respingerla. Al centro, la quarta divisione sostenne l'attacco fronta le vivamente, ma piu ttost.o passivamente e pare che non abbia avvert.ito l'aggiramento che

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si faceva della sua sinistra con due reggimenti di bersaglieri e tre batterie. Quindi malgrado i successi ottenuti dalla terza divisione sulla destra, il partito est (Bava) dovett.e ritirarsi.

In guerra vera, è dubbio se queste c~lonue, bersa.glio a tanti fuochi, :..avrebbero potuto continuare ad avanzarsi; ma è qu3.St certo ~he fratt3~t~ -sarebbe riuscito un movimento aggirante di un reggunento dt bersaghen --del partito est seguito da fanteria e procedente a mezza costa. deg.ti .:liti monti di Bagno; mentre un simile movimento dello stesso parttlo SI d1se.-gnava dall"altra parte. In conseguenza di ciò, il partito ovest (generale Co ~vetlo)~ falt~ ~n . ultimo tentativo di resistenza sulle a\Lure ad oriente d1 AqUJia, SI n:tirò lentamente e andò ad occupare le posizioni ad occidente della città.

,. ** 11 30 fu nuovamente giomo di riposo per le truppr. F1·attanto la situazione fu variata dal dirrttore delle manovre nel modo seguente: « Il partito est ha ricevuto rinforzi dall':~ rma ta principa le che si avanza per Avezzano. Il partito ovest arresta l'o!lEmsiva ed è cosJretto a mettersi sulla difensiva pt'r tenere Aquila. >> Oi tracciò la sera del 31. il comandante del partito ovegt riceveva dal suo comandante di armata il seguente dispaccio datato da Tagliacozzo: « Il i o settembre muovNò all'attacco delle fo1·ze nemiche raccoltesi nella conca di Avezzano. La S. V. procuri di contrastare con ogni sforzo all'avversario l'occupnione di Aquila ». La stessa sera del 3i il coma ndante del partito est riceveva dal suo comandante di armata il seguente dispaccio datato da Pescina: « Indizi fondati lasciano presumere che l'armata nemica voglia domattina avanza re su Avezzano. Men tre io le muoverò incontro importa che la S. V., a sicura protc~ionc dcl\mio fianco, [H·occda al l'occu~ pazione di Aquila • . Un reggimento di ber5aglieri ed una batteri3, rappresentanti il rinforzo, passarono dal '[>arti to ovest al pa1·tito est. Or ecco come si svol5e la manovta del 1o settembre. Per difendere Aquila, il partito ovest (generale Corvetto) occupò, con la seconda divisione e numerosa nrtiglieria, una forte posizione sopra Bazzano, e dispose la prima divisione su lla sinistra dell'Aterno a Fornaci e Bagno Piccolo. TI partito est (generale Bava) mosse contro le posizioni nemiche su tro colonne. La prima fase del combattimento consistette principalmente nell'attacco e difesa della posizione di Bazzano, contro la quale l'artiglieria della terza divisione (partito est) ap rì il fuoco dalle alture di San Vittorino, mentre la fante ria dello stesso partito muoveva all'assalto. Frattanto la seconda divisione (partito ovest) aveva occupato le posizioni di Sant'Elia; concentrandovi l'artigl ie1·ia e facendo vivo fu oco d'ar{iglieria e fanteria contro il nemico; e la seconda divisione, anch'essa partito ovest, concorreva efficacemente allo difesa dalle posizioni di Pia nola. :'\ondimeno le Mlonne d'attacco con tinuarono :Jd <•vanza rsi cd occuparono Bnzzauo.

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** Questa fazione del 1. o settembre pose termine alle .grandi m a1~ov re. 1A tutte le tre fazioni sopradescritte assistette S. M. 1! Re che SI tro: va va ad Aquila fino dal f,'Ìo rno 27 agosto ed ebbe dalle popolazioni . :abru~~esi la più entusiastica accog~iehza. . . , . 11 31 agosto giunse pure ad Aqllllìl, acclamalJSSJma, S. M. la Regma. S. M. il Re fu soddisfatto del modo con cui si svolsero le manovre) -ed espresse il st•o compiacimento al generale D' Oncicu de la Batie, di· rettore delle mrdesime, al Ministro della guerra, al Capo di stato mag. giore. , . . . . All' indomani d' ogni fazione il generale D Oncteu, mmtva gh uffi.ciali generali, i giudici di campo e i ~o~andanti. di .corpo, per conferire seco loro ed esaminare le opernwn1 comptutesi nel gwrno pre, cedente. Dopo una breve esposizione che i comandanti di partito fa. cevano delle disposizioni date per eseguire ciascuno il proprio mandato, il presidente dei giudici di can1po,. generale Pedo~ti, .l~gge~'a una relazione sul modo con cui er3si. svolta \'azione e qumd1 11 duettore . .delle manovre esternava le sue osservazioni. È questa una buona abitudine che fu inaugurata quest'anno (prima , .di quest'anno si ha solo qualche 1·aro esernp~o di confe~·enz~ finale) ed -è sperabile ehe si mantengo. peechè, ~!tre ti v.antag~w d~ far cono-scere n tutti i generali e comandanti d1 corpo I part1colan ~ella . fazione cui hanno preso parte, ha put·e quello di mettere le cose 1n chtaro per ciò che riauarda vincitori e vinti, e consacrare, coll'autorevole parola del dirett~re,_ un verdetto che non può più essere discusso. La sera del i o settembre, ad un banchetto mi litare dato dal gene·rale D'Oncieu, l'on. Ministro della guerra colse opportunamente l'oc,,casione per esprimere il suo parere sull'andamento generale delle ma.noYre a cui aveva a~sistito. Egli rivolse calde pnrolc di elogio al generale i 07 -

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d'Oncieu, a tuiLi i comandanti di truppa ed alla truppa stessa, che manovra rono in modo impareggiabile. I risultati ottenuti furono superiol'i• all'aspellazione, per la regolarità dei movimenti, l'ordine c la disciplina nelle rnarcie e nei campi, per lo slancio nelle fazioni. Tutti han no potuto ammir:He la facilità con cui la fanteria si muoveva in terreni difficilissimi, l'artiglieria prendeva con protezza e sicurezza eccellenti posizioni,. . In cava lle1·ia eseguiva con intelligenza i còmpiti che le erano assegna.ti ed interveniva opportunamente nelle fazioni . Anche i servizi amministrativi funziona rono con perfetta regolaritì1.

* *... Il 2 settembre le ti"Uppe eseguirono i movimenti necessari per trovarsi all'indomani riunite nella piazza d'a1·m i di Aquila ed essere passate in rivista da S. Ì\1. il Re. Il 3 di buon ora erano quivi schierate su tre linee. Ciascuna delle due prime lince aveva due divisione di fronte, con i battaglioni in linea in colonna di compagnie, in modo che la prima linea r,omprendeva la 1. 3 0 la 3a divisione, la SeConda linea COmprendeva la 2a () la 4:''. l.n terza linea era composta delle truppe suppletive dei due corpi. Così il primo corpo si trovav:1 tutto incolonnato a destra dell~ piazza d'Armi e il secondo a sinistra, al comando rispettivamente dei gen e ra i ~ Corvetto e Bava-Beccaris: Ciasruna divisione era agli ordini del proprio comandante, cioè :t• Abate, 23 O r~:ro, 3• Bru ti, 4• Marchesi. Le truppe supplettive del [ corpo erano al comando del generale Aymonino; quello del II, del generale Pistoja. Le LL. filM. il Re e la Regina arrivarono sulla piazza d'armi alle ore 7. S. l\1. il Re ern a cavallo, accompagnato dall'on. ministro della guerra, generale l\:locenni, dal generale Primerano, dal generale Ponzio-Vaglia e dn un brillnnte stato maggiore del qu11lc faceyano pa1·te gli ufficiali esteri. S. l\1. la Regina era in carrozza scoperta. Le LL. l\11\L percorsero prima le fronti delle linee del primo co rpod'armai" c poi le linee del secondo corpo d'a rmala, mentre le divisioni del primo si ammas~vano per la sfil ata. La sfilata incominciò dinanzi alle LL. ì\lt\1. alle ore 7,50, termionndoalle ore 9,20. Sfilarono dinanzi i Sou ani, prill1a il comando generale dello manovre, poi il comando del 1° corpo cl'~rmata colla 1.a e la 2a divisione e le tru ppr! suppleti l'C del primo corpo; poi il comando del 2° corpo colla 3" e la 43 divisione e le truppe suppletive del 2o corpo. I reggimenti di fanteria sfilaron o successivamente per battaglioni in colonna doppia; le brigale d'artiglieria divi,.iomdi, in colonna di ba t-

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terie al passo; i reggiment.i bersaglieri per battaglioni in colonna doppia di corsa; le brigate d'artiglieria delle truppe suppletive, in colomw per batterie di trotto; i reggimenti di cavallel"ia, per· squadroni, al galoppo. Ciascun corpo sfìlò col suo parco aereostatico, avendo il pallone innalzato.· . Appenn slilate davanti ai Sovrani, le truppe si ammassarono per rendere gli onol"i alle LL. 1\tM. :ll loro ritorno in città . Prima di mezzogiorno le truppe erano r·ientrate ai loro accampamenti. Grande folla ha assistito alla rivista, acclamando i Sovrani, sia all'andal:~ che al ritorno. L11 ste:>sa ser::t fu comunicato alle t1·u ppe il seguente ordine del giomo del generale D'Oncieu de la Ba lie, direttore delle manovre : «

Ufficiali, .sottuffìciali caporali e sol4ati!

« S. ~L il Re si è degnato di manifcs tarmi l'augusto suo compiacimento per il contegno e l'aspeno delle truppe alla rivista, come per l'andamento delle nostre manoHe, le cruali hanno pure incontrato l':1pprovazione di S. E. il signor Ministro della guen·a . « Nessun maggiore nè più lusinghiero compenso alle nostre flltiche ci er:~ lecito spet·are.

• U(fìciali,

sottl~fficiali,

capomli e soldati!

c Nell'ntto che state per far ritorno alle vost1·e guarnigioni, io prendo commiato da voi e vi ringrazio. » Il /~ settembre si sciolsero i corpi di manovra; cominciò la partenza delle truppe per le rispettive guamigioni e il congedamento della classe anziana e dei richiamati dal congedo, sùcondo l'ordine e colle norme. che abbiamo a suo tempo l!f'eannunziato. lfo

** Fra le disposizioni d'interesse militare cman:~te nella quindicina, tiene primissimo posto il regio decreto del 21,~, agosto corrente per l'applicazione delln legge in data del 4 stesso mese sul matrimonio degli ufiìziali. . Esso è breve e semplicissimo. Lo diamo testualmente : c Art. L - Gli ufficiali del regio esercito presentement.e in servizio effettivo, in disponibilità ed in aspettativa, che hanno contratto unione matrimoniale col solo rito religioso anteriormente alla promulgazione della legge (t. agosto 1895, sono ammessi a chiedere il regio assentimento per contrtute maLrimonio, senza la condi1.ione imposta dall'articolo a della ·legge 31. luglio 187,1, N. 393.


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NOTIZIE P OLITICO -MILITARI

« Art. 2. - Agli effetti di cui al precedente articòlo, i predetti ufficiali dovranno entro tre mesi dalla data del presente decreto pre~entare, nei modi e colle indicazioni prescritte dall'articolo 1. o del regio decreto 31 luglio 1871, N. 39Y:, In domanda per ottenere il regio assentimento, unendovi la fede autentica dell' unione religiosa contral'la anteriormente al 5 agosto 1895. ' Art. 3. - fl Ministero della guerra, ricosciuta l'autenticità c validità dei documenti, dopo raccolte le informazioni opportc1me, se non lw eccezioni .da oppo•·vi, promuoverà il regio assen timento, che sa rà comu nicato all'interessato. « Art. ~. - Gli ufficiali contemplnti nei precedenti articoli. i quali: «a) o non avranno chiesto il regio assentimento entro il termine presc1·itto : ' b) o avendolo chiesto non lo avranno oltenut•> · ' c) o dopo aver chie3to ed ottenuto il regio assenti,mento non avrauilo e.ntro tre mesi de ~l a sua data, s~>lvo il cnso di autorizzatn dilnzioue, legittunato la loro un•one nelle forme presç1·itte ùal vigente codice civile, e convivano in unione irregolare sa•·anno sottoposti a consiglio di disciplina . . ~ A_,·t. 5.. - Gli u f~ìciali del 1·egio esercito in wvizio eflettivo, in dispomblhta od m aspetlatll'a i quali antea·iormente al 5 agosto 1895 avessero contratto matrimonio senza il regio nssentimento, dovran no enu·o tre mesi dalla data del prese.nte decreto presen tare al rispeaivo comandante di corpo o capo di se1·vizio I'Rtto di celebrazione del matrimonio estrntto dai registri cJel,lo Stl\to civile da trasmeuersi poi al Ministero. « Il Ministero, constatato che il matrimonio fu contr·atlo anteriormente al 5 agosto 1895, r·ilascerà apposit:. dichiarazione, colla quale si approva l'iscrizione a matricola dell'avvenuto matrimonio in virtù dell'articolo 1. della legge 4 agosto 1895, N. 467. « Art. 6. - Per l'applicazione di quanto prescrive l' articol•) 2 della legge 24 agosto :1895, il comandante dci corpo o capo di servizio, convocati in commissione gli ufficiali supel'iori da lui dipendenti per deliberare sui dati dai quali risulta l'avvenuta unione matrimoniale col solo rito religioso, forrnul::r la sua proposta che per la via "'erarchica sari1trasmessa all\linistero, corredata per parere delle autorita ~nilitari superiori • . A questo regio decreto tiene dietro un al t1·o in un solo articolo, così concepito : • Al § 226 del l'egolamento di disciplina militare per l'esercito è sostituito il seguente : \ « § 226. Con non minore impegno e severità deve il comandante di cot·po affa·ettarsi 11 reprimere al primo indizio il concubinaggio o•·i<>ine di

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unioni indecorose, e causa t1·oppo spr.sso di scandali, di dissesti e di rovina. Eserciterà poi speciale vigilam:a sulle eventuali infrazioni alle leggi che regolano il matrimonio dei militari; cd aHenendo che un ufficiale abbià contt:atto unione col solo rito religioso, Jovrà resistendo inesorabilmente a qualsiasi sentimento di malinLesu pietà, procedere tosto vel'SO il trasgressore. onde gli sia applicata In revocazione a termine dell'articolo 2 della legge 4 agosto 1895 • . Altro importante regio decreto emanato nella quindicina è quello che r·iguardn In soppressione dell'ufficio di ·revisione delle contnbilit~ militari. A part,ire dal -1 o novembre prossimo venturo la revisione dei conti dei corpi, uffici e stabilimenti del regio esercito, salvo rruanto è stabilito pei materiali di artiglieria e del genio, sarà esercitata direttamente dal Ministero della guerra. ... Noteremo pure avere nella quindicina il ùl inistero stabilito le località ed i corpi presso i quali possono essere costituiti i corsi di allievi ufficiali di complemento e di allievi sergenti , che do-vranno avere principio col l ogenoni o 1896. Dette località e eorpi e le norme speciali da osservarsi per le ammissioni ai suacc:ennati corsi furonoindicate nel Giornale rnilitare e s11 ranno notificate al pubblico negli appositi manifesti che verranno dai comandi dei distrelli militari pubblicati nei com uni più importanti della rispettiva circoscrizione.

•* • Dall' Afl'ica nulla di nuovo. Il generale Baratieri, governatore dell'Eri trea, s'imbarcherà a Brindisi il H ) corrente per ritomare al suo posto. [n Roma grandi preparativi per le feste del XX settembre di cui parleremo nella prossima puntata. Roma il ·13 settembre.

x.


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NOTIZIE MILITARI ESTERE

NOTIZIE MILITARI ESTER E

1699

Le disposizioni per le manovre furono le consuete. l parti.ti si considerarono come in guerra. . . . Non vi fu nessuna interruzione nelle manovre nè per npost ne per conferenze. La direzione in Austria-Ungheria intervenne piuttosto come giudice di campo supremo, anzicM come rego~atrice delle mnnovre le -quali, salvo poche eccezioni, furono veramente hhere. BULGARIA.

AUSTRIA-UNGH ERIA.

Gra·udi 1:!~1t&v-re ·t:n Boem·ia. - AIle gt·andi manovre in Boemia p1·esero parte l \III ed 11 XIV corpo d'armata. L' VIII corpo comandato dal F. z. M. r,onte Gri·mne era composr.1 della 9' c ! 9• divisione fan teria tJ 21" di visione fanteria di L:,ndweb r, artiglieria di cot·po (4 battet·ie), 3 1;ompagnio pionieri con 1 equipaggio da ponte leggero. In tota le, esso conteneva (~2 battaglio11i, 94ft.. squadronì, 64 cannoni, 3 compagnie pionieri, J equipnggio da ponte. Vi erano a un dipresso 2o,OOO uomini. . Il tema assegnato a detto co rpo et·a il seguente: « Un' armata nemica ha invaso l'Alta Austria per la \'alle dell'In n. « Un'armata nazionale le muove incontro per la valle del Danubio. « L'VIII corpo ha per compito di pot·tarsi ad attaccare la sinistra dell'are mata nemica, atrenendosi pet· direttl'icc alla strada Budweis-Sing. • Nella posizione iniziale l'VIII corpo av rà due divisioni attorno a Bud· weis e la 9" divisione a 10 chilometri ad est presso Ledenitz. Il XIV corpo, comnndato dal tenente-maresciallo von Hold era composto ùella 3a ed s• divisione fanteri a e della f9a. divisione fanteria Landwehr. In totale conteneva 44 battaglioni, H lf2 squadroni, 64 cannoni (compresa l'arti_glieria di_corpo), 3 com pagnie pionieri, 1 equipaggio da ponte leggero. Vt erano cu·ca 26,000 uomini. Il tema assegnato a detto corpo era il seguente: c Un' a1·mata propria ha invaso l'A l t~ Austria per la valle deli'Inn e c si ,,vanza contro l'armata nemica la quale risale la valle del Danubio. c Il XIV corpo ha per missione di recarsi incontro al 1:orpo nemico, il « quale, secondo quanto risulta, minaccia da Budwèis contro la nostra «sinistra e di impadronirsi al più presto possibile dell'oradetta local ità. • Nella posizione iniziale il corpo avril\ due divisioni presso Reichenau (38 chilometri a sud di Budweis) e una divisione a ~ud sud-ovest presso Leonfelden a 20 chilometri dalle altre due.

Corrispondenze' della <~ No·voie V1·cmù' » l'l. 6996, 21 agos_to.-2 set·tembre. - Attualmente a Salonicco vi b una scarsa guarutgtone, In maggior parte delle truppe ellene. . . . . 11 governo turco si ritiene snflìcientomente. al stcuro nell~ ~llta dt Salonicco fidandosi del soccorso della squadra t~glese del_ Medttet rane?. Resta a vedere se questa squadra verrù quale amtca o nem1ca? È du~b10 -che Jn squadra inglese appoggi gli interessi tul·chi sulle rive d1 ~~lomcco. Essa piuttosto interverrà per imp~ssessat·~i a tempo propmo. del_b (lhiave della Macedonin vale a dire dt SalonH;co Il console mglese m Co$Lantinopoli, Filippo Keri ha già conferito col coman~an_te della squadra in~ lese per le misure da prendersi in caso di complicnlODI che potrebbero .avvenire nelb penisola Balcanica. .. Queste viste dell'Inghilterra su Salonicco non sono u_na no_v1ta. La sua -concorrento l' Austria-Ungheria, segue gelosamente ognt movtmento rlella squadra inglese. . . . La condizione attuale .delle vicende nella pemsola Balcamca, pteoc-cupa fortemente il govemo della monarchia rli Absburg. Le truppe austro-ungariche si conc~ntrano m Nov~-Pagar, da dove .possono con faci lità muovere su Salontec? per ferrovta. . . • .· . Il a 0,,ei·no di Sofia, continua come pnma a sostentlre gll llbOrtt dt :Macedonia, coi denari, armi ed uomini. L:~ banda di Strumit~a, sotto gli 01-dini dell'ufficiale bulgaro G11nf~lor, ad u_n forte atta~co d~l~e truppl' turche riunì altre ~orze, ~utr_ò m c~mbatnmento _col _co,_po t~1 ~? di Petutsc, nella località dt Sukht Lmz. Malgrado che dt fot ze t_nfeno_I ~· questa banda si cavò con onore non perden_do W_uomini tra morti e fentt. L'altra banda abbruciò Jaoikli, un vtllagg1o turco, depredand? e~ '\lCCidondo uomini e donne. L'opinione generale è ostile alla ~e1:bw, 1~ .cui governo appoggia le :mtoi'Ìtà turche nell'inseguimento degh 1fl$Ortt macedoni. Dicono che la Sublime Porta ha promesso alla S~rbw, _la nomina ad archimandriti serbi in Pu sem e Szotme. La Bulgana, ~m­ tende, non tr::~scu ret·il i p1·opl'i interessi e già incominr:ia la coslruztone


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NO'l'IZI:ti= MILITARI . ESTERE

NOTIZIE lllLITARt ESTERE

della fenovia nella dire1.ione di Moudoni della città di Pernik a Radomir. Le notizie del combatti monto delle bande dei capi Zia ton nel cir- . condario di Nenocop, col cd,·po turco munito di 4 pez7.i da montagna, . portano che esso durò parecchie ore. I turchi perdettero circa 1.00 uomini ma però rimasero vincitori, poichè l'altra banda Piurudgiuki si separò da quella di Hntin a Bos-Doc e non potè portarle aiuto. Un sottotenenle bulg~no riunendo le bande di Anghe!, Nicolò, Risor e Kocia Mustruk, eseguì l'auacco contro Melnix dove si trovavano 200 uomini di guarnigione turca. La polizia fu massacrata e furono bruciat.e 40 case turciJe c greche. Questa stessa banda ebbe uno scontro colle truppe tu rche presso il villaggio Vlassi, nell:~ t·egione di Lkat, e prima presso Russalimski Grobistrei (Paccoski Rid). Giustiziò !1, hasci buwk a Parangasiza. Contro . i · turchi agisce pure In banda macedone Prinplanine.

Battaglia di Deaugency-Cravant Ha!tue Bapaume Le Mans Lisa ine • ' S.• Quentin Mont Valérien 20. • 2L Assedio di Strassburg 22. Parigi • Belfort. 23. Per i fatti d'a1·me N. H> e 16 invece tlel solo nome va rispettivamente scritto sulla fascct.ta « an der HalltM » « nn der Lisaine )). Come è noto, analoga disposizione Yige già presso di noi per la medaglia a ricordo delle campagne d'Africa. 1(1..

15. 16. -17. i8. 19.

GERMANIA.

SPAGNA.

1lfedaglia commemorativa della guerra. franco-gemwnica. - In occasione · del 25° anniversario della guena franco-germanica, un dec1·eto imperiale del 18 agc,sto. corrente anno acco1·da a tutti i decorati con la meda(rlia . o commemorativa e aventi preso parte ad uno o più dei fatti d'armi qui appresso indicati, di orna re il nasti'O di questa medaglia con altrettantefascette di ottone o di b1·onzo dorato, con sopra scrittavi in rilie~o \'indicaztone del fau o d'arme. I fatti d'arme che dà nno diritto alla fascetta sono i seguenti:

Ammissi011e alle accademie militm·-i. - Il W luglio sono incominciati gli esami per l'ammissione dei nuovi alliev i nelle accademie militari. Col 1o luglio si chiuse il periodo delle ammissioni, c a giudicare dal nume,·o delle domande- degli aspiranti, lo spirito militare nella gioventù spagnola, apparo molto elevato. ll numero dei posti da coprire nelle singokl ~ccademic è di 267 in fanteria, 33 in cavaliP-ria, 66 in aniglierio, 2(5 nel genio e U nel corpo di amministrazione militare. Gli aspiranti per occupare 4uesti posti sono: 1472 per la fan1eria, 385 per la cavalleria, 30~ pe1· l'artiglierin, ·170 per il genio e H per il corpo di amministrai'ione militare. Dal parallelo fra questi dati ne risulta, che, per ogni posto, si pr~entano 5,i3 candidati in fan t~ria , H ,16 in cavalleria, 4,60 in artiglieria, 6,80 nel genio c 6,09 nel1'amminish·azione milit.are. Ufficiali a Cuba.. - L'invio incessante di 1·inforzi all'isola di Cuba, ·ha reso necessario alcune modifica1.ioni al regolamento in vigore sull'estrazione a sorte che designa gli ufiiciali chiamati a senire nei paesi di oltremare. Per rispondere a certe esigenze di servizio, d'avauznrnr.ntu ecc.,. soltanto una parte degli ufficiali di ogni grado c di ogni arma, era designata per l'estrazione a sorte, ma ora in ragione dai p1·esenti bisogni, vengono soppresse la maggior p:nte delle esenzioni, e non sono mantenute che le seguenti:

1. Battaglia di Spichcren 2. » Wi:il'th 3. Colornbey-Nouilly • 4. Vionville 1\fars la Tou1· 5. Graveloue-S.' Privat 6. Beaumont 7. Noisseville 8. Sédan 9. Amiens 10. Beaune In Rolande H. Villiers i2. Loigny-Poup1·y l} ·13. Orléans


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NOTIZIE MI LITARI ESTE RE

Sono dispensati di prendere parte all'est1·azione a sorte, per le destinazioni a Cuba e PortoRico: 1° Gli ufficiali che IÌ'<éurano nel primo sesto del ruolo eli anzianit:\, non compresi i sottotencnti. ' 2° Quelli che raggiungeranno nel tempo massimo di due anni, il limite di et:ì fì ssato per il1·i tiJ·o. 3° Quelli che avendo servito nei paesi di oltremare più di sei anni, sono da meno di due anni rientrati nella penisola. q.o Quelli che sono addetti ai dist1·etti di oltremare, o che !\Ono già proposti per essere distaccati in questi distretti. 5° Quelli che per causa di malattia non sat·ebbe1·o in grado di far campagne di guerra. l 'tenenti e sottotenenti delle categorie di riserva non potranno essere mandati a Cuba se superano i ~o anni di etò. I sott.orenenti vi andranno col grado immediatamente ~uperiore. Quelli della riserva gratuita che avranno set·vito volontariamente a Cuba, durante l'insurrezione, potranno dopo sei mesi di campagna c di buoni ~ervizi prestati, esse1·e ammessi nellft riserva retribuita (quattro quinti dello stipend io dell'auivit;'l). il ministro della guerra è autorizzato a nomina l'e sott.otenenti di ri;;el'v~t i sergenti che si trovano nel terzo periodo di 1·afferma c che domandano di partire per le colonie di oltremal'e. Nuove fel'I'Ovie a Gtlba.- Il generale Martinez Carnpos ha deciso, cl' accordo col governo spagnuolo, di fa1· cominciorc frn breve In costruzione di alcuni tronchi di fel'l'ovia nell'isola di Cuba. Le linee PI'Of!ettate hanno essenzialmente unv scopo strategico, ma saranno pure di una grande utilitil per. il com mercio dell'isolo e permetteranno di impiegare un grande numero di ope1·oi che auual mente si trovaltv senza la vol'o. Si u·atta d'impiantare una strada fel'l'ata del la lunghezza di 76 chilometri, fra Santa Cruz del Sud e Puerto Principe, con qua ttro stazioni intermedie, T roncones, San Cayetano, El Flamenco e Pedro Lopez. Il governo spagnuolo si è irn pegnat.o di assicurnre l'interesse dell'8 per cento per il c~pital e versato. Compiuta questa linea, se ne costruirà un'altl'a per conto dello Stato da Bayarno a 1\lanzanillo. La distanza che sepa1·a què:ste due citt:ì essendo di M chilometri non sa1·anno necessarie che due stazioni in termedie, una a Barranca~ e l'altrn a Yara. Sari• condotto lìnalmente a termine il tronco di ferrovia fra Santa Clara e Camaguey. · Tutti questi lavori occuperanno eirca 600 operai. Oggidì vi sono nell'isola di Cuba circa 1.600 chilometri di ferrovia in esercizio. ,f

NOTIZIE MILITAR I E STERE

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L'esercito di Cubet (1.). - Per il Hl settembre l'esercito dislocato in Cuba (:Onsterà delle forze seguenti : Fanletùt. - 62o reggimento fanteria (Alfonso XIII) e 63° (Maria Cristina) su 3 battaglioni, 64° (Simancas), 65° (Cuba), 66• (Habana), {i7o (TarragonaL 7tl 0 (Isabella la Cattoli~) su 2 battaglioni. Totale 7 reggimenti su 16 battaglioni. 1• battnglione peninsulare (Bailen), 2° id. (Uniòn), 3° id. (Alcàntara), (l,o id. (Talavera), 5o id. (Chicluna), 6• id. (Baza), 7° id. (San Quintin), 8° id . (Vergara), 9° id. (:\tHequera). Totale 9 battaglioni peninsula ri. 1o c 2o battaglione pro\'isionale di Pnerto Rico. 22° bat.laglione c:acciatori (Cadice), ~H 0 id. (Valladolid), 23° id. (Colou), 3o id. ·-(Barcellona), HJo id. (Las Na vas), 1.6° id. (Reus). Totale {i battaglioni cacciatori. Primi banaglioni dei ::eguenti reggimenti di fanteria pcn insula1·i : H o reggimenlo (San Fernando). 4·1° id. (Baleari), 15° id. (Estremadura), 17o id. (Rorbòn), 20° id. (G uadalajara), ~W id (Aragona), ·22• id. (Gcrona), 1.4° id. (America), 52° id. (Andalusia), 8° id. (Zamora), i o id. (Re), 38° id. (Leòn), 42° id. (Canarie), 34• id. (Granaw), go id. (Soria), ;)60 id. (Alava), 45° id. (Tetuàn), 5! 0 id. (Bi$caglia), 13o id. (i\laiorca), ;mo id. (Asia), 28° id. (Luchana), '19• id . (Galizia), 36o id. (Bu rgos), 32° id. (Isabella Ila) , 411° id. (San .Marc;ial), 29° id. (Costituzione), 3Jo id. (Astu rie). Totale 27 primi battaglioni peninsulari . Primi battaglioni dei reggimenti ,l 0 , 2o e ao di f~nrcria marina. Co.Mlle1·ia. - 29° reggimento cavalll}ria (Hernàn Cortès), 30° id. (Pizarro) su 4 squadroni. Totale 8 squadroni. Squadroni del corpo di spedizione dei ~e!-[ ue nti reggimenti peninsulari: t 2o reggimento c~tvalloria (Lusitania), -11° id. (Nuruanzia), 23° id. (Villarroblt·do), no id . (Tetuàn), 21° id . (Alfonso XH), HS0 id. (Talaw.:ra), 20o id. (Pavin), 3" id. (Principe), 7° id. (Spagna), iO• id. (Montesa), 19o id. (Principessa), 27° id. (Mal'ia Cristina). 9° id. (Santiago), ;So id. (Sagunto), 26° id. (Trevino), 1° id. (Re), 2(1~ id. (AI'labàn). 'Tota le -l8 sq uadroni. A.rt(qliel'i(t. - w· e H o battaglione da piM.Za; 1 batteria agwegatll al primo dei detti battaglioni e ((. batte1·ie del corpo di sped izione. Totale • · ~ battaglioni da piazza e 5 batterie con 30 pezzi da montagna . (t ) Pel' le tempeste a. cui va sogge tto l'Oceano Atlantico dal 20 ottobre al tO set· .tembrc, ru deciso di anticipnro la pa.rtenzn dei rinforzi. Infatti il primo imbarco di truppe si ò effettuato il t 3 ogosto.


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NO T IZIE liiLlTARI ESTERE

Genio. Un bauaglionc misto residente nell' isola ed un altro del corpo di spedizione. AltTe truppe. - (26 compagnie di guardia civile (ca rabinieri), :1 batt~ gl ione di ordine pubblico (guardie di P. S.). Si aggiungano le guernllas (drappelli autonomi di fanteria e cavalleria della forza da 30 a :1.00 uomini) milizie e forze mobili locali, inclusi 2 squadroni di cavalleria, cosi detti del comme1·cio dell' Avana . I l contingente di tutte queste forze verrà in numeri rotondi; a risultarecome segue : ,. !13 battaglioni di fanteria della fo.-za di 900 uomini ciascuno . . . 38,700 20 battaglioni di fan teria della forza di 1050 uomini ciascuno . ~H ,OOO Totale della fanteria Cavalleria (26 squadroni) Artiglieria . Genio Fanteria marina Guenillas

NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE l. Ordinamento, reclutamento ecc. - Da milizw. inglese. (ReP!Le du cerete 1nilitait·e, 21,~, agosto 1.89~) . - Revisione militM·e -in Svizzera.. (RePue militaire Suisse, i 5 agosto !895). - Le lntppe del aenio. (Journal des sciences mil'itaù·es, :1gosto i895). - Delt" ortlintt1nelìtO clei caria_qg·i militari. (Jahrbiicher fi&r clie de-utsche dl·mee und marine, settembre ·1895). - La durata della ferma.. ( Progrès militai!·es, 31 agosto t 895). - Gti all-ievi ·ufficiali. (Pe1·iodico e numero sopracil~1 L0). - Ordùwrnento della direzione elettrotucn·i w del genio in Russia. (Rev-uc .du _qénie, agosto 1895). - Ordinamento ta.Uico dell'esercii{) ntSSo. Vienn& 1895, K1·eisel. - Or-dinamento dei servizi del treno, {1utz·ionamento dei servizi ausiliari dell'esercito fmncese. Secondo i programmi d'insegnamento degli ::tilievi uff. zia li della divisione del treno alla scuola mi! itare J i Versai Ile~. -Girardon, capitano d';11·tiglieria. Parigi, -1895, B er~er-Lev!·t~tilt.

59, 700 3,900 2,200 -1 ,40(} 2,700

•1,-100

Totale Guardia civile Ordine pubblico ' l\filizie, squadroni del commercio, compagnie disciplinari ecc.

7! ,000 4,400

Totale generale

80,000

1,100

3,500

2. Arte militare.

'

- Cinnpìto della cavatlei'Ìa Ùì Svizzera., secondo l'ordinanza del 3·1 ago-sto i 894. (Hem'e militaire Suisse, H> agosto i 895). - TaUiat cmnbùUlta. delle d1'verse a1'mi. (Joumal dr.s scie11ces rnili.taires, ngosto 1R9.5). -Note s~~lla tattica. Opuscolo in inglese. Servizio in campagna, prin·cipi di lattica, ecc. ecc. Londra, i 89o, Stanford. - Il Combattimento. (Progrès milita:ire, 24, agosto ·1895). - Manotwe di fortez za.. (Jalu-bi.icher fur die deutsche, at·mee und marine, settembre 1.895). - Cotso di topografia. Capitano ~tro obants . Parigi 1895. Il libro è com·pilato in modo da svolgere il programma d'esami per l'a mmissione alla scuola militare di NamUI· do\'e l'autore è insegnante di Lopografia.


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NOTIZIE UIULIOO&AFICHE

NOTIZIE BIBLIOGB.AFICHE

il contro, ha ~ reato di acc~ostarsi il più possibile alla verità. L'opera si divide in due parti : la prima comprende la prepamzione allo studio della guerra; la seconda, il racconto della guerra stessa. - Il 1na1·esciallo Dode de la Rnmerie nnlla campogna del /8·12. (Spectatettr rniWaire, agosto 1.895). - Campagna del 18.J4. La c1ovulleria del le a r m~te alleale. Continuazione. Comandante Weil. (Jonr·nal des sciences militai·res, agosto 1895. - Tu,renna e l'esercito francese nel1674 . (Journal cles sciences 'mil·i taires, agosto 1895). - La bat.t<~g lia del 18i0 .~otto Metz. (A-veni?· militaire, 20 agosto 1.895) ~

- L'art(qlierùt a ti1·o l'llpido. (Avcnir militaire, 30 agosto 1895).

- U.t piccola guerra. (Stref!le!WS Zeitschrift, settembre 1895). - La strategia dei giapponesi (Avellit· m·ilitaire, 27 agosto 1895). Tt numero come· elemento di strategia. (Strelflet•rs Zeitschrift, settembre 1 8~)5). - L' art-i,qlim·ia nella gu~rm clei nuovi temp·i. (Stref!lem\~ Zeitschrift, settembre :1895). , - Lezioni d'artigl-ieria., Si~Condo il programma della scuola militare J'ar Liglieria e del genio a Vm·s~i lles. Girardon, capitano d'artiglie•·ia. Parigi 1895, Berger-LeVI'ault. - Studio sul veU<Jva,qlunneiiiO di nn esrrcito durante le operazioni in rampamw. (llevue de l'intendence miiitait·e, giugno i 895). - Effe/ti degli obici-tdrpetline austriaci Sl6i ripari. (Remw du génie, agosto :1895) . -Descrizione d·i un ponte militare stnbil·ito dagl'inglesi sul fiume Caboul (Afganistan). (Revue d1t ,qénie, agosto :1895). -

4 . ·Geografia, Viaggi , Colonie.

3 . Storia militare e .generale.

- La (}l'ande ,querra. d~l/870-71, pubblicata in oce.asione del venticinquesimo anniversario deLle vittorie tedcsce. Berlino, 1895, Hillger. -T pionieri tedeschi nell870. Contilllwzione. (Reuuedugéniemililaire, agosto ·1895). rn questa parte dello scl'itto si tratta delle operazioni sulla Loi ra. - Dodici battaglie memombil-i dell'eRerdlo pntssùuw. Lib1·o di ricordi patriollici. Berlino, 189~, Bon g. - Gru.ndi art·i,qlieri. (Drouot, Sem:.11nont, Eblè) per Girod, capitano d'artiglieria. Parigi 189~, Berger-LevraulL. - Diziona,1·io delle ,que1-re. La guerra franco-germanica del i870-7:l. Raccolta e classificazione dei falli per ordine alfabetico. Socceci capitnno !·umeno. Bruxelles, 1885, Spineux. - Moltke. Saggio storico di Severino Zanelli colonnello comandante il 62 reggimento fanteria, già p•·ofessore alla scuola di guerra . Roma, tipograna Voghera 1895. È un libro molto interessante, ma ci contentiamo di anrumzinl'loperchè ne sa rà data una recensione in ;lltra parte dell a Rivista. - G11,e1'l'(l, c·i?w-,qia.pponese, ('18Wt-95) capitano Aveta Fedet·ico. (H i I'O Igersi alla tipografia Voghera, Roma). Troppe discordanze di pa•·eri esistono ancora su questa guerra . L'autore confront.anrlo e raccogliendo il pro e r

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t

- L(t potenza coloniale detta Ge1•maniu. (Militiir- Wochenblull, 24 ago sto ·1895). - Commemorazione di Eugenio Rttspoli, e sua spedizione nel paese dei So ma li. (Memoria della Società geogntGca italiana. Vol. 5° 189~). - L'esposizione geogl'll.~ca di A.tiltmo nel 1894. (Periodico e volume soprac.itato). - Viaggi di Piet·o di Andrea St1·ozzi fiorentino nel sc~colo decimoquinto. (Periodico e volume sopracitato).. - La ~'~'Pe oscillanw e le voragini in Cefalonia. (Periodico e volume sopracitato). - Sopm t1·e speciali proiezioni meridiane e i mappamondi ovali nel secolo XV[. (Memoria della società geografica italiana. Volume sopracitnto). ·- Sullo, carta dì And·rea B·t:anco nel -1448. (Periodico e volu me soprncitalo). -L'isola di Formosa. (Period ico e volu me sopracitato). - Not.e sulla -valle d'Aosta. (Journal des sciences militaires, ngosto :1895). - L'Egitto e la questione d'.8gitto. Lipsia, 1.895, Kron. - L'insurt·efionE di Cuba. Guuiriez, tenente colonnello. (Estutlios militures, 5 a.qosto 1895). - Bollettino della società geogl'a{ica. Fascicolo VIII (settembre 1895. Origine del lago di Zurigo . .- Frontiere anglo-russe nel Pamir. - Sul clima della colonia eritrea. - Posti inglesi tra il 'fangagnica e ii Moero. - Il Congo. - Le miniere d'oro nel fiume Fucon. - ·Esplorazione della terra del fuoco. - Viaggio nell' Oceano untartico.


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NOTI ZIE BIBLIOGRAFICHE

5. Tecnologia. - Nota sopra 1111. fenomeno osse1·vato durante iL tiro dei proiettili a grmtde velocità··iniziale. (Re·vue maritime et coloniale, agosto 1895). - Collimazione dd puntMncnto nelle batterie elevate. (Revuc 11W1'itime et coloniale, agosto 189'5). . - Sopra una speciale trasformazione delle JH'oiez·ioni cartografiche; atta alla delinçazione dei mappamondi. (Memorie della :jOcietà geografica italiana. Vol. 5°, ·1895). - L'annamento Remington a calibro 1·idotto. (Revisw cientifico·milita.r, ·15 agosta 1895). . · - Istruzione sulle armi per gli uflìcia li di tu tte le nrmi. Maudry, capitano di nrtiglie1·ia. Quarta edizione riveduta e correlta. Vienna, i895, ·Sei.del. ____,_ La produziolle in grande quantità di acquee sleriliz:;ata, mediante il -p1·ocedimento della lì! trazione a freddo. P11 rigi, i895. · - Le applica.zioni meccaniche dell' ene1'f}ia elettrica. Laflà t·gue. Parigi, ·1.895, Fritsch. - Questioni della t·ipetizione, dei piccoli ca.lib1·i e delle 71olvcri nelle armi .d(~ fuoco (C mano. Sei confe1·enze del tenente colonnello W uich . Vienna, 4895, Seide~.

- --"'t

' Per ltJ Direzione

Lon ov r co O rs oT'.rr

DE :VTARCHI c~RLO ,

-

gerente.

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