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ANNO XXXX
'h ; RIVISTA MILITARE �"
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ITALIANA TOMO IV
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ROMA
VOGHERA
ENRICO
TlPOGRA FO-EOITORB
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FRAMMENTI DI GEOGRAFIA FISICA R SOCIALE Contimw:::ilme e fine. -
l'ed i dispensa X \'Il l
IL Gli E truschi, Raseni o Tirreni vi comparvero 500 anni prima della fondazione di Roma, in una grande guerra colle génti Umbre, che vi si erano precedentemente stabilite ecl è fama che togliessero loro trecento terre, e ne spostassero i confini al Tevere ed al}a Nera. Le origini e la provenienza di questo popolo sono rimaste .avvolte nel mistero, per quanto siensi discus~e al riguardo sv~triatissime ipotesi: si volle che fossero venuti per mare dall'Asia minore o dalla Tessalia; che scendessero nella valle del Po dalle Alpi Retiche in un vasto movimento di popoli dal nord al sud, che fossero tribù vissute da tempo immemorabile nei monti della Falterona; che non avessero mai esistito come nazione e siano stati una mano d' avventurieri, come più tardi i normanni; .che si componessero delle popolazioni primitive dell'Italia centrale e prendessero quel nome insorgendo contro antichi opprassori, e nessuna è sufficientemente provata. · Le difficoltà :finora insuperabili a comprenderne l'idioma e la ·perdita della massima parte delle ~pere che potevano rischìararne il passato, non hanno infatti consentito che s1 facesse piena luce su questa grande figura, rimasta muta nella storia. · Intanto g li studi, rinnovati colle ricerche e la scoperta di nuove tracce di quei tempi, nelle tombe che ne conten' gono le prin,cipal~ t estimonianze, hanno condotto a nuove constatazioni dl. fatto: si è riconosciuto che tutti i popoli -108 -
ANNO ;\L.
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FRAhOIENTI DI GB.OGRAFI,\ FISICA E SOCIALE
italici, avevano caratteri comuni nelle manifestazioni della religione, nelle arti, nei costumi; una tinta sbiadita, ove prima si confondono gli uni cogli altri e sulla quale prendono a poco a poco forma più definita, più complessa e colori propri. e più vivaci, quelli posti a cavaliere dell'A pennino, dall'Adriatico al Tirreno, dal P o fino al Tevere (1) , staccandosi nettamente da quello sfondo. Sono essi gli Etruschi, ed è certo che vi si comprende un gruppo di popoli diversi, riuniti nel nome dei vincitori, che vi costituiscono la classe a~istocratica, dirigente, assimilatrice e saliti insieme nel contatto coi Greci, coi Fenici, cogli Egiziani ad una grande altezza nelle scienze speculative, nelle arti, nelle industrie, nei commerci, nelle armi, fino· a raggiungere una individualità storica della massima importanza. E mentre <juesto fatto si compie, i popoli coi quali si confondevano prima in una medesima tinta sbiadita, li se·. guono faticosamente. I n quella remota antichità, occupano· un gran tratto della valle del Po, mescolati o sovraposti agli Umbri, dall'Apennino alle Alpi ed arrestati lateralmente dai ·Ver;eti sull'Adige e dai Liguri sul Ticino e sulla Trebbia; Adria e Spina sono Umbre; Melpum, edificata in q~ella r egione ove poi sorse Milano, Felsina, Mantova, Ravenna, sono etrusche. Nell'Italia centrale si trovano nei medesimi rapporti cogli Umbri, specialmente nelle valli della Chiana, del Paglia. e del Tevere ove possedevano Cortona, Chiusi, Perugia e Tiferno (Città di Castello), sul pendio meridionale dei monti Sab~tini e sulla marina di Cere (Cervetri); strapp'ano ai Greci Populouia e l'isola d'Elba ; vengono a contatto coi Liguri sull'Arno; respingono i Siculi a mezzc.giorno. Nè si hanno argomenti per chiarire in quale dei due versanti, l'Adriatico od il Tirreno, siansi affermati prima. Os(l) La questione ò esposta con magistrale chiarezza dallo STOPPANI nel suo libro L'Ambra ove si trovano tutte le ··indicazioni bibliografiche desiderabili.
F RA!IfMEN'rl DI GEOGRAFIA I'IS ICA E SOCIALE
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servando pe~ò come in entrambi abbiano dovuto espandersi combattendo, assoggettando od assimilandosi essenzialmente le stesse genti, sembrano due atti d'uno stesso dramma, o contemporanei, o succedentisi a breve intervallo. Forse, posti a cavaliere dei monti, dalle sorgenti dell'Arno a quelle del Tevere, sporgenti su di entrambi i mari d'Italia, avanzarono verso il Nord fino a coprirsi con una linea fluviale e- giunsero al Po, che tennero come confine militare e come elemento principalissimo della propria difesa, anche dopo di averlo passato e di essersi inoltrato fino alle Alpi. Vi è infatti nell'adattamento antico, fra i popoli di quei tempi, il concetto costante della occupazioue della montagna in tutta la sua estensione. Lo troviamo fra gh Elvezi nelle Alpi centrali, fra i Daci nei Carpazi,· dalle pianure del Pruth all'altipiano di Transilyania; fra i Liguri nelle Alpi e nell'A pennino dal Rodano e dal golfo di Genov: al Po ; fra gli Umbri .n ell'Apennino istesso dalla Chiana e dalla Nera all'Adrì~tico. La montagna non compare mai come li~e~ di confine fra diversi Stati nella sistemazione sociale d'allora; vi funzionava invece come un grande baluardo, come un terr~no di più facile difesa e, perchè fosse tale occorreva possederla tutta, e conveniva averla cinta d'un fossato, forma;ndo la frontiera con quell'insieme d'ostacoli. Intanto, padroni di quel vasto territorio vi si scindono in due confederazioni, strettamente collegate : coll'Etruria padana dominano l'Adriatico, escludendone Greci e Fenici, e copr'ono dalla probabile rinnovazione delle invasioni celtiche l'Etruria centrale, ove salgono a maggior fama. Impiantandosi fieramente sul mare occidentale fra Liguri, Siculi, Greci e Fenici, vi conquistano un no.bilo posto fra i popoli me·diterranei. F ra l'Arno, iÌ' 'Tevere ed il mare esisteva già un adattamento del paese all'indole ed ai bisogni delle popolazioni preesistenti. Una parte della regione era schiettamente Umbra, agricola, ricca ed abitata, posta a modo · di fascia sul lembo orientale del territorio; una litoranea ed insulare, colle sue insenature e coi suoi golfi profondi, poco sfrut-
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FRAMMENTI Dt GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE
tata fino a quel t empo; intePmedio, un paese montuoso, poco abitato in quella diver sità di popoli e nella divergenza d'interessi e d'attitudini che li separavano. · Riunite in vece quelle tre parti e considerate nel loro insieme costituiscono un paese a tratti ben definiti; a forma trapezoidale ; col lato ovest assai piti. lungo degli altri; schiacciato contro i monti, che gli fanno alt~ ed aspra corona ad est e a nord·est, che s'apre ad occidente colle g randi valli -trasversali e dalla forma caratteristica, a grupp1, della bassa montagna litoranea. . Volge perciò necessariamente la fronte al mar e e trova il suo naturale complemento nell'arcipelago, correggendovisi della mancanza di profondità per cui sembra a primo aspetto poco opportunamente conformato. Ed à chi legge S trabona (1), che la percorse quando era già ~utato d'assai e scomparsa ogni traccia dell'antica grandezza, parrà che si fermi n~l medesimo pensiero e riviva in quei tempi lontani, cercando il profilo vago, indeterminato d'e i monti della Corsica e della Sardegna, che chiude lo stl!pendo panorama sull'orizzonte tirr eno. Bisognava adunque comporla in un tutto rispondente alle linee caratteristiche di quel suo modo di essere ed ai suoi nuovi destini e la conquista era soltanto un primo passo in quel senso : bisognava ancora collegarne le varie parti e distribuirvi la popolazione armonizzandone gli inte; ·essi in un concetto n uovo che 'comprendesse la ricchezza. del suolo e lo svilnppo del commercio, delimitarlo, sistemarne la frontiera. E la fisonomia di questo n uovo adattamento, dove·va n ecessariamente risultare dalla posizione delle linee di comunicazione che si rarebbero stabilite; per il rapporto naturale delle cose, fra il litorale, Val di Chiana e il P erugino. ,, . li Valdarno inferiore, eccentrico, paludoso, poco o punto abitabile, facente capo ad 1.ma stretta lunga e difficile in
(l ) Gcog1·atza -
Libro V.
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:e SOCIALE . . · h . . alle t ribù hgun, nemlC e, . t' tr onpo ViCinO ·t · mezzo at mon l , r . . on poteva costl une t ' amente ln arml, n ll battagliere, con mu d' . e fra la parte aO'ricola e que a . . tratto unwn o f un'utlle vla, un l che si interponeva ra · . traverso a que paese . marmaresca, . d. el n uovo orgamsmo. . n' artena l q u v u1stmo · · : il dl esse, u . ' brone e l' altipiano Lo erano mvece l ? m. , ostacoli per la valle . d tschlUSO senza . d'A primo col cammmo . . e er i vasti piant dell'Ambra al Valdar~o su~lerwrendopper le relazioni tra le 1 di Chtana l seco l' sciano all a va ' della Chiana e del Pag ta con che venivano ad intersevalli 'del T evere, del N~~~re, quelle del Fiora e dell' egna, FRAMMENTI Dl
GEOGRAI'IA FlSlC A
carvisi. . ·ti va sua espressione graE l'Et ruria antica, nella prlmt 'te . Arezzo al ta su . . t o . sul lembo e::; rno, . vitavl tutta m orn . . cor·a. Cor tona quasl sod . no ove sorge an ' l quello stupen O P1a . . d te agrrrappandosi co l eudio erttsstmo e1 mon ' o . er spesa su p - a. Montepulciano e Sarteano, o p . castello alla s.ua. v~tt_ , b, dovettero sorgere in quer meglio dire le mtta 1~n~te c e . d O'l i Umbri ; ·sulla . P . ·a e Chmst la Camar s eo . . 'l luogh1, eru~ \t t della principale locahta, l marina, a t enere cont o so a~? ulonia Vetulonia, Roselle, porto di Vada Volat.e~rana, rr ~·~ . en~ro i monti o sul liGravtsca e n go ' T . S V ulci. Tuscania, arTelamone, c osa, -rr lt Saturma nana, ' mitare, v o erra, . '. . olli sopra stanti al lago pitale a VulsmlO, stu c . ll' lt' . . . l qumta . a ca . lla soO'lia settentnonale de a l di Bolsena, con Orvieto su :fJ. o d l Tevere e della Paglia. . n lla con uenza e n· era quello federativo e piano, a sentme a su Si sa che l'or dinamento po l tco . . d na quanto . . .· . d'videvasi tanto nell'Etr una pa a . ' , che tl teuitono l . . l . d dici h~comonie. Pero non in questa .clell'Itaha centxa ; ·.:e ~he ebbero i rapporti ~·a vi è tracCia alcun~ d.elle . ~:i vincoli fra i diversi Statl e le ùue coufederazwnl, ne . avuto soltanto una . h pan·ebbe anzt aver . l la metropo 1, c e . . d n sommo sacerdote. · 1· · a attn bmta a u · supremazia r e 1g10s ' . . nsione si sono estes1 N el periodo della loro massima espa · . Volsci d minando Anzio, assoggettan ost l . ' anche al sud , o . U b . terza Etrun a, essa m n una ' . . e éOO'h sisteman d o mstem o C · fra il Volturno . . l . e nella a m panta, pnr e., di clod,tm ucomom '
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);' RAMM ENTI DI GEOGRAFiA FISICA E SOC IALE
ed il Sele. Capua, l'antica Vulturna, la capit~le dell'Etruria campana, è d'origine etrusca e risale a 50 anni circa innanzi la fondazione d i Roma; e vi ebbero pure Nola, Ercolano, Pompei, Marcina, sul golfo di Salerno, Sorrento e Capri tramutate in rocche di pirati, a contatto colle colonie greche. Allora il Lazio era l'unico ostacolo· che si frapponesse alla continuità del loro dominio, dalle Alpi r etiche ai Golfi di Napoli e di Salerno e vi è un momento, nel 247 a. C. in cui tentano di spezzarlo gettandosi in R oma, sotto re Lhart P orsena, tutti uniti. E la for tuna sorride su.lle prime a qu·est.o sforzo, costringendosi Roma, malferma nel passao-o-io dalla forma monarchica alla republicana, ad una pace ::rgognosa. l\1:a trovano inaspettata resistenzE~> sotto Aricia ove accorrono i Greci da Cuma a sostegno del Lazio nel pericolo comune e non raggiungono lo seopo. Più tardi nei momenti supremi (lf~lla loro esiatenza, nel rv secolo eli Roma, quando lottano a Veio con Roma o-ià potente vittoriosa, coi Celti che invadono 'la pianur~ dell'alta ItaLia, 'coi Sanniti che calano sulla Campania, Ve io -e gli Stati del mezzogiorno sono abbandonati a sè stessi e . ' s1 può arg~irne che le principali loro forze fossero impegnate sul. Po. Ma vi sono molti altri fatti nei quali si trovano d iso-r e. b gat1 del tutto, combattenti, vittoriosi o vinti, separatamente ciò che dimostrerebbe la maneanza d'un potere centrale~ .fortemente costituito. E siste al contrario qualche t raccia di speciali accordi, d i confederazioni nello interno stesso della lega a giudicarne dalle monete d'un'epoca già avanzata, note sotto il nome di monete dell'alleanza, coniate coi tipi di A.rezzo, Cortona, Camars (Chiusi), colle iniziali d~lle città consociate, per il quale ultimo particolare non è ben certa l'interpretazione della leggenda. Però lo stesso fatto è chiaritò per l'alleanza fì·a Camars, Vetulonia e Popnlonia {l) ed è notevole nel
e
. :fi dell'adattamento perchè accennerebbe concetto geogra co ' . . t'mi· r·apporti fra le città dell'interno e quelle costl~re a d In l . . . 'd t't• ·babi'lmente a rapporti commerclah, a l en. dl al . ed assai. pro d'' teressi a prestabiliti punti d'imbarco del proclottl e ml di quelli industriali che si esportavano, ad uno suo o e ~ d· eta tesso mercato che richiedeva una stessa rorma l mon s . . . zione a facili comumcaz10m. Nè' ci è rimasto il nome di tutte le città capitali coll~ate, quantunque si affermi di molte. Il Momm_se~ non n ~onosce per tradizione degna di fede che V u~stmo, la ~e tropoli, Vetulonia, Vulci, Tarqueno e Perugla che eiauo
· · c t lucomonie. Delle altre si citano generalmente Roselle, 0 hms~, or ona: Arezzo, Volterra c Veio, Cere od Agilla e Falen~, le quah tre ultime entrarono nella lega sei o sette secoh dopo la conquista. . . . . È più certa la prontezza colla cp:.o.ale Sl orgamzzaion~ m centri ragguardevoli ed in republiche urbane: L~. pr~ma forma che assunse la distribuzione delle popolazwm Ital~c~e fu · quella sparsa a cagione dell'agricoltt~ra e ~ella pas~o~~la, con un certo numero di punt i sorre~ton (1) eh tale pnmlt 1~ 0 ordinamento ciascuno dei quali era al tempo stesso un stto di convegno' abituale, un centr o per l~ giustiz~a e per l~ reli()'ione. un rifuo-io for tificato per le ncchezze m tempo dl "' a · cui· davas1 "'. il · nome d' altUla · o d'. ~ .vetta' per la pcguerra sizione scelta in alto, o d'Arce, come n paro. Poi •a poco a poco le case si sono ra.ffittite intorno alla vetta od all'Arce, passandosi insensibihn~n te alla ci~t~ ed alla città posta quindi necessariamente m una posiziOne elevata come lo sono tutt e le nostre più antiche. Il centr~ di quelle prime · manifestazioni sociali, incerto fra. l'Are~ . casolari e le capanne, si spostava allora affermandos1 megho, le funzioni del punto son·ettore diven tavano gradatamente
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V.
GAIWUCCJ. -
Le monete dell'Italia antica.
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FRAMMENTI DI GEOGRAFIA FiSICA E SOCIALE
v.
MoMMSEN. _
antiquiltfes 1·omaims.
.StOf·ia RomMia. - · !I!An<~lJAUOT.
-
Manuel des
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F&Aln!Er\Tl DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIA.LE
FRAMMENTI DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE
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poss~ generalizzare. Perchè, pr~a di_ tutto, i pirati . ma.g~ giormente pericolosi erano ess_1 s~esst nel mondo d1 que~ tempi e poi, dove poterono nun1re la forza naturale de1 Juoo-hi e la vicinanza al mare, lo fecero sempre. allontanano dalla costa a Cere e a Tarquinia perchè non vi trovano le ondulazioni di terreno. la vetta da coronare di mura. Rimangono invece sulla spiaggia a Cosa, Orbetello, Talamona, nella rada dell' Albegna, a Roselle e Vetulonia (l) nel golfo di Grosseto, a Populonia sovrasta.n~? a quello di Baràtti, ove le condizioni del _suolo _sono favorevoli. E Cere si forma un ancoragg1o a Pugo, l attuale S. Severo, famoso emporio dei Greci e dei F enici; Tarqueno a Gravisca ed oltre queste due v'è memoria di altre minori stazioni. . Cosa, Orbetello o Snbcosa, che paion-o colonie dei Vol·centi, e Talamone corrispondono all'impianto sulla grande rada dell'Al begna. Le prime due ne dominavano l'estremità meridionale con quello splendido insieme d'insenature e di porti 0he co~ prendeva Port-o Ercole, Porto S. Stefano e il vasto specch10 di acque tranquille fra i due tomboli; Talam~ne n~ occ~~ pava l'estremità opposta, coprendo la propna ba1a, g1a protetta ad occidente dai mo1~ti dell''L!ccell.ina. Ed ~ra. un formidab_ile impianto con q nel meandn cos1 appropnatL al corseggiare in un tempo in cui la navig~zione era_ tutta terra terra e quei centri fortificati che assiCuravano 1l possesso del litorale. Roselle e Vetulonia si dividono il golfo di Grosseto, Roselle si vede tuttora a 195 metri d'altszza snl mare, in fondo ad una graziosa ,insenatura fonntLta dallo inoltrarsi delle pendici dì Torre Moscona ad occidente, su eli uu ter-
più complesse ed il nuovo r aggruppamento si delineava con diversa rapidità di trasformazione e d'importanza, a seconda del numero maggiore o minore di fattori che vi concorrevano, quali erano le opportunità del luogo nelle condizioni storiche e geografiche del momento, la r~cchezza del suolo, la salubrità del clima, la bèllezza del paesaggio. Pare che nella E truria la trasformazione siasi compiuta molto rapida.mente, con quel particolarismo che suddivideva i~ molti centri le funzioni della sovranità, colla navigaZIOne e col commercio che ne svolgevano .l'attit'hdine a vivere in civile consorzio; colle arti, le industrie e le ricchezze accumulate. Prevale quindi la città; e presto, e per u110 speciale carattere di quel popolo, è città chiusa, difesa da mura altissime, solide, formidabili, con quella fattura cosi nota, dei massi sovrapposti, senza cemento. Conservano quasi tutte la traccia dell'Arce ; ma fino dai tempi più lontani si . è senti~o il bisogno di piantarsi più solidamente su quel suolo, con hnee più vaste, più definite e l'Arce è d ivenuto il ridotto d'un sistema difensivo maggiore: cjò che ·significa for~e ~he_ in q~el.sovrapporsi di un popolo vincitore aì popoh vmt1, la Citta rappresenta la sede del primo, un mezzo di sicurezza e di dominio nell'interno istesso dello Stato nelle condizioni create dalla conquista. ' Intanto, non essendovi notizie cer te, che ci consentano .di identificare le dodici parti della lega, è impossibile raggruppare in quel medesimo concetto d'ordinamento politico le moltissime città delle quali ci rimane il nome. Suolsi ammettere una forma speciale per quelle costiere; che, cioè le città principali fossero tutte collocate entro terra per sottrarle all'azione dei pirati, come crede Strahone, ed avessero sulla. spiaggia·piccolì stabilimenti, quanto appena erano bastevoli ai bisogni del commercio e della navigazione. ì\{a se ben si guarda, ricostruendo per quanto almeno può farsi, le antiche condizioni' geografiche della regione non pare che regga a.Ila critica o per lo meno che non si
Si
pLU
(J) Usando il nome di Vetulonia per indicare la città etrusca, certamente cospicua, posta in luce dal cav. lslcloro Falchi, cogli scavi di Colonna di Buriano, non intendo . ne di portnre un gi udizio mio, nè di entrare in modo alcuno nell'aspra polemica sulla sua identifica.:iono.
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FRAM~fENTI DI OI>OGRAFIA FISICA E SOCIALE 1
FRAllDIEN'ri DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE
reno leggermente ondulato sull'alto, a ripido pendio coronato di mura. Vetulonia si stendeva rimpetto a Roselle, dall'altra parte del golfo, sulla vetta e sulle pendici di una collina di 345 ~etri d'altezza. Sulla vetta v,i è -l'Arce, del quale tro· vansx notevoli vestigia, ma la città dovette allargarsi in basso; forse, senza poterlo precisare, più in basso di Roselle. .. Populonia vnol si fosse dei Volterrani, co'ma Vada sulla marina di Cecina. Alta 172 metri sul <YOlfo di Baratti serviva d'anello di congiunzione coll'isolao d'Elba, e mer~è le notizie lasciatene da S &rabone, che la visitò nei primi tempi dell'impero, ci fornisce l'idea più precisa che siaci rimasta di questi centri antichi. A quell'epoca era già quasi· deserta : «ma il quartiere dell'arsenale, col suo piccolo pot·to al piede istesso della montagna e la sua doppia cala per il ricovero delle navi presenta un aspett? meno desolato », e alcune righe dopo,' par~~ delle fondene per _la lavorazione del ferro portato da.U Elba, e che si vedevano nella campagna su dall'alto ove era espr~ssamente salito. E d è molto importante sotto diversi aspetti. . ~ompl~ta il paesaggio di quell'epoca aggiungendo alla crtta que1 sobborghi litoranei ove ferveva la vita marìnaresca: co~me~·ciale, i~dustriale, ch.e occupavano a Popul~nia lo. sp1agg1a dt Baratti, che devono essersi distesi tra Cosa, Orbetello e Talamona sulla insenatura corrispondente: trovarsi nei dintorni di Roselle alle falde di Torre Mos~ona o~ P~~ pro?abilm~nte, a nord ové la spiaggia si inflettev~ d1 pxu ed 1l pendw è meno ripido ; a Vetulonia sulle estreme falde della collina coronata dall'antico forliilizio. Conferma la ipotesi che la città murata servisse essenzialmente alla classe facoltosa, dirigente, dominatrice. s.ostituendosi nell'interno del paese, la popolazione agricola, s?arsa nella campagna. allo acce~tramento della popolazione htor~nea; quella attaccata alla gleba e questa al remo. E sptega così le proporzioni assai limitate di quelle città;
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poichè le mura di Populonia misurano approssimativamente solo 2500 metri, quelle di Roselle 3400, quelle di Cossa 1500, quelle di Fiesole 2600, quelle di Cortona 2650 (1). L'ordinamento delle loro frontiere terrestri, quale s'intuisce dalle posizioni occupate, dalla estensione delle for tificazioni, e dalle guerre sostenute, sembra fatto con altissimo idelletto dell'ar te mili tare. Al nord la linea del confine, tracciata dal corso dell'Arno, separa l'Etruria dai Liguri i quali erano penetrati n el paese montuoso tra l'Arno e la .Magra, e l'occupavano con quel genio di montanari (2) che precedette nella loro istoria il carattere marinaresco. Era infatti per essi un paese mirabilmente costrutto (3) ed opportunamente posto in rapporto colla sistemazione dei popoli d'allora. Protetto dalle Apuane contro qualsiasi minaccia, proveniente dal litorale; colla via della valle chiusa al sud, verso ·il Lucchese, nelle orride forre di Calavorno e Rivangaglio, cinto all'esterno da terreni paludosi. malsani; aperto largamente sulla 'Magra alla fo ce dei Carpinelli; collegato colle valli del versante adriatico per il passo delle Radici e rimontando il Lima, per la depressione interposta fra le grandi pieghe del Rondinaio da una parte, del CimonE' e del Corno alla Scala dall'altra, dalla valle della Scoltenna a quella del R eno, si ergeva minaccioso come un formidabile. Qaluardo, sul litorale e sui piani dell'Arno. Bellissimo invece il paesaggio nell'interno : d ne conche, di Castelnuovo di Garfag nana e di Barga, . unite dal solco stretto, profondo, tortuoso scavato dal Ser chio nella massa montagnosa del Perpoli, che si stende traverso ad esse; in entrambe un antico fondo lacustre e fianchi a terrazzi,
(l ) V. M ICA LI. A.nticki momm~enti J?e?· SC1'Vit·e. rtll'oper·a intitolata.: L'Italia, avan.ti il dominio dei ?·or;zani. (2) V. TRIERRY. - EJistoit·e des gaulois: il nome ligure avrebbe 01·igiue basco. : ti, illi, popolo, gora alto, ele~·ato. (3) V. D E STEFA:'II. . -Le ligniti del bacino di GastelnU01JO di (}arj agnana. Il lago plzocenico e le lig~Jiti di Ba1·ga ttclla Valle del Set·chio.
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FRA~U!.ENTI
spesso disposti a gradinata, coi margini coperti da folta • boscaglia, coi borri. che conducono dall'uno all'altro, ripidi, a macchia, aprentisi improvvisamente su larghe radure, piane, fertili, coltivate; sovrastanti ad occidente le Apuane con quelle loro linee di vetta ove il frastagliamento e le guglie ardite tradiscono di tanto in tanto la natura dolomitica della roccia, colle masse nude, franose, grigiastre, coi pendii interrotti da balze gigantesche, con le sorgenti rade e copiose e le acque limpidissime in fondo ai burroni stretti e profondi; coll'Apennino che vi si erge ad oriente a linee di vetta più uniformi, a valli più larghe, superficiali e con poche acque, coi pendii continuati e boschivi . Vi si trovano in tal mode) quasi tutte le attrattive dell'alta montagna e qnel fascino potente che lega il valligiauo a,lle sue rupi. · I Liguri vi erano pervenuti dalle nlli della :Magra e della Scoltenna, penetrando in tutta la estensione della montagna, com.e già vedemmo: dalla .J.viagra gli Apuani, dallo Scoltenna i ]'riniati, spingendosi con talune tribù sul margine esterno della montagna, in Val di Nievole (1) e •s ul piano a Pistoia, n ei pa.utani dell'Ombroue, mentre i :Magelli si avan:;r.av~no fin sul Sieve, ove lasciarono il proprio nome. Il territorio sulla destra dell'Arno, a valle di Firenze, e il litorale tra l'Arno e la Magra formavano quindi una zona di frontiera, ..:iò che oggi chiameremmo una zona grigia,· di proprietà incerta; un campo di continue battaglie fra i due popoli che vi si contendevano il possesso di Luui e di Lucca. · ~è la presenza di quel!e città., che vogtiousi d'origine etrusca, contraddice alla esattezza geografica della linea di confine tracciata dall'Arno, per quanto siasi da molti. appassionatamente ingrandita l'importanza del fcl.tto almeno riguardo a Lnuì, basandosi su d'un passo assai noto della geografia di Strabone.
(l } V. GnwA·Itui;-;J. -
FRAMMENTI DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE
Dl GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE
Op. cit.
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Scrive egli iuvero (l}: «Dei nomi di luoghi .or~ citati, « quello dì Luna iudica al tempo stesso una 01tta ~d. m~ « porto : anche i Greci d.istinguono un por~o e una .c~tta di « Selena. La città propnamente detta non e grande, mvece «il porto è spaziosissimo e bellissimo .e rin~erra nel suo
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«circuito vari altri separati seni, avent1 tutt1 una grande «profondità d'acqua fin presso al lido. e corrispond~ .per« fettamente all'idea che si poteva fars1 del porto mthtare «d'una nazione che aveva dominato per tanto tempo e così « lontano sui mari. » Sulle quali parole si è voluto che il golfo de.lla Spezia: al quale allude evidentemente Strabone, fosse Il porto d1 Lun"i e su questa strana unione di cose, l'una all'~ltra sproporzionata, si fondarono disparate .ipotesi:. notevol~ fra.tut~e, per la molta autorevolezza degh a~ton e per 1l d.1ver::;~ .parere, quelle del Micali e del· Promts, al quale tùtu~o. S I avvicina con autorità di giudizi il Repetti, nel sud duaonario storico e &eo()'rafico della ' Toscana. . t:> t:> d l" Il Micali ne deduce infatti che Luni siasi costrutta ag 1 EtTuschi per assicurarsi il tranquillo posses~o del golf~ (2} ed il Promis (3} che andò sul posto a studtarne e ad illustrarne le rovine, per commissione avutane da Re O.a~lo Alberto nota assai giustamente come ciò sia poco credtbrle per la ~na posiziope. Posta a mezzogiorno de~ g?lfo, di q~a dai monti, Qoll'impaccio della Magra nel tratto mtermedw, non si comprende in qual modo potesse co:Tisp?ndere all~ funzioni che te sarebbero state assegnate dat suo1 fondaton. :Ma il Promis ne deduce a sua volta che deve essere anteriore alla conquista del golfo, gia.cchè, differentemente, l'avrebbero situata meglio, e poichè ritiene antichissima la conquista, giudica pure antichissima Luni. Però se ci s1
(l) v. Libro V. Seguo, volgendola in ito.liano, lo. traduzione più recente, che credo essere quella del Tardien. (2} v. MICALI. - Sto?·ia degli antichi popoli cl' Italia, capo 'XVIII. (3) PnoM~S. - Dell'antica città di Ltmi e del suo stato 1n·ese11te.
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FRAJU:UENTI DI GE OG&AFIA F ISICA E. SOCIALE
ferma su questi fatti senza intendimenti apologetici e vi si portano çoncetti molto semplici e scevri d'ogni pregiudizio, anche le deduzioni del P r omis appaiono poco sicure, in quanto almeno riguarda l'epoca del dominio etrusco di là dalla Magra. E prima di tutto Stra.bone non dice da qual tempo il porto di Luni appartenesse agli Etruschi. Egli, coetaneo di Augusto, lo .txovava incluso nella Etruria d'allora, ma questo fatto si era verificato per effetto delle vittorie ottenute dai Romani suiLiguri che possedevano il golfo e la città di Luni, alla quale venne. originariamente concesso dai vincitori. Ed accadeva quando l'Etruria, quella ant ica, grande, indipendente era virtualmente spenta, e quella concessione era un fatto già abbastanza lontano nel tempo perchè le parole dello scrittore d'Amasi a fossero giustificate. Nè si comprende quale avrebbe potuto essere l'importanza del golfo della Spezia come por to militare dell'Etrur ia. Eccentrico, all'infuori anzi della confederazione e di quello stesso mare che ~rasse dal dominio e dagli stabilimenti degli Etruschi il nome di Tirreno, mentre vorrebbesi quasi çhe fosse stato il fondamento della loro potenza su di esso; circondato da popola.zioni nemiche, potenti in armi, sempre pronte alle offese, padrone di tutte le vie che vi conducevano dall'interno, privo di qualsiasi città o stabilimento nazionali sulle sue spiagge, sarebbesi ridotto ad un semplice porto di rifugio. · :lia l' Etrtuia aveva ben altr o sul suo litorale! Si giunge alle medesime conclusioni quando si esamini la quistione sotto l'aspetto comiuerciale. Si ammette generalmente che le antiche cave di marmi Lunesi siano quelle medesime odierne, poste intorno a Carrara (~) _e lo stesso ~romis riconos~e che l' imbarco di quei mater1ah deve essers1 sempre effettuato come oggi, sulla marina d'A venza.
(l ) V'. REt>ETTI. -
Sop1·a t'.dlpe A.pua?~a ed i mcw;ni di Ca1•rara.
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Strabone afferma che « il trasporto dei marmi effettiva« mente non presenta alcuna difficoltà grave per la vici-
« nanza del litorale alle montagne che contengono le cave « e la possibilità di terminare sul Tevere il tragitto comin« ciato sul mare» ciò che non corrisponderebbe per certo ad un primo trasporto dai monti Carraresi a Lerici. D'altronde i marmi lunesi cominciarono ad es-sere noti ed impiegati come materiali decorativi soltanto à.i tempi di Cesare e quel ramo di commercio dovette quindi assolutamente essere estraneo ai rapporti fra la città ed il golfo, che si sarebbero stabiliti molti secoli innanzi. Tutto si riduce adunque alla esport.a.zione dei prodotti locali, ai vini della Lunigiana, ai suoi famosi formaggi dei quali scriveva Marziale : ' .Caseus Hetruscae signat.us imagine Lunae Praestabit pueris prat1dia mìllo tuis
e bastava foce di Magra ai navigli d'allora, alla qi.lalità della merce ed alla quantità che si poteva trarne. Proprio come nessuno direbbe oggi che il golfo della Spezia è il porto necessario di Sarzana. In tanta incertezza di notizie, dovrebbe infine aver e anche un certo peso l~ maniera dell' impianto di Luni, la sua posizione topografìca in quel punto e colle forme del suolo ove sorse. E sotto tale aspetto sfugge ogni rassomiglianza colle costruzioni etrusche, di qualche riguardo, ritrovandosi in piano, mentre le colline sovrastanti a pochissima distanza avrebbero offerta l'opportunità di stabilirsi in alto. P arrebbe quindi che, tu tto si riduca ad una colonia di poco conto, come L ucca e P istoia, che non potè mai levarsi per virtù propria a notevole importanza e che non ne ebbe mai, fìnchè non cadde in potere dei Romani, al quale fatto si riferiscono le più antiche notizie che se ne trovino nella storia, e fu poca anche allora. Gli Etruschi dovettero raggiungere l'Arno, come avevano fatto rispetto al Po sull'altro versante dell'Appennino, e .tenerlo come un fossato intorno alla massa collinosa èhe co-
FRAM~!ENTl Di GEOG RAFIA FISICA R SOCJAbE 1724 priva il centro della loro vitalità, sulla C~iana, sull' Om_brone, sull'altipiano Vulsinio e sul lido corrrspondente. Por, forse, occuparono sull'altra sponda talunipunti, quasi altrettanti posti avanzati, come di là dal Po ; senonchè s~ trova~ rono in condizioni diverse e poterono prosperare m quer piani vasti ed incontrastati, mentre le continue guerre impedirono loro di farlo in Lunigiana, n~l Lucc4es~. . lVIa qualunque fosse l' importanza dr quelle 01tta, non avr~bbe mutato menomamente ·le cose giacchè l'Arno, fra il nonfluente colla Sieve ed il mare, sarebbe sempre rimasto l' un·ico ostacolo capace d' arrestare il nemico e . di coprire efficacemente i preparativi della offesa : sarebbe rimasta frontiera militare, •prima linea di difesa, base d'operazione sulla fronte volta alla L iguria, come il Reno per la Germania rispetto alla Francia, malgrado l' espansione tedesca sulla sinist_ra del fi un-~ e. Considerato in tal modo, lo passano alla estremità super iore ·e si ·assicurano la destra della linea, stabilendosi sui monti che lo dividono dal Sieve, e vi fondano la fortezza di Fiesole. Così, col po~sesso delle gole di Rufina e dell'Incisa, che. ne è la conseguenza· immediata·, chiudono ad una invasione ligure le vie del Valdarno .s uperiore, dell' Arbtino, e della Val eli Chiana e padroneggiano quelle che è probabile vi facessero ~apo dall' E truria padana. E sembra scendessero anche al piano, allo ·. sbocco del fiume, ove ora ~
Firenze. Alla foce, sono signori del mare e nessuno a.vrebbe potuto airare 1' ostacolo da quella parte. lVIa se tra i monti giova~a ad essi una ·sistemaziOne quasi assolutamente di~ fensiva, per la maggiore attitudine dei Liguri, a combattervr, e per gli scars~ risultati della guerra condotta in mezzo alle difficoltà 'di simili terreni, lo stesso poncetto non avrebbe valso a valle, in quelle a-perte campagne-, ove converg~vano le vie di .Luni e di Lucca, ove si potevano impiegare masse d'armati di no-tevole .import.~nza e certamente meglio ordì- · nate delle nemiche. La loro azione era dunque colà necessariamente offensiva e la prèpar avanç> oqcupando Pisa che
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dovette perciò rappresentare la testa di ponte, di là dall'Arno. Il prof. P~is (1), discutendo con molto acume delle · origini di Pisa1 crede che fosse dei L iguri e vi si impiantasse, in mezzo ad es~i, una fattoria di FGJcesi. Gli Etruschi se ne sarebber0 impadroniti all'epoca della giornata d'A.lalia, in una guerra contro quell'elemento greco, che avrebbero contemporaneamen~e cacciato dàlla Corsica e da Populonia. Nella quale opinione concorre, per ~l fatto almeno della conquista e per il tempo in cui sarebbe avvenuta, il Ghirar. ' dini che studiò taluni àvanzi di tombe, scoperti da poco a Pisa, riconosciuti etruschi e che giudica dei primi anni del v secolo a. C.: indi una buona ragione per risalire col dominio al secolo precedente. La parte centrale del V aldàrno inferiore, coi suoi piani _paludosi, r imaneva un ostacolo inerte. Volterra, all'indietro, con quel fossato a giusta por tata sulla fronte ; coprend·o direttanientè il vallone della Cecina che la aongiunge, alle spalle, colla zona litoranea ed era la · via n~turale dei loro eserciti; colle facili çomunicazioni in ogni s~nso giù per la collina tra i - monti del Chianti e i monti Livornesi, completava l.a sistemazione di quella frontiera, come un grande perno.di manovra, mÌl'abilmente situato. Verso il Tevere l'ordinament o della frontiera si è effettuato in due tempi differe11ti: la linea di ·confine era più estesa e diverse assai le, condizioni politiche. N el loro primo impianto si arrestarono infatti sulla catena vulcanica, ai monti Cimìni. I n quell'epoca. la grande loro preoccupazione dovette essere quella dei. L igurì e ·degli Umbri e la primitiva sistemazione- delle· loro frontiere dove'va· essere fatta rispetto ad essi. Vinti nella Valle del Po e nell'Italia centrale, gli Umbri consen;avano ·una certa autonomia, su di un territorio sce· mato d'assai da quello antico, posto a cavaliere dell' Apen-
(l } V. CmvELr.uccr é PAJS. -
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ANNO Xl ..
8tt6di stoi'ici.
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nlno, e confinante cogli Etruschi su di una linea lunghissima, dall'Adriatico fino alle origini del T evere nel contatto coll'Etruria padana e lungo il Tevere fino al COI).:fiuente colla Nera, nel contatto con qu ella centrale. Vuolsi che i vincitori abbiano gran tempo serbato un alto dominio su dì essi: ma se devesi arguirne dalle preghiere nazionali tramandateci dagli umbri eli Igurium (Gubbio), ove sono lllaledetti come nemici acerrimi, parrebbe che i vinti rodessero il freno imposto. loro colla forza, ser1za acquietarsi al n uovo stato di cose, fì.nchè non si trovarono, molto più tardi, per nuoyi e comuni interessi concordi. Era quindi essenzialmentè necessario per gli Etruschi, nel guardarsi dai loro vassalli, che avessero intera libertà d'accorrere ove lo r ichiedessero gli avvenimenti, in quel vasto scacchiere, sull'Adriatico o di là d~l Tevere e dovevano attribuirsi il possesso dei valichi apenninici e passare il fiume. Possedevano già il Casentino e con esso i valichi alla testata dell'Arno; qccuparono Tifernum (Città di Castello) e si resero padroni di quelli dell'alto Tevere, sulht cui sinistra vennero in tal modo a stabilirsi . P iù a valle, St1lla linea del Tevere, in quel breve tratto ove convergono le valli della Chiana, della Paglia e del Tevere istesso, e vi mettono capo con esse le più brevi e più facili comunicazioni tra le frontiere e le grandi città di Chiusi, di Perug ia e di VuJsinio, ~ per i rapporti tra le valli del Paglia, del Fiora e dell'Albegna, e anche per q~elli colla marina., vi è evidentemente un punto ·della massima importanza p!::r gli Etruschi, qve batte il cuore della confederazione, che . bisogna sottrarre agli . effetti d'una sorpresa, o potervisi rannodare nella ritirata e se ne assicurano il possesso colla fortezza d'Orvieto, mirabilmente posta sull'ertissima balza dalla quale domina tutto quel terreno. R oma non è sorta ancora ed hanno poco a temer e. Ma più tardi, · quando Roma si stabilisce a cavaliere del Tevere e può vedersi una lontana minaccia in quella sua postura e nel carattere turbolento di quella nuova affermazione dei loro vicini, avanzano oltre i monti Cimini, scen-
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dono a loro volta il T evere, lo passano e si stabiliscono a Fidane. Pare che la nuova frontiera siasi raggiunta nel secondo secolo di Roma, tra il sesto ed il settimo dalla loro comparsa nell'Italia ~ntrale. Allora Sutri, Nepete, F alera, Veio, Artena, Cere, Prrgo, a tenere conto soltanto delle località d~ maggiore importan~a, diventarono etrusche, o per meglio dire, passarono alla du-etta dipendenza degli E truschi che già prima dovevano avere anche con esse dei rapporti UO'uali a quelli stabiliti cogli Umbri. o Oon lo stesso concetto svolto nello scacchier e etruscoligure, Veio assume in questa zona le funzioni affidate nell'altra a Volterra e Fidane diventa la l oro test.a di ponte: la guerra assume presto il carattere di una lotta fer oce intorno a Fidene ove da entrambi i popoli E truschi e Roma-ni si combatte per l'esistenza. . Caduta Fidene, la prima conquista di Roma, oltre i confini del Lazio, è quella di Veio, contrastata per dieci anni e poi smantellata dai vincitori: i confini dell'E truria sono aperti, la s ua egemonia è finita e lo sarà pr esto anche la sua indipendenza. E d anche qui vi è fa montagna considerata come terreno di man?vra, il fium e che la cinge come un profondo fossato e 1l ponte che ne assicura il passaggio. Che questo modo d'intendere la difesa dei propri confini fo~se eretto a principio, è posto in luce dal t rovarlo apphcato anche sul Po. An7-i colà parrebbe che si elevassero ad un concetto più complesso, predisponendovi, nel periodo della massima lo.ro espansione, anche la difesa interna dello Stato.
E~tes.o infatt~ ~l loro dominio dall' Apennino alle Alpi, dali Ad1~e al ~rcmo, sospet;tosi delle nazioni assoggettate o da esst sospmte oltre quei loro confini e del rinnovarsi delle invasioni celtiche, gravitarono sempre sulla destra del P o, ove erano più solidamente 9rganizzati e più inti~amente uniti coll'Etruria centrale. Era qui, dunque, fra 1l P o e l'Apennino che avr ebbero potuto e dovuto radu-
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narsi in ogni evento le mlJ.ggiori loro forze formando la n1assa con quelle che sarebbero giunte d'oltre monte ed era indispensabile assicurarne lo sbocco sulla sinistra del fiume. E vi provv~dono colla fondazione di Mantova. Il valore strategico , della posizione di Mantova è così noto che sarebbe superfluo soffermarcisi. Allora però quel territorio si trovava in condizioni assai diverse dalle attuali, poichè le acqtle, condotte dal Mincio 'nella depressi~ne inteTposta fra l'anfiteatro morenico del Garda, le con.oidi preesistenti e lo spalto formato dal Po sopraelevandosi sul piano colla deposizione ·de~le proprie torbe, vi gi ungevano . chia· rificate nel lago, incapaci perciò di colmarla e di aprirsi un va'l'co· diretto al grande collettore e spagliavano nella. campagna. · .Il paese era tutto palude e selva è la città dovettero fondarla su d'un gruppo d'isolotti ; ma poi inalveand<;> il Mincio, lo guidarono nel Po a Governolo e colla fossa J1obia prat icat a nelle bassure dell'Ostigliese· e le fosse Filistine procurarono con una mirabile rete di canali il prosciugamento .del territorio su di una vasta distesa, conducendone le .acque soprava~~anti diret~amente al mare, poco a sud delle foci dell'Adige (l). . E d è molto significativo che tutte le frazioni della lega abbia,no concorso nella fondazione· della città, a g iudicarne .almeno da quanto ne scrisse V:i;rgilio, riportando assai -probabilmente la tradizione del luogo nativo : Ma?~tuct
dives avis, sed non genus, O?m~ibus U?~um ; Gens illi t?·iple(J}, popuU suò gente quaterni; · Ipsct caput populis: Tusco de sanguine vires (2).
(l ) v. LoMBARDINI. - Op. Cit. -MINISTERO n'AGRICOLTURA, ecc. - Ccwta id?·og?·aflca d'Italia. - Cenni sulle boniflcazio?~i n elle JWOVincie venete ed in qitelltt di Mantova. · (2) Eneide, libro X. - Il CARO traduce : • Mantua d'alto liguaggio, illustre e ricca «E non d'un ' sangue. T1·è le genti sono << E de le tre ciascuna a quattro. impera « Di cui tu t te Ella è capo c tu t te insieme << Son con le forze de l 'Et-r uria unite. »
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e non è ben chiaro, ma potrebbe effettivamentè significare che i dodici popoli confederati vi avevano partecipato tutti, all'opposto di q uanto accadeva nelle altre ove ognuno di essi aveva sede propria ed esclu!:liva, e . che vi era.no distinti in tre gruppi: ciascuno dì quei gruppi avrebbe rappresentato quattro popoli con una giurisdizione della quale ci sfuggono i particolari ; fatto questo cui non sarebbe proporzionata cagione la ricchezza dei territori conquistati all'agricoltura. Quando poi, caduta Melpum, in quella medesima epoca nella quale i R omani smantellavano Veio, ripiegarol:io innanzi alle o'rò.e celtiche condotte da Bellovero e sosp inti da succl;lssive invasioni (1) , abba.ndonarono la sinistra del Po, conser.varonq Mantova che in queste sue nuove funzioni di città dì frontiera, corrispondeva a Pisa sull'Ar:no,, a Tifernum e Fidene sul Tevere e che rimase etrusca più di tutte. le ~ltre città ed ultima fra di esse, conservandosi tale anche, sotto l'impero (2). È pure notevole che le città di fron tiera, come Man tova, Volterra e V~io avessero più vasta cerchia di mura di tutte ~e altre. Di Mantova può arguirsi dalla tradizione, ma di Volterra si sa dai ruderi che ne avanzano, che superava sette chilometri e così di Veio, 'c he era più di dieci : ciò che indur.rebbe a credere che si metteva al coperto tutta la popola?.;ione, invece di !asciarne una par te indifèsa nei sobborghi; o che· si era preparato maggiore spazio per i probabili concentramenti militari. E d è ben certo che u na tale maniera d i intendere la propria difesà, ha un altissimo valore nella storia ::l'un popolo poichè contiene in sè stessa l'espressione della sua vitalità, l'intendimentò di assalire, di e;onrlurre la guerra sul territorio nemico; la prova di .una no,bile energia, incapace di lasciarsì intimidire; la convinzione della prop ria su periorità. (l} V. TrriERrtY. - Histoi re des ;Jaulois (2) PLIN IO : Mantua Tusco1·um tra11s Padum sola 1'eliquia.
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Quando Roma ha esaurita la sua forza d'espansione ed organizza la difesa della sua frontiera coll'intendimento di conservare ciò che possiede, Druso si stabilisce sulla sinistra del Reno e v'innalza le prime fortificazioni di Coblenza, di Magonza e di Strasburgo. È il primo passo sul cammino della ritirata. Così delimitata l'Etruria, fra i• Arno, il Tevere ed il mare . la massima densità della sua popolazione si trovava nella parte agricola, tra il Valdarno superiore, la Chiana ed il Tevere e sulla marina tra ·la Bruna e la Marta; si conservava notevolmente alta a mezzogiorno; scemava al n ord fino a diventare nulla, o quasi nulla, di là da Volterra, nelle colline tra il mare ed i monti del Chianti e giù :fino all'Arno. L'altipiano vulsinio ne rappresentava quindi effettivamente il centro anche sotto l'aspetto della distribuzione della popolazione e poichè vi concorrevano a fasci, da tutte le par ti della confederazione, le comunicazioni più facili e più brevi, la ciWL costruita su quei colli era designata dalla sua stessa posizione alle funzioni di metropoli.
III. . Non vi sono elementi bastevoli per determinare a quale epoca siansi mutate le condizioni igieniche della Maremma. Suolsi citare una frase di Plinio: « est sane gravis et pe« stilens or~ Tuscorum, quae per litus extenditnr » (l) a prova che all'epoca sua trattavasi di cosa già universalmente consentita. È pure opinione di molti, ed è riportata anche dal Baccarini, che il disordinarsi delle acque e la conseguente malsania prendano data dalla conquista romana (2) per le guerre e le devastazioni portatevi da allora in poi .
(l ) V.
Pu~JO. -
(2) BACCARJNJ. -
Epi stola 5 ", lìbro Op. cit.
()o.
FR.-\MMENTI DI GEOGRA FIA FISICA E SOCIA LE
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Però nelle trasformazioni subìte dalla Maremma, nel suo spopolamento, nella scomparsa d'ogni vitalità del grande popolo che l'ha abitata, nella nuova forma che vi ha preso l'adattamento sociale, non si può contemplare il fatto solo della malsania. Vi è un fatto più generale, cui bisogna risalire, una causa de1 decadimento e delle stesse condizioni igieniche del paese, divenute così gravi, e trovasi nel continuato , protendersi del lido, onde provenne il rammollirsi delle sue curve fino quasi a scomparire e. la crescente astensione dei bassi fondi, che peggioravano di giorno in giorno le condizioni nautiche della costa tirrena. Si sarebbe potuto regolare la,deposizione delle torbe evitando che il territorio impaludasse e si sarebbe in tale modo, con civile intendimento, impeaita l'invasione malarica e modi:fiçato il processo morfologico, ritardandone ·alquanto lo sviluppo. Ma i suoi porti sarebbeno stati ugualmente interriti e i_l mare allontanato dalle sue città; la sicur ezza delle sue insenature sarebbe pur sempre grada tamente diminuita e la opportunità dell'approdo progressi:vamente scemata. L'Etruria antica, la grande, la marinara, era fatalmente condannata a scomparire. Qualora si fosse impegnata la lotta contro questo fattore delle forme del sùolo, noto, costante, implacabile, avrebbe potuto assumervi indirizzo scientifico e carattere d'umana , previdenza come in Olanda, in condizioni sotto certi aspetti analoghe. Allora l'evoluzione si sarebbe compiuta senza scuotere completamente, come accadde, l'antico ordinamento sociale e volgendo ai campi rialzati, livellati ed arricchiti colle colmate, l'attività deviata dal mare. Le guerre secolari, che spopolavano città e campague, le usurpazioni dei vincitori, i latifondi creati a vantaggio della conquista, impedirono che si facesse, o, probabilmente troncarono l'opera. iniziata. Giacchè pare siansene trovate 'tracce nella costruzione della ferrovia maremmana ed una intanto ne rimane ancora ammirabile nel Bagno della Regina., sotto
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le mura eli Cosa, a mezzogiorno: una grande tagliata (l) eseguita tutta a punta di subbia nei calcari. del promontorio d' Ansedonia, che dovette servire a facile scolo delle acque del basso litorale, ~onducendole nel mare o;e il fondo è roccioso e l'acqua alta e più difficile, perciò, l'ostruzione dell'emissario: ufficio questo cui venne dopo tanti secoli nuovamente destinato. Mancano a11che i dati per seguire la trasformazione passo a passo; pare certo che fosse compiuta nel medio evo, verso il 1200, alla quale epoca si sarebbero raggiunte in tutto il loro squallore que~le misere condizioni per le quali è rimasta Maremma tristemente famosa. Nel frattempo le cose mutavano anche in Val di Chiana. Il Fossombroni, studiando quel paese verso la fine del secolo passato, credette che le acque del Casentino avessero dovuto scortervi in epoca storica e cercò di pro-yarlo scientificamente . (2i. Lanciate nella direzione del sud, quelle acq~e urtavano contro le colline di Poggio di Ponte e vi si dividevano, parte volgendo pel piano di Rondine, e parte spagliancl o in quello di Arezzo e penetrando in Val di Chiana per la goletta di Chiani, tra Chiani e Capo di Monte. Colla quale ipotesi, il Fossombroni riteneva che si spiegasse almeno parzialmente, quel passo di Strabone, ove è detto che l'Arno « :\riena da Arezzo con un volume di' acqua ancora consi- . 'derevole~ quantunque molto diminuito per essersi, nel percorso, cliviso in tre rami » (3): uno di quei tre sarebbe stato quello volto al Tevere per Val di Chiana. P erò, sempre secondo il l!'ossombroni, vi era :una grande differenza di caduta fra i due rami e, mentr e quello di :B.òndine erodeva il proprio letto, quello di Val di Chiana de-
positava, ed aveva dovuto quindi manifestarsi subito ed accrescersi progressivamente anche una notevole differenza di velocità fra le due correnti. Tale fatto e le sue conseguenze sono esposti dal Fossombroni con le seguenti pa.role, che meritano d'essere testualmente riferite per gli insegnamenti · che contengono: << L e acque pertanto dell'Arno richiamate se m p t'e con « maggior vigore dal ramo di Firenze, che escavava, r ice« vute sempre con maggiore difficoltà dal ramo 'di ' Val di « Chiana che i:nterriva, dovevano subire il iato comune alla « maggior parte delle ghiaiose diramazioni e riunirsi in un « tronco solo . .Più dal ramo di Val di Chiana si determi« navano le acque a quello di Firenze, più quello di Fi« renze accresceva la sua energia nell'escavare e per con« seguenza accresceva la facilità d'assorbire le acque dell'altro « ramo, cbe sollecitamente pertanto (dopo qualche impalu« di mento nel piano d'Arezzo) dovette detenniuare tutte le « sue acqu~ verso Firenze » (2}. L'ipotesi del Fossombroni è stata per molto tempo accettata da tutti in Toscana, come ne fa fede il Lombardini nella sua « Guida allo studio dell' Idrologia ftm·iale. » L'ammettevano scienziati di alta fama : il Prony, l'Humboldt, il Paleocapa, il Libri, il Brighenti. Poi .fu aspramente combattuta e dichiarata inattendibile sotto diversi aspetti, come fatto storico e, come fatto idrologico, per le condizioni topogra:fiche nelle quali sarebbesi avverata. Ma gli studi geologici di quella regione chiarirono meglio i fatti e posero in luce che le acque del Casentino ebbero realmente corso in Val di Chiana, trovandosene le tracce nella deltazione compiutavi in epoca quaternaria sul piano d'Arezzo, ed oltre la goletta di Chiani, a valle, . e mostrarono pure come abbia dovuto essere un fenomeno riuorrente a lunghi intervalli, interrotto durante tutto il
(l ) rr. CuccHI. (2) FossOMBRONI
(3)
STRABONE. -
Note geolbgicltc sopm Cosa, ecc.
.
jJI[e~no1·ie ìd1·aul1'clte st01·iclte sopm la Val <Ù C:Mtma. Libro V.
-
(l) Fosso~JBRONI.
-
ilfemOI'ie ecc. sulla V<tl di C:Mana, pag. ()6.
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periodo pliocenico, riattivato nel quaternario, nuovamente scomparso (1). Il quale ultimo fatto si spiega con successivi movimenti del suolo, dislocato a volta a volta in diversa maniera, mutando i rapporti di livello fra il Casentino e l'Aretino (2). Storicamente è certo soltanto che la Chiana era ancora ai tempi d i Strabone e d i Tacito interamente tributaria del Tevere: Str~bone la conta fra i :fiumi navigabili che v! immettevano e dice che bagnava ·l'Etruria; Tacito, narrando delle discussioni fattes i in R oma nell'anno 17 dell'era nostra per rimediare alle inondazioni tiberina, deviandone taluni affluen ti, dice· n ei suoi Annali: « orantibus Florentinis, ne Clanis, solito alveo demotus, amnena Arnum transferetur, idqne ipsis pernic±em adferrat (3). Val di Chiana fu sempre poco inclinata e non vi è dubbio che le sue acque debbano avere interrito assai più di prima, appena si trovarono scemate di quelle del Casentino: ciò che dovette prodursi in circostanze particolarm~nte efficaci per la diversa importanza degli affluenti, crescente dal nord al sud, dai torrentelli del piano d'Arezzo, all'Esse e al Foenna. Questi trovando sul fondo della Chiana una pendenza minore di quella del proprio alveo, perdevano molto della loro velocità nel momento stesso in cui vi giungevano; vi deponevano snbito le torbe ormai troppo pesanti in confronto colla menomata energia della ·corrente e poichè l'alluvionamento si effettuava in pi-opor zioni sempre maggiori di mano in mano che si progi·edi va a yalle, rialzandone il fondo in senso opposto al primitivo suo pendio, si doveva
(l ) Il professore Gamu rrini, in una sua nota pubblicata negli Atti dell'Accademia dei Lincei. « Notizie degli scavi • fascicolo marzo u. s., esp1·ime il concetto· che la deviazione dell'Arno dalla Val di Chiann sia artificiale e dtl bbasi agli Etruschi, ciò che oramai non è facile ad a romettersi. (2)
v.
RISTORI. -
FRAMMENTI DI OF.OGRAFlA FISICA E SOCIALE
necessariamente giungere alla orizzontalità ed all'invertimento d el corso. Certo il processo fu lunghissimo ; forse prima rallentato artificialmente, poi nei bassi tempi, abbandonato a sè stesso e accelerato da ostacoli d'ogni maniera che i R omani posero al deflusso delle acque verso il sud e dai tentativi di bonifieazione che si fecero successivamente a partire dall' Aretino. Tolta infatti ogni pendenza alla valle, Je acque stagnavano ed era naturale che si pensasse a porvi riparo, procurando d i smaltirle nell'Arno, che scorreva vicino ad una notevole profondità, e si aprisse in tal modo un prim~ canal~ inèlinato al nord, prosegL1ito poscia in ragione de1 buom risultati che se ne ottenevano. Le pi\.1 antiche memorie di paludi in Val di Chiana r isalgono al 1013, alla quale epoca trovasi cenno d\m luogo detto acque morte, fra gli Ortali e Quarata; n el xu secolo i paduli erano già molto estesi e se ne parla spesso, ma non vi è nessuna allusione ad \mo sd0ppiamento della corrente sopra opposti pendii. . . Nel secolo successivo, vi è traccia di rapidi progress1 de1 ristagni che costringono in talune località _a ~utare coltura per P infrigidire dei terreni e nei documenb d_1 quella _stessa epoca, patlando del fiume,· si dice già le ~htane e Sl precisa la posizione di luoghi posti fra le Chtane e fra le clue Chiane (1) . . . Dal xm al xLV secolo, l'impadulamento ha raggnmto 1l suo colmo ed il paese è descritto dagli autori contemporanei coi colori più tristi. Dante nel canto 19• dell' f n(e?·no vi accenna così: Qual dolor fora. se dagli spedali Di Vnl di Gbiana fra il luglio ed il sett~mbre E di SardigM e di Maremma i mali l~ossero in fossa tutti insembre. TalQ era qui vi ...
Op. eit.
(3) P1·egavano i Fiorentini che tolta dal corso an'ticu, noi\ fosse deviata la Chiana in Arno e loro arrcoosse danno.
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(l) FossOMBno:si. -
Op. cit.
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FRAM~!ENXI ·DI GEOGRAF IA FISICA E SOCIALE
E Fazio degli Uberti nel Di Iiamonclo, parla dei suoi 'abitatori: Quivi son volti lividi e confusi Perchè l'aere e la. Chiana' gli inimica Sicchè si fanno idi'opici e : infusi.
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e molti altri ne cita il Fossombroni, dimostrando che il nome Valdichiana era tolto· a sinonimo di l~ogo pestilenz-iale. Però non si sa pre.c~sare ove si trovasse allora il displuvio fra le due Chiane. Nel 1551 oscillava, spostandosi incerto, fra il porto di B,rolio, che è presso Foiano, e quello di Pilli più vicino ad Arezzo; nel 1605 era già nel piano di Chiusi alla Torre di Beccati-questo; nel 1690 al Campo della Volta (1). La parte diretta al nord, perdeva a poco a poco · il carat· tere di fiume ed assumeva quello d'un canale a pendenza . artificialmente regolata. Vi è dunque un certo sincronisrno nei .fatti di Maremma e Val di Chiana! ma in quest'ultima; si manifestano .tardi rispetto agli Etruschi. Ne(l'antica · pompagine, le funzioni di Val di ~Chiana si riducevano a quelle d'un paese salubre, dai campi fertili e daì pascoli pingui, ove era fac ile la vita e si ~oltiplicava !apidameut.e la popolazione, e po· terono compiersi sempre inalterate. · La M_aremma_ebbe invece be~ altra importanza per quel popolo llltraprendente, che vi aveva portato nieravigliose attitudini ad ogni maniera d'ingegneria, alle arti, alle in-:lustrie, al commercio, alla nayigazione; vi aveva trovato tutti gli elel1lenti necessari per isvolgerle e vi e{·a diven·nto grande. Volto .-ad occidente dalla config\lrazione complessiva del tet:ritorio, e costretto a difendere lEl proprie coste dai Greci e dai B.,enici che si contendevano allora il primato nel Me-
(l i TT. Padre CoRSINL _: Rctgionamento isto'l'iCO sulla Val di CMctna. Sulla stabile sz"stémctzione delle acque di Valdickiana .
ì'vL<~.NETTI .
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l•RAMl!ENTJ DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE
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diterraneo, indovinava l,a sua missione in quei contrast i, inframettendosi nelle loro guerre, formandovisi una marina Roten:te, impedendo che l'uno o l'altro dei due rivali diventasse padrone incontrastato d'Italia e dei suoi mari. La sna fortuna traccia neila storia una linea fortemente curvata, elevandosi dalla pirateria per la quale divenne presto terribile in quei recessi, in quelle profonde insenatnre, a ridosso delle isole dell'Arcipelago, 'fino allo scambio prat-icato in vaste proporzioni su tutte le coste del Mediterraneo; ai trattati di alleanza e di commercio con Carta- . gine e, insieme con essa., colla Persia, nella grande coalizione del m secolo di Roma contro i Greci. In quel periodo gli Etruschi escludono i Greci dall'Adriatico, li · cacc~ano dalla Corsica battendo i Focesi nelle acqne d'Alalia (Ale. ria, 217 a. C ) stabiliscono il loro predominio sulla costa dei Volsci, si rovesciano nel Lazio per assoggettarlo (247) e ,riunire l'Etruria Campana a quella centrale. lVIa quest'ultimo tentativo, che avrebbe dato loro la ~ignoria d'Italia, fallisce dopo nn primo snccesso e le battaglie di Salamina e d'Imera (274) segnano poco dopo il principio della decadenza. ' Da quell'epoca in poi vivono lottando disperatamente: _s i accostano agli Ateniesi ·nelle imprese contro Siracusa e. vi si attirano maggiormente l'odio dei Dori. Questi diventano ' ' implacabili: saccheggiano la: Corsica, e s' impaclroniseono . dell'Elba (302), saccheggiano Cere e distruggono P irgo (385 ); ·avanzano nell'Adriat ico e vi fondano Ancona (387) . P iù tardi, nel 444, risorgendo Car tagine a nnova potenza, gli Etruschi si uniscono ai Siracilsani contro di essa, ma non vale ad arrestarli sulla china. Anzi questa medesima data corrisponde pure al trattato di pace concluso separa.ta:Q:~ ente con Roma dç~, Perugia, Cortona ed Arezzo, dopo che il Console Quinto Fabio Rulliano ebbe sfatato il prestigio della confederazione, passando con nuovo ardimento la foresta Cimina, e n'ebbe sterminato gli eserciti al lago Vadimone. Già sul fluire del rv secolo di Roma, la frontier.a men-
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FR Antli EN'l'l DI GEOGRAFIA r 'ISICA E SOCIALE
dionale era stata infatti ricondotta alla sua primitiva posizione e Sutri e N epete eransi convertite in fortezze romane. Perduto sotto l'urto dei Celti la Valle del Po, ove erano rimaste poche città, Mantova, Adria, S pina, libe~·e ancora e rispondenti al nome etrusco, come colonie in paese oramai straniero; avanzatisi i L iguri sino a Pisa e ad Arezzo; scomparso quasi ogni vincolo d'unità nazionale; mutato l'ordinamento inter1;1o dalla forma monarchica a quella republicana, con una oligarchia ar:istocratica, ·partigiana, faziosa, non restava dell'antica Etruri::-. altro che il suo gran nome. Si ritrovano ancora trascin1j>ti dai Sanniti · e dagli Umbri, nelle guerre di riscossa contro Roma, ma vi sono ripetutame~te b~ttnti e vengono infine incorporati nella lega italica, la cui frontiera settentriçmale è portata tra l~Apenn.ino ed il Tirreno, a contatto coi liguri. · Questi ultimi due secoli, ni e v di Roma, pawno per contro essere stati quelli nei quali l'arte ebbe maggior incremento. Mentre infatti ne scarseggiano le tracce nei paesi perduti nella seconda metà del IV secolo di là dell'Apennino, vuolsi che i romani trovasser~ a Vulsinio, sullo scorcio di quello successivo, duemila statue di bronzo. Si era generalmente accettata l'ipotesi che lo stagno necessario alla formazione del bronzo fosse importato nel .Mediterraneo dai feni0i, togliendolo q~esti dalle isole Sorlinghe o Seilly, ad occidente della penisola di Cornovaglia e che gli Etruschi lo ricevessero per tale tramite. Ma pochi anni or sono, nel 1875, si è 'improvvisamente scoperta la sua presenza nei monti di Campiglia, in una antica miniera, nota col nome di· C~nto Camerelle. L'analisi, fattasi a Londra di taluni pezzi di cassiterite, rinvenuti mentre si cercava di riprendere in quella località una' supposta lavorazione di ematite, dimostrò una ricchezza eli stagno notevolissima, e gli studi fatti su quegli antichi scavi posero in luce che .vi si cercava quest'.nlti.mo metallo invece del ferro . A llora si pr?seguirono le investigazioni in quei dintorni, e si trovò la mÒntagna traforata in tutti i modi da pozzi di r iceroa, galle~·ie da. la-yoro, camere d'e-
FRA~IMENTI
DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE
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scavazione e stagno diffuso un po' per tutto. È pure queFo il territorio ove Strabone vide stendersi le fonderie da Populonia, e .ne rimangono le tracce specialmente sul porto Baratto, alle Caldane, a Fncinaìa, nelle terre della Gherardesca, a Castagneto (l) nei grandi ammassi di scoria e nei frammenti di minerale e di mattoni usati nella costruzione delle fornaci. Quella delle Caldane era cer tamente una fonderia di stagno. · Le prime tracce dell'arte etrusca si trovano nella lavorazione del rame; scoperto lo stagno, o, meglio, imparatone l'uso, si fece grande col bronzo, avvicinandosi alle industrie moderne per la ricchezza della produzione e del commercio internazionale cui serviva. Già si sap~va di molte antiche strade praticate dai mercan.!!i tr~verso alle Alpi e d'una specialmente, che chiama· vasi dell'Ambra gialla e conduceva dal Baltico alle foci del Po. Di quest'ultima si è tentato nel 1876, a l congresso di Budapest, di determinarne l'andamento, seguendo appunto le reliquie del commercio etrusco (2). Secondo una memoria letta in quell'occasione sembrerebbe vi fosse una doppia corrente di scambi, l'una etrusca e l'altra greca, sulle vie praticabili a quel tempo per le condizioni idrografiche del paese tra l'Oder ed il Niemen. Entrambe avrebbero fatto capo alle coste ambrifere del Samland, -presso l'odierna Koenigsberg e quella. etrusca vi si sarebbe avviata per l'Oder, toccando Halstatt, nella valle della Traun, famosa par le sue ricche ed antichissime tombe. Ammettendolo, parrebbe ~he dalle foci del Po, dovesse penetrare nelle Alpi per la valle dell'Adige ed il colle del Bren nero, seguire a nord d'Halstatt, le valli della Traun e della Mora va, passare per le bassure di Gesenk e fra i St~ deti ed i Carpazi.
(1) V. CuncH. La scopM·tct del mi11e?·ale di stagtlo i?l ltctlic6 e sua t•elazione colla lavorazione del /Jt·onzo presso g/.t allticlti.
(2) STOPPANI. -
.Op. cit.
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FRAMMENTI
DI
GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE
t:Ju questa linea sarebbesi avyiato lo scambio di maggiore importanza per ·gli etruschi, quello cioè del loro bronzo coll'ambra gialla che riportavano greggia in paese ove la riducevano in ornamenti d'ogni maniera, diffondendoli poi per tutta Europa e ritraendone immense ricchezze. Il loro commercio oltre Alpi sembra infatti siasi esteso dal Baltico fino al Rodano, per le vie di Trieste, del Brennero, della valle di Jfraele, dello Spluga, del Septimer, dell'Iulier, del S. Gottardo, delle ·due Do~·e e della Cornice por tando in mezzo ai barbari i primi rudimenti della civiltà italica: sotto il quale ultimo aspetto acq~ista nella storia una importanza ma:ggìore della concorrenza ai greci ed a'i fenici in mezzo ·ai popoli mediterranei. Venuto il paes~ in potere, dei Rom,ani, l' industria del bronzo cedette il posto a quella del ferro, tratto esso pure dal Campigliese e ~all'E lba e la coltivazione del'le miniere di stagno si perdette lentamente e in modo cos\. completo che a l tempo di Plinio non ne rimaneva neppure la me- . moria (1). Così la Maremma, ove avevano trovato il fondamento della loro potenza marittima, per la sua costa opportunamente frastagliat~t e l'arcipelag.; antistante, era pure il centro della loro produzione, per i suoi monti ricchi di minerali preziosi. E quella costa si mutava in una linea importuosa, e quelle terre diventavano a poco a poco inabitabili. Dopo la conquista, l'Etruria si t rova ricordata nelle guerre contro Cartagine per i soccorsi prestati alla flotta romana ; più tardi è teatro di imprese devastatrici durante la guerra civile fra Mario e Silla e poi, quando Cesare assedia Marsiglia (700 a. 0.), compare nella storia un Domizio Enobarbo che raduna a Cosa una flottiglia per muovergli contro ~
(l) È anche probabile che la lavorazÌ<me del ·bronzo cessasse per esau· rimento delle miniere di stagno. L~ l'Oro coltivazione ripresa dal 18'16 al 1882 a Monte Valet·io, F'umacc11io, Cento ~amerelle e Cavina, diede infatti sca.rsissimi risultati e si dovette abbartdonare.
FRAMMENTI DI GEOGRAFIA FISICA B SOC IA LE
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Ma la Maremma si spopolava. Fra le città del Grossetano di quella cui fu ora imposto il nome di Vetulonia ignoravasi l'esistenza nelle proporzioni che furono riYelate dagli scav'i eseguitivi e l'epoca della sua floridezza deve essere quindi assai lontana. Roselle ebbe fin tardi una certa importanza: è compresa fra quelle che soccorsero più efficacemente la repubblica nella seconda guerra punica, e conta fra le colonie romane; diventa poi la sede d'un vescovato a capo d'una vasta diocesi e rimane tale fino al 1138, quando si trasferisce a Grosseto: ma a quell'epoca era giJi,. ridotta in così povere condizioni da temere delle masnade di !adroni che infestavano la campagna. Perduta quell'ultima dignità, si ridusse a poco a poco deserta, fino a mutarsi in un mucchio di rovine, che colpisce ~nco:ra d'ammirazione per la grandiosità delle mura entro le quali si chiude. Cosa, divenuta anch'essa colonia roman~ nel 48Ì a. C. e poi proprietà della famiglia senatoria dfli Domizi, nella seconda decade del v secolo dell\~ra nostra, era la città « desolata» che vide Rutilio navigando nelle sue acque; più tardi mutò il nome antico · in quello d'Ansedonia e non si sa come avveime; deserta d'abitanti, rimase qualche secolo temuto rifugio d'assassini, finchè nel 1330 la repubblica di Siena ne distrusse le abitazioni dalle fondamenta. Oggi anche a Cosa si ritrova una cerchia di mura d'una grandiosità mirabile, maggiore anzi d'ogni altra consimile traccia della potenza etrusca; e quell'insieme di macerie, a chi le contempli, dal palazzo della regina, come chiamasi un certo punto ove assumono aspetto più grandioso, a .Ja· valiere dello stagno d'Orbetello e del litorale romano, lasciano nell'animo, in quell'incanto di cielo e di mare, una triste e profonda impressione. Di Populonia già si vide come la trovasse Strabone, che l'ha visitata sul finire dell'impero d' Augusto. Anch'essa divenne vescovato e forse colla dignità ecclesiastica ricuperò qualche importanza, poicb.è trovasi nel vr secolo assalita e sa?cheggiata dai Goti comandati dal Re Totila e poco dopo HO- ANNO XL.
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FRA:UME::-<Tl D I GEOGRAFI.o\ FISICA E SOCIALE
FRA:UMENTI DI GEOGRAFIA F ISICA E SOCIALE
dai Longobardi, condotti da un duca Gummarith (l ) e dovette quindi possedere qu&.lclie cosa che attraesse quei barbari. Poi sotto i Longobardi fu ripopolata, ma i Greci la posero a sacco, a lor volta, negli anni 809 e 816 e più non risorse. Della posizione di Vulci s'era perduta perfino la memoria e Vulsinio non s'è più rialzata sui colli sabatini, dopo che i Romani l'ebbero distrutta. Intanto· R oma, ·Venuta a contatto coi Liguri fin dalla costituzione della prima lega italimi, era tratta sul principio del VI secolo a. C. ad invaderne il territorio, ed occupata Lucca, . Pisa, Luni! e il golfo della Spezia, deportati gli Apuani, dopo lunghe guerre, a migliaia nel Sannio, aggiungeva all'Etruria i paesi nuovamente acquistati, portandone alla Magra i confini, per essa oramai quasi unicamente amrb.inistrativi. Le condìzionì del Valdarno inferiore erano in tal ~odo completamente mutate, cessando quello stato di paese soggetto a continue scorrerie, di teatro di guerre di confine ripetentisi ogni momento, di frontiera militare cui dovevasi in parte la sua poca abitabilità. E mentre nel pisano, la pianura subiva la sorte di tutto il litorale, dalla Magra al Tevere, il corso delle acque si sist~mava lentamente e progressivamente nei piani pistoiesi e fiorentini. Un'antica tradizione, raccolta nella storia di Pistoia, vorrebbe che per un miracolo di S. Zenone l'Ornbrone pistoiese si aprisse nel v s.ecolo un varco fra le colline a valle di Poggio a Caiano e la pianura a monte rimanesse in tal modo asciutta. Ciò che vorrebbe significare che, fino a quell'epoca il torrente spagliava in quel piano allagandolo. Ma quanto ai d in torni di Firenze, il timore manifestato a R oma dagli oratori di 'quella colonia, quando trattavàsi di deviare. la Chiana dal Tevere ed immetterla in Arno, 'è indizio evidente d'uiJ.o stato di cose migliore che non fosse a quell' epoca· nel ·pistoie:>e e nel tempo stesso della instabilità delle condizioili in cui si trovava ancora.
Anche la tradizione raccolta dal Villani, dal Buoninsegni, da Bartolomeo Scala e da .Monsignor Vincenzo Borghini, afferma, « che il piano di Firenze soleva essere quasi tutto « pantano infìno presso a Firenze, per l'a.ltezza della pietra « Golfolina presso a Signa, la quale fu poi per artificio di « maestri tagliata e abbassata e sgorgarono l'acque e diventò « piano fruttifero e sano » come riporta il Targioni-Tozzetti dalla stÒria del Buoninsegni, senza accettarla come cosa certa. Vuolsi aggiungere che ne è rimasto traccia siCLll'a nella etimologia di moltissimi nomi che si ripetono nel Valdarno. Quello della Golfolina o Gonfolina, accenna. all'acqua che faceva ·golfo ed è di un'importanza notevolissima, trovandosi in quella località la barriera per la quale sarebbesi verificato lo sp'a gliamento a monte fino oltre a Firenze. Poi vi sono i Bisarni, gli ArPi \7 ecchi, Arnibiancbi, Arnimorti, Arnicini ed Arnacci, le Isole, i Bagni, i l~ipoli e Navaqchio; a parlare soltanto dei principali. Comunque sia, ridotta la Maremma quasi ad un ostacolo a mezzogiorno della Toscana, e spostati i confini alla Magra, la vetta dell'Arno assumeva in quel nuovo ordinamento le funzioni che aveva avute l'Ombrone nell'antica Etruria. Anche l'ordinamento della viabilità accenna allo stesso fatto, facilitandolo. Giacchè non vi è traccia di strade etrusche, forse per la sopraposizione di quelle romane che la cancellarono, ma sembra assai verosimile che dovessero essen· zialmente svolgersi tra il litorale e l'interno, forse pur collegando tra loro, le città di Chiusi, di Cortona e di Arezzo, e servissero quelli stessi rapporti economici che sono affermati da.lle monete dell'alleanza. Lungo il litorale non ve n' era certo, forse per la massima praticabilità del territòrio e per la navigazione che r endeva agevole trasferirsi da porto a porto. Ma le legioni vi segnarono il loro cammino con opere grandiose, quasi . di tappa in tappa. Le dtre grandi strade, la Cassia e l'Aurelia, si compierono infatti entrambe in due tempi diversi, fermandosi colle prime conquiste la Cassia a Sutri e l'Aurelia a Montalto. Poi, quando tutta l'Etruria
( 1)
v.
TARGJONI-TozzETTJ. -
Op.
cit.
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FttAMMENTI DI GEOG&AFIA FISICA E SOCIALE
V'enne nella dipendenza di Roma, furono proseguite oltre; la dassia per Arezzo a Bologna, allacciata, molto tempo dopo, da Adriano imperatorecon un suo ramo a ]'irenze; l'Aurelia, . l lungo illittorale fino in Gallia o seconào altri, per la Magra e la Cisa nella valle del Po. Intermedia una 3" grande strada, la Olodia, chiamata poi Francesca o Francigena o Romea, seguiva quasi l'andamento· attuale della strada di Acquapendente e giù per l' E"Isa si dirigeva a Fucecchio ove si valicava l'Arno; proseguiva poi per ~ucca e si_ congiungeva alla Aurelia nuova, deviando verso il litorale. Così mentre la viabilità più antica corri- • spandeva ad interessi autonomi del paese, alla vitalità na- · zionale propr-iamente etrusca, quella che vi sovrappose.- corrispondeva invece al concetto romano, alla riunione della metropoli latina colle provincie'conquistate, alla marcia sempre avanti delle legioni. Quell'adattamento volto al Tirreno e l'individua.lità nazionale degli Etruschi, ~he da quell'adattamento aveva tratto il motivo d'essere, di ~ffermarsi storicamente, di sussistere a lungo, si cancellavano e sparivano lentamente insieme. Così mentre lY,[aremma si spopola, e la macchia invade le sue colline e i suoi monti e le paludi coprono i suoi piani, la vita rifluisce nel Valda.rno i'nferiore, ove compaiono nuovi abitati e ·vi si ingrandiscono i vecchi, mutandosi da casolari a villaggi; a borgate ed a città. · Tale trasformazione si -opera lentamente; essa comincia infatti a prendere parvenze ben definite colle origini di Fi- · renze, all'epoca d'Augusto, e può dirsi compiuta in 10 o 12 se- ·· coli, coordinandosi quindi· ai fatti di V al di Chiana, come erasi già avvertito. !..a sede vescovile di Roselle si trasporta a Grosseto nel 1138 e poco dopo nel 1195, si ha notizia di u.n vescovo di Ch~usi che voleva trasferirsi per le maggiori funzioni a Montepulciano, a cagione della notevole quantità de' suoi diocesani ·che vi si ert;tno rifugiati, fuggendo dalle parti meno, alte invase ~alla .malaria (l). (l} V. Foss OMBRONI. -
:ilfemoh'e idrauUco-stot·iclte sulla Val di Cltia1~a.
FRAMMENTI DI ' GEQGRAFIA FISICA E SOCIALE
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· La distribuzitmè della popolazione si informa in questo periodo ai ,nuovi principi del feudalismo, della Chiesa e dei Comuni e principalmente dei due primi. Per essi, infatti, si occupano coll'abbazia) col monastero, col castello tutte le posizioni più acconce alle industrie agricole e al-dominio del paese e vi si pongono i capisaldì del nuovo adattamento nel qual_e spiccano taluni tratti caratte1:istici. . E prima di tutto, ·p~ lo spostamento dei confini e per la potenza di Roma, nel cui· nome si confondevano, avviandosi a comune nazionalità, tutti i popoli d'Italia, cessava il bisogno di qualsiasi preparativo di difesa sull'Amo. Fiesole, sentinella avanzata sui monti, non ha più nemico cui guarda-re e si volge al piano convertito in giardini e a poco a poco si muta in un luogo di delizie, scomparendo l'antico caTattere di città e di fortezza. , Volterra che grandeggiava sull'altura, a cavaliere fra ' l'Arno ed il mare, con una estesissima lucomonia-, non aveva più nessuna ragione d'esistere in simili proporzioni. Reso difficile l'approdo alle marine di Vada dai bassifonai formativisi innanzi; impaludata la costa; illanguidite le industrie di P opulonia, deviate da .essa e p0scia spente, la s'l!la decadenza diveniva inevi.tabile. I disastri che la colpiron~ colle guerre silTane, col saccheggio e colle stragi portatevi dagli Ungheri e più tardi dai Fiorentini, e colle pestilenz:e, accumularono intorno ' a certe date tutte quelle rovine che il tempo ·ave:va ineso- . rabilme11,te prodotte, proporzionandola alle sue ·nuove funzioni, che sono quelle d'un centro agricolo e minérario, opportunamente collocato e cui dà lustro l'an.t ica grandezza. Dopo.c hè ì Celti ebbero presa ed abbattuta Melpum, edificarono Milano nella stessa pianura e la nuova città crebbe continuamente fino ai' giorni nostri: ma distrutta Volterra dagli Ungheri, nel 902, e ricostrutta poco dopo da Ottone II, non si sar~bbe mai potuto ripvrtar:la al primitivo splendore. Gran parte della popolazio ne mancata a Volterra si potrebbe invece certamente ritrovare nelle campagne e nelle fertili yallate ·che vi fanno capo.
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FRAMMENTI DI OEOOI!.AFL\ FISICA E SOC!Al.E
t>RallliE)ITI DI GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE · /
In Maremma poi, si manifesta un fatto che a prima vista appare strano, ed è lo spopolarsi di talune località poste in alto e relativamente salubri, raggruppandosene o-li abitanti in basso, ove ~nfuri~ la malsania. A Roselle, ove, ;nche oggi, s~lla sua collma, SI trova aria assai migliore che non sul p1ano o sul fondo delle valli che. vi sboccano, si comincia a. parlare di Grosseto e di Batignano quando il male è maggwre é a poco a poco vi si riducono quei miseri avanzi di popolazione che erano ancora nell'antica città, e vivono e ere· scon6 in quell'aria mortifera. · Poco più a nord si verifica lo stesso fatto a Follonica c~e sorge sulla gronda dello stagrio pestilenziale di Scar~ Imo, mentre scompar.e Populonia di lassù, dalle sommità del suo promontorio· e diventa. deserto il porto di Baratto: due località queste ultime, perfettamente sane. A sud, sull'altipiano vulcanico, a Vulsinio distrutta dai Romani, sui colli circostanti al lago, succede Bol13ena sulle rive stesse del lago, ove la febbre è perniciosa. ?arrebbe dimostrare una volta di più la legge di distnbuziOne della popolazione, secondo le minori resistenze locali alle sue fu nzioni. . L~ popolazione maremmana, cui non si apre più innanzi 1l TnTeno oon tutte le sue a ttrattive, diventa necessariamente a.gricola su quei campi fertilissimi, su quelle terre depositate da poco dai suoi torrenti, che rimunerano largamente i lavo1:atori, e si prestano · in modo mirabile alla pastorizia. E Sl abbandona la collina ove la produzione è minore e CO$ta una somma di lavoro, superiore forse a quello che puÒ' ottenersi dal diminuito numero delle braccia e si creano nuovi centri con questa sola norma. L'abita~ione posta sull'alto avr ebbe giovato poco o punto al coltivatore od ai pastori costretti a scender e al piano per il proprio sostentamento ed è perciò spostata ed avvicinata alle uniche sorgenti di ricchezza che si possono ancora utilizzare. · · A Follonica scoo.dono da Massa .e dai ripiani sottostanti correnti d'acque utilissime per la loro energ ia nella indu-
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stria metallurgica, vi si lavora il ferro: a B olsena si pesca riccatn!3nte nel lago. Iuterriti, o ~com parsi , tuti i porti .dell'antica Etruria, meno quello di Pisa, si rifugia in quest'ultimo avanzo il geni<.) marinaresco del paese e il medio evo vede ancora un riflesso dell'antica gloria sulle ·galee della repubblica : è un momento fuggevole; anche qui le melme dell'Arno e quelle dei torrenti Cigna. ed Ugione invadono la insenatura, che scompare completamente. Le tristi condizioni della Maremma e di Val .di Chiana servono a delimitare la Toscana, distinguendola nettamente dall'Etruria; Perugia ed il suo territorio tendono naturalmente alla Valle del 'l'avere staccandosi da quella dell'Arno cui ,conduce la via malsana, e ritornano Umbri come erano 25 secoli prima; le città della catena vulcan ica e della marina corrispondente subiscono la medesima sor te rispetto al Lazio. Di mano in mano che tale fatto si chiarisce, la nuova T oscana si manifesta sull'Arno, e si sviluppa nelle lotte f~oude del Medio Evo, nelle quali salgono a nuova grandezza Firenze, Siena, Pisa e Lucca. L ivorno vi ·si aggiunge più tardi, prendendo il posto di Pisa nel commercio mar ittimo. Firenze aveva avuto J?iccolo- e lento principio dai Fiesolani. ed aveva. acquistato territorio e magistrati dalla- colonia cesariana d'Augusto, come dice il Repetti. Posta al punto d'incontro di tutte le linee di comunicazione che traversano l'Apennino dall'Abetone al Casentino, e che tutte le raccoglie sull'Arno, sulla via più facile e più breve alla marina, al porto di Pisa, prima, a quello di ~ivorno poi, diven~a naturalmente il centro della nobile provincia, , costituitasi sulle rovine della antica civiltà etrusca. Ora Val di Chiana ha ritrovato gran parte della sua primitiva flor idezza e della sua salubri~, quantunque vadano progressivamente restringendovisi i laghi del Trasimeno e, di Chiusi, il quale ultimo s'è risolto nei due chiari di Mòntepulciano e di Chiusi e Ùei pantani intermedi. Ed anche la Maremma si avvia ad un avvenii·e mig~iore ; forse,
-?iò
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F RAlHIENTl Dl GEOGRAFIA FISICA E SOCIALE
FRMIMEl\TI D1 GIIOGRAFlA FISICA E SOCIALE
però, pm lentamente di quanto potrebbe ottenersi. La scars~tà dei mezzi che vi si impiegano nelle opere d i bonificazione portafrutti spiacevoli, da qualche anno a questa parte, ~oco avanzandosi in generale, rimanendosi stazionari in molte località; in taJune altre retrocedendosi. Ma è il paese più ricco d'Italià per i suoi campi, per i tes_ori c.he si n ascondono nei suoi monti, per l'energia dei suòi abrtantr che l~ febbri non sono mai riuscite a fiaccare e l'avvenire deve cer tamente ricondurlo a una grande prc)Sperità. Anche di là dalla Magra le medesime cagioni producevano analoghe conseguenze (1}. Il_ golfo della Spezia si è notevolmente ristretto in epoca st~nca ed è vi va la tradizione del mare che frangeva ai piedi del valico della Foce e copriva l'estesa campagna degli Sta· gnoni. · A Chiavari v'er a ancora nel XIV secolo un porto alla foce dell'Entella, a tr e chilometri almeno dalla attuale posizione della spiaggia e si racconta che nel xvu secolo un bastimento svedese, tratto in errore. dalle carte marine cpe avevansi a bordo, vi cercasse rifugio di notte in un fortunale, e naufragasse stùla costa. ·Il porto di Rapallo è ridotto ad un terzo dell'ampiezza che aveva alcuni secoli or sono. Il porto di Genova, era compres0 fra il capo del faro e l'altura di Sarzana, protendentisi in · mare fra i due seni della Polcevera e del Bisagna, oggi colmati. Vado si è mutato da un profondo porto in una rada, a_,;anzando continuamente il lido. La spiaggia era ancora vicina ad Albenga nel xv secolo ed aveva un porto che il Centa colmò nel secolo successivo divagando sul piano e spostandosi da levante a ponente della città. Fatti consimili si riconoscono alle foci dell'Impero, del Taggia, del N ervia, della Roia"' e del Varo.
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(l) V. CoRPO R EALE DEL G'ENIO CIVILE.- PM·to
V. 1SSEL. -
Però in nessun tratto del golfo si ebbero fenomeni gravi come di guà dalla Magra: le acque stagnar~no. nelle ~iane d~ Vado e d'Albenga e vi fu qualche tracma dr malana, ogg~ scomparsa; tal uni porti come quelli cita~i di. Alb~nga e d1 Chiavari, cui si può aggiungere quello d1 Vangott1, furono interriti, ma ne r imasero molti altri, esuberanti ai bisogni de~ commercio ligure e della vita marinaresca del paese, crescent1 ogni giorno. . . E proviene da due ordini di. fatti che s1 c~m~letano_ a v~ cenda in uno stesso ~oncetto geografico. Powhe le spragg1e del golfo di Genova costituiscono l'ostacolo contro del quale urta la corrente decrli scambi dal Mediterraneo alla valle del. b Po ed all'Europa centrale ed i suoi porti ne sono i sorretton indispensabili nel mu:arsi della via da marittima a t~rre stre · ciò che non si verificava in Maremma. E le valh che vi f~nno capo sono brevi; le acque poche e torrenti~ie; i~ suolo si compone tutto di rocce 3,J:J.tiche compatte, res1stent1 all'erosione vi manca assolutamente il pliocene.
G. BoRziNO colon ncUo.
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di Genova.
B1'a!Usisismi e Ligu1·ia geologica e p1·eistorica.
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SPIONAGGIO MILITARE lN l'ACE ED IN GUEJ,l.RA
« Dobbiamo peraltro convenire che spesso io tempo di guerra « attribuiamo alle informazioni segrete eccessiva importanza, fa« ceodo passare in seconda linea l'efncacissima opera della ca(( valler ia d'avanscoperta, il cui valore nel servizio di informazioni ll non è certamente di minore importanza, nè può assolutamente c essere posposto a quello dello spionaggio . « Non sempre però siamo nel caso di disporre della cavalleria, « come d'altra parte presentansi dei casi in cui essa non potrebbe « tornat·e di alcuna utilità: ad esempio, durante lo spiega~ento « strategico dell'armata lo spionaggio ed i prigionieri costituiscono « quasi l'unica sorgente d' informaziqni sull'avversario. (( Concludiamo adunque col dire che senza voler annettere ecces« _siva importanza allo spionaggio militare, non possiamo peraltro ((disconoscere la sua utilità». Mentre noi nella presente traduzione non sviseremo in alcun modo i soggetti già ristretlam~nte trauati dall'autore, pure ci permetteremo di ometter.e tutto ciò che, a nostro ~indizio non ·to.cca essenzialmente l'an~ma del tema. ,
SPIONAGGIO MILI fARE IN PACE ED IN GUERRA TRADUZIONE DAL TEDESCO DEL TENENTE
ACHILLJNI GIUSEPPE
del 69° reggimmlo (anleria
Spionaggio miiitare. Sotto il titolo: Spionaggio militan~,. il tenente colonnello di stato maggiore dell'esE:rcito russo, signor W. Klembowski pnbblir.ava poco tempo addietro un opuscolo il quale tanlo maggiormente allira la nostra nttenzior.e, inquantochè ben di rado avviene che 1m uffi ciale di cosi elevata posizione tratti con tanta minuzia di parti colari e così aper·lamente il tema dello spionaggio militare. Nella sua prefazione l'autore scrive : «Probabilmente si dirà: Come è po:;sibile scrivere sopra un « tema così odioso come lo spionaggio? Come è possibile farne og« geuo di insegnamento? (( Perchè no? l n tempo di guerra, le notizie sull'avversario costi« tuiscono essenzialmente la r11gione di ogni movimento e di ogni « passo della tattica, do~de la necessità di studiare io ogni tem po, « colla dili genza la più accurata, tutte le cause e tutti i soggetti che <( in relazione al nostro tema possono essere a noi utili. « Tenuto c~nto della mira cui tende, dobbiamo convenire che lo « spionaggio militare non è affatto così obbrobrioso come a prima « vista può semb rare, ma ·anzi se, scevri da qualsiasi pregiudizio, « vogliamo renderei di ésso giudici, e vorremo esaminare attenta<l mente i casi nei quali esso presta l'efficace sua opera, saremo ob« bligati a conchi udere, eh~ non solo esso 'oon è odioso ma che « anzi è degno, per parte di tutti, del più grande i'ncorn~giamento.
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CAPITOLO J. Possiamo dividere la trallazione della materia del presente capi tolo nel modo seguente : a) Hcopo dello spionaggio. b) Opinioni degli scrittori militarj sull'utilità e sulla necessità dello· spionaggio. c} Cenni sull'impiego dello spionnggio nelle diverse epoche ·storiche. Le. notizie di particolare importanza per l'esito pi ù o meno favorevole di ogni operazione, si possono ripartire in quallro gruppi: a) Notizie sulla forza armata del l' avversario; b) sul paese ; c) sulla popolazione; d) sulla produttività del territorio avversario. Molte, tra le notizie contenute nel primo gruppo, _non t:ostitui scono segreto di sorta ; giacchè esse ci sono rese note 'dalle pubblicazioni ufficiali delle istituzioni militari di ogn\ paese. Nè costituisce segreto per alcuno l'organizzazione e la forza degli eserciti esteri, ed il loro armamento , l'equipoggiam~nto,. il loro
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grado d'istruzione, il modo di comballere, il servizio di veuovagl :amento, lo stato sanita rio, il numero e l'istruzione deali ufficiali, ecc. Altre notizie per contro, come ad esempio: lo ~pirito delle tmppe, i pr·oge:ri di mobilitazione, lo spiegamento strateaico i piani d~ guerra ecc., costituiscono segreti che non sempre :;i ~os~ sono facilmente conoscere, ed i si ngoli governi sogliono afJìdnre la r·icerca. di queste no~izie ngli ambasciatori, agli addetti militari presso le ambasci_ate e agl i ufficiali eomandati presso i vari Stnti. E siccome non sempre po!;sono detti personaggi fornire in modo completo e dettagliato le informazioni sopra· accennare, null'altro mezzo rimarrà per completare l'opera loro senonchè il servizio degli agenti segreti . E d'altra parte, richiedendo la raccolta di dette notir:ie_ e la loro elaborazione nel connetterle lungo tempo e lunghe fat1che, essa non può operarsi durante il periodo delle operazioni guerresche, e ne deriva logica la necessar·ia conseguenza di comin~ia re l'arduo lavoro sin dal tempo di pace. Solo cosi facen.do si potrìl poi, durante le operazioni guerresche. senza molta dilflcoltà, conoscere di quali forze disponga l'avver~ sario e dove esse si trovino, ciò che far·à e ciò che avrà intenzione di fare. Non p?ssiamo però addirittura negare. che ottimo mezzo per procurarc1 le ora accennate informazioni :sarebbe quello di affidarsi alla cava lleria, ma dobbiamo peraltro nel tempo stesso convenire che so vente, anche pur· non volendo tener conto dei casi in cui essa fosse già altrove impegnata; può essere richiesta la soluzione di quesiti pei qua! i l'opera della cavalleria riuscirebbe addirittura inutile. · E a· prova di ciò basta ricordare che la numer·osa cavalleria tedesca, bench'è pe1·1'indolenza dell'av_versario si fosse spesso trovata in condizioni favorevolissime, pure perciò che riguardava il servizio di informazioni rimase quasi impotente ad eseguire il suo mandato. D'altronde una cavalleria, per quanto intraprendente, non potrà mai nella maggior parte dei casi indovinare le intenzion i dell' avv·ersario e per quanto, pel servizio che essa presta, sia chiamala « gli occhi dell.'armata \>, pure ordinariamente le sue notizie si limitano alla forza del nemico , ed alla di lui posizione. (Informino
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le operazioni tedesche contro Mac-Mahon dal 24 agosto al 2 settembre). . . IJ solo vedere peraltro non è sufficiente per la buona nusc1ta delle intraprese militari; occorre nnche «ascoltare>: il che è..còt~ pito speciale e solo possibile degli spioni, per cu1 come ~pa dicemmo se la cavalleria chiamasi « gt: occhi dell'armata » ben a ragione potrassi anche dire che gli spioni ne so~o ~< le. ~rec.chie ». Grande influen1.a sull'andamento delle operaz•on• mil1tan ha la conoscenza del territorio avversario: ciò però, come gii:l accennammo, richiede tempo e fatica. Sin dal tempo di pace si dovr.~ adunque studiare nel modo più accurato . il _presunto _t~atr~o ~.' guerra, le più importanti linee di difesa e dr es~e le ~OSIY.IOnt _p•u forti la rete ferroviaria ed in generale tulle le lmee dr comuo •cazion~; insomma è assolutamente necessario di 11vere dettagli<itissi~e cognizioni geografiche e topografiche del t~rrito~·io avve~·sa rro , nonchè carte e piani possibilmente esatte degl1 Stat1 con no1 confinanti. Gran parte di tutto ciò è portato alla conoscenza di tntti da pubblicazioni; è peraltro necessario eh~ og~.i co_:;a v~nga a~.cora.a~ curatamente riveduta, e completata ner pm p1ccolr part1colan, 1l che è solo possibile per mer.zo dello spionaggio. Finalmente è indispensabile per il giusto indirizzo delle operazioni militari, la conoscenza, come già accennammo, della popola· zione e della produttiviti\ di un dato territorio e per quel che si riferisce alla popolazione, la sua densità, le razze di cui è com~ posta, la religione, le usanze , le abitudini, ed anche la sorgente d1 ricchezza del paese, il grado di essa ricchezza, il modo come essa pvpolazione alloggia ed è amministrata, ecc. . . . . I rapporti degli ambasciatori e degli addettr. mdtta:l, le sta~ tistiche le descrizioni geografiche ed etnogra(!che, 1 rapport• ufficiali, ed nitrì consimili sorgenti di notizie, costituiscono ricco materiale per i'l chiarimento di tullo ciò che si ri ferisce alla popolazione ed alla produttività del paese in questione. ciò non pertanto può anche qui l'opera dello spione essere di inne~abile utili là.' Asseanato sin dal tempo di pace ad un dnto d1stretto, eglt può aver l';pportunitiì. di stringe re relazione con persone influenti, di guadagnarsi la toro fìducia, di studiare il carallere della popola-
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zio ne, di adocchia re quelle persone che in tempo di guerra potrebbero essere utili come guide, oslnggi e spioni; in una p:m•la, mentre egli provvederà il proprio Stat1> di lutté le informazioni di cui esso abbisognerà, potrà aver campo di formarsi tale completo corredo di cognizioni , che in tempo di guerra costituirà la base principale della sua attività. L'utili tà e la necessità degli informatori segreti è un iversalmente rico nosciuta da tutti gli sériùorì di cose militari, tan to che tutte le opinioni a tale proposito sono mi rab ilmente con corda nti . E noi , tra il grande numero di persuaden tissimi esempi che sì potrebbero citare dagli inizi storici dell'arte della guerra si no ai giorni nostri, per mostrare ancora più la necessi tà di ta le servizio segreto, ricorderemo solamente alcuni esempi che riguardano i tempi modero i e che a paret'e nostro possono mat,.•ior"" mente interessare. In Pnrs:> i:1, lo spionaggio militare ebbe il maggiore svilu ppo souo Federico il Grande. Il cond otti ero stesso della nos tra cavall eria d'avanguardia, maggior generale conte Todleben, era uno ~pìo n e tedesco . Le informazioni che noi 11vevnmo sul nemico ci e:·ano provr ,·edute sia dagli spìoni da noi chiamati «confidenti » sia da uf· !ieialì che cone>scevano alla perfezione la lingua tedesca ed erano pratici dei luoghi ove si sviluppava la guerra; tra questi ufficiali citiamo il maggior Roman ius, i tenenti Dnlegorscki Schreider e molti alt!j. 11 sig-nor Freiman, aiutante di Li ven, viaggiò per t11tta la durata ddla guerra, come ufficiale polacco; un altro ufliciale russo, mandato da Lopuchin , girò tutta la Prussia sj no a Danzica, come staffiere di una dam :~ .
SP ION AGGI O MILITARE I N PACE E D- IN GUEEn.-\
Qui giunto Ssuwarow. nell'intendimento di nggirare poi la posizione dei Polacchi, mandò sotto la direzione del tenente colonnello I waschew 20 Cosacchi coll'i nearico di prender conoscenza dei pas$i sui ·corsi d'&cqua Muchawez e Bug, nonchè della posizione del nemico, della sua forza, . ecc. ecc. Iwaschew non era peraltro ancora tornato, allorchè alcuni Cosacchi co ndussero alla presenza di Ssuwarow un is raelita il quale di sse di essere stn.to mandato dai suoi compaesani e compagni di fede. Egli riportava che in Brest sapevasi dell'immi nente arrivo dei Russi, per la qual cosa il popolo israelita , spaventato dai passati avvenimenli ofl'r ìva loro il proprio servizio. Il messa~gio riportava anche che le truppe Ssjerakowski erano molto afl'aticate, che esse avevano risoluto di evitare a qualunque costo un nuovo combattimento e di ri tirarsi invece su Warsavia al quale scopo il bagaglio giit era in marcia. Oltre a ciò l'israelita diede im portante notizi e sul paese, sulla lun crhezza e profo ndità dei due cor:si d'acqua su mentovati, su i mezzi di =llraversarl i ed infi ne olfriva il suo servizio quale gu ida. · Ssuwarow allora, senza porre alcun tempo iu mezzo, dati gli ordini opportuni e le necessarie disposizioni, ad un'ora di noue dell'olio settembre si mise in marcia; passò il Muchawez ed Il .Bug e raggiunto Ssjerakowski lo obbligò ad accettare battaglia che per quest'ultimo si converti in una disfatta completa.
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,. ** Verso la fioe .di dello secolo, e preci samente il 6 sellembre ·l 794, il distaccamento di s~jeraki)WSk i. dopo la sconfiua dei Polacchi pr-esso Krupt.sch iza, attraversa ndo paludi e foreste, ritiravasi con morcie acceierate su Bres t. Ss nwo r~w non inseguì l'avversa rio e sull'imbrun ire de l 7 settembre, dopo una marcia di 4·0 werst, arrivò al villaiTcrio di Treon schtsch in distante ci rca 6 wer5t da Brest.
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Napoleone I non ri sparm iò per lo spionaggio tempo, denaro e fatica. I l 20 sett~mbre tJ797, da Passariano, egli scriveva al genera le Dumas: « Mandate spioni a Gorizia, a Trieste ed a Lubiana ad informarsi del nome dei reggi menti di cavalleria e dei battaglioni di fante ria che trovansi in quei din torni . Date loro anche l'in.carico di vedere se nella cittadella di Gorizia furono fatti lavori e se in essa fu collocata dell'artiglieria .... )l Il 4. marzo ~1807 , da Osterode, sct'iveva egli al generale Morano: « .... La di lei posizione (pr_esso Allestein) le è pi(L che favorevole per valersi dello spio naggio ; non facc ia risparmio eli da-
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naro e due volte al· giorno mi mandi nuove di ciò che ella v:iene . ' a sa nere .... >> · E. ·da Parigi, il 20 settembre 18H, scriveva,al duca di Bassano: « Comunichi in cifre al barone Biwion, che nel caso che scoppì la gu~na, egli sarà destinato al mio qu~rtiere ge~erale .~ome c?~o della polizia segreta per ciò che riguarda lo sp10nag?1? del.! a~· mata nemica ; organizzi perciò senza indugio tale serv1z1o; s1 d1a pena di trovare due Polacchi che conoscano bene la lingua ru~sa, siano militari, abbiano la voluta capacità e siano della mass1ma fiducia; uno di questi deve 'conoscere la 'Lituania e l'altro la Volinia, Podolia e l'Ucra~nia, Jinalmente sarà bene che egli ne trovi un terzo il quale parli bene il tedesco e sia pratico di Livlandia e Curlandia. Questi tre ufficiali interrogheranno i prigionieri. Sarann•> messi a loro disposizione Hl agenti scelti colla massima cura, i quali saranno pagati a seconda dell'importanza dei servizi che essi presteranno. l~ desiderabile che essi all'occorrenza sappiano dare qualche cenno ~ ui territori pei quali dovrà passa re l'armata nemica. . «In principio, i 3 sunnominati agenti terranno parte dei loro 1 spi oni sulle 2 .strade che da Pietroburgo conducono l'una a Yilna e l'altra a Riga; parte sulla strnda che congiunge Riga con Memel, sulla via di Kiew e sulle tre strade che uniscono Bukarest con Pietroburgo, Mosca e Grodno. « Altri spioni saranno mandati a Riga., a Diinaburg e Grodno, e nPIIe paludi di Pinsk, i quali tutti giornalmente dovranno dare notizie sullo stato delle fortificazioni. «Se i servizi loro daranno risultati soddisfacenti non paventerò per i loro salari anche una spesa di ·12000 franchi al mese ; in tempo di guerra non è lecito lesinare sulle ricompense alle persone che procurano notizie di una data entità ». Presso di noi, nel 118,12, lo spionaggio ebbe largo impiego e non di rado l'ufficio della spionaggio fu volontariamente intrapreso da n&stri parti giani che si resero poi in ciò famosi. Ricor·diamo solamente le gesta di · Figner .nei dintorni di Mosca. Completamente p.adrone della lingua francese entrava egli negli ::.ccampamÉmti nemici, ora sotto le spoglie di un v.enditore am. bulante. ora di un vagabondo , ed ora persino travestito da uf'
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ficiale francese. Un numero grandissimo di notizie della più grande importanza, dovette l'a armata russa all'abilità ed all'audacia di Figrie1·. Anche durante la campagna del ' 866, lo spionaggio militare non fu posto in seconda linea nè dalla Prussia nè dall'Austria. Nella guerra· del ·1870-7,1 abbiamo larghi esempi alli a dimostrare che i Tedeschi non avevano dimenticato gli ammaestramenti del passato; non bisogna però dimenticare che i Francesi, irritati e meravigliati pei loro continui' rovesci, vedevano in ogni straniero uno spione. Risulta peraltro dalle concor·de testimonianze di molti scrittori francesi degni di fede, e di altre non meno attendihili persone e civili e militari, che già lungo tempo prima della campagna una vera legione di spioni prussia n i, tra i quali molti ufficiali tra vestiLi aveva inondata la Frantia orientale ; gli uni spacciandosi per arti~ti· rilevavano i dintorni di Langres, di Belforte di altre fortezze; altri sotto l'apparenza di pescatori , misuravano la profondi!à, la larghezza dei fiumi ecc. ecc. ~ Nel principio della campagna comparve in Strasburgo un uomo • che qualificatosi come agente di una società americana, faceva per questa larghe prov-i•isioni di armi e munizioni; ciò destò sospetto; Jo si tenne d'occl)io, e quando i sospetti cominciarono a divenire certezza 1(1 si volle arrestare,. ma egli di:;parve da StrasbuJ·go; vérrne però pocò tempo dopo arrestato in Metz mentre scendeva dal ' treno; confe:>-sò allora di essere uno dei capi dello spionaggio tedesco di cui ne paleso tutta l'organizzazione. Con- . dotto davanti ad un consiglio di guerra fu condannato ~Ila fu- . citazione.. . Fu durante l'assedio di Parigi che lo spionaggio raggiunse presso l'armata tedesca il più alto e complicato grado del suo sviluppo. 1ra non pochi spioni te'des..:hi trovati fra il personale sanitario degli ospedali ·milit\lri sotto le spoglie di infermieri, medici ecc., ne 'furono scoperti due travestiti da suore di carità. Altri consimili esempi possono dare un'idea .del gmdo di temer~rietà cui giume lo spionaggio durante questa guerra. Basterà· solo ricordare ancora l'audacia di quell'ufficiale tedesco, che sotto la divisa di ufficiale di' marina, munito di falso passaporto ebbe Hi
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campo di poter esaminaee il Monte Valerien. Non meno degno di esser citato è l'ardimen~o di un allro spione tedesco che travestito da accattone, s'avanzò sino alle fol'lificazioni di Pnrigi di cui fece il rilievo sul fondo del suo berretto. I Francesi , al contrario, non si dettero assolutamente cura di valersi dell'opera della cavalleria e dello spionaggio nel servizio d'informazioni, sicchè essi rimasero quasi sempre all'oscuro di ciò che si rifer iva all'ar mata tedesca, si~r sulla forza che sulle di lei intenzioni, al cui riguardo essi prestarono sempre cieca fede a tutte le dicerie, anche le più stolte che da qualsiasi fonte essi ricevessero. Il generale Oucrot peraltro afferma, che già da alcuni anni prima della guerra egli si valeva spesso pel servizio di spion:1g-gio di un suo connazionale che, soventi aveva occasione di fare viaggi in Germania e di un sottufficiale congedato e dimorante in Landau il quale spessissimo recavasi in Magonza •. Così noi sappiamo di uno spione francese, che durante la guerra in discorso, si trattenne per due mesi presso il comando dello stato maggiore di un corpo d'armata prussiano dal quale egli aveva a'vuto campo di mandare di tanto in tanto al proprio partito notizie dettagliatissime sulle operazioni di guerra dell'esercìto tedesco. E così un altro agente segreto avrebbe consegnato ar comando della difesa di Parigi un piano dei lavori d'assedio della stessa . città, da lui involato ad un ufficiale dello stato magginre prussiano. Nellà , guerra del 11877- 78, i Russi poco si valsero dello spionaggio, forse per la difficoltit di trovare persone adatte a disimpegnare tale. difficile mansione in uno St~tto come la Turchia. I loro cost11mi particolari poco conosciuti al restante del mondo, poneva uno spione russo tra le truppe turche in condizione assai più pericolosa di quella . in cui poteva essersi trovato ano spione tedesco trJt i Francesi e rendevano inoltre assolutamente in lui necessaria un 1 molto profonda e precisa conoscenza del popolo turco , delle sue r:redenze, delle sue abitudini e del suo carattere. . Il documento che' segue, rilasciato al signor K. N. F. (cavaliere di 4• classe dell'Ordine di S. 9-iorgio, decorato della medaglia di.
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nrgento,. per essersi sogna lato nella difesa di Sebastopol i e facente parte prima del 1856 dei volontari della legione greca di !'ijcolò l) varrà non solo a darci un'altra prova dell'importanza dello spionaggio, ma anche a convincerci come soventi si p~ssa da esso trarre utilità grandissima anche quando venga professato da persona che ad esso 'si sia mai dato. « In seguito ad ordine di S. E. il capo di stato maggiore del di« staccamento di...... il signor K. N. F. il 3'1 maggio 1877 venne « mandato per la Serbia a Rusr.htschuk onde prender conoscenza « dell~ fortificazioni, della forza dell'avversario e delle sue po« sizioni. « Al suo ritorno egli dava ampi dettagli: « a) Sulla quantità di polvere stata trasportata da Salonicco « a Ruschtsch uk; « b) Sulle provvisioni da guerra e da · bocca preparate per « l~ truppe turche; « c) Sul n!.lmero degl i Arfibi aspettati in 1\uschtschuk; « d) Sulla composizione' dell'armata di Alì Pascià mandata « a Montenegro e sql numero dci cavall i da lui corppratL « e) Dell'arrivo in Ruschtschuk di Abd-ui - Kerim , comao« dante io capo dei Turchi e della susseguente sua partenza per la « Silistria « Finalmente, oltre uno schizzo dettagliatissimo delle batterie « e delle trincee esistenti in Widdin, Lom-Palanca, Rahovo, « Schumla, Lowtscha, Plewna, Braschtscha, Klissura, Berkoviza, <• Bjelogradtschik, recava pure notizie sulla forza delle truppe « dei Nizam dei Baschi-BoZllks e dei Tscherkessen ivi esistenti. « Il 26 giugno •1877 il F. che da Sistowoio aveva mandato in « traccia del nemicq coll'incarico di informarsi delle sue posizioni « e di raccogliere quelle qualunque altre notizie che sarebbero po« tute essere di qualche utilità, ragguagliavami: « a) Sul divisamento di Osman Pascià di recarsi colla sua « armata di 50,000 u(lmini da Widdin in una posizione al dis.otto di c Bjelogradtsch.ik; « b) Sul suo ' incontro con Nassan Pascia che alla lesta di « 15,000 uomini con 32 cannon i di piccolo calibro marciava verso « Nicopoli;
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SPIONAGG IO MILITARE IN ' PACE ED IN GUERRA
SPIONAGGIO UlLILA RE IN PACE ED IN GUERRA
« c) Su altri due suoi incontri in Etropol, l'uno con 2000 « Tscherkessen e l'altro, in mezzo al campo stesso ove egli aveva << pernottato, con ,l 0,000 Baschi Bozuks che marciarano su Plewna. « Il F. si introdusse allora furtivamente in Plewna, per poter << conoscere la formazione delle truppe colà raccolte, ma non riuscì « nel suo intento; uguale risultato negativo ebbe allorchè, travec stilo da venditore ambulante, tentò di entrare negli accampa· « menti. Egli peraltro potè raccogliere informazioni sulle truppe << che trovavansi nei dintorni di Selvi Oglu e Shemas e spintosi « quindi verso Schumla, veniva a conoscenza delle fortificazion i co« struite dagli Inglesi, delle mosse delle truppe concentratesi in c Varna e delle provviste di biscotto accumulatesi in Pramodi. « Da Varna egl i si recò ad Adrianopoli donde mandò informa« zioni sulle fortificazioni di 2 villaggi in vicinanza di Adriano« poli, sull'itinerario di marcia che tennero le provvisioni da « r.<ruena e sul modo come queste furono trasportate. << ·Dopo il suo ritorno (3 agosto) da Gornus Studen il K. venne c nuovamente da me mandato a Plewna , una prima volla il « 6 agosto ed una seconda volta il '19 di detto mese. « Per 3 giorni egli dovette lottare contro diffi collà grandissime, « in' ultimo però riuscì di guadagnare durante la notte, la sponda « del Vid. Trav.estitosi allora da turco, girò attorno alle posi1-ioni ((' turche e riuscì sulla grande strada di Ssyr Bazar, per la quale « in un ·colle tr·uppe turche entrò in Plewna . « Le importanti notizie che qui egli potè raccogliere furono da lui :;tesso ambe le volte a me rassegnate al suo ritorno. « Jl 'rriorno 8 settembre, da Gorny• Studen rimandai nuovamente n « il F. a Plewna ed il 24 settembre egli facevami pervenire della« gliata relazione ·Sulle posizioni di O:>man ,Pascià, sul vettovaglia« ·mento delle sue truppe, sul numero di uomini, cavalli e cannoni « a lui condotti da Scefet Pascià, il 24, settembre, sulle provvisioni <L di pane, formaggio, ecc .. Nella sua. relazione inoltre egli non solo .:, dava estesi ragguagli sul numero delle batterie di nuovo fabbri· « cate, sulla loro posizione e sulle lor~ denominazioni ma anche <~ rassegnava la pianta delle vie coperte che .conducevano alle bat<c terie e di quelle che mettevano queste in comunicazione tra dì « loro dava in fin e alcuni cenni sul bombardamento, sull'atteso
« corpo di rinforzo e sugli abiti da inver·no che si attendevano !la
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« Costantinopoli .
c Con altro rapporto in data 27 ottobre il F. che era rimasto a « Plewna ragguagliavami : « a) Sulla posizione delle armate nei dintorni di P l~wna; << b) Sulla forza già ·diminuita della guarnigione ; .. c) SuHe privazioni che essa doveva sopportare; « d) Sull'importanza delle perdite; (( e) Sulle diserzioni ; « f) Snlle disposizioni date da Osman Pascià relative agli « abitanti;. « 9) Sui cambiamenti delle truppe turche negli accampa« menti; « h) Sul numero dei pezzi di ~rtiglieria da campagna e da « fortezza ancora servibili; .c i) Sull'ubicazione dei magazzini da polvere ; . « j) Sul numero delle batterie coll'indicazione delle pos1- . « zioni più o meno resistenti al bombardamento. . « Finalmente, il 2 novembre, so lo 2 giorni dopo la prestaziOne « di un servizi q pel quale con grande peri colo della sua vita si « era furtivamente introdotto negli accampamenti turchi passando « tra gli avamposti raddoppiati , il F. fu per l'ultima volta man« dato a Plewna donde il •14 novembre comunicavaci la risolu< zione di Osm~n Pascià di aprirsi un varco sulla strada di c Sofia. « Per tutta la durata del suo servizio il F. adempì colla masc sima coscienza e nel modo migliore consentito dalle sue forze « le missioni di cui fu incaricato; pel disimpegno degli obblighi « assunti eoli si impose privazioni, azzardò la vita, potè per·al« tro prest~re all'armata russa servizi della più grande . impor(( tanza, in special modo durante l'assedio e la presa delle for« tificazioni di Plewna . « . . . . .· . 2 maggio 1879 >>. ·(Segue la firma di chi rilasciò il ce1·ti{icato). Secondo la testimonianza del K. F: anche i Turchi fecero uso dello spionaggio ed in ciò si valsero specialmente dei Bulgari,
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i quali per lucro o per In loro antica amicizia roi tut·chi dei quali non desid eravano la caduta, prestavansi vol en tieri per tale servizio. Da quanto fin/ qui si è detto, tra altro risulta, che : 'l . Da un huon servizio di spionaggio organizzato sino dal tempo di pace si possono in guerra; sin dalla dichiarazione di questa, trarre vantaggi non indill'erenJi; La necessità di un'opportuna organizzazione dello spionaggio è ormai riconosciuta da tutti gli Stati, pochi infatti ve ne sono che in più o meno larga misura non l'abbiano adottato. · ·2. fn guerra, lo spionaggi o è necessario du rante la difesa, l'assedio o l'investimento di for tezze o di punti fortificati come anche in tutte quelle operazioni per le quali le truppe sono obbligate per un tempo più o meno lungo di rimanere ferme in un dato luogo . In tut ti gli altri casi lo spionaggio forma il completamento del servizio della cavalleria di avanscoperta ed ha un'i mportanza tanto più grande quanto più debole è la nostra caval leria in confronto della cavalleria nemica. Un solo spiooe, ma atto · e fidato, può alcune vol te pt·estare servizi assai ~igliori· di quelli che soventi non possa un'intera pattuglia di cavalleria, per quanto coscienziosamente vogl ia adoperat·si per il disimpegno delle sue attribuzion i. Que.sta sola eonsiderazi one dovrebbe bastare per far ra vvedere coloro che dello spionaggio hanno un concetto meno che favorevole e non ne r iconoscono la grande sua utilità. Dal lato finanziario poi, come più avanti vedremo, il mantenimen to degli agenti che dello spionaggio non ne fa nno un mestiere non costituisce affatto tÌna 'Soverchia spesa per lo Stato. · 3. Se è importante di conoscere le intenzion i der nemico, non meno importante è per noi di non lnsciare a lui travedere le nostre. È .perciò dovere di ogni comandante di reparto autonomo dì prendere tutte le possibili precauzioni onde impedire, per quanto gli è possibile, lo 'spion<~ggio nemico, il che peraltro sarit a lui possibile solo nel caso che egl i abbia almeno una superficiale C()noscenza dell'organizzazione dello spipnaggio. (Continna) .
FlSIOWGIA DEL ~OMANDO :
Il MORALE
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«·S'io org~n!zzassi un battaglione di gobbi , sono certo ch e rebbe prodigi » diceva Napoleone. E per quanto una simile ide~ non sia entrata nel campo dei fatti, per l'ottima ragione che quel grande generale preferiva indubbiamente gli uomini sani, pnre , quelle parole, possono farci intendere l'importanza che egli dava al moral e del soldato e l'influen za che attribuiva allo spirito di corpo. Intendiamo per morale quello spirito che è l'anima degli eserciti che ne eleva il senti mento e ne sostiene lè fo rze fisiche ed intell ettual i, sino a rendere tetragoni soldati e capi alle dure e dissolventi prov~ della guerra. l! pericolo è uno degl i elementi principali che influisce sul mOI'ale. ·· In guerra c'è pericolo per lo Stato, per l'esercito, per l'indi viano. Per conseguenza può svilupparsi _per legge natural e un principio tendente a sottrarsi ai di sagi, alle ferite, alla morte, allo . stesso peso della respon~ab i lità , tendenza che può aumentare col deprimersi del morale o diminuire, e spingere i combatten ti fino . all'e1·oismo, con l'élevarsi di un tale impo rtante fattore. Napol eone diceva che nelle .cose di guerra, il morale c' entra per tre .quarti. ..-! « Un esercito ci1·condato, scriveva il De Cristoforis, è sempre evi.Q.entemente più riunito in massa che l'esercito che l'avviluppa; ·eppure,. un esercito circondato ritieosi comunemente perduto. » È tùtta questione di morale ! La Grecia antica, non gl'imperfetti, ma piuttosto i vili scartava dagli eserciti, per quella veri tit préslo conosciuta dai pi ù lontani tempi e. presso tutti i popoli, secondo cui non si perdettero bauaglic
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FISIOLO GIA DEL COMANDO: " IL MORAr.E •
FISIOLOGIA D,EL COMANDO : « IL MORALE •
soltanlo per il numero dei morti, ma piuuosto per quullo dei su perstiti che, nel vederli cadere, fuggivano. « Per quanto, come dice il Marmont, sia' nella nostra natura di cerca1·e a· di amare le emozioni, e l'idea del pericolo ci piaccia malgrado che neLmomento più minacciante vi sia chi ne resta sconcel·tato, pure, in ogni crisi, l'istinto della conservazione se non consiglia all'uomo la fuga, tende prepotentemente a condurlo alla prudenza, èhe potrebbe mutare nella indecisione e passività, senza quella educazione dell'animo che insegna a disprezzare il pericolo a pro di una idea nobile e generosa . >> Nella vita civile, una tale virtù ed un tale di:;prezzo assumono un carattere essenzialmente difensivo ed istintivo; e il fanciullo che difende la madre o questa il fanciullo, il proprietario che difende la propr1età , o l'amante l'oggetto dell 'amore. Queste sono prove insistenti e costanti. Però, nella vi.ta militare, affinchè tale virtù possa produrre in ragione di tutte le eventualitil. è necessario che assuma anehe il carattere olTensivo , aggressivo. Jn sinuarla, ottenerl a, è missione del comando.
della situazione, la necessità dell'equilibrio tra le facoltà della mente e quelle del cuore, per sollevarsi sui tumulti del combattimento e dominarli, per supel'are le incerte'tze delle informazioni contraddittorie e decidersi·, intravveder·e la verità ed impegnarsi, concepire l'opportunità dell'azzardo e le probabilità della fortuna ed osare·, sono difatti condizioni che si impongono a chi vuole ' coma ndare e riescire. Ma l'agir con prontezza, opportunità ed efficacia, il so ttrar·si all e influer1ze più negative, il perseverare nello scopo prefisso, senza !asciarsene distogliere dalle minute perturbazioni di ogn i istante; l'esentarsi dal v&leno del dubbio e dai tormenti della indecisione, non sono sem pre cose . facili a conseguirsi. E tanto meno quando spetterà ai capi di dare segno di esempio e di coraggio, nel m0mento appunto di essere coinvolti negli attriti e nella confusione delle masse ; quando dovranno mantenersi imperturbabili allo spettacolo della strage da loro voluta, calmi, al lentq consumarsi ecl all'inesorabile disfarsi delle forze morali e fisich e a loro affidate. Queste difficoltà si centupli cano in caso di sconfitta, giacchè allora il demoralizzamento si ri,•ela in · tutta la sua intensità, quanto pi ù grande è la massa che lo subisce, ed è allora che perfino gli stessi agenti, normalmente destinati a stimolare il coraggio, divengono prepotenti fattori di paura e di panico, come certi pericoli, fatiche e disagi, che mentre stimolano il morale di una truppa intatta o vittoriosa, deprimono invece la truppa del viQto, fino a renderle insopportabili quei pesi e disfarla anche in lontananza -del nemico. Così, di taluni disagi e pericoli dell'alpinismo, della caccia, dell e corse, del ciclismo , che mentre suscitano l'audacia del dilettante, sono inadatti a sollevame il moral e nei momenti in cui le forze della natura si rivolgono troppo impetuosamente contro di lui. Per comprendere quanto deliba essere difficile ai capi di :;ostenP.re il morale dei combattenti in caso di sconfitta, basti l'ammantare che le vere perdite del vinto cominciano appunto nella ritirata, quando parrebbe dovessero invece finire. Trovasi al lora il vinto, con i traini guasti, gli uomini feriti, gli ordinamen ti sfasciati , i s.oldati stanchi, le menti confuse, gli obbiettivi incerti ;
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** Questa missione non è facile. 11 personale e specialmente il soldato, è destinalo in guerra a troval'si dinnanzi ad nno spettacolo generalmen te nuovo per lui, di una strage non mai immaginata, che può as.§umere l'aspetto del soprannaturale, e nel quale il suo si~tema nervoso può reagire e perver:time i mig!iori intendimenti. Il fischiare dei proiettili, il frangersi delle piante, il rompersi dei tetti, lo schiantare dei cassoni e dei carri ,.il rumore assordante degli spari, lo scoppi o delle granate e degli shrapnel, l'esaurimento fisico e .intellelluale, i disagi da supel'are per giunge1·e sul luogo dell'azione, il sopraccarico dell'equipaggiamento, non possono a meno di costi tuire al soldato le pr·ime difficoltà. A questa condizione di cose, da cui nessuno può dirsene e' sente, devesi poi aggiun gere quella particolare agli ufficiali ed ai capi. Il bisogno, per parte di chi comanda, di una chiara percezione
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F ! SlOLO,GlA DEL CO!IANDO : • II, MORALE
FISIOLOGIA DE f, COMANDO_: • IL JU ORALE •
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impegnato nel cuore della nolle in una marcia faticosa, senza tempo per t'iOI'dioarsi, ·nè per ricuperare i propri pezzi, nè raccogliere i propri feriti. In tali circostanze, la voce dei capi meno intesa, la speranza perd uta, i combattenti più animosi caduti o fiaccati, i timidi fuggiti , la sfiducia divenuta generale, l'orgasmo per la sicurezza tra sformato in sgomento, la coscienza della propria inferiorità resa evidente, la religione del dovere facilmente dimenticata, il timor·e della responsabi lità e l'amore alla vita por tati all'egoismo, il du bbio divenuto panico ed angoscia, ecco ltn riussunto di una disfalla, fino ad insegnar·e che se una moltitudine, col morale elevato, può valere un esercito, un'armata col morale depresso, deve essere peggiore strumento di guem~ d'ogni peggiore moltitudine. Ecco C1lme il Bourrien.oe, segrètario intimo di Buonaparte, ci descrive una di queste ritirate, cer tamente non tra le peggiori, se si tien conto dello spirito di quell e truppe, del r-isultato di quei combattimenti e della capacità di quei generali e di quel comandante: « U n~ sete divorante, la totale mancanza d'acqua, nn calore eccessivo, una fati cosa marcia nelle dune ardenti , demora· lizzarono gli uomini e fecero succedere ai sentimenti generosi il più cr·udele egoismo , la più affiiggente indiiTerenza. « Ho veduto gettare dalle barelle ufTiciali amputati di cui era · slato ordinato il trasporto, e che avevanç perfi no dato del denaro in compenso ùi tale fati ca. Ho visto abbandonare degli amputati, dei feriti. degli impestati o supposti soltanto di esserlo. « La marcia era rischiarata da torce accese per incendiare le, piccole ciu.à, le borgate, i villaggi, le capanne, le ricche messi di cu i la tet·ra . era ricopf!rta. Il paese era tutto in fuoco . Quell i che avevano l'ordi ne di presiedere a questi disastri , nello spander dovunque la desolazione, sembravano voler vendicare i loro rovesci e tro-vare un sollievo alle loro SlliTerenze. « Noi e;·ava mo circo ndati da moribondi , da saccheggiatori e da incendiari. ' Dei moribondi ~eltati sulla stra d:~ dicevano con voce debole: « I o non sono impestato, sono soltanto fe rito » e per· convincet·e i pas'Santi aprivano le loro ferite o se ne facevano delle nuove. « Nessuno ci credeva, ognuno di'ce v.a : « l i suo alTare è fatto » passavan o e tutto era dimenticato . »
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** Ebbene: è con situazioni simili che i capi denno fare i loro conti! Ed è in tali circostanze che dovranno ottenere obbedienza ed ispirare fiducia, e ma ntenere l'ordine e salvaguardare la disciplina ed essere di esempio per imporre altrui e per potere, senza esitazione, anzi con l'aspra pass·ione · per le contrarietà, combattere, e conJnrre altrui al combatl imento l Ecco perchè il Foscolo ci rammen ta c~la guen a fu_fQ.!!§_ider'ata dai grandi caprtalli, più scienza di mente e calcolo di ......__,_... . .____ - """" forze mo1·ali che impeto di braccia, ed ecco perchè Plutarco, nell'elOgio di C e~e , fa cosi splendidamen te risaltar·e I'elevatezza del '1'ii'Or'iie ch'egli era riuscito ad infondere nelle sue immortali legioni. « Al di sopra delle altre stavano le imprese di Cesare» , così scriveva quel sommo storico, « dal. quale superati restarono chi per l'asprezza dei luoghi ove ebb'egli a guerregginre, chi per la vastità del paese che conquistò, ch i per la moltitudine e la forza dei nemici che vinse, chi per la stranezza e ferocità dei costumi ch'egli ammansò, .ch i per la ben ignità e mansuetudine ch'egli usò verso i vinti, chi per i regali e pe' benefici ch'ei fece a quei che militarono insieme a lui e tutti poi per le molte battaglie sue e pel gr·ande numero dei nem ici da lui .uccisi: Imperocchè, in men di dieci anni che guerreggiò nella Gallia, prese a viva fot·za più di ottocento città, soggiogò- trecento nazioni ed avendo in diversi tempi combattuto in battagl ia schierata contro ben tre milioni di nemi ci, ne tagli ò a pezzi ,un milione e ne fece prigionieri al Lrettanti. »' « Si gra n d~ era» così conclude « la b eni vogl i~he gli portavano i suoi ·soldati e la pr·ontezza ~ animi, ch-eanéhe quéglino che solto altri condouferl in allre spedizioni punto non si distinguevano, insuperabili si mostravano, e con una fo rza da non potervi re~ istere , p_9r1avansi contro ogni più grave pericolo pe~es~re» . . . Quale utrhta perll- fonzronamento del comando, se queste paro!~ fossero state meditate. da coloro che da Cesare ad ocrcri . n o eredettero di non poter nulla ollenere se non coo la durezza e con la malevolenza loro l
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FISIOLOGIA DEL CO~fANDO:
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F lSIOLOG fA DEL COMANDO: « IL MORALE "
,. * * Tra i mezzi a cui ricorrere per tenere elevato il mor~l~ dei combattenti. evvi chi vorrebbe fare astrazione della rehgwne, mentre altri pretenderebbe darle un'importanza a~cor_ più accen tuata. « Il principio di ogni sapi enza è il timor d1 Dw:. è ma~· ma dantesca, o almeno sta scritta in testa a talune veccl~1e edizioni della Di'Vina Corry,n1cedia. L'ignorante, nel suo se ~phc_e sentimento, lo sr.ienziato con i mezzi ~oderni pi~ _pe::ezto~at~. il filosofo con l'anali si e la si:1tesi, tulll con mod1 1 pm :ar~at1: apprezzando l'immensa grandezza e piccolezza delle c?se, 1spn·at1 dalle stesse leggi dell'atavismo, ci dicono che al d1 sopra ~el creato ed in fondo ·alla coscienza della natura, sentono. Idd10. E non vi ha dubbio che il sen timento religioso, cos.i u?J\'~t:sal~ mente inteso, possa in taluni casi favorire le operaz10n1 ml11~an sino a costitnire la molla principale del morale di u~ eserciLO. A rendercene persuasi basterebbe ricordare che il gover~o russo del ,18;12, per quanto avesse deciso di ricorrere al la distruzione ed all'i ncendio per disputare all'avversa~io .il ~acr~ suo~o della vecchia Russia, non osava chiedere tal sacnfic10 10 L1tuan1a stante la differenza di religione de' suoi abitanti mentre nell~ altre provincie, una moltitudine di contadini portanti ~a croce univasi all'armata al grido : c Dio lo vuole >> in obbed1enza al pro~ clama di Rostopschin. E potè di fatti, il fiero governato r~ d1 Mosca, ptecednto clall'immagine della Vergine santissima). ~ss~eme · all'ìmmensa moltitudine della metropoli, invocando ca?t1c1 d1 d~ lore, accompagnato dai preti carichi dei sa.cri simbol_' ~ella r~h~ ,.,.,ione uscire dalla città. lasciandola in balìa dei poch1 mcendmn · abilment~ sca tenati. Però all'i nfuori di simili casi, in cui il capo dello _s~a~o. e del:l'esercito è anche il pontefice rappresentante della dlVInll_a, o ad eccezione délle guerre di religione, dove la lotta può ragg1ungere in ferocia e crudeltà quel che ancora non superarono le ~e~ve, orraidì, il comandb non potrebbe contare sul sentimento rehg10~0 p:; agire sul morale con quella elevatezza che ~~ò essere nc.hiesta da lle circostanze, nè la patria .saprebbe pm che farsene )
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IL MORALE »
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del sentimento religioso che potrebbe accendere i roghi ed ardere vivi i corpi dei suoi figli. Difatti, negli eserciti moderni, per potere raggiungere lo scopo che si propongono, è stato necessario fondere elemen ti etnografici e geografici differentissimi, al punto che per riuscirvi si dovette ricorrere alla tolleranza religiosa ed allo stesso libero pensiero, che assieme a tanti credtlnti, dànoo altre.;ì tanti sceLtici e tanti indifferenti. La religione per eccellenza, il Cri stianesimo, d'altronde ordina di considerare gli uomini come fratelli, promette premi in ragione del bene e minaccia pene in ragione del male che reciprocamente si fanno; dalla quale riflessione molto argutamente prendeva le mosse Federico Il, nel suo C•puscolo sull'arte di regnare, per esprimersi poco favorevolm ente al sentimen to religioso come di sussidio al comando. D'altronde, il sentimento che nella campagna di Russia spinge i soldati a seppellire pietosamente insieme i due gen e~a li bavaresi Deroy e Liben; della stessa età, di provenienza dallo stesso reggimento, con le stesse campagne, con eguale carriera e caduti entrambi gloriosamente nella stessa battagl ia, è sentimento religioso di milizia che non teme confronti nè domanda :;acerdoti. Se a tntto questo noi si aggiunge che la religione trova appiglio nelle donne e ne.i fanciulli, elewenti che mancano nei . quartieri e s.ui camp i di battaglia, e che poco più c'è da aggiungere di educazione reiigiosa a chi ha toccato i ventun'anno e che d'altronde, nell'epoca di pace, il soldato è meno distolto dai do: veri religiosi di quel cb e non lo sia il marinaio o l'operaio, e ch'egli vive in località ove non fan no difet.to i templi e i s:Jcerdoti, par,rebbe molto più conveniente escludere il sacerdote in tempo di pace come di guerra, che non farlo comparire prematuramente in ·battaglia come nunzio di quella morte a cui i combattenti, appunto nei momenti più audaci non vogliono assolutamente .pensare: Né differenre era il parere di Napoleone. Difatti da un articolo pubblicato nel .Macn-.illan's 1ltagazine, del dicembre ~1894: Una conversazione con Napoleone all'isola d'Elba, merita ricordare ciò che dice in proposito di religione:
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(( Cad•1to il discorso su materie religiose e sul culto , il suo ospite fece notare (a Napoleone) che, a suo c!'edere, regnava una nar·ande indifferenza nella nazione francese su questo punto, al che Napoleone rispose: Eh l non , le Français ;lime bien son curé, sa messe, pourvu toujours qu'il n;aye pas à le payer. Aggiunse ch'egli riceveva frequentemente delle petizioni dì villaggi e distretti che eh iedevano un parroco, e eh' egli acconsenti va se~pre n tali rich ieste; à condition qu'-ils le payeraient, alla qual cosa veniva sempre risposto con un rifiuto. . 4: Se però, dopo regolnre inçhiesta, la loro domanda ap.p~nva raaionevole eali concedeva loro il cut·é amando sempre dt tncon n d' raggiare la devozione. Soltanto per l'esercito egli la pensava •versamente: Je ne soufl"rais pas des prétres là, car je n'aime point le soldat dévOt. »
,. ** Nel dover far poco conto del sentimento religioso come dì sussidio al morale, non è però dello che la maggior parte degli eserciti moderni debba rinunziare a taluni dì quei mezzi di cui la. religione si servirebbe quali l'educazione, l'i nsinuazione, l'influenza, l'asr.endente, la persuasione, In suggestione e simili, tra cui principalìssima: la forza dell'abitudine. . Necrli studi su l suicidio è ormai constat;l to, a modo dì esempio, n nella maggior parte dei casi , che il soldato adopera il fuci le come mezzo di distruzione, il cacciatore il doppi ello, il farma-. cista il veleno, la stiratrìce il braciere, il pastore i'l precipizio,: non perché più vicini ad un tal genere dì morte, qunnto perchè più famigliari con quell'o avendovi meditato sino a contrarvi l-'abitudine di sitfatta meèlìtazione; in modo che non è errore l'asserire che data all'uno l'arma dell'altro , ognuno, di massima, comincere-bbe col sopportare la vita piuttosto che incontrar, subito, con !;altro mezzo, la morte. E ·ciò perchè · la me.nte nel concepire tale azione, pensa successivamente e parallelamente alla maniel'a dì compierla, di guisa che col lavoro mentale che la decide al suicidio, un altro ne compie che tratta. appunto del modo dì uccidersi.
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Questi due lavori cerebrali, compiuti grado a grado e pet· abitudine, sono quelli destinati a convincere l.a coscienza dell' uomo, di questi due atti per cui si decide . E tale, ormai, è per lui il pensiero che lo domina che, per mutarlo, è necessa1'io un altro lavoro che modifichi il primo o lo dislruaga. Una prova dell'a bitudine in relazione al morale ed al coraggio, si ha:rlel dueliò. FancltiÌ ii e adulti non comprendooo come si possa con calma relativa andare incontro alla bocca di una pistola o ad una lama tagliente o ad un ferro acuminato di una sciatiola o di una spada, sino a che la forza dell'abitudine non ha agito intensamente su di loro. Ma portati nelle sale di schenna o nelle paJestre del tiro, rese lot·o famigliari quelle armi , fatto loro comprendere Lutto l'uso che è possibile trarne, tulle le salvagua rdie che in una puerile società possono fornire, noi vediamo questi individui, a poco a poco , meno reluttanti, a mano a mano, più favorevoli a questo modo dì risolvere le loro questioni e. ~i salvaguardare la propria reputazione. Preso un individuo d: indole pacifica ed associatolo ad una • sala dì scherma, coltivati i suoi muscoli a tale ginnnstica, fat togli ben conoscere l'arma con cui giuoca: con adatte letture date in pasto al suo spirito, pubblicazioni, illustrazioni, libri, articoiì, aneddoti, codici. oggetti che riguardino esclusivnmente la scherma; fattolo membro dì qualche giuri d'onore, tenuto in siffallo ambiente per qualche tempo, noi lo tro,•eremo talmente a:isociato a tale lavoro intellettuale e fisico, che non potrà pi ù fare a meno nè di quella ginnastica per i suoi muscoli, nè di quelle letture pet· la sua mente, nè di qu elle accademie per i suoi· passatempi , nè dì tutte quelle questioni d'onore degli altri che diventeranno, a poco a poco·, . le sue più forti curiosità e le stesse questioni sue. È in questo modo che, con l'abitudine si possono fabbricare n'ei cervelli le passioni per tutto ciò' che è lotta o giuoco e che, co~e -vi si formano gli entusiasti e i fanatici, si possono più facilmente creare soldati valorosi . E questo sa ed intende una grande i:;tituzìone militante : la Chiesa, e se ne serve con una numerosa milizia: il Clero , esercitando con la i'orza dell'abitou
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FISIOLOGIA DEL COntANDO: « IL MORALE »
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FISIOLOGiA DEL COMANDO: « IL MORALE •
dine e dell'educazione, una indiscutibile influenza sull' inairizzo dell'anima umana. Ed ecco pe~ tanti ~rganizz~tori di eserc~Li , _a coloro ~ vorreboerortdurre a due annt, ad uno ed anche a meno al 1 ' ferma del sofdato di fanteria, rispondono :- per istruire forse sì, ma, per educare ed abituare, cert~ente .JlO. . . A tutti i-·profani, e specialmente a coloro che non ebbero mn.t · nè occasione nè desidet·io di combattere, pt~ò sembrare strano ed assurdo che il combattente possa sopportare le scosse di un giorno di battaglia, senza che il suo organismo fortemente si scuota o la virtù sua si distrugga. Le orribili mutilazioni, le stragi della fucileria e del cannone, il sangue, le immani ferite. lo stesso spiri to di conservazione, ~ono tali da trattenere e paralizzare un soldato, di guisa ch e sembrerebbe a loro .Più razionale se il combattente si rifiutasse di combattere prima ancora di avere interamente subi to quelle impressioni e peggio poi avendole provate tutte. Eppure. il gla,. . diatore, il martire) i valoro5i soldati di tutti i tempi , ci provano quanto l'abitudine in una data idea può render loro umano { e famigliare il coraggio. .
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** Gli studi su"na suggestione c'insegnano che, data un'arma, od anche un suggerimento ad un vile sottoposto a stato ipnotico, si può spingerlo alla lotta sino a farl o agire da eroe. Ci dicono che qualche goccia di oppio può parimente raggiungere un ta le eiTello. 11 ~l ancini, nel suo bellissimo scritto sui veleni di moda, ci narra che nelle armate turèhe somministravansi giuste dosi di oppio ai delhis (pazr.i), affinchè in un accesso di furore, che chB li rendeya insensibili a tutto, corressero incontro al nemico. Ed aatriuno-e che !aie stato di furore era così violento che narnn n rasi di uno di tali pnzi che si infilzò su di una lancm spmcrendosi innanzi fino .n colpire col pugnale il soldato che la teneva. Nel :Montenegro, come afTerma lo stesso Mancini in un suo r.
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pregiato lavoro Iettatu?·a e scongiuri, gli abitanti, proverbiali per il loro coraggio, credono sifTattameote alle magie da divenir pal· lidi e tremanti quand(l ne odono parlare. Plutarco, nèlla Vita degli uomini illust1·i, ci insegna quale influenza sugl i antichi eserciti e sulle orde che combattevano, avessero i sogni, le visioni, le allucina7.ioni, i vaticinii, i pronostici, gl i auguri e la profezie da farci in~e nd ere la f0rza della sUggestione sull'uomo destinato al combattimen to. E qui si presenta un campo tanto più vasto quan to poco esplorato, essendo soltanto da poco tempo che la suggestione è studiata dal pun to di vista clelia scienza sperimentale; e tanto più raro ancora il conoscerne la forza, inquantochè gli studi recenti si occuparono della sua influenza sull' iudividuo piuttosto che sull e masse, come invece sarebbe nostro in~eresse che rosse fatto. Però non è con l'ipnotismo e nemmeno r.on l'oppio, che si potrà eòucare il soldato e condu ne le masse al combattim ento, come non è con i narcotici che si potrà svegliare un popolo, ma ' tutto al più addormentarlo. P ure è con l'abitudine, con la educazione e con l'ascendente, convenientemente adoperati, che si potrà trarre dal soldato le più grandi prove di cui la storia dell'eroismo umano ci narra ed insegna che: il valore altro non è come scrive. il De Cristoforis « che il sentimento delle nostre forze; la confidenza che il capùano ha di sè; il soldato la scopre, egli che è il miglior giudice dei suoi capi; allora con lì da egli pure. , Come è un fenomeno di suggest ione il riso, l'allegria, ·to sbadiglio, che comunica it moto convulsi vo a tutta intera una riunione di individui , cosi è l' entusiasmo e lo scoramento perchè funzioni di leggi cerebrali non molto dissimili. Una allegra fanfa ra scuole una moltitudine in marcia piu di una distribuzione di caffè o di vino. Una voce, un grido, uno sgomento, . provocano il panico di Walerloo. Un pezzo di carl<lJ affissò su lle strade di una intera penisola, per annunciare che la bandiera tricolore sventola sulle antenne della piazza San Marco in Venezia, o che il cnnnone di Porta Pia ha risolto, con pochi· chilogrammi di polvere da fuoco, un a lotta secolare, 112- ANliO XL.
FISIOLOGIA IJEL COMANDO: " IL M0RALE " 1774 può muovere all'entusiasmo ed al delirio dalle Alpi all' Etn a, una popolazione di trenta milioni dì cervelli. Leonida alle Termopìl i, che non ·dubita sì avì greco che insegni al nemico la via dellrt ~ontagna _e che rispond~ ~prez~ zantemente al messo di Serse, tnocula net trecento e net 1 ebant quella ferma risoluzione di pugnare e morire, co~i vivacemente incarnata nella iscrizione del monume.nto del leone morente « se tu vai a Sparta, dille che noi siam morti per ubbidire alle sante SUE' leggi. >> « La coscienza di esser forti ci rende più forti. La storia della rncdicina è tutta piena degli effetti prodigiosi che può avere la fiducia » . (Mosso). Ed altrove. Per eccitare in sè l'ardire e to"li ere la paura non basta averne la volontà ma bisogna appli~a r:'i e considerare le ragioni, gli oggetti .e gli esempi che persnadono che il pericolo non è :;rrande; che v: è sempre più sicurt'zza nella difesa che nella fuga, che vi sarà gloria e gioia dì aver vinto, mentre non vi è da aspet.tarsì che pentimento e ver- • ~ og na di · esser fuggiti » (Descartes) . 1 L'educazione deve esser fatta con gli stessi metodi che adoperiamo per insegnare la scienza, che son quell i c~e danno ~l~ l'uomo le com·inzioni le più salde e le più -durevolt. L'autortl<L per quanto ~ia grande, non può mai paragonarsi per la sua ef~ r.cacia a·l ragionamento (Mosso). Ed è cosi che il morale s1 riatlacca e si collega armonicamente con la iisiologia del comando.
*** Se come cita. il De Cristoforì s « lo sviluppo delle c.ognizioni fa p~rdere al fan ciullo la paura dei fanta :>mi , certamente la forza dell'ascendente e quella dell'abitud ine ba il sao limite, come lo ha il :;istema cerebrale da cui emana. Ed una prova di un limi te siiTatto, è quella che in bau 01glia se da una parte si avanza dall'allr~ si 'rugge; ch e 5uperalo quel dato (( per cento » di p~r dite un reparto generalmente si sfascia e che nei pericoli, se · sono ancora num erosi i coraggiosi che cotT9no a morte p_robabi le, sono ben più rari gli eroi che vanno incontro a certezza
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<li morte, sino a costringere la sci enza a domandarsi se nei sublimi impulsi che animano gl i eroi de b ~ a rintracciarvi gli indizi di quella aberrazione dell'intelletto che arma il braccio del -suicida. Certamente, d'invincibile nqn c'è nulla. Se uo.a truppa col morale ele:vato, in seguito ad un dato per cento di perdite sì è sfasciata e sbandata è ·da ritenersi cl)e domani, nel le stesse eondizioni di · tempo; di luogo , di avversario, per legge usiolo.gica dovrà ancora sbandarsi. Se poi que~ te perdite e questi Janni , li subirà più lontana ancora dall' avversario ed in un tempo relati vamen te più breve, la sorpresa e l'entità della scossa non potranno !t ncora che aumentare. · Se è vero che le più elevate impressioni possono comuni ear:;i alle masse con la rapidità dell'elettrico, non è da dimenticare che tale rapida trasmissione è comune all'entusia~mo come al panico, all'elevamento come al deperimento del morrtle. Ed -ecco come e pe1·chè le diver:;e sorti di questa o di quella parte di un fronte di battaglia, sono rapidamente conosciute e diffuse dall'alti'a e che un indizio di vittoria da un lato spinge l' nltro • all'assalto, o un sospetto d'insuc·cesso lo scuote sino al disfacimento e alla fnga. L'ascendentt>, l' educazione, saranno dunque i mezzi per influire sul m:>ra~ , per quel tanto che ognuno saprà adoperarli e farli valere, sempre che non si dimentichi che l'individuo : e le masse possono essere portate volta a volta sino a certi limiti, non al di là. Nè devesi dimenticare che il libero arbitrio , altro non è che una gnmde gabhia in cui ogni volontit può liberamente spaziare pur rcstandovi rinchiusa, giacr,hè l'audacia e la timidezza saranno sempre i due grandi limi ti in cui, per noi, questo libero arbitrio resterà compresso, favorito o contrariato dagli eventi e dalle stes:>e legki dell'atavismo. Le~gi dell'a.tavismo l si, « Giacchè ogni individuo è vincolato alla stor:ia ed alla vita delle generazioni a cui appartiene, le qualha ed i vizi degli antenati han~o indubbiamente portato la loro influenza sulla cel lula destinata a costituire l'individuo che dovrà · poi sopportare il peso ed i segni della propria indole e <Iella speciale costitu~ione sua. Ed ecco come lo slancio, la pru-
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denza, la rinessione, la caliJla, il coraggio, la pusil lanimili:t () l'audacia finiranno col risentire di quelle grandi vit•tù o di quei grandi difetti della razza, del popolo, della generazione ·a cui ognuno appartiene, e magari, delle stesse condizioni geografiche e climatologich·e in cui si svolsero. . • << Abban.donati in una ·foresta, chiusi nel fondo di una torre~ 'senza guida, senza esèmpio, se_nza lume, si risveglierebbe egunl·mentè dentro di noi come un sqgno misterioso l'esperienza dei ·genitori e ·degli avi più remoti. Ciò che chiamiamo istinto è Ja voc ~ delle g3nerazioni passate, che risuona come un'eco lontan~ 'fra le cellule del sistema nervoso . « No i sentiamo l'alito, il consìgl'io, l'esperienza di tutta gli uomini, da quelli che perivano nudi nelle foreste lottandt> con·tro le fiere e cibandosi di ghiande, fino alle virtù ed alle opere ·del padre, alle paure ed all'aiTetto della madre '' tMosso). ' .
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FISIOLOGIA DEL COMA l\ DO: « IL MORALE »
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Circa dunque a questo importa nte fallo re di succes~ o; il morale, co-ncluderemo che è quello spirito che an ima gli eserciti,. che .senza lui non si vince, che l'alimentarne il vigore è mis· sione tra le · più indispéns~bili ma ardue del comando, che l'arti'\ per riuscirvi ha la sua base nell'abitudine e nell'edocaziene e più di tutto nella forza del volere, giacchè come dice stu pendamente il i\Iosso « la modific~zione della corrente san· guigna nel cervello di chi si prepara con animo delibernto a . superare una dimcollà, produce Lale incremento nella energia.· dei centri nervosi e nella tensione dei muscoli che si hanno·tal ora dei prodi gi di fona e dei risultati , come non si potrebbero aspettare mai da' un pusillanime, per quanto sia forte e· robusto ., . Ricorderemo infine collo stesso autore che << ciò che rende più difficile l'educazione è la costanza; ciò che la rende più e.ffiéace è ancora l'esemp io n. AoBILLE Co:EN· Alaggiore 94' reggimento {a11teria.
TRA 1 LIBRI .Dru stor-ie della mat•ina militare, una di sc1·ittore amel'iccmo e l'altra di sc1ittore italia·no. - l concetti dell\h HAl.\.- Cause di potenza 11la1'Ìttima. - Punto d·i vista della storia del VECC HL - Tl passato ammae$tramento del presente. - Importanza della stwia della marina da 1JUel'ra per l' esel'cito.
l periodici di cose ma rinaresche citano con gran lode la storia militare marittima che il capitano americano Mahan, professore di storia -e tattica navale nel Navat War College di Nuova Yorck, ha pubblicato intitolandola : L'influenza della potenza rnarittirna s1~Ùa storia. La. Revue ?ltai'Ìtime et colonial ne ha intrapreso la traduzione. Genernlmente te storie militari staccano il racconto dei faui di guerra da quello dell'ambiente in cui sono avvenuti, e ce li)resentano così, nudi nudi, ·colle sole pat·ticolarità lattiche in mezzo nlle quali si svolsero, o tutùlpiù in t·elazione colla situazione strategica dalla quale traggono ori..giOe. Ne vengono false interpretazioni ed erronee deduzioni. Oggidì le indagini storiche sono penetrate ben addentro nello studio degli aHenimenti, e collorn mezzo sia m venuti in conoscenza di molte cose che ~rano ignorate perfino da coloro i quali avevano avuto parte in essi, e non possiamo contentarci di un racconto superficiale che trascuri le le oondizioni d'animo e di mente degli attori di qualsiasi dramma -storico. E .di questo indirizzo trae partito ill\fahan per traccio re la tt'la -della sua stot·ia. · Ma v' ha. pure un altro fatto, che il l\lahan più specialmente esamina, ltrattov1 dalla noncuranza in cùi la maggior parte degli storici tengono ·le vicende navali, a meno che non abbiano proprio a dedicarsi ex pro· fuso al loro studio. Pochi han veduto e nessuno ha stt;diato l'impor• À taDza della marina nella storia del mondo, osserva il Mahan, e lo al·trìb~tisce alla scarsa dimestichezza degli storici cope cose marittime, ed .all'isolamento in cui si tennero sempre i marinai a proposito di quanto -riguardava il loro mestjere. Quindi il Maha.n si pt·opone di dimostrare
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'l'RA l LJnlU
TRÀ I LlBRI
l'influenza che la marina da gtrerra ebbe sulla vita delle nazioni c sul cammino della storia. E il quadro si allarga assai, ed anzi si allarga tan(.t) che lo scrittore e costretto a presentàrne solamente una parte, perché la vita sua non gli basterebbe o darlo completo. A lui americano, e memore delle suo origini anglo-sassoni, qt•clla parte basta e può ·bastare altresì ai suoi compatrioui. Noi, cui le vicende passate condussero nei tempi più gloriosi della nostra storia ad avere contatlo con tutti i popoli del Mediterraneo, dobbiamo allargare l'orizzonte dei nostt·i racconti storici ed abbracciare assai più spazio che non abbia bisogno di abbracciare un Inglese ad un Amet·icano affezionato, anche nella discusione delle te.~i più elevate, alla gloria dél suo paese. Il 1\fahan prende le mosse dalla seconda n")età del secolo xv1 e precisamente dal 1.66q, quando gli I n~ gle~i tolsero agli Olandesi Nuova Amsterdam e le detterò il nome di Nuova Yorck. A noi per raggiungere lo scopo cui tende il Mahan occorre di percorrere tutta la storia marinaresca. Il periodo velico della marina era nel :l664 in pien lì ore; il Mah an ·os.serva pure che la battaglia navale dei quattro giorni nel giugno :l666 avèva provato l' utilità di preferit·e ad ogni altro d'ordine tecnico il principio di unirsi per combattere. La lotta per il dominio dei mari era cominciata ·tra Inglesi, Francesi ed Olandesi e continuò fino ai•tempi napolconici nei quali con supremo sforzo l'Inghilterra rimase vittoriosa. Lo scrittore americano in un ampio e stupendo quadro descrive la situ~lt:ione delle Potenze rivali. Gli fu fatto appunto di non 9ver parlato del rttediterraneo e di Venezia che allora consumava gli estremi r€:sti della sua energia per contenere ·sul inate la invasione turchesca. Quello em l'ultimo capitolo di un ciclo storico che stava per chiudersi, e il Mahan cogli occhi fisi al presente, e più ancora al suo paese, non aveva ragione di occuparsene. Se quel ciclo stia oggi per ricominciare è altra cosa ed appartiene alla storia del futuro. Noi non abbia~ ragione di seguir passo passo l'ampia tela svolta dal Mahan. Descrivendo minuziosamentc' le azioni navali del periodo di Luigi XVI egli dimostra che i Francesi non seppero valersi dello stato miserando in cui l'audace sconel'ia dell'ammiraglio olandese Ruister sul Tamigi aveva l<tsciato la marina inglese, per sostenere lo Stuardo in InghilLel'l'a ed impedire l'n vvenimento di Guglielmo d' Orangc al trono di quel paese. La politica del gran Re tròn fu giudiziosa nell'osteggiare, come fec:e, gli Olandesi: egli vi consu.mò senza vantaggio le sne forze e fu incapace di troncare dal suo inizio la risurrezione mariu.ima dell'In-
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ohilterra. Mentre infatti la Francia esaurivasi per la conqui>ta e 1~ conservazione del territot·io, che nella penisola iberica ed italica avevano appartenuto alla corona di Spagna, la fl otta inglese assai facilmente preparava la I'Uina completa del commercio tr.a l.a. Spagn~ .e J' America, piant:lVa ardjtamcnte il ve~si llo sulla rocca dt Gtbtlterra dlVIdendo in due la base maritti ma della Francia, e col dominio del mare, che tenne incontestato fino all'epoca della Rivoluzione americana, gettava le basi di un vastissimo impero coloniale. Prima della guerra di successione spagnuol~ l'Inghilterra era una tra le potenze marittime : di poi fu l'unica ed esclusiva potenza marittima, conclude lo scrittore. Già il Seeley nelle sue belle lrzioni sulla Più grande lnghilterra avea dimostrato come la storia modema trovi nella storia marittima inglese e nella lotta tra la Francia P- l' Inghilterra quell'unità d'indirizzo che invano cercherebbe limitandosi agli avvenimen ti continentali europr!i. Ora il Ma han confet·ma quel concetto apportandovi copiosa illustl':Jzione di cifre e di fatti. La forza navale dellu Ft·nncia si cominciò :J rilevare dopo la pace di Parigi1 e troppo facilmente i Francesi dimenticano oggi il rner.iLo che ebhe Luigi X. VI nel riprendere la lotta m:n·ittima contro l' Inghliterr:l, quaodo gli Stati ame1·icani insorsero. Nell'aiuto portato dai Francesi acrli Americani siam soliti a vedere un ell'etto di simpatia per la liberti•,. e nulla più: ricominciava invece la grande, la fatale, lotta tra le dnc nazioni per il dominio del mare, e. nel suo ostinato duello contro la perfida Albione Napoleone non era altt·o che un continuatore della po litica di Luigi XVI. Il racconlo delle battacrlie navali combattute per la gucna d' indie 'l pendenza americana chiude il primo volume drll'opera del Mahan : 1 secondo segue la tenace cosi dotta dell' Inghilterrll nella sua lunga lotta controv Napoleone, e finisce col r.1cconto della vittoria cui t·~a collecrato il dominio assoluto dci mari e la signoria di tutte le colon te. Era trionfo dovuto ad un lungo seguito di sforzi ammirandi. ~
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*"'* l\la nello svoloere l'ampia tela, che assume l'aspetto di un quadra epico, colla sua protas{'e col suo epil•Jgo, ed ove non si 11·ascura mai la dipinto ra esatta di quanto può convr.nire agli avvenimenti narrati, ed ai marini cui si r-ivolge, il .Maban vuoi giungere anche ad altre conclusioni, oltre a quelle che lo inducono a ricongiungere la storia navale col destino delle nazioni. Egli vuol definire anche da quali cause si:~ più specialmente legnt1i la·po·
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TRA I LIBRI
TRA I LIBRI
· t~nza marittima di un popolo, e crede di annoverarvi le seguenti: situa- · ~10ne geografica, configurazione fisica del paese, estensione del tenitorio, Import.anza numerica della popolazione, indole degli abitanti, forma governativa. Circa alla situazione geografica lo sct:ittore fa g;·an differenza tra l' I nghilterra isolata e posta al sicu1·o dalle invasioni, e la Olanda che si trova esposta alle minacce della Francia e della Germania, o colla Francia attratta dal desiderio di conquiste continentali. Sulla configurazione flèOgrafica egli nota che lo straordinario sviluppo costiero e i numerosi e buoni porti dell' Inghiltena la mettono in ben altre condizioni da quelle della Francia colla sua doppia fronte marittima sepa1·ata dalla penisola spagnuola e per di più da Gibilterra, porta del Mediterraneo che gl'Inglesi occ~pano con molto affetto. Non ci ve1lne però fatto di scorgere se l'Autore aggiUnga parola circa alla situazione di. quelle J·eaioni avendo ri"uardo e al tratto di storia da lui . narrato ed alle grandi linee lungo le quali si svolse la storia colonia!~ dello scorso secolo e del principio di questo. Ma il nostro pensiero vola involontariamente all'Italia ed applica ad essa i eriteri trovati dallo scrittore americano, pensa all'ampio sviluppo costiero, :.i numerosi porti, alle isole tra le quali ha buon giuoco il movimento strategico delle Ootte, alla distesn dei confini lungo i quali sinmo messi a contatto immediato col rimanenle dell'Europa, alla muraglia che lungo esso ha. sollevato la Nn tura, agli ostacoli che vi ha aggiunto l'Arte, e considera pure la importanza tutta nuova che va assumendo il Mediterraneo a traverso il quale ernesto no~tro paese è gettato come un immenso ponte che congiunga l'Europa coll'Africa settentrionale. Fi.no dnl t864 il Cialdini, discutendo in Senato con profetica parola queste nuove condizioni strategiche del nostro paese, le riassumeva dicendo: (Noi entriamo nelle condizioni precise in cui vissero i Romani, e l' Italia deve essere considerata militarmenle dal punto di vista di quel popolo guerriero, vale a ' dire al roveseìo del sistema in voga oggidi » (-1864). Il Mahan avverte· che, nonostante la sua favorevole situazione, l'Italia non potrà mai avere ·potenza naxale corrispondente ad essa senza Malta e la Cor:;ica e intravede la cinta .di queslo mare interno ehe costituisce il perno della nostra difesa marittima con l'occhio sicuro con cui lo videro gli Scipioni durante.Ia prima guerra punica, quando miravano alla conquista della Corsica e della Sardegna, o con cui lo vedevano i Romani ,dopo finita quella guena, quando toglievano ai Cartaginesi il possessO' di quelle due isole. S u ll 'i~ dole degli abitanti nelle loro relazioni collo · sviluppo della potenza m~rittima, lo scrittore ha buon giuoco, paragonando gli attivi ed
industriosi Inglesi ed Ola.ndesi coi pigri Spngnuoli: le aristocrazie laboriose da una parte e )13 oziose dall'altra: lo sviluppo manifatturiero degli uni e lo sfruttamento delle miniere aurifere dall'altro. Il vecchio tema della debqlezza della Spagna, dovuta all'indole dei suoi abitanti forma il fondo di tutto il ragionamento. E questo è il concetto universalmente accettato dagli storici éirca la Spagna, e forse, esaminando bene le cose, ci viene dai 'tempi in cui protes~antesimo e cattolicismo si combattevano per il do)minio dell'E uropa e la guerra ardeva violenta tra re Filippo H da una parte, i Fiamminghi ed i principi italiani dall'altra. Ma l'impotenza crescente della Spagna nella storia degli scorsi secoli è un fatto d'ovuto a cause assai più complicate, che non sieno le anzidette. V'influiscono pure l'ampiezza dei possedimenti che aveva quella Potenza in Europa dalle rive del mare del Nord aii'Jonio, l'infatuamento di una politica intraprend,ente ed all'atto sproporzionata coi mezzi di cui disponeva la monarchia <li Filippo II, e la tendenza del popolo spagnuo!o, comune in questo col francese, nel vedere gli altri paesi come un teatro aperto al loro spirito avventuroso e guerriero, e come luoghi di smercio per le derrate. Riassumendo, il libro dal Mahan, frutto di conscenziosi studi e di accura~e indagini, rispondé ai concetti di un arnerieano il , quale richiama l'attenzione dei suoi compatriotti sulla necessità di una flott.a guerresca che sia c~pace di ;>ostenere la difesa dei loro ip.teressi commerciali, e lo sviluppo .che e~si debbono avere a misura che p,revarrà il principio che , I' America debba essere degli Americani, e che verrarr~~o meno le occasioni di consumare all'interno la straordinaria attività da cui è animato il popolo americano. Lo scrittore vede la storia navale nelle sue conseguenze: spiega ai suoi connazionali lo sviluppo della grandezza inglese: indica loro il modo di imitarli; li chiama alla preparazione dei mezzi necessari per arrivarvi. Da ciò solamente è tratto ad aggiungere cbe non ostante la diversità tra· la marina velicra e quella a vapore, non mutarono i principii generali, secondo i quali si governano le relazioni tra la potenza guerresca navale c la storia di un popolo, e non mutarono quelli · che governano le operazioni militari e le guidano alla vittoria.
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Da un principio inverso muove il libro di . A. V. VECCHI sulla Storit' generale della marina militare e noi cogliamo volentieri il destro dalla nuova edizione (la seconda) ora fatta dal GiÙsti di Livorno, per additarlo. ancbe al mondo degli studiosi dell'esercito. · l
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TRA l LIURl
L'aggiungere pat·ola sul brio della narrazione, sulla copia delle notizie, sulla erudizione, corrisponderebbe :li fare un torto allo scrittore. Chi non lo conosce fra noi questo veterano della letteratura storica navale? Chi non ha apprezzato il brio dei suoi bozzetti marinimi'l Chi non ricorda l'arguzia con la quale questo scrittore seppe rendere popolare la conoscenza delle cose marinaresche, quando i progressi della meccanica e della fisica trasformarono l'antica nave di guerra in un delicato congegno capace di terribili ruine? Perciò . veniamo subito al libro, il quale in questa nuova edizione comprende· tre volumi, mentre nell'antecedente era racchiuso in due soli volumi. L'aumento venne specialmente dal ritocco dì alcuni capitoli, nonchè dall'aggiunta e dalla trasformazione di altt·i capitoli in quella 1Jarte che riguarda la storia moderna. Il Vecchi non si volge ad un popolo nuovo, che ha scarse tradizioni di g~ena marinaresca, ha copioso naviglio merc:mtilee naviglio il i guerra ins!lfficiente allo sviluppo della sua potenza e dei suoi prevedibili destini. Si pu ò·anche dire che il Vecchi si volga ad un uditorio, il qunle si trova in condizioni interamente contrarie a quelle del Mahan. Perciò a lui il problema si presenta nella seguente forma: considerare in qual modo le condi1.ioni dei ·popoli e dello storia hanno inll uito sulla formazione e · sul l'impiego delle loro marine da guerra, e cogliere nei ricordi del passato quei fatti la cui esposizione sia di insegnamento a ciò che deve farsi oggi. Pet· lui la storia rientra nel suo vero e giusto significnto; essa docet in tutta l' intenzione del tennine . . Intorno a questo primo scopo, cui deve rispondere l'opera del Vecchi, altri se ne raggruppano: la spiegazione di parecchie particolarità d'indole tecnica, la necessità di rispondere :id un vasto e ben definito programma e via di seguito. Confessiurnolo che et'll un còmpito ben difficile, ed il Vecchi stesso a coloro che notavano alcune lacune rispose dicendo che et·ano volute dal criterio con cui aveva tracciato il disegno dell'opera su11: gli parve che·if tracciato della storia marittimo aves&e a rassomigliare a quello dei pittot·i nella cou\posizione di un gt·3n quadro. Essi portano innanzi e lumeggiano le persone o le cose su cui bramano di attrarre l'attenzione del rtguardante e via via lnsciano nel vago, indicano appena, trascurano, e dimenticano all'atto le altre secondo che la loro . rappresentazione giova più o meno o nuoce a dare risalto ai primi piani. L'esposizione della storia militare della marina, fatta dal Vecchi, si raggruppa in massima intorno ai tro grandi periodi per i quali passò il movimento delle navi: il periodo remico ossia quella in cui le navi erano essenzialmente spinte dalla forza dell'uom?; la quale fo rza è indipendente
TRA l LI BRI
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dai capricci dell'aria, dà molta liberrà alle manovre, ma ha limiti di potenza: il periodo velico, in cui il movimento delle navi è pienamente affidatò al vento, la manovra è limitata e nei cnpi esigé profonda conoscem~a d el~ arte nnvigatoria: infine il periodo nostro in cui le navi sono mosse dal vapot·e, rese indipendente dalle forze limitate dell'uomo o da quelle assai capricciose del vento, ma legate alla terra per i rifornimenti dei combustibili. Questa grande e prima ripartizione, dedotta dalla principale Ira le qualità intrinseche del naviglio, non basterebbe a tener disciplinata la materia. È una specie di grandissima rete trigonometrica, di cui qua e là si vedono le tracce. Altre divisioni, vi son sovrapposte, e governano l'intei'O libro, il quale così si presenta come un lavoro organico di lettura efficace. Esse sono appoggiate all'ampliamento successiro che nel corso dei secoli subisce il tçatro su cui si svolge la storia della marina di guert·a. La patte orientale del Mediterraneo, poi l'occidentale, quindi l'intero Mediterraneo. Oltr'esso, <Juando era spari to l'impero romano o cominciarono ad aver posa leinvàsioni, acquistarono impot·tanza crescente nella storia i due mari posti oltre rismo di Suez od oltre l'Eritreo. Quest'ultimo male noto, ma tramite alle ricchezze dell'Oriente, l'altro a set· tentrione, centro attivissimo di commerci per i popoli germanici. La storia navale guerresca del medio evo si s\·olge essenzialmente sul Mediterraneo: nelle gare delle città italiane, e nella lotta dei popoli latini cogli Arabi per la pt·imazia nel commercio col lontano Oriente, ment1·e nello sriloppo della Hansa germanica si prepara l11 futura grandezza commerciale dei popoli settentrionali dell'Europa. • L'evo tnodern(l si npre invece cnlla ricerca di nuove vie per aHivare all'estremo Oriente, e colla scoperta dell'America, conseguenza indiretta di quella ricerca. A poco, a poco, tutti i mari della terra si aprono alla curiosit,à ed all' avidità dei popoli dell'Europa occidentale: Spagna, Olanda, Francia· ed !Jlghiltena si contendono l'impero di quei mari, e la vittoria rimane all'Inghilterra. Cosi in una vasta rete di minori anelli resta racchiuso il grandissi mo quad ro: ogni nuovo a\'venimento, ogni episodio trova ragione nei tempi ; lo &viluppo stesso c la trasformazione del na"Viglio ne ricevono la spiegazione. Lo scrittore, sicuro della sua .marcia, può abbandonarsi al piacere di introdurre una descrizione di costurni, un aneddoto, un particola1·e che meglio spieghi le c_ose e riporti il lettore alla vista del lontano passato. Il bozzetto stortco trovo adegualo posto e giova all'insieme della narrazione, la quale ne ricava vivacità e chiarezza, ed è inu tile l'avvertire se colla sua penna spigliata e briosa lo scrittore ne appronui. La vasta sintesi non rifugge dall'analisi, ma la mole delle notizie e dei fatti è tale che
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T RA l UBRI
noi non potremmo seguir·e il libro, menp ancora arrischiarci a noto mizzarlo, ed invece c'invoglia a leggerlo e rileggerlo per cercan·i materia di diletto e di meditazione.
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NOTIZIE
** A quel libro infa tti noi rimandiamo il lettore del nostro mondo militare, non solo come ad uno dei più importanti tra quelli scritti da noi in materia storica in questa ultima decina di anni, m:t anche per· un Hltro motivo assai grave che si connette coi nostri studi. . È lagno, espresso ccme dicemmo dnl Mahan, che la conoscenza der fatti di guerra navale interP.ssi un piccolo stuolo di persone marinaresche, ma non trovi posto adeguato nella storia generale, ed aggiungeremo noi nella coltura militare. Sotto ·q uesto riguardo e3ercito e .m~·~ rinn camminano paralleli, e questo parallellismo, benevolo fioche ::1 vuole, ma scarso di contatti, contrnua in tu tto ciò che conr.erne lo studio di tutte le grandi questioni milita ri. Certamente tra le conoscenze di coloro che dedicano la mente ad esse n on troverebbero, senza sovraccarico, posto opportuno quelle che riguardano la tecnica navale, e perfi no la tattica navale. Ma così non può dirsi di quanto riguarda la Ootta nelle sue relazioni coll'esQrci to e colla difesa dello Stato. Solamente la storia può aiutarci a districa re· la soluzione dei poderosi probìemi che vi si connettono, e che vogliono essere ,studiati c risoluti fino dal tempo di pace,-perchè non si ripeta quanto avvenne ·alla vigilia di Lissa, qu ando ministro della marina c comandt!nte ~ella !lotta andavano alla ricercn dell.'indirizzo d3 dare ad una opera7.rone di guerra navale. Parecchie tra le situa7.ioni del passato, si ripresenta no: ~a storia dir, a colui che sa Jeggerla, curiose analogie ed apre la mente a sicuri npprezznmenti. Per questo noi vorremmo che il libro <iel Vecchi facesse anclùsso parte di q u~lla biblioteca che gli studiosi dell'esercito sono abituati a percorrere, ed a consul~a re.
P OLITI CO-~fiLITARI
L'3vvenimento della quindicina furono le feste di Roma per il ventesimo anniversario della sua liberazione, le quali cominciarono il giomo i 5 e non sono ancora del tutto finite. Daremo un resoconto sommario di quelle che direttamente o indirettamente ebbero carattere militnre, fe rmandoci solo su ciò che diede loro questo carattere. Si cominciò coll'inaugurazione del concorso ginn3stico che ebbe luogo il 16. Un lunghissimo corteo di società ginnastiche (fra cui quelle tedesche di Brema, Amburgo, Annovet· e Stettino) colle rispettivo bandiere, partì da piazza del Popolo e dopo nsgersi reca to al Pantbeon per deporre una corona sulla tomba di Vittorio Emanuele, prosegui fi no al Velodromo dove ebbe luogo la cerimonia dell'inaugurazione e il prin.. cipio delle gare. Si trovava alla . testa del corteo il comitato esecuti,·o e fra i membri di quest.o il generale Heusch che fu 1'3nima del concorso ginnastico. Nei giorni seguenti proseguirono le ga r~ con crescente 3nimazione;· l'entusiasmo dei ginn3sti fu al col mo quando la mattina del 17 intervenne al Velodromo S. 111. il Re. Ammirevoli fu rono le ga re pe1· l'agilità e la forMI dai ginnasti dimostrata. Festeggiatissime dalla popolazione fu.rono le società tedesche ; il giorno 20 si fece la r.hiusurn del concorso e la distribuzione dei premi. Pronunziò in quest'occasione uno splendido e applaudit.issimo discorso il generale Heusch .
F. Il ·18 ebbe iuogo l'inaugu razione della gara· generale del tiro a segno. Il corleo si for mò alle 8 c mC\zza in piaZ7.a delle Terme per reca rsi al Pan theon a deporre uoa corona sulla, tomba di Vittorio Emanuele e quindi discioglìersi per ricomporsi alle ore Hi oltre ponte Mil 1•io d'onde procedere · al campo di tiro in cui ebbe l uo~o la solenne inaugura7.ione.
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1787 Con ciò la II gara generale di tiro a segno fu inaugurata , e pi'Oseguì in buon ordine nei giorni seguenti c prosegue tuttora con grande concorso di tiratori. 1:\0TlZIE P OLI TI CO -MILITARI
NOTIZIE PO LI't! CO- MILITA RI
Bello, ordinatu e splend ido fu questo corteo, della cui formazione e direzione era stato incarica to il tenente colonnello Cisotti . Aveva in te5ta la musica dei carabinieri, poi un plotone di soldati, poi uno di marinai, quindi un numeroso stuolo di ufficiali rli tutte le armi. . Seguivano le val'le società colle loro bandiere, in fil a lunghissima. l tiratori avevano in genere bello o marzi~ le aspe_tto e avrebbero anche marciato bene, se la folla non li avegsc troppo 1·istretti. In molte società, assieme agli altri tiratori, vi era no ufficiali di milizia ed ufficiali giubilati. Per lo più, quando in una società vi erano ufficiali, era scelto fra essi il porta bandiera. Ufficiali in congedo, richiamati in servizio per presta re l'opera loro alla gara di tiro, si trovavano di tan-to in tanto nel corteo per mantenere. l'ordine. Chiudevano la fila le rappresentanze dell' esercito e quelle della marina . Così il corteo giunse ul Pantheon dov'erano schierati i veterani che sogliono montare la guardia alla tomba del Gran Re. Le rappresentanze dell'esercito e dell'a1·mata entra rono nel tempio, le società sfilarono dllvanti e il corteo si sciolse in piazza del Collegio Romano per ricomporsi poi, come abbiamo detto, oltre ponte Milvio e recarsi al campo di tiro ov'ebbe luogo la solenne inaugurazione in presenza delle LL . ~DI. il Re e la Reginu. Assistevano alla cerimonia luttè le autorità militari e civili. Fra le mi-'" !ilari notiamo l'on. Mocenni ministro della guerra, l'on. i\Iorin ministro della m t~ rina , il generale Primerano capo di stato di maggiore dell'esercito, il generale San Marzano comandante del IX corpo di armata, il generale OI·e,·o comandante della divisione di Roma e molti ~liri . Alle i 6 precise gi unsero le LL. MM . il Re e la Regina con Sua Altezza Reale il Principe di Napoli, vivamente acclamati dalla folla . Fattosi silenzio, prese la parola il presidente del Consiglio onorevole Crispi, che pronunziò il discorso inaugurale. Quind i le ussociazioni sfilarono innanzi alla -tribuna reale. l Sovrani scesero poi dalla Ìribuna e mossero verso il campo di tiro. Gli ufficiali dell'esercito, adunati a destra della tribuna reale, fece1·o ala lungo il percorso. Il gassaggio delle LL. M.M. al cui seguito erano tutte le autorità conrenute, diede luogo ad un'entusiastica dimostrazione popolare. Le LL. MM. percorrendo la lipea di tiro si fermarono innanzi a un bersaglio. Quindi Sua .Maestà il Re e Sua Altezza Reale il p,·incipe di Nnpoli tirarono ciascuno quattro colpi.
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* "' • · Non parleremo del corteo che sfilò il XX settembre dav,mti alla breccia di Porta Pia, nè della inaugurazione delle nuove lapidi i vi poste, perchè la cosa non ebbe carattere militare. Le bandiere e le rappresentanze dei corpi che fecero la campagna dell'agro romano nel 1.870 non marciarono col corteo ed intervenne1·o alla cerimonia da vanti alla b1·eccia, per altra via, quasi privatamente. Ci fermeremo piuttosto sulla serata del 2i al Circoio militare. Per onorare le rappresentanze dci corpi che ave\'ano rivendicata Roma all'Italia, il Circolo militare di Roma diede un solenne ricevimento. Intervennero circa 500 ufficiali. Fra essi notavansi i ministri della auerra e della marina ; i gene1·ali Ponzio-Vaglia, San Marzano, Orero, H~usch, Gobbo, Ayrnonino ed Appçlius, ed altri. Vi era anche l'on. C1'i'>pi con tutti i ministri c. sottosegretari di Stato. Mentre la più schietta allegria regnava nelle sale, giungeva S. M. il Re insieme a S. A. R. il -principe di Na~ol i e la loro visita inaspettata sollevò tra gli ufficiali intervenuti il più vivo entusiasmo. Il generale San l\1arzano, avvicinatosi al buffet, domandò a S. M. il Ifermesso di potei· bere alla sua sa lute, é levando in alto il bicchiere portava un br·indisi al Re. Rispose S. M. « Sono lieto e fiero di trovarmi in mezzo ad una eletta rappresentanza di quell'esercito e di quella marina che hanno date tante splendide prove di dHvozione alla patria ed alla mia Casa ! Bevo a v~i tutti ! , Il brindisi del Re fu accolto da unanimi, f1·agorosi applausi. Il generale San Marzano replicova allora brevi parole terminando nl grido di « Viva il Re! 1> S._~~- e S. A. R. si traltennero quindi lunga mente a parlare con gli uffic1ah presenti e lasciarono il Circolo verso le 23. All'uscita furono fatti segno ad una simpatica di mostrazione da parte della fo lla che li aspettava.
*** Nei giorni successivi ebbero luogo, alla presenza dei Sovrani, le inaugurazioni di tre monumenti: quello di Gariboldi, quello di Cavour e quello di Minghetti ; ma lo spazio non ci consente di ferm arci su queste
NOTIZIE POLlTICO -liU LITARI NOTIZIE POLITICO-)IILITARI 1788 cerimonie che tutte riuscirono belle e solenni; non possiamo però sorvolare sopra una l'ivista specialissima, che fu lo spettacolo cu lminante . delle fe.ste e per la sua impol'tanza morale supera di gran lunga tutti gli altri. La mattina del 23 S. l\L il Re, sul piazzale de! Ma~ao, ho passato in rivista le bondiel'e e l'appresentanze dei l'eggituen.ti che presero parte alla spedizione di Roma nel i 870, i veteroni, i reduci dalle patrie batta{!lie e i decorati di medaglie al valor mil it~re convenuti in Roma a migliaia, appunto perchè era stata annunziata questa rivis~. . Alle ore 7 e mezza erano già tutti disposti in quadroto sul p1azzole del l\lacao. Una compagnia dell'H 0 fonteria con musica, facea scorta alle bandiere. Le rappresentanze di trupp11 dei .corpi erano formale su di una compognia. . J veterani o reduci erano numerosis.simi: qu~lche migliaio; la maggior parte vestiti in nbito borghese, tutti col peno fregi:~to di numerose medaglie e decorazioni; molti erano pure in divisa ; alcuni generali e parecchi uffir,iali su periori. Vi si notavano divisé di altra epoca, specialmente dell'esercito stJrdo. Fra i reduci e decorati vi era buon numero di garibaldini con la loro camicia rossa. Poco dopo le 8 giunsero i sovrani. Erano al segui.to di S. .M. il generale l\focenni ministro della guerra, il (l'e nerale San Marzano comandante del corpo d'armata, il generale Or:ro comandante della divisione, vari altri generoli, l'on . Crispi presidente del consiglio, l'on. Farini presidente del Sena to, il P1·efetto, il sindaco di Roma, ecc. ecc. Il Re, sceso da carrozza col principe, ba incominciato la ri visto delle bandiere e rnppresentanze dei corpi, ed è quindi passato lentamente innanzi ai veterani e ai reduci, fermandosi spe,so a parlare e chiedendo notizie all'uno cd all'altro. I veterani in borghese si scoprivano la Lesta, quelli in dirisa salutavano con la mano alla visiera. s. l\1. la Regino ha assistil-o ,in carrozza alla rivist.a. Terminata la rivista, tutti hanno sfilato p·el- quattro innanzi ai sovrani, nello stesso ordine con cui erano schierati. · Fu uno spettacolo· non mai veduto, uno spettacolo indimenticabile. Qnelle (~entinn i a e migliaia di veterani e decorati di medaglie al valore, alcuni dei quali si reggevano a stento ed erano sul luogo dalle sette del mattino per essere passati in rivista dal Re e sfilargli davanti: qnei vecchi nvanzi delle patrie battaglie cl~e facevan sfoi·zi per manten~re l'ordine e~ assumere contegnG mili tare, commuovevano fino alle lagnme non solo 1
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giovinotti, mà uomini nel pieno della virilità e che hanno visto il fumo delle battaglie. Quando sfilarono i garibaldini e le musiche intuonarono l'inno di Garibaldi e i garibaldini gridarono : Viva il Rel Viva la Regina, fu una commozione generale, massime tra la numerosa folla che assisteva allo sfilamen to.
** * Dopo questa rivista S. M. il Re scrisse al Ministro della guerra la seguente lettera che fu posta aJJ'ordine del giorno dell'esercito: -
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Cl13-o generale ltfocenni,
( Nella esultanza di questi giorni che confermano la universale concordia e frat~Jianza degh Italiani, la rivista militare di ieri ha profondamente commosso il mio cuore di soldato e di Re. « Era i piÙ cari ricordi della mia vita l'i marrà sempre la grande soddisfazione da me provata nel salutare le gloriose bandiere che p1·ime sventolarono nella rivendicata capitale d'Italia e nel vederle circ.ondate dai veterani e dai soldati delle battaglie di Vittorio Emanuele e di Garibaldi, rappresentanti tutti di un solo pensiero d'amore per la Pat1·ia una, libera, indipendente. « Le festose e unanimi ·accoglienze state fatte da quei pi"Odi a me, alla Regina ed a mio figl io, mi riempiono l'animo di gioia e di riconoscenza e pari a questi sentimenti fu la mia ammirazione quando ho veduto sfilarmi dinanzi, con giovon i l~ energia e con ordine perfetto, i d1·appelli che ricordavano tanta parte della nostra storia. « Queste mie incancellabili impressioni ho voluto manifestare a Lei che insieme coi Presidenti del Senato, della Camera e del Consiglio, coi Ministri ed alt.re personalità dello Stato, presenziava quella festa dei più alti ideali e desidero le 1·ipeta a tutti quanti i valorosi che vi ebbero parte e pei quali batte il mio cuore con amore di compagno d'armi. « Affezionatissimo , Firmato: UMBERTO. , Il 25 fu inaugurato un busto ·al maggiore Pagliari, morto all'attacco di porta Pia, alla testa del suo battaglione ; fu pure inaugurato il p1·imo congresso dei militari in congedo, u cui intervennero moltissimi ufficiali in posizione. ausiliaria, in riserva, di complemento e di milizia. tl3 -
ANNO XL.
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· NOTIZIE POLITICO - MILITARI
NOTI'l.IE POLITICO MILITARI
Questo congresso discute a1·go~enti d'interesse militare e continua ancora le sue sedute. . Lo stesso giorno 25 ripartirono per le loro guarnigioni le bandiere e le rappresentanze dci corpi che hanno. preso pa~te alla campagna ~~l l'agro romano e ripartirono per Monza 1 So;ram che erano venuti m Roma appositamente per quest'occasione. Qui (lunque possiamo chiudere quant.o riguarda le feste.
· .Un terzo riguarda i collegi militari: I collegi militari di Firenze, Mi lano e Messina saranno soppressi a datare d11l i o ottobre i895. 11 :Ministro della guerra provvederà pei personali componenti il quadro organico dei predetti collegi. Gli attuali allievi dei collP.gi stessi saranno ripartiti uegli altri collegi militari provvisoriamente conservati, continuando a godere delle . mezze pensioni gratuite di cui sieno provvisti per merito d'esame o per benemerenza di fàmiglia.
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Importanti disposizioni militari emanarono nella quindicina e fra queste mettiamo anzitutto nlcuni R. Decreti per l'attuazione dei DecretileMe del 6 novembre i 8M. l>Di questi R. Decreti uno riguarda i tribunali ~i.lita~i: . . . . A datare dal t o novembre i 895 sono soppressi 1 tnbunall m1htan territoriali di Catanzaro, Chieti, Piacenza, Salerno e Vero~a. . . . La giurisdizione dei tribunali militari territoriali sarà qumd1 mnanz1 la seguente: Alessandria e Cuneo. L Alessandria. Ancona e Chieti. 2. Ancona . Bari. 3. Bari . Bologna e Ravenna 4:. Bologna . Isola di Sardegna. 5. Cagliari. Firenu e Livorno. 6. Firenze. Genova e Piacenza. 7. Genova. Messina e Catanzaro. 8. Messina. 1\lilano e Bt·escia. 9. Milano Napoli e Salerno. 10. Napoli Palermo. H. Palermo. Roma e Perugia. i2. Roma Torino e Nova ra. i3. TQrino Verona e Padova. 4.4. Venezia . Un altro R. Decreto riguarda la séuola militare di Caserta: . A datare dal -l o . •ottobre ·1896 la scuola dei sottufficiali in Caserta è soppressa. .. . Colla stessa data è istituito presso la scuola rmhta re d1 Modena un ,corso specide per abilitare i sottuffieiali all.a ~rornozi?ne ?l grado di ufficiale nelle armi co mbattenti e nei corp1 d1 comm•ssar1ato e contabile.
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Ohracciò, per disposizione ministeriale, col ·1o gennaio 1.896 saranno chiusi i panifici militari di Cuneo, Cremona, Parma, Pnvia e Udine. A parziale modificazione delle disposizioni contenute nel paragrafo 534: della isti'Uzione .complementa re al regolamento sul reclutamento, il ~1i nistero ha de1erminato che, nel periodo compreso tra il cougedamento dEilla classe anziana ed il l 0 giorno del mese in cui la nuova clusse dovrà presentarsi alle armi, il numero dei caj:)orali maggiori possa esset·e di due per ciascuno squadrone di cavalleria e per ciascuna compagnia di pontieri, di tro pe1· ciascuna compagnia treno d'artiglie1·ia .o del genio, e di quattro per ciascuna compagnia lagunari. Il Ministero ha pure determinato che possano aver luogo partenze anticipate, con assegnazione all'arma dei carabinieri reali, dei militari della classe '187ft. rimasti in congedo illimitato provvisorio e degl'inscritti della leva in corso sulla classe i875, partenze che per effetto della circolare N. 93 del 1.9 luglio sco•·so erano rimaste sospese lino a nuova disposizione. ' Fu pure annunziato che nel· prossimo mese di ottobre avranno luogo le rassegne di rimando semestrnli per tutti i militari in congedo illimitato, a qualunque classe e categot·ia appa.rtengano, i quali per ragione di salute ritengano di non esser più idonei al servizio militare. A parziale modificazione di quanto venne stabilito con la Circolare N. H4 del 23 agosto scorso, il Ministro ha determinato che la chiamata alle armi per istruzi1me dei militari di :f.a categoria ascritti all'artiglieria da fortezza della milizia territoriale delle classi 1.857, 1.858 e i 859, di cui alla lettera b) del N. 1 della predella Circolare, anzi chè pel i 0 ottobre, ab.bia luogo pel i • novembre p. v. e che quindi il loro congeda mento avvenga il 20 stesso mese. In relazione al disposto dell'Atto N. 64: del1.893, sono ammessi al corso
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NOTIZIE POLITICO-JIIILITARI
di perfezionamento nella equitazione che avrà principio il i o ottobre p. v. una quarantina di sottufficiali. I ! Ministro della guerra ha determinato che col tO di ottobre p. v. sieno inviati in -congedo illimitato i volontari di un anno che impresero servizio il i 0 novembre, più i militari di :1. • categoria i quali si trovino in una delle seguenti condizioni : a) quelli della classe :1.872 con ferma di quattro anni, che presero servizio dal 1.0 marzo !892 sino alla chiamata generale della propria classe, man mano che vengano a compiere «.2 mesi di elrettiva permanenza alle armi; b) quelli della classe i873 con ferma di tre anni, che presero servizio dal 5 giugno :1.893 sino alla chiamata generale della propria classe, man mano che vengano a compiere 30 mesi di efl'ettiva pel'llllmenza alle armi; c) quelli della classe ! 874 con ferma di due anni, che presero servizio dal 20 nprile :1.894 sino alla chiamata generale delle propria cla~st!, man mano che vengano a compiere 18 mesi di effeuiv.a permanenza alle armi; d) quelli delle classi e colle ferme suddette. che, avendo già servito prima del loro concorso alle leva per· meno di sei mesi quali volontari p1·o- .sciolti dal servizio, non poterono, pel § 846 del regolamento sul reclutamento, essere trasferti alla classe inferiore. Il ·1• dicembre .P· v..saranno pure congedati i militari di i • categoria con ferma di quattro anni che, per 'applicazione dell'art. 130 della legge sul reclutamento, f01·ono trasferii alla classe 1872; quelli con ferma di t1·e anni che furono trasferti alla classe 1873 e quelli coil ferma di due anni che furono trasferti alla classe !874.
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NOTIZIE MILITA;RI· .ESTERE AUSTRIA-UNGHERIA . Nt~ove. ~lis~osf~ioni organiche pe1· l'l. R. audiUJrato e per gli stabilimentt mllttan dl pena. - Col N. 30 del No1·malr;erotdnungsbtatt del i 7 settembre i895, si annunzia che quanto prima verranno alla luce nuove disposizioni organiche per l'I. R. auditorato (giustizia militare) e pe1·. gli stabilimenti militari di pena. Intanto, con lo stesso nume1·o, si prescrJve quale debba essere il nuovo organico degli auditori e del personale òi detti stabilimenti di pena, c cioè vi saranno: 5 generali auditori, 8 colo,nnclli auditori, 22 tenenti wlonnelli auditori, 31. maggiori auditori, 5(1, capit~ni auditori di j il classe, 30 capitani auditori di 2• classe, 24 tenenti auditori. In totale vi saranno HS4: auditori. Il personale di sorveglianza degli st:Jbiiimenti milit\lri di pena sa rà il seguente: 20 Oberstabsprofossen (profosso ~1aggiore), 57 Stabsprofossen (profosso capo), 20 Profossen (profosso ordinario). In totale 9i persone di sorveglianza. TI numero degli auditori dell'I. ,R. marina rimane invariato. · Nttovo comando di divisione di cavtttle·ria in Stanislau. - A datare dal iO settembre ·1895 f~ stabilito. un nuovo w mando di divisione di cavalleJ·ia in Stanislau (Normalverordnungsblatt, N. 36 del 1895). A comand ' ·· . an te d'1 detta 'd!VISIOne fu nominato il maggio1· genèrale conte Ennco Lambery, già comandante della t «.a brigata di cavalleria. .
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... . ** Dall'Eritrea nulla di realmente importante, ma dal complesso delle notizie pare c~1e l'orizzonte dalla parte di-sud non sia più così sereno. Il generale ArimorÌdi ha fa tto un gil·o d'ispezione ai presidii nella regione meridionale dell'Eritrea ed il clero, i capi e le popolazioni abissine colsero occasione per fare atto di omaggio al governcl italiano. Il 2o è giunto a ,Massaua il governatore generale Baratiei'Ì e partì subito per l'Asmara, donde, dopo breve ferm&ta, ripartì per Adigrat. Roma, 28 settembre i 89o. ·
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NOTIZIE MILITARI BSTERE
NOTIZIE MILITAR.! ESTERE
Onori resi ad un gtmerale dopo 50 ann·i di sercizio. - Il 22 settembre p. p. S. E. il feldzeugmeister barone von Schonfeld, generale ispettore delle r.ruppe, conipt il suo cinq uantesimo anno di servizio come uflìciale. Era stato disposto che in detto giomo tutti i generali del presidio di Vienna si recassero in grande uniforme, guidati da S. E. il generale di cavalleria principe di Windischgraetz, a fargli una rivi·sta di ossequio. Però tale, manifestazione è stata contro mandata perchè l' illustre generalfl si era recato ad Abbazia.
arÌiglieria tutti i fucili Remington con baionetta che hanno in caricamento, e i battaglioni di linea, con uguale destinazione, li lascino invece ai reggimenti di cui facevano parte. Ogni battaglione riceverà dal parco locale 900 fucili (1\fauser spagnolo modello 18~3 calibro 7 millimetri) con venienternente imballati e ~,500 cartucce da ese1·citazione. Il parco d'artiglieria del porto d'imbarco consegqerà ad ogni battaglione, convenientemente impacchettate, ·135,000 cartucce a palla e 25 esemplari del libro: Il (ttet'f.e .Mauser spa,qnuolo modello 1893. 1 battaglioni della 64 regi'ona riceverannç> fucili, cal'tuc~e da esercitazione e a palla dal parco di Vitoria, oltre a 25 esemplari del libro sopracitato. Tutto questo nuovo armamento e munizionamento sarà trasportato a Cuba sugli stessi vapori sui quali s'imbarcano i ballaglioni, i quali terranno per fare il servizio di bordo e per l' istriJzione durante il tragitto, 50 fucili sciolti ·con le rispettive' munizioni e cartucce da esercitazione. L'Ho battaglione di artiglieria da piazza riceverà a Cadice 700 carabine :Mauset· modello 1893; 1.05,000 cartucce a palla e 3,500 da esercitazione. Terrà 50 carabine sciolte, col relativo.munizionamento per l'istruzione e il servizio di bordo e 25 esemplari del libro sopracitato. Gli squadroni di cavalleria riceveranno nei parchi del porto d' imbarco iO esemplari del liiJro sul nuovo fucile, e le batterie da montagna 6 e!:mplari. L'arinamento di questi riparti con le carabine dette tercerolas, sarà effettuato a Gubo , · r parchi di artiglieria di Barcellona, Valenza, Cadice e Corogna, imbarcheranno con · destinazione aiJa ·maest.ranza dell'Avana, tutte le cartucce per il :Mauser r.pagnuolo modello !893 che tengono in eccédenza. Durante gli avvenimenti di Melilla furono acquistati !0,000 fucili Mauser e buon numero di carabine teuerolas, calibro 7,65. Scoppiata la rivolta furono tutti mandati a Cuba. lntanto il governo spagnuolo adottò un tipo di fucile più perfezionato, dello stesso sistema, ma del calibro di 7 millimetri e con questi provvide· i battaglioni di rinforzo. Così appena sbarcate tutte le truppe, l'esercito di Cuba si troverà armato con 30,000 Mauser spagnuolo calibro 7 millimetri, t O,OOO circa dello ·stesso tipo, calibro 7,05 e 3,000 carabine te1·cerokts, oltre ai ~0,000 Remington che già erano nell' isola.
SPAGNA.
La partenza dei rinforzi per Cuba. ·- La partenza dei rinforzi per Cuba è cominciata il !3 agosto, ed ha luogo nel modo seguente: •!3 agosto. - 8 squadroni di cavalleria che si sono imbarcati a Barcellona, Valenza e Cadice; 2 batterie di a1·tiglieria da montagna ed i battaglione di artiglieria da piazza imbarcati a Barcellona e a Cadice; i8 agosto. - 4 battaglioni di fanteri:). imbarcati a Barcellona ~ 2 battaglioni alla Corogna; 20-21. agosto. - i battaglione di fanteria e'"' compagnie del genio a Cadice - i battaglione a Sanlander; '22 agosto. - 2 battaglioni di fanteria a Cadice; 23 jd. -. 2 id. id. a Santander; 27 id. - 4 id . id. a Cadice; 28 id. - 3 id. id. ·a Valenza; 30 id. - i id. • id. alla Corognll. Si è deciso che i vapori che conducono corpi di spedizione debbano tutti toceare Puerto Rico, dove riceveranno ordini rispetto alloro luogo di sbarco a Cuba. · Un decreto reale accorda, a partire dal W agosto un assegno giornaliero di 50 centesimi alle mogli ed agli orfani di madre dei riservisti della ·classe i 87i testè chiaiJ!at.i alle armi..L'ammontare di questi assegni sarà pagato dalla cassa generale delle Colonie (Ultramm·) e portata nel credito straordinario concesso pe1· la campagna di Cuba. La somma di 50 centesimi potrà, su domanda dei comuni, essere aumentata, quando si tratti di soccorrere eerte famiglie degne di particolare considerazione. Un altro decreto reale chiama per il 3 settembre 12,000 reclute dispo~ nibili della classe :187~, non chiamate alle armi per esuberanza di contingente. Ar.mamento .Mauser alle tmppe di rinforzo. - Si è disposto che i battagljoni cacciatori deslinati all'esercito di Cuba consegnino ai parchi di
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NOTIZIE MILITARI ESTERE
SVZZERA.
Le gmndi mano·vre di settembre. - Ordine di battaglia del ·1o corpo cl'armata. - STATO MAGGIORE DEL 1. 0 C:onPo o'AnM.>I.TA. -Comandante, colonnello comandante di corpo Paolo Ceresole; capo di stDto maggiore colonnello Edmond_o De La Rive; u(ficiale di stato maggion) tenente co. lonnello G. De Pury; maggiore Enrico Romieux; primo aiutante, maggiore Kohler; secondo aiutante, primo tenente Dufour; segretario di stato maggiore, tenenti Etienne ~e Blonay, Federico Frohlich, Giovanni Diodati; ufficiali di stato maggiore per le ferrovie, capitano Emilio Nicole. Comandante dell'artiglieria, colonnello Luigi Delarageaz; ai utante, capitano Vittorio Freymond; segretario di stato h1aggiore, tenente Enrico Schrantz. Comand~nte del genio, tenente Luigi Perrier; aiutante, primo-tenente Giulio Dize•·ens. Comandante del treno, maggiore Augusto Arebìnard. 1\fedico di corpo, colonnello Edoardo Neiss. Ye1e1·inario di corpo, tenente colonnello Héli Guex. Commissario di guerra di corpo, colonnello Franz Siegwart. Posta da campo, .maggiore Luigi Bideau: · Telegrafi da campo, capitano Adolfo Mayr. Truppe a disposizione, una compagnia di Guide (N: 9); una sezione di velocipedisti. fa DIVISIONE. - Stato maggiore. - Comandante, colonnello divisionario Constant David. Capo di stat.o maggiore; tenente colonnello Ferdinando Blanc; sottocnpo, capitano Perrier; primo aiutante, capitano Massimiliano Auckenthaler. Segretario di staio-m~ggiore, tenente Carlo Sécretan. Medico djvisionale, tenente colonnello Alfredo Kohler. Veterinario divisionale, maggiore Carlo Collier. · Com missario di gu~rra divisionale, tenente colonnello Ernesto Paillard . Truppe a disposizione della i• -divisione: ·{a compagnie Guide; una sezione velocipedisti. TttUPPE. - Una divisione consta di un battaglione di carabinieri. di :12 battaglioni di fu cilieri, di qualtro batteri~, due compagnie del genio e tre ambulanze. La i " d.ivisione però non contava che H battaglioni di fucilieri, es~endo il 12° distaccato a S. Mau•·ice.
NOTIZIE llflLlTA.Rl ESTERE
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t a Brigata di fanteria. - Stato maggiore, comandante colonnello brigadiere Camillo Favre. 1° Reggimento di fanteria, tenente colonnello Adriano Colomb. 2° Reggimento di fanteria, tenente colonnello E. Decollogny. 2• Bri_qata di fantei'Ùt. - Stato maggiore, comandante, colonnello brigadiere Alberto Sarasni. 3° R~ggimento faJ!.teria, tenente colonnello Aloys ~e Meuron. 4° Reggimento di fanteria, tenente· colonnello Pellissiet·. A1·ti_qlieria della i• divisione. - Comprende uno stato maggiore, due reggimenti d'artiglieria da campagna a due batterie ognuno; ossia quattro batterie in totale. Stato m~ggiore: comandante, tenente colonnello Ferdinando de Cbarriere. fo Reggimento artiglieria: comandan1e, maggior Alberto Cbauvet. 2° Reggimento artiglieria: comandante, maggiore Carlo l\telley. Mezzo battaglione del genio. - Comandante·, maggior Corrado Bourgeois. Due compagnie · di r.appatori del genio. Quattro ambulanze di divisione. , 2• DI VISIONE. - Comandante, colonnello divisionario A. dc Tecb termann. Capo di stato maggiore, ten~nte colonnello Alfredo Audéoud. Primo aiutante, capitano Enrico Wolfratb. Treno, maggiore Edoardo Spengler; medico .divisionale, tenente colonnello De :Montmollin; veterinario divisionale, maggior Giulio Combe. Commissario di guena, tenente colonnello Luigi De Roguin. Posta di campagna, capitano Alberto Suter. Truppe a disposizione: 2a compagnia Guide ; una sezione velocipedisti. TnuPl'E. - Battaglione ·di carabinieri N. 2, maggiore Castan :1 disposizione. !la Brigata di fanteria. - Stato maggiore, colonnello brigadiere Boy de la Tour; ufficiale di stato maggiore capitano Giovanni de l't1uralt. o0 Reggimento fanteria: comandante, tenente colonnello Giulio Refond. 6° Reggimento fanteria: comandante, tenente colonnello Augusto Roulet. 4• B1'igata di (an.teria. - Stato maggiore: comandante, colonnello brigadiere Edoardo Secretan. Ufficiale di stato maggiore, maggior Courvoisier. 7° Reggimento fanteria: comandante, tenente colonnello Courvoisier.
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8° Reggimento 1antena : comandante, tenente colonnello De Wat· tenwyl. Artiglieria della .2a divisione. -- Comandante, colonnello Puenzieux. {o Reggimento artigliet·ia, maggiore Emilio Ruffieux. 2° Reggimento artiglieria, maggiore Paolo de Coulon. 1\Iezzo battaglione del genio: comandante, maggiore Gautier. Quattro ambulanze divisionali. . TnuPPB NON J:'<QUADRATB. - Brigata di cOivalleria. - Comandante, tenente colonnello Giorgio de Diesbach . i 0 Reggimento dragoni, tene~te colonnello Lecoultre, 1. o, 2°, 3o squadrone. 2° .Reggimento dragoni, maggior Creytorres de Loys, 4•, oO 6o squadrone. A1·tigtieria di co1'po. - Colonnello Turrettini. { 0 Reggimento artiglieria, maggiore ·.Manuel. 2° Reggimento artiglieria, maggior Picot. Equipaggio da ponte, maggior Cartier. Compagnia telegrafisti; compagnia ferrovie; sussistenze.
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
Bollettino bibliografico
1. so mmari o de Il e riviste mi l i tar i i t a l i a ne. Rivista di fanteria (ngosto). L'efficacia di tiro della fucileria. Il duello, !:1 scherma e la guerra. r.: indice dell'idoneità al servizio a piedi. Note. - Appunti. - Varietà. - Rassegna della stampa.' Gio1·nale m-edico del R. esercito (agoslo). Cura delle fratture colla mobilizzazione e col massaggio. Continuazione. P. Pucci, tenente medico. Concetto moderno delln blenol'l'agia. G. Furnò, tenente medico. Rivista medica. - Rivista chirurgica.
2. Ordinamento, reclutamento ecc. l
- La legge francese del 13 gennaio 1815 sull'avanzamento degli ufficiali. (Neue militarische Blatter, settembre i 895). - L'esercito e llt marina inglese. (Tnternatìonale Revue, settembre 1.89o). · · - I.: esercito della monarchia austro-ungarica . Esposizione ad uso delle scuole. Glukmann, Lenente colonnello. N uova edizione con modificazioni · ed aggiunte. Vienna, 1.895, Seidel. .. . - L'esercito svizzero nel 1894. (Revue du w·cl.e mtltta.we, i 0 settembre i895). - La mil·izìa inglese. C:ontinuazione e fine. (Periodico e nu mero sopraiodicati). - Le §pocialità nell"artiglieria. (France milito.ire, 27 agosto).
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
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NOTIZIE BlllLIOGnAFICHE
. - Or~inament~ misto dell' esen;ito delle Filippine. Herraiz, maggiore di fanteria. ( Revtsta de infanteria y caballe1·ia, settembre 1.895). - Le p1'011tozioni a scelta. (Re~J"ista militat·, 31 agosto -1895). - Semplificazioni della contabilitti. (Aveni?· mititaù·e, 3 settembre 1895). - Otdinamento del comando di stato maggiore. (Spectatezw militai?·e, settembre -1895) . -. Osse~·vazioni s~p1·a la cava.Ue;·ia spagnuola pm·agonata alla tedesca. Contmuazwne. (Revzsta cientifico-militar, -15 agosto :l89o). - L'attitttdine a fare campagne. Apprezzamenti sull'ordinamento della spedizione francese al Madagascar. (Progrès m-ilitaire, 28 agosto i 895).
3. Arte militare. - Gli c attacchi di fanteria » nell'ese1·c·ito 1·u.sso. (Neue militiirische Bli.i.tter, settembre 1895). - Cor~tributo all'arte della gue1Ta degli antichi. Attacco e difesa delle fortezze: Conclusione. (lr~letnationale Revue, settembre -1895). - Il n'UO'VO t·egolamento sul se1·v·izio di esplorazione e di sicw·ezza •neil' esercito fmncese. (lnie?'nationale Rewe, settembre :l895). - Le gr.a~di mano~re e la ,gueYra. (A venir ,;zilitaire, 23 agosto -1895). · - La b~ciCletta pwghevole alle gmndi manovre in Francia. (Revue du cerete mil·itaire, 2~ agosto 1895). . - Ft·ontie•·e e {O'I'tezze delle p1·incipali potenze d'Em·opa. ContinuaziOne. (Joumal des sciences rnilitaù·es, agosto 1895). In questa pnrte si tratta dell'ordinamento difensivo del Belgio. - llfoderni mezzi di combattimento nella ,gMrra campale. Conferema tenuta al circolo militare di Pest dal maggiore Mi.iller. (Organ der militiirWissenschaftlichen Vereine, agosto 1895). - Esperìenze •nlative a.t passo delle patttt,qlie nelle alte montagne del Tirolo. (Periodico e pun!a ta sopracitatn): - Le manovre delf ese-rcito.francese nel 1895. (Aveni1· militai1·e, 3 e 6 scttemb1·e 189~). - Le istru.zidni per le- grandi manovre {l'ance si nel18 95. ( PTogt·ès mili tai1·e, 4- settembre -1895) . · - Alcune osse1·vazùmi sull'effetto dei pi'OieUili del fttcile tedesco M. 88 . ( Militiir- Wochenblatt, 7 settembre 1.895). - Schiarimenti ed esempi sull'istrttzione (austriac~ ) pel tiro. Wuich, tenente colonnello. Vienna, 1.895, Séidel. - Le pattuglie d'uf{ìciale in t'apporto ai C(}mpiti stl'ategici della caval-
1801
leria. Nuova edizione ampliata. Kleist, tenente colonnello. Berlino, 1895, Mittler. - /stmzione e corldotta della cavalleria. Traduzione dal tedesco. Continuazione. (Revue de cavale1'ie, agosto 1.89?).
4. Storia militare e generale. -La gum·a di Ct1ba. Continuazione. Castellanos, generale di brigata. (Revista tecnica de in{anteria y caballcria, settembre -1895). - Storia milit~re della Francia clal/643 al 1871. Simond, capitano. Nuova edizione . .E libro fatto secondo il programma delle scuole militari in Francia. Parigi, i 895. ~ - Rezonville. 1o agosto :l870. (Revue de oavalerie, agosto i895). - Ossermzioni sull'ese·rcito ftancese dal1792 al1808. Continuazione. (Revue de cavale·l'ie, agosto 1895). ·
5. Geografia, Viaggi, Colonie. - Club alpino ital-iano. (Agosto ! 895). Traversata invernale in un giorno del Gran Sasso d' It.alia. - Scuola delle piccole indusu·ie nella valle d'Aosta . - Ascensioni. - La posizione degl'italiani nell'Africa orienwle. ( lnÌernf.!tionale Relìtte, settembre :1.895). - La spedizùme {t·ancese al ll'ladagascm·. (Periodico e puntata sopracitata).
6. Varietà. - Sui circoli 1nilitm·i. (ilfilitiir-Wochenbla.tt, ~li, agosto i 895). - La giustizia militare nell'esercito e nella marina, in Francia e nei principali paesi . Totllefer. Pllrigi, 1895, Larose. - La legiane d'onore . Storia, statuti, ecc. (Spectateur militaire, agosto ! 895). -La ginnastica bellica. Paulo Fambri, 1895. Rivolgersi alla tipografia ·Voghera, Roma. Nessuno meglio del Fambri, atleta, ginnastico e schermitore valente poteva trattare questo argomento; egli per dire cose sensate in quest.1 materia non ha avuto d'uopo che di rivolgersi al'la propria esperienza. - La vita del soldato nellct gucr·ra dei trcnt' anni. (Jahrbucher fur die dezttsche w·mee 1md nwt·ine, settembre 1895).
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NOTIZIE BJBLIOGRAFICH'E
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NOTI ZIE BIBLIOGRAFICHE
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- Sulle misw·e prese dal governo olandese contro l'abuso delle bevande alcooliche nell'esercito. (lnternationale Revue, settembre :1895). - Chiacchiete sull'uomo e il cavallo di truppa . (Re1me de cavalerie agosto 189ti).' · ' - La duodecima festa federale belga della ginnastica. (La gymnastique contemporaùw, 13-27 agosto 1895). ·
7. Tecnorogia. - Stet·eoscopio di precisione. Parigi, :l89o, .:Michelet. - Polveri e materie esplosive in ge11ere. Continuazione. (Renista de ù~fo,nteria y caballe1'ÙL, settembre 1895). -Pagine sulla tecm·ca delle armi. (Neue A-Jilitiiri$che-BliiJter, sellembre 1.89~) . - Cannoni a tiTo rapilÙJ, (Pro,qrès militaire, 7 settembre -1895). - Lezioni elementari di telegmfia eletl?'ica. Per .Michaut e Gillet. Parigi. !89~, Gauthier·.
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Per la Di·rezione
L onovrco Or so TT I t~neute tol!mntllo Jt!. T. A., iucadcoro
D E.\IARCHI CA RLo, (ferente.
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SULLA TATTICA DI MONTAGNA
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Sino a pochi anni fa, lo studio della guerra di montagna era trascurato. I monti, si diceva, non potevano diventare teatro di grandi guerr e; erano luoghi di fazioni piccole, spicciole, da partigiani, fazioni insomma di poca importanza. Prussia ed I nghilterra son paesi poco montuosi; le Alpi occidentali servivano di con fine tra la grande F rancia ed il piccolo P iemonte; le Alpi orientali erano racchiuse nell'interno della monarchia austriaca, e pochi badavano alle eterne ~ampagne che t rattenevano sul Caucaso, all' estremo l~mbo della pianura Sannatica, 100,000 russi. Ma nell'ultimo ventennio parecchie guerre volsero le menti dei militari studiosi alle Alpi. Dapprima Carlisti ·e liberali impegnarono una lunga e furiosa guerra sulle balze del paese basco; poi venne la campagna d'inverno dei russi sui Balcani ; poi la classica conquista della Bosnia e dell'Erzegovina dalle truppe austro·ungariche. Maggior fomento agli studi sulla guerra di montagna venne a dare lo stato di sospetto reciproco in cui vissero ai t empi dell'irredentismo Austria ed Italia, e dopo la con· elusione della triplice alleanza, F rancia ed Italia. Corpi speciali furono formati allora in vista della guerra sui monti; ai cacciatori imperiali dell'Austria si contrapposero i nostri alpini; parte .dei cacciatori a piedi francesi ed i venatorì r umeni furono açl.detti alla montagna; le truppe ai fanter ia di linea stanziate a portata delle Alpi, vi furono mandate ogm anno ad esercitarsi ; ment re Sa-
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ANNO ! L .
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SULLA TATTICA DI MONT AGNA
thonay e S. Maurizio rimanevano deserti, durante l'estate le pi~ romite valli s'empirono d'armi e d'armati. S i andò formando una schiera d'ufficiali che calzò gli scarponi ferrati e sulle faticose .Alpi ~ndò a studiare praticamente la topo · g·rafia, la strategia, la tattica di montag na. L'andazzo ebbe tal seguito che parve, e fu detto, una moda parallela a quella dell'alpinismo dei clubs. Com'è naturale, frutto di tali stndi intensi e generalizzati fu una inter a bibliotoca alpina militare, nella quale però, è forse avrò cercato male, non ho trovato alcun trattato di tattica di montagna. Eppure, l'accresciuta portata del fuoco di fucileria ebbe, forse piu che altrove, influenza radicalmente modificatrice sui combattimenti alpini; ma, probabilmente, i molti che ebbero in mente di dar norme per l'impiego tat~ico delle truppe sui monti, ebbe a t r ovarsi d i fronte a difficoltà che sorgono inuanz i a me ora che scrivo queste n ote. I n r egioni alpestri, il terreno ha un'influenza così predominante sugli altri elementi del problema tattico, ed il terreno è cosi vario, che chi volesse formulare regole generali d i condotta délle truppe, dovrebbe distinguere casi numerosissimi, circondare i suoi precetti d'infinite riserve, agg iungervi infiniti codicilli di eccezioni; un'opera immensa ed inutile. Non io quindi ho l'jntenzione di colmare la lacuna. Mi limiterò al còmpito più facile, e credo anche più giovevole, d i notare qualche caratteristica principale del terreno montuoso, d'esamiiarne l'influenza sugli ordini tattici, di dedurne poche norme applicabili ,a lla grande mag gioranza dei casi. T ratterò perciò .man mano ; del dominio; . delle posizioni di montagna; dell'attacco diret to eli tali posizioni; degli attorniamE)nti.
SULLA TATTICA DI )(0NTAGNA
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Del dominio. La prima delle caratteristiche del combattimento in mont agna, quella che colpisce a prima vista, è che quasi sempre uno dei due partiti ha dominio sull'altro. Un fatto così generale non può non influire sulle modalità del combattimento, e mi sforzerò qui appunto di studiare in che consista tale influenza, se il dominio dia vantagg io e di quà l genere. . Che il dominio conferisca vantaggio a chi lo po~siede è cosa che si capisce istintivamente. Si lascino andare, una contro l'altra, in terreno montuoso, due pattuglie, sia pure di linea, comandate da caporali. Le si vedranno, fin dalla partenza, scegliere i sentieri più alti; poi ciascuna di essa gareggierà' di velocità e d'ast-q.zia per giungere no:n vista, più alto dell'av versar io. Se si volesse fare r agionare ciascun caporale sul perchè delle sue combinazioni strategiche, non se ne ricaverebbe, probabilmente, altro che l'espressione della lor o profonda convinzione del vantaggio di chi sta su sopra chi sta giù. E ssi hanno operato istintivamente. , P roviamoci noi a fare quell'analisi. Ed, anzi tutto, il dominio procura esso vantaggio d i fuoco? Non lo credo; chi tira dal basso in alto, come chi tira · da sopra in giù, deve fare assegnamento su scarsi spazi battuti, poichè immediatamente dietro al bersaglio v'ha. un fermapalle naturale che raccoglie ed inutilizza i colpi lunghi. Qualche volta, ma è cosa ben r~ra, (m'è occorsa una volta sola in certi tiri di combattimento al Piano del Cansiglio). accade il casQ citato dai trattati, che la curva della traiettoria sia parallela alla forma del t erreno e si ottengano straordiJ:?.ari risultati, ma ·sono casi sui quali sarebbe irragionevole fare asseg namento. L'altitudine, d iminuendo la resistenza dell'aria, aumenta la gittata, e per naturale conseguenza, scema l'esattezza del tiro coll'alzo. Tirando dal basso si dovrebbero anche ottenere gittate minori che t irando dall'alto, in virtù della legge dei gravi. Ma, in complesso, sono fatti, basati su dati
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SULLA TATTICA lH DfONTAGNA
teorici, fatti poco o~servati, che avrebbero bisogno di essere confermati da esperienze, che poi sarebbero di scarsa utilita pratica, e ·si può dire che il dominio non dà .vantaggio di tiro. Non dà vantaggio, beninteso, a parità di campo di vista. Ed ecco ci si presenta un vantaggio pi1\ pondera~il e. L a vista di chi domina spazia più 'liberamente. Si badi che non è r e()'ola assoluta; non d i rado la vegetazione e gli angoli morti nascondono il dominato, che da sua parte ha agio di vedere sulle vette denudate e poco erose le truppe avversarie. È però una regola generale; il minimo ostacolo, una siepe, una piega del terreno tolgono la vista al dominato, mentre dall'alto il terreno si spiega come una grande carta topografica muta, confusa in alcuni punti, ma chiara nelle sue linee generali. Non occorre che io mi dilunghi a spiegare quali utili effetti arrechi al dominante il poter vedere·, anche in parte, le mosse del nemico; vedcrle significa comprenderne gli intenti, vuol dire aver tempo per opporre manovra a manovra. Ed anche la manovra, per la. quale il maggiore campo di vista àà quasi s~mpre il tempo necessario è più facile a chi ha il dominio. Ai tempi della marina velica, le battaglie erano quasi sempre precedllte da manovre delle due flotte che si sforzavano di trovarsi èol vento in poppa. A chi si trovava sopravvento, le manovre riescivano fàcili e pronte, mentre a chi aveva il vento contrario i movimenti riescivano stentati e tardi ; difficili le. manovre bordeggiando. Cosa analoga avviene in mont.agna'. Chi sale, supera al massimo 400 metri di disliveilo in 1in'ora, mentre l'avv.ersario che manovra in discesa cala di 800 e più metri nello stesso spazio di tempo. È come se cavalleria condannata a non muovere che di passo, manovrasse contro squadr.oni liberi di trottare e galoppare. Quindi mentre il 9-ominio s'avvia lentamente e sudatamente per occupare un punto dal quale crede poter esercitare. un'azione efficace sulla posizione del nemico, questi /
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che ha visto dall'alto la mossa, la previene rapidamente. Mentre l'attaccante~, come quasi sempre accade, è costretto a far parecchie colonne, il difensore dall'alto ne sorveglia i movimenti, ne calcola la marcia ed arriva in tempo ad opprimerle successivamente. L'attaccan te, che è in possesso del dominio, ha campo di fare finte efficaci e puntate rapide, aU~ quali il difensore, meno veloce, impacciato dal terreno, non può opporre che parate troppo tarde. Risico ora di passare per paradossale, ma pure mi attento ad enunciare un ultimo vantaggio, e non credo sia minore, del dominio. Il soldato è un impasto di fisico e· di morale, così ben compenetrato, che non sempre si discerne bene quale dei due elementi di composizione prevalga. N el mio caso, si tratta degli effetti moral i d'una legge fisica. I gravi tendono a precipitare in basso; l'uomo che sale deve vincere gli effetti della- gravità, l'uomo che scende non ha che da assecondare l'eterna legge di natura. T endenza in entrambi a lasciarsi r otolare in fondo di valle. Così chi s'arrampica, deve tare uno sforzo fisico e morale per avvicinarsi al nemico, non ha che da abbandonarsi al proprio peso per allontanarsene; chi attacca in discesa è trascinato dalla gravità addo~so al nemico; la fatica che dovrebbe fare per fuggire lascia tempo alla riflessione. Così il dominante è spinto all'offensiva, il dominato alla difensiva ed alla fuga. Difficile il panico in chi sta in alto, di. facili scoraggiamenti chi sta in basso. Così ai tempi della marina velica, v'erano sempre nelle :flotte combattenti sottovento, navi che si perdevano d'animo e si abbandonavano alla facile fuga. Riassumendomi, il dominio, mentre non conferisca apprezzabile maggior efficacia di fuoco: l o Agevola la vista. 2" Facilita la manovra. s• Trascina all'offensiva. Ed ecco dimostrato un assioma della cui verità sono per ~ suasi anche ·i capor ali di linea.
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Delle posizioni di montagna. Intendo ·prima mettere in luce i ;}riteri che debbono guidare nella scelta delle posizioni di montagna; indi esaminare alcuni tipi di tali posizioni e dedurne le caratteristiche tattiche. Ed, anzitutto, sono costretto a dare una definizione, e chiamerò posizione tattica Mna zona di te1"reno conformata
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natwf'avtnente in modo che una tntppa JJossa, occupandola, sostenere l'urlo d'un nemico più, (O?·te, in tempo necessm·io a conseguire un determinato scopo. Dalla definizione 'risulterebbE?ro_quattro i fattori della posizione: lo scopo che si ha in vista : il tempo che deve durare l'occupazione; la forza disponibile per qccupare la posizione; . . . il terreno. Avremo quindi posizioni di sbarramento, di ritirata, of' sive, controffensive, diversive, atte per un reggimento, per una compagnia, per una divisione; posizioni sulle quali ci si ·può mantenere un giorno, un'ora, tre giorni, foggiate a dente, a tanaglia, a bastidne, ecc. · · Forse taluno noterà che ho trascurato un fattore, la forza del nemico. L'ho. fatto intenzionalmente, percllè, a Rarere mio, essa influisce poco sulla scelta della posizione. Infatti, ò il nemico attacca direttam~nte la posizione, e la forza è deter~inat~ dal fronte c~e ès~o può occupare, cioè dalla conformazione del te.rreno di attacco; o il nemico rinuncia. all'attacco· diretto e vuol vincere la posizione coll'aggira~ mento, ed allora Ìl difensore non cede all'impiego . tattico della forza, ma al timore strategico di perdere le sue comunicazioni o d'essere colto fra due còrpi nemici.. Lo scopo ~he si ha in mente d'ottenere ha per effetto di indicare, all'ingrosso; la r egione dove si deve prendere posizione. .
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Così un battaglione avrà per mandato di stabilirsi a.lla ·testata d'un vallone, per impedire il passo al nemico, un l'eggimento dovrà oc~upare su d'un contrafforte una posizione che minacci di fianco l'avanzata dell'avversario. · Indicazioni generiche in somma, salvo il caso delle rare posizioni note e st.udiate fin dal tempo di pace. Ma nei limiti, piuttosto larghi di spazio imposti dallo scopo, conviene procedere ad una scelta di posizioni, scelta determinata essenzia.lmente da èonsiderazioni combinate di tempo e di forza. In terreno montuoso mancheranno campi, case, strade, ma posizìoni mai. La posizione è il prodotto più frequente della montagpa. · Nulla di più facile del trov~re un sito che abbia un certo dominio sul terreno pel quale s'aspetta il nemico, ed i :fianchi più. o meno appoggiati. Basta questo per costituire una posizione. La difficoltà sta nel commisurare la posizione alla truppa che la deve o0cupare, nell'evi~are l'errore grave di volersi reggere con un battaglione, là dove occorre una brigata, l'errore, forse più grave, d'addensare inutilmente battaglioni su d'un fro~te dal quale appena una compagnia riesce a fare i fuochi. Scelta una pos1zwne, in base allo scopo che si vuole ot· tenere ed alla forza di cui si dispone, la sua bontà è misurata dal tèrnrpo in eui il difensore vi si può- mante~1 ere. . E qui mi giova notare che non credo vi siano in montagna posizioni tattiche eterne. Ci ::;i soffermerà più o meno a lungo, ma arriverà sempre il momento in cui l'assalitore la sforzerà o la farà sgombrare con l'aggiramento. Cadono le piazze forti, a . maggior ragione cadono le posizioni. La stessa asprezza del terreno gioverà all'attaccante, che in 'essa tro.v erà sempre modo di proteggere momentaneamente, con l'occupazione di forti appigli tattici i suoi avvolgimenti. Mi sono sbrigato alla meglio di tre fattori ; rimane iL quarto, quello veramente caratteristico, il terreno. Pe:r ragionare con ordine bisogna classificare, e di classificazioni delle posizioni di montagna ve n'hanno parecchie.
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Ohi le distingue secondo lo scopo, secondo l'impiego loro, secondo la loro forza intrinseca; chi le classifica secondo il loro andamento relativament e alle linee stradali della. zona, e p·arla di posizioni di fronte e di posizioni laterali; chi fa categorie basate sul punto della valle in cui si trovano le posizioni, che sono quindi di displu vio, o di sbarramento, o di sbocco, distinzione più strategica che t attica. Secondo il F. Z. M. Kuhn ci si può appostare: a) Sul fondo della valle fronte ~lla sorgente. b) Sul fondo della valle fronte allo sbocco. c) Sulle alture davanti alle quali si estende una valle parallela al fronte. . d) Sulle alture, per coprire i punti di passaggio o. d'in-· tersezione di due Ò più valli che hanno origine da quel punto. Una più·, una meno, enuncio anche la mia classificazione. Non varrà certo meglio delle altre, ma la preferisco per due ragioni: tien conto della grande importanza del dominio e mi fa comodo pei ragionamenti che sto per fare. Di più, ha molta analogia colla classificazione del Kuhn. Distinguo le posizioni, secondo il dominio relativo dei fianchi e del centro, e quindi trovo che ci sono; l '' Posizioni che dirò a culmine in cui i fianchi sono più bassi del centro. .· 2" Posizion~ a gola in cui i fianchi sono più alti del centro. 3° Posizione a sba?'?"amento in cui fianchi e centro sono a un dipJ;esso allo stesso livello. Si comprende facilmente la corrispon1enza del r tipo col tipo D del Kuhn, del 3" col tipo O e del.2° coi tipi A e B. :Mentre lo sbarramento 1·isponde, quasi sempre, ad una disposizione topogra.fica frequente, quale è quella di un!l. valle che al suo sbocco in un'altra è battuta dalle alture della sponda opposta, le posizioni a culmine ed a gola, in via generale, dipendono da conf:ormazione speciale del sistema orografico. Nei monti sui quali le creste sono più agevoli dei fondi di valle (come nell'Appennino Emiliano e
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T oscano, nelle Prealpi Nizzarde, nei Lessini, in val di Natisone) è più frequente il caso della posizione a culmine, mentre si troveranno più facilmente gole nei monti in cui le creste sono frastagliate e poco percorribili, ed il terreno nel degradare scema di asprezza. Ho viste molte posizioni di montagna e su parecchie ho manovrato; però trovo difficile il dare esempi di posizioni tipiche, perchè quasi tutte in qualche loro par te, o considerate da qualche lato, offrono caratteri misti. Comunque, credo diano un'idea del tipo a culmine l'Authion ed il Tour: nairet nel Nizzardo (fronte all'Italia), e, su scala minore, ma in modo classico, il monte I mo nel nodo dal Mtùo; po· sizioni a gola sono quelle di Listolade sul Oordevole, di Oeraino, di Vinadio, ed in generale tutte le selle, forcelle, colli, passi; valichi alpini; esempi di posizioni a sbarramento quelle di Cavazzo alla confluenza del F ella col Tagliamento, quella di Ponte nelle Alpi, alla foce dell'emissario del lago di S. Croce nel Piave. · Una breve discussione sulle caratteristiche dei tre tipi che ho posti. La posizione a culmine, essendo sul displuvio, ha generalmente un bel campo di vista, i suoi fianchi sono bene appoggiati ai thalwags delle valli làterali e quindi il fronte è discretamente delimitato; gli aggiramenti non possono farsi che sui contrafforti pard.lleli e sono perciò lunghi e poco efficaci, perchè non minacciano l'attorniamento tattico, il campo d'attacco è ristretto e ben determinato, le riserve manovrano al coperto dietro al culmine, e possono essere riunite in un solo punto, donde hanno facilità di cadere sui corpi nemici che tentassero d'insinuarsi pei fondi delle valli laterali; posizioni r etrostanti non mancano lungo la cresta del cont rafforte che si occupa. Le gole hanno sempre i fianchi minacJiati; è questo il loro punto debole, il loro tallon d'Achille, ed il difensore è obbligato ad estendere il suo fronte fin dove cessa la praticabilità del t erreno, e chi saprà mài con precisione dove c~ssi la pr~ticabilità. Gli aggiramenti, una volta riusciti, sono
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funesti al difensore che si trov.a dominato; il campo d'attacco è ampio e mal determinato, circostanza che rende anche più difficile il f'u~zionamento delle riserve. N on si sa mai per quale versante si svolgerà l'attacco o si pronunzierà l'aggiramento, e si è per lo più costretti a formare due riserve ed a collocarle a mezza costa dei due versanti. Se si volesse tenere :una sola riserva, in posizione centrale, cioè in fondo di valle, si correrebbe il rischio di non arrivare in tempo a soccorr ere quella qualunque ala che fosse minacciata. In generale però il fronte della gola è fort.e, è meno soggetto al fuoco dell'~vversario, le due ali, se un po' avanzate r ispetto al centro, possono prestarsi reciproco aiuto di. fuoco. · Gli sbarramenti sono o for tissimi o debolissimi; tutto di- . pende dalla larghezza della valle che fa da fossato. Se ques t~t è più larga della portata del fucile, lo sbarra. mento è quasi inespugnabile di fronte; all'attaccante convien fine, senza appoggio di fuoco, il passaggio del corso cl' acqua incassato, indi dare l'assalto ai pend ii ripidi e fortemeute occupati dal nem\co che avrà sempre agio d'eseguire fruttuosi contrattacchi; gli aggiramenti sono difficili, perchè conducono sempre a battere contro l'ostacolo che delinea il fronte. Un osso duro insomma. Ma se la valle ha meno di due chilometri da ciglio militare a ciglio militare, è allora il caso classico dell'attacco appoggiato da batterie di fucileria, di cui parlerò a lungo più oltre; la caduta dello sbarramento è quistione di tempo e di munizioni disponibili. Da questa discussione potrei desumere: Che la lJOsizione a culmine è, più di quella a gola, esposta ad essere pYesa con attacco frontale; la posizione a gola cade invece sopratutto per virtù di aggiramenti. Lo sbarramento, se bene scelto, non può cadere che per aggiramenti, se male, cade più facilmente degli altri tipi davanti ad un attacco diretto. Che il culmine è più atto a truppe che, dalla loro forza numerica o morale, tragganò ardire alla contro:fl:'ensiva. La
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gola. e più lo sbar~amento meglio si confanno a poche forze che mtendano unwamente alla difensiva passiva allo scopo di guadagnar tempo. · · _ ' Disquisizioni accademiche d'altronde. Di. r~do. ~n ~na stessa zona si presenteranno posizioni dei tre trp1: p1~1 ~l r.ado ancora lo scopo al quale si tende, la forza dr cur sr diSpone lascerebbero libera la scelta. A~tri e più sottili ragionamenti potrei diluire, se volessi studrare le qualità int rinseche di posizioni complesse for~ate dalla comb~nazione di due o più tipi semplici;' anahzzare ad esempro le caratter istiche : d'una posizione a c~lmine con due O'Ole per appoggr· 0 d'ala; d'una gola appoggiata a due culmini· d'uno sbarramento fra due culmini · ' d'una linea di culmini· ' ' d'una linea a gole e culmini; d'un~ sbarramento spacc<}to da una gola. . s~ _tah argomenti si potrebbero scrivere interi vohmii mutllr, corredati da figure schematiche corroborati da . . . ' es~mpl pratrm approssimativi; ma sarebbe un'astrazione di qm~tessenza, una logomachia., uno studiare la forma delle nubr. ~avoro che non mi sento di fare. Il meO']io è di calzare gh scar~oni ferrati e d'andare a mauovra;e, o quanto ~e~o a. marcrare. sulle posizioni. Si vedrà come la natura Sl nbelh anche alle più grossolane e larghe classificazioni e che non vi sono clue posizioni simili.
Attacco di posizioni. H o esaminati i tipi, le caratteristiche delle posizioni di montagna, le risorse, i vantaggi che essi conferiscono alla trup?a c~e le occu~a. Rivolto ora ·la medaglia e passo a studtare rl modo d attaccarle. · . M'occorse già di accennare, di sfuggita, che le posizioni 81 fanno cadere, sia r:oll'attacco diretto, sia coll'aggirarle. Altrove tratterò degh avvolgimenti ed aggiramenti, tema
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arduo ed intricato. Per ·ora, .concentro le mie forze sugli attacchi diretti. S pno di certo operazioni scabrose, anzi impossibili, se si stesse all'autorità di Napoleone I. Non dettò molto circa la guerra di montagna, ma nel poco che lasciò, v'ha un sistema completo di strategia o di tattica. « Nei paesi di « montagna, dice, si trovano ovunqu e fortissime posizioni, (< che convien guardarsi beue dall'attaccare ». E altrove: « Nella guerra di montagna, anche se offensiva, l'attaccante (< ha la peggio. L'art;e consiste nel non avere che combat· « timenti difensivi e n el costringere il nemico ad uscire (( dalle sue posizioni per at;taccarvi ». Ed in un altro passo: « n genio delia guerra di montagna sta nell'occupare campi « sui fianchi od a tergo del nemico. Così non gli lascia <J: che l'alternativa, o di abba·ndonare, senza combattere, le « .sue posizioni per prenderne altre retrostanti o di uscirne « per attaccarvi ». So bene che nelle dettature di S. Elena si trova di tutto, e spesso anche opinioni discutibili o contraclditorie. Ma questo non è il caso. I tre periodi che ho citati s'incatenano, si corroborano, formano sistema ed evidentemente· sono stati ben meditati da chi dettava e ben compresi da chi scrisse. L a contraddizione c'è invero, ma tra Napoleone agente e Napoleone dettante teorie. Egli fece una campagna in montagna. (primo periodo del 1796, sull'Appennino ligure; trascuro l'operazione affatto logisticostrategica del passaggio del Gran S. Bernardo); altre due ne furono fatte quasi sotto i suoi occhi, e certo sorvegliate molto da. vicino da lui (quelle di Joubert nel Trentino ed in Carinzia nel 1797 e di Ney in Tirolo nel 1805}. Ora in queste tre campagne, non trovo tracce di campi sui fianchi od a tergo del nemico, di combattimenti difensivi in guerra. offensiv~; quello era il sistema di Berwick ~ del suo apostolo Bour cet, ma Napoleone ed i suoi luogotenenti agivano ben altrimenti, attacchi diretti od aggiramenti tattici vicini; nessun accenno a guerra di posizione; la tattica, libera, spigliata in piano, non diventa compassata in montagna.
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D'a1tronde, d'allora in qua, la cresciuta portata delle armi da fuoco ha cambiato affatto i dati del problema tattico. Allo~a una pos_izione era sicura, se in un raggio di 300 metn da essa 1l nemico non avea mezzo di trovare buoni appostamenti pei suoi tiratori; adesso occorre che tale sicurezza esista per un raggio di almeno due chilometri · probabilmente, colle armi attuali, Masseua avrebbe fatt~ c~dere la posizione di Busaco coll'attacco diretto del primo g1oruo e non avrebbe avuto bisogno d'eseguire un aggiramento. . ~~ggasi ~uhn passim; leggansi sopratutto i suoi dispo· Stt1v1 per l attacco di Levico che avrebbe dovuto aver luoo·o i~ ~ a~~sto, allo spirare dell'armisti::r,io; secondo lui, le ;o. ~1z10m _mattaccabili sono poche, e non ne cita; preferisce 1l movtmento aggirante, quando è possibile, ma non esclude aftatl;o l'attacco diretto. L e idee si sono o-ià modificate e si s~nte l'influenza dell'accrescimento di p~rtata e di preciswne, prodotto dalla rigatura dei fucili. Da Kuhn in poi, l'adozione dei piccoli calibri e delle polveri perfezionate è venuta ad aumentare la vulnerabilità delle posizioni di montagna ed a renderne minore la forza di resi''Stenza, e credo sia oramai o-enerale fra i pratici la • • t:> ' ' ?onv1nzt?ne ~he l'attacco diretto sia non solo possibile, ma, In ,talum cas1, preferibile all'aggiramento. E però certo che un colonnello il quale volesse attenersi s~r~ttame~te al regolamento d'esercizi ed attaccare una po· SlZione dt montagna come una di pianura, ne uscirebbe colle ossa rotte e subirebbe una forte perdita, senza avere neppure la soddisfazione di vedere il bianco deo-li occhi del nemico. · t:> Il battaglione d'avanguardia ha s~o-nalato il nemico · 0 n;reglio, è il nemico che s'è fatto senth·e col suo fuoco.' Sl ferm~; il ~ag~iore cer ca di orientarsi e, dopo tentennamenti ed es1tazwni, trova, bene o male, e più male che bene, un fronte parallelo a quello del nemico · s'apre il fuoco. Arriva il colonnello; cerca di scoprire la 'situazione del nemico, più che dal fumo che non si vede, dalla con-
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figurazione del terreno. La posizione del nemico è forte ; si chiama il secondo battaglion.e in prima schiera. ; fuochi ed avanzata a sbalzi, e si comincia la salita dolorosa. Del nostro fuoco il nemico non si dà per inteso ; esso è lassù, ben riparato; concentra i suoi tiri su determinati punti di pass a~gio obbligato. Di sbalzi di corsa non se ne può parlare; si va avanti come si può, a spizzichi, fermandosi ogni tanto per riprendere fiato e per sparare qualche fucilata innocua ai grandi pini cimati dei fulmini, alle rocce affioranti, a quello che si vede insomma. Ogni tanto, nei tratti più esposti, ove fioccano le palle, nasce un po' d~ disordine; gli ufficiali si affannano, si affaccendano a farli traversare il più celeremente possibile. Finalmente i soldati più r obusti e più animosi che sono in testa della prima schiera • · si fe{·mano, s'appiattano, fanno fuoco vivo. Accorrono capitani e maggiori trafelati, ansanti. Che succede? P erchè non si va più avanti? Gli è che la linea di fuoco nemica è ora· mai vicina, dietro alcune roccia, ' a 200 metri scarsi. Conciliaboli; q·~dd f'acenclum ? I maggiori si decidono acl aspettare che s~rrino sotto le compagnie che hanno lasciato in· dietro, lungo l;erta, i più fiacchi, i più paurosi, i migliori padri di famiglia ; mentre s'aspetta, arriverà il colon.nello; chi sa, arriverà anche il terzo battaglione ..... E comincia ciò che vorrebbe . esser e preparazione all'assalto.. ... Arrivano a due, a tre gli uom~ni rimasti indietro, si buttano a terra e, • colla fermezza di polso lasciato loro dalla lunga salita e dall'emozione, incominciano una specie di fuoce risolutivo. Intanto quei di lassù che sono riposati, e si v.eggono le riserve vicine, e sanno cosa · stiano preparando i loro capi, sparano bene, posatamente; qualche plotone fiancheggiante incrocia i :fianchi sui disgraziati due battaglioni che incominciano a sentirsi poco b ene. lVIauco male, ecco il furiere trombettier e, il colonnello. deve essere vicino ; infatti, poco dopo, arriva rosso, agitato: i maggiori lo mettono al corrente; qui non ci si sta più, o avanti, o indietro. Il colonnello guarda in su, guarda in giù; il tenente colonnello è ancora lontano, non
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arriverebbe in tempo; bisogna attaccare coi 'primi due battaglioni. Attenti per l'assalto! Dov'è la musica? Co.nfqsione dell'aiutante maggiore in l 0 costretto a confessare che la musica, orgoglio della guarnigione, letizia delle piazz~ pubbliche, s'è sgranata per la salita come una filza di perline di Murano. Non conta, s'andarà avanti senza musica. Suonano le trombe... Alla baionetta! Tutti corrono in su alla meglio, incespicando ad ogni passo, col fucile in guardia. Il fuoco nemico scoppietta vivace, fa strage, poi cessa. ad un tratto ; le rocce della cr~sta nereggiano di soldati che col fuci le a brace' arm sulla spalla sinistra, colla sciabola baionetta nel' pugno destro (1), si lanciano giù per la discesa incontro all'attaccante. È una carica di cavalleria; il teneno rimbomba sotto le scarpe ferrate galoppanti. I due battaglioni si fermano, scaricano i fucili a caso, esitano, poi finiscono per lasciarsi andare disordinatamente in basso, inseguiti col fuoco dai vincitori; travolgono nella rotta il 3o battaglione e corrono, corrono, fìnchè in qualche angolo mor to, gli ufficiali riescono a fermarli, a riordinarli ed il colonnello investe il tenente colonnello, al cui ritardo attribuisce la sconfitta. Eppure la colpa non è del tenente colonnello; se il 3" battaglione si fosse trovato in linea cogli altri due, ne avrebbe divisa la sorte; la colpa è di chi volle attaccare In montagna., come avrebbe attaccato in piano.
!l) Quando scrissi queste righe, non avevo ancora visto il pugnaletto del fucile modello 1891: La brevit-à di quest'arma bianca la renderebbe inefficace e poco temibile, se In si volesse impugnare nell'andare all'assalto. Riflettasi però che, mentre nel correre in piano l'uomo porta il peso del corpo avanti, nel correre in discesa è costretto, per poter moderare · e dirigere la sua corsa, a. portare il peso del corpo indietro. Nel primo caso, il fucile tenuto nelln posizione d 'in guardia. non porta inconvenienti; non così nel second.o in cui l'ar.na neutraliz?..a. lo sforzo che fa l'uomo per non abbandonarsi totalmente alla legge di gravità, e lo espone a cadute. Crederei pel'ciò conveniente che agli alpini fosse restituita la sciabola modello 1870 e fosse loro prescritto d'andare all'assalto, alla romana, colla corta spada impugnata.
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I principi della tattica sono, con un determinato armamelito, fissi ; le modalità di applicazione debbono variare secondo i casi. Ora è canone di tattica che, sal v o in caso di sorpresa, gli attacchi di posizione vanno preparati col fuoco, con fuoco efficace, s'in tende, e p perciò possibilment e di artiglieria. In montagna, il fuoco usuale delle catene di fanteria è inefficace; l'artiglieria nè si ha spesso disponibile, nè trova facilmente posizioni. Dovremo perciò rinunciar e all"a.ttacco delle posizioni? No, certo: sarebbè una dichiarazione d'impotenza "d ella fanteria che, se in piano è l'arma principale, in montagna è quasi sempre l'arma unica. Dovremo piuttosto occuparci di rendere efficace il fuoco di fucileria e quindi la preparazione dell'attacco. Il principio è immutabile, ma le speciali condizioni del terreno impongono speciali modalità tattiche, che rendono l'attacco in montagna così differente dall'attacco di pianura, come i modi di combattere dello scorpione e della sepia. Natura pose accanto ad ogni male il rimedio. Se la posizione nemica è forte, e:>sa per compenso è vista, e battuta, da molti punti. Questo fatto, l'inefficacia del fuoco avanzando, la difficoltà pei grossi di arrivare in tempo a rinforzare l'avanschiera, la difficoltà maggiore per le riserve di raccogliere la prima linea battuta., danno al combattimento di montagna un aspetto particolare. In pianura le. catene aprono il fuoco; in montagna i fuochi sono quasi esclusivamente fatti dai grossi, opportunamente postati ; in piano, al momento dell'assalto, i grossi si uniscono all'avanschiera ed, in sostanza, sono essi che esegui- . scono l'atto risolutivo; sui monti, è la catena che va all'assalto, allontanandosi sempre più dai grossi che rimangono · immobili. Così se un reggimento voglia sforzare la posizione occupata da un battaglione nemico, due battaglioni apriranno il fuoco, il terzo andrà all'assalto. I p~·imi due si disporranno a compagnie, a plotoni, a squadriglie, su tutti i punti .dai quali si può battere a buona portata ed in modo effi-
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•ca.ce la JlOSizione. nemica, sulla quale da ogni mensoletta di roccia, da ogni praticello pendulo, da ogni 'ciuffo di conifere .o di rododendri ed anche dal fond o della valle, pioverà· una f grandine concentrica di palle che diminuirà la forza d i resistenza del nemico e ne paralizzera le velleità controffensive. La caduta della posizione d iventa una quistione di matematica., di tavole di tiro, che non esistono, che sarebbe utile formare, ma che, ad ogni modo, l'esperienza dei primi combattimenti farà presto a sostituire. . Il problema da risolversi sarebbe questo; quante migliaia di cartucce occor·rono per mettere fuori di combattimento un terzo della forza di un battaglione appostato, ossia 300 uomini. Se i dati sperimentati dessero per quella distanza un effetto utile del 5 •;., dei colpi, occorrerebbero 600 proietti; ed ammesso, sempre per esempio, che i risultati di guerra stiano a quelli del poligono come 1:10, sarebbero 60,000 le cartucce da tirare, ossia .30 per ciascun uomo dei due battaglioni appostati. Sparata quella massa di piombo, la pera sarebbe matura. L'incarico di distaccarla dall'albero spetta al battaglione di l" linea che, mentre le riserv~ stanno procedendo alla .-demolizione sistematica del nemico, si ava.nza; n on in catena, .-Dio ne liberi, ma in colonn e di compagn,ia, precedute e fian-cheggiate da pochi uomini svelti. Un'ascensione calma, igienica; valendosi di tutti gli -angoli morti, di tutte le asperità del terreno per coprirsi, percorrerJdo di corsa gli spazi battuti. Badare più al risparmio d'uomini che al risparmio di tempo. Non aver premura; ogni minuto che passa scuote -sempre più il morale del nemico, che d'altra parte ha troppo da fare, nel rispondere alla pioggia che gli cade ·di fronte, di rovescio, di schiancio, d'infilata, per pensare a disturbare la salita. P el battaglione di l" linea, non si tratta ·d'altro che di obbligare materialmente a cedere la sua posizione il nemico, che, altrimenti, potrebbe, non rispondendo al fuoco e tenendosi riparato, mantener visi indefìnitiva.mente. Insomma, le riserve rappresentano batterie di breccia, la p rima schiera è l'approccio colla zappa ed occorre il funH5- ANNO XL.
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zionamento concorde dell'artiglieria e del genio, perchè la;. piazza cada; ma, se l'attacco procede con metodo, si può calcolare, quarto d'ora più quarto d'ora meno, il momentO> in cui la posizio!le sarà sgombrata. È ovvio che s~ l'attaccante ha ar tiglieria, i pezzi concorreranno insieme alle batterie di fucileria a bombardare la.. · posizione e gioveranno molto a distr uggere i mur~ a s~cco, che sono il principale elemento costituente la fortrficazwneimprovvisata di montagna e contro i quali la fucileria ha. poca presa. . Ognun vede, che l~ riuscita dell'a:ttacco dipende dalle bat·. te1·ie di (uciler·ia e dagli appostamenti ch'esse possono occupare. Però, come feci già notare, l'aumento di portata delle· armi tende a facilitare sempre più il problema, ingrandendo· l'area in cui si possono scegliere appostamenti, e si può dire che da Napoleone I ad oggi, siano diventati 40 voltemaggiori i mezzi dell'attaéco. Infatti paragonando fra loro i quadrati delle maggiori portate effi::Jaci alle due epoche, si ha che:
La differénza fra aggiramento ed avvolgimento è quello d'una cosa maggiore ad una minore, simili però. Si potrebbe dire che il movimento aggirante si svolge fuori del campo di tiro e di vista del nemico, mentre l'avvolgimento rimane sempre entro quel .campo. ~a. la c1~ erei una distinzio~e artifiziosa, accademwa, che c1 ncondurrebbe alla famosa qmstione dei limiti fra strategia e tattica, caval di battaglia dei trattatisti di arte militare. Anche l'aggiramento, per essere efficace, deve far c~po ad nn avvolgimento tattico, od almeno contenerne inclusa la minaccia. Ed è perciò che, per non confondere me e gli altri, chiamerò semplicemente aggiramenti gli avvolgimenti larghi, avvolgimenti gli aggiramenti stretti. Gli aggiramenti implicano naturalmente una perdita d i tempo. Mentre le colonne aggiranti compiono il loro circuito, il gross0, o, meglio, la colonna centrale rallenta il passo, si arresta, eseguisce dimostrazioni in attesa dell'esito del movimento laterale. Questo è certo un inconvéniente e perchè , ciò malgrado, i movimenti aggiranti siano di così frequente e largo uso pratico nella guerra di montagna, ed anzi fossero urta volta consigliati ad esclusione degli attacchi dirètti, conviene realmente che essi rispondano ad una reale necessità, ad un bisogno fortemente sentito d i chi attacca. Si è che essi permetto:o.o d'evitare in gran parte gli attacchi diretti, che spaventano sempre in montagna. Chi non è avvezzo alla montagna o vi combatte per la prima volta, rimane fortemente impressionato. Le posizioni nemiche gli sembrano giganteschi bastioni naturali ed inespugnabili, i fiançhi dei monti sembrano impervii, le vette inaccessibili. Fa senso l'idea di dovere andare a snidare lassù i cacciatori che coronano le creste, ed è naturale si abbracci con entusiasmo nn espediente che fa sperare la caduta della formidabile posizione, senza combattimento, senza perdita d'uomini, con una semplice manovra. L'idea sedi1ce non solo i non pratici, ma ancha i vecchi alpini, che non fanno minor uso d'aggiramenti degli altri.
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2000" = 4oo · Attorniamenti.
Ed ec~omi all'argomento arduo degli attoruiamenti. Arduo, perchè dovrò dare delle definizioni, ed è cosa sempre màlagevole; o sono· troppo 1!'-rghe o troppo strette, come le scarpe di magazzeno. Arduo, perchè la teoria degli aggiramenti è ancora più di quella degli attacchi frontali, connessa col fattore variabilissimo del terreno. Ar duo, infine, perchè in materia ·di attorniamenti è tutta quistione di mi-· snra di più e di meno, di ore e di minuti. ' . ·vediamo di dipanar e un po' la matassa. E, anz1tutto, le definizioni. Aggiramenti ed avvolgimenti sono movimenti tattici o tattico-strategici, mediante i quali si porta uua. parte della propria forza sul fianco od a tergo del nemico.
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Quando sono veramente convenienti gli avvolgimenti, quando è invece da preferir loro l'attacco diretto, il prendere il toro per le corha? Questa è la prima quistione che mi porrò ; passerò in seguito ad esaminare le norme che un · mi sembra debbano guidare il comandante nell'eserruire o attormamento. . . Fra i fattori tattici della guerra in montagna, assume speciale importanza il tempo; ciò per parecchi motivi. Anzitutto la natura r otta del terreno rende necessaria, per ra· gionì più che altro logistiche, la formazione di parècchie di molte colonne, e per poterne coordinare l'azione strate~. gioa e tattica convien calcolare scrupolosamente il tempo occorrente per eseguire l'itinerario assegnato a ciascuna. Inol~re , se in piano si può, in una cer ta misura, valersi eli andature celeri, e fruire perciò d'una cer ta elasticità nel c~.lc.olo del tempo, e fare anche la parte dei ritardi casuali, cw liJ. montagne è assolutamente impraticabile. - Non s'accelera impunemente il passo in montagna. Se si sforza, sit~ pur di poco, l'andatura naturale di u.na truppa,. si otterrà un acceleramento per mezz' ora aJ massimo; guadagno caramente pagato· dai ben maggiori ritardi, ai quali, nellè ore successi ve, la truppa, il cui limite di resi!:>tenza è stato oltrep~ssat~, dovrà sottt>stare; guadagno caramente pagato col d1ssemmamento della truppa che difficilmente ritroverà al fuoco gli uomini meno robusti e meno agili lasciati indietro. Q~lesta particolare importanza del fattore tempo, implica che m montagna, più che in piano, si debba spesso asSOD"O"ett ' ars1 ad una perd 1~a, anche non lieve di uomini, pur di0 g0 uadagnar tempo o di riacq uistare t empo perduto. L 'attacco diret~o non va quindi scelto, co1ne si ode dire spesso, quando non si possa fare altrimenti, quando cioè manchi modo per fare l'étggiramento. Strade o terreno praticabile per eseg uire un aggiramento si troveranno sempre. « Per « orribile che sembrino i monti » dice il mar esciallo di Sassonia « vi si troveranno sempre passi, purchè si cerchino. << Gli abitanti non li conosèono spesso essi stessi, perchè le
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« necessità non li costrinse a simili r icerche. In tal caso, bi-
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« sogna che il generale cerchi e veda coi suoi occhi od al« meno si valga di g ente che n on si lasci spaventare dalle « difficoltà. Simili cose si trovano sempre a cercarle, ed il « nemico, che non le conosce, non sa come regolarsi e fugge, « perchè ha fatto calcolo solamente delle cose ordinarie, che « sono le strade pr aticabili ». Invece, mi pare che ciò che deve guidare un comandante nello scegliere fra l'un~ l'altro modo di vineere una posizione, siano rag ioni dedotte da considerazioni di tempo. Sarà da preferire l'aggiramento, quando poco importi il perdere tempo e quando la conquista diretta della posizione nemica richieda troppo doloroso sacrificio di vite. Si dovrà invece attaccar e di fronte, quando convenga far presto a qua· ìunque costo. Ammettiamo ora che il comandante, pesando le ragioni di tempo, e la perdita eli gente, si sia deciso ad aggirare. :!:.e sue perplessità non sono finite , anzi si acuiscono. Le montagne, secondo la caratteristica espressione del duca di Rohan, sono come pianure. Ci si trovano sempre più strade di quelle che si credeva. Non solo si potrà sempre manovrare sulle ali dell'avversario, ma si avrà quasi sempre la scelta fra parecchie strade. Indi le perplessità del comandante. Vediamo se V·Ì siano cr iteri che lo possano dirigere nella scabrosa scelta. Un agg iramento deve esser e efficace e, per ciò, bisogna conduca la colonna che lo tenta in' punto tale, che il nemico sia costretto ad abbandonar e la sua posizione per non trovarsi in situazione tattica o strategica svantaggiosa. L'obbiettivo da raggiungersi varierà di natura, dipendentemente dal carattere della posizione nemica, o dalla situazione dei dne combattenti. In taluni casi potrà essere ~n'altura dominante i :fianchi _d' una posizione fatta a gola ; m taluni altri invece sarà un tratto di cresta retrostante ad un culmine occupato dal nemico; oppure una porzione in difesa delle alture costituenti uno sbarramento. Spesse volte
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infine, l'obbiettivo sarà assai meno determinato ed una colonna potrà ricevere semplicemente i[ mandato di. attorniare una delle ali del nemico, dovunque essa si trovi, fin dove essa si estenda. Scelto l'obbiettivo, sia esso indicato dalla conformazione del terreno, o dalle disposizioni dell'avversario, conviene affrontare un secondo problema, q nello dell'itinerario da assegnarsi alla colonna. Evidentemente gli aggiramenti stretti offrono il grande vantaggio dr risparmiar tempo. e di permettere alla colonna aggirante di rimanere a portata della colonna centrale; ma bene spesso, appunto per la loro strettezza, sono visti, o previsti, od intuiti dal nemico, e possono condurre ad urtare il fronte dell'avversario, di cui si volev~~ aggirare 'l'ala. Tenendosi in vece larghi, si ha la certo')zza d'arrivare all'obbiettivo scelto, ma perdendo ·moltG t~mpo, durante il quale le due colonne, l'aggirante e la centrale, corrono il rischio di essere separatamente oppresse. L'itinerario ideale dovrebbe condurre, nel minimo tempo possibile, all'obbiettivo, · senza che vi sia pericolo di contrattacchi del nemico. Come si vede, ho esposta la quistione, non l'ho risolta. La risoluzione la prendera il comandante sul terreno, tenendo presente i tre fari che illuminano questa intricatissima materia degli avvolgimenti, e cioè: l o L'obbiettivo dal quale si deve potère esercitare una azione efficace sui mezzi di difesa dell'avversario. 2·• L a sicurezza del movimento, che potrà dipendere dalla secretezza, dalla celP.rità· e dagli appigli tattici che possono dare appoggio in caso di contra.ttacco. 3' Infine, il risparmio di tempo. Bene spesso l'avversario non occupa una posizione che per guadagnar tempo, e noi facciamo il sno giuoco, perdendoci a manovrare, a far finte ed aggiramenti larghi. T ermino con un'ultima considerazione. Qualunque sia la decisione del comandante la truppa, egli deve prenderla per tempo. L'aggiramento deve essere, finchè possibile, premeditatq. Non si ha da aspettare di dar capate nella posizione ne-
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:mica per distaccar colonne. Ciò fa perder tempo a noi e ne ·fa guadagnare al nemico, che ha agio di contromanovrare . .Sarebbe a desiderarsi che, quando la colonna centr111le urta il nemico, l'aggiramento fosse vicino a produrre il suo effetto. In Bosnia-Erzegovina, anzi, gli Austriaci secondati in ciò .dalle caratteristiche di quella regione in cui le strade seguono il fondo delle valli, ma le creste laterali sono per lo ·più praticabi.li, gli Austriaci, presso i quali è tradizionale l'abilità nella guerra di .montagna, avevano adottato un st· stema di colonne aggiranti permanenti. S ulle strade, il grosso ed il bagaglio; sulle creste laterali, .colonne leggere con pezzi da montagna, che facevano cadere :successivamente le posizioni su cui g li insorti avrebbe voluto far testa. Altrove il terreno non si presterà a così comodo giuoco, .e converrà fare distaccamenti con scopo determinato, anzichè permanenti, e· calcolare pazi~ntemente il tempo occorrente al ·disimpegno del lor o mandato; ma s'imporrà sempre la massima, di lancia1·e le colonne aggi?·anlì per tempo e di non .aspetta;re pe1· teJita?·e ravvo~gimenlo, la non riuscita deU'at· tacco frontale. , Ed ora ho terminato. Non ho la pretesa d'avere emesse teorie • -mie, nè nuove. .Mi .sono limitato ad enunciare per ciascun .aro-omento che volli trattare, le idee che mi parvero migliori, 0 le più sane, desumendole da q uel che io le:;si ed udii. Due parole ancora; non le crederò inutili, ,. se .varranno . . a. ·mettere in lnce una ver ità sulla quale s tn:tpermano 1 m1e1 r.agioname~ti, che, a primo aspetto, possono parerE\ man·chevoli di coordinamento. Circa al dominio, ho notato che, se non dà vantaggio di fuoco, ne dà, e molto, in fatto di facilità di manovre e di ·spirito ·offensivo. È ovvio quindi che si debba fare il possibile per ottenere il dominio ed, attenutolo, se ne tragga a'ntile maggiore; perciò, non tirailleries per sòverchiare il ·nemico col fuoco, ma manovre·offensive per ricacciarlo sempre _più in basso.
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A proposito delle posizioni, ho cercato di trasfondere in altri la mia convinzione profonda eh~ non v'ha posizione, di qualun que t ipo la si voglia, inespngnabìle; prese di front e, o di fianco, colla forza o coll'arte, finiscono tutte col cadere, e sarà prudente, a scanso di funeste delusioni, fidare più nelle manovre, che nella forza intrinseca dei luoghi. La contr oprova di questa asserzione, la credo aver data. negli studi relativi all'attacco di posizioni ed agli attor nia· m enti, nei quali ho indicato come, con acconce manovre, si. possa superare la forza che il terreno conferisce a chi st a. sulla difensiva tat tica in montagna. I ·miei quattro studi conducono, per diverse vie a questa. ch'è l'idea madre, l'idea informatrice del mio scritto, che cioè : la montagna dà vantaggio alla truppa che possiedem aggior gag.liardict fisica e mora fe, al comandante più energico; é funesta ai deboli eli corpo, ai fiacchi d'animo. L'aria. dei monti accelera la fine dei t isici. La montagna aggiunge' forza, è ver o, ma a chi già ne ha e se ne vale manovrando, instancabilmente, òffensi vamente o controffensi vamente, a. chi non si lascia intimorire dall'aspetto for midabìle delle posizioni n emiche, dalle difficoltà logistiche, dalle fatiche, dai. disagi, dagli insuccessi parziali. Ma guai a chi ci si addormenta, a chi ci ·s i crede al sicuro come n elle casamatte di una piazza, a· chi teme di stancare sè ed i soldati, a chi è pigro di mente e di corpo, a chi si lascia sgomentar e, a chi si per de d'animo; i risvegli saranno dolor osi; i danni super eranno sempre le più fosche previsioni. I massi inerti roto· lano in fondo alle valli, e non vi arrivano sani, ma in frautumi .
NOTE
CIRCA L'IMPIEGO DE' PALLONI AREOSTATICI FRENATI SUL CAMPO DI BATTAGLIA
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ALESSI O CH.A.P PER.ON capitano di stat.o m!Jggiorc
Una novità delle noslre grandi manovre di questo anno sono stati i palloni areoslatici, che, per la prima volta, presso di noi, furono addetli veramenle e propriamente alle truppe come uno dei tanli mezzi o servizi accessor i messi a disposizione dei <:omandanti di gt·andi uniLà. · Lo scopo, si sa, em di esperimentarne pralicamente l'impiego possibile sul campo di baltaglia. A manoYI'e ultimate, vien qui ndi spontaneo di domandarci : · ,,. L'esperimento fatto ha fomit o dati chiari, sicuri e molteplici circa la possibilillt e i' uti li tà dell' impiego dei palloni in combalti mento ~ 2° E, sul caso che si , si potrebbero fin d'ora fissare nlcune norme generali per tale impiego 1 Sia lecilo a me dire in proposilo brevissimamente il mio pensiero.
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QuanLo al primo ques iLo, a me pare si possa concludere senz'altro che d'orn innanzi bisognerà contare seriamente· su questo nuovo strumento che la scienza è venuta a mellere in mano dei comandanti , e bisognet·à contarvi non solamente come ausilio, ma anche come insidioso nemi co da eliminare, o da cui almeno ci si debba guardare il più che sia possibile. Basti citare alcune osservazioni fatte dal pallone assegnato al l corpo d'armala di manovra: di quell e falle dal pallone addelto al II corpo non ho conoscenza.
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NOTE CIRCA L 1DIPJ EGO !.lE' l'ALI.ONI AREOSTATICI FRENATI
Nella manovra ~ divisioni contrapposte, del 23 agosto, fra Rieti e Cittaducale, gli osservatori dal pallone del partito bianco furono .i primi, e forse e senza forse, i soli, che a combattimento inoltrato, avverti·rono un mov im ento di spostamento considerevol e di truppe del partito nero dalla sponda destra nlla sinistra <l ei Velino , solto Cittaducale. Notizia che, in guerra vera , evi dentemente avrebbe potuto avere un'importanza decisiva l Ed il pallone si trovava a circa 6 chilometri dal punto dove avveniva il movimento , e l'osservnione era fatta in condizioni di luce tutt'altro che favorevoli,- giacchè c'era il sole di fronte e vapori densi coprivano il fo ndo delln vallata . ~ella sera del 27, vigilia della prima manovra a corpi d'armata- contrapposti, so lamente per mezzo del pallone fu possibile avere notizia sicura dell'ubicazione della magg ior parte de' campi del II corpo, e, più tardi ; di un pnrziale loro spostamento. E durante l'azione del giorno seguente, i molteplici avvisi par•Liti dal pallone servirono non poco a reg0lare l'armonia degli sforzi del partito au ::~ccan te. Finalmente, per citare ancora un altro episodio soltanto, nèlla manovra del ·l o. settembre fu il pallone che primo avverti e segnalò al comandante del partito bianco l'avanzarsi di una forte colonna nemica, dietro le alture di Monte Manicola e di Colle S. Vittorino, su Paganica. E notisi ché per essere questa la prima volta in cui gli alluali parch i areostatici da campagna si adoperavano in ma novre tattie.he, gli ufficiali della brigata specialisti si trovavano alTauo nuovi, e.osi al servizio dei par ch i in campagna, come all'osservazione di movimenti di truppe dalla navicella. Dirò dippiù. Per la· novità della cosa, non solamente era inevita.bile una certa incertezza nel modo di servirsi del pallone anche in coloro medesimi che avevano a disporne, ma in sull e 'prime regnava quasi un certo scetticismo sulla pratica utilità loro, se pur taluno non li considerava come un impiccio dippiù e nient'altro. L'impiego del pallone pertanto non poteva non risentir. sene; ed infatti avvenn e che fu fatto un pò a caso ; e non con e.riteri ben chiari e con indirizzò ben prefissato. Tan to più dunque, i servizi resi già in. questa prima prova possono e debbono bastare a far presumere di quale prezioso aiuto
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un pallone possa riuscire sul campo di battaglia, quando ognuno si sarà forma to idee ben chiare e precise sul modo di sfruttare questo nuo,,o mezzo che entra a far parte degli strumenti bellici, e quando lo strumen to stesso sa rà perfez ionato. Certamènte, non bisogna esagerare, e pretendere dal pallone sempre e dappertutto informazioni numeJ'()se, precise e c~o nti nuative, e' quasi che si sostituisca completamente all'osservazio'ne vicina della cavaller·ia e della fanteria . Se la posizione scelta per innalzare il pallone è troppo distante dai luoghi a cu i interessa spingere l'osservazione: se l'aria non è sutficientemente ca lma, se le condizion·i di luce sono troppo sfavorevoli; se. vapori mattutini molto fitti o nebbia persisten.te ingombrano il te1·reno d'osservazione; se folt i boschi possono nascondere'-.!e mosse avversarie, ecc. evidentemente sarebbe pr·etendere l'impossibile il chiedere al pal· Ione che veda, e veda bene. Ma se sarà in ·condizioni di vedere, il pallone potriL in dati· momenti assumere un importanzR veramente incalcolabile. Poichè per me, il primo e più grande vantaggio che esso presenta è questo: d'offrire, in qualsiasi terTeno, un punt o mobile di osservazione, dal quale si può abbracciare ad ogni momento, senza perdita di tempo, nè fatica per arrivarvi, tutto l'insieme anche di un esteso campo di battaglia, e volendo, di seguire e forse dirigere di colà tutte le fas i di un combattimento, nel com plesso e ne' partico lari. ln certe non rare occasioni, il pallone deve quindi, per me, di- , vantare non soltanto il centro di gravitazione di tutte le iuformazioni e di tutti i rapporti, ma anche per conseguenza, il centro di irradiazione della mente direttiva. E ciò mi porta a rispondere al secondo quesito, a ricercare cioè quali norme generali si possano stabilire per l'impiego degli areostati sul campo di battagl ia.
Il. La prima norma, a mio modo di vedere, è appunto questa, di·pendente da quello che or ora dicevo: il pallone deve esse1·e tenuto ·
senvp1·e vicino, pe1· quanto possibile, al generale. E, invero, esso è il punto più visibile del campo òi battaglia: ad esso quindi possono dirigersi più sicuramente che altrove, in cerca
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NOTE CIRCA L'!MPIEGO DE' PALLONI AREOSTATICI FRENATI
del generale, tutti i cavalieri isolati, tutte le guide, tutti coloro insomma che recano notizie ed informazioni ~l comandante. Se si considera poi che prescrivendo che tutti si dirigano al pallone, oltre ad evitnre dispersione e r itardi, si ha anche la facoltà d i controllare tosto per mezzo del pallone stesso le notizie pervenu te per· n!tre vie e si ammellera la perfettamente giustificata nor ma ch e il pallone dev'essere temtto semp1·e vicino al generale. Ma questo è nulla a confronto della pos:>ibilità che, come ho detto, presenta il pallone, di diventare centro d'i rradiazione della mente o volontà direttiva. Impegnatosi s"riamente l'azione delle truppe, e ritiratos i la cav:llleria alle ali o dove vicende favorevoli o sfavorevoli l'~vrnnno condolla, le informazioni dirette dell'innanzi ritardano, si riducono notevolmente di numero e d'importanza, e non di rado cessano atiatto. Se si potr-à trovare allora nelle vicinanze un'altura, una casa, una torre , un campani le, nn qual che cosa che permetta al generale di spin ger~ lo sguardo su dì un tratto più o meno esteso del campo di ballaglia, meno male ancorll , ed egli dovrà chiamarsi fortunato di po ter di là seguire in qualche modo l'azione. Ma non sempre, e nemmeno spesso, si tr'?vano di questi punti convenienti di osserv<~ zì o n e, i quali per dippiù non consentono spo· stamenti. Oggi giorno, poi, si è aggiunto un'altra difficoltà gravissima , con la quale i vecchi comandanti non banno avuto a lottare: intendo le polveri senza fu mo, le quali ci hanno privato di nn gran mezzo di ori entamento sull'andamento della battaglia. Oggidj, si sente nel combattimento un gran fuoco da tolle le p a ~ti, ma se non si è ben vicino, o ben in alto, non s'i vede nulla. E non parlo solamente della fanteria , fna anche dell'artigl ieria , la quale, stante le distanze notevoli a cui tira, rimane anch'es5a pr·essochè invisibile, q•1ando fa uso delle nuove polveri . Cosicchè anche un'altura, un campanile, ecc., possono in certi momenti riuscire di poco giovamento al generale che abbia biso,;;no di farsi un concetto della situazione. E,.l ecco dove il pall one può essere forse la sal vezza l Un'ascesa di .pochi minuti snlla navicella potrà svelare al generale, più che non tutte le informazioni sommate insieme; come il mantenervi
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sù costantemente un ufficiale del suo stato maggiore, potrà su p· plire a tutte le diflìcoltà. di terreno, a tutti gli smarrimenti , ed anche a tutti gli errori d' informazioni. Da ciò si comprende come il pallone possa diventare centro d'irradiazione della mente o volontà direttiva, poicbè è dal pallone, e mercè il pallone , che il generale può rimanere perfeuameote illum inato sulle vicende della battaglia . E se egli avrà saputo tenersi sottomano fo rze adeguate fino all' ul timo momento, non di rado sarà dal pallone che avrà appresso dove, come e quando menare o parare i co lpi decisivi. I o mi porto col pensiero li1 , su quel la piccola nltura dove si trovava il comando supremo dell' esercito tedesco alla battaglia: di Crravellotte, e dalla qua le non si scorgeva nulla del campo di battaglia; quanto non :;arebbero stati felici, se avessero potuto avere un pallone? , Anche da questo lato mi pare quindi che sia completamente giu· sti fi.cata la norma di tenere il pallone vi cino al comandante. Nè vi può essere paura ~he cosi fac endo il generale resti legato al pallone, e quasi inchiodato in un punto del terreno. Anche così, come sono attualmente, con carri abbast:l nza pesanti e pall oni della marraior cubatura ' i nostri parchi areostatici da campagna hanno i!l f:) sufficiente mobilita per seguire nella maggior parte dei sit.i lo stato ma(Y(}'iore di un l:'aran comando : lo si è visto non soltanto nell e ri oo > vista reale ad Aquila, ma nelle marce, e, più, nelle fazio ni del 28 agosto e ,l o settembre. Comunque, non intendo dire che il generale debba stare propriamente e sempre attaccalo al pallone : basterà che sia con esso in comunicazione diretta e sollecita . E qu i precisamente viene la seconda norma , che io porrei a base dell' impiego del pallone: collega1·si col pallone in tutti i modi 1J08Sibili, per 1·iceverne tosto e sen.-a equivoc·i gli avvisi . Nelle manovre a corpo d'armata contrapposti, il servizio d'informazioni del pallone del I corpo fu cosi regolato : gli osservatori dalla navicella -trasmettevano gli avvisi per telefon., agli ufficiali rimasti a terra presso il carro; quivi gli avvisi venivano scritti, e, per mezzo di velocipedìsti o guide a cavallo, tenuti sempre lì pronti , venivano mandate al comandante del corpo d'armata.
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NOTE CIRCA L'IliiPI EGO DE' PALLONI AREOSTATICI FRENATI
Con i mezzi che erano disponibili, credo non si potesse fare di meglio; ed il servizio infatti andò bene. . Mn, n. parte che il telefono è soggetto a guasti, (come successe infatti va•·ie volte), io vaghèggerei qualche cos·altro, sia come mezzo, dirò, di riserva, per i casi in cui il telefono si guasti , sia come mezzo più sbrigati vo e diretto di comunicazione col co. mandante. · Questo mezw, almeno per le informazion i più comun i, sarebbe un sistema di segnalazioni con bandiere, dalla navicella al posto ove si trova il generale. , ~on è qui il caso di sbozzare un tale sistema; ma porto opi · nione che non debba essere impossibile il trovarne uno abbastanza sempl ice e pratico. E, sicco!'lle il pall one potrebbe essere usufruito anche per dare ord:ni ai comandar.ti inferiori , così credo che si potrebbe rimediare adottaudo le bandiere eli diverso co lore. Beninteso, che queste segnalazioni, a scanso eli equivoci, dovrebbero essere contenute entro certi limiti soltanto. ~o tre i illudermi, ed n.IJ 'n tto pratico le segnalazìoni potrebbero essere impossibi li, a causa delle oscillazioni e delle rotazioni del pallone: ad ogni· modo, però, credo, che, non sarebbe inutile il provare. Comunque, possibile od impossibile il sistema sussidiario delle segnalazioni con bandiere, la seconda norma collega1'si col pallone in tnlti i modi i>ossibili, resta intera ed immutabile nella sua necessità. Altro mezzo per ricevere gl i avvisi del pallone più sollecitamen te ~he con i velocipedisti e con }e guide a cavallo, potrebbe essere Il telegrafo da _campo. A tale uopo, a me parrebbe opportuno l'unire al parco areostatico una piccola sezione di telegrafisti, con un carro leggero, e qualche chilometro soltanto di (ìJo . Perchè bisogna éons idemre i l èaso che il generale debba pur scostarsi necessariamente dal pallone, o di sporsi in siti, dove nè il pat·co arMstatico possa segu irl o, nè i velocipedisti o le oouide . . . portanti avvtst possano sollecitamente raggiungel'lo. Tale sezione nei cas i ,~_-po i, in cui potessero bastare le segnalazionì con bandiere, ed in quelli in cui il generale si stabilisse molto vicino
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al pallone, potrebbe sempre essere utilizzata, almeno sino ad un certo p~nto, a collegare qualche repai'Lo staccato, od i comandanti in sottordine. Terza nonna generale, per me, sarebbe questn : « tenere sempre nella navìcella un ufficiale che sia al corrente della situazione strategico-tattica. e delle idee del generale ». I mporta assai infatti, per poter fare osservazioni rapide, sicure ed utili , l'avere nella navicella persona che non vada a tentoni nello scrutare il terreno, ma sappia quali siano i punti, da cui possono venire le maggiori minacce , e quelli principalmente tenga d'occhio, e sappia dare il gius to peso alle cose osservate, e quelle sole riferjsca al generale che possano realmente ioteressargli. Questa persona dovrebbe esser un ufficiale dello stato J1laggiore del coma-ndo; ma non sempre è possibile o co nviene privarsi di un tale ufficiale, e, d'altra parte, non sempre si PliÒ averne sottomano uno che abbia abbastanza pratica della navicella e delle osservazioni di lassù . In linea gen eral e~ quindi, conviene sta bilire che gli ufficiali del. parco debbano essere tenuti al cor~·ente della situazione, e degli ordini ·che via via si emanano; ed, alla vigilia od al momento di un'azione, ricevano, in qualch e modo, istruzion i e comunizioni tali che li rendano perfettamente edoL!i dell'indirizzo da dare poi alle loro osservazioni . E conviene pure, evidentemente (:>ia det to m passwtt, e contro coloro che vorrebbero escludere un'abbastanza larga coltura propriamente militare dal campo delle cognizioni degli ufficiali specialisti del genio), conviene, dico, auzi è necessario, non soltanto mantenere gli studi tattici nel programma di quegli ufficiali, ma, approfittando della perman~nza in Roma della brigata specialisti, far intervenire i parchi <1 lle principali manovre di pres idio, pe•· quanto possano concederlo le esigenze finanzi:nie. Tutto ciò, beninteso, senza la più lontana idea di voler far un minimo appunto agli ufficial i che presero parte col parco areostatico alle manovre del I corpo , i soli che io abbia av uto l'onore · di conoscere, i quali meritano davvero ammi razione non sollantopel loro v11 lore tecnico, ma anche pel loro valore propriamente militare. E, se in i leggeranno, mi perdonino questa parentesi, che
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io mi son cred uto in dovere di fare, perchè nou accadesse che alcuno ravvisasse per avvantura nelle mie parole intenzioni che io non ho avuto atiatto. Dppo ciò , parrebbe che si dov~sse discutere della distanza, a cui il pallone deve tenersi dalle linee nemi che, percbè non rimanga troppo esposto ai tiri dell 'artiglieria. Ma a me sembra una quistione oziosa codesta. Il pallone dev'essere anzitutto in grado di vedere: e, se per raggiungere tale scopo deve talvolta spingersi innanzi più che la prudenza non consiglierebbe, chi starà nella navicella ~ffr~ nter~ certamente il pericolo non meno serenamente che tutlt glt altn combattenti a terra. Consigliare altrimenti sarebbe come consi<rliare al fantaccino di mettersi io una buca, quando è il mol> • mento invece di fa r uso del fucile. Nuila quindi si può prestabilire a p1·i01-i in proposito. Come norma generale, quando il pallone sarà tenuto a due o tre chilo.metri al più dietro la linea di fuoco, che è il posto che comsponde presso a poco, in massima al posto del generale comandante, e che vuoi dire trovarsi a circa 4 o 5 chilometri dalle batterie nemiche, mi pare che siano soddisfatte cosi le esigenze della sana prudenza, come quelle del buon impiego del pallone.
IL 1° CONGRESSO DEI MILITARI IN CONGEDO IN ROMA.
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Alessandria, settembre 1895.
G.
GRAZIADEI ~nenie.
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11 'l• Congresso dei 'militari in congedo, solennemente inauguratosi in Campidoglio il 25, e chiusosi con pari solennità all'E~ dorado, il 30 ultimo scorso, ha una assai umile origine eQ. una storm piena di vicissitudini e di febb rile lavoro che meritano di esser narrate, a conferma di quanto valga la tenace volontà di pochi a prepar~re e a dirigere avvenimenti che possono avere un gran peso sull'avvenire di talune istituzioni. L'idea sorse dapprima dalla mente di alcuni soci della Fr:~tel lanza militare italiana: per essere anii pi ù esani, si cominciò a vao he~roiare la federazione di tutte le società militari di Roma 00 e a poco a poco si giunse a formulare la proposta di un congresso. Si trallava di affermare per la prima volta, in modo solenne, nell'anniversario di 'una dala gloriosa, la libertà di associazione e di discussione concessa dallo Statuto, fra i militari in congedo. Da molto tempo gravi problemi si imponevano di cui la benemerita classe attendeva e invano la soluzione. Ma non tutti i ploblemi potevano esser risolti dalle autorità co mpetenti e il sistema dell'ostruzionismo, a scopi partigiani, allora più che mai imperante in Parlamento, minacciava di rimandare ad un tempo indefinito quei p;·ovvedimenti che ahbisognavano della sanzione legislativ11. Parve ai pochi soci della Fratellanza che una saggia e risoluta iniziativa, presa da un consesso dove fos sero rappresentate tutte o quasi le società militari del regno, costituisse quasi un impulso vigoroso dato dal paese al Parlamento ed al governo del re. · Dnll"idea di una federazione tra le societi.t militari esistenti in Rotna a scopo di cooperazione, di previdenza e di mutuo soc-
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IL l o CONGRESSO DEl MlLIT.ARl I~ CONGEDO IN ROMA
corso, si pa;,sò a quella più vasta e comprensiva di una federazione fra tutte le società militari del regno, la quale fondesse, come in un immenso crogiuolo , tutte le forze disperse, tulte le latenti energie del paese e produces:;e un organismo formidabile di volontà .e di numero, più formidabile ancora per la indiscussa devozione alla patria ed al re. l'are va agli egregi soci della F·ratellanza milita1·e che, realizzato sia pure in forma embrionale. questo primo ideale, diventasse se non facile almeno non impossibile la soluzione di altri problemi interessanti, in nn colle sorti del militaré in congedo, anche quelle .del paese; principalissimo fra tutti ' quello di venire in soccorso .alle fa miglie dei richiamati alle armi sia in tempo di pace che in tempo di guena. Animati da questa spera m~ a quei volonterosi si mi sero all'opera. La . prima aduoanzft si tenne nella s<lla della Fratellanza mili tai·e il 6 ottob re '1894 . Erano in venti e li presiedeva il tenE-nte avvocato Tommaso Quirico, vice-presidente del la sociAtà iniziatrice. In tale adunanza fm·ooo gittate le basi del congt·esso e fu nominato il comitato esecutivo, che dopo molti cambiamenti risullò definitivamente così composto :
Comitato esecntivo. ·Presidente: At•turo Galletti di Cadilhac, tenente colonnello , de. . putato allal'lamen t,o. · Vice-presidenti: colonnell o Bianchi cav. Giovanni B. (sez10ne I) _ maggiore Cresci Antiqui conte Oddo (sezione II) - maggiore Levi cav. Leone!lo .(sezione III) - tenente A. Ollvieri di S. Gia· como (sezione lV) - ten ente colonnello Oddenino cav. Michelan~eto (sezione V) - maggiore Giusfredi cav. Ciro (sezione Vl) . n Ispettori: capita~ o Borgi a di Caddeddi cav . Michele - Rimoaldi Raffaele- Vie! Antonio. Cassiere :. tene~te Boccanera cav. Pietro. Segretario generale: tenen~e Quirico cav. Tommaso. Segretari di presidenza : so~totenenle Forti Augusto.- tenente · Fano Alberto - tenente Brugiotti Luigi .
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Segretari di sezione: tenente De Luca cav. Ettore (sezion~ 1) _:. sollotenente i\Iariani Pietro (sezione II) - tenente Ai ta-Camelli Silvestro (sezione Ili) - ten ente Gioas Sbolci (sezione IV) capitano D'Avanzo cav. Carlo (sez ione Y) - }lazzantini Aristide (sezione .VI). Commissari N. ·1·12. L'epoca scelta per tenere il congresso fu il XX settembre '1895, glorioso 25° anniversario del più imporLante avvenim ento che registri la storia contemporanea . Il patriottico e nobilissimo intento di rendere più solenne la magnifica dimostrazione di ital ianità, fece trascurare tutte quell e considerazioni di indole utilitaria che sotto il punto di vista dell'orga nizzazione e del concorso numerico , tanto hanno influito stilla riuscita, dirò così, materiale del congresso. D'altronde, ch i avrebbe potuto allora immaginare che Roma sarebbe stata nella istessa epoca la ~cde di 11'1 congressi? Chi avrebbe potuto allom Sllpporre che la data gloriosa sa rebbe stata fonte di diilìcollà economiche e d'ogni alt.ra natura , quasi ìnsormontabili L. Costituitos i dellnitivamente il com itàtO, le varie sezioni comin· ciarono i loro lavori . Fo stabilito che i quesiti che si sarebbero discussi in congresso sarebbero stati i seguenti : 1o. 'l'esi. - Istituzione di una federazione o associazione generale italiana fra i militnri in congedo coi seguen ti scopi: a} Mutuo soccorso - b) Prev idenza- c) Cooperazione (l) Ri sparmio . .2a 'Jlesi. - Istituzione di patronato per le famiglie dei mil itari, per facilitare acl esse la istruzione, mancando assolu tamente, spe,~ialmente per i maschi, qualsiasi scuola profess ionale, educandati d'isn·uzione e mezzi speciali d'incoraggiamento e d'aiuto. 3" Tesi: - Patronato e soccorso alle famiglie bisognose dei militari in congedo illimi lato, richiamati in servizio tanto in tempo di guerra, che in tempo di pace . 4" Tesi. - Svilu ppo dello spirito e della istruz ione m.ilitare. 5" Tesi. --: Studio sulle condizioni dei militari in congedo che abbiano preso parte aile campagne per l'indipendenza cl'.ltf!lia, ecl alle assi milate (propo ste di . riforma alle leggi vigenti, voti al Re, al governo, ecc.).
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CONGRESSO DEI MILITARI IN' CONGEDO JN ROM!
Si cominciò· dal fare un appello alle società militari del Regno le quali (da una statistica compilata sulle informazioni dei prefetti), risultò essere in tutta Italia 370. I congressisti isolati toccarono quasi il migliaio. Non avendo avuto aiuti materiali di sorta nè dal Governo nè dnl Comitato generale dei festeggiamenti (è bene· notare che il Comitato promise 7000 lire che poi si rifiutò di dare) il Comitato esecutivo dovette sopperire a tutte le ingenti spese di pubblicità, di posta, di ufficio col provento delle adesioni. Va dello anche a sua lode che ostacoli e ditricoltà di ogni natura nè inaspettate defezioni di membri valsero a scoraggiar lo . E il Congresso giunse felicemente in porto.
n. Il maggiore Levi, anima del Comitato esecutivo, fu il presidente della sezione quesiti e presentò al Congresso cinque dotte ed elaborate relazioni che vale la pena di riassumere per sommi capi. Svolse la tesi dell'istituzione di una federazione tra i militari in congedo il tenente. avvocato Vittorio Vinai. Ecco le sue idee in proposito: Lo spirito di associazione ha preso così largo e subi taneo sviluppo che non vi ha regione che non conti in ogni ceto di persone numerosi. sodalizi con fini ed ordinamenti propri. La beneme.rita classe dei miiitari io congedo, ha costituito, si può dir~, in ogni capoluogo delle società con fini pregsochè identici e con ordinamenti quasi uniformi. È però avvenuto in essa come per le altre associazioni un movimento affrettato, multiforme, febbrile, disperditore di forze e di energie. Epperò si corilano in mezzo a società fiorentissime, sodalizi (e sono il maggior numero) che per molle ragioni si reggono male in gambe e ·miuacciano di soccombere da un momento all'altro. La relazione che fu letta, difes a ed illustrata dalla eloquente parola delì'autore, diede luogo ad una seria ed elevata discussione nell a seduta pomeridiana del 27: discussione alla quale presero parte il signor D' Agoslino di Firenze, i signori Capezzolo e Pagano, della società militare dj truppa di Napoli , il te-
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nente cav. Quirico, il tenente De Michelis di Milano, il tenente Olivieri San~iacomo, il maggiore Levi. E fu approvato all'unanimità il ~eguente ordine del giorno: « L'assem blea fa caldi voti per la istituzione di una federazione fra i militari in congedo nel Regno d'Italia, con sed e in Roma, avent~ lo scopo del ~en e comune, morale e materinle, e ne affida lo studio ad apposita Commissione da nomi narsi dall'assemblea general e ». La relazione della 2" tesi (Patronato e soccorso allt> famiglie bisognose dei militari in congedo richiamati · alle armi) redaua da una commissione presieduta dal maggiore Serpieri e irta di documenti, di allegati e di cifte, è più difficile a r iassumersi, Eccone tuuavia i criierii generali, sfrondati da "tutte quelle considerazioni di indole morale .~be .in tema di così vitale importanza ogni lettore può fa re da sè : < È un fatto noto che nei richiami pet· istruzione in tempo di pace_, nel caso di mobilitazione in tempo di ~ uerra, buona parte dei mili tari richiamati lascia la famiglia nella miseria. In alcuni Stati si é pt·ovveduto a ciò con leggi specjali. In Austrin-Ungheria, il ministero della guerra in troita annualmente dalla tassa militare la somma di 2 milioni di fiorini. ·Anche in (svizzera 'col prodotto della tas.~a milita1·e vien formato un fondo per somministrare soccorsi all e famiglie povere dei militari chiamati a servizi di lunga durata e alle famiglie dei feri ti e morll m guerra. Jn Germania il bilancio dello Stato provvede alla costituzione di questo fondo. In Ita~a. nessuna legge, nessun bilancio. nessu-n fondo provvedono allo scopo suddello, malgrado i tent(ltivi faLLi dal generale P~lloux che portò la questione in Par~amento, malgr;~do i progetti d1 legge per un(l tassa militare presentati èla Magliani e Ferrero nell' 8'1 e nell' 82. I progelli non ebbero nemmeno l'onore della dis_cussione. C_he cosa poteva dunque proporre il Con gresso che potesse lasctar speranza di una non lontana attuazione ? Ecco le idee del maggior Serpieri che da molto. tempo si va occupando dell' importantissimo argomento.
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Tali studi seri e ba:;ati su dati ufficiali lo hanno condono a fdr-· mulare una p'roposta attuabile, e, si può rlire gia adulta prima di nascere; poich ~ non parte da supposizioni e da aspirazion i, ma da criteri pratici per anivare allo scopo e perché già è nel dominio della.opinione pubblica che l' ha accolta con simpatia. È bene ricordare, comincia. a di re il Serpieri, che <Ira (relazione sulla leva del 1873) , abbiamo in congedo 111 30 giugno '1894 : 1
lpermnnentc Esercito l Totale l generale l
territonale
Mili zia mob•le
16,517
11,266
8,5fJ\)
36,112
92,978
230,830
~'lilizi:t
Sollufficiali
Caporali
•
Soldati . TOTALI<:
78,355
59,494
1,97 J,804
439,32'1
480,853 2,892,245
2,066,6i(j
510,081
582,430 3,159;187
uom ini . Di f'ronle alla grossa cifra di 3,'11:>9,·187 uomm1 m congedo , ve ne sono ·1 ,330,04- che non furono mai chiamati alle armi, i quali pe1· la massima parte appartengono alla 3• categoria e sono iscritti alla milizia territoriale. Quésta circostanza di fatto potrebbe far ritenere cbe questa parte cos! grande del conti ngente degli uomini in congedo non corra il risch io di prestare servizio mi litare ; ma invece essa in cnso di guena sa.rò. ri chi amata alle armi per costitu ire ' i reparti della milizin territoriale e prestare servizio nell e ciLtit e piazze forli. Si debbon-o quimli r.alcolare tutti i 3,000, 000 di iscritti sui ruoli dell'esercito, e ad essi si debbono a~giuogere quelli della_ regia marina, che, .secondo la 1·elazione ufficiale sulla leva del 11873 ultima pubblicata, ha nella data del 31 -dicembre 11893: Sotlo le armi. I n licenza e congedo illimitato In riserva navale
20,709
iH ,398 39,899 Total e 8·1,906 uomini
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CONGRESSO DEI ~ILITARI IN CONGEDO IN RO)fA
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Il conti ngente annuale è di H>OO a cominciare dalla classe del 4875. Me!JO circostanze strao1·dinarie politico- m.ilitari, come avvenne nell'anno 1889, si può calcolare che il ~1inistero della gueiTa richiama alle armi per istruzione circa ~1 00,000 uomini all'anno, mentre quello della marina in tempo di pace non fa ri chiami dal· congedo. Secondo la proposta del maggiore Serpieri , si. tratterebbe di co-· stituire un'associazione {m i militari in congedo ed anche in ser.:.· vizio nttivo, basata sul criterio del mutuo soccorso, col diritto di avere un sussidio per· le rispettive famiglie quando il loro capo; o componente, ecc., fossero richiamati dal congedo illimitato alle armi, sia per istruzione, come in caso di mobilitazione generale. · I e~·iterii fondamenta!i sarebbero : Una tassa personal e per ogni insrritto all'associazione a lire 2. annue. Un concorso pecuniario obbligatorio dello Stato ed nn concorso pure obbligatorio dei comun i e delle provincie che so no direttamente interessati, e che nel fatto concreto non potrebbero esimersi dal ·provvedere nella l'ispettiva· circoscrizione a sussidiare le mogli ed i llgli dei richiamati alle armi. Il diritto al sussidio sarebbe assoluto, e si misurerebbe in ragione eli lire 11,150 al giorno in media per ciascun rich i;•mato, da destinarsi alla rispettiva fami glia. E, computando a 'l 00,000 in media all'anno, secondo notizie ufficiali , i 'rich.iamati all e anni, si· avrebbe una spesa an nua 'di lire 3,000,000 circa, calcolando · éhe la durata d~lla istruzione sia di 20 giorni e s·e i.utti i 'l 00,000 avessero diritto al sussidio. · ~1a siccome di 3,000,000 di inscrilli nei ruoli si calcola che' un decimo soltanto si associ al sodalizio, si avrebbero 300,000 inscrilli che darebbero un introito ann uo di lire 600,000. E ca lcolando con lo stesso criterio proporzionale che di questi 300,000 inscritti un trentesimo solamente, cioè 110,000, venga annualmente richiamato alle armi e quindi abbia diritto al sussidio, come soci , per le loro famig lie, si avrebbe una spesa annua di lire 300,000. Questa sa rebb ~ la base del sodalizio per la parte che peserebbe sui soci : e non è davvero fuor di luogo ritenere che non pochi'
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rifiuterebbero il sussidio, perchè si trovano in condizioni di non averne bisogno «:\ si farebbero soci- per il solo sentimento di carità e di solidarietà che deve animare tutti coloro che h_anno l'onore di essere ascritti aWeserc·ito e all'armata. Io sostanza, col pagam"nto di lire 2 all'anno, il socio in caso di richiamo godrebbe di un sussidio di lire 30 circa in tempo di pace; in tempo di gue1-ra poi la durata del sussidio dovrebbe essere tale da sopperire a tutte le esigenze, anche esaurendo tutto il fondo sociale. Con tale conceuo fondamental e, il maggiore Serpieri darebbe forma alla costituzione del sodalizio coW intervento dello Stato, il quale dovrebbe rendere obbligatorie alcune spese sui bilanci provinciali e comunali ed alcuni oneri ai comuni ed alle autorìtà territoriali militari pe•· concorrere allo scopo. I capi saldi dell'Associazione n.a.zionale pe1' soccor1·ere le famiglie dci militari in congedo richiamati alle a'rmi, dovrebbero essere: ·1. Patronato delle LL . MM. il Re e la Regina. 2. Tutela dei mini st•·i de'Ila guerra, della marina e dell'interno per sorvegliare il fondo sociale e rlar mezzi morali c autorità all'estrinsecazione del sodalizio. 3. Diritto ai soci che ne facciano domanda, di avere il sussidio, dopo non meno di un anno dall'iscrizione alla società. 4. Una l'ate di comitati nei comuni, nei manùamenti, nelle provinci e composti di pochi e volenterosi ufficiali in congedo, dipendenti da un comitato centrale ,:esidente nella capitale: ogni comitato dovrebbe avere potere esecutivo sul posto per tenere i ruoli, raccogliere notizi e st1.,lle fa miglie, raccogliere i vet·samenti, ecc. Questi comitati doVI'ebbero , come scopo morale, adoperarsi a mantenere nei soci quei sentimenti eli affetto alle istituzioni che sono la base della forza degli eserciti. 5. L'associazione dovrebbe avere, a similitudine della Croce Rossa, soci benemeriti, perpetui, onorarii , affine di raccogl iere fondi da chi ha cuore e mezzi. 6. l soci ordinari snrebbero i soli militari in congedo o in servizio, col solo obbligo di pagare due lire all'anno.
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7. La costituzione organica della associazione potrebbe essere comé quella della Croce Rossa. - Un comitato centrale eletto da una assemblea dei soci residenti nella capitate; questo comitato fa-rebbe i bilanci e nominerebbe i comitati provinciali, mandamental i e comunali. 8. TI concorso matel'iale dei comuni e delle provincie e dei Ministeri della guerra e della marina potrebbe essere: di li r9 'l 00 per ogni comune in media - di lire 2000 per ogni provincia in media da inscriversi nei rispettivi bilanci fra le spese obbligato1·ie. Oltre a ciò, i comuni dovrebbero dare posto per un ufficio nei rispettivi locali , e dovrebbe assegnare locali nelle caserme il .Ministro della guena e prescrivere che i comandanti di corpo e di di.stretti fossero autorizzati a fare iscrizioni e riscuotere le quote, e facilitare il compito ai comitati. 9. Sul biiancio dei ~finisteri della guerra e marina si dovre1lbe iscrivere fra le spese obbligatorie. in apposito capitolo, un assegno annuo non minore di lire '' 00 ,000 al sodalizio. ·l O. L'associazione dov•·ebhe godere della fran chigia postale - essere esonerata da tutte le spese e tasse. lJ '1. Le somme versate all'associazione dovrebbero costituire il cnpitale sociale che non dovrebbe mai essere adoperato ad uso diverso dal convenuto. 12. Natural mente l 'associazione dovrebbe costituirsi in ente morale; essere autorizzata a ricevere donazioni. lasciti di ogni genere; ed il suo statuto e regolamento dovrebbero essere approvati per legge o per decreto reale. '13. Tutte le prescrizioni di dettaglio per assicurare i fondi e il modo di collocarli n risparmio potrebbero essere uniformate a quanto si fa e si è fatto per la Croce Rossa. .Con -questi criteri si può fare un bilancio sociale preventivo così: P1·ogetto di bilancio annuale. Dai ~·lin isteri della guerra e marina per somma ·inscritt'l nel rispettivo bilancio . . L. Dalle 69 provincie per somma inscritta nel rispettivo bilancio fra le spese obbligatorie in ragione di lire 2000 annue in media per provincia . l)
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IL .10 CONG!tBSSO DE l ' ) fJ Ll1'AR.I IN CONGE DO JN ROMA
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Dagli 82i'.i8 comuni an alogamente per somme iscritte nel bilancio per le spese obbligatorie, in media a · lir·e l 00 per comune. » Quota dei soci. ·' . . >>
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zionati, diverrebbe. una robusta associazione nazionale, la più potente, la più uman itaria, e a'lla qual e si può solo confrontare la Croce Rossa . Ci auguriamo che questo rispettabile c.o nsesso , compenetrato dalla necessità i m peri os~t di una tale istituzi one, che riem pie una lacuna non mai abbastanza deplorata, la discuta col fermo pro· posito di venire ad una decisione pronta e stab il e. Con l'appr·ovare questo progetto, recandovi tutte quelle modificaz ioni che ogn uno di voi ha dirillo di proporre. e l'assemblea di approvare o rigeuarl), mostrerete di avere a cuore le sorti di migliaia di famiglie che con l'assenza, anche di breve durata, àel loro capo o di un loro membro, a vo lte non hanno realmente di che sfarnarsi. I l morale dei militari r·ichiamali, e, come conseguenza, quell o delle truppe, sarà ·ottimo , pensando che i 1·ispettivi gen itorL le rispettive mogli, i figli, ecc., per la loro assenza non S•)lfrir;mn o più fame . Il governo non potrà che rall egrarsi di questa grande istituzione che ad esso nulla chiede, se togli l'appvggio morale e una lieve contribuzi one in danaro : e viceversa sgrava lo Stato da tante responsabilità morali ed economiche presso le famiglie dei · richiamati, fl fi1vore dei quali mai ha provvedtlto con leggi speciali. Il Ministero del la guerra preoccupato dei l:ivori campestri e delle esigenze sociali nEille chiamate alle armi, studia il modo di evitart' danni al paese e si preoccupa anche della indiger1za delle famig lie . . Con l'istituzion e di questa associazione invece il ministro della guena sn rebbe più libero nella scelta del tempo per la chiamata al servizio militare. · Per il retto andamento della oosti'n associazione è necessari o, ed il ripeterlo giova, che essa sin legalizzata con legge dello Stato , acciocchè ogni socio sia garantilo del suo danaro che eroga e del sussidio al quale avrebbe Ji ritto . E ci appelliamo ai membri del Parlamento nazionale ed al governo perchè il .nostro desiderato, che sarà bene di tutl.i, divenga, mercè loro, nn fatto com piuto . [ntanto perchè alle parole corrispondano i falli possiamo annunziarvi che dei municipi, da noi in formati per circolare della
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600,000
Entrata totale L. l ,663,800 Spesa anrwale per ·10,000 degli inscritti (su 'l 00,000 richiamati) a !ire 30 per ciascuno . . L. 300,000 Hesiduo annuale L 'l ,363,800 Si noti che con la r iforma proposta dal Ministero della guerra all:'l le)!ge di reclutamento, il ministro prevede una economia di lire 590.000 sulle spese di leva delle p1·ovincie. Prevede un'economia di 60,400 lire su lle spese del .Ministero dell'interno, ed una economia di lire !J3 ,796,H nelle spese del Ministero della guerra, in totale dunque un'economia di lire 664, '196,4.•1. Se le provincie erogassero qutllle 590,000 lire an nue a benefici o dd fondo d.ì cassa sarebbero .1-15:2,000 lire che si farebbero pagar meno dai comuni , r.ioe qnesti invece di 825,000 darebbero solamente 373,000 lire annue, ed in media lire 45,,16 per comune. Se le 60,400 lire economizzate dal .\l inislero dell'i nterno passassero a quello della guerra , questo nop aggraverebbe il suo bilancio annuo di più di 25,804- , tenuto conto delle ·13,756 li re economizzate colla legge i n progello. Tn tempo di ~ uerra, il capitale dell'associazione occorrendo deve essere intaccato fortemente ed anche esaurito, dappoichè ai nostri tempi le guerre rinnovandosi' a lunghe scadenze, rimane tempo abbastanza per ricoln1are il fondo di cassa . · Ammettendo pure, pens:t il maggiore Serpieri, che anche accorrano diversi anni prima· che i soci iscri t;i raggiu ngano il , numero di 300',000, non occorre dimostrare che l'associazione dopo dieci anni potrebbe disporre di un capitale suHìciente allo scopo precipuo di proVYedere onde non lasciare nella miseria mialiain di o fami glie poYere, qua ndo il lot'o capo va sotto le -armi. Il govemo, le provi ncie ed i comu ni non possono disinteressars.i da tale questione, e, una volta istitui ta co' criter·i sopra men-
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progettata associazione ed invitati a mandare un'oblazione in denaro per co~tifu ire subito un fondo, qualcuno ha aderito, anzi per dimostrarvi che già in I talia qualche cosa si comincia a fa re al rigua1·do. riporto qui la nobilissima lettera del sindaco di Milano, in risposta alla nostra circolare:
Mu.nicipio di Milano. N. 60522 Reg. Pres. 91 O. '16 sellembre 11895.
« A Milano, è già da parecchi anni che si è formato un fondo di soccorso per le famiglie dei militari in guerra, che poi si allargò a soccorrere le famiglie povere dei contingenti richiamati solto le arm i. « Qnest.o fondo , posto sotto la vigilanza d'uno speciale Comitato, amministrato gratuitamente, e depo~ it.ato presso questo municipio, ha già largamente servito a soccorrere, appunto le fami·glie dei richiamati sotto le armi, i quali lasciavano la famiglia stessa sprovvista d'ogni risorsa. « lo quindi non :,aprei come rispondere meglio alla circolare 1• corrente settembre, a firma di V. S. IlJ.m• se non informandola che a Mila no l'iniziativa di cui si tralla è già da parecchio tempo un fatto compiuto, per modo che da parte di Milano non si potrebbe altro che attendere le determinazioni che in argomento potranno essere prese per stab ilire se ed in quanto possa riuscire utile riunire le forze di tutte onde convergerle d'accordo verso il nobile intento.
« Col massimo rispetto. « .ll sinJ.aco : F.
VÌGONI · » .
Onor. s.ignor Arturo Galletti, deputato al .Parlamento, presidente del priroo Congresso dei militari in congedo, via ~l as;;imo d'Azeglio N. H p. 2°.- Roma. Aggiungeremo a nche in sostegno !lei nostro schema di progello, che il piccolo municipio di S. Giorgio di Piano (Bologna) ha
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stanziato sul suo bilancio la somma di lire 100 annue per venire in soccorso alle famiglie bisognose dei militari in congfldo. << 11 Ministro della Guerra concluse esponendo la rel azione al Conaresso, il maggiore Raffaello Serpieri - porti in Parlamento la pro;osta e con una leggi~a di poche righe s~ può in pochi .gi~rn~ costituire la più umanitaria, la più necessana delle a.ss~c1a~10Dl nazionali, quella che penserà a dare il pane alle fam1gile d1 coloro che danno il br·accio e se occone la vita alla patria. n Anche questa seconda tesi riscuote le simpatie del Congresso e viene approvata col seguente ordine de~ gior~o :. , . . « 11 Conaresso approva il concetto d1 cost1tUJre un assuclaZJOOe nazionale p~l' soccorrere le fami glie dei militari in conge:io richiamati alle armi sia in tempo di guerra che in tempo di pacè e dà incarico alla Commissione esecutiva che sarà nominata, di adoperarsi perchè sia tradotta in atto. » Quanto alle altre tesi non hanno bisogno di molte spiegazioni e commenti. La coracrcriosa campagna sostenuta dal capitano commissario Federico E";sebio a favore di un l stituto per i figli dei militari da erioersi a similitudine di quello per le figlie dei militari esistente a T~rino è troppo nota, perchè tutti non si sieno fatti al riguardo . una convinzione favorevole o no al progetto. 11 Congresso gli si dimostra favorevole senza discussionè e vota il seauente ordine del giorno: « 'ì:assemblea, facendo plauso al capitano Eusebio che con amore e pari eneroia ha iniziato la nobile e patriottica propa"' . ganda perchè sia fondato un istituto nazionale· e scuola pro fessl~nale per i figli dei militari; allida ad una Commissione lo. stu~10 della proposta per tradurla in atto colla massima sollecitudine ed ener,1ia in conformità dei criteri esposti nella rdlazione. » Appr~va pure il progetto di un Istituto Nazionale per gli ufficiali pensionati rimettendone lo studio ad un'apposita Commissione. Ampie e calorose discussioni solleva la bella ed elaborata relazione del capitano Fabio Ranzi sulla 4• Te~i (sviluppo dello spirito e dell'istruzione militare), come quella che tocca da vicino i veri interessi della" classe degli ufficiali in congedo soverchiamente, è d'uopo convenirne, trascurata dal Ministero della guerra. .
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CON GRESSO DEl M!Ll't'ARI IN CONGEDO IN ROMA
Quali sono, secondo il capitano Raozi, i mezzi per sviluppare lo spirito e l' istruzione mi litare nei mil itari in congedo ? Egli confida molto anzitutto nellajslituzione del tiro n segno. (( Fin dal ·188 1, egl i dice, esiste in I talia uon istituzione che tende appunto a preparare nel cittadino il soldato, avanti che egli entri nelle fil e dell'esercitll, e a continuare la sua istruzione dopo che egli ha compiuto quel tirocinio; quest'istituzione è iltiro;segno nazionale. « Veramente ci ha recato con forto vedere in questa rausta ricorrenza il concorso di tanta balda gioventù italiana alla fes ta delle armi testè inaugurata. Ma la vi sta di quelli prcsceiti a rappresentare una istituzione, non deve farci ill usione intorno alla sua portata e intorno al modo co n cui essa è generalizzata nel paese . Affinché il tiro a se~no sia una vera preparazione del cittadino all'uso delle armi, crediamo necessaria renderla obbligatoria in quella età nella quale lo sviluppo fisi co è abhastanza avanzato da permettere insieme agl i esercizi ginuastici quello òel tiro. Un progetto in questo senso è stato compilato dall'on . Ministro della pubblica istruzione e noi non possiamo a meno eli far .voti ehe l'olti rnn idea possa tradursi io atto. « E non solo noi crediamo oppor tuno che nelle scuole possa aver luogo l'istruzi one e l'educazione mil ilare, ma credi amo altresì che per i giovani di '16 o 17 anni , si possa esi-gere che durante le riunioni a scopo di istruzione mili tare essi siano soggelti agli stessi obblighi della disciplina mil itare. E di falti non sapremmo intendere come da poveri contadini, ignari d'ogni alla idea di sociale · con vivenza , si possa esigere da un giorno all'altro la sommissione assolu ta alla severità della legge milltare, e ch e questa stessa sommissione non si possa é'gualmenLe esigere da quei giovani che già per parecchi anni furono flllevati nei benefici della cultura. Propo1 nendo a coteste riun ioni ufficiali in congedo e affidandone la dire zion e ai più distinti ufrìciali dell'es&rcito altivo, noi potremmo ve ramenle raggiungere l'ideale d'aver ferme brevissime cd ottenere la preparazione militare del paese col min imo disturbo ùelle aLLività sociali. » Poi propone di andar molto cauti nel recl utamento dei militari in congedo preferendo la qualità alla quantità. Solo allora si po-
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trebbe rialzare il morale degli u!Uciali in congedo, circondandol o di quegli onori e di quei rigunrdi che una nazion& civile concede riconoscente ai suoi migliori funzionari. ;\fa le sue proposte concrete sono le seguent.i : 1° Farli in tervenire msieme agli ufficiali dell'esercito attivo a tutte_quelle conferenze reggimentali e di presidio che sono oggi in vigore. 2° Farli assis tere alle manovre ed istruzion i domenica li, 3° Far sì che nell e compa~ nie faccia permanentemente servizio un ufficiale in congedo, riducendo all'uopo i quadr·i degli ufficiali subalterni dell'esercito atLivo, con risparmio dell'erari o e con vant:1ggio di carriera . 4° Rendere infine più frequenti le occasioni di fraternizzare coi coll eghi dell'esercito attivo. · Oltre i vantaggi d'indole morale, conclude I' egregio relatore, che crescerebbero sempre più di mano in mano che si elevasse l'educazione militare della naz ione non dovre·bbe Lrascur·arsi di conferire agli ufficiali in "congedo lulli quei l'anta.ggi d'indole materiale come ribassi ferroviari, uso di medicinal i nelle fa rmacie militari, a mmis. sioni a lnoghi di cura, ecc., che pur non essendo vantaggi di gran momento servono a dimostrare l'estimazione che fa il paese di questa categori a eli ufficiali e il desideri o di man ifestare riconoscenza all'opera loro. Ma se c'indugiamo a ricercare modi onde la nazione dimostri il suo attaccamento agli ufficiali in congedo; se crediamo necessario che sempre più ferven te pensiero un isca tutte le ca tegorie di ufficiali pa1·i nella stessa dignità, non dobbiamo però dimenticare che la pri ma rag ione della pubbl ica stima sta sempre nell'apprezzamento stesso della propria coscienza. Gli ufficiali io congedo debbono essi i primi aver altissima l'idea della propria missione, il sentimento della prop ria dignità . Siano anch'essi uniti in un forte e benevolo senlimento di cameratismo onde ne scaturisca quella solidarietà che è ad un tempo fonte di aiu to comune, e motivo di gelosa s1:ambievole consiòera. zione. Solo quando si dà prova di saperlo custodire con la massima gelosia il tesoro della pu bblica estimazione ci vien confidato. Alle conclusioni del r·elatore si ass.ocia con applaudite parole il tenente signor Battaglieri, facendo voto perchè nel riordinamento
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delle istituzioni nazionali a tale intento rivolte voglia il Governo valersi con opportuni criteri di selezione dell'opera gratuita di ufficiali e sollunìciali in congedo. Presenta d'accordo colla Commissione il seguente ordine del giorno che è _approvato. Ed ecco finalmente la breve relazione collettiva che accompagna le 7 proposte presentate al congresso : « Egregi colleghi, abbiamo l'onore di presentarvi alcune proposte che abbracciano la tesi 5•, che così si esprime: c Studio
sulle condizioni dei milita1·i in congedo che abbiano preso pm·te alle campagne per l'in<lipe11.denza d'Italia ed alle assùnilate (p1'0poste di ?'i{o1·ma alle leggi ·pigenti; voti al Re, al Governo, al Parlamento) ». « l proponenti, che con intelletto eà amore hanno elaborato ogni singola proposta, si augurano non verrà lor·o meno il vostro unanime suffragio. 11 concetto di tali' proposte ' ha per base speciali benemerenze, che sono diritto acquisito da coloro i quali l'intera vita hanno speso per la causa di questa. nost1·a patria, ad essa posponendo ogni privato interesse, la fami glia e gli agi della vita. È cérto che tali uomini, che l'opera loro disinteressata hanno dato con senno, coraggio ed abnegazione, cercati al bisogno, dimenticati poi, si assoceranno ai proponenti, perchè in questo primo congresso dei militari In congedo sor~a un giusto voto per i dimenticati che pur hanno diritto a tanta riconoscenza, ed un voto solenne perchè il governo del Re ripari a tale oblio concedendo quei favori e queHe onorificenze che spesso non si negano al primo capitato; come altro volo dobbiamo tutti oggi qui fo rmare, sostenendol o strenuamente, affinchè siano sottratti dalle sofferenze e spesso anche dalla fame i superstiti di coloro che primi impugnarono l'arme per la difesa. e per la redenzione della patria nostra. « La sezione qttesiti - l\'Iagg. LEvr, presidente, Avv. AITACAMETTI S1LV.EST.IIO, segretario .
« Proposta 1•. - Che ai veterani del 1848 e '1849 sia sùbito esteso il diritto di un ~ssegno vitalizi o, e cessi l'anormalità elle si verifica presentemente, cioè che questo assegno sia accor·dato a taluni e acl altri sia negato per ragioni di bilancio, mentre tutti sono parificati nei loro diritti acquisiti. <( Magg. LEvr. »
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« Proposta .2•. - Che sia propugnata presso la Superiore Autorità, la modificazione del R. decreto 26 apri le '1883, nel senso; r.he il diritto di fregi:\ rsi della medàglia col decreto stesso isti tuita a ricordo dell'Unità Ita l i an :~ , venga esteso a tulli r.oloro che, ~elle epoche delle guerre combattute per l'indipendenza della Patt·ia si t?'OtJWJano sotto le m·mi, fossero oppt~tre 1YO, come il decreto pì·escri ve, ent1·ati in campagna . « L. BoGLIOLO, capitano della risena . .Associazione di .Af. 8. ft•a t' RR. cat·aòitliet•ì congedati e pensionati della pt·ovincia di Jlfilano.
«Proposta 8°. - Che il Comitato romano, oppure il Ministero della guena, allo scopo che i reduci dnlle cnmpagn e '1859, 60-6 ·1 possano più agevolmente fr uire del diritto loro riconosciuto di montare la guardia alla LOmba di Re Vittorio Emanu ele - provvedano a·che i reduci stessi, che ne fanno domanda , siano .accaset:mat.i ed ammessi alla mensa sottuln ciali del ò i str~lto mi li tare di Roma, oppure, ab biano altrimenli comodo all oggio e vitto neces, saric, contro una. morlesta reua giornaliera. «In g. G. g, BELLINI. « P1·oposta 4a. -
Che le disposi1.ioni vigenti per l'avanzamento degli ufficiali i·n congedo siano modilìcat.e nel senso che l'ufficiale il quale dimostri in qualunque mod o di esser·e idoneo all'avanzamento, possa essere promosso per !ut·no d' anzianità, e - su bordi- · natamente- possa avere diri tto ad una terza prova di esame, <[uando sia caduto nelle prime due .
« Magg. ALFOXSO o'ALESSANono . « P1·oposta 5a. - Che l'uffìciale della milizia territoriale collocato a riposo per motivi d'età, conservi il diritto all'avanzamento per anzianità, col riguardo, che, se il. collocamento a riposo avviene durante l'attesa ;lella propria promozione, l'ufficiale abbia subito il grado atteso, consel'\'ando il turno d'anzianitrt e la on orificenza· cavalleresca di rito . l< Capitano LuBR.ANOeav. LuiGI. H 7 - ANNO XL.
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. d; « p1·oposta 0 •. - Che si provveda a che la con d.iz1.one reduci da una o più campagne per l' indipend~nza. co~ttlutsca t~n diritto ad· ottenere concessioni di privative ed tmpteght senza rt"uardo alla età, compatibilmente all' intelligenza del reduce e :vuto riguardo ai meriti mili.tari del medesimo. « Ing. G. E. B ELLINI. « Proposta 7e. - Che sia modificato l'art. 3~ della legge 3luglio tS·i t sugli ufficiali riformati del R. eserctlo, .nel senso che venga migliorato il trattamento di pensione determmato dalla legge stessa. «Cav. EMILIOR l VABENE, maggiore dei bersaglieri della ri serva. » Sulla , proposta n. ·1. . .. . . _ Parlarono: il maggiore Lev1, applaudttt ssJmo, ti .ten~nte Bat . n· ·1 m·1..,,1ior Serpier·i il capitano Lubrano, t! col,onnello tag l1 1, 1 '~:>n ' .. . ·1 · C Theodoli, il capitano Romagnani, applaodtttsstmo, 1 stgnor olombo e il tenente Vinai. Fu approvato il seguente ordine ~e~ giorn? concot·.~~to, firmat() dai si•rnori Serpieri, Vinai, Battagltm, Levt ed a!ttt · . . « rì"' Cougresso riconoscendo che l'abbandon~, ID c.Ol non .pt c· cola· parte dei combattenti del 48- 49, comprest q~e\lt c.he e1 ano iscritti nell'esercito regolare delle truppe sarde, e lasctata~ .de~ riva dalle restrizioni inserite nelle leggi al rigua:do, ~-es.tnziOnl che non sono ora più consigliate dalle es~ge.n~e hnanzia~·te dell~ Stato, atLeso Jo scemato numero degli aventt dn·.nto, fa vot1 pe1:che . t ·z·on· nonche' le formazioni burocrallche ora prescntte, ta l1 res l'l ·' 1 , . sieno rispettivamente totalmente cancellate e semplt.fi~ate dal.le \all'cri stesse, e invita il comitato esecutivo a rendersi tnterprete dt';uesto voto presso i poteri cO'Stituiti . Fa voti inoltr~ eh~, mentre le le11<:ri si matureranno, si provveda dal governo m v1a econo0 mica ~ d'urgenza al soccorso dei bisognosi. »
0uanto alle altre numerose proposte, dopo .cb~ il tenente 01~~ vieri di S. Giacomo ne dimostrò la secondarm tmportanza, ::.~
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approvò nn ordine del giorno Vinai col quale il Congresso affidava ad una commissione da nominarsi l'esame di tutte le pro poste ai numeri 2, 3, 4·, 5, 6 e 7.
III. E lasciamo per alcun poco la parola alla cronaca . Il Congresso si inaugnrò solennemente il. 25 nella sala degli Orazii e Curiazii in Campidogl io, dinanzi ad un gran concot·so di signore, di ufficiali, di tutti i rappresentanti della stampa romana. Erano presenti tra gli altri i generali Orero, Gobbo, Pagano, Brocchi ; De Rada, Pozzolini , Ademollo, l'onorevole Fanti colonnello e tutti i colonnelli e le rappresentanze dei vari reggimenti della nostra guarnigione; notati in ispecial modo il generale Menotti Garibaldi, l'onorevole Chimirri, il colonnello garibaldin o Fossati e molti .altri in divisa e notabi lità. cilladine. S. E. il Ministro della guerra, occupato al consiglio dei Ministri al Qui rinale, scusò la sua assenza con un affettuoso telegram111a. Dopo brevi e npplaudite parole che l'assessore mun icipale Don P1·ospero Colonna principe di Sonnino pronuncia in nome del sindaco Ruspoli, l'on. Galletti. presidente de l comitato esecutivo lesse fra la generale allenzione il suo discorso che va segnalato fra i più 'notevoli ed efficaci del congresso . Il discorso è vivamente applaudito. Dopo ciò il presidente legge i nomi degli ufficiali chiamati a compone gli uffici delle sezioni del congresso e sono i seguenti: Seduta inaugumle. - Presidente: generale Pozzolini -·Vicepresidenti: generale Ademotlo, colonnello Falangola, colonnello Dragh i - Segretarii: capitano Boggio, Lenente Pressi, tenente Aita·Cametti. Seduta del 27 settembnL - Presidente: generale Pagano . Vice·presidenli: colonnello Sismondo e Guglielmi - Segretarii: tenenti P!'essi e forti . Sednta del 28. - Presidente: colonnello Gazzani - Vicepresidenti: maggiori Mazzoli e Lombardo- Segretarii: capitano Costa e sottotenente I?orti.
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DEl mLITARI IN CO~GEDO IN ROMA
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1857
CONGRESSO DEl lllLlTARI IN CONGEDO IN ROMA.
Il corteo pas$Ò per il Corso Vittorio Emanuele e piazza Colonna in bellissimo ordine 'ési sciolse al Pantheon, òopo che i sin(l'oli con. . o gr·esSI$ll ebbero apposta la loro firma sull'apposito registro . Le tre sedute si tennero all'Eldorndo nei giorni pr•escrilli senza incidenti dej:jni di nota. Fu soltanto ritirata la tesi Sull'opp(wtunitti di mantenere i collegi militari, perchè giudicata estranea ai lavori del Congresso. La seduta di cliiusum ebbe luogo all'Eldorado, nel cortile suonava la musica del ·12° fanteria. Il genenilc Pozzolini, Brocchi e Pagano e tullo l'ufficio esecutivo sedeva al banco di presidenza. · Intervennero molLissimi ullìciali 'dell 'esercito permaMnte e molti congressisti. li generale Pozzolin i diede lettum di un tele(l'ramma del •)enerale . v . o ~ Ponzroa~ l ia per mezr.o del quale S. M. il Re ass icurava di accompagnare i lavori del Congresso con animo e cuore di compa ()'no di . d ~r~1 , e. i moltissimi altr·i tra cui notevoli quello di Cri spi, di Baratrel'l , d1 Calenda e di moltissime società militari italiane. Espose i risultati delle sedute tenutesi nei decorsi giorni. Il c.api tano ~faroni propose la nomina di una unica Commissione esecutiva incaricata di mettere in atto le varie proposte dell'assemblea e di p~·eparare i lavo r·i dei2° Congresso. E propone il seguen te ordine del g1orno che vien e approvato . · « L'assemblea plaudendo ai lavori compiuti dal Congresso iniziato dalla Fratellanza militare italiana di Roma , delibera di nominare .una unica f.ommission e permanente di 9 membri, con 1~tcoltà di completarsi con altri com missari perchè, preso atto dei risultamenti del Congresso stesso, ne procuri la .sollecita attuazìone previ i. tuUi gli accord i necessari colle competenti autorità. « La stessa Commissione preparerit i lavori per il2° Congresso. » .Per acclamazi:>ne ·si delibera che il. 3° Congresso si terrà a Milano nel '1898, 50° annive1·sario delle Cinque Giornate e dello Statuto. La Commissione votata per acclamazione vien così composta : Generale Pozzolini , presidente, generali Heusch Brocchi ~Ienotti Garibaldi, El lena senatore, Di Prampero, vice am'mi raglio 'Berteli i, colonnelli Gazzani e Falangola.
Seduta del30. - Presidente: generale Brocchi- Yice·pre sideoti: maggiori Serpieri e Moderni - Segretari i: capitano Annino e tenente Vinai. 11 congresso approva. Il presidente in seguito peopose, e l'assemblea approvò, l'ord ine dei lavori del congresso; cosi: 1" sedtlta .. - •l • Istituto n ~ zi onale per una cas~a di soccorso alle famigli e bi sognose dei richiamati alle armi. 2• Istituzione di una federèlZione fra le socielit dei militari in congedo . 3° Istituzione nazionale tra gli ufliciali pensionati. .2a sed1tLa. - Proposte: 4o di un istituto nazionale per i· figli dei militari. 2° Sviluppo dello spirito e dcll'istmz.iooe militare. a• serluta. ..,;_ Studio delle condizioni dei militari in congedo che hanno preso parte alle cnm pagne per l'indipendenza d'Italia o assi milnte. Hanno fatto adesione al congresso 80 società militari del Regno e qirca 1000 militari isolati.
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** Chi esero in seguito la parola il comm . Mossa dei veterani di Torino, il sig. Capezzuto, per i militari in congedo di Napoli, il capitano Romagnani, l'avv. Maschet·ini, presidente dei mliitari in congedo di Aquila, il tenente Battaglieri per i militari in congedo di Casale, il capitano Contreres del circolo militare di Napoli ed il colonnello Rassaval. In fin e, su proposta del presidente, e per ac.clamazione dell'assemblea, venne deliberato di màndare i seguenti telegrammi: a S. ~1. il Re, LL. EE. Cl'ispi , 1\Iocenni, 'Morin, al general e Cadorna, presidente Ònorario del comitato, al generale Bamtieri in Africa e al. genern le Chiabrera. Terminata la inaugurazione tutti i con~r·essisti e molti invitati , si disposero in corteo dietro la musica del H • fanteria e con la fanfara di S. Pancrazio e musica di li'allerone, si recarono al Pàn theon a deporre una splendida corona di fiori freschi in rose e palmizii.
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1858
Il.
1°
1859
CONGMSSO DEI MILITARI IN CONGEDO IN ROMA
Ciò fatto il generale Pozzolini chiuse i lavori del Congresso con un elevato e nobilissimo discorso.
SPIONAGGIO MILITARE IN PACE ED IN GUERRA.
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Il maggior generale Brocchi a nome della società di mutuo soccorso fra i veterani di Roma del 181.8-49 pronunciò quindi vive parole di elogio per coloro che sostennero la opportunità e la giustizia di assegnare una pensione vitalizia ai Veterani del 184-8-49. Segnalò il maggior Levi ed altri che fecero propria quella proposta e la sostennero ulteriormente. Poi il colonnello Theodo!i propone un voto di ringraziamento e di plauso agli infaticabili organizzatori del Congresso dopo di che.l'adunanza si sciolse al grido di: Viva il Re! Viva Roma l Viva Milano l
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TRADUZIONE DAL TEDESCO DEL TENENTE
ACHILLINI GIUSEPPE
del 6!1° r eggimento {an tel'ia
Contin'Uazione -
Vedi dispensa XI X
(Continua,)
A.
0LIVIERI DI
CAPITOLO ([.
s. GJACO~lO
tenente.
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Lo spionaggio in pace
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'Gli spioni possono venir divisi in: a) Volontari ed obbligati; b) Semplici e doppi; c) Periodici e permanenti ; d) Mobili, locali. Spioni volontati. - Le cause che possono ind urre a dar.si volontariamente allo spionaggio possonsi dividere in 4 gruppi. ,lo gruppo. Non si può contestare che moltissime persone fanno dello spionaggio un mestiere al quale essi si dedicano come ad uno dei tanti mezzi per appagare i loro materiali bisogni e a .questa categoria di persone appartengono ad esempio gli agenti della polizia segr:ela dei confini. È chiaro che il grado della loro li) .\tolto carattcristìcho sono le 2 illustraT.ioni colle quali nel t.esto russo e ornato -questo capitolo: la prima rappresenta un urncialc al tn"v~>lino assorto in lavori di diiiegr.o, la seconda un venditore ambulante in atto di offrir() la propria merce.
1860
SPIONAGGI O n;Ll1' ARE IN PACE ED IN GUklRR-A
SPIONAGGIO MILITARE Ili PACE ED IN GUERRA
diligenza in tal e servizio sarà dipendente dalle pecuniarie ricompense che essi per ciò ricevono e cioè tanto meglio essi_adcm- • pieranno agli obblighi nssunti quanto pi ù lautamente saranno· pagati. Generalmente le notizi e pr.ocurate da questa categoria di persone esperimentate e conosciute dalle rispettive autorità da eu~ dipendono ~at·annc da ritenersi come coscienziose e perciò attendibili. Il 2• gruppo può e:-ser formato da quelle persone ch e si dannoallo spionaggio o per patriollismo o per odio co11tro lo straniero e perciò mentre da un lato si potriL prestare la massima fìd ucia alle notizie da essi pròcurate come risultato di un coscienzioso e zelante servizio, non costituiranno d'altra parte una spesa sproporzionatamente cosi grande come quella ch e è necessaria per quell i che dello spionaggio fanno una sorgente di guadagno. Si possono assegnare al 3° gruppo quello persone che si consacrano allo spionaggio in seguito ad iugi ustizie di cu i fn rono vittime o per passione po litica, o per invidia. Alle loro d&nuncie si po~rà. prest:,1 re tanto maggior fi ducia quanto più facilmente sono da scusarsi lo cause che li indussero allo spionaggio ; in genere però non si dovriL fare molto assegnamento alla loro ferm ezza. Si danno infine allo spionagg io anche persone della più bassa moralità, persone aggravate di debiti ; isr·aeliti bisognosi e particolarmente la schiuma della società. e siccome questa ca_tegoria di persone è a ci ò allratta dalla sola avidità del denaro, non rimarrà gran che in forse a passare da un partito ad un- altro se questo meglio lo compensa, per cui le notizie da essi recatedovranno essere accettate sempre col ben eficio dell' inventario enon si dovrà assohHamente farne conto se non quando esse venvono autenticate da altra sicura soraente di notizie. ,.., v Spioni obbligati. - Per quanto sem bri sia crudele, puresiaml) talora obbligati di adottare lo spionaggio forzato quando· non ab biamo alcun altro mezzo di avere informuziooi sul nemico. Si acciutTa il pri mo pacifico cittadino che capita fra lemani che abbia moglie figli ed una casa e gli si ordina di re-
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carsi al campo nemi co con un pretesto qualsiasi, ad esempio, per reclamare contro i nostri trattament! ; egli però dovrà con- · durre seco, tmvestito a seconda del caso, una per·sona del nostro ·partito che a:>tuta, pra.tica della lingua locale ed all'altezza del suo mandato , possa trovare il mezzo di procnrarci le informa zioni che ci sono necessarie. Detto cittad ino sarà posto in avvertenza che se egli non ritornasse co lla persona che gli si è data pel servizi o di spionaggio, la sua casa sarebbe saccheggiata e distrutta e la di lui moglie e i figli uccisi. A tale espedi ente si può anche con soddisfacente ri sultnto ricor· rere allorq uando si vogliano far capitare nelle mani del nem ico false informazioni. " Si indirizzerà la lettem contenen te le false notizie ad un qua lsiasi comandante di posto o distaccamento in un qual unque luogo che ancora sia occupato dal nemico . Indubbiamente il messaggero qui verrebbe fermato, la lettera sarebbe sequestrata e letta e lo stratagemma quasi sempre avrebbe l'etfelto desiderato. Devesi peraltro tener presente che le notizie che pu ò procurarci simil mezzo d, spionaggio specialmente ·ailorquando in un colla persona forzatamente obbl igata a tale servizio non ci serviamo del · l'opera di un nostro partigiano, sono sempre incomplete ed insuffici enti. Generalmente questi spioni non sono di grande utili tà, essi poi , se non banno granché da perdere, non ritornano più e quelli che ritornano vengono quasi sempre colle mani vuote adducendo a loro giu stificazione un'infinità di <:ircostanze ch e sem pre con difficoltà possone essere controll ate. Durante la guerra del '1877-78 lo spionaggio forzato fu, come già. accennai nel precedente capitolo, adoperato dai Turchi su larga scala coi Bulgari. · Spiani semplici diconsi quelli che servono un solo partito, doppi quelli che per ri cevere d,oppia ri compensa servono due partiti; questi generalmente sono più dannosi che t~tili giacché la diligenza del loro servizio è quasi sempre più accen tuata per un partito che per l'altr·o. D'al tronde la loro doppia pane in commedia che chiaramente ci qualifica la loro volgare moralità non ci autorizza a prestar loro molta fed e. L'unico van,taggi o che possiamo trarre da questa categoria di spioni consiste nella po.ssibilità di poter fare pervenire per mezzo di essi false notizie al nemi co.
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SPIONAGGIO MILITARE IN PACE ED IN GUERRA
Spioni p~rmanenti diconsi quelli che per una durata più o meno grande di tempo servono un Governo od un'armata . Generalmente esse sono persone ben conosciute ed espf'rimentate meritano perciò la massima fiducia, oltracciò i loro ser vizi hanno sempre un certo grado di valore, giaccbè la lor9 attitudine all'osservazione, a dissimulare, la loro destrezza e le altre qualità richieste in uno spione vengono col tempo perfezionate. Soventi essi serv ono anche. di guiLla agli spioni lempomnei. All a categoria degli spiani temporanei si assegnano quelli che solo una volta adem piono un dato servizio o perchè P.Ss t non si vogl iono risolvere di arrischiarsi per una seconda volta, o perchè essi non hanno l'aLLitudine necessaria che per un dato incarico, o infin e per la loro totale incapacitil:. A seconda d€'1 modo con cui prestano il loro servizio gli spioni si posson ancora dividere in due categorie: locali e mobili. Sonvi alcuni che agiscono solamente in un dato terr itorio nel quale (]eneral mente essi hanno dimora fissa e tali spion; si ch iamano "'locali. fn pace quasi tutti gli spioni possono es.ser compresi in questa t:atego ria. Costoro poi, durante la guerra, specie quando le operazioni si sviluppano nel territorio affidato al loro studio, possono senza destare sospetti di sorta rendere servizi meravigliosi, giacchè, come altrove accennammo, sin dal tempo di pace avranno avuto cnmpo di esaminare attentamente il territorio. di stringere relazioni e guadagnarsi la fiducia delle persone più importanti ed in fluenti. Gli spioni, i quali in permanenza vivono in un dato tetTi· torio stt·anier·o , dovranno di tanto in tanto rassegnare il r isultat:> dei loro studi con relazioni in iscritto ed allora, siccome l'assenza dal luogo di dimora potrebbe generare sospetti.' si varranno, per far pervenire all e •autorità cui sono dirette le dette relazioni, della cooperazione di altre persone la cui capacitit e fiducia sin stata in altre occasioni messe alla prova. Spiani mobili diconsi quelli cbe, a differenza degli spion i lo · cali, non agiscono sempre nello stesso territorio, ma al contrario , sia in pr~ce che in guerra, sono destinati a prestare il loro servizio ovunque ne sia, richiesto il bisogno. Compiuto il servizio essi tornano presso il proprio partito; in tempo di pace ordinariamente hanno dimora nel proprio St.ato.
SPIONAGGIO MILITARE IN PAC:E ED IN GUERRA
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1863 Normalmente gli spi oni eserci tano il loro mandato trave:;titi da pastori, da mendicanti , da negozianti, da ... guide, ecc. e recansi . da .un posto all'altro evilando sempre di trattenersi Jun nrro tempo m uno stesso luogo o di ritornarvi una seconda volta specialmente sotto nltr~ spoglie. Terminata la propria missione lo spione r itorna presso le p_ro~rie truppe onde riferire sul servizio fatto, se questo però rrchrede molto tempo o se ha parecchi luoghi d'azione, sarà necessario che di tan to in tanto egli mandi rapporti servendosi come già dicemmo , di per·sone fidate ed atte. ' Quest'ultimi non sono da considerarsi quali spioni e non è <'ssolutameute necessario che essi conoscano il contenuto di ciò di cui essi sono latori e la sua importanza. Essi però devono avere destrezza ed idoneità per superare senza mòlla di!Ticoltà qualsiasi ostacolo locale e tanto di giorno che di notte davono sapersi orientare ovunque senza bisogno di ricorrere alle indicazioni di altre persone. Non è il caso di pretendere in essi speciale intell igenza. ~
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Non tutte le per·sone possono essere adoperate come spioni giacchè non tutte possiedono l~ qualità fisich e e morali che per tale servizio sono necessarie. Delicatezza di coscienza, fedel tà, spirito sviluppato di osservazione. astuzia , capacità intellettuale, l'arte di rappresentare bene nn~ dat~ ~arte ~on solo, ma anche tale presenza di spirito da potersr 10 o~nt occasiOne, per· quanto intricata levarsi d'imbarazzo. conoscenza della lingua, del carattere e delle abitudini deali abi~ 0 tanti ; fin al mente, delicatezza di modi ed intelligenza onde trar1·e tutto a_ proprio vantaggio, ecco le p1·incipali do ti di uno spione. Colu~ cl_le sapr~ guadagnarsi la stima e la fiducia delle persone prù mOuent1 , potrà. non solo aver mezzo di raccorrliere notizie fedel_i, ma soventi nnche della più grande importa~za. . In ogn1 paese straniero abbiamo amici e nemici; aumenlare 1l. numero dei primi e di minui re quello dei secondi è altro còmPllo dello spione e, pP.r quanto piccolo sia un luogo, per quanto
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SPIONAGGIO MILITARE IN PACE ED IN GUERRA
SPIONAGGI O l\IILITARE I N PACE ED I N GU.EaRA
os~ili ci .siano gli abitanti, sarà sempre possibile coi buoni modi
Scelto che sia uuo spione è necessario non solo di studiarlo accuratamente onde accertarsi che egli abbia Lutti i requisiti che già vedemmo esser necessari in lui, ma sarà an~he d'uopo di conoscere le condizionj della sua famiglia c le per5one che egli pra tica; è necessario pure sapere quali relazioni egli potrebbe eventualmente .avere nello Stato avversario nel tempo della guena. Il fare uno spio ne non è cosa r1 i un momento; oc~orre cura e tempo, faltori evidentemente incompatibili in tempo di guerra in eu i ogni minuto è prezioso . Sarà adùnque in tempo di pace che si dovranno cercare persone atte a ta!e cHfticile impiegò onde, al principiar delle operazioni guerresche, si possa disporre di agenti atti a prestar la loro opera con soddisfacente risultato. In tutte le class i della soe ietò. so nvi persone idonee al servizio di spiona!!gio, il diffici le consiste nel saperle trovare. Quelle persone che per la loro speciale condizione hanno opportunità di trovarsi spesso tra diverse classi della societì1, saranno quelle sul le qnali in tel}lpo di pace si ·dovrà far cadere la scelta, ad esempio: i negozianti, gli artisti, i fotografi. i banchieri, i lacchè, ·Ì conduttori di t1·eni o vapori, i comm iss ionari, ecc . Anche gli zingari, i suooatori ambulanti, che trasferisconsi·a piedi da città in ciuà, da villag:;!iO in villaggio possono all'occorrenza pro~vedere notizie importantissime ed in tempo di guerra prestare ottimi servigi come gnide. Alcuni fatti àelle passate guerre ci ammaestrano come anch e dal clero si possa talora trarre grandis~ima utili tà: infa tti secondo Grimoir nei paesi cattolici ·si ha facilmente il mezzo di avere molti~sim e notizie: la presa di Cremona compiuta da Eugenio di Savoia e l'attività dei gesuiti dm·an te la guerra dei 7 anni confermano l'asserzione. Ancora più utili in tempo di pace sono le don ne, come quelle che, senza destare sospetti, possono spesso venire a conoscenza di segreti pei quali gli spioni anche più provetti si sono mostrnti impotenti; nella conispondenza di Napoleone si fa spesso menzione di donne che prestarono l'opera loro nel servizio di spionaggio. E la clonna può essere utilizzata in detto servizio in due modi : o servendosene direttamente Qome spione e nel modo con cui già si disse per gli uomini, o per via indirella valendosi cioè, sia
e con un po' di pratica il formarci aderenza per mezzo delle quali ci sarà facile il prepararci sicura base per l'esplicazione di tutto ciò che si riferisce al nostro mandato. Oltracciò in guerra sono elementi necessarì, grande audacia, valore , sangue l'reddo, fermezza di volontit e sopratutto il saper immedesi'mar·si cosi bene della parte che si rappresenta, da conservarne il carattere anche·. quando si è soli; uno spione che si dimenticasse ·ai ciò, correrebbe risch io di esser scoperto quando meno se l'aspetta. E a questo proposito mi piace citare un fatto narrato nei liicorcli di tmo spione ?'tmo nella cantpaglUt 1877-78. «... ... Aura versato a cavallo Telix, dopo un'ora di cammino gi unsi nella co~ì chiamata « Forestn di Tufarnow ». Mi era d_a poco in questa addentralo allorchò il mio cavallo adom_bratosJ, sul momento non seppi da che, si fermò di botto. Attrrbuendo ciò ad un suo capriccio, lo battei collo scudiscio onde rimellerlo in cammino ma non ri u:;cii invece che a fa rlo maggiormente impennare. Smontai allora da cavallo, lo legai ad un alber~ e c~r~ cando nttorno a me qualcosa avesse potuto spnventnrlo, rnt avvtat per un sentiero pel quale gi unsi in una radura. Qui, esteJTefatto, mi arrestai davanti ad un quadro orribile; ad un piccolo pero selvatico, col viso spaventosamente contratto, ed agitantisi nei convulsivi tratti della morte, pendevano i corpi di due Bulgari. ?Ilio primo pensi ero fu quello di salvare i due infelici, tagliando le corde con cui erano appesi, ma la ragione vinse il sentimento umanitario, rammentai la pat·te ch'io rapprentavo, riflettei che lì attorno poteva esser nascosta qualche persona e che se io [ero vestito da turco) avessi salvato i due cani di Cristo (così i maomettani chiamano i cristiani\ mi sarei senza alcun fallo tradito ed . irremissibilmente perduto. Fàlto quindi forza a me stesso assunsi una cr.ra tutta irrdiiTerente, accesi una signreua e ritornato al mio cavallo continuai il camm ino.. ... >) È chiaro che la scelta di persone adatte al disimpegno dei difficili e pericolosi còmpiti di uno spiooe non è lacile cosa. c sarebbe un grande errore quello di accettare per tale ufficio la prima persona che capita, come male si apporrebbe colui che pensasse di procurarsi buoni spioni facendo esclusivamente assegnamento :ml denaro.
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SPIONAGGIO MILITARE IN PACE ED IN GUERRA.
della fac ilità con cui essa può riescire a conoscere un segreto, sia della sua debolezza nel saperlo tener celato. .. . . La scelta dello spione, nel 2° caso non è cosa la pr.u_ facrle, ·egli per r·appreseotare la propria parte deve av~r~ quaht~ che n?n si riscontrano in tutti . A secon.da del caso egli st spaccer·a per prm· cipe 0 ba rone o conte od altro, frequenterà le miglior~ soci_età.' pr~o fo nder·à denaro a destm ed a·.si nistra ed allora non gli sara drfficrle "uadagnarsi l'ammirazione delle signore onde poter fare la corte ~ quelle che, a suo giudizio, possono meglio delte altre provvederal i le notizi e che gli occorrono. . 'f ulle le persone sopra mentovaLe possono in te.mp.o dr g_uerra essere utili come spioni; sul teatro delle op~razronr pe~·o alcuni d'essi, come ad esempio gl i appar'lenentr al. clero,, ' banchieri, gli artisti, ecc. non potrebbero atT~tto s~rv1re; fll l op~os ~o potrebbe1~0 rare ottimo servizio d' informazrona 1 contrab~land.rerr ~ i guardaboschi, le guardie di confine, ecc. c~~e qnellr cut dt consueto non fa difetto la sveltezza, la sagac1ta, la conoscenza del pnese, la noncuranza del pericolo, ecc . qua.litit queste . eh~ sono necessarie allo spion e che agisce tra le hle del ne~ru co , a costoro non mancherà che l'occhio militare, necessar1o ?~r giudicare con gi usto criterio i fatti cui pel l ~ro speci~l e seJ'~ I 7. l O si troveranno ad essere presenti . .M a questo mconYe.mente :~~ne evidentemente ·eliminato se la carica dello spioue Yrene dJsJmpegnatc. da un• ufficiale. Tanto mig.lior serY.izio poi av re~m o se ci r iuscisse di corrompere nn uffictale nemrco, e a ~~l nou~rdo il principe di Li gne diceva: « Se anche con un ~tho n e Cl,venisse fa tto di comprare un urfic ~ale di stato maggrore dell armata avversaria potremmo essel'Oe contenti; non sarebbe troppo pagato ». , . . . .. Prima di cominciare a trattare dello ::,pwnaggw m gtM1 l a è necessario, che, -per quahto in succinto, tocchiamo qualche punto dello Spionaggio di pace, al qual proposito il generale Lewal diceya : . . _ « Lo spionaggio deYe essere organizzato prima dell' IUizto delle operazioni guerresche. Non si può prevedere . q uando_~sso dovrà entrare in azione e quale direzione prendera; percr_o lo spionaggio dovrit essere permanente e possibilmente escrcrtato
SPIONAG GIO MILITARE IN PACE E D IN GUERRA.
1867
sn tulte le · zone di terreno C•)SÌ che in ca,;o di bisogno si abbiano già pronte persone preceden temente edotte sui servizi che devono prestare. » L'utilità dello spionaggio in pace è ormai riconosciuto da quasi tuUi gli Stati, e basta ricordare alcun i fatti per vedere come esso sia adoperato su lar·ga scala. Nell'anno '1875 un ufficiale della marina rrancese fu in Fleusburg conda nnato a 5 setti mane di carcere per aver riÌevato la pianta di alcune opere di fo rtificazione in occasione di un suo viaggio a Strablwo ed a Kiel. Nel ·1877 fu arrestato in Metz un certo Losson spione francese : egli confessò di essere al servizio del commissario di polizia di Audun dal quale riceveva un . compenso mensile di L. 200 . Nel 1880 a Strasburgo fu arrestato il tenente dell'armatn frnncese signor Tissot e condannato a 3 anni di atTesti di fo1·tezza per spionaggio. Nel 4888 il tedesco Dietz fu imp utato : '1° d'aver procurato al governo francese documenti riferentisi_al tra sporto delle truppe tedesche, in caso di guerra; 2" di avere sottratto altri documenti coll' intendimento di valersene a proprio vantaggio. La moglie di lui, quale complice, fu pure arrestata e condannata a quattro an ni di carcere, il Dietz a diec i. · Molti altri esem pi si potrebbero ancora citare e la lista dei dibattimenti discussi nel superiore tribunale aulico di Lipsia offrono prova parlante dell 'attività .e dello zelo dei Francesi nel cercare di conoscere un po' troppo a fondo ciò che riguarda i loro vicini del Reno. La Germania però co rri spose coìla stessa moneta. 11 26 febbraio in Reims fu arrestato uno spione tedeséo perchè rilevava la pianta di un fo rte allora fa bb ricato. Verso fa fine dell'anno ·1883 nei dintorni di Lione fu arrestato uri certo Stein per vagabondaggio ed accallonaggio; perquisito, gli si rinvenner·o cuciti in una cinta di cul)io biglietti di bnnca tedesca (circa 'l 00 fi orini) ed alcuni piani che tradirono . in lui uno spione tedesco. Nel luglio del ·1885 nei dintorni di Lilla furono arrestati due · spioni uno belga ed uno tede.sco. Presso di loro furono trovati
SPIONAGGIO MILITARE IN PAOB ED IN GUERRA
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SPIONAGGIO }!~LITARE IN PACE 'ED IN' GUERRA
alcune levate a '"ista, il piano di uno dei forti di Lilla, su cui erano segnate alcune annotnioni in tedesco, ed alcune carte dei dintorni di detta città. Molti altri arresti di spioni avvenu!i in altri Stnti potrebbero essere ricQrdati, e che per tirannia di spazio trala~ciamo; ~o~ vogliamo però dimenticare (;a rresto di due ingles1 ~vvenutt ti '1z nov.embre '1891 in S. ~1ienne per aver tentato dt esportare da una fabbrica d'armi un ·fucile russo . . . . La diversità ed il grande numero delle n<Jttzlo eh~ SI~ dal tempo di pace vengono raccolte, l'estensionò de~ .ter~1tor1o. da esplor:tre, gli ostacoli che si incontrano, la necess.tla ~· contt olIare le notizie, tulto richiede una buona organtzzaz10ne dello spionaggio ed una grande quantità ?i a~~nti. . Le informazioni relative a cose rotl1tan tn tempo dt pnce ven(1ono attinte da due fonti ; alcune vengono comunicate dalle au~orità che sono al la dipendenza del Ministero degli e~teri, altre sono raccolte da agenti dipendenti dal Ministero della guerra. I primi però ben di rado e solo per caso possono .av~re la <>ccasione di provvedere notizie militari; queste non costttUtscono pel Ministero degli esteri che nn documento di passaggio, giacchè esse come sono raccolte sono trasmesse al Ministero ~ella gue~ra. Agli ultimi 21 contrario incombe l'obbligo non ~olo d1 raccoglter~ le notizie, ma anche di elaborarle onde trarne qualche cosa. dt concreto, il che, evidentemente, rende necessaria una spec~ale oroanizzazione dello spionaggio. U n cenno sòmmario di essa organizzazione può essere il segu~~=
l' Allo spionaggio militare deve sopratutto ar capo u~a superiore amministrazione centrale, la cui attività avrà esstmztalmente· un carattere d'ordine e consi,sterà nella direzione e nel ~ont~ollo dell'opera de~di organi subalterni e finalmente nella coordmaz10ne di tutte lt1 raccolte notizie. L'ullicio centrale è formato. da parecchie sezioni a ciascuna delle quali corrisponde la cura di uno o più St~ti sui quali. h~ azione lo spionaggio; a disposizione d'ognuna d1 queste sezton1 , dovrà porsi ~no spione d'alto rango . Cos.toro in via no~mal~ hanno l'incarico di controllare l'operato det loro subalternt, net
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casi però di una data importanza essi stessi si assumono l'esecuzione di mandati, che ordinariamente sono dati ai loro dipendenti. Gli agenti o spioni dell'amministrazione centrale, i quali saranno reclutati dalle classi più intèlligenti della società e pos·sibilmente tra quelli che hanno qualche cognizione di cose militari, dovranno esse•·e. assegnati ai grossi centri o nei p~nti fortificati ; essi dovranno procurare di entrare nella società militare o've si daranno cura di veuire a conosr,enza di quelle cose che possono essere utili alla sezione di cui . sono alla dipendenza e faranno la trasmissione delle notizie all'amministrazione centrale con speciale circospezione e con mezzi da adattarsi a seconda dei casi . Il 2° gradino dello spionaggio militare è costituilo dai circoli locali i quali hanno uno speciale carattere d'azione. O~ni Stato di cui si desiderano le notizie viene diviso a seconda della sua estensione in un numero proporzionato di zone. Alla direzione di ognuna di queste zono sarà apposito personale il quale avrà a sua disposi~ione due categorie di agenti o spioni. Quelli della 1" categoria hanno azione in .tutto il circolo: essi, man mano che se ne presenta il caso, disimpegnano i mandati di cui sono incaricaLi; possono ad esempio fo rmare oggetto di loro missione: l'esame di una fortezza allo scopo di completarne il rilievo della pianta ; la raccolta d'informazioni relative alla mobilitazione di un dato reparto di truppa ecc. . Questi agenti vengono reclutati tra persone di ~iverse classi .sociali e di diverse nazionalità, e dipendono direttamente dal comandante il circolo locale :li quale fanno capo tutti i loro rapporti. · Alla seconda categoria degli spioni appartengono : gli ·spioni locali permanenti e gli spioni mobili . Questa categoria di :tgenti è scelta parte tra la popolazione del luògo allorchè ci sia dato di tro·vare qualcuno che sia disposto di tt·adire la patria, e parte tra gli emigrali ; ad ogni modo essi devono essenzialmente appartenere alle classi più basse del popola ; così ad esempio, servitori , contadini , vetturini, venus- ANNO XL.
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SPIONAGGIO )!ILI'l'ARE IN PACE ED I N GUERRA .
ditori ambulanti, donne di serv izio (:1), condullori di ~ra m o di vapori ecc. Gli obblighi di questi agenti consistono· nel disimpegno di .quei mandati che vengono loro aflida li da l~a direzione ~el cir~ colo locale, oltracciò gli agenti appartenenti alla caLegona degli spion i mobili , sono anche obbligati di prendere ~s alta conoscenza dei luoghi ove passano, per poterne dare all'occorrenza qualche cenno. . Tutti gli spi oni appartenenti alla 2"- categoria rassegnano loro rapporti a voce; a tale scopo essi di tanto in tanto conven aono nel luogo precedentemente stabilito, ove, dalla direzione 0 del circolo, viene mandato uno spione di 1° r::~ngo coll'incarico di ricevere le informazioni da essi raccolte. I circoli di con fine devono prestare speciale allenzione al l'attività degli ngenti della 2• catego rià. il cui nn mero sa ri1 mnggiore che negli al.tri ci rcoli. I circoli locali so no alla diretta dipendenza della corTt&pondente sezione cen tral.e co ll a quale comunicano per mezzo di speciale segreta conispondenza. . Come le sezioni, i circoli locali hanno l'i ncarico di dit·i~ere, controllare l'opera dei loro dipendenti e di coadiuvarne le raccolte noti~ie . L'organizzazione dello spiona)!gio locale non presenta alcuna difficoltà per que~l i Stati che hanno all'estero colonie di emigrati. A dimostrazione di ciò il tenente colonnello Klembowski cita la sciocca asserzione el i un france:;e (2) a proposito dello spiodei Tedeschi in Francia. nacmio nn « ..• Il loro sistema, dice l'autol'e francese, è molto semplice .. Nella vicinanza di un forte, o di qualsiasi altro punto che abbia una dala imp9rtanza strategica essi impiantano un qua lsiasi stabi! imento nei qu~le impiegano un numeroso p~rsonale tedesco . In tal modo, mentr~e essi fa nno -concorrenza al nostro commercio, raatriunaono senza destare sospetti di sorta il loro scopo principale rn n (t) 11 gcnc.rale Doulanger, durante la. su:J. carka. el i Ministro della guerra, em~nn_va una circolare colla quale proilllvn agli ufTi ciali di tenere al loro serv izio bambma1e, maestre, ecc. tedesche. . (2) A. FnoMME:->-r. - L'espionnage mili!aire et tes (onlls .. ecc.
,SPIONAGGIO MILITARE I N PACE E D
I~
GUERRA
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quello ctoe di studiare accur·atamente tutti i dintorni ed all'inizio delle operazioni guenesche possono convertire i loro edifizi in un occasionale p~n to fortifica to ... » A proposito delle colonie tedesche nei nostri territori il Times scriveva: « Non s.i può negare che la maggior parte dei compo nenti le dette colonie appanengono alln riserva dell'armata tedesca e che in caso di guona essi costituiscono un inaspettato nemico il quale, pratico dei luoghi e dell e risorse del paese può senza alcuna fatica occupare i punti strategici più importanti. » All'inizio della mobilitazione Lutti gli organi s:;mmentovati aumentano la loro atLività ed è in questa occasione che appare mani · festa la grande relazione che esiste tra lo spionaggio di pace e quello di guerra. · Gli agenti delle varie sezioni dell' utlicio centrale partont• pei confini e si mettono a disposizione del çomandante in capo. Gli agenti dei circoli lo.coli vengono destinati ai comandi dei corpi d'armata e se il numero di1 essi lo pennette' ne venrrono n pure assegnati ai comandi delle divisioni ' delle bt•i(Tate dei r'•arri~ ~ Vr,() menti ecc. La loro grande utilità presso i reparti di truppa cui sono assegnati è innegabile; tanto gl i unì, per la conoscen1.a dettagliata che essi banno del terri torio ove si sviluppano le operazion i guerresche, quanto· gli altri che avranno studiato il teatro dell a guerra dal punto di vista etnografico potranno mettere a nostro profìtLo la conoscenza delle abitudini della popolazione, le relazioni piu o meno strette da essi . fatte, sapranno come procedere cogli abitanti onde volgerli per quanto è possibile a nostro giovamento ed a seconda dei casi sapranno a chi rivol gersi per il conseguimento di un dato scopo. Questi, presso a poco , sono i tratti generali dell'organizzazione dello spionaggio in tempo di pace. Nel caso peraltro che volesse incorporarsi Io spionaggio militare con quello politico e di ambedue volesse farsi un unico centro d'azion~ accorrerebbero cambiamenti. Si tenga però presente che g!i all'ari della guerra hanno esigenze tutte proprie e che perciò nna tale. comunanza. d'incarichi non sarebbe molto pratica come quella che non permetterebbe di formare un perfetto spione militare.
1872
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SPIONAGGIO lllLITA!l.E IN PACE F.D IN GUERRA
Il suesposto sistema di spionaggio può naturalme~Le essere orga: · preteso . d1 n1zzat0 ·IO fiO do tutt'affatto diverso·' noi non abb1amo . . ci tarlo come l'unico possibile, ma come uno che s1 d1m~str~ prat1r.o non solo per la coerenza che esso ha col.lo spio~agg10 d1 g~erra,. ma anche perchè corrisponde al sist~ma es1stente m uno degli Stall europei.
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TRA 1 LIBRI
(Continna)
I ric01·di del Risorgiment{) nazionale. - Le relazioni delle campagne di guerra. - Una nuova Rit>ista. - [;ibi'Ì alla rinfusa. - Di n11ovo un bel libro szdle istituzioni militari. - Il tiro a .çegno. - La colonizza.z·ione eritrea.
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L'indole dei tempi, assai più delle feste di Roma, ha dato presso di noi novello impulso allo studio del nostro recente passato, e noi che siam soliti a segnalare non solo quanto è compreso nel circolo dell'cl cognizioni militari, ma anche quello che indiret.tamcnte le rigu:~rda, non ci facciamo scrupolo di parlarne, una volta tanto. La storia del nostro Risorgimento passò per le stesse vicende per le quali era già passata la ~toria della rivoluzione francese. Da pl'incipio, e nel bollore degli • avvenimenti, diede luogo alla pubblicazione afTreHata delle recriminazioni, delle accuse, delle difese, deli~ memorie di coloro che vi a vcvano partecipato; poi seguì un periodo di silenzio, come se la nuova generazione, non comprendendo più il valore di c.:erti di rizzonipresi dai partiti e ·Specialmente dai loro corifei, nè il frasario di ciascun partito, e disperando .di trovare il vero in mezzo al battagliare delle parole e delle rivelazioni, ce1·casscro di coprire tutto col silenzio e colla noncuranza, contentandosi di coor·dinarc i fatti principali per quello che poteva soddisfal·e ai manuali di storia. lnfJne come se un lungo c tacito lavorio si fosse fatto nelle coscienze, il ricordo del passato era ripreso io esame con elevaLi intendi menti c dava luogo a quello ~tudio sereno che risponde veramente agli ideali della stori~r, maestra degli uomini. Cosi avvenne tra noi; al profluvio degli opuscoli c delle pubblicazioni occasionaii cui diedero luogo gli avvenimenti e la battaglia delle passioni da essi sollevate, seguirono una curiosa noncuranza ed il silenzio. Ora pnre che venga il per·iodo del r·isve_glio e con esso la possibilità dello studio calnlo e proficuo dell'opera che condusse al nostro Risorgimento nnzionale.
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'l'RA l LIBRI
Le armi, rammentiamolo bene, o lo rammenta anche là scuola al'cadica cui il clangore delle anni facilmente urta i nervi, accompagnarono quel Risorgimento e vi ebbero g1'an parte; le armi che gl'IW~liani impugnarono con mano inesperta nel i848, tcnnet·o sicuramente n~l 1859 e nel 18GO, ma non seppero guidare nel 1866. La storia milita re ha altrettanta importanza quanta ne ha quella delle idee per lo svolgimento dei fatti dut·ante quel periodo della nostra vita nazionale. E perciò parallelo ed indi pendente da quel risveglio che notammo nel campo lettel'ario, ma pr(ldotto dalle stesse cause, noi potl'em mo descrivere quello che avveni va nel campo militare c fu segn:JIO dalle seguenti fasi: dapprima uno stl·aordinario interesse per tutto quello che riguardava la storia di ciascun corpo, le sue tradizioni i suoi ricol'di ; poi come conseguenza diretta il desidel'io di avere uu raccon.to cil'costanziato ed esente da passioni e da pl'egiudizi di quello che era av venu to nelle nostre guerre nazionali. La recente p.ubblica1.ione del secondo volume della relazione sulla Campagna del 1866 i1~ Italia, rimasta interrot~a venti anni or sono e il racconto del la spedizione in Crimen, che vedrà quanto prima la luce, rispondono a quel desiderio e danno principio ad una collana di storie militari dello nostre guene, compilate colla scorta dei documenti depo sitati negli nrchi vi del corpo di stato maggiore e di quelli esist.enti altrove. Noi torne1·errlo a parlal'e alquanto distesamente sulla prima di rruelle opere, non polendolo fare nei limiti alquanto ristrelli di questa rubrica, e facciamo voti che successivamente seguano le altre por riempiere un vuoto, che gl i stati maggiori stranieri hanno sempre pt·ovveduto a colmare colla pubblicazione dei documenti conservati nei loro archivi, o degli studi redatti sulla base di quei documenti. Ne fan fede i numerosi scritti storici apparsi sull' Oesterreiçhische ll1iWrM· Zeitung fino dai pri mi tempi della sua lunga. vita, poi le 111ittheilungen des K. und K. K1·iegs-Archivs pubblicate dalla direzione degli archivi delh1 guerra di Viellna, nelle quali spesso e volcntie1·i ·si parla di cose nostre per le relazioni che ebbe là storia militare austriaca colla nostra, e · per il gran uume1·o di personnggi italiani che ebbel'o nei secoli scorsi comando negli eserciti imperiali, e le Feld::sii.ge des Pri11zen Eugeus, che ora stanno con tanta diligenza traducendosi in italiano: ne fan pure fedtl la cura con cui la ~ezione storica del grande stato maggiore di Berlino mette in luce, oltre al Kriegs ges~h'ichtiche Einzelsclwiflon, ·anche negli scritti del Moltke, la reh11.ione sullri campag:-:a di Danimarca ecc. e le pubbli. cazioni che si fanno colla scorta dei docJmenti in Francia sulle campagne passate, e specinlmente su quelle combattute nella zona alpina, ciò che merita di essei'e notato da noi.
TRA l LIBRI
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Nel campo militare può certamente essere l'ammontata la Rivista. sto1'ica del Risorgime-nto italiano, che il professom B. 1\lANzO~S B ha cominciato a pubblicare. Il primo fasoicolo si presenta assai interessante per i documenti e per gli studi che contiene. Tra quelli promessi per i prossimi numeri, alcuni avranno una importanza direttamente militare, e veùiamo &nnunziati trtì gli altri i Ricotd·i sulla ,quel'ra del1848-49 del senatore Sacchi, il quale, se non ci sbagliamo, fu aiutante di campo del generale ·Bava, ed è quin~i in caso di spiegarci molte cose di quei tempi eroici. Realmente l:t l?iuista colma un vuoto che em sent.ito in Italia, e più ancora lo colmerà cominciando, come si propone, il lavoro di vagliatura ordinamento, critica degl'infiniti documenti che oramai sono pubblicati o almeno per pubblicar:>i, e dando in tal modo una spinta all'opera di ricostruzione di questa parte della nostra storia. A questo riguardo, ci fa piacere di trovare nel fascicolo che abbiamo souo gli occhi, non solo il Dim·io delm·inistt·o Castagnola, che ci informa dellP circostanze in mezzo alle quali il ministero di cui faceva parte ci condusse a Roma, ma anche due studi riassuntivi l'u no sulle ideel del Gioberti rirruardo a Roma ' l'altro . ~ sulla mdole della cost.ituzionc concessa da Pio IX a<~li Stati della Chiesa. Ci s~mbra che, entrambi, essi rivelino chiaramente~ scopo della Rivista, la quale in vece di pascerei di sterile erudizione comincierà a richiamarci all'esame di noi stessi, delle idee che ci governano e dci dati più importanti del nostro carattere. Anche gli studi sulla nostra storia militare possono essere diretti con analogo indirizzo, e rivelarci certe tendenze le quali sono proprie al nostro popòlo, e da assecondare o contrnrial'e rlagli ordinamenti e daoli am· . l ~ mae.stramentt secouc o che gli son favorevoli o dannose. Sotto questo ed ogn1 ~ l tro nspet.to noi speriamo che la Rivista troverà· aecoglienza tra i nos~n confratelli d'arme in cui l'amore alla patria è un culto ed il desiderio di conoscerne la storia un dovere. Una sola osservazione ci permetta il professar li[ANZO~E, dil'ettore della IlJ.!ova Rivista, e riguarda il punto di partenza del periodo di tempo cui essa comprende. Perchè il 1789'? perchè allora «si videro compa 1·ire di q.ua delle Alpi i primi germi della l1bertà, portativi dal soffio della rivoluZIOne f1·ancese • così dice. la prefazione c si comprende come un limite e preciso, ci aveva da essere. Ma quei germi o si vider prima, se si consi~ deran.o in relazione al movimento delle idee tra le quali si svolse b riv.oluztone f1·ancese, o alquanto più tardi, se in relazione alla infl uenza·esercitata dai primi atti del gove,·no instaurato per effetto dell'adunala degli
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TRA. I LI :SRI
TRA I LIBRI
Stati generali a Parigi .. Ne paia cotesta. sottile o pedantesca distinzione. Essa ci è suggerita dal ripugnarci di vedere uscire il movimento italiano dnll'impulso dei mcstatori mandati tra noi dal nuovo gover~o di Francia o dalla spada di un generale audace e fortunato, invece che da una lunga pt·epàraziòne ma turata nella coscienza del popolo italiano per impulso del movimento intellettu!ile che trascinava tutta Europa c che mnnifestasi nelle riforme dei Principi e nella trasformazione dell' indirizzo letterario avvenute l' una c l'altre nella seconda rnetà del xvtn secolo. Senza di ciò mal si spiega il processo della stot·ia nostra in tulla la penisola Ira l'ultimo decennio di quel secolo, ed i due primi del successivo. Del resto, permettcndoci quest.o lieve appunto, comprendiamo la libertà e le necessità del Direttore rimpetto all'at·duo compito da lu i affrontato, e comprendiamo pure che quella data non è un limite fisso ed irremovibile quando si tra tterà df!l processo evolutivo delle idee: ma desid._ereremmo che essa non sia un programma. *
** Per ch iudet·e su qu~s to ordine di argomenti non dispiaccia che a controprova di quanto fu detto più addietro, citi alcune delle numerose pubblicazioni app!\rse in questi giorni sulla storia del nostro Risorgimento. Il i\IAGINt (coi tipi .dei succe3sori Le i\Ionnier) ristampa la memorabile discussione fatta nel '1861 nel primo Parlamento italiano sui diritti degli italiani a Roma come loro capitale. Jl generale P .IGANO in una sua breve ed erudita esposizione Delle origini llelliL bandiera tricolore italiana (Roma, Tip. Agostiniana) raduna le molte indagmi fa tte soVl'a quell'a rgomento, e vi aggiunge parecchie ricerche sue dalle quali risuhu che i tre colori italiani hanno parecchi esempi nei costumi e nelle insegne nostre in tempi molto anteriori ai nostri: che \'idea di considerarli come simbolo della nostra libertà è dovuLa al bolognese Zamboni nel -1794:, che due anni dopo fu rono adottati nellti divisa della guardia civica istit~1ita a Milnno quando vì entrò il generale Bonaparte e sullo stendardo nazionale lombardo: che poi ricomparvero sempre ogni qualvolta gl'italiani aspirarono a governo liber() e indipendente. A Milano si .ristampa in edizione economica gli sc•·itti del i\IAZZlNt che chiamò la gioventù dei tempi suoi alla religione del dovere ed allo spirito di sacrificio per gli altri. 11 F;.tot,LLA continua l'analisi psicologica della simpatica famiglia Ruffini, cui appartiene lo scrittore del gentile romanzo Dottor Antonio, clte conquistò tante simpatie inglesi all'Italia e tanta fama alle bellezze della 1.1iviera di Genova. Un romano (il D1u1tLLA Muu.En) col titolo Roma e Venezùt (Tip. Roux Frasstlli)
1877
npor111 agli entusiasmi dei primi tempi di Pio IX, e ci racconta un curioso capitolo di storia delle relazioni passate per un momento tra il re Vittorio Emanuele e Mazzini nel {863 in fa vore della ·liberazione del Veneto, ed alcuni particolari sull'uccisione di Pellegrino Rossi. E qui faccio punto, perché a questi non saprei unirvi la Cronologia della R. Casa di Savoùt di U. Ro~s1, arida enumerazione genealogica della dinastia sovrana e dei ra mi laterali della famiglia, accompagnata da pochi ed incompleti cenni esclusivamente personali dei personaggi che vi son nominati, e della storia del risorgimento italiano. Vi imparo che Eugenio Franr.esco di Savoia Soissons fu detto il Grande per le sue grandi battaglie e vittorie riportate cont•·o molti suoi nemiéi, che nel182:l il VE.neto fu in vaso dagli austt·iaci che esiliarono e carcerarono molti nobili cit.tadini, fra i quali Silvio Pellico, perciò de hoc satis.
· Cl
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Tomiamo nel campo mi!itare. Ce ne porge il destro un libr·o col titolo Le istituzioni militari ed -i l lot·o ttVvenire edito senza nome di autore dalla tipo-',.ra Ga Vorrhera. Dopo 'l l'b ~ 1:) t 1 retto del GuERRHil La ,querra e[{) stato sociale, questo è un nuovo contributo ad uno dei principali tt:a i temi che agitano il peosièro odierno, e l'A utore lo atl'I·onta con un'ampiezza di conoscenro e con un3 fermezza di convinzioni non comune in colo1·o che generalmente trattano questo argomento da un punto di vista unilaterale cd essenzialmente economico. · Lo scrittore s'apre la via con una larga descrizione delle condizioni di f~tto imposte oggi alla guerra ed agli e~erciti, se \'ogliono essere in grado dt fa l'la assicurandosi nel momento snpremo la ma3sima energia militare. Le conoscenze dello scrittore su tu tto ciò che riguarda l"al'te della "Uet·ra e l'impiego delle forze militari, ·danno al primf) capitolo una grande importanza. Egli deduce dalla descrizione questo corollal'io: che date le circost~nze presenti il problema mili tare ha un va lore straordinario per la sua unrnanenza> e per le spese cui assoggetta continuarnenle gli ~ a ti. Non seguiremo quel capitolo che a noi militari dice cose conosciute, ma vorremmo che fosse letto per la chim·ezza e per l'ordin.e con cui sono riassunte. · Passa poi a considerare la società come essa è oggi, in cui « dei Lre grandi ideali proclamati dopo i rivolgimenti politici della prima metà di questo secolo, la f mternità rimane vocabolo seuza pratico efiòttivo signi ficato, la libertà subì trasformazioni val'ie e fu intesa in diverso senso secondo i paesi ed i momenti, solo l'U!J!I'I.'flianza civile fu conseguita e
'tl!A I LlBRl 1878 mantenuta intera, e se non è assolu ta non dipende unicamente da cause inet·enti alla natu ra umana . .Ma in questa stessa società in cui furono distrutte le cause di dis ug ua~lianza civile sancite per secoli tlalla legge, si r<:sc più facile il crescere delle disuguaglianze ooonomicbe: c c?n es~~ si~ accentuata \'intolleranza Clelle miserie, perchè l'orrido socwle e oggi il dtvenire uomo povero. » Ci perdoni lo scrittore di riussumcre ed abbreviare quanto egli espone, Alla stregua di quello premesse egli esamina le dottrine socialiste, i concetti morali, la letteratura, l'arte; ne vede le conse"'uenze e si ch iede ove tendu qùestu rapida t.r11sformazione di idee cui o soggiace l'epocu nostra. . . É prin~i pio di dissoluzione o di ri.nnova~lento '? Ma .no~ osa dt n ~pondcre ed in vece torna al tema che ptù lo l'lguarda, « 11 riflesso, dello spirito dei tempi sulle istituzioni militari_, e confessa c.h~ no~ . e tale da muntenore il culto degli ideali, fondamento dello spn·ttO mJI!tare. n E qui si avviene in ':'na délle iantc contraddizioni odierne· qt~ ella cio.é che « di fronte alla politica degli Stati che serba il' ca raHcre nazwnale SJ erge il complesso della vita moderna, la quale assume ognora pi~ i~d~l e cosmopolita·.• A <Juel ri llesso sono attribuite tutte le pt·ofc.$Stom dt pa.ce universale, e le proposte llVanzate pPr ottenerla, le qualt sono amptamcntc descritte; esse «non al imentano nè rinvigoriscono lo spirito militare d'una nazione, nè sono opportune a rialzare il morale ed il prestigio dell'esercito di fronte alle popolazioni. • Sicchè lo scrittore uscendo dal consueto riserbo, prorompe in questa mesta frase: «speriamo che il canto dei sedicenti umanitari non sia quellQ del gufo, e non debba riuscire ingrato nel giorno fatale, in cui dall'esercito, discu~so ~ ri?iscusso, si .reclamerà anche quella fede c quel vigore morale d1 cht v1ve e che st fa . a gara per togliergli. • L'arte si co mpi:~cc di mostra re in tultì i s.uoi orr~r~ la guerr~, per quel nuovo istinto che ci spinge ad osservare ptù da v~ctno dei padri nostri tu tte le cose: le orribili prima e più dcii~ alt r~. Ess1 os~ servavano po~o: l'idealismo parllli1.zava loro la v1stu con 11 fascmo, e cos1 la "uerra aveva i suoi esta tici, i suoi martiri sorridenti, i quali vedevano me~o. sentivano meno, soffrivano meno, onestesizzati dall'idea. « L' uomo moderno rimane lucido; la realtà entra· forzatamen te nei suoi occhi e nel suo cervello; i grandi strateghi sono considerati come gi uoca tori di vite umane,· quella parte della vita militare che al tre volte era con~iderata come. imponentee scenica oggi è ritenut~ puerile e teatrale. » La sctenza cconomwa non ha "'ran diffficoltà a cercare i donni delle spese mil itari, poichè le riguarda <In l(')punto di vista essenzialmente tecnico del denaro :peso e del r-apita le sottratto alle industrie. \'aiuta queste perdite e non si accorge, o non vuole accorgersi, di quanto sia rinvilito il valoredellebracciac del capitale e di quanto ,.
187.9 aumenti la popolazione oggi non ostante il militarismo, e quindi come una .serie di fatti si<t indipendente dn ll'altro. I nfine « una giovane scuola che Impara a combattere il militarismo per sè stesso in nome della mor<t le, della libertà individuale: della religione, della giustizia e lìn anco della fisiologia e della psichiatria . » Larghe citazioni del libro del Colaianni sulla Sociologia criminale illustrano meglio le accuse, eonfo rtare dalle teorie dell' Hamon e del Tolstoi e sostenute dalla conispondcnte letteratura popolare. « Una vel'll bufera di scetticismo, di egoismo che vuoi parere amore del prossimo, di denigrazione e di malcontento soma sul nostro paese e tenta di scardina re l'edificio sociule, comincia.ndo a scuotere le istituzioni militari; le quali, se sono di puntello alla tirfl nnia nei gove1·ni dispotici, servono di presidio e di gn ranzia nl la libertn ed alla dipendenza nei paesi a libero reggimento. » All'ampiezza dell'accusa , raccolta con rara coscienza d'impnrzialitil, rispondono i faui 9 La massa dellu società uttuale non è poi per sentimento innato sfavorevole all'idea militare, come lo si potrebbe credet·e: il corpo degli ufficiali non è più un complesso di professionisti che desi- . derava la guerra, ma un nucleo òi educa tori i quali nnch'esgi compiono un'apostolato, una lona sapiente, devota energia di tulli i giorni: coll'ambiente anche l'esercito si è modificato, la disci plina ricerca nuove molle per mantenere la compagine e l'ordine senza di che non v'ha esercito che regga ..Ma sollevnndosi dal contingente, lo scrillore afforma che la Q"'Ue•-ra . nmane quale la videro i gt·andi pensn tori una fn tale necessità una delle più elevate funzioni sociali, e i) più potente fattore di progresso, e qui veramente bisogna rimandare il letlOre al capitolo in cui è largamente dimostrato quel concetto, 11ppoggiandosi alla rDgione, alle citazioni degli scrittori, alla 'storia ed alle condizioni attuali dell' Europa. Ma non basta. Anche i gmncli eserciti sono un porta to dei tempi, e qualunque sieno i fenomeni che possa presentaroi la guerra in cui essi hnn parte, lo scrittore si mostra nemico dei piccoli eserciti, ma li vuole com posti di numel'Osi soldati sulficienternente istnàti e be1~ .Qttidati, e fissato questo principio, che egli ritiene corrispondente all'epoea nostra, egli ricerca in qual modo debba ess~re applicato a)[~:: ist.ituzioni militari e quindi alle condi1.i:mi del nostro paese. Un libro co me questo onot·a il pensato r~ che lo ha concepito c che percorre con calma tutti i pt·oblemi sociali che agitano la società presente, e ne raluta con animo tranquillo e con largo corredo' di cognizioni l'importanza : agli slanci del pensiero fa giusto eq uilib1·io la coscienza della realtà, e ne risulta una esposizione chiara, ordi nata, inca lzante e con vincente. Perchè la voce usci ta con tanta ft·anchezza e con tanta calma d3lle file dell 'esercito, e noi amiamo di credere che lo scrittore nppartenga al'fRA I LIBRI
1880
TRA l LIBRI
l'ese1·cito, non è per lo meno discussa nel coro dei letterati e dei filosofi di pl'Ofessione che rifriggono le idee dei tempi di Luigi XV ed argomenti i quali si trovano già nel Filangeri, e non si accorgono che il mondo intomo a loro si muove 'l Tocca a noi di rae4\ogliere quella voce e di farla valere perchè risponde anch'essa ad un sentimento elevato. ed alla convinzione profonda che la p~tce non sia data cbe ai risoluti ed ai forti.
Dobbiamo pure volgere un cenno ad un opuscolo del tenente SALA IHS, il quale con poche pagine su ll' Tstil.1tz.ione del fi.ro a Segno nc~z·ionale ci dice iu qual modo, secondo lui, potrebbe divenire, qual deve essere, istruzione preparl.ltoria per la milizia, inscrivendo di auto1·iLà nella società di tiro 11 segno più vicina ogni c,ittndino nell'anno prima della leva, obbligandolo seguirvi un periodo d'istruzione, e indirizzando gli esercizi del tiro allo scopo di avere molti ti rato•·i capaci di mettere una palla nel bersaglio piuttosto che pochi eletti capaci di far sempre t1·e.~ Ed Utùu~m l a ggiun ge r~mo noi; ma vorrem mo meglio studiata la proposta dal punto di vista finanziario, l'orl'ibile fantasma che segue ogni buona proposw. E dobbiamo pure ci ta1·e l'opuscolo del NAzAnl sulla Colonizzazione dell'Eritrea. Egli vi si dimostra contrario :lll'n ppoggio diretto dello Stato, molto costoso e sca1-:;o di buoni risul1ati per le pretese che solleva nei coloni: invece vuole che si assecondi, ed an~i favorisca dallo Stato l' indirizzo della Col'l'ente migt·atoria in modo che vada a fermarsi negl i 3ltipiani dell'Eritrea a preferenza di ahre •·egioni: e che fra le immiwazioni ;;i a preferii~ quella PI'OVenieute dall'Italia. I vi troverebbe la bandiera italiana per protezione, e larga es1ensione di suolo. 'A misura che la colonizzazione diviene più numerosa diminuiscono gl'inconvenien ti dei primi tempi, e la colonia finisce coll'esse1\e di vantaggio a sè ed alla madrcpntria. Se invece di fondare piccoli pettegolezzi politici sulle grandi questioni eli cui sta il germe nell' Eritrea, si rendessero popolari quelle questioni con elementi precisi e tolti dalla J'I'Oltà, come fa il signor Nazari, noi vedremmo i nostri compatriotti meglio preparati ad una situa~ione che è un portato della stori'n, ed alla rruale non possiamo sottrarci, ma da cui dobbiamo cavare i maggiori utili acciocchè non a1rvenga di noi quello che avvenne dei portoghesi i quali furono per secoli padroni inconscienti di quegli stessi paesi nfricani in cui i popoli più civili d'Europa vedono uno sbocco sicuro e fruttuoso aIla loro attività esuberante. . E con questo prendo co mmiato dal le"ttore, se egli ha avuto la pa · :.:ienza di seguil'lni nn qui. F.
1881
NOTIZIE POLITICO-MILITARI La questione africana ha ripreso il sopravvento su tutte le altre e le operazioni nel Tigrè 1lccupano da una decina di giorni tutta la stampa italiana. V ~rso la metà ?i _settembre, finita la stagione delle pioggia, 1·as Mangasetà, come moltt s1 aspettavano, di venne più inq uieto e minaccioso; non ebbe più riguardo nello spoglìare le carovane che tendevano ad Adua e a~ Adigrat: c nel far pratiche per indurre alla defezione i capi a noi sottomessi. Lo spmgevano a l[uesto provocante contegno gli eccitamenti o le promosse d'aiuto di vari rase specialmente del negus Meoelik. . Il govematore: generale Baratieri, tornnto appunto in quel t.empo nell'E· rltrea dalla sua licenza in [t.alia, si recò tosto ad Adigrat, ove prese alacremente tutte le disposizioni necessarie per frontegg iare oani eventualità. ,_Già .prima del suo anivo il generale Arimondi av~va fatto un giro d 1spezwne nelle provincie meridionali del Tigrè, p1·ovvedendo, ordinando, confermanJo nell'ubbidienza il clero ed' i copi. Il governatore, vist.a la situazione, riconosciuto il pericolo dell'esi'tanza (perchè Mangascià che aveva già raccolto qua lche mirrliaio di uomini nelle provincie a lui ri maste fedeli, poteva da un mo~ent.o all'altro ricevere rinforzi dai paesi confinanti, anzi si nnounziava cbe alcuni !ossero gi_à in_marcia),. deliberò di fini l'la, cacciando Mangascià olt1:e 1! Ts~llan e li Tacazze, non per velleità di conquiste, ma per assiCurare 1l possesso di quanto già occupiamo. La situazione si presentava a noi favorevole sotto tutti i rapporti. Il governato•·e di~poneva. nel Tig.rè di fo rze risp~ttabi li, la maggior parte raccolte ad Ad1grat e 11 resto d1sposto nelle vicinanze di Adua ed Ax•Jm. Il clero abissino, col suo capo a noi devotissimo, benediceva le nostre armi _e ~i pres~ntava al . popolo come protettori della religione e della propmta. Dalla parte d1 Cassala ci affidava pienamen te lo sfacelo dei · dervisci e l'amicizia dell' l nghilterra. Non prendere l'occasione per dissipare il punto nero che s'ingrossava ai confini del 'figrè, non p1·evenire il nemico che si andav; ing.rossan~o, snrebbe sta to un P-l'l'ore gravissimo. Il governatore, lasciato hbero dt regola•·s, secondo la situazione, non era uomo da commetterlo.
1882
NOTI ZIE
POLITlC O-~IlLlT..l R l
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La prima disposizione fu di ste~dere u.n velo di bande (che nell'Eritrea fanno il servizio di copri re e scoprire invece della cavalleria) tra noi e l'as Mangascià per interrom pere ogni comunicazione ed impedirgli di avere notizie su noi. Bastò questo movimento perché Mangascià, èhe si trovava presso Makallè, si ritirasse a Debra-Ailà a sud di Antalo. Frattanto fu ordinato ad Adigrat un campo d'osservazione, il quale si costituì il 3 ottobre colle seguenti truppe: uu battaglione cacciatori italiani, la seconda batteria indigena, il terzo ed il sest.o ballaglione indiaeni o , i relativi distaccamenti dell' arti~lieria e del genio. Il 4 ottobre vi si nggiunse il primo battaglione indigeno. Oltracciò il governatore chiamò sotto le aJ'lni, con eccellente risultato, la· milizia mobile, costituita in varie compagnie della forza complessiVa eli mille seicento uomini, ai quali fu affidato il servizio di presidio nei paesi sgombrati dalle truppe di.prima linea. Le notizie che allora si avevano dalr interno del paese erano quf'stc: il Re del Goggia m rimaneva inatti,·o; ras .Maconnen era partito dall'Barrar con un gros;o contingente per unirsi a J\lennlik; questi era alla vigilia di muoversi; ras l\likael era pronto in armi agli ordini di Mcnelik; ras Oliè, il più vicino, si era già avanzato 1ìno ai eonfì ni del Tigrè. Manaascià aveva cominciato a ricevere rinforzi; altri stavano per giungergli . 0 Non c'era un momento da perdere. Il 7 ottobre il gene1·ale Baratieri fece avanzare l'avanguardia eomandata dal maggio re Tosell i composta dal q,o bauaglione indigeni di 600 fucili delle bandr e una sezione eli artiglieria. All' indomani (8) partì il gove1·natore stes;:;o r.olla colonna principale composta di quat1ro battaglioni indigeni, un battaglione di cacciatori italiani, due batterie da rnontaRna, zappatori del genio, tel.egrafisti, ecc. ecc. Direttrice· della marcin era la strada che, seguendo la lineo. di displuvio, corre da Adig1·a t, per ~1aka!lé ed An t ~ l o al lago di Ascia ~gh i: Lun"o la strada si unirono alla colouna principale le truppe proven1entt da Adua, cioè i\ battaglione indigeno comandato dal maggiore Ameglia e le bande del Serae. v
... ** Frattanto a confermare l'opportunità .della mos:;a c l'assenza di ogni pericolo alle spalle, giungevano da Cassala notizie della scompa1:sa dei Dervisci anche dai posti occu pati ultimamente. Le nostre pattuglie cor-
NOTIZIE POLITICO - MILITARI
1883
rono in largo e in lungo il paese e si spingono fino nel Gherndef senza' incontrare ostacoli. Ma anche più importanti per il momento erano le notizie che giungevano dall'Aussa e dal paese dei Galla. I rapporti dell'Italia coll'Aussa sono noti. Fino dal1888 un trattato in .tu ~ta regola pone il sultanato d' Aussa sotto il protettorato italiano, e simile protettorato, se non anco1·a stabilito, è invocato dalle numerose popolazioni Galla confinanti cogli Abissini e da secoli maltrattate angariate ~d ?~pres.se dag~i Abis.sini in genere e clagli Scioani in sp~cie. . In pn~~1 p1o d1 quest anno 11 capitano Persico la cui compagnia era d1 guarmg1one ad Assa b, si recò in missione nell' Aussa, presso il Sultano l\Johamed e visitò i paesi dei Galla. Ebbe dappertutto le più festose accoglienze c o~ertc di aiuto contro gli odiati Scioani. Hiconobbe strade e villaggi, annodò relazioni fruttifere per l'avvenire e poi tornò ad Assab dopo ave1· lasciato al Sultano dell'Aussa alcuni nostri ascan:, perché istruissero le sue truppe. Tornò nell' A.ussa il detto capitano recentemente e trovò il Sultano in armi. pr~nto a segu irlo e piucchè mai eccita te contro gl i Etiopi le popolazJOm Galla, tanto da fa1· sperare che, se gli avvenimenti ci obblig?eranno-a procedere oltre i confini del Tigrè, le nostre truppe avranno dt ~anco e sul fronte un validissimo aiuto; se all'opposto ali Scioani 0 ven1ssero avanti, si tJ·overebbero minacciati sul loro fianco destro da numerose tribù di Jlanakili e di Galla . . E che queste induzioni non sieuo · mal fond ate, lo prova la notizia g1à ~rrivata. di un combattimento (non sapremo ben dire in quale località nè d1 quale 11nportnnza) tra Galla e Scioani colla peggio di questi ultimi .
,. ** ~op? la partenza della colonna p1·incipale da Adigrar, (avven uta 1'8 e saputa in Roma il 9) si stette tre giorni senza not.izic, ma anche senza ansietà; si sapeva che le nostre truppe erano in marcia. La mattina del 12 giunse in Roma e fn comunicato al pubblico il seguente telegram ma del generale Ba ralieri datato il W da Antalo: cc Iori prima dell'alba l\langascià con parte ùe' suoi fu agì verso sud· 0 gli altri si dispersero. ' . ' C~rca 1300 :r igrini provenienti dal lo Scioa tennero Debra Ailat . ra ~ ~ ~Yangua rd1a c~mandata da.l maggiore Ameglio, dopo una marcia P1d.IssJma, accostossi a Debra A1 lat ed auaccò la posizione con 6 compagme e 4 pezzi rincalzati dal hattnglione cacciatori italiani e dal terzo ·battaglione indigeno. ·
1885
NOTIZIE POLITICO-!ILLIT~RI
NOTIZIE POI,ITICO - MI LITARI
« Malgrad-o la forte posizione montana e le ~ifficolt.à. della. salita, i nostri cacciarono il nemico che scomparve fra 1 bunon1, lasCiando al• cuni prigionieri, parecchi feriti, una ventina di morti: . .. « Le perdite nostre sono , undici morti e una trentma d1 .rentl: · ( Esemplare lo spirito, il contegno, la resistenza alla marcia de1 cM· ciatori e dei zappatori del genio. « Morale elevatissimo in tutti. · « Nessun bianco perduto ». Da questo dispaccio si vede .che la ritirata di Mangascià non fu un 11wvimento tattico per· ripiegarsi sui rinforzi di ras Oli~,. ma u~a vera fuga per paura del nemico prima d'averlo visto. ~a p_osJZJO~e. d~ Dcbr~ Ailat fu brevemente difesa soltanto da poco più dt mille T1gnm reduci dallo Scioa per aiutare Mangascià e abbandonati da lui prima che cominciasse il combattimento. Battuti e messi in fuga questi, non c'è più fino ad Ascianghi .chi possa opporci altra resistenza . Militarmente parlando si pote~a ~es1d.e: rare un combatt.imento più· importante per avanzare una VItto n a pm completa.; ma il risultato politico del combattimento di. Debra A~lat è quello di una grande vittoria. I fuggenti da questo raggwngendo 1 fuggiti prima, non ' faranno che accelerarne la corsa. Considerando che Debra Ailat dista non più di due tappe dal lago di Ascianghì, si può ritenere che a quest'ora le nostre .truppe av~n.zate sieno già vicine a questo l~go, alle sorgenti del Tsell~r1, alh~ posJ7.lon~ che domina i depositi naturali di sa.lgemma donde SI trae 1l sale per tutta l'Etiopia e donde sono possibili le comunicazioni ~~~~· Aussa. Ad Ascianghi trovasi, per quanto si assicura, ras Olte, con alcune migliaia d'uomini.
-sino a!.l'ann'o 1874 inclusivo, i quali o reduci dall'estero sr swno già -costi tu~ti alla data del presente decreto al le autorità di leva nel Regno ovvero, tro,randosi tuttora all' estero. si costitu iscono entro il 31 di.ee~b,:e 1897 allé autorità di leva nel Regno, o regolino la loro posizione. E' pure concessa amnistia : a) ai militari s.tat.i dènunciati disertori o già concl:mnati come tali, :perchè non risposero alla chiamatn alle nnni della rispeuiva classe dì leva, i quali per ragione di età non abbiano più obb lighi di servizio; b) Ai militari stati denunciati disertori o già condannati come tali, ·pcrchè, trovandosi all'estero, non risposero alla ch iamata alle armi Jella rispettiva classe di Jev'a, i quuli abbiano tutto 1·a obblighi di servizio e :elle o siansi già costituiti, o, senzn obbligo di rientrare nel Regno, pro·vino di essere inabili al servizio militare. ' ' c) ai militari che, trovandosi all'estero senza il nulla osta Jelle .autorità militari, siano stati Jenunciati dise,rtori o manc11nti alla chiamata alle armi per istruzione, per· ra,segne o per evt>ntunlità di cui .all'art. 131 della legge su\la leva di terra, e all'an. 90 della legge sulla leva di mare e che o siansi già costituiti alla data del presente .{iect·eto alle autorilà milit:ari del Regno, ovvero, trovan dosi tuttor:~ al~·estero, ottengano entro il 3-1 dicembre 1897, il nulla. ost. n per rirna·nere all'estero.
1884
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. .l . d'.mteresse mJ' ll'tare emanate nella Ed ora vediamo le d.JsposlZlom quindicina che furono molte ed irnpo~·tanti. , . . . Il 2 ottobre venne pub).llicato un reg10 decreto che concede l ar~mst1a: a) ai renitenti ed agli omessi delle leve di terra eh~ risultmo na.tJ negli anni 18o2, 1853 e 18511, ed a quelli delle leve d1 mare che nsul tino nati negli anni 1852-o3-M-o5-56; . . . . b) ai renitenti e agli omessi delle leve di terra che l'Jsultmo ~at~ negli :;Jnni 1855-56-57-58 i qt:ali o si siano già cos.tituiti ovvero sì c?s.\JtUJscano in seguito, oppure, se residenti all'estero·, regoli~o la loro ~o~JZlone .. c) ai renitenti e agli omessi delle leve d1 terr~ nati ~n .anm posteriori all858, e delle leve di .ma re nati negli an m postençn al 1806,
Vennero pubblicate le disposi~ioni ' seguenti relative al porto delle ..Jecorazioni : « Le decorazioni posson~ se(npre essere portate con qua lsiasi uniforme. « Sono d'obbligo: ' << a.) Le decorazioni nazionali e le medaglie commemorative, colla -· ;grande uuifonne. Con qualsiasi uniforme, nelle' riviste passate da uf,6ciali generali ~~ nelle visite di dovere. ~ b) Le decorazioni al valord militar.e e quelle comrnemorat.ive : in guerra, alle. grandi manovre, nelle marce di tras~ocazione, nei ser':'izi armati esterni (tranne che nelle esercitazioni), nelle riunioni aventi •Carattere di festa militare. « J decorati dell'ordine militare di Savoia c delle medaglie d'oro o ·d'argènto al valor militare, quando non obbligati a portare la decora.zione, potranno sostituida con un nastrino di seta identico a quello del nastro, applicandolo al 2° bottone di sinistra della giubba» . Vennero pubblicate le disposizioni de_lla nuo1'a legge 8 agosto 1895 per le ritenute sui nuovi stipend i ed aumenti di stipendi e le nonne ,per l'applicazione dell3 legge stessa. 119 -
ANXO XL.
1887 dibili di due o di una leva; di quelli invece arrolati per la ferma di anni tre il' Ministero ha determina to che una parte non sia per ora chiamata alle a1·mi, ma sin lasciata in congedo illimitato pt·ovvisorio a disposizione del governo con obbligo di presentarsi alle armi, salvo disposizioni in contrario, cogli uomini di ·l a categoria della ventura leva sulla classe 1876. La quota dei predetti militari della classe 1875 con ferma di tre anni da lasciarsi-per ora in congedo illimitato provvisorio sarà dal 38,18 per cento sul numero totale degli inscritti della classe 1875 che in ciascun manda mento risultarono arruolati in 1a categoria per la ferma di anni tre alla chiusura della sessione della leva, cioè al 30 settem bre p. p. Gl'inscritti da lasciarsi in congedo illimitato dovranno essere personalmente avverliti con apposita notificaz ione per mezzo del sindaco del rispettivo comune, e pc1· lo stesso mezzo dovrei ad essi essere ritirato il (oglio ci'i congedo illimitato provvisorio, di cui sono muni1.i, sul quale sarà dai distretti posta per ciascuno l'annotazione seguente : Lasc'iato in congedo iltiwitato pet presentarsi alle ar-m·i con la classe mccessiva. In previsione della trasfor rna;.:ione dei d·istretti m:i lilari in dist1'elt·i di l'eclutament.o sono state compilate per l'assegnazione ai co1·pi degli inscritti nuove norme che S;Hanno pubbli~ate prossimamente in un Atl.o nel Giornetle militare. In relazione al disposto del § 709 del regolamento sul reclutamento, il Ministro ha poi determinato quanto segue circa l' arruolamento nei corpi del regio esercito. ·1° L'anuolarnento sarà aperto a datare dal 1o novembre p. v. e fi no H tutto il 30 aprile 1896, prosso quei corpi in. cui può essere efl'ettuato giusta il disposto del § 708 del citato regolamento. 2o Il numero rlei volontnrj ordinari, che nel detto periodo di tempo possono e!isere ammessi in servi;:io, è di 10 per ogni reggimento, e di 5 per ciascuna brigata di artiglieria da costa e da fortezza e per la bri· gata ferrovie1·i del genio. In questo nume1·o, a termini del § 710 del menzionato regola mento, debbono computarsi i militari di 2a e di 3o categoria ammessi in servizio nello stesso periodo di tempo, in seguito a trasferi mento alla prima categor·ia per libera elezione. NO'f'JZIE POLlTlCO-MlLITARI
1886
~OTIZIE POLlTICO-MILlTARl
. h durante la prossima staoione invernale avranu~ Fu determmato c e ' " . d' 1 v le . o di Nettuno due corsi d'isll'llllOne l scuo a cen ta luogo, al po l1gon ' l d t gna nelle di tiro per 1\Jrtiglieria da ca mpagna, a cavai o e a mon a ' epoche sottoindicate: . og~ . ·1' o cor~o. , Dal io .., , , -~Jù novembre al 19 dicembre . 2• . . Dal 7 O'ennaio !li H) febbraiO 1896. . COl so. bb'l. ate"te ammissioni dei nuovi allievi nl primo cors<> \' ennero pu IC d1 · · le pei dell' accademia militare, della ~cuoia militare c e corso specw . sott'ufficiali <' Ila scuola di Modena. . r bblicato un reaio decreto che stabilisce un nuovo Ol'dtna\ enne pu e · 1 · co· decreti legrre mento del servizw territoriale del genio, m re a_zwne l d· - da l ·' 89'· Secondo questo nuovo ordmnmento, a ,Ilare a !cl 6 novem bre 1 '*· . · · l' d' · · · ' b , si 'JV!'anno i seouenti coaiandl terntona l, tVISIOUJ 1° novem re P· \. ' " e sottodivisiooi del genio: Comando territoriale Torino. - Direzioni Torino e Alessandl·ia. __ Sottodirezioni Novara e Cuneo; . . .. C do territoriale Venezia. -·- Direziom Milano, Ve,·on3 e Venezia . oma~ . d Ila O'Uen·n e rnnrina). _ Sottodirezioni Brescia e Pndova·; (per 11sernzw e . o .· le' Spezia ' . . . e Snezi& - Direzwm Genova, F' 'Il.enze ,. , Comando terntona · . . . p· . Li . ._. d 11 O'Ucrra e marina). _ Sottodtrez10n1 1acenza, (per 1\ scrv1z1o e a o vorno e Maddalena; . i\ Comando territ.oriale Bologna. - Direziont Bologna e . ncona. e Chieti; . . . SoIlo(ll·1-ez'·1oni Ravenna ' . l\ li - Souodtrez1om Comando terntonale Rom~ . - Roma e " apo . PeruO'ia Caoliari e Salerno; . . "'Coma '' nd<> o te1-rt. t01.·Hl le· 11,.·[essiua • -Direzioni Ba n, Taranto e l\1essma. _ Sottodirezioni Catanzaro e Palermo . . . .. . Un altro regio decreto riordina il genio militare del serviZI della regta marina.
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... * Il Ministero ha determinato che ijei giorni o, 7 c iO dicembre p. vsiano chiamati alle armi : ,.., . . · . . Ttari di -ta categoria della classe !8 J4 che gJUsta le dlspo· · a) 1 ffil l ' · oed~ sizioni della circolare 1.56 dello scorso anno, furono 1ascll\1l m cono illimitato a disposizione del go verno; . • 0 75 d ccez10ne di una parti' di l b) i militari di ·tn del la _cass~ -~ ·:J 'a e . uelli arruolati per la fel'lnn dt aunt tre. . . . . q D . 'l't .· cle!Ja· r·l~sse -1875 saranno chiamati alle armt tutti quelh e111111.Ull '" · l' ·ve che furono arrolati per l~ fermn di un anno o due anm, qua l n - ~
R~ma
14 onobre i89f:>.
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1888
1889 una stretta difensiva favorita dalla posizione e passa1·e poi ad una enet·gica controffensiva. · Col fatto però, quantunuue la manovra fosse duratura un verso le 2 pomeridiane, esso non tro.vò il tempo di pronunziare questo movimento controffensivo e invece la sua altl sinistra fu rovesciata dall'attacco di due divisioni del VII corpo. Fin qui le manovre erano state assolutamente libere. Senonchè visto che, colla ritirata inevitabile del X([ corpo, le truppe si sarebbero al· !ont.anate di troppo dalle swzioni dove era predisposto il movimento ferroviario di ritorno, si suppose 'che in una ' battaglia fra le due armate avesse ·avuto la peggio quella d1 cui il H I corpo faceva parte. L'oradetto corpo quindi, nncorchè vincitore, si ritirò e l'altro lo attaccò il 3° giomo presso a Banfl'y Hunyad con esito incerto. Bilancio degli Honvéd per il 1890. - A quanto t·iferisce il Pestel' Ltoyd, nel bilancio prevenrivo del IIonvéd per il •1896, la forza at.tiYa di questi è la seguente: J. F.\:'ITERIA. Ufficiali : 1.5 generali, 32 colonne:li, 48 tenenti colonnelli, 80 maggiori , 252 capitani di •l" classe, H !t, di 2n classe, 553 tenenti, 567 sotfotenenti, i generale medico, -t l maggiori medici, 57 c:~pi tani medici di :ta classe, 39 di 'J.a classe, 8 tenenti medici, 27 capitani contabi li di P classe, 7 di 211, 78 tenenti contnbili . Truppa: 2354 sotLufficiali (compresi i cadetti), 1287 caporali, W32 a p· punt(l ti, -1 34f 6·soldati (Honvéd), 189 tamburini, ·189 tt·ombettieri, 63 armaiuoJi di fa. classe, 26 di 2", 17 di 3•. II. C.\ VALLERI.I. U{{i.cù1li : 4 general i, 1.0 colonnelli, H tenenti colon- · nelli, H maggiori, 53 capitani di fa classe, 3f di 23 ,100 tenenti, 107 sottotenenti, H capitani medici di i" classe, 1.0 di 'J.a, 10 capitani contabi li di 'J.a classe, i tenente contabile, 21 ufficia li veterinari. ' Truppa: 390 sottuflìciali (compresi i cadetti ed i sottulliciati trombettieri, nrrnaiuoli e maniscalchi), 200 caporali, 61 trombettieri di squadrone, 61 sellai, 3{ 14 u:.sari, 355 auendenti. La forza della risona e riserva di complemento è la seguente: F(tnteria: 1.0 capitnni, 700 subaltemi, 3000 sottuflìciali, 27000 Honvéd, ed ol tre a ciò 1.2000 riservisti di complemento . Cavallerùt : H5 subalterni, !000 sottuffi ciali, 6000 ussari. Quindi riassumendo si hanno: Ji'an·Jeria in servizio attivo: 1.889 uffìciali e 1.8573 uomini di truppa. Fanteria ·in riserva : 7.f0 ufficiali, 42000 uomini. C(tvalleritt in attività: 380 ufficiali, 4181 us;;ari. Cavallerict in riserva : 115 urtìcia li, 7000 ussari. NOTIZIE 11IILITAR1 ESTERE
NOTIZIE MILITARI ESTERE AUSTRIA-UNGHERIA.
Manovre ese,quitc ù~ TTa.n.~ilV<lnia. dal 23 al 'l (} setteutbl'e - Trnnt~ assegnato al lf[f c01·po (partito oves~) (felcl:;eugmeister bar. v. Wldiislrilten). « L'armala di cui fa parte il VU corpo ò entrata in Transilvania per le valli del Maros e del Fehét· Koro;. , Sembra che il nemico si trovi col principale nucleo rli forze nel basso Aranyos ed abbin forti distaccamenti nelle vicinanze eli Klausonburg. Il VII corpo riceve l'ordine di portarsi ra pidamente su Klnusenbut·g e di ricacciare possibilmente verso il llllrcl le forze nemiche che si trovassero nella valle dello Szancos. ~ Il VII corpo era composto ui due divisioni dell'esercito, una divisione di Lendwehr (Honvéd), di un reggimcnro artigl ieria di corpo c di mezzo eq uipaggio dn ponte. Di cavalleria C\·iwi soltanto quella divisionale (9 squadroni). Forza totale: 23,000 uomini circa. Tema assegnato al .'l.ll CO I'PO d'annata (pa·rtito est), tenente maresciallo Oa.lgiczy de Gala.ntha). · « Il nemico entrn in Tr:msilvania colle sue forze principali per le valli del ~I al'OS e del Fehér Koros c con un corpo d'armata (approssimativamente) per quella del Sebcs Koros. « Mentre l'armata nndrù ad incontrare le fo r"'e principali del nemico ri montando l' Aranyos il Xfl corpo riceve l'ordine di rigeuare il corpo nemico che si avanza da Gross-Wa1·dein. » Dello corpo era costit.oito in modo perfettamente eguale al VI ( corpo, soltanto aveva due battaglioni di fa nteria in più e quindi una fon~ totale di 2/J.,OOO uomini circa. Le manoHe si svolsNo in ll'i3 giomi. Nel 1o giorno, il XII corpo, pot·tando la sua divisione avanzai\\ verso sud ovest, ment.re avanzava verso ovest colle altre due, ri uscì, a trattenere l'avanzata delle due divisioni formanti il 1. 0 scaglione del VII corpo. La divisione riuscì a ritirarsi in buon ordine ~u lla forte posi7.Ìone del nisceg a l:i chilomet1·i a.i ·est di BaniTy Bunyad. Nel 2o giorno· i due partiti avevano tutte le forze riunite. li VII eorpo prese decisamente disposizioni d'auacco. Il XH divisava opporre prima (
NOTIZIE MILITARI ESTERE
1890
NOTIZIE MILITARI ESTERE
La bicicletta pieghevole, ha fatto la sua apparizione nelle ultime manovre di guarnigione che ebbero luogo nei pressi di S. Quintino. Un plotone di ·12 ciclisti dell'87° di linea è stato adòperato nel servizio di ricognizione, e per quanto il terreno lo ha permesso, ha sod-disfatto pienamente_il proprio còmpito, rivaleggiando in speditezza ~ in 'l'esistenza colle più nllenate pattuglie dì cavalleria. Questo primo esperimento così beo riuscito - a quanto ne dissero i giornali - ha !asciaLo in tutti i competenti di cose militari il desi·.cterio di vedere impiegati su più vasta ~cala i veloci pedisti non solamente per la trasmissione di ordini , informazioni, ecc., ma anche nel servizio di esplorazione in unione alla cuvalleda, e da soli. Le nuove promozioni. - 11 Bollettino delle promozioni del 28 settembrè nello stato mnggiore generale porta la nomina di 5 generali di divisione . e 9 generali di brigata. · l cinque nuovi generali di divisione occupavano rispettivamente i numeri 8, 12, Hl, 44 e 49 sulla lista di anzianità dci generali di bri.gata; tre' di essi provengono dalla fanteria, uno dalla cavalleria ed uno dall'artiglieria. Essi hann~ rispettivamente l'et!1 di 5(i anni, ~H. 5!, 59 e 59 il che dà una media di 5o anni. Dei 9 nuovi brigadi~ri 3 pl'ovengono J alla fanteria, uno dalla cavalleria, quattro clall';wtiglieria ed uno dal genio. I tre colonnelli di fanteria promossi generali di. brigata occupavano rispettivamente i numeri 8, 23 e 27 sulla lista d'anzianità della loro arma. Essi hanno t·ispetti~amente l'età di 57, 54 e 55 anni. Il colonnello di cavalleria promosso generale di brigata occupava il numero 2 sulla lista d' anzianità dei colonnelli dell a sua arma. Ha l'età di 59 anni. I quattro ~olunnelli d'artiglieria promossi generali di briga t-a occupavano rispettivamente i numeri 7, 12, i6 e 1.8 su lla lista d'anzianità. della loro arma. Essi banno rispeiti va m:u~ te l'età di 59, 59, M e 55 anni. Jl colonnello del genio promosso generale di brigata, occupava il N. 4 sulla lista d'anzianità dei colonnelli della sua arma. Ha l'et-à di 57 anni. Si vede perciò che dei nuovi bt·igadieri, 2 hauuo l'età di 5(1. anni, il ~ quella di 55, 2 quella di 57 anni e 3 quella di 59 anni, che fa unn media di 56 anni e mezzo per i 9 nuovi brigadieri. Pe1· conseuuenza 0 la. media dell'età dei. nuovi generali di brignta supera di un anno quella <lei nuovi generali di divisione, il che per un'altra volta prova il paradosso del10l 0 di linea, che aveva il tenente colonnello generalmente niù vecchio del colonnello. ' t
FRANCIA.
La ch·iamata della mwva classe. - Come già fu annunziato, le reclu te della classe ! 894 raggiungeranno direttamente ed individualment(' i\ corpo rispettivo d'assegnnzione. A tale scopo è stato stabilito che l'ordine stesso di chiamata ~erva da foglio di via. Le spese di viaggio saranno pagate dagli iscritti e quindi ad essi rimboi·sate al loro giungere ai corpi. Coloro tra gli inseri ti privi di mezli per provvedere alla loro sussistenza, durante il viaggio, •riceveranno dall'ufficio d' intendenza un mandato speciale prima della partenza col quale potranno riscuotere i me7.Zi occorrenti e far fronte alle speso di viaggio. A tale uopo gl'ins'critti dovranno presentare una dichiarazione municipak constatante la loro indi~enza. È corsa voce in quest' anno che la classe !894 sarebbe stata convocata pel 15 ottobre, pure:per ragioni di bilancio cP-rtamente, la chin mata è stata indetta per l'epoca solit a degli anni trascoJ·si cioè pel Hi novembre. · l.a chiam.nta dei 1··iservisti. - Come già è stato accennato alti'3 voltn, quest'anno i riservisti dovranno pre5entarsi alla gendarmeria, per ritirare essi stessi l'ordine di chiama ta alle ;trmi, in luogo di riceverli o domici lio. Questa misura è stata adottata pe1· alleggerire in parte il gravoso compito ariìdato alla gendarmeria. . A termine delle disposizioni in vigore un certo numero di riservisti sono tu llora convocati per mezzo di mani fe:Hi. L'attenzione del Ministro della guerra è l'lata richiamata sugli inconvenienti che presen ta un tal modo di convocazione, tralasciando il più ddle volte i riservisti e i territoriali di consultare i manifesti. D'altra parte la consegnn derrli ordini individual i non assorhiva intera mente il personale della cre;darmeria in difi'erenti epoche dell'anno. L' a~ministrazione della gu~rra è stata perciò obbligatu di studia re i vantaggi che risulteranno dall'invio degli ordini individuali, pet· mezzo di ona carta postale, della quale gl'interessati, rise1·visti o territoriali devono accusare ricevuta. Jlfodifìwzioni alltt uni forme della cavalleria. - Il Ministro della guerra ha fatto sperimentare da alcuni reggimenti di cavalleria durante il periodo delle manovre, un nuovo modello di pantaloni sema basmw e di gnmbali. Pare che i risultati sienb stati soddisfacenti e che quanto prima i nuovi capi di corredo garanno definitivamente ndott~ti, rendendo così piÌI spiglintn ed elegante la tenuta de' cavalieri.
1891
1.
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PROMOZIONI avvcnule nell'esercito francese durante il 3° trimestre 1895.
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TEMPO MINIMO E MASS!MO PERCORSO NEL GRADO
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:SOTIZlE MILITARI ESTERE
1893
MARINA.
Le costmzioni navQ-li pr:ogettnte. - Le costruzioni navali che sa ranno messe in cantiere nel 1896 presentano un certo interes:;e per cinque tipi nuovi di navi che saranno daLi all'industria privata, durante l'esercizio finanziario in corso. Una sola corazzata sarà posta in cantiere; questa corazzata portante il nome di Ilem·i l V, annunziata dal ministro della marina durante la discussione del bilancio, avrà dimensioni ristrette; il suo spostamento sarà di 8700 tonnellate ossia 3000 tonnel late di meno delle corazzate attualmente in costruzione, le caldaie saranno del tipo multitubolare, la velocit:ì prevista sarà di 18 nodi ed il raggio d'azione sarò di 4,o00 miglia a· 10 nodi. L'armamento comp1·enderà 2 cannoni da 305 millimetri 6 da 138 millimetri, 4 da iOO mi llimetri, 8 da 47 milli metri e 4 da 37 millimetri. Avrà un equipaggio di soli 400 nom ini compresi gli uffi ciali. Questo nuovo ti po di corazzata ha incontrato qualche opposizione nei circoli marittimi c si ricordano le dichinrazioni fatte dall'ammiraglio Gervais innanzi In delegazione della commissione extra -parlamentare di ToIone, che battezzò le corazzate di piccole dimensioni coll'appellativo di • uomo debole,. Ciò non pertanto la corazzatura e i'armamento della Hem-i I V costituiranno una unità di valore che avrà il vantaggio di costare molto meno delle altre corazzate. Il progetto delle costru zioni eomprende purfl la messa in cantiere di un inrrocintore di 1• classe. Questo incrociatore sarà del tipo del Dnpu.y-de-Lome le cui buone qualità furono rilevate dall'ammiraglio Fournier innanzi la commissione extraparlamentare. Lo spostamento sarà portato a 8500 tonnellate; meno rapido dei due incrociatori dovuti all'iniziativa di Felix Faure durante la sua permnnenza al .Ministero della mariria, la sua velocità sarò di 20 nodi ed il suo ruggio d'azione si potrà estendere a 77ù0 miglia. Sarà armato di 2 cannoni da :1.96, milli metri, 10 da 138,6 millimetri, 12 da lJ,7 millimetri, 4 da 37 millimet ri e di 2 tubi lancia-torpedini sottomarini. Le costruzioni nuove progettate dimostrano che si è alla ricerca di un nuovo tipo di contro-h.>rp~din iertl. Infa tti due avv isi torpediniere di tipo diiTerenle ven aono messi in eantiere l'anno venturo, il pri mo di un tonnellaggio inferiore n quello del Cassi-m: o del Casabianca, avrà 77 metri· di lunghezza; !:1 forza della ma0chi nf1 sarà di 64,00 cavalli e
1895
NOTIZIE MILITARI ESTERE 1894 la velocità raggiungerà 22 nodi e 5, ossia un nodo di più di quelli che si è citato, il raggio di azione sarà presso a poco eguale agli altri; l'armamento comprenderà sei cannoni da 65 millimetri e sei da 47 millimetri. Il secondo avviso-torpediniere sarà di dimensioni più piccole, avrà uno spostamento di sole 375 tonnellate, ma la sua velocità dovrà raggiungere i 26 nodi; nvril un cannone da "65 millimetri e 7 da 4:7 millimetri ed un tubo lancia torpedini. Quest~ torpediniera si av vicina per velocità ai Destrogcrs inglesi. Infine, sembra che per 1·ispondere ad un desiderio e::presso d ~ l consiglio supet·iore della marina si intrapreoderù la costruzione di una torpediniera di alto mare di grand·i dimensioni. Essa avrà uno spostamento di 240 tonnellate, la velocità massima in progetto è di 2lt, nodi con un raggio d'azione superiore di 1000 miglia a quello delle altt·e torperliniere di alto mare. Questa torpediniera sen-irà dn cnpo gruppo alle torpediniere di sq u ad r~.
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE Bollettino bibliografico
l . Sommario delle riviste militari italiane. Rivista di fantm•ia (settembre). fl XXIII settembre ·1895 in Roma. (La Riv·ista de·i vctemni). Per l'ordinamento regionale dell'esercito. Le note C<J ratteristicho. Appunti . ....:._ Varietà. - Notizie. - Cron:1en. - Rassegna della stam pa. :>
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Rivista nwTittùna (l)ttobre 1895). Le chiglie laterali su lle grandi navi. G. Rota. Impiego tallico delle torpediniere. C. Corsi. Le capitolazioni consolari. A. Mazza." L' America del sud e il commercio italiano. Y. Grossi. La situazione militare mediterranea. D. Bon.amico. Lettere al direttot·e. Informazioni ed ul time notizie. Madna militare: Austria - Brasile- Cina - Francin - Germania - Giappone - Inghilterra - Italia - Norvegia - Russia - Olanda - Spagna - Stati Uniti - Sve?.ia. Marina merc<Jntile. -Notizie varie. - Tavole.
2. Ordinamento, reclutamento ecc. - Il bilancio della gum·a pe/ 1896 in Francia . Relazioni e discussioni parlamentari. (Avenir rnilitaire, 4: ottobre •1895) . - T1·e punt~ della. ?'elazione su.l bilancio dlllla guel"'l'a pel.J896 in·Francia. (Pro,qnJs militai·re, 2 ottobre 1895).
1896
'·
NOTJZJE
BIBLJOGR.~ FICHE
· - Disarmare? Servizio generale obbligatorio od arruolameuti ? Stud io del colonnello Pot·tb. (Streffleur's Zeitschrift, .settembre 1895). - o,·dinamcnto rlel1lfinistero del/(t guerra in Spagua. (Revisl(t tecnica de infunteriu y caballeriu, H> :;etlembre 1.895). - La. nwbilitazione delle tmppe al,qerine. (Afilititr WochenblaU, -14 set,. tembre 1.895). - Le. forza ·dell'esercito in,qlese. (,lfilitiir Il'ochenblatt, 21. settembre ·1895). - Artiglieria c gcn·io. Questioni di ordinamento. ( Prog1·ès rnilitai1·e, 28 settembre 1895). -Aumento di uffit:iali nella m(tl'ina ·inglese. (Militar IVocftenbla tt, 18 scrembt·c i895). , -Le riforme del Var·Of{tce, in Inghilterra. (Revtte du cerete militaire, 28 Sf:!tternbre -1895). - Ftontinre e fortezze delle principali 7Jotenz:e. (Continuazione). Ordinamento ,difensivo della confederazione· el vetica. (.lonnwl de8 scienees militctires, settembre 1.895). - Modi/icazioni da a.ppo1·tani altn teg_qe sullo stato degli 1lffi:ciali in Francia. (Jou1•nal des sciences milit.aites, settembre 1895). - Le _q·iahilazioni pr'oporzionali degli ufficiali. (Spectoteur m.ilita.ù"e, settembre -1 895). - Perfezionando. Considerazioni su l corpo del commissariato del tenente commissario P. Forte. Rivolgersi alla tipogra fia Voghera, Roma. ·- Istruzione c condolla della cavalleria. Traduzione dal tedesco. (Hevuc de cavalerie, settembre •1895). - f.A C(lvalleria mtStro-nnqheresP. (Continuazione) per C. De Margherit:t tenente italiano di cavalleria. (Revue de cavaleri.e, settembre ·189;5).
3. Arte militare. - f>ro,qrcssi dell'artiglieria d<t campagna in Russia. (Jlfili.tiil· Wochenblatt, 2 ottobre -1895). - Studio sulle p·iazze forti di questi tempi. (Revue du génie, settembre -1895) . - Su.U' impiego eletta cavalleria. (Stre(fle w" s Zeitschrift , ottobre 1895). - Sttl rnmlo di or·ientarsi nelle posizioni coperte, sul fond amento di espèrienze fatte l!ell 'a rtigli ·~ ri a per Brilli, maggiore austriaco. Vienna, 1895, Seidel.
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N OTIZIE BIBLTOGltA FICI:IE
1897
- La fa.ntcria e lt' lotta d' artigliel'ia. ( Revue dt' cerete militetre, 1(1, set· tembre ·J 895 l. - Preparazione della compa.Qllia al sernizio di ca.mzwgna. (Jotmwl des $Ciences milit<Iires, settembre 1895). - Corso di topogmfia, per Stroobants, capitano. Due volumi illustrati con fìgure, prima parte: c.ostruzione e lettura delle cat:Le topografìche; seconda parte: t.opografìa. Parigi, ·1 8~5, Vcsmael. - Le grandi nwnoc-re del/,{t ccwalleria fi·arLccse ?lel-1894. (ilfilitiir Wochenblatt, 2 ottobre 1895). - Prl'cetti di tiro per l'artigl·ieria (tcdcscn). (Deutsche ffeeres·Zeituug, 24 ago$tO 1895). - Un giudizio ?'usso ~ulle prescrizioni pel servizio d'i campagna ·in Ge7'1nanùt: (Dwtsche Hceres-Zeitnn[J, :H ngosto •1895). - /.o tatfica moderna della f'cwteriu, ;1 proposito ùegli ultimi regolamenti. (Revista cientifico-nrililar, 1• sct.tcmbre 1895). ..:..._Le tnOilO?>t'e eli grnppi (l'!ll'lllill e. (Rt•vue du Cl'l'cle milittLÌ1'C, ·14 set.tembre ·1895 e punta te seguenti). ....:. Ubbiclin , marc·iare, spo·rare. ('M i /.itiir-!1~ochenblatt., i 4 sette m. bre 18~o). - Le manovre eli cavalle·ria in I ngldtti'I'I'Ct. (Peri'odico e numero sopracita'o). -Per l'istn~z-ione di combal1imento dell11 fon.tcria tedesca. . (Milit.;r- Wo{;henblatt, 21 settembre 1895). - Le _qrandi manm:re in Italia nel l895. (Prog1·ès militaire, H s'ettambre 1895). - Opinioni inglesi sulla condolla della guerra c la difesa del paese. {Militiir- TVochenblatt, 25 settembre 1.895). [l regolamento (francese) sull' istmzionc del tiro nell' artiqliel'Ùt, {Avenl'l' militaire, 24 scLLembt·e ·181)5). - La fine delle grandi manatwe in Fnmcia. (Pro,grès milita·ire, 21. settembre -1895j . - Ordini e comunicazioni (Militar- Wochenhlall, -1/1, settembre ·1895). · - ilfemfJria sulle bt~si che dovrehbo "vere un nuovo regolamento di esercizi per la fa nteria spaguola (Estudios 1n·ilitm·es, 5 settembre :1895). - Le manov·re cl·i fo·rtezzct presso Parigi 11el ·187 4. (ilt·iz.itiir Woclten blatt, 28 settembre ·1895). - Omnia mecmn porÌo. Man uale (tedesco) per le mnnovré di fanteria, pel' i viaggi d'istntlione, esel'cit37.ioni tattiche, ecc. •ece. Metz, 1895, Seri ba.
1898
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
4. Storia militare e generale. - Gl' inse{ltwmenti della campagna del ·1870. Studio sLOrico-militare. Spectateur militaire, sellembre 1895). - Storia delle {ortifica:ioni di Danzica. (Reuue dt' génie, settembre ·1895). - L'esercito austrùu;o sedici anni fa. Studio storico-militare di J Newald. (Stre{flew·'li Zeitsch1·i{t, settembre 1895). -L'esercito prussiano nel1864, 1866 e 1870-71. Kretschman, generale. Berlino, 1895, Siegi.srnund. · - Memo1·ia de t ,qeneral Préval sull'ordùwrnento della cavalleria nel18U. (Revue cic cavalerie, settembre 1895). - La, bri,qatn dc,ql·i usseri del colonnello Sohr de Ligny a Versailtes nel 1815. (lleuue de cavalerie, settembre 1895). - Ccon(erenza sull'impiego delle ?'iserve nella battaglùt di Vionvilte il/(WS la 1'ours, c;on speciale riguardo all'impiego della quinta divisione di fanteria (Deutsche Heeres-Zeitung, H: agosto 1895). - l combattimenti decisivi su.Ua Sa.ale. (Deutsche Hem·es-ZeitU?I.rJ. :17 agosto 1895 ). - l l coi)JO d' a1·ti,qlie1·ia in Fmncia. Continuazione. St.udio storico di Reviers, caPitano d'urtiglieria. - La cavalleria delle annate alleat.e dw·nnte lct cmnpa,qna del 1814. Continuazione. (Jottnzal des scienc'cs mititain's, settembre 1895). - Tttt·euna e l'esercito fmncese 11ell674. Continuazione. (Joumal des sciences militail'es, settembre 1895). - Il maresciallo de Saint-Anwud in Ct·irnea. (Parigi, 1895, Tresse). - l dispacci degli mnbasciatoi'Ì veneti alla co1·te di Fl'ancia dttmnte la pt·ima ·t'ivoluzione. Kovalevscbi. (To1·ino. 1895, Roux).
5. Geografia, Viaggi , Colonia. Da (;enOV(t all' E?'ilrea. tF1·. Melzi, Genova, ·1895). La marcia su 1'enariva: (Avenù· militaire, 13 settembre 1895). - La (en·ovùJ da Majunga a Tcnariva. (Aveni·t· militaire, 25 settembre 18915). - Sul co1·po spcdiziona·l'iO del Madagascar. (Progrès militaire, 25 settembre 1895). • - L'immigrcizione itnliana in Francia. (BolleJtino del ministero degli estei"Ì, agosto I 895).
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
1899
- L'insurrezione cubana. (Estudios militaires, 20 agosto ·1895). -Bollettino della società geografica. (Fascicolo VIII, settJmbre 1895). Il congresso geografico italiano. - Il congresso intemazionale di Londra. - Il congresso degli americanisti. - Lo spopolamenLo progressivo delle regioni nordiche. - ~l ovim ento dei gh iacciai italiani. Studi geografici sulla Palestina. - I popoli del Sudan egiziano. - l ?'impatri dal ;liaclagascar. (Revue d1t cerete militaire, 2i settembre 4891'1).
6. Tecnologia. D~scriz·ione al uso di un ar.parecclrio eleme11tare di {otogramrneper V. Legras, Parigi, 1895, socie-tà delle ed izioni scientifiche. - Balistica esteriore, per E Vallier, Parigi, 1895. Gauthier. - Corso eli fis·ica matematica della {ncoltrì d·i scienze in Pm·(qi, pro· fessore Blondin. (Parigi, 1895). - Jlfanuale di magnetismo e'di elettticilà., per G. Poloni. Milano 1895, Hoepli. - ;'\'/emoria. so1Jra 1~n nuovo metodo' per la costn~zione di pùuri e ccwte topografiche, per J. Paulliny. (St,·efflew·'s Zeitschrift, ottobre 1895). - St1tdio di una disposizione per altenua1'e i danni delle fendittu·e nelle dighe in mw·atm·n. (Revue du ,qénie, settembre :1.895). - Studio sopra il fucile du. 7 millimetri modello 1893. (i\luuser spa· gnolo). (Revista cientifiW·11~ìlitm·, 1° settembre 1895). -Racchette meccan-iche, per il capitano d'artiglieria Bloch. (Revue d'artillerie, settembre 4895). - Chiusum della c1d~tta dei cannoni (' tiro mpùio sistema S!wda, per C. Benoit, capitano d'artiglieria. (llevue cl' artillerie, settembre 1895). - Il cannone ·delt'atmenù·e. Stato attuale della questione. (Jounwl des sciences militaires, settembre 1895. - Bocche da fuoco. Colonnello Hennebert, Pnrigi, :1895, Gauthier.
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7. Varietà. l
-Le ferrovie tedesche, per R. Desnwysons. (Sf!ectatew· m·ilitaire, settembre 1895). - Le decorazioni, le eroà e le rncdaglie, per C. l:loissonet. Continuazione. (Periodico e puntata 3opraeitnli). - Come si {a a {arsi battere. (Uevue du. cercle militaire, o settembre i 895). ·
1901 1900
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
Sull'importanza del etl1'are l' eleme11IO momle ''~gli e~en·it~. Considerazioni del tenente colonnello Rieger. (Strefflew· s z e,tschnft , ouo-
bre '1895) . l'l m o h _ Discorso del culoonello in riserva Ìll assonat letto ~ settem t:e 189o dall'autore in ono1'e dei militari di ToiTe Pellice caduti nelle patne battaglie. Rivolgersi alla tipogrnfia Vo?hera, _Roma. r< • '" •· _ Roma ca.put mund:i. N~tmero. umco. RJCot·do del 2u0 _annJvel.<>atto della libera1.ione di Roma. Compilato dal tenenteBosquet. Rtvolgerst alla tiporrralia V"ohera, Roma. . .. ~ fle!Jie s~uole italiane all'es!ero. (Bollettino del ministero degh esten, agosto 1895). .. ' :.____ flmt~eo cl'artiglierùr in Francia. Lunga c i~t.et·essan te d?~cr!zto~e del colonnello Bemadac, direttore rlel museo medesimo. (Revuedarttllen e, settembre 1895). _ Lct sit·uazione attuale alt' estremo Ol~iente. (.Journal des .~r.iences militai·res, settembre -1895) . . La giustizia rnilita.re in Francia. (Aveuir· rnilitaire, 20 settembre '1895). . . . - Jt socialismo 11ell'esercito, per ~l. Navarro. Mnd t·Id 18915, t1pografìa del Correo militar. _ Carta di dislocazione di tutti gli eserciti d' E?tl'O]Ja. Rerlino, 189;) Flemming. · · (D ettts clw 11ueeJ·es-ze,·ttmg, 24 ago- Canali ,na,·ittimi-st7·ategtct. • y
sto ·189;)). , . - r. e scuole militari in Prancia. (Deutsche. Hw·es-Zrtttmg, 28 agosto <!895) . - Gli 11fJìcial:i f?·am;esi di oggidì. (lJ.filìtiir-IVochenblatt, 18 settembre 1895).
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Pel' la Dil'ezione L on o vrco C r soTTI liJ II t'tliC er,/otmello
D E MARCHI CARLO,
ge1•ente.
N . T. ,a,. itu:nric(l(o
LA SR~ONDA PA RT~ DELLA GUERRA DEL t~ ob IN ITAL IA
LA
CAMPAG~A DEL
1866
di stato maggio1·e.
ta-role. -
t·edatta dulia seZione .ltot·ica del corpo 'f orno II. - Roma, Enrico Vog hera, 1895, con
~ ~ l T AI.IA,
L 8.
[.
La campagna del '1866 aveva lasciato in Italia gran segui to di recriminazioni , di accuse e di fantastic i giudizi. Era naturale; e le fasi attraverso le quali era passata non potevano condurre ad altro, specialmente con un popolo, come il nostro, immaginoso , suscettibile ed ignaro di cose mil itari. La campagna di guerra, intrapresa coll e piti grandi illusioni , era comin ciata con Custoza e finita con Lissa, e il popolo italiano, mortificato, aveva conco1·so ad accentuare l'esito poco favorevol e di quelle due battal!lie. Vennero poi le traLLative per la pace e semb rarono o.scure ed armffate, più che noi fo ssero. Infine i t·isultati definitivi della guerra riuscirono più vantaggiosi che non lo si potesse sperare pensando all 'andamento di ~ssa, e tuttavia non corrispondevano alle aspirazioni sempre crescenti d~ll'opinione pubblica, la quale, per un mese che durò la campagna, fu con· tiouamente in balia dell'impreveduto e dell' imprevedibile. La logica dei fatli sfuggiva al suo giudizio appassionato, ed era sostituita dalla 1·ice1·ca di astruse ragioni per· spiegare quanto via via avveniva. Ad oiTuscare i giudizi aggi ungevasi la soli ta tendenza a fondarli sul valore delle persone invece eire sull'an' dam ento dei fatti , e, da tutto ciò non potevano derivare che sterili ed irritanti discussioni , ma nessun utile sug~erimento . l 20 -
ANNO XL.
1902
LA SECONDA P:.'RTE DELLA GUERRA DEL
1866
IN l'fALlA
Pei: cessare quelfe di·scussioni, il presidente del consiglio dei ministri, che era il generale 1\lenabr·ea, con· solenne dichiarazione fatta davanti al Parlamento annunciò che stavasi preparando, colla scorta dei documenti, la relazione spassionata e precisa dr quanto era avvenuto n ~lla recente guerra . Fu .qui~di data tregua alle recriminazioni ed alle disc ussioni. La dtreztone dr.~ 1·avoro e la compilazione .dello scritto ful·ono affidate al maggiore Corsi, poi generale, che godeva meritata stima come scrittore, e tra ali altri scritti aveva recentemente pubblicato un raccontO. di q:anto aveva fatto il 'l o corpo d'armata durante la giornata dv Custoza. II primo volume uscì. in luce nel •1876; ma allora gli animi si emno calmati, o piuttosto erano stati distratti dai grandi avvenimenti che avevano avuto luogo nel frattempo, e dall'intenso lavorio di riordinamento dell'esercito che andavasi allora facendo presso di noi com.e nel resto dell'Europa. La pubblicnzio~1e non. sollevò l'interesse ch e avrebbe destato qual che anno prtma, emolti dei giudizi , intempestivamente fatti e già radicnti nella mente· del pubblico; rimasero. Lo stesso lavorio, in cni era allora impeanato il mondo militare, fece si che si rimandasse di giorno in "'(Ti orno la stampa del secondo >o lume della Rela.:ione. ~ uovevic:nde crearono nuovi interessi in cui il ricordo degli antichi andò obliandosi. 'La campagna del ~ 866 passava dal campo dell' attualità alle serene region i della storia e la pubblicazione de\. suo racconto uffi ciale ri maneva in terrotto. 11 . primo volume si riassumeva nella preparazione' della guen a· e nel falLo t-ulminante della battaglia di Cust.oza. Assai più varia, più interessante e meu conosciuta era la ma!eria che forniva la tela del secondo volume. Ouesto comint:ia colle incertezze del comando supremo sulla im~ortanza della b:•llaglia.. di Custoza, e colla decisione di portare dal Mincio ali'Oglio l' una delle due · parti in cui era diviso · resercito italiano e dal Po su ~lodena l'altra, men11·e la sistema7-ione del comando t.:ontinuava ad essere soggetto di discussionetra i due· personaggi più autorevoli, ed il Governo, al quale veramente spetlt~va di risolverla , non si senti va la l'orza di l'arlo. A questa prima fase successe quella creata dalla strana situa-
LA SECOKOA PARTE DELLA GUERRA DEL
1866
IN ITALIA
1903
zione determinata dall'impreveduto regalo che fece della Venezia l'imperatore ii' Austria a quella dei Francesi. L'oggetto della disputa era sottratto ai con tendenti. Da quel momento le considerazioni politiche, e I' ingerenza degli nomini alieni dalle conoscenze di guerra cominciarono à esercitare nn influsso sempre più vivace sull'andamento delle operazioni militari . Ne vennero una rapida corsa delle truppe a traverso il Veneto, le impazienze del Gover·no , le ansie della popola~ione, il desiderio di una battaglia, un complesso, insomma, di fa lli e di sentimenti ; in mezzo ai quali piombò la notizia delle rapide, incalzanti e decisive vittorie prus:>iane ; e come episodi gli s(orzi osti nati dei volontari nella vallata del Chiese, la celere marcia della divisione Medici in val del llrenta, l'arrivo della colonna Cadorna sull' I ud rio, e per contraccolpo la malaugurata giornata navale di Lissa e la tregua segnata dai Prussiani cogli Austriaci. Poi quando l'esercito era disseminato nel Veneto dall'Adige alle rive del Torre ed ai colli che guardano Trento, e cadeva dall'animo degl'Italiani la speranza della riscossa, ecco aO'ollarsi sull'lsonzo l'esercito austriaco rifiuente dalle sponde- del Danubio, le dubbiose a!Lemative di pace o guerra, le trallative incammi nate e proseguite parallelamen~e ài quartieri generali, alla sede del governo io Firenze, a Parigi ·ed a Vi enna, e in(ìne la energica risoluzione del re Vittorio Emanuele e del generale La Marmora di troncare le incertezze di una soluzione che in utilmente prolun gavasi senza via di uscita, e di segnare la pace. Questo è il complesso dei fatti descritti nel secondo volume della R'elazione. È daYvero un'ampia e svariata tela, la quale comprende tutti i grandi problemi che possono interessare le istituzioni militari studiate in loro medesime, nei loro r iguardi collo lato, e nella form a che presero sotlo l'in !lusso delle nostre passioni e del nostro carattere nazionale. Perciò efficaci debbono sgorgarne gl' insegnamenti. Compiuto anche il lavorio di riot·dinamento dell'esercito, e sopravvenutù in esso una nuova generazione, che non aveva assistito ai gmndi episodi del nostro Hisorgimento, erano qaturali e prevedibili la ricerca e lo studio del passato, e sì manifestarono sotto
LA SECONDA PARTE DEJ,f,A GUERRA DEL
1904
J, A SECONDA PARTE DELLA GUERRA DEI.,
1866
1866
IN I TALI A
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IN ITALIA
forma d'indagini storiche, di storio reggimentali.. di commemorazioni e via di seguito. Allora parecch i. giudizi precipitosi o passati in giudicato parvero degni di esser ripresi in esame; parve interessante di colmare frequenti lacune e sopratutlo il ~ran vuoto cagionato dalla mancanza di un racconto particolareggiato della nostra storia militare, basato su documenti cerii e passati al vaglio della critica; in quel vuoto navigara c·ome spet·duto il pt·imo volume della Relazione sulla campagna del 1866. · Era giunto il momento di compiere la promes'Sa solenne del •1868 e con essa la stampa di quella B.eltlzione, e dì farb susseguire da q uoila del racconto di tutte le nostre guerre e spedizioni militari. E così fu fallo . Apparve ora in luce il secondo tomo della Campa,qna del 1866 io Italia. Un volume di 4-25 pagine. Dirne i pregi leLLerari parrebbe soverch io per chi conosce il primo torno e gl i altri scritti della penna che vi pose mano. 11 rncconto procede equanime, spassionnto anzi, come il ricordo del i?ato, contenuto entro i limiti più stretti della esposizione dei falli. A noi • dis(Justati oramai . n nel sentire la storia nostra, e specialmente la storia militare, in tralciata da considerazioni subbiettive, da slanci patriottici e da squarci di ar te militare, piace quella calma e logica esposizione che lascia al lettore liberi gli apprezzamenti . Lo stile è severo, sel'l·ato, nervoso, etncace, come si conviene ad uno scrillo ufficiale. l fatti stessi che vi son narrati gli danno vigoria e lo sct·ittore non ha bisogno di ricorrere ad altri fronzoli per ricavarne inutile el oqnenzt~ . Il libro dovrebbe servir di modello a noi militari troppo far.i lmente traviati a segtme le slrascicature lunghe e slombate dello stile che oggi è in voga per la prevalenza della stampa giornaliera. e delle esigenze cancell ePesche. È impossibile che un libro , cosi concepito e così scritto, non dia principio a quel lavorio di meditazione per cui si sen t~ maturo· l'esercito italiano. Rivedendone i punti prin cipali, ci sia permesso di raggrupparli secondo alcuni concetti che ci sono chiaramente suggeriti dall'andamento dei fall i, e ci danno mezzo di alfenarne il complesso, ma riportando di tempo in tempo qualche brano della Relazione com e per richiama rei ad essa e riceverne l' intonazione.
II. Siamo alle prime ore de! 25 giugno ·1866, quello che seguì alla giornata della battaglia di Custoza. Con tinuano le incertezze che avevano concorso nella dispersione degli sforzi della vigi lia, e vi si nggi ungono quelle prodotte da una ritirata r,ui non era stato dato indirizzo preciso. La maggior parte delle truppe del 3° C'Jrpo finiv ano di passare il Mincio per raccogliersi tranqui llamente intorno a Cerlnngo. A Goito stavano due division i del 2" corpo, e le loro pattuglie di cavalleria, inviate oltre il Mincio alla scoperta, an nunciavano che il nemico non aveva passato Villal'ranca . lntomo a Volta raggru ppa vasi il •1° corpo e con esso la divisione Govone; le truppe elle avevano avuto parte pit't viva e tenace nella lotta del giomo precedente sulle alture tra Salionze e Custoza. La calma risoluta e le disposizioni precise del generale Pianell , successo al Durando fet:ito, vi avevano r:1 pidamente ris tabilito l'ordine· turba1o dall'arruffio delle vicende e dal la incertezza delle direttive, più che dall'im peto della lotta afi'rontala. L'agglomeramento del ca rre~gio cessava: gli sbandati ritrovavano le loro compagnie: gli animi , so rpresi da nna dolorosa delusione più r.he immiseriti dalle vicende della battaglia, presto riavevansi: la ferma e chiara parola del nuovo co mandante del ·l o c01·po, propagandosi di grado in grado della gerarchia sottoposta, ravvivava sentimenti profondamente scolpiti in ogni cuore e rispondeva alla realttt della situa- zione: la ca lma tornava e con essn la fiducia e il desiderio della rivincita. Nella sera del 25 giugno , il generale Pianell prendeva già le misure pet· rioccupare Salionze sull'altra sponda del Mincio. Allora da 80 a 90 mila uo mini con .166 cannoni dell'esercito italiano stavano in posizione, fronte a nord, la destra fortemente appoggiata al Mincio e padrona del passo di Goito. il centro innanzi sulle alture di Volta e Cwriana, la ::inistra indietro nella pianura; e di queste.forze una met~t ent intatta, tre divisioni perfettam ente adoperabi li, le altre òue capaci come rise·rva, la cn valleria stanca ma in buonissimo stnto .
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Per completare il quadro, seguendo H corso del Mincio e poi quello del Po avremmo trovato da 10 a 14 mila combattenti con 24 cannoni sotto gli ordini del generale Cosenz a guardia degli sbocchi di Mantova: una grossa brigata a Borgoforte, e il 4.• corpo con 67 mila combattenti e più, e 350 pezzi d'artiglieria sotLomano, pronto a passare il Po sulla foce del Panaro gu idato dal generai Cialdini, ed a puntare su Rovigo. Meno alcune innocue cannonate dalle alture di Vn le..,trio e no ' . . qltalche fucilata innanzi Mantova, gli Austriaci n,on mosset·o quasi piit quel giorno. . Queste erano complessivamente- le condizioni, quali si possono dedurre nettamente dalla Rela=ione, e quali maturaronsi nella giornata del 25 giugno, quella che segui la b<1tLaglia di Custoza. È quasi inutile di ricordare che la situazione vera delle cose non poteva essere intraveduta se . non parzialmente da ciascuna delle parti avversnrie, e più parzialmente ancora da ciascuno che teneva un comando. Quale concetto se ne formasse il generale La Marmora, che aveva la direzione ·dell'esercito come cnpo di stato rna)!giore lo possi am dedurre dai telegrammi contenuti nella Relazione : quel concetto determinò le sue decisioni. II telegramma inviato nlle 4. '/. di mattina del 25 al generale Cialdini, e quello diretto mezz'ora dopo al ministro della guerra, ad amplificazione del precedente dice : .stato a?"mata deplorabile incapace agire pe1· q·ualche tempo; e del nemko: non sembm pm· ora aust1·iaci vogliono inseguù·e. 11 generale La Marmora, in uno degli opuscoli da lui pubblicati nel ·1868, accetta la responsabilità del primo di quei telegrammi, sebbene non si ricordi di essere stato lui a dettarlo . Era quello dunque il concetto rhe ale)!giava intorno al quartier generale, di viso da colui · O i a coloro che potevano assumersi la grave responsabiliLà di redigere i.n nome del capo di stato mag!!iore generale l'an nuncio detravvenuto alle principali personalità mi litari. Vi si rispecch inva l'ansia prodolla dalla difficile operazione del trasporto di òieci divisioni rjalla riva sinistra alla. destra del Mincio, compiuto di notte e dopo di aver intenotto una halla~ l ia che per' quel giorno non lasciava più speranze di
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riscossa: e vi si rispecch iavano pure le immagini di quella ritirata notturna colle confusion i che le erano inelnLlabilmente connesse e con i pericoli di uoa situazione non ben definita. Tre divisioni sono intatte; una, quantunque abbia sofferto, è ancora in huo·n ordine, ma altre cinque disordinate: annunciava il generale la Marmora al ministro della guerra nel suo telegramma, .e non parlava delln 7" dìv isione (llixio). Aveva intenzione in crueiJ'ora, ed 'erano, come fu detto, le cinque di. mattina, di fare energica difesa sulle posizioni di Goito, Volt~ , e Solferino se il nemico inseguiva; e fino allora, un'ora dopo l'alba, non pnreva che vol·esse inseguire. l gi udizi sulle forze che si avevano avute a fronte nel giorno precedente, com'era no computate nel rapido esame fatto in quelle prime ore, le valutavano in 65,000 uomi ni , e ritenevasi che due brigate fossero rimaste sull'Adige. Questi erano i dati sui quali fu presn nnr, decisione sul da farsi, e la decisione .fu sommariamente annunciat.a alle 4 pomeridiane al ministro della ,l:luerra: rinuncia delle operazioni sul Mincio, ed un movimento addietro (( non per eseguir~ ritirata, ma per adottare nn altro piano di guerra. » Allora i comandanti di corpo d'armata a1•evano già ricevuto ordine di in traprendere nella sera stessa alle 9 il movimento addiet ro, diri~endos i a piccole giornate, come era loro indicato dalln tabella di marcia, su Cremona, 'Ionticelli e Pia~enza: ai generali Mignano e Cosenz era stato ordinato per telegrafo di ritirars.i l'uno dalle vicinanze di Borgoforte a Reggio, l'altro da quel lo di Curtatone e Montanara a Gazzòlv. Nulla che indichi il nuovo piano di guerra al quale vo lgevasi ·la mente: anzi pan~va che fosse accuratnmente evitato di parlame. L'ordine ai comandanti di corpo d'armata aggiungeva. invece raccomandazioni perchè arrivando alle tappe facessero collocare gli avamposti e spingere a grande distanza il raggio di osserva~ion e della cavalleria, e perché, in caso di scontro, essi e le divisioni dipenden1 i si prestassero « senza at.tendere ordini >> il piti pronto mntuo appo~gi o . Notevole memento che doveva rife rirsi .ad impressioni e fat ti delln giornata del 24. Poi , quando furono sentiti i comandanti dei corpi d'armati.l, fu sospesa per quel giorno l'esecuzione dell'ordine dalo. Parve che un'onda della flducià prontamente ritorn~ta tra le truppe arri-
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vasse fino al quartiet· generale: fu dàto ordine al generale Mignano di continuare le operazioni contro Borgoforte e al generale Cosenz quello di rimanere ov'era~ Così si chi use la giornata del 25 giu gno. Ma nella notte arrivava al Re un telegramma. del generale Cialdini, e gli annunciava la risoluzione di rinunciare al progetto su Rov i ~o . Il ge n ~;rale La Marmora, come lo seppe, t•ispose alle 6 del mattino , ·che comprendeva la rinuncia del' progetto, ma pregava « caldamente » di non abbandonare il. Po , anzi di continuare le dimostrazioni pèr passarlo , onde rendet·gli possibile cc di prendere uria buona posizione. » Ma un nuovo telegramma annunciava che ·le truppe del 4° cc,rpo erano già in ri tirata su Modena . Infau.i a·urante la notte ch e seguì il giorno della battaglia, e nel mattino successivo, erano giunte al generale Cialdin i scure notizie, tanto da indurl o a comunical'ie ai suoi divi sionari per· averne consiglio. Lo fece, e aggiunse l' in.tenzione di r itirarsi su Modena collo scopo di parare alle conseguenze di uno sbocco degli Austri aci da Borgoforte e dai distrett i manlovani collo scopo di venire porsi tra le due parli dell'esercito italiano; gli parve di averl i .;onsenzienti a queste idee, decise di conformarsi ad esse, ma aspettare a metterle in atto quando fosse venuta notizia ufficia le di quanto era successo ~u l Mincio. L'avviso arri' ò alle 7 di sera col telegramma del generale La Marmora partito nel mattino alle 1- '/ ,, e èeviato lungo la via per malangurate circostanze spiegabili colle peripezie telegrafiche di qnel giorno. Poco dopo il 4° corpo d'arma.ta era in marcia. Al generale T.a Mar · mom, quando lo seppe, non rima'Se altra scelta che riprendere «la lenla ritirata » su Cremona per passare il .Po e dare la mano al · 4.9 corpo al cui comandftn te t:accomandava intanto di tenere guardati i distretti mantovani, donde il nemico. sbucando, avrebbe . frastor nato il congiungimento delle due parti dell'esercito. E in quel mom ento supremo, in cui la guena prendeva decisamente un nuovo indirizzo, il generale La Marmora, collo slancìo e colla fran chezza della sua lealtà, sentiva il bisogno di una con· fessione, e di c'om unicarla 'ai personaggi più importanti dell'eser · cito come per sgannal'li di un falso giudizio che a lui aveva
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g-ii1 pesato e :l a loro poteva ancora tnrbal'li. « Quantunque le cose 'si eno and11te male da parte nostra, telegrafava al )!enerale Cialdini, no~ dispero: nbbiamo alcuni cattivi elementi, ma ne abbiamo degl i ottimi » e più tardi nella stessa giomata del 26 era più esplicito, confermando quella idea: « è necessat·io ch e sappiate che non fu disastro la battaglia del 24. : vi ripeto che buoni . el ementi nell'esercito vi sono» e al ministro clelia guerra « ora che si chia riscono i falli, il comba ttim ento dèl 24 ci fa -.z_ assai pi ù onore di quello che sembrasse da prin cipio : la m:~g~ior parte delle truppe fece prodigi di valore . '> Non era il desiderio di modificare l'impressione dei risultati della giornata di Custoza oramai irrevocabilmente slampata nella storia; altro concetto ispirava quei telegr<tmmi, e fin allot·a non aveva mai fallo capolino nei documenti ufficial i, mn era forse corso nei colloqui dei quartieri generali , turuanclo Jè concezioni dei comandanti, e raiJreddando le speranze sul l'esi to della guerra intrapresa con tanto ardore. L'eserci to italiano non con . tava che sei anni di vit:l quan do scese in campacrna · era for' la stessa malo coi1 elementi di origini assai diverse e riuniti"' sotto bandiera per un imprevisto concorso di circosta nze di cui non avrebbero bene saputo rendersi ragi one gli stessi che ne erano stati tra volti. Erano mancati il tempo e le occa:;ioni per otten ere l'a lììatamento, che genera la fiducia senzn di cui non vi ha nè efficacia di comando, nè concordia di sforzi, ma pu ra disciplina passiva e fredda obbedienza. l giovani pieni eli baldanza, en~u s ias li per la guerra che chi udeva il ciclo delle im prese nazionali , potevano non impensierirsene e non se ne impensi erivano. Ma ai più vecchi, cui il grado e !e elevate cariche as~egnavan o gmvi responsabili tà, l'idea che l'esercito italiano potesse s ca r~egg iare della compagine necessaria, per l'ardua prova cu i·era sottomesso, doveva di tempo in tempo turbare la mente. Forse da quel pensiero fu governata la condotta rimproverata freq uentemente al genet·ale La :Marmom du· rante il giorno di Custoza, qunndo sentiva il bisogno di coadiuvare col consiglio i comandanti dell e truppe, e di moltiplicarsi su lla lin ea di battaglia: forse lo stesso p ensiero t'attenne i comandanti dall e ar·di te iniziative, ed esercitò, più che non lo cred iamo. la
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sua malefica infl uenza sull e der-isioni di ·quei gi orni. Ora la g.ran prova era stata ·rat ta: sapendosi· meglio quant'era avvenuto, b~so gnava conven ire che esso faceva onore a coloro eh~ ~vevan o pres~ parte alla battaglia: gli elementi eran buont : b1sognava ~be SI conoscessero tra loro per acquistare confidenza rec1proca . l occasione era venuta, ed e,;sa infondeva le migliori speranze per l'avvenire. Potevansi riprenqere le operazioni con piena fid ucia nella viLtoria. Allo studioso di arte militare le vicende di guerra si presen~a~o come una serie di movimenti coordinati ad un concetto, ed egl1, 10 un certo modo, vi cerca la dimostrazione di una tesi da sistemare con parecd)ie altre per averne un corpo di scie.n~::1. . Pe~· il. profa no quel le vicende corrispond ono al risultato d1 1spmtZIOfil momentanee , di arditi slanci o di inesplicabili titubanze. . Ma sa n queste rappr esentazioni in complete ~i un fe~omeno a s sa~ compl esso, su cui agiscono , oltre al volere cosciente ~e1 c.omn~dant~ ed alle passioni degli attori, le condizion i in eu~ gli un·1e glt altr~ si trovano per effetto di avvenimenti che esorb1tano dal ca mpo d ~ battaoli a e perfino dal teatro di guerra. Il dramma che sovr'ess1 si sv;lcre non è interame'!lte spiegab il e se non si ti ene conto anche di que~e condizioni, e più oggi che in passato a cagione della forma che hanno preso ~l i eserci ti .
III. La ritirata dell'esercito italiano, fu arrestala sull'Oglio il 27 di oingoo: ma colla sua len ta marcia esso aveva.trattenuto gli Au;triaci sul Mincio . Il nuovo piano di guerra, balenato al genflral La Marmora il 25 giugno, fu meglio concertato il 29 col ;:;eneral Cialdini. Può esser cosi rittssunto : il 4• corpo, mas~herando !e intenzioni con una grande dimÒstrazione con tro Borgofor te, sa~ reb be tornato sul basso Po, per ritentare il passagpio in puntt diversi da quelli del 25 giugno. Se l'operazione riusciva, il rimanente dell'esercito, rimasto nel frattempo sull'Oglio a divagare l'attenzione del nemico, raggiunto il :1.• còrpo avrebbe faLlo massa con quell o nel Veneto. Tenuto conto delle operazioni prelimina.ri e delle marce da rare, il passaggio del Po aveva da succedere l 8 di luglio.
Intanto maturavasi una grave e strana situazione senza somiglianza nella storia e determinava la preva lenza delle·ragioni politiche sull'andamento della guerra, e con essa 1'infl uenza diretta e pertur·batrice ~ell'opini one pubblica su lla condotta delle operazioni militari. La Relazione dà opportuno svo lgimento ai fatt i cho prepar;trono la nuova fase della campagna di guerr11 . l~imetten doci ad essa, ricordiamooe i punti principali. Alle splendide vittorie dei Prussiani, coronate da quelle di Koniggraetz, il governo di Vienna contrappose un' impreveduta risoluzione; cedette all'imperatore Napoleone il Veneto, oggetto della contesa cogli Italiani, e rich iamò dall'Ital ia la maggior parte delle truppe che vi stavano a guardia. Intanto l'imperatore Napoleone, da parte sua, aveva trovato pretesto d'intromett~rs i in una questione ch e minacciava di dilague più che non gli convenisse, e cercava di provocare un armistizio la c.onclusion·e di un armistizio dell'Austria colla Prussia o co ll'ltalia. La sua proposta fu fatta conoscere solennemente al Re d'Italia il 5 luglio, proprio quando il cannoneggi amento di :Uorgòforte se. gnava la ripresa delle ostil ità sulle quali si fo ndnvano le più grandi speranze per repristinare l'onore delle armi italiane. « Il graviss imo an nunzio , serive la llela.zionP, poch i gior ni dopo una ballaglia perd nta , nel momento di ripigliare le oll'~se , co n tante speranze e tanto bisogno di qualche grande successo d'arme, doveva giungere sgradito al Re, all'esercito, al l'Italia per quanto grandi e profondi potessero essr.re i loro sentimenti di crratitudine ed amicizia verso la Francia e l'imperatore Napoleon~. Non solo il ricever la Venezia come un dono dalle mani loro doveva ferire nel piu vivo l'amor proprio deg l'I talian i; ma avrebbe dat.o motivo a dubbi ingiuriosi sulla fede dell' ltaJia verso la Pmssia. L'eserci to avrebbe perduto ogni prestigio, il Governo ogni autor·ità. E ricusando, ··ontinuando la guerra a dispetto della Francia v'era pure la possibilità di vedersela incon tro armata, nel Veneto o altrove. « Una guerra contro la Fran~ia nelle condizioni d'allora co lle frontiere aper·te, i Francesi a Roma, l'esercito rall'ermato appena ~a ~ma scossa pbbastanza forte, con tanta inferi oriUt di naviglio ... msrgne follia l Pure tra la rovina e il disonore, nè al quartier
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gen erale del Re nè a Firenze, poteva rimaner dubbia un momentv la scelta ». · Con queste parole la J~elazione riassume i pu nti pit't importanti dei documenti scambiati dal governo italiano con Parigi e Berlino tr·a le ansie supreme degli uomini che in così diffici li circostanze sostenevano il peso dei destini italiani. Mentre per vie diplomal.i,:he cercavasi come non urtare la Francia, mantenendo saldo il rispetto ai patti conclusi coli,, Pru ·sia e provvedendo al presti gio dell'eserci to ed all'onnre del paese, nna questione preltamento militar.e esigeva pronta risposta: dovcans~ continu:He le operazioni per l'occupazione del Veneto ? Lo cl'edo eonuenientissimo telegrafava il generale La ~'I n rmora al Cinldini il ·6 di luglio, e questi r·ispondeva: doma1li sera gette1·ò ponti. Il passaggio fu eseguito nella giornata dell'8 luglio a Carbo narola. Sermide e Felon ica. « PiLt di 70 mila combattenti con 304 can noni e un immenso traino di carri si avvicinavano al Po su 8 chilometri cii'Ca di fronte e altrettanti di profondità. Le difflcoltit dello eseguimento di quelle mosse in uno spazio tanto ristretto e per linee spezzate di strade di terzo e quart' ord ine, cotTenti in vario senso e non massiccinte, fur·on superate pet virtù. di buone disposizioni logistiche ». Circa gli Austriaci, i qnnli sapeano che marciavasi verso il basso Po, ritenevasi che avessero intenzione di difendere 1-!agliardamente Rovigo o le fo rtificazioni ch'essi vi avevano costruite. Occorreva quindi che al più presto po$sibile le truppe rimaste suii'Oglio cominciassero il loro movimento per Ferrara a rincalzo del 4,o corpo. Ma nella notte dal 9 al l O gli Austriaci facendo saltare i forti si ritirano per l'adova ed in parte si dir·essero sul Danubio, in parte rimasero dietro al Piave : « quest'ultim~ avevnno per direttiva di retrocedere si no al confine del territorio ven eto, senza impegnar:>i i'n seri combattimenti e difend ~re quel confine co l massimo sforzo. » Queste loro intenzioni furono ben presto còoosciute « o produssero nei campi, nei quartieri generali dell'esercito italianq, come poi nel gabineuo di Firenze ed in tuuo il paese un senso d'inquieta curiosità e dr quasi angosciosa bramosia che le cose non lìuissero in quel modo. » Il min istro Ricasoli interpretava questo senso scrivendo il 12 luglio al generale Cialdini d'impedire a qua~
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itmq1M costo e subito che gli Austriaci andassero a rifare l'ar-
mata del nord per resistere contro ai Prussiani, per non averne taccia di malafede e disonore. Sicchè accelerare la marcia verso l'rsonzo ed oltre, {a1·e ogni possibile pe1· taglia1·e la 1-ilirata agli Austriaci, come scriveva con frase. più espressiva che attuabile, il I\icasoli : con una divisione per val Sugaoa dAr mano a Garibaldi per la conquista del Trentino. ~olia flotta rendersi padroni dell'Adriatico e possibilmente di Trieste, poi puntare arditamente nel cuore dell a mon archia austriaca, foro n queste le basi di un vasto piano di guerra discosso ed accordato il H- lu glio a Ferrara in grande consiglio, a cui sotto la presidenza del Re, oltre ai geoernli Cialdini e La Marmora, intervennero il barone 1\icasoli ed i min istri della guerra, della marina e degli all'ari esteri portanclovi l'eco dell'eccitazione degli animi del paese. Alle modeste concezioni, con cui l'esercito era entrato in campagna, eransi sostituiti ora progeui che sorpa s:;avano quanto il tempo ed i mezzi permettevano probabilmen te di fare. Ad ogni modo l'esercito affrontò animo~amente ogni diffico ltà e cercò di superarla, acciocchè da lui non venisse imped imento all'esecuzione di quei progetti. Un corpo di spedizione, foi·mato colle H divisioni più avanzate e diviso in 5 corpi d'armata, sotto gli ordini del generale Cialdini ebbe l'incarico della celere marcia verso I'I sonzo. Per arrivarvi, dall'Adige, ov'era il '14 luglio, doveva percorrere più di 200 chilometri ; li percorse in dieci giorni , e colùr'O che sanno che cosa sia la mnrcia, dì grossi corpi di truppe, e pensano alla ruina delle strade fatte dagli Austrici per ritardare gli avversari loderanno la costanza e la compattezza· dell'esercito italiano. L'Austri aco si ritirava lentamente, scemando di forze, perchè una gran parte era avviata per ferrovia sul Danubio, a protezione di Vienna minacciata dai Prussiani . Nel retrocedere tagliava i ponti e creava imbarazzi alla marcia degli Italiani. Benchè il riman ente dell'esercito abbia cercato di compiere rapidamente lo spostamento dal bJsso Oglio al basso Po, le teste delle sue cotonne non toccarono Ferrara prima del 112 di luglio. Quelle truppe dovevano in parte andare a rincalzo del corpo di
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spedizione ed in parte impedire ai presidt Austriaci rimas~i nell~ fortezze di ucsirne per otfendere alle spalle quel corpo, e d1cevas1 che in Venezia fossero rimasti 20 mila Austriaci. Ai pericoli minacciati da questa troppo larga dispersione delle truppe s'aggiungevano le difficoltà prodotte dal r<1pido cambiamento di base d'operazione. ~è Piacenza, nè Cremona erano più le fo nti d' approvvigionamen to dei 100 mila uomini. fin' allora rimasti sul Mincio; lo erano invece BoloAna e Ferrara che da un pezzo avevano già il Cilrico di un'altra massa di 80 mila uomini. I guai non tardarono a rivelarsi, e se non furono gravi lo si dovette all'attività dell' Intendenza ed all'abnegazione delle truppe. E intanto continuavano a giungere sempre nuove notizi e dei progressi dell'esercito prussiano, che trovav~ ap.erta ~a strad~ della Moravia e per quella decisamente avanzavast m10accwndo Vtennn. L'imperatore Napoleone non aveva voluto op~orsi all'inompere dell'esercito italianp nella Venezia, e seppe far m modo che la susc·ettibilità francese non avesse da invelenirsene tanto da farn e una sanguin osa questi one d'onore. Ma desiderava di uscire al più presto da una situazione tanto intricata qlfanto impreveduta:.~ non sapeva se gli fosse dato di governarla. Insisteva sempre PIU vivamente per un a tregua, ed il 18 .di luglio-era ve~uto a ~<'irenz~ il principe Napoleone, per accelerarne la conclusiOne. Eotev~st prevedere che la guArra sarebbe stata p~esto finita e che l'offens1va dell'esercito italiano, solamente allora npresa, sarebbe stata troncata e con essa sarebbero anche spente le speranze di riparare allo ':;cacco del 24 giugno e di attuare il vasto piano combinato a Ferrara. L'impazienza era grandissima. Non comprendevansi le ~iffico~tà inerenti ad operazion i dt?lla natura di quelle che st.avans1 per 10· traprendere nel Veneto, paese. intersecato da. fiumi .ch'.er.a~o tra~ più grandi dell' Europa, e.senza ponti .per.chè gh ~u~tnacJ. nllr~n~ost li aveva no rotti. Sentivast solamente Jl b1sogno d1 r1vend1car l onore naziona le ferito a Custoza, di occupare la regione di Venezia_, di spingersi Ono a Trento, di toccar l'lsonzo, di. arrivar.e ~lmeao a Trieste, ma soprattutto di fare presto. Sapeva m11le ann1 d1 leggere una noti zia che facesse contrappeso a quella di Custoza.
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Il tempo urgeva: l'indole immaginosa ed impressionabile del popol•> italiano prendeva il sopravvento, c solto il doppio aculeo il ministero insisteva perchè si facesse presto . E il ~enerale Cialdini, obhl igato per prudenza ad attendere le truppe cl!e dovevano venire a guardargli le spalle, e stavano allora per passare il Po, dubbioso per i pericoli che presentavano le fortezze lasciate al nemico sui Oanchi della sua esile linea di marcia, trattenuto dagli imbarazzi che il nemico ritirandosi aveva creato lungo la via, cedette alle impazienze del Governo, alle irrequietudini della pubblica opinione, all'inca lzare degli avvenimen ti. Il .20 di luglio staccò le tre divisioni che erano intorno a Mirano e con tre reggimen ti di cavalleria ne formò il 5o corpo d'armata, le affidò al generale Cadornn e le avviò a grandi tappe su T1·ieste. Quattro giorni dopo, queste truppe, libere dagli impedimenti per marciar più rapidamen te, erano sotto Palmanova, bench è per arrivani aravano dovuto ri scostruire il ponte sul Tagliamento. E .parevan lente. Una di visione, i a divisione .M ed ici, il dì 119 lugli o era stata avviata per Val Sugana su Trento. « Se non si occupa Tren to prima dell'armistizio, scriveva il generale Cialdini nell e istruzioni lasciate a quel gen erale, nòn avremo titol i per ottenere il Tirolo. L'armistizio può cogli erci tra cinque o sei giorn i ,._ La situazione politica, il bisogno · di far presto, di aver sicuri pègni per il momento in cu i si sarebbe Lrallalo della pace immi nente, prevalevano sopra ogni altra considerazione militare. Il resto del corpo di spedizione, tolta la divisione Cugia lasci"R.ta avanti a Venezia, marciava luLto in una sola colonna. per Treviso verso l'Isonzo. E piu addietro, tra il Po e l'Adige, continuavano ad arrivare le divisioni del corpo d'ossena;:ione. Cu· rioso disseminamento, reso non pericoloso dalle circostanze stesse che l'avevano prodotto. Cercare il contatto col nemico, trattenerlo, occupare la Venezia, prevenire ingiusti sospetti , evitar patti umiliant.i e dolorosi, toccar Tren to e I'Isonzo , e questo ad ogni costo, non ostante i rischi, era imposto all'esercito co me una fa-· tale necessità. E intanto, men che sui fian chi tra le montagne del Tirolo o sull'Adri atico, ·era temibi le qn ell'urto, che per · rç~ gioni politiche desideravasi: e cominciavR&i già a sentir le stret-
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tezze prodotte da quella lunga linea di operazi~ne che attraversava un paese; poco ricco per natura, ed orama1 esaust?. 1.1 p~ne provvede\'asi a sten to; alcune divisioni ricorrevano a• v1ven n secco; prevedevasi non lontano il giorno in cui sarebbe stato necessario di sostituire al pane la polenta. Tultavi a le truppe, piene di ardore e di fiducia , affrontavano animose le peripezie di quelle con.ti nue mar~ senza riposo, accompagnate dalla crescen te sca rsitu di approvigi.ona~enti . ~n alto concetto ne invigoriva gli .spiriti : il desideno d1 una nvincita pe•· cancellare un recente ricordo che to~·nava. alla loro mente come una brulla sorpresa. Siccbè, punte d1 nobile emulazione affrettavano i passi e non curavano i sagrifìci . Il generale Cado;na così ne scriveva al generale c ;aldini « quando vidi queste « tru ppe avanzare di tappa in tappa senza sostare che poche o~·e, « senza manifestare sintomi di soverchia stanchezza, senza dls" seminare dei ritardatari, come si poteva temere in una mfl rcia « si forzata : quando vidi sul Tagliamento sfi lare l'intero corpo « d'armata con ordine e con svelto moto, e intesi i canti guer« rieri che echeggiavano da un capo all'altro delle colonne: quando « infine dopo uno straordinario acq uazzone, che durò un giorno « e una notte, vidi il soldato intento ad asciugare e ripulire le « sue armi, anzi che giovarsi de' fuochi accesi per rifar sè stesso, , « MO potei abbastanza ammira•·e le n(lbili qual ità che .ani.~ afi~ « queste nostre truppe, che riconobbi degne davvero det p1U alt1 « destini e pari alle più grandi e dilficili imprese ». l V.
La strana situazione areata in Itali:t dall' incalzare delle vicende · in Boemia e sul Danubio, dal ritiro della maggior parte delle truppe austriache in Ital ia e dalla. cessione del Veneto alla.l"ranc~a •. tolsero per qualche tempo la probabilità di un urlo l'~~ew t~ austriaco e l'italiano, almeno fi nchè questo non m1naccwsse ti Tirolo o non passasse l' lsonzo . Come nel 1J81S9, come nel 11848, i volontari erano stati destinati all"attacco del Tirolo lìn dal principio della guerra. « Al generale Garibaldi, che ne aveva il comando era stato detto, di .
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agire per il lago," o per la montagna come gli sarebbe meglio sembrato » collo scopo di penetrare in val d' Adige e di sLabi lirvi si in modo da impedi re ogni comunicazione tra il Tirolo e rarmata austriaca d' Italia. Il generale non illudevasi sulle difficoltìt che avrebbe in~on irato. La .Relazione vi acce n na : « C,) nei mon ~i selvaggi, alti , i mpraticabili, se non che per gente spicciolata fatta alle fati che e ai pericoli delle Alpi , separano le stradec orrenti per la massima parte per ~-allooi angusti, sin uosi, dirupati ove frequenti s"i ncontr;mo fo rmidabi li passi . E il Gover·no austriaco, che da sette anni aspettara un assal to anche da quella parte, non aveva mancato di aggiungere a quelle forti ssime difese naturali i poderosi aiuti dell'arte. A cosifatte difficoltà si aggiungeva che da quei paesi poveri, abitati da gente poco proclive alle novità e ai poliLici mutament:i qua&i ni uno aiuto po~evan o spe1·are gl'I taliani, finchè almeno non si fossero imp~d ro niti d i Riva e appressati a 'Trento ». « In tali condizioni , non solo l'invasione del Trenti na, ma la difesa sle$sa dei passi che da quello conducono in Lomba rdia veniva ad essere una di quelle imprese che vogliono truppe piuttosto sceltissime che numerose, e ottimi capi. E tale era senza dubbio il generale Gari ba ldi; ma non cosi quel suo grosso corpo di volontari, raccozzati allora all ol'a, la massima parte giovanetti .delle città. di pianura, molli dei qual i non avevano neppure ricevuta quella elementariss ima educazione d'arme che si dava all e .guardi e nazionali, ignari delle tlrti della guerra. in genera le, e particolarmente della guerra. di montagna, salvo poche eccezioni che andavano smarrite nella fo lla, e comand!lti sin nei gradi più alti da uomini che, toltone pochissim i, al valor personale, all'amor di patria e alla nobile ambizione di sopr·astare agli altri n~l servi re il proprio paesh, non univano l'abilità e l'autori tà necessari e. Milizie cui sa rebbe stato diffi cile di sostenere guerra ordinaria di manovre e di posizioni contro buone truppe 1 eJolari risolute a combattere, e a cui tanto più diffic ile dovea essere ·C·Ontro pari nemi co la guer-ra di montagna. È bensì vP-ro che, in capo a qualche settimana di dure pt·ove 11 lpestri e comballimenti,_
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le mioliaia sarebbero scemate· non poco, e quei valorosi che sarebbe;o rimasti, mercè la loro buona volontà e quella pronta intelli aenza cb e è una delle qualità più spiccanti dagli Italiani non avrebbero tardato a diveni re abili esecutori dei geniali e ardih disegni del loro capo ». . 11 aenerale Garibaldi, scegliendo Brescra come base e Trento come nscopo delle operazioni, pensava realm'en~e di .arrivarvi. per Val Sugana, lungo la quale non v' erano osraco ll pan a quelli accumul ati dalla Natura e dall'!lrte sulle montagne ad ovest del lagodi Garda. Voleva quindi tener scalate le truppe tra Bergamo eBrescia, richiamar·e con energici accen ni il n~m.ico al ~on~l~ ed al Cafiaro e correre al Po cremonese, e dr la per l Emrha al basso .P o di etro al co rpo del generale Cialdini , entrar con quest() el Veneto sopravanzarlo e per ValSugana lanciarsi su Trenton La. battaolia' del 24 giugno sconvolse il piano ed ·rnch"10 dò ·r volontari s~l confine tra l' Alpi Iom barde ed il TrenLin o. ~er .re~der meno pericoloso lo stacco avvenuto tra essi. e l'.eserc:ILO. rtallano in ri tirata snli'Oglio, il generale Garibaldi dec1se dr gettar:;r controil Trentino per quella via che nei pi.aui p.ri~itiv.i avr~bbe v?lutopresa daoli avvenrmenll grustrfìcò l audacra evi·tare . La pie«a r> o . . rd1 ueslo proposito che avrebbe potuto mettere i volontan ~~ ba Ja ~el nemico, e quando la cessione del Vene~o al.la Franc1a re~e più necessa rio che mai incrociare di nuovo r ferrr coll'avversa~·IO· per evitare diiiidenze e sospelti che a:rel~hero leso l'onor IHizronal e lo stesso comanc1o dell'esercito rtal rano con telegramma del 7 lu,«lio ec1:itò il oenernle Garibaldi a spingersi innanzi· non osiantenla calma energia di quel genera le e il IJuonvolere dei suoi nell'asse<:ondarlo, la rapidità dei movimenti no~ corrispondeva ai desideri. Fu perduto te mpo. per In l.ontananza dei luoahi ove eransi formati i reggimenti der volontan e per la larga dislocazione tra Ber·garno e Brescia corrisp?ndente alle esi:genze del primitivo piano di guerra. Intan to brso~n a:a provvedere all'ordinamento ed .all'affiatamento òei battagl ronr d1 ~rescq format i con elementi nuovi e dis usati alla guerra, armarlr, · approvvigionarli. L'offensiva si svolse quin~i lent.a e s,:alata, tanto più che nell'avanzare verSO il C~fiaro 1u JnsClalO lll1 poderOS()
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nucleo di truppe a Salò per guardar le ~palle perchè in quei giorni gli Austriaci eran numerosi sul Mincio. I primi combattimenti, sulla linea del Caffaro e intorno a Vezza « furono onorevoli per i volontari, ma l'esito di troppo inferiore alle eccessive speranze popolari, e a quelle della maggior . parte dei volon tari medesimi che inconsci delle immense diffico ltà di una guerra di montagna e ingannati dalle memorie del ,1859 e del '1860 (svisati pur troppo per male inteso amor proprio nazionale), s'erano figurata nell' impresa del Tirolo una rapida corsa di vittoria in vittoria. Ne derivò, com'era da prevedersi, ~pec ial menle dopo l'altro amaro disinganno di Custoza, uno scontento sdegnoso nel paese e nelle file dei volontari, una sfiduci~ nei capi, nelle armi, negli ordini, una seLJuela di aspre censure ed accuse crescenti Cùl crescere degli ostacoli. La pubblica opinione non era stata convenientemente preparata in Italia alle presupponibili contrari età ed angustie di una guerra di quel genere; e · tanto più sensibili doveano esserne le conseguem~e tra ·milizie di quella fatta . La poetica, fede nell'onnipotenza della baionetta svan iva ora quasi d'innanzi alla fredda, ma bene intesa e tenace tattica di posizione e di foco che gli Austriaci le opponeyano, mentre \',r rte delle fin te e degli altomiamenti non era ancor ben capita dalla maggior parte di quei capi inesperti e dalla massima parte dei militi )) . « Dovevano impararla a costo di sangue: e già molto ne aveano bravamente versato in semplici fazioni d'avanguardia. Aggiungasi che la troppo visibile camicia rossa non era la vesta più adatta per .quel genere di guerm, troppo facile rendendo al nemico e la vigilanza e il tiro. T:.li difficoltà rendevansi anche maggiori per la natura avventizia degli improvvisati servizi amministrativi . La buona volontà e l'operosità non mancarono, e nep-· pure la capacità in alcuni di coloro cui fu addossato quell'enorme carico: mancavano la pratica, l'atti tudine, l'ordine e tanto bastava perr.hè il provvedere regolar mente ai quotidiani bisogni di quelle truppe ammassate in anguste e povere valli e sparse pei gioghi di squallidi monti fosse per qualche tempo disordinato, imbarazzato e manchevole. Non è da maravigliare che ne fosse data in-
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tera colpa alltl persone: pure ciò non era giusto, poiché gran parte doveanc• averne le circostanze. » Così la Relazione, con equa e concisa parola, dipinge, la situazione di quel le truppe nei primi tempi della loro ardua impresa, rattenute intorno a Salò, e costrcue ad impari combattimenti d'avamposto sui confini del 'l'irolo. Infin e il •l3 di luglio il generale Garibaldi « nonostante che di molté cose necessarie per guerra attiva di montagna patisse difeu.o l> si apparecQhiò alle oiTese. Qnat.tro reggimenti, . nucleo principale delle sue forze , dovean scalarsi in colonna sull'alto Chiese: sarebbero stati fiancheggiati da due reggimenti a destra nei monti verso il l a~o di Garda, e da uno a sinistra nei monti tt·a le valli del Chiese e dell'Ogl io. ~ Doveasi per primo occupare Storo e gl'ingressi della valle Giudicaria e Ampola, accerchiare e prendere il forte Gligenti (Ampola} e similmente quello di Lardaro, facendo appa1·ire alle spalle di quesL'ultimo un reggimènto ed un battaglione bersagl ieri dalla val Camonica per Lago d'Arno, val di Pumo e val di R,oncon, e marciare quindi su Riva e Tren to per le due valli. La linea delle Giudicarie sarebbe stata probabilmente la principale. » Degli altri due reggimenti , uno, il 3•, indebol ito per le perdite sofferte fin allora, avrebbe preso qualche riposo sul Caffaro, e l'altro, il ·l 0° rimaneva per allora a guardia della co:>tiera del Garda. Tale era il progetto e L~lc l'impiego delle truppe per penetrare nel Tirolo. (nt.anto lo sforzo concentravasi intorno ai due fort i, Gligenti in val d'Ampola , ove sbocca la conva lle· ditorina, e Lardaro ove dalle origini di val di Chiese si p;1ssa in quella di Bregazze. Un piccolo parco d'as:;edio avrebbe assecondaLe le operazioni contro le d\le fortezze. Gli Austriaci supponevano che il generale Garibaldi ,·olesse puntare per le valli <ri Ampola e di Ledro su Riva, e desideJ'avano « che non indugiasse più oltre a movere· per poter contrassaltarlo , speran d.o dargli tale colpo da poter liberarsene per qualche tempo ed avere agio di accorrere a coprir Trento contro lo avanzare di nltri assalitori per la val ~u gmia, che non poteva or·amai tardar molto. » Sicchè manovrarono come se volessero fronteggiare il supposto attacco di Garibaldi in val d' Ampola e piombargli sul (ianco per la Giudicaria. II desiderio di ba~ter presto l' aHersario crebbe
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nel comandante delle forze austr·iache del Tirolo (Jenerale Kuhn ' he) g l'1 venne avviso che l'esercito italiano 'era l'l porc entrato nel' Veneto dal Basso Po, cosicchè val Sugana e val d'Arsa presto sal'ebbero anch'esse minacciate. Se non era assalito il 15 avrebbe assallato egl i il 16. n ·P> di lnglio cominciò l'oll'ensiva dei volontnri, nello stesso '\ giorno in cui l'eserci.to principale italiano cominciava il passao-aio dell'Adige. I monti che circondano la val di Ledro e che ~·~r mano l'alta vall e di Giudicaria furono teatro di un duello assa i se~rato •. di cui il primo al.lo fu la presa del forte Ampola o Ghgent1 > accompagnata dai combaLLimenti di Cimego e Condino del 16 di lugl io a sinistra di Monte Nota e Pieve di Ledro il ·18 a ·destra. fi cannoneggiamento contro il forte Gli•renti cominciò il ·17, e~ il forte si arrese due giorni dopo Era n aperta la via da vat d1 Ledro per quello di Conzei, donde poteasi concorrere allo sforzo per val Giudicaria. Di nuovo si combattè il 2·1 a Condino ed. a Bececca sull'imbocco di val Conzei. Era lenta la. mania, ed ogn1 progresso dnramente contrastato. Ora doveasi portare lo sfoi'Zo co ntro Lnrdaro per sforzar quella chiusa e aprirsi il passo nella Giudicaria. !ntant~ il generale Medici avviavasi in val Sugana « Rapida, fe!Jce, bnllante fu l' impresa. ~la era singolarmente favorita dalla fortuna, . poichè nulla aveasi a temere, almeno nel momento in cui fu intrapresa, di co ntrolfBse nemiche sui fianchi e sennatamente da l lato di Feltre su Primolano: le truppe nemiche l'.>erano t.rattenute· dal. ~e nerale Garibaldi tra Sarca e Ch iese, e quelle • che dovevans1 mcontrare sul Brenta erano insufTicenti per aagliarda difesa di' posizioni fortissime sì da fronte. ma arwirabili sui fian chi. Si aggiunga che le difficoltit maggiori' si dov::no in· contrare sul bel principio, prima di Borgo, ov'era quasi certo, stando_ le cose così come nllora stavano, che il nemico non aVI'ebbe potuto far giun gere a tempo bastanti rinforzi. Ma di siffat.t~ vor~ della sorte il generale Med ici ..seppe appr·offittare con ~bllrta e VIgore . » Partite da Vigodarzere nella sera del 19 lugl io, rl 21 le truppe della sua divisione erano a contatto colle nemiche sul Cismone.
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La soverchiaoza delle forze e le condizioni del terreno suggerivano un largo impiego degli attorniamenti, coi quaJi la divisione vinse più facilmente la resistenza fatta dal nemico sul Cismon a Primolano, a Borgo, a Levico. Il 24 essa era a Pergine donde si preparava all'attacco del passo di Civezzano. Sarebbe stata l'operazione decisiva su quel campo di guerra, e dopo essa la baltaglia era portata souo le mura di Trento, çhe il comandante delle forze aqslriache era deciso di tenere fino agli estremi, imitando l'esempio di Saragvzza. In questa situazivne suprema venne l'avviso della tregua. Non v'erano stati indugi; l'a~ione era stata rapida ed incalzante, ma il ·tempo fu troppo breve per raggiu ngere lo scopo.
DA KASSALA AD ADUA 1894·1895 NOTIZIE POLITICO-MILITARI PRR SERVIR!;
ALLA STORIA DELLA COLONIA ERITREA (() CO:>
( Contimw) .
APPUNTI CRONOLOGICI DAL 1869 AL 1895
PREMESSA. La Colonia Eritrea, attraverso i primi inevitabili disin.ganni e le dolorose sorprese, fra il vociare dei maligni ad ogni . nuova affermazione della perse1·eranza italiana, e nel lavoro .sdegnoso dei suoi fidenti pionieri, ·ha cominciato a far dimenticare i giorni di lutto e già. batte da un pezzo la via giusta assegnatale. Non sconfortanti calunnie di stranieri, nè maneggi delittuosi, nè indecorosi attacchi dall'estero e dall' interno dell' Italia diminuirono mai la lena di quel pugno· d'italiani -devoti e fidenti, .cui il paese affidò la sua bandiera da tenere alta in contrade lontane. Il santo drappo piantato su Kassala il 17 luglio 1894 apriva alla Colonia un orizzonte più vasto; ed abbandonata ornai dai più la convinzione che potesse esserci utile solame n te il possesso del por~o di Mas"Saua, molti furono i convertiti a concepimenti più vasti -dopo· l'acquisto recente di nuovi e fruttuosi territori. (l) Seguito del lavoro Da A.ssab a Xassala, (1869-1895) vedi Rt'vista Milita1·e 1895, fascicoli di giugno-luglio-agosto.
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DA K ASSA LA AD ADUA
Quei paesi così. ubertosi per coltivazioni d'ogni sorta, quei pascoli sterminati, quelle ter re che altra volta fornivano tabacco, cotone ed alt.re coltt1re tropicali in ricchissimi r accolti non potrebbero oggi servire a nòi, solo perchè popolazioni indolenti e brigantesche abbandonarono da un pezzo l'aratro e la vanga per la lancia ed il fucile? L'indole di ladri, la paura dei vicini egualmente ladri, la smania di avventure, l'ambizione dei capi, da molti anni generarono tale stato anormale di vivere sociale; e la terra, la gran madre terra, riposa quasi dovunque. L' Italia, che dall'occupazione di Massaua per una catena. eli avvenimenti inevitabili si trova ora padrona di una superficie stragrande di territorio, che mai avrebbe sognato di possedere qualche anno addietro, sente for temente l' importanza della missione che la forza degli eventi le impose : e riuscirà. Ma quali e quante lotte dovrà sopportare prima. che an·h·i a capo dell' immane lavoro ? A parte il dubbio della riuscita, che dopo l'affermazionesolenne del carattere italiano negli ultimi avvenimenti nes~ 'SUno potrà più mettere in dubbio, ci sembra che la soluzione del problema africano non -debba esser 'lontana per la nostra na.zione. E se l'esperienza del passato (benchè assai prossimo) e lo .studio del presente varranno a qualche conclusionè, non tarderemo a compr ender e che siamo sulla buona via. Che Dio e la nostra santa stella c1 assistano.
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Sguardo al passato. - Indizi e noLizie allarmanti. - La ribellione di Bata-Agos. Pri g ionia de l tenente Snnguineti; ~ La fulminea r epressione <lei mnggiore 'l'oselli ad Hnlni (18 dicembr e 1894). - M or to di Batn-A gos. - Disarmo dell'Okul è Kusai. - - Come si era svolto il dramma. - Come er a stato in nalzn.to Bnta-Agos.
presto i primi nostri tentativi, come di giovinetti inesperti: ora i nostri passi sono più tranquilli e sicuri. Le ansie per le prime ostilità abissine, l'errata convinzione nella loro forza eccessiva, la poco conoscenza del paese e della sua storia, l'incertezza nell'adozione eli un piano preciso , chiaro e pratico fecero la fisonomia delle nostre prime operazioni, cui seguirono disinganni inevitabili per un popolo nuovo alle avventure coloniali. Quei difetti inerenti alla difficile situazione ci avevano· portati acl errori, e con essi al lutto di Dogali. In seguito, l'amor pr opr io ferito ed il dolore provato ri· tempravano ·gli animi, mentre il bisogno della difesa, il desiderio della vendetta spingevano nell'Eritrea la spedizione di San .Marzano nel 188 7, per prendere Saati e mantenerla ad ogni costo. Re Giovanni, il fiero imperatore che al suo attivo contava tante vittorie, smussò la sua tracotanza fin sotto i forti eli Saati, ed il 2 aprile 1888 doveva tornar e indietro coi suoi centomila uomini senza aver ci combattuto. I n quel tempo, noi avemmo il torto d~ aggiungere alla fede in noi stessi una esagerata fiducia in Menelik, r e dello Scioa, che pur troppo accarezzammo. Sfatato il per icolo delle. immani orde abissine condotte dal loro imperatore già così avvezzo a vincer e, la Colonia poteva fare il suo primo atto di coscienza, diminuiva le sue for ze e si avventurava nell'espansione con pochi, ma buoni mezzi, con lodevole iniziativa e straordinaria abilità di capi, .e con felice successo. Alla vicina (l) Saati, posto di frontiera assai debole, si sostituiva per amore e per forza (dopo le occupazioni di Keren e eli .t~smara _ed altre minori) la linea di confine Mareb-Belesa-Muna. Re Giovanni, che certamente intendeva differire la 'partita, ma non abbandonarla, doveva invece fatalmente !asciarla, morendo a Metemmah (2) contro i Dervisci.
Se r ivediamo per sommi capi l'opera altamen te civile svoltasi nell' Eritrea con progressione crescente, costante e promettente eli avvenire glorioso, ·non ·possiamo disconoscere che si sono . omai perduti di. vista e si ·scorderann o
(l ) Saati dista da Ma;;saua soltanto 21 chilometri. (2) Re Giovanni, mosso contro i Dervisci del Sudan con fortissimo esercito nel marzo del 1889, t rovava la mor te sul campo di bat taglia a Met-emmah il 9 dello stesso mese.
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dicembre 1894).
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Menelik, re dello Scioa, s'incoronava imperatore con l'appoggio delr I talia. Mentre nella Coionia si lavorava a tutt'uomo per rassodare l'autorità italiana e renderla accetta al paese con protezione ai soggetti e salutare timore ai nemici, l'I talia comincia va a convincersi di aver e errato nell'accarezzare il g ià re dello Scioa, ora imperatore d' Abis~iuia, Menelik. Questi non avea tar dato infatti a r ivelarsi apertamente fedifrago, col not o bisticcio dell'assai noto trattato d i Uccialli. La politica scioana si mutò allora in polit ica tigrina. · Mangascià, figlio naturale di N egus J ohannes, e già p re· t endente al trono di suo padre, ben chè dal 1889 al 1890 non appoggiato da noi nelle sue pretese, fu finalmente un giorno ~vvicinato, ma non gli fu promess~ l~ corona, sì beue la nostra amicizia e condiscendenza a relazioni di buon vicinato. Gli era anzi inibito di tessere intrighi contro il suo alto sovrano Menelik, che in altri tempi nostro alleato e nemico del capo del Tigrè, con esso aveva pattuito alla chetichella l'accordo ed il perdono della ribellione. L ' 8 dicembre 1891, il convegno sul Mareb suggellò l'accordo italo-tigr iuo con Mangascià ed i capi principali del Tigrè, e per qualche anno nulla turbò le relazioni di amicizia e di buon vicinato. Gl i studi amorosi di chi era a capo della Colonia davano al nostro possedimento un vigoroso impulso :. si r iordinavano le truppe, r iducendole al quasi esclusivo elemento indigeno, si organizzavano i tribu ti, si istituì vano sc:uole, si stabiliva il Damanio, si infliggevano salutari. castighi ai nemici, mentre la battaglia di Agord~t (2) e la presa di Kassala (l ) tenevano in freno i Dervisci. L a Colonia poteva così. respirare e sp1egare maggiormente le sue energie dedicandosi a lavori fruttiferi e ponendosi con lena allo studio dei molteplici problemi !lOn
(l ) 21 dicembre 1894. {2) l '1 lug·lio 1894.
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ancora soluti. La frontiera occidentale, pel momento, non aveva pericoli; quella del sud era posseduta da ras Mangascià, sempre tenutosi fedele ai patti giurati. Ma da alcuni indizi rivelatisi poco prima dell'occupazione di K assala, appariva che le nostre relazioni col Tigr è poggiavano su assai debole base: ras ,Mangascià e gli altri capi tigrini erano t roppo abissini perchè si potesse riporre piena fiducia nella costanza della loro fede. Un giorno del giugno 1894, a Borumieda, ras Mangascià non aveva potuto ottenere il titolo di Negtts dal suo alto sovrano lVIenelik, perchè il paese su cui dominava era troppo piccolo per un r e. Menslik gli aveva detto : « fatti uno Stato più g1·ancle, ed allora sa1·ai Re!» Fine insinuazione fu questa che contribui non poco all'ambizioso capo per fargli rodere il freno e mulinare straordinari pr ogetti di future imprese alte e gloriose. ,Quando il generale Baratieri con l'usato suo « pruden te ardiment o » prese Kassala il Ras del Tigrè gli esternò con le congratulazioni la più grande ammirazione, e promettendo che al più presto lo avrebbe coadiuvato in una oper azione con tro i Dervisci, credette sopire dei sospetti che per dicerie precedenti potevano esser venuti nei suoi alleati ed amici. Ma il Governatore della y olonia Eritrea, pur ' non lasciando trapelare alcuna diffidenza,' si teneva in guardia e continuava a stud.iare gli indizi sospetti (1). L ' impresa da compiersi d'accordo contro i Dervisci dov eva sorr idere certàmente a Mangascià, -pareva; a Mangascià, cui quelli avevano ucciso il padre, mentre doveva cuocergli
(l ) Gli indizi non mancavano di numero e di importanza. Le informazioni molteplici concernenti il convegno tenuto fra Menelik e Mangascià, ri fe~iYano al Comando della Colonia parecchi discorsi equiyoci passatisi tra i capi e nella popola~ione. J.e voci della ritenuta necessità di una azione energ ica ·verso la nos tra frontiera circolavano soÌnmesse, misteriose, dando adito al sospetto che forse gravi decisioni seg1·ete fossero state accordate fra l' Imperatore ed il Ras ai nostri danni.
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DA E:A, SALA AD ADUA
DA KASSALA AD ADUA
troppo che non s1 fosse già prima presentata occasione di mostrare ai suoi sudditi, se egli di tal padre era degno. Prestigio e fascino sono i primi fattori della potenza in Abissinia, ma si conquistano dopo lu~inose imprese, ed egli non potevi\ ancora contarne. Avviate da parte del Governatore le trattative (l) per l'impresa, 1\fangascià" promise formalmente che alla metà di dicembr e del 1894 avrebbe inviato ras Agos con forte nerbo di t ruppe dello Scirè, lungo la ·destra del Taca.zzè, contro Tomat. Cosi operando si sarebbe messo a minaccià delle: spalle e· del :fianco destro del corpo dei Dervisci (2) incaricato dal Califa di avviarsi sopra El-Fascer. . Intanto si batteva il chitet (3) per raccogliere armati, ma in luogo di concentrarli verso la frontiera sudanese (nello Scirè) si raccoglievano nell'Entisciò, provincia rivolta ben lontana dall'altra, e verso la parte di frontiera più debole della' Colonia Eritrea. Oramai cadeva ogni dubbio per diventar certezza, e l'inganno si faceva manifesto aggiungendo che numerosi amici del Governo della Colonia mandavano da paesi vicini al covo del tradimento avvisi che si stesse in guardia. Ma prima che ras Mangascià scoprisse le batterie avvenivano novità e sorprese nell'Okulè Kusai, nostra provincia governata per' noi da Bata Agos. Mentre a K eren il generale Baratieri attendeva a rifornire Kassala di viveri, munizioni e cannoni per una avanzata di Dervisci creduta imminente, il 15 dicembre era av-
vertito dalla via di Asmara eli due gravi fatti: che un posto della banda di Bata Agos era scomparso, che era stata interrotta la linea telegrafica con Saganeiti, dove risiedeva il tenente Sanguinati. Non ponendo tèmpo in mezzo, il Governatore o:dinava per telegrafo al . maggiore Toselli di muov.ere ~ub1to dall'Asmara per Saganeiti con le sue tre compagme per appurare la gravità dei fatti. Nulla di più probabile che ~i là fosse scoppiat.o l'uragano, avvalorando i sospetti precedenti che Mano-ascià o . ritenesse facile un'irruzione nella nostra. Colonia : l' Okulè Kusai gli poteva essere aperto da Bata Agos. Altre bo-ravi notizie si succedevano immediatamente: . a) Bata Agos aveva arrestato il nostro restdente in Saganeiti, tenente Sanguinati; b) aveva battuto il chitet, e molti avevano risposto alla cliiamata ; c) si era trincerato in Saganeiti, promettendo ai suoi che presto sarebbe venuto in loro aiuto Mangascià, suo amico e signor e. · La condizione era difficile per la Colonia, perchè mentre d a un o·iorno all'altro si aspettava che i Dervisci tentassero di Yeni're alla riscossa, sorgeva immediato il pericolo anche del sud, in un momento in cui con poche forze disponibili si poteva essere distolti assai lontano. 11 Governatore concentrava immediatamente uomini ad Asmara, chiamando alle ~rmi la milizia mobile, spediva di rinforzo alle t re compagnie del maggiore Toselli i presidi di Ghinda e di Arkico, e si recava personalmente ad Asmara. Rapido giungeva il maggiore Toselli, la mattina del1'11 dicembre presso Saganeiti, a lVIaharaba, ad una lunga giornata di marcia da Asmara, e· lì assi~mratosi della sincerità delle informazioni cominciava le trattative col traditore Bata Agos, perchè restituisse il tenente Sanguinati ·e d i due telegrafisti italiani imprigionati con lui. Si tirava .a lunO'O secondo la noiosa usanza abissina, e Bata Agos prom:tte'i~a di restituire i prigionieri quando il maggiore
(l) Il generale Baratieri incaricò della missione il tenen te cav. Arturo 1!ulazzani, residente politico nella regione del Saraè. Questi, recatosi in Adua. alla. fine di agosto, fu ricevuto dal ras coi segni dell'ammirazione più espansiva pel Governatore e per le truppe : l'esagerata accoglienza festosa parve fin d'allora poco sincera e fatta per mascherare intenzioni di altra natura 'che le parole. (2} Era il corpo dell'Emiro Ahmed Farli!. . (3) Tamburo di guerra che chiama. alle !1-rmi.
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DA KASSALA AD ADUA
DA KASSALA AD ADUA
Toselli si fosse ritirato con le sue tr uppe. Si .protestava il iurbo tuttavia sempre devoto all'Italia, assicurando che aveva catturato il nostro residente per lagnanza personali che aveva contro di lui solo. Ai sotterfugi per coprire il tradimento ed altre insidiose macchinazioni il maggiore Toselli non pre.s tò orecchio. I ntanto si era già ottenuto un importante vantaggio da parte nostra, cioè di guadagnare tempo sufficiente perchè arri- . vassero rinforzi. Arrivarono infatti altre tre compagnie il 17 a sera ed una batteria da montagna, sicchè in totale il maggiore Toselli poteva disporre di 6 compagnie ed even· tualmente prendere il contatto con quella di Halai (l ) con una forza complessiva di 1500 uomini ai suoi ordini. La mattina del 18, essendo tutto pronto per iniziare l'attacco di Saganeiti, il comandante si accorse con stupore che il paese era stato sgombrato da Bata Agos, non ostante ·la misteriosa r itirata fosse stata mascherata lasciando ai loro posti le piccole guardie di osservazione. D maggiore Toselli comprese che molto facilmente Bata Agos erasi diretto ad Halai, dove la compagnia del capitano Oastellazzi si trovava isolata: entrò a mezzogiorno a Sagan eiti, ed occupatala si diresse rapidamente alla volta di Halai (2) sulle tracce dei ~ibelli. Egli opinò, che se Bata Agos ave~se avuto l'intenzione di opprimere colà la compagnia italiana, sarebbe sempre stato necessario raggi ungerlo, per impedirgli di rafforzarsi tra. i monti o sconfinare, prolungando così la durata del pericolo. Sapevasi d'altt·onde che i tigrinì dell'.Agamè avanzavano dai
monti dello Scimenzana, ed occorreva impedire al ribelle di congiungersi ad essi. Bata Agos si era realmente diretto coi suoi 1600 uomini ad Halai, sperando sorprendere e disarmar e il distaccamento, e con l'evidente intenzione di sollevare 'i n seguito ai nostri danni gli Assaortini. Ma la suà azione improvvisa non ottenne la sorpr esa. Il giorno 16 dice'm bre e la mattina del 17 il capitano del presidio di Halai, cui era giunto l'allarme della ribellione, sentendosi troppo isolato nel suo fortino si era spostato prendendo posizione più in alto, sull'amba (l ) -Cheren-lVIorfatò, donde poteva scorgere l\1aharaba e Saganeiti. Tà.le sua lodevole iniziativa, mentre lo allontanava dal pericolo di trovarsi solo in mezzo ad un paese in fiamme, gli avrebbe permesso di poter cooperare con le truppe del maggiore Toselli ad un attacco contro Bata Agos . a Saganeiti . Poco dopo (la nott.e tra il 17 ed il 18) era tornato
(l) Le 3 compagnie che erano partite da Asmara. col maggiore Toselli erano comandate dai capitani Gentile, Cotta ed Olivari. Arrivarono di 1·inforzo fra il l '1 e il 18 quelle del capitano Folchi, Galli ed Alferazzi unitamentll alla batteria di montagna del capitano Ciccodicola. (2) Al bivio di Hevo il maggiot·e Tosol\i incontrò gente, certo lasciata indietro da Bata Agos, la quale asseriva. avere i ribelli ripiegato su quest'ultima località; ma il maggiore non volle prestar fede e proseguì la strada prescelta. ·
(l) Amòa sig nifica JJietm del R e. Si chit\mano ambe quello caratteristiche colline del sistema montano etiopico, inaccessibili, quasi tutt'intorno a picco : sono composte pet· lo più di arenaria, ed anche di pietra vulcanica, e vi si accede o pe1· difficile sentiero o per mezzo di gradinate, oppure con funi a. cni si sospende un cesto capace di una. o due persone che si tirano dall'alto. Sono famose in Abissinia le bello ambe Semaiata e Ed Abba Garima presso Adua., e la. celebre Amba Salama. nel Tembien, di cui si fa. parola altrove in questo studio. È notevole inoltre l'amba Sechenchcn t ra il Semien ed il Selemti, che ras ~laugascià utilizzò come prigione di stato dopo che Debeb, addormentati i guardiani, riuscì ad evadere da Amba Salama, insieme al proprio ti·atetlo Bnlgadà Bagalè, ras Uold-Euchiel dell'Hamasen e suo !lglio lig·g Ailu Molechot. Sull'Amba Sechenchen, cbe Mangascià affidò a ras Agos dello Scirè, furono confinati il turbolento Cagnasmacc Hodttg, indi il fratello di Debeb, degiacc Tedla Abaguben e tutti glì altri sottocapi che sotto la direzione di Dcgiacc Berrès avevano congiurato un giorno di detronizzare il ras del Tigrè, uccideudolo. La congiura, scoperta a tem po, non ebbe alcun risultato. Sulla stessa Amba Sechenchen fu relegato Degiacc Sabath dell'Agamè insieme al fratello Degiacc Abù ed al nipote -Degiacc Destà e Kantiba.i Sale, conosci uto per fido consigliere di ras Al ula e nemico acerrimo degli · Italiani. Notevole è altres\ l'Amba Magdala, dove si uccise re Teodoro.
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coi suoi ad Rala.i, e l'indomani vi giungeva pure Bata Agos che. gli intimava la resa delle_armi con pr~ essa di lasc1'argli a tal condizione libero il passo. Le trattative furono dal capitano Cas .3llazzi prolungate a bello studio per guadagnar tempo, e finalmente. non essendosi egli voluto arrendere, Bata Agos apriva il fuoco contro la posizione fortificata, un'ora dopo il mezzogiorno (1) . La condizione del distaccamento cominciava a diventar . critica; enorme era la sproporzione di forze ed il trinceramento non si prestava a lunga difesa. Alle quattro E\ mezzo era stato già occupato il campo degli ascari, separato dal fortino di circa trenta metri di spazio; così pure erano state occupate le posizioni della chiesa, dell'acqua, la casa del cantiniere, il fosso del trinceramento. Tuttavia la compagnia non rallentava l'o~tinata difesa, resistendo ad ogni costo. Bata Agos dall'altra, dalla c)liesa 'non cessava di mandare ordini ed avvisi, dirigendo con non comune abilità il combattimento : l'assalto era prossimo, e l'esito era facilmente · prevedibile. Ma all'improvviso, alle 4,4,5, risuonò alle spalle dei traditori una viva -fucilata: era l'avanguardia della colonna che il maggiore Toselli con mirabile ·intuit~ aveva condotta celer emente ad Ralai. Bata Agos, sorpreso e contrar iato, rivolse contro i sopravenuti la sua fronte con tutte le sue orde disponibili, e riuscì a formare sul fronte che domina la strada Sagane.iti-Halai una larga linea di battaglia. La avanguardia del battaglione 'l'oselli teneva fermo, dando
tempo ad altre due compagnie di spiegarsi a sinistra, per ·evitare un aggiramento possibile da quel fianco. In poco tempo furono in posizione assieme all'avanguardia altre tre compagnie, poco dopo seguite da una quarta. Alle cinque e mezzo, per l'erta ripidissima arrivava al trotto una · sezione della batteria da montagna, che prendendo posizione sulla sinistra della linea apriva il fuoco verso la strada -d i Akrur, dove i seguaci di Bata Agos tentavano formare una se.conda difesa. La compagnia Castellazzi, rianimata . -dal rombo dell'artiglieria, continuò con maggiore intensità il fuoco contro i ribelli appostati nel fosso, i quali presi fra due fuochi non sapevano come sottrarvisi: nella stessa critica posizione erano gli altri che si erano impadroniti -del villaggio degli ascari. Il maggiore Toselli procedette allora ad un'avanzata .generale per tagliare a Bata Agos la ritirata per la strada <Li Akrur, di R evo e di lVIahio. Intanto si approssimava la -sera e la nebbia era assai fitta, permettendo solo ad intervalli di vedere il nemico. Tuttavia, superate tre posizioni -successive, intercettate le vie di Akrur e di Revo, e spiegando ogni sforzo su quella di lVIahio, si fece accon·ere la .artiglieria; ma la nebbia più fitta impedì ogni proseguimento all'azione, e si dovette suonare a raccolta, mentre il nemico si disperdeva a piccoli gruppi. Il fuoco delle nostre truppe aveva prodotto nelle schiere nemiche perdite numerose, non ostante, verso sera, la nebbia ave~se favorito ~i ~ibelli; Bata Agos era rimasto sul campo, ucctso da una fucilata. Le nostre perdite furono soltanto <Li 11 mor ti e 22 feriti, tutti ascari . . n. nemico, sbaragliato e vinto, non poteva p1U lmpen-stenre, e non occor reva che sottoporre e disarmare il paese. Il 19 il maggiore Toselli rientrava a Saganeiti. . L'effetto addirittura sorprendente della fulminea campagna .condotta con rara abilità dal maggiore Toselli fu imme<Liato. Bata Agos era morto, e nella fantasia deO'li indiO'eni 'd t:> b semb rava ev1 ente il castigo di Dio pel tradimento· i suoi . ' :seguaci sorpres1 da forze numerose, inaspettate, come sorte
(l ) Le trattative tirate in lungo dal capitano Castellazzi posavano su queste basi: il Degia.cc domanda"a che la compagnia sgombrasse il trin- · ceramento; il capitano accettava, ma in cambio di garanzie e di ostaggi. Il Degiacc doYeva ritirare i suoi a buona distanza, liberare la via che la compagnia avrebbe percorsa, mandare o suoi parenti o suoi fratelli in ostag·gio. Le trattative durarono cosi ,Per cinqtie o sei ore. La compagnia Castellazzi, che errt stata rinl'orznta dal suo comandante con alcuni europei e con soldati indigeni cong·edati, nmmontaYa a poco piit di 250 uomini.
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ANIIO LX
DA KA~:>ALA ' AD ADUA 1934 dalla terra; eràno statj. dispersi; sicchè gli abitanti rim~sti neutrali e parte de ribelli dei giorni innanzi, fecero. Immediatamente atto di sottoinissioné, consegnando le armi (1) . Bata Agos av:eva ,affidato ad nn capo il tene~te Sanguinati perchè lo conducesse verso Toc?nda, m~ Il nostro residente fu da quest'ultimo liberato, appena gt~nse la nu?va del disastro avvenuto ad· Halai. I capi minon del Degtacc sparirono in un modo o nell'altro dal pae~e (2). . . Ecco le circostanze in cui si era svolto Il dramma, 1l cut epilorro era stato tanto · esemplare punizione àl tradimento: « Si era negli ultimi mesi dell'anno cambiato armamento alla truppa nera, e messo . in distribuzione un moschetto moditicato per cartucpia a bali.s tite. Anche ~a~a Agos, che era uno dei nostri capi-banda, domando tl nuovo moschetto, e gli . fu concesso. Pochi giorni prima ,della ca~ tastrofe aveva infatti ritirato. da Asmàra 324 moschetti nuovi per armare quella parte della s~a' band~ che era stipendiata da noi, avendo egli per propno conto circa altri 1600 fucili di vax:io modello. . <.< Avuti i nuovi fucili doveva restituire i vecchi, . ma egh tergiversava, preparandosi ad un tempo un ~retesto alla defezione, ed una quantità non spregevole d'armt. . « A Sarraneiti noi avevamo un ufficio telegrafico con due 0 tre solda~i italiani, ed il tenente Sanguineti, qual residente
politico.
(1' Nei primi o-i orni furono consegnat.i al maggiore Toselli circa 1200 fuci{i di vario m:dello, in seguito ad un bando di pe~dono, pubblica~o in . Halai la matt.ina del 19, per quelli che av,evan~ cons~gnate le ~n~1. . (2) Scii)gal, fratello di Bata Agos, e Fit~ur~ri .!esfeu, e.apo d i. C~a;It, ripararono al campo di ras Mangascià nell EntJscJO, seguiti da circa oOO armati di fucili. Ligg Garamedin, figlio di Agos, si diede alht m?nt.agna , con qualche dozzina di seguaci, riparando sul cigl~o di quel tratto dell'altipiano che è fra Assaorta ed. Okulè Kusai. (Vedt Relazw~e del generale Baratieri sulle Ope1·azioni per l.z difesa della Coloma E1'ttrea dal 1.5 dicemòr.e 1.894 al 20 gennaio 1.895).
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« Il tenente aveva a varie ripres~ tentato di far capire' la , ragione a Bata, ma invan·o, e·la· sera in: cui .dichiarò la ribellioni? era tornato all'argomento. · « Bata Agos resisteva, e Sanguinati finì col rivolgergli parGle assai risentite, che gli furono tradotte esat~amente dall'interprete. Bata Agos, che era entrato nélla tenda del tenente con quattro o cinque seguaci, fece cenno all'un di essi · di afferrare l'inte1·prete e di incatenarlo. Il tenente.Sanguineti si oppose vivacemente, e Bata ordinò subito che an·C:he il te-nente fosse incatenato. Qaesti oppose una resistenza a tutta oltranza, facendosi arma di 'quanto gli capitava tra mano. :M.a rifinito dovè cedere, proprio quando il degiacc a v eva fatto avanzare una cinquantina di soldati colle armi pronte. . « Furono cercati i ferri nella casa stessa di Sanguinati, e il -tenente fu incatenato. · « Intanto i telegra:fisti avevano sentito rumore; ed avendoli vn indigeno avvertiti che bastonavano il tenente in casa su~. erano ~ccorsi in fretta, ma disM~mati. Furono anch'essi arrestati, e cc-?ntro uno che aveva tentato fuggire furono esplosi vari colpi d'arma da fuoco, fortunatamente senza danno. « Venne subito spiantato il telegrafo per vari chilometri, e la corrispondenza tra Asmara, Saganeiti e la nostra compagnia stabilita in Halai fu interrotta. _l< Questo accadeva verso sera. « Sul tardi i telegrafisti di Asmara, come sogliono, salutarono quelli delle altre stazioni. Saganeiti non rispose. Insistettero inutilmente. A.llora fecero rapporto al comandante di Asmara. . « In seguito alla notizia della lettera di Negus Menelik (1), ed al fatto della negata restituzione dei fucili si stava all'erta all'Asmara, e si ebbe subito sospetto della cosa. Il
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(l ) Era già pervenuta notizia che una lettera di Menelik era stata consegnata a Bata Agos. Questa nuova, confermò vieppiù i sospetti nu triti, per g li al t ri indizi precedenti contr.o degiacc Bata Agos.
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sospetto fu confermato dalla sparizione improvvisa di vart soldati di Bata A.gos che si dovevano fermare all'Asmara. «Venne chiamato il tenente dei carabinieri Craveri, e gli f~ ordinato di assumere subito precise informazioni. « Il tenente Craveri parti per Saganeiti, con pochi uomini, ed arrivò la mattina seguente a Maharaba, a poche ore da Saganeiti. E s'accingeva a salire a quest'ultimo paese, qu-ando un indigeno g1i si fece incontre> : « - Dove vai, tenente? « - A. Saganeiti. · « -Non .andare, perchè Bata ti legherebbe coma ha legat.o tutti gli italiani che vi sòno. « - Bata è mìo amico. « - N on andare. Vedi, a.nch'io sono ascaro italiano e ti dico la verità. « E l'ascaro, tratta fuori la sua sciarpa che aveva nascosta, la mostrò al tenente. « Un altro ascaro intanto avvisava a Gura i due italiani della stazione agricola, che riuscì vano a . fuggire. « A.vuta questa notizia il tenente Craveri di e' di volta al cavallo per tornare all'Asmara. Per via trovò il maggiore Toselli che con parte del suo battaglione già si avanzava su Saganeiti. Era partito in seguito ad ulteriori informazwm. · « Intanto Bata A.gos aveva raccolto i suoi uomini, aveva loro distribuite le cartucce che noi tenevamo a Saganeiti, e s'era avviato ad Halai, cinque o sei ore da Saganeiti, per costringere alla r esa. la co~pagniA. colà dislocata. « Egli mandò infatti un messo al capitano Castellazzi, dicendo che non avrebbe fatto male nè a lui nè ai suoi ufficiali nè ai suoi soldati se si fosse ritirato ad Arkico e gli avesse ceduto il trinceramento. Si è saputo poi che aveva nascosta parte della sua gente per piombare addosso alla compagnia ove si fosse ritirata. « Il capitano Castellazzi si trovava isolato da tutti. Egli penso, ad ogni modo, di guadagnar tempo. Mandò dicendo a Bata che si meravigliava del suo contegno. che non sa-
peva spiegarsi come essendo stato sempre amico degli ita' liani, oggi si rivoltasse contro di loro che lo avevano sempre protetto e fatto grande - e via dicendo. « Le trattative si protrassero per qualche ora, tanto da dar tempo al maggiore T oselli di sopraggiungere. P are che il maggiore Toselli avesse avuto mezzo di mettersi in comn· nicazione col suo capitano Oastellazzi, e venne deciso di attaccare subito Bata Agos, sebbene vi fosse una densissima nebbia. ' « Alla sua volta Bata A.gos aveva deciso ed iniziato l'at· tacco del t rinceramento. Egli si teneva dietro la chiesa di Halai in osservazione. I nostri ascari, anche prima che sapessero dell'aiuto di fuori, si comportarono molto lodevolmente. Preso fra due fuochi, Bata pensò di svignarsela, ma i nostri, scorto un numeroso gruppo di abissini dietro la chiesa, fecero fuoco sopra, ed egli fu poi t rovato morto poco !ungi di lì, fra due sassi (1). » L 'inopinato tradimento del degiacc abissino, che per noi amministrava la r icca provincia dell'Okulè Kusai, doveva certamente produrre dolorosa impressione nella Colonia ed . in Italia, r afforzando vieppiù la convinzione che nessun benefizio, .nessun giuramento trattiene l'abissino dal voltar faccia, quando crede o ambisce di rendersi sempre più grande a qualunque costo. In cima ad ogni desiderio e sentimento, è sempre la malafede e l'intringo per sg~bello alle più smi surate ambizioni. Bata A.gos, da molti anni fuggiasco, correva il deserto con pochi uomini e pochissimi fucili prima che il Governo della Colonia lo accogliesse sotto la sua protezione. Quando ~l famoso D ebeb spariva dalla scena politica a Makallè (2), li generale Baldissera per assicurare il nostro fianco sinistro
( \1) Lettera del 27 dicembre 1894 di Mercate!li al giornalè La Tribuna del 15 gennaio 1895. (2) È noto come Debeb, chiamato ad un convegno a Mal\allè da ras l\langascià e ras Alula nel 1889, nonostante solenni giuramenti scambiati, fosse all'improvviso preso ed incatenato, ed inviato ad Amba Salama.
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con l'occupazione dell' Okulè Kusai, lo aveva innalzato. Molto grandi motivi dovevano legare quest'uomo alla riconoscenza per gli . italiani per essere stato così innalzato, egli fuggiasco, sempre in pericolo imminente di vita per le potenti inimicizie che lo insidiavano; giacchè: a) Bata Agos era. in disaccordo con l'Agamè per il possesso della provincia di Scimenzana; b) era in istato di ven dett~ di sangue con r as Maogascià. Inf~:~.tti aveva ucciso un fratello di ras Area, parente di Negus Giovanni; c) era figlio di un capo fiero e potente, il cui vanto maggiore ex;a stato di proclamare che ~on aveva mai veduto la faccia del Negu~; d) era capo di un paese che non aveva mai voluto sottostare alla dominazione del Tigrè .; , e) era cattolico · fin dalla nascita, fra popolazioni che avevan sempre resistito alle missioni cattoliche in tutte le epoche. Le popolazioni vicine avevano s,empre combattuto contro i musulmani per .la loro relig:ione alessandrina, e malvolentieri potevan soffrire un cattolico, così loro vicino. Aveva, è vero, Bata Agos potuto· avere nei primi tempi del suo innalzamento qualche scossa alla sua piena fiducia negli Italiani : altri capi erano stati disar mati, ed egli era troppo forte in paragone della Colonia, ed avea in qualche circostanza avuto trattamento di durezza. Ma durante il governo del generale Baratieri si cercò di fargli dimentiaare antiche velleità . d'indipendenza, ·prontamente represse nei tempi precedenti, che avevano dato luogo a frequenti dissensi. Se dunque Bata Agos si macchiò di tradimento co,n gli Italiani, nol fece per alcnn risentimento, ma vedremo come in vece fu tratto al mal passo dalle iusinghe di Menelik e di lVIangascià, e dai consigli dei missionari lazzaristi francesi.
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II. (18 dicembre 1894 - 20 gennaio 1895).
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tradimento di ras )langascia ::tccertato. - Concontr:.mcnto ù~lle forze it:.liane e delle forze tigrine. - )farcia degl'Italiani su Adua (2$ dicembre). - Ritiral.:l da Adua (l• gennaio 1895). - Il genernlo B:traticri ripassn il Mareb ed occupa Coatit . ( 12 gennaio) . - Schiernmenlo dello trUJ)pe italinne. - La b:~Ltaglia di Coatit del 13 gennaio - Il comb:~ttimento del \ .( -Tattica tempor eggiante degli Italiani. Disposizioni per l'attacco frontale delle posizioni ti~rinc. - Ritirata irnprov1·isa di ras M&ngasciit. - Agos Uold l'a fari o•r•·e i suoi servigi.- Inseguimento :1 Senale e bombardamento del campo di Mangasci!• (1:> gen ronio\ - Dedi•ione dci capi dello Scim~nzana. - Ritirata degi'Haliani nei 1·ecchi confini (1!1 gennaio) .
Gli accordi evidenti di Bata Agos con ras lY!angascià non a vevano impedito che l'impazienza o il timore di es?ere stato scoperto spingessero il p1·imo a scoprire il giuoco. D i. là. dal M:areb si batteva sempre il chitet in province a noi vicinissime, accrescendosi sempre di numero gli. armati . Maugascià, benchè avvertito del disastro toccato a Bata Agos, confidava davvero in minacce dei Dervisci su K assala, per esser pronto a varcare la nostra frontiera. Fra prove indubbie del suo tradi~1ento bisognava tener conto che il R as, r''ecatosi da Adua al campo, aveva molto ben ricevuti i capi fuggiaschi di Agos, aveva sparso la voce d'intrighi degli I taliani con Menelik ai suoi danni, e faceva insinuare che al primo conflitto i cristiani al nostro soldo sarebbero passati nelle sue file. « L igg Agos Uold T afari, pretendente alla signoria dell'Agamè, riceveva una lettera dal Ras, nella quale lo si aizzava contro gli I taliani, dicendo che questi, a ttaccati dai Dervisci e dagli Abissini, avrebbero dovuto prendere. la via del mar e. - In mare non puoi andare, in cielo neppure; non ti resta che allearti con noi contro i bianchi. - I soldati del Ras ec)_ i rivoltosi cantavano: - dal mm·so del sm·pente nero si guarisce; il mo1·so del sm·pente bianco è mo1·tale (1). (lì Relazione del generale Ot·este Baratieri sulle 01m·azioni pe1· la difesa della colonia E 1·itrea dal 15 dìcemb1·e 1894 al 20 gewnaid 1895 (pag. 12' .
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Nè ciò bastava. Il Governatore della Colonia Eritrea aveva fatte categoriche ed urgenti ingiunzioni al Ras, perchè licenzia.ssegli armati che raccoglieva- verso il :Mareb ed il Belesa., consegnasse i r ibelli che si sapeva aver· egli bene accolti, mantenesse la promessa già fatta di rinviare ras Agos verso Tomat, contro i Dervisci. Mangascià non dava risposta. alcuna, ed il tenente Mulazza:s:i Arturo, nost ro r esidente politico, consigliato da provati suoi amici tigrini, partiva da Adua, per evitar e P imminente pericolo di esservi imprigionato. A. segni così manifesti ogni esitanza sarebbe stata pericolosa, ed il generale Baratieri, scrutati bene a _fondo gl) accarezzati disegni del Ras, si preparò a sventare i tenebrosi piani, deciso a recid ere d'un colpo vigoroso l'arruffata. matassa. Cominciarono senz' altro le dispo,sizioni, lasciando a guardia del ciglione del'Mareb (a cinque ore da Adi Ugri), la banda del Saraè di circa 400 uomini, e facendo radnnare presso il for te il maggior numero di uomini disponibili, cioè circa 3500 uomini così ripartiti: c~) Il 2° battaglione indigeni (misto) agli ordini del maggiore Hidalgo, composto della 2" e 5" compagnia, e dell!l-4•; 5• e 6• di milizia mobile (1), in totale poco più di 1000 UOmllll ;
(l) Col maggiore Hidalgo erano i seguenti ufficiali : tenente aiutante maggiore Bessooe, tenente medico Coppola. 2" compagnia 2• battaglione.- Capitano Barbanti-Silva, tenenteScalfarot.to. 5" compagnia del 2• battaglione. - ,Capitano Pavesi, tenente Celoria. 4° compagnia di milizia mobile. - Tenente De Marco, tenent& Tiretta. 5" compagnia di milizia mobile. - Tenente dei carabinieri eraveri e tenenti De Stefano e Pantano. 6" compagnia di milizia mobile. - Capitano Artale, tenente Beruto e sottotenente \Vu illermoz.
de!
b) il 3° battaglione indigeni, agli ordin'i del maggiore Gallian o, con tutte le sue cinque compagnie, ed una forza totale di circa 900 uomini (l ) ; c) il 4" battaglione indigeni, agli ordini del maggior e T oselli con le sue cinque compagnie e la a• di milizia mobile; in tutto poco più di 1200 uomini· {2) ; cl) la batteria da montagna del capitano Ciccodicola (3), il plotone di cavalleria dèl tenente F errari , e pochi altri uomini, tra bianchì ed indigeni, raccolti dal personale del for te di Adi Ugri (cacciatori, genio 1 artiglieria e sussistenze). Tutta questa forza, la massima disponibile, pur guardando alla difesa dell' altra frontiera minacciata, si era potuta adunar e in pochi giorni, e non poco sussidio vi avevano portate le 8 compagnie di milizia mobile, che come altra volta pr'ecedente, si raccolsero celeremente alla prima chia1
(l ) Col maggiore Galliano e rano i seguenti ufficiali: tenente aiutante maggiore Bonora 1 tenente medico 1\Iozzetti. 1" compagnia. - Capitano Castellazzi 1 tenenti Solio.ni-Raschini o Basile. 2" compagnia - Capitano Falchi 1 tenenti Angherà. e Spreafico Ferdinando. 3" compagnia. - Capitano Verdclli e tenente Gallarini. 4" compagnia. - Tenente Vecchi. 5" compag nia. - Capitano Alferazzi, tenenti Borra e Silvestri. {2) Col maggiore Toselli erano i seguenti ufficiali : tenente aiutante maggiore Bodrero, tenente medico Virdia. l " compagnia. - Capitano Prestinari, tenenti Ma n~riagalli e De Feo. 2" compagnia. - Capitano Olivari, tenente Ri g uzzi e Uccelli. 3" compagnia. - Capitano Cotta, tenenti Volpicetli e Cariello. 4" compagnia. - Capitano Gentile, tenenti Tarlazzi e Mulazzani Natale. 5° compagnia. - Capitano Galli, tenenti De Marchi e Guglielminetti. 3" compag nia di milizia mobile. - Capitano del genio Cantoni, tenenti Romano Camoz~ini. (3) Col capitano Ciccodicola erano i t~nen~i d'artiglieria Giannini e Vi bi.
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mata. N on r estava che scegliere un piano conveniente alla degli avvenimenti imminenti. Il Ras del Tigrè aveva posto il suo campo dietro ai monti dell'Entisciò, coperto più innanzi dai monti del Kandafta. Ed il generale Baratieri, deciso ad ottenere pronto risultato, sia militctrmente, che politicamente su Mangascià e le sue fo rze, decise di mar ciare pel_Mareb su Adua, _per le seguenti ragioni: « Militarmenle, la marcia su Adua si appoggiava al forte Adi Ugri ed al grande baluardo naturale di Gundet, col celebre ciglione del 1\fa.reb, tenuto da uomini avvezzi alla guerra coi Tigrini ed interessati alla difesa delle famiglie e dei beni; era assai . meglio conosciuta, piit diretta, più breve, meno aspra ai trasporti che non la via pel Belesa ; i piccoli capi del Belesa ad oriente, dell'Adir batè ad occidente erano p~uttosto ~avorevoli noi; offriva speranza di. pigliare con forze nostre riunite il nemico diviso in due parti - corpo di ras Mangascià e corpo di ras Agos; e se mai l'uno o l'altro dei corpi od ambedue fossero corsi alla riscossa di Adua si avrebbe a,vuto presso Adua un'ottima posizione atta a. controbattere qualsi voglia attacco, che si sarebbe raggiunta presto perchè, data la preparazione e la resistenza alla ma.rcia del nostro elemento indigeno, partendo da Adiqualà il mattino, all'indomani, poco dopo il meriggio, si sarebbe sta ti ad Adua per sorpresa, perchè nessuno avrebbe scoperto il nostro piano. « Politicamente i vantaggi arano a.ncha maggiori, perchè soltanto la marcia su Adua avrebbe potuto dettare legge al fedifrago Mangascià e, sprigionando il malcontento, costringerlo al disarmo effettivo e all'osservanza dei patti, senza spargimento di sangue. E poi per lo stesso apparente ardimento avrebbe colpito le fantasie delle· popolazioni tigrine ed eritree; determinate le incerte a vantaggio nostro; solleva.ti gli animi degli uni, depressi quelli degli altri e mostrato evidentemente oltre Mareb che la via ad .A.dua e ad A.xum ara sempre aperta agli Italiani , anche nei momenti più critici per la Colonia, e che gli I taliani, lungi
dallo sfuggire gli Abissini, erano in grado di cercare e di pun)re i traditori fino nei loro covi (1) ». Il corpo di spedizione era adunato la sera del 26 ad Adiqtialà, e la mattina del 27 il Governatore a capo delle truppe si avviava pel Mareb, facendosi precedere dalla banda ·del Seraè, e dopo aver lasciato a guardia del ciglione di Gundet un centinaio di uomini della banda di Tesfu Mariam. Il 28, tutta la spedizione era al passo di Gosciorchi, che è la porta settentrionale della conca di Adua (2). . Pei mercati e per le chiese fu pubblicato un manifesto il quale avvertiva che gli Italiani andavano ad Adua non per fare la guerra ai cristiani, ma per scongiurarla, prevenendola ed imponendo con la forza la pace ~ Mangascià ed agli altri capi che con lui e per lui avevano mancato al solenne giuramento fatto al Mareb. Le popolazioni tigrine rimaste alle loro case r icevettero la truppe con timoroso rispetto; i preti e i capi si mostrarono dsseg uienti e fì.dnciosi, e l'accoglienza in comple~so non fu ostile, tanto più che tutti speravano che gli Italiani rimanessero nei lnoghi e non li esponessero con la loro dipartita alle ire di Man-
gravi~\
a
gasci~.
, All'arri vo a Gosciorchi. si presentò al Governatore dell'Eritrea una deputazione .degli abitanti di Adua, a chied~re perdono di torti , di cui erano colpevoli assai poco. , L a popolazione più valida era dovuta par tire pel campo di ras Mangascià, ed i maggiorenti rimasti erano fuggiti al-
' (l ) Relazione del ge nerale Ort>ste B:11·atieri sulle OjJet·azioni p et· la difesa della Colo11ia Britt·ea dal 15 dicemòt·e 1894 al 20 ge1111Mo 1895 (pag. 14). (2~ Da Adiqualà ad Adua la strada scende prima precipitosa da Gundet a\, Mareb (1'753 m. - 1150 m.) poi risale verso il pog·gio di Mehuquam e verso La la-a. Poco avant.i comincia l 'aspra salita. di Daro Taclè, che piit degli altri tratti è penosa, stretta fra pareti a picco e precipizi paurosi. In cima alla salita è il passo di Gosciorchi a 2021 m. d'alte7.za, lungo, difficile, pericoloso a varcare, rotto . da. burroni e difl1cile a g irare. Dal passo di Goscìorchi, si penetra da settentrione nella conca di Adua.
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l'arrivo degl'Italiani, per tema che il Ras prendesse su di loro vendetta ove li avessero bene accolti. Ed il temuto 'castigo avrebbe potuto facilmente loro piombare sulle spalle, giacchè si assicurava che ras Agos, con circa 200 uomini, si dirigeva ad Axum per raggiungere il suo signore nell'Ent isciò. Poco dopo le due pomeridiane, le forz e italiane ponevano il campo sulle alture a sud e a sud-est di Adua, da cui si poteva opporsi ai probabili a ttacchi, sia dal Gaudabta per parte di Mangascià, che da Axum per parte di ras Agos. Inoltre, se quest'ultimo avesse r ealmente occupata Axum, sarebbe stato senz'altro attaccato. Tra la sera del 28 e la mattina del 29 si erano presentati, offrendosi mediatori per t rattar la pace, i capitoli delle. chiese d i A.dua e di Axum con altri preti. Ad essi il gen.erale Baratieri ripetè le sue pacifiche intenzioni verso il paese, assicurando che non aveva desiderio d i spargere sangue cristiano. In questo senso medesimo, il Governatore scriveva all'Ecceghiè Theofìlos. Questi, che si era sempre addimostrato amico ed ammiratore degli Italiani e del loro metodo di governo nella Colonia, era persona assai preziosa per noi, per la autorità e stima meritament.e goduta nel Tigrè. Il momento non era propizio per incalzare militarmente uu 'azione di cui non si sarebbe potuto preveder la durata, mentre era semprA vivo il pericolo dei Dervisci dalla parte di K assala, e le forze concentrate nel Tigrè etan,o assai lontane da quella frontiera. Ma d'altra parte, per lasciar la partita con Mangascià anche ~omentaneamente, necessitava che si avessero garanzie sicùre, che fosse mantenuta verso il Tigrè la tranquillità e la pace, e che non si restasse paghi di sole promesse per quanto solennem"ente giurate. 1\faugascià doveva licenziare le truppe, consegnare i r ibelli e sostituire nel comando dell' Agamè al pericoloso Scium Tesfai un capç> a noi più fedt:~le ed amico. Intanto, da molti informatori provenienti da varie direli~Ìoni su cui erano stati avviati cominciarono a pervenire notizie alla sera del 29. Mangascià. sar ebbe venuto verso A dna per liberarla, mentre ras Agos g irando verso sud, per Gol-
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gola avrebbe dovuto congiungersi a l~i. Il generale Baratieri occupò allora l'altura d i Fremona (1), quasi al centro della conca di Adua, ritenendola posizione assai conveniente per poter manovrare con vantaggio sia nella difensiva che nella controffensiva. Si attendevano gli eventi. La mattina del 30 intanto giungeva al Governatore una lettera di ras Mangascià, che rispondeva ad una inviatagli in precedenza da Asmara. Il R as, con « furberia g rossolana>> faceva le solite proteste di amicizia, promettendo che avrebbe . senza fallo licenziate le truppe se il Generale poteva assicurargli che i Dervisci non si sarebbero mossi contro i possedimenti italiani della Colonia. Nello stesso giorno l'Eoceghié Theofilos, che promet,tea di andare all'indomani al campo italiano, faceva pervenire al generale Baratieri una lettera diretta a ras Mangascià, nella quale lo si scongiurava di far pace in nome della relig ione. Le notizie dell'indomani, 31, mutarono del tutto, confermando sempre più l'usata indecisione del H.as, assai pronto a prendere una decisione come a mutarla assai presto. Così si fu informati che : a) Ras Agos aveva girato al largo; b) R as Mangascià era intenzionato di muovere verso il torrente Unguja e la curva del Mareb, piuttosto che verso Ad ua; c) Si er ano segnalati partigiani di Mangascià verso Amba Cristos; cl} Dall'E.ntisciò e verso Amba B eesa erano state fatte delle zm·ibe; e) Un capo dell'Adirbate, che era segretamente nostro amico, mandava ad a-vvertire che g l'I taliani si g uardassero le spalle. Occorreva adunque decidersi, o a marciare da Adua in· contr o ai due capi tigrini pel K andafta, o a ripiegare nei (l) Sul poggio di Fremona sorgeva un tempo una stazione di ges uiti portoghesi.
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nostri confini. Il generale Baratieri ,si sarebbe apposto al primo partito, che avrebbe certamente ferito nel cuore il traditore, ma questa azione non sarebbe stata scevra di pe· ricolo, per la lontananza degl'Italiani dalla base · dì operazione, la lunghezza e poco sicurezza della linea su cui avrebbero operato,' e per l'incer tezza del tempo da impiegarvi . L e truppe di cui ·il Governatore disponeva erano la massima forza disponibile, e non conveniva comprometterle. Siccbè non rimaneva che adottare il secondo partito : ripiegare ai nostri confini. Data questa decisione, e dopo che la ·dimostrazione militar e aveva ottenuto tutti i suoi vantaggi morali (1), due cose po tevano avvenire: Mangascià, flessibile ed incerto, o avrebbe ceduto alle pressioni del clero per la pace, o si sarebbe spinto ad attaccare al più presto, prima che la necessità di parar e a probabile azione da parte di Kassala, ayesse fatte ritirare dal Tigrè i nostr i uomini. F u iniziata senza opposizione la ritirata la mattina del 1° gennaio 1895, e la sera del 2 si era ad Adiqualà. Quivi il .Governatore lasciava il batt.aglione del maggiore Hidalgo per completare l'opera di pacificazione nell' Okulè Ku:;ai verso Addis-Addì, lasciava alle bande l'incarico di guardare il ciglione di Gundet, e col rimanente dell·~ forze giungeva il 3 in Adi Ugri. Rimaneva a capo delle truppe colà il generale Arimondi, comandante in secondo del corpo di operazione, .ed il Governatore si recava ad Asmara P--er r assicurare la Colonia ed attendere · al disbrigo di affari di governo.
Dopo cinque giorni (il giorno 8), nessuna nuova situazione essendosi manifestata, il Governatore tornava in Adi Ugri b raccoglieva i seguenti i ud izi : a) Il R as del Tigrè non a veva rinunziato alla posta perchè radunava volta a volta le sue forze verso Mai Maman , che è al lembo settentrionale dell'Entisciò, verso la strada del Belesa ; ù) E r ano segnalati distaccamenti numerosi di Tigrini pòco lungi dal nostro confine del Belesa, o propriamente ad Hoja e lungo il torrente Unguja verso la curva del lVIareb; c) Più del triplo delle nostre tr uppe erano le forze tigrine, non contando quelle di cui non si era potuto aver contezza ed i molti aj:mati di lance e sciabole; · cl) Mangascià era deciso a cacciare a qualunque costo gl'Italiani dalla Colonia e, riuscendo, doveva farsi incoronare, come gli antichi negus, Bantagasc, ossia ?'e del mar·e. Vagliate e ritenute ~satte queste informazioni, ras Man gascià poteva prendere tre partiti : l '' Poteva muovere pel torrente Unguja, pel Mareb e per il Mai-Tsade direttamente contro il Saraè e la posizione di Adi Ugri, girando il ciglione di Gundet. Utilizzando la sua prevalenza di forze questo partito era più rapidamente alituabile e di esecuzione decisiva (l ) · 2' Poteva dirigersi dal Bel esa a l villaggio di Addis A.ddi (2), ad ovest di monte T oculè, e di lì a Gnra. Il nemico conosceva assai bene questa r egione, ed essendovi ad Addis Addi acqua abbondante e popolazione probabilmente a lui
(l ) La dimostrnione su Adua elevava di g ran lung:a il prestigio del
nome italiano nelle fantasie indigeJ?e. Una prima volt.'l.. 'uel 1890, g li Italiani col generale Orero vi erano entrati senza contrasto; vi r itornavano una seconda col generale Bar<ttieri, senza opposiz(pne, mentre ras Mangascià non era molto lon t:1110 ecl aveva fo~te nerbo di armati ai suoi ordini.
(l i L'eventualità di tale movimento fu ritenuta. dal generale Baratieri fosse da scartarsi, !\ia per la scarsezza dell'acqua lungo la via, che per le difficoltà delle rupi del li.Jare b, la conosciuta avversione degli Abissini di avvicinar~i a fortificazioni e la. grave <'.atastrofe prevedibile in caso d'insucesso. (2) Addis Addì, capoluogo del distretto Deesn, nell'Agamè, è posizione importante .sulla sinistra del Mareb e sulla st1·ada del Negus, àa A <Jua
e Gura.
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favorevole; ed essendo stato il paese, già dipendente dai ribelli, con buona strada ed ottima protezione sul fian co sinistro del Mareb, questa via poteva essere prescelta. con molta probabilità. È notevole altresì che a Gura un largo piano, con leggiere ondulazioni, favorisce l'impiego utile di gran numero di forze (l ), e finalmente per l'altipiano Saganeiti-Akrnr ha il vant aggio di poter tentare l'aggiramento di Asmara punta ndo nel cuore della Colonia; 3o Poteva con ancor maggiore probabilità ava:nzare dal Belesa per monte Dighim fino a Ooatit . Scegliendo questa terza possibile dir.ezione avrebbe evitato molti pericoli a.nnessi alle altre due direttrici, cioè avrebbe scansato il rischio di un attacco di fianco durante la marcia, ed a mezza strada avrebbe trovatA. acqua abbondante a monte Dighim: inoltre Coatit tatticamente era più forte e sicura di Gura, ed in , caso d'insuccesso sarebbe stato assai difficile molestare le
(l ) A Gura poteva attirare le voglie abissine il fausto ricordo della battaglia ••iuta agli egiziani nel ma~zo 18'76, in cui il Neg·us Giovanni con 100,000 uomini rint uzzò la prepotenza egiziana una seconda volta, Nel 1875 il Kedive d' Eg·itto, cui era sottopos to oltJ·e la Nubia tutto il Sudan orientale, aveva spinto le sue truppe fin nel bacino settentrionale del Congo, aveva occupati t utti i porti principali del l\Iar Rosso, l'Harrar e buona parte del paese dei Somali: così circuiva da ogni parte l' Abissinia. 11 Kedive inviò 4000 uomini sotto il comando di Arakel bey, col danese Arendrup, per invadere quel reg·no varcando l'altipiano dell'Hamasen. A Guda-G uddi gli Egiziani fu rono fermati dai ~egus Giovann i con 20,00Q. Abissini, e furono stet•minatl. Pochi uomini llOterono pors i i n salYO. L'anno dopo il Kedive d'Eg itto spediva alla riscossa 16,000 Eg il:iani sotto il comando del principe reale Hassar. bey. ·n a l\Iassaua erli ecriziani g-iunsero a Gura, dov e si fortificarono con tri ncee, murt zeri~>e, casematte pei cannoni, ecc. ecc. Gli Egiziani essendo scesi dalle loro posìY-ioni in atto di sfida subirono perdite ùi più che metà delle loro forze, e lo stesso principe Hassan bey fu preso prig ioniero, e dovette pagare un riscatto. Gli Abissini presero alcuni cannoni al nemico, 15,000 fucili Remington e moltissime cartucce. La battaglia 'di Gura è il fatto d'armi piit notevole dei tempi moderni per gli Abissini.
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s palle in una ritirata per Senafè e lo Scimenzana (l ) su Adigrat nell' Agamè. A cinque ore a sud- est di Adi UQ'l·i è la la posizione ·di Chenafenà, sui monti di riva des~·a del Mareb sul quale bruscame~te precipitano. Quivi il 9 gennaio prese appostan:ento 1l .generale Baratieri con le sue truppe, chiaman·dovl a raggmngerlo il battaglione Hidalgo e la banda del Saraè. Da questa ottima posizione di osser vazione ed atte~a si vedono disegnate a distanza di una quarantina di .chih>metri le colline di Belesa, e si potevano scoprire di lontano le direzioni che avrebbe potuto seguire r as Man,gascià. Il servizio degli informatori, sempre rispondente allo -scopo, fatto con abilità non comune e zelo instancabile recava successivamente 1 suo1 rapporti. Così si era avvertiti che : a) R as Mangascià, con l'avanguai·dia fino a.l Belesa, il 9 gennaio era arrivato a Mai Maman · ' b) il giorno 10 si era avvicinato lentamente ad Hoja ·ed aveva concentrate le truppe in campo più ristretto· · c) il giorno 11 tutte le forze tigrine erano · schie~ate ·sul Belesa; d) Il gioruo 12 ras Mangascià doveva sconfinare. Dall'altura di Ohenafenà, infatti, si distingtlevano già i fuochi dei tigrini ~~!la notte, e vasti incendi di erbe secche <e cespugli si succedevano con frequenza. •
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(Continua) . ARNoLDO NrcoLE'l"rr-AL'l'rMARr teaell!c net 24o (ao>te>·ia.
, (l ) Ciò pareva assai probabile, tan to più che si sapeva come g uidas sero l'avanguardia. H /Ztatwarz' 'l'esfù e Scinga.l coi ribelli fuoruscit-i.
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.1,1\NO :\ L.
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SPIONAGGIO MILITARE IN PACE ED IN GUERRA TRADUZIONE DAL TEDESCO , DEL T&~ENTE
ACHILLINI GIUSEPPE
del ao• reggi·mento
Continuazi<me -
r ecti
(cmte1·ia
dispensa XX
CAPITOLO llf.
Lo spionaggio in guerra. Ai oiorni nostri, come ne fa fed e la cam pagna del ·1870-7 1, ~i var i c~pi delle truppe viene lasciata .u na .' ibert~ d' azion~ che p~r.. ti passato essi non ebbero mai . Tale il berta. pero. può da·Je buon1 11sultati solo·nel caso che i detti comandanti abb1ano co ~pl eta .conoscenza di tutto ciò che si riferisce ai loro mandati, e fpacché l'uso degl i spion i è l'unico mezzo per facili tar·e loro questa co~ come quelli che • come ~ sono nell .e .posnosceoz... " i i.L dicemmo, . . · ·b'l't' di poter conoscere la forza del nem1co, le sue pOSIZiont, :.1 1 1 a ·. · · d' · le sue intenzioni, ecc., così è desiderabile che Il s~rv~z 10 1 spiO . s1a · l'atto non solo presso i comandi supen•m delle .. arnagaw ' mat;, ma anche presso i comandi dei corpr d'armata, .de~le.dlVI :;ioni, d.elle briga te, ecc. , in ·genere poi presso qualsiasi dn;taccamen to autonomo. · Lo spionaggio miiitare come già accennammo ~opra ,_ non sol~ ha un largo cerchio d'azione, ma vana è anche l1mpo1 tanza de1
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suoi agenti e varie sono le loro cariche ; cosi ad esempio i comandanti superiori delle armate i quali devono avere sott'occhio per isteso r intiero teatro di guerra ed a cu i incombe la soluzione di quesiti d'importanza non indill'erente devono non ~olo avere a loro disposizione un numero conveniente di spioni ma anche di tale capacità e fiducia da poter stare all'altezza del loro mandato. Questi generalmente sono mandati a distanze con· sidereroli c le loro missioni d'o rdinario si riferiscono sull'andamento gen erale delle operazioni. Degli spioni addetti ai quartieri generali, alcuni hanno solo J' incarico del disimpegno di servigi isolati, terminati j quali essi ritornano presso i comandi da cu i dipendono; altri invece per tutta la durata della guerra vengono comandati qua e là pel disimpegno di còmpiti che hanno caraLtere permanente: così ad esempio: sono inviati presso lo stato maggiore dei comandi superiori delle armnte nemiche, prèsso i vari comandi di reparti in sott'ordiue e segnatamente poi presso le intendenze giacchè spesso, a seconda del posto ove si collocano i magazzini, a seconda dei servigi di vetlovagliamento, si possono indovinare le intenzioni deli' avversario. L'eseguimento di un dato incarico alcune volte viene fatto d!rettamente dagli spioni, ed altre volte per mezzo di agenti in sott'ordin e il cui armolamento e pagamentl' è fatto per cura di essi e non per cura delle armate. Si capisce che gli ·avvi si cl egli spioni giungeranno ai quartieri generali relativamente con ritardo, o1·dinariamente dopo 4 o 5 giorni e qua lche volta anche più tardi, ma tale ri tardo generalmente non porterà alcun danno, giacché esse notizie di consueto si riferiranno ai piani dei comandi superiori, ai concentramenti di grossi reparti di truppe, alle fo rtificazion i di qualche punto ed al tre simili notizie il cui valore non presen ta alcuna urgenza di trasmissione. Come già sopra accennammo pei comandi in capo delle armate, anche i comandanti i corpi d'armata, di divisione ed in gen et·e dei distaccamenti autonomi, devono avere dettagli ate informazioni sul nemico; da ciò dipenderà la più o meno buona r·iuscita delle loro operazioni. È necessario perciò che essi mandino
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SP~ONA.GGIO
MILITARE IN PACE ED IN GUERRA
anmti a circa 3 o 4 giorni di marcia spìoni i quali facciano loro centro d'azione nel luogo di concen tramento della forza princi pale del nemièo; oltre a ciò sarà nnche necessario che ogni eomandante di reggimento di fanteri a e di cavalleria conosca in tutti i particolari il terreno intorno a sé pel raggio almeno di un git)rno di marcia. Ciò servirà di norma per determinare la distanza cnì devono spedire gli spìoni, ad ogni modo non sarit ma_! conveniente che essi sì allontanino per una dìstanza superìt•re alle 18 o 20 werste perchè in caso diverso sì potrebbe dar luo~o a· sensibi li ritardi nel la trasmissione delle informazioni . E siccome queste, generalmente, si riferiranno alla posizione ove trovansì i reparti dì truppa pi ù vicini, alla loro forr-a , ecc., e 'chia ro che un ritardo anche piccolo potrebbe far perdere ad Elsse ogni valore. I_,er tale sen ·izio, tenuto con to della sua relntiva ~emp lì c it it , non snrù necessa rio che gli spioni siano scelti tra i più au.i ed i più intelligenti; r servizi dì simile genere souo ben diversi dn quelli degli spioni nei due casi precedenti. Ordinariamente ftnch ò il nemico è distante essi seguono le proprie truppe, arrivati a ci rea 3 giorni di marcia da quello, si travestono, a secondo àel caso , da contadini, cocch ieri, guide, e se è a loro possibile anche da soldati nemici, s'introducono negli accampamenti nemici, per tulla la durata della campagna il loro posto è presso l'avversario donde essi trasmetteranno le raccolte notizie alle proprie truppe, servendosi per tale incombenza di persone fidate o per mezzo di convenzionali segnali ottici; in al cuni casi peraltro, quando l'importanza speciale delle in formazioni lo richiede, essi stessi si faranno di ·esse latori prendendo però le necessarie precauzioni afJinchè la loro mornentROea assenza non sia notata dal nemico. Ciò potrebbe destare a lui sospetti. Sarehbe assai difficile il roler tracciare il metodo d'azione di uno spione, giacchè come si può facilmente immaginare essa dipende da infinite circostanze; la sua attitudine per tale servizio, la varietù dei temi, la particolarità dell'armata e delle popolazioni presso cui lo spione disìm· pegna le proprie allribuzioni , ecc., sono tnlle cause che influiscono snlla co ndotta di tale servizio. Un ufficiale francese raccon ta che ·durante la campagna franco-
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prussiana più di una volla ebbe occasione d'imbattersi in la! genere di spion i e narra come una volta incontrasse uno spione tedesco travestito da macellaio il quale gli espresse il desider·io di ent t·are nelle fil e dell'esercito. Alcun tempo dopo lo in contrò nuovamente che, come soldato, prestava servizio presso un reparto dì truppe amministrative; piì1 tardi lo rivide come sergente e da lui seppe che aveva fatto istanza per essere trasferito in un repa rto di tr·uppa attiva. L'ultima volla poi che eletto ufficiale incontrò il nostro individuo fu 11lla presenza del nemico circa mezz'ora prima di un combattimento; lrasvestito da lllano egli veniva a eavallo da un villR~~ìo occupato dai francesi e dirigevasi ve1·:;o le posizioni tedesche; dopo d i essersi messo alla carica, egli chiamò l'uf(ir.iale e con pa role ingiuriose si fece bell'e eli lui. Per molte ragioni un reparto di truppa non potrebbe avere un soddisfacen te :>ervizio d'informazioni con un solo ·pione, innanzitutto la durata di tale serviz io sarebue soverchia se tutto quanto pesas,;e su eli un solo uom9. in secondo luogo tenuto presente dell' e~teso l'aggio d azione di un reparto di Lrnppa, le notizie raccolte da una sola' persona sarebbero non so lo insu!n cientì ma anche incomplete; in terzo luo:;;o, sia nel C<lSO in cui l'unico spione che si ha a disposizione non abbia sufficiente occhio militue, sia ancora, e ciò sarebbe ancora peggio, che egli sia persona cui non si possa prestare la massima fiducia, sarebbe sempre necessario dì controllare le sne notizie con altre avute da fonte si i:ura. Al contrario il poter disporre eli parecchi spioni , oltre eli avere un più o meno c:ompleto servizio d' infor·mazioni, offr·e il mezzo di riscontrare In giusLezza delle singole notizie e quindi diminuire la probabilità di un enore. Pel vantaggio del servizio è bene che gli spioni non si conoscano l'un con l'altro . Non è possibile poter determinare il numero degli spion i r.he ogni reparto di truppa deve avere a sua dispos-izione ; ciò dipende esclusivamente dai mezzi li nanziari che il reparto può disporre per tale serv i~ io . La direzione dello spionaggio è cosa tra le più difficili; è fa-
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cii mente comprensi bile . quanta acutezza d'ingegno occona in col·u·i. che d~bba cercat·e spioni atti' ad un buon servizio ; quanta ab 11Ita per wdurli ad intraprendere una carica così peri colosa, quanta ca ute ! ~ per non compromettersi e finalrr. ente quanta finezza di "tatto per la conoscenza degli uom ini e delle cose onde all'occoneoza sapere solleci tare l'alt1·ui ambizi one, allettare l'avi· dità del denaro e sopratutto il saper fare tullo suo prò delle debolezze umane. · · Se :~dunqu~ ht direzio'ne dello spionag~io richiede una profonda ~ono~cenza della natura degli uomini ed una grande perspicacia c c.hwro che non .tutti gli ufficial i possono essere preposti a tale cartca. Son doti necessarie all'ulficiille posto alla direzione dello spionaggio: presenza di spirito si che in ogni cos;t sappia trarsi da imbarazzo, ~vegliato spirito di osservazione, fi na astuzia. ecc.; e[!li .deve conoscere i suoi uomini , possedere la capacità di l~rrvere l'li" negl r altrni cuori senz<• lasciare trapelare i propri sontiment i ed in fin e mentre egli deve in o~o i caso inspirare la massirn; firlucia , dovrà in tuire, quando sia il caso di agire colla bo ntà e colla cottesìa e quando colla severità . Generalmente alla direzione dello siponaggio sono preposte persone che per lnn ~o tempo banno dimorato nel teJTitorio sul quale esso ha azione ; tra esse sono da scegl iersi coloro eh~ per le speciali ragioni delle loro ordinarie occupazioni sono maggiormente a contatto colla popolazion e e possecruono l'attitudine dì poter conoscere i sentimenti delle persone dail~espressione del ~oro vi.s~; .a tal categoria di persone appartengono ad esem pio: 1 glnd1c1, • medici, ecc., e tra gli ulficiali sono da preporsi alla direzione dello spionaggio quelli eh~ !:anno per esso alti tudini speciali. 1 ' . l fl capo degli spion i non solo deve conoscere i propri dipendenti per, nom e, ma anche le loro qualità morali, le loro attitudin i speciali per un servizio piultosto che per un altro ed i vari incarichi che ognuno ha; ed è perciò desiderabile che l'ufficiale preposto alla direzione dello spionaggio presso qualsiasi corpo rimanga in carica anche pe r tutta la durnta della campagna; ciò è di tanta maggiore importanza qua ndo si pen si che per il huon andamento del servizio è anche necessario che gli spion ì si alfe- .
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zìonino al loro capo, e si abituino •a comprenderl o prontamente. Ad uno spione coscienzioso non garb~ punto che i suoi superiori vengano spesso cambiati; egli desidera ch e i suoi servizi, le sue fatiche, vengano tenute in considerazione e gli involontnri suoi errori vengano all'occorenza perdo nati senza eccessi vo rigo re. E ~li inoltre prefet·ìsce di trattare dircuamente con le persone che sen·e e non per mezzo di terz~ persone. lnsomma. a!la direzione dello spiona)!gio, se si vuoi da questo trnrre tutta l'efficacia possibile, è assolutam ente necessario che riman ~a sempre la stessa persona. Nell'o rganizzazione dello spiooa)!gio si presentano due quesiti tanto diificili quanto importanti: l'arruolnmento degli spioni ed il lot•o trattamento. A quanto sopra dicemmo sull'arruolamento deg li spioni solo una cosa ci rimane ancora da aggiungere: Tranne il caso in cui lo spion e sia scelto tra le proprie truppe, prima di arruolal'lo lo si deve sperime!lla.ra controllando le no tizie di cui egli è latore con altre avt.J,te dn. fonte sicura, e se la p1·ova dà· buoni risultati lo si potrà assegnare al set·vizio regolare. Le cautele però che si avranno prima di accettaro definitivamente uno spione non saranno mai superflue, giacchè non di rado avviene che essi in principio dimostrino aLLivit1t e zelo onde' gua dagnarsi la. fiducia dei superiori per· poj abusarne a totale loro profitto. La posizione socia le, la provenienza, il grad<) d 'istruzione ed i motivi che indussero allo spionaggio dovransi prendere in accurato esame in colui che fa domanda d'intraprendere un tale servizio. (}eneralmentrl nelle trattative con nno spi one è necessario uua parte non indifferente di sagacitil ; pesare accortamente ogni parola , non prestare piena fiduei a ad esse; mentre apparentemente bisognn d imostrat·e di credere ciecamente a quanto si dice e sopratullo poi bisognerà ben guardarsi dal tOccare l'amor proprio dello spione e non permeltersi mai di entrare con lui in discorsi che possono ledere In su:l susreuibilità qualunque siansi i motivi che lo indussero allo spionaggio. Verso il p1·incipio delJ.·, guerra franco -prussiana un co mmissario di polizia espresse il desiderio di essere impiegato quale spione presso l'armata. Egli, che per le ragioni della sua pro-
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fessione, aveva vissuto lungo tempo presso i confini , poteva essere di grande utilità nel servizio di spionaggio, la sua proposta venne quindi accettata ; in principio prestò importantissimi servizi ma di poi lo si trattò con tanta freddt>z-za e con si aperto disprezzo ch e e;rli perde1te ogni volontà e diede le dimission i dalla carica di spione. È chi aro che con tale trattamento sa rà ben di rflcile il trovare uno spio ne coscienzioso; solo chi si dà a tale professione per avidità di guadagn o può adattnrsi a rinunziare al suo nmor proprio, alla stima di sè stesso ; ma tali persone, com e già più volte dicemmo so no più dannose che otil i; d'a ltronde anche le per~one che servono per danaro desiderano che la loro carica rimanga un secreto per tutti, sia per paura che ciò venga a conoscenza del nemico, sia per amor proprio e pel sentimento di avversione· che la società ha per gli spioni . Am bedue questi motivi' devono essere tenuti in considerazione ed un desiderio dello spiorie a ciò relativo, deve essere adempito. Tali agenti, tanto per la relazione dei loro rapporti quanto per qualsiasi altro motivo devono essere ricev~ti sempre a quallro occhi. « Non c'è niente di più falso, dice il f,!enerale Lewa l, che trascinare gli spioni qua e là dai piccoli posti alla guar·dia dei cam pir e di qu i ai reggimenti, ecc. , ecc. e dappertutto sottoporli agli stessi interrogatorì. Gli spioni vengono generalm ente con dotti attraverso gli accampamen ti ed i bivacchi solto s~or ta come malfattori ; i soldati li rimirano come essi avesse1·o in sè qualche cosa di strano, fanno le loro osservazioni, i loro apprezzamenti ecc. , il· nome dello spione, la di lui provenienz<t, le notizie che egli arreca corrono presto sulle bocche di tutti e formano oggetto di ogni discorso ». Se un reparto qua lsi asi ba pi LLdi uno spi one è bene che ess i· non solo siano tenuti divisi, ma che an cbe si procuri di far si che ess i non si conoscano l'un l'altr'O; ciò è necessario per garantire come già accennammo, l'attendibi lità delle loro notizie, giacchè in tale modo si ha il mezzo di poter· controllare quanto essi a proposito di uno stesso mandato, riporlàno. Non sarà raro il caso però che nonostante tutle le nostre precauzioni essi vengano a
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conoscersi ed allora nel vantaggio del servizio sarà utile suscitare tra loro discor·die. Con ciò avremo per risullalo, emulazione nel servizio, in,•idin reciproca, ed allom oltre ad un facile controllo delle notizie, si aVl'à ant.he la possibilitit di faci lmente scoprire col ui ehe intenzionatamente venisse meno alla Mscier.za dci propri doveri . Ricordiamo per ultimo alcune parole del gener·ale Lewal; parole che hanno tanto maggio r valore quando si pensi che durante In campagna 70- 7 1 era preposto al servizio dèlle informazioni presso l'annata di Bazaine. Gr·ande influenza sull'attività di uno spione ha il modo e la mani era con cui si tratta. La benevolenza è assol utamente necessaria, non dimenticar·e però la fermezza del carauere. La severità non dà alcun profitto, le minacciò sono più dannose che utili; la paam non fa alcuna impressione su di uno.spione. Non appena egl i. avendo commessa qualche mancanza ai suoi doveri, sospetti semplicemente che ciò sia anivalo all'orecchio dei superiori, conoscendo bene quale sia la pena che gli sovras ta si allontanerà dal campo e potete star certi che non vi tocnerà ;nai pi(t. Perciò è assai difficile di riavere nelle proprie ma ni uno spione allorchè è stata provata la sua colpabilitù. È chiaro che quando si ha che fare con uno spione, il quale si sia dato a tale servizio per amore di patria o per odio ''erso il nemico o sia un appartenente. alla propria armaLa, Lutti questi artifici so no superl1ui ; si avrit però cura di non evi ta r mai il si10 amor propr·io. Genenll mente cogli spiani non bisogna esser sca r·si n denari ; è d'uopo ricompensarli ge nero ~ amc nte anehe quando le notizie che essi provvedono non sieno di mo lt<t importanza. « Uno spio ne il quale arrischia per· noi di essere irupiecaio, merita di esser· ben pagato » dis:>e Federico il Gra ude ad un suo generale, e lo stesso dice il principe di Ligne: « È assai difficile di trovare uno spione ;dlorchè si vuoi sapere qualch e cosa di essenzialmente importante. Kl anche quando avete pagato mille ducati pe1· una buona not izia avuta, non siete certi se il nemico non ne abbia invece pagati due mila perchè questa no1.izia sia a voi pervenuta col solo scopo ll i tra rvi in inganno.
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SP IONAGGIO MILITARE IN PACE ED !~GUE RRA
« Non bi sogna essere avar·i nelle promesse che poi devonsi mantenere quando il serv:zio ò coscienzi osamente adempiuto, e se ci veni sse fano di corrompere anche per un milione un ufficiale dello stato maggiore avversario, potremmo esserne co nLenti: non è pagato troppo caro ». r< Io avrei mandato innanzi ufficiali e spi oni >> scriveva nel ·1806 il naeneral e Beliar in una leLLera al maresciallo . Berthier : « ma ella meglio di ogni altro sa che io non ho denaro, e che senza denaro non si fa alcnnchè specia lmente poi allorchè trall:~si di spionaggio ». In seauito a que~ta lellera Berthie1· ordinava che a ciascun maresciallo"' fossero dati ·l O mi la fran chi per far fron te alle spese segrete. Non si può, come regola fissa .. determinare la ricompen sa che er i servizio deve essere dala agli spioni. Fatta eccezione. di P o<~n n alcuni cnsi molto r·ari, in cu i tra lo spione e la persona che lo arruola. viene stab ilita all 'atto dell'arruolam ento, stesso una data somma per ogni servizio presta to, in genere la ricompensa è dipen~ dente dal grado del pericolo cui si espone lo spione, dall'importanza delle notizie che egli procunt ecc.: in ness!m caso però deve assumere il carat tere di uno stipendio fisso e quando ciò dovesse qualche volta farsi, sarà util e che indipendentemente dfll proprio assegno fisso gl i siano date di t:t nto in tanto gratilicazioni in denaro; in tal modo s11rit più facile mantenere in lui vivo l'amore e lo zelo pel proprio servizio. A titolo d'esempi o riportiamo qu i alcune cifre tolte dal rapporto sul processo llazainè. << li 30 sellembre, da Metz, un certo Krusem, fu maodflto ;,d informarsi se i Tedeschi avessero ricevuti rinforzi da Stras bur~o che allora allora gi era arTe5a al nemico. Krusem mantenendosi :mila riva sinistra della 1Iosella girò attorno a '}nasi tutta la linea d'accerchiamento di Strasburgo e compiuta la sua missione ritornò a Metz do-po di aver dovuto fare a carponi, quasi 3 'lliente. Egli recava notizie sulle posizioni dell'avversario, sul luogo dei depositi e portava un giornale tedesco da lui trovato. Per tu tto ciò egli non ricevette che 4-0 franchi. L'agen te di polizia, Flao, il 20 agosto da Tionville fu mandato a Metz da Bazaine con due importanti dispacci di 1\'lac- Mabon.
MILITARE IN PACE E D IN GUERRA
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Dopo di aver puntualmente adempi to al proprio man~ato, ,l~.lao ~on altri importanti dispacci se ne ritornava per altra vt~ a lronvtl le allorchè quale sospello fo adocchiato da una pattugha tedesca ed inseo uito par circa 4 we'I'Ste. Flao allora, vistosi in pericolo, abbandonata la carrozza ove egli trovarasi si geLLò nella Mosella;· percorso n nuoto un tratlo di quasi 4- we1'ste, riprese il cammino su Tionvill e O'' e giunse senza altri incidenti. Pet· tale servizio, egli ricev ette ~O fran chi. Il 20 agosto il gnardiaboschi Dechù, da ~l etz portava n Tionvill~ 47 (!;spacci ufficiali ; al · suo ritorno e~li capitò sotto il fuoco det Francesi che sparavano contro gli ulani teòeschi. Dechù ebbe in compenso 20 franchi. 11 marinaio Donsellat per aver portato dispacci prima da Tours all'assediala Tionville ove eg!i incontrò gli s L~ss i pericoli di Flao, e quindi da Tionville a Briissel ricevette un compen~o ~i 2?0 fra?chi. Flao. Dechù e Don3ellat in realtit non erano sp ron1 ; sta pero per l' impo;tanza dei mandati che essi disimpegnarono; sia pei pericoli cui essi si esposero, possonsi in relazione alle rtcompense, ~~on side rarsi come tali. Noi ci limiteremo ai pochi esempi succiLati e notiamo solo come concl nsiona che in generale durante la campagna del '1870- 7 1 i Francesi furono generosi nell e promesse, ma altrellanto avari poi allorchè si trattava di rinumerare i servizi falli. In_via normale, il compenso alle persone che disimpegnaro no 11 serviZIO di latori di telegrammi attraverso la linea nem ica vacillò tra le 50 e le 200 lire; <·non di rado però scese anche al disotto, sino a 5 lire. Gli svioni che si danno a tale servizio per patriottismo sov~nti rinunciano a qualsiasi co mpenso o si acconten tano del solo nmborso delle spese. Sarebbe assai diflì cile il voler tr~cc i~re .le n~rme cui bisoana attenersi nel servirei dell'opera degli. .sp ton r. .Dtamo ~ . qui solamente 3 regole di carattere generale, utllt ~~ .o~nt ca~o : 1o La difficol tà clelia mi ss'ione richiede proporzronata attr tudine nella personfl ad essa destinala perchè non tut~i gli .spioni hanno uguali capacità, per cui grave erro re sarebbe d1 tmptegarlt a r.aso. Uno :;pione poco prfltil'·O in ta le servizi o diffici lmente po-
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SPIONA!>G IO MILI 'fARE IN PA CE ED IN GU ERl!A
trcbbe disimpegnare un mandato il quale anche di poco uscisse dalla cerchia delle abituali sue forze; egli torner·ebbe senza notizie o queste sarebbero talmente oscure ed intricate e qualche volta additittura fa lse, che evidentemente non solo renderebbero frustraneo il servizio, ma• anche causerebbero soven te non lievi danni. Da qui la necessitù di conoscere come già dicemmo, le ~apacitit dei vari agenti onde all'occorrenza sapere sino a qual punto possa giungere la difTicol tiL del tema che si vuoi loro allidare. Sonvi missioni di tal e car.attere che esigono nello spione 11d esse adibi Lo speciali cognizioni; così nd esempi o la perlustrazione di una linea ferroviaria nemica e relativa conosceuza di tutto ciò che è necessario per l'impiego di essa, rich iede una persona che già nbbia prestato servizio presso qualche stazione fenov iaria. Evidentemente costui sia domandando, sia ispczionaudo, in per· sona può mo lto pil) celer emente e molto meglio di un altro non competente in materia, raccogliere le notizie neces ~ari e. Alla perlustrazione invece, nd Hsempio, di un fiume è cli iaro che non im pie~ heremo più lo stesso agente, ma inve:e saril util e secvirci di un pescatore, ,di un barcaiuolo o di altra persona di me~tiere aJiine. 2° Non è conveniente l' alfidare contemporaneamente molti incari chi alla stessa persona; un solo limitato e ben defini to tema 1·a~uiu lo scopo cui n ngerà sempre più facilmen te e celeremente . tende; e tulli gli al tri incarich i accessori i quali distraggono l'attenzione dello spione dalla missione principale non hanno altro efTetto che di far perdere tempo e rendere oscure ed intrica te l'assieme delle notir.i e. Se lo spione non ha ben ch iara l'idea principale della missione, null" di più facile che egli s'incarichi di tutt'altro fuorchè di quello che è necessario; in generale allorchè la missione ri· chiede molLo lavoro, sarà bene dividerla tra parecch i agenti; rimane però sempre la clausola che: « ogni agente, indipendentemente dalla propria missione é obbligato di riferire su tutto ciò che egli nota di interessante .». 3° Non è prudenza mettere lo spione a conoscenza di tutto il piano cui si riferisce la sua missione, giacchè se per avventura egli cadesse nelle mani del nemico, per Lema della morte, dimentiche-
SPIONAGGIO MlL lTARE IN PAOE ED IN GUERRA
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l'ebl;e faci lmente i propri dover.i e paleserebbe ogni cosa, nè per lo stesso motivo si dovrebbe mai consegnare ad uno spione alcunchè di scritto, fatta eccezione del caso in cui si voglia con quello trarre in inganno l'avversario, ed in questo caso, si capisce, esso scritto conterrà fa lse informazioni : se la fede del! ~ spione è incerta) oltre a ciò che si riferisce al mandato ch e egl1 deve disimpegnare, sa-rà bene mett.erlo a conoscenza di quelle cose che, opportunamen te svi~ale, ·si ha piacere siano dal nemir.o conosciute. E a questo proposito per non lasciar indovinare allo spione non fidato il segreto d(:-lle cercate notizie, sarit prudente ruandarlo in due diversi posLi, con due diversi mandnti, l>uno falso , l'altro vero. Gli spioni doppi di cui :,!Ìà più sopra parlammo sono utili solo per trarre il nemico in inganno nel modo e nella mani era accennata . Si potrebbe ad esempio , metter accortameqte a parte lo spioue. di nn immaginario avvicinarsi di un rinforzo ver~o un dato punlo occupato dal nemico, per indurre questi, se riceve la notizia e se la crede vera, ad abbandonarlo senr.a combattimento) ecc. Lo spione peraltro non doYrà mai accorgersi che la sua doppia parte in commedia è a noi nota; le false notir.1e dovranno perci~ essere a lui com unica te con molta sagaciLà cd in modo che egh le ritenga come sfu ggiteci per imprudenza; se lo spione è con vinto di ciò, attribuirà alla notizia mnggior importanza e senza fallo si aJTrelleril a comunical'la :d nemico come un indubitabile dato di fatto. In generale con tale categoria di spioni è necessario avere il più nllo grado di prudenza ed astuzia, e se il capo degl i spioni ' non ha tali qualità è bene che al suo servizio non tenga alcuno di tali agenti. Lo spione che ha r icevuto !"ordine del disimpegno di un dato incarico , viene condotto dal capo degl i spioni o da un suo aiutante sino di là dalla linea dei pi ccoli posti onde impedire che egli parli con alcuno; se egl~ crede di poter terminare il servi1.io nello stesso giorno, saranno date al comandante il posto di riconoscimento pel quale deve pass.lre, le opportune istruzioni. Nel dubbio però che sullo le spoglie di un nostro parti?"iano
SPIONA.GGIO MILITARE l>l" PACE ED IN G-UEtUtA
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SPIONAGGIO lllii.lTARE IN l'ACE ED lN GUERRA
si nasconda invece un traditore, non sarà mai prudenza di ricevere nei nostri accampamenti gli spioni che ritornano dal loro servizio, ond e se si prevede approssimativamente l'ora in cu i lo spione dovrà ritornare, sarà prudente stabilire in precedenza con lui un'ora ed d luogo per il convegno che di regola sarà -sempre al di In della li nea degli avamposti, come ad esempio faceva il noto StuarL nel •1862. Accompagnato da un ufficiale, egli si recava a cavall o in una solitaria ~asa situata a circa 4-00 passi dagli accampamenti nemici; li aveva luogo l'appuntamento collo spione; ricev ute le info rmazioni da que:>ti raccolte Stuart inosservato da tutti se ne rilomava alle sue truppe. Non sempre peraltro si può prevedere l'ora in cui ritorni lo spione , ed in tal caso giun1o cosLU i alla linea dei pi ccol i posti , faril chi amare l'ufficiale dìll quale egli ricevette l'incarico o colui col quale egli ha a che fare. Durante l'assedio di MeLz gli spioni francesi ed i portatori d i dispacci i quali, compiuto il loro servizio ritornavano in l\'Jetz, giunti agli avamposti francesi, venivano minutamente interrogati , e qual che volta, lungo tempo là tl'attenuti, non di rado anche esposti a cattivi trattamenti ; in ultimo poi non si permise più loro di entrare nella cerchia degli avamposti. Così ad esempio avvenne i!d nn ricco inglese signor Woklair il qual e volontaria· mente si assunse l'incarico di recare un importante dispaccio a ~l elz; egli non solo non fu lasciato passare, ma da un ufficiale francese fu anche minacciato di morte. Il genda._rme Karnut ed il figlio suo i quali per via diversa avviavansi da Tionville a Metz, giunti agli avamposti fran cesi furono ricevuti a fucilale. Onde evitare .tal i inconvenienti i quali evidentemente facevano diminuire il numero degli spioni volontari, il comandante della fo rtezza di Melz fec.e rilasciare ad ogni spione un lascia-passare, ma anche ciò non valse giacché essi, per tema di venire da quello traditi nel caso che cadessero nelle mani del nemico, lo distruggevano. Non appena il capo degli spioni o chi per esso riceve notizia dell 'arrivo di uno spione alla linea dei piccoli posti, senza porre aletto tempo di mezzo dovrà · recarsi a ricevere le notizie di cui lo spione è latore e nel tempo stesso afftdargl i altri incarichi.
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, . Alcune volte però, specie allorché si attendono notizie urgenti, onde evi tare ,perdite di tempo, giunto lo spione all a linea dei piccoli posti sarà faLLo accompagnare direuamente ove trovasi l'ufficiale che douà in terrogarlo, e sariLbene che per detto servizio di accompagnamento sianvi ufliciali e sottulliciali apposita mente comandati e scelti dal capo degli spioni . L'interrogatorio degli ;pioni deve esser fatto sempre dalla stessa persona alla quale incomber;'l ·anche l'obbligo di coordinare le "\•arie disposizioni e di confrontarle tra di loro . Non è prudenza il permellere che gli spioni non fidali si tratt~ngano, anche per poco tempo presso le proprie truppe; sarà bene invecl:l, non appena abbiano terminato un còmpito, atftdat·~ liene un altro, e se al mom ent.o non se ne avesse l'occasione si dovrà assegnare loro un qu,,l ~ i as i luogo, anche da essi scelto, di là dall.a linea degli avamposti donde si faranno chiamare allorché si sentirà il bisogno di loro . . G-li spioni che prestano servizio presso lo stato maggiore dovranno essere tutti di fiducia provata; per le ntgion i che sopr<t dicemmo è convenienre tenerli sempre divi si l'uno dall'altro. I:.e informazioni di -uno spione non bene conosciuto non possono servire di fondamento a qualsiasi operazione militare se non quando vengano confermate da allm sicura fon te. Al r.ontrario le notizie date da uno spione già sperimentato e di piena fiducia, , di regola dovranno esser riLenute per vere e come tali accellate . Le notizie degli spioni doppi hanno ben poco valore. Se è importante avere buoni spioni, non meno importante sarà di impedire che gli spioni nemici si avvicinino alle nostre truppe, ed è qui ndi assolutamente necessario pretendere da queste il puntuale adempimento de.i loro doveri per ciò che rigua:-da il servizio degli accampamenti . Anche qnest.o mezzo però non è completamente ell"kace giacché tra le tante persone che ~eguono le truppe come ad esempio gli appartenenti alla croce 1·ossa, i vari provveditori, cocchieri , ecc. nascondonsi sovente agenti dello spionaggio nemico. E quindi sempre sospettosi dovrassi essere con tutte _le persone che sotto qualsiasi pretesto s'intr'Oducono nei bivacchi, negli accampamenti od in qualsiasi altro luogo ove trovansi so ld ati; non di rado anche
SPIO:SAGGIO MILITARE IN PACE ED IN GUERRA 1964 le donne pubbliche esercitano il mestiere dello spionaggio, com e molto sovente sotto l'abito del sacer·dote o sotto i cenci del mendico si nasconde un traditore che forse alcuni istanti prima si è colmato di beneuzi. Tanto i soldati che gli ufficiali devono assolutamente astenersi dal tenere, coi non militari in genere, discorsi sulle operazioni gnerresche e molto meno poi sul le posizioni dei vari reparti di truppa. Secondo il generale Lewal molti sono gli indizi da cui si po.:>son conoscere ).11i spioni. La ricercata cortesia, la troppo severa osservazione di tutte le di~posizioni delle varie autorilit e òella polizia degli accampamenti; una modesti~ troppo all'ettata~ la piu 0 meno frequente assenza dal luogo di d1mora, la cura d1 ?~cul. tamente ascoltare e vedere ciò che ha relazione con cose rotlltart, la frequente presenza ove di consueLo convengono molte persone. l'indifferenza e lo sguardo du intonti to a certe dimande, le carte personali non concordanti alle deposizioni , il .disinte1~esse nel commercio , la generosità ve1·so i soldati nelle vtvanderte, nelle taverne ecc. Qualche volta anche la quantitit di denari che trovasi addosso ad una persona può tradire in essa uno spione. A.llorchè in una persona qualsiasi si sospetta uno spione, lo si dovrà pedinare; se la sua condolla conferma i sospetti, lo si arresta e lo si sottopone a rigoroso ed imbrogliato interrogatorio. Se i dubbi erano fondati, nelle risposte egli cadrit in contraddizione ecc. , ecc. Del risultato dell'interrog;ltorio dovrà esserne informato il capo degli spioni. Per scopri re con facilitil uno spione, raccomanda La l'ie1Te il seouente espediente: Al presentarsi pr·esso gli avamposti di un i~dividuo sospetto, lo si arresta, lo si accusa d'esser in relazione col nemico a nostro danno e lo si minnccia di farlo fu cilare. Secondo l'opinione di La Pierre. se egli è veramente uno spione, molto facilm&nte perderà la bussola e per .salvar~i ~ale serà tutto ciò che è a di lui conoscenza sulle mtenztonJ del nemico. Presso a poco nello stesso modo procedevano i Tedeschi durante l'assedio di Metz e di Parigi. Nel processo Bazaine il soprannominato Krusem scr.ive: « Nel villa!!oio di S. Remy venni anestato dai prussiani che , . (')
SPIONAGGIO MILITARE LN PACE ED IN GUERRA
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spogliatomi nudo, mi perquisirono mi nutamente gli abiti e pr·esero tutto quanto in essi trovarono, perfino il denaro ed un coltello che io avevo. Nel giorno seguente fui condotto alla presenza di un generale che mi sottopose ad un severo interrogatorio; tra le altre cose egli mi chiese notizie sulle condizioni in cni trovavasi Metz. Io risposi ciò che in quel momento mi passava per la mente ed aggiunsi che io non aveva mai servito nell'esercito e che perciò non erano a mia conoscenza le denominazioni dei reparti di truppa che trovavansi in Metz. Egli mi chiese ancora il perchè della mia uscita da Metz, al che ri sposi che io ero un cocchiere e che nell'esercizio delle mie funzi oni io ero capitato a S. Remy ove ero stato arrestato, gli dissi an cora che io avevo fami glia con 5 bambini che io dovevo mantenere col mio lavoro. Messòm i al confroto col sindaco di .M aizieres, costui aiTermò di avermi visto altre volle in diversi luogh i; allora cond~tto mi fuori, mi si mise un laccio al collo e gettatone l'estremità a cavalcioni di un ramo di un albero, prepararonsi alcuni soldati a sollevarmi con tal mezzo da lena; nuovamente interrogato, r iconfermai qunnto già avevo dello ed assicurni il generale che nulla di più era n mia conoscenza; egl i mi chiese allora s.e in Metz eranvi provvigioni da bocca. Io risposi che no e che si mangiava carne di cavallo. « - Sotto il forte S. Quintino - chiese ancora il generale - havvi una sorgente di acqua salata ? « - No , - r isposi io - e::;sa si trova tra il forte S. .Tulien e Bellecroix. « Convinto il generale da quest'ultime risposte, ordinò che mi si levasse il laccio dal collo. Condotto quindi a Cornuy, mi si tenne otto giorni in carcere, mi si diede quindi un passaporto per Niederveis mio paese natio, avvertendomi che se un'altra volta fossi entralo nell~ cerchia degli avamposti tedeschi sar:ei stato fucilato '1> . I Tedeschi notato in seguito che i Francesi fatti prigionieri inghiottivano i dispacci di cui per caso essi fossero latori presPro ad adottare un espediente molto semplice per comprovare la reità o l'i nnocenza dei Francesi sospetti che cadevano nelle loro mani. Spo glia~ili ed accuratamente perquistt.i ti prima, davano ad essi un !24 -
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SPlONAGGlO ~llLITARE IN PACE ED I N GUER.R.A
fortepurgante ed affidavan li quindi alla vigilanza di alcuni soldati. Se nel termine di s· giorni essi non amettevano la prova del delitto venivano lasciati in libertà sotto minaccia peraltro di esser fucilati se un'altra volta lasciavansi anestarè. Allorchè ' capita nelle mani Ùno spione nemico puossi, alcune volle con vantaggio, utilizzarlo. per fare avere false notizie all'avversario e fra i tanti t\Sempi che ci presentano in proposito la ~toria della guerra basta ricordare il se:zuente: « AJiorcbè Federico II trovavasi a Schmiedeberg venne dalle sue truppe arrestato uno spione austriaco; condotto alla d~ lu~ presenza, Federico seppe assicurarlo che _egli co_l s~o _esercttQ st sarebbe ri tirato a Breslau non <oppena glt Austl·racl sr avanzas~ sero. Lo spione si affrettò a recar la notizia al ~uca C~rlo dr Lothrinaen il quale credutala vera ed avendo agrto contormemente ~d essa, si lasciò trarTe nel più completo inganno >>. , In ogni caso prima di sottoporre alla pena di morte ~1no sp_ione nemico devesi far tutto il possiLile per conoscere l orgamzzazione dello spionaggio avver~ario . A proposito di ~iò C:lde opportuno ricordare che i Francesi agirono mollo rnde):(nament~ coll o spione t!'desco Scu lz fucilan dolo (settembre ·1870) be?che egl i avesse prima palesato in tutti ~ suoi parL_icol~ri l_'or~·~mzza~. zione dello spionaggio tedesco ed avesse pers!Do mdrcatr 1 nomr dei suoi colleghi di mestiere. Lo scoprire gli spi oni nemici è tra i doveri dei gendarmi e degli spioni addetti al servizio dell'armata.
(Gontintw)
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IL loCONGRESSO DEI MILfTARI IN CONGEDOIN ROMA Continuazione e fine. -
Vedi dispensa XX
IV. Ed ora alc•mi brevi commenti . L'annunzio che si sarebbe tenuto in Roma, in occasione del faustissimo venticinquesimo an niversario della sua liberazione un Congresso di mili tari in cong-edo , eccitò la vena umoristica di parecchi giornali. Costoro si domandavano se in seno al Congresso, e scopo precipuo anzi, del Congresso stesso, non sarebbe sta to tornq.re a d·iscutere e ad agitare la ornai vi eta e ridicola questione dei bottoni e delle stellette, di cu i. da molte diecine d'anni i nostri giornali militari -si fanno pa ladini. àl a alla domanda, che è più sensata e meno superficiale di quanto non semb ri, rispose subito il manifesto-programma pubblicato 'dal Comitato, che por.tava i quesiti da sYolgersi in Congresso, rispose lo slancio con cui, malgrado l'organizzazione impel·fetta , moltissime soci età italiane accorsero all'appello, risposero le adesioni di centinaia di cittadini, abbenchè la stampa rom:1n a, per abbondanza continua di materia, non potesse fare, anche volendolo, una propaganda efficace. Gli è che il Congresso, anziché fu ~ili questioni di ~n iforme , et·a ~hiam a to a trattare argomen'ti di importanza nazionale, argomenti ~he interessano la intera classe dei militari; ma sopratutto perchè il Congresso rappresentava il primo atto con cui la intera classe dei militari in congedo si a[ermava solennemente dinnnzi al ,~o Yerno ed al Paese, dimostrando di conoscere la propria forza, i propri doveri e diriLLi. da tr.oppo tempo disconosci nlÌ.
IL
1968
IL
1°
CONGRESSO DEI 1\.liLITA.RI IN CONGEDO IN ROliA
È di importanza veramente nazionale questa progeuala federazione di società militari in congedo, federazione che sapientemente organizz~ta e diretta, può portare in favore delle istitu;>:ioni ch e ci reggono, una forza immensa dì uomini e di energie. Tale forza nessun capo di governo, nessun uomo politico può disconoscere e trascura re; sai·ebbe anzi un dar prova di senno presago, l'affrettare con tulli i mezzi la costituzione di una tale fede razione che potrà, nei momenti del pericolo, render·e servigi immensi al paese, sia dinanzi alle urne politiche contro l'irrompere dei partiti fnzi osi e sovversivi , sia dinanzi all'invasione dei municipi per pnrte di chi non sa perdonarci che la bandiera tricolore sventoli su l Campidoglio e .;ul Quir·inale. Ben disse J'avvocah) Yinai, sos ten€'ndo la sua chiarissima relazione che : « Nessuno deve credere di aver pagato con due o tre anni di servizio il tributo che egli deve alla patria : se il r.on ~edo illimitato gli restituisce, in parte, la sua libertà ritornandolo ci ltadino gli rimane l'ob bl igo di di fe ndere il paese contro i. nemici interni con tutti i mezzi che sono in suo potere. E poi chè molti mali si debbono all'apatia poli tica delle masse, sia il mi· litare in conge'do quegli a cui incombe il dovere di .una pr·opaganda aniva in prò delle istituzioni ch e egli ha ~iura to di difendere. >> Questo ha da essere, e penso che sia, il grnnde ideale della federazione ; gli altri scopi, il mutuo soccorso, la previdenza, la cooperazione, il r i..;parmio, si potrnnoo raggi ungere in seguito, quando il gran numero dei soei permetterà di .ottenere il massimo dei vantaggi col minimo dei sacrilìci personali e pecuniari. Si intende di per se che, data la l'ede~azione, gli istituti già fiorenti saranno i nuclei intorno a cui per virtù d'adattamento, si raggrupperanno i più piccoli, i più ~nemici, i più poveri di risorse economiche. :Ma non si potrà giungere a ciò se non dopo un lento, paziente continuo lavoro di propaganda indefessa, se non dopo un attivo scambio di idee e di relazioni personali. Sarebbero intanto un trionfo il poter presentare al Congresso di Milano, nella data gloriosa delle Cìnqur- giornate, un progetto completo di federazione, che fos se all'unanimità acclamato dai r<lppresentanti di tutte, o quasi , le società del Regno.
1°
CONGRESSO DEI 311LITARI IN CONGEDO JN ROMA
1969
Certo, il lavoro a cui la Commissione presieduta dal generale Pozzolini e composta di tanti uomini egregi, si è sobbarcata, è tutt'altro che facile. Si tratta si sr.everare il grano dal loglio, di vincere pregiudizi, vanità personali, antipatie e puntigli regionali. Occorre una suprema oculatezza, per iscartar·e a tempo quegli elementi eter·ogenei, che potrebbero in avvenire compromettere le sor't i della federazione. Oltre a ciò , la proporzion e dei militari in congedo, che arriva al numero di 3,000,000 è tale, che i tre anni che ci separano dal Congresso di Milano non sono certo di troppcJ. i\Ja il t~mpo è una quantità trascurahile, quando si tratta di attuare idee di tale larghezza, quando si tratta di vi ncere difficoltà di ogni natura e pregiudizi i inveterati da secoli. Tuttavia l'opera a cui la Commissione si accinge, è allamente patriottica. Siamo sulla via di ridut·re al minimo la forza sotto le armi in tempo di pace. Il gran probl ema della nazione armata, avrit fatto un passo gigantesco, quando i mil itari in congedo (assa i più numerosi di quelli all e armi) si sarannò uniti, si saranno costituiti come una forza che 1•uole ottenere il suo còmpito e tutelare i suoi inter·essi morali e materiali. Qual'è il còmpito degli uiTiciali in congedo nella costituzione di questa forza ? Il fat to compiuto di questo primo Congresso cosi riu scito, non sareb be forse un indizio? . [o lo penso ; e penso pure che la riuscita di questa federazione darebbe un vigorosissim0 impulso alle istituzioni del tiro a seano e della ginnastica, alla vagheggiata educazione militare nazion:Ie.
v. Ma per un 'altra ragione il congresso tenutosi in Roma può dirsi benemerito del paese, per un'altra ragione, la sua importanza può dirsi ver11mente n~zionale. Per· la prima ''olta, in formi-l solenne, fu ,·esa manifesta la necessità di venire in soccorso alle famiglie bisognose dei militari richiamati dal congedo sia in t~mpo di pace che in tempo di guerra.
1970
IL
1°
CONGRESSO DEl MILITARI IN CONGEDO lN ROMA
< Oggi, passando lungo li riva granitica della Mosko,ya, un sol « dato in congedo mi chiese l'elemosina. Egli, forse, a Sebastopol i. « è divenuto inval ido ed eccolo libero, cioè il suo antico signore
« non ha più nessuu dovere verso di lui, e nel comune C\li pri ma « apparteneva non ha più parcella. alcuna ... ; egli è uno stranier·o. « un mèndicante che non può, non sa lavorare. IJ·mio uomo men« dicava e pochi mesi prima aveva versato il suo sangue per la c patrin; e mendicava davanti al Kremlino, quel cuore dell'impero, « che è diventato grande ed esisterà mercè i suoi soldati fedel i,. < pietosi, prod i e miserabili .... » Queste parole scriveva a suo fratello Adolfo, Helmuth di Moltke. il grr~n capo di stato maggiore dell'esercito prussi:mo, una qnr~ran~ tina d'anni fa, quando, non ancor generale, accompagnò nel ·1856. il pr·incipe Feder·ico Guglielmo fl lle fes te per l'incoronazione di Alessandro II. Par·ole più fi ere e p ii~ cocenti avrebbe ceno scritto, se si fosse. trovato y resente a certe scene piecose e commoventi di cni furon o teatro i distretti in [talia anche in epoche ·non lontane. E se tali scene do loro;;e e selvagge si verificano per un richiamo par~iale, quale disastro economico e morale produrrebbe un ordine di mobilitazione? . Convinto che l'opera legislativa io Italia è troppo lunga, convmto che soltanto da una pronta ed effic~ce iniziativa è possibile sperare un risultato pratico, il comitato esecutivo ha proposto i~ proble~a al Gongt·esso, ed il Congresso lo ha risolto approvando la relaziOne del maggiore Serpieri, la quale si basa parte sulla beneficenza, parte sulla associazione degli interessat·i e parte sul .concorso governativo. · Or·bene, nessuna benefica opera fu più bene intesa di questa e nessuna renderà mai al pari di questa un così immediato e sicum compenso. Con qua le slancio infatti, con quale entusiasmo si batterà d•Jmani .il soldato che sa di aver lasciato la mocr(ie e j (ioli in l'l mezzo ad una strada, senza un tozzo di pane per sfamarsi? È rriusto pretendere tanto spir·it.o eli abnegazione e di sacrificio da un ~1 Òmo: che al òolore naturale di lasciar la fami~Ii a per correre in contro aWi? noto, ag~ i unge quello · assai più straziante di sapere che la pall' lfl, per CUI è pro nto a dare la Vita, non farà nulla per i SUOt l)
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frgli che egli)ascia nell'estr-ema miseria? Come si potrà volere che il moràle dei soldati si mantenga alto e sereno, che la disr.iplina si Il!antenga ferreà ed infrangibile, se la grande massa dei soldati si lascia alle calcagna la disperazione e la fame? No: venire in soccorso all e famiglie povere dei richiamati non è soltanto una beneficienza, il un dovere; e poichè il GoYerno, pur riconoscendo l'importanza di questo dovere si trova per ora nella assoluta impossibilità di provvedervi , bene è che la Commissione . esecutiva studii l'attuazione del progetto erpieri e cerchi di man darlo subito ad effetto. specialmente in quanto ha tratto alla beneficenza ed all'associazione degli interessnti. Presa e condotla a sod · disfacenti risultati la nobile iniziativa, l'appoaojo del Govern o e . del Parlamento non possono mancnre: certamen te non manche· ran no alla Comm issione l'appoggio cd il plnnso en tusiastico dell' intéro Paese . ~">n
VI. Delle altre tesi svolte ed approvate non discuto: opi nai, lìn da quando si proposero i quesiti , che per nn primo congresso si era messo troppa carne al fuoco e una volta su lla via del ch iedere favori o riconoscimento di diritti, si era proceduto allegramen1e senza misura . Comunque, ii Congresso ha votato l'istituzione di un istituto pe1· i figli dei militari, e quelle di un Jstitttlo na::ionale pe·r i militari pensionati, due oLtime it! ~e che possono essere attuate con calma e senza bisogno di apposite leggi e senza aggravio dei contribuenti e non sarò io che le combatterò in linea generale. Ma un gran voto faccio e una ca lda preghiera alla Commissione esecutiva, incaricata di tradurre in atto gli ordini del giorno del Con gresso . Prima ancora che alla federazione, pr·ima che al soccorso alle fam iglie dei richiamati, pens:lle ai poveri ve.terani del •1848-49, ricord:1 tevi dei vecch i che attendono la morte limosinando un tozzo di pane alla patria s?onoscente; prima che ai giovani, a cui ride un -::'lVvenire; provvedete ai gloriosi superstiti di quelle battaglie che iniziarono l'epopea dell'unità italiana. P rovvedete a che· sieno tolte le pastoie alra legge, scongiurate il Governo a non voler stornare dal bilancio quel fondo sacro alla riconoscenza
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e alla pi età, in favore di un al tro capitolo. Nulla e più urgente della fame, nulla è più doloroso di un decorato di medaglia _al valore che accatta per la strada, nessuno spettacolo e più demoral iz' di chi zante per la gioventù che di veder la sconsolata vecchiezza versò il sangue per la patria, abbruttirsi in tùtle le più miserabili privazioni. E il tempo fugge per per i poveri superstiti; ogni gior no uno di loro manca all'appello, senza aver potuto toccare quella irrisoria pensione govemativa di 270 lire annue a ~ui da tanto tempo aspirava; ogni giorno un mutilato di Pastrengo o di Novara, un eroe di Santa Lucia o della Sforzesca, IJ?UOre maledicendo non alla patria, ma ai suoi fi gli sciagurati, che della rivoluzione italiana seppero sfruttare solamente i beneficii e in·isero a chi quei be_ne fici aveva a prezzo del suo sangue, procurato. Pensi sopratutto e prima di tutto a ciò, il !{enerale Pozz_olini che appartenne a 'quella nobile sr:biera,. e con maggiore slancio e con animo lieto potrà dì poi accingersi all a ri soluzione de_i problemi che la volontà del Congresso gli aflidò, e riuscire ad annunziare i~ feli ce scioglimen~o nel tW Anniversario dello Statuto e delle Cinque. Giomate. Possa la data gloriosa portar fortuna al 2" Congresso ! Certo la grande e dolorosa ani ma 1i Carlo Alberto, aleggiando in quel giorno sulla nobile città lombarda, esulterit di gioia vedendo il meravigliosrJ progresso fatto dall'I talia,. in cinquant'anni, mercè la _grandezza delle istituzioni da lui làrgite ad un popolo riconoscente.
A.
ÙLI VIER l SANGIACO)JO
tenente.
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NOTIZIE
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POLITI CO-I\1JL ITA.I~I
Nell'u ltima dispensa abbiamo lasciato il genernle Dar·atieri, col grosso delle truppe, ad Antalo e l':wanguardia, comandata dal gener·ale Arimondi, spinta una tappa più a sud, pr·esso l'amba Abagi. Ecco poche parole per spiegare meglio ciò ch'era avvenuto, onde com prendere possibilmente ciò che avvenne poi. La sera dcll'8, al generale Baratieri in marcia per Antaio e distante ancora una tappa, giunse notizi.a che il maggioro Toselli, comandante di una colonna di fìanco, aveva còmpito il suo movimento aggirante la destra del nemico, ed era in g r~do di attaccare, i] domani, da rovescio la posizione di Debra Ailat,t dove trovavasi ras Mangascià. A quest'annunzio il generale Baratieri inviò il maggiore Salsa di stato maggiore colle opportune istruzioni, al maggiore Ameglio comandante l'avanguardia della colonna principnle e poi la mattina del 9 fra le 3 e le t~, mosse con tulto il campo. Verso le 8 giunse a Selicot, a mezza tappa da Antalo e quivi ebbe la p1:irna ·notizia della probabile fuga di Mangascià, il quale da,·a indizio di non voler attendere l'attacco. Si proseguì la marcia c si giunse verso le H ad Antalo, dove s'era fermata l'avanguardia e s'era recato anche il maggiore Toselli, lasciando le bande al comando del tenente Volpicelli e la compagnia del capitano Grampa (truppe formanti la sua colonna) a sorvegliare lo sbocco principale di Debra Ailat. Il generale Baratieri con altri ufficiali si spinse innanzi per esaminare questa posizione da cui giungeva ad intervalli rumore di fucila te, e coll'aiuto di cannocchiali videro gruppi e piccole colonne nemiche ritirar·si celermente o meglio fu ggire verso sud per vari sentieri. Fu tosto ordinato al 4° battaglione indigeni di spingersi sulla sinistra nella pianura per tagliare possibilmente la ritirat.a ai fuggiaschi; nello. stesso tempo, il 5° ebbe ordiM di avam:arsi verso Dob ra Ailat, lìaucheg· giato dalle bande e sostenuto da una-batteria. Su lla posizione erano rimasti 1300 uomini che parevano risoluti :.1 difenderla.
NOTIZIE POLITICO -l!ILITARI
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NOTIZIE POLl'l'ICO-MlLITARI
11 magg1ore Ameglio comandante di questo ba~t~glione fece avanzare due compagnie, mentre l'artiglieria prendeva posJr.Ione e, con u~ a ve~ tinn di colpi, sbarazzava dal nemico le creste che le stavano dmnanZI. (.e due com pagnie avanzate facevano intanto fuoco acce_l~rato e dopo · pochi minuti tutto il battaglione m~ssé all'assa li? della pos!Zlon~, mentre ·1 oenerale Baratieri faceva marciare a suo l'lllcalzo un alti o bat.ta~~i~ne indigeno e il battaglione dei cacciatori itali~~i. . .. . Dobra Ailat ù un nodo montano, rotto. da anfratti e dn bunom, corso da sentieri da capre. l difensori non aspeltarono l'attacc:o, .ma si sbandarono per i detti sentieri, scivolarono nei crepacCI ,e SI <hlegua rono. .. , . QuflStO avveni,•a nel pomenggto del 9 ; ì\fangascw col grosso. d~ suoi crn fuggito fino dalla mattina. F'u vera fuga pr~~olt~ da .pamco·'l· Fu precipitosa ritirata per rat~cogliersi dietro ras Olw eh era m l~~s1ziOn~ ad Ascianghi 'l' Il nucleo che difese per ~mve te~po la po~t'l.l?~: .d~ Debra Ailat, era stato messo lì per copnre la nllrata e po1 nt~!a1s1 nnch'esso, 0 vi era rimasto soltanto perchè un po' meno demoralizzato dègli altri ? . Sono domande n coi in questo momento non posswmo dnre risposta sicura. . Nel brillante e rapido attacco noi abbiamo avuto. da trentacmque a quat·anta tra morti e feriti; le perdite degli a.vver5art no~ pa.re c?e abbiano superato di molto le nostre, del che essi vanno debuon ali eccellente loro posizione difensiva.
Mirabile in queste operazioni fu la resistenza aIla marcia dei càcciatori italiani. In due giorni, partendo da Adigrat, essi hnnno percorso almeno sette delle tappe percorse dagl'inglesi nella loro ~uer ra contro Teodoro. arrivando in ottime ct,ndizioni materiali e rnornh. Al l'attacco di D ebr~ AilaL non pregero parte attiva, pe1·chè giunsero sotto la posizione quando già il nemico si era sbandat~ e ~essa.va il fuoco .. Nei giorni seguenti la nostra avanguardw si s.pll)se a su~ dt ~~br~ Ailat, trovò deserto il campo già tenuto dal nem1co, fece .ncogmz1ont all'intorno e si assicurò che il nemico era assolutamente sc~m pa.rs~. 11 12 tre battaglioni con unn batt.eria cla montagM agh ordm1 del generale Arimondi si recarono all'a~bn . Abagi . t~er .liberare 1·as S~b~.t · mà signore dell' Agamè e nostro am1co, fatto pngtomero da l\l anga~cw o· ~
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molto tempo p1·ima che cominciassero le operazioni c tenu lo m ceppi sull'amba oradetta. Prima ancora dell'arrivo delle nostre truppe i guardiani di Sebat e1·ano fuggiti. Il fa i nostt·i gi unsero sotto l'amba; il 14 Sebat gi uni ad essi e, scortato da una compagnia, ch'ebbe lungo la strada un lieve scontro con una banda nemicn, si recò ad Antnlo per fare omaggio al generale Baratieri. Qui frattanto per la stessa causa et·ano convenuti i capi dei p:wsi vicini e gran folla di popolo coi pt·eti aIla testa; tu tti accoglievano le nostre truppe festosamente, e mostravano vi,·o il desiderio di avere dall'ltalia un governo stabile, pacifico, ordinato. 'l'ra i detti capi convenuti ad Antaio si notava degiac Aly, signore di una vasta regione (Enda Moeni) presso confini del Tigrè.
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*" Questa era da parte nostra la situazione alla metà del mese. Delle cose del nemico poco si sapeva, ma era stato telegrafato che ras Oliè, alleato di ~fangascià, si trovava in forze ad Ascianghi, posizione im portantissima a tre tappe da Antalo, e si credeva ch'egli pote:;:;e avere con sè, circa quattro mila uomini; era st.ato pure telegrafato che ras Mikael stava sem[Jre fermo a sud di Borumieda cioè circa 300 chilo· metri dai confini del Tigrè, che gli Scioani non si erano ancora moss1 e delle intenzioni di Menelik non si sapeva nulln; era stato finalmente annunziato che lo sceicco Tala, pa1·tito dai galla nemici degli abissini e nostri alleati, era arrivato a Zebul, tre tappe alle spalle di ras Oliè e che da questa posizione era riuscito a mandat· messi al generale Baratieri. Così stando le cose, tutti si aspettavano da un momento all 'altro l'annunzio della marcia su Ascinnghi e dell'attacco alle posizioni di ras Oliè. Invece quest'aspettazione fu delusa e per molti giorni la stampa italiana non fece che fantasticare per trovare In ragione delle risoluzioni annunzinte col seguente dispaccio d()tato il 19 da Massaua: ' « Il geÌwale Bar:~tiel'Ì, lasciato Antalo è giunto a Mnkallè, ove ricevette l'omaggio della popolnzione e del clero. « .~ d .Antalo rimarrà in posizione fortificata un battaglione indigeno con mezza compagnia da montagna, comandato dal maggiore Toselli onde formare posto avanz;~to e per organizzare il pae:;e. < Il generale Arimondi ha incarico di fortiOcare Makallè, ove rim~ rrnno due battaglioni. « Il genera le B~raticri partirà oggi per Ad un ' .
NOTIZIE POL ITICO-liiLITARI 1976 E1·a mancanza di mezzi di trasporto e di materiale da guerra o era insufficienza di forze che costringevano il generale Baratieri a questa. fermata'? Forse una cosa e l'altra, certo non te minaccie del' nemico. Il generale, arrivato ad Anta.lo e spinte ricognizioni nei dintorni, avrebbe trovato il paese non solo sgombro dal. nemico, ma intieramente sfru ttato. Mangascia ri tirandosi aveva portato via tutto il. bestiame; non si poteva fare assegnamento se non sui viveri trasportati a dorso di mulo da Adigrat e da Adua, il che richiedeva cnrovane mollo numerose, le difficoltà poi erescevano in proporzioni geometriche a misura che si andava innanzi. Oltracciò la strada f1·a Antalo od Asciangbi passa per luogh i scabrosi, per strette in cui bisogna sfilare uno per uno od in .:ui sarebbe pericoloso avventurarsi senza aver guarnito di truppe le alture soprastanti. Quantunque ras Mangascià fosse fuggito e ras Oliè non si fosse ancora ved uto, le sorprese in questi terreni sono sempre possibil i. E non era escluso il caso che Mangascià fuggito, ma non battuto, si fosse raccolto con tutte le sue fo1·ze dietro ras Oliè. Anc\[1r\i ad llttaccare ad Ascianghi in posizione fortissima e per strade cattive senza avere truppe su ffi cienti da lnsciare addietro per nssicul'D I'SÌ le spalle, non parve prudent:a al generale Baraticri, e se non lò parve a lui che ha nome di es.sere arditissimo, vuoi dire non lo era .
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Se da _qualche tempo non fossimo male a~suefatt.i per i facili successi questa fermata che fece discutere tanto, non aYrebbe recato meraviglia a nessuno. Fortilicare le importanti posizioni eli Antalo e di Makul)è, ordinare politicamente e militarmente il paese conf!uistato formare un nuovo battaglione indigeno e aspettare dall'ltnlia il mate.·iale da guerra più necessario per procedere innanzi con sicui·ezza, fu la risoluzione del gene· ra\e Baratieri , giustificata non solo dalla sitGazionc al di quà del Tsellari e del Taccazzè, ma anche da quella al di là. infatti le ultime notizie giunte dal Goggian, dallo Scioa e daii'Harrar, recano che in quei paesi regna la più grande confu~ione o che nessuno si muove per recare soccorsi a ras Oliè e ras ~J an gascià. Fu anzi annunziato che il negus 1\lonelik sia stato colpito da paralisi ed abbia · perduto la favella perchè tocco da un fulmine. Tuttociò esclude il pericolo che le forze nemiche raccolte ad Ascianghi possano da un giorno all'altro aumentare ; si ha invece la probabilità
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non pot,enclo stare raccolte molto tempo per mancam.a di vi,·eri fi niscano per dispe1·dersi, almeno in parté, poruendoci il destro d' im~ p~droni r~i di Ascianghi con pochi sa crifizi, co~e abbiamo fatto finora d1 tutto 1! resto del Tigrè. Ad_o~ ni m?do, il miglior giudice in tutto questo ù certo il generale Ba ra t~ en, e~ 11_Governo, 1\he ha in lui piena fidu cia, gli ho lasciato la pm _amp1a lab~rtà . Contrariamente a quanto disse'qualche giornale, no~ gh fu pa·esc~·1tto nè quando dovesse muoversi, nù lin dove dovesse a~TJ~a re; no~ ~~~ fu spedito alcun ord ine di fermata; le prime istru: ~l ODI no? gh fu rono 1~ai modificate; uomini non ne ha mai chiesto ; Il maten~le ~h e _ha ~lllest o, e che non è molto, gli fu subito spedito ed ora SI trova m vwggio. . Dagli ultimi di3pacci del generale Baratieri apparisce ch'eoli si recò all' Asma_ra donde pro vvide nel un riordinamento delle guarnigioni reso necessa~IO da 11 ' aumento del territorio, nwcolse reclute por la formaZione d1 un nuovo battaglione indigeno attendendo il materiale da rruen a s~edit?gli dall'~tali_a, mentre in pari tempo provvide ai servizi o 1~1inari (h cu1 ha la d1rezwne come governatore della Colonia. · ~gli h n nominato a·as S~bat cap,d dell' Enderta, nuova provincia conqUistata o confermato deg1ac Aly a capo deii'Enda Moeni, già provincia sua. La. tr~nquillità di questi dispacci sembra dimostra1·e ' che il genct·alc Barat1er1 non sospetta neppure la sorpresa che la sua fermata ad Antaio ha destato in Italia. . L' ultimo, datato da Massa un il 29, suona testualmente così :. "-~l ~enera_le _B~ra_ti3ri , dispersi i piccoli gruppi di combattenti di Manga~cJH ~ 1 ~uah s1 hmllano ttd occupare qualche Amba senza pericolo pe1• n?'· s_1 d1s_pone a tomare dall'Asmara a .Massaua, dopo ave.r ordinato p1ccoll forti ad Adua, eompletando oosì la line-a Adicrrat-Makallè. . « I piccoli forti' di Adua renderanno disponibile i't prosidio in caso di blSO{Zno. c Lo Scech Tala è n due giomate da Makallè.
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** O~a,
lascian.do la Colonia, veniamo ai p_rovvedimenti militari in paese. .con ~ · Decreti e con Atti ministeriali, J'attuazwne delle 11forme dell esercitO portate dai Decreti·legoe del 6 novembre 1.89~. o ~~ osegue gi a.~atamente,
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NOTIZIE POLI'l'ICO- MILI'f~RI
Fu dispos!o perchè, alla data del 1° novembre prossimo, sia wstttutto ion Rivoli (Torino) il 5° reggimento genio (minatori) e vengano riordinati il1°, 2° e 3° reggimento della stessa at·ma. Parimenti, a datare ùel1 ° novembre 1895, i quattro reggimenti genio ora esistenti prenderanno le seguenti denominazioni: 1° e 2° reggimento genio (zappato1·i); 3° reggimento genio (telegrafisti); 4° reggimento genio {pontieri). Un al tro R. Decreto prescrive che d'ora in poi c l'i mpiego di capo· musica sarà dato a concorso per titoli o per esperimento n colot·o che p;ssiedano le necessarie cognizioni artistiche e che soddisfino a tutte le altre condizioni richieste per ottenere la nomina ad ufficiale. Gli aspiranti non dovranno ave1· oltrepassato il 30° anno di età.' Dovranno essere celibi, o, se ammogliati, dimostrare di po.ssedere un'an·nua rendita di lire due mila. • La di vi sa dei capimusica dei regg imenti di fante rio di linea· e dei Cll rabiniei'Ì reali sarà quella stabilita per i sottotenti del corpo cui essi capimusica appat·tengono, colla sola differenza clte, nel c(lntro dell'onle superiore dell'intreccio sovrapposto al distintivo di grado sulle maniche, sa1·à collocaw una piccola cetra ricamata in argento. .· Venne pubblicata un'Istruzione w i passag,gi dei piccoli corsi d'acqua, la quale costituisco il volume X della collezione delle istruzioni pratiche del genio. Sono pertanto abrogati: a) il volume X di edizione 1879 (fstruzione stti pont·i di circostanza; b) l' Istruzione SLII servizio da zappatori. Venne !lOtifica to che, dal 1° gennaio i 896 la paglia pe1· lettiera dei cav·alli di truppa, escl usi quelli dei carabin.ieri reul i, sarà rornita dalle imprese territoriali del foraggio e pe1: conseguenza non sarà più acquistata a cura diretta dei corpi. Vennero pubblicate le norme che regolano i telegrammi in franchigia delle autot·ità militari colle altre autorità dello Stato. Roma, 29 ottobre, 1895.
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NOTIZIE MiliTARI ESTERE
FRANCIA.
Nu.ovo regolamento di ti1·o. - Il 22 maggio 1895 il Ministro della per la fanteria fra ncese un nuovo regolamento sul tn·o che. sanctva le seguenti inno ~·a zi o ni principali : . a). ti regolamento nuovo si isP.ira nel suo insieme al concetto che l:tstruzwno sul ti ro è la più importante fra le varie istruzioni impartite al soldato. ~i provv~tle (fui~~i . in ess? ad a vere nelle singole compagnie istrutton provotL1 e percw m ogm compagnia un sottufficiale scelto dal ca pitano, ò incaricato di tutti i dettagli del tiro, dell'isr. r~zione dei o-raduati e di quella dci meno abili tiratori. · a Questo sottuffi cia le non ha comando di •1, sezione e prende il nome di sergente di tiro; b) nella convinzione che nulla rneglìo della pratica possa inculcare nel soldato le regole del tiro, il nuovo regolamento prescrive che 0 ,.ni volt~ c.ho _1<1. truppa si t:ec~ al tiro debbano essere determinate da.,gli uffìctah cl1 tJro le co!·reztom da portarsi al puntamento seo-nandole con falsi scopi. In ca:;o di. br~sc~ ~ cambiamenti atmosferici qu~ti fa lsi scopi dovono essere determmat1 pJU volte secondo l'occorrenza nella stessa giornata di tiro; c) vien data maggiore importanza .al tiro ridotto e difatti la dotazione individuale annuale è portata da 100 n HìO cartucce· d) viene abolito il tiro preparatorio poichè è calcolato ' come tale il tiro ridotto ; e) le. lezioni d~l tiro d'istruzione sono ridotte da 8 a 7 c di queste 1 le due prtme, constdera~e quasi come un se~uito della scuola di puntamento, non sono cons1derato nella classificazione dei tiratori. ~uerra, appr~vava
1980 -
NOTIZIE .MlL l TARl .ESTERE
In queste le?.ioni si osserva una diminuzione nelle distanze'(la massima che era . di 600 matri è ridotto a 400 metri) ed una conseguente riduzione nelle dimensioni dei bersagli; · () le lezioni di ti ro d'applicazione sono aumentate da 4 a 7. È da -notarsi che la distanza del tiro a ripetizione è diminuita da 400 metri a 2o0 metri ; . g) è specialmente da notarsi l'innovazione dei tiri individuali di combattimento (diretti esclusivamt~nte dai comandanti di compagnia) nella quale istruzione il soldato è messo per quanto è possibile nellé condizioni in cui si troverebbe in campagna; h) nei tiri collettivi è diminuita unn lezione a salve (quella a 600 metri) ed è aggiunta una lezione a volontà tquella c ripetizione .alla distanza di 200 metri; t) Nei tiri collettivi di guena è soppressa ogni tabella indicante il numero delle lezioni da eseg~i rsi. Ogni comandante di corpo si regola nello stabilirnc il programma secondo il termno ed i. mezzi che ha a sua dispo5izione. L'ente che opera in queste esercita:'.ioni è sempre la compagnia, di cui vengono rinforzati gli effettivi, e le medesime si eseguiscono sempre o dopo una marcia o dopo una manovra di una certa durata. Sosti· tuiscono i tiri di Cl)mbattimento di compagnia e battaglione'del soppresso regolamento. l) sono aboliti i tiri di perfezionamento ; m) sono oggiuntc delle regole h10lto opportune sulla condot.ta del fuocu; ' , n) sono variati i criteri della classificazione dei tiralOl'Ì e delle ricompense. Non si cerca più di avere un nucleo di provetti tiratori, ma bensì di rialzare la media dell'istruzione delle compagnie. Si riscontra pure una maggiore larghezza nella concessione delle ricompen:>e;
o) sono aboliti i concorsi di tiro, cd anche il tiro d'csarnC\ è modificato in modo çhe si possa megliù giudicare il profitto ottenuto nell'istru~ zione ed il grado medio d'istruzione del corpo o della compagnia. Per l'eSf\cuzione di tutta la scuola di tiro il soldato francese dispone del &~uente numero di cartucce.
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NOTIZIE MILITARI ESTERE
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Cartucce Cartu cce <la speciali revolver
DESIGNAZIONE DEl VAI\1 T IH'
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RIDOTTO ,
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Tiro in dividuale d'islr.uzione
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Cartucce
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Fuochi collettivi .
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Tiri co llettivi di guerra
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Tiro col revolver
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Tiro d'applicazione . Tir·o di combattimento indi viduale
l (t ) VienCl collettivi.
C.Se,u1to a
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con . cartucco econo m•zzate .o prelevate sulla dotazione pci tiri
(il) Pei soli individui armati di rel'olvrr.
Nel complesso· il nuovo rC\riolarnento è di molto s p .· . abolito. !!> , ' • u enot c a quello l
Esso presenta la materia ripartita in modo migliore, è più conciso e più completo. De~erente ~ l principio dell'iniziat.iva, non contiene prescrizioni e0 . tassattve .da non lasciare ogli uf!ìciali e specialmente ai comand t" ~~ quella che..è.cosi necessaria J)erchè dalle var1e .an.1stru· l l .cornpagnla · · · , . latitudine . ZIODt sr pos:>n da tutti tro.n c Il massimo prolìtto. E buona l'istituzione del sergente di tiro nelle compaJ>nie ott. l sopp ress·tone d.l tutte le pastoie che rendevano difficile . ai corpi o ' .rrna l'es . a dei ti · ]J · · d" eCUZIODe . . rt co etttvt 1 guerra, ma è certo che l'innovazione pi · · . s1 e q 11 d l · · d" . u nnpotlante ue a c ti ro rn IVIduale di guerra. Ne\ nuovo re~ol amento .questa idea non apparisce ancora che abbozzata ma SI può assertre senza tunore che questa idea farà lungo cammino. GERMAN~A.
MARINA.
Variazioni dell'a.lto personale. - Il vice ammira"lio v Re· h d. . tot·e de(Il" . . . d'. 'e . JC e, 11 et,. · e t ts.trt~tl msegnarnento della marina è stato collocato a dis osiZJOne fJ · · . t>l" sostituito nella , CtH·ica del contrarnrniraglt"o Oldekop . JJ contrarnmuag to !homsen. e. stato promosso vice amm iraglio e nominato capo deLla staz1one rn~rt ttim a del Baltico. t25 -
A N~O IL.
NOTIZIE Ml t.l'rAIU ESTERE 1982 Ripamzioni alle navi. - Le corazzate Baiern e Baden passano fu ori servizio, la prima in ottobre, la seconda in dicembre per grandi riparazioni consistenti nel totale rinnovamento delle macchine e delle caldaie. ll lavoro di riparazione durerà circa due anni; rientrate in servizio queste due navi, le corazzate Sachsen c Wurltemberg dovranno subire lo stesso mutamento. Istruzione invmwle. - Nel prossimo inverno saranno per la prima volta mantenute in servizio per istruzione di personale due complete divisioni di tot·pediniere oltre le apposite navi delle divisioni di riserva e le ~ torpediniere scuola. Formazione d'una nuova. ispezione. - A datare dal ·1° ottobre co•·rente fu introdotta una notevole modilìcaziona nell'amministrazione della marina. I q. depositi d'artiglieria e mine di Wilhelmshaven, Geestemunde, CuxhaYen, F ried richsort, sinora dip()ndenti dalla ispezione d'artiglieria, furono riuniti sotto cna apposita ispezione facente capo direttamente al ministero della marina, mentt·e l' ispeztone d'artiglieria a pnrtire dalla dalla data sopra indicata dipenderà dal comando superiore della ma~·ina , diventando così autorità puramente militare. La sede della nuova Ispezione è a Wilhelmshaven. Questa modificazione fu motivata dalla necessità di staccare l'amministrazione dei menzionati depositi dall'ispezione d';1 rt.iglìeria, avendo questa ricevuU\ un soprecarico di. mansiom dalle fortificazioni di !:{elgoland e di Cuxhaven e della formaziOne della fka sezione marinai d'artiglieria avvenuta due anni addietro.
INGHILTERRA.
Jt nuovo ministro della guerra marchese di Lansdowne. - Il marchese di Salisbury, scegliendo quale segretario di Stato per la guena il marchese di Lansdowne diede prova di grande discernimento. Lord Lansdowne ha . coperto altisssirni ullìci con molta abilità. . Dal i 872 al i 87li; periodo di grande importanza, el:(h fu sottosegretario di Sta to per la guerra, fu poscia sottosegretario di Stato per le Indie e più tardi governatore generale del Canadà, ultimamente coprì la carica di Vicerè nelle Indie. In tulli questi ulfìci egli rivelò alle qualità di amministratore. Nel prossimo ottobre er.rli avrà da affrontare i problemi intricati ed importanti che sono in rel~zione coi cambiamenti proposti dalla Commissione capi~ tanata dal duca di Oevonshire. l giornali dell'opposizione hanno cercato
NOTIZIE MILITA IU ESTEitE
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di fare rilevare il fatto che il nuovo segretario di Stato è un pari; essi lamentano che il nuovo presidente del Consiglio non ha rispettato nella scell~t le nntiche consuetudini. Fino ad un certo punto essi hanno ragione; poiché non si d[;ve dimenticMe c b~ l'ufficio come è al presente costituito è di recente creazione, datando dal 1870, così si ha un periodo di o lustri durante il quale l'ufficio non è stato mai coperto da un pari. D"altra pat·te, durante i 70 anni che hanno preceduto questo periodo, il portafoglio della guerra fu tenuto da un pari per ben 42 anni. Si sa d'altronde che da n:otti partiti si preferisce che i segretari di Stato dei dipartimenti che più costano :~Ilo Stato sieno membri della Camera dei Comuni, pel motivo che è più conveniente che la Camera alla quale spetta la concessione dei fondi abbia tra i suoi membri il Ministro responsabile d' una amministrazione importante com'è quella della guen a. Dall'al tro lato un pari è più indipendente dalle influenze parlamentari, circostanza che giustifica la scelta fatta dal president.e del Consiglio; tanto più ora che si stanno per discutere ed attuare importanti modilìcazioni sull'ordinamento dell'esercito. Il nuovo r.omandant.e in capo dell'ese,·cit.o in.9lese. - La nomina di lord Wolseley al comando in ca po dell'esercito inglese, costituisce in questo momento l'argomento principale dei commenti della stampa brillanica. l giornali sono quasi tutti unanimi nel rallegrarsi della designazione del vincitore degli Ashantis e di Araby-Pacha quale successore al duca di Cambridge. l n quanto allo conseguenze che questo cambiamento potrà anecare nell'organizzazione militare della Grande Brettagna, è forse ancora troppo presto poterle prevedere, tanto più che se la nomina di lord Wol.seley a capo dell'esereito è già nota, i poteri che gli verranno' conferiti non furono ancora nettamente definiti. La situazione del nuovo comandante in capo non sarà identica a quella del suo predecesso re. Il Ministro della guerra, sir H. Campbell Dannennann, ha formalm ente dichiarato al Parlamento che egli si proponeva d'introdurre dci cambiamenti di molla importanza nelle attribuzioni e nei rapporti tra il comandante in capo, il segre· lario di Stato (ministro) ed i principali per;>ollìlggi tlello stato maggiore generale. Egli ha soggiunto rerò, che avendo il Governo bisogno di tempo per istudiare quelle riforme prima di adottarle definiti va mente, non poteva in questo momento farle conoscere con precisione. É forse per aver maggiormente agio di far questo studio che si è protratkl dal i o ottobre al 1. 0 novembre il rit!ro del duca di Cambridge, motivando questa dilazione colla necessità di permetlergli di cornpier·e certe ispezioni. Lord Wolse!ey ne è stato del resto preavvisato. Alcuni giornali militari come il B-1·oad Arrow, ad esempio, non esitano ad affermare che dopo tutto lord Wol$eley ~arà, fra qnalche mese il «centro dell'autorità • al Ministero
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della guerra e cbe durante i cinq_ue anni che rimanà al potere, pe~ quanto vagamente sieno definite le sue funzioni, egli sarà il vero padrone della l'ituazione. E questo è tutto quello che l'esercito si augura. aggiunge il periodico. Di fronte a questo apprezzamento è pregio dell'opera il ricordare le opinioni formulate da lord Wolseley, in parecchie circostanze, su ll'organizznzione militare moderna in generale e su que\1:~ della GrandeBreuagna in ispecia l modo. Ne\1.878, la rivista inglese 1'/w .'Vineteenth Ccnttwy pubblicava sotto il titolo : • La potenza mili tare dell ' Inghilterra nel :181:>4 e nel •1878 » un articolo di sir Garnet Wolseley che fu commen tato da tutta la stampa militare europea; l'autorità di cui il generale go d ev:~ fino da quell'epoca nell'esercito ingl~se dava, alle sue critiche ed alle sue osservazioni grande importan1~. L'autc.t·e paragonava la potenza militare di qu ell'epoé~ con quella esistente nel i 8o(&. e faceva risaltare le condizioni di dcbolazza e deficenza militare colle quali gl'Inglesi intrapresero la guerra colla Russia e dimostrava in pari tempo l'ignoranza di coloro i quali pretendevano che nel1.878 la Grande Brettagna non fosse militarmente pronta per la guena. Sir Garnet \Volseley manifesta va in pari tempo le sue prefe ren~e pel servizio obbligatorio e constatava con rammarico l'inutilità degli sforzi fatti dall'autOJ·ità militari, per attirare nell'esercito e nella marina uom ini nef vero senso della parola e non già ragazzi al d,isotto ·dei venti anni proclivi alla diserzione. • Quale differenza, scri1•eva, tra l'Inghilterra c la Prussia, ove tutto è predisposto per soddisfare pienamente ai bisogni ed alle esigenze dell'es<'rcito l Gli interessi di questo, in quel paese, hanno il primato su qualunque altra considerazione, i diritti del ciitadino vengono in seconda lipea. Ma a volere introdurre il sistema milita re p r ussi~no in Indata la nostra altuale costituzione sarebbe lo stesso che tentare da e"hiltcrra . noi la coltivazione dell'arancio all'aria libera. • E solo 3 anni fa lord 'Wols~ley propugnava nuovn mente il servizio militare obbligatorio. Per il momento diciamo solo che la sta mpa inglese considera come prematuri · cd infondati gli apprezzamenti di parecchi giornali i quali prevedono c?lla nomina di lord Wolseley un enorme aumento della potenza militare i~ gleSfl. Risulta però dal sin qui detto sulla situazione che si farà al nuovo coman·dante in capo, che il 'l'ime~ ha avuto troppo frena scrivendo giorni or sono in un suo articolo quanto segue: ( Lord Wolseley avrà campo di compiere un'opera monumentale, stabilendo su basi più solide la potenza e la pro:-perità dell'esercito brittanico. » Prima di far dichiarazioni di tal natura, conviene almeno aspettare che si sa ppia di quali r!r('zzi potrà dispone il nuovo cornanda nt~ in cs po, per realjzzare simili progetti.
Reclutamtmto. - I cambi di guarnigione, che sono in Inghilterra fr·e qncntissimi, si effettuano g~ner·almente per ferrovia; è un'ecce7.ione il veder truppe viaggiare per tappe, a giudicarne dalla lettera che un corrispondente del Ti.mes inviavn quel giornale sul passaggio del 1° battagl ione del rvelsh Reginwnt., attraverso la parte meridionale del paese di Gnlìcs da l\fildford Havcn a · Cardiff. li corr·ispondente fa noture che in questa regione i soldati dell'esercito regolare sono appena conosciu ti, e che il percor·so del ba ttnglione fu regclato in modo da fargli attraversa re i centr·i popolosi e le regioni ove i pregiudizi contro l'esercito sono. in pieno vigore. Dopo r.101le osservazioni egli fa nota re come simili pr.ssaggi di truppn possono avere grande innuenza sul reclutamento dell'esercito. Allorquando il la voro climi. nuisce in certi periodi dell'anno ed i guadagni diventano scarsi, il contadino si rammenta dei soldati che ha visto passare, ~i rammenta che tul.ti avevano il cibo giornaliero assicurato e qualche soldo a propr·ia disposizione, ed è tentato ad arruolarsi. In questa circostanza, e sebbene si fosse nella stagione più favorevole dell'anno p_el coUI.adin o, il li'elshBii[Jimenl. ha mccolto pi ù di 100 reclute. Il corrispondente del Times raccomanda adunque l'uso di q ue~ te marce a tappe per faci li tnro il 'reclutamento dell'esercito, ed indica la mnniera di regolarsi per ouenere i migliori risul tati pci~sibili, cioè: di non fare tappe lunghe, di non preci pitare l'andatura per e1·itare che i soldati abbiano l'nspetto stanco, di fare numerose fermate specialmente nella campagna, per dare tempo al contadino, cJ)e è di spirito lento, a decidersi. In una pa rola è l'istituzione della rcclame a favo re del reclutamento. Le manov1'e a New-Forest. - Le esercitazioni militai'Ì del conente anno, per l'esercito inglese, hanno avuta una speciale importanza. Ol tre le manovre di cavalleria ad Aldershot, si fecero esperimenti di mobilitazione e si chi use questo per·iodo colle manovre autunnali a NewForest. Per Id prima volta si eseguì una marcia continuata di i5 giorni · da una delle divisioni di fanteria coll'eq ui paggiamento di campngna . Per il passato si adoper·avano le tende nei campi fissi, invece questa volta esse erano al seguito delle truppe col caneggio . Per la prima rol.ta pure i soldati avevano in ispalla l'equipaggiamento di campagna del peso di ·16 chilo"r·arnmi meno le munizioni da guenn. Dopo avere percorso 73 chin lometri, in 3 giorni di marcia, si diede alla tr·uppa una giornata rl'1 riposo però il corrispondente qui tace sotto quali condizioni fu eseguita la marcin, mentre la stampa estera ed in special modo quello francese fa conoscere che le marce eseguite dalla divisione che si recava a NewFtwesl ha dato ris ult:~ ti pe~sirn i , sehbene le tappe fossero relntivamente
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NOTIZIE Mlf,JTARI ESTE RE
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brevi. È da notarsi pe•·ò che le truppe ebbero a sopportare pe1· i p1 1m1 tre giorni un caldo tropicale e che avevano un pesante ed incomodo eq uipaggiamento, ma pi(t che a questo i risultati poco soddisfacenti della marcia devono attribuirsi nIla mancanza di allena mento; ed a questo proposito l'autore di un articolo dell' Anny Navy cosi si esprime: c Bisogna 11 llenare il soldato gradatamen te come d'altronde si pratica negli ahr·i Stati. Ora è appunto quest.o sistema che manca da noi. ». Queste manovre ebbero la duratn di una settimana. Nei primi 4 giorni si esegu 11·ono manovre di brigate contrapposte e negli ultimi 3 manovre di divisione.
Drappello pompie·ri. Il drappello pompieri comprende (Svod. Sht., II, N. 1.01.); •l maresciallo; l sott'ufficiale; il soldati; 10 cavalli.
RUSSIA.
Formazione del comando della. fortezza di .2a cl{lsse di Libava. - ~ ella Rivista 1. o maggio, venne annunziata la formazione di 4 battaglioni d'artiglieria da fo rtezza pet• ro.~ pillt.Za forte di 2a classe di Libava (Libau) Ol'a il Prikas N. 1.07 sta bi lisce la fo rmazione del comando della stessa fortena il quale av rà il seguente organico : 1 comandante (tt~nente generale); i cn po di stato maggiore (colonnello di stato maggiore); 1 ca po ufficio (ufficiale superiore); 1 addetto all' ufHcio (ufficiale inferiore di stato maggiore) ; i ufficiale inferiore combattenle;
4 ~cr·iva ni; 3 cavall i da ,ella ; 2 " da tiro (sul piede di pace). Sono ndde~t i al comando del la piazza: un drappello gendarmi da for·te7.ra ed un drappello pompieri da fortezza. DrappeUo gendarmi. Questo drappello comprende ( &ocl. Sht., l li b., N. 32): 1. coma ndante (ufficiale inferior·e) ; 1. maresciallo ( IJI achmister); 18 ~o tt'ufficiali; 4 ca valli (in guenn 8).
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Adozione di carrette-caTtuccie a 2 cavalli. - Il Prikas N. 126 stabilisce che i cassoni d'arLi"licria a 4 cavalli destinati, fi no ad ora, al trasporto delle cartuccie sian~ sostituiti da carrette-cartuCCJe a 2 cavalli. In seguito a tale disposizione il carreggio pel tt·asporto delle cartuccie dei corpi dì truppa risulta ora composto nel rnotio scduente: lieggimento di fanteria. -- 8 carretti) a 2 cavalli o 16 ad un cavallo ; ~;acciatori. - 4 8 •: Ballaglione cacciatori. - 2 • , 4 » ; . • » Plastuni (fanteria cosacca) - 2 cal'l'ett.e . a 2 cava! h e 4 ad un cavallo. Confrontando questa organi1.zazione del caneggio c?lla . prece~ en t.e ('l 88u), risulta una diminuzione: pcl reggimenlO fantena d1 9 ve•coil, :1. cavnllo e 9 cond ucenti; pel reggimento cacciatori di 4 veicoli e 4 conducenti ; pel battag)ione cacciatori o Plastuni di 2 v ei~oli e 2 conducenti. Consegna delltt rada di Sebastopol·i alla marina da guer~·a.- ta ~tampa russa riferisce che la consegna della rada dì Sebastopoh alla manna da guerra è eggiornata fino al <l o seuembre <1899, ma . che _a~che spira~o questo tempo la marinn mercantile conserverà a sua dts~osiZlone la parte occidentale della baia di Sebastopoli, delimitata da una hne[tChe va dalla punw ove era st~bilita altre volte lo batteria N. 4. fin o a!la ' punta Pavlovski A dì là fino al sito dell'antico arsenale (nva ocCidentale delta baia Sud). . Il minist•·o delle vie di comunicazione prenderà dal suo canto le misure necessarie per pr·cparare in tempo utile il porto di Teodosia in modo ch' esso possa sodddisfare a tutte le esigenze del suo nuovo còmpi.to: lnauourazione del p01·to di Teodosù~. - Il 9 (21.) settembre, cwe do p~ 4 anni di l11voro incessante, ebbe luogo l' inaugurazione del porto d1 Teodosìa. Da una descrizione del No-voi.e V1·emia, risulta che la rada è limitata da due moli : quello di destra, lungo 300 sa,qene (6q0 metri),. l~a lo scopo Ji proteggere le acque del porto dai ' massi es~rni, quello dr SI~ nistra, che ha 200 sagcne di lunghezza (metri q,26,8), d1fende la rada da~ venti di nord-est. Secondo il giornale pare che il nuovo porto prendera il nome di « Porto Alessandro III •.
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modello perfezionato del sistema Krag-Jorgonsen. La marina non giudicò opportuno adottarlo; la sua scelta cadde sul Jucile Lee. La nuova arma è solida, semplice, composta di poche parti e di facile maneggio. li fucile Lee avente il calibro di 6 mill imetri è a ripeti7-ione, pesa colla cinghia appena chilogrammi 3,740. La canna è. di acciaio nichelato. 1 fornimenti così pure il rodero della baionetta sono di alluminio, la lama delia baionetta ha la lunghezza di 2i centimetri, il C<lrica torc contenente 5 cartucce ha il peso di grammi 5,50 ed ogni solda to verrà pl'Ovvisto di IJ.O carica tori ossia di 200 cartucce. La celel"itù del tiro è considerevole, si possono ti rare, mirando, 5 colpi in tre :secondi . Dicesi che la giustcz1.a di tiro si ma ntiene fino ai 1800 metri e che il proietto attraversa .2 o 8 uomini alla distan%a di 4600 metri (?!)
STATI UNITI.
L'uso clelia bicicletta. nell'esercito americano. - L' uso della bicicletla nell'esercito americano acquista ogni giorno maggiore importanza. Il generale Miles che succederà fra breve al generale John M. Schofi eld al comando superiore dell'esercito, è fanatico partigiano dell' uso di questo istrumento nell'esercito; dietro suo ordine, il tenente Stevens del 1° aniglieria, ha intrapreso un lungo viaggio in .bicicletta negl i Stati della Pensylvania, l\faryland e Virginia allo scopo di studiare. le ~ t t·a de per constatare le facilitò. più o meno grandi che esse presentano per la circolazione della bicicletta. Il generale ?ltiles ha l'i nteozi~ne di · stabilire un piano ci clisti ~o por lutto il territorio dogli Stati Uniti, pinno . che sarebbe tenuto al corrente annotandosi tutti i camhiarnent,i che .~ i pr·odurranno nei ciclisti soggetti al servizio militare. ' L' idea del generale è di avere un corpo di ciclisti bene allenati, destinati a servire da conieri in caso di guerra, conoscendo perfettamente le strade più atle ad essere p,H·cot·se dallu biciclettn e capaci di raccoglier·e con prontezza informazioni utili ai capi di corpi. É da aspettarsi p~rciò che il generale Miles, assumendo il comando dell'esercito a Washington, innaugurerà una serie d'importanti innova7-ioni o svilupperà fino ai limiti del possibile le applicazioni militari alla bicicletta. La bicit:lelta ecl il se1·vizio di segnalazione. - Per il servizio delle segnalazioni si è adottata una bicicletta per facilitare la posa dci fili telegrafici è telefonici in cam pagna. Invece di trasportare il roccheuo sopra una carretta ti rata a mano da un uomo, mentre un altro uomo era incarica to di svolgerne il (ilo, si fissa il rocchetto s•JI davanti di una bicicletta, disposta iu modo cbe il fil o si svolgo dal movimento in avanti della macchina Sl•!Ss a. Un meccanismo ingegnoso p.,l'lnette di avvolgere colla stessa velocità il fi lo precedentemente posato sul suolo. QitCSI[t macchina renderà grandi servizi· in campagna. Sul davanti del. sell ino è :~d a ttata una scatola contenente utensili e sul di dietro un'altra scat.ola con istrumeuti telegrafici e telefonir;i occorrenti per stabilire una stazione in qualsiasi punto. In questo modo il bicidista può ad ogni Ì:ìtante, mettersi in comunicazione col punto di partenza. Furono fatti molti esperimenti nel Texas e questa bicicleua vert·à adottata da tutto il personale incaricato del servizio delle segnalazioni. Nttovo fucile delta marina. - ·Un nuovo fucile venne adottato dal Ministpr·o dd la marin<J. n Ministro della guen a introd usse nel 1893, un ·
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NOTIZIE BIULIO GRAF!CHE
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2. Ordinamento, reclutamento ecc.
NOTIZ[ E BIBLIOGRAFI CHE
Bollettino bibliografico
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Sommario delle riviste militari italiane.
Rivista d' arliglierùt e del ,genio (settembre 1890). tiro per l'artigliel'ia da campo. E.Del Pra, ca pitano d'artiglieria. Nott~ circa uu metodo economico per togliere inc1·ostazioni nell'intei'TLO di tubulature per acqua potabile. · I flli elettrici . R. l\lemmo, tenente d'artiglieria . L'istruzione tedesca sulla rappresentazione dei bersagli .di guerra per l' artiglierin, con 80 fig. e una tavola. A Casella, capitano u' arti glieria. Sulla classilicazione dei p•mtatori nel tiro a mare, con taYola. G. Ricci, capitano d'artiglieria. Di una correzione nel tiro a shrapnel. R. Segre, tenente d'artiglieria. i\liscellanea -Notizie- biografie. ~o le sull' istruzione sul
Giomale medico del B. esercito. (settembre 1890). Cura delle frattu re colla m obilizza:~:ione e col massaggio. (Continuazione c fine). P. Pucc:i, tenente medico. . Contusione dell'adùome. .Memoria letta alla conferenza scientifica dell'ospedale eli Napoli da B. De Giorgi, sottotenenle medico. Un caso di atetosi con etiologia accertata. Delogu, tenerite medico. Rivista medica - Chirurgica - Ri vista di oculistica - Rivista delle malattie veneree c delln pelle.
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Lfl chiamata delle truppe (Svizzere) nel ·1895. Revue mil-itai1·e suisse, 15 ottobre ~ 895). - Oualche parola su.lla 1'evisione milit.are. Studio sulla cosidetta questione della centralizzazione militare in Svizzera. Contiene i seguenti capit~li: L'ordinamento del :1.894-. - Il nuovo progetto. - Le sue conconseguenze dal punto di vista militare. - Le sue conseguenze dal punto di vista finanziario. - Conclusione. - L' ordina?'~ento su.l servi;;io di tappa.. (Neue milit/ù·ische Blii.Ue1·, ottob1·e 1890). E uno studio specialmen te sul modo con cu i si provvide al servizio di sussistenza dell'esercito tedesco, dtll'antc In ca mpagna del i$70-71. . - La relazione Cavaignac sul biltwcio delta·g?Mn·a in Fmncia. (Aveuir rnilitaire, ·15 ottobre). -L'amministrazione dell'esercito. (Avenù· militaire, H ottob re 1890). - La questione dei cavalli presso la cavalleria ·n tssn. (.Deutsche HeeresZeitung, 21 settembre 1895). , - Sviluppo delt esercito ger-manù;o nei primi 25 anni de ll(t S!w e,sistenza. (lntel'nationale Revue, ottobre 1895). - L'ese1·cito e la marina inglese. (Periodico e puntt~ta sop1·acitata). - Ordinamento del Ministero detlu. guerra in Spa,gna '(Revista lecnir.a de injànterù' y caballeria. t 0 ottobre '1 895. - L'esercito coloniale fmncese. (Avenù· rnilttaire, 18 ottob1·e 1895). - La legge nlilitare Ìll Svizzem. (Avenir mil·itaire, 18 ottobre ·1895. - Leboeuf e la mobilitazione francese clel1870. Studio fatto sulla relazione dell'inchiesta parlamentare sugli atti del governo della difesa nazionale (Jah1·biicher fur die deutsche Armee tmd Marine, ottobre 1895). - L'm·tiglieria austriaca negli ultimi 45 anni. Dittrich, capitano. {Jah1·bucher. fiir die deutsche Armee tmd 1lfarine, ottobre !895). - Stato tlei sottu.ffìci.a.li nell'esercii{) della confederazione Svizzera. Zurigo, :1.895, Fiissli.
3. Arte militare. La p·;·ova dei reggimenti di cavaUel"ia di riserva in Ji'mncia nel 1894. (Ncue 1lfilitii.rische Bliitte1·, ottobre 1895). - L'esercito e la flotta (f1·ancese) 1tel 1894. P. Leonnec. Grandi manovre. - .Manovre da fortezza. - Manov re navali, con molte carte e schizzi. Parigi, 1895. Berger-Levrault.
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NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
- Le (J?·andi mano1we in ltalia '?1el 1805. (Mititiit-IVochenblatt, ·19 ottobre 1895'). - Le manovre del servi:.io di sanità. (flev1te du cercle militaire, 19 ottobre 4.895). - Tt 11uovo ·regolamento (francese) sull'istruzione pel til·o. (Rcvue du mele mil·itai·re, 19 ottobre 1895). - Un fJaru.gone lm le manovre fra ncesi e le tedesche. (Revue dn cercle militaire, 12 ottobre 189tl). - Pensieri sull'impiego della. cavatlel'ia e dell'a1:tiglieria a cavalLo 11(•l/a battaglia. (llfilitiir Wochenblutt, 9 ottobre •1895). - L'·istruzione francese sul servizio di camporrna. (Militiit· Wochenblrttt, 1.9 ottobre 1.895). -Artiglieria a tiro 1·opido. (Det~tsche lfeeres·ZPitung, 2 ottobre 1895). - Il sistema d'ist1'Uzion e del generale ru-sso Dragomil·ou'. 1\Iach, capitano (lYeue militii1'isclw BUitter, ottobre 1895). - Le origin·i della fortificazione modema . .Studi storico-critici del rnag giore Hocchi. Le ricerche sull'invenzione dei baluardi moderni. - I manosçtitti di ~fari ~no di .Jacopo da Siena. - 11 lrapa$SO dall'antica alla moderna fonilìcazione. - Le prime fronti bastionate - Le mine a polvere. Romn, 1895. Voghera. - Mamwle delle ma110twe ad uso degli ufficiali di tutte le armi. Fix, tenente. Brusselles, 1890. l\1uquardt. - Le arrni offensive e cl-i(ensivtl nella ba.ttaglia di Yolu. (Deutsche Heeres · Zeitung, 13 otlobre 1895). -Fanteria e cavalleria. Interessante studio. Traduzione dal russo. (Deutsche Heeres-Zeittmg, 1.4 setternb1·e 189o). - f tmsporti milit!Wi in {'m·roda. (Rev'ista r:ientifìco-militare, H> settembre 181)5) . l - Esperienze di tit·o dell' arti!Jlieria cla cmnpagna iu_g{p,.~e. (fotenwtionale Revuf', ottobre 1895). - lstru::ione generale Sl~lle mmiON'e frcmce.çi. (Periodico e puntata sopracitaw). . - Le novità in ciò che 1'i,qucwcla la di.f'esc~ del!(~ Svizzem, Gunther, tenente. (Periodico e puntata sopracitata).
- .Ricol'di di gnerm del genemle Pouget. Parigi, ,1895. Plon. . :-La guerra sepa.ratista in Arnc1'1:ca. F. Barado (l?evista. tecnica de m(antena y caballetia, 1• ottoJH·e 1895). · - S~tlle operazioni della {Wtla {l'ancese co11tro le coste tedesche nella campa,qM del/870-7 /. - Pagine di storia milit.1te svizzel'a. (Ret•ue militm·e Suisse), 15 ottobre 1895). - Le ope1:azioni degli eserciti a nwsse nelle battaglie del JWincipio e della seconcln metà del secolo decimonono. (Jahl'biicher (iii' die det~tsche A rmee ltn(l Jllal'ine, ottobre {895). . - Molt/(e. Saggio storico di Severino Zanelli, colonnello comandante d; l 62° r~g~imento fant~ria, già professore della scuola di guerra. \ olume rh c1rca MiO pagme. Roma, :1.895. Voghera. - Come siamo entmt·i a Roma. Ugo Pesci. È un altro volume di ricordi c~e ci pori~ in pieno 1870. Il Carducci vi ha pre~essn un ampia e splendida prefazwne nella quale è detto • il libro del cav. Pesci è buono e bello nè a~bisogna delle mie lodi; chi prenderà a leggerlo, non lo deporrà svogiHito, tanta è nella semplicità e fami~lia rità caldtl c non affettata l'aurnttiva dellà narrazione». Roma, :189::>. Vogher~. - Con Garibaldi nlte porte di Roma. A. G. llarrili. È la nar1·azione dell'epo~ea d.i Menta~~- Il rorn3nzie1·e si fa storico, ma sempre brioso, e questi ncordi gwvamlt hnnno tuttn la freschezza di chi racconta i fatti a cui prese parte. Homo, :1895. Voghera.
4. Storia mi litare e generale. .ll corpo dell'artiglùJI'Ùl in Francia. Studio storico di F. Reviers, cllpitano d'aniglieri:•. (Revncd'attillerie, ottobre 1895). - - L'insurrezione di Cu.ba. Continuazione. Gutivrez, tenente colonnello. (Estudio~ militnrell, 20 $Ctlem brt: 1895).
5. Geografia, Viaggi, Colonie. . Club alpino italiano (settembre, '189i5). Alla 'l\faiella - Gite e ascensioni -:- Hicoveri e sentieri. - Bollettino del Ministero degl·i affari esteri. (Settembre 18~5). Emigl'azione nel Brasile- Emigrazione in Humania - Italiani nel distretto di Londra - Emigrazione nell'Argentina- Operai italiani in Siria e in Francia . · - l possed-irnenti italiani e la questione mil·itare nelt'E1·it1·ea. (Interne~~ tionale Revtte, ottobre, :1895). - Le condizioni nell'Asia orientale. (Periodico e puntata sopracitata). - La Franàa (' 1'unarimt. (Avenir militaire, 8 oltobre ~ 895). - Let sped-izione fmncese al Madagascar. (Neue militiin'sche.Bldtter ottobre, ·18Ga). 1 ' - .Via~g~o 1.lCll'Eritrea del dott. Mnx Schoeller, y·aduzione del capitano d art1ghena ca v. ~l ottura. Genova, Donath. E la traduzione, del
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l\OTIZIE B!BLIOGRAFIC!iE
libro pubblicatoa Berlino nello scorso mese di- marzo: Mittheiltwgen iibt>r meine Reise in dm· Colo11ia Eritrea von D. .iJt ax &hoeller.
6 . Tecnologia. Cifre 1·dative al tiro d'assedio. Lnfa y, teitente d' artiglieria. (Uemte d' artitlerie, ottobre, 1.895). - La questione dei fttc·ili in Svezia- Norvegia. (llfilitii:r Wochenblatt, i 2 ottobre, i 895). - I fondamenti dell'elettro-tecnica.. Esposizione generale dei principi i e proprietà della corrente elettrica, per ingegneri, industriali, militari, ecc. Lipsia, ·1895, Leiner. - Gli eflètti e il costo della tmsmissio11e di forza elettrica c meccanica. Lipsia, ·1895, Leiner. - Manuale pmtico per gli aereonauti e costntt'ori d·i an•ostati. l\1oedebeck, capitano. Berlino, ·1895, Ruhl. - Pa,qine sulla tecnica delle anni. (Neue militarische Btiitter, ottob re, i895) . - L'appaTecchio natat01·io a 1Jrupttlsione Ramthon. (Cosmo3, I 2 ottobre) .
7. Varietà. L'istituzione deltù·o a segno nazionale. Deside1·i c voti. Tenente E. Salaris. Roma, 1895, Casa edi trice. -La clinica medica qenerale di Tori11o nell'mwa. 189'4-9:). E. .Man·gianti, capitano medico. ~lil~no, 1.891>, Vallardi. - L'apprezzamento delle distanze 1wr il tim di fttcilerin. Impiego ed util·ità dei telemetri. Quattro nrticoii. E. Falletti, capitano d' nrtiglicria. Roo1a, 1895, Voghera. - Trattnto cl'ippologia. E. Chia ri, capitano veterinario. 'l'or!no. 1895, Unione tipografica. · - L' [nghilterra davanti alle fortificazioni ~>pagrwole de la Bahio . M. Xavarro. ( Estudios nulital'CS, 20 settembre, 1895). - !.'uso del caffè nell'esercito. (Prognis militaire, 1.9 ottobre, ·18!:15). - Lo spionaggio militcwc. (Avenir militaire, H ottobre, •1895). - La con·venzione di liinem'CT,. (MiWitr- Wochenblatt, 12 ottobre, 1.895 ). - Relc,zioni a.nnunli di W. Ro1h sulle mutazioni e pro,~ ress i nvvenuti nel cam po della sanità militnre. Pubblicazione annuale periodica. Berlino, 1895, l\littler.
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
1995
- Il li1·o federale di Winterthur (Revue militaire sui~se, 15 ouobre, 1895). - L'Inghilterra e la Russia t~ etl' Asia centrale. Considerazioni politicomilitari sugli avvenimenti dal 1891 al1895 (Neue mitiliirische Bltitter, oltobre, 1895). - La società (circolo) militm·e di Berlino. (Militiit- W ochenblatt, :16 ottObre, t89o). , - La biàcletta pieghevole alle grandi manovre (francesi) del 1895. (Revue du cer·cle militai1'e, 19 ottobre, 1895). - Delle difficoltà economiche degli Stati eu1·opei allo scoppio di una ,querru. (Jah.rbiiche1· fùr die dcu.t~clte Arm.ee und 11fm·ine, ottobre, 1.895). - La psicologia nell'edtu-azione militare. P. Paur, colonnello medico. (Ja/u·biiche?' fur die de!~tsche Annee und .Marine, ottobre, •189i:i). -Nuovo dizionario dei Comuni del Regno d'Italia. Oltre alle solite indicazioni contenute in questo dizionario, comprende quelle relative alle preture, agli uffizi di dogana, ai collegi elettorali, alle tenonze e stnzioni dei ca rabinieri, uffizi di pubblica sicurezza ecc. ecc. Romn, 1895, Voghera. - .llfinistet·o delle poste c dei telegrafi. Relazione statistica intorno ai servizi postale e telegrafico per l'esel·cizio 1.893-94 ed al servizio delle casse postali di rispa1·mio per l'anno 1893, presentata al Parlamento. - Rivista storica del •Riso,:qinuml{) italiaM, diretta dal professore Beniamino Manzonc. Torino, Roux e Frossati, 1895. È una nuova pregevole pupblicazione periodica. Diamo il sommario del fascicolo I-II : · 1• Come il Gabinetto Lanza ci condusse a 1\oma. (Diario del mininistro Castagnola). 2° Carlo 'Gioda : Lo due Rome di V. Gioberti. · 3° D. Zanichelli: Lo statulo fondamentale pel governo temporale degli Stati delJa Chiesa. 4,o V. Fiorini: Note e documenti inediti su Angelo 1\fasini. 5° Ratl'aele Giov[•gnoli: L'espugnazione di Monterotondo nel 1867. - Raccolta delle disposizumi relative alte indennità eventuali pcl RegiO · esercito. Al corrente a tult-oggi. Roma, ·1895, Voghera. · - lntomo al corpo d-i commissariato militm·e. Con questo modesto titolo il tenenle commissario Enrico Robertazzi ha testè pubblicato un opuscolo ehe va ad ingrossare la serie di quelli venuti alla luce in questi ultimi tempi e trattanti del cambiamento di attribuzioni decretate pel nostro commissariato. Roma, i8m>, Voghera.
1996
~OTJZIE
1997
BI BL IOGRAFICHE
8. Marineria. Torped•iniere americ<me. ( Dw tsche llceres-Zeitung, 5 ~ttobre, i89o) . - Stttdi sul r1ù·oscopo elettrico. M. Cheron, tenente dt vascello. (Revu~ maritime et, coloniale, ottobre, :1.895). - Statìstit;a dei naufm.,gi .ed a.ltTi nccidenti in mare dm·ante l'anno .J893. (Periodico e puntata sopraciiato). - Gnwi difetti degli incrociatm'i mpidi. Traduzione dall'inglese. (Pe· riodico e puntata sopracitato). - L'incagliamento della c Sardegna.» nel canale di Kiel. (Periodico e puntata sopracitata). · - !.a ci-rcolazione dei venti e della pio.g.qia. (Periodico e puntata sopracitato.
LA SELONDA PARTE DELLA GUERRA DEL '1 8Db I N ITALIA
L A CAMPAGN; DEL
1866
di stato maggiore. -
· tavole. -
1:-1 ITALIA,
1•edatla dalla sezione sto1•ica del
Tomo II. -
C011JO
Roma, Enrico Voghera, 1895, con
L 8. Contim1azione .e fine. -
Veaì dispensa XX l
v.
_.,._
__...
Pe1· la Dù·ezione Lono v r co Crs o TTI
DEMARCHI CARLo ,
gerente.
Le stesse premure che affrettavano la marcia dell'esercito, erano falle all'ammiraglio Persa no comandante della floua la quale trovavasi raccolta nella. rada di Ancona dal 25 di giugno, ·e vi attendeva agli ultimi rifornim enti ed al riparo di alcnn e avar·ie manifestatesi nell a lraversn ta <In Taranto. Il 27 la flotta austriaca, credendo l' italiana ancora a Taranto, erasr presentata innanzi alla rada di Ancona collo scopo di sor prendere e predare nel porto, che sapeva mal difeso, le poche navi che dovea no trovarvisi. Poi. essendo usci ta a baltaglia la flotta italiana. schierandosi sotto le batterie di Monte Conero, l'austriaca, dopo di avor assistito per un'ora a quei preparativi, volte le prore dalle coste italiane, si allontanò. L'ammiraglio Persano « radunò a consiglio a bordo della corazzata Principe di Ca1·ignano· il contrammi r·aglio Vacca, il cnpo di . stato maggiore D'Amico, il capitano di vascello Yauclt e il comandante Bucchi a, c.apo di stato maggiore della 3• squadra, ed esposto loro lo statp delle cose, accennan do ad istruzioni relative a IJUalch e impresa di gran momenlo » e rammentando le condizioni non buone della squadra corazzala in quel momento, chiese i pareri sull a opp ort~n ilit d'inseguire la noua aYVersaria . I convenuli furon o di i26 -
ANNO LX.
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LA SECONDA' l'ARTE DELLA GUERRA DEL
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JN ITALIA
parere unanime -di tornare nel porto di Ancona. , « All'armata e alla pubblica opinione quell'atto parve un rifiuto ad una sfida lanciata dall'ammiraglio Tegetthoff, e gra.vissime ne furono le mora~i conseguenze. ~ Il 5 di luglio · cominciarono le insistenze perchè la flotta dèsse mano a qu<tlche impresa << Un combattimento con successo assicurato sarebbe utile» e il giomo dopo « S. M. vuoi sapere. wsa ba fatto, cosa fa, cosa intende di fare della flotta>> scrivevasi dal campo. E realmente fi n d'allora, a quanto pare, non si aveva un concetto ben preciso su quello che la flotta dovesse fare. Nè àurante ht pace, nè nell'.imminenza della guerr11, era stato studiato l'indirizzo da dare alla sua azione. Nè prima nè dopo Custo1.a · si era pensato al volere il suo concorso . « Un'azione combinata dell'esercito e della 11otta in concorre-nza ad uno scopo comune non è praticabile per ora» scriveva _il generale La Marmora al ministro della marina il 30 di giugno. Le istruzioni mandate dal ministero all'ammiragli.o il 5 di luglio erano oltremodo vaghe, pur sembrando precise: cerchi la squadra nemica, inc.ontrandola l'attacchi decisamente in modo da attenerne un r isultato compiuto e decisivo: cerchi di staccarla dal porto di Pola o di bloccarvela. Ciò ottenuto, s'impadronisca di Cherso ed al caso dell'isola di Meleda: tenti un assalto su Nahresina per rompervi il nodo delle linee ferroviarie e telegrafiche: visiti la rada di Trieste per catturar·vi le navi da guerra che vi si trovassero. Era pure accennato aila convenienza éli occupare l' isola . di Lagost.a·. · In. somma pareva che si dicesse : fate quel che vol ete, ma fate qualche cosa. Tutte queste operazioni erano però, come si vede, subordinate alla con.dizione di avèr, prima distrutta bloccata la squadra nemica. -\\:la l'ammiraglio tergiversava. chiedeva tempo; l' indeterminatezza dei concetti si mutava in irresoluzione. La sera dell' 8 di luglio la flotta uscì dal porto di Ancona, rimase quattro giorni . sul ' ma!'e in certa della rotta, poi tornò a gittare le ancore nel porto dond'era uscita. l?u generale lo scontento. «Il momento è .supremo e decisivo. E fata le che en tro una settimana sia distrutta la flolla nemica e occupata l' !stria » scriveva il 12 fu-
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LA S E CONDA PARTE DELM GUERRA DEL
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:glio il Rir,asoli , e nel giorno successivo «oggi l'audada è prn· f -denza. ~ E il La Marmora il '14 luglio dopo il consiglio di Ferrara: il Consiglio è stato unanime nel deplorare che la flotta non abbia .ancor trovato l'occasione di agire energicamente.... i' inaziorie deve cessare al più presto .... inizi le operazioni più convenienti .per ott~nere un successo importante. Non si sen tiva il bisogno -del concorso, ma potentemente quello dell'azione. · Finalmente il ministro della marina Depretis si recò in Ancona .p er concert.are le operazioni: non più ' l'attacco risoluto della , 'flotta nemica, non più l'occupazione eli Cherso per sostenere il rblooco di Pota, non l' Istr·ia, non Trieste, non gli insulti alle -eomunicazioni della costiera, nessuna delle azioni che in qnalche mod<l avrebbero provocato l'avversario e condotto a cercar bat_t.aglia: uscì un nuovo nome, quello di Lissa che in aftre conditioni era stata occupata dagli In glesi nelle guerre dell'età napoteonica. Il concetto primitivo di puntar dritlo sulla flotta nemica -e -sbarazzarsene per . padroneggiare il mare , era andato via via -sniarrendosi ; le operazioni secondarie avevano sostituito la prin·ctr,late; l'idea di occupare un isola tra tu ~te quelle della costiera dalmata ·era and(lta predominando e unendosi all'altra. della ne·eessità eli far qualche cosa, di ·ottenere un risultato pnr che sia, di non lasciarsi coglieì·e dall'armistizio senza che la flotta fosse vetlu.ta a~ ferri corti coll'avversHrio e di dar per mare la bauaglia che oramai disperavasi di poter arrivare a dare per terra. E meatre staccavansi le divisioni del Cadorna per puntare solleci:.tamente sul.l' Isonzo, per passarlo se era possibile e per mirare Sii Trieste, ragioni affatto estranee al piano generale di guerra, -dibattute all'infuori di esso e più nel campo politico che nel mi· Utare, 11 bisogno di far qualcb·e cosa ed un incerto ricordo sto· r ico, volsero le menti all'occupazione dell'isola di Lissn, un -.punto più vicino ad. Ancona che a Pola, diguisachè era più agevole agli l taliani di assalirlo che agli Aust1~iaci di soccorrer! o. E con .questo, l'operazione fu decisa. Probabilmente l'attacco di Lissa avrebbe dato !'occasione per trarre a battaglia la flotta austriaca. Ma non per questò esso fu -deciso: prevalse l'idea di por mano su terre appartenenti al nemico, e questa fu forse la più importante tra le considerazioni rJ~otitich e che determinarono la sped izione.
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LA
SECO~DA
PARTE DELLA GUERRA DEL
1866
IN ITALIA
Mancavano idee precise sulle condizioni dell'isola di Liss3> e dei suoi armamenti:. non mancò un disegno di aLLacco, che fu p0i mutato dopo una ricognizion e sommaria fatt~ dal capo di stato maggiore. La 1lotta sa lpò il ·16 luglio; all'albeggiare del 'l s. era nei paraggi di Lissa. Cominciò l'attacco dei for ti ed il ~~an noneggiamento durò quel giorno ed il seguente, e nella mattin a del 20 doveva succedere lo sbarco. l\Ia appunto nell a maLtina del 20 il tempo era burrascoso e. princip iò a c::ider dirotta la pioggia: il carbone cominciava a mancare. Per un momen to l"ammiraglio Pers:1no stava per ab-· uandonare il primo diseguo ed appigliarsi a quest'altro: andare· a prendere posse:>so dell' isola di Lesina indifesa: ivi ancorars~ nel porto di Cittavecchia, sollecitare da Ancona l'invio di rinforzi e di carbone, ed aspellare, apparecchiato a battaglià, . la, squadra nemica . L'arrÌ\'O di un bauagl ioné di f:~nteria marina sul Piemonte, lo ricondussè alla pr·ima idea. Se non che, verso le8 antimeridiane, ru dato ani so che la llotla nemica er·a in vista~ l'armala navale italiana Lrovavasi disseminala da Po1·to Comisa alla estremità orientale dell ' isola e inten-ta alle ultime operazioni per ini ziare l.o sb::rco. -Lo scontro, da nn pe1.zo aspettato, era imminente. Furon ch iamate a raccolta le na\·i : l'ammiraglio le avrebbe volute disporro in modo da accellar battaglia se nza essere addo,;sa t~ a te.. re nemiche, e formare una prima linea dielro la quale· venrssero a prender posto la squadra in legno e le altre navi. Poi, mentre attuavasi questo primo concetto, la prima linea, che fin O> allora aveva deviato alquanto a sud, volse le pror·e decisamente ad ovest. 11 mare crasi calmato, rischinrato il cielo. La Ooua austriaca ÙIV\'icioava , e parve agi'Ilaliani .che movesse su du elinee compatte c di fronte co lle corazzate· avanti: er.a invece di- · SfJOSta a cuneo e su tre li nee. Pote,•a essere a sei chilometri di distanza, quando l'ammiragli o Persano ordinò: assetto di combattimènto e subito dopo orcline eli fila. cl-ire~iono nord est, co me seaves~e comandato un per IÌia a destra, e dopo il Principe di Cangnano, che teneva la le3ta, mossero, a tro per tre, otto cornzzate una dietro l'altra in tre gruppi e fila,·ono verso la flotta. nemica, che veniYa anch 'essa inconrro a tutto vapore.
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LA SECONDA. PARTE DELLA GUERRA DEL
1866
IN ITALIA
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A Custoza di sorpresa fu~on colle le truppe sul fianco mentre '$piegavansi ol tre il Mincio : e qui, sul mare, di sorpresa fu ron -colte le navi intent_e a tutt'altra operazione che quella necessaria per· disporsi ad afl'rontare una battaglia. In qnesti casi avviene ehe il comando del ca po, ~eppul'e vi en formulato, non circola a traverso 1:1 linea di battagl in, sicchè lo sforzo si frantuma in una serie di con:1ti individuali, mal r.ollegati tra loro, poro ellicaci, o sterili affatto, nonostante il valore e lo sl:lncio che li accompagna. Unico mezzo per impedire che ciò avvenga è la chiara idea di ciò che si vuo le, concl'elata in una pl'opo:;izione che sia a co noscenza di tuui coloro che hanno un comando e più ancora, !le lo si può : ovvero un o scopo così ben de(inito dalle circostanze ·che tutti gli sforzi co ncorrano, quasi istintivamente, a vo lerlo raggiungere. À Cus10za ed a Lissa ma ncarono l'una e l'al tro, e eiò fu la causa prima, se non un ica, dei due insuccessi . Di più, alle incertezze volute dar nuovi stromenti di guerrn navale che in quel giorno venivano ad urto, alle titubanze del lungo mese -che aveva pl'ecednto quel giorno, alla mancanza di un pensiero che coll eg~ss e le menti eli quanti avevano un comando, ora si sommavano la ò i sp~rs ion e delle navi prodotta dall'improvviso sopravvenire della fl oua nemic<~ e la confusione che na sce in un 1 ·rapida manovra intrapres1t a breve distanza dall'nvl'ersario. Quanti non pensaron<, mai come sia complicato il dra mma che ha pel' soggetto la guerra, son tratti a credere che la catastl'ofe sia determinata . -da un episodio secondario o dalla debol ezza di una persona. Essi non a1:rivano a comprendere come la catast.rofe sia logica- conseguenza di premesse lungamente maturate, e come quell'episodio, in cui si ritien e di trovare lo scioglimento del dramma, sia nn prodotto .anch 'esso di quelle premesse. Intanto, severi nel giudizio ch e portano sul risu ltato, essi non si curano mai di ri salire alle ·cause dei fatti, quelle in cu i sta pt·oprio riposto il segreto degli a mmaestramenti di cui è feconda la storia. È troppo fac ile la parte del giudice perchè si voglia aggiungervi qnclla dell'istruttore: ·e perciò è piu facile di condannare che di spiegare la giornata di Li !>sa, quando non si rammenti anche la situazion e generale ·che l'ha apparecchiata e si rispecchia nei risultati dell o scontro .ar .. ennto.
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LA SECONDA PARTE DELLA GUERRA DEL
1863
!".\ SECONDA PARTÉ DELLA "GUERRA DGL
IN l'PALlA
Lasciamo agli nomini di mare IÒ studio tattico della battaoli:b l'> di Lissa, e i parallelli colle battaglie più recenti combattute nei mari dell'estremo Oriente, Lo spettacolo di una battaglia navaleè tragicamente sublime: gli episodi, per i quali passa, s'i ncalzano, le ruine son grandissime. La battaglia d! Lissa non durò che una.• ora: le conseguenze pesano assai grevi sulla nostra storia. Nei primi dicci minuti le due flotte s'incrociarono : la prima linea dell'austriaca, composta di corazzate e formata a cuneo, trayersòla linea dell'italiana i n cu i la rnarc~ia di fianco avea prodotlo un ampio stacco~tra il primo ed il secondo gruppo. Ne segui nna lotta tra le corazzate anstri ar.he ed il secondo gruppo delle cora7..aateitali<me, tt·a la squadra in legno austriaca e il tet·zo gruppo dellecorazzate italiane. Il combatti mento si sciolse in una mischta confusa di poco più di mezz'ora, correndo le navi a tutto vaJ)oresu di una superficie di pochi ch ilometri quadrati, e incrociandosi, continuamente. Questa seconda fa se co minciò col combattimenti) del Kaiser, che si. ricoverò malconcio nel Porto S. Giorgio , e finì coll'afTondamenlo del. He tl'ltalia. La Relazione così ne raccon ta il momento culminante:: « Il capi tano Stel'Oeck (comandante del Ferdinando Jlfax} fedele e intelligen te esecutore degli ordi ni del suo ammiraglio, si 11ggirava. colla sua corazzata per quelle acque, cercando di offendere coll'urto, piullostochè sprecare cannonate contro le corazze. « Scorge un·a corazzata d'andamento indeciso . Dal colore bigio· la riconosce nemica. Le corre addosso a tutto Yapore. A 9 metri ?al suo. fianco sinistro fa fermare la macchina. Un momento dopoti Fe1·dmanllù lrf ax ha cacciato due metri del suo sperone nelloscafo della corazzata nemicn. Allora subi to il capitano Sterneck - comanda: incliet1·o a tntto uapo1·e. La nave italiana s'inclina a. destra e mostra agli occhi del nemico il fianco sinistro squar~ ciato. La falla era di sci metri qtiadrati : più della metà soLto la linea d'acqua. l drappelli della rnoschetteria e di arrembaggio. che il coma ndnnte italiano aveva chiamato in coperra salgono su.ll& sartie e scaricano le anni. Dalla batteria un cannone lancia l'ultimo colpo, e il bastimen to ricadendo sul Ialo sinistro irn~1er•1e· l:> nell e acque la sua larga ferila. Il mare vi entra vorticoso e lo. ingoia in pochi istanti. Era il .Re d'ltalùt >>.
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IN lTi\.LlA
2003
La penna dello scrittore corre precisa, chiara ed eloquente : non esce dal consuelo riserbo: narra l'avvenimento colla esattezza di un processo verbale: i periodi s'incalzano come dovettero incalzarsi i tremendi fenomeni che essi riassumono: il fallo non potrebbe essere più tragico, ma la narrazione lo rappresenta coQ. raccapricciante realtà. Ora le corazzate austriache eransi voltate tutte contro il secondo aruppo delle italiane, mentre la squadra in legno austriaca, la ~uale aveva passato anch'essa la linea italiana, dirigevasi verso porto S. Giorgio, ove erasi riparato il J(aise1·. Quando furono sfilate, anche le corazzàte, interrotta la pugna, si diressero verso Porto s .--Giorgio . Appunto allora il primo gruppo d.elle corazzate italiane, quello che tenendo la testa della fi la aveva oltrepassato il punto in cui era avvenu to l'urto, tornava add ietro per concorrere al combattimento. La flotta italiana, in marcia di fianco, era stata colpita, e come d.ivisa in due, dall'urlo deli'{IUStriaea; ora ripiegandosi su s& stessa avreb be voluto assalirla di nuov~ , abbracciarla e combatterla. Ma, mentre ciò avveniva, l'avversana era sfuggita all'abbraccio, e, dato tempo alla parto .più debole. d! ripararsi presso r isola di Lissa, con un combatttment.o che s~ potrebbe dire di retroguardia, l'avea poi raggiunta, sclHerandosJ minacciosa davanti alle fortificazioni che la fl otta italiana aveva nei uiorn i precedenti assalito, e quasi distrutto . Poteva ricominciare la lotta. All'infuori delle perdite subite dalle due parti, le flotte avversarie non avevano che ba.ratll\to di posizione e l'austriaca era passata a traverso· dell'italiana. Ora, quella era disposta su tre linee innanzi a Porto S. Gi orgio, questa raccolta su due linee e contava nove corazzate in prima linea, mentre l'nustriaca non ne aveva che selle. A dir· vero i casi di quella breve ora trascorsa cost ituivano nel loro assieme un vivace fatto d'arme il cui esito era stato vantaggioso per gl i Austriaci. Eran riusciti nell' intr.?to. di l i~erar Lissa e si appoggiavano ad un buon porto: ma quet n sult.all potc~a~ o essere messi in forse se gl' ltalinni , contando sovra una senstbtle soverchianza di fo rze ora finalmente raccolte, e sovra cinque ore di sole, riappiccavano la .battaglia. Non la ricominciarono. ~
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2004
LA SECOKDA PARTE lJEJ.l,.A GUERRA DEL
1866
IN ITALIA
Invece di puntar drillo, l'ammi raglio Persano avanzava bordeggiand o, e continuò a bordeggiare fino a sera, cosicchè dopo qualche ora di marce e di contromarce non era ancora a distanza di tiro effi cace. Mancava in lui la chiara visione di nno scopo preciso, ben determinato, cui egl i tendesse. Le confuge islruzioni ri cevute fin allora, il piano stesso concertato col m in istr~. Depretis e dovuto al desiderio di fare per · f~u:e, nu lla potevano suggerir·gli di meglio di quanto fa ceva . Le conseguenze dei precedenti si svolge vano con logica inesorabile. Verso sera l'ammiraJ,;Iio Persano Yide la flolla austriaca di riger:;i verso la punla nord- est dell'i sola; temè che iraudo attorno all'isola non ·ve.nisse a porsi sulla sua linea di riLirala. Imbruniva; le munizioni e il car·bone scarseggiarano e la Jlotta ebbe ordine di volgere le prore verso Ancona . Era usr.ita a duello: il duèllo era avvchulo, e sanguinoso: all'tmo dei partili ent rimasto la libertit di manovrare sul mare, l'altro parvu addossato all' isola o l'nmmi raglio ritenne di aver soddi .> fatt o al cò mp ilo asseJnatogli: non pensò, nou volle pensare, elle in guerra ha r·agione solumen te colui che melle l'avversario assolutamente fuor i del caso di poter per un pezzo tenere il campo . Di nuovo mancò alla condolla delle operazioni chiaro e logico indirizzo senza di cui non v'ha nè connessione di sforzi, nè la tenaci tà onde acquista impulso la lolta e contin ua finchè raggiunga un risultato decisivo. La forLona favor:s ce gl i o~t in a ti: la ballnglia di Marengo per· dut~l a mezzogiorno, fu vinta più tardi, 1<1 vittoria di Preuss E.ylan consistette nel non dich ia rarsi viulo. Ma Ma rengo e Preu:;s Eylau erano il corollario di una situazione, strategica accuratamente prepara ta e neltamenle designata: la battagl ia di ~is;a rispecchia in ogni suo epi:;odio le incertezze tra le quali era sta to concè~ pito il piano che ad essa condusse. In Italia l'annunzio della ballaglia di Lissn fu dato da nn tele · gramma spedito nella stessa sera del 20 luglio d<~ Bari. Quel telegramma, assai breve, ma l ·copriva le titubanze che illl pcdirono di ricominciare lo scontro co ll a amb igua frase che la ll onà ita· )irma era r imasta padron a del mare. A che la padronanza, se e:;s~t non aveva servi to che a bordeggiare in utilmente davanti la fl otta
LA SECONDA PARTE DE I.LA GUERRA DEL
1866
IK ITALIA
2005
avversaria, la quale, severamente raccolta, non provocava, ma non sfuggiva la balla glia? Per tutla Italia, ove grandi speranze si con cepivano sui risultati del naviglio che sapevasi forte e ben munilo, corse un fremito di dolore, e ben presto si cambiò in un profondo sentimento di scorno. La bauaglia fu co nsiderala come una vergognosa sconfitta e per tale bandita dalla opinione pub· bli ca: ma in mezzo al nuvolo dell e lamentazioni e delle imprecazioni non sorse una voce robusta che, richiamando gli an imi all a rea ll[t. ed alla energia de i proposi ti, ri conducesse la flotta a in traprendere di nuovo nei giorn i successivi, quanto non era stato fnllo nel pomeriggio del 20 di lugl io. Il 2 1 di luglio l'armala italiana rientrò nel ·porto di Ancona. nella sera l'austriaca p:~ rti da Porto S. Giorgio per ri ~o ndur·si alla sua base d'operazioue di Fas:1na, ma da quel giorno la bandiera austriaca corse come pa~rona il mare tra Poh e Venezia . 1 La R.elaziooe, ·contenendosi eu4ro i limi ti che le sono segnati, non descrive nè l'annuncio dalo della battaglia al Governo, nè le conseguenze di quell'annuncio. Tntlo ciò che a noi, leggendo il racconto della bat taglia , torna doloroso alla mente, csorb ila da l quadro che la ,H elazione si è proposto di riempire. Es:>a con eloquente e concisa frase dopo aver descritta la ballaglia ed ennmerato le perdite cosi riassume il giud izio : « il nomQ di I.i~sa rimarrà <rlorioso nei fasli della marina austriaca, cui rammen. terit non una gr·ande vi uoria, ma un brillante atto tli fortunata audac ia. Agli I taliani riman e impresso nel cuore come il ricordo di un'alba non liet<t, ma neppur troppo scura, di un giomo dì vittoria che svanì perduto. » Quattro giorni dopo era conchiusa una tregua di otto giomi tra. J'ILalia e l'Austria. ~
VI.
Dal di fuori le notizie arrivavano sempre piu imbarazzanti per noi che avevamo bisogno di tempo per riunirei ed lì tt.raversare l'ampio spazio, che ci divifleva dal nemico dopo il primo incontro e dopo le conseguenze di quell'incontro . · Il 30 luglio fu saputo della tregua di cinque giomi conclusa tra la I) russia e J' Austria in quel giorno, il medesimo in cui per
2006
LA SECONDA PARTE DELL.-\ GUE RRA DEL
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IN ITALIA
imprimere m a~ giore attività alle operazioni del corpo di spedizione erano stati staccati quello d'avanguardia verso l'Isonzo, la divisione Medici verso val Sugana e Trento, e la flotta era finalmente alle prese col nemico sotto Lissa. Intanto da Parigi coll'annunzio della tregua conclusa tra Prussia ed Austria venivano i consigli di fare • altrettanto, e il principe :Napoleone, ch e era dall'antivigilia presso il quartier generale di Ferrara , univa le sue istanze ai consigli che giungevano dalla Francia . Poco ddpo piombava l'avviso della battaglia di Lissa, come di un dubbi,o successo: fo rse era realm ente dubbiosa, ma s'attendeva una vittoria, e, come di ce bene la Bela.=ione, quello fu un bagliore di villoria. Gli animi ne rimasero contristl:ti . Dopo le ·grandi speranze, il desiderio di un risultato d~ci sivo era vivissimo, e la delusione provata fece considerare Lissa nddiri_ttura come una sconfittn, e rispettivamente al momento poÌitico la equival eva. L'ora del pessimismo era già snonntn e disgraziatamente fu lunga. Non mai come allora potevasi apprezzare qual prezioso elemento fosse il tempo in guerra. Il 22 luglio parve già sicuro che le tratLative tra la Prussia e l'Austria volgessero alla pace. Il governo d'Italia n'ebbe avvi so e gli fu pure fatto sa~re che le tt·atlative, da parte dell' a ll ea t~, non potevano riguardare ch e il semplice acquisto della Venez ia, come era stato pattuito nel trattato d'alleanza. L'impazienze erano Jniversali: si sarebbe volu to che le nostre truppe avesser l'ali: che trovassero di nuovo un'occasione di battaglia pe1· farvisi onore: ogni successo pareva poco: e nel tempo stesso era necessario di prendere una risoluzione rispeuo alla tregua per non restare esclusi dalle trallative di pace e trovarsi soli di fronte all'Austria. Dopo un consiglio di ministri tenu to nel pomeri ggio del 23 luglio in Ferrara, e nel. quale prevalse la fredda ragioh dei fatti ai sentimenti , fu dato incarico al generai La Mam1o ra di negoziare una tregua di otto giorni coll e autorità militnri austriache: ed essa fu stipulata il 24 per comi nciare alle 4 del mattir.o seguente. Ebbe per unica condizione di ferma r le teste di colonna ove trovavansi ; libere le truppe seguenti di serrare sopra le più avanzate. La tregua em conseguenza di qu ella conclusa tra l'Austria e la Prussia, dell e trattative di pace avviate tra le due Potenze e
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della situazione pol itica. L'annuncio uffi ciale fu reso pubblico iu • modo da togl iergli a prima vista gran parte della sua gravità . Tutlavia fu penoso per l'Italia. La pubbli ca opinione, ign ara delle vere rngioni è.i quanto avveniva , incapace di bene apprezzarlE', inasprila nell'amor proprio nazionale per due volte offeso, se ne adontò. La speranza di com pensare co i risultati di un nuovo scontro quell i ottenu ti e punto soddisfacenti, s' in·crociava coi ca lcoli della fredda ragione, la quale suggeriva di accettarE' , colla fi ne della guerra, la Venezia che ne era stato lo scopo. Intanto, del corpo di spedizione, so lamente il corpo di ava nguardia. era a c-ontatto col nemico . [l 6° corpo nella sera del 2b di luglio passato il Tagliamento, con un::t bella marci a era vennto a raccogliersi nel giorno seguen te tra Bullrio e Pavia d' Udine. Ma all ora gli al tri due corpi erano ancora in marcia su l Tagl iamento , e solo tra il 28 e il 29 il ~encral Cialdi ni avrebbe potuto conlfl l:e sulle sue tmppe, 93 mila combattenti, riunite tra i dintorn i di Palmanova ed Udine. In realtà non aveva che 4-2 mila uomini e 2300 cavalli di fronle a lui sull'Isonzo, e di questi , il 25 luglio, solo 2:1 mila disponibili sotto mano al generale avversari o. Ma poco se ne sapeva di quesle cifre che oggi si conoscono per le pubblicazioni falle. La sottrAzione continua e ·successiva delle brigate austriache, inviate oltre l'Alpi per alimen tare le forze austriache del nord, sconvolgeva qualsiasi computo. Quante ne fossero partite era dubbioso, e come erano partite potevano anche esser tornate, anzi ne correva insistenle la voce. I l riflusso dell 'esercito austriaco non cominciò a.d avvenire che il 29 di luglio, quando la brigata Kleudgen se ne tornò a rinforzo della difesa del Tirolo, ove arrivò nel mattino del 2 d'agosto. E in questo stesso giorno cominciava pure il gran movimento ferroviario per ricondurre le truppe dal Danubio sul l'fsonzo, e continuava fino al 4·6 d'agosto. Na la situazione non era legata solamente alle ragioni militari ; dipendeva anzi, più che da esse, da quelle generali dell' Europa e specialmente dal governo imperiale che fin allora aveva assecondato in tl1tti i modi l'azione politi ca del governo italiano, e dopo la cessione f<ìllagli del Veneto, si era trovato in un certo modo arbitro delle relazion i tra l'Austri a e l'Italia.
LA SF.GONDA PA ILTE D ELLA. Gl1E&L\A D EL
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LA SECONDA PARTE DELLA GUERRA DEL
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Le vittorie della Prussia eran-o giunte impreviste all'Imperatore dei francesi; il regalo del la Venezia lo ave,·a i mù:~ razzato , gettando nn germe di discord ia tra lui e l'Italia. Egli avrebbe voluto conservare la pa rte di moderatore dei destini d' Europa: pnrve intermediario del la pace, ma la Prussia e l' Austria ne ~ trattarono direllnrnente tra loro. senza più curarsi dell'intermediario, e vennero rapidamente ad una conclusione. II go,·erno italiano, per mezzo del principe Napoleone, avera prop<1sto all'imperniare i seguenti patt i: armistizio sulla base dell'uli possidetis mi·litare, con segna incondizionata della Yenezia all'ftalia e success ivo pl ebiscito, promessa dei buoni ufO ci nell a qu estione dei confini. A qu este conJizioni, cui il govern o ita liano / diede volore di preliminari di pace, il 26 luglio fu nggiu n t~ la X cessione del Trentina in segu ito alle operazioni df recente svoltesi. Anzi l'opin ion e pubbli cn co ncentrò su questo punto tutte le sue asp irnzioni, e le pnrve di averne diriuo per la situnzione in cui. trovavan si la divisione Med ici di faccia a Trento e i garibaldini che si erano aperte le vie per darle mano. Ma l' ·~ ns tri a, cui da parte sua premeva appunto di por nne al dis:-idio colla Pnl.:>sin per volgersi contro l' ltalifl, il 26 luglio segnò i prel iminari di pn ce, e un armi s.tizio di qunlt.ro settiman e dal· 2 di agosto . Nei proto.colli di quel negoziato era tletto che il re di Prussia s'impegnava ad ollenere dal re à' ltnlia l'assenso ai preliminari di pace ed all'•1rmistizio, tostochè l' Imperatore dci fra ncesi avrebbe messo a disposizione dell'Italia il ·regno veneziano, e il 29 l'ambasciatore prussiano a Firenze insisteva perchè fosse dato il consenso ,,ll'nccordo oramai avYenuto a Nikolsburg e fossero inviati i negoziatori per lrnllare della pace. ;ua per qnesto bisognava che fosse conchiuso l'armistizio tra. l' ftalia e l'Austria. Di esso stavasi trattando per mezzo del governo francese, e il governo italiano concentrava i suoi sforzi per cercare che fosse C011Jpreso anche il Trentin a nelle tralla ti,•e di pace. l giorni pnssavnno: la tregua stava per scadere il 2 cl'~g os t~. H 29 fu tenuto un c'onsiglio eli min istri e deciso che se 1'..\ nstna r ifi utasse i pn tti proposti, s'a ffrontasse la guerra che ue sarebbe· venuta. Le ragion i di fredda politica eran viute dai sentim enti
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di dignità nazionale. « Se veramente le ostilità avesset-.J dovuto esser riprese ,iJ 2 agosto , cosi osserva la Helazione dopo di aver dato contezza degli ordini emanati con questn previsione , è molto probabile che i primi momenti almeno avrebQero potuto essere vantaggiosi agli italiani. E' permesso di credere che Trento sarebbe stato preso e il generale Maroicic costretto a cedere lo Isonzo. Ma le sorli della guerra non sareb bero state decise per questo . Una nuova armata del sud moveva dal Danubio verso l'ltnlia. La brigata .1\ leudgen doveva giungere a Trento la mattina del 2 agosto. Con quell'aiuto, il genera le Kuhn doveva muovere eoJi stesso contro gli Italiani in val Sugana e tenerli in o . iscacco linchè il grosso dell'armata, cbe doveva rnccoglierst nel lo "-.., spnzio di .J,i- giorni snii' Isonzo, avanzandosi pel Friu li v~r:;o la me~h d' agosto · li eostrin gesse a sgombrare Lulla la parte onc_ntale del Trentina l>. La situazione quindi, mutata ' an·aLto in pochi · giorni, si mostrava sempre più difiic ile e pericolosa. Da Pari gi telegrafa vasi solo il t• agosto, che erano state comun icate dal governo francese a Yienna ed a Berlino le condizioni dell'armis tizio: era anzi aggiunto il suggerimento di fa r annunciare ol comandante de_lle tmppa austriach e !;accettazione dell'armistizio da parlo dell' llalta. Per non e$porsi acl un rifiuto, non avendosi certezza dell'accettazione di que!Je condizioni da parte dell'Austria, fu risoluto invece di attendere. per avere notizie più sicure su quel riguard o. Ouiodi cnnti nuavano le incertezze di uno stato di indecisione con t:ue le sue eonseguenze sull'appassionarsi dell'opinione pubblica, sull'andamento delle trallati ve che dipendevano interamente da l aoverno francese, imbarazzato anch' esso pel sopravvenire delle ~ . . nuove ci rcostanze, e sul concentramento dall'eserctlo austnaco che anche secondo l'ipotesi pi ù favorevole doveva supporsi cominciato. Intanto fll chiesta una proroga di otto giot·ni alla tregua che stava per spirare. . La proroga fn accettala; ma mentre credevasi c_he l' ~~u s_tna avesse accettato le condizioni del l'ann islizio fatte. coll 'umomtssJOne della Francia ' un telerrramma clell'arcicluca Alberto, comunicato o .. . la sera del 2 d'agosto 'diceva che « intorno ad nn armt&LtZIO
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tra l'Austria e la Sa1·degna non è stato nè negoziato nè concluso >> e seguitava, che tuttavia il 5 d'agosto si sarebbero trovati in Cormons inviati per trattative pu1·amen.te militari. La sorpresa destata da questo telegramma fu grand issima, tanto per il contenuto quanto per la fo1·ma. Da Parigi era n venute notizie diverse circa l'accettazione dell'armistizio . Che se ne doveva dunque pensare? E poi quella parola di Sm·degna, che riconduceva inaspettatamente alle condiz ioni stabilite dal trattato di Zurigo e ricondu ceva l'immagine dell'Italia qual' era nel ·1859, pareva una nuova mor tificazione inutile e gmvida ad un tempo di nuove difficoltà. Ciò nonostante rngioni di altissima co!lvenienza indussero a far trovare il 5 n Cormons persona per sciogliere l' equivoco suscitato dal nome di Sr.wdegna e per prendet·e conoscenza, se non altro delle intenzioni austriache. L'inviato, che fu il generai Bariol a, aveva per missione di stipuJ ~re le condizioni mili tari del l'anni:-tizio di un mese. Per prima condizione fu messa quella di far sgomberare nell a mattina del ·1O dalle truppe italiane i paesi che non nppartenevano al Veneto propriamente detto . l\on volevasi che l'occupazione militare desse campo all'Italia di avanznr pretese n~ll e trattative di pace. Lo inviato italiano si ritirò davan ti a questa esigenza, contraria alla clausola dell' tb•i possidetis compresa lra quelle comunicate per l'intermediario del governo francese. Ne furono fat ti ampi richiami a quel governo, per la pa'rte che aveva avuto nelle trattative preceden ti. Esso, non ostante le sue insistenza, non ottenne nulla; dichiarò di lasciare all'A ustria ogni responsabilità circa le con seguenze di quei proposi ti, ma nel tempo stesso non incoraggiò nessun passo ostile da parte degli 'i ~a liani . In tanto cominciavano ad arrivare da ogni luogo notizie òei rinforzi austriaci che rifin ivano in I talin . Quelle notizie erano ampliate ed iogigantittl · dall e circostanze e da coloro che avevano interesse ad aumentarne l' importanza prim a che giungessero a noi. Il generai Cialdini, obbligato di dove:· stare colle arm i al piede a vedere ingrossare i nem ici davanti agli avamposti, poteva co.ntare su 11·l O mila combattenti quando fosse spirata la tregua; il '' O d'agosto. Assalito di fronte, preso di fian co dalle valli del . Fella e del Tagliamento, la sua posizione avanzata era assa i pe-
LA SECONDA PAlfTE DELLA GUERRA DEL
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r!colosa. Narravasi di truppe che s'imbarca vam' o dovevano imbarcarsi a Trieste per Venezia, e di altre incaricate di scendere dal Tirolo su Verona. A cosi gran perico lo l'Italia vedeva esposto il suo esercito non per irnpreveggenza dei capi, ma pel subitaneo cessat· della guet'l'i\ tra Prussia ed Austria e per essersi serbata fedele ai suoi dt3stini ed all'impegno preso verso la sua alleata: Il mezzo più sicuro per. uscirne sarebbe stato di t'accogliere subito tullo l'esercito sull'Adige; ripugnava lasciare le province già. occupate, e iltenerle poteva nuocer·e non solo alla reputazione delle armi italiane, ma ancora agli interessi dell'esercito. Il genemle La Marmora non esitò a dire che se le ostilità fossero state riprese, sarehbe stato necessario un generale concentramento, che non ~m·eb be potuto farsi più avanti di Padova. Il generai Cial dini sentiva tutte le difficoltà della sua situazione, ma indugiava a ritirarsi: le voci sul numero dei nemici che avev:1 di fronte eontinuavano ad alternarsi dubbiose. Le trattative continuavano a Vienna tra Francia ed Austria. La Francia per appianare le difficoltà proponeva che, in cambio dello sgombro dal Tirolo , si consegnasse agl i italiani la ci ttadella di Verona. In utile proposta perchè a Vienna si sentivano troppo bene i vantaggi della situazione e il bisogno di fare atto di vigore dopo i recenti disastri. La grave questione dello. sgombro del Tirolo, che trattata direttamente tra i due capi supremi dei due eserciti sarebbe stata prontamente risoluta, languiva nel lungo e faticoso giro che a ve vano preso le trattative, occnpandosene nello · stesso tempo la diplomazia a Vienna, a Parigi ed anche a Berlino, il Consiglio dei ministri a Firenze e il comando dell'csCJ·cito italiano a Padova . I telegrammi s'incrociavano e s' incalzavano e talvolta si contraddicevano: la pubblica opi nion e era agitatissima tra la sorpresa, l'impazi enza, l'accoramento e .lo sdegno. Audaci suggerimenti, precipitosi consigli , timori di moli inconsul ti e rovi?osi nou mancavano. Il consiglio dei mi nistri esitava : l'Austria resisteva: la Fran cia pareva riti rarsi e l'ora decisiva premeva. Il generai Cialdini sentiva il bisogno d'interporre un qualche spazio tra sè e il nemico : lo stesso il generai .M ed ici .
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ln queste condizioni giunse nel pomeriggio dell' 8 d'agosto un telegrnmma dell'Arciduca Alberto e rispondeva ad una rich iesta di nuova proroga . Essa sarebbe stata accordata per 24 ore al solo pallo di dar temp0 all'accettazione delle proposte fatte a Cormons, le qual i consisteva no nello sgombro del Tirolo mer idionale. Aspellavasi risposta dal generale La ~i m·mora. Una grave responsabilità veniva a pesare su quel personagsio; la maggiore da lui affron tata durante la sua vita pubblica, ed il suo biografo narra con qual fe rmezza di animo e di convinzioni vi si sia soLLomesso. Inutili erano oramai le titubanze e le recriminazioni, e poteasi dubitare che non coprissero se non la ri pugnanza che aveasi nell'unire il nome ad un passo fatalmente necessario. <<. Mi binsimeranno, mi eh iameranno traditore, mi metternnno in istato di accusa: non me ne fn niènte,. diceva il La Marmora , piglio su di me tutta l.a responsabililit ». Così raeconta il Massari. La Rt-lazione, sobria ed eloquer)le , si contenta. di notnre: « il telegramm'a giunse nel pomeri ggio . dell' 8. - Il ge nera le La Marmora rispose· accettando. » Ai generali Ga ribaldi e Merli ci l'o rnandato ordine di ri tirarsi di qua della frontiera. Il primo ri spose co llo storico Ouuedisco; l'altro colla semplice. frase Sa1·à eseguito . Tanto la situazione dopo quel luogo ritardo dovuto alle trattative, era mili tarmente chiara. t e trallati,,e, puramente militari, avviate a Cormons per stabilire il confìne militare durante l'armistizio, parvero per un mo· mento subire nnovo incaglio per la pretesa del comandante delle truppe austriar.lte che le trnppe italiane si ri tirassero dietro il Tagliamento. ){a nlle assennate e ca lde parole del generale PeLit.ti, negoziatore dell'armistizio per la parte italiana, quella esigenza fu posta da parte, e si venne rapidamente ad una convenzione che fu firma la il ·12 d'agosto. I negozial i di pace furono affidati al generale Menabrea clte si recò a Viennn, passa ndo prima per Parigi, per regolare co l governo francese, come rappresentante della Poten1.r~ mediatrice e come cessionari o del Veneto, gl'impegni rispettivamente presi. La pn co fu conchinsa il :3 ollobre successivo .
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VII. La Relazione si ch iude necessariamP.nte co ll a conclnsione della pace. A noi che seguimmo il suo raccon to chia~o, limpido, efficace nella sua severa imparzialità, fedele specch10 del vero, nu lla rimarrebbe più che volgere uno sguardo comple5sivo sui fatti che si aff(lllarono in quel mese del!.'\ nostra storia nazionale e mi litare. Nè c'è bisogno di farlo coll' intento di bi lanciarvi le responsabil ità individuali, o colla inutile pretesa di ergerci a ,uiudici d'uomini e di avvenimenti non comuni. Credendo che la !'!Oria sia una scuola e non un tribu nale dovrebbe bastarci di cercarvi gl'insegnamenti che ci possono venire dal passat.o, e vedere quali c~se che ci furono nocive si possano correggere in modo che .non ci abbiano a nuocere nuovamente. ,\ equa passal.a.non macina più, di ce il proverbi o; ma se l'a cqua passa,ta ha mal macin~to, snrebhe improvvid o il mu~m~io. d1e non cercasse di migliorare il mu lino per nve1·e m1~lton 1'1 sultati . Ciò corrisponde a qu ell o che il Ricnsoli, che aveva tenuto la somma degli a{f;lri nel govemo durante la guerra. poco dopo che fu concluso l'armistizio ebbe a scrivere, il '18 agosto, al generale Garibaldi, alludendo ai racenti c::: si: « Ma un fr ullo se ne deve ca va re, un frutto in pr·ò del pae,;e. Dobbiamo rintracciare con cura le cause dei m a n c~ti sue· cessi e studiare con ogni sollecitudine i mali perchè le mgrate vicende che deploriamo non si rinnovino. « Quest'opera vuoi dirittura el i mente, ani mo pacato ed imparzia le: bisogna porre innanzi a sè non uomini , ma pl'inci.pi~ , ordinamenti e fatti; indicare gli errori da correggere. le JSlttnzioni da modificare , aver pronto il nuovo da sostituire al vecchio che si crede ne~essario di distruggere.» L'osservatore superficiale può accusru·e il generala La .Marmora di aver avuto sui campi di Custoza poca fede nell'esercito che vi combatteva: e quella accusa può ricadere so vr'altri ancora . . Se quella colpa sta sul passi vo del gcner·al La Marmora, c' è però da mettere sul suo attivo il riordinamento de ll'esercito piemontese 12i -
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LA SECON DA 'PARTE DELLA GOER.RA DEL
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dopo Novara, le difficrli trallative che condussero all'alleanza del ·1866 e il coraggio civi le con cui egli troncò le ambagi in cni si trascinava il governo italiano dopo la tregua del 20 luglio '1866. Altri ebbero altri meriti sull'attivo loro; e se una cosa nocque nel :1866 fu certamente quella della importanza che,. avevano parecchi personaggi di fronte al paese per i grandi servigi resi durante il periodo della rivoluzione e del riordinamento nazionale, dignisachè il governo, e l'opini one ·pubblica che gli teneva spalla, si trovarono imbarazzati nel dare ad un di loro una marcata prevalenza di comando o di autorità sugli altri. Ma di ciò non si tratta . Quelli sono fall i contingenti, si tratta di redere se le cause che vi dettero origine vivono tutta,•i;l e se possono essere motivo a inconvenienti analoghi a quell i che allora si manifestarono . Di qui deve rica varsi l' indi.rizzo dello studio che occorre di fare sulla campagna del 1866 e su~li avvenimenti che l'accompagnarono. Lev iamoci dunque al dist•pra degl' individui, e degli episodi. Nei tempi in cui si svolsero gli avvenimenti militari clel1866, si ascriveva una grande efficacia alla iniziativa personale ed al l'azione indivi duale. Pareva che ogni uomo potesse quanto vo)< leva, e gli si faceva gravt' addebito se non aveva voluto tan to quanto si desiderava che egli facesse. Oggi a una trentina di anni di distanza le idee sono mut.'lte d'assai : si crede che gli uomini , incastrati nell'amhi ente, vi perdan o personalità, volere ed iniziativa, in modo da esser trascinati da forze a loro estranee co ntro le qnali non han mezzo di reagire. Teorie esa~erate l'una e l'altra: quella pecca per eccesso e questa per di[elL•J: l'una dit all ' indivJduo un potere superiore a quello che egli può avere, ed esagera la sua responsabilitit; . l'altra lo cristallizza, come i giganti delle )lalebolge in un gh iac· ciaio che scende per ignote vallate a ignoti destini. L'uomo può in quanto sa, e dalla risultante degli sforzi di ciascun potere viene questo movimento che noi chiamiamo storia. i\l eutre in essa noi siamo attori, subiamo anche l'influenza del movimento d'id~e prodotto dai contemporanei ed impr·esso giù dai nostri predecessori. Senza di ciò l'esperi enza del passato avrebbe ancor meno importanza di quella che essa ha, ed inutilmente noi ci faremm o
LA SECONIJA PARTE DELLA GUERRA DEL
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a legiferare e ad ordi nare e migliorare le istituzioni nostre colla spera~za che ci abbiano a servir a qualche cosa: e meglio var,:ebbe reclinare il capo, e lasciarsi travolgere dagli eventi col fatalismo di altrettanti turchi. Ma per quanto voglia e sappia l'individuo, non potrà opporre che la propria sapienza e volontà agli sforzi molteplici di quanti , ignoranti o malevoli , gli si oppon- ' go no. Perciò più degli altri otterrà colui ii'quale più sa e vuole, quegli cioè che colla ch iara visione del punto lontano cui egli vuole anivare, e .colla ferma fede di arrivarvi , saprà infondere le sue convinzioni e la sua fede in quanti lo attorniano ed averli cooperatori nei suoi intenti. :'{on spetta a noi di fa re ora un'analisi minuta delle vicende che accompagnarono la campagna del '1866, d' indagarne rano per fatto, movimento per movimento, di studiarne le or·igini, .lo svolgim ento fl le conseguenze, sebbene abbiam fed e che simile stud·io fornirebbe utili ed immediati insegnamenti. Esso fu fatto fuori d' [tali a a proposito della battaglia di Custoza da l Verdy du Yernois e dallo Scudier. 'Può esser r ipreso ·e continuato per quello che riguarda gl i avvenimenti dopo Custoza, o ri nnovato da nn pnn to .di vista interamente italiano. Non possiamo però abbandonare la Relazione senza accennare ad un criterio d'in dole generale il quale risalla ad ogni pagina della sua lellura. Negli avvenimenti che si svolsero Ira la fine di giugno ed i pl'imi di agosto del '1866, due fatti emergono e danno colorito a ·tutti gli altri. Un d'essi sta nel dubbio ch e alloi·a avevasi sulla compagine dell'esercito, formato di fresco cogli elementi di cinque eserciti diversi, pieno di slancio ma poco abituato all'unità d'intenti, diretto da un comando nuovo alle gr·andi_ operazioni di guerra. L'altro nella influenza eserci tata direttamente od indirettamente sulle operazioni dagli scatti di un popolo impressionabi le, più intelligente che istruito, più passionnlo che tenace, ignaro affauo di cose militari e non curante di averne qualsiasi conoscenza e quindi più incline <t creare fantasmi ed a ragionare sovr' e~s i, che a dedurre dall,a realtà delle cose una linea di condotta ed a quella tenacemente attenersi. Gli anni passati, le circostanze, e la ferma volon t~t di migliot'are hanno modificato mol Le cose nell'esercito. La mente popolare
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LA SECONDA PARTE D.E:LLA GUERRA DEL
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in cui si forma la pubblica opinione, ha essa pure mutato in questo ultimo trentennio? si è nudrita di conoscenze militari, quanto oc~·o rre per a rrogar~ i la influenza cni essa pretenderebbe sull;andamento delle cose, in caso di una nuova ocruena? Esce dai limiti del nostro assunto l'esaminarlo. Noi volevamo solo citare l'importanza della pubblicazione fatta sulla campagna e l'indole dello scritto: non ci lasciamo trascinar fuor del ca mpo che ci eravamo p1·efissi , e cediamo ad altri il farlo oggetto delle sue considP.razion i.
C. F.
SULL'EFFICACIA DEL TIRO- DI FUCILERIA
lnt1·odn zione. - Le quist oni in genere si presentano diversrt mente a seconda del punto di vi sta dal qu ale si esaminano; e possono essere più o meno ben riprodoue in tal modo nei differenti loro aspetti; ma la loro idea complessiva non può aversi d'ordinario se non dal confronto dell e ·diverse vedute.
Tiro ipotetico. P·r emesse.- L'~rticolo CLXXIl della nivista di {ante1·ìa (3·1 agosto 11895) riguarda l'efficacia nel ti1·o di fucileria prima in tempo
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di pace c poi sul campo di ballaglia. Pel tiro di pace aCcetta i risul tati sperim entali , che, d'acconh• con tutti, ritiene inapplicabili in guerra letteralmente. Pel tiro di guerra poi muove dall' i pot e~i del Wolozkoy, non ammessa da tutti e dallo stesso- articolo considerata co me am1 missibile solo nel le peggiori condizioni, supponendo invece nelle normali e nelle olli me condizion i di tiro efficacie intermedie (i'ra quelle derivan ti da tale ipotesi e dal. tiro di pace), determinate con appositi specchi e diagrammi. E le principali eo ncl usion i che l'egregio articolista ne trae sono: 11 o « Alle piccole ed alle medi e distanze un errore anche grossolano nella stima della distanza ha influenza min ima sull'e!Ticacia del ti ro» anzi « per conto nostro vorremmo che nei tiri colletti,·i in tempo di gtte1'1'a si tirasse addirittura co) l'alzo abbattuto alle distanze inferiori ai 7-800 metri, anche colle a rmi 1870-87. 1
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suLL' EFFICACIA
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DEL TIRO DI FUCILERIA
« Al di là di '' 000 metri un notevole errore nellat stima della di~t~nz~ com~~ci.a a sensibil~ente inll~ire sull'efficacia; però se n~ 1 ~trmatort rrescono a str mare la drstanza con errori non mangrort ~el ~~~ l~ diminuzione dell'efficacia è quasi insensibil e."» "". I tnt .' Je:.cono costantemente lunghi alle distanze minori e cor~t alle distanze maggiori di ,/300 metri, tanto più quanto maggiormente la distanza si discosta da tal limite. In altri ter~ini risulterebbe inopportuna l'importanza che ge~era.lmente SI dà all'apprezzamento delle distanze pel tiro di fucllerra ed. opp~rtuno !n~ece il diminuire od aumentare rispeltivame.n ~e. glt alz r ~uperrorr od inferiori al l 300 per evitare l'eccentrtcrta del tiro.
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* * Dubbio 1·elativo. - L'autore dell'articolo però non si adonterà certo al consiglio di rillette1·e maggiormente sull e conclusioni accennate pf'ima di seguirne i suggerimenti. A giustilìcare il dùbbio circa la loro esattezza basterà la seguente domanda : supposto il bersaglio in condizioni tali da 1·endere ~r~re~ibile l'alzo 700 in tempo di pace, quale sarit l' al1.o prefen br le 111 lampo di guerra?
~~n occ~l'!'ono certo molti c.1lcoli e ragionamenti per la risposta: nelt r p~Lest che in guerra nessun soldato punti, sarà indifferente avere l alzo ah~)aUnlo o fissalo al 700 o '' 000; nell'ipotesi in_ vec~ che ~lc~nt se non tutti puntino, sarà preferibile l'alzo 700. . Sr potr~ drre che. ne~pure con questo si è sicuri di colpire rl bersaglro, ~ta~le li prc.;olo numero di colpi sparahili contro di esso e la devrazr?ne dei medesimi pr~babile in guerra; ma ciò non vuoi eerto drre che sia più faci la colpirlo, a paritit del numero di colpi, coll'alzo abbattuto o fissato al 'l 000. Nè l'e~centricità prevista e calcolata nell'articolo in esame sembra a~ceuaqile, ammettendo I' esalta graduazione dell'alzo pel tiro d, pace. Ant;he impiegand? .l'alzo veramente giusto, si avrà pur· sempre una qual.che ~~cenln.crlà nei tiri di guerr·a, come in quelli di pace, ma ora In pru ora rn meno, ora d'una entità ora dì nn' altra;
SULL'EFFICACIA DEL Tllt O DI 'FUC ILERIA
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se fosse prevedibile quella derivante dagli attuali ah~i , ~cl elimi narla basterebbe correggere qttesLi ultimi: il che confermerebbe ad ogni modo l'utilità d'un adeguato apprezzamenla dell a distanza drl bersaglio .
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Puntamento. - Ciò ammes:;o non si può fare a meno d'attribuire le opposte conclusioni del dello articolo ad ipotesi e cal col i troppo arb itrari. E si è già notato come il pu ntamento i~Lintivo del Wolozkoy (da taluni attribuilo all'osse rvazione di fntti partir.olari inopportnnarnenle generalizzati e dal quale deri verebbe la so ppres~i o n e clell':d7.o) non. è ammesso in alcun eserc ito . ~atumle sembra dif'atti che anche in gnerra i tiratori, esposti alle offese -del nemi co , cerchi no d'olfend~rln come meglio potranno: pel turbamento delle loro faeollit fì sicho ed intellettuali non riusciranno a :fissare bene l'alt.o , n disporre lJene ln cannSt- del fucil e, a ved er bene il propri·o bersaglio, a mantenere bene l'anna durante lo s_paro, come possono rinscirvi alle scuole di Liro: ma ciò non togliè che tutti procureranno di puntare nel miglior modo possibile, come, ' del resto, anche l'articolo in esnm& finisce per riconoscere. E da ciò deriva che in guerra si potrà avere un Liro più o meno eccentrico, sparpaglirito ed irregolare di quello teoretico, dedotto dalla media degl i ordinari tiri che si eseguiscono sui poligoni, ma pur· sempre analogo a sin·auo tiro e privo d'ogni rapporto con quello indicato dal Wolozkoy, non a torto dello da qualcuno tRmemrio (l).
** Efficacia minima. - Solo quando i tiratori fo ssero nl coperto dietro ripari potrebbe ammellersi che sparassero sent.a pt)ntarc per esporsi il meno possibil e (ciò che fa supporre per la fan teria meno opporLuno che per· l'artiglieria l'abu so el i tali ripari); mr~ in
(t) V.
llivista militare ilalianrt tlel 16 otlohrc 1895, ()ag. ·IG25.
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SULL'EFFlCACfA DE l, TIRO DI F UCil-ERIA
questo caso come può riten ersi di 4• l'elevazione media, di 2° la deviazio·ne probabile e di 8" a 110° la massima? Qual i ca lcoli possono reggersi su tali dati? Qual valore può annellersi al diagramma di tiro da essi dedotto? Come si può ritenere per minima l'efTicacia che 'ne deriva ? Non potranno aversi in guerra Liri aiTaLLo inefficaci, stante il piccolo numero di colpi sparabili, anche ad 800 metri anziché alla massima distanza, anche adoperando l'alzo gi usto nn~ichè quello abballuto, anche su d'un bersaglio scoperto ed alto metri 1 1,60 anzichè su d'uno più o meno coperto?. Giuste sono le ragioni addotte dell'articolo in esame per dimostrare l' impossibil it.à di rilevare esauamente il rapporto fra !"efficacia di guer~a e quella di pace dalle statistiche delle passate campngne; ma non sembra giusto il negare a queste ultime ogni valore, perchè ditnno un tale rapporto più piccolo di quello derivante dalle suddette ipotesi e non spieg!lbile con alcuna delle ragioni addotte, senza farvi intervenire l'inevitabile errore negli alzi impiegati e bastante da solo a spiegare qualunque maggiore perdita di efficacia. Nel combattimenlo di Chellalà (citato nell'apprezzamen to delle distanze pel tiro di fucileria, articolo If, pag. ·18) gli 800 cavalieri arabi devono aver presemato uno dei migliori bersagli ammissibili in guerra ed essere passati per tulle le distanze, fino allo zero, prima di giungere ad impossessar..;i del convogl io francese; pure essi non subirono che hL perdita di 70 uomini in totale, malgrado i 03,370 colpi di fucile e 4.1 colpi di cann ono sparati dai l?rancesi . Data per storica questa notizia, è d:~ rite· nersi come inammissibili un'elficacia infet:iore a quella derivante dal tiro del Wo!ozkoy, ovvero l'ipotes i che quest'ultima rappresenti il limibe minimo dell'etricacia pre::;umibile in guerra? Nè occorre domandare alla storia Lale risposta, data dallo stesso articolo, il quale nE:<I 3° diagramma amme~t e ~nche per la guerra un tiro abbastanza preciso: si su pponga di tirare con yu~lla precisione a ·l 000 metri contro un ber:;nglio che si trovi a ~1 800 metri, e si avrìt un'efficacia minore di quella desunta dal tiro del Wo1 lozkoy ed un rapporto, coll' eflìcacia conseguibile sui poi igoni, -di gran lunga inferi ore a quello di 1/ 10 ammesso come minimo
SULL'EFFiC ACIA DEL TIRO Dl FUCILERIA
2021
pei tiri alle grandi distanze dal medesimo articolo , senza considerare che in guerra il bersagl io :>limato a 4500 metri può trov!lrsi anche ad una distanza m:~ggiore di 1800 metri. E questo esempio dimostra nltresi come l'asserzione che « ogni più piccolo sforzo fallo per vincere la tendenza che ciascuno il n istintiva di prendere la posizione più comoda, non può riuscire ad altro che a mettere ·il tiratore in migliori condizioni per colpire, la qual cosa riusciriL sempre utile all'efficacia del tiro» ù giusta solo quando sia giusto l'alzo usato; altrimenti ogni maggiore pr·ecisione riuscirit sem pr·e più dannosa anzich è utile all'eificacia del tiro. Non v'è dunque da lusingarsi che l'efficacia del fantastico tiro del Wolozkoy rappresenti proprio la minima ammissibile in ~uerra , e che si possa au~entarla. colla precisione delle armi e l'abilità dei tiratori, trascurando l'apprezzamento delle distame. l
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Deoiazione probabile. - lnol tre l'articolo in esame consid era anch'esso il tiro del Wolzkoy come una eccezionalitit, ma ne prende la deviazione angolare probabile ~ e, ridottala ad c/ eguale ai '/ 1 • ad '/, e ad 'f, Cli c.c rispaltivamente pel tiro normaie ed oaimo di guerra e per quello ordinario di pace, la considera come costante a qualunque distanza: ed anche ciò semb ra troppo arbitrario . . Lo stesso articolo osserva che. « Nelle esperienze della. scuola centrale di tiro e i~ tutte le esperienze di poligono si è verificato che il valore di a' va sensibilmente crescendo , tanto pei tiri individuali di precisione quanto pe i tiri collettivi, dalle pie· cole alle grandi distanze. « Ciò può dipendere dal fallo che crescendo la distanza diminuisce la chiarezza del bersaglio, sicchè il puntamento riesce pi(t .dillicile, e può dipendere anche da una certa variabililil degli elementi balistici dell'arma e della cartuccia. )) Ed il valore di tali cause, per la prima specialm ente, cresce anzichè diminuire in guerra; ma il l,oro effetto, secondo l'articolo riesce minore nei tiri meno mi·rati e cent1·ati, ed anrto
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SOLL'E FFIOACIA DEL TIRO Dl FUCILE RIA
2022
SULL' EFFICACIA DEL T IRO DI F UC ILE RIA
riguardo al maggiore orgasmo dei tiratori all e brevi distanze sì può rì tenere a' come costante. Nei calcoli però bisogna andare adagio co!le suppOSIZIOni, quando ' si voglia arrivare a r isultati attendibili; si può ritenere come costante una quantità variab ile dì qu alche suo centesimo o decimo al massimo, in talune regole empi riche, ma non una qnanti th ch e può assumere valori più che doppi gli uni degli altri, tanto più volendo su di essa basa re tutti i calcoli occorrenti alla compilazion e dì tavole e dìagr·ammi dì tiro. E dalla tabella B dello stesso articolo si r·ileva che il valore di a' nei tiri di pace vaha da 'Il ' a 26' 30" dall e mi nime all e massime distanze: come sì può ammettere, per le semplici con siderazioni su esposte, che in guena varierìLta n ~o meno da poter·lo considerare come costante senza grave pregi udì zio dei la boriosi ca lcoli su di esso basati. Se vi fossero dei ragionamenti atti a dedurre dai valori suaccen nati di a' qu911ì di ·1° e di r·,o da ritenersi come costanti nei tiri di guerTa in condizion i otlime e normali , ognuno vi s' inchinereb be; ma come si· può ammettere che per la mancanza di tal i ragionamenti si ricorra ralla deviazione probabile di 2• sognata (]al Wolozkov? In am missibile sembra giit una prestauilita deviazione probabile per un tiro in cui si spar i sp ianando l' .urna nella posizione che riesce più comoda a ciascun ti ratore; ma meno ammissib ile deve $embrar poi, . che da quella qualuOt[Ue fantasticamente ad un tal genere dì tiro attribuita si deduca la deviazi one probabile ìi1 un tiro puntato. Quest'ultima può riuscire forse magJ~i ore della prima, od anche minore ma priva pur sempre di qualsiasi rapporto con essa. Nello stesso arti colo si legge : « Anzi : l'ipotesi più razionale che si possa fare è ch e tntti i tiratori senf.anv l' infhwnza clel bm·sa_glio ed abbiano l'istinto della necessità eh tirare ptmtando, ma la sentono in grado assai di ver~o così da for mare una scala continua fra coloro che raggiungono il ntaggior gmclfJ eli precisione e coloro che solo dì pochissimo riescono a vincere l'inerzia morale che lì induce a sparare allct cieca ».
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E seguèndo alla lettera una tale .ipotesi si avrebbero tiri mol to meno eiTicaci di quello del Wolozkoy ; poicbè se alcu ni tiratori si avvicinassero sempre più a quest' ultimo ed alt ri al ti ro regolare, gli angoli dì.proiezione clovrebbero intan Lo estendersi dal 4o a quel lo corrisponden te alla distanza di tiro; alla quale estensione si ag· ,.,iunvercbbe poi la deviazione mass ima ammessa dal Wolozkoy da n ll una parte e quella ammissibile pei tiratori regolari dall ' allra : sicchè si avrebbe un a dispersione di colpì crescente colla di ll"erenza fra 4- 0 ed il detto angolo di proiezione corri spondente alla distanza di tiro . Il che, mentre confer merebbe la possib ilità di efficacie minori di quella sn pposta come minima, dimostrerebbe inoltre la maggiore variabilità di (/. per l'oradetta dilferenz:1 , e l'inammi ssibilità d'un costa nte rapporto qualsiasi fra (/.' ed(/.. 1
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** Eccentricitlì del ti1·o. - L'autore però, dedotta come meglio ha cred nto In devì aziont3 probabil e tlel suo tiro da tfuella sognata dal Wolozkoy, non si cura più dell'elevazione media di 4° dal medesimo ammessa, se non in un modo ancora pi LL arbitrari o: supponendo cioè che l'eccentricità del Liro diminu isca anch'essa nel medesimo rapporto cos tante ammesso pe~· la deviazione probab ile. Astratt amente parlando è chiaro che il Li ro può riuscire più o meno centrato, qualunque sia la rispettiva deviazione pro,babil e. Anzi per nn tiro di pace all'appoggio, ma con alzo molto erroneo, si ha una piccola deviazione probabile ed una grande diffe r~n za fra i colpi corti e lungb i; laddove a braccio sciol to, ma con alzo bcriusto , la devi"zìone probabil e riesce maggiore e min ore . invece la detta d ìfferenza. Come si può ammettere poi che in guerra tale differenza decresca colla deviazione probabile e proprio nel medesimo rapporl0 9 L'autore dice: « Quanto maggiore sarà. lo sforzo fatto dai tiratori per vincere colla volontà di puntare l' istinto dì spianare il fucil e, tanto più diminuiranno l'ampiezza del fa scio delle linee dì proiezione e l'eccesso dei colpi lunghi sui corti o dei corti sui lunghi .
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SULL'EFFICACIA DEL TIRO DI FUCILERIA
La. stessa causn che produce ti maggior raggruppamento delle linee di proiezione deve anche produrre necessm·iamente nn maggiore avvicinam~nlo della parte più densa del fascio di traiettorie al bersaglio. Quindi il tiro, sotto l'azione dell'identica causa, deue ?'iuscire contempo1·a:neamente più denso e pù.ì. centmto .,. . Però un'iden tica causa può produrre e1Ielli non proporzionali a sè stessa e molto meno proporzionali fra loro; l'angolo di proiezione ad esempio non fa variare proporzionalmente a sè stessa la gittata, nè la stri ~c ia longitudinnle del 50 •;. dei colpi, nè quest'ultima come la prima. E chi può garantire che quel medesimo sforzo, pel quale i puntatori abbandonano la posizione più comodct, allo scopo di puntare, nell'avvicinare al bersaglio il centro .dei colpi non ne aumenti la di;:persione per una minore sLabililtl dei fucili durante lo :>paro? . Anzi così appunto dovrebbe avvenire, anchè giusta quanto test è si è detto, segu.endo letteralmente l'ipotesi foncl11mentale suaccennata. Ad ogni modo, pure ammettendo che (ciò m,algrarlo) la deviazione probabile diminuisca col diminuire dell'ecrentricitit del tiro, per ammellere poi che diminuiscano entrambe nel medesimo rapporto costante a tutte le distanze di tiro, oc~orre ce,rto un grande atto di fede. CAPO
II.
Considerazioni. 'Suggei'Ùnenti. - Dopo quanto .si è detto nel capo precedente non è necessario penetrare nei dèttagl i dei calcoli basati sulle ipotesi fon damentali esaminate, per g'iustificare il dubbio ch'essi possano reggere gli accennati suggerimenti; di modificare cioè la graduazione degli a_lzi finora ritenuta come la piit conveniente e di dare nn' importanza minore di quella che generalmente si attribuisce all"apprezzamento della distanza pel tiro di guerra della fucileria. Per· verità questi sn~gerimenti non sono d~ ti in modo esplicito; ma il •1° deriverebbe immediatame~te dai dìagrnmmi di tiro an-
SULL'EFFICACIA DEL TIRO DI FUCILERIA
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nessi all'articolo, quando fossero accertati, ed il 2° deriverebbe dal comp lesso dell'articolo, benchè non del tutto conformemente ai· medesimi diagrammi. *
** Jfodifica dell'alzo.- Chiaro è difatti che se in guerr·a, giusta il 2" diagramma, coll'alzo abbattuto s'avesse normalmente il massimo effetto a \)50 metri sarebbe più. opportuno segnare un tale alzo con questo numero anzichè col 275 . È vero che secondo il 3• dia-
,.,aramma il massimo effetto col medesimo alzo risultorébbe invece a 600 metri nelle migliori condizioni di tiro, ma queste non ragaiunoendosi che eccezionalmente, l'arma dovrebbe prestarsi meglio n n nelle ordinarie condizioni anzichè nelle eccezionali, tanto più che nelle favo revo li circostanze si potrebbe anche correggere meglio il difetto dell'arma comandando un alzo adeguatamente maggiore. Co!ìi mediante una regola empirica si potrebbe determinare l'anmento da apportarvi nei tiri di' pace. Lo stesso potrebbe dirsi per tutte le altre distanze comprese ·rra 950 metri e ·1300 metri, come l'oppo5tO dovrebbe dirsi invece per q nelle comprese fra 4300 met.ri ~ ·1600 metri. E dal medesimo 2" diagramma si rileverebbe a colpo d'occhio come, per avere il massimo effetto a distanze inferiori ai 95V metri o superiori ai 1600 metri, bisognerebbe estendere la graduazio~e dell'alzo oltre gli attuali suoi limiti, sollevando all'uopo corrrsponùentemente anche il miri no. Si potrebbe fare a meno d'alterare l'arma, modificando invece le regole ,di puntamento; determi nando cioè di quanto converrebbe punta re più in basso o più in alto del bersaglio, a seconda della sua distanza minorè o maggiore di ·1300 metri (e tenendo conto all'occorrenz·t anche delle condizioni del Liro). I n questo modo il pnntamento riescirebbe un po' più complicato, ma ciò non toglie che si potrebbe pur sempre correggere l'eccen.tricità prevista ed accertata; per quanto !in qui si è dello però pnma di seguire un tal suggerimento vale la pena di riflettervi me;~lio.
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SULL' EFFICA CIA DEL TIRO DI F UCILERIA
2026
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SULL' E FFICACIA DF:r, TIRO DI FUC ILERIA
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Distanza del bena,glio. In quanto all ' apprezzameoto della distanza del bersaglio, nei calcoli per la compiluzione dei detti diagrammi e delle relative tabell e è ammessa (fra le altre) l'ipotesi che « i colpi nella striscia del 50 °/o riescono quasi uniformemente distribuiti >>. È un'ipotesi troppo :u·dita anche questa, ma non certo più delle altre (avuto riguardo alla risultante dispersione dei colpi) cd ammissibile per conseguenza ammettendo tutte le altre. E la dell a striscia per l'attuale alzo abbauuto estendendosi nor · roalmente dn 450 metri ad oltr·e 11200 metri (giusta il 2° diagramma) sp iegherebbe perfet tamente fra tali limiti l'inutilità di qualsiasi apprezzamento della distanza del bersaglio, potendosi adoperare pur sempre quell 'al zo senza notevole pérdita d'efficacia. Solo pei· bersa gli che si trovassero al d i là di 11~00 metri oc~ correrebbe apprezzare la distanza. 1:: fi no ai ·1500 metri il 2• diagram ma giustifi cherebbe ancora quanto è detto nell'articolo: che cioè un errore di '/,0 nell'apprezzamento della distanza, non meuendo il bersaglio fuo ri della striscia. del 50 · 0 / 0 dei colpi, non produrrebbe una se_nsibile perdita d'efficacia; se il bersaglio si trovasse inveco a 11600 metri , stimandola a ·1760 metri in modo da dover preferire l'alzo d i ,1800 metri si avrebbe il massimo elletto anzichè una perdita <f cf!ìcacia , ma stimnndolo a if440 metri e prescegliendo I'a.lzo ò i l &-00 metri (od onche quello di '1500 metri) il bersaglio risulterebbe fuori della striscia del 50 % e non sarebbe c.erto giusto ritenere anche in tal caso come insensibile la relativa perdita d'efficacia. La stessa perdita poi, a parità d' en·ore nell' alzo, potrebbe aversi anche per un bersaglio che si trovasse a '1500 metri giusta il 3o diagramma; il che serve a confermare quanto altrove si è detto, che cioè la maggiore precisione del tiro nuoce anziche giovare all' elli cacia, quando non sia accompagnata da una corri-spondente ma ~giore asattezza nell'apprezzamento delle distanze. L'articolo si mette d'accordo coi propri diagrammi aHertendo che « Alle distanze superiori ai '1500 metri !<arft conveniente,
2027
nel dubbio tra diver:;e stim e d' una distanza, comandare l'alzo corrispondente alla maggiore stima. ». Non sempre però l'appigli arsi ai consigli estremi sarà conveniente tanto più trattandosi di stime a vista di distanze. D'altra parte, se un bersaglio fosse a '1800 metri ma in condizioni tali da. sembrare invece a 11500 metri ad uno stimatore, non sarebbe improbabil e un analogo errore anche nelle altre stime del me- • desimo o d'altri stimatori, inOuendo su tutte le identiche circostanza estern e per lo meno , oltrecchè la stima maggiormente discosta dall e altre potrebbe anche essere la più erronea e senza alcun rapporto con l'occorrente correzione dell'alzo . Anche avendo un mezzo più esatto per apprezzare la distanza parrebbe pertanto che fosse preferib ile attenersi al suo ri ~ ultato med io, aumentandol o di· quanto fosse necessario a seconda delle condizioni del tiro: aozichè afpdarsi al risu ltato estremo nel senso des i dera Lo. Tuttavia le distanze superiori ai '1200 metri e più ancora quel le superiori ai 'i 500 metri sono da ritenersi C•)me tanto eccezionali nel tiro di fucileria, da scusare in parte se non giustificare del tutto il suggerimento di non pr·eoccuparsi molto dell' apprezzamento delle distanze pel dello tiro in guerra, quando fossero ammissibili i diagrammi e le ipotesi dell'articolo in esame ; ma da qu anto precede risulta che anche un tal suggerimento m e rit~ d'es~ere meglio ponderato . TantO più che lo stesso articolo non osa consigliare l' alzo abballtito proprio fino ai Hl OO metri (come il 2• diagramma): nè fi110 ai 900 metri (gi usta il 3° diagramma), !imitandolo invece ai 7-800 metri soltanto. E non è forse inopportuno !asciarlo stare per le sole di stanze cui fu destinato dol suo costruttore, come sembra che possa dirsi anche per tutti gl i aiLI'i; il c.ui riconoscimento poi richiede per naturale conseguenza in tal caso un mezzo aLLo ad apprezzare abùnstanza esattamente qne:le distanze, all e quali essi sono destinati e dall e qual i so ltanto possono essere in pratica d edotti .
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SULL'E FFICACIA DE L TIRO Dl F UCIJ,E IUA
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SUJ,L E FFICACIA DEL TIRO DI FIJCILEIIIA
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•• Ipot esi più mzionale. - Lo stesso articolo infine lo dice« l'ipo· tesi piu razionale che si possa fare è che tutti i tiratori sentano l'infl uenza del bersaglio ed abbia no l'istin to della necessità di tirare puntando • · E Jasriando a dormire il Wolozkov coi suoi so;:.:ni , da sill"atta ipote~i. che cosi limitata sembra elf;ttivamente la più razionale nella generalità. dei casi ammissibili in nouerTa per lo meno, deriva che anche sul campo di battaglia l'alzo piu conven iente sarà qQello stesso riconosciuto come preferibile in tempo di pace a seconda della distanza del bersaglio. Potrà essere erroneo l'alzo unito ad un fuci le e richiedere qualche correzione, ma non sembra che pussa dedursi dalla ipo . tesi del Wolozkoy. Se i ti ratori sp\lrassero alla cieca darebbero luogo ad altrettanti col pi anormali , di cui non si potrebbe tenere alcun calcolo preven tivo; e se ne~su n o P.untasse; si avrebbe un tiro tutto anormale, pel quale non si potrebbe prevedere l'alzo più conveniente ; logica anzi sarebbe in tal caso la soppressione dell'alzo. dell:istruzione sul puntamen to e del(li esercizi di tiro al bersaglio . La maggioranza dei puntatori però , nella pl ural i t~ dei casi ammissibi li anche in guer't'a, punterà probabi lmente, come finisce per ammellere lo stesso articolo in esame: ed allora non sembra che sia il caso di occuparsi della minoranza òei r.o lpi di cu i non si può tener conto (per la loro anormalità) se non mercè ipotesi arbitrarie, che non possono condurre a con· elusioni attendibili; pi ù opportuno sembra invece: l'occuparsi ~ ella maggioranza dei colpi, che {per la Iom minore anormalitit) possono essere meglio studiati. E quale è l'alzo prevedibilmente preferillile per questi ultimi? Come si è gi it detto, la risposta è troppo chiara per richiedere molti calcoli e ragionamenti. Certo neppure nei poligoni $Ì hanno tiri · identici a quello teoricamente descritto, non già, come alcuni dicono, perchè non si tira un'infinità di colpi , ma perchè quel tiro-modello è desunto dalla media dei tiri sperimentali , escludendone tutte le . anonnalìttl i ~tevitalJili in pmtica.
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Sparando un 'infinità di colpi (se fosse possibile), specialmente con diversi fuci li e con diversi tiratori, ancl)e il numero dell e anormalità' crescerobbe infinitamente : sicchè la curva indicante la disposizione per·centuale dei colpi 'riuscirebbe pur sempre onò ulata, nonchè eccentrica e più ampia rispetto a quella teorica; al1 .1 quale però si avvici nerebbe tanto pi ù, quanto minore fosse il numero dell e anormalità rispetto al totale dei colpi spa mti. Pel piccolo numero di colpi ~ he si spar·ano negli ordi nari ti ri su i poligoni, anch e quando avvengano poche anol'mal itil, per la grilnde influenza d'ognuna di esse, la della curva riesce d'ordì · nario più irregolare di quella che si avrebbe con un num ero el i colpi molto maggiore; ed è prevedibile che più irregolare ancora ri sulterit in guerra. pel maggior numero di anormalita ri speuo al to tale dei col P.i; ma non potendosi prevedere qual i an or· malità si avranno , perchè in tal caso esse cesserebbero d' essere tali, non si può tenerne alcun calcolo p~e vent ivo .
•** Del/n::ioni - Quell o che sembra' polersi dire · si e che (peì· servirsi d' una frase dell'articolo in esame). « La natura non am· melle che per eccezion e soln7.ioni di con tinuità » ossia che il tiro di guerra non può consiclemrsi se non come un ti ro di pace in condizione più o meno difficili, ma non di diversa natura; e che per conseguenza come nei tiri di pace (anche in quell i eseguiti nelle più difricili condizioni e malgrado l'irregolarittl della detta curva) nel punto in bianco dell'alzo imp iegato si ha un'effi cacia, ta lvolta maggiore e più spesso minore, ma d'ordinari o non mollo diversa da quella teoretica e dalla massima risultante in ciascun tiro, così nei Liri di !!uerra (mal"rado la m n~r criore n irregolarità della medesima curva) non può prevedersi se non in pro ~s imità del medesimo punto in bianco l'efficacia massima. • Non certo eguale a quella teoret.ica, e generalm ente in fe riore, benchè qualche volta possa risultare anche in i'>ouerra mao•rinre no casualmente o per le favorevoli condizioni del tiro, ma da ritenersi ad ogn i modo come la più conveniente. E sernlm1 poter·si aggiungere che, siccome nei tiri el i pace a parità d'errore nell'alzo si ha d'ordinario una perdita di punti colu
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SlTLI.'EFI•'lCACU. DEf, TIRO DI FlTCILERIA
SULL'E FFICACIA DEL TIRO DI FlTCILERIA
piti cre:;cente col diminuire della distanza di tiro e conispondente presso a poco a quell a desumibile dal L -iro teoretico (benchè se 11'a bbia talvolta una minore ed altre volte una eccessivamente maggiore}, cosi anche i n gùerra un medesirr.o errore nell'alzo produn it d'ordinario una determinata p&rdita d'efficacia crescente col dim inu ire della distanza di tiro (benchè non sarà sempre raggiunta e sara invece qualche volta oltrepassata}. Neppure questa perdita d'efficacia sara eguale a quella teoretica, a parita d'errore: non già perchè la ragione della minore efficacia ammissibile in guerra sia « il maggiore sparpagliamento dei colp i sul piano di tiro che è caralleristica del tiro di guerra » risultando invece da quanto si è detto (circa l'eccentricità e l'irregolarità della curva indi cante la disposizione dei colpi) che l'efficacia corri spondente al punto in bianco può diminuire o crescere pu_r rimanendo invariata la dispersione longitudinale dei colpi e vi.cevcrsa; ma perche in guerra risulterà d'ordinario minore tal e el'ficacia ri spetto a qt1ella teoretica e maggiore la dispersione dei colpi , benchè indipendentemente l'una dall'altra: ed è chiaro che, verificandosi tali diJferenze, debba aversi anche una minore perdita d'efli cacia a pa1·itcì di en·ore 11ell'alro. Bi:sogna però notnre innanzi Lutto, che in guerra sarà e.gnalmenle 7J1·obabile un errore molto magg iore di quello ammissilJile in tempo di pace nell'apprezzamento dell'alzo, a pa·rità del me.;.zo impiegatovi; e poi che una mede:>ima perdita d'efticacia ha una importanza di gran lungit maggiore sol cam po di battaglia an~ichc sui poligoni.
nel la media ' di più misure; ma in ognuna di queste.' ancorchè .ferrore probabile riconosciuto ammissibile in tempo d1 pace fosse di molto inferiore ad '/,., per esempio, n'on si potrebbe essere -sicuri di non oltrepassal'lo anche di molto in guerra. Il che baste1·ebbe già a dimostrare che forse maggiore anziché minore riescirehbe in guerra anzichè in tempo di pace la perdita ·d'effi cacia dovuta all'errore dell'alzo, a parità del mezzo usato ·per apprezzarlo, quando questo (come la stima a vista) .non permettesse un successivo controllo dei suoi risultati : e Ctò sembt·a ·ammi ssibile per la fuciler·ia più ancori1 che per l'artiglieria:. con.siderando la sua minore attitudine a rilevare gli errori dell'alzo ·dagli eiTelli del tiro. · Quello però cui sopratutto si dovrebbe rifl ettere è la maggiore importanza che ha in guerm qualunque perdita di punti colpiti, la ,quale nei tiri di pace non può che fa re attribuire tutto al più un valore piuttosto che un altro ad un reparto di truppa od al suo comandante, ma nei tiri di guerra P\JÒ forse anche far perdere una ~l attaglia ed una campagna. ' . . . Per conseguenza, pure ammellendo che a pai'ltà. del mezzo Impiegabile nell':1pprez~nre gli alzi, sia desso la stima a vista od un telemetro qual unque, si abbia dai suoi errori in gueJTa una .perdita d'ellìcacia minore che in tempo di pace (ciò che non sembra sostenibile per la stima a vista particolarmente) I' importanz~ da .a nnellervi per la guerra è pur sempre di gran lunga maggiore di quella che in tempo· di pace si è_abituati ad att~i buirv.i. _Tanto ,più che, giusta quanto precede, il caso in fl uendo. rn ~gn.1 s1_ngolo tiro anche di pace sull'efficac ia risultante, non s1 puo ne s1 deve auribuirvi un eccessivo valoi·e individualmenLe; ma ciò non toglie -che nella generalità dei tiri anche in guerra l'eiTetLo sarà tanto :maggiore quanto più esatli saranno in media gli alzi impiegati.
"' ** Si in tempo di pace che in guerra, se non dalla stima a vi sta, che non può garantire alcuua approssimazione, per quanto sitt ripetuta, come altrove si è dell.o ('l), auch e da un medi ocre telemetro (privo di notevoli cause d'orrore costanti) si può avere quell a maggiore esatlezza che sì desidera f mpo1·tan.za. -
(l )
v. /)apprezzamento
delle distanze pc! ti1·o di (ttcile1·ia. -Articolo Il, Capo l.
ConcltLsione. - Nè v'ha chi ignori che in guerra qualsiasi vantaggio può riuscire fattore di vittoria, come dalla maggior somma d'errori commessi derivano le scon fitte. E riflettendovi, non sembra possibile il disconoscere l'opportun ità di propugnare anziché combattere l'importanza d'un ade-
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guat•1 apprezzameuto degli alzi e delle distanze, da quest,e soltanto• ,quelli potendo essere dedotti. Anche l'articolo esaminato, appoggiandosi alle più s tran ~ ipotesi r.he siansi fatte sul tiro, può chiamare insensibile la di!Jerenza d'efficacia derivante da questo o quello enore nell'alzo. ma nonn e~arla in alcu n caso; nè sembra che si possa negare razional mente l' uti littt d'apprezzare colla mnggiore esattezza possibile l'alzo. occorrente pel tiro in qualu nque caso, ma più specialmente in; guerra e sopratutto nelle pii: critiche cir·co5ta,nze. Senza dubbio la pretesa della mn ssi ma esaLt~zza a~solnta sarebbeassurda, e dannosa anche la ricerca della maggiore esallezza umann- · mente possibil1.1 a scapito d'ogni altra es igenza del tiro ('l ): oppor-· tuno è perta nto determinare lìn a qu.a l limite cùnvenga spingerla; ma non sembra che si possa dedurlo proprio dal sogno del Wolozkoy, bensì dai pratici dati dei tiri' eseguiti in cond izioni pe,quanto più è possibile simili a quelle presumibili in guena, n on c h ~ dagl i eiTettivi ti 1·i di guen·a più accuratamen te esamina ti. E quando si avessero anche in tal modo risultati conformi a quelli razionalmente previsti invece di ritenerli come inammissi bili (perc!Iè inesplicabil i colle ipolesi del Wolozkoy e con qualsiasi· altra considerazione all'infuori dell' errore negli alzi) più. oppor"· tuno parreb be dedurne la conclusion e : che un'importanza maggiore anzichè minore co nverrà dare in avvenire all' appr·ezz~.. m&nto delle distanze poi tiro di guerra della fucileria .
E.
FALLET'lT cnpilano à 'at·Uglie·r ia_
(l)
v.
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SULL'EFFI CACIA DEL TIRO DI FOCILERIA
DA KP.~SSALA A D ADDA 1894 .. 1895
ì\OTIZIE POLITICO- }.llLITARl
ALLA STORIA DELLA COLONIAERITREAn CO:>
APPUNTI CRONOLOGICI DAL 1869 AL 1895 Continua~ione -
Vedi di spensa XXI
Non v'era più dubbio sulla via scelta cla lVlangascià, _e~ i l O'enerale Baratieri, all'alba del 12, passava il Mareb dm· .ge~dosi sopra Addis- Addì, dove faceva prender posiz~on~ ..al battaglione del maggiore Hidalgo. Durante la _v1a. s1 :scorgeva nettamente il cammino dei Tigrini, con obb1e~t1v o ~a monte Dighim (l). Ras Mangascià voleva addentrarsi nel , ·cuore dell' Okulè Kusai (2), ed occorreva prevenirlo senza .:ritardo.· Inoltre in q nella regione, di fresco ribellatasi acl
/, 'apprezzanwlto de/te distanze 11el tiro ài {ucite1·ia. -Articolo 4°.
{l) A sud-est d i Addis-Addì. . . . (2) La •·egione dell' Okulè Kusai, tutta irta d1 al ture da1 _1800 a ~ '2500 metri rotta. da frequenti bu:·roni, vie aspre e rotte che gu1dano :u frequenti ;illaggi che coronano le alture si presta assai alle operazio~i ·di piccola g uerra, ed un nemico che eome l'abissino sapesse trarre, 11 m assimo profitto dal terreno riuscirebbe con poche forze a stancare l e-nerc:ria di un·a anche forte offensiva, frustrando qualunque sforzo. (~ Seg·uito del lavoro D~ Assab a !<assala, (1869-1895) vedi R1'vista ..Milita1·e 1895, fascicoli di g iugno-luglio-agosto.
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DA l<A~SAT,A AO ADOA
DA KASSALA AD ADUA
istigazione di Bata Agos, avrebbe trovato il traditore molta. acqua, viveri ed appoggi d'ogni sorta. Il generale Baratieri decise di pr~venire il nemico a Coatit; prima che s.i .coprisse efficacemente fra i monti, mentre la marcia delle truppe italiane poteva evidentemente esser tenuta nascosta ai Tigrini. D corpo d'operazione s'avviò a Coatit.. procedendo rapido e riunito; gli esploratori segnalarono subito in basso la marcia del nemico sul fianco destro degli. italiani ed in direzione convergente. Coatit era sgombra. Il battaglione del maggiore Toselli, ch'era in avanguardia, entrava a Coatit e vi prendeva posizione nel pomeriggi<> del 12. Si scorgeva intanto la lunga colonna di ras Mangascià, che oltrepassato Ascirà_ si arrestava fra JY.fai-.Mehemesa eAdi Legib (1), a sei chilometri lungi da Coatit. Era adunque riutlcita pienamente l'azione strategica, perchèil nemico invece di sorprendere sarebbe certamente stato sorpreso, mai più potendo sospettare la velocit..-ì delle nostretruppe. Non restava che risolvere l'azione tattica. Il ma.ggiore Toselli riceveva ordine di prendere forte po- · sizione in vista al nemico ad est ed a nord-est di Coatit la batteria di raggiungerlo, le bande dell'Okulè Kusai col tenente Sanguinati di collocarsi alla sinistra del battaO"lione o ' quelle del Saraè col tenente Mnlazzani alla sinistra di queste ultime, cioè a nord-est della località per garantire il fianco esterno. I due altri battaglioni (maggior~ Hidalgo· e Galliano} ebbero ordine di riposare a Coatit presso la spianata della. chiesa, pronti a muovere un'ora prima dell'alba. Nulla turbò la quiete della notte fra il 12 ed il 13. Il nemico non avendo spinta nessuna pattuglia sulle alt ure era evidentemente tranquillo nè poteva credere d'altronde così vicini gli Italiani.
(l l Adi -Legib è a circa l 5 chilometri ad est di Addis-Addi.
P oco prima che facesse giorno il batt~glion_e Gallia1:o si schierava a sinistra del battaglio:r:te Toselh, ed 1l battagl.lOne Hidalgo restava in riserva dietro al centro della lmea. ·Alle 5 45 s'iniziava il movimento offensivo, avanz~ndo con leggie~a conversione a destra e. con. dire~ior:e preetsa a~ un poggio a. forma di cono, bene m v1sta fra 1 due camp1 avversari. . . · · ·1 .A.l sorgere del sole, poco do~o le 6, la b~Uena t~lztav:.1 suo tiro a distanza di 1900 metrL Occupato mtanto 1l pogo 10 nella direzione del qual e si era iniziato il movt.mento, le bande che erano a sinistra. e perciò all'ala marcmnte della rima conversione fnrono dalla configurazione del terreno P ' largn. attratte troppo m · b.asso, verso e per la fronte assai il centro della linea. Questo spostamento obhquo, <)Uai\t irresistibile lasciava alla sinistra. poco osservate le a.ltmo erl il villa<Ygio di Adi. Auei (l). · o · · Ciò La sorpresa nel campo nemtc~ era ptena. . ma!O'rado "' .. 1 con celerità sorprendente si formavano grn?p1 sempre . P 1~ numerosi e si avanzavR.no sul fronte con mllle precauzwm: strisciando pei fossi, dietro agli alberi, alle piante e~ a.t sassi, per ' sla.nciàrsi poi scoperti avanti, far fno~o ~ npA.rarsi di nnovo. Da parte nostra il fuoco commc1~va su tutta la linea vivo, continuo e con disci.p1ina mmmrevol~. Era g ià impegnata da un bel poco l'azione su .tu~to l~ fron te di battaglia, quando a tergo delle for ze abtssme st scorge distint amente, .ma ad intervalli fra le altur e retr~ stanti, il movimen~o di una forte colonna che te~~a ~ggt rar.e alla larga il nostro :fianco sinistro. Le cond1z10nt topograiì.che favor iscono assai il. movimento che proce~e se~ p1~~ più a l coperto dalla v ista e dalle offese d~gh Itaham . inoltre le forze che aggiravano essendo snpenor1 al . tot~.le delle nostre, JYiangascià. doveva sperare nella certa nusctta della sua· manovra per l'esito finale, giacchè le forze che
· l' t · 4. c:h ilometri nù est-norcr-<'~t (l) Il villaggio d i Adi-A uet cIS a ctrca
da çoatit. /
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DA KASSALA AD ADUA
egli aveva impegnate ~ul nostro fronte erano anch'esse alle nostre superiori. Quantunque a bella prima non era possibile giudicare della entità del movimento, il generale Baratieri mandò' subito ordine alle bande di voltara la fi·onte a sinistra. iri. direzione del poggio di Adi Auei, ed al maggiore GaBiano che con le sue compagnie non ancora impegnate muovesse verso le alture per interrompere ]'aggiramento. Il maggiore, c~~ 3 compagnie (l ) che aveva in quel momento disponibtll, andava subito a prendere posizione a cavallo dei sentieri che da Adi Auei menano a Coatit, a tempo rinforzato da una compagnia del II battaglione (Hidalgo) (2). N el frattempo sul primo fronte, ad oriente ed in basso, non ostante il ~emico fosse ostinato ed avesse preponderanza di forze gl'Italiani tenevano fermo ; il vuoto lasciato · dalle tre compagnie dt~l battaglione Galliano (III) era stato snbito riempito da due compagnie (3) del 2" battaglione, con nn' altra (4) in riserva. L'arliiglieria t irava efficacemente tra i 1000 ed i 1800 metri contro grossi' nuclei di Abissini, e la fanteria avanzava impav;da, alternando fuochi micidiali a furiosi attacchi alla baionetta (5) . I~ co~tegno fermo c tenace dei battaglioni Hidalgo e Toselh asswurava cosi sull'ala destra la vittoria. Dall'ala sinist_ra l'a~giramento si pronunziava sempre più pericoloso, ed tl nemtco appariva ad inter valli che mirava certamente a Coatit, donde il maggiore Galliano mandava a domandare rinforzi.
(l ) l • compagnia, capitano Castellazzi - 2• compagnia, capitano Folchi 5" comp:Jg-oia, capitano Alferazzi. (2) 1" compagnia di milizia mobile, tenente De Marco. (S) 2·' compag-nia, capitano Barbanti-Silva. ....,... 5• compagnia, capitano Pavesi. (4) 6" compagnia .di milizia mobile, capitano Artale. (5) In uno di quest'i furiosi assalti cadeva il tenente Scali'arotto a capo dello. s u::. mezza comp<tgnia (2• compagnia del II battaglione) mentre i ,suoi scacciavano g li Abi:ssini. -
DA KA$SA!.i\ ,\Il AI>UA
A Coatit, non ostante si fosse vittoriosi a destra, bisognava accorrere ad ogni costo, perchè qui~i eran~ gl~ ~p provvigionamenti, la stazione di modic~z10ne. de1 fen.tl, e lì era la testa della nostra più comoda hnea d1 operazwne. E d il o<Yenerale Baratieri ordinava ai maggiori Toselli. e Hidalgo di fare appoggiare quelle tra le_l~ro co~pa~~1e, che non erano impegnate, da destra a sm1stra; d1 dtslmpegnare abilmente quelle già impegnate,. ma s~wcessiva mente, per evìtare pericolose riprese offens1ve; e finalmente cambiar fronte così poco per volta da est a nord-est ed a nord, dove era già stata avviata l'artiglieria. N ello spostamento del quartier generale lo stesso Gover: natore col seguito furono fatti segno a frotte numerose dt Abissini che fecero una viva fucilata. Dllrante questo movimento, protetto dalle compagnie e dalle b~tnde che respinsero gli Abissini, cadeva il tenente f\anguineti colpito t r.e volte di palla, il tenente di c9mplemento Oastellam ed 1l. ser<Yente Bertoia e vari ascari 1(1). Il generale Baratieri ed il generale Arimondi comandante in secondo disponevano subito per la efficace difesa di . Coatit, raccogliendo le forze sul nuovo fronte. In condizioni
(l ) Arnaldo Castellani era. vicino al generale Baraticri quando fu colpito: una palla gli aveva passato il cuore. n tenente Sanguinati, alla testa delle suo bande aveva sostenuto con slancio e bravura insieme alle bande del tenente Arturo Mula,zzani l'attacco sul fianco sinistro della posizione : fu ferito una prima volta ttl braccio e continuò a .::ombattcre, sempre incitando i suoi nella pugna. Ricevè una seconda palla all'addome, e rimase im perterrito al suo posto di combattimento, benchè cominciassero a mancargli le forze. Ferito una terza volta era portato via a viva forza dalla pugnn, e l'indomani moriva, dopo lunga e· penosa agonia. . Il sergente Ber toia, commesso coloniale, ed addett.o al quartwr generale, benchè pel suo servizio non fosse chiamato a combattere, aécorreva volenteroso alle prime fucilate e vi r imaneva morto. Nella stessa. giornata moriva degli rta.l ia.ni anche il fu riere Epilati. r morti italiani rurono così: i tenenti Sca.lfaroLto, Sanguinati, Castellani, jJ furiere Epilati ed il sergente Hertoia.
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DA
KASSALA A D ADUA
difficilissime pel momento critico e gli intoppi topografici si era cambiato fr onte sotto gli occhi del nemico, senza interrompere l'azione, combattendo sempre e proteggendo felicemente fianco e tergo minacciati. A nord di Coatit, da un'altura che 1a domina, si addensavano le masse nemiche : il loro fuoco era incessante, e presso la chiesa dove erano ricoverati i feriti una ba,nda di A bissini per pÒco n on pervenne a seminar vi la strage (1). Continuando il nemico a consumare le sue càrtucce in una fucilata continua ed a distanza g rande, tuttavia spesso ardimentosi ava.nzava.no for ti nuclei da tutte le par ti, che coprendosi con g li ostacoli, apparivano improvvisamente vicinissimi tentando colpi più efficaci. E l'artiglieria solo in queste occasioni tirava qualche colpo per sgominarll, men tre la nostra fanteria anch' essa faceva appena qualche salva.. Con tale procedimento si rispar miavano le munizioni stuzzicando il nemico a consumar le sue, fiaccando la. sua energia in vani sforzi (2). Così durò con pochi episodi fino a sera. un' azione che cominciata da par te dei Tigrini con g rande slancio o vi. gore sul primo fronte, aveva continuato fiacca.ndosi poco per volta in inutili tentativi di ag g irare l'ala siuistra. L a prontezza nel parar e l'avvolgimento iniziato aveva salvata la situazione ed umiliate le forze tigrine. Ras Mangascià era stato a?unque battuto con g ravi per dite di capi e di soldati, ma fino a sera rimaneva in posizione, e si rifomiva di munizioni con abbondanti provvist~.
' (l ) Il tenente medico Virdia con non comune prontezza raccolse i pochi mu lo.ttieri, attendenti, infermieri e tèriti meno g ravi dietro il muro del cimitero, e disperse col fuoco gli assalitori. (21 L<t forze italiane erano così schiernte a Coat it: il 3o ec·l i l· 4o ùat tag-lione sul ciglione con fronte a nord, rivolti contro l'altura su cui il nemico raccoglieva. il massimo sforzo; il .2° battaglione al coperto cd in riser·vu, pronto ad accorrere su qualunque fronte; le bande del Saraè e dell"Okulè-Kusa.i guardava no i! fianco destro, a destra di Coatit, ad est
ed a sud- est.
DA KASSA LA A D A D UA
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Ne~su no peraltro, dei reparti g randi e piccoli itali~ni av~va :; ' ceduto, ma scarseggiavano le cartucce, ess~nd o I.·1m asta la. carovana di munizioni ad Addis- Addì (l) : a.t pezzt da mon~ tagna non rimanevano che 11 colpi per ciascuno, ol tre ai 16 a mitraglia.. . L a notte fra il 13 ed il 14 passò senza al~un tentabvo . . ma l'indomani 1,b un tntenso fuoco da parte d e1. T"tgnm, d i fucileria diretto sulle nostre posizioni fece supporre. ch.e Manga.scià volesse ad ogni costo aver ragione ~egl'It~ha: : I colpi erano però poco dannosi alle nostr e. l mee, Sla . p la distanza. che per l'orgasmo dell"avversano, che par eva sparasse escl usivament~ per far del chiasso. . . . L'altura di Coatit, occupata . da stuoli nu~erosis~tml e preponderanti, era assai forte per sè stessa, ed Il Ras. l.aveva rafforzata con mur iccioli in yarì punti, aspettandosi ~~:dub biamente un attacco generale sul fr onte. Con tutto ~~o non cessava di formare a varie riprese delle colon~e ~ at.t~cc o (che presto la nostra artiglieria spazzava)? e dt mt.na~cu~or e ripetutamente l'ala nostra sinistra per tmpadromrst dell'acqua di Coatit. .. t· Dietr o alla posizione tenuta dai Tigrini, Mangasct~ con ~~ nuava a far battere a raccolta col negarit. Poc? ~nma de me:;~,zogio rno forze n umerose scendevano.dalla Fostzwne verso ii burrone sottostante, ed una parte Sl avvtava sul nost~o fianco sinistro. Mentre inoltr e era segnalat o ~uesto movimento sulla sinistra, dall'ala opposta e propnament~ sulla strada che separa a nord e ad est d ue a l~nre fu av:erttt.a una forte banda. Questi tentativi, con le npetute :nmacCie del corpo eli ras Agos (2) sulla destra, .f~ceva;no rafforzare dal:~ nostra parte sempre meglio la postzto?e, senza allon:~nar:;l dalFordine a enera le r icevuto : sparar d l r ado e a c~lpo :;tctuo, e indurre il nemico a fare il maggior consumo dl cartucce.
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(l ) Le munizion i furono poi da Aùdis· Addi port~te. a ~henafe~~· e la mattina del 14, alle 9,30 giungevano <>ul campo dr Coat1t, assa1 10 tempo. (2) Ras Agos, capo dello Sciré.
D A K ASSA L A A V A DUA
21) 10
DA K ASSA I.A A D AD UA
I colpi dell'ar tiglieria che prontamente disgregavano i nuclei più pericolosi producevano altresì numerosi incendì !l-ell'erba secca : la fucilata de i nemici ~ominciava a diminuire di intensità. Così n el corso della giornata del 14 il concetto temporegg iante cosl bene attuato dalle nostre truppe otteneva pieno successo. Nè oramai potevansi temere g ra\ i pericoli· n ella mente del generale Baratieri, che studiata bene la situazione del momento , calcolava : l" Che aspettando un giorno almeno prima di risolvere di nostra iniziativa l'azionè tattica, si sarebbero aumentate le nostre forze senza diminuirne la sicur ezza nè smorzarne lo slancio ; e ciò perchè le nostre fatiche ayrebbero potuto avere un salutare riposo e sarebbero arrivati intanto i rifornimenf.i eli mun izioni e di viveri aspettati da Addis Addi; 2• Che attendendo piuttosto che at taccar sub ito, ne avrebbero sofferto piu ttosto la forza ed energia del Il-emico, la cui posizione era assai malagevole a tenere. I T igrini inoltre scarseggiavano eli viveri, di acqua, e probabilmente di munì · zioni, di cui aveva fatto tanto sperpero con cosi poco danno; 3° Che il nemico, deluso n ella sua speranza di sopraf-: farci di p rimo impeto, doveva essei·e assai demçn:alizzato, quindi per metà vinto per una prossima possibile azione. Con tali convinzioni il generale Baratieri d isponeva che l'at tacco frontale risolutivo ed a fondo avesse luogo l'indo · mani 15. F u ordinato a ll'artigli0ria che si trovasse pronta prima dell'al.b a a battere la cresta dell'àltura nord di Coatit. Il battaglione T oselli sparpagliandosi nel modo abissino doveva scendere il burrone e risalire la posizione dei T igrini per avvilupparla, mentre le bande con identica manovr a puntando più a destra dovevano tendere ad Adi Auei, ·sul :fianco ed alle spalle della linea nemica. Questa manovra doveva essere protetta. dal t iro inesor abile del~a batteri~. Gli a ltri due battaglioni (II e III) dei maggiori Hidalgo e Toselli dovevano aspettare ordini per esser e impiegati a seconda del pronunziarsi del l'a.zioue.
20.U
•Erano dati cos't tu tti gli ordini per l'indomani, quando giunsero notizie sicure che ras Mangascià, poco dopo le ~O di sera si era allontanato con tutte le sue forze, con evidente obbiettivo a Senafè (1) ver so sud- est. Nello stesso t empo A.gos Uolcl 'l'afari (~) , pretendente al dominio dell' Agamè, mandava messi al Governatore per ( l) Senafè, ,..apolnogo dello Sci m?nzan a, è posta u sud-s~d-ovest di. :l~la, · · · 8~ h'lometri E posta sulla strada. ImportantiSSima da cu1 d1s ta c1rca o c • · . d'<>' t- -\.dua 0 dis ta da Adigrat 60 ch ilomet ri, da Ad ua 120 c• rca. Zula-A •, ra · ' . z è tao-liata da. u n'altra, Oltre la strada. accennata, prove men te fla u 1a, 'o ' . . .• . nrovcniente da. Ilidol e :\lallio (valle dell'Hàddas), che r accoglie •l ta,.c•o ~tradale · di tutto l'Okulè· Kusai da nord. . . È pos izio ne strateg icn. di g rande im porta nza, pet·chè v1 g nm ge la mi"'liore e più corta. via che da l Tigrè conduce al ma re. "' Gli Inglesi nella spedizione contro 1·1 negus Teodoro ne fecero forte . base di oper!lZioni. . ., ' n'l' (2) Il degiacc Agos Uold Tafa ri è discendente della g1·ande l.urm, w,
dinastica dei Sabao-adis, g ià. signora dcll'Agamè, ed un .tempo d• reame iii vas to nell'inte~o T ig rè ed in par te della pro,•ineia. di Amhar:t .• ?op~ i,., pri gionia del penu ltimo s ig nore deli'Ag~tmè, ros. Sebath, Agos I afar~ coltìinciò a nutrire maggiori spt!rnnze di signoregg•are.nel ~aese det s:~~ adri, tanto piìl che l'Agamè era tenuto da uno stram ero 1mpost~. da"' . · · T " · A taio A<'>'OS T a fhri av eva da un pezzo u conop ScioanJ ScJUm es.a t n · "' ' : ' · ' conto l'autorità italiana, ed aYeva rnandat.o sno fig lio come 0 se tuta per. su . . · t nelle sue o-rr·o ad Asmara sperando di essere da no1 r1conoscm o • 1 OSUlee ' • d· 1 e spesso al ma re - · pretese e di essere autorizzato,. come . lo tu, 1 scene er cr ri for ni rsi d i m un izioni e d t v1ven. p r iconoscimento ufficiale addi ri ttura con si era. ancora potuto. conce11 . , ò . Sel)''" tlJ , poi per rJ orrnardo , •as dEH e, nei· P 11··mi tempi perche nell Agam era . l' .· • d . ade renze a ras i\Iang·ascià di cui era nemico accam to. Ed eg t, Jt Cco I . . . d· fami<>lia e di simpatie oltre il nostro confine, con alcune centlll:lla d• 1 ' e • d 't . r ero cam pando ora cul armati ·weva con tin uato a VJ'•ere da ban 1 .o, p1o u., , 'rnzziare ' ' !.!'li ab1sstm · · · dt· Mangasct'a , ou:1. . on· l l· A so e i Baso della cos ta · . ia.ta la r ibeHione di Bata Agos, Tafari era in relaztone ~on coScopp , · .. '.l dopo 11 comstui non ostant e avesse r espinto offerte eh '..Jangasc!a. · a bntt:imen to d i Ha1ai in cui i l mag-gioro ~oseJii face.'a pc•:dcre a ~atn/g;o~ 001 la. partita e la vita, Agos t:old Tafari S I rt vo\se d1 nu~' o a e ~~;s colto me""lio. Quando le nostre tru ppe fecero la marc1a . ~u. Adua '. "' "' una scorreria n~l l' Agame· fì no a d Arl i "'"' r~ t' .ncil postos• su 1 ieee , T 'af::tri · · l ò f .· san•ente l acca mfianco di ras llfangascià la sera del 13 ne assa t m to ' · pamento tentando d'impadronirsene. Tra il 14 ed il 15 g ennaio offrì insistentemente i s uoi ser vig i per
DA KAS~ALA AD ADUA
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DA KASSALA AD ADUA \
mettersi ai suoi ordini per _attaqcare coi su_oi seguaci ras :Mangascià. Un'ora e mezza prima dell'alba del 15 il generale Barat ieri disponeva per l'inseguimento del Ras verso lo Scimenzana {1}, deviando prima versp nord e v~rso il villaggio di Adi Auei per evitare ogni possibile agguato. Del corpo di operazione veniva stornata dall'inseguimento una sola compagnia (2) , cui fu dato l'incarico di scortare i feriti ad Adi Ugri. ...~ll 'alba, con quattro giorni di Yiveri, s'iniziava il movimento generale. Giunti ad Adi Auei si fu con più sicurezza accertati che il nemico si ritirava per Toconcla, senza aver lasciato neiisuno. E le nostre truppe percorrendo una via aspra, difficile, che conservava evidenti tracce del recente passaggio dei Tigriui, salirono pel massiccio del Dorician, e per Amba Scialai giunsero a Toconda (3). R as J..'iangascià, diretto a Sena.fè, vi era passato qualche ora aYanti. Qui a Toconcl.a, che si prestava per la sua struttura e per la quantità di aoq,ua ad una prima energica r esistenza, non s i trovarono i Tigrini; e ciò era segno sicuro che il nemico aveva fretta di arrivar lontano ed aveva messo le ali a i piedi. Non era però presumibile potesse oltrepassare Senafè, avendo già percorso un lunghissimo cammino. Due ore dopo mezzogiorno, fatto una breve sosta di riposo a Toconda, gl'Italiani proseguivano l'inseguimento alle ca-lcagna di ras Mangascià. · molestare attivamente ras :O.fan~ascin, e ne fu au torizzato ed incor:Jg-giato dal generale Baratieri con buone parole e speranze per un prossimo avvenire. Come vedr·emo, non fu poco abila l'appoggio accordato a quest{) capo ardimentoso e \';.dente. (l ) Lo Scimeozana è regione a sud-est dell'Okulè-Kusai, confinante col Belesa a sud. È suo capoluogo Senafè. (2) sa compagnia di milizia mobile, del capitano Cantoni (l\" l;attaglioneì. (3) Toconda, villa!('gio a nord di Senafè da cui dista circa 18 chilometri, è nell'Okulè-Kusai, sulla strada Zula-Senafè.
20!3
Giunti a Senafè, l'avanguardia occupò snbitame~te una posizione dominante, e dal_l'alt~ si ~c?~se ~nalmen~e 1l ~a~~o dei T io-rini. Furono spedite ncogmz10111 alle ah e Sl m~ ziaron~ le disposizioni per lo schier amento ~t:a~do, l'artio-lieria avanzatasi, apriva il fuoco sul ben VIS1b1le e vasto ~ampo ab issino, a circa 2600 metri. . . . Ciò avveniva poco avanti il tramonto del gwr no 15 genna10: Lo slancio dei nostri ascari avrebbe certo l"accolto altn allori in questa sequela di successi, ma l'ora tarda ed :ma nebbia assai fitta, che spesso toglieva completamente la v1sta del terreno, non cons~gliava.no agli Italiani d~ lasc~are le P_~ sizioni avventurandosi in località favorevoli agl~ agg_u_a"1: rotte, disseminate di ostacoli e, quel che è più, _n,ssa~ fam1ha~ 1 ai nemici. D'altra parte rimanendo su quella ~nma _posizione si sar ebbe potuto all'indomani, a giorno chiaro, n prendere la partita con certo successo. . . Ai primi colpi di cannone i negcwit del n~~1co com~n ciarono a battere furios_amente:; uno scomp1gh o gene1ale si manifestò nel campo avversario, ma nulla po_t~va concretarsi sulle sue intenzioni e sul suoi movirnentL I?ura?-t~ la notte il plotone eli cavalleria e gli informaton sp~uti avanti riferirono che r a.s Mangascià., impotente a raccogliere i suoi alla resistenza, si era allontanato verso sud, sparpagliando tutte le forze verso l'Agamè . (1). Co~lo~at_e allo~~ le band~ all' occupazione dalla conca d1 Senafe, 1l 16 ali alba il generale Baratieri scendeva con le sue truppe nel paese. n disordine più largo regnava nell'abbandonato campo t i o-rino: la tendo. stessa di ras :Mangascià era forata da u~ cclpo di shrapnell, e quivi d'intorno giacevano pareccht
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(l) L'Agamè, vasta provincia ùel Tigrè, ~iace immediatamente a sud dello Scimenzana, ed è limitato a nord dal torre,.?te B~lesa e ~a un t:atto del l\'luna. È suo capoluogo Adigrat, a circa 10 chilometri ad onente
di Adua. . T r · · era governata per con t.o d"t '!ai· o-ascia'· da Rcw m es,ai, La provincia ·' 1,, . sioa.no, dopo che Mangascià ave,·a. preso· e fatto prigione ras Sebatb, mviso a lllenelik cd a lu i.
DA ltASSALA AD AOUA
morti. Eranvi cosparsi in disordine oggetti ed attrezzi di ogni sona, viveri e carte, segno indubbio del recente panico , e della fuga pr ecipitosa. . Nella giorna.ta ·dal 16 molti capi dello Scimenzana ed 1 preti delle località vicine si presentarono al Governatore facendo atto di omaggio e giurando odio ai traditori della giurata fede. L e notizie ulteriori confermarono lo sgo~ento che aveva invaso i Tigrini. Le tarme del Ras, colp1te dal panico alla sorpresa dei primi colpi di cannone nel _ca~po: si erano disordinatamente irradiate in tutte le dtrezLOlll abbandonando il loro capo, di null'altro sollecite che di mettersi in salvo, raggiungendo le loro sedi. Al coperto dei monti dello Scimenzana la defezione generale si era spinta :fino oltre il K omailo ed il Muna, parte dei fuggiaschi riparando in dir ezione di Adua, parte per il F aras- ìYiai, e parte diretti al lontano Tembien (1), al vVogerat, al Semien ed allo Scirè. Il Ras del Tigrè, l\1angascià fedifrago, pagava assai caro il suo malèalento: poche centinaia di seguaci lo seguirono mentre si allontanava più che correndo verso sud, dirigendosi agli aspri monti del Tembien. Con questa felice soluzione per le truppe italiane si erano cl ifesi ad oltranza gli interessi della Colonia, rendendo vani ed impotenti i conati dei t raditori. Il materiale insc· o·nimento dei vari nuclei disseminati in ogni direzione o . . non sarebbe stato ora nè logico nè utile. Ben altn grn.Vl i:1teressi occorreva da nn momento all'altro esser pronti a cl ifendere, n è si poteva oltre arrischiare la ,nostra forza (1) n Tembien è provincia a sud di Adua, limitata a nord dal fiume t:eri affluente del Tacazzò: questo confine settentrionale dista da Adua circa .w chilometri sul punto pi(t vicino del fiume. Il capoluog-o è Abi-Adi. c \Vogerat, a sud-est del Tembien, è a sud dell'Agamè, da cui è separn.to dal le provincie dell'Haramat prima, indi rlell'Enderta. Confina ad orient-e con la deserta regione del Taltal. n Smnien, diviso dallo Scirè a nord dal corso del Tacazzò nel s uo bt·nsco gomito in direzione est-ovest è provincia no rd-orientale do ll'Amhara. c•l è la più elevata dell'Abissinia. Il capoluogo ~~ Insciatkab.
DA KASSAI.A AD ADUA
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direttamente (1). E però per l'inseguimento ulteriore, e per l'occupazione graduata dell'Agamè fu dato incarico ad Agos Tafari coi suoi partigiani. Agos Tafari il 17 passò il confine dell'Agamè per occupare Adigrat, dopo avere prestato a Senafè solenne giuramento di sudditanza al Governo. Egli doveva conquistare l'Aga mè median.te il solo nostro appoggio morale e con le ader enze che la sua nascita, il suo passato e le recenti nostre vittorie gli guadagnavano. Così il 18 gennaio il generale Baratieri si ritirava col corpo di operazioni nell'Okulè Kusai, lasciando a Senafè due compagnie sotto gli ordini del maggior e Galliano, con lo scopo di appoggiare eventualmente con la loro presenza le operazioni di Agos Tafari e di raccogliere e trasmettere le notizie e le novità di oltre frontiera. Il Governatore ordinava altresì la costruzione di un forte a Saganeiti e disponeva che le importanti posizioni di Addis -Addì e Adi-Caiè (2) fossero occupate 1 ciascuna da una compagnia di indigeni (3). Una fulminea campagna, splendida negli effetti ed importantissima pei pericoli che aveva sventati ed i risultati ottenuti con sì pochi mezzi, si ·era svolta in poco più di un mese. In queste operazioni, guidate da alti concetti, da abilità senza pari e da impareggiabile valore di ufficiali .(1) Le minaccie dalla parte dei Dervisci sulla nos tra recente frontiera occidentale non erano ancora smentite, e circa GOO chiloo1etri di zona quasi sempre montag nosa corrono da Senafè a Kassala. Era necessario inoltre l'istorare le Forze di truppe che da un mese, con marce leggendarie, strapazzi eccessivi, privazioni continue avevano meritato i più grandi elogi e ammirazione di tutti. Non era. quindi conveniente avventurarsi in altre fatiche meno fruttuose prima di rin f01·zare le truppe di numero, riot•dinarle e premiarle. . . (2) Adi-Caiè è a 4 chilometri a noNI-ovest di Toconda cd a ctrca 20 chtlometri a sud di Halai nella strada Halai-Senafè. {3) Per lo svolgimento della campagna nell'Okulè Kusai e nel 'l'ig rè abbiamo se<ruito passo per passo l a relazione sulle « Ope1·a~ioni )Je?' la difesa della° Colonia E r·itr·ea dal 1;; ottob1·e i894 al ~O ge~naio 189!5 » del generale Oreste Baratieri, governatore della celoma Erttrea. 129
~ AriNO ~1-.
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italiani e di truppe, indigene si era àvuta nna seconda volta la prova che gli' ordinamenti militari della Colonia rispondevano assai bene alle circostanze, e che funzionavano con semplicità, rapidità, energia ed efficacia insuperabili. Ancora una volta la Colonia Eritrea aveva ben meritato da_lla madre-patria, ed il Governatore poteva andare orgoghoso del plauso del Re e della Patria che gli fu meritamente e con ogni mezzo prodigato.
III. Oati numerici sullo forzo e sulle perdite nella. campagna tigrina. - Ricompense al valore. - Ritorno do! Governatore de lla Colon ia a Massaua.
Le operazioni che sventarono il più gran pericolo che abbia avuto la Colonia Eritrea furono eseguite con mezzi che sembrerebbero a~sai insufficienti per chi volesse soltanto dal numero prevedere la sorte :finale delle armi. Ma in guerra e specialmente nel genere di guerra che si combatte con p~poli non ancor a inci vili ti, sono fattori importantissimi della vittoria la saldezza della disciplina, la elevata istruzione militare, il prestigio dei capi e .la loro superiorità intellettuale. Alla breve campagna svoltasi contro Bata Agos e ras Mangascià avevano preso parte dal nostro canto 3900 uomini, di cui soltanto 65 ufficiali e 42 uomini di truppa italiani: tutto il contingente era di indigeni, di cui la massima parte ascwi (ll regolari. Dalla parte di ras Mangascià fu ben difficile i primi giorni, coordinando le varie e vaghe notizie degli informatori, concreta.re il numero dei nemici anche approssimativamente. Quando il 15 i Tigrini si schierarono a Coatit si potè all'ingrosso calcolare che non meno di 10,000 fucili si avevano di fronte. Ma quando i T.igrini sorpresi a Senafè abbandonarono tumultuosamente il campo, t ra le carte abbandonate nella fuga fu trovato un elenco delle forze colle (l ) Soldati.
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quali 1\fangascià dall'Entisciò (l) si era diretto a Coatit. In -questo documento figurano 57 capi, che con vario numero di fucili facevano ammontare le forze a 6500. A questi de-voru;i aggiungere altri 600 fucili giunti il giorno di Coatit (13 gennaio), e circa 3000 della provincia dell'Agamè. Questi -erano gli armati ?'egolari, per così dire, per distinguerli dai .chiamatì alle ar mi col chilet, che sono uomini raccolti tumultuariamente nelle varie provincie e lungo il passaggio ·dei capi, armati alla meglio con fucili non sempr e buoni, ma cui non mancano lance, scudi e sciabole, e dopo le prime -perdite non mancano neppure le armi migliori, che tolgono ai morti ed ai feriti. Calcolando gli uomini del chitet adunque, si ebbero di fronte a Coatit 14,000 fuci li circa e 4 o 5000 lance. Le truppe tigrine così furono più che quattro volte supeTiori di numero agli asca?"i italiani. Le perdite subite dagli its.lian,i furono di 3 ufficiali: i .t enenti Sanguinati, Scalfarotto e Castellani; 2 sottufliciali : il furiere Epilati ed il sergen te Bertoia ; 90 ascari morti e :227 feriti. Ras Mangascià perdette circa 60 tra capi e sottocapi, t ra 'Cui (2) alcuni di grado assai elevnto e ne ebbe feriti parecchi altri di cui non si potè calcolare il numero. Le :perdite di gregari ammontarono a più di un migliaio di {l) L 'Enti sciò è distretto del Tigrè fra l'Agamè e Adua. (2) Tra i capi più importanti morti a Coatit e Senafè sono notevoli i :seguenti: · Degiacc Tedla Aiba, suo fratello degiacc Area, cagnasmac Tafari ·figlio di Tedla Aiba ed un nipote dì quest'ultimo, deg iacc Baianè, degiace Ghezzaiè di Ravacusà. nel Tembien, degiacc Gbezzaìè di Seloa, ·cagnasmacc Andergacciò cugino di· Negus Giovanni, Azagè Ghidè, ligg -cassà, Sceleca Garamedin, ligg Reddà ed altri minori. ],lira quest i capi nominati va ricordato che degiacc Balanè, figlio di ras .Ailù Maria m ent cugino in secondo grado di Mangascià: era nativ.o del 'Tembien e l'avo s uo Ghesà. era fratello maggiore del Negus Giovanni. Data quindi l 'illegittimità. di Mangascìà., Baianè sarebbe s tato il vero :successore di dritto al trono di Neg·us d'Abissinia. Rimasero feriti t ra i principali, Scium Agamè Tesfai capo dell'Agamè, '(}egìacc Ailù Mariam, degiacc Cassai, degiacc 'l'ameraind ed altri ancoro.
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uomini. Notizie posteriori accertarono la morte di circa 1500 gregari a Coatit. Alle immani fatiche sopportate dal corpo italiano di operazioni, alla splendida condotta nelle operazioni del Go:ernat~re della Colònia Eritrea giungeva ·ambito premio m Afnca per tutti gli ufficiali e gli ascw·i il seguente te· legramma di S. M. il Re d'Italia il 18 gennaio 1895:
'« conoscenza mia e della nazione per la gloria recata alla « patria ed all'esercito italiano dalle r ecenti vittorie in
Africa. « Me ne felicito con lei che con tanto senno e valore com« pie l'opera di civiltà che le fu affidat~ e le confermo la mia « cordiale affezione.
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Firmato: UMBERTO
« Generale Baratieri. « Massaua.
« Le vittorie delle armi italiane a Coatit e Senafè sono « un nuovo trionfo della civiltà sulla barbarie.
« Me ne congratulo con lei per la direzione intelligente. « Voglia rendersi interpr ete dei miei sentimenti di gra.· « titudine verso gli ufficiali, i sottufficiali e i soldaé.i che « per tre giorni consecutivi con abnegazione ad entusiasmo « combatterono sempre vincitori contro un nemico tre « volte superiore in numero. Con soldati come codesti « comandati e guidati da un capitano valoroso ed intelli-' « gente come lei, l'avvenire della nostra Colonia non teme << insidi e ed è sicuro da ogni pericolo.
Fù·rnato: UMBERTO
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>> •
Inoltre con decreto del 5 febbraio S. M. il Re accordava. le ricompense a coloro che maggiormente si distinsero in OC· casione dei fatti d'armi di Halai e Coatit. Il maggior generale Oreste Baratieri, Governatore della. Colonia Eritrea, era promosso al grado di tenente generale per p1erito di guerra con un telegramma del Re che volle annunziargli personalmente l'eccezionale ricompensa: « Generale Baratieri.
« Massaua. « Sono lieto di annunciarle la sua n9mina a Tenente « Generale. « Questa eccezionale promozione onora lei e la truppa
« da lei comandata, perchè con essa volli attestarle la ri-
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Il maggiore Toselli fu decorato Ufficiale nell'Ordine militare di Savoia, ed il capitano Folchi Cavaliet•e nello stesso ordine. Fu concessa ·la medaglia d'oro al valor militare al defunto tenente Sanguinati, e la medaglia d'argento ai seguenti : Maggior generale Arimondi, comandante le truppe della Colonia, maggiore Hidalgo, maggiore Gallia.no, maggiore Salsa, maggiore Gigli-Cervi, capitani Prestinari, Gentile; Cantoni Verdelli, Ciccodicola, Cotta, Pavesi, Artale, Barbanti-Silva, Olivari, Galli, A lferazzi, Pisanò, e tenenti Craveri,De Marco, Angherà, S oliani-Raschini, Mulazzani Arturo, Volpicelli, Bessone, Tarlazzi, Bodrero, Bonora, Mangiagalli, Vecchi, Borra, De Stefano, l~iguzzi, Cingia, Moz.zetti, De Marchi, Sprea:fìco Ferdinando, Scalfarotto (defunto), Virdia, Lucca, Beruto, Giannini, Romano, Coppola, Uccelli, Cariello, Silvestri, Tiretta, Basile, Vibi, Pantano, Mulazzani Natale, Guglieiminetti, .Caloria, De Feo, Gallarini, Camozzini, tenente di complemento Castellani (defunto), e i sottotenenti Ferrari. e vVuillermoz. Fra gli uomini di truppa furono pr emiati con medaglia d'argento gli italiani: furieri maggiori Baderna, Frignani, Gal vagnq,, furieri Menegon, Ragone, Portigiani, Poddighe, Epilati (defunto), ed i sergenti Tosone, Bertoia (defunto): inoltre ebbero la medaglia d'argento fra gli indigeni 8 jus-basci (sottotenenti indigeni), 4 bu"tuc-basci (sergenti) e 7 ascari (soldati) .
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F urono premiati con medaglia di bronzo i seguenti: Furieri maggiori Verderosa, Doneddu, Trouchet, furieri Danese, Castellani, Spennacchio, Battistoni, Coronet, Cipolla,. Franzè ~d i sergenti_Alvieri, Novelli, Guarini, Petrella, .Raimondi, Buda; i èaporali maggiori Nottari, Guerrini, Tittoni, N ati, il caporal trombettiere Vellutini ed i .soldati Volpi,. Papa, Cagianelli, Caldara, Panicieri, De Silvestri, Bonicelli.. Fra gli indigeni- ebbero la medaglia di bronzo 6 jus-basci,. 43 buluc- basci, 30 muntaz (caporali) e 100 ascari. Già prima delle ricompense individuali accordate ai valorosi S .. E. il Governatore della Colonia Eritrea aveva. emanato un ordine del giorno il 21 gennaio alle truppe, nel quale giustamente glorificando gl'immani sforzi da tutti patiti, li affidava alla riconoscenza dell'Italia. I/ordine del giorno suonava così: «
Ufficiali e
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so~dati!
« Avete meritato il plauso di S. M. il Re, il quale con. « la Sua augusta parola ha rilevato il valore delle armi
italiane a Coatit e Senafè. Da prima con singolare pronschi~iata la turpe rivolta nel<• l'Okulè Kusai; subito appresso, insieme ai richiamati da~ •< congedo accorsi alle armi con fede e con slancio ammi« rabili, siete marciati nella capitale nemica per punire lo « spergiuro che si ritraeva fra i monti, e colla coe~ione & « rapidità che mostrano ferrea disciplina avete r eso possi« bile di raggiungerlo a Coatit nel giorno medesimo nel « quale violava la sacra frqntierà,dell'Eritrea. « All'indomani con vero valore avete attaccato e vinto. « il nemico tre volte superiore ed avete combattuto due << giorni cagionandogli tali enormi perdite da discioglierne (( gli ordin i ed indurlo alla fuga. Noi ' l'abbiamo seguito. « mercè la vostra tenacia ed abnega~io.ne e, raggiuntolo. « ed assalitolo a Senafè col tiro delle artiglierie, lo abbiamo. « completamE;lnte sbaragliato e cacciato dai suoi covili con· « quistandone il campo e le insegne di guerra, e coronando « splendidamente la vittoria. <
1
« tezza ed energia avete
« U ffi.ciali e soldati ! « Bene avete meritato dal Re, dall'Italia, dalla Colonia
« Eritrea. · · · e· s ta ta t come a Ka.ssala, la Vlttona « Come ad Agorda , . · d · « compenso dovuto alla fiduci~ r eciproca, alla u~I?ne ~~ . alle alte virtù militan che formano ormal 11 patr. « cuon, . · 1 .· · h « monio del nostro esercito colomale. Sla g ona ~ vol c. ~ « costituite una così salda guarentigia per. la mte?ntà « della Colonia e una così lieta promessa pel successl av-
« venire.
« Ii coma1ldan te il C01'J}O d'ope1'aZi011C .
BARATIERI ))
. l.1 G overnato,·e Colonia ritornava 11 20 gennalO " della . . . ., . con le sue truppe ad Asmara:; il 23 scwgh eva . la m~lzia mobile e lasciava· il comando ~el corpo d'operazlOne ; ll ~5 era a Massaua, dove l'accoglienza più festosa ed ent~sla· stica fu l'espressione della riconoscenza della popola~10ne. Già lunO'O la via da Senafè a.d Asmara tutte le. popolazioni col cler o e coi notabili si facevano sempre mc~ntro alle nostre truppe acclamandole col loro Cap~, ~ d1~0~ strando coi loro canti improvvisati ed i loro dom ntuah di tecc (l ) e di uova .la loro riconoscenza per avere gh orzo, . l delle italiani ancora una volta allontanato il penco o pauro~o
d:
invasioni.
(Continua). ARNor,no NrcoLE'l".Cr- Ar,TrMAiti tenente
;-~el
240 fanteria.
' t't · ce il vino quasi (l ) Bevanda ratta. con miele fermentato, che sos l uts
dovunque in Abissinia.
\
..
20G2
SPI ONAGGIO MILITARE IN PACE ED IN GUERRA
SPIONAGGIO MILITARE IN PACE ED IN GUERRA TRADUZIONE DAL TEDESCO DEL TENENTE
ACHILLINI GIUSEPPE
del 69" reggimento (cmteria
Conlìnuazio11e·e fine- Vedi dispensa XXI
CAPITOLO IV.
Trasmissione delle notizie dagli spioni alle truppe. Come già sopra accennammo non è sempre possibile agli spioni rassegnare personalmente al loro capo i risultati dei loro servizi· di qui la necessità per noi di studiare quei mezzi coll'aiuto dei quali si possa rendere possibile il far pervenire io un dato luo~o le raccolte informazioni. · l'l Questi tali mezzi si possono dividere in 3 gruppi: a) segnali ottici; b) Corrispondenza per mezzo di stile e forma convenuta· ' c) Corrispondenza cifrata; . a) Segnali ottici. -Nei terreni frastagliati i quali intralciano e conseguentemente ritardano il servizio della cavalleria esplorante o presso le truppe sprovviste di cavalleria, il servizio di sicurezza dei reparti durante la marcia fatto dalle sole pattuglie di fanteria non può evidentemente sopperire a tqtti i bisogni. E in tali casi può l'opera degli spioni essere utile per· raccogliere alcune informazioni 5-Ull'avversario, ad esempio: la sua presenza o no in un dato punto, la sua forza approssimativa, se esso è in marci'; o fermo, ecc. ecc.
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Tale servizio del resto è utile anche per quei reparti che hanno cavalleria ed opportunità d! servirsene, giacchè se i comandanti di essi reparti, anche pur superficialmente, hanno qualche conoscen~a su ciò che ha relazione col nemico, potranno indirizzare megl1o l'opera della loro cavalleria e regolare con più cognizione di causa il servizio delle pattuglie, sia per ciò che riguarda la forza ed il numero di esse, sia per· ciò che riguarda la direzione. Per la trasmissione di tali notizie sono necessari segnali così semplici che mentre da una parte non abbiano a destare .alcun sospello al nemico, non esigono d'a ltra parte alcuna spec1ale c complicata preparazione. Se il tP-rreno che si stende avanti le truppe olTre un sufficientemente esteso campo di vista, lo spione potrebbe, accen dendo dei fuochi in un dato numero ed ordine stabilito, dHe ad essi un significato precedentemente convenuto. Tal genere di se~nali però non è più adoperabile quando essi possano essere ' vi;ti dal nemico giacchè desterebbero sospetti. In tali casi, se in vicinanza dello spione havvi una casa distintamente visibile dalle proprie truppe, egli potrà valersi di essa, chiudendo od aprendo le imposte delle finestre od esponendo a queste per un dato nu · mero di volte un lume o facendo, in una parola, qualunque a\Lrl) 3eunale uià precedentemente convenuto. Le tr~smissfoni ottiche di notizie sono possibili anche in campagna coperta, però solamente quando le trupp.e. avanzano o stanno ferme. Lo spione ·può comunicare esse not1z1e rompendo e .tra loro assicurando piccoli alberi o rami, facendo con gesso - o carbone segnali convenuti sopra muri, su grosse pietre, ecc. I contrabbandieri ·dei Pirenei, per mezzo di piccole pietruzze che essi sulle strade ammucchiano vicino a tronchi d'albero, od ad altre pietre grosse o vicino a mucchi di terra. ecc., si trasmettono reciprocamente importanti notizie. b) Co?Tispondenza oonvenzionale. - Qualche volta le notizi~ vengono trasmesse dagli spioni alle proprie tru~pe per mezzo d1 una corrispondenza convenzionale la quale però m apparenza neo è che una qualsiasi corrispondenza ordinaria, che può prendere varie forme, ad esempio quella di una lettera di famig lia o di commercio, ecc.
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SPIONAGG IO MlLITARE IN PACE ED Hl' GUERRA
· È c?ia~o che esse devono essere scritte così che nessuno speciale srgnlf1cato deve annettervi chi, l.eggendone, non è iniziato nel secreto senso di alcune parole. Tal genere di lettere vengono indirizzate a persone le quali per la loro posizione sociale n?n ~mergono dalle al tre, per esempio, bassi impiegati, negozranlr, ecc. Nel luglio •l 887 presso il tribunale di Lipsia venne discusso il processo contro i due Alsaziani Klein e Greber imputati di spionaggio. L'atto di accusa dell'avvocato fiscale, tra altro diceva : « . . . . L'impu tato Klein non fu mai direttamen te in corrispondenza coll'uflic io alla cui direzione trovavasi il colonnello Vincen t, ma egli sapeva benissimo che ciò che scriveva veniva trasmesso al Ministero della guerTa. « Per non destare alcun sospello egli dava al suo servizio di spionaggio la forma di privata·corrispondenza; ecco il motivo della sovente ripetizione di nomi propri e degli au·guri allo zio, alla zia e ad altre persone le qu(l li addirittura non esistevano e i cui nomi nascondevano personaggi molto ben noti agli s~ioni france5i ». Alcune volte la corrispondenza convenzionale può ·sussistere solo nel modo come viene letto la lettera. .Nel ·1560 H principe di Condè detenuto in carcere per aver preso parte al complotto contro il duca di Guisa e Caterina de' Medici, r iceveva una lettera che cominciava così:
« Croyez-moi, prince, préparez-vous · à la mort. Aussi bien vous sied-i! mal de vous défendre. Qui veut vous pe;dre est ami de I'Etat. On ne peut r ien voi r de plus coupable que vous ». Leggendo la lettera come è scritta ev identemente non poteva destare alcun sospetto, i! principe di Condè peraltro omettendo una riga apprendevane il vero senso.
« Cr·oyez-mo i prince, préparèz-vous à vo us défendre. Qui veut vous perdre est plus coupnble que vous >>.
SPIONAGGIO !fl[;lTARE IN PA CE ED I N GUE RRA
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Avvi un altro mezzo molto pratico per la corrispondenza segreta ed è il seguente: Tanto chi spedisce la lellera come il destinatario sono provveduti di un cartoncino o di una lastra metallica di forma quadrata, perfettamen te uguali l'un l'altro e · divisi per mezzo di linee parallele in quadrellil alcuni dei quali vengono tolti. Chi deve spedire la lellera. posato il cartone o la lastra metall ica sulla carta scriverà nei quadretti vuoti ciò che egli vuoi comunicare a colui cui è diretta la corrispondenza . Completa qui ndi la leLtera con altre frasi in modo che nel tutto vengasi a formare alcunchè di concreto che non lasci peraltro trapelare il secreto significato di essa. Il destinatario della lettera procede in modo analogo ; posto il cartone o la lastra metallica sulla leltera leggerà solo ciò che è compreso nei quadretti vuoti, ecc ., ecc . Gli accennati mezzi di conispondenza, sia perchè alquanto complicati sia perché spesso esigono soverchia perdita di tempo , in guerra non sono sempre adoperabili ; essi possono trova1·e impiego solo in tempo. di pace. Un mezzo semplicissimo per In corrispondenza in iscritto e che non richiede affatto perdita di tempo si è quello di scri vere con una soluzione di niJume nell'acqua. Questa non lascia alcuna traccia di sè sulla carta ed appare in evidenza solo allorchè la lettera è esposta al calore, ad esempi.o, di una lampada . In considerazione del significato che può avere una corrispondenza qualsiasi, la quale apparentememe non ne abbia alcuno, sarà prudente distr uggere tutte quelle che dirette all'avversario cap itano nelle nostr.e mani. c) Corrispond&nza cifrata. - Vi è un gra n numero di sistemi di corrispondenza secreta cifrata. Uno dei più sem pli ci è quello che appare dalla seguente lettera del marescin Il o Soult di retta al generale Meri il 26 settembre 1806: « Sua Maestà desidera che noi concertiamo un mezzo secreto di corrispondere, del quale ella dovl'à servirsi in appresso allorchè deve comunicare col capo di stato maggiori-l dell 'a rmata. In obbedienz~ a tale ordine io espongo il sistema che da parte mia proporrei: Ella potrebbe ser:virsi dell 'opuscolo del maggior ge·
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SPIONAGGIO MILITARE IN PACE ED IN GUERRA
ncnerale Stuttefheim a vente per titolo La bataille. d'A ttSte?·litz par un militaire, témoin de la jow·nèe du .2 décembre /805. « La ,,. ci fra della corrispondenza indicherà il numero della pagina, la 2" cifra il, numero della riga a comincillt'e dall'alto, escluso il LiLolo del capitolo se c'è; la 3" ci fr·a servirà per l'indicazione delle parole o delle sole lettere che costituiscono la corrispondenza. s~ la cifra corrisponde ad un' intera parola sarà sottolineata; non avrà invece alcun segno se corrisponderà solamente ad una lettern . Tra ci fra e cifra sarà posta una virgola ». L'inconveniente di tale sistema di corri spondenza consiste nella lentezza dell'esposizione e del deciframento della notizia l>aiacchè • non sempre sr presenterà la possibilità di indicar·e tutta intera una parola ed in tal caso, è evidente, sarebbe necessario un gran numero di cifre occol'l'endone 3 per ogni lettera. Quest'ullimo inconveniente peraltro può facilmente essere levato, quando il libro lbsato per decifrare la corrispondenza sia un vocabolario; in tale caso con due sole cifre potrebbesi quasi sempre indicare tutto per intero una parola. Un altro . genere di corrispondenza cifrata è quello del generale Lewal. Egli propone un dizionario militare del genere di quello esistente pt·esso Lutti gl i Stati pei segnali ·di mnrina. In tale dizion ario si potrebbero ad esempio mettere in ordine alfabetico o no, lutle le lettere dell'alfabeto, e quindi registrare sillabe complete, parole complete e persino intere espressioni militari; a queste potrebbero seguire i numer·i; il Lutto poi debitamente numerato ('l). Non è detto che debbasi tenere tale ordine, si possono ad esempio registrare prima le espressioni militari e. poi i numeri ecc.
(t)
Per esempio: l 2 3 4 1.1
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3 4
SPIONAGGIO MIL ITARE IN P ACE ED IN GUERRA
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Il Lew~ l è d'opinione che con 3000 cifre si possa avere un vocabolario completo. Ma se in tal modo puo3si con una sola cifra rappresentare una lettera o una parola, o un numero ecc. pur tuttavia il sistema presenta un grande inconveniente in ciò che la sua base fo ndamentale è sempre la stessa e che il dizionario può con facilità essere segr·etamente acquistato anche dagli altri Stati. Onde togliere il il • inconveniente ed in conseguenza evitare anche il 2° ìl generale Lewal propone alcune modiftcazioni delle quali ne citiamo due: ,1• Si può, a piacere, scegliere un numero il quale serva di chiave nel deciframento delle notizie, esso numero deve essere ogni volla aggi unto a quello so tto il quale nel dizionario corrisponde ogni parola che costituisce la partecipazione . delle notizie. Per e3empio: supponiamo che deb basi scr·i\rere la parola « reggimento » che nel dizionario è sotto il numero 500; il numero base è 25; è chiaro che detta parola sarà nella corrispondenza indicata N. 525. Non è detto che il numero base debba sempre essere aggiunto all'altro , puossi anche per convenzione stabilire che debba invece venire sottratto. Si capisce che chi riceve la corrispondenza per decifrarla procede in ordine inverso e cioè, dovrà ad ogni numero levare od aggiungere il numero-chiave. 2° L'altra modificazione consiste in ciò che invece di un numero -chiave se ne possono adoperare due; in tal modo le parole possono venire calcolate ora in base ad un numero ed ora in base all'altro e così ad esempio se una parola deve essere ripetuta può essere ciascuna volla div-ersamente indicata. Supponiamo di dover scrivere la parola« divisione » la quale nel dizionario si trovi indicata sotto il numero 765; i due numeri chiave sono 5000 e 6,125; la ~t a volta la parola divisione potrà essere rappresentata dal numero 4.~35 (== 5000 - 765) e la 2a volta dal, numero 5360 (== 6'125 - 765) . Anche questo sistema ha un inconveniente e questo si è che esso dizionario o li bro convenuto pel deciframento può qualche
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SPIONAGGIO MILITARE IN PACE ED IN GUERRA
SPIONAGGIO MILITARE l N PACE ED IN GUERRA
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Speciale difficoltà presenta la scelta di tale persona allorchè le operazioni guerresche si sviluppano nel ter-ritorio avversario, giacché essa simulandosi nostro partigiano, potrebbe accettare tale incarico per poi, senza esporsi ad un pericolo, consegnar:e nelle mani dell'avversario e dispaccio e spione. Trovata la persona che si incnrica di recapitare il àispaccio è necessario cercare un mezzo per celarlo onde evitare che esso cada nelle man i del nemico, anche nel caso in cui il latore di esso venga arrestato. Tra i tanti mezzi che per ciò si presentano sono degni di menzione quelli di cui si servirono i Francesi durante l'assedio di Metz nel •l870. Essi cucirono i dispacci tra le fodere degli abiti, tra le suole delle scarpe, li nascondevano entro i sigari, in denti cavi, nelle ~uaine dei coltelli ecc.; si ricorse persino all'astuzia di tagliare diagonalmente in 2 parti un;'l. moneta d'argento, levarne il metallo interno e quindi riattaccarle dopo di aver· posto entro ad essa il dispaccio. Onde ridare poi alla moneta l'aspetto consueto e render· meno visibile la riattaccaturà delle 2 parti , nniva lasciata per alcun tempo nell'aceto. Per recapitare i dispacci, i Francesi si servirono di ufficiali, soldati, contadini, cittadini e persino di donne. Il 21 agosto la vedova I mbe.r, travestita da uomo, si recava a cavallo da ~fetz a Thionville al cui comandante essa recava 3 dispacci del maresciallo Bazaine; dispacci che durante la via aveva tenuto nascosti tra i capelli. Nella maggior parte dei casi, durante l'assedio di Metz, i di spacci venivano .accuratamente avvoltolati ed introdotti quindi in una piccola pallottola di guttaperca o di osso delh grossezza presso a poco di una nocciuola che i messaggeri inghiottivano, se per avventura cadevano nelle mani dei Tedeschi. A tal espediente più portatori di di spac~:i dovettero soventi ricorrere, ad esempio l'r~gente di polizia Flao, di cui sopra abbiamo pnrlato. Talune volte i dispacci hanno l'indir izzo con scrittura convenzionale altre volte no. Allorch è trattasi di una notizia importante, sarà bene che essa venga mandata a 'destinazione in parecch ie copie, per varie vie e per vari agenti, e se essa notizia è. tale che danno grave ne
volta perdersi, o non essere alla mano al momento in cui deve servire. « Nell'anno :1810 il generale Werder ricevette dal quartiere ?eneral.e un. t~legramma che egli non potè subito decifrare perchè ti relàtrvo dtzronario trovavasi in un carro ed era rimasto indietro ». E Io stesso avvenne al comandante la divisione territoriale l"t-ancese di Chàlons sulla M~rna per avere distrattamente spedito al castello di Thierry il suo cifrario in un coi documenti. Di nessuna utilità sono per gli spioni gli accennati sistemi di trasmissi0ne di notizie, giacchò sarebbe per essi compromettente il portar seco o un dizionario od un qualsiasi altro libro destinato a simile uso. Come sistema più semplice, il Klembowsky descrive .dettagliatamente <1 l'apparato cifrario » a tutti noto il ·quale consiste di 2 stri sci~ di carta portanti ciascuno l'alfabeto; l'uso di esso appar-ato r1chrede la conoscenza della parola chiavB. Havvi ancora una gmnde quantità di sistemi cifrati, pochi peraltro sono pratici in tempo di guerra, giacchè qui occorre semplicità mas:>ima in ogni operazione, celerità ·nel deciframento delle notizie, impossibilità o almeno molta diffìcoltà di potere le"gere il contenuto del dispaccio da chi non abbia la conoscen;a del numero chi ave, semplicità massima dell'apparato cifrario. Se lo spione non può per tanti e tanti speciali motivi riferi re verbalmente ~l suo capo od all'ufficiale da cui dipende, l' esito delle sue. informazioni, egli deve nel miglio r modo che sarà a lui possibi ll3 tracciade per isc1·itto é quindi inviarle nel luogo convenuto. . . Ciò .n?n pr·esenta alcuna difficoltà in tempo di pace, giacché ti servlzto postale. risol~e il tema, in tempo di guen a però la cosa è tutta altr1mentJ. l n questo caso lo spione deve avere · l'abilità di cercare una persona la quale volontariamente si assuma l'incarico di recapitare le scritte informazioni, il che d'altl"n parte- non è molto facile giacchè tale sel"vizio è in o-ue"rra pericolosissimo, ed a tutti è noto che soventi ne va di mezzonanche la vita. E le ~ i ffico.ltil vengono anmentate dal fatto già sopra accennato, che m tali pel"sone sono necessarie qualità fisich e che non sempre si trovano nel primo cnpitato.
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SPIONAGGIO MILITARE IN PACE ED IN GUERRA
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SPIONA.GGIO MILITARE IN PACE ED IN GUERRA
anebbe l'armata o una parte di questa se il dispaccio cadesse nelle mani dell'avversario, sarà bene che il messaggero conosca e ritenga a mente il contenuto di esso onde, occorrendo, poterlo completamente distruggere senza che per questo ne rimanga . . intralciato il suo mandato. Gli accennati mezzi di trasmettere segretamente per v1a dt persone qualsiasi documento sono pratici sia per gli spioni sia pei messaggeri in genere. Non si possono per tale servizio dett~re, re.g?~e o nor~e sp~ ciali aiacchè tutto dipenderà 5empre dali ab1hta e dali astuz1a della !)persona incaricata di recapitare il dispaccio. CAPITOLO V. Non è questo il luogo di parlare dello spionaggio dal punto di vista della morale, come ha fatto il Klembowsky, per quanto l'at·gomento si presenti con attraenza, non rientrando ciò nel~ l'indole della nostra trattazione che ha un carattere puramen~e pratico· a solo titolo di curiosità riportiamo, perchè senza dubb1o poco c~nosciute, le pene contemplate dal codice penale russo relativamente allo spionaggio. . Articolo ... « Qualsiasi specie di spionaggio in tempo di guerra come anche l'ospitalità, l'accompagnamento ecc. ecc., di uno nemico viene considerato come reato di tradimento della P·one spatria l d' d' . e come tale punito colla morte previa la per 1ta 1 tutt1 i diritti dello Stato » · . Lo spionaggio in tempo di pace viene_ conte~plato dat capoversi 2° e 5° dell'articolo 253 e dell'_art1colo 2t>6. . A norma del.'\ o nrticolo vengono cons1derate come trad1mento della patria « le comunicazioni di segreti dello Stato ad un governo straniero :. allo scopo di indurlo ad una guerra o ad. altre ostili azioni contro la Russia: il furto o l' annullamento d1 d~ cnmenti i quali costi tuiscono la prova dei diritti che la Hussta ha sui terri tori stranieri . Tali reati pei sudditi russi sono puniti colla pena di morte e perdita dei diritti civili e politici.
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Secondo l'articolo 256 qualsiasi suddito russo il quale in tempo di pace « confidi allo stt·aniero un qualsiasi segreto di Stato o lo provveda dei piani delle fortificazioni russe o di qualsiasi altro punto fortificato. dei piani dei porti, degli arsenali, ecc. o senza permesso pubblichi delli piani , viene privato di tutti i diritti dello Stato e confinato nella più lontana Siberia >>. In alcuni casi la pena di mor·Le « pel tradimento della patria » ~ può essere nccompagnato dalla confisca di tutti i beni , sia ereditati che procacciatisi dall'imputato. Alle stesse pene soggiacciono anche, secondo l'arti colo 1170, tutti gli stranieri che per qualsiasi ragione trovansi in Russia. Oltre i reati di alto tradimento sopra contemplati, il Codice penale russo f<t cenno di un altro speciale « tradimento di guena. :. « Qualunque infrazione agli obhlighi del proprio servizio nella inten1.ione di favorire il nemico sia nelle operazioni di guerra che in qualunque altra azione osti le viene considerato come un reato di tradimento della patria, e come tale. punito di morte con perdita dei diritti civili e politici 11. Secondo le leggi russe adunque lo spionaggio in . tempo di pace che non abbia per scopo di suscitare una guerra viene punito coll'esilio in Siber ia; tutti gli nitrì modi di spionaggio invece portano con sè la pena di morte. Concludiamo col notare come la severità delle pene cui anche negli altri Stati è sottoposto lo spionaggio costituisca ovunque grave pericolo per eh i vi si dil e che per quanto non sia il raso di anteporlo al servizio della cavalleria esplorante, né di fondare su di esso esagerate speranze; è però di indubitata utilità ed in alcuni casi facilita e completa il servizio stesso della cavall eria.
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ANNO XL.
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NOTIZIE POLITICO-MILITARI
NOTIZIE POLITIOO-MILlTARl
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Le quote pel reclutamento nazionale e quelle pel reclutamento di .eorpo d'armata possono dai comandanti di corpo d'armata essere compensate fra i vari distretti di leva assegnati al proprio reclutamento, secondo· la particolare condizione delle rispettive popolaziCini e la produttività di leva di ciascuno; le quote del reclut.amento distrettuale invece non sono permutabili, nè compensabili fra i vari distretti. Qualora il numero delle reclute assegnabili di un distretto venga in realtà a risulta1·e maggiore o minore del totale delle qu.ote pel distretto stesso fhsate, questo le aumenterà o le diminuirà tutte in propo1·zione; :salvo speciali ordini in proposito del Ministero.
**,.. Le t[Uestioni che più agitarono la stampa militare cd anehe politica durante la quindicina, sono quelle che si riferiscono al nuovo sistema di reclutamento e di ordinàmento che si sta at~uand o. Noi non segui remo le discussioni sui giornali ma daremo un sunto delle prind't)ali disposizioni giù emanate al riguardo. . Il capo UI delt'Istmzione complementare al 1·egolamento szd 1·eclutamento venne abolito. Al capo V ne venne sostituito un"àltro che con.. l tiene le norme seguenti : Per le assegnazioni delle proprie reclute i distretti di reclutamento sono distribuiti fra i vari corpi d'armata giusta apposite tabelle che il Ministero riservasi di pubblicare. Le quote d'assegnazione sono fissate o sul totale di tutti i distretti di reclutamento (reclutamento nazionale) o sul totale ~ei distretti di ciascun corpo d'armata (recluUmwnto di corpo d'armuùi) od infine per ciascun distretto di reclutamento in particolare (1·ecltttamento distrettuale). · Sono a reclutamento nazionale i reggimenti g1·anatieri: i reggi menti di cavalleria, gli sqnadroni palafrenit:ri, le compagnie operai di urtiglieria, le varie specialità dell'arma del genio ed i carabinieri reali . Sono a reclutamento di corpo d'armata i reggimenti bersaglieri, i reggimenti d'artiglie•·ia da campagna, il reggimento d'artiglieria a cavallo, le compagnie di sanità e le compagnie di sussistenze. Sono infine a reclutamento dist1·ettuale i reggimenti di fanteria di linea, i reggimenti di fanteria alpina, il reggimento d'artiglieria_da montagna, le brigate d'artiglieria da costa e le brigate d'artiglieria da fortezza. Tutte le quote d'assegnazione sono fissato dal ~linistero della guerra.
Tutte le operazioni pe1· l'assegnazione sono poste sotto l'alta diredei comandanti di corpo d'armata per tutti i distretti di proprio reclutamento, e per incarico di questi' direttamente vigilate dai comandanti di divisione e di brigata. Sono eseguite da una commissione così composta: a) comandante del distrel!o di 1:eclutamento, presiden.te; b) un capitano per ciascun dei depositi d'ogni a1·rp,a o del comando locale d'artig~i~,rin di stanza nel territorio del distretto ; " c) qualche altro ufficiale inferiore d'arma non diversamente rap.presentata; d) uno dei capitani addetti al distretto, segretario. I pareri di tutti i membri della commissione sonJ consultivi: il pre-sidente ha piena facol tà di decisione e di questa assume intera la re· -sponsabilità. , Ciascuna commissione di as~egnazione è assistita da un collegio di periti sanitari composto di due o tre ufficiali medici, di cui uno almeno {;apitano; nei distretti di maggiore importanza uno degli ufficiali medici può essere anche maggiore. ' Ufficio pl"incipa)~ del collegio dei pt~riti sanitari ò di p1·onunciarsi ·~irca l'abilità o meno dellè rtlClute al servizio militare in genere, e più · precisamente se debbano esse veni1·e o non riform11te, mandate rivè~ibili od inviate in osservazione ad un ospedale militare. In tale materia solo l'ufficiale medico più elevato in grado o più anziano ha voce deliberativa e le sue decisioni sono esecutive. Appena giunte al distretto, le reclute sono accurataménte visitate dai periti sanitari alla presenza della commissione di assegnazione. ~ione
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NOTIZIE POLITiCO-llllLITJ.Rl
In seguito a questa visita ha luogo l'assegnazione. Appena finita . l' as~ segnazione, la commissione è sciolta, e le reclute. sono avviate a des ti~ nazione secondo le norme che vengono date dal comandante del cor·po d'armata. Contempor·aneamente alla detta prima suddivisione od anche dopo, sono falle le seguenti assegnazioni speàalt in base alle norme per ciascuna di esse stabilite e prescindendo da qualsiasi ·considerazione ci rca l'attitudine delle reclu te per l' una piuttosto che per l'altra delle due cale· gorie innanzi accennate delle armi a piedi e delle armi a cavallo. Le assegnazioni speciali sono quelle ai carabinieri, agli operai dei reggimenti di cavalleria, dell'artiglieria campale e del genio, per le compagnie operai e di sussistenza, fenovieri, telegrafi:;ti, ecc. Queste assegnazioni hanno luogo in base ai me·>tieri esercitati dalle reclute pri ma di venire sotto le armi.
Nella di visione degli assegnabili alle al'mi e specialità a piedi, si se ~ gnano altri tre gruppi minori: il primo, evidentemente il più vasto, deve comprendere quelle reclute che, per precedente mestiere, non essendo meglio indicate per altra arma, sono assegnabili alla {antJit:ja ; il secondo ti di quelle che, llppunto per p1·ecedente mestiere, sono da preferirsi nell'artigliet·ù, da monta,qna, da cost.a e da fat·tezza e nel genio; il terzo infi ne è di quclle che, pur avendo le qualità fisiche volut.e pe1· la fanteria, meno si raccomandano per resistenza alle lunghe marcie e sono però meglio assegnabili alle compagnie di san.ità e di sussi.stenza. Le reclute del i 0 gruppo si ripartiscono poi tra gli alpini, i bersaglieri, i gmnatieri e la fanteria di linea. Le reclute dd 2° gruppo si ripartiscono poi tra l'artiglieria da montagna, l'artiglie1·ia da~costa e l'artiglieria d.a fortezza, le compagnie operai e le diverse specialità del genio, meno il treno. Le reclute del 3° gruppo si ripartiscono poi tra le .compa,qnie di sanitd e di s1tssistenza. Il tutto secondo date nor·me. Nella divisione degli assegnabili alle armi e specialità a cavallo, si segnano pure tre gn1ppi minori: nel primo sono da comprendersi le re· clute di mernhratura più svelta e più adatte per la cavalleria; nel secondo i più robusti, anche se più pesanti; per assegnarsi all'artiglierù'; nel terzo i meno idonei nllc due precedenti armi per assegnarsi al treno.
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NOTIZIE POLITICO - MI LIT ARI
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Le reclute da assegnarsi all'arma di cavalleria devono trarsi da quelle che furono arruolate per ·la ferma dì tre anni; possono però i distretti accogliere domande volontarie d 'as~egnazione alla cavallei·ia, da calcolarsi in conto della quota fissata pel di; tretto, di reclute colla ferma di uno o due anni, purche siano in modo non dubbio riconosciute idonee pet· l'arma e "si obblighino per is~ri tto ad assumere la ferma di anni tre.
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Le altre più importanti disposizioni emanate nella quindicina sono le seguenti: Fu pubblicato un R. Decreto che stabilisce, a datare dall 0 novembre conente., un nuovo ruolo organico del personale dell'amministrazione della guerra, vari posti del quale possono essere coperti da ufficiali del corpo contabile militare, di grado corrispondente, tratti da quelli che si tro·vano a disposizione del Ministero della guerra. Analogamente a quanto fu disposto lo scorso anno, il Ministro della guerra ha determinato che siano ammessi a fm· domanda ·d'invio in congedo illimitato per anticipazione: , I9Ul a) i :!ottufficiali delle vari~ armi , ad ecc.ezione di quelli dei cnrabinieri reali, vincolati alla fe1·ma di anni cinque che scada nell'anno 1.896; b) i sottufficiali delle nrmi stesse vincolati a rafferma di un anno senza premio, e quelli riammessi in servizio da oltre un anno che non siano vincolati alla rafferma con premio o con soprassoldo. I congedamenti potranno effettuarsi solamente a partire dal i 0 gen··" naio p. v.
In principio della quindicina le notizie dall'Eritr·ea sc~ rse , oscu re e contra_ddittorie, commentate in diverso modo dai giornali, tennero.agitata per qualche giorno la pubblica opinione. . Non si sapeva bene se le minaccia maggiori contro la nostra colonia venissero da parte degli scioani o dei dervisci, ma grosse minaccie si intravvedevano e prossimi guai si aspettavano. Fortunatamente gli ultimi dispacci portarono un poco di luce e mostrarono la situazione molto migliore di quello che si supponev11.
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NOTIZIE POLlTICO-~!ILlTARl
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NOTIZIE POLITICO-MILITARI
Oggi sa~pia ~o che non si è retroceduto di un passo dal punto a cui eravamo giUntr nella nostra marcia in avanti. Lo Sceicco Tala co' suoi i_200 Galla ed allt·i capi tengono testa a ras Oliè, che a quanto pare s1 trova ad Ascianghi. La nostra estrema avanguardia. costituita appunto delle bande e dai Galla, è a De bra Ailat ~ all'Amba Alagi. ' Mangascià è profugo oltre il confine e manda a chiedere pace. .Menelik si trova a Voreilu e dicesi che stia fortificandosi temendo un attacco; ad ogni modo non mostra 'I'Olont.à alcuna di avanzarsi. Il re del Goggiam è staccato d:~ lui e non gli ha mandato il suo contingente. ~eppu1:e Mac~nnen ha mandato il suo, o sia perchè (come si afferma). SI trov1 ~araltzzato dalle minaccie dell' Aussa, o sia pel'chè queste 0"li servano d1 scusa per tenersi in disparte. Da tutt_e queste notizie nasce la convinzione che, seppurc, giunti ad Antalo, Cl convenne arrestare la marcia e metterei sulla difensiva non tanto per minaccie dirette del nemico, quanto pe1· le informazioni che_ reca vano l'~sis_tenza di g1~ossi' nuclei &l di là della frontiera, però il pertcolo per no1 d1 dover sostenere un attacco da parte del nemico di~inu~sce ogni giorno, e cresce ogn'i giorno la probabilità di respingerlo vtttonosamente dato che si effettuasse. ·
solo dalla parte di_Cassala, ma anche dalla p~rte dello Scit·è, cwe sui confini del Tigrè colla Mahdia, dove le popolazioni, nemiche acerrime dei dervisci, da cui hanno sofferto tanti danni, f:~nno briona guardia per noi. La notizia finalmente, giunta recentemente da Mass:ma, che qualche capo del Ghedaref chieda di stabilirsi a Cnssala colla sua famiglia, sembra provare che al di là dei confini, tra i dervisci, non si nutrono, per ora, progetti di ostHità contro di noi. In questa condizione di cose il gover·natore hn licenziat~ la milizia mobile e le bande che ora aueudono alla mietitura e che può richiamare quando che sin. Anche una parte del p1·esidio di Cassnla nttende all'agricoltura. E noi in Italin possiamo attendere agli affari nostri senza prenderei . troppo pensiero dell'Eritrea. 45 novembre •1895. x.
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* * I nostri nemici avendo tardato a muoversi per mancanza d'accord() e_ per incertezza di disegni, hanno perduto un'occasione propizia che non SI. pr~ent erà loro mai più; perchè ora, s'anco decidessefO di venire ~vant~, non solo troverebbero le nostre forze cresciute (si è già forma i() tl sett1mo battaglione indigeni), ma si troverebbero davanti a fortificazioni che la mancanza di artiglierie rende loro inespugnabili. Le ultime notizie recano che i lavori di queste procedono alacreméntee si trovano già a buon punto tanto ad Adua quanto a 1\fakollè. H n_ostro tria~golo Adì~rat, Adua, Macallè ha un'importanza di prim'ordine, sta per la d1fesa degh attuali possedimenti, sia per rendere l'Italia signora della situazione in Etiopia. · Anche dalla parte dei dervisci i temuti pericoli si mostrnrono se non vani, almeno ésageratissimi. Se è vero che i dervisci si sono all~ntanati dalle frontiere del Congo belga, è pur vero che non sono aumentati sul nostro confine. Le pratiche di Menelik per indurii ad un'azione simultanea cogli .scioani non hanno avuto alcun elletto. Tutto è tranquillo non
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NOTIZIE MILITARI ESTERE AUSTRIA-UNGHERIA.
Bollettino delle promozion-i sernestrali,- Nel N. 43 del Verordmmgshlatt (Personal-An,gelcgenheitin) furono pubblicate le promozioni semesl.rali di cui diamo un cenno indicando le principali. Furono promos3i : al grado di generale di cavalleria, il tenente generale Fori nyàk adlatus del, comandante sup1·cmo della Lanchvehr ungherese; al gract'; di F~.ldzeugmeister (genera:e d'artiglie1·ia) il tenente generale Kovàcs von" ~fad Giorgio comandante del 6° corpo d'armata (Kaschan) ; al grado di tenenti generali 13 ma~giori genei·ali dei quali 1 tenente nelle guardie del corpo- ungherese, 5 comandanti di divisione di fanteria, 1. comandante di divisione di cavalleria, il comandante della scuola di guerra, il maggior generale addetto al .(J,o corpo d'armata, il · direttore dell'archi vio di guerra, il ministro residen.t,e presso il governo montenegt·ino, il comandante della 2a brigata cavallerià di Landwehr ungherese, 1. comandante di brigata d'artiglieria; al grado di -maggiori generali 9 colonnelli già tutti comandanti di brigata (1 proveniente dalla fanteria, 5 daÌla cavalleria, 2 dall'artiglieria, 1 dallo stato maggiore). Le promozioni nelle varie armi e corpi .e l'ànzianitù dcll'ullimo pro-. mosso risultano dal seguente specchio.
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Numero dei 7Jromoss1: nelle diverse a1'mi e corpi.
GRADO
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colonnelli . . tenen ti colonnell i A maggiori. . . . . A capil.lini di t' classe A capitan i di 2' classe A tenenti ·\ sottotenon ti (t:l). A A
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Slato
Fanteria
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Ca r~ulcri a
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Artiglieria
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Stato maggiore del genio
2 (2)
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Pionieri
Treno
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Corpo sanitario
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Anzian·ità dell'u.llww pronwsso. 1:olonnelli . . . . tcnen1i colon urlli . A maggiori . . . . . A capitani Ili t :~ classe :\ ,·apitani di 2' classe A A
:\ L1mcnti . • . • • •
i 0 nov. 1892 t• mag. i M93 ! 0 no v. t8S9
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nor . . nov. !892 t• maA". •892 l 0 ma:;. 4893 t 0 mag. !893 i 0 mag. !893 ! 0 novemhre !885 t~ mag. t88~ 1° nov. i88~ t 0 nov. 1887 !0 nov. 0 0 0 0 { nov. :t893,t nov. !893 ! nov. t893 l nov. 1893 i 0 nov. 0 0 0 t mag. f889 1° ma~ . t889 i m:1g. 1889 l mag. !889 ! 0 mag. t 0 mag. !89~ t o mag. 4.892 1° mag. !8~ t 0 mag. t89j t• set. {0 novembre t892
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(i)
Il ruolo è unico prr gli ufficiali supet·iori di f~· n terla e cacci ntori. Ufllciali comandati nel ruolo degli ingcgucri ci VII i. 2 di questi ufliciali comandati nel ruolo degli ingegneri civili. 3 :1. scelta. ·
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:l SCPJt.:t.
:>celta. ·(7) 2 a scelta. (6J 3 a
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di questi uttlciali, ecr.., come a nota 2. . {to) Di cui 2 erano capi tani di 21 classe nei pioni('ri ed l nella ca.val:eria, 9 tenenti di fanteria, 2 di ca vallrJ·ia, 4 dei pionieri , 2 d'artiglieria· (H ) 7 di questi come a nota 2. (8)
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a a scel ta.
a scelta. Tntti pro\' enienti dai cadetti.
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NOTIZIE MILITARI ESTERE
NOTIZIE MILITARI ESTERE
FRANCIA.
Il '{ll'ogetto di legge Gavaignac sldl' esercito coloniale. - Da oltre un secolo si trascina insoluta in Francia la questione dell' organizzazione di un esercito coloniale e, pressochè i medesimi quesiti che sul suo ordinamento si proponeva di risolvere nel ~1 8 1 9 il Ministro della guerra La Tour- :~1au bourg, si impongono oggi alla discussione della Camera e della Nazione. Nel suo sviluppo storico la questione ba attraversato periodi acuti ·e periodi di calma in relazione appunto alle condizioni delle colonie fran ce1.i; essa sorge oggi più vif a che mai sotto l'influenza • dell'ora ultimata spedizione del Madagascar. ~ Dal '188'1 al ~1 885 una dozzina almeno di progetti naufragò nelle acque non troppo calme delle Camere francesi. Nel ·189 1 e .J 892 altri due progetti abortirono per l'impossi· bilità di trovare una via di componimento fra le esigenze del Se-nato e quell e.della Camera. Ora alla riapertura del Pal'lamen~o tre nuo_vi progetti saranno presentati, due d'inizia tiva parlamentare, il terzo del governo. Di uno dei primi, di cui già si occupa tutta la stampa frllncese, è autore il signor Cavaignac (relatore del bilancio della guerra) il quale in questa occasione vuoi farsi l'eco delle aspirazioni dell'esercito e del .paese. Col sistema tuttora vigente la Francia fu ed è costretla a difen dere le sue colonie riconeodo in massima alle truppe di marina rinforzate da quelle del XIX corpo d'armata ed, in ca~i eccezionali, da costituzioni temporanee di riparti formati con elementi tratti dall'esercito metropolitano . . Lo sviluppo del suo domin.io coloniale, le frequenti spedizioni che ne furono conseguenza in quest' ultimo trentennio, e specialmente quella del Tonchino, costr insero il govemo francese a rl" flettere se non si eccedesse per avventura in ciò che lo Stato pretendeva dai ci tt ~d i n i obbligandoli tutti ad esporsi ai rischi ed alle fntich e delle lontane imprese coloniali. Data poi la possibi lità eli trovare nel reclutamento volontari._o gli elementi necessari per la costituzione dei corpi destinati alle J
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colonie, ben presto si stabili nel paese e nel governo un.a ~or rente favorevole a modificare il reclutamento del corpo p1ù Impegnato nelle guerre coloniali, cioè dell~ tr~ppe di ~~~:ina, b_asato sul prelevamento dai contingenti an~uall det numer1 pm IJ~sst. . Nacque così la legge del 30 lugllo '1893, la quale ?ero, apph cata in precedenza dal Ministero e senza aver preso m1sure adatte per eliminare gl'inconvenienti cui poteva dar luogo, provocò nelle truppe di marina una crisi difficile, che fu soltanto supe~ata ~ercè modifìcazioni introdotte nella leggo stessa da decreti dell ago sto 1894 tendenti ad aumentare i vantaggi ofT~rLi ai rafl"ermati. Gli effettivi dei rorpi della marina dovevano anche collo. legge del ~1889 mantenersi a ci rca 30000 uomini, e quindi, se con la ·legge anteriore si prelevavano sui con tingenti an.nuali 6000 reclute, colla legge nuova si dovevano prelevare c1rca ~12000 uomini perchè, col servizio di tre ann i da esso sancito , fosse sempr~ assicurato al corpo l'effettivo ritenuto neces ~ario a fa r fronte a1 bisooni della difesa delle colonie. li E ciò si fece realmente nel 1890; ma gl1 ann1 seguent1 c1oe nel ~189 ·1 e 1892, sotto la pressione di quel concello più sopra accennato, non si prelevarono dai contingenti di leva che 260_0 uomini, sperando che i riassoldamenti e t'arruolamento volontar1o avrebbero supplito alle deficenze mercè qualche vantaggio che il. ::\tinistero della marina di sua iniziativa accordava ai volontari stessi. Le speranze furono però completamente deluse e -gli e~~ttivi che al 1• gennaio 1892 davano una forza di 29200 uom1m, al 1 o oennaio ~18 94- cadono a 23'100 uomini. gridò naturalmente, ma molto a torto, contro la legge 30 luglio 1893, la quale non poteva certo in sei ~e.si ave~ p~o~ot.to un così disastroso effetto, e si penso ai rimed1, 1 qual!, SI dimOstrarono tosto efficaci , poichè al principi o del 1895 le truppe di marina raggiunsero una forza di 3,1000 uomini superiore a quella del ,, o (lennaio 18~2. Però nse le nuove di:;posizioni fecero si che .la fo• rza del le truppe di marina ritornasse qual' era sotto l' impet·o della legge '1889, non si può certo affermare che esse non abbiano ~ntl~ito a m~ dificare profondamente queste truppe sia dal Ialo mtrmseco, sm dal lato del loro impiego in caso di guerra europea. ('t
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NOTIZIE MILITARI BSTERE
E per averne una prova sarà sufficiente paragonare la c·ostituzione delle truppe di marina nel mese di luglio del 1892 e del ·18Hn dati che si possono ricavare dalla relazione che pre-:cede il progeuo Cavaignac. lsoTTUFFICIAll
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Un breve esame del decreto 4 agosto :1894 , di uno specchio sulle punizi1oni inflitte nel corpo della marina annesso alla relazione Cavaignac e d~:: Ile cifre snesposte dimostra: a) L'arruolamento volontario per tre anni nella truppa di marina, (e tali arruolamenti rappresentano più della metà del to· tale complessivo) è considerato dagli ìnsc ritti come un mezzo legale per antecipnre il servizio; b) La diminuzione del . contingente annuo incorporato formantb, a servizio ultimato, la ri serva delle truppe di marina, e · tanto sensibile da mettere in forse la prevista costituzione delle un ità di riserva; c) L'esistenza di elementi troppo giovani e quindi poco adatti a so ~portare i. disagi, le privazioni e le fatiche di una ~a mpagna colon1ale spec1almente se condotta in paesi poco salubri, e la coesistenza con essi di elementi troppo vecchi, essendo ammesso r.be ·si entri nelle truppe coloninli fino a 32 anni, e vi si pos~a permanere, con successi ve rafferme, fino a .t, 7 anni compiuti; cl) La scadente qualità degli elementi incorporati annualmente e provenienti dai corpi dell'eserci to attivo mediante adesione (molto relativa) degli interessati. Per poca pratica che uno abbia della vita del reggimento sa , bene che queste occasioni sono attese ansiosamente dai coman-
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danti dei r iparti per disfarsi dei soldati che più lasciano a desiderare o nessuno ignora i mezzi che sono legalmente a dispo...._ . sizioue dei comandanti stessi per· decidere i recalcitranti a far la domanda che deve liberare la compagnia da individui indiscipli· nati o poco intelligenti o peggio. A questa costituzione difettosa del nucleo principale delle truppe coloniali si è ispirato il signor Cavaignac nel suo progetto per la costituzione di un nuovo eseruito coloniale convinto che l'ado · zione delle sue riforme oltre ad eliminare gl'inconvenienti suaccennati varrit a togli erne alcuni altri non meno gravi pur realizzando una sensibile economia sul bilancio della guerra. L'autore del progetto nella estesa relazione che lo precede, dopo esaminate le condizioni delle truppe di marina passa a considerare la composizione del XIX corpo d'a rmata venendo alle seguenti conclusioni: Gmndissima sproporzione fra la fo rza dislocata in Algeria e Tunisia ed i bisogni della difesa di questa parte del dominio coloniale francese, mentre sono troppo piccoli gli eftettivi nelle rimanenti colonie; . ' 2° Evidente esistenza in Tunisia ed Algeria di due corpi di truppa distinti: cioè a) truppe necessarie alla protezione della colonia; b) tmppe in eccedenza ai bisogni e costituite in grandi unità di guerra allo scopo di trasportarle sul continente in caso di guerra europea. ao Imposizione al paese di sacrifizi pecuniari inutili sia dal punto di vista che non è esattamente proporzionata e ripartita la forza secondo gli scopi che si vogli ono e si devono ottenere nell e colonie, sia dal punto di vista della mollo dubbiosa impiegabi lità di questo eccesso di forze in caso di guerra continentale. Il signor Cavaignac basa quindi tutto il suo elaborato progetto , sulla riorganizzazione del XIX corpo d'armata e'gli inten ti principali che col medesimo egli si propone di raggiungere sono i seguenti: a) Esporre il meno .possibile la vita dei Francesi nelle lon tane e pericolose spedizioni coloniali o per lo meno esporvi soltanto quelli che volontariamente prescelgono questo gravo·so servizio rimunerandoli con adeguate ricompense;
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NOTIZIE ~fiLITARI EST ERE
&) Costituire in modo l'esercilo coloniale da aver sempre pronta un'ab bondante riser va di ·soldati agguerriti da impiegarsi nell'evenienza di lontane spedizioni senza dover ricorrere all' esercito metropolitano; c) Pur conservando la sua' autonomia all'esercito coloniale · legarlo maggiormente a quello metropolitano e metterlo meglio in con dizione di poter concorrere con parte dei suoi elementi alla grande guerra che può da un momento all'altro sconvolgere l'Europa; d) Proporzionare la forza di occupazione dellé varie colonie ai loro real i bisogni di difesa; e) 1\endere sicuro in caso di gu erra europea il concorso della massima parte delle forze armate della Repubblica in difesa del paese, che per esse sopporta tanti sacrifici; {) Portare un sollievo al bilancio dello .Stato tanto più necessario in ques to mom ento in .cui si tratta d'imporre alla Fr~ncia nuovi gravami per elevare a 54:0000 uomini la forza bilanciata. Esamini11 mo ora' brevemente il progetto per assicurarci se le speranze del suo autore non sono esagerate e. se realmente la sua adozione possa segnare un progresso nell'ordinamento militare della Francia. Il progello consta di 5 titoli: Il l o stabilisce l'impiego e l'organizzazione del nuovo esercito coloniale. Fissa le armi ed i corpi che lo devono comporra, ed i reparti dei medesimi destinati a permanere . in Francia o ad essere dislaccati nelle colonie. L'esercito colonia le sarebbe cosi composto :
1 reggimento d'artiglieria a 8 batterie montate {di cu1 4 distaccate in Fra.Dcia) e 2 batterie da montagna; •1 reggimento d'artiglieria a 4- batterie a piedi e 6 batterie da montagna; 4 compagnie d'operai d'artiglieria (cui è aflìdato anche il servizio del genio); 6 compagnie miste di conducenti d'artiglieria {sostituiscono le compagnie del treno degli equi paggi); Serv.izi var i (reclutamento, amministrazione, sanità, sussistenze, giustizia mi l ita r~, ecc.).
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T-1~;nisia .
4 reggimenti di fanteria coloniale a 4 battaglioni di 4 com. pagni e; 2 r eggimenti stranieri a 3 battaglioni di 4 compagnie; 4 reggimenti tiragl iatori algerini a 3 battaglioni di 4 com- · pagnie; 3 bauaglioni di fanteria leggera a 7 compagnie; battaglione fucilieri di disciplina a 3 compagnie; 2 regg i ~ne n ti cacciato.ri d'Africa a 5 squadroni; \ 4 reggimenti di spahis a. 5 squadroni;
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Nelle alt1·e Colonie. Riparti di fanteri a coloniale, di fanter ia indigena, di fanteria leggera, battaglioni stranier·i , riparti di cavalleria indigena e reparti di artiglieria e servizi vart r·ipartiti secondo il bisogno delle singole colonie. In F'rancia . ·1 deposito degli isolati della fanIeria coloniale,;_ 1 deposito di corpi disciplinari delle colonie; Baltarrlioni di fanteria coloniale distaccati dai reggimenti di Algeria e Tunisia; ,l deposito degli isolati dell'artiglieria coloniale; 5 compagnie d'operai d'artigl ieria; •l compagnia d'artificieri; Batterie montate distaccate dai reggimenti d'Algeria . Un confmnlo complessivo fra lo stato attuale delle cose e quello r isultante dal progetto Cavaignac si ha nello specchio seguente : ~
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~OTIZlE llllLlTARl ESTERE
TI titolo Il tratta del reclutamento dell'esercito coloniale. Poche sono le varianti che col progetto Cavaignac si introdurrebbero nelle disposizioni attualmente in vigore sol recluta mento delle truppe di marina, dei reggimenti stranieri e dei reparti indigeni. Basi del reclutamento rimarrebbero sempre l'anuol~mento volontar·io e le rafferme per gli elemen ti europei. Il reclutamento degli indigeni e degl i stranieri è regolato da decreti ministerial i. Innovazioni degne di nota sono: ·1. Nel progetto il contingente di Algeria è assoaaettato al • • 00 serVIZIO souo le armi per 3 ann i, servizio che deve essere compiuto nei corpi dell'esercito metropolitano; 2. L'estensione delle disposizioni della legge ·l o JuaJio ·1893 circa il servizio della riserva a tutte le colonie, din~ta come l'autore si preoccupi di c1·earvi, e ciò specialmente in Al 11eria e Tunisia, importanti nuclei di truppe di riserva le quali, p~ssano in caso di guerra continentale lasciar liberi parte degli elementi attivi di accorrere sul continente. 11 titolo III dà alcune norme sugli uffìciali, sulle truppe e sul servizio deil'eserGito metropolitano distaccati in Algeria e Tunisia. Hanno speciale importanza quelle riflettenti l'inquadramen to della cavalleria ottenuto con ufficiali fuori q~tadro del l'esercito metropolitano . I titoli IV e V stabil iscono la soppression~ del 119• corpo di armata attuale e delle truppe di marina creando nn nuovo corpo d'armata in Francia (sul tipo del 6°/Jis) di cui si lascia al Ministero della gue1Ta di determinare la dislocazione. Nel titolo V si danno pure alcune disposizioni transi torie pel passaggio da nn sistema all'altt·o. Il nuovo corpo d'armata sarebbe composto di: 8 reggimenti regionali di fanteria: .2 reggimenti di cavalleria (·l di dragoni, 'l di cacciatori); 2 reggimenti d'artiglieria; 1 battagl ione del genio; ·l squadrone del tt·ooo degli equipaggi; servizi vari.
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NOTIZIE MILITARI ESTERE
La creazione di questa nuova grnnde unità modifica come segue la tabella più sopra riportata riflettente il confronto fra l 'eser~ cito coloniale attuale e quello Cavaignac in quanto ha tratto agli elementi che la riforma proposta lascierebbe disponibili in Francia in caso di guerra continen tale. ELEMENTI RESIDENTI IN I'IIANCIA
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CO L SISTEMA ATTUALE
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TOTAI.E
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COl~ SISTJ>MA PJIOI'OSTO
TOTALE Elementi lliscrva !\uovo del Xl X. corpo mantenuti dell'esercito oorpo col nuovo coloniale d'armata ordin;unonlo
411i
19-1:60
3652
3()52
Esaminato a grandi tratti il progetto concludiamo brevemente sul valore delle proposte in esso contenute. · · . Non si può mettere in dubbio che la soluzione della qnest10ne si imponga in Francia e quindi il progetto Cava~gnac è o~portuno . ,\\l'esercito coloniale è io esso concessa l autonomia necessa~i a perchè da una dipendenza troppo assoluta da autorit<\ lontane non venga ad essere diminuila la vitalità dell'organismo, mentre il suo passaggio alla dipenclenza del Ministero della gue tT~ impedisce che questo nucleo di forza, viva completamente a se nll'infuo ri dell'esercito ·metropolitano . . . . Logico e vantaggioso è il riordinamento ~el. nnc~eo. d1 forz~ di guarnigione in Algeria e Tunisia con. cu1 s1 costttu1sce quas~ una specie di riserva dell ' eser,~ito co,l.on1~le pe1·. provv.cdel:e. a~ bisocroi ordinari « de la relève » ali 1mptego uL!le deglt uli1ciali . 6 sd~tuflìciali di ritorno dalle coloni e, all'evenLnalilà di lontan~ spedizioni ed infine alla difesa del territorio nazionale in caso d1 guerra europea . La soppressione del XIX cor po cl' armata ·attuale a delle truppe di marina coordinata alla coslituzione di un nuovo corpo d'armata in Francia, costituisce pure con vantaggio grandissimo in caso di mobi litazione. i3t -
ANNO XL.
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NOTIZIE MIL11'A IU ES1'ERE
Attualmente si calcola di poter costituire in un:1 guerra continentale due corpi d'armata con truppe di marina e con elementi tratti òal XIX. corpo d'armata. Però in Francia gli studiosi di cose militari non si dissimu .. !ano le difficoltà che si oppongono all a realizzazione di questi cair-oli. Le truppe di marina potrebbero nel momento cnt1co essere impiegaLe in gran parte in spedizioni lontane e per l'ordinamento loro dato· colla legge ·19 luglio •1893 si vanno ogni anno assotigliando i contingenti di riserva. LI trasporto dall'Al ge1·ia e Tunisia degli elementi disponibili del XIX corpo d'armatà .è operazione logistica diWcilissima in sè ste;;sa o per di più da non Lentar:;i so non quando la Oolla france::e sia padrona del mare. Data pure l'esistenza di tutte le condizioni più favo1·evoli la costituzione di queste grandi unitit non potrebbe mai ave•· luogo in tempo perche esse facciano sentire la loro azione all' inizio della campagna. Col progetto Cavaignac un corpo d'armata in più si ha già costituito fin dal tempo di pace in Francia, come pure già vi esiste un discreto n·u mero di truppe coloniali come centro di f0rmazione del secondo corpo d'armata. Di più la disposizione per cui i con tingenti d' Al!-(eria fareb bero il loro servizio di tre anni nei corpi metropolitani produrr·ebbe pure un leggero aumento nelf'e(fetlivo di alcuni corpi con elementi su cui allo stato aLLuale delle cose non si può fare alcun assegnamento. Giustificabilissima è pure la proposta per cui le guarnigioni dell'Algeria e Tunisia son ridotte da un e.ITeuivo di 70000 uomin i ad una forza di circa HOOO uomini . Sotto qual11oque punto di vi:;ta si esaminino le preocupazioni francesi per la conservazione di queste due importantissime co · Ion ie in caso in con nagrazione europea, esse appariscono e;agerate, ed il Cavaignac lotta giustamente contro questo esage-. razioni che nuociono dal lato linanziario e dnl lato militare agli interessi genera li della Francia. Cosi pure apparisce giusto il concetto di aumentare le guarnigioni nelle altre colonie, mettendole '
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in arado di parare colle IOI'O sole forze a tulte le eventualità sen~a dover ricorrere ad ogni istante all'esercito metropolitano compromettendone la formazione di guena. . ... !nOne vantaggio non disprezzabile si è la posstblhta di re~• Iizzare qualche mili one di economia senza compr~m.e_u_ere la s_l curezza delle colonie ed aumentando le forze dispombli1m Francta .all'inizio di una guena europea. Asserire che il progetto sia privo di difetti sarebbe un po' troppo arrischiato . Distruggendo un intero edifizio pe.t:_~hè difettoM se ne distruggono pure le parti che hanno dei pregi. . . . Cosi colla soppressione delle truppe di manna, degh zuav1, ecc: si cancellano pagine gloriose di storia scrittt1 col sangue dt queste truppe ecéellenti e prima che i reparti' destinati a sostituirle si sieno creata una tradizione così brillante oceorreranno anni ed anni. Però m-essi in bilancia i pregi ed i difetti del progettò non si può 'a meno di concludere che i primi annu!lano quasi i secondi, spedalmente se si procederà nelle modahtà. del passagg•o da un sistema all'altro con i dovuti riguardi, e che nel complesso la Francia adoltandolo migliorerebbe la sua situazione militare sia alle colonie sia nel cont~nente europ,:,o. Giunaerà in porto il nuovo progetLo? È m~lto difficile, dati i precedenti e gli umori delle Camere fran cesi fare dei pronostici, è però facile predire che la lotta sarà viva specialmente per ciò che riflette la sop_pressione. de~ XIX corpo d'a•·mata e delle tmppe di marina ed 1! passngg1o d1 tutto l'esercito coloniale alla dipendenza del :Ministero della guen a. La stampa si è occupata. e continua ad occuparsi del progetto Cavaivnac ed in parte si dimost1·a ostile non all'idea della costit~zione di un esercito coloniale, ma ai mezzi con cui il Ca-. vaignac intende costituirlo. TI deputato Lannes di Montebello ha da part~ sua presen ta~o un altro progetto per l'esercito coloniale, in cu '. sen_za sopp~t mere il XIX corpo d'armata e le truppe di marma (m esso_ c10_è si ri spetta lo stato quo in Algeria e Tunisia in qu~~to agli ~f felliv i e non si toccano le truppe di marina residenti m Franc1a)
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NOTIZIE MILITARI ESTERE
si crea no dei corpi di truppa coloniali metropolitani ed in.digeni. Con essi si provvede alla sicurezza delle colonie, eccettuate la Tunisia e l'Algeria, e si costituisce in Francia (ove avrebbero guarnigione in massima le truppe coloniali metropolitane) una riserva dell'esercito coloniale pet· le even tuali spedizioni, riserva che in casi straordinari potrebbe essere rinforzata dalla legione straniera, dai reggimenti tiragliatori algerini e dai battaglioni di fanteria leggera d'Africa residenti in Algeria'. Dal ennio suo il Min isttJro deporrà un terzo progetto in cui pare che di notevole ci sia una sola innovazione cioè il passaggio alla dipendenza del' Ministero della marina della legione . straniera, costituendo così l'esercito coloniale colle truppe di marina e colla legione straniera. Molti interessi sono urtati da una soluzione radicale del pro.bl ema, gli altriti fra i Ministeri della guerra, marina e co lonie sono s~mp re vivissimi, come non sono composti i dissensi. fra Senato e Camera; vedremo se in questa nuova f<tse della questione il patriottismo della Camera saprà trionfare delle bizze, degli intet·essi pe1·sonali, delle meschine guerriciuole ·di partito e pa~sando sopra a tutto ed a tutti potrà far prevalere l'inLeres~e generale del paese.
GERMA NIA. Grande e.~ercitazione dtti ferrovieri mll'autunno 1895. - Dieci compagnie ferrovieri, tra le quali una bavarese e<i una sasso ne, furono riunite nello scorso agosto per una grande esercitazione. La maggior parte di esse aveva la forza di guerra. Oggetto dell'esercitazione fu la costruzione e l'esercizio di una linea ferroviaria della lunghezza di circa 95 ch ilometri dal poligono di Kummersdorf al campo d'esercitazionu di Loburg facendo il primo tronco, lungo 10 chilometri da Kummersdorf a Jiinickendorf, a scartamento normale e il rimanente a scartamento ridotto di centimetri 65. Lo scopo cui si iendeva , oltre all;cscrcit~re ufficia li c ~ruppa dci ferrov ieri nei loro còmpiti di guerra, era di raccogliere dati d'esperienza sul modo più adatto di costruire e. di esercitare linee speditivc di trasporto e sul fu nzionamento del mnteri;1 IO
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adottat9, sotto l'aspetto della celerità del lavoro e della sicurezza dell'esercizio. L'importanza del menzionato scopo ha la sua ragione negli studi che da qualche tempo l'amministrazione militare sta facendo, per diminuire in caso di guerra l'inconveniente.delle interminabili e lente colonne carreggio ingombranti le strade, facendo concorrere per il servizio vettovagliamento e munizionamento l'esea·~:izio delle linee ferroviarie speditive. la menzionata esercitazione durò oltre a 6 settimane e si svolse nel modo seguente: Un drappello di truppa comandato da quattro ufficiali formava come una specie d';1Vanguardia ad intervallo di uno o due giot·ni di maa·cia dal nucleo maggiore dei lavoratori per altendere ai primi lavori necessari alla cost•·uzione della ,linea già precedentemente ta·acciata. Segui\a la colonna dei lavoratori che formavano il piano della strada ed una compagnia con equipaggio da ponte. Nella costruzione della linea si cercava di evitare quanto possibile escavazioni ed arginature, riconendo invece a pendenze piuttosto forti (i : 15). Contemporaneamente la compagnia ferrovieri munita dell'equipaggio da ponte allestiva tutte le neces~arie opere ossia passaggi di vario genere. Por la costruzione di ponti d'una rilevante importanza si adoperò l'equipaggio da ponte in feno modello Liibbeke (capitano prussiano). una compagnia aveote la forza di guerra può c:on questo materiale allestire in breve tempo ponti di qualsiasi gittata. A Belzig fu costrutto un ponte di quel genero lungo 60 metri in un giorno e mezzo. A questo scaglione di lavoratori tecnici tenevano dietro le. compagnie propriamente. costruttrici del binario in ferro, collocando a posto il medesimo per tratLC della lunghezza di metri 5. Il traspot;to del materiale per la costruzione si eflettuava sul binario stesso a mano a mano che questo veniva allestito. Trenta tratte di binario (foggiate a telaio mediante le traversine pure di ferro che uniscono le rotaie) formano il carico d'nn vagone che serve per uso metri di linea. In meno iO minuti il C8rico d'un vagone veniva scaricato e messo a posto; il lavoro era regolarmente distribuito tra portatori ed aggiustatori. La celerità di costruzione diede una media da 10 a HS chilometri di lavoro compiuto al giorno; così il primo tratto di lincà a scartamento ridotto lungo 50 chilometri sino a Bclzig fu compiuto con celerità di 10, ed il secondo, con celerità di Hl chilometri al giorno, essendosi quest'ul~imo sviluppato in terreno alquanto accidentato. Alla costruzione della linea seguiva immediatamente l'esercizio trasportando anzitutto, come si è dellr> sopra, i materiali per il graduale sviluppo del binario, ed in appresso generi di vettovagliamento.
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NOTIZIE MILITARI ESTERE
Cose varie. - Jn ottobre si costi tu i una società sotto il titolo « Circolo degli ufficiali dell'esercito e delln marina fuori d'attività » con sede principale a Berlino. Lo statuto del circolo ba tra le sue disposizioni fondamentali le seguenti: istituzione d'una cassa pensioni pe1· ·vedove; concessione di sussidi e soccorsi vari pe1· membri del ~ircolo bisognosi e per orfani; mediazione e raccomandazione per il conseguimento d' impieghi civili; istituzione d'una cass.1 prestiti; mantenimento di apposi1i locali per convegno dei soci.
NOTIZI E IIILtTAHl ESTE ltE
Nel tempo medesimo fu stabili ta la formazione di H 1livisioni di batterie: . i (di 3 batterie) nella 3". briga t~ my~lie.ria . d ali~ g~a r~w.; 5 (el i ~. batterie) nelle lmgate d arugilcna 2a, !t , 6, iO c I8a; e 5 (di 3 ])attcric) per le 5 hrigate cacciato1~i . . . . . , . . . . Fu inoltre o rtlina ~o che i comand:mt1 dw1swm. ù art1~1Jcn~ (del!n "uardia e di linea), e ctuelli di batteria della guardia abbwno Il grado colonnello e 111tti i comandanti di· batteria ùi linea (fino :~d ora crentualmenlù anchù colonnelli) il grado di tenente colonnello.. , . . . Per ultimo fu stabilito che l'efi'etlivo di pace delle battene d nrt1gilenn pesante (ùelln guardia e di linen) sin diminuit0 di 25 soldati.
di RUSSIA.
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Aumenti e tras(ot•mazioni nell'artiglieria. - Coi P,i kas, N. 2!4 e 215 fu l'Ono stabiliti le seguenti forma;~ioni: a) 2 battel'ie lcgge1·e (o" e 6n) da incorpora1·si nella 35a bl'igata d'artiglieria, in sostituzione delle 2 batterie già destinate col Prikas N. 96 a costitui1·e la divi-sione d':Htiglieria (due batterie) montata del Transbaikal; b) 6 baue,.ie, destinate 2 al 2°, 2 al 4° e 2 al 5o reggimentn mortai. In seguito a questa seconda formazione si avranno in tota le 26 batterie da mortai così distribuite: {o
reggimento mortai (a » (a 3• J » (a q. o (a 50 » » (a
Dvinsk) ~ 4 batterie Kiev) -q Van;avia) -4 ) Pietroburgo)- 4 Mosca) -4 6o » » ? 2 » ?o ? -2 i • e 2a batteria da mortai della Siberia - 2 »
2•
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Col successivo Pl-ikas, N. 2f6 fu decretata la formazione di 18 batterie leggere da incorporarsi: et) 3 nella 3a brigata artiglieria della guardia, come 7• Sa e ga batteria della brigata stessa; b) 10 nelle brigate d'al·tiglieria 2a, 4°, 6a, wa e 4.8° (cioc due batterie per h1·igara) quali 7" ed 8a batteria; · c) 5 nelle 5 brigate cacciatol'i della Hussia eu,·opea (una batteria per brigata) come 3o batte,.ie.
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2084 N01'1Zl.E BIBLI OGRAFICHE
NOTIZIE B fBLIO G RAFI OHE
20~5
Giornale medico del R. esercito (ottohr·e 1895). Variaiioni 1ocali dei corpuscoli sanguigni per influenze termiche. (Bicerche eseguite nell'istituto di clinica di 'forino dal cnpir:mo medico E. Mangianti). Notizie sommarie sulla statistica sanitaria del R. esercito per l'anno 189lL Rivista medica - H.ivista chirurgica .
2. Ordinamento, reclutamento ecc. Bollettino bibliografico ·- -
r.
So m mario delle riviste militari italiane.
Rivi~ta_d'artiglieria e del genio (ottobre :1.895). Corrozronr per pezzo delle distanze dare dai telemetri '(con una tavola). Belvederi, capit~no. nei tiri da costa L alzo _automatico. Ottolenghi, tenente. Sulle pwstre di corazzatura e del loro rn d0 . . (con tavole e fi{Jure) \. S· d . ? dJ comportarsi sotto il tii"O A r ,· . e . . t- . an re11l, capitano. PP •caz•one dt mmc nei lavori di so · b . . . . . frana avvenuta a Monrepulcian ( oodm roe dt assrcura;:wne dt una nello. o con ue tavole) . A. Verri, colon.1\fisccHanen - Notizie. r Ri~ùl~t mat"ittima (no ve mbre f895). \ enr.rlazwue delle navi. C. Laurcnti. La navigazione da . . ,: . . . . d"•porto · (C ontmuazrone). A. Camun·i. La'A~lluazrone nulttare mediterranea (Cont,·n . ). A Dona · . · uazwne .. . . .. r0 rco. l L mertca del sud e il V. Grossi. commeJcto ttahano. (Contmuazione e fine').
Marina e commercio in Ilalia. A. TE-so. Sulll'impiego dei siluri. A. Gua rienti. - A llacco torpediuie.ro C A l . · · sul • calibro e sul numero dei cnnnon· · ·d. va one . - Consr·d erazront {Jrande nnv G s 1· .. ' · t 1 una ~ . '. e. · ' ec li. - L elettricità sullo navi da (ruel'l'a A T . · I UJOI"I11azJont C notizie. " . . O~l.
Il completamento e l'ordinamento dell' eserc·ito russo. (Neue Militii1·ische-Bliittar, ottobre 189n). - Il bila.ncio (inglese) della guerra. (Periodico e puntata sopracitati}. - La getuùu·merù,. e il reclutamento (Progrès m,J:li/,aire, 2 novembre -1895). - Il futuro reclutmnento dell' a1·mata coloniale. (Aveni·r 111ilitaii'e, 25 ottobre 1895). - I qt,adri della 1·iser·va. (Avenir militaire, 5 novembre 1895). - Le compagnie di disciplina. (Perio~ico e numet·o sopracitati). - Ordinamenti militd?i coloniali. (Revista militar, 3i ottobre). - J./ esercito e la ma·r·ina inglese. (lnternat·ionale Revue, novembre •1895). - Sull'ordinamento del t?'eno in F1'Mtcùt. (Periodico e puntata sopracitati). - Il ?'inforzamento dei qoodri del genio in Franctil.. E. OITner. (Spectatem· militaire, ottobre i 895). - Nomina, obblighi ed avanzamento degli uffid.ali in congedo . :Manuale pratico, con apposita appendice, la quale contiene : i o La nuova istruzione per gli allievi ufficiali ; 2• L'elenco dei documenti per ottenere la nomina a sottotenente di complemento e di milizia t.erriLoriale; . a o I nuovi programmi di insegnamento e di eS3ffiC per la nomina a sottotenentc di complemento e di milizia territoriale. Roma, -1895, Voghera. - Vo lontm·iato di un anno. Guida pratica contenente le disposizioni per: l'ammissione, l'istru;:ione, l'avanzamento dei volontari di un anno. Apposita nppendice contiene i nuovi programmi di insegnamento e di esame per la nomina a. sottotenente di compiemento. Roma, 1895, Voghera.
NOTIZIE BIBLlOGUAF!CiiB
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NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
- Ordinamento di{eJISivo detta Russia, maggiore Librecht. (Revue du ,qé11ie, ottobre 1895). - Ordinamento delle t1·uppe del genio in S'Dizzera. (Revue du yénie ottobre ·1895). · ' - fll go C<J1"po d'armallt in Francia. (Avenù· milit{lire, ~9 ottobre 1895. Si tratta di questioni riguardanti l'ordinamento di un'armata coloniale. - L'armata coloniale in Fmncia. (Progrès militaire, 23 ouobre ·1895). - Il riparto del continge11te in Frcmcu1. (Progrès militai1·e, 23 ottobre -1895). - L'attwtle t·eclutamento ùt Francia e le tr'uppe coloniali ( ~ ·venir militail'e, 22 ottohre 1895). - Contro il servizio di due anni. Generale Lewal . (Joumal des scùmces militai·res, ottobre ·1895). Ecco il somma1·io di questo interessante scritto: Hiapparizione del servizio di due anni. - Ineguagli3nza forzata dal punto di vista sociale. - Ineguaglianza inevitabile dal punto di vista militare.- S&rvizio equivalente. - Compensi all'ineguaglianza di pel"lna·nenza sotto le bandiere. - Chiamate. - Seconda porzione del contingente. - 1\feu.i d'acc1·escerc il contingente attivo. - Diminuzione delle dispense dal servizi ~ . - Ammissione, istrnzione ed avanza,mento d~gli alliet•i set_qenti. Questa pubblicazione contiene: 1° Le e uove clisposizion i per i corsi allievi s'3rgent.i; 2o I programmi di insegnamento e di esame per la nomina a cnpol·ale ed a sorgente; 3o La legge sullo stato dei sottuflìciali. Roma, i89t>, Voghera.
3. Arte militare. Il .~istema di cli(e.$a dellrt Sviz.=em (Revue m-ilitain• de l' étrr.mge1·, ottobre 'l 895). - ilfrmovre di.rJutu·n(qione per gli ufliciali di riserva e dell'armata territoriale. (Revue du CCl"t;{c militaire, l o novembre 1895). f '--- Il nuovo regolamento ct"istruzione sul liro ( Revue dt~ cerete mililaire, :l o novembre 1895). · -Le batterie da montagna della ·divisione ft·ancese dei Vosgi. (Nrue·lfilitètrische Bliitte1·, novembre 1895). · - Colonne di marcia stac:cate e colonne di marcia aperte. (i}Jilitih· Wo· 1 chenblatt, 6 novembJ"e 1895).
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Sguardo _qene1·o.le sopm l'arli,qlieria modmw. Con tinuazione. (Ile-
vista cientifico-militar, 15 ottobre 1895). - Le manovre impe,-iu.li p1·esso Stettitw nel 1895 , (lntemationale R evue, novembre 4895). - Il nuavo 1·eqolamento sul servizio di campagna in Fmncia. (Spectatetll" milito.ù·e, ottobre ~ 895). - La cavallerut nei combattimenti moqemi. (llevista tecnica de infanteria y caballeria, ! 5 ottobre 1895). - Le 1nano~rre degli ufficiali di 1·iserva il~ Fmncia. (Avenù· ntilitaire, ! o uovembre 1895). - Considerazioni s·ulle manovre cl'arti_qlieria. (illi~itiir IYochenblatt, 2 novembre ·J895). - Préparazione della comJJa,qnia al ~wrvizio di crtmpag1w. Capitano Fonteclare. Continuazione. (Jounwl des sciences rnilitai1"C$, ottobre 1895). · - Rijlessioni -sull'm·te del/et ,qtwn·n (io inglese) colonnello Clare Iln:·t. Londra 1895).
4. Storia militare e generale. Da Sedan a Parigi. Monografia tratta · dalla guerra franco-germanica del 1870-71. ( Organ de·r militèi!··tvissenscha(llichen Vereine, otto· bre 1895). - L'esercito austriaco s.essant'anni fa. I. Newald. (Streff/ew·' s Zeit• sclwift, novembre 1895). · ---, L'elemento momle nelle mani di Suvarow. Traduzione dal russo. (Streflleur's Zeitsch1·i(t, novemb1·e 1895). - Lezioni di storia general11 d'Europa con form i al metodo d'insegnamento del corso preparatorio di Bologna per l'ammissione alla scuola di guerra - Portici. Stabilimento tipografico Vesuviano, 1895. Esposte con forma chiara, e concisa, contengono una sintesi della storia d'Europa dai tempi antich,i fin o ad oggi. l\1a il pregio vero di questo libro è nelle osservazioni, nei commenti, che illustrano i fatti ed i veri periodi storici ricercandone le ca use, studiandone gli efTetti: è la filosofia della storia n~n cleuata in forma cnttedratica, che talvolta stanca, ma esposta con criteri moderni e confortata con osservazioni pratiche ispirate dal buon senso. - La _guemt fra la Chinq ecl it Giappone. Tenente Mulle1·. Berlino, :1.895, LiebeL Opera divisa in tre parti con schizzi e tavole. ---r I corpi vola:nti tedeschi durante la guen·ct cl' indipendenza della Getmania. nel1813. Cardinal V. Widdarn. Seconda edizione. Berlino 1895.
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NOT IZIE DIIJLIOGRAFICHE
- In memoria della grande guer·ra 1870-71. A. Treischke. Conferenza tenuta all'univflrsità di Berlino il i9 luglio i895. Lipsia, Hirzel. - Le feste del XX seltembre in Roma e l'esercito italiano. Monografia st-arico-mi litare. (lnternationale Revue, novembre i895). - Storia dell'a.~sedio di Puebla. (Continuazione). (Revue du génie, ottobre 1895). - L'eserr.ito prttssiano nel i744-45 (Deutsche Heeres-Zeitung, 1.2 ottobre i895). - I• conwallimenti decisiti del.qenemle Werder nel gennaio 1874. (Mi litii?' IVochenblatt, 26 ottobre 1895). - I cmnbattimenti degli Ungheresi cogli Osmani fìno alla battaglia di .llfohacs nel 4526. Tenente generale Kupelwieser. Con dodici carte e piani. Vienna, i 895, 13raumullel·. - Atlante delle batta.9lie dal1828 al 4895. Mnggior generale Sternegg. Coi piani delle principali battaglie e assedi in Europa, in Asia e in America. Vienna, 1.895. Iglau.
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NOTIZIE BIBLIOGRA FICHE
- Club a.lpino italiano (ottobre :1895). Nell'alla Eugadì~a .e .al. ~olle delle Loccie - n ·monte Areonentu (Sa1·degna) - I mont1 S1bdltm Cronaca alpina. _ L(~ spedizione francese al Mad<Jgascar. (Neue militiirische BliiUer, ottobre -1895).
6. Tecnologia. La polvere e l'armamento della fanteria. Per S. Arantegui,. coma~ dante della scuola centrale del tiro d'artiglieria in Spagna. Madr1d, i 89o. - Il cannone ·aelt' avvenire. Stato attuale della questione. (Continuazione e fi ne). (Joumal des sciences militai·res, ottobre 1.895).. . .. . - Informazioni St! cose tecnico-mititcwi. ( Organ der mthtar-wtssenschaftlichen Vereùte, ottobre 1.895).
7. Varietà.
5. Geografia, Viaggi, Colonie. . Bollettino della Società ge0,91'C!fica 'Ìtalian(! (ottobre 1895). Le migrazioni del nome « Calabria ». - La popolazione italiana a Nuova-York. - Condizioni nell'Asia orientale. (l nternationale Revue, novembre i 89n). -·Le nostre cose in Africa. E. Scal'foglio. Rivolgersi alla tipografia Voghera, Roma. Secondo l'autore, la base della nostra azione deve e.ssere I'Harrar. Su ciò, egli dice, non vi è dissidio. Il dissenso è tutto nel modo. Egli invoca una determinazione energica cbe metta fine all'attuale situazione, in fondo a cui, a suo avviso, potremmo trovare una seconda edizione dell'onta di Tunisi, e certo vi troveremo « un inquietante incremento del nostro bilancio coloninle pas~ivo, ' e angustie e agitazioni perpetue ». Questo opuscolo, scriLto con forma vibrata e colorita, si legge volentieri e mel'ita di essere conoscjuto. 1 - Le ·responsabilità nella spedizione del Mada,qa~car . (A venir militai·re, 22 OtiOb l'C 1.895). - Ceuta e il suo campo. ~1. Navarro. (Continuazione e fine}. (Estud?'os ?m:lit(tres, 20 ottobre i 895). - lnfòrmazioni sulla guerm d·i Cuba. L. Barios. (Periodico e puntata sopracitati).
Un ospedale da campagna nelle~ guerra del 1870-71. (ilfilitiir W ochenblatt, 30 ottobre 1.895). -La medicina militare. (Avenir milita.il'e, 29 ottobre 1.895). _ L'indulto pe1· i matrimoni t•eli,qiosi in l tctlia. (Militar Wochenblatt, 23 ottobre i895J. _ L' assicumzione dei cavalli nell'esercito tedesco. (Afilitiir Wochenblatt, 26 ottobre -1895). - La mzione eli zucchero del soldato. E. Hirschberg. Berlino, 1.895,
Steinitz. - Le leggi 11wderne sullo spionaggio militare. Dr. Dublin. Zurigo, -1845, Speìdel. .. _ Lo sviluppo della rete ferrovic~ria nell'Alsazia Lorena. (Rerme mtlltaù·e de l'étranger, ottobre :1895) . . . _ La bicicletta pieghevole alle manovre clel1895. (Revue clu cercle nnlitaire, ·l o novembre 1895). _ Le fim·ovie tttrt;he. (Nette mil-itiirische B!iitter, ottobre i 89o~. - La festa de ll'artiglieria italùma. (Nwe militarische Bl~blter, ottobre 1895). . . . _ Le manovre del servizio sanitar-io in Francia. (Co n twua~wne e fine) (Re vue clu cercle mìlitaire, 2~ ottobre 1. 89~) . _ Le coste e i porti dell'tmpe ro r·usso ·p~ Europa e 11el Caucaso, sotto il rapporto della difesa del raese. Zepelin, t:olouneHo. (.la hrùiicher fiJJr die dettlsche .Armee ·und JlfCLrine, novembre 1895). u
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NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
- Le più antiche carte geografiche. C. Miller. Stuttgard, '1895, Roth. - Manuale del medico militar·e, II volume. Storia.del cot·po sanitario in Austria. Vienna, 1895, Safar. - Scene della vita delle sctUJle militari, in Francia, in Russia, in Germania e in Au<;tria. Con iJiustrazioni. Parigi, 1895, Lavauzelle. . - La ctwa volontaria de,gli ammalati in _guerra. Sua storia e suo còm~ pito. - Notizia per l'intelligenza e l'appt·ezzamento della Crùce Rossa tedesca. A. Trepte. Berlino, 1895, Heymanù. - Sttlle pene disciplinari in campagna. (lnternationate Revue, novembre 1895). - La vita milit{lre in Spagna. De Bat·ado. Barcellona, !895, Ramirez. - Storùt del castello di Trieste e del duomo di San Giusto. Ruchwald, capitano. Linz, 1895, Mareis. - Per i nostr~ sold{lti. Consigli pratici d'igiene e di morale. Parigi, 1890, Dubois. - Sulla psicologia dell(t vita milita1·e. (Streflleztr' s Zeitsch1·ij~, novembre 1895). - ll Congresso di Brussetles per la pace perpetua. (Stl'e/!lew·'s Zeit~ sch1'1ft, novembre 1895).
8. Marineria. Gli armamenti mariUimi. C. Champenois. Parigi, 1895, BergerLevra ult. Corso di lezioni pt·ofessato dall'autore alla scuola superiore di commercio in .Marsiglia.
'
Per la Direzione Lon ov r oo C rso TTI
DEMA RCIII CA RLO,
gerente.
2091
L' fSTRUZfONE SUI LAVORI DA ZAPPATO RE PER LA FANTERIA
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La nuova istruzi one sui lavori da zappatore per la fanter ia, pubulicata il 9 febbraio scorso, modifica notevolmente la precedente (1892 ); e poichè le modificaziooi rappresentano un passo importante sulla via dell e idee che molli, nel le alte e nelle 'basse sfere mili tai'Ì , seguono da diversi anni circa l'i mpiego dèlla fo rtificazione campale per parte delle truppe di fa nteria, cosi è u1ile ed interessante esaminare br·evemente i mutamenti più nolevo! i. Prima però di passare a tale esame, mi preme di rilevare subito ~he il nuovo regolamento, a diflerenza dell'altro ora abolito, prescrive che trttle le su e parti siano conosciute da tlttti gli ufficiali di .fanteria, praticamente e teoricamente; stabilisce inoltre che tutte le truppe di, fa nteria debbano essere praticamente esercitate ad eseguire alcuni lavori-di terra e special mente quell i che servono a rendere più forti le posizioni .e ad ostacolare lrt marcia dell' avversario. Inoltre. in tutte le pagine dell a istruzione, un pensiero. è dom inante: quello di far comprendere nna buona volta che le coperÌure, di qualunque specie esse siano, sono utili non solo nella difensiva, ma anche nell'oiiensiva ; cioè, in Lutti i casi. Ciò, ripeto, e importante di rileva1·e subito, ed è importante per tagliar corto a. parecchie bizantine discussioni. 132 -
ANNO H.
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L'lS'f RUZlONE SUL L;IVORl DA ZAPPATORE PER LA FANTERIA
L'lSTUUZIONE SUl LAVORI D A ZAPPA1' 0 RE PER LA FANTI!RIA
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** In rholti reggimenti di fanteria, si no a poch i anni fa, si ragionava cosi : nel combnllimento odierno~ non ostante le nuove armi. di piccolo calibro e n cm·icamento rapido, le cond izioni essenziali della battaglia non sono mutate, i principii son sempre gli stessi. In una parola, l'ofJensiva è l'essenza stessa del combattimento d'oggi, co me lo fu del combattimento di ieri, quando, sollo il tiro corto ed incerto dei fuci li ad avancarica, si serrava sollo, sempre sotto , per squarciHe il peuo del nemico con le punte affilate delle baionette . Serrando soLto non c'è tempo per soffermarci ad accrescere valore al terreno, mercè lavori opportuni : quindi la fortifi cazion e campale è inutile, almeno per noi che siamo animati dal lu spirito del l'oJTen siva a qualunque costo, e non è perciò necessario di eser citare, in pace, le truppe in lavori di terra. Tale ragionamento portava diritto al la seguente conseguenza _: mai, o quasi, si parlava ai soldati dell' opporlunità di approfillare, in campagna, degli ostacoli del tel'l'eno o di crearne quando eli naturali non se ne trovavano ; mai o quasi, si esercitavano i reparLi ad eseguire alcuni semplicissimi lavoJ·i di terra che pure, da un momento all'altro, in guerra, potevano essere chiamati ad , esegui re. Le cose andarono avanti così per un pezzo; e i credenti nella fortificazi one campale, per quanto si aiTan nassero a ricordn re che nel ·1870-7'1 i 17rnncesi ed i Tedesch i, non solo nella difensiva, ma anche nell'offensiva (l ) aveano approfittato largamente delle accidentalità del terren o, correggendole o creandol e; e che i turch i e i ru"si, in epoca ancora più recente, nel '1877-78, lo stesso a\reano praticato, e Plewna informi, rimasero sempre inasc.olluti. Si sa : in diversi reggiment i di fanteria molti dicono t:he la tattica è materia elastica, che nulla in essa è assoluto, che ognuno ha la sua maniera di vedere, rispeuabile quanto qualunque altra; e con tale professione di fe de, assai comoda, ma altrettanto peri-
(t) Bas!a ciL:tre l'episodio della Lis:tinc, quello di Le Jlou rget e dtll bosco di Brévanne,;.
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colosa, si fini sce col non avere alcuna idea concreta e pratica circa il modo d'impiegare le truppe sul campo di battaglia. Un battagl ione, per svolgere una es,ercitazione di combattimento, impiega un'ora passando per tutte le fasi dell'introduzione, della preparazione e della decisione; un altro ne impiega cinque per tmsformarsi dall'ordine di marcia n quelh> d'ammassamento e cl' inizio. Tutto a maggior gloria della libertà di pensi ero e d'apprezzamento circa i criteri tattici . Figuriamoci adunque s'era possibile C•>nverti re lutti alla necessitit eli credere ai lavori eli conczione del terreno l Lasstt però> o-ve menti elette si occupano assiduamente della preparazion e alla guerra, non isfuggirono tal i sintomi di scetticismo nella fot·tiCì cazione Ci.!mpale; e poichè, ollre ai risultati non teorici delle più recenti guerre, anche le idee dei migliori scrittori di tattica nostrani e forestieri collimavano in un perfetto accordo nel dimostrare che o~gi , non solo nella di~·e n s iva, ma anche nell'offensiva è possihile, e si rende necessario, di tener conto di una zolla, ili un argine, di una siepe, di un solco, per rendere più efficace il nostro fuo co e meno micidiale cruello avversario, il Ministero della guerra, con sa vi o provvedimento, creò una nuova scuola pei tenenti anziani di fanteria, nell'intendimento di riversa re in breve nei reggimenti tanti comandanti di comp:.tgnia convinti delle necessitù odierne del combattimento e eolt.i specialmente nella tattica del fuoco e nel modo di utilizzare i ripari del terreno correggendolo, quando occorre, per adattarlo ai bisogni della cruen ta lotta. Ai tenenti anziani si apri allora un nuovo orizzonte. Essi che dai reggimenti , ove studi di tale natura, essenzialmente p1·atici , non erano stati ancora fatti, porravano lo scetticismo o il dubbio, compresero ad un tratto che man mano si perfezionava il lucito da guerra , che ne diventava più lunga la gittata e pi (l rapido il ti ro, non solo scemava il vantagg1o dell'andar sotto, subito, sempre sotto; ma si conv insero inoltre che dovea ben arri vare il momen to in cui. l'antico vantaggio si sarebbe di molto attenuato. Oggi lo slancio ha tutto il tempo di esaurirsi; l'entusiasmo ha tutto il tempo di sbollire quando, per venire all'urto, si dev e percorrere un lnngo spazio di terreno battuto, con tiro radente e rapido, da una vera grandin e di piombo .
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L'!STRUZlONE SUI LAVORI DA ZAPPA1'0RE PE:lt LA FANTERIA t,'JSTRUu!ONE SUl LAVORI OA ZAl'PATORE PER LA FANTERIA
Ai tenenti anziani fu dimostrata che oggigiorno la di stanza fra i r.<,mbattenti è troppo grande, cbe essa non si percorre più cosi facilmente, tulla d'un fiato; che bisogna attendere per tempo non breve, nella sosta di preparazione, che la prepond eranza del proprio fuoco e l'illanguidi rsi di quello avversario dia a noi mezzo di avanzare, traendo partito delle più piccole accidentalitit del terreno, di tutti gli appigli tallici, pe!' coprirsi, creando tali appigli quando il tempo e l'avversario ce lo consentono. Tolto ciò ru dim ostrato Ili ten enti anziani di fa nteria i lJUali, in gràn parte, compresero ch e la fortificazione cam pale non è un'utopia , ma una necessità; che essa s'impose e s'imporrà sul campo di battagli a e che percio è necessario di praticamente insegnare -oraalla truppa quanto , domani , dovrid<1talmenle sapere ese~ui re. I cor;;i alla scuola di Parma si soccedell.ero; un quarto dei capitani di ogni reggimento di fanteria è ormai pas~alo per quella trafìla; epp ure lo scetticismo per la rortifìt~azi o ne improvvisata perdura. Sia riluttanza di fare ciò che per l'addietro non si è mai fatto, o poco fatto; sia la w n vinzione che sul campo di baLLagl ia le truppe. costrette dal bisogno , ·sapranno improvvisareopporttmi ri pal"i, senza che ~i!!. perciò necessasio d'insegnar loro, ora, il modo di costruirl i; fatt.o si è ch e nulla si fa oggi , come nulla si faceva ieri. Tullo al più, durante le ma.novre di campagna, e nell e ore delle istruzioni se- • condarie, si portano qualche volta le compagnie dietro un niuro e lì, qua ttro colpi di gravina, altrettanti di badile, no po' di li sciamento all e scarpe di una qualsiasi trin cea costruita senza nessun concetto tattico, senza che il soldato ne comprenda lo scopo , e arrivederci su l campo d! battaglia. Ove, so bene, i ru:;si scavarono la terra con le mani e col coperch io delle gavette e si copri rono ; ma ove è certo preferibile condurre la truppa già ammaestrala in ,;iò che può dover fare. E ora· dopo di nver ri chiamato l'attenzione sul concetto fondamentale a cu i è ispirata la nuova istruzione, compilata per la sola fanteria, e ratto come ho saputo la genesi di esso, per ren dere pit"t ev idente la natura delle morlilicnzioo i, stimo utile di lrnscrivere di contro fl lle nuove norme sui lavor·i da zappatore di fàoteria, rrnelle corrispondenti della abolita istruzione del ·1 89'~ . ·
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REGOLAMENTO DEL ·1892.
REG OLAME:'\TO DEL 1895.
Titolo: Istruzioni speciali per gli zappatori di fanteri a e di cavalleria
Titolo: Istruzione sui lavori da zappatori per la fanteria
PHF:~I ESSA .
PnRM(:;SS A.
Le di verse parti delle istruzioni racchiudono nozioni che interessa siano note agli ufficiali, ma questi devono conoscere in special modo la ·Parte fta, ossia la fortificazione speditiva.
1° Tutti gli ufficiali debbono avere completa conoscenza teorica e pratica dell' intiera istruzioné la quale sarà oggetto di speciali confet·enze ed esercitazioni, in modo che ciascuno di essi sia s~:mpre in grado di abbozzan il progetto dei lavori e dirigerne l'esecuzione. T-utte le troppe di fanteria e specialmente gli zappatori sarnnno praticamente e.<;ercitati su quanto riguarda i quattro primi capitoli e in morlo pnrticolnre i capi 20 c 3°·(Cioé: preparazione e difesa di una posizione; comunicazioni ecc.).
• ( ~una).
2° In ogni reggimento di fa nteri:;~ di linea e bersnglieri, in ogni distaccamento uguale o superiore al battnglione alpino, sarà destinato un ufficiale subalterno per dirigere l'istruzione degli zappa tori di truppa e i lavori di loro spettanza. Indipendentemente poi delle nozioni pratiche che tu1le le truppe debbono avere, gli zappatori esP.guiscono un corso speciale fatto per reggimento o per battaglione alpino, dividendolo .in 4 period i. l comanda nti di
L' IST RUZWNE SUI LAVORI DA ZAPPATOR E PER LA FANTE RIA
2096
L' ISTRUZIONE SUl LAVO RI DA ZAPPA1'0RE l'ER LA FANTI..:RlA
battaglione hanno l'incarico di far le proposte per la nomina a caporale zappatore, a zappatore e ad istrutto1·i, che sono 2 per battaglione, e scelti fra gli zappa tori della classe più giovane che durante il • corso speciale dimostrarono attitudine, attività e capacità. (Nulla) .
CA PO I - Art. i.
(r\ ulla esiste nell' istruzione del 1892 circa l'attrezzamento degli zappatori. Oa notare che gli allievi erano sprovvisti di attrezzamento) .
E stabilito l'attrezzamento per gli • zappa tori di fanteria. Kotcvole ciò: tutti gli zappatori delle compagnie (l(. i!l pace, di cui 2 allievi) sono attrezzati. Così un reggimento avrà sempre, .presso le truppe, un maggior numero di strumenti pol·tatili. Inoltre sono enumerati gli attrezzi che debbono po'l:tare le carrette ça battaglione. Art. 2.
(N ulla esiste relativo alle J'iparazioni alla bardAtura e al-
Oltre ai vari nodi di cordame c riparazioni al carreggio (carrette da
l'aiuto, a i quadrupedi dei traino, me reè uomini).
bauagliono) è indicato il modo rli riparare un n parte di bardntura o finimento. )~ insegnato il modo di aiutare nel traino i cavalli o muli mercè gli uomini.
PARTE SECONDA- CAt•O UNICO.
Art. 4.
Nessun consiglio circa l'opportunità di servirsi di misure approssimative. Non insegna il modo di misurare le distanze ignote. Troppe lungherie per misurare le distanze e ciò causa il prescritto, preventivo, tracciamento.
Due altre cose meritano di e~sem rilevate nella premessa: i • il nuovo grado di caporal maggiore zappatore che viene accordato dopo un corso a Parma ; 2o il divieto ai ·corpi di adoperare duran.te i tre primi periodi del corso speciale annuale, gli zappa tori nei lavori di piccola manutenzione. Nei presidii ove han sede più reggimenti un capitano dirigerà alcune esercitazioni d 'insieme per gli zappatori, combinandolo con esercitazioni va1·ie di campagna.
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Tuttociò che si riferisce n misure e tracciamenti sul téneno è assai semplice. Per le misurazioni, per es. fa a meno di st.abilire che preceda il tracciamento. Ind ica il modo di tener conto di alcune misure approssimative, sempre n disposizione dei soldati. (Attl·czzi, lunghezza del lmwcio, passo, larghezza mano ecc.). t insegnato il modo di misurare le distanze ignote.
PARTE QUARTA.
CAr•o li.
Fortificazione speditiva.
Preparazione a difesa di una posizione.
Generalità e defìwizioni. - Sotto il nome di piccole opere di fortifi-
cazione si comprendono i ripari di terra iunal?.ati rapidamente da un corpo di truppa per coprire i difensori contro i fuoc hi del nemico, affinchè anche con forze inferiori di numero si possa far fronte validamente all' assalito1·e. Le opere di di fesa comunemente usate si dividono: in trilu;erammti e in trincee di battaglia; i p1·imi richiedono più t.:.mpo, ma offrono maggior l'esistenza ai colpi nemici, e più sicurezza e comodità ai difensol'i che le seconde.
..
Generalità. - Gli en·eui delle odierne armi da fuoco hanno accresciuto importanza alla preparazione del terreno ed alle coperture naturali ed artificiali, le quali stabilite in luogo e tempo opportuno rendono alle truppe servizi importantissimi. Nelb prepa1·azionc del terreno si avrà per massima di far eseguire anzitutto i lavori che avvalomno il biro e di usufruire della copertura · che offrono gli ostacoli naturali, riùucendo nl minimo i movimenti di terra. È da l'itcnersi che spesso lo sgombro del campo di tiro, la de-
L'!STHU7.10NE SUI LAVORI DA ZAPPATORE PEft LA FANTB HIA
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L' ISTRUZIONE SUI LAVOIU DA ZAPPA1'0RE PER LA FANTERIA
Ordinariamente detti ripari sono rialzi òi terra improvvisati, a cui si è da to il norne di trincee di battaglia. ,L'uso di esse, giudiziosamente coordinate, per quanto è possibile, agli ostacoli naturali, gioverà in ispecial modo nd un corpo di truppa cos tretto a sostare per qualche témpo in terreno scoperto, e di difendere una posizione contro forze superiori o che debba rnfTorza re uno. posizione conquistata al nemico.
molizione di un ciglio, lo sgombro di boscaglie, la semplice creazione di un3 banchina, aumentando in breve tempo l'efficacia del fuoco, pr1ssono aver maggiùr vnlore che l'apprestamento di coperture mi- • gliori. Quando il tempo lo consente le t1·uppe del genio prepareranno convenientemente la posizione e la fanteria interverrà come ausiliaria· se il tempo è ristretto od i.ncerto: le truppe di fanteria dovranno provvedere coi propri mezzi, ed essere abit~wte a trarre con ques(i il maggior profitto possibile dalle proprie armi, diminuendo gli etf~tli di quelle· avversarie. · CAPO
II.
Opere improwisate. - Trincee di. battaglia. - Stabilito in massima H prineipio tattico che le truppe in guerra debbano avvalersi delle ondulnioni del teneno, degli argini, dei poggi, dei filori di alberi, delle siepi, ed in generale di tutte le nc· 'cidentalità naturali che tornano fa vorevoli tanto oll'otfesa, quanto ·in ispecial modo alla difesa, sorge spontanett l'idea di creare invece ripari artir.ciali in quelle circostanze nelle quali il terreno si presenta piano e scoperto alla vista ed ai fuochi del nemico; e ciò allo scopo appunto di scqpri1·e le tt'uppe, di diminui7·c.fJli e(fett:i micidiali del fuoco, e di Tende1'e possibile la 1'ip1·esa dell'offesa al momento opportuno.
Art. 2. T1·incee, trinceramenti, trincee di assedio. - Stabilito di massima il principio tattico che le truppe in guerra debbono avvalersi di tutte le accidentalità naturali che tornano favorev oli alla offesa e alla d·ifesa, • sorge spontanea la necessità di creare, quando il ternr.o lo consenta, dei ri pat:) artificiali. Questi rioari artificiali consistono in costr.uzioni di teù·a e legname, le quali 1rientre facilitano l'impiego det fitoco, proteggono contro la fucileria e talora anche contro l'artiglieria second.o le loro dimensioni; nel :1. 0 caso diconsi trincee di battaglia, nel 2o diconsi t1'inceramenti.
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1''1'acciato delle trincee. - Deve anzitulto piegarsi al terreno ed all'ordino di battoglia senza scostarsi dai p1·incipii della fortir.cozione campale; deve· essere determinalo in modo di non sprecare gli uomini ed il tempo là dove una semplice ed appropria ta correzione del terreno potrà offrire sumciente 1'Ìparo alle t1·u ppe.
(Nella istrUY.ione ora abolila i tipi di trincea ·di hallaglia erano sei: 3 (tiratori in ginocchio , coricali, in piedi ) a semplice scavo, e ~3 a doppio sca voJ. Troppo lungo e complicato il modo di tracciare una trincea. Diverso il proced im~nto del lavoro per le trincr.e e pei trinceramenti.
. l'
T1·acàato c profilo. - Si stabiliranno volta per volta secondo lo scopo tattico e secondo le condizioni del terreno, ritenendo che in ogni caso debbono prevale1·e i princi pii offensivi d'1m piegare d fic.accmente il proprio fuoco e di non legare le mosse delle truppe. Sovrauutto si eviterà l'impiego di forme stereotipate e preventivamente fissa te, le quali riescono sovente dannose più che proficue. I dati enuncia ti in seguito debbono quindi ritenersi appros:;imativi. (Segue la descrizione d e l! ~ trincee di battaglia : 3 profili ;
uno pet· tiratori in ginocc hio (normale) ; uno per Liratori in piedi e uno rinforzalO) . È stabilito il modo di procedere nella costruzione delle t1·incen, senza alcun lussq d'indicanti, nè squadra di traccia mento. Il criterio è questo:
2100
L 1 1S'rRUZIONE SU I LAVORI P A ZAPPA TORE PER LA FAN'rERlA
L' IST RUZIONE SUl LAl"ORl DA ZAPI?A TORE P~R LA FANTERI A
Tt·oppe formole e calcoli ; quindi prescrizioni complicate.
Trinceramenti. - Nove profili : normale; speditivo N. 1; N. 2; sen;:a fesso ; progressivo; per trinceramento dietro una siepe ; misto di ten a e alberi di grosso e piccolo fusto; profili con muri a secco. Il procediinento del lavoro interminabile, geometrico : non prati co ins0mrna .
T1·ùu:ermnenti. - Due soli profili: speditivo e rinforzato.
Impiego della {cm/el'ia negli assedi. - Le tru ppe di fanteria sono chiamate spesso in tempo di guerra a coadi u var~ le tru ppe del genio, specialmente nei lavori dì assedio. Alte volte le truppe di fanteria possono eseguire i più semplici fra i lavori d'assedio anche da sole.
1'Ti'llr.ce d't1ssediÒ. - Negli assedi, pii' spesso che altrove, le tru ppe di fanteria saranno chiamate a. costruit·si dei ripari per resistere lungo tempo anche sotto il fuoco dei cannoni della piazza. Spesso saranno chiamate in sussidio alle trupP.e del genio. Gli uomini saranno messi al lavoro con norme analoghe a quelle indicate per i t.rinceramenti, salvo le circostanze in cui lavorando come ausiliari ricevessero p r'() s cri;: i o n i speciali.
(È un intiero capitolo con nc,rme minute, dettagliate circa il modo di procedere nel lavoro di costruzione dell e tri ncee d'assedio'. Tali norme sono diverse da quelle date pei trinceramenti).
CA PO
un quarto della forza lavora ; il rimanente in avamposti e a protezione dei lavoratori. È da notai·e che tale procedimento, semplice e logico, serve anche pei lavori dì maggiore importanza: come trinceramenti, trincee d'assedio. Unico metodo per qualsiasi lavol'o : nessuna formola, nessun c:ilcolo, nessu n indice dell(• terre.
•
I-
2101
Art. 2.
Ridotte. - Le opere chiuse prendono il nome di ridotte: esse pos· sono essere di un numero qualsiasi di lati ; ordinariamente contengono una o due compagnie di fanteria senza artiglieria.
Ridotte pcl' compag11ìa. - Per sostenere un punto isolato o un punto molto importante della linea di battaglia, s' impiega la ridotta pet· compagnia.
(No n nccenna allo scopo, nè dit alcu na norma per la costruzione).
!Seguono le norme per la uomini occorcostruzione renti ecc.).
Come si vede il Capo 2• della nuova lstl'l!zi one è impott anti ssimo. Circa i lavori da eseguir·si in campagna dà la precedenza a quelli che avvalorano il nostro fuoco. Non dice, come l'istru· zione del 92, che le coperture servono alla clif'Mn. 11 concello fondamen tale è questo: Costruzione progress iva in tutti i lavori . Scaviamo un po' di terra e combattiamo (non cop?'Ùtmoci); se il nemi co lo permetterà sc<1 viamo ancora e consolidiamo il lavoro già fa tto . La fanter ia dev'essere abituata ni lavori che le consentiranno in guerra di trarre il massimo vantaggio del suo fu oco, diminuendo gli efl'etti di quello dell'nvversario . PARTE VI -
CAPO
l.
Costruzione di brevi traui di stmde o1·dina1'ie . - Gli zappat01·i in campagna, avranno sovente l'incarico di costruire brevi tratti di strada per accedere agli accampamenti, di interr0mpere o di riattare strade ordinarie, allo scopo d'incagliare la marcia al nemico ecc. In questi ed altri simili casi, detti zappat.ori, al fi ne di rispondere adegnatamente a siO'ntti incarichi, giova siano istru iti nelle norme generali che formano oggetto del presente capo.
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C At' O
lfi - Art. L
Strade ordinal'ie. - La conoscenzn di quanto riflette le str.ade ordinarie è importantissima per le tmppe di fantiJI'ia, giacchè esse nei campi d'istruzioni, nelle manovre in campagna, si 1rove1·anno spesso nel caso di dover riauare, costt·uire o distruggere brevi tmlti di strade, o preparat·e rampe d'accesso.
2102
L'IS'r&UZIONE SUI LA \'ORI DA ZAPPATORS PER LA FA :S'fERIA
C .\ PO
II -
Art. 1.
Strade ferrate. - Un corpo di truppa nei suoi movimenti in ape1·ta c·ampagna e nelle svariate circ'ostanw della guerra, può trovarsi nel caso di aver bisogno di riattare, attraversat·e una ferrovia; eseguire lo sbarco, l'imbarco ecc. Le preaccennate operazioni, formeranno oggetto del presente capo, nel limite, ben inteso, consentito dai pochi utensili di cui gli zappalOI'i vanno muniti o che possono pitì facilmente requisire.
Art.
(L
At·t. 2. Strada ferrate. - Le seguenti nozioni sui materiali fer roviari torneranno utili alle truppe di fanteria nelle seguenti ci:costanze: per interrompere un tratto di fenovia e impedirne il temporaneo uso all'avversario; per facilitare l'imbarco o lo sba('(:o sui treni fc rrovi;u•i ecc:.
Comunicazioni telegrafiche, linee. - Le comunica1.ioni telegrafiche e specialmente le linee, possono esset·e scopo d'i nterruzioùi o riparazioni per parte delle delle truppe di fanteri a.
(~eii'Istruzione del ·18ù2 non
Stazioni telefoniche. -· s ono formnte da due apparecchi uguali e simili ecc. ecc.
parla a0'alto di telefon i}.
. PARTE VH. Lavori d 'accampamento.
2102
CAPO [V .
Lavori da c ampo, da bersaglio e da ginnastica .·
Art 1.
Cucine, latrine, {orni, rastreUierr, garette.
Cucine, latrine. abbeveratoi, pozzi.
(NuIla è der.to ciren i forni) .
Art.. 3.
l nte?•ruzion·i linee telegrafiche. Per in terrompe•·e una linea oceorre ecc. ecc. Quando non si abbia il tempo di abbauere i sostegni delle linee, gli zappat01~1: di cavalleria dovranno ccc.
SI
L' ISTRUZIONE SUl J, AVORI DA ZAPPATO RE PER LA l"Ali T ERlA
Forni. - Le truppe in campagna potran no quasi sempre servirsi dei forni che sono nei villaggi, o distribuiti ~~ i parchi . Talvolta però reparti isolati possono trovarsi nelln necessitit di provvedere a loro stessi coi mezzi propri o requisibili ; in tal caso converrò ricorrere ai scauenti forni che richiedono 3 ore e mezzo di tempo, comprese tutte le operazioni di scavo, prosciuga· mento e cottura del pane. l:)
(Seguono le norme per la co · struzione). Art. 4. Lavwida bersaglio.-Nei campi di tiro sono ufili tnlune operazioni e alcuni lavori che quì appresso si descl'ivono.
{Nulla) .
( Segu ~: scopo del telefono ; riparazioni e interruzioni).
(~ indicato il modo di conoscere hi direzione e velocità del vento; di misurare l'inclinazione di nn terrf:; no poco accidentato, per eseguirvi. il tiro e~.)
,\ proposito dell'adozione del telefono. l' Istruzione avverLe che i corpi hanno facoltà di richiedere all e direzioni territoriali del genio militare i materiali occorrenti . Cio in pace, faciliterà assai la di rezione e la sicurezza dei poligoni, specie in occasione dei tiri coll eLtivivi di guerra.
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2104
r,'ISTRUZIONE SUI f,AVORI DA ZAPPATORE PER LA FAN'rEI!IA
L'ISTRUZIONE SUI LAVORI DA ZAPPATORE I'ER LA FANTERIA
Art. 5.
(Nulla).
Lavo1'i da ,ginnast·ica. - Questo genere di lavori è importante pet gli zappa tori di fanteria, perchè permette ai eorpi di preparare ìacilmente e con poco dispendio, i mezzi per eseguire i principali esercizi ginnastici, anche quando pet· speciali ragioni non siano disponibili palestreeordigni regolamentari. Art. 5.
(~fnnca un capitolo corrispondente u lluello della nuova istruzione. La materia degli esplosivi fo rmava oggetto di una « isti'Uzione provvisoria sull' impiego della gelatina esplosiva per gli alpini ») .
EsplosiV'i e loro impie.qo. Gelatin(t esplosiva e suo·i ausiliar·i. - Le truppe possono impiegat:e la gelatina per distruggere ostacoli ecc. ccc. Allo truppe alpine, fin dal tempo di pace, è assegnata una dotazione di gelatina esplosiva; ad esse, e più specialmente agli zappatori, $a rlt utile la conoscenza di quesw capo 5°; tuttavia anche gli zappatori di fan toria di linea e bersaglieri dovranno averne una sommaria conoscenza, ·potendo essere impiegati come ausiliari di truppe al pino o del genio, o potendo ricevere spc- ' ciali incarichi, o tmvarsi in poss~sso di esplosivi requisiti.
(Segue il modo d' impiegare la ~elatina esplosiva nel la costruzione di strade, rico,·eri ecc.) APPENDICE. (Dati vari; tabelle riepilogati ve dei dati relalivi ai materiali di rivestimento; trincee, trincer·amenti; rivestimenti di scarpe, honeLLi, difese accessorie ecc .)
(N ella nuova istruzione moncano i dali contenuti nell'appendice di quella abolita; ed &rn utile comprenderli per comodo degli ufiìciali).
•
2105
Come ho già preme$SO il coocello fondamentale della nuova istruzione sui lavori da zappatore, assai vi ù breve della precedente, ma più compl eta, è il seguente : n~l combattimen to odierno bisogna approfittare sempre, in tuili i casi, del terreno, sia nella difensiva che nell'oiTensi va, in modo da aumentar.e l'efficacia del nostro fuoco, fiaccando quello dell 'avversari o. Ciò, a me pare,· è un colpo poderoso dato allo scetticismo circa !' utilit it dei lavori di terra sul campo di battaglia. Se fino a ieri, non solo gli scettici, ma anche i tiepidi, opponevano una ·resistenza passiva e fingevano di scono%ere le prescrizioni dei nostri vari regolamenti che si occupano, e non per incidente, dell'utili tà della fortificazione campale, oggi tale re$istenza deve cessare. Jl lanciarsi sempre, ad ogni costo, fra il fu mo delle battaglie, che non c'è più, e fugare il nemico colle baionette alla schiena, a me. pare, oggi, una bella utop ia. La vecchia poesia del cnmpo di battagl ia è svanita : oggi si diradano le file per offrire minore e più difficile bersaglio al tiro nemico; oggi si deve trarre partito delle più insign ificanti acciden talità del terreno per colpir meglio e non essere colpiti; og~i, più di ieri, bisogna essere prudenti, cauti, guardinghi ; non muovere passo senza e3sere sicuri del terreno sn cui ci inoltriamo. Teniamo alto lo spirito offensivo nel le nostre truppe; ma ric.ordiamoci, noi capi, che. sul campo ove miete la morte avremo tempo, sempre, di rico rrere all a correzione del terreno, all'afforzamenlo delle loca liLit. Il regolamento di ser vizio io guerra, a proposito degli avamposti di ce: « occorrendo le posizioni delle gran guardie s'allf)rzano. >> E in un altro punto : «. la riser va d'avamposti è ~!abi lita in luogo possibilmente centrale rispetto alle . gran guardie, ra!Torzata, occorrendo , con !avori occasi•JOal i. >> · :'l on ba ~a . Nelle norme generali per l' impiego delle tre armi nel combattimento a pag. 'lo (còmpito dell'avangùardia quando , . è segnalato il nemico) è detto: « In terreno scoperto è opportnno che la catena si fermi pre:<so « il limite massi mo dell e llled ie distanze del tiro di fucileria, uti<nizzi ·nel miglior modo le coperture del terreno e, occorrendo, « costrui3ca trincee da b;ttlaglia. »
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2106
L'ISTRTJZIONE SUÌ LA. VOlti DA ZAPPATORE PER LA FANTE RIA L'ISTRUZIONE SUI r,AV OR l DA ZAI"PATOR E PER LA l'.IN'l'ERIA
A pagina :18: (( Nella maggior p~r le dei casi le truppe di « prima schiera hanno il tempo di coprirsi con trin<:ee di balla« glia. Nelle posizioni sui pendii delle alture, che permettono di « far fuoco contempo"aneamente da parecch i appostamenti collo« cati un·o dietro l'altro, conviene che anche i sostegni e i g1wsi << si coprano con trincee di battaglia. » E a pagina 4-'2 : « Quando il nemico è aocora lontano e si ha « inteO?:ione di rimanere temporaneamente sulla difensiva , si sce« glie nna posizione favorevole su quella direzione da cui è piit « probabi le che esso possa giungere e sr:, ne acc·resce in tutti i « modi la fMza di resistenza con opere occasio naii. » E le citazioni potr·ebbero continuare esaminando il capitolo « AttAcco e difesa degli abitali 'b e l'altro sui << Combattimenti nei boschi e nei terreni fort ementi coperti. >> Ma non basta. li regolamento d'esercizi ·per . la f'anterin , al N. 236 così si esprime: << La preparazione del terreno rende possibile di tr·iuTe rnag« gior profilto delle proprie armi. E per· ciò lo sgombrare il « campo di tiro, l'aiTorzarc le proprie posizioni con trin cee ecl « al tri lavori improvvisati, secondo il tempo e i mezzi disponibili, « sono proc.edimenti ai qaali la difesa deve ricorrere purchè non e: siano di danno a quello spirito controffensivo da cu i nna bnona « tr·uppa dev'essere sempre animata . « TalvoltA anche nell' a::ione offensiva può essere opportuno di (( prep:trare il teneno per assicurarsi il possesso delle posizioni << conquislate ed agevolare lo svolgimento degli auacchi sue« cessiYi . « A nche la prepara?.ione del terreno qev'essere oggello di stu« dio per !fbi ·t~fficiali e di esercizio per la tmppa. » ·
.. E qni mi fermo. Come si vede non siamo più nel campo delle opinioni o dello scellicismo, ma in quell o delle prescriziQ.Di' regolamentari. Ora a me pare, con lutto il ri spelto dovuto alla memoria del generale La Marmora che io pubbl ico Parlamento disse servire i re~o l arnenti a chi non s1 sa reaolore che essi \,.}
~
)
·,
2l07
regolamenti sono L tti per es;;ere osservati da tuui e intewalmrnte ~plicati . Applichiamoli adunque anche in ciuche si riferisce alla fortificazion e campale ed esercitiamo sin dal tempo di pace. cioè nel periodo fatto. di proposito per prepararci. uflìciali e truppe oei rdlativi lavor·i . li mio còmpitn oggi non è qnello d'indicare alcun metodo pratico per esegnire le esercitazioni, nè mi nascon,lo eh.; col vento d'economia che tira diffki!mente i re~gime nti s:'lranno autorizzali a falciare l'erba o a sfrondare gii alberi per insegnare alla truppa il moJo di sgombrare il campo di tiro; o a rompore i muri di una casa per metterla in ist:llo difensivo . pagando i r.orrispondenti dann i. Qualche co~a pE>rò può essere fallo anclre ::;enza spendere quattrini. Nei dintorni delle guarn igioni si trova, cercando e mettendo a rontributo tulta la buona volontà, un pezzo di terreno incolto ove poter ·costrui re una 1ri:1cea e anche una ridotl<t Il vecchio argomento della ma n l~a nza dello str·amento porlatiiHè in pane sfatato. Oramai, con la nuova istruzione su i lavori d·a zappatori, è stabil ito che anche gli allievi abbiano l'at.trezr.o: sono adu nque 46 strumenti portatili per battaglione e nessuna grave dif{icoltà impt>disce cbe. a turno le· comp ·1~n i e adoperino lulli gli strumenti delle altre per eseguire alcuni semplici lavori di fortifi cazione campale. 1\on b.tsta. Le no:>tre caserma si prestano p~r es:;ere me:;se in islalo difensivo, senza sfondare tetti nè rompere muri . Dragomiroff nel suo mannaie per la p1·epm·a.;iune delll' tntppe al combattimento (traduzione fran cese 1886) così dice: « Le truppe che sono alloggiate nelle caser·me debbono essere << esercitale ad occuparle difensivamente, indicando loro, sempre, ~ la direzione da cui si presume possa arrivare il nemico. Per tale « esercizio ksta insegnare il modo di sbarrare le scal e, harri care << porte e fin est.-e ecc . I noltre, nelle vicina nze non ci sono muri? «. Ebbene, ,mercè panche e tavole, facciamo innalzare alcune ban « ch ine che metlano in grado i soldati di poter far fuoco al di lil « del ciglio del muro ». L~uf(icia l e poi, come prescrive l' istr'uzione, dev 'essere capace di compilare ·il progetto dei lavori necessari per aflt>rz:\re una localitit. Co me istru irlo ? Una volta per set.Limana, nelle o1·e dell' istTnzione principale, dando così la cl ovu tn importanza nll'argomen to, ant 33 -
AN:\0 X 1..
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L'ISTRUZIONE SUl LAVORI DA ZAPPAT'O RE PER LA F ANTERIA '
diamo fuori tutti, capi e gregari, ferm iamoci in un villaggio, in -un <)aseCTCTiato ovunque esiste un éìppiglio tattico. . ~ c~~ la ~arta alla mano dividiamo in setlori la .località, deslinan· don e uno per ogni gruppo d'ufficiali. ·r quali, falla una rapida ricognizione del terreno, stabiliranno ove, occorrendo, dovreb~e essere ·.spianato un ciglio . sfrondati gli alberi, innalzata una banchma, pra· ' ticate le feritoie, costruita una trincea. Il reggimento Jm ora, presso la truppa, 52 fra badili, gravine ecc.; le tr·incee di battaglia si s~a: vino davvero, scegliendo n·on un muro per fronte, ma nna localtta da d.ove è possibile possa a1'1'Ì1XLre il nemico çhe dO'!;'J'(Ì e~sere sem. pre 1·app1·esentato. Ultimata la trincea, tenendo presente Il c.oncetto del lavoro progressivo, si faccia occupare dalla truppa arma_ta, eser,. citandola poscia ad abbandonarla per marcia re~ so.tto ~· Il resto dei lavori, non eseauibili per ragioni ovvie d1 econom1a, si segnino con piccole bandie~uole magari di carta: il rosso i~dichi costruzione, il giallo distruzione ecc. In una parola, tutto CIO che è p~ssi bile di fare si faccia per· impratich ire ufficiali .e. trupp.e. .. Per saper leggere bisogna imparare a leggere: not msegntamo a1 soldati prima la scuola di puntamento e po i li conqrciamo al ber. saglio . È logico qu indi seguire lo stesso procec].imenle anche ~er . la fortificazion e campale: esercitiamoci oggi, per poter esegu1re . domani . G. Lo MoNACo- ,\.r.nrLE capfiauo.
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LA FANTERIA IN AVANSCOPERTA
1
In u'na brève monografia, Eugenio Barbarich, tenente di fanteria, applicato· al corpo di stato · maggiore, riassumendo i prin· cipali avvenimenti della guena chilena, scrive a pag. 68 qualche considerazione circa I' impiego della cavalleria esplon:itrice dei Congressisti sulle. posizion i dei Balmacedisli pres:)O le rive dell'Oconcagua, ove si diede la battaglia di Coucon. Iv.i il terreno piuttosto difficile ed il fuoco abbastanza. vivo, fatto dalle truppe nemiehe trincerate, p:nal izzarono l'azione esploratrice della cavalleria cbilena congressista: sì che questa, se non restò inattiva, diede eni meri fru tti. . R1rbarich, trovato nell'esAme della guerra la fo rmazione, da parte del col~hnello tedesco Komer (capo di stato · maggiore dell'esercì to (Ìei èongressisti), di reparti di rifleros, scelti fra i reggimenti di l inea, per dare, dopo lo scacco sull'Oconca.gua, valido appoggio o sostituire a dirittura nei luoghi difficili la cavalleria esplorante; cb iamato in suo aiuto la parola del generale Clément, dice: · << Ciò conferma ad ogni modo le crescenti dif« fico ltf.t cui va incontro la cavallet·ia nell'esplorazione del campo « di hatta '~ lia , e la necessità. ognor crescente di sostenerla con «corpi J0ggieri di fan teria, ovve ro di aflìdare a questi ultimi, « specialmente istruiti ed eserci~ati, la difficile missione di rico« noscere le forze e le disposizioni dell'avversario. » · Dopo il vasto uso delle masse di éavalleria fatto nel '1870 dai Prussiani per l'esplorazione, e le prove e gl i effetti gran .dissimi avuti da essa, molti sc1·ittori mil ilai'Ì hann o esagerato nell'assegnare i còmpiti e nel descrivere i risultati che dovranno pe~ l'avven ire dare a noi i corpi di cava.llerÌ\1- Nelle guerre future l'esplorazione darà ben a.llri frutti che quelli avuti dai Tedeschi nel 11870. A parte eh e la c?.valleria francese fece nulla
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LA FA NTERI A IN A \'ANSCOPERTA
LA F.\::-ITERIA. l >l AVANSCOPERTA.
o quasi, lasciando li bero il campo all 'azione delle pattuglie e degli squadroni germ<micì, da quanto il Yon Der Gollz scrire nella ~ Nazione annata », spesso, ed in modo speciale nell; seconda parte della campagna, i franchi ti ratOJ'i riuniti in gruppi più o meno ;.Ira ndi ed arditi tenevano. io iscacco la cavalleria nemica lutto le volte che la vP.d erano isolata, senza cioè l'ap poggio di fanteria od artiglieria. • È certo che per quanto sin dal tempo di pace si cer·chi di accrescere nel soldato a cavall o l'abilità di superare gualsiasi ostacolo, la cavall eria in grande od in piccola esplorazione tro : verà terreni diffi cili o poco praticaLil i per lei , e basteranno pochi reparti di uomini audaci e bene armati, appostati dietro un corso d'acqua, un mu ro, una piega di terl·eno, per rendere vana l'azion e di essa o paralizzarla del tutlo . A tanto male i diversi regolamenti han cercato di rimediar e, e la cavalleria, dictr<> l'esemp io di quella tedesca, la' quale nel 11870 si armò di Chassepot, è st.ala pro,·vista dì cara bina per comùattere appiedata, ed ha ricevuto un forte ausilio dell'artiglieria a cavallo . Ciò non ostante la difficoltà nùn è stata superata, e l' ultima guerra del Chili ce lo atte sta in esorAbilmente. 11 perchè si comprende. « Non conviene attendere molto dal comballim en to « a piedi , perché un superbo squadrone appi edato non formerit « che una mo lto med iocre truppa di fanteria .... Il vero posto «della cava lleria è in sella (1) ». ~ necessario ad unque, per da re all'esplorazione tjuel vi gore ' di cui abbisogna, creare ri parti di fanteria rome sostegno dell'arma a cava llo? L'affermazione nasce spontan eamente, specie dopo aver dato uno sguardo alla storia della cavalleria sul c'ampo strategico e lattico, ed ai provvedimenti chu i regolamenti :)Uggerisco no, quando Yien meno l'uflicio esplorante della cavalleria. Un minuto esame storico dell'azione concorde della cavalleria e fanter·ia in esplorazione nùn entra nei limiti di una /laslienna : p oeh i cenni basteranno.
L'arte militare greca raggiunse il culmine con le spedizioni in Asia di Alessandro. (J uesti usò l'avanscoperta su vasta sca la , eia storia. ci ricorda che nell'anno 334 a. C. sbarcato il giovane imperatore sui lidi della Troade, mandò avanti numeros i esploratori , l~ fece precederE'- il suo piccolo eserci to da una fo rte avan.:;uardia di cavalleria e {ante1·ia le,qgi(,'1'a. ~ e l periodo romano troviamo la cr·eazione dei oeliti, come appoggio alla cavalleria, specie negli inseguimenti. Sulla Treb bia è l' incontro fatto dall a cavalleria e fanteria leggiera romana: espl orante con quella cartaginese, inoltrnn tesi per lo stesso scopo, la ca~sa che indusse Scipione ad accettare il comballimento olfertogli da Annibale . E qui, giova notarl o, i veliti diedero poca buona prova, percl:è, caricaLi dal la forte cavall eria numida, si sgomentarono c si dispersero. Cesare nelle sue guerre con tro gli svnriati popoli che combattete, usò sempre con la cnvalleria rnntcria leggiera, formata non pitì da RomAni , ma da ausiliarii non italici . Nel medio-evo i principi i dell'arte militare restano travolti , sino nl sorger·~ delle fanterie comunali , svizzere e spagnuole, quando la cavalleria da arma principale passa all'ufficio di ausiliaria, specie dopo l'i ntroduzione dell'arma a fuo co . ì'{on più adoperata nel campo strategico (i principii strategici che si tro·vavano in potenza nelle azioni di guerra di Alessa ndro, Annibale e t:esare er;mo sconosciuti), essa non resiste nel campo tattico, fulminata dallo sch ioppo o dal moschetto . Gittate le armature difensive e la lancia, si armò di moschetto e pistola, e cambiò la tattica dell'urlo in .Cfuello del ca1·acollo. « ~'l a la truppa che combatteva in silfatto moil o non era piu « cavall eria , c:ioè F-anna che agisce d'urto , e si serve dd ca- • « vallo come mezzo di offesa: era invece una truppa· eli mo« schettieri che si serviva dal cavallo come mezzo di locomo« zione ( 1). » Fu cosi che la cavalleria perdette l'azione efficace , dell'urto, e non seppe superare le diffJcoltà che incontrava nell 'adoperare rat·ma a fuo co e a cavallo.
(l) Ba ron e Co t.» An 1·on der GOLTl. -
Meomartino.
La nazione Clrmala. -
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Trntl. d el C<tpilan<1 (t ) MORENO. -
Sto1·ia militare. VOl. l.
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Pietro Strozzi, ital iano, cerca di risolvere un tanto problemn, e perfeziona ed importa in Francia i dragoni, truppe le quali usavano del cavallo ' per recar·~ i con sollecitudine sui punti che necessitavano all'azione, dove, appiedati, combatteva no da fantaccini . Contemporaneamente Maurizio di ~assau tentò di richiamllre la cavalleria alle sue antiche fonti, e per impedire la dispersione di essa incontro al fuoco, la fece protegge re da manipoli di moschellieri. L' .idea fu meglio messa in at to e perfezionata da Gustavo Adolfo. Egli ripristinò la tallica dell'urto per ron1sciare il nemico, ed istituì ~peciali drappelli di moschettier! che, interposti fra gli squadroni, iniziavano col fuoco l'azione in lontananza , e protepgevano con lo stesso una carica andata a vuoto . .Nè diversamente si mirava con gli ordini di marcia, nei quali G·usta\'O adoperò alla testa ed a lla coda delle co!onne di cayalleria frammista a drappelli di moschettieri , lasciando ai dragoni il servizio di esplorazione. E la cava lleria riordinata in tal modo , fu co ronata da otti mi successi, e resisletle impavida a quella imperi ale di Pappenheim, uno dei migli or i comandanti d'anni R caYallo del tempo. . ) Federi co li dlede come ausi lio alla cavalleria un'arma pi ù polente, facendo sosti tuire dai tiri a mi traglia dell'artiglieria a cavallo l' azione dei moschettieri di Maurizio e Gustavo . Pure nelle esplorazioni uni sempre alla cavalleria ed artiglieria a cavallo dei balla~lioni di fanteria, il che si rileva nettamente dai di~posilivi di mar·cia dati al l.:enerale Zbiethen nall'a ~girament o' dell'ala destra di Oaun a Kollin, dispositivi nei quali si parla di a\'anguardia formata di 55 squadr.mi e '7 battaglioni . Lo ste;:so si trr,va a Leuthen, ove l'avanguardia, forte ·li 60 squadroni e •1 O batlfl"lioni riusì fac il mente a disperdere la cavalleria del " ' Jl generale Nosti tz presso Boro~ . Co n Napoleone si generalizza anco r di più l'uso deila cavalleria in ~rand i masse sui tea tri ~t ra tegici e tallici, ma a soste_g no di lei si lascia apposito reparto, lìno ad un corpo d'a rm<tta. 'Cosi l'ava'nguardia di Lnnnes, nel passaggio del S. Bernardo· (•1800), è mista di fanteria e cavalleria ; ed alla ca valleria di Mu rn t ('22,000 cavalli), che n·el ·1800 (Uirna) deve dimostrare su,.d i sbocc:hi dell a Selva Nera, è assegnato ii corpo di L111n es (•18.000
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uomi ni) ; come più , tardi nella stessa campagna, al . medesi mo ~Iurat, cba si spinge all' inseguimento dell e truppe d1 Werneck e dell'arciduca Ferdinando, è data come appoggio la divisione Dupont. · Più tardi (·1806), nella gri1nde esplorazione eseguita da Murat sulla fro.ntierit prussiana da 4 ~rig ate di cavalleria leggiera, non troviamo indizio di fanteria in sostegno, come del pari sola cavalleria si trova nel 12 e 'l 3 ottobre dello sLesso anno nella scorreria sulla s~rada di Ùpsia, falla prima che l'esercito napoleonico si recasse a Naumburg. Da parteltedesca Brnnswick, nel portarsi da Wei mar ad Anersliidt, manda avanti la cav~lleria ~i Bllicher, cui uni5ce la divisione SchmeLLan; come neli msegu lmento dell'esercito di Hohenlohe. fatto da Napoleone, ritroviamo ~furat seguito da Lannes, sì che è pO$Sibile l'attacco di Ze.hde. nick . Non così avviene nella campagna del ·18 14, clove trov1amo solo cavalleria nell'esplorazione e nel copri mento fatto dai 'l O, 000 dietr-o l'esercito francese, per osservare ·cavali i di 'vVintzin(Jerode n . . Napoleone ed impedire che a lui giungessero notizie sul :'eserc1to degli alleati. · . . Dopo la ,,caduta dell' impero e fi no al •1870, .non sol~. SI dimentica l' impiego in grandi masse dell a cavalleria, ma !Impor tanza di questa di minuisce al punto, che nella campagna del •1866 l'arma a cavallo giovò poco o uulla. Si cambiò a l ~or·a metodo e la cavalleria tedesca . in utile in Boemia, 11ell'anno 1870-7·1 fu ;til issima in Francia. ~on è qui il caso di ripetere le bril lanti operazioni;'' l'ardire, la celerità , l'audacia dei cavalieri prussiani . Certo è che la cavalleria francese, f~de.le com·~~a alle tradizioni di Federico I [ e di Napoleone, e qumd1 non Plll confac.ente al nuovo mcdo di combattere, facilitò il còmpito a quella tedesca, che l'i urJita in grossi corpi, s'i rradiava su tutto il teatro d'operazione, cercando o mantenendo il contatto r.ol nemico . Nondimeno è da osservare che, nnche in questa campagna, non sempre la cavatieria, causa .. il terreno o fuoco av~·ersari,o, può mandare bene ad effetto · il co mpito assegnato~ e; ed 11 6 agosto (Spicher en) la 5• e 6" divisione di cavallel'la , passata la Saar, e spintasi nei p1·essi di Emmersweiller, non posson.o .d~re al comando nozioni esatte sul nemico, causa il terreno ddttctle;
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LA F.\NTERIA IN AVANSCOPERTA
ed il l 5 ;~go sto a Mars-la.- Tour, da parte francese, se il gene- • r·ale Frossard avesse appoggiata la cavai!Pria di Forton, attaccata da i prussiani, essa non sarebbe stata costretta a lasciare Puxieux ed indietreggiare a Vionville. Né è raro il caso di vedere da parte prussiana la rav.dleria sostenuta da fa nteria, come si rileva da ll'ordine dato il 9 agosto a li ~ armate dal gran quartiere generale pmssiario in cui è scritto << • • . . . mandare la cavai« leria a grande · distanza. fncendola sostenere da avanguardie .: mol lo avanzate, alTìnchè ciascuna armata abbia tempo di far « massa, se d'uopo »; e òall'esplornzione fatta presso la Loira dalla 4.• divisione di cava ll eria, cui furono assegnati ballaglioni di fant eria, per dispendere le eventuali truppe di fra nch i tiratori. Infine nella guerra russo- turca i 1877- 18}, nei famosi 1·aid del generale Gurko sui Balka ni abbiamo dapprima [luglio 1877) un c01·po di ~1 O battaglioni , 30 s'q uadroni, 0 balleria cd un di stacca mento di zapp;1tori a caval lo; e più tardi (dicemb e 1878) un corpo di 8 battaglioni, 17 squadr'o ni e ~174 pezzi. Se adunque in lutti i tempi in cui mancava, esisteva rudimènta lm ente, o non aveva raggiu nta l' eilicacia dei nostri giorni l'azione a fuoco , è stato necessario dare all';:rma a cavallo l'np · poggio di quella a piedi , perché non si dovrebbe per lo innanzi riconoscere questo ausilio, .tanto più c.he i fucili avversari a ripet izione e piccolo cal ibro non fa ciliteranno certo l';:z'one della. cava lleria degli eserciti opC'rnnti ? Ed oggidì che si tende alle . nnzioni armate, le cavalleri e in avanscoperta, oltre il terTeno ~ troppi ostacoli ancora troveranno. Il Goltz scrive in propnsito. « Anche dopo la partenza degli eserciti, nelle regioni a densa « popolazione gli abi tanti sono capaèi di respingere con le armi « le pattuglie di ca..:al!eria, per poco che essi siano preparati « alia difesA . I franchi tiratori fra ncesi tenevano in iscacco la « nostra cav;11leria nei dipartimenti dell'Ovest, tut te le volte che « la vedevanq isolata . Di contingenti bene organizzati e prrp~rnti « sin dal tempo· di pace, come il lauds-turm, rendernri.no a più · « forte J:ngion.e $imili servizii » ('1). 1
Il)
V" n ti er GOCTZ. - !lp. dt.
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.\1olta è la fidu cia che si ha nel moschetto. forn ito alle armi a cavallo, fiducia fondata sui diversi buoni risultati avuti nelle campagne. specie in occasione di occupazioni di punti importanti, strelle, pon ti, ec.c.. ed anche nel r'ibauere fanter ia avver:mria, ma non dimentichiamo che le eccezioni so no sempre tali, e che la c<wal!eria a pied i è più d'ingombro a se stessa che utile. · Tutti gl i eserciti hanno disposizion i che consacrano in casi speciali reparti di fanteria in ausilio alla cavalleria esplorante, anzi in esse si prevedono grandi avn ngJJardie, formate dalle tre armi, e ~ i con~iglia di cari care su carri gli zaini delle arm i a piedi, per renderle più veloci . Con ciò la quistione non si risolvE>, sia perchè non si- hanno, sin dal tempo di pace, reparti istruiti apposi tamente per sostenere la cavalleria, sia perchè la fanteria , arma lenta per eccellenza , anche senza zaino, non polrh mai nvere la celerità di marcia della cavallerin. Cosi rruesta dovrà sempre considerarsi indipenclentè da quella , che a sua volta non po tr[t occupare se non punti importanti a tergo, ed a molta distanza dalla ca valler!a. È pereiò ch e il ~ene ral e Clément vuole l'istituzione, si n da l tempo di pace, di reparti special i, audaci, mobili, leggieri, liberi dal pesante e![Uipa:rgiamento di campagna, e continuamente preparati in sostegno della cavalleria. « Questa fanteria , egli « rliee, costituirebbe la base solida del sistema di e~p l orazion e. « Essa interverrebbe attivamente nel forzare i passaggi in« .tercettati, nell'aprirne dei nuovi, nell'arrestnre le intraprese « di ca valleria nemi ca, e nel sosteriere infine la propria in caso di « nece:;:;ità ». T1:a le nazioni, l'inglese è quella che ha r·isolto meglio la questione con la istituzione dei dne reggimenti di fanteria montat.l, la CJuale si educa appositamente e con molta cura ad Alcler5hot. È- un ritorno all'antico, un ritorno ai dragoni di Strozzi, cioè fantaceini operanti tatticamente a piedi, e logicamente a cavallo . E:>si, scelti fra i più adatti e fra i mi gliori della fan teria, sono stati istruiti al solo scopo di operare una alla cavalleri a, c nell'esercito ingle5e il p as~ag~io alla fanteria montata è pel soldato n piedi il più gra n premio che pos~a ricevere,
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Ma se noi non possiamo permellerci nn tanto lus:>o, se n0n gravare i bilanci esausti con nuovi sta nziamenti, se non vogliamo .il rinascimento dei dragoni, che pure ottimi ser1 vizii diedero a Gustavo Adolfo nelle campagne in German ia, perchè non adoperiamo a sostegno del cavallo i nostri reggimenti bersagl ieri ? Giacchè per mantenere sa lda la 1radizi o n~ è necessario tener su '12 reggimenti di truppa leggiern, (gli aJ tri eserciti ne hanno relativamente mollo meno) il cui servizio in guerra non sarit di verso rhdla fanteria di linea, perch è co n una nuova e bene intasa riorganizzazione non ci serviamo di qualche reggimen to bersaglieri per lo scopo prop ugnato da! Clément? È proprio necessario avere un reggimento di truppa speciale le)!gi era. per corpo d'armata? Perchè non un battaglione, come ne~ li alt ri eserciti ? Io non concreto pro po~te, nè mi erigo, nè pos:;o erigermi a innovatore o riorganizzato re di ese1·citi, io, semplice studioso,, letta l'osser vazione di Barbar ich sulla non buo1HL prova. della cavalleria congressista chilena esplorante contro il fuoco di f:u\· teria, ho cercato di portare un modesto granellino di sabbia al grandioso edifizio militare, propugnando un servizio uti lissimo in prò della nostra cavalleria da reggimenti specin li , che oggi, stante il numero sovrabbondante, gravano inuti lmente sni bi lanci dello St11 to. pos~ ìamo
G. .B.
FOSCH !NI
Sotlotrnente 5° {anlet·ia.
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DA KASSAL.A- AD A D U A 1894-1895 NOTIZIE POLITICO- l\11 LLT AH.l PBH S ER VIItl'.:
ALLA STORtA DELLA COLONIAERITR~A n CO:\
APPUNTI CRONOLOGICI DAL 1869 AL 1895 Cotititwa ·;eone -
l'erli dispensa .\'.\'11
IV. L'espulsione dt!i Lazz:l.risti t'rau eosi •l:tii'Eritre:\. - Origino italiana- della ~Iissionu ed intrighi pos~eriori. - Scoperta <ielle male nrti •lei l,azzaristi. - So~pelti di maggiori colpe.
Il 22 gennaio un decreto del Governatore espelleva pel 4 febbraio i Lazzaristi. A proposit o dei Lazzaristi francesi, la cui nefasta in{iuenza fu così sent ita nella Colonia Eritrea, non sarà inutile fare un po' la storia di questa missione che con la operosi Là, l'intelligenza, l'accanimento addirittura era riuscit.a ad imporsi su tutto l'Okulè Kusai e specialmente su Bata Agos, unico col suo popolo che fosse calitolico nell'Abiss inia. La Missione lazzarij'lt,a; dell'Etiopia fu fondata da monsignor De Jacobis, italiaco, nel 1839. Con la pietà del suo primo fondatore e dei suoi compagni, le opere utili d'ogni sorta a prò degli abitanti dell'O kulè K usai e la memoria dei primi missionari restarono incancellab ili, ed ancora oggi il {~') Seguito de l lavoro DJ. Assab a Kassala, (18139-1895) vedi Rivista J'IIilitrn·e 1895, fasdcoli di g iugno-luglio-ag·osto.
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DA !CASSALA _.f']) ADUA
DA KASSALA AO ADUA
nome di De J acobis è venerato <l{uasi come quello di un santo. Gli successe nel 1885 il padre Stella, che fondò la missione di Sciotel nei Bogos nel 1867, cun l'animo di foridarvi pure una colonia : ma con poco o nessun appoggio di fuori, anzi perseguitato dalle autoì.·ità egiziane di lYiassaua resistè a lungo, finchè dopo due anhi di stenti e eli lotte si . diede vinto soccombendo nell'ottobre del 1869 (1). Al padre Stella succedevano il padre Bianchini ed altri i tali ani ancora, fi nchè a;i nostri connazionali pionieri eli civiltà furono sostituiti i francesi. Questi lavorarono senza posa a distruggere qt1ella ra/dicata memoria che gli Italiani a~Vevano lasciata nélle popolazioni, forse per male inteso ed applicato patriottismo, forse per· altri fini meno confessabili. :N egli ultimi anni infatti, pure sfrùttando l'opera dei predecessori, essi lavoravano nell'ombra ed all' aperto a neutralizzare o a distrugger~ grado a grado l'influenza .i taliana, esplicando .l'opera loro con tutti 1 mezzi che possono fornire la prepotenza e l'intrigo (2). (l) Padre Stella il 3 ottobre 1859 scriveva da Keren al ministro Cavour, magnificando il paese dei Bogos e l'Hamasen, in cui riteneva opportuno e facile inviare emigrant i per fondarvi colonie a.gricole in molti vastissimi terreni che le .lot te fratricide avevano fatti abbandonare per sempre dai loro padroni o emigrati distrutti. Circa la venera~ione di cui era circondato il padre Stella è da rammentarsi che quando nel 1855 quel degno missionario andò solo nei Bogos per iniziarvi una missione cattolica trovò che gli Egiziani da .Kassala. avevano invasa e devastat.a la provincia' dei Bogos con saccbeg·gi, incendi e presa di prigionieri. Il padre Stella acc01·se fra stenti inauditi a K~ssala ad implorare dalle autÒrità egiziane che èòssero rilasciati i prigionieri, ed aiutato dai consoli di Massaua fu esaudito; indi tornato nei Bogos aiutò quelle genti a rifare le loro capanne e acquistò benevolenza e venerazione fra t u tti. (2) Nell' occasione dell' indemaniamento al Governo della Colonia dei terreni altra volta ceduti . temporan~amente alla missione dai Beit-Gabrù, monsignor Crouzet, assicurasi, pronunziasse portato dall'ira con un u~:.. nci aie superiore, la seg·uente frase : .il.k! c' est lcl gue1·1·e que vot~s voulez. Rt 'bim, vous l'cttwez! - È bensì vero che dopo, comprendendo l'errore commesso cercò di dare un a ltro senso alla frase., ma la ribellione di Bata Agos e il tradimento di Mangaséià, con le prove di connivenza o almeno di acquiescenza dei Lazzaristi, provarono abbastanza la sincerità dello sfogo del! 'ira.
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Ultimamente i più !3minenti fra i lazzaristi: erano monsignor Crouzet, ex-vicario apostolico per l'Etiopia, il padre Coulbeaux ed il padre Picard. Il padre Coulheaux , convinto che osteggiasse t"i·oppo apertamente il Governo della Colonia, ne fu allontanato dallo stesso vicario che lo mandò alla missione di Akrur (1) . Il padre Picard, zelante, pertinace e violento, era da molti anni nei .Bogos e vanta fra le altre sue opere la conversione di Adgu Ambessa con la sua banda, antico nostro capo nel Dembesan, poi traditore e deportato ad Assab, ora morto. Mente elevata , carattere accorto ma poco pieghevole, indole violenta anzichenò, monsignor Crouzet stava assai bene al suo posto, che per la natura dell'incarico da r.;è stesso assunto o forse da altri più in alto ricevuto, era posto di combattimento. L a tolleranza del governo della Colonia per 'questi P adri così poco solleciti di curarsi di sola propaganda religiosa -ed umanitaria fu in varie occasioni eccezionale, forse dovuta spesso al desiderio di non creare nella madre-patria intrighi ed intoppi al libero svolgimento pacifico della Colonia. Avevano essi case e chiese a Keren, a Scinnara, ad Akrur, a d Alitiena (2), e possedevano o dicevano di possedere nell'Eritrea un patrimonio immobiliare di milioni con bilancio a nnuo di 500 mila lire, per culto e beneficenza. Possedevano inoltre, o dicevano di possedere cinquecento ettari di terreno ehe occupavano e coltivavano nel telTitorio di Keren. Questi terreni li avevano per alcune concessioni temporanee ed abusive, accresciute· da qualche usurpazione. Questa proprietà nel territorio di Keren, anticamente sotto gli Egiziani proprietà demaniale ed usufruita dalla tribù dei Beit-Gabrù, era goduta mvece non si sa con
(l ) Akrur è villaggio nel territorio del Zanadegle (neg li Sciobol, a cit·c~~ '1 chilometri a nord-e.s t di Saganeiti. (2) Modacea è nei Bogos, presso Keren, ed Alitiena nell'Okulè-Kusai · in V:J,lie Muna a 20 chilomet.ri da Guna- Guna sulla via che tende a<l oriente ad Amfila. '•
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quali diritti dai L azzaristi; e quando oali antichi utenti . nel 1894 al tribunale arbitrale per riavere i loro fond1, fnrono da eletto tribunale esaminati accuratamente i diritti reciproci a tale possesso. La missione francese , non ostante si volesse anche amm~ettere i titoli usati tradizionalmente in paesi dove nessuno quasi sa scrivere, non potè per nulla giustificare ·efficacemente i propri cliritti. Il tribunale arbitrale discusse la causa con le leggi e i decreti vigenti, e sentenziò dichiarando sciolta la convenzione, da anni passata fra la. tribù dei Beit- Gabrù e la Missione, e dichia.rando demaniali, c)me erano altra volta, i relativi terreni. Monsignor Crouzet ed il padre Coulbeanx riconobbero la gituisdizione del Tribunale, perchè vi c:omparvero. La sentenza fu emanata il 30 g iugno del 1894, ed il vescovo francese ne prese atto con lettera al Governatore della Colonia. Inolt.re 1'8 settembre dello sterso anno il O~ouzet riconosc_e~a ~n10va~ent~ (non ·ostante il dispetto provatone) la legahtà dt quest1 att1, presentando una domanda di concessione dei medesimi terreni: non si potè naturalmente acc~rdarla in se~uito an· istituzione della Prefettura apostolica affidata at Cappuccini italiani. La misura dell'espulsione dei Lazzaristi dall'Eritrea fu certamente grave, ma necessaria. Essi sentivano così rad~cato bisogno di r~manere al loro post.o ~he, come si potè rJ levar~ dEL lettere mtercettate, si preparavano già a dare batt~~h~ sor~a ~ aperta ai 'Cappuccini e ad impedirne lo stab1llrs1 ne\1 Entrea, malgrado i brevi del Sommo Pontefice. Altre accuse pesavano sui Lazzaristi, oltre i soli sospetti che s\1 loro gravavano. Quando nei primi momenti della tempesta che era in aria moltissimi non potevano credere ·ad _u~a ~·elazione fra l~. ribellione di Bata Agos ed i preparattvl dt ra.s Mangasma, per opera di un lazzarista di Akrur ne venne il sospetto al maggiore Toselli, che abilmente interrogatolo seppe per la prima volta che v'era davvero un accordo fra quei due Capi. ncor~ero
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La influenza dei Padri sull'animo di Bata Agos era somma. Un lazzarista indigeno, Abba Cuflè Mariam confessore del degiacc, assisteva a tutti i consigli di Bata e dal campo del ribelle presenziò il combattimento di Halai. Quando dopo la sconfitta di Halai i seguaci di Agos si dispersero, ed il figl io Ligg_Garamedin si diede con pochi uomini alla montagna, fu ricoverato nelle case dei missionari ad Hevo (l ) e ad Akrur, ed Abba Cuftè Mariam era sempre informato dove si trovava ed era in rapporti con lui: Erano i Lazzaristi il tramite, o il punto di partenza, il pensiero dirigente di prave macchinazioni a danno degli Italiani? Il loro operato nei tempi precedenti non era tale da poter sopire gli ultimi sospetti e le convinzioni acquisite. Per un concordato concluso fra munsignor Crouzet ed il Ministro degli esteri italiano Brin, qualche anno addietro, i Lazzaristi assunsero l'obbligo di inviar e n ella Colonia suore e padri italiani, contribuendo così per mezzo di essi alla difusione della nostra lingua. Questo patto fu gesuiticamente osservato, perchè accanto ai padri francesi di intelligenza e carattere non comuni furono in viati missionari italiani di pochissima levatura. Di qui veniva naturale il confronto oltraggioso negli indigeni tra i francesi e gli italiani. Era anche questo dettato da onesto patriottismo? (2 ). I Lazzaristi negli ultimi tempi avevano presso ras Manga~cià come ambasciatore un frate francese (3), ed essi, d'ordine espresso di monsignor Orouzet, non si servivano
(l ) Hevo è nel territorio del ~anndegle (Okulè Kusai), ad oriente di Saganeiti. {2) Non ci è lecito lasciare ignorare che nelle perquisizioni operate furono provati ad .esuberanza i poco fraterni trattamenti n cui erano sottoposti i frati italiani, con la sorveglianza più stretta o gravosa, piena di sospetti. Si trovarono istruzioni <lei superiore di Keren a quello di Akrur, in cui si ordinava di non !asciarne pa~sare alcuna ai missionari italiani, e let tere di questi ultimi che si lagnavano di ·persecuzioni e di continui sospetti d i spionaggio a cui erano fatti segno. (3) Il padre Barthez, della missione di Alitiena, nell'Agamè.
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DA KASSALA AD ADUA
della posta italiana nella loro corrispondenza con lui, ma di messi speciali e fidati .. N elle carte trovate nella tenda del Ras a Senafè si rinvennero in ultimo ptove evidenti degli intrighi francesi presso Menelik e Mangascià contro di noi. Ai primi di febbraio adunque i Lazzaristi partivano , lasciando ad un avvocato a Massaua l'ingrato incarico di cur are i loro affari e redigere una protesta per !"espulsione, con probabil e· futura domanda d'indennità. La mala pianta era final mente strappata.
v.
Ù KULE KGSAI
2 compagnie cacc~at~ri; . . . Comando di un battaglione md1ge111 con 3 compag me. Adi Oaiè - l compagnia indigeni. . . . 1Yfai IIaini (presso Amba T onulè} - 2 co mpagme mdt.geni e 4 bande di 50 fucili ciascuna, in congedo ai loro pa.es1.
&tganeiti -
S ARAÈ
Acliquald -
3 bande (400 indigeni) col tenente Arturo
Mulazzani . Acli Ugd - Comando di un battaglione còn 2 compag nie cacciatori. l compagnia indigeni. H A.liASEN
Rinforzo di 2 battagl ion i di cacciatori in Arl"ic~. - Aumento di tt·uppe indigene. - P unizioni esempl:u·i. - Defeziona degli Hnt.nb Az-IIibtès.
Appena i primi telegrammi dalla Colonia fecero couoscei.·e con le strepitose vittorie del generale Baratieri il pericolo g rande che si era scongiurato e la necessità di tenere più facilmente sotto mano il massimo n umero di t ruppe indigene per probabili oparazioni successive, il Governo italiano ordinava l'in do di due battaglioni eli rinforzo ed una batteria da montagna. I battaglioni con la batteria s'imbarcavano a Napoli sul 111anilla il 30 gennaio e sbarcavano l' 11 febbraio a Ma.ssaua. Con questo aiuto si avevano così 3 battaglioni di fanteria bianca (1), i quali, potendo fornire l'indispensabile per le guarnigioni stabili, lasciavano liber o il massi1uo delìe mobilissime truppe indigene. Con questo rinforzo la dislocazione delle truppe in Africa potè effettuarsi così, provvisoriamente :
(l} Il battaglione preesistente continuò a chiamarsi 1Jattagli01lB cacciato1·i, i due di rinforzo presero il nome di 1o e 2" batta.qlione fa1~teria Africa.
Asma1·4 -
l battaglione cacciatori; . Comando di un battaglione indigeno con 3 compagme ; U~a batteria da montagna (l ") ; Un plotone dello squadrone K~ren; . . 3 bande, di 50 fucili ciascuna, m congedo a1 loro paest. A::- Teclesan - l compagnia indigeni. SENHArr, BARCA E KA.SSA.T"A
J{e?"en - l • Comando Comando Comando
battaglione cacciatori; . di un battaglione ind igeni con 3 comp agnt~; della 2• batteria da montagna con 2 seziom; dello squadrone K eren con 2 plotoni. Ago1·dat - 2 compagnie indigeni. Eta Dal - Bande degli Algheden col tenente Fuso. Sabderat - Banda eli. Sabderat con Alì N urin. Kassala - Banda di un battaglione indigeni con le 5 compagnie; Una sezione della 2" batteria da montagna ; Banda degli Ad-Ornar con Mohamed Aroda; Banda di informatori Hallenga. Mogolo - Banda di Barrà. Massaua - l battaglione cacciatori. ·134 -
A:'i:\0 XL.
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A1·chico
, DA KASSALA AD ADUA
Comando di un battaglione indigeni con
3 compagnie. Saati - l compagnia indigeni. Ghinda - 1 compagnia indigeni. Dovunque i necessari reparti del genio, di artiglieria da fortezza, di sussistenze, sani'tà, ecc., ecc. In poco tempo furono pure allestite nuove truppe regolari indigene, aumentando l'effettivo di circa 2000 uomini. Il l" febbraio si formava ad Asmara il 5" battaglione indigeni, affidandone il comando al maggiore Ameglio. Il 26 febbraio si formava il 6" battu.glione, comandato dal maggiore Cossu ; il 27 già funzionava la 2• batteria da montagna a.gli ordini del capitano Fabbri. Così, durante le operazioni militari ed a operazioni finite il Governatore della Colonia Eritrea provvedeva in tutti i modi a dare vigoroso impulso alla preparazione del personale, del materiale e del territorio e dava novella forza agli elementi militari, indispensabile per le nuove contingenze creatt,=J dalla situazione. Abissini debellati e Dervisci debellati, sono come l'idra da.lle cento teste; fìnchè una sola ne rimane, è inevitabile ricominciare un bel giorno ad abbattere le forze subitamente rinate. La·fanteria italiana, la fanteria indigena, la milizia ~o bile, le bande assoldate, la poca cavalleria, l'artiglieria da mentagna, il genio, i trasporti, il servizio sanitario, i depositi , di viveri e di foraggio, i depositi di armi e di munizioni ed i forti furono tutti resi più atti al miglior funzionamento possibile per concorrere alla. difesa sicura dt3lla Colonia ed ai possibile eventuali castighi ai nemici. Il l" marzo la dislocazione delle tnippe coloniali era così ripartita:
Gassala. 1° battaglione indigeni (maggiore Turitto}. Una sezione della 2" batteria da montagmt. Una sezione cannonieri. S tazione carabinieri reali.
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Bande Sabderàt, Ad Omar e Alanga. Plotone camelli corridori.
Sabclerat. B anda Sa.bderat.
Ela Dal. Distaccamento telegrafìsti del genio. B ande Algheden. Biscia. Un buluc della 4" compagnia del 2° battaglione indigeni. Distaccamento telegra:fisti . P osto delle bande Baria.
Mogolo. Bande Baria.
Ago1·clòL l". e 4• compagnia del 2o battaglione indigeni. Distaccamento cannonieri. Distaccamento telegra.fisti del genio.
Cheren. Comando e 4 compagnie del l" battaglione f~nteria d'Africa. Id· · e 2•, 3•, 5• compagma · d e1 2° battagliane indigeno Id . . e 2 plotoni dello squadrone cavallel'ia Cheren. . Una sez10ne deJla compagnia del genio. Una ~ezione cannonieri. Comando e due sezioni della 2" batteria da montagna. D istaccamento telegmfisti del genio. Sezione carabinieri reali.
Scer·it. B anda Ad Ocut.
Az- 'l'aclesan. 2" c~mpagnia del 5" battaglione indigeni. StazlGne carabinieri reali. Distaccamento telegra:fisti del genio.
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DA l<ASSALA AD A D UA
Asmara.
Comando e le 4 compagnie del 2• battaglione fanteria d'Africa. Id. e 3", 4•, 5" compagnia del 2° battaglione indigeni. l" batteria da montagna. Un plotone dello squadrone cavalleria Cheren. Una sezione della compagnia del genio. Comando e sezione della compagnia treno. Distaccamento telegrafi.sti del genio. Sezione carabinieri reali. Comando e due sezioni della compagnia cannonieri. Bande dell' Hamasen. Adi Ugr·i, ·
Comando e 2 compagnie del battaglione cacciatori. l" compagnia del 5• battaglione indigeno. Distaccamento cannonieri. Id. telegrafìsti e zappatori del genio. I d. della compagnia treno. Stazione carabinieri reali. Adiqualà.
Bande del Saraè. Stazione carabinieri reali. Distaccamento telegrafìsti. A1·Tesa.
Bande dell'Arresa. Saganeiti.
Due compagnie del battaglione cacciatori. Comando 2•, 4• e 5" compagnia del 4° battaglione indigeno. Distaccamento zappatori e telegrafisti del gemo. Bande dell' Oculè-Cusai. Adi-Caiè.
aa compagnia
del 4° battaglione indigeno.
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Mai Haini. ln compagnia del 4° battaglione indigeno.
Ghinda.
2a compagnia del 3• battaglione indigeno. Stazione carabinieri reali. Distaccamento telegrafisti del genio. I d. del treno. Saati.
4" compagnia del 3" battaglione indigeno. Stazione carabinieri reali. Distaccamento telegrafisti del genio. Id. del treno. Posto della compagnia cannonieri. Archù.:o.
Comando e l", 3", 5" compagnia del 3• battaglione indigeno. Distaccamento telegrafisti. Stazione carabinieri reali. ~11onettllo .
Un plotone del 3• battaglione fanteria indigeno. Distaccamento cannonieri. Sta:~~,ione carabinieri reali. M"assaua.
Comando e le 4 compagnie del3• battaglione fan teria d'Africa. Collipagnia operai d'artiglieria. Comando e una sezione di carabinieri reali. Distaccamento del treno. Orta interna.
Nom·a. Un buluc del 3° battaglione indigeno. Stazione carabinieri reali.
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Assah. Un buluc del · 3, battaglione indigeno. Sezione carabinieri reali. Il 6• battaglione indigeno ha tre centri di formazione: Cheren, Asmara e Saati. Appena costituito sarà dislocato fra Asmara e Mai-Mafellis (nel Ducatesfà) . Occorreva intanto provvedere alla p.rtnizione dei .maggiori complici e r esponsabili delle segrete mene gi~t operate a i nostri da.nni, e non mancarouo esempi salutari di repressione . da parte del governo della Colonia Eritrea. Il tribunale di Asma ra condannava alla fucilazione il cicà (l) di Halai, Gaschi Taclè, prete indigeno, ed all'ergastolo uno dei suoi figliuoli, coinvolti nel tradimento di Bata Agos. Del cicà di Halai, si era trovata una lettera accusatrice nella corrispondenza di ras .Mangascià sequestrata a S enafè. Da quel documento apparivano compromessi il cica ed i suoi tre figliuoli, dei quali uno non si riuscì ad arr estare; gli altri due, che anch'essi comparvero àinanzi al tribunale straordinario di gL1erra (2), avevano l'attenuante di aver comba~tuto, il ~iorno della catast rofe, col capitano Castel,.. lazzi contro Bata Agos ad Halai. Dando alle varie responsabilità ed attenuanti il loro giusto valore, il verdetto del tribunale risultò di fucilazione nella schien~ per Gaschi Taclè, e di ergastolo pel maggiore dei figli :)'altro era assolto. La sentenza del tribunale di g uerra fu eseguita sednta stante, e Gaschi 'l'aclè, dopo a~er sempre protestato di essere vittima di suoi privati nemici, affrontò la mor te con non comnne fermezza. Il' Altri capi dell' Okulè Kusai furono condannati dal medesimo tribunale. Essi dopo le operazioni di guerra, credendo i Tigrini vincitori, avevano assalito alcune nostre pat(l) az·cà significa capo civile, ed è una specie di s indaco. (2) Il tribunale straordinario di g uerra. e ra presieduto dal maggiore Ameglio, comandante il Y battaglione indi~eno.
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tuglie e si erano impadroniti di muletti dei nostri ascar·i. Il tribunale accertata la piena colpabilità li condannava alla fucilazione, che fu eseguita seduta stante. Abba Cutlè Mariam, il lazzarista indigeno confessore di Bata Agos, fu condannato all'ergastolo, per~hè gli furono accordate le circostanze attenuanti, tenuto conto che fu accert-ato avere , egli subito pressioni continue e potenti dalla Missione francese. E prima di lasciare· per sempre questo argomento dis~ D"UStoso rammenteremo che non furono poche le accuse d1 inD"iustizia lanciate al Governo della Colonia dai Lazzaristi es~ulsi, negando essi recisamente di essersi mai immischiati in inaneggi politici ed affermando, per giunta, di essere stati presso a poco derubati. Alla metà di marzo il Governo dell'Eritrea rigetta,·a il loro rico~·so per indennizzo di miglioramenti fat,ti e costruzioni eseo·uitè nei fondi demaniali di Scinnara e . lVIodacca, b ed il 10 aprile (in seguito all'occupazione itahana nell'Agamè) si procedeva all'espulsione dei Lazzaristi anche da q nella provincia. In principio di quést' anno una defezione di diver;;o effetto era avvenuta nella ,nostra Colonia. Il .Kantibai Mahmud Ahmed degli Habab Az-Ribtès, seguito da par te della sua gen t.e, passò il confine ed anaò a stabilirsi nel territoi·io egiziano . Fu questa una defezione senza pericoli d'altronde, trattandosi di popolazione imbelle e nomade di pastori, ed essendo stata la decisione effetto di ignoranza e puntiglio da parte dei pastori e di ~:tvidità. da parte di Mahmud Ahmed. · Il Kantibai addusse il suo allontana mento alle gravi requisizioni che la sua tribù aveva patito negli ultimi tempi durante l!. campagna nel Tigrè: questo fu evidentemente un pretesto, giacchè la tribù che possiede oltre a 10,000 ca· melli non doYette fornirne che 150 al mese. Sembra piutt.osto che Mahmud Ahmad avesse motivi di ben altr(:(, natura ; i debiti ingenti cont~atti a Massaua, il desiderio evidente di percepire intero il tributo che divideYa col Governo. e an-
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chEl manovre di funzionari subalterni egiziani dovettero. indur lo alla defezione. Questo atto che sottraeva i soggetti al nostro dominio certamente non av,e va nè può avere per essi alcun significato di ostilità pericolosa, nè costituisce nelle abitudini di questa gente un fatto di notevole gravità: è il portato di vecchie abitudini. Infatti nel 1892 le tribù Habab degli Az Scerif, Beit-Mala ed · Ad Lazeri passarono dal territorio egiziano nel nostro, senza nostra volontà, ed ai reclal)li da Cairo, il governo della Qolonia Ii indusse a tornare alle loro sedi. Gli Habab sono costituiti da tre distinte tribù, degli AzHibtès, Az·Temariam ed Az·Taclés, ed occupavano il paese fra l' Anseba ed il mare; essendo gli Az-Hibtès più numerosi si chiamano essi più genericamente col nome di Habab. Questi alternano la loro vita fra il monte ed il piano: da ottobre ad aprile piantano i loro accampamenti a Uod Gan ed a Tiesè, in aprile salgono le alpestri vallate e si attendano negli altipiani di Nacfa (1) e di Agra in altitudine fra i 1600 e i 2300 metri. Cambiando località col rriutare della stagione godono la primavera continua per sè e pel bestiame, e non 'ostante la comunanza· di abitudini e di tendenze non sono assai spesso concordi. È caratteristica la timidezza degli uonlini di questa tribù, che per la loro natura poco guerriera sL servirono sempre di condottieri stipendiati per difenrlersi dalle razzie, come si servivano di stranieri per rubare schiavi.
(l) L 'altipiano di Kacfa, ~h e può consider;rsi il centro dè l paese degli· H abab, ha una superficie di circa 120 chilometri quadrati, ed un'a ltitudine ''ariabile fra i 1500 ed . i ~000 metri. Ha car.atteri assai incor~ggi an ti ad imprese agricole, col verde dei monti e delle va l li, le insena tu re ridenti, le colline disseminate di albe1·i ed arbusti e la terra in molti sit.i ben ricca di alto strato di kumus. Gli Habab, addirittura negati per la agricoltura, n on ritraggono altro utile dalla terra che i pascoli lussureggianti e bastevoli al numeroso loro bestiame. Quando è terminata al piano la stagione delle pioggie ed il pascolo è esaurito, essi vanno ai mònti a trovare altre pioggie, altro verde, nlt.ri pascoli. ·
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VI. Panico dei Tigrini. - Riordinamento cleli'Oku lè Kusai e costru~ione del forte di Saganeiti. - Ansie di ·?11angascià e pt·opo siti di pace.- L'appoggio di Menelik.
Dopo le due giornate di Ooatit i Tigrini non prestavano · ancora fede alla rotta de l loro ras Mangascià; ma quando questi fu sc~cciato da Senafè e le sue forze si sciolsero a precipizio, un forte p~nico invase il paese, e tutti si aspettavano da un momento all'altro che gli Italiani andassero fino a JYiakallè (1), residenza del Ras. Qui vi i preti stettero dei giorni vestiti dei loro pararnenti solenni e pronti con le loro croci per a!ldare incontro ai vincitori di Mangascià., mentre in molti luoghi gli abitanti disertavano dai loro villaggi temendo rappressaglie dagli Italiani e razzie e soprusi dai Ras sbandatisi con le loro truppe. Il panico dei 'l'igrini non intervenuti alla guerra era dovuto a morl;>oso contagio dei capi e soldati in piena fuga. Ras 1\'fangascià non ristette dal correre per tutta · la notte del .15 e parte del 16 verso l' Agamè seguito da 'l'esfai Antaio che era stato ferìto a Ooatit, dà ras Agos e parte delle truppe. Durante la ritirata continuava lo sbandarsi e la defezione dei capi, e co;ì assottiglinudosi giorno per gi-orno e di forze Mangascià o~trepassò Adigrat, ripiegò nel Tigrè, per il Farras-Mai (2) si ricondusse nel Tembien con circa 700 fedeli rimastigli. . . Non cessò il li,as di battere il chitet; ma le sue chiamata • se giungevano a raccoglier gente durante il giorno, la notte molti disertavano, ed i nuovi venuti dei dì successivi bastavano appena a riempire i vuoti recenti. Alla sfiducia nel capo~ alla defezione dei subalterni avv<?n-q.ta così numerosa
(l) 1fakallè, capoluogo della popolosa e fel·tile provincia di Enderta, fu fondata poco più di Yent'anni fa da neg-us Giovanni, che s pesso vi faceva dimora: ras Mangascià ne aveva fatto ·Ja &ua capitale della provincia del Tigrè. l (2) Il Farras-Mai è affluente di destra dell'Ueri, che a sua volta è affluente di destra del Tacazzè.
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non aggiungeva poca anarchia il razziare dei defezionati, di cui ognuno lavorava per propio conto angariando i paesi per cui passava. Ciò spingeva ripetutamente i capi dei villaggi a noi meno lontani ed i preti a domandare per la. loro gente la protezione italiana. Questo movimenio d'adesione, che cominciava appena a pronunziarsi, doveva in seguito continuare più largo · e più insistente, guadagnando alla causa italiana popolazioni e fucili, che si staccavano dagli interessi di Mangascia. Jl capo ·del Tigrè era in ribasso. Agos Uold Tafari, il pretendente alla signoria dell'Agamè, di cui il Governatore incaricava di impossessarsi, si fece precedere nel paese dalla notizia che operava. per gli I taliani. Il paese in poc() tempo si pronunziava quasi tutto per lui, ed egli istalla~osi da signore nella provincia batteva il chilel contro ras Mangascià e 'l'esfai Antalo, il già capo dell'Agamè. Intanto nei primi due mesi dell'anno 1895 continuava l'opera di preparazione e riorganiz~azione nei nostri possedimenti. Nell'Okulè Kusai l'abile ed energica mano del maggiore Toselli giungeva con l'occupazione diretta 'ai tutto il paese ad .o rgan izzarlo su solide basi, guadagnando col rispetto la illimitata fiduc ia nel nome· italiano. Il forte di Saganeiti, da servire a due compagnie cacciatari e fornito di vi veri anche per maggior numero di truppe, era alla fine di febbraio quasi terminato e provvisto di 300,000 cartucce a balistite. Fu completato il fo rte Adi Ugri, . nel Saraè, dotandolo di 500,000 cartucce, mentre tJUÌ eome negli altri for ti si portavano i colpi per l'artiglieria al numero di 400 per pezzo. I depositi pei viveri si formarono conte mporaneamen~e qui ed a Saganeiti. . · Il maggiore Tosolli riordinando il pae'se e secondando le tradi7.ioni storiche (l) divise I'Okulè Kusai in provincie e (l) L'Okulè Kusni in passato er·a politicamente diviso in va ri distretti, fra loro indipendenti rmun inistro.tivamente; e con abi t udini federali. Bra capoluogo di questa provincin Digsa, residenza del Baka1·-Nagc~sc (Re del rnm·c ) (Jt'esidente uominale tli q uesta specie di repu bblica.
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circondari, evitando la costituzione di g rossi centri. Ai capi rimasti lasciò poche armi, e con essi costitul quattro bande di 50 fuc ili ciascuna; i capi però durante i periodi di pace hanno seco soltanto 10 di questi fucili per loro scorta, mentre gli altri 40 sono custoditi presso il comando. Il t ributo dell'Okulè Knsai era. di 42,000 lire da corrispondersi parte in derrate e parte in denaro. e ne· primi momenti accaddero proteste dei capi che allegavano impossibi· lità di pagamento. Ma dopo energiche pressioni i renitenti dovetter o confessare che giungevano a poter pagare : ed infatti l'annata era stata buona., e se mancavano loro delle derrate le av-evano essi fomite ai ribelli. n tributo fu adunque pagato come gli altri anni senz~ ricorrere a misure violenti. Il magg ore Toselli nella pacificazione d~lla provincia g ià amministrata da Bata Agos aveva pubblicato un bando che particolarmente de termin~va i capi e sottocapi che dovevano essere alla sna dipendenza. Con esso fi.trono chiaramente esposti i voleri del Governo della Colonia, che rammentav"t ai rimasti fedeli il danno patito dai t raditori : non inutile ricordo per popola7.Ìoni sempre pronte a cambiare bandiera col cambiare del vento (1). ·
(l ì Il bando che il Governatore mandò al maggio1·e Toselli percbè fosse pubblicato .nella provincia affidata gli terminavn con queste parole: << Provincie e paesi tutti deli'Okulè ){usai! « l vostri capi di ieri armati dal Governo o in nome del Go,·erno, nutriti dal Governo, si sono ribellati, hanno trascinato molti eli ,·oi alla ribellione : noi avremmo potuto distruggere il paese col ferro e col fuoco e sa,:ebbe stata g iustizia; invece abbiamo voluto seguire i consi~li d; Dio che sono per la generosità ed il perdono. « Ma se abbiamo avuto considerazione porchè i capi piil grandi vi hanno ing·annati tutti, abbiamo però voluto ritirare le armi !l vogliamo che g·!i ufficiali che comandano in nostro nome continuino a ritirar le sincbè ve ue siarro ancora i n paese, affinchè i briga.ntì spal'iscano e Jè strade siano sicure sotto la protezione tlelle nostre truppe, e s 'r• inta.nto possibile vedere in qunle modo ed in qna le nnmer·o se ne potranno ancora distri-
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Il 14: marzo il maggiore 'r oselli innalzava la bandiera italiana sul forte d i Saganeiti (l) che, già ·completato, il generale Baratieri Governatore della Colonia aveva inaugurato personalmente. Ras Manga:c:cià durante l'attivo lavoro degli Italiani peregrinava senza posa, mutando sempre di stazione, mai sicuro dell'indomani. I preti del capitolo di A.xum arrivano ad Asmara, venuti spontaneamente (?J a metter pace ai primi di febbraio, e
bui re, ed a chi il nostro Governo possa confidare un fucile colla .certezza di non essere tradito. , « Ma. da. questa nostra. risoluzione vogliamo eccettuare quei capi valorosi che nei momenti tristi si dimostrarono fedeli, resero speciali servizi al Governo e combatterono al fianco delle nostre truppe, e per provare a questi la nostra a lta fiducia e considerazione decretiamo che Bascià Ema n uod Cantibai Zerù, Dascià 'fesfu Mariam uod Data, Cagnasrnac Ylichel uod Temanù, Ca.gnasmac Maharai uod ~logos abbiano ciascuno, dal primo di questo mese di febbraio lo stipendio fisso di dieci lire al giorno, siano comandanti di cinquanta fucili, di cui dieci terranno sin d'ora presso di sè come segno di autorità ed onore e quaranta saranno per ora depositati presso il maggiore che comanda in nostro nome a Saganeiti, il quale li terrà pronti con le C.'l.rtuccie per essere distri buiti ai predetti quattro capi sempre quando occorra cbiamal'li in servizio sia per l'ordine interno del paese, sia per combattere i nemici di oltre confine. ,. Tutte le volte che questi capi saranno chiamati in servizio, i loro fucili saranno pagati una lira al giorno, e questa paga decorrerà dal primo di questo mese di febbraio : e quando saranno chiamati a marciare fuori del loro paese di residenza avranno anche i viveri. ,, (l) Il forte di Saganeiti fu costruito, oltr~ che dai soldati di 2 compagnie italiane, dag·li indig·en i regolari o dagl~ abitanti delle varie provincie dell'Okulè Kusai che per turno eraùo chiamati a questo servizio obbligatorio e gratuito. Anche in questo furono seguite le abitudini del paese che impongono lavori forzosi in punizione di colpe. Gli abitanti si prestarono, naturalmente Tassegnati. Il forte di Saganeiti domina efficacemente l'acqua e le comunicazioni con la base di operazione Asmat·a nel caso di un'invasione da sud e da sud-ovest; a distanza di poche ore ha due fortini avanzati, per una compagnia ciascuno, ad Adi Caiè ed a Mai-Haini presso ' Addis-Addi. Col fortino di Adi Caiè si spinge una punta sulla strada dell'Agamè e con quello di Mai-Haini sulla strada di Adua.
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fanno comprendere che se figurano di venire per loro conto allo scopo di evitare lo spargimento di sangue cristiano, il Ras non è igna1·o della loro decisione. Un sottocapo del Ras, anch'egli pm· suo conto fa delle proposte ad un interprete, Simpez, al nostro servizio, perchè cooperi al ristabilimento della pace, egli figl~o di donna abissina (1). E durante questi ripetuti contrassegni della solita politica abissina, del tentare, cioè, di guadagnar tempo ed addormentare la vigilanza, Mangascià aspetta poi fiducioso o-li aiuti scioani che il buon Menelik g li ha promessi per ~cacciare finalmente questi bianchi insino al mare. Chi potrà resistere alla foga tigrina, al numero degli Scioani, quando tutti riuniti e comandati da lui, da Alula, da ras Agos, da. T esfai Antalo e dai primi generali scioani, magari da Menelik in persona, si muoveranno alla riscossa ? Ma intanto la vita raminga non cessa: ai primi di feb'~raio Mangascià è sulle altui·e di Adi-Enda.i nel Gheralta, dove si: è rifugiato timor oso sempre per la sua sicurezza personale. Nelle ansie continue e nel timore di sempre nuove sorprese (2) perfino Tesfai Antalo lo lascia senza consiglio, ritirandosi ad Antalo per curare la ferita toccata a Coatit . Ras Agos, altro dei càpi maggiori di Mangascià ritorna nello Scirè, mentre nell' Agamè il nostro Agos Tafari sempre più si consolida con più che 1000 fu-cili. Gli &ium (capi) dei paesi a noi confinanti insistono perchè gl'Italiani occupino permanen~emente quei luoghi, e più frequenti arrivano richieste di intervento dai villaggi dell'Adi-Abo, dello Scirè, di Ta-ha, e dello Scalidà e così via.
( l) Simpez, figlio di sir Perkins ed una donna abissina, è al nostro servizio come interprete. (2) Ras Mangascià era assai turbato per essergli giunto all'orecchio che mentt·e eo·li era neli'Okulò Kusai il capo di Sokota nel Lasta, Voskscium Borru di : ui egii aveva ricoverato un figlio ribelle, s tava preparandosi a conquistare il Tembien.
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DA KASSALA AD ADOA
E lVlangascià dal Gheralta si spinge tra l'Enderta ed H ansen (1), diretto a quest'ultima località, dove manda ordine di preparargli i viveri, forse attendendo l'esito delle pratiche di pace del capitolo di Axuro. Le proposte del Ras imbeccate ai preti della città santa non sono certamente sincere, ma egli spera di essere creduto, e dopo i tentativi sottomano invia finalmente e direttamente un vero e proprio ambasciatore nella persona di Belata Gabrè Micael (2}. Questi è apportatore di due lettere, di cui una diretta a S. :i\:L il r~ d'Italia, l'altra al Goverùatore : ecco come si esprime nelle due lettere:
111.andala eta ras ;l{angascià, figlio eli Giovanni Re eli Sion, Re rlei Re cl' Etiopia. Uhe a:t·riiJÌ al grancle, ?'ispeltato, sup1·~mo r·e Umberto l. . Come sta? Io sto bene grazie a Dio. Io mi lcvmento che mi hanno fatto t01·to, ecl il gene1·ale Bamtier·i si lagna che -io gli ho (atto del male. In qttesto frattempo è entrato eli mezzo il clia,volo, e la gente cristiana si·è sle;·rninata. Quello che è stato fatto prima è stata opera del diavolo ; qHincli io Oi'et ce?·co la pace. Io clesicle?YJ che lei mandi un ' tomo giusto, che decida (1·a il tm·to mio e quello del generale Io chieclo questo pe1· 1'istabilù·e la nostm amici~ia come era p1·ima. SCI"itla ill8 (ebb1·aio 188:5 (ti !JehalU 1887) nel camrpo eli rl clcli- O,ttdai.
{l) Hansen ò capoluog·o dell'Haram::tt, nel Tigrè, e t!i::;ta, circa 40 chilometri da Adig;rut. (:?) Questo inviato d i ~Iangaseià si presentù a :\Jassana il 2 m:m:o."
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Mandata cla ras Mangascià, figlio eli Giovanni Re di Sion. Re dei Re cl' Etiopia. Che arrivi ai generale Baratieri, grand'u,fficiale dello Stato, ' Governatore della Colonia ·Erit1·ea. Come sta? Io sto bene grazie a Dio. Scimpez mi ha chiesto il permesso eli veni1·e per b·atta1·e la pace, e di giura:f'e sul nome di Dio per lasciado libe1·o, ed io ho risposto eli si ed ho giw·ato nel nome eli Dio, e gli ho mandato una lettera. Egli poi mi luz sc;·itto eli manda1·g li una lette?"a ed un uomo giusto, ed io gli ho mandato l'twmo buono Blala Gatrémicael Ma Scimpez non ha fc~tto quanto aveva eletto. Tfoì lamentate che io vi ho fatto del male, ma io .mi lagno perchè non avete {alto quello che a'veva ordinato per me r·e Umbe1•to, e dopo an· cora mi avete fatto un altro g1·an torto. T-utto quanto è successo p1·ima cl' om è stato opera clel diavolo, quincli.Lei vug lia la pace, chè la voglio anch'io. Se io non ho scritto prima a re Umberto ttttli i torii che mi avete fatto, è perché essendo in clisconlia con Lei temevo che trattenesse la mia letle'ra. Ora io mando ·u na lel.terra a re Umbe?·to. Per· tutto qt~esto ho mandato un -uomo assennato, Blata Gabrémicael. &1·itta il1.1 feblJrf'aio {data abissina) sul campo di AckliOmdai. ~aturalmente a questo tardo pentimento ed alle aperture di Mangascià il Governatore rispondeva che anch'egli amava la pa.ce, ed era anzi andato perciò in Adua per evitare la guerra: dopo il tradimento non si poteva più aver fiducia nel Ras, perchè chi è stato spergiuro una volta può esserlo sempre. Perchè si potesse comincia~e a parlar di pace Mangascià, doveva : a) licenzia,re gli armati che teneva nel 'l'embien, b) venire in Adna, u) offhre solide garanzie di mantenere i patti.
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A queste condizioni il Governatore della C~lonia_ era ~i sposto ad affidare a persona di fiducia l'incanco d1. apnre trattative per intendersi. È inutile dire che nulla Sl con· chiuse. L'attesa del ritorno di Belata Gabrè Micael non fa smettere al Capo ramingo i preparativi febbr ili per un'azio~e prossima, che si ignora se vorrà egli provocare o se p1uttosto te~e gli venga imposta dagl'Italiani. Il ~hitet insis~e~t_e riesce :finalmente a raggruppargli intorno cuca 4000 fu01h , ed è accertato da sicure informazioni che questi dovranno essere il nucleo attorno a cui si riuniranno i vantati aiuti scioani. . Ma il timore non cessa con l'aumentà.ta forza. Mangascià benchè conosca assai bene che Agos Tafari dispone solo di uu micrliaio di fucili e che eo-li intanto nei dintorni troverebbe o t:> 11' ancora l'appoggio di qualche capo, non osa muovere a occupazione progettata della sua città di Haus~n, paventand~ un attacco del nuovo Scium. Il capo del Ttgrè a metà. d1 marzo si decide finalmente; si avvicina ad una tappa da quella città, ma subito torna indietro pi~ a ~ud, nel G~eralta. Buone notizie, grandi promesse egh nceve pero dallo Scioa. Belata Imut di Makallè gli porta cartucce da parte di Menelik e l'avviso che presto arriveranno i soccorsi. lY[enelik, l' imperatore d'Etiopia che aveva fatto adesione al tràttato di Bruxelles circa la tratta degli schiavi, e che con impudenza etiopica si diceva amico di tu~te_ le in_novazioni di civiltà, aveva intanto nell'animo ancora 1l h eto ncordo di un :;emeccià (l ) nei \Vollo Galla, dove in dicembre del1894 aveva condotto i suoi soldati a debellar e tribù quasi disar·
(l) zemeccià in scioano significa. spedizione mili tare, ed ba lo scopo esclusivo di far razzia in uno stato nemico o vassallo ~be si rifiuti di pagare il tributo: ha in generale la durata di due a quattro mesi, e ne~ casi di ribellioni improvvise di provincie tributarie dnra anche pocht giorni Allora prende i cat·atteri di una vera marcia forzata. Quando la t ruppa ha posto accampamento nel paese invaso si procede al gltesghessà, operazione secondaria consist.Jnte nella te1~1poranca scor-
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mate, saccheggiando, distruggendo, uccidendo. Era stato un vero macello· a scopo di bottino di derrate, bestiame l:l schiavi, per rifornire il suo r egno. La sua splendida azione guerresca, coronata dalla ;vittoria su popoh armati di lancia, gli aveva guadagnato oltre alla gloria militare gran numero di donne e bambini che distribuì tra i suoi soldati delle provincie anche più lontane, unitamente all'altro bottino. Alle prime novelle di tanto valore non si prestò troppa fede. Ma poco per volta le notizie si resero più sicure : Tona, re dei Wollamo era stato preso. dopo terribile lotta, mortalmente ferito : 70,000 abitanti erano stati massacrati dai buoni fucili degli Scioani, e 18,000 persone erano state tratte in ischiavìtù: 60,000 buoi erano stati razzia ti. Il bottino era buono ed al zemeccià aveva preso parte anche ras Alula, i cui soldati mandavano più tardi alle loro case la loro parte di bottino n el Tìgrè, compreso il bott ino umano (1). Al coQlinciare del nuovo anno l'eco dei disastri di Mangascià non poteva così presto arrivare a Menelik, che d'altrondè aveva la pestilenza tra le sue truppe e liti intestine fra i suoi capi, degia.c Ailu Mariam capo del Danè (2),
reria delle truppe più mobili (i cavalieri) nei siti dove si pu.J irnpadrodel bottino. Nello Scioa si usavano metodicamente fino a qualche anno addietro due g randi zemeccià all'anno: uno cominciava in marzo e in aprilo, l'altro in ottobre e in novembre, giaccbè raramente le provincie pagano i tri buli al Re se non vi sono costre tte con la forza. In realtà poi s i va con pochi scJ·upoli a. fare zemeccià anche in paesi dove non si accampano diritti, ed essendo questo un mezzo sicuro di vivere agiatamente tanto per il Re quanto per il generale, il soldato, l'agricoltore ed il poYero, insomma per tutti, diventa spesso una vera necessità. in popoli in cui è così basso il senso morale. l raccolti andati a male, la carestia, la guerra con la miseria che ne deriva sono sanati coi zemeccià nelle lo ntane popolazioni. (Notizie 1·tàssunte da una R elazione del conte A.ntonelli). (l ) ~\.lcuni schiavi fatti nei Wollo Galla g iunsero i n aprile perfino nel· l'Agamè e fmono subito lìberati dalle a.u·torità italiane. (2) Provincia nella reg ione di Efrata, nello Scioa. ni~si
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degiac Uold Gabr iel e ras ' Mikael: le loro lotte erano state sanguinose, . M . ·· A ena Menelik fu infor mato m marzo da . anga_ ~'i pp .E .t sC1a · d nni patiti decise di marciare .contro la Coloma r1 r~a., de1 a ' · · d' e fece chiamare ras Alula, prima, caduto qu~s1. m . tsgraz~a~ af:fidandogli molti fucili ed incarica.~dolo d1 numr~ t utti ~ Ti o-rini per marciar e a nord verso 1l Lasta (1}. Ma_ 1 soldat~ o· · tornati di r ecente dal zemeccià avevano b1sogno d1 1 . . . t 1.gnn, riposarsi, ricondurre gli schiavi ed il bott1_no a1 loro paes1, . . e si mostravano poco disposti a nuove fat1c~e. . Allora Menelik, sempre ondeggiante fra d1ve_rs1 constgh , progettò una spedizione più vici~a, c~ntro_l' anfa?~~ d' ~~~sa (2), il cui territ orio difeso da . poch1 ab1tant1 poteva oft'm e speranze di facile bottino. Ma alla cor te scioana perven~e un~ notizia che l'an{a?·i Mohamed doveva r icevere soccors1 dagl~ Italiani e si prepar ava a resistergli energicamente. Bast~ quest'altro fatto evidentemente non accertat o per fargh mutare par ere. .. . . ' Smessa l'idea di questo diversivo, stab1h n~vece d1 co~centrare tutte le forze possibili, e mandare ra~ .Alula m soccorso di Mangascià. Tornava così al primo divisamento.
VII. Pos izione et·eata all'occupazionG italiana dagl i u!Limi avvenimen ti. - Neces~itil. di ùC. dell"game· - M·.. ,·eia ed ocGupaziono di Adig rnt - Man gasc•à sempre cupnztonc n . • "' . . . . . in fu ga. _ Inseguimento della colonn:t Pianavll\ nusc1to mfruUuoso.
L a forte posizione che ci crevano ~e r_ecenti battaglie vinte imponeva al governo della Colom a d1 non ~ddOl:men tarsi sugli allori e di utilizzare prontamente la v1tton a con
(l ) Reg ione su lla s ponda destra dell'alta valle del Tacazzè e sulla sinistra del suo affluente Tsellari. Ne è capoluogo Sok~ta. . . è (2) L'Aussa abit ato dalla for te tribù dei Modaito, dt ra~za dankala, un principato' t ributario dello Scioa, retto da un anja;•i. E posto tra lo Scioa e la baia di Tagiura presso i laghi ove si perde il fiume . Auasc, ed è tagliato dalla strada che dalla baia di Assab por ta allo Scwa.
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una azione diretta sulle vie d'invasione dei Tigrini di .Mangascià, ed eventualmente degli Scioani. La vitalità, la facilità di riaversi dei paesi del Tigr & e straordinaria, e nonostante i recenti rovesci patiti non avrebbe meravigliato alcuno, cognito della storia dei luogl1i, il fatto che Maugascià in poco tempo si fosse rialzato, e si fosse mostrato di nuovo alla frontiera alla testa di forze numerose. · Occupato solidamente l'Okulè Kusai, e tenendo per nostro conto nell'Agamè Agos Uold Tafari bisognava penetrare con la nostra ingerenza diretta nel Tigrè ad ogni costo. Ed il problema presentava pr obabilità di soluzione. ' La nostra situazione d'altronde sarebbe stata precaria ove ci si f~s~e arrestati in una difesa inattiva. Dopo l'occupazione· di Asmara del 1889 e la prima marcia su Adua del generale Orero il 26 gennaio 1890 il Tigrè si era dato quasi completamente a noi, ed i suoi antichi capi, r as 1\!{angascià, ras Alula, ras Agos. ras Sebath (1), erano più che mai convinti della difficoltà di urtare contro le forze italiane, già affermatesi con l'audace iniziativa del generale Baldisser a ed Orero. D'altronde in faccia alla innata antipatia ed insofferenza fiera dell'autorità scioana essi trovavauo piuttosto il lor o vantaggio acl appoggiarsi a noi per avere eventualmente un valido appoggio a ristabilire l'egemonia del Tigrè, tanto più che loro era bon noto quali intoppi si avevano tra Menelik e gli I taliani per intendersi. L 'indole battagliera di questi indomiti Tigrini, le difficoltà interne, le vecchie tradizioni di antagonismo f):a T igrini e Scioani contribuivano tutte a mantenere in loro quella politica cho del resto avvantaggiava an1::he noi, rivolgendo tutta la lor o irrequietezza verso il sud. Quando la longanimita dei governanti ci fè troppo pazientare sperando di · ricondurre .M:enelik a migliori con.(li Ras Sebath er jl. Scimn dell'Ag-arnè e sottoposto a i\'fangasciit prima che, imprigionato pet· ordine de l Ras, fosse messo a capo di quella provincia lo scioano Scium Tesfai Anta.lo, anima. del complotto cont-ro di noi.
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sigli per l'interpretazione del trattato di Uccialli, cominciammo a vedere i capi dividersi fra loro. E se nel 1892 ave-va potuto aver luogo il convegno sul Mare~ tra il generale Gandolfi ed i capi del Tigrè (e forse ess1 erano pel momento sinceri), nel 1894 ve-demmo invece il convegno tra Menelik e Mangasuià. Quest'abboccamento fece rinascere tra lo Scioano ed il T igrino il sogno e l'a.ntica politica di Re Giovanni - L'Abissinia degli A.bissini - e l'allontanamento degli Europei ·fino al mare. Con questi fatti possiamo soltanto spiegar cì come sia.no state possibili le proposte degli Abissini ai Dervisci, i giurati loro nemici da cui era stato ucciso il Negus. Anche queste proposte non potevano non essere pel momento sincere, e fu la diffidenza mnsulmana che aiutò la repressione italiana, portancloci contro un solo nemico a Ùoatit ed a Senafè. La vasta provincia del Tigrè si tr ovava intantorispetto a noi quasi come nel 1889, con la sola differ enza che prima essa era fra noi ed il r e dello Scioa, ora invece alleata con Menelik ai nÒstri danni. Ma il prestigio, l'autorità la forza di Mangascià diminuivano di giorno in giorno ; il prestigio italiano ingrandiva d'assai. - Come doveva decidersi la l'
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Gli aiuti pr omessi da :Menelik a ras Ma.nga::;cià non pote~ano pel momento preoccupare la Colonia, e per varie. considerazioni poteva preveder::;i che sarebbero stati assai scarsi, se non addirittura aiutj. platonici di promesse e buoni consigli. La distanza grande dello Scioa dalla nostra frontiera, le difficoltà di vettovagliamento per. lunghe settimane di mar cia. l'avanzare della stagione che avrebbe forzato gli Scioani a. passare il herempt (stagione delle piogge) fuori del paese ed in luoghi devas~ti dalla guerra recente, dovevano essere ostacoli poco sormontabili ad una avanzata di soccorsi lontani. Mangascià adunque, co.n poche migliaia di fucili che con chitet insistente aveva potuto raccogliere, era ridotto alle sole sue forze ed alle poche risorse morali che il suo nome
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poteva ancora fargli sperare. Si poteva pertanto con poco o nessun rischio penetrare nell' Agamè e stabilirvisi fortemente, sottraendogli il maggior numero di capi e di fucili senza nostro grave pericolo. Dall'Agamè si domina il regno di ras 1\fangascià e si può spingersi da un lato al Piano del Sale cui il Tigrè è soggetto pel prezioso prÒdotto, e dall'altro a Makallè nel cuore dell' Ender ta, chiudendo le vie più pericolose da sud. La posizione geografica e strategica dell'Agamè (l) è di importanza non comune, posto come è Lra il paese dei Danakili che va al mare, ed il centro del Tigrè. Dall'Agamè si può validamente impedire qualunque invasione dell'Okulè Kusai da cui si tende direttamente a Massaua.
{l ) L'Agamè Ila per confin i al nord il corso de l llelesa, aù ovest la pro\iucia de.li'Entisciò, a sud-o,est l'amba Sanaiti ed a' sud-est il piauorg di Atl>idera., appartenente al la catena etiopica . È provincia molto elevata o di prod.Jlttiviti~ notevole, ricca di alberi, di ottimi pascoli, di campi di varie specie di grani, e assai fornita d i bestiamè. La sua · posizione topografica è adatta a i commerci, trovandosi questa provincia a quattro g iornate di carovana dalla baia di Amlìla, a sei g iorni da Heilu l ed a otto da Assab. L'Agamè ha una storil~ gloriosa. Al principio di questo secolo, essendo ras del Tigrè Uold SelaRsiè, e1·a in man.o al celeb re Sabagadis, ammiratore della civiltà europea e sempre dedito al migliòramento del suo popolo. Capacit.'t politica, intrepidezza, generosità lo fecerò ascendere dopo due anni di lotte al trono del Tigrè quando nel 1816 moriva ras Uold Selassiè e il regno restava nell'anarchia. Fu a capo del Tigrè tredici anni (dal 1818 al 1831) e riuscì a. ristorare il regno da vecchie piaghe ed a farlo prosperare, lasciando nei tigTini memoria incancellabile. A lui succes-se il fig lie Kassai, che non avendo potuto tenere tutto il Tigrè di cui si era fatto padrone ras Ubiè, (t;ià governatore del Semien), ritenne soltanto I'Agamè. Indi per lotte ripetute col Ras del Tigrè fu finalmente imprigionato e confinato ali 'amba Fazan, dove rimase nei .ceppi tino al 1855, nel quale anno, liberato da Teodoro, fu restituito al governo dcli'Agamè. (Notizie tratte dall' Et-iopia del professore Giuseppe. Sapeto). Di questa famiglia è discendente Agos Uold 'l'Mari.
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Nell' Agamè è posizione strategica della massima importanza il capoluogo Adigrat (1) a 2545 metri sul livello del mare atta come è a proteggere sopra tutto il fianco sinistro della' Colonia sul fronte meridionale. Ad Agos Tàfari (2) che momentaneamente vi signoreggiava per nostro conto si erano riuniti molti dei partigiani di Scium T esfai Antal.o, già. capo della provincia e consigliere accanito di Mangascià contro gli Italiani. · Il generale Baratieri apprezzando la grande i mpor tan~a del' paese nelle presenti e future contingenze decideva m marzo la occupazione diretta di Adigrat con truppe rlella Colonia. E così ai primi dE:l mese lasciava a K er.e n il comandante. delle r egie truppe, generale Arimondi, per provvedere ad eventuali operazioni sulla linea A~ordat-Kassala parando a possibili velleità dei Dervisci, e il 14 marzo formava il campo italiano a Senafè sotto gli ordini del tenente colonnello Pianavia. Il corpo di operazione destinato alla occupazion.e di Adigrat ora così composto : l ·' - III battaglione indigeni {maggio:e Gallian~). 4• battaglione indigeni (maggiore Ameglio). 3° - Un plotone di cavalleria (tenente De Dominicis). 4° l" batteria da montagna (capitano Ciccodicola). 5" - Le bande assoldate. . 6" -- Più. tardi si univa alla spedizione il IV battaglionè (maggiore 'roselli).
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(l) La città di Adig ra t fu fondata dal celeb re Sabagadif; elle sporava farne il centro del comme rcio dell'Agamè : ha popolazione opet·osa e guerrier a. . . . l2} • Ap:os Tafari ha t rentl\du e anni, è di statura ordmarta, dt ~arnagione bruno-ch iar a, di profilo regolare, di occhio e sguardo meditabo~do e malinconico : esilità di membra, mani e piedi piccolissimi e ben dtsegoati gli dàono io sommo g.rado la distinzione che negli Abissini del nord mai si scompagna dalla nobiltà della nasci~a. Aggi ungasi. al suo aspetto s impatico una naturale timidità derivatagli pure dalla vtt<ì soli · taria condotta nelle montagne e nei boschi, ed un fare indeciso, tratt.o dai continui sospetti cb e ne ha nno cirt;ondato l 'esistenza, c si avrà corn·. pleta la figura di questo giovane· capo, ieri profugo e perseguitato, oggt alla testa eli una delle pii.1 belle provincie del Tigrè ... » - (1\IF.RCATE LI.!. - Corrispondenza del 25 marzo 1895 da Adigrat al g iornal e La Tribu11a).
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Il giorno 15 si istituiva a S enafè il telegrafo, a dne mesi esatti della fuga di ras Ma.ngascià, e il generale Ba.ratieri partiva da Massaua per dirigere le operazioni. Due partiti potevano prendersi: o andare a cercare Mangascià dovunque si trovasse e cacciarlo ancora più indietro, oppure esautorarlo ed indebolirlo d'assai, occupandogli parte del paese. Ma non era prudente appigliarsi al primo partito avventurandosi in una operazione che doveva avere la so lita efficacia aella sorpresa non scompagnata dalla solidità: ·ed il generale Baratieri si attenne al secondo. Occupando l' Agamé l'influenza italiana poteva espandersi per 'lungo t ratto all'intorno, togl iendo al Tigrè ogni comunicazione col mare; per converso le nostre comunicazioni con le basi''di operazione non pativano pericolo di essere tagliate;- e costruendo in Adigrat un forte, poche truppe sar ebbero state sufficienti a tenere la provincia. Il 14 marzo la colonna operante agli ordini del tenente colonnello Pianavia muoveva 'd a Senafè verso Adigrat alle 7 del mattino. I tre battaglioni, la batteria, le bande ed una compagnta di cacciatori ammontavano a circa 4200 fucili; s'inoltrarono per la strada .già fatta dagl'Inglesi nel 1868 contro re Teodoro, e andarono a pernottare a M:ai . Marat alla sorgente del Muna (1). Il 25 erano nell'Agamè. Nelhi. provincia per cui già scorazzava coi suoi seguaci Agos Tafari fu ca-ratteristica la confidenza nelle nostre tr.u ppe: i contadini lavoravano fiduciosi i loro campi e numerose mandrie di bestiame pascolavano tranquille. Dopo un brevè riposo alle acque di Cursabur che scorrono in una larga vallata. un' ora dopo il mezzodì la colonna riprendeva il cammino: a due ore circa da Adigrat Agos
(l) Il llofuna col Belesa e col Mareb formavano la nostra linea di coni'ìne sud ed ovest prima delle operazioni del 1895 contro .Mangascià. Il Muna n~sce ·n ei monti dell'Agamè e scorre sul pendio orientale della catena etiopica. perdendosi nelle paludi di Ansali nel paese dei Danakili.
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Tafari seguito dal fratello Hailu Mariam (l) e da parte delle sue bande muoveva incontr o alle forze italiane per ricever le degnamente. Giunto Agos Tafari davanti al Governatore l',;Cende da .cavallo, s'inchina tre volte con la fronte fino a terra e si avanza timido a stringer e la mano che il generale Baratieri gli porge ; questi gli addita orgoglioso la compagnia Cacciatori (2) che sfil a in testa alle truppe indigene, alla batteria ed al plotone di cavalleria, e - Vedi quanta gente ti porto? - gli dice. Agos Tafari è confuso, ammirato, e gli occhi più che le labbra ringraziano riconoscenti. Si r ipr ende la via, ed alle 3 dopo il mezzodì si arriva in Adi grat. L e truppe sfilano davanti al Governatore in ordin.e perfet to ed ànimate da elevatissimo spirito militare .. I battaglioni indigeni e le bande si accampano nella p1anura: mentre il Governatore pr ende d:lmora nelle case di elegiaco Sebath il penultimo scium dell'Agamè. Davanti alla dimora del go~e;natore si accantona la compagnia di Cacciàtor~. Il gior no dell'arrivo (25) era mercato in Adigrat, e questo ebbe lu ogo nella città con l'usata animazione, dando chiar!lmente a veder e che la occupazione italiana nulla turbava delle abitudini del paese, ma ne rassicurava invece la popolazione. L'occupazione eli Adigrat si era così compiuta senza spargimento di sangue ed aveva dato agl'I taliani la chiave :militare dell'E tiopia, stand o la città a cavaliere delle comu-
(l ) Degiacc Hailu Mariam (uccisore dÌ un nipote di t·e Giovanui) è capo dell'Amba. Sion : fece atto di sottomissione e mandò un suo figlio in ostaggio. Poco dopo di lui aderiva. anche degiacc Uold Encbiel del Gberalta1 ed altri si disponevan o a venire allo s tesso scopo in Adig rnt. {2) La compagnia cacciatori era. coman data dal capitano di fanteria Ciccodicola. Per considerazioni di ordine mora le era. desiderato da tempo che a nche le nostre truppe bianche prendessero parte ad operazioni mobili nella colonia, ed il gen erale Baratieri col far e inter ven ire la compagnia it.aiiana a lla presa di possesso di Adigrat, potè con legitti mo orgogl io mostrar e come in molte circol'1 tanze anche i nostri soldati si an~ adatti, quasi come g li indigeni, n rna rcie faticosissime con l'ordi ne ed Jl grltw!e spirito mi!it are che non si scom pagnano.
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nìcazioni con Adua e con l'interno dell'Abissinia da una, parte, e dall'altr a par te col mare. P rovvedendo subito a r afforzare la posizione si sarebbe in breve compler,ato il sistema difensivo della colonia verso l'Etiopia già iniziato coi forti di Adi-Ugri ed Addis-Ad di nella direzione di Adua, Saganeiti ed Adi Caiè sulla via di Adigrat. L e popolazioni si erano mostrate fiduciose nella loro sicurezza e pace, chè anzi era stata assai significativa la lor o accoglienza : per la pr ima volta avevano dato agl'Italiani il segno del più grande omaggio con lo scendere dai villaggi a r iattare la strada davanti alla colonna. Ciò si era usato soltanto col Negus, quando a capo del suo esercito si recava nelle provincie soggette. All'annunzio che le t ruppe italiane avevano occupato Adigrat facendo atto di possesso di t utto l'Agamè, ras Man· gascià, che vagava fra il Gheraltf1 ed il Semien si ritirò più da ppresso al lago d'Ascianghi (l ) nel paese degli Assebu- Galla sulla strada tra Makallè e L at (2) . Il generale Bar atieri in seguito a queste informazioni inviava col tenente colonnello Pianavia una colonna volante (3) sulle traccie del R as con l'incarìco di raggiungerlo : la colonna partita il 26 marzo in dir ezione del vVombertà {4) giunse al rio A.gola dove scorgevansi i ·fuoch i dell'avanguardia di ras Mangascià composta di 200 fncili coi degiacc, Negnssiè del
{l ) Il lago salato di Ascinnghi è sul versante ori entale dell'altipiano i chilometri di diametro, al titudine di 2441 metri.
etiopi~o ed ha circa
\'i si estrae il sale in g ran copia, oggetto di scambi commerciali col 'l'igrè. (2) Distretto della provincia. di Bucbena nel Lasta. (3) La colonna volante -;i componeva del V battaglione indigeni (maggiore Ameglio), delle bande d i una sezio ne di artig-liAria (tenente Vibi) e ùelle forze di Agos Tafari. (~) Il Wombertà è d istretto della provincia di Ende rta, c compr·ende il pianoro t ra il r io Agola e l'Uebi: è ricco di pascoli, ma per la s ua elevata al titudine produce solo Ol'Z<) e poc!1i altr i fru mÈmtacci. (È nella r eg ione dega}.
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W ogerat (l ) ed Alì dell'Enderta. Il Ras, avuto notizia che la colonna italiana lo raggiungeva, fuggì più a sud verso Seket, località situata ad oriente di Makallè; ma il 27, non arrestandosi la sua fuga, il tenente colonnello P ianavia staccava Agos Tafari a proseguire l'inseguimento ed egli con lè sue truppe andava a Makallè. Quivi il comandante italial').o r icevuta buona accoglienza prendeva possesso della residenza del Ras, un grande castello in muratura (2) . A Makallè il tenente colonnello Pianavia pubblicò subito un proclama (auage), in cui rassicurando la popolazione avvertiva che il Governo del Re d'Italia intendeva proteggere e non angariare gli abitanti; indi col V battaglione e la sezione di artiglieria proseguì verso Amba Salama, 13). che trovò occupata da degiacc Destà con pochi uomini. Il degiacc si arrese, e salito sull' A.mba un ufficiale italiano (il tenente Bovis) furono trovati 48 cattivi cannoni in batteria, parecchie centinaia di fucili e molte munizioni: distrutte queste ultime, fu data l'Amba in consegna ai preti di Makallè e la colonn a proseguì diretta ad A.dua (4). {l) Il \Vogerat è distretto <lello. provincia del Doba nel Tip:rè: trovaudosi nell'altitudine limi tata. del1f1oina · dega produce g ran quantità di cereali, ed oltre a svariate produzioni hn. una certa rinomanza per la colt ura delle api, il cui miele bianchissimo si esporta con molto profitto n elle p:·ovincie vicine. (2) Questa residenza relativamente grandiosa fu costruita dall'italiano ·· Narett.i pel neg us Giovanni quando queg li dimorava. ben visto alla corte abissina . (3) 11 tenen te colonnello Piana>ia avendo invano intimata prima la re$a al deg iacc Destà, ordinò il bombardamento dell,'amòa, e clopo circa 100 colpi il der.·ia.cc si decise ad anendersi. Amba Salama, più propriamente amba Bdd ':tooa Sa/ama ~igniftca. Amba dell'abate Salama: è lunga 2~0 metri e larga 150, e su di essa sono notevoti le rovin e di una chiesa a tre navate con colonne, ricordanti de i . Por toghesi del secolo decimosesto. Sull'Amba Sa lama fu confinato Debeb quando, durante i torbidi civili del Tigrè per lfl. morte di negus Giovanni, fu nel 1889 attirato con solenni giuramenti da ras Mangascià e ras Aluln al convegno di T\Iakallè e fu tradi to. {4) Come vedremo pitl innanzi ad Aciua la colonna Piana,·ia raggiungeva il g·enerale Baratieri che vi era andato da Acl i gr:~t per farvi una seconda visita. ·
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. A. Makallè era rimasto il capo di stato maggiore, ma.gglO:·e. Salsa, c?n le bande del Saraè e dell'Okulè Kusai {agli ord1~ 1 de~ cap1tano Zanardi col tenente nfulazzaui Artur o), per mse~lar~.sul capoluogo dell'Enderta A.gos Ta.fari. Questi prosegu1to lmseguimentò del Ras aveva avuto con la sua retroguardia un piccolo scontro. ed il 30 marzo era ritornato a Makall~ dopo che ras Mangascià aveva riparato nella deserta reg1one del Taltal (l): quivì furono lincenziati dal Ras gran parte dei suoi per l'impossibilità di mantenerli nel ~aese, e rimasero intorno all'esule capo del Tigrò pochi fìdat1 soltanto. . ~alla parte di .Adigrat intanto non si stancava l'attività Itah_a~a :. il _27 si era attivato il servizio telegr~fico e le fortificazioni progredivano con alacre lavoro. I~ 30_ marzo il maggiore Toselli, il vincitore di Bata A.o-os e .nord~nat~re dell'Okulè Kusai, assumeva il comando del forte d1 Adtgrat col suo benemerito e valoroso V battagl· L t b'l · · lOne. o s. a 1 e pr~s1d10. di . circa 1300 uomini era così composto: 1l battaghone mà1geni, . . una sezione di artigli eria da montagna (tenente Gianmnt), una sezione del genio (tenente P aoletti). VIII. Il generale lln~a;icri .r~ unn seconda dimostrazione militare su Aduo.. - Accoglienza !•morosa de, r•grm•. - \'isitn ad Axum e ritorno nulla Colonia. - Il mn >iore Amegho_ r es ta col V ba t taglione in Adua. - Sottomissioni dei capi tigt·i~7 _ F o•·ze dt ras Mangascià in aprile. _ Menolik. '·
. Dopo l'occupazione permanente e diretta dell'Agamè, rafforzata da ~uella di A.digrat sua capitale, il Governatore della Colonia nella sua a ttività feconda non lasciò fuo-o-ire . d' .l' t:>t:> occa~wn~ l 1are una seconda visita ad A.dna, la capitale del T1grè. l'
o- {1). Il . Taltal, ad orie nte della strada i\Iakallè-Ascianghi, è abitato da .,enti d1 r~zza dancala ed è po,·ero di popolazione e poco produtti vo. lo ques ta. regwne nel 1884 Gustavo Bianchi tentò inutilmente di passare. muoven do da Assab 'verso Makallè. ·
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Il 12 aprile il generale Baratieri col III battaglione (magaiore Galliano), una sezione d'artiglieria da montagna, il ~lotone di cavalleria ed una sezione di sanità (l) giungeva in Adua (2) compiendovi nuovamente un'affermazione politica di non lieve impor t!:l.nza. Quivi lo raggiungeva la colonna del tenente colonnello Pianavia. All'avvicinarsi degli Italiani grande fu la costernazione neo-li abitanti: essi temevano rappresaglie a motivo di Coatit; e ~entre parecchi erano fuggiti paventando chi sa quali orrori, altri si contentarono di porre i loro beni in fretta e fnrianelle chiese (3). Sicchè pochi relativamente furono ad incontrare il Governatore, e fra questi i preti, i negozianti (negaddi) ansiosi della nostra definitiva occupazio~e, .·e le donne. Il Governatore dell'Eritrea a mettere un po d1 fiducia negli abitanti fece immediatamente collocare delle guardie per proibire agli ascari di entrare nella città, e publ;>licò un auage col quale prometteva il perdono a chiunque si presentasse prima della P asqua ed invitava il popolo a continuare pacificamente i suoi lavori. Il bando fn bene accolto e cominciò a rassicurare i dnbbiosi. Accorsero i preti di Axum èd ~ltre cliiese più lontane e perfino giunsero subito alcnni capi, che coi preti promisero tutti di diffondere dovunque l'a~6age del Governatore. Ma pei primi momenti il concorso e le adesioni spontanee non ft1rono numerosi giacchè molti temevano ancora che, come due altre volte era accaduto, gli I taliani non si sareb-
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() ) La sezione d'artiglieria da montagna era agli ordini del tenente Caruso, il plotone di ·cavalleria era. comandat{) dal tenente De Do~1inicis e la sezione sanità era col capitano Orefice. (2) Da. Adigrat ad Adua vi sono tre strade: la prima va a Debra Da.mo, trav ersa il Kandnfta e g i_unge dopo tre giorni di marcia ; la seconda traversa l'Entisciò ed il Ka.ndafta e giunge in Adua in due g iqrni; hL terza piì esterna, per Htmsen od il Farras :\i1ti vi porta in qm1ttro giorni. 1 u generale Baratiori scelse la seconda strada passando por monte Alequa. . . (3) Le pl'incipali chiese <li Adua sono : il Sctlvato,·e, la T1·i1tità, la Gasa di ll1a1'irt, San Michele e San Gaòr·iele.
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bero fermati in Adua e le popolazioni della provincia sar ebbero state abbandonate all'ira del Ras. n. V' battagli~ne col maggiore Ameglio il 14 aprile occupo l altura d1 Fremoua tl) dove rimaneva fì.nchè non fosse decisa una stabile occupazione. Adua è ora ancora animata parecchio dal commercio ed aument3:uo di giorno in giorno i viaggi e gli scambi, dei mercant1 uou .osta.nte le guerre e i pedaggi: questi ultimi ammontano spesso fino al dieoi per cento, e molti sono i posti di dogana specialmente dal Goggiam fino ad Adua. Le guerre frequenti tengono d'altronde le carovane ferme per_ me~i i1:teri, con non poco danno di capitali immobilizzati e nschw fr equente di improvvise razzie. Pel crescere ~el commercio m~lgrado le continue lotte è spiegabile il f~tt~ de! gran cont1ngente di n egozianti che anelano il domin~o 1tahan?, chè è promessa ·di sicurezza e di giustizia ed ordme a cm da gr an tempo non si è avvezzi in Abissinia. Con l'occupazione permanente italiana la via da Massaua a Go n dar l 2~ si assicura per quasi due terzi ed il commercio col porto di- Massaua potrebbe in pooo tempo prendere uno slancio finora insperato . , Il .clima di ~dna è assai mite, godendo il paese del vantaggw delle pwcole e delle grandi pioggia: attraversa la
{l ) . ~ul colle di Fremona esistono rovine di un antico seminario dei Gesmt1 portoghesi del secolo xv1, che furono poi espulsi dall'Abissinia verso la fine del xvn secolo. . (2)..Gondar, capoluogo del Dembea nell'Ambara, 1òndata nel xv secolo fu. g1a se.de. degli imper~tori etiopi ed ora vi risiede 1'Abut1a (capo dell~ c~1esa ~r1s~mno-copta). E luogo di studi teologici dei preti abissini ed è t·~~~a d1 ch1ese e di con~enti. in gran parte dovuti ai Portoghesi : ha poSizione topografica e climatica felicissima. Sono rinomatì i suoi "'rand'1 mercati, a cui afflu iscono oarovane dal Gog·gitnn dai Galla dallo "'s c1·0 l · Dana k"l' l'1, d a., ·rvrassaua e dal Tigrò e dal Sudan' : hR temperatura ' a, c~~ assai ~~te : ess~~do. ~os ~a nella ~·eg ione d ì woina-dega e rag·giungendo nei mesi ~m di I , 2.2. dt. temperatura e nei mesi piì1 freddi non scendendo oltre l 17: Ha l alt1tudme fra 2000 e 2300 met.ri e clista da Adua 210 chilometrt per h via de l Semien.
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città l'acqua perenne di Mai Gagna e tutt'intorno corrono valli verdeggianti, fertili e ben coltivate, con orticelli cnr ati ed ingegnosamente irrigati. Perfin o intorno a molte 0ase della città sono dei giardini a limoni, cedri, viti, melograni, fichi ed altri frutti europei. Occupando ~tabilmente Adua nulla potrebbe ritardare alla già ricca e fiorente città l'antico splendor e (1): ma nulla po· teva ancora essere deciso in questo senso, .opponendosi ad una presa di possesso duratura molte ragioni di opportunità. Durava perciò nei primi giorni la incertezza dei capi vicini e lontani, che non tutti sapevano decidersi a presentarsi al Governator e per fare atto di sottomissione. Si sarebbe fort i.ficata Adua come gl' Italiani facevano per Adigrat? Vi avrebbero portati dei cannoni, vi avrebbero lasciate sempre le truppe r egolari? Si sarebbe piantato il telegrafo? Erano tutte domande cui non si poteva ancora rispondere. Intanto ai primi di aprile il generale Baratieri faeeva una breve visita ad Axum, la. vecchia eittà rieca. delle più splendide t radizioni dell'antichissima ci viltà etiopicà. (2). Nella
sacra citta, che quantunqùe scaduta dall'antico splendore conserva pur sen:pre su tutta l'Abissinia prestigio stragrande, entrava Il Governatore della Colonia Eritrea ricev~to coi ~iù. grandi onori dal clero (1) e dal popolo, ansiosi d1 avere f1 nalmente un padrone che li potesse protegger e e far prosperare. Sarebbero stati finalmente appagati? . ~d Axum, .iYiene~ik pusillanime,· anche a capo di numeroSISSime forze, .tra Il febbraio ed il marzo 1890 non aveva voluto andare a farsi incoronare dopo che ad Adua il suo f~gace passaggio gli aveva dato dei timori ; e tornato indietro per Hansen rinunziava a quella incoronazione cui guasi mai_ ri1:unziarono i Negus-Neghesti (2). Ad Axum il Governo 1tal~an? aveva messo piede senza ostacoli col generale Ba.rat1en accolto da popolo e clero fiduciosi nella forz~, nella giustizia e nell'ordine, le caratteristiche della dommazione italiana che.tanti proseliti guadagnano là dove sempre regnarono prepotenza e soprusi. Dopo questo rapido passaggio ad Axum il Governatore clava gli ordini pel ritorno da Ad ua del grosso della spe-
(l) Ad ua ereditò dalla vicina città santa, Axum, l'importanza di capitale del Tig rè. Famosa pei suoi mercati, cbc dopo qu elli di Gondar nel-, l'AmbaJ·a e di Basso nel. Gogg·iam erano i più importanti dell'Etiopia scambia anche oggi attivamente le derrate agricole, il miele, il burro ed il bestiame con tele europee, indiane e tnlleri. Ad Adua è legato fra altri il 1·ico•·do g lorioso per g li Abissini della vittoria riportatavi poco !ungi da Gio vanni Rassa. s ignore del Tigrè,su ras Gobussiè principe dell'Amhara: ent~amb i alla morte di Teodoro eran9 pt·etendenti al trono di Abissinia, e Giovanni Rassa vinto l'avversario potè senza. altri grandi ost-acoli ascendere il t rono di Negus-Keghesti d'Etiopia. (2) Ax um è dista nt·e da Atlua circa 30 chilometri. F u tòndata poco do po ·il com inciare doll'èra volg are e an ticam_ento fu e:tpitalc del regno etiopico che comprendeva il Tigrè, l'Ambara, lo Scioa, il Goggi,nm ed altre provincie minori. Quando gli Imperatori trasferirono nel x secolo la lnro sede in paesi pi tl meridionali diminu\ la loro autorità non più rassodata dal per manente prestig·io di memo rie e di venerazione, con!la.crate da lla. •·eligione, fino a che non presero il t itolo di Ncgus- NegltesU-Za-.A:cum (Re dei Re di Axum). Nei tempi anteriori l'Imperatore era. chiamato .titiè che s!gnitlca padt·e. Enormi monoliti, di cui alcuni ritti, altri abbattuti al suolo sono J'icordi quasi essi soli dell'antico. civiltà.
. (l) Mancavano i capi del clero: I'Bcceghiè Teofilos del Tigrè ed il Neifraid erano pochi giomi pr lm~ ritirati, il primo nel Tembien e 1'altro al suo ~aese ;_m~ la loro pa rtenza fu senza dub bio dettata. dall' incertezza. sulle Sl
mtenztol11 del Governo della Colonia, e vedremo più avanti come fosse solo momentanea la scissione dei loro interessi dai nostri. A p roposito di qu esti digrdtarl del clero abissino non sarà inutile ramment<~re che_prima. a.utori.tà è l'.Abzma (vescovo), capo puramente spirituale e uommato dal patr1arca corto del lo. Chiesa di Alessandria d'E<>'itto L' Eccegkiè _invece è il c;tpo temporale del clero ed è sempre indi;euo; sott~ questi due personaggi stanno gli altri gradi di preti e di monaci. Il N_~bmid è il ~ran dignitario- della Chiesa abissina dopo 1'.Aòt~na e l'Be~eghu e .quello ([t Axum ne era anche governatore : egli è conside r·ato come 11_ g-uarcll_ano delle tavole della legge, cbe la tradizione dice aver portate 1 " a :\Iemlek agli Ebrei all'epoca della fondazione di Axum, quando lasciò la corte di re Salomone suo padre.
È tal~ la. venerazione ed il prestig·io che ispira . tuttora neg·ii Abis. la Citta d t Axum, che quando Giovanni Kassa da Ras del Ti<>'rè · dovette proclamarsi Negus-ì\eg-hesti dell'Abissinia, si fece nel 18'71 ~o I'Onare in Axum, ben &.'!pendo quanta forza gli avrebbe dato sul suo popolo. quest'atto. .
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dizione, che si effettuava per Godofelassi-A.di-Ugri-A.smara. Rimanevano nella capitale del Tigrè il maggiore A.meglio col suo V battaglione, una sezione di artiglieria (tenente Caruso) e 200 fucili delle bande dd Saraè (tenente Mulazzani Arturo). .Ma le insistenza della popolazione di Adua non avevano posa, e la situazione r eclamando la protezione italiana senza pericoli per l'avvenire, il generale Baratieri, consenziente il Governo italiano, stabiliva ai primi di aprile che la agognata. protezione fosse pienamente accordata. provvedendovi con le forze indigene, ma con le risor se locali. Adua poteva ben sopperire alle spese della sua tranquillità e non doveva costare anch'essa sul bilancio dello Stato. D 15 apr ile il Governatore della Colonia Eritrea era a Massaua, accolto fino al suo arr ivo dal plauso ed entusiasmo delle popolazioni riconoscenti, Durante il breve soggiorno in Adua del Governatore si. erano sottomessi, malgrado le prime incertezze, circa .J..OOO fucili ~ei capi compresi fra il Mareb ed il Mai.-Ueri (1). Lo Scirè (2), la .provincia occidentale che si trovava m inacciata da un lato dai Dervisci e dall'altro dagli Abissini di ras Agos, cominciò a mostrarsi anch'esso favorevole all'occupazione italiana, ed i suoi abitanti già promettevano di fare una scorr eria verso il Ghedarèf nel Sudan, dove i Dervisci avevano r accolto gran numero di famiglie e mandrie per farne della provincia base di operazio}!e su Kassala. · Poco dopo la parteuza del generale Baratieri il maggiorò Ameglio continuava a ricevere sottomissioni di capi
(1) Il Mai-Ueri è affluente di destra del Tacazzè, nasce al mont~ Angar nel grnppo dei monti Alequa. a sud e dalla. parte . opposta allo sorgenti del Rei esa, e scorre fra il Tigrè propriamente detto,. e l'Haramat. (2) Lo Scirè è litnitato a settentri_one dal contraflorte che si stacca da monte Semaiata e va ad occidente nell'Adi-Abo, ad oriente da quello cbe da monte Semaiata scendo per la destta del torrente Ueri, a .mezzodì dal corso del Tacazzè, ad occidente dal paese dei Sciangalla. ·
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ogni giorno più numerose, e persino dal 'r embien (l) ne arrivavano : un parente di ras Mangascià, degiacc Derrò di quella provincia, aderiva alla fine di aprile. Così, proseguendo, a tutto maggio con le occupazioni di Adigrat e Adua si erano sottratti a Mangascià oltre a 3000 fucili con 160 tra capi e sotto-capi che si erano a noi sottomessi spontaneamente, Da Adigrat nemmeno si arrestava l'attività ital i~ma sotto la direzione del maggiore Toselli. Mentre cominciavano a consolidarsi l'ordinamento e l'amministrazione di tutta la provincia dell' Agamè; procedeva con febbrile lavoro dei Cacciatori italiani il forte; i mercati si facevano sempre più animati, e la sicurezza garantita aumentava l'attaccamento degli indigeni alla bandiera. italiana. Agos Tafari, instancabile e valoroso cooperatore aveva ' ' per i lasciato Makallè con la sua banda e campeggiava monti Aleqna, da cui domina tutto il sud ed il snd-est dell'Agamè. . All'immane lavoro così. felicemente iniziato e fatto progredire dagli I taliani erano contrapposto istrnttivo .i vani sforzi di ras Manga-scià per aumentare le schiere radunando proseliti, le minaccia inefficaci a,gli antichi e nuovi defezionati, ed il rodersi continuo dell'ansiosa attesa degli aiuti di Menelik. Vagava il Ras di distretto in distretto senza lunga posa, . se:çza trovar pace e conforto alle ripetute disillusioni che da qualche mese gli aveva frn ~tato il suo spergiuro. Dalla deserta regione del Taltal ora, 1>i portava nel Tembien per starvi tranquiUo per poco, ora vagava pel sud della sua fida provincia, l' Euder~a, mai sempre timoroso per la sua sicurezza e la vita : il chitel continuava insistente e dovunque le sue chiamate, ma poco fruttaYa. Il figlio di re Giovanni era ridotto con le sue perplessità ed
(l ) Il Tembien è provincia del Tig·rè meridionale a sud· del Glleralta ed a ovest dell'Enderta: è suo capoluog-o Abi-A.di, mercato di qualche importan~a ,in cotone greggio, pell i e sale. t36 -
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i facilmente mutevoli piani alla condizione quasi di un brigante, con po<:o seguito, pochi amici, e soprattutto con animo si ben diverso dal fiero e grande padre suo. ]:d in aprile le forze del Ras erano ridotte a tre gruppi principali : a) I suoi soldati spostati verso Antalo in numero di circa 700, b) Quelli di ras Agos, forse in 300, nei dintorni di Ambesa a una giomata e mezza da A.dua, c) Quelli di degiac Ambai, circa 100 nel paese del loro capo, a Naden, oltre l'amba Damo-Galila. Questi tre gruppi avrebbero potuto attir are a sè altri 3000 fucili circa appena fosse in vista l'esercito di soccorso scioano, che per lVIangascià come per gli Italiani era come l'araba fenice. Non astante il pencolare di Mangascià fra differenti divisamenti e l'assenza per n oi di un pericolo immediato, era necessario conoscere a fondo le intenzioni del gran 1\fenelik R e dei Re d'Etiopia, discendente di Salomone ed erede del suo trono: egli aveva da un pezzo promesso ,aiuto al suo vassallo e vendetta pel territorio occupato ... 1\fa non arrivavano intanto a Mangascià che promesse e consigli. Voleva egli attendere per prepararsi bene alla gran lotta, o non ne aveva addirittura la voglia? , Il Governo della Colonia fino a maggio non poteva avere ancora un'idea chiara di ciò che dallo Scioa, così lontano da noi, volesse tentare contro di noi il successore nel trono di re Giovanni. Si sapeva bene c.he i suoi amori con la missione russa andata in Abissinia fin dal, principio dell'anno erano tubati con grandi carezze e con espansioni forse troppo ostentate. Nè le ingerenze di altri stranieri alla sua corte avevano cessata la loro opera demolitrice del rispetto pel nome italiano: gli att~vi Europei lavoravano quella fud'i.na, quantunque in pochi, con attività sorprendente; ma il fno co non si attizzava che per poco nell'animo del perplesso Negus. Mjnacciava Menelik, ·ordinava movimenti, raccolte, e prometteva a Ma.ngascià. il terribile castigo della sua' venuta, e ..... . non veniva.
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IX. Le informa~ioni dallo Scioa. - Ras .l.Julu. - Consiglio di guerra 1t01· ... · ~l tik D · · · . • ~l" presso · cn~ : OCJs•om e d•spos1zioni dt·l :-.iegus. - Malcontento doi 'l'i" · 0 · 11 l ' i\I .. or• ' oe e 1 lu·ov1ne . 0 < • l angnsctt>. Agos Tafnri batte 'fcsiai An taio oel w 1 t l _ 'I'csfa> ··d .s•· r1. "h e11ano n :\:!nng Mcià. - Consegna agli m )O~ ·'· . • Do•·•·ò . . o .de~; :' n_cc •~:!a11 1tnlinn i de, due l"·•g•omert d1 Maogascià: T cd la Aba<>ubcn ., Bai~ d' • . ' ·· t . o · ca ._t. ~.a.SS:l1a~ :\Inn .. gn~c·~. asta ~1 terre no pc•· _In pace pc.r vio ind iretto. - Ras Alu la avanza in ~occo• .o. - h:~s :\.lula cado m disgrnzit\ di ì\Conc lik ed o ~ostituHo nel comando "'. cap~ d a •·as Oltù. - :'lfonelik •·im ~ttc la [lartila al t<'rmino dt•llo pioggie _ \\ oksc!Uill Borru imprigionato dn :'lfcnl'lik. ·
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X.a splendida organizzazione nella Colonia Eritrea del servizio di informazi~ni_ p_o~·ta frutti meravigliosi in ogni s:ento, , m~ sempre u~1 _hm1t1 del possibile. E così quando d1fficoltà msormontab1h della natura, delle distanze del clima si dànno la mano, occorre un lavoro lungo, difncile e penoso per arrivare dopo settimane e mesi a concretare ciò che assai lontano si svolge. Se inoltre poniamo mente a!l~ soars~~ e ~iffic~ltà di.n:'-ezzi di comunicazione, alla qua.hta degh 1mp1egatl a diSimpegnare questo servizio, alla facilità degli indigeni di arrestarsi a prime impressi"oni dando_ contorno d.i fatti veramente avvenuti a supposizioni e voc1 vaghe, non stenteremo a comprendere come siano difficili e tnttavia indispensabili sforzi continui di analisi e sintesi per giungere a capo di qualche cosa concreta. · P er. contro. da parte dei paesi e del_le persone di cui necess1ta assumer e le notizie tutto concorre a reuderle per sè stesse difficilissime. La mobilità del carattere etiopico con le subitanee, improvvise e disparate decisioni, le frequenti iniziative di sottocapi facilmente ino-annevoli ~ulle intenzioni dei capi loro, gli accordi e le ro~ture più mat.tese mutano da un momento all' altro la sostanza o r apparenza. di un fatto, e distruggono spesso la convinzione di una situazione concretata già prima con paziente lavoro.
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Sulla direttrice di marcia proveniente dallo Scioa, cioè sulla linea Addis-Abeba (l) -En totto (2) - Borumieda (3)Ascianghi - Antalo-Makallè potè accertarsi che ras Alula era stato inviato, con qualche migliaio di Tigrini raccolti nello Scioa, verso il Lasta . I Tigrini erano più adatti all'impresa perchè non veduti male come gli Scioani, e le aderenze che ras Alula ancora contava nel Tigrè potevano aumentare le sue file attinmdo gli incerti e staccando i paurosi. Ras Alula aveva accolto con entusiasmo l'impresa affidatagli ed aveva iniziato il suo movimento verso settentrione per aprire la via a forse numerosi soccorsi di soldati scioani. Gli Italiani avevano in questi momenti occupato prima Adigrat, poi Adua. L'annunzio aveva fatto al Ras un effetto certamente inatteso, giacchè mentre pareva fissato che egli doveva verso maggio trovarsi in Adua per formarsene con Adigra t base di operazioni , egli tornava invece sulla sua strada presso a Menelik. Con Ja notizia delle occupazioni recenti erano arrivate anche quelle delle sottomissioni nt}merose di capi e sottocapi del paese, cw che rendeva sempre più pericolosa un'ardita iniziativa dal sud con non gTandi forze. La situazione non era rosea per Menelik ,· posto tra la necessità di tener fermo il suo p1:estigio aiutando in <)Ua- '
lunque modo, ma efficacemente, 1\'Iaugascià, e le irresolutezza continue del suo carattere nell'incer t ezza e diversità di pareri dei suoi generali. A consigli di guerra si erano ventilati ed a vicenda approvate ed abbandonate decisioni diverse : fra i principali capi che dovevano illuminarlo · erano ras Oliè (1), ras Mikael dei Galla, ras .Mangascià e W oskscium Borrn di Sokota.. · Le informazioni italiane poterono assodare che l'aiuto di 1\fenelik non. sarebbe stato soltanto dell'invio di ras Alula con due o tremila .Tigrini ; il Negus avrebbe mandato altre forze scioane di rincalzo, ed egli stesso non si sapeva dove voleva r astare fermo. Da Addis-Abeba aveva proceduto su Entotto e perfino a Borumieda. Ammessa tuttavia la decisione di Menelik di affidare l'impresa contro gli Ita~iani ai capi supremi ra.s Oliè, ras Alula, ras Mikael, Woskscium Borru e ras Mangascià dell'Amhara, non era difficile arguire come questo piano avesse in sè nn peccato d'oTigine, un tarlo latente, destinati a fare sfumare o almeno a differire l'impresa con danno per gli Abissini incalcolabile. I capi presçelti avevano fra loro troppe gelosie, r an'cori ed antagonismi" più o meno palesi (2), e ras Mangascià doveva esser e assai poco lusingato che essi appunto, suoi emuli ed antagonisti tutti, venissero ad aiu tarlo.
(l) Addis- Abe ba. che. sot·g-e s ul luogo dell'an tica Finfiuni (paese Galla) significa in a mari co Nuovo jìo1·c. È residenza più frequenta ta della. corto di Menelik, che ne fa la sua capitale. (2) Entotto sorge sulla sponda sinistra del fiume Auasc; fu capitale dello Scioa e vi ùa residenza la corte di Menclik. Sul monte omonimo esistono tombe di a ntichi Re. (3) È not,evole Bol'Umieda per es;>ere stata molte volte fissata a luog·o di convegno di vassalli e sito di adunata dai Negus : in epoche. determinate vi convenivano il re dello Scioa c il re del Goggiam per ordine di negus Giovanni per esercitare i loro uomini alle mat·cie e manovre. À Borumieda fu pure stipulata. la pace tra Menelik re dello Scioa e Taclè Aimauot re del Goggiam quando nel 1881 Taclè A.iroanot fu battuto dal primo io una guert-a fra. loro scoppiata.
(l ) Uas Oliè, governatore dell'Amharn, ·è fratello della regina Taitu. (2) Ra.s Alulo. ha molte simpatie nel Tembien m:\ è per converso odiato nell'Enderta. L'Ender ta, già molto a flèzionata a r ae: i\fangascià. cominciava ad alienarsi da lui per le imposizioni di guerra (fasagg). Tesfai Antalo, fautore dell'egemonia scioana, e ras Oliè, scioano. sono malvecluti in t utto il TigTè. Mangascià teme che Menelik. lo metta. alla mercè di ras Alula verso cui ba. il torto dell'ingrati tudine: ras Alula od ia Tesfà i Antalo a i cui consigli efficaci deve di essere caduto in disgrazia di ~1angascià. Si aggiungano eziandio le reciproche rivalità di questi capi, ognuno dei quali teme che · l 'alt,·o s'ingrandisca ai propri danni, quando il crescere di potenza è per essi ind ispensabile a sostenere eventuali pretese quando u n giorno si farà vacante il k ono di Ì\lenelik.
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I n seguito pertanto alle determinazioni prese contro di noi nel consiglio dei capi presso Menelik si verificava la seguente dislocazione: a) Menelik era a Borumieda, b) Ras Oliè al campo di Martò con suo figlio elegiaco Gubsa, c) Mangas0ià Atichim dell'Amhara aveva le forze in due gruppi, uno nel W adela (l) coi elegiaco l\[esciascià e 1\fedfò, l'altro tra Debra Tabor e Mahitderà Mariam, d) Ras Mikael era al campo di Dissiè, presso Borumieda, e) Woskscium Born.1 di Sokota era presso alla sua residenza, /') Ras Alula, ras Darghiè (2) ed· altri capt erano a Borumieda con Menelik fino a metà. di maggio, indi a Woro-Yelu (3) e Borumieda, g) P iù lontano rimaneva degiacc Ghesen1 del Semien al campo di Emciet-Lam, incaricato di guardare il confino del Tacazzè e forse di muoversi più tardi in rinforzo. Siochè concretando Menelik, era ben deciso eli portare od inviare soccorsi a Mangascià, cui frattanto aveva inviato oltre ai suoi consigli anche 1,200,000 cartuccia. L e forze di Menelik cominciavano a concentrarsi, ma l'esercito non poteva dirsi che in formazione. Data però l 'cventualit~~ eli una rapida adunata in seguito a decisione immediata, potevano i vantati soccorsi giungere ip. circa quindici giorni alla nuova nostra frontiera Adua-Adigrat. Del concentramAnto delle forze !;)cioane · Mangascià aveva fatto grande rumore fra i suoi, e col fidato 'resfai A.ntalo si dava a tutt'uomo a preparare viveri, avvertire i paesi rassiourandoli che· gli Scioani avrebbero pagato le derrate
(l) 11 Wadela ò provincia dell'Amhara con capoluogo Yauegia. . (2) Ras Darghiè, vecchio e rinomato capo scioano, è zio di Menehk e "'Overnatore neg li Arussi-Galla. " {3) W oro-Yelu è capoluogo del paese W olio- Galla ed ò posto al confine tra lo Scioa c l'Abissinia propriamente detta.
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come fanno gli Italiani, e proibire l'invio di generi su Adua e A.digrat. A più riprese la certezza degli aiuti di Menelik era turbata in lui dallo sconforto del dubbio, e Tesfai Antaio se aveva portato dallo Scioa a~sicurazioni for~1ali di Menelik, queste non si erano ancora, a tutto maggto, tradotte in esecuzione. Alla lunga e penosa aspettativa dei soccorsi si agginn.geva per Mangascià l'impot(mza a d?minare la. s~tu~zion~ o-ià. resa così precaria. Alle successtve sottomtsstont aglt Italiani di capi già a lui sottoposti si aggiungevano o~a ~e discordie in casa; vecchi rancpri scoppiavano tra provmcta e provincia, tra capi e capi, ed il 'rembien e il G~eral ta, rivali dell'Enderta, si alienavano apertamente da lm, nccrescendoali il vuoto fattogli "intorno da subalterni vicini e lontan; A tentare .di salvare quanto era possibile del prestigio così scosso, consigliato da 'resfai A,ntalo~ decid~ Ma~~ gascià di sorprendere una parte delle forze dt Agos Tafart che si era spinta nel \Vombertà: era tanto per fare qualche cosa. Ma il colpo non riesce, perchè Tesfai Antalo stesso, avendo attaccato le forze di Agos Tafari prima dell'arrivo di dnforzi del Ras, la popolazione della provincia prendendo parto per Agos Tafari gli ii:tfligge gravi . perdi~e di capi e di soldati. Ras Mangascià mentre marCiava m socc~rso ebbe nuova della disfatta di 'resfai, ~non avendo potuto giungere a tempo, tornò indietro a precipizio non arrischiandosi neppnre di entrare in Makallè. Tale sua mossa produsse. nei suoi non poco panico e scoraggiamento (1) .
{l ) rn seguito alla precipitos;'l. ritirata. ~li ra~ ::'YI:lngascià esse.nd~ ~~rs~
la Yoce ad Enda."Jesus {sulle alture dommantr Makallè) che
SI
a' VICina
vano gl'Italiani, molti soldo.ti si diedero alla. fuga, ed il Ras rimaneva con due o trecento fucili. . A<>"os Tafari era stato precedentemente cacciato da Makallè da pocht sold=ti di Mangascià. cui si erano uniti molti contadini dell'Enderta; ora invece con pochi soldati di Agos Ta.fari erano stati i contadini del Wombertà che cacciavano i soldati del Ras.
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I contrattempi così si moltiplicavano, influendo non poco le disgrazie di Mangascià sull'animo . dei capi ancora incerti. Così essi aumentano sempre al nostro attivo, e molti del Tembien e dell'.A.vergalè si sottomettono spontanei, r esistendo alle ripetute intimazioni del loro signore anche quelli, che essendo più prossimi alla frontiera del. Lasta e dello Scioa, non possono contare pel momento sul nostro intervento diretto in caso di pericolo (1). Quel degiacc Tesfai Derrò stretto parente di negus. Iohannes e di ras Mangascià, che alla fine di aprile si era dichiarato per gli Italiani, stringeva ora degli accordi con degiacc Marid, anch'esso del Tembien: essi avevano già entrambi per lettere dichiarato adesione al Governo della Colonia, ed ora s'intendevano per resistere ad oltranza alle intimazioni del Ras esasperato. E Mangascià era deciso a non sopportare più oltre la defezione di costoro, tanto più che degiacc Marid aveva avuto da lui in consegna due importanti prigionieri di stato, l'uno Tedla Abagub~n, fr~\ t ello di Debeb e figlio di ras Area (2), l'altro Balgadà Assafa Derat. Ras Mangascià inviò contro l\iarid, per ridurlo all'obbedienza e costringerlo a dargli i prigionieri·, il degiacc •resamma Scerif, degiacc Taclè Aimanot (3) e giasmacc T edla; indi egli stesso dal campo di Cottà si mosse per raggiun· gere i due ribelli, che si erano riuniti nel Zazera oltre. Oocciamò, e costringerli con forze preponderanti alla r esa.
I due alleati manda.ro~o ad Adua per chiedere al comandante italiano aiuti immediati, ed il maggiore Ameglio con abile iniziativa mandò in loro soccorso due compagnie indigene agli ordini del capitano Pinelli, che con uomini d~lle bande di capi recentemente sottomessi (l } formava una colonna di circa 700· fucili. La spedizione in una giornata giungeva a marcia forzata in vista del campo di degiacc Tesfai Derrò. Questi, avver tito dal capitano che veniva a soccorrerlo, consegn:ò a lui eli bnon grado i prigionieri do· manda tigli (2). Mangascià informato della disdetta toccatagli si arrestava e così si ritiravano i SllOi capi più prossimi al campo degli alleati; sicchè il capitanò Pinelli la sera del 20 maggio rient rava in Adua con la colonna ed i prigionieri senza avere sparato una sola cartuccia contro gl'instancabili fuggitivi del seguito del Ras. Si spiegàno benissimo alle ripetute traversie ed agli insuccessi frequenti le alternative di propositi in ras Mangascià fra il desiderio di rappattumarsi e la brama della vendetta.' Che se anche tentativi di pace erano fatti a scopo di addormentare gl'I taliani in una imprudente fiducia, era chiaro che il Ras ancora non disperava eli riusciré in questo gioco, perchè . tali tentativi rinnovava sempre. Nel mese di maggio infatti ras .A.gos e degiacc Destà (3) scrivevano p~1· . lm·o conto al maggiore Ameglio ed al tenente colonnello :P'ianavia perchè si adoperassero per far cessare il pericolo di spat·gere sangue,· come essi promettevano avrebbero fatto presso ras Mangascià. Ma se le intenzioni, come doveva
(l ) Ft·a gli altri, i capi d i Floa, .Tesamma, Ghermai, Andergacciò~ Embaie e Lemma Vociafò, riunitisi io Samrè (ca}Joluogo del Saloa. nel Tigrò}, decisero di non curarsi delln chiamata cleJ Ras, g iurando fra loro di rel'istergli a qualunque costo. . (2) È noto quanto odio dovesse nutrire la famig lia del gran ras Area. con quella del Negus Giovanni. È noto come Debeb fosse stètto ucciso per ordine di ras Mnngascià . Un a ltro fratello di Debeb è ligg Abrahà, che fu educato nel Collegio Internaziona le di Torino, e pare destina to ad esser capo dell'Entisciò. Jn maggio questi era pr<>sso il comandante del forte di Adigrat, capo di una banda, (3} Il degiacc Tac lè Aimanot è genero <li ras A lula .
(l } Deg-iacc Fanta e degiacc Abrahà dello Scirè con altri minori. (2) Degiacc T ed la Abag-uben, l 'uno dei d ne, era da tre anui prig·ioni ~ro di ~langascià solidamente incatenato. È tra i piit valorosi del Tigrè, e come figlio ciel gran ras Area era. pericolo permanent,e per :\langascià, che pa.vent:<~oclone il pt·estigio ed il va lore, h1 :~vev:t messo al sicuro. l figli tutti del morto rns A1·ea sarnnno forse sempre nemici di :\[angascià per vendetta di sangue. ;3) Degiacc Destà è quegli che consegnò agli lta.liani l'Amba Salama.
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presa arrischiata in paesi dove si era mal visti ed in u~~
credersi, non erano sincere, non potevano certamente ap-:proda.re questi mezzi ormai vieti, giacchè g l'Italiani nulla avrebbero impegnato senza garanzie sicure del l~as: che se per strano caso Mangascià era sincero, ahimè com'era mutata l'antica fierezza tigrina del figlio di re Giovanni, che sul trono di lianto padr e aveva osato di aguzzare le sue brame! Nelle ansie continue per gli attesi soccorsi scioani era scritto che Mangascià non dovesse aver fortuna, per un seguito di circostanze che non era in suo potere di scongiurare. Ras Alula destinato a capo della spedizione nel Tigrè sulla linea Entotto-Borumieda-Ascianghi- AntaloMakallè si era mosso con circa 3000 tigrini {l) ai primi di maggio da Entotto: pe·r via sarebbe stato raggiuuto da altre genti messe ai suoi ordini, che gli avrebbero portata la forza fino a circa 8000 fucili. Dappresso lo avrebbero rinforzato ras Oliè, ras Mikael, ras Mangascià Atichim dell'Amhara e vV oskscium Borru di Sokota coi loro armati: Il 14 maggio ras Alula era in vVoro-Yelu e Menelik vi giungeva il 17 dello stesso mese: ind ietro rimaneva ras Darghiè a guardare lo Scioa, e il re del Gog giam riceveva ordine .dal N egus di raccogliere i suoi soldati . e tenersi pronto alla chiamata. ' Alle discordie tra i capi convenuti presso a Meneli_k si aggiungevano anche quelle di Alula e Tesfai Antalo, che entrambi si rimproveravano la rovina d i Mangascià, solo tenendosi d'accordo nella smania di muovere immediatamente nel Tigrè, non ostante fosse pèr cominciare la stagione delle pioggie. I capi scioani in vece insistevano perchè fosse differita la partita, non essendo consig liabile un' im-
sta~'>'ione sfavorevole. Menelik pareva avesse ascoltato pm
(l ) Accompagnavano ras Alula de giace Endergacciò dell' Enderta, Woskscium Cabebè -del Lasta, giasmacc Hailu l\lariam, cag11asmacc Hailu :-Iariam, jitaura1-i Uold Negus,· giasmacc Abrabà dell' Hamasen (figlio di barambaras Kafel ed uccisore del capitano Bettini), ed altri minori. Il capitano Persico delle t ruppe . indigene, come vedremo più innanzi, si era recato nell'Aussa presso Mobamed.
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volentieri ras Alula e T esfai Antalo, e per un poco accarezzò il pensiero di piombare addosso a Mohamed anfar·i di A.ussa per punirlo di avere accolto, anzi desiderato con insistenza ufficiali italiani. Ma saputo Menelìk che l'Aussa s i preparava a riceverlo debitament~ vi rinunziò, _com~ gi~ notammo forse pel timore dell'appoggio diretto degh Ital~a~L Frattanto ras Alula, consapevole che egli foss e quast mdispensabil~ nell' i m presa iniziata, .pet:chè unico. generale ricco di fama e di aderenze nel T tgre, aveva moontrato l'ira del Negus accampando pretese. L'Imperatore g:~ to~ glìeva allora il comando dei Tig rini dandolo a ras Ohe, cm ordinava di portarsi ad A.scianghi. . . O ras Oliè stesso o il v'ecchio ras D arghiè potevano qumdt ~ssumere . il supremo comando dei soccorsi a _M.ang~scià, consis~enti presso a pocò in circa. . 30,00? uomm·1.· ~~nal mente il Ras del 'rigrè sapeva che 1l movtmento sttmztava, e ne ringrazia.va di. cuore l'attivo Tesf'ai Antalo che pres~o , il Negus aveva saputo appoggiare efficacemente la. sua n chiesta. Ma ad un tratto una nuvola nera passa per l'orizzonte che aveva cominciato a farsi roseo: in A.scianghi e più indieliro si costruivano baracche per svernare, ed altrove si r equisivano viver i per quattro mesi !... . . Il gran verbo era detto. Mangascià avrebbe 1. soc~o~s1 per il Mascal, la festa .della Croce (1), dopo le p10gg1e ···: Così si prolungavano le ansietà del Ras per CJ.:latt~o ~est ~Imeno· durante i quali poteva paventare nuov1 pencoh da parte degli Italiani, e, col carattere di Menelik, qualche ino: pinato ritorno nello Scioa e l'abbandono del ~as_ non st potevano neppure dire impossibili. Quattro mest d1 tem_ro bastavano al Neg~1s per mutare parecchi altri piani e cambtar faccia alle cose. (l ) La festa della Croce ricorre il 26 o 2.1 settembre, a. seconda ehe
l'anno è ordinario o bisestile.
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l!.,ra i capi designati per i soccorsi a Mangascià notammo vVoskscium Borr.u, capo del Lasta. Chiamato da Menelik a discolparsi dell'accusa di intendersela col governo della Colonia riesce prima ed allontanare i sospetti, ma poco dopo è imprigionato, e Menelik lo manda incatenato sull'amba di Magdala {l) ed assegna ad un suo figlio ribelle, Genterar Guangul (2) il governo del Lasta. Costui, inviato da Menelik a prender possesso del paese di suo padre, è battuto presso Sokota dai rimasti fedeli alla famiglia e torna indietro deluso. . Così neppure l'attesa durante le pioggie passava calma. Lo stato anormale del T igrè e delle provincie fino allo Scioa cagionava sempre pericoli e sorprese, e tanto per :i.\1enelik come per :ù'Iangascià la situazione era assai scura. ( Contimta) . An.NOLD O Nrcor,ET'rr-ALl'IMARI tenente >tel 240 (ante!"'ia.
(l ) ~1agùala è fortezza dell'Abissinia orientale nel paese df!i W olio Galla, ed ha 277i metri di altitudine. Fu spesso residenza dei Negus ed è famosa per la t ragica fine fattavi dal famoso Teodoro negus d'Abissinia, che nel 1868, ridotto sull'amba con pochi fedeli e stretto d'assedio dalla spedizione inglese di lord Napier, si uccideva con un colpo di re- • volver. (2) Il ca.po del Lasta, \Voskscium Borru, aveva. scritto al maggiore Ameglia comandante in Adua professando amicizia per gli Italiani: la lettera. fu intercettata da gente di Mangascià. Quando giunse la nuova nel Lasta che contrariamente alle speranze, di Borru questi non si e, a salvMo, si battè il chitet raccogliendo circa quattromila. fucili ripartiti fra deg iacc Tesamma (genero di Borru), degiacc Butul e Ligg Ghesmai e scium Dahan, figlio l 'uno e fratello l'altro del Woskscium. La moglie, Vigerò ì\leum scriveva al comandante di Ad ua. · per soccorsi. - Come si è visto sopra, essi seppero tutti fare a meno di soccoJ·si esterni, r espingendo il ribello Genterar Guangul.
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TRA 1 LIBR I iVuova pubbli~azione sulle gue1n alpine dello scorso ~ecolo . .- U:na tra_d~~ zione ed un lib1'0 del maggiore Rocctri. - Ltbi'O d~ stona politica contemponmea del CHIALA . - Un libro sulla storia del nostro Risol'gimento. -:- Notizie qeografiche e statistiche dell'Egitto. - Un buon ?IWntwlc per gli ufficiali. Tra i libri più importanti pubbliC11 ti negli ultimi mesi è il secondo vo tume. delle Carnpagnes dans les Alpes pcndcmt le~ Révohtt:ion, par M. M. Kn&us et l\lon1s. P:1 ,·is, Plon; - Diciamolo sinceramente; era atteso. Si sa già come una fortuna ta ~.:o.mbinazionc pose sottomano a quei sionori tutta od almeno la più gran parte della conispondenza te!luta dalPesercito piemontese du rante quel periodo di guerre, o come e;si narrarono di nuovo le operat.ioui rriilita•·i avvenute tra il 1. 792 e il1796 sulle Alpi occidentali valendosi di quet documenti e di. tutti. ?li altri che gli archivi della guerra in Francia ponevano a loro dtsposiZionc. Il volume pubblicat-O abbraccia il periodo che corre tra i11. 794 cd il 1.796. Circa ad esso noi non avevamo che le .llfemo1'Ìc del Revel per quella parte ~he Tiguardò il suo comando, ed i racconti di fonte francese contenuti nelle Memorie degli ufficiali che presero parte a quei combattimenti, e furono riassunte dal Jomini: Ci mancavano afi'ttUo dati positivi sopra quelle interessanti campagne. Ora ne abbiamo un vero e ricco magazzino ed ·i nostri studiosi possono approfittarne ampiamente. Non solo sarebbe inuti le di analizzare questo libro, ma non ci sentiremmo di tanto. È una fonte inesauribile di notizit;l, al quale bisogna ricorrere direttamente per rifare la .s toriu militure degli avvenimenti militari di quell'epoca. Nello sfocrliare il libro corremmo n;Hu l·alrncnte a quelle pagine che 0 contengono ]a mirabile difes11 ài Cosse.ria, ed nl combattimento del Brichetto, con cni si chiudono-la battaglia di l\londo,;ì nvvcnuta il 26 aprile -tlel 1796 e la tona tra Francesi e Piemontesi.
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TR A I J..l BR l
Ci piacque di rileggere i documenti che descrivono quei combattimenti . Così da essi è raccontato il secondo di quei fa tti d'armi. L'esercito piemontese, da 9 a 10 mila uomini stava disperso tra le alture che dominano l'Eilero e Mondovi, diviso a gruppi di duemila uomini incirca per ognuno di essi, uno a guardia di quella linea di alture, un altro a Vico, un terzo gt·uppo al Brichetto, altri a Mondovì. Truppa in ritirata, stanca dalle fa tiche dei giorni precedenti, ed in mezzo alla quale non circolava più.il comando del generale supt·emo, perchè il generale supremo non avea più un concetto direttivo. Era arrivato il momento nel quale anche lui si sentiva travolto dalle circostanze e dalle conseguenze degli avvenimenti. Pare che s'intendesse di sgombrare i magazzini di Jiondovì e proseguire la ritirata. Dove'l come? non si sa e forse non si seppe nemm eno allora : si procedeva ad un passo indietro, e dopo quello se ne sa rebbe fatto un altt·o. L'esercito del generale Bonaparte varcata la Corsaglia aveva assalito e ag-gi rato rruesti gruppi di so!dati, avanzi dei battaglioni più che veri batwglioni. Al Brichetto però aveva trova t~ energica resistenza. :Ma. che giovava? Abusando della buona fede dei difensori e simulnndo parlamentari di trattative che non si volevano incamminare, l'esercito francese era venute a cupo di indebolire quella resistenza. La morte del' brigadiere Dicha t. che ne era stato l'anima, concorse a toglierle vigoria. I soldati piemontesi ritiravansi, soverchiati, premuti dagli stormi dì tiraglìatori che sali vA no le pendici del Drichetto e di S. Ct·oce. Il generale Colli, e i suoi ufficiali invece di indicare un punto più lontano ove potessero riordinarsi quelle truppe, infieri vano contro esse e aggiungevnno· collfusione rìconducendole 31 combauimento. Infine esse portaronsi alla rinfusa sulla sin istra dell'Ellet·o. stanche, affa mate, cercando un po' di l'iposo e qualche rifocillarriento: gli ufficiali s' aggiravano nella confusione cercando di rimettervi ordine. Sulla destra de\I' Eilero stavano cill(J UC battaglioni in ~I ondovì e alcuni distaccamenti, collegati da due reggimenti di dragoni piemontesi; quelli della Regina al centro, il i 0 e 3° dei dra-· goni del Re a guardia dei passi di ponte del Borghetto e di Pian dell a Valle, casupole dì flreo, il 2° e 1!0 a sinistra (·125 uomini come risultò dalle situa7.ioni) sotto gli ordini del colonnello, marchese d'Onci.eu di Chafl'ardon, avanti ai ponti di Breo· e di Carassone (l ) . .
({) tl 5• squadrone. indicato nella nota t• a pag. <1-'.!7 del libro di cui e stralciata lìUeW• narrazione, e avi~entemeut() erroro di scrittura, a deve dire t,•. Altri documenti indicano il J.• c 3° SlJuadrone, come qut Ili che caricarono i Francesi sotto gli ordini del colon.tello. La narrazione che è ~un tenuta nel volume publJiicato sulle Campognes dons /es Alpes non dico invero, quali squadroni abbiar)O pre.,o parte alla carica, ma lo lascia suprorre indicando <:ho il 2• o il 4° erano so tto gli ordini •ICI colonnello.
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A questi ultimi fu dato avviso che si avvicinava il nemico. Era l'avanguardia di quattro reggimenti di cavalleria, la quale sotto gli ordini do! generale Stengel per le alture della Bicocca eransi diretti a Briaglia c poi per Tetti d'Eilero, guad3to questo fiume, mimva a San Pò. Lo Stcngel veduti i Piemontesi si arrestò con i suoi H:IO dragoni. Il colonnello Chaffardon non esitò un ist.ante; gridando Savoia si gettò coi suoi due squadroni addosso al nemico, traversò la strada un po' al nord della cappella di San Pò. I :125 dragoni seguono a briglia sciolta il loro colonnello, e l'urto è terribi le. Il colonnello CltaO'ardon all'ronta il genernle Stengel, ne rieevc due sciabolatc e gli spc7.7.a il braccio con una pistolettala: il generale cade, i suoi l'abbandonano e si danno a precipitosa ritirata appoggiati iu buon punto dal 20° dragoni, che appunto all ora passava l'Ellero. I due squadroni animati dal colonnollo continuano l'inseguimento finch è, per non dar di capo in quel reggi·nento, son costretti o ritornar~ ~ui loro passi. Due battaghoni della legiou leggera, sotto gli ordini del brigadiere Civalierì, condott.i l'uno, quel dì :>inistra in quadrato, dal tenente colon nelle) de Hellegarde, quel di destra dal maggiore Santi, marciavano anch'essi contro questa CH:Jlleria H:mcheggiati a destra dn qualche stormo di cacciatori. Erano stati test.imoni della ardita e decisa. carica. Era evidente il servizio roso da quella cavalleria, e quundo i soldati di fanteria la videro ritornare, non poterono tenersi dal batter le mani ai dragoni • eL avec une cxaltation qui ne paraissait pas eello de la circostance: on clirai t plus, qui n'étl\it pa:; commune dans cette armée (la piemontese) "· I due squad roni ebbero dal Re la medaglia d'oro. Tule è la narra7.ione di cruesta carica, secondo i nuovi documenti. Nella sostan7.a essi confermano quanto sapevasi, ma aggiungono qualche partieolare. Il generale Stengel mori qnalche giorno dopo a Carassone.
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11 maggiore RoccHI del genio, dei cui scritti avemmo già da in traLtenc,:ci con interesse or non è molto, si riafiaccia al pubblico con un"a traduzione della pnrte generale dell'opera del tenente colounello austriaco VoN LEITNEB sulla Fort·ificazione permanente e la guerra di fortezza, traU{l~e secondo le fonti pitì 1·ecenti. Il libro ò pubblicato dalla tipografia Voghera. Se il RoccHJ avesse semplicemente tradotto l'opera del tenente colonnello austriaco, avrebbe reso già un vero servi:t.io all'a rte militare. L'esposizione chiara -c spnssionata di ·quanto oggi si pensa, si propor.e
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e si pone in atto a proposito di fortificazione, il coordinamento delle idee che corrono sovr'essa da vent'anni ad oggi meritava già di per sè di esser tradotta. Volle il traduttore, con quella competenza che gli è propria, arricchire la traduzione con una serie di note che util mente vi aggiungono spiegazioni, notizie, dati numerici al testo. Si sa che davanti all'aumento di potenza dei mezzi d'offesa crescono le clillicoHil di soluzione del problema difensivo, sicchè parecchie proposte fu1·on falle via via dagl'ingegneri militari e t1·a esse anche do l Hocr:•i• in quest'anni, e l'autore austriaco le esamina, le descrive e spesso le giudica per passare poi alla guerra d'assedio, ed alle operazioni di attacco e difesa quali son concepite secondo le idee odierne. Questo, in breve assai, il concetto dell'opera scritta dal valente ufficiale austriac11, e tradotta e commentata dal maggiore del genio italiano. Oltre le note, il HoccHI volle unire alla ·traduzione akune sue mo. nografie: l'ordinamento degli ostacoli passivi attorno alle opere di for·ti~ cc~zione permanente - l' i?npiego delle corazzate nella fortificazione terr·estre considerato tecniwmente ed cconornicarneitle - la trasformazione delle opere esistenti in relaz·ione alle odierne esigenze - te servitì~ rntlitari intor'nO alle jorti~cazioni - !Jl'i affor.zamenti in ten·eno montuoso - e te operrtzioni della guerra di faTtez za secondo il processo che lo scrittore si è imrnagin:>to. In quest'ultima monografia è interessantissimo il capitolo in cui son passate in ra,segnn le iclee odiel'ne sullo svolr1irnento dell'attacco e della cl·ifesa e noi vorrem mo che quelle poche e succose pagine fossero oggetto di lettura e se fosse possibile di conferenza tra gli ufficiali. Non è dilficile il comprendere il perchè non siano qui riassunte almeno quelle pagine, e non sia nemmeno qui accennato al concello essem.iale che ispira quelle e tutte le altre del lavoro. Lo scritto è così concettoso é la materia così complessa che dobbiamo rimandare necessariamente al libro il lettore; e lo facciamo più volentieri che se il libro ò buono ed utile, tenuto conto del ricco atlante che lo accorn· pagno, esso è anche alla- portata delle borse minori: pregio non pie-. colo pure questo, e tale da doverlo contro l'uso rammentare insieme agli altri maggiori.
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*« Dalla tipografia Roux esce una seconda edizione di quel volume delle Po.fJine di st.otia contemporanea del senatore CHIALA·, le qunli par· !ano delle circostanze in mezzo alle quali l'Italia vide la Tunisiu pas· sa re sotto il dominio della Francia. La prima edizione di q~te! libro
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.compan•e nel ·1892. Alcuni documenti sono aggiunti in qua e in là nel racconto, ma non ne mutano sostanzialmente l'intonazione né l'indirizzo. ~e la ~toria fosse realmente, come lo dovrebbe essere, maestra de.lla Vita~ n or ~ovremmo spesso rileggere quelle Pagine: ma a tra verso ,gli a vve.nunenu inca.lzanti della giornata non sappiamo più meditarle Ac~ ognt modo sagg1a e proficua opet·a fecero il chiaro autore e il suo ·C~tto r~. n.el rjpubblicare un libro che oggi appunto può essere fonte <l• utJ.II mseguamenti, per il racconto calmo e spassionato ·dci falli e .per gh apprezzamenti e per le conseguenze cui diedero luogo.
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* ,. Il te~ent~ .s. PrsctTsr.r.o d'artiglieria pubblica una conferenza, la quale m~ue .m nhevo due personaggi assai importanti nella storia del nostro ~~s~r~1m~n~: Carlo Albertc e Francesco IV d' Austria d' E.ste (Roma, :Soc1eta ed1tnce Dante Alighieri, 1896). La narrazione è dettata con anima e c~n stile sostenuto. Le due individualità meritavano bene di esset· mess~ .a nscontro. Entrambe si trovarono dinnanzi al pensiero liberale che animava l~ ~uove gen~ razioni. e le .spingeva a moti inconc:;ulLi ma pieni di g-enerus1ta. La carnera poltttca d1 Francesco d'Este è finita colla famosa lettera che chiedeva il boia per il giudizio di coloro che egli stesso aveva conc~rso a compromettere. Dopo il 1.831 egli non è più che un tirannello ~ve run,ase un principotto cbe ha p(lr regnQ un guscio di castagna; satelllle dcii A.ustn~, non. ha ~iù vita propria nè iniziativa. Invece i campi della Lomba1·d•a sm quah anunoso si slanciò col suo esercito a combattere la causa della indipenàenza italiana, attendevano Cado Alberto: e dopo la guerra l'attendeva pure il volontal"io esiglio nellc1 lontana terra del Portogallo. Trovat.osi in mezzo a tutle le correnti provocate dalle indetermina~ toi\ze. del pensie•·o nai\ionale prima del -t8q,8 e durante il periodo della .g ~ e n·a Carlo Albert? ne risen'tì Lutti. gli urti, campione c rappresentante d1 t.utta una generaziOne che intravede un nobile scopo, ma non sanò ben delmea do nè com misurarvi i mezzi per raggiungerlo. . Q u~li gel osi~ e ~~a li intrighi abbiano per qualche tempo legato i destini d1 qt1e1 due Pnn?1p1, mentre erano giovani è pur spiegato dal libro del P•sc.•TBI:r.o, .che m tal modo riesce una chiara esposizione dei più importanti ep1sod1 nella st{)ria. nostra della prima met~ di questo secolo.
.....
Ae_qipten 1894 si inti~ola un libro del consigliere di governo tedesco barone. v. F-t~·~lcs, pubb.lwato testè a 13el'l.ino (Geog . Verla_qshandlung). Stona pohuca, descnzione del pao:;e, Oora o fauna, etnorrrafia condizioni economiche, milizia e flotta sono i capitoli delle 300 p~gine di cui è !37 -
ANNO LX.
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composta la parte essenziale del libro. La sua importanza sta nelle numerose tabelle statistiche da cui è corredato: tra esse, quelle che specifi cano la fo rza dell'esercito d'occupazione e dell'esercito egizio, dei r1uali il primo andò via via scemando a misura che crebbe l'altro diguisachè nel 1.886 e1·ano a pari, 7500 uomìui di truppe inglesi e 7400 di truppe egizie, nel 1.894 ve n'erano 5274 degli uni e 1.5863. degli altri. Colla solita diligenza i Tedeschi si avvantaggiano dei lavori. di statistica uffìciali pe1· rettificare cifre e fatti fi nora passati senza controllo, e per allargare con dati precisi il raggio della conoscenza. · Questo libro dà una idea dei risulta ti ottenuti in pochi nnni dalla amministrazione inglese in un paese che era in condizioni assai ma landate quando ne intraprese il miglioramento. Essa può e5sere soddisfatta dell'opera sua.
Lodiamo assai il signor tenente )fom:-~1 per aver raccolto in un volume intitolato: Mamutle per l'ufficiale del R. esetcito italiano, pubblica t(} tra i suoi 111anuttli dalla Casa Hoepli in .Milano colla da ta dcl1896, tutti! le leggi e quelle parti dei regolamenti che riguardano l'ufficiale. La disposizione del manuale, la quale è tutto in simili lavori, è -chiara e facile a comprendersi, e perciò le indicazioni si ritrovano agevolmente. L'ufficiale è seguito dacchè entra a che esce dall'esercito. L'enumerazione dei capitoli, meglio di ogni altra cosa darà un'idea del manuale. Essi così si seguono: Ordinamento dell'esercito - Reclutamento e avanzctmento -Note caratteristiche - Stato degli ufficiali - Stipendi, assegni ed indennità Licenze- Doveri clùciplinari (il quale ca pitolo sarebbe stato forse meglio"' suo posto primn di quello degli stipendi, come quello delle onorificenze t.lVremmo voluto veder nnteposto a quelli degli allendenti e delle uniformi) - Jlfatr·imonio - Uniforme - Attencl1m~i - Punizioni - OI~Oti(ic&nze - Pension·i a 1·iposo - Truppe coton,iali. , · 11 libro, di tenue prezzo e ben stampato, ue scusa molti altri ed avrà posto sicuro tra quelli dei nostri uffìc iali. Ci auguriamo che il signor )l o m ~;r faccia segu ire questo da un altro mauuale diretto più :;pecialmente all'ufficiale fra la tmppa, del qual mautwle non è meno sentito il bisogno.
NOTIZIE POLITICO-MILITARI
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Il grande avvenimento della quindicina furono le complicazioni in Oriente, per i conflitti fra i Turchi e le popolazioni soggette nell'Asia minore, spE'cialmente gli Armeni; ·conflitti che possono estendersi anche alla Turchia europea e dar luogo alle più gravi conseguenze. Tutte le grandi potenze europee, naturalmente inte1·essate, in un senso o nell'altro, alle sorti dell' impero turco, inviarono jn Oriente lo loro squadre, sia pe1· fare da pacie1:e se sarà possibile, sia per sorvegliarsi reciprocamente, affinchè nessuna peschi nel torbido a danno delle altre. Non terremo dietro alle diverse proposte fatte da questa o da quella, all'aggrupparsi e sgrupparsi di due o di tre rispetto alle altre, e molto meno entreremo nel labirinto degl'intimi moventi di ciascuna. Giudicando da quanto apparisce al grosso pubi.Jlico, si può dire che fìnora le potenze procedettero d·accordo nell' inazione, ma che probabilmente l'accordo finirebbe al momento in cui una credesse necessario di agire. Frallanto le insurrezioni e le repressioni continuano e il sangue scorre, malgrado la presenza del!e squadre in Oriente. Quella italiana è composta dcii ~ navi Re Umberto, 1ind1·ect Doria, Stromboli, Etrtaìa e Purteno-pe, al comando del VICe-~mmiragli•) Accinni. Essa partì da Napoli il •16 corrente accompagnata dai voti del paese.
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Queste complicazioni orientali, a cui l'Italia non può rimanere indifferente, hanno richiamato l'attenzione del paese e del governo su ll'esercito e sull'arma ta, e dal o luogo a un certo risveglio di attività militare, per quanto le nost1·e condizioni finanziarie possono consentirlo. Una disposizione ministeriale pubblicata il 16 con ente dispose che, a modificazione di quanto era stato ·precedentemente stabilito, tutti i mili-
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lari chiamati alle armi nei giomi 5. 7 e W del prossimo dicembre, i quali siano confermati idonei al servizio militare, sa1·anuo tratlcnuti sotto lo armi ed avviati subito ai corpi del regio esercito. Non avverrà più quindi che una parte di essi (quella destin(ll:a alla fanteria) sia rimandata a casa e lasciata anr.ora in congedo illimitato. Sill"aua chiamata (non calcolando quelli che già dovevano rimanere sotlo le armi per disposizioni precedenti) compren derà circa 80 mila uomini, cioè 20 mila con ferma di due anni, classe 1871!, lasciati in congedo l'anno scorso, 7 mila rivedibili dalle leve precedenti e 53 mila delln leva ullirna 1875. Sarà quindi possibile aumentare la forza delle compagnie Gno alla media di 85 uomini. · Certo le~ complicazioni in Oriente non sono estranee a questa anticipazione di chiamata sotto le armi, ma giova notare che il rinvio in congedo illimitato delle recl ute dopo la loro assegnazione :ti corpi era una misura motiv:~ta unicame!lte da necessità finanziarie, essendo riconosciut:1 da tutti la grande utilità di avere la classe più giovane pronta ad entrare in campagna nella primavera; è naturale adunque che, avendo alquanto migliorato le condizioni della nostro finunt.a, uno dei primi en·eui sotto il rapporto militare dovesse essere quello di far anticipare la chiamaw delle reclute. ' Si noti di più che In classe del 1875 è è'Ìà da qualche tempo sotto le armi presso tutti gli eserciti d'Europa, e che un rinforzo alle nostre ischeletrite compagnie appariva tanto più necessario se si considera la forza che hanno attualmente le compagnie presso gli eserciti delle potenze finitim e ; forza che varia da 121> a 165 uomini pe1· compagnin.
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li 21 corrente sono tornati in Boma i sovrani, acclamati dalla po-. polazione che li accompagnò plaudendo alla reggia. Lo stesso giorno, dopo quattro, mesi circa di vacanza, si ò riaperto il Parlamento nazionale, e tenne regolarmente le sue sedute; ma nè al Senato, nè alla Camera ebbe luogo fin ora alcuna seduta di spQciale interesse, salvo quella del 21> corrente in cui l'on. Sonnino fece alla Camera la sua esposizione finanziaria, semplice, breve, chiarissima quanto alla forma, consolante quanto alla sostanza. Il consuntivo del 1894-95 presenta un'eccedenza di olt.rc fl:09 mila lire. Si ha quindi, di f1·onte alle cifre annunziate il 10 dicembre ·189(1,, un miglio!·amonto netto di circa 2,800,000 lire.
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Ed in queste cifre sono comprese molte partite cho l'anno scorso non potevano essere considerale, come 4-,800,000 lire di maggiori spese pe1· , l'Africa, 1 milione per i terremoti, ed altre. Il bilancio di assestamento per l'esercizio 1895-96 presenta un c~ce denza fin ale di 1 .milione o 270 mi!a lire. E ciò quantunque nel p~ssn:o sieno comprese parecch ie maggiori spese, tra te quali quella ~t1·~ord 1~ar~a di 3 milioni per l'Africa ed altri 3 milioni in complesso per 1bJlanc1 militari, (2 milioni per la guerra ed 1 per la m:tl·in~) oc~rsi in -vista delle cond·izioni generali d1: preoccu,pazione, se non d~ pencolo Ht Europn.. In verità non si poteva sperare di più, e chi si ricorda a qual punto emvamo arrivati, quali apprensioni lo stato delle ~ostre fi~anze desta:~ in paese 0 quali commenti all'e>tero, sf'mbra un m1 racolo l essere usc1t1 dal pelago alla riva. . . . . . ,. . Questa esposizione dell'an. Sonnmo fece la 1ntghore 1mp1eS~1~n e_ IO Italia c fra i nostri amici in Europa. Primi a commentarla furon~ 1 g10r ~ nali. inglesi, poscia i tedeschi e gli uni e gli altri riconobbero 1 s1;andl miglioramenti ottenuti e se ne congratularon? ~~ol nostro .paese> ~ol~ ouorevol~ Sonnino che seppe propone i provved1men t1 e collo n. Cnsp1 che gli diede b forza di attuarli .
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È stata distribuita la relazione della Commissione della Camera sul progetto pe1· la conversione in legge dei decreti-le~ge 6 novembre 1894. La commissione propone alla Carnera l'approvnt.:onc del ~rogetto, ag_giungendo però su :tlcuni punti qualche racc~mnn_daz10ne _e nserv~. Cos1, per esem pio, esprime il dubbio sull'opportumtà dt soppr1~er~ ?l IspMtori Of·nerali d'arli(Tiieria c genio, pur riconoscendo che 11 Mm1stero ha 0 altri organi cui alldare lo studio delle questi?ni già _niTi?~to _ai detti lspe_t- tori; a maggio·rania propone di conservare 1 colleg1 rn1hta.r1 ancora esistenti (Roma e Napoli), a condizione però che i programmi siano ~ar~g giati a quelli degli i ~tituti tecnici; tralasciamo altre raccomandeziOlll ~ riserve di minore rilievo. Del resto le disposizioni dei decreti legge sono tutte app,·ovate d:t ll ~ commissione : quelle relative allo stato maggiore generale, al col'po d1 stato maggiore, ai earabinieri 1·ea li, all'artiglieria, al genio ed a~ch_e que~le important.issime 1·iguard:tnti la fanteria, la trasformazione dE.' l d1sll·ett1 e la costituzione dei depositi reggimentali. La commissione infine rende omaggio n tutti i vantaggi del nuovo sistem:t di reclutamentq e di ordinamento: però teme che esso sia un
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NOTIZIE POLIT1CO-MILIT•\&I
:v':iamento al siste r~a tenito1:ia le, al quale in tempo di pace si dichiara ~ eCJsamente co ~ tram; epperctò propone all'approvazione della Camera ti seguente ordmc del giorno: « La Camera invita il Ministro della guerra a conservare in massima al reclutamento dell'eser·cito in tempo di .pacc la base nazionale. ,
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~l t~e ~~ chiamata del_!~ leva di cui ~bbiamo sopra parlato, poche dispo-
SJZt~nr
d 10~portanza mtlrtare emanarono nella quindicina. ..'' ~nne dtsposto che nel gi ~ r·no 15 dicembre p. v. i militari in congedo rlhmr.tato deli:J classe 1858 dr cavalleria siano trasferiti effettivi ai re""imentt. di artiglieria, o facciano passaggio alla milizia mobile i militariedi 1a c ~lr 2.a. r.at.egoria in congedo illimitato della classe 1866 ad eccezione: ~) d.~~ mr!Jtan app~r~nenti alle compagnie operai d'artiglieria; b) dei miIIt~~~ (~on sottnffìCJal.r) .app~.rtenenti all'arma dei carabinieri reali; c) dei ~r.hl~ll (non sottutUcralr) gra appartenenti alla cavalle!'ia e stati trasl'errtt ar reggimenti d'artiglieria e del genio. Dovl'anno fare passaggio alla milizia tenitoriale i :;etruenti militari in ~~ngedo illi.mitato: a) d! 1." ca't." categ~ria del la cbs:;e f860 a qualunque ttllna appat to~tgano; b) dr 1 categom della r~Jasse 1863 appartenenti alle compagme operai d'artiglieria; c) di ,l a ca tegoria del la classe '1866 app~rtenenti a~ l'arma dei carabinieri reali ad eccezione dei sottufficiali: d) d1 ~a categ~r~a ~ella c.lasse 1866 giil appartenenti all'arma di cavalieri;. e statt t~·a~ fen t• :u t·eggrmenti d'artiglieria e del genio, ad eccezione dei sottuffìcralr. Co~ te mpora ncamen te venne disposto che col 31 dicembre prossimo sia dato. rl congedo ass~lu to: lt) ai militari di { a e di 2 o categoria nati negli ann~ 1.853, e 1 8~1: sra che appartengano per la classe di leva a cui :;ono ascnttr ali eserc!lo permanente, alla milizia mobile od alla milizia territoriale; b) ai milital'i di 3a ca tegoria della cla~se 1856. . • Noteremo pure che in seguito a trattative fra il l\Iini~tero e le società fenoviaric è stato ammesso che i. carabmieri reali, quando vestono l'uniforme e .dichiarino di viaggiare per motivi di ordine pubblico, siano esonerati d.' presenta~·e alla stazione di partenza il foglio di viaggio. · ~l Gwmale n~tl~tare ha ~ubblicato tl H. Decreto che approva il tosto J.\ll!CO delle leggt sulle pensroni eivili e militari, al quale fa secruito il testo stesso; ha pubblicato inoltce il nuovo scompartimento dei Ministoro. della guerra in rami di servizio, divisioni, sezioni, uffizi, speci fì cando le attribuzioni di ciascuno.
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Nell'Eritrea ha durato per tutto il mese calm~ perfetta e le notizie che gi ungono di là sono sempre migliori Oramai le apprensioni, che aveva fallo nascere l'inattesa fermata del ~eneral e Baratieri ad Antalo, sono scomparse e la fermata stes~a si spiega nel modo pitì semplice e naturale. Bisognò ferma!·si perchè con 7 od 8000 uomini e 6 o 700 animali da basi~ non era possibile portare guerra ofi'ensiva nel cuore dello Scioa, tenendo conto specialmente della vecchia tallica abissina, che è di ritirarsi sempre, esportando il bestiame e disert.:Jndo il paese, Onchè il nemico in,;eguente, stremato di forze pei distaccamenti dovuti lasciare in<lietro, dia occasione di assalirlo con certezza di vittoria. Le forze e i mezzi di trasporto di cui disponeva il generale Baratieri non gli permettevano di prefiggersi altro scopo se non q·uello di cacciare Mangasciit dal Tigrè, conquistare c ordinare tutta questa regione. Tale ~copo fu pienamente raggiunto e c'è da esserne molto soddisfatti, pen-sando alla scarsità dei mezzi impiegati . Si noti inoltre che l'avanzata delle nostl'e tn1ppe fino ~d Antalo, anzi fino a Debra- Aila~. e la fuga di Mangascià hanno futto arrestare a Uoro Ielu l'avanzata degli scioani. I quali per ora niente fa presumere che vogliano rimettersi in marcia, anzi tutte le notizie s' accor<lano nel dire che la confusione e la discordia regnano nel loro campo. Ontmai è certo che, s9 Menelik potrebbe contare su circa sessanta mila uomini per la difensiva, non può contare manco su trentamila per l'ofTensiva; stantechè verrebbe a mancargli non solo il contingente <li Makonnen tenuto in scacco dall' Aussa, ma puro quello di altri capi che, disposti a combattere presso la propria regione, non lo sono egualmente a seguire il negus ~n una regioni! tlove non c'è da far bottino mi di bestiame nè di schiavi . Perciò sulla sicurezza dei nostri conlini del Tigrè pos:>iamo restare 3bbastanza u·anquilli; ad ogni modo il governo dell'Eritrea non dorme e il .govP-rno centrale non gli nega cosa alcuna che si ravvisi necessaria tJer la detta sicu r.ezza. È già formato l'ottavo battaglione indigeni e si trovano a buon punto, per lavori e per armamento, le fortilìcazi oni di 1\lako.\lè e di Adua. Le nostre colonne volanti hanno oramai purgato tutta la regione dai rima. sugli di bande nemiche ed ogni telegramma che giunge dall' Eritrea reca notizie di nuove sottomissioni e richieste di protezione italiana. Nè il pericolo è maggiore dalla parte dei dervisci. È verissimo ·che Menelik inviò messi al c31ifTo pel' esortarlo ad un'a7.ione comune, ma
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NOTIZIE POLITICO-M tLITARI
é altrettanto vero che questi o non volle o non potè far nulla. Non
c'è più dubbio al c ~no che i dervisci sono in isfacelo; battuti da altre sette e tribù nell'i nterno dell'Africa, come recano recenti dispacci da '(ripoli, en ano quà e là senza direzione, senza scopo conosciuto, temibili sempre come ladri m11 non più come invasori. Presso l'Atbara resta solo Osma n-Digma. quasi per conto proprio, incapace di tentare nulla, salvo qualche razzia contro il best iame dei nostri protetti. Per impedirgli anche questo, il generale Baratieri molto opportunamente ha in viato a Cassala lo squ~tdrone di cavalleria. * * *C:unera dei deputati si svolsero vaNella seduta del 28 corrente alla rie interpellllnze sulla' politica italiana in Africa e il Alinbti'O degli affari esteri, on. Blanc pronunziò in questa occasione un notevole discorso, del quale crediamo opportuno l'iportare un breve sunto. Al lorchè JJai·atieri venne nello scorso luglio in Italia, concordossi fra lui o il Governo la esaua dete1·minazione dei termini tenitoriali entro i quali doveva contenersi un'ulteriore azione militare contro l\langascià, quando questo dalle posizioni cbe gli erano rimaste nel Tigrè minacciasse la Colonia Eritrea . · L'ingrossare del nemico obbligò Baratieri a raggiungere la linea di nuovi confini fi ssata con una campagna altrettanto breve che feli ce. Grazie ad essa il Tigrè è ormai incorporato all11 Colonia come, da tempo, anelavano qu elle popolazioni .. La legisla zione deii'.Eritrea è orama i 11 pplicata al Tigrè con pieM soddisfazione del clero tigrino, il cui capo è il solo c;;po religioso legitti mo per tutta l' Etiopia e non solo ha aderito alla nostra occupazione, ma se ne è fatto spontanea mente apostolo. I confi'ni attuali della Colonia furono muniti di fortificazioni e tutte le disposizioni furono prese per la loro sicurezza. Per quanto concerne gli intendi menti del governo sui leni tori del" nostro protettorato di diritto in Etiopia, il ministro dice·che il governo ha sapu to resistere al desiderio della pubblica opinione, che avrebbe desiderato un colpo decisivo. Noi non abbiamo fretta. Nessuno può intervenire f1·a Menelik e noi; questo è un conto che la sola Italia deve regolare nel tempo e nel modo che più le sembreranno opportuni. Roma, il 29 novembre 1895. x.
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NOTIZIE MILITARI ESTERE GERMANIA.
Regolamenti militari. - Nel p1·incipio del1893 e~trò in espe.rimento un regolamento d'esercizi provvisorio per la cava~lona , attes_oche qu el~o sino allora in uso, datato dal 1886, più non .cornspo~d eva m parecchie parti agli odierni modi eli vedere circa \' im pieg~ d~ delta .arma. Or.a, esperimentato p1·aticamente il regolamento prov.vJsono s pemal me~te .m occasione delle grandi manovre, fu approvato ID ottobre sco~·so '.l . ~ e~ aoJamento defini tivo; nel quale sono state mantenuto molte disposJZIOlll del provvisorio (V. Rivist1t militare italiana, luglio 18~3). In riassunto, i punti caratteristici sono i seguenti : .· L'esercizio a piedi ridotto alla misurn corrispondente al propno scopo, che per la cavalleria consiste nel c~~ u·~buire a d.i ~ci pli~ arc le truppe; adattate le fo rmazioni del detto esercizio 111 modo piU conforme a quelle delle esercitazioni a ca,·allo. . Esposti in modo più chiaro e comprcn.sibile i. ~ri nci pi.i gene_rah ~er l'esercizio a cav<tllo; rimossi per l'avvcmre tutti 1 dubbi èhe Il re.,olamento pronisorio lasciava sorgere. . . . . Basata l'esercitazione a cavallo su forrnaz tOUI semplici, ad~tte alla manovra e meglio impiegabili contro il nemico c sotto l'a~10ne del fuoco; omesse così le abbondanti evol uzioni che prestavans1 soltant.o alle esercitazioni del tem po di pace. ,. _ Introdono ·un nuovo c3pitolo comprendente le nonne per l 1 rn p~eg~ della cavalleria ·in guena. Queste norme sono i m ~rout~ tc. a .cntert chiari, scevri di pedanteria e rispondenti a tutte le SJtuazJOili d1 cot~1battimento; in parte sono all'aLto nuove cd in parte ripo1·ta,tc dal vecclno regolameu to. . . Circa i p3rticolari sono da notare 1 seguenti: . . . . . Diminuito il nu mero delle fonnazioni nello esercitazioni d1 I'eggimento; introdotta la colonna doppia che dnpprima era u>nta soltanto
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NOTIZIE MILITARI ESTERE
dalla brigata. Spiegato meglio l' impiego dei segnali a vista intesi a richiamare tutti a tenersi immediatamente pronti a combattere. Il segnale " appello ' che era adoperato nel regolamento provvisorio per richiamare insieme la tt·uppa -sparsa dopo la mischia, radunandola all'indietro, ora chiama tutti a riunirsi presso il corpo ovunque fgli si trovi. Per l'attacco è lasciata molta maggiore libertà d'azione; quando l'imminenza del caso lo richieda e non lasci tempo a spiegamento, si procede all'attacco da qualunque formazione. Per il salto è raccomandato cho quando più colonne abbiano da superare un ostacolo non eseguisc:mo il passaggio pt·ecisamonte .sul medesimo sito, essenuo por tal modo reso sempre più ingombrante l'ostacolo stesso, particolarmente se trattasi di fossi. Nei cambia menti di · direzione la cadenza è data dall'a la esterna e non più dallo squ:~drone incaricato della direzione. E' espressamente spiegato che i segnali col fischietto hanno per isC<?PO di richiamare l'attom:ione sul capo che dà il segnale stesso; il fischietto adOJJerasi in qualunque occasione, tanto a piedi quanto a cavallo, e mette a disposizione Jei capi un importante mezzo d'azione. · Pe1· i carJùnusica mihtari. - La stampa cittadina insiste aiTinchè sia ripresentata al Reichstag nella prossima sessione la questione dei capimusica :nilitari, già stata discussa in principio del conente anno dalla commissione del bilancio. I deui capimusica in Germania appartengono alla ~las:>e sottufficiali, ma sono meno favoriti in confronto a questi perciò che riguarda il compenso degli anni di servizio. Soltanto dopo dieci o dodici anni di tirocinio essi vengono nominati capimusica eflèttivi, ossia pressapoco quando i loro c.amcrati vanno congedati con grado di furier maggiore e ron assicurazione sul conseguimento d'un impiego civile. Di più la pensione è tanto tenue che at·riva appena alla cifra di lire 9f 2,50 annue dopo trenta anni di servizio e, nel caso di decesso, la famiglia del capomusicn non ha diritto n pensione. Dato questo st.ato di cose, la questione c:hè verrà probabilmente presentata al Reichsrag tenderà ad ottene1·e : :to conferimento al capomusica di un rango apposito che stia di mezzo tra l'ufficiale ed il sottufficiale; 2° miglioramento della pensione; 3° disposizioni di previdenza per gl i eredi pro::simi.
NOTIZIE aiiLITARI ESTE RE
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MARINA.
Cost·ruz,ioni in co,rso. - Dei quattro incrociatori stati s.tanzi.at~i nel !~i lancio 1895-96, t,re sono attualmente in costruzione, oss1a glt mcrocl3tori protetti di 2a classe ]{ (nel cantiere V.ulcan), L (nel cantiere Weser) e sostituente Fre-ya (a Danzica). Per il quarto, ossia l'incroci~tor~ corazzato sostituente del Leipzig che ùovrà essere fatto su un t1.po mteramente nuovo, sono tuttora in corso studi e discussioni, spemalmGnte sulla questione della dotazio.ne torpedini. Altri lavori in proseguimento, sono: nel cantiere di Wilhelmshaven: la corazzata di 1a classe Preussen (in sostituzione di \•ecchia nave omonima). Compimento dei lavori all' inc1·ociatore di qa classe Ge.1fer varato in oll{)bre 1894 e pronto per le corse di prova; . . . nel cantiere di Kiel: proseguimento de1 lavon alla nuova corazzata di q,a classe Ae,gi?· stata varata in apri le ; nel cantiere di Ilanzica: proseguimento dei lavori alla corazza t~ di 4,u classe Odin varata sulla fino dello scorso anno cd ora pressochè terminata; . nel cantiere Weser (Brema) : l'avYiso Hela che fu varato m marzo scorso e farà presto le prove di macchina:
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NO'l'IZlE BIDLIOGR AFI CJiE
NOTfZI~ BIBLIOGRAFICHE Bolletti:ho bibliografico l. Som ma ri o del.le riv is te mil itari it ali a ne.
Rivist<t di {a.nte1·ùt. La fabbrica dei caporali. r ·!feldereiter (lnfoJ·matori a cavallo). La forza di pace della fanteria. Note ed appunti- Varietà - Rassegna della stampa militare.
2.· Ordinamento, reclutamento ecc. · .~<t relazione pel bilancio della _querr·a, pel 1896 in Francia, (Pro_qrès
mtltwtre, 20 e 23 novembre 1895). · - La riserva dell'armata coloniale in Fmncia. (Avenù· militaire '12 novembre 1895). ' . --:- G~i arruolarne.nti volontari ·in Francia, (Periodico e numero sopraCJtatJ), SI tratta specutlmeute delle rafferme dei sottufficiali. - Il ministero della .guerra in Francia. (Progrés militaire 9 novembre 189~) . Questioni di ordinamento. ' Revùione militm·e costituzionale in Svizzera.,. (l?evue militai1·e suisse, io novembre 1895) si tratta del p1·ogetto stato recentemente respinto dalle assemblee popola 1·i. - Il p1·oge~lo di .m-mala coloniale di M. Cava·ignac. Esame di q4esto [)rogetto. ContJnua7.Jone. (Spectateu·r· militai1·e, novembre 1895). - Le reclut.e. Raccomandazioni del generale Poilloue de Saint-Mars (f!pectatetw militaire, nov'eJ~b1·e 1895). Si commenta un ordine del gi~rn; d1 deuo gen~rale emanato m occasione dell'arrivo delle reclute ai corpi. -La chuunata della classe 1894. (Periodico e puntata sopracitata) si traua del riparto del contingente. - Rapporto sulla ca~alteri.a del Caucaso, fatto dal generale ispettore di ca va Ilerra, f?':a~d uca NJColò. (i}ii~itèit Wochenblatt, ·l3 novembre 1895). ~ La retezwna del pt·ogatto clt nuova. cost-ituzione militare in Svizzerr~. (Mtltliir Wochenbtatt, 16 novembre 1895). u -
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Il capo di stato maggim·e _qenerale in Francia. (Progrès milita·ire, 10 novembre 1895). Si tratta del decreto presidenziale del ·15 novembre scorso , che pone sotto la d i re~ione del cap·o di !'.tat.o maggiore generale le dtre~i o ni d'armi, la direzione dei seJvizi amministrativi e quella del ser· vizio di sanità, pe1· tuttociò che concerne 1'01·dinamento o l'istruzione delle truppe, la mobilizzazione, l'armamento, la difesa del territorio e gli ap. provvigionamenti di guerra. - La difesa delle piazze di frontiera. (Prog1·ès militaire, 16 novembre 1.89n). - Gli aiutanti maggiori tU bnttaglione. (Avenir m'ilita·i n, 15 novembre 1895). - L' unJWta colonia.le c i conda.nnati. (Avani·1· m.ititaire, :19 novembre -1895). Si combatte la proposta, falla da alcuni giornali pol itici, di compone l'armata coloniale con tutti i milit.ari che hanno subì~ ~nda1~ nc: ladri, falsari, scrocconi ecc. ecc. e mandarli a teue1·e guarmg10ne (mse_qJw·re la civiltà) al Madagasca r e al Dahomey. . . - Servizi accessori clell'annata coloniale. ( Pcnod1Co e numero sopra· cit.ati).
3. Arte militare. Lo schieramento strateg·ico delle forze fmncesi sulle loro frontiere ot·iental-i. (Revue militaire S1tisse, H) novembre :1895). Lungo e interessante studio .in cui la questione è trattata anche in rupporLo alla neutrali tà svizzera. - Alcune pa1·ole sulla {oriificctzione. Protezione delle opere di difesa. I..dc Mello. (Revista milita?·, 15 novembre 1895). - Jlmwoo regola.mt~~to s"l servizio di campagM in Fmncia. Continuazione. (Spectateur 1nilitaire, novemhre 189;>). - Le riserve. (.Militiir JT!ochenblatt, ottùb1·e 1.895). Dai tempi di Napoleone l in poi, il raziooalt1 impiego delle riserve sul campo di battaglia' fu sempre uno dei principali fattori di vittoria. Di questo impiego appunto tratta J'm·ticolo citato, che deve continuare nei seguenti numeri. - Il servizio .!li tappa (Progrès mililaire, ~3 novembre 1895). - La difesa delle coste. (Revue du cere/e militaire, .9 novembre 1.895). - L'istJ'uzione sulla prcparazùme del tiro rJelt'cu·tigliel'ia d(' cumpagn~ 1'u.ssu. Si tratta di un'Istruzione pubblicata nel :1894 che sostituisce l' 1stn~z ione provvisorie~ del 1886 (Revue d' artillerie, novembre 1895). - Materiale dell'a1'ti.glieria a piedi in Germania. Continuazione c fine. ( Revtte d' a.1·tillerie, novembre 1895). · . - T..r masse di cavalleria. (Revue de ca.vale1·ie, ottobre 1895).
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.NOTIZIE BIBLIO GRAFICHE
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
- l stntzione e condotta della cavalleria. Traduzione dal tedesco. Continuazione. (Periodico e puntata sopracitata). - La cavalleria tedescct e l'armata di Chdlon.s. Continuazione e tìne. (Periodico e puntata sopracita t<~) . - Cavalleria italiana. Continuazione. In questa parre del Jun~ro lavoro gj esamina il servizio in campagna della cavalleria italiana,"' prendendo l{ base le prescrizioni ragolamentari. (Revue de cavalc1;ie ottobre 1895). ' - Osserva.zioni sull'11Sercito francese dat 1792 aJ 1808. Continuazione. (Periodico e puntata sopracitata). - !l nuovo regolamento dellct cavalleria tedesca, (Revue du cerete militaire, 16 novembre ·l895). - Stt~la g1~en.·a da fortezza. (Deutsche Heer-es-Zeittm,ry. 26 ottobre 1895). - l npa.rt~ d~ manovra nell'esercito francese. (Deutsclte Heeres-Zeitunq. 23 ottobre 1895). . · - La marcia di 1ma batteria russa ·in Siberia. (JJ!ilitdr- Wochenblatt, 20 novembre 1895). . - I l mtovo 1·egolamento sul servizio di cctmpa_qna ·in F1·ancùt. (Spectateur milìtait·e, novembre 1895). - L' tlsercito e la flotta. (1·ancese nel 1895. A. DumazeL. Manovre dei Vosgi - Spedizione del Madagascar- :Manovre navali. Parigi, 1895, Berger-Levra ult. -- Il regolamento d'esercizi per lct cavatlmia tedesca ciel 18 settembre 1.895. (MiliUir Wochenblatt, '13 novembre i 895). -~a polvere senza fumo sul campo di battaglia. (Periodico e numero sopraCitaro). . . - Colonna di marcia staccate e {o1·maz·ioni aperte. Continuazione. (Militéir Wochenblettt, 9 novemb re ,1&95) . . - Il problema dell'artiglieria. (Progrés militaire, 13 novembre :1.895). S1 tratra del cannone dell'avvenù·e che si dice essere questione sempre all'ordine del giorno. - Iniziativn e unità di scuola. A prc,posi to di un libro del aener;le russo Voydc, intitolato L'iniziat·iva dei comandanti in sott'ordinu,~radot.t.o in francese dtl l capit:.ano Richert (PtO.tJrès militaire, i 895).
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debacle, per un capitano dell'armata di Metz. Con prefazione del generale Jung. Parigi, 1875, Lavauzelle. . . _ La 11w.1·ina francese e la procltmu;.zione della. pnmet repubbltca. Studio storico. (Revue maritime et coloniale. novembre 1.895). . . - Tnfluenza della pote~>za mai'Ìttima sulla storia. (ContmuazJOn~). (Revue rnaritime et coloniale. novembre 1895). La parte contenuta m questa puntata tratta delle guerre marittime da~ .1660 al '1783 . r . _ Vita ed opere del generale C. v. Grolman gw comandante del' COl po d'armata in Germania. (Milit.iil' Wochenblan, 23 novembre 18~5~ . •. - Spedizio11e di Sardegn~.t e di Corsica nel 179~-1794. Pangt, ·189~, Lavauzelle, È questo un periodo interessante speCialmente ~ella stona della Corsica. La storia di quest'iso la è nncora poco conoscw ta, malgrado •i lavoh di Gregorovius e di Bcnucci. Questa monografia dovuta al capitano Esperandieu è una pagina di detta. stona: . . _ Il corpo d'arti.tJlierio. Ùl Francia, studio stonco. Contmuazwne (Re· ·vue d'a~·tWtt1'Ìe, novem bre !895). . . . .. . _ Storia dell'arte 1n'ilita·re con brani scelti di grand t scntton mthtan per L. Jablonski, Parigi, '1895, Lavauzelle. . . _ XXV anni·ve1·sario della breccia dt Portct Pta. Cenn1 storico-mil itari sulle operazioni per la liberazione. d~ Roma. . , Fra lo altre notizie o documenti mteressantl, quest opuscoletto contiene: lt• leLtera scritta dn Vittorio Emanuele a Pio IX; il proclama ~el genera le Cadorna agl' ftalian;i delle prov·incie romane; le lettere sca~1.b~a t~si tra il Cadorna c il generale Kanzler comandante le truppe pontlftete; · le condizioni della 1·esa; la leuera scritta dal Kanzler al Cadorna per l~ occupazione della cit1:1 Leonina; le tabelle di formazione del corpo d1 spedizione ecc. ecr;.
5. Geografia, ·viaggi ; Colonie. Sguardo genemle all' Af,·ica frm~cese : ge~eralc ~hi~iherl. Parigi~ 1895 Lavauzelle. Si descrivono i possed1ment1 altualt, 1 complementi che l~ro sono neeessari e i mezzi da impiegarsi per raggiungerli. _ Le colonie ·italiane, Briou , tenente di vascello in Ftancia. Si descrive l'Eritrea, l'Abissinia e la Somalia specialmente dal punto ?.i vista rreo~rrafìco e statistico. (Revtw nw1-itime et colonia./e, novembre -i89a. ~ ~ La ,guerra di Creta, generale Castellanos. C~nLinuazione. (Rellista tecnica. de infanteria JJ ca balleria, i 0 novembre ·189a ). . . .. , - Alcuni dati sulla po!enzet militm·e e navttle deglt. Statt lfmtt dAme1·ica. (Revista tecnica (~e in(anteria y caballeria, -1° novembre -1895).
4. Storia militare e generale. Annibale in Catalogna. l\lonografia storica di Pellicer y Paoes. (Revista 0 de infanter·ia y caballerùt, 15 novembre 1895). - L'esercito {mncese dumnte l'inva.sione (1870-71) e gli errori della
·.
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2187
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
- ll Motvan. Studio geografico, storico e militare di questa re()ione francese, che fu teatro di grandi avvenimenti nella campaana del 1S70187-1. Parigi, i 89~. Lavauzelle. t> - .Lo. Stai~ di santa Caterina nel Brasile. Rapporto di A. Roti, console Jtahanov m Florianopolis. (Bollettino rlel ministero degli affari este1·i, ottobre 189a).
DA KASSAL A AD ADDA
7. Varietà.
NOTIZIE POLITICO- MILITARI
.n. pane d.el sol~al~ in. F~·mwia .. (Avenù· militaire, 8 novembre i 89o). 81 1.1alLa dei mout d1 nuglto1·are 11 pane da muniziooe. Si dice che da vari anni il pane è diventato migliore per tutte le classi della società; ma· quello del soldato è sempre lo stesso. - Gi01:nale del ,q~nio ci~;ile (fase 7, 189tì). Sui dnoui prodotti all'antemurale m cost1·uzwne nel porto di Civitavecchia dal maremoto del 6 gennaio ·1895. - Elevatore pneumatico nel porro di L(lndra. - L:igiene militare. (Revw: du cerete mit-itaire, 23 novembre 1895). Si tratta l argomento face_ndo un'anwia recensione del libro intitolato : Prhz~ipi d'i_qiene militare di C. Viry, medico direuore del servizio saullano del 2° corpo d'armata in Francia. . ~ l ~omme1·ci dell'ltalù' cotta China. Rapporto di A. B ~1·di, min istro Hahano !n Pechino. (Bollettino del ministero degli atrcrri esteri, ottobre 1895.
.
o
Il '
- Dei livell4tnenti di p1·etisione. (Bolettim de societate de geographia de Lisboa, 14a serie N. 3) . · .--:- L~ cinola.z~one ~ei venti e eletta pio.fJ.1Ùt.. Note complementari ed esp lwa tn·e. Contmuaz10ne e fine. (Revne maritinw et coloniale, novembre !895). . - Trasporti militari pe1· ferrovia. (Continuazione). ( Revistr.~ ciellt;fico -mil1·tar, novembi·e 1895).
Per la Dil'ezione L onovrco CrsoTT Ì '"" ' "'' tolott.ullo ,11. T. ti .. buaritato
. DE~!ARCHC CARLo ,
get•ente.
1894·1895
ALLA STORIA DELLA COLONIAERITREA<"> CON
APPUNTI CRONOLOGICI DAL 1869 AL 1895 Con ttnuazione -
l'e<li di spensn XXl Il •
x. del fo:-te di Adigrat. ·- Le pioggie. SoUomissione dell' Eceeghiè Teofilos c suo arrivo in ,\.Jua . - Opern di Teofilos presso Mangnsciil. - Organizzazion e provvisoria ùol 'J'igr è. - Investitura dei capi ad Adun o ad Adigro.t. - Arrivo del rinfo rzo ù l 'I'ig rini cl:d lo Scioa a i'vfnngascià. - Ope L·azioni nel 'r eml>iell. - Hit.irata el i Mene lik sn Ii:nto tto e di r M Oliò dn Asciang hi. - Attitudine aggressiva di ~lo.ngascìà. - <;nicolo dei fucili di )!enelik.
Jn:tugur:1Zione
Il Governo della Colonia, informato successivamente dei numerosi moyimenti che accadevano a sud, non si teneva impreparato agli eventi, e lo studio delle vie probabili d'invasione era fatto con cure continue mentr e i lavori di for• tificazione in Adigrat si spingevano avanti con attività straordinaria. Il 2 g iugno, festa dello Statuto, s'inaugurava solennemente il forte di Adigrat, il baluardo dell'Agamè, ormai compiuto. Da parte dello Scioa e dell'Abissinia la decisione dell'offensiva soltanto dopo la festa della Croce dava per tanto (*) Seguito clel lavoro Da .ilssab a Eassala, (1869-1895) vedi Ri1Jisla Mi li tare 1895, fascicol i di giugno- luglio-agosto. ' ! 38 -
ANXO XL.
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DA I< ASSALA -~ D A IHJA
~Itri quattro mesi almeno di lavoro utile da impiegare, ed
Il Governatore ed i suoi capi sottoposti avevano per loro conto un fatt ore favorevole di più. La decisione di Ménelik di non m uoversi pel momento non poteva per alcun modo m utarsi all' impro ~viso, perchè questa volta alla mutab ilità di voleri si oppoWeva la natura : a giugno già i principali fiumi dell'Etiopia meridiona le e l'.Atbara erano inguadabili, ed in lug lio co min · ciava. il periodo più acuto, in cui ogni rio diventa gonfio e per1coloso torrente e le_ furiose pioggia rendono impraticabili i terreni. F. Fra i pteparativi di questa g uerra che pareva inevitabile oramai fra il gran Menelik e gli Italiani, nell'attesa · ~i tem?o migliore per decidere forse la plihita, una prova mdubbta della stima e del r ispetto guadaO'nati nell'Eritrea . . o ct gtungeva solenne l' 8 giugno. L ' Ecceghiè 'l'eofilo.s che aveva promesso di venire a noi, giungevà in .Adua ten~ndo la parola, e riconoscendo l'autorità italiana. Il capo ""disciplinare del cler o t igrìno, la cui autorità e l~ st.ima di cui è circondato ne fanno uno dei personaggi p1ù Importanti dell'Abissinia, era strettamente legato · 1a;l negus Giovanni ed amava di affetto di padre ras Mangascià. · Uomo aust ero e di consiglio, col dominio su tutto il clero del Tigrè ag giungeva al Governo della Colonia una forza non c01nune, basata piL: che sulle armi sulla azione morale. D mag giore Ameglia andava ad incentrarlo fuori di Adua con poca scorta e coi capi delle ehiese principali di Adua. « L ' Ecceghiè cavalcava una bella muletta bianca riccamente bardata d i stoffa .a ricami di seta ; davanti a lur due preti recavano il pastorale dal pomo d'argento ed il ba~tone che serve ai preti per appoggiarsi durante le pre· ghier e, pure fina mente d'argento; altri due ecclesiastici, forse diaconi, gli camminavano al fianco a destra ed à si · nistra della cavalcatura, ed uno gli teneva le redini mentre l'altr? aveva l'aria di sorreggerlo nei passi un po' bruschi. « E Teo:fìlos un bel vecchio dalla barba quasi interamente biança, dalla faccia meditabonda, dall'aria stanca; e ravvolto·
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nel suo ricco burnus di raso nero foderato di seta verde, -col capo ricinto di candide bende ricad_entigli pittoresca.mente into.rno al volto e sulle spalle, aveva un aspetto veramente dignitoso e sacerdotale. « Come ~!? due scorte furono ad una ventina di passi l ' Ecceghiè smontò da cavallo, e smontarono pure il maggiore .Ameglio ed i suoi. I preti di .Adua corser o a pro-strarsi davanti a lui ed a baciargli i ginocchi; egli li fece . .alzare e si avan.zò verso il maggiore Ameglia. Il colloquio fu breve. Il m·aggiore gli diede il benvenuto a nome del -Governatore, dicendosi lieto che il suo riconoscimento del nostro Governo. rÌconoscesse in pari tempo lo spirito di giustizia che ci animava, e sbuo-iardasse tutte le calunnie che i!l• osul conto degli Italiani si erano fatte correre. . .JJ. « L'Ecceghiè r ingraziò del ricevimento. Quindi si rimontò .a cavallo e si rifece la via di Adua. « ... T eo:fìlos in fatto di disciplina ecclesiastica è uomo -piuttosto au~tero . Nato in .Amhara, in un villaggio dei dintorn.i di Gondar, è salito alla massima delle dignità eccle· ·s.iastiche dell' .Abissinia per l'intransigenza religiosa. Appar· tiene, come r e Giovanni, alla scuola dei ca?NI'à, una delle tante che dividevano gli .Abissini, e che egli, forte dell'ap· poggio del Negus, e ricorrendo anche ~ crudeltà di pro::paga.nda, è riuscito a far trionfare su tutte le altre (1). (l } Gli .Etiopi si dividono, a proposito della nasci ta di Cristo, in t re • '8ètte. « La wima si chiama dei toadò: essa pretende che Cristo è nato Dio -e u omo nel te mpo stesso, e che poi ebbe una terza nascita, quella della grazia, per mezzo del battesimo nel Giordano. Come si vede, questa setta :avvicinasi a quella dei nes toriani, che ammettono Cristo essere nato col peccato originale. « La seconda setta è quella dei kebat, che suppongono nel Cr isto due nascite, di cui l'una. è divina ed è dovuta all'un~ione de llo Spirito Santo. « La terza infine è quella dei karas, che ammettono pure due nascite, ma con questa distinzione, che non è già per l'opera dello Spirito Santo ~be venne prodotta nel seno della Vergine la naseita divina e la nascita 'Umana, ma bensì per la volontà di Dio nel farsi uomo. • (LEFEBVRE. Voyaye en Ab?!&Sinie, pagi na xiv).
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DA KASSALA AD ADUA
« Salito in onore alla corte di re Giovanni, ha sposato
tutti gli onori e tutti gli odii della sua casa; laonde, sebbene amha1•a di nascita, è stato fino agli ultimi giorni sostenitor e di ras Mangascià e dell'egemonia tigri:qil' in Etiopia, e per conseguenza nemico irreconciliabile di n13~us Menelik e gli Scioani. Un tempo suo più caro compìto fu il man. tenere buon accordo tra ras Alula e ras Mangascià, e'quando quest'accordo fu rotto ed Alula cadde irresistibilmente in disgrazia, non si ~tancò mai dallo sconsigliare a ras lVIangascià la sottomissione al Negus e l'ultimo viaggfo in Entoto. « Per questo voleva che il Ras si mantenesse amico degli I taliani é gli raccomandava di unirsi a -noi per combattere rr i Dervisci. « - Un solo torto, dice l'Ecceghiè, ho verso di voi. Quan~o ras Mangascià, rotti i giuramenti, vi mosse guerra, io benedii le sue armi. lVIa potevo io non farl o, io cap,o della chiesa tigrina, am~co del padre suo ? E questo torto io riconosco e me ne pento; perchè ~11-s lVIangascià non doveva mai divenire spergiuro, e fu egli che ruppe i giuramenti e non voi. Dio lo ha. punito. « L' Ecceghiè T eofilos appare stanco e rotto nella salute ; questa sua stanchezza della vita, e la salute malferma gli impedirono forse di mantenere intatto tutto il suo ascendente sul Ras, non concedendogli di poter fare lunghi e frequenti viaggi per mantenersi col Ras medesimo in più stretto contatto. E d è stata forse r agione non ultima della sua sottomissione; perchè in mezzo al movimento che si è manifestato a nostro favore, egli avrebbe dovuto ~ndare randagio per il deserto, e perdere ogni .autorità sulla sua chiesa. « Ciò nondimeno prima di venire a noi volle vedei:e il Ras e persuaderlo a chiedere perdono. Si recò dunque al suo campo, presso Antalo, e gli parlò: Intorno al R as erano vivissime due correnti; una dei capi che cercano di persuaderlo a riconciliarsi con noi contro lo Scioa, l'altra, che mette capo a Tesfai Antalo, e che tende a mettere il Ras sotto la tutela del Negus.
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« A seconda delle notizie che vengono dallo Scioa, le due corrent i hanno i loro alti e i loro bassi. « L'Ecceghiè capitò al campo in un mom~nto di grande sconforto. Gli aiuti promessi al Ras non arnvavano, .e non gli arrivavfa:no più da qualche tempo neppur lettere Importanti di Tes!ai Antalo. Non fu dunque difficile persuaderlo ad una riconciliazione, e l' Ecyeghiè, fattogli gi\uare sulla croce che non gli sarebbe venuto meno durant e le trattative, partì da Antalo con l'incarico d'impetrare dal Governator e per dono per lui. Ma. s'era !11lontanato di due o t re giornate soltanto, « l B . quando fu raggiunto da ~n intimo. del Ras,. ala!'à _( ) ere, che lo pregava a voler ntardare 1l suo_ v1aggw ~n A~~a, avendo il Ras ricevuto lettere da Tesfa1 Antalo circa 11mminante avanzita degli Scio~ni. La lettera di Tesfai. Antalo aveva indotto il R as a tornare sui suoi giurament1. · « Questa condotta dispiacque molto all'Ecceghiè, che del . suo malcontento non fece mistero al m~sso clel.Ras. . « _ Dite a ras Mangascià che se egh non tlene a1 su~1 giuramenti io tengo alla ?arol~ data ~gli_ I taliani. ed a~~ro. Io non posso imitarlo ne1 suo1 spergmn, e ~ra 1 suot .~n teressi e quelli della mia chiesa, a me questi stanno p10 a cuore (2) ». L'avvenimento, destinato a portare gran peso _s~ll~ ?ilancia, era accaduto mentre nel Tigrè si erano 101Z1at1 e ~-;\tre i pret i ed i monaci appartengono al clero abissino i delJ!et·à,
1 non sono ,preti, ma fanno da cantori nelle chiese, hanno rend1te ~ <:::bende ecclesiastiche, pagano gli o)lorari ai preti e formano. la tr.an~I ~ione fra il clero e l'elemento civile. Sono le persone più intel_l,genti, pm · •t ·te più influenti dell'Abissinia ; studiano a Gondar, Axum, Debra IS ru1 , d' t t L" b l OS funcrono per lo più da avvocati e da medici, ed a 10~ are ques ~ u;tia~a ioro ~rofessione portano al collo amul.eti fabbr.icati da loro stessi. popolo non li vede troppo di buon occhio;. ma h teme. {S...PETO ~ 11 Etiopia, pagina 59, Roma 1890 - Carlo Voghera). Gli alall-à son9 scel.~I fra i debterà per riscuotere le impo11te dovut e a questi, e sono per lo pm cn.pi di conventi o di chiese. . l (2) MERCATELL!. -:..__ Corri~pondenza del 10 g iugrw da A.dua al giornale
La T1·ibuna.
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progredivano i lavori per un pratico e provvisorio ordinamento del paese, indispensabile per ricavare i migliori frutti dalla occupazione. Così il 9 luglio il Governatore, ritenendo il tempo maturo- · per l'ordinamento dell'Agamè e del territorio di Adua già. sottomessi, pubblicava il seguente decreto: " N oi, generale Oreste Baratieri, grande ufficiale "dello StatoGovernatore della Colonia Eritrea. Essendo necessario provvedere al funzionamento prop.to e regolare di tutti i servizi civili e militari nelle provincie a. 1 sud del Mareb-Belesa; 'l'enuto conto delle peculiari condizioni di quelle provincie~ Visti gli articoli 540, 559 e 563 del Codice penale militare~ Visto il regio decreto 22 maggio 1894 che provvede al riordinamento giudiziario nella Colonia; "1 Visti i regi decreti del 18 febbraio 1894 sull'ordinamento. dei servizi civili e militari dell'Eritrea, decretiamo : Art. l. Il territorio della Colonia Eritrea a sud del B elesaMareb è diviso nelle due zone dell'Àgamè e del Tigrè. La zona dell' Agamè comprende le provincie e i ' circondari indicati nell'unito quadro N. 1. La zona del Tigrè comprende le provincie e i circondari indicati nell'unito quadro N. 2. Il comando della zona dell'Agamè è affidato al comandante. del presidio di Adigrat, quello della zona del Tigrè al comandante del presidio di Adua. Art. 2. I comandanti di zor:a hanno àttribuzioni analoghe a quelle stabilite pei regi commissari del regolamento annessoal regio decreto 18 febbraio 1894. Funzionano come ufficiali dello stato civile per le nascite e morti di europei o assimilati come conciliatori e come tribunali di arbitrato limitatamente alle vertenze in sede civile fra gl'indigeni. Art. 3. I comandanti delle zone costituiscono in Adigrat a· Adua, a norma dell'art. 540 del Codice penale per l'esercito e degli arliicoli 79 e 80 del regio decreto 22 maggio 1894, Rior.dinamento giuclizia1·io dell' EritTea, un tribunale ·militare in tempo di guerra con le attribuzioni i vi indicate, e con la.
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DA KASSALA AD ADUA
DA KASSALA AD ,ADUA
facoltà di valersene come tribunale militare straord~narìo: . O'lUsta g l.1 ar t'100l'1 o-59 e 563 di detto Codice, quando st trattt d i procedere contro gli indigeni. . · Art. 4. I comandanti di zona trattano . d_trettamente col Governator~ tutti gli affari d' indo~e ~o~t.t.tca comp~ese. l~ . . del· capi militan ctvth ed ecclestasttct, proposte d 1 nomme ' .. · . e ne ricevono indirizzo per l?' preparazi~ne mthtar~ ~el ter··t . er i movimenti di truppe aventl scopo pohtwo, per tl ono, p . 0 1 · le operazioni militari verso i confim della o oma. Dipendono dal comandante delle regie t ruppe per tutte le altre questioni militari. . .. . S in relazione con l'ufficio politwo-mthtar~ ~er tl ~erono . . . . . . d ammtmstrazlOne vizio informaztom, ,!, tstruzlOne, 1D1ptego e delle banda delle zone. · . uffic1· centrali della Colonia in Sono in relazione con g l 1 . l t' .1. servizi amministrativi e , tutte le questiom re a tve a van civili. . d · · dei Provvedono direttamente alla nomma et. etc~a e sottocapi civili., militari ed ecclesiastici, senttto tl .. parere dei capi locali e riferendone volta per volta al Governatore. Dato ad Asmara li 9 luglio 1896. Il Gove1·naton
O.
Ban.A't'IERI.
QUADRO N. L
Cir·coscrizione ter1'itoriale della zona deU; Agamè.
· · a·l EgO'hela' Uollesti ' un solo circondario. o P rOVlncta I d. Id. Id. Id. Id.
Serirò id. Entisciò : circondari Tueuz e Dogoz. Angher : uu solo circondario. Bezèt id. Haramat : . circond~ri : Denghelet, Saàz, 'rzada Amba, Ad_dt 0~ berò, A.ddi Haramat, A.ddi Sa.affm:di, Ad~i Ohessandm, Ora, D egambà, Azebà, Uraot, Addì Dechenne1.
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DA 1(;\SS.\l.A AD ;\DUA
Provincia di luogo forte di Amba Sion. rd. r egioni : Setet, Tachnot, Amlò, Andel. Id. paese di Ghebabel. Id. Uombertà: un solo circondario. Id. Dessà id. I d. Tzorà id. I d. · Ashiderà : circondari Ashi, Darà. I d. Agoddi Senaf"è: circondari : Agoddi, Senaf"è.
Regione eli Seetà. Provincia di: circondari: Soruscò, Gulo lVIacadà , Ghenta Afescim , Saassiè- Suhohà, Agoddi-Seetà, Damo. QU ADRO
N . 2.
Circoscrizione ter·1'itoriale della zona del Tigr·è. Provincia del Tigrè: . , Cioma Ennù, Baroqua, ·Magaria Z emri. Adi circondari: Acsum, Adir ba te, Abun, Adet, Damo Galilà, Amba Sauaiti, Tsegli, Zahama, Madabai Uolel, Escir, Nadir. Provincia di Scir è : circondari: Tsellim Biet , Asghedon, Adiagarà. Provincia di Tembien: circondari: Zazzarà occidentale, Zazzarà orientale, Ambarà settentrionale, Ambarà meridionale, Degna T embien, Saiem Th:ubà, Tonquà Mellasc. ', Provincia di Gheraltà : circondari: lVIadelabà, Addì Ailo, Attempati, Arcà, Adi Sal, Azef, Mucmet. Già il 22 giugno erano fatti riunire in Adua i capi e sotto· capi delle regioni dipendenti, ed il maggiore Ameglio li aveva investiti solennemente, in nome del Governo, dei diritti c gradi loro concessi. In questa occasione ciascun capo · si presentò con poco segnito ma scelto, che in tutto faceva circa un migliaio di fucili. Sicchè m caso di chiamata alle armi al-
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meno 3000 buoni fucili sarebbero stati pronti a1 nostri ordini solo nel paese di .A.dua. Ad AdiD"rat il mao·giore Toselli aveva fatta anch'egli ai o o capi raccoltisi intorno la solenne investitura a nome del Governo il 12 dello stesso giugno, ed anche l'Agamè si calcolava che avrebbe potuto fornire al bisogno circa 3000 fucili; sicchè, non calcolando che quelli pronti fin dal tempo della preparazione, erano 6000 fucili sottratti a ras lVIangascià e pronti per gl'interessi italiani nonchè pei veri interessi degli indigeni. Alle prime future avvisaglie, (come sempre è accadùto), le armi italiane vincitrici avrebbero attirati altri armati dalle stesse file del nemico. Non osta.nte le pioggia, ai primi di luglio da Adua e da Adigrat i presidì italiani non · esitavano a farsi vedere a non pìccole distanze, per studiare le vie di comunicazione ed infondere fiducia a vicini e lontani. Il maggiore Ameglia ed il maggiore Toselli eseguirono ricognizioni di varie giornate r ispettivamente nel Tembien ed a Agola (l) coi loro presidi, ed una compagnia da Adua si recava •nello Scirè. Ciò cagionava non poco disordine nelle file dei Tigrini, sempre timorosi che gl'Italiani facessero loro qualche sorpresa. Arrivavano finalmente a Mangascià le avanguardie dei sospirati aiuti : quel migliaio di Tigrini racimolati un po' dovunque (2) nello Scioa, nei Galht e nel Tigrè che doveva condurre prima ras Alula, poi ras Oliè erano invece guidati da degiacc Andergacciò di Aiba, e fra gli altri sottocapi aravi giasmacc Abrahà di Zazega (nell'Hamasen) , colui che aveva ucciso in un'imboscata qualche anno addietro il capitano di cavalleria Bettini · dopo aver defezionato dagli Italiani. (l ) Agola è villaggio della Enderta. sulla sinistra del torrente omonimo e dista circa 15 chilometri da Makallè ''erso nord (2)' Erano costoro quelli che ras Alula aveva condotti seco allo Scioa nella sua separazione da Mangascià, dopo il convegno fra ques ti e Menelik in Addis-Abeba.
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Ras Mangascià accolse i suoi compaesani con molta festa e fece loro generosi doni, indi fissò loro l'accampamento di Marà: qu~v i la novella delle escursioni verso sud dei presidi di Adua e di Adigrat li fece volgere in fuga disordinata verso Debra- Aila presso Antalo, insieme al loro Ras, il quale anche questa volta volle fare un tentativo. Volendo adunque Mangascià arrischiare il ricupero del Tembien sui clegiacc Tesfai D errò e Marid sottomessi a noi, inviò con parte dei recenti rinforzi degiacc Adgu verso il capoluogo Abi-Adi per publJlicare il bando che investiva il detto Adgu del governo della provincia. N ello stesso giorno vi si recavano da parte nostra Marid, Tesfai Derrò e clegiacc Amarè per annunziarvi la ricevuta investitura su quelle provincie per conto degli Italiani. Giunte a distanza le . forze dei contendenti si accamparono sorvegliandosi per un pezzo, ed intromessi i preti, si evitarono spar~mento di sangue. Il tentativo si risolveva in insignificanti razzie da ambo le parti. Ma non ostante il rinforzo tigrino 'giunto in buon punto per rianimare il capo ed i fedeli che ancora osavano apertamente stargli d'appresso, non diminuiva in Mangascià la timorosa vigilanza verso la recente frontiera dea-li Italiani ' b Makallè non aveva voluto rioccupare t emendo rappresaglia e posti di osser vazione collocava verso il Tembien, il Gheralt e l'Agamè. Presso Anta.lo il Ras, (precisamente a Debra-Ailà) teneva il suo campo, e cominciando finalmente a provare un po' di ~ducia (forse nella lontananza da noi), pose tregua alle sue ripetute peregrinazioni. Ma se questa sosta dava tregua alle ansie dell'animo suo e dei suoi tigrini, era per contrario assai dannosa a l suo prestigio, a causa delle angherie cui era sottoposta la popolazione per dare a vivere a parecchi soldati, prima con poco provento, poi addirittura mediante ·prepotenti ed arbitrarie contribuzioni di guerra. La miseria non avrebbe tardato a picchiare alla porta di quelle genti fin tr'oppo provate da vecchi e recenti conflitti e ·con la . . sarebbero venuti forse i pericolosi propositi ' : ed m1sena
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infatti non mancò qualche parziale ribellione agli esattori del Ras. Alla fine di luglio una strabiliante novella giunse al campo di Mangascià. - Menelik si ritira su E ntotto, ra.s Oliè si ritira da Ascianghi! - Ed era vero. I gnoravasi se Menelik avesse preso la via del 'ritorno per cercare altr e provincie meno esauste e provveder la. sua gente di viveri, o piuttosto per opportunità momentanea di qualunque altra natura, senza rinunziare al pensiero di venire dopo la festa della Croce di nuovo sui suoi passi. Si opinava dB: molti per fino che il coraggioso Negus avesse riflettuto al passo che doveva arrischiare, e si fosse lasciato guidare dall'usata prudenza conservatrice. Comunque, la nuova produceva in lVlangascià disinganno terribile. Conoscendo bene l'animo del Negus, egli ed i suoi . seguaci paventavano che forse Menelik, accontentatosi del magro aiuto mandato al vassallo in uomini, fucili, munizioni e talleri, lo avrebbe lasciato solo al suo destino. Rimaneva 1 P,~.rÒ1 a Mangascià una speranza. A Woro.Yelu Menelik lasciava la regina Taitù; e ciò poteva esser segno che anche egli sarebbe tornato all'epoca :fis<;ata su!la direzione del Tigrè. Il R as intanto continuava a star fermo sulla for te posizione fra Debra-Ailà ed Aracnò presso Antaio (l ), con 2500 fucili: altri .1000 circa teneva · distaccati verso il Tembien ed il Gheralta alla fine di luglio. Questi ultimi, agli ordini di clegiacc ~~dgu, degiacc Ambai ed altr i dopo essersi ritirati in seguito ad una ricognizione del maggiore Ameglio nel Tembien, ritornarono nel capoluogo Abi-Adi quando gli Italiani rient:ravano in Adua. Furono volta a volta rinforzati, e campeggiando· in Amanoe, Zaban-
(l) Anta.lo? città importante dell'Enclerta, fu altra volta capitale del prima. della fondazione di Makallè. Ltt città, fra le . più belle dell'Etiopia, aveva più di 1000 capanne con te tto a rorma conica e coperto di selci, e deperl assai nel primo ven tennio di questo secolo. La città è posta su di un'amba fortissima ed ba 2400 metri di altitudine.
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Gambe! e Cocciamò minacciavano novellamente i degiacc Marid e T~sfai Derrò ed Amarè, che co~ poche forze si trovavano in critica situazione. In questi giorni era. notevole l'attitudine aggressiva presa da Mangascià,, causata forse dalle incitazioni dei capi tigrini di r ecente giuntigli da sud d dall'avvicinarsi della diminuzione delle pioggia. Menelik gli aveva promesso che per la festa di San Giovanni (corrispondente all'H settembre), al principio dell'anno etiopico, sarebbe venuto. Non poteva esser vero ? Ora gli veniva voglia di rioccupare Makallè, alle pressioni che gli faceva sopratutto Scingal, fratello di Bata Agos, riparato presso il Ras dopo il disastro di Halai. Non si stancava di mandare minaccie ai nostri nuovi SO O'. f o getti, e requentemente ne angariava i paesi su cui riusciva a porre il piede. La proibizione di portar viveri su Adigrat e Adua era mantenuta più severa e le strade vi erano ben guardate; così pure frequenti auage ordinavano di raccogliere viveri, bestie da soma ed armi, e tener tutto pronto per la festa di San Giovanni. Notizie posteriori sulla partenza di ras Oliè da Ascianghi, portavano che egli, lasciata una piccola guardia ad Ascia.nghì, teneva le sue forze r ipartite fra Martò ed il Djmma per fronteggiare dei-ribelli. ma che si era allontanato provvisoriamente soltanto provvisoriamente soltanto ritornando ad Ascianhi. Si asseverava pure che una delle ragioni della ritirata improvvisa di Menelik era stata la preoccupazione di una sorpresa dei Danakili dell'Aussa alle spalle ed una ribellione dei Gilli-Galla. Ras Mikael dei '\Vollo-Galla, uno dei migliori capi di Menelik, teneva intanto segrete relazioni con l'An(ari di Aussa, e forse non si mostrava alieno, ma in segreto, dal piegare in avvenire verso gli I taliani. Se riepiloghiamo per cenni sommari l'operato di Menelik il negus d'Etiopia, dopo i fatti di Halai, Coatit e Senafè non ci sarà ora difficile rilevare di quanto poco pericolo debba . esser e un avversario del suo stampo, anche se intrighi stra-
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nieri, impazienze di capi, ire p~rsonali assai facili a sbollire, dovessero un giorno condurcelo innanzi, a capo delle sue forze. L'ordinamento delle recenti conquiste, le ognora .crescenti sottomissioni. di Qapi e paesi, la solida base di a utorità acquistata, i lavori indefessi di preparazione e costituzione nella Colonia Eritrea, il recente appoggio dell'adesione dell' Eccftghiè devono certamente concorrc.re tutti, . ed intensamente, ad aiutare l'apera di civiltà_ che l'Italia spiega così efficace e perseverante nella sua giovine colonia. Ma quali forze potrà naturalmente raccogliere Menelik il giorno che la sua mala ventura gli consigliasse di tentar partita, ed uscire dal suo atteggiamento incerto, dubbioso, persino ridicolo? Al lettore anche poco versato in « erudizione etiopica » non riuscirà nuovo che la forza degli eserciti abissini deve calcolarsi dal numero di armi che il paese possiede, segnatamente dai fucili. Con paziente lavoro di analisi ed esame di sicure informazioni sUlle ripetute provviste di armi fattesi in varie epoche nell'Abissinia-, potremo di leggieri venire ad un calcolo concreto, non molto lontano dal vero. Non essendovi in Abissinia fabbriche d'armi nè di munizioni, ma solo in rari ·sit i qualche mediocre armaiuolo aqile soltanto a riparare i g uasti più sempiici delle armi ed a ricaricare le cartuccia sparate, tutte le armi 'dell'Etiopia vi furono importate; e tranne qnelle poche di lusso regalate o vendute ad alti personaggi ed ai sovrani, la massa delle armi portatili è dj numerosi e non moderni modelli, a cominciar e dalla vecchia colubrina spagnuola a miccia}fino ai pochi fucili a retrocarica ed a ripetizione (1). P ervennero dei fucil i in Abissinia sopra tutto nei seguenti modi: a) Dopo la campagna degli Inglesi contro r e Teodoro, questi in aggiunta al riconoscimento di Giovanni Kassa (l ) Allo scontro di Debra-Ailà, presso Antalo, fra Italiani e 'l'igrini furono presi al nemico vart fucili f;ancesi (has, di non dubbia provenienza.
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per N egus d'Abissinia, lo regalarono di molti fucili, per ricambio dell'appoggio prestato loro in quell'anno 1868; b) Nei combattimenti di Guda- Guddi e di Gura (18751876) co~tro gli Egiziani re Giovanni tolse al nemico (una volta distrutto e l'altra sconfitto, decimato e disperso), alcune migliaia di fucili Remington; c) Subito dopo il trattato Hewett del 1884 tra I no-hilterra, Egitto ed Abissinia furono acquistati dallo s~esso re Giovanni pa.r3cchi fucili di vario modello . .Ma il traffico sulla costa rallentò e fini coll'occupazione italiana; d) V arie migliaia di fucili, di modelli svariatissimi fur~no donati da gov~rni europei a .Menelik, o da lui acqui: stat1 sulla costa. N on siamo senza scrupoli noi, che ai non lontani tempi di amori italo-menelikiani parecchi wetterlì ed altri gli regalammo. Co~ fn?ili furono acquistate le cartucce 'co~rispondenti; ma d1ffiC1lmente le cartucce sparate si ricuperano durante i combattimenti ; quindi il ricaricameuto dei bossoli r appresenta per gli Abissini un rifornimento irrisorio per le suo proporzioni. Nè minore inconveniente è la varietà dei tipi di fucili, con la varietà di cartucce adatte: la confusione che deve nascere nell'approvvigionamento è appena credibile. Con queste principali forniture di fucili si possono calcolare ·a un dipresso a queste cifre : . a) L'esercito scioano di .Menelik potrà portare in campo c1rca 25,000 fucili, la maggior parte a r etrocarica, dei soliti svariati modelli; b) Ras Oliè può portare circa 8000 fucili, in gran p arte a retrocarica ; c) Ras Mikael dei Wollo- Galla 01rca 8000 fucili, per metà ad avancarica; d) Ras Darghiè circa 3000 fucili con le stesse propor · zioni; e) B.as l\1angascià Atichim circa 3000; . f) Altri capi minori circa 10,000. g) R as Makonen dell'Harar circa 8000, e dei migliori.
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Sicchè in tutto Menelik alla sua levata di scudi potrebbe farsi seguire da circa 65,000 fucili, calcolando che non lasciasse nelle provincie che gli armati di lancie e sciabole, e tenento C<?nto che Ta.clè Aimanot, Re del Goggiam, non potrebbe per nulla aiutarlo di armi da fuoco (l) ove si dichiarasse apertamente pel suo alto sovrano Menelik, già con lui egoista. e crudele più volte. In questo calcolo non privo di fondamento, a cui possono aggiungersi circa 10,000 fucili di .Mangascià, non è da tener conto di alcuni cannoni, fra cui vari a retrocarica, posseduti dal Negus. Poco trasportabili, malamente serviti, &e non addirittura non adoperabili (almeno per or&), non possono aumentare il valore intrinseco delle forze etiopiche che potremmo un gran giorno avere di fron te. Con non gravi preoccupazioni adnnque. la Colonia può affrontare i più seri eventi prevedibili, rassodandosi continuamente nel lavoro già fatto e preparandosi fiduciosa nell'avvenire non dul:!pio.
XI. Sguardo ai Dervisci. - Loro SC{)nfittc ad Agordat 1•, Scrobeiti, Agordat 2' e !\assala dagli Italiani. - Effetti della presn di J{a$sala - Preparativi noi Sudan per la riscossa. - Consiglio degli Emiri presso il Calira Abdullahi in Omdurman. - Fortificazione di liassala. - Il proclama del Calira. -Concen tramenti e rinforzi in termiLtonti sulla linea dcli'Atbara. - Inazione dei Der\"isci.
Il 17 luglio 1894 il generale Baratieri aveva l)Orpreso Kassala con splendida operazione militare e l'aveva strappata ai Dervisci che la preparavano a base di operazione contro la Colonia Eritrea. La vendetta del primo combattimento di Agordat, di quello di Serobeiti e della gloriosa
(l ) È noto che alla rotta di Debra-Sin il re dol Gog·giam ebbe quasi dis trutto l'immane esercito, perdendo cosl ìe armi. Le razzie successive dei Dervisci che dopo Debra.-Sin afflissero il Goggiam continuarono il disarmo, e pochi fucili mandati da Menelik ora sono nel regno.
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battaglia di Agordat (l) in cui poco più di 2000 uomm1 avevano sconfitti e rotti in fuga oltre 12,000 Dervisci era da un pezzo sfuggita dalle mani della Mahadia con la perdita del baluardo più orientale del Sudan, continua minaccia all'estremo occidente della Colonia Eritrea. · Con la mirabile operazione su Kassala si scongiurava d'altra parte il grave pericolo chè, per accordi trattati da 1\'Iancrascià coi Dervisci, gl'Italiani fossero assaliti contempora~eamente da ovest e da sud, da Dervis?i ed Abissi~i. Il Califa Abdullahi quantunque all'annunziO della perdtta di Kassala avesse dato ordini per organizzare delle forze, prima per una temuta avanzata degl' I taliani verso K artum, indi per muovere alla riscossa e trarre vendett~, incontrava invece difficoltà grandi per riuscire a qualche _risultato concreto. I continui torbidi interni e le grandi distanze esistenti fra i suoi ·vari nuclei di forze oltre a ritardare qualunque operazione ne mettevano perfino .in dubbio qualunque pronta offensiva. Il Governator e della Colonia Eritrea col servizio mirabilmente organizzato degli informatori poteva essere con-
(l) Con la presa di Kassala gli Italiani si misuravano così per la quarta volta coi Dervisci, vincendoli sempre. 11 27 gi ugno 1890 un'orda di De1·visci aveva razziato i Beni Amer nostri protetti, trucidando, saccheggiando e prendendo schiavi. Il capitano Fara accorsc con 2 compagnie indigene e raggiuntili li attaccò, schiacciandoli contro la collina di Itaba1·rè presso Agordat e tolse loro la preda. 11 lG giugno 1892 un'altra orda di razziatori Dervisci si gettava sui Baria Mogarèb, bruciando i villaggi, saccheggiando e trucidando. Il capitano Hidalgo con una compagnia. indigena e le bande :del Barca. li raggiunge sul piano di Serobeiti, li mette in fuga, facendo loro abbandonare tutto sul campo. 11 21 dicembre 1893 un corpo di Dervisci di più che 12000, armati in' gran parte di fucili, urtò contro Agordat con l'intenzione di piombare su Keren e sul resto della Colonia. Il colonnello Arimondi li arrestò con poco più di 2000 soldati indigeni (8 compagnie), 2 batterie, 2 squ,ldroni e lo bande) ed in poco più di due ore li sconfisse, infliggendo loro ~ravi perdite e costringendo,li a fuga disordinata. t Dervisci perdevano sul cnmpo il loro capo, Hamed Ali.
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tinuamente al' corrente della situazione, mentre con la fo rtificazione di K assala, presidiata da un battaglione di indigeni -e ben vettovagliata, poteva opporre a qualunque colpo di testa un P.rimo ostacolo assai poco superabile anche da forze ·sov~rchianti . L a lunga linea di operazione per Kassala, di .circa 200 chilometri da Agordat, passa per ,Biscia (1), Ela.Dal, la gola di Sabderat (2) ed è munita di trinceramenti ·e posti di osservazione delle bande, utilissimi a sorvegliare .le vie che portano alla direttrice di operazioni ed a respingere prontamente le ardite razzie. In 6ttobre del 1894 gli sforzi del Califa per radunar gente -sull'Atbara (3) avevano avuto tuttavia qualche risultato. Il maggior nucleo di Dervisci era nel Ghedaref (4) agli -ordini di Ah med Fadil, e com pone vasi di circa 6000 uomini .in gran parte armati di fucili. Un altro corpo importante era con Osman Digma (5) e
(l ) Biscia. è villaggio dei Baria a 45 chimometri da Agordat, ad ovest. (:.:!) Sabderat è a cinque ore ad oriente di Kassala ed è villaggio della. "tribù omonima.. Ne è capo Ali Nuriu, nostro capo- banda assoldato e veterano "di gloriose lotte contro i Dervisci. !3) L'Atbara ha. le sorgenti a pitt di 2000 metri di altitudine in Abis.sinia. fra le provincie del Lasta e del Waldela.i ne li 'A mbara, e dopo un .lungo percorso in cui raccoglie le acque dei monti d'Abissinia entra nel Sudan orientale in direzione appross imativa sud-nord e si getta nel Nilo sopra Berber. ,. (4) Il Ghedaref è regione del Sudan orientale, con capitale omonima, oppure chiamata invece Suk-Abu-Sin, che è sulla strada Abu-Harras-Kas.-sala. Suk-Abu-Sin o Ghedaref fu fino al 1820 capitale di un regnoindipendente: passata in possesso degli E;iziani fu donata insieme al territori o ad Abu-Sin, capo dei Beduini Scii1cria che le impose il suo nome con l'appellativo Suk (mercato). Era centro commerciale importante prima ·del Mahdismo. (5) Osman Digma, turco di origine e Hadendoa per parte di madre, si ribellò agli Egiziani nell'agosto 1883 in Sinkat ed iniziò uua serie di gloriosi combattimenti contro gli Anglo-Egiziani. Il Mahdi Mobamed Ahmed lo nominò Emiro, e dalla parte di Suakim Osman Digma spiegò tutta la sua attivi tà ed energia con valore pari alla fortuna. È forse il ,più valoroso capo dei Dervisci. (39 -
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con Musaid Gaidum (l) a Gos-Regieb (2) sulla rivà sinistra. ·dell'Atbara, a circa 100 chilometri. distante da Kassala, si componeva di forse 2000 uomini ed aveva alcune centinaia. di. cavalieri che scorazzavano ·s ulla riva destra del fiumeed operavano esplorazioni ardi~e verso Kassala. P oche forze accampavano, anche sulla sinistra dell'Atbara,. ad ' Osobri ed E l-Fascer (3) fra i 60 e gli 80 chilometri da Kassala, in posizione quasi centrale fra Gos-Regieb e i1. Ghedaref. Ol-tre questi posti sull'Atbara (4) non v'erano altri nuclei numerosi, ma voci insistenti ~iferivano che 'dovevano arrivare da Omdurman rinforzi in,viati dal califa Abdullahi. Ciònonostante non potevasi a tali movimenti attribuire un piano preciso da attuare, ma piuttosto doveva supporsi che· potessero essere indizio di intenzioni vaghe, di desideri non ancora ben coloriti, sia perchè nel Sudan gravi preoccupaii9ni regnavano, sia per il carattere fatalfJè'a dei Derv_isci, poco avvezzi a concretare un pian'& ''i:n (èhtte le sue liùee. D'al1'à' aislòcazione pertanto potevasi crede':t·e· èhe vo. lessero avanzare contemporaneamente dal Ghed_a ref e da Gos-Regieb in direzione ·nord-est da una parte e snd-est. dall'altra, per mettersi sulla n'ostlla• linea di comunicazione -·col resto della Colonia, mentre un nucleo<Iai essi avrebbe-
(l ) Musaid Gaidum era capo a Kassala quando que!>ta fu presa dali generale Bara.tieri. ' ', ' e-sulla strada Berber-Kas{2) Gos-Regieb è sulla sinistra· del! 'Atbara, ·sala, distante da quest'u ltima circa 100 chilometri. (3) Osobri ed El-F'ascer sono entrambe ·sulla riva sinis'tra dell'Atbara, ·El-Fascer di;;ta da Kassala. circa 60 chilometri. (4} Il liume Atbara è ostacolo di-non lieve importanza, dietro al qua.J e: si può con sicurezza attendere a preparativi di concentramento. Per circa . quattro mesi è gonf-io e precipitoso, e per due mesi ancora è poco fnc il-· mente guadabile e solo in pochi posti determinati cbe facilmente si pos-· ·sono sorvegliare. Pel resto dell'anno I'Atbara è sempre ·serio ostacolo, sia. perchè le sue ri ve sono quasi dovunque ripide ed abbastanza elèvate, sia.. perchè scarseggia l'acqua nel paese circostante.
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potuto attaccare di fronte ve~erido dai posti di El-Fascer ed Osobri. ' In J1Q.._Vembre infatti pareva che i Dervisci volessero tent_are un colpo ,contro la Colonia. Il corpo_ del Ghedaref comandato dall'emirò Ahmed Fadìl era rinforzato fino a quasi 8000 l10minì, di cui appena metà arma.ti di fucili. Ad Osobri era inviato Said Ahmed A.li, (fratello dell' H <:o.med A.lì ucciso ad Agodat) con forze considerevoli, forse 4000 uomini, anch'essi per metà soltanto con fucili. A Gos-Regieb Osman Digma,. rinforzato dal posto di Berber sul Nilo, contava circa 2000 uomini. ~· In caso . d i immediata operazione contro la Cofonia si contava sul rinforzo di genti di varia provenienza e più o meno armate che si poteva raccogliere e spingere a rincalzo . Il Califa L~bdullahi aveva convocato in ottobre gli Emiri a consiglio in Omdurman.. (1), ed i movimenti' di novembre davano crei}ito alla voce l.nsistente che il piano concretato fosse appuJ:!}.9 quello innanzi presunto. ,Si doveva ai primi di dicemb,)fe investire Ka-:;sala alla l~rga, forse C<i>l..corpo di El-Fascer ed Osobri, collocato al centre> della lunga linea dell' A.tba1;a: bisognava evitare l'attacuo di forti:fi~azioni, -ed i corpi del Ghe,<iaref1,e di Gos·-'Regieb da sud e da .nord dovevano con lunga marcia obliqua andarsi a collocare sulle comunicazioni di Kassala con Agordat. Le operazioni dovevano essere sussidiate da attacchi a fondo alle tribù . di-
(l } Omdurman è la Khartum mabdista e sorge sulla sinistra d~l Nilo, rimpetto alla capitale del Sudan che il 26 gennaio 1885 era caduta col valoroso Gordon in mano "dei Dervisci. Prima era villaggio ·-con campo trin,cera.to a complement o delle fvrtificazioni di Khartum; indi con la presa e distruzione di · quella piazza divenne capitale importantissima e residenza del Califa dal 1885 {morto il Mahdi nell'istesso anno), e di là irradiò .sempre con energia feroce l 'azione ac.centt:atrice del dominio dei Deiwisci. Abdullahi c0ntinuò a rinvigorire e dare impor.tanza. a questa. nuova ca.p itale pouendovi la tomba del Ma.hdi e facendovi costruire in mattoni la cinta della moschea (che può contenere oltre 7000 persop e) e riorganizzare il Beit Mal {magazzino pubblico).
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pendenti a~li Italiani, nercando infine di attirar questi fuori delle fortificazioni per batterli in aperta campagna. Sarebbero serviti da riserve varì nuclei co'Ìlocati•.a, GosRegieb a nord ed a Suk-Abu-Sin (Ghedaref) a sud,-per parare da una parte ad un eventuale attacco anglo-egiziano da Suakim e dall'altra a possibile avanzata dt Abissini. Kassala era ben disposta ad attendere il nemico, avendo avuto il tempo di mandare a buon termine. i lavori della difesa vicina, ed i preparati vi per quella lontana. Il muro del forte, in mattoni, alto . metri 2,65, largo 1,10 è• rinforzato a!Ja base da una larga banchina 'interna, all'esterno è percorso da un fosso profondo 3 metri e largo alla bocca. 5 metri; poco innanzi un reticolato di filo di ferro coperto da una zeri ba. N el forte 4 canno1J.i da centimetri 9, altri 2 da centimetri 7 e 4 mitragliere. Da Agordat a Cassala frequenti post i fortifìcati, e pozzi a Biscia, E la-Dal e Sabderat: le bande dei Sabrlèrat e degli Alghèden (l) ripartite sui punti da guardare; f,approvvigioii.am:-enuiÌ'p·ee tre mesi a Kassala e per un mese ret·m ·e zzo ad Agordat. Fino a Kassala era per giungere la lihea telegrafica, ed a Sabdèra!t~ ed Eia-Dal eranvi stazioni ottiche. Ogni p:tese finalmente una forte IC~:trova~a vettovagliava regolarmente la piazza. >i)'· Il raggio d'informazioni verso FA tbara non desisteva, e teneva il contatto continuo coi D ervisci per mezzo· di pattuglie e di piccole ricognizioni. Già questi tentacoli di K assala avevano dato h10go a staccati incontri con esploratori nemici, che .fino al t"rmine di: novembre avevano dato luogo a combattimenti di poca entità ad Assabata, Macazzaga, Gos-Regieb, Umsetteba e Meluia. Sempre gl'Italiani
(l) La banda degli Alghedèn, comandata da Mohamed Nur, è composta di 5o fucili. Per vecchie vendette di sangue gli Algheden- furono cacciati dal loro paese presso Eta-Dal ed il loro villaggio fu distrutto. La tribiì fu cacciata dalla sua SP.de dai Dervisci, e prima che fosse presa , Kassala dagl'Italiani era stata ricoverata ad Agordat. ·M6hamed Nur con la sua banda rendono ripetuti buoni servigi all'occupazione italiana.
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erano riusciti vincitori, anche quando inferiori di numero l al nemico: Considerazioni basate sullo studio della regìone e sulla v iabilità e quantità d'acqua escludevano tuttavia la probabilità che una campagna dei Dervisci fosse condotta a fondo ed a larghe linee. Il terreno desolato fra l'A t bara e Kassala non poteva fornir vettovaglie nè offrire acqua sufficiente a numerosi corpi e quad-rupedi: occorreva dunque portare seco per una campagna non breve viveri ed acqua a suf-ficienza, e ciò , non è nell'abitudine dei Dervisci, usi a marciare coi minori impedimenti possibili. Difficile era lanciarsi contro le nostre tribù. perchè tale tattica ci offriva il destro di contrattaccarli ai fianchi ed alle spalle, mentre le tribù stesse erano collocate in buone posizioni atte a difesa. Le progettate operazioni in senso obliquo da Gos-Regieb e Ghe· daref aveva~o pei Dervisci il permanente pericolo di offrire i fianchi iwterni e le spalle alle o ffese di Kassala. e d'altra parte }e linee di noperazioni sarebbero state troppo lunghe e le loro-teste ferano .troppo dist~nti fra loro. Infatti,gli ·estremi della linea sull'Atbara, Suk-Abn Sin e .Gos'·Regieb distano l fra loro circa 250 chilometri. Finalmente, poco assegnamento poteva farsi su .gli aiuti -del ;Califa da Omdur.man~ lontana circa 500 ch ilometri. dove accorrevano al capo del Sudan forze numerose per fronteggiare esterni ed intérni nemici. Degli aiuti pqtElvano giungerne, ma tardi ed alla spicciolata. Parallelamente! ai preparativi bellici non disdegnava il Califa di ricorrere. alla propaganda anche presso Kassala, dove faceva spargere in moite copie un p roclama per mezzo di ardite pattuglie di cavàlieri spintesi presso ai posti della piazza. È pregio dell' opera tra~criverlo testualmente tradotto, come quello che dà un' idea del caratteristico linguaggio fanatico tanto efficace nelle rozze menti dei Dervisci. « In nome di Dio clemente, misericordioso, la preghiera al no3tro Signore Maometto ed ai suoi . seguaci. « Dopo qtiesto, dagli eroi, dai servi del loro Dio, dai sostenitori de.lla religione ai loro fratelli mnsulmani che si trovano con la gen·te degli infedeli.
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. « O cari am1c1, non a vete saputo la parola di Dio altisSimo ne_l suo . Corano: N o n siate con la o-ente iu iusta sa~·e~e d1 vora~1 dal fu oco - ed ha detto l'Altissimo ~he ___: g lt 1mposli~r~ ~vrar;no una t remenda punizione, e questa ~'·:ann?. gh mfedeh e quelli ?he_ hanno per loro amici gli mfedeh .. credono ?he per ess1 s1a la pazienza che Dio ha per tutt~ ? - _e. dtsse l'Altissimo che - farà riun ire gli tmposton e .~h m~edeli all'inferno - e disse l'Altissimo _ e':ltrate ne~l t~lamt~m.o tutti ~ non seguite i peccati del diavolo polChe egli e per vot uu vero nemico. _ E voi . sape~e qu~sto e sape~e che i _vostr~ antenati erano mu!:\ulmam, ed mfine eh~ ·e con vot Scetk A.lì dei Sabdèrat, che p_e~ n on. aver seg~ t~ la legge del suo an tenato il Profeta St e r ovmato nell amtare la legge del diavolo (1). - Disse
(l ) Si asst>vera che Al\ Nurio, capo dei Sabdèrat sia discendente di Maometto. _L'onorevole Ferdinando Mar tini cosi parla di questo glorioso veter~no dr tante battaglie nel suo bel libro: Nell' A.flhca italiana (Milano l' ratel li Treves, 1891): -:o. ' . " La tribù dei Sabdèrat dimorò un tempo su!"'-Dnri •rr tributario dell An~eba,. e v'è chi crede che fossero 'un ramo dei Mari<L; ·certo è cb e coi Maria durarono in lung-he contese, dalle qua li infastidit i, mio-rarono ver so Kassala sui monti Sabdèrat, onde il loro nome · "' • Uno Sciobelli, discendente da Asj;abe!ln Mobamed El Rana"' a sua l t j' d l ''' ] v .,, vo a c I_sc~n ente da Maometto, capitò su quei monti,_vi sposò una donna de lla, t nbu,_ ~ ne ebbe un figlio: Nuri n. Questi con l'andar del tempo: e per l autonta ~be seppe acquistar:>i, e per l'affinità con la famiglia del Profeta, fu dat Sabdèrat eletto capo e in tale d io-nità confermato dal governo egiziano. · "' . « Da Nurin nacquero quattro fig·liuoli: Danedd in, 1~1~ncatogio vanissimo c prtma del padre, Mohamed Ada m, Carrer ed Ali. Quando il vecchio ~uri o ven ne a morte, g li succedè nello scei ccato :11-'fohamed Adam ; ucCISO questo. da Ca:re~, e Carrer in es piazione qel fra.tricidio impiccato a Kassata., ~lt Eg tztant nominarono capo della tribù il più "'iovane ed il solo sup~rstite dei qu1lttro fratelli. Ali, o Alì Nurin, pet·chè~ non esse~do in uso ti cognome, il figlio aggiunge sempre al proprio il nome d el padre.
" . ~a sua vita è un dramma ricco di peripezie, del quale og ni scena st chwde con un combattimento. Pochi uomini vivono io credo che abbiano tanto quanto lui adoperato in guerra il fucile e ' la lancia: Quattordici anni al soldo degli Egiziani, più che altrettante volte assali g li Alghèden ed i Baria per costringerli a pagare il tributo e li vinse. Pugoe epiche ed epiche stragi. Nel 1883 sedicimila tra Adendoa e Gialin,
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:ancora l'Altissimo che - i seguaci del diavolo sono perduti. :Però r itorniamo e diciamo che Dio lodato e altissimo disse a l suo Profeta - tu n on pu oi costringere nel bene ma io Dio lo posse> -- e la nostra premura nell'inviare questa lettera è perchè v oi ci state a cuore, rig uardo le vostre persone, i v ostri cuori e le vostre famiglie, e se no1 Vl facciamo pressione si è perchè voi siete dei nostri, ed il ·popolo col quale vivete è della religione degli ebrei e dei ·C\ristiani.
partigiani del l\!ahdi, invasero il Sabdèrat; Ali Nurin, radunata la t ribù mosse loro incontro e, dopo una fazione durata sei ore, sebbene piagato -da tre colpi di lancia e di sciabola, li fugò per lande aride dove circa ·seimila morirono di sete. Nou sazio, o;;ò di lì a poco aggredire i Dervisci, con millecinquecento tra Beni-Amer, Sabdèrat, Allanga e soldati egiziani ; -quelli, sconfittolo, inorgogliti e ringa.gliarditi si gettarono, più che ventimila, nel Sa.b$_èrat, d'ecimarono la tribù, la dispersero, e Alì. Nuriu fu trasportato moribondo a Beitame. Riavutosi, dovunqoe si comb&.tta contro il Mahdi, egli porta soccorsi, tardi e scarsi al diglal dei Beni-Amer, validi a Mohamed Bey, Mudir di Kassala. accerchiato in Adernaiab, validissimo :agli A.lghèd~~"combattenti a Fitac ; e sempre primo nella mischia, sempre lasciando sul campo brandelli di carne e pozz_e di sangue. · « Ma aveva dovuto abbandonare il suo Sabdèrat: per riconquistirlo .contro forze di troppo soverchiaoti andò ad As mara, chiese soccorsi ad .Alula e li ottenne ;" e combattenrlo al suo fianco a Cufit, contro Osman Digma, r iportò u n'altra ferita g ravissima. Di quella guarì: ma non dell'altra che il ras gli fece, contentandosi di razzia re nei Baria anzichè proseguire verso Kas~ala, verso il letto roccioso dell' Ahoè e le pendici -dello Scerafa e dell' Horat che tuttavia rode il cuore dello Sceicco una •;J' bramosia sconsola ta di rivedere. « Due fatti bastano a di re l'ardimento e la fermezza dell'uomo. Eccone uno: nel gi ugno 1890 quando i Dervisci devastarono il Dega, Ali Nurin -era a Cheren: riferi togli che tra le donne dei Beni-Amer avevano rapito una sua. figliuola, egli parti a cavallo con due soli uomi ni , risoluto ad , .assaltare la colonna di più che milie armati, riprendere la Ì'lg-liuola o morire. Ed ecco l'altro: nei tempi della sua p·rosperitiL il capo dei Sabdèrat soleva celebrare troppo spesso e con troppe lunghe libazioni i ricordi d elle proprie vittorie; e per festeggiarsi del non essere caduto s ul campo ruzwla va dall'angareb (letto indigenoj. Arrivati i nostri ad Agordnt, giurò ·di non J1iù straviziare fino a che Kassala non fosSf! degli Italiani; e tenne e tìene il g-iuramento, macerandosi nel doppio, se non pari, rimpianto della patria e dell'acquavite. u
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« E se Dio, lodato e altissimo, manderà i vostri cuori per la fede e vi convertirà, e maledirete il diavolo e prenderete la cosa a cuore, ciò sarà bontà sua, poichè eali può0 convertire chi vuole e distribuire i suoi favori. . « Noi 9uand? sentiremo questo ci prostreremo ringra- · z1a_ndo Dw e CI rallegreremo, perchè sar ete usciti presto vo1 e le vostre famiglie per unirvi a noi. I vostri ben~ allora non saranno toccati dai vostri fratelli sostenitori della fede. Non abbiate premura, per questo, se ci scrivete prima voi e tutti quelli che sono con voi domandando la. protezione. « E se direte che quelli che vi comandano vi tengono s~rvegliati e non potete aver l'occasione per uscirne, e sev~ sep_arer_ete quando vi capiterà l'occasione non per questoVI aSSICUriamo. « Noi alziamo le braccia pregando Dio perchè faciliti la vostra uscita prima che si avvicinino le armate di Dio temendo che voi restiate compromessi in questo affar~ scabroso. . « Di? ha detto - nel giorno della presa non, serve agli 1,nfedeh ~a loro fede - e ha detto anche l'A!ti~simo - quandohanno v1sta la .nostra forza e hanno detto ·crediamo in Dio e non crediamo al passato essi non hanno credenza alcuna. e la loro fede non serve - e ba detto anche l'Altissimo i nostri soldati sono rovesciatori - e ha detto anche era giusta. per noi la vittoria dei fedeli. · <~ Cosi se :roi desiderate u~cire, come avete detto prima,. scnvete a no1 una lettera come una vostra lettera di prima~ segretamente, e consegnatela a chi a noi la porta di nascosto. « Egli avrà la protezione di Dio. del P wfeta, del Mahdi e ht virtù d:-lla religione e la via·ve'r so il Signore di quelli che sanno; 1l Cahfo del Mah di a loro saluti e benedizione. « Se dopo questo consiglio e qu-esta nostra attesa voi non acce~tate e non vi separate commettete un peccatocon quelh che perdono l'anima loro, e fra noi e con voi ~on ~i sa_rà, per la religione di Dio, che inimicizia, sempre~ .finche vo1 non crederete in un solo Dio. « A Dio piacendo ci cadrete nelle mani ed allora subirete il male per avere impedito la via di Dio. « Dalla par te degli Italiani tutto quello che progressivamente è successo lo ftl perchè Dio lodato e altissin1o colma il malfattore finch è lo afferra, e quando lo afferra non loabbandona e lo prende con stretta forte e potente.
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« N on sapete che gli infedeli hanno per promessa il fuoco e sono avviat i verso di questo? . « La. mano del potent~ ha. f~tto due_ parti e ha de~to -'per questi non ho destmato 1l paradiso e per quelh no~ ho destinato l'inferno - e disse· l'...~ltissimo - fra 9.uest1 vi sono i diso-raziati ed i felici, e quelli che so.no d1sgr~ ziati hanno n:l fuoco singhiozzi e sconforto - e dtsse l'A~tts· simo - i loro cuori sono stati marc&.ti senza che esst s~ ne siano accorti - e disse l'Altissimo ·- ha ~uggellat_o l loro cuori e le loro orecchie e li ha resi ciechi ~ e disse l'Altissimo - sono come le bestie e anche p~gg10 . . « Come voi musulmani, sapendo questo h cons1derate come ca.pÙ Forse che Dio alt~s~i~o . non ba dett~ che -: chi di voi tiene loro come am1c1 diviene come loro, che l codici di legge ed il Corano non li riguard~o? . « Domandiamo a Dio la sal vezza per no1 e per v~1. « Ed ora o amico Hassaballa Recamalla (l ) g1acche tu hai detto, dichiaraci qual'è la ~ua. tribù. di_ Sciùcria pe.rchè voi possiate unirvi a loro, polChe tutti ~~ trovano press~ Osobri, e se Dio faciliterà la vostra usc1ta dalla parte d~ El-Fascer, non sarà male, perchè gli Ansar (2) sono tutti vostri fratelli, e hanno conoscenza compl~ta. ~~ll~ vostre notizie, per sapere il posto dei loro parent1 Scmèna e per farvi uscire e unirvi a loro. «E se sei contro i malfattori coi quali convivete, . andando fuori in qualsiasi posto, q_uando sei_ vicino faccL u~ segnale, come si è c? n v~nuto pnma; e noi verr~mo. da v~ L e vi riuniremo a nOI per farvi entrare .nella fehctta vera. « E se hai premura esci presto, graz1e a_ ~10; nel .caso contrario la colpa è tua. e dopo te ne pentirai e non t1 servirà il pentimento. · « Caro Hassaballa, quando sei venuto col J?Ul~ nella qualità di infor matore e mi_ bai _n~.cc011tato e m1 ha1 detto ohe Alì N uri n lo hanno 1m prtgwnato, e che Moh_amed Aroda (3) era ferito, la prigione· è veramente per gll uo(l ) Hassaballa, della tribù dei Sciitcria, servi da iniormatore il giorno di Meluia (l'i' novembre 1894) in cui era redu ée da El-Fascer. (2) Ansar sostmito1·i (della fede) è il nome che si dànno fra loro quelli che in Egitto ed in Europa usiamo chiamare Dervisch (qucstuanti), che è il 110me che pt•ima si davano i soguaci del Mahdi. (S) Mohamed Aroda è capo della banda degli Ad- Ornar (stil·pe dei BeniAmer) ùi stanza a Kassa\a : egli fu realmente per qualche ten'lpo coi Derviscì.
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mtn1, e circa la ferita di Mohamed Aroda, hai dimenticato ti sei incontrato col. ragazzo Ab-El-Farrag e lo hai mformato che la truppa st trovava a Meluja e i cavalli ~ono partiti subito, di nasconderti in un posto e di alzare 1l segnale con venuto per ·farti distinguere dalla gente che non segue la retta via. <~ Qu~l che è passato è passato, cogli nell'avvenire; se tu esct pnma qhe la truppa si av·v icini è quello che si desidera, e se non ti riesce perchè sei circondato dalle truppe, quando saranno in vista i due avversari, allontàuati iu un posto e alza il segna le stabilito prima che ti càpiti male. » « Anno 1512. » 9u~ndo
Quando, in dicembre del 189-:l: e gennaio del 1895, si svolgevano le repressioni gloriose nel Tigrè, invano Mangascià attese una cooperazione dei Dervisci dalla parte di Kassala. Ahmed-Fadil, che al Ghedaref aveva ricevuto formali pro. poste di accordi da negozianti abissini inviati da ras Mangascià, non poteva credere che il vecchio odio abissino pei D ervisci fosse spento, e non prestò feder~0hè anzi i prepatativ.i• del Tigrè per l'adunata di armati gfi f~cero piuttosto sospettare un tranello. Tuttavia al cominciare del nuovo anno si verificava che il posto intermedio dei Dervisci, Osobri ed El-Fascer s' ingrossa~a. Alla fine di gennaio tutto era tranquillo. · Se il piano di attacco generale in Kassala era sincero, ne era stata differita l'esecuzione, a meno che non fossero stati, il graduale concentramento di forze sull' Atbara, l'ardito scorazzare di pattuglie dì cavalieri fin presso Kassala ed il ripete>re dei proclama per la guerra di sterminio una finta per mascherare il timore dì una nostra ulteriore avanzata verso la cittadella del Budan. · A metà. di febbraio le forze dei Dervisci sulla larga. fr onte erano così ripartite: a) lungo l'Atbara {tra Osobxi ed El-Fascer) 1500 fucili, 1800 lancie ed 800 cavalli; · b) neL Ghedaref 5000 fucili, 2000 lancie e 400 cavalli.' E la stagione delle pioggia cominciata, che con la piena dell' Atbara rendeva impossib ile qualunque passaggio di
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forze numerose dall'una all'altra sponda del fiume, rimandava senz'altro qualunque operazione all'aatunno. Un grosso corpo di truppa non si poteva neppure pensar~ a ~ndurlo contro Kassala, anche perchè la scarsezza delle pwggte nella regione, e l'interramento o l'abbandono dei pozzi dopo_ che i Dervisci ocèuparono il Taka ( 1), ren4evano la re-g10ne tutt'attorno a Kassala assolutamentè priva d'acqua. Ma le pattuglie di cavalieri non cessavano le loro pun~~ verso le nostre linee di esplorazione sull' Atbara; esse p1U che per combattere sembravano assai preocc~pate ~i raccoo-liere notizie di impedir~> alle pattughe spedite da o . Kassala di fare altrettanto verso l'A t bara. A Kassala il 3 marzo era giunto il telegrafo, e le comu· nicazioni erano facilitate di molto per la pronta.- trasmissione di avvisi e notizie. N ello stesso mese una pattuglia italiana si scontrava con cavalieri dervisci a nord di Tomat, li attaccava ucciden· don e molti e facé:fiClo alcuni prigionieri. In apriìè altre due volte avvenivano scontri: 1 h~ll'a'p~·ìma una grossa pattuglia italiana disperdeva un gruppo dl cavalieri a Gos Regieb, uccidendone nove, nella seconda una mezza compagnia itali'a na,"éomandata dal tenente Dotto ~ttao cava 300 cavalieri a trenta chilometri da K a.ssala, ne ucc1deva dodici ed··altri ne ferivà senza sopportare perdite (2). In séguito, a maggio le forze mahdiste concentrate verso la nbstra frontiera del Sudau erano così ripartite: a) ad Osobri 650 armati di fucile, 350 cavalieri e 1000 at·mati di lancia; ad El-Fascer 1600· fucili, 120 ca~alli e 1000 lancie. :"ie eri!; comandante l'Emiro Abu Angara (3) , sostituito dal Oalifa ad Ahmed Alì;
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(l) Il Taka è la provincia del Sudan orientale che ha ~er capoluogo Kassala. J!.ra sotto gli Egiziani tutta coltivata e produttiva, ed aveva comm~cio attivo con Sualdm pe i porti orientali del Mar Rosso. (2) Ad Umsetteba. . _ '3) Da non confondersi con I'o!llonimo valoroso condott1ero, che vmse il ~e del Goggiam a Debra-Sin, (sullo scorcio del J88'i) a sei giornate da Metemnah nel Gallabat .
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b ad Adara.mà. (1) 200 fucili, 200 cavalli e 1000 lancie ' con Osman Digma; c) nel Ghedaref 3000 fucili, 450 cavalli e 3000 lancie con Ahmed Fadil (2). ' Era~o dunque poco più di 12,000 uomini, di cui quasi la metà soltanto 11;rmati di fucili. Le munizioni si dicevano da concordi ~otizie essere scarse e scadenti, costringendo app~nto ad mgross~re le file con gr osso contingente di l~nCle. Il. morale der Dervisci non poteva essere molto alto, Sia pel rrcord~ ?e~le ri~etute sconfitte patite, sia per l'elemento rac~oght10~10 de1 c?rpi, che formava la maggiore p~rte ?eg.h armat1 e trasomati contro voglia a combattere. Dr qm. diserzioni frequenti, e spirito marziale depresso. I Bag~ara (3) ed i Taiscià (4), in minoranza, a stento contenevano col terrore le masse raccolte fra le popolazioni del paese. Il numero rilevante di cavalli, adatti a numerose e fre~uenti scorre~ie. ed a parziali sorprese, era pel momento \elemento mtghore, della forza dei Dervisci appostati sull Atbara e nel Ghedaref su di una linea di circa 300 chilometri.
(l) .Adaramà è la residenza abituale di Osman Digma in questi ultimi t emp1.
(2) Il corpo del Ghedar~f era tenuto sem..pre più numeroso deg li altri due, p: rchè, ol tre al con tmg ente ritenuto necessario per un 'eventuale operaziOne su Kassala col concorso deq-li altri due corpi, doveva essere pronto a parare .alle sempre temute minaccie da parte dell'Abissinia. (3) e,~ggara (~he significa nlle·vatori di bestiame) erano tribù, nomadi fino al.l ~usurrez rone mahdista, del Kordofan: vivevano esclusivamente di pasto~rzia, p~co. curandosi del lavoro della terra. Sono cacciatori intrepidi e fort1 g:uerrrer1, e combatterono incessantemente coi vicini e lontani. ~urbolenti ed arditi caval ieri, formano ora l 'aristocrazia dellil. dominaziOne del Califa ·Abdullahi che è baggara. (4) I Taiscià sono tribù di razza bagga1·a e ad essi· appartien e il Califa. '
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XII. Il capitano Persico nell'Aussa. - L' ingegnct·e italiano Capucci imprigionato da Me· nelik. - La missione religiosa etiopica in Russia. - La verità sulla comunanza religiosa delle chiese, russa cù etiopica. - La fuga (\cl valoroso Slatin bey da Omdurman.
Al cominciare dell'anno 1895, quando erano ancora recenti i trionfi di Coatit e Senafè dopo la repressione di H alai, un viagg~o del capitano P ersico con 25 soldat i indigeni nell'Aussa fece nascere nella stampa estera la notizia ~tupefacente di una spedizione di 1000 fucili per sollevare l'Harrar contro Menelik.... Per molte settimane si sbizzarirono i giornali a corto di notizie, colorendo la loro trov!l-ta a seconda dei vari umori e delle disposizioni personali dei redattori, contribuendo a propagare in poco tempo la nuova peregrina. Occorse del tempo parecchio perchè il pubblico., straniero specialmente, potes!?e ridurre la cosa ai suoi veri termini. Ecco come erano andate le cose : Da un pezzo i capi del Wollo-Galla avevano inviato lett ere al Governatore della Colonia E ritrea per ottenere l'apertura di commerci tra il loro paese e la costa di Beilul e di Assab. Mohamed, Anfari dell'Aussa per sua parte aveva mostrato desiderio di ritornare allo studio di un accarezzato progetto: aprire una strada fra il suo paese e la costa di Beilul. Nella opportunità di farne studio con qualche incaricato italiano, il sultano dell' Au.ssa insisteva perchè gli fosse inviato un ufficiale italiano, per consultarlo sull'ordinamento delle. proprie truppe. A reiterate insistenza il generale Baratieri mandava nell'Aussa il capitano Persico, (la cui compagnia era di guarnigione ad Assab) con la scorta di 25 ascari. Il capitano italiano doveva intendersi con l' Anfm'i ciréa la predetta strada, vedere come e fino a qual punto si poteva con tentat·lo per l'ordinamento del suo esercito, e studiare
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la r egione tra i fiumi Auàsc e Golima (l) fino alla frontiera dei Wollo-Galla. Con quest'ultimo incarico doveva assicurarsi se fossero fondati anche i desideri · dei capi di quei paesi (2). Il capitano Persico, dopo aver visitato ad H adela- Guhò l'Anfari nel suo capoluogo, percorse tutto il territorio dell'Aussa avanzando lungo la destra delr.A.uasc sino alla frontiera Galla, indi visitò il Golima, dovunque accolto festosamente. Mohamed gli richie>Je consigli -per organizza re i propri soldati e t utto il paese contro le non rare razzie deCYli Scioani, ed a tal uopo il capitano Persico gli lasciava :1: cuni graduati dei nostri ascari per l' istruzione dei suoi soldati. l . I Galla richiesero il capitano di una visita nel loro paese, e gli chiesero con insistenza che li ponesse sotto la protezione italiana. Alla fine di febbraio la missione minuscola (per quanto politicamente importantissima pei semi r-che gettava) faceva ritGrnQ in 1 Assab. Con una carta dei paesi visitati ed il risultato attendibile da questa visita si accrescevano forse per l'Eritrea i mezzi di difesa e di controffesa per le ·possibili velleità scioane. n ., L'Aussa, t ributario dello Scioa e per esso dell'E tiopia, era stato sempre di mira alle voglie di Menelik per sfamare i M
(l ) L'Auasc, del versante orientale etiopico, nasce al sud- ovest dei monti dello Scioa nella provincia di Finfinni, circonda Io Scioa stesso a sud, indi volgendo ad est si dirige alla baia di Tag:Iura., accresciuto dalle acque del Kasam. Dopo lunghissimo percorso l' Auasc diminuisce le sue acque g radatamente, llnchè le perde nel paludoso lago di Bada, nell'Aussa. Verso la metà del suo corso questo fiume ha fino a 50 metri di percorso, ed è profondo dai 10 a i 15 metri. .Il Golima n Hsce anch'esso sul versa nte orientale etiopico, presso il lago d'Asciang!J i, e s i dirige al Mar Rosso perdendosi nelle pianure sabbiose del paese def Danald li. (2) Avveni menti posteriori dimostrano del resto che la parte politica della missione non fu infruttuosa attirando a noi Mohamed per ·possibili evenienze future.
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suoi soldati nei tempi di scarsezza, e conosceva a fondo l'alto sovrano per non paventarne la cupidigia. Già si temeva nel paese che in· maggio Menelik avesse fatto all'Anfari una poco grata sua visita coi suoi soldati, e Mohamed si· preparò alla difesa. Menelik non osò. Dall'altro canto non era l"Aus;;a così lontano perchè l'eco della forza, delr autorità, dalla giustizia e dell'ordine che apportava. ritalia non vi pervenisse assai presto. ed una cooperazione avvenire dell"Anssa agli interessi italiani non potrebbe quindi mancare, data una insana iniziativa di Menelik, che a sua YOlta sarebbe assai impicciato nel suo fianco destro. I Galla, molte tribù dei quali le avidità scioane come famel ici cani avevano parecchie volte addentate, non avevano di Menelik e dello· Scioa ricordi e timori meno grandi: si aggiunga che per essere musalmani il loro odio asstÌ.me le forme terribili dell'odio fanatico, mai spento in Etiopia, perchè la comu nanza d'interessi non roai era fra loro esistita, e si spieghElrà di leggieri che tutto ciò eh~ è nemico a llo Scioa ,,è ,,..a mico dei Galla. Sotto questo punto dii 'Vi'sta adunque fu abile politica iniziare pratiche certamente fruttifere. Quando il gran Menelik da Entotto si avviò su Woro-'Yelu, l'avviso che un ufficiale italiano era stato nell'Aussa se fu per il Negus un saggio avvertimento non gli dette però saggi consigli. Rinunziò, è ver o, all'i.nvasione dell'Aussa, ma non esitò a dare altro appiglio di lagnanza alJ'Italia coll'arresto dell' ingegnere italiano Cappucci. L'ingegnere imprigionato da Menelik non aveva però veste diplomatica o ufficiale alcuna. Alcuni anni or sono per ragioni di affari e di professione si era recato nello Scioa e, quando le trattative più o meno felici degli agenti diplomatici o no per conto dell'Italia naufragarono in un pelago di insnccessi, era rimasto a l suo posto ~enza aver noie; anzi spesso chiamato era volent ieri da ì.Vlenelik per consigli e lavori professionali . Tuttavia aveva cont,inuato, modestamente, a rendere in momenti di pericolose difficoltà servizi preziosi al Governo della Colonia.
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In seguito, dicesi, al sequestro di un piego diret't o al Governatore della Colonia Eritrea, l'ingegnere Capucci fu condotto alla presenza di Menelik, e giudicato da un consiglio di cagi, a cui assistevano quei soliti immancabili fra-dcesi, fu arrestttto e tradotlio sopra l'A?r?ba Kuollasc. La conoscenza che gl'Italiani hanno oramai del carattere del Negus fa comprendere di leggieri come cer tamente il Capucci nulla avrà. a temere, almeno per la sua vita, con Menelik, timoroso di prendere una decisione assai grave,• anche se i soliti consigli europei degli amici a corte e la supremazia délla regina Taitù. volessero spingervelo. Come lovorava intanto il negus? Durante le 'brillanti operazion'i militari ridottesi all'andata a vVoro-Yeh.1 ed al ritorno in Entotto ed Adclis-Abeba, una strana avventura tentava intanto questo I mperatore, forse nella fiducia che un ausilio avrebbe trovato per levargli d'innanzi l' incubo degli Italiani. Una solenne missione abissina era inviata allo czar Nicolò II di Russia per portare saluti ed o~aggi fraterni- religiosi, e certament~ sperare . aiuto di ·consigli almeno. L a pretesa fratellanza e comunanza di religione mascherava certo altre cause all'invio della missione; ma a parte la riguardosita discutibile di una nazione europea a noi amica, Menelik mostrava poca conoscenza degli interessi g ravi eur opei, per collocare fondate speranze nel suo tentativo .• La missione Abissina. si componeva del (itaurari Dampto, figlio del degiacc Ailù Malacot, di tal Belasciò, di cagnasnwcc Gennemè e di Abba Gabrescbi prete di Harrar con ' ri· numeroso seguito. Il 12 luglio la 'missione abissina era cevuta solennemente dallo Czar, presentata da alti funzionari dello Stato, da dignitari del clero russo e dai membri della missione russa (l) in Abissina. (l) È noto che a gennaio 1895 era andata presso il Negus una missione politico-religiosa, guidata dali 'ufficiale russo Leontieft'. La missione sbarcava ad Obok, e con aiuti colà delle autori tà francesi si addentrava nello Scioa ed era ricevuta da Menelik coi massimi onori. Questo invio depa mis-
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Il capo della missione etiopica, Dampto, presèntava a Ni·{}Olò II delle lettere del Negus ed in nome di questo gli consegnava le insegne dell'Ordine di Salomone di prima .claSSf', un vangelo antico ed un cro.::ifìsso d'oro. Presentò ,inoltre alla Czarina Alessandra Feodorovna lettere della imperatrice T ai tù.. . . ! Gli onori t rionfali che furono prodigati dovunqt.e a piene mani alla missione giunsero ad un maximum sorprendente, ·-sicchè i ricevimenti solenni, gli auguri, le congratulazioni fatte ai neri frateUi di religione si possono senza tema di -essere in errore, tacciare di canzonatori e ridicoli nel fondo . Nè può dirsi altrimenti al leggere su pei giornali la gazzarra di gioia prodotta in tutti i paesi in cui la missione abissina si ·fermava, in omaggio a quella pretesa fratellanza di religione, .coprente for;;e invece suggestioni ost[li ed evidente malanimo ·diterzi. A parte lo scopo velato di simili dimostrazioni, è dif.:fìoile dire quale idea abbiano avuto in Russia della religione degli Abissini. Si parlava dovunque dello spirito religioso, .delle istituzioni ecclesiastiche numerose, delle scuole, del
·.sione ad uno Stato che in forza di notificazioni mternazionali valide, era -giuridicamente nostro protetto, non era stato notificato al\ 'Italia dal Governo russo, come non lo fu il ricevimento ufficiale della missione abis.-sin.a. i n Russia. Non è inutile inoltre qui rammentare che dalle informazioni r usse questi messeri erano gabellati continuamente per i più eminenti personaggi che ·Menelik avesse prescelti, e cosi, mallevadore Leontiff, essi erano nientemeno che: - It principe Dampto, il comandante itl capo delta cavallet·ia etiopica. - Bela~ciò, nipote di Menelik. - Il genemle Gennemè. - Il vescavo Ab!Ja Galn"esclti. Invece le informazioni sicure dali 'Harar a Massa;ua assodarono che .Dampto, comandante di qualche centinaia di cavalferi, è capo del piccolo paese del Tarà; Belasciò, assai noto in Ha.rar dagli europei è un privato -di poco conto; Gennemè, ora cagnasmacc, è quel lJa?-amiJa1'as, Gennemè ·venuto io Italia al seguito di Makonen; il vescovo Abba. Gabreschi è in··vece capo del clero di I·brar, col g rado di meltemer. UO -
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clero abissino, dell'amore che hanno per le dispute r eliaiose • t:> , e della tolleranza di Menelik per le sette dissidenti. In ver i_tà, ciò che è serio, e fuor d'ogni dubbio è che i: preti abissini sono poco meno ignoranti e sudici dei laici, che le loro vantate chiese sono al solito capanne più omeno pulite e coperte di paglia, e che le cerimonie religiose sono più somiglianti a quelle dei musulmani che a quelledei seguaci di Cristo. Come i maomettani, sono gli Abissini scrupolosi osservatori dei digiuni e pratica,no come quelli la. circoncisione; sono po!igami e aborrono la carne di maiale. L a religione abissina, che dovrebbe essere cristiano-copta (1}
non è adunque che una mescolanza di giudaismo, cristianesimo e paganesimo. Ma tiriamo innanzi. Nel corso dell'anno è di non poca importanza l'avvenimento della fuga di Slatin bey da Omdurman, ove era pri-
,li -cr
(l ) Ecco alcuni appunti sulle differenze capitali fra la r~ligione russa e la religione abissina: << L'assoluta e perpetua condanna della credenza· monofisita, cui finodal quarto secolo si attiene la relig ione abissina, fu d ichiarata nel Concilio di Calcedonia (Bosforo) avvenuto nei mesi di •<settembre ect ottobre d eli 'anno 451. In q'uesto Concilio, al qu ale presero _parte 520 vescovi, e dove papa Leone di Roma, che lo indisse, mandò come suoi rappresentanti cinque legati, fu condanr;ata la dottrina di ·Eutichio e d i 1\estorio, e nella plenaria sessione del 22 ottobre fu ammesso. come dogma di fede il seguente articolo: - Seguendo le regole dei Santi Padt·i doversi confessare e t'iconoscet·e l'unico nostt·o Sig1wre Gesi~ C:t·isto in du~ natut·e, ditlina e umat~a. « In questo stesso Concilio fu condannato il patriarca di Alessandria Dioscoro, perchè sosteneva che in Gesù Cristo vi ·e~a una sola natura~ quella dit1i11a. « Dioscoro e1-a Patriarca di Alessandria e succedaneo di San Cirillo, quando, valendosi del suo ascendente sull'animo di Teodosio, imperatore di Oriente, lo persuase. di indire un Concilio in Efeso nell'anno di Cristo 44'1. In questo Concilio egli consacrò le dottrine di Eutichio e di Nestorio, dichiarando eretici e stran-ieri alla comunione della Chiesa quelli che distinguevano in Gesù Cristo due nat ure, e quelli che in due persone lo dividevano, e volle la deppsi zione e la condanna a morte di F laviano vescovo di Costuntinopoli, il quale, d'accordo con i Legati di Leone papa. di Roma, sosteneva quella dottrina. .J « La morte dell'imperato re Teodosio dette animo al papa Leone di· riunire tutte le forze della cristianità per combattere le dottrine di Eutich\o o di Nestorio e per sconfessare e punire le deliberazioni prese . nel Concilio di Efeso sotto l 'il>p irazione di Dioscoro. Nella terza sessione del Concilio di Calcedonia fu pronunziata a carico di Dioscoro la seguente
sentenza: - . ... pet· la qttal cosa il santissimo e beatissimo at•civescOtlo della grande a1~tica Ro·ma, Leo-ne, pet· noi e per lo presente sacro Concilio, insieme col beatissimo Pietro apostolo, che è la base della C:hiesa cattolica e il fo-ndamento iella retta c1·edenza, lo l1a spogliato della dignità vescovile e io ha escluso da ogt~i sacerdotale ministerio. « Dioscoro fu subito relegato a Gangres n~:~lla PaOagonia, dove finì la sua vita nell'anno 454 dopo Gesù Cristo. La Chiesa di Alessandria susseguentemente riprese le dottrine di Dioscoro, alle quali ha sempre aderito la chiesa cristiana abissina. " Questi i dati del Concilio di Calcedonia, tolti dai documenti che conserva la Chiesa cattolica. 1\·f a la .tradizione etiopica conservando inalterata la verità dei fat ti fondamentali, · cioè la condanna della dottrina di Dioscoro per opel"d. di '!Leone papa di Roma, 1 J•itiene invece che lo stesso papa Leone intenenisse al Concilio e ch e, nel calore della discussione con Dioscoro, valendosi del vanta.ggio avuto dalla natura. di essere robustissimo, scendesse a vie di fatto contro il vescovo di Alessandria, e percuotendolo in lacciil. con un terribile pugno gli rompesse due denti. « Scorsi tanti secoli da quando è avvenuto il Concilio di Calcedonia, dopo il quale la rel igione cristiana abissina è rimal'ta sempre uguale, senza mescolarsi con altre credenze cristiane, soltanto oggi il clero cristiano moscovita comincia a dire che la religione abissina e quella moscovita sono identiche, per cui i preti russi possono benissimo andare in Etiopia ad esercitare la religione, e gli Abuna possono essere invia_.ti in Etiopia dalla chiesa moscovita. Ma a distruggere quest.o specioso artifizio, legato ad un concetto politico, basta 'citare le differenze fondamentali fra le due Chiese, quelle diftèrenze obe si basano appunto s ul!a questione dogmatica e sui principali articoli di fede, che sono alla portata di tutte le intelligenze e coscienze etiopiche, e che possono riassumerai in tre principali. " 1• La Chiesa russa r itiene che in Gesù Cristo trovinsi unite inseparabilmente e senza confusione due nature,· la divina e l'umana ; e conformemente a queste due nature eziand io due volontà, costituenti però una sola persona, Dio e Uomo insieme, in una parola, Uomo-Dio. " Questo appunto è il dog~a consac1·ato nel Concilio di Calcedonia, in antitesi con la dottrina di Dioscoro accettata dalla Chiesa abissina. " zo Nel calendario russo con la data 18 febbraio è consacrata la festa
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gioniero del Califa . La presenza nel mondo civile di quel distinto ufficiale · europeo non poco gioverà n. far conoscere a fondo il vero stato della potenza dei Dervisci nel Sudan. .Gia per la prima vol ta dopo l'insurrezione sudanese del 1882 si erano potute ricompor re od ordinare le notizie che li concernono su elementi sicuri, quando il magg iore inglese
di ·San Leone papa eli Roma, il cui più lodato lavoro (h:ggì Calendario
russo) è una lettera scritta al pa triarca Flaviano di Costantinopoli per dichiarare che in Gesù Cristo vi sono due nature, e ciò, a proposito della dottrina di Eutichio, il CJW1le dice che quando Nostro Sig:nor Gesù Cristo s'incarnò ebbe solo una natura divina. Jf' « Questa credenza nella santità di Leone papa di Roma è il piu fiero colpo alla credenza etiopica, considerando che ra appunto il papa Leone di Roma (quello che oggi i Russi adorano come un san to), che condannò e chiamò et·etìco il pa triarca Dioscoro. . << 3o La Chiesa russ<L nou santifica il sabato, men tre la Chiesa abissina lo san ti fica ; e fu questa una delle pr ìncìpali\llt:ause di ribellìone cont ro la propaganda cattolica ~ portoghese del secolo xv1, che voleva imporre agli Abissini la non santìficazione del sabato. « Può la Chies(!. russa vantare molte analogie C9J~ la Chiesa abissina sotto il punto di vista li t urg·ico, cioè moda lità nel ~?rifi ?.ìo della Messa, nella man iera di dare il battesimo, nella distribuzio1}e dei luoghi sacr i delle Chiese, nella divisione del tempo (calendario), sugli a rredi di cer i· monia, td anche nel non dipendere dall'attuale · Papa di Roma che è il capo di tutti i cattolici; ma ogni criterio di comunanza e dì associazione reli g iosa s'infrange contro ognuno dei tre dogmi su ri fer it i, che sono i . principali e ì più conosciuti art.icoli di fede delle credenze etiopiche. « Ness una rag·ione di conve nienza politica, nessun a considerazione di in teressi mate ria li può scuoter·e la fede del clero etiopico, e trascinal'io a lasciarsi sopraffat·c da ingerenze religiose s~ranìere, che non hanno di comune con le credenze abissine il dogma della natura un ica di Gesù Cristo. << Se il clero etiopico, credendo all'ug·uaglianza fra la Chiesa russa e la . Chiesa etiopica, lasciasse prendere la d irezione delle cose religiose agli emissari russi, perderebbe la fede ereditata dal pat riarca Dioscoro, e forse sarebbe causa del rinnovarsi dì quelle guerre maledette fra Abissini ed Abìssm i, che avven nero durante il regno di Osnar Saghed, quando quel Re accettò la relig ione venuta coi Portoghesi. La pace e la tran· quillità sarebbero un' a l tra volta perdute per l'Etiopia "· (Dall' Af?'icu Italia1~a, gazzetta di Massaua, del 3 marzo 1895).
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. te c&po dell'ufficio d'infor mazioni. presso l'esercito W tnga , l • hd' · · eg1z1ano pu bblicava a Londra nel· 1891 tllavoro . : Ma · f~srn ancl the Egyptian Suclan. Non poco vantaggw alle m ormazioni portarono le notizie dal padre Ohr''~al.del~, prete della missione d i D elen, nel K ordofan, poi png10mero per dieci anni (1882- 1892) del Mahdi e del Califa (l). Con la Storia eletta campagna del Suda'n del 1884 e 1885 del colonnello inglese H. E. C0lvile, pu bblicata a L ondra nel 1~~0 e di carattere esclusivamente militare, poche altre not1z1~ sparse potevano concor rer e a dare s~n:pre ~iù esatta .la Sl· tuazione di,rrg uei vasti paesi da tredwt anm segregat1 dal resto del mondo. Slatin bey, viennese, si chiama R odolfo .Slatin, e nel 187.3 a d iciassette anni em allogato al Cai ro m una casa commerciale. Cominciò a v iaggiare con von H ueglin, e nel 1879 fu conosciuto da Gordon che a ventitrè anni lo faceva governatore del Darfur (~}. . Scoppiata la r ibellione g raduale d i tutto il S udan egt~ ziano, Slatin bey tenne nel 1883 tes~ ai segl~a~i d.el ~ahdl Mohamed .A.hmed, agli Arabi nomad1 ed agh t~d1gem del DarfuF con incr'è''dibile abilità e valore; in vent1sette co~ battimenti uscì sempre vittorioso e riuscì a d iventare ~l terrore dei snot n emici. Ma la insurrezione dilagava ed 1l
(l) Ten yea1·s captivil?J t'n tlle Jl111adi's camp, i882-i 8 9 2 per c~ra: del map:giore F R. Wi n g:~te, da un manoscri tto orig ina le del padre GIU-
seppe Ohrwalder. . Dalle tre opere sopra citate il generale Luchino dal Verme r1cavav~ ·nava le n otizie espost e nell'aureo liùro I Dervt·sci 11el 8 udan eg•ecl ord 1 • • o•hi • · ziano (Voghera, Rom:.L1894), indispensabile g u rcla. per ch.r vog 11a . 1n P c e chiari t.rattì conoscer e l 'or·i g ine e lo svolgimento dell'msurrezJOne mah. ta che tanti danni portò all'Eg itto ed a lla civiltà.. d 1s n•· · ah 2) n Da rfu r, proviucia del Sudan appartenente a msurrez10n e .m · di~ta era :1nch'esso a ppartenuto agli Egiziani .che l'avevano .conqu1stato nel {874 per opera di Ismail Yacub pascìà, governatore d1 Kartum~ e Zobeìr Rahama, .gran .mercante dì schiavi. Il Da,rfur confina sommarlam~nte all'est c91 Kordofan, al nord col Sahara, al sud col po~olo ?enlta (popolo che abita le rive del Bahr- el- Gnzal) e acl ovest col " ada1.
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numero dei nel'llici cresceva rapidamente · Slat 1'n be y accor. . tosi che non. poteva più a lungo durare nella cerchia di ferro fa~ta~h. m torno, . ed a corto di munizioni, senza speranz~ dt amt1, finse dt sottomettersi pur che gli conservas1884 s·1 presen t·o a sero ll grado. . Così alla fine di giuo-no o Rahad (l) restd~nza del Califa Abdullahi, da cui fu rice, vuto con grandi onori. D .Califa volle farlo suo aiutante e gli profferse amicizia amm1randone l'eroismo. ma nella .sostanza lo costrinse ad esser se~pre con lui, sorvegliandolo di continuo: spesso Abdullaht lo consultava per consiglio e lo tratta<Va da amico . ~a non l ascJ.ava a l cuu mezzo per impedirgli ogni tentativo' d1 ~uga, ~asmandolo perfino a corto di mezzi di sussistenza. Oos1. duro per undici anni la penosa prigionìa del valoroso u:ffictale, spesso in pericolo di lasciare la vita nei momenti della ~aggiore i~a . di A?dullahi. La stretta guardia; fatta a Slatm bey gh 1mped1 sempre . ogni te.lllltativo di fuo-a finchè per opera del consolàto austria:co in Eo-itto e di vVin~ gate bey funzionario inglese (dai quali spes~o aveva rice:uto .seg.ret~mente lettere e denaro) rice~ messi segreti mcancatt d1 procurargli la fuga. j, Il 20 febbraio Siaroiu bey durante la notte potè uscire da Omdurman, e fuggire a dorso di cammello raggiung~~d~, dopo un ~ar~o. giro per evitare i persecutori spedittglJ 8! tergo, l alttptano sassoso di Kanaba.: di là il 3 _Passava il_N ilo e~ attraverso il deserto · raggiungeva il 6 l mont~ dt ~urva1. Il mattino del 16 giungeva, dopo una fuga dt venttsette giorni in cui aveva spesso patito la famE\ e. la sete e sofferenze d'ogni sorta, ad Assuan (2) dove era rwevuto non eli tu~iasmo dagli ufficiali · inglesi ed .egiziani., Da Assuan ~lat1~ bey s'imbarcava sul Nilo respirando Iihalmente la hberta, tanto agognata e forse molte volte (l) Rahad o Abu-Hanas è città del Sennaar poi'ta alla confluenza del fiume Rahad col Nilo Azzurro, ed è sulla riva destra di questo. (2) Città dell'alto Egitto sulla sponda destra del Nilo. Attualmente è limite meridionale delle guarnigioni egiziane.
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non creduta possibile, quando nella prigionia ad Omdurman studiava la vigilanza in cui era stretto dal Califa Ab.dullahi (l ).
XIII. n
proclama dell' Ecceghiè Teofìlos agli Abissini. - Suo. impor~anza politico. c religiosa nelle cose del Tigrè.
Alla fine di agosto, restando inalterata la situazique politico-militare sia per parte dei Dervisci tuttora inattivi nell' Atbara,.;-sia dalla parte del sud verso gli A bissiui, un nuovo a·tvengnento di importanza inapprezzabile dava il ·s uggello ai successi politici del buon governo. degl~ ~ta liani, apportando loro l'approvazione della Ch1esa t1grma, rappresentata così degnamente dall' Ecceghiè Teofilos, vet~covo della citta santa di Axum. li.T el 'ricrrè giullJJ.[aeva con l'eco dei festeggiamenti alla mis~ o o . -sione etiopica in Russia una insis·t ente voce : - la chtesa etiopica si sarebbe fra non inolto fusa c.on la chiesa _ru~sa; ~d a questo scopo era andata in Abissinia col commCiare .dell'anno la missione rnssa Leontieff, come in Russia era .andata assai prest o la missione etiopica di Da m pto. - Quest~ voce, aiutata d$1 tendenziose infor mazioni, acquistava assa1 credito fra le popolazioni ; e mescolando alla probabile eventualità di carattere religioso le speranze politiche di facili -se non g~rentiti a.i~ti d'ogni sorta per parte della Russia, minacciava di gett.ar la discordia e la confusionE\ nelle coscienze, prodromi di mali maggiori. L' Ecceghiè Teofilos, che prima di venire in Adua a s~t t omettersi al Governo della Colonia aveva nel volontano ~silio dalla sua chiesa ma~~rato lungamente il suo partito, non pose tempo in mezzo a levare alta la sua parola per scongiurare il pericolo, e portare con la sua voce ascol-
. (l) In ottobre dello stesso anp.o il valoroso ufficiale ritornava in Bg~tto .dove era reintegrato nel grado di generale egiziano. Egli ha 39 anm. l
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tat~ .bene a posto le cose. Bandì un lungo e solenne auagerehgwso, dettato dall'affetto per la religione sua e ddi Tigrini e dallo sdegno per i perturbatori scioani, ed il bando fu solennemente letto in Adua, con l' intE>.rvento delle au-· torità. e di tutti gli ufficiali italiani e gran numero di preti delle chiese del T igrè. Più di quattromila persone accorse dai dintorni udirono il verbo dell' Ecc~whiè che· l:> ' doveva in seguito essere pubblicato in tutti i mercati del Tigrè e divulgato eziandio nelle provincie soggette al negus Menelik. L.' Ecceghiè, dichiarandosi il « povero e misero seguace· e discepolo di Gesù Cristo, assiso sulla sedia di Tekla. Ai~a.no.t (1~, » si rivolge ai Tigrini suoi figli ed appellasi ai lor o rad10at1 sentimenti religiosi, insegnando loro « il timoredi Dio che permette di conservare la religione, fondamento· di ogni cosa. » Nel bando l' Ecceghiè TeofiÌos seguita riEJpilogando i canoni principali della religione etiopica decisa nei Conoill di Nicea, di Efeso e di Costantina; rammen ta. che per questa r eligione cui miravano al cuore i maledetti Der:viscì il Negus Giovanni aveva trovato la morte e che· tutto deve sotl'rire un tigrino per impedire che la sua r eligione santa venga turbar ta. T eofilos nota che quandO> ~angascià ai consigli del nuovo Negus attaccò gl' Italiani nmanendo sconfitto, e questi occuparono il Tigrè, egli temette che nuove questioni religiose sorgessero, come altra. volta. era avvenuto quando gli Egiziani vennero a contattO>
.
)
(l ) Tekla Aimanot, riconosciuto per santo dalla Chiesa abissina fu· monaco vissuto nel secolo xm, e la sua festa. ricorre il giorno del 'calendario abissino corrispondénte al 4 novembre. Fra le grandi opere attribuite dagli Abissini a questo santo va noverata quella di avere· nel 1250 rappattumata la dinastia usurpatrice del Lasta con la legittima dello Scioa. Con questa pace la dinastia del Lasta cedeva all'altra la parte usurpata dell'impero, e la dinastia dello Scioa cedeva al patriarca come feudo permanente della sua dignità ecclesiàstica la terza. parte del territorio contestato.- Fu questa una cessione assai somiglianteal potere temporale dei Papi.
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con gli Abissini. Ma gli Italiani non seguirono il doloroso esempio dei predscessori : essi dettero animo alle P?~o~a zioni predicando sempre e dovunque pac~ ed amt~lzta. Quando il generale Baratieri nella chiesa d1 Axum d1sse: - Abbiate coraggio e rimanete con la vostra fede.! tutti O'li animi dei buoni Tigrini dovettero esultare d1 contente~a: i tradimenti polit ici, i mutevoli fasti militan non tu; bavano le coscienze, e la religione era lasciata libera ed inconcussa dagli I taliani. . . . n bando dell' Ecceghiè r iandando sulle ripetute v1tton~ degli I taliani contro i Dervisci ne fa tocc~re c? n. ~~n o l · grandi v.antaggi ottenuti per queste dagh Abtsstm .e .ne rende grazie « a~ Dio italiano di Israele che eb~e pteta e misericordia dei stwi popo~i. }) Poi, parlando chtaramen~e della missione russa di L eontieff, che dice mandata m Etiopia per distruggerne la. religione, avverte energicamente così : ' « Uon costoro non abbiate un'ibne qualsiasi : non ascoltateli: essi . sono separati. da noi come nel Concil.io di C~l· cedonia furono separati Leone (l ) e Dioscoro; state m guardia dai falsi profeti che vP.ngono vestiti come pecore ed hanno il cuore di lupo! )> Le parole con cui termina l'auage sono il suggello e la conferma della credenza fondamen tale della Chiesa etiopica. L' Ecceghiè Teofilos così. finisce il suo caloroso proclama : « Noi proclamiamo in Cristo una sola natura, un~ . sola persona. Questo è il fondament~ della . nos~ra r~hgwne. I ddio vi benedica. Ascoltate e udtte e D10 v1 fara cono. scere il vero ! )} Le _parole di un uomo dell'autorità e. della tempra d1 Teo:filos non poca impressione sono .destmate a pr~durre sul popolo abissino att'3.ccato con superstiziosa e?er~1a .alla sua fede, unico legame che unì sempre le genti et-wpwhe contro nn nemico comune, facendogli attraversare nella
\l ) Papa Leone IV.'
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st'oria le. crisi pm gravi e conservandogli l'indipendenza per tanh secoli. La religione abissina ha carattere essenzialmente ~azi.onale, ed in opposizione al potere politico ~em~re. vanab1le per la sua indole di governo feudale, è tl mtghor legame patr~ottico delle popolazioni. E così la grande in~uenz~ morale e moderatrice del clero spiega il fatto che 1 pre~1 sono quasi sempre prescelti alle trattative fra capi e capi nei dissidi e nelle guerre intestine: le ambascerie, le funzioni più alte, più delicate e seD"rete sono ai preti affidate, come quelli che oltre al loro c:rattere dov~n~ue .altamente rispettato hanno l'importanza ed il prestJglO d1. sola classe istruita ed influente nel popolo. I preti raccolgono e conservano essi soli le tradizioni le . n~emorie . ed. i costumi del paese; sono depositarì dell; sprnto patnott1eo nelle sue più vecchie e pure tradizioni, ed è perciò che godono del rispetto e prestigio più sicur amente incrollabili. Clero .e p~p?lo allea.ti. avran~o presto ragione dovunque delle ammos1ta ~ degh mteress1 personali dei Oapi; e noi v~dremo senza ttmore svolgersi inevitabilmente, siam per dll'e, fatalmente~ un o déi più grandi problemi della politica e~tera dell'Italia in questi ultimi tempi : l'accoglierai fiduCloso delle popolazioni etiopiche sotto il manto italiano su ~ui. sta ~critto : l'ordine, la giustizia e la pace. Sono questi l b1sogm che 1 popoli- con cui l'Italia ha cercato il contatto in quest'ultimo quar to di secolo scispirano i~vano ~a tempi lontani, e le mire del popolo italiano non sono mgannatrici. Lasciamo stare per ora il siO'nificato delle parole di indipendenza, amor. proprio nazio~ale ed altro, che per ora sono agli Etiopi parole di non chiaro significato e di dubbio valore. Quando il ciclo della evoh~zione che per un pop0lo è fatale, inevitabile, sarà compmto, e le ultime resistenze di autocrati interessati saranno spuntate, l' I ta;lia avrà il v:anto di far risorgere la vecchia civ~ltà etiopica oppressa ~otto il peso delle sventure secol an, ed il popolo abissino sarà ben contento di risorgere sotto l'egida del .nome italiano.
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Questo l'avvenire prossimo che l'occhio intravede. Quale sarà l'avvenire lontano di queste tormentate piaghe erit ree? La storia soltanto può darci, con gli esempi, dei barlumi per l'avvenire lontano: ma la fede ci conforta, che qualunque cosa avverrà, propizia o no agli interessi materiali italiani, il g ran nome d'Italia sarà. gloriosamente legato al rinascimento dell'Etiopia.
XIV. L~ storia della Colonia Eritrea non ò chiusa. Governo italiano.
Dal), dichiarazioni
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programma del
La rovina creatasi da ras Mangascià. col suo spergiuro non era ancora completa. Il rinforzo di 1500 Tigrini venutio·li · di recente lo imbaldanziva, e la fiducia in aiuti ulteri~ri dallo Scioa· coloriva nel R~s nuove speranze di riuscire :finalmente nella partita imp-egnata e non ancora finita. Questa pagina di storia nòn ancora chiusa può così rima~ n ere ancora poco altro tempo Come sono ora le cos~ occorre senza dubbio togliere .Mangascià bruscamente dalla scenà politica del Tigrè o forzarlo ad' allontanarsene, o ve piuttosto la ragione delle nostre armi vendicatrici non arrivi senz'altro a ragaiunD"erlo ed a distruggerlo. Con la reo o d' cente occupazione territoriale di Adigrat. dell'Agamè e l A.dua sono in nostro potere importanti provincie che stendono la loro influenza diretta sull'Haramat, su parte dell'Enderta ·e parte del Gheralta. Il resto del paese, le parti restanti di Gheralta ed-E nd erta, il Tembien, il Tigrè pro- · priamente detto, lo Scirè, l'Adi-A.bo, il Semi en ed il Wolkait !;;Ubiscono fortemente l'influenza nostra da Adua. Con questa condizione ineluttabile di fatto due cose possono prossimamente derivarne: o Ma~~ascià v~rr~ a~cora .cercare la lotta in campo aperto e dectstvo, e l estto . e facrlmente prevedibile; oppure seguitando a farglisi il vuoto d'intorno sarà mano .mano costretto a ritirarsi oltre confine, abban-, donando del tutto il suo Tigrè.
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Com~nqu~ r~sol~ta cpu 1\:anga.scià la vertenza, il Tigrè per forza dt asstmdaztone contmuerà, come ha già cominciato, a ~ar ca~sa com_un~ con gli Italiani, ed andrà, guidato da ess1, assa1 volentten a battersi coi poco amati Scioanì q d M l"k · , uan o ene l- sr sarà finalmente deciso a. combattere seriamen~. ll ""con not que a guerra guerreggiata con armi e soldati di cui da un pezzo fa desiderare la promessa. Ed anche qui il problema ge_nerale della posizione dell'Italia nell'Eritrea non · sarebbe rtsoluto, ma con atti decisivi di Menelik si affretterebbe senza dubbio. Ciò che è nel voto dell'I talia. Inta~to,. avendo l'attuale situazione provocato nel Parla~ento 1tahano. molte interrogazioni al Governo, non ~ fuor ~1l~o~o trascnvere alcuni dati e dichiarazioni fatte da S. E . ~l Mm1str~ degli. Esteri italiano, barone B lanc, alla Camera 1 1 2~ lug~ro di quest'anno. Il linguaggio chiaro, leale, senza sott1~tes1 _ed ambiguità, ponendo la questione su di un terreno m cm non possono esservi equivoci, è notevole eziandio p~rchè .P?ne in piena hiée -guanto ·sia scevrn d'incertezze e d1 prectstone . il ~ro~ram~a del. Governo, come pur troppo non lo fu net pnm1 anm della nostra azione coloniale. :9ul trattato 1 di __Uccialli. - « L'articolo XVI del trattato « 1talo-etiopico 2 · ma:'ggio 1889 fu notificato l 'll ottobre « dello stesso anno alle potenze firmatarie dell'atto aene« r~le d1 Berlino del 26 febbraio 1885, come prescriv~ l'ar« trcolo 34 dell'atto medesimo. « Di quella notifica hanno preso atto: la Danimarca il « ~5 ottobre 1889; 'i l . Belgi~, il 16 ottobre 1889; l'Olan,da, « 1l 18 ottobre 1889; 11 Portogallo, pure il 18 ottobre 1889· ·« la Francia, il 20 ottobre 1889; l'Austria- Ungheria, il « otto br~ 1889; la Germania, il 25 ottobre 1889; l'Iughil« terra, d 30 ottobrE'\ 1889; la Svezia Norvegia, il 23 di« CeJ?lbre 1889; la Spagna, il 22 marzo 1890. « In quanto al Governo russo, esso seanava ricevimento « d.ella nostra. notifica i'l 30 novembre is89, con nota del « s~gnor _De G1ers allora ministro degli esteri .. In quella nota « st ~gglll_nge;~: - Celte communication ayant suggé1·é au « cabmet tmpe1•tal quelques observations, l'ambassadeur de
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« l' Em;perew· à Rome a été aulorise à en {aire pr.wt att Gou« vernement d' ltalie. « Quelle osservazioni furono esposte dal barone Uxkull « nel successivo dicembre, non per iscritto, ma verbalmente. « con l'onorevole Crispi, allora presidente del Consiglio e « ministro ad interim per gli affa:t:i esteri. Esse però, come « risulta dal Libro Verde: Etiopia, serie 2•, presentato alla « Camera il 6 maggio 1890 (doc. 70), si riassumevano sem« plicemente nel ricordo di una riser va fatta per incarico della « Sublime Porta, da Said Pascià, ~appresentante ottomano « alla Conferenza di B erlino del 1885. « Ora, quella riserva,· di molto a nteriore, come si vede. « al trattato italo-etiopico, c<.mc.erneva unicamente, come « era d'altronde naturale, i - possedimenti del Sultano. « E, se la 'rurchia aveva potuto accampare qualche infon« data pretesa sopra una parte del litorale eritreo già occu« pata dall'Egitto, pretesa che il Governo italiano aveva « antecedentemente respinta con pieno succ~sso oltre che « politico, giuridico, la Turchia stessa non aveva avuto mai, « in nessun · tempo ed a qualsivoglia titolo, ra.pporto ql,}al« siasi con l'Etiopia; alla quaìe quindi non si applicava e « non si sarebbe potuta applicare la ris~r;va di Said Pascià, « nemmeno se tale riserva fosse stata posteriore alla pro« clamazione ed alla notifica del nostro protettorato. « Nessun'altr a obbiezione essendo allora stata sollevata « dal Governo russo, lo stato di diri tto dell'Italia in Etiopia « veniva, così ad essere stabilito anche verso il Gabinetto « di Pietroburgo, secondo le norme internazionali. « Successivamente il protocollo anglo-italiano di delimi« tazione del 5 maggio ·essendo stato da noi comu~icato « anche al Gabinetto di Pietroburgo, la risposta data alla < nostra ambasciata fu che il Governo russo intendeva ri« manere estraneo alla questione, ed il Governo del R~ prese « atto d i tale dichiarazione di disinteressamento. « Ciò, per quanto si riferisce al passato. Per ciò che « riguarda; la posizione attuale, posso aggiungere che il Go« verno russo ci dichiara non avere in Etiopia altri iute-
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« ressi che religiosi; onde abbiamo potuto !imitarci ad « osser~are che il G-overno italiano, il quale ha pure accolto « c?n su1eera soddisfazione la prefettura apostolica nell'E-
« Menelik; come non hanno valore, verso le altre potenze, « analoghe defezioni di fatto di altri capi a_fricani, talvolta
« r1trea, n on aveya pei Lazzaristi alcuna preferenza a detri« m ento dei Popi. · « Certo è dunque che la posizione di diritto dell'Italia « in Etiopia è in perfetta regola, e nulla può ormai met· <
terla in forse. » Queste esplicite dichiarazioni appoggiate sui dati di fatto
c~e non ~utti finora erano nel dominio del pubblico, non g10nsero mopportune a far comprendere gen eralmente q uale fosse realmente la nostra posizione creataci nell'Africa orien tale, . di fronte alle potenze d'Europa, e sopratutto alla Russ1a ed alla. Francia, che non pochi volevano ostinarsi a creder e ed a far credere fossero contrarie ab initio · alle nostre occupazioni . . ? irca ~l contestato protettorato e la nostro posizione di dm~to d1 fronte al Negn.s d'Etiopia il Ministro degli Esteri agg10ngeva: « D_etto q~esto, per ris~ondere agli onorevoli interroganti, « aggu~ngero che non SI debbono dimenticare o-li altri e « più validi titoll che assicurano la nostra posizione, quale « potenza protettrice in diritto. Non · si deve dimenticare « che Menelik, il .quale non era che semplice re deÌlo Scioa, « non _fu accettato cqme Negus da tutta l'Abissinia, se non « graz1e alla nostra protezione, al nostro concorso armato, « alla nostra azione non solo politica, ma militare; che con« dizioni di questa investitura furono l' osservanza, per « parte sua, delle leggi internazionali contro ·la schiavitù, (( e l'amicizia perpetua all' Italia per parte sua e dei suoi << successori; che Menelik non partecipò all'atto di Bruxelles, « relativo speci~lmente alla schiavitù, se non come protetto « nostro!_d~ no1 rappresentato; che, se il trattato perpetuo « di Uccralh aveva per noi valore in quanto, debitamente « notificato, era il punto di partenza per ~tabilire interna« zionalment e la nostra situazione di fronte all'Etiopia, non « hanno valore, di fronte a tale situazione, i capricci di
l
« ribelli a lla potenza protettrice; se no, non vi sarebbe più. « diritto pubblii::lo per l'E uropa nelle questioni internazio« nali africane. « Nè si può far differenza t ra Menelik ed i protetti, tal« volta ribelli di altre potenze, con la scusa del suo cristia« nesimo, scusa la quale non può del resto sanare la sua « qualità d i r ecidivo nelle sue razzie di schiavi (1), anzi '« l'aggrava. Informi, del resto, la campagna che la F rancia « ha ora iniziata al Madagascar, per una simile questione « di trattato, contro la regina degl Hovas, cristiana essa ~ pure, cer to non meno c-ivile di Menelik, ·e, in ogni modo, «non schiavista. . Noi siamo, infine, non solo in Eritrea, ma. « in Etiopi:t in virtù del nostro diritto fondato sugli atti « di Berlino e d i Bruxelles, delle nostre armi bene adope« rate, e del nostro sanguè sparso contro il tradimento e « la ribellione compiuti e fomentati da Menelik ; le prove « ne fu~ono sequestrate nella sua corrispondenza con Bata « Agos e con Mangascià, insorti dietro sua suggestione. Nes« suna contestazione quindi è ammissibile sotto qualsivoglia « titolo; nessu,no può intervenire fra . Menelik e noi; questo « è un qonto che la sola Italia deve regolar e, nel tempo e « nel modo che più le sembreranno opportuni. )) Il Ministro degli Esteri italiano in seguito, rispondendo ad un desiderio dalla Camera e dal paese est-ernato, che il · Governo parlasse diffusamente e con chiarezza dei frutti raccolti finora dalla nostra polit ica coloniale, continuava così: (( Signor i, la politica coloniale è, di tlltte, la politica a « più lunga scadenza.· ··P ossiamo anzi constatare risultati « asssai più pronti che non siano riusciti a conseguire al<( trove altre potenze, che pure di quella politica avevano « fatto un'esperienza; assai più lunga della n ostra.
(l) Allusione alle sangu inose razzie nei Galla eseguite da Menelik tra lo scorcio del 1894 ed il 1895.
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DA KASSAI,A AD ADUA
DA K:ASSAL-1. AD ADUA
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« La recente estensione della nostra colonia (l) ci assicura
<<E, mentre la pace da noi assicurata a vaste r egioni
« la parte più forte dell'Etiopia; il nost.ro prestigio m ili tar e « si è ormai elevato nel modo e nel grado più soddisfacente, « essendosi confermata la rapidità delle mosse e l'attitudine
« porrà presto gl'indigeni stessi in condizione di contribuire « senza disagio in grado maggiore al bilancio coloniale, ab« biamo cercato, all'infuori dei tributi, altre risorse locali, « che ci permettano fra breve di diminuire il contributo ·« della madre patria. »
« di far molto con risparmio di mezzi, già confermate a « Kassala; ed ora si vanno praticamente concretando gli « scopi a cui deve mirare una colonia che, nel nostro pen-
« siero, è ben lungi dal dovere esse1·e una colonia di fun-
« zionarì, ma dev'essere in intimi e non inutili rapporti con « l'economia nazio,uale. ~< Il Parlamento apprenderà con soddisfazione dai docu« menti che presento (2), come abbiano progredito, ad onta « delle preoccupazioni g~erresche, i commerci, lE> entrate « doganali, accresciute di quasi 600,000 lire, la viabilità e « persino le scuole; e come cerchiamo di trar profitto ·da « tutte le forze utili, non esclusa la religiosa, quando questa « s'inspiri sinceramente a sens~ di patria, o, trattandosi di « stranieri, a sensi di umanità : ne sono pegno il favore da « noi, come ho detto, accordato aHa prefettura apostolica, « e la sicurezza da noi garantita alla missione svedese. « Abbiamo contenuto in cifre modeste i tributi degli 1n« digeni, tenuto conto che il paese risentiva e -risente i danni « delle guerre e delle rivolte che da troppo tempo lo stra« ziano ; ma sin d'ora abbiamo ottenuto che il paese da noi « occupato incominci a contribuire volonterosamente alle « spese dell'occupazione; anzi con tanta miglior volontà, in « quanto ormai è r eso evide!J.te agl'indigeni che il Governo· « dell'Italia assicura loro la difesa;"-)a giustizia., la éivile as« sistenza, la possibilità di far ri:fiorir~ un paese, che ab« biamo trovato nella pegg ior condizione, e nel quale tanti · « sarebbero pure g li elementi di prosperità.
(l) C:on l'occupazione di Adigra.t con l'Agamè e ùel territorio di Adua la. Colonia. raggiungeva la su perficie di circa. 150,000 l>:m. quadrati. (2) Documenti diplomatici sulla presa. di Cassala, sulla rivolta. di BathAgos e di ras Mangascià, sull'amministrazione civile della Colonia Eritrea. e sulla. Somalia italiana..
Occorreva eziandio chiarire le idee del Governo sul problema della colonizzazione, ·:fine ultimo della nostra occupazione, ed il Ministro degli Esteri non mancò di: rassicurare. « Daremo a suo tempo, - aggiungeva - i particolari « sulla colonizzazione; intanto mi basta citare lo studio che « si sta facendo d'accordo fra Roma e Massaua, del modo « come assicurare allo Stato il considerevole prodotto di quel ·« Pia.no del Sale, che è una delle necessità maggiori di buona « parte dell'Etiopia. « A proposito della coloni~zazione,, mi è grato rendere « omaggio all'opera volonteros~, all'intento altamente pa« triottic.o dell'onorevole Franchetti (1), il quale' con la stla « propaganda pratica lion h.a po~o contri_buito a dimost_r~re « che l'Eritrea eta degna d1 vemre stud1ata come possll::nle « terreno di una colonizzazione atta a risolvere almeno in « parte il problema della emigrazione italiana,· che ~a dive~ « nendo ogni giorno più difficile, e che non potrebbe m ogm « modo continuare a svolgersi in tutta perdita per la madre « pa~ria. , _h ... _ t ,. . '« _. _Il Governo di Massaua c1 a g1a annuncia o 1 mv1o ' « di un progetto completo .per la colonizzazione, sul quale « sa.rà tenuto conto delle proposte già formulate da una Com« missione per l'ordin~mento della proprietà fondiaria, di (l) n barone Franchetti, deputato al Parlamento~ f~ ma.n~ato i~ missione nella. Colonia. Eritrea. fin dal 1890 per esegmrv1 espenmentJ agricoli da servire di studio alla futura colonizzazione. In seguito, dopo la.v~ri di non dubbio valore pratico diretti con intelligenza e\l .a.morevoli cure il barone Franchetti rinunziava ai primi del 1895 al suo incarico, per divergenze di metodo con le idee del Governo della. Colonia.. 11,1 -
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« cui l'onorevole Franchetti appunto faceva parte, insieme « agli onorevoli Dal Verme, Cambray- Digny e Lu~~atti « Ippolito. « Quel progetto sarebbe già concretato, e costituirebbe « ormai la legislazione eritr ea per ciò che si riferisce alla « colonizz!Lzione, se gli ultimi avvenimenti no~ ne avessero « necessariamente l'itarda.ta la finale definizione ed attua« zione. Noi lo sottoporremo all'illuminato apprezzamento « di tutti gli elementi volonterosi e competenti, ben lieti « se anche a questo proposito potremo ottenere quella con« c01·dia che mai deve mancare nelle q~estioni di vero « interesse nazionale. « Intanto, perchè non sia interr otta l'opera, il Governo « ha dato pubblicità ad alcune norme generiche, stabilite dal « Governo di Massaua per la' concessione dei terreni. >~ (l)
(l) Ecco la circolare diramata dal Go\·ernatore della Colonia Eritra per st9.bilire le norme della colonizzazione: GOVERNO DELL'ERITREA - Sono già numerose e continuano a pervenire a questo Governo, così dall'Italia come d<~lle colonie Italiane all'estero, domande per concessioni di terreni coltivabili nell'Eritrea. Riservandosi di rispondere in via particolare a quelle fra tali domande che contengono r ichieste concrete di terreni o progetti conct·eti per colonizzazione, questo Governo crede intanto utile, per norma del pubblico che può avervi interesse, di portare a conoscenza quanto segue: 1° I terreni già in~emaniati nella Colonia Eritrea si concedono: a) a famiglie coloniche italiane, isolate o riunite in società, le quali si rechino nella colonia e s' impiantiÌ10 a propria spese sui terreni loro concessi; b) a società, istit uti o capitalisti, che s i obblighino di portare nella colonia ed impiantal'Vi a proprie spese famiglie coloniche italiane, purchè i contratti fra i concessionari dei terreni e le famiglie sieno approvati dal Governo locale, e purchè i terreni possano passare, dopo un tempo da determinare e secondo condizioni da stabilire, in proprietà diretta alle famiglie suddette ; c) a Società, istituti o capitalisti che intendano intraprendere colture di prodotti tropicali od allevamenti di bestiami, purchè garantiscano l'impiego di un capitale proporzionato alla estensione dei térreni conce-
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(( Quelle norme sono ad uso del pubblico, quindi non specificano il procedi-mento ufficiale amministrativo, e ·si limitano a dar conto di_ tutto ciò che può direttamante indi bili, e purchè ' ~i obbli-ghino a valersi di personale ita Hano, per la direzione delle aziende e per la sorveglianza dei lavori che potra~o essere affidati a mano d'opera indigena; 2• La quanti tà di terreno che si concede ad ogni famiglia colonica varia dagli otto ai venticinque ettari, secondo il numero, il sesso e l'età dei componenti la famiglia, secondo la qul\lità e la fertilità del terreno, -e secondo la estensione relativa degli appezzamenti di pascolo e di bosco -eventualmente comprési nella concessione. I terreni da concedere alle famiglie sono in località sane e di clima temperato, da 1000 a 2500 metri di altitudine, e sono atti in modo spe{liale alla coltura dei generi necessari alla vita ed all'allevamento del J1 bestiame. . 3• Alle famiglie fèoloniche isolate o riunite in società le concessioni odi terrjlno vengono fatte a titolo temporaneo per venti anni, durante i qualì, però, le famiglie possono acquistare il diritto di proprietà assoluta, ~ua ndo abbiano soddisfatto alle seguenti due condizioni: a) abbiano co~tivato continuamente e direttamente, durante cinqu~ anni, i terreni avuti in concessione; b) abbiano pagato, a titolo di prezzo di acquisto delle terre, una una somma che per l'annata agricola 1895- 96 potrà vàriare da L. 10 a L. 50 per ettaro, e che in seguito verrà determinata ogni anno da una Commissione appositamente nominata. 11 pagamento del prezzo di acquisto delle terre potrà 'esser lii.tto a rate, a volontà della famiglia concessionaria; ma non potrà essere prorogato oltre il limite della concessìone. Il diritto, di proprietà sulle terre verrà garantito e regolato dalle leggi della colonia. I terreni concessi saranno esenti da qualsiasi imposta diretta durante 1 primi dieci _anni. . 40 11 Governo della Colonia,. rispatto alle famiglie coloniche concess ionarie di terreni, si obbliga: _a) a congiungere man mano le località da esse abitate alla rete stradale della colonia; • b) a scavare eventualmente pozzi o a provvedere altrimenti acqua potabile nei centl'i abitati; · c) ad agevolare alle fam iglie l'aiuto della mano d'opera indigena che possa occorrere all'epoca dei raccolti; d) a provvedere nei centl'i maggiori al servizio religioso, al servizio medico ed alle scuole ;
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tessare chi voglia darsi ad esperimenti di colonizzazione. Le leggi e i decreti regolanti la materia sono d'altronde intieramente rispettati negli atti di.concessione. e) a facilitare i mezzi per tentare colture di pr~botti tropicali, impartendo istruzioni, distribuendo sementi, assegnando 'premi d' incoraggiamento, ecc.; /) a distribuire a pagamento piantine, sementi ed anche attrezzi da lavoro, quando non vi provveda l'industria locale. 5° Il Governo provve<:le gratuitamente allo alloggiamento temporanee> delle famiglie al loro arrivo in Massaua, nei luoghi di tappa e nel centro abitato più vicino ai terreni assegnati alle famigl'ill,' iino a quando questenon abbiano costruito i propri ricoveri sui terreni suddetti, il che dovrà essere fatto al termine massill_lO di quattro mesi dal gior.no dell'arrivo a. destinazione. r:.rr• . o• Gli uomini validi delle famiglie coloniche, j4anno l'obbligo di con-· correre, quando sia necessario, alla difesa locale: sono perciò armati,. organizzati ed istruiti nelle armi a cura del Governo. È intes~ non po-. tranno essere chiamati ad operazioni militari di campagna. · '7o La spesa d'impianto di una famiglià:'può variare da lire 2500 a. lire ..~i>OO (viaggio, arrresi e attrezzi, bestiame, a.bjtazi·one e mantenimento fino al primo raccolto). so Le domande 1 di concessione di famiglie che siano sprovviste dei . mezzi necessari per -fare iÌ viaggio e per impiantarsi completamente, non possono essere prese in considerazi6ne'~dal Governo, che non ha modo di· anticipare le somme occorrenti. 9° Il Governo eserciterà sopt·a le famiglie dei contadini italiani stanziate in Eritrea una continua, benevola e paterna! sorveglianza e . stanzierà in bilancio una somma moderata per sovvenire gli urgenti ed ,, "'·· eventuali bisogni. 10o L'epoca più propizia per l'ap-ivo dei coloni corre dall'ottobre a. tutto dicembre per le coltivazioni suil'(!ltipiano. 11• Le condizioni per le concessioni a società, istitut·i o capitalisti: (lettere b e c del num. l ) saranno concretate . volta per volta in seguite> alle domande degli interessati, i quali sarà bene, quando si tratti di af-. fa.re importante, che mandino loro incaricati nella colonia per visitare e· studiare i terreni e per condurre a termine in breve tempo le trattative inerenti alle concessioni. 12' Qualsiasi domanda o corrispondenza relativa a concessioni dovrà. essere indirizzata al «Governo del!' Eritrea - Ufficio colonizzazione Massaua." Massaua, addì 25 aprile 1895. Il Govei·nato1·e Q. B..tRA TIERI.
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« Perchè poi, nell'attesa del piano generale definitivo, nulla di un buon sis€ema organico venga compromesso da queste norme generiche, abbiamo fatto al Governo dèll'Eritrea :raccomandazione di limitare l'estensione dei terreni conceduti e i permessi provvisori d'occupazioni, di impedire le vend :te di terre & l speculatori per parte degli indigeni, e di interdire l'applicazione dell'ipoteca fuori della città di Massaua. E circa la colonizzazione infatti il generale Baratieri per :avere unità d'indi~izzo e raccogliere gli elementi necessari prima dell'ordinawento definitivo di un ufficio apposito, il .30 giugno di quest'anno decretava: l" che l'esistente ufficio di colonizzazione ed agricoltura <}essava di funzionare dal l" luglio; 2• che l'ammul.istrazior1e, sorveglianza, direzione e disciplina d;l person~le del villaggio agricolo « Utnberto I» pas· savano ~l R. commissario di Asmara, insieme alla gestione delle stagioni sperimentali di Godofelassi e di Asmara; a· che dal' l o luglio tutte le attribuzioni del cessato ufficio passavano all'ufficio del Governatore, il cui capo -avrebbe al più presto provveduto alla costitu:iione dell'ap· _posito « Ufficio di colonizzare ». Ecco come seguitava l'onorevole ministro Blanc: « I l p1·ogramma per l'avvenire- . .. Per questo abbiamo bisogno non solo d~l concorso del Parlamento, ma anche della. iniziativa privata, la quale non avrebbe ragione di trascurare un campo d'azione vasto ormai, e, per giudizio <}Oncorde di tutti i competenti italiani e stranieri, capace di rispondere al giusto ~esiderio di legittimi guadagni. Certo, noi contiamo mòlto sull'avvenire. Ma siamo pur <}O;nvinti che l'opera nostra, come è già riuscita di vantaggio .alla civiltà contro la schiavitù, contro le razzie, contro uno stato di barbarie mal dissimulata, così può perfettamente giustificarsi anche sotto l'aspetto ec(momico, purchè il paese <}i assecondi. « Intanto, ciò che si è fatto nell'Eritrea non ha soltanto servito localmente; è anche valso a distruggere m I talia e
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all'estero un pregiudizio che accrebbe la speranza degli avversari nostri, di poter infliggere all'Italia un disastro in Africa; il pregiudiz~o cioè che lo stesso Governo non avesse fiducia nell'avvenire della Colonia e la difendesse a malin· cuore e che quasi fosse virtualmente aperta la successione dell'I talia in Africa: noi infatti abbiamo fiducia nell'avvenire de,lla. Colonia., e sentiamo appieno il dovere di difenderla. E bene ormai lo si sappia da tutti . « Veniamo dunque alla essenziale questione della sicurezza dell'Eritrea. d « Noi siamo preparati agli eventi, con perfettà lealtà di intenzioni verso tutti quelli che vogliono mantenere con noi in Africa relazioni amichevoli, pronti a respingere e, se occorra, a prevenire gli attacchi. . < Di fronte alla ribellione ed al tradimento, ci siamo limitati a quella oculata e provvida dif~sa, che permetta possibilmente di stornare ofì:'ese ·nuove, o almeno -lasci loro il terreno meno favorevole. Di fronte al successo ci siamo fatti ·una legge di resistere al naturale e legittimo desiderio di espansioni, le quali, comprensibili per sè stesse, avrebbero potuto prestarsi a diverso giudizio, tenuto conto delle condizioni della madre patria, e della necessità dì contenere le spese entro ai più ristretti limiti ragionevolmente possibili. Ma, se nulla fu da noi compiuto che potesse apparire eccessivo e prematuro, nessuno ci può chiedere l'ab?andono d~ll'Agamè e del Tigrè, che sarebbe tanto più 1~co~sulto,. m quanto equivarrebbe a disertare le popolaZIOni ~rma1 fidenti in una effet~iva tranquillità sotto la nostra protezione, e non farebbe che compromettere l'avvenire garantitoci dalla incorporazione dell'elemento tigrino, il più belligero di tutta l'Etiopia. « In quanto alle nostre intenzioni per la difesa ~lteriore, non usurperò la. competenza del mio collega della guerra, e non ne parlerò se non dal punto di vista della politica estera, che è pure in parte responsabile della sicurezza nazionale. Dirò, in primo luogo, non essere utile nè prudente fare argomento di discussioni politiche le questioni .tecniche
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di difesa., come l'armamento degli indigeni, l'artiglieria, le fortificazioni e le eventuali marcia e contromarcie in caso di future operazioni. Sarebbe stato grave il mio err,ore, se per compiacere quella parte dell'opinione pubblica che mostrava di e~igere questo da me, fossi intervenuto nella questione, ad esempio, di fortificare, o meno, Adua, pregiudiça.ndo il parere che solo il comandante del luogo può emettere, se, cioè,· una data fortificazione sia appoggio per utili operazioni, o invece impedimento alla mobilità delle forze. « Circa a.i rinforzi da aggiungersi in caso di bisogno alla difesa locale, il ·nostro avvertimento è questo : prima che dallo Scioa portiate fino al Tigrè le vostre razzie di schiavi e di bestiame, e le vostre aggressioni alla Colonia italiana, le nostre rapide navi e i nostri pronti battaglioni avranno più che tempo per aiutare il generale Baratieri ad infliggervi un nuovo castigo. « Ho il convincimento che inteso così, nel senso cioè non di costose immobilizzazioni di elementi di difesa locale, bensì della massima mobilità, compenso della economia di forze, il problema della difesa. non sia meno conciliabile con l'economia, nell'Eritrea come in Italia. « In secondo luogo, noterò · che il problema della sicurezza dell'Eritrea si definisce meglio con la coordinazione di tutti i suoi elementi in una soluzione completa. Alcuni credono che detto problema si riduca a questa alternativa per noie: o di aspettare a perpetuità, l'arma al piede, un nemico che alternativamente si conforta con gli aiuti morali e materiali che spera dall'estero, e si sgomenta, come stranamente è succedut.o., alla notizia di elezioni favorevoli al Governo in Italia ; - o di slanciarci noi in'Vece dalla occupazione di Adua. e di Adigrat, alla conquista e all'amministrazione di tutta l'Etiopia. Ma sarebbe un errore limitare il problema a tale alternativa. Sarebbe rinnovare su più ampia scala la teoria del triangolo Massaua-AsmaraCheren, il sostituirvi senza altro il triangolo, diciamo, Massaua-Adua-Adigrat, o qualsiasi altro più esteso dal nord - al sud.
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«Non possiamo ignorare che negli ultimi tempi è invece dal sud al nord, che si sono andati maturando e svolgendo, per parte di altre pot.enze, i progressi della geografia politica in Africa. E ciò, senza spedizioni militari e senza guerra da parte nostre, dovrà avere i suoi effetti anche sulla parte meridionale del campo .a noi. riserba.to. «Noi, nel sistema ormai organico si~ della nostra coloni~ diretta, sia dei nostri protettorati compresi nella nostra sfera d'influenza, lavoriamo al mantenimento ed alle guarentigie della pacifica tutela, estesa a tutti quegli altri capi africani, protetti da noi a norma del diritto delle genti; i quali, minacciati dalle razzie di schiavi o dalle depredazioni di chi per primo ha ristabilita la tratta, ed è contro di noi, hanno ora con noi, contro il Negus attuale, interessi comuni. » ~l Ministro degli Esteri italiano, onorevole Blanc, terminava con l'osservare, che isolando noi Menelik col fargli il vuoto d'intorno, non tarderà nell'Etiopia la dissoluzione inevitabile, come è già avviata quella dei Dervisci. Invi tava in ultimo la Camera ad aspettare fidente la soluzione del problema africano. E quì si fermano i nostri appunti, in attesa. di prossimi eventi di non comune importanza prevedibile. Nessuna convenienza può esservi ormai per gli Italiani, e s9pratutto per Mangascià, di tenere le armi al piede. Resterà ancora inattivo il buon Menelik? ARNOLDO NraoLE'l'U-ALTIMARI tenoiìto ne! 210 {ante•·ia.
Nota. - Il presente lavoro fu consegnato alla Direzione in novembrll, qualche settimana prima degli ultimi avvenimonti. Ad esso farà seguito una Cronologia storica nella prossima dispensa. La Dit·ezùYM
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NOTIZIE
POLITICO-~IILITARI
Gravi avvenimenti in Af,.ica. - Gli Scio~ni dopo ess~rs~ ra~co'l~~-i~ parecchie decine di migliaia presso Borumleda, m~sseJO t~pt on t~ a. mente a marcie rapidissime e nei primi del mese gwnsero maspettatt al confine del Tigrè. . · La prima notizia in Roma si ebbe l' 8 dicembre .da. un dtspacc~o ,particolare il quale an~unz~ava. che dall'Amba Alagt st vedevano m . . . . lontammza i campi degh Scwant. . <:Ao-uente o-i ungeva ad Adigrat il generale Baratien, parttto m Il gwrno ~ve 6 F. d l . te"'O tuua fretta, al primo annunzio, da Mass~ua. mo a gtot·no s ::.::.. aveva avuto luogo un sanguinoso combattimento.. . .. L'avangunrdia degli Scioani, forte di venti. e ptù mti~ uommt era comandata da ras ì\lakonnen; pàre che ques.tt a~pen~ gwnto al confi ne abbia mandato al GovernatorQ una specte dt ttlt~'lnatum, con proposte di pace inaccettabili. . r . Per due· o tre giorni durarono le trattative, poi impro.vvtsam~nte g ~ Scioani passarono il Tsellari, ed attaccarono con grand t forze . t nostrt posti"avanzati. r . d'O' . Era all'Amba Al~tgi il maggiore Toselli co~ 4o battag t~ne w .t!:)e~t , cd una batteria da montagna su quattro pezzt; q.ualt:he ch~lomett.o p~ innanzi stava una compagnia comandata da! caplla~o Perstc? ~ dt.ver::..e bande· quali comandate da ufficiali nostri, qualt da capt mdt~em. Quest~ truppe, all'avanzarsi del nemico. ripie~arono sul ba~tagbon~ Tose Il.t, ",d un ite ad esso opposero erotca .. reststenza, ma futono so prall'atte dal numero stragrande di nemtci.
* *« · h Ecco il rapporto telegrafico c e su quest.o fa.tt o. d'armi . .' .il quale as-._ su nse le proporzioni di una vera bauagha, mvtò tl gtot no H co t rente il o-enerale Baratieri: . . ' Hico~tituisco secondo i tenenti Bodrero e Pagell.a tl combattimento dell'Amba Alngi, in attesa della relazione Arirnond1. . . · · d' Amba Ala"i fot·ti ssima batte la strada AsCJanghtD l Ile di Bootà • La postztone ' <> ' • Antalo che è costretta lambirne il fianco OJ'tenta1e. a co
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irradiansi però due vie secondarie; una per Falagà, dopo aver girato ad est dell'Amba si riunisce alla via principale nel piano di Deva, l'altra difficilissima s'inerpica per gli anfratti del fianco occidentale dell'Amba e superato il colle pieua per Toaorà e l\{uaaià. l:> O t:O c Il mattino del 7 corrente verso le ore 6 e mezza i piccoli posti s~gnalat·ono un movimento di cavalieri nel piano di Atzalà e poche salve di una centuria della compagnia Canovetti bastavano a fugarli subito. Dopo notossi un movimento al colle di Bootà e la colonna di Ras-Oiiè_ composta _di circa sottemila uomini avviarsi per la via Falagà. Il magg1ore ToseliJ aveva fin dal giorno precedente disposto che le bande di Ras Sebath e di Degiac Alì (3o0 fucili) tenessero il colle per cui passa la strada Falagà alla estrema sinistt·a; che le compagnie Issel e Canovetti tenessero la sinistra con centuria avanzata verso la chiesa di Atzalà; che la batteria Angherà, scortata dalla compagnia Persico tenesse il eentro; che le bande dell'Oculè-Cusai (a 50 fu eili) tenessero le colline sovrastanti la strada per Tagorà ; che scek Tala con 340 fucili stesse sulla destra a difesa del colle 'foo-orà-1\lonai ~ · o 01!1 u' che le compagnie Ricci, .Bruzzi e la centuria Pagella stessero in riserva. a La colonna di Ras Oliè con un atlaCC().I•frontale anolgente impegnò 11ala sinistra; Ras Sebath preso di fianco e di fronte, clòvetle rip_iegare lasciando l~ due compagnie Issel e Canovetti scopet·te e costrmgendole a cambtat·e la fronte, pur sempre trattenendo il nemico incalzante. ' Intanto dal colle di Dootà sboccava imponente la colonna di Ras ~~ ikael e di ~as Maconnen, circa i 5,000 fucili, diretta per la via prinCipale verso ti centro della posizione. • La nostra ala sinistra, sebbene stremata, con brillanti contrattacchi . . ' teneva m r1spetto forze venti volte superiori. ' Erano morti i tenenti l\lolinari e Barale e ferito il tenente Mazzei. A Toselli premeva tenere ancora quella posizione che protem•eva la strada diretta di Antnlo, d'onde sperava veder ·giungere la l:)~olonna .Arimondi, e slanciò a sinistra la compagnia Ricci. « Erano le 9 circa. Ricci avanzò ardito e impegnassi a fon do. Il nemico dovette ripiegare incalzato sul fronte. Frattanto la batteria apri~a squarci nella pesante colonna scioana, ma questa, riordinata, contmuava ad avanzare lentamente. · ~ Giu ngeva allora (ore 9,4o) l'avviso· da Volpicelli che un'altra colonna comandata dai ras Alula e Mangascià tentava girare la nostra destra tendendo al colle di Togo1·à. Anche da quella parte comiuciava viva la fucil ata. Toselli non vedendo giungere gli sperati aiuti decise
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' di restringere la difesa e tene1·si addossato all'Amba. 1\fandò ordini (ore H ) a Ricci, Canovetti é Issel di eseguire un ultimo contrattacco e ritirata sotto l'Amba; sarebbero stati protetti dalla sezione Manfredini. c Intanto la colonna principale scioana avanzava sulla batteria nè valevano a trattenerla i tiri aggiustati e le snlve della centuria Persico. Toselli allora ordinò che le !talmerie fossero inrolonnate sulla via di Togorà ed il movimento cominciò lentamente. • A proteggerlo, Pagella colla centuria del 6° fu m:mdato, passando al nord dell'Amba, al colle Togo1·à a sostenere le bande e Scech Thala; e .Manfn~dini ebbe ordine di spostarsi colla sezione da quella parte. Le truppe erano sempre alla mano dci propri comandanti, gli spostamenti si eseguivano ordinatamente. L'ottava compagnia rimasta in riserva, comandata dal tenente Bruzzi, fu distesa all'est dell'Amba; e perduta alle 12,40 ogni speranza di soccorsi, Toselli ordinò la ritirata per scaglioni sulla strada del Togarn. Appena gli Scioani, che avanzavano guardinghi, si accorsero del cessa re del fuoco della batteria, avanzarono incalzando. Momento grave l . la strada strettissima, soprastante a precipizio di 400 metri, era ingombm di muletti carichi di fedti. , l\lanf1·edini riuscì a mette1·si in batteria; .Pagella si distese ·a protezione della cvloona aO'oll~ntesi ; ma Scek Thala ·aveva ripiegato in disordine; le bande dr.l tenente Volpicolli erano disfatte; l'altura sulla quale correva a mezza costa la strada era coronata dalla gent.e di Ras Alula, sparante a menb di cinquàn ta passi, in Oiggendo pet·dite enormi. , I nostri Ascari rispondevano al fuoco ritirandosi, ma intanto la comp3gnia Bruzzi disfatta non potè più far argine alle grosse colonne di Ras Maconuen e di Ras Oliè, che si avanzava celeremente prendendo i nostri alle spalle. Quivi subirono le maggiori perdite. c I sudanesi del tenente Scala, piuttostochè cedere i pezzi, rovesciarono i muli, i cannoni e le munizioni nel precipizio. , Manfredini mitragliò a cinquanta passi; ma il numero esorbitante degli scioani impediva ogni ulteriore difesa. Allora cominciò la discesa dal dirupo precipite per proseguire il movimento su Macallè. " · «Ultimo a partit·e dal colle fu Toselli, che conservando la sua calma e serena energia dava gli ordini affinchò il danno fosse minore. Pochi ufficiali erano con lui; Angheril, Persico, B odr~:;ro, Pagella ' e i suoi più fidi ~ol dati tutti erano esauriti. · « La pic('ola schiera andò man mano assou.igliandosi nella discesa per continue perdite inflitte con tiri a dieci pnssì. • Giunta dopo un'ora dì scesa su lla s trad:~ di Antalo, Toselli ordinò ancora a Bod rero di raccogliere i rimasti e condurli a 1\'fac;d\è, c rima-
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nen~o sul posto si voltò verso il nemico porgendosi bersaglio ai suoi colp1; cadde allora e con lui tutti gli altd . « Bodrero si portò alla testa della colonna per riordiniu·la; riuscì a trattenere i disper3i e portarli ad Arimondi, che si ;rovava ad Aderà e che ancora nulla sapeva del combattimento. . '. Si erano salvati anche Pagella e Bazzani. Arimondi, tenendo in rispetto il nemico, rimase fino a notte ad Aderà, racr.ogliendo feriti e dispersi ed a notte rientrò a Macallè.
zioso per apparecchiare la difesa. Gli ultimi dispacci recano che il generale Baratieri, stabilita ed ordinata la prima linea, ha opportunamente pensato alla 'seconda, inviando all'Asmara il generale Arimondi, onde assicurure il normale funzionamento del governo coloniale, ordinare la milizia mobile ·ed i rinforzi attesi dall'Italia.
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Fino dal giorno precedente il generale Arirnondi da Macallè al'el'a mandato replicatamente al maggiore Toselli l'ordine di ripiegare; pa•·e che quest'ordine non sia giunto a destinazione. Il generale Arimondi frattanto si mosse per sostenere la ritirata di Toselli e giunse alle ore i6 a mezza strada fra Macallè e l'amba nella posizione_ ~i Aderà. Quivi trovò gli avanzi delle truppe Toselli, (circa 300 uormn1 con tre ufficiali) inseguiti da colonne nemiche. Impeanò con esse combattimento e riuscì a fe1·marle, ma avendo saputo qu=nlo era successo credette opportuno ripiegare su Macallè. Gli scioani che combattevano ad Amba Alagì erano certo più di ventimila e consistevano dei corpi di ras .Micael, l\faconnen, Alula, Mangascià, Butul e l\fangascià-Atichim. Le perdite degli scioani sono calcolate da tre a quattro mila uomini. Le nostre, circa duemila. La notizia del combattimento di Amba Alagì, venuta a cognizione coi particolari, non produsse alcuna cattiva impressione nella popolazione dell' Agamè, e il morale delle nostre ti'Uppe indigene si mantenne altissimo; anzi gli esempi di eroismo dati da ufficiali e t;ruppa in quel combattimento, il valore e la fedeltà dimostrata· dalle bande valsP.ro a rafforzare nelle popolazioni e nella truppa il sentimento di solidarietà e la fiducia di ca':lciare presto dal Tigrè gl'invasori scioani. Il generale Baratieri ha concentrato t.utte Iè sue forze fr·a Adigrat ed Ada-Gamus, posizione ava11zar.a a cii·ca 25 chilometri da Adigrat. Ha chiamato la milizia mobile, che rispose vo!onterosa ; al momento in cui scriviamo (i5 dicembre) si trovano concentrati fra Adigrat e Ada-Gamus non meno di !2000 uomini. Gli scioani non sono ancora in vista di i\facallè. Gli esploratori segnalano solo la p1·esenza di alcuni cavalieri Galla che scot·azzano nelle vicinanze. È evidente che i vincitori intimiditi dalla resistenza incontrata e dalle perdite subite esitano ad avanzarsi ed aspettano i corpi che tengono dietro all'avanguardia; frattanto ci lasciano un tempo pre-
••• La notizia dell'improvviso arrivo degli scioani e del combattimento di Amba Alagi produsse in Italia un senso di dolorosa sorpresa, a cui tenne dietro un senso di ammirazione per il maggiore Toselli, per i suoi prodi caduti, ma non il minimo senso di scoraggiamento o di sfiducia. II governo; il Parlamento e le popolazioni si mostrarono pari alla gravità d ~l momento. Si è subito disposto che 11 a il Hi e il ! 8 corrente partano da Napoli due vapori della « Navigazione generale , con tre b.attaglion.i (fra cui uno di bersaalieri) e due bauerie da montagna; tra t l 24, e ti 26. ~ · partiranno altri due battaglioni e poco appresso altri quattro (fra cut un battaglione alpino) e una batlet·ia da m on tag n~. , Assiemp, alle truppe partirà per l'Africa il matenale da guerra occorrente e tanti i mezzi di trasporto quanto sarà possibile raccoglierne e inviarne. Il governo ha deciso di non negare al governatore dell'Eritrea niente di quanto gli occorra per la difesa della colonia ed il Parlamento seconda volenterosamente il governo. Avendo questo tempo addietro presentato un disegno di legge per maggiore contributo di tre milioni per le spese d'Africa sull'esercizio i89o-96, la giunta. genera i~ del bilancio modificò il progetto ministeriale, proponendo che mvece d1 tre milioni foss·e autorizzato un maggiore contributo di sette; il che, naturalmente venne dal Ministero accettato. Le popolazioni espressero il loro sentimento colle feste e le acclamazioni alle truppe partenti pet· l'Africa, con unanimità e carattere plebiscitario in tutte le città d' Italia. II paese vuole vendicati i suoi morti e manten uto alto l'onore della sua bandiera.
• ** 11 i2 ebbe luouo alla Camera una solenne commemorazione dei caduti all'Amba Al:ui. Vi presero parte deputati dei vari partiti. L'on. Sola disse~ « Poiché oramai si conoscono i nom i dei valorosi italiani morti nell'Amba Alagi, credo rendermi i nterpr•~te del sentimento unanime della Camera chiedendo al governo che alle famig~ie. loro s' in~ viino le condoglianze del Parlamento ». L'on. Blanc, mm1stro degh
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~ffari esteri, si associò ai :lentimenti espressi dall'on. Sola e disse che
che specialmente toccano interessi locali. Fu pure sollevato il dubbio che il nuovo sistema di reclutamen to cd ordinamento dell'esercito, al quale alcune disposizioni dei decreti-legge spianano la via, sia esso· stesso un avviamento al cosiddello sistema territoriale, che trova molti avveJ·sari nella Camera e nel paese. Lo spazio non ci permette' di espone neppure per sunto le ragioni degli oppositori, ai rtuali rispose il 7 dicembre con un lungo ed elaborato discorso l'on. Ministro della guerra. Rispetto ai collegi milita1·i sfatò assolutamente le ragioni degli oppo~itori, parlando coll'esperienza non solo di vecchio militare, ma di un ex comandal,lte di collegio. Dimostrò che i collegi militari costano molto più che il pubblico non c1·edn e rispondono allo scopo molto meno che il pubblico non creda, tanto sotto il rapporto dell' istruzione quanto sotto quello dell'educazione. Provò colla statistica alla mano che non sono affatto necessari come semenzai dell'accademia militare e che fra gli uscenti da questa, i meglio classificati non sono sempre, come potrebbe credersi, i provenienti dai collegi. Riguardo alle fabbriche d'armi, senza occuparsi dei ragionamenti fatti d:1i difensori troppo zelanti d' interessi locali, dimostrò l'utilità del concentramento e la vanità del timore che la riduzione delle fabbriche d'anni possa essere un danno alla saldezza dell'esercito o un pericolo per il suo buono armamento. Rispeuo finalmente al nuovo sistema di reclutamento ed ordinamento dimostrò, nel modo più evidepte, )fl djiTerenza tra esso e il temuto sistema territoriale; lasciando pure com prendere che non sa1·ebhe alieno dall'accettare un 01·dine del giorno o on articolo aggiuntivo, che al sistema tel'ritorinle in tempo eli pace precludesse la via. Il discorso dell'onorevole Moccnni, auentamente ascoltato dalla Camera e spesso interrotto da applausi, chiuse la disct.:ssione generale. Il 12 cominciò la discussione dei singoli articoli , i quali vennero approvati, senza notevoli incidenti, fino al 58 (soppressione dei collegi militari) sul quale s'impegnò una viva discussione. L'onorevole ministro della guerm dichiarò di mantenere intatte le sue proposte di soppressione. Si venne al voto per appello nominale e la Yit.toria dell'ono· revole Mocenni fu maggiore di quanto si poteva sperare: favorevoli alla soppressione 1.68 ; contrari 91..
Il .gove1·~o non ~vr~bbe mancato di farsene interpetre presso le f~miglie de1 prodr caduti. L on. Galimberti I'appresentante del paèse natale del maggiore Toselli disse di lui commoventi parole e concùiuse ben augurando dell'avvenire d,ella patria che ha ancora di questi eroi e rilevando che la giovane generazione non è ·degenere da quelle che ci ha~no dato la patria. L'on. Cavallolti, con ispirate parole, mandò anche e~h un saluto ai prodi figli d'Italia caduti in Africa. L'on. generale l\tocenni, ministro della guerra disse: « Io ringrazio dal profondo del cuore gli onorevoli Sola e Galimberti, le cui pa1·ole lasceranno un'eco nei nostri cuori. Io rino-razio rulli gli altri e ringrazio la Camera di aver· reso cotanto onore, ro~ore mao-giore che il. Paese può rendere, ai forti che sono caduti ad Amba Ala~i. c L'esercito sarà g1·ato alla Carnera di vedere questa concordia !)di sentimenti prorompere ~a ogni suo banco. Ed io faccio voti perchò questa concord1a perduri affinchè l'amore alla Patria sia sempre fru ttuoso. c Io faccio voti che l'ombra del maggiore Toselli, di questo glorioso soldato, che tutto ha preveduto e veduto, che hll cercato perfino di impe~ir,~ ~h e i.l .ne~ico ~i impadronisse dei suoi ultimi pezzi e delle sue ultrrue muniziOni, che ha cercatt• di salvaro gli ultimi"l1esidui delle sue truppe affinchè potessero l'aggiungere la colonna del generale Ari~ondi c. poi ~ìero ~d er?ico si è _volta.to al nemico offrendo bersaglio il petto ar suoi colp1, e l ombra de1 suo1 compagni morti con lui alegai i o t~rno alla nost1·a bandiera il giorno in cui la Patria ed il Re cl~amassero gli italiani a maggiori cimenti ». Dopo ciò il presidente della Camera propose che i deputati, in piedi, mandassero un!lnimi un saluto alla memoria del maggiore T'aselli e dei suoi compagni. Tutti i deputati si alzarono in giedi e vivi e prolungati applausi risuonarono nell'a ula e nelle t1·ibune. Il giorno appresso simile commemorazione' ehhe luogo in Senato.
•*• Il lJ, corrente è cominciata alla Camera la d{scussionc del ·progetto
per la conversioni' in legge dei decreti-legge militari del 6 novembre i 894, e ha proseguita stra.scinandosi lentamente, intramezzata da interroaazioni e interpellanze, sicchè al momento in cui scriviamo non è anc~ra finita. I punti più battuti dall'opposizione furono la soppressione dei collegi militari e il concentramento delle fabbriche d'armi, siccome quelli
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** Nei giorni seguenti la discussione di questo progettC' di legge languì, prima intw·otta da interrogazioni di varie s~ e poi soffocata dalle
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interpellanze sull'Africa, delle quali daremo un cenno nella prossima puntata. Fra le interrogazioni, alcune interessanti in se stesse e per le risposte avute furono rivolte all'onorevole ministro della guerra. Noteren:o ~u~ll~ dell"?~orevole Lucifero .sul nuovo § 226 del regolamento d1 dtsmphna mil!lat·e, circa la sorveglianza dei comandanti di corpo sugli ufficiali, per quanto riguarda i matrimoni illegittimi. L'onot·evole l\locenni nella sua risposta, dopo avere indicato i criteri che lo indussero a sosti tuire all'antico il nuovo paragrafo, dichiarò cbe, ai co· ma~danti di corpo, che cont1·avveranno al medesi mo, applicherà il provvedimento della messa in disponibilità, e fJ·allanto rinnovò l'assicut·a7.ione che, appena saranno. eliminate alcune difficoltà, ripresenterà una legge organica sul matrimonio degli uffìciali. Alt1·a intenogazione non molto interllssante in se stessa, ma resa tale dagli oppositori che ne colsero occasione per dare un voto politico, fu quella rivolta il 1.4 allo stesso ministro da vari deputati, circa presunte irregolarità avvenute in un acquisto di grani fatto dall'amministrazione della guen'a a L. 22, 60 il quint~le, mentre avrebbe potuto averlo a poco più di L. 20. L'onorevole 1\locenni, con molta calma fornì ::.gli interro•ranti gli schiarimenti domandati, disse che aveva ordinato un' inchiest~ e prl)mise di comunicarne alla Camera i risultati fra un mese; ma gl'interpellanti, non contenti, pt·oposero una mozione che suonava sfiducia al ministero. La questione assunse cat·attere politico. Si venne al voto pet· l'appello nominale e il ministero riportò cento voti di maggiot·anza.
•••
Ft·a le disposizioni militari emanate nella quindicina notiamo solo la più importante : il 1·ichiamo degli uomini della classe del 1.873 ultimamente congedeti. I tempi" che corrono, le partenze per l'Africa, l'esigua forza a cui e1·ano ridotte le compagnie spìegano e giustificano abba stanza questa misura. Roma, il H> dicembre.
NOTIZIE MILITARI ESTERE FRANCIA. [l nuovo 1'/fiiio d'administra.tion et 1;ontrole. - Con decreto 7 novembre, -del nuovo Ministro della guerra. Cavaignac, fu istitu ito presso il medesimo ministero un ufficio di segt·etariato genet·ale per l' administratùm ..et contrale. Con successivo decreto del15 novembre si stabiliscono nettamente le aLtribuzioni del capo di stato maggiore generale e le relazioni di dipendenza fra il medesimo ed i ·vari direttori generali del Ministero .in tutto ciò che ha tratto à l"orgrmis·1tion, à l"instruction des t1·oupes, rì la mobilisation, la défense du ten·itoire. Da'la l'importanza dell'argomento, è conveniente trascriv~rci i motivi ·Che hanno dettalO i l decret.O del io UOVel)1bre ed il decreto Stes50
Relazione. Vous avez bien voulu, sut· ma pt·opos!Lwn, décider, par décret du 7 novemb1·e 1.89o, que, pour coordonp.er l'action des divers servi.~es de mon administralion, il serait créo, dans le département de la guene, .un em ploi de secrétairc géoéral. La mème nécessité s'impose dans les mesures qui touchent à l'organisation, à l'instruction des troupes, à la mobilisation, à la défense du territoire. Pour que '!es efforts des diverses armes et services convergent, sans déperdition des forces, vers le but commun qui est la préparntion à la guer1·e, il est nécessaire qu'ils reçoivent l'impulsion commune du .chef ò'état majot· général qui, au plus hnut degJ·é a vis à vis de moi, la responsnbili,té de ce tte prépa ralion.
x.
Dec1·eto.
Arlicle i ." - Les ùi rections d'armes, la direction des services admi:nistratifs et celle du service de santé sont placées sous J'action du chef d'état major général pour tout ce qui concerne l'organisation ou l'instruction des troupes, la mobilisatiou, l'armement, la défense du terri.toire et la constitution des approvisionnt'ments de guerre. Ui -
ANNO XL.
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Arlicl e 2.•- La clélégatinn géné1·ale de la signature du ministre est attribu ée ou chef d' état rnnjor général pour toutes le~ all"nires rentrant dans Jes cauigorics indi~ uées à l'article précédr.nl. Article 3.•- Les dispositions relatives au fonctionuernent de l'administr3tion centrale, qui ne sont pas contraires :w présent décret, tlemeurent en vigueur. Article 4-. • - te ministre de la guerre est chargé de l'exécution du présent décret. R ichiami alle armi per istruzione nel1896. - Il Ministro della guerra ha di ramato le disposizioni pel richiamo alle armi per istruzione nel :1896 pci riservisti dell'esercito auivo e dell'esercito territoriale. A) Le classi dell'esercito :dtivo richiamate sono quelle del 1885 e :1889 e nella loro chiamata si osserveranno le seguenti modalità: a) saranno chiama li per un periodo di 28 giorni dal 24 agosto al· 20 settembre i riserv isti di fanteria purchè non inscritti sui ruoli dei reggimenti di fa nlcritt di riserva; b) sa ranno Ghinmati per un periodo di 28 giorni dal 28 settembre al 25 ottobre; fo i riservisti !ISCri tti ai battaglioni cacciatori a piedi"ed ai de-· posi ti dei reggimenti regionali; 2o nlcuni ri~ervisti di determinati reggimenti di fanteria e battaglioni cacciatori a piedi. Questi però, richiamati per precetto personale, potranno anche essere chinmati per scaglioni in epoche diverse. c) sa ranno chinmuti con p1·eceuo personale dal ·13 aprile 11l 10 mnggio i riservisti dci battaglioni di fanteria leggera d'Africa; d) i riservisti di cavlllleria sa ranno richiamati con precetto personale in tre serie scaglionate dal 6 gennaio al i 0_ aprile; e) per i riservisti d'artiglieria si faranno diverse chiamate, cioè,. si chiameranno: :to con preceui personali dal :14 ap1·ile alla fine di luglio i riservisti istrui ti; 2o con manifesti di chiamata dal 27 luglio al 23 agosto i rise rvist~ non sufficien temente istruiti; 3o con manifesti di chiamata dal 24 agosto al 20 settembre i riservisti dell'artiglieria da fortezza ; f) i riservisti del genio saranno divisi in tre scaglioni e chiamati con precetti personali, due in primavera ed il terzo dal 24 agosto a~ ~O settembre. Vi sono eccezioni pc1· al~une specialità, cioè: ·1° i riservisti del genio impiegati delle ferrovie, quali saranno. chiamati dal 4 al 31 maggio;
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2o i riservis'tì sapeurs-conducteurs che Stll·anno richinmati subito dopo le manovr•~. " . . . 3o i riservisti ascritti al 3ervi1.io telegrafico ottiCO ed agh apparati elettrici delle fortezze che ~aranno chiamati per serie scaglionate da marzo a giuano · " ;) ~~n è fissata alcuna epoca pcl richiamo dei rise1·visti del treno e dei servizi vari. B) Ollre agli uomini delle due classi sopracitate ~a ranno pure chia· mati: t o euli uomini della displlnibilità dalla classe 1892 dal 24 agosto al 20 settembre. 2o i ri3ervisti che hanno ottenuto di ritardare la chiamata nel -1895 purchè iwn siano .ascritti ai reggimenti di fa~teria di r~serva: . C) Dell'esercito t~rritoriale sono chia mati alle arm1 ~er ts t1·uzw~e nel :l896 la clas,e del '1880 e :l88:l appartenenti :~ ll a fanten a, cHvallem , arti,rlieria e uenio, al treno, alle sezioni operai d'amministrazione, alle se-zi~ni infcr~1ieri, alla geuda rmel·ia ed' al personale dei tribunali militari. Si osservenmn•l in questa chiamata le seguenti modalitll: a) Gli ascrirti :~ Il a fa ntP.ria ed al genio sa ranno chiamati in una o due volte; b) 'quelli a;crini alla cavalleria in una sola volta; c) quelli ascritti all'artigliei"Ìa m ·due vQltc; d) il 1o scaglione sarà chiamato dal 28 settembre al iO ottobre, il 2o dal i~ ottobre al 31 ottobre; e) i zappaturi telegralìsti saranno chiom:~ti con precetto personale e per scaglioni da mnrzo a giugno; . . . . f) gl'individui ascritti al tr'eno saranno chtamatl per sene scaghonate lungo l'anno. . . . . E) Sono pure chiamati a ri~poudere ad una n vtsta d1 appello al momento della riunione dei consigli di revisione: a) Gli uomini dei servizi ausilia ri della classe 1893, 1889, i 885, 1880, 1875; b) gli uomini della riserva dell'esercito territonale del_la_ classe :18_75: F) Infine in1Algeria e Tunisia sono ch iamati alle arrnt 1 n serV.IStl ?~ tutte le armi del continaente Algerino della classe :l89:L e sono apphcabth o . . in Aloe,·ia e Tunisia le disposizioni rillenenti gli uomini ascritti ai serv1z1 ausili~ri e quelli della riserva dell'esercito territ.oriale.
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ROMANIA.
Truppe suppletir;e : l reggimento artiglieria (8 pezzi d'artiglieria montata, 8 a c~lVallo) 1/<J battaglione genio (2 compagnie). Colonna munizioni, sezione d'ambulanza di corpo d'armata, colonna sussistenza, car-
. Manovre de~ corrente anno. - Le grandi manovre rumene di questanno. esegutte dal t" c 2° corpo d'armata (Craiova e Bucarest) r 1 · d • 1• anno . parte d1 que _ peno o d isLruzione, che, ~m une ad ·ogni arma e corpo, h~ luogo ognt anno. dal 1. 0 al 30 settembre (1.3 settembre, 12 otLobre, sttle nuovo). Esse SI s~olsero d~m n te i giorni 22-26 settembre (4-8 ottobre), alla presen~a d1 S. l'ti. t! re Carlo negli ultimi tre giorni. Le truppe che v1 presoro parte vennero divise in due partiti nel modo che segue: P ATITI TO NORD.
I Corpo d'cmnata, aali ordini del "->{Jeneral e a·1 d'tvtstoue, .. v tenente generale Berendei: i~ ~ivisione f~nteria (generale .Tarca), 4 'reggimento fanteria (i 2 batt~ ghom ) , i _reggtmento art.iglieria (i 6 pezzi), colonna munizioni divisiOnale, sezwne d'ambulanza division8le, ecc. _2a . Di·visione _fante?·ia. (genera le Carcaletzano): lk reggimenti ·tf2 hattaghom), ~ reggimento d'artiglieria (1.6 pezzi); colon!la munizioni divisionale, sez10ne d'n rnhu lanza divisionale. ecc. Tr-uppe supplet·ive: 1 reggi mento d'artiglieria (8 pezzi d' ar tinlieria montata, 8 a cavallo) . Colonna munizioni. sezione ambulanza dtcorpo d'a rmata, colonna sussistenza. ecc. Divi:;ione d~ cavalleria _« Rosciori » (generale Baicoia1m): 6 regcimenli (2i squadroni (1.). e relattva artiglieria a cavallo (2 batterie su 4"pezzi). Totale del parttto nord 24. '/, battaglioni, 21. squadroni, ti6 pezzi. P ARTI TO SUD.
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C~?~
d'annata, comandato dal generale di divisione E. Arion: Crutescu): 4 reggimenti (1.2 battaglioni), 1 reggunento d artlgl 1e1'1a (i 6 pezzi), colonna munizioni sezione ambulanza divisionale, ecc. ' 4a Divis~on~ fanteria (generale Argentoia1l:u); 4 rerro~'rnenti fa nteria (i2 bnttagl~o~t),. i ba~taglioni cacciatori, :1 reggimeu:l' artiglieria, colonna mumztoni e sezione ambu lauza divisionale. ~WIStone ((l,!lt~ri~, ~enerala
' (l) 3 squa1roni di un reggimento non prese•·o parto alle manovre a causa di una acllt.a ofta lmìo sviluppata~! nella trufJpà.
reggi, ecc. Div-isione di cavall-eria , Calarasci, (generale Salmen): o reggimenti (24. sq11adroni) e :-elativa ar tiglieria a cavallo (2 bnuel'ie su 4 pezzi). Totale del partito sutl 25 1/t bauaglioni, 24 squadroni, 56 pezzi. N.B. :\egli ultimi due giorni delle grandi manovre al ·1° corpo d'armata (partito nord) fu aggiunta una divisione fant eria (la 5•, con sede a B'JZen). La furza delle compagnie di fanteria e cacciatori era di 1.26 uomini. Quella dfigli squ3'droni « Calar asci • di 1H e degli sq uadroni « Rosciori • H 5-120 cavalli. I reggimenti d'artiglieria erano su 4. batterie ciascu na di 4. pezzi e 2 cassoni. Si aveva -1 fucina sola per reggimento. (La 5\ batteria d'ogni reggimento era stata sciolta per fÒrnìre cavalli e conducenti alle colonne munizicmi). Fra le truppe dfll genio del 1o c.)l'po d'a1·mata comprendevasi un distaccamento pontieri con ma teriale per 30 metri di ponte; fra quelle del 2• corpo, nn parco ae,·ostatico. Due sezioni , telefoniche erano assegnate a cinsct1ua delle due divisioni di cava llerin. P el servizio san-itario ogni ambulanza d·iv·isionale di corpo d'armata aveva soltanto -1/4 del materiale assegnato in caso di guerra. Pel servizio sussistenza in ciascu n coqJO d'armata venne or~anizzat<> con c~u·ri di requisizione una colontut sussisteuzct, colla quale era trasportata una giornata di viveri di riserva (biscotto e carne in scatole) pe1· l'intero corpo d' armata. Inoltre ogni reggimento di fanterie o riparto di truppa, con carreggio pure di requisi.zione, recava con sè un'altra giornata di viveri : in lì ne il solda to ne portava nella tasca a pane una terz.a giornata. Erano assegnate a ciascun fan taccino 98 wrtucce a salve di pQivere senza fumo, ad ogni soldato di cavalleria 20, a ciascun pezzo 1.00 colpi (polvere nera). 50 solJati per compagnia di fanteria avevano la vanghett.a Linemann. Il terreno 'i celto per le grandi manovre fu la zona a nord-ovest. di Bucarest., determinata a nord dal corso della Talomitza, a sud dalla linea dei forti (in qncl tratto che es:-i cingllno ad occidente e s'etten trione la c~pitale), ad est dalla grande wada Burarest-Pioesti . ed ovest dal corso della Dimbovitza e dnlla Stl·nda dn nucn rest-Fundat.a-Tergovitr.a . '6.:
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La direzione delle grandi manovre venne assunta dal capo di stato maggiore dell'esercito, generale J .. Laho vari. I temi delle manoHe >;i svolsero secondo la ipotesi generale che un' ~rmata del nord, l'avanguardia della quale era il l corpo d'armata, fosse in marcia verso Bucarest, preceduta a due gi<•rna te di marcia da una divisione di cavalleria; mentre un corpo d'armata (II) e una divisione di ca.,alleria, operando nel raggio della piazz~ forte di Bucarest, a vevnno per còmpito di coprire la zona nord-ovest della piaz1.a ~ d'i mpedire al nemico di aHicinarsi alla medesima. Le cinque giornate di manovre (22-26 settembre) furono chiuse da una rivista delle truppe passata da S. M. il Re dO(lO la manovra del 26, prima che annotlasse Alla r~edesim a presero parte 61 battagl!oni, 49 squadroni, 128 pezzi; in totale circa 39 mila uomioi.e 6800 cavalli. Durante le grandi manovre, per diminuire il numero degli spedati si fecero cal1.are da questi le opnitza (sandali di cuoio non conciato), colle quali si ottiene nna pronto guarigione dci feriti, senza che occorra !asciarli alle ambulanze. Degno di nota è che su 39 mila uomin i che presero parte alle gnmd i manovre. solo 6.i entrarono all'ospedale. Quest'anno per la prima volta fu adoperato lo zaino per gli ufficiali di fanteria non mon tati; esso è di cuoio nero, poco più piccolo di quello del soldato, e vien por·tato nello stesso modo. Parimente per la prima volta intervennero alie grandi manovre gli allievi delle scuole militari appartenen ti all'ultimo ed al penulti mo corso, ad agnuno dei qua li fu dato il comando di 11n plotone di fanteria: ciò, al doppio scopo, di irnpartir·c una istruziorre veramente pratica agli nllievi, e di ovviare all'inconveniente della mancanza di ufnciali. SVIZZERA.
l/accentramento mitita·re respinto. -
AllÒrchè nello scorso anno il
Con~iglio nazionale respinse il progetto di legge Fr·ey, sulla riorganiz-
znzione dell'esercito, votò eziandio un ordine del giorno col qua le invitava il Consiglio federale di proporre un' nuovo proget\o completo di organizzazione e di esaminare, nel più breve tempo possibile, se era il caso di riformare a questo proposito la costituzione vigente. Nel decorso mese di giugno l'assemblea nazionale approvava, a grande maggioranza le modificazioni agli artiCllJi mili tari della Costitur,ione, proposte dal Consiglio federale; e t•rtt. o lasciava crédere che l' accen- , tramonto dell'amministrazione militare in mano del g~verno della Con-
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federazione fosse per essere accettata anche dal popolo svizzero, chiato a pronunziaTsi a mezzo del referend:nrn. Infatti non un membro ma d l.. l . . . della -dell' assemblea nazionale sorse allora a difen ~re g.1 u timi a;anzi . sovranità militare dei Cantoni, dappoichè in tultt 1 mer~brr. era radi· cata la convinzione rclre la revisione militare della Costituzwne f?sse una necessitù dei tempi, indispE<n~abi le p('r ottenere .quella mag~wr~ saldeZ?.a delle istituzioni militari reclamata dalla rnaggwranza dell eset-cito sviuero. .. Riu ~ci perciò inaspettato il voto del 3 novem?re u. s.! tant~ ptu eh~ non era punto nelle intenzioni del potere esecut.Ivo toglrer~ aJ. Canto~,' ·il diritto di sovranità militare, ma solamente c.h dare un .mdwzzo pru ·omogeneo alle va r·ie branche dell'azienda militare, .i.n gu1sa da ac~.re scerne l'efficacia e conseguen temente ottenere una pru forte compa 0 tne nell'esercito. « 1tr10 11 essersi approvata tcde_qge nei te1'minì in cui era stata ~resent~ta -cosi si esp rime uno degli uflìciali più consider~ti nel l'eserc!lo svt~zero, il colonnello \Ville - significa che il popolo svt7.zcro,. per un ~naltntc~o .amor proprio nega di concccler·c alle autor·ità governa~rve .qucll ~p pogg10 di cui Jo richiedevano per pote•·e ottenere dal cittadrno m unlforme ~a · · · esaLI"« de dover ii militari ' nell'interesse solo della patrra .COSCIC117.a pru -comune •. . .. Senza dubbio lo spirito che aveva ispirato gli nutor1 d~lla rev~s~one .era la migliore gua•·entigia che i difetti della organizz.azwn.e ~rl.rtare vigente sarebbero stati per spari re ; e se il potere eset;utlvo nuscira ~ ~ome si augura la stampa bon pensante del paese- n. co1:regger~ que~te imperfe1.ioni, anche senza rnodrlìcare per ora l~ Costr~u zt~ne, SI provocherà senza dubb10 •Joa corrente nel popolo che unporr<I pot dop?, come .dovere patriottico e di amor proprio, il migl ioramento dP.lla d1fesa nazionale. ' . . 11 rir~etLo della legge, ripete il colonnello Wille, impone al Cons1?lro 0 iederale di rendere, per quanto è possibile, l'esercit? for~e, col re~J,mO .altuale. Una volta quEsto scopo rnggiunto, non SI :Jvra allora pru a lemere un seco~do rigetto della legge. 11 risultato dei 1·e{erendttnt è stato il seguen te : Hanno votato per il sì in genere tutti i Cantoni !~deschi, mentr~ quelli f1·ancesi cattolici hanno respinto a ~rand.e m~gg.tora nza la revrsione militare; in In orlo che si son trovatt sd11eraiJ d1 front~ da una parte i conservatori dall'altra ì radicali.. Que:ta ~c~entuata d1~ergenzo .di vedute nel popolJ'··svir.7.ero, a base d1 nazronal1ta, pare al•bra avut•• <~rigine dal volere i Cantoni tedeschi protestanti, con a capo Bernu,
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NOTIZIE MILITARI ESTERE
get·manizzaTe. per q tianto pos.sibile In Svizzera, con riforme politiche· tuue tendenti ad accentrare m mano del governo federale la sommadelle cose pubbliche. I Cantoni francesi e cattolici invece da qualche· tempo a questa ~arte cercano con tutti i mezzi combattere questa ten-· denza al germamsmo che com unemente chiamano ber·nifì.cazione, e bisogna forse trova1·c in ciò la spiegnzione del voto· del 3 settemh1·e e non neiJ(I opposizione all'unificazione totale delte istituzioni militari, in· mano del governo della Con federazione, da questa priJposta al solo in-· teiJto di crescere prestigio e valore all'esercito svizzero.
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE Bollettino bibliografico
l. Sommario delle riviste militari italiane. Rivist(~ di artiglieria· e del ge11io, (novembre i 89o) Del progetto di una boera da fuoco. Continuazione. Mauei, tenente d'artiglierin .. Ospedale Amedeo di Savoia per malattie infettive, in Torino. Con o ta. vole. Riviera colonnello in p. a. La preparazione . del tiro nelle batterie da costa francesi. Ouolenghi, tenente d'artiglieria. Di una correzione nel tiro 'a sh rapnel. Zironi, tenente d'artiglieria. Ilfiscellanea- Notizie bibliografie.
· Rivisla marittima, (dicembre ·1895). Il naviglio ausiliario. Studio di un diagrnmma di soliditi•, swbilità ed assetto delle navi. G. Russo. La situazione milìtftre medi,enanea. (Continuazione e fine). Bonamico. Vent'anni di storia della marina siculo-n<tpole~ana, G. ll:mfroni. La prorog~ della legge sulla ma rina mercantile, A. Teso. Sulla soluzione del problema balistico. A. Bazzani. Letlere al diretlore - Informazioni c notizie. Rivista. di fr.mteria., lnovembre ·1895}. delle reclute. Le ragioni dell'ordinamento nnionale. L'as~egnazione
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NOTIZIE Bll!LIOGRAFIOHE
NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
L'uniforme degli ufficiali in conged~. Gli organici degli ufficiali in Balia. Note ed appunti - [\assegna della stampa milit~re. Giornale medico del R. esercito , (novembre :1895). Osservazioni sopra ottantanove ernie inguinali. Pietro Pimpinclli. Cont1·ibuzione alla terapia della difTerite. Foa Teodoro. Un caso di nngina difterica curata col sie1·o. P. Cian i. Un caso di sifilide polmonare dopo un mese dalla scompa1·sa della sclerosi p1·imaria. R. Pispoli . Rivi;ta medica - Hivista chin11·gica - Rivista oculistica.
- L'inquadramento della na.zione armata. (Avenit militaire, 6 dicembt·e 1895). Si esamina il regolament•J francese del 23 marzo 1894 sul t·eclutamento e l'istruzione degli uffiziali di riserva.
2. Ordinamento, reclutamento ecc. L'autonomia dell'armata coloniale. Questioni relative a l prooetto della erezione di un'armata coloniale in Francia. (Avenir militaù~e, 29 novembre -1895). - Gcndal'mi e doganie1·i. (Periodico e numo.ro sopracitato). - La relazione S'ul bilancio della guerra in FmllCia (Progrr's mit-itaire, 27 e 30 noveuibre 1895). - Il t·eclutamento e il ripat·to delle t·eclut.; in /talùr. (Revue dt~ cere/e militaù·e, 30 novembr.: ·1895). Si riferiscono sommariamente le disposi- . zioni emanate per la chinma ta della leva in quest'anno e si accenna alle questioni della stampa itnliana in tomo ai sistem i di ordinamento e di reclutamento. - Comando e amministrazione. (Avenir m·ilitaire, 26 novembre 1895). Sì esamina un opuscolo pubblicato con questo titolo dal colonnello Allait·e. ·- Cont·ro il serv-izio di d~te a11ni. Continuaziont' e fine di un lunoo studio del genera l Lewa l. (Journal des sc-iwccs militairc, novembre 1R9;). Nella parte contenuta in questa puntata si trattano i s~::guenti capi : Istr uzione ed educazione militare - As;;oldamenti e riassoldamenti per danat·o - I vecchi soldati - La ·formazione dei quarl1·i subalterni - Ricapitolazione. - La. scuola superùwe di guerra ù~ Spagna. C. Prado. (Estudios militares, 5 novembre 1895). - Le ·rimante. (Progrès militair·e, 7 dicembre 1895). Si riportano discussioni fatte recentemente su questo argomento alla Cumera francese.
3. Arte militare. Le 1·iserve. Loro impiego sul campo di battaglia. Continua~ione. (Militar Wor.henblatt, 27 novembre 1895). - ll re!7olamento d'esercizi della cavalleria. (il'lilitiir Wochenblatt, 30 novembre 1895). - Forti staccati e coraz::ature. (flevue d1t (lénie, noventb1·e 1895). Il generale Brialmont ha recentemente pubblic:~to un'opera col ti tolo: La di{es" degli Stati e la {o·rtificazione alla fine del XfX secolo. Fedele alla sua maniern di com~t·.·ndere la fortificazione, egli continua a preco ni;~; zaJ't~ l'ordinamento delle piazze con forti distaccati c consiglia l'in1picgo delle corazz:~ture a riparo dci pezzi collocnti in detti forti. Invece in Francia si è nbbandonato tale sistema L'artiglieria viene distribuita lungo la linea di difesa, e sì fa tirare 11 cielo scoperto. Quale dei due sistemi è il migliom? Quale è l'origine dell'idea dei forti sta cc~ti e delle corazzature :~ cui s'inspira il genera le Brialmont '? Qoest'irlen VlOn sarebbe difettosa nel suo principio'? Tali sono i punii che si e5aminaoo nello studio sopra enunciato dal capitano del genio Valler naud. - Fortificazione permmtente e fortificazione improvvisata. (Revue d-tt génie, novembre 1895). Confronti ed uso dell'una e dell' altrn. È un esame critico di uni) studio intitolato: La. {orti{icazio11e provvisoria. dovuto al tenente culounelb Leithne,· dell'esercito austnaco; pubblica to dalla llfittheilnngen G. t,. A. ti·. Genie- Wese11 S, prima puntata del 18H5. - F01·ti11i metallù;i trasportabili. (T/evue du. Génie, novembre 1895). Si tratta dei fo rtini d'acciaio del genio itnliaoo e se ne dà la descri zione tratta dal Mamtale dell'1blfìciale del ,qenio. - Illuminazione dei fossi delle fortifica.z-ioni (periodico e puntata sopracitata). - Il qttm·tiere FTeabout a Lorient. (Period ico e pnntata goprnci tata) . - Lct fort·ifìcazione permanente e lt.t guerm da {01·tezza, trattate secondo le fonti più recenti. E. v. l eìthner, tenente colonnello nello stato mnggiore del genil) austro-unga ric.). Traduzione italiana di Enrit·o Hocchi, maggiore del genio, coll'(lt.!giunt<l di note c due studi sugli afl'orzarnenti in terreno montuoso e sulle opernioni della guerra cla fortezz.ll. Roma, :1.89(). Voghera.
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NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE
~l. tiro d~l.la . (attteriu a _qrandi distanze. Maggiore Jasset. (Journal
~es s~ence~ m_tl,t.au-es, novembre i895). Si tralla dell'importanza del ltro _dJ fucrlem a _g~·~n~i diswnze e della sua efr.cacia p~r l' attacco c la d1fesa delle postz1ont. , - Preparaz~ue della compagnia al .~ervizio di campog1w. Capitano .F onclare. (PenJdu:o e puntata sopr:tcitata). - Le manovre di cavalleria presso Varsavia. Continuazione. (llevue rlu cerete militaù·e, 30 no•·embre -1895). - L' arti_ql-ierùt pesante. (Pro,qrès militaire, 7 dicembre 1.895). Si tratta dell'impiego fatro dell'~rtig l ieria pe~an le nella spedizione del .Madagascar. - Esperimenti fatti in Auslrù' per il passaggio della Theiss con fante1·ia e con •:avaller·ia. (ilfilitii1·- Wochenblatt, H dicembre). - Dejila.rnm1to delle opet·e di difesn. (llevista militar, novembre 1.895).
4. Storia militare e generale. La cu.mpa_gna del 1814. Continuazione e · fine. (.Totwnal des sciences militaù·es, novembre 1895). Si tratta specialmente ùelle opert~zioni della cavalleria nella detta campagna. . - Campagna del 1866 in Italia. Tomo 11. Openl redaua dalla sezione storica del corpo di stalo maggiore. Un grosso volume di 480 pagine in-So con carta e piani. Roma, 1895, Voghera. - Comunicazioni dell' ttnhivio del Ministm·o della g·t~en·a in Pru.ssia. Fascicolo i •·. Berlino, 1895, Mitler. - La guen·a di cuba. Castellanos, generale. Continuazione. (Revista tecnica dc ·infanteria y caballeria, l " dicembre f895). - Le v·ittorie del.le anni p01~to_qlw.si in Alrica. (Rev·istu. militar, novembre .1895).
5. Geografia, Viaggi, Colonie. Bollettino della società _qeo.qrafica italialll,. (Fascicolo Xf, novembre 1895). Coni di ?hiacci? - La popolazione della Rurnania -La popolaziOne della pemsola d1 Malacca- La missione Clozel nel Congo francese -Il gran fiume preglacialc nel Canadà settentrionale - L'Australia orientale. - l/esplorazione commerciale e l'esplo·ratore, (novembre 1895). Relazione di Emilio Bencetli su Bengnsi nell~· Cirenaic~ (popolazione, linguo, religione, governo, cotnmercio, produzioni ecc. ecc.) - Da Kisi-
NOTIZIE BIBLJOGRAF!CliE
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muyu a Brava per le foci del Giu.ba (Ugo Ferrandi) -La nuova Gninea. Continuazione. - La spedizio11e delllfadaga.~car. (Aveninnilitaire, 29 novembre 1.895). Si tt·atta di questa spedizione in rapporto a.lle recenti interpellanze ch'ebbeto luogo inLorno alla medesima nella Camera fraMese. - Tabelle geo.grafiche e statistiche di tutti i paesi della terra. Per O. Hubner~ , nuova edizione riveduta e ampliata. Bcl'iino, 1895, Juraschek. - Botlett·ino del M-inistero degli alf<JTi esteri, (ottobre 1.895). Ferrovie nel Brasile - Emigrazione in Bulgaria - Immigrazione nell'Argentina - Successioni d'italiani morti all'estero. - Ct·uiJ alpino italiano, (novembre '1895). Il gruppo di monte Sb.limmo - Rclnione sommaria dei lavori del 2• cCingresso geografico italiano - Ascensioni - Ricoveri c !'entieri ecc. ecc. -Le guer·r·e coloniali. (Revista rn·ilitar, novembre 1.895).
6. Tecnofogia. L'alluminio brunito e il suo impiego 1Jer uso mitit{lre. (.Militiit- Wochenblatt, 27 novembre 1895).
7. Varietà. - Opinione eli un russo S1tlt' esercito francese. ( Revtw dtt ':ercle m·il-itaire, 9 novembre i 89i:i). Questa opinione è con tenuta in un'articolo del Voienni Sbor·nik ed è espressa dal capitano Bourkovsky che l'anno scorso soggiornò qua lche tempo in Francia per· studiare l'ordinamento delle ~cuole frane,esi, specie della scuola di guerra. Naturalmente è una opinione mollo favorevole. - La bicicletta pie_qhet•ole alle ,qr·and·i manovre. (Continuazione e fine). (Periodico e puntata sopracilata). - Gli esami di prova nei collegi milila1'i ingle$Ì. (.Militik Wochenblau, novembre 1.895). - Pronostici Sttlla p1·ossima _gtM1'1"a europea. Avenir· rn'ilitairc, 15 novembre 1.895). • - La scuola superiore di guen·a in Fmncia. (Prog1·ès milit.ai1·e, 6 no· vembre 1.895). Si dice in quest'articolo (:he i risultati degli esami alla 'Scuola di guerra danno ogni anno luogo a commenti, e che qucst.'<mno
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NOTIZlE BIBLIOGRAFICHE
' è notata la scar·s•ta degli ufficiali di f:mteria tra i primi classificati, epperciò l'esiguo uontiugente che la fameria d:nà allo stato m:~ggiore. - ll meccmJ·ismo delle andature del cavallo. Nozioni elementari, (periodico e puntata sopracitata) . - CalendM·io nn·iversale per le (a.mi,qlie, per l'anno !896, ill ustrato da WO incisioni. Questo calendario r:rccogtie )!li :1vvenimenti ed i fatti politici e mihtari più salienti dell'anno, i ricordi d'< romini illustri scomparsi dalla scena del mondo, le notizie e le novità della scienza, le utili cognizioni ecc. Por·ge nello stesso tempo, una piacevole lettura, con narrazioni letterarie, bozzetti, aneddoti. -Rivolgersi nlla tipografia Vog hera, Horna. ·-- La msse!/114 scolustica, periodico quindicinale dedic:-.to nlle scuole primarie e ~econdarie. - (Anno l, Fascicolo l). Contiene uno scritto del tenente colonnello del genio nella riserva, cav. Giannitrapani Domenico: Lct questione dei colle.qi militari. L'autore dopo di avere esposte le ragioni di coloro i qunli propendono a conservar·li e di coloro che ne propugnano l'abolizionu, manifesta la sua convinzion(', frutt.o di parecch i llUOi di vita mili tare, schierandosi fra questi ultimi. - Raccolta delle disposizioni relative agli stipendi ed assegnf fissi pel regio esercito. Al corrente a tu~t'oggi. - Tipografia Voghera, Roma. - Pistole e t'evolver americani moderni, Boston, 1895, Bradler. Questa opera è un:r desc•·izione delle pistole e revolv<:lr americani, col resoconto delle esperienze fatte con queste armi e i relativi risultati del tiro. - Gnra dei f1io vani soidati per qua.nto riguarda i costumi. (mil-itiit Wochenblatl, 27 novembre 1.895). - Relazione statistica vet.entwt·ùt sult'esercito prussiano ì1el 1894:. (Periodico e numer·o sopracitato). - La festa centenaria della fondazione dell'istituto medico·chit·twgico Federico Guglielmo in Berlino. (111ititiir- Wochenblatt, 4 dicembre 1.89o). - J}filitlLtismo e anarchia. (A·ven·ir mitltaire, 29 novembre 1895). - Temi iettera1·i, storici, politici e filosofici, svolti dnl prof. P. Gabrielli per i giovani nspiranti all:r carriera militare. Romn, 1895, Voghera. - La situazione nell'estt·emo oriente. (Jo umal des sciences militains, novP.mbre 1.895). - Una visita agli eserciti ·russo e svedese. (Periodico e puntata sopracitata). Impressioni militari riportnte du r·ante un viaggio fatto nel1.894 in Russia e in Svezia dal ca pitano francese MalleraJ. Nella prima parte, contenuta nella dispensa sopracitata, si tratta dell'esercito russo.
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NOTIZlE BIBLIOGRAFICHE
_ Le ferrovie in Siberia e loro importanza per una gttel'l'a in 01·iente. (Militar- JVochenblatt, 7 dicembre ·1895). .. . . , - Il pane nell'esercito. (Revue du c~ re le rn_t~ttmre, 7 dtee~b r~ 1.895). Si tratta di questioni rel n~ive al pane dr mumz~one e alla sostrtuzwne del medesimo col pane in uso presso la popolazrone. . . . . . _ Ministro borghese e colonnello in ritiro. (A.t:en1r n~tlt.ta~1·e: 7 diCembre 1895). Si tratta di uua quistione particolare nata rn segu1Lo al collocamento a ripo!io del colonnello Alaire.
Per la Dù·ezione LODOVI OO
0ISOTTI
ttnt1tlt toloHN</Io J/. T . ..C •• inMritttto
DEMARCHI CAP,Lo,
gerent!!.
INDICE SISTEMATICO flE LLI!: ·MATERIE
CO:STE~UTE
N&LLA RIVISTA MILITAIIE ITALIA NA
Fascicoli pubblicati nel x8gs
Armi e tiro. L e scuole di tiro in Svizzera . Pag. l '10 D. Menioi. - Della nuova istruzione sulle armi e sul tiro per la fanteria. 320 Fucile a ripetizione da 5 millimetri in Austria '' 353 358 Penetrazione •della palla Lebel nella neve Per l'istruzione sul tiro in Ge rmania . » 361 Tiri di combattimento e manovre delle truppe di marina francesi » 438 Gare di tiro nel 1900 in Francia. . . . . . . . . » 439 Sostituzione della pistola a rotazione modello 1892 colla pistola a rotazione modello 1873 dell'artiglieria di marina francese » 440 Nuovo modello 'di sciabola da ufficiale di fanteria in Germania. 638 Calibro delle armi da fuoco in Germania. 835 C. · Airaghi. - Armamento degli ufficiali . " 886 Corsi pratici di tiro in Francia . ,, 1120 P. - L'istruzione sulle armi e sul tiro p€ r la fanteria del 23 aprile 1894 . . . . . . Pag. 1356, 1423, 1519, 1613 F. Maria n i. - Tiro curvo o granate dirompenti? Pag. 1366 Il nuovo fucile inglese Lee-Metford. . . . . » 1504 Un nuovo fucile in Austria-Ungheria . • 1597 Arma mento Mauser alle truppe spagnole a Cuba . » 1794 » 19'79 Nuovo regolamento di tiro in Francia . Nuovo fucile della macina americana . " 1988 » 2017 E. Falletti. - Sull'efficacia del tiro di fucileria . Pag. 889, 940 Notizie bibliografiche .
II III
Biografie e ., n e orologfe.
Arte militare.
11 maresciallo Canrobert . . Pag. 339 L'arciduca Alberto d'Austria )) 415 Il g-enerale v. Pape . )) 1026 Zane!li. - Moltke . » 15'18 Masson. - Napoléon inconnu . . . . ,, 1681 Il nuovo ministro della guerra inglese marchese di Lansd owne. » 1982 Il nuo,·o comandante in capo dell'esercito inglese. , 1983 Notizie bibliografiche . . . . . . . . Pag. 367, 456
A. Mazzoleni. - De.l combattimento -di notte Pag. 83, 217" E. Pifferi. - L'arte militare e la civiltà dei popoli . . Pag. 275 Derlolo. - L 'esercito e l'armata nella difesa nazionala . >) 366· B. De Iomini. - Précis de l 'art de la guerre, ecc. » 606 E. Woinowik. - Elemente der Kriegfùhrunz . . . . » 607 A. Chiapparon. Sulla tattica di montagna . , 1805 C. Graziadei. - Note circa l'impiego dei palloni areostatici frenati . » 1829sul campo di battaglia . . . . . . . . Notizie bibliografiche . . Pag. 75, 1'13, 2'10, 365, 453, 546, 642,. '140, 840, 941, 1033, 1129, 1228, 1324, 1417, 1515, 1609, 1705,. 1800, 1896, 1991, 2086, 2183, 2259.
Bollettini bibltograftol e Beoenaloni . Bollettini bibliog rafici . Pag. ·14, l '12, 269, 364, 446, •152, G40, 739, 839, 939, 1032, 1127, 122'1, 1323, 1•116, 1514, 1608, 1799, 1895, 1990, 2084, 2182. . Receusioni . Pag. 135, 140, 148, 331, 332, 336, 3Si, 149, 803, 1009, 1098, 1321, 150'1, 16'18, 1'1'1·1, 18'13, 216'1.
,)l
Artiglieria. Riorganizzazione de ll'artiglieria dell'ese•·cito.territorialefrancese. Pag. iO·· Personale degli stab ilimenti d'artig lieria in Austria . . . . . » 259' Manovre di m11Ssa. d'a rtiglieria in Francia . . ... . . . » 439• Nuovo ordinamento dell'artiglieria sul piede di g uerra in Romania >> 544 A. Gatto. - Studio sulle arti glierie campali in usç> presso le prin. >> 609 cipali potenze estere d'Europa . Modificazione nelle ispezioni d'artig lieria da fortezza in Germania » 'i'S5 Formazioni di divisioni di batteria in Russia . . .' . Pag. 83'1, 1225-F. Mariani. - La quel!tione dei cannoni da campo dell'avvenire. Pag. 961 , 11 24 l cannoni pneumatici negli Stati Uniti . . » 1321 U. A llason. - Santa Barbara protettrice dei cannonieri » 1322 G. Moch. - Vue generale sur l'artillerie actuelle » 1366 F. Mariani. - Tiro cur vo o granate dirompeuti ? Tavole di tiro per l'artig lieria tedesca. » 1414 • 1987 Adozione di carrette-cartucce a due cavalli, in Russia. Aumenti e trasformazioni nell'artiglieria in, Russia , 2082
Campi e manovre.
Bilanc i. 11 bilancio della marina tedesca per il 1895-96 Pa g. 11 progetto del bilancio della guerra in Romania per il 1895-95. )) Il bilancio della marina francese per 1896 l! bilancio della g uerra Austro-Ungarico. Bilancio deg li Honvéd per il 1896 .
165 168 )) 1023 )) 1214 ,, 1889'
'.
J,.e g•·andi manoV!'e tedesche nell'autunno 1894 . Pag. l '19, 3'11 553, 649, 772. Le manovre di quest'anno in Germania. . Pag. 360 Manovre da fortezza nel Transcas pio . )) 362 Manov•·e di massa d'a~tiglieria in marcia. " ' 439 Grandi manovre francesi . . . . . " 536 Esperimenti di attendamento sulla neve in Austria-Ungheria , 629 Modiflcazioni a.lle manovr e in Germania )) 835 Grandi manovre in Austria- Ungheria . " 1022 Campi di esercitazion e in Francia . )) 1023 Chiamata degli ufficiali di complemento e dei riservisti in Russia per l'istruzione . . · . . . )) 10:28 Grandi manovre tedesce 1895 . )') 1314 Esercitazioni nel passaggio di fiumi, in Au~tria-Ungheria » 159'1 Esercitazioni estive in Germania. )) 1599 Manovre imperiali in Germania . >) 1599 Grandi manovre in Boemia . » 1698 Le grandi manovre di settembre in Svizzera " 1'196 Manovre in Transilvania dal 23 al 26 settembre . )) 1888 Le manovre a New- Forest . » 1985 Grande esercitazione dei ferrovi eri in Germania . » 1982 Richiami alle armi per istruzione in Francia nel 18D6 )) 2252 Manovre in Romania 1895 . }) 2254 Notizie bibliog rafiche . . . Pag. 1'15, :369, 456
/
IV
v Carte e plani. Equipaggia mento. · . Pag. 216, 458 Grandi manovre tedesche . . E. Bonacini. - Guerra franco-germanica del 1810- '11. Schizzi, appunti e bozzetti pros;pettici Pag. 33'1 Servizio geografico dell'esercito francese . . . . . , . . , 437 Servizio id rografico della marina franèese. . . . . . . . » 438 Nuova carta dei domini e protettorati italiani nell'Eritrea e re"'ioni limitrofe-Sudan-AbiSSi!lia-Harrar (dono agli associa;i) e )) 459 carte annesse alla relazione Baratieri )) 1124 Ancoraggio delle navi a Kiel . . .
Cavalleria: - Ippologla.- Cors~a
Operazioni per la difesa della Colonia erit-rea dal 15 dicembre 1894 al 20 gennaio 1895 (Relazioni." e documenti coa tre carte annesse) · · . . . . . . . . . . Pag. 459 e 699 Nicoletti Altimari - Da As>~ab a ca'ssala, sguard(l retrospetth·o storico delle imprese italiane pei domini i e protettorati in Africa nell'ultimo quarto di secolo . . Pag. 918. 106'1, 11 '10, 1218, 138'7, 1446, 1549, 2 187. . A. Nicolet ti Al timari. - Da Cassala ad A.dua . p ag. 1923' 2033' 211'1
Difesa. degli Sta.tl. Dedalo. - L'esercito e l'armata nella difesa nazionale Formazione del comando della fortezza di Libava
D~lla nuova istruzione sulle armi e sul tiro per la
~~ili
Colonia eritrea..
Pag. 336 » 1986
Pag. 1315 1316 .» 1414 " 1596 >} 1600 >} 1890
Fanteria.. D. Menini. -
C. Sanminiatelli Zabarella.. - I cavalli arabi . Pag. 111 e 22\Ì Pag. 353 Corso di telegrafia per la cavalleria in Austria . . . Allevamento dei cavalli a mandt·e nel . nord del Caucaso . . • 440 R. Pugì. - Qualche altra considerazione sulla ferma di tre anni e sull a. chiamata semestra\e delle classi di cavalleria . » 514 Riorganina:.~i one. de ll ' istituto per maestri di equiU\r.fone in AustriaUngh erm . . . . . . . . . .. . . . . . . ·» 627 Nuova formazion e del la cavalleria, in Romania. . . . . » 937 Distaccamenti di corrieri militari a cavallo in Germania . . 1122· Istituzione dell'lspettorato generale della cavalleria ·in Russia , 1225 » 1317 Premio dell'imperatore Guglielmo per le corse di resistenza C. Corradini. -L'istruzione cavali eristica in I-talia. Pag. 1570 e 1638 Nuovo comando di divisione di cavalleria in Stanislan (Austria) Pag . 1'193 /
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Vestiario e arredamento delle truppe prussiaue Giubba di fatica agli ufficiali tedeschi Vestiario di fatica delle truppe tedesche Esperimenti per l'abolizione dello zaino in Austria-Ungheria Afi'ardellamento nell'esercito tedesco . Modificazioni alla uniforme della cavalleria in marcia .
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Formazione su 4 reggimenti dei 16 battaglioni del reggimento cac. » ciatori dell'imperatore in Austria- Ungheria P. - L' istru zione sulle anni e sul til'o per la fanteria del 23 Pag. 1356, 1423, 1519, aprile 1894 Pag. Battaglione fan teria di riserva di Stretiensk (Russia) . Nuo,•e disposizioni cfig aniche per la t'aptet·ia austro-ungarica . » G. Lo 1\'Ionaco--Aprile. - L'is truzione ' Rui lavori da zappatore per fanteria ,, . )) iu avauscoperta La fanteria G. B. Fischini.
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~ 932 1613 1415 1595 · , 2091 2109
Genio' e forti5o azionl.
Creazione di n·uove u nità territoriali del genio in Fran<:ia . Pag. Roccbi. - Le origini della fortificazione moderna . >> E. Spaccamela. - Ricordi di fortificazione speditiva e dell' impiego della gelatina esplosiva in guerra . » l forti di Savatan e di ' Dailly in Svizzera . » Salaris. - I ponti eri . . o Distaccamento autonomo pionieri in Baviera. • Von Leitner. - Fortificazione permanente e la g uerra di iortezza, traduzionE> di E. Rocci >>
'10 135 612 1031 l 106 1600 •· 2169
Geografia., oolonle e via.ggt. Spedizione francese al Madagascar . Dati statistici sulla Turchia Cavo sottomarino fra Obock e Gib•Jti . Colonie tedesche Strada militare del Grimsel Limiti dei comandi milihri in Tunisia
Pag. Hìl e 436 Pag. . ,, Pag. 936 e Pag. . ))
171 43G 1224 938 938
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vr Il tunnel del Semp1·one
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Istruzione pei viaggi di stato maggiore in Austria-Ungheria Campagna inglese nel Chitnel . . . Forze militari spagnole nell'isola di Cuba . . Pag. Nuovi rinforzi a Cuba . . . . . . . . » C. Borzino. -F'ratnmenti di geografia :fisica 'e sociale , Ufficiali spagnoli a. Cuba . . Nuove ferrovie a Cuba .
Pag. 1126
. , • 1507, 1508, 1655,
1221 1318 l703 1794 1709
Pag. l iO l
1'102 , 20'70 V. Fircks. - Aogiptica 189•!. » :!171 Notizie bibliograiìche Pag. '18, 175, 2'12, 368, 456, 550, 644, 841, 943, 1036, 1131, 1228, 1326, 1418, 1516, 1610, 1'107, 1801, 1898, l 933, 2088, 2185, 2.~5!1. •
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Il progetto di legge Cavaignac sull'esercito
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colo~ia;e :
Legislazione e a mministra zione mUltare. Nuova legge sullo spionaggio in Francia ?ag. '71, 162, 635 A. Baroncelli. - Requisizioni . . . . Pag. 303 e 382 Legg·e per la gendarmeria in A ustria-Un gl;eri~ Pag. 535 Avanzamento n eli 'esercì to francese 542 Modificazione alln leg-ge sul fondo ;nv~lì~i .in .Ge.rm~ni~ » 1025 Disciplina militare in Francia 111!) Pensioni in Germania . : : . . . . . . ,, 1600 Legg·e sul servir-io di stato maggict·e in Romania " 1602 G. Achillini - Spionaggio militare in pace ed in l)Uerra Pag. l '150, 1859, 1950, 2052. ~uove disposizioni organiche per l'auditorato e per gli stabili menti militari di pòna in Austria-Ungheria . Pau. l'ì93 Il progetto di. leg_ge ca:a~gnac sull'eset·cito coloniale . . l ,, 2070 Il nuovo ufficro dt a.mmm1strazione e controllo in Francia. • 2251 L 'accentramento militare respinto ,, 22-56 Notizie bibliografiche . )) 843
Le tteratura mllttare. R. Piva. - I marinai. . . OliYieri Sangiacomo. - La vita nell'esercito . A proposito di storia della let.tera.tura militare. E. R.occhi - La cultura e le armi C. Borzino - Frammenti di geografla. tl~ica. e .so~ia;e Salaris. - l pontieri . . .
148 ]014 1531 1()28 1709 Pag. 1106 Pag.
)) )) )) Pog. 1'655
Marina.. R . Piva. - l marinai . Il bilancio della marina. tedesca per il 1895-96 Arruolamento dei volontari di marina in Germania
148 ,. 166 )) 266
Pag.
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f;ervizio idrografico. della. marina francese . Pag. 438 ·Tiri di combattimento e manovre delle truppP di marina in Francia 6 438 Le nuove istruzioni navali in Francia . Pag. 631, 1501, 1893 . Pag. 639, 738 Marina germanica . . L'incrociatore francesè Jfbgenia . Pag. 1025 . " 1028 ·Nuove navi ne~li Stati Uniti . .La grande rivista delle llotte a J{iel . Pag. 1123, 1226, 131'7 Nuovo vapore per la notta volontaria russa . Pa.g. 1226 ·Tariffa di navigazione nel canale Guglielmo >> 13Hi Flotta di mànovra in Germania . Pag. 1601, 1982 ·Combustibile Masut Pag 1602 A. V. Vecchi. - Storia generale della marina militare » 1'781 Riparazioni alle navi t edesche . . .. . .. 1982 Formazione di ìlna nuova ispezione marittima in Germania )) 1982 •Consegna della. rada di Seba.stopoli a lla marina di g uerra. " 198'1 Inaugurazione del porto di Teodosia . )) 198'1 ·Costruzioni in corso in Germania. )} 2181 Pag. '18, 1'76, 3(i9. 458, 645, 844, 1039, .N otizie bibliografiche . 1132, 1421, 1518, i612, 1803, 1996, 2090.
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Notizi e polltloo- muttarl lta.lia.ne. Dal 16 al 31 dicembre 1894 . .D:tl 1o al 16 gennaio 1895 . . Dal Hf gennaio al Jo febbraio . Dal 1° al 16 febbraio. . .Dal l(? febbraio al 1• marzo D_al l 0 a l 16 .marzo Dal 16 marzo al 1• aprile . :Dal 1° nl 16 aprile. Dal 16 a:prile al l" maggio. .Dai l " al 16 maggio . Dal 16 maggio al Jo giugno .Dal 1• al 16 giugno Dal 16 giugno al P luglio . ·.Dal l' al 16 luglio. Dal 12 luglio ~l l • agosto . .Dal 1• al 16 agosto . . Dal 16 agosto al 1° settembre. Dal l" al 16 set tembre .Dal 16 settembre al 1• ottobre .Del 1° nl 16 ottobre Dal' l6 ottobr e al 1° novembre
Pag.
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Sl 149 259 3415 429 532 619 '126 821 926 1017 1109 1204 1309 1403 1495 1588 Hì90 1785 1881 19'73
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Dal l' al 16 novembre . Dal 16 novembre al 1° dicembre . Dal l' al 16 dicembre
Pag. 206Z » 2173. » 2243.
Ordinamento degli eserciti. A. Z. Verità ingrate sull'ordinamento militare italiano Pag. 14()o Discentramento nell'esercito francese . 15S· Formazione di una sotnia òi cosacchi del Don 168 Ispezione e istruzione del landsturm s'•izzero » 170· )) Riforme nell'esercito bulgaro . 260. F. Annibali. - L'oligarchia nell'esetcito. Risposta all'opuscolo Verità ingrate . » SSI Esercito boliviano . » 355Esercito territoriale francese 356. Corpo di spedizione francese a :Madagascar " 436 La questione dei sottufllciali in Francia. . ~ 600 Istituzione di due ispettori generali delle truppe aust ro-ungariche » 626Formazioni di divisioni di batteria e di una brigata di puntieri in Russia. Pag. 831, 83S. L'esemito italiano, vicende del suo sviluppo organico Pag. 945, l 041, 1135. Creazione di due compagnie treno in Russia . » l 027 Riordinamento di alcuni corpi di truppa in Svizzera » 1029 Revisione degli articoli della costituzione federale svizzera riguarganti l'esercito . . Pag. 1030, 1509' Pag. 1480 S . Nasalli-Rocca. - L 'ordin amento regionale dell'esercito Riordinamento delle brigate locali in Russia . » 1605· A Coen - F isiologia del comando . ,, l '163 Notizie bibliografiche, Pag 865. 458, 546, 64 1, 740, 839, 940. 1032, 1128r 122'1, 1416, 1514, 1608, l'i05, l'i99, 1895, 1991, 2085. 2182.
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P olltioa e scienze sociali. E. Pifferi. -
L'arte militare e la civiltà dei popoli.
Pag 2'15-
541 E. Barbarich. - Cesare de Laugier e le armi toscane alla prima . Pag. :;'1!), 675g uerra d'i ndipendenza italiana . )) 1024 Obblighi dei senatori e deputati militari in Francia. )) 141 ~· La Bulgaria ed i moti di Macedonia . )} ·]60'1 Armi ~ pt·og resso . . )} 1699' 2 settembre. Corrispondenza dalla Bulgaria, 21 agosto )) 1607 Notizie bibliografiche . Il diritto d! sciopero e la sicurezza dello Stato .
Rec1atà.mento. Il contingente dell'esercito belga per il 1895. . . . Pag. Rinvio anticipato di 24,000 uomini della classe 1892 in Francia. »
158 160 163 361
Chiamata alle armi nel 1895 in Francia . . » ,, Reclutamento in Germania . R. Pugi. - Qualche altra considerazione sulla ferma di tre anni e s ulla chiamata semestrale delle classi di cavalleria . » 514 I consigli di revisione e l'attitudine fisica al servizio militare in Francia. . . l) 630 L'impiego della gendarmeria nei servizi di recluta.tpento in l<'rancia » 633 Chiamate in tempo di pace delle classi in congedo in Francia . ,, 635 Congedamento della classe anziana e chiamata della leva in Germania. . " 136 Contingente 1896 in Romania » 83(} Delia leva sui g iovani nati nel 1873 e delle vicende del R. esercito dal .1' luglio 1893 al SO giugno 1894 » 845 La ferma . " 864 » 1022 Servizio dei volontari di un anno in Austria-Ung heria. Aumento degli effettivi nl:'ll'esercito permanente. » 1024 Artiuem:a diretta delle reclute ai corpi, e chiamata della classe in , Francia . . » 1118 Contingente di leva 1895 in Russia. . . )} 1224 }) 1595 Reclutamento di ufficiali attivi in Austria-Ungheria La chiamata della nuova classe in Francia. \} 1890 La chiamata dei•riservisti in Francia. )) 1890 Reclutamento in Inghilterra 1> 1985 Pag. 839,940, 1032, 1128, 122'1, 1324, 1416, Notizie bibliografiche . 1514, 1608, 1705, 1199, 1895, 1991, 2085, 2182.
R eclutamenti e Istruzioni. Nuova istruzione sui lavori da zappatore per la fanteria, nell'esercito tedesco. . . . . . Pag. 78 Nuovo regolamento per la marina tedesca. . . . . . . . » 13 D. Menini. - Della nuova istruzione sulle armi e sul tiro per la fanteria . . . . • 320 . Pag. 885, 1413 Regolamenti ·mtlitari per l'esercito germanico e 2179 Istruzioni pei viaggi di stato mag·g·iore in Austria-Ungheria Pag. 1221 Istruzione sul t iro per la marina tedesca. )} 1414 » 1591 Regolamenti austro-ungarici . l) 1603 Regolamento delle ispezioni generali in Romania
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XI 1
S. Piscitello.- Carlo Alberto e Francesco IV d'Austria d'Este Pag. 21'11 Notizie bibliografiche. . . Pag. 7'1, 174, 271, 367', 454, 548, 643, '141, 841, 942, 1035, 1130, 1229,1825, 1417,1516, 1610, 1'106, 1801, 1898, 1992, 208'1 e 2184.
Nuovo regolamento di tiro in Francia . . Pag. 19'19 G. Lo Monaco-Aprile. - L'istruzione sui lavori da zappatore per l"a fanteria. . . . . . . . . . " 2091
Souole militari. Tecnolog ia mWtare. Ispettore generale degli istituti militari di educazione ed istruzione · nell'eserci to austro-ungarico . Pag . Scuole d' istruzione in Francia . JJ La scuola artificieri di Magdeburgo . )) Seuole di tiro del landsturm in Austria. ~ » Scuole d'istruzione in Francia . La scuola dei lavori di campagna in Francia . Pag. 1508 e Ammissione alle accademie militari in Spagna Istituzione di una scuola preparatoria per sottufficiali in Romania Pag.
Corso di telegrafia in Austria . . . . . . . P ag. 111 e 229 E. Spaccamela. - Dell'impiego della gelatina esplosiva in guerra. Pag. 612 Notizie bibliografiche. . . . . Pag. 80, 551. '142, 848, 943, 1131, 1229, 1419, 1517, 1708, 1803, 1899, 1994 e 2089.
15'7 262 266 353 1024 1121 1'701 1603
uraotall.
S ervizi d'Int end enza e aanltarlo. M. C. - Le condizioni sanitarie del R. esercito nell'anno 1893 La morbosità nell'esercito francese . . Società francese di soccorso ai feriti . . . . Provvedimenti per l'igiene delle caserme in Francia Notizie bibliografiche . . . . . . . . . .
Pag . . 815 » 82'1 » 935 J> 1025 • 645
Storia milltare e generale . Perruccbetti. - La presa di Susa (1690) fine . . Pag. 28 R. Schubert - Geschichte Pyrrhus . . . . . . • » 881 . » 337' E. Bona.cini. - Guerra franco-ge~maniea del 18'10-'71 . E. Barbaricb. - Cesare de Laugier e le armi toscane alla. prima guerra d'indipendenza italiana. . . . Pag. 5'19 e 6'75 Quara.tesi. - La guerra chino-giapponese . . Pag. '145, 893, 98'7 e 1086 Esposizione storica e militare in Francia. . . . . Pag. 935 Bossi. - Guerra di Annibale in Italia . : . . . . · " 1011 Nucci.- La questione coreana e la guerra. cino-giapponese. . • 1013 E. B. - Sommario degli avvenimenti militari della guerra cinogiapponese 1894-95 . . . . . . Pag. 1231 e 132'1 Campagna inglese nel Chitral . . Pag. 1318 A proposito di storia della letteratura militare . . . . >> 1531 Medaglia commemorativa della guerra-franco- germanica . ,. 1700 La guerra del1866 in ltalia;,parte 2• . . . ' . . Pag. 1901 e 1991 M. Krebs et Moris. - Càmpagnes dans !es alpes pendant la Révo- · lÙtion . Pag. 2167 Ghiaia. - Pagine di storia contemporanea. . . . . . . . . » 21'10
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Rimonta degli ufficiali applicati di stato maggiore in Francia. Pag. 161 Movimenti nei generali e promozioni in Russia . · Pag. 169 e 888 Convocazione degli ufficiali di. fanteria dell'esercito territoriale . Pag. 261 francese . . . • . . . L'avanzamento nell'esercito francese • Pag. 263 e 542 » 266, 738, Variazioni nell'alto personale militare tedesco 1025, 1222, 1414 e 1981. 1 Bianciardt. - Alcuni pensieri sulla posizione dell'ufficiale Pag. 295 Disposizioni organiche per gli ufficiali ·in servizio sedentario in Austria-Vngheria . » 733 Aumentò nell'organico ufficiali in Germania . » '135 C. Airaghi.- L'armamento degli ufficiali. » 886 Pag. 932 e 2068 Promozioni semestrali in Austria-Ungheria . L'annuario militare"dell'esercito francese . . . Pag. 933 Chiamata in servizio di ufficiali medici e di ufficiali d'amministrazione ( ospedali) della riserva e dell' esercito territoriale )) 934 francese. . . . Touring-club in Francia . " ~35 Giubba di fatica agli ufficiali tedeschi · >> 1316 Premio dell'imperatore Guglielmo per le corse di resistenza. » 1317 Esami per promozioni ad ufficiali superiori io Austria-Ungheria . ~ 1409 Promozioni nell'esercito francese . . . . . . . Pag. 71, 1503 e 1891 . . . Pag. 1595 Reclutamento di ufficiali attivi in Austria-Ungheria Movimento nel personale in Austria-Ungheria . Pag. 159'1 e 1598 Onori resi ad un generale austro-ungarico. Pag. 1'194 Le nuove promozioni in Francia . . . . • 1891 . >> 2082 Circolo degli ufficiali fuori d'attività, a Berlino ~!orini. - Manuale per l'ufficiale del R. esercito italiano . » 2172 Notizie bibliografiche . . . . Pag. 638 e '138
:Xli Xlll
Variet à. L'alimentazione del popolo e del soldato . P ag. 5 e 9'1 , 128 e 23'1 O. Cerroti. - Le ferrovie russe . . La condanna di uu fornitore militare in Francia . Pag. 159 Il pane di guerra . . . 160 Rete ferroviaria russa Pag. 1G9 e 1415 Donazione ad un reggimento tedesco Pag. 266 Età dei generali della circoscrizione militare di Varsa via . 363 L'esercito francese all'esposizione universale del 1900 . . , 43'1 Scatole di carne in conserva in Francia . ,, 438 S. Nasalli Rocca. - Dello spirito di corpo . Pag. 571, Q60, 189 e 907 I cani da guerra . . Pag. 63B e 933 Pensione per le vedove e gli orfani di militari di truppa . Pag. 935 Grande gara annuale di scherma in Francia . . . ,, 1024 Il pattino. a rotelle nell'esercito inglese . • 1026 !J. C. Natali - La questione ciclo-militare, considerata nella pri-, mavera del 1895. . 'Pag. · 1058, 1158, 1259, 1377, 1434 e 1557 Giubileo di un reggimento in Baviera. . · Pag. 1223 Filtro per l'acqua in Austria- Ungheria , 1596 G. Achillini - Spio·aa.ggio militare in pace ~d in guerra. • 1750 A. Olivieri di Sangiacomo. - Il 1° congresso dei militari in con. . . . Pag. 183'1 e 189'1 gedo in Roma La bicicletta pieghevole . . . . . . . Pag. 1891 L'uso della bicicletta .nell'esercito americano » 1988 Notizie bj·bliog rafiche . Pag. 80, l '16, 2'14, 3'10, 45'1, 551, 646, '143, 843, 103'1, 1183, 1229, 1419, 151'1, 1611, 1801, 1899, 1'994, 2089 e 2186. ))
Notizie militari estere. -
A ustria-Ungh eria.
Formazione su 4 reggimenti dei 16 battaglioni del reggimento cac. Pag. 982 ciatori dell'imperatore . Impiego dei cani da, g uerra. » 933 Secondo anno di servizio pei volon tari di un anno che non superano l'esame di ufficiale di riserva » 1022 Grandi manovre . 1022 11 bilancio della guerra . » 1214 • 122ì Istruzio,1e pei viaggi di stato maggiore. Esami per promozioni ad ufficiali superiori " 1409 Reclutamento di ufficiali attivi fra i volontari di un anno e fra gli )) 1595 \ . ufficiali di riserva . • 1595 Nuove disposizioni organiche per la fanteria . " 1596 Esperimenti per l'abolizione dello zaino. . •. )) 1596 Filtro per l'acqua . » 159'7 Esercitazioni nel passaggio di fiumi . )) 159'7 Regola'menti . )) 159'7 Movimenti nel personale )) 159'7 Un nuovo fucile )) 1598 Cambio di personale nella fabbrica d'armi di Steyr )) 1698 Grandi ma novre in Doemia . Nuo"e disposizioni organiche per l' I. R. a.uditorato e per gli sta» 1'793 bilimenti militari di pena . » J'i93 Nuovo comando di divisione di cavalleria in Stanislau » 1i94 Onori resi ad un generale dopo 50 anni di servizio )) 1888 Manovre in Transilvania ùal 23 al 26 settembre » 1889 Bilancio degli Hoiwéd per il 1896
B elgio.
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Il contingente dell'esercito pel 1895 Ispettore generale degli istituti militari di educazione ed istruzione , ·' . Pag. 15'7 Personale degli stabilimenti d'artiglieria » 259 Scuole di tiro del landsturm . 353 Fucile a ripetizione da 5 millimetri . , 353 Corso di telegrafia per la cavalleria . » 353 Legge per la gendarmeria . , 535 Istituzione di due ispettori generali delle truppe » 626 Riorganizzazione dell'istituto pilr maestri di equitazione » 62'1 Esperimenti di attendamento s"ulla neve » . 62~ Disposizioni organiche per gli ufficia li in serviziO sedentario " '133 Bollettino delle promozioni semestrali . Pag. 932 e 2068
Pag.
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Bolivi a. Esercito boliviano .
B ulgaria.. Riforme nell'esercitq bulgaro ,. La Bulgaria ed i moti di Macedonia . Corrispondenza della Nuova Vremia, 21 agosto-2 settembre.
260 • 1410 )) 1699
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Francia. Riorga nizzazione dell'artiglierie dell'esercito territoriale e creazione Pag. 10 di n uove unità. territoriali del genio Promozioni Pag. '11, 1503 e 18!)1 Nuova legge sullo spionaggio . Pag. '71, 162 e 635 Pag. 158 Discentramento . Le condanne di un fornitore militare » 159 » 160 Circa il rinvio anticipato di 24,000 uomini della. classe 1892 Il pane di g uerra . )) 160 R imonta. deg li ufficiali applicati di stato maggiore . 161 Spedizione al Madagascar •. )) 161 Chiamata alle armi nel 1895 163 Convocazione degli ut'fir:iali di fanteria dell'esercito territoriale. » 261 Scuole d'istruzione )) 262 L'avanzamento nell'esercito . Pag. 26H .e 542 Esercito t erri toriale Pag. 35G I trasporti funi colari nei forti )) 357 Penetrazione della palla Lebel nella neve . 358 Chiamata del contingente di leva )) 358 Sottiifficiali riammessi iu servizio. )) 359 Riorganizzazione delle ispezioni generali e nuova formazione dei quad l'i di avanzamento » 359 » 43G Cavo sottomarino Corpo di spedizione a Madagascar. » 436 » 437 L 'esercito all'esposizione universale del 1900 Servizio geografico dell 'esercito » 437 Ser vizio idrogt•afico della marina . •> 438 Tiri di combattimento e manovre delle truppe di marina . » 438 Scatole di carne in conserva » 438 Manovre di massa d'artiglieria. » 439 Gare di t iro nel l 900. » '439 Sostituzione della pistola a rotazione modello 1892 colla pistola a rotazione modello 1873 dell'artiglieria di marina. » 440 Grandi manovt'e » 536 Truppe d'Africa, g uard ia repubblicana, cacciatori forestali) doganieri, ferrovieri . 541 Il diritto di sciopero e 1a sicurezza dello Stato . » 541 l consig li di revisione e l'attitudine fisica. al servizio militare . » 6~0 Le nuove costruzioni navali . . Pag. 631, 1501 e 1893 Pag. 1333 L' impiego d ella gendarmeria nel servizio di reclu ta'm ento Chiamata in tempo di pace delle classi in congedo. » 635 » 827 La morbosità nell'esercito
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L'annuario militare. Pag. 93:3 Chiamata ln servizio di ufficiàli medici e di ufficiali d'am ministrazione (opedali) della riserva e dell'esercito territoriale . » 934 Società. francese di soccprso ai feriti » 935 To11ring-Club Pag 935 e 1024 Esposizione stol'ica e militare . Pag. 935 Campi di esercitazione » 1023 )) 102.3 Il bilancio della mar ina pel 1896 • 1024 Aumento degli effettivi nell'esercito . Scuole d' istruzione " 1024 Grande gara annuale di scherma . " 1024 Obblighi dei senatori e deputati militari » 1024 )) 1025 Provvedimenti per l' igiene delle caserme ,. 1025 Passaggio per Napoli dell'lfìgem·a Affluenza diretta delle reclute ai corpi, chiamata d\llla classe. o 1118 )) 1119 Disciplina . 1120 Corsi pratici di tiro . ,, 1121 La scuola dei lavori di campag na )) 1890 La chiamata della nuova classe . ,, 1890 La. chiamata dei riservisti . )) 189() Modificazioni alla uniforme della cavalleria. ,, 1891 La bicicletta pieghevole . » 1919 Nuovo r eaola.mento di tiro . )) 20'10 Il proget~~ di legge Cavaig nac sull'esercito coloniale » 2251 11 nuovo ufficio di amministrazione e controllo » 2252 Rir:biami' alle armi per istruzione nel 1896
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Germallla. Colombi viaggiatori Pag. '12 . )) 'i3 Istruzione letteraria delle reclute Regolamenti militari . Pag. 13 835, 1413, 21'i9 Il bilancio della marina per il 1895-96 Pag. 166 Variazioni nell'alto personale milit.a.re Pag. 266, 738, 1025, 1222, 1314, 1414 e 1981. Pag 266 Varian te nell'arruolamento dei volon tari di marina La scuola a r tificieri . " 266 Donazione ad un reggimento Pag 266 e 13113 Pag. 360 Le manovre di quest'anno Pag. 361 e 1316 ~pirite militare . . . Pag. 361 ~ - ~ 361 Per l'istruzione su l t iro » G38 Nuovo modello di sciabola da ufficiale di fan teria. I cani da guerra . Pag. 638 e 1223 • Marina . » 639 e 738 Pag '135 Modificazione nelle ispezioni d 'artiglieria da fortezza
XVII
Romania.
XVI
Aumento nell'organico ufficiali e nuove istituzioni . Pog. Congedamento della classe anziana e chiamata della leva. ·" Modificazioni alle manovre . . )) Calibro dellE\ armi da fuoco . » Pensione per le vedove e gli orfani di militari di truppa. •> ColOnie . Pag. 93ti e Modificazione alla legge sul fondo invalidi . Pag. Ti generale v. P;.pe ., Distaccamenti di corrieri militari a cavallo La grande rivista della flotta a Kiel . }) )) Giubileo di un règ·ghnentò in Baviera. Grandi manovre 1895 . >) Vestiario e arredamento . )) Giubba. di fatica agli ufficiali. )) Rimonte . . >) Tariffa di na.vigazione nel canale Guglielmo )) Premio imperiale agli ufficiali per le corse di resistenza. " Manovra e para ta per l'inaug·urazione del canale Guglielmo. >) Tavole di tiro . )) Vestiario di fatica . . )) Istruzione sul tiro per la marina. )) Esercitazioni estive. " :\lanovt·e imperia li . " Pensioni )) Distaccamento autonomo pionieri in Baviera " All'ardellamento . )) Flott.:1. eli manovra . . Pag. 1601 e Combustibile Masut . Pag. Medaglia. commemorativa della guerra franco-germanica Riparazioni alle navi . . · l) Formazione di una nuova ispezione marittima. Grande esercitazione dei ferrovieri nell'autunno 1895 • )) Circolo degli ufficiali tìJOri d'attivi tà Costruzioni navali . . . . ))
735 736 835 835 935 1224 ì 025 1026 1122 1123 1223 1314 1315 1316 1316 1316 ,1317 1311 1414
1414 1414 1599 1599 1600 1600 1600 1982 1602
l ìOO 1982 1982 2080 2082
2181
Inghilterra. 11 pattino a rotelle Gli avvenimenti della campagna inglese nel Chitral Il nuovo fucile Lee-Metford . Il nuovo ministro della g·uerra marchese di · Lansdowne ll nuovo comandante in capo dell'esercito inglese Reclutamento. La marcia a New-Forest .
ll progetto del bilancio della guerra del 1895-96 Nuovo ordinamento dell'artiglieria sul piede di guerra. . . . . Contingente.1896 Nuova formazione della cavalleria . Legge sul servizio di sta.U? maggiore . Istituzione di una scuola preparatoria per sottufflciali . Regolamento delle ispezioni generali Manovre nel 1895 .
168 544 836 » 93'1 » 1602 )) 1603 >) 1603
Pag. >)
• 2254
Russia.. . Pag. 168 Formazione di una sotnia d i cosacchi del Don. >) 16!) Concessione dei diritti della vecchia guardia . Pog. 169, 838 Movimenti nei. generali e promozioni Pag. 109 Est"\nsione della rete ferroviaria. 362 . Manovre da fo rtezza nel Transcaspio . " 363 Età dei generali della circoscrizione militare di Varsa.via. Allevamento dei cavalli a mandre nel nord del Caucaso " 440 Pt6g. 837, 1225 Formazione di divisioni di batte•·ia. Pag 838 Formazione di u na brigat a di fron t iera . » 1027 Creazione di due compagnie treno . )) 1028 Chiamata degli ufficiali di complemento per l'istruzione » 1028 Chiamata dei riservisti per l 'is truzione . 1224 Contingente di leva 1895 . .. 1225 Riparti d'artiglieria da mortai da campagna. )) 1225 Istituzione del.l'ispettorato generale della cavalleria . » 1226 Le nàvi russe inviate a Kie-1 . )) 1226 Nuovo vapore per la flotta volontaria . )) 1415 Battaglione fan'teria di riserva di Stretiensk. » 141 5 Progetto della ferrovia Perm- Via~ka-Koltay . Riordinamento delle brigate locali. . " Hi05 1986 Formazione del comando della fortezza di Libava • 198'7 Adozione di carrette-cartucce a due cavalli . . )) 1987 Consegna della rada di Sebastopoli alla marina·da g uerra ,.. 198'7 Inaugurazione del porto di Teodosia . » 2082 Aumenti e trasformazioni nell'artiglieria. . )>
Spagna. Pag. 1026
1318 )) 1504 }) 1982 »
)) 1983
,. 1985 >) 1985
Forze militari spagnuole nell'isola di Cuba. Nuovi rinforzi a Cuba. . Ammissione alle accademie militari. Ufficiali a Cuba. . . Nuove ferrovie a Cuba . Armamento ì\·f auser alle truppe di rinforzo a Cuba .
Pag. 150'7, 1703 )) 1508, 1794· • 1508, 1101 Pag. 1'701 )) 1'702
)) 1'194
XIX
xvm
Stati Uniti. l'iuove navi . . . . . . l cannoni pne umatici. . . L'uso della bicicletta nell'esercito Nuovo fucile della marina .
P ug. 1028 .,, 1124 )) 1988 1988
Sv izzera.. Ispezione e istruzione del landsturm
Pag.
Di~tintivo pei tiratori d'artiglieria
Le scuole di tiro . . . . . Strada. militare del Grimsel Riordinamento di alcuni corpi di truppa.. Revisione degli articoli della costituzione l'esercito . . I forti d i Savatan e di Doilly: Il tunnel del Sempione . . . Le g randi manovre di settembre. L'accentramento militare respinto
&
170 l'iO l 'iO
" 938 " 1029 federale riguardanti Pag. 10301 1509 Pag. 1031 » 112() l)
179()
))
2~6
Tunisia. Limiti dei comandi mili tari.
. . . . . . . Pag. 938
Turchia. Dati statistici.
. .
.
.
.
Pag.
l'il
Indice alfabetico dei nomi degli a.ntor!. Achillini G. Akaghi C. Allason U Annibali F . A. Z. Barbarich E. . Baroncelli A. Bianciardi . Bonacini E. Borzino C. . Bossi. . . Cerroti O. . Chapperon A. Chiala Coen A. Corradini C. C. F.
'
Pag. 1'1501 1859, 1950, 2052 Pag. 88G " 1321 • O) 331 . » 140 . Pag. 5'i'91 675 )) 3031 392 Paa. 295 . , 337 Pag. 1655, 1'709 Pag. 1011 . Pag. 1281 237 P ag. 1805 . . . » 2170 . . . » 1'1G3 Pag. 15791 1638 )) 15311 109'1
Dedalo . . . Pag. 33() De Jomini B.. >> 606 E. B . . .. Pag. 1231, 1327 Falletti E. . Pa.Q. 201'7 Fircks V. . . » 2171 Foschin i G. B. l) 2 109 Gatto A. 609 Graziadei G. . >> 1829 Krebs. . )) 216'7 Leitner. ~ 2169 Lo Monaco-Aprile G. >) 2091 Mariani F. .Pag. 961 1 1366 .Masson . . . Pag. 1681 Mazzoleni A.. Pag. 83, 2l"i Menini D. Pag. 320 Moch G . )) 1322 Morini » 2172 lVloris » 21 67 M. C. 815 Nasalli-Rocca S. . · Par;. 571. 660, 789, 9ù71 978, 1480 Natali L. C. . . . Pag. 1058, 1158, 1259, 13771 1434, 1557 Nicoletti-Altimari A . Pag. 9781 1067 1 1170, 1278, 138'1, 1446, 15491 1923, 2033, 211'1, 218'7. l Nucci. . . . . . · . . Pag. 1013 Olivieri di S. Giacomo . Pag. 1014, 1837, 19G7 Perrucchetti G. Pag. 28 Pifferi E . l) 275 Fiscìtello S. " 2171 Piva R. » 148 Pugi R. . 514 P. . . . Pag. 1856, 1428, 1519 1 1613 Quaratesi Pag. '145, 8931 9871 lù86 Rocchi E . Pag. 135, 1G28 Salaris . . Pag. 1106 Sanminiatelli-Zabarella C. . Pag. 111 1 229 SchulJert . . Pag. 331 Spaccamela E. )) 612 Vecchi A. V .. )) 1'781 WoinowicJL /. . )) 60·7 Zanelli . . . >) 1()78
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