LA CAVALLERIA ITALIANA
~/ RIVIITA
IIIUTAAE
la Cavalleria feudale
tanza stol'ica che nei secoli hanno avuto la p olvere da sparo, il carro at·mato, l'aer eo e più recentemente i missili e l'arma nucleare. Col cavallo l'uom o antico domi na il on si p uò scrivere la s toria della mondo che lo circonda, crescendo di s tacavaller ia senza parlare innanzi tura e guadagnando in velocità. Requisiti tutto del cavallo, che da tempi immemofondam entali per una società che vive di r·abili ha aiutato l'uman ità a muovere, a caccia e d i incursioni pr·edatrici. Il cavailavorare, a combatter e, esercitando una lo, quindi , è anche un'arma combattente, profonda influenza nel progresso del impostas i s in dalle più remote epoche per genere umano, quanto nessuno altro aniricercare nella mobilità un fattore di pr·emale. Il bi nomio uomo-cava llo ha domi nio e d i successo s ul nemico, pers ino, come noto, impronta- ~~;i~~r;:;;;::~~ prendendo e mantenendo l'ito un'i ntera epoca, il n iziativa sulle più lente truppe a piedi, assu menmed ioevo feudale, assumendo ves te di fenodo ruolo decisivo e meno sociale e di risolutivo esclusivacostume, e recando il mente per il fa ttore velocità, essendo suo benefi co influsl'armam ento a quelso di onore e cortes ia fin o all 'era l'epoca simile, se a ttua le dell 'informanon identico, per tica, tanto ricca di tu lli. ritrovati scientifici, Il cavaliere e la ma spesso povera sul cavalleria hanno perpiano spirituale e tanto le loro radici in una epoca in cui il valomorale. È indubbio che il cavallo re individua le impone il eleva l'uomo fisicamente c spirisu ltato della tenzone, in cui non si conosce l'ins idia a noni ma ritualmente, innalzandolo sopra S.Giorgio, patrono dell'arma automa tica e si comla materialità della polvere e del dei cavalieri d'Italia. fango. Come è indubbio che il batte fissandosi nel f>ianco degli cavallo ha occupato ed occupa una occhi. L'ardi men toso cor aggio è unito larga parte della letteratura, delle arti alla generosHà e alla s ignorilità. Il valore e la vita stessa sono offerti fi gurative, dell 'arte della guerra, esaltando sentime nti ed ideali e per nobili ideali. Da qui origina rafforzando il valore gucrl'iee giunge fi no a noi lo spit'ito fa ZJiuisa del ro dei s ingoli e dei popoli. della vera cavalleria, che ha Cavaliere feuclafe Nell'arte bellica l'impieil van to di aver umanizgo del cavallo ha, za to la guetTa ridualtresì, rivoluzionacendone la pm·tata B a mia antina a 7Jio to i metodi della allo scontro s ul Ba mia w/a a/sovrano lotta, come eleterreno dci soli mento decisivo uom ini d'arme. Si g[ mio cuore alfa dama della battaglia, assupen si inohrc ai bomB 'ono.re pe.r me mendo la stessa imporbardamenti a tappeto, o
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a Hiroshi ma, alle stragi d i Katyn o delle fosse A•·deatine ed ai pr igionieri di cui si è alteso per decenni il ritorno dalla Russia. Come is tituzione la cava lleria è uno dei più potenti mezzi che concorrono all'annullamento di quel principio per cu i il d iritlo è basato sul la prepotenza, provocando il riso).Jevars i dei popoli dall 'oscurantis mo barbarico, spingendoli alle sane idealità c alle opere che sono alla base d i ogn i civi ltà e di ogn i progresso. La cavalleria come classe sociale e politica ha il suo maggio1·e sviluppo durante l'età medioevale, ent1·o la quale s01·ge rigogliosamente con una propria impronta. Poic hé essa non è solo una espressione di ord inamento militare, non è una casta c he vive nel prepotere e nell'ozio, ma un complesso di uomini aventi com un i idea li e ded iti ad un particolare costume di vita, con una precisa divisa ed un auste1·o codice riportati in schema. Di fronte al feudalesimo la cavalleria non tarda ad avere proprie consuetudini e leggi, unite poi nei codici cavallereschi , distinte e d iverse da quelle feudali, non u.ltima quella di non essere soggetta ad alcun signore. Mentre il feudalesimo si costi tuisce fin dalle origini come classe sociale chiusa, ordinata in rigida gerarchia face nte capo all'imperatore o al sov•·ano, cui il vassallo giura fedeltà, ricevendone protezione e godimento di beni, la cavalleria rimane invece, almeno come pl"incipio, un'istituzione libera e aperta a tulti con distinzione derivata solamente dal valot·e personale, secondo il fondamentale prin-
cipio della parità di tutti i cavalieri, che è alla base del progressivo differenzian;i di fronte a lla società feudale. La cavalle•·ia si propone d i osservare quei supremi principi di giusti zia e di difesa dei deboli , c he sono tanto noti da costi tuire orma i un luogo comun e. L'educazione cavalleresca, l'unica veramente laica fino al diffonde rsi deJJe pri me università, tende, in defin itiva, a curare la cortesia intesa come rispetto, benevola considerazione per gli altri,
nonché a coltivare il sentimento dell'onore, inteso quale fedeltà alla pa rola data, al servizio c ui il cavaliere si consacra. Disdegno della vil tà e amore di gloria militare, de te rminano la prontezza nell'affrontare rischi e pericoli che inci ta no nella decisione di offrire la vita per una nobile causa. Piacevolezze di maniere e di conversazioni, galateo, ma anche poca cura della ricchezza, dei beni materiali. Questa è la cavalleria da cu i si è appreso ad osservare leggi e doveri, anche se si è persa la diretta consacrazione attraverso 3
il complesso cerimoniale del rito di invedom a nda se è possibile far resuscitare stitura dell'epoca. Si determina, quindi, queste pr·egevoli doti nel cavaliere moderquella che si può definire la dignità guerno c he non ha più il cavallo come arma riera dell'Arma, trasferendo nei posteti il da guerra, si può rispondere c he lo spirito culto dei sentimenti di fedeltà e di genero- della cavalleria non è solo il cavallo. Si sità. La cavaUeria feudale si inaridisce e deve convenire c he il cavallo potenzia le scompare con il diffonqualità u mane attraverso i dersi delle compapericoli , le sofferenze, le gnie di ventura, cadute e le fratture, quando cioè l'eserattJ·averso le paure Cothé:e e/e/ cizio delle armi supe r·ate, che sono in Ca{)aberejèuc/a/è fin isce per diventadefinitiva quelle c he re mestiere, unitacollaudano il carattere mente alla perdi ta dell 'uomo. di pre minenza e di Ma vi è la tradizione incita trice, che non te rimportanza come a rma principale del mina col cavaiJo, ma si campo di battaglia perpetua come una fede. per effetto della È come la tradizione del polvere da s paro. marinaio che sulle porA tramandare nei taerei, sulle coraz7.ate, secoli nomi ed sui barchini d'assalto o usanze rimangono sulle corvette lancia missili mantiene le stesgli ordini cavallereschi , mentre nel se proprietà comba ttive campo militare del periodo t·erniem, dalle ceneri della velico c a vapore. Ma feudale nasce la per form are questo spimoderna arma rito, sempre pronto al combattente, sacrificio, cavalleresco o ristrutturata nelle marinaro c he sia, per vesti e nell'azione, formare queste virtù di ma che conserva e dignità, am~r propr·io, Varm~o •mo~oonlu/1/ riprende i requisiti coraggio, non bastano di ardimento, anni, occorrono secoli &zrm; .rcm,Pr' ()(J(UIF., cam_.o;èvw / . /d'v.ti'lo lealtà e cortesia di esperienze che san• d'tt/ben. oon/ro /';n_?.tu.rl/z.til • .t/malit. che l'hanno sempre zioni no la vitalità della distinta in ogni tradizione, rendendola epoca. Nell'era mode rfonte educativa del valore. na, pur nel decisivo awento dell'arma da Per "cavalleria", quindi, non si deve intenfuoco , la cavalle ria continua ad essere l'e- der·e soltanto un'arma comba ttente, non lemento determina nte per l'esito della bat- solo un costume di vi ta, ma tutto un ciclo taglia, perché ha consolidato lo spit'ito di stol"ico mai s pento. sacrificio, il senso di iniziativa ed il caratChe non si spegne rà finche le espressiotere, qualità c he per i militad devono rap- ni "cavaller·ia" e "cavalleresco" manter-ranpresentare la costa nte linfa vitale della no il s ignificato di un modo di comportarpropria non sempre facile attività. E alla si da gen tiluomo e da coraggioso.
Le genti d'arme alla metà del '500 da cui originano due attuali reggimenti: "Piemont e" e NSavoia Cavalleria".
dalla ccLancia,, alla Compagnia al reggimento
pmpd reparti denominati compagnie, della forza di aJcune decine di cavalieri, c he insieme opeeano pc•· sopraffare un nemico che colpisce da lontano con il fuoco degli archibugi e delle carabine, gli a nte nati degli a ttua li fuci li c moschetti. L'adozione di tal i arm i comporta anche il cambiamento della manovra e (a nascc•·c la tecnica detta del caracollo: la compagnia si dispone in righe c he avanzano verso il nemico c, giunte a distanza di tiro, fanno fuoco una per volta con i pistoloni. Ogni riga, dopo aver spat·ato, torna in coda pet· far posto a lla successiva e così, in successione, si ripete l'attacco a lle forze nemiche. L'impeto della carica a ll'arma bia nca viene così preceduto dal fuoco c he dovrebbe pt·cl imi nannente fiaccar·e le lince avversarie. Questa azione comporta inevitabi lmente, però, la perd ita della fo rza d'urto, compone nte prima ria dell'effi cacia della cavalleria, cosicché con il tempo viene abbandonata, per tom a rc a lla impetuosa carica, cui il fuoco iniziale delle artiglierie, teso a scompaginare i quadrati della fa nteria avversaria, apre la strada, anticipando così moderni metodi di cooperazione tra le varie armi nel com ba ttime nto. Con la creazio ne della compagnia sorgono anche le specialità dell 'at·ma, distinte tra loro pet· armamen to, compiti e modalità d'impiego, peraltro flessibile ed intercambiabile. Nasce così la cavalleria pesante più idonea a ll'intervento nel comba llimento. È costitu ita da lle "genti d 'arme" (da cui gendarn1i), dai corazzieri, dai cavalieri, dai carabinieri (intesi come armati di carabina) c he sono in realtà la cavalleria vera e propria.
on la fine del medioevo c del feudaleC simo, in cu i si visto l'orgoglioso modo di combattere isolato del cavaliere è
nell a s ingolar tenzone, l'era moderna, con l'i ntroduzione delle armi da fuoco, determina una profonda crisi nella cavalletia: crisi organica e tattica. Non più cavalieri pesantemente armati e insieme ai cavalH interamente coperti d'acciaio, agenti in piccoli nuclei composti dal cavaliet·e, secondato da pochi fidi scudieri che costituiscono la "lancia". Le esigenze del fuoco impongono il raggruppame nto in veti e 5
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Rgt. Dragom d1 S.A.R.
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Rgt. Piemonte Reale Cavalleria Rgt. Savoia Cavalleria
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Rgt. Dragoni Sardegna Rgt. Aosta
tempo ve1; e prop1; cavalieri anche essi. Queste specialità non hanno mai avuto funzioni ne u amcnte differenziate, restando praticamente accomunate da notevole inte•·cambiabilità d'impiego, propria dell'arma, che si è sempre distinta per una elevata flessibilità operativa. Nel Seicento, abolite le milizie di ventura c temporanee, limitate ai soli periodi di guerra, si da vita acl eserciti permanenti, ossia esistenti anche in tempo di pace. Le compagn ie, che in passato si .-iuniscono solo in vista od a seguito di esigenze belliche, con gravi inconvenienti di carenza addestrativa e di amalgama, anche spirituale, facilmente intuibili , vengono raggruppate in una s tessa, stabile formazione, denomin-ata reggimento, a reclutamento nazionale. li primo nucleo della modema cavalle ria italiana sorge nello antico ducato sabaudo a lla fine del Seicento, a ll'cpoca lo s tato preunitario politicamente più attivo. Se si fotografa la si tuazione della nostra penisola s i vede su bi lo che è
Ancora protetta da elmo e corazza nelle parti vitali, adotta grad ualmente armi da fuoco oltre alla s pada c carica il nemico per una o pil.1 righe. La cavalleria leggera, (cavalleggeri, cacciatori , lancieri, ussa.-i, ulani, guide, etc.), abbandona ta definilivamente la corazza e la lancia, è incaricata di penetrare nello schieramento per portarvi lo scompiglio. Appare idonea per altri compiti e si fonde in seguito con la precedente, •·inascendo un secolo più ta1·di. In fine vi sono gli archibugieri a cavallo, di creazione italiana (del fiorentino Piero Strozzi), dotati di ar·chi bugio ancora relativamente maneggevole, che per usa1·e l'arma devono fa re piede a terra. Il Iom intervento precede la carica della cavalleda propriamente detta o ne protegge il dpiegamenlO. Da essi originano i eh-agon i, termine adottato, pare, per incutere tcn·ore nel nen"'ico, che muovono a cavallo c comballono a piedi, divenendo con il 6
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suddivisa in numerosi statcrelli in gran parte sotto dominio straniero. Fra ncia del Re Sole c impero asburgico si scontrano soprattutto in ltalia pe r il predom inio in Eu•·opa, perché il bel paese accomuna alle bellezze della natura c del clima una posizione geostrategica centrale c he costituisce ponte tra· no•·d e sud, tra est cd ovest. Diviene perciò p•·eda a mbita da molti, posta com'è, al centro del Mcdit cn·aneo, fulcro delle principali civiltà. Ma dalla caduta dell'impero romano tanti stranieri sono passati per il cosidde tto "gia rdino el i Europa", i c ui abitanti sembrano ave•· perso il coraggio di battersi per le pi"Oprie id~alità e pe•· i pi"Opri inte•·essi. Non avendo la forza e la volontà di portare le propl"ie armi sono costretti a subire quelle altrui. Discorso incomprensibile per tanti pacifisti di ogni epoca. In questo s facelo solamente il ducato sabaudo tenta eli oppo•·si (vaso di coccio tra vasi eli fcJTO) allo straniei"O att.-averso una duplice azione: italianizzare la cultura favorendo l'uso della lingua italiana in contrapposizione alla diffusa usanza del francese e potenziare l'esercit o auraverso la costitu zione dei reggimenti. Si formano pc•· pl"imi i reggimenti di dragon i, tra il t 683 e il t 690, per capitolazione, attraverso cioè una convenzione che il duca Vittorio Amedeo II stipula con personalità milital"i di rango ed esperienza, nominate colonnelli, c he vengono incaricati di "levare" e comandare un •·eggimento. In tal modo il colonnello si assume la responsabilità del reclutamento, addestrame nto ed an1ministrazione delle varie compagnie, tratte da quelle già esistenti di a•·chibugieri a cavallo, ne nomina gli ufficiali e acquista i quadn.1pedi. .La mmin is trazione ducale s i occupa del soldo mensile alla truppa, della fornitura delle armi e del pel"iodico controllo dell'entità nume ri ca del reggimento. Nel J 692 si costituiscono con un diverso sistema di •·ecl uta me nto i primi reggimenti di cava i-
lc ria veri c propri. Gli ufficiali provengono dalle d isciolte compa-gnie di genti d'arme o sono nominati ex novo. La truppa viene reclutata secondo modalità c he già .-ivclano una notevole modernità: i comuni debbono fornire, secondo una quantità prcstabi lita, uomini celibi, d'e tà compresa tra i 20 c i 45 anni, con determinate carattel"istiche fisiche, appartenenti a famiglie nume•-osc, di cu i non devono esse1·e capifamigl ia. Il se1v izio ha obbligato.-iamcnte la durata di due anni. Le unità pt·eJ"isorgimcntami (a lmeno quelle gi unte fino ai nostri g iorn i) appaiono nell o schema riportato nella pagina a la to.
Sciabole tricorni e parrucche n questo periodo la cavalle•·ia non ha I una uniforme vera e propria, tranne le armatu•·e. Non è rimas ta una documentazione attend ibile della sua tradizione uniformologica, caratterizzata, pe•·alt•·o, da un copricapo a forma di bicor·no, nonc hé da una sciarpa azzutTa, a ncora oggi indossata dagli ufficiali italiani. Il battesimo del fuoco della cavaJieria sabaucla awiene durante le guen·e di fine Seicento - ini zio Settecento, combattute tra le nazioni europee per iJ predominio in Ita lia. Queste campagne, facendo muovere i primi passi verso la liber tà c l'unità degli italiani, determinano la riunione di quasi tutto il Piemonte alla Savoia c la annessione della Sici lia (t 7 t 3), mutata poi ( 17 t 9) con la Sardegna. In queste gucrTe (riepilogate nello schema r iportato nella pagina seguente), i reggimenti di cavalleria ha nno modo di distinguersi in vari combattime nti, concorrendo con il sangue dei loi"O uomini migliori ad una semp•·e maggio•·e indipendenza dallo straniero. Appa1·e significativo ticordat·e alcuni
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episodi che vedono agire la cavalleria in maniera d eterminante e indicano il sorgere e l'affermars i di talune tradizioni giunte fino ai nostri giorni. Durante l'assedio di Torino da parte degli ispa nofrancesi, dura to ben cinque mesi (maggio-settembre 1706), la cavalleria, guidata persona lmente dal duca di Savoia Vittorio Amedeo Il, conduce un'abile azione diversiva per distogliere le truppe assedianti d alla capitale, favorit"Vi l'ingresso dei rifornimenti, galvanizzare le popolazion i piemontesi c he nel passaggio delle proprie tmppe trova motivo di risollevazione mor·ale e materiale. È una tattica temporeggiante
e l'aggiramento parziale d elle forze nemiche da parte della cavalleria. Durante questa azione vittoriosa i "Dragoni di S.A.R." si lanciano, a l grido del duca "a moi mes dragons!", sul più minaccioso dei reggimenti di cavalleria francese che s i trova nei pressi d i Madonna di Campagna e lo costringono ad una fuga precipitosa, catturando anche i timpani (tamburi da sella) del 1·eggimento avversario, che costituiscono simboli di altissimo valore per oltre un secolo. Grazie a questo successo, Vittorio Amedeo Il può piombare direttamente a lle spalle dei francesi che ancora r·esisto-
in auesa dei rinforzi a lleati condoui dal cugino Eugen io di Savoia, al cui arrivo si inizia l'attacco alle posizioni ossidionali franco-ispane. infatti, la mattina del 7 settembre, dopo che il tiro delle artigl ierie c lo scontro delle fanterie hanno naccato la resistenza dei trinceramenti avversa r i, l'azione decisiva avviene con lo sfondamento fronta le
no validamente nei pressi di Luccnto, determinandone la fuga precipitosa verso la Dora. Sempre nella stessa bauaglia avviene un altro fatto singolat·e. Secondo la leggenda, un porta ordini di "Savoia Cavalleria",incaricato di recare informazioni su ll 'esito vitlorioso dello scontro, pur gra vemen te ferilo a lla go la da un drappe ll o avversario, r iesce a raggiungere
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Viuo.-io Amedeo da ndogli la notizia prima di s pirare. L'escla mazione del duca: "Savoye b01111es nou velles" d ivie ne da a llora il mollo de l reggime nto, cos i come s i vuole che il fil etto rosso c he borda il bavero nero de llo s tesso reggime nto, o per· ta lune epoche, come l'attuale, la cravalla rossa, non sia altro c he il s imbolo del sa ngue che ha a rrossato il colle tto de l generoso portaordini , rimasto igno to. La cavaller ia si d is tingue inoltre ne lla ba u aglia campa le di Guastalla del l9 sette mbre 1733. In essa si 'ritie ne s ia ol'iginato il grido di gue rra "Savoia" delle truppe pie montesi pr ima, ita lia ne poi, d ura to o ltr·c due secoli. Esso porta in sè tutta la forza, la potenza c la tragedia d i un popolo in armi. Co mposto da tante voci , ele ttrizza ed un isce ta nti uom ini , no nché i loro cavalli : tulli quelli c he comba ttono per· la s tessa giusta causa, conte nendo, in un contr·as tante connubio, a more ed odio. Appare l'anima s tessa de lla pa tda per la qu a le ge ne razi oni di cava lier i sono a ndati incontro a lla morte, urlandolo ne ll 'aria come una u ltima sfida. Al Tidone, afflue nte del Po verso Piacenza, il t O agosto 1746 un distaccame nto d i cavalleria, composta da cento uo mini di c iascuno dc i reggime nti "Dragoni di Sua Maes tà", "Dragoni d i Piemon te" c "Savoia Cava lle ria", in selle caric he s uccessive, sbaraglia l'avversario merita ndo l'apprezzame nto di alleati c nem ici, cauurando a rmi e bandiere a ll 'avversario. Queste lotte, per qua nto me no c ruente di quelle religiose del Seicento, sono di spendiose e sa ngu inose più di quanto le possano far a pparire le inc ipri a te pa tTucc hc e le sofi s ticate unifom 1i de l tempo. Il pel'ioclo di pace c he s i insta ura a lla me ta del Se ttecento perme tte a ll'esercito e con esso alla cavalleria di me tlerc a fTutlo le esperienze acquisile ne l lungo guerTeggiarc, di perfezionare istituzion i c ord iname nti sorti solto l'impulso fre netico degli avvenimenti.
Nascono i regolam enti, testi organic i concernenti ogni settore della vita e delle attività mili tari; nel. campo più proprio della cava lleria sorgono i prim i depositi eli cava ll i per le dmonte, assa i utili per l'approvvig iona mento equino in r·egioni come l'Ita lia ovunque pover·e di tali preziosi a nima li ; s i dà maggiore e più razionale impulso all 'equitazione. Si per feziona la un iforme c he in questo periodo comincia a rendere tutli i soldati egua li tra loro, d is tingue ndo li peraltro pe r a rma, corpo e grado. Ca ra u cd stiche dell'epoca la tras-formazione del bicorno in tricomo, l'uso di giubbe colora le di ro so o eli blu per distinguere i
drago n i dalla cavalle ria. Nel settore dell'amminislrazione, della logistica e della disci plina si da nno regole pi ù precise, s i organizzano i servizi logistici s ia pur rudimenta li ; si ha nno le prime caserme (case d'ar·mi ), s i impiantano i campi dtu·ante le ma nov•·c c per le eserci tazioni in campagna, si costruiscono le piazze d'armi per gli eserc izi in c iuà. Alla me tà del Se ttecento si
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assiste ad una serie di rifor·mc, tmppo spesso solo formali , sovente copiate dall'estero, secondo una moda pmvinc iale italiana che ritiene migliore ciò che fanno gli altri eserciti, senza curarsi di capire Io spirito cd il carattere degli altri popoli , tanto diversi gli uni dagli altri. E così inllussi ed esempi stranieri trovano facili c convin ti amm iratori ed imitatori di cose c he, lr<lspo r1a le fuori daiJ'humus cultura le e s torico di o rigine, risultano vuo te di contenuto e non giovano ad altro c he a snaturare le qualità proprie deiJ'esercito c del popolo pie montesi allora, di quelli italiani oggi. Sullo spirito marziale, sempre presente nell 'eserc ito del vecchio Piemonte, si innesta una pericolosa debolezza disciplinare, frutto dello scontro di due diversi gruppi, i conservatori ed i riformatori. All'immobilismo delle istituzion i c he evolvono solo in superficie, in aspetti prevale nte mente esteriori, s i oppone una corre nte di idee innovatric i, sviluppata ne i ra nghi meno a lti, tende nte a modifi care le cose in profondità. Da questo contrasto,
nonc hé dalla carenza di validi capi militati, del"ivano le disgr azia te sorti del conllitto di fine secolo tra le teste corona te d'Europa - tra cui quella del Re eli Sardegna -e la Francia de i sanculotti che si battono con il furo re deiJa disperazione pe r difcndet·e le conquiste ideali e matcdali della rivoluzione. Dopo quattro anni ( 1792-96) di stanca guetTa condotta prevalen temente in montagna, sulle Alpi, con la ca va lleria in la r'ga par·te appiedata per le caratteristic he negative dell'ambi ente geotopografico, si giunge al J796. I n quest'anno per l'impu lso determinato dal nuovo giovane coma ndante delle fot·ze francesi, dal nome italiano di Napoleone, queste conseguono il L"isultato favorevole di sepa r·are le forze alleate a ustro-sa rde. È con tro queste ultime che tra il l 9 c il 21 aprile Bo na pa rte avventa la sua armata, obbligandole a ripiegare verso no rd cd aprendosi la s trada per Torino. Ed è a questo punto che interviene la cavalleria, l'arma decisiva delle o re c ritiche e dispcr·ate, posta a protezione delle fa nterie in ripicgamcnto. Contro di queste Napoleone ha lanciato la sua t • Divisione di çavalleria, coma nda ta da un valente genera le, Enrico Stengel c composta di c inque r·eggime nti, uno dei quali agli ordini de ll'a llora c ittadino colonnello Murat. Con un movime nto aggirante, essa tende al fianco delle truppe sarde, esauste per la fa tica ed in tcmpor·aneo bivacco. Ma d ue squadron i dei "Dragon i d i Sua Maestà", dislocati nei pressi del Bricchetto di Mondovì, agli ordin i del colo nne llo Chaffarclon, caricano con sla ncio i cavalieri fra ncesi, coglie ndoli in un momento di crisi de terminata da un tardivo te ntativo di cambiare formazione e direzione, c li
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sbaragliano. 11 generale Stengcl viene ferito a morte nello scontro violen tissimo. Nell'ardore della lotta il cornetta Roberti di Castclvem, t·otta la sciabola, usa l'asta dello stendat·do per colpire quanti nemici gli capitano a tiro. Pe r il fatto d 'armi Vittorio Amedeo III, ritenendo c he "una sola non sia sufficiente a premiare tanto valore", conferisce ben due medaglie d 'oro, con la seguente motivazione: "Per la segnalata prova di zelo, di fcm1czza c di bravura c he due squadroni di quel corpo hanno dato il 21 apri le 1796 nella pianura di Mondovì presso il colle di • Bl"icchctto, attaccando un corpo di dragoni c ussari nemic i infinitam e nte supel'iori in numero, rovcsciandoli e dis pct·dcndoli, dopo averne uccisi, feriti, fatti pl'igionieri buona parte, facilitando così la ritirata della fanteria del re c he arrischiava di essere circondata". L'episodio è particolarmente s ig nificativo anche per il fatto che è uno d c i pochi combattimenti in c ui la cavalleria napolconica viene sconfitta. Le cause dell'esito dello scontro possono essere rilevate, o ltre ch e nei già citati errori di manovra dei francesi anche nell'indubbio valore dei "Dt·agoni di S. Maestà". Il reggimento che circa 35 anni dopo si denominerà "Genova Cavalleria" è l'unico, in tutto I'Eser·ci to Italiano, decorato di due medaglie d 'oro per lo stesso fatto d 'arme cd è il solo che celebra la sua festa di corpo nella ricorrenza di una data antet·iorc a ll'epopea risorgimentale c ciò per la risonanza avuta e per i valori c he l'impre-
sa in sé racchiude. La guerra, comunque, si conclude con la vittoda n apoleonica. La cavalleria viene progressivamente ridotta a quauro reggimenti, denominati "Dragoni Piemontesi", poi disciolti per l'annessione del Piemonte quale d ipartimento a ll a Francia, mentre parte del pe rsonale va a costituire due reggimenti di cavalleria fì·ancese (2 1o Dragoni e 26° Cacciatori) che seguono, fino a ll'epilogo, le sorti delle aquile napoleoniche, dis tinguendos i, p e r b.-avura, su tutti i campi di baltaglia d'Europa. È comunque una fine di un'era, scom paiono le incipriate parrucc he, g li appuntiti tricorn i, escono definitivamente dalla storia anche taluni reggimenti sabaudi. Gli altri risorgono e scrivono le affascinanti pagine dell'unità nazionale degli ita liani.
la ~carica per fare l'Italia
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Ottocento rappresenta il secolo d'oro della cavalleria e delle sue tradizioni di romantica signori li tà. Pur nell'avanzare progressivo de l macchinismo, continua ancora a prevalere quello stile di vita di cui il cavaliet·e è il rappresentante più seducente. Gli stessi aspetti esteriori dell'uniforme, che nella "belle époque" raggiungono il m assimo splendore, confermano un'apparenza che si traduce in sostanza a l momento di salire in sella e caricare il nemico. In questo clima inizia il risorgimento, durante il quale con il
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parallelo diffondersi degli idea li libet·ali e I n questo pet·iodo le unifonni e gli armacostituzionali , s i concre tizzano le ulteriori me nti subiscono evoluzion i attraverso cui fas i della lotta per la libertà dalla dominaesprimono, nella form a c nella sostanza, le accenLua te fun zioni spiritu a li ed opera tive zione straniera e la conquista de ll'unità nazionale. Per e iTc tto della restaurazione della cavalleria. Il copricapo, c he è l'eledel 18 14, ossia della resti tumento più appariscente delElemento del zione, dopo la caduta di l'uniforme, subisce varie tra"Piemonte Reale" (1848). Napoleone, del Piemonte a l re s formazion i: si passa da un di Sardegna, s i ricostituiscoini7.iale caschett o di cuo io per drago ni c cava lieri, allo no gli antichi reggime nti sabaudi: due di dragoni, s ha ko ( 18 19) per i soli due di cavalleria, due cavalleggeri. In seguito di cavalleggeri . Sette Lutti i reggimenti reggimenti, ognuno adottano un elmo di dci quali assume il metallo, ricoperto nome d i una regiocon una fascia di ne o provincia de l pelle d'orso, poi di regno, s i ritrovano foca, ispirato a ll e lince a t·mon ichc con la riforma del 1832, dopo c he, in dell'elmo ellenico. segu ito alla parteciNel 1843 la croce d i pazione di a lcuni di Savoia in ferro luciessi ai moti liberali do sostituisce il fredel 1821, s i sono gio clorato con l'aquiavu ti a lcuni scioglila di Savoia, cosl come menti e riordinamenti la coccat·cla azzurra (vcdasi schema in a lto). viene, all'entrata in gucr-
ra ( t 848), sostituita da quella tricolore. Sotto Ca rlo Alberto la variazione più impot·tante l"iguat·da la giubba, che da abito con falde posteriori raccorciate passa alla foggia di tunica con doppia abbottonatura, res tando in uso fin o al t 87 t. È con q~ICstc divise o montu re da parata, romanticamente indossate anche in guerra, che i cavalieri affrontano la sorte o la morte per l'llal ia. Per quanto l"iguat·da l'at·mamento, nel t 8 t 4 è eterogeneo, d'importazione sLJ·aniera, ma viene sostituito, subito dopo, da quello fabbricato in Piemont e. Nel 1836 uno squad rone per ogni rcgg~mento viene dotato di lance. Progressivamente quest'arma, estremamente effi cace nelle cariche c non pitt adoperata ne l medioevo, torna ad essere assegnata a lulli gli squadroni, unitamc nte alla sciabola c a l pistolone {una specie eli moschetto a canna corta) da appendere alla rangona (bandolier·a) in sosti tuzione delle due pis tole da sella settecen tesche. La banderuola a due punte della lancia, c he è odginaria men te rossa con c roce
bia nca sabauda al centro, di viene tutta azzurra e ancora oggi, in cet·imonic c in ricorrenze, la cava lleda usa la la ncia con la bande ruola dello s tesso colore. L'impiego operativo de ll'arma nelle prime campagne l"isorgimentali (vedes i schema a fondo pagina) è assai frequ ente, sovente in prima linea anche in appoggio ed a difesa di a ltri corpi. Le azioni di particola t·e ri lievo e di valore militare vengono attestate anche a ttravet-so le l"icompensc collettive che l'Arma si è meri tata. Le esperienze delle campagne del t 848 e del t 849 dimosLJ·a no come terreni particolarmente sfavorevoli, per la loro compartime ntazione dovuta a cu lture, canali, baschine, e tc., come quelli del Lombardo-Veneto, siano poco idonei a massicci complessi eli cavalleria c qua nto s ia impot·tante l'attività de lle unità leggere, soprallutto in funzione esplorativa. In segu ito a queste considerazioni, i nove reggimenti esistenti nell850 s i l"ipat·tiscono in cavalleria di linea, costituita dai primi quattro reggi menti, i più antichi,
IY!Tr\U,\ l'i partecipa11o 5 rcggimellli, eli e.ssi .\OliO decmati: I.ANCII."RI IJI Al/Ltl \'0" til M.B.\. \1. (Sf NIG,\U./,\) "l.ANC/ERI DI NO\~\RA"- di due \.l. B.\~ \1. ((ì\SIN l'IDA H. DO e AltlCI ROM J "Pil!.MOVTE. RRALE CAVAU.FFVA"- di \I.A l~ ,\l. (GARIGU \r-..'0)
Tlcl V.BNl 1'0. h pai1a:ipauo 19 lll. d s t sono dccomtt: "l 'u\CJERI DI AOSTA~- di M.O.l.M. (CUSTOZA) -c:A\rt!LLEGGERI DI :Qill$. Af\DRIA"-dl M.A.\.M. (VILLAPIM CA) CAVAI..U:'GGB.RI GUJDE"-di M.A.\. 1. (CUS1'0ZM IJ\\C/EIU J)] 11RENZE"- tli \1.B.\.M. (PO\TED!l'ERSA)
IIJ• GUERRA D 'INDIPENDENZA 1866 -si combatte
BRIGANTAGGIO MERIDIONALE 1860170 - I'Ì partcdpmw tttUi i reggimellti
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forma to con squadroni forn iti da tutti e cinque i reggimenti cavalleggeri. Il loro impiego è limitato dal tipo di guen·a ossidionale e dalla fal cidia che la nota epidemia di colera determina nel corpo di spedizione (vds schema a pag. 34). Con la seconda guen·a d'indipendenza s i riprende il cammino, seguendo il corso del Po verso oriente. A Montebello il 20 maggio 1859 si distinguono "Novara", "Aosta" e "Monfen-ato", che riescono, con ripetute cariche a rallentare l'avanzata di una grossa form azione austriaca c he procede verso Voghera, favorendo l'azione eli una divisione alleata francese che l'an·esta definitivamente. In seguito a questo fatto particolarmente degno eli essere ticorclato, viene formata una nuova unità, "Montebello", l'unico reggimento ad essere chiamato con il nome di un combattimento. Importante è l'azione che "Alessandria" svolge sulla Sesia, a Palestro cd a Borgo Vercelli, così come quella eli "Monfen·ato" a che mantengono invariati l'a rmam ento e l'un iforme e in cavalleria leggera o cavalleggeri, che meglio si adattano a lle diverse necessità ambientali od operative, rappresentata dagli aJtri c inque. I cava lleggeri sostituiscono la lanc ia con il moschetto e l'elmo con il képi, adottando come distintivo a nzic hé l'inte.-o colletto colorato, le fiamme a tre punte, tipiche da a llora della cavalleria. Da questo pe.-iodo la lancia divi ene il princ ipale, anche se non assolutamente vincolante elemento distintivo dci reparti più idone i all'inte rven to a massa nel combattimen to. Nel 1855/56 il comando e lo Stendardo di "Alessandria" sono alla testa eli un reggimento di cavalleggeri provvisodo, inviato dal sapiente intuito di Cavour in Crimea, e
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S.Mm·tino. Le "Guide" di Gal'ibaldi si segnalano nel corso delle operazioni che da Varese portano alla Valtellina. Man mano che, con le successive annessioni, il regno di Sardegna s i fa più consistente, si formano reggimenti nuovi, con l'incoqJorazionc di alcune unità militati degli stati annessi, (Lombardia e Lega dell'llalia Centrale), o attraverso volontari, o, ancora, per coscrizione, assumendo i nomi di grandi citlà, in p•·evalcnza capoluoghi di provincia, che passano sotto la giurisdizione del regno, divenuto o •·mai di Italia, anche a seguito delle annessioni meridionali (ved i schema sull'evoluzione e sviluppo ordina tivo su lla cavalleria italmna dal l 683 a l 19 18). I •·eggimcnli assommano nel 1860 a diciassette: quaLtro di cavalleria, sei di lancicri, cinque di cavalleggeri, uno di guide e uno di ussari; questi due ultimi in pratica sono cavalleggeri sia pure con uniformi particolari per foggia c colot·e; inollre per circa un'anno (185960) le quauro unità di linea vengono denominali "corazzieri", anche se non portano corazze. Nel 1860/ 1861 cinque reggimenti partec ipa no alla campagna di guerra nelle Ma rche, neii'Umbria e nell'Italia meridio-
naie, distinguendosi particolarmente a Senigallia (''Milano"), a Castelfidardo e nei pressi di Isern ia a l Macerone (''Novara"), sul Gadgliano ("Piemonte Reale"). Nella lotta contro il brigantaggio ( 186011870) conseguen te a della campagna, quasi tutta la cavalleria viene impegnata in diverse epoche e zone, in uno stillicidio di scontri, costituendo prevalentemente colonne mobili. Nella campagna del 1866, proprio nell'inf<lusta giomata del 24 giugno, "Aosta", a Monte Vento di Custoza, si mcdta la medaglia d'o•·o a llo Stendardo e si mettono in luce le "Guide" cd "Alessandria", rispettivamente a Mozambano di Custoza e a Villafranca. Nella prosecuzio ne della campagna "Firenze" si segnala a Ponte di Versa (Udine). Nelle operazioni per la conquista eli Roma nel 1870 vengono impiegati cinque reggimenti e viene, quindi, formato il 20° che assume il fatidico nome della nuova capitale del r·egno. Si è compiuto un altro passo avanti nella fOJmazione dell'Italia. Mancano ancor<l le tcn·e venete che sono dette "iiTedentc" cioè non ancora l ibera te dalla dominazione austroungarica. Occorrcranno ancora quarant'anni pe•· realizzare l'obiettivo fina le, tale che per molti stol'ici la prima guet-ra mondiale viene consider-ata c direi giustamente la nostra quarta guerra d'indipendem.a.
Economie ed efficienza el c inquanten nio di pace c he intercon·e tra Roma capitale e la prima guerra mondiale, l'esercito, e con esso la cavalleda, si appresta a completare la sua unificazione, trasformandosi da piemontese a italiano. Prima di entrare n el settore strettamente militare appare confacente una bt·eve digressione nel mondo della belle époque.
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Epoca di grandi eventi in cui a r·te, scienza e tecno logia s i sono unite, contr·ibuendo al progresso, senza pervenù·e agli alluali inquinamenti. E no n è un riferimento limitato a quelli atmosferico-am bientali , ma esteso al campo spil"ituale perché in quell'epoca seducente e affascinante, sono te nuti in grande cons iderazione valori morali, oggi in largo disuso, quali l'onore, la cortesia, il senso del dovere. Bella epoca, appellativo indovinato perc hé è scnz'ahro un peJiodo di s plendm·e c he dura c inquant'a nni, fino alla traged ia di Sarajevo. Quando una realtà tragica fa ricme r·gere il senso della morte, annullando la be llezza, la giovinezza, la gio ia di vivere e dando ini zio ad una noiosa, barbosa, tre me nda serie tà in cui s i innesta la decadenza de l mondo occidenta le. Inizia cosi col tramonto della bella epoca quella serie d i cedimenti c di compro messi c he ha nno po rtato l'a ttua le genere di vita, con i barba ri nuovame nte all e porte, con i pent ili di ogni genere di de litto, comune o politico, a ll 'inte rno della s tessa società. Vi è da c hiedersi ovc sono finiU l'all egra spensieratezza, le bellezze del fascino ma li ardo, lo splendore delle rutilanti uniformi. Per dirla con il poeta sono divenuti l'ombra del sogno fuggente perché inceneriti dalle infuoca te fonlaci dci due con nitti mondiali c po i definitivame nte annegati nelle miseri e del materialismo consumis ta
di massa. Nel 1870-7 1 avviene una importa nte riforma, de tta Ricotti, dal nome del ministro della guer-ra, che apporta sostanziali innovazioni ordinative, uni formologiche e addestrativc per l'eser·cito e la cava lleria, non ulti me le s tcllette, un simbo lo eli disciplina e orgoglioso status militare. Dal 1887 al 1897 la cavalleria invia in Africa alcuni reparti e numeros i uiTi ciali, sottu!Ticial i c uomini di truppa di var·ie un ità, c he concormno alle o perazioni in Eritrea, ove comincia a formar-si la cavallcl"ia indigena, le famose "penne di falco", dal s imbo lo posto la ter·a lme nte a l copricapo, de nominato "tarbusc". Alla fine dell'Ottocento i reggimenti di cava lleria sono ventiquattro (d ieci armati di lancia, quattordici cavalleggeti). Malgrado il potcnz iamcnto dovuto agli impegni presi con la triplice a lleanza, si costituiscono solta nto due reggimenti nel 1883 ma debbono tr·ascorrc re a ltri quattro anni (J 887) per costituirne a ltri due (vds schema di pag. segue nt e). Soltanto i pdn1i quattro mantengono l'elmo; gli altri da l 1872 sostituiscono il képi con il colbacco di pelo eli foca, su cu i è inserita una penna d'aquila per· gli ufficiali, di corvo per la. truppa. Nella gucrTa ita lo-tw·ca del 19 11 /19 12, ovc la cava lle ria indossa il celebre grigio verde da poco is tituito ( 1909), sono pr·escnti il comando della Vll briga ta , quattro comandi di reggimento e di gruppo c dic iassette squad roni, tra cui si segna lano
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Evoluzione e sviluppo ordinativo della Cavalleria italiana 1683/1918 CAVALLERIA SABAUDA (1683-1713) "DRAGONI di S.A.R. " (1683) ·"DRAGONI di PIEMONTE " (1690) " PIEMONTE REALE CAVALLERIA " (1692) · " SAVOIA CAVALLERIA " (1692) CAVALLERIA SARDO-PIEMONTESE (1720·1859) "AOSTA" (1774) ·"NOVARA" (1828) · "SALUZZO" (1848) · "MONFERRATO" (1850) "ALESSANDRIA" (1850) ·"GUIDE" (1859)
Nel 1859 si ha il contributo delle annessioni dell'Italia settentrionale e centrale "FIRENZE" • ''VITTORIO" "LUCCA" • "PIACENZA"
Tutte
1861
t.e precedenti aliquote si fondono nella CAVALLERIA DEL REGNO D'ITALIA Portando al totale di 17 reggimenti
Gli incrementi successivi, sott o indicati, portano al massimo storico di 30 reggimenti. 1883 "PADOVA" • "CATANIA"
1871 "ROMA" (20°) 1915 "PALERMO" (30°)
La denominazione è derivata in prevalenza dalle regioni e province del Regno, con tre eccezioni: un combattimento (•Montebello• ), una specialità (•Guide•), due sovrani (•Vrttorio Emanuele n•, •Umberto a•). Specialità e impiego sono differenziati in base all'armamento: lanòa o sciabola.
quelli di "Lodi" a Henni Bu Mcliana e a Montcm s em (che s i guadagnano due medaglie d'argento allo Ste ndardo) e "Piacenza". Si fo rmano in seguito i "savari", gli "spah is" e i "mcharisti", la cavalleria colo nia le dell a Libia . Alla vigi lia de lla prima guerra mond ia le si raggiunge il massimo storico di tre nta reggimenti, di cui sei costituiti tra il 1909 c il 19 15: dodici di dragoni c lancie l"i, diciotto di cavaJieggeri. Di essi, sedici reggimenti costituiscono quattro divisioni di cm·a lle•·ia, ognuna delle quali consta di una bl"igata di lancicri cd una di cavalleggeri; gli a ltri fanno parte, quali supporti,
detti allo•·a truppe suppletivc, de i corpi d'armata. el l'ambito ordinativo si deve osservare come l' esercito italiano abbia semp•·e d ifettato d i s upporti ed in parti cola re di cavalleria, artiglieria e genio, il c ui a uJTlenlo ha formato costa nte preoccupazione d i vari legislatori c ministri de lla guc1Ta, ma la "politica della lesina" ha sempre prevalso, penalizzando soprattutto le armi più costose, quali appunto que lle citate. Ne consegue la considerazione c he in tutte le epoche, la consistenza organica della ca,·alleria, s ia in rapporto alle a ltre a nni del proprio esercito sia in rapporto alle 17
caval lerie di a ltri eserciti, è sempre molto inferiore. Tra il1871 ed il1914, ossia nell'epoca d'oro dell'Arma, le percentuali di raffTonto tra fo rza della cavalleria e quella totale dei principali eserciti europei, per l'Italia risulta no in ogni epoca le più basse (vds schema sottostante).
pet'Sone annoiate, come dimostrano i numerosissimi incidenti, anche mor·ta li , di c ui sono vittime cavalieri assai valen ti. Per fare soltanto alcuni notissimi nomi, si pensi a Baral is, Caprilli, Agazzotli, B ianchelti, Vitale, Capasso etc. le gare ippiche no n sono quindi uno sport Frivo lo, ma un impegnativo cimento c he nasce
1871/1914 : Forze di cavalleria in Europa
Dopo queste aride ma s ig nificative ci fre perché meravigliarsi se accadono i disastri di Custoza, Adua o Caporetlo dove la cavalleria avrebbe po tuto render·e preziosi servizi e dove invece o è assente o è impegna ta male o è numerica me nte insufficiente e inadeguata. Questa genera le carenza di cavalle r·ia è e ffe tto de te rminante delle principali, brucianti sconfitte de l nostm eserc ito, puntualme nte rinfacciate all'eserc ito s tesso dall'opinione pubblica. Ma di c iò tra tteremo più avanti, perché l'argomento assume r ilevanza anche nelle successive campagne di guerTa c nelle due guerTe mondiali di cui ved remo tra poco le vicende. Alla fine del XIX secolo - inizio del XX - la cavalleria è impegnata a nche nell 'eq uitazio ne come fa tto s portivo ed agonistico, o ltre che milita re. È fo rse il caso di precisare c he il primo aspetto no n è separato da quello più propriamente operativo: la capacità di controllare il vigore e la volontà del cavallo è una condizione di fondamentale importanza tanto per la riuscita del salto di un ostacolo quanto per il favorevole esito di una carica contro il nemico. Né, d'altra parte, s i può pensare che l'equitazione costituisca uno spo rt fa c ile, "sno bistico", o un semplice passatempo di
come incentivo della scuola di equ itazione. Uno sport in cu i la cavalleria italiana non è seconda a nessuno, va ntando anzi tra le su e fila nomi celebri, pr-imo fra tutti Federico Capd lli. Come ben si sa, egli ha letteralmente r-ivoluzionato la tecnica del sa lto a cavallo, adattando il cavalie re al cava llo e no n il contt·at·io come, s ulla scia della scuola austm-franccsc, s i faceva prima di lui , cd o ttene ndo successi ed affermazioni, per sé e per i suoi seguaci, anche od ierni, in numerosissime manifestazioni nazionali ed intcm azionali. Il quadro si completa con un cenno a lla Scuola di Cava lle ri a, casa-madre dell'Arma, è nata nel 1823, r ifondata nel 1849 a Pinero lo, c he raggiunge la fama di vera fucina equcst re con la istitu zio ne dell'equitazio ne di campag na di To r· di Quinto . Dopo Caprilli la nomea della scuola varca i confin i nazionali e ben 33 eserciti ester i inviano i propri ufficiali a frequentare i cori eli Pi neJ"Olo, per cu i sono 141 gl i a llievi st ran ieri c he imparano la "mon ta" it a lia na. Ma dalla Scuola di Cavalleria non s i esce solo esperti cava lieri, si esce a nc he soldati, dal la fo1·ma esasperatamente cura la, c he non è sn o bis mo, perché accoppiata a lla
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Il Capitano Federico Capri Ili
capacità sac•·ificale, dimostrata nel corso delle campagne di guerra come vcd1·cmo anche nei capitoli successivi. Oltre alle opc•·azioni in ten·itorio nazionale per le guerre d'indipendenza c a quelle colon ia li , la cavalle ria partecipa anche a d a ltre opcrazion i oltrc.:nare c he sono riepil ogate nell'apposito schema.
Trincea, reticolato mitragliatrice: un trinoniio micid•a•·a iil o scoppio del primo con flitto mondiale vede una prima, L incerta avanzata oltre il confine da pa1tc della cavalleria. Ma la guerra di posizione che nel giro di b•·cvc tempo si determina per opera delle difese austriache e, sopratlutto, del micidiale trinomio trincea-reticolato-mitragl iatrice, riduce enormemente le possibilità operative del cavallo. Ma I'A•·ma non può e non vuole rimanere inoperosa. Per tale motivo si rende necessario il durissimo sacrificio, anche psicologico, dell'appiedamento e la rinuncia al primo, fedelissimo, compagno di combattimento: il cavallo. Varie unità (divisioni, brigate e reggimenti) vengono così impiegate nelle trincee, insieme o in sostituzione della provata fanteria, dopo aver ricevuto un breve pe.-iodo di addestramento specifico. Su tremila ufficiali di cavalleria 800, e su 24 000 soldati di cavalleria 13 000 transitano in a ltre armi e specialità scendendo come suoi di rsi da cavallo. Questa è un'espressione imnica e curiosa che vuole avere il s ign ificato riduttivo di abbassare il
tono, calare le arie o le borie. Ebbene la cavalleria è piLI volte discesa da cavallo, quando glielo ha imposto il destino per combattere a piedi o su alt•·i mezzi. Il difficile non è scendere da cavallo. Il difficile è sali rvi, restare saldi in sella e condun·e il cavallo nella direzione voluta, contro il nemico. È cosi difficile che ncssun'alt•·o ha saputo salire a cava llo e svolgere il :ruolo della cavaJleria. Men tre questa ha saputo più volte svolgere i ruoli altmi. Numemsissimi elemen ti di cava lleria vengono quindi impiegati come fanti, mitraglied, m·tiglieri e bombardieri e si segnalano Mau.-izio de Vito Piscicclli, Guido Brunner, Fulceri Paolucci dc CaJboli, Annibale Caretta, per citare i soli decorati di medaglia d'oro. Efficacissima si dimostra poi la funz.ionc
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svolta ne lla giovane aeronautica, grazie a piloti estremamente validi, tra cui pr-imeggia la figura di Francesco Baracca, il cavaliere alato, c he abbatté ben 34 velivoli avversari, primato tuttora imbattuto. Senza dimenticare Folco Ru l'fo di Calabria, Gabriele D'Annunzio, Camillo De Carlo, pure essi medaglie d'oro. Vengono costituite, con quadri e t1·uppa di cavalleria, oltre trenta compagnie mHraglieri e numerose unità bom bardieri. Anche appieda ti i cavalieri hanno modo di segnalarsi in vari episodi cd in varie zone: non si può dimenlicarc la conquista di quota 144 del Carso da pal'lc di "Genova", o le strenue lotte di "Nizza", "Vercell i", "Guide" c "Treviso" ne lla zona di Monfalcone. Ma a nc he in queste circostanze la guida spirituale rimane invat-iata, come significativamente sottolinea uno dci più incisivi motti: "Soit à pied soit à cheval, 111011 honlleuresl sans égal". Ladclove se ne presenti la possibili tà e la convenie nza opera tiva, la cavalleria torna al suo natu1·ale impiego ed infatti, ne ll'agosto de l 19 16, sale nuovamente in sella per liberare Godzia ed inseguire il nemico in rolla. All 'azione pa rtecipano sed ici squadro ni , tra cui l'intero reggime nto "Udine". Si rinnovano quindi le antic he cariche. anche se 01·amai le difficoltà sono oggettivamen te enormi : in una celebre stampa sono rappresentati il cavallo cd il cavaliere fermati dai t·cticolati nemici e dall'incessante crepita re delle loro mitragliatric i, e temando in ta l modo "la ra ffi gurazione igno-
ta e gloriosa del limite umanamente insuperabile della azione di un'Arma". Nel1917la cavalleria è rimessa tutta a cavallo, a copertur a e protezione delle forze che ripiegano sul Piave dopo la sconfitta el i Caporetto. I1 suo compito è in sostanza que llo di evitare che le pre ponderanti forze avversarie dilaghino nella pianura senza trovare ostacoli di sot·ta a lla loro avanzata. La protezione del ripiegamento è un compito nel quale bisogna avere il coraggio di sacrificarsi mettendosi in mezzo tra l'amico c he ripiega e il nemico c he avanza. Compito non facile, per il quale necessita un'auto disciplina che si
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impone sull'istinto di conservazione equesto carattere s i forma nei cavalieri che imparano a dominare se stessi per dominare il generoso ma inquieto, ombroso destriero, dotato di una precisa volontà che deve essere indirizzata nel senso voluto dal cavaliere.
rifluenti e per fronteggiare, ritardare e contenere la dilagante e soverchiante marea avversaria. È, per la cavalleria, un compito tradi zional e e insolito ad un tempo: la sua tradizione consta negli attacchj condotli con impetuose cariche, non nella difesa ad oltranza di territori ed
Questi impçtra a superare dolore, paura,
abitati.
ostacoli, pericoli, di(f icoltà secondo la signilkativa espressione di gettare il cuore oltre l'ostacolo per andare a r iprenderlo in a rmonica simbiosi con il cavallo. Per compiere questo generoso sforzo, l'Arma tutta si segnala resistendo alle forze nemiche che incalzano le nostre armate, che, ormai
Ma nel dramma che segue Caporetto non c'è tempo materiale per riorganizzare altre forze efficienti ed alla cavalleria viene richiesto di fare appello alle sue risorse ed alla sua capacità di sacrificio. "Aosta", "Mantova", "Firenze", "Saluzzo" e "Umberto" nel Friuli, "Alessandria" e
in parte sbandate, arretrano verso ovest. In questa operazione, sulle cui difficoltà nella sfavorevolissima situazione generale determinatasi è superfluo diffondersi, si prodigano, si sacrificano e si segnalanocome è tradizione, prerogativa e costume dell'Arma - tutte le unità di cavalleria, che risalgono, in perfetto ordine, le colonne
"Caserta" in Carnia, la l" e la 2" Divisione di Cavalleria al completo agiscono a protezione rispettivamente della ritirata della 3" e della 2" Armata. Una prima valida resistenza è opposta davanti al Tagliamento, all'altezza di Codroipo, dalla I Brigata di Cavalleria, reggimenti "Monferrato" e "Roma", ma l'e-
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pisodio sicuramente più importante, anche per i risultati operativi che da esso scaturiscono, è quello di Pozzuolo del Friuli, nel quale si distingue la 11 Brigata, formata dai reggimenti "Genova" e "Novara". Lo scontro avviene dal 29 a l 30 ottobre; la ll Brigata, asserragliata in Pozzuolo del Friuli, le cui costruzioni costituiscono gli unici punti tattici in una zona tutta pianeggiante, si difende a lungo dagli assalti ripetuti dalle unità austro-germaniche. Sono effettuate anche alcune caric he che
riescono a respingere il nem ico, sempre sul punto di pe ne trat·e nelle postazioni difensive, impmvvisate nel paese. È una resistenza d ifficilissima, a causa dell'enorme sproporzione tra le forze della Brigata c quelle dell'avvct·sario che continuamente •·innova le sue avanguardie ed aggiunge un ità fresche; ma si •·esiste, putcon pet·dite gt·avissimc, fino alla sera del 30 ottob1·c. A questo punto il compito è assolto, dal momento c he la 3-' Armala è riuscita a passa re il Tagli a mento. 11 problc-
ma diviene ora quello di salvare i superst iti , cercando eli rompere l'accer·chiamcnto che è ormai completo per opet·a di almeno sette battaglioni nemici, appoggiati da nume.-ose mitragliatrici e artiglierie. Nel tenta tivo eli a prirsi un varco a sc iaboiate per ricongiungersi alle truppe am iche in dit·czionc del Tagliame nto, la lotta si fraziona in numerosi episodi e con fortune alterne. Quando, alla fine dello scontro, la II Brigata rientra nelle posizioni italiane, del le quasi mi lle ]ance c he il mattino del 29 si sono opposte al nemico, ne •·cstano meno di cinquecento. Agli Stenclat·di dci due reggimenti viene conferi ta la medaglia d'argento a l valor milita•·e; forse quella d'oro non avrebbe sfigurato, ma non viene concessa probabil mente pet· non dmat·care la differenza con coloro c he negl i stessi fra ngen ti hanno tenuto ben diverso comportamento. Pers ino i bolle uini avversari sono costretti ad amrnetter·e, padando della resistenza della II Brigata eli Cavalle ria, che s i è trattato di un fatto che comporla "consegue nze incalcolabili". Nell 'azione si segnalano in pa rticola re del reggimento "Genova" il tenente Carlo Castelnuovo delle Lanze, ferito mortalmente mentre, con la sua sezione mitr·agl iat.-ici, difende acl oltranza un'impot·tante sbarramento; il capitano Ettore Laiolo, caduto nell'azione di t·ipiegamcnto alla testa del suo 4° squadrone, l'ultimo a .-ipiegarc; il sergen te E lia Rossi Passavanti, gravemente fe rito nel tentativo di sa lvare il suo colonnello; a i tre viene assegnata la medaglia d'oro. Di "Novara" sono da ricordare le efficaci, ripetute caric he del 4° squad rone condotte da capitano Giannino Sezanne, che ristabiliscono la si tuazione, s ia pu re momentaneamente a causa dell'afilusso eli successive unità nemiche. Ma Pozzuolo del Friuli non è soltanto un episodio della tragedia di Caporctto. Le mille lance della 11 Briga ta eli Cavalleria sono andate incontro
al nemico c lo hanno fermato. E la voce corre per le interm inabi li colonne di truppe annichi lite in ripiegamento: "la cavalleda resiste". E le teste e le spalle si raddrizzano, gl i sguard i s i infiammano, le volontà si induriscono. A Pozzu o lo g raz ie a lla cavalleria è na to quello spirito ch e, dieci giorni dopo, arresta defini tivamente il nemico sul Piave. È un episodio tanto importante, di rinoman7.a tale da venire scelto, anni dopo, qua le festa di Lulla l'Arma d i Cavalleria. Tra il Tagliamento e il Piave il Comando Truppe Mobi li , costituilo appos itamen te c fo rmato essenzialmen te da tre divisioni di cava lleria rinforzate, ralle nta la progressione nemica, segnalandosi in numerose azioni tipiche de!J'Arma: "Fi renze" a Portobuffole, "Salu zzo" alla Li venza, "Aosta" a Fagagna. Anc he "Piemonte Rea le" sulla c imosa costiera opera con lo s tesso scopo c si verifica l'episodio della morte del colonnello comandante Fr'ancesco Rossi a Madonna di Campagna (Treviso). Nell'intervento in Albania in soccorso a ll'esercito serbo, la cavalleria svolge operazio ni ad essa usuali: dalle ricognizioni all'appiedamento ne lle trincee, dalla f-unzione di scorta alle cariche di a lleggerimento, a l servizio di sorveglianza. Del contingente italia no fanno parte in periodi diversi "Lodi", "Ca ta nia", "Pa lermo", "Umberto 1", "Lucca" e, con valore particolare, i "Cavalleggeri di Sardegna". In un eccezionale raid sono compiuti piCr d i m ille c hilometr-i attra versando l'intera Albania per inseguire il nemico in fuga. Tra la fine del 1917 e l'inizio del 19 18, la cavalleti a viene rinfor7.ata irrobustendone i reparti: si costituisce una 2• divisione provvisoria, in attesa c he s i ricomponga quella iniziale; gli squad r-oni vengono portati da quattro a cinque per- reggimento o ltre ad uno squadr-one mitraglieri. In tal modo essa può venire ancora impiega la
sulla linea del Piave, dove, pera ltro, molti d e i suoi elementi ha nno continuato a prodigarsi, nella estate del 191 8. Nelle azioni difensive si mettono in particolare evidenza "Mila no" e "ViLLorio" a Monasti er eli Treviso, "Firenze" a Giavera del Montello c "Caserta" anch'esso sul Montello. Ma è nella ripr·csa inrurestabi le, ossia nell'inseguimento, che segue a lla riscossa di Villorio Veneto che la cavall eria, tornando a lanc iarsi con tro il nemi co che arretra, dimos tr·a le sue insostituibili capacità. Fino all'armistizio s i assiste, quindi, a tulla una serie di episodi nei quali l'Arma r iesce r-ipetutamcnte a smantel lare e superare le •-esisten ze a us triache . L'ord ine è di procedere, il più rapidame nte possibile, in profondità aggi rando, scavalcand o e, ave necessar-io, r-icacciando ul teriori, sporad iche resistenze, per consacrare anche con la conqu ista materiale, i nuovi confini che l'Italia si attende. E la cavalleria lo esegue puntualmente. "Fi renze" entra, per primo a Viuorio Veneto; "Genova" e "Novara" al ponte di F iaschetti su lla Liven za; "Alessandria" a Tre nto; "Guide" a Sacile; "Savoia" ad Udine; "Aosta" c "Mantova" a La tisana; "Saluzzo" in uno scontro a Tauriano r-iesce a distruggere le batterie nemiche. In q uesto modo la Gazzetta de l Popolo, nella s ua edizione s traord inaria del 3 noven1bre 19 18 può titolare a tutta pagina: «Udine liberata dalla cavalleria i taliana». Chiude le sette giornate di epica cavalcata de i 136 squadr-oni sulle o r-me di un intero esercito in rotta, l'episodio emblematico di Paradiso (Udine), dei "Cavalleggeri eli Aquila". Pochi minuti p rima che l'ru-mistizio diventi operativo, quando cioè in pra tica la guerra s i può considerare finita , sarebbe facile trovare u n accomodamento in attesa che scocchi l'ora d ecisiva della pace, ma si d ecide, invece, con un a tto di assoluta dedizione, di caricare le postazioni di mitraglieri austriaci che sbarrano il passo per liberare q ualche palmo d i terri-
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torio in più. In seguito a questi fatti più noti e ad altri di portata minore, forse anche dimenticati, ma non certo di m inor vigore, nel bollettino della vittoria del 4 novembre 1918 il generale Diaz può, tra l'altro, proclamare: ".. .l'irresistibile slancio ... delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente ...". Agli Stendardi dei reggimenti sono assegnate per le azioni compiute nella prima guerra mondiale: 8 medaglie d'argento e 10 di bronzo al V.M. L'uni(icazione degli italiani è raggiunta, anche per merito della cavalleria. Con molu proprio sovrano all'Arma viene decretata la massima ricompensa la cu i motivazione è a fianco riportata.
dal cavallo al cavallo motore opo la prima guerra moncUale i reggimenti d i cavalleria vengono portati, a seguito di una drastica riduzione, dapprima a sedici, quindi a dodici. Tutti i reggimenti abbandonano, come arma da guerra, la lancia, che comunque continua ad essere utilizzata dai primi quattro per le cerimonie e le parate.
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Quello c he è più impo.-tante, è tuttavia il fatto che l'arma oramai non pùò non tener conto degli insegnamenti che derivano dal conflitto da poco concluso. La guerra di posizione ed il progresso tecnico-scientifico impongono una profonda trasformazione della st•-uttura e degli armamenti della cavalleria. Ed infatti la motorizzazione, la
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meccanizzazione, la formazione di reparti blindati e corazzati, fin iscono con il sostitu ire definitivamente, nel giro di un trentennio, il più a ntico compagno, il cavallo, con il carro a rmato. Allo stesso modo le armi a utoma tiche sostituiscono o integrano l'arma mepto classico, cos titu ito da sciabole e lance. La tende nza è di mantenere invariata la princi pale caratteristica dell 'arma: la mobilità. Ma per ottenere questo fine ormai il cavallo ,-isulta inadeguato; occorrono piuttosto mezzi meccan ici dotati di potenza di fuoco, resistenti ai colpi delle armi awersarie e la cui avanzata non possa essere.fermata da a lcuno ostacolo passivo, na turale od arti ficia le che sia. IJ cavallo-motore si impone così come l'elemen to capace di superare la nozione di guer·ra intesa come immobile contrapposizione di trincee, per r iportarla aiJ'antica dinamicità della manovra e del rapido spostamento. Cer to, il rinunciare al cavallo ed alle inebrianti galoppate per calarsi dentro agl i scomodi, piccol i scafi d'acciaio è un'es igenza senza altro dolor·osissima, ma orma i non piLI procrastinabile. Così, le nta men te, in molte nazioni la cava lleria dà vita a lle unità blindate o cor·azzate. In ltaHa, pu1·troppo, si è più riluttanti ad abbandonare il nobilitante cavallo, cosicché, commettendo un grosso errore, i mezzi corazzati vengono ini:r.ialmente rifiutati e lasciati ad altri. Del senno di poi ... L'eccesso d'amore per il cavallo, il superiore d istacco dei cavalieri stessi da lle lotte di potere
per la soprawivenza, l'astio altrui per la decaduta primadonna di un tempo, la sempre immanente carenza economico-firyanziaiia non consentono Ja completa mecca-
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nizzazione della cavalleria tra le due guerre motivazione è indicata nella pag. pt·ecedente. mondiali. IJ reggimento "Guide" è il primo Von·ei concludere questo breve accenno a iniziare la meccanizzazione divenendo alle truppe coloniali ricordando che i soldati di colore a cavallo hanno combattuto reggimento scuola de i cat-ri veloci. Vengono, inoltre, Forma te nel corso del dal m 889 al 1943 per la band iera .italiana in 1934 tre divisioni cele ri, costituite ognuna pace cd in gue1Ta, lasciando in tutti coloro da due reggimenti di cavalleria, uno dei che vi ha nno operato un ricordo indelebile. bet·saglieri, uno di a t·tiglie l"ia celere. I sei restanti t·eggimenti, un itamente ad un settimo che viene ricoLa carica di Jsbuschenskij (1942). stituito nel 1938 come reggimento scuola delle Truppe Celeri, sono supporti di corpo d'armata. AIJe divisioni celeri, inquadrate dal 1938 in un corpo d'armata detto anch'esso celere, vengono anche assegnati nel l 935 tre gruppi squadroni carri veloci (''S. Giusto", "S. Marco", "S. Giorgio"), dotati di catTi leggeri da tre tonnellate, meglio conosciuti come "scaLoIelle di sardine" per la loro minuscola mole e per la modesta cora7.Zatura, non certo per la professionalità dei suo i uo mini. Al conflitto ita lo-ctiopico ne l 1935-1936 la cavalleria è presente sia con unità indigene sia con i reparti nazionali. A cavallo opera il gruppo squadroni indigeni eritrei "penne di falco", erede dell'antico squadrone coloniale cd il gruppo spahis dell a Libia. Autoca t-rati s i d istinguo no qua ttro g ruppi mitraglieri, due d i "Genova" e d ue di "Aosta", c he contribuiscono in maniera determinante alla conquista di Ncghe lli , da cui l'appellativo loro medtatamente attl"ibuito di i giunge così al secondo conflitto "Cavalieri di Neghelli". Partecipano a ltresì mondiale, nel quale la cavalleria due gruppi carri veloci costituiti per l'ee ntra con tred ic i reggimenti cd un gru ppo mergenza A.O.I.: il "Duca degli Abruzzi" a cavallo (i "Cavalleggeri di Sardegna"), i cd il "Baldissera". tre gruppi squadroni ca rri leggeri (gli ex All'Arma eU Cavalleria viene a ttribuita la carri ve loci) c con le truppe colo ni a li libi croce dell'ordine milil.are di Savoia la CLLi c he ed e tiopic he, anch'esse a cava llo.
Sciabole nell'era atomica
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In ques ta fase sto rica, nella qua le, nella storia d e ll'u ma ni tà, s i inizia no ad a ppro ntare le prime bombe atomiche, essa con tinua a combauere preva lentemente a cavallo c con le sciabole, s ia p ure in tegrate parzia lmente con a rmi a utoma tiche.
Inoltre forn,isce uffic iali e sottuffi ciali al nuovissimo corpo dci paracadutisti, cu i offrono il generoso ardimento di cavalieri, Gastone S imoni , Costanti no e Carlo Ma rescotti Rusp o li di Poggio Su asa, Alberto Bechi Luserna, per citare solo le med aglie d'oro alla memoria . Nella campagna di Grecia, in cui si svolgono gli scQntri più cruenti, s i d istinguono "Aos ta", "Mila no" e le "G uide" . In Jugoslavia, il Co rpo d'Arma ta Celere in otto g iorni lancia i suoi nove reggimenti fin nel cuore del paese. Le varie unità s i disti nguono poi nella loua contro la guerriglia insorgente, che provoca u no s till icidio di scontri e di perdite . È in questa fase, o llobre 1942, che avviene , a d opera del reggimento "Alessand ria", l'ultima, anche se meno nota, carica di cavalleria, nella zona di Po loy, du rante la q uale tu tti gli squ adro ni del reggime nto, Stenda rdo in testa, in successione, riescono con la violen za e l'impelo dei loro assalti a disorientare un nemico molto numeroso e assai ben arma to cd a pposta to c ad usci re da ll'accerchia mento. Precedenteme nte, nell 'estate del 194 1, la 3• Di vis io ne Celere, di cui fa nno parte "Savoia", "Novara", il 3° bersaglieri, il reggimento ar-tigl ieria a cavallo ed il gruppo carri veloci "$.G iorgio", viene inviato per via ferrata in Ungheri a e po i per via ord inaria sul fro nte russo. Dopo una mar cia d i mille chilometri su piste malagevoli, raggiunge il D njept~ dove si schiera in linea a d ifesa eli un vasto settore . Po i, forzato il fium e, comba tte contro . for ti retroguardie, raggiungendo Stalino in condizioni ambienta li difficilissime per il fango che blocca gli automezzi; ma i cavalli qu i si prendono una loro personale rivincita c la divisio ne avanza a ttraverso
vasti territori fin o aJ bacino m inerario del Do nez. Nelhe operazioni i nvernal i del 194 1- 1942, con il ter mometro che tocca punte fi no a 40-45 grad i sotto zero, reparti di "Novara" c de l gruppo "S. Giorgio", !asciali i cavalli cd i carri, concorrono alla chiusura d ella sacca di l zyum, aperta da lla controffensiva che i sovietici lanciano a s ud d i Charkov.r, mentre iJ 2° squadrone eli "Savoia" con i cavall i piLt resiste nti tiene un im portante collega me nto, merita ndo la no mea d i squadrone fan tasma. A "Novara", "Savoia" c "S. Giorgio" pe•· questo primo ciclo operativo, vengono assegnate rispetti vamente la medaglia d 'argen to a l pri mo e quella d i bro nzo agli a ltri due . Du ra n te la primavera, con d ue reggimenti "Savoia" e "Nova1·a", quello di artiglieria e il Ill gruppo "S. Giorgio", si costitu isce il "Raggru ppamento a cavallo", c he s i d isll.acca da lla d ivi sio ne, pa rtecipando a lle operazion i o ffe ns ive che m ira no a raggiu ngere il Don. In agosto il raggru ppamento viene impiegato pe•- concon·ere ad a rresta re l'attacco dei russi. A "Savoia" c "Novara" vie ne a ffidata la di fesa dell'interva llo fra i pilastr i di Jagodnij e di Tschebotarewskij, u nitamente al com pilo di manovrare su i fianchi delle colonne avver·sarie. In questi luoghi s i assiste q uindi ad un susseguirsi eli azioni che culminano con l'attacco d i "Novara", con squad roni appiedati e carica a cavallo, a Jagodnij, e con la celebre carica di Jsbuschenskij, da parte di "Savoia", r itenuta comu nemen te ma anche erro neamente l'u ltima carica a cavallo d ella s to ria, che in senso cronologico è in realtà quella già citala d i "Alessand ria". La mattina del 24 agosto tre battaglio ni di fa n teria s iberia na , apposta ti ed occultali in m odo d a cogliere di sorpresa il reggimento "S avoia", disposto a quadrato pe•· la nolle, inizia no le prime azioni eli fuoco, cui si risponde dapprima col fu oco preciso e violento che li costringe a retroced ere .
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Quindj, con decisione immediata e tempestiva , il 2° squadrone, su ordine del colonnello coman da nte Sandro Bettoni, carica a cavallo il fianco ed il tergo degli awersari. A questo pl'imo attacco, effettuato la nciando bombe a mano da cavallo e a sciabolate, seguono altre azioni: prima del4° squadrone appiedato, che attacca fro nta lmente, poi del 3°, ancora a cavallo, che segue il 2° quasi calcandone le orme. Dopo che entrambi questi squadroni hanno percorso nei due sensi lo schieramento sovietico sciabolanclolo, il nemico viene del tu llo messo fuo ri comba ttimento, gr azie ad una tatlica ed a un valore che la guerra motorizzata non ha ancora potu to inibire definitivamente. In seguito a queste o perazioni, agli Stendard i di "Savoia" e d i "Novara" vie ne concessa la medaglia d 'oro a l va lor mi litare. Nel corso del conflitto vengono costituiti circa una cinquantina di gmppi autonomi eli cavalleria, taJun i appiedati, a ltri mitragli eri, a ltri ancora corazza ti e blindati, preposti a lla fu nzione presidiaria o coslic•·a in patria ed aJie operazioni deii'Afl'ica orientale e settentrionale. Nell'ultima fase della guerra, vecchi reggimenti già sciolti vengono ri costitui ti: corazzati "Mon tebello" c "Lodi", preposto
il primo alla difesa di Roma nel settembre 1943, impegnato, il secondo, in Tunisia. "Lucca" linascc motorizzato, mentre a "Vittol"io" in sostituzione dei cavall i vengono assegna ti i semoventi. E ntrambi con "Montebello" costitu iscono la Divis ione di cava lleria corazzata "Arie te II" che combatte per la difesa dj Roma nel settembre 1943 . Degno eli menzione è a nche il comportamento valoroso dei repa rti indigeni a cavallo, che si oppongono in territorio africano a lla più potente azione inglese. Nu merosi appartenenti alla cavalleria partecipano infine alla resiste nza, che inizialmente è un fatto solamente milita re, e a lla guerra di liberazione, mantenendo a lta compa ttezza e solidità morale, come ampiamente dimostrano le 17 medaglie d'oro al va lor militare, d i cu i 16 a iJa memoria, attribu ite du ra nte questa ardua, di ffic ile lotta ad apparte nenti a lla cavalleria. Senza d imenticare che all' 8 settembre 1943: resistono ai nazisti "Aosta" in Tessaglia, "Monferrato" a Bcrat, "Nizza" a Tira na, "Sa luzzo" a F iume, "Montebello" a Roma, "Lucca" a Mo nterosi, "Vittorio" a Bracciano, truppe a l deposito di "Alessa ndria" a Udine, eli "Genova" a Roma, Porta S .Paolo, delle "Gu ide" a Parma. Do po quc::;ta galoppa ta ·a ttraverso i campi di battaglia, sarà be ne riprendere le considerazioni su lla carenza d i cavalleria nell'E.I. c sulle conseguenze che ciò ha determi nato, nel corso delle passate campagne d i guerra, dura nte i momenti diffic ili, nelle giornate delle scon fi tte. 28
Resta confermato c he a Custoza la cavalleria c'è, ma è impiegata male dagl i a lti comandi, che la dislocano nelle retrovie, impastoiata nelle impedimenta del carr iaggio e delle truppe in ripiegamen to. Poll io nel suo volume «Custoza» in merito a lla cav~leria dice testualmente:
"... bisognava c he tale azione esplorante e di ritardo dell'avanzata nemica fosse ordinata da chi poteva farlo. E la direzione mancava, .. .la nostra cavalleria era p iù numerosa di quella del ne m ico. Fu male impiegata, è vero ... Ma era proprio necessario dire a due generali d'armata .... che
la Cavalleria nella seconda guerra mondiale Francia 1940
Reggimento <cNIZza Cavalleria» Reggimento «Cavalleggeri dal Monferrato»
Albania
Reggimento <<Lancieri di Aosta»- C.G.V.M. (1940) Reggimento <<Lancieri di Milano»- C.G.V.M. (1941) Reggimento «Cavalleggeri Guide»- M.B.V.M. (1941)
1940-41
Jugoslavia Corpo d'Armata celere su 3 divisioni celeri con 9 Reggimenti di Cavalleria 1941 3 gruppi carri veloci: <<S.Marc•>• <<S.Giusto» • «S.Giorgio»
Reggimento «Cavalleggeri di Saluzzo» • Reggimento «Cavalleggeri Guide» Reggimento «Lanclari di Firenze» • Ralllmento «Cavalleggeri di Alessandria» controguerriglia Reggimento «IJn:larl di Aosta» - Reggimento «lanciari di Mll••, 1941-43 Gruppo Corazzato <<Nizza» Balcani
Gruppi Squadroni «Penne di falco» • Cassala 4 luglio 1940 (Il, 111, V, XV) Africa Orientale Cheru 21 gennaio 1941 · Gruppo Bande Gulllet · Addis Alem 4 aprile 1941 ·IV 1940-41 Gruppo T. Maghecc 15 settembre 1941 · XIV Gruppo
1940-43
Gruppi Mitraglieri: IV «Genova», V <<Novar•>, VI «Aoa>, X«ViUOril))> Gruppo Corazzati: <4\lizza>>, <4\lovara», «Monferrato» Paracadutisti della Divisione Folgore
Tunisia 1943
R.E.Co. «Lodi»· M.A.V.M. (1942-43) Gruppi Corazzati: «Nizza» e «Novar•>, G.E.Co. «Monferrato»
Libia l
31\ Divisione celere «P.A.D.A.» • Rgpt a cavallo Reggimento «Savoia cavalleria» M.O.V.M. (1942) • M.B.V.M. (1941) Reggimento <tancieri di Novar•>• (1942) • M.A.V.M. (1941·42) Gruppo Carri «S.Giorgio» • M.B.V.M. (1941) Divisione di Cavalleria corazzata «Ariete 21\» R.E.Co. «lancieri di Montebello» • M.A.V.M. (1943) Squadrone Paracadutisti «F» (cap. GAY • unico lancio di guerra) Squadrone Cavalleria del IX Reparto d'assaho • Reparti salmerie da comban.
inollrandosi nel quadrilatero..... bisognabattaglia un diverso andamento. Resta va mandare avanti la cavalJeria in esplora- comunque accertato che in ogni epoca in zione?". Italia, per potenziare l'Esercito agli occhi Ad Adua (per fat·e un altro esempio) la dell'opinione pubblica e del mondo politicavalleria manca total mente, quindi non è co, specie se pacifisti o anti militaristi (esisolo mancata l'esplorazione che avrebbe stenti a llor·a come oggi), s i deve ricon·ere potuto impedi•·e la battaglia d'incontro, al a delle scuse reperite nelle alleanze. buio, nonché la pct·dita dell'odentamento Come dire: scusate se potenziamo le c degli itinerad delle varie colonne ma è FF.AA. ma sono le alleanze che ce lo venuta a manca re anche l'azione di ritarimpongono. Sembra quasi che senza quedo e frenaggio della nostra ipotetica caval- sta motivazione, o meglio senza questa leria su quella galla che ha così potuto scusa, in Italia non si abbia il dovere di provvedere in proprio a lla difesa e conset•·ucidare impunemente o con maggiore facilità i superstiti in ripiegamento. guentemente ad app.-ontare FF.AA. adeA Caporetto, infine, la cavalleria era guate. Quindi alle gravi carenze finan ziarie, nelle qual i si è sempre dibattuto il stata portata indietro nelle rctrovic, negli a lloggiamenti invernali c si sono perse almeno due giornate pc•· risalire le colonne di pt·ofughi c sbandati c giu ngere a contatto con il nemico. Poi la cavalleria ha saputo vendere cara la pelle con gli infiniti episod i di frenaggio, di cui s i è accennato. Ma in tempi piCt moderni s i può affermare c he in Russia le azioni a cava llo di "Savoia" e "Novara" hanno salvato la situal combattimenti di Porta S.Paolo (10 sett. 1943) zione creatas i nell'ansa del Don . Per contro, in Africa settentriona le, la bilancio militare, s'inserisce poi una pmcarenza di cava lleria sia pure nella versio- paganda disfattista che definisce imp.-one blindo corazzata è s tata perniciosa. È duttive le spese militari. noto c he ad El Alamein le truppe ital iane Ne consegue che in tutte le epoche il hanno ripiegato a piedi. Se invece dei soldato italiano si è trovato in condizioni pochi gmppi di caval leria corazzata, di inferiorità, con at·m i c mczzf superati, pcraltm molto pt·ovati e decimali o degli carenze di approvvigionamenti essenziali, appiedati gru ppi mitraglieri, vi fosse stato vestiari cd equ ipaggiamenti inadeguati al un maggior blocco di forze bli ndo-corazclima e a ll'ambiente. In queste non bri lzate, si sarebbe potuto frenare c •·allentare lanti condizioni s i può arrcrmare che il l'avanzata nemica, pagando un minor soldato italiano ha combattuto ed opet·ato prezzo di caduti o pl"igionieri e dando alla fin troppo brillantemente. E la storia si 30
ripete: difetto evidente c ricorrente di un erronea impostazione politica, dimostratasi troppe volte imprevidente o incapace di provvedere c di una classe dirigente troppo impegnata in meschine lotte di potere interno (ieri come oggi) per organizzare compiutamente problemi complessi come la difesa nazionale. Dirigenza politica responsabile c colpevole di entrar·e in gue rre che poi si fanno fare agli altri (ar·miamoci c partite), nel peggiore dei modi possibili, come numcrosissimi esempi storici stanno ampiamente a dimostrare. Vi è da ch ieders i, quindi, se la pelle dei propri fi gli s ia da cons ide ra re una spesa improduttiva. Per to r·nare alla cavalle ria , la sua care nza ne i vari momenti s torici è, quind i, sempre sta ta negativa. Tuttavia, nel buio delle sconfitte più gravi della Nazione, la Cavalleria riesce a celebrare lo splendor·c delle sue più luminose giornale. Quando per l'Esercito certe date significano lutto, per la cavaller·ia significano glor-ia. ~ Può sembrare un ,.., pat·adosso, ma non lo è, se si considera che la tanto deprecabile Custoza diyenta M. Vento c Villafranca e la celebrano ben tre nostri reggimenti "Aosta" (M.O.V.M.) "Alessandria" c "Guide", M.A. V.M. en trambi. L'altrettanto deprecata Caporetto diventa Pozzuolo del Friuli , talché il 30 ottobre viene assu nta a giornata di gloria per tutta l'Arma di Cavalleria. Il fatale e fatidico 8 scllcmbr·e 1943 diventa Monterosi, Bracciano, Porta S.Paolo, via Ostiense e "Montebello" ne celebra la sua
ricorrenza. Sembra impossibile che dopo tanti scottanti c la mpanti esem pi ancora oggi non si voglia comprendere c he gli ordinamenti dell'Esercito devono comprendere solo unità di élite. È inutile, forse anche dannoso, riempire i quadri di battaglia dell'Esercito di reparti senza stori a, senza passato, senza ner·bo, male raffazzonati e gettati al lo sbaraglio nella mischia. Pe r vincere le battaglie e le guerre è molto meglio avere poche, ma effic ienti unità, dal brillante passato, intessuto di tradizioni, dall'elevato spirito d i Corpo, dall'alto senso del dovere connaturalo alla certezza di essere una unità d'élite.
... . . ~
l termine del conflitto, super·ato un primo periodo d i profonda cris i in A cu i sembra prevalere l'idea per cu i a lla fine del cavallo debba segu ire necessariamente ed incluttabilmentc la fine della cavalleria stessa, l'Arma dimostra di sapersi adeguare all'evoluzione elci mezzi e dei metodi di lotta. Raccolta l'eredHà del passato, i cavalieri blindati e corazzati del dopoguerra approfondiscono le nuove conoscenze 31
motoristiche insieme alle conseguenti capacità operative. In questo particolare momento del trapasso dal cavallo al cingolo si verifica una perfetta fusione tra i q uadri nati a cavallo e quelli pitl giovani nati direttamente sul mezzo corazzato. I vecchi ufficiali e sottufficiali montati s'impegnano per approfondire le tematiche motoristiche e co•·azzate con Io stesso fervore con cui hanno studjato l'ippologia. I giovani ascoltano ammirati i racconti degli anziani che parlano un linguaggio antico, forse un po' strano, nel quale s i sente la nostalgia di un mondo perduto. E dalla vecchi a generazione passa nella nuova il sentimento spirituale e tradizi onale c he ha sostenuto l'Anna in tutto il suo passato e che preser-va ancor oggi, malgrado l'integrale e rilevante trasformazione, la sopravvivenza stessa materiale e spirituale dell'Arma. Fin dai tempi più antichi i regolamenti d'impiego definiscono il cavallo la prima arma della cavalleria. E sso è stato nei secoli l'Arma per eccellenza del soldato di cava lleria prima della lancia, prima della sciabola, prima del moschetto, prima della mitragliatdce, etc. Oggi con le mutate esigenze tecnologiche è stato sostituito sul campo di battaglia dal piLJ modemo
mezzo corazzato. Questo non significa che il cavaliere abbia dimenticato il nobile quadrupede o che lo debba escludere dalla sua vi ta definitivamente. Se non altro per il debi to di riconoscenza secolare verso questo arumale, defimto la più bella e la più nobile conquista fatta dall'uomo. Da non dimenticare e da non escludere anche per il contributo alia formazione del carattere e del coraggio, tutt'oggi necessario al completamento eli un buon combattente. Di qui l'importanza che il cavaliere, degno ru questo nome, ha sempre attribuito a lla sua cavalcatura, c le cure amorevou c he le ha sempre dedicato. Non per nulla, in ogni epoca, dopo una lunga faticosa marcia, nella quale le inevitabili inclemenze del tempo hanno infierito su uomini e animali, all'aJTivo, per prima cosa sono curati i cavalli: posti al r iparo, cl issellati, asciugati, abbeverati, nutriti e solo dopo aver assolto questo dovere, gli uomini possono pensare a se stessi. Un'antica legge non scritta (ossia una trad izione), un codice morale più fot·te d'ogni egoismo, prescdve che un comandante d i cavalleria deve interessarsi di quattm cose: i cavalli, i soldati, gli ufficial i e se stesso: nell 'ord ine. Dalle relazioni dei combattimenti appare inequivocabilmcnte come l'aspetto sportivoequestre abbia notevolmente contribuito a l successo degli eventi bellici. Oggi il mantenimento dello esercizio e della pratica equestre nei giovan i blindati deve contribuire a forgiarne il carattere e a d istillare quelle doli di decisione necessarie anche su l mezzo corazzato, ma che questo ulti mo non può concorrere a formare nella stessa misura.
'"
32
Le "Guide" in Soma lia (1993).
Ai bei tempi di Pinerolo e di Tor· di Quinto si doveva cavalcare con abi lità e cadere con stile. Altri, poi, sono Caduti in ben altro modo con altrettanto sti le, senza rialzarsi mai piLI, ma indicando con la sciabola tesa verso l'avversario obiettivi che soltanto i morti, facendo strada ai vivi potevano ambir·e di conquistare. Non si può trattare del mezzo cot·azzato senza fare l'elogio c, al tempo stesso, l'elegia del cavallo. Questi prima d i cedere il ca mpo al più prepotente cugino, il cava llovapore, ha resistito millenni, senza cambiar·e mai. Anche se qualcuno potrebbe obiettare che è stato necessario almeno provvedere al ricambio, cioè alla J·imonta dovuta alla morte naturale. Questo qualcuno sostiene anche che il cavallo consuma pur senza muoversi e senza operare, perché mangia tutti i giot·ni; inoltre può ammalarsi, invecchia ed infine muot·e. Al contrario il mezzo, se sta fermo, non consuma, anche se r ic hiede una continua manutenzione. Ma anche il mezzo corazzato invecchia c si logora, pu•· senza muoversi. In realtà, i mezzi blindo-corazzati hanno
la coslosa caratteristica di essere supcr·ati nel giro di pochi anni e di dover esser·e rinnovati con una Frequenza anche maggiore di que ll a de lla vita d i un cava llo. Oggi, con la lunghezza c la lentezza elcil'iter burocratico, contrattuale, sperimentale, produttivo, il mezzo dschia di esser·e supenlto ancor· prima di nascere. A sostituire per prima il cavallo è stata l'autoblindo, la macchina per eccellenza della mecca ni zzazione del la cavaJleria di tutti gl i esct·ci ti. Idonea a muovere su ter·reno vario non altamente accidentato, senza incider·e sensibilmen te stÙ ritmo dell'azione. Armata per· il combattimento d'incon tr·o, per armi prevalentemente controcatT i, è impegnata nell'azione di esplorazione, ricognizione, pattugliamento, sorveglianza, scor·ta, basate prevalentemente sulla mobilità. Molte sono le immagini che legano in modo inequivocabile l'autoblindo alla cavalleria. Il legame è antico. Risale a lla ptima guerra mondiale quando nelle prime squadriglie au tomotoblindom itragliatrici numer-osi erano i quadri di cavalleria.
33
la Cavalleria nelle operazioni oltremare (extra colonie) Crimea 1855-56
cantmgente ll8atD bl'co-......lrlncl Ballclavi-Cernala-Sabaltopal
RlllbiiliiiD provvisorio Il cavalleggel'l coa 1t111 IPittl dii pgt. c4Wavara>,, «Aoag,,, ~~~. <fttaldii'P...,, «AAeaaa.....,
Cina 1901 -05
c.po ~aralleato per la rivolta dii
PlOtone del ccCavaleggarlll ~~ • 190HJ9 PIDtDn8 del <Civlllleggel'lll Lucca» • 1803-G6
Rodi 1912
Clrpo Il spedzloill specllle . .
Dodecaneso
...._.del ccCavlllleggel'lll PlaciRZa» 1812·24
Spagna 1936-39
Guerra elvia • fronte friiiCIIIIta Clrpo Truppe VI*M1tarle
Grippo IIIUidrOIIIII cavalleria (a cavallo e11 Cll'l'l lllllll'lltalo apagnalo) COIIIIOIIim IIIIVII'It .....
Albania 1939
Annenlone al Rep d'Itala
lleiiiMWID 111111llazlolll SU: COIIIIIIdo 1111'111111111111 «lanccllrt lflolg,l, gruppo Il ccGenova cavllllerla» Gruppo carri teS,Giorgbl
Libano 1982-84
CGntlngente Italiano nella forza nUtmziOnale Il pace
PlobJne del ccCavlleggel'llll.ll6» su autoblindo 8818 e 8814
Somalia 1993-94
eontmgente Italiano nella forza nUIDizlonale Il pace (O.N.U.) (oparazlolll IIIS 1 • IIIS 2)
Abl'lla ltllaà'onl del ccCavlllleggel'l Guide», del «lanccllrt .. MontebeiOII, dei cct.anciarlll AriiiZI», del c(.-lerlll Novara>) su autoblindo Centaln l 8814
Contmgente ltalano nella forza
Plotone su blindo Centall'o dei ccCavaleggeri Guillll,
Somalia 1995 Bosnia 1996-oggi Albania 1997 Macedonia 1999
Boxar • Pachlno-llen Tlln
nutmzlonale Il pace (O.N.U.) (oparazlolll IIIS 3)
A 111'110 Il Squadroni dei tcCavalleggerl Guidi», con aliquote di c<Savola CIV81819' su autoblindo Cent8II'O e 8814
CGntmgente ltalano nella forza nutlnaZionale di pace (O.N.U.) (operazione fOR-SFOR)
................... del ccCavalleggeri Gllidll,, . llllll*t CGntlngente 1ta1ano nella forza flnpea Il pace (oparazlolll AlBA) • Il t<Savola Clvallarial, su blindo Cent8II'O e8814 lbt squadrone dei ccCavaleggerl Guillll, SU blindo Cent8II'O e 6814
Forza Il estrazione Elnpea
A ricorda rli tutli basti il nome di Guido Ra by che da capita no coma ndava la VIII squadriglia nel 19 18, da colonnello il reggimento corazzato "Lancict·i di Villorio Ema nuele II" nel 1943 alla difesa di Roma c poi caduto nella guetTa di liberazio ne. La blindo ria ppa re poi alla fin e degli a nni Trenta alla Scuola d i Cava lleria d i
Pinc t·olo con il Centro Addestra mento Autoblindo, che s rorna tutte le unità blin· do-corazzate della seconda gue t'ra mondia le a livello di reggimento ("Mon tebello" c "Lodi") di gruppo squad t·oni (" izza", "Novara", "Mo nrcn ·ato"). Fra gli uomini c he vi ha nno a ppa rte nuto spiccano le mcdaghe d'oro a l va lor mili ta re ten. colon34
nello Luigi Goytre e tenente Salvatore Manca, enlrambe alla memoria. Anche sui carri armati l'esperienza di pace e di guerra della cavalleria è ormai consolidata. Basti ricordare il reggimento "Guide" antesignano nello specifico settore, nonché i gruppi carri veloci, di cui si ricordano le MOVM alla memoria: capitano Ettore Crippa, tenente Franco Martelli, in Etiopia, sottotenente Luigi Fuccia e maresciallo Carlo Chiamenti, entrambi cavalieri e carristi ad un tempo, caduti in Spagna. Senza dimenticare il capitano Ferruccio Dardi, il sergente Udino Bombieri, il capitano Romolo Fugazza, il capitano Can1illo Sabatini, caduti durante la seconda guerra mondiale e nella liberazione. Essa è la ricompensa al VM. allo stendardo di "Montebello" suggellano la capacità e la tradizione carrista della cavalleria. Con la nascita nel dopoguerra della cavalleria blindata nel1946, anche nel nome si evidenzia la presenza delle autoblindo, e la loro simbiosi con l'Arma. Ed in Somalia con il primo intervento O.N.U. nel1950-56 si inviano ben quattro squadroni di autoblindo (Staghound) tratti dai reggimenti "Genova", "Novara", "Piemonte" e "Gorizia", di cui portano il nome. Nel 1982-84 le autoblindo con "Lodi" partecipano alle operazioni nel Libano. Un reparto esploratori su blindo 6616 e VTT 6614 della Fiat Oto Melara (primi mezzi concepiti e costruiti in Italia dal termine della seconda guerra mondiale) opera nella martoriata città di Beirut. Anche in tempi più recenti nel 1992-94 la cavalleria con le blindo è tornata in Somalia con la missione Restor Hope nel contingente Ibis. I "Cavalleggeri Guide" hanno inviato quattro plotoni blindo, due pesanti (Centauro) e due leggeri (Fiat 6614) in Somalia. È seguito, quindi, lo squadrone dei "Lancieri di Montebello" che ha avuto il
sotto tenente Andrea Millevoi (M.O.V.M.) caduto nell'adempimento del dovere. Sono seguiti gli squadroni dei "Lancieri di Firenze" e di "Novara" (che accomw1a nel suo nome anche contingenti di "Piemonte" e "Genova") tutti armati con le nuove blindo Centaw·o e le Iveco Fiat. Dal gennaio 1996 è presente in Bosnia nel contingente multinazionale uno squadrone blindato "Guide", rinforzato successivamente con aliquote di "Savoia". Nel 1997 nel contingente europeo di pace in Albania vi sono due squadroni blindati di "Guide" e di "Savoia" e dal 1999 uno squadrone "Guide" è presente in Macedonia, al confine con il Kosovo, nella forza di estrazione europea. Essi svolgono un'importante mandato anche perché i mezzi blindati nella specifica missione si sono dimostrati i più adatti alle necessità di ambiente e di impiego. Ma il passaggio dal cavallo al mezzo corazzato non è stato semplice e senza traumi. Necessita perciò un piccolo passo indietro per osservare l'evoluzione effettuata dall'Arma. La ricostituzione, come si è scritto, iniziata nel 1946, con le prime unità blindate, evolve gradualmente verso la globale corazzatura e cingolatura raggiungendo la punta massima di sette reggimenti (anni Sessanta), aventi in proprio la componente leggera e tre gruppi squadroni, trasformati e ridotti poi a quattro reggimenti e sette gruppi, in prevalenza a fisionomia esplorante (anni Settanta). In seguito, e questa è quasi cronaca, con la ristrutturazione dell'Esercito, e la formazione di brig~te pluriarma conseguita attraver so l'abolizione del livello dì reggimento, i reparti di cavalleria sono stati articolati in gruppi squadroni (1975). Con la prima ristrutturazione è sparito pertanto il reggimento e l'esplorazione tattica terrestre dal livello corpo d'armata è scesa a quello divisionale senza un plausibile motivo operativo-dottrinale, ma solo
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perché si erano sciolte le pedine. Con la seconda ristrutturazione è sparito anc he il GED a livello djvis ionale, ritenendo l'esplorazione un momento di minor rilievo nella battaglia. Oggi con la ricoslituzione del livello reggirnc nto e con l'assegnazione delle nuove autobli ndo, la CavaJieria ha ripreso un proprio r·uolo con compiti specifici di esplorazione ritenuta giustame nte indispensabile in un a mbiente sempre più d irada to. Né è pensabile improvvisare queste fun zioni e queste unità se nza andare incontro, come si è scrillo, a gravissime consegue nze strategiche, come gli esempi già c itati di Cus toza, Adua, Caporetlo cd E l Alamein insegnano. Ora, per le caralle ristiche proprie dell'attività esplorativa e dei compit i definiti peculiari della cavalleria, s i è rite nuto utile e vantaggioso continuare a conservarli a ll'Arma, c he oltre ad aver· sempre svolto i ruoli in questione, ha orma i un ci nquantennio di esperienza di guerra c di pace compiute sui mezzi blindo-corazzati. Allraverso un suo adeguato impiego, anche nel campo di battaglia futuro sarà possib ile la necessaria mobilità, in un quadro chiarificat o e di s icurezza: per il pa rticola re orienta mento mentale volto all'aggressività, a l movime nto, alle oper-azioni isola te su a mpi e profondi spazi, per· l'attitudine a lla reazione tempestiva, per· la fa miliarità con le s ituazioni fluide, nonché per la prontezza d'intervento, che sono il risultato di anni di addestramento e di esperienza. nonché di tradizioni c he non s i improvvisano e c he devono essere messe a fr·uno in modo o pportuno. Ne consegue la necessità di prepara re quadri e gregar·i a l l"inc di conscrvar·e una fo r·ma mentis adegua ta, esalta ndo le carattcl"istic hc specifiche dell'Arma. Nell'affa nnosa ricerca di paradossi pacifisti qualcu no ha a ffe rma to ch'è fortuna to quel "paese" c he non ha avuto bisogno di "eroi". Si può ribatte re c h'è fonunal a qttella
nazione c he li ha avuti al momento ed a l posto giusto, cd è riuscita a fomire Iom quanto necessitava per comba ttet·e. A Proposito di "eroi", nello specchio sono indicati i decorali di medaglie d'oro al V.M. appartenuti a ll 'Arma ru Cavalleria. ln conclus ione oggi la cavalleria, mcrnore del suo passato ed erede di rilevanti tr·adizioni, c ontinua a svolgere il suo lavoro quotidiano e sile nzioso del tempo di pace, nelle varie a ttività c he questo comporta: nella preparazione del cittadillo/soldato, nello svolgimento delle mansioni affidate dalla Nazione, dalla Alleanza e dalla ONU per la vigilanza e la difesa dei confini, nel soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali, nella tutela delle libere istilu ~ ioni, nelle operazioni di imposizione e mantenimento della pace, secondo i compiti a tlribuiti dalle leggi dello Sta to.
....
q uesto, come s i già de uo. uno dc i E pi ù s ignificativi, a nc he se abusati, molli d ella cava lle r·ia c he s imboleggia pieè
na men te' lo spi rito del l'Arma c he passa a ttravcr'So la s toria con l'impeto dci suoi cava lli , lasc ia ndo indelebili tracce. Pe r le sue ca ra lle ri stic hc ma novricrc, per la veloc ità dell 'azione c la po t c m~a del36
Le "Guide" in Albania (1997)
l'urlo, in arcione, si è sempre distinta ed imposta, nella imponenza dci suoi scalpitanti schieramenti, per la capacità di cogliere l'attimo propizio e fuggente e piombare con incontenibile slancio su l nem ico incalzante, per l'idurne l'irruenza cd arrestarlo o su ll'awersario scosso per inseguirlo cd annientarlo. Le gesta sono, delr·esto, testimoniate dalle ricompense al valor militar·c agli Stendar·di - una croce dell 'ordine militare di Savoia (oggi detto d'Italia), sei medaglie d 'oro, diciotto d'argento, trentadu e di bronzo, nove croci di guerra- così come dal le moltiss ime decorazioni individuali che cavalicd di ogn i gr·ado e di ogni tempo si sono meritati. Né si possono tralasciare le recenti ricompense al valor c ivi le cd a l valor·e dell'Esercito, attribuite ai reparti per prem iare l'abnegazione dimostrata ne i soccorsi portati, con la consueta generosità, alle popolazioni colpite da calamità naturali. Si dcordano: la medaglia d'argento al valore civi le a lle "Guide" per il disastro del Vajont ( 1963); la medaglia di bronzo a l valor civile a "Lodi" per l'a lluvione del 1968 ne l vercellese; le medaglie a l valo r dell 'Esercito a "Piemonte", "Genova", "Novara", "Aosta", "Milano", "Firenze", "Guide", "Treviso"
nonché le medaglie a l valor civi le ai comandi delle due Brigate per il terremoto del Friu li (1976). Nella storia dell'Arma non sembrano esservi, dunque, pagine grigie. li cava llo non è mai stato usato per a llontanars i dal campo di battaglia, ma solo pct· accorTcrvi celermente a sciabolarc il nemico, come illustri esempi ricordano. "Cava llo c caval iere", è stato scr·itto da penna più illustre di questa, "hanno solo sentito il respiro del sacrificio e l'orgoglio della vittoria". E si potrebbe aggiungere che anche nella sconfitta la cavalleria ha fatto ricorso a quella dignità sacrificale che risu lta una delle sue em inenti qualità. La generosa determinazione aggressiva permea lo spirito dell'Arma non solo nell'impiego del cavallo. Un vecch io regolamento così r·eci ta: "la cavallel"ia si difende atlaccando e muor·e con·endo alla vittoria". Norma va lida ancora oggi per la cava lle ria blindata, dal momen to che al superamento del nobile cavallo da guerra, s i contrappone il rafforzamento nella profonda spiritualità e eli un vigoroso atteggiamento dell'animo. L'impe to dei cavalli lanc iati in un vortice di ecc itazione, di scoppi c di polvere, il balenìo delle !a nce c delle sciabole protese verso il nemico, gli Stcndar·di al vento, le tmmbe che incitavano a ll 'entusiasmo della carica soprawivono al mmbo dei motori, cu i oggi l'Arma affida le sue risorse operative. Dragoni, cavalieri, lancieri, cavalleggeri, gu ide vivono tutto oggi a nche se blindati, c rappresentano uno spirito eli Corpo intramontabile, una elcelizione eli ficr·czza
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che attesta come non sia il mezzo a fare il cavaliere, ma piuttosto iJ soprawivere di nobili ideali di vita e di azione c he sono il retaggio del passato, attuali zzali nel presente c protesi all'awenirc. Nel passato con il cavallo, per iJ quale schiere di soldati "montati" hanno provato a ffe tto e a ttaccamento, nel p1·esente con i nuovi, sempre più potenti mezzi blindati, nel futuro ... passato e presente, e, ma lo spirito resta quello di sempr·e: cavalleresco c romantico, espressione d i una visione umanitaria della lotta tra gli uomini, tanto più importan te ora, nel momento in cui si moltiplicano le manifesta7.ioni dell a feroce brutalità verso i deboli e gli innocen ti , dei quali il cava liere è sempre s tato il di fe nsore. Di quesro spirito cavalleresco, ca ratteristico della tradizione occidentale, origi natosi già da molti secoli, sono eredi e cu ltori coloro che ope1·ano attualmente sui mezzi blindo-corazzati, ma che affondano le loro rad ici più profonde nella linfa della cava lleria italiana. I nitrenti squadroni ora sono di acciaio, ma la luce della tradizione delle antiche !a nce risple nde viva sulla corazza dei potenti mezzi, incitando gli animi nell'im pegno di essere gelosi c ustodi di tanto passato ed animatori delle generazion i future, affinché la cavalleria abbia
-
semp re gli stessi compiti di avanguardia e lo stesso spirito di suprema decisione e sacrificio. Questa, che si è descritta è una storia, sia pure succi nta, di uomini che senza recriminazion i e contestazioni, ma con lo slancio degli a tti compiuti con il cuore, cioè dettali da l più nobile degli impulsi, dall'ideale, hanno operato in guerra e in pace. Legati fra loro dai vincol i indissolubili dell'amor di Patria, della d isciplina, del cameratismo e dell'umana sol idarietà, hanno di mostJ·ato aJ mondo intero come nella buona, così nella avversa fortuna , si compo1·ta il soldato italiano. Perciò sono maggiormente meritevoli di ricordo specie oggi, in un mondo dai molti squilibri, teso in misur a irresponsabile alla sola conquis ta del benessere materiale, dimentico di quei valori spi ritua li i quali soli possono far compie,-c gesta incomparabili. Valm·i spiritua li di cui la cavallcda italiana ha dato ampie prove e testimonianze, poic hé ne i suoi oltre trecentodieci ann i di storia sono mutate più volte le u ni fom1i, le arm i, le procedure del combattimento, ma inc rollabilc cd immutato è rimasto c deve rimane,-c lo spiri to, ossia un modo di agire, di vivere e, quando occorra, anche di morir·c da uomini d'ono1·e.
38
Le· medaglie d'oro al Valor Militare individuali dell'Arma di Cavalleria LOCALITA' e DATA
GRADO
NOME CO(;WME EJO CASATO
REPARTO**
Capitano
Gerolamo BERUNGUER
«Cavalleggeri di Sardegna>•
Sassari, 25 giugno 1835
Capltano
Elisio fALCUI PES
..cavalleggeri di Sardegna>•
Cagliari, 12 febbraio 1836
Capitano
Agostino CASTElli
«Cavalleggeri di Sardegna"
Orgosolo, 1840
Colonnello
ferdinando MAFfEI DI BOGUO
Colonnello
Maurizio GERBAIK DE SONNAZ
•<Novara Cavalleria>• Brigata Cavallorla( uMontefer1•atcl")
Montebello, 20 maggio 1859
Ve1•ona, 14 giugno 1848
Capitano
Girolamo AVOGADRO
Maggiore
Giuseppe MISSORI
«Cavalleggeri di Monfel'l'aton Guide a Cavallo di Garibaldi
Generale
Paolo GRIFANI
Brigata Cavalleria ("Saluuo"l
Milauo, 20 luglio 1860 Mace1•one, 20 ottobre 1860
Capitano
ll'n:el1lil COCOO\ITO DI M!M1Wll
"Lancieri di Novara"
Macerone, 20 ottobre 1860
Colonnello Generale
AlessaÙ'O AVOGAII!O 01 CASANOVA Eugenio di SAVOIA CARIGNANO
fanteria (''Novara")
Gaeta, 12 novembre 1860
"Piemonte Reale Cavalleria"
Gaeta, 1861
Generale
Amedeo Ferdinando di SAVOIA
Custoza, 24 giugno 1868
Cenerate Colonnello
Umberto di SAVOIA
Fanteria t"Nova••a") 16~ Divisione ("Aosta"!
Capitano
Enrico STRADA Malachla MARCHESI DE TADDB
"Cavalleggeri di Alessandria" "Cavalleggeri di Alessandria"
Vlllaf1•anca, 24 giugno 1888 Villafranca, 24 giugno 1868
Maggiore
Stelano CAIVZID
Guide a cavallo di Garibaldi
Beuecca, 21tuglio 1868
Capitano
mn:esco CAm:tDJ MAlAVIlJI'
Sqd indigeno "Cheren" ("Padova")
Cassava, 17 luglio 1894
Tenente
Paolo SI\LAROll DI BRIONA'
Serog.Maggifft
Francesco FODDE'
"Cavalleggeri di Lodi" 5o Sqd. savarl ("Piacenza")
Libia, 18 a11rlle 1913
Tenente Tenente
Ruuuero BARDAZZI* Guido BRUNNER*
Fanteria (''Roma")
Libia, 22 aprile 1913 Monte Fior, 8 giugno 191 8 Dosso Faiti, 18 gennaio 1917
5o Sqd. savarl (''Milano")
S.Ma1•tlno, 24 giugno 1959
VlllafJ•anca, 24 giugno 1888
Trtpoll, 28 ottobre 1911
Tenente
Folceri PAOLUCCI DB CALBOll'
Artiglieria (''Savoia")
Capitano
fulco RUFFO DI CALABRIA
Aviazione ("foggia")
Cieli di Guerra, 14-17-20 luglio 1917
Ten.Cotnnnelkl
Maurizio DE 1/lTO PISCICRll'
Fanteria (''Aosta")
Kamno Alto, 24 ottobre 1917
Capitano
Glancarto CASTBBARCO IIISCOVT1'
"Cavalleggeri di Roma"
Pasian Schiavonesco, 29 ottobre 1917
Capitano
Ettore LAIOLO*
"Genova Cavalleria'·
Pouuolo del Friuli, 30 ottobre 1917 Pouuoto del Friuli, 30 ottobre 1917
Tenente
Carlo CASTBJWOVO DB!f l.AIVlf*
"Genova Cavalleria'·
Colonnello
Francesco ROSSI*
"Piemonte Reale Cavalleria"
TiOillllllniDPiave, 29 ottotre-9 novembre 1917
Maggiore
Francesco BARACCA
Aviazione ("Piemonte Reale")
Cieli di Guerra, 1916·1917
Capitano
Annibale CARETTA •
Burbantlerl ("Monferrato")
Montello, 15 giugno 1918
Tenente
Giacomo Camillo OE CARLO
Aviazione (''Firenze" )
Fronte del Piave, luglio-agosto 1918
Alutdi Battagfl3
Elia ROSSI PASSAVANTI
Arditi (''Genova")
Hermada, 1918·Grappa, 1918
Capitano
Raffaele LIBROIA •
"Cavalleggeri di Safuuo"
lauriano, 2 novembre 1918
Ten.Colonnello Capitano
Gabriele D'ANNUNZIO
Avlaizone ("Novara")
Zona Ili guerra, maggio 1915·novembi'B 1918
Tenente
Ettore CRIPPA * Franco MARTRll*
Carri veloci ("Guide") Carri veloci ("Ceno va"l
All•lca Orientale, 15 dicembre 1935 Afl'lca Orientale, 15 dicembre 1935
Tenente
Francesco Alli*
Gruppo Spahis t"Nina"l
Africa Orientale, 25 dicembre 1935
Capitano
Amedeo 111181 TifS.AIJIU IIIJOWO •
"lancieri di Aosta"
Africa Orientale, 2 febbraio 1938
Tenente
Banda a cavallo (''Niua")
Africa Orientale, 20 febbraio 1938
S.Tenente
Ernallllele I.BJIJARilllll VllACORTISE • Ludovlco MENECUCCI*
"Lancieri di Aosta"
Africa Orientale, 8 aprile 1936
S.Tenente
Antonio BRANCATI*
Banda a cavallo ("Alessandria")
Africa Orientale, 26-28 agosto, 1937
Maggiore
Luigi MANUSARDI*
V. Gr. Sqd. Cav. Col. ("Piemonte Reale")
Africa Orientale, 27 novembre 1937
S. Tenente
Giovanni THUN HOHBNSTEIN*
1. Gr. Sqd. Cav. Col. ("Vili. Emanuele ll"l
Africa Orientale, 28 marzo 1938
Tenente
Bruno YESI
Banda a cavallo ("Nizza")
Africa Orientale, 29 giugno 1938
S. Tenente
G.lorglo Cesare RAITll*
IV. Gr. Sqd. Cav. Col. ("Aosta")
Africa Orientale, 18 gennaio 1939
Capitano S.Tenente Tenente S.Tenente Capitano Tenenle Capitano S.Tenente Lancie re Guida Ten.Cc*melo S.Tenente Tenente Tenente Tenente Generale Capitano Tenente Tenente Capitano Generale Capitano Capitano Ten.Colonnello Generale Ten.Collmelo Tenente Maggiore Capitano Sergente Capitano Capilano Capitano Ten.COOilelo Ten.Cololllello Maggiore Generale Colonnello Cavalleggero Generale Cap.itano Cene1•ale Tenente Maggiore S.Tenente Tenente Ten.Collmelo S.Tenente
Gino BERARDI' Antonio CORSI DI TURRI' Mario TACCA' Luigi FUCCIA' Romolo FOWST' Giuseppe BORGHESE' Lo.penzo LORENZETTI' Luigi Alberto AlMI' Alfredo NOTTE' Giuseppe FELICE* Bia ROSSI-PASSAVANTI Giovanni BONmo· Eudo CIULIOLI' Renato TOCNI' Arcllimede OE MARTINI' Emanuele BERAUDO DI PRALORMO ClusePIIB ROSSO' Vincenzo PASTORE' Salvatore MANCA· Feri'UCCiO DARDI' Federico FERRARI-ORSI' Gastone SIMONI' Costantino RUSPOLI DI PIGGIO SUSA' Carlo M31'0SC0tti RUSPDIJ DI PIGQO SUSA • Ugo OE CAROUs• Masslmlllano CUSTOZA • Mario SPom• Alberto LITTA MODIGNANI' Silvano ABBA • Udino BOMPIERI' Romolo FUCAZZA • Camillo SABATINI' Franco UAI'Iiffil OONNIJ\1' Alberto BECHI LOSERNII' Luigi COYTRE' Carlo PIRSIO BIROLI' Allonso CICALA FULGOSI' Lulgii.ANZUOLO' Allredo SFORZINI' Oardano FENUW' Manfredi AZZARITA • Ple1•o ooo1• Andrea PACLIER.1• Franco MARTBll' Francesco SABATUCCI• Edgardo SOGNO RATA DEL UAWNO Enzo UENTURINI Andrea MILLEVDI
KVI. Gr. Sqd. Cav. Col. ("Nizza'') KUI. Gr. Sqd. Cav. Col. ("Genova") KUI. Gr. Sqd. Cav. Col. ("Aosta") Raggrupp. Carri d'assalto I"Arenze"l ''lanclerl v-morio Emanuele Il" "Piemonte Reale Cavalleria" "Lanclcri di Aosta" "Cavalleggeri Guide" ''Lancleri Milano" "Cavalleggeri Guide" 111 Corpo d'Armata (''Genova") "Cavalleggeri Guide" "Cavalleggeri Guide" Gr. Bande a Cav. ("Aosta") VI Gr. Sqd. Cav. Col. (''Novara") Divisione Coloniale ("firenze") KIU Gr. Sqd. Cav Col. ("Piemonte R.") KIU Gr. Sqd. Cav Col. I"Monlerrato"l Brg. Cor. (''Cavalleggeri di Sardegna") "Lanclerl di Novara" KCorpo d'Arma ("Aosta") Paracadutisti ("Genova") Paracadutisti ("Genova") Paracadutisti (''Genova") Divisione "Torino" (''Guide") ''l.a.nclerl di Novara" "Lanclerl di Novara" "Savoia Cavalleria" "Savoia Cavalleria" ''lanclerl di Vittorio Emanuele lf' "Lancleri di Montebello" "Lanclel'l di Montebello" "Genova Cavai.lerla" Paracadutisti ("Genova") "Nizza Cavalleria" Stato Maggiore ("Genova")
Africa Orientale, 17 giugno 1939 Africa Orientale, 21 settembre 1939 Africa Orientale, 21 settembre 1939 Spagna, 11 marzo 1937 Spagna, 26 marzo 1938 Spagna, 22 settembre 1938 Spagna, 30 gennaio 1939 Grecia, 1Onovembre 1940 Grecia, 10-11 aprile 1941 Grecia, 12·15 aprile 1941 Albania, gennaio-aprile 1941 Albania, 5 agosto 1943 Albania, 5 agosto 1843 Africa Orientale, 21 gennaio 1941 Africa Orientale, 1-4 aprile 1941 Alrlca Orientale, maggio-giugno 1941 Alrlca Orientale, agosto settembre 1941 Africa Orientale, agosto settembre 1941 Alrlca Settentrionale, dic. 1940-febbr. 1941 Alrlca Settentrionale, 9 luglio 1842 Africa Settentrionale, 18 ottobro 1942 Africa Settentrionale, 23·27 ottobre 1942 Africa Settentrionale, 26-27 ottobre 1942 Africa Settentrionale, 4 novembre 1942 Russia, lugllo·dicemllre 1941 Russia, 18·2D-21 febbraio 1942 Russia, 22 agosto 1942 Russia, 24 agosto 1842 Russia, 24 agosto 1942 Bracciano, 9 settembre 1943 Roma, P.ta S.Paolo, 10 settembre 1943 Roma, P.ta S.Paolo, 8 settombre 1843 Roma, P.ta S.Paolo, 10 settembre 1943 Sardegna, 1Osettembre 1943 lirana, 13 dicembre 1843 lirana, 13 dicembre 1943
Comandante della Piazza (''firenze")
Spalato, 8 novembre· t dicembre 1943
"Cavalleggeri di Monfe~•rato" Resistenza ("Monferrato"!
Berai, marzo-novembre 1943 Cavom~ 21 dicembre 1843 Roma, settembre 1843·marzo 1844 Fosse Ardeatine, 24 marzo 1944
Resistenza I''U'morlo Emanuele lf'l Resistenza (Carri veloci "S.Giusto"l Resistenza ("Monferrato"! Resistenza (''Novara") Resistenza I"Satuzzo"l Resistenza ("Vittorio Emanuele 1,1''1 Resistenza (''Nizza") A.L.E. I''Savola"l "Lanclerl di Montebello"
"'ono
Fronte cllllll. reslst. settem. 1843 • 1944 Verma, 9 setten0'8 1 8 8!J)SIO 1944 Pordenone, 27 novembre 1944 P. te Prlula, 19 dicembre 1944 8 settembre 1943· 2 maggio 1845 Croazia, 7 gennaio 1992 Somalia, 2 luglio 1993
·alla memoria ·'tra parentesi l'uiUmo reparto nazionale di cavalleria nel quale ha prestato servi.zio prima di essere decorato di M.O.V.M.
L'Arma di Cavalleria
a
lleria
Unità
Epoca
Motto
(l o) Nizza Cavalleria (20) Piemonte Cavalleria (30) Savoia Cavalleria (40) Cavalleria Genova (50) di Novara Lancieri (60) Lancieri di Aosta (70) Lancieri d i Milano (80) Lanci eri di Montebello (90) Lancieri di Firenze Lancieri di Vitt. Em. II (100) Cavalleggeri di Foggia ( 11 °) (120) Cavalleggeri di Saluzzo Cavalleggeri di Montèrrato (120) Cavalleggeri di Alessandria (14°) (150) Cavalleggeri di Lodi Cavalleggeri di Lucca ( 16°) Cavalleggeri di Caserta ( 17°) (180) Cavalleggeri di Piacenza Cavalleggeri Guide ( 19°) (20°) Cavalleggeri di Roma (21 °) Cavalleggeri di Padova Cavalleggeri di catania (22°) Cavalleggeri di Umberto I (23°) Cavalleggeri di Vicenza (24°) (25°) Cavalleggeri di Mantova Cavalleggeri di Vercelli (26°) Cavalleggeri di Aquila (27°) (28°) Cavalleggeri di Treviso Cavalleggeri di Udine (29°) Cavalleggeri di Palermo (30°) Cavalleggeri di Sardegna Guide a cavallo di Garibaldi Cavalleria Coloniale Savari c Spahis Gruppi Carri veloci Scuola di Cavalleria c delle Truppe Corazzate Raggruppamento addestrativo RSTA Associaz. Naz. Arma di Cavalleria
1690-oggi 1692-oggi 1692-oggi 1683-oggi 1828-oggi 1774-oggi 1859-1989 1859-oggi 1753-1995 1859-1943 1863- 1920 1848-1990 1850-1943 1850-1979 1859-1995 1859-1943 1863-1919 1859-1919 1859-oggi 1871-1919 1883-1919 1883-1919 1887-1919 1887-1919 1909-1919 1909-1919 1909-1919 1909-1991 1909-1919 1915-1943 1726-1944 1859-1866 1887-1941 1911-1943 1934-1943
Nicaea fidelis Vmttstus et attdax Savoje bm-mes tlottvclles
LEGENDA:
1823-oggi 1998-oggi 1919-oggi
Soit a pied, soit a chevalm011 h01meur est sm1s ègal Albis ard~ea A iista d 'jèr Sic personat virtus Impetum hostm pertet'rco Con l'animo ciJe vi1tce og ni battaglia Per la gloria del nome Atedaci e vigili Q;eo fata vocant Scmpcr t-et qu.ondam Iu periculo surgo Lodi s'immola Gladittm pm patria et t·egc Ad erta volgo Vù·ilitcr pro patria militantibus Alla 11ittoria e all'0110r songttida Nom en m;gct Valot·c e cot·tesia Usqw: d um vilmm et ultra Tanto no1nine vinces A Vi11 cmtia JIÌrtcctJtis R cfcmm tibi Mantua palmas A ucsstmo seco1xdo Gloria o morte b1 certamine audaccs Aspetto l'om Morn mm·a Solu i11 sa morte zedc1·c 011e galoppo impero Col cuo1·c oltre l'ostacolo Alla Jlitttwia cd alt'ourw son gtJ-ida Co11 impeto e je1no cuo1·c olt1'c l'ostacolo Ut Jlclocim, ut JJehcm cutitts
l Medaglia d'oro al V.M. l Medaglia d'argento al V.M. ~ Medaglia di bronzo al V.M. ! Croce di guerra al V.M. ! Ordine mlllt. di Savoia i Med. di argento al val. o merito civile ~ Med. di bronzo al val. o merito clullo
_."~-
Ricompense allo stendardo
Festa del corpo
• 1848 1849 1i) 1849 1916 • 1848-49 • 1860 . 1869 • 1976 1 .h 918 1941-42 ':;)1942 " 1796 .. 1796 ~h 91 6 . 1917 . 1976 ~ 1848 <il1859-60 . 1860 . 1917 . 1941-42 " 1942. 1976 . 1849 .. 1866 . 1918 . 1936 . 1936 1940 . 1976 • 1860 . 1918 1)1941 . 1973 • 1943 • 1866 . 19 17-18 i 1976 • 1918
16 maggio Monfalcone 21 marzo Sforzcsca 24 agosto Jsbuschenskij 21 aprile Bricchetto 27 agosto Fronte del Don 24 giugno M. Vento 19 giugno Monastier 15 settembre P.ta S. Paolo 30 otto bre Vitt. Veneto 19 giugno Monastier 30 ottobre Vitt. Veneto 2 novembre lstrago 20 maggio Montebello 24 giugno Custoza 26 ott. Henni Bu Mcliana 6 agosto Marinasi 15 giugno Montello 28 settembre Fondazione 24 giugno Custoza 15 settembre Monf.'llcone 3 novembre Vitt. Venero 7 luglio Fieri l novembre Scutari 26 agosto Bainsizza 4 nov. Castion di Strada 3 novembre S.Odorico 4 novembre Paradiso 15 maggio Monfalcone 9 agosto Vertojbizza 28 luglio Kuci 7 luglio Fieri
1916-18 • 1859 • 1859 . 1866 . 1911 . 1913 . 1942-43 . 1968 A
A
1866 . 1916•18 . 1940 1963 . 1976 A
• 19 18
1915-18 • 1916-18 1916 . 1976 • 1916 • 1918 (" 1918 , 1859 11 1936 . 1936-37 1937-38 1938 1922 . 1922 . 1923 1924 . 1922-28 . 1928 . 1935-36 • 1941 (gr. «S. Giorgio») " 1915-18 1935-36 A
1916 1849 1942 1796 1942 J 866 1918 1943 1918 1918 1918 1918 1859 1866 1911 1918 1918 1859 1866 1916 1918 1918 1918 1917 1918 1918 1918 1916 1916 1918 1918
20 novembre rifondazione 1849 31 ottobre 23 aprile S. Giorgio
! Medaglia d'argento al valore dell'Esercito ~ Medaglia di bronzo al valore dall'Esercito
Il Museo storico
di
dell'Arma
(;avalle~ia
l Museo nazionale della Arma di Cavalleria dislocato a Pinerolo (TO), I ne ll ' antica caserma principe Amedeo, ora è
generale Fenulli, che fu sede della Scuola di Cavalleria da11849 a11943. Su istanza del consiglio nazionale della Associazione Arma di Cavalleria, il Museo fu istituito nella sede di Pinerolo dal Ministro della Difesa alla fi ne del 1961 . Ricevuta da l Presidente della Repubblica personalità giurid ica, fu inaugurato ed apert o al pubblico ormai trent'anni orsono, nell'otLobre del 1968. Oggi il museo d ipende dalla Scuola di Cavalleria e Truppe Corazzate. Particolarità del Museo è che quasi nulla d i ciò che vi è custodito proviene da ll'am-
ministrazione della Difesa: la stessa caserma che lo ospita è di proprietà deUa città di Pinerolo, alla quale viene paga to un affitto simbolico di poche lire all'anno. Quasi tutti i materiali esposti, infatti, sono stati dona li , nel tempo, da ufficia li sottuf- · ficiali, militari ed estimatori della Arma. La vasta esposizione di cimeli che di giorno in giorno s i arricchisce grazie a nuove donazioni (le ultime in ordine di tempo riguardano i c imel i già di proprietà del circolo ufficiali del reggimento "Lancieri d i Vittorio E man uele II" ed un lascito di cento milioni in contanti donati dalla signora torinese Giovanna Beccuti, vedova d i un ex mil itare di leva dei "Lancieri d i Novara") lo rende uno tra i più ricchi musei d'Arma in Europa. I.:edificio è di tre piani. Al piano terra, oltre le grandi lapid i monumentali riportanti i nomi degli ufficiali, già frequentatori della Scuola di Cavalleria, caduti nelle guerre per il
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Risorgimento nazionale, nelle campagne coloniali e durante la gr-ande guerra, vi è il Sacrario, ove sono raccolti i ritratti e le motivazioni dei decorati di medaglia d 'oro, vi sono esposti carri, carriaggi, carrozze, selle, gualdrappe e la ricostruzione di una masca lcia ove è ospita to Cromwell, cavallo già di proprietà del conte Emanuele Cacherano di Bricherasio, che s i d ice s ia s tato montato anche dal capitano Federico Caprilli suo grande amico. Al primo piano si trovano stendardi, bandiere, bronzi, argenti, quadri , stampe, fotografie, decorazioni ed una ricca collezione di unifonTli inte ressa nti il periodo che corre tra•l'inizio delle guerre per il Risorgimento ed i giorni nostri. Il secondo p.i ano inte ressa le ca mpagne coloniali e le due guerre mondiali, mentre in una delle sue gallerie troviamo in lì ne una raccolta di armi bianche c da fuoco, africane ed europee. Negli ultimi due an ni, sono stati realiz-
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zati al museo una serie di lavor i infrastrutturali tendenti a dare sicu1·czza a ll'ed ificio cd ai suoi visitatori ed inoltre è stata avviata una auività di dm·dino, catalogazione, descrizione e illustrazione dci c imeli. Ricsaminato l'intero sistema elettrico e di allarme, tutte le vetrine di esposizione sono state illuminate e rifalle, cura ndo particolat·mcnte l'aJlestimcnto c l'ordine
cronologico dei materiali esposti . Centinaia di fotografie antiche, disposte su numerosi piani espositol'i, dipingono, spesso con magnifici ritralli, gli anni che, partendo dal 1861, attraversano le riforme e le varianti a ll'uniforme del 1871, del 1876, del 1895, del1903, etc. Parimenti centinaia di cimeli molto rari, talvolta unic i, illustrati da ricche d idasca-
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lie, sono stati riordinati, in modo da accompagnare lo studioso ed il neofita in questo giro intorno aJI'Arma, a lla sua s toria ed a lle sue tradizioni. Un complesso lavoro di riordino ha consentito l'esposizione eli numerosi medaglicri eli ufficiali , sollufficia li e militari della Am1a, tra i quali spiccano i diplomi di concessione delle medagli e, delle onorificenze e degli ordini cavallereschi. Nel piano espositivo dedicato a lle guerre, è stata s istemata la quasi totalità delle a nni bianc he c da fuoco, in possesso del museo. Sono state sistemate le biblioteche: una antica ove sono conset·vati i libd editi sino al 1899 ed una moderna ovc sono collocati i libri editi dal 1900 ad oggi. Essi, timbrati insieme a preziose ed antiche stampe, catalogati per mate ria ed autore, sono fruibili dagli amatori e dagli stu-
denti , c he q ui trovano rari testi di fortificazio ne, stod a militare sul cavallo cd il suo addcstt·amcnto. Per concludct·c il Museo raccoglie nei s uoi 5 000 mq. di aree espositive coperte, divise in tre piani e 33 sale, la s tol"ia della
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Cava lleria Sabauda ed Ita li ana dal 1683 a i nos tri g io rni , dci suoi reggimenti, discio lti ed in vita. I.:anlica caserma princ ipe Amedeo, centro per tanti anni dell ' equ itazione mondiale, u·asformata in museo, si impone oggi nella c itlà che lo ospita quale centro cu lturale, nel quale il visitato•-c attento può scegliere tra vari itine •·ari: - l'evolLJzione dell 'uniforme italiana di Cavalleria dal 186 1 ai giorni nostri attraverso l'esame diccntinaia di ritratti o rig ina li, correda ti di ricche d idascalie, dispos ti su ben 14 tavo li espositivi;
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-l'esposizioni delle uniformi, dci copricapi e degli accessori utilizzati dal personale dell'Arma, dalla unità ad oggi, spiegati attraverso l'illustrazione e la riproduzione de lle tavole dci giornali milita ri dell'cpoca; -le medaglie, le decorazionj e gli ord ini cavallereschi di cui furono insigniti più frequentemente gli ufficiali italiani dell'Anna ta Sarda e del Regio E sercito poi, realizzati spesso dalle più grandi gioiellerie europee. Nel museo si tengono simposi, congressi, conferenze, presentazioni di libri, mostre, etc. Nei mesi trascorsi, i suoi saloni hanno vis to, tra l'altro, la persona le dedica ta a l pittore Michele Baretta, i ragazzi di 12 nazioni, convenuti a Pinerolo per il Concorso inte rnazionale di musica, il 2° Congresso pinerolese di chirurgia ed il Congresso di araldica.
«POZZUOLO DEL FR IULI»
ASSOC IAZIONE NAZIO ALE ARI\ l A DI CAVALLEIUA
«SCUO LA DI CAVA LLERIA E DELLE TRUPPE CORRAZZAT E,. «RAGGR J>P,\ 1\I E 'TOAOOESTRATIVO RSTA,.
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