FIORI DELLA PIETRAIA

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FIORI DELLA

PIETRAIA



Flavio Russo

FIORI DELLA

PIETRAIA INVENZIONI E SVILUPPO DELLE TECNOLOGIE DURANTE LA GRANDE GUERRA

S TATO MAGGIORE DELLA D IFESA


PROPRIETA LE1TERARJ1\ "limi l dirt/11 r1ierva11. \llt'1a1a anche fa riprt>dut.t'om! parv11le St.'lltll atflonizaztOm!.

© 20 15 • Minjsrero della Dife:s:i IUffic.i<> Storico dd V Reparto dello SMD Salita S. Nicol:, dn Tolc.ntjno, 1/8 · Rt'>ma quinto.scgrslorico(~md.difcsa.il

l SBN 978-88-95430-96-6

CQpii1 etdusa dalla vendita

Grafica ,rd i111pavi1d1.1or.e: Cioriio Alaia


PRESENTAZIONE

L• Grande guerra non fu soltanto un evento bcJlico

o nemiche che fossero, e ne crasse le debite conclusioni.

di inaudita vfolenu e di terrificante atrocità, connotazioni

Occorreva procedere a tappe for>.ate in ambiro éultunde,

queste purtroppo non rn.rc1 mchc se io misura minore, nei conrurti di ogni epoca. Fu anche, sopramttto per nralia. un

occorreva accentuare la già ampia propensione all'ìndu~ serializzazione., occorrev::1 incoraggh1re e sostenere l'e. rnancipnzione fenuninile che muoveva i suoi primi passi,

drastico salro epoc.alc, una discontinuità swrica cnc SC'llncto il passaggio da una sociecà emfaememcntc contadina e $ù\r~

lasciando prefigurare l'introduzione di nuovi valori nella

samentc istruita ad W)a a pre"alcmc vocazione industriale con u na vigorosa propensione alJo studio. rl fenomeno, che

asfittica società posr unitaria. La guerra superò così le limitazioni e le incongruenze

non trova u.n esano equivalente nelle ahre nazioni bellige· r,mci, essendo le condizioni del nosrro Paese le pi(, orretrntc, ritt\'CUC dalla guerr-, una straordinaria spinta propulsiva

mil.lcnarie e:. appoggiandosj sempre più vistosnmemc alla tecnologica. suggerì prima cd irnposc poi un nuovo 1nodd-

che valse a fa rle rimontare la sua secolare abulia. È stato scritto da illustri studiosi che la guerra, per

alcuni versi. è un rnodo di coscringcrc due popoli à conoscc,·si e a superare così le reciproche diffidenze: la consta·

lo sodale c.-d umano. L'csho si conformò. negli anni scgucn· ti, non tradito. Il secolo precedente del r<'Sto aveva abituato ,1:d un continuo progresso scientifico e tec-nofogico che, nutavi~, sembrava confinato in ristretti ambiti, un po• come

avvenne per la grande rivoluzione tllcnistica: nono:n:1nrc

tazionc che. in genere. gli cx nemici clivcngooo poi amici sembra confermare la cesi, peraltro perfetrnmentc conl• presa ed applicata dagli amichi Romani. Nella fattispecie

la grandiosità delle scoperte e dcUc invcn1jo11i, bc.n poco venne modificmo della vira quotidiana e delle sue miserie. La Grande G uerra .rese disponibili e necessarie pel'

il popolo icalinno fo messo per la prima voha realmente

tuui scoperte che ds decenni languivu.no inutili7...zmc: bH·

a contatto con quelli dcUc altre nazioni europee, alleate

sti al riguardo pensare ai Raggi X) oggi imprescindibili per

(!f('St/Jf01,JI.J l:i'

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q<Jalsiasi diagnosi; o ancora all'imr,cnncabile che dopo un,,

finaliz.i.'lle a commemora re il centenario di questo rerribile

lunga premessa conobbe la diffusione gcncrali1.zata e persi•

conflitto) che irruppe ncl corso della storia mondiale in un

no il successo della moda che pcrs:is.te tutt'oggi, dopo aver prore110 i fanti dalla pioruiia nel fongo delle trincee. Sin1ile, in sostanza, anche la trasformazione di bombardieri dismessi in aerei di linea, aprendo cosl le vie del ciclo ai passeggeri dviii. Un fermento di idee, spesso neppure del tutto nuove, 1na divenute rnli per l'inusitar,1 diffusione avurn nel corso del conflino. Alrre invenzioni, poi, del rutt<> inedite, esito ddla fantasia di tanti stimolati dalle necessità dcllà guerra stessa, si rira.glieranno ruoli che ancora perdurano odia no• stra vira q11oridiana e di cui le ist::inze genetiche sono orinai comp!crnmeme diment.icatc o rimos·se. ìv[i pi~ce al riguardo, dcordamc alcune tra le minime, come le lamette eh b,1rba, o j tubetti di alluminio, quelli dei dentifrici come delle pomate più disparate, o ancora dcll'urnilc cernicrn lampo che oggi serra anche le rute degli astronauti! Questo volume, dunque, ben si colloca nell'ambito delle iniz.iacivc .nazionali, di cui la Difesa è uno dei promotori.

modo così invasl\'o da mutarne radicalmencc l'cvoJuz.ione. . . come m(u s1 er::1 visto pruna. In condusione 1 evidenzio come 11;.l.utorc. con un'irnma-

ginc suggestiva, abbia voluto paragonare l'insieme di queste scopcnc cd invenzioni ad altrettanti Uori sbocciati in con.. rcs,o ::1ltamente improbabiJe come una 1>ictra , e pierraia fu seml)re considerat.o l'altopiano carsico, , 1ero cn1vario dei nostri antenati con le stclleuc. E forse i.11 questa apparente contradizionc sta la grandezza del genere umano e della sua componcnre militare: saper far resoro e trasfornrnrc in risorsa fondame11talc ciò che ha deburtaro o si è affermato come

foriero di monc.

Col. M,ssimo B.E'rl1NI C,po UflicioStorico d1:llo S/at<> Mayjore D1Jes11•

• Glà Presidente ClSi\it, NtpprC".stm:iritc deliri Oifcsà ~r b Sh>ri'jl miU1:.rc nei c(u\SleSSi nazionali e i11tt.ma2io1mli. fo applic:ue.ioue dd O. L. n. 95 del 6 fug.]io 2012, oonvcrtitQ in Je~g.c JalJ'lttt. I. ronun11 l, l.. 7 a~l)!ilO 2012. n, IJ5 1'UHìci0S10tko (Id io SMD iiOStituiscc fa ClSM in tuuc fciuç funzioni e atrribuzio1ti, .sell7.:a solu1iouc di rontinuità. quiAk unicu. legille islim1Jonali1:\ rap1nes<:n1:t1Ì\1~l a liwllo nazion:,le {..-.c.{ internazioniAlç.

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PREMESSA

La Storia 1romandn l"lllll'ICrosc invenzioni e scoperte che, elabomtc per tornare utili :ili 'umanità, vuoi allevi:rnd<,nc la

no nd esa,-pc,,.r,: la tragc'<iin della guerra. Lo esemplificano in maniera ernblemnrit::i due invenzioni onocentcschct de-

fatica quotidiana. vuoi attenuandone Ja pr<..'Carictà csistcn·

stinate. nella mente dei rispettivi idcatòri, entrambi filantro pi, la prima a incrementare i1 benessere e raltra a cancellare

ziale. vuoi esahanc!Qnc la capacità di apprendimento, finirono in l>reve tempo per tmsfon11arsi in micidiali armi per la guerra. Non .sapremo m:'.li quando la ruota fu invenrnra. ma é ragionevole ritenere che l'evento prctx:<lcttc di poco )a nasci. ta del carro, la cui pilt antica testimonianza iconica rimonta

al 3000 a.C.: poco tempo dopo compare, modificato e ,..,'SO idoneo al oomb~lttimcnto, divenendo perciò un nntcsi~na· no carro armato! Da veicolo di l,woro a macchina di morte, forse ben al di Li della volontà dei suoi originari ideatori o, forse, già d.1 loro elabor~uo sin dalla messa a punto orrimale per qudla prc~isa destinazione. qu11si una sorta di 1nn. lignn mutaiione all'indomani dell'invenzione. Metamorfosi non infrequenti neppure ai giorni nootri. che contribuist"O•

i conflin i. Nel 1874 Joscph Glidden, un poliedrico in,,emo· re SIOtunitensc. richiese ed ottenne il bre,-etto per due fili di ferro intrecciati e muniti di spine di ferro a scansione rego~ lare. e lìssatc aitcrnativamcmc su entrambi. Lo scopo che quella su:i e-reazione tendeva a garantire era un forte inc-rememo della produzione di grano, per poter oosl conrrastnre la fame e le riconenri carestie, t'Sito a suo parere consegui· bile tenendo a debita distanza le mandrie bovine dai campi coltivaci. Come pure impedendo alle stc,;se di dis1icrdersi o agli indhmi di furnc ra7.7J:.1, assicurando in ambedue le cir· cosianzc I'aun>cnro dei e<>J>Ì di bestiame. e quindi una lorc;, più economica commcrciali:c1.azionc. -In un c.-nso o nclraltro,


si siano distinti nei vati :1mhili del sapere in favore dell'umanità: AJ. frcdo Nobel e la sua creazione, la dinamite. Lo snidioso avevn osser~ vato, nelle ricerche con il chiinico Ascanio Sobrero, inventore della nitroglicerina, g li ingentissin1i rischi derivanti dall'uso della stessa. tremendamente instabile e facile ad esplodere con inaudita violenza ina pressoché indispensabile nei gran• di lavori edili, e riuscì a murnrne la ecccssiv,1 reanività in una tranquil-

lizzante inerzia! JJ plastico miscuglio da lui inventato e bart'e zzatQ dinamite, non sarebbe pili csplo,

dall'utilizzo di quel filo pungente ormai prodono a migliaia di chHornctri n bassissimo costo, sarebbe scarurito un gcnctaliz.,.ato grnndc benessere! Profezia avveratasi solo in parte: i campi colllvati senza dubbio produssero pill grano. sebbene il fì.lo spinato non a,s..

surse mni a spauracchio dei bovini, né meno che mai degli indian i. Dive.o ne. però, l'incubo dei fomi dc.Ila Grande Guerra, moltissimi dei quali agonì1..zarono a lungo, impigliati e feriti, tra le sue spire spaz7.ate dalle mitragliatrici, invocando v-Jna-

so accidencalmcntc, ma solo tramite una c.nergica sollcd~ rn?.ione dei fruitori, divenendo in ml modo indispensabile e sicura, persino, ne.i trafori e adlc min iere. Si rese però conto c he, riempiendo i proietti d'artiglieria di dinamite, se ne sarebbe accresciuta a dismisura la lcralità mortifera, e reputò che proprio quesrn rragica peculiarità, non appena constatata, avrebbe imposto la pace ai belligeranti scoJwolti dalJ'emità insostcnibLlc delle perdite.

mente il soccorso che nessuno poteva prestargli! Persino pi,, significativa la vicenda della seconda celebre invenzione-, c:-..scogirnrn da un pa,cifìsta, il cui nonlC è oggi as-

In alto: Cirro 11 ruolc- pie11c.• troùwt(I da onagri provc11ilwtc Jà Ur riwle111t• al 27()(, o.C In basw: // coriddello 'Stt:udardo di Ur' n:pe-rl() sr1111ero rita!t-nt,: al 2j(J0 ,,.C. rlimwto ù1tor1u) al 1928, ,. cuJtodr'lfJ rllf11t1l111tlll~ m./ 8n'·

sociato a un prestigioso riconoscimento, elargito a quanti

1ùh Mus,wm dl Lrmdro

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occ 1..i.

1• 1cn:,u.,


Antbc in quesio caso la profezia

fallì miseramente: conosciamo pur· 1roppo il risulnuo e quesm cosritu·

isce un lugubre precc<l<:me per ogni ,'Cileit•ria affcnnazionc che l'eccessiva, o inumana. lt:talità di un' arma possano bastare a irnpedirc cvcnl\lali futuri con flitri!

Al di là dei mc.nzionari esempi, e di altri ancom logicamente affini, è facile osservare che sono però innumercvol i voire pili numero·

se le invenzioni e le scopcrrc nate

ed elaborate per h, guerro che finirono, e finiscono. per trasformar· si in proficui congegni per la vira,

ausili imprescindibili per il quotidiano lavoro e persino per la sopravvivenza. La stessa micidiale

nitroglicerina. ovvbmcntc in pie•

oolissime dosi dell'ordine del milligrammo, viene adoperata nella terapia ddl'a11gù1a pecton'.,, agendo da dilatatore delle vene in gc•

nerale e delle coronarie in particolare! Strumenti e ritrovati perciò

dalla duplice e antitetica natura, che dalla preistoria io poi dap· prim::1 accrebbero l'atrocità dei conflitti, estendendone progressi.

v:,mente le sofferenze anche ai non combattcnt~ ma che poi, in un se· condo momento, si confcrma ro• no imprescindibili per innalzare il

tenore di virn, molti1>licando le rison;c e, non di rado, sconfiggendo l'anccstra le violenza deJ I' ind ige:n .. za. Riducendo ad aforisma quan•

ro delineato, risulra evidente che il coltello tbc può ucddcre è lo stesso col quale ogni giorno si taglia

iJ pane! Dcl resto, per ripugnan te che possa sembrare. lo stimolo e la finalità primoria deU- evolversi della tecnologia fu per lo più squisitamente:- militare, Lristc conclus.ione ovviamente non con· divl';a da tutti gli studiosi c he, comunque, nella srragrande

maggior:.inu, concordano sul ,·uolo p,·opulsivo dalfa gucrm.

Nella pigina preced ente: P11rata tll rorri t!a gut•rra sw11eri, ra/f igumti .t ulloStendordQdi Ur In ~ho: Qe11<1g/idcl a1m dtt 1,1,erril s1m1c_1idd/11 mf>tùdrl lii 111il/emdoa C

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No. 157,12 4.

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Per essi, infatti: .. la tecnica e l'ingegneria non furooo gli unici fattori che contribuirono allo svilup·

po della scienza, né la scienza fu l'unica fome della 1ecniCt1. a pa,~c le esperienze prntichc. Ambedue i campi sono intimarnente connessi con le alcre anlvirà umane, concorror10 3) loro progresso e insieme ne traggono alimcnto1 in un reciproco scambio. Ambedue po~sono ricevere irnpulso dalla g·uerr:-1, ma non biso,gn~ dimenticare che i ri+

sulc.sti così acquisiti appartengono aJ ristretto campo dclJ 1artc miJitarc e che: le nuove armi. o altre inven-

zioni oucnutc ad ahi costi e con gmn dispendio, avrebbero potuto essere fatte in tempo di pace con molto minor spesa+Jtt Il ragionamento della citazione, anche a voler ignora1'C il vanifi<:tlntC avrebbero potuto esserµI/te, del roteo assurdo in storiografia. ha \Il) rilevsme errore d'impianto: supporre, cioè, che il coinvolgimento della tecnologia e ddJ'ingcgncria in ambito bellico si sia sempre e soltanto limitato alle armi o ai congegni di loro stl'èlia perI Da 1l I. F'o RBES, L"uomo /o il 111Q11Jo, 'JOrino 1960, p. 22

Alfo 1>agina a sinistra: Brev<•lfo n1mcittto m•I 1874 per l'IJJv"11zùme ,Jc//;/t> Sf!Ù/1110

tincnza. La realtà. invece. risulta di g ran lunga pili ampia e variegata, conccrncndo1 prima ancora delle armi propriamente dette, Pintcm comparto produttivo, in ogni suo :mo•

do essendo in ulcima analisi l'istituzione militare una sorra di piccola società, completa di ogni fun,ionc e bisogno di quella statuale di provenienza. 1

1n a.ho: Prim4 g,1t-m1111011diale: wt tt1rro 1r11i11n/(} dt1 ,ma porìglù1 di buoi t• co,u/0110 da 1,t domtt' d,e lrtuporta /ttui 1/ifila spùuHo lt) basso: S,,ssnri, Musl'O Storico 13,igau: Snssari: u JJar, ua:ù~ d{Jpt) essere r/maslì 11JJpigl1ali m•: gr<w:gli d, /ilo spù,alo

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IL DINAMITIFIGtO SALTA IN ARfA.

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Volendo esemplificare, è risaputo che la comun,ssoma scatoletta dj cib9 fu un' invenzione stimolata e spcrimcntara per d isporre nel corso d ei combattimcnri d i razioni alimentati a lunga consc1'V{IZione. focili da rrnsport::1re e

ma analisi, si ntt ingono non fermandosi alle più evidenti e not<.· rcaJizzazioni: )'autoveico lo, ad esempio, sembra ·e aon ma ncano gli autori c he lo hanno affermato nei loro scrÌlri.

pronte per l'uso. Ccrrnmenre la tecnologia sarebbe. prima

del rutto esente da rr;1scorsi bellici, essendo srnro inventato in w 10 dei rlll'i intcl'valli pacifici degli ultimi due mii.

o poi, pervenma a un identico risultatof indipcndentcmen· te dall'esigenza mi1irarc, ma fu gucst\1ltirna a preced erla,

leoni in Europa. Anzi, se mai. sarà la guerra ad avvaler.si cl-ella sua esistenza e d ella fiorente industria che iniziava a

al pari ddla quasi rornlirit dei casi! E se la dinamica evolutiva appena deJine::ua si ravvisa alle spalle di innumerevoli invenzioni e scoperte, daJJ'apparente destinazione 'civi-

produrlo. ranr'è che nelle: '"grandi manovre del 1905 ern-

le', assurge ad esclusiva, e non potrebbe essere altrimenti, nella elaborazione d i nuovi arrnamem:i e sistemi d ta rma,

non di rado archet ipi poi di imere tipologie di applicazioni e dc.riv:.'liioni civi.li. Conclu:tioni meno somm:,rie, in uJri-

no Slf\lC utili2z:1tc (e \1uro1nohi)i da viaggio' e le \ 1o tomow

bili da trasporto a vapore' cd esperimentare le 'automobili da traspo rto a benzina' con mororc Fiat 24HP mod.1 90}, con l'isuhati prornerccnt i ..,2 E tame ahrc date a ncora, che

concordando tutte con la cronologia dell'esordio civile dcll':tutomobile. sembrano perciò :wollare la fondatezza dclJ'affcrmazionc, tutte certo tran ne una: il primo vt·ico·

Al.la p~ioa a $inistra; Ccpe11ùut d,~ LJ Tri'bu,ta i/lmfr(Jra del 281J,t:mu1io 190ò, cht m/fi"guro l'i!Ip/01ù111,• dt/1(1 fi:bb,ito ,li Jù111111iu di A111gliann ln bttssò: Ciow11i operaù.· ù11pitga1t.• in 11110 11.:1b11tim·mo pi!r lt1 produ· vimt: (li proit:tli d'artif.,lrèria

2 Dà N. PtGNAT<>, f. CiwPELLA,-..:O. Gli aulfJl..'t!troli 11111id e k>gislid del R.Eurt:ito lialianofow al 1943, Roma 2005. to1no primo. p. 2}.

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dare che il primo motore termico a combustione interna fu il can· none, da l quale derivò il motore n idrocarburi, ,,on a caso definito a scoppio! È indubbio che, al pari dcll'au· toveicolo, all 1inizio ddla prima guerra rnondinlc rnohc inveozioni e scoperre vanrnssero già una discreta anzianità, e in molti casi una genesi decisamente civile:, ma

lo scmo\.-ente, approssimato, rozzo, di infi.rna \'aJiditr1 ma c:-apacc di muoversi autonomamente fu H celebre carro di Josepb Nicolas Cugoor, finanziato e costniiro come rranore d"artiglieria nel 1771 e. sempre per quel m<--dcsimo sco1x> sin d,tl 1859 fu: "brevettata in Piemonte la prima «locomotiva. a treno stradale» per uso militare ... Tn ftalia le locomotive a vapore (del genere n.d.AJ furono spc.dmcn•

rnre a varie riprese dal 1873 fino all'ultin10 decennio del secolo soprattutto per iniziativa del celebre gtncrolc e ministro Cesare Ricolti lvlagnani. Erano acquistate gencraJ. mente in Gran Brctagna."l E se mai pcnnancssc qualche.

dubbio su quella lontana paicrnità a fugarlo basrerà ricor3 Da L . CE\'A, A. CURAMI, L, mecca111:a.n1.1011t! dell'f:.serdto /mo

194), Roma 1994, tomo primo, p. 18

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rnle periodo per queste non si crn dimostraio sufficiente né alla diff usionc né a una più :11npfa ~do· zionc nei rispettivi ambiti. I rag• gi X, sempre per esemplificare, furono scop<:rti da Romgcn nel 1895, e nooosrnmc l'ampio ris,,ho dato aU'cvcnto e al.le sue intuibili possibiLl applicazioni, non eserci•

tarono sulla maggio1·anza dei rne.. dici alcuna suggestione capace di incentivarne l'adozione clinica. E quella presuma irrilevanza ri·

chiese più di venti anni per avviare un drastico ripensa· mento, macurarosi $Oltamo fra gli orrori de11e infermerie e degli ospedali da campo. Anche l'aereo volò, se così può definirsi il goffo salto di pochi metri compiuto il 17 dicem•


bre del 190J dal rudimentale aquilone• motore dei fr-,tcl li \'?'rigth. oltre un decennio prima di quel fatale 1914, ma fu solo dopo In fine della guerra che, per l'abbondanza di ve• livoli ormai inurili' e pe,· In loro superiore affidabilità nel frattempo conseguita negli scontri aerei, che decollò. anche in senso letterale. l'aviazione dvilc! La stretta rdaz.io· 4 Cfr. A.,., \lv., Storia dt:ll'ilvùu.ianc, Milano 1974, VQI, Il, ;1 p. 249 è riport;m) il seguente brano di un artico}() dd: "«Ulrri,.,.,. Jclla Sera» del 5 111a24m 191? [che così rcdraV;1:) «Un gigantCliCO triplano d.1 bo.mbard:unemo. trasfom1aio in 11pparecchio da naspono,, h;1 es.e· guito ieri i] suo primo volo nel cido di Mifano. L':3pparecchio ha unn. ooanoda ed el~o.nte cabina C'.lp~1ce di JS passeggeri. memre altre sd pcrso1le possoz10 prendere posto iosieme ai pilo1i sopra fo stt.S~• cabina lo ui,a sp<.-cie di imperiale, Ncl suo volo rnaesu»~o e durato lungo tempo. l':,p.par<"cchio di i1hblL,;~() qul'lkhc \IOlra sopm la cin:l muto che si pole•,a <listini:uerc bc.'1ili.simo la spaziosa cabina con i passeggeri.» Al ri.guardo l'n t-cisav:i l'ing.. (,.41proni: "fu Italia... /ut ceru, il sol-0 the rt'ppu /or f,o,,,e allu ,wova sit11a.1.10ne l,mcùmdomi coragg1()Jam1.•11tt! i:erso tavJJ11.iom: cù:ile che 11011 ,weoo mai pt·t:1<1 di vt,flt1 1ti!ppure Jrmmtt• gll ruml febbrili tiella guem.1 e m· /amw /et!e gli appal'f.Yd,i Ca. 48 t· Ca,49 pro7.e1101i e a>slruili frJJ il 19 17 e /11 pri· mnvern d~/ 1? l 8. L'avvento de//q PtJ<e trovò pcrct'Q i ,mel srabilim,•111t int.entlnlla mit/orn10.zùme degli apparectbl111i/i1ari i'n ,ivll/ e allo stu· dio d, 11uo1,i tipi ,li ,1pparv:«ht mcgllo 11d.a1ti a/lq scop(>...

ne tra ricerca scicntific:t e te<·nologia mil it~rc e rra quesr'ul· tirna e le utilizzazioni civili, cioè qucUa sorca di simbiosi ua scopcrrn.invenzionc e applicazione, non può reputarsi

una peculiarità degli ultimi due secoli, risalendo alla pii• remorn antichità. lnfoni do quando: "la S<:ienz,1 esiste, la té<:nologia militare è sempre stata una motivazione e una applic~1zionc importate. fn particolar<: la meccan ica elaborata inrorno t'II Scicenco e lu meccanica cllcoisrica uppaiono

collegate con le principali applicazioni militari delle due epoche, cioè armi da fuoco e catapulte. Nel primo caso

1

In l.l.1to a dcs,trn.: li 1n'a't-lo a 1110/ou•, momrr,:agen Je/ 1886 pmJn110

dal!a&wz In !!ho.\ sinist.rn: L',u11omobllc Bcm Veln model/<1 del l,i94 In b:lSS() " desm,: l.'automobll~ Mtrrt"d,·1 simp/~;i: 50S dtl 1906 Alb pagi.n~, a sinistra In alto; I pru11i bara1tofipcrla ro11senu1v'o11t' Jelcibi,: una Jelle prime bo11r'7.llc 1111liv:{)h" pPr la conserv,nk,nc a l1111go umnine di ali111cnt,1rl In basso: /( carro s1:111ove11te ,i vapore di Ct,gl(O/

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la meccanica no11 p uò intervenire suU'c.ncrgia impressa al proieHilc (che dipende da una reazione c himica che sfugge

alla scienza quantirntiv:l dell'epoca) e gli scienziati si concentl'ano sul moto del proicttllc. E' ben noto, infarti, che la scoperta delle leggi del moto dei gravi fu stimolata in modo essenzia le dal problema di determinare le traiettorie

dei proiettili. All'epoc,i del le carnpulte, invece, il proiettile è spimo <In una fona. di naru,·~ ek1sricn, che può eS'Scre calcolata e modificata. c<m i metodi scicntifid dell'epoca. Anche se non è chiaro perc hé non vi fosse un interesse a smdiarc la traicnoria del proienile {ma siamo certi c he non

portanti applica,joni a.Ile armi da getto. La rilcvaaza della scienza per la recnologia mi litare realmente usata è prQva. ra non solo d:ill'efficoc;:i delle armi progenatc sciemificamenre, ma anche dal fiorire della tr:irrnt istie., sulla teo,ologia militare."' I tratt:tti tecnici intrenti aUa scienza ed alla tecnologia mi lita re, infatti, non mancavano già ndl 11mti..

chità classica, come del resto non n1:.1ncano atntalmente ri.. ccrchc sulla storht dcUa scicn,a e della tecnologia, anzi ne sono stati pubblicati talmente tanti da poter riempire. intc· re b iblioteche, opere non di rado pregevolissime e di asso,

vi fos.~c?), la lettura delle opere ellenistiche di tecnologi• militare dimostra che la 11lcccanica orchiincde:.1 avi.."Vn im~

Ima attendibi lità con analisi e valurnzionl di rilevante spes· sore. E proprio dalle pagine di questi resti si evince che, da sernpre 1 sui eampi dì battaglia scopene e invenzioni si av-

In aho: L.1 p r m111 radiof_rP/ia t.'JCf.Utlfl do Roe111g1.·11 alla ma110 J,·lla mog,fic (hM t•v1"Je111c l'anel/qJ a am/1'()11/() ron un'a11uelc· mdlogtl/la.

.5 Da L. Rosso. L:t tiooluzione d/m,•11/i(ata. li p<·m iero scùwtifico f.."«> e /4 SCttnza moderna, 1èr,,a edir..ione Milano 2003. p. L36

18

11<>1<1

occ 1.,1,

1• 1cn:,u.,


11 I

viccndauo e si moltiplicauo st~nza soluzione di continuità~ fungendo così da battistrad,1 per il progresso u mano.

o

-

-

tramontati, ma la conquista umana della natura è stata asce• sa cosrnntc.''r. A voler essere pignoli è proprio nello sfrutta·

Occorre, rumwia, fare subito un~ basilare distinzione fra invenzione e scopena per evitare deleterie confusioni. G iustamente è stato osservato che: "la storia dc:lla conquista della natura da parte dcli' uomo è la storia delle sue sco• pcrte e iovenzioni più che delle sue azioni politiche. u, sua conoscenza della namra e la sua filosofia della vira ne hanno determinata la prassi. Progredendo nella conosttnza di

nicnto delle risorse dcli• nntum. piuttosto che nel suo dominio, uropico e tr~cotnmc u·agua r<lo risohosi spesso in catastrofi) la vera ragione della cor1f1ittuali1à in <->gni epoca. Quando l"urilizzo delle d iverse fomi energetiche non pri· rnaric era pl'essoché igoom, fu l'esigenza di braccia servili' a

quel che oggi chiamiamo scienza applicara, egli rafforzava il suo dorn inio sulla natura. In nessun campo delrart ivirà

3ggrcdirc e resiste re aUe aggressioni innescarono l'e sigenza d i armi sempre più potenti e d i forrifìorzioni sempre più co-

umana possittmo. con maggior proprietà parlare di C\t()lu zionc. Nel mondo dello spirito id<.-e e dogmi sono sorti e

muovere la cupidigia e prima ancora) la fortiJità spontanea

dei terrcnj a incentivare le. conquiste. Jn un c-aso e nelJ'altro

4

fn 3Jto: 17 dicembre 1903 l'acrt•o F/.w:r d1..·i / r111,•lli \1//rii,hl 1i 10!/et).(1 da rerro

6 D• R. J. FOR8f$. L"uo1110 /a••. ,cir. p. 15 7 I n m~rito cfr. Y. C ARIJIN, Gìm·ra e 51xit'tii ""' monJ()n111ico, fmofa 1985. pp. 66-68. Ed anrora cfr. E. M. Sl"lll<.\!AN. M. K. T ROISMOVA. I.a sd1iavittÌ m·lf l1,,lu1 tmperù,/t', Penigfa 1915. pp, 1.3•7 I

premess,,

19


riacee,~ e i sugge1'imenri si coL~ro proprio ndJa circostame naturil, dai denti dei grossi carnivori al can1poc-c dc!Je tcstug· gini rl processo, apparcotemcmc scontato e rapido, in real• là fu cstrcmamcncc complesso e duraturo, poiché anchC': " i)

Al dgunrdo porrebbe quasi individuarsi una sorta di procedura schematica che, p:,rrenclo dalla osservazione d i Lm fenomeno naturale, ne indaga il manlfcstarsi, f.ino a

più sempliçc strumento. farto con un rnmo spezzmo o una

comprenderne la dinamica, la scoperta teorie-a, quindi ne elabora e sperimenta le dive.r sc applicazioni. le invenzioni

pietra scheggiata, è il frutto di una lunga esperienza, di pro-

pratiche. Solo raramcmc queste sembrano os1enr::u·c una

ve e d'crrori, d'imprcs..'iio ni osservate. ricordate e confronta· te, I.:abilità per fari() è stata acquistata mcdiantt: osscL-..•azÌo · ne, ricordo ed cspe rimc:mo. Può sembrare un• esagerazione, ma è tunavia vero che ogni. stnJmcmo è un concrerizzarsi di scienza. Pèrché è un'applicazione pratica cli espe.riellzc ricor~

genesi accidentale e autonoma, scaturita da un pu ro lain· po di genio, esito peraltro più frequente nell'età contcm~ poranea. Le invcnzioni1 poi, q uale che ne fosse la modalità

date, ton&ontatè e raccoltè, dello stesso genere di quelle che so,10 sistemate e riassunte nelle formule.\ descrizioni e regole sdenrifìche.''1

S Sull;i vicenda evolutiv.1 Je_lla forcific:.1zione cfr. P. Russo, lnieg110 e paura, 1'rtnra secoli di fi,rti/iCdzim,l ti, lralìtJ, Rom, 2005, \'QJ. primo, pp. 5-65 9 D.- V. G. Crnu>E.. // fm)l.res.ro nel mondo ,1111,a>, lb1ino 1975. p. 5.

20

11<>1<1

occ 1..1,

1• 1cn:,u.,

d'origine. col loro cont inuo mohiplicarsi e costante diversificarsi formnrono l'archivio culturale della tc<;nologia, prèSupposco di base per la sua evoluzione. Pc.rtanto: "ogni scoperta e invenz ione, ognj osservazione cd esperimento aggiungeva qualcosa si complesso del sapere. Un dato o una tecnica possono rimanere inulilizzati per anni e sembrare dimenticati, rna il loro d cordo rimane e fu pnrcc del· la sempre crescente eredità sociale." "' Sempre più spesso,

l(J

Da R.J. F<;>IUles, /.'uomo /a....cic 1>. 15


con l'avanzare delle con<>Stcnzc. si assiste nella nostra odierna rcalta

al confondersi dei sempre più labi-

li confini ,ra scoperto ed invcnzfo. ne. tra crca~donc cd ideazione, ~il dissolversi dell'una nell'altra. dando in tal modo vita a un singolare

'

ibrido creativo di indistinguibile provenienza.

Sappi.1mo tutti che scoprire signi· lìca lcttcrnlmcntc sollevJrc il velo che nasconde un qualco$a la quale, prhia di q uesta copcrrura, sarebbe

évidC!l"ltc nella sua concrc..1.:1 connotazione. Accezione che:, in maniera figurata, su~gcriscc le precsisren-

delPoggeuo, sfa pure in rnaniera mimcdcn. Discorso antitetico per

ia

l'invcn7..ionc, la cui c1jm0Jogia lnsÌ· stc nella voce verhalc latina tiwe11io

che, invece, definisce il trov:ire. nella fanispede con l'ingegno, quindi l'idea.re. Tuttavia non si può ncg-a· re che già nel verbo inventare sussi·

ste anche il senso di ritrov~1re, cioè di riconoscere qualcosa che, magari parziaJm<:1"lrc, esisrc in molteplici realtà separate è distinte. I.: invcn• 1Jone, pertanto, sarebbe un.a s.ort:1

di medievale t.'himera, un mo.

su·o m,:1i esisriro composto peri> di pezzi anatomici rcaJj e concrtt~ che finiscono per dargli una ,1uconoma identità, in ultima analisi un pro·

ct-sso che può rela1,iona,·si ad una cr<.-azionc dj sct-ondo ordine, otre~ ncndo non già dal nulla, precipuo della c reazione propriamente det·

,

ro, ma dall'elaborazione dell' ingellJ'O quella indubbia novità, Per gli antichi tale affinità non esisteva affatto: ingegno derivava certamente

-

dal vocabolo !arino gcnius, e que.1,to a sua volra da un etimo che risulta ancora evidente in italiano, essc.·ndo il medesimo del verbo generare o dei \'ocaboli origù1e, ge,u-alogia, genitale, gineco• logia, ecc., t utti in qualche modo anincmi alla orig ine fisica 1

alla nascita, •I dare alla luce. Oèl·i,,,.no, infatti, dal sanscri-

ln ttlto; Mim11ori al /01,'0ro ln basso: l.nvoro servilt pruso di Eg,n Alla pagina .1 .sinistra: Operaie ù1 una/11bbriat di lltfJnnioni: d11 nota• re le ('mf,hre di 1ramm1io,1e p,:r il mot<1 Jdle s1111,ole 11111«.bin~

premess,,

21


sionali, ingegneria è caj)<lcità spc· culaciva, spinta al limite della crea· zione del nuovo. Per i Greci, infuni, tl•chJJé definiva qualsi3si arte, inte· s,, però non come espK.,;sione del· la sensibilità crcati,11 quale noi oggi la intendiamo, ma come semplice

capacità profession;1Jc o mera abilità di mestiere. accezione analoga

a quella di artigiano o tecnito. Anche in questo caso, a voler risa.lire pili indietro, troviiuno che la radice t.nk. in sanscrito tak-s. avcw il si-

gnificato gene-rico di fare, fabbrica· re, produrre costruire. voce di cui si rrovn una estrema traccia nd

\ TO--

cabo.lo archircno, dove archi sta per (lrci,

superiore o principale, e u:110

per costruttore o t<..-cnk-o: alla lct· tera, un più assonante arcitecnico., il costruttore principale. lngcgne·

re ed architetto divengono cos) ~li <estremi delle due attiviri, produt· tive umane, speculativa almeno in origine la primil, applicativa sempre in origine la seconda. l n (ntrambi i

c;\S_j, Lulravi:i, non si t.rana di scienza pura ma della sua applicazione, clcll'claborazione di con=eiize empiriche e dedunive. fi nali7.zarc o CO· munque Utilizzate per costruire realtà diverse e diversamente utili e proprio perciò lontanissime dalla

purezza delle scienza. Si spiega così

il disprezzo con il q\1ale fu n lun· go riguardata la professione di iJJ·

ro geue, dal chiaro significato di panol'irc, mettere :-il moo do, d•re ,tll• luce q,rnlc0$a che non è m•i esistito sino allora. E, ptr estensione: 6sicaJ gene designa la donna l'essere urna~ no p rcJ>0St<) a gen erare i nuovi esseri umani, e per cstcn· sionc figurata, l'ingegnere. il profess.ionista abilitato a generare le nuove invcnz'ioni: 1:-l prima graz.ic al seme maschile, il secondo gmzie alle nozioni scientifiche. Qui, aUa fine, i termini assumono la loro esatta valenza distintiva, poiché se. rccnica è arre spinta ai Jimjti delle capacità manu~li e profes.-4

22

1 1<>1<1

occ 1..1,

.u.,

1• 1cn: .

gegnc.re, a torto o a ragione, ritcnu,

responsabile della profanazione della scienza con applicazioni pnttiche. per giunta di utilizzo bellic:o. L'apporto concomitante d i scoperte cd invenzioni ha ta

sempre prcxlotto, in ccmpi più o meno .ravvicinatl al loro

diffondersi, delle mutazioni c-ulmrali e sociali, ramo più rilevonti quanto più stravolgente ne fosse la porrnta, con· S<!gucnzc no n dj rado nitidamc.·ntc percepibili soltanto mol· lo alto: Oitù: A,iu"ca: hnssorilirvo rJJ/figuram,~ una pnrtoricw1e ,:ui· ul/11 dalle /1:valrk1


-=

I', \

, i anni <lopo. Ovvio, allo'1l, che le princi1>ali solleci1azioni

Le ,nutazioni tecnologiche

alle sudde.tte mutazioni derivino dalle scoperte cd invcn·

zioni militari, essendo quelle dalle quali dipese spesso il corso della Sroria ed il des1ino dei po1mli. Circa le muta. zioni provocate, indone o svilup1>atc nel co.rso della Gmn· de G ucrr-J queste possono, per :tmpin schcinatizz:,zionc, essere raggruppate in due tipologie quelle squisitamente 1

tecnologiche, le più facili da individua re e con1prendc.rc, e que1le sociali, non cli rado innesc;:ate d::ille pr·ime, senza

dubbio le mc110 vistose ii, fase iniziale, ma le più ricche di esiti .in grado di condizionare la dinamica umana acile sue più pregnanri pccu.Liarità. P ur aventi e ntrambe CQme fina• Hrà il m ig liorarnemo d ella vita, in ogni sua manifestazione,

sembrc1·cbbero a prirna vista ncmunente est rance fra loro, e solo dopo una meno epidermico approccio se ne coglie in pieno la stretta imcrdipendcnza.

È agevole:- constatare l'apparente paradosso, vistosamcn· te a mpli fica tosi cd esaltatosi nel tempo, che a.I progressivo evolversi della tecnologia militare, aggressiva o difcnsi-

"" che fosse, corrisponde il parallelo ed ahrcua11to ampio cvolve.rsi per derivaz-ionè della tecnologia civile o, per mc· glio dire, di un vasto impiego pacifico di quamo elaborato dalla prima. Gaston ]3outhoul, nel suo 1romuo ricorda che Delbruck e Mumford: "hanno sostenu10, prima della guerra del 1940, che tulle le j\randi trasformazioni dello storia sono state causate, pili o meno a lunga scadenza, dall'in , vcnzionc d i nl1ovc armi e dal loro nuovo modo d ' irnp iego. I primi imperi fondati d:ai guerrieri vemn i dai paesi delle steppe sono dovuti al fatto che quei nomadi :wcv:u,o iin~ parato a servirsi del cavallo e a utiJizzarc i mctaUi."' 11 Ma

11 Cfr. C. lkM.n11<..xrt.. Le Guerre. Blcmc,111i Jipol,•111(J/(Jj,it1. Mifano 1961. p, 171

premess,,

23


questi strumenti più perfcni, il che anche significa che chi fabbricherà gli strumenti (cioè le armi) pili perfetti om~rrà un vero trionfo su chi fabhri.cherà scrumenri irnperfot.ti." 12

E in questa terribile gara per la supremazia, sia per conscgui,fa che per mamencrl•, lo tecnologia giocò L1n 1'L1olo fondamentale, compon,mdo spese sempre maggiori e aUar· gandosi a qualsiasi settore che potesse, anche in manier~1 mal'ginale. contribui re al successo nelle guerre. Posra cosl la quc.>-srione, Ja rccnolog·ia militare alrro non è se non la som-

matoria di tutte le competenze alle spalle di ogni produzione ottimale. Procedura esecutiva che a sua volta trac origine dalla pl'olnngarn ripetitività e affinamento del lavoro arti·

gianale. 11tecnico fu pcrdò l'artefice che, produC<.'ndt, sistematicnrncmc un determinato bene, lo rese sempre migliore, più duraturo e progressivamente meno costoso. Che a ben guardare significt1 riduzione dei tempi di realii.zazione e dci <.ltutntirnrivi dci mmedalj impiegati, e per c<Snscgucnz:1. dei costi unitari, c;1rdioi della 11volu.zione indusrri:lie. Con, siclcrando che nella guerra, specialmente in quella contcm· poranea per imuibili ragioni, confluiscono tutte le capacità

cecnico-scicm.ifìcbe e che si dilapidi110 immense quantità dì prodoui, 110n stupisce che nel suo ambito si registri il pi~ rapido evolversi della tecnologia, la stessa che poi, ricadendo sul mondo civile, ne provoca l'avanzamento.

Parsdossalmente spesso è proprio quel l'avanzamento che funge d,i stimolo e da risorsa per la produzione beUica successiva, <.fando la SCJ'1.sazionc di un'inversione e.li tcoden7...1! i miglioramenti della sideru'l(ia, quale che 11e sia srnrn l'origine, non proclusst'ro solo lame di cresce nte qualità, ma and,c utensili di analoga crescente validità per i pili di\lcr· sificati compiti. La prcmlncnz:1 tecnologica, che sempre as~

segnò ;1 chi la possedeva il successo nei conflicti, <leve considerarsi la molla della sua costante evolu>.ionc e sembra che, tra quanti se ne resero chforamcntc consapevoli, sia.

stato Engcls a K-orizzarla cspliciramc_nc. A dispetto, infatti,

del suo noto socialismo: "ha dato allo soluzione del problc1na un caran-erc ncttarncnte :1risrocrarico, perché secondo lui non è il numero che riesce a ba1tcre il numero più pie· colo, ma è la qualità che trionfa sulla quantità, i.I che ci por• ta d irettamente a una concezione aris1ocrarica. Egli infatti cerca di dimostrare che la forza noo è soltanto un atw di volontà, ma richiede, prima éhc si possa possederla, di avere Jc sue.:- basi in cose molto reali, e partkolarmentc in stru· menti fra i quali quello che, per la sua perfezione, supçra quelli che c:omparndvamemc son.o pili imperfetti: ne vie· ne dunque di conseguenza che anzitutto bisogna produrre

24

11<>1<1 l)Ct I..\ l' I CTll:.-'11,\

La tecnologia, a esempio: "dd secolo scorso aveva reso pos, sibile la produzione in massa di armi non solo sempre pili efficaci, ma anche di facile irnpicgo. Per In fonreria 1 le car~

tucce di.minarono il maneggio separato della polvere e della pallottola; la retrocarica eliminò l'uso della bacchetta; i paccheni caricatori e l'otturatore a chirn;ura rapida conse.nrirono la celerità d i fuoco; i mirini calihrari. una precisione

che f«e di og.ni coscrino, con poche seni mane di addescramcntot un tiratore tanto b ravo che neppure il pili anzfano granatiere della Guardia prussiana di Federico il Grande avrebbe osato di compcrcrccon lui."lt Sensato. perciò, con~

dudere che l'apparenza rot.1lizz,1nte delle tecnologia miliwrc delle ultime guerre fu una conseguenza délla ,<astità degli ambiti di influenza coinvolti. spesso tanto distinti e d isrnnti da suscitare ~lmpic incredulità: se il tre11ch almeno

12 Jbid., p. 173 IJ Da M . H'o~..ARO, La y_uc"a e le anm 11ella 1978, p.2,0 In ~lto: Paiontrauo di Frredn.ch /;111,,•ls

f/Qrta d 1éuropt,. Bari


nel nome ricorda a ncora le trincee, suggerendo così hl su.a originaria destinazione sqoisitan'lCJ'll'C bdJica, nulla sembra

inv<-cc legare la !amena da barba a quegli identici fetidi budcJJi. nel cui fondo viscido~ melmoso, in assoluta promÌ· sc,,sità di rat ti e uomini, non regnava ccrrnmemc l'eleganza

degli abiti né l'igiene personale! Perché allora farsi tassat ivamente Ja barba tutti i giorni sia pure con mezzi estremamente se1111}1iti? Incredibile la risposta: per sopravvivere, equivalendo a u na condanna a morte averla ispida nelle uincee :t\ranz.ate, corne d etrngliarnmeore sarò esposto più

innanzi! Simile ndfa soStànza la vicenda dcll'orok,gio da polso: assurdo immaginare un ufficiale in procinto <li lan· ciare i suoi uomini all'assalto tirare fuori dalla tasca, tra• milc un::t lunga carenclla, una 'ciJl011a' face ndone sc:urarc

il coperchio per vedere l'ora e deddere il da farsi! Tc,lC>l· dolo sul polso I:, consultazione richiede,"' appena un moto di pronazione d i pochi g radi. senza impacci e senza impicci per il braccio. Già d• quesri brevi esempi si evince d,c In realtà della tecnologia civile derivata dn qucllu di guerra è di gran lunga più ampia e variegata di quanto si 1>0ssa abituabncn· te credere, investendo l'intero apparato produnivo. Infarti: 1 ';,1lla vigilia della prima guerra mondiale, il nuovo sistema cecnt-co era ormni realtà. Si possono fore due osservazioni.

La prima riguarda la sua diffusione ud mondo. Non faremo meravigliare nessuno dicendo c he le invenzioni, anche le più u tili, non avevano ancora in roolri casi soppiantato tecniche o procedimenri antichi. .. Non rncno importan -

te il secondo punto. Come era costituito nel 1914, il nuovo sistema tecnico possedeva, in quasi tutti i e.ampi, possibi· Htà d i sviluppo considerevoli. Non c~è b isogno di insiste·

re molto su questo punto, dal momento che vengono immcdiri11:m,c n1e Alla meme gli esempi concreti: l'aummohile,

l'avixdonc, la tclegmfia, gli im1>ianti elettrici, quelli idrau· lici, erano susccttibil.i d i ampi p rogressi prima d i arrivare a toccare i rispettivi limiti.

Una grsnde parte d i ,~li progressi sarcbbç risultata, incontestobilmentc, dallo sforzo bellico, tra il 1914 e il 1918. La prcss.ionc esercitata dai bisogni degli eserciti e uno sfor, zo sisrcmatico di ricerche tecniche. in cor-Jggiato e soste· muo dai governi1 acceJcr-.u ono sensibilmente le ultime nlessc a punto. i primi perfezionamenti del sistema, Produzione di mas.-;.11 in seri(', rkcrca di materiali superiori . tanto nd J'arm;1memo che nei traspor ti, ponevano problc• 1nì, molti dei quali risolti, c he in molti casi avrebbero in·

Jn t1ho:. Mo.<:dJc!I/Q \/,'//torli mod 18i0o relrfK4f1'cu<>ron alzo,lip,v:ds1r111e In b;i.sso: I.As1nm1 di caru:a,11e11/o a 6 calp, del fucile mml. 91

pre111ess,1

2,


diri~2:1to verso sviluppi di cui il dopoguerra avrebbe poi profittato... 1~ Infatti. come accennato in apertura, molte d i que lle innovazioni erano g ià note e marginalmem.c util iz-

zate da <lecconi, per cui la guerra nei loro confronti agì da amplifie3core di notorie[à e di impiego, oltre ovviamente che da otrimizzilrorc. Si potrebbe per queste tipologie par•

'

lare di realizzazioni collatcraii 1 indotte. ma quale che ne

sia l'etichc,rn dcnomini1riva resta ceno che oomp:1rvero c. sopri!uuno~sostennero con il loro apporto gli sfor7j indiscri ini,iati imposù dalle guerre. Totalizzazione che ba rag· g iunto iJ suo apice con la prima, e forse pe rsino di più, con ls seconda guerra mond iale ch e. se non ne fu, come onnai

o

o '

si sostiene da più parti, la continu:-1zion-e dopo un lungQ ar~

o

1nlstizio, ne fu però Ja sua esaltazione esponenziale. Inutile allora ribadire Ll criterio informatore c per contro. Jnolto 1

pili imcrcssamc tentare di for nire un quadro, sia pure lon.. rnnissimo da11·cssere esaustivo 1 da cui risulti però in modo

esauriente l'anzidetta incredibile compromiss.ione rec.nologica, rkorrendo qut-st'anno il ce ntenario dello scatenarsi di quella immensa rragcdia c he sacrificò un'intera genera~ zi.one. Compito, pamdos,;~1lmcnte, di estrema oomplessirà

per la ridondanza degli esempi perché proprio la Grande Guerra. al di là delle innumerevoli stragi e delle inaudite sofferenze che inferse, agì sullo sviluppo tecn ologico come un poderoso propulsore, per cui non è esagerato ritenere che le SCOl>Crte e le innovazioni ;.wmcsi tra resrntc del 1914

e la fine dd 1918 superarono di gran lunga per rik'Vanza cd entita tutte quel le comparse nel prcccd~mc mezzo se, colo scorcio cronologico che pure si conferma in merito rm i più fecondi clella Sroria. Alle assolme novità. complici le incessanci SJ>erimentazioni e i sug1te.rirnenti irnposti dai 1

combattimenti e ottim.izzali dalla colossale produzione in· dustriale, un gran numero d i inv~nzioni rimaste fi no allora, qu.iesce:nd, e di processi tecnologici da tempo elabor~ti e

mai sfrunt1ti, t1ssursero a loro volrn ad altrettante rivoluzionarie irw cnzioni inedite.

Le ,nutazioni sociali Tra le innovnzioni innescate da invenzioni e $COl>Crte matu -

rare nel corso della Grande Guerm, e non di melo derivate proprio dalla stessa, ve ne furono anche in ambiro soci~lc. prin111 fra tutte la forte spinta alla cm,mcipazionc femminile. per molti In alto: 1\fodt·mo lrt·11th dt.•lla Btirbary ù1 Vt•t JÙHll' /effJffdm1r: In b:t$SO: Um>dt•i primi tm:,/ogi ,la pfJlso i,,,pc,meabil(•. pi!r tltstùtn• z,om•mili111re Ndfa p.Wn.1 a fianco: Drt.1,·t110 dt·I 1?04 pct il rosoio di sicurnw Gil· IN 1t· 4 /4111e11t...

26

1 1<>1<1 l)Ct I..\ l' I CTll:.-'11 ,\

aspetti analoga alla emancipazione degli schiavi. Ndl'anrichità

la schiavitù cm srnto un sottoprodono socisle della guen·a, " "" prassi che tttdnsc iJ suo ;-1pice nelrrrnpero romano, che se ne av, 14 Da B. G1u.ie. Swrie Jr/I,· ter,11rh,, Rom, 198). p. 4J2


valse per inc1'C,in<:ntarc la produzione di beni e derrate alimentari, dru1• do così vita da un lato a una anomala !lo. 7?5.131. società, IXIS<lto s,dla diseguagli.1nza e sullo sfnmamcmo arbitrario e scn· w limiti Jcgli sconfitti. dall'altro a un falso sistema di produzione. fo. capace di s,òluppan;i ed cvolven;i re:ilmcnre, che per giunm esclude-va da og,ii potere decisionale e dirigcrudalc b popolazione servile che maggio1tnente ~~enevn il gmvnme della produzione. L.imire difficile e dalle conseguenze gravlssiJ't'IC) ;1 cui può ascri\'Crsi per molteplici ragioni dapprima i) rallemamento e poi il ri• sttigno tecnologico, determinando il colfasso dell'economia e in breve I:, fìoe dello stesso Impero. Non a caso Ghm1bauisl::l. Vico si domandava se: '~i Rorrumi a\'e\ia.no animo l\.1lrimo gradino di ci,1ltà, posro che nello Sfa· to una ferrea schiavitù imbarbariva b rnaggior p:irtc ddht popolazione e le classi alte enino ammollite, le med ie ~vvilitc; posro che in <!$SO la re. ligione non aveva nulL1 di spirituale, es.i riconoscevano negli Dei più vizii che non in qualunque uomo ordinario: posto che in fine le scic1ne esar· te e narumli etano nell'infan2ia. lvi gli spem1coli atroci cd altri partiexr lari caratteri dim0$o·ano una soderà che consc""' un gran fondo di barbnric e d1e non è compium.memc in. civil.ita; per cui puO dirsi che la ck.'(-a· dcn7.a dell'Impero procedeva da ciò che gli mancava di civiltà anzi che da eccesso della medesima."" Pamdossalmenrc, se la gucrm dell'antichità fu responsabile della priva7.Ìonc di diritrj decisionali a una intera compagine sociale, 1, Da L Bt.Ar-..X"JI. D,•lla 1cien 1JJ militan:. Comfderala m•i s1,ci Tr1/J· porti colle ,1/tre sdem.t• t: ,:ol sistema sociale, RQm:1 1939. p. 6-' Ad :.m:tloghe oondusionf sebbene pìl1 adcrcmi agli :;1spcni economici derh1,1mi d::,llo sf nm.1mcnio ddle schfa\'iti1, già em pcr\•cnmo C. M. 1: Mo.,1.M~l;t.1 1lc:II~ suaStorù1 Ji Roma, Rom~ 1939 ,·ol. VITI, p. J.;7 e s~ . ed anche E. Gt&llON. Sroria dtUi~ dumleriza eddla cc1d11ta dtll'lm , ptro Ronulnt,, Torino 1971 , c.1p. J11. Ali ultimo ono para~r.Ji.

PA'IT.~tl:ll llOV, 15, 19~.

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per,iltro indispensabile, s.1rà proprio la Gronde Guerr,i • favorire il super:\1nento di una analog..<1. discrirninazione, queJla di genere, che da tempo immemorabile "'"-""• privato dei diritti clccisiooaJ i metà della popolazione: Al pari della schiavitù, infatti, il ruolo subordinaco e doci le della donna era t onsidemto inevirabile e pressoché sancito dalla natu ra e ribadito da tutte: le rel igioni. Volen· do li mitare i riscontri a1 solo periodo risorgimentale, questi alcuni pareri in merito: 41 Secondo Giobeni : NLa tlon11a,

premess,,

li



Insomma, è ti, u11 ctrlo 11mdo v,·no l'uomo ciò che è ,1 veg,.,. tale verso l'aminale, o la pianta p11r,usita verJo quella d1e si regge e .sr sortenlala da sé". Per Rosmini: "Compete al lllflri•

10, secondo la co11veJ1icnza della ,ia1tm1, essere capo e sigJJore; rompete alla moglie. f.: sta bene; essere quoti w1(1ccessione, un compimento dt'! marito, lulla consocmla·a lui e d,,l suo nome domùuua". Secondo J=ilangieri , spetta a lla donna l'ammi• Alla p:t>!in:i ~• $inistra In baS$0: 'lh1,r/t·domemr, d, sch1au1 rnc,ueuah 111 ,•po,,;4 rt,mantJ In aho: t.alco del corpo Jl llf!O sch1dvo rostrcllo 11t>f ceppl d11~111t1n 11 Pom!>f1

nisll'azione d cUa famiglia e dcUa prole, mentre le funzioni civili spctt:ono alJ' uomo. Simili teorie furono alla base dd dirino d i fa miglia dell' Italia unita, riformaro soltanto nel 1975.''- Ciò premess() va ricordato c he, dal punto Ji visra storico, tanto per gli schiavi quanto per le donne. I'affrancamento dalla podestà del capo famiglia. e ra considerato una sorra di fuoriuscita dal l'infanzia, e se per g li schiavi era J6 L,a diazione è U'Jtt:J d.,1ll':1rtiCQlo di V. P1ATI1!UJ, S1tma tlelft:· ,m111clpa1.1onc /emmt'tJll( ln //alla, pubhlic:no su Lo Repubblù:a, in

Stori.i 1/ 11!11/in J,,l '4' ,ul ou,; on linc


$emprc possibile, per le donne, invece, a lmeno fino all'età imperiale, non lo era mai, coosidcrandole il diritto romano delle perpetue ,ninorènni, per cui la loro tutela passava dalla soggezione al padre a quella del marito a qucUa del figlio maschio per le vedove o dl un apposito incaricaro in sua a,s.. sen1-·t! E <1imndo finalmente venne elargita, trauandosi di infrangere <1uci 'passaggi di mano', fu chiam,lt.3 oome già per schiavi 1mm111mSsio11e1 definizione scaturita dal lasciare andare l'affrancato al di là dcUa mano del padrone. Emancipazione concetto simile, essendo il rermine erimologicamcntc composto da e- fuori e ma11c-ipri1111-clomi.nio, in cui il riferimento alb 'mano' è ancora presente! !.:esigenza cldl'cconomia bellica imPQstasi sin dal 1914. d istruggendo quell 1assurda soggezione per inadegmnezi..a mentale e fisica, consentì alla meti, del genere umano. almeno in Occidente, di prendere finalmente consapevolezza dd proprio ruolo basilare e affermare il proprio diritto aUe scelte cd -alle decisioni. Certamente in precedenza vi erano swri dei movimemi polidci che. stimolarono, a vohe anche chiassosamente, l'cmandpaz.ione fomminiJe, ma ben poco avrebbero ottenuto o, nella migliore delle ipotesi, molto pìù tardi se la guerra non avesse determinato la necessità imprescindibile elci lavoro femminile in ogni senore. Un

aspcrro questo ancora una vo1ra del rutto privo di preceden~ ti se non mitologici, che è alla lxisc del coinvolgi memo delle donne in ognj attività produttiva, dimostrando cosi con i fatti la sostanziale identità fra uomo e donna, fondamento delrc.mancipa.zionc femminile. l polemologhi· e i: Kpensatori prebellici" avev::.no 1·icenuto che la guerra del XX setolo sa,·ebbe stata b reve e decisiva, perché non riu.sdvano a concepire in che modo un conflit. to di masse avrebbe:: potuto svolgersi diversamente. Quao.. do nmi i maschi actl a portare le armi fossero stati ~ssor· biti dalle forze armate, chi avrebbe prov,oeduto a lavorare i campi cd a produrre nelle fabbriche? Come impedire il collasso dell' intero finanza, obbligarn a rastrellare le enormi somme necessarie per alimentare la macchina bellica? E in ogni caso. I~ stnmura internazionale. all'interno della quale il sistema mondiale del la fìnanza e del commercio stava opcrando1 non sarebbe .stata ridotta in pezzi dalla guerra? Qui ndi i1 conflitto doveva essere concluso a Nata• le e nessuno si p1·eoccupò di fare dei piani per il c~so che ciò non si -avverasse. Nfo non si avverò. Non solo il fron· te occidentale si stabil.izzò io una sitt1t1ziooc d.i stallo, ma la spettacolare guerra di movimento sul fronte orientale non produsse risulrnri decisivi .. , Quindi la gue1·1-n doveva

Ali.i v~,pJna pre«dème: Gnflt1.,.ii1 Borgh<>Jt'. Mosaico dr/ gladiat-0rt1: r(l/fi1.uraz,1p11r ,/1:I rombdt1ri11i!1U1 Ji gladuJlon

In alto: Bn1w1ille11i che r<1/fig,mmo ilpOJsa~,tJo mdlt· mt1,1i dtl mt1rtio, da quella del pa<lre,,lelt,, tutela dt:!"1 sposa

30

1 1<>1<1 l)Ct I..\ l' I CTll:.-'11 ,\


condnuare .. . (e] quando venne la pace, essa non fu rnnto

il risulrnio di vinorie sui campi di banaglia quanco dell'e· saurimento economico e psicologico. I fardelli impost i da questa condotta dcUa guerra alfa popolazione civile furo· no accettati dovunque senza proteste. Jmmensi prestiti di guern1 vennero sonoscritti."' 1~ I.I 12 senembre del 19H il fronte che separs,"" i soldati tè· deschi dai france-si si stabilizzò. avviando uno stallo che si

stragi inuti li. Situazione: perahro poco diversa anche stigli alrri fronti europei, dove dopo unn brevissimn guerra di

rnovimemo, .tllegramemc im rapresa. subem rò la rrngcdia della trincea. Tale infausto risultato: "mise i bell igeranti di fronte a p roblemi completamente inaspettati. Continuare era difficile, r.inunciare i"mpossibile. Conseguenccmcmc. i

bclliger::imi furono costrenj a improvvisare mezzi di so~ stcnnimcmo per gli cserd ti. mese dopo ,n.csc, per nutri~

sarebbe protratto, al di là d i tutte le più oscure previsioni, per i qnanro 11nni successivi, in un crescendo d i o rrori e di

re, equipaggiare, addestrare, curare e seppellire milioni e milioni di uomini. Nie nte del genere era mai srato rema ~

17 Da M. HowAKl). La r.uem.1•.•• cit .. pp. 21.5·20

1n .-iho: CorttYJ di ml/rogeut lon,lin,1s1 d<.'i 1910 P'-'' la 1·ich1es1a J~l r11//1avo univerro!tt, ovvtvo t'I dirmo ,li VOit> etU:JQ olle do11ne

premess,,

31


tu pri ma. Non è sorprendente, quindi. che i costumi e le istituzioni tradizionali si svuotassero d i significato, men• rrc in ogni luogo vc.nivano ad imporsi nuo\'e massime e

sistemi ... [ Per I• Fronci•J le perdite iniziali furono molto pesanti e l'economia si av\licinò al collasso. La crisi della Frnncfa venne resa più grave dal fatto che, con lo sta· bilizzarsi del fromc, la parte del Paese che rimaneva al di là delle lince 1.edeschc era particolarmente imponame come fonte di ferro e carbone: il nerbo della costruzione dcUc armi ... Di cooscgucnza. quilndo divenne chioro che l'artiglieria avrebbe dovuto sparare una granata dopo

l'altra attraverso la linea delle rrincee in quantità fino a <1uel momento inimm:1ginabil i, il ministro francese del·

In Guerra concluse, itià il 20 seucmbrc ciel 1914, che sarebbe stato necessario congedare uomini dcWcscrcito pCr prQdurrc le munizioni ncccssarie.ot 13 La disposizione, solo

parzialmeute ~pplicata, si rivelò immediatamente insufficiente spian•ndo la via del ricorso alla manodopera fem. minilc::. sotto molti aspetti una vera rivoluzione nel mon·

do ciel lavoro. 18 Da \V/. McNeill, Ct1« lr1 al pote-re. Te-11c.Y>logla, (lrmi. rcp/tà sodale ,J,1/1',umq Mll/t, Varese 198-1, 1>, 26 1. t\ fianco: Al/o,,ta11tt1mwto eon la /<Jr1,11 di una Ju//ragelft! ln basso: I' primi rept1rti Ji amiliari,: .tl0hmiti•11ri


La chiunuua delle donne in ogni settore produttivo non scaturi, per quamo appena delineato, da una incdirn 1>e1·son:1le vocaiior1c, rno

piunost0 da una risposrn quasi pa· triortica suggerita dall'cmcrgen· za del contesto bell ico. Con oltre 80.000.000 di uomini impegnat i sui vari fromi e cc.)n l'a~illanre

esigenza <li mantenere allo sresso livello la produzione alimentare e incrementare

~-1.

dismisura qlJel·

la industriale, l'impiego del lavoro femminile s'impose senza alter· native in breve tempo, senza alcun

bisogno di essere sollecitato. Agli in.iii, però, il solo ruolo produnivo che si riservò alle donne fu quello agricolo, tant'è che già il 7 agosto del 1914, quando lo stallo non era

mna 1o sua devastnmc consequenzi~1lirà. i I presi· dente del consiglio francese, Rcné ancor~1 percepito i n

\liviani, aveva lanciato un appas• sionato appello alle donne, in par-

ticolare alle contadine repurnte di gran lunga le più necessarie che cosi recitava: «Jn piedi donne fran• cesi ... prendete il posto sul campo del lavoro di quelli che sono sul campo di battaglia. Preparatevi :1 mostrare !ore;, domani, la terra coltivata, i raccolti ammucchiati aJ coperto. i campi semin ari.. Non esistono, in (.1uestc ore gravi, lavori infimi. Tutto ciò che giova al paese è grande. fn piedi! Domani la . sara' per tutti.• 'tJ't gIor1a

come accennato, le facili illusioni di una bi:cvc gucr· rn di conquiste e di successi si infransero presm in1ponendo al loro posto la dura realtà della guerra srntica e cli logoramento. Anche per i più onirnisri 1 con l'Mrivo dell'autunno era ormai chiaro che sarebbe statn una guerra lunga, uno 1\;la,

19 La ci1azio ne è Iran.a <lu AA. Vv., L" nttzloualizz.az10,it.tlclltdorrnc1 in G. Dt;s•Ji, .M. PfOOtOT, {a cura c.m, St11ria dtllt da1t11t. li mnrcttnto (;1_ c.ura di F. THF.8AUD)1 Bari 1992, p. 32. Ln nito: (;r11ppo di amtadittl! t!el/11 0 1mù1 ln basso: Opt:raic ché lat.v.m, '1 tma /rt.rd ù1 uno fabbtiCll 111t1t1fmN> camca

premess,,

33


scQt'llro d i u<pnini e 1nateriali, fog hiouiti senza rispannio

alcune a manovrare i complicati torni per fabbricare i pro-

dalle inc{.-ssantistrngi e distruzioni. Persino in nazioni meno

ietti, altre le t ramogge e gLi imbuti per riempirli d 'csplos.i.. vo. Fra qucsr'ultimc mo1rc assunsero in pochi g iorni uno

evolute in •mbito sociale e di dititti delle donne, come l'J. mli•. ìl drorso al la\'oro femminile non amm ise dero11hc né altem•tive di sorta. ramo pi,, che le donne si dimostrarono, per varie ragioni, se non proprfo entusiaste per quel nuovo impegno, sicuramente non sfovorevoli. Dopo millenni di di• pendenza domestica e lavorativo, quasi rn:ai in alcun modo

reuibuim, dopo ancestrali soggc,,ioni a indiscutibili decisioni e imposizioni mascbili, ritrovarsi a disporre, protone ed inc<.--ntivatc,, di un ruolo lavorativo vero e per giunta gratifi~ cat<> da una vera rcrribuzlonc, rro\'Ò le donne in pochissimo volgere ampiamemc e spesso enrusias1icamcn re disponibili! La faùca ed i rischi non monc,irono, con tu111i di 12-14 ore ininterrotte e le incombcn7..c fisiche nel le .f abb riche, pc.. raltro già massacranti a nche per gli uomini, non [enevano

in nlcun conto J. difforen,a fisica di genere. /via quelle sofferenze erano il prez,.o dell'entrarn a pieno titolo nel consorzio umono, attenuate dalla scoperta esaltante di essere in grado d'i svolgere i med esimi compiti f-Ìno ad a llora ri·

reouri prerogativa maschile. Schiere di donne, per lo più giovanfasimc. andarono così neJlc fobb richc d i munizioni,

34

11<>1<1 l)Ct I..\ l' I CTll:.-'11,\

strano colorito giallasrro, spesso lugubre annuncio di morte per inrossicazione da trinitrofcnolo o acido picri~o, det· to anche pertùe in Italia. 111el.i11ite in Francia, di lùldite. in Lnghiltcrra, di ecrasite in Austria e shimose in G iappone, quando

f-uso era colato nei p roictti prcvemivamcnte spai· 1

rnati di adaua vernice per isolare l'e.spfosivo d~I merallo. Chiamate scherzosàmtntc mu111'tionelles, e per l 1acccnoa· ta colorazione giaUa delta pelle 'ca11ary giri' ragazze canarini, cram:mdano llnche nei figli quell.:,i singohue mutaz,ione. Altre, più forruni:u.e, guid:ulQ i rram in dttit, concedendosi con un po' di meritata ostentazione il sollié\,o di una sigai:etta :ti capolinea, tra una corsa c. l'altra, suscitando però così ulteriori ripl'ov.1zfoni e derisioni. AJrrc conducono i rreni, nere di rnr· bone e copcne di grasso, ma sempre orgogliose di q1_te1l'im· lo b:isso: SfNdati/ r1111tttsi i11 111111 tmttt:n AlliJ pagina a destra l.n .,ho: St)/dtttì hri1tm,1id in 1111111rl11cra In busso: h mtt:ria 11:dtsca iu av11n'1Jl/a ne.•! l 9 l•I


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portante m;1nsionc; altre ancora di·

vcmano vigili del fuoco, aUe prese

con scale e pompe. ·forte prendono rapidamente: '\·osdenza delle pro-. prie t-opadrà e apprt-zzano la nuova indipendenza economica. Tanto più che il la,10.ro di gucrr:\ in parri• colare nelle fabbrid,c di armi, è un

lavoro ben pagaro, il doppio, o anche cli più rispetto ai bassi salari so• litarnente rorrisposri nci settori fem~ minili . .. [ma ~billlalmente la merà dell'analogo ma,;chilc nda]. fo akuoc regioni, la <.X>ncorrc.nza <."()Stringe

AJlc i):1.gine prcredenri: Dr,nnc 11us~ al ,u:i (4ll1pl ln oho: Do,mr che spmiom> ,,11nole c<1· rkhr J, 11mn.,,1/<' p,.., ima /o,,derrà 1n basso: Di>llllt' cht· spinr.0110 dei car,e/. li a 1can t1mr1110 riJolto Ùt UJt implnnt<, l'1tlOl'Q

111111crano

38

11<>1<1

occ 1..1,

1• 1cn:,u.,


i datori di lm~,ro cldl'industria ICS· silc ad atlmcntarc le tariffe... una lnvoratri.cc dcU arsenale di \Xloolwich può guadagnare diverse sterline allasenimnna (fino a sei per un'operaia saldatrice), tm'autista dei servizi ausmari dcll 1cscrciro cinque ster-

line, equivalemc a un buor1 sak,rio della classe media."'° Tante attività mutano insieme ai ruoli dd.Jc don· ne, anche il loro carattere cd il loro com})(>rtame1'lm, a c.orninciare dallo stesso vestiario che, sancendo:

"la fine del busto, l'acc<>rciarsi del20 Da A.A. Vv, L4 1wii-01111lim1:.1011<'... . ci1.. 1'· 46 In nito: Vmm ,: tir :,114

tatt.•1111

,Il montag:

~lo di prcitw' d',111,;.!it':l'ùt In b:,sso: D<,,mc éhe/abbrm1,:o muntZMm

premess,,

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le gonne, la S<'n1plificozionc dell'abbigliamento (d:d htillcur alle stoffe in jersey creati da Gabricl Chancl) liberano i corpi e rcn, dono più sciolti i movfrnenri. Le rag.11.ze non hanno più Llno chopero11, sgomentate e affascinate dalla I.oro stessa libe11à."" Più in dettaglio. abbandonati finalmente i rigidi corserti, le gonfie e lunghe gonne. complct.atc da camice sovracc;ui· che di svolazzi e di ridondanti merletti, le donne optarono per abbiglfamemi 1>iù leggeri e semplici. di foggia tenden-

te nl 1naschi le. con gonne via via più corre, carnicc lineari e biancheria intima meno rostrìuivn. li reggiseno ne sarà In novità rivoluzionaria, imponendosi in pochi anni, assurgcn• do da :illora a capo di ahbiglia,nenro più prodono al mondo,

in diversi miliardi cli escmplMi all':mno. Dal 1914, quando fu inventato, c<mtribuì indircm11nemc aJl'acerescer:;i dclla pro· duzionc dcllc munizioni, dclle arm.i e dei veicoli, procluzio, ne che mai pilt si conrrassc col procedere della guerra. Se la vim civile tonsc::rvò una :mcora :tccctrnbile normalità e se la fame non folc.iò più dei comb•tti·menti fu merito, in buona sostanza, di quell'indumento che, liberando le donne dalle coslrizioni de.i corsetti, conscnd di applicarsi a lavori ritenuti

1)rerogativa m9.schiJe e. in dcfinitiv8. la conS<,"guence emancipazione. Volendo u-acdarc una simesi <:ronologica di quella sorta di rivoluzione di genere, non stupefacente in una guerra c he in pochi anni distrusse ire imperi ultrnsecolari, Pottoma·no,

il russo e l'austro-un~arico. se ne scorge una prim:-1 fose oella tiepida sollecitazione governativa affinché le donne si impegnassero nei settori produttivi, non più necessariamente agricoli. SQ!lecitazioni che si ebbero nel le varie nazioni curop<..--e, in maniera pilt o meno $irnile. ;J partire già daWmman-

no del ' J4t sempre enundmc ini2inlmcntc con makehu9

i,,.

tcrcssc. che però in breve si mutò in pressante richiesta. .In Francia, dove il fenomeno è p iù conosciuto, a p11rtirc d,1J set• rembrc dc.I l915: '"compaiono le prime circolari ministeria•

li che invitano gli indusiriali ad utilizzare le donne in qcialsiasi settore ove sia possibile le] malgrado il tentativo... di razionalizzare i I rcclmamcmo. le operaie accorrono da ogni parte attirate daglj ahi salari, o alla ricerca di un lavoro qualunque. Nelle officine di guerra. come in tmtc le indusuie, esse svolgono compiti scrnprc maggiormente diversifi:ca-

ti. Sono 400.000 all'inizio del 1918, un quarto della mano d 'opern totale... simbolo della mobilitazione femminile in Francia, corne dellrt penetrazione ddle donne in sctrori rraZl lbid., p, 46

Ope.ffud /Qm11r1ct· mlenlt1 t1 lat1ort1rc, ,,,, g,mJJt> albero


dizionalinente maschili."" La mobilitazione femminile, ovvero Pin• scrirnemo: '"di nuove figure sociali nel lavoro cli fabbrica, ossia di una

e.lasse operoìa nuow per sesso, età. qualificazione professionale fu un fenomeno abbastanza gcncraliz.. zaro e per lo pili cospicuo, :wver·

cito - specie per quaoro riguarda le; donne - come un forte elemento di novità. In Germania fa per• cenmale delle donne sulla classe operaia industriale crebbe dal 22% dcl 1913 al 35% del 1918. l n Gran Bretagna dal 26% del luglio 1914 al 35% nel luglio 1918 (con un aumento in cifre assolure nel solo seriore metallurgico da quasi 18.000 a più di 400.000). In Italia le donne costituivano, ;Ù momc:n~

dell'armistizio. il 22% ca. delle maestranze occupate negli stabili-

10

lo alto: Domti' che lonmcqno t11tl()/ucr1 di prou!III

In b~,s.~: OpertJÙI ùu~ma al montagg.lo di 1111 ;ruppo 111,uort:

22 /bili.. p. }4


mc.nti di gucrra1 raggiungendo la cifra di 200.000 unità nd settore delle industrie ausiliarie. rnilitari e comunque dedite •Il" produiio·

ne di armi e munizioni, In Francia la percentuale delle donne occu· patc negli stabHimcnti industriali

e commerci:1li pt1ssò, secoodo uoa inchiesta del ministero del Lavoro, dnl 32.8% prima dclln guerra al 40.5% del luglio 1918, con una pl'ogressione che peraltro avc:va già segnato il maggior

inct'CfflCnto

nei

pdmissimi mcsj di guerra."?' Ovviamcntc1 per n umerosi autori

l'afflusso femminile fu ne.Ila realtà meno rilevante di quanto a prima vista sembri, l3nt'è che per restU· re alla Francia l'occupazione femminile cospicua in assoluco. fo fu Da AA. Vv., I.a. Srorra. L'età del/'im· ~11alirmo e 1'1 l gue"a monJlalC'~ NO\':l· 2}

r,i 2007, voi. I2° p, 746

.• •..• •

[n alto: Dom,e condu11nc1 e b1ghe11ale di !ram In b:1$$0: Donnt adtlrun la p:dilia dd t.',1goni/crmvù1rl


molto meno se relazionata agli anni precedenti, pass:a.ndQJ come appc•

na ricordato dal 32% dell'ameguerro al 40'1/o cld dopoguerra. li dato, quasi cc.rtamcmc attendibile, non tiene conto però di una connotaz:ione forse persino pili stravolgcme

della stes.,a emirà assoluta: ncll'ao· zidetto 32% dell'anteguerra erano incluse, e ne costituivano Ja mag• giore aliquota, le comadinc, le lavoratrici domes,ichc e quelle che cspl<:tavano la loro tlttività in casa.

Jn .1.ho:

Oom,~ ,,dd<>lle alla 11umovra d.e·

g,lì s,ambi/t>rrovirm lo basso; RtpotW Ji J.o,w,· ingldi mgH, ,iclfuO<Q

44

11<>1<1 l)Ct I..\ l' ICTll:.-'11 ,\


Nel 40%, invece, oltre il 10% era• no operaie dell'industria bellica o

dei Sél'vizi 1>ubblici1 la\'ori svolti comunque fuori casa e senz-a alcuna subordinazio ne famigliare, catcgo• ria fino alla guerra inesistente! Scnzg comare che: 1'per larga parte si

tràttaV<l di manodopera non prece· dcntcmcntc insctita nel settore si· dcrurgico e meccanico (quello che registrò l'aumenro più consisren•

te), spesso nuov• al ltworo di fub. brica quando non al lavoro extra-

In .lito; Squadra dl Jomw ù,g/~si viJ?.ili

Jet/ u()C() ad,Jeuc•t}(/ tilt Ctlrro d11tù1ce11d/o ln b.-s.~ : Op<'rt1ù1 ta/Jarrke al lm.l{)rQ

\



don'.IC$tko tout courl, In Inghilterra all'inizio dd 1917 si calcolò a es.cm, pio che su un campione di 450.000 donne occupare nell'industria, il 22% non avc\la m;1i lnvorato prima~ <: u n altro 23o/o era srnto occupato ù1 settori extraindustriaJi: in prati· c.-a quasi In n1elà non ~vc,•a ro1}(l sc-iuto l'esperienza di fubbl'ica.•1• E' inokre sigoifìt:ativo ricordare che la mobilitazione delle donne portò ad un incremento a$soluro e relativo:

"nel sct'tore mctaUurgico, dell'clct· tricità e del.la chi1nica. i.n(Tcmcnco particolanncntc forte nelle g ran· d i indusuic: alcuni storici tede-

schi riferiscono di un aumemo di oltre il 50% delle imprt.-sc con più di l(,) salariati, costituendo Krupp un caso limite con 30.000 donne su J L0.000 persone alla fine del ronniuo:·~n Pertanto in numero c-resccntc: "le donne presero il posto degli uomini nelle fabbriche e nci campi. I civili rinunziarono ai lussi, limirarono con severi razionamemi il necessario; strinsel'o l:t cinta man mano che le merci sparivano daUc: bot<eghe. Quo.sto corso di eventi prodtL;;sc cambiamenri fond.ame.nrn1i neUe società ir'l guerra.''16 Grazie a qudlàpporto., l'cc<mo· mia di tutti gli Stati belligeranti riu• scì a sostene.re le immense esigenze milit~ri, e i non meno grnvi bisogni alimentari della soderà civile. I aun· pi continuarono ad essere coltivati

producendo spesso persino di più. le fabbriche decuplic.irono l'attività e produssero a pieno regime <:ome 24 lbid.. 1'· 74(,.

25 D:1. A;.. Vv, La cit., p. 36.

,u12ù>fUJlìua1lont'•.• .

26 Da M. HowARD, L, gm:mt...~ cit., p. 220.

Nuovi ,cp11r11 ,li ausilùme

premess,,

41


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!jC)fliO

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rnru in pnssato. La nuova donna, così affermata'iÌ negli anni suca.-s.. sivi al conflitto. si manifesterà nel·

la picne>,za delle sue poccnzi:ùità, avviando quella emancipazione che ai nosrri giorni sta attingendo ormai la totale parità. E se mal occon·cssc una

".:rifica dell'ampiezza della emancipazione femminile che si andò manifesundo con la Gronde Guerra, questa si coglie nella comparsa del, le prime donne soldato, occupazione destinata ad affermarsi molti deccn• ni dopo superando enormi diffidenze. La Serbia è fa prima a schiera, re le donne in uniforme cà h 3; "le

sue co1nbancnl1 cbc indossai)() un1\ divisa maschile; la Russia il celebre bat1aglione fomminiJc dulla morte, mentre la Francia apre le proprie ca~

scrmc e gli uffici del Ministero della guerra solo con ~rande cautela alla fine del 1916, ç(,n ormi di entrata e di m;cirn sfalsati rispetto -a quel, lj dt-gli uomlni e uuo speciale cor·

po di i$perrrici."n E dalla unifor•

me al campò di battaglia, sia pure con moli sanitari e medici, iJ passo

fu piccolo, grande invece il u·ihuro di sangue femminile che ne ron~cgui. Tante donne dirigono e mandano a,=tl molti ospedali da campo avanzati, molte. come vedremo in

dettaglio, conducono e gestiscono le ambulanie radiologidie subendo fa doppia offesa ddl'esposizionc ,J fuoco e deUa più subdola alle radia, zioni: celebri le motocicliste di un reparto di ambula,w.e mobili in Belgio. d,c organizz.irono un posto di soccorso e vi rcsis.tcttero sotto il fuooo nèmico fino al 1918 quando ,,,n. ncm gravcmeme investite da:i gas. 27 O.i AA,, Vv, /...o nt1t.kmoli1.w.1.i tml' .. .,

d, .• p. 38 Rtpam sla11mi1t1w d, ,wtl1ùmedi .fam1,l

premess,,

51


;\<la é in Italia che, per la sua ar1:cti:ata tradizione mediterranea, con u na cu ltura forte.me nte intri-

sa di un canolicesimo formale e di uoa concezione familfarc patriarcale e ipocrita, la rivoluzione fcm. minilc ha le sue più vistose consc• gucl)ze e rnnnifestn.zioni. Del resto :tnche negli Srari Uniti, enrrari tardi nel conflitto, il nuovo ruolo delle donne ste nta ad i.mporsi e quan do infaialmentc lo l:1 1 riceve subilo

l"edcheua di prestazione, senza

dubbio necessaria, ma temporanea e comunque da non prolun •

garsi olr.rc la durata del conflitto! Per cui la: "nozione di «mestiere

fcmminile» assume nllova forUI assieme a1 corolfario dei territori di esclusiva compen.mza maschile:

ad esempio i) nornsimo, la guida dei n·cni o la medicina scientifica. «Ai medici la ferita, alle infermiere il ferito» .. .[ma dovunque] la guerra ha daro dignità alla professione di informiera, facendone un mcslicrc riconosciuto da un diplo~ m,1 e considerato decoroso per le ragazze del ceto medio ... Per wna la durarn dcl conflitto, il htborato· rio di cucito e leorganfazazioni caritatevoli con la loro produzione di mag lie, filacce e pacchi cominu~no ad essere i luoghi privilcghni

deWanivirà fornminite.~u Di tutte le novità in qualche modo conncs· se con la Grande G uerra, l'avvio

dell'em•ncipazione delle donne fu senza dubbio l::1 pi!) straordinaria e conscqutn1Jale. dagli c>siti futuri di g ran lun ga più rilevanti d i moltissime innovazioni cccnologiche,

anche se, concluso il conflirro, 2& lbùl., p. 51 AMlum.: Juu:mt'thm del 191 i

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1 1<>1<1 l)Ct I..\ l' I CTll:.-'11,\



un cospicuo numero d.i lavoralrici, soprattutto delle i.ndustric belliche. furono rapidamente licenziate e senza alcun sussid io d i sorta. Molte to rnarono ai lavori domestici, rnol•

,e '111a disoccupazione, mohe olla famiglia, spes,o da mantenere a volte da formare, compiti ambedue ardui per la scompa1-sa di tnntissimj capifamiglia e di tantissimi giova~ ni. !.;idea, però, e la consapevolezza della validità e della ct1pacit!l del l~voro femminile pcnnascro .e imposero negli anni su«essivi di avviare un g ran numero di riforme mi-

f"J.nti a favori.re l'inserimento femminile in ogni ambito SO· cialc, diritto di voto compreso. ln definiciva, mcncre clal pumo d i vtsra :it.reuament'c unrnno quel conflitto rappresentò una terribile regressio-

ne, dal punto di vista tecnologico e sociale, invece, rappresentò un a\'anzamcnto talmente straordinario da poter• 1 si con$lderarc il motore che ci ha tratto dall arcaico mondo

ln .iJto: So!dttu:sse tuJ.St• ùrtomo <1/ 1917 In baS$0: A111oambulam.c britmmlche e<m f,, rt:latt1,·e co,1dJ11tr1d

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1 1<>1<1 l)Ct I..\ l' I CTll:.-'11 ,\

agricolo per immetterci ncl l'anuole civihil avanza.tn. Di questo balzo, cbc ebbe per cuila la Grande Guerra, peraltro la sua unica nota positiva, ci sembra imcressantt:.,. ricor·


rendo il centenario del suo esplodere, ripro1>ornc :ùcuni apporti salienti. Dai più cospicui ai più mod<.-sti, il fauorc comune che li lcgn é il ritrovarli ancora prese.mi e con nm•

li im1>rescindibili, o comunque di vasta •<lozione, nella noSll'll vita quotidiana. unitameote al tomie oblio della loro origine. Questo paradossale risvolto potrebbe considerar· si una sorta di doverosa ammenda scani rita dalle stragi e dalle arrodtà di quella guerra, "n miracoloso sboccfore di splendidi fiori dalle martoriate pietraie innoffiate <'01sangue. Tanto più che molti di questi fiori. a distanza di un secolo, hanno perso 110 11 solo ogni riferimento formale o funzi,011:;ile ton la loro origine gcneric;.a, ma pure ogni remi·

niscenza della stessa, quasi che fossero il frurto di pacifiche attività tìlantropichc. In ~ko: Tltfem,ia~ e t;()nduttrlci di ambukmlt" duralt/e la Cnmdt:

C1wrrt1 rn b3sso: La rie/nesta d,·I t.V>/Q 11/lt! do,mc Ji tJccemua nel primo do{IOl)terrd

premess,,

.55



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ATTINENZE AL VOLO

Introduzione: la conquista del cielo Dci molteplici settori che rcgistmrono nel corso della Gran• de Guerra un sensibile avanzam<.11to) qucUo inerente a.l volo e ai rehltivi mezzi fu senza dubbio il più attivo. Diversamcnrc da

rutic le altre m.1cd,i oc. dalle più semplici aUe più complesse utilizzate nel corso del conflitto. lì,croplano fu qucUa d,c non poteva ritenersi la risultante di una lunga (.."\'Oluzionc ne vanta· va significative premesse s.torichc, per cui a giusta ragione po·

di sollevar.,i dal suolo, ,,,ppe di uo'aspir:v.ione che solo nel 1903 U'Ovtrò il suo prirno vero su,é\.'SSO da cui partirò lo sviluppo fu. turo dcU'aviazionc e dcli 'a<.:roonautica. Se parlare di volo per l'anrichità classica e per il medioevo é forse eccessivo, non vuol dire petò l''J..Cgare ogni ceorntivo, più o meno dusciro, di sollevarsi o di librarsi nell'aria. rnt1r'é che di episodi dc.I genere se ne contano alcuni. di cui ci. sono pervcnurc le relative menzioni. Ambientate in va.rie parti del pianera. si succedono. !.'I 1>anirc dall'erà

trcbbe quasi ritenersi se non proppcr cui a giusta ragione la sua maggiore adozione potrebbe quasi ritenersi generata dal con, ffitto ,1e.so. L:ierco, infatti, che dieci ruuii prima dell'esplodere della guerra era poco più che w1 aquilone a motore, incapace

classica, nelle raffìg\lr-azioni. nelle cronache e nelle leggende in Oriente come in Occidente. Due i principi fisid alle

di sollevarsi l"ellmentc. divenne, in brevissimo tempo, un mez.

giarvi sopra ~,assivamenre o manrcnersi sopnt att.ivamcnte,

,.o talmente ttffidabile cl, potersi validamente tmsfonnarc in

differenza vigente fra una mongolfiera cd un aeroplano,

macchina da guerra, iniziando al1rcuru110 rapidamente a diffo. r<11ziarsi in funzione delle cli\'ersc rsigcn,.c belliche. Per meglio comprendere un(I vicenda tamo straordinaria, ci sernhra indispens:ibilefornirc una breve elencazione dcllcpoche micce, lasciate nd corso della Storia) dai rari tentativi più o meno riusciti

come pure tra una zattera cd un aliscafo.' Squisitamente

loro spalle: sollevarsi con mezzi più leggeri dell'aria J'uno,

librarsi con mezzi più pesami l'altro. In altre parole, galleg-

I Per un primo ,1p1>roccio all'11rgomi:mo cfr. E Rvsso. P. RUiìSO, Tee/me. li ruolo 1ra1111m1e. della mltwr1 mi/iJ.ire ne/J'cvoluv<me l«no/0-~1<,~. Rom-1 2013, étà Modtma, pp, 2}84-1

/1c1rU prùmJ , àtcinenie al volo

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a f>(Jsleriorila supposizione che il distacco da rcrrn con un rnc.zzo più pcs:mte, richiedendo una sorgente energetica abbastanza p<,>tcme, ovvero un motore, foss.e: perciò la più

xecenre. Cerrameme fu subito chi,11·0 che gli uccelli assolvevano a raie esigenza con i loro poderosi muscoli pertO!"Jli, ma con altrettanta evidenza le foglie, che ne erano priv<". si sollevavano lo stesso ad ogni folata di vento, come del re,•

sro anche le fulde di cenere su di un rogo, spinte dalla for1.a ascensionale dell'"ria calda. In Cina quel fenomeno fu presto recepito in entrambe le csrrin$ccazioni portando sin dalJ 'a ntichità, grazie alla di• sponibilirà d i Oltima carra, sia a lla realizzazione d :.involucri

per aria c~lda che di superfici alari per cervi volanti. Circa i primi nqn différi,,a gran che dalle :muali buste per il pane. fn corrispondenza della loro apertura, orientata io basso1 sì cqllocò una torcia, la cui fiarnma riscaldava in 1xx:hi istanti l'arin conrenurn oell 'involuc.·1'0. Ne sc:nuriva un':;1mesign:l-

na n,ini mongolfiera che subi10 si sollevnv•. I lanci, logic:1mcntc, avvenivano con le tenebre e si proponl·vano come una surreale inversione delle stelle cadenti dal momento che. esaui·itasi in breve fa fìamn1a. quei punti luminosi nd ciclo 1)0twrno svanivano. Come in rutti i _g iochi di succcsso1via via si inc rememarono le dùncnsioni del sacchetto e deUa torcia1 che ben presto si trasformarono in capaci pal· Ioni ed in ampi br1:1cicri. essendo evidente la correlazione tra porenziali[à ascensionale e volurne dell'involucro, rcn-

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dendoli idonei a sollevare persino il l>CSO di un uo,no. Per una persona di piccola costituzione, infatti, sarebbe bastata una sfera di una decina di mc1d d i diametro: sull'attuazio,. ne dcll'ip0tesi, tun:wia, non si hanno riscontri storie-i rna solo sperimentali, in r>arricolare sul deserto Ji Nazca.' Proprio Il, dd resto. le tracce a tCrl"'J del sollevamento

tep.a, Al di sorro, però, sono indistinguibili e, molto àl cli sopra, invisibili. Quasi scontato ipotizzare che chiunque li

umano con un mezzo più leggero sono per molti studiosi

nel rigido crepuscolo mattutino. Di recente se ne è cffct~ marn la verifica sperimcnrnle, constarnr1dosenc la pe.l'fetm congruit.:1. Tornando all'Estremo oriente, molto pi(, dettagliate e circostanziate risu ltano le notizie rdativc ~11 sollevarncnto

di grnn lunga pi,, enigmatiche, o di conno più cloquent i per moh:i alrri, su quel arido a-ltipi~no $Cn'l.a vegetazione di sorta. Lì centinaia di lince rette, lunghe fino a 65 km. disegni e composizioni geometriche: di proporzioni colos•

~a.li, $i susseguono sopra qucJla sorra d ~immcn$a lavagna,

cvit,u:a dalle piogge degli ultimi dieci millenni. A prima vhaa qucll 'incstric.1bi le groviglio cl'innwnci:e\'oli striatu· re sembra suggerire solo un faticoso passatempo col letti• vo. Implicante lo spostamcmo di migliaia d i metri cubi di pietrisco, o un parcecipa.to rituale religioso. Per da.re un' i 4

dea dimensionale ùel fenomeno si tratta di oltre 13.000 lince, che formano circa 800 disegni, alcuni d<:i quali Jun~ ghi quitsi duecento mc[ri! Fatica spossante compiuta sotto

il sole battente e senza ti benché minimo refrigerio., fosse pure la modesrn ombm d i un albero! Certamente quei geoglifi. neologismo coniato per tentare di definirne la tipologfa, possono supporsi di finalità rituale quando a sogge1to animale, ma~nel caso di trncciati interminahili e di corn plesse çomposizi·o ni geometriche, a eosll potevano servire? Vi è poi un'nhra e risaputa consrnrazionc: tutti i tracciati appaiano nitidi se osservati da un centinaio d.i metri d'aJ. 4

2 Cfr. ~,. H. ISBEL. Tbe Pn1,ùt,,ricGr(mnd Drarvings-o/1),,n,, in Ph()-tagraphw rmd For,h1111g. Thc Con/ex m the ScrVt<'t' o/Scumet•, l978

eseguì era in grado di porerli rimirare dall'aho, magari per

dirigerne fa corretrn esecuzione. sollevandosi sul deserto forse con rudimenrnli mongolfiere ad aria calda. prodotta da roghi le cui vestigia ncrasnc ancora sl distinguono

umnno con mezzi più pesanti dd l'aria, quali i cervi volanti g iganti. Un~1 nota leggenda gi~pponesc. ::ad csernpio, narra d_j un nobile samurai t:.il :\.1ùuu,l(UO ~fi1111ç101110. che inrorno

ol 1100, durante la C11err11 Cempei, fu condannato.all'esilio da scontare sull'inospitale isola di Oshima dcll'arcipcl•go di lzu. A rendere la pena oltremodo imollembilc fu l'associazione, nell'espiazione, del giovane figlio, ingiustizia che spinse il disg.razfato genitore a costruire un grande aquilo• ne. p-cr permettere al ragazzo di guadagnare la tcrrafo.rma.

Il \IOlo riusci e. fana sa lva la felice conclusione, il l'OCcon10 rievoca la vicenda di Dedalo e Icaro. lasciando inrravedcrc fra le due avventure aeree un,1 indubbia torrefazione: i contatd fra i due mondi. del resto, non sono mai mancati , essendo la via della seta praiicata da millenni. Per rimr-a ccfare. però, dei riferimemi sc-rupolosi e <;ronQ•

logicamente determinari in merito ,111li aquiloni giganti con equipaggio a OO(do, bisogna attendere il 1285 cd il lvii/io,

fo ba$SO e nelle pagine.a seguire: Gerc,glifid di Na:{ro


tessero ~ollevarsi su di un siffono veicolo. Ad ogni buon conto, vin-

cencio le inruibili resistenze e diffì. colrà, se il decollo avveniva rcgola,·mentc e r:..:ipidameme il viaggio ooo avrd,bc inconlrato ostacoli. in c~so contrario sarebbe stato meglio rin-

viarlo. M~rco Polo, non si sofferma a ricordare (9 sorte del coouo twiacore m::t se ne deve presumere l'abit ualc felice atterraggio, successo nella rc rneraria impresa che gli fo.

. . . ccva mernarc vasta nn11m1-az1one e nuove bévure!

I.:aquilone gigante in quel XITI secolo aveva alle sue spalle già un nmevoliss'imo Shtto di servizio. Da ;1ltrc fonri ;1bbasianza attendibili e concordi, infatti, si apprende che quei colossi di carta e vimini. co~ nobbcro, oltre un mil !cnn.io prima,

un ampio impiego militare: sul fì. nirc del ter.o secolo a.C., acl (-scrn· pio, sembra che il celebre gen ero·

le cinese Han-Sin sia atterr3to con il suo aquilone dinanzi alle rnrppe schierate. Dopo tale prcrnes· sa un .lunghissimo elenco di ana·

loghe per/ormo11ce: daUa dinastia Song (960-1279) s'iniziarono a CO· struirc uqttiloni da bombardamento, facendogli trasportare piccole C"driche di polvere pirica d i circa 500 grammi, a diverse centinaia d i metri d'nhczui in mnniet1l dn dirigerli su Ila vcrtic,Jc dd bersaglio. Mediante rudimentali micce se ne provocav~l la caduta e: l'esplosione 11e di

Marco Polo. Stanclo alla sua narrazione. infarti, allor• quando una nave doveva intraprendere un lungo viaggio, i marinai, per trarre aUSf>ici sul propizio spirate dei venti, costruivano u11 aqttilone gigante, fissandolo a ben ono funi di manovrd. La macchina, sebbene di vimini e cartaJ pesava aJ.

sul nernico: la precisione era scnr.. sa m:1 l'effouo terrifico enorme! Anoora nlJ1ggiorc q uando a piombare dal ddo non furono dei rumorosi mortaretti ma agguerriti incursori, procedura anche questa riportata

da diversi cronisti cinesi coevi Stando all.c loro ric:voc;,1zioni lo fort<:1.1.a di Koryo i-n Corea, fu espugnata impiegando

cune tonnellate, stazza che cresceva ulrcriormentc quando

per la prjma volta assaJratori aviotrasl>Ortati, ciascuno dei

vi si vincolava con robust.e cinghie il pilota, quasi sempre del nuto incons~pevolc. All'epoca, infoni, i l.ocali ritenevano, e non senza ragione~che solamente un foJJe o un ubri:1eo1po·

quaU condotto sttllobictti"o da un aquilone! Quanto al cri• terio informatore alle spalle degli aquiloni giganti, deve ricondursi quasi cert:unente aJla vela: con,e questa. calturao-

62

Ji lC.) kl DCLI.o\ l"l ll'tal\ l lt


do il vento, spingeva sul mar<: una barca, così unasimiJe catnirando le

rermichc avrebbe solJevam una leg.. gera navicella o il solo pilota. Il velivolo. rennine inni come in questo caso <:alzante alla lettera. avrebbe "0 I'aspcuo d'I un'cnor-assunto pcrc1 me ve.la orizzontale. Come, poi, fossero foiri quei gi· ganti dell'aria lo sappiamo con as· soluta attendibilità dal momento che i ~catori di un piccolo vil-

laggio marittimo del Giappone, in ossequio ad un'ultr:unillcnaria tradizione, hanno continuato a cosr.ruirli con bambù e carta, a nno

dopo anno, fino agli inizi del secolo scorso.' Per l'esnttezi:, fino al l914, allorquando iniziò a djfct1a· re la pregiata carta orientale, la c ui

resistenza non diffetiva d~ quel· la delle vele, giusto in tempo per lasciarcene un'doqucmc t<:stimooianza fotografica, La carta si ri•

velò insostituibi le, tant'é che in seguito, pur non difettando il hnmbl1, nessuno seppe pili dove procurarsela! Per secoli, infoni, quel c<.>m• plesso lavoro collettivo in iz iava proprio con l'appronrnmcnto degli

spessi fogli, necessari per copri1·c i circa 300 mq della grande orditura e dei relativi bambù di supporto. Quasi rulli gli abirnm.i si dedicavano • lega re le canne del telaio, su di un'apposita spianata, rcaHzzando così un dasrico e leggero reti·

colo al quale fissavano la caria con scringhe vegetali. Ulrirnata la CO· stnizione del coloss:ilc flquilonc1 pesante alcune ronneU,uc. largo un a t re ntina di metri per un:1 decina di lunghezza, lo si uasponava sulla spiaggia, dove bastava esporlo appena inclinato ai forti rnonsoni per vederlo subito sollc\'are. A

rrnrrcnerlo e a manovrarlo con spesse gorncne. provvedevano centinaia di persone, le stesse che lo a\-rcvano costnùto . 3 Cfr. 8. Rvt>o,~KV. Le mtr1w1f./N dt /f'4rch1i1:11ura 1979. pp. 132·}~

$f>IJ11la11t'lt,

B~ui

Una seconda tipologia di dispositivi più pesanti dcll'a· ri.1, c.hc permettevano brevi voli librati, vanta uo"altremm•

ra remota anzianità ma in Occidente: quella delle superfì. ci alari posticce, la cui ul1ima derivazione é il deliaplano. An che cli queste se ne rintracciano menzioni sin dagli ini, zi della no.stra era, come quella amb ientata a lla presenza

di Nerone con Simon Ma~o pe,· proiaiionisrn. Q11esri tentando di cfferru:ire un vole, librato, si lanciò dalla e.ima di un edificio, fo rse una tralice.io appositamente costruito,

/1c1rU prùmJ , àtcinenie al volo

63



planando velocemente, prtstaiiono dai cristiani attribuita ali 'aiut.o

diabolico. Srando però alle beoniche fonti laiche. Simone per quella temeraria dimosr[azionc più che sul le potcnsc infernali, fece affidamento su di una misteriosa mac.

d,in" nlare, forse delle ali 1>0sticcc o forse un embrionale paracadute,

come quelli già da secoli usati dagli acrobati cinesi. Quale che fos• se il congegno, di cerro non fun. zionò :.1 dovere e l'incauto ;n,ifitore

si schiantò al suolo, rompendosi le gambe, accreditando cosl la leggenda di un imervcnt9 diretto di San Pietro, per porre fine al blasfemo volo. La sua tomba, o quel

che ne resta, sta ad Ariccia, non

lontano da Roma. Di ali posticce si avvalsero pure altri due rni.

sconosciuti pionieri del volo librato. vissuti quasi nella stessa epoca e finiti per analoghe ragioni cn•

tmmbi con le gambe fr;1iturnte. li primo, la cui srnni., si osserva dinaoii alJ':,croporco intcrnaziona· le di Baghdad (analogia irachena del nostro Leonardo da Vinci dinanzi alromonimo aeroporto). fu uno scienii,uo ambo, Abbas lbn Firnas, nato nclF8IO nei pressi di

Cordoba. Alla non verde età di 65 ~nni, dopo aver smdiaro a lungo il volo degli uccelli, si cosr,·uì delle leggere ali di vimini e tda e si landò dall'alto del minareto del la Grande Moschea della città, divcmura in seguito una cattedrale. Restò in aria una decina di secondi. e poi non potendo governare quella macchina priva di coda. ricad-

de mala,ncnte, rompendosi le gambe e fratturandosi alcu-

sringuendosi per le conoscenze sciemifìche. Tra il 1002 <:<i i 1010. costruite delle ali posticce si lanciò dal campanile della abbazia e, dopo una planata di circa 2-300 m, man• cando anche a lui i piani di coda per governare iJ volo, at·

pormnità di rircnrare il volo. Eil mer di Malmcsbury, il se·

ccrrò mafomence, fratturandosi le ga.rnbc. Ridisegnò la sua macchi.n;1, ma l'abate non gli conseml altre prove: oggi è ricordato in una vctL-ata della cattedrale. Più documentati e meno cruenti i tentativi di volo librato effettuati da Karl

condo, nacque a intorno al 980 in Inghilterra e divenne monaco benedettino presso l'abbazia di Malmcsbury, di-

\~lilhclm Otto Liliemhal, 1848-1896', che &mostrarono :,e non l'altr<.> la concretezza elci \'Olo del piè, pesante dell'aria.

fn a.ho e t,lla p:)gioa ~ sinistra~L'atc0stato 1perimN11ale ad aria ,a/da /t11IQ sollevare su Nouo

,f

ne costole. l\1or'i una dozzina d'anni d0po1 c. pur avendo

ben compreso la ragione della caduta non ebbe, più l'op-

crr. o. LU.l~'lliAI.. D~r \'o(.e(R111., ,,ls Grumlla;.e tlcr Flieg(-kJuJf('.

Berlino 18$9

/1c1rU prùmJ , àtcinenie al volo

65


Quamo poco differisse l'aereo dcl fratelli \Xlrigth da quest'ultimo rudimentale ali-ance, se non per l'a· dozionc del mocorc, lo si può facil-

mente arguire dal rapporio rcdano dallo stesso Orville Wrighr, 18711948, il piè, giovane dei due fratd, lj, ai comandi del velivolo di quello che viene consideraw il primo v()lo,

compiuto il 17 dicembre del 190.3, che C05Ì tramanda: il W>lo fu tulto un sussc;guirsi di su e g·iù, in p~rtc provocati d,ù vemo e in parte dalla mai1can1.a di esperienza nel govcn10 della macchina. .. che salh'<l improvvisamente di tre metri e poi 41

::lhrcrmnro jmprovvisameme co1:oa-

vo al suolo. Poco più di 36 metti ila.I punto in nù si era staccato dal suo• .lo, l'aereo toccò terra ... Avew vo•

lato a una \'elocità all'Mia di t>iì• dì l3 mcll'i e mezzo al secondo (circ,i 48 km/ h n.d.A.l per un totale di 12 secondi.. . Un aspeno sorprcndcn• te dcll'imprcs:1 fu che sia io che

mio frateJlo la affromarnmo vesti· ti con\C sempre, con ml bel collel· to bianco inamidato e la cravatta".' L'evento lascia\ia o.rmai facilmente preconizzare l'avvento di un m~'7.zo aereo, debutto 1x1rticolarmcntc

atteso e da tèmpò auspicato, negli ambienti militari che, non resta~ rono delusi dalla modesria di quel

goffo saltellare, ma ne immaginarono subito b rnpida evoluzione che infatti, e con velocità persino mag• giore delle piìJ rosee aspcmuive.

si estrinsecò negli anni immcdia~ t:uncnte sucécssivi. Quattro anni dopo, infatti, il 23.12.1907 il Signa/ 5 l.:1citazione è mm~, d:1A.Ji... V \•., S1orla Jell'aviav'o,:e, Milano J973. voL I. p. 6

In alto e :ti ccmro: Ultùllt' /tJto di ,m qquilo,,e gigante or1t11ta/( In basso: MQ<icmo d-t•llap/1J11()

66

Ji lC.) kl DCLI.o\ l"l ll'tal\ llt


C()rps dell'ese,cito statunitense, l'unità che inquadrav:1 i vari reparti di aerostieri. stipuJò una precisa specifica. la 486, cbc definiva le caraneristichc c he i futuri apparecchi, destimui alle fo,ze armate dovevano possedere. Tra queste una veloci·

rà non inferiore ai 65 km/h, un'auton-ornia di alrnen.o un-Ora, una capadtà di carico di due persone e carburante per 200 km ed infine la possibilità di facile smontaggio dell'appare<:· cMo per il rrasporro su e.uri ip1>otrain:-lti! L'evoluzione tecnica che in quel.lo stesso scorcio storico si stava sviluppando, almeno iniz.iahncntc, riguardò pili d,c l'architettura degli apparecchi, i loro motori, dai quali si richiese crescente potenza e rninorc peso. Non a caso, pe1'CÌÒ: ''forse è per il momre d\ierco che gli $forzi sono suui pili considerevoli e pii, noccvoH i risultati. Le vie era.no molte s1ret· te, tanto per la potenza del motore che per il suo peso. Nel 1920, si era già a meno di un chilo per cavallo. IJ pl'Oble, ma della pressione trovò sqluzionc solo dopo molto tempo: a più di 5.000 metri d'a ltezz.,, là potenza cadcv,, della metà. La SCO)X'.rta del correttore altimctrko~la sovralimentazione e la sovracompressio ne pcnnisero il superamento di w1 (i. In bas.w a 1,inj~tra: li trali«tCJ da cui si gcuò Sù11011 Mago m

1111

mite rnoho ristretto."' NclFimbito motoristico si manif~·tò sin daWinizio la rèvalità fra j motori rotativi franc<.'Si, lcggc.ri e porcnri ma di alro consumo di ca rburante ed olio, e quelli tecles<:hi in linea piit µ<:Santi e lenti, ma biS<>l'tnosi di mino,· aljmentaz.ione e lubrifica::done. Non si trattava di un confron~ to tecnico ma cli una diversa c.,:mc<.7.Ìonc rattic-.1 suJl'impie.. go della nascente aviazione: per i Francesi, eminentemente (l

Da B. G1uE. S11>rir: delle 1ccmcht•, Rom:1 1985, p. 452.

offre·

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/1c1rU prùmJ , àtcinenie al volo

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da caccia, con monoposto agili e $Catrnmi da usare io brevi r.ticl difensivi; per J Tcdcscl,i, cmint11temcntc da lx,mbardamento. con pesanti apparecchi cap::1c.i di lunghe crociere con

rilevami carichi! ln ambedue i casi, quali che fossero le relative motoriuazi.oni, quelle macchine dovevano sostenere ancora molte significative migliorie _per entrare in produzione, a cominciare dalle fin troppo fragili cd esili carlinghe. Pochi nnni dopo. quando omH,i la dispma slli morori si era in q<1alche rnodo esaurira, un progettista aereonau1ico tedesco, Hugo Junker. iniziò a Studiare la maniera di realil.zare un \-C-.. Uvolo del mtto diverso dagli esistcnr.i, senza orditura cli legno e supc1fici ala,i di tela, rcmne insieme da tirnmi e conrrovc:i,. ,j: un aereo imeramcnre metallico con ln carlinga complcrn. mcm<: chiusa, quale poi si vedrà in concreto solo negli anni '40. ti metallo idea.le per un impiego del genere sarebbe st.ato il duralluminio. ma 1rnuandosi di una lega invcnrnta da po· chissimì anni, con i titoli ottimali ancora da srnbilire in modo adei;uato in fun:cionc delle precipue destinazioni e tenendo anche conto dei non i.mprobabiJj difi..-tti, se ne rinwlèiò alJ'u~ so. ·pu pertanto g iocoforza per Junker oprare per la lamiera d'acciaio, soluzione cbc però aggravò notevolmente il peso

cldl'aereo, co111pro111ettendone scnsibilmcme le pr<.>stazioni. ll primo prototipo lo Junker JJ venne fatto \'Olarc il 12 diccm• hre del 1915: in fase di atterraggio riportò danni All'ala, che ripa1'.lt~ 11el corso delle fcsrività nac.1llz:ie. co1lSCnri un secon-

do tentativo il 18 gennaio del 1916 dall'esito posiri,'O ma non certo convincente per le prcstazionL tant'è che non 1K' con· seguì alcuna commessa per Ja produzione seriale. Seguirono ohri prototipi che rurrnvia J}ur con 1':mmemo della potenza del mororc non riuscirono a fomirc le prcsm.zioni richie~1e,

Quanto alle àlrntteristichc dcl primo vclivolo della sede pos· sono così riassumersi: monoplano monomotore ad ala media,

lunghe7,2a 8.6 m, api:rtura alare 13 m, alrC1.2a 2.5 m, superficie :,lare 24 m'. peso a vuoto 920 kg, peso lordo 1080 kit morore Mercedes 6 dlind.-i in linea da 90 kw, velocit~ massima 170 km/ h, daUa cmiosa denominazione dj •asino di latti? Erano passati appena 12 anni d.11 goffu volo dei fratelli \'(/.-ight! 7 Cfr. G. Sc:11.\tITT, J:mkas rmd Jt'ltlt! Plugz.eugc, Berlino~ L986 In alto, i1l entrambe pagine: K.arl \Vilhe/111 Oll(J l.11ìr.111hol ù11,YJ{a librato Jn basso alla pa,gina :t de:;rr:t: B1blmu1/r411a•st· da ca«ia Nitmport

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ln aho: U11 p-rot()llpò: lo jm,kerJ IO ln basso a sinii;trn: 'fripl,motedt!tcO Jt1 coccia ddctd,·hre &,rone Ro1ro

In bas..~ a destra: Bibiano /rantf!Jt! da caccia Nleup(lr/

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JilC.)kl DCLI.o\ l"l ll'tal\ llt

Alla pagiuia a destra Jn a1l0: .B,>mbardicrc ,~d,•sca Ghota G. V r\l Cèntrò: Bombardiere pe.taJJle redesm lc!ppelùr.StlMken Jn b:issq: IVmssÌl1111 foto dei pn'mQ aereo inlero111l111/e Ìlt me"1llo, lo Ju11kcr }I


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M,, la guerra, o!ttc alle migliorie tecniche dvoluzionaric e accdcratc, _provocò una seconda e forse persino maggiore:

evoluzione nell'utilizzo dei mezzi volanri e in particolare degli aerei. GJj scontri, infatti. avevano fono conoscere universalmenre l'aeroplano e le sue potenzialità. dimos,rancloneaffidabilità e sicurezza nonoStantc che ira il 1914 e il 1918 si fosse: "lavorato in modo frcnoloso e sull 'improvvisazione. Le ne-

cessirn belliche avCVllno imposto tipi di aerei parricolari. 6' la gran quantità di apparecchi ,i rnàSti un:l volta finita la guerra. che spinge alla loro utilizzazione in campo civili,, Nd febbraio del l919 fu inaugurato il primo servizio sulla rotta Parigi-Lcmdra con undici p•SS<.'ll&eri, e quello $t1lla Parigi-Sruxellcs, con cinque passeggeri con >1ei'Ci Colinth F60''! Per quamo , imili per vdocir/1 e capacità dicarko, la tl"Jsfonna,,ìonedi aerei da bombardamento in aerei eia trasporto mercantile e, so· prnttutto, passcggeJ'Ì richiedeva vasrc modifiche a vo1te t1nto

r:tdicali da o,·iginarc una nuova ripologia di aerei, ben di,oersa dai precedenti militari per conforr e prestazioni. Jn raie concezione, per facili considerazioni il monopJano l imposc e coo lui lbrditurn interna in alluminio, il carrello retrattile e la car• S D., B. C11J.1o. S1oric de/1,,tecmd><. Roma 1985. p. 456

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linga destinata a,i passeggeri progressiv'àmeme: più comoda. Lintcra mctamorfosl sarà completata agli inizi degli anni •30, una dozzina di anni appen, dopo la fine della guerra.

Alluminio: dagli aerei alle pentole A Lo11dra, in pinzza Piccadilly Circus, si pllò ammirare I.a starua di Anteros, con ali di farfalla t()me il fmtello mal!lliO· re Er06, preposto per la mitologia greca all'amore ricambia, ro. Per i cristiani divenne. invece, ]'angelo della cari1à crisria· nn, mcrimodosi cos'i la :muun ererra nel 1893 con un n1crnllo :,!l'epoca repurnto ancora pl'eziQso per le sue singolari proprietà: l'alJuminio. Pur essendo stato scoperto cd isolato in· tomo al 1827, per la difficoltà connessa alla sua produzione godeva di tule repurazione sen1..a peraltro nvere ancora trovato alcun concreto uti.lizio. complice ovviamente il suo alto prezzo. Sul finire del XIX secolo la situazione mutò drasti· camentc dal momento che i minerali contenenti ]'alluminio, primo fra tutti la bauxite.' si rinvenivano in abbondanza un po' dO\•wiquc, tant'è che a~li inizi del '900 si giunse alla conclusione che fosse il re..,,o deinemo più diffuso sulla terra. Tuttmria, nonostante tanta diffusione, non esisteva in natu• r--t allo stato libero e quando si riuscì finalmente ad ottenerlo

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In alto: So/Jatì J,,/Sigmi/ Corpappoggia1ia/'11 n111.Jicellt1 dì un aeros/alò In b:tsso: Il bombardière francese Colfruh F60 co.rJruila dalla .fociété d~ avions H. & M. farman eJ trdi1t1nto ,,J at•rl!Q pJJJfeg,g,1:ri

Alla pagina a sinistra In allo: Fa/M1Jra{IO rii 1-lrtgo }1111/.:er ln bJL'-SO :t sinistra: \'(li/hur Wrigth Jn ba'-so a destra: Orville \Vngth

/1c1rU prùmJ , àtcinenie al volo

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puro , osrenrava p.rop.rietà meccaniche di insignificante l_ive.l~

lo, che solo con lu successiva formazione d i adeguate leghe potcnero <.':Sscre corrette. Nonostante la 01mai risaputa ab• bondanza, suWabbrMo degli iniziali alti prc'Lzi se ne avviò l'estrazione daj numerosi giacimenti individuati non di rndo in locruità impervie, e quando l'energia den.rico. :1gevolando-

ne la produzione. ne abbatté il costo, l'alluminio csor<ll in di, sc.rcta abbondanza suJ mercato. ncstav:1i tuttavia, da trovar• gJi u n adeguato utilizzo che ne giustificasse il prosieguo de.Ila

produzione, al di là di marginali impieghi. Delle sue pecuUarità due furono subito evidenti e, per vari aspetti; particolarmente appre-a.atc: la notevole lcggcrczza 1 dara da w, a densità di circa 2.6 kg/dm' e lu sua apparcn·

1c inossidabili1à, che lo rcndC\•ano idoneo all'esposizione agli agcmi atmosferici. Per la vcritil, t'Ome in breve fu chiaro, il In a.ho 1;1 slnistl"3: lA statuii di Ameros a piau., Picrad,1/y a Umdra In alto a dcs.1m: C11mp1one di bduxtltt

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mernllo si ossidavn vefocemc.nre, ticoprendosi di u n sortilis· simo strato di ossido 1rasparcn1c che lo passivav:,. Ed: "è per questa proprietà di resistere agli attacchi chimici che l'aUuminio viene usato nell'industria alimentar{', sia ndlc macchine per lavorare gli alimenti, che nei comenimri e nei fog li

d'imballaggio.. . Infine uno dei pregi dell'a lluminio è il suo costo rdativamcmc basso," 10 ln ogni ca.so, c<,rrcttane l'eccessiva malleabilità, che lo collocava al secondo posto dopo l'oro, il suo ambito d'impiego doveva ricercarsi, come ricordato,

nel le produzioni che richiedevano uni1amemc alla leAACl'CZ· za una resistc.oza alla corrosione. Peculiarità che si U'lu·tlvidcro \laliùi~imc ncllàmbito di una t ipologia di costruzioni meccaniche che proprio intorno al primo decennio dcJ se,. colo scorso si a ndava sviluppando: quelle aviatoiic, sia con 10 011 R, Fu;SO 11, D4llt1 pi,:t,11 al lasC'r. Ma1t•ti4!,' e ci'viltli 11t'I corso dN ucoli. Come r,lt uomini modifica,,do la 111111,ra hanno co1truitt> il loro ,,w,1do1 Romo l981. p. 101


Pochi mesi ckipo saranno gli eventi a confonna,-e l'importanza dcg)j aerei nd conflitto, e la loro causa non ebbe più bisogno di essel'e sosrenura, per cui canto i piloti che le mac. chi ne subirono un viscoso ~ lto di qµa li1à, accrescendosi, sia pure in maniera marginale. il nurncro delle componemi re· aJizzàte in alluminio a partire dai cartèr degli stessi motori.

Paradossalmente, ancora snl finire del primo decennio del secolo scorso: "l'alluminio, il metallo tipico delle costruzion.i aeron:-1.urichc, aveva solo un limicacissimo impiego, all'infuori dei carter di diversi tipi di mororL Le sue scarse doti di resi· srcnza ne rcsrring<.·vano l'impiego a qualche pannello aspor•

r.ahile. .. Fu solo la realizzazione di una lega ::tlluminio•r:unc

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mezzi più leggeri dell'aria, ~'O~tati e diiigibili., sia c..-on i più

pesami, aeroplani. Fu sopratnnto nclfa cosu·u1.ionc di questi uh imi. dapprima limitata a soli componenti meccanici, quali longheroni e ntbi e quindi aU'intera scruttura. che quel nuo·

vo metallo si guadagnò rapid.arnemc una crc-sccnrc adozione.

L:cvoluzione, tuttavia. almeno fino all'esplodere della guerra si confermò, <:omc acccn11~1to. lentissima · come si può rÌéa· varc dalla singolare decisione che prese nel 1914 l'allora capo di stato maggiore dcll'&crcito Italiano di liquidare. l'aereo e

chiudere J)CI' consegucn1.1 le refarivc scuole di pilot:,ggio affermando: «per la scarsa portara dei servizi d,e l'aviazione può rendere, è inutile dedicarvi energie di persone e denaro»''. u 11 La cirazionc è i-rnw~ ,la AA. V\r., S!i»-Ùt Jc/l'ouiaVtme. i •1ilano

19i}, voi. I, p. 33 fn aho: Dirig,bi'lc l,:ppclin in fase dicpplica-riom: del/'iuvoluno dullo

trl;c/eiro dl alluminio

ad opera della dina redesca Durener Metal \Xlerke ... che portò al duralluminio e, infine, :tll'àffermasione delle leghe leggere in campo aeronautico:" 1? Forse: ìnruc.ndos.i l'importanza che il nuovo mt.>tallo ,wrebbc acquisito in vari settori d'impic-. g,o. l'esn-a.zione dei suoi minerali, prirna fra tuni la lx-1u:-.ire, si imcnsjficò un po' dovun<ruc anche in Italia. titrovandosene facihncntc in giacimenti altamente r<.muncrativi. Si aprirono perciò numerose miniere, pil1 o meno rudimentali con im• piami di trasporto ;11,rctrn.nto rozz_iJ ma che lasciavano prefì. gurnre suet."CSSivi importanti sviluppi. ma la previsione di un massiccio impiego aeronautico dovette essere rinviata. La conclusione dcl cont1itto, con il dm.stico ridimensiona• mento dell' industria aeronautica, lo stop •Ile commos.se cd alle ricerche del scn:ore, infani, art'estò quasi del nJno b-1 richiesta deU',tlluminio, stimolando lo riccr<:a di lluovi ambiti d'impiego. per tentare disah,are la filiera de.I metaUo. E la si t10\'Ò ne, gli oggetti domestici di uso quotidfono, complice pure l'autar. chia c;he s.i andava profilando con la sua esasperala richiesta di mcralli pes,imi, primo fr• tutti il rame. Ci si rtcco1'Se :1llorn che l'alJuminio U\1 le altre com10t::raionì aveva quella di csst· re un ottimo conduttore di energia elettrica, per cui porcva sostituire il mmc non solo nella fabbricazione di ,-avi e degli a.vvol_gimemi dei m0tori e dei trasforffuuori, 11 ma :;mchc delle rx;ntolc, per lo più ancora dj rame! Comparvc.·ro così b:,ucrie eia cucina, casseruole e contenitori vari in alluminio, impieghi che già avevano soscenuro un seve.l'o collaudo con1e g8\<ene e borracce su cutri i rearri di oom.Oanimcmo. con orrimi risulrnti. Oggi quella produzione ancora co11ti nua: teglie, tegami e cas· seruolc di alluminio C05tano poco, pesano pochissimo e, con• 12 L't clta;,ionc è tr:nta <la A'i., \lv., Sttmtl dell'dvùiz.ionc, Mjhno 1973, voi. I. p. .>8 I} Smvcw, infan-i. nd 1941. il prof. Attini 1lCl ~uo n-~tlJIO s1Ji mine· m.li (\•, nom n°5) ul riguardo: "Per l'halia qucsw mincrnlc rh'C$t<: ogg.i un'in.11>0n:.lni:t p:mioolare, in qu1Jnto l':1lluminio ricawco d;1i noolri cst<:si ~facimcnci di bauxite J)<:nnette di oosrimi1"C autarchicameme il mrne... " da E.. AkTI;-.;11 l miiurrttlt.... cit., p. 3?2

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ducendo bc,,e il c:ilore, si sc,,ldano rapidamente. Unica comroindil-azio-

ne è il timore che i sali di alluminio, fom1ri:risi sponrar1cnmeme durante la cotrum dei cibi, o persino durru>tc la loro pcnmmcnl.à in redpienti cli alluminio, per nitri le lx-n OO{C 'va· schene', siano in qua.ldlC modo re·

spons.Jbili di malarric qu•li Alzheimer. sopmttuno quando il m<.'fallo è con-oso o graffiato." Al 6n,· <li ridur• re quc,.,o 1i-;chio si sono banditi dalla cottura in recipienti di alluminio i cibi molto S411ati o acidi, come a esempio il stlCC'Q di limone, la salsa <li pomock,, ro e numerosi alni ancora. Di rcceore poi è sraio imrodorro nella ;>rodu1.ic>ne di pentolame e affini l'alluminio anodizzato che, m't.-ndo la superficie a conrnno 0011 i dhi resa passivata da un sottile sm.uo di ossido. non corra in akun modo in soluzione con essi, focenclo perciò decadere le anzidette

limirazioni.

Un ulteriore impiego dell'alluminio CC.)1re rcci1)iente minimo ma sempre

per uso alimcr,rore è b rt"1izza,jone clclla miriade di tubetti, <li variabilis, -sirna forma e dimensione, desrjnati a contenere pomate. crerne, de1-1tifri~

ci, concentmti di verdura, sughi, C<-c. · taf1to per citarne solo alcuni cscm~ pi, che al pari deUa guerra celebrnno

qucse8!\no il loro centesimo :mni\'e.r·

snrio. FurQno idt'Oti nel 1913 dn un gk>"me 1ecnko tc-dcsoo, Alfons Mali, 1-1 In mcrirocfr. NEURAL DYNAMlCS RE$fu\ROI GROUI~ Dll'ARTIMENTO 0 1OFTAl.MOLOCIA E SCll!NZE VISIVE. UNIVERSIT,\ DEI. LA BRITI-

SH COLUMBJA. VANCOUVl, R. BC. CANADA. Al/11mi11io ~ mg/mtù, dì A/. V>d11u:r: dopo un s«olo di po/(•1111"<:ht, r'f 1111 lèiame plausi/Jili:) Vancom-er. Ca.n.,da

Schele1ro ùt ,1l/.11mimo di tm grand,· (lt'ri• ~ibtlr Zepprll11

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di Badcn in Gennania, che inventò pure i macchinari necessari per produrli io riro,ure numerosissime. lo quello sresso anno si tennero le prù\t in Svizzera per atccrtamc la ,•alklità, prima di

av,òarnc la produzione in massa. lliploderc dalla guerra, pa• mdossalmentc in ql1Cl>10 caso. bloccò lo s,~loppo ma non can-

cellò l'idea, che rip= vigorosa subito dopo la sua condusione, clopo che nd 1919 era comparso un nitro prodono di allumi· a.io destinato a restare ndlc nostre c-.sc: i fogli sottili e-on i quali dapprima si confc:-1.ionar()Oo le ta,dcttc di cio«olato e poi qual, siasi prodotto commesribile. L:1 ripresi, dell'impiego dell\illuminio nel settore aeronautico avvcrr~t invece sul finire degli anni '30> qu.,u1do ua forte impuJso all'adozione massiccia dcll'alluminio nella costruzione In alro e in b;1sso a :.iniur;1: VeduM di una miniera di bquxfre 11ct/.

111asskdo d(I M,ucre aperta agli inhi del '9()(J e 11ed11ra dcll'inJ/,SSO ,Jall'im<!rn<,. Alla p:.,gin:, a desm1 Jn flltn :1 :;inistr:.1: Antiche µntole III rame In 3lro 3 dcsm1: llall~ria di pc11tq/1: in ,,lluumu() ;\I <:cmro:. Un mtore di 1111 turlxN1!tcr1'1ttore tmt t1vuolgiin"nti malluminio In ba.$00: (/)fata ,Il 111/umouo /us()

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dei vclivQli fu consc:nriTQ dall'affermarsi di alcune sue nuove leghe che erano riuscite ad ino·cmcntamc in maniera not<..'VO• 1e, la ~istenza sen7.a accrescerne la densità, definite gcocri<l<lmcnte leghe leggere. Tra queste -si distinse, in JXll'tjcolare, q,aella rame-allumino, chiamata d11rallu111i11io. con superiori caratteristiche mccamichc. ln rC'alr-j, pur essendo i:J cosiddct• to·duralluminio · o anche emblematicamente ,1v1fmal~inven•

wro od 1903 e immesso in commercio nel 1909, fu ,,smo dapprima soltanto nella costruzione dei telai dei dirigibili, per cui la sua imporlàilza era tale che !a lega ,<cniva considerata un geloso Sègrcto miJitarc, e solo a partire dagli anni 30 nclla CO• struzione dhtcrei.u La sua Adozione consentì di realiì'.z::tre di n~ b,-eve apparecthi interamente metallici, fornendo oosì lo c-onfe,rma che il criterio informatore dello sfortunato Junker 1

JJ, impossibilitato ad avvalcrst'1lC> aVL"\ra fatto presagire.

n, facendoli volare. In entrambi i casi, la pottanw derivo daUa maggiore pressione che si manifosca .sulla faccia inferiore clclYa· la rispetto alla superiore, dctem1inando la for,.a ,..,rso l\iho che ne provoca I'innal1.~1m:n10. E se le ali per l'acqua sono vistosa· menie pi,, corte di quelle per l'aria. la ragione va ricercata soltanto 1:iclle due, altrettanto cospicue, differenze di densità. Di-

scorso sostanzialmente identico anche per gli elicotteri, le cui

f>l\le del ro101-e si comportano esattamente come altretc111te al~ nelle quali però h, velocità ne<.'CSSari:i per attingere l,i portan2a per Sòllevarsi da term è dma dalla !oro rotazione. Alquamo &.usa, invece, la porianza generata dalle ali battenti degli uccelli: queste, con il loro vigoroSQ mo,rjmcmo, oomprimono l'aria SOITOstante rarefacendo quella sovmsramc,

ottenendo così un'analogu spima verso l'alto, un'analoga por· tan7,1. Soluziqne acloruta dalla natura in modo quasi esclusi• \10,

Un ,notore per l'aviazione Dei tre ambiti terrestri, due · quelli dell'acqua e dell'aria, per ovvie ragioni non permenono il sostenramento passivo, a meno

di llOn risultare più !~cri delle rispettive densità. Condi,,jonc questa definita $11/eggiame11/o e di gran lunga più nota per l'ac• qua che per l'aria. Eppure una mongolfiera ad aria calda o un

pallone pieno d'idrogeno o. infine, un dirigibile ripieno d'elio, sono quest'aspetto sono l'esano equivalente aereo della barca e ddL, nave. O, a V<)lcrcsscre pignolt del sommergibile, col qua· le condividono il trovarsi all"intcmo dclla massa fluida piut· tosto che alla sua superficie e l'es.;ere trascin:1ti t-ome lui dalle correnti, abitualmente dette vcmi. J\!fa gal!clJSiare sllll'acqua o nell'aria non significa navigarvi. cioè muovcn,;i a discrc,..iooc in w,a precisa direzione, trattandosi della medesima manifc-srazione del principio di Archimede~ in enrrambi i casi, infot· ti, mrti gU even.niali spostamenti sooo cawaci esclusivamemc da quelli delle maSl'e cirrostanti. Discorso ben diverso quando iJ'Sostentamento diventa dinamico, cioè scaturisce dal formar• si di una for7.a verso diretta verso l'alto. propriamente ck.~nita pnrt,mzt1, che consente :·ld un mezzo pii'1 pesante de:I Auido di resrore sulla sua superficie o, oomun<1ue, non alla sua base. Per le imbarcazioni è il caso degli aliscafi, le cui tozze ali immerse, da una certa vclQCità in poi, forniscono un'adeguata portanza

che superato il peso dell'intera imbarcazione, la sollem sull'acqua. A questo punto tem1in• il g,,llesl!iamento dello scafo e si avvia il ,olo, sia pure quasi mdentc la cim,, dcl!c onde. C-.oo,porramcmo idcndco anche negU aerei le cui ali, da una certa ,~locità in poi, dcccrminano una portanza che li solleva da tcr--

ma troppo delicata e complicata per essere imitata, seb-

bene foriera di prcsra:doni assolut,uneme J)l'(.'Clusc all'ala fiss:~ C<)me il decollo o l'atterraggio da fo,mo o. magari, da o su un piccolo appiglio, La ragione ultima va attribuita ai mo~ori muscolari capaci di trazioni e contrazioni, ma non di rorazic,nL

Quale cbe sia il sistema di sos,encamcnco impiegato. affindlé poss:1 manifest{t1'Si è necessario far raggiungere al mezzo lllla discreta velocità dt<:, v<...-ncndo meno l'attrito terrestre, può Ot· tenersi .soltanto per reazione. Sotto questo profilo lelica o il rn12.o non si com~>0rtano allo stcsoo rnoclo. Per cui è lecito concludere che il volo propriamente detto, e non il scmplke galleggiamento o la leggera librro:ione, è persino di pi,, ddb1 n;wi. gazionc marittima dipendente da LUl motore, in quanto prima ancora di potersi dirigere ncll'ilria, occorre potervi restare c. ad eccezione dei me,,.7J più leggeri, nini ben poco dirigibili. l'unico mode, è svilupp,u-e suo tl'a.rnite un'adcgunrn porrno;,,a, Motore nd senso più 3nlpio dcl1a parola, e non ncccssar·ia~ mente macchina rotante: del resto si chiama motore, sia pure impropriamemc, anche il r:..12201 che non g ira affatto! Dunque moLOre e nnvigaz:ionc aerea. piunosto che mcto volo, sono imimamcntc conncssi ed intcrdipcnd<..11ti nm a<m t-crto cronologicamente contcmporanci, tant'é che se il solleva memo daUa su, per6cie terrestre di un mezzo più pesante de1l'a1ia. per quanto

delineato, può farsi ri.salire al IlJ secolo a.C .. pel' la navigazione aerea bisogna attendere gli inizi del secolo scorso. li che oon, sente di stabilire ddk fasi fondamentali, una sorta di scaletta non semplicemente cronologica, in base alla tipologia dci mo~ tori adottati r>er i diversi tipi di volo e di velivoli, a partire dai rnuscofo.ri, e naturali o primari.

I .5' Cfr. J, l)\'ClC.1 rr. Alwmtlu,111 De11'1.,; a11d Cons1ruclì(m . Roude<lge.

Alfa p;igiila a destm In r.1ho: Utt '1quila in fase di auerrags,/o ço,: lt• $Ue gr41,di 11/l rpfrgnte

1999

ln ba.$00: MoJdlo della ma<chma di Leonardo per 11 voi.o libn1t0

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I tcnmrivi compiuti nell:1 seconda metà del XIX secolo per fornire un :1dcguaco propulsore ai dirigibile oonccmplawno dapprima la macchina a vapore. poi il motore elemico: il primo fu adottato dall'ingegner Hcnri Gifard, 1825,1882, in Francia. che rt.':lli,,-,ando un pallone allungato, di fonn!I vagamente lenticolare, sospeso in una apposita navicella. Fu l'<:sordio del dirigibile. Pochi dcccn· ni dopo, per l'esattezza nel l883 fu la \<lita del morore clertrico a spingere un altro dirigibile, non meno assur· do dcl prcct-dtntc. implicando una serie di pes-anti$simc batterie di scar-..

sa ouronomia. E solranro nell'ulti mo scorcio del secolo. per l'csmcezza nel 1898, finalmente il motore a combu, sticue interna debunò ncWaria.


VIdca che un gas comprc:s.so poressc cotnpierc un lavoro cspan• dcndoo 6no alle condizioni normali, cioè oomportllr.si da momn; la ebbe per primo uesibio. O, più wrosimilmeme, fu il primo di e,ù truViamo risoomro am:ndibile nelle fomi scritte circa wia su.1 balista ad aria compre;s..t Pcr trovare un secondo motore di ana· k>'~ concezione si cl·vc ancndcrc oltre un miJk:nnio,. ovvero lav.. ,,:,nro della artiglieria. La bombarda pdma e il cannone po~ infut. ù, altro ron furono che 11l0f0ti • oombustione imci·,i;, alimentati a pol,,cre pirica: al poeto clcllo stantuffo la JJ<llla, la c"Ui corsa non CCSS3¼1 nel

punto morto inferiore ma all'impatto c-ol bcrs.,glio!

Quamo maggiore ne fosse stata la poren1.a tanto maggiore ne sarebbe stata J'ulilirà, se co.~ì si può dire L:incrcmemo de1 ~ -

libro, pe,· inciso a lungo inteso <:omc peso e non c'Ome diainetrO ddla palla iniziò subito. C..on altrettanta rapidità. tuttavia} :ii rons.tatò presto che li:1 corsa al gigantismo creava inrormontabili problemi sia cli =rruzione che di urili,.zo delle bocche da fuo. 1

In alto: li dmg_/btte" t1t1pott~Ji H<·11ri Cif/ttrd m 11m1 st11mpa coroa

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Ji lC.) kl DCLI.o\ l"l ll'tal\ llt

co: pili sensato, pertanto, disporne dl un numero maggiore con

cnden,.a di tiro superiore. Proprio quest'ultimo dctrnglio inrenti,rò la costruzione cli pezzi C()n diverse canne affiancate, detti oppumo orgri11i. in li1\Cl1 singola o multipla ,·omore: e se nel primo si ravvisa il progenitore del motore tcnniro con i cilindci in line-,, in quello rotante la premessa dd motore oon i cilindri aV, nella fortispcdc divergenti di 120°. Al di là dell'ovvio impiego bellico i fisici. :1 partil'e d:,gli albori dcU'età moderna, ravvisarono agevolmente Jc potenziali· tà motrici del cannone. Huygcns,'0 1629-1695, già celebre per i suoi smdi sull' onica, immaginò, ad esempio, intorno al 1.680

la costrwdol'1e di un 1nocorc altern:nivo ali.rnennno ~ polvere pirica: un vero motore a sc'Oppio nel senso lcucralc della dcfi. nizione! f-adJc immaginare a quali rischi lo avt't'bbc esposto la carbumzionc, per non parlare dd serbatoio pieno! Nessuna

meraviglio che il suo assisrcnte Dennis Papin l647-l712, pur 16 Cfr. C. HovG1'il\'S, /..a mac,·hina a polvCNJ da spam. e-frazione umM d:1 F. Ku .MM. Sumo dt'llfl tecn,ta, Milano l959


condividendo l'idea, J>C'C <..·vftare al maestro un sicuro posto ne.I martirologio deJla scienza, ripic.gò sul vapore per spostare.

fortui1a reminiscenza riaasdrncntalc, sul finire del XIX secolo, si rcaliz1.ò <·hc in un momrc a combustione interna i cilin,

uno stantuffo. Fu queUa la prcm<:11s• della macchina a vapore, cioè del niotore a coinbu:;1ione t-srerna che in maniera sia pur

dri, ola-e che affiancati in linea lungo un albero, si pot<:\'llno disporre nnche radiolmemc intorno ad un albero. In pratica t-omc le bocche da fuoco disegnate da Valrurio: sotto l'aspcuo meramente dinamico 1a maggiore differenza fra qucst'ultimc cd i motori con i cilindri disposri come i raggi di una ruota. definiti in bl'C\'C radiali o impropriamente a stella, era ncll'<:11· sere il senso dd moto irnpr<:sso alle palle tentrifugo e centri• peto, invee<\ quello impresso agli stantuffi, chiamati onnai abitu almente piftoni. Quale che ne sia stato lo stimolo i.nvcn,

1

rudimentale lo stesso scienziato aggregò nel 1690, contribucn• do perciò a rinviare a tempo indeterminato J~laboraz.ionc di un mmore a combustione interna. Fu sofo grazie ad un vero

atto di fede. e non a caso• compierlo fu un rclil',ioso. che alla lìnc la dccrca ebbe un esito posiri,.,. Ncl 1854 il matcmatko p,1drc Barsanti e il fisico Mattcucci costruirono e brevettarono i1 primo vero mmore a combustione intcma, di insignificante potenza. Negli anni seguenti, proprio come gi~ accaduto con le artiglierie, fu dapprima perseguito aumentando l'aksaggio dei pocbi cilindri, poi moltiplicandone il numc,-o, af6ancan· doli su un1unica linea come in un organo o su due divarica• te 11 V. Mag:.iri del umo inconsapevolmcnre, magari ~r una fn alto: U,, ronuh11t1 foto J.el gr:11tdt> IJ<'"iccllo per 1'1 mo11oura di ree,,

cupero del ,ltn~ìb,1,· di Henri Ci/fard

tivo, dAI pumo di vista meccanico i motori n stcUa potevano funzionare in due modi nettamente diversi; tenendo fissa la

stdla dci cilindri, il moto olternativo dd pistoni avrebbe fai. to ruotan: l'a lbero moton::; per contro, tenendo fisso folbero motore, gli stessi pismni avrebbero finito per ruotare insieme

alfa >'tclla dei cilindri. I primi si dc[inin>no motori radiali fissi, i secondi rorativi in apparenta del tutto simili fra loro, ma in c.ffctri talmente diversi eia restringere il campo d'impiego elci 1

1,c1rU prùmJ , àtcinenie al volo

S3


rotativo alla sola aviazjone. -In ogni ~':ISO entl'llmbe

le tipologie si dimostrarono subito ideali f>Cr la nascente aeronautica. Il loro ingombro e peso risultavano notevolmente mi, nori dei pari cilindrata in linea; per l'Onscgucnza, notevo1rneme minore iI rapporto 1x.,;,o/potenza; de,nenrnrc cd affidabile il raffrcdclamcmo ad aria che essendo mtti i cilindri espo~ sti direttamente c<.I in egunle m.isur3 uU'aria. sp<:cialmcntc nei rot-ativi

avveniva persino con rac.rco al suo.. lo; brc_•vissimo l'albero che, esente

da dannose torsioni, conferiva alla macchina una grJodc robuscc:r.za. A quel ptmto la nascente avfozione aveva trovato il suo giusto motore per decollare concr<.~ame,ire.

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9 Ci llndrl - 1"200Gl r l/f-19-14 Costruiti in Italia do :SIGMEReCH IRIB IRr-Torìno

La gestazione del rnotore II reazione Caereo, quale che fosse il molOre che azionava l'elic:t, funzionava per la reazione che la stessa p roduceva suU'aria, per c ui non occorse molto tempo per in iziare a ragÌo• nare in lCrmini di propulsione direttame nte a reazione. [n

altri rermini il motore, se ,mcora aveva un senso clargli rnlc definizione, avrebbe dovuto fornire direttamente la spin. ta per reazione dei gas fatti violcnrcmcnre espandere al suo interno dal calore e q uin d i espulsi ad alta velocità da u n apposito ugello di scarko. li ragion.amento, semplice conceuuaJ.memc e sosrnn.zfo.lmentc noco oci suoi effetti persino prima del motore a scoppio • come ebbe -a d imostrare Erone, I scc. con varie esperienze sulla forza d inamica del vapore, tuttavia, per trasformarsi in realtà concre rn ed uti.

lizzabilc, implicova la soluzione di un gran numero di problemi. Conscio, per le mol1cplici cspcri<:nzc e indagini sulla potenza d inamica del vapore, ne vag iiò l'uso come fluido moto re. In dettaglio osservò che, ponendo su di una fia m•

m a un recipiente metaJlico. parzialrncnrc pieno d'acqua cd

crmericameme chiuso ad ccccz·ione di un minuscolo foro, dopo br<:vc tempo un sibilo annundava la fuoriusdto dcl vapor,·. Collocando d inanzi al getto rovente una piccola ruota a pale questa g irava vorticosamente, fi no aWcsauri, memo deH 'acqu'(l. Erone non 1>oreva ne ppure loman::tmen· te immaginare che macchine, fonzio n.anti secondo l'identico principio ma di mostruosa potenza. pill noce come turboalternatori. si sarebbero fune carico di sostenere tu t• ta la

fatica fisica delle fumrc metropoli!

In :tho: Plammetno e sn.1Qne. del motore radiale rotaflt!Q Lu R.hrn1t•

o 9dlùuln'

Alla pagina a sini1tra Jn alco a sinistra: Modt'llo J, I motore a 1,·opio di JJarsanti t' Mt1llt•11ed ln alro a destra: 1'avoln di Roberto Vn/Junò, 1405-147J. traila dai nm De n• 11111ih1ri ré'lativd ad un t:ùm1011c a co,111,: 1J1ultipl,t Jùposte radùd111n1h• Jn b.(l.Sso: Afoton aeronaulko della BM\fl o crli11dn' t'n li11t'.:1

/1c1rU prùmJ , àtcinenie al volo

S5


Non conrcmo di quella prima significativa dimostrazio,

ne <lclla potcn,.a dinamica del vapore, ne ideò una seconda, per l'epoca :rncor:1 più stupcfacemc. Lo stimolo !\li<:lo fornì la constatazione che qu('lla sorta di caldaia, durante J'c mls· sionc del vapore, si spostavèl fcggermeme nella dir.czione opposta. ln assoluto il fenon'len.o non appat'iv:-l inedito, CO· stiiuendo una frcquenre espe,·ienza il moto di un orcc g:<1lcggiamc. quando si sgonfiava su di uno specch io d ~acqua. Pertanto. vagliate le ana.logic cost ruì una sfcrn cava di bron· zo, munendola di un asse e d i quanro ugeUi angolati sul re.

larivo equatore. Riempirsla parzialmenre d'acqua e collocato l'asse so1>r• due forcelle. pose il singolare congegn.o su di un braciere. Ln breve il vapore iniziò ad uscire violcmcmcn• te dagli ugelli, che per la loro angolazione gcneravàno una coppia di reazione sul f'L"'Cipiente-caldaia facendolq ruornre.

Erone forse ne intuì la spiegazione, forse ne imm~gioò pm·c l'importanza, ma non ne poté in akun modo pronosticar<:: le applicazioni, limitandosi a battezzare quel cu riQso gio Jn r.1ho: Modt-mo gruppo t:f(•lfrogem> ctJ11 tttrbo41ti!1'1UJtore ln ba.$00: Riros1rm.lo111· mMealc: dtll,: <':Olipila ,i, Eront..

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«molo eolopilia, palla a vento. Del resto, la spinta prodona per reazione dalla violenta fuoriusci ta del vapore, che an·

1icipò di secoli quella che verrà generarn dalla combustio• ne della polvere piricn nei raizi, pe1· l'eccessivn velocità in entrambi i casi non poteva essere sfrunaca concrcrarnente per fur decollare un aereo. Considerandosi giusto il criterio informatore ma inadeguati sia il vapore che Ja polvere pi• ricn, si optò nllora per i propulsori a tcazione alimentari a cal'burame liquido, in maniera <lircrra o in m,an_iero rnisrn, detti pure ad aria ci1lda 0 1 pill precisamente a getto, o m, che tcrmopropu1sori. l n es~i i] comburente~invece di csscrc trasportato insieme nl combusrihilc dal propulsore, ,icniva p1·eleva10 dalraria, circostante, come in un motore rradizio. na!e. Fr:1 i diversi tipi di tali p,·opulsori, vanno ricordati: i; a, Un propulsore a reazione diretta, funzionante mcdiamc un processo ae.reodinarnico e. remu.xlin.arnico, in cui il 4

torc in r<..-altà non pc.1ò a.ncora tonsidemrsi un l'C~Utùre . nel vero senso clclla parola: .l'aereo cbc lo adotterà e che ,<olcrà il 30 apri· le 1940, pur avendo rune le fa11czzc di un jet, in real1à è ancora un ac,-co ad elica! All'inrerno del rnbo sra\'a "!loggiato, infatti. un motore altcniari,<o per far gir,irc un compressore clicoid11le che immetteva l'aria compressa neUa camera di combustione dove degli lnicnori immettevano a loro volrn bcnzfoa e nafta,

fanc accendere dalle cande.le, producendo così il getto di gas incandcsccmc dall'ugello posteriore. t.:aria, a ben vedere, è già 3t'(;ck:mta dal!' elim tbe può considerarsi un'elica intubata, la cui spima è integrata e amplificata dal gas di scarico, U motore altcm:ttivo svolge, perciò, un ntQlodercm1inancc con la sua po· renia. al pumo da far definire Pinsierllc anche motoreat/toh!. 1.s Ncuarnemc diversa la via :ti rctinorc seguita dai t·cde~<:hi e

tX>mburemc era prelevam d,Jl'om1osforo l(rozie alla velocità del mezzo e oomprt'S$O trami1e opportune prese dinamiche :.m tcriori, a tubo Vc-ntwi ·Pertanto il riscalda~ memo necessario per l'incrcmcmo di volume si oneneva in una a<k"1uata camera di cornbuStione. in cui s'i.niet· tava be,w.ina o nafta. l gns prodotti dall:1 lor<> combustione di volume ed energia cinetica di gran lung:t supe-

dagli inglesi, sebbene del rutto scparmamcntc t-d autonoma, mente. I rispertivi motori. che solo concettualmenrc non sono dissimili dall'it:tliaoo. azionaJ10 il loro oompressorc rromite una 11.ubinti a gAs, t 9con potenze incomparnbilmente maggiori. Va osservato che>mentre i tedeschi prcfcrisrono adottare dei compressori assiali, gli inglesi optano per dei centrifughi. Al debutto bellico, che av\'errii nella seconda fase della guc,·· ra. le due produzioni sostanzialmente sono equivalenti ma. ben p,~-sto, per le maggiori disponibilit!, di metalli ad altissi-

riori all'iniziali, venivano scaricu:i all'csrcmo tramite un

ma resiste.nza quclfinglcsc surclasserà la tedesca.

ugello, irnprimcndo così la spinta di rcaztone. b. Un propulsore a reazione mista, unn $Ort:-1 i sintesi fr,.,t la propulsione indiretta del motore-elica e quella direi· rn del getto d'aria rovente. ln esso l'aria era prdcvara daWatmos-fc.ra corne nel caso precedente, ma compressa

Dal J}unto di vista strettamente tecnioo, iJ compressore as. siale è cos, in1itQ da una serie di rtK)re a palette, del tipo del~ le giranti eoliche a rosa, quello centrifugo invece è a sua vol-

mcdiamc un compressore elicoidale mosso da un amo·

dimos1r<.·rà presto meno effiCRce della prima, $ia dal punro d i vista acro:><lina1nil·o, offrendo una rcsisren7. .1 molto maggiore, sia eia quello dell'ingombro richiedendo uno ,pazio mag· giorcJ spede quando le palette erano col.locate su entrambe le facce di un disco, soluzione adotrnta ini1ialmeme dalla Rollr Royce, ed in segl1i10 abban<lonaru. Nel fr,incmpo il comp"-'S· sore assiafo migliorerà conti.nuamallC le sue prestazioni au·

nomo ,11otore :i benzina. li riscaldamento dell\,ria compressa si otteneva sfrutt;.mclo sia il calore dei gas di scari· co dello scappamemo del motore a benzina, che del suo circuito di raffreddamento. c. Un propulsore a reazione misra, come il i>re<edcnte. con la diffcrcni.a che ad aiionarc il compressore prov· vedeva un curho-gcncratore a vapore a caldaia rotan· re a ddo chiuso. oppure in alternativa da una nu:hina azionar~ d:ii gas di scarico della ca1nem di combustio-

ne prima di essere espulsi dall'ugello. Quale che fosse la tipologia, nessuno dei propulsori brevemente accennrui era in grado di far ml.10\-cre il mezzo avendo bisogno per fu nzionare di una sua d i·scrcta velocir,à. La soluzio-

ne del problema si deve agli studi dell'ingegner Secondo C.,m. pini, J904,19SO, culminati in un brevetto del 1932. Usuo mo·

ta costituito da una girante con palette cicche e chlusc in un apposito guscio. Questa seconda tipologfa di compressQri s.i

mcntanclo ad esempio il numero dclJc ruote, alle quaU cor,. risponderanno alrre1tanti srndi di compressione progreS5iva.

G li Stari Uni1i 1 almeno in fose iniziale. non cntrnno nella gara per il motore a getto. Sono interessali, invetc. a pcrfo.. zlonarc ulteriormente gli aerei che fabbricano in grandi se.. rie, sempre però di tipo trndizionali. E.' in sostanza un'op· zione indu.srriale cd. cconorniC".t piuttosto che una scdrn

18 Cfr. J. Go1.u:.\', Cem.·11 dr/ }t'I: Frank \llhiule e: l'ìruR'flllb,,e J,·I ),:1 F.11gl11e, Crowood Prcss 1997

17 Da E. llie<:.i. /1 St..,_rtto tlelld propulsione> a reazione. Mibno 194.5. pp. JH, 159

l9 Cfr.J. Kauu~aRoo.:. Motori ,1e·m,1tmtid e 1J1tbùte a 1.111. z~edizfo. ne, Cambrid~~ 1992

/1c1rU prùmJ , àtcinenie al volo

Si


A dnism,

t\ deslrn

In a.ho: Girtltt/t.' dl 1m t.'Ompmsore ceniri/ugo In baS:lìO; Rotore ,I, un <0mprts1ort: 111SJdlc: Jeuag,lio

In r.1ho: Fownira/Jo dtll'it1t,t1gntr Henri Coauda ln ba.$00: Un'a/,ra m1111dgt11<~ ,lt·I roto" d, 1111 romprtssorc aJsinlt~

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Ji lC.) kl DCLI.o\ l"l ll'tal\ llt


tcrnka e quando vorranno rimonHtre i.I tel'npo perduto 1o faranno utilizzando i motori britaonici, sui loro prinù pro· rodpi di aviogetti Situazione in sostanza analoga per i Sovietici che, quando ioizicJ.'anno le prove per tali appnl·e«hi, lo faranno con prototipi e motori tedeschi di preda bellica. ovviamente nel dopogm.'.rra.

Aereo a reazione coanda 1910 Agli inizi ciel SCCQ(o scorso l' ingeiznere Hcnri Coanda. 1886·1972. di naz-ion~litfl rumcn:1, ipmizzò la costruzione di un aereo cui ht spinta propulsiva non fosse onenura mediante la 1:otazio11c. di un'elica, ma ptr reazione alla fuo. riuscita ad aft.a velocità di un getto di gas combusti. Il mo• rorc avrebbe dovuto essere in sosrnnza simile ad un t:.-1zzo. con una camero di combusrione nella qu:1fe veniva. imrnes· sa aria aspirata dall'esterno e com1)rtssa tra1nitc un com· pressore azionato d,1 un motore tradizionale a combustione interna ed un idrocarburo~benzina o nafta. Lu miscela che se ne otteneva veniva inc:endiata mediante una apposi· ta candela e dctcr1ninava in rn:1 modo la fo1·n1azione di un

i,,

rilevante volume di g;,s combusti che si sca.rk3va all'esterno della camera attraverso un apposito ugello, che ne ac· ccntuava la vdocirà, provocando cosl un,1 forte spinta di re-azione. 0,1, 1i:lrneme termopropufso1·i deJ genere: "non potevano for pal'lirc od iniziare l'avaoz:lmemo del mC'LZO propulso, avendo necessita (per l'avviamento e per acquistare la velocità di regime) di una forte spinta, che doveva essere c1·ogara da un nitro mez-zo ausilfario.'' 20 La soluzioi,t adotrara da Coanda, e ehc poi in sostanza si ritrova nel moto-tcnnopropulsorea reazione mista dell' inge, gnerc Campini, comprcn ck'\-a un compressore che., inizi..Ù• meme con l'aereo ancora fermo, forniva l1;1ria alla pre.~ione ,,cccssarìn p,cr mcivarc la eoinbustionc. Qucsra eta. la pr-ind· p:tlc diffo.rcn1.•a cùn i velivoli :'I r~azionc succcssi\1i nd qu:1li la compressione, anche in fase d'avvio, sarà fornita da un appo· sito compressore assiale, a·zionam da una mrbina posta sul 20 Da l::. R1c:c1.1/ sep_reu1 della pf'OpufstfJ1ti! a re.ttl.l<illt, Milano 1945, p. 148

Jn basso: Disc.'gfn' Jell'atroo II rt•11zio11(· J; He,m UXJ,,da

réscrvol r d'essencc

radiateur d'cau

entrée à section variable ~ris)

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/1c1rU prùmJ ,

àtcinenie al volo

S9


rncofo apcrro pott.•va ospit::1re un unico pilorn ed era colloo1to

subito dictw il grosso propulsore, posto a pnia della fusoliera. llil punto di visca afare si ttartava di un biplano-se.qui· plana, con l'ala superiore molto più g rande dcll'infcriorc alla qua,le era <.'Ollegarn da robusri rnomanti: quanto agli impen· naggi, in coda alla fusoliera. oscenravano una configurazione

cruciforme simile a quello delle frecce, preceduto al di sono della fusoliera stessa da un unico grande piano di coda. con funzione di equilibratore. li bordo di atrncco delle ali coinci• deva con l'esrrc.mità posteriore de.Ila grande protezione tron·

co-conica ciel propulsore, e il tutto era sostenuco da un car-

suo stesso asse, collocata dietro la camera di tombustione e posta in rotazione da una frazione dei gas di scarico. Co• snda prescnrò quel suo ;icroplano ribam:zzato Coa11dn 1910, alla comunità scicnrific,, io occ,,sione ciel Secondo Salone lnr-crna:cionalc dell'Aeronautica di Pàrigi nell'ottobre del 1910. L'aereo, che solo a prima vista sembrava simile ai coevi, presentava aJquame soluzioni a\lan1.atc: la sua fusoliera era compleramente dli-usa costn,ljrn con fogli di compensato, :lS-

scmblari secondo onn sc,ione triangolare an·otondata. J.:abi-

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rdlo realizzato con due piccole ruote congiunte a un pattino 1 ccntmlc destinato ad impedire i.I ribalramcnto durante l at· tcrraggio, mentre il ruotino di coda era sosrituito da un se-condo pattino. li propulsore, che :ilcuni decenni dop,., verrà dclìnito motoreattore per (Llstingucrlo <lai reattori propria· mente dctd, includeva, come accennato, un motore a 4 ciJindri in Unca accoppiato a un compressore ccnuìfugo, ambe· due alloggiati nel tronco di cono prodiero, la cui prestazio ne si aggirava sui 4000 giri. lo alto: Una rarissima foto ,lt•ll',u•rev di 1-ltnri Cca11Ja ti, fi1sc aua,,. W/(I di (OStrutlOlf<l lo b:tS:so: Cltw1<·1111111c«"11td ciel 1110111,e ,t, Henri Coa,,da ,\Ila pagjna a sinistrn: Rxostruuom· Jell'a~roo o rea11Q11e. d, CodJttld


. , Ă tunen . ,e al volo /1c1rU prn11a

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Durante una d imostrazione pubblica a l I'acropono d i ls• sy-lès-1\tfoulù1t:,111x. p resso PMigi, che si tenne pochi g ior-

Razzi aria-aria

ni dopo, IAprov,1 di accensione del motore provocò un:i p rematura.partenza dcli' apparecchio. li suo inventore-pi-

Nel corso degli sconlri aerei della Prima guerra mondiale t"o-mparvc un'arma di an1khissima genesi, il ra1.zo, ma in

lotai preso alla sprovvista, non seppe padroneggiare la si• mazi.one e al tCl'ff1ine di un volo di un centinaio di metri. la fuso lie ra di sonilc compens:-u o fini avvolrn dalle fianune provocate d"i gru; di scarko del motore. Coand:t si salvò fortunosa mente ma l'a<:rco 1.1ndò completarne.mc distrutto e sarebbero occorsi rrcnrta nni prima che la propulsione a reazione trovasse c:oncrcra applicazione in campo militare e poi civilc. Lepisodio, 1unavia, non trova univers~Je accettazione, sopratt utto da parte b ritannica, per la q uale qud prototipo del Coanda i.n realtà non volo mai.

un inedito ,ùlestimcnto, ovvero per r impicgo aereo. da impiegarsi iu panicolare per abbattere i draket,, gli aerostati frenar.i usati per la difesa <.:onrraerea. Si trattava in defìnitivn cli un ra,-.zo ~tria-aria. e daJ mo1ncnto che op<:.rava contro un pallone riempito di idrogeno pote,,,. eS$Crc anche abbastan·

In alto: U11 Dral.:e11 AUa pa~inà aOOlrn: UnNit''llp<>rt-, I~ 1m11a1()ron rot:rl11ru1,aY1,(l I..« Pneur

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za piccolo, t.--sscndo ncc<--ssario soltanto che. furassc l' involu~ ero provvedendo i suoi gas incandescenti a far incendiare il gas. La i:randezza e la inlìam111abilitii del bci,;aglio n,•rcbbcro

compensato fa infima precisione dei razzi e la loro modesta capadtà distruniva, limiti chi! nella scl-onda metà <lcU'Ono· cento avev.ano determinato il loro abbandono in ambito mili-

tare. Fu perciò ripreso dopo il diffondersi della guerra '"'""' per quel p;irtkolarissimo S<'Opo. dopo che il tcneine fmnce-


se Yv<;s Le Prieu, 1885-1963," ne inventò un tipo <la is!Jlllarc sugli apparecchi per far incendiare i palloni frenati, gli aerostati cd i d irigibili nemici, mtci di nmevoli dimen.-;i-0ni e di esttem::i in6ninmabilicà. I razzi Le p,.fe111· gl'azic alfa loi·o ri· spondenza vennero adouari dalle forze oerce &,incesi, dalle britanniche cd anche dalle italiane, come conforma l'azione condona dal sergente Guido Nardini che il 22 giugno 1917 attacc.'Ò un drdken uustri:100 con quei ra1.zi abb-Astan1.3 noti per essere di improba punteria contro un preciso bersaglio. Quanto ai razzi è imt:n..."Ssance [racciamc un bre..,c sintesi della loro vicenda storica, pc.r la rilevanza che avranno dal dopo guerra in poi in ogni settore civile e militare. Tito Livio, riC\~ndo uno scandaloso rito orgiasrico av\'C·

mno a Rom.i nel 186 a.C, si sofferma a dcsc,i,,cre un icnomeno chimico che, in base alle.- nozioni vìgcnti, non sarebbe dovu· to accadere. Utsscn;,.a di srupore ncllc sue parole, mttavia, ne lascia pl'\.'SU1'nere una v:lsrn notorietà e quindi una ricorrente adozione. La comice in cui si colloca fu un l)r;wc reato contro la moralità, nclla fattispecie di quella rigidissima dei rappor· ti coniugali, lesi dai misteri bacchici. Si $il che già nel 331 a.e . \'ennero condannate :1 mor<e ben 160 donne per l'\.'ati del ge. 21 Co:\L\IAN'l)A~'T Le t)a1r.Uij, Premier dt• Plougie. Éditions Frun· ce·[·~npire, Paris:. 1956: ed :i.ncor:, N. HANNA. The Art o/ Dlving;An AJvc,11,m• in lhc Undèru:ater \Vor/J, L>·on Press. 2007

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rierc, ma si trattò di uno sparuto dn,ppello rispcrm alle oltre 2000, inquisite nel maxiproccsso elci 186 a.e. per il mcclcsimo crirnine e condannate daJk> stesso Senam, sia pure a pene di

f\ran lunga più lievi! A farsene promotore fu Marco Porzio UI· rone. che fece promulgare il Se11a1oco11sul1um de &u:a111alib11s, col quale fu ingiunta la rostanijale soppressione dcl culto. la distruzione dei relativi tcmpJi. la confisca dei beni della sena.

nonché l'arresto elci capi e la persecuzione degl.i adepti. La scabrosità della materia e la rilevanza sociale di molte delle rrultrorlc couwoltc, imposero alle fonti un'insolita discrezione sui dettagli. Df ceno il culm, almeno all 'inizio, si celcbr-Ava solo fra donne, u n::i sorta d i antesignano ritu.tlc fc nnninisra. con un esplicito sovvertirnento dei valori etici tradizion:tli, inibizioni ;m<:ora vigenti ;lll'epoC'I 1na rimosse dalle copiose libagioni. Senza entrare ulteriormente nel· la \licenda, che in quanto tale esula dalhi nostra indagine,

in quella !omana esratc romana unn legione di Erinni piut· tosto che di Menadi, composta di rn11dri, figlie e serve, 11-a loro anche tanti uomini, tutte in profondo stato di cbbrcz·

za, sciamò nel cuore della none dall 'Avemino alla rÌ\<a del Tevere. Livio [XXXIX. 12}, al riguardo é inequivocabile:" le mntronc in vesti di baccanti, con i capelli s<."Otl,·ohi e munite di torce ardenti, éOITOno ,·crso il Tevere, do"c immerse nell'acqua le torce, che contene.vano zolfo vivo e calce, Je ri, tra~ no ancora accese".

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Per Plùùo le, zolfo vive, em quello mai fuso; la calce senza dubbio viva, era ossido di calcio> dal la violenta rcazio-, ne esotermica di spegn imento. Dettagli che non spiegano però iI fe-norncno descrìuo: per avvenire la combusrion.e sotùicqua oltre a un combusribilc é necessario un comburente, l'ossigeno, e l' idratazione dcJl'ossido di calcio non ne fornisce affatto! A Livio la questione non importava e,

meno ancorn l~tsana oomposizionc delle torce: la sua spicg~ziooc dn cronisrn rnirava solramo !\ negare la natura mi1

racolosa del portento. Per noi, invece, resta assodata la disponibilità, agli inizi del secondo secolo a.C., di miscugli chimici solidi capaci di bruciare immersi. Se alla peculiarità si fosse associato un rallcnramenro del l'emissione clei gas

combusti, si sarebbe ottenuto una discreta sJ>inta, comportan dosi la semplice torcia t.fa en doreattore! Conccuo non del mrro ignoH>. poich é ~pesso si sa.rà osscrvmo una car..

cassa rigonfin e !(a.l leggiantc sull'acqua iniziare o correre, quando forata da una freccia, pc,· la fuori,isciia dcll 'tiria. Dc.Ile torce inestinguibili. non troviamo più uJtcriori men· zioni: di certo non svanirono ma, come le invasate matro· ne, t0marono nel quiescente anonimato. L1bile traccia della loro sopravvivenza è fo1-se la cosiddem1 candela ,01111ma noro 1

gioco pirottcnko e, non a caso, ad antesignani giochi piro· tecn ici in ch iusura di spettacoli circcnsit sembrano riferirsi

alcuni str-ani versi di Claudio Claucli•no, 370-405, che recitano: ,; i jurH;.bi voltm11: d,e per loro 11atura 11011 pOSS()JJO/ermars1: 1'icuri e senza (Jrrecarè a/1.·1111 dmmo partono ,!alle pad/lèh,, tor· d "'.21· Sensato identificare in fuochi vo!anli ra,.zi pirotecnici lanciati da alte strutture lignee, simili al llri11dell-01>e che dal XV secolo é farro esplodere dinanzi• S. Maria del Fio1'C, con ,nonarcni, girandole e lanci di earto,'ti da 1,o/are rudimcn tali razzi a polvere pirica a scopo ludico. Con il VIl secolo e la tcrrificamc comparsa del fuoco greco si ha la ragionC\"O• le cer1eiJ.a, per 1,, p,·escn"-" tra le componenti di 2olfo, calce viva, 1>0lvere di carbone e salnirro, dell'embrionale esistenia 1

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della polvere pirica. Miscuglio che costipato in un a canna1

se ace<'5Q l'avrebbe fotta volare con l' inconfondibile stridio. Per molti storici, i Cinesi furono i primi a costruire cali ordigni cd a servirsene nei combanimemi. srnbilizzandone

il volo con una lunga bacchetta posteriore. Il che non esclude l'autonoma invenzione anche in Occidente: di raizi, del resto, a partire d3l XITI secolo se ne 1rov:c1 menzione negli :scrini d'a1ami alchimisti. Di essi i1 pilt noto, frate Ruggero

B,1cone, 1214-1292, saiw:va nel 1249: "esservi miracoli che

tuoni e larnpi in aria molto più orribili di quelli operati dalla naturo, giacché utH1 piccola quan1irà acconciamcnrc pre~

par:11a e del volume di un pollice n ,moreggia e lampeggia in modo straordinario".1 ) Ed affermava che p-er: "provocare: un mono e dei lampi quando vorreste, non avreste che da

prendere dello zolfo, ciel nitro e del càrbone, i quali separatamente non hanno akun cffono, m:l mcscokui insieme e chiusi in qualcosa di cavo e occluso fanno rumore più dd mono"..u: NcUa ricetta per non rivelare l' impiego del ca.rho, ne lo celò con un anagrsmms: Sed tonem sal,s pNme [salnitro] 1.Ufl voPc', VIR CAN UTR.11rr I= caruonu pull/eri !rito; (>Olvcrc di carbone tritato] s11lph11ri, [polvere <li zolfo], et sic/acies lomìrum (così si produce i I tuono].

Precauzione ormai inurjJe, non essendo pil1 la polvere nerastta un segreto per nessuno, facendosene rnorrareui e tt".\C· C'hi, in cartocci di pergaincna ripiegati più volte. La vera no-

pur sono effetti naturali, pcrciocché si possono generare 23 R. BM',ONt, D,•1em1is Op,.,-ibm Ar1is t:t N,uurae t•I de Nullitnta,~ 22 Da Cl.AtJl>IO C t.AUl)IA}."O,

Panegyrkus D1C111s Mdl/io 11)('(>dOrt>

Consuli.

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Magioc. 24 R. B.,co~1:, Opm MtJJÌtS, 1267.


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vità stava nella della prcsenzn dc) s:1lnitro. per noi nitrato di potassio e nitro per i romani, <l sale di pietra. eftloresccn-

ia r-Jccolta dai muri umidi. Tratrondosi di un agente forremente ossidante, oltre a garantire a) miscuglio una perfetta cçmbustione in qualsiasi contesro ambientale-, gli consentiva

'i ciglio (ossia di ciliegio), libbre 6 di s,lc pt.~roso (salni!J'o]. tri• ra tuno mi11utameme in pie1ro di 11rnrmo. qlùndi riponi polvere a bcni.'J)lacico nella canna da volare o da far tuono. Nora che la canna da volare deve csscrc sottile e lunga e piena della detta polvere bene bene calcata ... Nota che la cann~1 davo-

pure di bn,ciarc son' acqua. Forse fu quello il componente che pcrmenevn alle fomosc ro,-cc delle marrone di bruci»rc sott'acqua! Con Bacone, quindi, debuttò la poh·erc pirica,

lare può ~,vere più o rneno riV(Jlg·jmenr-i iniomo ad arbirJ'io."'Zj: D•lla metà del Xl Il secolo quei razzi non er.ino pii, un portento, essendo da dccc.nni i_mpicgati negli inve.stimcn·

ma non per questo sembra recepita la sua energia propulsiva. Per averne i primi r-ÌS\"()Oll'Ì si deve scorrel'c il fomoso Li-

ti ossidionali, come nelle guerre la Toscana forse g ià dal

ber igmimt di Marco Greco, personaggio misterioso \liSSLUO fra l'ottavo cd il. quattordicesimo s<..""Colo: improbo perciò as· sodare se quanto asserisce sia una rielaborazione di Bacone

o, non piuttosto, il conrrario! Di cerro si dilungo a dcscdvcre rudimentali rn,.1.r, che definisce anche lui ilf,,oco vola111e, dei quali espone diversi metodi dl costruzione. Uno in panico· lare recitava: "prendi libbre l di w lfo vivo. 2 di carbone di ln ~Jto: Rillzi Ce,,,greL·~ Alfo pagina :i s:inis1ra: Riirallo di Mqrco Porti() Catone

1230. Ulreriori norizie sui nw.zi, se non più attendibili cerro più dcttagli:itc, sono rclòrivc al U79, ,illorquando i Pa· clovani ne la.nt·i:lrono un gr-,m numero contro la dnà di 1\ilestre. f Cinesi, i primi ad averne avviato l'uso bellico> sul finire del '4 00 dispongono di lanciarazzi su affusri ruota· ti, simil.i conccnualn,cme alla Kaliuscia sovietica o al Ne~ belwe/er germanico dell'ultima guerra. Jn linea di massima un razzo a combustibile solido è costituito da un bossolo. fungente da serbatoio. camera di combustione e ugello di 25 M. GJU~:o, Libc·r if!.11t'um. Mteriore ~I 1267.

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scnrkQ. Combustibile per anionom,isil, k, polvere ne.ru • lenta combusti.o nc, pccuJiarità che ne frustrava J'istanta~

nea esplosione>cd essendo bassa la pressione svil'uppara. si pot<!\\'8 cQstruire il bossolo con cilindri di bambù, di cartone o di lana , La sua piccola camera di combustione, collegata all'ugello con un.a stroz1.atura, tratteneva i gas com~

dopo, ·e con maggior cautela, s'ini1darono seri <·sperimenti prodromici per il distacco dalla terra>con rar.d d•avanzata concezione. La riscopcrra di queste fondamcmali tappe nel~

i 1500 ed i 2200 m/scc, provocando per reazione il volo, presto stabilizuto da governali, simili agli impennaggi dei

la cors,i ,..,,·so lo spazio, é del pi:ofcssor TodeJ'iciu, dell'Uni,..,rsità di 13ucaré'St.. Nel 1. %1. rinvenne. ncll'amic,, biblioteca di Sibiu, un manoscritto d i Conrad Haas, 1509-1576, un ingegnere militare austriaco al servizio dell'imperatore Ferdi. nando 1 ed ortivo nella difesa di Vienna assediata dai Turchi. In esso esponeva i suoi stti<li e le sue esperienze in mim::rhi. corrc-<landoJj con grafici e coo tcstin)onianze. Si apprese.solo

dardi, o da una Junga bacchetta posteriore. ancora impic~

allora che nel L529, mentre a Firenze Michelangelo tcnta\la

gata, Da :,llora il lancio di razzi bellici non cc.~sò più, cd esscndon~ facil.meme rccepibilc la spinra propulsiva, se ne immt,ginò !'a. dozione nei veicoli terreslri. Nei disegni di ingegneri del XV secolo, fra i quali anche Leonardo, si .sçorgono. infatti, razzi applicui afk ruore dei carri o di.retrnrrtcme ng.li stessi, o a ingenue navicelle aeree, e non mancò chi ci hisciò lo pelle nel provarle! Pochi unni

di proteggere con le balle di lana il campanile cli S. Miniato dalle palle del le artiglierie imperiali, nella drtà di Sibiu in Rom,u,ia, "" mzzo a due stadi ùi H,ms si era sollevato da terra, dinanzi ad una foUa di spettatori sbalorditi. Un paio di decenni dopo, per l'esanezza nel 1555, sempre Haas progetta

busti cd incrementandone la pressione, ne provocava la

violenra emi·ssionc. Fuoriuscivano, infatti, con velocità tra

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e costruisce un nuovo razzo, questa volra a tre stadi: consta

di lln tubo metallico sormomato da un'ogiva conic,,, a.I cui In basso a sinisrr:r. Il mùs-/le a due .1/adi di <ÀmraJ N11<1s In basro a dc$tr:t: Un foglio dt.'/ manoi(rt'tto di U,11,aJ J.Ja,:s

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interno sono collocrtti, uno sopra l'altro, tre grossì eodorcat· tori, rcnninanci con tre ugelli gasdinamici. li loro diametro

wnr,tggi cli un siffano vdivolo. abbasian,,. evidenti sopr:mucto in ambfro militare e un poco meno nel civiJc: ai prinù po5-

è dccresceme da l bas.<0 VCl'S<> l'a lro, di modo che ciascuno di essi. esaurita I~ co,nbustione. possa venire espulso insieme alla sezione di 1ubo on11ai superflua. Ed essendo la spinm

sono ascri\lersi le ricognizioni in terrirorio 05tile, le mi~oni di spionaggio proprfamente dette e. non uJri_mi i sorvoli offensivi, esst"ndo alcune ripolo~ie di droni dcbiramente armati. Quan· co all'ambito civile, invece. li si impiega per indagare in s~nso figurato o concreto, laddove i contesti operativi sono notoria~ rnenrc rischiosi per la soprnvvivenza di quanti preposti ad in-

ncccssada all'ascesa sempre minore via via c.hc la carica si consuma, i tre razzi oltre ad essere di diametro decrescente

lo sono ,mche, e sensibilmente, di volume." LalimcntaUone adottata era ancor:i a polvere pirica ma: nei futuri perfezionamenti era prevista una miscela liqui<là a

tervenire1come negli incendi, odlc csnlazioni di gas tossid o, ancoro, nelle aree conrnminate da radiazioni. Di ttttnte ulte,

hasc cl'acernto di etile, composto rinwato dall'alcool etilico,

riori nuovi impieghi si sono indh~duati nelle dccrchc archeo-

di ammoniaca, ricav:m,1 dal!~ urine, d'ncido acetico, norma. le aceto e di altri componenti m,coro 1 cOfne si ricava dai suoi tl'ppunri, Raui rnlmente avrtn2.1ti da risultare pili evoluti dei

logiche e nelle riprese cinem,1tografìche. Un vemaglio quindi cli prestazioni pacifiche_, paradossalmcme, persino più ampio delle militari, peraltro. in costante ulrcriQre incremento.

quelli usati nelle guerre del XIX secolo! Anche il secondo

l:istaUazionc di sofisticate telecamere a bordo, docilmcn, te obbediemi ai comandi del pilora a terra, e che per molri aspetti possono C()nsidcrarsi i suoi occhi, consentono ai droni

grande razzo a ttc stadi lanciato nel cielo di Sibiu, al cospct·

mdi un pubblico maggiore. funzionò in maniera esemplare, suggerendo ad Haas di ri.cw,ire nella ogi,,,. l'alloggiamento per untt covia, per studiare gli effetti biologici dd \'olo ad aJ. tissima ,~locità. l nmibile il traguardo dc.I volo umano c1ualora fisiologicamenie compatibik,.Oggi s.sppiamo d,e lo era e, si~nificarivamente, proprio uo grande tazzo a ire sr.a.di, iJ Saturu V. porterà sulla Luna uomi11i. alloggiaù nel l'ogiva! 1

I droni U termine dro1Jc in inglese indica quakosa che ronza, e più

in gencl)llc, Jo stesso ronzio. che può indiffel'emcmentc rife. 1'i!$i a un grosso insetto o a un piccolo aeromodello, propulso da un mi,nus<."Olo e rumoroso motorino a scoppio. E forse fu proprio per questa peculiare connota7..ionc che coSl vennero denominati, sin do! lol'o primo apparire, gli aeromobili a pilo-

1aggio l'Cm0to, in altre parole radiocomandati e del nuto privi di uomini a bordo, piloti o passeggeri che fossero. Nei più re· ccmi il controllo diretto del volo i: affidato al computer di bordo c-hc ha memoriz:zata la rotta per la destinazione program• mar:,1 e allo stesso tempo, vagliando le fndic:.-lzioni rr-..tSmcsscgli

da un grar, numero di appos.iti sensori, relative alle <'Ondizioni meteo esterne txl ai pamm<.'tri di volo. interviene sugli organi meccanici di propulsione e cli direzione deputati aJJa naviga• zione aerea, in mtu"Jiera non diversa di quamo un odierno pi,

Iota automatico cfforrua sugli aerei di 6nC3. Ma un C()l)trollo rcmOIO, ai quali sia i parame1ri che le immagini del volo ven· gono trasmesse, isrante pe r istante può se necessario intervenire sui comandi gestçndoli manualmente. Agevole nwvis~rc i 26 T. Doll.O. Prc'islOt'ÙJ ltuhet~i MoJt•rm•. Mt1t111.StTisul ,le la Sibiu

1.129 • 1569, Bu«irest 1969.

a,,che nelle tenebre pii, assohnc e nel le pii, fitte nebbie di ,,e. clcrc perfettamente, di avvicinare cou le loro sofisticate otti· che enormemente quanro inquadram e dj fissarne l'immagi,

ne a alra risoluzione. inducendoci ad accredirnrgli un recente t--sordio. l.,a stessa conclusione suggeriscono l'imuibile co1n· plcssi1à e la straordinaria portata dei radiocomandi di pilotaggio remoto che. non di rado, operano a distanze di miglia, ia di chilometri, magari av\'alendosi dell'appoggio di appositi .sa,clliri. l\.1acchioe perciè.> di recend$simo cricerio informato~ re e di sel'.'npl'(· più avanzata tecnologia: b rc..·altà, i1wcce, almeno per la loro invenzione é ben diversa, cssct1do stata svi, luppara nel corso della prima guen'll mondiale, suggerita per giunta, incredibile a dirsi. da esperienze concre1e sia pure rudimentali, d,i gran lunga pili nrui<:hc! Droni furo1,o, ad esempio, i palloni con app<:se cariche di c-splosivo, b1,//011bambe11, fatte brillare con de:i dispositivi a tempo, urili1.zari dagli Au-

striaci conrro la Repubblica di S. Marco a Venezia nel 1848· 49, lanciandoli dalla na,-e v,Jcano." Tecnica roiza e R•'Ì\'ll di cff,1.dvi riscontri ma che, nonostante ciò, sarà ancora usata nc.Ua seconda guerra mondiale dai Giapponesi, per inviare

dei palloni di carta con piccole cariche incendiarie, o biologiche. verso le foreste americane, avvalendosi della spint;1 delle <..-orrcnti in quora,2.11 ln entrambi i tasi, però, la n1:mcan7...'l di adeguati organi autonomi di guida finì per far fuUirc un gran numero di quegli aerosrnti bombardieri, quando non addirit· rura di farli d irigere vel'SQ cl,i li aveva lancfari! 27 Sulla viccn<fo cfr. H. KR.ONHER.C:rut, D:,s Orterrt>khiS<hc 8a/lo,,bu·

,h. Vienna 1987 28 In merito dr, R. C. M 11,;J?.:SJ11 Japa11's \florh/ \trar 11 &l/(}()11 &mb Attacks 011 North Amt rtm, Smiduonian lns:1itu1.ion Prcs~. J973.

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L'idea, nonostante tutto, non era affatto errata, ma sohan· to prcrnatura, per cui tornò in auge non appena si dispose di efficienti apparccch iarure di rcle ri.levamemo e di comr.ollo a

di.stanz3, ovvero di adeguati tmsinctrit'ori radio di posizìone. e più ancora di radiocomandi, che divennero clisponibili in pratica nel corso della Grande Guerca, e la cui cccczio• nalc potenzialità s;1rà platealmente dimoscrnta da Gl1glicl•

mo Marconi accei,dcndo il 26 mnr,o dd 1930 da bordo della sua Elettra con un impulso radio le luci dcl municipio di Sidney. Impiegando quei primi radiocomandi, fu co:,-rnaito ln alto: Rilievo gra/im de, p11//0111 bomha u1tJII dagli Amtr/aa mntro \4.,,~r'a m:l J84S-4? A tfosrra: Uno dei palloni incendiari gù,ppqu~si ,mui m:lfultù110 COII· /lifto mmu/;11/c

Alln µ:tgina a sinistra ln alto: Un dron,• Jt·lln US Cmthms w,J Border l'rotectim, 111111111mu.·il

aeriol uebiclt• In l,;t$$O: Un Jrqur 'bnm.tcuda' ddfe /orze ar,11111.e tedesche

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Gr,efia Ji f'"'?,rllo dell'Acrr.i! T"'l:t< J,./ l?/6


nel 1916 il prototipo di aereo senza pilota battezzato, per meglio cu·

stodirnc il segreto, Aetiill 1,,rget. Fu la volrn. qualche mese do1>0, in data 12 settembre dello stesso anno. del s<.-condo l'HerwtiJSperry, più noro però come bomba volante, c he con

il suo volo di collaudo dimostrò l'affidabilità dell'intera 1i1>0login. L, finalità militare che sollecitaY'.J

qud.lc costruzioni aeronautiche,

e che om111i p~sedcva gli srrumcn· ti per imporsi, mirnvu a re,aljzi.:are un picrolo aereo, riemP.ùio di esplosivo e poi, attraverso i radiocomandi azionati in vista del bersaglio, cnndu""lo

SOi""· Un mez,.o del genere pi,, che un drooc nel senso arruale Jell'occczione1cm in realtà un proietto radioguidato, una bomba comandam a distanZQ, che per mo,r1('ani.a di ade· guati congegni per la tele-visione. doveva impic~garsi nel ri.SH\."'tto raggio visuale intercorrente tra b;JSc di hn·

cio e il bersaglio. Vcnnem pertanto ill'1picgati, e sopottruno imrn::igin;1. ri, per L; guerm navale, sia perché le navi s:i combattevano fra loro a vista, sia perché con un'unica potente ca1ica di esplosivo chef= penetrma

nelloSC1fo doU'alto fino ai ds1)06iri di carburante o munizioni, se ne poteva determinarne l'affondamento (come infotti avverrà il 9 settembre 194,3

qtu.ndo la co1-az1,(1ta iw.liana Rom~ fu colpita cd affondata daUa bomba tedesca radioguidarn in plana-

'" SD-1400, rib:utcz7.:tm dagli allcari Fria X). Nei mesi a seguire i progc11i 29 Sulla viccnch cfr. t-\. A:\UCI, Uua J~eJid ilallmut 1943 • L't1//011dA11JC'ltlO dt~lla t'Orau,1/a Roma. Milnno. U.)1\g~11iesi. 201 0. In aho: R.,m1/otodtl drouc Hm\i n-Spcny pmn/Q" d,.:,:Q//.Qf(> nel l? 16

Al centro: Rt1ri11ima/otodell'Acrh:J T.1.1~ In basso: /..a cortn.ZdJ,t i'Mlùma Roma in mwig'1tiemc.·

pari~ pri11111 • attinenze al volo

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di bomb<: volumi,(> di uc,x:i bombe, mdiooiniandati si s1LSSCguiro110, superando la prima difficoltà oostittùta dalle imccfe. rcnz.c che i motQri roratn,i, con il loro ruclimcnrnle impianto di occeosione, pf0\>oetwi1no sulle frequenze di U'8Smissioni dei radiocomandi. Furooo nllom t<.-alizzari appositi m01ori di ef6mcm dumta. della potenz.1 di appena qualche dc'Cina di hp. e si posizionarono gli organi di radioguida all'estremità della coda déU'acrco, in modo da proteggerli meglio dalle inrerfercn1.e. L:arcbetipo britannico Aerial Target, sviluppato era il 1916-17, suggeriva tra i possibili impieghi, oltre alla guerra navale:, la difesa contrncrc<l;, ovvero l'intcrcctta1jonc e la

distruzione in volo dei grandi Zeppelin germanici da bom· bardamento, operando ovviamente mecliante conrrollo a vista da tcrra, o da un aereo limirrofo. Difficile, però, capire in q uest'ultimo caso perché non fosse lo stesso aereo guida ad attaccare d irettamcnre il dirigibile, dai ben nori

insignjficnme armumentocd cstl'ema vulnerabil ità! In ogni caso ne avviò Ja costruzione un inventore privaro, che in breve tempo, J'csosi conto delle difficoltà connto,;s<: col rcpc•

mensioni erano di 6.7 mdi aperturn alare. 1.8 mdi altezza per 227 kg di peso. A farlo volare provvcde\la u n .m otore bi-ci lindrico raf'freddaro ad aria da ,35 hp, mentre una amenna radio, disposta lungo l'ime,·a fusoliera lateralmente, e sotto le ali gar:univa la ricc-1,ionc <lei radiocomandi. Ne ven.nero costruiti sei c.ernplal'i siglati A 8957, 58, 59, 60, 61, 62 cd il loro p rimo volo avvenne il 6 luglio 1917: l'esito si dimostrò

negativo, 1>rccipirando il pr<»oripo prima che il m,dio con. , ..olio porc:;se cnrrare in a,jone! li 25 luglio si 1>rocedette ad un secondo lancio, ma anche in qut.-sto caso l'esito fu ne.. gativo, in quanto l'apparecchio non riuscì a decollare. Tre g iorn i dopo il terzo temativo, ugunlrncme fallito: sebbene

fossero srare appcrrate delle modifiche ai piani di coda fu il motòre a venir meno. A questo punto i.I progetto pur non finen do abbandonato fu rinviato, e tornerà a c~cr preso in cons.idcrazionc intorno al 1920, Quasi comcmporaneo un secondo drone analogo. rea, liv.aio dai fratelli Elmcr e l.awrence Sperry, rinomAti in-

rimcnto di idonei organi meccanici, fu cos1rcrto a rich iedc-l'e l'intervento della for,a armata regolare. L'apparecchio in

ventori aeronautici, ai quaJj si doveva un d ispositivo giro~ scopie<> per la stabili1.1.azione degli aere i in volo in man iera au tomatic.a,w in seguito pili conosciuto come pilota auto·

costrwdone. cr-a un piccolo monoplano ad ala aIra, le cui di-

rnatico. l'>roprio utilizzando quel Jtii·oscopio, ovviamente 30 Pc,· approfo11di1nenti Ì1) 1nerit0 d r. \'<I. Sc:11r,:cK, Lawrenct• Sperry:

In basso: La bomba ledcit:a radù:,guu/11/tJ per ù11pù·go ,ii;vale S[). J.10(), ribauc•WJ/U dagli Ql/l'tJli Friu X

J

102

t10k l OOLL/a J'IICTll:AI,\

Jlutopilota l11v,-nlor e A11ia1to11 /111101lalor, ris1amps

2004 articolo in Aviation 1-Jislory Magazine, on linc.

<le} .1mvcmb rc


ad•tt•to al governo totale di un sia pur piccolo acroplano1 costru•

trono quello che definirono Aerial Torpedo, o siluro ae,reo. U brevetto

rcbtivo. richiesto Jo stesso :lnno, indicava tra gli organi df g-uida un paio di giroscopi. uno stabiliz.zato•

re per l'asserto dcli 'app.recchio ed on ah1·0 pc1· la sua guida automatica secondo una rotra prestabilita; un barometro che indicasse. l'csat· ra quota di volo e un dispositivo

che stabilisse in base alla durara del funzionnlllento del motore, il momento in cui iniziare la caduta sul bersaglio. (È intcrcssamc nota·

re che un dispositivo del genere,

un,a vero odomcliro aereo mosso da una piccola dica posta sul.l'ogÌ· va dell'arma, fu adottato per pro• VOCllre la caduca delle VI dopo

una prestabilita percorren1,.aP l due fratelli, <:onvinti gli organi ltcnici 1

) I Sulla Vl cfr. D. )R\'J:-.-c:, LJ, armi segrett: del 111 Rt•ich, Verona J968

militari, ricevettero dalla US Navy ben 200.000 doll.iri per avviare la costruzione del Joro apparecchio. che nel 1917 vc,n ne effcrrivamenre consegnato. Spinto dal suo motore

bicilindrico, il 6 mar>.o I918 si al>.ò in volo. obbedendo doci lmentc ~i ra<liocoinandi. Le uheriQri prove, però, non eb· hcro esiti :1ltrcttanto felici, pc.r cui quel prototipo fini ab~ bandonato. Un terzo prototipo. ricordato col nome di Tbe

Bug. fu renli,.>ato nel 1918 ma rivelatosi in fase di collaudo anche questo ~lqoamo incerto, suggerì l'unificazione dei

progetti in materia della marina con quelli dcll'cserdto, per superare una volta per tutte qudlc deficienze. L-a fine della guerra po!;e termine a11e prove e in sostanza all'ime· resse pc.r quegli amesignani dtoni. u

32 H. & O. M<:DAID. \\'larrùn·1 R11bo1. LA 1/,p Sccn•/ History 1>/the P1lotlt•ss />lane. O rion i •1tdfa, l997

1n :1ho a de-stra e in biuso a sinistra; L"odomtJro dùlln VI ch,• 11t p,o.

,xx:4ua la caduta dopo un.a prcslobilita ,lista11u

pari~ pri11111 • attinenze al volo

J O3


.,,.,..

•


Aero/olografia archeologica Nd corso della Prima guerra si svilupperà l' impiego della

fotografia aerea ad integrazione delle semplice osservazione aerea militare, pracicara già dall'cr>oca delle mongolfiere. Lec foto prose da aerei, da aerostati o da dirigibili co, stituivano un ritratto oggettivo ed in d iscutibile dl quanto presente su l terreno, che poteva perciò essere attcnrnrncnte studiato, interpretato e valutaro in ogni sua c;.1 nutcristicn.

La rkognfaionc aerofotografica, pur ostentando peculiari· tà squisitamente militari, ebbe un esoi·dio in ambiti completamente diversi, e precedenti all' invenzione dello stesso ae.roplano: la si m iliz1.ò infatti in archeologia! AIlo scopo ci

si avvalse dì tervi volanti, di mongolfiere, di :1crosu,ti ed.i drakeJJ, qucst'ultim.i simili sempre debitamente frenati per consentirgli di restare in q uo ta senza essere portati via dal vemo e d i porcr essere con facilità recuperati con l'ausilio di un semplice veaicello. Tecniche che si svilupparono (1 partire dalla metà del XIX secolo, praticao1tntc alrindom,mi dell'invenzione della fotog rafia c. soprattutto, dd ridursi dc:i te1npi dj ripresa e di sviluppo. Ritenendosi che

l'immagine ripresa dall'alro con la h1s1ra perpendicolare all'asse ottico dell'obbiettivo. a sua volta perpendicolare al sottostante te rre.no. èQlLivalc.ssc a una prospettiva centra· le, cioè a un grafico che poteva essere letto come una planimetri:1, se ne :,n1diò l'israll~,zionc a bordon di palloni e

dirigibile. E quando, dopo ,1kuni decenni, le fotocMnere raggiuns6:ro dimen sioni abb,1stanza modeste, pesi relativa~ mente Jitvi e tempi d i scatto certamente rapidi, ven nero applicate pure a dei palloni senza equipaggi(). Al rigum:do il capitano Cesare Tardivo, 18i0-1953, all'epoca comandante della Sezione l'orografica del Battaglione Specialisti ciel Genio, nel suo manuale sulla topo fo. tografìa dal pallone frenato" ricordava che i problemi da 33 Dal punto di \·ist~ stotiro Lmotno aJ l859-60 l'idea di sc::mare. fo10 d,t un p~11lone la ebbe per prirno: .. Il fotografo &:u,cesc Félix Coumochon. meiHo now con il notné J 'an.e di Nn<la.r...{the] di. l'l)()stm la _possibilità. <li prtndcrc fotografie daU'aho ... Allo $Coppio ddla guerm di stcts~ionc ... il Signa/ U>rpt (anttlogo :ti nostro Genio militare) r iceve J'ordjne di a11esrirc un rcpnrto di aerostieri. CoslÌ· 1uito nel 186 l , il rcpano verrà discic,Ju, nd 186): i pnlloni vcngc:mo impiegati per ossel'Vilre i movlmi:.nti dd nemico, per fotogrnfomc le posil.ioni e per dirigere il fuoco ddl':miglicria.", citazione tr:nt~t da

AA. V\1., St<mÌ1 dell'At1ù.1rkme. Mil:mo J9iJ. \101. I. p. 4 J 4 C. T AR!)l\'O, Ma11u11/e/0102,rq/ia, 1clc/01ogra/lo, !Qpo/ot<>gr,rfia Jol

pa/lo n,. ·rorino 19 t 1 U11t1

rtcosr.ruzume musea/1: dt'I Kcnering Ael'iallOrpedo

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risolvere ndlc riprese restavano comunque moltcplid, essendosi solo di.Jninato quello inerente a.I peso. Per valutar·

ne gli ambiti assegnando all'aerostiere un peso di 70 kg, al 1>allone con navicella almeno 60 kg. aUa fune di ritegno lunga 1100 m altri 40 kg e 4 kg alla macchina fotogmfica si arrivava ad un peso compk:ssivo di 175 kg: ora essendo la forza ascensionale dcJJ'idrogeno, la maggiore in natu• r~i pari a circ:.l J kg/ m>occorreva un pallone non inforio. re ai 200 1n·\ rcscnnclo così una forza nscensiona1e residua di appena 25 kg! Abbattendo i carichi si poteva utiliz:otrc

il palloncino sferico di 65 m> per 5 m di diametro, pcsan• te appena 26 kg, con fune di ritegno di 27 kg, che con la medesima mal."Chinn fotografica la:sciav::i a sua volrn 7 kg di forza ascensionale rcsiduaJ sufficiente in assenza di ,1en10.

i,

JYla occorreva cttogitarc un dispositi\'o che facesse azfo. nnre J>otturarore della fotoca mera da te rra, cd alleggerire 1:1)

m•ssimo lo macchin•. Nei primi anni del '900 dispositi,,i del gene.-e per le riprese topofotogmtìche, primo fra ll1t1i l'otn,ratorc comandato deuricamcntc da terra, furono approntati a opera del

tenente del genio ingegnere Attilio Ranza che li descrisse nel suo libro," dopo averne verificata I'efficaci•. E scm1>re per comenere al massimo il peso da sollevare. la corrente necessaria per l'alimc ntmdonc dell'e lettrocalamita. era fatta passare ,u travcrso il cavo di ritegno, trasform,1to in una sort,i di conduttore bipolare, formato con due trecce di fili d'acciaio. debitamemc isol•te fra loro. Della squadra adderta alle ripr<-sc facevano parte ono uomini tr-J i qu:1li un cl.cttrici.sta, un meccanico, un sarto (il pallone era pur sempre d i seta). un cordaio, un fmografo e ere aerostieri. Nonostan·

te l'accennata semplificazione il costo del pallone, dcll' iclrogcno, ddfo m<1<.·d1ina fotografica e dei v•ri accessori necessari al fu nzionamento, nonché- la spesa per le giornate ddla squadi:a di serventi impicgara, restrinse Pimpic,go della foto

aereo dall'acrosiato al solo ,inibito miliiarc, affidandoli a un apposito BattaRlione Spedalisri del Genio. Cfr. C. T ARDl\'O. Mm111,1/t•.,, cit. p. 92 36 A. RAN"L-\, fotopogra/i" "fotogr11m111etm1 aerea. Ntmt,n mt'lodo per )5

il rt'levnment<> topn,,ra/ùo di e$INC wm: di tellc•ito, Roma l90i In ,ho: U,: t1ero.t111to del &llaglinnc Spccùrlùti del C,mio in pfQCÙt/() di 10/Je,:arsl rn baR"o; Un p(Jl/one 111i/1zwl.o per lt· ri'prcse /0!01.ra/i,he aeree ,laf,.li il('/'01ht·ri dt•I Ce11lo Alla p:igina a sinism• In .-.ho: Rorissi111a/010 del K,,uertÌ!f lkrti,nòrp<'dQ bt pnxinto di Jc..

<X>llare In b.1sso: Almi 1orlnit11a ilff111agim· ti,..'! Ke11trù11. AedarJ(Jt'p(-.do in /111t ,li µreparazioml al ,k·rollo

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Nei pressi di Monte Mario a Roma se ne avviarono le espcriçnzc ~oncrclc di utili7.zo) seguite con Sllll)()rc da nugoli di curiosi.'7 Venuto in qualche modo a conoscenza di quella nuovissima tecnica di riptesa dall'alto, il miiico Giacomo Boni.'' ~ca(lde ard1eologo e rinomato architeno, propose per primò di avvalersene per intraprenclere il rilevamento di alcune zone di Roma di eccezionale· interesse archeologico e a.rtisrico. Allo scopo già si era avv,,lso, imomo al 18()8, durante le sue campagne di scavo del l'oro Roma110 di riprese ae,:ce, realizzate grazie a un singolare apparecchio fotografico mont;1to $Udi uno strano cervo volanrc, più noro con il nome di 'parakite'. Gli esiti di quclle riprese furono incoraggiami, tant'è cbc lo studioso oc divulgò le carn1tcristichc." Di rn.lc iùcdim opportunità il Boni, infatti, dopo a,'èrnc informato il Ministero, ne parlò pure con Giuseppe Fiorelli, allora responsabile della Dire,done Generale di Antichità e Belle Arti del Mjnisrero della Pubblica l.struzionc con alle spalle una lunl(O direzione agli Scavi di Pompei. St:1ndo sempre al Boni, tra le alttc cose gli avrebbe proposto di for fotogmfurc gli scavi di Pompei da un'altezza di '1000 m, qua.odo il sole 3\'6SSC rnggiunto un'inclinazione di 45°, eguagliando a quell'oro fo lunghe,.za clclle ombre I'alrer.,.a delle costn17.ioni. Ncl frotrempo .Boni, po11ando innanzi qucllc sue t-spcricnzc sull'impiego della foto acrC'd zenitale in archeologia entrò in contatto con gli acro,iieri del Ccnio e, nd 1&99, se ne av\'alse per Ottenere le prime foro daU'aho del l'oro Romano. Qu•lchc anno dopo. acquisita una discrt1·a cspcrienza in materi.a <li riprese archeologiche, é il comandante del repru10 il tt11. col. Maurizio More;, a offrire la sua collaboi,v.ione al Ministc.J'O de]. la Pubbli,:a lstmzionc, pcr operare il rilic,.., aereo di Po,npci, realmente effettuato r,,i il 17 e il 27 agosto ciel 1910 con un pallone aerostittico e l'attrcaatura fotografica rdatlva. il sollc"a· mento dell'aerostato ora prodono dall'idrogeno: non era l'unico gas più lcggeroddl'ari:1ma il più leggero fra rutti i similari) ricn• 37 Per ulteriori noii1je in m~ncrfa dr. A. ()111.IS.'"INO. M. SAJ1(1rur1, Pallom, dirigib,11 cd a,rd del R,,gk, l:.serc,)o 1884-192). Rom• 1998, pp. 11 · 15. 3S Sulla singolare figura <li Giacomo Boni. cfr. S. CO,\/.SOLA'l'O, Gi.uoJ11t> &m,: il lit'gj.e111i: d<·I Palatino. io l'oltlù't1 Ron11111a 6/2000· 2004. 39 Cfr. G. STEFAXI, li n1it·oo topo/010,gra/ko J; Pomptd dd 1910, in Studi di AcròlopofrJ/ogro/ia Art/>t-o/(Jgic.a, in Artboologia Aerea 3. Salerno 2006, p. 15. nota 2. fn :.Jto: Carro di 1111111otm1 dc:/ pollont con Jt•rvcnli nddttlli o{ 1,;,•rdr:d/.o

J, recupt.TO In ba:o:.~: L'archrofogo ed arthilelftJ Gù1tcmm 8o111 Alla pagina 0 d<.'$rra: // Foro Romano td il Pafaimo nprt'st ,laipallone

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t10k l OOLL/a J'IICTll:AIA


pari~ pri11111 • attinenze al volo

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trancio nc.Ua categoria anche il cosiddetto gas iJJuminanre, con,. posto al 50"/4 di idrogeno al .l5% di metano, al 10% <lì ossido di carbonio e al 5% di erilcnc, per cui se non risulr;,va su"Ctrn· mente n(.'(X-'S$3ria la sua maggiore forat asccnsionale. si pot·cvano gonfiare i palloni anche con il gas illuminante più facile eia reperire dovunque. Proprio per la difficoltà di reperimento e di trasporto, sp<,-sso l'idrogeno ''-"i"J prodouo direuumcme sul J)QStO, sfrumrndo per lo più !rt reazione dell'idruro di t'llkio e acqua~e allo scopo era stato approntato un piccolo carro gene.... ratorc da utilizzarsi laddo\'e non si potesse disporre delle bom· bolc di idt'Ogl!no ad alrn pn.-ssione. Cil'l.'1l le tecniche utili1.zate, è imc1"Cssantc ricordare che effettuando le foto da 1000 ,n di q1K>· ta con una fotocamera che av<..'Va l in di distanza focale, le: immagini si 3\<cvano in S<.-ala 1/ 1000, su la...irc da cm 21x21. 1

Aerei di linea Dopo i primi sollevamenti da terra con rudirnenrn li apparecch.i, <·hc a srento riuscivano a sostenere il peso del pilota, ben presto per numerose ragioni, pe.r lo più con~ ncssc con r impicgo bcWco delle macchine volanti, gli ae.. rei divennero spesso dei biposti. A bordo s'impose~ infatti, tlO serve1'.'lte per ()Oter rnaneggi~re la mitragliatrice., poi un navigatore e in seguito anche un rJdiotdcgrafista;w fun-t ioni che solo in pane e non in maniera ottimale potette. ro rientrare nelle mansioni del pilota dopo l'automatizzarsi

di :.trmi e strumen1i. L'aereo perciò infaiò 3 rrasporrnre un equipaggio. sp<:tialment<: quando era destinato ad effct• tuarc dci bombardamenti a lungo raggio. E furono appun•

In alto a sin i.Stra: l:,m:hrologo a hmgo d/retJore dt:g!f lt:,wi di J>umpei

Cù1.scppt• Piorclli Prima in alto a dt.'$tra: Due so!dod oéf'OJ.lten <1/!d m.a11()1.,ora del ve"rrctlo Jel pallmtl' /rc11alo $cç()lld:, in :iho a d~"tt:1: Ddlaglù, del ttt.m«//Q per rl ,·ecupcro dt·f poi· Ione/Tt'ita/0 e nel <t>rchio nmo il ,fuppfJrto trimigolare per la .mspe11.s,kmr

J,,/'4{t;tl)(dlll<>r(l

1I O

t10 k l O O LL/a J'II CTll:AI A

.JO I primi ad i.stallare un'apparecchi:uura rodio :i bordo <lcgli atrci furono i RuSS;i: " Nelle m;mo\'re dd 19 11 I'ovi:i.?;ione nis..;;!) dispone gì:i

di ll.n gmn numero di velivoli. Nel loglio di qucll'a.nno il ci)lonncllo Chokob.otl ed il tenente Pankr:noff cffem1ano 001\ succ~so i primi tentati\·i di collegamento tra aerei e Sl~1zioni a ,err.l,,. La cimzione è mma da AA, Vv.. Storia d,•ll'avu1vo11c, MJhu,o 1973, ,X>I. (, p. lO


--,.,.,, 1

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••

to quei g rossi e pesanti apparcc• chi che a guerra finita suggerirono

un loro impiego alternudvo, anche perché le tante missioni sostenute ne avevano determinato ddlc so• stanzfali migliorie, per cui oltre all'incremento delle prtsta2ioni erano o rmai cvjdenti la rilevante velocità, esaltata dalle rotte rcttili-

noc e )'ormai nota affidabilità, as• soluu,meme inCQnfromabili con i lenti e penosi tmsporti terrestri. Un sintomo della prcmi.ncnza acquisita nell'ambito degli sposta• menri veloci d i merci e passeggeri

lo si può coglier<: nel corso delIn alto e in b.isso ;1 òe:-u2; U11 hf1J11/>t11Jù... re G,>1ha e un Caprottt' (À J6 1rns/ormt1/f w ocre, c1vi/1 ed adibùi 111 :,'Oli di litu·a

pari~ pri11111 • attinenze al volo

II I


1 12

t10k l OOLL/a J'I I CTll:AIA


lo grande crisi dd '29, durante la quale a d ifferenza di tutti i settori, profondamente depressi e decima· ti. quello dei traspon i aerei civili non solo non vide alcuna contrazione, ma addirittura passò alla storia come l'età d 'oro dcll'aviazio •

ne civile. Volendo tra,cciare una sia pur brc:-vc sintc.i di quell'affermazione, si deve partire proprio dalla fine del conflitto quando un gran numero di macchine e d i pilori si ri-

trovarono protic.,mente disoccupnt~ inventandosi così,

per racimolare

il necessario per vivere, degli sµct.. rncoli 1tl limite era il circense e la pararn. Piloti pii, o men<;> speri<'<>· lati, quanto abiJi, si cimentavano io acrobazie aeree, cercando di affu. scinal'e e quindi richiamare sempl'e più speuatori. Tn quelle rischiose performance si distinsero soprat· tutto gli cx piloti d a caccia, con i loro maneggevoli apparecchi, tenumdo oosl di accap::irr:usi i wri pre· mi, spesso non i11diffcrenti che alcune amministrazioni pubbliche, e non di rado anche le più importami irnprcsc private1 mettevano in palio

per le prest:izioni piè, edmami. U Daily Mail, ad esempio, sin dal 1913 aveva promesso ben I0.000 sterline al primo pilota che fosse ri,

uscito a trasvolare l'oceano Atlanti· cof gara però dissolta$i per la guer· ra e, più an cora per Ja mancanza di un adeguato aereo. Nel 19 19, nel clima appena delineato, q uell'inrc.,

resse si riaccese. e complice l'cnor.. me disponibilità di apparecchi a grande autonomia finalmente, iJ 14 g-iugno dl quello s[esso a nno, due ex militari, il copirnno John Alcock

Ricosrm!t(me p1llon'rn del ;.r411t.fc bo,11,

bard,ertr u•deu() Got!M

pari~ pri11111 • attinenze al volo

I I. 3


e il rcncnte t\rthur \Xihitten Brown decollarono da Terranova atterrando in Irlanda, a d rca JOOOkm di distanza. Per l'impresa si avvalsero di un bombardiere pesante britanni· co, il \lickers Vimy, costruito pochi anni prima e modificato

per accrescere h• capacitii dei sel'lxuoi ciel <'1lrburanre, sebbene la sistcmaz.ionc del suo equipaggio fosse ancor-.1 rudi· mentale nctla carlinga aperta e priva di qualsiasi comfort. Il volo incontrò condizioni mere.o proibitive, costringendo

volo do New York a Parigi, del 1927 che l'aviazione di Ji. nca spiccherà il balzo definitivo, tant'è che proprio in quel t.iecennio si ebbero i primi collegamenti regolari aerei con passeggeri paganti: tra le compagnie si distinse la Oeutrd,e 1..u/t Hm1sa, gc11itricc delle più norn LH/th,111sa i cui piloti già dal 19J I volavano di giorno e di notte anche al di sopra delle Alpi. La concorrenza fra le diverse compagnie per accaparrarsi

baronerci.

fcuc maggiori di mercato, valsero a stimola1·e ulteriormente i progressi del mc.-zzo. Al rigu ardo basti pensare che se od 1920 lo Spati 20 raggiungeva i 26.5 km/ h, sul finire dello stesso an no H Nieupo,t-Delange toccava i }10 km/ h~vclocir:l reputata qu~si un li.mite invalicabile. Nonostanre ciò :ippenà tre anni dopo si vohwa già a 450 km/ h ii, un ere-

Negli anni immediatamen te successivi, altri piloti si CÌ· mcnt.arono in lunghe trasvolate, dimostrando ultcriornK'11· te l'affidabilitil dei veli,1o li e dando vira1 trn l'altro, vita al sc.-rvi2.io di posta tiel\.~ che avviatosi in Fruncfa nel 1919 con

In uho: li ho1111MrdiefC' himolort.. pesanlt' dr /abb,u,mr.m e brm1m1m, Vickt rs· V/111y

il Brown a salire sull 'afa per liber•re le prese d'ari• dei motori dal ghiaccio. Al matti11osucccssivo fu avvistata la costa irlandese., ma l'mtcrrnggio comp iuco effettuato pochi mi• nuti dopo, provocò seri danni al! 'apparecch io: illesi i pilo•

ti che guadagnarono così oltre al premio anche il titolo di

la La Ugne, divenuta poi l'lléropostale, si diffuse in pochi an'.ni all' intero contin ente americano con collcgamtnti re,. golari, comp iuti anche. di notcc, premessa dei voli di linea

p,·op,·i:imentc detti. Sarà con Li ndbergb cd il suo solitario

1 14

t10k l O O LL/a P I CTll:AI A

,\Ila p.igina a dçsm1 In 3ho n sinistra; 1: "llogJt,ùmu:1110 dd 1mih1glù•rt ml /NJt11h<1rd/ert.• te·

d,~sro Cot/,a lo alto a de-srro: Il co,tte Fcn.1/mmd A<lolfA11pm He;nrich 0011 Zeppt•lùt In b:1~ J:iner.wdiode/ pllìg,r4!1dt·,lin"glfeZc1,pd1111 fl·Ji11dthu,g ttt119)7


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scendo. che pur rallentando progressivamente montò fino al superamento anche in ambito civile della vdocità dd suono. Non meno significativi gli sviluppi delle linee aeree: se nel 1919 coprivano ci,·ca 5.200 km, già dieci an11i dopo era.no ascesi a 202.000, per passare otto anni dopo ancora a oltre 535.000! Nella vicenda del trasporto aereo civile, in particolare passeggeri, ebbe un ruo lo, sia pure alterna• tivo, anche iJ più leggero dell'aria, sopranuno con i grandi

dirigibi li del come Ferdinand Adolf Augusr Heinrich von Zeppelin, che pote,o:tno considerarsi sono molù aspeui dei veri transatlantici del ciclo. con esiti di notevole prestigio

fino al 1937, anno che vide il tragico rogo dello LZ 129 Hi11de11b11rg in as,;olu10 il maggiore.

Di recente i dirigibili sono ricomparsi: assolurnmen1e ininfiammabile per l'udlizzo dell'elio come gas di riempi· rncnto, propulsi da leggeri motori elettrici, ~tlimcntati da pellicole fotovoltaiche poste sopr,1 l'involucro. ostentano

autonomie di volo dell'ordine di anni, e fasciano ipotizzare am1>io impiego nel trasportomtrd e nei compiti più svaria· ti nei quali la velocità no n è determinante.

ln 11lro: li Jirfgibilt: a propulsione elc.·flrita, alime11uua Ja JJII g,a11depd111lt'llo fei<>V(}{raithe della Lhcké!t'J Martin Alla 1>agina ,1 sinistro: U,1 grande- diri~ib11c Zeppelin 11cll'lu11Jg,4r J; Los A11ge/er

pari~ pri11111 . attinenze al volo

IIi





ATTINENZE ALL'ABBIGLIAMENTO

Introduzione: la Lana e la guerra 11 settore dell'abbigliamento per la sua s tretta contiguità

con qudlo della moda, è stato quasi sempre considerato frj. volo e sostanzialmenre privo d i significa tivi coinvolgimenti scientifici e di apporli cec-nologid avan1•.1ti. Ul realcà, invece.

è lontana da qu('sto frustro stcrcocipo, essendo non solo un ambito in continua evoluz ione sin daUa preistoria ma anche:, per ovvie ragioni, un seuorc produttivo tra i più importanti sono il profilo economico e tra i maggiori sono quello pro-

dunivo, Logko quindi che, proprio pcr tale sua vastissima portata, finì per rientrare a vado dtolo ncl nuovo sistema tecnico arrivato dalla Grande Guerrn, sfa per qualità cU tes• suti di recente .invenzion~. $ia per quantità di capi d'abbiglia. memo realir.mti secondo cl'Ìteri razio1\ali. Basti ::il riguardo considerare la rivoluiion.e che subirono le uniformi da <:ombatt imcnto, pas:sanckl da una concezione quasi vessillifera, con stoffe pesanti e colori sgargianti, pennacchi e decori do. rari, ad una che. sebbene non oncor~ mimelica, giù t<·ndcva, con i suoi pochi colori smorti, prossimi a qudlo del fango e

i soli <l.istimivi di corl)O e grado, se non u confondersi con l'ambiente c.in.,'OSt:'lntc almeno a non risaltan1i, Un vcStinrio d1c nel suo insie me iniziava ad essere studiato e realizzato in relazione agli impieghi prevedibili ed alle reali esigenze fì. siche e fisiologiche nei di"crsi ambiti operativi. Sarà quesw perciò l'esigcmm fona scrnire dalla Grande Guerra: "di più pratiche soluzioni, che.. . [dopo] un inizi:Jc qua mo bland<> tentativo di ripristinare la vecchia uniforme rurchi.no-scu, ro·tenn1ti\'o a cui si oppose lo stesso re Vittorio Emanuele I LL •. consacrò li «grigio-verde» come colore di fondo dcll'unifonne... [e avviò) una serie di esperimenti tesi alla ricerca cli una nuova uniforme «tipo». Nessuno degli esperimenti delle però apprezzabili risultati... (per cui] la forma rima~e qudht della prima guerra mondiale.ot' La stringente 1'1C· cessità di fornire in brevissimo rcmpo ~1 milioni di coscrit· ti un vestiario completo e di idcntka foggia dal berretto ai calzinl. per non parlare delle scarpe., confezionato in poche I D~ A. V101-r1, Um1ormi e distmtwi (/('l/'Est.•rcù11 ltalin110 m:/la tea>mla gm•rra 1110,u/ialt· 1940,1?4J, Roina J98S .. p. 5

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rnglic, tO,ltribuì a determinare un11 ra,zionali.zzazionc delle forme_, uaa semplificazione deUc lince c. per ovvie ragioni,

una pfù oculara scehn dei ccsstni. Senza conrare che prevc• dendqsi Ol'mai un lungo protrarsi dei combattimenti, l'uniforme dOveva necessaria.mente differenziarsi in invernale ed estiva~ diversità che si applichCfa anche per i vari te-JtrL al· cuni de i quali a dimA tropicale altri nord ico. La p rcxluzionc seriale, pcmltro già nota e applicarn negli Srati Uniri, si impose come unico mezzo in gmdo di soddisfore la richiesta, abbattendo con la sua adozione i costi unitari che, sino ad allor3;, avevano di fatto precluso al ceto meno abbiente l'ac-

cesso al vcstfario nuovo. Per mo1rissimi soldati, infarti, l'unifo1·me ric.cvura in dotazione non fu il primo abito militare, ma il pcimo abiro nuo,,o mai posseduto! Analogo ,liscorso per le scarpe, spesso le prime mai calzate. o ltre alle ciocc. Il sistema delle rnglie standardiz1.atc che la Grande Guerra imp<>rril, si diffondcril subito dopo anche al vestiurio norma-

le, avviando per uomo e donna il mercato delle confezioni pronte. A quel generale ripensamento dclruniformc milita· re, per varie cd importa.m i connotazioni non $Ì sottrasse l'ab~

bigliamenco femminile, che cesserà di essere lo sgargiante richiamo per gr::nificonri seduzioni e fotu<: esibizioni. assurgendo a modo di vestire pili consono alle necessità imposte dal lavoro, che con l'avanzare del confli n o divenne sempre In b:u;so: 1...t• sga"f/anli um'"/onni ,le/ XIX J(K(l/o, 11ut>lu1,w1e111e i,,. rompatihili con la guem, del XX Alla pagin:l a destra ln uho: Reparti di/t111tuia msta o/lc, mdnovrt•: g,a da qut.tta limllahl 1mm'1f.lÌli· è [I.mie dedurre rlr imm,·,m s/nrz, che tt,u,: le nauQni t•1.VJlul ( J()S/('lllttro pcrfqulpaggù1re in 1/}{lllif'rtl t111i/<>r111t: '" propri, truppe

Jn basso: In q11es1a ct1lehY(rjQIO di Uflll oumllat ,1d1111ata 11az{rf4 t!,-1/e

l'en()rm.- nw11c'1'0 di cot(r/tll che gli es~teih 1111z1f>11al, romemplav,wo, e gli lm,,u,.,1s1 prohltWti deflv<mli d,,! loro ~uifktM/amenu, c1n-/MZ,è armdl(' ,çi COf,lie


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più spesso quello m"schile. in ogni senore. La nuova mod" completerà perciò le semplificazioni chi: già si erano avviate sul finire del secolo precedente, liberandosi irrevcrsihilmcn• cc dagli anacronistici recuperi per i quali: ''verso il 1895 tor• nano di moda le maniche gonfie in alto ed il busto anillaro: la S(>tt:rna si porta corta, scamp:mtm.,. in modo da scoprire

in questa •v•niante moderni,ò. che la gucrr-• es•lterii uhe, riormcntc_,. dei curiosi parnck>s..~i, avvi.s.agUa della realtà soda~

le della seconda metà del XX secolo: gli abiti senza dubbio cominuano a coprire quasi del tutto il fL~ico fcmmioilc, ma aderendovi sempre di pili finiscono per rivelarlo oome mai

in passmo. anticipo della successiva liberazione dei cosrumi

le scarpine, la pettinatura viene abbassata in modo da vela•

e della futura eguaglianza sociale. Un discorso a parte mc,.

re la fronte con una frangetta leggera .. . i cappelli diventano

rita la più famosa fibra tessile, da sempre legata alle vicende umtmc e bdlic-he in particolare.

un poco più grandi, selnprc adorn:ui con frmta, fiori e uc·

ccllcrti".' Cappellini degni della Primavcr:1 del Bonicelli che ovviamente stridono col repentino stadere dd conttsto gc.. opolitico e con le minacce sempre più cupe che incombon<> sul mondo. Non a caso la vera novità che ini?..icrà a imporsi e diffondersi: ..è comunque l'abito di raglio maschile o 111illeur. che giunge dall'lnghiltcrn1, dove era stato imposto dalla bellissima principessa Alessandra, Si diffondono ovunqu'" concetti di praticità, che consigliano abià dalla linea scmpli•

cc, ade.remi, m:.l senza esagernzione, al corpo confozionari con stoffe ;1ppropdalc e dai colori ;1rrnonizU1ti".s Tra.sp;ticmo 2 Da O. Blilt.Rlf.' . L'ltalùt nell'ottoc,mro. 1òrino 1964. pp. 1"44·4~} Ibidem, p. 14,.

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t10k l OOLL/a J'IICTll:AIA

Gli iJ1dumenti di lana da indossare sono le unifurmj con Favanzarc dcl' invcrno nella gucrm in montagna divo1nero l'unica pro<czione contro ìJ gelo, spesso l'unico diaframma fra la vita e la morte, sopratrutto per le vedette e le sentinelle. In ,1ho: U11i/.(Jr,nc degli Alpùii dt•lla Prima guem1 mQ1tdù1lt1; il ,:olore mm molt<> J/r,'('l'so Jn ,,u,1/() della /umeri'a 1e11Jc a m11/011dcrsl con quel/,, d,~ terreno e J,!/anio Alla p:i.gin:1 a desm1 Jn alto: l..a foto rt'rr11e de.gli operai, 11em.u!)J;/n,c11te Je:' 1111111owh: ltt· 1orno ,,I l9IO: gli ,,bi'// 10110 sr'ct1r<1m<•nte l 10/l dl c11i JlrpoJtgono, 1: a,11u: sip1llJ VCtleri- nes.1tmo ha lt J(arpe lo basso; u,, impJJ<> dt btJml>im' ,be glooi i1' ùnvm:o 111 Jl una spiagJ,tit: 11Nnmo di lom Cd/za dttlt 1,arpe ,he prohdbl1111e111(' neppur<· po1,1ù"'l/e


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al tJo!tQ ed ha1111c, a,w,,·,ato la gonna. 111e11e,1Jo i11 mwtra le scarpe In aho .i dcs.rra e .1lla p:1gin;1 :l dcsm.1; S, impone 01 pmm d,:l 1900 pt.:r le signore UJI aluìo d,1/ tl)g/io wg11111t·JJ/f: marfhile. più ,mro rome Mli· le11rumi rtmmdo i <11ppt'lli Ji SVi1N'atlsuìn,r t1d tl1gomhr,m1,·/ogg/a lo basso a sinistra: U11 r11ro ('St:mplare- Ji c:ùx:t distm•nr~ la r11di111t11· 10ft' calumm1 del t'0111t1di11i ,. dei pastort

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E<l oggi, in seguiti> :ti riscaldamemo globale con lo sciogli-

limre, dedotte le poche spese vi,,.,, Provvedendosi cli seghe a

mento dei ghiacciai, molti soldati uccisj ma mai ritrovati rÌ·

nastro per tagliare Ja stoffu, di macchine da cucire e da fare

affiorano con crcscenrc frequenz~ inrani dal ghiaccio, giova, ni cor1>i di oh,·c 120 anni! Le letcerc inviate d•I fronte con le richieste d.i capi ed accessori di biancheria di lana, facendo intuire, superando così la rigida censura militare, la inack-.. guata protezione dal freddo delle uniformi. Le richieste fu. rono immediiuarneme comprese da 1'11adri, spose e fidan1.ate estcnd(.·ndosi in breve ,ernpo sin ai lanci comitali femminili già sorti per l'assistenza ai solda1i, sia inceru.ivandone la formazioni di nuovi per quello specifico cornpito. A Milano,. nel 1915 l..;UuioHe Fe111mù11le ln accotdo con la ( ':t,ssa di i"1111er11ità: ''creò un bboratorio di m.1gJicria a mano cd a macchi na per offrire alle donne gestomi u lavo,1, meno i:m,,oso che non fosse quello del cucito Tanto l'uno quanto l'altro si fe, dcmrono intìnc coi Laboratori Ì$tituiti dal (..omitato di assi~ sienza per i bisogni della guerra, aprendo in poche sen imane nove laboraioti ed ottenendo direttamente dall'aurorilà mili-

occhielLi e rcdurnndo la manodopera per mezzo dell'Ufficio di coll001rnenro, i labomrori furono in grado di forni,-e decine di migllafa di capi al giomo".' Uacccnno al taglio degli spessi strad di stoffe sovrappo, stc con apposite seghe elettriche, secondo u n p reciso car.. ramodcUo, 1::iscia imanagin:tre che anche in l.rnli:1 fosse sta·

ra ormai introdotta la confe-.1.iooc in serie delle uniformi , secondo taglie standardizzate prestabili1c, tecnica già da tempo comparsa ne.g li Stati Uniti che al riguardo: "erano

4

tare la materia prima da trasformare. AUc lavoranù sarebbe staro corrisposto i1 prezzo per imero fissato dall'aumrità mi-

4 D:i F. 'l'AR1coNE, Domtel! gut"": tMne e pra1tdu:. in Studi Storico Mili111ri 2000. Roma 2002, p. 96. In ba.~o: Carrnlùw prop1t?.tJ11Jù1ica dn! mos1111 delle ,lom1r rii 1.:arù: rlù, Ji,re,aç a con/ezinunn: hiaJt(hc:rt'a di /,s11a per i soldati ,1// r<JIIIC, t.· la 1/ola di </t1t•st'11/iimi al n'a•verla i\Jb pagina a sinlstrn: Do1111e impiegate in ,ma fabbrica <h,· eon/er.io· 11n uniformi militdri

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., TUTTO PER LA PATRIA ! ,,- _, NELL,. YOSTR,. ,.SSf:Nl!i" COSÌ LA V)T" HOSTIIÀ TRASCOME EO IL P'IN.SlfftO L PER 1101. -AMATI NOS'fR I.

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stati pionieri dell'adozione di procedimenti st:uisrici per la t.fotcrmina1jonc dd lc tag lie. Durante la Prima guerra mon· dialc. u n migliaio d i reclute americane erano srnre misura~

re con lo scopo di disporre di dati U1 ili alla preparazione

di modelli per unifo11ni. Soltanto alla fine degli anni Quaranta, t uttavia. era stara condotta una ricerca su un campio, ne molto p iù ainpio, questa volta femminile, che consentì d i pc.rfezionarc i criteri di mis'Ul'!lZione preccde:me1nen-

te adonati, 1>0rrando alla pubblic:11,ione, nel 1952, di uno standard commcrdalc. lo Italia, i primj tentativi di imita· zionc del modello americano risalgono agli anni Cinquan~ ta :1d opera di diverse imprese... A Torino il G ruppo Finanziario Tessile (GFT) si pose alla fronricra del processo di rinnow,nc,uo dell'industria tCS$ilC e dell'abbigliamento italiana, inrroduccndo quella che nella storia clcll'azicnda i, ricordata come la <.<rivoluzione dc.Ile taglie». li numero dcl-le rngl.ie passò d:t meno d i vent.i a cir,·a cenrovenri. e non si tr:.tniwa pili di rnglie ceorichc, srnndar<l, rrn1 di rnglit:! d,c riflcttcvaoo finalmente le caratccristichc fisionomiche dc.Ila popolazione italiana. Il GFT aveva infatti impegnato vc:n~ d itori e negozianti nel compito d i attivnre una rilevazione amropomccrica degli italiani, misurando un c.ampiooe di

popolazione (cirta 25.0òO persone) distribuito in tutto il terri,orio nazionale'".' Non a caso una delle fabbriche pili importanti

elci gruppo, fu

dcnominatll

FACrS, acronimo

che srava per Fabbrica Abùi Crm/ez.ionati In Scrù..•, la cui pubblicit:1 vantava una gamma di ben 120 taglie! La confezione di indumenti cli lan a, per la rilevante dasti· dtà dcUa fibra e per fe rozza lavorazione manuale di maglie di bna. cab....•noni, guanti, panciere e ventriere - una imc-

rn ga1nmn (k:sdnnrn a essere indossarn. sono l'uniforme per sopportare il freddo invemale clcllè Alpi, non implicava il ri· 5 Lo ci,.,Jonee 1ra11a da MlNlS'l'ERO DEI BENI E DELLEA'l1'1. vrrA CUt:fURALl E DEL ·n JR!SMO, SISTEMA ARCHIVlS1'1. CO NAZIONALE. Ogni uomo rom .• ro11ren/ o. la raglia 11eltabbiglia· 111e11/Q con/àio11aro, pubblicazione 011 /ine. Jnoltrc sull'argomento cfr. I~ AI.Ltk.çroN. L'oht'ro usaJQ, in Storia J'/1al!a. Ann:1li 19. La moJa, ~ cura di C. li.·I. 8EI.P.~,.,, e F'. C mssr:Jm, Torino 2003. pp.56 1·,Sl. Ed :1nc1,.ua G. Bl!l<l'A (a curu çli). Appunli sull'"1,v,/m.ù»1e del gnrppo GP'I';. 1m'1111alisi co,1do11a ml/ondi J.,1/'ard,ù:io stnriço, '[Orino J989. Ed an• che E. Mll.1U.O. Le on'gù1i Jellil moda i1alk111a, U, S1<ma.... di. pp. 667· 697. Infine H. Ci.AA, The Clothùtg lnd11stry, in Hirrory o/T,dmolo,;r, \'OI. 6, Thc Twemicth Cenrury, [tr.tcl. i1. L'ti,dustr/a dcll'abbit,lùmuml<>, in S1orio ,ito/la 1tmolo1,la, vol. 6, L il. IJ v(._•meslmo secolo. UenC'f'SUl e le riso,...,, Torino 1995). t\ ~inis1rn: Mmmuiottt: Jc.llr: r«hllt' un1umiei1si 1tt:!!a Prima 1t,tu:rrJJ P<...,. rica,·art• dtJ!lt! loto dmumsioni J,,.., prorotipi t1111ropome1riel per lo , ~a(iuav"ont' di 1m11or111i 111 serie

1,30

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li ricorso al!'iniziativa priV',ua. sopr::1m1tto familiare, per sop· p<:rin: a quella basilare t'Sigcnza si spiega con l'errata pre"isio, ne di un guerra breve, e con l'endemica po,<ertà nelfa produ· z.ionc di materiale militare. Pochi capi erano infatti quelli dj

spcno di precise rn.glie. ramo pili che la stragrande maro;io· ranza dei cnpì cm re-Jli1...zatt1 olcre ai canti laborarori ufficiali, nei tantissimi domestici, ncì quali le donne confezionavano i medesimi capi di lana direttamente per i loro uomini al fronte. Anche in c1ucsro caso la lana veniva fornita di rado dal1'anuni.nistrazionc milimro 01 più spesso. recupcr;;1H1 sfi. lando altri capi reputati meno necessari. Ancora sei 19.17, sul foglio dcll'Umime Penmuiu1e si può leggere al riguardo:• il Disrribmorio di lana Governathin che J'anno scorso diede Ja. voro :1 cenrinaia di lavomtrid e forni circa 1000 r:api di ma~ glieria confezionata si è riaperto anche quest'anno nella sed.e ddl'Unionc e le signore. .. <'S<:rdtano le funzioni <li registra· zionc, collaudo e controllo im~tc dalla delicata impresa"•

dotazione ufficiale per cui, come delinc.att>, la rnaggior pan:e provenivo dal lavoro di doruic voloi,tarie che occupavnno ,n<~ro dd loro témpo libero residuo a confeziona.e maglie di lane per i soldati al fronte cercando spesso con generosa abnega· zionc di alJcviame Je peggiori e più inutili sofferenze. La lana che COSlicuiva In matel'ia p,·ima di tnlc attivit.:ì, ndl'l~,lia <lei tempo di pace non SC111'SC'ggiava, sebbene essendo un rik.v.intc aliquota di qualità pregiata la si destinava a produrre stof:fi: rice:rcatc e costose. Cospicuo, perciò il gc::nito economica d1c

6 Da Unio11e /c'lltmhtilt: '1a'liomsle:seuònc di Torino. Relazione 19 17. 'lbriJ10 19 IS, 1>. 5.

1n alto: Mo11i/ ,ma pubb/1':irarfo eht d,·c.a111a lt1 pAAluzio11c di abili ù1 1cru: m h<w 120 ra1,lre

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la laoo sin dal Mediot."\<ò gammiva, in panicofare nel Mcz,;,. giorno do\-'G una provvida lniziativa. arngoncsc la fece assurde a risorsa basilare per il rnamc nimc nto delrimero apparam cser•

cito del Regno, La rilevanza del ruolo della 1.ana in ambiro milirarc perdò non poteva considerarsi una vero novit{1; nuovo se mai em il suo impiego non csclusivamc.mc economico, ma per confezionare maglieria capace di proteggete dai rigori imier• nalL La rilcwm:oi di aml,edue i ruoli 5051enuto dal vello delle pecore in an'lbiro 1ni1itare un-a nuova digressione al riguardo. La dviltà appcnniniéa, d,e conno,ò per vari millenni la ·p arte ccntro-meridion·ale. dcli.a Penisola, fu in sostanza la diffusione capillare dell'economia pastorale e dei suoi criteri. IJ territorio, del resto., sembr-.ava perfettamcme catihr:u o rtlle sl\Cspecifiche esigenze. Lt grej!gi, infarti, per un,1 propiiia moltiplicazione necessitavano dl ampi pascoli: ottimi queJli degli alripi::mi abn1zzesi e molisani ma solranto d tc~

siate; onimi anche quelli delle piànure costiere pugliesi ma sol13nto in inverno. Troppo rigidi i primi e rroppo torridi i

camcmc impi<Unata a cavallo dell'incrocio tr" il grnode trill· turo Pcscasseroli,Candda, che sarà fatto coincidere con il suo decumano principale. e uno mino re ira il ~1atesc e l'Adriatico, prosperò in fu n.7.ione della periodic-d migrazione.'

Oissohosi l'Impero fu solo con l'•ggrei;:irsi del re~no di Napoli intorno all'Xl secolo che la transumanza potette di nuovo espletarsi. Le prime iniziative normanne in materia

promulgate eia Guglielmo il M•lo, risalgono al 1155 e tendevano, con l;irghi privilegi,~ incemivare i ])$~tori de11'Ap· pcnoino, ristabilendo così il collegamento tra le aree montane a brurLcsi e quelle costiere: pugliesi per l'cstrinsc... cazione onimalc dell"aniviti Grazie forse agli immediati riscontri positivi h1 imposto bei, presto un pM1icoJnre si-

stema di contribuzione fiSC'J ie sulle grcAAi che divenne subito il principale introitodclfa corona. Federico 11 di Svcvia sviluppò ulre riormenrc l'attivit.à c he definì •Jvtena delle Pecore in Puglia\ subordinando la~ un~1 d ist inta ma..gistrstu·

m, chiaro indizio della c1·csccnte imporrnnza ecooom.ic• ed

secondi, quasi scontata la migrazione periodica fra quei due poli climatici, soluzione preistorica definita in seguito come ''rra.nsumanza". che consemiva di infran gel'c i drastici limi-

industriale della pastorizia trans umante. Sotto la s uccessiva dinastia angioina , però, Pime.ro comp3rco trascurat() e svi• lito, decurtò visrosamente il suo apporto finanziario.

ti della sostenibilità ambienmle, dando cosi origine alla più colossale e prolungatll impresa antiecologita della Storia! U

Nel frattempo in Spagna ferveva lo campagna scarenata dai regni cristi:.mi per rkacciare i mori musulmani in-

reddito che commcnsurato su pochi animali riusciva fino

scd.iatisi oltre cinque secoli prima nella regione, che tro, vò proprio nel parallelo incrementarsi ddfa transumanza

ad allorn assolutamente miscrabile e insufficiente con tale pe ndolare csCUr$ione stagionale iniziò a lievitare esponen·

zialmentc, foraggfondosi un numc,·o (U pecore alrrimcmi incQmpatibilc con i pascoli montani e litoranei lntorno alle. t ra nquille masse ovine si artico lò e prosperò rapidarncntc u na serie varicgat;t d i attività manifattu.rie i·e da quella case-

aria a ,1uella tessile, tanto per cirnre le principali. L'ingc~noso dispositivo implicava, però, un1assoluta stabilità politica e sopranmro lt inclusione nel me<:lcsimo srato de gli opposti poli, essendo assurdo immag inare la transuman•

1.a in scena ri di guen·a incessante o di brigantaggio diffuso o, mc110 che mai, ,<l d i fuori di un ,mico Stato. Sotto il profilo storico ciò dovette ver ifica rsi p ie namente in età sannita, in .. tcrrçm1pc.ndosi nd corso delle gu erre con Uorna. Assoggcna to l 1ime1·0 meridione fu la stessa Urbe a ripristinare la pflsto· ri.zh, transumarne, scm.pre lungo gli stessi preistorici ta.ttturi. Tra le t<..ostimonianze pervenuteci della riorganizzazione ro· mana spicca la cittadina di Saepinum, alle falde orientali ciel massiccio del Mate-se, ~i piedi della p iù amica s,mnirn. VQlu~

Alfo p;tgin:l :i .,-Jestrn In alto; Cregge Ji pcv..-ori: J,,ra,ue' /11 h'tWfllf!l4llllJ In basso: Un p,crol<, ~regg,• di pecore percorre l'm11ico d<'tt1111t1110 Ji Satpmum, f.ÙÌ tJi/r(Jvcnaro dal t,nmde /rtUltlfO d,·/1.t• P111.lle

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t10 kl OOLL/a J'II CTll: A I A

il nccessal'io sostegno economico. Rimonrn al Xlii secolo la regolamenrn:oione della procedura, ribanezzat~ «McSta» con la promulgazione di dettagliate norme am1nini· strative e con I=oculata sccha di pecore provenienti da una

rrib,, berbera ciel dcseno del 1\farocco, i Banu-Marin, da cui 1s raz,rn Mcrinos sinonimo da nllo,·a di lana pr,-giata. E quando, ncll'c-statc del 1442, Alfonso d'Aragona conquistò il regno di Napoli, consapC\>ole degli apporti all'indomani della sua incoronazione prese attivamente a riorganizzare la cnmsumanza. A panire dal 1443, infttni, si riscontrano i s uoi primi provvedimenti al riguardo>sebbene la promul~ gazionc dello srawto di fondazione della Dogana del le Pecore di Foggia, nome dato a lla nuova rca lrà istitmdonale,

si ebbe solo quattro anni dopo. I risult,ui economici delle disposiz.ioni in matcrht si confermarono subito significati· vi. Già nd b iennio 1444-'45 le entrate della Dogana ascese• ro a }8.500 ducati, più del doppio delle annate precedenti, mentre Je pecore divennero 425.000.i

7 Cfr. N, PAONE. Trai/un, c11JMJM, dtru1/es, drumurilt. oi~rt'loJ.. Mo· /i'1e i11 IJ.uropa. 1!-c.rnia 200<i, pp. l 17-21 .

8 Cfr. J. A MMUNO, l.:t·rouo111ù1 pasumxlc 11tl R('f.l:O di Nopob: fa. rolano 1992, pp. 31 ,1 23.


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Alfonso, al p:,ri di tun·i monarchi. scntj l'csigcn;,. .1 di un proprio

esercito, preferibilmente stabile e nazionale, prefigurandolo nel medesimo 1443 di almeno l.000 uo· mini d'arme1 rcgoJarmcmc paga~ ti in pace o ln guerra, stanziando per il suo mantenimento 100.000 ducuri l'nn,10, a parrire dall'cnrl"Rta

in scrvi,jo degli organici. Lo cifro per J'q >0ca appariva ingentissima, rnmo da porcr sostenere 11ncora un

secolo dopo oh re 30.000 soldati. I documenti d archivio pcrvenu~ tici non ci consento no di appw·a, re la rnanicra con cui fu 1isolt0 il pl'oblcma, ma $ig11ifictniva mcme già dn.1 1448 la Dog:ioa dcUe P.eco· re di Foggia fu in grado di elargire 93.000 ducati, da 930.0()() capi 1

in tl'ansiJo, che divennero l'anno

dopo 103.000 ducati, dn un milione di pecore.• Confinando, come ebbe poi a dire un sovrano borbonico, per tre lati con l'acqua salata e pet uno con l'acq_ua san ..

ta gli sforzi delIn difcsn dd Regno si concentrarono invariahilmeme soprmrurro Jnngo i 2000 km del suo perimer..i·o

marittimo. Il che giustificava la rclativaniente esigua entità delle for-,e di terra per cui il gettito dcUa Dogana si coDfcrmò congruo a.I mantenimento di un esercito stimato soffi.

ciemc olio scopo. maggiormente dopo :ilcune lungimiranti disposi7,ioni d i re Alfonso. lnnanzitutto garantì ai pastori la sicurezza luogo l'i:ntero tratturo della transumanza, dai montj al mare, reprime.n<lo energicamente ogni forrna di banditismo e prevarica-

zione feudale. Acquisì poi median1e clenagliari conrraui di :tfflito obbligati, tutti i terreni ciel Tavolie.re, form:tndo una arca di circa 4.000 kmq, che frazionata in 23 lotti principa· li detti 'locazioni' e 20 secondari eleni ·dei f)Overi', fu destinata ol soggiorno invern•le delle greggi. AI pari dei proprietari terrieri anche quelli armcntizi dovetrcro sotrosrnrc a vincolanti accordi 1 impegnandosi alla migrazione s tagio 9 Cfr. N. MA.'l"l'KOXAROI. Jgil!.,autt' vcn/1, lsc:rn1"' 2004.

ln aJro: To1atuta d1 ,ma /h'«Jrtl Ji rat.:p 11Nrù1os In basso: L, mom,menrdle Porla 1Mù1110 di Saep/11u111 All:1 p:tgìna a dcs,m: VeduM llth:a dtl f.Ttmde 1r11truro delle P11p.fit!. largo i,1 media <1r<u 200 111

1,34

t10k l OOLL/a J'IICTll:AIA


p(lrle 1,·e<>;1Ja • attinenze "ll'abbigJiantel'ICò

l)

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naJc e a svernare sul Tavoliere. ln pratica ogni pastore pa .. ganclQ lo gabella per ciascuna pecora del gregge acquisiva

il diriuo all'assegnazione di un appè'tzamenro da pane dei funzionari reali dcli" Dogana in base nl numero degli •nimali ch e conduceva. Si trattava in defin itiva cU una sorta di doppio contr-Jtto di affino. u no negativo per l'acquisizione dei terreni dai re1arivi proptielari c,100 posilivo p er h. con· cessione degli stessi ai propriernri armendzi, e non d i uf1a odiosa gabella vc.s.satoria. Logicmncmc tra l':unmonrnrt" complcssh•o dei due canoni t..osistcva una rilevante diffcrcn•

1.a che costiruivn l'aliquota primaria del gettito dell:i Dog•· na, al di là di quella mcrnmeme fiscale. In linea di massima il costo della tassa non era di per sé csoso1riuscendo al'tzi addirinu.ra inferiore a quello esatto in precedenza senza la corresponsione di alcun servizio.

Da allorn, allo scadere Jcll 'esrnte, per oh re quattro secoli, milioni di pecore lnsci:l\otno i pascoli appenninici e sccndevaao in Puglia, per ripercorrere a prùnavcta inohra· ta l'itinerario inverso. dopo aver assolto ai p rec.isi obblighi

fisca li con la Dogano. Affinché nessuno fosse insolvente

1,3 6

t10k l OOLL/a J'IICTll:AIA

era fauo obbligo di tosare le pecore prima della partenza e di porcare la lana nei ma,gnzzird della Dogana a Foggi::1, dove valm:ata per peso e qu:tlitit, 1nureru.1to il dtbito, una apposirn carta apriva i posti di blocco, auwrizzando il ti· tomo ai paesi di residenza. La cres.ccnte complessità d eWistituzione e il suo progres.. sivo articolarsi de1crminnrono I~ divisione dei ruoli. Sorse <.."OSÌ una apposita commissione, che divenne un'appendice

della Dogana stessa, destinata alla gestione delle molteplici incombenze non spiccatamente fiscali. Ricaddero pertanto souo la sua amorirà sia l'amministrazione dclla giusti· zia c ivile e criminale, iJ1 quelli sorra di universo pastora·

lt -lontanissimo dalla visione arcadica· sfa l'ammasso e la commc:rciali1..zazionc del la lana che divenne di fatto un mo.. nopolio regio. La dimostrazione dell'ottima i;e,;tione della Dogana si riscontra nel vistoS,O decollo della pastorizia 1n :;Ùto :.l s.inisrf'.l; Mi11l,11ura raffit,,,,.am~ Federico ll <11 Svcvù, 1n 3Jco a dei;tra; Tt"(n rt1//igumn1c.• re 111/omo ,l'Arago,M AUa pa~11:t :1 destr;1: Mappct di u1111 !Mttio11t"


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trunsumanic. AJ!n fine del XV secolo attraversarono Foggia ben 2 milioni di pecore per non parlare delle mandrie di bO\dni, dei cavalli e dei cani pasrori! La cifra sembrava lontano dalla massima nonostante un fucile calcolo focesse ascendere il limite ecologico del Tavoliere a una capaciriì teorica massima di 2.5 milioni di capi. L'incremento cosranrc e la percezione degli ingentissimi e sicuri proventi fiscali vnlicarono r.npidaO'lence i confini del Regno, suscirnndo pericolose ccnrnzioni. A seguiro della calarn di Carlo \I 111 nel

!4$>4 uno strascico di combattimenti si pro1rnssc ancora nel J497 presso Foggia, dove i Francesi si erano apposiramen• 1c diretti cçrcando di accaparrarsi il getrito dell'annata della Dogana. La "cosa'' delle pecore iniziava a manifestare. così, una sua vaJ~nza strategita e il dato fu da quel momento.tenuto nel debito t'Onto. Il ripristino della legalità, o almeno Ja fine della belligeranza>conseguente 01lla creazione del Vittrcgno di Napoli. portò ad mia ennesima 1·i<>l'gani1.zazìone dellll Dogana delle Pecore. Tn virrù Jelle normative introdotte j capi di bestiame in transito raggiunsero la cifra conven.zionaJc di oltre 4 milioni con proventi di qua• si500.000 ducari all'anno. In 1>rarica s.i mtesrnrono sui 2,5 milioni di unirà. coslirucndo la più sicur..l e regolare 1·isor-

sa cc-onomica del Regno, spesso ulilizzata per rimediare a disastri militari spag no li, in terra e in mare. C.osi ncl 1537 quando durante l'a tt,icoo turco a Corfù, vantando le truppe imperiali un soldo arrerra10 pari e ,>0.000 scudi, fu con l'impiego di u11a pane di quel gettito che supèrò la crisi. Cosl nel 1589-'90, dopo la disfatta l'Invincibile Armada, fu possibile con oltre 76.000 ducati della Dogana finanziare la costruzione di 28 galere. Cosi ancora nel !602. nel l62 l, nel !673, e ancora nel 1701 quando !20.000 ducari servirc,no per il soldo delle truppe spagnole di stanza a /vlilanò.

Il trench !Jestrema rigidità del cl ima invernale delle Alpi, oltre all'anzidetta ampia adozione di indu1ncnti di lana obbJi. gò pure alla costruzione di baracche per proteggere i combattenti dai suoi massimi rigori. S<:bbcnc condizioni tanto dure non ebbero analogie su tutti gli altri fronti della Grande Guerr::i, non per questo qucl lc a cui furono sottoposti i soldari durame la cattiv:1 stagione possono considerarsi rollerabili. Nelle trincee gli uomini vivevano nel fango e dormivano non di rado per settimane con Jc uniformi inzuppa•

la _gi.à menzionata U11io11t Femmim1e per dotare i disgwiiati costretti nelle trincee di un semplice (scaldarancio', un mo,

desto fornellino da campo, una sorra di trcppiodi sul quale si potev:1 porre la gamella, bruciando al di sorto un rocolo di carta imbevuta cli paraffina.'" Non swpisce, perciò. che prendendo forse a modello quanto già ado1tato dai Romani due millenni prima, si studiassero e po i realizzassero dei soprfl.biti in grado di fornire una nrnggio1-c protezione

dall'acqua e dal freddo: cappotti impermeabili da trincea, più noti con la loro designazione inglese di tre11ch·coilt e, soprattutto, con l>abbrcvia1ivo/re11ch, presto talmente lontano clall.1 destinazione Qrig·inaria da imporsi come CRJ)O di abhigliamemo niffin:uo ed clcg9nte per uomo e d.011na!

l.:t-spandersi dell'Impero romano verso il nord Europa, e il suo attestarsi lungo il corso del Reno e del Danubio in con• fortcvoli b.1si permanenti, rese necessaria l'adozione di un idoneo abbigliamento invernale che ponesse i legionari in condizione di resistere ,J freddo inrenso ed alle gelide piogge. Trattandosi di indumenti miJitari non si badò gran che a.Ila loro estetica, bastando che fossero adatti allo scopo, ovve.ro caldi e impcnnenbili, e sopranuno di rapida cd economica confez.ione. 11 Si adottarono, perciò, con lievi varianti i due tipi di mantelli usati dalle classi più po"cre. debitamente pcrfezfonati, il sagum e la paeuul.a. .ldc.ntico per entrambi il tessuto, per lo piìi lana cotta impregnata d i olio o di lanoli, na, esrrnrca dal grasso vello delle pecore, trattamemo che lo rendeva id rorepdkme e quindi impenetrabile all\tcqua, ma diversa la foggia. li sngmn, u infatti, era una pezza r<.1tangolare, simile quindi a una nostra coperta, per cui spesso vcni\ta U.S3to come g.iacig.lio dai lcgiona.i-i duran1c le operazi<mi ~rn-

pali. In lllll!Jhe:oot non eccedeva il ginocchio, e si indoss3"1 sostenendolo tramite una fibbia o un nodo su di una spalla. li colore, quando non quello naturale della lana, tend"''' •I mar!'Q11c-rossiccio tant'è che per parodiare il rosso man10 dei re, un mantello del genere fu fa1to indossare• Cristo dopo la flagcllaziollc.

re d\~cqn;-t, privi di qualsi:lsj riparo di quello fornito da un

10 Cfr. Da F. TARICONE, Do,me...•do. pp.96-97. 11 Per approfondjmemi ruU'ar,gomcmo Y. L1~BOIIEC, L'tserc:iQ ro· 11111,10, U ,,m,i imp,1rù1/i dò Augu..$/Q n/111 /ì11t d<'i lii set.v,fo, Roma 1993. ed :mdv: <lcllo stesso autore Armi~ gutrrit~l dl R<Jmà anutti. Da Dioclnùwo ali,, e11d111d dell'impero. Roma 2008. Pila in genet-.ùe cfr. F. Russo, Sa11u il $~,m Jtll'aqm!d. Storia ,ldl'Ewrt·tio Romano dalkl repubhlltrJ a/N111pt.·1v. Rotno 2009 12 SulJe è"i1rancris1icl1t- <ld sagum cfr. \YJ. S~1m1. DCL LL. D~: U11 diVonanO di antichità grt•ehe e romane. London. 1875. alla voce...

misero telo di renda. Anche il poter sc:ildare il rancio, sempre d'infima qualità e consis.tenza divenne un n1iraggio tant'è che vi fu una sorta di crociata nella quale si distinse

Alla p~ina a <le.~tru: Bara«hc per ntOllt'TO ,letli ,dpim' sul l'asubro dura11/e la J>ru11a gue"o tJ/ondial,·

1

138

t1 0kl OOLL/a J'II CTll:AI A

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Leggermcn1c pit, daborma la pae1111/a, iJ cui sviluppo poteva esse· re semi-circolare, circolare oppure ovnle: nd ptimo e nel secondo caso avrebbe avuto un r--1ggio di circa. un mcuo per cui si rkavava da un paio di pezze cucire fra loro. Quello ova• le. imre<:e, che si deve imn, i\giru·l· 1-c cli circa .1.20 di larghezw per .l m di luoghczza richiedeva almeno

-~,

tre pezze. u na quadrata fra due se· micir.oola,i, seinpre cucire frn loro.

ln mezzo alla rencrale un foro ro1ondo, di circa 20 cm di diamc1ro, per fa1vi fuoriu scire Ja testa, opera·

zionc agevolata da un rnglio cli varia

luni:hez,;1 che si chiud~ median1c siringbe. Sul bordo del foro stava cucito un <:appucdo, confezionato

con la mcdcsimasroffa, per cui l'in•

p(lrle 1,·e<>;1Ja • attinenze "ll'abbigJiantel'ICò

l) 9



•


siemc una volm indossato ricordavn la tonaca di un monaco ma con l'estremità inferiore irregolare, corto ai fianchi, fino

alle ginocchia, e lungo davnnri e dietro fin quasi ai piedi. Ga,:ant.iva così una discreta J)l'()tezionc dal freddo all'intero corpo, e Arazie al suo cappuccio andie una efficace protezione del capo dalla pioggia. Per quanto ne sappiamo fu il primo abito militare che impçdiva al soldato di bagnarsi completa• meme nel.le mar<.-e o ne.i mrni di guardia dur:rnte i temporali. Nei secoli successivi la realizzazione di un mantello, di una tunita, di un sopmbiio militare o da pçllcgrino capa· re di proteggere dalla pioggia, si oncnne qua~ sempre con P:mrico es(xxlicnte di impregnare i normali tessuti con grassi animali o con cera. Solramo dopo il XVII secolo lo stesso

risultato si pçrscguì spalm,indo la stoffa con un miscuglio a base di caucciù che la rendeva del tutto impermeabile. Da Alle pagine pre«dcml A si1\i.llua: Sold,ui che dormtmò m uno 1rr'11tY.'ù pruJt•lli solò da una coperta spt·sto int uppdta d'acqua A <lcnrn: 'triua:o prati(,JJa m di una verl r'gù11>so C'éngia: bt.·11 t uide11ti lclerribili ço11Ji:ioni melt'o a mi i soldati amw e.rposti re111.11 adegua· Id protcz.ìom!

varie fomi si apprende che il principe di Sansever<> Rain1ondo di Sangro, ccld,rc figura di alchimista-inventore napolcrnno, non mancò dj proporre un suo mamc.Uo idrorepc.Ucn-

te che, fattolo confezionare intorno al 1750, donò :ti re Carlo [LI di Borbo.ne perché lo proteggesse dalla pioggia, durante le sue frequenti bauutc di cacda. n Come altre invcnzio· ni ascritte a11 <.'ccentrico personaggio anche dell'antesignano i.mpenn<.--abile se ne ignora l esa.tra composizione. ma non si è lontano dal vero immaginandolo sostanzialmenrc simile alle mantelle cerate usate dai pescatori dei mari del Nord. ln ogni 1

1

caso queU'archctipo non ebbe ulteriore seguito, pcrdcndosc• ne pn.-sro le rmccc, per cuj occorsero oltre una scnanrina di

anni per il riproporsi di un similare capo d'abbigliamento. Nel 182.3 Charles Mackinrosh, 176(,-1843, un chimico inglese. inventò un singolare tessuto saldando insieme due

IJ In merito $, ATI'..\NA~f(\ In Cara J"I prù:cipr dr' Same,•tro. Archi· tt1111ra. l>tvenzkm,: /11vchl4'rt: Napoli 2011.

1

1n ba$.~o: l!usctìa dalla tnn«a per l 'avam.nla: 111 primo pumQ a tc"a rcs1a,10 alc:ml teli uwti per d1Je11d~rsi dalla ploggia e dal gel<>


pezze <li lana rran,ile una spalmaturtt di <:auccil1; nacque così un panno muJtistmto. scarsamente Ocssibilc ma totalmente impermeabile. Il panioolare adesivo, infatti, orrcnm_o scio.. gliendo il caiuccf(l nella nafta, aderiv,i fissandosi pcrfcna-

mcme alla trama degli opposti tcssmi e, una volta asdugato. daHa loro intima coesione ~caturiva un pmlno lana abbas.tan· za spesso e poco cedevule che però la pioggia non riusciva

in nkun modo u trapassare. Dopo averlo b1'evenaro con la dc$ignnzione ufficiale di ·rcssuto impermeabile di lana'. l'anno seguente impiantò a Glasgow la prima fabbrica destina~ ra a prcxlurre soprabiti resi.stenti alJ'acqua confcrJonaù con lana così tnttrnta: 11 ini1.iariva inoomrò ampio favore da parte

dei consumatori e il suo coinome, che per noi è sinonimo di una tipologi:a di computer, dfoe.nne pc.r antonomasia quello ddl'impermcabilc. ribattezzato all'cpoèa "mackintosh".

ln JJ to ia dcstl't1; Rie,,'0Cau1ri ù1 (òStu11u! th1 /~l-(JJ11tri rmnam di epoca IÌtJperialt?. ro11 rul!t' :ip,11/-è il (limi('() 1agum In basso a destra: RirV()t(l/òrl· eht• indotto ,ma poenu/11 ,1 sop,,1biw ùu.·emale dei 111iliran' è dei pdh.•griui [U basso a sinlsua: Tela dt•l 1787 dl 1"r1111cìsco Goya, m/fif.uran!e Carlos 111 Ji Borbo11e in r1.•11utn da c,1,·cii11orc, Mmco del f>rado, Madrùl

p(lrle 1,·t<>11Ja • attinenze "ll'abbigJiantel'ICò

I -I 3


processo elaborato dal Mackinrosh nel 1&37 fu ulte• riormcntc perfezion,uo da Charles Goodycar, 1800-'60," I]

un inventore statunitense celebre p~r aver mc..--sso a punto

un efficace met0<lo per la vulcanizzazione della gomma. Si basava sull'aggiunta di piccole porzioni di zolfo al lat• ticc colaro da!Pomonimo albero, che tramite il $Uccessivo

riscaldan1cnto si trasformava in un composto di gran lunga pili rx.-sistc.mc e. soprattutto, più eia.stico, ideale perciò per aderire a un soffice tessuto di lana in modo da impc-r• meubilizzarlo senza però privarlo della sua abituale morbi-

dezza. Di quell 'inedito tessuto fece tesoro Tbomas Burberl'y, 1835-1926, che," dopo aver llJ>erto nel 1856 un negozio ndl'Hampshirc, mettendo a frutto le sue conoscenze tee-, nichc mamratc come apprendist.1 di un nmo sarto e )' in·

14 S11lh1 biogr.ifi::i cli Ch:1rles Goodyç:u, cfr. T. H1,XCOCK, Ol11C1ssion Noblc Cha,lqs Goodyt"1, "fhom,1s Ha11cock. r la rom, péV 1b/(JC(tJ1e 1{ pùì grn11Je Sl!grdo i11d1mfi4/c del I?~.fl:<x>lo. N(.•w York 2003. 15· Per approfondimenti ulteriori cfr. T. D1 CoROA Burbcrry: JtQria J, un'icona m1.ksedalla R(1g111a \ltimrta a Kau.· Moss. 'forino 20l3.

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nato b uon gusto iniziò a produrre dei soprabiti impermea-

bili. Per la validicà del prodotto l' in izfariva ebbe successo, conscn!èndogli di rrasfcrirsi a Londm dove, tm i suoi tes· suti, debuttò intorno al 1880 un gabardine realizzato con fibre. mjstc, ottimo per -abiti pesanti fra i quali un par.ti· colare cappotto resistente all 'acqua. La vera novità intro· dotta d.11 Burberry, non fu un ennesimo pro<lorco tessile idrorepellente, dal momento che per le sue confezioni si avvalse di quello ideato da) Goodycar: ma l'aver ri.ccrcato

anche per quel tipo di abbigliamento a fianco della pm1icit:1 una indubbia eleganza. Nacquero cosi degli impermeabili per uomo e donna, che in breve volgere si imposero in tutto il mondo. ln virtù di quella meritata rinomanza nel

ln alto a .sinistra: Stamp4 "1/lìg.1Jra11Jt: ,1 prù1dpt> dl Sam·~,:tro RAl· mondo di $,mgro ln alu, a dei tra: Srampà mffiguM,11~ il rurauo di CharlN Ma&.it11ojh Alfa p~iila a destm In r.1lto :3 sinisrra; Stampa r4//if,1"tlfltf il ritrailo di Chorlcs GooJyt·ar ln ~ho a de$tro: FotQ11Ì.rtrtto di 11xmros Burbt'rry


1895 Burberry ricevette l' incarico di produrre le uniformi pc.r le forze armate britanniche:. che saranno indossate: nd.

menti a zig..,Lag dcJk "parallele' di Vauban. •• Ma la penna, ncnza. in quei fangosi budelli, spimi fi l.acremente avanri dal

J,. second• guerra bocrn, 1899-1902, integrandole con un

lavoro degli zappatori, <lu cui anche il nome di 'z:,ppe', era di pochi giorni al massimo, e per giun~J quasi sempre nel!:,

apprezzato cappotto impermeabile che derivò da un

Mio

precedente modello civile usando un più pregiato tcssu· 10. Applkando la gomma vulcanizzata, infani, su di u n gabardine a spina di pesce, tessitura che ne acccmuavt1 la flcssibilirà . riusci a r i<:a vare una st0ffa leggera e levig::1ca, sulla quale la pioggia S<:orrcva ag_cvolmcnte senza potcrfo trapass,1re, idea.le perciò per la line a dei suoi ormai famosi

impermeabili. Nel 1901 il Ministero della Guerra britannico deliberò di ric•vM-e proprio da quel tipo di stoffo un indumento rispondente all 'esigenzc dei soldati impegnati nei comhattimcmi, ma sarà durante la Grande Gucr• ra dopo lo stabilizzarsi dei fronti e :ili-a conseguente mas· sacrante guerrn d i r.rince:1 c he quel singolare indumento

avril il suo vero dcbuno. La g uerra di trincea non aveva dc.i precisi e quivalenti neWamichità, foue salve d elle b revi adozioni nelle opere di invcstitnento ossid ionali, condotte secondo g li avani.,,.

buon.a stagione! Non così, invece. nel corso cldla Grande Guerra, complice l'ampio ricorso a lle mitragliatrici ed a l filo spinino: p er mesi, e non di tt1do per irncti anni, cemi-

nuia di migliaia di uomini marcirono in quei luridi solchi. scnz.;_, altra protezione che l'uniforme sempre pili logora. logicamente inutiJe contro i proicrtili ma più ancora, pur• troppo per loro, comro In gelida pioggia. E fu allora che ci si ricordò del l'impermeabile milirnre, subito ribanez,.,no tre11ch•cu,11 ovvero abito da trincea destinandolo dappri;na 1

16 Cif'Qt i metodi escogitali d.il maresciallo Seb:1.s1ien Le Prestrc, marchese di V:111b:m per l'im·c$dmcnto <li una piaz:zat'9nc cfr. I. Hoor;, S1or1'1 del/~ /or111ka1,l()ni, Novara 1982, pp. 122-}I, Per un~i pit1 ampfa visione <lc.ll'c'\'olvcr:iÌ ..-fcll:1 forrificazionc e delle iccnichc

Ji .-sscdio (fr. J~ R,fSSO. l 11gt·1,11& t~fJ(IUl'II. 11i in llt1/w, Roma .?OOS. voi. 1,11 ,111.

·rre11t11 snr:,/i dt'Jorti/itn.zio•

p(lrle 1,·e1>;1Ja • attinenze "ll'abbigJiantel'ICO

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CHARLES GOODYEAR

@¼,/dr ffeo/t(J;}J'

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D 1$C0Vttt t· O V VI.C Al" IJ:CI> RUS8t R 100 Y.( A A...f ~GO

1839 . 1939

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~i reparti di fanteria e poi anni dopo anche a quelli della nascente -aviazjoac inglese. Ad avvalersene furono inizia].

mente i soli ufficiali dell'esercito di sua 1-naesrà a partire dal 1914. mo in breve il confonevole indumento si impose, come prevedibile, 1r-J i milirnri e dilagò. come irnprevcdibifo, tra i civili, uomini e donne, che presero a indossarlo persino quando non vl era la minima avvisaglia di pioggia!

Trionfò così, agli ini.zi del secondo decennio del XX secolo, In moda del 1re11ch-coa1, in breve trench per amonomasia:17 tra le carntcéristicbe che lo rendera..11no inconfon-

zara fu il gabordtiu:, tr,,ùizionalmcL1te color kaki, sebbene se ne siano confezionati in molte altre time e no n pili le• gad ;tll'uso militare. Alconl decenni dopo ben pochi fra i moti che usav,ino il trend, sapevano cbc quelle sue stra.ne forme così accauivarui ero.no srarc suggerite da ::tlrrcttantc

Spt"cifichc csigcnic militari! li modello originale. che debuuò a Verdun e nelle rrincce delle Fiandre, lo sresso che poi sarà :>donato pure dt,I R(Y}Yll Flying Corps, (corpo aereo che precederà la Ro.val Air l'orce), port•v• un profondo sprone posteriore sulle spalle, le spalline necessarie per i

dibile le spalline, l'allacciatura a doppiopetto. il so1togola,

la cintura e la fo lda triangolare sovr,apposra all'allacciatura per una miglio,· chiusura. Quanto alla stoffa la più utiliz17 Sulb vicenda dcll"invc:nzion~ e della diffusione: del ,rcnc:h cfr. N, Fot1U.!.11S, The TrMcb Libm. Nt~w York 2007.

1n b;1$so: Um1 1m1cM bmamuctJ durnmc lt1 Pr1111a guern· mo11dralc: da no/art' 1 soh/011 dJc rl rif}()S.tllQ sol/o dt>i mxv teh:sJn.11(111 µr terra 0(1ppog::lnri ali~ par<'li Alla p.ii ina a sinistrn: 'fèla che tr1JN11111da l'uwenz.1(Jttc dc/1,1 vuka11lz.· uiz.io,1,· J,:II,, 1;011111111 Ji Charft11 G()(l(l)'ear

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grndi, le d1iusure con cingbie ai polsini, per impedire l'entrata dell'acqua al sollc"arsi dd braccio quando imbracciava jJ fucile., nonché tasche di sicurezza e una cinrura di pelle intorno alla vfra. Quesrn che si seaava con un:t robusta fibbia. portava diversi anelli cli orrone a forma di D per appendervi le bombe a mano, il binocolo o quant'altro necessario all'espletamento del servizio. La s.ua chiusu .. ra n doppio petto con ampi baveri serviva per fornire coo la loro sovr~pposizionc una maggiore p1·0te1.ione del torn·

ce dal vento freddo. Ostentava una lunghezza decisamente superiore a quella che avrà in seguito fa variante civile in genere limitflrn ::il ginocchio, arrivando fin quasi ~Ila cavi ..

glia coprendo così il bordo degli stivali prorcggcndo perciò dalle inrempede anche le gambe. Un ultesiore accorgimento riguardava la fodera facilmente estraibile che venne usata dai soldati come una sorra di vestaglia, per mantene· re meglio il calore corporeo du111ntc il l'iposo nd la tCllda. In pochi anni il trench si diffuse in eurta Europa e poi nel mondo, senza preclusioni idcologit hc, cu1turali o di genere, riscuotendo una incondizionata adozione: femminile: $t.ando. nd esempio. a uno scritto di Eva Braun. commcss~ in

uno srudio di fotografo, persino Hitler·cruando la conobbe lo portava~ Ma la massima notorietà e cdcbrità deriverà al 1n~11ch dal cinema. allorché attori celebri in pellicole miti• che lo indoss:1rono con personale spontaneità: indimenticabile Humphrey Bogarr in Casahfilltca., o le leggendarie Greta Garbo e Mark ne Dictrich e persino Audr~,' Hcpburn nella scena finale di Colazùme da Tiffo,,.v. Altrettanto noti gli invesrjgarori dei tdcfilm che ne fecero un~ sorta d i uniforme d'ordin1:1 n1..a come il duro tcnemc Sheridan, o il suo scinrto collega Colombo, sempre con il loro tre11ch-crx11 col bavero sollevato e la cintum casuaJmentc annodata.

della grande lcmcz1.1 e dei troppo ampi inrcrvalli fra i singoli b-Ottoni. Si rcnrò più volte un sistema che unisse alla si· curczza del bottone la rapidità ddla stringa, un sistema che agis.~ su ambedue i lembi fissandoli con una discreta for. 1..a .• senza lasci.are fra loro soluzioni di condnuità.

L'archetipo di una chi1tsum del gene.re, impropriamente cldìnita in seguito cerniera, ovvero di una chiusura rapida

Cerniera lantpo L:idca che un abito si potesse chiudere mcdi.mte un uni• co sisrema di congiunzione e bloccaggio può farsi risalire al Medioevo: giubbe e giubboni, come del resto brache e camice avevano delle stringhe che infilate· in occhielli sovrapposti, tirate con un po' di for1.a portavano i due lembi de.JJ'indumenco a combaci:11:e fra lol'(). 11siscc1n:1 sopravvive ancora per l'aHaccinrura delle scarpe e di parricolari abiti, per lo pii, fomminili. Con l'avvento dei bottoni la chiusura divenne una sequenza di operazioni, da compiers.i secondo un preciso ordine che, tra gli :.lrri svam~gi, ;'\Vevs quc.l lo Alb p:1i[n3 " sinis1ro: A11dr,")' Htpbum ~ Crorgc Pt•pp,1rd i11 Cola• zione d;1 Tiffany

cominua1 dcbuuò intorno al 1851 a opcm di tal Elfas Howc) l 189-1867, uno dcj tipici invemori statuniten.si. più famoso nella storia della t.x11ologio pe,· invemaro la macd>ina per cucire. Alla base della sua chiusum il criterio di unire i lembi di un indumento in maniera ininterrotta, \lantaggio apprezzabile sopratt utto d'inverno, impedendosi in tal modo quasi dd n.mo qualsiasi scambio rc.l'mico eon l'arnbicrne. Esito ideale ancbe per contrastare la pioggia, rendendo presso· ché stagno il soprabito, che nel frattempo si stava svi.luppan·

°'""

do con ressuti gommati impermeabili. Pur essendo valida

l'idea, la sua re»Lizzazione invece lasciò alquamo a desiderare risultando fa tenuta elci ganci molto precaria e pcnanto fac:ile In alto: S1a111pr1 hr//ì1,urtm1t· il rit1<1t10 di Elias Howc 1819, I867

p(lrle 1,·e<>;1Ja • attinenze "ll'abbigJiantel'ICò

I -I 9


tamentc amomarico o a nc he: rnanu,dc, dualismo che sembra

ad aprir.;i. Seguirono perciò numerosi perfezionamenti che si protrassero per dL'Ccnni 1 anche dopo la sua morte. Nel 1893 si interessò della questione l'ingegnere \'l'hi,comb Judson, l836-1909, anch'egli inventore •J qunlc poi sarà attribuita la ccmie.ra, divc.nurn pili tardi universalmente nota con l'onomatopea di 'zip', che brevettò in quello s.tc:sso anno, come cen ifica il rclarivobrcvenon°504.0.>7 def 25 agosto 1893. Tale SU3 chiusura era formara d~ un serie di uncini disposti I\ino sopra l'altro che andavano ad inserirsi in ahrcnami opposti occlùe11i, tramite un movimentò che poteva e;.-sserc compie~ In alto a sioisrra: Forori/rdl/O di \'(lhitcomb JuJron In itho n destra: Cù,bbu dl cuoio tar,lo mttdfe,:a/e Cf>11 all,1,·àt1llm1 ro111ù111t1 a sm'tt1,a

J ,50

t10 kl OOLL/a J'II CTll: A I A

suggerire l'ancora non raggiunta affidabilità dell'invenzione, che infani non si impose sul ,ne.muo perché tendeva ad aprirsi fadlmcmc. Vaste modifiche furono apportate alfa zip ci1<11 dieci anni dopo, in particolare ottenendone la costruzione a macchine con un rilevante incremento funzionale per la rnag, giorc precisione delle due ix,ni ad incasrro. " Ma anche così il successo non arrise alJ'invcr1zior,c. Con la zip si cimentò alJora un aJtro ingegnere alncricano Gide.. on Sundback, 1880·1954 che, rimasto vedovo nel 191I, s.i dedicò senzo alcuna distrozionc ai disegni ai quali pemhro già lavorava <fa anni per miglior~re dcfinitivamc.mc l;1 tenuta ddla chiusura rapida. L1 soluzione la escogitò ncl 1913 t consistette nell'eliminazione dei ganci e nclrincrcrnentare il numero dei denti dn 4 ogni due centi.merri a .1 0. L'anno succcssi\o la migliorò :incor~ foggiando I'cscrcmit~ di ogni dentino ton una piccola concavità se 'femmina' e una al18 SlJfo swrr3 della chiusura lamJ>O, cfr. R. F1t1Eom.. Zi'pper: A11 fu:plorn110,, m Nove/Jr, New York l996


(No lilodel. )

W. L. JUDSON. OLASP L,OOKER OR UHLOOKER FOR BROES,

No. 604,038.

Patented .A.ug. 29, 1893.

p(lrle 1,·e<>;1Ja . attinenze "ll'abbigJiantel'ICò

I5 I


(Ilo Mode l. )

W. L. JUDSON. SHOE PASTE!fHIG.

No. 604,037. 1!'~·;:.L.:..·- - ~:-'-,

Pa.tented Aug. 29, 1893.

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111,11 11,

J ,52

t10k l OOLL/a J'IICTll:AIA


G. SUN08ACK. S( PARA6LE fAST(H!R. A,rLICATIO.!f rlUO Al.lii, 21, Jf14,

1,219,881.

Patented Mar. 20, 1917.

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U'CWonto piccola cu<>vidc éOnica se 'maschio'. Fissò poi mc><:· c-Jnicamcntc sia gli uni che gli altri su due nastri di stof. fa uguali, che ne consentivano la pcrfcrra cucitura all 'ubito. Fatti c.ombaciare e incasrrare fr:i. lol'o ~fa un apposito curso· re. 3ssicun.wano un'onirn.a tenum. li brevetto fu riJnsciato iJ 27 mar,o del 1917 con la dd1nizionc di 'chiusura seporabilc' e in quello stesso anno un s,uto d i New York utilizzò quella

nuo'V'J e 6n~lmentc efficace chiusu~t l"Upida per uoHci.mura con tasche in dornzione {li rruil'inai statunite nsi, acquistan.

done 24.000 esemplari. M,1 il ,,ero sviluppo si ebbe con la 11 guerra mondiale e sempre in ambito 1uiJitarc.

Il reggiseno li 12 fcbbroio del 1914, Maly Phelps J•cob, ventenne ereditiera americana pronipote del celebre Robcrt Fu!ton, richiese oll 'Ufficio Brevetti di New York il riconoscimento di una sua curiosa invenzione, rkevcndonc iJ} novembre sue• ccssivo il rel•tivo attestato d>tl numero 1,115,674. In quel lo srcsso giorno la flotra d';1Jro mare della marina imperiale te· desca, nell'ambito dclleopcr.,zioni navali della prima g llCt· ra rnondiale avviatasi tre mesi prhna, bornbardò la cittad i~

na inglese di Grcat Yarmou,h nel NorfQ!k. Da un punto di vista strettamente tecnico il brc,,eno di Mary Jacob non po-

teva considcmtrsi una grande invenzione, rrauandosj in so-stanza di w, paio di piccoli triangoli di stoffa uniti fra loro e sorrctri da adeguate bretelle in modo d i fo rnire un ade -

guato sostegno al seno femminile. Dal punto di vista pratico, invece, fu talmente irnpol'fame d:rl muu1re il cosrume ddlc donne non .solo estetico ma an<:hc:. e soprattutto, funzionale in nescando una vistosa miglioria fisica e psichica,

affrancnndo.le inoltre dalla 1orrura dei corsetti soffocami e delle dolorose s1ccd1c di balena scn2'! comare le gravi deformazioni che provocavano al corpo la loro adozione, ampiamente ma vanamcmc evidenziata da innumerevoli stu•

di medici. Presaga ciel successo che sarebbe ~rriso alla sua idea, sc-rivev:,1 Mary Phlcps: "non ritengo c he il rc~giscno cambieri, i.I mondo come il battello a vapore del mio antenato, ma quasi

10 1 • '

La profezia, mai come in questo caso, si rivelò non solo esatta ma molro inferiore a lla realtà, da l mo mentQ che, mcnne il l).1tceJlo a ruorn sp:1rl d9i mari dopo pochi decenni, i I reggiseno a un secolo di d i_stan~1 vrtnt:1

una produzione annua dj vari miliardi di esemplari, utiliz1.ati da quasi la mccà degli abitanti del pianeta! 19 Per .lpprofondimcnri sull'invem:i011c e 1:t viia di ~tuy Jarobi;, è imcressaotc leggere la su:1:tutobiografia: C. C1t0SB\' . 'fht Passio11t1/~ )h1rs. NC\\' York 19:S3.

1,4

t10 k l OOLL/a J'II CTll: A I A

Quello che però la giovan e invcnrticc, nonché pacifista mi, lirante. non poteva neppure supporre fu il rilevaote impulso

che lo Grande Guerra avrebbe impresso alla diffusione dcUa sua creatura.. Dopo un violano a\ vio, infatti. i tanri fronri di 1

combattimento avevano costretto alle armi ben 80 milioni di uomini, costringendoli a lasciare Jc proprie famiglie, le pm~

prie cose e In propria attività. Moire le do,mc che andarono a sosdtuirli, come più dcttagHatamcmc ricordato in prece~ clenza. indifferenti alla pesantezz,1 dcl lavoro. ai turni massacranti e ai rischi per la salute. Ovviamente murazion.i tanto

radi,,.Ji del co~tume non potC\'llno non implic•re conse~uenze oltre che sugli atteggiamenti anchè sull'abbigliamento e la moda femminile si adeguò rnpidamcmc. sin dalle avvisagJic iniziali della imminente tragedi~ con un viscoso processo d i sem1)1ifìcaziooe del vestiario e su questo triste scenario irn-

patrò l'invenzione del reggiseno, che accentuando la. libertà del corpo. limitava i d isagi delle donne senza però avvilir1n alto: Fotorilral/o dì Mary Phelps JacobAlla pag ina a destra: 'lèuo dplù:t1llw lei breve/lo del rt!U,,1t,m <>

Nel.I<" J>ag.ine precedenti: Grafitiallt"IJ}II al brn;.('/./odiuna Ct--rm'ert.1 ldmpo


U.NlTEI > STATES P ATENT OFFICE. KilT J'. J4COJJ, 01' ll4 W4&0in:C'X.. l<IIW TOaK.

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Patene.ed Nov. 3, 191._

. . - 1<0. Sll,ITI.


M. l', IACOB, ' !RASSIEBE APPtlO! TJOJ

1,11 5,674.

rn.i» ria. li. lJU.

Patented Nov. 3, 1914. I llttn-lUt?- J,

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M. P. JAOOB. BIU.SSib.11. rnzDna, 11, uu.

1rri10.n 1os

Patentecl. Nov. 3, 1914.

1,115,674.

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p(lrle 1,·e<>;1Ja • attinenze "ll'abbigJiantel'ICò

I5i


ne Pavvenenza. Vantaggi che la pedante relazione tecnica dd brcvcno così amicipava: "E' rt'·J gli scopi di qucsra invenzione

fornire un indumento che offra, co,nbinatc fra loro, alquante carnncristichc nuove e rnili, tra cui )'essere privo della parte posteriore, utilizzabile perciò sen1..a preclusione con gli abiti molio scollati. E' inoltre... ml.mente valido da rornare utile u donne impegnate in viofcmi esercizi fisici, o :;port corne i) tennis, senza ostacolare alcun movUncnto.'' Non sarebbe stata, purtroppo, una partita a tennis qucl• la che milioni di donne in qucll'aurunno del 1914 si at-cingc• vano a disputore. ma il massacmnre lavoro nelle fabbriche e

nei tsunpi, per cui poter disporre della maggiore libettii fisica promessa dal nuovo indw11c.nto trovò rnpida ed universale acccnazione. Quanto alla sua denominazione, che con altra• tanta mpiditi cnU'cru nel linguaggio cornunc, dopo un inizia·

le e generico 'reggipetto' fll'lirà per ùnporsi qucllà di ·reggiseno'. Ùl!lti le varianti e i modelli sono talmente ranci che si possono solo per larga massima e per difetto tentare di cJcn.

1n fJto: Afodt'lli di lOTJ'l'lll 0110,,·mest:h, /orumt•ntt· ro,,u:nt11m

Ne11t pag.ine precc..lenti: Gra/ki alle1,«1i al bre,:euo del ref.$.tltno ,li M11r)' Jarob

J ,58

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carli1 secondo questo schema. .La prima distinzione si coglie

fr-• reggiseno a rri•ngolo o• balooncino. I primi hanno le cop· pc realizzate con un bn>no di stoffa :,ppunto triangolare, e somigliano perciò all'archetipo clclla .Jacob. In quanto tali co, prono quasi interamente le mammelle, e vengono cons:idcrati

genenilnwnte mohoconfortevoli. Quelli a balconcino, invece, pur non fornendo la medesima <:omooirà sono ampiamente u1 iliz-z.1ti per la J~ù visto.a volorie.l'.azione che danno al busto. Sono stati così ddìniti pc.r le coppe sagomate a forma di

mcv.afuna sen:t.a Ja parte superiore. in modo da sollevare ed ,.,;porre la merà alta dei seni. Altri rel\_giseno sono dotati di allacciatura anteriore, tl"J le coppe, per agevolamc la vestibilità, come pure in modelli piU rari destinati agli abiti da sera, con la schiena in buona parte scoperta, l'allacciatura avviene ante-riormcs>tc quasi all'alrezza dell'ombelico, mediante un doppio giro dclle cod(-. Non mancano inoltre reggiseno scJ1Za spalline, oppure arnovlbili in funzione dcU'abito indossato, o unica posra dit-tr<> al collo. Quasi tutti i modelli, inoltre, hanno nel 1\11:t pag.in,l :1 dest.rn

In :,ho: Rt1dingrofi11rhc mostrtJ ùt ,mmit:ra ogg,:trù.·a /11 Ju/ormario11e d<·lla 1,abbia IOfllCIOI provOC(l/(J ddl (()f$('/I() JJ1 b-.uso: ·t;u,'CJa d,e illm1ra i dt11tniin/trtl all<r 1,abhia 1mr1Ct'ro dalCfNtetlo


loro bordo inferiore un forreno 8"gomato a"' che gar:\ntisre, sia pure al prezzo di una certa rigid.if4, u n miglior suppqrto, Né m:mcano modeUi dcstinaù a sostenere nel senso st~ltjco del ,enninc, i seni pi\1 :1bbcmdanti. me.dia.me opporruni rin.

forzi cuciti nelle coppe, in modo di limiramc le oscil1"zioni durante il movimento. ~k'flo frequenti j reggiseno per oppo~ s.tc finalità~ ovvero incrementare soltanto apparcntcrnente il vohune di un seno eccessivamente rnodcsto, mediante oppor· rune imbottiture delle roppe, reali1.2ute per lo più in materiale espanso o gel di silicone, pooto sulfa sezione inferiore delle coppe. Un effetto simile, del resto, è fornito dai reggiseno />u,h Up, che, grazie ad una particolare formazione delle COJl· pe, esercimno sulle m11mmelle una spinra verso n,lro facendole apparire. decisamcJUC maggiori, ovviamente a scapito dclfa naturalcua. Una gamma tecnologica C quella dci cosiddetti reggiseno SPQrtfvi, che oltre a WSlenerc e.ncrgicarnente il seno ncmralina11do le forti sollc<'itozioni derivami dalle attività fì. siche, lo proteggono anche dagli urti. Ln bre,,c esposizione., come intuibile, non esaurisce affatto la gamma t.--sistcntc. M 20 Sulfa storia e le ~r~tteristkhe dcJ reggiseno cfr. O. Ct11l\.D1;,,:t, Stond del reu,iscm>. Romo 1989: ed anche B. Fo:-.TnNf:L. 8:,$li <-" ,,,·u,is~m. l '('popt•n dd J<'tW d,1/1' amkh,ià ai giorni 1101tt1, Mila.o.o 1997.


Può a prima visra sembrare strano che per ideare e produrre un indurne-mo intimo tanto utile e ramo semplice si siano 11spet· tati ranci millenni. ma Ja \"Crit.à storica ri.-liuha alquanto divcrs:t, oos,ellaia cl.1 riproposizioni e oblii, pe,· lo più oonncssi al vigente cunt<."Sto sodo·<.'COn<>-mico. Non stupisce perciò un recente ri· trovarncnto risak:mc all'epoca mcdiC\'1lc, che anticipando per• sino in maniera migliore il brevetto di 1'.fary Jacob, ci indm.-c a ii tenerlo piutlosco che un'alìSOluta novità, una reimienzione. Nel 2008, infatti, dummc dei la,'Ori di resmuro condotti nel casicllo di .Lcngbcrg, ncl Tirolo ori<1ualc, dinc"tti da Hamld Stadkr. dcll'lstinno di Ard><.-ologia dell'Uni,,crsità di lnnsbruck, in una vasta intercapedine fu ll'O\liUO un anunasso di srracci e di ri6uri, per lo pii1 !)e'ai di legno, ,,ct'Cbie S<'llrpe e logori indwn<Slli, per un totale di 2.700 p<ui." Tra gli stmtti affiorarono 4 reggiseno, di mc,demissimo taglio e concezione, nonché un perizoma

con due lacci laterali. simile a qudli degli odierni bikini. Che non si tr.masse di ri.6uti di recemc origine fu presto confenna· 10 da cinque analisi al carbonio 14, eseguite presso il Poli1ea1i, co Federale di Zurigo: nessun dubbio i reggiseno e il peri2oma rimontavano al XV s<.-colo, per l'esattezza al pcrioOO romprt'SO rra il 1440 cd il 1480! J.:incrcdulità fu perciò la prima reazione cli Beatrice Nutz, l'archeologa responsabile della scoperta, su, bito seguita dal vano tcrmuivo di trov.ue, rra le fonti icooiche e letterarie, una qualche confc,in• cronologÌùl di"Ca l'csisicnza del fcmmi,ùle indumento, ma ben poco <inersc dalle riccrd1c." Col dissolversi clcll'lmpero d'Occidente, infatti erano sw• nià ·anche le rudimentale fosce d<.'Stjnate I! sorreggere- il seno e solo dal Xlli-XIV secolo se ne ri1rov,J ox,12ione in rare cronache nelle quali si parla di crunicc con 'tasche'. o magliette 22 L':lrtirolo sulfo 11coJ>ena <ldl':.uchcolog:1 Bc~irkc Nunh è sHno

21 Per un:1 slmcsi suJ rimwamcmo dei re.ggiseno medic\fali cfr. F. Rl!sso, Lmgpu d 'a11nflt<1 ... , tn 1\,fedio,1JO n. J96, in:1ru;io 20 I J.

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pubblicato su Histor~· Extra. sito ufficinJe deU.l 13BC Hismry Maga• iioe neJ numero di a~osco del 201.2.


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3

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con le 'bors<~·, destinate però vt•rosimilmcntc soltanto ai seni voluminosi. Hcnri de Mondcvillc, 1260-1320, celebre chirur• go francese autore del tmttaro G>in,rgie,tl scriveva al rigu:ir • do: "Alcune donne.. . ric,iv,1110 nei loro abiti due borse ben adcrcntt destinate a contcneoc le mammelle, ed in t·ssc ogni manina ve le inseriscono e le 6.ssano con dei nastri~ Anche

Konrad ScoUc, 1436,1501, .nel suo mcmorinlc Ji1ringia•e,./11r• tLçdJen, ricorda\ln: -"le camicie con i sacchetti in cui alcune donne infilavano r loro seni . . .", biasimandone la dccx,nza. Né manca in merito una coeva sarirn tedesca, di autore ignoto, in cui si legge: "Una donna ha fatto dae borse per il suo seno. e con qu~'t' indurnento si aggira ~r le snadc, in modo che tuni i giovani la guardino, per ammirarne il bd seoo... ma i seni troppo grdndi rendono le borse strcrtc, orig.inando nella cit· tà pettegolezzi~ Quindi dei supporti o delle tasche per soste• 2} Cfr. H. Dn 1\IONOEVIU.E, C.hirurgic df! 1111Jilr;; HMry dt· Mondt·vi/,

le, romposé,d, IJ06.IJ2(/, ParW l89J.

ncr..:- i seni, esistevano anche nd XV secolo e, pur non esscn· do ancora dei veri reggiseno a coppe separate, non çrano più nemmeno una fascia mammaria di cipo romano o greco. St:mdo a!lc fonti, infa11i, sappiamo al riguardo che nell'amichità u·aJe csigcm•.c di quel particolare indumento per iJ sc.110, spiccano quelle derivanti d,ùl'allattamento, presto tuttavia af. fiancate da motivazioni funzionali cd cstctichc..Lc prime tcn• &\'llno • celare gli ineSietismi delle mammelle afflosci'1te e pendule; le seconde. invece. :o ostentarle pii, sode ed dastiche. per accentuare la seduzione. Tra le due. la nl-cessità di evitare che sobbal.za'iscro durante! le attività sportive: a Sparta, -perciò le ragazze durante le gare, si cingevano il peno con una robu-

sta e ritorta fascia cbiarnarn 'apodetmo'. Ln realtà quella sorra di morbida funè' non comprimeva le mam.mcllc m..1. vi si ap~ In alto: \lrdllfa ,lei O'lsiel/(J di U!ngbt•rt, ,i; Austrta Alla p~t~ina a sinistra: Ragozz,• americane dJt.• compiouo ttst•rdzi iù1~ menu/ 19/t)

pbrte 1,·U>;1Ja • attinenze "ll'abbigJiantel'IC<>

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ln alto a-Si11, istra: Lo 1/ip,rùtveJ111!0 ùm'cmt'! ai reggiseno, dt'I tiJ>(I ,·011 cllacdatura n11'jia11cbi In alto a dCJ,'trm Um> del rqgg,wwt> riuve,wti trd I rifiuti del co.tte//q

d1 Lcngb"'l In bisso e al cenno: f11.tieme tlt'p rcgg/tcwo di jQggl(, .ftraarJiunn'a· f!U:nl t:

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mi;Jc.nttt

t10k l O O L L /a J'I I CT ll: A I A


plicava immediatamente al di sotto, aU'.àttaccarura col torace, forncndo1c un efficace sostegno. Le donne etrusche, in1v-ccc, si fasciavano il pctt{) con un lw1go nastro, detto (taenin', crcdc.n•

do così di limitsrne l'abnorme c,·cscita. Le romane, infine, dal c..lnto loro si avvalsero di tre <livc:rsc tipologie: di ausili. ncssu· no però simile agli attuali reggi.seno e neppure a quelli trova• ci a Lcngbcrg, trattandosi io sostanza di s:upportj di diversa consistenza e ponara. li pili noro cm il 1mam11111arl, un.a Stri-

scia spesso di cuoio. urili7.zato per appiattire il seno e limitar· ne la ucscira. AJtrcttamo usato lo .strophium una lunga fascia di :,,'toffa da avvolgere a spire, che sosteneva senza csc:rdtarc alcuna compressione. Una testimonianza implicita d i raie in-

dumcmo è daro dru suicidio della libcrta Epic-Jri, la quale per evitare ulrc.r:iori torture preferì impiccarsi stringendolo intor· no al collo. Nel cdd,rc mosaico di Piaz,., Annccina, lo si vede indQSsato da alcune fanciulle e il loro costume somiglia a un odierno bikini t'On reggiseno• fascia. Alla stesso tipologia •P· partene,,ano pure le fasce delle prostitute cli Pompei, lmpostc

piuttosto da un seno pendulo che da un inverosimile pudore stante l'assoltna nudità! Ai Romani, infatti. non piae<.>\~nQ i seni cadenti, per foro tipici delle barbare, non a caso cosl ra(tìguratc sullo Colonna Antonina, repulsione recepita dalle donn<: romane che perciò in tutte le maniere studiaronò di evitare. Vi era infine il 1astul, una sorta di corpetto alquanto lungo. riscnrato ai seni pili abbondantL Stando all,1 mitologia fu Venere a inventarlo consigliandolo a Giunone. per le sue ben note forme 'giunoniche'! Stando a Maniale, invece. fu una sorta di <..osca, w1a trappola accortamente daborara a cui nL"Ssun uomo sapeva o voleva sottrarsi! Tornando ai r<.1)<:rri rin\'cnuti nel <.-astcllo di Lcngberg. inu.

sitara la deduzione suU'esistcrn.a in pieno '400 di una raffinata ling.,;ric c. soprattutto del reggiseno a coppe separate con bordature e inserti cU pregiato pizzo. Le copp<, infatti, che 1n ~lco: l'ùnu Armen·1111, l:Jma: t'I mOSiJiCo del IV s«olo dc:llt <XJsid· Jeilt· 1'111,0UC' m bikrtli

p(lrle 1,·e<>;1Ja • attinenze "ll'abbigJiantel'ICò

I 63


ne sono l'demcmo carnncri1...z:mte svelano esattamente il loro

disegno e In t,·cnica di assemblaggio: ognuno fu orrenuta con due spicéhi di lino fine, riservando iJ più grezzo alle rt.~tanti pani, soluzione che ne consentiva un più ergonomico adat· tan::tcnto alle mnmmclJc. Un indumento che, dt.-stinato dalJa vigente mor:llc a essere «huo dal vest.ito, si confel'ma, inve·

cc. proprio per mnta riccJ'éatezZ..'\, finaliz2ato alla esposizione vagamente erotica, forse in ambiti coniugali dell'alta società. Un·uJtima indicazione riguarda la taglia: i quattro csC'Jl1plari rin\~nuri, in ba.se aWanuale dimcnsionarncnro apparterrcb· bcro ad una 'quana' ovvero " urui rnglin 36, hanno tuni le coppe separate_, ma sono diversificali fra Joro. JJ loro criterio informatore sul finire dd Mcdioc'\'o era quindi corrt'tto, forse però troppo in amicipo sui tempi che del resto sQio le esigenze dello Grande Guerra tonrribuirono ad istaurnre.

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Gli assorbenti igienici L:, multinazionale: Kù11herly-C/ark che conta numcrosissÌ· ani stabilimenti in 37 nazioni. tra cui anche l'lta1ia, ha prati, tnmenre il monopolio dei prodotù ~ lx1se di cellulosa qua· li, ad esempio, ì fazzoletti di carta usa e getta, o i rotoli di carta assorbenre per impiego domestico. I marchi che a lei fanno capo sono molteplici e tutti ben noti ovunque quali. per cirnrne alcuni, K/e,,11ex, Scou, A11drex, Huggief, Pu/{.Ups, Kolex, Poise e Depe11d. Al loro .interno vi la,·omno complcs-

si,'llmente 55.000 dipendenti, esplicita conferma dd favore incontrato in tutto il mondo da quel tipo di prodotto, in SO· stanza basato su di µna unica mar,cria prima: una cèllulosa

cli notevole motbidev.a e tnpacilil di assorbimento. Quale ne sia anualmenre la diffusione è agevole dedu,·lo constornn-


do che dell'inier,, popol:,zionc mondiale un uomo su quattro ne usa un quakhc tipo! Meno di un secolo fa l'immensa multinazionale era , ma piccoJa azienda familinre che sull'invenzione di un particolare composto • base di cellulosa e di cotone fond"'"' le sue p,ospcttive di ulteriore svilup,>0. La validità di quel suo prodotto. dimo!i1ratosi circa cinque volt<: più assorbente dd cotone stesso e delfa carta .singolanncntc presa ma con un prez1.o a.I dettaglio molto inferiore ::ii similari, e perciò senza dubbio ec=ionale gamnrivn. al gruppo che nel frattempo si era costituito con la fusione dc.Ila Bn/1011 & Scoli fondata nel 1865 da Thomas Scymour Scott e Otis H. Ballou, poi divenuta Srott Pope,· Co. Limi!Yd, e da una

Kimberly, Clark ll11d Co., fondata ,1el 1872 da John A. Kimberly, Havilah Babcock, Charles B. Clark e Frank C. Shat• mck, con un capita.le iniziale di appena 30.000 dollari, un sicuro sviluppo che già si im,·,wedeva agli inizi del '900. Con l'cnrmrn in guerm degli Stati Uniti nel l917. b dirigenza dello stal>ilimento pensò di adattare quella sua invcn,.ionc, tanto simile all'ovatta, alla produzione di bende chirurgiche. 111>arricolare prodotto fu sul>ito inviato ai reparti della Croce Rossa in Europa dove, per l'on im:ilc rispondenza, fu ampiamente ddiicsto t-d utiUzzato per le mcdka.<loni. Pochi mesi dopo .le crocerossine americane che prestavano sc.rvizio ne• gli ospedali da campo statunitensi, maneggiando quel nuo-

In alro: Fiocchi di «llulosa ln basso: Foro ,li 1111 gruppo Jt ùifcr11nrn· sr1111milM1i d,~l/;1 Pri/114 guem, mo,tdial< Alla p1,gina a sini.<.rm: A/frc.,ro pompelann ra//igurame 11nt1 promiuta al l,wom~·

da ,,orart: la /a,fCIU m'11mm'/km~

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ne risconLrarono la capacità di imbibirsi senza disfarsi di notevoli qu:1ntità di sangue emesso daJle ferite, le ritennero utili con un leggero adaccamemo. forse scamrito del nino accidentalmente. alla loro periodico csil(eoza fisiol~ica, rrasformandolc perciò in antesignani as,;orbcmi igi<:nici per le mc-suuazioni. Vimpie.go era ovviamente ufficioso ma i risultati si dimo,

In Europa gli assorbenti igienici arriw,rono con notevole ritardo, per lo pi,, ndl'ambito della Seconda guerra mondiale, ed in Italia ancora dopo, e in forma rudimcnmle. Erano rea, lizwci. infatti, solo con cotone idrofilo debitamente pressaco e contenuto in una sona di reticdla. di rilevante ingombro e sistcmacicamcntccvitati dalla pubblicità che, giova ricorcfado, ha

scrarono rnlrncnte 1><.>Sitivi che quel ripiego fu1minc..-ameme si diffuse Lra le infermiere, americane dapprima e poi via via

re che anche oggi. quando onnai la pubblicit~ di tale prodono è c;omesa dai v~ri canali televisivi, le dhnOS!r.n ioni di assorbenza ,..,ngono effettuare sempre utilizzando uo Uquido blu, che

,'O tipo di bende assorbemi conlinu:un-erne,

delle altre nazionalità! Quella cstempo111llèa utili"7.azione costitul la fortuna industriale della Kù11berl),Gt1rk: la fine della guerra, inforri. pose termine aUe ingenrissime richiesre delle

sue bende, suggerendo ,ndirettmneme alla fubbrica di .,,viare la m«ssicci:i rcaliz-t.azione di assorbenti per quclla partit'Olarc dcsti'nazionc: acccnru.andonc è spedalizzandone le caratteristi•

che. Fu cosi che nel 1920 comparvct'O nei negozi le prime confezioni di assorbenri igienici, col nome di Kotex. Come facilmente immagina.bi. le da quel primo prodotto si derivò, in tempi brevi. quello dci pannolini usa e gena deslinari ai bambinj 1 facilitando, per un verso e per l'altro, enormemente la vita dcl1c donne.

mantenuto al riguardo una singolare reticcn?.a: basti considera"

non è certamente il sangue di donne nobili! !\1.cgli anni succcs.. sivi g li srudi e. sopr:uruno, le esperienze mamrate su rnilioni di donne consentirono di migliol'are considcrcvol1nente il pro· dotto, che si diffonderà ralmcnte ad olcr:mza da creare attualmente problemi per l'inquinamento che pro\'oca.

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In nito: Una 1m:dka11011e t{fn111111,1 con benda dl c,•//ulou, ,u.torbenlc In bat-!lo: FotQ J{'/ Corpo delle ln/ermù-. re sttJt1mt'tem1

Alb p.igina a sinistrJ: Un<1 tn/l!rmt'c:ra

statmu'té'llte/ra due soldati ,nurll,ui

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ATTINENZE ALL'EDILIZIA ED ALLA MECCANICA

Introduzione: dalla fortificazione ali'edilizia cii.t11e Treni cd autol'ckoli esiscv,no già da diversi decenni prima dcll<:splodcrc del conflitto, ma i primi - e pii, ancora i sccondL non si cr-.moC\'Oluti gmn che dalle fusi embrionali, e pergiunta non si erano diffusi in maniero siitnificatn,1. Le Stesse potenac mocrici dèllc locomoci,., si cmforma»1no sempre alqrnmto ddioli e tutte erogate da macch ù,c a vapor<: altcrrn,tivc, di bassissimo n::ndimcnm. Non a c-.lso lévoluzione: ''pili indisCLm1>ile è sr.:u.:.1 cc11ru11entc la ttasfo,mwio,,c dclle locomoti,.,. L,, gcneraliv.azione dclL1 tra,:ionc elettrica si è n:::tlizzata soprattutto dopo b P,ima guen-a, Si ''-'<k>(lO però apparire aadic le prime Diesel clcrtriche, d,c ,;icun~ mente non r-Jpprescntano un evidmtc miglioramento tecnico, ma <.."Omport:mo unèconornia <l'im~imento di cui Vfl renmo o:rno.

Se il rapporto pcso-p<ll<'nZ:l per il motore Dlcsd édi 9 kg per cawllo, se per il Diesel dcttrico tale mpporto po.<S<t ,1 20 e pc;,nr,o a 35kg per cavallo cli contro le operazioni di am:stoc di avviamento sono fucilitatc, gruzic alla flc;sil~litit dcll'eneQ;ia clcmica"' I Da B. C1LI.E, Storie del/, 1,·cn,chc, Roma 1985. p. 454,

L'elerrrifìot%iQne ddle ferrovie italiane! si avviò si:i pure in

modo sperimentale agli ini,:i del S<.x:oio scorso dopo studi propcxlcutici sul finire del prea:dcntc, L, relativa ahhonclanza cli encQ;ia elettrica, all'cpoça prodotta dalle centrali idriche, sngg<:riva rnk ado,ione, ma occorre,~, sviluppa,<: ddle adeguare motrici e, spesa di gran !unita maggiore una aclcy.uma rete di clistribuzionc: e di aHmemazione Jungo i binari. Nonostante ciò. lo scoppio della guerra mondiale e le difficoltà che ne dcri,,aro. ,,o nell'approvvigionamemo di carbone: "accelerò il processo di clcctrifi{-azione. I.:cstensione delle linee alimentate con cocreme trifase può ro.sì essei-e ri..-sunta nelle sue tappe principali: • 1917 Torino-Pinerolo •

1919.lòrino-Bnssokno-Susa

1924 Torino-Ronco, Alessandria-Voghera. l\1<wara-Tor-

tona e ArquacaT,>rtona. Di notevole importanza per l'approfonclimcato dei problemi legati nlJa captazione di corrente fu l'attivazione sperimentale 2 (n merito cfr. M. lofUi\. Storia dc·lla Jrazi(JII(~t'ie11.1·ktJ fi.•rro111iJrù1 m ltali111 f'irenzc 197 I.


oon nlimeotl\iionea501-17. c tensione di 10.(lOOvolrdclla linea Roma,Sulmona nel 1927. J.:elcttri6cazione clclla n.~c ferroviaria a corrente alternata crifase ptoccde cclcrmemc fino al 1930." ' l numerosi problemi furono prog,·essi,.,.mcnte risolti fornendo alfa fine un mezzo di locomozione pulito e rapido. che sarà ulteriormente potenziato e perfezionato anche

dopo gli anni '30. Per avere un' idea dell'entità delle pre• stazioni fornite da)b rete forrovia,ia nel corso della Prima guerr:1, è sufficiente. ricordare <lue arnbiti operativi. quel .. lo relativo <LI trasporto delle munizioni per le arrjglièric e quello dcll'cvacuazionc dei feriti e degli ammalati. Questo

Per qllanto riguarda gli effettivi, dai 9000 del 1915 si u.rri· vcrà nel 1918 a 100.000 uomini c 3000 u[ficiali. I.:indusrria non solranto farà fronte all'esigenza delrArmarn, ma riu,

scirà addirinura a fornire ,iuroveicoli alle potenze alfoaw."1 L'.automobilc, pertanto. con il eonn.itto passerà: "dal.lo stadio artigianale alla fabbricazione in serie.1.:cscrcito francese disponeva nel 1914 di 6.000 veicoli automobiU: ncl 1918 di 92.000"• Analogo svilllppo si ebbe 1>u1·e negli Srnti Uni. ii: "da una produzione annua di 240.000 venurc nel 1914, Ford passò a 950.000 nel 1919. Beninteso i materiali hanno .s\luto un ruolo importa.mc tanto nella costruzlonc dei mo,

tori che per i celai e la carrozzeria . .. L<'I carrov.eria. in fomic·

il quadro riassuntivo:

1915

3.340..344

1916 1917 1918

7.9}9.884 16.434.906 14.000.256

ra irnbrnita fo la sua con1pars(l nel 1920 in America... L'avvia,nento elettrico era staro ln,-emoto nd 1905 dal fr:oncesc Bossu e n1csso a punto nd 1912 daU'amcricano Bcndix.'~1 ti.1ligJiorie significative si ebbero anche nel settore navale, con un vistoso aumenro della velocirò e del connellaggio. L'impiego di: "accjui speciali pe,·meue di alleggerire gli sca-

Piti sjgnifìcativo il lrasporto e l'evacuuz:ione dei feriti che

vide b formnionc di 1417 ereni sanitari, con una media di: "18 àl giorno per 1rasp,)1·1arc 90.500 feriti ed ammalati. Tale ritmo fu mantenuto anche durnmc la 2* battaglia sull 'Ison• zo, con craspono di 165.450 feJ'id cd ammalati, sia pure diluito in un periodo pili lungo. Durante il riposo invernale 1915-1916 il lf'J.ffito dei treni sanitari, aoiiché diminuire, aumcnrò perché i rigori invernali provocarono un gran nu• mero di arnmalari delle vie respiratorie e fu perciò neces-

sario rcalizz3re 3.017 treni, con una media di~ al giQmo per 1rasporn1rc complessiv<1mente 134.100 feriti c. ammalati. La situazione migliorò parecchio durame la primavera, ma divenne di nuovo critica durante roffcnsiva austriaca

nel 1'1:entino. Si dovct1ero allora realizzMe 1.3.50 treni. in circa due mesi, per crasporrnre 123.950 3mmalati e feriti."• Progr<.-ssi persino maggiori li registrarono gli autovc.icoli, automobili in testa, dopo l'apporto cldla guerra. Al riguar•

do basti pensare che: "l'Esercico irnliano non fu da meno degli aliri: dai 450 sd10.<.ris nudi del 1° agos10 1914, arrivò • disporre nel novembre 1918 - detratte le perdite e i consumi - di oltre 30.000 autoveicoli: il consumo giornaliero di benzina passera dalle 50 1del 1915, alle 350, in media del 1918. 3 Da E. M ,',,lt..\lXI, L'ele11rì/ic4li.t'ot1e delle /l'rrovie italltuu•, Um, stn-1·ia di mrafJ,ioso intr,1pre11dt>111J1 ~ di buupad1tì a St!l,Ulrc tma coi•rt:11/c pcl,'tu:a mJ11.s/r1t1le. in Surn(I Jell'lng~g11c,la, Arti del 2~Convegn(t

Nazion:,le. N;1poli, 7-8·9 aprile 2008, ;1 cm-a di Salvat0rc D'Ago· sdno. ~ U citazione C murn d1 O, Uo\110, Le f,.Yrovic t1ulùme 11,-lla prima guerra n«.mdi(l/1.', in St1,J1su)l·tro mi/fl(u1 1986, Rom<l 1987. pp. 22}•24,

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conservandone al tempo stesso la solidità. .. Le navi da guerra ebbero la stessa evoluzione. Il prohlcrna del maceria~ le era qoi ancora più rilevaore, a causa delle co.razzan11·c .. . Di conrl'o la na\"C me1:camjle è rimasta a lungi tradizionale. cli to11ncflaggio modtsto1 e spc~o ha mamenuro la vecchla rnacchina alternativa e iIcarbone. Qui la velocità non cm in,

dispensabile a questo tipo di trasporlo..."• Nel frattempo, nel seriore delle .:ostrnzioni cdiii, esordiv·J una nuova tecnic-J: il <:akestru7..ZO armato. Dopo una :tm· pia adozione in ambito militare, anche io quello civile si as sisterà a un suo imporsi ed è cmhlcmatico che ,ra le prime 4

grandi realiz,.izione spicchi I<> srnbilimcmo del Lingottò della finr. Progcrrn1u ccos11'Uiro a p-.irtire dal 1915 dalrarchicer10 Giacomo J\<lattè Trucco, 1869-19}4, per volere della direzione ddla giovane fabbrica doveva riunire in unico edificio sia le officine dove si assemblavano gli :miovcicoli sia In pi5 D:i N. P1GNAT(), E C APPIJ..LANO, Gli outoveìroli taUid ( > logittù:i del R. li,ercl/'J /ta/,4 no fino al 194). Roma 2005. voi. I, p. ;!,l. 6 B. Storia J,11, .... ci,. p 4~57 lbid,111. p. 455. S lhù/1·111, I>· 455.

o. c,u.E.

t\Jln p:tgina :i destra Jn alto a sinistro: U,rn delle prime /OCQ1m,titJt' c•/ellrìche" m"e11te lr/faJtt Jn alto .1 dC$rr..t: lluo IO<XJmotiva e/e(frÌa, 1ri/t1sc: d,1 l!(Jl4h,' il pantQ·

grafo suddi1111() m due sevo,,l Al centro a sinistr,J: Il Ffat 1J ter III dlles1i111en10 <1UIIJart1bul,mr,1 Al ccmro ':l dcs.rrn; Il r.-amkm FIA'f 18 In b;tsso a sini$tr3; Attto1,w1ura Ford T )Jl basso :1 <bìrru:Aul0t,,v.'lltm.1 Ford Tdc! 1'>16 m a!ksrimenio rutt4bou1



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sta di collaudo. L'arch.itcno edificò tutto lo scabilimcmo in calcestruzzo armnro, ispirandosi a quel lo del, la casa a1.uo1nobilisticit t'lmericana

Ford cd anche ai principi del rnylorismo. che aveva come obbjcnivo

principale la funzionalità produttiva . .In base ad essi le officine si articolavano su cinque pi:tni sovrap~

posti, formati da clue lunghi torpi longitudinali, entrambi lunghi oltre -cinquecento metri ed uniti da cinque tnwcrsc mulrjpiano, dcdic:ne

ai servizi per il persoiiale. A Ile loro t.-strcm ità due rampe: elicoidali, per, men.endo alle auto di raggiungere il circuiro di prova ,·calizzaro sulla copertura della fabbrica. L'edificio fu affiancato da una palazzina "dibi1 ta ad uffici, turt oggi utilizzata per tale scopo, che completa l'immagine complessiva dello srnbilimcnto proteso lungo l'asse di via Nb.za. Quanto alla vicenda del calccstruzzt) arm11to

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che permise qudfa rivo·

h1zionaria costruzione industriale questo l'approfo,idimcnco. Nell'ultimo quarto del XIX S<.'CO• lo. nell'ambito delle artiglierie, fece In sua comparsa un fanore destinato a rivoluzionare in brevissimo

tempo le tranquillizzanti previsioni degli ingegneri miJitari circa la

longevità delle fortificazioni esistenti o eh poco c,;lificate: l'esplosivo ad alto poteoziafct da impiegarsi nel caricamento dc.i proietti.

Apri la corsa la Gcnnania nd 1888, adotrando aJlo scopo l':,cido picri<:01 ktsciando agevolmente imn\ag:i-

L'JIMHS Britrurnic, già lrrm,fatl,mtico gtmello del 'li't(.lnti·, C()Jtf'tlito 11c/ 1914 e ~msuo d,1/111 Royal N l)Y}' pc•r eJJ('l'c.'" l'l'lu/orm,uo lr1 nom· ospednl~. H,i,s 1\faje·

,cy', Hos1>ital Shi1>, a/fondo poro ,topo

p,~, 1111 ur((JC011 W 1d IJIÙl4 il 1J IIOIJt'IIJbrt• ,/,/ l ?/6



nnre la stmordinaria validirà clcll'innovazionc. JJ1 n.-alrà non esisteva al riguardo una assoluta ignoranza es·

sendo quel ponicolare agcnre distrunore. d:1 ;,llcuni anni, perfettamente noto c<l impiegato in compiti civili, quali in particolare le demo• li.zioni. Ma il lntsforhnemo al cam-

po di battaglia, per le diffìcolià connesse alle enorn,j so11ecitazioni a cu.i erano sottoposti i proietti dalle ca· riche di lane-io e alla corrosione dei

loro involucri, consentivano poche illus-ionj circa In su:\ concreta adottaIn alto : Deltag/i() della pislo dt•I /Ji1.g<1ll<J ln ba.,;ro: Vedi.aa m·rea dello stahilti11t'ntr, dt:! Lingollr) inti!rilo 11,·l m() auwt!,•conlt'· st<J 11rbatJis1u·Q

Alb 1,:,~Ìn;t !'.I sinistra

In ;3Jto:Ved11ta derl!ll d,:/lo stpbi/ùm:,tto LlngQUQ dt•l!a FiqJ In b.tS:.:o ;1 siniiarn: Vedt11a della piua di coli.mulo dtll~ auto rl!alitwto sulla IXJftC" tura dello Jtahllù11enw


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bilità. Nonosrnntc ciò, a partire dal quel 1888, l'alto <'Splosivo si impose e gli.esperimenti d i tiro ('()n proiet·

ri riempiti di acido pictico contro opere fortificate confermarono, al di là di ogni più ottimistica pr<..·vi• sionc, la loro inimmaginabile cffi. cac-ia devastatric<:.. Le forrificazioni costruire fino nd allora c.cssavar,o éòsÌ virtualinc-n· te di esistere sul piano milirnre! E ancora una volrn nella storia delP.ar· chitcnu ra difonsiv,1, nel disperato tentativo di non dismettere nmc Je opere permanenti - non potendosi sostenere gli Immensi oneri di u na

ricostruzione in massa, si' ricor$C·ad espedienti occasionali. Una delle soluzioni che si impose, per semplic ità cost(Ulriva e per va•

lidità dei risulrnt.i, fu il rivestimento delle coperture delle fortificazioni o, più in generale. delle loro A sinistra,: Lt1 catemt di montaggio adQldalla Ford 11,l 191 j

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In basso: DNragllo <lelltt <'lltM,1

SC:'"doni esposte dircnamentc al tiro nemico. con un mas· siedo strato di cakestruzzo, NcJ p rimo caso la blindatura orizzontale si imponeva perché ì proietti d 'artiglieria, p ro • venendo da !(randi disr,inze cadevano con angoli prossimi alla verticale, con esiti dewsmnti in quanto esplodevano aJl'inccrno ddla fortificazione. L'insieme costin1ì una sorta d i impcnetrabi le camida, dircnamcme cucita sulJa sotto-

stame muraturn 1 in modo da neutrnlizzarc o almeno arcenuare gli cffcrti degli imporri dei proictri ad olro csplosivo.9 In pradca: "questa 'cintura antidc.flagrante' che venne adottata., anche se con maggior parsimonia, dai Belgi e dai Tedeschi, consisteva in un.a pfasua di calcestruzzo di un metro c irca di spessore. c he venia gctrnrn sopra 1n scrunu·

m principale della fonificazione e ehc rcsrav:i sc~mta da

questa per mezzo ru un ahro strato, anch'esso spesso un mcfl'o, cli sabbia. [I proietto veniva arrestam e fatto espio .

derc dal calcesa·u,,o, mentre I• s:1bbi• smor::rnva le onde d'urto e impediv• a~li effetti dc.Ilo scoppio di inrnccMe le strutture sottostanti'', l<I lvla gli enormi proietti ciHndro-ogi• vali ripieni di alto esplosivo, spazzarono via q\1e1Jc ingenue bnrl'iere, svuoumdolc con pochi tiri. Lt1 nuova a.l'chirenu.ra difensiva dovette allora forsi carico di tornare alla contrapposizione rigida. per fruslr:.irc ogni altri.menù devastante 9 In merito e&. J\. C!\.\SJ RA>,u:u.1, Dalle (avcrne ai r,fugi blindati, !\1j. l•no 199-1, pp, 444 e ,s. I.O D• I. Hcx'<;, Srorla df/le /orri/ìra,iQffÌ, NovM':l 1982. p, 18~.


p<:netr:i zionc balistiC'J. Per le accresciute energie cincritbe in gioco, però. il semplice ostacolo fornito dall'estradosso vece, lo ero st'1to fino ad alloro ii, rune le fortificazioni. li proietto. infatti. s<:aricando nd solo pumo d' impatto Ja sua

mente m~1ggiore 1 prestazione che fu o ttenuta tramice grossi solcttoni mo nolitici, in grado d i assicurare grazi~ alla Joro armatura interna di acciaio, la dispersione delle sollecita~ z.io ni anche pili poderose, resistendo o rrimamentc a quelle di tro1jonc che si mn,iifestavano sul loro estl"Jdos.<o in cooscgutnza dell'impatto. La fortificazione, in altri tcnnini)

immensa c nc-rgia, finiva per trasmcttcda istantaneamente c. inalterata, proprio grazie alla compattezza di queJlc corazze

doveva divenire non solo molto pfo spessa, ma soprattutto monolitica, sia per la saldezza del calcestruzzo sia per la no ~

di u na muratura sollccimto a compressione, quale che ne fosse la compattezza, non si confcm1ò sufficienrc come, in·

lapidee, alle SLl'Utture rerros1anri che ne venivano sgrcrolate. noo essendo in akun modo solidalì tra loro, a prescindere dal loro spessore e dalla loro d urc-aa. Quanto .ille mas.<e di te rra, o rizzontali e verticali, venivano d issolte come poi• vere al vcmo delle esplosioni. Occorreva, per ovviare a ciò. scaricMe subito l'energia ci~ oetica d'impatto e di esplosione :mdi ur1a massa notcvol·

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1n ;tlto: 1',mora111ic11 del /ortt: R()nc,'n, a St'l/1..·111110,u: d<~I l,1go dtl Mon, Ci!JtÌSiO

1\11:t p,igin,, ;1 dest.m In 11. ho: Dcllog/1(1 d,•l suo l11greno, di ,U'CiJJal c<JnceuQ,:" lo bmo: Coper1111e di et:m,mt.() ,mHato ,, muri di <<JJtfl<Jsearpa di JJ!a1o 11i/orti della /ì11t del XIX Je<



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te.vole '1rmarura interna d'acciaio, resa pienarncnte solidale aUo stesso. In taJ modo non frammentandosi, gli impatti e le esplosioni venivano ripartire suJl'imera opera_, pc:rfetta.·

mente in grado di sostenerli. Il materiale che con.seni\ qciesrn straordinsria soluzione s..'l.rà definito ceinenro armato, e uovcrà dopo un primo guardingo impiego in ambito civile, dopo circa mezzo secolo d iffusissima adozione, divenendo

perciò il simbolo tani:ibilc onnipresente dello scempio ambienta.le e dello speculazione piì, bcctm. 11 Q.uanto al criterio del monolitismo ncUa fortifictt,ione fornito dal solo calcestruzzo, non poteva considerarsi affatto tma novità. J Rom~mi, infoni, ch iamarono quelln sona d i roccia ai'Ti

4

fidale calci! structio, e le mur.aturc che con esso p<nevano edi ficarc opus c1U!ma111iciu111, inducendoci ncl attribuirgli, per assonanza fonetica, una certa affinità col nost ro ccmcn· to. "In realtà l'un ica sua analogia con l,auualc era l'iniziale

fluidità e il successivo rapprendersi. fino» fargli »ssumere consis,cnza lapidea. La definizione, del resto, non era specifica dt'signando già in precedenza un qualsiasi impasto

11 Cfr. E Rt~so. 1hwta ietXN1d.i/or1ì/iedzl<,111111 Campama, Piedì1noo, ce Ma«~c l 9')9, 1>p. 200.4.

Jn :ilto: l'rmNti di grosso cal,bro 11111ìunti11ella bu1111glù1 Jell,1SommeJn b..tsoo: Forte Pr:wmy,f/, cnstruilfJ dal/' l,11pe-r() au.rm.mngnriro m:I

sfili de/Id PQ/q11ù1, sul /ìmre dt·I XJX 1,--1.:0/0 /« dem,sllUQ J11ppri11"'

d,11/'artigliena rusra <' pr.,s ,la quella rcdc$ta nel 19 J 5.,. /i11.endo per dt', uc.·11irt' 1111 rudtn:. fJvùl<tfl// lt· Jpes1c roptm,r,: dei stm/lrm: ,Jet/()rtt'. Alla pagin:i ..l sinistra: Rude,; dt l /ott~ Doua11t11Qnt, costruito Jra il 188, td il 188S (t>,1 mptr/lms i1t cenU!IIIO armala.


piego, infarti, rimontano al tempo

di Nabucodonosor quando a Babilonh1 si iniziò a sostituire la "(nalta asfaltica con la <11.kc id,·arn, volgarmente detta spenta, pratica rnpi~

damcnrc diffusasi specialmente là dove non sgorgava naturalrncnte i1

binin1c e, per comro. abbon,fav,1. no la pietra calcarea e la legna." Non mancano, però, fomi che nel~ la s,essa rcgione ·fonno risalire 111 cal-

cinazione addirittura •Il• metà del [IJ millc1)nio sebbene la pro•

a.e.

dui'Jone abbia avuto proprio per la sc-.usità di pietra e legna sernpre contenente inerti, cioè t-uni i miscugli dj pietrame e m:;t.1-

rn, SC.fnp1·e però ben loncani dalf'svernc una pari rcsisrcnzn, che per tale ragione saranno in poco rncno di un sct"olo ir· rcversihilmc-nte abbandonati. :Per i Romani. curiosamcmc. i coe111enta erano gli inerti, le pietre più o mc.no piccokt che venivano tenute insieme da un lcg,unc, impasto a cui non

diedero mai un preciso nome. pur essendo in sostanza simile a una malta. La caJcc ncressaria per ottcnc:rc qucst'u). tima -Sl ottiene riscaldando la pietra calcarea a circa 900° in appositi forni, processo d i c.a lcinazione la cui origine si p,·r-

un alto ,:osto. Tra le sabbie utili,.1.atc in Mesopotamia non ne mancano alcune di origine erutti· w, tipo pozzolana, ben diverse dal punto di vista fisico dalla sabbia o dall'arena in genere. Quest'ultimc, infa11i, sono.una roccia ridotta meccanicamente in minutissimi (rarnmenti dal· la erosione eolk-a o idrim, mentre la pozzolana è una pirodastitc incoerente di varia granulometria>costituita da pomici) lapilli e scocic eruttive a forte componente silicea. cbe. rrasse il suo nome da Pozzuoli dove abbonda, ma in realtà prescn, te un po' dovunquc. 11 I n defìnitl\ia una d~iez.ione vulanica

pulve.rulc:nta alterata e omogc-ncizzata dagli agenti atmosfc1i~ 1

de nella none dei ,empi. Le prime 11otiaie cene del suo imIn .tlto a ~inisrra: Grosso blo«<> di ,·,da-s1111uo mm,1110 lo :.lito a destra e in bal-so: Un ,;....«hio/omo per produ~ lo ,ul«dff'rr ste11Jo plÌ."Jrt ,akar<..,.~

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12 CJr. r. Rum, Jniegn() t: paura, Tr('llfll S"'10lì J, /or1ffica11ò111 ,.,, /tulio, Rom• 2005, voi. I. pp. 258-6) 13 Cfr. P. Rusro. E Russo. 'fodJ11t. li ru()/o 1roil1t1m.e ,/ella 1Nnologù1 111ìl11arc, Roma 2009. voi. I, fiJJ CloJGtt:a,pp. S.5·6.


ci, ricca di ossidi di silido1 alluminio e ferro, oltre a percentuali variabili di ossidi di calcio e magnesio. E se

mescolando la sabbia con calce ed acqua si produce una sorta di calcare artificiale. mescolando la poz:a,. lana ne scatu riscc un conglomerato di gr-.-1n lunga più resistente, idoneo n sopportare enonni sollecirazio. oi di compressione nonché discrete cli trazfonc, potenzialità quest'ultima non condivisa neppure dai no· sui cemcmi non annati. Tumwi.i, la

più rimarchevole diversità degli impasti pozzolanici rispetto ai sabbiosi è nella loro e>tpacità di rapprendersi

anche sotùtcqua, per cui richiedono una minore quantità di adce, ris1X1rmio non indifferente nelle grandi cosuuzioni. Per la nostr.1 tecnologia quamo appena delineato è definito 'effono pozzolanico'/~ e si manifesta quando la pnzzolana reagendo con

,,.

la calce S(>enta forma un composto

1drnulico simile a quelli ottenuti per idrnta?.ionc del clinker di cemenro Port.land. Umis<.11glio di calce, poz. zolana. picu:isco e sabbia. con rag• giunta abbondante di acqua si rra· sformavo in una nrns.'ia pl~siica più o

meno fluida, ideale pc,· essere gcrta· ca in c.as.sc:forme dove si rapprcndcv-a. E sebbene la colata attingesse la sua n,assima solidità solo dopo af1ni, rnppresasi nel giro di pochi giorni già fornlvn resistenze ragguardc..-voli. U processo chùnko,fisico dell'in• durimemo, ovvi.arnerne. restò con,-

' -l-

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.... •

plc:tamemc ignoto ai Romani. c0tne

testirooniu VitnJ\~O d'lC s<:dvcvn: ''esiste un tipo di polvere (pulvis puteolanus) che produce spontaneamente effetti stupctaccn· ti.. Si i,1cooglie presso Baia e nelle località circostanti al Ve, $UYio. Quesra polvel'e, mcscolara con la calçe e pietrisco, non solo rende saldissimi gli cdilìci in genere, nu fa sì che anche le gettate fatte nel mare si solidifichino s<xt'acqua. Scmbr:, eh<.- la

sorgenri d'acqua e non vi sarebbero se in profondità non vi fossero gr:,n fuochi ardenti di zolfo, di allume e di bitume. Onde afuoco è a\'UJ)OrC.della fiamma, pas.s:mdO attraverso le fcssu• re. .rendono quella terra leggera e il tufo che vi si uova è privo di umidità. Per çui. tre sostanze fonnarc in ml modo dalla vio-

1.f Cfr. C. G. MALACRINO. lltgé~1terw d~i (Jreci t tlci Romani. Vcroo, 20 IJ, pp. l I l . IJS

Jn oJto: Um; f."mdc c,w,1Ji pow,lano nel T..atio In basso: U11a t4Vd di pozzolana m U ,lifor111a

ragione sia questa: sotto quei monti vi sono molte terre calde e


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le,17,~ del

fuoco se ,engono mescola-

lC iasien~, a,1SQrbono promamcruc l'umidità e sl uniscono a formare una cosa sola, e rapidamente indu.r-itc claJ liquido solidificnno, e né i Aur,i né la forza clcll'acqua le poosono più sciogliere."» Anche Plinio ne fa menzione in questi termjni: "Chi infatti non si meraviglierebbe nel ,e dere che.. , [la ,,.bbia delle] t1J1lini: di Pqzzuoli, oppone r<..'Sistl11ia ai flutti del mare in quarno, una \IQlra immersa, dhrie,, ne un unico blocco di pietra inatfac· cabile <falle 011dc e ogni i:iomo più duro ~-pc..:>c.ial.mcnte se vi sia mescolata

r

la pietra di Cuma?" 1• Dal punto di vista storico risulta

estremamente probabile che ti debutto del calcestru7.zo pozzolanico avvenn e nella Magna G recia, intor· no al LU secolo a.C., tam'è cbc le nm~• di (.osa, cootruite nel

27> a.C., 26 hanno il basamemo in opera poligonale e l'ekv•-

lo :lito: LJ1qralc•l'1v'al<~ TOITf: AJl'1mt.: souo li peloJetracquast J/s1ù1y,:.K,no i n•11i Jel/1! pt•Irhieir 1/i epua1 mmmra a>Jlr11itq w, F,t!lfllfe subtzc(Jute di t'IJk1.•JfrllZt()

15 D.- M. V1TRuv10 Po 1.1.10.,1J. Dct1fthil,'t:l11Ya. lib. l i , 6.

ln basse>: S1m11pn '1UOee11uur1 d1e raffigura il cemtwli/icto dil'orllanJ Alfa p.1gin:1 a sinistra: La ,-o,1sc·,vazio11e di u,111 p,1rtl! d,•l/'11tt:o diqu,·s("~

16 Da G. Pl.l NIO Sf.:C().-.;OQ> Storto 11oiural('. lib. XXXV. 47,

quMl)/-m rot1U111Q Jim()Jira il ma11Q/itt11110 del ct1lasimv;.o ro111a11Q


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to in conglomerato ccmcmi7jo. Nel 27J, pertanto, non solo si

disporieva della rivo1uz.ionari~ tecnicn ma se ne nuniva onnai una tale fiducia da ucilizzmfa persino nella forcifìca7j<mc. Tut, tavia in qucUàmbiro cronologico per potere sfruttare sistema• ricarncrnc l'opus 01eme11tid11m occorreva disporre l.ibcramcn• te delle ca,,,, di pozzolana, facoltà che n, conseguita soltanto

sul 6nìre di quel secolo con la conquisrn della Campania. Da qucl momento e per un lungo periodo, anche per costruzioni da erigersi a centinaia di krn di disrn.n7.a si fece incetta della preziosa barena /ossico, così correntemente definita per disrin-

/(uerla dalla pi(, comune ha1'!11a mari.<. e:,'tro<:odola dalle cav~ di pulvis pu/11ela1111.<. Col tempo si appurò con tcrt=a che l)inrero bacino laziaJe e poi quasi l'intera Italia ccmr-Jle ne erano a loro volta ricchissimi, per cui il calccstru7.zo pozzolanico

si adottò senza alcuna restrizione, ~ rvcncndo rJpidan"K:!ltc :li ~uo ottimale dosaggio per il suo più conveniente impiego. 1\

sinistr-.i; Vt"d111a

dt'te4

d"I Vtsuuio ,. d,•i p-at>si imeJlati l m i

sur,,

pic,li e la riva dt'I 111on· In aho: Le 11111n, polif,.tJ11t1b' di Co1a. a>111pl,·lt1I~ super1om1c,,Jc Ja elc• 1111/0 m c,1ltr!sl,.uuo



·o(.'Cenll.io dopo decennio, i progertisti romj_ni se ne s<:rvirono per strutture sempre più ardite superando, parados.sal· mente, sopratruno l'ostilità deri\l·ame clall'cssere quella nuo""tecniCll visrn quale alternativa pcwem della pietra. fincn.do per imporla come tecnica c<lmiia per antonomasia. Poiché. come accennato, iJ miscuglio appena confezionato ern fluido. al J>ad dell'odierno calcestn12zo cementizio doveva ncc<.-ssa• riamentc <.--sscrc colato o costipato in apposite casse.forme. Di~rsameme d:1 noi, però. mntmeme quest'ultim<: si rea.li21...,.vano con tavolon.i di Jegno1 ma con due paramenti in muratur:l destinati a integrarsi con la gettara, da cui Ja definizione gc• neric;a di opera a sacco, che in base alla precipua 1ipologia dei paramenti trasse il nome,specifico. .Pcr1i1nto quando realizza. 13 rm bkx.-cheni di pierrc irregolari si chiamò (IPIIS IÌJCl/rtum. cJj pietre quadrate opus reticulat11111; t ra muri dj mattoni opus !01eni:it11111 di tegole smarginare opus test11ceu111; trn panunenti reticolari ron -:\rnmorsnrurc rnauooi, op111 mixtum; tnl <.-orsi !Ùtem,ni di !aretizi e bloccherri di tufo (lp11.1 v1itntu111; rrn telai cli legno opus a,1tkium~ tanto per citare le principali maniere il cui nucleo, al dì là della par\lcnza esteriore, restava sempre e comunque il medesirno solidissimo cnlcestn.1zzo. Va osscr· vaio al riguardo che la funzione dei paramcmi non si riduceva a quella di mera cassaforma poiché fornÌlsino un saldo sup·

i,,

porto Slatico per cuno il rempo dell'indutimemo. E forse pr(lprio per agevolarne il rapprendersi, le colat(· si cffctniavano a strati con corsi orizzontali, e grazie all'abbondante impiego di ma.lm. il oooglomer3ro si trasformava in un mooolito anificialc. pro=so che l'incroduzi<>OC dei manoni bipedali velocizzò uhcrionncme. r<:ndcn<lo l'opus !ml!rù:ti"" il più utilizzato. Una interessante conseguenza di quanto appena dclinc• ~ro, pera.lrro se1u·,samcme conosciuta. fu che l-amo gli archi che le voire orrenurc con gettate di colcesirw.zo, ebbero sol, canro l'apparenza e non la storica degli archi e deUc volte propriamente detti, !:acquisizione: di una saldc-aa mono ~ litica al rcl'1nine del processo rU solidificazione infoui, al di là della loro connotazione formale. li rcndi:va del rutto analoghi a delle pianabande o a dc.i colossali coperchi, annullando qualsiasi spinta laterale. La cupola di S. Pietro e In b::i.,.so: Rudert' dc/la cupola ,I,~! 1,w1pro Jl Dùmn rll &la· cuiJeme il st1() 111n11oli1wm,

Alla pagina a sinism1 In ~lm ~ sinisu-.1: Frdtmttem() murarlo ti, op1,-1, uu·,wum Al ctntro: FrtJIIJltfl!llfl> tJ/lmlflo /,1 opm rc/icq/a1tm1 1n .1ho ~ de."lr~; Frammt'mo mltfort'o m opus laterlcmm Jn ba.sso :i. sinistro: Fra11mu:mo ,mmm"o ln opus ,m':..·m,11

In basso a desml: FrQtmmwu, 1111mu·io iu opu1 mmèlum


'

I:


quella del -Panrheon dal di•me1ro pressoché uguale di 43 m, sono talmente diverse daJ p unto di vista statico che la seconda è affi ne soltanto al monolito che copre la tomha di Tcodoti.co. Test imon,iano quesrn singolare c-arancristica gli archi e le volte ,'J)cr.,ati che c-onscr"too tun•vfa significative pani in aggetto, che mai potrcbbe-ro mantenersi nei veri archi e nelle vere volte! Circa i settori d ' impicgn, non è casuale che ira le maggiori applic-szioni dell'opus latcd cium spicchi i.n Ron1a una costruzione militare, categoria edile nella quale vigevano minori pregiudizi estetici e so· ciali per il suo utilizzo: Tiberio, infatti, se ne servi per la oostruzionc del recinto del Castro Pretorio (2123 d.C.). un gran de acrnmpamenro 1>er i pretoriani, bl.andarncnte for·

tific:tto. Nei secoli p1-«edenri, proprio nella realizzazione dei castro si era affermato il calcestruzzo sebbene trn pa· ramcnrc in genere in opera incerta o rcdcolarn. Di simili se ne rimra-cdano afqu~lnti anche: nell'Italia cenrromeridio ..

n11le, come quello di Albano, presso Roma. o come quello dj Alife, presso Caserta dal perimetro ancora imegr<>. Nes~ suna meraviglia pertanto che iJ calcestruzzo propr!O nelle fortific..-azioni risolse due fimitl ahrimenri insonnornabiU. i.I

cui criterio infornrnmre troverà nd cak·esrruzzo armato un completamento nelle barre di fe11·0 interne. Il binomio cemento-fe rro. da cui la dcnomina1.ionc di cemento a rmato, indica una realtà recnologica ormai capillarmeme prcsen. re in ogni nosrro ambim esiste nziale, canto da porersi a ra-

Ln àho: L.11 cerchia muraria 111 <,pera </lftJSÌ reticolata di Abft', Ce

gione reputare impl'escindibilc. Da qui, seni(• dubbio, per la corruzione conn<.-ss.a con le grandi opere non altrimenti

Alla pagin:1 ,_ sini1cr:1: Vet!t,ra ne,tn dt•lla g,rmdec11polo J~l P;111thco11 di R-0111a

realizzabili e non d i rado assolmame ntç. inutili o superflue., la crisre reputazione di supporto di scempi ambientali, d i






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il'

b..


Nelle pagine pr<:<:cdc:nd La 1>rim.:i: lnth'11Qddla çupo/,1

di Snn P1c1ro. Foto di Gù,r1,lo Alaù1 L1. seconda: /mento ,/ella tupowdel P11nthf.'Ol1. Fo,o di Ch,wo

!lima. Alla pag.in:1 a sinistra: Rovht· 11a, .Moun,leo di 'foodarltv

In quena JY.l~ina lr1 alto: Lt> stt•>to t'n u11d foro aerea ahliqu11 In bas!lo: Aurora il ,11mdoiffl in una 1111tko stampa


., /

--•

..- -

flesoibilità formale e<l eeon6midtà di realizzazione che le numero, se opere militari e 11.impia gamma

di fortificazioni avevano dimos1raco e ribadito nel corso del confliuo. quel curioso pregiudizio in b,·cvc volgere inizierà a mutare, trasfor•

mandosi in pochi anni in una ado· z.ione diffusa e tronfia. Paradomlme111e anche allora. dopo essersi imposto ncWcdilizia, l'anzidcno ribrezzo estetico non svanì ~ffur. ro rnnr'é che le srrunurc portanti

in cemento :inn3to finirono sempre nascoste nel lo spessore delle tradizionali murature.1·• Uno sche.,

le1ro repelleme racchiuso

,o

un

corpo mt1~tcntc! Giustamente Pier Luigi Nervi> J89l· l979, definiva il ccmemo ar-

vaste speculazioni, d i rurpc volgarità architettonica e, non u ltima, di orgogJiosa presunzione di eternità! Supposizione

ingiustificata che !\Cmprc più spesso srn oggi dimostrando 13 sua utopka concezione:: del granito perciò il ecrnento armato può possedere la compattczr.a, ma non certo la longc• virà, come a lungo si è creduto e voluto for credere! 11 fcr. ro. che ne è lo schclcu·o, ne è anche la sua mortale malattia,

soggetto perché ca.le ad ossicl:ir$i e a degradarsi 11ell'arco di un secolo se no,1 pure meno, contrariamente dal conglomc~ rato cementizio rornano confe rmatosi immune al tcmpo.' 7 Dal punto di vist~ storico, come molti sanno. rinvenzio•

ne del cemcnio armato risale alla me1à dell'800, quindi in largo anric.ipo rispc.:no alla Grande Gu crrn e pcrdò appa· rcntc.mcntc estranea ai suoi apporti tecnologici.18 Ma, come invece non molti sanno, fin quasi all'esplodere dd con flit• ,o, si nurrì nei confronti del ccmenco a.nnn.to, se non proprio

una espiidra repulsione. una indubbia e malcelata diffidellza. Solo negli an ni '20, grazie alle evidenti doti di resiste nza.

17 Cfr. C. G. M AL.\C:RINO, L1iugeg11uia•..• cit., pp. J J I e ss. 18 Cfr. A. BRF..~ac:11, L.• t)rigifli del trment"armnto: u,~a breve ras· seg1111 sto ri'ca, pubblicazione 011 lim• cld D1Sl!:G Diportunenlq ,li In· gegne.nt,. Sirullurale e c;cotecmca

mato:~il pili bel sist.ema cosu:un.ivo che l'um,rni1à abbia sapuco creare fino ad oggi. Il fatto di poter cre-Jrc pie1re fuse, di qualsi, asi forma, superiori alle naturali perché capaci di resistere a tensio ne. ha in se qualcoS3 di magico. .. Se si aggiungono

l'alta cap:lcità di rcsisrenz:t a c:iric:hi d.i compressione, 1:t indeccriorabilicà agli agenti atmosferici, la facilità esc;:mivn cd inf'wc il relativo basso costo, si vede come il ccmcmo armato é veramemc il pili interessante macerinle costruttivo d i cui l \un:1n ir~ oggi dis1>0ne·~M A pano, però, t·he scawrisse d.<i

un progcttisca del livello! Eppure neanche così qudl'entu· siast ica affcrinaziont può css<.·re oggi piena.mente condivisa, poiché: 4Cl'alto Inquinamento atrnosferico, che caratte rizza

gr:;1n parte clclJe cicril irnlianc e l:;1 non tam cani\ra csecuzio· ne. conJedscono ai congfomenu i ccrnentizi una dumbil.ità rdativamtntc bassa. L:t causa più frequcl'ltc di degrado é l'alto te nore di C02 presente nell'a tmosfera, es.sa infani, in presenza <li un rna nufarw ad alta porosir.à, penetra a ll'imer• no del calcestruzzo. carbonarnndolo. 'fi1Jc trasformazione. causando una riduzione del Ph verso zone acide. dcpassiva i ferri di ar matura e può innescare aprocesso corrosivo."l l

1n :tho: Damu pN></0111 nel ( ~lllt:li/11 armai() d,1//a OJS1d111,lo 1u• del / trTtJ Ali., pagina a destra: Osr-ùlavom,• dn pn1111clli d'acd,uo (/i chimur4 di

19 Cfr. L. $ Al\~ARRIJ_.\, Pm11!uanO dt'! çe1111.wlo armato. fJ.?li e jQrmul,~ /HJr f'l!lldt!'f"e più speJiJo lo siudio ed ,I ro,11mll<J dei prog<!t ti dl massu11a 11ellt• srruuurc pi!Ì ,:011111111, Mibno L929: cd l'lndlc L. SAM"AREU.A. // ce1m•11to ,,r111tl/Q, L4 l it.lita/,. la sr,111(}). \'QI. J. MilMo 19'5. pp. 6-7. 2() 0.1 P. 1.... N mi.v1, St:i,•n'l/J t> aru del mstrulrr:, 1\itil,mo J94S. 2 1 Da N . R1..'C~ 1.1!RI. . Open: dl Pù·r Luigi Nt roi ;,, lut/i4:probk~mi di de-

un mQ</emo r:,!i/ìao

1.,rado 1.• di n...,s,a11ro. tesi dl fa.urea 8 aprile 19<J8, pubblko:tione- ()n /ti;~.

2 00

t10k l O O L L/a J'I I CTll:A I A


I.:acciaio inossidabile Una lega d i ferro e carbonio, in opporrnne proporzioni

che per il carbonio non devono supc.r-Jrc il 2.06%,1:~ esalra In durezza del metallo, e lo tl'Jsformu in acciaio rendendolo praticamente indispen sabile in ogn i produzione., aJ pun· to da far ritenere che senza il suo apporto non sarebbe stata possibile la Rivoluzione Industriale. D isgraziatamente, l'ac. ciaio al pari del ferro è facilmente soggctro alla con·osione,

22 \.Jr. M. Pifal.6, Elèmenu di tdenta ,le, 111dt1lli1 2014.

che sì manifi..-srn inizialmente con u.n sottile srrato di ossido comunemente definito ruggine, che col passar del tempo attaect1 il metallo sempre p iù profondamente sino a disgre• garlo del rum>. L'aggionrn a.ll'anzidctta lega di altri componenti, trn i quali in partkoJarc il trorno, determinano nella stcs!ia la capacità di rl-sistcrc alla corrosione, grazie alh pas~ sivazione s uperficiale. Sull'acciaio, in pratica, si forma un

sonile scra10 di spessore ii,fini1esimale, che funge da barriera per gli clementi chirnici esterni che altri1ncnti potrebbero focilmcn[c aggredirlo. L'acciaio così ortcnuto viene gc· ncricamcnrc definito inossidabile o semplicemente in ox. In


fuori di quei tit0li. Dal punto di vista storico, l'invenzione dell'acciaio inossidabile va ascritta all'inglese

Harry Brearly di Shefficld. 1871· 1948, un ricercatore dei labornrori ddl'acciaicria Firth Brow11. che ne elaborò le caratteristiche gilL'itO un

secolo fa per l'esattez,.,. nel 1913." La viceJ>da che lo portò alla stmordiJ1ari,l invenzione prese l'avvio dall'incarico che il tecnico ebbe di scudi.are come cvit:U'c che le can. ne dei fucili si arrugginissero ri;tpi·

d:,mcnre cd erodessero persino pii,

a

vcloccm.cncc per l'attrito ed calore a cui erano sottoposte. Brearly lni·

ziò perciò ad indaga re sulla struttu· m mictoscopica del metallo con cu.i si fabbricavano le canne, sottoponendolo ad un trattamento a base di acido nitrico. Fu allora che si accorse che le leghe contenenti una ma~iorc percemualc di cromo, rcsist~'V'-'·

no meglio di mtte le :iltre alln corxosionc ed alla ossiclazionc1per cui i suoi C$perimcnti finirono per contemrarsi suUc stesse, wriandonc il titolo delle di,,:rsc leghe che realizzava allo scopo. verificandone poi con l'acido nitrico e poi anche con quello citrico ed acetico la res.is-renza. Scoprì così che un provino di acciaio al U-1}% di cromo e con lo 0.25% di rorbonio non si arrugginiva se esposto aJl°wnidità am1osferica e aU,1 pioggia. Soltanto in seguito si capl la giusta spiegazione del fenomeno, memre nel frattempo si incrementò a d ismi~

sw-a l' impiego di quello pregiai, lega. Jn inglese quella singolare proprictiì fu definita stainless, ov,,cro refrattaria agli agenti armosferici e più in ge:neraJc ai fattoli ossidanti. È intcres.santc. osservare che, pur crattanclosi della formazione di

,mn soailissima pellicola sulla superficie dell'acciaio, al ~l'O· mo la sua scalfii tura, per c-s~:rnpio dovuta aJ taglioi determina iJ formarsi rapidissimo di una nuova pellicola, per cui non

realrà più che d i una p recisa lega si trolta di una vasta gam•

ma con diffel'enri car:.lttcrisrichc mernllurgich(.\

però accumunate dall'essere immuni dalro:ssidarsi sia a tontano 10He

con l'acqua che con vari agenti chimici. L'ambito di osciJ.

!azione delle componenti di uli leghe sono dell'ordine del 1.2-2.6% per il cnrbonio e dell' l l-12% per il cromo pri,·o di propri legami con il carbonio, pcrceatuale quest'ultima tassativa non verif icandosi l'anzidetta passivazione aJ di

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è e rrato parlare dj u 1la protezione auto cicatdzzame. Volendo sintct.ica,ncnrc ,icordarc qt1ali furo no le prime applicazioni degli acciai inossidabili. se ne trov,1 traccia già sul finire del 1912, in Germania, segno che la ricerca britan· nica di Brcarly aveva un <:orrispl'ttÌvo anche sul continente,

in µart icolare negli stabilimenri dcli" Krupf) dove furono usati per la costruzione di camicie per le bocche tla fuoco e vaJvole di scarico dei motori a combuscionc interna. 23 C(r \V.( N1COOl:.\11. l111ròduzio11,•111,lt a«ÙJi inoJSiddbllt. i · ed .. Mi•

lano 200}.


Le case prefabbricate La prcfobbrkazione, che oggi costit,ùscc una delle branche più importami de.Jl'cdilizia residenziale, rrae la sua ragion d 'essere dal mino,· costo a pariti, di volume reali,,1,ato. differenza che scaturisce dall'essere più semplice e rapido costruire una casa in una a pposita fabbrica in vece che d iretta· mente s ul terreno. U risparmio principale avviene sul rcmpo,

essendo il lavoro di camicre propriamenrc deuo poco meccaniv.abile, scarsamente prevedibile e. soprauuno, in ncs· sun modo standardizzabile. Nella prefabbricazione, inve<.-..; questi inconvcnicmi vengono sempre. risolti, per cui un edi• fido, già risulrnro di tecniche trr.idizionali e di irnposrnz'ioni

discrczionttli, si trasforma in un prodotto seriale asscmbJato in sostanza con la mcdC$ima procedura adottata per le auto· mobili. E come nel caso di qucst'u1tJmc il grande numero di costruzio ni similari ne abhatte i costi ed i tempi di appron-

tamento, • sc:,pito però delforiginalità .dell'edificio,

OV\'CtO

della sua concezione architettonica rendendolo un prodotto certamente tecnico ma, non di rado, .1 forte comcnuro artisti·

co. Spesso. p<)i, coincidendo le connorazioni formali con le lo b~soo: Modt>nta c,11,1 rmifam,lum: pr,{t,bbrm,tu In leguo Alhi p11sin:.1 .l ~:inistra In olro: C.1J1111e d, un / :11:t'/r do C<t«t<t ottenute t'n nc;cliuo moss,dabile

In b;.1.:;so; Modt!ntQ pù,110 di «J/luM r,•(l/r'r.11110 ù1 accloio mos,tldabilt

I

1,1otivazioni i,; Je aspirazioni dei propriernri.1 assurgono 11 loro manifestazione esteriore più vistosa e significativa. Certa· mente, rcsrnndo ancora alla equiparnzione con le auromohili, è possibile e-on lievi interventi onene,·e alquante variant.i, che Ll>e~lio si adattano alle particolari esigenze, ma il n1oclcl· lo di b:tsc resta pur sempre identico per tutti..!.J Ciò premesso, occorre fare una prima e netta distinzione tl'::t la prefobbricazionc inrep.r,Jlc1 piutcosro ra.1-n, e la parzia· le di gran lunga pili frequemcmentc adotrnrn.. La prima si estende a tutte le parti che compongono un edificio, rén· clcndolo perciò un prodotto realmente striale ne.Ila sua in~ tcre21.a. La seconda, invece, si li mica soltanto ad ,1lcuni suoi pffnicolari elementi qunli, ad esempio, le porte interne e ~li infissi <.~ccrnj il\ gencreJ le scale cd i solai, i camineui e con crescente frequenza anche interi blocchi bagno e cuci· na. che vengono inseriti già comp leti di rotti gli impianri. le porcellane sanirarie e le rubineneric. Ne deriva una sorta d' inversione dj Jlppronramemo: non sono le componenti prefabbricate ad adattarsi aUc dimensioni riservatele nella costruzione, 1na quest'uhime alJc foro misure. Una seconda e a hre ttamo precisa dis1 in1.ione ira le ~,bi-

rnzioni prefabbricate va fatta in relazione a.I loro specifico criterio <:ostruuivo. Se ne cost ruiscono. infatti. a schelcrro 24 Cfr. G. M. Ù Ll\""Eftl, f>re/11blmcauam: o ,m:taprogcllo edi!iZJo, 1\ali· lano, 1968.


mcrn11ico e tamponature io mate· rìali di "aria natura, dal legno al cemento . di maggiore o minore cap.adtà coibentante; a schel.crro portanre, con rclai che possono a

loro volta essete metallici o lignei, con panndhuurc esterne in la· stre metalliche; a pannelli portanti senza alcun tipo di imeJa i$tU· r-J interna, per ricordare i sistemi più djffusi. Di ciasclma tipologia, poi. esistono varianti numerose, per cui la gamma ormai appare cstremam-cntc ampia e articolata, e in cosramc pr<>lifl!raz-ionc. aochc soltanto per il semplice 'con~ tenitorc', ostentando diversifica• -zion i di gran lunga m:tggiori per le parti interne. La tendenza in corso è quella di incrementare e. diffc. rcnziarc maggiormc ntC' la compo•

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nemistica! consentendo così con le

tante possibili combinazioni rea .. lizzazioni pil1 adeguare alle disrin,e esigenze e perciò pilr am>rezza. bili e grndite, oltreché ovviamen1e molto più economiche. Sebbene il cemento armato abbia av1.uo, e conrinui ad avere, un rile\.-'llnte ruolo ne.Ila reali1.zazionc di costru.ziorU prefabbricate, special· mente per quelle cosiddenc pes:an~ ti, è il legno che almeno agli inizi monopolizzò la rccnka. Il sistema,

del res10, conccmpl11Vil la costruzione più che.di case propriamente. ;lene di bar-Jcche ahi1abili, compo· ste da m'I pitmo terr* c. meno frequentemente, anche <la un primo piano. Si trattava di costruzioni dc,. stinate a ricovero di emergenza e di breve durata, da erigersi pcrrnnm in tempi ristrettissimi laddove le condizioni di impervia viabilità. di scarsissima disponibilità dei mate..

riali e, soprattutto, di inclemenza mereorologica impediv,mo l'ado·

ziooc di ùpologie pii, confortevoli e, più ancora)J'impianto di un can• ticre per strunurc murarle. Con. dizioni verificatesi in montagna nel co,·so della Gr:inde Guerra, non hastando ai sold:ui U ricovero nella leggera tenda e non essendo neppure pens_ahilc per la reazione nemica) per l' inacccssibj)jrà dei luoghi e per l'urgenza del bisogno, costruire nella manicta tradiziona-

le. Un sugge,ah•o parallelo politico fu espresso dal minis1ro Marcello Soleri. quaiido in un suo discorso affermò che: ""L'lrnlia fu costrui-

ta fra le bufere della Storia, come le case degli alpini fra quelle delle Alpi ..."" Da e, ufficiale :tipino, conosceva bene quelle costruzioni più o meno approssimate, che avevano pcnnesso a 25 La cirn.zione e tr:m:.\ da S. GM1Mlt01'i'O. E. RA1:,:At1..u, Alpli,i. Le 1.~wdi lmpn'le. S.rorù, ddle Penne N,""t't'. Treviso 2009~pp. 36·3.

.lo ulto: Scala in ,·,,mc11t1> armata pré/ohbtù:t1111 .ln baitSO; S0fo1ume in cem,·111<J am11110 pre/abbn'caro AJb p:1~in::i a sinisu·n In aho: Casa prt!nbbritata in lt'i,110 dt<fu , piani di rilt'1Janti dimcntioni ln basso: Modt:ma baraMJ p~fahbrtetiio ,n lcv10 ,... acc11110 roibemaro


mmi suoi eomrnilitoni di resi,;1cre aggrappati àlle Alpi. anche ne!i peggiori inverni. .E se alcune di loro. le prime io or-.. dine cronologico, altro non furono che delle approssimare baracche spesso costruire con semplice cartone catramato, quelle più recenti ebbero i connotati di '"ere case prefobbri, catc di legno, tam'è che finita la guerr-J. si smontarono e si riaggregarono a valle per fornire alloggio ai tanti sfollati che avevano pet'SO le loro nbitazioni pc1· i co1nb:utimemi. Decine di cascnc in legno prefobbricate, ad esempio, furono sistemme nel corso della prima fiera Campionaria di Mj. lano svoltasi rrn il 12 cd il 27 aprile del 1920, sui Bastioni che dn Porta Veno-zia si susseguono fino a porta Garibaldi, uti liz241ndo una superficie complessiva di circa 15.000 m', dopo che a"cvnno già ospitato i profughi di Caporeno. La validità di tali alloggi, solo in apparenza prov\/isori cd dtìmeri, in bre\le mig liorò not.cvolmcme avviando in ral modo una \/Cra indusrria della casa prefubbricara che focendQ tesoro dell 'esp;:tienz:i bellica produsse :tbitazioni di notevole qualità, ccccllcnz.a confermata pure dal pa rere di numerosi esperti forestieri incaricati di valucarlc. L'anno successivo la fiera raddo1>piò 1A sua area, dando accoglienza• quasi 2000 csposiloti, di cui 644 stranieri, e le case prefobbricatc riscossero nuovi consensi. Volendone meglio tratteggiare la storia, come in precedenza ricordato anche le case i.n k-gno prcfab.

IL geofono Lo srnvo delle gallerie da mine, impl0>1vc o csplosi,oe d,e fos, sero, Oc prime fi 110 all'av,,:nro delle polvere pirica le seconde dopo) per la percussione degli u1cnsili impicgnri. piccone egravina, producè\ia un discreto nunorc che svaniva alla discanz.'l di alcuni mcrri. Con opportuni strumenti, pc..rò, (X)tt'\:a essere percepito, svelando cooì sia l'adiacenza della mina e della sua direttrice di av:mwmcnto. sia la. sua irnminente auiV:Uione tradita dall'illlprovviso ccss.1re di quei rumori. segnale perciò tC· mutissi,no. Nella Grande Guerra tali strumenti iurono ddfoici geo/om~mic.rofoni meccanici simili a dci grossi stetoscopi. e poi eleurici, deni propri.arne.ntc sif11101111Crt'.>/0111~ capaci cnrrombi di

captare rumori a frc.qucn.1..e bassissime scarsamente pcra.-pibili, o non percepibili affatto dal semplice OJ'<.'Cchio umano quandp cli frequenza ancora minore, definite in tal caso infrasonichc. n geofono riuscivn anche in quest'ultimo ca,.ço tra mire opporruni amplificatori • rendere quei suoni udibili piì, o meno intensamente, a seconda della vicinanza della sorgente. Uno strumento dd .genere consisteva in: 1\ma cassctrn di legno di cs.sc,nza forte c he ncU'interno contiene essenzi~J.

rneme un itmbicnce pieno di mercurio c. ad esso adfacenre una camera d'aria la qua.le è in comunkazionc con un nibo <1uricolare. Poggiando la scatola di legno, l'energia sonora

bricate non furono inventate per la guerrn e neppure durante la guerra, ma lì e nei suoi ccrrihili inverni alpini ebbero

passa dal suolo alla camera d:aria attraverso le vibrazioni cui sog1Ziacci:c1no sia il legno sia i] mercurio; la colonna d'a·

il collaudo più revcro e convincente, quasi un veta e decisi-

ria della relativa c,uncra e dell 'auricolare entra così in \/ibrozionc cd eccita l'udito di chi sta in ascolto."" Quanto alle prestazioni di qud mdimcDtale strumento, veni~ vono sci mate circo doppie di quelle del normale udito: ·un martello pcrfomtore (a ><.'COnda ddls natura della roccia) si sente fino a 150 m; la mazzetta battente sul pistoletto a cu-c-J 8/)m; il piccone a 60 m; le parole fioo a 20 m. Per clctcm,inarc la direzione della sorgente sonol"J si ricorre ad una coppia di geofoni ciascuno collegato ad un au1icolare in guiS(l da poter effettuare l'ascol1;11ionc con ambo le orecchie•. l'<:r l'ascolta,.ionc dirczio, nale si tengono i gt_""'Ofoni a non oltre 60 cm di distanza e si ti• cerca la posizione che annulla la differenza di fase del suono"." 'È evidente che disporre delle file di lamiere o di recipienti meta llici anticipava l'uso del doppio geofono. indicando perciò anche la direzione dello sca,,o nemico in maniera dd tutto analoga, rendendo per di più percepibili anche gli in,. frasuoni. Forse è in questa ultima pmenzialità udi riva la spie.. gnionè della c,ipacità, in più OCC'Jsioni rivelar:, da molti ani-

va nuova progettazione. Dal pumo di vista mcrarncntc ero· nofogico risa.l e aJ 1833 finiziativa di un carpcmicrc inglese. tal Hcrbert ~ifammin& di realizzare in AusU'a1ia mediante i ,noduli prefabbricar i. inviativi per nave: la costruzione rapida cd economica di abitazioni rcsidcnzia.li. In Austria quaJ.

cosa del genere debuttò nel 1910 durante una mostm s,dla cu;cia1 1enmasi a Vienna, con una casena prefabbricarn di \Venzel Hard che fu chiam,iw n1>punro Jagdhout, casino di ç.1c.·ein 1 da utilizzarsi appunto ne.Ila zona prealpina, Ma fu col celebre architetto \'i1altcr Gropius che nell'esposizione mondiale di Stoccarda del 1927 compar\/ero le prime vere case prefabbricate in serie. e già proncc per il montaggio. tant'è che lo stc-sso progettista fondò pochi anni dopo un,, delle prime fabbriche del genere negli Stati Uniti.,. Fra le due date, l9I0-'27, si collocano le case prefabbricate in legno degli Alpini che conrribuirono con le loro verifi, che e modifiche al successi"o diffondersi del eri terio, attualmente molto diffuso in partkolarc i11 chiave antisismica. 26 Circa l'auivir~ di \'(l'alter Gropiuse del Balthaus. c:fr. L. Br..~€\"OLO. Srorm ddl'archit(·/lt1ra 111odemt1. Bari 1966, \ 01. Jl._pp,564-95. 1

2 06

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27 SuU'arçomcmo cfr. E. GATTA, L'as.co/1a.zlo1tt nella gorrra 10,u.•r. rant t1. ìn Sopert. 1, 082 Milano 1938. p. 338. 28 lb1de111. p. 3J8,


............. -..,..

Da•IP 111 MS

...

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moli. di prevedere i rcrrcmoti! Va al rig\1ardo osservmo che il suono in tcr(cni comp,uti viaggia a una velodrà quasi JO voi· te superiore c he in aria . e di più ancora :;e rocciosi, per cui, anche quando 1>crcepibile, giunge prima e meglio, ai geofoni

che alle orecchie. li che spicy.a l'aLCuale adozione in sismologia, in vulcanologia e in gcologi:1. li c riterio informatore dd geofono, come tanti altri, ai g·iorni del Col di La n3tt non era da tempo un'assoluta n o-

vicàt l'itrov:tndosene mer1zfone nelle rievoc:1zioni degli sro· 29 Sulle esperienze relative all'impiego della gelatina prodromiche all't.~_pl~ionc che il 17 aprile 19'16 coo 5 t fece saltlire fo cima dd C.ol <lj L:ma, cft. Espt·rù'l1ze Ji mina es1:guilt' in '1/c1111i/orli /11 tYUlrn· titJm· am ,•sp!Menti 11 ba1t• J; nitrogliccrÙla J,;//o/abbrica dì Aui'glù1.· uo, in Ri\.;$ta anig.lieria e g<'-nfo, voi. I. Roma 1886, pp. 578-59-t

ln aho ù sinistra: Diset,ftO sd>e111,11trod>f' rd/Pgum un tt'f/tmo,lll ,mnorc,r,• Jo alto a destra; Coofo,,q u111i::t11tò per atc,:r/d111,•11l1 uulamolo,ù:t sul Vduvio ln bas:-o: Grafico dJe il/ustril /'uti/iUtJ dt•i l,t"O/imi n<'ila guem, di

mlNa d11/ 1915 ol 18


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t10k l 00 LL/a J'I I CTll:A I,\


rici a partire dal V scc. a.C. e funzioniwa per risonanza. Cosi in merito prosegue Ja na1Tazionc cli Poli bi o suU 'asse· di.o di Ambraci.t: "i\ila quando il suo cumulo divenne co-

munque visibile, i soprinreodenri alla difesa foce,:o scavare una rrince-.1 interna <.'Orrente a.Ha base del muro. Raggiunta la profondità opportuna, posero lungo la trincea dal laro del muro. dei vasi, Lo dei fogli di lamieraJ di rame molto son.ili, corne dei b:1cilii oornminando nella trincea vicino ad essi, senriv::ino il rumore prodotto da quelli che sca,rono la mina. Notata la d irettrice dal vaso che più risuonava, st.~warono un altro cunicolo per imcrccttarc li nemico''.JOStando ad akune fo mi, il d ispositivo consisteva in una serie, quasi

ro così quelli che vennero definir i orologi da banagli;1, che consentirono anche ai soldati meno abbicmi d i procw-ar• sene un esemplare, caraucrizz:uo dalJ'iwcre del le lanccnc abbnstan1.a grandi e coperte di fosforo. con il vetro protct·

,o spesso da una 1triglia, ideali per sincronizzare le opera· zioni d':issalto e i tiri dell'artiglieria. Per la grande esigenza, molte fabbriche si dedicarono alla loro produzione seriale. consentendo in u11 modo di smdiarne e adottarne sig,,ifìca.. 1ive migliorie. L'orolo~io da polso. e prima di lui quello da tasca, facevano parte dei cosiddeui orologi portatiLi, prete· duti da quelli mobili, macchine cioè in grado di funziona, re anche dumntc 1111 cvemuale sposmmento su di un me1.zo

c<mtinua, di. soniii v3sj di rame o bronzo, disposti in una trincea aperta lungo il piede imenio dd muro di cima; s<:·

d i looornozione terrestre o n;1vale che fosse. Va ricordato,

condo a ltre in sottili .strisce d i lam i("ra di b ronzo, sospese una a fiant'O ali 'altra lungo la sressa rtincca. come panni $ lC·

to <:. costruito into rno al Xlll secolo, occorsero oltre duecento anni perché la soa indicazione s.i potesse avere anche <lurame i viaggi, e quasi quan1·ocenm perché fosse pre<.·isa.

si ad asciugate. Quali che fossero, meglio se d i bronzo per la notA sonorità, ricevendo le vibrazioni dal perno di SO· spcnsioncJ trasformandole in ronzio, noùficavano ai tecnici

l'adiacenza della mina. Anche al1ora non fu una novità, da)

momento che Erodoro" tratteggia qt1alcosa di simile all'assedio di Barca nel 512 a.C., allorquando un oscuro fabbro :ii avvalse di scudi appoggiati al muro. i.?

I:orologio da polso La nostra attuale vira è costantemente scandita dal tra, scorrei-e del tempo, seg.nmo e ricordato da miri~di di oroJo. gi di qualsiasi tipologia, dimensione e collOC11zione: di rutti il pfo pn.-scnlc e consultato è quel lo fissato con un cinturi·

no sul polso. ·raradossalmcntc quel tipo di orologio fu nella sua fase iniziale pensato e realiz'l.ato per un impiego esdu· sivamc:me femminile. adeguandosi e a volte trasformandosi

infani, che sebbene l'or<>logio meccanico sin stàto inventa·

Ne.Ila prima metà del 1200 l'orologio meccnnico fece il suo debutto e comunicò per la prima volta in modo collettivo ccl indipendeme dalla visibilità del sole la quantità di giornara trascorsa. L'aggiunta della suoneria~per lo più ocrcnt.zta con rimocchl di campane. ne ~1.mpliò I:, pcl'CC'.r.ionc. consemen<lo cli conoscere l'ora ru'lche a chi intento al lavoro nei campi, nelle officine o semplicemente a l riposo notturno. li raggio d i condivisione si estese così fìno a5 -6 km, ponendo fìne alla approssimazione \/igcme da millenni, che già Seneca srigmatizzò ironizz,llldo che a Roma era impossibile conoscere l'o· ra, essendo pii, facile mctt<'fc d'accordo due 6losolì che due orologi privat~ quale che ne fosse In concezione. lndubbia1neme l'impiego dt un identico sistema meccanico mosso dall:i disces.1 di un peso (due o più dopo làdO',ionc della suoneria) ridusse l'escursione fra i tanti strumenti e rese J'o-

abbastanza bene in '"'" sorta di prezioso bracciale. La de·

rario se non sincrono dovunque-, di 10llcrabife scarto. La precisione comunque era talmente hassa da fornire la sola indi•

se.inazione trovò la sua ragioa d'essere nella moda che pri·

ca1.ione delle ore, peraltro rnlms'Dte approssimata che una

vava. e conrinua a farlo, gli abiti dcl gentil sesso di rnschc. essendo al loro interno che gli uomini riponevano il loro orologio, non a caso definito 'da tasca1. vincolato ad una ap· posira catcnclla.11 passaggio dall 'orologio da tasca a qucllo da polso avverrà soprattutto in ambito militare durante Ja Prima guerra mondiale, aUorquando alcuni ufficiali si rese-.

sh1gol:11-c figura professionale, il 'tcmporatore\ attiva fino al XL'X secolo, era incaricata di con·cggcrc avvalendosi di una meridiana, ad ogni sollevamento dei pesi. L·a1tczza dei cam•

panili in cui erano isra.llati, g-aranrendo a quei primi orologi· autonoinic cli alcuni giorni, bsda prcsrnncre un identico i_n. tèrvallo per la messa ad ora, con attendibilità immaginabili. H

ro subiro como dell'estrema praticità del secondo in circo~1anzc che non consentivano dj gingiJlarsi con la catcneUa

3J E Rl!SSo, I~.Russo. 'J"«hJ1e. li ruolo Jmùtonte della 1et110/ogia mi~

e lo scano di chiusura della tradizionale tipologia. Nacque,

litare. Roma 2009, vòl.

30 Da Pò l.lRIO, l.A" Su,ric, XXl . 28-7.9, H Cfr. llt<lllO'IO. S10,i,,, 1\/. 200. 32 Dal'OLm1u. l..eS1on~. XXJ , 28,7,9.

n, E tà AkdiMVdlt , Pi) 211.221 .

AIL\ pt•~ini ,1 $lnistr;,1 Jn aho: La mina JalU(l/11 st11to lr mum ,./1 Ambracia, Jcscrit11J dtJ P(>!ihio In basso: li riz:l.flnton: <li mù1t-, basoJ() JUlla n](}ltdnza di/ or.li dibronz~ MatO ad Ambmaa ricordt11Q d"

Poli/no


L'orologio da campanile si impose in breve volgere per la sua utilità e per ht robusta sernplicità e, st:~ndo agli stu· diosi, fu trauo d::igli 'svcgliarini' monastici, conservandone trn l':1.hro l'assoluta inamovibilità: nessun proble:ma finc hé serviva alJe comunità religiose o sociali, ma assolutamente inurilc per mezzi in movimen{o. La fune del peso, infarti, doveva risultare vcrricale e perpendicoJa.. re .:i l tamburo su cui era avvolta. impedendo .1:hrimcmi il corretto funzionamento ciel congegno. Sui carri, e so, pratruuo sulle navi. perciò la detenninazionc dello scor.. rere del tempo rimase preclusa, nonostante l' induhbia r(.

le,.,.nza che sarebbe dcrivota dalb suo conoscen,,, , basti In aho :.1 sinistr-J: U1ro ,Jri prti11ì ol'Q/o1,i da polso Ome'g,1 fn :ÙtO a dc:ì1rn: Rirostruv'tme de!l'ortJk>Qo adaa,1111 re11fiv.a1t>,la CJsiblo 111 bas:;;o: CardtlimJtico oro/Qf,/o da bnuag/ia co11 1,tip,lùt a11t('1'1Òrt di proret.1011,~df1?.h urti

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t10k l O O L L/a J'I I CT ll: A I A


pensare che fino a pochi decenni or sono Ja lo ngitud ine si c alcolava d•llo scorro fra l'ora locale e qt1c lla del luogo di pal'tCOZ$, cor1scr,'tlt.a d:.t un orologio ovvh1meme di alta

precisione. L'inconvcnie.ntc: nei pri mi tempi trascurnbi le, divenne sempre più frustrante proprio per l'utilità che 4

nel frnnempo si era riraglhua Porologio: chiunque regola, va ormai la sua quotidianità sulla scansione <!e lle ore, 1na nessuno durante il trasferimento da un luogo a ll'a ltro po·

tcva pili valutarla. limite che la notevole durata dci viaggi contribuiva ,ad accentuare.

.Per noi conoscere l'o rario in viaJJg io costituisce 11na pros. si cotnto ricorrente da aver fatto iJ'1cludcrc fra gli su·umcnti dd cruscotto dclJc nostre a utovetture un orologio, per cui stentiamo a credere c he fin quasi al '500 solo dall'altezza dcl sole, ovviamente di g iorno e quando non schermato

dalle nuvole, se ne po1esse avere una siu pur vag:1 idt'11. Nh1 dal p unto di vista tecnico, per poter continuare a funziona

4

re durante un viaggio un orologio non clevc ri$cnrire d elle ()Scillazioni del ve icolo né ·in fluemrnto dalla sua inclinazio~ ne. Una macchina isotropa per la gravilà! Va subil'o p r<..'é is:110, tuttavia, d1e Porologio mobile non coin · cide affatto con quello rrasportabile, e neppure con quello porrn1ile. A differenza di quello da campanile, lo svegliarino monastico en.l crasponabile, cam'é che trasportato in un alrro convento e fiss..·u o ad una pare re, riprcndcvn a funzio ~ narc, ma si arn.'Stava durame lo spostamcmo. a differenza dell'orologio mobile c he verrà cosi definito proprio t>crché garantiva la sua prestazione a nc he in mm1 imcmo. terrestre o navale c he fosse. Affinché un siffuno orologio, però, divenisse a nche portatile occorreva ridu rne l' ingombro e il peso tali, in modo da non riuscire di impaccio a ch i se ne 1110/10 111i11istra: Orofoii<> 111e,l1(1H1fr dt1 "1t11p,wilc o torre alto a dc1tra:Svef!.,lùmi:o mQ11a11ter>,!ti Xlii-XIV secolo

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<.forava. J?et iucualizzare, sono orologi porrntili, i nosrd, ,..là po)SQ o da tasca; mobili quelli da quadro o da scrivania; e

soltanto 1rasponabili quell i elettrici alimcmati dalla rete o da un• fome di energia fissa, Non a caso fu proprio l'indispooibili1ii di un'alimenmzionc non 6ssa a costituire a lungo il maggiore ostacolo fr.ippo· sto alla trasformazione clellorologio, da 1raspormbile a mobi• le e quindi a portatile. Sul finire del XIV secolo la soluzione fu finalmeme tt"O\IQr,a: la moll3, Per la verirà non eta una oovifÌl strnvolgcnte ma il mero pérfe-,donamcnlo di un'invemcionc, un modestissimo disposiùvo meccanico la cui origine si perde· va ndlhmichità. R.021.e molle metalliche si ritrovano nella 1>iù rernora età dasska, del ro--ro nessuna sc.rnm1ra avrebbe potU· ro chiudere senza <li essc nessuna trappola SCamU'C, nessLma arma da lancio scoccare! Li molla medievale fu ottenuta da un fil<> o da una larnina di occiaio avvolti a spire, rispcrrivamcmc 1

affiancate o sovrappos1e, per cui alterandone la forma esercito· vano una discreta for.t.a per n.-cupcr'.trla. Nel primo caso si a\i't'· \la, e si continua ad avere. una molla a nasuo, tipica quella della

sve)1l.ie o degli :wvolgibili, nel secondo una molla elicoidale. tipica quella dei macerassi o dcitli ommor1v.iatori. lJ moto fornito dalla prima è una rotazione, dalla s<'Conda una trazione: al di là di questa basilare diffcren7.a la cc$Ìonc per entrambe non è

costante decrcocendo rapidamente tìno .id csourirsi del cu1to." 11 peso dcgU orologi da parete, scendendo per la grnvirà ) 4 F. Russo, F. Rtisso, 'lìxbm:. Il ruolf> 1r,1ù1on lt.• di.•lln lec11ò/Qgia mi· filare, Roma 2009. \tOI. IV. Età Afodemo, pp· 144-152.

lo baS$0: 11 dtlt.·g,m <lel/'010/og,<> a molla p()rfalilc ;/ti Tacrola: p,op, sc,ui fm,11:1/t· t /11ttrt1!c Alla pa1tinà a sinistra: Rioostruzione gru/i.a, 1lirttut!~ dello StJt1,lù1rl110 111<mas1ù:o. Disc-J!.11-0 :li h•rruuw R.u.rso.

I

•.&,-=>,; •


fino al suolo, o al tcrmin~ della corda a e1,i em sospeso, resiilU· iva l'energia sp<.>sa per soll<.-varlo, al pari delle molle che tornando alla fonna originale restituivano l'ene,·gia spesa per clcfor• mOl'le, In teoria. perrnnto, si sarebbe porurn sostituire la fo1'7.Jl escsdrata dalla discesa del peso coo quella di ritorno di una molla. 1n pratica, però. fra le due esiste,,. una nc~ta differcn· za-che ne impedì a lungo la ~osrhuzionc: mentre il peso via via che sccnd~ra escrcìt:nia sernpre In stessa for2;;1., la molla via

forza elargita. 11 dispositivo che lo permise fu l'im,cnzìone che rendendo possibiJc l'impiego della molla ncll'orologe• ria, consenù la costruzione di Qrologi mobili e poi porca~

ciii, ~li archetipi di toni i nostri da polso. Dell'invenzione s'ignora 1'11rteficc e la prescn,.a del suo criterio informatore in numerosi taccuini di ingegneri rinasdmcnraJi, ne fru. stra l,acccrtamcnto, lasciando propendere per una comune fol)tC più antic~, e a noi ignora. Diversamente doi giocatlO·

via che recupcta\'3 In forma originaria ne esercitava sempre ili meno. 1lcrtori più anziani, al pari di chi scrive, ricorderanllQ i giocattoli a molla, ai quali occorreva 'dare la corda' · cioè

li ricordari, la molla del I·orologio non do\'evn srotolarsi ,.,,. pidamcntc né con l'intera potenza erogabile. ma avvenire,

deformare la molla c<>n una apposita chiaverta • per vedc,1i muovere, morç:, che presto scemava fino all arresro.n Per Poter utilizzare una molla in un orologio occorreva compensare tale variazione, rendendone quasi costàmc la

ra d'elargire delle piccole dosi energetiche, pc;,ssibilmemc uguali, compito precipuo dello scappamenr.o. Allo scol)O b fo,-,. della mollo fu applic,ua tramite una corda• una sorra

1

35 R Dosrns., O,llc>cltòn a.n:hr.~k>g1que dt1 fJ1ù1u Sclt.rkofl Hor/og,né, P•rig~ 1858. In basso: C.ono,de e barilc11v 111 una 11111,ca macchma d 'Qm!agm

2l4

t10k l OOLL/a J'IICTll:AIA

invece, Jcntis!)i mamcntc e per scarti progrc.-ssivi in mani·e ..

di cono scanalato partendo dal suo diamcu·o minore per concludersi sui maggiore. La forza appli"cata dcctcscentc, il

ritorno della molln, sarebbe stata perciò compensata <falla leva crescente, il raggio del cono nel J)llntCl di coniano, t"Scrdtando per conseguenza una trazione pressoché co~ stante. b'I rcrmini tecnici la diminuzione della forza mo·


n·k"C veni,":! in ta1 moJo controbilnncirita dal.1 1aumcnl'O del

le spire ;, contauo cessava la carica. e da quel m()inemo la

braccio della forza."'

molla distendendosi poneva in rotazione 1a conoide che w10

base alla sua connornzione gcomerrica, il dispositivo fu chiamato conoide. e consisteva in un cono di bronzo

sull-a cui superficie esterna era inciso un soko a spirale, simile alla trottola a slr-Jppo di fanciullesca memoria. Nella scanalatura si avvolgeva la corda proveniente, per la molla a nastro, dal bMilouo che la conteneva e da lei fono girare; per quella elicoidale, dall 'alloggiamento in cui si allung3\•a o contraeva. Questa la sm1 csaua definizione: "dispo-

S<'1ppamento a./olliot, oscillando in un verso e poi nell'altro, frena,.,. focendo emene,·e al congegno il 0010 tic-mc confe,·. ma del suo funzionamento. Una sola lancetta fissa su di un quadrante -anuJarc rotante e diviso in 24 or<\ indicava l'ora. lèorologio del Taccola, pi,, ancorn di quello dd Bruncllc, schi fu certamente mobile, ma per l'ingombrante/0//,01 non anco.n1 pormrile, peculiarità che acquisirà in breve cc.mpo adottando lo scappamei1to a ruota ·e quindi a spirale:"

sitivo in forma di cono, montato su una ruorn dentata che ingrana con la prima n10ra monice del l)orologio. Nel solco

Le ferrovie a scartamento ridotto

Jn

a spirale, che lo percorre d:,lla base alla sommità, durante LI carica si avvolge il budello (o la catena). che poi b molla richiama -facendolo ruotarc."H Dcl conoide iniziò a par·

larne. per quanto oggi sappiamo, già Filippo Brunelleschi 1377-1446, orafo, scultore, a,:chitetto e ingegnere, nonché eccellente orologiaio che seppe trarre proprio dll quel mestiere molti suggerimenti per le sue straordinarie macchine da costruzione. Di que.lla sua attività si trova lraccia anc.he

nd V•sari che la ricordò con queste parole: • Laonde avendo preso pratica con certe persone s,udiose, comjnciò a el'1-

trnrc colla fantasia nelle cose dc' tempi e dc' moti. dc' pesi

Lo scoppio della Prima guerra mondiale ebbe, tra le tan~ te conseguenze. anche quella di rnllenrare - se non pure di bloccare del runo Jn cosrruzione di nuove linc.--e fe1·roviMic. molte delle quali di interesse regionale e perciò ìn buona parte a scartamento ridotto. Soltanto ncl nord e, in particolare. nel nord-est, se ne cosrruirono rapidamemc di nuove~ rune descinate ad impieghi milirari , per lo pila al rrasporto

verso le prime linee degli immensi quantiralivi di munizlo~ ni necessari ai combattimenti. A queste che finita la guerra

e ddlc ruote, come. si possan far girart e da che !<d nmo•

spesso restarono ancora a lungo in esercizio. si aggiunsero quelle ex austriache ed cx bosniache rientrate nel territorio

vono; e così lavorò di sua mano alcuni oriuli buonissimi e bellissimi.. ."" Piil denaglimo il suo biografo che così scrisse al riguardo:• Essendosi di lettato pcl 1>assato e fatto ,,I.

italfano dopo i ri:i:;secri geografici della vittoria. Volendo precisare cosa si debba intendere pe.r 'scartamento'~ si. de· finisce la disranza misurata aU' imerno delle due rotaie di

cun o riolo e dcstatoio dove sono varie e diverse gencrazio• ni di molle e da varie moltitudini d'ingegni mo1tiplicnc-. ~.

un binario ferroviario, 14 mm sotto il piano di rotohunento. Sebbene si siano compimi v~u·i renrativi per unific~He tale djtncnsione a livello mondiale, attualni.cntc se ne con~ rnno aJquamc e per conscguenz,a aJtrenanti scartamenti,

gli dettero grandissimo aiuto al ))<>tcrc immnginarc diverse macchine. da portare e d3 levnre e da ti~tre";19 Tumwiu l'u· nico suo o rologio di cui oggi siamo a conoscenza fu costru· ito nel 1445 per la torre del Palazzo dei Vicari di Scarperia. In quegli ste$Si anche Mariano di Jacopo, deno il Tnccola, (1382-1453) si occupò del dispositivo• conoide, e ,,erosi-

anche nelle sola Europa. In linea di ampia schem,uiz1.azione lo scarcamenro 01'.din.ario adonaro dal maggior numero di Paesi fra i quali anche l'ltalin è pari a 1435-45 mm, per

n, il.mcote Jo utilizzò per fo costruzione di un primo orologio

40 Cfr. F. Russo. F. .Rosso. T«hn,.... dc, voi. IV. f!1J Moder110, pp,

mobile a molla del quale ci ha lasciato un dcnaglimo schiz•

144·5 I.

zo. Funzionava appenfl pc.r sei ore, con una molla elicoidale

allungata. che ,,eniva deformata avvolgc·ndo sulla conoide con uml rnanovdlt, la corda fissata a.Ha sua estremità. Con 36 I~ Fo11CHER~ Mdtwalc J'orologeria1 r,"ircn:r.c, L89}.

37 Oa I~Nrmno. l..e mn«hiJJe di•/ tfmpo. 1..ezùmt' dd corso dìS1ori11 della l'"CHQlogitJ 11.03.2006, pp.10-t I versione OJJ /ì,:q , 3S O.t G. VASARI, Le mlt,: dc·, pui tY-t:ell(wll qrch,t~IIÌ. plttor,, ci ,fçu/rori ifp/ù1111: J,, Umabue ùrs/l;o n' 1t:mp1 tl{)f t r,, fire:01.e. 1'>50 allavirn

di Filippo 8runellcschi. 39 Da A. M,,N.rm,, \li111 Jt' Filtpp<J JlSt•r 8rmttfl<'1t.'<,. ris1:1mpa l927. 1>, 19,

fu ba.(s-o: De/!11friqm· gm/ira dello scarlmmrnlo /errovìorio

r

1

,..w)/7/7//$//////7,,0.1///7,,0.1/ffeb/7


cui si definisce ridono quello inferiore e largo quello maggiore. La premessa tecnica dalla quale deri..

vò quella misura. adonara sin dal loro esordio sulle ferrovie britanniche, incrcdibilmcmc risale all'epoca romana 1 giustifica ndo una

breve digress.ione. In Iinea di mns· s-ima j Romani non furono gorndi costruttori dì c:ani Li copi:uo110 dalle ernie nordiche e li adattaro· no alle loro ottime strade e ai loro molti bisogni, ricavand o u n~1 am-

pia g:unina per ogni genere d•impicgo: carri agricoli, merci, botte,

per mmeriaH incoerenti-' ed ancora diligenze e carro1.1.e lettO a quaiu-o

o {I sci cucccne. Tutti, però, non avevano l'assale anteriore stcrzan· te~ come nei rimorchi degli artu?li autotreni, per cui le curve rk]lie-

devano raggi str"d,1li abbastanza ampi e. quel che era pag. gio, ris,Jtava impossibile dirigere quei carri nelle strette strade cittadine in modo di impedire aJb ruote d i :sbancre

contro le lor() alte banchine." Per risoh,e,·e questo gmve problema ci si ricordò dei solchi guida-ruote, thc proprio a Pompei vantano c.loquenLi esempi, a volte in coassiaH alla stessa strada per centina• ia di metri, a volte appena adiacenti agli attrave~amenri.

Non cm un scelt.::1 irrazionale, poiché i veicoli a ruora 3uidarn odierna.., tronwni e treni, sono pr<:foriti propl'Ìo perché il binario ne favorisce il transito in ambiti appena più larghi del veicolo stesso, sen1.a eccessive oscillazioni. Dai punto d i visrn cecnico va osse"'tllO che l'adozione dei solchi guida ruote suppone l'unifomiazione della disrnn,a fra le ruote

dei veicoli, equivalente antico della distanza fra i binari, at· malme.mc de6nira scartamento. G li ingegneri romani, por• tsrono quella dimensione a coincidere con il 1>asso. ovvero a 1.480 rnm, 45 mm in più dc.11'.o dic.mo scal'tamento ferroviario dei più avanzati pa~i del mondo. sui quali sfretciano convogli ad oltre 500 km/h! Le ragioni che invece favorirono lo scartamemo ridono vanno ravvis'llte nclla superiore flessibilità del rracciaro pla-

no-oilimell'ico, ovvero nella possibiliti, di adottare curve di raggio più stretto con ruote di minor diametro e di superare 41 Cfr. E .Russo. F. Russo, 'f~·dme.... cit .. voi. 1. Eui CI.Jssiai, pp. 12 1,28.

2 L6

t10k l OOLL/a J'I I CTll:AIA


pendenze più ripide. Considemndo che sia le locornot lve. a vapore che

quelle elettriche hanno. quale che ne siA il rodiggio1 i loro numerosi M· s.1li rigidi. i roggi di cu r,ramra ordì· nari devono neccssariainentc essere molto ampi. comportando perciò

tracci:1,i pila cornplessi e-sop1·auuno pili costosi rispetto 8 <1ucl.li a scanta· mento ridotto,•~ Pertanto le ferrovie a scartamento ridotto si impose• ro in rtlrti quei cerrirori momani

dove lo progen:izionc di un percorso tortuoso poteva consentire mi· nor spesa in termini di opere d 'a r· te, ponti. viadotti e gallerie meglio

adattandosi all'orografia accidenrnta del 1crreno: in queSti casi di ixrcorso tortuoso (quindi a parÌ· t_à di andamento p lano ,altimctrico

del binario). And'"" inoltre tenuto conto fattore basiJare in a rnbito militare che Een-ovie del genere, proprio per Ja loro intrinseca Ocs..,ibilità, si potevano costruire molto più rapidamente delle ordinarie, <:on· notandosi spesso come vere opere

'

campa.li Ovviamente vi era lUJ ro. vcscio di medaglia cosd tuiro daJle minori velocità di esercizio e da.Ile

minori C'AJ':lCÌfà di carico possibili,

limiti tuttavia trascurabili per la dc· stinazio nc bellica. Come molte a ltre inven zioni in

... 5

precedenza esaminare, e altre che lo saranno in seguito, anche la fcr.

' 4

rovia a scartamento ridono non comparve nel corso della Gran· de G uerr~1 ma nel suo ambiro regi~

strò so1rn1no una vistosa adozion.c da parte di tutte le nazioni curo• \ pee coinvolte negli scontri. Dal punto di vista storico ad idearla nel 18i} fu l' ingegnere Paul Decauvi lle, 1846-1922, che la considc:rò un sis tema di fcrrQvie trasferibili, o più fn cmrambc 1>3g.ioe 42 C(r. A. F'wsaiC1. U'> srur1amen10 rido/lo i11 Italia in lt11toJ;eno,Te,, ,,,., 1999, 14.

&ssori/it•vi dH: 1n1manrfa110 1.:ari tipi J,' caMi roma11i a q1u111ro rum(·,

per lftltJ)()riQ person~# di 1,i'oma e di ,wtrr. e di mcrrl so/id<· e lùpuJe


precisamente prcfobbricMe per la lcggerezia del loro armamento e per la scmpJicità della posa in opera che non necessitava di laboriosi adauamenti del lerreno . Iniziai. rnente, infatri, i binAri avev:1no uno scartamento di appe·

na 40 cm ed erano del ripo Vignolc da 4.5 k~/m, contro a titolo di r,ffromo i circa 60 kg/mdi qudli ordinari cd i 70 kg/m del.le lince ad alta velocità. ed i t,irri che li percorre• \l'ano avevano sempre sollanto due assi. morrice con,p1-esa quando presente, Alcuni-anni dopo lo scarrnmemo passò a 60 cm, con rotaie da 12 kg/m e si adottarono motrici a vapore: il successo c he arrise a quel le ferrovie convinse De.. cauville a fabbricarle dirertamentc in un suo srnbilime n· to, in grado di fornire qua.si 'c hiavi in mano• una intera

ferrovia. Curios:m1cnte a s,mcirnc l:i ,•aliditi1 fu l'impiego agricolo per il trasporto della barbabietola da zucchero che su i suoi vagoncini raggiw1geva in b revissimo cempo.

in grande quantità le fabbriche di lavorazione. Quella potcn1.itllità si impose all'ancnzionc dei miIirn.ri. pet ragioni sostanzialmente simili: dall'inizio dd '900 dappri.rna fu l'esercito francese a israJlarc ferrovie del gen e re nelle sue forrificozioni nell'Est della nazione. reputandole idonee però soltamo al servizio in srrunu1·c srabili. Nej?l i ste s· si anni, invece. l'esercito germanico costrul una rete dì ,maloghe ferrovie destinandole al rifornimento dei divc.r, si fronti in preparazione d i unfl futura guerrn , anche di movimemo. Idea che si confermò vincente; nel cor~o del-

la Prima guena qu:mdo i rudimentali camion disponibili non riuscivano a trasportare le pesanti munizioni sen za

affondare nel fango. ln breve tutte le nazioni si doiaro• no di fe rrovie mjJirnri- :il scartamento ridono_,

~,e.i· lo più d i

tipo Decauville eia 60 cm." Anche J'Escrcito Italiano ne impiantò, soprattutto dopo

la conquista del Carso, dove la il e fII Armata rcalizzaro• no una rilevante refe ferroviaria carnpafc, avv~1endosi del-

le unità del Genio Ferrovieri, Per mw.io di "'le infrastrmtura fu possibile rifornire le Lince di combattimento e aj giorni di Capo retto contava uno sviluppo di oltre 200 km, con ,ornic da IOkm/m, coll0<:111e su rraverse di ferro. Su quei bina ri correvano un cencinaio d i locomorjve fermandosi quando necessario in un:> delle 80 srnzioni apposita· mente costruite. L'esperienza, del rcsco, per ferrovie a scartamento ridot.. ro non mancava a\'cndo lo stesso esercito reali1.zafo già pri-

ma della guerra alquante ferrovie leggere in Carnia, per 1'es-atu:zza: In .alto: I 10/chi guldrr ''">le di Pompe,: JP<'UOsmmhiali I"'' incisiom

da uJura. DN1n1../io di 1111 10/co guida mMe

2 18

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43 Cfr. E. FkBSNf.'. 70 a1;r dc chcmms d(·/tr btw~rat11trs ,m FraJJcc. Aurai•. 2007.


Tolm,-zzo · Pnluzw · Moscardo: dr<:a 20 km

s<:anomcnto 750 mm:

Vili" Santina • Comeglia11s: circa 17 km sci.1rt11menro 750 mm;

Vi1la S1mli11a • Ampezzo:

circa 12 km scartamento 600 mm. Di esse la prima e la seconda rcstaro110 in servizio pubblico per oltre il decennio successivo. Oggi in lt•li~ varie ed importanli reti ferroviarie a scartamento ridotto assicurano basilari u·asporti locali: di t.-ssc senza dubbio una delle mag· giori, più antiche e famose è la Circumvesuviana, che di re•

cente ha ancoro ampii:.uo fa sua 1·cte."~ 44 Per approfondimenti cfr. P. Oc.:uARI. U. PAt l. Lo Ci"m,mvt:Sut1i41u1. I00an11i ,lhroru1, 144 km di t"'11ol07.1a., 1890-1?9{). Mil;mo. 1990.

1n alto: Srortio di tnJ«tiJlo di u1111 ferrovia II srurta111t11to ridono In has.<-o: Un 11'ptrom1caaw1li/trmtlÌd a 1e,rri,11Mcnto ,-/d<>ttq m v10nrai,1111.


Il treno di rotolarnento cingolato Uno dei più frequenti inconvenienti ai quali andavano

incontro gli affusti delle artiglierie durante il loro traspor• to era lo sprofondamento delle ruo1e nel f:ingo. Nonosrnnte i molteplici ;1ccorgimcnti studiati cd introdotti, i cerchioni erano sempre troppo stretti rispetto al peso della bocca da fuoco sovrastante, per cui esercitavano sul terre •

no una pressione considerevole. Quando l>Qi le piogge ne

compromettevano Ja coerenza, le ruore affondava.no nella mOla mutando i già grnvos.i spostnmcntl in veri incubi: tr-J nitriti di cavalli frustati a sangue, urla cd imprecazioni di

uomini spossati da1l:.1 fatica. ordini abbaiati senza sosta, lo scenario diveniva quello <li una bolgia dantesca! La causa dd problem'1 fu chiara sin dalla fine del Medieovo, rnnto più che affliggeva anche carri e cm·rozze ch~li: la soluzione invece, fu trovata da un u fficiale italiano sohamo verso Ja fine del XIX secolo. Per l'esattezza il meti10 di :i,•crln idl~ ata, sul tìnirc del XIX secolo, appartiene all'allora capiiano di artiglieria Crispino Bonagcn1c. 1859-19)4, promosso generale nei ranghi dell'Arma nel 1915. Durante gli studi

zc matematiche e, in particolare, nell'approfondimento sui congegni di puo1amcn10 ùeUc artiglierie. Ma sar:. proprio la sua invenzione ciel cosiddetto cingolo a re nderlo famoso, rnnro più che la stessa trovò ampia ,1dozionc presso qua.si tutte le nazioni eu ropee."$ Il criterio informatore da t u.i Bonagentc partì può consi~ dcrnrsi abbastanza semplice: ampliare la superficie di con~

rnuo sul terreno delle ruote degli affus1i. soluzione non molto difficile in via reorka risultando evidenre, dal pl,ln· co di vis1a gcome1rico, che essendo il terreno la rnngeme dclJa ruota, la superficie di contatto era per conseguenza la minirna in-Jssolum. per cui occorrcV'il trasforma re il ccr.-

chio della stessa ruot1:1 in un segmento di retta! Al cerchio· ne vennero pcrc.iò applicate delle larghe piastre òscilla01i, mutandolo in una sorta di poligono regolare: girando era~ no le piastre .1 insistere suJ terreno con la 1oro intera super~

fìcic, impendcndo così all'affusto di affondare nel fungo o nella neve. Furono applicate per la prima voha al cannone italiano da 149/}5, modello 1910 dur:,nic la Prima Guerra tv!ondiale ed in seguito, a partire dal 1919, f urono

in accademia si era distinto per le sue capacità nelle scieo-

rnomare anche alle trattrici. Si rrauava di una t rovara ingc· gnosa oltreché economica. In genere erano costruire con

In alto: u,, modem() CO/lt.,'Ot,/i() d<'ila c,~u"1Pt!SUVl411tf

45 M. PMUU, Trruer.· dicint.olo. Comp(wdio R,.tllc,.'f(l/t~ di tl()rfa deiCnr, n rti J917~200!J. Asrocfozionc: N:12.ion:,le Carristi tflrn.lia.

220

t10k l OOLL/a J'I I CTll:AIA


spesse tavole di l<-goo di quercia, non di rado rivestite di lamiera, fa, dli da momarc e da smonnue per

t1·asfcdl'lc su alrrc ruote, praticità cd ccooomicitiì che ne hanno però impedito la conscrV:tzionc. per cui ben poche ne sopr-avvivono al p re-

sente. Di quest'o imporrante accessorio, vengono riportMi alcuni di-

segni del brevetto originai<' della s ua invenzione.

D cingolo, nma,~a. con J'appros~ siinarsi della guerra si guadagnò

una propria indipénden,A~ dalla ruota, specialmente dopo il 1912 quando un caporale australiano, rnJ L, E, de Mole;•• propose al Mi-

nistc1'0 delfa Guerra britannico una sua invcni.ionc relativa ad uo veicolo in grado di muoversi $U rer•

reni di scarsa coerenz:l grazie ad un sistema di cingolo continuo. una sorta di catena formata di piast re incernierate tra loro a U'interno delle quali gir-avano le ruote. l.;'j. dea fu promnmenre respinta, !'Cpu~

rnndosi inutile e vcllcitnr~,! P<><;hi an ni. dopo, iniziata la guerra, il dc Mole richiamò l'attenzione dell'uf. ficio preposto alle costruzioni mi-

litari sulla sua i1WCJ'lz.ione1 ritenendo che la guerra ormai di tcincca giocasse a favore dcU'adozionc, ma anco ra un.a volta In sua idea fu re·

spinta, Sa.rò solwmo nel 1919 che finalmenrc, purtroppo a guerra fì. nita, che il m ezzo cingolato dcl dc

l\>fole sarà 'riabilitato' e considerar.o una invenzione indubbit1memc va-

lida e precorritrice di quanto realizzato ìn materia!

La ca[ena circolare a piastre del

deMole, quand'anche rudimentale, era a tutti gli effetti un antesignano cingolo e consentiva a un veicolo In alto: LA ruota a ciugoli l~11age111t• In hasso; Cannone it&liann do 1•191)5 della Prima gul!N'a «>n t~· ruote

,,mmte di ai,g<,!i IJ011r1g,mtc

4'6 Per approfondimenti sull'invenzione dd de Mole «:fr. AA. Vv•. Suma ,le,' mt·w ,·qrma11, Mil~no 1976. voi. 1. p. 6~


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che ne fosse dotato di :1v<1nl<:lre su quaJsiasi tipo dj suo lo, adattando~ si alla sua morfologia. Sebbene in ptima nppros.timazio1)C rjvo.luziooarin l' idea non era <lei tutto ori!(Ì.naledal momento che intorno al 1770 un certo Richard Edgcwor• rl1 :1.vcva già costruito gunloosa del genere per i,n pcdire ai carri agri-

coli di sprofondare nel fango, brcvcuandonc le caratteristiche. Nel 1801 rutt-avi j , fu T ho1nas Gcrman a depositare un nuovo brevetto

per unt1 'catena senza fine'> in pr-k tica un vero cingolo costituito da

piastre snodate fra loro e renme insieme da perni. 001>0 il 1861 vi fu un ennesimo proger1.o di cingolo continuo, realizzato da un ccr· ro Fender di Buenos Aires, o rgano meccanico nel quale la 1·otnzionc

del cingolo era one.num mediante una cuota motrice esagonale che trascinava le singole maglie mc•

dia.ntc gli spigoli, per molti aspetti 1:-t riproposizione della catena a

magUe piai,c di Dionisio di Alessandria, utilizzata per la catapulta a ripetizione. nella quale la rotazione era prodotta da r uote pen.

rngonali:'1 Q uale ne fu la genesi, nd 1906 comparve il primo veicolo semo-

vente pnr?.inlmcntc cingohuo: si narrava di un rrnnore ::i v3pore che n10 11ta\'a al posto delle ruote po47 Sulb. OJt.ipulta a riJx.1i;i;:i()l)C: dr. E Rus· r,o. Unardm-111/()1i01hile, in Ardx>o n° )((7,

scoo,ùm: 2010, pp. t20,27. ln nlm: PDJi proJrqmiche dell'im.,•e111.iq.

nt! dr/ cti1golc, conlù1110 in alami Vf'1èol:' <0rtt11iti/r, il 1905, il 1911 Al centro: Un tmltnn"('11tgr,!,11ot1merrrono coslrt1ÌI() poco prmm Jel!t1 Grmuk (Ì;1,•m1 In basso: Uno dei primi 111t'Ui C<JrtJUdll su 1,~110 di rorolamemo dngol,uo, a,. 1lrm10111forno al 1910


S'te.riori un Cltrdlo con cingoli. D:i allora il u cno di rotolamento cin, golato. oltre che sui carri armati, è scaio adotuno in tmti i veicoli adi·

biti al movimento terra. oa compiti gravosi su terreni cedt..·voli.

L:atn1nortiZU1lore idraulico Nella seconda metà del XIX secolo, fra le d i"erse migliorie adonare ,11llc arùglicrie, vi fu anche l'adozione degli affusù a deformazione cJa. stic'lt e, sul finire del secolo, del freno di sparo. Non si m.mava anCQ1".:l una volta di un'idea originale. trov.mdo già nel torchio idmulico e prima an· co,11 nella pompa n scanniffo di età cL.-ssica il suo criterio infomrnrore. ma sicuraincnle inedit:.~ ne era l'.'lp plicazione. Sembra, infatti: "che l'idea di adoperare il torchio idraulico per frenare il rincufo sia stata a~)pli~ cnta per la prima volta nell'Arsenale di \l(loolwich, quando al freno a f,i. zionc degli affusti navali a telaio, fu soscituito un cilindr:o con uno stancuffo, 1n cui ast.a c.ra unita nWaffusto; mentre i1 cilindro era fissato al tclaio. Nello stantuffo erano pratic,ui quat.. tro fori, e poiché il cilindro era pieno di olio, risulta chial'O che questo, per passare da una pane o d:,Wahra dello stantuffo. doveva fluire atrravcrso i fori con una vclocicà dctcl'minata eia quella dc.I pistone e dell'area tom, le dei fori stessi, la quale cm costante. Pcnanto la velocità di efflusso del liquido varia\'a con quella del rincu• lo e la pressione cambiava continua* mcmc; rna ben presto furono escogit.1tc disposizioni tali, d1c la suddetta vdocità del liquido fosse costanrc per tutta la durata del rinculo, e ciò allo scopo cli ot~ tenere una _pressione unifonne nel torchio." 4:i.4

In -alto: Riautr:aJoni' grafica della <-O.tapu!ta a n/n:rizùme di Dionifio rii Ale1.umd,.ia

In b3sso: M°'k,,,,o mawdnf!!Wt(} J, grandepotem.t1 f'(.'1'nro111111c11t0Jt•rra Alb J>:t,;ino :i. c.festra In :.1ho: Un ra1111Mt:Sktx/,1 co,1 hctt evidNlle il/rmo ldn111/ia, SOito "11.,'Q/a1,, In buss<.-.: Sµo.'I.IIQdSW110111etn~'O di un mod,.,.110 a,m,rort flZIJ((Jf'(· idTtJulico t111/omobt1miro

2 24

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48 D{l E. B1vwmA. I:11rtitlieria e le sue mt!r<tviglie dolle-orip,,ini/ino ,u g/ominOJIJ't, MilailO 1919. p . .340.


In altri termini il dispositivo somigliava ad una pompa a doppio cffct· to, senza però alcuna vaJvola e pie• oa di olio all'imcmo della quale uno stamuffo munito di fori poteva spostarsi su e giù con vdociti, ridotta dalla resistenza dd liquido e pcrtan• 10 idea.le per smorzare le osdll:i.zioni. Una sorta di rrasforrn..ritore che prolungava nd tempo una violenta oscillazione istantanea rendendola perciò più debole. A completare l'invenzione contribuì il rc."Cup,cratO· re che, accumulando dumme il rinculo una parte dclla forza viva della massa rinculame, la utilizzava un isrnmc dopo per riporrnrc il pe-,,zo

nelfo posizione iniziole. L:invcnzionc, solo delineata per grandi lincc, apparenrcmcmc elementare trasfor.

mova drosticamemc il tiro delle atti· glierie, che non <l<wendo più essere riportate in punteria clopo ogni coJpo potevano continuare a sparare con cadenze-di fuoco di gran lunga superiori al passa• to. senza tormentare gli affusti e fiaccare i serventi. L'c,;isrenia di un congegno capace di crasformore delle violente sol.lccitazioni isrnnrnnec in più lente e deboli oscillazioni clastiche suggerì ai costruttori delle prime autovct• rurc, dc-.stinatc rcalmeme a circolare su strada, di avvaler· sene pe.r ancnuarc i ,olpi prodotti dalle asperità del suolo.

La venuta, in realtà, già da ternpo era stara sep:,rnca dagli assali mediante organi clastici, i cui archetipi si individua· no g ià su alcune ca 1Tozze usare durame l'Impero roman(),.w ma la soluzione senza dubbio ingegnosa non era tuttavia sufficiente, innescnndosi dopo un singolo ul'.'to una serie di oscillazioni noo meno fascidiosc dello stesso. Si pensò aHora di avvalersi di qualcosa di simile al freno cli sparo idrnulico adornuo s11_.gli offusri a deformazione elastica, ri. producendolo 1\cllc debite proporzioni ma con idemiche concezione e funzionamento. Le impervietà della strada e le violente s0Uccitazioni1 che sfuggivano alle molle deUc sospensioni. sarebbero srnte co~i ammortizzate e quegl i or· gani si definirono perciò subito ammorti1.zatori idraulici. t:ammortb.zatorc idraulico è il disposi.tivo meccanico pili utilizzato in campo automobilistico per accrescere ì1 confort 49 F. Russo. F. Russo~1t·dmt... . cii.. voi. I, /Jtà Cl1111kd. pp. 121 · 128.


del vittS11io: è composto da due cilindri d'aociaio. frtt loro coassiali e di SC'arsa differenza di diametro in modo che il minore è parz.ia.lmenrc (Qntçnuro nel maggiore. Al suo in .. 1e.rno, pic:,no d'olio, si muo,·e I<> stantuffo, avendo lo stelo ancoraw al telaio. Scnw entrate ulteriormente nella disamina ddl'runmortizzatorc\ per Yecccssivo numero dei suoi vari tipi ci basterà dçordare che il criterio di fw1zionamemo è Jo sresso del freno innanzi dclincaro, agendo l'olio in esro con· temno da- r,tlfenrntorc, non J>Otendosi sposc:;1re liberamenre da un,, èStrcmità all'altra del cilindro. Ùl alcuni casi. poi, ol1

uc all'o lio è contci1ura nello stesso cilindro anche aria, per fo più azoto sç:>tto pressione per rendere maggiorme.nrc cla-

Il siluro Da vaai decenni esiste un singolar<: mezzo di locomozione subacqueo, uti lizzato dai sommozzatori nei loro spostamenti a lungo raggio: si tratta <li un tr-Jscinmore, prop.risrnemc definito veicolo di propulsione subacquea, più noto in in· glcsc con l'acronimo DPV, ov\'cro Diver />ropulsion Vehicle. }ljbanc-aaco con u n pi7.zico d' ironia 'maialino' in rifcrimcn· ro del suo celcl>re amenaro 'il maiale', propriamente definì,

to 'Siluro a lenta corsa')() e derivato da.Ila 'mignatta'. t:ra il

srico il consegno, che col rempo rende a perdere lesuc ortimali peculiariril richiedendo o la sostituzione o la ricaric,., Nella storia dcll'auromobi.lc la adozione degli ammortizzarori si artuò era il 1910 e la Prima g uerra mondiale.

mezzo insidioso usato dagli incw-sori della lv1arina milita• re ncUa Prima e nella $<..-'Conda guerra mondi.aie. Simile, per forma, a un siluro in miniamra, con il relativo apparato propu lsore, pè.r lo pili clenrico. grazie a un apposito maoubrio posteriore mun ito dei comandi, può essere avviato o a rre· stato dal sub, nonché acccle,rato o rallentato e direzionato a

1n basso: U11 '1ra1cù10U1re' s{JI/OmtJrbm i n av·m,r:

50 E. BAG,SASCO, M. SvERTL'-11. l ,11eW J'amilto della X Pla11iglù1MaJ 1?40-194j, J>a.rma, 199 1.

22 6

t10k l OOLL/a J'IICTll:AIA


discrezione, senza il benché minirno sforzo, per cui a quel risparmio di energia muscolare. e quindi di aria) corrisponde un sensibile aumc.mo della auronomia d'immersione. 'forno b conce2ionc generale del OPV, quanto le carnt1e11stiche meccaniche ed idrodinamiche, sono Lipiche del siluro a knta cors:a. )'unito a essere guidato da un pilota nella sua navigazione, fino al bersaglio, a cui b sua tcsrnta carica di esplosivo veniva ~urnccoHl mcdianrc p0tcnti ca.Jnmitt,\ dn cu.i il soprnnnornc origi.n:1le di mignana pi(1nota come sanguisuga. La parte restante, ridona a una sorta di scO<>ter sotto· marino, con gli operatori a cavalcioni serviva a favorirne il l'lcnn·o. L'invenzione della torpedine semovente pilonua. in sostan1.a, era un~ variamc guidata di un.:1 nom1ale torpedine nol'ne originale daco al siluro. e venne cos1ruirn ncll'arscna· le di Venezia nel 1918, su progetto del cap. del genio na,,.Je Raffaele Rossetti, 188l·l95L"

All'incirca delle stcsSé dimensioni di un siluro, da cui dcl resto clcrivava, il SLC era lungo S m con un diametro di 60() mm, e veniva propulso da due eliche quadripalc coassiali con, uorot3nti, t1zjonate 3 Joro voha da un mot:orc ad Mia compres· sa, cnric-arn n cioca 200 aun in un Sérbaroio posto al cenu-o clcll:mna. Un secondo scrbaroio di aria compressa, molto più piccolo, serviva a regolare l'as.«:no, mentre non vi era alcun di, sposirivo per varia.re la <lirczione che veniva modificata !lpreoclo bt"acci:1 e gambe sul lato verso il quale si volev• dirigere. La velocità massima era di 2 nodi per una autonomia di 10 mi· glia. Dal punto di vista strettamente militare era dorato di due ca1iche di rrrtolo di 175 kg l'un.,1, sistemare un;1 dicU'o l'altra a proravia e tcnninanti con una ogiva conica per atren1,1nre la re· sistcni.a idrcxlinamica. li brillamcmo era provocato da spolct· te a tcmPQ, con un rit:ardo massimo di 6 ore, cd una ultcrio, re carica cm riservata aJl'aucodisuu1.ione, in caso di necessità.

51 CTr R. H. RAINERO, Ra/fa,..te Roswlli dall'a//011d,m1t11f() della \ft'. ribus Unitis all'imp,•gm, autifiurista. Stuimo Milan~ 1989.

1n bàsso a sinistra: Il muggitm.- del Genio Naunlc Raf/atle Rbtst.'lti ln b:LSso a dcs1·m: Fc,toritra/1() di Giòv111111i Luppis


Quanto al siluro propriamente detto, è SÌA11ificadvo ricordare che fu inventato intorno alla metà del XIX scco· lo dall'ufficiale della Marina austriaca Giovanni Luppis di I'iumc, all'epoca parte dell'Impero austro-ungarico. Pre, senrato all'l111per11tore, nel porro della stessa duò, non meritò partitolarc attenzione da parte sua. Tuttavia, grazie

anche aUa collaborazione clell'imprcnditorc britannico direttore dello Stabilimento Tecnico Fiumano, dopo alquanti pcrfoz.iona.menri se ne 3vviò la produzione seriale nel 1864,

nel frattempo dcnc,min:.to Mi11e11scb;jf. A quel punto, forse per un tardiv(> rk:onoscimcnto, al Luppis fu concesso dallo ste.~so Imperatore, con relativo diploma del L8<>9.,. di fregiar·

si quale titolo nobiliare dell'epiteto di 'affondatore'. li proto1ir,o del suo siluro, che aveva un raggio d'azione di circa 900 m e una vcloci1il di 6 Dodi, dopo una nut l'ira serie di perfezionamenti e migliorie nel 1890 fUava a 30 nodi.

l'Ammiragli:no b1'irannico ioìziò a 1,rodurne di similari. in

una fabbl'ica insediai a sull 'Isola di Ponland nd 1891, dove fu realizzato un prototipo lungo quasi 6 m con un diametro cli 457 e una 1cstata di 90 kg di fulmicotone, mosso da due d iche coassiali conu'Orornnti, nziorune <fa un n1otore a tre

ci lindri ad aria compressa. E nel 1877 la nave avaporè turca lntibah, aprl la serie ddlc imbarcazioni affondate dai siluc~ ill 9 maggio dello s1esso si ebbe il primo lancio di siluri da un inc1"0ciatore, l'H~4S Shnh senza, però, ~lcun risuluuo. L.1 Regia Marina costruì, nel comesco ddla Gr-Jndc Guccru. dei motoscafi armati con lma coppia di siluri: li derivò dalla produzione civile, potenziandone i motori a benzina comunque di concezione amomobilisrica1 denominando,

li Motoscafi Ami Sommergibili, o MAS, ispirando a D'Annunzio la riproposizione del cddlre motto Me,m111/() A11dere

Semper."

stabilizzato nella corsa da un apposim giroscopio. Anche In alto:

228

u,, .cHurod« 5)} 11mrdl diamc1ro

t10k l OOLL/a J'IICTll:AIA

}2

J, GRl;C.\I&, A . MASSlCN~t. 1'hc• Nam,I \\711, lit 1h~ Mc•drìC'rflUt<!411.

1,40. 1943. Lon<l,.. 1981.


Il ,netal detector ll2 luglio del 1861 il 2ù0 presidente degli Stati Uniti,James

Garfìcld. 1831-1881. fu gravememe ferito da due colpi di pistola sparatigli alle spalle da un ammtarorc. L.1 sua agoniu fu particolarme:mc lunga, aggravata dalle pessime nozioni m<.... dichc possedute <la quanti tentarono di salvargli la vita, cst:ra• endogli innanzitutto la palfotcola che aveva scalfito senza in· taccai-e i1 midollo spinale una sua vcnebrn." La ricerca ron sonde e peggio ancora con le dita, senz.1 alcuna attenzione se non per la sterilità almeno dell'igiene, aggravò subito le con• dizioni del pazicnrc per l'insorgere dcll'infozionc. Nel corso di quella sona di deleterio supplizio f>er localizzare con c.sattczza In pnUorrola intervenne andic Alexander Gmb:un Beli, 1847-1922, il fumoso inventore che tolse a Mcucci la patcmità sull'invenzione dd telefono. ln effetti era stato lo stc-sso Bcll a prospettare H suo 8iuto. avendo da rcmpo osservato che quando una spin,lc di rame collegata ad una b:mcria si avvidnava ad una piccola massa metallica, in un'altra adiacente

5} 1\. PF.soa~. (ìdr/ield .rl. Bi(}graphy. Kem S1111c Univcr$ity Prcss t9iS: ,\. ScHAfl-Ut~ A Pre$idr.,11 FelleJ by 011 A1sossti1 a11d 1880'.f .\ft•dical Care, New York 11mC$. 2' luglio 2006.

lo alto: f ot(Jt/tr/11{(>dl A(,exa11Jt-1 Gt11h,1m Bc•II In b~so; U11 ,WAS i11 Jtovifjniom:: dt, nolftre i due siluri 1ulla 11111 ropèrto


bobina si manifestava una pkcola variaz.ione di con-entc che 1

l'auricolare telefonico ad essa colJcgato l.""Vidcnziava con un ro.nzio d'intensità crescente all'ilvvicinarsi del metallo. LI .raggio òi percezione non SUJ-)Cotva i 5 cm ma le prove fotte, sia

con proiettili inseriti in guani di manzo, sia con veterani che ancora conservano nel corpù una pallottola. diedero sempre

risultati posit ivi: quel primo nKlimcntak mela/ detector fun•

zionava perfeu>1meme! Il 26 luglio, Beli cd un suo nssisccnte compil'c:mo sul far dcna sera il plimo rcntativo di localizza. zionc, alla presenl.1 di ben cin,1uc medici Stando alle ero, nachc, il p residente ebbe timore di restare folgorato al pas• saggio della sont.1.a, vanarncmc mmquilli7.zaro dai recnici, che tum1via non riu.çcircmo nella ricerc."a, fol'se per la presenza di masse metalliche vicine non rimosse.

2)0

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·o a quella vicenda prese l :1Vvio la éOStruzione Ji_un vero

diie<lcrc due uomini per la manovro. non possedeva una

cerca mcralli che l'avanzare della guerra aveva reso di note· vole imercss<?, non fosse ahro che per la ricerca d ei proicrti

rilevante sensibilità> riuscendo ad ind ividuare una massa di Lma decina cli kg a mezzo meno di profondità. e se pila

inesplosi e coperti dfl un sottile scroto di terra. amcsignane mine pronte• brillare. Tra i primi apparecchi del genere si distingue il francese denominato Alpba, progeuato da M.

lcgge1·a non oltre uoa ventina di cm. Da allora il coo~egno. pcrfczio1,acosi cnorm.cmcnte, svol-

1

G uinon, professore di fisica a Nancy. U principio di fu n•

zion;imemo era sosrnnzia.lmeme sempre lo stesso di Bel!: due bobine delle quali una fungente da circuito primario. collegata ad un fonte cli corrente alternata, e l'altra da se· condario all'avvicinarsi di u na massa metallica il campo mag nerico pl'odorto dall::1 prima viene perrurbato, dando

origine ad un leggero ronzio nell'auricolare. Quel primo cercamctalli, peraltro ingombrante e rnnto pesante da ri-

ge un pn.-zioso ausilio. sia ln ambim militar<: per la bonifica dei campi minari. sia soprattuno in q ud lo civile>vuoi per l'individuazione d i rubi lmerrari, vuoi per le ricerche

archcolo~iche.

All:1 pngina a sinistrn: Il 20• presidente a1m>ric111w Jam,:s A Gar/ìcld 111 bassot U11a raNss1111a /otr> di'il.a PNmt1 guerra che rt'troc un .011test· g11,mo 'metal d,•tt'CtQr' per /11 ric~Ycu dt·iprolt:lti inesplost'



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bfhlioarr1/Fa

2;s


NOTA BIOGRAFICA

PL~VIQ Russo, nato a Torre del Greco nel '47 dove, po· chi anni dopo l'ultimazione dei suoi studi, l.icco classico e ingegneria. si è dedicato alJa ricerca storka nel settore

Autore di nunicrose pubblica%ioni, ha realizzato svariati volwn i, tm i quali:

Per oltre un decennio membro del Consiglio Scientifico deU'lstituto Italiano dei Castelli e dd Comitato Nazionale per lo Srudio dclle Archire1ture Po.-rificatc del Ministero

/.4Jif.,,uorrierud,I&g,:odlN,l{>flii J,,/ XVI al XIX s,mk,, R.ima. 1989. tlJildlmitialfEsettilo l1a/W110: 1'1 tt!gicrrt• fomf,a;1,1 ,klMat,"St', Ron).1 1991. Li Jif,74 rou,em J,,f R,.t,,• di.\i,,de;,m dal X n alXIX ,ero/o. JlM., L992. Ftstung Europa; 6 giug110 1944, Rom:i 1994. (co,u.u orc). Lldife.<1ro,/i<nt J,I lv:/l1rodiSicihì,dal XVI al XIX S<'roW, Roma 19'.J.I.

dei B.C., ha ricoperto anehe l'inc,irico di asse,;sore tecnico

lA tli/àa ddtgara, Romn 199J.

alla cultura della città dj Torre del Greco, realizzandovi la Biblioteca Comunale. Ha tenuto v~ri cicli di seminari presso PUoivcrsir3 del Molise, facoltà Beni CulturaH, di Napoli Federico II, fa. coltà di Ingegneria, e di Salerno facoltiì di Giurispmdenza,

G uerra JJ V)rsa. Roma 19%,

dclfarchitcnura militare e, più in generale, della storia mi-

lirn1·e con particolare riferimento aJlu relativa tecnologia.

nonché vnric conferenze alla Scuola di Guerra di Civirn~

vecchia ed all'Accademia di Modena. Ha Collabornto per oltre 25 anni con l' Ufficio Storico dello Srnto Maggiore dell'Esercito e collabora attualmcnrc con l' Ufficio Storico dello Srnto Maggiore della Difesa. nonché sistematicamente con numerose riviste: nazionali dj storia e di archeologia, con rubriche mensili. Ha cura•

to la realizzazione di un CD dcstimuo allo va1orizzazionc dell'Istituto Storico e di Culrurn dcli' Anlla del Genio a Roma, e fa tto cosrruirc su suo progetto esecutivo, per Ja

Soprintendenza del Molise 11lcuni modelli in grandezza naturale e funziona.nei, di artiglierie ro1nane e di unu ruorn idraulica, e.sposti presso l' arca archeologica di Sacpinum.

Analogamente per il Museo delle Alpi, nel forte di Bard h3 fono costruire una c~rnpulrn romana ed un trnbucco medievale, e (>Cr la torre di Tclcsse Terme una d1eirobaU(s~J d'età imperiale. G ià Ispettore Onorario del Ministero per i Beni Culrurali, è artualmemc giornalisra pubblicista.

2) 6

J

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,~c-


INDICE

Premessa

9

Le 111u/qzio11i l<'t'IIOlogicbe Lè 1mt111zio11i Jo,:ioli

23 26

Parte Prima ATIINBNZBAL VOLO

lntroduiionC": la co11qufr1a del tielo Alluminio: dagli Ol!rei alle pentole Un 111010,e pqr l'aviaziOm! /..a gestaz/()lfe dt,f motore II reazione A.creo a rtt1Zio11e C()dnda '1910 Ra1..zi aria-ada I dmJ1i Aerofillogn1/i11 arch,,o/ogica Aerei di lùu:a

59 73 80

85 89

92

97 105 110

Parte Seconda ATI'INENZE ALL'ABBIGLIAMENTO

l,11mduuo11e: /,1 lana e In guerr11

121

Il 1re11cb Cermera lampo Il reggi.re110 Gli nnorhenli igienici

1)8 149 I 5./

164


Parte Te,·zn ATIINENZE ALL'EDIL!ZlA ED AL.LA MECCANICA lnlrodtrt.ione: dalla /01tificailo11é ,1//'ed11h.ia ct'vilt• L'aa:iaio ù1Q,t.sidahi/,:

171 201

Le case prefabbricate [/ geo/0110 L'orologù; da polso Le• ferrovie ,1 scarta111e11to ridotto li treno di rot.fJLm1e1t10 cingolato J.:ammortktatore idraulko

203

206 209

I/siluro

21.5 220 224 226

Il me/al detet·tor

229

Bibliografia

2}3



1:inito di stampare 11d mese di Cìugno d.d 2015 dn Vulcanic.1 Sri . ·rorrc del Greco (NA) ww,,•. \tulcanicaprint.com I info@>vulc:mic-aprint.com




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