7 - Sapere è potere.1 Psichiatri e psicologi militari tra mobilitazione, necessità di guerra e consenso postbellico. In un notissimo passo del suo Mondo di ieri, scriveva Stefan Zweig: “Onore al vero, debbo dire che in quel primo mettersi in marcia delle grandi masse c’era qualcosa di grandioso, di trascinante, di seducente persino, cui era difficile sottrarsi. E malgrado tutto l’odio e l’orrore per la guerra, non vorrei cancellare quelle giornate dalla mia vita. Centinaia di migliaia di persone sentivano allora come non mai quel che esse avrebbero dovuto sentire in pace, di appartenere cioè ad una grande unità. Una città di due milioni di abitanti, un paese di cinquanta milioni, capirono in quell’ora di partecipare alla storia del mondo, di vivere un istante unico, nel quale ciascun individuo era chiamato a gettare nella grande massa ardente il suo piccolo e meschino io per purificarsi da ogni egoismo. Tutte le differenze di classe, di lingua, di religione erano in quel momento grandioso sommerse dalla corrente della fraternità”. 2
Una citazione lunga, che vale la pena di riportare nella sua interezza, perché come poche altre essa sembra condensare in brevi tratti il sovrapporsi di motivi, di sensazioni, di realtà sociali che la guerra aveva messo in moto e che, ancor più nel dopoguerra, diverranno per gli intellettuali nodi di riflessione e confronto ineludibili. Sentimento di un piccolo inaffidabile io; consapevolezza di vivere un istante unico, di partecipare, finalmente forse, alla storia da protagonisti; esigenza di un’identificazione collettiva più solida ed inclusiva delle stantie proposte prebelliche; l’estrinsecarsi di una percezione della società come tutto unico, superiore dei meschini egoismi individuali e di classe: questi i temi, ma soprattutto gli aspetti emotivi di una esperienza collettiva che l’esule ebreo Zweig, nel mezzo degli orrori di una seconda guerra mondiale e prossimo al suicidio, preferiva comunque non dimenticare, per quella sorta di giovanile ebbrezza che avevano saputo infondergli. Temi i quali, seppur con minore intensità, ritroveremo in larga misura in quella frazione della popolazione che alla guerra veniva allora chiamata - la popolazione 1
S.Cuttica, Per la educazione del soldato. La pedagogia nell’esercito, in “Rivista Militare Italiana”, 1905, p.541. 2 S.Zewig, Il mondo di ieri, Milano 1994, p.180.
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